Resoconto della seduta n.114 del 27/06/2023
SEDUTA N. 114 DEL 27 GIUGNO 2023

La seduta inizia alle ore 10:30

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 114 del 27 giugno 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 113 del 13 giugno 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Vi chiedo innanzitutto di mettere in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge n. 201 (al punto 2 bis), dopo la proposta di atto amministrativo n. 53. Non vi sono interventi, uno a favore ed uno contro.
Iscrizione della proposta di legge n. 201. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Il termine per la presentazione di eventuali emendamenti, concordato nella Conferenza dei capigruppo, scade alle ore 11:30. Chi vuole fare emendamenti può farlo entro le ore 11:30 di questa mattina.
Passiamo alle mozioni perché non sono ancora in Aula gli Assessori che devono rispondere alle interrogazioni, quando verranno in Aula torneremo sul punto 1).

Mozione n. 309
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Contrarietà alla bozza del DDL su autonomia differenziata”

Mozione n. 365
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Disegno di legge - A.S. n. 615 - recante ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’”

Mozione n. 366
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Biancani, Mastrovincenzo
“Disegno di legge n. 615 recante ‘Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia
differenziata delle Regioni a Statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione’”

Interrogazione n. 825
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Casini, Mangialardi
“Disegno di legge n. 615 recante ‘Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione’”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 309 della Consigliera Ruggeri, la mozione n. 365 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Mastrovincenzo, Vitri, la mozione n. 366 dei Consiglieri Carancini, Biancani, Mastrovincenzo, l’interrogazione n. 825 dei Consiglieri Carancini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Casini, Mangialardi, abbinate.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. La volta scorsa, se si ricorda, avevamo chiesto il rinvio della discussione per aspettare il Presidente Acquaroli che era assente, anche in questo momento non è presente, quindi secondo me sarebbe il caso di rinviare la discussione, che reputiamo tutti molto importante, alla presenza del Presidente.

PRESIDENTE. Bene, allora rinviamo a quando è in Aula il Presidente. L’Assessore è d’accordo?
Ecco il Presidente. Buongiorno, siamo al punto 3) varie mozioni sul tema dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.
Vista la presenza del Presidente e dell’Assessore competente, do la parola, per l’illustrazione, alla Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Questa mozione chiede al Presidente ed alla Giunta regionale di contrastare il disegno di legge Calderoli per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario, almeno fino a quando non siano definiti i livelli essenziali delle prestazioni su base nazionale ed istituito un fondo perequativo a favore dei territori con minore capacità fiscale per abitante, che consenta di rendere effettivi i Lep su tutto il territorio nazionale.
Il disegno di legge Calderoli ha provocato forti preoccupazioni in gran parte del Paese, e non solo tra le forze politiche, ma in diversi protagonisti della vita civile e sociale: dai sindacati, al mondo imprenditoriale, alle associazioni dei consumatori e di cittadinanza attiva, al mondo accademico.
Non solo, le Regioni Emilia-Romagna, Campania, Puglia e Toscana hanno espresso la loro contrarietà nella Conferenza unificata Stato-Regioni del 2 marzo, ma anche importanti istituzioni pubbliche nazionali ed internazionali riservano un giudizio critico al disegno di legge. A partire dalla Commissione europea, la quale dubita che le finalità declamate all'articolo 1 del disegno di legge possano essere attuate senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, come invece recita l'articolo 8.
La Commissione ha anche denunciato il rischio di aumentare la complessità del quadro fiscale italiano e che l'attuazione del disegno di legge metta a repentaglio la capacità del Governo di indirizzare la spesa pubblica verso obiettivi coerenti con quelli europei.
Le politiche europee di coesione, infatti, sono tutte orientate alla riduzione dei divari territoriali ed alla riduzione delle differenze nell'accesso ai diritti civili e sociali, mentre questo progetto autonomista è destinato ad aumentare sia i divari territoriali che quelli sociali, a danno dei cittadini che vivono in regioni meno popolate e con una minore capacità fiscale pro capite, tra queste ci sono le Marche.
Sul prevedibile aumento degli squilibri territoriali mettono l'accento i sindacati, giustamente preoccupati che le diseguaglianze territoriali, che caratterizzano il servizio sanitario, siano replicate in altri servizi essenziali, a cominciare dall'istruzione pubblica.
Potremmo trovarci in una situazione in cui per ogni regione ci siano differenti servizi scolastici, differenti regole di reclutamento e differenti stipendi del personale docente e non docente, con discriminazioni territoriali nell'accesso delle famiglie al diritto allo studio e nella qualità della formazione di base dei cittadini.
Gli obiettivi del disegno di legge non possono essere raggiunti senza un consistente stanziamento di risorse in un fondo perequativo a compensazione degli squilibri sofferti dai territori con minore capacità fiscale. In mancanza di fondi perequativi adeguati a garantire l'effettività dei Lep, che il disegno di legge non prevede affatto e che temiamo mai ci saranno, ci troveremo di fronte ad un'applicazione ipocrita del principio di autonomia differenziata: le Regioni più ricche potranno permettersi di assicurare. con le proprie risorse. servizi ben superiori a quelli che si potranno permettere le Regioni con minore capacità fiscale.
Inoltre, i Lep saranno determinati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla base delle intese tra Stato e Regioni, scavalcando la Commissione tecnica per i fabbisogni standard e le Camere, che possono esprimere solo pareri ed atti di indirizzo.
C'è quindi il rischio concreto che prevalga l'interesse politico condiviso a fissare i Lep ad un livello molto basso, come è stato acutamente osservato nell'incontro sul tema organizzato dalla Cgil regionale l’1 giugno, cui ho avuto modo di assistere. Così facendo il Governo e le Regioni più ricche non dovranno mettere in campo risorse significative ai fini perequativi e le Regioni meno virtuose potranno continuare a gestire in maniera inefficiente e clientelare le risorse disponibili, senza essere soggette a censure di carattere politico per il mancato raggiungimento dei Lep. A rimetterci continueranno ad essere i cittadini, a cui non sono stati dati strumenti efficaci per pretendere servizi essenziali ed adeguati.
La ragionevolezza di queste critiche al provvedimento, che sono anche le nostre, è di tutta evidenza; sono convinta che nell'intimo siano condivise anche da molti dei Consiglieri di maggioranza presenti oggi in Aula, oltre che da quelli dell'opposizione.
Non a caso la Presidente del Consiglio Meloni non si è nemmeno presentata alla conferenza stampa del 3 febbraio per l'illustrazione del disegno di legge Calderoli, cercando di far passare sotto traccia questa concessione fatta alla Lega per tenerla buona.
Anche alcuni Presidenti di Regioni del centro-destra hanno manifestato mal di pancia, come quello della Calabria e della Basilicata, per non parlare di vasti ambienti di Forza Italia.
Il centralismo patriottico di Fratelli d'Italia e della sua Presidente, che nei suoi discorsi usa sempre l’aggettivo “nazionale”, mal si concilia con l'autonomismo dei “padroni a casa nostra” della Lega.
Con questa mozione al Presidente Acquaroli si chiede di privilegiare l'interesse della Regione, che ha l'onore di rappresentare, piuttosto che piegarsi alle esigenze di equilibrio di una coalizione di Governo nazionale tenuta assieme solo dalla brama di potere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Noi non siamo pregiudizialmente contrari all’autonomia differenziata. Questo è tanto vero che nella X^ legislatura, con delibera di Giunta regionale n. 254 del 6 marzo 2018, l’allora Giunta Ceriscioli, che tra l’altro annoverava nell’esecutivo oltre al sottoscritto, la Vicepresidente Anna Cassini e l'Assessore Manuela Bora, presentava, previa acquisizione del parere della Conferenza delle autonomie locali, all'Assemblea legislativa delle Marche, presieduta a quel tempo dal Consigliere Antonio Mastrovincenzo, l'atto concernente gli indirizzi per l'avvio del negoziato con lo Stato finalizzato alla definizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
Questo proprio per la virtuosità finanziario-organizzativa della Regione Marche, un patrimonio che noi abbiamo lasciato a questo esecutivo, tanto è vero che tutti i vertici del Servizio economico-finanziario della Regione Marche sono stati confermati dalla Giunta Acquaroli.
L’Assemblea legislativa delle Marche approvò, con deliberazione n. 72 del 29 maggio, un atto di indirizzo contenuto in un allegato di quell'atto amministrativo.
Fu quello dell'Assemblea legislativa della X^ legislatura uno degli atti più significativi sottoposti all'esame dell'Aula a quel tempo per il piano strategico sul quale si muoveva il percorso dell'autonomia differenziata.
Nell'occasione venne approvato un ordine del giorno, in modo unanime da tutte le forze politiche, cosa che spero avvenga anche in questa occasione, in cui si impegnava la Giunta a tenere costantemente informata l'Assemblea legislativa, tramite le Commissioni competenti, sull’iter di avanzamento di questa proposta, di questo negoziato con il Governo.
Commissioni consiliari che, tra l’altro, vennero interessate a quel tempo, prima di quell'atto deliberativo da parte dell'Assemblea legislativa. Lo ricordo bene perché ero specularmente all'Assessore Brandoni, ero l'Assessore competente, sebbene l’atto venne proposto dal Presidente della Giunta.
Ricordo bene non solo il coinvolgimento di tutte le Commissioni, ma anche il coinvolgimento delle forze sindacali: Cgil-Cisl-Uil, di Confindustria, degli stessi enti locali, attraverso la Conferenza delle autonomie locali.
Oggi è in atto il dibattito sull'autonomia differenziata, rispetto alla quale, tra l’altro con un procedimento inverso, c’è il disegno di legge del Ministro Calderoli, d.l. n. 615, quest’Aula è sorda e silente rispetto a questo dibattito.
Non può essere che quest’Aula sia sorda e silente rispetto al dibattito che c'è a livello nazionale sull’autonomia differenziata perché è l’articolo 116, terzo comma, della Carta Costituzionale, assegna all’istituzione Regione un ruolo centrale in questa direzione in quanto prevede che la legge sia approvata dalle Camera a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di un'intesa tra lo Stato e la Regione interessata.
Quindi è necessaria l'intesa della Regione, altrimenti nessun percorso di autonomia differenziata può essere attuato, checché voglia e dica il Ministro di turno, in questo caso il Ministro Calderoli, al quale, tra l’altro, pur non conoscendolo, sono particolarmente affezionato perché presiedeva il Senato della Repubblica in qualità di Vicepresidente quando venne approvata la legge per l’istituzione della Provincia di Fermo, per cui sono particolarmente affezionato e grato al Ministro Calderoli.
Non è possibile che quest’Aula non si esprima e guarda caso affronti questo tema grazie all'intervento ed alle mozioni dei gruppi di opposizione, del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Bene, meglio tardi che mai.
Tra l’altro a quel tempo - c'è un passaggio del mio intervento del 29 maggio 2018 - l'autonomia differenziata doveva essere l'occasione per negoziare e ridiscutere con il Governo e con il Parlamento tutto il sistema delle autonomie e noi auspicavamo, come auspichiamo oggi, una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria per poter gestire direttamente, con risorse certe, materie fondamentali per la crescita del territorio, con l'obiettivo di massimizzare il grado di efficienza delle istituzioni locali e di superare quei vincoli burocratici che costituiscono un serio ostacolo all'efficacia dell'azione regionale.
Dicevo allora e ribadisco anche oggi la richiesta di maggiore autonomia, anche per ridistribuirla ai poteri locali, ai quali si chiederanno i corrispondenti doveri perché sono convinto che la richiesta di maggiore autonomia passa attraverso un riconoscimento pieno della Repubblica e delle autonomie così come riconosciute dall'articolo 5 “la Repubblica fondata sulle autonomie” e dall'articolo 114 della Costituzione, che definisce la Repubblica come “articolazioni di Comuni, di Provincie, di Città metropolitane, di Regioni e di Stato”, istituzioni della Repubblica con pari dignità sebbene con ruoli e funzioni diverse.
Quindi non è una questione che attiene e riguarda soltanto la Regione e lo Stato, ma deve riguardare anche e soprattutto gli enti locali, ce lo dice la stessa Costituzione “sentiti gli enti locali” e non può essere diversamente.
Ma questo dibattito qui tace, questo è il primo punto, non c'è, c’è oggi per iniziativa nostra, mentre credo che l’Assemblea legislativa si debba esprimere su questo. Come farà il Presidente a dare l'intesa se non c'è un deliberato del Consiglio regionale, ritengo che ci sia un vulnus sotto l'aspetto costituzionale, lo dico al Presidente Latini, in questa direzione. Allora, questo è assolutamente necessario perché tra l’altro deve portare, come chiediamo noi nella mozione, ad impegnare il Presidente affinché venga ritirato il disegno di legge Calderoli e si apra, perché noi non siamo pregiudizialmente contrari, lo abbiamo fatto anche noi, all'autonomia differenziata. Ma il ritiro del disegno di legge Calderoli e si apra un tavolo istituzionale per trovare un accordo concordato e condiviso con tutte le Regioni, le Province, i Comuni e le Città metropolitane, non può essere diversamente da questo.
Noi diciamo una cosa ovvia, perché il disegno di legge Calderoli, come ha detto bene prima la Consigliera Ruggeri, non coglie nel segno, tra l’altro è in contrasto con la stessa Carta Costituzionale perché ad esempio l’articolo 117 comma terzo, lettera m) ci dice che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Questo è un principio costituzionale che deve essere garantito e si dispiega attraverso la riserva esclusiva dello Stato, quindi del Parlamento, e la riserva di legge e non possono essere individuati i Lep attraverso i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questo non è possibile sotto l'aspetto e il profilo costituzionale e così come il principio della perequazione di cui all'articolo 119, terzo comma, della Costituzione “La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. La mozione che unitamente ai Consiglieri Mastrovincenzo, Biancani ho presentato in realtà non ha al centro della discussione il decreto Calderoli, lo sfiora lateralmente, ma il contenuto è diverso.
Al centro della mozione che abbiamo presentato c'è il tema dell'autonomia differenziata, soprattutto il tentativo di far comprendere, anche ai Consiglieri regionali, l'importanza e la rilevanza di tutte le scelte che si produrranno a seguito del percorso costituzionale che riguarda l'autonomia differenziata.
E’ una mozione, signor Presidente, signori Assessori e Consiglieri, che ha uno spirito di condivisione e consapevolezza e da questo punto di vista confido che ci possa essere una attenzione ed una disponibilità sulle proposte concrete che la mozione propone.
Credo che sia fondamentale per comprendere l'autonomia differenziata il richiamo a tre concetti: quello delle differenze, quello delle disuguaglianze e quello delle distanze.
Il concetto delle differenze sta all'interno dell’articolo 5 della Costituzione, che tende a valorizzare le differenze del Paese attraverso le istituzioni Regioni. Oggi però noi abbiamo una fotografia del Paese rispetto alle Regioni che segna una serie di disuguaglianze, che ovviamente dovrebbero tendere alla riduzione. In realtà il rischio più grave in questo Paese è che i sistemi, le materie e ovviamente gli impegni dal punto di vista statale rispetto ai vari obiettivi possano aumentare queste distanze e purtroppo il decreto Calderoli, in maniera affrettata e politica, mi pare che lo dicesse puntualmente la Consigliera Ruggeri, rischia di accrescerle.
Perché è importante l'autonomia differenziata? Intanto è un percorso istituzionale, in teoria ed anche in pratica si potrebbe dire che l'autonomia differenziata non è applicata attraverso la Costituzione, ecco perché questa mozione, ugualmente alle parole citate dal Consigliere Cesetti, tende ad avere un approccio non negativo, non pregiudiziale rispetto al decreto Calderoli, ma sposta il baricentro della discussione proprio sui contenuti.
La domanda che viene fatta normalmente è: perché l’autonomia differenziata in questo momento? Ci sono due risposte, come insegnava la mia insegnante di storia, quella preconfezionata, quella che politicamente viene ogni giorno indicata, che è quella che tende a far credere ai cittadini che questa modifica, l’attuazione di una differenziazione per Regioni rispetto ad alcune materie potrà far bene al Paese, ai cittadini, e dico anche ad ogni Regione, ma c'è una ragione più genuina e profonda che sta dietro quella preconfezionata ed è la volontà delle Regioni più ricche, più moderne, più strutturate, con maggiori opportunità, con più sicurezza, di accelerare, di lasciare indietro, di non restare agganciate al vincolo unitario di questo Paese. Questa è la ragione più profonda.
In teoria potrebbe essere considerato un ossimoro perché da un lato la Costituzione ci dice di applicarla, di attuarla concretamente, ma dall'altro lo stato dell'arte del Paese rispetto alle funzioni regionali fotografa evidentemente una situazione di grande differenziazione.
E allora mi viene da dire questo: siamo tutti consapevoli, noi Consiglieri, il Presidente dell'Assemblea, l'esecutivo, di quale sia l'importanza di noi Consiglieri e di quest'Assemblea legislativa rispetto all'autonomia differenziata? Io credo di no e l'appello ed il richiamo che faccio è proprio quello di avere consapevolezza degli effetti che potrebbe portare l'applicazione di una legge sbandata e affrettata rispetto ai nostri cittadini, sulle nostre cose quotidiane, sulla scuola, sulla sanità, sul trasporto e su altre materie concorrenti.
Per poter chiudere questo percorso e questo discorso ritengo che sia importante far capire perché questa mozione va in questo Consiglio, ricordare tre passaggi: attenzione, l'iniziativa sull'autonomia differenziata non spetta al Governo, spetta ad ogni singola Regione, ad ognuno di noi. Ogni Regione può chiedere l'autonomia differenziata, ma non è obbligatorio, è una scelta
Il secondo elemento in questo primo contesto è che dovremo dimostrare al Governo, quando andremo a chiedere, se mai dovessimo andare, l'autonomia differenziata, quali potrebbero essere i vantaggi per i nostri cittadini sui temi. E’ una condizione di attenzione per poterla richiedere, non si può richiedere l'autonomia differenziata a prescindere. Il secondo elemento è il rapporto che ci deve essere con il Governo perché l'autonomia differenziata si negozia con il Governo.
Terzo elemento, come sapete, l’autonomia differenziata si approva a maggioranza assoluta, quella che viene definita legge rinforzata.
Bene, per poter fare l'autonomia differenziata occorre determinare primariamente i Lep, secondo – attenzione - una delle più gravi contraddizioni del disegno di legge Calderoli sta nel fatto che si indica addirittura la possibilità di attuare l'autonomia differenziata attribuendo funzioni non Lep, cioè attribuendo funzioni che non stanno dentro i livelli essenziali di prestazione, e questa è una cosa gravissima, significherebbe drenare risorse a danno dei Lep, che invece devono venire prima.
Va ricordato che ci sono tre atti molto significativi che vi invito a leggere, una nota del servizio bilancio del Senato che stronca il decreto Calderoli perché non dà atto delle risorse necessarie per attuare l'autonomia differenziata. Raccontare che si può fare l'autonomia differenziata, come sta scritto nel decreto Calderoli, ad invarianza finanziaria, è uno scandalo, diciamoci la verità.
In più ci sono due atti usciti, uno addirittura ieri dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ma anche della Banca d'Italia, solo una settimana fa, che invita alla prudenza, che invita all’attenzione, che invita alla gradualità.
La sintesi di questa mozione dice questo: Consiglieri regionali, non si può lasciare passare senza discutere. Noi abbiamo uno strumento fondamentale nel nostro Regolamento, cioè le Commissioni consultive di studio e di approfondimento, allora l'obiettivo di questa mozione è di creare una Commissione che si occupi di autonomia differenziata, che per esempio approfondisca quali possono essere le materie sulle quali la Regione Marche potrebbe eventualmente chiedere. In secondo luogo la calendarizzazione di un Consiglio monotematico su questo argomento.
Lasciatemi chiudere con un commento rispetto alla scelta del Presidente Acquaroli di andare in Parlamento, una considerazione non so bene se di spregiudicatezza, ingenuità o indifferenza, senza aver ascoltato l'Assemblea legislativa delle Marche.

PRESIDENTE. Ora propongo di sospendere questo punto, torniamo alle interrogazioni, in particolare alle interrogazioni dell’Assessore Aguzzi e dell’Assessore Biondi che poi hanno un incontro ufficiale molto importante. Poi torneremo sul punto 3.

Interrogazione n. 826
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Eventi meteorologici estremi in sequenza: quale grado di consapevolezza e reazione da parte dell’Amministrazione regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 826 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie Presidente. In accordo con la Consigliera, salto il punto 1) per non consumare tutto il tempo e consegno la risposta scritta, invece per quanto riguarda il punto 2) “quanto denaro è stato stanziato da questa amministrazione alla prevenzione del dissesto idrogeologico”, da ottobre 2020 a maggio 2023 sono stati finanziati 72 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, per un totale di quasi 78 milioni di euro tra fondi regionali, statali ed europei. Si allega una tabella riepilogativa con tipologia di intervento e Comune di riferimento. Con il Psr sono stati finanziati accordi agroambientali per la prevenzione del rischio idrogeologico per ulteriori 9 milioni di euro.
Per quel che riguarda il punto 3) “quanti degli interventi di cui al punto 2) sono stati affidati al Consorzio di bonifica”, tra gli anni 2018 e 2022 sono stati affidati al Consorzio di bonifica 17 interventi, per un totale di 25.370.000 euro, di questi 7 interventi per un totale di 15.462.000 sono stati affidati tra ottobre 2020 e dicembre 2022, quindi durante la gestione dell'attuale amministrazione, mentre i restanti 10, per un totale di 9.907.000 euro, sono stati affidati tra il 2028 e il 2019 dalla precedente amministrazione.
Per quel che riguarda il punto 4) “come questa amministrazione valuta l’operato fin qui svolto dal Consorzio di bonifica”, l’attività del Consorzio di bonifica delle Marche sotto il controllo degli uffici regionali preposti risulta regolare, per quanto concerne gli aspetti tecnico-amministrativi nulla da eccepire. Ci tengo anche a dire che il Consorzio di bonifica, per quel che riguarda le attività legate al dissesto idrogeologico, è seguito dal mio Assessorato, lei sa benissimo che le attività più legate all'agricoltura sono seguite dall’Assessore Antonini, comunque le ho fatto un report che riguarda le attività svolte per quel che riguarda il dissesto idrogeologico e questa tipologia di attività, poi qualche appunto è stato inserito anche se riguarda l'altro Assessorato, come in questo caso e come troverà anche nella relazione rispetto al primo punto.
Il punto 5) invece “se anche nell'evento alluvionale del 16 e 17 maggio verrà incluso il pagamento dei contributi”, il Consorzio di bonifica Marche riferisce che gli avvisi di pagamento bonari relativi all’anno 2023 sono stati elaborati ed inviati precedentemente agli eventi alluvionali del 16 e 17 maggio scorso, quindi erano stati già inviati. Tuttavia nulla osta ad applicare il fondo di solidarietà del Consorzio per i consorziati che hanno formalizzato alla Regione Marche una richiesta danni relativa a questo evento. Non appena l’Assessorato competente fornirà al Consorzio di bonifica l'elenco ufficiale dei richiedenti, come nel caso della precedente alluvione, lo stesso potrebbe provvedere al discarico del relativo ruolo. C'è questa disponibilità, non è ancora stata effettuata perché gli avvisi, come ho detto, erano partiti prima.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, perché le domande erano tante e molto puntuali e la risposta è stata soddisfacente e mi fornirà, insieme alla risposta alla prima domanda, un quadro esaustivo, cosa che non capita spesso in quest’Aula. La ringrazio, Assessore, per questa accortezza anche perché come lei ben sa questo è un tema molto importante sul piano globale, nazionale, ma purtroppo anche regionale dato che questi eventi ci hanno toccato molto da vicino e anche recentemente.
Sarà mia cura leggere con attenzione la relazione che mi ha dato.
La domanda politica era quella al punto 4) perché come lei sa in Commissione è ferma ormai da due anni e mezzo una proposta del Movimento 5 Stelle di rivisitazione del Consorzio di bonifica, una anche del Consigliere Rossi che addirittura parla di abolizione. Quindi il punto politico è questo e lei dice che almeno in questo ambito il suo Assessorato non ha nulla da eccepire, anche se mi sembra di capire che ci sia molto poco margine perché queste proposte di legge possano vedere la luce. Adesso non seguo i lavori della Commissione, ma mi sembra che sia calato un grande silenzio sul tema, visto il tempo che è passato.
Per il resto sono contenta che si sia preso in considerazione quanto richiesto al punto 5), cioè di escludere dal pagamento del contributo di bonifica le persone e le attività che sono state toccate dall’evento alluvionale dello scorso maggio.
Una visione più precisa l’avrò al termine della lettura della relazione che l'Assessore ha avuto la gentilezza di fornirmi. Grazie.

Interrogazione n. 829
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Opere di difesa della costa del litorale di Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 829 dei Consiglieri Biancani, Vitri Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Anche qui la risposta è abbastanza complessa e cercherò di darla nel poco tempo che ho a disposizione.
Vado alla lettura dei singoli punti. Per quel che riguarda il punto 1) l’importo di 572.000 euro è stato determinato in fase di redazione del Piano Gizc attraverso l'applicazione dei costi parametrici a singoli transetti costieri a lunghezza fissa. E’ una cosa molto tecnica.
Vado direttamente alla conclusione e ribadisco che il costo stimato della nuova scogliera è prossimo alla somma individuata con la delibera da noi approvata, di 250.000 euro, poi se vuole Consigliere le lascio la risposta scritta.
Per quel che riguarda il punto 2), per i motivi sopra riportati in riferimento al completamento delle scogliere in località Castel di Mezzo ed in base alle successive risposte, non si ritiene di destinare le risorse già assegnate ad altri interventi, ma come ho detto nel punto 1) non servirebbero comunque, al di là della scelta che sarebbe impropria di spostare da un intervento all'altro, in ogni caso non servirebbero.
Il punto 3), con decreto n. 52 dell'8 marzo 2022 al Comune di Pesaro è stata assegnata la somma di 127.352.000 euro per la realizzazione dell’intervento di straordinaria manutenzione tramite un rifioramento di massi naturali delle scogliere emerse antistante lo spazio di Sottomonte del Comune di Pesaro.
Con decreto n. 108 del 7 aprile 2022 al Comune di Pesaro è stata assegnata la somma di 350.000 euro, con cofinanziamento da parte del Comune per 150.000 euro, per la realizzazione dell’intervento di straordinaria manutenzione tramite rifioramento con massi naturali delle scogliere emerse antistanti la spiaggia di Levante.
Con delibera di Giunta regionale n. 66 del 31 gennaio 2023, l’intervento denominato “completamento scogliera di litorale località Castel di Mezzo” è stata candidata all’assegnazione di ulteriori 250.000 euro, questo l'abbiamo appena visto nella risposta precedente.
Dal 2018 ad oggi al Comune di Pesaro sono stati assegnati 1.565.000 euro per opere di difesa della costa e manutenzione degli arenili, ultima assegnazione avvenuta con il decreto n. 66 del 19 giugno 2023.
Il Comune di Pesaro ha ritenuto di utilizzare complessivamente 628.359 euro per la movimentazione delle spiagge di Ponente, Levante e Sottomonte.
Infine, in riferimento ai fondi stanziati dallo Stato con la legge 30 del 2018, e derogate ai sensi del d.r. 26 luglio 2021 bando a sportello, sono attualmente in corso presso la Direzione protezione civile e sicurezza del territorio le procedure di scorrimento della graduatoria per il finanziamento di ulteriori interventi del Comune di Pesaro relativi al secondo stralcio Sottomonte Nord, costituiti da un contributo di 192.000 euro e da un cofinanziamento di 48.000 euro per un importo complessivo di 240.000 euro.
Vado velocemente al punto 4). Con nota del 4 maggio 2023 la Direzione protezione civile e sicurezza del territorio in previsione di provvedere al finanziamento dell’intervento già citato, di cui all’allegato A), ha chiesto al Comune di Pesaro di confermare l'interesse alla realizzazione delle opere già inserite nell'elenco ma non finanziate con nota protocollata.
Il Comune di Pesaro ha confermato la necessità di realizzare le opere già inserite in elenco ma non finanziate. Come riportato al punto precedente, sono attualmente in corso presso la Direzione protezione civile e sicurezza del territorio le procedure di scorrimento della graduatoria per il finanziamento del citato intervento del Comune di Pesaro relativo al secondo stralcio Sottomonte Nord, in particolare la Direzione suddetta è in procinto di proporre alla Giunta regionale una delibera che stanzi la somma di ben 6.252.000 euro per il finanziamento di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico tra i quali è compreso quello riportato dalle richieste in questione.
Vado al punto 5) e termino, con decreto n. 55 del 19 giugno 2023 è stata approvata la ripartizione delle risorse regionali destinate alla difesa della costa ed alla manutenzione degli arenili esigibili negli anni 2024 per 1 milione e 2025 per 2 milioni che i Comuni costieri potranno destinare agli interventi che riterranno prioritari ed anche in questo caso al Comune di Pesaro è stato assegnato un finanziamento di 227.235 euro.
Queste sono tutte le risposte al fatto che - lei sosteneva - ci fossero fondi insufficienti. Mi pare che Pesaro al pari di tanti altri Comuni sia stato tenuto sufficientemente in considerazione, nonostante le tante difficoltà che le mareggiate repentine provocano continuamente alle nostre coste.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Innanzitutto, ringrazio l’Assessore per la risposta e per la disponibilità a darmi poi il materiale, anche perché non è stato semplice riuscire a seguirlo, ma comprendo.
Voglio ricordare che in realtà la gran parte delle risorse (1.500.000 euro) sono state assegnate dalla precedente legislatura e non da questa, e quando la Regione Marche ha ricevuto quasi 40 milioni di euro, al Comune di Pesaro ha assegnato solamente 250.000 euro, pari allo 0,7% del totale delle risorse. In seguito il Comune di Pesaro dall’attuale legislatura non ha mai avuto finanziamenti diretti (Tabella E) mentre altri Comuni hanno avuto finanziamenti diretti in Tabella E, che non richiedevano il cofinanziamento.
E’ vero che il Comune di Pesaro ha partecipato agli ultimi bandi che lei, Assessore, ha ricordato, ma ha comunque sempre cofinanziato gli interventi per riuscire a fare i lavori.
Come ben sa, io ho fatto questa interrogazione perché il Comune di Pesaro, con una lettera, la parte tecnica degli uffici, dichiarava che con 250.000 euro la scogliera di Castel di Mezzo era irrealizzabile, in pratica diceva: “Ci avete dato 150.000 euro per fare la scogliera, ma a noi servono 500.000”. Con la mia richiesta chiedo alla Regione di cointerloquire con il Comune per capire, tra tecnici, se costa 250.000 euro o 500.000 euro.
A quel punto, siccome il rischio era di perdere i 500.000 euro, la proposta era di rimettere dopo le risorse e completare l’intervento di Sottomonte e Levante, dove mancano circa 400.000 euro, per il quale il Comune di Pesaro è comunque disponibile a mettere il cofinanziamento, ovviamente a tutt’oggi è in graduatoria in bandi che non sono ancora finanziati.
Lei ha detto che arriveranno delle risorse, quindi ci sarà uno scorrimento della graduatoria, ben venga, in modo tale da permettere al Comune di cofinanziare.
Mi auguro che venga finanziata la graduatoria o che esca in tempi brevi il bando.

Interrogazione n. 850
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Bilò
“Stato dei lavori nel comune di Cerreto d'Esi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 850 dei Consiglieri Latini, Bilò, Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. L’interrogazione chiede: “quali interventi si intendono attuare per ristabilire la fine del disservizio e la ripresa regolare e pieno svolgimento nella parte del territorio richiesto e di conoscere le tempistiche per la programmazione dello svolgimento dei lavori”.
In riferimento alla palazzina di via Dante n. 41/b, con diversi appartamenti - che è stata resa inagibile, oggetto di ordinanza di sgombero da parte del Sindaco di Cerreto d’Esi -, è stato effettuato dallo scrivente un sopralluogo nei primi giorni di maggio ed un ulteriore sopralluogo in data 16 giugno 2023.
Si è convenuto con il Sindaco ed i tecnici comunali che la palazzina in oggetto dovrà essere delocalizzata, quindi il Sindaco si è impegnato a farci pervenire a breve una stima, avallata dall'ufficio imposte, circa il valore dell'immobile in generale. La situazione è abbastanza compromessa.
Si è inoltre concordato con il Sindaco che una volta stabilito il valore dell’immobile, con ben 12 appartamenti, si procederà ad una soluzione concordata con i proprietari per la delocalizzazione e/o un risarcimento del danno, all'interno dei parametri stabiliti dall'ordinanza 932 della Protezione civile del 13 ottobre 2022.
La situazione è abbastanza compromessa, però si sta provvedendo, speriamo nel miglior modo possibile ed anche con la massima soddisfazione dei proprietari attuali dell'immobile.
Al punto 2), è obiettivo della struttura commissariale di individuare una soluzione risolutiva e condivisa con l’amministrazione comunale con la quale la struttura è in costante contatto al fine di risolvere, nel più breve tempo possibile, la situazione riferita alla palazzina di via Dante n. 41/b.
Si comunica inoltre che è stato riconosciuto al Comune di Cerreto d’Esi con decreto del Ministero per la Protezione civile e le politiche del mare un importo di 389.307 euro e che in data 19 giugno 2023 con decreto n. 95 del Vicecommissario delegato si è provveduto ad erogare l'importo di 370.045 euro determinato così come segue: 110.000 euro relativi alla voce Cas, accoglienza delle famiglie che sono state delocalizzate dalla palazzina prima discussa, 195.000 euro per interventi effettuati in somma urgenza già rendicontati e 65.000 euro per l'anticipo dell’80% su interventi non ancora rendicontati.
Per gli interventi sul Comune di Cerreto d’Esi si è a buon punto per quel che riguarda la somma urgenza, le somme riconosciute e da riconoscere sia per la delocalizzazione degli appartamenti, delle persone, che per gli interventi effettuati dalle ditte esterne di ripristino del territorio. Si sta provvedendo per quel che riguarda la delocalizzazione, temo definitiva, di questi 12 appartamenti.
Questa è una vicenda abbastanza spiacevole, ma credo e temo che non ci siano situazioni diverse da quelle che ho appena descritto. Si sta in qualche modo intraprendendo questo percorso per dare la migliore risposta possibile ai proprietari di questa palazzina.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore, per la risposta, mi ritengo soddisfatto.

Interrogazione n. 852
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Posizione della Giunta regionale delle Marche sullo schema di decreto relativo alla definizione del contingente organico di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni per il triennio 2024-2027”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 852 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. In riferimento alla richiesta su quale sia la posizione e quali siano le argomentazioni a supporto della posizione espressa dalla Giunta regionale delle Marche in merito allo schema di decreto relativo alla definizione del contingente organico dei decreti dei Dirigenti scolastici e dei Direttori dei servizi generali amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni per il triennio 2024/2027, si precisa quanto segue:
- la legge di bilancio 2023 ha riformato il dimensionamento scolastico intervenendo ad invarianza di spesa, dando attuazione alla riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che tiene conto del parametro della popolazione scolastica regionale, che diminuirà nei prossimi anni a causa della denatalità, così come richiesto dalla riforma 1.3 missione 4 componente 1, ferma restando la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei Comuni montani, nelle piccole isole, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche prevedendo forme di compensazione interregionale:
- l’accordo con l'Unione europea per i fondi Pnrr è stato sottoscritto dal precedente Ministro. L'attuale Ministro è riuscito a stabilire che il dimensionamento scolastico sia fatto non chiudendo gli istituti scolastici, come richiesto dall'Unione europea, ma intervenendo sulla distribuzione del contingente dei Direttori scolastici e dei Direttori dei servizi generali e amministrativi, fermo restando l'attuale organico di diritto;
- secondo la nuova disciplina il contingente organico dei Dirigenti scolastici e dei Direttori SGA viene determinato per ogni singola regione sulla base di un coefficiente non inferiore a 900 e non superiore a 1000, definito tenuto conto dei parametri su base regionale, relativi al numero degli alunni iscritti nelle istituzioni scolastiche statali e dell'organico di diritto dell'anno scolastico di riferimento, integrato dal parametro della densità degli abitanti per chilometro quadrato, fermo restando la necessità di salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei Comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, anche prevedendo forme di compensazione;
- Questo parametro perequativo consente di garantire a tutte le Regioni nell'anno scolastico 2024/2025 quanto meno il medesimo numero di istituzioni scolastiche attivabili mediante l'applicazione dei precedenti parametri indicati dall'articolo 19, commi 5 e 5 bis, del decreto legge n. 98/2011, secondo i quali è assegnato un Dirigente scolastico e un Direttore dei servizi generali e amministrativi in via esclusiva solo alle istituzioni scolastiche con almeno 600 alunni (400 nei Comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche);
- a tal proposito fonti ministeriali evidenziano che alla Regione Marche vengono assegnati 210 istituzioni scolastiche con DS e DSGA nominabili a fronte di 208 individuabili con il parametro 600/400.
Sulla base quindi dei parametri individuati dal decreto ministeriale si provvederà alla riorganizzazione della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente annuale individuato dal medesimo decreto, preservando la specificità dei territori attraverso il mantenimento dei plessi scolastici e sostenendo la formazione di classi (con deroga), così come assicurato dal Ministro dell’istruzione e del merito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Assessore, non siamo affatto soddisfatti della risposta che le è stata preparata e che lei ci ha relazionato, perché gli accorpamenti, le riduzioni di organico, il ridimensionamento scolastico previsto dalla prima legge di bilancio del Governo Meloni penalizzano fortemente le aree interne e abbassano i livelli dei servizi educativi e formativi in tutta Italia.
Assessore, queste cose …, no, no, lei fa bene perché se queste cose le dicesse il Consigliere Mangialardi, o il Partito Democratico, o l'opposizione, potrebbe avere delle perplessità e forse anche qualche pregiudizio, invece no, le dicono gli Assessori delle Giunte dell’Abruzzo, della Sardegna, amministratori di centro-destra che, contrariamente a quello che accade, prendono una posizione ferma e antepongono gli interessi dei propri amministrati rispetto agli indirizzi che dà il Governo Meloni.
L’Assessore all'istruzione della Regione Sardegna dell’UDC nella sede della Conferenza unificata Stato-Regioni ha detto: “dovete commissariarci”.
L’Assessore Biondi ci rassicura, ma noi non siamo per niente rassicurati e quel “prima i marchigiani” che brandite in ogni occasione, forse oggi è, ancora una volta, “prima le decisioni del Governo Meloni”, sempre rispetto ai suoi colleghi, non sto portando la mia posizione.
Lei sa benissimo che questi effetti saranno devastanti per la vita dei nostri ragazzi, delle famiglie per il declassamento del livello scolastico regionale, si preferisce in questo caso non disturbare il manovratore e assecondarlo nelle scelte che vengono fatte.
Io le chiedo di ripensarci, Assessore, e quando andrà in Conferenza delle Regioni ascolti i suoi colleghi e porti le istanze con la precisione che ha avuto oggi, che comunque compromette la scuola del nostro territorio, soprattutto delle aree interne. Grazie.

PRESIDENTE. Ora torniamo al punto 3) mozioni nn. 309, 365, 366 e interrogazione n. 825 (abbinate).
Direi di dare la parola all’Assessore Brandoni perché faccia un intervento che tenga conto sia dell’interrogazione che delle tre mozioni, così raccoglie la posizione complessiva della Giunta. Gli do un tempo maggiore per poter dare una risposta completa.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Come le avevo detto prima, è una mozione collegata ad altre due e all’interrogazione, è una risposta omnicomprensiva. Sul piano della stretta legittimità entrambe le mozioni appaiono ammissibili, nel senso che rientra nel potere dell'Assemblea legislativa promuovere simili iniziative, per cercare di ottenere il ritiro di disegni di legge statali oppure per convocare sedute tecnico-politiche dedicate all'approfondimento della proposta di riforma per l’autonomia differenziata delle Regioni, richieste in entrambe le mozioni.
Quanto al merito amministrativo, si rilevano, in riferimento alle proposte di mozione n. 309 e 365, alcuni aspetti che, non adeguatamente presi in considerazione, condizionano la proposta, di segno negativo rispetto al valore della riforma, che promuove il regionalismo in termini di maggiore autonomia, senza incidere sul finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), sulla base di precise garanzie normative, come stabilito l'articolo 8, comma 3 del decreto-legge.
Nella relazione alla proposta di legge, si evidenzia quanto segue: “con l'autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire Regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia. L'auspicio è che tutti aumentino la velocità, sia le aree del Paese che con l’autonomia possono accelerare, sia quelle che finalmente possono crescere. A tal fine, il fondo di perequazione previsto dall'articolo 119, comma 3, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle Regioni che non fanno richiesta dell'autonomia differenziata. In questo modo cresce l'Italia”.
Il DDL 615 definisce, a differenza di quanto accaduto nel passato, un percorso istituzionale su basi trasparenti, chiare e sostanzialmente eque per promuovere l'autonomia di tutte le Regioni e per una definizione dei LEP di competenza regionale, da finanziare, dato che la riforma fissa, con il citato articolo 8, comma 3, precise garanzie finanziarie valide per tutte le Regioni.
Giova ricordare che nella XVII^ legislatura, il 28 febbraio 2018, il Governo Gentiloni aveva sottoscritto contro tre Regioni (Emilia-Romagna. Lombardia e Veneto, un accordo preliminare per avviare il percorso per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, definendo nei medesimi accordi preliminari, e non in una legge, i termini della questione, ossia i principi generali, la metodologia e un elenco di materie trasferibili con intesa, senza fissare garanzie per le Regioni con minore capacità contributiva ed organizzativa.
La Giunta regionale, in tal quadro normativo, più incerto dall’attuale, aveva espresso un orientamento favorevole all'iniziativa del Governo dell’epoca ed aveva assunto iniziative per cercare un accordo e ricevere maggior autonomia senza ottenerlo.
Il regionalismo asimmetrico, che consegue all'autonomia differenziata, viene oggi disciplinato con un DDL, in un articolata cornice normativa che consente una programmazione dei livelli nazionali e regionali dell'esercizio delle varie competenze, per cui non appare corretto affermare che sicuramente deriverà una frammentazione o un disagio ai cittadini che vivono e lavorano spostandosi fra le varie regioni.
Riconoscendo un ruolo di traino alle Regioni, organizzativamente in grado di accorpare le funzioni gestite, le ulteriori funzioni che lo Stato oggi esercita nelle medesime materie, sovrapponendosi spesso alle Regioni, si potrebbe ottenere una semplificazione e non necessariamente una frammentazione.
Inoltre, la riforma non si pone l'obiettivo di dividere il Paese, né di favorire Regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più fragili d’Italia, ma di creare un circolo virtuoso ed emulativo tra le aree del Paese che con l’autonomia possono accelerare e quelle che potranno crescere valorizzando le proprie potenzialità.
La riforma risponde anche all'esigenza di rivedere il sistema di finanziamento statale a tutte le Regioni nella parte in cui all'articolo 1, comma 2, prevede una preventiva determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, con la previsione della garanzia del relativo finanziamento.
Il passaggio del criterio della spesa storica, per dividere le risorse statali fra le Regioni, al criterio dei LEP, finora non è avvenuto a causa della mancata e completa attuazione da parte dei precedenti Governi della legge 42/2009 che non aveva definito i criteri, le modalità e le procedure per un passaggio graduale dal vecchio al nuovo sistema, in modo da non penalizzare il quadro di finanza locale in tutte le Regioni.
Il ddl 615/2023 definisce un percorso trasparente con garanzie per la definizione dei LEP e con le intese per il conferimento alle Regioni di ulteriori funzioni. In questo caso le regole generali sono sancite prima e non dopo l’attuazione della riforma a differenza di quanto avvenuto in occasione del riordino delle funzioni di cui alla legge 56/2014 (riforma Delrio), alla quale ha fatto seguito l’azzeramento, o prelievo forzoso, dei trasferimenti erariali e fiscali correlati alle funzioni oggetto di riordino con l'articolo 1, commi 4,18 e seguenti, della legge 190/2014.
Inoltre, nel citato disegno di legge è prevista una Commissione paritetica che procederà annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti per ciascuna Regione interessata dall'esercizio delle funzioni e dall’erogazione dei servizi connessi ad ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
L'intesa tra Stato e Regione può avere una durata precisa potendo essere anche modificata nel tempo, salvo il caso in cui lo Stato o la Regione chiedano la cessazione della sua efficacia.
Per quanto attiene alla richiesta con la mozione 309 di definire i LEP prima dell’autonomia differenziata, si evidenzia che le Regioni in modo unitario hanno già approvato un documento che richiede al Governo una tempestiva definizione dei LEP.
Sul punto, il documento, che non è citato nella proposta di mozione 309, assume una posizione ponderata, che appare opportuno riportare: “le Regioni e le Province autonome ritengono indispensabile che lo Stato proceda alla determinazione, secondo tempistiche certe e stringenti dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali), che devono essere garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale in relazione: alle materie o agli ambiti di materie per le quali è possibile definirli; alla ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio sostenuta dallo Stato in ciascuna Regione per l’insieme delle materie di cui all’articolo 116, terzo comma; alla determinazione dei costi e fabbisogni standard assicurando il pieno e sistematico coinvolgimento delle Regioni e Province autonome in tutte le fasi della loro definizione. Ritenendo che la precisa definizione dei LEP risponda, altresì, all'esigenza di certezza delle risorse disponibili in ciascun territorio per l'esercizio delle relative funzioni amministrative, si prende atto favorevolmente dell'impostazione dell’articolo 143 del ddl bilancio 2023, secondo cui l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, relative a materie o ambiti di materie riferibili ai sensi del comma 3, lettera c) del presente articolo, ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale, è consentita subordinatamente alla determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni (LEP)”.
L'individuazione dei Lep consentirà altresì il superamento della spesa storica.
Tale posizione delle Regioni ha portato all'approvazione del disposto di cui ai commi da 791 a 801 della legge 29 dicembre 2022 n. 197, in vigore, che subordina la definizione dei Lep e il riconoscimento all'autonomia differenziata; istituisce una cabina di regia con il compito di predisporre uno o più schemi di provvedimento con cui siano determinati i LEP e i correlati costi a fabbisogni standard, soggetti con la preventiva intesa con la Conferenza unificata; prevede la nomina di un Commissario nel caso di mancato completamento delle cennate attività nei termini prescritti.
Nel subordinare alla definizione dei Lep il riconoscimento dell'autonomia differenziata, il comma 791 articolo 1 della legge 197/2022 prescrive in buona sostanza quanto richiesto con la proposta di mozione n. 309/2023.
Con riferimento, infine, alla proposta di mozione n. 366 e all'obiettiva complessità delle analisi da svolgere, ogni occasione di confronto istituzionale su basi oggettive potrà essere pertanto proficua per approfondire le peculiarità del sistema regionale e le sue potenzialità di sviluppo in modo da favorire il pluralismo, il corretto esercizio delle prerogative regionali e parlamentari, quindi la crescita sociale ed economica delle Marche.
In riferimento all'interrogazione 825/2023 la posizione della Regione è favorevole alla proposta di riforma per le premesse ragioni, tenendo conto che è preferibile cercare di cogliere le opportunità che possano derivare per la Regione Marche, piuttosto che esprimere solo critiche per i potenziali rischi prima della sua entrata in vigore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Mi verrebbe da rispondere subito al Consigliere Carancini per il suo intervento precedente sull'autonomia differenziata e su questa mozione.
Il Consigliere Carancini sa che il PD in passato ebbe un Ministro molto importante per temi come autonomia e federalismo, il Ministro Bassanini, e per noi fu il traite d’union con il centro-sinistra, proprio per cercare di sensibilizzare il mondo della politica a questo progetto che la Lega portava avanti da sempre.
La Lega è nata soprattutto sul progetto federalista, voleva fare di questo Paese una Repubblica Federale e già nel 2005 la Camera approvò un testo che prevedeva la devoluzione di materie fondamentali, come la sanità, la scuola e la sicurezza pubblica.
Oggi vedo questo disegno di legge Calderoli sull'autonomia differenziata come una prosecuzione di quel progetto originario, lo vedo come un superamento del centralismo che è imperante in questo Paese e lo vedo come un avvicinamento ai territori rispetto a materie e a competenze che i territori, cioè le Regioni nella fattispecie, possono gestire garantendo a livello nazionale i livelli essenziali di assistenza in sanità, i livelli essenziali di prestazione per quanto riguarda la spesa storica e le prestazioni in senso lato, i servizi in senso lato che si danno in questo Paese. Vanno garantiti i livelli essenziali dei servizi in tutto il Paese, su questo sono assolutamente d’accordo.
Ritengo però che le Regioni che chiederanno l'autonomia, quelle che avranno voglia di cimentarsi in questa ulteriore gestione di temi importanti, devono avere la possibilità, quindi ritengo che un disegno di legge che parli di autonomia differenziata in questo Paese si debba fare. E qui sono un po’ d’accordo con il Consigliere Carancini, quando ha parlato prima di un progetto di legge ad invarianza di risorse, penso che questo non sia possibile fino in fondo e le Regioni che credono all’autonomia differenziata devono avere la possibilità di avere risorse in più perché per portare avanti progetti di tipo regionalistico ci vogliono, secondo me, anche risorse finanziarie più elevate.
Cosa posso dire in questa Assise? Dico che è ora di discutere e di mettere le mani su questo tema, il riordinamento del sistema organizzativo e istituzionale di questo Paese.
Noi parlavamo di federalismo, io nasco proprio con questo percorso che era secondo me meritocratico, al di là dell'unità d'Italia che nessuno vuole discutere. Il percorso federalista in un Paese è meritocratico, avvicina ai territori la possibilità di gestire personale, risorse economiche, innovazione, dà questa possibilità e dà una possibilità agli amministratori locali di sentirsi parte integrante del territorio, non subire decisioni dal Governo centrale che invece dovrebbero essere di pertinenza dei Governatori, delle Regioni e delle Province, quelle di loro competenza. Sono stato storicamente contrario all’abolizione delle Province, che era un altro centro vicino al territorio. La Provincia doveva rimanere perché è vicina, è come il Comune, dopo il Comune c’è la Provincia vicina al territorio. Più centri di gestione della cosa pubblica sui territori ci sono, meglio è.
Abbiamo dovuto assistere in questi anni a vari episodi, ricordo quando facevo il Sindaco e la tesoreria comunale con il Governo Monti è stata riportata a Roma e le risorse rimesse nella Banca centrale. Il Governo Monti, il centralismo più chiuso e più oscurantista di questo Paese.
E’ ora che si ricominci a parlare, dopo il Covid e dopo tanti altri problemi che hanno attraversato la società italiana, di autonomie, di federalismo, di grandi quote, anche economiche, riportate sui territori, laddove vengono prodotte, garantiti ovviamente l’unità d’Italia da un canto ed i livelli essenziali di prestazioni dall'altra parte. Chi discute che anche in Regioni che pagano meno tasse non si debbano avere livelli essenziali di prestazioni o livelli essenziali di assistenza? Avremo questa immigrazione, questo spostamento di popolazione che va a cercare servizi più adeguati in altre Regioni d’Italia, sarebbe ancora più grande di quello che è, quindi i livelli essenziali devono essere garantiti.
Ripeto, Regioni che vogliono fare un passo avanti, che vogliono spendere meglio le proprie risorse sul territorio conoscendolo, non vedo perché non ci debba essere una legge che le metta in questa condizione.
Assolutamente a favore dell'autonomia differenziata, questo tavolo doveva cominciare secondo me molto prima, anche perché in passato ho visto tante quote di PD vicine all’argomento tema. Ho sentito il Consigliere Cesetti dire queste cose prima e ricordo che questo tema il PD l’aveva abbastanza a cuore, quello di spostare i centri decisionali sui territori. Mi dispiace per la posizione dei Governatori del PD che sono stati contrari a questo disegno di legge.

PRESIDENTE. Avanzo una proposta. Al di là se le mozioni verranno votate oppure no, il tema è di straordinaria rilevanza anche per il futuro dei Consigli regionali e dell’attività dell'intera Regione a Statuto ordinario, la mia proposta è quella di - tenendo conto di queste mozioni e del pensiero della Giunta che è stato espresso dall’Assessore Brandoni e del pensiero del Consigliere Cancellieri che rappresenta una parte importante, la Lega, dei gruppi consiliari - poter fare un’Assise fuori dall'Aula, un convegno apposito, con la partecipazione di tutti i gruppi consiliari, allargata alle altre pubbliche amministrazioni interessate, alle associazioni, a coloro che vorranno partecipare, al mondo accademico, al fine di un dibattito costruttivo e comunque il più ampio e partecipato possibile, anche per rappresentare le diverse posizioni e tenere vivo il tema che è, ripeto, di importanza fondamentale per il futuro assetto degli enti regionali.
L’invito che faccio è che, l’Ufficio di Presidenza, l’Assemblea legislativa, quindi tutti voi insieme, si possa definire una o due date, subito dopo la ripresa dell'attività, dopo la pausa estiva, per continuare a discutere in maniera serrata e costruttiva di questo tema, ovviamente senza nulla togliere alla rilevanza delle mozioni e al ruolo dell’Aula e del Consiglio regionale e della valutazione che si fa in questa sede.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie per questa proposta che saluto in maniera favorevole.
Non mi sorprende che ad intervenire sia stato il Consigliere Cancellieri che, come sappiamo, è un leghista dai tempi in cui altri erano immersi in tutt’altri partiti e portavano avanti tutt’altre ideologie, bandiere. Quindi, lo considero l’unico vero leghista di questa Aula e giustamente ha fatto il suo intervento politico nel silenzio di tutti gli altri, cosa che non trovo positiva perché, al di là di tutto, sentire almeno una voce di Fratelli d'Italia mi avrebbe fatto piacere, sentire una voce di Forza Italia, che è molto critica nei confronti di questo disegno di legge, mi avrebbe fatto piacere. Di fatto qui oggi non c’è stato un dibattito e di quei pochi che si sono espressi ognuno è rimasto della propria opinione. Di fatto con l’intervento dell'Assessore Brandoni abbiamo sentito una difesa a spada tratta con le solite argomentazioni che ci vengono propinate anche in televisione o sui giornali.
Vedo che si è iscritto adesso il capogruppo di Fratelli d'Italia, a prescindere da quello che dirà mi fa piacere sentire la sua opinione in questo dibattito.
Detto questo, la mozione, e ci tengo a dirlo, presentata a gennaio di quest'anno è stata il primo atto che ho presentato quest'anno, eravamo ancora in ferie quando ci ho lavorato, in ferie per modo di dire perché siamo andati molto lunghi ed abbiamo finito le sedute a dicembre ed ai primi giorni di gennaio ci siamo già messi a lavorare su questo disegno di legge perché da subito ci siamo accorti che c’era qualcosa che non andava.
La posizione del Movimento 5 Stelle è molto chiara, non è sfumata, è altrettanto chiara rispetto a quella espressa dal Consigliere Cancellieri, ma in segno opposto.
C’è stato anche un lasso di tempo molto ampio, di mesi, prima che anche le associazioni ed i sindacati si accorgessero di questa questione, adesso finalmente si è aperto un dibattito che avrà una coda a settembre, come ha proposto il Presidente Latini e colgo l'occasione per ringraziarlo ancora per la sua proposta.
Naturalmente, ripeto, so già che questa proposta sarà bocciata, me ne dispiaccio, ve lo dico fin da ora, perché non c’è stata la volontà di scendere ad un confronto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Si resta piuttosto sorpresi dalla discussione. La voglio ringraziare perché lei ha avuto la sensibilità di prendere la parola e richiamare all’Aula all'importanza di questo argomento, perché di questo si tratta.
Stupisce, peraltro, l'intervento dell’Assessore Brandoni e l'indifferenza del Presidente della Giunta regionale, il quale se n’è infischiato di parlare di autonomia differenziata, mortificando chi qui prova a discutere, fregandosene, nonostante sia andato in Parlamento a rappresentare noi. Guardate, non è una questione politica, è una questione di educazione istituzionale, che non c'è.
Assessore Brandoni, lei è stato bravo, io mica ce l’ho con lei, ovviamente le mozioni si possono leggere o non leggere, lei ne ha lette solo alcune. Non c’era bisogno rispetto alla mia di dirmi che il disegno di legge Calderoli era fatto bene. Io faccio un altro passo avanti, tanto non ho pregiudizi, non abbiamo pregiudizi, abbiamo detto: “Sapete voi politicamente di che state parlando?” La Dirigente XY faccia la dirigente. Noi chiediamo politicamente di quali materie la Regione intende discutere in sede di autonomia differenziata e se il Presidente regionale è andato al Parlamento a dire che è d'accordo, su che cosa è d'accordo? Quali sono gli argomenti? Quali sono le materie? Ne vogliamo discutere insieme, visto che voteremo noi o decidete di fare tutto da soli?
Questa era la domanda, Assessore, non perché è fatto bene il decreto Calderoli, è questo che le chiedo.
La ringrazio comunque per lo spirito istituzionale, dietro le parole autonomia differenziata si nascondono tantissimi rischi, basta leggere quello che solo ieri ha scritto l'ufficio bilancio del Senato. Leggete cosa ha scritto la Banca d'Italia una settimana fa, allora dico: ci meritiamo una discussione?
Presidente, la ringrazio del tentativo di mediazione, ma il luogo dove si discute dell'autonomia differenziata è questo, non nei convegni, è questo, insieme alle autonomie locali, in cui l’Assemblea e i Consiglieri possono esprimere un pensiero, anche in contrasto.
Consigliere Cancellieri, ho apprezzato, però non ha risposto. Siamo disponibili a lavorare dentro questo Consiglio sul tema dell'autonomia differenziata? Si o no? Basta dire sì. Vogliamo fare un confronto dentro quest’Aula approfondendo e studiando cosa vuol dire, senza pensare pregiudizialmente, perché mi pare che le mozioni, sia del Consigliere Cesetti che la nostra, non avessero nessun tipo di pregiudizio su questo tema. Abbiamo solo detto discutiamo, abbiamo il dovere di far capire ai cittadini che, ripeto, dietro la parola autonomia differenziata ci sono i diritti fondamentali delle persone e tutto ciò che comprende il rischio, ripeto, rispetto questo tema.
Qui non si dice “non facciamo nulla” oppure “siamo a prescindere contro il decreto Calderoli”, abbiamo detto “discutiamone insieme”, quindi da questo punto di vista, preso atto che la Regione Marche in sede di Conferenza è andata a dire: “Noi siamo d'accordo”, e va bene, penso che un Presidente di Regione prima di dire che è d'accordo … Peraltro ho ascoltato il suo intervento in Parlamento ed è stato un intervento anche ambiguo perché ha detto: “Sì, siamo d'accordo”, ma poi ha cominciato ad elencare una serie di argomenti comprensibili rispetto alle problematiche. Per esempio basta ricordare quello che siamo oggi ed eravamo ieri, perché io non lo nascondo, sul tema del trasporto. Una vergogna! La Regione Marche sul trasporto non prende un centesimo, che poi si ripercuote sulle ripartizioni territoriali perché ad Ancona il sistema di trasporto assorbe una quantità tripla …

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Le chiedo di essere autorizzato ad allegare al verbale un testo scritto (allegato A), fermo restando che il mio intervento di prima l’ho fatto a braccio, perché non ho avuto il tempo di spiegare tutte le argomentazioni a sostegno della nostra mozione.
C'è da rilevare prima un dato oggettivo, finalmente quest’Aula, anche se in modo incompleto, affronta questo tema ed era suo dovere farlo.
A me spiace constatare che però non c’è la volontà di affrontarlo fino in fondo perché al di là dell’intervento del Consigliere Cancellieri non ne ho sentito altri, non ho sentito neanche il Presidente. Ritengo anche che, sulla base delle considerazioni che legittimamente il Presidente ha espresso nelle Aule parlamentari, ci potesse essere il margine in quest’Aula per una soluzione condivisa, e dico perché.
Noi abbiamo già affrontato il tema dell'autonomia differenziata, sapete quando lo abbiamo affrontato? Oltre un anno fa, quando l'ex Assessore al bilancio rispondeva ad una mia interrogazione, la n. 481, presentata il 19 maggio 2022 e a firma di tutto il gruppo PD, 13 mesi fa. In quell'occasione l'ex Assessore non criticava affatto l’operato nostro nella precedente legislatura, che ho ricordato poc’anzi, anzi alla mia domanda: “Se si intendesse proseguire con il percorso già avviato per il riconoscimento di una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale della Regione Marche, da noi avanzato”, l’ex Assessore al bilancio non diceva di no, ma registrava la ripresa del cammino per arrivare alla conclusione.
Ripeto, il tema è che il comma 3 dell'articolo 116 della Costituzione ci dice che l'autonomia differenziata o maggiori autonomie possono essere attribuite alle Regioni, oltre che a quelle a Statuto speciale, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata. Questo è il punto, poi dice: “la legge approvata dalle Camera a maggioranza assoluta dei componenti sulla base di un'intesa tra lo Stato e la Regione interessata”, quindi dev'essere chiaro il punto: non si può attribuire una autonomia differenziata in modo indifferente su tutto il territorio nazionale, ci devono essere singole intese …

PRESIDENTE. No, rimaniamo in silenzio ad ascoltare il dibattito, chi deve parlare può varcare la soglia dell’Aula, e può farlo con tranquillità, oppure sospendiamo i lavori perché non è accettabile!
Vi chiedo il massimo rispetto.
Prego. Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Stavo dicendo al mio amico Consigliere Bilò che a me non disturbano perché andando a braccio sono troppo preso dall’ascoltare me stesso.
Al di là delle battute, dicevo che possono essere attribuite alle Regioni previa intesa tra lo Stato e la Regione interessata. Ma capite che in quella intesa devono essere definite innanzitutto le materie, che sono quelle concernenti il comma 3 dell'articolo 117 della Costituzione, che sono materie a legislazione concorrente e quelle indicate alla lettera l), eccetera.
Ma da chi viene decisa questa intesa? Dev'essere deliberata dalla Regione interessata, non la può decidere il Presidente o la può decidere con un atto di Giunta, è quest'Assemblea legislativa che deve stabilire i termini dell'eventuale intesa per quanto riguarda la Regione Marche. Questo è il luogo della discussione e non può essere diversamente. Il resto è tamquam non esset, quindi ne dobbiamo necessariamente discutere, lo dovremo fare quando ci sarà eventualmente l’intesa che dovrà essere sottoposta poi al vaglio del Parlamento, ma è bene che ci sia oggi perché dobbiamo stabilire quali materie l’intesa stessa deve riguardare.
Tra l'altro c'è il tema che quest'intesa deve riguardare anche la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Ma questo non può essere fatto con un provvedimento del Governo, questo deve essere contenuto all'interno dell’intesa perché qui non è il cane che si morde la coda, ma è un percorso costituzionale ineccepibile, ben previsto dai padri costituenti. Significa che la rideterminazione di questi livelli deve stare all’interno dell’intesa, che poi deve essere approvata dalle Camera a maggioranza assoluta. Le Camere dicono …, su questo ha ragione il presentatore del disegno di legge, infatti io non sono d'accordo con le critiche di coloro che dicono che il Parlamento non è esautorato perché c’è solo l’atto di indirizzo. Lo voglio dire, qui ha ragione il presentatore del disegno di legge perché l'atto di indirizzo che viene chiesto è un rispetto del Parlamento, che sull'intesa può dire soltanto sì o no. Questo è il percorso! Perché dice che la legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, ma l’intesa è tra Stato e Regione e dov’è la legge dello Stato? Perché all’interno dell’intesa devono essere determinati i livelli essenziali delle prestazioni? Altrimenti il Parlamento, siccome è una riserva della legge del Parlamento, non lo approva. Se non sono determinati o è violata la lettera m) del comma 2 dell’articolo 117, o è violato il comma 3 dell'articolo 119, il Parlamento non vota la legge e non può determinare i termini dell'intesa, non ci può mettere bocca e non può fare emendamenti. Se non sappiamo questo …, mi meraviglio …
Secondo me è un tema centrale e non si può pensare - allora significa che non si sa più leggere la Costituzione - che il Parlamento quando va ad approvare l'intesa tra Stato e Regioni possa emendare e modificare l’intesa, non lo può fare, chi dice questo sbaglia, l’intesa lo deve prevedere prima. Questo è il punto ed io questo lo dico nel contributo scritto che chiedo di allegare. Grazie.

PRESIDENTE. E’ una sua facoltà prevista dal comma 2 dell’articolo 55 del Regolamento interno, verrà allegato al resoconto integrale della seduta.
Partiamo dalla mozione n. 309.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il decreto Calderoli è in discussione, quindi avrà un suo iter e come tutti gli atti del Parlamento sarà oggetto di integrazioni, modifiche, variazioni e altro.
Il tema dell'autonomia differenziata è molto complesso, nessuno sfugge a questa valutazione. E’ complesso perché sono due i corni del problema, uno è migliorare l'autonomia delle Regioni, è utile e opportuno. Tutte le Regioni vogliono una maggiore capacità decisionale e una maggiore libertà rispetto alle norme quadro dello Stato, non in tutti i settori, ma nella maggior parte di essi; l’altro tema è l’unità nazionale che non è un valore negoziabile per noi di Fratelli d’Italia, ma credo un po’ per tutti. Il valore dell’unità nazionale non è negoziabile.
E’ stato creato nei Paesi anglosassoni un neologismo che molti conoscono “glocal” (globale e locale). Noi dobbiamo avere una visione nazionale e un'attenzione locale molto forte. Questo termine è innovativo, è la fusione di due cose, significa avere una grande attenzione per il territorio, ma avere una visione d'insieme, che è nazionale ed addirittura europea.
La disgregazione nazionale è un tema a cui noi non pensiamo nemmeno e il Presidente del Consiglio Meloni, che è la nostra Presidente nazionale, meno che meno, noi non ci pensiamo e la nostra Presidente meno che meno.
Come sono le Regioni italiane? Nel nostro territorio abbiamo un nord fortemente competitivo, direi europeo, Milano è capitale europea, fa concorrenza a Parigi e Berlino su molti temi, per esempio; sull'architettura (a Milano ci sono stati progetti innovativi che sono avanti rispetto ad altre capitali europee), sull'innovazione tecnologica, sulla cultura. I progetti culturali di Milano vengono sia dalla Regione Lombardia che dal Comune, due enti contrapposti, uno di centro-sinistra ed uno di centro-destra, che però marciano veloci. C’è il Veneto che è avanti ad altre regioni europee sia nell’organizzazione sanitaria che nelle politiche sociali. Quindi, abbiamo un nord fortemente progredito ed un centro che è parzialmente in affanno, l’esempio è l’industria manifatturiera delle Marche che era molto avanzata e adesso è in difficoltà, tant’è vero che siamo diventati regione in transizione.
Dal punto di vista dei fondi che mette a disposizione l'Unione europea, il nord non ne ha, il centro, proprio perché è diventato in transizione, ha un aumento di fondi, anche se ancora non li abbiamo ricevuti, ma sono in corso di assegnazione. Poi abbiamo le regioni del sud che invece sono arretrate, sono scarsamente competitive in progettualità, in burocrazia ed in amministrazione. A macchia di leopardo perché abbiamo alcune città, come Catania, che hanno un fattore d'impresa e di innovazione tecnologica con l’Università fortissima, anche Palermo ha ospedali all’avanguardia, ma globalmente il sud ha delle regioni cosiddette arretrate e proprio per questo hanno molti più fondi delle regioni in transizione, che poi, ahimè, non utilizza. Questo è il grande gap che ha il sud nell’autonomia regionale, ha fondi a disposizione, ma non è in grado di captarli, tant’è vero che l’Irlanda o la Spagna prendono i fondi residui delle nostre regioni perché non siamo in grado di progettare, ma soprattutto di metterli a terra e realizzare.
Noi nell’autonomia regionale dobbiamo recuperare tutto questo, ha ragione il presentato del ddl Calderoli quando dice che le Regioni devono camminare più veloci, poi gli strumenti vanno rivisti.
Tutto è vero, però il gioco delle parti deve avere un limite, non credo che l'ex Presidente della Regione Umbria del PD o l’ex Presidente della Regione Marche del PD siano persone non riconoscibili come DNA del centro-sinistra, vi leggo “Perugia 12 luglio 2018 - La Regione Umbria e la Regione Marche hanno deciso di avviare congiuntamente il percorso istituzionale per una maggiore autonomia, come previsto dall’articolo 116 della Costituzione. I due Presidenti Marini e Ceriscioli -presenti con i rispettivi Assessori regionali Bartolini per l’Umbria e Cesetti per le Marche - hanno oggi sottoscritto una lettera inviata Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, nella quale scrivono che ‘la Regione Marche e la Regione Umbria hanno avviato, in parallelo, il percorso previsto dal terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, individuando in modo pressoché unitario ulteriori forme e condizioni di autonomia’”. Nella lettera si ricorda che “le Assemblee legislative di entrambe le Regioni hanno approvato le rispettive risoluzioni per avviare la procedura di maggiore autonomia prevista dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione”. I Presidenti Marini e Ceriscioli chiedono al Presidente del Consiglio dei Ministri di voler attivare subito, anche congiuntamente, lo specifico tavolo di confronto istituzionale, così come previsto dall’articolo 1 … “Riteniamo che il Governo italiano debba credere pienamente nella capacità dei territori di pensare il proprio sviluppo. Per questo occorre anche una legislazione che agevoli questo percorso esaltando l'autonomia delle Regioni. Anche perché riteniamo che proprio la leva dell’articolo 116 determinerà efficienza amministrativa per lo sviluppo economico delle rispettive Regioni”. Questa è una dichiarazione sulla quale il PD credo che non possa fare autocritica ed io spero che non voglio farla.
Ritengo che bisogna essere maturi, lo stracciarsi le vesti su questo …, noi faremo un fronte sulla difesa dell’unità nazionale, su questo non ci piove, è la nostra storia che chiamiamo a testimonianza. E’ fondamentale il fatto che le Regioni debbano funzionare meglio, sul fatto che debbano acquisire, avere più capacità di spesa veloce, meno lacci e lacciuoli per governare la spesa.
Io sono stato un feroce oppositore del Governo Draghi, però mi sento di dire che l’idea di superare spesso …
Non solo sulla tragedia del Ponte Morandi e la sua ricostruzione, ma in tante opere pubbliche, ne cito una per le Marche: l’uscita dal porto di Ancona (in 30 anni per una serie di lacci delle leggi dello Stato non è mai andata avanti), la nomina di gestioni commissariali agili, veloci, che possono superare anche gli incagli delle procedure, penso che sia una cosa virtuosa. Così è virtuosa una maggiore autonomia delle Regioni sulla quale nessuno può dirsi contrario.
Con questo spirito la mozione della Consigliera Ruggeri, che è stata utile per chiarirci, la respingeremo in toto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Per dire al Consigliere Ciccioli che oggi su questo tema - per la verità è sempre presente in Aula - era assente perché se fosse stato presente avrebbe poteva risparmiarsi l’intervento perché quello che ha citato poc'anzi, sulle iniziative del Presidente Ceriscioli della Regione Marche e della Presidente della Regione Umbria, alla presenza dell'Assessore Cesetti, l’ho detto io all’inizio del mio intervento, l'ho scritto anche nell'intervento scritto, in cui ho ricordato la delibera della precedente Giunta, la lettera al Governo Conte, l'incontro in Umbria, le dichiarazioni, la deliberazione di questa Aula. Tutte cose che ho detto all’inizio del mio intervento.
Questo è il fatto personale, Presidente, uno che ascolta adesso sembra che …, invece queste cose le ho dette e bene, precisando che noi non siamo contrari all’autonomia differenziata, ma siamo contrari a questo metodo che dovrebbe portare all’autonomia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Mi scuso, ma non sono stato in Aula perché ho avuto una riunione su Jesi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Voterò favorevolmente tutte e tre le mozioni, la mia, come sapete, chiede di intraprendere ogni iniziativa per contrastare il disegno di legge, quella del Consigliere Cesetti chiede il ritiro del disegno di legge ed anche l’istituzione di un tavolo istituzionale per trovare un accordo concordato e condiviso con tutte le Regioni, le Province ed i Comuni, mentre la mozione presentata dal Consigliere Carancini chiede la calendarizzazione di una specifica seduta monotematica dell'Assemblea, aprire la partecipazione a questa seduta anche all’Anci in rappresentanza dei Sindaci delle Marche. Quindi, appoggio tutte e tre le richieste ed il voto sarà favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Penso che oggi abbiamo perso una bella occasione ed è anomalo l’atteggiamento che ha assunto la maggioranza perché di solito di fronte a delle proposte che arrivano da questi banchi c’è sempre una sorta di rincorsa a preparare atti per arrivare a risoluzioni, forse era l'occasione anche perché abbiamo tentato questo percorso.
Vedete chi vi parla, a differenza degli interventi anche dei colleghi, lo dico candidamente, era contrario alla modifica del Titolo V, quindi parto da lì. Per me è molto complicata la spinta che ha subìto la nostra Costituzione, legata più a necessità politiche di autonomia – che oggi il Consigliere Cancellieri in maniera molto candida e anche molto rivendicativa le mette a disposizione - che hanno poi trascinato anche il nostro partito negli anni ad assecondare e ad arrivare a modifiche che si sono verificate come inadeguate e pericolose.
Una nazione come la nostra si trova con 20 sanità, perché è quello che abbiamo prodotto, questa sì è la vera autonomia differenziata che siamo stati in grado di mettere in campo. E nonostante ci siano i Lea - si sono un po’ più standardizzati i servizi e le prestazioni - abbiamo degli scostamenti che negli anni da quella modifica, ahimè, non sono stati recuperati e livellati, ma hanno determinato una spaccatura in orizzontale in questa nazione che oggi è irrecuperabile.
Però l'occasione di questo argomento …, non solo non dovevamo aspettare la prima mozione, che durante le vacanze di Natale la Consigliera Ruggeri ha elaborato, che ha aperto il tema, forse ci doveva essere un'azione diretta del Governo che doveva metterci nelle condizioni di poter raccogliere e dare quegli indirizzi, che reputo indispensabili, perché il disegno di legge Calderoli è assolutamente arraffazzonato e affrettato, una proposta che per noi, e lo scriviamo, dovrebbe essere rigettata, rispetto alla quale siamo disponibili a contribuire per far sì, come ha suggerito la Consigliera Casini, che si individuino le materie che dovrebbero essere protagoniste dell’intesa Stato-Regioni.
L’occasione di oggi ed il rigetto anche molto stentorio che il Consigliere Ciccioli ha dichiarato penso che sia una grande occasione persa. Ringraziando il Presidente, lo faccio davvero, che nella fase di dibattito, una voce autorevole, istituzionale, non di maggioranza, apriva ad una possibilità di approfondimento extra Aula. Presidente, lo dobbiamo fare qui, quella è propedeutica …

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Ho colto un po’ dall’Aula la volontà e la possibilità di arrivare ad una soluzione unitaria su questo tema, anche parlando con il primo firmatario, con i capigruppo di maggioranza, quindi, vi chiederei una riflessione ulteriore e di valutare la possibilità, l’ipotesi, di rinviare questa discussione e il voto di una settimana, 15 giorni, per cercare di capire se ci sono dei punti d'incontro che ci consentono di esprimerci in maniera unitaria o se invece ognuno resta sulle proprie posizioni.
Io ho colto in gran parte la volontà di convergere verso un'ipotesi unitaria e secondo me dovrebbe essere raccolta perché il tema è centrale ed anche in altre legislature, in altre - chiamiamole - epoche, aveva visto schieramenti diversi convergere anche sulla necessità di aprire ad un'autonomia come elemento di ricchezza per i territori, senza mai mettere in discussione l'unità nazionale e senza creare delle differenziazioni tra le parti del nostro Paese.
In questo senso andrei ad approfondire questa voglia di discussione e chiederei all’Aula il rinvio di almeno due settimane per approfondire.

PRESIDENTE. Chiedo in deroga di esprimersi su questa proposta se procedere alla votazione oppure sospendere …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. C’è l’abbinamento delle tre mozioni, quindi la proposta del Presidente Acquaroli riguarda una situazione complessiva.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Apprezzo il tentativo del Presidente Acquaroli, ma su questo tema con il Movimento 5 Stelle è molto difficile e complesso trovare una sintesi, quindi per quanto riguarda la mozione n. 309, che è stato già annunciato che verrà bruciata, che sintesi vogliamo trovare? Direi che si può procedere con la votazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ricordo che siamo in sede di votazione, la presa di posizione della Giunta attraverso il suo Presidente è di un rinvio di tutte e tre le mozioni per avere la possibilità di trovare un’intesa fra le opposte posizioni che sono state espresse in Aula e che sono tra l’altro note.
Questa è la proposta, è una parentesi fra la richiesta di votazione e la votazione.
Ha la parola il Consigliere Cesetti

Fabrizio CESETTI. Intervengo in qualità di primo firmatario della mia mozione e dico subito, poi il capogruppo esprimerà per il gruppo l’opinione, che sono d'accordo con la richiesta del Presidente Acquaroli, che nell'occasione voglio ringraziare per la sensibilità istituzionale su un tema del genere, sicuramente il più rilevante sotto il profilo istituzionale e strategico, di esclusiva competenza di quest'Assemblea legislativa. Ritengo che il tentativo di un percorso condiviso, che possa portare ad una soluzione unitaria, vada percorso con determinazione.
Ci sono anche dei precedenti, tra l’altro ho ricordato poc'anzi, quando nella X^ legislatura nel maggio del 2018 su richiesta della Giunta Ceriscioli in questa Aula venne proposto un atto amministrativo, ci fu una approvazione condivisa tra il centro-sinistra e il centro-destra, non ricordo per la verità l'opinione del Movimento 5 Stelle, ma di sicuro venne votato un atto insieme, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Lega e gruppo dell’attuale parlamentare Carloni.
Tra l’altro l’Aula si è già occupata di questa materia, dell’autonomia differenziata che venne proposta da noi insieme all'Umbria a maggio 2022, quando l’allora Assessore al bilancio rispose ad una mia interrogazione, la n. 481, ed in quell'occasione, ricordo bene, non stigmatizzò il lavoro da noi fatto, neanche lo criticò, disse che era aperto,
Credo che anche adesso in questo dibattito odierno abbiamo il dovere, secondo me, di raccogliere l'invito del Presidente Acquaroli, che tra l’altro abbiamo anche un attimo fa condiviso. Facciamo questo tentativo, se non ci riusciamo, pazienza, se ci riusciamo di sicuro la Regione Marche sarà più forte. La maggioranza qui è chiara, siamo 21 contro 8, più il Movimento 5 Stelle, quindi andrà avanti lo stesso, se invece ci riuscissimo l’istituzione Regione sarà più forte e sarà più forte l'autorevolezza del Presidente, che la dovrà rappresentare all'interno della Conferenza delle Regioni o in Parlamento.
Secondo me questo tentativo va fatto, a meno che non si voglia utilizzare quest’Aula per una contrapposizione che non ha ragione di esistere. L’ho detto all'inizio, sono coerente, Presidente, ho iniziato il mio intervento dicendo che non siamo pregiudizialmente contrari all’autonomia differenziata anche perché la proposi io all’epoca quando ero l’Assessore insieme all’ex Presidente. Perché non fare questo tentativo?
Rispetto alla richiesta del Presidente Acquaroli, sono favorevole come presentatore della mia mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Chiedo una sospensione di 5 minuti per approfondire la proposta del Presidente rispetto a questo tema, in merito al quale ho già raccontato la mia storia, il giudizio sulla modifica del Titolo V.
Penso che forse, siccome gli atti sono stati depositati da mesi, ci sia la possibilità di trovare una sintesi e qualora non ci fosse la posizione nostra è molto chiara. Chiediamo per questo la sospensione di 5 minuti dei lavori del Consiglio.

PRESIDENTE. Prima di sospendere i lavori facciamo tutti gli interventi, così quando rientriamo, decidiamo.
Ricordo fin d’ora che alla ripresa dei lavori dovrò porre in votazione la proposta del Presidente Acquaroli, ai sensi dell’articolo 145, si deciderà se andare avanti con la votazione delle mozioni oppure no.
Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Credo che la proposta avanzata dal Presidente Acquaroli sia più che ragionevole e dimostra, come ha detto il Consigliere Cesetti, che è disponibile e garante di questa Aula. Un Presidente di tutti marchigiani e anche delle minoranze, quindi ritengo che sia opportuno aderire alla sua proposta.
Questo è un argomento complesso, nessuno lo nega, è difficile mettere sul piatto della bilancia i benefici e i rischi di questa autonomia differenziata per la nostra regione, io da regionalista convinto, da rappresentante di un movimento regionalista, sono abbastanza dubbioso per cui non avrei votato contro ai documenti, ma nemmeno a favore, avrei fatto valere il mio diritto di astensione.
A maggior ragione, la proposta del Presidente è più che opportuna perché cerca in qualche maniera di trovare una sintesi e cerca un ragionamento dietro a questo argomento complesso, anche in virtù di quello che l’autonomia differenziata può portare alla nostra regione.
Invito soprattutto la Consigliera Ruggeri ad aderire a questo rinvio per poter discutere meglio tutti insieme, poi è ovvio che se non si trova una sintesi, la sintesi non si sarà trovata.
Credo che questa sia una proposta da tenere tutti in considerazione, rinviamo queste proposte e discutiamole, cerchiamo anche di avanzare un approfondimento. Sicuramente faremo un lavoro molto più preciso e molto più serio nei confronti di tutti i marchigiani. Un nostro approfondimento sull'argomento sarebbe una dimostrazione di serietà nei confronti dei marchigiani, quindi invito tutti ad aderire al rinvio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per una precisazione, non vorrei che ci fossero dubbi o perplessità. La richiesta di rinvio è stata concordata tra me e il Presidente Acquaroli, condivisa con il Consigliere Cesetti e ovviamente comunicata a tutta l’Aula.
E’ evidente che le mozioni attualmente iscritte, quella del Movimento 5 Stelle e quelle del PD, avrebbero trovato il nostro voto negativo, se invece arriviamo ad una risoluzione comune cambiano i vertici del problema, quindi, perché non dare un contributo in positivo, invece che in negativo? Bocciare un documento è sempre una cosa di contrasto, approvare un documento comune è un percorso avanzato, su questo non ci sono perplessità di nessun tipo, ovviamente i contenuti del documento dovranno essere condivisi, se non sono condivisi non si voteranno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. La cosa strana è che hanno deciso tutto il Consigliere Ciccioli, il Consigliere Cesetti e il Presidente, dice il Consigliere Ciccioli. Peccato che il Consigliere Ciccioli sia stato fuori e non sa che c’è un’altra di mozione, non a caso si è alzato per fare un intervento forte, ma non sapeva di che parlava, c’è un’altra mozione, Consigliere Ciccioli, a mia prima firma. Da questo punto di vista, purtroppo, quando si è inadempienti non si conosce, capita a tutti, ma quando non si conosce …
Apprezzo l’intervento del Presidente Acquaroli, però la mozione a mia prima firma non solo non è pregiudiziale, ma per chi ha avuto almeno la diligenza di leggerla fa riferimento al fatto che si deve dire che si va a fare un Consiglio regionale monotematico e si appronta una Commissione per studiare eventualmente le materie da sottoporre all’autonomia differenziata. Non riesco a capire perché dobbiamo tornare indietro.
Votiamo le mozioni che ci sono, poi se uno dice che in realtà non è pregiudiziale, ma vota contro, sta tutto nella coerenza delle persone e delle cose che si dicono.
La mozione a mia prima firma non è pregiudiziale, ma dà la possibilità di confrontarci, dà la possibilità, da questo punto di vista, di approfondire ogni tema con la partecipazione, ovviamente prioritaria, del governo regionale perché l'autonomia differenziata parte da una iniziativa della Regione, dal governo regionale. Da questo punto di vista non si riesce a capire perché dobbiamo tornare indietro con le lancette. A meno che, siccome è una mozione presentata da qualcuno dell'opposizione, a prescindere si dice di no.
La mozione presentata dal sottoscritto dice di fare un Consiglio regionale monotematico, di fare una Commissione che si avvii a lavorare perché, per chi non ne avesse consapevolezza, l'autonomia differenziata avrà un corso lunghissimo. Se invece noi con serietà, insieme, approfondiamo i temi, credo che sia …
Non c'è un solo giudizio negativo nella mozione presentata dai tre Consiglieri regionali, non un solo giudizio, quindi, da questo punto di vista tornare indietro mi sembrerebbe …, una risoluzione rispetto a che cosa? Le altre mozioni davano un giudizio sul decreto Calderoli, per il quale il governo regionale è già andato in Conferenza unificata e ha detto: “Noi siamo d’accordo e ne prendiamo atto”.
Non riesco a capire perché dobbiamo tornare indietro, spendere altri 15 giorni e altro, penso che si possa votare, almeno, per quanto mi riguarda, la mozione relativa alla disponibilità di un Consiglio regionale monotematico e di una Commissione che appropriatamente, rispetto a un tema così delicato, fa confrontare i Consiglieri regionali, fa confrontare, approfondire per cercare di capire, perché ritengo che non sia affatto semplice. Basta leggere l’atto dell’ufficio bilancio del Senato che mette in campo tutta una serie di argomenti, allora perché non approfondirlo insieme? Perché non può essere un tema condiviso? E lo chiedo anche ai Consiglieri regionali di opposizione perché già c'è un tema che possiamo condividere insieme. Tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Per precisare, perché delle volte uno magari si esprime in un modo e non si capisce come stanno le cose.
C'è stata la disponibilità a discutere complessivamente le mozioni, è una disponibilità che credo sia opportuna sia per la maggioranza che per la minoranza, si discutono insieme.
Se devo fare un rilievo …, ogni volta che un problema non deve essere risolto si fa una Commissione, ne cito una che è la commissione delle commissioni: la commissione bicamerale per le riforme, fu creata per affrontare il problema istituzionale e come tutti sanno andò a finir male nel senso che finì la legislatura.
Se uno non ha la soluzione del problema dice di fare una commissione.
Noi possiamo tranquillamente discutere in brevissimo tempo per arrivare ad una sintesi comune, tenendo presente che non siamo noi i titolari di questa vicenda, il titolare di questa vicenda è il Parlamento e noi esprimeremo un nostro parere, un punto di vista su cui poi si esprimeranno le forze politiche a livello nazionale. Il decreto Calderoli sarà esaminato nell'apposita commissione, poi andrà in Aula e quant'altro.
Sicuramente possiamo dare un contributo, tutte le istituzioni subordinate possono dare un contributo, ma è il Parlamento nazionale che ovviamente farà le scelte. Secondo me inviare un documento, una risoluzione comune, che possa indirizzare perlomeno anche forze diverse che stanno in maggioranza o all’opposizione, che possono fare una sintesi, è un percorso positivo.
La mozione del Consigliere Carancini, non so se orgogliosamente vuole confermarla, verrebbe respinta, quindi a che serve fare così? Poi ognuno, come si dice, è soggetto libero.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Qui non si tratta di aprire una polemica. Consigliere Ciccioli, lei non sa che l'iniziativa sull'autonomia differenziata è della Regione? Non è vero quello che lei dice, lei non lo sa, quello che dice dimostra che non conosce la procedura che determina l'autonomia differenziata. Basta leggere, è la Regione che fa la richiesta al Governo e individua i temi, semplice.
Poi mi dice: “Ma scusi, ne fa una questione d’orgoglio?” Ma no, siamo noi che abbiamo chiesto un Consiglio regionale monotematico sull'autonomia differenziata all'esito del quale si può fare eventualmente un documento, non il documento che si fa prima, non si parte dai piedi, si parte dalla logica.
In realtà la verità è l'opposto di quello che afferma, non a caso dice: “Noi non approveremo”, è un problema vostro non approvare una proposta di discussione di un Consiglio regionale monotematico, ovvero una Commissione che peraltro renderebbe più consapevoli tutti. Capisce, Consigliere Ciccioli? E’ semplice e ribadisco che l'iniziativa è della Regione, è del Consiglio regionale che deve approvarla.
C’è un tema, che non approfondisco, che riguarda la modifica dei regolamenti parlamentari rispetto al percorso, che è un tema ulteriore e tecnico, che non individuo, ma quello che resta è che è il Consiglio regionale determina la votazione oltre al Parlamento, è una sorta di atto combinato. Allora dico: abbiamo previsto, abbiamo chiesto di fare un Consiglio regionale monotematico? Facciamolo, all'esito di quello se troviamo le condizioni faremo un documento insieme. Questo è un modo, dopo se per principio non si deve approvare una mozione dell’opposizione è un altro paio di maniche.
Io mi sono posto in questa situazione nel mio intervento, lei non c’era, quindi mi pare che vi sia una contraddizione in termini, tutto qua, non riusciremo a fare un documento senza una discussione, non faremo un servizio ai cittadini se non approfondiamo perché le materie che possono essere devolute all’autonomia differenziata sono tante, noi decidiamo di affrontarle tutte? Guardate, non è una cosa indifferente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sarò velocissima, ci tengo solo a chiarire anch'io qual è la nostra posizione, la posizione ufficiale del Movimento 5 Stelle.
Allora, partendo dall'idea che l'autonomia differenziata è prevista nella nostra Costituzione, il punto è come viene applicata e noi approfondendo, l’abbiamo fatto prima di presentare il documento, non ho bisogno di farlo dopo, il disegno di legge abbiamo trovato, tra gli altri, soprattutto due punti che non ci convincono: il fatto che non sono previsti i livelli essenziali delle prestazioni, questo per noi è un deficit normativo molto importante, e non è previsto un fondo perequativo a favore dei territori con minore capacità fiscale per abitanti e noi avendo pochi abitanti in regione rischiamo di essere danneggiati.
Questo è il punto che ci fa dire che quel disegno di legge non va bene, per questo abbiamo fatto la mozione in tempi non sospetti, nella quale dicevo solo di contrastare questo disegno di legge, di contrastare questi punti, provare a fare tutto quello che possiamo per cambiarli.
La posizione politica è molto semplice.
La proposta del Consigliere Cesetti parla addirittura di ritiro del disegno di legge, quindi in gradazione la mozione più rigida è quella del PD, pertanto mi sorprende il fatto che cerchino una convergenza con il centro-destra che non ha questa posizione a livello ufficiale, mentre il PD ha ufficialmente …

(interventi fuori microfono)

Marta RUGGERI. Sì, è vero, per carità dopo c’è il tavolo, però lo trovo sorprendente.
Siccome oggi la posizione della Lega e di Fratelli d’Italia, presenti nell’Assise marchigiana, non è conciliabile con quella del Movimento 5 Stelle, ritengo inutile procrastinare il voto perché non ci sono margini per trovare un compromesso.
Tante volte sono stata la prima a dire “cerchiamo un compromesso” quando c’era margine, ma in questo caso, su questa tematica non c’è, quindi per me il bene dei marchigiani lo si realizza, e qui rispondo al Consigliere Rossi, non procrastinando, ma chiedendo le cose che nella nostra mozione abbiamo messo. Se non siete d’accordo non succede niente, è una legittima posizione politica che io chiedo venga espressa con chiarezza, possibilmente oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Confermiamo i 5 minuti di sospensione. Sono le ore 12:53, alle 13:00 riprendiamo. Grazie.

La seduta è sospesa alle ore 12:53

La seduta riprende alle ore 13:10

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Riprendiamo l’attività del Consiglio regionale. Siamo sul punto 3), come sapete c’è una proposta avanzata dal Presidente della Giunta Acquaroli, in qualità di Consigliere oltre che di Presidente, per il rinvio e la sospensione della votazione delle tre mozioni.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. L’ho già detto, Presidente, sono favorevole al rinvio richiesto dal Presidente, che tra l'altro abbiamo anche condiviso, per questo ribadisco il ringraziamento al Presidente.
Ripeto, 15 giorni di rinvio è un tempo che può essere speso bene per questa Regione perché sull'autonomia differenziata quest'Assemblea legislativa nella X^ legislatura ha detto già di sì, ovviamente a determinate condizioni, condizioni da concordare nell'interesse della Regione Marche intorno a materie che riterrà nella sua autonomia assolutamente prioritarie, su tutte la sanità.
Voglio ribadire che l'intesa è con la singola Regione, quindi non ci potrà essere un’autonomia differenziata uguale per tutti, ma ogni singola Regione dovrà concordare con lo Stato quale autonomia differenziata, quali materie. Quell'intesa potrà essere approvata o non approvata dal Parlamento e dovrà contenere i principi costituzionali in base ai quali può essere concessa l'autonomia differenziata, di cui all’articolo 117, comma 2, lettera m), i livelli essenziali delle prestazioni ed il fondo di perequazione di cui all'articolo 119, comma terzo, altrimenti il Parlamento non potrà approvarla perché quella è materia riservata alla sua competenza esclusiva.
Voglio dirlo, il disegno di legge Calderoli non è l'autonomia, è il percorso che deve portare all’autonomia e quando con la mia mozione chiediamo il ritiro del dl Calderoli ed anche l’istituzione di un tavolo tra Regioni, Province e Comuni non diciamo no all’autonomia differenziata, diciamo sì ma alle condizioni che diciamo noi. Se domani condividessimo una risoluzione nella quale magari si prevede - non immagino che la maggioranza potrà votare il ritiro del disegno di legge Calderoli - una modifica del disegno di legge Calderoli, lì potremmo trovare una condivisione ed avremo reso questa Regione più forte.
Opporsi oggi al rinvio è un pregiudizio che fa male a questa Regione, per cui sono d’accordo con la richiesta del Presidente Acquaroli.

PRESIDENTE. Ha la parola, oratore contro, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Nella mia mozione, che prima sembrava dovesse essere bocciata inesorabilmente, che adesso sarà inesorabilmente rimandata contro la mia volontà, si sottolineano due punti di cui abbiamo parlato fino adesso, che non sono convincenti. Quindi, se ci fosse la volontà da parte della maggioranza di chiedere una modifica del disegno di legge Calderoli, sul fatto che prima di essere emanato devono essere definiti i livelli delle prestazioni essenziali o deve essere istituito un fondo perequativo, basterebbe votare la mozione n. 309, ma siccome è già stato detto che così non sarà, mi sembra semplicemente un prendere tempo, rimandare e ingessare ulteriormente quest’Aula che non va mai avanti con i lavori.
Ritengo che sia utile che ciascuno di noi si assuma le proprie responsabilità politiche, su questo tema abbiamo evidentemente sensibilità diverse, posizioni politiche diverse, può anche non essere un male, in democrazia funziona così, non bisogna per forza andare sempre al ribasso per trovare una mediazione, ci sono tematiche e ambiti in cui la mediazione non è possibile.
A mio avviso tra la posizione del centro-destra e quella del Movimento 5 Stelle non si può trovare una mediazione, non la trova Roma, figuriamoci se possiamo trovarla qua.
Chiederei la gentilezza da parte della maggioranza di procedere con la votazione della mozione n. 309 ed anche della mozione n. 366 a prima firma del Consigliere Carancini, anche lui ci tiene a vederla discussa oggi. Su due mozioni i primi firmatari chiedono che si vada alla votazione, se ancora la maggioranza dei proponenti vale qualcosa, la maggioranza dell’Assemblea dovrebbe accontentarci e porre gli atti in votazione. Grazie.

PRESIDENTE. Rinvio delle mozioni nn. 309, 365 e 366 (abbinate). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 53
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Rendiconto dell'Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2022”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 53 dell’Ufficio di Presidenza.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore Consigliere Pasqui.

Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Il rendiconto è un documento che rappresenta i risultati conseguiti nella gestione delle entrate e spese correnti e nella realizzazione degli interventi programmati con il bilancio di previsione. Il rendiconto della gestione costituisce, con il bilancio di previsione, l'atto fondamentale che raccoglie tutta l'attività effettuata dal Consiglio regionale nell'esercizio finanziario di riferimento.
Ai sensi della normativa regionale vigente, prima dell’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea legislativa, il rendiconto è approvato dall’Ufficio di Presidenza, sentito il parere della Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Il rendiconto è stato elaborato secondo gli schemi previsti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, ed è formato: a) dallo schema che espone le risultanze della gestione finanziaria dell’esercizio 2021; b) dal conto economico patrimoniale; c) dalla relazione sulla gestione e relativa nota integrativa ed è corredato dal relativo parere espresso dal Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche.
Al rendiconto sono allegati i seguenti documenti:
- la relazione del Segretario generale sui risultati conseguiti nell’anno 2022, la quale rappresenta, ai sensi della lettera b) del comma 3, dell’articolo 4 della legge regionale 28 dicembre 2010, n. 22, la relazione annuale sulla performance;
- le relazioni sull’attività svolta nel corso dell’anno 2022 dagli organismi regionali di garanzia.
Ai fini della predisposizione del rendiconto, si è provveduto al riaccertamento dei residui attivi e passivi. L’operazione di riaccertamento ordinario ha riguardato principalmente la spesa, in quanto le entrate del bilancio del Consiglio regionale sono costituite per la quasi totalità dai capitoli relativi al trasferimento dei fondi da parte della Giunta regionale e dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Tale riaccertamento ha comportato l’attivazione del Fondo pluriennale vincolato di parte corrente in entrata nel bilancio di previsione 2023 per 1.062.691,64 euro corrispondente ad obbligazioni giuridiche con scadenza nell’anno 2023.
Per quanto concerne la spesa i relativi impegni sono stati imputati ai corrispondenti capitoli attraverso la variazione di bilancio per consentire il pagamento delle obbligazioni reimputate nell’esercizio 2023.
I risultati della gestione del Consiglio per l’esercizio 2022 confluiscono nel rendiconto consolidato della Regione Marche.
Con deliberazione amministrativa n. 27 del 29 dicembre 2021 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio – Assemblea legislativa regionale per l’esercizio finanziario 2022 e pluriennale 2022/2024, stabilendo il fabbisogno in 19.868.356 euro, comprensivo di 115.696 euro di risorse provenienti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
La legge regionale n. 30/2016 ha disciplinato la gestione amministrativa e contabile degli organismi regionali, prevedendo che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio – Assemblea legislativa determina lo stanziamento da iscrivere nel bilancio annuale e pluriennale tenendo conto del programma presentato da ciascun organismo regionale di garanzia alla data di entrata in vigore della legge medesima.
Relativamente all’anno 2022 ogni Autorità ha proposto di inserire nel bilancio consiliare le seguenti somme: 27.781 euro per le funzioni proprie del Corecom, 37.850 euro per le attività del Garante dei diritti, 51.000 euro per la Commissione pari opportunità. Tali somme, compreso il fabbisogno consiliare, sono trasferite dal bilancio della Regione Marche.
Si precisa che il bilancio consiliare accoglie, oltre ai capitoli per il trattamento fondamentale del personale del Consiglio, anche le retribuzioni e i relativi oneri spettanti ai dipendenti assegnati ai gruppi consiliari per un totale di 1.827.733 euro.
Le entrate effettive a rendiconto, composte dai trasferimenti dei fondi del bilancio regionale e dall’Agcom, sono risultate pari ad 20.339.315,32 euro, così suddivise: 19.997.988,40 euro per il funzionamento del Consiglio; 27.781 euro per lo svolgimento delle funzioni proprie del Corecom; 97.850 euro per le attività del Garante; 100.000 euro per le attività della Commissione pari opportunità; 115.695,92 euro per lo svolgimento delle funzioni delegate al Corecom.
Il fabbisogno delle Autorità di garanzia è stato adeguato in aumento con legge regionale n. 13 del 16 giugno 2022 per un totale di 109.000 euro.
Con l’assestamento di bilancio il fabbisogno consiliare è stato aumentato di 200.000 euro per adeguare il fabbisogno delle spese obbligatorie iscritte al Programma 1 (Organi istituzionali).
La spesa complessiva dell’anno 2022 è risultata pari ad 19.754.711,18 euro con un incremento di 745.815,69 euro rispetto al 2021 (3,78%). La percentuale non si può definire come un reale aumento, poiché il bilancio del Consiglio in fase di approvazione aveva subìto una contrazione di circa 1.000.000 di euro rispetto alle necessità espresse dai dirigenti.
Il Consiglio regionale, grazie a un monitoraggio costante, ha condotto una gestione attenta prelevando risorse all’interno dello stesso bilancio senza gravare sulla finanzia regionale.
Per quanto riguarda le misure di contenimento, si evidenzia che con legge n. 160 del 27 dicembre 2019 (legge di bilancio 2020) sono state abrogate le misure contenute nel D.L. 78/2010 convertito in legge n. 122 del 30 luglio 2010 che limitava alcune spese indicate nell’articolo 6 secondo una percentuale rispetto alla spesa del 2009.
Il Consiglio regionale ha mantenuto, tuttavia, il proprio obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento dell’Assemblea, secondo il principio dell’autonomia consiliare.
Il complesso delle operazioni finanziarie (entrate e spese) derivanti sia dalla gestione della competenza che dalla gestione dei residui degli anni 2022 e precedenti, determinano il risultato di amministrazione che ammonta complessivamente a 1.243.988,15 euro. Tale importo deriva da economie di stanziamento dei capitoli del bilancio di previsione dell'anno 2022 e minori spese rispetto a quelle impegnate.
L’avanzo di amministrazione al termine dell’anno 2022, determinato secondo quanto previsto dalla normativa vigente, è così composto: 544.374,08 euro di avanzo vincolato derivante da entrate Agcom (495.399,89 euro della gestione precedente e 48.974,19 euro della gestione 2022, quest’ultima andrà inscritta all’afferente capitolo del bilancio 2023 del Corecom per l’esercizio delle funzioni delegate); 203.563,62 euro di avanzo accantonato per indennità fine mandato dei Consiglieri regionali e 20.000 euro per spese legali su contenziosi in atto, per un totale di 223.563,62 euro.
Pertanto, l’avanzo libero da restituire al bilancio regionale ammonta a 476.050,45 euro.
I fondi liberi dell’avanzo libero di amministrazione vengono riversati al bilancio regionale, contestualmente all’approvazione del presente atto amministrativo.
Il rendiconto, oltre a determinare il risultato di gestione, espone negli allegati l’ammontare dei residui passivi e attivi accertati all’inizio dell’esercizio cui il conto si riferisce.
I residui passivi da riportare all’esercizio 2022 seguono il principio generale della competenza finanziaria ed ammontano complessivamente a 797.292,21 euro, mentre i residui attivi ammontano a 3.647,31 euro, mentre il Fondo pluriennale vincolato di entrata, come precedentemente indicato, ammonta a 1.062.691,64 euro e corrisponde ad obbligazioni giuridiche con scadenza nell’esercizio 2023.
Al fine di avere un quadro completo si evidenzia che le maggiori economie si sono registrate nella Missione 1 programma 1 (Organi istituzionali). In questo programma sono presenti le spese inerenti le indennità dei Consiglieri ed ex Consiglieri, le spese per i dipendenti assegnati ai gruppi consiliari, le attrezzature e i materiali per la struttura consiliare. Nel programma sono comprese anche le spese per la comunicazione, i convegni, le compartecipazioni, il cerimoniale, la pubblicità istituzionale, le spese di rappresentanza.
Le economie di competenza registrate nel 2022 al programma 1 ammontano a 755.272,81 euro e derivano principalmente dai capitoli riguardanti le spese obbligatorie. Di seguito sono elencati quelli più significativi: restituzione alla Regione di entrate proprie, si prevedevano entrate per 40.000 euro, mentre alla chiusura dell’esercizio la somma incassata e versata alla Regione risulta di 5.132,56 euro con un’economia di 34.867,44 euro, 8.747,50 euro di spese di rappresentanza del Presidente, 6.534,99 euro per compensi ai comitati di valutazione e collaboratori esterni, 10.938,40 euro per l’acquisto di spazi pubblicitari e quotidiani, 59.876,91 euro per progetti e compartecipazioni a eventi promossi dall’Ufficio di Presidenza, 30.816,47 euro per le Autorità del Garante, Corecom funzioni delegate e pari opportunità.
Il Corecom per lo svolgimento delle funzioni delegate relativamente all’esercizio rappresenta un avanzo di 48.974,19 euro che forma avanzo vincolato da riscrivere nel 2023 a cui e si aggiunge l’avanzo degli anni precedenti che ammonta ad 495.399,89 euro; la restante somma di 59.117,02 euro si riferisce alle spese di funzionamento per gli organi istituzionali.
Nella Missione 1, Programma 2 - “Segreteria Generale” è stata registrata una economia pari a 17.636,46 euro per spese riferite principalmente al datore di lavoro.
Nella Missione 1, Programma 3 - “Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato” è stata registrata una economia di 69.214,98 euro. Tale economia nel complesso si trova in quasi tutti i capitoli di funzionamento per quote minime derivanti principalmente da minori lavori effettuati o da minori consumi. Alcuni esempi: telefonia 1.325,52 euro, spese postali 5.078 euro, acquisto cancelleria, giornali 2.089,63 euro, beni per uffici 2.320,23 euro, fotocopie aggiuntive 2.000 euro, manutenzione macchinari centro stampa e fotocopiatrici 7.320,47 euro, vigilanza 10.367,41 euro, pulizie 8.826 euro.
Le spese in conto capitale hanno registrato complessivamente un’economia di 7.906,91 euro, riconducibili alle spese per il rinnovo degli impianti di amplificazione delle sale riunioni.
Non avendo i tempi necessari per le procedure grazie al costante monitoraggio delle spese è stato possibile con le variazioni all’interno dei capitoli in conto capitale rinnovare le poltroncine da lavoro da assegnare ai dipendenti.
La restante somma si riferisce a capitoli diversi di funzionamento dell’ente.
La Missione 1, Programma 8 - “Statistica e sistemi informativi” comprende le spese per la gestione e lo sviluppo del sistema informativo del Consiglio, per la realizzazione e la manutenzione dei servizi da erogare sul sito web istituzionale del Consiglio e sulla intranet. Il programma include anche l’acquisto di beni e servizi informatici e telematici. Si registra un’economia di 54.648,23 euro. L’economia si riferisce principalmente ai beni e servizi per il regolamento per 4.575 euro, manutenzione software per 9.204,32 euro. Ulteriore economia di 38.816,35 euro è imputabile alle spese in conto capitale in quanto non sono stati acquistati hardware, monitor e display come previsto. La restante somma si riferisce a capitoli per l’acquisto di beni di consumo.
La Missione 1, Programma 10 - “Risorse umane” ha subìto un aumento dello 4,49% rispetto al 2021, riferita al maggior costo dei dipendenti distaccati dalla Giunta e comandati da altri enti e dagli arretrati corrisposti al personale del comparto e del personale assegnato alle segreterie dell’Ufficio di Presidenza a seguito del rinnovo contrattuale.
Le spese relative agli emolumenti dei dipendenti assegnati alle strutture e alle segreterie dell’Ufficio di Presidenza ammontano complessivamente a 4.742.551,07 euro, leggermente superiore al 2021.
A rendiconto il programma riporta un’economia di 59.855,47 euro riferita alle retribuzioni dei dipendenti cessati o trasferiti in corso d’anno e relativi oneri.
Nella Missione 5, Programma 2 - “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” sono ricomprese le interventi di spesa inerenti la biblioteca del Consiglio che custodisce un patrimonio bibliografico importante e consultabile anche dall’esterno. La banca dati della biblioteca è inserita nel polo SBN gestito dal Comune di Jesi permettendo un costante aggiornamento del patrimonio librario. In bilancio di previsione era stata prevista la somma di 39.000 euro, diminuita nel corso dell’esercizio di 8.000 euro. Rispetto al 2021 si registra un aumento di spesa del 2,59%, riferito all’acquisto di nuove riviste per la biblioteca
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale ed il conto economico di esercizio 2022, si rinvia a quanto descritto nella Relazione sulla gestione del bilancio, allegata al rendiconto.
Per completezza va ricordato che sul rendiconto dell’Assemblea è stato espresso il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho deciso anch’io di presentare una relazione rispetto al rendiconto del Consiglio regionale. Su questo rendiconto che ci apprestiamo ad approvare, voglio esporre alcune brevi considerazioni.
Sulla gestione dell'anno 2022 registriamo un avanzo libero di circa 476.000 euro, l'anno scorso, quando l’avanzo era molto più alto, si era acceso un dibattito su una possibile decisione dell’Assemblea legislativa per la destinazione dell'avanzo libero, tanto che con la delibera n. 38, approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 28 giugno 2022, relativa al rendiconto dell'Assemblea per l’esercizio 2021, era stato stabilito che i fondi dell'avanzo libero dell’amministrazione 2021, che erano pari a 2.107.000 euro, fossero riversati nel bilancio regionale con previsione che quota parte fosse assegnata a favore degli enti gestori delle strutture residenziali socio-sanitarie ed extraospedaliere e una parte per il finanziamento di nuovi progetti per la vita indipendente. Ricordo che la richiesta di finanziare le strutture residenziali è stata accolta dalla Giunta, mentre non mi risulta accolta in quella fase quella riguardante la vita indipendente.
Come riportato nella relazione al rendiconto la Corte dei Conti, in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Marche per l'anno 2021, ha osservato che né l'articolo 71, comma 4, della legge regionale 31/2001 né alcuna altra disposizione nazionale o regionale consente al Consiglio di destinare quote di avanzo del proprio bilancio autonomo per finanziare spese strettamente necessarie o connesse al funzionamento del Consiglio regionale. Ovviamente quello che l'Assemblea legislativa intendeva approvare era un atto di orientamento nell'esercizio delle sue funzioni di indirizzo politico.
Anche in occasione dell'approvazione del rendiconto dell’Assemblea per l’anno 2022, intendiamo esprimere un indirizzo politico alla Giunta affinché destini i 476.000 euro dell'avanzo al finanziamento di nuovi progetti per la vita indipendente, o all'aumento delle quote di finanziamento dei singoli progetti in corso, in particolare di quelli che hanno l'assistenza H24, o per sostenere la stabilizzazione del personale precario nel servizio sanitario della Regione. A questo proposito è stato presentato un ordine del giorno che impegnerà la Giunta in questa direzione.
Quanto ai patrocini ed alle compartecipazioni finanziarie, mi spiace constatare che neanche nel 2022 si è giunti all'approvazione di nuovi criteri di concessione, nonostante l'esigenza di aggiornare le regole fosse già emersa all'inizio della legislatura.
Finalmente quest'anno, poche sedute fa, sono stati approvati i nuovi criteri che entreranno in vigore il prossimo 1 luglio, per inciso sono stati approvati con il nostro voto contrario, e purtroppo non corrispondono alla proposta che avevamo fatto noi né a quella che era stata elaborata dagli uffici.
In sede di discussione dell'Ufficio di Presidenza abbiamo più volte evidenziato l'opportunità di adottare criteri con punteggi riferiti a parametri oggettivi, che permettano di qualificare la validità della manifestazione; abbiamo anche suggerito che l’importo della compartecipazione fosse quantificato in base ai punteggi attribuiti in riferimento ai parametri del servizio competente degli uffici del Consiglio.
D’altronde è quello che già mette in atto la Giunta, qualificando i contributi in relazione al punteggio e definendo due finestre temporali semestrali per la loro selezione.
Purtroppo le nostre proposte non sono state recepite dalla maggioranza dell’Ufficio di Presidenza e ci ritroviamo ad assegnare le compartecipazione come avveniva, ricordo, fin dal 2015, con delle regole che lasciano margine a decisioni soggettive e temo che questo andrà a scapito della qualità delle iniziative che andremo a finanziare.
Parlando dell’aspetto finanziario delle compartecipazioni nella gestione 2022 si è passati da uno stanziamento iniziale di 180.000 euro a più di 300.000 euro a fine anno e per il 2023 sono stati già stanziati nel bilancio di previsione circa 300.000 euro.
E’ evidente che si attribuisce un peso importante a questa modalità di adesione del Consiglio ad iniziative di particolare valore per la comunità marchigiana, proprio per questo avremmo dovuto dotarci di una regolamentazione migliore. Aggiungo che, in presenza di un continuo aumento di richieste che arrivano, bisognerebbe potenziare anche il personale che istituisce le pratiche.
Le compartecipazioni finanziarie del Consiglio, così come i contributi erogati dalla Giunta per iniziative e manifestazioni rilevanti, non possono e non devono sostituire i finanziamenti della Giunta alle manifestazioni culturali, dico questo perché, purtroppo, capita sempre più spesso che nel settore della cultura e della promozione la Giunta emani bandi ai quali rispondono in molti, ma alla fine vengono finanziati solo pochi soggetti o vengono assegnate cifre modeste a causa della scarsità di risorse stanziate, di conseguenza vengono deluse le aspettative di tanti potenziali beneficiari. Gli esclusi dirottano allora le loro richieste verso questa tipologia di sostegno, ma questo è una distorsione del sistema causata dalla riduzione dei fondi previsti e stanziati per i bandi durante l'approvazione del bilancio.
Vengono messe poche risorse per la cultura e questa cosa andrebbe corretta proprio per non continuare con questa distorsione, per cui le varie associazioni sono costrette a fare la richiesta di patrocinio al Consiglio regionale o alla Giunta regionale.
Voglio fare una riflessione anche sulla questione delle pietre d’inciampo. Come è noto a tutti nel 2021 abbiamo approvato la legge regionale n. 17 che istituiva l’itinerario ebraico per promuovere la memoria storica del popolo ebraico. Fra le varie iniziative previste è presente anche l’installazione delle pietre d’inciampo.
Già la scorsa legislatura, pur in assenza di uno specifico quadro normativo, l'Assemblea legislativa aveva collaborato con istituzioni ed enti locali all’installazione di alcune pietre d’inciampo, considerato che sono dei concreti presidi della memoria storica di vicende persecutorie che mai dobbiamo dimenticare. Avevamo segnalato all'Ufficio di Presidenza la necessità che, in attesa dell'applicazione della suddetta legge e con la definizione da parte della Giunta delle modalità di attuazione degli interventi, ci attivassimo come Consiglio regionale affinché in occasione del Giorno della Memoria, che ricade il 27 gennaio, venissero installate altre pietre d’inciampo, almeno una per provincia, in diverse località della nostra regione dalle quali furono deportati i cittadini che non fecero più ritorno.
Trascorso un anno, solo con delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 290 del 17 gennaio 2023, nel contesto del progetto di massima relativo al Giorno della Memoria 2023, è stato previsto un progetto di studio regionale, che si sarebbe dovuto concludere a maggio 2023, per individuare la localizzazione di ulteriori pietre d’inciampo in tutto il territorio. A questo proposito avevamo incontrato enti e associazioni attive nella promozione della Memoria del tragico periodo delle persecuzioni razziali con l’impegno di coinvolgerli nell’installazione delle pietre nel 2024.
Voglio ricordarvi che quando ero intervenuto in Aula, dichiarando che il progetto pietre d’inciampo sarebbe partito per arrivare ad una installazione in ogni provincia a partire dal 2024, l’avevo dichiarato sulla base di un accordo con l'intero Ufficio di Presidenza, accordo che ad oggi non mi risulta attuato, anzi impantanato in un rimpallo fra Giunta e Ufficio di Presidenza, quando invece noi, intendo l’Ufficio di Presidenza, avevamo già deliberato di sostenere e realizzare il percorso per le nuove pietre d'inciampo del 2024.
A tutt'oggi tutto è fermo, il progetto non è partito e non si è capito ancora chi deve fare cosa tra Giunta e Consiglio.
L’altro impegno che avevamo preso era quello di riuscire a sostenere un progetto insieme all'Istituto di storia, ma anche questo in qualche modo è fermo con la grossa preoccupazione degli stessi che ancora non hanno visto il finanziamento da parte della Giunta regionale, che mi auguro provveda con la prossima variazione di bilancio.
Vorrei esporre una ulteriore considerazione, in sede di approvazione del bilancio di previsione avevamo espresso perplessità circa il raddoppio dello stanziamento a disposizione della Commissione pari opportunità, soprattutto per il fatto che la metà dei fondi era destinata ad erogare contributi per iniziative promosse da soggetti pubblici e privati. Confermo questa perplessità sull'utilità di tale scelta programmatoria di utilizzo delle risorse, che tra l'altro assume quasi i connotati di una duplicazione delle compartecipazioni che dà il Consiglio o la Giunta, seppure in un ambito specifico.
Ritengo che piuttosto sarebbe opportuno valorizzare le funzioni della Commissione pari opportunità relative allo studio ed all'approfondimento della conoscenza della reale situazione della condizione femminile nelle Marche, instaurando un dialogo propositivo con la nostra Assemblea, organo legislativo, per valutare l'opportunità di eventuali iniziative normative o di indirizzo politico della Giunta, volte al miglioramento delle pari opportunità nella nostra regione.
Voglio anche esprimere il disappunto sulla linea di azione intrapresa dall'Ufficio di Presidenza nel 2022, anche se in realtà la decisione è stata formalmente assunta nel febbraio di quest’anno, mi riferisco alla scelta di avviare un'indagine di mercato finalizzata all'individuazione di possibili operatori economici da invitare ad eventuali procedure per l'affidamento del servizio di ideazione, realizzazione grafica, videografica o di supporto dell'attività social istituzionale per 12 mesi, per un importo complessivo di 24.500 euro più Iva. Ritengo un errore esternalizzare tale servizio perché penso che il nostro ufficio stampa sia in grado di assolvere a questa funzione, anzi può essere valorizzato con l’aspetto della comunicazione. Inoltre, credo che i nostri giornalisti siano meglio di un operatore privato per garantire una diffusione omogenea dell'informazione, anche nel rispetto degli equilibri politici tra la maggioranza e la minoranza.
Questa è la mia relazione, ho voluto toccare alcuni punti che come opposizione non condividiamo rispetto a quanto portato avanti dall’Ufficio di Presidenza. Ovviamente il nostro voto per quanto riguarda queste scelte è sempre stato negativo.
Ho accennato alla presentazione di un ordine del giorno che mi auguro possa essere votato da tutta l’Aula, non leggo la parte iniziale dell’ordine del giorno, ma il dispositivo: impegna la Giunta regionale a destinare nella prossima proposta di legge di variazione di bilancio dell'anno corrente la somma corrispondente all’avanzo libero registrato dal rendiconto dell’Assemblea legislativa regionale nell'esercizio finanziario 2022 al finanziamento di nuovi progetti di vita indipendente, all’aumento dell’importo del finanziamento dei progetti individuati già avviati, in particolare quelli in cui è richiesta un’assistenza H24 e a sostenere la stabilizzazione del personale precario del servizio sanitario della Regione, indispensabile a mantenere i livelli essenziali di assistenza. Quest'ultimo punto, cioè quello legato al personale sanitario, è un’aggiunta che è stata richiesta all'interno della Conferenza dei Presidenti di gruppo, c'è stato un confronto anche con l'Assessore Saltamartini, al quale ho chiesto se condivideva la richiesta, soprattutto se era compatibile l’utilizzo di queste risorse.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Brevemente, solo per sottolineare alcuni aspetti messi bene in evidenza dal Vicepresidente Biancani. In particolar modo ha fatto riferimento al progetto delle pietre d'inciampo, che ancora è immotivatamente fermo, dopo che come Consiglio regionale avevamo ricevuto dall’Ufficio di Presidenza rassicurazioni che sarebbe stato portato avanti, visto che è un fiore all’occhiello della passata legislatura e che è stato preso ad esempio anche da altre Regioni d'Italia, così come l'impegno per l'Istituto di Storia Marche.
Ritengo anch'io assolutamente discutibile l’aumento delle risorse per la Commissione pari opportunità, nel senso che, come ha ben spiegato il Vicepresidente Biancani, sembra essere una semplice duplicazione di quello che attiene alle compartecipazioni.
Anche sul tema della valorizzazione dell’ufficio stampa chiedo una ulteriore riflessione all'Ufficio di Presidenza e al Presidente in primis perché penso che vadano valorizzati i nostri professionisti e non esternalizzato un servizio che garantisce oltre che professionalità, imparzialità assoluta all'interno del Consiglio regionale.
Credo che il discorso delle compartecipazioni sia un tema a cui porre una grande attenzione perché le risorse destinate alle compartecipazioni sono aumentate vistosamente in questi anni. Ritengo questa una scelta profondamente sbagliata perché negli anni scorsi, nella passata legislatura, si rimaneva all'interno di un alveo che comunque era sotto i 200.000 euro, poi in questa legislatura si è superato il limite di 300.000 euro. Ricordo che le compartecipazioni sono la spesa più arbitraria che esiste, quindi se, come giustamente ha ricordato il Vicepresidente Biancani, non si mettono dei requisiti, dei criteri stringenti si rischia anche di incappare in errori di valutazione che hanno poi delle conseguenze che sicuramente non possono essere positive. Credo che vada posta grande attenzione a questo argomento.
Condivido l’ordine del giorno che è stato presentato, fra l’altro mette l’accento sulla vita indipendente che è un tema che sta a cuore a tutta l’Aula, ma sta a cuore sicuramente al gruppo del Partito Democratico, visto che la legge approvata la scorsa legislatura viene da una proposta del nostro gruppo di cui ero stato il primo firmatario. E’ una legge importante che ha dato risposte particolarmente rilevanti alla comunità marchigiana, in particolar modo alle famiglie che si trovano in condizioni di maggiore fragilità.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Per dire ovviamente che l'Ufficio di Presidenza ha espresso questo rendiconto, come tutti gli Uffici di Presidenza lavora in maniera condivisa tra i componenti delle varie parti dell’Assemblea, maggioranza e opposizione.
Devo rilevare con grande soddisfazione che gli atti allegati che sono: l'attività del Garante regionale per i diritti alla persona e della Commissione pari opportunità … Sono molto attivi - questi sono i due organismi che ho seguito, quindi non intervengo su altre attività – e rispetto alle precedenti consiliature sviluppano interventi ed attività di lavoro imponenti, addirittura i fondi che utilizzano sono minimali rispetto all'attività esterna che fanno. Di questo voglio rendere atto personalmente al Garante dei diritti alla persona e alla Presidente della Commissione pari opportunità, insieme ovviamente a tutti e 20 i componenti della Commissione, per l'impegno che stanno sviluppando.
Per quanto riguarda l'aspetto innovativo, recentemente l'Ufficio di Presidenza si è impegnato a modificare i criteri con i quali vengono assegnate le partecipazioni, i fondi per le attività di supporto. Devo rilevare che non sempre in passato ho visto un utilizzo dei fondi, ma una sorta di luogo dove a seconda delle relazioni e delle amicizie vengono elargiti contributi, credo che invece questo fatto di approvare dei criteri sia un salto di qualità in meglio nella equa ripartizione dei fondi.
Al contrario del Vicepresidente Biancani non sono rammaricato di questo, perché più volte avevo rilevato, anche al Presidente Latini, che non sempre le contribuzioni sono appropriate. Il fatto che ci sia un criterio più oggettivo e più trasparente è un bene, poi ovviamente la sensibilità verso particolari attività piuttosto che altre, la scelta ovvia di alcune e non di tutte le richieste possibili perché oggettivamente non sono finanziabili. Ritengo che una maggiore trasparenza in queste decisioni sia molto utile, quindi da questo punto di vista non solo non critico, ma sono completamente d'accordo che dall’1 luglio ci sia un'altra organizzazione in queste scelte.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Consigliere Ciccioli, volevo solo dire che la nostra contrarietà rispetto ai criteri non è perché sono nuovi, ma perché secondo noi dovevano essere fatti, dovevano essere ancora più stringenti. Io volevo una sorta di punteggio definito dagli uffici, che era la modalità più oggettiva di tutte, come se fossero dei bandi, con l’impossibilità da parte dell'Ufficio di Presidenza di definire gli importi da assegnare.
Per quanto riguarda il voto, se ci sarà il voto dell’ordine del giorno, noi ci asterremo rispetto al rendiconto, altrimenti voteremo contro.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Carancini, Ciccioli, Assenti, Baiocchi, Bilò, Marinangeli, Ausili, Livi, che è stata esposta molto bene dal Consigliere Biancani, quindi del contenuto avete preso conoscenza.
Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Presidente, più che dichiarazione di voto, vorrei che ci desse la possibilità di modificare l’ordine del giorno, io l’ho firmato, ma ci sono delle situazioni sulle quali non sono d’accordo, cosa che penso riguardi anche altri Consiglieri di maggioranza. Dovrebbe essere almeno modificato. Non è sul tema della vita sulla quale sono d’accordissimo, è sulle premesse …

PRESIDENTE. Quindi, chiede una sospensione per approfondire?

Nicola BAIOCCHI. Si.

PRESIDENTE. Sospendiamo per 10 minuti questo argomento. Direi di fare in questo modo: gli interessati lavorano sull’ordine del giorno per la proposta di una eventuale modifica, non sospendiamo l’attività dell’Aula, passiamo al punto 2 bis) poi prima della fine della seduta andiamo all’approvazione sia dell’ordine del giorno che della proposta di atto amministrativo.

Proposta di legge n. 201
ad iniziativa del Consigliere Putzu
“Disposizioni di adeguamento della legislazione regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 201 del Consigliere Putzu.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò breve anche perché è una proposta di legge fatta d'urgenza. Voglio ringraziare la II Commissione per averla condivisa con me.
Parliamo di questioni legate all’adeguamento con la legislazione nazionale e regionale ed altre cose, ma, a prescindere del testo, vorrei innanzitutto spiegare che questa proposta di legge è stata fatta in primis per la questione legata ai compartimenti della pesca della vongola. Inizialmente avevamo pensato di prolungare di un altro anno, poi insieme agli altri della maggioranza abbiamo pensato di fare un emendamento per prolungare fino al 31 dicembre 2023 e non fino a giugno 2024 proprio perché a differenza degli anni passati abbiamo avuto un confronto con la Giunta ed il Presidente per trovare una soluzione in merito ad una legge che ponga fine a tutti questi rinvii. Una legge utile che possa dare una risposta al comparto del settore dei vongolari.
Ci siamo riuniti come Commissione per il parere negativo del Crel sull’articolo 1, l’abbiamo rispettato e come Commissione, insieme al relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo, abbiamo chiesto la soppressione dell’articolo 1.
L’articolo 2 prevede la modifica della legge regionale 22/2021 sulla disciplina dell’attività commerciale, relativa ad alcune parole, le parole “di subentro” sono sostituite con “in caso di subentro”, mentre sono soppresse le parole “nonché con il potenziamento di quelle esistenti”.
Con l’articolo 3 abbiamo adeguato la legge regionale 33/2012 alla quale avevamo messo mano con una proposta di legge a firma dei Consiglieri Menghi, Ausili e altri relativa al settore dell’apicoltura. Queste sono modifiche richieste dal Ministero onde evitare l’impugnativa e credo sia importante farle per andare avanti nel dare risposte a questo settore.
Dell'articolo 4 ne ho parlato fin da subito in merito alla proroga.
L’articolo 5 riguarda la questione legata alle modifiche e integrazioni della legge regionale 10 novembre 2009 n. 27, testo unico in materia di commercio, con cui andiamo ad abrogare la legge regionale 6 giugno 2017 n. 19. 53
E’ ha invarianza finanziaria.
Questa legge è urgente per dare una risposta a questo settore, ritengo che possiamo approvarla anche perché non ci sono questioni politiche, ha solo carattere d’urgenza per dare risposte al settore dei vongolari e una volta fatto questo finalmente la Giunta potrà mettere mano ad una legge utile per dare risposte al settore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Ha già detto quasi tutto il Presidente della Commissione Consigliere Putzu.
Sull’articolo 1 abbiamo di fatto recepito il parere del Crel che ci chiedeva l’abrogazione dell’articolo 1, quindi abbiamo presentatolo un emendamento che credo sia corretto.
Per quanto riguarda il comma 1 dell’articolo 2, ci sono solamente delle modifiche di carattere lessicale, al comma 2 dell’articolo 2 si dice che il rilascio dell’autorizzazione per il potenziamento di impianti di carburante lungo la rete stradale ordinaria, che è al momento attribuita ai Comuni, torna di competenza della Regione. Rispetto a questa scelta rimane qualche perplessità.
L'articolo 3, l’ha detto il Consigliere Putzu, modifica alcuni aspetti della legge regionale 2/2023 in materia di apicultura, raccogliendo le sollecitazioni del Governo.
Con l’articolo 5 c’è di fatto l’abrogazione della legge regionale 19/2017, che già era stata quasi completamente abrogata dalla legge che abbiamo approvato due anni fa, la n. 22.
L'articolo 6 contiene la disposizione di invarianza finanziaria.
Mi fermo brevemente sull’articolo 4, quello che contiene l’ennesima proroga dell’attuale assetto dei compartimenti di pesca dei molluschi bivalvi.
Nel periodo transitorio, in cui si intende prorogare, questo assetto è disciplinato dall'articolo 10 del Regolamento regionale che individua quattro aree di pesca ed elenca le imbarcazioni autorizzate alla pesca in ciascuna di queste aree. Prendo per buono l’emendamento che sarà poi sottoposto al voto dell’Aula, lo giudico positivo rispetto ai tempi che sono previsti, quindi alla proroga che ora sarà, secondo l’emendamento, fino al 31 dicembre 2023.
Riteniamo sbagliato prorogare ulteriormente questa situazione che da anni ormai si conserva nello stato attuale. Credo che ancora una volta si sia persa l’occasione per prendere una decisione nei tempi prefissati, visto che anche l’anno scorso, solo due giorni prima, abbiamo prorogato la tempistica di un anno, oggi siamo a quattro giorni dalla scadenza del termine e prorogheremo la scadenza di sei mesi.
Sicuramente non c’è stata la volontà di decidere in questi ultimi anni, prendo atto però che adesso c’è l’intenzione di fare una legge entro dicembre, valuteremo a dicembre la norma che sarà portata all’attenzione dell’Aula, soprattutto se sarà portata all’attenzione dell’Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Non avrei mai votato questo atto, ma lo voto perché c’è l’intenzione, la volontà e il lavoro del Presidente della II Commissione Consigliere Putzu, che ringrazio, di non prorogare di un altro anno i termini di cui si discuteva prima, ma di ridurli a sei mesi. Questo ci fa ben sperare che si possa arrivare ad una legge e si possano sistemare le cose e dare giustizia al comparto di Ancona che da questa situazione chiaramente ne è altamente svantaggiato.
Non l'avrei mai votata, però questa riduzione dei termini ci fa ben sperare, la vedo come un passo in avanti e mi auguro che queste certezze, tanto auspicate dal sottoscritto …
Ripeto, l’anno scorso fui l'unica persona qua dentro a votare contro la proroga, indipendentemente da tutto, chiaramente non avrei potuto votare a favore qualora ci fosse stata una proroga di un altro anno, ma, come detto prima, questa riduzione dei termini ci fa ben sperare e dà le certezze che il comparto soprattutto di Ancona, ma io dico la pesca in generale dei molluschi nelle Marche si aspetta.
Rinnovo ancora il ringraziamento sia alla Commissione che al Presidente Putzu, che ha trovato questa sintesi ed ha aperto molto probabilmente alla fine di questa boutade che, ripeto, non è di questa Giunta, ma va avanti ormai da troppo tempo penalizzando il nostro comparto di Ancona. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Voglio sottolineare un aspetto mettendo l'accento sul fatto che la nostra scelta non è la scelta di chi non vuole decidere o di chi vuole allungare il brodo, ma il nostro è un atteggiamento assolutamente responsabile, conseguenza del fatto che riteniamo la categoria, quella delle vongolare, importante per l'economia della pesca, settore fondamentale per la regione Marche. Quindi, è tale la nostra responsabilità e volontà di redigere una legge, che possa essere chiaramente condivisa ed accettata dalle categorie ... Qui non dobbiamo fare ragionamenti in termini limitatamente compartimentali, la pesca, come altri argomenti, dobbiamo pensarla e ragionarla in termini di regione Marche, dobbiamo farlo tutti insieme, dobbiamo farlo in maniera responsabile e, ripeto, condivisa.
Il fatto che oggi presentiamo un emendamento che riduce il tempo della proroga da 12 mesi a 6 mesi va proprio in questa direzione, cioè la volontà di approfondire e determinare una volta per tutte una normativa, una legge, che possa e debba essere assolutamente condivisa e di soddisfazione per le categorie. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Anch'io sono fiducioso perché credo che dopo 20 anni di situazioni precarie per questo comparto si sia arrivati al momento della svolta e della decisione.
Voglio ringraziare il Presidente Acquaroli, l'Assessore Antonini, soprattutto il Presidente Putzu che in Commissione fa sintesi e sinergia. Sono certo che insieme con le categorie riusciremo a trovare un punto di equilibrio che possa soddisfare questa categoria che spesso viene un po’ dimenticata.
Ringrazio tutti quanti i Commissari ed i colleghi dell'Assemblea legislativa perché insieme sicuramente riusciremo a fare un buon lavoro.

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Nonostante le acrobazie del Consigliere Putzu nel presentare questo emendamento ed i buoni propositi di cercare entro sei mesi di trovare un accordo, sono convinto che l'accordo non si troverà mai anche perché vengo dalla precedente legislatura dove il tema dei vongolari è stato sempre molto sensibile, purtroppo territoriale.
Quasi a fine legislatura avevamo deciso di far fare uno studio, che oggi è in mano ai tecnici, ed aveva evidenziato che con i comparti di oggi indicativamente ci stiamo.
Il Servizio ha lo studio in mano, non vedo di cosa ci sia ancora bisogno per poter decidere, ovviamente se si decide di fare una proroga di un anno può avere senso, ma solo perché non è un tema tecnico, ma solamente politico, pensare adesso che voi risolverete addirittura il problema in sei mesi mi sembra impossibile.
Sappiamo tutti che lo studio c’è e dice che i comparti che ci sono oggi indicativamente possono andare bene, una riduzione della proroga a me può anche fare gioco perché posso dire che avete voluto tre compartimenti su quattro, avete ridotto la proroga, quindi volete mettere in discussione, per me va bene, però è giusto pensare e dire che ci sarà sicuramente nella legge di bilancio l’articolino che prorogherà per un altro anno perché nessuno vuole prendersi questa patata bollente.
Visto che ci siamo prorogate di un anno e poi vedremo, fino a quando il Governo non impugnerà la norma, come ha fatto con il Piano casa e dirà: “Basta, non potete più prorogare, dovete fare la legge”. Ma non prendiamoci in giro che in sei mesi troviamo la soluzione perché in sei mesi neanche Padre Pio potrebbe trovare la soluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente perché mi ha dato spunto il Consigliere Biancani, io ero in minoranza quando ho dato battaglia per le proroghe.
C’è uno studio che dice che i compartimenti vanno piuttosto bene, quindi, mi auguro che questa sia l’ultima proroga perché dobbiamo dare delle risposte. Bene i sei mesi, ma non oltre.
Quando ero in minoranza ho dato battaglia all’allora maggioranza per il fatto delle proroghe, oggi mi trovo in maggioranza, sei mesi vanno bene, ma dobbiamo arrivare ad una soluzione definitiva. C’è uno studio che parla di compartimenti che divisi così vanno bene, quindi, ora aspettiamo sei mesi e poi arriveremo alla conclusione perché si aspettano delle risposte.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Per chiarire, le proroghe della precedente legislatura furono date perché si aspettava il parere di Ispra, oggi il parere c'è, volendo va bene prendersi un tempo, se volete, però avete tutti gli argomenti per poter entrare nel merito.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.
Ha la parola, per replica, il relatore di maggioranza Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Apprezzo tutti gli interventi soprattutto quello del Consigliere Biancani che giustamente ha detto: “Abbiamo governato noi per tanti anni, non siamo riusciti a mettere mano sulla questione vongolari, ci riuscirete voi in sei mesi?” Ritengo che dopo che la Giunta farà un atto, ci potremo lavorare tutti insieme, anche in Commissione, per provare a trovare una soluzione condivisa. So che non sarà semplice, siamo qui per fare leggi e non per andare avanti con le proroghe, quindi, credo che questo sia un atto importante. Invece di dare la classica proroga di un anno abbiamo iniziato a dire: “Guardate, non la facciamo di un anno, ma la facciamo di sei mesi affinché la Giunta e gli uffici insieme a tutti i comparti dei vongolari, anche con gli altri rappresentanti interessati, possano riuscire a fare una legge che sia la più condivisa possibile”.
Lo sapete meglio di me, avete governato per tanti anni, non è che tutte le leggi hanno una convergenza al 100%, ci sarà qualcuno scontento, qualcuno contento, ma quello che si vuole fare è trovare una soluzione affinché questo problema non venga affrontato con proroghe continue.
Tutto qua, non vogliamo continuare con le proroghe, vogliamo dire facciamo un atto di coraggio e facciamo una legge, poi vedremo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 (soppressivo dell’articolo) a firma dei Consiglieri Putzu, Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Assenti, Bilò, Rossi, Ausili, Marinangeli.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Io voto contro perché a differenza dell’altra legislatura dove, come ha detto il Consigliere Putzu, non abbiamo avuto il coraggio di decidere, abbiamo avuto il coraggio di far fare uno studio, che era pronto a fine legislatura.
Sono tre anni che lo studio c’è e dice quello che ha detto la Consigliera Marcozzi, cioè che i compartimenti vanno bene come sono.
Avete avuto tre anni per fare la legge, non l’avete voluta fare, adesso in sei mesi non ci credo che la fate, datevi almeno un anno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Non so a che titolo abbia parlato il Consigliere Biancani, noi su questo ci asteniamo, il suo voto è in dissenso a quello del gruppo.
Devo dire che fino a ieri sera l’emendamento non c’era e oggi l’apprezzo. Ero pronto a dare battaglia, mi avete tolto la spoletta e l’avete reinserita perché su questa partita, Consigliere Biancani, capisce, non si può più prendere in giro nessuno, anche se scegliere è molto complicato. Trovare una soluzione è difficile, ma chi governa deve avere questo coraggio.
Sappiamo che oggi i compartimenti non sono omogenei, c'è la necessità di affrontare il tema in modo serio. C’è lo studio che è stato approvato, quindi per forza di cose la situazione deve essere rimodulata ed io aspetto con fiducia che entro dicembre sarete in grado di produrre un dato, che sia una legge che rimetta in fila con criteri oggettivi la presenza delle vongolare all'interno dei dipartimenti e spero anche che rifotografando quello che c’è, con la volontà di mettere fine a questa imbarazzante situazione, non si arrivi a due giorni dalla scadenza per rivotare.
Il voto di astensione è come una apertura di credito.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. La ricerca ha detto delle cose, però le leggi del mare, le leggi dei comparti sono un'altra cosa, quindi, come ho già detto, io voto a favore perché c'è stata una riduzione dei termini della proroga che ci fa ben sperare affinché la situazione sia normalizzata, ma normalizzata nei confronti ed a favore del comparto di Ancona. Io non faccio tanti giri di parole, è bene che venga normalizzata a favore del comparto di Ancona.
L’anno scorso ero contrario, ripeto, era l’unico voto contrario di quest'Assemblea legislativa alla proroga, stavolta voto a favore perché c’è una riduzione dei termini, e ringrazio per questo la II Commissione ed il Presidente Putzu, che ci lascia la speranza per la sistemazione di questa rocambolesca situazione, che le precedenti Giunte regionali non sono state in grado di affrontare e che questa nuova Giunta regionale, ormai a metà mandato, deve assolutamente normare e legiferare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Oggi facciamo un ragionamento saggio che è quello di tirare la palla in avanti e fare salire la difesa. E’ vero che siamo a quasi tre anni, questa è una annosa vicenda tra comparti e sub comparti, contenziosi, cause, sentenze che tutti conosciamo, tutti ci stiamo lavorando e dico al Consigliere Biancani, uomo di poca fede, di non fare sempre San Tommaso, che fino a che non vede non credo. Cerchiamo di arrivare, come fatto per il Piano casa, dopo la bocciatura del 31 dicembre 2024 al 2023, stiamo approntando la nuova legge urbanistica, così pensiamo e speriamo di fare e definire tutta l’annosa vicenda dei sub comparti perché tutti sappiamo i comparti originali quanti e quali erano. Tutti conosciamo le imbarcazioni che in transumanza andavano su tutta la costa marchigiana, tutti conosciamo la valenza, l'applicazione pratica e di transumanza di tutti i sub comparti. Quindi, questa valutazione tecnica, scientifica ed economica troverà un'applicazione nella futura decisione che la legge regionale prevede entro il 31 dicembre 2023.

PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione (appello nominale, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lett. c).
Non ha preso. Ripetiamo la votazione .
Favorevoli: Acciarri, Assenti, Ausili, Bilò, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Livi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Putzu, Rossi, Serfilippi.
Contrari: Biancani.
Astenuti: Carancini, Casini, Lupini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Ruggeri.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Voto favorevole del Consigliere Rossi.

Articolo 5. Lo pongo in votazione. Ripetiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 (Dichiarazione d’urgenza). Qui ci vuole la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(interventi fuori microfono)

Però ormai è avvenuto, non c’è nessuna possibilità, purtroppo dobbiamo rispettare la formalità, altrimenti saremo …

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Eravamo in Aula, non c’è il voto, c’è un problema tecnico! Siamo 16, non è possibile. Presidente, via la ditta che fa la votazione!

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. No, il Consigliere Pasqui non c'era, quindi lo dobbiamo escludere. La votazione è stata espletata.

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. La Consigliera Vitri non era presente. Né il Consigliere Pasqui né la Consigliera Vitri erano presenti.
Mi potete ripetere la votazione sulla dichiarazione d’urgenza, quanti erano presenti, quanti a favore e quanti … un attimo solo

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Vi prego di fare silenzio! La votazione è stata espletata, questo è il primo dato fondamentale ed ha dato un esito, per contestarlo bisogna che qualcuno ponga l’irregolarità e la ponga con una dimostrazione certa che il numero non corrisponde al dato che è emerso come votazione finale (a favore, astenuti e contro).
La votazione è stata fatta, poi lascio la parola a chi vuole presentare la denuncia di irregolarità, con i presenti che hanno schiacciato il pulsante del voto e nessuno ha detto, a differenza del Consigliere Rossi nelle votazioni precedenti …
Vi prego di fare silenzio perché la decisione non può essere assunta da una impressione, ma sulla base di una prova. Nel caso la votazione della dichiarazione d’urgenza è avvenuta in questo modo: si è atteso il voto di tutti, si è chiesto se tutti avessero votato, si è atteso ancora qualche secondo, si è chiusa la votazione.
All’esito della votazione, non immediatamente, nessuno ha protestato che il suo voto, attraverso il pulsantino, non avesse funzionato, quindi la votazione per me è regolare a meno che non mi si dica che il conteggio di quelli che erano presenti in quel momento …Ci sia una dimostrazione di prova contraria certa che non ci sia stato …

(Interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Certo il coordinamento tecnico lo abbiamo votato e c’è stata una votazione, quindi adesso non dobbiamo porci nella condizione di asserire una cosa se non abbiamo la prova.
Per chi lo vuole chiedere abbiamo un articolo apposta, l’articolo 68, che ci dice che in caso di irregolarità si può presentare istanza di irregolarità, ma, ripeto, sulla base di prove che siano documentabili in seduta stante.
Tenete conto che un Consigliere di maggioranza ed un Consigliere di minoranza, che in questo momento sono presenti, non lo erano al momento del voto.
Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. C’è stato anche dal Segretario generale un invito a vedere la votazione precedente a quella contestata, c’erano 16 voti validi e 8 voti non espressi, nella votazione successiva le persone erano sempre le stesse, la Consigliera Elezi non era presente, il Consigliere Pasqui non era presente, se voi andate a vedere ci sono 15 voti validi e 1in più e 9 non espressi. Il che significa, Presidente, che non è stato preso uno di questi, può darsi pure che fosse il mio, dico che forse era il mio perché il Consigliere Livi mi ha detto: “Cosa fa non voti?”. Io ho schiacciato, sono il relatore, e ho dato per scontato che schiacciando funzionasse il verde, quindi, siccome non c’era la votazione per appello nominale …, ma lì si possono verificare i numeri. Sono numeri, caro Presidente, chiedo, proprio per queste irregolarità, di ripetere la votazione perché i numeri parlano chiaro.

PRESIDENTE. Ora un altro intervento contro, poi non permetto altri interventi altrimenti entriamo in bagarre.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Io sto esattamente alla sua ricostruzione, né una parola in più né una parola in meno, perché l’ha fatta esattamente.
Adesso non scherziamo perché non si può mettere in discussione la libertà di un soggetto, anche se presente, anche perché la votazione non l’ha contestata nessuno all’esito della pubblicazione. Giustamente ci sono stati dei richiami ai non presenti, però non è che qualcuno ha alzato la mano dicendo di non aver votato, quindi per me la votazione è quella, non ci sono …

(interventi fuori microfono) …

Maurizio MANGIALARDI. Il tema è che ognuno di noi controlla lo schermo e si accorge di cosa succede.

(interventi fuori microfono)

Maurizio MANGIALARDI. Se non funziona c’è una coincidenza, non funziona al contrario nel senso che lì …

(interventi fuori microfono)

Maurizio MANGIALARDI. Comunque, Presidente, noi siamo contrari e ci dispiace, però non si può mettere in discussione con documentazioni che non sono …
Se poi siete in grado di documentare formalmente con il software quello che è avvenuto, è un altro tipo di ragionamento.
Su questo noi dobbiamo accettare, ahimè, la votazione così come è stata espressa da questa Assise.

PRESIDENTE. Aspettiamo per vedere dagli operatori telematici chi ha votato per avere un minimo di riscontro documentale.

Riprendiamo. Devo ammettere che la situazione è clamorosa, abbiamo fatto un riscontro fra i voti dell'articolo 6 e dell’articolo 7 per vedere chi aveva votato (chi a favore e chi contro) sulla base delle presenze in Aula.
Sull’articolo 6 il voto a favore è stato dei seguenti Consiglieri: Latini, Bilò, Ciccioli, Ausili, Putzu, Marinelli, Borroni, Serfilippi, Rossi, Assenti, Baiocchi, Serfilippi, Marinangeli, Livi, Acciarri e Cancellieri e sono 16, sull'articolo 7 tutti hanno votato meno il Presidente Latini, ho premuto, ma non mi sono accorto, la mia intenzione era ovviamente quella di votare. Ho richiamato anche l’attenzione di tutti, probabilmente nel guardare voi ho premuto il voto e non è venuto. C’è il risconto documentale che il mio voto non è avvenuto e non perché non volessi votare.
Vi devo chiedere scusa per questa situazione che è venuta fuori alla luce dell’articolo 6 e dell’articolo 7, dando per certo che ho votato.
Devo aggiungere all’articolo 7 il mio voto, che era fin dall’inizio a favore e quindi ripetiamo la votazione …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Devo dire che richiamando gli altri …, lo posso dire in totale buona fede, come ho difeso la posizione che effettivamente corrispondeva, altrettanto devo dire che la mia votazione è avvenuta, perché …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Davo per certo che il mio voto c’era e che in Aula eravamo uno in meno a votare. Avete visto che il mio comportamento era quello di difendere la votazione nella sua legalità, come era avvenuta, questo lo posso dire ad alta voce.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Capisco, abbiamo seguito tutti la sollecitazione per avere i 16 voti, però formalmente questo non è avvenuto, non so se basta la dichiarazione, lo dico per tutti noi, non è che si è distratto, è stato costretto dalla confusione, però io ritengo che sia imbarazzante rivotare su un voto non espresso.

PRESIDENTE. No, io ho votato premendo il pulsantino, ho controllato gli altri ritenendo di aver già votato, non mi ha preso. E’ come la votazione di prima del Consigliere Rossi.
In ogni caso l’irregolarità è stata rilevata ai sensi dell’articolo 68 ed in funzione dello stesso articolo il Presidente annulla la votazione, come previsto dalla norma. La ripetiamo.
Ha la parola il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Non è per giustificare lei, Presidente, però era palese che il meccanismo non avesse funzionato, probabilmente non aveva preso il voto, non è lei ad aver sbagliato, rientra nell’errore che tutti avevamo palesato, non solo io. Quindi, probabilmente il suo voto non è stato preso, abbiamo visto che c'era un problema: il sistema non ha funzionato.

PRESIDENTE. Può essere, sicuramente che ho votato, l’intenzione era di votare e …

Giacomo ROSSI. Avrà sicuramente votato e non lo ha preso come prima non ha preso agli altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Quello che si sta perpetrando è una cosa assolutamente irregolare. La prima domanda che faccio, Presidente, è questa: in un’altra occasione si era affermato che quando non c’è il voto per appello nominale non eravamo in grado di individuare i soggetti come avevano votato, è cambiato qualcosa? Non è più così?

PRESIDENTE. E’ sempre stato così, cioè nella cabina di regia - come la chiamo io - c’è il risultato del voto.

Romano CARANCINI. Il risultato cumulativo?

PRESIDENTE. No, anche per singolo Consigliere.

Romano CARANCINI. In un’altra occasione era stato detto di no, questo è sicuro.

PRESIDENTE. No, viene verbalizzato o meno nell’ambito dei verbali del Consiglio.

Romano CARANCINI. Presidente, lei comprende come, al di là di ogni altra cosa, quello che conta, lei lo ha riferito in maniera chiarissima, è un dato inconfutabile. Non può essere lei, ad interpretazione di una sua volontà inespressa, a mettere in discussione un voto dell’Aula. Lei queste cose le comprende chiaramente, credo che questo atto, che porta ad una rivotazione, è una cosa che non si può accettare, significa affermare il principio che si può rimettere in discussione ogni votazione. Tra l'altro è una votazione favorevole, punto e basta.
Non può essere lei con la manifestazione dell'intenzione a mettere in discussione, peraltro dopo che lei stesso aveva chiesto a tutti quanti, basta rivedere la registrazione, di aver fatto il controllo.
Quindi, la invito su questo a non ripetere la votazione . Poi non so quello che deciderà.

(interventi fuori microfono)

Romano CARANCINI. No, basta aggiungere no!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Acciarri.

Monica ACCIARRI. Voglio dire che tantissime volte ed anche oggi, subito dopo questa votazione, abbiamo detto, quasi tutti i Consiglieri lo hanno detto, che c’era stato un voto sbagliato. Avevamo votato il minuto prima, eravamo 16 e il minuto dopo eravamo 15. E’ stata rilevata questa cosa, l’abbiamo detta subito …

(interventi fuori microfono)

Monica ACCIARRI. Però abbiamo continuato a dire questa cosa …

(interventi fuori microfono)

Monica ACCIARRI. No, l’abbiamo detto.


(interventi fuori microfono)

Monica ACCIARRI. Eravamo presenti in 16, l’intenzione di voto era quella e mille volte abbiamo rivotato quando l’abbiamo detto in Aula, se c’eravamo …, e sul Presidente del Consiglio oltretutto non c’è il dubbio se voleva votare a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Presidente, qui non c'è stato un errore dell'impianto che non ha funzionato. Il Presidente, in maniera molto trasparente e con grande onestà, verificando che il suo voto non era stato espresso, ha dichiarato che sollecitando tutti forse ha sbagliato e non ha votato. Ma è una cosa che ci può stare! Però noi abbiamo continuato nelle votazioni, siamo arrivati all'articolo successivo ed ora stiamo cercando in maniera raffazzonata di sistemare.
Non c'è stato un palese errore, c'è stata purtroppo una dimenticanza personale, che però non può essere sanata in questo modo. Io ritengo che non sia sanabile. Non penso di dire una cosa che possa mettere in difficoltà né la maggioranza, né l’atto, né, tanto più, il Presidente che non ha espresso il voto. Non è assolutamente così, però ne va della dignità e dell'atteggiamento nostro, che è una cosa completamente diversa. Non si fa una correzione postuma.
Tante volte non abbiamo votato, avremmo voluto esprimere il voto, ma rientrando purtroppo non si è ripetuto. E’ capitato a me la settimana scorsa, ero fuori e sono arrivato quando si stava votando, non ha preso, ma non sono stato lì ad insistere.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Intervengo, anche se non voto, perché è una proposta di legge che riguarda una mia delega e vorrei dire che secondo me a volte bisogna anche applicare il principio del buon senso. È’ come se uno avesse scordato il portafoglio senza farlo apposta ed approfitta.
Se c’è una motivazione politica, come può accadere e come magari in passato è accaduto - se c'è una frizione e alla fine qualcuno non vota o è stato convinto nel frattempo a votare, quindi un problema all'interno della maggioranza - allora posso anche capire che giustamente la minoranza possa dire: “E’ un problema vostro, state litigando, avete voluto mettere una pezza, non ci siete riusciti, sono cavoli vostri”.
In questo caso si tratta di una oggettiva dimenticanza, sbadataggine fortuita, senza colpevolizzare nessuno, se non addirittura un errore tecnico il che potrebbe anche essere perché nessuno può confermare il contrario,.
Rispetto ad una dimenticanza, non è un fatto politico, dico che alla fine non stiamo mettendo in discussione la stabilità della maggioranza, però creiamo dei problemi di fatto, se non approviamo questo articolo, ai beneficiari dell’atto e non so onestamente a chi conviene una cosa del genere.
Direi che se applichiamo il concetto del buon senso facciamo tutti quanti una bella figura.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. E’ chiaro che il Presidente avrebbe voluto votare, chi può escludere che non ha funzionato il meccanismo elettronico, come è successo a me ed ho chiesto la ripetizione della votazione? Nella precedente votazione ho votato e non è comparso, quando mi sono accorto ho chiesto immediatamente la ripetizione, che abbiamo fatto regolarmente ed è comparso, potrebbe essere che al Presidente Latini è successa la stessa cosa, nessuno può escluderlo.
Se noi eravamo 16 …, la ripetizione della votazione secondo me non è un dispetto, qui non stiamo facendo un dispetto e non stiamo cercando di mettere una pezza su una cosa perché c'era una divisione tra noi con più punti di vista, è un problema assolutamente tecnico. Con il voto elettronico noi ci affidiamo alla tecnica e qui non ha funzionato la tecnica, visto che le persone erano tutte presenti, i 15 del precedente voto più il Presidente Latini che era oggettivamente in Aula. Nessuno può smentire che non era presente o che non ha voluto votare, su questo non ci piove.
Insomma è un problema di natura tecnica, né politico, né giuridico, né altre cose, quindi direi di dare il suo voto per accettato, e siamo a 16, oppure ripetiamo la votazione escludendo ovviamente quelli che non erano in Aula, questo è evidente.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Le regole democratiche che sono scritte, in questo caso non c’era il voto nominale per cui abbiamo fatto una ricostruzione postuma di quel voto che c’è stato, non possono essere sostituite dal buon senso, mi dispiace ma sono due cose diverse.
Capisco che a volte le istituzioni vengono meno considerate, invece io le considero molto e ne ho grande rispetto e non penso che nelle Aule parlamentari una cosa del genere sia accaduta o sarebbe concessa una rettifica di questo genere.
Capisco che il Presidente del Consiglio è il Presidente del Consiglio, ma il suo voto è identico ai nostri perché è comunque un Consigliere e a noi non è stato mai consentito di rettificare dopo il voto di un altro articolo, mai successo e mai consentito. C’è il Presidente Latini, questo lo può verificare.
Rivotare in questo momento, visto che voi sareste in 16, secondo me diventa un fatto di prevaricazione politica
Poi il fatto che sia stato un errore dal punto di vista dell’impianto …, il Presidente Latini non lo ha affermato, non lo ha detto, evidentemente non ha votato perché si è dimenticato, perché aveva una motivazione, motivazione che io non voglio sapere, ma la presenza in Aula non corrisponde automaticamente al voto, tanto è vero che spesso ci sono Consiglieri in questa Aula che sono presenti, ma non votano, lo sapete tutti e questo succede in tutte le Assemblee.
Credo che non sia provato che ci sia stato un errore del sistema, nessuno lo ha rilevato e si è votato l’articolo dopo senza dire nulla, penso che rivotare sia una prevaricazione gravissima della democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Mi meraviglio, da quando abbiamo cominciato avremmo rettificato le votazioni centinaia di volte, spesso si è detto: “Ho sbagliato a votare, correggete”. Anche prima è stato detto: “15 voti più il Consigliere Rossi 16. Secondo me non va rifatta la votazione, va solo accertato che non è stato conteggiato il voto del Presidente Latini, quindi 15 più 1. L’abbiamo fatto per il Consigliere Rossi prima, non capisco perché non si può fare adesso senza rivotare, penso che non sia giusto rivotare, ma rettificare come abbiamo sempre fatto dall’inizio della legislatura fino ad oggi ogni volta che c’era un voto sbagliato: “Non ero contrario, ma favorevole”.
Nella votazione di prima abbiamo rivotato perché non aveva funzionato. Il Presidente Latini preoccupandosi se funzionava per gli altri non ha verificato proprio voto. Secondo me ci può stare.
Per me va fatto 15 più 1 e penso che sia la soluzione più equilibrata, tenendo conto di quello che succede da due anni e mezzo.
Se poi vogliamo fare un caso particolare, facciamolo, però da qui in avanti non correggiamo più le votazioni come sempre è successo. Tutti l’abbiamo chiesto, è la stessa cosa che è stata fatta prima con il Consigliere Rossi, 15 più 1 uguale 16, verificato che non ha funzionato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Presidente, non capisco perché dobbiamo esasperare una situazione, che invece è marcatamente legata ad un errore, un errore che è accaduto.
Non è vero che abbiamo rettificato con modalità non previste dall'articolo 68, perché l'articolo 68 ti permette di modificare purché non si sia proceduti alla successiva votazione. Questo è.
,Ma non lo dobbiamo dire noi, vi siete innervositi, giustamente, e noi siamo andati anche in grande difficoltà perché tutto avremmo voluto tranne che quell’articolo non fosse votato, così almeno ci capiamo, però in democrazia i fatti sono legati agli atti e qui purtroppo, Presidente, sono andati in questa direzione.
L’unica cosa che penso non si possa fare è rivotare, poi se qualcuno si assume la responsabilità è una cosa completamente diversa.
C’è stato un errore da parte del Presidente che l’ha ammesso in maniera candida ed onesta. Il fatto che poi si possono verificare le votazioni, anche quando non c'è la richiesta del voto palese, questa è una novità, l’altra volta era cartacea, modalità mista sul voto segreto, però vi invito, per rispetto di tutti, non voglio infierire su nulla, non mi interessa nulla, tranne che penso che non conti il buon senso ...

PRESIDENTE. Vi spiego la mia decisione: voi tutti avete visto la mia posizione nel ritenere il risultato della votazione sull'articolo 7 valido. Per tacitare le rimostranze avanzate dalla maggioranza ho avviato il procedimento con il Segretario generale del superamento della prova contraria con l’accertamento e con l’azione delle risultanze degli articoli per votazione elettronica dell'articolo 6 dall'articolo 7 della proposta di legge.
Per l'articolo 6 i voti validi erano 16. Questo è segno inequivoco che il mio voto era stato espresso. Certo da parte mia, ovviamente, che era stato inserito non ho contestato la votazione, come giustamente avviene in altri casi - il Consigliere Rossi nel caso specifico di pochi articoli prima - solo perché non mi sono accorto di ciò, nel senso che ero convinto che il voto fosse stato espresso. La ricerca di altri responsabili o delle motivazioni per le quali non si raggiungeva il voto di 16 va nella direzione della mia totale …, ovviamente una posizione personale, ma con dati e presunzioni del comportamento che ho tenuto, che va nella direzione di aver considerato il voto dato, schiacciando il pulsantino, considerato all'interno dell'acquisizione del numero dei voti validi.
Per questo ritengo di continuare la prassi che c'è stata qui e nella mia precedente consiliatura (2010/2015), che quando c’è la richiesta di un Consigliere su un voto che non è stato accolto nell'ambito della votazione complessiva vi è la possibilità di modificarlo, si modifica il voto, quindi, chiedo di tener conto di questa prassi, anzi la applico nel senso che il mio voto va aggiunto all'articolo 7.
Lo dico espressamente, ho votato tutti gli articoli, non vi è stata nessuna remora nel votare anche l'articolo 7, che sapete è quello principale per quanto riguarda la dichiarazione d’urgenza per l'applicazione della proroga, che sia di 6 mesi o che sia di un anno, e va in quella direzione. Se avessi voluto votare in maniera diversa l'avrei espresso, l’avrei fatto in maniera palese in tutte le altre motivazioni.
Chiedo scusa che proprio io, che pensavo di dover verificare rispetto agli altri che cosa era successo, sia stato il promotore di questa difficoltà, ma per me deve essere applicato lo stesso concetto che è valso per il Consigliere Rossi e per tutti gli altri che nell’ambito della votazione mi dicono: “Mi sono sbagliato, non ho votato l’articolo”. E’ sempre avvenuto.
Comprendo, ripeto, che avrei dovuto fare immediatamente, non l’ho fatto perché davo per certo che il voto fosse stato preso e che fosse fra quelli validi, pensavo che ci fosse una assenza nella maggioranza.
Questo è il mio pensiero espresso in maniera totale.
Il riscontro fra la votazione dell'articolo 6 e dell’articolo 7 avrebbe dato le modalità di chi non aveva espresso il voto, non considerato di chi non era in Aula o di chi non aveva espresso effettivamente la votazione, senza nessuna contestazione di essere inserito nella votazione stessa.
Chiedo di indicare come votazione aggiuntiva il mio voto valido all'articolo 7, il coordinamento tecnico è stato dichiarato valido, quindi proseguiamo, come già detto, alla votazione dell’intero articolato della proposta di legge.
Non ci sono dichiarazioni di voto..
Proposta di legge n. 201, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Ora torniamo al punto 2) relativo alla proposta di atto amministrativo n. 53 e riprendiamo i lavori sull'ordine del giorno proposto dai Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Carancini, Ciccioli, Assenti, Baiocchi, Bilò, Marinangeli, Ausili e Livi, gruppo PD ed altri.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sono emersi dei problemi perché l’ordine del giorno è stato presentato alla Conferenza dei Presidenti di gruppo, che ha dato un assenso di massima favorevole al fatto che i 476.000 euro di eccedenza del bilancio del Consiglio fossero indirizzati ed orientati per essere spesi nella sanità, in particolare per la vita autonoma, per i progetti approvati, ma non finanziati. Io ho aggiunto anche nel precariato perché noi abbiamo una situazione drammatica per quanto riguarda i fondi e le risorse per poter mantenere i livelli essenziali di assistenza.
Nel testo purtroppo si sono rilevati degli aspetti che io non conoscevo assolutamente, che riguardano impegni con associazioni in particolare, cito Pesaro per dire una cosa a caso e quant'altro, per cui chiedo il rinvio e che il testo rivisto sia approvato nella seduta successiva come primo punto all’ordine del giorno, ovviamente dopo la valutazione non solo dei capigruppo, ma dei gruppi. Quindi, ritiro la mia firma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Mi sono visto fuori con il Consigliere Baiocchi e la Consigliera Casini ed eravamo disponibili anche a togliere il riferimento alla mia interrogazione, ho capito che questo al Consigliere Baiocchi non va bene perché di fondo è contrario al fatto che questo ordine del giorno sia stato presentato da noi.
L’ordine del giorno è stato sottoscritto dal Consigliere Baiocchi e dai Consiglieri Ciccioli, Bilò, Marinangeli ed ovviamente da quelli dell’opposizione.
Adesso mi si viene a dire di rinviarlo! Se i Consiglieri della maggioranza vogliono ritirare le loro firme è legittimo, ma a questo punto torniamo all’ordine del giorno iniziale, firmato solo dal PD e dal Movimento 5 Stelle, senza il finale del precariato che era stato aggiunto solamente perché era stato chiesto dal Consigliere Ciccioli, ricordando però una cosa, che probabilmente la volontà vostra, o meglio quello che ho percepito dal Consigliere Baiocchi, è quella di inserire ulteriori categorie, l’ho sentito parlare con l’Assessore Saltamartini.
Se noi dobbiamo andare a dare le marchette, due lire per ogni attività, questa non è l’intenzione …

(interventi fuori microfono)

Andrea BIANCANI. No, Consigliere Baiocchi, questo è un impegno che ha preso la maggioranza. L’opposizione ha preso spunto dal fatto che avanzavano delle risorse per far sì che la maggioranza potesse garantire quei soldi, che ha garantito, ma che a tutt’oggi non ha garantito!
L’incontro lo ha fatto l’Assessore Saltamartini, non lo ha fatto il Consigliere Biancani, ed ha promesso che entro la fine di giugno avrebbe trovato 1 milione di euro in più per la vita indipendente. Noi abbiamo messo a disposizione i soldi del Consiglio regionale, siamo stati disponibili alla sottoscrizione di tutti, se poi si vogliono aggiungere tutti i disabili del mondo con 476.000 euro, spero che il gruppo del Partito Democratico ed anche il Movimento 5 Stelle non siano disponibili a garantire le marchette a tutti quanti, dando 10 euro ad ognuno. Questi 476.000 euro fanno la differenza, dare un euro non fa la differenza.
In politica bisogna decidere ed in questo momento abbiamo deciso che la priorità è garantire la vita indipendente, sia il bando per garantirla ai nuovi, sia con un aumento di risorse per chi ha bisogno di assistenza H24. La mediazione era di inserire anche il personale socio-sanitario, su questo siamo favorevoli. Inserire in quest’ordine del giorno 10.000 categorie di disabili, che hanno bisogno di soldi, non è un problema di 476.000 euro, ma è un problema di bilancio, un problema di scelte della maggioranza.
Ripeto, le braghe le avevamo tirate giù tutte, avevamo inserito quello che voleva il Consigliere Ciccioli, toglievamo quello che voleva il Consigliere Baiocchi, cioè il fatto che il Consigliere Biancani e la maggioranza avessero presentato l’interrogazione, ma non va bene niente, quindi noi votiamo il nostro e voi bocciatelo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Mi dispiace che il Consigliere Biancani non abbia capito assolutamente nulla dell’intenzione di questa maggioranza perché non siamo minimamente contrari nel merito della scelta. Sa che sono Presidente della Commissione sanità e conosco molto bene il tema, sicuramente un tema importantissimo, ho solo detto che essendo una questione molto complessa ed essendo tra l'altro i fondi dell'intero Consiglio …
Lei ha proposto dove destinarli, noi abbiamo visto l’ordine del giorno nell’immediatezza quasi del voto, lei capisce e comprende che questo Consiglio e questi Consiglieri possono essere messi nella condizione di dire magari che l’ordine del giorno del Consigliere Biancani è perfetto oppure che è opportuno fare delle modifiche. E’ solamente questo il tema. Le ho detto che la settimana prossima ci possiamo lavorare, già da domani, ci possiamo mettere giù, guardarlo e magari se lo riteniamo aggiungere qualcosa, ma posso essere d'accordo che dare mille rivoli non soddisfa nessuno.
Capisce che alcuni Consiglieri hanno firmato in maniera magari frettolosa, a me non interessa che sia una cosa presentata da lei o dalla minoranza, però comprende che essendo dei soldi, tra l’altro dell’intero Consiglio l’intero Consiglio, si possa valutare dove metterli o no? Sennò lei è maggioranza e noi all’opposizione.
In questo momento la maggioranza è questa, comprende che per far destinare 460.000 euro per una situazione delicatissima, importantissima, che conosciamo, ci deve essere il consenso di questa maggioranza, quindi non è una bocciatura al tema disputandum del suo atto, è solamente una richiesta di valutarlo un attimo insieme con la maggioranza per poi fare un atto di indirizzo politico, una mozione, farlo tutti insieme la prossima seduta. Non penso che sia così scandaloso, sennò mi viene da pensare al contrario, che lei voglia farsi bocciare questa cosa per andare a dire che gli altri sono tutti brutti e cattivi, siccome mi auguro che non sia così, ci ripensi.
Facciamo un atto insieme nella prossima seduta, visto anche la complessità e la delicatezza del tema, non parliamo di marchette, parliamo della situazione difficilissima della disabilità che conosciamo tutti benissimo.
Quindi, Presidente, ripropongo la richiesta al Consigliere Biancani, penso che possa essere la soluzione più giusta, la concordiamo insieme senza fare …
Comunque l’Assessore ci ha confermato che nel 2023 c’è 1 milione di euro per la vita indipendente.
Chiaramente se non si trova una soluzione ritiriamo le firme, ma non per contrarietà, penso di essere stato chiaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Altro che voto sbagliato! Qui a fare la tappezzeria non ci sto perché noi eravamo ai capigruppo con una proposta che è arrivata la volta scorsa, l’abbiamo discussa, c’è stato anche l’indirizzo del Segretario con il richiamo della Corte dei Conti rispetto all’omogeneità del 118, tutta una valutazione, decidiamo di fare questo atto e, ahimè, lo ha scritto il Consigliere Biancani. Ma questa non è una colpa, non è nemmeno una colpa se il Consigliere Biancani scrive bene e poi tutti i capigruppo sottoscrivono.
Uno può non vedere il tasto, e va bene, ma quando appone la firma …
Allora, se non volete strumentalizzazioni da parte nostra, e non ci saranno, ritirate le firme e noi l’atto lo votiamo, lo votiamo esattamente come l'avete firmato, noi non cambiamo nulla perché siamo persone serie. Lo votiamo perché il capogruppo Ciccioli, giustamente, con una valutazione anche un po’ stiracchiata, diceva che c'era la necessità che una parte dei di 476.000 euro fosse essere destinata alla stabilizzazione dei precari, forse con 100.000 euro riusciamo a stabilizzarne 3 o 4.
Sappiamo che non possiamo polverizzare in mille rivoli, ma almeno ci sembra una soluzione che sta nel percorso che avevamo condiviso e se qualcuno ci avesse detto: “Noi non siamo d'accordo su nulla”, mica andavamo avanti.
Allora, Presidente, chi lo vuole votare lo vota, chi vuol ritirare la firma, lo faccia, noi chiediamo di votare l’ordine del giorno e poi qualcosa ovviamente su questa cosa dovremmo dire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Rapidamente per dire che il contenuto di quest'ordine del giorno viene assolutamente meno perché come capogruppo non seguo tutto quello che fa l’Assessore Saltamartini e l’Assessore al bilancio Brandoni, sennò farei parte della Giunta, invece sono un Consigliere regionale che non sta al governo della Regione.
Tutto è nell’assestamento di bilancio in corso, che sarà approvato l'11 luglio, quindi è già predisposto, tutto ciò che è stato richiesto per la vita indipendente è stato messo in bilancio e questi 476.000 euro sono del tutto superflui per chiudere le richieste fatte e possono essere messi in altre interventi di bilancio, per cui quest’ordine diventa inaccoglibile. Comunque se intervengono gli Assessori possono tranquillamente chiarire la situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La condizione dell’Associazione vita indipendente merita grande attenzione da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale. L’associazione ha fatto delle precise richieste ed è stato concordato un aumento del budget di 1 milione da portare nel prossimo esercizio di assestamento, che dovremo votare nelle prossime settimane.
Basterà 1 milione per garantire l'autonomia di queste persone che oggi percepiscono un trattamento assolutamente insufficiente, ricevono 13.000 euro per le posizioni più delicate, 13.000 euro con cui non possono evidentemente pagare degli assistenti.
Il tema io l’ho trattato con il Vicepresidente Biancani allor quando mi ha presentato il documento ed ho suggerito di metterlo come posta indistinta- è un merito il fatto che il Consiglio regionale spenda di meno sul finanziamento del suo organismo – di metterlo sulle prestazioni sanitarie, magari per comprare una Tac, anche per Pesaro, ho detto vediamo come possiamo fare, poi è venuto fuori questo dibattito.
Credo che la questione sia veramente delicata perché dire che meritano di più, l’ho già detto anche al Consigliere Baiocchi, rispetto alle altre disabilità significa entrare in un contesto molto delicato, quindi ritengo di poter dire che tra maggioranza e opposizione ci sia omogeneità di vedute, cioè impiegare queste somme per persone che hanno bisogno davvero di tutto, questo senza mettersi la medaglia o la bandierina di chi è stato, altrimenti ritengo che quest’Aula sia costretta poi a votare e a dividersi tra maggioranza e opposizione.
Penso di poter dire che queste somme devono essere indirizzate, abbiamo approvato tante mozioni, una di quelle riguardava le persone con disabilità o persone che hanno di meno, naturalmente questo significa che “vita indipendente” avrà diritto al finanziamento della missione che ci siamo preposti, in modo tale da garantire il finanziamento integrale dei loro assistenti. I 13.000 euro potranno incrementare di circa 1.000 o 2.000 euro l’anno, con il milione che stanzieremo, la loro condizione, che è ancora una situazione del tutto insufficiente.
Si tenga conto che 400.000 euro sono una condizione non irrilevante, ma neppure sufficiente per poter raggiungere questo obiettivo. La Giunta, anche per indirizzo del Presidente Acquaroli, si è impegnata non solo adesso con 1 milione nell'atto del prossimo esercizio di assestamento, ma anche nel prossimo esercizio di bilancio di fine anno, per intervenire su queste persone, che, ripeto, con 13.000 euro l’anno non riescono a pagare nessuno, altro che vita indipendente.
Spero che ci sia la sensibilità da parte di tutti noi di non voler mettere la bandierina su un tema che è quello della disabilità perché si creerebbero, secondo me, delle distorsioni. Dobbiamo trattare tutti allo stesso modo.
Naturalmente va riconosciuto il merito al Consigliere Biancani, comunque si voglia dire, di aver toccato un tasto che ha rilevanza nel mondo della disabilità, quindi se questa medaglia dell’Assessore, Consigliere, le può bastare, penso che sia opportuno che ci sia un atto omogeneo, condiviso da tutto il Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non credo che sia una questione di medaglia. Assessore. Non mi trovo d'accordo con sua parte finale perché non credo che il Consigliere Biancani volesse una medaglia, posto che l'ordine del giorno era sottoscritto in maniera trasversale, quindi se l’avesse voluta avrebbe presentato l’ordine del giorno soltanto il PD. Voi lo bocciavate e lui avrebbe potuto dire che ci aveva provato e che i cattivi non lo avevano approvato.
Aveva tutt'altra intenzione e tutt’altra intenzione c'era quando siamo usciti fuori insieme con il Consigliere Biancani e con il Consigliere Baiocchi e parlando anche con il Consigliere Ciccioli abbiamo deciso di togliere, ho detto io facendo la battuta, tutte le impronte digitali del Consigliere Biancani, ovvero tutto quello che potesse essere a lui ricondotto ed ovviamente al logo del PD.
Noi oggi stiamo decidendo di non votare dopo quello che ha detto l'Assessore, che nel prossimo assestamento di bilancio ci sarà un milione in più, che porterà da 13.000 a 15.000 euro. Lei ha detto, se non erro, che potremmo anche alzare questa cifra che è del tutto insufficiente usando i 400.000 euro di avanzo libero del Consiglio, invece di sperperarli in mille rivoli che non servono a nessuno.
Questa è una scelta politica, è chiaro che ci sono altrettante categorie che hanno interesse ad avere queste risorse, hanno necessità di queste risorse, hanno bisogno di queste risorse, ma in questo momento è stata fatta una scelta, visto che c'era questa esigenza. Qualcuno in questa Aula mi può dire se aggiungere 400.000 euro al milione di euro, e ringrazio l'Assessore per averlo trovato, già inserito nel rendiconto non possa essere utile perché invece di 13.000 saranno 15.000, invece di 15.000 magari saranno 16.000, ma andiamo ad aiutare una categoria che tra le tante certamente ha bisogno perché la vita indipendente oggi interessa un target di persone piuttosto ampio. Penso per esempio al dopo di noi, penso per esempio ai giovani che oggi vivono molto di più, penso ai giovani autistici che hanno genitori, magari sessantenni o settantenni, che non riusciranno più ad accudirli.
Credo che questo si possa votare insieme, ovviamente, ripeto, non credo che il Consigliere Biancani voglia essere riconosciuto come il padre di quest'ordine del giorno, però penso che potremo votarlo tutti perché sarebbe ancora più efficace proprio dopo quello che ci ha raccontato l'Assessore Saltamartini. Significa che potremo dare una mano ad un settore dove già la Giunta aveva deciso di intervenire, quindi per una volta siamo d'accordo sull'obiettivo e potremo essere d'accordo anche sul metodo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Voglio dire, per correttezza, che il Consigliere Marinelli aveva fatto un’altra proposta ai capigruppo, aveva proposto di finanziare un’altra cosa, tant’è vero che io non volevo arrivare ad un scontro politico.
Normalmente quando un Consigliere fa un’interrogazione o un ordine del giorno fa un comunicato prima, annuncia di fare un ordine del giorno o una mozione o qualsiasi altra cosa, io il comunicato con il quale annunciavo questo ordine del giorno non l’ho fatto, non l’ho fatto volutamente perché se avessi fatto il comunicato avrei messo in difficoltà a quel punto la maggioranza perché avrebbe dovuto sostenere un atto che poteva essere solo del PD o del Movimento Stelle. Io non l’ho fatto volutamente, tanto che già dalla precedente capigruppo avevo annunciato che avrei portato questo ordine del giorno, l’ho portato questa mattina e la Conferenza dei Presidenti di gruppo, non il Consigliere Marinelli, ha ritenuto opportuno sottoscriverlo.
Io sono disponibile a togliere anche l’interrogazione del Consigliere Biancani, però per la maggioranza, a questo punto, penso che sia più un problema legato a chi l’ha presentato. Non voglio dare la responsabilità a nessuno.
E’ vero che tutta la disabilità ha bisogno di risorse ed io seguo molto quello che fa, purtroppo, ma in senso positivo, l’Assessore Saltamartini anche perché è una tematica che mi interessa. Ho riconosciuto nell’ordine del giorno quello che è stato fatto nel corso di questi anni, ma ricordo che l’ultimo bando è del 2018, dopo c'è stata un’integrazione di persone legate al fatto che il Ministero aveva …
L’Assessore si è sempre fatto carico, cioè la Regione si è fatta carico di sostenere anche quelli che non derivavano dal bando regionale, ma che derivavano da scelte nazionali che poi hanno tirato indietro la mano e non hanno più sostenuto questo tipo di progetti.
Quando parlo dell’Assessore Saltamartini dico che ha fatto e ha fatto bene e siccome so che è in difficoltà perché il milione non gli basta, ho pensato di destinare anche questi, con i quali forse riusciremo a dare una risposta maggiore e magari riusciremo a fare un nuovo bando perché ad oggi sono decine le persone con disabilità che vogliono intraprendere questo progetto di vita indipendente, che ricordo, l’Assessore Saltamartini lo sa, è una svolta epocale, cioè le persone disabili da un situazione di vita passiva, non attiva, all’interno della propria abitazione, non indipendente, ma con i loro familiari … Oggi si comincia a parlare di un disabile che può riuscire a pensare da solo o insieme ad altri di una vita che possa essere il più possibile normale.
Con la mia sensibilità, non solo la mia, sono convinto di tutto il Consiglio regionale, diamo in questo momento la priorità a questo tipo di intervento, è una scelta politica che potevamo fare per tantissimi altri tipi di disabilità, ma in questo momento questa mi sembra quella più meritevole di attenzione e di sostegno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per fare un po’ di chiarezza, anche perché si è detto che è stato firmato da tutti i capigruppo, ma non è così, perché qualcuno non l’ha firmato, io non l’ho firmato già nella conferenza dei capigruppo, non quella di questa mattina, ma di martedì scorso, quando ho detto di destinarli ai fondi speciali per finanziare le leggi. E non perché non volevamo venire incontro alle esigenze della vita indipendente, ma perché era un problema che avevamo affrontato già da qualche mese, mi ero rapportato con l’Assessore Brandoni dicendo di prevedere delle somme per la vita indipendente e sono stato rassicurato sul fatto che erano state messe. Allora gli dissi di destinarle da qualche altra parte, poi oggi ci viene detto, considerato che nella prima stesura non è previsto niente, di mettere 400.000 euro. Ormai c’è un milione, allora mettiamo 1,4 milioni. Siamo sinceri e onesti, se non c’era niente i 400.000 erano sufficienti, se c’è un milione potrebbe andare bene metterne altri 400.000, però si potrebbero destinare anche per qualche altra parte.
Quello che ho detto oggi è di dare due o tre indicazioni su come spenderli, ma poi sarà la Giunta che farà un assestamento di 15, 20 milioni. In quell’assestamento verranno fatte le scelte migliori e si potranno portare all’attenzione la vita indipendente e anche altre situazioni che il capogruppo Ciccioli ha prospettato.
Rimango sempre del parere che questo sia un argomento …, io non ci ho voluto mettere la bandierina, non ce l’hanno messa l’Assessore Brandoni né l’Assessore Saltamartini sul fatto che già erano previste delle somme, perlomeno nell’assestamento si stava prevedendo questo. Quindi, secondo me non ce lo intestiamo noi, a questo punto neanche il Consigliere Biancani e nessun altro, è una scelta condivisa da tutti, tutti siamo d’accordo, però andiamo avanti.
Questo ordine del giorno non l’ho firmato e non ho nessun problema, se voi lo mandate avanti, a votare contro.

PRESIDENTE. A questo punto l’ordine del giorno contiene solo le firme del gruppo consiliare PD e del Movimento 5 Stelle con il ritiro delle firme dei Consiglieri di maggioranza, se per favore qualcuno me lo dice formalmente.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Vengono ritirate la mia e le altre firme del gruppo e degli altri Consiglieri della maggioranza.

PRESIDENTE. Bene, l’ordine del giorno è a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini e Carancini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

PRESIDENTE Ora passiamo alla proposta di atto amministrativo n. 53. Non ci sono dichiarazioni di voto.
Proposta di atto amministrativo n. 53. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15:43

Allegato A
Testo dell’intervento del Consigliere Cesetti, di cui è stata richiesta la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna, ai sensi dell’articolo 55, comma 2 del Regolamento interno.

Fabrizio CESETTI. Intervento sulla mozione n. 365 “ddl a.s. 615 – autonomia differenziata (abbinata alle mozioni nn. 309 - 366 e all’interrogazione n. 825).
- Non siamo pregiudizialmente contrari alla Autonomia differenziata;
- E’ tanto vero che la Giunta regionale della X legislatura - con DGR n. 254 del 6/3/2018, previa acquisizione del parere del Consiglio delle autonomie locali - deliberava ‘di presentare all’Assemblea legislativa delle Marche la proposta di deliberazione concernente: “Indirizzi per l’avvio del negoziato con lo Stato finalizzato alla definizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione”’;
- Questo proprio per la virtuosità finanziaria ed organizzativa della Regione Marche;
- L’Assemblea legislativa delle Marche, con Deliberazione n. 72 del 29/5/2018, approvava gli indirizzi per l’avvio del negoziato con lo Stato contenuti nell’allegato A della deliberazione dando mandato alla Giunta regionale di porre in essere tutti gli atti di esecuzione degli indirizzi contenuti nello stesso allegato;
- uno degli atti più significativi sottoposti all’Aula per il piano strategico sul quale si muove il percorso dell’Autonomia differenziata;
- Nella medesima seduta, in considerazione dell’importanza per tutta la comunità marchigiana del percorso avviato, che mirava ad acquisire maggiori forme e condizioni di autonomia con l'assegnazione di ulteriori competenze nell'ambito legislativo, amministrativo e finanziario in specifiche materie, veniva anche approvato l’Ordine del giorno n. 38 che impegnava la Giunta regionale a tenere costantemente informata l'Assemblea legislativa regionale, per il tramite delle Commissioni competenti, sull'avanzamento dell'iter procedurale a partire dal formale avvio del negoziato con il Governo fino agli esiti dello stesso, nonché a portare a conoscenza della stessa Assemblea lo schema d'intesa con il Governo, prima della sua formale sottoscrizione;
- successivamente, in data 12/07/2018 veniva firmata una lettera inviata all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Conte con la quale, sul presupposto dell’avvenuta approvazione della risoluzione assembleare per avviare la procedura volta al riconoscimento di maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale prevista dal comma 3 dell’art. 116 della Costituzione, si chiedeva di “voler attivare lo specifico tavolo di confronto istituzionale” così come previsto dall’articolo 1, comma 571 legge 147/2013;
- si prevedeva un percorso istituzionale così come delineato dalla Carta Costituzionale con il pieno coinvolgimento del Parlamento e delle stesse Autonomie;
- ricordavo in Aula, nella seduta del 29/5/2018, che bisognava guadagnare e concordare con lo Stato il percorso, bisognava avere i conti a posto e questi li potevamo vantare; bisognava avere la consapevolezza del rispetto dell’unità giuridica ed economica della nazione e questa consapevolezza l’avevamo; ben potevamo sederci al Tavolo del negoziato perché la Regione Marche aveva dimostrato di saper bene spendere l’autonomia di cui disponeva;
- ricordavo di aver avuto modo di incontrare, su mandato dell’allora Presidente della Giunta regionale e nella mia qualità di Assessore al bilancio, tutte le Commissioni e la Conferenza dei Capigruppo, le forze sindacali con le quali affrontammo il tema ed anche Confindustria dalla quale pervenne una lettera con la quale si confermava la fiducia nell’Amministrazione regionale e si auspicava il prosieguo del confronto;
- quanto sopra segna una differenza tra l’operato della precedente Giunta che fin da subito volle coinvolgere l’Assemblea legislativa, le Autonomie locali attraverso il CAL, le forze sindacali e Confindustria;
- questa Giunta, invece, nel dibattito in atto a livello nazionale sul DDL Calderoli, è stata, ed è, assente e silente guardandosi bene dal coinvolgere, come dovrebbe, l’Assemblea legislativa, il sistema delle Autonomie e tutti gli attori economici e sociali della Regione;
- l’Assemblea legislativa ha dovuto attendere le odierne mozioni delle opposizioni per dibattere una questione dal rilevante impatto per le implicazioni e le ricadute sugli assetti istituzionali ed amministrativi del Paese; un tema delicato che non può essere affrontato senza un adeguato percorso di confronto;
- e pensare che con l’Interrogazione n. 481, presentata già nel lontano 19 maggio 2022, veniva richiesto alla Giunta regionale se intendesse “proseguire con il percorso già avviato per il riconoscimento di una maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale della Regione Marche”;
- tra l’altro, in occasione della discussione della citata Interrogazione, svoltasi nella seduta assembleare del 28/6/2022, l’allora Assessore al bilancio Castelli non confutò l’operato della Giunta Ceriscioli;
- ricordava, in particolare, l’Assessore Castelli la bozza di testo di legge quadro promosso dall’allora Ministro Gelmini che definiva il percorso per l’intesa proposta dalle Regioni, esaminata in Consiglio dei Ministri e sottoposta a tutta una serie di pareri;
- faceva anche presente che, “registrata la ripresa del cammino per arrivare alla definizione di quanto previsto, la Regione Marche era sicuramente intenzionata a valutare tutto ciò che è necessario per dare corso al percorso all’autonomia differenziata avviando un confronto con il Governo che sia tale ovviamente da preservare i principi costituzionali inviolabili dell’unità e della indivisibilità della Repubblica”;
- dichiarava anche: “disponibili a valutare se e nella misura in cui ciò sia garantito da una sufficiente provvista finanziaria alimentare il percorso dell’autonomia differenziata purché evidentemente tutto ciò si risolva nel rispetto assoluto dell’unità e della indivisibilità della Repubblica Italiana e del rispetto dei LEP da Courmayeur fino a Gela”, facendo riferimento ai due poli del problema;
- ed ancora: “da questo punto di vista non è la nostra una volontà quindi ideologicamente orientata, è una volontà di verificare se in presenza delle necessarie dotazioni di risorse finanziarie e di standard organizzative si possa corrispondere di più e meglio agli interessi della popolazione marchigiana”;
- invece, dopo l’approvazione del DDL cd. Calderoli nella riunione del 16/3/23 del Consiglio dei Ministri e l’avvenuta sua presentazione al Senato, non solo questo Consiglio non è stato coinvolto, ma addirittura non è dato sapere il giudizio espresso dallo stesso Presidente Acquaroli in occasione della sua audizione in 1° Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica nella seduta del 1° giugno 2023;
- invero, l’approvazione del DDL n. 615 ha prodotto in molte Regioni italiane un acceso dibattito sui rischi di favorire un’ulteriore accentuazione delle già evidenti disuguaglianze tra le diverse aree geografiche del Paese e di creare un vero e proprio corto circuito politico-amministrativo che, inevitabilmente, andrebbe a minare lo stesso concetto di unità nazionale;
- in ordine ai profili procedurali è stato sottolineato il ruolo marginale attribuito al Parlamento sia per la definizione delle intese con le singole Regioni che per la determinazione dei Lep così come disciplinata dalla legge di bilancio 2023;
- in merito al ruolo del Parlamento, io la penso in modo diverso perché, contrariamente a quanto si sostiene, il Parlamento non ha alcuna possibilità di emendare l’intesa definitiva in sede di approvazione della legge ex art. 116, terzo comma. Le Camere potranno soltanto approvare o non approvare l’intesa fra lo Stato e la Regione interessata. Ed è evidente che l’intesa dovrà rispettare i principi costituzionali tra i quali, e su tutti, quelli di cui all’art. 117, comma 2°, lett. m ) e 119 comma 3°;
- al Parlamento viene solo permesso di esprimere un atto d’indirizzo da formulare entro 60 giorni dalla data di trasmissione dello schema di intesa preliminare (art. 2, comma 4, DDL);
- saranno poi il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, valutato il parere della Conferenza unificata e “sulla base degli atti di indirizzo di cui al comma 4”, a predisporre lo schema di intesa definitivo con le Regioni;
- il Parlamento è esautorato anche nella determinazione dei LEP che saranno definiti “con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri” attraverso il procedimento disciplinato dalla legge di bilancio n. 197/22;
- per tacere che con riferimento alla natura degli atti determinazione dei LEP e i relativi costi e fabbisogni standard, demandati appunto ad uno o più decreti del Presidente del Consiglio, è stata rilevata la violazione della riserva di legge ex art. 117, comma 2° lett. m);
- va comunque ristabilita la centralità del Parlamento se è vero, come è vero, che nell’Aula parlamentare è rappresentato tutto il Paese e che è quello il luogo deputato per discutere di una riforma di portata epocale che riscrive l’architettura istituzionale con ricadute sull’intero territorio nazionale;
- se non si può prescindere dalla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e questa è una prerogativa costituzionale del Parlamento esercitata attraverso la legge, va da sé che vanno quantificate le risorse necessarie ad assicurarli nei diversi territori - e questo è pure compito del Parlamento attraverso la legge di bilancio - mentre non è stato previsto alcuno stanziamento aggiuntivo;
- fondata è, quindi, la preoccupazione che non verranno finanziati, come non verranno garantiti i diritti a tutti ed in modo uniforme su tutto il territorio nazionale;
- tra l’altro, nella proposta del Governo è completamente assente il discorso sul finanziamento del fondo di perequazione di cui all’art. 119, 3° comma, della Costituzione, elemento di garanzia per la tenuta dell’unità giuridico-economica del Paese e il rispetto del principio di correlazione tra funzioni e risorse;
- già sede di Conferenza unificata del 02/03/2023, le Regioni Campania, Emilia-Romagna, Puglia e Toscana hanno espresso parere contrario al DDL per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario chiedendone il ritiro;
- nell’occasione, il Presidente della Regione Puglia dichiarava: “La Puglia ha espresso parere contrario al ddl Calderoli e ne ha chiesto il ritiro”; “Abbiamo l’impressione – ha detto – della continua accelerazione su un processo del quale non si conosce l’esito. Si rischia di avere a breve un Paese nel quale un’impresa, una famiglia, un cittadino, muovendosi sul territorio nazionale rischia di avere come interlocutore, per materie importantissime, a volte lo Stato e a volte le Regioni, sia dal punto di vista legislativo che amministrativo. Si rischia di stritolare tutti i comuni italiani sotto il peso di regioni che diventeranno onnipotenti. E questo – ha concluso Emiliano – non corrisponde al disegno del legislatore costituzionale e neanche a un criterio di buona amministrazione. Per queste ragioni, la Puglia, a tutela dei comuni e a tutela dell’unità nazionale, ha chiesto il ritiro del ddl Calderoli.”; lo stesso Presidente, anche in occasione dell’audizione, ha detto “Questa riforma non può tracimare in una repubblica federale. Infatti, i poteri di cui le regioni rischiano di disporre a richiesta sono enormi”;
- secondo il Presidente dell’Emilia-Romagna, ad esempio, il via libera del Consiglio dei Ministri al disegno di legge Calderoli è “un gravissimo errore. Nel metodo e nel contenuto”; “L’autonomia – ha spiegato – riguarda in primo luogo le Regioni ma il Ministro Calderoli non ha voluto condividerne il testo in Conferenza delle Regioni. Una scelta che va contro ogni principio di collaborazione istituzionale”; “Io – ha precisato Bonaccini – sono da sempre favorevole a maggior autonomia per Regioni ed Enti locali. Ma ad un’autonomia giusta, che avvicini le decisioni ai cittadini e alle imprese, che semplifichi la Pa e riduca i tempi degli investimenti e degli iter autorizzatori”;
- in una nota del 02/03/2023 della Regione Campania si legge: “Oggi la Conferenza delle Regioni ha espresso a maggioranza parere favorevole alla bozza Calderoli sull’autonomia differenziata. Le Regioni con governi di centrodestra hanno votato un disegno di legge contro il Sud e contro la Costituzione. Hanno votato contro la bozza la Campania, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Puglia, ribadendo che prima di tutto occorre garantire diritti basilari, universali ed essenziali in modo uniforme a tutti i cittadini italiani. Amareggia che le altre Regioni del Sud, con governo di centrodestra, abbiano fatto prevalere logiche di partito, allineandosi alle posizioni leghiste e nordiste, a danno delle comunità meridionali.”;
- anche i Presidenti delle Assemblee legislative Emilia-Romagna, Puglia, Toscana e Campania, in un documento acquisito in sede di audizioni in 1° Commissione Affari costituzionali del Senato, oltre ad esprimere considerazioni di ordine procedurale, hanno rilevato:
• che il percorso di autonomia differenziata impone “di evitare accelerazioni, a detrimento degli opportuni approfondimenti circa l’individuazione delle materie in ordine alle quali la Costituzione prevede la determinazione di livelli essenziali delle prestazioni, specie in un contesto caratterizzato da fortissime incertezze nel rapporto fra legislazione statale e regionale”;
• che “l’impressa accelerazione verso un ‘frettoloso regionalismo differenziato’ rischia di travolgere e vanificare il modello di cooperazione istituzionale fondato sul confronto in ordine alla definizione delle materie e delle risorse necessarie alla sua concreta attuazione, anche al fine di rispettare quanto prescritto dall’art. 119 della Costituzione, che postula una regolazione sistematica per il finanziamento delle Regioni a statuto ordinario sulla base delle diverse capacità fiscali dei territori. Conseguentemente, è imprescindibile individuare – in concreto – le risorse adeguate attraverso il finanziamento del fondo di perequazione, elemento di garanzia per la tenuta dell’unità giuridico-economica del Paese, ribadendo la necessità di rispettare, anche per il futuro, il principio di correlazione fra funzioni e risorse.”;
• che il rischio rappresentato dai disegni di legge “è quello di creare maggiori diseguaglianze territoriali che si traducono, inevitabilmente, in diseguaglianze sociali, economiche e – in più in generale – nella garanzia dei diritti delle persone.”;

- l’ANCI Campania ha chiamato i Consigli comunali alla mobilitazione chiedendo “un approfondito dibattito pubblico nell’Assise e approvare una mozione di indirizzo che prenda le distanze dal progetto del ministro Calderoli”;
- nella Regione Marche, il Consiglio Comunale di Monte San Giusto ha approvato a maggioranza, nella seduta del 19/5/2023, un ordine del giorno per chiedere il ritiro del testo del governo;
- anche il Consiglio Comunale di Osimo, nella seduta del 31/5/2023, ha approvato sul tema una Mozione che invita il Sindaco e la Giunta “A richiedere al Governo di sospendere ogni decisione in ordine a forme di autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario e a riaffermare che, come sancito dall' Art. 5 della Costituzione, la Repubblica è una e indivisibile…”;
- per la Commissione europea: “Nel complesso, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica”, come emerge dal Country report 2023 – Italia;
- Bankitalia ha lanciato l’allarme sui costi dell’Autonomia chiedendo di verificarne le coperture;
- per lo stesso Ufficio parlamentare di Bilancio (UPB), pure audito nella seduta 1° Commissione Senato della Repubblica del 6/6/2023, il disegno di legge non risolve “le incertezze sulla possibile dinamica delle risorse regionali negli anni successivi all’approvazione dell’intesa”;
- lo stesso UPB ha anche trasmesso alla Commissione Affari costituzionali del Senato una Memoria contenente le risposte ad alcuni quesiti formulati dai diversi Gruppi parlamentari le quali ‘mettono in fila una serie di criticità tali da far sorgere più di un dubbio sull’intero progetto. Al punto che lo stesso ministro Calderoli ha fatto sapere di “aver letto con attenzione la nota” e di voler dare con le prossime proposte emendative “adeguate risposte” ad alcune osservazioni”;
- ad esempio, la prima risposta riguarda la quantificazione delle risorse statali potenzialmente coinvolte nell’attuazione dell’autonomia differenziata. Per i tecnici dell’UPB si tratta di un esercizio “che può essere effettuato solo dopo l’esplicitazione di scelte politiche sulle funzioni trasferibili e sugli eventuali relativi Lep”;
- in definitiva, il disegno di legge n. 615 di iniziativa governativa presenta significative criticità, emerse in maniera inequivocabile anche nel corso delle audizioni svolte in 1° Commissione Affari costituzionali del Senato, rispetto ad una riforma che necessita di approfondita riflessione;

- è necessario valorizzare il ruolo del Parlamento, nella definizione dei contenuti sia delle intese sia dei LEP, riconoscendo la riserva di legge posta dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione;
- il Disegno di legge non promuove l’interesse nazionale poiché incoraggia la frammentazione delle competenze, i divari territoriali e quelli economico-sociali e non prevede nessuno stanziamento di bilancio per la copertura degli stessi;
- con l’approvazione del Disegno di legge, tra l’altro in evidente contrasto con la Costituzione, non potranno più essere garantiti diritti basilari, universali ed essenziali, e su tutti il diritto alla salute, in modo uniforme a tutti i cittadini di tutte le Regioni d’Italia;
- se l’articolo 114, comma 1, della Costituzione dispone che “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato” è impensabile varare una riforma di tale portata senza un accordo concordato e condiviso che coinvolga tutte le istituzioni in cui si articola la Repubblica Italiana, una e indivisibile (art. 5 Cost.);
- in definitiva, si chiede al Presidente ed alla Giunta regionale di attivarsi affinché venga chiesto il ritiro del Disegno di legge AS 615 recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” e, nel contempo, a richiedere la istituzione di un Tavolo istituzionale per trovare un accordo concordato e condiviso con tutte le Regioni, le Province e i Comuni.