Resoconto della seduta n.112 del 06/06/2023
SEDUTA N. 112 DEL 6 GIUGNO 2023
La seduta inizia alle ore 10,50
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 112 del 6 giugno 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 111 del 30 maggio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
L’Assessore Brandoni ha chiesto di essere inquadrato come assente in quanto per impegni istituzionali non può essere presente alla seduta odierna, anche il Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli ha comunicato che oggi per impegni con il Governo non potrà essere presente alla seduta odierna.
Interrogazione n. 785
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi regionali per il contrasto alla povertà estrema e all'esclusione sociale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 785 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione, che era stata calendarizzata nella scorsa seduta, deve tener conto che per povertà estrema, ai sensi della normativa vigente, non solo a livello interno, ma anche a livello europeo, si intende quella condizione sociale in cui le persone vivono in strada o in sistemazioni di fortuna oppure ricorrono a dormitori o a strutture di accoglienza notturna, oppure sono ospiti di strutture anche per soggiorni di lunga durata per persone senza fissa dimora. In ultima analisi si tratta della condizione di persone che sono in procinto di uscire da strutture di protezione, cure e detenzione e non dispongono di una soluzione abitativa. Il tema è affrontato sotto molteplici aspetti e negli ultimi anni si è deciso di intervenire sulla materia proponendo l’individuazione di una casa per questi soggetti, l’housing first.
Gli interventi previsti in materia dispongono di risorse comunitarie, di risorse statali, di risorse del Pnrr ed anche, poi vedremo, di risorse regionali.
Per quanto concerne le risorse comunitarie, che sono impiegate, partono dal Pon inclusione 2014/2020, sono stati impiegati 346.000 euro, poi c’è il Piano operativo Fead con interventi di oltre 2 milioni di euro, il Pon inclusione 2014/2020 ancora, i fondi dell’Fse 2021/2027 con il Pon inclusione. Ci sono anche risorse statali derivanti dal fondo nazionale della lotta alla povertà, 1 milione per il triennio 2021/2023, ed altre risorse statali previste dalle leggi di bilancio.
Non per ultimo ci sono gli interventi del Pnrr, in particolare nell’ambito della Missione 5 componente 2; gli Ats della Regione Marche hanno ottenuto 2,85 milioni per finanziare e realizzare numerosi progetti di housing first.
In particolare c’è l’Ats 1 di Pesaro che ha potuto investire 710.000 euro, l’Asp di Jesi ha ottenuto un finanziamento di 710.000 euro in particolare per ristrutturare 5 alloggi nel Comune di Fabriano, 1 nel Comune di Osimo, 2 nel Comune di Jesi e poi altri interventi su Falconara e Senigallia.
Ci sono altri interventi dell’Ats 15 di Macerata, in particolare la ristrutturazione di 4 alloggi nel Comune di Macerata con capienza di 2 posti a struttura ed un impiego di 710.000 euro.
C’è l’Unione dei Comuni della vallata del Tronto, gli Ats 19, 20, 21, 22, 23, 24, sono stati realizzati alloggi a Grottammare, a Fermo e nel Comune di Santa Vittoria in Matenano con l’impiego di 710.000 euro.
Non per ultimo Pesaro con l’impiego di 1.090.000 euro, l’Asp 9 di Jesi con 1.090.000 euro, i Comuni di Ancona con 1.090.000, Civitanova Marche 1.090.000 e San Benedetto del Tronto.
Alla domanda contenuta nell’interrogazione: qual è la somma e l’impiego della Regione Marche, la risposta è che lo stanziamento dell’annualità 2020 è stato di 300 mila euro per il biennio 2020/2021, a coperto entrambi gli anni, nel 2022 sono stati stanziati 100 mila euro e sono utilizzati in questo esercizio. Nel prossimo esercizio di bilancio, quindi anche nel prossimo rendiconto, ho chiesto alla Giunta ed all’Assessore Brandoni di stanziare una somma, che verrà individuata nelle prossime settimane, quando porteremo all’approvazione di questo Consiglio regionale l’atto di cui ho parlato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. I dati che ci mette a disposizione non coincidono con la risoluzione che noi votammo insieme, la 34 del 2022, con la quale impegnavamo la Giunta ad incrementare in maniera sostanziale i capitoli dedicati alla povertà estrema.
Ricordo e ripeto, visto che nella scorsa seduta era già stata ampiamente illustrata dal sottoscritto la risposta, che il Consigliere Mastrovincenzo propose la mozione e ci fu una adesione convinta dell’Aula rispetto a quel tema.
Quello a cui abbiamo assistito in questo anno è sancito dalle relazioni della Caritas delle Marche, che assiste più di 15 mila utenti. I pacchi viveri distribuiti nello scorso anno sono 85 mila e i pasti distribuiti 225 mila. I dati sono indubbiamente impressionanti e il resoconto che lei ci ha messo a disposizione riguarda le risorse stabilite e dirottate dal Governo, tra l’altro precedente, rispetto a questo tema. Noi chiedevamo un’altra cosa.
Colgo un’apertura nel suo ultimo passaggio perché ha detto che si è confrontato con l’Assessore Brandoni per incrementare, questo è il tema della nostra interrogazione, è il senso che le avevamo dato perché in questo periodo abbiamo raccolto tutte le risoluzioni, che sono state approvate convintamente dall’Aula, con le quali si impegna qualche volta anche con prudente riluttanza da parte dell’Assessore Saltamartini, poi invece ci ritroviamo con impegni assunti che fanno difficoltà.
Interrogazione n. 767
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico (FSE)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 767 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’avvio del percorso di istituzione nel nostro Paese nel servizio sanitario nazionale del fascicolo sanitario elettronico è datato 2012, con il decreto legge 18 ottobre 2012 n. 179.
Sono trascorsi quasi 11 anni e il fascicolo sanitario elettronico nella nostra regione stenta ancora ad avviarsi, il numero dei cittadini marchigiani che hanno aperto il fascicolo sanitario elettronico è ancora molto basso, sotto i 100 mila abitanti rispetto ai 1,5 milioni di residenti nella nostra regione. Un dato assolutamente diverso rispetto alle regioni del centro nord, che hanno un’utilizzazione del fascicolo sanitario elettronico dei suoi cittadini all’80 o addirittura al 90%.
Detto questo, sottolineato l’accumularsi negli anni di ritardi, c’è da tener conto che con il famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare per la digitalizzazione e per il superamento del gap del Act, il Governo ha emanato il d.p.c.m. 8 agosto 2022 con cui ha assegnato le risorse che possono essere impiegate in materia.
Il competente servizio dell’Agenzia regionale sanitaria della nostra Regione ha redatto conformemente al d.p.c.m. dell’8 agosto, il 7 ottobre, quindi due mesi dopo, il nostro Piano di adeguamento delle infrastrutture digitali dei sistemi sanitari, che è stato poi approvato dal Ministero il 23 dicembre 2022. Quindi, in questo momento sono attivi i percorsi per far sì che sia i linguaggi digitali delle diverse azioni che l’alimentazione del fascicolo stesso possano portare al raggiungimento degli obiettivi di cui abbiamo parlato.
In merito alle due domande che sono contenute nell’interrogazione della Consigliera Vitri, e cioè il fatto che nelle Marche il 47% dei medici utilizza il fascicolo sanitario elettronico e solo il 19% degli operatori sanitari, i dati non sono fondati, nel senso che la registrazione del fascicolo sanitario elettronico e l’uso di questi strumenti informatici dipendono dalla diversa articolazione che il fascicolo sanitario elettronico e il suo utilizzo hanno preso all’interno della nostra regione, segnatamente tra le diverse Aziende sanitarie.
In particolare per poter corroborare l’uso del fascicolo sanitario elettronico sono stati avviati più volte incontri con i sindacati e con i medici di medicina generale, quindi il percorso non sarà solo dal punto di vista culturale, ma anche dal punto di vista organizzativo per far sì che i cittadini siano innanzitutto sollecitati ad accendere il fascicolo sanitario elettronico; in seconda analisi, accordi con i medici di medicina generale per l’implementazione dell’apertura del fascicolo sanitario elettronico da parte dei medici di medicina generale stessi, in terzo luogo, una copertura culturale anche con incontri nelle scuole, che si stanno predisponendo con gli uffici scolastici della nostra regione per far sì che sin da piccoli i ragazzi siano sollecitati a far sì che la digitalizzazione possa entrare, oltre come strumento di ammodernamento della medicina, all’interno delle comunità familiari, tenendo conto che solo 100 mila marchigiani hanno acceso il fascicolo sanitario elettronico. Evidentemente c’è un gap culturale che deve essere colmato perché l’accensione del fascicolo sanitario elettronico e l’accesso dipendono dai singoli cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l’Assessore per la risposta. Mi ha spiegato che è iniziato un percorso di digitalizzazione, che sono in corso dei tavoli, degli incontri con i rappresentanti dei medici, però non ho capito nel dettaglio come si sta lavorando per implementare tutto il percorso che dovrà portare all’attivazione del fascicolo digitale al 100%.
Mi aspettavo una risposta più precisa, più tecnica, perché questa mia interrogazione ha un intento propositivo, non di critica o polemico, tanto è vero che la Regione Marche ha avuto risorse assegnate dal decreto 8 agosto 2022 proprio per il potenziamento delle infrastrutture digitali, oltre 3 milioni nel 2023, 2,5 milioni per il 2024, 690 mila euro per il 2025, a cui si aggiungono altre risorse per l’incremento delle competenze dei professionisti del sistema sanitario.
Con oltre 10 milioni in campo per questo processo oggi mi aspettavo una risposta ben definita perché è importante che tutti gli operatori della sanità abbiano al più presto il fascicolo digitale. Nell’Emilia-Romagna le ricordo che si è già arrivati all’utilizzo al 100%, quindi ciò che propongo e suggerisco è di attivarsi su due fronti diversi, mettendo innanzitutto a disposizione dei medici di medicina generale un personale tecnico amministrativo che possa aiutarli, sostenerli nell’acquisizione di tutte le pratiche ed in secondo luogo intervenire dal punto di vista tecnico-informatico con un sistema adeguato. Nello specifico un software ospedaliero deve gestire in modo snello un programma di refertazione ambulatoriale specialistica, un programma di refertazione radiologico con le immagini caricate, un programma di esami istologici, un programma di esami laboratoristici, un programma di referti di tutti gli interventi operatori, così come di refertazione del pronto soccorso, di informatizzazione della cartella clinica dei reparti.
Lei immagini quando dal medico, in ospedale o in ambulatorio medico di medicina generale arriva un paziente anziano accompagnato dalla badante che non ha la minima idea di quali medicinali prende, di quali patologie ha, di quali interventi ha subito, avere il fascicolo digitale significa far risparmiare tempo agli operatori sanitari e soprattutto agevolare anche gli interventi per la tutela della salute dei cittadini. Purtroppo nelle Marche, soprattutto nell’Ast di Pesaro Urbino, non è avvenuto ancora nulla, si utilizza un sistema chiamato Diseo gestito da un software house di Bologna, che presenta problemi pesanti, programmi che continuano a bloccarlo …, vedo che sta finendo il tempo, ma le chiedo di verificare il sistema che utilizza la Romagna chiamato …
Interrogazione n. 813
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina del Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 813 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Comunico che il Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche si è insediato ed è stato regolarmente nominato ed è composto dal Sig. XX designato dal Ministero della Salute, dal Sig. YY designato dalla Regione Umbria e dal Dott. XY designato dalla Regione Marche.
Il Consiglio di amministrazione rimarrà in carica per i prossimi quattro anni e si è insediato giovedì 11 maggio. Ai sensi delle disposizioni interne il Consiglio ha eletto suo Presidente il Dott. XY designato dalla Regione Marche.
L’organismo è perfettamente incardinato ed in funzione, questa è la situazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Assessore, per la risposta. Ha risposto alle domande che avevo fatto. Grazie.
Interrogazione n. 797
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Ospedale Profili di Fabriano – Garanzia dell’operatività del Reparto di Medicina Riabilitativa Intensiva”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 797 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta all’interrogazione della Consigliera Bora, rispondo che l’unità operativa complessa è perfettamente funzionante ed allo stato attuale l’organico è completo con quattro medici.
Questi quattro medici sono ritenuti sufficienti a garantire gli standard minimi qualitativi come previsto dalle vigenti disposizioni, quindi non c’è nessun tipo di inoperatività o di inefficienza del reparto di cui all’interrogazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Assessore. In genere gli uffici si sforzano un po’ di più, almeno nel camuffare la realtà. Questa volta non posso che essere più insoddisfatta del solito.
Vede, Assessore, le sue rassicurazioni non bastano ad allontanare il timore di un concreto depotenziamento del reparto di riabilitazione dell'Ospedale Profili, peraltro già in atto.
Un reparto di cui i cittadini di Fabriano e di tutta l'area montana non possono certo fare a meno dal momento che rappresenta un servizio disponibile 24 ore su 24 e comprende anche il trattamento ospedaliero giornaliero.
I cittadini chiedono di mantenere e se possibile potenziare il servizio di medicina riabilitativa di Fabriano, reparto essenziale, attorno al quale ruotano altre specialità mediche di consulenza e ambulatoriali in continuità con i reparti per acuti (ortopedia, medicina, chirurgia, terapia del dolore), ambulatori dedicati, come ad esempio l'ambulatorio per le donne post mastectomia, per le problematiche di continenza uro-rettale e l'ambulatorio per l'età evolutiva.
Il fatto di non aver ancora sostituito i pensionamenti degli scorsi anni (un dirigente medico e due fisioterapiste) con personale stabile e a tempo indeterminato, lascia, Assessore, poche speranze circa la reale volontà di mantenere in vita il servizio, tantomeno quella di potenziarlo.
Entro il 2021 ci saranno altri pensionamenti: un dirigente medico e un fisioterapista, che intenzioni ha questa Giunta? Garantirà le necessarie sostituzioni del personale per mantenere l'operatività del reparto?
A questa domanda, Assessore, non ha risposto. Ha preferito leggere un discorso generale, incapace di dare quelle certezze di intervento che i cittadini dell'area interna chiedono.
Con i fatti questa maggioranza ha dimostrato di non avere né attenzione né volontà di ascolto dei territori, una Giunta che proprio a Fabriano, in occasione della presentazione del Piano socio-sanitario, ha chiuso le porte ai Consiglieri comunali che in quel Comune sono stati eletti e che rappresentano nel quotidiano le istanze e i bisogni delle popolazione.
Una Giunta che a sei mesi dalla soppressione dell’Asur non è riuscita a incidere, nemmeno, parlo del territorio di Fabriano, con un Assessora che a Fabriano ci vive e che fa anche parte del Consiglio comunale.
Nei prossimi mesi continueremo a vigilare, riservandoci la possibilità di tornare sulla questione qualora le sue odierne tiepide rassicurazioni non trovino corrispondenza nelle vostre scelte future.
Interrogazione n. 824
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Utilizzo delle nuove tecnologie nei sistemi di allerta della popolazione in caso di emergenze derivanti da calamità naturali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 824 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Sono stati stipulati dal Dipartimento di protezione civile regionale, già da diversi mesi, degli accordi di collaborazione con la Fondazione Cima legata alla protezione civile nazionale e con l’Università degli studi di Firenze, come centri di competenza di protezione civile.
Nell’accordo con la Fondazione Cima è previsto lo studio di potenziamento degli strumenti e delle procedure di allertamento volto ad incrementare la capacità di monitoraggio ed allertamento nei territori maggiormente colpiti dal contesto emergenziale.
Successivamente queste nuove attività saranno estese anche alle aree non colpite così pesantemente, sarà qualcosa che sarà preso in considerazione a livello regionale, partono inizialmente dalle zone più toccate.
Inoltre con il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 84 del 15 maggio è stato adottato un nuovo portale di allerta meteo Regione Marche che diventerà riferimento per l’attività di allertamento per il rischio idrogeologico, idraulico e anche per fenomeni di altro tipo, come valanghe e mareggiate.
Con il nuovo portale saranno più accessibili e chiare le informazioni relative ai documenti di allertamento di ciascun Comune, così ognuno potrà individuare nell’immediatezza eventuali criticità previste sul proprio territorio in maniera migliorativa rispetto all’attuale assetto.
Il nuovo portale sarà attivo dal 14 giugno mentre gli studi, di cui ho detto prima, della Fondazione Cima e dell’Università di Firenze dovranno essere terminati entro il 30 giugno, quindi siamo nella fase finale di redazione di questo nuovo sistema di allertamento, che poi dovremo mettere in campo una volta elaborato.
Voglio però far presente che gli attuali sistemi di allertamento, questo ho avuto modo di dirlo anche in altre occasioni, sono stati - dopo i fatti pesantissimi del 15 settembre - tarati in maniera più prudenziale, non che prima non lo fossero ovviamente, però considerato che questi fenomeni sono sempre più imprevedibili, l’abbiamo visto anche nelle ultimissime ore in varie parti del territorio, due giorni fa sul Catria, ieri a Fano e anche in altre zone delle Marche, purtroppo, è chiaro che bisogna alzare la somma di attenzione, quindi i parametri idrometrici, ad esempio, del fiume Misa sono stati abbassati e l’allarme parte un po’ prima di quello che partiva nei tempi passati, come dire: visto che ci sono fenomeni sempre più pesanti, repentini ed imprevedibili, allertiamoci con maggiore prudenza. Questo per dire che abbiamo fatto già cose sull’attuale sistema, ma più che altro ci apprestiamo a fare nuovi sistemi che siano maggiormente adeguati alle situazioni sempre più imprevedibili e gravi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Accolgo le informazioni che ha fornito non tanto a noi in Aula, ma ai cittadini ed alle cittadine che si sono chiaramente allertati perché tutti vediamo fenomeni davvero imprevedibili. Questo è da vedere in base agli studi, ma sicuramente quello che rassicurerebbe le persone sarebbe avere degli allarmi che arrivino, che si diffondano nel modo più veloce e capillare possibile, i cosiddetti sistemi ridondanti, quello che noi ci aspettiamo e che avevamo già chiesto in occasione della risoluzione votata in Aula ad ottobre, allarmi che arrivino addirittura tramite SMS, tramite cellulare, sistemi di allarme sonori diffusi, automezzi con altoparlanti, insomma tutti i mezzi possibili ed immaginabili per mettere in sicurezza nel minor tempo possibile le persone.
Ben vengano queste iniziative di cui lei ci ha parlato. Come sappiamo ci sono dei comitati che hanno anche fatto delle proposte, dato dei suggerimenti, che si aspettano una risposta o quanto meno di essere maggiormente coinvolti ed informati.
La prego di tenerci sempre aggiornati perché lei ha parlato di date, quale il 14 ed il 30 giugno, aspettiamo tutti quanti di sentirci più al sicuro e di sapere che verremo avvisati soprattutto i Sindaci che hanno la responsabilità della sicurezza e della vita dei loro cittadini.
Questi fenomeni si ripetono continuamente, adesso anche nell’entroterra, lei stesso ha nominato il Catria, ma sappiamo che tutte le Marche sono fortemente in allarme per questi eventi che a causa dei cambiamenti climatici e della struttura del territorio pare che non riusciamo a gestire o non riusciamo più a gestire.
Credo che la comunicazione e l’informazione sia già un buon mezzo per rassicurare la nostra cittadinanza. Grazie.
PRESIDENTE. Le interrogazioni a cui doveva rispondere l’Assessore Brandoni non si possono fare per la sua assenza giustificata.
Mozione n. 274
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Attivazione convenzioni di cui all’articolo 15 del D.lgs 228 del 18/05/2001”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 274 del Consigliere Rossi. Consigliere mi conferma che la rinvia per sostituirla con altra mozione da iscrivere nel prossimo Consiglio regionale?
Giacomo ROSSI. Rinviata. In verità nella precedente Conferenza dei capigruppo avevo detto che l’avrei sostituita già da oggi, tutti d’accordo, però si è disatteso questo accordo. Comunque sto a quello che dice la Conferenza dei capigruppo e nel prossimo ordine del giorno verrà sostituita con una mozione riguardante i disservizi sui passaporti e permessi di soggiorno. Una questione importante che riguarda tanti cittadini anche marchigiani. Spero che nella prossima Assemblea possa essere discussa. Grazie.
PRESIDENTE. Certamente, come abbiamo già definito in Conferenza dei capigruppo nel prossimo Consiglio del 20 giugno al posto della 274 vi sarà la mozione che lei ha indicato.
Mozione n. 178
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli, Elezi
“Per favorire il lavoro agile nelle aree interne della regione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 178 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli, Elezi.
Faccio una breve introduzione per esporre la mozione, che è datata. Le premesse da cui è partita la sottoscrizione riguardano in particolare l’emergenza pandemica Covid 19 che ha determinato una rivoluzione nell’ambito lavorativo attraverso il ricorso massivo al lavoro agile, cosiddetto smart working, sia nel settore pubblico che privato.
Una rivoluzione che ha risposto a quella emergenza, che ha consentito di mantenere i collegamenti in tutta Italia, in primis, e poi nelle zone dell’Europa colpita, che ha permesso la continuazione lavorativa per tante funzioni, attività ed impieghi straordinariamente necessari a respingere i vuoti provocati dall’assenza delle persone in presenza.
Questo del lavoro agile è un modello che reca in sé benefici, innanzitutto in termini di welfare, posto che mette in equilibrio i tempi di lavoro e di vita del lavoratore, in secondo luogo in termini di sostenibilità ambientale.
Non toglie ovviamente che questa misura, seppure con limiti anche nella pubblica amministrazione, sia stata, come ho già anticipato, una valida soluzione per il contrasto alla pandemia, ha consentito ai lavoratori di continuare a svolgere il proprio lavoro in totale sicurezza, sebbene in assenza di tutti gli strumenti e le condizioni necessarie che la presenza sul lavoro consente.
Questa pratica, in accordo con la legge nazionale, favorisce e sostiene la permanenza e le politiche di rinascita per invertire la rotta che ha portato ad accelerare lo spopolamento dei piccoli e piccolissimi Comuni dell’entroterra.
In questo senso richiamo tutti voi ad un recente articolo, un fondo editoriale, apparso nel Corriere della Sera la settimana scorsa, che va in questa precisa direzione, incentiva il lavoro condiviso e la distribuzione degli utili all’interno della piccola comunità. E’ un modo di fare che appartiene con le sue varie forme alla maggior parte delle culture del mondo, compresa la nostra, e consente l’elaborazione di nuove strategie territoriali che se accompagnate da idonee politiche pubbliche in termini di fornitura dei servizi essenziali, possono far del loro isolamento e della loro marginalità, sinora svantaggi e vincoli, una risorsa per il futuro su cui basare un nuovo sentiero di sviluppo. Per questo si chiede l’approvazione della mozione.
Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, questa Giunta e questa maggioranza fin dall'inizio del mandato si sono concentrate sulla valorizzazione delle aree interne. La conformazione geografica, la storia, le criticità e le potenzialità delle Marche conferiscono alle aree interne un grande potenziale e a noi politici una grande responsabilità. Ci impongono di lavorare perché costa ed entroterra non siano più realtà distinte e competitive, ma parti complementari della stessa rete di servizi diffusa e sostenibile. Ci impongono di lavorare a tutto tondo per formulare non una destinazione, ma una residenza di qualità: ambiente pulito, ritmi a misura d'uomo, rete sociale, sono caratteristiche ricercate al pari dei servizi quando si sceglie dove abitare.
Per questa ragione abbiamo lavorato ad una legge quadro sui borghi che integra misure di materie diverse, creando una interdisciplinarietà tra turismo, cultura, commercio, artigianato artistico, agricoltura, mondo imprenditoriale, politiche attive del lavoro, reti telematiche fino all'edilizia per la conservazione degli immobili nei centri storici. A questa legge si sommano un piano di azioni ed interventi basati su alcune parole chiave: lavoro, servizi ed infrastrutture. Tutto questo nasce dalla consapevolezza che per recuperare l'attrattività delle zone interne è necessario costruire una rete di servizi ed opportunità che semplifichino la qualità del vivere.
La proposta oggetto di questa mozione agisce proprio su questo: semplificare l'ambito lavorativo implementando la possibilità di ridurre gli spostamenti, naturalmente se e quando questo non pregiudica la qualità del lavoro stesso. Secondo un'indagine dell'Osservatorio smart working del Politecnico di Milano si ritiene che questa modalità lavorativa sia potenzialmente strategica nel rilanciare borghi e aree interne.
I lavoratori in smart hanno spesso un maggior benessere psicologico e relazionale che si riflette sulle prestazioni lavorative.
Anche sul piano ambientale i vantaggi sono rilevanti: a causa dei minori spostamenti un recente studio Enea ha rilevato come lo smart working abbatta di circa il 40% le emissioni pro-capite di ogni persona. L'Osservatorio, insomma, certifica che lo smart working può essere strategico nel rilanciare borghi e aree interne quando, come nel caso delle Marche, va di pari passo con interventi e incentivi alle comunità locali lavorando anche sulle resistenze culturali che oggi impediscono di sfruttare pienamente il potenziale di nuove forme lavoro.
Abbiamo la fortuna di vivere un periodo storico in cui le peculiarità delle nostre aree interne marchigiane sono trendy, cerchiamo quindi di trasformare questo potenziale in numeri e qualità per i residenti affiancando ai progetti di rigenerazione urbana e di sviluppo economico proposte a misura di progetti di vita. Ed è proprio quello che si propone questa mozione: sensibilizzare l'azione amministrativa nei confronti delle circostanze per indirizzarle verso certezze basilari per giovani e famiglie.
Abbiamo il dovere di lavorare come filiera di governo per mettere in atto strategie ed azioni che permettano di fare un ulteriore passo avanti.
Una comunità che consente il lavoro agile a coloro che possono effettuarlo è una comunità di lavoratrici e lavoratori che possono conciliare lavoro e famiglia costituendo un contesto sociale più solido.
La pubblica amministrazione è tra i principali attori di questo cambio di paradigma organizzativo e residenziale.
Lavoriamo dunque con il legislatore perché, a partire dalla pubblica amministrazione, si rafforzi la flessibilità del lavoro contestualmente al rafforzamento dell'azione di controllo, di coordinamento, di determinazione di obiettivi, perché la pubblica amministrazione deve, in primo luogo, tendere ad un continuo e costante efficientamento nell'interesse dei cittadini e delle imprese.
Concludo nella piena convinzione che il lavoro agile offra una straordinaria occasione per colmare il divario tra zone urbane e rurali, migliorare la qualità della vita dei cittadini e promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Invito pertanto l'Assemblea a sostenere iniziative e politiche che incoraggiano e agevolano il lavoro agile nelle nostre comunità interne. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ho letto la mozione e poi ho sentito l’intervento della Consigliera: sono due cose completamente diverse, l’intervento della Consigliera dice e guarda…
PRESIDENTE. Ha ragione. Vi prego …, io non voglio espellere nessuno dall’Aula, però non può essere che dopo tre minuti si continua a parlare come prima. Non siamo a scuola in cui c’è il professore.
Chi desidera parlare fa dieci passi ed esce dall’Aula e poi rientra.
Consigliera, la prego di non proseguire a costo di sospendere la seduta finché non c’è silenzio rispettoso, rispettoso dei colleghi.
Non possiamo riprendere dopo un minuto, se c’è brusio sospendo la seduta.
Anna CASINI. Guardi, Presidente, la cosa che mi dà più fastidio è che, usando un francesismo, l’Assessore se ne frega di quello che lei sta dicendo e continua a parlare bellamente, quindi se questo è il rispetto, visto che basta soltanto un rappresentante di Giunta e visto che c’è sempre l’Assessore Saltamartini presente, gli altri Assessori possono andare al bar a parlare. In primis per il suo rispetto perché è stato richiamato per quattro, cinque volte e siccome non siamo né all’asilo né alla scuola elementare, se un Assessore viene richiamato cinque volte è brutto per lui, non per noi perché se lei mi ascolta o no mi interessa pari a zero.
Detto questo, rispetto alla mozione dico che è aria fritta e un po’ mi meraviglia il fatto che la maggioranza - è la maggioranza che la presenta - venga a chiedere delle cose che dovrebbero essere già fatte dalla Giunta, che avrebbe dovuto già provvedere a tutto questo, infatti si chiede:
1) di modificare e integrare le proprie disposizioni regolamentari, quindi di competenza di Giunta, e quelle delle Aziende regionali (qui penso si riferisca ad aziende partecipate) per favorire il lavoro a distanza. Questa è una questione di organizzazione interna che non deve essere al posta al Consiglio regionale, secondo me, o quanto meno dovrebbe porla la minoranza, non la maggioranza;
2) di concordare con Anci e Upi i medesimi provvedimenti. Ci sono tavoli aperti tra la Giunta, l’Anci e l’Upi su tutte le materie. Sul lavoro, importantissimo, c’è un tavolo in cui ci sono i rappresentanti di Anci, Upi e Uncem, mi permetterei di aggiungere, visto che parliamo delle aree interne, sennò che ne parliamo a fare delle aree interne se non ci mettiamo neanche i rappresentanti?
3) di indirizzare al Governo nazionale una istanza formale affinché con iniziative di leggi o provvedimenti regolamentari e amministrativi, attraverso i contratti collettivi nazionali di lavoro del pubblico impiego si favorisca in ogni modo il lavoro agile.
Questa è una scelta! Visto che voi avete una filiera con il Governo, nel merito siamo perfettamente d’accordo, che nelle aree interne e non solo debba essere favorito il lavoro agile e riteniamo che debba essere favorito anche all’interno di questo Consiglio dando degli obiettivi precisi, e qua c’è la difficoltà generalmente degli uffici a non voler accettare il lavoro agile solo perché c’è da stabilire delle priorità scritte, che siano quindi ben chiare, che ci siano un cronoprogramma di lavoro fatti in maniera chiara e poi ci sia anche una verifica a valle del lavoro effettuato a distanza. E’ molto più difficile invece che continuare a lavorare nel medesimo modo, senza tutto questo grande controllo, senza questi grandi obiettivi che i dipendenti devono avere in maniera specificata. E’ molto meno faticoso.
Sento anche il capogruppo e gli altri, credo che nel merito una mozione non si neghi a nessuno, soprattutto sul tema del lavoro agile, soprattutto nelle aree interne, però penso che non sia la maggioranza che lo debba porre, a meno che non ci sia una scollatura e un’evidente discrasia tra quello che la maggioranza fa a livello programmatico e quello che la Giunta a livello esecutivo sta realizzando.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi pare che la Consigliera Casini abbia centrato una delle questioni principali che riguardano questa mozione, che attiene in particolar modo al fatto che arrivano in Aula esclusivamente interrogazioni e mozioni. Addirittura il prossimo Consiglio regionale, fissato per martedì, non ci sarà, mi chiedo se c’è un minimo di consapevolezza, di coscienza e di rispetto dei cittadini rispetto all’attività legislativa.
Non è serio, soprattutto c’è un’assenza totale di idee e di chiara indicazione politica e questa ne è un esempio chiaro.
Una mozione che, come puntualmente ha ricostruito la Consigliera Casini, attiene esclusivamente alla necessità di impegnare la Giunta per una scelta di carattere organizzativo. Ragazzi siamo al ridicolo!
Puntualmente ed appropriatamente la Consigliera Casini ha detto: “Scusate, fatevi una norma” oppure c’è qualcuno a cui dover fare un favore? E’ certamente uno degli elementi centrali.
Il secondo riguarda l’enfasi e la retorica utilizzata dalla Consigliera Elezi a proposito della aree interne, ma le aree interne le curiamo o le sosteniamo attraverso lo smart working? Ma ci sarà qualcosa di più ampio? Ci sarà una questione che riguarda le scuole? Lei è al corrente che il Governo di destra ha mantenuto i dimensionamenti per i prossimi anni, costringendo intere comunità dell’entroterra a spostarsi verso la costa? E’ al corrente di questo dettaglio? Non lo sa! E’ al corrente che sul sistema sanitario l’attuale Governo ha ridotto le risorse, quindi i primi che saranno danneggiati saranno coloro che abitano nelle aree interne? Lei è al corrente di questo?
Quindi, Consigliera Elezi, un atto che avrebbero potuto approvare in Giunta, farla passare come una mozione di carattere organizzativo, attraverso le sue parole, secondo cui attivare lo smart working, non so in che termini, risolverebbe i problemi, come lei ha retoricamente annunciato nel suo intervento, dà la dimensione politica di una maggioranza che in Consiglio regionale arriva con un ordine del giorno fatto di interrogazioni e mozioni addirittura di due anni fa.
Presidente, abbiamo rinviato la seduta del 13, mentre potevamo fare tutte le mozioni arretrate di due anni, no, noi ci permettiamo – ovviamente la critica è generale – di bucare una settimana perché lavoriamo troppo e quindi …
Credo che il senso della misura debba appartenere a tutti, una misura che riguarda una mozione che potevate approvare attraverso gli atti amministrativi interni, una mozione che parla di aree interne quando con le aree interne, con i problemi delle aree interne, con lo spopolamento, non c’entra assolutamente niente, anzi butta fumo negli occhi, fa credere, per chi ci crede, è talmente evidente, che le problematiche dello spopolamento saranno attenuate dallo smart working. Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo?
Sono passati tre anni, che cosa avete fatto sulla scuola? Sulla sanità? Zero, uno sfascio totale, ci direte che c’era la pandemia e che quindi non potevate operare.
Signori, bisogna che su questo fate un’accelerazione e soprattutto, Presidente, lo chiedo a lei, un minimo di dignità per questa Assemblea, non è accettabile che vengano saltati interi Consigli regionali o si facciano ordini del giorno privi di proposte di legge da parte del centro-destra e si arrivi a giornate come questa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Colgo positivamente lo spunto del Consigliere Carancini, quando dice che ci vuole buon senso, che ci vuole un certo atteggiamento e via di seguito. Convengo anche su un sentimento molto andreottiano, che non mi appartiene, l’approvazione di un ordine del giorno, di un documento, di una mozione non si nega a nessuno, soprattutto se lo spirito di fondo è positivo.
Qui entriamo nel merito, questa mozione mi convince per un verso e non mi convince per un altro. Qual è il verso convincente che secondo me è corretto? Che le nuove tecnologie possono dare un grande contributo alla vita decentrata. Ho ricordato più volte in quest’Aula che il Covid è stato un evento traumatico che nell’area metropolitana di New York ha portato 500 mila persone ad andare via, a lavorare a distanza, dalla periferia rurale o addirittura in altre regioni, che significa? Significa che il lavoro digitale oggi ti consente di partecipare ad una riunione a distanza, ti consente di lavorare e dare un contributo a distanza. Pensate al cambiamento che c’è stato nella distribuzione, nel commercio, oggi la maggior parte del commercio e della distribuzione è a distanza, on line e va scomparendo la figura dell’agente di commercio, che era importantissima negli anni 70/80 e fino agli anni 90. Questo è quanto. Poi ci sono le controindicazioni e le voglio dire subito, per esempio, il lavoro a distanza nel privato è formidabile, il lavoro pubblico a distanza è disastroso. Più volte ho cercato dipendenti pubblici, anche regionali, che lavoravano a distanza, introvabili, non contattabili, né telefonicamente né dal punto di vista della comunicazione informatica. Che significa? Significa che il lavoro a distanza per il pubblico è una specie di dissolvimento della funzione, il dissolvimento, è l’estraniarsi rispetto al contesto, il pubblico ci deve stare.
Più volte è stato oggetto di discussione ai capigruppo, nelle Commissioni, perché le Commissioni a distanza non vanno bene, la partecipazione è in dissolvenza ed è una roba mixata, uno ci deve stare, il contatto, la presenza sono una cosa diversa.
In generale la possibilità di permettere una serie di lavori a distanza è una risorsa, nella pubblica amministrazione non è una risorsa, è una penalizzazione e di questo ne dobbiamo parlare perché non va bene, non funziona ubiquitariamente, sia nel lavoro dei gruppi che nel lavoro degli uffici. Io me la sono presa malamente con un dirigente dell’amministrazione regionale che a distanza era scarsamente dirigente, poi posso sempre dire che era una nomina del precedente Presidente della Giunta, quindi la colpa era degli altri, però il danno lo ha fatto prima all’ex Presidente e poi l’ha fatto a noi, non va bene. Quindi cum grano salis questa storia della digitalizzazione - torno all’incipit del discorso del Consigliere Carancini - con buon senso perché è discutibile. Mentre dovremo promuovere e dare tutte le incentivazioni per il lavoro privato a distanza, perché il lavoro privato c’è, quindi possiamo non spopolare i borghi che vengono abbandonati, eccetera, la pubblica amministrazione deve essere centralizzata in sé.
Mi fermo qui, direi che questa mozione deve essere un po’ corretta. Se noi diamo via libera all’Anci regionale, all’Upi regionale, alle pubbliche amministrazioni di lavorare a distanza è la dissoluzione del sistema.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Premesso che su questa mozione voterò quel che decide il gruppo, è evidente che non rinuncio a dire la mia, seppure brevemente.
Innanzitutto mi pare che, l’hanno detto i Consiglieri Casini e Carancini, la decisione sullo smart working per quanto riguarda i dipendenti regionali è una competenza specifica della Giunta regionale. Ricordo che avviai questo percorso da Assessore al personale, all’organizzazione, verso il termine del nostro mandato, che portò alle elezioni. Questo è un primo punto ed è veramente singolare che la maggioranza impegni la Giunta a fare qualcosa che potrebbe o dovrebbe fare.
Fatta questa premessa, oggi vedo sul Messaggero: “Smart working ai fragili, l’apertura del Governo, la proroga è più vicina”, “Lavoro da remoto fino a fine anno, da Calderone nessuna preclusione, vanno trovati 30 milioni per chiudere”. Ci sono anche disposizioni di carattere nazionale, che ovviamente intervengono in siffatta materia e questo mi pare evidente perché il rapporto di pubblico impiego è disciplinato anche da norme nazionali e per certi versi è sottratto anche alla potestà regionale.
Detto questo, è difficile che mi succeda, però una volta tanto sono in parte d’accordo con il Consigliere Ciccioli e dico perché. Il pubblico, e su questo concordo, è un presidio istituzionale per la pubblica amministrazione, che è disciplinata dalla nostra carta costituzionale, è uno dei poteri, è un presidio sul territorio del Paese che sovraintende alla cura dei diritti, degli interessi legittimi ed anche dei doveri del cittadino.
E’ un presidio in cui il cittadino fa la domanda, chiede un accesso rispetto ad una sua esigenza, ad un suo diritto e talvolta anche ad un suo comportamento ed il cittadino non deve telefonare a casa del funzionario pubblico, altrimenti il presidio non c’è. Quindi, è un presidio della pubblica amministrazione, di efficienza, di legalità, di buon andamento e anche di economicità degli atti, sono principi costituzionali che sovrintendono e disciplinano l’operato di una pubblica amministrazione, sia essa regionale, comunale, provinciale ed anche statale.
Ritengo che, a parte momenti emergenziali come quelli della pandemia, a parte le questioni delle persone fragili o di chi deve assistere persone fragili e tanti altri casi che devono essere disciplinati, il lavoro agile o lo smart working dovrebbe essere il più possibile limitato, se vogliamo. Non è poi tanto utile per le aree interne perché il lavoro agile nelle aree interne rende difficile sostenere che il residente delle aree interne che lavora nella p.a. fa il lavoro agile da casa mentre il residente nelle aree costiere che presta servizio nelle aree interne lo facciamo andare lì con la macchina. Mettiamoci d’accordo, è questo il punto, io sono residente nell’area interna ed ho il diritto di lavorare da casa con il computer, mentre il Consigliere Mastrovincenzo che è residente a Porto San Giorgio, lungo la costa, che lavora nell’area interna deve prendere la macchina. Ma al di là di tutto c’è il tema del presidio per la pubblica amministrazione.
Dico alla Consigliera Elezi di valutare se ritirare questa mozione, magari aggiustarla, se poi non lo farà io voterò come decide il mio gruppo, però non voglio rinunciare a dire la mia sul punto, anche come ex Assessore al personale ed all’organizzazione della Regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi come presentatore della mozione vorrei fare alcune valutazioni che nell’esposizione della mozione non ho svolto, davo per considerati alcuni dati.
I dati sono quelli di uno spopolamento continuo delle aree interne, non solo dal punto di vista dell’Italia, ma anche dell’Europa, a fronte di questo vi è una tendenza che compare sempre di più nel Pnrr, di poter utilizzare il lavoro agile o lo smart working per superare e contrastare la carenza dell’espletamento di funzioni lavorative.
E’ in atto ormai un costante aumento nelle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, fino ad arrivare alle micro, dell’utilizzo di lavoratori in modalità lavoro agile, si parla di milioni di lavoratori, questo aumento così vertiginoso è avvenuto soprattutto negli ultimi anni. I benefici sono: il riequilibrio relativo alla promozione di spazi condivisi di lavoro, la realizzazione di nuove professionalità, il risparmio di costi per i trasporti, il risparmio di costi per le strutture e ovviamente una facilitazione per quanto riguarda gli aspetti di collegamenti e di risposta.
Direi che concentrarci solo sull’aspetto della pubblica amministrazione non fa valutare la mozione per quello che è stato indicato, contrastare e consentire un welfare di comunità, soprattutto delle comunità più isolate e un riequilibrio demografico territoriale per superare la marginalità strutturale che assilla anche la nostra regione.
Nel mio precedente intervento ho detto che vi è un editoriale sul Corriere della Sera della settimana scorsa che va in questa direzione. La mozione è di un anno e mezzo fa circa, ma il vicedirettore del Corriere della Sera, che svolge il lavoro di giornalista, tende ad indicare quanto siano importanti nel contrasto generale, ivi compreso delle emergenze, la presenza e la valorizzazione delle presenze professionali o meno, private o della pubblica amministrazione, nelle aree interne.
Detto questo, ci sono anche delle norme che ci richiamano a non considerare la presenza sul territorio della pubblica amministrazione sempre e soltanto una presenza fisica e territoriale. C’è la legge 81/2017, c’è soprattutto l’articolo 1, comma 306, della legge di bilancio 197/2022 che va nella precisa direzione e che poi è stata ripresa, in precedenza e successivamente a quest’ultima legge di bilancio, da alcune disposizioni del Ministero della pubblica amministrazione, da alcune indicazioni del nuovo Ministro, che ci pone l’obbligo di valutare e di fare una discussione, come è stata fatta in questo momento, che porti a far emergere i pro e i contro del lavoro agile, senza però farne un feticcio da abbattere, ma considerarlo come un’arma in più insieme alle altre per rendere più efficace, efficiente e trasparente la nostra pubblica amministrazione, che rimane soltanto uno degli obiettivi, non l’obiettivo della mozione.
Chiudo, per definire che questa deve essere una mozione non una introduzione, un intervento a gamba tesa sull’attività delle pubbliche amministrazioni, ivi compresa la Giunta della Regione Marche. E’ quello che avviene in questo campo anche nelle altre Regioni, il progetto sperimentale che porta avanti la Provincia di Trento è partito da una mozione, il progetto che prevede sempre di più gli interventi del Pnrr nella Regione Abruzzo è partito da una mozione, è partito dalla spinta del Consiglio della Regione.
Ovviamente vi è tutto l’intento di rendere la mozione più funzionale ed adeguata affinché ci sia la valorizzazione di tutti gli interventi.
Tengo a sottolineare che affrontare il tema del lavoro agile per poterlo mettere fra le grandi armi che abbiamo in futuro per finalizzare sempre di più quella che è una stella polare dell’attuale indirizzo della Regione Marche, cioè valorizzare le aree interne, va fatto e la mozione risente di questo spirito.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il gruppo Civici Marche voterà convintamente questa mozione che ha anche sottoscritto per la valenza che ha sia per una giusta equità tra i lavoratori che per sostenere, come dice la mozione, la permanenza nelle aree interne.
E’ chiaro che se gli uffici sono tutti centralizzati sulla costa c’è uno svantaggio per le zone interne, che devono essere aiutate anche con questi piccoli, ma importanti strumenti.
Se le zone interne si abbandonano, se il territorio si abbandona, purtroppo ne risente anche la fascia costiera non solo in termini di valore dell’entroterra e di tutto il territorio, ma anche di tutto quello che ne consegue per quanto riguarda il dissesto idrogeologico.
Se l’entroterra si abbandona e non viene vissuto le conseguenze nefaste le hanno anche altre zone della regione, le zone collinari e costiere. Quindi è importante che le zone interne siano presidiate anche demograficamente e questo è un piccolo, ma importante strumento che va in questa direzione, quindi noi votiamo a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Siamo favorevoli a questa mozione, anche se vorrei precisare qualcosa. Nelle aree interne c’è bisogno di mantenere le persone, quindi per quel tipo di attività che si può fare da casa è opportuno che questo avvenga, per cui va incentivata.
E’ anche vero che nelle aree interne dobbiamo fare le connessioni, quando ci colleghiamo dobbiamo essere pronti. Ho avuto modo di provarlo nella mia piccola frazione in cui si potrebbe lavorare a distanza, però dobbiamo avere le connessioni adatte, dobbiamo favorirle e mettere nelle giuste condizioni chi lavora nelle aree interne in modo che lo possa fare in maniera efficiente. Questo è il suggerimento che propongo.
Ci troviamo nella situazione che una grande parte del territorio delle aree interne è colpita dal sisma, quindi che succede? Che il professionista che ha la residenza a Visso ed abita a Civitanova Marche fa lo smart working da Civitanova Marche. Va bene, purché non serva per fare delle scorciatoie. Il vero residente delle aree interne può usufruire di questi vantaggi, perlomeno a queste persone deve essere rivolto, invece deve essere verificato che chi si collega - succede spesso magari per non pagare l’Imu di avere la residenza nelle aree interne - deve farlo dalle aree interne.
Sono favorevole purché non dia adito a scorciatoie oppure a privilegi per qualcuno. Sicuramente un modo per far vivere le aree interne è incentivare il lavoro da casa, questo è indubbio e per questo siamo favorevoli alla mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Parlo a nome del capogruppo che mi ha delegato. Innanzitutto dico al Consigliere Ciccioli che i dipendenti pubblici sono un grande valore e non vanno bistrattati, non esiste secondo me una percentuale ampia di dipendenti che sta in smart e che non lavora, se questo accade la responsabilità è sempre di chi organizza, è sempre della dirigenza o delle posizioni organizzative.
Ripeto quello che ho detto prima, innanzitutto ringrazio i dipendenti perché lavorare in smart working non è semplice, ma è necessario che la dirigenza, quindi anche gli Assessori, organizzino i lavori in maniera puntuale in modo che ci siano degli indirizzi precisi ed anche la possibilità di monitoraggio del lavoro e la valutazione finale. Questo è complicato perché è più semplice dire “lasciamo fare”, è più semplice non scrivere le cose perché nella pubblica amministrazione internamente “meno si scrive e meglio è” e questo non va bene.
Va bene lo smart in generale, non siamo contrari perché è evidente che se lo smart c’è in tantissime aziende private è segno che effettivamente si può lavorare e funziona. E’ chiaro che c’è il problema delle connessioni, che nelle aree interne non è quello che risolve, però rimane un problema di mera organizzazione e ci meravigliamo, per questo ci asterremo, del fatto che sia stato posto in questa sede un tema che è squisitamente di maggioranza. Ditelo alla vostra Giunta, ditelo all’Assessore al personale, ditegli che volete che venga organizzato lo smart nelle aziende, nelle società partecipate della Regione, all’interno della Regione stessa, che sia organizzato con una priorità per le aree interne.
Se ci sono dei professionisti, Consigliere Marinelli, che dicono che hanno una diversa localizzazione ce ne frega poco perché i professionisti fanno quello che vogliono, che ci siano dei dipendenti che dicono di risiedere nelle aree interne e lavorano da Civitanova Marche mi sembra strano, se ciò dovesse accadere credo che vadano fatti dei controlli severi.
Consigliere Ciccioli, se qualcuno deve essere a disposizione del pubblico, le deve rispondere e lei deve chiedere e pretendere che vengano fatte delle verifiche, però se qualcuno che lavora non deve rispondere al telefono, quindi non è un front-office, non fa neanche tanto male, nel senso che sta facendo probabilmente il suo lavoro.
Come Partito Democratico non crediamo che il male sia questo, ma non siamo assolutamente d’accordo nell’impostazione, innanzitutto sul tema del lavoro pubblico, e non siamo d’accordo sull’impostazione perché voi avete in mano la filiera istituzionale, quindi fatela funzionare.
Ci asterremo perché dal punto di vista del merito diciamo che, con una organizzazione complicata, ma sicuramente più efficace, efficiente e soprattutto concreta, che renda l’azione amministrativa concreta, è possibile far funzionare lo smart, senza dei pregiudizi che invece sento tra di voi e che mi sembrano anche strani, da un lato votiamo la mozione, però non ci piace lo smart, risolvetevela all’interno della maggioranza e noi ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho una posizione estrema rispetto a tante altre che ho sentito, sono a favore dello smart non solo per la zona dell’entroterra, ma anche per la costa perché il Covid ci ha evidenziato che abbiamo degli strumenti che prima non esistevano e che non eravamo in grado di dominare, per cui prendiamo per buono quello che questa recente tragedia ci ha insegnato. Quindi a mio parere sarebbe il caso di ampliare questa mozione, che comunque voterò favorevolmente perché è un primo piccolo passo e mi sento di dare il mio appoggio.
Vorrei anche dire che esistono già degli accordi che si stipulano con giorni e orari in cui il dipendente è obbligato a rispondere al telefono, ad essere collegato alla sua postazione computer, basterebbe, come ha detto prima la Consigliera Casini, verificare che tutto sia svolto nel massimo della regolarità.
L’altro problema serio che anch’io vorrei sottolineare è quello di cui ha parlato il Consigliere Marinelli, cioè il problema della connettività, semmai questo è un problema che dovremo cercare di affrontare in maniera più efficace perché ad oggi non tutti hanno la possibilità, soprattutto nelle aree interne, di connettersi. Ciò è emerso drammaticamente, lo dico da insegnante, quando alcuni studenti che vivevano nelle aree interne non riuscivano a frequentare la DAD con regolarità e ad ascoltare quello che veniva detto senza grossi problemi.
Detto questo, voterò a favore della mozione, sperando che diventi un modus operandi da diffondere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto. Il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. La mozione impegna in modo astratto dei principi generali largamente condivisibili, per cui nessun problema al voto, però c’è il tema di dettaglio che non è ininfluente.
Dedico questa citazione alla Consigliera Ruggeri, una cosa che un medico disse in materia sanitaria molto interessante. Con il Covid ovviamente c’era la necessità di evitare al massimo i contatti, quindi sono state fatte le riunioni preoperatorie a distanza - siamo in chirurgia – con dei collegamenti tra chirurghi per stabilire l’intervento chirurgico. Gli errori chirurgici sono aumentati di due cifre, più vicini al 20 che al 10% perché durante le call uno seguiva i referti, un altro si distraeva, l’altro non c’era, alla fine il messaggio che circolava era confuso e quando si andava all’intervento chirurgico ci si trovava di fronte a dei problemi complessi, non previsti.
Questo è un caso estremo, tutte le riunioni preoperatorie sono tornate in presenza, non più in call, a meno che non ci fosse una consulenza a distanza, una persona che sta negli Stati Uniti che ci dà un consiglio, ma tutte le equipe sono tornate a fare le riunioni in presenza perché la presenza implica sensibilità, contatto, eccetera.
Il lavoro a distanza non è una panacea, è una risorsa importante in tante situazioni, ottimizza il lavoro, migliora la situazione dal punto di vista territoriale della presenza delle persone e via di seguito.
Il tema è quello che giustamente il Presidente Latini ha posto, il lavoro a distanza non deve essere un feticcio, non dobbiamo arrivare al fatto che ognuno sta a casa propria, non ci vediamo più, ogni tanto comunichiamo, eccetera.
Pensate ai danni che ha fatto la didattica a distanza durante il periodo Covid tra i giovani studenti, abbiamo delle cifre ex post, quindi valutazioni a ritroso, pesantissime. Abbiamo avuto un incremento del 30% nella neuropsichiatria infantile dei servizi pubblici di richieste da parte di genitori e di famiglie per tutta la didattica a distanza, la non socializzazione dei ragazzi, eccetera.
E’ una risorsa, come tale va assolutamente presa in considerazione, però, come ha detto il Presidente Latini, non deve essere un feticcio.
Il contatto con le persone rimane l’elemento fondamentale della relazione, non scendo nel dettaglio clinico, però questo è da tenere in considerazione anche nel rapporto con i dirigenti, con ha detto la Consigliera Casini, con le posizioni organizzative e tutto il resto, anche perché a volte il problema è dalla testa, magari c’è del personale della pubblica amministrazione impegnato, presente, che fa sacrifici, mentre non è la stessa cosa per il vertice.
Ho detto che il principio generale è largamente condivisibile, non si può fermare il tempo, non si può fermare il mare, dice una canzone, non si può fermare la tecnologia, non c’è niente da fare. La tecnologia sta entrando prepotentemente nella nostra vita, l’intelligenza artificiale va addirittura a sostituire le nostre mansioni. Ieri sera ero ad un incontro sullo sport, l’intelligenza artificiale sta cominciando a modificare e ad influenzare il comportamento degli allenatori e degli atleti. Se ci pensate decide un computer quello che deve fare il fantino che gestisce un cavallo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 178. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 807
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Mangialardi, Bora, Vitri, Casini, Cesetti
“Grave ritardo nella realizzazione del nuovo Ospedale pediatrico Salesi a Torrette di Ancona”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 807 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Mangialardi, Bora, Vitri, Casini, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Consiglieri, per l’interrogazione perché anch’io ritengo che ci sia un ritardo nella realizzazione della struttura, quindi questo è un modo anche per comprenderne i problemi.
I Consiglieri interroganti pongono tre quesiti: quali sono i motivi del ritardo; quali sono i tempi certi per l’avvio dei lavori; quali sono i lavori che si intendono attivare sull’attuale sede del Salesi per contrastare il degrado e la mancanza di manutenzione.
In relazione all’interrogazione presentata si significa quanto segue. Il progetto esecutivo dell’opera è stato approvato il 24 agosto 2018 e la consegna dei lavori è avvenuta il 13 maggio 2019, il cronoprogramma originario prevedeva 1020 giorni di lavorazione. Il ritardo si è iniziato ad accumulare all’indomani di tale consegna.
Nei mesi immediatamente successivi infatti la ditta mandante, facente parte del raggruppamento di imprese risultato vincitore della gara d’appalto, ha avuto accesso alla procedura di concordato preventivo con un notevole aggravio da un punto di vista tecnico e amministrativo, derivante dalle tempistiche autorizzative previste dalla procedura concorsuale. E’ di questi mesi la richiesta di autorizzazione alla rimodulazione del raggruppamento temporaneo con l’uscita della ditta mandante.
In questa fase sono sorte problematiche relative alle interferenze non correttamente inquadrate, segnalate dall’Azienda ospedaliera in fase di programmazione e progettazione.
E’ stato pertanto necessario riscrivere il cronoprogramma in quanto affetto da evidenti incongruenze.
Si segnalano ad esempio le problematiche dell’attuale conformazione impiantistica del plesso ospedaliero inizialmente garantita come non necessaria di ammodernamento, ma al contrario risultata bisognosa di numerose lavorazioni e sostituzioni: circuito di media tensione, antincendio, trasformatori e così via, comportando modifiche in corso d’opera non preventivate.
A ciò si aggiunga che, in occasione della riunione di coordinamento del 28 luglio 2021 e con successiva nota del 5 agosto 2021, l’Azienda ospedaliera ha chiesto una variante al progetto per la sopraelevazione di un piano del nuovo Salesi in relazione alla possibilità di trasferire parte di quanto previsto al sesto piano dell’edificio ospedaliero di Torrette, ovvero i reparti di ginecologia e di ostetricia.
Tale variante permetterà di mantenere l’attuale organizzazione sanitaria dell’ospedale pediatrico e di liberare importanti spazi nell’ospedale regionale ormai arrivato a saturazione con la previsione di un ulteriore piano del fabbricato. Quindi una proposta di modifica che noi abbiamo ritenuto in senso favorevole di accogliere.
Contestualmente a tutto questo impegno profuso per riparare situazioni non sufficientemente ponderate nel pregresso, a causa delle già sopra citate segnalazioni, occorre disegnare una struttura più funzionale alle esigenze dell’ospedale pediatrico Salesi, le lavorazioni non si sono interrotte e sono stati anticipati numerosi interventi, accelerando e facilitando le fasi successive di lavorazione.
Sono state risolte tutte le interferenze relative agli impianti e ai sottoservizi, è stata ultimata la nuova isola ecologica già in funzione dallo scorso anno, sono state costruite le nuove cabine elettriche che alimenteranno il nuovo ospedale, è stata completata la viabilità su via Conca, è stata realizzata una nuova paratia a protezione dell’elisuperficie, è stata terminata la nuova rampa di accesso all’attuale pronto soccorso, sono stati realizzati cunicoli di collegamento alle nuove centrali e completata tutta la paratia perimetrale in cemento armato che permetterà lo scavo delle fondazioni del nuovo Salesi ed è stata consegnata la nuova murg.
In attesa del trasferimento delle apparecchiature l’allestimento della nuova murg da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria di Torrette, richiesta entro giugno, si procederà con l’eliminazione dell’amianto negli edifici da demolire e subito dopo con il loro abbattimento.
Nel frattempo si sta già procedendo con lo scavo fino alla quota di imposta delle fondazioni su gran parte dell’area già libera.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Do atto all’Assessore dell’onestà intellettuale di aver ammesso il ritardo, ma non poteva essere altrimenti perché il ritardo c’è ed è evidente.
Detto questo, Assessore, lei ha elencato bene i motivi dei ritardi che comunque sono abbastanza inaccettabili perché il nuovo Salesi doveva essere consegnato nei primi mesi del 2022. Mi ha dettagliato una serie di circostanze tra cui, ad esempio, la variante richiesta dall’Azienda ospedaliera che comunque è stata richiesta due anni fa, nel corso di questa legislatura.
Vado alla parte finale della sua risposta, quando ha parlato della murg consegnata pochi giorni fa, se non erro. Nella premessa della mia interrogazione ricordavo il suo intervento del settembre 2022, in cui diceva che da lì a pochi giorni sarebbe stata consegnata la palazzina. E’ evidente che ci sono stati altri ritardi da allora, dopodiché ora mi dice che entro giugno si dovrebbe passare all’eliminazione dell’amianto ed all’abbattimento della vecchia palazzina, credo che sotto questo aspetto ci debba essere un piano di gestione delle polveri, ad esempio, non so se c’è perché deve essere tutto in regola, e uno studio di mitigazione del rischio.
Ribadendo ancora una volta che occorre accelerare perché non è più accettabile il minimo ritardo su quest’opera annunciata ormai da tanto tempo e di cui la comunità anconetana, non solo quella anconetana, ma regionale ha bisogno.
Sulla terza domanda ha detto che non avete avuto risposte, le chiedo fin d’ora, appena avrà risposta dei lavori che si intendono attivare sull’attuale sede del Salesi, se cortesemente me la fa arrivare in forma scritta in modo da poterla poi verificare. Grazie.
Interrogazione n. 828
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“AST di Ancona, criticità al servizio farmaceutico (ex Crass)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 828 del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’organico della farmacia di Ancona è attualmente composto da 5 unità, compreso il Dirigente responsabile dell’Unità operativa dipartimentale, che è stato nominato il 16 giugno 2022, per cui a seguito dell’assunzione di due dirigenti farmacisti, rispettivamente avvenuta l’1 giugno 2022 e l’1 marzo 2023, la situazione si presenta a pieno organico.
Si deve precisare che la distribuzione diretta dei farmaci è una prerogativa di tutte le Aziende sanitarie, non solo di quella di Ancona, e tutte le strutture sono tenute a consegnare i farmaci al momento della dimissione dei pazienti.
Conclusivamente, l’organico di quella struttura è un organico che secondo le tabelle organizzative …, l’atto aziendale prevede che tutti gli organici siano in servizio così come previsto nell’atto aziendale.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. L’interrogazione di per sé sembra una semplice interrogazione alla quale l’Assessore Saltamartini ha dato una risposta puntuale.
Io voglio aiutare l’Assessore Saltamartini nello svolgimento del suo ruolo, molto importante, di Assessore alla sanità, e invitarlo a recarsi in questa struttura, in cui i farmaci vengono consegnati a volte con tempi importanti, con ritardi di almeno 45 minuti, soprattutto alle categorie fragili. Spesso sono farmaci legati alla cronicità, pensiamo a malattie come la sclerosi multipla o a questioni legate all’oncologia.
Siamo in parte soddisfatti di quello che ha detto l’Assessore perché è vero che l’organico a pieno titolo è sufficiente, ma lì c’è da rimodulare il percorso di ritiro dei farmaci, che non viene fatto in maniera dignitosa. Non può essere che uno per ritirare un farmaco per una malattia cronica, ritiro che viene fatto mensilmente e non una volta all’anno, anche se fosse una volta all’anno, sotto la pioggia, con un’attesa di un’ora … Spesso sono pazienti che inviano i loro caregiver, spesso sono loro stessi che ritirano, hanno le carrozzine. Penso alla problematica della sclerosi multipla per cui mensilmente il paziente ritira il farmaco, penso all’oncologia, alle altre malattie croniche, come ad esempio il diabete. Andare in una farmacia come quella dell’ex Crass ed effettuare un ritiro con l’ombrello, sotto la pioggia, senza una adeguata struttura, spesso con il farmacista che è in difficoltà perché deve aspettare lì per molti minuti, non 10 o 20 minuti, ma 30 minuti, 45 minuti, anche un’ora.
Invito l’Assessore a visitare questo luogo ed a prendere concretamente in mano la situazione perché gli uffici le hanno dato una risposta puntuale, per questo la ringraziamo e per questo ci sentiamo solo parzialmente soddisfatti. Grazie.
Mozione n. 352
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Richiesta stato di emergenza per fronteggiare le conseguenze dell’ondata di maltempo che ha colpito il nord delle Marche il 16 maggio 2023”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 352 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Avevamo in parte già avviato la discussione lo scorso Consiglio regionale. Questa è una mozione che abbiamo presentato il 17 maggio, all’indomani dell’emergenza, e voglio ricordare che il 16 maggio scorso l’area settentrionale della regione Marche è stata interessata da forti piogge, grandinate, venti, mareggiate, in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino.
Numerose strade statali, provinciali, comunali sono state interessate da frane e smottamenti, ci sono stati vari centri abitati della provincia che hanno subito danni anche a seguito delle esondazioni e allagamenti che hanno interessato sia proprietà pubbliche che private.
Ci sono stati problemi alla rete stradale, a quella fognaria, alla rete acquedottistica, sono state allagate strutture pubbliche, garage di uso pubblico, attività produttive, attività commerciali, di ristorazione e danni lungo il litorale, anche il danneggiamento di garage privati e di conseguenza veicoli e beni mobili dei privati.
Questa è stata sicuramente una ondata di maltempo eccezionale, che fortunatamente almeno nella provincia di Pesaro-Urbino non ha causato vittime come invece ci sono state in Emilia-Romagna, ma ha procurato comunque danni ad infrastrutture, ai servizi pubblici, ad immobili, a veicoli, a mobili ed elettrodomestici e altro.
Su questa mozione è stata presentato un emendamento, che gli uffici dovrebbero aver distribuito.
La mozione viene emendata perché nella prima fase chiedeva alla Regione di attivarsi per chiedere lo stato di emergenza, la Regione che si è attivata, quindi una parte del dispositivo è superata, il problema è che lo stato di emergenza è stato riconosciuto attualmente per 7 Comuni: Fano, Gabicce Mare, Montegrimano, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino, mentre il territorio che ha subito danni, purtroppo, è molto più esteso e alcuni Sindaci, che non sono stati ricompresi tra i 7 Comuni, hanno evidenziato il fatto che, avendo subito danni, hanno la necessita di essere ricompresi.
Sono 76 le strade provinciali che sono state gravemente danneggiate e per le quali si prevede una spesa di almeno 25 milioni di euro e non riguardano solamente i 7 Comuni, ma la strada provinciale danneggiata riguarda anche altri Comuni che ne sono attraversati. Tenerli fuori vuol dire creare grossi problemi, soprattutto perché si tratta di piccoli Comuni delle aree interne che sicuramente non hanno risorse proprie per poter far fronte ai danni subiti dal patrimonio pubblico, tanto meno per affrontare le spese legate al patrimonio privato, sia delle aziende che dei privati.
Il dispositivo è stato sostituito con quattro punti. Ripeto, questa mozione non accusa nessuno, ma punta ad avere un voto unanime del Consiglio regionale.
Il primo punto è “assicurare, tramite le strutture amministrative e tecniche regionali, il supporto ai Comuni per effettuare in tempi rapidi la valutazione dei danni subiti dagli stessi e dai privati”. Questa penso sia una cosa che la Regione può fare, un impegno che può prendere.
Il secondo è richiedere alle autorità competenti (Protezione civile nazionale) i sopralluoghi che non sono stati ancora fatti in tutti quei Comuni che hanno segnalato i danni alla Prefettura, quindi non a tutti i Comuni della provincia, ma a quelli che hanno segnalato i danni in Prefettura e che non rientrano nella delibera del Consiglio dei Ministri.
Il terzo punto: valutare la possibilità di contributi finanziari regionali, ovviamente mi rendo conto che i danni in generale non possono essere coperti dai contributi regionali anche perché ci sono i contributi statali, come è stato fatto per il precedente stato di emergenza, l’alluvione che ha colpito la zona di Senigallia ed il nord della regione: Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Frontone, Pergola ed altri Comuni. In quell’occasione la Regione Marche, non essendo stato riconosciuto a livello nazionale l’indennizzo per i veicoli sia privati che delle imprese, ha previsto 2,5 milioni di euro per sostenere quei privati o quei cittadini che hanno avuto i danni. Quindi, quello che chiedo è: se il decreto definitivo non dovesse riconoscere questi danni, che la Regione si comporti come ha fatto, cosa che abbiamo condiviso. Ricordo di aver fatto almeno un paio di atti con i quali chiedevo le risorse anche per i veicoli che non erano stati riconosciuti e che la Regione giustamente ha inserito.
Quarto punto: cercare di individuare delle procedure che garantiscono modalità di erogazione sia alle amministrazioni pubbliche ed anche ai privati più tempestive e rapide rispetto a quelle dell’alluvione. Oggi tra gli alluvionati molti non hanno ricevuto la prima tranche delle risorse assegnate in quanto i Comuni non hanno la capacità di procedere ai pagamenti, di fare tutte le procedure e le pratiche. I Comuni avevamo chiesto un aiuto anche a livello di personale, di fare una sorta di cabina tecnica di regia che potesse supportare i piccoli Comuni ad organizzare le pratiche. Quello che si chiede è di individuare, come l’Emilia-Romagna sta facendo, una modalità più rapida che richieda meno documenti per vedere riconosciuto il contributo.
Chiedo anche all’Assessore Aguzzi, che è presente e lo ringrazio, di individuare attraverso la Giunta procedure nei limiti della legalità, che possano essere il più possibile elastiche per arrivare in tempi rapidi alle persone colpite.
Secondo me i danni che sono stati segnalati sono insufficienti rispetto a quelli che sono stati documentati, solo nel nostro territorio i danni che riguardano il parco del San Bartolo sono nettamente superiori perché la richiesta che è stata fatta mi risulta essere di 1,8 milioni, cifra con la quale non si fa assolutamente nulla rispetto al danno reale.
A mano a mano che si faranno gli approfondimenti ed i sopralluoghi ci si renderà conto che i danni sono notevolmente più alti ed occorrerà anche far presente al Governo che le risorse da assegnare al nostro territorio devono essere sicuramente importanti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Colgo la novità di questo emendamento che motiva in maniera diversa l’indirizzo della mozione, altrimenti, ovviamente il Consiglio ha piena libertà di muoversi come ritiene più opportuno, l’avrei giudicata superata se fosse rimasta come era stata impostata e sinceramente anche un attimo fuori luogo sotto alcuni punti di vista. Quindi avrei chiesto di non portarla all’approvazione se fosse rimasta com’era originariamente.
Anche in questo caso, secondo me, lascia delle situazioni che non sono perfettamente riscontrabili, come quella della liquidazione dei danni da parte della Regione. Non credo che questa cosa sia fattibile.
Vi voglio portare con esattezza a conoscenza della situazione attuale in modo che i Consiglieri possano giudicare come approcciare o meno questo tipo di impostazione.
La mozione chiedeva inizialmente, e ribadisce anche oggi, una richiesta immediata di aiuto ai Comuni, poi la richiesta dello stato di emergenza, eccetera.
Noi ci siamo mossi in questo modo, è chiaro che nell’immediatezza e durante gli eventi, durante tutta la notte di quella serata, i nostri uffici non solo hanno dato sostegno, ma fattivamente siamo stati sui territori come Protezione civile a sostegno dei Comuni maggiormente colpiti. Siamo stati fisicamente sui territori, quindi per quanto riguarda questo primo punto le cose sono state affrontate.
Nell’immediatezza (dal 16 al 18), appena abbiamo risolto le emergenze, evitato le esondazioni e fatto sì che fossero messe in sicurezza tutte le varie realtà nei territori dovute a frane ed esondazioni dei fossi, dei corsi d’acqua minori della regione, il Presidente il giorno 18 ha chiesto lo stato di emergenza al Governo, al Dipartimento nazionale di protezione civile.
Di conseguenza questa cosa è stata immediatamente portata avanti. Non potevamo avere in quel momento una stima dei danni, neanche approssimativa, a distanza di 40 ore, quindi abbiamo allegato alla richiesta di stato di emergenza una relazione di massima della nostra Protezione civile che elencava i Comuni più colpiti ed i danni più evidenti, mi pare che siano stati presi in considerazione in quella primissima relazione molto approssimativa 107 Comuni, complessivamente.
Nelle stesse ore è stata inviata una lettera, una scheda a tutti i Comuni delle Marche con la quale si chiedeva di far pervenire alla Regione con la massima puntualità e precisione entro il giorno 29, quindi entro i giorni successivi - dovevamo dare qualche giorno di tempo per fare questa ricognizione – una ricognizione più precisa possibile dei danni subiti e anche approssimativamente delle spese richieste per il loro ripristino.
Questo è quanto è stato fatto nell’immediatezza, per questo dico che se la mozione fosse rimasta quella del primo momento sarebbe stata del tutto superata da due cose: dalla tempistica e dai fatti perché le cose che voi ci chiedete con questo atto sono quelle che noi abbiamo realizzato automaticamente sui territori, in maniera molto precisa e molto puntuale, evitando anche danni maggiori, soprattutto nella zona del fermano e nel sud delle Marche dove siamo intervenuti come Protezione civile durante la notte, con dei dispositivi per evitare delle esondazioni e fortunatamente ci siamo riusciti.
Vedo che sono state portate avanti richieste in maniera un po’ diversa, dalla ricognizione ottenuta entro il 29 maggio, quella che abbiamo richiesto ai Comuni, è emerso che i Comuni toccati e che hanno denunciato danni sono 160 nelle Marche per un totale di 314 milioni, cifra sostanziose.
La relazione che abbiamo appena redatto, perché non riuscivamo a farla seduta stante - c’è stato un attimo di approfondimento, verifiche fatte in queste ore, in questi giorni - è pronta e domani c’è una riunione presso il Consiglio dei Ministri alla quale parteciperà il Presidente Acquaroli e porterà questa relazione precisa, indicata da tutti i Sindaci dei Comuni delle Marche, perlomeno quelli che sono stati toccati da questo maltempo.
Nell’immediatezza dell’intervento c’è stata la richiesta dello stato di emergenza, a supporto della richiesta dello stato di emergenza la Protezione civile ha fatto sommariamente una prima relazione, nel frattempo abbiamo inviato ai Comuni la richiesta di essere nel maggior modo possibile precisi, entro il 29 maggio, per avere contezza i danni. Le richieste sono arrivate, noi le abbiamo assemblate e domani le portiamo a Roma, il nostro Presidente insieme al Presidente della Regione Emilia-Romagna e insieme a XY per la Toscana. Le tre Regioni maggiormente colpite saranno a Roma alla Presidenza del Consiglio e sinceramente non so questa mozione cosa vuole sostenere di più di quanto effettivamente si sta facendo.
Per quel che riguarda le modalità di approccio e di erogazione dovremmo un attimo capire come verranno prese in considerazione le situazioni che noi domani porteremo a Roma. E’ vero che i verificatori della Protezione civile nazionale hanno visitato solo alcuni Comuni e successivamente, dopo quelle ore concitate, si è riconosciuto lo stato di emergenza solo parzialmente per i Comuni colpiti. Ma la nostra richiesta è forte e domani il Presidente andrà a Roma per questo, per ampliarla anche ad altri Comuni prendendo in considerazione quanto ci è stato segnalato dagli stessi.
Quanto inserito in questa mozione, dal mio punto di vista, è stato in gran parte effettuato dalla Regione Marche e dalla Protezione civile e quanto ci viene indicato è quanto noi faremo perché è nelle normative farlo.
L’unico dubbio che posso avere è sui ristori portati avanti direttamente dalla Regione Marche, qui qualche dubbio ce l’ho.
PRESIDENTE. Nessun intervento. Ha la parola, per replica, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. In realtà, ci tengo a dirlo, l’emendamento alla mozione è stato presentato l’altra volta, non è una improvvisata di oggi, c’era la possibilità di leggerlo. Ho visto che lei Assessore lo ha letto ed ha anche affrontato le tematiche a cui ho fatto riferimento in questa mozione.
In realtà non si chiedono cose scontate: che la Regione dia il supporto alla valutazione dei danni subiti è una cosa …, sia per i privati che per gli enti ad oggi i danni subiti totali ancora non ci sono, quindi è importante il supporto.
In merito ai sopralluoghi, che la Regione si batta affinché i sopralluoghi vengano fatti in altri Comuni, che il Presidente riesca a far inserire anche gli altri Comuni, penso che sia una cosa legittima da chiedere perché a tutt’oggi lo stato di emergenza prende in considerazione solamente 7 Comuni.
Il fatto di riconoscere i ristori, io non ho parlato di ristori generali, ho detto che è impossibile per la Regione riconoscere i ristori generali, quindi è importante che venga riconosciuto lo stato di emergenza. Ho chiesto che la provincia di Pesaro Urbino ed i Comuni colpiti siano trattati come i Comuni colpiti dalla precedente alluvione e qualora ci fosse lo stato di emergenza, che non riconosce il pagamento dei veicoli, ci sia da parte della Regione lo stesso atteggiamento che ha tenuto tre mesi fa con i Comuni colpiti dall’alluvione, cioè pensare ad una cifra per coloro che hanno avuto un motorino distrutto, una macchina o un furgone da lavoro che non può essere più utilizzabile. Non mi sembra di chiedere la luna.
L’altro aspetto è quello di verificare una possibilità di erogazione dei contributi più rapida qualora vengano individuati. Mi sembra una mozione molto conciliante, che non accusa nessuno, né nella parte iniziale né nel dispositivo.
Io non dico che la Regione non lo ha fatto, chiedo di fare di più, è diverso, è una mozione “democristiana”, nel senso che riconosce il lavoro fatto e chiede qualcosa di più.
Ripeto, io il latino non lo parlo, non so cosa dovrei dire, però mi sembra una mozione che possa essere accolta in maniera unanime perché chiede cose normali, cose che ad oggi non sono state fatte perché i Comuni sono solo 7, non sono stati ricompresi gli altri, Se domani il Presidente andrà con una mozione approvata dal Consiglio regionale avrà ancora più forza rispetto all’attività che il Presidente dovrà affrontare.
Ho un atteggiamento a parole molto sereno, molto conciliante perché è una mozione conciliante che chiede cose normali. I danni che oggi sono stati stimati sono insufficienti e nelle prossime settimane sarà importante che i tecnici della Regione diano la loro disponibilità per verificare i danni reali perché i Comuni non hanno neppure il personale necessario per poter fare alcune verifiche. Ad esempio, per quanto riguarda le frane sfido qualsiasi Comune, addirittura quelli dell’entroterra, a capire quanto costa sistemare una strada o quanto costa sistemare una frana, non ne hanno idea perché hanno un tecnico per tutto il Comune. Di cosa parliamo? Non ce la fa, quindi è importante il supporto della Regione anche nelle prossime settimane per dare una mano nella valutazione dei danni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Mi appello all’Assemblea per un voto unanime su questo atto perché, come ha ricordato il Consigliere Biancani, la mozione è stata anche ricalibrata in funzione dell’attività che è stata riconosciuta alla Regione, lo stato di emergenza decretato dal Consiglio dei Ministri, e delle sopraggiunte richieste che sono pervenute dal territorio, che sono state semplicemente messe in un documento che può a nostro avviso rafforzare l’azione del Presidente in occasione del confronto che l’Assessore ci ha anticipato.
La volontà è la nostra perché l’abbiamo presentata, l’emendamento è il nostro perché l’abbiamo scritto, ma penso che è il sentire comune … Anche il sottoscritto ha fatto un sopralluogo sul territorio e mi sono reso conto delle necessità e delle difficoltà che, ahimè, i Comuni oggi esclusi hanno per intervenire anche nella gestione di emergenza.
E’ vero che la Protezione civile ha avuto una attenzione particolare, ma d'altronde il reticolo stradale, non sempre minore, è stato particolarmente interessato ed ha bisogno di supporti, quindi abbiamo indicato i supporti tecnici necessari per i Comuni del territorio. Abbiamo richiesto, Assessore, quello che è stato già fatto ed io ho anche plaudito rispetto alle risorse che sono state individuate, a differenza del 2014, così almeno lo chiariamo, quando i beni mobili non erano stati computati e la Regione ha messo a disposizione delle risorse, magari con un meccanismo ancora troppo farraginoso, ma sta sempre, ahimè, nel reiterare situazioni che ci permettono di ricalibrare le modalità di intervento ed anche di preparare la documentazione più semplificata. Dentro questo percorso, vi preghiamo di valutarlo.
Mi sembra che sia il modo che nel percorso siano assolutamente scevri da qualsiasi polemica, che si possa arrivare ad un voto condiviso proprio per cercare di dare una manforte all’azione di governo. Vi dico pure che se la mozione fosse stata presentata da voi non avremmo avuto nessun dubbio nel sostenerla convintamente, quindi spero che ci sia un voto positivo rispetto a questo atto che abbiamo presentato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Grazie all’Assessore Aguzzi che ha correttamente e puntualmente ricostruito l’esatto accadimento dei fatti e la tempestività con la quale la Giunta della Regione Marche si è mossa.
Mi dispiace non concordare con il capogruppo Mangialardi perché dietro ad una proposta in buona fede e dotata di spirito costruttivo, come dice lei, si cela secondo me una richiesta pleonastica, che non ha alcun senso. Avrei più apprezzato, dopo la ricostruzione fatta dall’Assessore Aguzzi, che il Consigliere Biancani, ringraziando l’Assessore, avesse detto che la mozione non aveva più senso di esistere, purtroppo noto che non c’è mai la volontà su queste tragedie di lasciare fuori la politica e di ringraziare, come sempre avviene, l’operatività della Regione.
Fratelli d’Italia voterà contro questa mozione, ma non per una contrarietà alle richieste, ma solamente perché, per tutto ciò che la Giunta sta facendo, per tutto ciò che l’Assessore Aguzzi sta facendo e per l’incontro di domani, non ha assolutamente senso di esistere e come sempre inserisce la possibilità di contribuzione della Regione. Dietro c’è sempre la volontà di mettere il cappello in una situazione in cui non c’è nessun elemento per poter metterci il cappello e non c’è nessuna esigenza di rinforzare, come ha detto il Consigliere, la posizione della Giunta che è già tanto forte e sicuramente i fatti si vedranno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Già l’altra volta avevo detto che non aveva senso chiedere il rinvio di questa mozione perché la Regione era già intervenuta per chiedere lo stato di calamità per i Comuni esclusi. Anche il sottoscritto si era fatto sentire sui giornali esprimendo il proprio rammarico per questa esclusione. C’è stato garantito che il reinserimento è stato chiesto ed il Presidente avrà un incontro a Roma.
Personalmente mi riservo di proporre un’interrogazione a risposta immediata, quando ce ne sarà la possibilità, qualora non avvenga questo inserimento, ma credo che avverrà, quindi non mi schiero contro le finalità di questa mozione, come ha detto il Consigliere Baiocchi, ma sul fatto che ormai è desueta.
Come ho detto anche l’altra volta sarebbe invece opportuno lavorare e chiedere che l’erogazione dei fondi e gli interventi, per quanto riguarda non solo questa alluvione, ma anche la precedente, siano in qualche maniera sburocratizzati, però è un altro ambito. Noi dovremo insistere su questo e ritengo che sia importante non chiedere lo stato di calamità per i Comuni esclusi quando la cosa è già stata fatta, ma intervenire in maniera seria su quello e lasciare da parte la politica perché qui si va ad interferire sulle legittime richieste dei cittadini che sono in uno stato di difficoltà. Dovremmo lasciare da parte la politica e lavorare tutti insieme, cercando di chiedere la sburocratizzazione in caso di emergenze.
L’altra volta avevo proposto di analizzare insieme una proposta di legge alle Camere che facilitasse gli strumenti normativi che devono attuati in atto in caso di emergenze, sicuramente vanno alleggeriti perché abbiamo visto che così come sono fatti non funzionano.
Su questo potremmo lavorare, sulla demagogia, per carità, qualcuno ci può anche lavorare, però non serve a niente, soprattutto non serve ai nostri alluvionati del 15 settembre, né ai nostri Comuni alluvionati di qualche settimana fa. Quindi, ripeto, propongo di nuovo anche al Partito Democratico di lavorare insieme per una proposta di legge alle Camere per alleggerire gli strumenti di intervento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ritengo che abdicare al nostro ruolo politico sia comunque sempre un errore, per cui, al di là del fatto che sono perfettamente in linea con le richieste di questo emendamento, che tra l’altro ho anche firmato e ringrazio i Consiglieri Biancani e Vitri per avermene dato occasione, noi abbiamo un ruolo e la Giunta ne ha un altro. Sembra quasi che siamo dei suppellettili in quest’Aula perché la maggior parte degli atti che presentiamo non li dovremmo presentare, li avremmo dovuti presentare diversamente, li dovremmo correggere perché c’è la Giunta. Se la Giunta fa tutto e non ha bisogno di consigli di nessun tipo, è inutile che stiamo qui. Possiamo stare qui, benissimo, senza presentare interrogazioni considerato che disturbano gli uffici dato che per predisporre la risposta perdono tempo.
Praticare la democrazia viene quasi considerata una perdita di tempo. Sono discorsi che purtroppo si sentono tanto spesso, fare le mozioni è inutile perché la Giunta o sta per fare queste cose, o non le vuole fare, o le ha già fatte, però ritengo che anche se le ha già fatte sia un buon segnale - ora non parlo nel merito di questa mozione ma in generale - che il Consiglio scriva un atto che va nella stessa direzione. Non vedo perché bocciare le mozioni, oltre al fatto che spesso sono abbondantemente superate perché i tempi delle discussioni, come ha detto il Consigliere Carancini prima, sono diluiti a dismisura. Quindi, il mio voto sarà favorevole sia sull’emendamento che sulla mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 352/1 a firma dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri. Leggo il dispositivo “Ad assicurare, tramite le strutture amministrative e tecniche regionali. il supporto ai Comuni per effettuare in tempi rapidi la valutazione dei danni subiti dagli stessi e dai privati; a richiedere alle autorità competenti che i sopralluoghi della Protezione civile nazionale vengano effettuati nei territori di tutti i Comuni che hanno segnalato alla Prefettura i danni, per poter riconoscere lo stato di emergenza anche nelle zone attualmente escluse dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 25 maggio scorso; a valutare la possibilità di concedere contributi finanziari regionali per il ristoro dei danni subiti dagli enti pubblici e dai privati, in particolare dai cittadini (relativamente agli autoveicoli e ai motoveicoli danneggiati) e dalle imprese (relativamente agli autoveicoli ed ai furgoni danneggiati), garantendo sostegni simili a quelli destinati ai privati in occasione dell'alluvione del 15 e 16 settembre 2022 quando la Regione ha stanziato risorse per ristori dei danni ai veicoli dei privati, in quanto questi danneggiamenti erano stati esclusi dalle misure economiche finanziate con i fondi assegnati dalla Protezione Civile nazionale; ad impostare procedure amministrative che garantiscano modalità di erogazione dei contributi ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni più rapide e tempestive rispetto agli iter inerenti l'alluvione del 15 e 16 settembre 2022”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 352. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 201
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Interventi di politiche sociali a tutela delle persone fragili della nostra regione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 201 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Questa è una mozione datata gennaio 2022, quasi un anno e mezzo fa, e verte sul tema delle politiche sociali, che riteniamo essere una delle priorità dell’azione amministrativa e legislativa di qualsiasi amministrazione regionale, in particolare della nostra.
Da questo punto di vista consideriamo fondamentali alcuni obiettivi: il sostegno alla non autosufficienza; la riqualificazione e lo sviluppo dell’assistenza domiciliare; il rilancio e la riqualificazione della rete dei servizi territoriali sociali e sanitari; la promozione di interventi contro l’esclusione sociale e per il sostegno delle famiglie in condizione di fragilità.
Preciso che questa mozione non è solo frutto del lavoro mio e degli altri Consiglieri del Partito Democratico, ma su questi temi ci siamo confrontati con operatori ed esperti del settore per elencare una serie di interventi utili al raggiungimento degli obiettivi di cui ho parlato.
Riteniamo che per raggiungere questi obiettivi siano indispensabili alcuni interventi: il trasferimento dei fondi agli Ambiti per l’assistenza domiciliare, che sono utilizzati da tutti i Comuni, reinvestendoli in interventi destinati alla stessa finalità; il finanziamento di misure di promozione dell’invecchiamento attivo; l’attuazione del Piano nazionale per le cronicità; garantire, in presenza di persone con necessità assistenziali importanti, servizi sociali e sanitari a sostegno della domiciliarità integrati tra loro e con centri semi-residenziali e posti di sollievo, oltre ad adeguati contributi economici; il ripristino di un adeguato finanziamento regionale a favore degli Ambiti territoriali sociali, finalizzato ad affrontare l’emergenza della povertà estrema, di cui abbiamo parlato prima; il potenziamento, in termini quantitativi e organizzativi, di servizi di valutazione e presa in carico in tutte le aree, mi riferisco alla disabilità, alle demenze, alla salute mentale, agli anziani non autosufficienti, ai servizi consultoriali, alle dipendenze patologiche, definendo anche la dotazione minima di funzionamento; la promozione di protocolli di collaborazione tra servizi sociali e sanitari per una efficace presa in carico delle situazioni complesse; il potenziamento della dotazione di personale dei consultori, della salute mentale, delle Umee e delle Umea, delle Unità valutative per gli anziani non autosufficienti e persone con demenza, delle dipendenze patologiche; garantire, incrementando la dotazione agli Ambiti territoriali sociali, il fondo indistinto, che permetterebbe di rispondere a quei bisogni del territorio che non possono essere canalizzati in finanziamenti già esistenti.
Questi sono gli obiettivi e questi gli interventi che chiediamo di attivare per dare risposta alle persone che si trovano in condizione di massima fragilità e grande debolezza nella nostra regione.
Credo che sia una mozione ampiamente condivisibile e mi auguro che da questo punto di vista possa trovare l’unanimità dei consensi di quest’Aula. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. La mozione contiene indicazioni fortemente condivisibili. Capisco che il ruolo dell’opposizione è quello di cercare di stimolare, di aiutare. Per esempio, se diciamo di migliorare il trasporto pubblico locale moltiplicando le corse, chi può dire di no, ma poi deve essere inserito in un contesto. Se diciamo di migliorare i servizi antincendio, chi dice di no, non penso che ci possa essere qualcuno minimamente presente con la mente che possa dire che il servizio antincendio non debba essere migliorato.
Qui abbiamo una serie di cose di cui sono profondamente convinto, su questo non c’è dubbio, poi l’affermazione astratta e generica deve essere inserita in un contesto, che è quello del Piano sanitario regionale e delle indicazioni strategiche che vengono date alle Aziende territoriali, ospedaliere, in questo caso soprattutto alle territoriali e al socio-sanitario, cioè agli Ambiti territoriali sociali, in collegamento con il sanitario, che devono essere ovviamente integrati. Diciamo che tutto insieme è un unicum perché la persona che dobbiamo curare fa un suo percorso, che magari inizialmente è ospedaliero, poi ci sono le cure semi-intensive e successivamente il territorio, oppure una struttura protetta a seconda della modulazione.
Io mi rimetto al parere dell’Assessore, nel senso che queste sono indicazioni di massima assolutamente condivisibili, ma devono essere calate nel Piano sanitario regionale che spero la prossima settimana …. Il Presidente della IV Commissione deciderà quando metterlo all’ordine del giorno, faremo insieme un calendario con l’assegnazione dei relatori e tutto il resto e di queste cose ne parleremo.
Se l’Assessore ritiene che possiamo accoglierla io non solo non ho nessuna ostilità, anzi mi sentirei di dire che qualcosa è stato saltato, che potrei integrare, ma non è il momento di dirlo. Se l’Assessore ritiene questo un auspicio noi daremo un voto favorevole, se invece reputa che non sia opportuno perché da domani siamo nella discussione del Piano socio-sanitario, con tutte le procedure previste dal nostro Regolamento, mi fermo qui e aspetto la valutazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Condivido le parole del Consigliere Ciccioli, le argomentazioni esposte dal Consigliere Mastrovincenzo sono condivisibili su problematiche esistenti e sulle quali sappiamo che c’è una forte attenzione da parte della Giunta e dell’Assessore Saltamartini, anche dalla stessa Commissione sanità, che ho la fortuna di presiedere. E sì, già da domani inizieremo le prime fasi del Piano socio-sanitario, ci saranno le interlocuzioni con tutti gli stakeholders, i soggetti coinvolti. Ritengo che sarà anche necessario scaricare a terra i buoni propositi dei nuovi Direttori generali, che sono stati nominati. La figura del Direttore di integrazione socio-sanitaria sarà fondamentale per cercare di colmare questo gap e mettere in sicurezza tematiche come queste in cui sicuramente ci sono delle situazioni da mettere a posto.
Quindi, ci rifacciamo alla dichiarazione del nostro Assessore per poter decidere il da farsi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I temi contenuti in questa mozione non sono altro che l’attuazione di principi costituzionali, in particolare l’articolo 3, comma 2, per cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli per garantire il principio di uguaglianza.
Sappiamo perfettamente che tutto lo stato sociale, il welfare delineato in Costituzione richiede che i servizi siano finanziati e sappiamo perfettamente che il finanziamento del servizio sanitario e dei servizi sociali dipende in gran parte dalla disponibilità finanziaria del nostro Paese e dai limiti che la spesa pubblica riscontra in un Paese fortemente indebitato. Sappiamo pure che in relazione alle conseguenze devastanti che si sono verificate non solo sul piano sanitario, ma anche sul piano sociale con la pandemia da Covid 19, l’Unione europea ha autorizzato il nostro Paese a spendere oltre 200 milioni con il famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza proprio perché l’Italia è stata una delle nazioni del sud d’Europa più colpite dall’emergenza pandemica. Quindi, nessuno è contrario a potenziare, integrare, moltiplicare, finanziare, dare attuazione, garantire, ripristinare un adeguato finanziamento regionale, potenziare in termini quantitativi ed organizzativi, promuovere protocolli e così via, per cui diciamo che questa mozione auspicabilmente tiene conto di finalità che sono da tempo descritte in Costituzione.
L’altra questione riguarda il fatto che i servizi sociali sono in gran parte finanziati dal Fondo nazionale, la Regione ha una competenza residuale sui servizi sociali e l’applicazione dei servizi sociali ed il loro finanziamento sono garantiti dagli Ambiti territoriali sociali, quindi c’è un’integrazione tra le funzioni degli enti locali e gli interventi statali, soprattutto c’è l’esigenza di armonizzare questi interventi, che devono tener conto anche dei vari organismi in cui si esprimono le persone che si trovano in questo tipo di condizione, per esempio la Consulta della disabilità, prevista dalle numerose leggi regionali ed anche da quelle nazionali.
Tenuto conto di tutto questo la Giunta non può che accogliere questa mozione in quanto è espressione non di provvedimenti concreti e determinati, ma di una politica generale di sostegno alle persone che hanno più bisogno, ripeto, in attuazione dei principi costituzionali perché le democrazie occidentali sono cresciute sui principi del welfare e sull’attuazione del principio di uguaglianza.
Mi sento in linea con i principi contenuti in questa mozione e penso di esprimere in questo senso l’assenso della Giunta regionale all’approvazione di questa mozione anche da parte della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Per dire grazie all’Assessore Saltamartini del suo intervento, in quanto ha affrontato con una postura istituzionale, debbo dire onesta intellettualmente, la presentazione della mozione.
Mi hanno francamente sorpreso le risposte del Consigliere Ciccioli e del Presidente Baiocchi. Giustificare il voto contrario con il semplice fatto che dopodomani cominceremo la discussione sul Piano socio-sanitario francamente è poco convincente, perché, come è capitato con il Consigliere Biancani, si dice: “Non possiamo votare la mozione che voi presentate perché abbiamo già fatto tutto”, come se il voto del Consiglio regionale fosse assorbito, anzi, direi, annullato dall’attività dell’esecutivo. Invece dico che sarebbe stata una buona cosa approvare, perché si sarebbero rafforzate le buone scelte che la Giunta in questo caso …, non ho seguito analiticamente, ma le parole del Consigliere Biancani sono state puntuali. Quindi si dice non vi votiamo perché abbiamo già fatto tutto, quando in realtà c’è un tema che peraltro supera i ragionamenti di parte.
In questo passaggio ribadisco e riconosco all’Assessore Saltamartini la puntualità delle sue parole, poi le ulteriori osservazioni del Consigliere Ciccioli che alla fine ha detto “io ne aggiungerei altre”, sì, forse sì, però credo che il contributo, in questo caso del Consigliere Mastrovincenzo e dell’intero gruppo consiliare, sia quello di individuare, isolare, in senso positivo, alcuni elementi che potrebbero essere ritenuti più efficaci rispetto alle risposte che abbiamo il compito di dare e potrebbe essere - spero che le indicazioni dell’Assessore siano seguite – un rafforzativo, un contributo, un segnale rispetto all’attività del Consiglio.
Ecco perché, senza entrare particolarmente nel merito, è evidente che ci possono essere situazioni successive o integrative, ritengo che sia una buona cosa votare la mozione.
L’altra considerazione a titolo argomentativo, mi pare che ne parlammo addirittura in una delle prime Commissioni sanità quando l’allora dirigente ci riferì l’entità complessiva del fondo che la Regione utilizza grazie agli interventi nazionali e su questo, anche per le esperienze degli ultimi due anni e anche grazie alle risorse regionali, mi viene da fare una domanda: non so se arriveremo al Piano socio-sanitario, ma come può essere ripensato il welfare regionale? Credo che sia una domanda più che legittima che ci dobbiamo porre perché se crediamo che il welfare, quindi che il sistema delle relazioni sociali, debba restare aderente e cucito a quello che in realtà è un sistema vecchio …, ricordo a tutti che il sistema dei servizi sociali è figlio di un tempo diverso. Oggi siamo in una fase completamente distinta e mi viene da dire, prima di tutto a me stesso o a chi ha orecchie per ascoltare, che il coraggio di un governo regionale passa anche attraverso il ripensamento complessivo, la priorità complessiva rispetto alle risorse e direi anche agli obiettivi che ci siamo dati.
Stavolta in positivo cito la Consigliera Menghi, più volte in Commissione ci siamo detti se non sia più logico ripensare le risposte regionali con le risorse, i bisogni in rapporto alle risorse stesse, pensando che non si può rispondere a tutto e a tutti e cercando di aprire un confronto chiaro e leale, tutto ciò alla luce anche del ripensamento complessivo del sistema socio-sanitario perché mi capita di dire, quando ci sono confronti, che il Pnrr ha modificato, ha rivoluzionato l’approccio necessario rispetto alla questione socio-sanitaria.
C’è una quesitone culturale, c’è una questione relativa al personale, ci sono questioni che ci interrogano e che quasi istintivamente ci portano a dire: “Non ce ne occupiamo perché occorre lavorare, occorre approfondire, occorre avere il coraggio di cambiare”.
Ecco perché mi pare che l’apertura chiara dell’Assessore Saltamartini su questo tema vada apprezzata, quindi, nell’affermare che voterò favorevolmente la mozione, auspico che su tutto questo arrivi anche il voto favorevole della maggioranza. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Era semplicemente per dire che anche come dichiarazione di voto la Lega è d’accordo con questa mozione, che tocca dei temi sensibili della nostra società, legati in maniera particolare all’invecchiamento della popolazione, che io vivo e vedo giornalmente. Quando si parla di aumento, di potenziare il sostegno alla non autosufficienza, di aumentare i fondi trasferiti agli Ambiti, al fondo indistinto, quando si parla di invecchiamento attivo, di cronicità, di domiciliarità, di povertà estrema, di demenza, di salute mentale, di dipendenze patologiche, non si può che essere d’accordo perché nella nostra società sempre di più aumentano i numeri in tutti questi settori, compresi quelli che lei giustamente ha richiamato nella sua mozione, potenziando quel personale che lavora su tutte queste criticità socio-sanitarie nazionali che sono in terribile aumento. Quindi, non si può non essere d’accordo.
Anche l’Assessore Saltamartini ha toccato questo punto, solo che qui necessita sempre di più un intervento economico, in questo Paese, che passi anche attraverso una politica nazionale e conseguentemente anche regionale di maggiori investimenti su questo che è un tema di tipo socio-sanitario. E’ talmente sanitario, quindi inevitabilmente sociale, per cui devono essere previsti in futuro maggiori investimenti per questi settori strategici della nostra società che dimostrano anche la civiltà della società stessa. Grazie.
Presiede il Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Non ci sono altri inteventi.
Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Solo per dire che apprezziamo la posizione espressa dall’Assessore ed anche dai rappresentanti della maggioranza che sono intervenuti e sottolineare che è vero che è una mozione che enuncia principi che si rifanno alla Costituzione, ma è anche vero che è una mozione, l’ha detto bene il Consigliere Cancellieri, molto concreta ed operativa perché rispetto a questi obiettivi ed agli interventi occorrono investimenti e su questo chiediamo alla Giunta nei prossimi provvedimenti di metterci mano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Su valutazione dell’Assessore Saltamartini noi voteremo questa mozione perché riteniamo che siano cose condivisibili. E’ un appello a cose vere, ovviamente non basta fare gli auspici, bisogna poi tradurli in fatti operativi.
Questa è la riserva che ho esposto nel mio intervento, cioè quanto serve fare una mozione delle intenzioni e degli affetti? Non lo so, detto questo però, siccome è opportuno fare la mozione delle intenzioni, soprattutto delle buone intenzioni, noi valuteremo tutti questi contenuti nelle decisioni che andremo a prendere.
Siamo in uno snodo particolarmente importante della sanità regionale, finalmente usciti dal Covid e dall’emergenza, ma non siamo nella normalità perché il Covid ha lasciato uno strascico, un seguito non solo dal punto di vista clinico in quanto i postumi del Covid li stiamo vedendo in tutti i pazienti fragili, in tutte le casistiche che una volta avevano evoluzioni diverse e più favorevoli ed anche nell’organizzazione sanitaria.
L’aumento preoccupante delle liste di attesa non solo è dovuto alla carenza assoluta e indistinta in tutte le Regioni italiane di personale sanitario, non solo al tetto di spesa, ma anche a ciò che è accaduto in due anni di elusione di tutte le prestazioni sanitarie che potevano attendere, quelle programmate che potevano attendere e che comunque non avevano complicazioni gravi, ma che nel tempo problemi ne danno.
Il contenuto è ineccepibile, l’utilizzo del contenuto diventa il tema e su questo noi oggi votiamo, poi da domani con il Piano socio-sanitario e l’attivazione, finalmente, delle nuove Aziende sanitarie territoriali …, anche qui, in seguito a quello che è accaduto non è stato pubblicato l’Albo dei direttori, con il vecchio Governo Draghi da parte del Ministro della salute, addirittura è stato rinviato anche il passaggio dei poteri, è stata fatta una forzatura per poter pubblicare a dicembre il nuovo Albo dei direttori generali, quindi, saltati tutti i cronoprogramma che ci eravamo dati come Regione, colpevolmente, non per noi, ma per chi ha gestito nel passato la sanità regionale e nazionale. A questo punto con difficoltà legate alle circostanze, siamo andati alle nomine dei direttori che da qui alla conclusione del loro contratto, tre anni, potenzialmente devono riuscire a risolvere tutte le criticità che il sistema ha.
La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, però il percorso deve dare dei risultati positivi. Come Consigliere di maggioranza pretendo che ci siano risultati positivi da parte delle Aziende: ottimizzazione, miglioramento, soluzione di problemi antichi e antichissimi. Tutto questo speriamo che sia oggetto nei prossimi mesi di gestione della sanità, non ultime le risorse finanziarie di cui dobbiamo beneficiare, perché quello che dovrà rivendicare la Conferenza Stato-Regioni, quindi tutti gli Assessori di centro-destra e di centro-sinistra, sarà una maggiore dotazione da parte dello Stato dei fondi per mantenere i livelli di assistenza, anche qui conflittuale con la gestione del Ministero del tesoro perché chi ha il Tesoro e la spesa pubblica nel suo insieme, non solo quella sanitaria, deve tener conto degli equilibri di bilancio che tra l’altro sono verificati e gestiti a livello sovraistituzionale, a livello europeo, perché anche lì abbiamo un altro tetto che non ...
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo perché sensibilmente si era posto la questione e la mozione è del gennaio 2022.
Ora mi rivolgo all’Assessore Saltamartini, mi dispiace che se ne sia andato, sono passati 18 mesi, ma questo atto è molto attuale, è di grande prospettiva perché il Piano socio-sanitario, che verrà portato qui in discussione, anche se è stato già visto nei territori …, ma questo è il tema dei temi perché noi come marchigiani ci troviamo davanti non solo una fragilità dal punto di vista idrogeologico del nostro territorio, lo abbiamo scoperto giorni fa e siamo solidali con i cittadini di Cantiano, di Villa Potenza, di Macerata perché in tutti i territori le Marche si sono viste fragili, ma la fragilità nasce anche da un punto di vista sociale, quindi bene questa mozione.
Il gruppo Rinasci Marche ed io in particolar modo come Presidente del gruppo e Consigliere regionale voterò favorevolmente per l’oggetto “interventi di politiche sociali e tutela delle persone fragili nella regione Marche”.
Qui parliamo di assistenza domiciliare da trasferire ai Comuni, parliamo di finanziare misure rispetto all’invecchiamento attivo, alla cronicità, ai centri residenziali e semiresidenziali, questi temi erano stati posti già in questo consesso con la legge 20 del 2002, che poneva la questione della gestione delle strutture residenziali e semiresidenziali perché noi abbiamo una regione positiva, una delle più belle al mondo, in cui si invecchia molto bene ed i nostri anziani sono molto longevi, ma la gestione sul territorio è fragile perché in alcune strutture occorrono 70/80 euro al giorno, di questo si parla, e se non hai una pensione di 2.500 euro è un problema.
Il Piano socio-sanitario si deve far carico anche di queste fragilità perché le famiglie hanno subìto non solo il caro bollette, ma stanno subendo il peso sociale della gestione dei propri anziani dato che la nostra società si è trasformata da patriarcale - noi eravamo mezzadri, c’era la gestione in house dei propri anziani – a famiglia mononucleare e a questo punto la famiglia non regge più, si deve affidare alle strutture e all’interno di questa mozione si parla di disabilità, di demenza, di anziani non autosufficienti, di dipendenza e di salute mentale.
Votiamo questa mozione, il nostro gruppo la vota favorevolmente, ma mettiamoci una mano sulla coscienza perché da questa Aula devono uscire cose concrete, come chi mi ha preceduto ha sottolineato. Se non ci mettiamo una mano sulla coscienza e non facciamo concretamente una supervisione del Piano mettendoci dalla parte dei fragili noi siamo dei perdenti. Non serve presentare il Piano socio-sanitario a spot nei vari territori, serve la presa in carico delle famiglie, la presa in carico dei territori che va gestita all’interno della Commissione sanità.
Mi rivolgo ai neoeletti Presidente Baiocchi e Vicepresidente Carancini di approfondire questi temi nella Commissione sanità, nella quale potremmo iniziare un approfondimento del Piano socio-sanitario per poi metterlo a terra ufficialmente nei territori. Non è stato molto elegante presentare il Piano socio-sanitario – questi sono i temi della mozione – nei territori in maniera partigiana o dove faceva comodo.
Noi Consiglieri possiamo dare un contributo se veniamo sollecitati e se veniamo messi nelle condizioni di fare politica, di farla seriamente, di farla per il bene comune, il bene comune è un bene, io dico, civico, il bene comune è un bene solidale per i fragili. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 201. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 350
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo
“Contrarietà alla discarica di Riceci a Ponte Armellina, nel Comune di Petriano”
Mozione n. 356
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi
“Contrarietà della Regione Marche nei confronti della Valutazione di Impatto Ambientale in merito al progetto della discarica in località Riceci, nel Comune di Petriano (PU)”
Mozione n. 359
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Richiesta di interpretazione autentica ai fini applicativi di quanto previsto a capitolo 12 del Piano regionale di gestione dei Rifiuti (PRGR)”
Interrogazione n. 803
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Chiarezza sulle intenzioni della Regione in merito al Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale ex articolo 27 bis del D.Lgs. 152/2006, relativo alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sulla proposta di discarica nel Comune di Petriano, località Riceci”
Interrogazione n. 822
ad iniziativa del Consigliere Cancellieri
“Intenzioni della Regione Marche nei confronti della Valutazione di Impatto Ambientale in merito al progetto della discarica in località Riceci, nel Comune di Petriano (PU)”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 350 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo, la mozione n. 356 dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi, la mozione n. 359 della Consigliera Ruggeri, l’interrogazione n. 803 della Consigliera Ruggeri e l’interrogazione n. 822 del Consigliere Cancellieri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Partiamo dall’interrogazione della Consigliera Ruggeri, che rispetto alle varie richieste chiede “se il Presidente della Giunta è consapevole della normativa nazionale vigente riguardante l’insediamento di questo tipo di impianti”.
Certo che siamo consapevoli, è una normativa che viene regolarmente rispettata dalla Regione Marche nei vari pareri, ma in questo caso, ad esempio, i pareri non vengono dati dalla Regione Marche e la Conferenza dei servizi per questo tipo di attività viene portata avanti dalla Provincia di Pesaro-Urbino.
Per quanto riguarda la legge regionale che regola questo tipo di attività ho ribadito qui ultimamente, lo ribadisco oggi, che c’è una normativa che prevede che quel tipo di accatastamento di rifiuti debba avvenire a 2.000 metri dai centri abitati, quindi ovviamente ribadiamo questa linea.
Altra domanda: “se non ritenga purtroppo illusorie le rassicurazioni sull’inammissibilità del progetto di discarica”.
Non sono illusorie, nel senso che noi siamo a ribadire quanto le normative consentono e prevedono. Non sono affatto illusorie perché le discariche per i rifiuti urbani o assimilabili agli urbani si prevedono a 500 metri dai centri abitati, devono essere previste nel Piano provinciale dei rifiuti ed eventuali rifiuti urbani provenienti da fuori provincia o addirittura da fuori regione devono essere autorizzati da accordi interprovinciali o interregionali. Nulla di tutto questo è sul tavolo per quel che riguarda quel tipo di attività, che oggi prevede abbancamenti risalenti a richieste che non rientrano nei 500 metri, ma bensì nei 2.000 metri, anche se su questo c'è un dribbling che in qualche modo provano ad avallare.
Ripeto, delle due l’una, se è vero, come sostiene l'azienda promotrice e richiedente, che sono rifiuti urbani assimilabili, allora la discarica deve essere prevista nel Piano provinciale dei rifiuti, ma se non è prevista nel Piano provinciale dei rifiuti vuol dire che non sono rifiuti urbani assimilabili, ma sono rifiuti speciali assimilabili agli urbani prodotti dalle imprese, quindi devono essere a 2.000 metri di distanza.
Per l’altra questione: “se concorda con l’interpretazione in merito alla classificazione dei rifiuti”, è un po' quello che ho appena detto, è un gioco un po' furbesco che ha messo in campo l'azienda promotrice, legittimamente dal suo punto di vista. Su questo sono già intervenuto sulla domanda precedente e ribadisco questa cosa.
Altra domanda: “se non ritiene che la maggior parte dei rifiuti che si prevede di abbancare nella discarica di Riceci, secondo il progetto presentato dalla ditta Aurora, sia effettivamente classificabile come rifiuto urbano”. La discarica non può essere considerata una discarica di rifiuti speciali. Le sue domande ruotano, ma la risposta è sempre la stessa, se è l’una non è l’altra, se è l’altra non può essere l’una e di conseguenza ho già risposto.
“Come intende contrastare l’attuazione del progetto di discarica di Riceci nel Comune di Petriano”. Intanto partiamo dal presupposto, su questo poi ci torneremo anche nelle mozioni, che la Regione non è investita di queste autorizzazioni, l'autorizzazione per questo tipo di attività viene portata avanti dalle Province, tramite la Conferenza dei servizi, a cui partecipa la Regione, come oggi, nella quale ha dato un parere solo per quel che riguarda il dissesto idrogeologico. E’ il Genio civile che fino ad oggi ha dato un parere su questo tipo di attività, ma noi non siamo stati chiamati in causa dalla Provincia su pareri di altro tipo: se va bene o non va bene una discarica per quel che riguarda la tipologia di rifiuti, eccetera.
Tutto è in capo alla Provincia e noi come Genio civile - riguarda sempre il mio Assessorato - abbiamo dato un parere molto critico sulla localizzazione perché è una zona interessata dal dissesto idrogeologico, da aree boschive ed anche da una ex discarica sulla quale occorrerà fare degli approfondimenti. Lì c’è la vecchia discarica del Comune di Petriano risalente a tanti anni fa, che andrebbe interessata da un potenziale ed eventuale risanamento prima di fare possibili nuove tipologie di interventi.
Questo abbiamo scritto e detto come parere del Genio civile, non siamo nella Conferenza dei servizi come Regione Marche perché ad oggi non siamo chiamati a quella Conferenza dei servizi dalla Provincia di Pesaro Urbino, se poi si svilupperanno ulteriori fasi di cui saremo investiti, non andremo a fare altro che a ribadire le cose che ho appena detto: che i rifiuti speciali o comunque assimilabili agli urbani provenienti da imprese e da aziende non possono andare in quel sito perché quel sito è all’interno dei 2.000 metri dal centro abitato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Ringrazio l’Assessore, però penso che la Regione non possa lavarsene le mani anche perché i funzionari partecipano alla Conferenza dei servizi e questo è emerso anche con quanto è successo per il biodigestore.
In quest’Aula il 22 febbraio abbiamo votato una mozione che esprimeva la nostra contrarietà alla realizzazione e all’esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico-aerobico nel Comune di Terre Roveresche e nel Comune di Vallefoglia e guarda caso la Conferenza dei servizi ha dato parere favorevole perché i tecnici non rispettano le nostre mozioni, ma i regolamenti e le leggi. Qui il punto è molto sensibile.
Concordo con l'Assessore che mi dice delle due l’una, però bisogna che queste cose le dicano nero su bianco e le mettano per iscritto i tecnici perché poi sono loro ad andare a rappresentare la Regione.
Sinceramente mi sento rassicurata dal fatto che l'Assessore per l'ennesima volta dice di essere contrario a questo impianto, ma non sono rassicurata per niente perché vorrei degli atti con i quali la Regione si mette al riparo dalla possibilità che un tecnico possa dire: “Non ci sono problemi di sorta per cui l’impianto può andare avanti e la discarica si può fare dato che rispetta le leggi”. C'è quel vulnus all'interno del nostro PRGR perché l’abbiamo fatto prima della direttiva europea, lì non se ne parla, per cui è discrezionale l'applicazione, Assessore. Su questo punto lei dice di no, però, visto che dice di no, lo vogliamo mettere nero su bianco con una interpretazione autentica, come abbiamo già fatto per un'altra questione che riguardava l’ampliamento della discarica di Relluce? Qui si tratterebbe di una definizione dei rifiuti, come dice lei, urbani o speciali, ma indipendentemente da come sono vanno trattati e ubicati a distanze differenti rispetto a quello che c’è scritto nel nostro Piano dei rifiuti.
Per il momento mi fermo qui, Assessore, dopo interverrò per la presentazione della mozione e la prego di ascoltarmi senza pregiudizio alcuno perché da parte mia non c’è voglia di fare polemica, ma semplicemente di svolgere il mio ruolo nel migliore dei modi, cioè provare a capire insieme come effettivamente, concretamente, si possa fermare questa discarica. Non basta dire che non la vogliamo, dobbiamo cambiare tutti quei regolamenti, e lo possiamo fare insieme.
Mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri di maggioranza perché anche una mozione di questo tipo recentemente è stata bocciata, e secondo me è stato un errore, mi riferisco a quella presentata a novembre e discussa a febbraio con la quale chiedevo di aumentare la distanza dai centri abitati, purtroppo era sorta una bella polemica con il Consigliere Serfilippi. E’ risultato poi che quella mozione non sarebbe stata risolutiva perché dopo hanno presentato il progetto in Provincia, lo hanno presentato ad aprile ed io all’epoca non lo sapevo, ho provato a mettere in campo una iniziativa che andasse ad incidere sulla carne viva di quello che noi concretamente possiamo fare, ma lì c’è stata una grossa chiusura. Mi auguro di non ritrovarla anche oggi perché forse ci potrebbe mettere finalmente al riparo e dire che anche la Regione ha fatto tutto quello che poteva fare.
Qui abbiamo bisogno dell'Assessore perché noi Consiglieri possiamo arrivare, come abbiamo detto prima, fino ad un certo punto, è l'esecutivo che se vuole va avanti. Dopo ci ritorno su e cercherò di essere ancora più chiara Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Solo per dire che abbiamo presentato delle mozioni che sono assolutamente simili all’interrogazione, quindi il mio intervento lo farò in seno alla mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ho presentato questa mozione il 28 aprile chiedendo al Presidente Acquaroli ed a tutta la Giunta di manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della discarica nel Comune di Petriano, tutelando così la collina di Riceci a Ponte Armellina, esprimendo un no categorico ad un progetto di maxi discarica che occuperebbe 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi.
E’ un no ad un progetto che non rispetta soprattutto la nostra cultura, il nostro ambiente perché, lo ricordo, quest’area è vicina ad un’area protetta di Natura 2.000 e fa parte della zona del maxi distretto del biologico, che questa Giunta regionale vuole promuovere per cui ha concesso 50 mila euro nella tabella E al Comune di Urbino per promuovere il distretto del biologico, ma non fa nulla per bloccare il progetto della maxi discarica.
Non rispetta la cultura e la storia del nostro paesaggio perché Urbino è capitale Unesco e la discarica sorgerebbe a due passi dalla città ducale, non rispetta nemmeno la storia di tutto questo territorio perché il Comune di Urbino confina con quello di Petriano, che sta facendo di tutto per avallare e sostenere il progetto della discarica.
Questa mozione chiede a tutti finalmente di uscire dall’ambiguità, di esprimere la propria contrarietà perché alle parole seguano i fatti, dopo un anno in cui le azioni politiche non sono coincise esattamente con le dichiarazioni sui giornali, sui media. Tutti sembravano contrari, ma nei fatti non si è fatto esattamente nulla.
Voglio ricordare a quest’Aula il perché. L’Assessore all’ambiente aveva dichiarato un anno fa che avrebbe redatto il nuovo Piano di gestione dei rifiuti, l’aveva dichiarato appena insediato, eppure dopo due anni e mezzo abbiamo ancora il Piano regionale gestione rifiuti del 2015, nonostante le direttive dell’Unione europea abbiano più volte esplicitato tutte le Regioni italiane a modificarlo e ad adeguarlo.
Si tratta di un Piano che in questi due anni ha lasciato campo libero ai privati in una vera e propria giungla di richieste, tra cui quella della stessa Azienda Sanmarinese che già aveva avviato trattative per una discarica tra Montegrimano e Macerata Feltria ed in quest’Aula con una mozione eravamo tutti intervenuti esprimendo contrarietà.
Non è servita evidentemente, nemmeno quella aveva messo la Giunta regionale di fronte all’urgenza di intervenire con il Piano regionale di gestione dei rifiuti per mettere un freno a queste richieste, anzi, il 22 febbraio 2022 l’Assessore all’ambiente aveva imposto a quest’Aula l’interpretazione autentica del Piano regionale gestione dei rifiuti, dei capitoli 12 e 13, e noi come Partito Democratico, voglio ricordarlo, ci eravamo battuti lottando contro questo atto, tanto che alcuni miei colleghi avevano chiesto all’Assessore di intervenire con il Piano gestione dicendo che se un atto amministrativo non è puntuale è indispensabile aggiornarlo.
Non è bastato perché si è andati avanti con quell’atto che impone 2.000 metri di distanza dai centri abitati per gli impianti di smaltimento rifiuti, ma consente una deroga nei capitoli 12 e 13, per cui si può scendere a 500 metri di distanza dai centri abitati se i rifiuti smaltiti non sono speciali, ma sono rifiuti urbani.
Ed è proprio per questa piccola clausola che tutto il paese, il borgo, il centro di Gallo di Petriano, rimane letteralmente impiccato perché con questa clausola può essere autorizzato l’impianto.
Non solo, poco dopo, nel maggio 2022, iniziarono sui social i primi sospetti su un progetto di maxi discarica, ma il Sindaco del Comune di Petriano parlava di “inutile allarmismo” a cui si affiancavano tutti gli esponenti della sua area politica.
L’ho seguito per un anno, il 21 febbraio 2023 è arrivata in Aula una mozione, per cui ringrazio la Consigliera Ruggeri ed il Movimento 5 Stelle, che chiedeva in modo lungimirante addirittura di aumentare la distanza di rispetto di 2.000 metri dai centri abitati, come mai la maggioranza di questa Regione era contraria? Come mai la maggioranza di questa Regione ed in particolare l’Assessore all’ambiente si era espresso contro questa mozione invece di votare a favore?
Vorrei ricordare le dichiarazioni registrate in quest’Aula dall’Assessore all’ambiente: “Ho partecipato ad una assemblea a Petriano, ho detto che c’è una legge regionale che consente l’installazione di nuovi siti per discariche di rifiuti speciali non pericolosi purché siano ad almeno 2.000 metri dai centri abitati, Per quel che mi riguarda oggi non c’è motivo per modificare questa normativa anche perché stiamo rivisitando il Piano regionale gestione rifiuti – sottolineo che un anno fa lo stavano già rivisitando – e ci saranno novità”. E’ passato un anno e nessuno lo ha rivisitato. Poi lo stesso Assessore all’ambiente aggiungeva: “Però va ricordato che nelle regioni limitrofe il limite è di 500 metri – come se fosse un buon esempio quello delle regioni vicine in questo caso – e mi sembra fuori luogo votare una mozione che ci impegna ad allontanare ulteriormente gli impianti dai centri abitati. La norma dei 2.000 metri impedisce ad oggi l’insediamento di questa nuova discarica perché è a meno di 2.000 metri dal centro abitato, quindi, non vedo perché dovremmo cambiarla”. In effetti il progetto di maxi discarica è a circa 980 metri da centro abitato.
Vorrei ricordare perché avrebbe dovuto cambiarla, lo ricordo all’Assessore all’ambiente ed a tutta l’Aula, il suddetto progetto potrebbe essere ora dichiarato ammissibile proprio a causa di quella deroga inserita nel Piano regionale di gestione rifiuti in ragione della controversa definizione della natura di oltre la metà dei rifiuti che si prevede di abbancare nella discarca a Gallo di Petriano, che la ditta proponente considera come urbani non pericolosi, invece che speciali non pericolosi, inclusi quelli derivanti da attività di trattamento e recupero da raccolta differenziata.
Proprio per questa deroga, nella collina in cui passeggiava Dustin Hoffman qualche anno fa promuovendo la regione Marche come una delle regioni più belle al mondo, in cui si vedevano in lontananza i torricini di Palazzo ducale, le sponde delle colline marchigiane, su cui la Giunta regionale non è intervenuta affatto, rischiamo di avere una discarica da 5.000 metri cubi di rifiuti, con camion che se messi in fila coprirebbero una distanza che va dal paese di Gallo di Petriano fino a Trento. Eppure ad oggi la Regione continua a dire di non avere nessuna responsabilità al riguardo.
Mi pongo però le stesse domande che si pongono tutti gli uomini e le donne della strada, dopo aver letto ciò che è apparso sulla stampa, pile e pile di articoli, per citare solo le ultime dichiarazioni dell’imprenditore titolare della Cartiera Ciacci di San Marino che detiene il 60% di azioni della società Aurora, che ha presentato il progetto, il quale il 4 giugno ha dichiarato: “La discarica si farà oppure qualcuno pagherà. Io sono stato contattato a San Marino da un politico che ha bussato alla mia porta.” L’imprenditore risponderà delle sue dichiarazioni, ma io mi chiedo: chi conosce i terreni di Riceci a Petriano così bene da andare a proporli ad un imprenditore di San Marino, dicendogli quali potrebbero essere in vendita e addirittura mettendolo in contatto con 4/5 imprenditori della zona, facendo offerte nella zona, in un Comune che era a guida di un Sindaco della stessa area politica, tra l’altro, sarà una casualità, dell’Assessore Aguzzi? Stessa area politica del Sindaco del Comune vicino che sostiene il progetto, perché il Sindaco di Urbino non ha mai nascosto fino ad oggi di sostenere il progetto, tanto è vero che è stato uno dei promotori, finché non ha provato a scaricare la responsabilità su altri.
Ora, al di là delle responsabilità, mi auguro che alle tante dichiarazioni di contrarietà seguano finalmente anche i fatti con delle azioni concrete, che quest’Aula dica no, ma soprattutto che l’Assessore intervenga con il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Vorrei capire come funziona, nel senso: facciamo rispondere all’Assessore poi io illustro la mia mozione?
PRESIDENTE. No, le mozioni vengono esposte dai firmatari, la Consigliera Vitri ha esposto quella che la vede come prima firmataria, lei è l’altro primo firmatario, quindi può intervenire per illustrare la mozione, dopodiché si apre la discussione ed alla fine avrete il diritto di replica.
Giorgio CANCELLIERI. Quindi posso esporre la mozione in questa fase.
Vorrei dire alla Consigliera Vitri che io e il gruppo Lega, che in questo momento rappresento con questa mozione, siamo assolutamente contrari rispetto a questo progetto e all’insediamento a Riceci.
Tra l’altro sono andato a vedere a Riceci, fisicamente, il posto dove qualcuno vorrebbe costruire la discarica e ho preso atto che qualcuno con un po' di fantasia potrebbe aver pensato che quello fosse il sito giusto.
Ricordo che agli inizi degli anni ’90, più o meno in quelle aree, la Regione aveva individuato un sito adatto per costruire una discarica, poi la graduatoria fatta dalla Regione Marche in realtà fu cambiata dietro le proteste dell'amministrazione comunale di quegli anni, che presero corpo anche con delle istanze che dimostrarono che tecnicamente quel sito non era adatto, quindi dal primo posto fu portato al ventesimo posto, così la discarica fu costruita a Ca’ Asprete. Questa è la storia, erano stati individuati tre siti, uno era Ca’ Asprete, uno era questo ed un altro più o meno nel territorio di Tavullia. Alla fine si decise per Ca’ Asprete ed il sito di Gallo Petriano fu cassato e portato al ventesimo posto nella graduatoria che la Regione aveva fatto sulla base del lavoro che avevano fatto i tecnici per individuare nella provincia di Pesaro i siti più adatti per costruire discariche.
Tornando a noi, devo dire che la ditta Aurora ha depositato questo progetto in Provincia, la quale ha avviato il procedimento amministrativo in data 20 aprile. E’ il progetto di una discarica enorme, 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi su una superficie di 116 mila metri quadri. Viene investita una superficie di questa portata, un intervento che arriverà ad interessare più del doppio dei metri quadri, 268 mila metri quadri, e nell'arco di 25 anni andranno conferite in questa discarica circa 200 mila tonnellate all'anno per 25 anni. 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, è un bel colpo.
Noi abbiamo già avuto esperienze di discariche, nel mio territorio la discarica di Ca’ Luccio, per la quale ho avuto dei vantaggi in termini politici-amministrativi, ma anche tante beghe, tanti problemi e anche un po' di svantaggi che si sono manifestati anche ultimamente. Ho portato qui un’interrogazione che riguardava quella discarica insieme alla Consigliera Ruggeri.
Questa discarica sarebbe cinque volte più grande di quella di Ca’ Luccio, il doppio rispetto a quella di Ca’ Asprete.
Il collocamento dell'impianto è a meno di 1.000 metri dal centro abitato, come ha detto la Consigliera Vitri, quindi non è nel limite dei 2 chilometri.
E’ il secondo caso che viene presentato nella nostra provincia, dopo quello di Macerata Feltria e Montegrimano. Il Comune è piccolo, 2.700 abitanti, dista 10 chilometri dalla città più importante del nostro territorio, che è la città ducale di Urbino, 20 chilometri da Pesaro e richiede, proprio perché piccolo, una tutela ed un'attenzione particolare, in quanto la discarica potrebbe favorire lo spopolamento di un Comune già così piccolo.
Nel Comune di Petriano ci sono le Terme di Raffaello, che danno dei servizi da tantissimo tempo alla nostra comunità ed attualmente è l’unico stabilimento termale accreditato che funziona, al quale noi medici di base afferiamo molto conferendo i pazienti. E’ l’unico stabilimento termale del territorio.
Nei Comuni di Urbino e a Montecalvo in Foglia c’è, ad una distanza inferiore a 1.000 metri dal sito interessato dal progetto, l’area denominata Natura 2.000, che comporta tutta una serie di vincoli.
Il territorio di Riceci ha un'alta valenza ambientale e agricola, ha un paesaggio da tutelare e questa valenza ambientale, agricola e questo paesaggio sono già previsti negli strumenti urbanistici del Comune stesso.
Attualmente non ci sono infrastrutture capaci di supportare un simile carico che dovrà essere lavorato. Non c'è una rete viaria adeguata, bisognerebbe rifare anche quella e questo genererebbe un altro impatto ambientale enorme, bestiale su quel territorio perché la rete viaria di adesso non è assolutamente all’altezza di poter servire una discarica di quella portata, quindi l’impatto ambientale avverrebbe in due modi: la discarica e tutta la rete viaria che si creerebbe intorno.
Non vi dico l'allarmismo e l'agitazione che c'è nella popolazione residente, ma è assolutamente giustificato, ho ricevuto tante telefonate dalle persone, sono andato sul territorio e devo dire che tanta gente è molto preoccupata.
Il Comune di Petriano ha approvato due ordini del giorno, uno mi pare ad ottobre 2022 e uno ad aprile 2023, in cui esprime la propria totale contrarietà alla realizzazione della discarica. Tra l’altro il Piano regolatore generale del Comune di Petriano prevede dei vincoli per rischio frane, a questo si riferiva l'Assessore Aguzzi, il rispetto dei corsi d'acqua, la tutela dei versanti integrali, la tutela specifica dei crinali, la tutela specifica della strada panoramica. Ci sono una serie di vincoli che sono dentro il Piano regolatore del Comune di Petriano da rimuovere, quindi, anche questo è un fatto tecnico importante. Qui ci vogliono, secondo me, due posizioni: una politica chiara, e ovviamente da parte nostra la totale contrarietà all’insediamento della discarica, l’altra relativa alle motivazioni di tipo tecnico-giuridico per le quali ci si può opporre alla discarica. Si deve camminare in due direzioni: la politica e la questione tecnica, che dia risposte anche da un punto di vista giuridico per impedire la costruzione dell’impianto.
Con questa mozione vorremmo che la Giunta si impegnasse ad esprimere contrarietà alla realizzazione della discarica e si attivasse presso tutti i soggetti pubblici coinvolti, abbiamo visto che non c'+è soltanto la Provincia, ma anche il Cda di Presidenza e il Cda di Marche Multiservizi, affinché venga nuovamente analizzato il progetto dal punto di vista tecnico ed ambientale, considerando l'opportunità di farlo ritirare, anche perché obsoleto, ancora pensiamo alle discariche, quando invece si dovrebbe pensare al potenziamento della raccolta differenziata, a ridurre gli imballaggi di plastica, a costruire altre forme di smaltimento del rifiuto, pensare ad altre forme di raccolta e smaltimento dei rifiuti, questo è l’auspicio di tutto il gruppo Lega, poi il Consigliere Serfilippi, che è il Presidente della Commissione ambiente, interverrà in merito.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Queste sono due mozioni molto simili con motivazioni analoghe ed anche molto apprezzabili e condivisibili, tant’è che non avrei problemi a dire che andrebbero sostenute e personalmente avrei anche proposto …
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, Assessore, c’è la terza mozione da illustrare.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Intervengo sull’ordine dei lavori Presidente, siccome le prime due mozioni sono pressoché sovrapponibili, l’Assessore può intervenire quando vuole, se vuole continuare il suo intervento lo faccia pure, dopo presento la mia mozione.
PRESIDENTE. No, facciamo prima l’esposizione, dopo il suo intervento l’Assessore interverrà di nuovo.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Sono assolutamente d’accordo con l’impostazione data dal Consigliere Cancellieri e voterò favorevolmente anche la mozione della Consigliera Vitri.
Qui ci sono due aspetti: uno politico, e va benissimo dire che siamo assolutamente contrari, e uno tecnico, come ho cercato di spiegare prima, quindi se non operiamo anche sull’aspetto tecnico c’è caso che, purtroppo, la questione non venga risolta oggi con l’approvazione delle due mozioni.
Il tema che mi preme sollevare con la presentazione di questa mozione è la sostenibilità delle posizioni politiche che vengono assunte da questa Assemblea legislativa regionale attraverso l'approvazione di atti di indirizzo.
Troppo spesso gli indirizzi politici adottati dall'Assemblea legislativa, con l'approvazione di mozioni e risoluzioni, vengono completamente disattesi dalle posizioni e dai pareri espressi dagli uffici regionali ai fini dell'approvazione dei progetti presentati dai privati nelle sedi istituzionali preposte. Un esempio recente è quanto successo in Provincia di Pesaro e Urbino con i biodigestori anaerobici.
Al di là di come ognuno la possa pensare sulla loro necessità, sul loro dimensionamento rispetto alle esigenze dell'ambito territoriale e sulla loro localizzazione, ricordo che il 22 febbraio 2022 questa Assemblea legislativa ha approvato una mozione dal titolo "Contrarietà alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico-aerobico nel Comune di Terre Roveresche e nel Comune di Vallefoglia”, che impegnava la Regione a manifestare contrarietà rispetto alle richieste di autorizzazione dei biodigestori anaerobici, sia quello proposto da Feronia nel Comune di Terre Roveresche, sia quello proposto dalla ditta Green Factory, di proprietà di Marche Multiservizi, nel Comune di Vallefoglia.
Nonostante l'approvazione della suddetta mozione, se non ricordo male addirittura all’unanimità, per entrambi i biodigestori anaerobici la Regione Marche ha dato parere favorevole nella Conferenza dei servizi relativa al rilascio del Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale, aggiungendo che le opere verranno dichiarate di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e che il provvedimento costituisce variante allo strumento urbanistico.
Con questo non voglio assolutamente criticare i funzionari regionali che agiscono secondo le leggi dello Stato e secondo i regolamenti regionali che noi stessi approviamo, ma c'è un tema che evidentemente sfugge: non serve a nulla fare dichiarazioni pubbliche di contrarietà, né approvare mozioni di indirizzo politico, se non siamo conseguenti nel predisporre atti amministrativi coerenti sui quali poi gli uffici dovranno fare riferimento nel rilasciare autorizzazioni e pareri.
In mancanza di questo passaggio, dichiarazioni pubbliche e mozioni diventano un atto di mera comunicazione politica (qualcuno direbbe anche di propaganda), senza portare ad alcun risultato efficace.
Durante la discussione avvenuta a febbraio della mia mozione n. 294 ad oggetto "Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, in particolare riguardo gli impianti per recupero e smaltimento rifiuti", presentata quando già si registrava una persistente e mirata ricerca di terreni agricoli nella zona attorno a Riceci, l'Assessore Aguzzi ha affermato che: “Non serve intervenire sul Piano regionale di gestione dei rifiuti per evitare la realizzazione di questa grande discarica che la società Aurora S.r.l. intende fare in un luogo dal paesaggio incontaminato come Riceci di Petriano perché già con le regole regionali attuali quella discarica non si può fare, in quanto prevista entro i 2.000 metri dal più vicino centro abitato”. Queste furono in sostanza le dichiarazioni dell’Assessore all’epoca. Nonostante ciò, il 20 aprile, a distanza di un paio di mesi, la società sammarinese Aurora, costituita tra il gestore Marche Multiservizi, ed il proprietario della cartiera Ciacci hanno presentato il progetto per la realizzazione della discarica da realizzarsi entro la distanza di 2.000 metri dal centro abitato, in barba alle convinzioni espresse, ahimè, allora dall'Assessore Aguzzi sia in un'assemblea pubblica a Petriano che ripetute in questo Consiglio regionale a febbraio.
Quanto affermato dall’Assessore Aguzzi, infatti, per la ditta proponente Aurora S.r.l. varrebbe solo per le discariche di rifiuti speciali non pericolosi, è questo il nodo, mentre in base alla loro interpretazione del paragrafo 12.8 del vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti, denominato “descrizione dei criteri localizzativi e tipologie di impianto ai quali devono essere applicati”, la discarica sarebbe di rifiuti urbani, quindi la distanza minima dai centri abitati sarebbe solo di 500 metri, questo perché la maggior parte dei rifiuti che si intendono abbancare nella discarica sono rifiuti oggi classificati come "urbani" anche se provenienti da altre fonti rispetto ai rifiuti domestici.
La ditta proponente, infatti, invoca l'applicazione della distanza minima dai centri abitati e funzioni sensibili di soli 500 metri, facendo leva sui nuovi criteri di classificazione dei rifiuti urbani, modificati dal recepimento della direttiva europea n. 851 del 2018 con il decreto legislativo 116 del 2020, in vigore dall’1 gennaio 2021, che modifica l'articolo 183 del Testo Unico Ambientale, classificando come rifiuti urbani gran parte dei rifiuti prodotti dalle attività produttive industriali ed artigianali.
E' per questo che con la mia mozione intendo dare l'occasione all'Assessore Aguzzi di dimostrare che ha ragione lui, chiedendo che sia sottoposta all'Assemblea legislativa regionale un’interpretazione autentica relativa al nocciolo della questione, ovvero come vadano interpretate le disposizioni vigenti del Piano regionale di gestione dei rifiuti in merito alle distanze delle discariche alla luce dei cambiamenti legislativi intervenuti successivamente alla sua approvazione in materia di classificazione dei rifiuti.
Qui ci riferiamo alla definizione dei rifiuti mentre l’altra interpretazione autentica che abbiamo approvato in quest’Aula, anzi, noi eravamo contrari perché avrebbe permesso di ampliare la discarica di Relluce, si occupa di un’altra questione, dell’ampliamento delle discariche.
Quindi la domanda è: si ritiene che per consentire la localizzazione di discariche entro i 2.000 metri dai centri abitati la maggior parte dei rifiuti abbancati debbano essere solo urbani di provenienza domestica (ovvero l'indifferenziato costituito dalla parte residua della raccolta differenziata domestica) come era nel 2015, quando fu approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti? Questo forse scritto nero su bianco sarebbe per tutti una cosa positiva, oppure si ritiene che possano essere considerati fare parte di quella maggioranza anche i rifiuti provenienti dalle attività produttive industriali e artigianali, che allora erano classificati come rifiuti speciali ma oggi, dal 2021, come rifiuti urbani provenienti da altre fonti? E’ tutto qui il problema, come interpretiamo il nostro Prgr?
Non lasciamo spazi all'incertezza. Bisogna fare chiarezza ed in fretta se non si vuole rischiare un proliferare in tutta la regione di richieste per la collocazione di discariche a libero mercato vicine a centri abitati e luoghi sensibili; richieste che poi le istituzioni preposte farebbero fatica a non autorizzare.
D'altra parte, lo strumento dell'interpretazione autentica è stato già recentemente utilizzato da questa Assemblea legislativa per consentire l'ampliamento della discarica di Relluce, in provincia di Ascoli Piceno. Si utilizzi ora lo stesso strumento, al contrario, per salvaguardare un luogo dal paesaggio talmente suggestivo da essere stato utilizzato per promuovere le bellezze del nostro territorio nello spot televisivo in cui l'attore Dustin Hoffman recitava l'Infinito di Giacomo Leopardi, proprio dalla regione Marche che noi qui rappresentiamo.
Concludo ricordando a tutti che una quota del 40% della Società Aurora è detenuta dalla società mista pubblico-privata Marche Multiservizi, il cui Consiglio di Amministrazione all'unanimità ha approvato l'operazione discarica di Riceci, purtroppo all’unanimità, quindi tutti, nonostante gli indirizzi politici …
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Riprendiamo da dove ho iniziato con l’arricchimento di quest'ultima mozione, sulla quale mi soffermerei subito.
Mentre le altre due, come ho detto prima, sono tendenzialmente simili e ci ritornerò, questa ha una valenza di altro tipo e non è errato il ragionamento che la Consigliera Ruggeri sta portando avanti. I miei uffici danno per scontato che l’interpretazione dell'epoca vale tranquillamente anche per oggi, quindi per quel che mi riguarda approvare una mozione di questo genere non mi fa nessun problema. Se poi in automatico passa già per una interpretazione autentica, tanto meglio, e se dovesse essere frutto di un atto successivo non credo che il Consiglio avrà problemi su questo.
Una precisazione, quando lei dice urbani provenienti da altre fonti, sì, è vero è cambiata la dicitura, ma “urbani provenienti da altre fonti” esclude quelli industriali, cioè le industrie non potrebbero …, quindi se la richiesta della discarica è stata motivata per far fronte alle esigenze delle imprese e delle industrie, che vogliono far passare i rifiuti per urbani, cosa che non sono, dovrebbe essere inserita nella programmazione provinciale che non c’è. Anche su questo sono andato a vedere le normative che escludono categoricamente i rifiuti provenienti dall’industria, ma prendono in considerazione i rifiuti urbani dal piccolo commercio all’artigianato. Dicono questo, quindi è escluso in partenza, adesso le ho anticipato cosa penso di questa cosa. Per quel che mi riguarda non c’è problema.
Invece sulle altre due motivazioni non ho problemi a dire che sono entrambe condivisibili perché di fatto dicono le stesse cose, anzi, avrei chiesto ai Consiglieri magari di fare una risoluzione dell'intero Consiglio regionale per fare un fronte comune sotto questo punto di vista. Rimango ovviamente di quest'idea qualora ci fosse la volontà del Consiglio di farla.
Sono sinceramente stupito di come le due mozioni siano state presentate: il Consigliere Cancellieri ha illustrato le richieste, mentre ho subito un attacco personale e partitico da parte della Consigliera Vitri, che ovviamente non possono non riprendere. Intanto lei nell'esposizione ha dimostrato di non conoscere le situazioni perché nel Piano regionale dei rifiuti non si prende in considerazione la programmazione per le discariche di rifiuti speciali provenienti dalle industrie, che sono a libero mercato, che non vanno inserite nella programmazione regionale né in quella provinciale, quindi non potevamo, anche modificando qualcosa, inserirla.
Seconda cosa, la quesitone della deroga ai 500 metri, 50%, eccetera, è la normale legge, nel senso che i rifiuti urbani possono essere accatastati a 500 metri dai centri abitati purché all'interno della discarica non si vada oltre il 50% di rifiuti speciali, non è che sia chissà quale deroga, è la normativa attuale vigente che secondo me va tranquillamente rispettata.
I problemi di Relluce, il Comune di Urbino oggi pomeriggio in Consiglio comunale porterà un documento firmato da tutti i partiti della maggioranza contro la discarica di Petriano, contro la discarica di Riceci. Nei giorni scorsi ho notato che le forze politiche di quella maggioranza, come Forza Italia, sono fortemente contrarie sulla stampa e in tutti i modi alla discarica, quindi dire che il Comune di Urbino è d’accordo è una cosa non vera e del tutto strumentale.
Tanto più accomunare la provenienza politica del Sindaco di Petriano, legittimamente votato dai cittadini indipendentemente dal partito di appartenenza. Non c'entra niente che sia casualmente del mio stesso partito. A parte che non è iscritto a Forza Italia, ma anche fosse? In Italia c’è la democrazia ed ognuno si iscrive e milita dove meglio crede. Se c'è un peccato originale lo smaschereremo. Il peccato originale è questo: quando ancora nessuno sentiva parlare di discariche a dicembre 2022 nasceva una società di nome Aurora, società votata e partecipata dal Cda di Marche Multiservizi, che partecipa con il 40% di quote.
A dicembre 2022 il Cda di Marche Multiservizi, composto dall’ex Sindaco di Acqualagna, iscritto al PD, dall’ex Assessore di Pesaro, iscritto al PD, dall’ex Sindaco di San Costanzo, iscritto al PD, dall’ex Sindaco di Petriano, iscritto al PD, e da una persona di una lista civica di Urbino, non iscritta al PD, votò all'unanimità l’adesione di Marche Multiservizi ad una società che nasceva per portare avanti la proposta di realizzazione della discarica a Riceci, esclusivamente per questo! Non solo votava la partecipazione di Marche Multiservizi all’unanimità, ma votava anche che l’Amministratore delegato di Marche Multiservizi fosse il Presidente della società Aurora. Arriva poi la richiesta di questa società di realizzare una discarica a Riceci e la colpa sarebbe della Regione, dell’Assessore di Forza Italia o di un Sindaco di un Comune? Qui c’è una strategia ben precisa di un Cda targato in un certo modo, perché i componenti, che prima ho elencato, sono espressione dei piccoli Comuni, della Provincia di Pesaro, del Comune di Pesaro e di tutto il PD provinciale e lo hanno voluto Presidente. Questo è il peccato originale!
Quella proposta è nata da una iniziativa proveniente da quel Cda ed era vocata esclusivamente alla realizzazione di quella discarica, che puntualmente è venuta avanti nelle richieste. Ad oggi non si addossi la responsabilità ad altri, si ricerchi chi questa cosa l’ha creata, l’ha gestita e l’ha portata avanti e se proprio vogliamo andare a vedere chi ha girato conoscendo bene i territori, cara Consigliera, guardi in quel Cda perché dentro c’è chi conosce bene quei territori e li ha girati parlando personalmente con i proprietari per convincerli a vendere a questa società.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Non entrerò nel merito della mozione 356 che ho sottoscritto perché è stata spiegata ampiamente dal Consigliere Cancellieri.
Vorrei fare una riflessione un po' più generica, queste situazioni nascono per una mancata programmazione a tutti i livelli e ci sono tre grandi domande che dietro a questi impianti vanno fatte: innanzitutto se servono, perché potrebbero anche servire, a chi servono e dove possono essere fatte. Quindi manca una programmazione.
Ho partecipato sia alla Commissione ambiente del Comune di Urbino che all'assemblea a Petriano – ero l’unico Consigliere presente – e come anche gli altri ho raccolto le preoccupazioni della gente e ho chiesto a Marche Multiservizi, tramite Pec, di informare la cittadinanza su quest'opera anche perché, come si è detto, Marche Multiservizi è una società che al 53% è pubblica e per il 40% fa parte della società Aurora, quindi una informativa veloce e pubblica sarebbe stata più che opportuna. Questo l’ho detto pubblicamente, l'ho anche detto personalmente all'amministratore delegato della società.
Se fosse stata fatta una dovuta informazione, magari tante preoccupazioni sarebbero state allontanate, non lo so, altre sicuramente sarebbero rimaste, però penso che dietro a queste opere, soprattutto quando c'è di mezzo una società che al 53% è pubblica, deve esserci una dovuta e pubblica informazione.
Non ho altro da aggiungere, se non dire – l’ho detto anche alla assemblea di Petriano - di lasciare da parte le strumentalizzazioni politiche, questo scarica barile reciproco tra partiti: di chi è la colpa, di chi è il peccato originale, è ovvio che ognuno può ricostruire, però in questo momento l’obiettivo è concentrarsi su questa opera e sul fatto se deve o meno essere realizzata. Non so se ci sono alternative e nel caso servisse quest'opera dove può essere fatta, non lo so.
Dobbiamo farci queste domande, soprattutto stringerci intorno alle preoccupazioni dei cittadini che sono reali ed è per questo che insieme ai Consiglieri Cancellieri, Serfilippi e Baiocchi ho voluto sottoscrivere la mozione.
Tra l’altro sono stato il proponente della mozione contro la paventata discarica nella zona del Montefeltro ed anche in Commissione votai per l’ingresso di alcuni rifiuti sammarinesi nel nostro territorio, allora fui preso un po’ a mazzate, però la mia linea è sempre quella, non per condannare nessuno, né per condannare Marche Multiservizi, ma perché dietro a queste operazioni ci deve essere trasparenza e informazione pubblica.
Non è possibile che nascano delle opere così impattanti per il nostro territorio senza che siano preventivamente discusse con i cittadini e, ripeto, senza informazione. Occorre parlarne pubblicamente e chiarire le dinamiche dell’opera.
Credo che questa fase sia doverosa, non è stata fatta, dopo è chiaro che i proponenti ne subiscono le conseguenze, questo pare ovvio, anche perché i cittadini di Petriano si sono trovati dalla mattina alla sera questo progetto, ed è naturale che ci siano delle legittime preoccupazioni.
Bisogna anche che le società pubbliche ed i Sindaci, all’interno di Marche Multiservizi il ruolo dei Sindaci, tra parentesi, va in un certo senso ribadito, si facciano sentire, come sul discorso dei compensi, alla fine hanno votato tutti non sapendo cosa votavano ed oggi c’è stata, penso, l’Assemblea che ha revocato quella decisione.
I Sindaci devono, anche tramite i loro rappresentanti all'interno del Cda, prendere più consapevolezza e avere un peso più decisivo all'interno di questa società perché, ripeto, il 53% di questa società è pubblico ed i Sindaci devono avere, nonostante l'altro azionista occupi una parte rilevante, un ruolo maggiormente attivo attraverso i loro rappresentanti all'interno dell’Assemblea, cosa che fino adesso in tante questioni non hanno avuto.
Non voglio criminalizzare i Sindaci, però è ora che all’interno di Marche Multiservizi, se questa è una società pubblico-privata a partecipazione maggioritaria pubblica, si facciano in qualche maniera sentire.
Sottoscrivo e voterò la mozione dei Consiglieri Cancellieri e Serfilippi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Cercherò di dire la mia con un tono pacato perché è giusto che sia così. Per quanto riguarda la nomina del Cda l’Assessore ha fatto riferimento ai componenti del PD, ma è andato molto veloce rispetto al componente che rappresenta il Comune di Urbino, che ha votato a favore, questo per mettere le cose in fila, come vanno messe.
Siamo di fronte a società private, una banda di matti! La società che ha individuato questo spazio …Sono preoccupato perché la politica è birba, ha la risposta, o chi vuol far questa discarica è matto, perché se non è possibile farla, le norme non lo consentono, ditemi voi di cosa stiamo parlando.
Io sono una persona molto concreta, non parlo il latino, ricordo che chi ha votato, sia i componenti di Urbino che i componenti del PD, non hanno aperto la società per fare la discarica a Riceci, ma hanno aperto una società per fare una discarica, chiaro? Cosa ben diversa. Posso votare qualsiasi società, se poi fa delle cose che non deve fare io come proprietario posso chiedere di chiuderla. Ed è quello che probabilmente verrà fatto, però non è che i rappresentanti del PD hanno votato la discarica a Riceci, hanno votato l’apertura della società. Bisogna dire le cose come stanno. Se avessero votato la discarica di Riceci io li avrei indagati tutti quanti, anche perché ancora non si sapeva niente, come facevano a sapere che si sarebbe aperta la discarica di Riceci?
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. Magari, io sono per la trasparenza, non sto difendendo nessuno, sto cercando di fare la cronaca. Sto dicendo che quelli che hanno votato non si sono espressi per la discarica a Riceci, hanno votato per l’istituzione di una società che potesse aprire una discarica.
A questo punto non 100 mila euro per l’amministratore delegato, che è quello che prende oggi, ma gli darei 1 euro, compreso l’altro genio che è intervenuto sulla stampa, in pratica stanno parlando di una cosa che non si può fare.
L’Assessore regionale ci dà garanzie che con la normativa attuale non si può fare, allora andiamo via, di cosa stiamo parlando? Non ci sono dubbi.
La società che ha fatto i compromessi per comprare i terreni ed ha fatto i progetti è una banda di matti, una banda di incompetenti, o qualcuno gli ha promesso che sarebbe cambiata la norma. Non parlo dell’Assessore Aguzzi, sia ben chiaro. Se la norma non lo consente e questi sono andati avanti o sono degli incompetenti o qualcuno ha detto loro che si sarebbe modificata la norma. Fin qui ho detto cose strane.
Poi che si arrivi a dire ..., io non sto dando la colpa al PD, né a Forza Italia, a nessuno, io sto facendo un ragionamento come se fossimo al bar davanti ad una birra, uno normale c’è che ragiona? O sbaglia l’uno o sbaglia l’altro oppure qualcuno ha detto che lo avrebbe fatto, sennò i conti non tornano.
Consigliere Cancellieri, lei farebbe un compromesso, pagherebbe un progetto per fare una cosa in un posto in cui è vietato? Neanche se ha bevuto 10 birre farebbe una cosa del genere.
Addirittura, io sono un amministratore come tutti, la discarica si prevede in un Comune ed il Sindaco non sa niente, l’impresa ha individuato un terreno dove non si può fare e non dice niente al Sindaco, che casca dagli scalini e non sa niente.
Ma di cosa stiamo parlando? Se poi volete credere andate avanti con il dibattito, però l’ipocrisia no.
Dire che il Cda ha votato la discarica di Riceci non è corretto, il Cda ha votato la creazione di una azienda, se l’azienda prevede la discarica in un posto dove non si può fare - e la politica garantisce che non si può fare - i conti non tornano. O qualcuno ha detto che l’avrebbero potuta fare, sennò sono una banda di incompetenti.
Non posso fare l’interrogazione al Comune, sennò avrei chiesto la testa dell’amministratore delegato.
Vediamo come va a finire perché io non so niente e sono più curioso di voi, vedremo come va a finire, se sono degli imprenditori matti o se la politica ha detto cose che non riesce a fare. Ma che adesso il Sindaco non sapeva niente e diventa il capopopolo … Se crediamo anche a questo di cosa stiamo parlando? E’ meglio che andiamo a fare tutti un altro lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. L’illustrazione della mozione l’ha già fatta il Consigliere Cancellieri e sono contento che questo documento sia stato sottoscritto anche dai Consiglieri Rossi, Baiocchi e Marcozzi.
Quando mi infervoro è perché probabilmente negli anni di Consiglio comunale ho preso un po’ di “cazzimma” dall’ex Sindaco Aguzzi.
Detto questo, credo che nel merito la situazione sia abbastanza surreale perché la discussione è tutta politica. Qui c’è una parte del PD che tramite il Cda di Marche Multiservizi ha voluto istituire questa società e voi oggi vi inalberate dicendo che hanno costituito solo la società, ma la società è stata creata per fare una discarica e la richiesta di autorizzazione è stata fatta nel Comune di Petriano, Riceci, quindi l’intenzione del Cda e del Presidente, che tra l’altro è l'amministratore delegato della società di Marche Multiservizi, è ben chiara, altrimenti mi auguro che ci siano dei riflessi all’interno di quella società, ovvero che venga cambiato l’amministratore delegato.
I Sindaci non hanno la maggioranza, Consigliere Rossi, hanno la minoranza, perlomeno hanno la maggioranza, ma l’amministratore delegato lo nomina Hera, quindi non ritengo che salterà, è più probabile che salti qualche altra testa.
Detto questo, il problema è tutto interno al PD, c’è una parte del partito che ha avallato e perora la causa per fare la discarica a Petriano e c’è un’altra parte che, con la politica dei due forni, aizza i comitati pur di dar contro al Sindaco di Petriano, che è espressione del centro-destra, al Sindaco di Urbino ed altri di centro destra e alla Regione Marche - oggi abbiamo assistito ad un attacco dell’Assessore Aguzzi vergognoso - aizza i comitati e le piace fare i selfie per farsi portatrice di questa battaglia.
Il secondo punto della nostra mozione - anche se mi rendo conto che è un po’ delicato, se abbiamo dignità politica bisogna essere conseguenti - dice di dare mandato, attraverso i nostri canali politici, a chi rappresenta Marche Multiservizi, ed è il Partito Democratico che esprime la maggioranza dei membri, di prendere la maggioranza delle quote di Aurora e di ritirare il progetto.
Qui non abbiamo scuse o perlomeno non avete scuse come Partito Democratico e non potete andare a raccontare come volete: 2.000 metri, 500 metri, ragazzi, ma di cosa stiamo parlando?
Siamo ridotti al livello che dovete dare le colpe all’Assessore Aguzzi o alla maggioranza di centro-destra? Non vi vergognate un minimo quando fate queste dichiarazioni? Tutto è partito da Marche Multiservizi, che è gestita dal Partito Democratico, quindi il PD deve avere la forza di far ritirare, attraverso i propri membri del Cda, la richiesta di autorizzazione della discarica.
Tutto questo vulnus si crea anche perché sui rifiuti il PD ha fatto carne da macello, noi nella nostra provincia l'abbiamo subìto con la famosa fusione che Marche Multiservizi voleva fare con Aset SpA, che è una società completamente pubblica.
Giovedì prossimo l'Assessore Aguzzi, che voglio ringraziare, ha convocato un tavolo interistituzionale con le varie Ata, con le varie società che gestiscono gli impianti di smaltimento rifiuti nella regione Marche, perché credo che vada fatta una riforma vera a livello regionale.
Basta con la politica fatta dalle aziende che gestiscono i rifiuti, la Regione Marche deve riprendersi in capo questa delega, che la legge le attribuisce e fare una politica seria a livello regionale.
Mi rendo conto che il tema dei rifiuti è delicato, che fa più perdere voti che guadagnarli, ma qui dobbiamo guardare al futuro della nostra regione. Noi non siamo come il Lazio che produce molti rifiuti, siamo una regione da 1,5 milioni di abitanti che gestisce i rifiuti e secondo me abbiamo tutte le caratteristiche per gestirli in casa e non portarli fuori regione, come sta avvenendo, quindi dobbiamo fare una programmazione seria a livello regionale. Abbiamo delle aziende … Marche Multiservizi – io non ho preconcetti - è una azienda che critico per i modi di fare, ma ho rispetto per quello che svolge ogni giorno.
Ci sono anche tante altre società pubbliche, penso allo Sferisterio di Macerata, in cui la politica ha avuto la lungimiranza di fare un consorzio con tutti gli enti locali e non far entrare gente da fuori regione, come è avvenuto in parte nella nostra provincia di Pesaro Urbino. Quindi, mi auguro che la politica si riappropri delle proprie competenze a livello regionale e faccia una programmazione seria, anche con una politica industriale di gestione del rifiuto perché è vero che bisogna aumentare la raccolta differenziata, ma da qualche parte questi rifiuti bisogna pur portarli.
Qui parlo anche come Presidente della Commissione ambiente, mi auguro che ben presto torneremo a parlare di questo tema perché non è più rinviabile a mio avviso, tanto sappiamo benissimo che nessuno vuole una discarica nuova o un ampliamento di quelle esistenti, quindi la politica si deve interrogare e dare delle risposte ai cittadini e quando la politica non decide a pagare sono sempre i cittadini con le tariffe più alte perché paghiamo molto di più per portare i rifiuti fuori regione.
Nel merito continuo ad esprimere la mia e la nostra contrarietà all'impianto di Riceci, ma credo che chi deve esprimere con le parole e con i fatti la propria contrarietà sia il Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Ho apprezzato il coraggio della Consigliera Vitri, è stata una vera kamikaze nell’accettare di esporsi in una situazione del genere perché è insostenibile difendere una realtà del genere.
Non riesco a capire come si possa, non entro nel merito di altre problematiche tecniche che sono state già esplicitate in maniera molto chiara dai Consiglieri che mi hanno preceduto, sostenere che con un Cda composto per la quasi totalità da componenti del PD, che questo sia contrario a questa operazione. Non riesco a comprendere neanche come si possa pensare di convincere le persone, forse a volte ritenete che siano stupide e non in grado di comprendere le situazioni e le posizioni.
Il Consigliere Biancani nel suo intervento ha cercato di fare l’avvocato di una situazione …, io non avrei mai accettato questo incarico, l’ho detto al Consigliere Assenti e lui ha concordato, per la sua difesa, anche se accalorata, che sicuramente cercava di portare una soluzione, le assicuro che il cliente non avrebbe pagato la parcella in questo caso. E’ chiaro.
Ripeto, non mi sembra una posizione sostenibile, la Consigliera Vitri ha fatto giustamente il suo lavoro ed apprezzo il suo coraggio, però è una posizione insostenibile e questa mozione ha chiarito in modo molto pulito la volontà di questa maggioranza, che è esplicitata all’interno della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ormai ho capito sulla mia pelle, da due anni e mezzo che sono in questo Consiglio, che lo sport preferito è quello del tiro al bersaglio al PD, anche quando non ce n’è motivo.
Si continua a parlare del Cda di Marche Multiservizi come se tutti al suo interno avessero lo stesso peso, come se Pesaro potesse decidere cosa devono fare Urbino e Petriano. Se un progetto riguarda due Comuni diversi, confinanti, vi aspettate che Pesaro si opponga ai progetti del Comune di Urbino? Quando c’è un progetto che riguarda Pesaro Urbino se ne lava le mani e non deve mettere bocca.
Al di là di chi ha la responsabilità nel Cda di Marche Multiservizi, ricordo che Marche Multiservizi ha il 40% mentre il privato ha il 60%. La società che si è formata, con un imprenditore di San Marino, come ricordavamo prima, ha il 60%, ma chi lo è andato a cercare a San Marino? Ha rilasciato un’intervista in cui mancava solo il nome, deve essere uno di Pesaro che è andato a cercare l’imprenditore per fare la discarica a Petriano secondo voi?
Ho capito che vi piace tanto sparare a zero sul PD, ma sarebbe il caso di avere un po’ di onestà intellettuale, riconoscere che questo progetto interessava probabilmente qualcuno che aveva dei forti interessi personali, che dietro Marche Multiservizi c’è qualche privato interessato, che ha dovuto convincere quattro imprenditori agricoli a vendere il terreno (pagato a quattro volte il prezzo), pensando probabilmente che tutta la comunità di Petriano poi dicesse grazie per averla fatta arricchire, non aspettandosi che esplodesse questa bomba enorme, anche mediaticamente.
Prima ancora di immaginare cosa sarebbe successo insieme al mio gruppo avevo già espresso la nostra contrarietà. Forse il Consigliere Baiocchi dovrebbe leggere la mozione prima di intervenire in maniera così approssimativa e rendersi conto che cosa chiede. Ha detto: “non entro negli aspetti tecnici”, invece, come giustamente ha detto la Consigliera Ruggeri, c’è un’importante aspetto tecnico su cui la Regione ha una responsabilità perché il 22 febbraio poteva dare uno stop definitivo a questo progetto. Non lo ha fatto, tanto è vero che oggi tutti diciamo di no, ma probabilmente la Cartiera Ciacci di San Marino andrà avanti e sta dicendo che chiederà i danni avendo già investito più di 1 milione di euro (il 10% delle caparre, 600 milioni per il progetto esecutivo). Chi ha dato garanzie a questo privato che ci ha messo i soldi? Io non penso che sia un pazzo visionario, uno che va ad investire più di 1 milione di euro, qualcuno gli ha dato delle garanzie che lì, in una zona in cui c’erano dei vincoli, in cui la legge regionale non consentiva quel progetto, poteva comunque andare avanti. Chi gli ha dato le garanzie? Pesaro? Fano? Sinceramente non credo, ritengo che l’imprenditore intervenuto da San Marino fino al nostro territorio abbia avuto certezze da spingerlo ad investire più di 1 milione di euro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ho seguito sia la vicenda che il dibattito e mi sento molto rassicurato dalle parole dell’Assessore e, alle condizioni date, al di là della ricerca e della composizione delle responsabilità dentro Marche Multiservizi, ho apprezzato ed ho capito che la discarica lì non si farà.
Le norme sono chiare e anche le esternazioni un po’ naif del socio di Marche Multiservizi, che dichiara sulla stampa che è stato contattato, che ha dei nomi, che ha fatto degli investimenti, che era stato rassicurato che le norme oggi garantisco, ma domani saranno cambiate, che è messo nelle condizioni di avere rivalse rispetto sia a chi gli ha dato le garanzie sia a chi doveva cambiare le norme. Questo è il quadro.
Io invece sono molto preoccupato sul fronte normativo perché è un po’ che non mi occupo di rifiuti, l’ho fatto in passato, nel nostro Ambito abbiamo fatto i Piani, quelli che erano previsti, e la norma non è così garantista rispetto a quell’obiettivo.
Assessore, se oggi dovessimo votare tutte le mozioni che dicono che noi tutti siamo contrari, che chiariscono anche il quesito posto dalla Consigliera Ruggeri in maniera molto intelligente, andremo dai cittadini e dai Sindaci almeno saranno consapevoli di quello che accadrà o non accadrà nel loro territorio. Hanno dichiarato che non sapevano nulla, andiamo lì a rassicurarli perché il Consiglio ha votato degli atti rispetto ai quali si dà indirizzi precisi, però rimangono i dubbi di cui ha parlato la Consigliera del Movimento 5 Stelle.
Non solo perché l'indirizzo che noi diamo può essere interpretato dai tecnici o dalla struttura, non è così, la norma non può recepire le indicazioni che diamo, però, Assessore, mi voglio fidare di lei, non voglio sentire più nulla, ci rivedremo tra qualche mese e insieme spiegheremo se dovessimo vedere che l'imprenditore va avanti con il suo progetto.
La Consigliera Vitri mi ha fornito il quadro, anche quello della stampa, l’imprenditore ha detto: “Non mi interessa, io ho il 60% delle quote, anche se non ci fosse Marche Multiservizi andrei avanti ugualmente con un altro socio perché ho delle garanzie”. Non ha detto date da una lettura specifica della norma, non ha detto dal mio consulente, ha detto date dai politici che a casa sono venuti a chiedermi di investire in quel passaggio.
Che Marche Multiservizi abbia fatto una società per realizzare un impianto noi dovremo dire bravi, se è una società che ha un capitale partecipato pubblico, perché evidentemente dentro le pianificazioni che possono riguardare quello o altri territori c’era bisogno di uno strumento in grado di affrontare investimenti e di intercettare fette di mercato, questo è.
Se poi c’è stata una spinta ulteriore ed un impegno ad agire sul Consiglio di amministrazione perché non si procedesse in quella direzione, ma anche questo non ci garantisce …, lo dico perché sul territorio pesarese scatta sempre un atteggiamento nei confronti del Partito Democratico responsabile, ora e allora, ma adesso i Comuni li governate voi, la Regione la governate voi, fate quello che serve senza nemmeno star qui a dire “è colpa di”, siete nelle condizioni di mettere in campo operazioni e se in quel contesto l’impianto non deve essere realizzato, non lo fate!
Chiudo ringraziando l’Assessore che ci ha assicurato che ad oggi le norme ci permettono di riparlare con i nostri concittadini e garantire l'incolumità di quello splendido territorio.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, dichiara chiusa la fase della discussione. Dichiarazione di voto sulla mozione n. 350.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Ovvio Presidente, voto favorevole e convinto del nostro gruppo.
Ringrazio in modo particolare i Consiglieri Vitri e Biancani per il lavoro enorme che è stato fatto, che hanno proposto anticipatamente, in tempi non sospetti, questo tema. Quindi il voto favorevole su questo atto che spero sia dell’intera Aula.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Per dichiarare che il gruppo Lega, ma penso di condividere il pensiero di tutta la maggioranza, voterà a favore della mozione della Consigliera Vitri e di tutto il PD perché mi pare che ci sia convergenza di pensiero e di intenti affinché tutti, Assessore, lei sicuramente per primo, non possiamo essere in mano di qualsiasi persona che arriva nel nostro territorio e si insedia, al di là delle regole che ci sono, qualsiasi forma di insediamento che riguardi i rifiuti senza che il territorio, la politica, i cittadini, le amministrazioni comunali siano d'accordo. Quindi, noi dobbiamo trovare gli strumenti che possono regolamentare il più possibile queste richieste.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per dichiarare il voto favorevole del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Per i motivi che abbiamo già ampiamente esposto la nostra votazione sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho già anticipato nel mio intervento voterò favorevolmente sia la mozione presentata dal gruppo PD che la mozione dei Consiglieri di maggioranza, primi firmatari i Consiglieri Cancellieri e Serfilippi. Mi auguro che non restino parole vane e vuote perché non basta, come ha detto il Consigliere Cancellieri prima, la presa di posizione politica, anche se forte e all'unanimità, non basta, abbiamo già avuto purtroppo troppe testimonianze per cui mi auguro che ci sia un ulteriore passo in avanti. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 350. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 356.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intanto devo dire che ho apprezzato il voto favorevole sulla mozione della Consigliera Vitri perché se fossi un cittadino che ha ascoltato gli interventi qualche dubbio su quell’espressione l’avrei.
Presidente, votando a favore della mozione richiamo un termine che in questo periodo va molto di moda: filiera istituzionale. Forse bisogna che iniziate ad utilizzare al meglio la filiera istituzionale perché se il 152 ha dei limiti, che stanno nelle valutazioni di cui ha parlato prima il Consigliere Cancellieri … Le pianificazioni non ci possono essere perché lasciano una intrapresa al privato che bypassa le competenze e le pianificazione dei Sindaci, non riesce a coinvolgere il cittadino, sorprende chi amministra, non solo nel proprio Comune, ma all'interno dell'Area vasta più interessata, qualche tema rispetto a questo lo dobbiamo porre.
Una proposta che dovrebbe partire da chi ha un territorio particolarmente privilegiato per la sua bellezza, per le sue peculiarità, avanziamo una proposta alle Camere, approfittando anche di queste situazioni che si sono determinate e si determinano: oggi la discarica, ieri l'impianto a biomasse, poi il fotovoltaico. Forse dobbiamo avere la capacità e la forza di recuperare con atti che in passato non sono stati particolarmente convincenti o coraggiosi.
Da parte nostra c’è il voto favorevole e la disponibilità a lavorare su quel tipo di percorso. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 356. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Mozione n. 359. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il voto del nostro gruppo è favorevole.
Ringrazio in modo particolare la Consigliera Ruggeri per aver posto il tema, ad oggi siamo sugli indirizzi di carattere politico, qualche volta anche passionali. Invece è un argomento di particolare efficacia che merita un adeguato approfondimento e valutazione, che riconosca anche lo studio e l’approfondimento messo in campo. Voto favorevole del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Per dire di essere d'accordo anche con la mozione della Consigliera Ruggeri, quindi voteremo a favore.
Mi voglio augurare che in futuro venga rivista la politica dei rifiuti in genere. Bisogna che la Regione, vado dietro a quello che ha appena detto il Consigliere Mangialardi, si doti di strumenti urbanistici e normativi che possano regolamentare le richieste di insediamenti, sennò siamo alla mercé di queste persone, di qualsiasi società. Qui chi arriva ha diritto di insediarsi nel nostro territorio senza che si possa dir niente, questo non mi pare giusto. Quindi, va adottato uno strumento regionale che possa regolamentare con assoluta lucidità e trasparenza questi impianti, va comunque rivista la politica sui rifiuti.
PRESIDENTE. Mozione n. 359. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10
La seduta inizia alle ore 10,50
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 112 del 6 giugno 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 111 del 30 maggio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
L’Assessore Brandoni ha chiesto di essere inquadrato come assente in quanto per impegni istituzionali non può essere presente alla seduta odierna, anche il Presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli ha comunicato che oggi per impegni con il Governo non potrà essere presente alla seduta odierna.
Interrogazione n. 785
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi regionali per il contrasto alla povertà estrema e all'esclusione sociale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 785 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione, che era stata calendarizzata nella scorsa seduta, deve tener conto che per povertà estrema, ai sensi della normativa vigente, non solo a livello interno, ma anche a livello europeo, si intende quella condizione sociale in cui le persone vivono in strada o in sistemazioni di fortuna oppure ricorrono a dormitori o a strutture di accoglienza notturna, oppure sono ospiti di strutture anche per soggiorni di lunga durata per persone senza fissa dimora. In ultima analisi si tratta della condizione di persone che sono in procinto di uscire da strutture di protezione, cure e detenzione e non dispongono di una soluzione abitativa. Il tema è affrontato sotto molteplici aspetti e negli ultimi anni si è deciso di intervenire sulla materia proponendo l’individuazione di una casa per questi soggetti, l’housing first.
Gli interventi previsti in materia dispongono di risorse comunitarie, di risorse statali, di risorse del Pnrr ed anche, poi vedremo, di risorse regionali.
Per quanto concerne le risorse comunitarie, che sono impiegate, partono dal Pon inclusione 2014/2020, sono stati impiegati 346.000 euro, poi c’è il Piano operativo Fead con interventi di oltre 2 milioni di euro, il Pon inclusione 2014/2020 ancora, i fondi dell’Fse 2021/2027 con il Pon inclusione. Ci sono anche risorse statali derivanti dal fondo nazionale della lotta alla povertà, 1 milione per il triennio 2021/2023, ed altre risorse statali previste dalle leggi di bilancio.
Non per ultimo ci sono gli interventi del Pnrr, in particolare nell’ambito della Missione 5 componente 2; gli Ats della Regione Marche hanno ottenuto 2,85 milioni per finanziare e realizzare numerosi progetti di housing first.
In particolare c’è l’Ats 1 di Pesaro che ha potuto investire 710.000 euro, l’Asp di Jesi ha ottenuto un finanziamento di 710.000 euro in particolare per ristrutturare 5 alloggi nel Comune di Fabriano, 1 nel Comune di Osimo, 2 nel Comune di Jesi e poi altri interventi su Falconara e Senigallia.
Ci sono altri interventi dell’Ats 15 di Macerata, in particolare la ristrutturazione di 4 alloggi nel Comune di Macerata con capienza di 2 posti a struttura ed un impiego di 710.000 euro.
C’è l’Unione dei Comuni della vallata del Tronto, gli Ats 19, 20, 21, 22, 23, 24, sono stati realizzati alloggi a Grottammare, a Fermo e nel Comune di Santa Vittoria in Matenano con l’impiego di 710.000 euro.
Non per ultimo Pesaro con l’impiego di 1.090.000 euro, l’Asp 9 di Jesi con 1.090.000 euro, i Comuni di Ancona con 1.090.000, Civitanova Marche 1.090.000 e San Benedetto del Tronto.
Alla domanda contenuta nell’interrogazione: qual è la somma e l’impiego della Regione Marche, la risposta è che lo stanziamento dell’annualità 2020 è stato di 300 mila euro per il biennio 2020/2021, a coperto entrambi gli anni, nel 2022 sono stati stanziati 100 mila euro e sono utilizzati in questo esercizio. Nel prossimo esercizio di bilancio, quindi anche nel prossimo rendiconto, ho chiesto alla Giunta ed all’Assessore Brandoni di stanziare una somma, che verrà individuata nelle prossime settimane, quando porteremo all’approvazione di questo Consiglio regionale l’atto di cui ho parlato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. I dati che ci mette a disposizione non coincidono con la risoluzione che noi votammo insieme, la 34 del 2022, con la quale impegnavamo la Giunta ad incrementare in maniera sostanziale i capitoli dedicati alla povertà estrema.
Ricordo e ripeto, visto che nella scorsa seduta era già stata ampiamente illustrata dal sottoscritto la risposta, che il Consigliere Mastrovincenzo propose la mozione e ci fu una adesione convinta dell’Aula rispetto a quel tema.
Quello a cui abbiamo assistito in questo anno è sancito dalle relazioni della Caritas delle Marche, che assiste più di 15 mila utenti. I pacchi viveri distribuiti nello scorso anno sono 85 mila e i pasti distribuiti 225 mila. I dati sono indubbiamente impressionanti e il resoconto che lei ci ha messo a disposizione riguarda le risorse stabilite e dirottate dal Governo, tra l’altro precedente, rispetto a questo tema. Noi chiedevamo un’altra cosa.
Colgo un’apertura nel suo ultimo passaggio perché ha detto che si è confrontato con l’Assessore Brandoni per incrementare, questo è il tema della nostra interrogazione, è il senso che le avevamo dato perché in questo periodo abbiamo raccolto tutte le risoluzioni, che sono state approvate convintamente dall’Aula, con le quali si impegna qualche volta anche con prudente riluttanza da parte dell’Assessore Saltamartini, poi invece ci ritroviamo con impegni assunti che fanno difficoltà.
Interrogazione n. 767
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico (FSE)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 767 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’avvio del percorso di istituzione nel nostro Paese nel servizio sanitario nazionale del fascicolo sanitario elettronico è datato 2012, con il decreto legge 18 ottobre 2012 n. 179.
Sono trascorsi quasi 11 anni e il fascicolo sanitario elettronico nella nostra regione stenta ancora ad avviarsi, il numero dei cittadini marchigiani che hanno aperto il fascicolo sanitario elettronico è ancora molto basso, sotto i 100 mila abitanti rispetto ai 1,5 milioni di residenti nella nostra regione. Un dato assolutamente diverso rispetto alle regioni del centro nord, che hanno un’utilizzazione del fascicolo sanitario elettronico dei suoi cittadini all’80 o addirittura al 90%.
Detto questo, sottolineato l’accumularsi negli anni di ritardi, c’è da tener conto che con il famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare per la digitalizzazione e per il superamento del gap del Act, il Governo ha emanato il d.p.c.m. 8 agosto 2022 con cui ha assegnato le risorse che possono essere impiegate in materia.
Il competente servizio dell’Agenzia regionale sanitaria della nostra Regione ha redatto conformemente al d.p.c.m. dell’8 agosto, il 7 ottobre, quindi due mesi dopo, il nostro Piano di adeguamento delle infrastrutture digitali dei sistemi sanitari, che è stato poi approvato dal Ministero il 23 dicembre 2022. Quindi, in questo momento sono attivi i percorsi per far sì che sia i linguaggi digitali delle diverse azioni che l’alimentazione del fascicolo stesso possano portare al raggiungimento degli obiettivi di cui abbiamo parlato.
In merito alle due domande che sono contenute nell’interrogazione della Consigliera Vitri, e cioè il fatto che nelle Marche il 47% dei medici utilizza il fascicolo sanitario elettronico e solo il 19% degli operatori sanitari, i dati non sono fondati, nel senso che la registrazione del fascicolo sanitario elettronico e l’uso di questi strumenti informatici dipendono dalla diversa articolazione che il fascicolo sanitario elettronico e il suo utilizzo hanno preso all’interno della nostra regione, segnatamente tra le diverse Aziende sanitarie.
In particolare per poter corroborare l’uso del fascicolo sanitario elettronico sono stati avviati più volte incontri con i sindacati e con i medici di medicina generale, quindi il percorso non sarà solo dal punto di vista culturale, ma anche dal punto di vista organizzativo per far sì che i cittadini siano innanzitutto sollecitati ad accendere il fascicolo sanitario elettronico; in seconda analisi, accordi con i medici di medicina generale per l’implementazione dell’apertura del fascicolo sanitario elettronico da parte dei medici di medicina generale stessi, in terzo luogo, una copertura culturale anche con incontri nelle scuole, che si stanno predisponendo con gli uffici scolastici della nostra regione per far sì che sin da piccoli i ragazzi siano sollecitati a far sì che la digitalizzazione possa entrare, oltre come strumento di ammodernamento della medicina, all’interno delle comunità familiari, tenendo conto che solo 100 mila marchigiani hanno acceso il fascicolo sanitario elettronico. Evidentemente c’è un gap culturale che deve essere colmato perché l’accensione del fascicolo sanitario elettronico e l’accesso dipendono dai singoli cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l’Assessore per la risposta. Mi ha spiegato che è iniziato un percorso di digitalizzazione, che sono in corso dei tavoli, degli incontri con i rappresentanti dei medici, però non ho capito nel dettaglio come si sta lavorando per implementare tutto il percorso che dovrà portare all’attivazione del fascicolo digitale al 100%.
Mi aspettavo una risposta più precisa, più tecnica, perché questa mia interrogazione ha un intento propositivo, non di critica o polemico, tanto è vero che la Regione Marche ha avuto risorse assegnate dal decreto 8 agosto 2022 proprio per il potenziamento delle infrastrutture digitali, oltre 3 milioni nel 2023, 2,5 milioni per il 2024, 690 mila euro per il 2025, a cui si aggiungono altre risorse per l’incremento delle competenze dei professionisti del sistema sanitario.
Con oltre 10 milioni in campo per questo processo oggi mi aspettavo una risposta ben definita perché è importante che tutti gli operatori della sanità abbiano al più presto il fascicolo digitale. Nell’Emilia-Romagna le ricordo che si è già arrivati all’utilizzo al 100%, quindi ciò che propongo e suggerisco è di attivarsi su due fronti diversi, mettendo innanzitutto a disposizione dei medici di medicina generale un personale tecnico amministrativo che possa aiutarli, sostenerli nell’acquisizione di tutte le pratiche ed in secondo luogo intervenire dal punto di vista tecnico-informatico con un sistema adeguato. Nello specifico un software ospedaliero deve gestire in modo snello un programma di refertazione ambulatoriale specialistica, un programma di refertazione radiologico con le immagini caricate, un programma di esami istologici, un programma di esami laboratoristici, un programma di referti di tutti gli interventi operatori, così come di refertazione del pronto soccorso, di informatizzazione della cartella clinica dei reparti.
Lei immagini quando dal medico, in ospedale o in ambulatorio medico di medicina generale arriva un paziente anziano accompagnato dalla badante che non ha la minima idea di quali medicinali prende, di quali patologie ha, di quali interventi ha subito, avere il fascicolo digitale significa far risparmiare tempo agli operatori sanitari e soprattutto agevolare anche gli interventi per la tutela della salute dei cittadini. Purtroppo nelle Marche, soprattutto nell’Ast di Pesaro Urbino, non è avvenuto ancora nulla, si utilizza un sistema chiamato Diseo gestito da un software house di Bologna, che presenta problemi pesanti, programmi che continuano a bloccarlo …, vedo che sta finendo il tempo, ma le chiedo di verificare il sistema che utilizza la Romagna chiamato …
Interrogazione n. 813
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Nomina del Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 813 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Comunico che il Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche si è insediato ed è stato regolarmente nominato ed è composto dal Sig. XX designato dal Ministero della Salute, dal Sig. YY designato dalla Regione Umbria e dal Dott. XY designato dalla Regione Marche.
Il Consiglio di amministrazione rimarrà in carica per i prossimi quattro anni e si è insediato giovedì 11 maggio. Ai sensi delle disposizioni interne il Consiglio ha eletto suo Presidente il Dott. XY designato dalla Regione Marche.
L’organismo è perfettamente incardinato ed in funzione, questa è la situazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Assessore, per la risposta. Ha risposto alle domande che avevo fatto. Grazie.
Interrogazione n. 797
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Ospedale Profili di Fabriano – Garanzia dell’operatività del Reparto di Medicina Riabilitativa Intensiva”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 797 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta all’interrogazione della Consigliera Bora, rispondo che l’unità operativa complessa è perfettamente funzionante ed allo stato attuale l’organico è completo con quattro medici.
Questi quattro medici sono ritenuti sufficienti a garantire gli standard minimi qualitativi come previsto dalle vigenti disposizioni, quindi non c’è nessun tipo di inoperatività o di inefficienza del reparto di cui all’interrogazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Assessore. In genere gli uffici si sforzano un po’ di più, almeno nel camuffare la realtà. Questa volta non posso che essere più insoddisfatta del solito.
Vede, Assessore, le sue rassicurazioni non bastano ad allontanare il timore di un concreto depotenziamento del reparto di riabilitazione dell'Ospedale Profili, peraltro già in atto.
Un reparto di cui i cittadini di Fabriano e di tutta l'area montana non possono certo fare a meno dal momento che rappresenta un servizio disponibile 24 ore su 24 e comprende anche il trattamento ospedaliero giornaliero.
I cittadini chiedono di mantenere e se possibile potenziare il servizio di medicina riabilitativa di Fabriano, reparto essenziale, attorno al quale ruotano altre specialità mediche di consulenza e ambulatoriali in continuità con i reparti per acuti (ortopedia, medicina, chirurgia, terapia del dolore), ambulatori dedicati, come ad esempio l'ambulatorio per le donne post mastectomia, per le problematiche di continenza uro-rettale e l'ambulatorio per l'età evolutiva.
Il fatto di non aver ancora sostituito i pensionamenti degli scorsi anni (un dirigente medico e due fisioterapiste) con personale stabile e a tempo indeterminato, lascia, Assessore, poche speranze circa la reale volontà di mantenere in vita il servizio, tantomeno quella di potenziarlo.
Entro il 2021 ci saranno altri pensionamenti: un dirigente medico e un fisioterapista, che intenzioni ha questa Giunta? Garantirà le necessarie sostituzioni del personale per mantenere l'operatività del reparto?
A questa domanda, Assessore, non ha risposto. Ha preferito leggere un discorso generale, incapace di dare quelle certezze di intervento che i cittadini dell'area interna chiedono.
Con i fatti questa maggioranza ha dimostrato di non avere né attenzione né volontà di ascolto dei territori, una Giunta che proprio a Fabriano, in occasione della presentazione del Piano socio-sanitario, ha chiuso le porte ai Consiglieri comunali che in quel Comune sono stati eletti e che rappresentano nel quotidiano le istanze e i bisogni delle popolazione.
Una Giunta che a sei mesi dalla soppressione dell’Asur non è riuscita a incidere, nemmeno, parlo del territorio di Fabriano, con un Assessora che a Fabriano ci vive e che fa anche parte del Consiglio comunale.
Nei prossimi mesi continueremo a vigilare, riservandoci la possibilità di tornare sulla questione qualora le sue odierne tiepide rassicurazioni non trovino corrispondenza nelle vostre scelte future.
Interrogazione n. 824
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Utilizzo delle nuove tecnologie nei sistemi di allerta della popolazione in caso di emergenze derivanti da calamità naturali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 824 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Sono stati stipulati dal Dipartimento di protezione civile regionale, già da diversi mesi, degli accordi di collaborazione con la Fondazione Cima legata alla protezione civile nazionale e con l’Università degli studi di Firenze, come centri di competenza di protezione civile.
Nell’accordo con la Fondazione Cima è previsto lo studio di potenziamento degli strumenti e delle procedure di allertamento volto ad incrementare la capacità di monitoraggio ed allertamento nei territori maggiormente colpiti dal contesto emergenziale.
Successivamente queste nuove attività saranno estese anche alle aree non colpite così pesantemente, sarà qualcosa che sarà preso in considerazione a livello regionale, partono inizialmente dalle zone più toccate.
Inoltre con il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 84 del 15 maggio è stato adottato un nuovo portale di allerta meteo Regione Marche che diventerà riferimento per l’attività di allertamento per il rischio idrogeologico, idraulico e anche per fenomeni di altro tipo, come valanghe e mareggiate.
Con il nuovo portale saranno più accessibili e chiare le informazioni relative ai documenti di allertamento di ciascun Comune, così ognuno potrà individuare nell’immediatezza eventuali criticità previste sul proprio territorio in maniera migliorativa rispetto all’attuale assetto.
Il nuovo portale sarà attivo dal 14 giugno mentre gli studi, di cui ho detto prima, della Fondazione Cima e dell’Università di Firenze dovranno essere terminati entro il 30 giugno, quindi siamo nella fase finale di redazione di questo nuovo sistema di allertamento, che poi dovremo mettere in campo una volta elaborato.
Voglio però far presente che gli attuali sistemi di allertamento, questo ho avuto modo di dirlo anche in altre occasioni, sono stati - dopo i fatti pesantissimi del 15 settembre - tarati in maniera più prudenziale, non che prima non lo fossero ovviamente, però considerato che questi fenomeni sono sempre più imprevedibili, l’abbiamo visto anche nelle ultimissime ore in varie parti del territorio, due giorni fa sul Catria, ieri a Fano e anche in altre zone delle Marche, purtroppo, è chiaro che bisogna alzare la somma di attenzione, quindi i parametri idrometrici, ad esempio, del fiume Misa sono stati abbassati e l’allarme parte un po’ prima di quello che partiva nei tempi passati, come dire: visto che ci sono fenomeni sempre più pesanti, repentini ed imprevedibili, allertiamoci con maggiore prudenza. Questo per dire che abbiamo fatto già cose sull’attuale sistema, ma più che altro ci apprestiamo a fare nuovi sistemi che siano maggiormente adeguati alle situazioni sempre più imprevedibili e gravi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Accolgo le informazioni che ha fornito non tanto a noi in Aula, ma ai cittadini ed alle cittadine che si sono chiaramente allertati perché tutti vediamo fenomeni davvero imprevedibili. Questo è da vedere in base agli studi, ma sicuramente quello che rassicurerebbe le persone sarebbe avere degli allarmi che arrivino, che si diffondano nel modo più veloce e capillare possibile, i cosiddetti sistemi ridondanti, quello che noi ci aspettiamo e che avevamo già chiesto in occasione della risoluzione votata in Aula ad ottobre, allarmi che arrivino addirittura tramite SMS, tramite cellulare, sistemi di allarme sonori diffusi, automezzi con altoparlanti, insomma tutti i mezzi possibili ed immaginabili per mettere in sicurezza nel minor tempo possibile le persone.
Ben vengano queste iniziative di cui lei ci ha parlato. Come sappiamo ci sono dei comitati che hanno anche fatto delle proposte, dato dei suggerimenti, che si aspettano una risposta o quanto meno di essere maggiormente coinvolti ed informati.
La prego di tenerci sempre aggiornati perché lei ha parlato di date, quale il 14 ed il 30 giugno, aspettiamo tutti quanti di sentirci più al sicuro e di sapere che verremo avvisati soprattutto i Sindaci che hanno la responsabilità della sicurezza e della vita dei loro cittadini.
Questi fenomeni si ripetono continuamente, adesso anche nell’entroterra, lei stesso ha nominato il Catria, ma sappiamo che tutte le Marche sono fortemente in allarme per questi eventi che a causa dei cambiamenti climatici e della struttura del territorio pare che non riusciamo a gestire o non riusciamo più a gestire.
Credo che la comunicazione e l’informazione sia già un buon mezzo per rassicurare la nostra cittadinanza. Grazie.
PRESIDENTE. Le interrogazioni a cui doveva rispondere l’Assessore Brandoni non si possono fare per la sua assenza giustificata.
Mozione n. 274
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Attivazione convenzioni di cui all’articolo 15 del D.lgs 228 del 18/05/2001”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 274 del Consigliere Rossi. Consigliere mi conferma che la rinvia per sostituirla con altra mozione da iscrivere nel prossimo Consiglio regionale?
Giacomo ROSSI. Rinviata. In verità nella precedente Conferenza dei capigruppo avevo detto che l’avrei sostituita già da oggi, tutti d’accordo, però si è disatteso questo accordo. Comunque sto a quello che dice la Conferenza dei capigruppo e nel prossimo ordine del giorno verrà sostituita con una mozione riguardante i disservizi sui passaporti e permessi di soggiorno. Una questione importante che riguarda tanti cittadini anche marchigiani. Spero che nella prossima Assemblea possa essere discussa. Grazie.
PRESIDENTE. Certamente, come abbiamo già definito in Conferenza dei capigruppo nel prossimo Consiglio del 20 giugno al posto della 274 vi sarà la mozione che lei ha indicato.
Mozione n. 178
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli, Elezi
“Per favorire il lavoro agile nelle aree interne della regione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 178 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli, Elezi.
Faccio una breve introduzione per esporre la mozione, che è datata. Le premesse da cui è partita la sottoscrizione riguardano in particolare l’emergenza pandemica Covid 19 che ha determinato una rivoluzione nell’ambito lavorativo attraverso il ricorso massivo al lavoro agile, cosiddetto smart working, sia nel settore pubblico che privato.
Una rivoluzione che ha risposto a quella emergenza, che ha consentito di mantenere i collegamenti in tutta Italia, in primis, e poi nelle zone dell’Europa colpita, che ha permesso la continuazione lavorativa per tante funzioni, attività ed impieghi straordinariamente necessari a respingere i vuoti provocati dall’assenza delle persone in presenza.
Questo del lavoro agile è un modello che reca in sé benefici, innanzitutto in termini di welfare, posto che mette in equilibrio i tempi di lavoro e di vita del lavoratore, in secondo luogo in termini di sostenibilità ambientale.
Non toglie ovviamente che questa misura, seppure con limiti anche nella pubblica amministrazione, sia stata, come ho già anticipato, una valida soluzione per il contrasto alla pandemia, ha consentito ai lavoratori di continuare a svolgere il proprio lavoro in totale sicurezza, sebbene in assenza di tutti gli strumenti e le condizioni necessarie che la presenza sul lavoro consente.
Questa pratica, in accordo con la legge nazionale, favorisce e sostiene la permanenza e le politiche di rinascita per invertire la rotta che ha portato ad accelerare lo spopolamento dei piccoli e piccolissimi Comuni dell’entroterra.
In questo senso richiamo tutti voi ad un recente articolo, un fondo editoriale, apparso nel Corriere della Sera la settimana scorsa, che va in questa precisa direzione, incentiva il lavoro condiviso e la distribuzione degli utili all’interno della piccola comunità. E’ un modo di fare che appartiene con le sue varie forme alla maggior parte delle culture del mondo, compresa la nostra, e consente l’elaborazione di nuove strategie territoriali che se accompagnate da idonee politiche pubbliche in termini di fornitura dei servizi essenziali, possono far del loro isolamento e della loro marginalità, sinora svantaggi e vincoli, una risorsa per il futuro su cui basare un nuovo sentiero di sviluppo. Per questo si chiede l’approvazione della mozione.
Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, questa Giunta e questa maggioranza fin dall'inizio del mandato si sono concentrate sulla valorizzazione delle aree interne. La conformazione geografica, la storia, le criticità e le potenzialità delle Marche conferiscono alle aree interne un grande potenziale e a noi politici una grande responsabilità. Ci impongono di lavorare perché costa ed entroterra non siano più realtà distinte e competitive, ma parti complementari della stessa rete di servizi diffusa e sostenibile. Ci impongono di lavorare a tutto tondo per formulare non una destinazione, ma una residenza di qualità: ambiente pulito, ritmi a misura d'uomo, rete sociale, sono caratteristiche ricercate al pari dei servizi quando si sceglie dove abitare.
Per questa ragione abbiamo lavorato ad una legge quadro sui borghi che integra misure di materie diverse, creando una interdisciplinarietà tra turismo, cultura, commercio, artigianato artistico, agricoltura, mondo imprenditoriale, politiche attive del lavoro, reti telematiche fino all'edilizia per la conservazione degli immobili nei centri storici. A questa legge si sommano un piano di azioni ed interventi basati su alcune parole chiave: lavoro, servizi ed infrastrutture. Tutto questo nasce dalla consapevolezza che per recuperare l'attrattività delle zone interne è necessario costruire una rete di servizi ed opportunità che semplifichino la qualità del vivere.
La proposta oggetto di questa mozione agisce proprio su questo: semplificare l'ambito lavorativo implementando la possibilità di ridurre gli spostamenti, naturalmente se e quando questo non pregiudica la qualità del lavoro stesso. Secondo un'indagine dell'Osservatorio smart working del Politecnico di Milano si ritiene che questa modalità lavorativa sia potenzialmente strategica nel rilanciare borghi e aree interne.
I lavoratori in smart hanno spesso un maggior benessere psicologico e relazionale che si riflette sulle prestazioni lavorative.
Anche sul piano ambientale i vantaggi sono rilevanti: a causa dei minori spostamenti un recente studio Enea ha rilevato come lo smart working abbatta di circa il 40% le emissioni pro-capite di ogni persona. L'Osservatorio, insomma, certifica che lo smart working può essere strategico nel rilanciare borghi e aree interne quando, come nel caso delle Marche, va di pari passo con interventi e incentivi alle comunità locali lavorando anche sulle resistenze culturali che oggi impediscono di sfruttare pienamente il potenziale di nuove forme lavoro.
Abbiamo la fortuna di vivere un periodo storico in cui le peculiarità delle nostre aree interne marchigiane sono trendy, cerchiamo quindi di trasformare questo potenziale in numeri e qualità per i residenti affiancando ai progetti di rigenerazione urbana e di sviluppo economico proposte a misura di progetti di vita. Ed è proprio quello che si propone questa mozione: sensibilizzare l'azione amministrativa nei confronti delle circostanze per indirizzarle verso certezze basilari per giovani e famiglie.
Abbiamo il dovere di lavorare come filiera di governo per mettere in atto strategie ed azioni che permettano di fare un ulteriore passo avanti.
Una comunità che consente il lavoro agile a coloro che possono effettuarlo è una comunità di lavoratrici e lavoratori che possono conciliare lavoro e famiglia costituendo un contesto sociale più solido.
La pubblica amministrazione è tra i principali attori di questo cambio di paradigma organizzativo e residenziale.
Lavoriamo dunque con il legislatore perché, a partire dalla pubblica amministrazione, si rafforzi la flessibilità del lavoro contestualmente al rafforzamento dell'azione di controllo, di coordinamento, di determinazione di obiettivi, perché la pubblica amministrazione deve, in primo luogo, tendere ad un continuo e costante efficientamento nell'interesse dei cittadini e delle imprese.
Concludo nella piena convinzione che il lavoro agile offra una straordinaria occasione per colmare il divario tra zone urbane e rurali, migliorare la qualità della vita dei cittadini e promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Invito pertanto l'Assemblea a sostenere iniziative e politiche che incoraggiano e agevolano il lavoro agile nelle nostre comunità interne. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ho letto la mozione e poi ho sentito l’intervento della Consigliera: sono due cose completamente diverse, l’intervento della Consigliera dice e guarda…
PRESIDENTE. Ha ragione. Vi prego …, io non voglio espellere nessuno dall’Aula, però non può essere che dopo tre minuti si continua a parlare come prima. Non siamo a scuola in cui c’è il professore.
Chi desidera parlare fa dieci passi ed esce dall’Aula e poi rientra.
Consigliera, la prego di non proseguire a costo di sospendere la seduta finché non c’è silenzio rispettoso, rispettoso dei colleghi.
Non possiamo riprendere dopo un minuto, se c’è brusio sospendo la seduta.
Anna CASINI. Guardi, Presidente, la cosa che mi dà più fastidio è che, usando un francesismo, l’Assessore se ne frega di quello che lei sta dicendo e continua a parlare bellamente, quindi se questo è il rispetto, visto che basta soltanto un rappresentante di Giunta e visto che c’è sempre l’Assessore Saltamartini presente, gli altri Assessori possono andare al bar a parlare. In primis per il suo rispetto perché è stato richiamato per quattro, cinque volte e siccome non siamo né all’asilo né alla scuola elementare, se un Assessore viene richiamato cinque volte è brutto per lui, non per noi perché se lei mi ascolta o no mi interessa pari a zero.
Detto questo, rispetto alla mozione dico che è aria fritta e un po’ mi meraviglia il fatto che la maggioranza - è la maggioranza che la presenta - venga a chiedere delle cose che dovrebbero essere già fatte dalla Giunta, che avrebbe dovuto già provvedere a tutto questo, infatti si chiede:
1) di modificare e integrare le proprie disposizioni regolamentari, quindi di competenza di Giunta, e quelle delle Aziende regionali (qui penso si riferisca ad aziende partecipate) per favorire il lavoro a distanza. Questa è una questione di organizzazione interna che non deve essere al posta al Consiglio regionale, secondo me, o quanto meno dovrebbe porla la minoranza, non la maggioranza;
2) di concordare con Anci e Upi i medesimi provvedimenti. Ci sono tavoli aperti tra la Giunta, l’Anci e l’Upi su tutte le materie. Sul lavoro, importantissimo, c’è un tavolo in cui ci sono i rappresentanti di Anci, Upi e Uncem, mi permetterei di aggiungere, visto che parliamo delle aree interne, sennò che ne parliamo a fare delle aree interne se non ci mettiamo neanche i rappresentanti?
3) di indirizzare al Governo nazionale una istanza formale affinché con iniziative di leggi o provvedimenti regolamentari e amministrativi, attraverso i contratti collettivi nazionali di lavoro del pubblico impiego si favorisca in ogni modo il lavoro agile.
Questa è una scelta! Visto che voi avete una filiera con il Governo, nel merito siamo perfettamente d’accordo, che nelle aree interne e non solo debba essere favorito il lavoro agile e riteniamo che debba essere favorito anche all’interno di questo Consiglio dando degli obiettivi precisi, e qua c’è la difficoltà generalmente degli uffici a non voler accettare il lavoro agile solo perché c’è da stabilire delle priorità scritte, che siano quindi ben chiare, che ci siano un cronoprogramma di lavoro fatti in maniera chiara e poi ci sia anche una verifica a valle del lavoro effettuato a distanza. E’ molto più difficile invece che continuare a lavorare nel medesimo modo, senza tutto questo grande controllo, senza questi grandi obiettivi che i dipendenti devono avere in maniera specificata. E’ molto meno faticoso.
Sento anche il capogruppo e gli altri, credo che nel merito una mozione non si neghi a nessuno, soprattutto sul tema del lavoro agile, soprattutto nelle aree interne, però penso che non sia la maggioranza che lo debba porre, a meno che non ci sia una scollatura e un’evidente discrasia tra quello che la maggioranza fa a livello programmatico e quello che la Giunta a livello esecutivo sta realizzando.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi pare che la Consigliera Casini abbia centrato una delle questioni principali che riguardano questa mozione, che attiene in particolar modo al fatto che arrivano in Aula esclusivamente interrogazioni e mozioni. Addirittura il prossimo Consiglio regionale, fissato per martedì, non ci sarà, mi chiedo se c’è un minimo di consapevolezza, di coscienza e di rispetto dei cittadini rispetto all’attività legislativa.
Non è serio, soprattutto c’è un’assenza totale di idee e di chiara indicazione politica e questa ne è un esempio chiaro.
Una mozione che, come puntualmente ha ricostruito la Consigliera Casini, attiene esclusivamente alla necessità di impegnare la Giunta per una scelta di carattere organizzativo. Ragazzi siamo al ridicolo!
Puntualmente ed appropriatamente la Consigliera Casini ha detto: “Scusate, fatevi una norma” oppure c’è qualcuno a cui dover fare un favore? E’ certamente uno degli elementi centrali.
Il secondo riguarda l’enfasi e la retorica utilizzata dalla Consigliera Elezi a proposito della aree interne, ma le aree interne le curiamo o le sosteniamo attraverso lo smart working? Ma ci sarà qualcosa di più ampio? Ci sarà una questione che riguarda le scuole? Lei è al corrente che il Governo di destra ha mantenuto i dimensionamenti per i prossimi anni, costringendo intere comunità dell’entroterra a spostarsi verso la costa? E’ al corrente di questo dettaglio? Non lo sa! E’ al corrente che sul sistema sanitario l’attuale Governo ha ridotto le risorse, quindi i primi che saranno danneggiati saranno coloro che abitano nelle aree interne? Lei è al corrente di questo?
Quindi, Consigliera Elezi, un atto che avrebbero potuto approvare in Giunta, farla passare come una mozione di carattere organizzativo, attraverso le sue parole, secondo cui attivare lo smart working, non so in che termini, risolverebbe i problemi, come lei ha retoricamente annunciato nel suo intervento, dà la dimensione politica di una maggioranza che in Consiglio regionale arriva con un ordine del giorno fatto di interrogazioni e mozioni addirittura di due anni fa.
Presidente, abbiamo rinviato la seduta del 13, mentre potevamo fare tutte le mozioni arretrate di due anni, no, noi ci permettiamo – ovviamente la critica è generale – di bucare una settimana perché lavoriamo troppo e quindi …
Credo che il senso della misura debba appartenere a tutti, una misura che riguarda una mozione che potevate approvare attraverso gli atti amministrativi interni, una mozione che parla di aree interne quando con le aree interne, con i problemi delle aree interne, con lo spopolamento, non c’entra assolutamente niente, anzi butta fumo negli occhi, fa credere, per chi ci crede, è talmente evidente, che le problematiche dello spopolamento saranno attenuate dallo smart working. Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo?
Sono passati tre anni, che cosa avete fatto sulla scuola? Sulla sanità? Zero, uno sfascio totale, ci direte che c’era la pandemia e che quindi non potevate operare.
Signori, bisogna che su questo fate un’accelerazione e soprattutto, Presidente, lo chiedo a lei, un minimo di dignità per questa Assemblea, non è accettabile che vengano saltati interi Consigli regionali o si facciano ordini del giorno privi di proposte di legge da parte del centro-destra e si arrivi a giornate come questa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Colgo positivamente lo spunto del Consigliere Carancini, quando dice che ci vuole buon senso, che ci vuole un certo atteggiamento e via di seguito. Convengo anche su un sentimento molto andreottiano, che non mi appartiene, l’approvazione di un ordine del giorno, di un documento, di una mozione non si nega a nessuno, soprattutto se lo spirito di fondo è positivo.
Qui entriamo nel merito, questa mozione mi convince per un verso e non mi convince per un altro. Qual è il verso convincente che secondo me è corretto? Che le nuove tecnologie possono dare un grande contributo alla vita decentrata. Ho ricordato più volte in quest’Aula che il Covid è stato un evento traumatico che nell’area metropolitana di New York ha portato 500 mila persone ad andare via, a lavorare a distanza, dalla periferia rurale o addirittura in altre regioni, che significa? Significa che il lavoro digitale oggi ti consente di partecipare ad una riunione a distanza, ti consente di lavorare e dare un contributo a distanza. Pensate al cambiamento che c’è stato nella distribuzione, nel commercio, oggi la maggior parte del commercio e della distribuzione è a distanza, on line e va scomparendo la figura dell’agente di commercio, che era importantissima negli anni 70/80 e fino agli anni 90. Questo è quanto. Poi ci sono le controindicazioni e le voglio dire subito, per esempio, il lavoro a distanza nel privato è formidabile, il lavoro pubblico a distanza è disastroso. Più volte ho cercato dipendenti pubblici, anche regionali, che lavoravano a distanza, introvabili, non contattabili, né telefonicamente né dal punto di vista della comunicazione informatica. Che significa? Significa che il lavoro a distanza per il pubblico è una specie di dissolvimento della funzione, il dissolvimento, è l’estraniarsi rispetto al contesto, il pubblico ci deve stare.
Più volte è stato oggetto di discussione ai capigruppo, nelle Commissioni, perché le Commissioni a distanza non vanno bene, la partecipazione è in dissolvenza ed è una roba mixata, uno ci deve stare, il contatto, la presenza sono una cosa diversa.
In generale la possibilità di permettere una serie di lavori a distanza è una risorsa, nella pubblica amministrazione non è una risorsa, è una penalizzazione e di questo ne dobbiamo parlare perché non va bene, non funziona ubiquitariamente, sia nel lavoro dei gruppi che nel lavoro degli uffici. Io me la sono presa malamente con un dirigente dell’amministrazione regionale che a distanza era scarsamente dirigente, poi posso sempre dire che era una nomina del precedente Presidente della Giunta, quindi la colpa era degli altri, però il danno lo ha fatto prima all’ex Presidente e poi l’ha fatto a noi, non va bene. Quindi cum grano salis questa storia della digitalizzazione - torno all’incipit del discorso del Consigliere Carancini - con buon senso perché è discutibile. Mentre dovremo promuovere e dare tutte le incentivazioni per il lavoro privato a distanza, perché il lavoro privato c’è, quindi possiamo non spopolare i borghi che vengono abbandonati, eccetera, la pubblica amministrazione deve essere centralizzata in sé.
Mi fermo qui, direi che questa mozione deve essere un po’ corretta. Se noi diamo via libera all’Anci regionale, all’Upi regionale, alle pubbliche amministrazioni di lavorare a distanza è la dissoluzione del sistema.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Premesso che su questa mozione voterò quel che decide il gruppo, è evidente che non rinuncio a dire la mia, seppure brevemente.
Innanzitutto mi pare che, l’hanno detto i Consiglieri Casini e Carancini, la decisione sullo smart working per quanto riguarda i dipendenti regionali è una competenza specifica della Giunta regionale. Ricordo che avviai questo percorso da Assessore al personale, all’organizzazione, verso il termine del nostro mandato, che portò alle elezioni. Questo è un primo punto ed è veramente singolare che la maggioranza impegni la Giunta a fare qualcosa che potrebbe o dovrebbe fare.
Fatta questa premessa, oggi vedo sul Messaggero: “Smart working ai fragili, l’apertura del Governo, la proroga è più vicina”, “Lavoro da remoto fino a fine anno, da Calderone nessuna preclusione, vanno trovati 30 milioni per chiudere”. Ci sono anche disposizioni di carattere nazionale, che ovviamente intervengono in siffatta materia e questo mi pare evidente perché il rapporto di pubblico impiego è disciplinato anche da norme nazionali e per certi versi è sottratto anche alla potestà regionale.
Detto questo, è difficile che mi succeda, però una volta tanto sono in parte d’accordo con il Consigliere Ciccioli e dico perché. Il pubblico, e su questo concordo, è un presidio istituzionale per la pubblica amministrazione, che è disciplinata dalla nostra carta costituzionale, è uno dei poteri, è un presidio sul territorio del Paese che sovraintende alla cura dei diritti, degli interessi legittimi ed anche dei doveri del cittadino.
E’ un presidio in cui il cittadino fa la domanda, chiede un accesso rispetto ad una sua esigenza, ad un suo diritto e talvolta anche ad un suo comportamento ed il cittadino non deve telefonare a casa del funzionario pubblico, altrimenti il presidio non c’è. Quindi, è un presidio della pubblica amministrazione, di efficienza, di legalità, di buon andamento e anche di economicità degli atti, sono principi costituzionali che sovrintendono e disciplinano l’operato di una pubblica amministrazione, sia essa regionale, comunale, provinciale ed anche statale.
Ritengo che, a parte momenti emergenziali come quelli della pandemia, a parte le questioni delle persone fragili o di chi deve assistere persone fragili e tanti altri casi che devono essere disciplinati, il lavoro agile o lo smart working dovrebbe essere il più possibile limitato, se vogliamo. Non è poi tanto utile per le aree interne perché il lavoro agile nelle aree interne rende difficile sostenere che il residente delle aree interne che lavora nella p.a. fa il lavoro agile da casa mentre il residente nelle aree costiere che presta servizio nelle aree interne lo facciamo andare lì con la macchina. Mettiamoci d’accordo, è questo il punto, io sono residente nell’area interna ed ho il diritto di lavorare da casa con il computer, mentre il Consigliere Mastrovincenzo che è residente a Porto San Giorgio, lungo la costa, che lavora nell’area interna deve prendere la macchina. Ma al di là di tutto c’è il tema del presidio per la pubblica amministrazione.
Dico alla Consigliera Elezi di valutare se ritirare questa mozione, magari aggiustarla, se poi non lo farà io voterò come decide il mio gruppo, però non voglio rinunciare a dire la mia sul punto, anche come ex Assessore al personale ed all’organizzazione della Regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi come presentatore della mozione vorrei fare alcune valutazioni che nell’esposizione della mozione non ho svolto, davo per considerati alcuni dati.
I dati sono quelli di uno spopolamento continuo delle aree interne, non solo dal punto di vista dell’Italia, ma anche dell’Europa, a fronte di questo vi è una tendenza che compare sempre di più nel Pnrr, di poter utilizzare il lavoro agile o lo smart working per superare e contrastare la carenza dell’espletamento di funzioni lavorative.
E’ in atto ormai un costante aumento nelle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, fino ad arrivare alle micro, dell’utilizzo di lavoratori in modalità lavoro agile, si parla di milioni di lavoratori, questo aumento così vertiginoso è avvenuto soprattutto negli ultimi anni. I benefici sono: il riequilibrio relativo alla promozione di spazi condivisi di lavoro, la realizzazione di nuove professionalità, il risparmio di costi per i trasporti, il risparmio di costi per le strutture e ovviamente una facilitazione per quanto riguarda gli aspetti di collegamenti e di risposta.
Direi che concentrarci solo sull’aspetto della pubblica amministrazione non fa valutare la mozione per quello che è stato indicato, contrastare e consentire un welfare di comunità, soprattutto delle comunità più isolate e un riequilibrio demografico territoriale per superare la marginalità strutturale che assilla anche la nostra regione.
Nel mio precedente intervento ho detto che vi è un editoriale sul Corriere della Sera della settimana scorsa che va in questa direzione. La mozione è di un anno e mezzo fa circa, ma il vicedirettore del Corriere della Sera, che svolge il lavoro di giornalista, tende ad indicare quanto siano importanti nel contrasto generale, ivi compreso delle emergenze, la presenza e la valorizzazione delle presenze professionali o meno, private o della pubblica amministrazione, nelle aree interne.
Detto questo, ci sono anche delle norme che ci richiamano a non considerare la presenza sul territorio della pubblica amministrazione sempre e soltanto una presenza fisica e territoriale. C’è la legge 81/2017, c’è soprattutto l’articolo 1, comma 306, della legge di bilancio 197/2022 che va nella precisa direzione e che poi è stata ripresa, in precedenza e successivamente a quest’ultima legge di bilancio, da alcune disposizioni del Ministero della pubblica amministrazione, da alcune indicazioni del nuovo Ministro, che ci pone l’obbligo di valutare e di fare una discussione, come è stata fatta in questo momento, che porti a far emergere i pro e i contro del lavoro agile, senza però farne un feticcio da abbattere, ma considerarlo come un’arma in più insieme alle altre per rendere più efficace, efficiente e trasparente la nostra pubblica amministrazione, che rimane soltanto uno degli obiettivi, non l’obiettivo della mozione.
Chiudo, per definire che questa deve essere una mozione non una introduzione, un intervento a gamba tesa sull’attività delle pubbliche amministrazioni, ivi compresa la Giunta della Regione Marche. E’ quello che avviene in questo campo anche nelle altre Regioni, il progetto sperimentale che porta avanti la Provincia di Trento è partito da una mozione, il progetto che prevede sempre di più gli interventi del Pnrr nella Regione Abruzzo è partito da una mozione, è partito dalla spinta del Consiglio della Regione.
Ovviamente vi è tutto l’intento di rendere la mozione più funzionale ed adeguata affinché ci sia la valorizzazione di tutti gli interventi.
Tengo a sottolineare che affrontare il tema del lavoro agile per poterlo mettere fra le grandi armi che abbiamo in futuro per finalizzare sempre di più quella che è una stella polare dell’attuale indirizzo della Regione Marche, cioè valorizzare le aree interne, va fatto e la mozione risente di questo spirito.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il gruppo Civici Marche voterà convintamente questa mozione che ha anche sottoscritto per la valenza che ha sia per una giusta equità tra i lavoratori che per sostenere, come dice la mozione, la permanenza nelle aree interne.
E’ chiaro che se gli uffici sono tutti centralizzati sulla costa c’è uno svantaggio per le zone interne, che devono essere aiutate anche con questi piccoli, ma importanti strumenti.
Se le zone interne si abbandonano, se il territorio si abbandona, purtroppo ne risente anche la fascia costiera non solo in termini di valore dell’entroterra e di tutto il territorio, ma anche di tutto quello che ne consegue per quanto riguarda il dissesto idrogeologico.
Se l’entroterra si abbandona e non viene vissuto le conseguenze nefaste le hanno anche altre zone della regione, le zone collinari e costiere. Quindi è importante che le zone interne siano presidiate anche demograficamente e questo è un piccolo, ma importante strumento che va in questa direzione, quindi noi votiamo a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Siamo favorevoli a questa mozione, anche se vorrei precisare qualcosa. Nelle aree interne c’è bisogno di mantenere le persone, quindi per quel tipo di attività che si può fare da casa è opportuno che questo avvenga, per cui va incentivata.
E’ anche vero che nelle aree interne dobbiamo fare le connessioni, quando ci colleghiamo dobbiamo essere pronti. Ho avuto modo di provarlo nella mia piccola frazione in cui si potrebbe lavorare a distanza, però dobbiamo avere le connessioni adatte, dobbiamo favorirle e mettere nelle giuste condizioni chi lavora nelle aree interne in modo che lo possa fare in maniera efficiente. Questo è il suggerimento che propongo.
Ci troviamo nella situazione che una grande parte del territorio delle aree interne è colpita dal sisma, quindi che succede? Che il professionista che ha la residenza a Visso ed abita a Civitanova Marche fa lo smart working da Civitanova Marche. Va bene, purché non serva per fare delle scorciatoie. Il vero residente delle aree interne può usufruire di questi vantaggi, perlomeno a queste persone deve essere rivolto, invece deve essere verificato che chi si collega - succede spesso magari per non pagare l’Imu di avere la residenza nelle aree interne - deve farlo dalle aree interne.
Sono favorevole purché non dia adito a scorciatoie oppure a privilegi per qualcuno. Sicuramente un modo per far vivere le aree interne è incentivare il lavoro da casa, questo è indubbio e per questo siamo favorevoli alla mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Parlo a nome del capogruppo che mi ha delegato. Innanzitutto dico al Consigliere Ciccioli che i dipendenti pubblici sono un grande valore e non vanno bistrattati, non esiste secondo me una percentuale ampia di dipendenti che sta in smart e che non lavora, se questo accade la responsabilità è sempre di chi organizza, è sempre della dirigenza o delle posizioni organizzative.
Ripeto quello che ho detto prima, innanzitutto ringrazio i dipendenti perché lavorare in smart working non è semplice, ma è necessario che la dirigenza, quindi anche gli Assessori, organizzino i lavori in maniera puntuale in modo che ci siano degli indirizzi precisi ed anche la possibilità di monitoraggio del lavoro e la valutazione finale. Questo è complicato perché è più semplice dire “lasciamo fare”, è più semplice non scrivere le cose perché nella pubblica amministrazione internamente “meno si scrive e meglio è” e questo non va bene.
Va bene lo smart in generale, non siamo contrari perché è evidente che se lo smart c’è in tantissime aziende private è segno che effettivamente si può lavorare e funziona. E’ chiaro che c’è il problema delle connessioni, che nelle aree interne non è quello che risolve, però rimane un problema di mera organizzazione e ci meravigliamo, per questo ci asterremo, del fatto che sia stato posto in questa sede un tema che è squisitamente di maggioranza. Ditelo alla vostra Giunta, ditelo all’Assessore al personale, ditegli che volete che venga organizzato lo smart nelle aziende, nelle società partecipate della Regione, all’interno della Regione stessa, che sia organizzato con una priorità per le aree interne.
Se ci sono dei professionisti, Consigliere Marinelli, che dicono che hanno una diversa localizzazione ce ne frega poco perché i professionisti fanno quello che vogliono, che ci siano dei dipendenti che dicono di risiedere nelle aree interne e lavorano da Civitanova Marche mi sembra strano, se ciò dovesse accadere credo che vadano fatti dei controlli severi.
Consigliere Ciccioli, se qualcuno deve essere a disposizione del pubblico, le deve rispondere e lei deve chiedere e pretendere che vengano fatte delle verifiche, però se qualcuno che lavora non deve rispondere al telefono, quindi non è un front-office, non fa neanche tanto male, nel senso che sta facendo probabilmente il suo lavoro.
Come Partito Democratico non crediamo che il male sia questo, ma non siamo assolutamente d’accordo nell’impostazione, innanzitutto sul tema del lavoro pubblico, e non siamo d’accordo sull’impostazione perché voi avete in mano la filiera istituzionale, quindi fatela funzionare.
Ci asterremo perché dal punto di vista del merito diciamo che, con una organizzazione complicata, ma sicuramente più efficace, efficiente e soprattutto concreta, che renda l’azione amministrativa concreta, è possibile far funzionare lo smart, senza dei pregiudizi che invece sento tra di voi e che mi sembrano anche strani, da un lato votiamo la mozione, però non ci piace lo smart, risolvetevela all’interno della maggioranza e noi ci asterremo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho una posizione estrema rispetto a tante altre che ho sentito, sono a favore dello smart non solo per la zona dell’entroterra, ma anche per la costa perché il Covid ci ha evidenziato che abbiamo degli strumenti che prima non esistevano e che non eravamo in grado di dominare, per cui prendiamo per buono quello che questa recente tragedia ci ha insegnato. Quindi a mio parere sarebbe il caso di ampliare questa mozione, che comunque voterò favorevolmente perché è un primo piccolo passo e mi sento di dare il mio appoggio.
Vorrei anche dire che esistono già degli accordi che si stipulano con giorni e orari in cui il dipendente è obbligato a rispondere al telefono, ad essere collegato alla sua postazione computer, basterebbe, come ha detto prima la Consigliera Casini, verificare che tutto sia svolto nel massimo della regolarità.
L’altro problema serio che anch’io vorrei sottolineare è quello di cui ha parlato il Consigliere Marinelli, cioè il problema della connettività, semmai questo è un problema che dovremo cercare di affrontare in maniera più efficace perché ad oggi non tutti hanno la possibilità, soprattutto nelle aree interne, di connettersi. Ciò è emerso drammaticamente, lo dico da insegnante, quando alcuni studenti che vivevano nelle aree interne non riuscivano a frequentare la DAD con regolarità e ad ascoltare quello che veniva detto senza grossi problemi.
Detto questo, voterò a favore della mozione, sperando che diventi un modus operandi da diffondere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto. Il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. La mozione impegna in modo astratto dei principi generali largamente condivisibili, per cui nessun problema al voto, però c’è il tema di dettaglio che non è ininfluente.
Dedico questa citazione alla Consigliera Ruggeri, una cosa che un medico disse in materia sanitaria molto interessante. Con il Covid ovviamente c’era la necessità di evitare al massimo i contatti, quindi sono state fatte le riunioni preoperatorie a distanza - siamo in chirurgia – con dei collegamenti tra chirurghi per stabilire l’intervento chirurgico. Gli errori chirurgici sono aumentati di due cifre, più vicini al 20 che al 10% perché durante le call uno seguiva i referti, un altro si distraeva, l’altro non c’era, alla fine il messaggio che circolava era confuso e quando si andava all’intervento chirurgico ci si trovava di fronte a dei problemi complessi, non previsti.
Questo è un caso estremo, tutte le riunioni preoperatorie sono tornate in presenza, non più in call, a meno che non ci fosse una consulenza a distanza, una persona che sta negli Stati Uniti che ci dà un consiglio, ma tutte le equipe sono tornate a fare le riunioni in presenza perché la presenza implica sensibilità, contatto, eccetera.
Il lavoro a distanza non è una panacea, è una risorsa importante in tante situazioni, ottimizza il lavoro, migliora la situazione dal punto di vista territoriale della presenza delle persone e via di seguito.
Il tema è quello che giustamente il Presidente Latini ha posto, il lavoro a distanza non deve essere un feticcio, non dobbiamo arrivare al fatto che ognuno sta a casa propria, non ci vediamo più, ogni tanto comunichiamo, eccetera.
Pensate ai danni che ha fatto la didattica a distanza durante il periodo Covid tra i giovani studenti, abbiamo delle cifre ex post, quindi valutazioni a ritroso, pesantissime. Abbiamo avuto un incremento del 30% nella neuropsichiatria infantile dei servizi pubblici di richieste da parte di genitori e di famiglie per tutta la didattica a distanza, la non socializzazione dei ragazzi, eccetera.
E’ una risorsa, come tale va assolutamente presa in considerazione, però, come ha detto il Presidente Latini, non deve essere un feticcio.
Il contatto con le persone rimane l’elemento fondamentale della relazione, non scendo nel dettaglio clinico, però questo è da tenere in considerazione anche nel rapporto con i dirigenti, con ha detto la Consigliera Casini, con le posizioni organizzative e tutto il resto, anche perché a volte il problema è dalla testa, magari c’è del personale della pubblica amministrazione impegnato, presente, che fa sacrifici, mentre non è la stessa cosa per il vertice.
Ho detto che il principio generale è largamente condivisibile, non si può fermare il tempo, non si può fermare il mare, dice una canzone, non si può fermare la tecnologia, non c’è niente da fare. La tecnologia sta entrando prepotentemente nella nostra vita, l’intelligenza artificiale va addirittura a sostituire le nostre mansioni. Ieri sera ero ad un incontro sullo sport, l’intelligenza artificiale sta cominciando a modificare e ad influenzare il comportamento degli allenatori e degli atleti. Se ci pensate decide un computer quello che deve fare il fantino che gestisce un cavallo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 178. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 807
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Mangialardi, Bora, Vitri, Casini, Cesetti
“Grave ritardo nella realizzazione del nuovo Ospedale pediatrico Salesi a Torrette di Ancona”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 807 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Biancani, Mangialardi, Bora, Vitri, Casini, Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Consiglieri, per l’interrogazione perché anch’io ritengo che ci sia un ritardo nella realizzazione della struttura, quindi questo è un modo anche per comprenderne i problemi.
I Consiglieri interroganti pongono tre quesiti: quali sono i motivi del ritardo; quali sono i tempi certi per l’avvio dei lavori; quali sono i lavori che si intendono attivare sull’attuale sede del Salesi per contrastare il degrado e la mancanza di manutenzione.
In relazione all’interrogazione presentata si significa quanto segue. Il progetto esecutivo dell’opera è stato approvato il 24 agosto 2018 e la consegna dei lavori è avvenuta il 13 maggio 2019, il cronoprogramma originario prevedeva 1020 giorni di lavorazione. Il ritardo si è iniziato ad accumulare all’indomani di tale consegna.
Nei mesi immediatamente successivi infatti la ditta mandante, facente parte del raggruppamento di imprese risultato vincitore della gara d’appalto, ha avuto accesso alla procedura di concordato preventivo con un notevole aggravio da un punto di vista tecnico e amministrativo, derivante dalle tempistiche autorizzative previste dalla procedura concorsuale. E’ di questi mesi la richiesta di autorizzazione alla rimodulazione del raggruppamento temporaneo con l’uscita della ditta mandante.
In questa fase sono sorte problematiche relative alle interferenze non correttamente inquadrate, segnalate dall’Azienda ospedaliera in fase di programmazione e progettazione.
E’ stato pertanto necessario riscrivere il cronoprogramma in quanto affetto da evidenti incongruenze.
Si segnalano ad esempio le problematiche dell’attuale conformazione impiantistica del plesso ospedaliero inizialmente garantita come non necessaria di ammodernamento, ma al contrario risultata bisognosa di numerose lavorazioni e sostituzioni: circuito di media tensione, antincendio, trasformatori e così via, comportando modifiche in corso d’opera non preventivate.
A ciò si aggiunga che, in occasione della riunione di coordinamento del 28 luglio 2021 e con successiva nota del 5 agosto 2021, l’Azienda ospedaliera ha chiesto una variante al progetto per la sopraelevazione di un piano del nuovo Salesi in relazione alla possibilità di trasferire parte di quanto previsto al sesto piano dell’edificio ospedaliero di Torrette, ovvero i reparti di ginecologia e di ostetricia.
Tale variante permetterà di mantenere l’attuale organizzazione sanitaria dell’ospedale pediatrico e di liberare importanti spazi nell’ospedale regionale ormai arrivato a saturazione con la previsione di un ulteriore piano del fabbricato. Quindi una proposta di modifica che noi abbiamo ritenuto in senso favorevole di accogliere.
Contestualmente a tutto questo impegno profuso per riparare situazioni non sufficientemente ponderate nel pregresso, a causa delle già sopra citate segnalazioni, occorre disegnare una struttura più funzionale alle esigenze dell’ospedale pediatrico Salesi, le lavorazioni non si sono interrotte e sono stati anticipati numerosi interventi, accelerando e facilitando le fasi successive di lavorazione.
Sono state risolte tutte le interferenze relative agli impianti e ai sottoservizi, è stata ultimata la nuova isola ecologica già in funzione dallo scorso anno, sono state costruite le nuove cabine elettriche che alimenteranno il nuovo ospedale, è stata completata la viabilità su via Conca, è stata realizzata una nuova paratia a protezione dell’elisuperficie, è stata terminata la nuova rampa di accesso all’attuale pronto soccorso, sono stati realizzati cunicoli di collegamento alle nuove centrali e completata tutta la paratia perimetrale in cemento armato che permetterà lo scavo delle fondazioni del nuovo Salesi ed è stata consegnata la nuova murg.
In attesa del trasferimento delle apparecchiature l’allestimento della nuova murg da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria di Torrette, richiesta entro giugno, si procederà con l’eliminazione dell’amianto negli edifici da demolire e subito dopo con il loro abbattimento.
Nel frattempo si sta già procedendo con lo scavo fino alla quota di imposta delle fondazioni su gran parte dell’area già libera.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Do atto all’Assessore dell’onestà intellettuale di aver ammesso il ritardo, ma non poteva essere altrimenti perché il ritardo c’è ed è evidente.
Detto questo, Assessore, lei ha elencato bene i motivi dei ritardi che comunque sono abbastanza inaccettabili perché il nuovo Salesi doveva essere consegnato nei primi mesi del 2022. Mi ha dettagliato una serie di circostanze tra cui, ad esempio, la variante richiesta dall’Azienda ospedaliera che comunque è stata richiesta due anni fa, nel corso di questa legislatura.
Vado alla parte finale della sua risposta, quando ha parlato della murg consegnata pochi giorni fa, se non erro. Nella premessa della mia interrogazione ricordavo il suo intervento del settembre 2022, in cui diceva che da lì a pochi giorni sarebbe stata consegnata la palazzina. E’ evidente che ci sono stati altri ritardi da allora, dopodiché ora mi dice che entro giugno si dovrebbe passare all’eliminazione dell’amianto ed all’abbattimento della vecchia palazzina, credo che sotto questo aspetto ci debba essere un piano di gestione delle polveri, ad esempio, non so se c’è perché deve essere tutto in regola, e uno studio di mitigazione del rischio.
Ribadendo ancora una volta che occorre accelerare perché non è più accettabile il minimo ritardo su quest’opera annunciata ormai da tanto tempo e di cui la comunità anconetana, non solo quella anconetana, ma regionale ha bisogno.
Sulla terza domanda ha detto che non avete avuto risposte, le chiedo fin d’ora, appena avrà risposta dei lavori che si intendono attivare sull’attuale sede del Salesi, se cortesemente me la fa arrivare in forma scritta in modo da poterla poi verificare. Grazie.
Interrogazione n. 828
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“AST di Ancona, criticità al servizio farmaceutico (ex Crass)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 828 del Consigliere Santarelli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’organico della farmacia di Ancona è attualmente composto da 5 unità, compreso il Dirigente responsabile dell’Unità operativa dipartimentale, che è stato nominato il 16 giugno 2022, per cui a seguito dell’assunzione di due dirigenti farmacisti, rispettivamente avvenuta l’1 giugno 2022 e l’1 marzo 2023, la situazione si presenta a pieno organico.
Si deve precisare che la distribuzione diretta dei farmaci è una prerogativa di tutte le Aziende sanitarie, non solo di quella di Ancona, e tutte le strutture sono tenute a consegnare i farmaci al momento della dimissione dei pazienti.
Conclusivamente, l’organico di quella struttura è un organico che secondo le tabelle organizzative …, l’atto aziendale prevede che tutti gli organici siano in servizio così come previsto nell’atto aziendale.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. L’interrogazione di per sé sembra una semplice interrogazione alla quale l’Assessore Saltamartini ha dato una risposta puntuale.
Io voglio aiutare l’Assessore Saltamartini nello svolgimento del suo ruolo, molto importante, di Assessore alla sanità, e invitarlo a recarsi in questa struttura, in cui i farmaci vengono consegnati a volte con tempi importanti, con ritardi di almeno 45 minuti, soprattutto alle categorie fragili. Spesso sono farmaci legati alla cronicità, pensiamo a malattie come la sclerosi multipla o a questioni legate all’oncologia.
Siamo in parte soddisfatti di quello che ha detto l’Assessore perché è vero che l’organico a pieno titolo è sufficiente, ma lì c’è da rimodulare il percorso di ritiro dei farmaci, che non viene fatto in maniera dignitosa. Non può essere che uno per ritirare un farmaco per una malattia cronica, ritiro che viene fatto mensilmente e non una volta all’anno, anche se fosse una volta all’anno, sotto la pioggia, con un’attesa di un’ora … Spesso sono pazienti che inviano i loro caregiver, spesso sono loro stessi che ritirano, hanno le carrozzine. Penso alla problematica della sclerosi multipla per cui mensilmente il paziente ritira il farmaco, penso all’oncologia, alle altre malattie croniche, come ad esempio il diabete. Andare in una farmacia come quella dell’ex Crass ed effettuare un ritiro con l’ombrello, sotto la pioggia, senza una adeguata struttura, spesso con il farmacista che è in difficoltà perché deve aspettare lì per molti minuti, non 10 o 20 minuti, ma 30 minuti, 45 minuti, anche un’ora.
Invito l’Assessore a visitare questo luogo ed a prendere concretamente in mano la situazione perché gli uffici le hanno dato una risposta puntuale, per questo la ringraziamo e per questo ci sentiamo solo parzialmente soddisfatti. Grazie.
Mozione n. 352
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Richiesta stato di emergenza per fronteggiare le conseguenze dell’ondata di maltempo che ha colpito il nord delle Marche il 16 maggio 2023”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 352 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Avevamo in parte già avviato la discussione lo scorso Consiglio regionale. Questa è una mozione che abbiamo presentato il 17 maggio, all’indomani dell’emergenza, e voglio ricordare che il 16 maggio scorso l’area settentrionale della regione Marche è stata interessata da forti piogge, grandinate, venti, mareggiate, in particolare nella provincia di Pesaro-Urbino.
Numerose strade statali, provinciali, comunali sono state interessate da frane e smottamenti, ci sono stati vari centri abitati della provincia che hanno subito danni anche a seguito delle esondazioni e allagamenti che hanno interessato sia proprietà pubbliche che private.
Ci sono stati problemi alla rete stradale, a quella fognaria, alla rete acquedottistica, sono state allagate strutture pubbliche, garage di uso pubblico, attività produttive, attività commerciali, di ristorazione e danni lungo il litorale, anche il danneggiamento di garage privati e di conseguenza veicoli e beni mobili dei privati.
Questa è stata sicuramente una ondata di maltempo eccezionale, che fortunatamente almeno nella provincia di Pesaro-Urbino non ha causato vittime come invece ci sono state in Emilia-Romagna, ma ha procurato comunque danni ad infrastrutture, ai servizi pubblici, ad immobili, a veicoli, a mobili ed elettrodomestici e altro.
Su questa mozione è stata presentato un emendamento, che gli uffici dovrebbero aver distribuito.
La mozione viene emendata perché nella prima fase chiedeva alla Regione di attivarsi per chiedere lo stato di emergenza, la Regione che si è attivata, quindi una parte del dispositivo è superata, il problema è che lo stato di emergenza è stato riconosciuto attualmente per 7 Comuni: Fano, Gabicce Mare, Montegrimano, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino, mentre il territorio che ha subito danni, purtroppo, è molto più esteso e alcuni Sindaci, che non sono stati ricompresi tra i 7 Comuni, hanno evidenziato il fatto che, avendo subito danni, hanno la necessita di essere ricompresi.
Sono 76 le strade provinciali che sono state gravemente danneggiate e per le quali si prevede una spesa di almeno 25 milioni di euro e non riguardano solamente i 7 Comuni, ma la strada provinciale danneggiata riguarda anche altri Comuni che ne sono attraversati. Tenerli fuori vuol dire creare grossi problemi, soprattutto perché si tratta di piccoli Comuni delle aree interne che sicuramente non hanno risorse proprie per poter far fronte ai danni subiti dal patrimonio pubblico, tanto meno per affrontare le spese legate al patrimonio privato, sia delle aziende che dei privati.
Il dispositivo è stato sostituito con quattro punti. Ripeto, questa mozione non accusa nessuno, ma punta ad avere un voto unanime del Consiglio regionale.
Il primo punto è “assicurare, tramite le strutture amministrative e tecniche regionali, il supporto ai Comuni per effettuare in tempi rapidi la valutazione dei danni subiti dagli stessi e dai privati”. Questa penso sia una cosa che la Regione può fare, un impegno che può prendere.
Il secondo è richiedere alle autorità competenti (Protezione civile nazionale) i sopralluoghi che non sono stati ancora fatti in tutti quei Comuni che hanno segnalato i danni alla Prefettura, quindi non a tutti i Comuni della provincia, ma a quelli che hanno segnalato i danni in Prefettura e che non rientrano nella delibera del Consiglio dei Ministri.
Il terzo punto: valutare la possibilità di contributi finanziari regionali, ovviamente mi rendo conto che i danni in generale non possono essere coperti dai contributi regionali anche perché ci sono i contributi statali, come è stato fatto per il precedente stato di emergenza, l’alluvione che ha colpito la zona di Senigallia ed il nord della regione: Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Frontone, Pergola ed altri Comuni. In quell’occasione la Regione Marche, non essendo stato riconosciuto a livello nazionale l’indennizzo per i veicoli sia privati che delle imprese, ha previsto 2,5 milioni di euro per sostenere quei privati o quei cittadini che hanno avuto i danni. Quindi, quello che chiedo è: se il decreto definitivo non dovesse riconoscere questi danni, che la Regione si comporti come ha fatto, cosa che abbiamo condiviso. Ricordo di aver fatto almeno un paio di atti con i quali chiedevo le risorse anche per i veicoli che non erano stati riconosciuti e che la Regione giustamente ha inserito.
Quarto punto: cercare di individuare delle procedure che garantiscono modalità di erogazione sia alle amministrazioni pubbliche ed anche ai privati più tempestive e rapide rispetto a quelle dell’alluvione. Oggi tra gli alluvionati molti non hanno ricevuto la prima tranche delle risorse assegnate in quanto i Comuni non hanno la capacità di procedere ai pagamenti, di fare tutte le procedure e le pratiche. I Comuni avevamo chiesto un aiuto anche a livello di personale, di fare una sorta di cabina tecnica di regia che potesse supportare i piccoli Comuni ad organizzare le pratiche. Quello che si chiede è di individuare, come l’Emilia-Romagna sta facendo, una modalità più rapida che richieda meno documenti per vedere riconosciuto il contributo.
Chiedo anche all’Assessore Aguzzi, che è presente e lo ringrazio, di individuare attraverso la Giunta procedure nei limiti della legalità, che possano essere il più possibile elastiche per arrivare in tempi rapidi alle persone colpite.
Secondo me i danni che sono stati segnalati sono insufficienti rispetto a quelli che sono stati documentati, solo nel nostro territorio i danni che riguardano il parco del San Bartolo sono nettamente superiori perché la richiesta che è stata fatta mi risulta essere di 1,8 milioni, cifra con la quale non si fa assolutamente nulla rispetto al danno reale.
A mano a mano che si faranno gli approfondimenti ed i sopralluoghi ci si renderà conto che i danni sono notevolmente più alti ed occorrerà anche far presente al Governo che le risorse da assegnare al nostro territorio devono essere sicuramente importanti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Colgo la novità di questo emendamento che motiva in maniera diversa l’indirizzo della mozione, altrimenti, ovviamente il Consiglio ha piena libertà di muoversi come ritiene più opportuno, l’avrei giudicata superata se fosse rimasta come era stata impostata e sinceramente anche un attimo fuori luogo sotto alcuni punti di vista. Quindi avrei chiesto di non portarla all’approvazione se fosse rimasta com’era originariamente.
Anche in questo caso, secondo me, lascia delle situazioni che non sono perfettamente riscontrabili, come quella della liquidazione dei danni da parte della Regione. Non credo che questa cosa sia fattibile.
Vi voglio portare con esattezza a conoscenza della situazione attuale in modo che i Consiglieri possano giudicare come approcciare o meno questo tipo di impostazione.
La mozione chiedeva inizialmente, e ribadisce anche oggi, una richiesta immediata di aiuto ai Comuni, poi la richiesta dello stato di emergenza, eccetera.
Noi ci siamo mossi in questo modo, è chiaro che nell’immediatezza e durante gli eventi, durante tutta la notte di quella serata, i nostri uffici non solo hanno dato sostegno, ma fattivamente siamo stati sui territori come Protezione civile a sostegno dei Comuni maggiormente colpiti. Siamo stati fisicamente sui territori, quindi per quanto riguarda questo primo punto le cose sono state affrontate.
Nell’immediatezza (dal 16 al 18), appena abbiamo risolto le emergenze, evitato le esondazioni e fatto sì che fossero messe in sicurezza tutte le varie realtà nei territori dovute a frane ed esondazioni dei fossi, dei corsi d’acqua minori della regione, il Presidente il giorno 18 ha chiesto lo stato di emergenza al Governo, al Dipartimento nazionale di protezione civile.
Di conseguenza questa cosa è stata immediatamente portata avanti. Non potevamo avere in quel momento una stima dei danni, neanche approssimativa, a distanza di 40 ore, quindi abbiamo allegato alla richiesta di stato di emergenza una relazione di massima della nostra Protezione civile che elencava i Comuni più colpiti ed i danni più evidenti, mi pare che siano stati presi in considerazione in quella primissima relazione molto approssimativa 107 Comuni, complessivamente.
Nelle stesse ore è stata inviata una lettera, una scheda a tutti i Comuni delle Marche con la quale si chiedeva di far pervenire alla Regione con la massima puntualità e precisione entro il giorno 29, quindi entro i giorni successivi - dovevamo dare qualche giorno di tempo per fare questa ricognizione – una ricognizione più precisa possibile dei danni subiti e anche approssimativamente delle spese richieste per il loro ripristino.
Questo è quanto è stato fatto nell’immediatezza, per questo dico che se la mozione fosse rimasta quella del primo momento sarebbe stata del tutto superata da due cose: dalla tempistica e dai fatti perché le cose che voi ci chiedete con questo atto sono quelle che noi abbiamo realizzato automaticamente sui territori, in maniera molto precisa e molto puntuale, evitando anche danni maggiori, soprattutto nella zona del fermano e nel sud delle Marche dove siamo intervenuti come Protezione civile durante la notte, con dei dispositivi per evitare delle esondazioni e fortunatamente ci siamo riusciti.
Vedo che sono state portate avanti richieste in maniera un po’ diversa, dalla ricognizione ottenuta entro il 29 maggio, quella che abbiamo richiesto ai Comuni, è emerso che i Comuni toccati e che hanno denunciato danni sono 160 nelle Marche per un totale di 314 milioni, cifra sostanziose.
La relazione che abbiamo appena redatto, perché non riuscivamo a farla seduta stante - c’è stato un attimo di approfondimento, verifiche fatte in queste ore, in questi giorni - è pronta e domani c’è una riunione presso il Consiglio dei Ministri alla quale parteciperà il Presidente Acquaroli e porterà questa relazione precisa, indicata da tutti i Sindaci dei Comuni delle Marche, perlomeno quelli che sono stati toccati da questo maltempo.
Nell’immediatezza dell’intervento c’è stata la richiesta dello stato di emergenza, a supporto della richiesta dello stato di emergenza la Protezione civile ha fatto sommariamente una prima relazione, nel frattempo abbiamo inviato ai Comuni la richiesta di essere nel maggior modo possibile precisi, entro il 29 maggio, per avere contezza i danni. Le richieste sono arrivate, noi le abbiamo assemblate e domani le portiamo a Roma, il nostro Presidente insieme al Presidente della Regione Emilia-Romagna e insieme a XY per la Toscana. Le tre Regioni maggiormente colpite saranno a Roma alla Presidenza del Consiglio e sinceramente non so questa mozione cosa vuole sostenere di più di quanto effettivamente si sta facendo.
Per quel che riguarda le modalità di approccio e di erogazione dovremmo un attimo capire come verranno prese in considerazione le situazioni che noi domani porteremo a Roma. E’ vero che i verificatori della Protezione civile nazionale hanno visitato solo alcuni Comuni e successivamente, dopo quelle ore concitate, si è riconosciuto lo stato di emergenza solo parzialmente per i Comuni colpiti. Ma la nostra richiesta è forte e domani il Presidente andrà a Roma per questo, per ampliarla anche ad altri Comuni prendendo in considerazione quanto ci è stato segnalato dagli stessi.
Quanto inserito in questa mozione, dal mio punto di vista, è stato in gran parte effettuato dalla Regione Marche e dalla Protezione civile e quanto ci viene indicato è quanto noi faremo perché è nelle normative farlo.
L’unico dubbio che posso avere è sui ristori portati avanti direttamente dalla Regione Marche, qui qualche dubbio ce l’ho.
PRESIDENTE. Nessun intervento. Ha la parola, per replica, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. In realtà, ci tengo a dirlo, l’emendamento alla mozione è stato presentato l’altra volta, non è una improvvisata di oggi, c’era la possibilità di leggerlo. Ho visto che lei Assessore lo ha letto ed ha anche affrontato le tematiche a cui ho fatto riferimento in questa mozione.
In realtà non si chiedono cose scontate: che la Regione dia il supporto alla valutazione dei danni subiti è una cosa …, sia per i privati che per gli enti ad oggi i danni subiti totali ancora non ci sono, quindi è importante il supporto.
In merito ai sopralluoghi, che la Regione si batta affinché i sopralluoghi vengano fatti in altri Comuni, che il Presidente riesca a far inserire anche gli altri Comuni, penso che sia una cosa legittima da chiedere perché a tutt’oggi lo stato di emergenza prende in considerazione solamente 7 Comuni.
Il fatto di riconoscere i ristori, io non ho parlato di ristori generali, ho detto che è impossibile per la Regione riconoscere i ristori generali, quindi è importante che venga riconosciuto lo stato di emergenza. Ho chiesto che la provincia di Pesaro Urbino ed i Comuni colpiti siano trattati come i Comuni colpiti dalla precedente alluvione e qualora ci fosse lo stato di emergenza, che non riconosce il pagamento dei veicoli, ci sia da parte della Regione lo stesso atteggiamento che ha tenuto tre mesi fa con i Comuni colpiti dall’alluvione, cioè pensare ad una cifra per coloro che hanno avuto un motorino distrutto, una macchina o un furgone da lavoro che non può essere più utilizzabile. Non mi sembra di chiedere la luna.
L’altro aspetto è quello di verificare una possibilità di erogazione dei contributi più rapida qualora vengano individuati. Mi sembra una mozione molto conciliante, che non accusa nessuno, né nella parte iniziale né nel dispositivo.
Io non dico che la Regione non lo ha fatto, chiedo di fare di più, è diverso, è una mozione “democristiana”, nel senso che riconosce il lavoro fatto e chiede qualcosa di più.
Ripeto, io il latino non lo parlo, non so cosa dovrei dire, però mi sembra una mozione che possa essere accolta in maniera unanime perché chiede cose normali, cose che ad oggi non sono state fatte perché i Comuni sono solo 7, non sono stati ricompresi gli altri, Se domani il Presidente andrà con una mozione approvata dal Consiglio regionale avrà ancora più forza rispetto all’attività che il Presidente dovrà affrontare.
Ho un atteggiamento a parole molto sereno, molto conciliante perché è una mozione conciliante che chiede cose normali. I danni che oggi sono stati stimati sono insufficienti e nelle prossime settimane sarà importante che i tecnici della Regione diano la loro disponibilità per verificare i danni reali perché i Comuni non hanno neppure il personale necessario per poter fare alcune verifiche. Ad esempio, per quanto riguarda le frane sfido qualsiasi Comune, addirittura quelli dell’entroterra, a capire quanto costa sistemare una strada o quanto costa sistemare una frana, non ne hanno idea perché hanno un tecnico per tutto il Comune. Di cosa parliamo? Non ce la fa, quindi è importante il supporto della Regione anche nelle prossime settimane per dare una mano nella valutazione dei danni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Mi appello all’Assemblea per un voto unanime su questo atto perché, come ha ricordato il Consigliere Biancani, la mozione è stata anche ricalibrata in funzione dell’attività che è stata riconosciuta alla Regione, lo stato di emergenza decretato dal Consiglio dei Ministri, e delle sopraggiunte richieste che sono pervenute dal territorio, che sono state semplicemente messe in un documento che può a nostro avviso rafforzare l’azione del Presidente in occasione del confronto che l’Assessore ci ha anticipato.
La volontà è la nostra perché l’abbiamo presentata, l’emendamento è il nostro perché l’abbiamo scritto, ma penso che è il sentire comune … Anche il sottoscritto ha fatto un sopralluogo sul territorio e mi sono reso conto delle necessità e delle difficoltà che, ahimè, i Comuni oggi esclusi hanno per intervenire anche nella gestione di emergenza.
E’ vero che la Protezione civile ha avuto una attenzione particolare, ma d'altronde il reticolo stradale, non sempre minore, è stato particolarmente interessato ed ha bisogno di supporti, quindi abbiamo indicato i supporti tecnici necessari per i Comuni del territorio. Abbiamo richiesto, Assessore, quello che è stato già fatto ed io ho anche plaudito rispetto alle risorse che sono state individuate, a differenza del 2014, così almeno lo chiariamo, quando i beni mobili non erano stati computati e la Regione ha messo a disposizione delle risorse, magari con un meccanismo ancora troppo farraginoso, ma sta sempre, ahimè, nel reiterare situazioni che ci permettono di ricalibrare le modalità di intervento ed anche di preparare la documentazione più semplificata. Dentro questo percorso, vi preghiamo di valutarlo.
Mi sembra che sia il modo che nel percorso siano assolutamente scevri da qualsiasi polemica, che si possa arrivare ad un voto condiviso proprio per cercare di dare una manforte all’azione di governo. Vi dico pure che se la mozione fosse stata presentata da voi non avremmo avuto nessun dubbio nel sostenerla convintamente, quindi spero che ci sia un voto positivo rispetto a questo atto che abbiamo presentato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Grazie all’Assessore Aguzzi che ha correttamente e puntualmente ricostruito l’esatto accadimento dei fatti e la tempestività con la quale la Giunta della Regione Marche si è mossa.
Mi dispiace non concordare con il capogruppo Mangialardi perché dietro ad una proposta in buona fede e dotata di spirito costruttivo, come dice lei, si cela secondo me una richiesta pleonastica, che non ha alcun senso. Avrei più apprezzato, dopo la ricostruzione fatta dall’Assessore Aguzzi, che il Consigliere Biancani, ringraziando l’Assessore, avesse detto che la mozione non aveva più senso di esistere, purtroppo noto che non c’è mai la volontà su queste tragedie di lasciare fuori la politica e di ringraziare, come sempre avviene, l’operatività della Regione.
Fratelli d’Italia voterà contro questa mozione, ma non per una contrarietà alle richieste, ma solamente perché, per tutto ciò che la Giunta sta facendo, per tutto ciò che l’Assessore Aguzzi sta facendo e per l’incontro di domani, non ha assolutamente senso di esistere e come sempre inserisce la possibilità di contribuzione della Regione. Dietro c’è sempre la volontà di mettere il cappello in una situazione in cui non c’è nessun elemento per poter metterci il cappello e non c’è nessuna esigenza di rinforzare, come ha detto il Consigliere, la posizione della Giunta che è già tanto forte e sicuramente i fatti si vedranno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Già l’altra volta avevo detto che non aveva senso chiedere il rinvio di questa mozione perché la Regione era già intervenuta per chiedere lo stato di calamità per i Comuni esclusi. Anche il sottoscritto si era fatto sentire sui giornali esprimendo il proprio rammarico per questa esclusione. C’è stato garantito che il reinserimento è stato chiesto ed il Presidente avrà un incontro a Roma.
Personalmente mi riservo di proporre un’interrogazione a risposta immediata, quando ce ne sarà la possibilità, qualora non avvenga questo inserimento, ma credo che avverrà, quindi non mi schiero contro le finalità di questa mozione, come ha detto il Consigliere Baiocchi, ma sul fatto che ormai è desueta.
Come ho detto anche l’altra volta sarebbe invece opportuno lavorare e chiedere che l’erogazione dei fondi e gli interventi, per quanto riguarda non solo questa alluvione, ma anche la precedente, siano in qualche maniera sburocratizzati, però è un altro ambito. Noi dovremo insistere su questo e ritengo che sia importante non chiedere lo stato di calamità per i Comuni esclusi quando la cosa è già stata fatta, ma intervenire in maniera seria su quello e lasciare da parte la politica perché qui si va ad interferire sulle legittime richieste dei cittadini che sono in uno stato di difficoltà. Dovremmo lasciare da parte la politica e lavorare tutti insieme, cercando di chiedere la sburocratizzazione in caso di emergenze.
L’altra volta avevo proposto di analizzare insieme una proposta di legge alle Camere che facilitasse gli strumenti normativi che devono attuati in atto in caso di emergenze, sicuramente vanno alleggeriti perché abbiamo visto che così come sono fatti non funzionano.
Su questo potremmo lavorare, sulla demagogia, per carità, qualcuno ci può anche lavorare, però non serve a niente, soprattutto non serve ai nostri alluvionati del 15 settembre, né ai nostri Comuni alluvionati di qualche settimana fa. Quindi, ripeto, propongo di nuovo anche al Partito Democratico di lavorare insieme per una proposta di legge alle Camere per alleggerire gli strumenti di intervento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ritengo che abdicare al nostro ruolo politico sia comunque sempre un errore, per cui, al di là del fatto che sono perfettamente in linea con le richieste di questo emendamento, che tra l’altro ho anche firmato e ringrazio i Consiglieri Biancani e Vitri per avermene dato occasione, noi abbiamo un ruolo e la Giunta ne ha un altro. Sembra quasi che siamo dei suppellettili in quest’Aula perché la maggior parte degli atti che presentiamo non li dovremmo presentare, li avremmo dovuti presentare diversamente, li dovremmo correggere perché c’è la Giunta. Se la Giunta fa tutto e non ha bisogno di consigli di nessun tipo, è inutile che stiamo qui. Possiamo stare qui, benissimo, senza presentare interrogazioni considerato che disturbano gli uffici dato che per predisporre la risposta perdono tempo.
Praticare la democrazia viene quasi considerata una perdita di tempo. Sono discorsi che purtroppo si sentono tanto spesso, fare le mozioni è inutile perché la Giunta o sta per fare queste cose, o non le vuole fare, o le ha già fatte, però ritengo che anche se le ha già fatte sia un buon segnale - ora non parlo nel merito di questa mozione ma in generale - che il Consiglio scriva un atto che va nella stessa direzione. Non vedo perché bocciare le mozioni, oltre al fatto che spesso sono abbondantemente superate perché i tempi delle discussioni, come ha detto il Consigliere Carancini prima, sono diluiti a dismisura. Quindi, il mio voto sarà favorevole sia sull’emendamento che sulla mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 352/1 a firma dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri. Leggo il dispositivo “Ad assicurare, tramite le strutture amministrative e tecniche regionali. il supporto ai Comuni per effettuare in tempi rapidi la valutazione dei danni subiti dagli stessi e dai privati; a richiedere alle autorità competenti che i sopralluoghi della Protezione civile nazionale vengano effettuati nei territori di tutti i Comuni che hanno segnalato alla Prefettura i danni, per poter riconoscere lo stato di emergenza anche nelle zone attualmente escluse dalla delibera del Consiglio dei Ministri del 25 maggio scorso; a valutare la possibilità di concedere contributi finanziari regionali per il ristoro dei danni subiti dagli enti pubblici e dai privati, in particolare dai cittadini (relativamente agli autoveicoli e ai motoveicoli danneggiati) e dalle imprese (relativamente agli autoveicoli ed ai furgoni danneggiati), garantendo sostegni simili a quelli destinati ai privati in occasione dell'alluvione del 15 e 16 settembre 2022 quando la Regione ha stanziato risorse per ristori dei danni ai veicoli dei privati, in quanto questi danneggiamenti erano stati esclusi dalle misure economiche finanziate con i fondi assegnati dalla Protezione Civile nazionale; ad impostare procedure amministrative che garantiscano modalità di erogazione dei contributi ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni più rapide e tempestive rispetto agli iter inerenti l'alluvione del 15 e 16 settembre 2022”. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 352. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 201
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri
“Interventi di politiche sociali a tutela delle persone fragili della nostra regione”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 201 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Questa è una mozione datata gennaio 2022, quasi un anno e mezzo fa, e verte sul tema delle politiche sociali, che riteniamo essere una delle priorità dell’azione amministrativa e legislativa di qualsiasi amministrazione regionale, in particolare della nostra.
Da questo punto di vista consideriamo fondamentali alcuni obiettivi: il sostegno alla non autosufficienza; la riqualificazione e lo sviluppo dell’assistenza domiciliare; il rilancio e la riqualificazione della rete dei servizi territoriali sociali e sanitari; la promozione di interventi contro l’esclusione sociale e per il sostegno delle famiglie in condizione di fragilità.
Preciso che questa mozione non è solo frutto del lavoro mio e degli altri Consiglieri del Partito Democratico, ma su questi temi ci siamo confrontati con operatori ed esperti del settore per elencare una serie di interventi utili al raggiungimento degli obiettivi di cui ho parlato.
Riteniamo che per raggiungere questi obiettivi siano indispensabili alcuni interventi: il trasferimento dei fondi agli Ambiti per l’assistenza domiciliare, che sono utilizzati da tutti i Comuni, reinvestendoli in interventi destinati alla stessa finalità; il finanziamento di misure di promozione dell’invecchiamento attivo; l’attuazione del Piano nazionale per le cronicità; garantire, in presenza di persone con necessità assistenziali importanti, servizi sociali e sanitari a sostegno della domiciliarità integrati tra loro e con centri semi-residenziali e posti di sollievo, oltre ad adeguati contributi economici; il ripristino di un adeguato finanziamento regionale a favore degli Ambiti territoriali sociali, finalizzato ad affrontare l’emergenza della povertà estrema, di cui abbiamo parlato prima; il potenziamento, in termini quantitativi e organizzativi, di servizi di valutazione e presa in carico in tutte le aree, mi riferisco alla disabilità, alle demenze, alla salute mentale, agli anziani non autosufficienti, ai servizi consultoriali, alle dipendenze patologiche, definendo anche la dotazione minima di funzionamento; la promozione di protocolli di collaborazione tra servizi sociali e sanitari per una efficace presa in carico delle situazioni complesse; il potenziamento della dotazione di personale dei consultori, della salute mentale, delle Umee e delle Umea, delle Unità valutative per gli anziani non autosufficienti e persone con demenza, delle dipendenze patologiche; garantire, incrementando la dotazione agli Ambiti territoriali sociali, il fondo indistinto, che permetterebbe di rispondere a quei bisogni del territorio che non possono essere canalizzati in finanziamenti già esistenti.
Questi sono gli obiettivi e questi gli interventi che chiediamo di attivare per dare risposta alle persone che si trovano in condizione di massima fragilità e grande debolezza nella nostra regione.
Credo che sia una mozione ampiamente condivisibile e mi auguro che da questo punto di vista possa trovare l’unanimità dei consensi di quest’Aula. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. La mozione contiene indicazioni fortemente condivisibili. Capisco che il ruolo dell’opposizione è quello di cercare di stimolare, di aiutare. Per esempio, se diciamo di migliorare il trasporto pubblico locale moltiplicando le corse, chi può dire di no, ma poi deve essere inserito in un contesto. Se diciamo di migliorare i servizi antincendio, chi dice di no, non penso che ci possa essere qualcuno minimamente presente con la mente che possa dire che il servizio antincendio non debba essere migliorato.
Qui abbiamo una serie di cose di cui sono profondamente convinto, su questo non c’è dubbio, poi l’affermazione astratta e generica deve essere inserita in un contesto, che è quello del Piano sanitario regionale e delle indicazioni strategiche che vengono date alle Aziende territoriali, ospedaliere, in questo caso soprattutto alle territoriali e al socio-sanitario, cioè agli Ambiti territoriali sociali, in collegamento con il sanitario, che devono essere ovviamente integrati. Diciamo che tutto insieme è un unicum perché la persona che dobbiamo curare fa un suo percorso, che magari inizialmente è ospedaliero, poi ci sono le cure semi-intensive e successivamente il territorio, oppure una struttura protetta a seconda della modulazione.
Io mi rimetto al parere dell’Assessore, nel senso che queste sono indicazioni di massima assolutamente condivisibili, ma devono essere calate nel Piano sanitario regionale che spero la prossima settimana …. Il Presidente della IV Commissione deciderà quando metterlo all’ordine del giorno, faremo insieme un calendario con l’assegnazione dei relatori e tutto il resto e di queste cose ne parleremo.
Se l’Assessore ritiene che possiamo accoglierla io non solo non ho nessuna ostilità, anzi mi sentirei di dire che qualcosa è stato saltato, che potrei integrare, ma non è il momento di dirlo. Se l’Assessore ritiene questo un auspicio noi daremo un voto favorevole, se invece reputa che non sia opportuno perché da domani siamo nella discussione del Piano socio-sanitario, con tutte le procedure previste dal nostro Regolamento, mi fermo qui e aspetto la valutazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Condivido le parole del Consigliere Ciccioli, le argomentazioni esposte dal Consigliere Mastrovincenzo sono condivisibili su problematiche esistenti e sulle quali sappiamo che c’è una forte attenzione da parte della Giunta e dell’Assessore Saltamartini, anche dalla stessa Commissione sanità, che ho la fortuna di presiedere. E sì, già da domani inizieremo le prime fasi del Piano socio-sanitario, ci saranno le interlocuzioni con tutti gli stakeholders, i soggetti coinvolti. Ritengo che sarà anche necessario scaricare a terra i buoni propositi dei nuovi Direttori generali, che sono stati nominati. La figura del Direttore di integrazione socio-sanitaria sarà fondamentale per cercare di colmare questo gap e mettere in sicurezza tematiche come queste in cui sicuramente ci sono delle situazioni da mettere a posto.
Quindi, ci rifacciamo alla dichiarazione del nostro Assessore per poter decidere il da farsi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. I temi contenuti in questa mozione non sono altro che l’attuazione di principi costituzionali, in particolare l’articolo 3, comma 2, per cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli per garantire il principio di uguaglianza.
Sappiamo perfettamente che tutto lo stato sociale, il welfare delineato in Costituzione richiede che i servizi siano finanziati e sappiamo perfettamente che il finanziamento del servizio sanitario e dei servizi sociali dipende in gran parte dalla disponibilità finanziaria del nostro Paese e dai limiti che la spesa pubblica riscontra in un Paese fortemente indebitato. Sappiamo pure che in relazione alle conseguenze devastanti che si sono verificate non solo sul piano sanitario, ma anche sul piano sociale con la pandemia da Covid 19, l’Unione europea ha autorizzato il nostro Paese a spendere oltre 200 milioni con il famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza proprio perché l’Italia è stata una delle nazioni del sud d’Europa più colpite dall’emergenza pandemica. Quindi, nessuno è contrario a potenziare, integrare, moltiplicare, finanziare, dare attuazione, garantire, ripristinare un adeguato finanziamento regionale, potenziare in termini quantitativi ed organizzativi, promuovere protocolli e così via, per cui diciamo che questa mozione auspicabilmente tiene conto di finalità che sono da tempo descritte in Costituzione.
L’altra questione riguarda il fatto che i servizi sociali sono in gran parte finanziati dal Fondo nazionale, la Regione ha una competenza residuale sui servizi sociali e l’applicazione dei servizi sociali ed il loro finanziamento sono garantiti dagli Ambiti territoriali sociali, quindi c’è un’integrazione tra le funzioni degli enti locali e gli interventi statali, soprattutto c’è l’esigenza di armonizzare questi interventi, che devono tener conto anche dei vari organismi in cui si esprimono le persone che si trovano in questo tipo di condizione, per esempio la Consulta della disabilità, prevista dalle numerose leggi regionali ed anche da quelle nazionali.
Tenuto conto di tutto questo la Giunta non può che accogliere questa mozione in quanto è espressione non di provvedimenti concreti e determinati, ma di una politica generale di sostegno alle persone che hanno più bisogno, ripeto, in attuazione dei principi costituzionali perché le democrazie occidentali sono cresciute sui principi del welfare e sull’attuazione del principio di uguaglianza.
Mi sento in linea con i principi contenuti in questa mozione e penso di esprimere in questo senso l’assenso della Giunta regionale all’approvazione di questa mozione anche da parte della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Per dire grazie all’Assessore Saltamartini del suo intervento, in quanto ha affrontato con una postura istituzionale, debbo dire onesta intellettualmente, la presentazione della mozione.
Mi hanno francamente sorpreso le risposte del Consigliere Ciccioli e del Presidente Baiocchi. Giustificare il voto contrario con il semplice fatto che dopodomani cominceremo la discussione sul Piano socio-sanitario francamente è poco convincente, perché, come è capitato con il Consigliere Biancani, si dice: “Non possiamo votare la mozione che voi presentate perché abbiamo già fatto tutto”, come se il voto del Consiglio regionale fosse assorbito, anzi, direi, annullato dall’attività dell’esecutivo. Invece dico che sarebbe stata una buona cosa approvare, perché si sarebbero rafforzate le buone scelte che la Giunta in questo caso …, non ho seguito analiticamente, ma le parole del Consigliere Biancani sono state puntuali. Quindi si dice non vi votiamo perché abbiamo già fatto tutto, quando in realtà c’è un tema che peraltro supera i ragionamenti di parte.
In questo passaggio ribadisco e riconosco all’Assessore Saltamartini la puntualità delle sue parole, poi le ulteriori osservazioni del Consigliere Ciccioli che alla fine ha detto “io ne aggiungerei altre”, sì, forse sì, però credo che il contributo, in questo caso del Consigliere Mastrovincenzo e dell’intero gruppo consiliare, sia quello di individuare, isolare, in senso positivo, alcuni elementi che potrebbero essere ritenuti più efficaci rispetto alle risposte che abbiamo il compito di dare e potrebbe essere - spero che le indicazioni dell’Assessore siano seguite – un rafforzativo, un contributo, un segnale rispetto all’attività del Consiglio.
Ecco perché, senza entrare particolarmente nel merito, è evidente che ci possono essere situazioni successive o integrative, ritengo che sia una buona cosa votare la mozione.
L’altra considerazione a titolo argomentativo, mi pare che ne parlammo addirittura in una delle prime Commissioni sanità quando l’allora dirigente ci riferì l’entità complessiva del fondo che la Regione utilizza grazie agli interventi nazionali e su questo, anche per le esperienze degli ultimi due anni e anche grazie alle risorse regionali, mi viene da fare una domanda: non so se arriveremo al Piano socio-sanitario, ma come può essere ripensato il welfare regionale? Credo che sia una domanda più che legittima che ci dobbiamo porre perché se crediamo che il welfare, quindi che il sistema delle relazioni sociali, debba restare aderente e cucito a quello che in realtà è un sistema vecchio …, ricordo a tutti che il sistema dei servizi sociali è figlio di un tempo diverso. Oggi siamo in una fase completamente distinta e mi viene da dire, prima di tutto a me stesso o a chi ha orecchie per ascoltare, che il coraggio di un governo regionale passa anche attraverso il ripensamento complessivo, la priorità complessiva rispetto alle risorse e direi anche agli obiettivi che ci siamo dati.
Stavolta in positivo cito la Consigliera Menghi, più volte in Commissione ci siamo detti se non sia più logico ripensare le risposte regionali con le risorse, i bisogni in rapporto alle risorse stesse, pensando che non si può rispondere a tutto e a tutti e cercando di aprire un confronto chiaro e leale, tutto ciò alla luce anche del ripensamento complessivo del sistema socio-sanitario perché mi capita di dire, quando ci sono confronti, che il Pnrr ha modificato, ha rivoluzionato l’approccio necessario rispetto alla questione socio-sanitaria.
C’è una quesitone culturale, c’è una questione relativa al personale, ci sono questioni che ci interrogano e che quasi istintivamente ci portano a dire: “Non ce ne occupiamo perché occorre lavorare, occorre approfondire, occorre avere il coraggio di cambiare”.
Ecco perché mi pare che l’apertura chiara dell’Assessore Saltamartini su questo tema vada apprezzata, quindi, nell’affermare che voterò favorevolmente la mozione, auspico che su tutto questo arrivi anche il voto favorevole della maggioranza. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Era semplicemente per dire che anche come dichiarazione di voto la Lega è d’accordo con questa mozione, che tocca dei temi sensibili della nostra società, legati in maniera particolare all’invecchiamento della popolazione, che io vivo e vedo giornalmente. Quando si parla di aumento, di potenziare il sostegno alla non autosufficienza, di aumentare i fondi trasferiti agli Ambiti, al fondo indistinto, quando si parla di invecchiamento attivo, di cronicità, di domiciliarità, di povertà estrema, di demenza, di salute mentale, di dipendenze patologiche, non si può che essere d’accordo perché nella nostra società sempre di più aumentano i numeri in tutti questi settori, compresi quelli che lei giustamente ha richiamato nella sua mozione, potenziando quel personale che lavora su tutte queste criticità socio-sanitarie nazionali che sono in terribile aumento. Quindi, non si può non essere d’accordo.
Anche l’Assessore Saltamartini ha toccato questo punto, solo che qui necessita sempre di più un intervento economico, in questo Paese, che passi anche attraverso una politica nazionale e conseguentemente anche regionale di maggiori investimenti su questo che è un tema di tipo socio-sanitario. E’ talmente sanitario, quindi inevitabilmente sociale, per cui devono essere previsti in futuro maggiori investimenti per questi settori strategici della nostra società che dimostrano anche la civiltà della società stessa. Grazie.
Presiede il Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Non ci sono altri inteventi.
Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Solo per dire che apprezziamo la posizione espressa dall’Assessore ed anche dai rappresentanti della maggioranza che sono intervenuti e sottolineare che è vero che è una mozione che enuncia principi che si rifanno alla Costituzione, ma è anche vero che è una mozione, l’ha detto bene il Consigliere Cancellieri, molto concreta ed operativa perché rispetto a questi obiettivi ed agli interventi occorrono investimenti e su questo chiediamo alla Giunta nei prossimi provvedimenti di metterci mano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Su valutazione dell’Assessore Saltamartini noi voteremo questa mozione perché riteniamo che siano cose condivisibili. E’ un appello a cose vere, ovviamente non basta fare gli auspici, bisogna poi tradurli in fatti operativi.
Questa è la riserva che ho esposto nel mio intervento, cioè quanto serve fare una mozione delle intenzioni e degli affetti? Non lo so, detto questo però, siccome è opportuno fare la mozione delle intenzioni, soprattutto delle buone intenzioni, noi valuteremo tutti questi contenuti nelle decisioni che andremo a prendere.
Siamo in uno snodo particolarmente importante della sanità regionale, finalmente usciti dal Covid e dall’emergenza, ma non siamo nella normalità perché il Covid ha lasciato uno strascico, un seguito non solo dal punto di vista clinico in quanto i postumi del Covid li stiamo vedendo in tutti i pazienti fragili, in tutte le casistiche che una volta avevano evoluzioni diverse e più favorevoli ed anche nell’organizzazione sanitaria.
L’aumento preoccupante delle liste di attesa non solo è dovuto alla carenza assoluta e indistinta in tutte le Regioni italiane di personale sanitario, non solo al tetto di spesa, ma anche a ciò che è accaduto in due anni di elusione di tutte le prestazioni sanitarie che potevano attendere, quelle programmate che potevano attendere e che comunque non avevano complicazioni gravi, ma che nel tempo problemi ne danno.
Il contenuto è ineccepibile, l’utilizzo del contenuto diventa il tema e su questo noi oggi votiamo, poi da domani con il Piano socio-sanitario e l’attivazione, finalmente, delle nuove Aziende sanitarie territoriali …, anche qui, in seguito a quello che è accaduto non è stato pubblicato l’Albo dei direttori, con il vecchio Governo Draghi da parte del Ministro della salute, addirittura è stato rinviato anche il passaggio dei poteri, è stata fatta una forzatura per poter pubblicare a dicembre il nuovo Albo dei direttori generali, quindi, saltati tutti i cronoprogramma che ci eravamo dati come Regione, colpevolmente, non per noi, ma per chi ha gestito nel passato la sanità regionale e nazionale. A questo punto con difficoltà legate alle circostanze, siamo andati alle nomine dei direttori che da qui alla conclusione del loro contratto, tre anni, potenzialmente devono riuscire a risolvere tutte le criticità che il sistema ha.
La bacchetta magica non ce l’ha nessuno, però il percorso deve dare dei risultati positivi. Come Consigliere di maggioranza pretendo che ci siano risultati positivi da parte delle Aziende: ottimizzazione, miglioramento, soluzione di problemi antichi e antichissimi. Tutto questo speriamo che sia oggetto nei prossimi mesi di gestione della sanità, non ultime le risorse finanziarie di cui dobbiamo beneficiare, perché quello che dovrà rivendicare la Conferenza Stato-Regioni, quindi tutti gli Assessori di centro-destra e di centro-sinistra, sarà una maggiore dotazione da parte dello Stato dei fondi per mantenere i livelli di assistenza, anche qui conflittuale con la gestione del Ministero del tesoro perché chi ha il Tesoro e la spesa pubblica nel suo insieme, non solo quella sanitaria, deve tener conto degli equilibri di bilancio che tra l’altro sono verificati e gestiti a livello sovraistituzionale, a livello europeo, perché anche lì abbiamo un altro tetto che non ...
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Mastrovincenzo perché sensibilmente si era posto la questione e la mozione è del gennaio 2022.
Ora mi rivolgo all’Assessore Saltamartini, mi dispiace che se ne sia andato, sono passati 18 mesi, ma questo atto è molto attuale, è di grande prospettiva perché il Piano socio-sanitario, che verrà portato qui in discussione, anche se è stato già visto nei territori …, ma questo è il tema dei temi perché noi come marchigiani ci troviamo davanti non solo una fragilità dal punto di vista idrogeologico del nostro territorio, lo abbiamo scoperto giorni fa e siamo solidali con i cittadini di Cantiano, di Villa Potenza, di Macerata perché in tutti i territori le Marche si sono viste fragili, ma la fragilità nasce anche da un punto di vista sociale, quindi bene questa mozione.
Il gruppo Rinasci Marche ed io in particolar modo come Presidente del gruppo e Consigliere regionale voterò favorevolmente per l’oggetto “interventi di politiche sociali e tutela delle persone fragili nella regione Marche”.
Qui parliamo di assistenza domiciliare da trasferire ai Comuni, parliamo di finanziare misure rispetto all’invecchiamento attivo, alla cronicità, ai centri residenziali e semiresidenziali, questi temi erano stati posti già in questo consesso con la legge 20 del 2002, che poneva la questione della gestione delle strutture residenziali e semiresidenziali perché noi abbiamo una regione positiva, una delle più belle al mondo, in cui si invecchia molto bene ed i nostri anziani sono molto longevi, ma la gestione sul territorio è fragile perché in alcune strutture occorrono 70/80 euro al giorno, di questo si parla, e se non hai una pensione di 2.500 euro è un problema.
Il Piano socio-sanitario si deve far carico anche di queste fragilità perché le famiglie hanno subìto non solo il caro bollette, ma stanno subendo il peso sociale della gestione dei propri anziani dato che la nostra società si è trasformata da patriarcale - noi eravamo mezzadri, c’era la gestione in house dei propri anziani – a famiglia mononucleare e a questo punto la famiglia non regge più, si deve affidare alle strutture e all’interno di questa mozione si parla di disabilità, di demenza, di anziani non autosufficienti, di dipendenza e di salute mentale.
Votiamo questa mozione, il nostro gruppo la vota favorevolmente, ma mettiamoci una mano sulla coscienza perché da questa Aula devono uscire cose concrete, come chi mi ha preceduto ha sottolineato. Se non ci mettiamo una mano sulla coscienza e non facciamo concretamente una supervisione del Piano mettendoci dalla parte dei fragili noi siamo dei perdenti. Non serve presentare il Piano socio-sanitario a spot nei vari territori, serve la presa in carico delle famiglie, la presa in carico dei territori che va gestita all’interno della Commissione sanità.
Mi rivolgo ai neoeletti Presidente Baiocchi e Vicepresidente Carancini di approfondire questi temi nella Commissione sanità, nella quale potremmo iniziare un approfondimento del Piano socio-sanitario per poi metterlo a terra ufficialmente nei territori. Non è stato molto elegante presentare il Piano socio-sanitario – questi sono i temi della mozione – nei territori in maniera partigiana o dove faceva comodo.
Noi Consiglieri possiamo dare un contributo se veniamo sollecitati e se veniamo messi nelle condizioni di fare politica, di farla seriamente, di farla per il bene comune, il bene comune è un bene, io dico, civico, il bene comune è un bene solidale per i fragili. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 201. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 350
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo
“Contrarietà alla discarica di Riceci a Ponte Armellina, nel Comune di Petriano”
Mozione n. 356
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi
“Contrarietà della Regione Marche nei confronti della Valutazione di Impatto Ambientale in merito al progetto della discarica in località Riceci, nel Comune di Petriano (PU)”
Mozione n. 359
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Richiesta di interpretazione autentica ai fini applicativi di quanto previsto a capitolo 12 del Piano regionale di gestione dei Rifiuti (PRGR)”
Interrogazione n. 803
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Chiarezza sulle intenzioni della Regione in merito al Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale ex articolo 27 bis del D.Lgs. 152/2006, relativo alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sulla proposta di discarica nel Comune di Petriano, località Riceci”
Interrogazione n. 822
ad iniziativa del Consigliere Cancellieri
“Intenzioni della Regione Marche nei confronti della Valutazione di Impatto Ambientale in merito al progetto della discarica in località Riceci, nel Comune di Petriano (PU)”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 350 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti e Mastrovincenzo, la mozione n. 356 dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi, la mozione n. 359 della Consigliera Ruggeri, l’interrogazione n. 803 della Consigliera Ruggeri e l’interrogazione n. 822 del Consigliere Cancellieri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Partiamo dall’interrogazione della Consigliera Ruggeri, che rispetto alle varie richieste chiede “se il Presidente della Giunta è consapevole della normativa nazionale vigente riguardante l’insediamento di questo tipo di impianti”.
Certo che siamo consapevoli, è una normativa che viene regolarmente rispettata dalla Regione Marche nei vari pareri, ma in questo caso, ad esempio, i pareri non vengono dati dalla Regione Marche e la Conferenza dei servizi per questo tipo di attività viene portata avanti dalla Provincia di Pesaro-Urbino.
Per quanto riguarda la legge regionale che regola questo tipo di attività ho ribadito qui ultimamente, lo ribadisco oggi, che c’è una normativa che prevede che quel tipo di accatastamento di rifiuti debba avvenire a 2.000 metri dai centri abitati, quindi ovviamente ribadiamo questa linea.
Altra domanda: “se non ritenga purtroppo illusorie le rassicurazioni sull’inammissibilità del progetto di discarica”.
Non sono illusorie, nel senso che noi siamo a ribadire quanto le normative consentono e prevedono. Non sono affatto illusorie perché le discariche per i rifiuti urbani o assimilabili agli urbani si prevedono a 500 metri dai centri abitati, devono essere previste nel Piano provinciale dei rifiuti ed eventuali rifiuti urbani provenienti da fuori provincia o addirittura da fuori regione devono essere autorizzati da accordi interprovinciali o interregionali. Nulla di tutto questo è sul tavolo per quel che riguarda quel tipo di attività, che oggi prevede abbancamenti risalenti a richieste che non rientrano nei 500 metri, ma bensì nei 2.000 metri, anche se su questo c'è un dribbling che in qualche modo provano ad avallare.
Ripeto, delle due l’una, se è vero, come sostiene l'azienda promotrice e richiedente, che sono rifiuti urbani assimilabili, allora la discarica deve essere prevista nel Piano provinciale dei rifiuti, ma se non è prevista nel Piano provinciale dei rifiuti vuol dire che non sono rifiuti urbani assimilabili, ma sono rifiuti speciali assimilabili agli urbani prodotti dalle imprese, quindi devono essere a 2.000 metri di distanza.
Per l’altra questione: “se concorda con l’interpretazione in merito alla classificazione dei rifiuti”, è un po' quello che ho appena detto, è un gioco un po' furbesco che ha messo in campo l'azienda promotrice, legittimamente dal suo punto di vista. Su questo sono già intervenuto sulla domanda precedente e ribadisco questa cosa.
Altra domanda: “se non ritiene che la maggior parte dei rifiuti che si prevede di abbancare nella discarica di Riceci, secondo il progetto presentato dalla ditta Aurora, sia effettivamente classificabile come rifiuto urbano”. La discarica non può essere considerata una discarica di rifiuti speciali. Le sue domande ruotano, ma la risposta è sempre la stessa, se è l’una non è l’altra, se è l’altra non può essere l’una e di conseguenza ho già risposto.
“Come intende contrastare l’attuazione del progetto di discarica di Riceci nel Comune di Petriano”. Intanto partiamo dal presupposto, su questo poi ci torneremo anche nelle mozioni, che la Regione non è investita di queste autorizzazioni, l'autorizzazione per questo tipo di attività viene portata avanti dalle Province, tramite la Conferenza dei servizi, a cui partecipa la Regione, come oggi, nella quale ha dato un parere solo per quel che riguarda il dissesto idrogeologico. E’ il Genio civile che fino ad oggi ha dato un parere su questo tipo di attività, ma noi non siamo stati chiamati in causa dalla Provincia su pareri di altro tipo: se va bene o non va bene una discarica per quel che riguarda la tipologia di rifiuti, eccetera.
Tutto è in capo alla Provincia e noi come Genio civile - riguarda sempre il mio Assessorato - abbiamo dato un parere molto critico sulla localizzazione perché è una zona interessata dal dissesto idrogeologico, da aree boschive ed anche da una ex discarica sulla quale occorrerà fare degli approfondimenti. Lì c’è la vecchia discarica del Comune di Petriano risalente a tanti anni fa, che andrebbe interessata da un potenziale ed eventuale risanamento prima di fare possibili nuove tipologie di interventi.
Questo abbiamo scritto e detto come parere del Genio civile, non siamo nella Conferenza dei servizi come Regione Marche perché ad oggi non siamo chiamati a quella Conferenza dei servizi dalla Provincia di Pesaro Urbino, se poi si svilupperanno ulteriori fasi di cui saremo investiti, non andremo a fare altro che a ribadire le cose che ho appena detto: che i rifiuti speciali o comunque assimilabili agli urbani provenienti da imprese e da aziende non possono andare in quel sito perché quel sito è all’interno dei 2.000 metri dal centro abitato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Ringrazio l’Assessore, però penso che la Regione non possa lavarsene le mani anche perché i funzionari partecipano alla Conferenza dei servizi e questo è emerso anche con quanto è successo per il biodigestore.
In quest’Aula il 22 febbraio abbiamo votato una mozione che esprimeva la nostra contrarietà alla realizzazione e all’esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico-aerobico nel Comune di Terre Roveresche e nel Comune di Vallefoglia e guarda caso la Conferenza dei servizi ha dato parere favorevole perché i tecnici non rispettano le nostre mozioni, ma i regolamenti e le leggi. Qui il punto è molto sensibile.
Concordo con l'Assessore che mi dice delle due l’una, però bisogna che queste cose le dicano nero su bianco e le mettano per iscritto i tecnici perché poi sono loro ad andare a rappresentare la Regione.
Sinceramente mi sento rassicurata dal fatto che l'Assessore per l'ennesima volta dice di essere contrario a questo impianto, ma non sono rassicurata per niente perché vorrei degli atti con i quali la Regione si mette al riparo dalla possibilità che un tecnico possa dire: “Non ci sono problemi di sorta per cui l’impianto può andare avanti e la discarica si può fare dato che rispetta le leggi”. C'è quel vulnus all'interno del nostro PRGR perché l’abbiamo fatto prima della direttiva europea, lì non se ne parla, per cui è discrezionale l'applicazione, Assessore. Su questo punto lei dice di no, però, visto che dice di no, lo vogliamo mettere nero su bianco con una interpretazione autentica, come abbiamo già fatto per un'altra questione che riguardava l’ampliamento della discarica di Relluce? Qui si tratterebbe di una definizione dei rifiuti, come dice lei, urbani o speciali, ma indipendentemente da come sono vanno trattati e ubicati a distanze differenti rispetto a quello che c’è scritto nel nostro Piano dei rifiuti.
Per il momento mi fermo qui, Assessore, dopo interverrò per la presentazione della mozione e la prego di ascoltarmi senza pregiudizio alcuno perché da parte mia non c’è voglia di fare polemica, ma semplicemente di svolgere il mio ruolo nel migliore dei modi, cioè provare a capire insieme come effettivamente, concretamente, si possa fermare questa discarica. Non basta dire che non la vogliamo, dobbiamo cambiare tutti quei regolamenti, e lo possiamo fare insieme.
Mi rivolgo soprattutto ai Consiglieri di maggioranza perché anche una mozione di questo tipo recentemente è stata bocciata, e secondo me è stato un errore, mi riferisco a quella presentata a novembre e discussa a febbraio con la quale chiedevo di aumentare la distanza dai centri abitati, purtroppo era sorta una bella polemica con il Consigliere Serfilippi. E’ risultato poi che quella mozione non sarebbe stata risolutiva perché dopo hanno presentato il progetto in Provincia, lo hanno presentato ad aprile ed io all’epoca non lo sapevo, ho provato a mettere in campo una iniziativa che andasse ad incidere sulla carne viva di quello che noi concretamente possiamo fare, ma lì c’è stata una grossa chiusura. Mi auguro di non ritrovarla anche oggi perché forse ci potrebbe mettere finalmente al riparo e dire che anche la Regione ha fatto tutto quello che poteva fare.
Qui abbiamo bisogno dell'Assessore perché noi Consiglieri possiamo arrivare, come abbiamo detto prima, fino ad un certo punto, è l'esecutivo che se vuole va avanti. Dopo ci ritorno su e cercherò di essere ancora più chiara Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Solo per dire che abbiamo presentato delle mozioni che sono assolutamente simili all’interrogazione, quindi il mio intervento lo farò in seno alla mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ho presentato questa mozione il 28 aprile chiedendo al Presidente Acquaroli ed a tutta la Giunta di manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della discarica nel Comune di Petriano, tutelando così la collina di Riceci a Ponte Armellina, esprimendo un no categorico ad un progetto di maxi discarica che occuperebbe 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi.
E’ un no ad un progetto che non rispetta soprattutto la nostra cultura, il nostro ambiente perché, lo ricordo, quest’area è vicina ad un’area protetta di Natura 2.000 e fa parte della zona del maxi distretto del biologico, che questa Giunta regionale vuole promuovere per cui ha concesso 50 mila euro nella tabella E al Comune di Urbino per promuovere il distretto del biologico, ma non fa nulla per bloccare il progetto della maxi discarica.
Non rispetta la cultura e la storia del nostro paesaggio perché Urbino è capitale Unesco e la discarica sorgerebbe a due passi dalla città ducale, non rispetta nemmeno la storia di tutto questo territorio perché il Comune di Urbino confina con quello di Petriano, che sta facendo di tutto per avallare e sostenere il progetto della discarica.
Questa mozione chiede a tutti finalmente di uscire dall’ambiguità, di esprimere la propria contrarietà perché alle parole seguano i fatti, dopo un anno in cui le azioni politiche non sono coincise esattamente con le dichiarazioni sui giornali, sui media. Tutti sembravano contrari, ma nei fatti non si è fatto esattamente nulla.
Voglio ricordare a quest’Aula il perché. L’Assessore all’ambiente aveva dichiarato un anno fa che avrebbe redatto il nuovo Piano di gestione dei rifiuti, l’aveva dichiarato appena insediato, eppure dopo due anni e mezzo abbiamo ancora il Piano regionale gestione rifiuti del 2015, nonostante le direttive dell’Unione europea abbiano più volte esplicitato tutte le Regioni italiane a modificarlo e ad adeguarlo.
Si tratta di un Piano che in questi due anni ha lasciato campo libero ai privati in una vera e propria giungla di richieste, tra cui quella della stessa Azienda Sanmarinese che già aveva avviato trattative per una discarica tra Montegrimano e Macerata Feltria ed in quest’Aula con una mozione eravamo tutti intervenuti esprimendo contrarietà.
Non è servita evidentemente, nemmeno quella aveva messo la Giunta regionale di fronte all’urgenza di intervenire con il Piano regionale di gestione dei rifiuti per mettere un freno a queste richieste, anzi, il 22 febbraio 2022 l’Assessore all’ambiente aveva imposto a quest’Aula l’interpretazione autentica del Piano regionale gestione dei rifiuti, dei capitoli 12 e 13, e noi come Partito Democratico, voglio ricordarlo, ci eravamo battuti lottando contro questo atto, tanto che alcuni miei colleghi avevano chiesto all’Assessore di intervenire con il Piano gestione dicendo che se un atto amministrativo non è puntuale è indispensabile aggiornarlo.
Non è bastato perché si è andati avanti con quell’atto che impone 2.000 metri di distanza dai centri abitati per gli impianti di smaltimento rifiuti, ma consente una deroga nei capitoli 12 e 13, per cui si può scendere a 500 metri di distanza dai centri abitati se i rifiuti smaltiti non sono speciali, ma sono rifiuti urbani.
Ed è proprio per questa piccola clausola che tutto il paese, il borgo, il centro di Gallo di Petriano, rimane letteralmente impiccato perché con questa clausola può essere autorizzato l’impianto.
Non solo, poco dopo, nel maggio 2022, iniziarono sui social i primi sospetti su un progetto di maxi discarica, ma il Sindaco del Comune di Petriano parlava di “inutile allarmismo” a cui si affiancavano tutti gli esponenti della sua area politica.
L’ho seguito per un anno, il 21 febbraio 2023 è arrivata in Aula una mozione, per cui ringrazio la Consigliera Ruggeri ed il Movimento 5 Stelle, che chiedeva in modo lungimirante addirittura di aumentare la distanza di rispetto di 2.000 metri dai centri abitati, come mai la maggioranza di questa Regione era contraria? Come mai la maggioranza di questa Regione ed in particolare l’Assessore all’ambiente si era espresso contro questa mozione invece di votare a favore?
Vorrei ricordare le dichiarazioni registrate in quest’Aula dall’Assessore all’ambiente: “Ho partecipato ad una assemblea a Petriano, ho detto che c’è una legge regionale che consente l’installazione di nuovi siti per discariche di rifiuti speciali non pericolosi purché siano ad almeno 2.000 metri dai centri abitati, Per quel che mi riguarda oggi non c’è motivo per modificare questa normativa anche perché stiamo rivisitando il Piano regionale gestione rifiuti – sottolineo che un anno fa lo stavano già rivisitando – e ci saranno novità”. E’ passato un anno e nessuno lo ha rivisitato. Poi lo stesso Assessore all’ambiente aggiungeva: “Però va ricordato che nelle regioni limitrofe il limite è di 500 metri – come se fosse un buon esempio quello delle regioni vicine in questo caso – e mi sembra fuori luogo votare una mozione che ci impegna ad allontanare ulteriormente gli impianti dai centri abitati. La norma dei 2.000 metri impedisce ad oggi l’insediamento di questa nuova discarica perché è a meno di 2.000 metri dal centro abitato, quindi, non vedo perché dovremmo cambiarla”. In effetti il progetto di maxi discarica è a circa 980 metri da centro abitato.
Vorrei ricordare perché avrebbe dovuto cambiarla, lo ricordo all’Assessore all’ambiente ed a tutta l’Aula, il suddetto progetto potrebbe essere ora dichiarato ammissibile proprio a causa di quella deroga inserita nel Piano regionale di gestione rifiuti in ragione della controversa definizione della natura di oltre la metà dei rifiuti che si prevede di abbancare nella discarca a Gallo di Petriano, che la ditta proponente considera come urbani non pericolosi, invece che speciali non pericolosi, inclusi quelli derivanti da attività di trattamento e recupero da raccolta differenziata.
Proprio per questa deroga, nella collina in cui passeggiava Dustin Hoffman qualche anno fa promuovendo la regione Marche come una delle regioni più belle al mondo, in cui si vedevano in lontananza i torricini di Palazzo ducale, le sponde delle colline marchigiane, su cui la Giunta regionale non è intervenuta affatto, rischiamo di avere una discarica da 5.000 metri cubi di rifiuti, con camion che se messi in fila coprirebbero una distanza che va dal paese di Gallo di Petriano fino a Trento. Eppure ad oggi la Regione continua a dire di non avere nessuna responsabilità al riguardo.
Mi pongo però le stesse domande che si pongono tutti gli uomini e le donne della strada, dopo aver letto ciò che è apparso sulla stampa, pile e pile di articoli, per citare solo le ultime dichiarazioni dell’imprenditore titolare della Cartiera Ciacci di San Marino che detiene il 60% di azioni della società Aurora, che ha presentato il progetto, il quale il 4 giugno ha dichiarato: “La discarica si farà oppure qualcuno pagherà. Io sono stato contattato a San Marino da un politico che ha bussato alla mia porta.” L’imprenditore risponderà delle sue dichiarazioni, ma io mi chiedo: chi conosce i terreni di Riceci a Petriano così bene da andare a proporli ad un imprenditore di San Marino, dicendogli quali potrebbero essere in vendita e addirittura mettendolo in contatto con 4/5 imprenditori della zona, facendo offerte nella zona, in un Comune che era a guida di un Sindaco della stessa area politica, tra l’altro, sarà una casualità, dell’Assessore Aguzzi? Stessa area politica del Sindaco del Comune vicino che sostiene il progetto, perché il Sindaco di Urbino non ha mai nascosto fino ad oggi di sostenere il progetto, tanto è vero che è stato uno dei promotori, finché non ha provato a scaricare la responsabilità su altri.
Ora, al di là delle responsabilità, mi auguro che alle tante dichiarazioni di contrarietà seguano finalmente anche i fatti con delle azioni concrete, che quest’Aula dica no, ma soprattutto che l’Assessore intervenga con il Piano regionale di gestione dei rifiuti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Vorrei capire come funziona, nel senso: facciamo rispondere all’Assessore poi io illustro la mia mozione?
PRESIDENTE. No, le mozioni vengono esposte dai firmatari, la Consigliera Vitri ha esposto quella che la vede come prima firmataria, lei è l’altro primo firmatario, quindi può intervenire per illustrare la mozione, dopodiché si apre la discussione ed alla fine avrete il diritto di replica.
Giorgio CANCELLIERI. Quindi posso esporre la mozione in questa fase.
Vorrei dire alla Consigliera Vitri che io e il gruppo Lega, che in questo momento rappresento con questa mozione, siamo assolutamente contrari rispetto a questo progetto e all’insediamento a Riceci.
Tra l’altro sono andato a vedere a Riceci, fisicamente, il posto dove qualcuno vorrebbe costruire la discarica e ho preso atto che qualcuno con un po' di fantasia potrebbe aver pensato che quello fosse il sito giusto.
Ricordo che agli inizi degli anni ’90, più o meno in quelle aree, la Regione aveva individuato un sito adatto per costruire una discarica, poi la graduatoria fatta dalla Regione Marche in realtà fu cambiata dietro le proteste dell'amministrazione comunale di quegli anni, che presero corpo anche con delle istanze che dimostrarono che tecnicamente quel sito non era adatto, quindi dal primo posto fu portato al ventesimo posto, così la discarica fu costruita a Ca’ Asprete. Questa è la storia, erano stati individuati tre siti, uno era Ca’ Asprete, uno era questo ed un altro più o meno nel territorio di Tavullia. Alla fine si decise per Ca’ Asprete ed il sito di Gallo Petriano fu cassato e portato al ventesimo posto nella graduatoria che la Regione aveva fatto sulla base del lavoro che avevano fatto i tecnici per individuare nella provincia di Pesaro i siti più adatti per costruire discariche.
Tornando a noi, devo dire che la ditta Aurora ha depositato questo progetto in Provincia, la quale ha avviato il procedimento amministrativo in data 20 aprile. E’ il progetto di una discarica enorme, 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi su una superficie di 116 mila metri quadri. Viene investita una superficie di questa portata, un intervento che arriverà ad interessare più del doppio dei metri quadri, 268 mila metri quadri, e nell'arco di 25 anni andranno conferite in questa discarica circa 200 mila tonnellate all'anno per 25 anni. 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, è un bel colpo.
Noi abbiamo già avuto esperienze di discariche, nel mio territorio la discarica di Ca’ Luccio, per la quale ho avuto dei vantaggi in termini politici-amministrativi, ma anche tante beghe, tanti problemi e anche un po' di svantaggi che si sono manifestati anche ultimamente. Ho portato qui un’interrogazione che riguardava quella discarica insieme alla Consigliera Ruggeri.
Questa discarica sarebbe cinque volte più grande di quella di Ca’ Luccio, il doppio rispetto a quella di Ca’ Asprete.
Il collocamento dell'impianto è a meno di 1.000 metri dal centro abitato, come ha detto la Consigliera Vitri, quindi non è nel limite dei 2 chilometri.
E’ il secondo caso che viene presentato nella nostra provincia, dopo quello di Macerata Feltria e Montegrimano. Il Comune è piccolo, 2.700 abitanti, dista 10 chilometri dalla città più importante del nostro territorio, che è la città ducale di Urbino, 20 chilometri da Pesaro e richiede, proprio perché piccolo, una tutela ed un'attenzione particolare, in quanto la discarica potrebbe favorire lo spopolamento di un Comune già così piccolo.
Nel Comune di Petriano ci sono le Terme di Raffaello, che danno dei servizi da tantissimo tempo alla nostra comunità ed attualmente è l’unico stabilimento termale accreditato che funziona, al quale noi medici di base afferiamo molto conferendo i pazienti. E’ l’unico stabilimento termale del territorio.
Nei Comuni di Urbino e a Montecalvo in Foglia c’è, ad una distanza inferiore a 1.000 metri dal sito interessato dal progetto, l’area denominata Natura 2.000, che comporta tutta una serie di vincoli.
Il territorio di Riceci ha un'alta valenza ambientale e agricola, ha un paesaggio da tutelare e questa valenza ambientale, agricola e questo paesaggio sono già previsti negli strumenti urbanistici del Comune stesso.
Attualmente non ci sono infrastrutture capaci di supportare un simile carico che dovrà essere lavorato. Non c'è una rete viaria adeguata, bisognerebbe rifare anche quella e questo genererebbe un altro impatto ambientale enorme, bestiale su quel territorio perché la rete viaria di adesso non è assolutamente all’altezza di poter servire una discarica di quella portata, quindi l’impatto ambientale avverrebbe in due modi: la discarica e tutta la rete viaria che si creerebbe intorno.
Non vi dico l'allarmismo e l'agitazione che c'è nella popolazione residente, ma è assolutamente giustificato, ho ricevuto tante telefonate dalle persone, sono andato sul territorio e devo dire che tanta gente è molto preoccupata.
Il Comune di Petriano ha approvato due ordini del giorno, uno mi pare ad ottobre 2022 e uno ad aprile 2023, in cui esprime la propria totale contrarietà alla realizzazione della discarica. Tra l’altro il Piano regolatore generale del Comune di Petriano prevede dei vincoli per rischio frane, a questo si riferiva l'Assessore Aguzzi, il rispetto dei corsi d'acqua, la tutela dei versanti integrali, la tutela specifica dei crinali, la tutela specifica della strada panoramica. Ci sono una serie di vincoli che sono dentro il Piano regolatore del Comune di Petriano da rimuovere, quindi, anche questo è un fatto tecnico importante. Qui ci vogliono, secondo me, due posizioni: una politica chiara, e ovviamente da parte nostra la totale contrarietà all’insediamento della discarica, l’altra relativa alle motivazioni di tipo tecnico-giuridico per le quali ci si può opporre alla discarica. Si deve camminare in due direzioni: la politica e la questione tecnica, che dia risposte anche da un punto di vista giuridico per impedire la costruzione dell’impianto.
Con questa mozione vorremmo che la Giunta si impegnasse ad esprimere contrarietà alla realizzazione della discarica e si attivasse presso tutti i soggetti pubblici coinvolti, abbiamo visto che non c'+è soltanto la Provincia, ma anche il Cda di Presidenza e il Cda di Marche Multiservizi, affinché venga nuovamente analizzato il progetto dal punto di vista tecnico ed ambientale, considerando l'opportunità di farlo ritirare, anche perché obsoleto, ancora pensiamo alle discariche, quando invece si dovrebbe pensare al potenziamento della raccolta differenziata, a ridurre gli imballaggi di plastica, a costruire altre forme di smaltimento del rifiuto, pensare ad altre forme di raccolta e smaltimento dei rifiuti, questo è l’auspicio di tutto il gruppo Lega, poi il Consigliere Serfilippi, che è il Presidente della Commissione ambiente, interverrà in merito.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Queste sono due mozioni molto simili con motivazioni analoghe ed anche molto apprezzabili e condivisibili, tant’è che non avrei problemi a dire che andrebbero sostenute e personalmente avrei anche proposto …
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, Assessore, c’è la terza mozione da illustrare.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Intervengo sull’ordine dei lavori Presidente, siccome le prime due mozioni sono pressoché sovrapponibili, l’Assessore può intervenire quando vuole, se vuole continuare il suo intervento lo faccia pure, dopo presento la mia mozione.
PRESIDENTE. No, facciamo prima l’esposizione, dopo il suo intervento l’Assessore interverrà di nuovo.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Sono assolutamente d’accordo con l’impostazione data dal Consigliere Cancellieri e voterò favorevolmente anche la mozione della Consigliera Vitri.
Qui ci sono due aspetti: uno politico, e va benissimo dire che siamo assolutamente contrari, e uno tecnico, come ho cercato di spiegare prima, quindi se non operiamo anche sull’aspetto tecnico c’è caso che, purtroppo, la questione non venga risolta oggi con l’approvazione delle due mozioni.
Il tema che mi preme sollevare con la presentazione di questa mozione è la sostenibilità delle posizioni politiche che vengono assunte da questa Assemblea legislativa regionale attraverso l'approvazione di atti di indirizzo.
Troppo spesso gli indirizzi politici adottati dall'Assemblea legislativa, con l'approvazione di mozioni e risoluzioni, vengono completamente disattesi dalle posizioni e dai pareri espressi dagli uffici regionali ai fini dell'approvazione dei progetti presentati dai privati nelle sedi istituzionali preposte. Un esempio recente è quanto successo in Provincia di Pesaro e Urbino con i biodigestori anaerobici.
Al di là di come ognuno la possa pensare sulla loro necessità, sul loro dimensionamento rispetto alle esigenze dell'ambito territoriale e sulla loro localizzazione, ricordo che il 22 febbraio 2022 questa Assemblea legislativa ha approvato una mozione dal titolo "Contrarietà alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento integrato anaerobico-aerobico nel Comune di Terre Roveresche e nel Comune di Vallefoglia”, che impegnava la Regione a manifestare contrarietà rispetto alle richieste di autorizzazione dei biodigestori anaerobici, sia quello proposto da Feronia nel Comune di Terre Roveresche, sia quello proposto dalla ditta Green Factory, di proprietà di Marche Multiservizi, nel Comune di Vallefoglia.
Nonostante l'approvazione della suddetta mozione, se non ricordo male addirittura all’unanimità, per entrambi i biodigestori anaerobici la Regione Marche ha dato parere favorevole nella Conferenza dei servizi relativa al rilascio del Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale, aggiungendo che le opere verranno dichiarate di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e che il provvedimento costituisce variante allo strumento urbanistico.
Con questo non voglio assolutamente criticare i funzionari regionali che agiscono secondo le leggi dello Stato e secondo i regolamenti regionali che noi stessi approviamo, ma c'è un tema che evidentemente sfugge: non serve a nulla fare dichiarazioni pubbliche di contrarietà, né approvare mozioni di indirizzo politico, se non siamo conseguenti nel predisporre atti amministrativi coerenti sui quali poi gli uffici dovranno fare riferimento nel rilasciare autorizzazioni e pareri.
In mancanza di questo passaggio, dichiarazioni pubbliche e mozioni diventano un atto di mera comunicazione politica (qualcuno direbbe anche di propaganda), senza portare ad alcun risultato efficace.
Durante la discussione avvenuta a febbraio della mia mozione n. 294 ad oggetto "Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, in particolare riguardo gli impianti per recupero e smaltimento rifiuti", presentata quando già si registrava una persistente e mirata ricerca di terreni agricoli nella zona attorno a Riceci, l'Assessore Aguzzi ha affermato che: “Non serve intervenire sul Piano regionale di gestione dei rifiuti per evitare la realizzazione di questa grande discarica che la società Aurora S.r.l. intende fare in un luogo dal paesaggio incontaminato come Riceci di Petriano perché già con le regole regionali attuali quella discarica non si può fare, in quanto prevista entro i 2.000 metri dal più vicino centro abitato”. Queste furono in sostanza le dichiarazioni dell’Assessore all’epoca. Nonostante ciò, il 20 aprile, a distanza di un paio di mesi, la società sammarinese Aurora, costituita tra il gestore Marche Multiservizi, ed il proprietario della cartiera Ciacci hanno presentato il progetto per la realizzazione della discarica da realizzarsi entro la distanza di 2.000 metri dal centro abitato, in barba alle convinzioni espresse, ahimè, allora dall'Assessore Aguzzi sia in un'assemblea pubblica a Petriano che ripetute in questo Consiglio regionale a febbraio.
Quanto affermato dall’Assessore Aguzzi, infatti, per la ditta proponente Aurora S.r.l. varrebbe solo per le discariche di rifiuti speciali non pericolosi, è questo il nodo, mentre in base alla loro interpretazione del paragrafo 12.8 del vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti, denominato “descrizione dei criteri localizzativi e tipologie di impianto ai quali devono essere applicati”, la discarica sarebbe di rifiuti urbani, quindi la distanza minima dai centri abitati sarebbe solo di 500 metri, questo perché la maggior parte dei rifiuti che si intendono abbancare nella discarica sono rifiuti oggi classificati come "urbani" anche se provenienti da altre fonti rispetto ai rifiuti domestici.
La ditta proponente, infatti, invoca l'applicazione della distanza minima dai centri abitati e funzioni sensibili di soli 500 metri, facendo leva sui nuovi criteri di classificazione dei rifiuti urbani, modificati dal recepimento della direttiva europea n. 851 del 2018 con il decreto legislativo 116 del 2020, in vigore dall’1 gennaio 2021, che modifica l'articolo 183 del Testo Unico Ambientale, classificando come rifiuti urbani gran parte dei rifiuti prodotti dalle attività produttive industriali ed artigianali.
E' per questo che con la mia mozione intendo dare l'occasione all'Assessore Aguzzi di dimostrare che ha ragione lui, chiedendo che sia sottoposta all'Assemblea legislativa regionale un’interpretazione autentica relativa al nocciolo della questione, ovvero come vadano interpretate le disposizioni vigenti del Piano regionale di gestione dei rifiuti in merito alle distanze delle discariche alla luce dei cambiamenti legislativi intervenuti successivamente alla sua approvazione in materia di classificazione dei rifiuti.
Qui ci riferiamo alla definizione dei rifiuti mentre l’altra interpretazione autentica che abbiamo approvato in quest’Aula, anzi, noi eravamo contrari perché avrebbe permesso di ampliare la discarica di Relluce, si occupa di un’altra questione, dell’ampliamento delle discariche.
Quindi la domanda è: si ritiene che per consentire la localizzazione di discariche entro i 2.000 metri dai centri abitati la maggior parte dei rifiuti abbancati debbano essere solo urbani di provenienza domestica (ovvero l'indifferenziato costituito dalla parte residua della raccolta differenziata domestica) come era nel 2015, quando fu approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti? Questo forse scritto nero su bianco sarebbe per tutti una cosa positiva, oppure si ritiene che possano essere considerati fare parte di quella maggioranza anche i rifiuti provenienti dalle attività produttive industriali e artigianali, che allora erano classificati come rifiuti speciali ma oggi, dal 2021, come rifiuti urbani provenienti da altre fonti? E’ tutto qui il problema, come interpretiamo il nostro Prgr?
Non lasciamo spazi all'incertezza. Bisogna fare chiarezza ed in fretta se non si vuole rischiare un proliferare in tutta la regione di richieste per la collocazione di discariche a libero mercato vicine a centri abitati e luoghi sensibili; richieste che poi le istituzioni preposte farebbero fatica a non autorizzare.
D'altra parte, lo strumento dell'interpretazione autentica è stato già recentemente utilizzato da questa Assemblea legislativa per consentire l'ampliamento della discarica di Relluce, in provincia di Ascoli Piceno. Si utilizzi ora lo stesso strumento, al contrario, per salvaguardare un luogo dal paesaggio talmente suggestivo da essere stato utilizzato per promuovere le bellezze del nostro territorio nello spot televisivo in cui l'attore Dustin Hoffman recitava l'Infinito di Giacomo Leopardi, proprio dalla regione Marche che noi qui rappresentiamo.
Concludo ricordando a tutti che una quota del 40% della Società Aurora è detenuta dalla società mista pubblico-privata Marche Multiservizi, il cui Consiglio di Amministrazione all'unanimità ha approvato l'operazione discarica di Riceci, purtroppo all’unanimità, quindi tutti, nonostante gli indirizzi politici …
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Riprendiamo da dove ho iniziato con l’arricchimento di quest'ultima mozione, sulla quale mi soffermerei subito.
Mentre le altre due, come ho detto prima, sono tendenzialmente simili e ci ritornerò, questa ha una valenza di altro tipo e non è errato il ragionamento che la Consigliera Ruggeri sta portando avanti. I miei uffici danno per scontato che l’interpretazione dell'epoca vale tranquillamente anche per oggi, quindi per quel che mi riguarda approvare una mozione di questo genere non mi fa nessun problema. Se poi in automatico passa già per una interpretazione autentica, tanto meglio, e se dovesse essere frutto di un atto successivo non credo che il Consiglio avrà problemi su questo.
Una precisazione, quando lei dice urbani provenienti da altre fonti, sì, è vero è cambiata la dicitura, ma “urbani provenienti da altre fonti” esclude quelli industriali, cioè le industrie non potrebbero …, quindi se la richiesta della discarica è stata motivata per far fronte alle esigenze delle imprese e delle industrie, che vogliono far passare i rifiuti per urbani, cosa che non sono, dovrebbe essere inserita nella programmazione provinciale che non c’è. Anche su questo sono andato a vedere le normative che escludono categoricamente i rifiuti provenienti dall’industria, ma prendono in considerazione i rifiuti urbani dal piccolo commercio all’artigianato. Dicono questo, quindi è escluso in partenza, adesso le ho anticipato cosa penso di questa cosa. Per quel che mi riguarda non c’è problema.
Invece sulle altre due motivazioni non ho problemi a dire che sono entrambe condivisibili perché di fatto dicono le stesse cose, anzi, avrei chiesto ai Consiglieri magari di fare una risoluzione dell'intero Consiglio regionale per fare un fronte comune sotto questo punto di vista. Rimango ovviamente di quest'idea qualora ci fosse la volontà del Consiglio di farla.
Sono sinceramente stupito di come le due mozioni siano state presentate: il Consigliere Cancellieri ha illustrato le richieste, mentre ho subito un attacco personale e partitico da parte della Consigliera Vitri, che ovviamente non possono non riprendere. Intanto lei nell'esposizione ha dimostrato di non conoscere le situazioni perché nel Piano regionale dei rifiuti non si prende in considerazione la programmazione per le discariche di rifiuti speciali provenienti dalle industrie, che sono a libero mercato, che non vanno inserite nella programmazione regionale né in quella provinciale, quindi non potevamo, anche modificando qualcosa, inserirla.
Seconda cosa, la quesitone della deroga ai 500 metri, 50%, eccetera, è la normale legge, nel senso che i rifiuti urbani possono essere accatastati a 500 metri dai centri abitati purché all'interno della discarica non si vada oltre il 50% di rifiuti speciali, non è che sia chissà quale deroga, è la normativa attuale vigente che secondo me va tranquillamente rispettata.
I problemi di Relluce, il Comune di Urbino oggi pomeriggio in Consiglio comunale porterà un documento firmato da tutti i partiti della maggioranza contro la discarica di Petriano, contro la discarica di Riceci. Nei giorni scorsi ho notato che le forze politiche di quella maggioranza, come Forza Italia, sono fortemente contrarie sulla stampa e in tutti i modi alla discarica, quindi dire che il Comune di Urbino è d’accordo è una cosa non vera e del tutto strumentale.
Tanto più accomunare la provenienza politica del Sindaco di Petriano, legittimamente votato dai cittadini indipendentemente dal partito di appartenenza. Non c'entra niente che sia casualmente del mio stesso partito. A parte che non è iscritto a Forza Italia, ma anche fosse? In Italia c’è la democrazia ed ognuno si iscrive e milita dove meglio crede. Se c'è un peccato originale lo smaschereremo. Il peccato originale è questo: quando ancora nessuno sentiva parlare di discariche a dicembre 2022 nasceva una società di nome Aurora, società votata e partecipata dal Cda di Marche Multiservizi, che partecipa con il 40% di quote.
A dicembre 2022 il Cda di Marche Multiservizi, composto dall’ex Sindaco di Acqualagna, iscritto al PD, dall’ex Assessore di Pesaro, iscritto al PD, dall’ex Sindaco di San Costanzo, iscritto al PD, dall’ex Sindaco di Petriano, iscritto al PD, e da una persona di una lista civica di Urbino, non iscritta al PD, votò all'unanimità l’adesione di Marche Multiservizi ad una società che nasceva per portare avanti la proposta di realizzazione della discarica a Riceci, esclusivamente per questo! Non solo votava la partecipazione di Marche Multiservizi all’unanimità, ma votava anche che l’Amministratore delegato di Marche Multiservizi fosse il Presidente della società Aurora. Arriva poi la richiesta di questa società di realizzare una discarica a Riceci e la colpa sarebbe della Regione, dell’Assessore di Forza Italia o di un Sindaco di un Comune? Qui c’è una strategia ben precisa di un Cda targato in un certo modo, perché i componenti, che prima ho elencato, sono espressione dei piccoli Comuni, della Provincia di Pesaro, del Comune di Pesaro e di tutto il PD provinciale e lo hanno voluto Presidente. Questo è il peccato originale!
Quella proposta è nata da una iniziativa proveniente da quel Cda ed era vocata esclusivamente alla realizzazione di quella discarica, che puntualmente è venuta avanti nelle richieste. Ad oggi non si addossi la responsabilità ad altri, si ricerchi chi questa cosa l’ha creata, l’ha gestita e l’ha portata avanti e se proprio vogliamo andare a vedere chi ha girato conoscendo bene i territori, cara Consigliera, guardi in quel Cda perché dentro c’è chi conosce bene quei territori e li ha girati parlando personalmente con i proprietari per convincerli a vendere a questa società.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Non entrerò nel merito della mozione 356 che ho sottoscritto perché è stata spiegata ampiamente dal Consigliere Cancellieri.
Vorrei fare una riflessione un po' più generica, queste situazioni nascono per una mancata programmazione a tutti i livelli e ci sono tre grandi domande che dietro a questi impianti vanno fatte: innanzitutto se servono, perché potrebbero anche servire, a chi servono e dove possono essere fatte. Quindi manca una programmazione.
Ho partecipato sia alla Commissione ambiente del Comune di Urbino che all'assemblea a Petriano – ero l’unico Consigliere presente – e come anche gli altri ho raccolto le preoccupazioni della gente e ho chiesto a Marche Multiservizi, tramite Pec, di informare la cittadinanza su quest'opera anche perché, come si è detto, Marche Multiservizi è una società che al 53% è pubblica e per il 40% fa parte della società Aurora, quindi una informativa veloce e pubblica sarebbe stata più che opportuna. Questo l’ho detto pubblicamente, l'ho anche detto personalmente all'amministratore delegato della società.
Se fosse stata fatta una dovuta informazione, magari tante preoccupazioni sarebbero state allontanate, non lo so, altre sicuramente sarebbero rimaste, però penso che dietro a queste opere, soprattutto quando c'è di mezzo una società che al 53% è pubblica, deve esserci una dovuta e pubblica informazione.
Non ho altro da aggiungere, se non dire – l’ho detto anche alla assemblea di Petriano - di lasciare da parte le strumentalizzazioni politiche, questo scarica barile reciproco tra partiti: di chi è la colpa, di chi è il peccato originale, è ovvio che ognuno può ricostruire, però in questo momento l’obiettivo è concentrarsi su questa opera e sul fatto se deve o meno essere realizzata. Non so se ci sono alternative e nel caso servisse quest'opera dove può essere fatta, non lo so.
Dobbiamo farci queste domande, soprattutto stringerci intorno alle preoccupazioni dei cittadini che sono reali ed è per questo che insieme ai Consiglieri Cancellieri, Serfilippi e Baiocchi ho voluto sottoscrivere la mozione.
Tra l’altro sono stato il proponente della mozione contro la paventata discarica nella zona del Montefeltro ed anche in Commissione votai per l’ingresso di alcuni rifiuti sammarinesi nel nostro territorio, allora fui preso un po’ a mazzate, però la mia linea è sempre quella, non per condannare nessuno, né per condannare Marche Multiservizi, ma perché dietro a queste operazioni ci deve essere trasparenza e informazione pubblica.
Non è possibile che nascano delle opere così impattanti per il nostro territorio senza che siano preventivamente discusse con i cittadini e, ripeto, senza informazione. Occorre parlarne pubblicamente e chiarire le dinamiche dell’opera.
Credo che questa fase sia doverosa, non è stata fatta, dopo è chiaro che i proponenti ne subiscono le conseguenze, questo pare ovvio, anche perché i cittadini di Petriano si sono trovati dalla mattina alla sera questo progetto, ed è naturale che ci siano delle legittime preoccupazioni.
Bisogna anche che le società pubbliche ed i Sindaci, all’interno di Marche Multiservizi il ruolo dei Sindaci, tra parentesi, va in un certo senso ribadito, si facciano sentire, come sul discorso dei compensi, alla fine hanno votato tutti non sapendo cosa votavano ed oggi c’è stata, penso, l’Assemblea che ha revocato quella decisione.
I Sindaci devono, anche tramite i loro rappresentanti all'interno del Cda, prendere più consapevolezza e avere un peso più decisivo all'interno di questa società perché, ripeto, il 53% di questa società è pubblico ed i Sindaci devono avere, nonostante l'altro azionista occupi una parte rilevante, un ruolo maggiormente attivo attraverso i loro rappresentanti all'interno dell’Assemblea, cosa che fino adesso in tante questioni non hanno avuto.
Non voglio criminalizzare i Sindaci, però è ora che all’interno di Marche Multiservizi, se questa è una società pubblico-privata a partecipazione maggioritaria pubblica, si facciano in qualche maniera sentire.
Sottoscrivo e voterò la mozione dei Consiglieri Cancellieri e Serfilippi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Cercherò di dire la mia con un tono pacato perché è giusto che sia così. Per quanto riguarda la nomina del Cda l’Assessore ha fatto riferimento ai componenti del PD, ma è andato molto veloce rispetto al componente che rappresenta il Comune di Urbino, che ha votato a favore, questo per mettere le cose in fila, come vanno messe.
Siamo di fronte a società private, una banda di matti! La società che ha individuato questo spazio …Sono preoccupato perché la politica è birba, ha la risposta, o chi vuol far questa discarica è matto, perché se non è possibile farla, le norme non lo consentono, ditemi voi di cosa stiamo parlando.
Io sono una persona molto concreta, non parlo il latino, ricordo che chi ha votato, sia i componenti di Urbino che i componenti del PD, non hanno aperto la società per fare la discarica a Riceci, ma hanno aperto una società per fare una discarica, chiaro? Cosa ben diversa. Posso votare qualsiasi società, se poi fa delle cose che non deve fare io come proprietario posso chiedere di chiuderla. Ed è quello che probabilmente verrà fatto, però non è che i rappresentanti del PD hanno votato la discarica a Riceci, hanno votato l’apertura della società. Bisogna dire le cose come stanno. Se avessero votato la discarica di Riceci io li avrei indagati tutti quanti, anche perché ancora non si sapeva niente, come facevano a sapere che si sarebbe aperta la discarica di Riceci?
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. Magari, io sono per la trasparenza, non sto difendendo nessuno, sto cercando di fare la cronaca. Sto dicendo che quelli che hanno votato non si sono espressi per la discarica a Riceci, hanno votato per l’istituzione di una società che potesse aprire una discarica.
A questo punto non 100 mila euro per l’amministratore delegato, che è quello che prende oggi, ma gli darei 1 euro, compreso l’altro genio che è intervenuto sulla stampa, in pratica stanno parlando di una cosa che non si può fare.
L’Assessore regionale ci dà garanzie che con la normativa attuale non si può fare, allora andiamo via, di cosa stiamo parlando? Non ci sono dubbi.
La società che ha fatto i compromessi per comprare i terreni ed ha fatto i progetti è una banda di matti, una banda di incompetenti, o qualcuno gli ha promesso che sarebbe cambiata la norma. Non parlo dell’Assessore Aguzzi, sia ben chiaro. Se la norma non lo consente e questi sono andati avanti o sono degli incompetenti o qualcuno ha detto loro che si sarebbe modificata la norma. Fin qui ho detto cose strane.
Poi che si arrivi a dire ..., io non sto dando la colpa al PD, né a Forza Italia, a nessuno, io sto facendo un ragionamento come se fossimo al bar davanti ad una birra, uno normale c’è che ragiona? O sbaglia l’uno o sbaglia l’altro oppure qualcuno ha detto che lo avrebbe fatto, sennò i conti non tornano.
Consigliere Cancellieri, lei farebbe un compromesso, pagherebbe un progetto per fare una cosa in un posto in cui è vietato? Neanche se ha bevuto 10 birre farebbe una cosa del genere.
Addirittura, io sono un amministratore come tutti, la discarica si prevede in un Comune ed il Sindaco non sa niente, l’impresa ha individuato un terreno dove non si può fare e non dice niente al Sindaco, che casca dagli scalini e non sa niente.
Ma di cosa stiamo parlando? Se poi volete credere andate avanti con il dibattito, però l’ipocrisia no.
Dire che il Cda ha votato la discarica di Riceci non è corretto, il Cda ha votato la creazione di una azienda, se l’azienda prevede la discarica in un posto dove non si può fare - e la politica garantisce che non si può fare - i conti non tornano. O qualcuno ha detto che l’avrebbero potuta fare, sennò sono una banda di incompetenti.
Non posso fare l’interrogazione al Comune, sennò avrei chiesto la testa dell’amministratore delegato.
Vediamo come va a finire perché io non so niente e sono più curioso di voi, vedremo come va a finire, se sono degli imprenditori matti o se la politica ha detto cose che non riesce a fare. Ma che adesso il Sindaco non sapeva niente e diventa il capopopolo … Se crediamo anche a questo di cosa stiamo parlando? E’ meglio che andiamo a fare tutti un altro lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. L’illustrazione della mozione l’ha già fatta il Consigliere Cancellieri e sono contento che questo documento sia stato sottoscritto anche dai Consiglieri Rossi, Baiocchi e Marcozzi.
Quando mi infervoro è perché probabilmente negli anni di Consiglio comunale ho preso un po’ di “cazzimma” dall’ex Sindaco Aguzzi.
Detto questo, credo che nel merito la situazione sia abbastanza surreale perché la discussione è tutta politica. Qui c’è una parte del PD che tramite il Cda di Marche Multiservizi ha voluto istituire questa società e voi oggi vi inalberate dicendo che hanno costituito solo la società, ma la società è stata creata per fare una discarica e la richiesta di autorizzazione è stata fatta nel Comune di Petriano, Riceci, quindi l’intenzione del Cda e del Presidente, che tra l’altro è l'amministratore delegato della società di Marche Multiservizi, è ben chiara, altrimenti mi auguro che ci siano dei riflessi all’interno di quella società, ovvero che venga cambiato l’amministratore delegato.
I Sindaci non hanno la maggioranza, Consigliere Rossi, hanno la minoranza, perlomeno hanno la maggioranza, ma l’amministratore delegato lo nomina Hera, quindi non ritengo che salterà, è più probabile che salti qualche altra testa.
Detto questo, il problema è tutto interno al PD, c’è una parte del partito che ha avallato e perora la causa per fare la discarica a Petriano e c’è un’altra parte che, con la politica dei due forni, aizza i comitati pur di dar contro al Sindaco di Petriano, che è espressione del centro-destra, al Sindaco di Urbino ed altri di centro destra e alla Regione Marche - oggi abbiamo assistito ad un attacco dell’Assessore Aguzzi vergognoso - aizza i comitati e le piace fare i selfie per farsi portatrice di questa battaglia.
Il secondo punto della nostra mozione - anche se mi rendo conto che è un po’ delicato, se abbiamo dignità politica bisogna essere conseguenti - dice di dare mandato, attraverso i nostri canali politici, a chi rappresenta Marche Multiservizi, ed è il Partito Democratico che esprime la maggioranza dei membri, di prendere la maggioranza delle quote di Aurora e di ritirare il progetto.
Qui non abbiamo scuse o perlomeno non avete scuse come Partito Democratico e non potete andare a raccontare come volete: 2.000 metri, 500 metri, ragazzi, ma di cosa stiamo parlando?
Siamo ridotti al livello che dovete dare le colpe all’Assessore Aguzzi o alla maggioranza di centro-destra? Non vi vergognate un minimo quando fate queste dichiarazioni? Tutto è partito da Marche Multiservizi, che è gestita dal Partito Democratico, quindi il PD deve avere la forza di far ritirare, attraverso i propri membri del Cda, la richiesta di autorizzazione della discarica.
Tutto questo vulnus si crea anche perché sui rifiuti il PD ha fatto carne da macello, noi nella nostra provincia l'abbiamo subìto con la famosa fusione che Marche Multiservizi voleva fare con Aset SpA, che è una società completamente pubblica.
Giovedì prossimo l'Assessore Aguzzi, che voglio ringraziare, ha convocato un tavolo interistituzionale con le varie Ata, con le varie società che gestiscono gli impianti di smaltimento rifiuti nella regione Marche, perché credo che vada fatta una riforma vera a livello regionale.
Basta con la politica fatta dalle aziende che gestiscono i rifiuti, la Regione Marche deve riprendersi in capo questa delega, che la legge le attribuisce e fare una politica seria a livello regionale.
Mi rendo conto che il tema dei rifiuti è delicato, che fa più perdere voti che guadagnarli, ma qui dobbiamo guardare al futuro della nostra regione. Noi non siamo come il Lazio che produce molti rifiuti, siamo una regione da 1,5 milioni di abitanti che gestisce i rifiuti e secondo me abbiamo tutte le caratteristiche per gestirli in casa e non portarli fuori regione, come sta avvenendo, quindi dobbiamo fare una programmazione seria a livello regionale. Abbiamo delle aziende … Marche Multiservizi – io non ho preconcetti - è una azienda che critico per i modi di fare, ma ho rispetto per quello che svolge ogni giorno.
Ci sono anche tante altre società pubbliche, penso allo Sferisterio di Macerata, in cui la politica ha avuto la lungimiranza di fare un consorzio con tutti gli enti locali e non far entrare gente da fuori regione, come è avvenuto in parte nella nostra provincia di Pesaro Urbino. Quindi, mi auguro che la politica si riappropri delle proprie competenze a livello regionale e faccia una programmazione seria, anche con una politica industriale di gestione del rifiuto perché è vero che bisogna aumentare la raccolta differenziata, ma da qualche parte questi rifiuti bisogna pur portarli.
Qui parlo anche come Presidente della Commissione ambiente, mi auguro che ben presto torneremo a parlare di questo tema perché non è più rinviabile a mio avviso, tanto sappiamo benissimo che nessuno vuole una discarica nuova o un ampliamento di quelle esistenti, quindi la politica si deve interrogare e dare delle risposte ai cittadini e quando la politica non decide a pagare sono sempre i cittadini con le tariffe più alte perché paghiamo molto di più per portare i rifiuti fuori regione.
Nel merito continuo ad esprimere la mia e la nostra contrarietà all'impianto di Riceci, ma credo che chi deve esprimere con le parole e con i fatti la propria contrarietà sia il Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Ho apprezzato il coraggio della Consigliera Vitri, è stata una vera kamikaze nell’accettare di esporsi in una situazione del genere perché è insostenibile difendere una realtà del genere.
Non riesco a capire come si possa, non entro nel merito di altre problematiche tecniche che sono state già esplicitate in maniera molto chiara dai Consiglieri che mi hanno preceduto, sostenere che con un Cda composto per la quasi totalità da componenti del PD, che questo sia contrario a questa operazione. Non riesco a comprendere neanche come si possa pensare di convincere le persone, forse a volte ritenete che siano stupide e non in grado di comprendere le situazioni e le posizioni.
Il Consigliere Biancani nel suo intervento ha cercato di fare l’avvocato di una situazione …, io non avrei mai accettato questo incarico, l’ho detto al Consigliere Assenti e lui ha concordato, per la sua difesa, anche se accalorata, che sicuramente cercava di portare una soluzione, le assicuro che il cliente non avrebbe pagato la parcella in questo caso. E’ chiaro.
Ripeto, non mi sembra una posizione sostenibile, la Consigliera Vitri ha fatto giustamente il suo lavoro ed apprezzo il suo coraggio, però è una posizione insostenibile e questa mozione ha chiarito in modo molto pulito la volontà di questa maggioranza, che è esplicitata all’interno della mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ormai ho capito sulla mia pelle, da due anni e mezzo che sono in questo Consiglio, che lo sport preferito è quello del tiro al bersaglio al PD, anche quando non ce n’è motivo.
Si continua a parlare del Cda di Marche Multiservizi come se tutti al suo interno avessero lo stesso peso, come se Pesaro potesse decidere cosa devono fare Urbino e Petriano. Se un progetto riguarda due Comuni diversi, confinanti, vi aspettate che Pesaro si opponga ai progetti del Comune di Urbino? Quando c’è un progetto che riguarda Pesaro Urbino se ne lava le mani e non deve mettere bocca.
Al di là di chi ha la responsabilità nel Cda di Marche Multiservizi, ricordo che Marche Multiservizi ha il 40% mentre il privato ha il 60%. La società che si è formata, con un imprenditore di San Marino, come ricordavamo prima, ha il 60%, ma chi lo è andato a cercare a San Marino? Ha rilasciato un’intervista in cui mancava solo il nome, deve essere uno di Pesaro che è andato a cercare l’imprenditore per fare la discarica a Petriano secondo voi?
Ho capito che vi piace tanto sparare a zero sul PD, ma sarebbe il caso di avere un po’ di onestà intellettuale, riconoscere che questo progetto interessava probabilmente qualcuno che aveva dei forti interessi personali, che dietro Marche Multiservizi c’è qualche privato interessato, che ha dovuto convincere quattro imprenditori agricoli a vendere il terreno (pagato a quattro volte il prezzo), pensando probabilmente che tutta la comunità di Petriano poi dicesse grazie per averla fatta arricchire, non aspettandosi che esplodesse questa bomba enorme, anche mediaticamente.
Prima ancora di immaginare cosa sarebbe successo insieme al mio gruppo avevo già espresso la nostra contrarietà. Forse il Consigliere Baiocchi dovrebbe leggere la mozione prima di intervenire in maniera così approssimativa e rendersi conto che cosa chiede. Ha detto: “non entro negli aspetti tecnici”, invece, come giustamente ha detto la Consigliera Ruggeri, c’è un’importante aspetto tecnico su cui la Regione ha una responsabilità perché il 22 febbraio poteva dare uno stop definitivo a questo progetto. Non lo ha fatto, tanto è vero che oggi tutti diciamo di no, ma probabilmente la Cartiera Ciacci di San Marino andrà avanti e sta dicendo che chiederà i danni avendo già investito più di 1 milione di euro (il 10% delle caparre, 600 milioni per il progetto esecutivo). Chi ha dato garanzie a questo privato che ci ha messo i soldi? Io non penso che sia un pazzo visionario, uno che va ad investire più di 1 milione di euro, qualcuno gli ha dato delle garanzie che lì, in una zona in cui c’erano dei vincoli, in cui la legge regionale non consentiva quel progetto, poteva comunque andare avanti. Chi gli ha dato le garanzie? Pesaro? Fano? Sinceramente non credo, ritengo che l’imprenditore intervenuto da San Marino fino al nostro territorio abbia avuto certezze da spingerlo ad investire più di 1 milione di euro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ho seguito sia la vicenda che il dibattito e mi sento molto rassicurato dalle parole dell’Assessore e, alle condizioni date, al di là della ricerca e della composizione delle responsabilità dentro Marche Multiservizi, ho apprezzato ed ho capito che la discarica lì non si farà.
Le norme sono chiare e anche le esternazioni un po’ naif del socio di Marche Multiservizi, che dichiara sulla stampa che è stato contattato, che ha dei nomi, che ha fatto degli investimenti, che era stato rassicurato che le norme oggi garantisco, ma domani saranno cambiate, che è messo nelle condizioni di avere rivalse rispetto sia a chi gli ha dato le garanzie sia a chi doveva cambiare le norme. Questo è il quadro.
Io invece sono molto preoccupato sul fronte normativo perché è un po’ che non mi occupo di rifiuti, l’ho fatto in passato, nel nostro Ambito abbiamo fatto i Piani, quelli che erano previsti, e la norma non è così garantista rispetto a quell’obiettivo.
Assessore, se oggi dovessimo votare tutte le mozioni che dicono che noi tutti siamo contrari, che chiariscono anche il quesito posto dalla Consigliera Ruggeri in maniera molto intelligente, andremo dai cittadini e dai Sindaci almeno saranno consapevoli di quello che accadrà o non accadrà nel loro territorio. Hanno dichiarato che non sapevano nulla, andiamo lì a rassicurarli perché il Consiglio ha votato degli atti rispetto ai quali si dà indirizzi precisi, però rimangono i dubbi di cui ha parlato la Consigliera del Movimento 5 Stelle.
Non solo perché l'indirizzo che noi diamo può essere interpretato dai tecnici o dalla struttura, non è così, la norma non può recepire le indicazioni che diamo, però, Assessore, mi voglio fidare di lei, non voglio sentire più nulla, ci rivedremo tra qualche mese e insieme spiegheremo se dovessimo vedere che l'imprenditore va avanti con il suo progetto.
La Consigliera Vitri mi ha fornito il quadro, anche quello della stampa, l’imprenditore ha detto: “Non mi interessa, io ho il 60% delle quote, anche se non ci fosse Marche Multiservizi andrei avanti ugualmente con un altro socio perché ho delle garanzie”. Non ha detto date da una lettura specifica della norma, non ha detto dal mio consulente, ha detto date dai politici che a casa sono venuti a chiedermi di investire in quel passaggio.
Che Marche Multiservizi abbia fatto una società per realizzare un impianto noi dovremo dire bravi, se è una società che ha un capitale partecipato pubblico, perché evidentemente dentro le pianificazioni che possono riguardare quello o altri territori c’era bisogno di uno strumento in grado di affrontare investimenti e di intercettare fette di mercato, questo è.
Se poi c’è stata una spinta ulteriore ed un impegno ad agire sul Consiglio di amministrazione perché non si procedesse in quella direzione, ma anche questo non ci garantisce …, lo dico perché sul territorio pesarese scatta sempre un atteggiamento nei confronti del Partito Democratico responsabile, ora e allora, ma adesso i Comuni li governate voi, la Regione la governate voi, fate quello che serve senza nemmeno star qui a dire “è colpa di”, siete nelle condizioni di mettere in campo operazioni e se in quel contesto l’impianto non deve essere realizzato, non lo fate!
Chiudo ringraziando l’Assessore che ci ha assicurato che ad oggi le norme ci permettono di riparlare con i nostri concittadini e garantire l'incolumità di quello splendido territorio.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, dichiara chiusa la fase della discussione. Dichiarazione di voto sulla mozione n. 350.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Ovvio Presidente, voto favorevole e convinto del nostro gruppo.
Ringrazio in modo particolare i Consiglieri Vitri e Biancani per il lavoro enorme che è stato fatto, che hanno proposto anticipatamente, in tempi non sospetti, questo tema. Quindi il voto favorevole su questo atto che spero sia dell’intera Aula.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Per dichiarare che il gruppo Lega, ma penso di condividere il pensiero di tutta la maggioranza, voterà a favore della mozione della Consigliera Vitri e di tutto il PD perché mi pare che ci sia convergenza di pensiero e di intenti affinché tutti, Assessore, lei sicuramente per primo, non possiamo essere in mano di qualsiasi persona che arriva nel nostro territorio e si insedia, al di là delle regole che ci sono, qualsiasi forma di insediamento che riguardi i rifiuti senza che il territorio, la politica, i cittadini, le amministrazioni comunali siano d'accordo. Quindi, noi dobbiamo trovare gli strumenti che possono regolamentare il più possibile queste richieste.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per dichiarare il voto favorevole del gruppo Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Per i motivi che abbiamo già ampiamente esposto la nostra votazione sarà favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho già anticipato nel mio intervento voterò favorevolmente sia la mozione presentata dal gruppo PD che la mozione dei Consiglieri di maggioranza, primi firmatari i Consiglieri Cancellieri e Serfilippi. Mi auguro che non restino parole vane e vuote perché non basta, come ha detto il Consigliere Cancellieri prima, la presa di posizione politica, anche se forte e all'unanimità, non basta, abbiamo già avuto purtroppo troppe testimonianze per cui mi auguro che ci sia un ulteriore passo in avanti. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 350. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 356.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Intanto devo dire che ho apprezzato il voto favorevole sulla mozione della Consigliera Vitri perché se fossi un cittadino che ha ascoltato gli interventi qualche dubbio su quell’espressione l’avrei.
Presidente, votando a favore della mozione richiamo un termine che in questo periodo va molto di moda: filiera istituzionale. Forse bisogna che iniziate ad utilizzare al meglio la filiera istituzionale perché se il 152 ha dei limiti, che stanno nelle valutazioni di cui ha parlato prima il Consigliere Cancellieri … Le pianificazioni non ci possono essere perché lasciano una intrapresa al privato che bypassa le competenze e le pianificazione dei Sindaci, non riesce a coinvolgere il cittadino, sorprende chi amministra, non solo nel proprio Comune, ma all'interno dell'Area vasta più interessata, qualche tema rispetto a questo lo dobbiamo porre.
Una proposta che dovrebbe partire da chi ha un territorio particolarmente privilegiato per la sua bellezza, per le sue peculiarità, avanziamo una proposta alle Camere, approfittando anche di queste situazioni che si sono determinate e si determinano: oggi la discarica, ieri l'impianto a biomasse, poi il fotovoltaico. Forse dobbiamo avere la capacità e la forza di recuperare con atti che in passato non sono stati particolarmente convincenti o coraggiosi.
Da parte nostra c’è il voto favorevole e la disponibilità a lavorare su quel tipo di percorso. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 356. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Mozione n. 359. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il voto del nostro gruppo è favorevole.
Ringrazio in modo particolare la Consigliera Ruggeri per aver posto il tema, ad oggi siamo sugli indirizzi di carattere politico, qualche volta anche passionali. Invece è un argomento di particolare efficacia che merita un adeguato approfondimento e valutazione, che riconosca anche lo studio e l’approfondimento messo in campo. Voto favorevole del nostro gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Per dire di essere d'accordo anche con la mozione della Consigliera Ruggeri, quindi voteremo a favore.
Mi voglio augurare che in futuro venga rivista la politica dei rifiuti in genere. Bisogna che la Regione, vado dietro a quello che ha appena detto il Consigliere Mangialardi, si doti di strumenti urbanistici e normativi che possano regolamentare le richieste di insediamenti, sennò siamo alla mercé di queste persone, di qualsiasi società. Qui chi arriva ha diritto di insediarsi nel nostro territorio senza che si possa dir niente, questo non mi pare giusto. Quindi, va adottato uno strumento regionale che possa regolamentare con assoluta lucidità e trasparenza questi impianti, va comunque rivista la politica sui rifiuti.
PRESIDENTE. Mozione n. 359. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10