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IL DIBATTITO IN AULA DOPO LE COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE CERISCIOLI SULL'INCHIESTA SANITA' Dall'opposizione la richiesta di togliere l'incaricho ai dirigenti coinvolti, dalla maggioranza l'invito ad abbassare i toni. Nelle conclusioni il presidente della Giunta replica sottolineando l'assenza di una normativa italiana sullo spoil system.

 immagine primo piano Alle comunicazioni del presidente Ceriscioli è seguito il dibattito in Aula. La consigliera Elena Leonardi (Fd’I) ha sottolineato il “peso politico della vicenda” e ha chiesto al presidente della Giunta di sospendere dall’incarico i vecchi dirigenti. Anche il consigliere Sandro Zaffiri (LN) ha parlato di “problema politico”. “Non apparteniamo al filone dei giustizialisti, attendiamo il percorso della giustizia, ma apparteniamo al mondo della politica. Ci aspettavamo che stamattina venisse nominato un nuovo dirigente, non è possibile che esistano dirigenti così radicati nel loro servizio”. La consigliera Romina Pergolesi (M5s), firmataria di una interrogazione sulla vicenda, si è detta “stanca di vedere che la Regione opera con un senso della legalità praticamente inesistente”. “E’ finita l’epoca di vogliamoci bene alla marchigiana – ha proseguito - Il presidente deve rivedere tutti gli incarichi. Esigiamo che le nomine vadano fatte con estrema trasparenza. Vigileremo sull’operato della Giunta e degli uffici”. Un invito “all’equilibrio e alla moderazione” è stato rivolto all’Aula dal consigliere Luca Marconi (Udc). “Occorre continuare sulla linea che il Presidente Ceriscioli ha illustrato questa mattina. Riguardo all’informazione da dare, mi auguro che non sia trasmesso soltanto l’elenco delle disgrazie e dei dolori, ma anche quello delle cose ben fatte”. Il capogruppo del Movimento 5stelle Gianni Maggi ha ricordato la recente presentazione da parte del suo gruppo di una mozione di sfiducia, repinta dal Consiglio regionale, nei confronti del presidente Ceriscioli, in qualità di assessore alla sanità, per i contributi alla campagna elettorale ricevuti da imprese che operano nel settore sanitario. “Prendo atto che sono partiti i pompieri della maggioranza a spegnere questo incendio - ha detto Maggi - Vorrei ricordare che due giorni prima che uscisse sulla stampa la notizia, abbiamo presentato una mozione in cui chiedevamo la sfiducia all’assessore alla sanità. Credo che nessuna impresa dia dei contributi, senza in cambio delle attenzioni, se non dei favori”. Maggi ha concluso con la richiesta a Ceriscioli di togliere gli incarichi ai dirigenti, “cacci queste persone, senza aspettare la sentenza della Magistratura”. Il consigliere Carloni (Marche 2020) ha parlato di “nuova forma di giacobinismo, con la ghigliottina e la gogna montata sul piazzale”. E ha invitato alla prudenza, dicendosi più interessato ad altri aspetti della sanità: “A me interessa di più sapere perchè Ceriscoli non dà risposte sulle liste d’attesa o sulla mobilità passiva”. Il consigliere Piero Celani (FI), chiede di “rilanciare la sanità marchigiana, con un passo indietro di tutta la politica all’interno delle strutture sanitarie”. Il consigliere Bisonni ha ribadito “il problema della presenza decennale di dirigenti, come se tutta la sanità marchigiana possa essere gestita solo da tre persone, sempre le stesse”. L'assessore Moreno Pieroni ha invitato a moderare i toni e ha espresso un giudizio positivo sull'attuazione delle riforme sanitarie: "La politica ha voluto portare avanti un progetto sanitario, i primi tasselli si stanno incastrando bene e bell’opinione pubblica non c’è più la fibrillazione emotiva iniziale". Gianluca Busilacchi, capogruppo del Pd, ha sottolineato che il presidente Ceriscioli è intervenuto in Aula “spontaneamente e ancora prima che gli venisse richiesto”, fornendo “informazioni rigorose e molto chiare”. “Questo dibattito ci insegna che si possono avere due condotte: una come quella del presidente Ceriscioli, a testa alta, un’altra di chi si dimostra disonesto intellettualmente e non all’altezza del proprio ruolo. Noi dobbiamo avere massimo rigore nel rispetto della legalità, non dobbiamo intrometterci nelle inchieste e non dobbiamo alimentare queste culture che spesso nascondono il tentativo di lucrare qualche consenso facile”. Le conclusioni sono state affidate al presidente Ceriscioli. “Io sono un sostenitore dello spoil system, per cambiare tutto nel momento in cui si arriva, ma nella normativa italiana non c’è lo spoil system – ha sostenuto - Non si può arrivare e cambiare tutti i contratti in essere, è uno strumento che la politica italiana non ha a disposizione". Sul contenuto dell'inchiesta, presidente ha ribadito che "l’unico atto dell'amministrazione è stato quello di non prorogare un contratto". "Non si capisce quale tipo di vantaggio avrebbe avuto l'impresa da questo Governo. Di fronte alla vicenda ci presentiamo con i migliori atti possibili, difficile parlare di vantaggio. Spero che le vicende giudiziarie abbiamo i tempi più stretti possibili, sull’inchiesta del 2012 non siamo neppure al primo grado di giudizio. Vanno commisurate le scelte anche in base alle valutazioni sui tempi della giustizia. Giusta misura e giuste modalità su questa vicenda, e non lo spirito giacobino, secondo il quale prima tagliamo la testa e poi andiamo a vedere chi è innocente e chi è colpevole”.
(l.v.)
Martedì 26 Aprile 2016