Resoconto della seduta n.5 del 25/05/2010
SEDUTA N. 5 DEL 25 MAGGIO 2010
La seduta inizia alle ore 15,00
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Mozione n. 19
dei Consiglieri Ortenzi, Canzian, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, Perazzoli, Busilacchi, Badiali, Marconi, Ricci
“Grave situazione di Padre Mario Bartolini”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 19 dei Consiglieri Ortenzi, Canzian, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, Perazzoli, Busilacchi, Badiali, Marconi, Ricci. Ha la parola la Consigliera Ortenzi per illustrarla.
Rosalba ORTENZI. Credo che tutti siate a conoscenza, ne hanno parlato anche i media, della situazione del missionario dei passionisti, Padre Mario Bartolini, che oltre ad essere stato più volte minacciato di morte rischia fino a undici anni di carcere.
Credo sia giusto che la Regione Marche si faccia portavoce presso il Ministero degli esteri delle serie preoccupazioni nei confronti delle sorti di questo missionario dalle origini marchigiane, più precisamente è di Roccafluvione, Arcidiocesi di Fermo.
Si è fatto sempre tanto per volontari, per giornalisti, quindi non credo sia accettabile non farlo anche nei confronti di una persona che sta portando avanti da tanti anni un’opera meritoria nella regione amazzonica dello Yurimaguas in Perù.
Padre Mario Bartolini sta lottando a fianco di quelle comunità per la difesa delle loro foreste. Foreste che vengono abbattute dalle multinazionali per la produzione del biodiesel.
E’ un frate perseguitato da anni, addirittura viene accusato di essere un agitatore sociale. Quando invece la sua colpa è solo quella di lottare insieme alle comunità del luogo, che per sopravvivere hanno bisogno dei loro territori e di quanto essi producono.
Ritengo quindi si possa essere tutti d’accordo affinché il Presidente della Giunta e l’Assemblea legislativa tutta si impegni a sollecitare il Ministero degli esteri affinché intervenga, in nome della difesa dei diritti umani, presso le autorità peruviane.
Non voglio aggiungere altro. Visto peraltro che diversi colleghi hanno sottoscritto questa mozione credo potremo votarla velocemente.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Voglio innanzitutto ringraziare l’amica Ortenzi di questa iniziativa.
Visto che in merito alla anticipazione di mozioni questa mattina si è scatenata in quest’Aula una polemica, voglio sottolineare quanto invece questa mozione sia appropriata, sia perché riguarda la condizione di un cittadino italiano nativo della nostra terra, sia perché in essa non si pongono questioni di carattere generale.
Però io, Consigliera Ortenzi, non discuterei neppure - non so se questo possa diventare una linea di tendenza - del che cosa il Padre Bartolini stia facendo in quel Paese o se sia legittimo che qualcuno dall’Italia o da altri Paesi discuta del fatto che la foresta amazzonica possa essere abbattuta oppure no. Di scempi di questo genere ne abbiamo avuti tanti nella storia, basta ricordare ciò che è successo in Afghanistan con le statue del Budda, come in Europa dove secoli fa vennero distrutte le foreste proprio perché si doveva dar spazio all’agricoltura e all’industria. Qui il punto è un altro, è che questo Governo peruviano potrebbe fare tante cose, espellere Padre Mario Bartolini ecc., ma sicuramente non può violare i diritti di chi li sta esercitando secondo quei princìpi condivisi da tutti i Paesi che aderiscono all’ONU.
Questo è il punto sul quale dobbiamo attestarci, sia in Cina come in qualsiasi altra parte del mondo.
Quindi esprimo la mia personale solidarietà, come quella del Gruppo e dei tanti altri amici che l’hanno sottoscritta, al tema evidenziato nella mozione, che forse a differenza di altri suscita grande attenzione nella comunità marchigiana. Sono infatti decine le associazioni anche non governative che collaborano con Padre Mario Bartolini e che hanno sollecitato questa Assemblea legislativa ad intervenire prontamente, appunto, con questo atto, che non è niente più che una testimonianza ma che è sicuramente dovuta da parte nostra.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Solo brevemente per sottolineare la profonda amarezza che tutti quanti abbiamo avvertito, per lo meno chi pensa che la politica debba volare un po’ più in alto. Ossia, a fronte di una mozione come questa, contro cui nessuno può votare contro, non si è capito perché la maggioranza ha ritenuto di mostrare i muscoli quasi pensando che il diritto umano di Padre Bartolini sia diverso da quello richiamato nella mozione del Consigliere D’Anna.
Oggi con la proposta che chiedeva di anticipare questa mozione della Consigliera Ortenzi, inserita solo oggi all’ordine del giorno, si era chiesto soltanto di poterla dare con la massima naturalezza, con la massima tranquillità e serenità, però voi avete ritenuto di votare contro questa disponibilità. Allora anche oggi avete perso un’occasione di essere sereni!
Qualcuno prima di me ha parlato di mozioni di intenti del primo giorno di scuola, poi quando siete chiamati alla prova dei fatti ogni volta mostrate la forza dei muscoli, la forza dei numeri. Andate pure aventi così!
Su questa mozione non c’è neanche da discutere, tanto è chiaro che voteremo a favore, ma voi siete comunque riusciti a precarizzarla con il vostro comportamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Grazie al Consigliere Natali per aver detto in parte le cose che avrei voluto dire anch’io, il mio intento, infatti, era proprio quello da lui ora segnalato.
La mia mozione sui diritti umani in Cina era stata presentata anche nella scorsa legislatura, peraltro anche sulla base di un impegno, come ho detto questa mattina, che la Regione aveva preso aderendo all’Associazione per il Tibet dei Comuni, delle Province e delle Regioni.
Sicuramente la mozione di cui stiamo discutendo è di uguale valore. E quando si tratta di diritti umani non bisognerebbe fare differenze, come invece qualcuno fa, tra italiani, cinesi o tibetani. La differenziazione è un aspetto significativo come pure incomprensibile, il rischio è che si potrebbe arrivare anche ad un discorso di razzismo che quando si parla di diritti umani non ci sta proprio.
Quindi nulla in contrario, anzi, il massimo rispetto per chi come Padre Bartolini mette alla prova se stesso in una situazione di estrema difficoltà. Ma la massima solidarietà deve andare anche a tutti coloro che sono sottoposti a regimi che reprimono, e non solo, i cittadini locali, come appunto va a coloro che cercano di dare un aiuto a persone che chiedono semplicemente di vivere la loro vita.
Quindi non si possono fare differenziazioni, come pure non si possono farle, permettetemi di dire, anche nella presentazione di mozioni. E quello che è successo oggi è proprio perché probabilmente un certo tipo di ragionamento più di tanto non piace.
In queste settimane ci sono stati diversi contatti, c’è la commemorazione di Padre Matteo Ricci, e anche nella mozione da me presentata, che mi auguro verrà poi discussa, chiedo precisi impegni da parte della Regione, che, ripeto, ha aderito ad un’Associazione per la difesa del Tibet.
Quindi non si può far finta di niente in un momento in cui si allacciano, si intersecano, si riuniscono due visioni diverse del mondo, ma che mettono al primo punto il discorso dei diritti umani.
Non credo che questa sia un’Assemblea che non sappia - o fa finta di non sapere -, quando va in Cina o quando arrivano i cinesi, che lì ci sono oltre 5.000 condannati a morte, che molto spesso ci sono esecuzioni capitali in funzione della aberrante necessità di organi da trapiantare e da vendere poi nel mercato internazionale, oppure che c’è il popolo tibetano che continua ad essere represso.
Per cui mi auguro, ripeto, che venga discussa anche la mia mozione e che venga preso un impegno serio.
La massima solidarietà va ovviamente anche a Padre Bartolini. Un ringraziamento alla collega Ortenzi per avervi presentato una mozione. Al contempo, però, credo si debba istituire una specie di regolamento che preveda che le mozioni debbano avere un certo percorso indipendentemente dall’urgenza. Perché se ognuno di noi, come ho detto provocatoriamente questa mattina, il giorno di seduta assembleare non solo non si accontenta di richiedere l’iscrizione di nuove mozioni ma addirittura vuole l’anticipo anche di altre, credo che ci sia qualcosa che non funziona, su cui quindi occorrerà lavorare per rivederne l’aspetto.
Ora, pensando di condividere tutto il pensiero del Gruppo, dichiaro il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. La ringrazio, Presidente, come ringrazio gli illustri colleghi. Prima di tutto voglio chiamare in causa direttamente il Consigliere Bucciarelli.
Lei, Consigliere Bucciarelli, è Presidente dell’Associazione Università per la pace, votata all’unanimità proprio da questa Assemblea legislativa regionale. Perché dico questo? Perché è proprio l’Università per la pace, a cui molte persone hanno inteso partecipare, che oggi avrebbe dovuto esprimere in quest’Aula qualcosa di fondamentale, ossia il diritto assoluto rispetto al diritto relativo.
Il diritto assoluto quando si parla di diritti umani… (...) Assessore Luchetti, lei votò e firmò il manifesto dei Premi Nobel per la pace! Dicevo, il fondamento importante della legge istitutiva dell’Università per la pace, Assessore Luchetti, era appunto basato sui diritti umani. Oggi, ad esempio, con l’allargamento alla macroregione Adriatica andremo verso un contatto importante, ovvero verso la scesa in campo delle università, quindi il diritto umano alla scolarizzazione.
Voglio anche sottolineare, peraltro, che anche nella mozione che stiamo discutendo si parla del Tibet, anche se lo fa in maniera implicita e non esplicita come invece ha fatto con la sua mozione il Consigliere D’Anna. E in quel Paese c’è uno dei più prestigiosi Premio Nobel, il Dalai Lama.
In quest’Aula nella scorsa legislatura tenne la sua lezione magistrale, voluta proprio dal Presidente Bucciarelli, un Premio Nobel per la pace, Rigoberta Menchù, che ci ha parlato dei diritti umani, di tutti, nessuno escluso.
Quindi ancora una volta quest’Aula perde un’occasione per ribadire che siamo stati gli unici ad aver istituito un’Associazione denominata Università per la pace, presieduta dal Consigliere Bucciarelli, di cui reclamo la proprietà intellettuale in quanto nacque proprio dall’iniziativa di una mia proposta di legge (pdl n. 30) poi appunto divenuta legge regionale n. 9/2002 (articolo 15, Università per la pace).
Voteremo senz’altro la mozione della Consigliera Ortenzi, come non ho difficoltà a condividere tutto il percorso così come espresso dal Consigliere D’Anna. Però ora vorrei richiamarvi anche ad una riflessione profonda, ossia, quando si parla di diritti umani si parla dell’assoluto, quando si fanno riferimenti economici ai diritti umani, così come espressi nell’economia globale, si deve tener presente che la globalizzazione tocca sì il risultato economico, ma è ancora molto distante dal rispetto dei diritti umani nessuno escluso.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Solo per precisare l’atteggiamento della Giunta regionale rispetto alla posizione emersa nell’intervento del Consigliere D’Anna. Posizione condivisa credo anche dalla minoranza, altrimenti si sarebbe dovuta esprimere su simili atteggiamenti.
Cioè, se dovessimo seguire la linea qui espressa, in qualche modo contrapposta agli atteggiamenti assunti dalla Giunta regionale (vedi la questione Matteo Ricci), saremmo in un mondo di guerrafondai. Voglio dire che ci si deve rendere conto di quello che abbiamo davanti e quindi dobbiamo discutere di questioni relative a rapporti che vanno ben al di là delle questioni sollevate dal Consigliere D’Anna. E purtroppo nel mondo non c’è soltanto il problema del Tibet, c’è quello della Thailandia ecc., insomma, ci sono tanti altri Paesi.
E’ chiaro che i popoli si incontrano su momenti particolari che vanno al di là anche di queste tristi circostanze, però chi mette, come fatto in un intervento di questa stamattina, in rapporto il discorso intrapreso dalla Regione Marche su Matteo Ricci, la Cina, con il discorso del Tibet, non ci azzecca proprio.
Nel senso che i rapporti su Matteo Ricci sono un ponte di pace che vogliono sottolineare come la cultura può essere un momento di superamento di contrapposizioni sia ideologiche che politiche.
L’azione che sta facendo la Regione Marche, anzi, il nostro Paese – la Regione Marche infatti nelle celebrazioni di questa circostanza rappresenta tutto il Paese –, non va assolutamente messa in relazione ai problemi del Tibet, su cui peraltro come Regione Marche ci siamo espressi, l’Assemblea legislativa rispetto a questo tema ha preso già una posizione precisa.
Quindi ciò che viene affermato sono banalità, quasi si voglia affermare che l’Assemblea legislativa è insensibile a questi temi. Per cui, Consigliere D’Anna, penso che per onestà culturale dovrebbe affrontare le tematiche per quelle che sono.
La Giunta regionale, ripeto, ha sostenuto le celebrazioni di Padre Matteo Ricci, che hanno un valore immenso di carattere culturale riguardo alla Cina, è veramente un ponte di pace.
Fermo restando che senza dubbio ci sono delle problematiche che vanno affrontate, i diritti che non vengono rispettati debbono essere assolutamente tenuti presenti, quindi tutti dobbiamo lavorarci.
Pertanto riporterei le affermazioni espresse al giusto alveo. E l’esempio di Padre Mario Bartolini è illuminante. Occorre certamente sollecitare il Ministro, anche se credo stia già facendo il possibile rispetto a questo grave problema, al fine di illustrare anche la vicinanza e la preoccupazione della nostra Assemblea legislativa per un concittadino che merita, appunto, il sostegno di tutti.
Ritengo che con questa modalità dovremmo affrontare anche le problematiche internazionali, che non devono essere sottaciute e non tenute presenti, come abbiamo fatto quando Rigoberta Menchù è venuta in quest’Aula. Però dovremmo anche essere coerenti con una linea precisa, non solo per lo spirito con cui il nostro Paese ha sempre affrontato le tematiche internazionali, ma anche perché dobbiamo essere coscienti che non si possono mischiare le cose, con il rischio peraltro di dare segnali sbagliati all’opinione pubblica marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Avrei evitato di intervenire ma chiamato in causa ritengo sia ora obbligato.
Prendo atto che veramente “l’italica virtù” di parlare dei peccati del mondo, magari anche quando parliamo di un problema minore, è dura a morire, anzi, mentre al Parlamento europeo un deputato ha al massimo tre minuti di tempo noi siamo capaci di fare interventi roboanti.
Dunque è proprio sulla base di questo che non sarei voluto intervenire. Questa mozione è talmente semplice e le motivazioni sono così, credo, sentite e condivise da tutti noi, che appunto non ci sarebbe stato bisogno di paragonarla con nessun’altra mozione e come neppure farci una discussione.
Perché dico questo? Perché se inquadrassimo questa mozione in una situazione mondiale allora dovremmo parlare anche delle 210 guerre che ci sono nel mondo di cui nessuno parla, dovremmo parlare dei bambini soldato di cui nessuno parla, insomma, di tutte quelle cose che già sappiamo. Ed in ultima analisi dovremmo anche mettere in discussione noi stessi, il nostro stile di vita e la nostra cultura.
Mi diceva prima il collega Traversini che suo padre partigiano veniva chiamato “bandito”, adesso chissà se i partigiani vengono chiamati “terroristi”!
Insomma, è per dire che potremmo parlare di tutto e di più, allora limitiamoci ad un fatto semplice. Ossia, qui c’è un missionario marchigiano che da oltre vent’anni lavora a difesa, non delle popolazioni native, ma a difesa di una sana cultura circa il rapporto tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e la terra. E salvare la foresta amazzonica riguarda anche noi, parlare di quello che c’è all’interno della foresta amazzonica e nelle culture delle popolazioni native interessa anche noi.
L’Università della pace farà sicuramente la sua parte per la pace, ho chiesto già al Presidente l’avallo a poter continuare a lavorare, spero che mi arriverà. Ma oggi si tratta semplicemente di testimoniare una vicinanza umana, sociale, culturale ad una persona che ha già fatto diversi anni di carcere ingiustamente solo perché difende un eco-sistema, difende una cultura. Un compito che ritengo debba essere anche il nostro.
Quindi dobbiamo veramente approvare questa mozione, tutti ce ne dovremmo far carico. E non so se il Governo nazionale – ma non lo dico perché è di centro-destra – sia già sensibilizzato e stia già intervenendo. I Governi, infatti, e di qualunque colore siano, molto spesso valutano i loro interventi sulla base delle convenienze momentanee. Quindi non è scontato né che questo attuale Governo intervenga adeguatamente, né che lo avrebbe fatto un qualsiasi altro Governo di altro colore se fosse stato sollecitato.
In ogni caso è sicuramente importante testimoniare la nostra volontà con chiarezza e senza dubbi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Presidente, anch’io non sarei voluto intervenire, anche perché i miei colleghi di partito hanno già detto tutto, però l’ultimo intervento del Consigliere Bucciarelli mi impone di dire una cosa, ovvero, non strumentalizziamo mozioni di questo tipo paventando atteggiamenti più o meno ambigui del Governo.
Vorrei fosse chiaro, ci tengo a precisarlo in Aula – magari ho anche capito male io, semmai mi perdoni, Consigliere -, e lo voglio ricordare anche per lasciarlo agli atti di questa Istituzione, che il Governo in questi anni è intervenuto in qualunque situazione con estrema efficacia e lo ha fatto senza andare a mettere il becco sull’aspetto politico, lo ha fatto esclusivamente come azione diplomatica internazionale.
Vorrei far qui presente, Presidente – mi perdoni se la richiamo all’attenzione, e chiedo scusa anche ai Consiglieri se approfitto del dibattito di merito per dire una cosa di metodo - che lei debba fare un grosso sforzo, insieme all’Ufficio di Presidenza, per razionalizzare sin d’adesso il metodo della calendarizzazione degli atti di questa Assemblea legislativa regionale. Ad esempio io ho presentato - non lo dico con polemica, mi creda - un’interrogazione attinente una presunta incompatibilità, un aspetto che merita istituzionalmente una risposta immediata, positiva o negativa che sia o di qualunque altro tipo, perché da quella risposta dipenderanno a cascata tutta una serie di azioni amministrative.
Io ho il massimo rispetto per ogni intervento e per ogni atto di qualsiasi Consigliere, però se si dovesse dar fede a quello che ha detto l’Assessore Luchetti, cioè che parlare del Tibet non c’entra niente, bisogna allora anche dire francamente come stanno le cose, ossia, non è che approvando questa mozione domani mattina riusciremo a far liberare il povero frate che sta in Perù e che rischia di essere ucciso.
Quindi non dobbiamo essere ipocriti con noi stessi, se vogliamo rispettare veramente l’Istituzione dobbiamo stare attenti a non fare troppi passaggi avanti e indietro di mozioni e di atti, così facendo andremo a ledere in primo luogo l’Istituzione.
Mi perdoni se ho approfittato di questi pochi minuti, Presidente, ma la invito veramente ad individuare, in base alle loro urgenze, le giuste risposte alle interrogazioni, a meno che non si faccia, come dice il Consigliere D’Anna, un regolamento ad hoc.
Per quanto riguarda il merito voterò a favore di questa mozione della Consigliera Ortenzi, perché la ritengo una presa di posizione non di tipo politico bensì proprio di tipo umano e dallo scopo umanitario.
Sull’ordine del giorno
PRESIDENTE. Consiglieri, a questo punto vorrei chiarire solo un aspetto. Ho ritenuto di portare a questa Assemblea legislativa tutto quanto potesse essere in grado di essere discusso, senza fare nessuna esclusione, compresa la sua interrogazione, Consigliere Zinni. Ma vorrei precisare che, diversamente dalle mozioni, per poter iscrivere all’ordine del giorno le interrogazioni devo poter avere da parte della Giunta, quindi dagli Assessori a cui fa riferimento l’eventuale interrogazione, la garanzia della risposta. Però talvolta – peraltro avendo fatto l’Assessore ne sono consapevole – ci sono dei tempi rispetto alla risposta che si allungano un po’. Quindi ho portato soltanto interrogazioni per le quali mi ero accertato che l’Assessore di competenza sarebbe stato in grado di dare una risposta.
Invece tutte quelle che non sono state iscritte, rispetto a quelle presentate dalla nostra elezione ad oggi, verranno portate alla prossima seduta assembleare, sempre con un nostro sollecito alla Giunta di preparare le risposte. Questo lo voglio assicurare.
Tra l’altro, insieme alla dott.ssa Santoncini, ho dato proprio l’indicazione di portare tutto, naturalmente, ripeto, nel momento in cui si potranno avere le risposte...(...) Ho capito, però per quanto riguarda i lavori di questa Assemblea non posso fare diversamente, posso portare solo le interrogazioni su cui si potrà avere una risposta da parte degli Assessori competenti, che comunque solleciteremo a darle nel più breve tempo possibile.
Riguardo alla discussione in generale abbiamo iniziato – era un intento mio personale – un percorso con cui si vuole cercare di esaurire tutto l’ordine del giorno. D’altra parte se si presentano interrogazioni, mozioni, ecc., ci sono due possibilità: o non si discutono oppure si allunga il tempo dei lavori dell’Assemblea. Cosa che abbiamo fatto sin dalla prima seduta, dunque continueremo, non c’è un’altra possibilità.
Pertanto si sollecitano tutti i Consiglieri, è anche pleonastico dirlo, di fare in modo di non ingolfare troppo i lavori, altrimenti rischieremmo di vanificare gli strumenti. E gli strumenti sono indispensabili e fondamentali per i Consiglieri.
Per cui nei limiti del possibile, e anche fino all’impossibile, io sono per svolgere tutti gli atti ispettivi e, come stiamo facendo oggi, di discutere tutte le mozioni. Ma questo ci orienta, ripeto, verso un allungamento forte dei lavori dell’Assemblea, che ovviamente faremo quando sarà possibile e se non sarà possibile eventualmente lo concorderemo, insomma, la volontà c’è.
Riprende la discussione della mozione n. 19
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Molto brevemente, Presidente, stiamo già allungando di molto.
Io distinguerei il merito dal metodo. Nel merito certamente è una mozione condivisibile, quindi il Gruppo Lega Nord la voterà. Anche se c’è una certa strumentalizzazione per quanto riguarda l’appello al Ministro degli esteri, come ha già ricordato il collega che mi ha preceduto. Ma non è questo il punto, certamente la voteremo.
Il metodo però non ci è piaciuto. Va bene l’inserimento d’urgenza fatto questa mattina, ma la richiesta di anteporla a tante altre mozioni non ci è sembrato assolutamente opportuno, anche se il regolamento lo prevede, andarla a discutere quasi con una prova di forza non ci è piaciuto.
Avremmo gradito sì l’inserimento ma collocato dopo tutte le altre mozioni già presentate. Ripeto, è stata fatta una prova di forza che rappresenta una caduta di stile della maggioranza. Questo vorremmo evidenziarlo, fermo restando che nel merito questa mozione la voteremo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.
Franca ROMAGNOLI. Sinteticamente solo per dire che la strumentalità della discussione precedente non è scaturita da questa parte, per cui confermiamo pienamente convinti il voto a questa mozione.
Anzi, credo che sia il caso di allargare, se non formalmente almeno idealmente, la considerazione a tutto l’apparato missionario facente capo alla Chiesa cattolica e che opera in tutto il mondo. Antonio Socci in un suo bel libro definisce i missionari i nuovi perseguitati. Sono coloro che più di altri, infatti, e più di quante vittime facciano le guerre più visibili, soccombono, muoiono, vengono imprigionati, rischiano la vita nel nome di Dio, nel nome di quel Crocefisso di cui più volte abbiamo parlato, e soprattutto nel nome di quell’amore spinto dalla fede cattolica verso il prossimo.
Quindi la considerazione e l’attenzione è massima. Come sicuramente è massima anche l’urgenza. Io infatti non considero inidoneo l’appello nei confronti del Ministro degli esteri. Anzi, da informazioni che anch’io ho raccolto mi viene detto che sarebbe opportuno un interessamento in termini di acquisizione del carteggio processuale, che sembra non esistere, che sembra essere un po’ un fantasma, in base al quale questi processi, davvero sommari, si celebrano in danno di questo padre marchigiano e come in danno anche di tanti altri.
Quindi un interessamento affinché la Farnesina si interessi a far sì che si possano vedere gli atti e scoprire le carte. Sembra proprio che la lesione in questo caso specifico sia davvero dei diritti dell’uomo e che si possa davvero intervenire con organismi, non solo nazionali ma anche sovranazionali, affinché si cerchi di far desistere dalla permanenza fastidiosa in quella zona di questo missionario.
Io addirittura, se possibile, integrerei proprio con un appello affinché ci sia un interessamento per entrare nel merito delle carte. Dunque piena condivisione.
Magari se servirà, Consigliere D’Anna, potremo anche limare, se i riferimenti verranno considerati provocatori, la prossima mozione, ma penso che altrettanto unanimemente dovrà essere votata, anch’essa infatti ribadisce la necessità della difesa dei diritti in Cina.
Credo che non possiate trovare scuse, al di là delle considerazioni fatte dal Consigliere Bucciarelli che dice: “il meglio è sempre possibile, ma intanto accontentiamoci”. Sì, accontentiamoci, potremo anche rivedere i riferimenti a Matteo Ricci, magari lo faremo, però la condanna secca di quello che sta avvenendo in Cina nel 2010 ritengo che nessuno, lo auspico, debba avere problemi a votarla, come noi convintamente voteremo anche questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Velocemente, Presidente e colleghi. Voglio innanzitutto rassicurare il collega della Lega che non era assolutamente mia intenzione essere né prepotente né forzare alcunché. Ritenevo soltanto fosse una questione più urgente delle altre.
Sicuramente tutti siamo a favore della tutela dei diritti umani in qualsiasi luogo e per qualsiasi situazione, ma questa mi sembrava una questione urgente, perché appunto, lo voglio ancora ribadire, Padre Bartolini sta rischiando la vita e viene addirittura considerato un rivoluzionario pericoloso.
Quindi credevo, e lo credo ancora, fosse opportuno richiedere questa iscrizione e discussione d’urgenza. Tra l’altro l’ho fatto con spirito cristiano che credo accomuni molti di noi, i valori condivisi ritenevo potevano anche far leva sul buonsenso, valori che in questa sede non pensavo si potessero mettere in discussione.
Mi dispiace quindi che sia stata presa in questa maniera, da lei, collega, come forse anche da qualcun altro.
Credo che inizieremo bene questo nostro percorso di legislatura se non ci faranno ombra posizioni di parte. E questa, ripeto, non era sicuramente la mia intenzione, come non lo sarà allorquando ci sarà da affrontare, da sostenere, da salvaguardare qualsiasi altro tema in merito ai diritti dell’uomo.
Quindi mi auguro che nessuno in questa Assemblea legislativa voglia fare l’avanguardista e voglia andare avanti soltanto per apparire. Per me questo non ha senso e quindi non lo farò mai.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 19. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 5
del Consigliere D’Anna
“Crisi della Pershing”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 5 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.
Giancarlo D’ANNA. Questa mozione è molto semplice, Presidente, lei tra l’altro conosce benissimo la realtà di quella zona. Si tratta unicamente di supportare l’azione dei lavoratori e dei sindacati per far sì che la ditta, che venne accolta sul nostro territorio nel migliore dei modi e che aveva puntato molto, anche per il futuro, su una integrazione tra l’impresa e il territorio, non si trovi a fare delle scelte che andrebbero a penalizzare proprio lo stesso territorio.
Ora, proprio perché la questione è conosciuta da tutti, mi accontenterei solo di evidenziare l’impegno da parte della Giunta regionale a sostenere la posizione dei lavoratori e delle RSU, soprattutto per evitare ulteriori fughe da quello stesso territorio che l’ha accolta. Che comporterebbe, tra l’altro, anche il riutilizzo di diversi spazi, che peraltro assumerebbero anche un valore non indifferente sul nostro territorio. Infatti questi grossi spazi, dati a volte anche in deroga rispetto a situazioni precedenti, oggi hanno un valore incredibile. Non vorremmo quindi che al danno si aggiungesse la beffa, ossia che quelle strutture che hanno ospitato sia i lavoratori che delle barche si trasformassero in qualcosa di diverso.
Pertanto chiediamo un intervento forte della Regione, come d’altronde hanno già fatto i Comuni dei luoghi di appartenenza di questi impianti.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Tutte le mozioni hanno sempre un fondo di verità, quindi anche questa, come appunto rappresentato nella descrizione. Ma è pur vero, Consigliere D’Anna, che in questo caso si entra in una sfera che riguarda il rapporto tra i sindacati e un’azienda. Per cui non mi sembra opportuno che un’istituzione come la Regione entri a gamba tesa in un simile rapporto.
Poi, certo, è sicuramente più che opportuno che la Regione, attraverso le sue competenze ed il suo assessorato, possa anche svolgere una funzione di mediazione al fine di mettere insieme l’azienda, il sindacato e i lavoratori, una mediazione che tenga conto delle esigenze dei lavoratori, del territorio e di un sistema produttivo regionale.
Certamente noi non siamo contro i lavoratori o la RSU, vogliamo senz’altro salvaguardare il territorio, insomma, siamo a favore di tutte le questioni riportate nella mozione, quindi possiamo votare anche a favore. Però vogliamo anche sottolineare, ripeto, che questa non è una funzione che spetta ad un’Assemblea legislativa regionale. Una Assemblea legislativa ha la funzione di sollecitare magari il suo assessorato ad intervenire, ma non deve farlo soltanto da un punto di vista regionale bensì attraverso i rapporti nazionali. Sappiamo infatti che la Pershing fa parte del Gruppo Ferretti, un Gruppo che ha cantieri non soltanto nella regione Marche ma anche in Liguria come pure in altre regioni.
Pertanto essendo un problema nazionale dovrebbe essere esaminato dal Ministero dello sviluppo economico, come del resto avviene per tutte le crisi che interessano, appunto, più di una regione.
Quindi la mozione possiamo anche votarla, ma facendo una raccomandazione, ossia quella, ripeto, che non possiamo entrare in merito ai rapporti tra sindacati ed impresa. Eventualmente se i sindacati e l’impresa non dovessero trovare un punto di coesione e di unità, la Regione potrà anche subentrare per cercare di trovare una mediazione, ma sappiamo che gli strumenti della Regione sono limitatissimi, potrà soltanto trovare la forma più consona per risolvere tale problematica.
PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento e se non ci sono emendamenti passiamo alla votazione.
Mozione n. 5. La pongo in votazione. (…) E no, Consiglieri, non mi fate passare alla votazione se ci sono problemi! Prego, Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Presidente, nel punto 2) del dispositivo c’è scritto: “utilizzare tutti gli strumenti per indurre Pershing ad un atteggiamento di serio e positivo confronto con lavoratori e loro rappresentanti per scongiurare la chiusura totale dei reparti impiegatizi dello stabilimento di Mondolfo;”. Però qui bisogna stare attenti ad entrare in alcune modalità che non sono proprie delle Istituzioni. (...) Sì, ho capito, ma allora prendiamo un attimo di tempo!
PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore, ma a questo punto per non perdere tempo farei questa proposta, ossia passerei alla discussione della mozione successiva, sospendiamo un attimo questa, vi riunite, costruite un emendamento e poi riprenderemo il punto. (…) Bene, allora mentre si predispone l’emendamento passiamo alla trattazione della mozione successiva, poi magari l’interromperemo appena pronto l’emendamento.
Mozione n. 6
del Consigliere D’Anna
“Senza il rispetto dei diritti umani in Cina non si può commemorare Padre Matteo Ricci insieme ai cinesi”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 6 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.
Giancarlo D’ANNA. Bene, Presidente, diciamo che oggi non volendo abbiamo discusso a più riprese di questa mozione, per lo meno dell’argomento che tratta. E sono venuti fuori alcuni aspetti che credo siano da tenere in considerazione.
Alcuni Consiglieri hanno evidenziato che nel mondo esistono tutta una serie di problematiche, quindi discutere di una escludendo le altre potrebbe creare differenziazioni.
Innanzitutto credo che ognuno di noi sia libero di presentare, secondo la propria conoscenza e sensibilità, le mozioni che ritiene opportune, oppure fare interventi, o comunque avere la propria opinione, relativamente a qualunque cosa. Pertanto anche su situazioni politico-economiche o di repressione come quelle, appunto, di cui tratta questa mozione.
Ad esempio anche il Consigliere Bucciarelli nella passata legislatura, come Presidente dell’Assemblea legislativa, fece una scelta molto chiara allora caduta su Rigoberta Menchù — e di Premi Nobel in giro per il mondo ce ne sono tanti - e tutti noi con il massimo rispetto l’abbiamo ospitata.
Quindi ora non capisco, se seguo il ragionamento che fece proprio Bucciarelli,- perché altri Premi Nobel, come ad esempio il Dalai Lama, dovrebbero avere un trattamento diverso.
Allora ora è proprio lo stesso Consigliere Bucciarelli che mi dà un’idea che credo sia molto interessante, ossia quella che si potrebbe mettere in pratica proprio ciò che la Regione Marche aveva deciso di fare, su proposta del sottoscritto, aderendo all’Associazione Comuni, Province e Regioni per la difesa del Tibet. Cosa? Presidente Solazzi, penso che il prossimo Premio Nobel che dovremmo invitare in quest’Aula, quando si troverà in Europa o in Italia, sia il Dalai Lama, come appunto avvenuto in passato per Rigoberta Menchù. Presidente, questa è una mia richiesta ufficiale, se vuole la faccio anche formalmente. Così chiuderemo un cerchio, altrimenti non c’è coerenza tra l’adesione a quell’Associazione che tutela il Tibet e la mancanza di un invito rivolto ad una figura prestigiosa come il Dalai Lama anch’egli insignito di Premio Nobel.
Perché questa mozione? Oltre a quello che ho detto prima, vorrei far presente che ho avuto anche la fortuna di visitare quella nazione, quindi vi assicuro che lì le cose viste di persona hanno tutto un altro valore e spessore.
Il Governo cinese costringe le donne del popolo tibetano ad abortire forzatamente, per ridurre il numero dei tibetani presenti in Tibet questo popolo viene spostato su e giù per la Cina, è un popolo che non ha neppure il diritto di professare la propria religione se non nei modi voluti dal Governo cinese. Il Governo cinese ha addirittura rapito quello che viene considerato il successore del Dalai Lama, la seconda figura istituzionale e religiosa, il Panchen Lama, per sostituirlo con un personaggio cinese.
Francamente mi sembra si stia esagerando!
La nostra Regione in questi anni di rapporti con la Cina ha fatto finta, purtroppo, nonostante l’adesione all’Associazione di cui vi ho parlato poc’anzi, di non conoscere queste problematiche. Problematiche a cui si aggancia anche il problema dello Xinjiang con la repressione dal popolo Uiguro; alla televisione ci dicono che è una minoranza mussulmana, no, è una maggioranza nella sua regione che è occupata come il Tibet, è una minoranza solo all’interno del contesto generale della Cina. Io ho avuto la possibilità di visitare anche quella nazione, vi assicuro che le cose non stanno come vengono raccontate, vi assicuro che c’è una repressione pazzesca.
Non si può far finta di non avere alcun rapporto con i cinesi, per cui è proprio su questo che scatta la differenza rispetto ad altre scelte che ognuno di noi comunque può fare nei confronti di nazioni che non sono in Europa o comunque non è quella italiana. Noi con i cinesi abbiamo rapporti commerciali, economici, diplomatici, i cinesi si sono comprati la Benelli, presumibilmente i cinesi ci compreranno anche altre realtà.
E’ chiaro che il momento è delicato, lo stesso Bucciarelli ci dice che i Governi non affrontano, valutano in base ai rapporti economici, però, scusate, soprattutto a coloro che si richiamano a certi valori, al rispetto dell’essere umano, ecc., allora chiedo: dov’è il confine? Cioè, ci stanno bene i 5.000 morti?! Ci stanno bene i trapianti di organi umani?! Ci stanno bene le sentenze che vengono eseguite in base all’espianto che deve essere fatto?! Perché magari l’occidentale ricco che nella nostra comunità non trova un fegato va poi dai cinesi che si sono addirittura attrezzati con un pullman, lo stesso nel quale vengono giustiziati i condannati a morte, e che molto spesso vengono condannati a morte in base proprio alle richieste! Secondo voi dove sta la differenza tra l’assegnare ad una persona l’ergastolo o la condanna a morte? Sta molto spesso nel fatto che ci sono dieci fegati o due cuori in più da vendere!
E noi dovremmo fare finta in virtù dei rapporti commerciali?! Questa è un’ipocrisia di fondo alla quale se permettete non ci sto! Ed è per questo che a volte quando affronto simili argomenti parlo anche con una certa veemenza. E’ assurdo tutto questo! E’ assurdo che chi organizza un traffico illegale di organi, come fanno appunto i cinesi, la passi liscia solo in virtù dell’economia!
Quindi, per favore, non facciamo i discorsi sulla solidarietà, sui diritti umani. Magari potremo anche scegliere di essere egoisti, non ce ne frega nulla di quello che succede fuori, basta che facciamo i quattrini, e siamo a posto! Lo possiamo anche dire, ma diciamolo una volta per tutte!
L’Università per la pace, benissimo, poi?! Poi si dice: “Si, va beh, ma che ci importa, tanto mica è mio figlio, mica è mia nipote, mica è mio cugino…”! Cioè, noi viviamo in una nazione dove una volta si diceva: “se non fai il bravo ti mando a dormire, altrimenti ti do anche due schiaffoni”. Mentre oggi il figlio al padre dice: “se non mi compri il trenino chiamo il Telefono Azzurro e ti mando in galera”.
Allora queste cose da noi sì, là no! Qui francamente c’è un corto circuito, perché se ha senso parlare di certi argomenti devono essere affrontati per quelli che sono.
Questa mozione è diversa dalle altre, perché, ripeto, noi con i cinesi abbiamo rapporti commerciali, economici, diplomatici, allora perché non utilizzarli proprio quando ci troviamo in un momento in cui andiamo a parlare, a contrattare, ad allacciare un rapporto di amicizia? Come potremo onorare al meglio la memoria di Padre Matteo Ricci? Che mi auguro, aggiungo, non sia solo una trovata commerciale pubblicitaria.
Voglio dire che se ci crediamo veramente, avendo instaurato un certo tipo di rapporto, dovremmo fare pressione sul Governo cinese per chiedere che su alcune gravissime problematiche, quelle da me prima sollevate, dia un segnale forte.
In ogni caso se nella mozione il problema è il secondo punto dove si dice: “omissis… senza la quale le relazioni e le commemorazioni congiunte di Padre Matteo Ricci, “l’uomo del dialogo” non avrebbero nessun senso”, potremo dire, cogliendo il suggerimento della collega Romagnoli, che chiediamo la fine della repressione in Cina e l’immediata liberazione di Liu Xiaobo, un personaggio veterano della protesta di Piazza Tienanmen, onorando così la memoria di Padre Matteo Ricci, l’uomo del dialogo. Altrimenti non esisterebbe dialogo, dovremmo solo subire l’arroganza e la prepotenza di chi con la scusa del potere economico può fare tutto quello che gli pare: arriva il Dalai Lama in Italia e la Cina dice “no, non lo potete accogliere”, poi se ne va in Francia e la Cina dice la stessa cosa, ecc. ecc..
Credo che hanno avuto ragione il Sindaco di Venezia e il Sindaco di Roma Alemanno a dare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama.
Quindi, ripeto, credo che un segnale importante possa essere, lo faccio in forma ufficiale, di fare la scelta nel prossimo futuro, magari entro quest’anno, di invitare il Dalai Lama a presenziare i lavori dell’Assemblea legislativa, al fine anche di dare una valenza molto più importante a questa sorta di gemellaggio con la Cina. Considerato che la Cina ritiene che il Tibet sia una parte del proprio territorio, ce lo dimostri partecipando appunto ad una manifestazione alla quale sarà invitato il Dalai Lama.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Presidente, gradiremmo, se possibile, leggere l’emendamento proposto ora dal Consigliere D’Anna, e qualora vada nel senso accennato verbalmente, ovviamente anche dando alla mozione un titolo adeguato all’emendamento stesso, noi dell’Italia dei Valori nella sostanza saremmo completamente d’accordo con la mozione.
Accogliamo il senso ben illustrato dall’Assessore Luchetti in merito al potenziale culturale e di ponte di pace della figura di Padre Matteo Ricci. Da parte nostra va il plauso all’iniziativa della Regione Marche per costruire, appunto, questo ponte di pace nel nome di Matteo Ricci.
Ripeto, se l’emendamento proposto dal Consigliere D’Anna andrà nel senso da lui verbalmente descritto, il nostro voto sulla mozione sarà favorevole.
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, ha una proposta di emendamento?
Giancarlo D’ANNA. Nell’accogliere l’invito del collega dell’Italia dei Valori propongo il seguente titolo: “Il rispetto dei diritti umani in Cina per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Mentre al secondo punto del dispositivo propongo: “Chiedere la fine della repressione in Cina e l’immediata liberazione di Liu, così onorando la memoria di Padre Matteo Ricci, Uomo del dialogo”.
Presidente, mi dichiaro disponibile a fare queste modifiche.
PRESIDENTE. Bene, comunque, Consiglieri, visto che in questo momento è stato depositato alla Presidenza l’emendamento alla mozione n. 5, prima sospesa in attesa di tale formulazione, ritorniamo, per concluderlo, al punto precedente.
Mozione n. 5
del Consigliere D’Anna
“Crisi della Pershing”
(Votazione)
PRESIDENTE. Do lettura all’emendamento a firma Luchetti presentato alla mozione n. 5:
“La parte dispositiva è sostituita dalla seguente:
Impegna la Giunta regionale a:
1) sostenere le posizioni dei lavoratori e della RSU;
2) utilizzare tutti gli strumenti per indurre Pershing al confronto con lavoratori e le loro rappresentanze per scongiurare la chiusura dei reparti impiegatizi dello stabilimento di Mondolfo;
3) sollecitare la proprietà ad evitare il ridimensionamento dell’attuale stabilimento sito in Mondolfo che ha favorito il suo sviluppo.”
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 5, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 6
del Consigliere D’Anna
“Senza il rispetto dei diritti umani in Cina non si può commemorare Padre Matteo Ricci insieme ai cinesi”
(segue discussione, e votazione)
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Non so, Presidente, se questa serie di mozioni di natura internazionale abbia in quest’Aula una tradizione oppure no, ma ritengo comunque non sia nuova. Ricordo infatti che negli anni ottanta e novanta le posizioni soprattutto di sinistra erano particolarmente attente a queste modalità. Spesso nei Consigli comunali e provinciali ci trovavamo – allora non frequentavo né il Consiglio regionale né il Parlamento – a discutere ed approvare cose di questo genere.
Però ora, per un omaggio all’intelligenza, vorrei chiedere: “Crediamo veramente in quello che stiamo facendo?” Vorrei chiedere - tra l’altro queste cose nessuno le ha dette in campagna elettorale, cosa molto strana! - al leader dell’opposizione amico Marinelli, che stimo: se fosse stato lui Presidente della Regione, in premessa a qualsiasi visita in Cina, avrebbe portato un documento nel quale dire: “parliamo sì di Padre Matteo Ricci, ma prima fatela finita con la repressione”? In questa mozione è scritto così! Sarebbe come dire: “chiudete la Cina”!
Parlare in questo modo riguardo alla Cina non so veramente come qualificarlo! Tutti sappiamo che la Cina vive di repressione, è nel contesto, è un Paese totalitario, è un Paese nel quale i diritti civili sono di una concezione completamente diversa dalla nostra, lì non esiste personalismo giuridico, non c’è l’idea della persona come in Occidente.
Inoltre qui è stato detto che Padre Matteo Ricci non avrebbe fatto il dialogo. Ma Padre Matteo Ricci 400 anni fa il dialogo l’ha fatto, l’ha fatto! E l’ha fatto con una Cina anche peggiore dell’attuale, era una Cina che fasciava i piedi alle donne per impedire loro di uscire di casa, la prima azione di evangelizzazione svolta da Padre Matteo Ricci ha trovato proprio questa difficoltà, ossia, c’erano i cristiani ma non le cristiane! Le donne infatti non riuscivano ad andare nei luoghi di culto improvvisati nei quali, appunto, si impartivano i primi battesimi.
Quindi rimango veramente in grossa difficoltà, Presidente, e insieme a me il Gruppo dell’UdC, a dover discutere di questa mozione, come di altre dello stesso genere, che non toccando un caso specifico, come quello invece presentato opportunamente prima dalla Consigliera Ortenzi, ci espone non dico al ridicolo ma comunque alla paralisi.
A questo punto per coerenza, se stessimo alle cose dette dal Consigliere D’Anna — che io, Consigliere D’Anna, condivido tutte, tutte! -, dovremmo interrompere, per quanto mi riguarda, da cattolici e da cristiani, i rapporti con gli Stati Uniti d’America, anche lì vige la pena di morte, con la Russia perché anche lì vige la pena di morte, con tutti i Paesi del mondo arabo perché 1 miliardo e 200 milioni di persone nel mondo mussulmano non gode di diritti civili (fatta eccezione di qualche paese leggermente più democratico come la Tunisia o il Marocco), e così via.
Veramente ci esporremmo ad un rischio altissimo!
Poi in questo contesto mi si dice anche – io non ho precedenti in questa Assemblea legislativa – che già su questioni delicate, come quelle del Daila Lama, sono state prese posizioni. Che, certo, hanno il valore che hanno, ma immagino pure che se l’autorità cinese dovesse ricevere una simile mozione, considerando l’humor dei cinesi, sai quante brevi e piccole risate si farebbe!
Se si dice che non si devono avere rapporti con chi usa i bambini o l’infanzia in un certo modo, allora lo si dovrebbe fare con i quattro quinti del mondo! Dall’India a tutta l’Indonesia si usano i bambini come schiavi nei lavori di qualsiasi tipo. E pensiamo anche a quante aziende, magari anche marchigiane, Consigliere D’Anna, hanno rapporti con queste realtà!
Ma siamo seri! Cioè, arriviamo ad una conclusione che non ci metta in una tale difficoltà. Capisco la provocazione, è giusto che l’opposizione la faccia, è un modo per procedere, ma che sia una cosa che questa Assemblea possa approvare io personalmente lo disapprovo totalmente.
Quindi non sono d’accordo a questa discussione, sicché non parteciperò neppure alla eventuale mediazione che si potrebbe raggiungere su questo argomento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. In quest’Aula, Presidente e Consiglieri, mi sento in dovere di dire che prendo le distanze dall’ultimo intervento svolto dall’Assessore Marconi. Egli ha fatto un intervento assolutamente non cristiano. Non vedo infatti cosa centri citare il mondo cristiano e porre poi la questione, dal punto di vista del bon ton, di relazioni diplomatiche. Nel suo intervento ha regnato l’ipocrisia tipicamente occidentale, figlia di classi politiche che spesso vogliono solo mantenere la poltrona ben salda.
Come si fa a dire che eventualmente bisognerebbe prendersela, dice lui, anche con gli americani perché applicano la pena di morte, oppure citare il discorso del mondo mussulmano, quando sappiamo benissimo che il mondo mussulmano non ha minimamente lo stesso tipo di atteggiamento che avete voi nei confronti della Cina per un fatto di opportunità o di risorse. O vogliamo forse dire che qualcuno un domani aprirà – tipo Merloni – uno stabilimento in Siria o piuttosto andrà in Texas, dove il costo del lavoro è più alto che in Turchia o da qualunque altra parte?!
Assessore, condivido molto di più la legittimità di altri interventi che non il suo, interventi che seppure abbiano una radice politica che io non condivido sono stati sicuramente più coerenti. La sua mi sembra soltanto una posizione moralista. E qui c’è poco da fare della morale!
Ed è evidente anche che il Presidente Spacca saprebbe come dover formalizzare un invito di questo tipo alle autorità cinesi, con quali rituali, con quali costumi , con quali modi.
Quindi qui il problema non è che Spacca potrebbe andare a coprire di ridicolo le Marche, il problema è, se vogliamo parlare della mozione D’Anna, che l’Assemblea legislativa delle Marche, pur nella opportunità o meno di cercare relazioni internazionali con la Cina – e anche su questo ci sarebbe da aprire un dibattito lunghissimo, su quali sono le grandi opportunità di questi viaggi ecc. ecc. —, dovrebbe partire quantomeno dallo stigmatizzare, al di là di ogni partito, un modello culturale che è lontano anni luce da noi e che offende la nostra comunità, la nostra identità, il nostro modo di vivere.
Su questi versanti o ci si sta o non ci si sta! Ad esempio il Sindaco Alemanno invitando a Roma il Dalai Lama ha dato un segnale chiarissimo di tipo internazionale, Roma è la capitale.
Quindi uno o sta da una parte della barricata o sta dall’altra. Se lei vuole stare dalla parte dell’opportunismo, cioè che pur di rimediare un po’ di vantaggio per qualche azienda marchigiana in Cina si debba assolutamente evitare di prendere della posizioni morali, bene, ma sappia che qui ci sono dei Consiglieri regionali che non sono disposti a questo.
Quindi vi dovete confrontare si chi ci sta e chi non ci sta. Io personalmente sul discorso della Cina non sono più disposto ad avere questo grande complesso di inferiorità che ha quest’assise politica, bisogna dare un segnale forte e chiaro sul fatto che per dialogare ci vuole innanzitutto la dignità e il rispetto della persona umana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Voglio lanciare ai colleghi una riflessione. Qualcuno qui è di lungo corso, e mentre parlava l’Assessore Marconi si riaprivano i ricordi su certe pagine degli anni ottanta e novanta, sottolineate anche dai capelli grigi. Ricordo che nei Consigli comunali eravamo divisi, c’era chi era a favore di un fronte chi di un altro.
Auspico allora, essendo ormai l’anno 2010, che in questa Assemblea legislativa riusciremo a superare tutte quelle pastoie che nel passato ci hanno tenuti avvinghiati a certi copioni.
Prima per un mancato tempismo non l’ho proposto, ma secondo me con un accorgimento nel Regolamento oggi avremmo potuto fare una discussione unica su entrambe le mozioni e poi con autonomia di votazione su ognuna.
Questo è per dire che dovremmo superare le divisioni di cui abbiamo risentito nel passato.
Faccio ora un riferimento culturale, e lo dico a quelli che sono di tradizione democratico-cristiana, e lo faccio solo per far capire, senza voler minimamente mancare di rispetto. Ossia, se oggi fosse stato presente Giorgio La Pira avrebbe invitato sicuramente il Dalai Lama. Lui invitò Ho Chi Minh quando tutto il mondo occidentale condannava il Vietnam, questo perché pensava ci fosse un’ingerenza indebita degli Stati Uniti. Fece scandalo. Credo che tutti quelli che tengono ai diritti della libertà e della dignità dell’uomo non avranno dubbi che se oggi ci fosse stato Giorgio La Pira avrebbe invitato il Dalai Lama. Avendo conosciuto gli scritti e il suo pensiero io sono sicuro di questo, mi prendo la responsabilità dell’interpretazione.
Quindi all’Assessore Marconi rimprovero soltanto che forse, sedendo sui banchi della maggioranza e avendo una funzione esecutiva di grande responsabilità, è condizionato un po’ da un atteggiamento pragmatista.
Perché dico questo? Quando negli anni ottanta nei gulag veniva perseguitato Solgenitsin e Andreotti trattava con l’Unione Sovietica con Gromyco, tutti i Consigli comunali, provinciali – il PCI aveva qualche problema, ma ammetto che alla fine su Solgenitsin votava –, le assemblee studentesche, ecc., facevano arrivare da questo Paese nelle mani del ministro degli esteri italiano tale messaggio.
Oggi la globalizzazione, purtroppo, impone di trattare a livello commerciale ed economico con governi dittattoriali. Questo non fa scandalo, certo, però poi dobbiamo anche far giungere - non solo a quei Governi, parliamoci chiaro – , il messaggio culturale sui diritti e su cosa ne pensiamo noi, lo dobbiamo comunicare ai nostri giovani, ai nostri cittadini, deve essere una nostra missione.
Cioè, l’economia oggi ci impone di trattare con quel tal Stato africano che sappiamo benissimo adotta la tortura, ma ha le risorse, le materie prime. Benissimo, lo facciamo, ma ai nostri cittadini dobbiamo anche dire che quello non è un modello. Non dobbiamo fare certamente i censori moralisti ed essere noi depositari del giudizio sul bene e sul male, ma far passare il messaggio culturale sui diritti sì. Agli Stati Uniti non glielo diciamo! Tante volte ci sono state risoluzioni di organismi internazionali che hanno detto agli Stati Uniti che la pena di morte è un atto incivile, l’abbiamo votate anche noi. Quindi, seppure con la stretta parentela, glielo diciamo, non c’è nessun problema, non c’è da farsi scrupoli.
A me preoccupa solo una cosa – ora la Consigliera Ortenzi non c’è –, questo sì che mi preoccupa! Non facciamo che se un Governo è forte ci trattiamo di più perché serve alla nostra economia però poi stiamo più in soggezione, mentre se un Governo è più debole, ci trattano solo dieci imprese in Italia e due nelle Marche, ci sentiamo più forti. Questo assolutamente no! Perché dittatura, tortura, razzismo, repressione, violazione di diritti è uguale sia nel Burkina Faso sia in Cina, anche se del Burkina Faso ce ne infischiamo mentre con la Cina ci trattiamo tutti i giorni!
Se ci chiariamo questo tra noi poi non ci divideremo su cose che penso siano per tutti anacronistiche. Sappiamo benissimo tutti dove c’è la violazione dei diritti e quindi dobbiamo dirlo. Dobbiamo dirlo! Ai ragazzi che vengono a visitare questa Aula dobbiamo dire che qui noi scriviamo le leggi, ma poi dobbiamo anche avere il coraggio, avendo comunque una funzione sussidiaria anche nell’educazione — senza volerci sostituire alla famiglia, la nostra funzione è un’altra - di lanciare certi messaggi, dobbiamo avere il coraggio di dire dove vediamo che c’è violazione di diritti, prendendoci la responsabilità di quello che diciamo.
Pertanto oggi si è sbagliato a contrapporre le due mozioni, è stato sbagliato farlo anche magari solo per il metodo. Secondo me potevamo fare una discussione a voci unificate e poi fare una votazione dall’esito favorevole e unanime.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Anch’io sono per l’affermazione dei diritti umani ogni volta che si può dove si può.
Fortunatamente dal dopoguerra la legislazione riguardo i diritti umani ha preso forza, è diventata vincolante, eticamente è anche superiore alle legislazioni nazionali, i suoi contenuti riportano valori che derivano non dalle leggi bensì da ciò che è condiviso dall’assise dei popoli.
Quindi il richiamo al rispetto dei diritti umani deve essere fatto ogni qual volta c’è una violazione.
Il problema forse è un altro, la puntualità dell’accusa. Ossia il fatto che nei confronti di uno Stato non si rimane su generiche accuse, si va all’accusa senza riconoscere anche quello che è stato fatto. Sicché ritengo che la puntualità e la precisione dell’accusa sia un aspetto molto importante.
In questa mozione nella prima parte viene individuata benissimo la figura del dissidente, è individuata benissimo la repressione del popolo tibetano, quindi lo condivido senz’altro, mentre il legame tra le commemorazioni e la fine della repressione in Cina mi sembra non conciliabile proprio per dimensione. Le repressioni in Cina sono una cosa immane! Invece le commemorazioni di Padre Matteo Ricci sono il riferimento ad un uomo del dialogo, per noi sono un’occasione di dialogo per dire che occorre rispettare i diritti umani.
Quindi dire: “se non fate questo noi con voi non ci parliamo” è rifiutare proprio quel dialogo necessario proprio per parlare di diritti umani.
Secondo me nel secondo punto di questa mozione bisognerebbe mettere: “impegna la Giunta affinché all’interno delle commemorazioni, ecc. ecc., ci siano anche delle iniziative riguardo al tutela dei diritti umani in Cina, ossia le testimonianze di chi in Cina si batte per la libera espressione del pensiero oppure per la libertà di stampa o per la libertà di associazione”. E’ un punto che dovrebbe essere articolato un po’ meglio.
Di solito non lo faccio, ma mi permetto anche di dire che non condivido l’approccio dell’Assessore quando dice che non bisognerebbe mai parlare perché da tutte le parti c’è qualcosa che non va bene. In questo modo, però, non ci sarebbero né contaminazioni tra le varie culture né possibilità di andare a stabilire delle regole comuni tra i popoli, importanti certamente nel confronto ma soprattutto in quelle relazioni che permetteranno poi di risolvere i conflitti.
Il problema è infatti sia la gestione delle guerre, sia la gestione delle grandi crisi democratiche, ma anche delle grandi crisi a causa delle carestie oppure della fame, o ancora, la gestione degli effetti devastanti dei cambiamenti climatici che portano a milioni di rifugiati, a milioni di rifugiati politici per le condizioni di dittatura.
Pertanto condivido ogni qual volta si vuole lanciare un appello, però mi piacerebbe si facesse senza contrapposizione bensì lanciando una sfida per andare a testimoniare anche andando oltre nel confronto tra diverse culture, popoli e nazioni nella loro gestione democratica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Mi spiace che in questo momento non sia in Aula l’amico Francesco Massi, ma voglio sottoscrivere dall’inizio alla fine tutte le sue parole.
Avevo suggerito al presentatore della mozione, Consigliere D’Anna, proprio perché capisco l’importanza della convinta affermazione dei princìpi di democrazia e di rispetto dei popoli e delle persone, di scindere, appunto, la riaffermazione dei diritti umani in Cina dall’iniziativa di commemorazione di Padre Matteo Ricci uomo del dialogo.
La lotta per l’affermazione della democrazia e per il rispetto dei diritti delle persone e dei popoli passa per azioni eclatanti e per azioni di costruzione culturale.
Noi apprezziamo moltissimo sia quello che sta facendo la Regione Marche e il Presidente Spacca nel difficile, lento tentativo mondiale di aiutare il popolo cinese e i suoi governanti a progredire verso la democrazia, come sottoscrivo anche i princìpi contenuti in questa mozione. Però, visto che credo che il Consigliere D’Anna sia uomo franco, con la stessa franchezza gli dico che non si fa strumentalizzazione su princìpi di questo tipo.
Pertanto l’emendamento che ci propone non convince, io sono dell’idea che i due aspetti vadano scissi.
Certamente occorre una difesa forte di chi viene perseguitato in Cina, ma mi permetto di aggiungere – ma di questo non ne faccio un problema, farò un’altra mozione se e quando lo riterrò opportuno – che oltre al popolo Uiguro e Tibetano in quel Paese anche tutta la comunità cattolica cinese, seppure in fasi più virulenti o meno virulenti, viene tartassata. E chissà quanti altri popoli, che né io né il Consigliere D’Anna conosciamo, vengono perseguitati.
Quindi sul principio sono completamente d’accordo, però la mozione la voteremo solo se ci sarà un emendamento che scinderà le due cose.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Vorrei partire dalle considerazioni fatte ora dal Consigliere Eusebi.
Questa Giunta regionale ha fatto uno sforzo, anche la stessa Assemblea legislativa è riuscita a valorizzare una figura storica di grande spessore umano e culturale come quella di Padre Matteo Ricci.
L’abbiamo fatto attraverso le forme che siamo riusciti a mettere in campo. Peraltro dico finalmente, infatti era una figura che nemmeno io più di tanto conoscevo rispetto agli ottocento anni di storia che hanno accompagnato anche i nostri territori.
Padre Matteo Ricci è un personaggio che se adeguatamente promosso e riportato agli onori anche da un dibattito culturale e storico potrà dare lustro a questa regione, al Paese intero.
E da dove si può valorizzare Padre Matteo Ricci se non dal luogo nel quale più di altre personalità di fama mondiale negli anni hanno calcato le scene? Dalla Cina! Anzi, come ricorda spesso il Presidente Spacca, in quel Paese è più noto Padre Matteo Ricci che Marco Polo. Cosa che a noi sorprende un po’. Lì si fanno iniziative costanti e continue per valorizzare questa figura piuttosto che altri grandi personaggi della storia . E’ così!
Quindi se riuscissimo a cogliere questo aspetto nella sua essenza capiremmo che bisogna continuare a valorizzarlo.
Vorrei ricordare a molti di voi – ma voi l’avete fatte insieme a me – che le battaglie per i diritti umani mi hanno visto partecipare a manifestazioni, camminate, iniziative di ogni genere, discussioni a livello internazionale, sono stati raccolti gli appelli europei, dell’ONU, delle grandi potenze di questo mondo, dei propri partiti.
Insomma, sui diritti umani tutti da tanto tempo abbiamo fatto battaglie politiche .
Allora per quale motivo dovremmo per forza tenere insieme due questioni che sono per loro natura divise. Quindi o le separiamo, come diceva il Consigliere Eusebi, o almeno usiamole in maniera positiva. Dovremmo decidere di non commemorare una figura marchigiana di questo tenore solo perché, o anche perché, non siamo in grado di denunciare fenomeni che avvengono in Cina?! Lo possiamo fare in maniera separata.
Vogliamo stigmatizzare ancora di più, con questa mozione o con un’altra mozione oppure con una seduta monografica, insomma, con un’iniziativa più forte ancora per condannare ciò che quel Paese fa? Facciamolo domani! Ma non facciamolo usando Padre Matteo Ricci, ovvero quel personaggio che sul campo culturale e storico può sicuramente valorizzare di più la nostra regione. Ci vogliamo dare la zappa sui piedi?! Dovete allora essere in grado di separare le due questioni. Dobbiamo quindi continuare a denunciare in Cina, come altrove, come ha ricordato in parte anche l’Assessore Marconi, i fenomeni che ledono i diritti umani, ma non dobbiamo farlo per forza strumentalizzando proprio un aspetto che, ripeto, è sicuramente un elemento di crescita di questa nostra regione.
Credo che sia un errore, a meno che non lo si ponga in positivo, ossia trovando le formule adeguate, magari usare la commemorazione per fare un atto di denuncia, poi il Governatore quando andrà in quei luoghi troverà le parole adeguate. Ma non si può fare una mozione che invita a non commemorare per il fatto che là accade un problema del tipo che si è detto. Ritengo sia una cosa veramente ma veramente grave.
Per cui se non verrà tolto quel riferimento anch’io ritengo opportuno non votare questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. E’ l’ennesima prova muscolare, siamo rimasti solo in quindici, ma ancora muscolarmente ognuno trova una scusa. Sono passati circa quaranta minuti da quando il Consigliere D’Anna ci ha detto che si poteva modificare l’oggetto della mozione. Così propose: “Rispetto dei diritti umani in Cina, un modo per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Certamente si possono contestare le idee, capire i passaggi, gli sviluppi. Io sono uno, come diceva il Consigliere Massi, di quelli che ha i capelli un po’ grigi, è un eufemismo, quindi mi ricordo di quando nel 1976 non dovevamo andare a giocare la coppa Davis in Cile. Ve lo ricordate? Perché il Cile era un Paese che aveva soppresso le libertà democratiche. Sbaglio? Non andavamo a giocare in Cile! Ed il Cile che rapporto aveva con l’Italia? Lasciamo perdere!
Oggi siamo di fronte a un altro problema, c’è un grande business, ma nessuno dice che non ci deve essere il grande business, si deve solo dire, come ha detto qualcuno prima sicuramente meglio di me, che si deve cogliere l’occasione per far presente questa realtà. Ma a qualcuno questo forse ancora dispiace! Quelle code di paglia che ci sono sempre state, quell’ excusatio non petita, accusatio manifesta, oggi ci dicono che dobbiamo aiutare i governanti cinesi e aiutare il popolo cinese verso la democrazia. Semmai dovremmo aiutare il popolo cinese verso la democrazia, perché i governanti cinesi sono proprio quelli che la sopprimono. O vogliamo discutere anche su questo! I governanti cinesi sopprimono la democrazia e noi li vogliamo addirittura aiutare! Ci viene solo da ridere!
Poi c’è la prova muscolare di chi invece, moderatissimo, si accorge addirittura che la mozione non serve a niente, anzi, che è ridicola – il Consigliere Bucciarelli un quarto d’ora prima diceva che non aveva senso parlare della mozione, tanto era come se non esistesse –, poi la stessa persona ci dice tutto questo dopo aver votato la mozione precedente della Consigliera Ortenzi! Vorrei sapere perché l’Assessore Marconi non si era posto questi stessi problemi quando votava la mozione della Consigliera Ortenzi! Forse perché il Perù gli era più o meno simpatico rispetto alla Cina?!
E’ l’ennesima prova muscolare. Vi rendete conto che stiamo veramente perdendo tempo! Continuate in questo modo!
Invito quindi il Consigliere D’Anna, per quello che può, a mantenere la mozione solo modificata da questo semplice emendamento: “Il rispetto dei diritti umani in Cina un modo per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Cerchiamo dunque di essere realisti e di renderci conto di queste cose.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Prendo atto che ci sono anche all’interno di questa Assemblea delle forze politiche che sul territorio italiano sono contro l’aborto, mentre sul territorio cinese tollerano addirittura quello forzato, ovvero quello che succede soprattutto ai tibetani ma che è imposto anche ad altre popolazioni. Mi sembra assurdo!
Apprezzo invece l’intervento del collega Eusebi che ha parlato della Chiesa cattolica, io questo argomento non ho inserito ma sicuramente è da tenere in considerazione; addirittura in passato alcuni vescovi sono stati ordinati dai cinesi.
Ma la cosa che non accetto da nessuno è quando si dice che qui si vuole fare della strumentalizzazione. Forse con alcuni non ci conosciamo, però il sottoscritto per quanto riguarda il Tibet – può valere poco o niente – ha partecipato a manifestazioni, è andato a Roma, è andato in Tibet, ha persino contestato quando è arrivato l’ambasciatore cinese. Quindi, mi dispiace, potrete parlare di strumentalizzazione solo quando ci conosceremo meglio, ma il rispetto delle serie intenzioni ci deve comunque essere. Ognuno ha la propria visione di vita e della politica, ma, se permettete, la strumentalizzazione è una cosa mentre quello che ci si sente dentro è un’altra. E qualcuno può avere anche la voglia, la capacità, in qualche caso anche il coraggio, di dire chiaramente come stanno le cose, semmai mi dispiace per quelli che nei confronti delle problematiche non hanno questo tipo di atteggiamento.
Questa è una questione seria, è un’opportunità che abbiamo, e lo possiamo fare rispetto ad altre realtà del mondo proprio perché con questa realtà abbiamo innescato una serie di contatti non solo economici.
Pertanto ritengo che questa mozione possa essere un’occasione per dare un segnale di un certo tipo, perché, attenzione, chi sopporta i soprusi che vengono fatti all’estero poi sopporta anche quelli che gli sono più vicini e forse si ferma solo quando arrivano nella sfera personale!
Dunque pensare che sia una realtà molto lontana è pericoloso. Qui andiamo in Chiesa ad osannare i Santi, il Cristo, la Madonna, però poi in quei paesi dove obbligano l’aborto, visto che sono molto lontani da noi e dove lì la gente ha gli occhi a mandorla, si può fare, è tollerato, tanto, si dice, il mondo non cambia. Invece cambia!
Ad esempio tutte le posizioni prese nei Consigli comunali, magari anche attraverso mozioni come queste, soprattutto dai cinesi sono state interpretate in un certo modo. Anzi, qualcuno era arrivato a parlare anche di quando venne l’ambasciatore cinese e che non si era fermato a Fabriano perché era stato contestato dal sottoscritto e da altri — io non mi ritengo talmente importante da aver influito nella decisione —. Quella sì che fu strumentalizzazione! Invece ognuno deve poter avere il diritto di dire le cose come stanno .
Quindi, visto che interessa aprire questo percorso, questo dialogo, ho presentato, come ho già detto, un emendamento che si basa anche sui vostri suggerimenti. Ora però a questo dovremmo anche dare un senso, ossia, se Padre Mattei Ricci era un uomo del dialogo, il dialogo vuol dire anche il rispetto dei diritti umani.
PRESIDENTE. Do lettura dell’emendamento presentato dal Consigliere D’Anna:
L’oggetto della mozione è così modificato: Il rispetto dei diritti umani in Cina un modo per commemorare Padre Matteo Ricci.
Nel dispositivo dopo “Impegna” il punto 2 è così modificato: Chiedere la fine della repressione in Cina per commemorare la memoria di Padre Matteo Ricci uomo del dialogo.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 6. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. A questo punto vorrei avere lumi dai Consiglieri su come procedere nei lavori. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Presidente, ci sono iscritte tre mozioni generiche ma molto significative, una è quella sull’attuazione dei diritti delle persone con disabilità, l’altra riguarda il fenomeno droga, la terza è sull’ambiente, paesaggio ed erosione marina.
Sono mozioni, Presidente, che andrebbero approfondite e possibilmente affrontate anche con proposte concrete. Quindi chiedo di sospendere la seduta per fare in modo si possa preparare l’intervento con la dovuta documentazione. Certamente, Presidente, sono anche disposto ad affrontarle, ma considerato che sono, ripeto, molto significative andrebbero discusse ampiamente.
PRESIDENTE. La sua è quindi una raccomandazione?
Massimo BINCI. Sì, ossia, anche se decidessimo di andare avanti nei lavori dovremmo comunque approfondire.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. La mia proposta, Presidente, avendo sentito anche altri componenti del Gruppo, è quella di concludere ora i lavori, abbiamo impegni con associazioni e convegni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Presidente, sinceramente sono un po’ stupefatto! Fino adesso abbiamo parlato del sesso degli angeli, quando invece sul tavolo ci sono dei problemi veramente urgenti.
Noi finora abbiamo parlato dei diritti umani della Cina, quando io proprio adesso ho parlato con alcuni agricoltori che hanno dei problemi urgentissimi. All’ordine del giorno c’è il tema sull’erosione marina, e l’erosione a Fano sta veramente dilagando, c’è gente che ha l’acqua dentro casa.
Abbiamo parlato due ore dei diritti umani, facciamo un convegno su queste cose! Non dovremmo impegnare l’Assemblea legislativa per un qualcosa che non è contingente alla realtà della vita dei nostri cittadini. Trovo veramente vergognoso che abbiamo parlato due ore di cazzate!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, si lasci consigliare in modo amichevole, usiamo in quest’Aula una terminologia consona!
Roberto ZAFFINI. Presidente, ho voluto usare un termine volutamente pesante, perché effettivamente nel dire ad alcune persone che mi hanno telefonato che qui si stava ancora parlando di questa cosa, mi sono sentito rispendere: “Ma come, qui noi…!”. Ma ci rendiamo conto! Abbiamo il tema dell’erosione marina! A Fano e Marotta sono arrivati veramente ad un limite da non poter sopportare più. Non possiamo dire ai nostri cittadini che siamo stati qui mezzo pomeriggio solo a parlare della Cina! Ma scherziamo, Consiglieri!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, io ho solo rispettato l’ordine delle mozioni presentate dai Consiglieri, ma sono disponibile a proseguire ad oltranza, ho anche chiesto informazioni alla dott.ssa Santoncini sulla seduta in notturna, una cosa che si può fare benissimo. Però visto che qualcuno mi aveva sollecitato la chiusura perché ci sono degli impegni, a quel punto ho ritenuto opportuno rivolgermi all’Assemblea per cercare di capire. L’ho fatto perché si vogliono comprendere anche le esigenze dell’Assemblea.
Comunque, ripeto, per quanto mi riguarda non ho impegni fino a notte inoltrata, quindi mi dovete dire voi se vogliamo sospendere ora i lavori per riprenderli la prossima seduta oppure se continuare. (…) Prego, Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Presidente, andiamo avanti con la mozione sull’erosione marina.
PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, visto che c’è la proposta di sospensione del Consigliere Massi e considerato che non c’è neppure l’accordo, la porrei in votazione. (…) Prego, consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Potremo anche andare avanti fino a notte fonda, ma normalmente per sensibilità reciproca, quando il Capogruppo di un partito importante di opposizione chiede la sospensione per impegni istituzionali, è ovvio che bisogna darne atto. E’ una cosa che capita reciprocamente. Quindi se alcuni Consiglieri di maggioranza o di minoranza chiedono la sospensione per impegni importanti istituzionali o convegnistici non si può che prenderne atto.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Massi di chiudere la seduta.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta. Buona serata a tutti e grazie.
La seduta termina alle ore 16,50
La seduta inizia alle ore 15,00
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Mozione n. 19
dei Consiglieri Ortenzi, Canzian, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, Perazzoli, Busilacchi, Badiali, Marconi, Ricci
“Grave situazione di Padre Mario Bartolini”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 19 dei Consiglieri Ortenzi, Canzian, Bucciarelli, Traversini, Sciapichetti, Perazzoli, Busilacchi, Badiali, Marconi, Ricci. Ha la parola la Consigliera Ortenzi per illustrarla.
Rosalba ORTENZI. Credo che tutti siate a conoscenza, ne hanno parlato anche i media, della situazione del missionario dei passionisti, Padre Mario Bartolini, che oltre ad essere stato più volte minacciato di morte rischia fino a undici anni di carcere.
Credo sia giusto che la Regione Marche si faccia portavoce presso il Ministero degli esteri delle serie preoccupazioni nei confronti delle sorti di questo missionario dalle origini marchigiane, più precisamente è di Roccafluvione, Arcidiocesi di Fermo.
Si è fatto sempre tanto per volontari, per giornalisti, quindi non credo sia accettabile non farlo anche nei confronti di una persona che sta portando avanti da tanti anni un’opera meritoria nella regione amazzonica dello Yurimaguas in Perù.
Padre Mario Bartolini sta lottando a fianco di quelle comunità per la difesa delle loro foreste. Foreste che vengono abbattute dalle multinazionali per la produzione del biodiesel.
E’ un frate perseguitato da anni, addirittura viene accusato di essere un agitatore sociale. Quando invece la sua colpa è solo quella di lottare insieme alle comunità del luogo, che per sopravvivere hanno bisogno dei loro territori e di quanto essi producono.
Ritengo quindi si possa essere tutti d’accordo affinché il Presidente della Giunta e l’Assemblea legislativa tutta si impegni a sollecitare il Ministero degli esteri affinché intervenga, in nome della difesa dei diritti umani, presso le autorità peruviane.
Non voglio aggiungere altro. Visto peraltro che diversi colleghi hanno sottoscritto questa mozione credo potremo votarla velocemente.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Voglio innanzitutto ringraziare l’amica Ortenzi di questa iniziativa.
Visto che in merito alla anticipazione di mozioni questa mattina si è scatenata in quest’Aula una polemica, voglio sottolineare quanto invece questa mozione sia appropriata, sia perché riguarda la condizione di un cittadino italiano nativo della nostra terra, sia perché in essa non si pongono questioni di carattere generale.
Però io, Consigliera Ortenzi, non discuterei neppure - non so se questo possa diventare una linea di tendenza - del che cosa il Padre Bartolini stia facendo in quel Paese o se sia legittimo che qualcuno dall’Italia o da altri Paesi discuta del fatto che la foresta amazzonica possa essere abbattuta oppure no. Di scempi di questo genere ne abbiamo avuti tanti nella storia, basta ricordare ciò che è successo in Afghanistan con le statue del Budda, come in Europa dove secoli fa vennero distrutte le foreste proprio perché si doveva dar spazio all’agricoltura e all’industria. Qui il punto è un altro, è che questo Governo peruviano potrebbe fare tante cose, espellere Padre Mario Bartolini ecc., ma sicuramente non può violare i diritti di chi li sta esercitando secondo quei princìpi condivisi da tutti i Paesi che aderiscono all’ONU.
Questo è il punto sul quale dobbiamo attestarci, sia in Cina come in qualsiasi altra parte del mondo.
Quindi esprimo la mia personale solidarietà, come quella del Gruppo e dei tanti altri amici che l’hanno sottoscritta, al tema evidenziato nella mozione, che forse a differenza di altri suscita grande attenzione nella comunità marchigiana. Sono infatti decine le associazioni anche non governative che collaborano con Padre Mario Bartolini e che hanno sollecitato questa Assemblea legislativa ad intervenire prontamente, appunto, con questo atto, che non è niente più che una testimonianza ma che è sicuramente dovuta da parte nostra.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Solo brevemente per sottolineare la profonda amarezza che tutti quanti abbiamo avvertito, per lo meno chi pensa che la politica debba volare un po’ più in alto. Ossia, a fronte di una mozione come questa, contro cui nessuno può votare contro, non si è capito perché la maggioranza ha ritenuto di mostrare i muscoli quasi pensando che il diritto umano di Padre Bartolini sia diverso da quello richiamato nella mozione del Consigliere D’Anna.
Oggi con la proposta che chiedeva di anticipare questa mozione della Consigliera Ortenzi, inserita solo oggi all’ordine del giorno, si era chiesto soltanto di poterla dare con la massima naturalezza, con la massima tranquillità e serenità, però voi avete ritenuto di votare contro questa disponibilità. Allora anche oggi avete perso un’occasione di essere sereni!
Qualcuno prima di me ha parlato di mozioni di intenti del primo giorno di scuola, poi quando siete chiamati alla prova dei fatti ogni volta mostrate la forza dei muscoli, la forza dei numeri. Andate pure aventi così!
Su questa mozione non c’è neanche da discutere, tanto è chiaro che voteremo a favore, ma voi siete comunque riusciti a precarizzarla con il vostro comportamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Grazie al Consigliere Natali per aver detto in parte le cose che avrei voluto dire anch’io, il mio intento, infatti, era proprio quello da lui ora segnalato.
La mia mozione sui diritti umani in Cina era stata presentata anche nella scorsa legislatura, peraltro anche sulla base di un impegno, come ho detto questa mattina, che la Regione aveva preso aderendo all’Associazione per il Tibet dei Comuni, delle Province e delle Regioni.
Sicuramente la mozione di cui stiamo discutendo è di uguale valore. E quando si tratta di diritti umani non bisognerebbe fare differenze, come invece qualcuno fa, tra italiani, cinesi o tibetani. La differenziazione è un aspetto significativo come pure incomprensibile, il rischio è che si potrebbe arrivare anche ad un discorso di razzismo che quando si parla di diritti umani non ci sta proprio.
Quindi nulla in contrario, anzi, il massimo rispetto per chi come Padre Bartolini mette alla prova se stesso in una situazione di estrema difficoltà. Ma la massima solidarietà deve andare anche a tutti coloro che sono sottoposti a regimi che reprimono, e non solo, i cittadini locali, come appunto va a coloro che cercano di dare un aiuto a persone che chiedono semplicemente di vivere la loro vita.
Quindi non si possono fare differenziazioni, come pure non si possono farle, permettetemi di dire, anche nella presentazione di mozioni. E quello che è successo oggi è proprio perché probabilmente un certo tipo di ragionamento più di tanto non piace.
In queste settimane ci sono stati diversi contatti, c’è la commemorazione di Padre Matteo Ricci, e anche nella mozione da me presentata, che mi auguro verrà poi discussa, chiedo precisi impegni da parte della Regione, che, ripeto, ha aderito ad un’Associazione per la difesa del Tibet.
Quindi non si può far finta di niente in un momento in cui si allacciano, si intersecano, si riuniscono due visioni diverse del mondo, ma che mettono al primo punto il discorso dei diritti umani.
Non credo che questa sia un’Assemblea che non sappia - o fa finta di non sapere -, quando va in Cina o quando arrivano i cinesi, che lì ci sono oltre 5.000 condannati a morte, che molto spesso ci sono esecuzioni capitali in funzione della aberrante necessità di organi da trapiantare e da vendere poi nel mercato internazionale, oppure che c’è il popolo tibetano che continua ad essere represso.
Per cui mi auguro, ripeto, che venga discussa anche la mia mozione e che venga preso un impegno serio.
La massima solidarietà va ovviamente anche a Padre Bartolini. Un ringraziamento alla collega Ortenzi per avervi presentato una mozione. Al contempo, però, credo si debba istituire una specie di regolamento che preveda che le mozioni debbano avere un certo percorso indipendentemente dall’urgenza. Perché se ognuno di noi, come ho detto provocatoriamente questa mattina, il giorno di seduta assembleare non solo non si accontenta di richiedere l’iscrizione di nuove mozioni ma addirittura vuole l’anticipo anche di altre, credo che ci sia qualcosa che non funziona, su cui quindi occorrerà lavorare per rivederne l’aspetto.
Ora, pensando di condividere tutto il pensiero del Gruppo, dichiaro il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. La ringrazio, Presidente, come ringrazio gli illustri colleghi. Prima di tutto voglio chiamare in causa direttamente il Consigliere Bucciarelli.
Lei, Consigliere Bucciarelli, è Presidente dell’Associazione Università per la pace, votata all’unanimità proprio da questa Assemblea legislativa regionale. Perché dico questo? Perché è proprio l’Università per la pace, a cui molte persone hanno inteso partecipare, che oggi avrebbe dovuto esprimere in quest’Aula qualcosa di fondamentale, ossia il diritto assoluto rispetto al diritto relativo.
Il diritto assoluto quando si parla di diritti umani… (...) Assessore Luchetti, lei votò e firmò il manifesto dei Premi Nobel per la pace! Dicevo, il fondamento importante della legge istitutiva dell’Università per la pace, Assessore Luchetti, era appunto basato sui diritti umani. Oggi, ad esempio, con l’allargamento alla macroregione Adriatica andremo verso un contatto importante, ovvero verso la scesa in campo delle università, quindi il diritto umano alla scolarizzazione.
Voglio anche sottolineare, peraltro, che anche nella mozione che stiamo discutendo si parla del Tibet, anche se lo fa in maniera implicita e non esplicita come invece ha fatto con la sua mozione il Consigliere D’Anna. E in quel Paese c’è uno dei più prestigiosi Premio Nobel, il Dalai Lama.
In quest’Aula nella scorsa legislatura tenne la sua lezione magistrale, voluta proprio dal Presidente Bucciarelli, un Premio Nobel per la pace, Rigoberta Menchù, che ci ha parlato dei diritti umani, di tutti, nessuno escluso.
Quindi ancora una volta quest’Aula perde un’occasione per ribadire che siamo stati gli unici ad aver istituito un’Associazione denominata Università per la pace, presieduta dal Consigliere Bucciarelli, di cui reclamo la proprietà intellettuale in quanto nacque proprio dall’iniziativa di una mia proposta di legge (pdl n. 30) poi appunto divenuta legge regionale n. 9/2002 (articolo 15, Università per la pace).
Voteremo senz’altro la mozione della Consigliera Ortenzi, come non ho difficoltà a condividere tutto il percorso così come espresso dal Consigliere D’Anna. Però ora vorrei richiamarvi anche ad una riflessione profonda, ossia, quando si parla di diritti umani si parla dell’assoluto, quando si fanno riferimenti economici ai diritti umani, così come espressi nell’economia globale, si deve tener presente che la globalizzazione tocca sì il risultato economico, ma è ancora molto distante dal rispetto dei diritti umani nessuno escluso.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Solo per precisare l’atteggiamento della Giunta regionale rispetto alla posizione emersa nell’intervento del Consigliere D’Anna. Posizione condivisa credo anche dalla minoranza, altrimenti si sarebbe dovuta esprimere su simili atteggiamenti.
Cioè, se dovessimo seguire la linea qui espressa, in qualche modo contrapposta agli atteggiamenti assunti dalla Giunta regionale (vedi la questione Matteo Ricci), saremmo in un mondo di guerrafondai. Voglio dire che ci si deve rendere conto di quello che abbiamo davanti e quindi dobbiamo discutere di questioni relative a rapporti che vanno ben al di là delle questioni sollevate dal Consigliere D’Anna. E purtroppo nel mondo non c’è soltanto il problema del Tibet, c’è quello della Thailandia ecc., insomma, ci sono tanti altri Paesi.
E’ chiaro che i popoli si incontrano su momenti particolari che vanno al di là anche di queste tristi circostanze, però chi mette, come fatto in un intervento di questa stamattina, in rapporto il discorso intrapreso dalla Regione Marche su Matteo Ricci, la Cina, con il discorso del Tibet, non ci azzecca proprio.
Nel senso che i rapporti su Matteo Ricci sono un ponte di pace che vogliono sottolineare come la cultura può essere un momento di superamento di contrapposizioni sia ideologiche che politiche.
L’azione che sta facendo la Regione Marche, anzi, il nostro Paese – la Regione Marche infatti nelle celebrazioni di questa circostanza rappresenta tutto il Paese –, non va assolutamente messa in relazione ai problemi del Tibet, su cui peraltro come Regione Marche ci siamo espressi, l’Assemblea legislativa rispetto a questo tema ha preso già una posizione precisa.
Quindi ciò che viene affermato sono banalità, quasi si voglia affermare che l’Assemblea legislativa è insensibile a questi temi. Per cui, Consigliere D’Anna, penso che per onestà culturale dovrebbe affrontare le tematiche per quelle che sono.
La Giunta regionale, ripeto, ha sostenuto le celebrazioni di Padre Matteo Ricci, che hanno un valore immenso di carattere culturale riguardo alla Cina, è veramente un ponte di pace.
Fermo restando che senza dubbio ci sono delle problematiche che vanno affrontate, i diritti che non vengono rispettati debbono essere assolutamente tenuti presenti, quindi tutti dobbiamo lavorarci.
Pertanto riporterei le affermazioni espresse al giusto alveo. E l’esempio di Padre Mario Bartolini è illuminante. Occorre certamente sollecitare il Ministro, anche se credo stia già facendo il possibile rispetto a questo grave problema, al fine di illustrare anche la vicinanza e la preoccupazione della nostra Assemblea legislativa per un concittadino che merita, appunto, il sostegno di tutti.
Ritengo che con questa modalità dovremmo affrontare anche le problematiche internazionali, che non devono essere sottaciute e non tenute presenti, come abbiamo fatto quando Rigoberta Menchù è venuta in quest’Aula. Però dovremmo anche essere coerenti con una linea precisa, non solo per lo spirito con cui il nostro Paese ha sempre affrontato le tematiche internazionali, ma anche perché dobbiamo essere coscienti che non si possono mischiare le cose, con il rischio peraltro di dare segnali sbagliati all’opinione pubblica marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Avrei evitato di intervenire ma chiamato in causa ritengo sia ora obbligato.
Prendo atto che veramente “l’italica virtù” di parlare dei peccati del mondo, magari anche quando parliamo di un problema minore, è dura a morire, anzi, mentre al Parlamento europeo un deputato ha al massimo tre minuti di tempo noi siamo capaci di fare interventi roboanti.
Dunque è proprio sulla base di questo che non sarei voluto intervenire. Questa mozione è talmente semplice e le motivazioni sono così, credo, sentite e condivise da tutti noi, che appunto non ci sarebbe stato bisogno di paragonarla con nessun’altra mozione e come neppure farci una discussione.
Perché dico questo? Perché se inquadrassimo questa mozione in una situazione mondiale allora dovremmo parlare anche delle 210 guerre che ci sono nel mondo di cui nessuno parla, dovremmo parlare dei bambini soldato di cui nessuno parla, insomma, di tutte quelle cose che già sappiamo. Ed in ultima analisi dovremmo anche mettere in discussione noi stessi, il nostro stile di vita e la nostra cultura.
Mi diceva prima il collega Traversini che suo padre partigiano veniva chiamato “bandito”, adesso chissà se i partigiani vengono chiamati “terroristi”!
Insomma, è per dire che potremmo parlare di tutto e di più, allora limitiamoci ad un fatto semplice. Ossia, qui c’è un missionario marchigiano che da oltre vent’anni lavora a difesa, non delle popolazioni native, ma a difesa di una sana cultura circa il rapporto tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e la terra. E salvare la foresta amazzonica riguarda anche noi, parlare di quello che c’è all’interno della foresta amazzonica e nelle culture delle popolazioni native interessa anche noi.
L’Università della pace farà sicuramente la sua parte per la pace, ho chiesto già al Presidente l’avallo a poter continuare a lavorare, spero che mi arriverà. Ma oggi si tratta semplicemente di testimoniare una vicinanza umana, sociale, culturale ad una persona che ha già fatto diversi anni di carcere ingiustamente solo perché difende un eco-sistema, difende una cultura. Un compito che ritengo debba essere anche il nostro.
Quindi dobbiamo veramente approvare questa mozione, tutti ce ne dovremmo far carico. E non so se il Governo nazionale – ma non lo dico perché è di centro-destra – sia già sensibilizzato e stia già intervenendo. I Governi, infatti, e di qualunque colore siano, molto spesso valutano i loro interventi sulla base delle convenienze momentanee. Quindi non è scontato né che questo attuale Governo intervenga adeguatamente, né che lo avrebbe fatto un qualsiasi altro Governo di altro colore se fosse stato sollecitato.
In ogni caso è sicuramente importante testimoniare la nostra volontà con chiarezza e senza dubbi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Presidente, anch’io non sarei voluto intervenire, anche perché i miei colleghi di partito hanno già detto tutto, però l’ultimo intervento del Consigliere Bucciarelli mi impone di dire una cosa, ovvero, non strumentalizziamo mozioni di questo tipo paventando atteggiamenti più o meno ambigui del Governo.
Vorrei fosse chiaro, ci tengo a precisarlo in Aula – magari ho anche capito male io, semmai mi perdoni, Consigliere -, e lo voglio ricordare anche per lasciarlo agli atti di questa Istituzione, che il Governo in questi anni è intervenuto in qualunque situazione con estrema efficacia e lo ha fatto senza andare a mettere il becco sull’aspetto politico, lo ha fatto esclusivamente come azione diplomatica internazionale.
Vorrei far qui presente, Presidente – mi perdoni se la richiamo all’attenzione, e chiedo scusa anche ai Consiglieri se approfitto del dibattito di merito per dire una cosa di metodo - che lei debba fare un grosso sforzo, insieme all’Ufficio di Presidenza, per razionalizzare sin d’adesso il metodo della calendarizzazione degli atti di questa Assemblea legislativa regionale. Ad esempio io ho presentato - non lo dico con polemica, mi creda - un’interrogazione attinente una presunta incompatibilità, un aspetto che merita istituzionalmente una risposta immediata, positiva o negativa che sia o di qualunque altro tipo, perché da quella risposta dipenderanno a cascata tutta una serie di azioni amministrative.
Io ho il massimo rispetto per ogni intervento e per ogni atto di qualsiasi Consigliere, però se si dovesse dar fede a quello che ha detto l’Assessore Luchetti, cioè che parlare del Tibet non c’entra niente, bisogna allora anche dire francamente come stanno le cose, ossia, non è che approvando questa mozione domani mattina riusciremo a far liberare il povero frate che sta in Perù e che rischia di essere ucciso.
Quindi non dobbiamo essere ipocriti con noi stessi, se vogliamo rispettare veramente l’Istituzione dobbiamo stare attenti a non fare troppi passaggi avanti e indietro di mozioni e di atti, così facendo andremo a ledere in primo luogo l’Istituzione.
Mi perdoni se ho approfittato di questi pochi minuti, Presidente, ma la invito veramente ad individuare, in base alle loro urgenze, le giuste risposte alle interrogazioni, a meno che non si faccia, come dice il Consigliere D’Anna, un regolamento ad hoc.
Per quanto riguarda il merito voterò a favore di questa mozione della Consigliera Ortenzi, perché la ritengo una presa di posizione non di tipo politico bensì proprio di tipo umano e dallo scopo umanitario.
Sull’ordine del giorno
PRESIDENTE. Consiglieri, a questo punto vorrei chiarire solo un aspetto. Ho ritenuto di portare a questa Assemblea legislativa tutto quanto potesse essere in grado di essere discusso, senza fare nessuna esclusione, compresa la sua interrogazione, Consigliere Zinni. Ma vorrei precisare che, diversamente dalle mozioni, per poter iscrivere all’ordine del giorno le interrogazioni devo poter avere da parte della Giunta, quindi dagli Assessori a cui fa riferimento l’eventuale interrogazione, la garanzia della risposta. Però talvolta – peraltro avendo fatto l’Assessore ne sono consapevole – ci sono dei tempi rispetto alla risposta che si allungano un po’. Quindi ho portato soltanto interrogazioni per le quali mi ero accertato che l’Assessore di competenza sarebbe stato in grado di dare una risposta.
Invece tutte quelle che non sono state iscritte, rispetto a quelle presentate dalla nostra elezione ad oggi, verranno portate alla prossima seduta assembleare, sempre con un nostro sollecito alla Giunta di preparare le risposte. Questo lo voglio assicurare.
Tra l’altro, insieme alla dott.ssa Santoncini, ho dato proprio l’indicazione di portare tutto, naturalmente, ripeto, nel momento in cui si potranno avere le risposte...(...) Ho capito, però per quanto riguarda i lavori di questa Assemblea non posso fare diversamente, posso portare solo le interrogazioni su cui si potrà avere una risposta da parte degli Assessori competenti, che comunque solleciteremo a darle nel più breve tempo possibile.
Riguardo alla discussione in generale abbiamo iniziato – era un intento mio personale – un percorso con cui si vuole cercare di esaurire tutto l’ordine del giorno. D’altra parte se si presentano interrogazioni, mozioni, ecc., ci sono due possibilità: o non si discutono oppure si allunga il tempo dei lavori dell’Assemblea. Cosa che abbiamo fatto sin dalla prima seduta, dunque continueremo, non c’è un’altra possibilità.
Pertanto si sollecitano tutti i Consiglieri, è anche pleonastico dirlo, di fare in modo di non ingolfare troppo i lavori, altrimenti rischieremmo di vanificare gli strumenti. E gli strumenti sono indispensabili e fondamentali per i Consiglieri.
Per cui nei limiti del possibile, e anche fino all’impossibile, io sono per svolgere tutti gli atti ispettivi e, come stiamo facendo oggi, di discutere tutte le mozioni. Ma questo ci orienta, ripeto, verso un allungamento forte dei lavori dell’Assemblea, che ovviamente faremo quando sarà possibile e se non sarà possibile eventualmente lo concorderemo, insomma, la volontà c’è.
Riprende la discussione della mozione n. 19
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Molto brevemente, Presidente, stiamo già allungando di molto.
Io distinguerei il merito dal metodo. Nel merito certamente è una mozione condivisibile, quindi il Gruppo Lega Nord la voterà. Anche se c’è una certa strumentalizzazione per quanto riguarda l’appello al Ministro degli esteri, come ha già ricordato il collega che mi ha preceduto. Ma non è questo il punto, certamente la voteremo.
Il metodo però non ci è piaciuto. Va bene l’inserimento d’urgenza fatto questa mattina, ma la richiesta di anteporla a tante altre mozioni non ci è sembrato assolutamente opportuno, anche se il regolamento lo prevede, andarla a discutere quasi con una prova di forza non ci è piaciuto.
Avremmo gradito sì l’inserimento ma collocato dopo tutte le altre mozioni già presentate. Ripeto, è stata fatta una prova di forza che rappresenta una caduta di stile della maggioranza. Questo vorremmo evidenziarlo, fermo restando che nel merito questa mozione la voteremo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.
Franca ROMAGNOLI. Sinteticamente solo per dire che la strumentalità della discussione precedente non è scaturita da questa parte, per cui confermiamo pienamente convinti il voto a questa mozione.
Anzi, credo che sia il caso di allargare, se non formalmente almeno idealmente, la considerazione a tutto l’apparato missionario facente capo alla Chiesa cattolica e che opera in tutto il mondo. Antonio Socci in un suo bel libro definisce i missionari i nuovi perseguitati. Sono coloro che più di altri, infatti, e più di quante vittime facciano le guerre più visibili, soccombono, muoiono, vengono imprigionati, rischiano la vita nel nome di Dio, nel nome di quel Crocefisso di cui più volte abbiamo parlato, e soprattutto nel nome di quell’amore spinto dalla fede cattolica verso il prossimo.
Quindi la considerazione e l’attenzione è massima. Come sicuramente è massima anche l’urgenza. Io infatti non considero inidoneo l’appello nei confronti del Ministro degli esteri. Anzi, da informazioni che anch’io ho raccolto mi viene detto che sarebbe opportuno un interessamento in termini di acquisizione del carteggio processuale, che sembra non esistere, che sembra essere un po’ un fantasma, in base al quale questi processi, davvero sommari, si celebrano in danno di questo padre marchigiano e come in danno anche di tanti altri.
Quindi un interessamento affinché la Farnesina si interessi a far sì che si possano vedere gli atti e scoprire le carte. Sembra proprio che la lesione in questo caso specifico sia davvero dei diritti dell’uomo e che si possa davvero intervenire con organismi, non solo nazionali ma anche sovranazionali, affinché si cerchi di far desistere dalla permanenza fastidiosa in quella zona di questo missionario.
Io addirittura, se possibile, integrerei proprio con un appello affinché ci sia un interessamento per entrare nel merito delle carte. Dunque piena condivisione.
Magari se servirà, Consigliere D’Anna, potremo anche limare, se i riferimenti verranno considerati provocatori, la prossima mozione, ma penso che altrettanto unanimemente dovrà essere votata, anch’essa infatti ribadisce la necessità della difesa dei diritti in Cina.
Credo che non possiate trovare scuse, al di là delle considerazioni fatte dal Consigliere Bucciarelli che dice: “il meglio è sempre possibile, ma intanto accontentiamoci”. Sì, accontentiamoci, potremo anche rivedere i riferimenti a Matteo Ricci, magari lo faremo, però la condanna secca di quello che sta avvenendo in Cina nel 2010 ritengo che nessuno, lo auspico, debba avere problemi a votarla, come noi convintamente voteremo anche questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Velocemente, Presidente e colleghi. Voglio innanzitutto rassicurare il collega della Lega che non era assolutamente mia intenzione essere né prepotente né forzare alcunché. Ritenevo soltanto fosse una questione più urgente delle altre.
Sicuramente tutti siamo a favore della tutela dei diritti umani in qualsiasi luogo e per qualsiasi situazione, ma questa mi sembrava una questione urgente, perché appunto, lo voglio ancora ribadire, Padre Bartolini sta rischiando la vita e viene addirittura considerato un rivoluzionario pericoloso.
Quindi credevo, e lo credo ancora, fosse opportuno richiedere questa iscrizione e discussione d’urgenza. Tra l’altro l’ho fatto con spirito cristiano che credo accomuni molti di noi, i valori condivisi ritenevo potevano anche far leva sul buonsenso, valori che in questa sede non pensavo si potessero mettere in discussione.
Mi dispiace quindi che sia stata presa in questa maniera, da lei, collega, come forse anche da qualcun altro.
Credo che inizieremo bene questo nostro percorso di legislatura se non ci faranno ombra posizioni di parte. E questa, ripeto, non era sicuramente la mia intenzione, come non lo sarà allorquando ci sarà da affrontare, da sostenere, da salvaguardare qualsiasi altro tema in merito ai diritti dell’uomo.
Quindi mi auguro che nessuno in questa Assemblea legislativa voglia fare l’avanguardista e voglia andare avanti soltanto per apparire. Per me questo non ha senso e quindi non lo farò mai.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 19. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 5
del Consigliere D’Anna
“Crisi della Pershing”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 5 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.
Giancarlo D’ANNA. Questa mozione è molto semplice, Presidente, lei tra l’altro conosce benissimo la realtà di quella zona. Si tratta unicamente di supportare l’azione dei lavoratori e dei sindacati per far sì che la ditta, che venne accolta sul nostro territorio nel migliore dei modi e che aveva puntato molto, anche per il futuro, su una integrazione tra l’impresa e il territorio, non si trovi a fare delle scelte che andrebbero a penalizzare proprio lo stesso territorio.
Ora, proprio perché la questione è conosciuta da tutti, mi accontenterei solo di evidenziare l’impegno da parte della Giunta regionale a sostenere la posizione dei lavoratori e delle RSU, soprattutto per evitare ulteriori fughe da quello stesso territorio che l’ha accolta. Che comporterebbe, tra l’altro, anche il riutilizzo di diversi spazi, che peraltro assumerebbero anche un valore non indifferente sul nostro territorio. Infatti questi grossi spazi, dati a volte anche in deroga rispetto a situazioni precedenti, oggi hanno un valore incredibile. Non vorremmo quindi che al danno si aggiungesse la beffa, ossia che quelle strutture che hanno ospitato sia i lavoratori che delle barche si trasformassero in qualcosa di diverso.
Pertanto chiediamo un intervento forte della Regione, come d’altronde hanno già fatto i Comuni dei luoghi di appartenenza di questi impianti.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Tutte le mozioni hanno sempre un fondo di verità, quindi anche questa, come appunto rappresentato nella descrizione. Ma è pur vero, Consigliere D’Anna, che in questo caso si entra in una sfera che riguarda il rapporto tra i sindacati e un’azienda. Per cui non mi sembra opportuno che un’istituzione come la Regione entri a gamba tesa in un simile rapporto.
Poi, certo, è sicuramente più che opportuno che la Regione, attraverso le sue competenze ed il suo assessorato, possa anche svolgere una funzione di mediazione al fine di mettere insieme l’azienda, il sindacato e i lavoratori, una mediazione che tenga conto delle esigenze dei lavoratori, del territorio e di un sistema produttivo regionale.
Certamente noi non siamo contro i lavoratori o la RSU, vogliamo senz’altro salvaguardare il territorio, insomma, siamo a favore di tutte le questioni riportate nella mozione, quindi possiamo votare anche a favore. Però vogliamo anche sottolineare, ripeto, che questa non è una funzione che spetta ad un’Assemblea legislativa regionale. Una Assemblea legislativa ha la funzione di sollecitare magari il suo assessorato ad intervenire, ma non deve farlo soltanto da un punto di vista regionale bensì attraverso i rapporti nazionali. Sappiamo infatti che la Pershing fa parte del Gruppo Ferretti, un Gruppo che ha cantieri non soltanto nella regione Marche ma anche in Liguria come pure in altre regioni.
Pertanto essendo un problema nazionale dovrebbe essere esaminato dal Ministero dello sviluppo economico, come del resto avviene per tutte le crisi che interessano, appunto, più di una regione.
Quindi la mozione possiamo anche votarla, ma facendo una raccomandazione, ossia quella, ripeto, che non possiamo entrare in merito ai rapporti tra sindacati ed impresa. Eventualmente se i sindacati e l’impresa non dovessero trovare un punto di coesione e di unità, la Regione potrà anche subentrare per cercare di trovare una mediazione, ma sappiamo che gli strumenti della Regione sono limitatissimi, potrà soltanto trovare la forma più consona per risolvere tale problematica.
PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento e se non ci sono emendamenti passiamo alla votazione.
Mozione n. 5. La pongo in votazione. (…) E no, Consiglieri, non mi fate passare alla votazione se ci sono problemi! Prego, Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. Presidente, nel punto 2) del dispositivo c’è scritto: “utilizzare tutti gli strumenti per indurre Pershing ad un atteggiamento di serio e positivo confronto con lavoratori e loro rappresentanti per scongiurare la chiusura totale dei reparti impiegatizi dello stabilimento di Mondolfo;”. Però qui bisogna stare attenti ad entrare in alcune modalità che non sono proprie delle Istituzioni. (...) Sì, ho capito, ma allora prendiamo un attimo di tempo!
PRESIDENTE. Mi scusi, Assessore, ma a questo punto per non perdere tempo farei questa proposta, ossia passerei alla discussione della mozione successiva, sospendiamo un attimo questa, vi riunite, costruite un emendamento e poi riprenderemo il punto. (…) Bene, allora mentre si predispone l’emendamento passiamo alla trattazione della mozione successiva, poi magari l’interromperemo appena pronto l’emendamento.
Mozione n. 6
del Consigliere D’Anna
“Senza il rispetto dei diritti umani in Cina non si può commemorare Padre Matteo Ricci insieme ai cinesi”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 6 del Consigliere D’Anna, che ha la parola per illustrarla.
Giancarlo D’ANNA. Bene, Presidente, diciamo che oggi non volendo abbiamo discusso a più riprese di questa mozione, per lo meno dell’argomento che tratta. E sono venuti fuori alcuni aspetti che credo siano da tenere in considerazione.
Alcuni Consiglieri hanno evidenziato che nel mondo esistono tutta una serie di problematiche, quindi discutere di una escludendo le altre potrebbe creare differenziazioni.
Innanzitutto credo che ognuno di noi sia libero di presentare, secondo la propria conoscenza e sensibilità, le mozioni che ritiene opportune, oppure fare interventi, o comunque avere la propria opinione, relativamente a qualunque cosa. Pertanto anche su situazioni politico-economiche o di repressione come quelle, appunto, di cui tratta questa mozione.
Ad esempio anche il Consigliere Bucciarelli nella passata legislatura, come Presidente dell’Assemblea legislativa, fece una scelta molto chiara allora caduta su Rigoberta Menchù — e di Premi Nobel in giro per il mondo ce ne sono tanti - e tutti noi con il massimo rispetto l’abbiamo ospitata.
Quindi ora non capisco, se seguo il ragionamento che fece proprio Bucciarelli,- perché altri Premi Nobel, come ad esempio il Dalai Lama, dovrebbero avere un trattamento diverso.
Allora ora è proprio lo stesso Consigliere Bucciarelli che mi dà un’idea che credo sia molto interessante, ossia quella che si potrebbe mettere in pratica proprio ciò che la Regione Marche aveva deciso di fare, su proposta del sottoscritto, aderendo all’Associazione Comuni, Province e Regioni per la difesa del Tibet. Cosa? Presidente Solazzi, penso che il prossimo Premio Nobel che dovremmo invitare in quest’Aula, quando si troverà in Europa o in Italia, sia il Dalai Lama, come appunto avvenuto in passato per Rigoberta Menchù. Presidente, questa è una mia richiesta ufficiale, se vuole la faccio anche formalmente. Così chiuderemo un cerchio, altrimenti non c’è coerenza tra l’adesione a quell’Associazione che tutela il Tibet e la mancanza di un invito rivolto ad una figura prestigiosa come il Dalai Lama anch’egli insignito di Premio Nobel.
Perché questa mozione? Oltre a quello che ho detto prima, vorrei far presente che ho avuto anche la fortuna di visitare quella nazione, quindi vi assicuro che lì le cose viste di persona hanno tutto un altro valore e spessore.
Il Governo cinese costringe le donne del popolo tibetano ad abortire forzatamente, per ridurre il numero dei tibetani presenti in Tibet questo popolo viene spostato su e giù per la Cina, è un popolo che non ha neppure il diritto di professare la propria religione se non nei modi voluti dal Governo cinese. Il Governo cinese ha addirittura rapito quello che viene considerato il successore del Dalai Lama, la seconda figura istituzionale e religiosa, il Panchen Lama, per sostituirlo con un personaggio cinese.
Francamente mi sembra si stia esagerando!
La nostra Regione in questi anni di rapporti con la Cina ha fatto finta, purtroppo, nonostante l’adesione all’Associazione di cui vi ho parlato poc’anzi, di non conoscere queste problematiche. Problematiche a cui si aggancia anche il problema dello Xinjiang con la repressione dal popolo Uiguro; alla televisione ci dicono che è una minoranza mussulmana, no, è una maggioranza nella sua regione che è occupata come il Tibet, è una minoranza solo all’interno del contesto generale della Cina. Io ho avuto la possibilità di visitare anche quella nazione, vi assicuro che le cose non stanno come vengono raccontate, vi assicuro che c’è una repressione pazzesca.
Non si può far finta di non avere alcun rapporto con i cinesi, per cui è proprio su questo che scatta la differenza rispetto ad altre scelte che ognuno di noi comunque può fare nei confronti di nazioni che non sono in Europa o comunque non è quella italiana. Noi con i cinesi abbiamo rapporti commerciali, economici, diplomatici, i cinesi si sono comprati la Benelli, presumibilmente i cinesi ci compreranno anche altre realtà.
E’ chiaro che il momento è delicato, lo stesso Bucciarelli ci dice che i Governi non affrontano, valutano in base ai rapporti economici, però, scusate, soprattutto a coloro che si richiamano a certi valori, al rispetto dell’essere umano, ecc., allora chiedo: dov’è il confine? Cioè, ci stanno bene i 5.000 morti?! Ci stanno bene i trapianti di organi umani?! Ci stanno bene le sentenze che vengono eseguite in base all’espianto che deve essere fatto?! Perché magari l’occidentale ricco che nella nostra comunità non trova un fegato va poi dai cinesi che si sono addirittura attrezzati con un pullman, lo stesso nel quale vengono giustiziati i condannati a morte, e che molto spesso vengono condannati a morte in base proprio alle richieste! Secondo voi dove sta la differenza tra l’assegnare ad una persona l’ergastolo o la condanna a morte? Sta molto spesso nel fatto che ci sono dieci fegati o due cuori in più da vendere!
E noi dovremmo fare finta in virtù dei rapporti commerciali?! Questa è un’ipocrisia di fondo alla quale se permettete non ci sto! Ed è per questo che a volte quando affronto simili argomenti parlo anche con una certa veemenza. E’ assurdo tutto questo! E’ assurdo che chi organizza un traffico illegale di organi, come fanno appunto i cinesi, la passi liscia solo in virtù dell’economia!
Quindi, per favore, non facciamo i discorsi sulla solidarietà, sui diritti umani. Magari potremo anche scegliere di essere egoisti, non ce ne frega nulla di quello che succede fuori, basta che facciamo i quattrini, e siamo a posto! Lo possiamo anche dire, ma diciamolo una volta per tutte!
L’Università per la pace, benissimo, poi?! Poi si dice: “Si, va beh, ma che ci importa, tanto mica è mio figlio, mica è mia nipote, mica è mio cugino…”! Cioè, noi viviamo in una nazione dove una volta si diceva: “se non fai il bravo ti mando a dormire, altrimenti ti do anche due schiaffoni”. Mentre oggi il figlio al padre dice: “se non mi compri il trenino chiamo il Telefono Azzurro e ti mando in galera”.
Allora queste cose da noi sì, là no! Qui francamente c’è un corto circuito, perché se ha senso parlare di certi argomenti devono essere affrontati per quelli che sono.
Questa mozione è diversa dalle altre, perché, ripeto, noi con i cinesi abbiamo rapporti commerciali, economici, diplomatici, allora perché non utilizzarli proprio quando ci troviamo in un momento in cui andiamo a parlare, a contrattare, ad allacciare un rapporto di amicizia? Come potremo onorare al meglio la memoria di Padre Matteo Ricci? Che mi auguro, aggiungo, non sia solo una trovata commerciale pubblicitaria.
Voglio dire che se ci crediamo veramente, avendo instaurato un certo tipo di rapporto, dovremmo fare pressione sul Governo cinese per chiedere che su alcune gravissime problematiche, quelle da me prima sollevate, dia un segnale forte.
In ogni caso se nella mozione il problema è il secondo punto dove si dice: “omissis… senza la quale le relazioni e le commemorazioni congiunte di Padre Matteo Ricci, “l’uomo del dialogo” non avrebbero nessun senso”, potremo dire, cogliendo il suggerimento della collega Romagnoli, che chiediamo la fine della repressione in Cina e l’immediata liberazione di Liu Xiaobo, un personaggio veterano della protesta di Piazza Tienanmen, onorando così la memoria di Padre Matteo Ricci, l’uomo del dialogo. Altrimenti non esisterebbe dialogo, dovremmo solo subire l’arroganza e la prepotenza di chi con la scusa del potere economico può fare tutto quello che gli pare: arriva il Dalai Lama in Italia e la Cina dice “no, non lo potete accogliere”, poi se ne va in Francia e la Cina dice la stessa cosa, ecc. ecc..
Credo che hanno avuto ragione il Sindaco di Venezia e il Sindaco di Roma Alemanno a dare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama.
Quindi, ripeto, credo che un segnale importante possa essere, lo faccio in forma ufficiale, di fare la scelta nel prossimo futuro, magari entro quest’anno, di invitare il Dalai Lama a presenziare i lavori dell’Assemblea legislativa, al fine anche di dare una valenza molto più importante a questa sorta di gemellaggio con la Cina. Considerato che la Cina ritiene che il Tibet sia una parte del proprio territorio, ce lo dimostri partecipando appunto ad una manifestazione alla quale sarà invitato il Dalai Lama.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Presidente, gradiremmo, se possibile, leggere l’emendamento proposto ora dal Consigliere D’Anna, e qualora vada nel senso accennato verbalmente, ovviamente anche dando alla mozione un titolo adeguato all’emendamento stesso, noi dell’Italia dei Valori nella sostanza saremmo completamente d’accordo con la mozione.
Accogliamo il senso ben illustrato dall’Assessore Luchetti in merito al potenziale culturale e di ponte di pace della figura di Padre Matteo Ricci. Da parte nostra va il plauso all’iniziativa della Regione Marche per costruire, appunto, questo ponte di pace nel nome di Matteo Ricci.
Ripeto, se l’emendamento proposto dal Consigliere D’Anna andrà nel senso da lui verbalmente descritto, il nostro voto sulla mozione sarà favorevole.
PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, ha una proposta di emendamento?
Giancarlo D’ANNA. Nell’accogliere l’invito del collega dell’Italia dei Valori propongo il seguente titolo: “Il rispetto dei diritti umani in Cina per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Mentre al secondo punto del dispositivo propongo: “Chiedere la fine della repressione in Cina e l’immediata liberazione di Liu, così onorando la memoria di Padre Matteo Ricci, Uomo del dialogo”.
Presidente, mi dichiaro disponibile a fare queste modifiche.
PRESIDENTE. Bene, comunque, Consiglieri, visto che in questo momento è stato depositato alla Presidenza l’emendamento alla mozione n. 5, prima sospesa in attesa di tale formulazione, ritorniamo, per concluderlo, al punto precedente.
Mozione n. 5
del Consigliere D’Anna
“Crisi della Pershing”
(Votazione)
PRESIDENTE. Do lettura all’emendamento a firma Luchetti presentato alla mozione n. 5:
“La parte dispositiva è sostituita dalla seguente:
Impegna la Giunta regionale a:
1) sostenere le posizioni dei lavoratori e della RSU;
2) utilizzare tutti gli strumenti per indurre Pershing al confronto con lavoratori e le loro rappresentanze per scongiurare la chiusura dei reparti impiegatizi dello stabilimento di Mondolfo;
3) sollecitare la proprietà ad evitare il ridimensionamento dell’attuale stabilimento sito in Mondolfo che ha favorito il suo sviluppo.”
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 5, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 6
del Consigliere D’Anna
“Senza il rispetto dei diritti umani in Cina non si può commemorare Padre Matteo Ricci insieme ai cinesi”
(segue discussione, e votazione)
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Non so, Presidente, se questa serie di mozioni di natura internazionale abbia in quest’Aula una tradizione oppure no, ma ritengo comunque non sia nuova. Ricordo infatti che negli anni ottanta e novanta le posizioni soprattutto di sinistra erano particolarmente attente a queste modalità. Spesso nei Consigli comunali e provinciali ci trovavamo – allora non frequentavo né il Consiglio regionale né il Parlamento – a discutere ed approvare cose di questo genere.
Però ora, per un omaggio all’intelligenza, vorrei chiedere: “Crediamo veramente in quello che stiamo facendo?” Vorrei chiedere - tra l’altro queste cose nessuno le ha dette in campagna elettorale, cosa molto strana! - al leader dell’opposizione amico Marinelli, che stimo: se fosse stato lui Presidente della Regione, in premessa a qualsiasi visita in Cina, avrebbe portato un documento nel quale dire: “parliamo sì di Padre Matteo Ricci, ma prima fatela finita con la repressione”? In questa mozione è scritto così! Sarebbe come dire: “chiudete la Cina”!
Parlare in questo modo riguardo alla Cina non so veramente come qualificarlo! Tutti sappiamo che la Cina vive di repressione, è nel contesto, è un Paese totalitario, è un Paese nel quale i diritti civili sono di una concezione completamente diversa dalla nostra, lì non esiste personalismo giuridico, non c’è l’idea della persona come in Occidente.
Inoltre qui è stato detto che Padre Matteo Ricci non avrebbe fatto il dialogo. Ma Padre Matteo Ricci 400 anni fa il dialogo l’ha fatto, l’ha fatto! E l’ha fatto con una Cina anche peggiore dell’attuale, era una Cina che fasciava i piedi alle donne per impedire loro di uscire di casa, la prima azione di evangelizzazione svolta da Padre Matteo Ricci ha trovato proprio questa difficoltà, ossia, c’erano i cristiani ma non le cristiane! Le donne infatti non riuscivano ad andare nei luoghi di culto improvvisati nei quali, appunto, si impartivano i primi battesimi.
Quindi rimango veramente in grossa difficoltà, Presidente, e insieme a me il Gruppo dell’UdC, a dover discutere di questa mozione, come di altre dello stesso genere, che non toccando un caso specifico, come quello invece presentato opportunamente prima dalla Consigliera Ortenzi, ci espone non dico al ridicolo ma comunque alla paralisi.
A questo punto per coerenza, se stessimo alle cose dette dal Consigliere D’Anna — che io, Consigliere D’Anna, condivido tutte, tutte! -, dovremmo interrompere, per quanto mi riguarda, da cattolici e da cristiani, i rapporti con gli Stati Uniti d’America, anche lì vige la pena di morte, con la Russia perché anche lì vige la pena di morte, con tutti i Paesi del mondo arabo perché 1 miliardo e 200 milioni di persone nel mondo mussulmano non gode di diritti civili (fatta eccezione di qualche paese leggermente più democratico come la Tunisia o il Marocco), e così via.
Veramente ci esporremmo ad un rischio altissimo!
Poi in questo contesto mi si dice anche – io non ho precedenti in questa Assemblea legislativa – che già su questioni delicate, come quelle del Daila Lama, sono state prese posizioni. Che, certo, hanno il valore che hanno, ma immagino pure che se l’autorità cinese dovesse ricevere una simile mozione, considerando l’humor dei cinesi, sai quante brevi e piccole risate si farebbe!
Se si dice che non si devono avere rapporti con chi usa i bambini o l’infanzia in un certo modo, allora lo si dovrebbe fare con i quattro quinti del mondo! Dall’India a tutta l’Indonesia si usano i bambini come schiavi nei lavori di qualsiasi tipo. E pensiamo anche a quante aziende, magari anche marchigiane, Consigliere D’Anna, hanno rapporti con queste realtà!
Ma siamo seri! Cioè, arriviamo ad una conclusione che non ci metta in una tale difficoltà. Capisco la provocazione, è giusto che l’opposizione la faccia, è un modo per procedere, ma che sia una cosa che questa Assemblea possa approvare io personalmente lo disapprovo totalmente.
Quindi non sono d’accordo a questa discussione, sicché non parteciperò neppure alla eventuale mediazione che si potrebbe raggiungere su questo argomento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. In quest’Aula, Presidente e Consiglieri, mi sento in dovere di dire che prendo le distanze dall’ultimo intervento svolto dall’Assessore Marconi. Egli ha fatto un intervento assolutamente non cristiano. Non vedo infatti cosa centri citare il mondo cristiano e porre poi la questione, dal punto di vista del bon ton, di relazioni diplomatiche. Nel suo intervento ha regnato l’ipocrisia tipicamente occidentale, figlia di classi politiche che spesso vogliono solo mantenere la poltrona ben salda.
Come si fa a dire che eventualmente bisognerebbe prendersela, dice lui, anche con gli americani perché applicano la pena di morte, oppure citare il discorso del mondo mussulmano, quando sappiamo benissimo che il mondo mussulmano non ha minimamente lo stesso tipo di atteggiamento che avete voi nei confronti della Cina per un fatto di opportunità o di risorse. O vogliamo forse dire che qualcuno un domani aprirà – tipo Merloni – uno stabilimento in Siria o piuttosto andrà in Texas, dove il costo del lavoro è più alto che in Turchia o da qualunque altra parte?!
Assessore, condivido molto di più la legittimità di altri interventi che non il suo, interventi che seppure abbiano una radice politica che io non condivido sono stati sicuramente più coerenti. La sua mi sembra soltanto una posizione moralista. E qui c’è poco da fare della morale!
Ed è evidente anche che il Presidente Spacca saprebbe come dover formalizzare un invito di questo tipo alle autorità cinesi, con quali rituali, con quali costumi , con quali modi.
Quindi qui il problema non è che Spacca potrebbe andare a coprire di ridicolo le Marche, il problema è, se vogliamo parlare della mozione D’Anna, che l’Assemblea legislativa delle Marche, pur nella opportunità o meno di cercare relazioni internazionali con la Cina – e anche su questo ci sarebbe da aprire un dibattito lunghissimo, su quali sono le grandi opportunità di questi viaggi ecc. ecc. —, dovrebbe partire quantomeno dallo stigmatizzare, al di là di ogni partito, un modello culturale che è lontano anni luce da noi e che offende la nostra comunità, la nostra identità, il nostro modo di vivere.
Su questi versanti o ci si sta o non ci si sta! Ad esempio il Sindaco Alemanno invitando a Roma il Dalai Lama ha dato un segnale chiarissimo di tipo internazionale, Roma è la capitale.
Quindi uno o sta da una parte della barricata o sta dall’altra. Se lei vuole stare dalla parte dell’opportunismo, cioè che pur di rimediare un po’ di vantaggio per qualche azienda marchigiana in Cina si debba assolutamente evitare di prendere della posizioni morali, bene, ma sappia che qui ci sono dei Consiglieri regionali che non sono disposti a questo.
Quindi vi dovete confrontare si chi ci sta e chi non ci sta. Io personalmente sul discorso della Cina non sono più disposto ad avere questo grande complesso di inferiorità che ha quest’assise politica, bisogna dare un segnale forte e chiaro sul fatto che per dialogare ci vuole innanzitutto la dignità e il rispetto della persona umana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Voglio lanciare ai colleghi una riflessione. Qualcuno qui è di lungo corso, e mentre parlava l’Assessore Marconi si riaprivano i ricordi su certe pagine degli anni ottanta e novanta, sottolineate anche dai capelli grigi. Ricordo che nei Consigli comunali eravamo divisi, c’era chi era a favore di un fronte chi di un altro.
Auspico allora, essendo ormai l’anno 2010, che in questa Assemblea legislativa riusciremo a superare tutte quelle pastoie che nel passato ci hanno tenuti avvinghiati a certi copioni.
Prima per un mancato tempismo non l’ho proposto, ma secondo me con un accorgimento nel Regolamento oggi avremmo potuto fare una discussione unica su entrambe le mozioni e poi con autonomia di votazione su ognuna.
Questo è per dire che dovremmo superare le divisioni di cui abbiamo risentito nel passato.
Faccio ora un riferimento culturale, e lo dico a quelli che sono di tradizione democratico-cristiana, e lo faccio solo per far capire, senza voler minimamente mancare di rispetto. Ossia, se oggi fosse stato presente Giorgio La Pira avrebbe invitato sicuramente il Dalai Lama. Lui invitò Ho Chi Minh quando tutto il mondo occidentale condannava il Vietnam, questo perché pensava ci fosse un’ingerenza indebita degli Stati Uniti. Fece scandalo. Credo che tutti quelli che tengono ai diritti della libertà e della dignità dell’uomo non avranno dubbi che se oggi ci fosse stato Giorgio La Pira avrebbe invitato il Dalai Lama. Avendo conosciuto gli scritti e il suo pensiero io sono sicuro di questo, mi prendo la responsabilità dell’interpretazione.
Quindi all’Assessore Marconi rimprovero soltanto che forse, sedendo sui banchi della maggioranza e avendo una funzione esecutiva di grande responsabilità, è condizionato un po’ da un atteggiamento pragmatista.
Perché dico questo? Quando negli anni ottanta nei gulag veniva perseguitato Solgenitsin e Andreotti trattava con l’Unione Sovietica con Gromyco, tutti i Consigli comunali, provinciali – il PCI aveva qualche problema, ma ammetto che alla fine su Solgenitsin votava –, le assemblee studentesche, ecc., facevano arrivare da questo Paese nelle mani del ministro degli esteri italiano tale messaggio.
Oggi la globalizzazione, purtroppo, impone di trattare a livello commerciale ed economico con governi dittattoriali. Questo non fa scandalo, certo, però poi dobbiamo anche far giungere - non solo a quei Governi, parliamoci chiaro – , il messaggio culturale sui diritti e su cosa ne pensiamo noi, lo dobbiamo comunicare ai nostri giovani, ai nostri cittadini, deve essere una nostra missione.
Cioè, l’economia oggi ci impone di trattare con quel tal Stato africano che sappiamo benissimo adotta la tortura, ma ha le risorse, le materie prime. Benissimo, lo facciamo, ma ai nostri cittadini dobbiamo anche dire che quello non è un modello. Non dobbiamo fare certamente i censori moralisti ed essere noi depositari del giudizio sul bene e sul male, ma far passare il messaggio culturale sui diritti sì. Agli Stati Uniti non glielo diciamo! Tante volte ci sono state risoluzioni di organismi internazionali che hanno detto agli Stati Uniti che la pena di morte è un atto incivile, l’abbiamo votate anche noi. Quindi, seppure con la stretta parentela, glielo diciamo, non c’è nessun problema, non c’è da farsi scrupoli.
A me preoccupa solo una cosa – ora la Consigliera Ortenzi non c’è –, questo sì che mi preoccupa! Non facciamo che se un Governo è forte ci trattiamo di più perché serve alla nostra economia però poi stiamo più in soggezione, mentre se un Governo è più debole, ci trattano solo dieci imprese in Italia e due nelle Marche, ci sentiamo più forti. Questo assolutamente no! Perché dittatura, tortura, razzismo, repressione, violazione di diritti è uguale sia nel Burkina Faso sia in Cina, anche se del Burkina Faso ce ne infischiamo mentre con la Cina ci trattiamo tutti i giorni!
Se ci chiariamo questo tra noi poi non ci divideremo su cose che penso siano per tutti anacronistiche. Sappiamo benissimo tutti dove c’è la violazione dei diritti e quindi dobbiamo dirlo. Dobbiamo dirlo! Ai ragazzi che vengono a visitare questa Aula dobbiamo dire che qui noi scriviamo le leggi, ma poi dobbiamo anche avere il coraggio, avendo comunque una funzione sussidiaria anche nell’educazione — senza volerci sostituire alla famiglia, la nostra funzione è un’altra - di lanciare certi messaggi, dobbiamo avere il coraggio di dire dove vediamo che c’è violazione di diritti, prendendoci la responsabilità di quello che diciamo.
Pertanto oggi si è sbagliato a contrapporre le due mozioni, è stato sbagliato farlo anche magari solo per il metodo. Secondo me potevamo fare una discussione a voci unificate e poi fare una votazione dall’esito favorevole e unanime.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Anch’io sono per l’affermazione dei diritti umani ogni volta che si può dove si può.
Fortunatamente dal dopoguerra la legislazione riguardo i diritti umani ha preso forza, è diventata vincolante, eticamente è anche superiore alle legislazioni nazionali, i suoi contenuti riportano valori che derivano non dalle leggi bensì da ciò che è condiviso dall’assise dei popoli.
Quindi il richiamo al rispetto dei diritti umani deve essere fatto ogni qual volta c’è una violazione.
Il problema forse è un altro, la puntualità dell’accusa. Ossia il fatto che nei confronti di uno Stato non si rimane su generiche accuse, si va all’accusa senza riconoscere anche quello che è stato fatto. Sicché ritengo che la puntualità e la precisione dell’accusa sia un aspetto molto importante.
In questa mozione nella prima parte viene individuata benissimo la figura del dissidente, è individuata benissimo la repressione del popolo tibetano, quindi lo condivido senz’altro, mentre il legame tra le commemorazioni e la fine della repressione in Cina mi sembra non conciliabile proprio per dimensione. Le repressioni in Cina sono una cosa immane! Invece le commemorazioni di Padre Matteo Ricci sono il riferimento ad un uomo del dialogo, per noi sono un’occasione di dialogo per dire che occorre rispettare i diritti umani.
Quindi dire: “se non fate questo noi con voi non ci parliamo” è rifiutare proprio quel dialogo necessario proprio per parlare di diritti umani.
Secondo me nel secondo punto di questa mozione bisognerebbe mettere: “impegna la Giunta affinché all’interno delle commemorazioni, ecc. ecc., ci siano anche delle iniziative riguardo al tutela dei diritti umani in Cina, ossia le testimonianze di chi in Cina si batte per la libera espressione del pensiero oppure per la libertà di stampa o per la libertà di associazione”. E’ un punto che dovrebbe essere articolato un po’ meglio.
Di solito non lo faccio, ma mi permetto anche di dire che non condivido l’approccio dell’Assessore quando dice che non bisognerebbe mai parlare perché da tutte le parti c’è qualcosa che non va bene. In questo modo, però, non ci sarebbero né contaminazioni tra le varie culture né possibilità di andare a stabilire delle regole comuni tra i popoli, importanti certamente nel confronto ma soprattutto in quelle relazioni che permetteranno poi di risolvere i conflitti.
Il problema è infatti sia la gestione delle guerre, sia la gestione delle grandi crisi democratiche, ma anche delle grandi crisi a causa delle carestie oppure della fame, o ancora, la gestione degli effetti devastanti dei cambiamenti climatici che portano a milioni di rifugiati, a milioni di rifugiati politici per le condizioni di dittatura.
Pertanto condivido ogni qual volta si vuole lanciare un appello, però mi piacerebbe si facesse senza contrapposizione bensì lanciando una sfida per andare a testimoniare anche andando oltre nel confronto tra diverse culture, popoli e nazioni nella loro gestione democratica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Mi spiace che in questo momento non sia in Aula l’amico Francesco Massi, ma voglio sottoscrivere dall’inizio alla fine tutte le sue parole.
Avevo suggerito al presentatore della mozione, Consigliere D’Anna, proprio perché capisco l’importanza della convinta affermazione dei princìpi di democrazia e di rispetto dei popoli e delle persone, di scindere, appunto, la riaffermazione dei diritti umani in Cina dall’iniziativa di commemorazione di Padre Matteo Ricci uomo del dialogo.
La lotta per l’affermazione della democrazia e per il rispetto dei diritti delle persone e dei popoli passa per azioni eclatanti e per azioni di costruzione culturale.
Noi apprezziamo moltissimo sia quello che sta facendo la Regione Marche e il Presidente Spacca nel difficile, lento tentativo mondiale di aiutare il popolo cinese e i suoi governanti a progredire verso la democrazia, come sottoscrivo anche i princìpi contenuti in questa mozione. Però, visto che credo che il Consigliere D’Anna sia uomo franco, con la stessa franchezza gli dico che non si fa strumentalizzazione su princìpi di questo tipo.
Pertanto l’emendamento che ci propone non convince, io sono dell’idea che i due aspetti vadano scissi.
Certamente occorre una difesa forte di chi viene perseguitato in Cina, ma mi permetto di aggiungere – ma di questo non ne faccio un problema, farò un’altra mozione se e quando lo riterrò opportuno – che oltre al popolo Uiguro e Tibetano in quel Paese anche tutta la comunità cattolica cinese, seppure in fasi più virulenti o meno virulenti, viene tartassata. E chissà quanti altri popoli, che né io né il Consigliere D’Anna conosciamo, vengono perseguitati.
Quindi sul principio sono completamente d’accordo, però la mozione la voteremo solo se ci sarà un emendamento che scinderà le due cose.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Vorrei partire dalle considerazioni fatte ora dal Consigliere Eusebi.
Questa Giunta regionale ha fatto uno sforzo, anche la stessa Assemblea legislativa è riuscita a valorizzare una figura storica di grande spessore umano e culturale come quella di Padre Matteo Ricci.
L’abbiamo fatto attraverso le forme che siamo riusciti a mettere in campo. Peraltro dico finalmente, infatti era una figura che nemmeno io più di tanto conoscevo rispetto agli ottocento anni di storia che hanno accompagnato anche i nostri territori.
Padre Matteo Ricci è un personaggio che se adeguatamente promosso e riportato agli onori anche da un dibattito culturale e storico potrà dare lustro a questa regione, al Paese intero.
E da dove si può valorizzare Padre Matteo Ricci se non dal luogo nel quale più di altre personalità di fama mondiale negli anni hanno calcato le scene? Dalla Cina! Anzi, come ricorda spesso il Presidente Spacca, in quel Paese è più noto Padre Matteo Ricci che Marco Polo. Cosa che a noi sorprende un po’. Lì si fanno iniziative costanti e continue per valorizzare questa figura piuttosto che altri grandi personaggi della storia . E’ così!
Quindi se riuscissimo a cogliere questo aspetto nella sua essenza capiremmo che bisogna continuare a valorizzarlo.
Vorrei ricordare a molti di voi – ma voi l’avete fatte insieme a me – che le battaglie per i diritti umani mi hanno visto partecipare a manifestazioni, camminate, iniziative di ogni genere, discussioni a livello internazionale, sono stati raccolti gli appelli europei, dell’ONU, delle grandi potenze di questo mondo, dei propri partiti.
Insomma, sui diritti umani tutti da tanto tempo abbiamo fatto battaglie politiche .
Allora per quale motivo dovremmo per forza tenere insieme due questioni che sono per loro natura divise. Quindi o le separiamo, come diceva il Consigliere Eusebi, o almeno usiamole in maniera positiva. Dovremmo decidere di non commemorare una figura marchigiana di questo tenore solo perché, o anche perché, non siamo in grado di denunciare fenomeni che avvengono in Cina?! Lo possiamo fare in maniera separata.
Vogliamo stigmatizzare ancora di più, con questa mozione o con un’altra mozione oppure con una seduta monografica, insomma, con un’iniziativa più forte ancora per condannare ciò che quel Paese fa? Facciamolo domani! Ma non facciamolo usando Padre Matteo Ricci, ovvero quel personaggio che sul campo culturale e storico può sicuramente valorizzare di più la nostra regione. Ci vogliamo dare la zappa sui piedi?! Dovete allora essere in grado di separare le due questioni. Dobbiamo quindi continuare a denunciare in Cina, come altrove, come ha ricordato in parte anche l’Assessore Marconi, i fenomeni che ledono i diritti umani, ma non dobbiamo farlo per forza strumentalizzando proprio un aspetto che, ripeto, è sicuramente un elemento di crescita di questa nostra regione.
Credo che sia un errore, a meno che non lo si ponga in positivo, ossia trovando le formule adeguate, magari usare la commemorazione per fare un atto di denuncia, poi il Governatore quando andrà in quei luoghi troverà le parole adeguate. Ma non si può fare una mozione che invita a non commemorare per il fatto che là accade un problema del tipo che si è detto. Ritengo sia una cosa veramente ma veramente grave.
Per cui se non verrà tolto quel riferimento anch’io ritengo opportuno non votare questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. E’ l’ennesima prova muscolare, siamo rimasti solo in quindici, ma ancora muscolarmente ognuno trova una scusa. Sono passati circa quaranta minuti da quando il Consigliere D’Anna ci ha detto che si poteva modificare l’oggetto della mozione. Così propose: “Rispetto dei diritti umani in Cina, un modo per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Certamente si possono contestare le idee, capire i passaggi, gli sviluppi. Io sono uno, come diceva il Consigliere Massi, di quelli che ha i capelli un po’ grigi, è un eufemismo, quindi mi ricordo di quando nel 1976 non dovevamo andare a giocare la coppa Davis in Cile. Ve lo ricordate? Perché il Cile era un Paese che aveva soppresso le libertà democratiche. Sbaglio? Non andavamo a giocare in Cile! Ed il Cile che rapporto aveva con l’Italia? Lasciamo perdere!
Oggi siamo di fronte a un altro problema, c’è un grande business, ma nessuno dice che non ci deve essere il grande business, si deve solo dire, come ha detto qualcuno prima sicuramente meglio di me, che si deve cogliere l’occasione per far presente questa realtà. Ma a qualcuno questo forse ancora dispiace! Quelle code di paglia che ci sono sempre state, quell’ excusatio non petita, accusatio manifesta, oggi ci dicono che dobbiamo aiutare i governanti cinesi e aiutare il popolo cinese verso la democrazia. Semmai dovremmo aiutare il popolo cinese verso la democrazia, perché i governanti cinesi sono proprio quelli che la sopprimono. O vogliamo discutere anche su questo! I governanti cinesi sopprimono la democrazia e noi li vogliamo addirittura aiutare! Ci viene solo da ridere!
Poi c’è la prova muscolare di chi invece, moderatissimo, si accorge addirittura che la mozione non serve a niente, anzi, che è ridicola – il Consigliere Bucciarelli un quarto d’ora prima diceva che non aveva senso parlare della mozione, tanto era come se non esistesse –, poi la stessa persona ci dice tutto questo dopo aver votato la mozione precedente della Consigliera Ortenzi! Vorrei sapere perché l’Assessore Marconi non si era posto questi stessi problemi quando votava la mozione della Consigliera Ortenzi! Forse perché il Perù gli era più o meno simpatico rispetto alla Cina?!
E’ l’ennesima prova muscolare. Vi rendete conto che stiamo veramente perdendo tempo! Continuate in questo modo!
Invito quindi il Consigliere D’Anna, per quello che può, a mantenere la mozione solo modificata da questo semplice emendamento: “Il rispetto dei diritti umani in Cina un modo per commemorare Padre Matteo Ricci”.
Cerchiamo dunque di essere realisti e di renderci conto di queste cose.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Prendo atto che ci sono anche all’interno di questa Assemblea delle forze politiche che sul territorio italiano sono contro l’aborto, mentre sul territorio cinese tollerano addirittura quello forzato, ovvero quello che succede soprattutto ai tibetani ma che è imposto anche ad altre popolazioni. Mi sembra assurdo!
Apprezzo invece l’intervento del collega Eusebi che ha parlato della Chiesa cattolica, io questo argomento non ho inserito ma sicuramente è da tenere in considerazione; addirittura in passato alcuni vescovi sono stati ordinati dai cinesi.
Ma la cosa che non accetto da nessuno è quando si dice che qui si vuole fare della strumentalizzazione. Forse con alcuni non ci conosciamo, però il sottoscritto per quanto riguarda il Tibet – può valere poco o niente – ha partecipato a manifestazioni, è andato a Roma, è andato in Tibet, ha persino contestato quando è arrivato l’ambasciatore cinese. Quindi, mi dispiace, potrete parlare di strumentalizzazione solo quando ci conosceremo meglio, ma il rispetto delle serie intenzioni ci deve comunque essere. Ognuno ha la propria visione di vita e della politica, ma, se permettete, la strumentalizzazione è una cosa mentre quello che ci si sente dentro è un’altra. E qualcuno può avere anche la voglia, la capacità, in qualche caso anche il coraggio, di dire chiaramente come stanno le cose, semmai mi dispiace per quelli che nei confronti delle problematiche non hanno questo tipo di atteggiamento.
Questa è una questione seria, è un’opportunità che abbiamo, e lo possiamo fare rispetto ad altre realtà del mondo proprio perché con questa realtà abbiamo innescato una serie di contatti non solo economici.
Pertanto ritengo che questa mozione possa essere un’occasione per dare un segnale di un certo tipo, perché, attenzione, chi sopporta i soprusi che vengono fatti all’estero poi sopporta anche quelli che gli sono più vicini e forse si ferma solo quando arrivano nella sfera personale!
Dunque pensare che sia una realtà molto lontana è pericoloso. Qui andiamo in Chiesa ad osannare i Santi, il Cristo, la Madonna, però poi in quei paesi dove obbligano l’aborto, visto che sono molto lontani da noi e dove lì la gente ha gli occhi a mandorla, si può fare, è tollerato, tanto, si dice, il mondo non cambia. Invece cambia!
Ad esempio tutte le posizioni prese nei Consigli comunali, magari anche attraverso mozioni come queste, soprattutto dai cinesi sono state interpretate in un certo modo. Anzi, qualcuno era arrivato a parlare anche di quando venne l’ambasciatore cinese e che non si era fermato a Fabriano perché era stato contestato dal sottoscritto e da altri — io non mi ritengo talmente importante da aver influito nella decisione —. Quella sì che fu strumentalizzazione! Invece ognuno deve poter avere il diritto di dire le cose come stanno .
Quindi, visto che interessa aprire questo percorso, questo dialogo, ho presentato, come ho già detto, un emendamento che si basa anche sui vostri suggerimenti. Ora però a questo dovremmo anche dare un senso, ossia, se Padre Mattei Ricci era un uomo del dialogo, il dialogo vuol dire anche il rispetto dei diritti umani.
PRESIDENTE. Do lettura dell’emendamento presentato dal Consigliere D’Anna:
L’oggetto della mozione è così modificato: Il rispetto dei diritti umani in Cina un modo per commemorare Padre Matteo Ricci.
Nel dispositivo dopo “Impegna” il punto 2 è così modificato: Chiedere la fine della repressione in Cina per commemorare la memoria di Padre Matteo Ricci uomo del dialogo.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Mozione n. 6. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. A questo punto vorrei avere lumi dai Consiglieri su come procedere nei lavori. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Presidente, ci sono iscritte tre mozioni generiche ma molto significative, una è quella sull’attuazione dei diritti delle persone con disabilità, l’altra riguarda il fenomeno droga, la terza è sull’ambiente, paesaggio ed erosione marina.
Sono mozioni, Presidente, che andrebbero approfondite e possibilmente affrontate anche con proposte concrete. Quindi chiedo di sospendere la seduta per fare in modo si possa preparare l’intervento con la dovuta documentazione. Certamente, Presidente, sono anche disposto ad affrontarle, ma considerato che sono, ripeto, molto significative andrebbero discusse ampiamente.
PRESIDENTE. La sua è quindi una raccomandazione?
Massimo BINCI. Sì, ossia, anche se decidessimo di andare avanti nei lavori dovremmo comunque approfondire.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. La mia proposta, Presidente, avendo sentito anche altri componenti del Gruppo, è quella di concludere ora i lavori, abbiamo impegni con associazioni e convegni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Presidente, sinceramente sono un po’ stupefatto! Fino adesso abbiamo parlato del sesso degli angeli, quando invece sul tavolo ci sono dei problemi veramente urgenti.
Noi finora abbiamo parlato dei diritti umani della Cina, quando io proprio adesso ho parlato con alcuni agricoltori che hanno dei problemi urgentissimi. All’ordine del giorno c’è il tema sull’erosione marina, e l’erosione a Fano sta veramente dilagando, c’è gente che ha l’acqua dentro casa.
Abbiamo parlato due ore dei diritti umani, facciamo un convegno su queste cose! Non dovremmo impegnare l’Assemblea legislativa per un qualcosa che non è contingente alla realtà della vita dei nostri cittadini. Trovo veramente vergognoso che abbiamo parlato due ore di cazzate!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, si lasci consigliare in modo amichevole, usiamo in quest’Aula una terminologia consona!
Roberto ZAFFINI. Presidente, ho voluto usare un termine volutamente pesante, perché effettivamente nel dire ad alcune persone che mi hanno telefonato che qui si stava ancora parlando di questa cosa, mi sono sentito rispendere: “Ma come, qui noi…!”. Ma ci rendiamo conto! Abbiamo il tema dell’erosione marina! A Fano e Marotta sono arrivati veramente ad un limite da non poter sopportare più. Non possiamo dire ai nostri cittadini che siamo stati qui mezzo pomeriggio solo a parlare della Cina! Ma scherziamo, Consiglieri!
PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, io ho solo rispettato l’ordine delle mozioni presentate dai Consiglieri, ma sono disponibile a proseguire ad oltranza, ho anche chiesto informazioni alla dott.ssa Santoncini sulla seduta in notturna, una cosa che si può fare benissimo. Però visto che qualcuno mi aveva sollecitato la chiusura perché ci sono degli impegni, a quel punto ho ritenuto opportuno rivolgermi all’Assemblea per cercare di capire. L’ho fatto perché si vogliono comprendere anche le esigenze dell’Assemblea.
Comunque, ripeto, per quanto mi riguarda non ho impegni fino a notte inoltrata, quindi mi dovete dire voi se vogliamo sospendere ora i lavori per riprenderli la prossima seduta oppure se continuare. (…) Prego, Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Presidente, andiamo avanti con la mozione sull’erosione marina.
PRESIDENTE. Però, Consigliere D’Anna, visto che c’è la proposta di sospensione del Consigliere Massi e considerato che non c’è neppure l’accordo, la porrei in votazione. (…) Prego, consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Potremo anche andare avanti fino a notte fonda, ma normalmente per sensibilità reciproca, quando il Capogruppo di un partito importante di opposizione chiede la sospensione per impegni istituzionali, è ovvio che bisogna darne atto. E’ una cosa che capita reciprocamente. Quindi se alcuni Consiglieri di maggioranza o di minoranza chiedono la sospensione per impegni importanti istituzionali o convegnistici non si può che prenderne atto.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Massi di chiudere la seduta.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta. Buona serata a tutti e grazie.
La seduta termina alle ore 16,50