Resoconto della seduta n.110 del 23/05/2023
SEDUTA N. 110 DEL 23 MAGGIO 2023

La seduta inizia alle ore 14:45

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 110 del 23 maggio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 109 del 16 maggio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Interrogazione n. 746
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Interventi regionali per contrastare la carenza di acqua potabile nelle Marche, in particolare nella provincia di Pesaro e Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 746 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Per quanto riguarda il punto 1, quando si parla dello sfangamento dei bacini nella provincia di Pesaro Urbino, proprio in questo momento è in corso una riunione tra Enel Green Power ed i miei uffici per poter portare avanti l’esecutività progettuale ed autorizzativa di quello del Furlo, perché l’ipotesi è sfangamento del Furlo entro il 2024, poi procedere a quello di San Lazzaro di Fossombrone 2025/2026 e successivamente a quello di Tavernelle 2027/2028 per arrivare al 2029, quando scadrebbe la convenzione, con i bacini completamente puliti.
Per quel che riguarda invece il punto 2, se è stato avviato il rinnovo della rete acquedottistica della provincia di Pesaro Urbino per ridurre le perdite, tramite il fondo di sviluppo regionale Fesr 2021/2027 noi abbiamo previsto 9 milioni di euro da elargire, tramite bando, con gli Ambiti territoriali ottimali e/o i soggetti gestori sul territorio, proprio per far sì che si possano migliorare le reti acquedottistiche ed evitare le perdite.
In questo senso già la delibera di Giunta n. 1761/2022 aveva previsto un primo stanziamento di 600 mila euro, anche su questi ci si appresta ad uscire con i bandi.
Al punto 3 “se eventualmente anche con il sostegno della Regione o con l’attivazione di finanziamenti statali o europei, sono state avviate opere di interconnessione degli acquedotti”, un progetto di digitalizzazione della rete, come prevede il Pnrr, è stato presentato, comprendeva la distrettualizzazione delle reti, l’inserimento di telecontrolli, un sistema avanzato di ricerca perdite ed io ho ritenuto assolutamente necessaria anche la sostituzione di tratti di rete, purtroppo il progetto, seppur valutato positivamente dalla Commissione Pnrr, non è rientrato nei progetti finanziati dal Ministero delle infrastrutture, quindi mi duole dire che in questo senso non si è previsto un finanziamento per lo meno di una certa grandezza a livello statale o europeo.
Al punto 4 “se si intende sostenere gli enti di governo d’Ambito nell’attuazione delle linee di pianificazione”, la Regione Marche in attuazione del decreto 30/2011 si confronta continuamente con gli Ato sulla programmazione degli interventi sia per gli acquedotti che per i sistemi di depurazione delle acque, infatti tali interventi incidono sull’approvvigionamento idrico, sulla sua qualità erogata ed ovviamente sulla disponibilità della risorsa.
Per quel che riguarda i finanziamenti attuativi, sono fondi strutturali sui quali prima ho dato già risposta, sui 9 milioni, sui 600 mila e su quelli per cui il Pnrr, purtroppo, come ho detto prima, non ha accettato la progettualità.
Al punto 5, “se si ritiene altresì necessario attivare strategie di medio e lungo periodo in contrasto alla scarsità dell’acqua, in sinergia con le Ato”, la Direzione ambiente risorse idriche ha redatto una prima versione del Piano di bilancio idrico per avere dati quantitativi affidabili e procedere con la pianificazione regionale per la gestione degli acquedotti in collaborazione con le Ato.
La realizzazione di nuovi piccoli invasi in una prima fase era stata presa in considerazione, ma una analisi ancor più di dettaglio ha ritenuto non percorribile l’ipotesi di una serie di piccoli invasi lungo i corsi d’acqua per una serie di costi e soprattutto per la successiva difficoltà di gestione. E’ più praticabile nell’immediatezza la pulizia, come ho detto prima, degli invasi esistenti e per quel che riguarda la provincia di Pesaro Urbino - ci arriverò anche nella successiva interrogazione - recuperando le parti dei bacini che attualmente sono intasate dai detriti, si potrebbero recuperare metri cubi sufficienti per un fabbisogno della provincia di Pesaro Urbino di 40 giorni. Questo vuol dire che se si ha una scorta ulteriore, che dura 40 giorni … E’ difficile avere una crisi idrica che perduri così tanto, di conseguenza basterebbe la pulizia di questi tre invasi nell’immediatezza per affrontare al meglio questa tipologia di crisi e di difficoltà.
L’ultima cosa, “se si ritiene opportuno istituire quanto prima un tavolo regionale con gli enti di governo degli Ambiti territoriali”, la legge 30/2011 all’articolo 3 prevede la Conferenza regionale del servizio idrico integrato, la quale svolge il ruolo di coordinamento giustamente auspicato ed in questo caso mi faccio carico di convocarla.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta.
E’ mancata la risposta, ma ovviamente capisco che i tempi sono brevi. Avevo chiesto anche se si sta pensando di puntare anche sull’acqua marina da dissalare, in particolar modo per le situazioni di emergenza.
Continuo a ribadire che dal mio punto di vista, soprattutto per le situazioni di emergenza e soprattutto per la costa, per non pesare troppo sull’entroterra per la quantità d’acqua che viene utilizzata anche durante la stagione estiva, avvierei un progetto di potabilizzazione di acqua marina, o meglio farei in modo che si potesse finanziare, con risorse europee o altri tipi di finanziamenti, in maniera tale da incentivare la Ato a fare anche questo tipo di progetti.
Per quanto riguarda lo sfangamento, lei ha detto giustamente che se venissero fatti questi lavori ci sarebbe acqua a sufficienza, purtroppo questi lavori, che sono stati già annunciati lo scorso anno, non sono neppure partiti ed Enel ad oggi ha fatto solamente un progetto per quanto riguarda il Furlo e non ha neppure avviato un progetto di fattibilità per quanto riguarda San Lazzaro e Tavernelle.
Quindi, verrà anticipato il Furlo e mi auguro anche San Lazzaro ed alla fine finiranno nei tempi previsti, cioè entro il 2029, così come prevede la concessione.
Chiedo alla Regione di attivarsi con più forza, di chiedere ad Enel di fare uno sforzo, anche perché sono state approvate, purtroppo da una parte e per fortuna dall’altra, normative legate all’emergenza che consentono procedure molto più semplificate.
L’Ato ha partecipato al bando del Pnrr ma sfortunatamente non è stato finanziato. Ricordo che solo l’Ato di Pesaro gestisce 5.000 chilometri di rete e siccome per ogni chilometro ci vogliono circa 100 mila euro, indicativamente per rinnovare la rete servono 500 milioni di euro, per rinnovarla tutta. E’ vero che se prendeva 30 milioni era già un primo passo, ma non sarebbero stati sufficienti per rinnovare realmente la rete.
Occorre puntare sull’interconnessione e ritengo che sia opportuno proseguire con l’opera di ricerca che l’Ato sta facendo con le Università.
Mi auguro che anche il nuovo Piano di bilancio idrico, di cui parla, l’Assessore sia il piano degli acquedotti che è fermo al 1967 e preveda anche la possibilità di realizzare nuovi bacini nel nostro territorio, al di là del numero perché non sono io a doverlo dire, non spetta a me, però la creazione di nuovi bacini darebbe sicuramente una risposta importante per far sì che l’acqua non venga buttata.

PRESIDENTE. Colgo l’occasione per rivolgere al Presidente della III Commissione Serfilippi ed alla sua compagna le più sentite felicitazioni per essere divenuti genitori. Chiedo scusa al Consigliere per non averlo fatto nella precedente seduta, di nuovo tanti auguri da parte di tutti i Consiglieri e miei personali.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Presidente, avrei bisogno di delucidazioni perché dall’ordine del giorno che ci è stato fornito, le interrogazioni nn. 746, 789 e 792 sono abbinate. Adesso abbiamo avuto la risposta e la controreplica da parte del Consigliere Biancani della prima interrogazione, che è stata scissa dalle altre due.
La mia è stata arbitrariamente legata a quella della Consigliera Bora, che non è in Aula. Vorrei ricordare che le domande che ho fatto riguardano esattamente lo sfangamento degli invasi ed il contenimento della dispersione idrica, quindi più o meno sono le stesse domande che ha fatto il Consigliere Biancani, lui ha potuto replicare ed io in teoria da quello che dice lei non ho avuto la risposta e non posso replicare.
Mi sembra una gestione particolare in base a quello che ho scritto qui, che è stato predisposto dagli uffici, quindi chiederei per favore un chiarimento in proposito. Grazie.

PRESIDENTE. Abbiamo sempre applicato la prassi nell’ambito delle interrogazioni che possono essere posticipate o anticipate per consentire ai primi firmatari delle interrogazioni di essere presenti in Aula per la replica, quindi, attendiamo l’arrivo della Consigliera Bora che a minuti sarà qui per consentire lo svolgimento dell’interrogazione n. 789 abbinata alla n. 792, ai sensi dell’articolo 140 del Regolamento interno.
Le interrogazioni nn. 789 e 792 riguardano la crisi idrica nella regione Marche. L’abbinamento è per oggetti analoghi, se non identici, mentre la n. 746 riguarda solo la provincia di Pesaro Urbino, ecco perché non è stata abbinata alle altre due.
Nel frattempo andiamo avanti con l’interrogazione 753, poi vedremo se rientra la Consigliera Bora. Appena svolta l’interrogazione n. 753 decidiamo se proseguire o meno.

Interrogazione n. 753
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Linee di indirizzo per la rigenerazione del tessuto socio-economico delle aree del sisma Centro Italia ed eventuale istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 753 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono uno strumento nazionale di sviluppo territoriale, dalle caratteristiche ben definite e di avvio operativo abbastanza recente. Le ZES sono basate su delimitazioni territoriali puntuali e limitate, all'interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Tuttavia, l'elemento basilare della ZES è la dimostrazione di un nesso economico funzionale fra i territori coinvolti e un'area portuale coerente con il regolamento UE 1315/2013 (rete TENT); in altri termini è richiesta una focalizzazione strategica su un'area portuale, su territori con un nesso economico funzionale rispetto ad essa e su infrastrutture ad essa riferibili. In effetti lo "spirito originario" delle ZES, come delineato a livello comunitario e nazionale, è quello di sostenere le cosiddette aree retroportuali, quali strade, ferrovie, infrastrutture di servizio, aree industriali, ecc. Tutti questi elementi rendono molto mirata la concreta applicabilità dello strumento.
Le ZES sono state formalizzate nel quadro normativo italiano in coerenza con la cornice definita a livello internazionale e comunitario. L'attuale quadro normativo nazionale è essenzialmente costituito da:
• decreto legge 20 giugno 2017 n. 91, in particolare gli articoli 4 e 5;
• DPCM 25 gennaio 2018;
• legge 27 dicembre 2017 n. 205, articolo 1, commi 61-65;
• decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile di concerto con il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, 3 dicembre 2021.
In particolare, il decreto interministeriale del 3 dicembre 2021, riferito alle risorse del Pnrr, rappresenta un punto di caduta rilevante di un lungo iter a livello centrale, avviato dalle proposte presentate dalle singole Regioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tale decreto interministeriale ha infatti formalizzato un insieme chiuso di otto ZES sul territorio italiano, riferite alle regioni del Mezzogiorno ed ha contestualmente assegnato le risorse disponibili per un ammontare di 630 milioni di euro, a valere sull'intervento M5C3-11 - Investimento 4 "Interventi infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (ZES)" del Programma nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
In coerenza con il quadro normativo, il citato decreto, ha destinato tali risorse ad interventi relativi a collegamento di ultimo miglio con porti o aree industriali; digitalizzazione della logistica, o urbanizzazioni green o lavori di efficientamento energetico; rafforzamento della resilienza nei porti.
Sia prima che dopo la risoluzione n. 20/2021 dell'Assemblea legislativa regionale, la Giunta ha proseguito l'approfondimento tecnico politico condividendo la fattibilità della ZES Marche con la Camera di Commercio delle Marche e le organizzazioni economiche e sociali del territorio.
A seguito degli intensi contatti del governo regionale (sia a livello di Assemblea legislativa che di Giunta), volti ad estendere anche al territorio marchigiano le opportunità connesse alla costituzione di una ZES, e le strutture competenti del governo (Dipartimento per la Coesione territoriale della Presidenza del Consiglio e Agenzia per la Coesione territoriale), al fine di avviare la candidatura di una potenziale ZES Marche è stata individuata la Regione Marche in quanto regione "in transizione" (a seguito dell'adozione dell'Accordo di partenariato per la programmazione 2021-2027 il 19 luglio 2022).
Si attende la modifica del DPCM 25 gennaio 2018 che riordina la disciplina sulle ZES/ZLS che andrà ad individuare le Regioni che possono candidarsi e la superfice massima ammissibile.
La modifica del citato DPCM è il risultato delle criticità evidenziate nelle 8 ZES esistenti. Lo stesso DPCM riordina le procedure, le condizioni e le modalità per l'istituzione delle ZES formalizzando per tutte le Regioni "meno sviluppate" e "in transizione" la superfice territoriale realmente ammissibile che per le Marche potrebbe essere di circa 1.786 ettari pari allo 0,19% del totale del territorio marchigiano.
In conclusione, si evidenzia come i punti 3 e 4 della citata risoluzione n. 20/2021 riferiti alle ZES si inserissero nell'approccio complessivo di azioni statali rivolte al rilancio economico e sociale delle aree maggiormente colpite dal sisma 2016, rispetto alle quali si può dar atto al Governo nazionale ed al Parlamento di aver assicurato e di continuare ad assicurare attenzione alle esigenze della ricostruzione e dello sviluppo nelle aree del cosiddetto cratere, tramite assegnazioni di risorse finanziarie oggettivamente inedite e provvedimenti in deroga rispetto a standard normativi statali.
Tra i possibili strumenti di rilancio del territorio, si ribadisce pertanto la volontà della Giunta regionale di esplorare anche la fattibilità dell'istituzione di una ZES rivolta alle aree sisma, laddove le procedure e le modalità definite nel nuovo DPCM di riordino della normativa per le ZES consentano di operare in maniera efficace a favore dell'area.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Buongiorno, Presidente. Buongiorno a tutti.
Grazie, Assessore, perché ha ricordato in maniera didattica che cosa sia la Zes, forse ne sentivamo la mancanza, però mi sembra di poter concludere dalla risposta dell’Assessore che la Giunta regionale e il Governo nazionale abbiano le idee molto confuse sulla Zes e alla fine, come ha detto la Senatrice di Fratelli d’Italia, non se ne farà nulla, dopo vi cito la dichiarazione.
Assessore, lei non c’era, ma c’è stato un bel dibattito, ricordo la mozione presentata dalle Consigliere Ruggeri e Lupini che alla fine ha prodotto una risoluzione che impegnava la Giunta ad attivare un tavolo istituzionale per l’istituzione della ZES all’interno del territorio regionale colpito dagli eventi sismici del 2016.
Devo dire che c’è stato anche un lodevole impegno, lo riconosco, di alcuni Consiglieri, in modo particolare della Consigliera Marcozzi. che oltre ad aver prodotto il testo base, si può definire così, della mozione, ha organizzato convegni, ha costruito percorsi. Ma la circostanza paradossale, almeno a mio avviso, è che la Senatrice di Fratelli d’Italia ha dichiarato il 14 marzo scorso che la ZES dà pochi margini di manovra, ci sono discorsi avviati, importanti per il nostro sistema produttivo, ma non nascondiamoci che ci sono delle difficoltà. Questo è il dato, Assessore, da proselitrice a soggetto destinatario della richiesta, la Senatrice di Fratelli d’Italia ha cambiato radicalmente e anche inevitabilmente opinione. Ci si accorge oggi che ci sono difficoltà e pochi margini di manovra, ma noi siamo qui, quindi, come suggerisce il Consigliere Cesetti, volevamo cambiare il mondo, ma inevitabilmente ci ha cambiato e non ne faremo niente.

Interrogazione n. 789
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Crisi idrica nelle Marche - provvedimenti”

Interrogazione n. 792
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Crisi idrica nella Regione Marche, a che punto lo stato degli interventi”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 789 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e l’interrogazione n. 792 della Consigliera Ruggeri, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Partendo dal punto 1 dell’interrogazione n. 789, con l’attuale periodo di programmazione PSR 2014/2022 e con il precedente 2007/2013 sono stati effettuati e sono in corso diversi interventi del Consorzio di bonifica delle Marche, prevalentemente per rendere la rete irrigua maggiormente efficiente sotto l’aspetto del risparmio di acqua e di risorse energetiche, attraverso la conversione dei vecchi canali a cielo aperto in tubature chiuse ed in pressione, quindi è stata fatta questa scelta.
Per quanto riguarda invece i tanto decantati 19 probabili siti individuati sin dagli anni ’70, gli approfondimenti di natura tecnica hanno portato negli anni ad abbandonare questa ipotesi, quindi ad oggi non c’è l’ipotesi dei 19 nuovi invasi, che erano stati pensati nei decenni scorsi.
Punto 2: quali sono i principali siti di invaso nella nostra regione e quali se ne stanno prevedendo. E’ chiaro che il più importante e più grande è quello di Castriccioni di Cingoli, che ha consentito l’infrastrutturazione irrigua di tutta l’area agricola della valle del Musone, per il suo completamento manca la realizzazione di un lotto che è in corso di esecuzione con finanziamenti del PSR nazionale ed un ultimo lotto presentato a finanziamento nel 2022. Oltre a questi sono in utilizzo, principalmente ad uso irriguo, ma anche idropotabile ed all’occorrenza anche per laminare le piene, gli invasi con dighe di Mercatale sul Foglia, San Ruffino sul Tenna, Gerosa sull’Aso e Rio Canale sul torrente omonimo.
Punto 3: al fine di aumentarne la capacità è stato redatto il progetto per lo sfangamento dell’invaso di Mercatale, quello sul Foglia, dell’importo complessivo di 6.164.000 euro, caricato sulla banca dati del Ministero dell’agricoltura ed in attesa di finanziamento, ma mi dicono comunque in una fase avanzata di previsione.
Punto 4: di fatto è lo stesso punto 1, dove mi chiedete sul reticolo irriguo di fermare le dispersioni. Ho detto prima che è proprio quanto è stato portato avanti e sta portando avanti il Consorzio di bonifica, tendenzialmente usando canalizzazioni chiuse e non più a cielo aperto.
Per quel che riguarda le questioni poste dalla Consigliera Ruggeri, al punto 1, quali azioni sono state adottate per aumentare il grado di resilienza, eccetera, la Regione, Direzione ambiente risorse idriche, ha sollecitato gli Egato a partecipare ai bandi per l’assegnazione dei fondi del Pnrr per il contenimento delle dispersioni idriche, anche attraverso il potenziamento dei sistemi di telecontrollo e di misura.
Hanno partecipato al bando nel 2022 i gestori degli Egato 1, 2, 4 e 5, per il territorio degli Egato 2 è stato assegnato un finanziamento parziale della proposta presentata per 14.195.000 euro, le altre proposte sono state ritenute ammissibili, ma non ancora finanziate, invece sui fondi Fesr 2021/2027 abbiamo previsto un intervento di 9 milioni di euro verso gli enti gestori e gli Egato, sui quali stanno partendo i bandi vocati ad evitare le dispersioni e le rotture lungo le tubature.
Anche qui ribadisco che con delibera di Giunta regionale del 2022 sono stati assegnati altri 600 mila euro, per i quali si stanno predisponendo i bandi.
Al punto 2 mi chiede quale intenzione ha l’amministrazione nel procedere alla programmazione delle attività di sfangamento per quel che riguarda il fiume Metauro ed i bacini dell’Enel, tutti i bacini, non quelli del Metauro. Faccio questa premessa, complessivamente nelle Marche abbiamo bacini con una superficie di 129.251 metri cubi ed i sedimenti all’interno di questi sono di 9.000.119 metri cubi, circa l’8%, quindi complessivamente non ci sono troppi “detriti” a livello di regione Marche, molto invece si concentra sul fiume Metauro dove, come lei ben sa, c’è la presa del potabilizzatore per tutto quel che riguarda le grandi città del nord delle Marche, Fano, Pesaro ed altri centri.
In questo caso sulla capienza complessiva dei tre bacini sul fiume Metauro di 4.800.000 metri cubi, 1.625.000 sono occupati attualmente da sedime, quindi dall’anno scorso si sta operando insieme ad Enel Green Power per lo sfangamento dei tre bacini.
Attualmente si sta lavorando sulla prima ipotesi di bacino del Furlo per 70 mila metri cubi e proprio in queste ore c’è una riunione in corso e credo si vada abbastanza rapidamente a superare tutte le burocrazie che ci sono per attivare questo tipo di intervento e deduco che possiamo ben sperare in un prossimo intervento. 2023/2024, due anni si dedicherebbero al bacino del Furlo, 2024/2025 l’impegno di Enel Green Power su San Lazzaro, 2026/2027 o 2027/2028, forse mi sbaglio sull’anno, su quello di Tavernelle che effettivamente è il più intasato, per arrivare a fine convenzione con i tre bacini completamente ripuliti, così come la convenzione effettivamente prevedeva fin dall’inizio.
Per quanto riguarda il punto 3, lei mi chiede se in caso di conclamata crisi idrica si intendono adottare misure di riduzione delle captazioni da parte delle concessioni di coltivazione di giacimenti di acque minerali, eccetera. La captazione di acqua minerale naturale da sorgente è tenuta a rispettare le norme del Piano di tutela delle acque della regione Marche, che non prevede espresse limitazioni o sospensioni nel caso di emergenze idriche, ma possono essere emanate ordinanze con cui l’amministrazione concedente può limitare o sospendere i prelievi di qualsiasi genere nel caso possano incidere negativamente sullo stato dei corpi idrici.
Comunque gli uffici mi dicono che è abbastanza ininfluente questa tipologia di attività rispetto alle crisi idriche che si sono susseguite in questi ultimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Aguzzi che ha fatto un miracolo, in così pochi minuti a risposto a tutte le domande, però devo dire che parte di queste risposte erano già uscite ieri sui giornali, dato che è nata una polemica nei confronti dell’Ato di Pesaro Urbino sul fatto che nel giro di un anno, da quando sono state approvate tutte le mozioni che richiamiamo negli atti - dalla 75 alla 131 approvate nell’estate del 2022 all’unanimità da quest’Aula - poco o niente è cambiato, non solo a livello pesarese, ma io direi anche a livello regionale.
Visto che il focus l’ha fatto l’Assessore per quanto riguarda il pesarese e che la polemica è nata sulla stampa per quanto riguarda l’Ato pesarese, vorrei semplicemente dire che il Piano di tutela delle acque è scaduto da 7 anni, Assessore, bisognerebbe assolutamente rimetterci mano, per cui un po’ di responsabilità direi che spetti anche alla Regione se nel giro di questi due anni e mezzo nulla si è mosso o poco e niente. Tra l’altro lei ha detto che non le sembravano utili gli studi che sono stati dati all’Università da parte dell’Ato, io direi che, visto che dobbiamo fare di nuovo il Piano di tutela delle acque, gli studi sono utili, comunque resta il fatto che purtroppo a distanza di un anno siamo ancora qui a parlare delle stesse identiche cose che avevamo proposto all’unanimità in quest’Aula un anno fa.
Per quanto riguarda il contenimento delle dispersioni idriche poco o niente è stato fatto perché solo l’Egato 2 ha vinto 14 milioni di euro, mentre gli altri non hanno vinto niente e c’è questo bando di 9 milioni che verrà fatto, più i 600 mila euro di cui ha parlato prima, ma visti i numeri che servono, per rimanere nella metafora, questo è solo una goccia nel mare.
Per quanto riguarda la pulizia degli invasi vale lo stesso discorso della dispersione idrica, dopo un anno siamo ancora qui a parlarci addosso, quando non è stato risolto assolutamente niente: posticipiamo al 2029 la pulizia degli invasi intasati, che sono quelli del Furlo, di San Lazzaro e di Tavernelle, ma a questo punto, vista la lentezza con cui si procede anche con le convenzioni con Enel, mi auguro che sia questo l’orizzonte, anche se siamo nel 2023.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta, che però mi lascia profondamente insoddisfatta.
Forti infatti sono le preoccupazioni rispetto all’ormai conclamata crisi idrica che incombe su tutta l’Italia, nonostante le piogge delle ultime settimane, come già anticipato tra gli altri anche dai climatologi del Consiglio nazionale delle ricerche, ci sono molte buone ragioni per temere una nuova ondata di siccità che colpirà nei prossimi mesi tanto l’Italia quanto la nostra regione.
La Giunta Acquaroli è pertanto richiamata all’urgenza di definire azioni concrete per affrontare e mitigare i cambiamenti climatici, i primi responsabili della diminuzione di un terzo delle precipitazioni a livello nazionale.
Ciò che noi oggi ci saremmo aspettati da parte sua, Assessore, era una elencazione puntuale ad esempio dei progetti utili per aumentare la raccolta delle acque piovane e di quelli di efficientamento degli impianti, d’altronde proprio la scorsa estate il climatologo, Professore dell’Università di Camerino, dichiarava che l’acqua che sgorga dalle sorgenti non arriva tutta ai rubinetti, almeno la metà si perde per strada e il fenomeno si accentua nel caso di acquedotti lunghi, come quello di Gorgovivo ad Ancona.
In piena crisi idrica il 28 agosto 2022 è stata diffusa la notizia che il Pnrr aveva destinato 78 milioni di euro alle Marche per interventi per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, ebbene, Assessore, a che punto siamo?
Avremmo anche voluto contezza degli impegni già assunti dalla Giunta per la creazione di nuovi invasi e della loro localizzazione, a parte qualche intervento spot che lei ha citato. Ricordo per esempio, Assessore, quando lo scorso marzo la Regione Marche ha annunciato alla stampa un piano di 34 milioni per interventi sulla rete idrica e un progetto che prevedeva la realizzazione di nuovi invasi, lei oggi ha parlato di 9 milioni di euro a valere sul Fesr, non ho capito se si tratta degli stessi interventi che lei ha spondato o se sono nuovi e in questo caso cosa c’è di diverso e complementare rispetto a quelli già annunciati?
Dalla sua replica possiamo solo prendere atto che non è riuscito a realizzare quello che aveva annunciato lo scorso anno, cioè garantire la pulizia degli invasi da fanghi e ghiaie e al momento dei nuovi invasi non c’è traccia. Quindi dobbiamo ancora prendere atto che oltre i proclami non riuscite proprio ad andare.
Il settore agricolo della nostra regione è in costante crescita, ci consegna una fotografia in cui giovani e donne ne sono i protagonisti, da questo settore dipende la produzione e la qualità del cibo, ma a quanto pare, a fronte del prossimo rialzo termico, anche quest’anno ci ritroveremo a subire gli stessi disagi dello scorso anno.

Interrogazione n. 738
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti
“Report sull’attività del Referente regionale per la Medicina di Genere”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 738 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con la legge 11 gennaio 2018 n. 3 è stato introdotto nel nostro ordinamento il principio per cui la medicina di genere deve formare oggetto di applicazione e diffusione nel Servizio sanitario nazionale.
A seguito di questa disposizione è stato emanato un decreto ministeriale del 2019 con cui si è stabilito che per la medicina di genere si debba intervenire con una previsione di approccio interdisciplinare tra diverse discipline mediche. Soprattutto, sulla base di questa normativa statale, è necessario promuovere e sostenere la ricerca biomedica, farmacologica e psicosociale basata sulla differenza di genere, è inoltre prevista la promozione e il sostegno dell’insegnamento della medicina di genere nei corsi di formazione del personale sanitario e un aggiornamento continuo del personale medico e delle altre specializzazioni sanitarie.
Alla stregua di queste disposizioni nazionali è stato individuato, con un provvedimento del Direttore del dipartimento salute del 24 febbraio 2022, il referente regionale per la medicina di genere nella persona del Dr. XY.
Alla stregua di questo provvedimento di individuazione del responsabile, sono state effettuate alcune manifestazioni sulla materia, in particolare con la Commissione pari opportunità e in particolare con alcuni medici specialistici, nonché altre riunioni con l’Istituto superiore di sanità.
Sulla base di queste interlocuzioni, convegni e seminari, le Regioni in sede di Conferenza hanno deciso di elaborare un piano di azioni comuni per garantire l’esecuzione della normativa statale.
Per quanto riguarda la Regione Marche il Piano che individua l’intervento sulla medicina di genere è in via di predisposizione poiché in via di predisposizione vi è l’individuazione del Comitato tecnico, che dovrebbe essere composto dal Direttore dell’Ars, dai Direttori generali delle Aziende sanitarie territoriali, dell’Inrca, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche, da componenti della Commissione pari opportunità, da componenti dell’Università professioni sanitarie e da tutti gli ordini professionali che contraddistinguono la gestione professioni sanitarie.
Quindi, la legge è del 2018, stiamo dando attuazione a questa normativa tenendo conto che nel Piano socio-sanitario, che dovrebbe essere presto approvato dalla Giunta, probabilmente in questa settimana, e inviato per l’approvazione al Consiglio regionale, potranno essere individuate tutte quelle misure integrative o costitutive di questa importante missione, che è quella di diffondere la medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale con specializzazioni e interventi di natura seminariale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che la risposta dell’Assessore Saltamartini è molto più preoccupante di quanto mi aspettassi. Mi scusi, Assessore, sono veramente delusa e preoccupata, lei mi ha detto che non c’è ancora il Comitato tecnico, io spero non sia vero, faccio fatica a crederci, perché significa che non è stata applicata la legge, non si è rispettata la normativa nazionale.
Vorrei ricordare innanzitutto che il concetto di medicina di genere nasce dall’idea che le differenze tra uomini e donne in termini di salute siano legate non solo alla caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche a fattori ambientali, sociali, culturali, relazionali, definiti dal termine genere, quindi la medicina della persona con tutte le sue specificità che sono fondate: sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
L’ho voluto ribadire perché questo è un concetto che dovrebbe essere alla base, ispiratore del nuovo Piano socio-sanitario, la cui bozza fate girare già da più di un mese tra tutti senza averla data prima ai Consiglieri regionali.
Questo doveva essere un principio ispiratore perché non solo lo prevede la normativa nazionale, ma anche noi in Consiglio l’abbiamo ribadito e detto più volte, io stessa ho presentato un emendamento che lei ha fatto votare ed approvare all’unanimità, un emendamento alla legge 19 che abbiamo approvato perché la medicina di genere fosse presa in considerazione in ciò che prevede il Piano nazionale.
Come lei ha già spiegato c’è una legge nazionale del 2018, che poi è stata declinata con un Piano nazionale, con un decreto del Governo nel 2019, questo Piano prevede che ci sia un referente e questo referente della medicina di genere nelle Marche il 28 gennaio 2020 ha partecipato ad un tavolo nazionale e lei oggi mi viene a dire che il primo incontro è stato nel 2022, lo avete nominato nel 2022, quindi la Giunta Acquaroli-Saltamartini ha perso due anni per la medicina di genere, non ha ancora un tavolo tecnico, non l’ha considerata come principio ispiratore del Piano e ancora più grave lei non ha risposto nemmeno alle domande che io le ho posto in questa interrogazione.
Le avevo chiesto:
- l’attività svolta dal referente regionale? Mi ha detto che ha partecipato a qualche incontro con la Commissione pari opportunità, qualche convegno, qualche seminario;
- a che punto è la predisposizione del Piano regionale per la medicina di genere delle Marche e perché non è stato ancora approvato? Mi ha detto che non c’è neanche il Comitato tecnico.
Ho finito il tempo, Assessore, se vuole le lascio il materiale ed anche la normativa che prevedeva di istituire un gruppo tecnico regionale per la programmazione della diffusione della medicina di genere.

Interrogazione n. 759
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Vitri
“Stato dei lavori e stato di avanzamento della gara per gli arredi dei locali all’Umberto I di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 759 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione n. 759 concerne lo stato dei lavori e lo stato di avanzamento della gara per gli arredi e i locali dell’Umberto I di Ancona.
Per rispondere a questa interrogazione occorre premettere che con la delibera di Giunta regionale n. 395 del 27 marzo 2023, si è deciso di avviare un percorso di approvazione del Piano di iniziative per l’acquisto aggregato dei beni e dei servizi in tutte le Aziende sanitarie della regione Marche.
Il fine è quello di cooperare affinché possano essere unitariamente impiegate le risorse, dal punto di vista dei dirigenti delle Aziende sanitarie della nostra Regione, affinché si possano ottenere degli sconti di scala sull’acquisto di beni e servizi.
Nella fornitura di arredi sanitari per il Servizio sanitario regionale è stata avviata una procedura di acquisto per la struttura dell’ex Umberto I di Ancona.
Riguardo ai tempi chiesti dall’interrogante si ritiene che la procedura potrà concludere il suo iter entro la fine di questo mese, scrive l’Azienda sanitaria territoriale, quindi conto di poter affermare che l’acquisto degli arredi per l’Umberto I è una certezza nel panorama degli arredi che verranno listati per garantire la funzionalità dell’Umberto I. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Per quanto mi riguarda non sono soddisfatto della risposta dell’Assessore perché è vero che dice che entro un mese sarà completato l’iter per l’acquisizione degli arredi, però è pure vero che da mesi e mesi questo annuncio si procrastina nel tempo, tra l’altro nella mia interrogazione chiedevo anche quale fosse lo stato di avanzamento dei lavori.
Ricordo che nella struttura dell’ex Umberto I saranno istituiti un poliambulatorio, una Casa della salute, una Rsa e una residenza protetta, quindi una struttura sanitaria importante, di grande livello e grande impatto per la comunità di Ancona.
I ritardi si stanno accumulando ormai da mesi, auspico che questo sia veramente l’ultimo annuncio e che a fine mese, almeno sugli arredi, possiamo dire la parola fine.
E’ evidente che non bastano gli arredi ed io mi auguro che anche lo stato di avanzamento dei lavori sia a un punto tale che finalmente si possa inaugurare questa struttura come tutti noi auspichiamo. Grazie.

Interrogazione n. 799
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Ulteriore spoliazione dell’ospedale “Santa Croce” di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 799 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta a questa interrogazione, in cui si evoca addirittura la spoliazione di servizi, c’è da tener conto del fatto che i due stabilimenti di Pesaro Muraglia e Fano operano in piena integrazione funzionale, tanto è vero che i due ospedali sono entrambi di primo livello e operano con le stesse specializzazioni, sono due delle più importanti città della regione Marche a cui afferiscono servizi sanitari di ampie vallate, anche dell’entroterra.
Non c’è stata nessuna spoliazione, non c’è stato nessun intervento su queste due strutture, tanto è vero che già oggi la gastroenterologia opera sia nella struttura di Fano che in quella di Pesaro e mi permetto di dire che operano con grande professionalità attraendo pazienti non solo dalla nostra regione, ma addirittura dall’Emilia-Romagna.
Ora c’è da tener conto del fatto che gli interventi che la Regione sta organizzando sulla sanità riguardano due procedimenti, il primo è il Piano socio-sanitario che dovrebbe essere approvato questa settimana dalla Giunta e giungerà la prossima settimana all’esame del Consiglio regionale, che monitora la domanda del fabbisogno dei servizi sanitari e cerca di dare delle risposte immediate, medio tempore e con interventi in via di programmazione.
L’altro atto di fondamentale rilevanza è la revisione dell’atto aziendale dell’Azienda sanitaria territoriale di Pesaro, che dovrà dare le risposte alla domanda sanitaria che viene fotografata nel Piano socio-sanitario e in quel contesto si potrà intervenire per verificare in che forma e in che termini potranno essere potenziati i reparti.
In questa fase sento di poter garantire che né la città di Fano, con il suo ospedale, né la città di Pesaro verranno spoliate o verranno private di specializzazioni, quindi per il momento la Regione Marche non ha emanato nessun tipo di indirizzo ai Direttori, non c’è nessun tipo di spoliazione, i servizi che funzionano nell’Area vasta di Pesaro sono gli stessi, i medesimi che preesistevano. Adesso, ripeto, con il nuovo atto aziendale i nuovi Direttori generali dovranno fotografare la necessità di riorganizzare il sistema per dare esecutività alla domanda di prestazioni sanitarie e limitare quel tallone d’Achille, quel problema che c’è nell’Area vasta 1, la mobilità passiva verso l’Emilia-Romagna, che costa diverse decine di milioni di euro, quindi con l’atto aziendale si dovranno dare queste risposte.
Nessuna spoliazione, Fano e Pesaro hanno degli eccellenti reparti di gastroenterologia e credo che tutto il compiacimento e la gratitudine della Regione, dell’Assessore, della Giunta regionale e di tutto il Consiglio regionale vadano agli operatori dei due presidi ospedalieri che operano con abnegazione e anche con scarsità di organici, garantendo a tutti i cittadini altissime prestazioni e non comune professionalità medica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Come lei avrà visto leggendo l’interrogazione io ho rilanciato l’allarme che era stato lanciato dal Sindaco di Fano dopo l’incontro che avete avuto il 17 aprile. Incontro a cui purtroppo i Consiglieri regionali non hanno potuto partecipare, quindi non mi sono resa conto personalmente di cosa sia stato detto e di come sia stato recepito, però il fatto è che dopo pochi giorni sul Corriere Adriatico del 21 aprile il titolo era: “Non portate via gastroenterologia, per il Santa Croce sarebbe l’inizio della fine” e questo era l’allarme del Sindaco di Fano.
Questo perché aveva raccolto in quell’occasione l’allarme di chi lavora in gastroenterologia e gli era arrivata la voce che da settembre, quindi post estate, il reparto sarebbe stato accorpato a Pesaro, mentre lei dice che non è così, mi fa piacere e verificheremo che lo sia.
Dopo pochi giorni è uscito l’ex primario ad appoggiare il Sindaco e qui mi sono inserita con l’interrogazione, dopodiché è uscito anche l’ex vescovo che ha detto: “Al Santa Croce sono stati negli anni smantellati i reparti, adesso la città non venga umiliata”, tra l’altro pochi giorni fa è uscito un altro esponente politico fanese, che è anche un tecnico della sanità, dicendo che è preoccupato per l’impoverimento della medicina interna, sempre all’Ospedale Santa Croce.
Recepisco quanto lei dice, che tutto ciò che c’è continuerà ad esserci, anzi sarà implementato, questo mi fa piacere e nel mio ruolo verificherò che sia così.
E’ da dire che la bozza del Piano socio-sanitario, che ci è stata consegnata, non ha minimamente accenni alcuni sulla ripartizione e l’implementazione di reparti e servizi presso gli ospedali. Lei stesso ha detto che l’atto più importante sarà la revisione dell’atto aziendale, quindi di fatto noi come politici non abbiamo idea di quali saranno le indicazioni che come politici darete alle Aziende. Questi atti aziendali risponderanno a dei criteri che vengono dalla politica o si muoveranno in completa autonomia e quindi diventa inutile il mio ruolo, il suo e quello di questa Assemblea?
Questo è il punto secondo me più rilevante, che come Consigliera regionale mi spaventa, ad oggi non sappiamo che cosa succederà nonostante sia in fase di approvazione, lei dice la settimana prossima, il Piano socio sanitario. Figuriamoci, se non c’è niente lì, di cosa parliamo?

Interrogazione n. 800
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Disparità di trattamento economico del personale sanitario del SSR delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 800 del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione del Consigliere Santarelli ha per oggetto la perequazione di alcuni trattamenti del personale della sanità della Regione Marche che sono discriminati talvolta a parità di prestazioni.
Ci sono le quattro Aziende che facevano parte, prima della riforma, del Servizio sanitario regionale: Asur, Inrca, Marche Nord e Ospedali riuniti ed il personale, seppur dipendente della stessa Regione, aveva dei trattamenti totalmente diversificati, ripeto, a parità di prestazioni e a parità di qualifica professionale.
Nel 2018 è stata approvata una legge in questo Consiglio regionale che non è mai stata applicata.
Del problema, siccome non riguarda solamente la regione Marche, del diverso trattamento a parità di prestazione si è occupato il legislatore, che ha stabilito che quando verrà aumentato in ragione degli incrementi nazionali l’ammontare del tetto di spesa del personale della sanità, una parte possa essere utilizzata, non solo per assumere il personale necessario al funzionamento del servizio sanitario regionale, ma per finanziare i fondi delle Aziende ai fini della perequazione.
La Regione Marche ha utilizzato questa norma e in particolare ha incrementato il tetto di spesa in prima analisi di 342 mila euro e in seconda analisi, con due provvedimenti distinti, di 266 mila euro per la perequazione dei trattamenti del personale dell’Azienda sanitaria 5 di Ascoli Piceno.
In questa direzione è assolutamente indispensabile e necessario che si giunga almeno in ambito regionale a far sì che vi sia omogeneità, ripeto, di trattamento economico a parità di prestazioni lavorative.
Le discrasie retributive sono emerse nel corso degli anni e per la prima volta l’attuale maggioranza, l’attuale Giunta, vi ha messo mano e sta avviando il percorso di equiparazione dei trattamenti tra tutto il personale.
Mi permetto di dire che se si fosse intervenuti prima il problema non sarebbe diventato delle dimensioni attuali perché l’entità della diversità dei fondi tra le varie Aziende riguarda diversi milioni di euro.
Il tema è che anche volendo la Regione non può con i propri fondi intervenire per aumentare i fondi contrattuali, quindi spero che vi sia la possibilità anche da parte del prossimo contratto collettivo di lavoro e da parte dell’Aran di prevedere dei meccanismi affinché le Regioni, anche con proprie risorse, possano giungere a questa omogeneizzazione.
Il problema risiede non solo nella disparità di trattamento a parità di prestazioni, quindi una chiara violazione di parametri costituzionali, in particolare dell’articolo 36, ma soprattutto sul fatto che quando le diversificazioni remunerative sono abbastanza elevate c’è un problema di concorrenza fra le Aziende per cui c’è una fuga del personale verso le Aziende che prevedono trattamenti più alti. C’è la necessità di riequilibrare il trattamento del personale sia per un fatto oggettivo di giustizia retributiva sia per un fatto oggettivo di funzionalità del Sistema sanitario regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Buona sera a tutti. Saluto l’Assessore Saltamartini, il Presidente Latini ed il gruppo di lavoro del Segretario generale.
Assessore, questa questione risale, come diceva lei, al 2017 e questa disparità all’interno della nostra regione riguarda la parte più sensibile dei nostri colleghi, quelli che sorreggono il sistema sanitario, perché di questo si parla.
Tutti gli operatori nella pandemia venivano indicati come degli eroi, a distanza di sei anni si trovano ad avere delle disparità economiche. Verosimilmente chi lavora all’interno dell’Azienda ospedali riuniti delle Marche ha un trattamento inferiore rispetto a chi sta in ospedali periferici, che magari ha carichi di lavoro totalmente diversi.
Questo è un binario morto, noi ci troviamo dopo 6 anni, anche con l’ultima legge sanitaria …
Ringrazio gli uffici che le hanno preparato una risposta eccellente, però a questi uffici dico di trovare una soluzione. Troviamo, anche attraverso i nostri dirigenti del sistema sanitario, una risposta. La legge 8/2017 stabiliva la necessità di superare tali disparità.
A distanza di 6 anni le differenze di stipendio persistono oggi in tutta la regione.
Non è più demandabile questa cosa, dobbiamo prenderci questo impegno, Assessore, le chiedo con il cuore in mano di prendere in carico questa problematica.
Lei è l’Assessore, la norma c’è, è rimasta lettera morta nonostante le continue sollecitazioni del nostro gruppo, le continue azioni che riguardano la sanità, soprattutto la pandemia ha dimostrato ancora una volta il ruolo importantissimo svolto dal personale sanitario sul territorio, la professionalità e l’abnegazione ineguagliabile.
E’ nostro auspicio che venga con tempestività dato seguito a quanto richiesto, messo nero su bianco, è un impegno che oggi lei come Assessore alla sanità e Vicegovernatore si deve prendere perché la risposta delle migliaia di operatori non è più rinnovabile per il futuro.
Il trattamento economico deve essere un dato certo per tutti gli operatori della nostra regione, questo con una azione amministrativa che può essere fatta sin da subito, trovando delle soluzioni. Soluzioni devono essere trovate nell’immediatezza, non possiamo arrivare come al solito alle ferie estive quando a questi colleghi si richiedono ulteriori sacrifici vista la carenza di personale in tutta la regione Marche. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora a seguito di quanto emerso nella Conferenza dei capigruppo metto in votazione, dopo un intervento a favore ed uno contro, se necessario, l’anticipazione del punto 3, cioè la risoluzione sulle mozioni nn. 173 e 188, che è la conclusione del lavoro svolto nel precedente Consiglio, poi andremo alla proposta di legge 127.
Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Non avevo compreso e magari se viene detto … Voglio dire, Presidente, che sarebbe opportuno che venga dichiarata l’assenza dell’Assessore Biondi perché è evidente che le interrogazioni non sono capricci di noi Consiglieri regionali, rispondono alle esigenze del territorio, però nello stesso tempo mi sento di chiederle un richiamo nei confronti della Giunta, perché a meno che non ci siano …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Vi prego di fare silenzio. Non continui.

Romano CARANCINI. Dicevo se non si sente di richiamare la Giunta alla presenza rispetto agli atti ispettivi perché, comprendo bene, che se un giorno manca l’Assessore alla protezione civile, per carità di Dio, vedo che altri Assessori puntualmente rispondono con un senso del dovere.
Le chiederei, siccome non è la prima volta, nei confronti della Giunta di fare un appello affinché vi sia il rispetto dei Consiglieri, soprattutto dei territori.
Oggi è all’ordine del giorno un’interrogazione su Villa Bonaccorsi che i territori stanno attendendo perché c’è un silenzio assordante, ma ancora non se ne parla.
Solo per richiamare su questo al dovere ognuno di noi rispetto ai compiti che ci vengono assegnati.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda l’assenza giustificata dell’Assessore Biondi è stato detto in Conferenza dei capigruppo, riconfermo che ha presentato la sua assenza giustificandola con impegni impellenti e improrogabili.
Per quanto riguarda l’appello ai componenti della Giunta ad essere presenti per le interrogazioni e agli atti ispettivi, è stato fatto su richiesta dei capigruppo, più volte, per consentire che le interrogazioni vengano effettuate nei tempi dovuti quando sono all’ordine del giorno del Consiglio regionale.
Evidentemente l’Assessore oggi non poteva venire, le altre volte, non voglio giustificarla, ma è oggettivo, era qui presente. Però il quadro è questo.
Torniamo alla richiesta di anticipazione della risoluzione.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Semplicemente per dire che sono d’accordo con l’anticipazione, l’avevamo chiesta alla fine della discussione generale, ci sono dei motivi di urgenza nel senso che notoriamente alla fine di maggio scadono una parte dei contratti dei precari della nostra regione ed alla fine di giugno la seconda quota significativa, per cui un orientamento che rafforza anche la posizione dell’Assessore, che va a richiedere alla Conferenza Stato-Regioni, al Governo ed al Ministero della sanità di rivedere la normativa su questa benedetta quota del personale, il famoso tetto di spesa, perché nessuna Regione, né di centro-destra né di centro-sinistra, può far fronte alle esigenze.
E’ un problema assolutamente condiviso, credo che non abbia una natura di destra o di sinistra, ma è il tentativo di risolvere almeno parzialmente i problemi. Con questo spirito ritengo che ci sarà un accordo unitario e chiedo che venga messa ai voti subito perché se andiamo alla prossima seduta, che è il giorno 30, siamo assolutamente fuori tempo.

PRESIDENTE. Anticipazione delle mozioni nn. 173 e 188 (abbinate). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 173
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Legge di bilancio 2022: stabilizzazione straordinaria di tutti i precari del Servizio sanitario”

Mozione n. 188
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Pasqui, Rossi, Marcozzi, Santarelli
“Assunzioni di personale del Servizio sanitario regionale”
(abbinate)
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 173 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri e la mozione n. 188 dei Consiglieri Latini, Pasqui, Rossi, Marcozzi, Santarelli (abbinate).
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Occorre qualche minuto per riallineare le risoluzioni, lei ha lavorato su un testo, però ne girano altri, quindi per rimetterli a posto chiedo di utilizzare qualche minuto. Non penso che ci siano problemi rispetto al testo che lei ha inviato sia a me che al Consigliere Ciccioli, ma vorremmo confrontarci un attimo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.

Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Gentili Consiglieri, l'obiettivo di questa Giunta, consapevole dell'insufficienza di personale medico e della necessità di implemento dello stesso, è stato ampiamente centrato con la stabilizzazione delle risorse umane del personale sanitario. Per questo auspico una risoluzione di entrambe le mozioni.
Non dobbiamo scordare che l'obiettivo stesso si è scontrato con due grosse criticità: la prima di aspetto normativo, la seconda di carattere finanziario.
In questi mesi trascorsi dal deposito di questa mozione la Regione Marche, grazie all'impegno dell'Assessore alla sanità Saltamartini, che ringrazio pubblicamente, ha lavorato in questa direzione.
Non a caso i precari dell'Area vasta 2 con contratto a tempo determinato con scadenza il 31 dicembre 2022 sono stati prorogati con decorrenza 1 gennaio 2023, alcuni con rinnovo di lunga durata, altri per soli quattro mesi.
Ricordo a tutti voi colleghi che con determina del Commissario Straordinario Asur in funzione di sub Commissario ad interim dell'Area vasta 2 n. 2261 del 30 dicembre 2022 sono state prorogate dall’1 gennaio 2023 ben 102 unità tra dirigenti sanitari, infermieri e operatori socio-sanitari.
Per queste proroghe c'è stata una oggettiva volontà, un dialogo costante tra le parti interessate, tra l’Assessorato alla salute e il Dipartimento servizio sanità, tra quest'ultimo e la Direzione dell'Ast di Ancona, e tra quest'ultima e le parti sociali.
Allo stesso modo, rispetto al treno di scadenze del 30 aprile 2023, con determina del Commissario Straordinario Ast Ancona n. 618 del 28 aprile 2023, sono state prorogate dall’1 maggio 2023 ben 76 unità tra dirigenti, infermieri, ostetrici e operatori socio-sanitari.
Quindi, la mozione in oggetto è ampiamente centrata dall'Assessore e persegue le finalità indicate. Grazie.

PRESIDENTE. Voglio chiarire una posizione che deve risultare secondo me agli atti. Entrambe le mozioni hanno una data che è in là nel tempo rispetto alla situazione attuale, quindi scontano una visione che per quanto riguarda l’indirizzo della stabilizzazione è la stessa, ma i parametri di ordine economico, organizzativi ed altri sono diversi.
Vorrei rifarmi all’intervento che nel precedente Consiglio ha svolto l’Assessore Saltamartini, e cioè che questa impostazione, che è di natura e di principio, tesa a valorizzare il lavoro che è stato svolto da coloro che si sono impegnati soprattutto in epoca Covid, va calibrata con le esigenze e con lo sforzo che sta compiendo la Giunta della Regione Marche e l’Assessorato alla sanità nei limiti delle proprie possibilità, tenendo conto che una scelta di questo genere va contemperata con i requisiti strutturali e organizzativi, per cui, anche per quanto riguarda i medici di medicina generale, la guardia medica ed altri, ci sia l’indicazione di una possibile copertura delle carenze che tutti noi sollecitiamo e che è divenuto un fatto allarmante nel corso dell’ultimo periodo. Dobbiamo valutare queste mozioni e l’eventuale risoluzione che verrà approvata in un solco di relativismo rispetto agli indirizzi che sono stati percorsi, le finalità, i limiti del Servizio sanitario regionale, i finanziamenti e l’impegno che l’Assessorato mette per contemperare le carenze che sono esplose e stanno sempre più esplodendo.
Immagino, quindi, una risoluzione che sia di cornice nell’ambito di un impegno comune a portare avanti un adempimento, che rimane comune tenendo conto dei limiti che ciascuno ha nelle proprie funzioni
Leggo la risoluzione che in qualche modo è stata approntata, in modo tale che da questa possiamo sviluppare un intento comune oppure no.
“Premesso che:
- negli ultimi anni numerose disposizioni statali hanno posto rilevanti limiti alla spesa per il personale del servizio sanitario. Tali limiti hanno consentito significativi risparmi, ma hanno impedito un adeguato ricambio. L’articolo 2 della legge n. 191/2009 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)”, in particolare, ha stabilito, come tetto alla spesa per il personale, il corrispondente ammontare del 2004, diminuito dell’1,4%. L’articolo 17 del decreto legge n. 98/2011 “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito dalla legge n. 111/2011, ha confermato lo stesso limite per ciascuno degli anni dal 2013 al 2020, introducendo un correttivo correlato all’equilibrio economico e ad un percorso di riduzione graduale della spesa. L’articolo 11 del decreto-legge n. 35/2019 “Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria”, convertito dalla legge n. 60/2019, ha previsto tra l’altro che, a decorrere dal 2019, la spesa per il personale, ferma restando la compatibilità finanziaria, sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale, non può superare il valore della spesa sostenuta nel 2018, come certificata dal Tavolo di verifica degli adempimenti o, se superiore, il valore della spesa prevista dalla legge n. 191/2009; che tali valori sono incrementati annualmente, a livello regionale, di un importo pari al 5% dell’incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente e che, dal 2021, gli incrementi di spesa sono subordinati all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno. L’articolo 4 del decreto-legge n. 183/2020 “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea”, convertito dalla legge n. 21/2021, ha differito al 2022 il termine di applicazione della norma che correla l’incremento del tetto di spesa all’adozione di una metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale;
- altre disposizioni statali, per fronteggiare la grave carenza di risorse umane e superare il precariato, hanno previsto la stabilizzazione del personale assunto per le esigenze del servizio sanitario. E’ il caso dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 75/2017 “Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi degli articoli 16, commi 1, lettera a), e 2, lettere b), c), d) ed e) e 17, comma 1, lettere a), c), e), f), g), h), l) m), n), o), q), r), s) e z), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, come modificato dalla legge n. 160/2019 “Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”; del decreto-legge n. 162/2019 “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”, convertito nella legge n. 8/2020; o ancora del decreto-legge n. 18/2020 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, convertito nella legge n. 27/2020; nonché del decreto-legge n. 34/2020 “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19”, convertito nella legge n. 77/2020;
- in attuazione delle disposizioni statali, la Giunta regionale, con deliberazioni n. 82/2019, n. 115/2020, n. 1261/2020 e n. 542/2021, ha rideterminato il tetto alla spesa di personale degli enti del servizio sanitario regionale. Ha demandato, inoltre, agli enti del medesimo servizio sanitario l’attivazione delle relazioni sindacali ai fini della definizione delle politiche occupazionali. Ha istituito poi, presso il Servizio Sanità, un tavolo di monitoraggio con gli stessi enti e le organizzazioni sindacali, avente ad oggetto le politiche occupazionali. Con deliberazioni n. 626/2020 e 581/2021 ha approvato le linee di indirizzo agli enti del servizio sanitario regionale per l’applicazione dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 75/2017 relativo al superamento del precariato;
- nel disegno di legge concernente il bilancio di previsione delle Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, in corso di approvazione, sono inserite disposizioni che consentono, oltre alla stabilizzazione del personale precario, ulteriori assunzioni;
- nella Conferenza delle Regioni del 10 maggio 2023 per una applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale delle nuove misure per la stabilizzazione del personale del Servizio sanitario nazionale introdotte dalla legge Milleproroghe, è stato approvato il “Documento sull’applicazione della disciplina in materia di stabilizzazione del personale del Servizio sanitario nazionale di cui all’articolo 1, comma 268, lettera b), della legge 30 dicembre 2021 n. 234 alla luce delle modifiche e integrazioni contenute nell’articolo 4, comma 9 quinquiesdecies, 9 sexiesdecies e 9 septiedecies del decreto legge 29 dicembre 2022 n. 198, introdotti dalla legge di conversione del 24 febbraio 2023 n. 14”;
- detto documento contiene, tra l’altro, le linee guida all’interno delle quali le stabilizzazioni verranno superate, attraverso assunzione diretta, con riferimento al personale dei diversi profili professionali del Servizio sanitario nazionale, sia del comparto che della dirigenza, che sia stato reclutato con rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato con l’utilizzo di graduatorie concorsuali e che, nel profilo di inquadramento, abbia maturato integralmente con tale rapporto di lavoro periodi minimi di esperienza professionale prevista dalla normativa in Aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale (18 mesi di servizio di cui 6 nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 31 gennaio 2022) oppure assunzioni previa esperimento di prova selettiva consistente in una procedura concorsuale riservata, che può essere effettuata in tutti i casi di reclutamento del personale, con rapporto di lavoro autonomo, come prima specificato, cumulabili tra loro anche se di diversa tipologia, qualora anche parte della prescritta esperienza lavorativa sia stata maturata in Aziende ed enti del servizio sanitario nazionale con rapporto di lavoro dipendente;
- la delibera di Giunta regionale n. 1787 del 27 dicembre 2022 ad oggetto “Articolo 1 comma 268, lettera b) della legge regionale 30 dicembre 2021 n. 234: Approvazione dello schema di protocollo di intesa fra Regione Marche, Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale, organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria e del comparto sanità” e, alla luce delle novità introdotte dal decreto Milleproroghe prima e dalle linee guida poi, di fatto superata, necessitando quindi di essere rivista alla luce delle successive modifiche legislative;
- dall’1 gennaio 2023 sono operativi i nuovi enti del Servizio sanitario regione Marche (Torrette, Inrca, Ast Pesaro Urbino, Ast Ancona, Ast Macerata, Ast Fermo, Ast Ascoli Piceno) e che pertanto è indispensabile e urgente definire le procedure di stabilizzazione dei precari Covid del Servizio sanitario regionale.
Considerato che:
- le risorse umane costituiscono un elemento fondamentale per garantire un servizio sanitario efficiente e cure adeguate ed è necessario, pertanto, superare in tempi brevi le gravi carenze di personale sanitario, colmando stabilmente i vuoti che si sono determinati;
- nel provvedere al riguardo occorre garantire certezze sia al personale precario assunto per far fronte all’emergenza da Covid-19, che al personale che da tempo lavora nel servizio sanitario ed ha una formazione completa;
- gli ingenti finanziamenti destinati ai territori sia dal Governo nazionale che dall'Unione Europea, che dovranno essere impiegati in campo sanitario, offrono un'occasione unica per cogliere questa opportunità;
- visto che risulta controproducente l’acquisto di prestazioni di soggetti esterni in deroga all’attuale atto di spesa del personale da parte delle Aziende sanitarie sia ospedaliere che territoriali in quanto il servizio risulta più oneroso e meno affidabile a causa della discontinuità assistenziale;
- richiamate le mozioni n. 188/2021 e n. 173/2021;
- udita la discussione svolta nella seduta n.109 del 16 maggio 2023
Impegna il Presidente e la Giunta regionale:
1) a chiedere alla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza delle Regioni, al Governo ed al Ministero della salute l’incremento delle risorse necessarie per l’aumento del tetto di spesa, con il conseguente aggiornamento, da parte della Regione Marche, dei Piani triennali del fabbisogno del personale per l’assunzione del personale sanitario impegnato per far fronte all’emergenza Covid e alle conseguenze dei ritardi sulle prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali con l’aggravamento dei tempi delle liste d’attesa e la consapevolezza che le nuove strutture (Case di Comunità, Ospedali di Comunità) sono inefficaci in caso di insufficienza di personale addetto alle prestazioni;
2) a deliberare in tempi brevi e d’intesa con le Direzioni degli enti del Servizio sanitario Regione Marche e le Organizzazioni sindacali, i criteri di stabilizzazione alla luce delle nuove disposizioni contenute nel Milleproroghe e alla luce delle linee guida approvate nella Conferenza delle Regioni seduta del 10 maggio 2023 al fine di favorire, anche in prospettiva, l’ingresso automatico degli aventi diritto nei ruoli sanitari”.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Ho anticipato che giravano diversi testi e per consentire a tutti di trovarsi su una risoluzione complessiva, anche se poi ci sono dei distinguo inevitabili e penso anche legittimi, le firme delle due mozioni impongono una sintesi in questi termini, quindi penso che abbiamo raggiungo l’obiettivo di firmare tutti.

PRESIDENTE. Allora direi di raccogliere tutte le firme dei proponenti e di chi vuole sottoscriverla, credo che sia l’unanimità dei Consiglieri in Aula, dopodiché leggo il dispositivo di nuovo ed andiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Latini, Mangialardi, Ciccioli, Marinelli, Rossi, Casini, Cesetti, Bora, Mastrovincenzo, Ruggeri, Carancini, Biancani, Vitri, Pasqui, Livi, Ausili, Santarelli, Baiocchi, Elezi, Menghi e Marcozzi. E’ stata firmata da tutti, sono state stralciate le premesse, il capo I e il capo II, il resto è rimasto intatto, il dispositivo è rimasto esattamente quello che ho recitato prima.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Vorrei fare una sintesi di questa risoluzione, innanzitutto è una richiesta della Regione nei confronti delle istituzioni nazionali, che sono: la Conferenza Stato-Regioni, che già si è espressa in questa direzione unitariamente, le Regioni governate dal centro-destra e dal centro-sinistra, il Ministero della sanità ed il Governo per le norme, quindi, non è un atto interno di questa Assemblea, è un atto di questa Assemblea rivolto alle istituzioni sovraordinate.
Secondo, è un problema che riguarda qualche migliaio di precari in tutta la regione, quella che possiamo chiamare abusivamente controparte sono: le Aziende (le decisioni delle 5 Aziende territoriali), l’Azienda ospedaliera Umberto I, il Salesi, il Lancisi e l’Inrca.
Non è una decisione che riguarda internamente solo la Regione, coinvolge gli enti istituzionali sovraordinati, quelli nazionali, e coinvolge alcune migliaia di lavoratori (infermieri, OSS, medici, amministrativi, tecnici) quindi chiedo, e questo è il senso di questa visione unitaria di tutti, che ci sia una presa di posizione forte dell’Assemblea.
La sottoscrizione dei Consiglieri mi sembra trasversalmente un atto politico importante, che va in questa direzione alla vigilia della scadenza della prima ondata. Spero che con la prima ondata potremmo stabilizzare parecchi di questi e potremmo riuscire a salvaguardarli, ma con la seconda ondata, quella del 30 giugno, non siamo dentro i tetti di spesa. Penso che anche questo sia condiviso dall’Assessore che ha il polso della situazione più di noi Consiglieri.
Dobbiamo necessariamente chiedere delle norme stringenti che ci consentono di andare nella direzione, di cosa? Sì, di stabilizzare, avere a cuore il percorso professionale e la storia dei lavoratori nella sanità, ma avere a cuore anche le prestazioni perché il taglio dei precari implica una caduta delle prestazioni sanitarie, che già sono state compromesse dal Covid e da tutto quello che c’è dietro: le liste d’attesa, gli interventi programmati non urgenti e via di seguito.
In questo senso chiedo che tutta l’Assemblea faccia quadrato per risolvere questo problema. Il voto di Fratelli d’Italia ovviamente è favorevole, testimoniato dalla mia firma come capogruppo e dalla firma dei Consiglieri presenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Per quanto mi riguarda voterò favorevolmente questa risoluzione, certo però che la vicenda della spesa sanitaria, in particolare quella del personale, ha bisogno di qualche chiarimento per i nostri cittadini marchigiani, come per quelli dell’intero Paese e credo che sarà vano l’appello del Consigliere Ciccioli alla Conferenza Stato-Regioni o a tutte le istituzioni. Sarà vano perché il Governo delle destre nel bilancio pluriennale dello Stato stanzia per il 2023/2024/2025/2026 risorse in riduzione. Per essere puntuali sui numeri, la spesa sanitaria, il Fondo sanitario nazionale nel 2023 sarà di circa 136 miliardi, nel 2024 di 132 miliardi, nel 2025 di 135 miliardi e nel 2026 di 138 miliardi. Ma quello che più conta, come sanno il Consigliere Ciccioli e l’Assessore Saltamartini, è in realtà il rapporto, l’incidenza che c’è tra la spesa sanitaria e il Pil. Ebbene, noi piuttosto che rilanciare dopo la fase pandemica la sanità, comprendendo i drammi che il Paese ha vissuto, riduciamo questo rapporto in via progressiva perché nel 2023 il rapporto fra il Pil e la spesa sanitaria sarà del 6,7%, nel 2024 del 6,3, nel 2025 del 6,2 e nel 2026 del 6,2.
Sembra una sciocchezza, ma in realtà a chi ci dobbiamo rivolgere, Consigliere Ciccioli? Lo dico con comprensione anche all’Assessore Saltamartini, non alla Conferenza Stato-Regioni perché nella propria pluralità vorrebbe una scelta politica forte sulle politiche sanitarie, cioè comprendere che la sanità, il Fondo sanitario nazionale, è una priorità di questo Paese, come tale una priorità di questa regione e delle altre.
Quindi, quello che mi lascia perplesso, ma per senso di responsabilità, è che oggi chi governa questo Paese è il governo di destra ed aveva l’opportunità con il pluriennale approvato pochi mesi fa di fare una scelta forte verso il Paese.
Lo ricordo a tutti, la pandemia ha aumentato nel 2020/2021 l’incidenza della spesa sanitaria arrivando al 7,2, ben sapendo, peraltro questo già indicato dall’Assessore Saltamartini, che le risorse procapite, il costo procapite della spesa sanitaria in questo Paese è di 3.052 euro, a differenza della Germania in cui è di 6.000 euro e della Francia che è oltre i 5.000 euro.
Non dico certamente che il centro-sinistra abbia brillato, il centro-sinistra nel passato non ha brillato perché non ha compreso come la spesa sanitaria sia uno degli orizzonti seri di politica nei confronti dei cittadini.
Le destre sono arrivate al potere anche attaccando il centro-sinistra su questo, ed è avvenuto anche in questa regione, avete detto spesso che la sanità e gli ospedali che erano stati chiusi, peraltro chiusi non lo erano, li avreste riaperti, bene, spetta a voi il compito di far comprendere al vostro Presidente del Consiglio che la sanità va rifinanziata, va fatto comprendere che il costo del personale, o meglio la spesa del personale non può essere vincolata in maniera settoriale, ma deve stare dentro un contesto più generale perché quello consentirebbe alle Regioni virtuose di destinare al sistema del personale risorse che oggi non può utilizzare. Salvo il fatto, lo dico all’Assessore ed al Consigliere Ciccioli, che il rapporto 9 sulla spesa sanitaria del Mef dello scorso ottobre dice che la Regione Marche ha un avanzo nel 2021 di 11 milioni, certo, se li avessimo utilizzati per finanziare altri progetti sanitari sarebbe stato meglio, una delle poche Regioni in avanzo, non in avanzo di 100 mila euro, di 11 milioni.
Ecco perché credo che essere seri nei confronti dei cittadini ci fa, per carità, approvare una risoluzione verso la Conferenza dello Stato-Regioni, ma sarà inutile se il Governo non assumerà una decisione responsabile sulle politiche sanitarie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. La mozione è stata presentata circa due anni fa, quindi molte cose sono cambiate, l’ultima che è variata, e chiaramente non può essere completamente soddisfacente, molto ha detto il Consigliere Carancini, è l’approvazione il 10 maggio delle linee guida per la stabilizzazione del personale del sistema socio-sanitario nazionale. Questo è fondamentale per quello che noi chiediamo con questo atto, cioè che la Giunta le applichi in quanto consentono di assumere in maniera diretta chi ha già lavorato nel sistema sanitario regionale, oppure assumerlo mediante una procedura concorsuale riservata. Questo è un passaggio rilevante che la Conferenza delle Regioni ha approvato il 10 maggio e noi speriamo e chiediamo che la Giunta lo applichi.
E’ evidente che quello che dice il Consigliere Carancini è vero, sono state ridotte le risorse a livello nazionale, quindi tutti insieme chiediamo, nel primo punto della risoluzione, di chiedere alla Commissione salute - di fatto si dà mandato all’Assessore Saltamartini, perché quando ci si riferisce alla Commissione si intende la Commissione della Conferenza delle Regioni, non a quella tecnica, ma a quella politica - al Governo e al Ministero della salute di incrementare le risorse necessarie per gli aumenti di personale, non solo, necessarie al sistema sanitario nazionale per poter sostenere le stabilizzazioni di cui stiamo parlando.
E’ vero che non è la soluzione ideale, sarà necessario avere nuove risorse, questo lo abbiamo detto e lo diciamo tutti insieme, però credo che sia un passo importante, soprattutto quello che si riferisce alle stabilizzazioni: chiedere alla Giunta di applicare le nuove linee guida, che consentono di stabilizzare una parte dei precari.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Per dire che il gruppo Lega è a favore di questa risoluzione, che impegna il Governo a trovare delle risorse per la sanità. Questo va nella direzione di stabilizzare i precari o di investire in sanità per ridurre le liste d’attesa e altro. Con questa risoluzione si chiede questo, spero che il Governo nei prossimi mesi, attraverso le variazioni di bilancio o l’assestamento di bilancio, trovi i soldi per la sanità perché è questo il bisogno.
Se non si alzano i tetti di spesa sulla sanità, in conseguenza dell’invecchiamento incredibile della nostra popolazione e delle aspettative della popolazione sulla sanità pubblica, se non si dà la possibilità alle Regioni di poter investire di più in sanità, voi capite che non si va da nessuna parte.
Mi pare che la risoluzione un senso ce l’abbia, quello di chiedere al Governo nei prossimi mesi, attraverso le variazioni di bilancio o l’assestamento di bilancio, più risorse per la sanità.
Questa è la sostanza, quindi tutti d’accordo. Penso che approvare questo documento sia uno stimolo nei confronti della Giunta, che deve poi impegnarsi nella Conferenza delle Regioni per richiedere al Governo ed al Ministero della salute un maggior investimento futuro nel tema sanità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Io ho sottoscritto questa risoluzione e la voterò favorevolmente. Mi sembra un segnale positivo il fatto che questi stimoli arrivino al Governo, anche dal centro-destra, quindi ben venga che tutti insieme chiediamo all’Assessore di farsi promotore di queste nostre richieste che sono indispensabili per avere una sanità efficiente, come i nostri concittadini si meritano. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Ovviamente ci sarà il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico anche perché partiamo da una mozione presentata da noi nel novembre 2021.
Dico sempre di ricollocare gli atti e i fatti perché il Governo non era quello del centro-destra, era il Governo di tutti o quasi, e noi ponevamo dei temi che nell’ambito sanitario sono stati di volta in volta reiterati e, a differenza di quello che spesso è accaduto a parti invertite. Non abbiamo mai speculato, abbiamo sempre cercato di trovare soluzioni anche in quell’ambito perché sapevamo che c’erano i tetti di spesa, sapevamo che c’era il Balduzzi, del D.M. 70 non ne parla più nessuno, nessuno parla più di modificarlo, sembra che sia diventato un elemento inamovibile dell’azione della sanità di questa nazione, ma se non partiamo da lì non succede nulla. E’ inutile che continuiamo a dire del tetto di spesa o delle maggiori risorse se non modifichiamo lo strumento che regola e gestisce le nostre norme, diventa quasi impossibile.
Sono molto soddisfatto della risoluzione alla quale siamo giunti perché, come ha detto la Consigliera Ruggeri, vediamo il centro-destra che si appella al proprio Governo, dopo che è stato fatto il primo bilancio in cui non c’erano risorse e quelle che sono state individuate non solo non sono state incrementate, ma ahimè devono essere decurtate dei maggiori costi dell’energia che pesano e dell’inflazione che incide. Quindi i 136 miliardi, che ci sono, non sono comparabili con quelli dello scorso anno e di fatto c’è un contenimento della spesa sanitaria. Cosa significa? Lo dico per il Consigliere Cancellieri che ha detto che dobbiamo auspicare che il Governo faccia una scelta, che non è stata fatta.
La mozione va in questa direzione perché noi abbiamo messo al centro il personale sanitario e vorremmo che quello che si è dedicato al Covid possa trovare un momento di stabilizzazione, non solo, non è sufficiente, non basta, dobbiamo trovare le risorse per avviare, come ha detto la Consigliera Casini, anche nuovi concorsi.
Il monito dell’Assessore Saltamartini nel Consiglio scorso era che la coperta è corta e se assumiamo quelli non possiamo assumere quegli altri, con la mozione invece chiediamo al Governo, siccome la sanità regionale non è facile da risolvere e lo vedete, di impegnarsi. Lo facciamo, non abbiamo nessun dubbio, diamo mandato pieno all’Assessore Saltamartini nella Conferenza delle Regioni sperando che ci sia un percorso diverso da quello degli anni precedenti. Però io non dimentico, il Balduzzi nasce in un momento in cui non c’erano le risorse per la sanità, come oggi nel Pnrr. Un percorso non dico risolutivo, ma almeno di prospettiva. Eravamo quasi in banca rotta e c’era da contenere la spesa, oggi ci rendiamo conto post Covid che abbiamo bisogno di una sanità territoriale, di maggiore personale, di maggiore formazione, ma se non si modificano i parametri, se non si eliminano i tetti di spesa, se non si mettono le Regioni nella condizione di poter assumere, gli Assessori potranno fare tutti i Piani socio-sanitari nuovi, ma saranno solo bandierine che servono in campagna elettorale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Non pensavo di intervenire perché la mia dichiarazione era chiara. Devo dire che ho apprezzato molto l’intervento della Consigliera Ruggeri perché si pone in una condizione secondo me corretta per tutti, cioè noi dobbiamo chiedere al Governo di allargare la spesa sanitaria, in particolare la spesa per il personale perché la sanità la fa il personale prima della strumentazione e dei luoghi di cura.
Mi sento di dire che noi risentiamo delle decisioni pre 2019, in particolare di quelle del 2017, all’epoca c’era il Governo Renzi e il centro-sinistra e dicevano che la spesa sanitaria andava contratta per salvaguardare la complessità del bilancio, poi è arrivato il Covid ed è stato uno schiaffone per tutti: per l’Unione europea, per la Germania, per tutti i Paesi europei e forse del mondo.
Non è che andando avanti con le nuove tecnologie, con i nuovi farmaci, possiamo ridurre i luoghi di cura, il personale. Ci sono dei fatti nuovi imprevedibili, ce ne sono stati altri in passato, probabilmente ce ne saranno in futuro per cui dovremmo prevedere una congrua presenza di risorse per la sanità, tra l’altro anche in direzione dell’invecchiamento della popolazione. In Cina c’è un invecchiamento vertiginoso della popolazione, l’India l’ha superata nella natalità, le strutture sanitarie cinesi devono far fronte all’allungamento della vita né più né meno come in Occidente. In Cina è cresciuto il livello di qualità, di benessere, di assistenza, dopo gli anni post rivoluzionari hanno anche lì i problemi dell’Occidente.
Noi dobbiamo chiedere allo Stato in quanto istituzione, indipendentemente da chi governa, se il Governo Renzi o la Presidente di Fratelli d’Italia e via di seguito, in realtà, e questo in cauda venenum, quanto la Presidente Meloni andò a predisporre il bilancio preventivo a novembre dell’anno scorso - arrivata in corsa, il governo aveva appena giurato - si è trovata davanti i dirigenti del Ministero del tesoro, tutti nominati precedentemente dal centro-sinistra ed in parte dal governo Draghi, che gli dicono che le cifre non sono toccabili, non è possibile fare di più, anzi ci deve essere un taglio. Il bilancio preventivo è stato approvato in tempi record, addirittura qui ha ragione il Consigliere Mangialardi quando dice tutto all’ultimo momento, sì, all’ultimo momento. E’ stato approvato a fine dicembre, è un bilancio tecnico, predisposto dai vertici del Ministero del tesoro, che non sono stati nominati da noi, di cui dobbiamo prende atto anche per non incorrere in procedure d’infrazione dell’Unione europea.
Adesso in corso d’opera si stanno facendo tante variazioni di bilancio, ad esempio per gli eventi avversi eccezionali, vedi l’alluvione in Emilia-Romagna, per cui è stato dato qualche milione di euro per l’emergenza, ma occorrerà trovare, forse fin da adesso, mezzo miliardo di euro per far fronte, che poi sono pochi, ai 6 miliardi di danni evidenziati dal Presidente della Regione. Sono stati trovati 400 milioni per la Regione Marche, per l’alluvione del Misa a Senigallia, quindi …

(interventi fuori microfono)

Carlo CICCIOLI. Non sono aggiornato, non ho seguito l’Ansa, 2 miliardi, la Presidente del Consiglio è stata molto brava, a differenza di quello che dice il Consigliere Carancini, ed anche molto coraggiosa, va all’estero e fa delle cose che non mi aspettavo, quindi onore al merito.
Le variazioni si fanno sulla sanità, noi dovremmo con buon senso trovare delle risorse e se c’è il centro-destra o il centro-sinistra è la stessa cosa, non cambia niente, se non troviamo le risorse dobbiamo tagliare qualche altra cosa, ritenendo che la prevenzione idrogeologica e la prevenzione sanitaria sono fattori guida delle leggi del bilancio dello Stato.
Con questo spirito, secondo me questo documento va bene per tutti ed è buono, poi qualcuno può se caratterizzarsi in maniera diversa, lo può fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Rispetto agli interventi che si sono svolti in quest’Aula c’è da tener conto che in Parlamento è in sede di conversione il decreto legge n. 34. Nel testo già approvato alla Camera ed ora all’esame del Senato sono previsti degli interventi di miglioramento, in particolare sono previsti 100 milioni di euro, 30 milioni per i medici e 70 milioni per il comparto del pronto soccorso. Questo non ci autorizza ad assumere nuovo personale, autorizza i pagamenti di prestazioni aggiuntive per il personale, portando la misura oraria a 100 euro per i medici e a 50 euro per gli infermieri. Vengono pure finanziati con 200 milioni l’indennità di pronto soccorso per il relativo personale, anche questo è un incentivo per valorizzare queste professionalità, ma non tiene conto evidentemente delle gravissime carenze che colpiscono il settore.
In questo provvedimento è previsto lo stanziamento di 124 milioni di euro da rifondere e da suddividere tra le Regioni per l’aumento dei costi dell’energia, per il riscaldamento e per il raffrescamento.
Non per ultima c’è la possibilità per i medici che lavorano al pronto soccorso, privi di specializzazione, di poter partecipare ai concorsi per l’assegnazione del posto nel pronto soccorso purché abbiano almeno tre anni di servizio.
L’ultima norma riguarda la possibilità per i medici specializzandi al terzo anno di poter accedere al lavoro nella pubblica amministrazione con un contratto co.co.co., ma solo per un turno settimanale.
Queste sono misure che costituiscono un palliativo, quindi ringrazio tutti i Consiglieri regionali per aver posto il tema della sanità, averlo messo al centro del dibattito di questo Consiglio regionale.
E’ importante l’atto che viene deliberato dal Consiglio regionale delle Marche perché va ad incidere sulle valutazioni del Governo ed anche dell’Unione europea in materia di individuazione delle priorità.
Nessuno può sottacere che esistono altre priorità: la lotta all’inflazione, l’approvvigionamento energetico, le calamità naturali, dare impulso all’occupazione, ridurre la tassazione per far sì che i nostri prodotti possano essere più competitivi sui mercati internazionali, ma è ora di affermare che dopo i tagli fatti dal 2012 in poi la sanità deve tornare ad essere il tema centrale degli investimenti del nostro Paese.
Ringrazio tutti per questa opportunità che viene fornita alla nostra Regione di essere protagonista, anche nella Conferenza delle Regioni, ringrazio per questo mandato. Quando l’atto verrà deliberato mi consentirà di porre questo argomento quale tema centrale. non solo alle altre Regioni, ma anche al Ministro ed al Governo. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di risoluzione sulle mozioni n. 173 e n. 188. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 127
ad iniziativa dei Consiglieri Antonini, Serfilippi, Marinelli, Bilò, Biondi, Cancellieri, Marinangeli, Menghi
“Disciplina di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche nelle Marche e determinazione del canone in attuazione dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica)”

Nuova titolazione: “Disposizioni concernenti l’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 127 dei Consiglieri Antonini, Serfilippi, Marinelli, Bilò, Biondi, Cancellieri, Marinangeli, Menghi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Buongiorno, Presidente, buongiorno colleghi. Questa è una proposta di legge molto significativa che ha visto la III Commissione lavorare alacremente a partire dal mio predecessore Consigliere Antonini, il quale è il primo firmatario con tutto il gruppo Lega.
Tutta la Commissione ha lavorato alacremente, dal relatore di minoranza Consigliere Santarelli, alle Consigliere Casini e Vitri, per tutte le audizioni fatte.
Ci tengo a ringraziare in primis la Segretaria della Commissione insieme al dirigente Dott. XX della Giunta ed al Dott. YY per la grande collaborazione che c’è stata tra Giunta e Consiglio perché questa proposta di legge è dirompente per quanto riguarda il settore e mi auguro che la Giunta aiuti il Servizio competente con maggior personale perché le sfide a cui far fronte da qui al 2029 sono importanti.
Dopo i doverosi ringraziamenti, veramente sentiti, per il grande lavoro di squadra fatto, ricordo che la proposta di legge oggi sottoposta all’esame dell’Aula consiliare attua, a cinque anni di distanza, le modifiche apportate all’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 (c.d. Decreto Bersani), contenente la disciplina dell’assegnazione di grandi derivazioni d’acqua per uso idroelettrico (cioè quelle aventi una potenza nominale media annua pari ad almeno 3 MW), all’articolo 11 quater del decreto legge n. 135/2018 (c.d. Decreto Semplificazioni) e recentemente anche alla legge 5 agosto 2022, n. 118 (legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021).
Lo Stato italiano, infatti, con l’approvazione del decreto legge n. 135/2018 ha inteso porre termine, in via definitiva, alle diverse procedure di infrazione avviate nei suoi confronti ed aventi ad oggetto le modalità di assegnazione delle grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, in relazione alle quali la Commissione europea contestava le ripetute proroghe aventi, in concreto, l’effetto di procrastinare l’adeguamento della materia delle concessioni idroelettriche ai principi concorrenziali dettati dalle direttive comunitarie.
In particolar modo l’articolo 12 del D.lgs n 79/1999, nella attuale versione dispone, tra l’altro, quanto segue:
1. alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia, le opere idroelettriche passano, senza compenso, in proprietà delle Regioni, in stato di regolare funzionamento;
1 bis. le Regioni, ove non ritengano sussistere un prevalente interesse pubblico ad un diverso uso delle acque, incompatibile con il mantenimento dell’uso a fine idroelettrico, possono assegnare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche:
a) ad operatori economici individuati attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;
b) a società a capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato viene scelto attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;
c) mediante forme di partenariato, ai sensi degli articoli 179 e seguenti del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50;
1 ter. nel rispetto dell'ordinamento dell'Unione europea e degli accordi internazionali, nonché dei principi fondamentali dell'ordinamento statale e delle disposizioni di cui al presente articolo, le Regioni disciplinano con legge, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e comunque non oltre il 31 marzo 2020 (termine poi prorogato a seguito della crisi sanitaria e delle elezioni regionali del 2020), le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico attenendosi a precisi parametri predefiniti dallo stesso legislatore statale (elencati nelle lettere da a) a p) del comma 1 ter dell’articolo 12). Pertanto, con le novelle legislative introdotte dal suddetto decreto legge 135/2018, l’onere di adeguarsi ai richiami e alle norme comunitarie, dopo le procedure di infrazione, è stato posto in carico alle Regioni.
Le modifiche apportate all’articolo 12 dall’articolo 11 quater del citato decreto legge 135/2018 risultano determinanti in quanto:
• viene demandata alle Regioni la definizione con legge delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico (vale a dire, quelle relative ad impianti con potenza nominale media annua di concessione superiore o uguale a 3.000 kW, ai sensi dell’articolo 6 del Regio decreto n. 1775 del 1933 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici”), avendo riguardo agli oggetti elencati nel comma 1 ter del novellato articolo 12;
• vengono dettate nuove modalità che le Regioni dovranno specificare nella legge per la determinazione del canone di concessione quale corrispettivo dell’utilizzo della derivazione a scopo idroelettrico, articolandolo in una parte fissa, legata alla potenza nominale media di concessione, e in una componente variabile, calcolata come percentuale dei ricavi normalizzati sulla base del rapporto tra la produzione dell'impianto, al netto dell'energia fornita gratuitamente alla Regione, ed il prezzo zonale dell'energia elettrica, secondo quanto indicato dall’articolo 12 al comma 1 quinquies (c.d. canone binomio);
• viene previsto che, alla scadenza delle attuali concessioni e nei casi di loro decadenza o rinuncia, le opere cosiddette “bagnate” (opere di raccolta, di regolazione e di derivazione, principali e accessorie, canali adduttori dell'acqua, condotte forzate e canali di scarico) di cui all'articolo 25, primo comma, del Regio decreto 1775/1933 passino senza compenso in proprietà delle Regioni, in stato di regolare funzionamento (c.d. regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche), con corresponsione di un indennizzo in caso di realizzazione di investimenti su tali beni e vengono dettate specifiche disposizioni per l’eventuale acquisizione delle c.d. “opere asciutte” di cui si prevede l’utilizzo nel progetto di concessione (beni materiali immobili e mobili) con corresponsione di un prezzo da quantificare al netto dei beni ammortizzati, secondo specifici criteri elencati nella lettera n) del comma 1 ter dell’articolo 12 del c.d. decreto Bersani.
Il novellato d.lgs. 79/1999 fissa inoltre all’1 aprile 2029 – questa è una data importante - la scadenza delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche rilasciate a suo tempo ad Enel SPA.
E’ utile, a tale proposito, evidenziare che nelle Marche le concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico sono tutte assegnate a società del Gruppo Enel e di conseguenza la loro scadenza è fissata alla data dell’1 aprile 2029. La situazione della nostra regione quindi non è caratterizzata, a differenza di altre, da concessioni scadute o di prossima scadenza; tuttavia è necessario recepire quanto prima la vigente disciplina dell’articolo 12 del d.lgs. 79/1999 in quanto, ai sensi del comma 1 quater del citato articolo 12, in caso di inerzia da parte delle Regioni e comunque decorso il termine ultimo del 31 dicembre 2023, è previsto l’esercizio del potere sostituivo da parte dello Stato e la destinazione al patrimonio statale di una quota pari al 10% dell’importo dei nuovi canoni concessori, rideterminati seguendo le modalità indicate dal d.lgs. 135/2018.
Proprio per non incorrere in tali meccanismi sanzionatori quasi tutte le Regioni hanno già approvato una disciplina analoga a quella in esame ed in particolare la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, la Calabria, l’Abruzzo, il Veneto, la Provincia di Trento e da ultimo l’Umbria (legge regionale 6 marzo 2023 n.1).
Si segnala, per completezza, che, in attuazione del novellato articolo 12, comma 1 quinquies, del d.lgs. 79/1999, ai fini della definitiva approvazione definitiva della proposta di legge in oggetto, è stato ottenuto il parere favorevole non vincolante dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera) sulle disposizioni normative relative alla componente variabile dei canoni concessori (Parere 4 aprile 2023).
Per quanto attiene alla disciplina dei nuovi canoni concessori – questa è un’altra cosa importante - si rappresenta che la proposta di legge, in attuazione della normativa statale, introduce una quota fissa pari a 40 euro in relazione alla potenza espressa ed una quota in parte variabile in relazione al ricavo generato.
Attualmente invece i concessionari di grandi derivazioni idroelettriche nelle Marche riconducibili al gruppo Enel SPA sono tenuti a pagare un canone unico pari a 15,50 euro al kW ai sensi dell’articolo 46 della legge regionale n. 5/2006 “Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico”, così come modificato dalla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 49 che determina uno stanziamento inscritto nel bilancio di previsione 2023/2025 pari a 1.648.000 euro (dati forniti dal servizio regionale competente).
Con l’approvazione della proposta di legge in esame, invece (articoli 25 e 30), a decorrere dall’1 gennaio 2024, si registrerà nelle casse regionali una maggiore entrata pari a 3.330.553,25 euro.
Ai sensi dell’articolo 26 gli introiti derivanti dall’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche saranno destinati secondo le seguenti modalità:
- una quota pari al 50% è diretta annualmente al finanziamento di interventi regionali nel settore energetico, secondo modalità individuate dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione assembleare competente;
- una quota pari al 45% è diretta ai Comuni territorialmente interessati dalle grandi derivazioni al fine di finanziare azioni mirate a ridurre lo svantaggio economico, infrastrutturale e territoriale in cui si trovano;
- una quota pari al 5%, in attuazione della lettera l) del comma 1 ter dell’articolo 12, è destinata annualmente al finanziamento delle misure del Piano regionale di tutela delle acque dirette alla tutela ed al rispristino ambientale dei corpi idrici interessati dalle derivazioni.
Evidenzio inoltre che, nel definire la proposta di legge, il legislatore regionale ha compiuto (articolo 23) una scelta precisa avvalendosi della facoltà, prevista nella legge quadro statale, di inserire l’obbligo per i concessionari di corrispondere annualmente alla Regione una somma pari al valore dell’energia elettrica corrispondente a 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, da destinare per il 50% ai servizi pubblici e alle categorie di utenti dei territori interessati dalla derivazione, ai fini del miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi prestati.
L’intervento normativo in esame si compone di 30 articoli dei quali vengono illustrati in modo sintetico i contenuti.
L’articolo 1 descrive l’oggetto e le finalità della legge.
L’articolo 2 bis tratta delle concessioni di grandi derivazioni interregionali.
L’articolo 3, attuando la normativa statale, illustra nel senso già precisato il regime delle opere e beni interessanti la concessione (c.d. regionalizzazione della proprietà delle opere bagnate).
L’articolo 4 disciplina il regime dei beni interessanti la concessione, ponendo a carico del concessionario uscente (il quale rimane in possesso delle opere sino al subentro del nuovo titolare della concessione) l’onere di redigere un rapporto di fine concessione – altra cosa importante - che contiene l’inventario e lo stato di consistenza delle opere soggette al passaggio di proprietà alla Regione, nonché l’inventario e lo stato di consistenza dei beni diversi da quelli da trasferire, distinguendo tra beni mobili e immobili. Tale rapporto è finalizzato a permettere una effettiva conoscenza dello stato dei beni ed impostare, su basi conoscitive aggiornate e analitiche, le procedure concorsuali per il nuovo affidamento.
Vengono poi dettate disposizioni in merito alla durata delle singole concessioni (tra 20 e 40 anni) e alla valutazione preliminare che la Giunta regionale, prima di avviare le nuove procedure di affidamento delle concessioni in esame, deve compiere al fine di accertare la sussistenza di un interesse pubblico ad un uso delle acque diverso da quello idroelettrico (articoli 6 e 7).
Gli articoli 8 e 9 disciplinano le varie modalità di assegnazione delle concessioni, in attuazione della normativa statale.
La proposta di legge poi disciplina (articolo 12 bis e 13 bis) il procedimento unico di assegnazione delle concessioni in esame, coinvolgendo le amministrazioni statali sia nella fase di selezione dei progetti sia in quella di valutazione dei medesimi, in ottemperanza alle diverse pronunce emanate dalla Corte Costituzionale con riferimento ad analoghe discipline regionali (tra le altre la sentenza n. 117/2022).
L’articolo 14 definisce i requisiti di ammissione alle procedure di assegnazione delle concessioni.
L’articolo 15 indica i contenuti essenziali del bando di gara mentre il successivo articolo 16 specifica i requisiti che l’istanza di partecipazione al procedimento per l’assegnazione della concessione deve possedere.
L’articolo 16 bis pone a carico della Giunta regionale l’onere di effettuare una verifica di ammissibilità e completezza documentale delle istanze pervenute.
L’articolo 16 ter prevede la costituzione di una Commissione giudicatrice finalizzata ad individuare la migliore proposta progettuale, formata da rappresentanti della Regione e rappresentanti delle amministrazioni statali.
L’articolo 17 detta i criteri di valutazione ai quali la Regione deve attenersi per valutare le istanze pervenute e la relativa documentazione.
Gli articoli 17 bis e 17 ter declinano le varie fasi procedimentali da seguire per addivenire all’adozione del provvedimento unico di assegnazione (articolo 17 quater).
Gli articoli 18, 19, 20 e 21, in attuazione della normativa statale, individuano rispettivamente gli obblighi e limitazioni gestionali subordinatamente ai quali sono ammissibili i progetti di sfruttamento ed utilizzo delle opere e delle acque, i miglioramenti energetici, i livelli minimi in termini di miglioramento e risanamento ambientale e le misure di compensazione ambientale e territoriale da adottare.
L’articolo 22 tratta delle clausole sociali da prevedere nelle procedure di assegnazione delle concessioni in esame.
L’articolo 23 detta disposizioni in materia di monetizzazione dell’energia che i concessionari di grandi derivazioni sono tenuti a fornire gratuitamente alla Regione, in conformità alle deliberazioni dell’Arera.
L’ articolo 25 introduce la nuova disciplina dei canoni concessori, distinguendo tra quota di parte fissa e quota variabile, mentre l’articolo 26 individua gli interventi da finanziare con i relativi introiti, prevedendone la suddivisione in quote percentuali.
L’articolo 27 tratta delle garanzie che l’assegnatario della concessione è tenuto a produrre mentre l’articolo 28 disciplina i casi di cessazione delle concessioni in esame.
L’articolo 28 bis introduce alcune sanzioni amministrative che verranno comminate all’assegnatario della concessioni in caso di inadempimento agli obblighi di legge.
L’articolo 28 ter contiene la clausola valutativa.
L’articolo 29 detta le disposizioni finanziarie mentre l’articolo 30 contiene le norme transitorie e finali. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. La relazione del Presidente Serfilippi è stata esaustiva, ma come ha sottolineato … Ringrazio il precedente Presidente Antonini con il quale abbiamo lavorato con serenità perché la nostra è una Commissione serena nella quale i Consiglieri si adoperano per il bene comune, per il bene dei marchigiani.
Questa legge rappresenta un po’ quello che dovremmo fare nei confronti di una comunità, che si aspetta delle azioni, che spesso non corrispondono agli intenti dell’Aula consiliare.
Noi Consiglieri rappresentiamo una parte dello spaccato regionale, quindi abbiamo davanti … Come abbiamo sempre dichiarato, auspichiamo che questa Assemblea metta in essere delle azioni per il bene collettivo. Questo è il compito della buona politica, le azioni vengono messe in campo perché appartengono a tutti, sia alla maggioranza, …, in questo caso rappresento un pezzo dell’opposizione. Abbiamo il dovere di vigilare e di colmare il distacco che si è formato con i cittadini, quindi mi attengo anche in questa relazione a quello che è stato detto dal Consiglio delle autonomie locali che ha preso atto che il Presidente ha attivato una procedura con un parere favorevole. Questa legge è stata poi attenzionata.
La proposta di legge nasce dalla firma di quello che oggi è uno degli Assessori della Giunta regionale, quindi c’è stata una evoluzione della Commissione per quanto riguarda i componenti, alcuni si sono alternati. Io e il Presidente Serfilippi siamo rimasti, sempre con lo stesso fine che ci ha contraddistinto: la concretezza, la serietà, mettere in campo delle azioni per il bene comune.
Come ho detto prima oggi il primo firmatario si trova ad occupare un posto all’interno della Giunta regionale.
Ringrazio la Segreteria che è stata sempre puntuale nel farci trovare gli approfondimenti, le audizioni, che si sono avvicendate nel corso non di mesi perché questa legge nasce un paio di anni fa, gli interventi dei nostri dirigenti. Quindi ringrazio il dirigente XX ed anche il dirigente YY che sono stati sempre presenti e puntuali nel darci le informazioni che hanno portato al compimento di questa legge, complice un po’ anche il Ministero, gli organi sovraordinati, che mettono in difficoltà le Regioni.
Il nostro compito è legiferare, ma spesso nell’azione che svolgiamo ci sono degli ostacoli ed io spero che, siccome abbiamo avuto il parere favorevole del Cal e del Crel … Parere favorevole del Crel con l’osservazione di prendere in considerazione la pesante crisi energetica che si sta vivendo ed il fatto che la durata delle concessioni in Italia sia di gran lunga inferiore rispetto alla media europea. Si ritiene opportuno - come dice il Crel - che la legge regionale tenga conto delle concessioni in essere che devono essere tutelate.
Credo che molti Consiglieri, visto l’interesse ed anche il movimento che c’è all’interno dell’Aula, questa relazione non l’abbiano neanche letta.
Mi prendo alcuni minuti per sottolineare il contesto normativo sulle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche, questo lo scrive il Crel e lo trovate nell’allegato A. A livello europeo con l’adozione della direttiva 96/92/CE6 il processo di liberalizzazione del mercato dell’energia ha ricevuto un impulso determinante, con tale normativa infatti il legislatore comunitario stabilisce regole comuni relativamente a produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. La direttiva lascia tuttavia agli Stati membri la scelta delle più opportune modalità di attuazione di tali principi.
In realtà l’attuazione della direttiva nei vari Paesi europei risulta essere estremamente variegata, in primo luogo va segnalato che l’Italia è uno dei pochi Paesi a ricorrere a meccanismi di gara per l’assegnazione e i relativi rinnovi.
In Europa solo Italia, Francia e Spagna hanno aperto il mercato idroelettrico alla concorrenza, in realtà la Francia sta trovando dei sistemi per rafforzare alcuni dei suoi best performer nazionali per il prolungamento delle concessioni.
Il Crel sottolinea che un’altra differenza che si registra riguarda la soglia in quanto non vi è un valore uniforme per distinguere tra le grandi e le piccole derivazioni.
Il Presidente Serfilippi ha sottolineato tutti gli articoli di legge, quindi ha portato a conoscenza dei Consiglieri come si è avvicendata la legge in Commissione e quali sono gli articoli di legge che andremo successivamente a votare.
A me dopo l’introduzione, in un certo senso anche tecnico-politica del perché ho messo in campo questa relazione, mi preme chiedervi la pazienza di ascoltare quella che in un certo senso è la relazione del Crel, che è molto puntuale.
Il Crel sottolinea che in Italia la soglia è di 3 MW, in Germania di 1, in Francia 4,5, in Spagna di 5 e in Austria addirittura di 10.
Inoltre l’Italia registra una durata massima delle concessioni idroelettriche tra le più basse d’Europa, si parla di 20/40 anni, prorogabili dalle Regioni di altri 10 anni, negli altri Paesi europei la situazione è molto differente, in alcuni si arriva addirittura a 75 anni (Francia, Portogallo, Spagna) in altri la durata è addirittura illimitata (Finlandia, Svezia).
Quindi, fare questa legge non è stato molto semplice, per questo ho ringraziato i dirigenti e gli uffici, anche perché spesso noi Consiglieri ci troviamo di fronte anche ad un obbligo legislativo che ci viene messo in capo e che ci mette in difficoltà anche politicamente davanti ad un territorio perché, come sappiamo, l’acqua è un bene prezioso, la gestione è un bene prezioso, i profitti sono profitti. Noi dobbiamo guardare alle future generazioni perché il compito di un Consigliere regionale, che ha avuto la responsabilità da migliaia di cittadini, nel mio caso sono anche Presidente di uno dei sette gruppi, quindi la responsabilità è ancora più grande, più quella di Vicepresidente, che è una piccola responsabilità. E’ una responsabilità che guarda alle future generazioni, quindi dobbiamo prendere consapevolezza del ruolo che occupiamo.
Stavo sottolineando il fatto che le imprese italiane del settore si trovano a concorrere in un contesto europeo disomogeneo, in assenza di leale concorrenza all’interno dell’Unione europea …

(interventi fuori microfono)

Luca SANTARELLI. La normativa vigente in Italia …, giustamente quando si porta in campo una relazione anche di minoranza in quest’Aula trovi davanti alcuni ostacoli, noi in Commissione abbiamo cercato di lavorare serenamente perché tutti gli ospiti, le audizioni, i dirigenti hanno cercato di tirar fuori il documento migliore in una situazione di complessità politica ed anche tecnica. Guardo il dirigente XX che con grande professionalità ha portato alcune azioni tecniche in Commissione, io lo guardavo sbalordito nel senso che riuscivo a capire forse un decimo di quello che diceva perché noi non siamo dei tuttologi, noi come Consiglieri regionali, almeno la mia formazione mi poneva la presenza …

PRESIDENTE. Consiglieri non so più come dirlo, chi deve parlare esca dall’Aula. Grazie.

Luca SANTARELLI. Un Consigliere con la mia formazione sanitaria, che si trova nella Commissione ambiente e territorio, ha davanti degli ostacoli, che sono cognitivi. Dal mio punto di vista faccio fatica a capire quello che accade ed allora ho bisogno della professionalità, dell’assistenza ed anche delle cure, visto che per tanti anni ho curato i pazienti, dei dirigenti e di persone che mi sostengono nell’iter legislativo.
Questo iter è stato fatto, è stato fatto con diversi mesi di approfondimenti, per cercare di tirar fuori una legge, che oggi andiamo a partorire e non vorrei che fosse la montagna che partorisce il topolino perché alla fine il pensiero del legislatore regionale è quello di avere problematiche a livello nazionale, che la legge venga rigettata.
Ecco perché i pareri del Cal e del Crel dovevano essere, secondo la mia umile opinione, letti e attenzionati da tutti i Consiglieri regionali, in quanto spesso andiamo a votare delle leggi e ci troviamo a seguire la linea del partito.
Personalmente ho la fortuna di non dover seguire una linea di partito, ma seguo la linea del bene comune, la linea dei cittadini, la linea di quelle persone che mi dicono: “Luca, cerca di fare per bene laggiù perché ti ci abbiamo mandato noi, non per perdere tempo”.
La volontà popolare è proprio questa, allora guardo il Presidente Serfilippi, ha preso in mano la Commissione, ha cercato di fare tutte quelle azioni politiche anche per il bene comune, essendo la Lega come Rinasci Marche un partito a forte base popolare.
Questa disgressione mi ha portato a dire qual è il mio intento politico e qual è il mio pensiero di fronte a chi ci ascolta da casa e domani questi 30 minuti li taglierò e li manderò agli 11.000 cittadini che mi seguono personalmente.
Prima che perdessi il filo stavo dicendo che il Crel ha sottolineato che recentemente il legislatore è intervenuto con la legge n. 118/2022, legge annuale per il mercato e la concorrenza. Il novellato articolo 12 ha regolamentato l’idroelettrico, introducendo importanti novità, che sono: l’emanazione di una legge regionale che definisca le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico; la determinazione con la legge regionale del canone a carico dei concessionari quale corrispettivo dell’utilizzo della derivazione a scopo idroelettrico.
Alla scadenza delle attuali concessioni e nei casi di loro decadenza o rinuncia le opere cosiddette bagnate, quindi opere di raccolta, di regolamentazione, di derivazione principali e accessorie, canali adduttori dell’acqua, condotte forzate a carico e scarico, di cui all’articolo 25, primo comma, del Regio decreto del 1933, passano senza compenso in proprietà alle Regioni in stato di regolare funzionamento e di regolamentazione della proprietà delle opere idroelettriche con eventuale corresponsione di indennizzo.
Qui abbiamo la responsabilità di andare a legiferare su un tema che oggi è di forte attualità data da quello che è accaduto in Emilia-Romagna. Abbiamo visto le idrovore che addirittura pompavano l’acqua al contrario, prendono l’acqua dai territori devastati, da quei territori che alcuni politici avevano definito tra i meglio gestiti, più fortemente pianificati dal punto di vista del dissesto idrogeologico ed oggi troviamo una regione, che è un’eccellenza, in quelle condizioni.
Una riflessione da fare quando firmiamo questa legge è quella di dire ai futuri concessionari, quello che accadrà nella regione Marche, che certi temi non li dobbiamo toccare con superficialità, non li dobbiamo toccare con la parola “politica”. Come dico sempre io: i soldi e la politica vanno e vengono.
Le cose, la gestione, i rapporti fra le persone, i rapporti che avvengono all’interno delle Commissioni politiche ed anche dei Consigli rimangono, quindi noi dobbiamo guardare quando votiamo una legge, quando facciamo una relazione.
La relazione del Presidente Serfilippi è stata sterile, ha guardato agli articoli che sono stati avvicendati, studiati, cambiati ed anche migliorati dai nostri tecnici degli uffici, perché i nostri uffici siamo noi, chi mantiene gli uffici? I dirigenti, i tecnici che ci aiutano a scrivere le leggi? Siamo noi stessi perché poi le viviamo.
Dico che il nostro gruppo voterà questa legge, la voterà con la responsabilità di dire che abbiamo fatto qualcosa di buono. Potevamo fare meglio? Sicuramente, ma non ci asteniamo, non ci nascondiamo dietro le cose perché abbiamo sempre detto che quando c’è qualcosa di buono, nell’attenermi al mio mandato, avrei avuto disposizioni dai cittadini, quindi all’attività del Consiglio io avrei garantito il rispetto e la dignità di una lista civica che guarda solo al bene comune. Sarò sempre dalla parte dei cittadini, sarò sempre dalla parte di un territorio libero. Spesso quando si fanno le azioni si vede se uno non ha la libertà, anche come politico, di dare degli indirizzi o di fare, qualche volta possono succedere, dei casini, qualche volta dei disastri, perché se non ci metti un minimo di attenzione, di vigilanza, la situazione può ricadere anche su te stesso. Purtroppo abbiamo vissuto nella nostra città, quello che è accaduto si poteva evitare? Sicuramente, magari anche con un po’ più di cura del territorio, che non è mai sufficiente perché il territorio che noi curiamo è in continua evoluzione.
Questa legge va ad impattare su delle infrastrutture che comunque sono anche responsabili di quello che abbiamo visto in questi giorni sulle pagine dei giornali, quello che abbiamo sentito, che abbiamo letto.
La mia relazione è un mix tra quello che abbiamo vissuto in Commissione, quello che hanno detto il Cal ed il Crel e quello che sento dal profondo della mia anima perché queste cose noi le viviamo e il territorio siamo noi stessi, quindi anche noi Consiglieri regionali dobbiamo metterci un po’ di emozione. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Sono un po’ stupefatta dalla relazione del relatore di minoranza perché pensavo che parlassimo del mercato interno dell’energia elettrica, invece mi sono accorta che ha parlato di dissesto idrogeologico e di quante preferenze abbiamo preso procapite, nel mio caso quasi 8.000 e mi fa solo piacere ricordarlo in questa sede.
Detto questo, il Consigliere ha letto il parere del Crel, che è un parere contrario, che cosa dice? Innanzitutto partiamo dalla direttiva del Parlamento europeo del ‘96 che dice che non abbiamo una omogeneità nel mercato europeo di provvedimenti che riguardano il sistema del mercato interno dell’energia, quindi anche l’accesso alle reti all’interno dei Paesi è variegato per cui è necessario che ognuno legiferi per uniformare queste modalità. Che succede? Che in realtà la Comunità europea è la prima a non legiferare le linee guida, per cui ha lasciato tutti i Paesi membri liberi di decidere come muoversi nel mercato interno.
Nel caso dell’Italia, al contrario di altre nazioni, si è deciso, così come stabilito dall’articolo 12 del decreto legislativo 79/1999, il c.d. decreto Bersani, di normare le concessioni, quindi di disciplinarne le modalità, i termini di avvio, le procedure, di stabilire che ci fosse un procedimento ed un provvedimento unici alla fine del percorso autorizzativo, di controllare i requisiti per l’attività organizzativa e tecnica, una soglia di 3 MW che secondo noi è giusta perché, a differenza di quello che dice il Crel, che ci critica, riteniamo che sia giusto che l’Italia si ponga a metà tra quello che fa l’Austria, quello che la Germania, quello che fa la Spagna, c’è chi mette 5 MW, noi ne mettiamo …
Altra cosa che sottolinea il Crel, che io posso in realtà condividere, che ha sottolineato anche l’Enel, è che le imprese italiane del settore si trovano a concorrere in un contesto europeo in cui non vengono tutelate come quelle dei Paesi della Comunità europea. Ogni Paese tutela la società che ha sede nella propria nazione, noi invece nel nostro mercato, in Italia, abbiamo deciso per le pari opportunità, quindi si prende atto sì delle differenze territoriali, però utilizziamo le stesse regole per tutti, per cui ci sarà una analoga valutazione dei progetti e non ci saranno priorità per le imprese nazionali. Questa è una cosa che a noi piace.
Nell’insieme vengono riproposte questioni tecniche che sono state stabilite dall’articolo 12 del decreto Bersani, gli uffici, che ringrazio, hanno fatto un grande lavoro anche per controllare quello che succede nelle altre Regioni e per verificare che si legiferi in maniera omogenea.
Quello che non ci piace, e l’ho detto più volte in Commissione, è l’articolo 26 che stabilisce che il 45% del canone dovuto alla Regione venga ridistribuito tra i Comuni montani laddove vengono fatte le dighe. Voi avete mai visto una diga che viene fatta al mare? Normalmente le dighe vengono fatte in montagna con un’unica eccezione, il bacino imbrifero, unico nelle Marche, che è quello del Piceno nel quale c’è anche il Comune di San Benedetto del Tronto. Quindi, con l’articolo 26 legiferiamo che tutti i Comuni montani avranno questa compensazione per le opere che verranno realizzate nel loro territorio, che sono certamente impattanti anche dal punto di vista del flusso minimo vitale delle acque, per cui giustamente avranno una compensazione. Ma sappiate che votando l’articolo 26 daremo anche queste risorse al Comune di San Benedetto del Tronto che in maniera legittima, per carità, è all’interno del perimetro dell’unico bacino imbrifero delle Marche. Questa è una anomalia.
Il mio partito è stato sempre contrario e noi ci siamo sempre ritenuti contrari non tanto sulle percentuali quanto a questa cosa e non perché ce l’abbiamo con il Comune di San Benedetto del Tronto, ma perché ci sembra poco coerente che un’indennità o compensazione assegnata alle aree interne, che già sono in sofferenza, venga utilizzata per un Comune tra l’altro turistico e che sta sul mare. Non credo che alla foce dell’Albula si possa fare una grande derivazione.
Per questo motivo, poi magari la dichiarazione di voto la farà il capogruppo, siamo d’accordo sui contenuti del decreto e condividiamo l’idea, contrariamente al Crel, che il mercato sia aperto per tutti e che non ci siano privilegi per nessuno all’interno della Comunità europea, quindi, concordiamo in toto sulla legge perché alza le soglie ed ha dei riferimenti normativi che sono totalmente condivisibili, però questa parte dell’articolo 26 ci impedisce di votare a favore in quanto si crea una differenza, non si generano pari opportunità tra le aree che effettivamente vengono massacrate perché quando si fanno le grandi derivazioni, che sono sempre importanti dal punto di vista dei bacini, e si privilegia un solo Comune della costa, che è San Benedetto del Tronto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare i due Presidenti della III Commissione, l’Assessore Antonini e l’attuale Presidente Consigliere Serfilippi, i relatori di maggioranza e di minoranza e gli uffici tutti. Ma non lo dico per modo di dire, ma perché penso che sia stato fatto un lavoro egregio, veramente eccellente, studiato dalla parte tecnica. Siamo un po’ tutti neofiti di questa materia, quando parliamo di certe materie, di certi termini, di certi kW, di certi termini economici.
Addirittura abbiamo avuto anche la possibilità di audire, ascoltare il responsabile mondo di Enel, il quale è venuto con tutta la sua schiera. Questo incontro mi ha colpito particolarmente perché delle varie cose che abbiamo ascoltato, quella che non ti aspetti è quando ti dicono che a parità di condizioni, previa infrazione europea, in Italia c’è la possibilità di far partecipare altri Stati membri, in Francia no. In Francia dicono: “La Francia è dei francesi, voi italiani andate a casa vostra. Enel si fa la sua bella gavetta”, poi eventualmente vengono altre società di altre nazioni e partecipano secondo i criteri che sono stati fissati, per fortuna, dal decreto Bersani, a determinate condizioni.
Penso che sia una legge dovuta, importante e, come ha detto bene il relatore, noi non siamo in scadenza di contratto, tanto meno sotto revoca, però ci stiamo predisponendo al 2029 per arrivare ad un inquadramento e ad una definizione, che oltre alla gestione degli invasi idroelettrici, porta anche parecchie risorse nelle casse regionali. Cosa che fino ad oggi per l’assenza di normativa, l’assenza di un inquadramento generale …, ha detto bene il Presidente avremo un surplus di oltre 3 milioni.
In Commissione questa cosa è stata molto interessante, come lo studio della pulizia degli invasi.
Abbiamo capito che il problema grande negli anni è stato proprio questo, non è tanto l’acqua che scorre, se scorre più o meno, ma la terra che si sedimenta negli invasi, che si predispone, che fa da scoglio, da barriera e quindi noi gestiamo meno acqua per l’assenza di manutenzione.
Questo è un altro elemento fondamentale, un punto essenziale, nodale di questa legge, cioè la pulizia dell’invaso, per una serie di considerazioni che oggi sono importanti anche evidenziare, ma anche per una maggiorazione economica che noi riusciremo ad avere con una semplice gestione dell’invaso.
Ovviamente i soggetti concessionari, gli attuatori, sono quelli che per primi devono fare la loro attività anche e soprattutto di manutenzione perché è proprio lì la differenza, quindi, tutto questo ha avuto fine e termine all’interno della Commissione in cui abbiamo snocciolato articolo per articolo, li abbiamo studiati tutti, da neofiti, grazie agli uffici che ci hanno saputo far studiare perché ci hanno detto esattamente le normative, come farle, dove leggerle, come applicarle e siamo arrivati ad una definizione, ad un testo normativo che io trovo positivo, se non fosse per l’appunto all’articolo 26 che ci fa bonariamente la Consigliera Casini. Francamente respingo al mittente, non fosse altro per un motivo, perché il 45% delle concessioni che vengono reinvestite, viene inserito all’interno di un bacino imbrifero montano. Il Comune di San Benedetto del Tronto – così respingiamo le accuse al mittente - ovviamente non lo gestisco più direttamente, non ho incarichi diretti, lungi da me tutte le varie ipotesi di valutazioni personali, però il Comune di San Benedetto del Tronto è membro del BIM, come ci sono tutti gli altri Comuni, addirittura l’organo sociale è composto da 50 membri, quindi sarà buona cura del Presidente dell’attuale amministrazione del BIM gestire queste risorse per tutti quei Comuni che hanno una derivazione montana o quantomeno, visto che la diga non si può fare a valle, ma a monte, sarà buona cosa da parte del Presidente gestirla in questo modo. Dico questo in maniera scherzosa alla Consigliera Casini perché non votare una legge del genere per questo motivo è secondo me un po’ ridicolo, penso che se la bontà della legge è stata riconosciuta non votarla per il BIM …, non la voti se trova nel corpo normativo o nell’impostazione …

(intervento fuori microfono)

Andrea ASSENTI. Assolutamente no perché eventualmente sarà buona cura del Presidente gestire questi soldi da derivazione sui Comuni montani. Quindi, non pregiudichiamo una sorta di percentuale del 45% sugli introiti su altri Comuni, lo faranno come penso che sia cosa …
Non penso sia subemendabile perché rientriamo all’interno di un bacino imbrifero montano quindi previsto per legge e soprattutto unico BIM riconosciuto per legge nella nostra regione a fronte degli 11, quindi dico di tornare alla bontà della legge, alla bontà delle cose.
Consigliera Casini, mi appello a lei e alla sua intelligenza tutta che riporta sul nostro territorio, quindi non può non votarla.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Buonasera a tutti. Sono stato citato varie volte, ovviamente mi fa piacere perché considero un po’ questa proposta di legge l’ultimo mio atto da Presidente di Commissione e Consigliere e devo dire che è stata un’esperienza fondamentale, portante, anche per quello che sto facendo adesso, probabilmente se non avessi fatto questa esperienza mi sarei trovato in maggiori difficoltà anche nell’affrontare l’esperienza di Assessore.
Faccio dei ringraziamenti perché consapevole della difficoltà della materia. Quando ci siamo avventurati in questa impresa immaginavo che non era qualcosa di semplice, quindi c’è stato un lavoro importante e vorrei ringraziare la parte tecnica e soprattutto la Segretaria della Commissione per come hanno affrontato con piglio determinato, come è sua caratteristica, senza lasciare nulla al caso e vorrei ringraziare il Dott. XX e il Dott. YY perché, con la massima disponibilità degli uffici della Regione hanno dato massima professionalità, conoscenza dell’argomento e disponibilità. Questo lo devo dire in quanto è la verità dei fatti.
Ringrazio poi tutta la Commissione partendo dal Presidente Serfilippi, che prima è stato presente da Commissario, poi tutti gli altri che hanno partecipato, il Vicepresidente Santarelli e anche la minoranza che ha dato il proprio contributo.
E’ stato un percorso abbastanza impegnativo sotto diversi aspetti, vi dico la verità, mai avrei immaginato, questi sono i casi della vita, che poi l’avrei raccolto come Assessore, sembra quasi che mi sia fatto un assist da solo. Tra l’altro, come è descritto, ci sono dei fondi in aumento che saranno in parte anche gestiti dall’Assessorato all’energia, sembra quasi che mi sia preparato qualcosa da gestire dopo.
A parte le battute, l’importanza di questa legge è sotto gli occhi di tutti, ora ci sono degli aspetti particolari, che sono stati sottolineati, sul discorso dei bacini.
Per quanto riguarda i bacini imbriferi, quello del Tronto si è costituito per volontà dei Comuni che ricadono all’interno del bacino, ma in realtà i bacini sono 9 e vanno dall’Aso fino al Marecchia e i Comuni interessati saranno di fatto beneficiari perché appartengono per legge, non va solamente al bacino … Tra l’altro San Benedetto del Tronto c’è per legge nazionale, non è che noi possiamo togliere San Benedetto del Tronto, è una legge nazionale, come c’è Giulianova che pure sta nel bacino imbrifero del Salinello in Abruzzo.
A parte questi aspetti credo che la parte fondamentale sia; innanzitutto aver dato seguito ad una legge e a delle indicazioni ben precise; la possibilità di far ricadere sul territorio … Quell’articolo che viene in parte contestato secondo me, per quanto ci riguarda come amministratori del territorio, è il vero punto di forza, cioè poter utilizzare questo aumento di disponibilità, di risorse per implementare e fare innanzitutto la produzione energetica da rinnovabili nella regione Marche. Siamo una regione che da questo punto di vista purtroppo è indietro da tempo, ci sono stati dati degli obiettivi ben precisi, dobbiamo produrre energia e tutte quelle risorse in più, che possono arrivare per essere rimesse in un circolo virtuoso di produzione di energia derivante dalle fonti rinnovabili, le dobbiamo solamente accogliere a braccia aperte perché dobbiamo raggiungere degli obiettivi che attualmente sono altamente lontani. Anzi, mi auguro che questa legge possa potenziare una discussione sulla necessità di spingere il più possibile tutte le nostre politiche, lo stiamo facendo in parte, lo sapete, ne stiamo parlando anche attraverso quel cambiamento.
Approfitto di questa occasione, non si riesce sempre ad intervenire su argomenti specifici, per dire che negli ultimi mesi le politiche energetiche della Regione Marche hanno fatto un salto di qualità enorme, noi abbiamo convinto la Comunità europea a postare ben 10 milioni di euro a favore di interventi per il sostegno alle imprese sull’energia, abbiamo creato, prima in Italia come Regione, un bonus energia che uscirà fra pochi giorni per le famiglie, per l’acquisto del mini-fotovoltaico. Abbiamo fatto un altro intervento che tra l’altro, ve lo annuncio, doveva uscire domani, il bando lo abbiamo rinviato di qualche giorno. Sappiamo che ci sono tantissime richieste, 5,4 milioni per sostenere le bollette, quindi dobbiamo mettere al meglio il sistema informatico per il caro bollette tra il 2021 e il 2022.
Partiamo con progetti sulle comunità energetiche, abbiamo fatto il bando sull’idrogeno, stiamo costituendo la hidrogen valley, sono tutti interventi che solo quest’anno sommano 62 milioni di euro, che l’Assessorato all’energia della Regione Marche gestisce come sostegno per l’efficientamento energetico e per la produzione di energia rinnovabile, 62 milioni di euro solamente il 2023. Questo significa qualcosa.
Importante è lavorare su tutto il sistema di produzione energia e anche coinvolgere i territori, che questi fondi ricadano (parte di questi) - scelta che il Presidente e tutta la Commissione hanno condiviso – sui territori, sul sostegno di quei Comuni di cui la maggior parte, poi ci sono delle eccezioni, sono dell’entroterra, che hanno assoluto bisogno di veder sempre più sostenute quelle politiche anche di valorizzazione del territorio. Se poi c’è una coerenza anche con iniziative che riguardano l’energia, la mobilità sostenibile o altro ben vengano, comunque iniziative in generale.
Concludo con un'altra riflessione che questa legge in qualche modo ci suggerisce, che è quella del governo delle acque, anche se ovviamente è un tema molto più ampio. Qualcosa ha accennato l’Assessore Aguzzi in una risposta ad una interrogazione, però è ovvio che di fronte ad estreme condizioni dovute ai cambiamenti climatici - passiamo dalla siccità a quello che abbiamo vissuto recentemente, grandine e alluvione, anche recentemente nelle Marche - dobbiamo iniziare a pensare ad un sistema di gestione di tutto quello che riguarda l’acqua, il concetto di acqua, interdisciplinare perché quando parliamo di acqua parliamo di potabilità, in questo caso di acqua che produce energia, di acqua che irriga i campi e le coltivazioni, in sostanza di acqua che può, attraverso i bacini di laminazione, gestire e governare tutto il discorso della prevenzione dei rischi idrogeologici. Quindi, dobbiamo fare un discorso interdisciplinare per mettere a sistema il tutto e credo che questo può essere uno spunto che ci invita a questa riflessione.
E’ ovvio che la Giunta regionale valuta in maniera favorevole questa legge, quindi spingiamo per l’approvazione, anzi ci auguriamo che gli aspetti benefici ed efficaci siano, appena possibile, quanto prima riscontrabili in maniera concreta e pragmatica.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio tutti coloro che sono intervenuti.
Come relatore di maggioranza penso che la proposta di legge che oggi portiamo in approvazione sia importante e dirompente visto soprattutto quello che abbiamo passato e che purtroppo stiamo vivendo. I bacini idrici ed il territorio sono un tema fondamentale e rilevante per il presente ed il futuro della nostra regione.
Mi incentro in maniera schematica e faccio un intervento un po’ più politico.
Il primo tema è quello dei canoni, passiamo dall’1 gennaio 2024 da 15,50 euro a 40 euro per la parte fissa, più il 2,5% per la parte variabile, per cui raddoppiamo come Regione Marche gli introiti rispetto agli scorsi anni, quindi dall’1 gennaio 2024, mentre alcune Regioni hanno deciso di cambiarli subito. Ritengo che sia giusto nei confronti del concessionario Enel Green Power, nel nostro caso, farli partire dall’1 gennaio 2024.
Il secondo tema è quello degli invasi, che sono gestiti nella nostra regione Marche da Enel Green Power, che comunque voglio ringraziare per il lavoro che ha svolto fino ad oggi. C’è una collaborazione annuale. Penso ad esempio alla crisi idrica in estate, in molti casi Enel Green Power garantisce il deflusso minimo vitale, quindi è importante per tutto quello che riguarda i bacini, la flora e la fauna lungo i percorsi idrici.
Ringrazio per la notizia di questa mattina l’Assessore Aguzzi, anche per l’impegno, per aver sostenuto questa proposta di legge e averla di fatto demandata alla Commissione, insieme a tutto il Servizio diretto dal Dott. XX e dal Dott. YY. La notizia è che Enel Green Power sembra intenzionata in maniera importante ad iniziare a pulire gli invasi. Penso al territorio della provincia di Pesaro Urbino in cui da tanti anni si parla della pulizia dell’invaso, ad esempio, della diga del Furlo. Mi pare di capire che la progettazione è in uno stato avanzato, quindi se dalle parole si passerà ai fatti, se da quest’anno o al massimo dall’inizio del prossimo si inizierà con la pulizia degli invasi, credo che sia un passo molto importante che riguarda un po’ tutti, dato che ho visto anche diverse interrogazioni della minoranza.
Il terzo tema è quello delle concessioni. Da parte di Enel c’è una grande collaborazione e mi auguro che non veda questo atto a suo sfavore, ma un atto doveroso che la Regione Marche doveva fare, tra l’altro votato in tante altre Regioni d’Italia.
Faccio l’appello alla minoranza di votare favorevolmente perché nelle altre Regioni, penso ad esempio al Veneto, a guida leghista, la minoranza – il PD sicuramente, non se il Movimento 5 Stelle esiste in Veneto - ha votato favorevolmente ed all’unanimità questa proposta di legge.
Il quarto tema è quello della ripartizione delle risorse, ne abbiamo discusso a lungo tra i Commissari, all’interno della maggioranza, presumo che le percentuali che abbiamo individuato, il 50% degli introiti, triplicheranno rispetto agli attuali proventi. Si parla quasi di 6 milioni di euro in totale, che sarà destinato a politiche energetiche da parte della Giunta, sentita la Commissione consiliare. Questo è un tema molto importante perché le politiche in ambito energetico sono fondamentali per il futuro della nostra regione. Mentre il 45% sarà destinato ai Comuni per progetti territoriali. Questo è rilevante, penso ad esempio al Furlo, a tutta la rete sentieristica, ai cammini, alle ciclabili.
Nei Comuni intorno alla diga si è creato un indotto, spero presto di tornarci con mio figlio perché è un posto bellissimo in cui le famiglie possono respirare aria buona, consumare cibo ottimo e dare un volano al turismo ed alle attività economiche che sono lì intorno. Il 45% di queste risorse sarà destinato a progetti dei Comuni in cui ricadono i bacini imbriferi mentre il 5% delle risorse per i Piani di tutela.
Infine, vorrei ancora ringraziare - con questa proposta di legge abbiamo collaborato Giunta e Consiglio insieme - la Dott.ssa XY che insieme alla Segretaria della Commissione hanno fatto uno strepitoso lavoro in collaborazione con la Giunta, si è vista quindi una grande collaborazione tra Assemblea legislativa e Giunta qui rappresentata dal Dott. XX e dal Dott. YY.
Non aggiungo altro, sappiamo che tutto è partito dall’ex Presidente Antonini, io ho ereditato il testimone, la proposta di legge è del gruppo Lega, ma insieme ai Commissari anche degli altri partiti abbiamo fatto un grandissimo lavoro.
Auspico l’approvazione all’unanimità, se così non sarà non importa, il bello della democrazia è anche che qualcuno non condivida le politiche, noi comunque andremo avanti con l’approvazione come maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Soppresso.

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Soppresso.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Soppresso.

Articolo 11. Soppresso.

Articolo 12. Soppresso.

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Soppresso.

Articolo 13 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17.
Emendamento 17/1 a firma del Presidente della III Commissione. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. E’ un emendamento tecnico con il quale, viste le osservazioni che sono state fatte alla legge dell’Umbria, aggiungiamo dopo la lettera b) comma 1 dell’articolo 17 (criteri di valutazione) gli interventi di miglioramento della sicurezza delle infrastrutture esistenti.
La Commissione convocata questa mattina ha votato favorevolmente ad eccezione dei Consiglieri di minoranza che si sono astenuti.

PRESIDENTE. Emendamento 17/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17 quater. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 24. Soppresso

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 26. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Vorrei ringraziare la Commissione che ha recepito il nostro emendamento, ne sono stati presentati altri per alzare i canoni, quindi per la prima volta i canoni si sono alzati con un vantaggio per le amministrazioni pubbliche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Parere contrario come gruppo Partito Democratico per le motivazioni che ho già detto, ovvero che viene privilegiato e indennizzato un territorio non montano, in cui sicuramente non sarà fatta una grande derivazione.
Detto questo, è vero che la legge ha perimetrato gli ambiti per altri bacini imbriferi, ma è vero, come è vero, che non esistono altri enti, quindi non è possibile fare i trasferimenti dell’eventuale 45% per quota parte, dato che soltanto un bacino imbrifero avrebbe una doppia quota e questo non è vicino alle pari opportunità territoriali, soprattutto non tutela le aree interne che sono quelle che mettono a disposizione sia l’acqua che il territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. In antitesi, ma solo per rivendicare la bontà dell’articolo 26 e di quanto già detto. Quello che ha detto la Consigliera Casini era stato snocciolato in maniera attenta in Commissione, tant’è che inizialmente in una, non dico prima genitura, ma in una prima stesura era stata inserita una quota di riserva particolare al BIM, che poi è stata cancellata e siamo tornati alle origini, come l’impostazione della legge prevede, con quel 35% dei Comuni ricadenti in ambito BIM montano.
Penso che sia ottima l’impostazione dell’articolo 26, che qui sottoscrivo con grande chiarezza.

PRESIDENTE. Ha la parola per esplicitare meglio la sua dichiarazione il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Qui si parla di Comuni ricadenti nei bacini imbriferi montani, quindi non nel BIM perché se era al BIM chiaramente c’era anche la mia opposizione come avevo detto, quindi si è fatto un passo avanti. Si parla di Comuni e non del BIM, che è una cosa ben differente, io ce l’avevo con il baraccone BIM, non con i Comuni ricadenti all’interno dei bacini imbriferi montani. E’ una cosa ben specificata, c’è un qualcosa che recepisce anche il dibattito che abbiamo avviato in Commissione, credo che comunque sia un passo avanti e non a caso questa disposizione al BIM non piace.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare per l’audizione fatta ai Direttori del BIM all’interno della Commissione consiliare perché ci hanno portato chiarezza su alcuni temi, ci hanno aiutato anche a capire i pro e i contro di avere questi alleati nei rapporti tra i Comuni. Quindi, vedo favorevolmente l’aiuto di questi attori del sistema e noi voteremo favorevolmente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Solo per chiedere il voto per appello nominale.

PRESIDENTE. Articolo 26. Lo pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Acciarri, Acquaroli, Assenti, Ausili, Baiocchi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marinangeli, Marinelli, Menghi Pasqui, Putzu, Santarelli, Serfilippi.
Contrario: Biancani, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Ruggeri, Vitri.
Astenuti: Lupini.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Solo per ribadire la posizione già espressa dalla Consigliera Casini, il voto del Partito Democratico è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per confermare che la Lega è favorevole e per ringraziare l’Assessore Antonini, il Consigliere Serfilippi e tutti coloro che hanno collaborato per portare avanti questa proposta di legge, che dà sicuramente una svolta ai nostri territori.
Andiamo a gestire delle nuove risorse che vengono dai grandi bacini, quindi dalla produzione di energia elettrica.
Il nostro è un voto favorevole e il ringraziamento va a tutti coloro che ci hanno lavorato, dalla parte politica alla parte dei tecnici. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il capogruppo Consigliere Ciccioli che mi ha dato la possibilità di esternare il voto favorevole in maniera convinta di Fratelli d’Italia.
I ringraziamenti li ho già fatti e sono di rito, sono contento e convinto della bontà di questo atto.
Penso che abbiamo svolto un servizio pubblico per antonomasia, abbiamo fatto una grande proposta tramutata in legge, che porterà ad una migliore gestione di tutti gli invasi e di tutte le risorse idriche, anche ad un maggior gettito di denaro sempre utile alle casse regionali, quindi il voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Noi esprimiamo un voto favorevole.
Una proposta di legge importante, così come ha detto il Consigliere Assenti, un servizio pubblico fondamentale per la nostra regione.
Ringrazio l’Assessore Antonini, il Presidente Serfilippi per il lavoro svolto, nonché tutti i tecnici. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 127. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Dei vari atti che sono all’ordine del giorno, sulla mozione n. 177 il Consigliere Pasqui, primo firmatario, ha chiesto il rinvio al prossimo Consiglio per approfondimenti, l’Assessore competente è Brandoni.
Per la mozione n. 178 l’Assessore competente è Aguzzi, che non è in questo momento in Aula, come l’Assessore Saltamartini per la mozione n. 124, per le mozioni n. 187, n. 259, n. 261, n. 338 e per l’interrogazione n. 528 (abbinate), nonché per la mozione n. 201.

Mozione n. 346
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Mangialardi, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Bora, Ruggeri, Biancani, Vitri
“Seduta del Consiglio regionale dedicata allo stato di attuazione del PNRR”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 346 dei Consiglieri Carancini, Casini, Mangialardi, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Bora, Ruggeri, Biancani e Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. La discutiamo adesso?

PRESIDENTE. La situazione è che dobbiamo fissare una data in cui la Giunta viene a relazionare, questo era stato detto.
Possiamo introdurre la mozione affinché la Giunta ci faccia poi sapere quando avrà tutti i dati.
Questo è l’accordo fatto in Conferenza dei capigruppo.

Romano CARANCINI. Non ero al corrente di questo indirizzo, che mi sembra da condividere.
La mozione chiede di far partecipare l’Assemblea legislativa delle Marche al percorso riguardante le risorse destinate alla Regione rispetto alle varie missioni, per poter dare la possibilità all’intero Consiglio, a tutti i Consiglieri, di avere un quadro puntuale ed esatto dello stato dell’arte rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Sono risorse particolarmente importanti per lo sviluppo della regione, soprattutto in termini di investimento, che consentono una discussione anche in relazione alle problematiche che si evidenziano all’orizzonte per quanto riguarda il licenziamento della rata di 19 miliardi per questo Paese, quindi anche la parte relativa alla Regione Marche.
Quindi se c’è la disponibilità del Governo regionale di arrivare in Consiglio regionale, anche abbastanza tempestivamente, per discutere della situazione ed eventualmente raccogliere all’interno dell’Assemblea le eventuali opinioni su come sia utile, se del caso, riconfigurare alcune scelte progettuali anche alla luce delle problematiche che sono sorte in questo anno e mezzo dalla disponibilità delle risorse.
Tutto ciò è molto rilevante, lo dico non solo per i cittadini, ma anche per il governo regionale, è evidente che, non lo dice il sottoscritto, credo che sia ormai patrimonio di tutti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un driver fondamentale di sviluppo dei territori, non sfruttarlo appieno ritengo che sia un peccato.
Penso che da questo punto di vista l’Assemblea legislativa delle Marche, attraverso i propri rappresentanti, possa eventualmente manifestare su questo una qualche proposta o comunque una discussione. Credo che sia un fatto molto importante, che se accettato andrebbe a merito della Giunta regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Sappiamo quanto sia importante informare il Consiglio sulla chiusura della programmazione 2014/2020, che ricordo sarà al 31 dicembre dell’anno in corso, quanto sia fondamentale informare l’Assemblea per quanto riguarda la programmazione 2021/2027 per la quale siamo usciti con i primi bandi e abbiamo un link dove poter verificare giorno dopo giorno i bandi che usciranno prossimamente, quanto sia rilevante relazionare sul Piano nazionale di ripresa e resilienza nel quale, ricordo, ci sono 36 miliardi per la Regione Marche, ma solamente 247 milioni verranno gestiti dalla Regione.
Quindi, rispondo alla mozione presentata dal Partito Democratico dicendo che noi siamo d’accordo a convocare un Consiglio regionale ad hoc, monotematico, sulla questione della programmazione totale europea. Daremo indicazioni come Giunta al Presidente del Consiglio che le porterà alla Conferenza dei capigruppo, però oggi non sono in grado di dare la data precisa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Raccolgo positivamente le dichiarazioni dell’Assessore Brandoni. Vorrei solo precisare che la mozione non parla della programmazione europea, parla di Piano nazionale di ripresa e resilienza, ora affogare all’interno di una discussione tutto il mondo, piuttosto che parlare del Piano nazionale di ripresa e resilienza, invito su questo …
Di conseguenza, Presidente, se c’è questa disponibilità, siccome l’atto è molto lineare e direi neutro, credo che la mozione si possa votare, altrimenti non avrebbe senso.

PRESIDENTE. La mozione chiede la calendarizzazione di una seduta aperta del Consiglio regionale entro il 15 maggio. Il 15 maggio è passato, io lascerei: “di calendarizzare una seduta aperta del Consiglio regionale prima della chiusura estiva”, oppure l’Assessore può dire quando ritiene di essere pronto come Giunta, in modo tale che la situazione la possiamo affrontare anche entro settembre, ad esempio.
Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Consigliere Carancini, io non ho parlato della programmazione 2014/2020 e 2021/2027 a caso, io ho partecipato ad una Conferenza Stato-Regioni in cui queste tre cose verranno messe insieme quando verremo chiamati dal Governo.
Ho capito che la vostra richiesta è specifica sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, vi ho già riferito un dato: 36 miliardi, ma la Regione gestirà 247 milioni, però tutto è collegato.
Ho partecipato alla Conferenza Stato-Regioni, quindi mi sono permesso di dire quello che c’è.
Mi prendo l’impegno come Giunta, ne ho parlato anche con il Presidente, prima delle ferie estive verrà convocata una seduta del Consiglio regionale ad hoc su questo tema.

PRESIDENTE. Bisogna fare un emendamento, dicendo che prima della chiusura estiva si farà questa seduta. Va bene?
L’emendamento lo devono presentare i firmatari della mozione, poi lo votiamo.

Emendamento n. 246/1 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Lupini, Mastrovincenzo, Bora, Cesetti, Ruggeri, Biancani, Vitri e prevede che nella parte dispositiva le parole “entro il 15 maggio p.v.” siano sostituite dalle seguenti “prima della pausa estiva”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 346, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 18:30