Resoconto della seduta n.116 del 11/07/2023
SEDUTA N. 116 DELL’11 LUGLIO 2023
La seduta inizia alle ore 10:30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 116 dell’11 luglio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 115 del 4 luglio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Commemorazione On. Arnaldo Forlani
Prima di iniziare i lavori della seduta odierna vi prego di ascoltare quanto ho da dirvi anche perché concordato con Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
A nome del Consiglio regionale esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia dell’On. Arnaldo Forlani scomparso pochi giorni fa, all’età di 97 anni.
Arnaldo Forlani è stata la più alta e duratura personalità istituzionale che la nostra regione ha espresso dal secondo dopoguerra del secolo scorso ad oggi.
Ridurre l'immagine di Forlani all'ultimo periodo del suo impegno politico attivo ed alle vicende giudiziarie conseguenti è ingiusto.
L’On. Forlani ha sostenuto la spinta del centro-sinistra di degasperiana memoria, della DC, ed ha portato la seconda generazione politica a governare e ad avere la responsabilità di governo in un periodo davvero difficile, come negli anni ’70.
Ugualmente è stato promotore di un sistema stabile di alleanze di partiti alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, è promotore e progenitore della situazione che poi si è sviluppata a seguito della seconda Repubblica, delle vicende politiche che attengono dal 1994 ad oggi.
Per questo desidero esprimere le nostre condoglianze, le condoglianze di tutti voi, dell’intero Consiglio regionale dell’Assemblea legislativa, alla famiglia, ai suoi amici più cari, a coloro che l’hanno conosciuto, che hanno visto il suo impegno e segnalare come la parte più importante della sua vita, dedicata al servizio della comunità attraverso la politica, ritengo, l’abbia passata negli ultimi trent’anni, quando uscendo di scena lo ha fatto in estremo silenzio, dimostrando quanto era atteso al suo servizio per la comunità.
Vi chiedo un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Interrogazione n. 867 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri
“Rifinanziamento della legge regionale n. 15 del 27 giugno 1973 “Concessione di un
contributo annuo all'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle
Marche (oggi Istituto Storia Marche)”
Interrogazione n. 868 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini
“Finanziamento Istituto Storia Marche”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 867 – a risposta immediata – dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri e l’interrogazione n. 868 – a risposta immediata – dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Il finanziamento dell'Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche è disposto da apposita legge regionale n. 15 del 27 giugno 1973. L'Istituto è stato finanziato negli anni con continuità per la sua attività scientifica e culturale prevedendo nel contributo ad esso assegnato anche un sostegno finanziario a favore degli Istituti provinciali che costituiscono la rete regionale e che contribuiscono alla più capillare diffusione nelle Marche dei valori e contenuti culturali che la legge prevede.
Con la legge regionale n. 39 del 29 dicembre 2017 (Tabella B) era stato autorizzato per gli anni 2018/2020 il rifinanziamento, a favore dell'Istituto Storia Marche di Ancona, degli interventi previsti dalla sopra indicata legge regionale per un importo di 25.000 euro a valere sull'annualità 2018.
Con delibera di Giunta regionale n. 500 del 16 aprile 2018 sono stati approvati i "Criteri generali e le modalità di concessione e liquidazione del contributo all’Istituto Storia Marche” prevedendo, ai fini della liquidazione, che l'Istituto, a conclusione delle attività di progetto, producesse specifica documentazione comprovante le attività svolte e le spese sostenute negli anni di riferimento.
Mentre le attività relative alle annualità 2018 e 2019 hanno trovato regolare esecuzione e rendicontazione, per l'annualità 2020 il contributo risultava solo parzialmente utilizzato. Liquidate le spese rendicontate al 31 dicembre 2020, la cifra residua impegnata precedentemente è stata pertanto reimputata al bilancio 2021 per un importo di 53.425,32 euro. Ciò anche rispondendo a quanto indicato dalle disposizioni amministrative.
Nella documentazione prodotta al 2020 il Presidente dell'Istituto evidenziava le difficoltà per lo svolgimento delle attività programmate legate alla perdurare della pandemia e come gran parte delle risorse fossero state destinate al trasloco e alla messa in sicurezza del patrimonio bibliotecario ed archivistico dell'Istituto a seguito del verificarsi di una situazione che aveva precluso all'Istituto stesso la possibilità di fruire dei locali di Palazzo Camerata.
Pertanto, alla luce delle considerazioni esposte, è stata accordata la possibilità di portare avanti le attività previste dal progetto nel corso del 2021 in modo da poter realizzare e terminare le attività previste e non completate a causa della situazione di emergenza sanitaria.
Con DDPF n. 369/2021 e .n 30/2022 si è proceduto alla liquidazione delle cifre previste a conclusione delle attività progettuali rendicontate. Accanto alla conclusione della progettualità triennale prevista restava la necessità, seppur con progettualità ancora in parte limitata dal protrarsi dello stato emergenziale sanitario, di intervenire a sostegno della prosecuzione delle attività scientifico-culturale dell'Istituto che si è comunque sviluppata lungo tutto il 2021.
A tale scopo la legge regionale di assestamento di bilancio n. 33 del 2 dicembre 2021, Tabella B, ha disposto di assegnare all'Istituto in parola un contributo annuale per la sua attività prevista dalla legge regionale n. 15/1973 di 20.000 euro, annualità 2021, finalizzato al proseguimento delle iniziative culturali dell'Istituto.
Secondo quanto disposto ai sensi della legge regionale n. 33/2021, Tabella B, si è proceduto, quindi, con DDPF n. 555 del 24 dicembre 2021 all’assegnazione del contributo previsto. L'Istituto ha inviato la documentazione comprovante l'attuazione e la conclusione delle attività 2021.
L'Istituto ha poi partecipato al bando relativo ad “Azioni di valorizzazione degli archivi storici dei partiti politici, dei movimenti politici, di personalità politiche e dei sindacati”, ai sensi della legge regionale n. 26/2009, il progetto si è concluso e il contributo previsto di 4.800 euro è stato regolarmente erogato.
Stante il budget a disposizione, in considerazione anche delle difficoltà che si sono verificate in seguito dell'alluvione del 15 settembre 2022, che evidentemente hanno richiesto sacrifici anche nell'ambito delle politiche culturali regionali, abbiamo dovuto fare scelte prioritarie con la consapevolezza che sarebbero state scelte difficili.
Tutto ciò premesso, i due Assessorati (bilancio e cultura) si impegnano a trovare quanto prima (in sede di variazione o assestamento) risorse che vadano a rifinanziare la legge regionale n. 15/1973 in maniera tale da consentire la prosecuzione delle attività dell'Istituto di Storia Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Come detto questa mattina sulla stampa dal Presidente dell’Istituto, penso che sia avvilente chiedere ogni volta contributi che sono davvero pochi spiccioli rispetto ad un percorso che, come lei, Assessore, ha ricordato, è incardinato su una legge del 1973, che ne deve sostenere l’attività.
Oggi siamo ad un bivio, nel senso che la Giunta, il Governo di questa Regione mette l’Istituto nelle condizioni ...
Tolgo tutta la premessa, Assessore, perché oggi siamo costretti a fare due interrogazioni. Abbiamo fatto gli emendamenti in fase di bilancio, li abbiamo fatti in fase di assestamento, abbiamo fatto le mozioni, abbiamo fatto le interrogazioni per sostenere un diritto di cui la Giunta deve assolutamente farsi carico. Quindi, o decide che l’Istituto, per mille ragioni, spero che non siano quelle politiche poiché ricordo qui il Giorno della Memoria con l’Istituto che ha organizzato e dato il proprio contributo ..., o si ritorna a finanziarlo in maniera seria a bilancio, mettendo la cifra che serve, che deve essere ovviamente argomentata e rendicontata, oppure decidiamo e assumiamoci la responsabilità di farlo chiudere. Questo è quello che deve essere fatto sul piano politico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Al di là dell’impegno, Assessore, la sua risposta non ci soddisfa perché, ha detto bene il Consigliere Mangialardi, qui servono risposte concrete che ancora non ci sono.
Ricordo che questo Istituto è un patrimonio per tutta la nostra regione, 40.000 volumi di storia contemporanea, un’emeroteca di 2.000 testate, un archivio di notevole interesse storico riconosciuto dalla Soprintendenza; ricordo anche al Presidente del Consiglio regionale, che questo istituto ha collaborato con la nostra Regione e con il Consiglio regionale per tutti gli anni scorsi, l’ha detto il Consigliere Mangialardi, per il Giorno della memoria, per il 50º della Regione Marche, per il famoso tema delle pietre d’inciampo, che voi puntualmente continuate a non ricordare.
Rammento a voi che nel corso degli anni avete finanziato con 50.000 euro la legge per il saltarello, con 50.000 euro il progetto per le luminarie di Castelraimondo, con migliaia di euro la recinzione per il ruzzodromo di un paese della provincia di Macerata, credo che sia questione di scelte ed oggi questo impegno è così molto poco concreto. E’ evidente che vorremmo anche delle cifre per dar conto alle richiesta di 5.000 e oltre persone che hanno firmato una petizione, sono cittadini marchigiani.
Ricordo che presso l’Istituto vengono anche da fuori regione per consultare libri e testi che non si trovano in altre parti d’Italia, allora mi auguro che l’impegno sia mantenuto e che lo sia nel più breve tempo possibile. Non c'è più tempo, se non lo manterrete ne risponderete davanti alla comunità marchigiana. Grazie.
Interrogazione n. 869 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini,
Mastrovincenzo, Vitri
“Tutela del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 869 – a risposta immediata – dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il diritto all'oblio per le condizioni di salute già esiste nell'ordinamento giuridico poiché è individuato dall'articolo 17 del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea. Sappiamo che i regolamenti sono atti che hanno immediata efficacia nei Paesi destinatari.
C’è da tener conto che l’amministrazione condivide questa istanza, c’è piena consapevolezza da parte dell'Assessorato alla sanità, ma soprattutto c'è piena consapevolezza della sensibilità dei cittadini verso quello che è il nucleo fondamentale della privacy, cioè le condizioni di salute.
Il diritto all'oblio può essere anche riconosciuto, dettagliano nell’esercizio, attraverso un atto normativo che non può che essere di rango statale, quindi, da parte dell’Assessorato alla sanità e della Giunta regionale indirizzeremo un atto di sollecitazione al Governo e porteremo questo tema in sede di Conferenza delle Regioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Anche oggi mi soddisfa la risposta dell’Assessore Saltamartini, questo mi preoccupa un po', al di là della questione personale in cui il rapporto è ottimo da sempre.
Sono soddisfatto per l'impegno dell’Assessore Saltamartini di sollecitare il Governo e di portare la questione alla Conferenza delle Regioni.
Gli chiederei, magari, se lo dovesse ritenere, come chiediamo noi nell’atto, una lettera ai Presidenti di Camera e Senato ed ai Presidenti dei gruppi parlamentari perché c'è una discussione in Parlamento, ci sono molte proposte di legge, tra l'altro nella seduta del 28 giugno la Commissione affari sociali ha adottato un testo base all'unanimità.
Ovviamente c'è questa consapevolezza da parte del Parlamento e credo che sia importante far sapere e far conoscere cosa pensa la Regione Marche su questo argomento.
Perché questa interrogazione a risposta immediata? Noi avevamo presentato una mozione, l’aveva presentata se non sbaglio anche la Consigliera Ruggeri, però non risulta calendarizzata nel mese di luglio, da qui, affinché non cadesse nel dimenticatoio, la risposta immediata.
Interrogazione n. 870 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Chiarimenti in merito alla mancata erogazione delle borse di studio per l’anno scolastico 2021/2022”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 870 – a risposta immediata – della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione n. 870, presentata in data 6 luglio 2023, ad iniziativa della Consigliera Ruggeri, è bene ricordare che nessuna borsa di studio relativa all'anno scolastico 2021/2022 è stata erogata nel territorio nazionale. A tal proposito si precisa che l'azione di richiesta di tale adempimento da parte del Dicastero competente viene portata avanti collettivamente da parte di tutte le Regioni italiane nelle sedi competenti, visto che la mancata erogazione delle suddette borse di studio è un problema che riguarda tutto il territorio nazionale e tutte le Regioni.
Nelle riunioni e nei momenti di confronto che le Regioni italiane collettivamente, attraverso i coordinamenti tecnici della Conferenza Stato-Regioni, hanno avuto con il Ministero dell'istruzione e del merito, è stato più volte ripetuto che gli utenti stanno chiedendo presso i Comuni e presso gli Uffici regionali ripetutamente e legittimamente l'erogazione della provvidenza di cui hanno acquisito diritto.
A questo proposito sono state richieste da parte delle Regioni al Ministero competente le ragioni di questo ritardo e, altresì, la possibilità di poter gestire autonomamente i pagamenti a livello regionale con il trasferimento delle risorse, come per la procedura relativa alla fornitura dei libri testo di cui alla legge n. 448/1998.
Il Ministero dell'istruzione e del merito, dopo aver spiegato le ragioni del ritardo che riguardano il circuito finanziario Ministero/Poste italiane e che non sono sicuramente di facile soluzione, ha invitato le Regioni italiane a pazientare alcuni mesi allo scopo di implementare un sistema di erogazione delle borse di studio alternativo, in modo da poter superare le problematiche insorte con Poste italiane S.p.A.
Allo stesso tempo, il Ministero dell'istruzione e del merito ha dichiarato la non possibilità di poter delegare alle Regioni italiane il pagamento agli utenti delle medesime borse di studio perché la normativa del D. Lgs n. 63 del 13 aprile 2017 stabilisce espressamente che sia il Ministero competente a gestire in prima persona gli emolumenti delle provvidenze in oggetto.
Peraltro, il Ministero dell'istruzione e del merito, in tutte le interlocuzioni intercorse con le Regioni e con il coordinamento nazionale per materia, ha assicurato che nessun utente potrà mai perdere il diritto acquisito attraverso la legittimazione alla borsa con l'appartenenza agli elenchi regionali che ogni Regione ha inviato nei termini richiesti allo stesso Ministero per l'anno scolastico 2021/2022.
Il Ministero dell'istruzione e del merito ha comunque sottolineato che ogni indicazione verrà pubblicata sul link dedicato, che se vuole le giro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta che sinceramente non mi vede pienamente soddisfatta in quanto, lo ha sottolineato anche lei, i fondi che la Regione Marche ha avuto nella misura di 1 milione per le borse di studio del 2021 e del 2022, riguardano …, visto che si parla di borse di studio che vanno corrisposte a famiglie con Isee intorno ai 10.000 euro, stiamo parlando di famiglie che hanno veramente bisogno di questi soldi per comprare libri, per i trasporti, eccetera. All’incirca stiamo parlando, facendo i conti, 1 milione diviso 200 euro, che è la cifra che gli studenti meritevoli riescono ad avere, di circa 5.000 famiglie, che non sono sicuramente poche e, come ho detto prima, hanno bisogno della liquidazione di queste borse di studio.
Come è successo a me immagino che sia successo anche all'Assessore, di ricevere tante richieste perché l'informazione purtroppo non passa su quello che sta succedendo. Tra l'altro la Giunta ha emanato ad aprile i nuovi criteri per l'assegnazione dei fondi per l'anno 2022/2023, quindi mi permetto di dare un paio di suggerimenti: ci vorrebbe una circolare che parta dalla Regione rivolta ai Comuni che si facciano carico di informare gli studenti meritevoli di cosa sta succedendo, che non stanno perdendo i soldi, ma per motivi che non dipendono purtroppo direttamente da noi c'è difficoltà nel corrisponderli.
Interrogazione n. 871 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi
“Ripristino finanziamento regionale del progetto speciale ‘Capitale italiana della cultura 2024’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 871 – a risposta immediata – dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Gentili Consiglieri, come ricordato, il 16 marzo 2022 Pesaro è stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2024. Un traguardo molto importante non soltanto per la città, ma per l'intero territorio e per la Regione Marche. In occasione delle audizioni, la Regione Marche e in particolare l'ex Assessore regionale alla Cultura aveva manifestato l'intenzione di voler sostenere gli sforzi sostenuti per le candidature. Un impegno pari all'importo di 1 milione di euro volto evidentemente a premiare le due progettualità marchigiane entrate a far parte delle 10 città finaliste. Impegno tra l'altro ribadito sulla stampa anche nell'immediato della vittoria di Pesaro. Cito testualmente da uno degli articoli apparsi sulla stampa: “La Regione - aveva rimarcato l'ex Assessore - è pronta a sostenere entrambe le due città. Dobbiamo ripartire dalla cultura e possiamo farlo grazie alla qualità delle nostre proposte e dei nostri progetti”.
Un'indicazione supportata anche dal Sindaco di Pesaro, che aveva raccolto lo spirito di quella dichiarazione: “Ascoli è una città sorella, come noi marchigiana, avevamo detto che sarebbe stata una candidatura di gruppo e chiunque di noi avrebbe vinto avrebbe condiviso la vittoria”.
Parte di questa quota, per la precisione 500 mila euro, è già stata impegnata a valere sul bilancio 2024, somma prevista nei capitoli di spesa 2050210048 e 2050210031.
Per rispondere a quando richiesto nell'interrogazione questa Giunta manterrà l'impegno preso di garantire la restante quota. Abbiamo già previsto infatti di integrare con ulteriori 500 mila euro le risorse in sede di assestamento convinti che progettualità così ambiziose siano un'opportunità di crescita per la nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Ricordo, essendo anche in Commissione cultura, che in realtà la Giunta regionale aveva già messo 1 milione di euro, all’epoca l’attuale Assessore Biondi faceva parte della Commissione, dopodiché è stato chiesto di spostare 500.000 euro per altre esigenze che la Regione in quel momento riteneva più immediate. Oggi siamo arrivati a cinque mesi, che mancano al 2024, per Pesaro capitale della cultura 2024 e ancora i 500.000 euro, che sono stati portati in altri capitoli, cosa alla quale ero ovviamente contrario, non sono stati ripristinati. Mi auguro che con la variazione di bilancio di cui parla l’Assessore Biondi, e non ho motivo di non crederci, saranno ripristinati quanto prima. Sono in Commissione bilancio e la variazione di bilancio attualmente non mi risulta che sia stata approvata dalla Giunta e non è ancora iscritta all'ordine del giorno della I Commissione, quindi il rischio è di approvare la variazione di bilancio dopo l'estate e questo comporterà una mancanza di garanzie da parte dell'amministrazione comunale di Pesaro, che a tutt’oggi comunque a bilancio ha 500.000 euro e non 1 milione.
Come ben sa le cose vanno programmate, i soldi bisogna averli in tasca per poter organizzare le iniziative, fin quando non li hai possono arrivare, come non arrivare.
Voglio anche ricordare che la Regione Marche ha deciso di nominare la capitale della cultura marchigiana anno per anno, quest’anno per ovvi motivi è stato scelta Ascoli Piceno e mi risulta che i 100.000 euro che servivano ad Ascoli sono già stati stanziati, non capisco perché Pesaro che ha avuto il riconoscimento nazionale ancora non li abbia.
Interrogazione n. 873 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Urgente revisione della tempistica di analisi degli screening della cervice uterina nei distretti di Fano e Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 873 – a risposta immediata – dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere alla Consigliera Vitri riferisco che il pap test di giugno per Fano e Urbino è stato processato da un’azienda privata, è stato effettuato un affidamento esterno ed i ritardi sono stati tutti recuperati.
Dal 26 giugno lo screening alla cervice uterina con sistema HPV invece viene eseguito in tutta la regione, i campioni sono portati all’anatomia patologica dell’Ast di Ancona/Senigallia e sono processati dalla struttura ospedaliera di Fabriano. Non si registrano ritardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Questa mia interrogazione a risposta immediata chiedeva un chiarimento in quanto il Commissario XY ed il Subcommissario si erano presi l’impegno già nel mese di aprile di intervenire cambiando il modo di processare i pap test effettuati nelle zone di Fano e Urbino in quanto si era creata una vera e propria disparità, come se ci fossero donne di serie A e donne di serie B nella provincia di Pesaro Urbino.
Colgo l’occasione per ringraziare l’Assessore di questa risposta e per l’intervento effettuato, anche per evidenziare che forse non è proprio corretto esternalizzare l’analisi degli screening perché se a Pesaro l’analisi viene effettuata internamente, credo che la stessa cosa dovrebbe avvenire nell’Azienda sanitaria territoriale 1 di Fano e Urbino.
Ora lei può rispondermi sui costi che si devono sostenere per esternalizzare questo servizio del Sistema sanitario pubblico, ma ovviamente deduciamo non siano gli stessi.
Sulla tempistica sono soddisfatta della risposta, ma in generale sul servizio direi proprio di no dato che non capisco come mai a Pesaro riescono a processarli internamente, con una risposta media di due mesi - anche qui devo evidenziare che dovrebbero essere circa tre settimane - mentre a Fano Urbino per diverso tempo si è arrivati ad attendere quasi 8 mesi.
Esternalizzando il servizio si è risolto il problema, le chiedo di farsi carico di valutare l’analisi internamente, al tempo stesso vorrei farle notare che purtroppo la risposta di screening gratuiti è solo del 20%. Ho presentato un atto che la invita a valutare per risolvere questa problematica e agevolare la risposta alle donne.
Interrogazione n. 872 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Iniziative straordinarie ed urgenti per il recupero delle prestazioni sanitarie prioritarie non erogate durante la pandemia da Covid, con particolare riferimento ai ricoveri chirurgici programmati, alle prestazioni ambulatoriali e agli screening oncologici”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 872 – a risposta immediata – della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La Consigliera Lupini nel porre questa interrogazione chiede di illustrare i dati relativi agli investimenti sul recupero delle liste d’attesa precedentemente stanziati dallo Stato.
Era già emerso questo tema sui giornali, sulla stampa, per quanto riguarda un rapporto Gimbe, tuttavia i dati che erano stati presi in esame da questo rapporto erano totalmente e diametralmente opposti tra le varie Regioni, nel senso che alcune Regioni avevano effettuato questo monitoraggio sulla base solo degli investimenti che erano stati erogati dal Ministero e altre Regioni invece avevano fornito un resoconto relativo agli investimenti anche con risorse interne, in particolare con il fondo Balduzzi.
A seguito della pubblicazione del rapporto Gimbe ci sono stati degli incontri, che hanno avuto luogo l’8 ed il 30 giugno, con il gruppo tecnico delle Regioni dell’area assistenza territoriale del Ministero e proprio il Ministero ha richiesto alle Regioni una pulizia delle liste, nel senso che dovranno essere forniti dei dati omogenei, comprensivi di tutti gli investimenti necessari per il recupero delle liste d’attesa.
Ciò premesso e tenuto conto che la nostra Regione è perfettamente in linea con i dati ministeriali, informo l'Assemblea che proprio ieri è stato approvato dalla Giunta regionale un provvedimento con cui si stanzia lo 0,3% del bilancio del Fondo sanitario nazionale, corrispondente a 9 milioni per il recupero di queste prestazioni. Questa somma è stata ripartita tra le varie Aziende e si conta di cogliere l’obiettivo, che è quello di garantire le prestazioni che sono state rinviate durante i periodi relativi al Covid. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Io facevo riferimento alla pubblicazione di Gimbe dei giorni scorsi che chiaramente ha destato nei marchigiani e nelle marchigiane una preoccupazione viste le percentuali pubblicate.
Lei adesso ci rassicura dicendo che siamo in linea, però credo che vadano messe in campo delle misure, delle iniziative puntuali e straordinarie quanto mai urgenti perché sappiamo che abbiamo del tempo perduto da recuperare con la massima urgenza. Parliamo di ricoveri chirurgici programmati, che sono rimasti indietro, di prestazioni specialistiche ambulatoriali e sottolineo con particolare preoccupazione gli screening oncologici, di cui abbiamo parlato anche pochi minuti fa con l'interrogazione della collega, sull’HPV. Gli screening oncologici sono il nostro migliore strumento di prevenzione, quindi, se non andiamo a recuperare il tempo perduto a causa della pandemia oggi, avremmo sicuramente un aumento di patologie molto gravose per le persone e per tutto il sistema nel breve e medio termine.
Mi sembra un'attenzione doverosa e un chiarimento che andava portato. Sicuramente ho capito dalle sue intenzioni che ci terrà aggiornati, con dati più trasparenti e puntuali, per rassicurare quanti come noi hanno letto il rapporto del Gimbe, che era decisamente allarmante. Grazie.
Interrogazione n. 832
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Stato delle politiche attive del lavoro e della formazione nella regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 832 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Consigliera Ruggeri che pone delle questioni molto importanti, sono già d'accordo informalmente con lei che le darò qualche risposta molto veloce anche perché è un articolato molto complesso, poi le consegnerò la documentazione.
Il Programma GOL tende a rimettere i cosiddetti inattivi in attività, cioè quelle persone che sono o non sono iscritte ai Centri per l'impiego, che non studiano e non lavorano. E’ una questione abbastanza grave nella nostra società e anche nella nostra regione sono moltissimi.
Per questa situazione sono stati stanziati fondi importanti e significativi: 22 milioni circa nel 2022 e 28 milioni nel 2023, parliamo di cifre molto importanti.
In questo caso si tratta di prendere in carico da parte dei Centri dell'impiego il maggior numero possibile di questi cosiddetti inattivi o comunque persone, che pur essendo iscritte ai Centri per l’impiego, non hanno un'attività in corso in questo momento.
Ci sono ovviamente degli obiettivi- Per quel che riguarda la regione Marche, ad esempio, abbiamo ampiamente raggiunto e superato il target di 14.580 disoccupati del 2022 avendone presi in carico 18.872, quindi 4.000 in più.
Per il 2023 il nostro obiettivo è di 23.000 disoccupati e ad oggi ne abbiamo presi in carico 16.800, pari ad oltre il 70%, per cui la presa in carico sta procedendo bene.
In seguito alla presa in carico le persone si profilano e si capisce se sono pronte e predisposte per essere inserite nel mondo del lavoro, se hanno bisogno di un corso di formazione “breve” per specializzarsi in qualcosa, oppure di un corso di formazione più lungo.
Questo è il lavoro fatto dai Centri per l’impiego, dividere in varie categorie le persone, profilarle, vedendo qual è la preparazione da dover loro eventualmente affidare per la tipologia di attività nella quale vorrebbero mettersi in campo e sperimentare.
Nel 2022 abbiamo anche portato avanti delle gare per ricercare degli enti formatori disponibili a fare formazione, sono state individuate delle Ati (non potevano essere singoli enti accreditati, ma dovevano riunirsi in Ati), si sono accreditati 12 soggetti diversi che si sono raggruppati a livello regionale, coprendo tutto il territorio, predisposti per fare questa attività di formazione, breve o lunga, a seconda delle esigenze.
Nel frattempo abbiamo anche fatto una gara fra le agenzie private del lavoro perché chi viene preso in carico dal Centro per l’impiego può essere avviato alla formazione tramite gli enti accreditati formatori. Noi diamo i nomi agli enti accreditati e loro li cercano per iscriverli ai corsi; invece le agenzie per il lavoro possono essere a scelta contattate da chi è preso in carico, se vuole essere seguito per un eventuale inserimento lavorativo dal Centro per l’impiego o da una Agenzia privata per il lavoro, per lavorare tutti insieme su questo progetto.
In questo caso anche le agenzie per il lavoro si sono raggruppate in Ati. Abbiamo quattro soggetti tra cui anche una cordata legata ai consulenti del lavoro, che nel frattempo abbiamo accreditato nelle Marche, in precedenza non lo erano.
Questa è la situazione attuale.
La Consigliera mi chiede giustamente quanti e che tipo di corsi sono stati avviati. Le posso solo dire che queste 12 associazioni temporanee di impresa hanno attivato ad oggi 84 corsi diversi.
Altra cosa interessate che la Consigliera mi chiede è: quanti di questi presi in carico nel frattempo hanno trovato lavoro? Qui la cosa mi meraviglia in positivo, ma non ho la presunzione che questo sia avvenuto solo grazie ai GOL, evidentemente molti hanno trovato lavoro per conto proprio. Si parla di lavori forse saltuari, temporanei, eccetera, però dei 18.872, di cui ho detto prima, il 41% ad oggi è occupato. Sono tantissimi, non me lo aspettavo neanche io, però, ripeto, non credo che sia solo grazie ai GOL, evidentemente hanno dato un buon input, molti probabilmente hanno trovato lavoro per conto proprio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore sia per la risposta che è riuscito a darmi in Aula che per la relazione che mi sta per fornire.
Vorrei semplicemente dire che abbiamo parlato molto di numeri, di quantità. Sappiamo perfettamente che il programma GOL ed i fondi del Pnrr hanno una temporalità che deve essere rispettata. Però, quello che mi preme sottolineare è che a noi più che la quantità interessa la qualità del servizio formativo perché, a parte i dati, lei ha detto che il 41% sono stati occupati, però ricordiamoci che in questo 41% ci sono anche i famosi lavoratori poveri che non arrivano a fine mese con lo stipendio che hanno, risultano in questi dati anche coloro che lavorano due giorni al mese, quindi sono dati estremamente gonfiati dal mio punto di vista e non solo.
Comunque quello che ha fatto nascere questa interrogazione è quanto è emerso dai dati Excelsior del giugno 2023 in quanto, è evidente, c'è una discrasia fra la domanda, l'offerta ed i corsi che sono stati attivati fino adesso non corrispondono alla domanda che mettono in campo le imprese. Abbiamo una difficoltà di reperimento che supera il 70% per tecnici dell’organizzazione e dell'amministrazione delle attività produttive, operai specializzati del tessile e dell'abbigliamento, fonditori, saldatori, lattonieri, e tralascio gli altri. Abbiamo una difficoltà di reperimento che si aggira tra i 60 e il 70% per tecnici in campo ingegneristico, tecnici nel rapporto con i mercati, meccanici artigianali, e tralascio gli altri.
Controllando i corsi che sono stati attivati fino adesso, Assessore, si vede che …
Interrogazione n. 788
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Caos liste d'attesa nelle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 788 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Ormai sono delle sedute tematiche e ripetiamo in ogni seduta le stesse informazioni.
La questione riguarda le liste d’attesa nella nostra Regione, stiamo cercando di risolvere il problema attraverso tre provvedimenti che sono: la riforma sanitaria, che abbiamo approvato in quest’Aula stabilendo che non c’è più una Azienda sanitaria unica, ma cinque Aziende sanitarie territoriali, ognuna chiamata a garantire le prestazioni nella propria provincia; il percorso per il Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui vi sono consistenti investimenti sulle tecnologie, sulla telemedicina, sulle nuove strutture, soprattutto con il decreto ministeriale 77 sulla medicina del territorio. Ecco, tutte queste misure sono state incentivate e sono in via di implementazione attraverso un accordo che è stato avviato con i medici di medicina generale, che porterà all'apertura di punti di prossimità, il primo di questi è stato recentemente inaugurato in provincia di Ascoli Piceno e altri punti verranno incentivati nelle prossime settimane in tutta la regione Marche. Sono punti in cui i medici di medicina generale, che si assoceranno, potranno avvalersi di nuovissime tecnologie, con uno stanziamento che è stato fatto dal Consiglio regionale, che ha previsto una spesa di 3 milioni l'anno nei prossimi tre anni per un totale di 9 milioni,
Queste strutture, cosiddette punti di prossimità della sanità, si caratterizzano per la locazione di strumentazioni che sono: gli holter pressori, gli holter cardiaci, i saturimetri e tutte le altre strumentazioni che possono garantire la verifica preventiva delle condizioni di salute delle persone. Quindi, implementare le prestazioni sanitarie preventive, non solo quelle cliniche, per garantire un maggior livello di salute dei nostri cittadini.
Questi percorsi sono delineati e individuati nel Piano socio-sanitario che è all'attenzione di questo Consiglio regionale e le misure che stiamo approntando saranno capaci oggettivamente di garantire il risultato finale.
Tengo a sottolineare, come più volte ho detto, che le Marche sono una regione benchmark sui LEA e, nonostante tutte le carenze che ci sono, anche nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale di quest'anno, riceveremo un premio per l'adempimento dei livelli LEA insieme ad altre cinque Regioni e sono: Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Veneto.
La nostra Regione si pone in una posizione mediana. Nonostante tutto quello che viene scritto, le sollecitazioni, le interrogazioni, la nostra è una regione benchmark, lo ripeto, sui livelli essenziali delle prestazioni.
Per garantire questo percorso è stata inaugurata la strada della presa incarico, non c'è più quel sistema per cui dal Cup ci si sentiva rispondere, ancora oggi c’è qualche operatore che risponde secondo la vecchia modalità, “richiami domani, la prestazione non è disponibile”, ma il sistema deve prendere in carico la prestazione del cittadino, il che significa che il Servizio sanitario deve chiamare il cittadino entro cinque giorni a casa per le prestazioni brevi e se la prestazione non è prodotta all'interno le Aziende sono incaricate di acquistarle sul mercato con le aziende convenzionate.
Ogni giorno c'è un gruppo di lavoro per ogni Azienda sanitaria territoriale che prende in esame la domanda che non è stata garantita nel giorno precedente, entro i cinque giorni successivi questo gruppo di lavoro deve chiamare il cittadino, che viene preso in carico al sistema. Quindi s'inverte completamente l'organizzazione sanitaria per cui è la sanità che chiama il cittadino e non è il cittadino che chiede le prestazioni alla sanità. C’è un'attività di coordinamento da parte dell’Ars, c'è un gruppo di coordinamento per ogni Azienda. Questa stamattina si sta svolgendo una riunione con il personale del CUP, ci sarà una comunicazione ai cittadini dei propri diritti: il diritto di essere presi in carico, il diritto di essere chiamati a casa. Questo è il nuovo sistema, lo abbiamo inaugurato da qualche mese, man mano che entrerà in vigore noi contiamo di portare la nostra sanità ai massimi livelli sul rispetto dei LEA.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per questa risposta su una questione che effettivamente affrontiamo in ogni seduta, ma, Assessore, lei ci deve scusare, è una questione che continuiamo a riproporre perché fino ad oggi non abbiamo mai avuto le risposte che i cittadini si attendono, tanto è vero che, come riportato nella mia interrogazione, solo poche settimane fa, a fine giugno, anche un articolo del Corriere Adriatico ricordava che le Marche hanno usato nel 2022 solo il 36% dei fondi per recuperare le prestazioni saltate durante il periodo Covid. Significa che non hanno nemmeno utilizzato tutti i soldi che avevano a disposizione per recuperare le visite mediche, questo purtroppo, mi spiace riconoscerlo, deriva da un’inadeguatezza nel mettere in campo le risorse, ci sono cittadini che, nonostante ci siano i soldi per il pubblico, devono ricorrere al privato e lo dimostrano chiaramente i numeri.
Lei oggi ha anche annunciato che la Regione stanzierà per il recupero delle liste d’attesa 3 milioni di euro, mi fa piacere che la risposta sia arrivata prima della mia interrogazione tramite la stampa, quindi credo sia stata utile a sollecitare l’attenzione e a farla intervenire su questo tema. Ad ogni modo non capiamo quale sia la vera risposta sulle risorse umane, sul personale sanitario, questi 9 milioni che stanzierà la Regione come saranno impiegati? Saranno indirizzati verso il privato? Verso le assunzioni? Verso una riduzione del precariato nel personale sanitario? Su questo ancora non abbiamo una risposta precisa.
Mi fa piacere che vengano stanziate delle risorse, anche se poi guardando bene i numeri vedo che 9 milioni di euro non saranno sufficienti e sarà necessario recuperare anche quello che non è stato speso nel 2022 in quanto il 36% delle risorse erogate dallo Stato, impiegate nelle Marche, ha lasciato ancora inutilizzato oltre il 65% di spesa pubblica non impiegata per il recupero delle liste d’attesa.
Perché non abbiamo speso questi fondi per intervenire nelle liste d’attesa totalmente fuori controllo? Sono stati impiegati per l’acquisto di farmaci, credo che su questo la Regione dovrebbe prevedere un piano adeguato con capitoli di spesa diversi e soprattutto, come ho ricordato già in altri atti, sarebbe necessario intervenire sul tetto di spesa del personale, finché non si risolverà questo problema, visto che siete al Governo sia nella Regione che a livello nazionale, non avremo una vera e propria risposta alle lunghe liste d’attesa.
Interrogazione n. 874 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi urgenti a sostegno del settore vitivinicolo marchigiano a seguito dei danni causati dalla peronospora”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 874 – a risposta immediata – dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta l'Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Questa interrogazione mi dà l’occasione per informare il Consiglio dei vari passaggi che nel frattempo sono stati fatti rispetto a questa grave piaga, che sta affliggendo purtroppo moltissimi vitigni della nostra regione e non solo. La causa è questa continua pioggia che da un lato ha agevolato la diffusione di questa fitopatia, dall’altro l’impossibilità di accedere nei vitigni con mezzi meccanici per l’eccessiva presenza di fango.
Il 14 maggio, due giorni dopo la grandinata che ha preannunciato tutte le piogge incessanti che hanno poi avuto quelle gravi conseguenze in Romagna ed in parte nella nostra regione, ho fatto un sopralluogo con alcune associazioni proprio per verificare direttamente quello che era successo. Successivamente, allo svilupparsi della peronospora abbiamo mandato, il 22 giugno, una richiesta ufficiale al Ministero dell’agricoltura per cercare di allargare anche lo stato di calamità per tutta la regione, soprattutto per quelle zone colpite da questo fungo.
Ci siamo anche confrontati in altre occasioni con produttori e associazioni e alla fine ho preso l’iniziativa di richiedere un tavolo interregionale tra tutti gli Assessori regionali perché la problematica non riguardava solamente le Marche. Questa richiesta è stata accettata, quindi a breve si costituirà un tavolo interregionale nel quale faremo determinate richieste in maniera puntuale, chiedendo di prevedere un fondo specifico per interventi a sostegno dei produttori, anche di poter utilizzare e mobilitare i fondi UE per interventi diretti e di rimodulare la legge 102.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Dalle cose che lei dice: ha fatto dei sopralluoghi, soprattutto per la grandine, che ripeto non ha nulla a che vedere con la peronospora, ha parlato con le associazioni ed ha chiesto un tavolo. Io le suggeriscono invece di portare il tema alla Commissione agricoltura, che tra l'altro, secondo la famosa filiera che voi spesso enunciate, è presieduta dal Ministro Lollobrigida, che potrà ascoltare probabilmente in maniera diversa perché riguarda le Marche, ma non solo.
Noi abbiamo 14.000 imprese vitivinicole, il 39% delle superfici è biologico e voi sapete che i trattamenti non sono uguali quelli del biologico e quelli convenzionali, per cui è importante che ci siano delle risorse immediate dato che in questo momento servono trattamenti d’urto, quelli che non si sono potuti fare, come ha detto l'Assessore, durante le piogge in quanto non si riusciva ad entrare nei filari con i mezzi, ma anche un supporto, se è vero che la stima è la riduzione della produzione di vino del 50%.
Siccome il Pil delle Marche è per il 14% sostenuto dall'agricoltura e il comparto vitivinicolo è una componente grandissima, credo che sia un tema anche di economia il sostegno a questo settore. Penso che si potrebbe pensare ad integrare i redditi, penso che si potrebbe rimodulare l’OCM vino, ci sono tante opportunità e sarebbe opportuno coinvolgere, visto che verrà a San Benedetto del Tronto, il Ministro Lollobrigida.
Interrogazione n. 875 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Situazione metanodotto Foligno – Sestino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 875 – a risposta immediata – del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Con riferimento alla interrogazione n. 875, sentiti i settori competenti, si riferisce quanto segue.
In merito all'attività espropriativa non si ha alcuna documentazione agli atti, tenuto conto che la procedura di esproprio è di esclusiva competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; è altresì di competenza ministeriale la procedura autorizzativa dell'opera in oggetto alla quale la Regione Marche partecipa quale soggetto chiamato ad esprimere i pareri di competenza.
A tal riguardo, infatti, con propria nota il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ai sensi degli articoli …, ha convocato la prima riunione della Conferenza di servizi che si svolgerà in modalità telematica in data 12 settembre 2023.
Nella predetta nota il Ministero ha ripercorso tutte le fasi del procedimento autorizzatorio specificando quanto segue:
- con istanza del maggio 2014 la società Snam Rete Gas S.p.A. ha chiesto il rilascio dell'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio dell'opera in oggetto, ai sensi dell'articolo …, eccetera;
- ai sensi della legge n. 241/1990, allora vigente, il Ministero dello sviluppo economico (al tempo competente) ha avviato la procedura per l'autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio dell'opera, con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e dichiarazione di pubblica utilità ai sensi dell'articolo …, eccetera;
- a seguito dell'avvio del procedimento sono pervenute all'Amministrazione competente alcune osservazioni dei soggetti interessati che sono state trasmesse alla società proponente;
- con nota la Società proponente ha confermato l'interesse alla realizzazione dell'opera e la strategicità del progetto e con successive note ha trasmesso al Ministero competente le proprie controdeduzioni alle citate osservazioni, la documentazione progettuale aggiornata, nonché l'elenco delle particelle interessate e le planimetrie aggiornate, al fine di procedere alla pubblicazione dell'avviso di avvio del procedimento e di proseguire l'iter procedimentale già avviato;
- l'opera è stata sottoposta a procedura di valutazione di impatto ambientale conclusa con il rilascio da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, decreto favorevole di compatibilità ambientale, con prescrizioni;
- in ottemperanza alla prescrizione del Decreto di compatibilità ambientale sopra citato, Snam Rete Gas S.p.A., in data 4 luglio 2012, ha sottoposto una variante progettuale rispetto al tracciato originario a procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, conclusa con determina …, eccetera, di esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale.
A tal proposito, in merito alla validità del provvedimento di VIA statale si rappresenta che la Società SNAM ha presentato al Ministero dell'ambiente istanza il 31 gennaio 2005, antecedentemente all'entrata in vigore della norma, che indicava una validità temporale di cinque anni del provvedimento di VIA.
Il suddetto termine trova applicazione nei procedimenti avviati dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. 4/2008 come stabilito dall'articolo 35, comma, 2 ter che testualmente recita: "Le procedure di VAS e di VIA avviate precedentemente all'entrata in vigore del presente decreto sono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell'avvio del procedimento".
Con nota del 6 aprile 2023, il proponente ha trasmesso una relazione tecnica integrativa confermando la sostanziale invarianza del tracciato di progetto e delle aree interferite con quelli considerati nei procedimenti di V.I.A.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Assessore. Questa è una questione che va avanti oramai da tempo, il metanodotto Foligno-Sestino dovrebbe attraversare una delle parti ambientalmente più sensibili del nostro centro Italia.
Si parla di transizione ecologica, addirittura ci si intitola un Ministero, si spendono miliardi per questo, si spendono milioni per i rimboschimenti e poi si approvano opere che disboscherebbero milioni di alberi; si parla di indipendenza energetica e si investe ancora su fonti energetiche estere invece che in rinnovabili nazionali.
Ammesso e concesso che quest'opera serva, io dico, e non solo io, ma anche tante altre amministrazioni locali e comitati, di poter rivedere il tracciato del metanodotto e farlo passare non in una delle parti più sensibili d’Italia, ma sotto il mare o nella fascia costiera/collinare o addirittura nelle valli tiberine. Tra l’altro quest’opera attraverserebbe tutte le faglie sismiche più grandi degli ultimi terremoti, frane impressionanti, addirittura passerebbe sopra dei lavori di assestamento idrogeologico recentemente finanziati anche dalla Regione Marche, passerebbe vicino a tante strutture ricettive finanziate con soldi regionali e fondi del Psr, quindi una contraddizione enorme. Chiedo che la Regione faccia la sua parte non dando nessuna compatibilità.
Interrogazione n. 815
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 dicembre 2020 – Istituzione del ‘Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”’- Stato di attuazione delle erogazioni nella Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 815 dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta all’interrogazione n. 815 della Consigliera Bora, devo riferire che il reddito di libertà per le donne vittime di violenza è una provvidenza che viene domandata con istanza tramite i Comuni all'Inps e viene liquidata dallo stesso ente di previdenza nazionale.
Per capire esattamente qual è il volume delle prestazioni erogate e quindi conoscere anche l'entità del fenomeno è stata avviata alla fine del 2022 un'attività di monitoraggio e questi dati sono stati richiesti a tutti i Comuni e a tutti gli ambiti sociali e territoriali, si conta di completarne l'acquisizione nei primissimi mesi.
Per quanto concerne la seconda domanda che viene esplicitata nell’interrogazione e cioè la necessità di sollecitare il Ministero per quanto riguarda le tempistiche di erogazione degli emolumenti, c'è da tener conto che da una richiesta fatta in via informale all'Inps per quest'anno, così come riportato nella stessa interrogazione, i trattamenti non sono stati ancora erogati per problemi inerenti ai capitoli di bilancio dello stesso ente di previdenza. Per questo motivo porterò questo tema nella Conferenza delle politiche sociali per sollecitare il Governo ad intervenire presso l'Istituto di previdenza.
In ordine all'ultima domanda, con la quale si chiede di aumentare il finanziamento del fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, devo sottolineare come l'attuale Governo in carica nell’ultima legge finanziaria, in particolare la legge 29 dicembre 2022, la n. 197, al comma 341, abbia aumentato il finanziamento rispetto agli esercizi precedenti per il trattamento di libertà delle donne che subiscono violenza di 1.850.000 euro, quindi il fondo è già stato incrementato rispetto al passato.
Adesso sulla base del monitoraggio e dei casi saremo in grado di valutare l'entità del fenomeno ed eventualmente provvedere a intervenire in materia.
Concludo dicendo che anche questa interrogazione tratta di temi che sono nella ripartizione costituzionale dello Stato, noi possiamo sollecitare lo Stato ad intervenire in materia, però devo sottolineare come le competenze della Regione siano ben delineate dall’articolo 117, comma 2, della Costituzione ed ogni volta si pone un'interrogazione per sapere cosa farà lo Stato, devo evidenziare che c'è il riparto delle competenze tra Stato e Regioni che in ogni caso deve essere osservato.
Io rispondo a queste interrogazioni, ma è chiaro che i compiti sono delineati in Costituzione e vedono anche un finanziamento da parte dello Stato, evidentemente la risposta a questo tipo di interrogazione riguarda la responsabilità e le funzioni di un altro ente, che è lo Stato e non la Regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi fa piacere che solleverà il tema nella Commissione competente della Conferenza Stato Regioni, ma mi potrò dire pienamente soddisfatta solo quando alle parole seguiranno i fatti e quando vedrò mettere in campo delle azioni concrete perché sappiamo bene che l'erogazione del reddito di libertà non è competenza della Giunta regionale, ma sappiamo altrettanto bene, Assessore, che il fenomeno della violenza contro le donne è fonte di allarme sociale in costante e pericoloso aumento e la politica regionale non può esimersi dall'intervenire con azioni strutturali che permettano alle donne di affrancarsi dai loro aguzzini.
Con la legge 77/2020 il Governo centrale ha istituito il "Reddito di libertà", un contributo di 400 euro mensili per un massimo di 12 mensilità pensato per aiutare queste donne a liberarsi da quella dipendenza economica che impedisce spesso loro di denunciare gli abusi subiti per paura di non riuscire a mantenere economicamente se stesse e i propri figli.
PRESIDENTE. Vi prego di fare silenzio in Aula, chi desidera …, Consiglieri Ciccioli, Acciarri, Borroni, scusate, vi prego di fare silenzio, altrimenti la Consigliera Bora non riesce a sviluppare il suo ragionamento, anche se lo fa con grande razionalità e lucidità.
Manuela BORA. Più che altro mi dispiace perché il tema è drammatico.
PRESIDENTE. Finché non c’è un silenzio adeguato la prego di non continuare. Vi prego di mantenere il silenzio, chi deve parlare esca dall’Aula. La prossima volta sospendo la seduta, Non è autorevole continuare l’intervento con il brusio che ho sentito fino a pochi secondi fa.
Prego, Consigliera.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Purtroppo, nonostante l'aumento dei casi di violenza, molte delle richieste inoltrate dai CAV non possono essere accolte per l'esiguità di quel fondo a cui lei ha fatto riferimento, Assessore. Oppure, troppo spesso, vengo evase con estremo ritardo, come ha detto lei, ritardo dell’Inps rispetto ai trattamenti non ancora erogati.
E’ quindi importante, se questa rappresenta ovviamente una priorità anche per il Governo regionale, che questo si attivi per monitorare, con tutti gli strumenti che ha a sua disposizione, la tempestiva erogazione dei sussidi e al contempo verifichi la loro adeguatezza e rispondenza alle reali necessità delle donne che ne fanno richiesta.
Ma soprattutto è importante che la Regione contribuisca, anche con risorse proprie, ad integrare il fondo statale che, nel tempo, si sta rivelando assolutamente inadeguato e insufficiente. E’ per questo che il Partito Democratico ha presentato, a prima firma del Consigliere Cesetti, oltre a questo atto di natura squisitamente ispettiva, che comunque interroga sull'effettiva intenzione della Giunta regionale di intervenire in merito, una proposta di legge con la quale si istituisce un fondo regionale per il reddito di libertà. Uno stanziamento di 300 mila euro annui che integri, appunto, il fondo nazionale con l'obiettivo di rendere il sussidio strutturale.
Uno stanziamento che, magari, potrà essere incrementato nel tempo o, ci auguriamo, ridotto se dovesse realizzarsi quel cambiamento culturale che tutti ci aspettiamo.
Già altre Regioni, caro Assessore, si stanno muovendo in questa direzione:
- in Lombardia lo stesso progetto di legge è stato presentato;
- la Sardegna ha approvato la legge già nel 2018, anticipando addirittura la norma statale;
- l'Emilia-Romagna dal 2022 stanzia a bilancio regionale la somma di ben 1,3 milioni di euro per integrare i fondi statali sul reddito di libertà a dimostrazione di quanto questo provvedimento sia necessario.
Ecco, ci aspettiamo, Assessore, che alle parole seguano i fatti e ci auguriamo che l'iter di approvazione di questa nostra proposta di legge possa procedere speditamente, a differenza di quanto succede per la maggior parte delle proposte avanzate dalla minoranza.
Interrogazione n. 860
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Carcere di Camerino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 860 dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Anche in questo caso si tratta di un tema che è nella responsabilità esclusiva del Governo, la materia è secondo la ripartizione costituzionale di competenza dello Stato e segnatamente del Ministero della giustizia. Tuttavia la Giunta condivide perfettamente le esigenze di intervenire per garantire la realizzazione di un istituto penitenziario nella città di Camerino, che non può essere spogliata di questo Istituto, quindi la risposta è che ci attiveremo con il Governo per raggiungere questo obiettivo.
Voglio solo ricordare che il Governo è in carica solamente da settembre/ottobre dello scorso anno, da pochissimi mesi, e diventa, non dico strumentale, importante comprendere che in questi pochi mesi le attività del Governo si sono concentrate principalmente sulla legge finanziaria, sulle misure per la compressione e l’espansione dei problemi relativi all’approvvigionamento energetico, al contrasto dell'inflazione e a tutte le misure che in questo momento devono governare le politiche economiche.
Mi pare di poter dire che, in relazione alle notizie che sono state pubblicate sulla stampa, secondo cui il Governo si appresta a presentare un pacchetto di misure di riforma sulla giustizia, in quel senso ed in quel caso sarà nostra cura intervenire presso il Ministero per verificare come, in che forma, in che termini e con quali modalità sarà possibile realizzare l’Istituto penitenziario a Camerino.
Concludo questo mio intervento ripetendo quello che ho detto poco fa, che c'è condivisione da parte della Giunta regionale nell’individuare Camerino come sede per allocare questo Istituto di pena e come è altresì necessario per altre misure, relative sempre al trattamento di persone condannate, intervenire in particolare sul trattamento di persone che non hanno la capacità di intendere e di volere e comunque coinvolte o affette da patologie psicologiche o psichiatriche perché anche in quel caso c'è una carenza di Istituti nella nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore, le sue parole non mi rassicurerebbero se fossi un cittadino di Camerino, non tanto perché lei da saggio ed esperto politico non ha fatto supporre che la Giunta non sia contraria, ma dimentica, o non è informato, le dichiarazioni che il Sottosegretario alla giustizia, pochi giorni fa, ha fatto nel corso di una interpellanza alla Camera, nella quale in maniera molto chiara si è fatto trapelare, si è fatto supporre, che l'Ospedale di Camerino non verrà più ricostruito e verrà spostato nella sede di Macerata. Questo ovviamente produce rabbia.
La Regione Marche, la Giunta regionale non comprende l'importanza di quella infrastruttura. Qui c'è un vostro autorevole esponente, il Vicepresidente del Consiglio regionale, che nel 2017 fece un accordo e lavorò affinché in zona Morro venisse ricostruito e stamattina le sue parole non ci hanno certamente rassicurato, nel senso che la sbandierata filiera istituzionale, della quale vi vantate in ogni occasione, in questo caso non è urlata, non è affermata, non è manifestata in maniera determinata.
Lei deve comprendere che l'ospedale di Camerino è una infrastruttura fondamentale, non certamente e non solo per chi dovrà eventualmente domani, purtroppo, stare in quell'istituto, ma soprattutto per l'intero sistema economico-sociale della città.
Certo, mi verrebbe da dire che qua non ci sorprende niente, lei è stato l'artefice di un no a più riprese ad emendamenti ed a mozioni che riguardavano l'Università di Camerino da coinvolgere nel sistema delle Università collegate alla sanità. Forse non si è accorto, ma per l'ennesima volta da anni, questo è uscito proprio ieri, l'Università di Camerino si pone al primo posto assoluto fra le facoltà dei piccoli Atenei in Italia per la sua capacità didattica, di ricerca e del terzo mandato. Voi siete stati capaci, Assessore, di non coinvolgerla in maniera, ovviamente, consapevole nella riforma del sistema socio-sanitario.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
Interrogazione n. 862
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Sedute chirurgiche in AST Ascoli”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 862 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Non sono in grado di rispondere a questa interrogazione perché chiede una serie di dati che gli uffici stanno acquisendo, quindi chiedo il rinvio ad una seduta successiva. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Assessore, io ho letto di questi dati il 17 giugno sul giornale, di quest'allerta dei medici, per cui non è tanto importante che lei mi dia i numeri, quanto che ne abbia contezza per poter verificare.
Ora le dico che nell’Ast 5 di Ascoli Piceno prima del Covid c'erano sei sedute chirurgiche, durante il Covid tre, oggi abbiamo una seduta chirurgica a settimana. Questo è un problema serissimo che viene sollevato soprattutto dai chirurghi.
Se la chirurgia oncologica del Mazzoni ha avuto da agosto 2022 un calo del 20%, malgrado ci sia il nuovo primario, che da quello che mi risulta ha una percentuale di presenze in sala operatoria molto bassa, non so se è vero in quanto non controllo le sale operatorie, forse è il caso che lei queste cose le verifichi. C’è anche stato negli ultimi sei mesi un calo degli interventi del 35% della chirurgia oncologica.
Questo la dice lunga sulla risposta che viene data e anche sulla verosimile certa mobilità passiva perché si tratta di chirurgia oncologica.
Inoltre, la percentuale prevalente di interventi che vengono fatti sono: ernie inguinali, tiroidi, mammelle, fistole e qualche tumore intestinale, lei capisce che si sta abbassando anche il livello qualitativo degli interventi, per cui magari questi dati se li faccia dare per vedere quanti interventi vengono effettuati come primo chirurgo, e non come secondo, dal nuovo primario, così vediamo se è vera o no questa leggenda metropolitana, che mi auguro sia appunto una leggenda.
Interrogazione n. 857
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Emergenza erosione argini fiume Chienti, in particolare in territorio Comune Montegranaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 857 del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Risponderò in due step, innanzitutto le dico che sul fiume Chienti, dalla foce fino al Ponte di Morrovalle, c’era già un progetto complessivo che era stato portato avanti, progetto che era stato valutato anche dal punto di vista delle procedure di VIA ed aveva avuto l'assenso già da agosto 2021, poi ci sono stati dei rimpalli tra uffici per alcuni chiarimenti che erano da portare avanti, per cui il progetto è stato poi approvato definitivamente con decreto dirigenziale il 19 maggio 2022, compresa l’autorizzazione ambientale. Il progetto complessivo partirà già in questi giorni, entro luglio, per un primo stralcio fino alla zona industriale di Civitanova Marche, cioè dalla foce alla zona industriale.
Ora vengo alla vicenda che lei mi ha detto, il progetto è più complessivo, arriva anche a dove lei pone la questione, questo primo stralcio arriverà solo allo svincolo di Civitanova Marche, quindi non tutto il tratto.
Si rappresenta tuttavia – questo mi scrivono gli uffici - che dopo gli eventi metereologici del 17 maggio 2023, dei quali sono stato informato immediatamente dalla Protezione civile che era intervenuta sul torrente affluente del fiume, il settore Genio Civile Marche sud ha rilevato che nella zona fluviale a monte ricompresa nel progetto generale, quella ricompresa nel progetto di cui ho parlato prima ma non ancora finanziata, è avvenuta un’estesa erosione tra il Ponte di Morrovalle e il Ponte Montecosaro, oggetto della presente interrogazione.
Dal sopralluogo effettuato dal Genio Civile sud di Macerata si rileva che sulla sponda destra ci sono due criticità che impongono lavori urgenti per la salvaguardia di persone e cose nei luoghi segnalati in pericolo per fenomeni erosivi di sponda, gli stessi sono causati dall’eccessiva vegetazione ad alto fusto presente in sponda sinistra, che ha spinto la corrente ad erodere la sponda destra. A seguito del verbale di perizia di somma urgenza saranno effettuati nel mese di luglio ed agosto, in questo periodo, i lavori necessari a ridurre il rischio per le persone e le cose e successivamente si dovranno reperire i finanziamenti necessari per proseguire quel percorso che oggi si fermerebbe al casello di Civitanova Marche, per proseguire e mettere in sicurezza tutto l’intero tratto fino al Ponte di Morrovalle, però i lavori di somma urgenza per mettere in sicurezza la problematica avvenuta quella notte - io ero informato ed è intervenuta la nostra Protezione civile - saranno effettuati. Tutto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Se sarà così ed io spero che sia così la prego di sovraintendere a questo adempimento. Anche in questo caso mi dichiaro soddisfatto, segno evidente che qualche volta, spesso, le interrogazioni servono perché la relazione dell'ufficio, che ha letto l’Assessore, conferma la fondatezza della nostra interrogazione.
Lì c'è oggettivamente la necessità di un intervento in somma urgenza e non si può aspettare il completamento della progettualità generale, che pure è importante. Ricordo che in quei luoghi, addirittura, c'erano problemi, sebbene meno gravi, fin da quando ero Presidente della Provincia di Fermo, figuriamoci a quanto tempo risalgono. Ovviamente una situazione che si è aggravata di molto con le recenti precipitazioni estese, tanto è vero che quei fatti hanno fatto dichiarare al Sindaco di Montegranaro, noto esponente di centro-destra, leggo testualmente: “Certo, noi abbiamo sollecitato la Regione Marche non potendo fare altro ed abbiamo presentato la documentazione, ma non sono arrivate risposte, perlomeno a me come Sindaco”. Da qui oggi la mia soddisfazione in quanto prendo atto che l’Assessore Aguzzi in questa Aula dà una risposta che se attuata, e non ho motivo di dubitarne, è soddisfacente poiché dice che lì si interverrà con lavori di somma urgenza, assolutamente necessari in quanto la situazione, tra l'altro, mette in pericolo oltre che le cose, anche le persone.
In quella zona, secondo me, deve essere da una parte ripulito il letto del fiume perché ci sono vegetazione e sterpaglie che deviano il corso dell’acqua, dall’altro va consolidata la sponda magari con scogliere, eccetera …, però questo lo sapranno i tecnici.
L’importante che si intervenga entro il mese di luglio, la somma urgenza ci dice ex se che gli interventi devono essere fatti immediatamente, altrimenti non ci sarebbero i presupposti per la somma urgenza.
Grazie, Assessore, la prego di vigilare affinché questi lavori vengano effettuati immediatamente, come vuole la procedura scelta, che è quella giusta.
PRESIDENTE. La Conferenza dei capigruppo ha stabilito di rinviare le mozioni n. 309, n. 365 e n. 366, abbinate (punto 3).
Ha la parola, oratore contro, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho ribadito due sedute fa, quando siamo andati alla discussione di queste mozioni, sono contraria al rinvio perché penso che un accomodamento non si riesca a trovare viste le posizioni intransigenti di parte dell’opposizione e della maggioranza.
Sul tema non vedo possibilità, almeno come Movimento 5 Stelle, di arrivare ad una risoluzione, per cui gradirei che almeno la mia mozione fosse discussa oggi e credo di interpretare anche la volontà del Consigliere Carancini, che è il primo firmatario della terza mozione, che è abbinata. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Io sono a favore del rinvio che ovviamente non fa male perché, lo voglio dire alla Consigliera Ruggeri, è meglio un rinvio di una bocciatura, meglio rinviare …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Non è che stare all’opposizione significa per forza starci per raccogliere le bocciature. Io non amo perdere, ma amo combattere, che è diverso, non mi piace darmi per vinto e siccome l’altra volta è stata rinviata, anche a seguito dell'intervento del Presidente Acquaroli, per cercare una mediazione che portasse ad una risoluzione unitaria. Non dobbiamo dimenticare che questa Aula si è già pronunciata la scorsa legislatura sull'autonomia differenziata, sebbene in termini diversi .
Rispetto all’autonomia differenziata noi non siamo pregiudizialmente contrari, siamo contrari all’autonomia differenziata del disegno di legge Calderoli, che è una cosa diversa.
Ieri al Consigliere Ciccioli ho consegnato, ad esempio, un'ipotesi di risoluzione, senza parte dispositiva, per vedere se c’è da parte loro la possibilità di trovare una sintesi, che ci può essere di sicuro sulla premessa poiché l’ho depurata di tutte le parti eccessivamente critiche, che è evidente non possono essere accettate dal centro-destra, ma quello che conta è la sostanza, al di là delle opinioni, poi la parte dispositiva deve essere concordata.
Secondo me ci sono le condizioni per una condivisione, ad esempio, nella nostra mozione si chiede sì il ritiro del d.l. Calderoli, che alla fine credo ci sarà spontaneamente, ma c'è anche l'invito alla costituzione di un tavolo tra Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane.
Credo che ci siano tutti gli elementi anche perché nello stesso centro-destra, a livello nazionale, ci sono anche posizioni parzialmente differenti.
Per quel che mi riguarda parlo a favore del rinvio, che, ripeto, non fa male purché non sia alle calende greche, magari di una settimana o quindici giorni.
PRESIDENTE. Rinvio delle mozioni nn. 309, 365 e 366 (abbinate) come primo punto delle mozioni nella prossima seduta del Consiglio regionale. Lo pongo in votazione.
Annulliamo la votazione e la ripetiamo.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Adesso inseriamo al punto 2 bis) la mozione n. 344 a firma di tutti i Presidenti di gruppo, la tematica è stata trattata questa mattina durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo ed è stato deciso di portarla con urgenza all’esame odierno, stante le concomitanti manifestazioni che si svolgeranno il 13 ed il 14 a Roma.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questa in realtà è una mozione che è ferma dal 28 marzo, adesso siamo a luglio, sono passati più di tre mesi per l'esame.
Tra mercoledì, giovedì e venerdì ci saranno degli incontri istituzionali in Parlamento tra il Consiglio nazionale resistenza iraniana, i gruppi parlamentari e le Autorità istituzionali italiane, è l'occasione per avere una posizione ufficiale, anche se ovviamente queste sono cose che vengono gestite a livello statale, però il fatto che una Regione, un Consiglio regionale, io spero all’unanimità …, se ci sono degli aggiustamenti ovviamente una risoluzione può recepirli in pieno.
E ‘un atto importante nei confronti del movimento a salvaguardia delle donne perché in Iran sono successe varie cose, le violenze contro le donne e tutto il resto. Purtroppo sono vicende di cronaca e di costume, ma che ci sia addirittura un’impostazione…, ad esempio è stata incendiata in Iran una scuola femminile, una cosa che ormai non accade più in nessuna parte del mondo se non in alcuni luoghi dell'integralismo assoluto, in zone molto lontane dell'Africa, dove non arrivano la comunicazione e la civiltà.
La Persia è un paese civilissimo, l’Iran ha una grande storia millenaria, che addirittura si disincentivi l'istruzione delle donne è una cosa gravissima, che sta accadendo purtroppo in Afghanistan ed in Iran era imprevedibile, al di là del regime politico che governa.
Credo che il Consiglio regionale che si esprima sia una cosa …, non solo perché richiesta, perché i movimenti, perché c'è un'indignazione di tutta l'opinione pubblica, dei media, ma perché oggettivamente su questo non ci può essere discordanza tra nessuno dei gruppi politici.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 344. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Compreso il voto favorevole dei Consiglieri Assenti e Carancini.
Mozione n. 344
ad iniziativa dei Consiglieri Ciccioli Borroni, Assenti, Ausili, Baiocchi Livi, Putzu, Ruggeri, Mangialardi, Marcozzi, Lupini, Santarelli, Latini, Marinelli, Elezi
“Condanna di ogni forma di violenza contro le donne iraniane e sostegno alla loro lotta per la libertà e la democrazia del proprio paese”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 344 dei Consiglieri Ciccioli Borroni, Assenti, Ausili, Baiocchi Livi, Putzu, Ruggeri, Mangialardi, Marcozzi, Lupini, Santarelli, Latini, Marinelli, Elezi.
Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Poco fa ho avuto modo di leggere il testo della mozione e ovviamente il Partito Democratico non può che condividerne il dispositivo. Al Consigliere Ciccioli che ha dimostrato questa sensibilità su questo tema, e di questo ovviamente mi rallegro, faccio presente che la questione dell'emancipazione femminile dovrebbe valere sempre perché è universale, per cui voteremo convintamente a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha la parola, per replica, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Vorrei ricordare che tutta la repressione è nata in Iran dall’intervento della polizia religiosa su una giovane donna che non portava il velo secondo il criterio prescritto. Questa giovane è stata uccisa e dopo di lei sono state uccise quasi 300 donne, complessivamente 750 persone negli scontri successivi, tra cui 70/80 bambini. Ci sono gravi episodi di repressione e di intolleranza in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Francia. Pensate cosa sarebbe successo in Italia se 750 persone, dimostranti, in luoghi pubblici fossero state uccise, con più di 30.000 persone nelle carceri.
Credo che questo Consiglio regionale esprimendosi, soprattutto se accadrà all’unanimità, dimostri una presa di posizione rispetto ad un tema che sarà affrontato in Parlamento tra mercoledì e venerdì con le rappresentanza iraniane in esilio, alcune anche non in esilio anche se vivono temporaneamente all’estero.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 344. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Vi chiedo di anticipare, perché ha impegni improrogabili, le mozioni che riguardano l’Assessore Brandoni, di invertire il punto 7) con il punto 4) e di svolgere le mozioni nn. 214 e 329 (abbinate).
Mozione n. 214
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Tutela per gli operatori proprietari di stabilimenti balneari della costa marchigiana”
Mozione n. 329
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Concessioni balneari - Applicazione della direttiva Bolkestein”
(abbinate)
(Discussione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 214 del Consigliere Santarelli e la mozione n. 329 dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Buongiorno a tutti. La mozione n. 214 depositata da anni, oggi va in discussione, dopo azioni ministeriali ed anche regionali accadute di fronte agli operatori ed ai proprietari degli stabilimenti balneari della costa marchigiana.
Questa mozione viene depositata dal gruppo Rinasci Marche il 18 febbraio 2022 alle ore 12:40, atto sempre più attuale perché il tema della Bolkestein è dibattuto e controverso.
Sono contento che oltre al nostro gruppo su questa mozione, circa un anno dopo, si sia accodato anche il Partito Democratico, con una mozione a prima firma del Consigliere Mangialardi.
Nella premessa andiamo a sottolineare che il Consiglio di Stato aveva stabilito la non validità delle norme per le concessioni demaniali marittime, in quanto in conflitto con gli articoli di alcuni riferimenti europei, tra cui l'articolo 12 della direttiva 2006/123, conosciuta come direttiva Bolkestein, attualmente restano in vigore leggi e decreti che hanno prorogato tutte le concessioni al 2033. Ma l’Unione europea non ci sta, è pendente un ricorso al Consiglio di Stato, poi ci sono tutte le azioni legate alla Comunità europea.
In questi anni devo sottolineare che, abitando in una città costiera ed avendo molti rapporti con i proprietari di questi stabilimenti … Ricordo che la questione dei balneari riguarda una delle prime aziende delle Marche, quindi, è molto sentito. Vedo il Governatore Acquaroli che annuisce su questo perché anche la Giunta regionale è stata più volte sollecitata a portare delle azioni concrete con l’attuale Governo nazionale.
In questi anni i titolari di concessioni hanno investito gran parte dei ricavi, sia dal punto estetico che funzionale …
Sto aspettando il silenzio, Presidente.
PRESIDENTE. Scusi, pensavo avesse finito. Non avevo capito, chiedo scusa.
Luca SANTARELLI. Negli ultimi anni le categorie sopra citate hanno subìto perdite economiche, sia per la stagione che per il fattore meteorologico, che per gli investimenti … Vediamo che l’alluvione del 16 settembre ha provocato dei danni importanti, anche legati alle condizioni climatiche che viviamo. L'esposizione di questi stabilimenti in riva al mare, soggetti alle intemperie, rende necessaria una manutenzione intensiva e rigorosa.
L’attività balneare favorisce la relazione, l'aggregazione sociale, molti di questi stabilimenti sono legati anche ad aggregazioni tra Comuni, penso al Consorzio Cogesco, dove i Comuni dell’hinterland fanno trascorrere alle famiglie ed ai loro ragazzini delle ore serene in luoghi sicuri, le loro vacanze.
E’ quindi indispensabile uscire dall'isolamento, uscire dal secondo isolamento, il primo era legato alla pandemia, oggi c’è anche un isolamento economico.
Il turismo è una macchina fondamentale, determinante anche per la nostra regione, se ne è parlato molto anche in questa Aula, visto che i chilometri di coste di cui l’Italia può godere e la posizione geografica mite sono al primo posto in Europa.
Al primo posto tra le attività ci sono gli operatori balneari, anche nelle Marche sono un fiore all'occhiello della riviera, un fiore all’occhiello che può assicurare agli stabilimenti arenili puliti e sicuri.
Tutto questo fa ancora più gola ai grandi gruppi stranieri che con queste aste vorrebbero mettere le mani sui nostri stabilimenti spogliandoli della loro naturale caratteristica locale.
L’impegno che noi chiediamo come gruppo Rinasci Marche al Presidente ed alla Giunta è quello di farsi promotori presso gli organi competenti al fine di sviluppare un meccanismo che stabilisca il vero valore degli investimenti fatti; si conceda un tempo ragionevole per prolungare la concessione e permettere l'ammortamento degli investimenti fatti dagli attuali gestori; si preveda una proroga a quei gestori che in prossimità di una nuova concessione si siamo fatti carico di ingenti investimenti per la manutenzione degli arenili e per le attività ad esse connesse; si preveda un'indennità di avviamento a quei gestori uscenti che dimostrino di non aver ancora ammortizzato gli investimenti fatti durante la gestione; si preveda che gli attuali operatori balneari nella nuova asta abbiano il diritto di prelazione a parità di offerta.
Questa mozione scritta il 18 febbraio 2022 è oggi attuale. Nella rassegna stampa del 2022 si leggevano parole come “pericoloso pasticcio”, “tante famiglie a rischio” “la battaglia continua”. Questa battaglia la dobbiamo fare tutti insieme anche come Regione Marche per stare vicini alle imprese balneari. Vedo l’ex Sindaco di Falconara Brandoni, nessuno di noi qui è lontano da certi temi perché sono questioni che ci avvicinano, sia come clienti che soprattutto come cittadini, soprattutto come Consiglieri regionali e Giunta che si impegnano a capire l’utilità del nostro lavoro in Consiglio regionale per dare anche una piccola mano agli operatori balneari, a quelle aziende che hanno spesso investito il sacrificio di una vita all'interno di una attività. Spesso sono stati anche bistrattati dal punto di vista sociale e inquadrati come nulla facenti in quanto lavorano 3/4 mesi all’anno.
Noi abbiamo una grande responsabilità, capire dove sta la ragione, capire il centro del lavoro che facciamo in Regione, questo lavoro probabilmente non ricadrà su di noi, ma sul Governo nazionale, ricadrà sulla Comunità europea, però non ci dobbiamo nascondere, dobbiamo essere trasparenti nella nostra azione, che deve essere condivisa, quindi chiedo a questa Aula di votare la mozione scritta da Rinasci Marche un anno e mezzo fa, di sottolineare il lavoro fatto, soprattutto di creare le condizioni magari per scrivere una risoluzione che ci porti ad avere un tavolo comune per spingere a livello nazionale ed europeo, dato che comunque abbiamo anche un Commissario nella Comunità europea, abbiamo il Consigliere Putzu che ci rappresenta. Questa potrebbe essere l'opportunità di aver un riferimento del Consiglio regionale nei tavoli che andranno a modificare questa normativa, lo speriamo, andranno a migliorare questa normativa, lo speriamo, o andranno a tutelare le azioni che sono state fatte, le azioni concrete, da chi ha messo il proprio lavoro, i propri sacrifici, le proprie ansie, per migliorare la nostra vita, il nostro benessere, le nostre vacanze, che riguardano tutti noi.
Siamo una regione costiera, una regione che sulla costa ha intessuto tante relazioni, non solo economiche, ma anche sociali con le regioni che la costa non ce l’hanno, magari non hanno il mare, ma hanno altre coste, laghi, fiumi. Tutto quello che è legato alla balneazione ci porta ad avere una socialità ed anche un interesse non solo economico, ma sociale.
La difesa va fatta tutti insieme, il nostro gruppo propone una eventuale risoluzione che ci possa accomunare negli intenti e che possa migliorare tutto quello che noi abbiamo scritto perché tutto è migliorabile e tutto è perfettibile.
Non approfitto degli ultimi 20 secondi, anche se voglio sottolineare che sono stato interrotto più volte.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per chiarire anche rispetto alle affermazioni che sono giunte dal Consigliere Santarelli, che ringrazio, che si occupa per la prima volta della questione dei balneari, noi invece all'inizio dello scorso anno eravamo già arrivati ad una risoluzione su una mozione presentata dal Partito Democratico, che nella fattispecie si è particolarmente interessato a questo tema, incontrando le associazioni di categoria, confrontandosi, cercando di tenere una posizione molto seria.
Vi assicuro che non sempre è andata così, anche quando nella nostra risoluzione sapevamo già gli esiti delle sentenze del Consiglio di Stato n. 17 e n. 18 che sono state depositate novembre 2021, che fissavano al 31 dicembre 2023 l’efficacia non della proprietà, ma delle concessioni per finalità turistiche ricettive.
Un argomento particolarmente complicato, dico pure che in questa nazione i Governi che si sono succeduti hanno banalizzato spesso con posizioni troppo demagogiche che spesso non hanno tenuto conto delle norme e qualche volta semplicemente scaricando la responsabilità sull'Europa.
Oggi non è la Bolkestein che determina, è la sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce quel tipo di obbligo. Guardate che è molto complicato perché le due sentenze entrano nel merito e non danno tanto margine come per esempio è accaduto nel recente passato quando le volontà, dalle associazioni ai governi, sono state quelle di non affrontare il tema per quello che realmente era. La direttiva Bolkestein è una norma che i nostri Parlamentari europei non hanno affrontato in modo adeguato, non sono intervenuti come serviva e come hanno fatto altre Nazioni che non sono sottostate a quel tipo di prescrizione, noi invece, come spesso ci è capitato, l’abbiamo guardata e oggi è cogente.
In questo percorso tanti errori sono stati commessi, come la proroga del 2018, quasi una provocazione poiché quella del 2018 fu una proroga di 15 anni rispetto alla quale ci sono stati i ricorsi e l’esito che poi avete visto.
Non si può banalizzare, lo dico e lo ripeto, perché in virtù della mozione, che poi divenne una risoluzione lo scorso anno, l'ex Assessore al bilancio, invece di stare nel solco, di spingere il Governo per arrivare ad una legge che prendesse atto di passaggi inevitabili … La proposta era quella del ricorso alla Corte costituzionale che, come avete visto, è stata avversa, adesso ci troviamo … Lo dico per voi in quanto quella è una questione sulla quale avete avuto il consenso di tutti i balneari che hanno votato per voi, l’avete banalizzata e quando si banalizza si trova spesso il consenso, però si semplifica ed oggi ritradurlo mi sembra complicato. Ma la palla è la vostra, oggi le proroghe non sono più ammesse, ne avete stiracchiata una fino al 2024, domani mattina ai balneari, agli operatori di spiaggia e non solo, lo sapete che è più complicato, dovete andare a dire che devono essere fatte le gare e non basta brandire l’altro tema, quello della mappatura, perché questo argomento è venuto fuori come un delfino dal cilindro. Fare la mappatura, Assessore, delle spiagge concessionate e di quelle libere in un sistema informatizzato ci vogliono due giorni, invece state cercando di tergiversare dato che quel passaggio stretto ormai non si può, quindi vi dovete mettere - so che le associazioni in questi giorni hanno chiesto un incontro - a spiegare che si devono attrezzare per partecipare alla gara poiché la mappatura dura il respiro dei numeri.
Come possono essere comparate le superfici tra concessionate e libere? Lo si fa su scala comunale o su quella regionale o nazionale? Come si decide qual è la percentuale che permette di evitare la gara in funzione di quelle già date in concessione?
Capite che ancora una volta giocate, lo dico in quanto su questo ci abbiamo fatto delle battaglie in Anci ed abbiamo preso dagli operatori anche qualche schiaffo perché dal 2009 abbiamo raccontato che c’era questa norma. Negli anni abbiamo incontrato le associazioni e i Comuni, abbiamo chiesto risorse per attrezzare i Comuni, per fare le gare e aiutare le associazioni di categoria, che le gare a quel punto fossero in grado di tener conto almeno di alcuni elementi, come: gli investimenti fatti, il carattere familiare della gestione, l’impossibilità di sommare e partecipare a concessioni cumulabili. Questo era l’approccio che abbiamo avuto.
Dall'altra parte ogni volta un Governo banalizzava proponendo proroghe, oggi le proroghe le decidono le sentenze e non possiamo più nemmeno semplificare dicendo che si tenga conto degli investimenti fatti in quanto la sentenza lo impedisce.
La partita è molto complicata, noi chiediamo che a tutti i livelli ci sia responsabilità e verità, noi lo facciamo.
Il Partito Democratico ha incontrato le categorie, ha cercato di capire quale sia il percorso, ma lo dovete fare anche voi altrimenti rischiamo, questo sì, che le imprese che hanno investito, che si sono dedicate, che non sono proprietarie perché sono concessionarie, possano subire una concorrenza sleale da parte di gruppi che potrebbero estendere la loro azione cumulando le concessioni già in essere.
Questo è un tema che bisogna svolgere per capire come si possono recuperare gli investimenti dato che oggi la sentenza è terribile su quel fronte, non solo non riconosce l'investimento fatto, ma obbliga di rimettere a disposizione l'area ante investimento.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Per queste due mozioni facciamo una discussione unica. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, credo che su questo tema sia ormai diventato indispensabile parlare con i fatti e non attraverso documenti arrivati a discussione a tempo scaduto.
Le mozioni in oggetto contengono premesse condivisibili negli obiettivi, ma i dispositivi conseguenti risultano ormai obsoleti e ampiamente superati dalla realtà e dalle azioni del Governo.
La Lega fin dal primo momento in cui si è posta la questione ha sempre sostenuto, in modo coerente, che bisognava a tutti i costi evitare l'applicazione della direttiva Bolkestein che prevede di mettere all'asta le concessioni balneari.
Una direttiva rovinosa per tutto il mondo turistico italiano in virtù della peculiarità e del valore che gli stabilimenti balneari hanno per la specifica capacità di offrire servizi ed accoglienza.
Il piano dell'attuale Governo, condiviso ieri con le associazioni di categoria, è in linea con questo obiettivo. Prevede la mappatura delle spiagge, ossia l'acquisizione dei dati relativi ai rapporti concessori in essere e alla quantità e qualità delle risorse demaniali marittime, lacuali e fluviali disponibili. Successivamente passa alla definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale sia di quello disaggregato a livello regionale.
Proprio recentemente c'è stata una riunione del tavolo tecnico presso il Ministero delle infrastrutture guidato dal Vicepremier Salvini, nella quale sono stati presentati i primi dati sulla quantità di demanio pubblico disponibile.
Stando alle prime stime, non esiste una carenza di spiagge: su 460 milioni di metri quadri di litorale, meno di 80 milioni sarebbero occupati.
Questa riunione rappresenta un primo, concreto e significativo passo in avanti ed è per questo motivo che le varie associazioni di categoria hanno riconosciuto la validità del percorso.
"Positiva la riunione del tavolo tecnico sulle concessioni demaniali marittime che si è tenuta a Palazzo Chigi" ha dichiarato il Presidente del sindacato balneari, "Si è trattato di un tavolo tecnico proficuo e la strada tracciata dal governo è quella giusta" hanno detto i vertici Fiba-Confesercenti.
Oggi "dare solide sicurezze alle imprese balneari tutelando gli investimenti fatti nel corso degli anni e i livelli di occupazione" come chiede la mozione del PD significa andare nella direzione tracciata da questo governo e dal Ministro leghista nel precedente esecutivo.
Oggi tutelare le imprese balneari nelle loro molteplici attività, come chiede il collega Santarelli, significa essere in linea con l'azione portata avanti dal Ministro delle infrastrutture attraverso la mappatura delle spiagge.
Da Consigliere regionale e da ex Sindaco, che conosce perfettamente questo mondo anche come imprenditore del settore, riconosco che le difficoltà vissute in questi anni da chi ha uno stabilimento sono state enormi. Questi imprenditori hanno vissuto tra il desiderio di realizzare nuovi investimenti ed offrire maggiori servizi e la paura di veder vanificato tutto dall'applicazione di questa normativa europea.
Ora, siamo ad un momento di svolta.
La strada intrapresa dal Governo Italiano è giusta: certificherà che la direttiva Bolkestein non è applicabile visto che va applicata solo in presenza di scarsità della risorsa naturale, fatto che attualmente non sussiste come dimostrano i primi dati.
Mi auguro che a brave si metta la parola fine a questa odissea ridando finalmente agli imprenditori balneari certezze e la voglia di investire per valorizzare il nostro territorio, per preservare la nostra identità, i nostri posti di lavoro e il benessere economico generato dal turismo per le nostre comunità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non ho capito bene l'intervento del collega Bilò, non mi sono resa conto se è d’accordo sulla nostra mozione oppure no, ho poco capito anche dell'obiettivo del tavolo che si è svolto ieri, nel senso che non è che il Partito Democratico è a favore della Bolkestein, ma la Bolkestein c’è, soprattutto la sentenza della Corte di Giustizia europea, che si riferisce alla sentenza del Tar Puglia, che ha diversi anni e da cui è partita proprio questa discussione, che conferma quello che abbiamo detto, ovvero che i beni demaniali vanno messi a gara.
Ora il fatto che sia stata fatta una mappatura delle aree demaniali approssimativa, non quelle che sono in concessione, ma quelle esistenti … Io direi che dobbiamo guardare soltanto le spiagge perché è chiaro che noi abbiamo tanti chilometri di costa in Italia, ma la maggior parte della costa è falesia, quindi non possiamo paragonare tutta la costa italiana rispetto al numero delle spiagge, che è certamente inferiore.
Detto questo, non credo che il modo sia quello di continuare a cercare di modificare la Bolkestein e se il vostro Governo ci riesce bene fa e siamo contenti, io credo che bisognerebbe cominciare a pensare a delle norme per far le gare di concessione, che sono ormai dal punto di vista delle sentenze, che si sono tutte inanellate e sono tutte identiche, obbligatorie, cercando di salvare il salvabile. Per esempio non è indifferente il discorso che può venire qualche imprenditore non italiano e fare razzia dei nostri stabilimenti balneari, che hanno la caratteristica di essere tutti diversi, tutti gestiti in maniera diversa, una biodiversità enorme in tutta Italia. Penso solo che nelle Marche a San Benedetto del Tronto, a Senigallia, in un posto si chiamano stabilimenti, in un posto si chiamano chalet, già la denominazione, il modo di definirli è diverso, come sono diverse le offerte turistiche che danno, molto differenziate e questa è una caratteristica. E’ indubbio che ci sia il pericolo di perdere questo patrimonio, però dobbiamo smetterla di mettere la testa sotto la sabbia e di prendere un po' in giro gli operatori balneari, dire che il problema c'è, esiste, troviamo una soluzione all'interno del problema ricorrendo parimenti - e questo prima del 31 dicembre 2023, altrimenti andremo in infrazione comunitaria – se possibile di modificare la Bolkestein per l’Italia, il che sarebbe un obiettivo che tutti noi ci auguriamo, che tutti noi possiamo sostenere.
Ma nel frattempo dobbiamo chiedere al Governo, io non ho ben capito, ma per un problema mio, di mettere in campo delle azioni che siano conformi alle sentenze e conformi alla Bolkestein. Non possiamo continuare a dire che non ci piace, perché che non ci piace credo che sia ormai riconosciuto da tutto l'arco costituzionale, siamo tutti d'accordo, però io percorrerei le due strade, una con la Comunità europea, se loro crederanno che noi abbiamo tante spiagge a disposizione ed abbiamo in concessione una percentuale molto bassa, non sarò certo io a spiegare alla Comunità europea che abbiamo tante scogliere, tante rocce e tante falesie, l’altra è che dobbiamo comunque far qualcosa entro il 31 dicembre. Ed io mi auguro che queste risposte vengano trovate e date all’interno, e questo è difficile, del quadro normativo molto rigido, purtroppo reso più rigido, ahimè, dalle sentenze, come abbiamo appena detto. Forse all'inizio una possibilità di manovra anche sulla valutazione degli immobili ci poteva essere, il Veneto ha fatto una norma regionale con la quale ha dato in concessione delle aree demaniali, io non l’ho vista, però che chi dice che chi copia non passa, io penso che chi copia a volta fa anche bene rispetto a chi ha fatto meglio.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Innanzitutto dico che la mozione n. 214, presentata dal Consigliere Santarelli, abbinata a quella del PD, grosso modo riassume le giuste rivendicazioni dei nostri operatori balneari, che oggettivamente hanno anch’essi i loro difetti - chi non li ha - tendono a massimizzare i profitti, però hanno sicuramente un merito, quello di presidiare la costa, di investire, di valorizzarla, di creare attrazione per l’industria dell’accoglienza che poi va al di là dei loro stabilimenti e dei loro chalet perché intorno a loro gira un indotto larghissimo.
E’ evidente che da anni è prevalso nell’Unione europea un orientamento che è fortemente penalizzate, in particolare per le coste italiane, ma in generale per le coste dei Paesi del Mediterraneo, quindi non sono quelle italiane, ma di altri nazioni anche se non stanno nel Mediterraneo. Ad esempio il Portogallo ha fatto delle indicazioni, lì c’è una storia che viene da lontano ed il Presidente della Commissione europea Barroso ha creato delle nicchie di privilegio per il Portogallo, non a caso quello sulla possibilità di residenza dei cittadini europei ed altre cose.
Per quanto riguarda questo aspetto, qual è la strategia di lungo periodo? Qui abbiamo due fasi, una fase medio/breve dove la parola d’ordine è resistere un anno, mentre per la fase di medio periodo il progetto è un altro, è che una maggioranza diversa vinca le elezioni europee, che il Parlamento europeo si esprima in un altro modo, che la Commissione europea abbia altri orientamenti. Questo è l’orientamento vero, la strategia politica, tutto il resto non voglio dire che sia fuffa, però è resistere. In fondo anche i governi di centro-sinistra cosa hanno cercato di fare? Hanno cercato di trovare delle soluzioni intermedie, per esempio il censimento, la verifica degli stabilimenti, la costa e via di seguito per cercare di guardare dietro la finestra qualcosa di nuovo. Per questo vogliamo che cambino gli indirizzi iperliberisti che hanno fin qui dettato legge a Bruxelles, questo è il nucleo centrale del problema, Bruxelles negli ultimi anni, in particolare nell'ultimo settennato, ma anche nel precedente, ha dato degli indirizzi fortemente finanziaristi, fortemente iperbancari, fortemente legati alla produttività ed al reddito rispetto ad altre cose. Mi ritrovo ad essere io uomo di sinistra all’interno di questa Assemblea e credo che le istanze del ceto medio, le istanze popolari, le istanze degli operatori, debbano avere un'accoglienza. Non dobbiamo fare delle cose perfette in un sistema globale di regole, che sono anche molto pervasive, noi dobbiamo cercare di dare una buona qualità di vita ai cittadini italiani, quanto ai cittadini europei. Questo deve essere l'orientamento. Non dobbiamo fare delle regole perfette e adorarle, le regole sono in funzione dell’uomo, delle comunità locali, del benessere diffuso, del bene comune e via di seguito.
Da questo punto di vista occorrono dei correttivi subito per cercare che gli indirizzi di governo delle Regioni, del Governo ... Ben venga se la Regione Veneto ha fatto qualcosa di più e meglio di noi, tra l’altro per analogia anche politica il Veneto, che ha le coste e delle specificità molto simili alle nostre … Può essere una via di indirizzo, ma queste sono vie di breve e di medio periodo, poi c’è la soluzione delle soluzioni: cambiare questa benedetta direttiva Bolkestein che avrà acquisito elementi di giustizia in alcuni settori, ma ne ha devastato altri. Questo credo che nessuno possa negarlo. In particolare che nel settore della balneazione oggettivamente che ci sia un riequilibrio sulle concessioni, delle tasse delle concessioni, che ci sia un adeguamento dei redditi spesso sperequati anche tra diversi stabilimenti balneari, non tutti sono uguali, ci sono fasce molto diversificate di reddito.
Ben venga una revisione complessiva di tutto il settore, anche più equa dal punto di vista economico perché alcuni hanno guadagnato tantissimo e altri invece hanno investito e non hanno grandi redditi, oppure sono in posizioni meno privilegiate rispetto ad altre.
Detto questo la soluzione delle soluzioni è quella di modificare perlomeno per quanto riguarda alcuni settori della vita sociale ed economica la direttiva Bolkestein.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio tutti i Consiglieri del PD ed il Consigliere Santarelli che hanno presentato delle mozioni su una tematica sulla quale da anni stiamo lavorando, stiamo cercando di trovare una soluzione, ma la stessa scorreria degli anni sta a testimoniare quanto sia complicato e difficile trovarla. Questo per ribadire le difficoltà, per ribadire quanto siano incisive le direttive che ci vengono dall'Europa, a conferma di un lavoro che continua ad andare avanti.
Le mozioni sono condivisibili nelle loro premesse e in quello che è il contenuto espresso, ripeto, sono temi su cui lavoriamo da tanti anni.
L'importanza del comparto dei balneari lo conosciamo, nelle Marche parliamo di quasi 1.100 concessioni, parliamo di 180 chilometri di costa, conosciamo l'importanza del turismo, del settore in cui i balneari operano nel periodo estivo, ma ci sono stati alcuni passaggi, alcuni tentativi che non hanno portato dei grandi risultati.
Per rispondere al Consigliere Mangialardi, io direi che non sono d’accordo sul fatto che si sia banalizzato, non sono d'accordo sul fatto che si sia perso tempo, anzi, si è cercato di trovare delle soluzioni, che se non altro hanno consentito di rallentare un percorso. Nessuna gestione banale, anzi la definirei efficace sotto certi aspetti, meno efficace sotto altri. In ogni modo il lavoro sta continuando.
Tornando alle mozioni, condivido le premesse e il contenuto nella parte in cui si impegna il Presidente e la Giunta regionale a chiedere una serie di interventi, fatto salvo che, giustamente, le mozioni sono del 18 febbraio 2022 e del 17 febbraio 2023, non è una accusa o una colpa, possiamo dire che sono superate perché comunque si è portato avanti un lavoro, si è nella fase che viene definita mappatura, che, attenzione, non è un gioco, non è un perdere tempo, è un modo per cercare di trovare una possibilità, anche fosse solo una, per scongiurare l’applicazione della Bolkestein, soprattutto per difendere gli interessi dei balneari. Il lavoro che si sta facendo è molto serio e importante, soprattutto in una fase decisiva, a questo punto possiamo dire fase decisiva, considerati anche gli stringenti tempi di intervento dato che sappiamo che in linea teorica il 27 luglio, fra pochi giorni, i Comuni potrebbero indire i bandi di gara per le concessioni delle spiagge, sappiamo poi la scadenza di fine anno. Questo sta a testimoniare che siamo arrivati al limite e la mappatura non è qualcosa di banale, anzi, va nella direzione, qualcuno l’ha detto, di dimostrare attraverso una fotografia oggettiva e realistica che la scarsità delle spiagge non è poi così vera, quindi andare a lavorare su un principio che potrebbe determinare l'applicazione della Bolkestein. E’ l’ultima carta che abbiamo da giocare? Giochiamola, andiamo avanti su questo aspetto, forse è l’ultimo su cui possiamo giocare, fermo restando che dobbiamo comunque portare avanti quello che prevede tra le varie cose la legge 118/2022, che oltre a prorogare al 31 dicembre 2023, delega il Governo a definire i criteri uniformi per quantificare l’indennizzo da riconoscere ai concessionari.
Questo per essere concreti, pratici e sintetici, lavoriamo in queste due direzioni che sono la mappatura e definire i criteri per gli indennizzi. Lo dobbiamo fare in un arco di tempo breve, però direi di non abbandonare questa strada e questa possibilità. Restiamo fiduciosi in quanto ritengo che l’applicazione della Bolkestein, l’abbiamo detto più volte, nelle coste italiane è pura follia se non altro perché parliamo di coste in cui gli imprenditori hanno fatto investimenti finanziari importanti. Tra l’altro oggi non esiste, l’ha detto il Consigliere Mangialardi, ancora un criterio per definire …, anzi non è previsto l’indennizzo per lo stabile realizzato, ma ancora peggio la demolizione dato che si deve restituire la spiaggia così come era quando è stata concessa.
Per restare sulle mozioni direi che forse è il caso di ragionare, di attualizzarle attraverso una risoluzione e magari votarla in maniera unanime, questa è la proposta che faccio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi sembra una discussione certamente utile quella che stiamo facendo soprattutto perché i soggetti interessati, destinatari di eventuali norme, di scelte, di indirizzi, di contributi anche politici sono molti dei nostri cittadini ed in particolare molti dei nostri operatori, considerato il tema relativo alla Bolkestein, relativo ai balneari, alla messa a gara dei nostri spazi demaniali.
La prima cosa quasi istintiva la direi al Consigliere Marinangeli, mettetevi d’accordo, il Consigliere Ciccioli ci dice esplicitamente che l'obiettivo principale è quello di allungare il brodo, cioè di arrivare al 2024 e attraverso un voto che andrà in una certa direzione capovolgere l’intera impostazione e abolire la norma, mentre il suo intervento dice un’altra cosa, ora, siccome state insieme, portate avanti le politiche insieme, diteci la verità su quello che pensate.
Ricordo a voi che il tema relativo alle gare e al sistema della Bolkestein è presidiato da due principi fondamentali del trattato dell'Unione europea, cioè gli articoli 56 e 49. L’articolo 56 afferma la libertà di circolazione dei servizi in ambito europeo, l'articolo 49 afferma la libertà dei prestatori di poter operare all'interno di un territorio europeo con la stessa … Raccontare ai cittadini, come fa il Consigliere Ciccioli, che se il prossimo anno vince X tutto verrà risolto è un po’ come quello che diceva quando raccontava che se sarebbe andata al governo Meloni la sanità sarebbe risorta ed il decreto 70 cancellato. Smentito dalle chiacchiere, smentito dal principio del parolaio, cioè di colui che dà in pasto alle persone una verità non reale, invece con i cittadini io penso che occorra essere onesti e reali e questo qualche volta, mi pare che lo dicesse il capogruppo, ha penalizzato il Partito Democratico.
C'è una sentenza del Consiglio di Stato, ci sono atti normativi che individuano dei criteri, allora io dico che un approccio serio di un'Assemblea legislativa deve prendere atto di una serie di norme che ci circondano, ormai siamo dentro questo principio, bisogna lavorare in maniera intelligente non sulla mappatura, francamente far credere o immaginare che l'Europa sia convinta dopo anni e anni di discussioni che noi abbiamo più coste delle concessioni e non sarebbe in discussione il problema della concorrenza ... Anche lì, ma voi pensate che dentro al Parlamento europeo di queste cose …, insomma io credo che non abbiamo rispetto per quella dignità.
Mi pare che in parte anche la mozione del Consigliere Santarelli, ma certamente quella che ho sottoscritto a prima firma del Consigliere Mangialardi individui all'interno di un quadro tre elementi centrali: a) c’è una sentenza del Consiglio di Stato che va applicata, bisogna dire ai cittadini, agli operatori che quella è una sentenza e non si può interpretare, commentare, o meglio, si può commentare ma va prima di tutto rispettata; b) gli investimenti di coloro che avranno la concessione a gara devono essere tutelati, ma anche questa credo che sia una porta da sfondare, basta fare l’esempio degli operatori, che stanno sui territori, dell’idrico, dei rifiuti, gli investimenti vengono ripagati qualora c’è una gara successiva che determina una successione soggettiva. E’ evidente, sarebbe assolutamente inaccettabile ed anche contra legem questo aspetto, quindi a chi ha investito 100 milioni e ne ha ammortizzati 30, gli altri 70 milioni devono essere riconosciuti, pena la mancata trasmissione; c) si dovrebbe lavorare sulla non cumulabilità delle concessioni, credo poco alla retorica che qui arriveranno gli operatori stranieri, ma uno degli elementi è proprio non cumulare le concessioni, questo evidentemente attira di meno la possibilità di grandi investimenti; d) ultimo elemento che a me pare particolarmente importante, che ovviamente andrebbe introdotto dentro una logica, è la questione del mantenimento della forza lavoro, chi viene ad investire è evidente che tende a massimizzare il profitto e per certi aspetti a ridurre il rapporto fra l'investimento e la forza lavoro, se dentro la gara … Tutti siamo amministratori, sappiamo come funziona, le gare vanno orientate, quindi l’obbligo del mantenimento della forza lavoro precedente è un altro elemento, che da questo punto di vista mi pare si possa condividere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. In attuazione di un emendamento contenuto nel decreto milleproroghe, la vigenza delle concessioni è stata ordinariamente prorogata di un anno.
Come noto, infatti, in sede di conversione del D.L. n. 198 del 29 dicembre 2022 (cd. "decreto milleproroghe") avvenuta con Legge n. 14 del 24 febbraio 2023, il legislatore ha disposto una ulteriore proroga di un anno - ovvero fino al 31 dicembre 2024 - del termine di scadenza delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, termine già stabilito al 31 dicembre 2023 dalle sentenze dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 17 e n. 18 del 9 novembre 2021, medio tempore recepito dalla legge n. 118/2022 sul mercato e la concorrenza.
Recentemente la sentenza del 30 aprile scorso (antitrust Comune di Ginosa) ribadisce che non possono essere adottate ulteriori proroghe e che la disapplicazione delle disposizioni nazionali incompatibili con le direttive europee è doverosa sia per i giudici italiani che per gli enti locali.
E’ stato recentemente istituito un tavolo di lavoro nazionale presieduto dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio, al quale ho partecipato per la prima volta anch’io, che intende svolgere le seguenti attività, che costituiscono aspetti da non confondere tra loro:
- l'acquisizione dei dati delle concessioni esistenti;
- la definizione dei parametri per la valutazione.
Il primo aspetto è la mappatura: la legge dà indicazioni precise nel merito. Le informazioni sono in possesso del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e delle Regioni. Inoltre, l'articolo 2 della legge 118/2022 prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro undici mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e sentita la Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un decreto legislativo per la costituzione e il coordinamento di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori, tenendo conto delle esigenze di difesa e sicurezza. Verrà sollecitato il MEF sui tempi per i quali si prevede che la delega sia operativa ai fini della definizione della scarsità della risorsa, con riferimento al dato nazionale e regionale disaggregato, e, quindi, quando sia possibile incrociare i dati che emergeranno con quelli che riuscirà a produrre il tavolo. Tutto ciò ai fini della definizione più completa ed esaustiva della risorsa esistente.
La legge non dice nulla sul rapporto tra aree affidate in concessione e aree non conferite in concessione per scopi di balneazione, ma immediatamente fruibili o che potranno essere rese tali. Questa disamina sarà affidata ad una fase successiva dei lavori del tavolo.
Il governo, attraverso il tavolo di lavoro a cui partecipano attivamente anche rappresentanti delle Regioni, intende acquisire i dati della mappatura in tempi stretti per consentire di poter assumere le decisioni e di continuare una azione seria nella definizione della materia. La Regione Marche, attraverso il settore turismo, si è già attivata per fornire i dati richiesti.
Siamo tutti fruitori, specialmente nella stagione estiva, degli stabilimenti balneari. Ha ragione la Consigliera Casini, anch’io penso che l'Europa quando fa una legge … Un po' mi vedo nelle parti della regione Marche, una regione al plurale, al nord si chiamano stabilimenti al sud si chiamano chalet. Scherzando con mia moglie, che è di quelle parti, le dico che gli chalet stanno in montagna e non capisco perché nella parte sud della regione si chiamano chalet. Abitando da sempre in una città di mare conosco bene le situazioni ed avendo frequentato Senigallia per tantissimi anni riconosco che ci sono stabilimenti balneari che sono del secolo scorso, stabilimenti frutto del lavoro. A Falconara, nel mio piccolo, vedo stabilimenti che si tramandano di generazione in generazione, alcuni sono arrivati alla terza generazione.
Chi in questo momento non è contrario alla Bolkestein o alla indizione delle gare? Siamo tutti contrari in quanto snaturerebbe le caratteristiche dell’economia balneare italiana, sicuramente daremo un brutto esempio.
In merito all’intervento del Consigliere Carancini, io non devo difendere il Consigliere Ciccioli, ma quella che ha detto era una delle previsioni. La proroga al 31 dicembre di quest'anno e se ci fosse un'ulteriore proroga ed il voto cambiasse politicamente l'Europa, sarebbe una delle possibilità. Lui non ha detto che questa sarebbe la soluzione di tutti i mali, ma che è una delle possibilità.
Mi riaggancio anche agli interventi dei Consiglieri Marinangeli e Bilò, che non mi vedono contrario.
Ricordo sempre che il demanio è una competenza esclusiva statale. E’ stato istituito per la prima volta un tavolo nazionale al quale ho partecipato personalmente, voi avete usato delle definizioni tipo: censimento, monitoraggio, quant'altro, il tavolo nazionale sta valutando la possibilità di attaccarsi alle procedure di ricognizione perché questo è l'unico appiglio che ci può salvare dalle gare. Il tavolo si è riunito per la prima volta, io avendo la delega al demanio ho partecipato, sarà mia cura aggiornare il Consiglio regionale qualora vi fossero sviluppi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Lo dico sul piano squisitamente politico rispetto all'intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, chiedendo scusa al Consigliere Marinangeli, ho ascoltato l’intervento della nostra Prima Ministra di marzo 2022 e quei termini che ho utilizzato non erano i miei, li ho solo mutuati poiché accusava il Governo di aver perso tempo, di aver tergiversato, trovando espedienti per non tutelare le attività.
Io invece, ahimè, anche con un’altra veste, non li considero semplicemente come chi si passa la concessione di padre in figlio, nel frattempo sono diventati imprenditori strutturati, dal momento che parliamo di operatori balneari, di ristoratori, qualche volta anche di albergatori, un pacchetto dell'accoglienza turistica della nostra offerta complessiva incredibile. Senza quel tipo di investimenti le Marche e l’Italia sarebbero un’altra cosa.
Però, siccome la direttiva servizi è del 2006, sono passati quasi 20 anni, non possiamo continuare a raccontare storie, su questo ha ragione il Consigliere Ciccioli, dato che, vedete, la campagna elettorale di settembre si è basata esclusivamente su questo tema rispetto alle attività e devo dire che le associazioni di categoria e tutti gli operatori vi hanno dato ampio credito, non penso che ci sia uno che abbia votato il centro-sinistra, perché Fratelli d’Italia ha detto candidamente: “Arriviamo al Governo e facciamo subito una legge e vedrete che metteremo in sicurezza il vostro patrimonio sul demanio pubblico”- Era complicato, però capite che chi ha investito milioni di euro, chi lo ha per tradizione familiare, chi ha 20 dipendenti ha dato questa apertura, ma non è così.
Dire: “Aspettiamo le elezioni del 2024 perché dopo 20 anni andremo in Europa con gli elmetti e saremo noi a cambiarla”, ritengo che non sia ancora una volta una strada seria, anche con tutte le valutazioni del caso. La mappatura funziona e perché non l’abbiamo fatta prima? Perché non è il tema.
Io ho una grande preoccupazione, se non affrontiamo il problema in maniera seria consumiamo l'ultima proroga, siamo in procedura d'infrazione, c’è il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per quel provvedimento e noi consumiamo tutto il tempo senza provare con le associazioni di categoria a strutturare le gare. Potremmo lavorare su questo doppio binario, le gare che dentro le sentenze (nn. 17 e 18), che secondo me sono andate anche oltre al tema del ricorso, però il ricorso è stato fatto, è stato perso, quindi quella partita sancisce un dato. Per cui da parte nostra c’è una grande preoccupazione, che penso sia di tutti, se serve arrivare ad una risoluzione seria, noi comunque …
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Condividiamo come gruppo Lega il modo di operare insieme, con le due mozioni, con quanto è stato già anticipato dai Consiglieri Santarelli, Mangialardi e Ciccioli, quindi la possibilità di rafforzare un percorso che ho fotografato nel mio intervento, quello che il governo sta facendo. Naturalmente oggi possiamo impegnarci con una risoluzione e rafforzare tutto quello che è necessario rappresentare al Governo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Se non ho capito male la nostra posizione è disponibile a ragionare su una risoluzione, altrimenti votiamo la nostra mozione. Comunque ho sentito che c’è la volontà di arrivare ad un testo condiviso.
PRESIDENTE. Dico al Consigliere Santarelli che c’è la richiesta di sospendere la votazione delle due mozioni per promuovere una risoluzione comune.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Intervengo per appoggiare questa proposta e spero nella disponibilità del Consigliere Santarelli per arrivare ad un testo comune, tra l’altro non mi sembra che ci siano grandi contrapposizioni sul testo, si tratta di rifinire qualche passaggio, ma siamo d’accordo su tutto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Durante la mia esposizione ho già sottolineato l'intenzione di creare una risoluzione comune anche con il lavoro che ha anticipato il Partito Democratico e con gli interventi dei colleghi. Quindi, se troviamo una soluzione comune è un bel segnale anche di fronte alle categorie che oggi aspettano da noi anche una piccola azione concreta.
Il lavoro sicuramente lo farà la Comunità europea e il Governo, però noi come Consiglio regionale possiamo uscire all'esterno con una risoluzione condivisa; è anche un gesto di rispetto soprattutto del lavoro che ognuno di noi, chi piccolo, chi grande, ha svolto in quest’Aula.
PRESIDENTE. Propongo di fare così: sospendiamo questo punto e diamo mandato agli interessati di costruire una risoluzione in modo tale che prima della chiusura del Consiglio si possa votare.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
MANGIALARDI. Sull’ordine dei lavori, come ci organizziamo?
PRESIDENTE. Facciamo le mozioni di competenza dell’Assessore Brandoni, così lo liberiamo, ha un impegno che lo attende. Poi proseguiremo con gli altri Assessori. Da qui non riesco a sapere gli Assessori che sono effettivamente presenti in Aula, chiedo ai collaboratori di darmene conto. Non ho notizie di questo genere.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Per sapere se l’assenza degli altri Assessori è temporanea o se sono andati via, in modo da organizzarci tutti. Benissimo anticipare la mozione dell’Assessore Brandoni, che io ringrazio per essere qui, però se gli altri non tornano …
Ci sono delle sue mozioni, Presidente, che riguardano Assessorati completamente diversi perché una è sugli asili nido, una è sulle cave fluviali, poi ce ne sono altre che riguardano altri Assessori, quindi sarebbe opportuno far fare dalla sua segreteria una telefonata e avvisarci, visto che questo è un caso un po’ anomalo.
PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione. Prima ho visto gli Assessori Antonini, Saltamartini e Baldelli in Aula, le competenze sono, escluso l’Assessore Brandoni, degli Assessori Antonini, Saltamartini ed Aguzzi.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Per quanto riguarda le mozioni non è necessario che gli Assessori siano in Aula, possiamo discuterle tranquillamente.
PRESIDENTE. Certo, in questo momento abbiamo in Aula l’Assessore Brandoni, facciamo le sue mozioni, poi proseguiamo l’iter normale.
Si possono votare le mozioni anche senza la presenza dell’Assessore, salvo la richiesta di qualche gruppo di rinviarle ad altra data.
Mozione n. 354
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri, Cesetti
“Sblocco della cessione del credito”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 304 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri, Cesetti.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione che spero trovi il riscontro dell'Aula almeno per manifestare la vicinanza a quel mondo che è fatto di famiglie, di imprese, di soggetti, che si è trovato, ahimè, legato alla legge di bilancio del 16 febbraio 2023 n. 11, che ha bloccato la concessione dei crediti da bonus edilizi, e sapete cosa si sta determinando.
Lo dico con grande preoccupazione in quanto questo tema oggi non è raccolto da nessuno, né dalle forze politiche di maggioranza né da quelle di minoranza che non sono compatte su questa vicenda.
Noi abbiamo migliaia di famiglie sul lastrico che hanno creduto in una opportunità data dal Governo, guardate, non conta quale fosse, era una opportunità enorme. Risorse messe a disposizione, che hanno fruito anche del sostegno importante del Pnrr per circa 8 miliardi. Famiglie che hanno avviato tutte le procedure complicate, difficili, messe in campo con professionisti, individuazione delle imprese e dei percorsi, risorse anticipate, hanno spesso compromesso la propria abitazione perché iniziare il cantiere ha significato, magari, non avere nell’immediatezza una alternativa oppure trovarla, pensandola come temporanea, mentre si sta prorogando nel tempo in quanto nella propria casa i lavori non proseguono e non ci sono le risorse per sostenere l’affitto, che sono state costrette ad assumere.
Dentro questo pacchetto, i famosi esodati del 110, ad oggi non ci sono luci né prospettive, con imprese e famiglie che sono sul lastrico anche con tensioni.
Il Partito Democratico ha incontrato qualche settimana fa una di queste associazioni e ha raccolto la disperazione anche con soluzioni terribili per la propria vita e quella dei familiari se non c’è un supporto adeguato.
Penso che questa Assise responsabilmente debba prendere una posizione chiara per sollecitare il Governo a rivedere e trovare le modalità che non attengono a noi. Noi ne avevamo proposta una: il credito cedibile alle nostre partecipate, che era una cosa molto seria, purtroppo non siamo riusciti nemmeno a discuterla in quest’Aula dato che il Governo prontamente l’ha bloccata nella notte in cui poi saremmo arrivati in Consiglio.
Ne stiamo preparando un’altra sulla scorta di esperienze che sono state fatte in Basilicata e forse in Puglia …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Consigliera Ruggeri, mi ha battuto, ma quella è quella vecchia, comunque non abbiamo di queste difficoltà, l’importante è che il Movimento 5 Stelle se ne faccia carico. Devo dire che a livello nazionale ancora tengono la luce accesa e non penso semplicemente per difendere un proprio figlio, che invece questo Governo ha voluto mettere all’angolo. Penso che ce ne dobbiamo fare carico tutti immediatamente, quindi vi chiediamo di mettere in campo tutte quelle operazioni che servono tanto, un tavolo di confronto a livello nazionale con le associazioni, con i professionisti, con le imprese per cogliere la complessità.
Non ho voglia oggi di rientrare nei computi grossolani che il Ministro ha sottolineato con forza quando ha attribuito ad ogni cittadino italiano 2.600 euro di costo di quell’operazione, poi le cifre sono ben altre: un grande investimento per la messa in sicurezza delle strutture, la riqualificazione delle nostre case, l'opportunità di incrementare, anche attraverso questa operazione, il valore del nostro patrimonio immobiliare.
Ritengo che dovremmo arrivare ad una approvazione, ovviamente non sarà questa la sede, ma è l'impegno, che sono sicuro non mancherà, dell’intera Giunta in Conferenza delle Regioni, che possa farsi carico … Guardate, questo tipo di incipit non arriva dalle Marche, è una difficoltà che hanno tutte le amministrazione che si trovano in prima linea, per cui dobbiamo cercare di capitalizzare e soprattutto di dare una risposta, e quella non la voglio dipanare, quella della Cassa depositi e prestiti e quella di nuovo delle Poste, è lo Stato che se l’accolla o che facilita la possibilità alle banche di riaprire il credito perché alla fine i crediti incagliati sono anche quelli di chi ha il cassetto fiscale capiente e paradossalmente oggi diamo la possibilità a chi ha più risorse di poter continuare, ovviamente, a far data da quella prevista dalla norma, l’investimento, invece quelli che hanno creduto nel supporto dello Stato si trovano nelle difficoltà che noi tutti sappiamo.
Vi chiedo di leggere attentamente la mozione e coglierne il senso rispetto all’opportunità di sostenere e di stare almeno al fianco di quei soggetti che lo Stato con quel provvedimento ha tradito.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Partito Democratico, primo firmatario il capogruppo Mangialardi, per aver proposto questo testo, questa mozione, anche io ne ho proposte diverse sia di mozioni che di interrogazioni in tal senso e purtroppo devo rimarcare che non hanno avuto una grande accoglienza da parte di questa maggioranza. Non capisco perché in altre regioni anche il centro-destra si sta dando tanto da fare per agevolare la circolazione dei crediti fiscali, mentre nelle Marche non riusciamo a far passare queste idee.
Partendo dal fatto che voterò sicuramente a favore la mozione del PD, vorrei anche sottolineare che il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico mesi fa hanno presentato una proposta di legge sulla circolazione dei crediti, superata da quanto ha deciso dal Governo, non abbiamo più chiesto di portarla in discussione in I Commissione. Subito mi sono attivata e nel giro di poco tempo ho presentato un'altra proposta di legge, che non è mai stata portata in discussione in I Commissione nonostante i solleciti. Sono riuscita a convincere il Presidente Marinelli nella Commissione di ieri a trattarla lunedì prossimo, solo per dirvi che più o meno la mia proposta di legge è stata protocollata insieme a quelle di altre Regioni, in Basilicata è già legge. Pensate quanto tempo abbiamo perso per …, neanche tra noi Commissari della I Commissione abbiamo provato ad affrontare seriamente questo tema.
Non mi dilungo su quanto ha già detto, e sottoscrivo pienamente, il Consigliere Mangialardi sull’importanza che avrebbe per la nostra economia cercare di far ripartire il 110. Se dal nazionale ci sono resistenze, quanto meno proviamoci a livello regionale visto che a noi compete la facoltà di farlo. In Basilicata la proposta di legge che è diventata legge il 21 giugno non è a prima firma del Movimento 5 Stelle, anche se molto simile alla proposta avanzata da me, ed è a firma di un Consigliere di Fratelli d'Italia, quindi l’opposizione che state portando avanti a queste operazioni, che sono di ordine economico, sono incomprensibili dato che altrove non stanno agendo in questa maniera.
Mi auguro che lunedì si possa affrontare la questione, entrando nel merito da parte di tutti i Consiglieri che fanno parte della I Commissione, senza pregiudizi di sorta, ma cercando di fare del bene alla nostra comunità.
Il testo è aperto a modifiche ed anche alla sottoscrizione di chiunque voglia farla, non è il testo della Consigliera Ruggeri, è un testo che io metto a disposizione prima della Commissione e spero di poterlo mettere a disposizione anche di quest’Aula. Ben vengano tutti i contributi, c’è anche il mio più totale invito alla condivisione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Brevemente per dire che chi ha avuto possibilità di usufruire del 110% ha cercarlo di utilizzarlo, questo è evidente, i condomini dove abitiamo, eccetera, però era fondato su un presupposto sbagliato, cioè era giusto cercare di rilanciare un settore che è strategico per l'Italia, quello delle costruzioni e dell’edilizia, che stava soffrendo, è stato veramente una ventata d'ossigeno, però un conto è un contributo anche molto alto fino al 90%, un conto è il 110%, che ha fatto alzare in maniera spropositata i prezzi delle materie prime, non solo quelle legate alla crisi energetica e quant'altro, ma in generale.
Secondo, ha dato il là ad una serie di abusi, ha comportato una perdita secca per lo Stato di centinaia di milioni, addirittura operazioni sul 110 mai esistite con decine e decine di arresti, poi i soldi si sono persi e lo Stato ha sequestrato edifici ed altre cose. Sapete tutti che quando si apre un contenzioso giudiziario ci sono i tempi, la dilatazione dei tempi, ed alla fine ci rimettono tutti (cittadini, Stato) e raramente si riesce a recuperare il maltolto.
Il 110% era sbagliato nei presupposti, non doveva essere 110, doveva essere un X molto alto, con una compartecipazione anche modesta dell'utente stesso che veniva responsabilizzato sulle spese (spese per le ditte esecutrici, per i progettisti, per l'insieme della progettualità) e invece questo non c’è stato.
Ovviamente quando succedono queste cose in qualche modo bisogna uscirne e questo è stato oggetto di una lunga trattativa tra l'Associazione degli industriali, l’Ance, l’Associazione degli artigiani perché il 110 ha coinvolto tanti settori diversi, nonché le famiglie. Penso a tante famiglie, che sono rimaste con il cerino in mano, che oggettivamente si sono trovate a metà, in corso d'opera, non potendo finire i lavori, o alle imprese che non sono state liquidate alla fine.
Quando uno fa una legge impropria, un cattivo testo legislativo, i risultati prima o poi accadono.
Ricordo che, e di questo sono testimone, durante una riunione che non era destinata a questo cercammo di insistere sul Presidente del Consiglio Meloni per trovare una soluzione e lei disse: “Anch'io vorrei trovare una soluzione, ma il Mef dice che se andiamo avanti così, avremo un buco di bilancio di 10 miliardi”. Noi non possiamo far saltare il bilancio dello Stato, chiunque sia, centro-destra, centro-sinistra, Movimento 5 Stelle, far saltare il bilancio dello Stato è un dramma in tutti i settori, quindi ad un certo momento, forse non nel migliore dei modi, c’è stata messa una pezza. Le norme di chiusura fanno sempre male a qualcuno. E’ stata messa una norma di chiusura per cercare di trovare una soluzione, per esempio le Marche sono state fortemente … Questa Giunta regionale ha fatto molte pressioni all’allora Commissario alla ricostruzione, poi all’attuale, affinché in tutta l'area del cratere fosse rispettato il 110%, con una serie di altre normative, esenzioni, però di fatto quello che è accaduto è ovviamente un tentativo di soluzione, il più indolore possibile.
Aggiungo che io stesso ho verificato con l’ufficio legislativo del Consiglio regionale la possibilità che la Regione potesse entrare nella cessione del credito, l’ha fatto la Regione Sardegna, l’hanno fatto alcune Provincie, poi alla fine è arrivata la normativa nazionale che ha bloccato tutti gli enti locali. Questo è accaduto. C’è una norma nazionale per cui tutti gli uffici legislativa si sono dovuti adeguare, tutte le cose che sono state fatte sono state bloccate, comunque gli enti locali avrebbero potuto partecipare solo in piccolissima parte, una goccia nel mare, nella soluzione del problema.
Non c’è stata chiusura, però c'è una priorità, che non fosse toccato il bilancio centrale dello Stato, e questo è stato l’orientamento del Consiglio dei Ministri che ha stabilito queste norme.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Consigliere Mangialardi, voi avete ricevuto anche gli operatori del settore, come potete immaginare sono venuti anche da me come Assessore al bilancio ed hanno manifestato grida di allarme importanti perché molte imprese e molti lavoratori si sono trovati senza posti di lavoro, senza stipendi, arretrati e altro.
Purtroppo chi ha ricoperto in precedenza questo ruolo prima di me si è trovato anche a dire di no in quanto la legge nazionale non prevedeva tutto questo.
Si evidenzia innanzitutto che il ruolo delle Regioni nell'ambito della cessione dei crediti è stato chiarito nel D.L. 11/2023 convertito dalla legge n. 38/2023.
La norma prevede che (estratto dell'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto legge 11/2023 convertito dalla legge 38/2023):
1. All'articolo 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il comma 1 quater è inserito il seguente “1 quinquies. Ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, non possono essere cessionarie dei crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni di cui al comma 1, lettere a) e b)”. Pertanto le Regioni non possono essere cessionarie di crediti di imposta.
Gli enti che si erano mossi in autonomia sono stati costretti ad una brusca marcia indietro per allinearsi al dettato normativo. Lei pensi che quando gli operatori della Provincia di Treviso erano venuti dicendo: “Assessore, guardi che le altre lo hanno fatto”, io ho detto di aspettare le decisioni governative e infatti siamo stati saggi nell’aspettarle.
Premesso ciò la nostra Regione è consapevole della problematica evidenziata e quindi ci faremo portavoce con le altre Regioni per capire se vi siano punti d'incontro per intraprendere azioni comuni.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Assessore. Il contenuto della mozione non è il credito cedibile alle società partecipate, non è questo, è un altro.
Ringrazio la Consigliera Ruggeri e mi scuso pure in quanto ho lavorato in maniera inconsapevole su un argomento che poteva essere sovrapposto, però ringrazio per la disponibilità a recuperare magari un contributo che è arrivato dai nostri collaboratori che nel frattempo hanno verificato altre situazioni, come ha ricordato la Consigliera Ruggeri prima su scala regionale.
Ma questo non è il tema di oggi, la questione è quello che l’Assessore sta facendo, e noi lo vogliamo solo rafforzare con una posizione condivisa. Per quello che dico che non c’è elemento di condanna, se ci fosse lo potremmo rivedere, ma un impegno al Presidente ed all’Assessore in Conferenza unificata delle Regioni per porre il problema e verificare se il percorso …, non di riaprirlo tout court, ma su quelli che sono in itinere … Il tema è lì, sono i lavoratori che sono a casa, sono le famiglie che non hanno più casa, sono le imprese che si trovano nella situazione imbarazzante di non poter proseguire i lavori e fallire, magari quelle non strutturate poiché …
Le motivazioni che ha riportato il Consigliere Ciccioli sono legittime rispetto al bilancio dello Stato, ma se lo Stato tradisce un cittadino diventa difficile poi recuperare il rapporto perché nessuno magari avrebbe intrapreso quel percorso se non fosse stato lo Stato a sollecitarlo e tutto questo al netto delle questioni legate alle truffe. Qui parliamo di chi con il 110 ha attivato correttamente il percorso, ha avuto magari il credito nella prima fase, ha contribuito a sostanziare gli impegni con le imprese e con i professionisti e poi improvvisamente le banche, su sollecitazione del Governo, con un provvedimento fatto la sera per la mattina, non hanno dato più la disponibilità, lì dobbiamo intervenire, che è una parte di un sistema che forse per incapienza delle casse statali doveva essere bloccata.
Questo ci sta, ma non ci sta lasciare in mezzo alla strada le famiglie in quel modo, quindi l’impegno, sul quale non ho dubbi, che dobbiamo cercare di trasmettere per quello che diciamo, è di convocare un tavolo nel quale raccogliere i dati che arrivano dalla nostra regione, metterli a confronto con gli altri, poi il Governo potrà valutare questo tipo di sollecitazione.
La mozione va in questa direzione, è per questo che dico che non vi impegna sul fronte più articolato, però alcune Regioni dopo la conversione hanno attivato …, quella può essere una modalità, non la voglio mettere oggi a disposizione anche per non mettere in difficoltà il Governo regionale, però penso che sulla mozione ci possa essere il consenso di tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Capisco e comprendo le buone intenzioni, anzi alcune cose del testo potrei anche farle mie, ma c'è stata una lunga trattativa centrale nella Sala Verde di Palazzo Chigi - casualmente mi trovavo lì nei pressi per altri motivi - tra le associazioni nazionali di categoria, c'erano Confindustria, l'Ance (quella specifica dei costruttori), la Confartigianato, la Confcommercio, sindacati, hanno fatto riunioni per tre giorni per vedere quale poteva essere la mitigazione di questo 110, per cercare di creare meno danni possibili poiché era nella coscienza di tutti che un provvedimento di chiusura avrebbe comportato gravi conseguenze. Quindi, hanno cercato di renderlo più mite, di trovare delle esenzioni, di vedere come era possibile attenuare, però era la radice che era sbagliata all'inizio in quanto quel 110, che poteva essere 80, 85, 90, sarebbe stato frenato, invece il 110 ha aperto le porte a tutti e i primi arrivati hanno avuto tutto, alcuni anche in maniera assolutamente impropria e non prevista, però sono riusciti ad ottenerlo perché scarsi nella prima fase erano anche i controlli, poi sono stati più ferrati e quelli che sono arrivati per ultimi, siccome i primi non sono stati parchi, ne hanno pagato le conseguenze. Del resto non si può mettere in crisi il bilancio dello Stato. Ho detto chiunque ci fosse stato, poi si è preso questa responsabilità il Governo del momento, il Presidente del Consiglio Meloni, il Ministro del Mef Giorgetti, altri Sottosegretari e Viceministri che hanno collaborato all'atto, però era indispensabile chiudere dal momento che saremmo andati in un ampliamento del debito pubblico che ci avrebbe messo in pericolo, avremmo superato la linea rossa, e ciò è stato.
Per questo dichiaro il voto contrario a questa mozione ricordando che alcuni elementi dentro sono assolutamente condivisibili, ma non si può fare altrimenti. E’ come un intervento chirurgico che comporta l’amputazione di un arto, lo devi fare, non c’è niente da fare, questo è il senso di quel decreto, che poi ci possono essere in corso d’opera dei miglioramenti. So che il Mef sta studiando ulteriori integrazioni, io non sono sufficientemente informato né all’altezza di vedere la previsione di spesa, però il provvedimento dello Stato, il decreto legislativo è stato ampiamente trattato.
La Regione Marche ha fatto un tavolo tecnico con … E’ stata consultata la Conferenza Stato-Regioni, sono stati fatti tutti i passaggi e questo è perfettibile? Forse sì, ma questo è il risultato e anche per l’orientamento politico con il governo nazionale ci atteniamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Credo che il problema esposto sia molto grave nell’area terremotata in cui il 110 era importantissimo.
Noi non parliamo di sbloccare il 110, quello che viene chiesto è molto banale, si chiede: 1) di attivarsi presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni unificata perché facciano ripartire al più presto le cessioni dei crediti maturati, non per tutti gli altri, ma quei crediti maturati nel cratere da persone che sono rimaste con le anticipazioni fatte senza la casa, con dei debiti e in una condizione di grandissimo disagio, soprattutto nelle aree terremotate dove il 110 serviva un po’ a coprire i maggiori costi determinati dall’aumento dei materiali o a rendere quelle case migliori dal punto di vista della dispersione termica; 2) l’attivazione di un tavolo tecnico-politico per verificare se le banche, le Poste, le grandi assicurazioni possano cedere i crediti, non è una cosa così complessa per il Governo; 3) l’’attivazione di un tavolo che preveda la partecipazione delle banche per trovare una soluzione che possa essere accolta non per mitigare - mitigare viene dal vocabolario della valutazione di impatto ambientale è entrata nel patrimonio e nel vocabolario comune dagli anni 90 - ma per sanare, non tanto per mitigare, mitigare non possiamo farlo, dovremmo sanare questo vulnus che ha colpito soltanto alcuni cittadini che sono stati “illusi” di poter partecipare e per ritardi non determinati da loro, magari dovuti dalle imprese che avevano un sovraccarico di lavoro o dai cassetti fiscali delle banche, o non so da che, improvvisamente da un giorno all’altro, malgrado le proteste di tante categorie, si sono trovati in condizioni di difficoltà. Sono cittadini in difficoltà, credo che non sia una cosa così gravosa chiedere al vostro Governo, tra l’altro, di farsi carico di coloro che sono rimasti incastrati in questa questione, che è banalmente dolorosa per loro.
Credo che, al contrario di quello che ha detto il Consigliere Ciccioli, possa essere votata la mozione in quanto la Regione Marche può anche dire: “Noi abbiamo un cratere dove il danno fatto dal blocco delle cessioni è ben maggiore rispetto al resto d'Italia” in quanto abbiamo il 62% dell'area di tutto il cratere nella regione Marche per cui abbiamo un problema ben più grave.
Non chiediamo di sbloccare totalmente il 110 perché, è chiaro che, come ha detto prima il Consigliere Ciccioli, ci sono delle fattispecie che vanno sistemate, migliorate. Trovo che tutti quei cappotti siano stati una speculazione, penso che si debba trovare una soluzione che renda gli investimenti proporzionali al reddito, che ci sia l'autonomia totale energetica per esempio o che si possa produrre energia, quindi interventi molto più consistenti, però credo che sia una cosa buona chiedere al Governo di aiutare queste persone, che non sono neanche tante, che sono state bloccate.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 354. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Alla fine della votazione per spiegare. In tempo diretto che ho chiamato, come giustamente aveva suggerito il Presidente Acquaroli, il Sottosegretario alle finanze per capire come stanno le cose, in tutta l'area del cratere è prevista già la cessione del credito, nell'area del cratere si può fare, fuori dal cratere non è possibile, quindi noi abbiamo rispettato la normativa dello Stato che è in vigore, non deve essere fatta, quella che c’è già.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Solo per chiarire che quello che ha detto il Consigliere Ciccioli è vero, ma è limitato agli interventi connessi al danneggiamento, quindi non tutto il 110 sull’area del cratere, ma nell’area del cratere per gli edifici danneggiati il 110 viene riconosciuto fino al 2025.
Mozione n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Cesetti, Biancani
“Sostegno delle sezioni dell'Associazione nazionale Carabinieri”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 221 dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Cesetti, Biancani.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione depositata un anno e mezzo fa a cui teniamo moltissimo e ci auguriamo che anche la maggioranza possa poi acconsentire.
Sono già intervenuta su questo tema in diverse occasioni, nel momento dell’approvazione del bilancio, chiedendo un sostegno concreto alle Associazioni dei Carabinieri presenti nel nostro territorio regionale. Parlo di tutte quelle associazioni composte da volontari che sono per lo più Carabinieri in congedo, che prestano un servizio in alcuni territori, soprattutto nei piccoli Comuni, indispensabili molte volte.
Nelle Marche abbiamo 12.000 iscritti all’Anc e 87 sezioni territoriali attive, le basi sono sparse in tutto il territorio nazionale, in totale sono 1.673, inoltre 27 sezioni sono presenti all’estero.
Quelle attive nelle Marche svolgono un ruolo fondamentale, i dati dimostrano infatti le potenzialità di un’Associazione che ha saputo creare negli anni un'indiscussa credibilità, riconosciuta a tutti i livelli. Le cariche sociali sono tutte elettive, gratuite e vengono assunte su base volontaria.
Ricordo che l’Associazione nazionale Carabinieri è una realtà importante sia a livello nazionale che regionale, costituita per la prima volta a Milano l’1 marzo 1886 con la denominazione di Associazione di mutuo soccorso tra congedati e pensionati dei Carabinieri reali.
Nel dettaglio, prima di spiegare cosa chiediamo con questa mozione, vorrei anche evidenziare come è nata e con quali scopi.
Lo Statuto dell’Associazione nazionale Carabinieri all’articolo 2 (Scopi) in particolare promuove la partecipazione anche costituendo appositi nuclei con attività di volontariato per il conseguimento di finalità assistenziali, sociali e culturali; l’articolo 7 recita che tutti i soci hanno il dovere di cooperare al potenziamento morale e materiale dell’Associazione. Soprattutto ricordo che il Regolamento per l’esecuzione dello Statuto organico dell’Associazione nazionale Carabinieri all’articolo 1 recita che l’Anc, anche attraverso le proprie articolazioni periferiche, si propone il perseguimento degli scopi associativi assumendo iniziative atte a rendere operanti le norme di cui all’articolo 2 dello Statuto, costituendo quindi fondi per lo svolgimento di attività assistenziali e sociali, stipulando anche convenzioni commerciali, assicurative, medico-sanitarie, turistico-ricreative e culturali a favore dei soci.
In tutto il territorio nazionale in applicazione dello Statuto l’Associazione nazionale Carabinieri, in funzione delle professionalità acquisite in servizio da ciascun socio, svolge compiti di monitoraggio del territorio in occasione di grandi eventi e calamità, segnalazioni alle autorità competenti, concorso all’assistenza alle popolazioni colpite da calamità (anche in campi specifici, come: sommozzatori, cinofili, rocciatori, servizio sanitario), contribuendo così alle attività di difesa del territorio, negli incendi boschivi, dissesti idrogeologici, monitoraggio dei corsi d’acqua e più in genere dell’ambiente.
Si consideri inoltre che un ulteriore qualificante impegno a livello nazionale è stato assunto nel 1997 dall’Anc con il Ministero dell’ambiente per una metodica e continuativa ricognizione del territorio e per segnalare ai Nuclei operativi ecologici dei Carabinieri ogni situazione ed evento di rischio ambientale.
Questa premessa può sembrare quasi banale o inutile, invece in realtà è importante ricordare quale ruolo svolgano le Associazioni nazionali dei Carabinieri nel territorio. Voglio proprio arrivare a ricordare l’impegno che è stato profuso anche nelle Marche in occasione del terremoto del 1997/1998 quando il ruolo è stato fondamentale in moltissimi casi per le popolazioni che vivevano in situazioni difficilissime e tragiche.
Nel 2017 nelle Marche l’Anc ha profuso un grande impegno anche in soccorso della popolazione che aveva subìto non solo il terremoto, ma anche i danni delle grandi nevicate e quelli in seguito all’emergenza, provvedendo a portare cibo per gli animali, pellet per stufe, laddove i cittadini erano in situazioni di disagio, abbandonati a loro stessi e molto spesso anche dalle istituzioni.
Un’opera di volontariato in cui si sono distinte le benemerite, soprattutto gli appartenenti alle Associazioni, comprese madri, mogli e figlie che con la loro presenza silenziosa sono state indispensabili in ogni occasione, anche di incontro culturale, ricreativo, in un'ottica al femminile.
Con questa premessa ricordo il ruolo importante in numerose occasioni portato avanti dall’Associazione nazionale Carabinieri anche nelle Marche, un patrimonio umano, professionale e volontario che necessita di essere sostenuto economicamente.
In fase di discussione del bilancio in Consiglio regionale come gruppo PD abbiamo presentato diversi emendamenti tra cui quello alla tabella E, missione 1208, programma 8 con il quale si proponeva lo stanziamento di 50.000 euro a favore del sostentamento delle sezioni dell’Associazione nazionale Carabinieri, reperendo risorse dal fondo di riserva, purtroppo è stato bocciato nonostante tutti gli esponenti di maggioranza esprimessero favore.
Ora con questa mozione vorremmo dare l’opportunità di recuperare l’occasione e di approvare un atto che impegni il Presidente Acquaroli e la Giunta regionale a reperire con urgenza le risorse necessarie a sostenere l’Associazione nazionale Carabinieri, per tutelare una associazione che con la sua organizzazione e attività si conferma come una risorsa preziosa e irrinunciabile per la comunità marchigiana, anche al fine di evitare di ripresentare altri emendamenti al prossimo assestamento di bilancio.
Invito tutti i Consiglieri di maggioranza a votare a favore di questa mozione per un impegno concreto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. In merito alla mozione n. 221 della Consigliera Vitri non posso che inchinarmi di fronte all’Associazione dei Carabinieri e alla richiesta di sostenere tutto il lavoro che le associazioni fanno, però si dovrebbe parlare delle associazioni, non solo quella dell'Arma dei Carabinieri, a cui va tutta la mia stima e amicizia dopo 42 anni di servizio in Polizia, ma delle Forze dell'ordine più in generale.
Vedrei una iniziativa in cui coinvolgere le associazioni di volontariato di tutte le Forze dell’ordine, sennò sembra che si individui un’associazione, quindi riproponiamo una tabella E e diamo un contributo.
Credo che l’Associazione dei Carabinieri vada tenuta in considerazione, ci mancherebbe, ma dobbiamo, secondo me, aprire anche alle altre associazioni ed al mondo del volontariato, è riduttivo parlare di una sola associazione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Faccio una premessa, sono moglie di un ufficiale dei Carabinieri, quando si parla dell’Associazione dei Carabinieri, Consigliera Vitri, da parte mia non c’è altro che un appoggio in tutti i sensi. Quando vedo l’Associazione dei Carabinieri fare questo lavoro egregio, in tutti i campi che lei ha elencato prima nella sua mozione, mi sento di parte, ma parliamo solo dell’Associazione dei Carabinieri, mentre secondo me vanno valutate un po’ tutte le associazioni, ad esempio quella della Marina, che fa anche cultura, aiuta, gli Alpini, tutte le Forze dell’ordine, quindi, cerchiamo di andare incontro non ad una sola associazione, ma di tenere in considerazione, se il nostro bilancio ce lo permette, tutte le associazioni che fanno un egregio lavoro verso i cittadini e le categorie più deboli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Intervengo perché ho sottoscritto questa mozione.
Devo dire che giustamente la Consigliera Vitri in questo caso ha parlato dell’Associazione dei Carabinieri, che almeno nel nostro territorio è una realtà che fa parte delle Forze dell’ordine ed ha un ruolo attivo. Tenendo fuori la protezione civile, chi dà una mano sono i Carabinieri, le altre associazioni, almeno nel mio territorio, non ci sono e non le ho mai viste, ad esempio, accompagnare i ragazzi a scuola, dopodiché se ci sono altre realtà associative che fanno un lavoro di supporto rispetto alle attività dell’amministrazione ...
Ho paura c’è questa tendenza della maggioranza, la mia è una riflessione, a forza di allargare non dia mai niente a nessuno, mi sembra di rivivere la vicenda della vita indipendente, volevate allargare a 400.000 euro per 20 associazioni, qui se va bene metteremo 10.000 euro, se allarghiamo a 50 associazioni non diamo risposte a nessuno.
Cerchiamo sempre di capire qual è il tema e a chi vogliamo dare risposta, cioè a coloro che il Sindaco alza la cornetta, chiama e dopo mezz’ora sono disponibili. Hanno la divisa, sono riconoscibili, si sporcano le mani, sono disponibili ad affiancare la protezione civile e gli operai del Comune, se dobbiamo mettere l’Associazione dei Cavalieri di Malta che organizza iniziative sulla filosofia del mondo è un’altra cosa! Fa sempre parte delle Forze dell’ordine, però se fa iniziative sulla filosofia del mondo e varie ed eventuali probabilmente possiamo anche fare a meno di dargli un sostegno.
Invito a non cercare sempre di voler modificare il dispositivo perché presentato dai Consiglieri Vitri, Biancani, Cesetti o Ruggeri, tocca metterci le mani per forza e quando ci mettiamo le mani per forza rischiamo di andare fuori dall’obiettivo e di parlare del mondo e di nessuno, che è uno dei problemi, forse il problema della politica.
Questo vale per la Bolkestein, vale per tante altre questioni, parliamo troppo, io sono uno concreto, per me uno più uno fa due, dopodiché le altre associazioni mettono la divisa e vanno a dare una mano? Se non ci sono di cosa stiamo parlando?
Se parliamo delle associazioni di volontariato in generale, meglio ancora, ma lì ci vogliono 10 milioni di euro, figuriamoci se sono contrario a dare i soldi alle associazioni di volontariato, stiamo facendo bandi per dare risorse alle associazioni, di cosa stiamo parlando? Purtroppo le questioni le conosco, conosco i bandi che escono e so quanto diamo loro, quindi è vero che ci sono tante associazioni di volontariato in generale, ma se pensiamo al volontariato in generale non pensiamo a tutto. Poi se vogliamo pensare a tutto prepariamo qualche milione di euro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Questo è un tema un po’ complicato e complesso perché andiamo a incidere su persone che hanno dato tanto e danno tanto, però, come si è detto, secondo me, sono tantissime le associazioni. Ho avuto la fortuna/sfortuna di fare parecchi mandati da Sindaco ed ho avuto modo di vedere tante associazioni dare una mano, ultimamente abbiamo anche l’Associazione volontari Carabinieri che ha la sua sede in Comune, ha le divise date dal Comune, ha i rimborsi, se servono, la stessa cosa avviene per la protezione civile, per il gruppo degli alpini, che quando c'è bisogno di qualcosa ed intervengono, e per tante altre associazioni.
Non possiamo dire di no ai Carabinieri, ci mancherebbe, sono utilissimi sia per il lavoro che hanno svolto che per quello che fanno, però mi sembra offensivo nei confronti degli altri che svolgono la stessa attività.
E’ inutile dire: “Fate sempre così, io sono uno concreto”, penso di essere concreto anch’io, ma siccome la realtà la vivo tutti i giorni sarebbe per me uno sgarbo nei confronti dei volontari della croce rossa, li troviamo da ogni parte. Sono volontari, quindi …, diamo a tutti questi fondi. I Comuni, quando hanno queste associazioni nel loro territorio, se sono operative, intervengono. Oggi andiamo a dare qualcosa, non so come vengono distribuiti i fondi oppure se servono solo per fare una …, l’avessimo fatto noi l’avreste chiamata in un modo che avete utilizzato molte volte, però purtroppo è così!
Secondo me siamo disponibilissimi, aiutiamo i Comuni a dare una mano ai volontari e poi ognuno sceglie il suo, sono perfettamente d’accordo, magari c’è chi è volontario nell’Arma dei Carabinieri, ha un suo curriculum ed una sua storia, ma ci sono molti altri che si impegnano nel volontariato, sono persone che non hanno mai avuto uno stipendio ed i servizi che vengono offerti ad altri, non vedo positivo questo modo di venire incontro.
Dopodiché ben venga, mettiamo le risorse che servono e diamo una mano a tutte le associazioni di volontariato.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. In relazione alla richiesta di informazioni della mozione n. 221 del 24 febbraio 2022 la Direzione ritiene opportuno fornire le seguenti delucidazioni.
La mozione fa riferimento in particolar modo nel settore volontariato all'Associazione nazionale Carabinieri, che ha al suo interno sia attività generica di volontariato che, in alcune "sezioni", quella di volontariato di protezione civile. Nella regione Marche sono presenti 10 gruppi che svolgono attività di protezione civile.
Le sezioni sono regolarmente iscritte nell'albo territoriale di protezione civile. Partecipano attivamente a tutte le attività sia esercitative che emergenziali e sono state sempre oggetto dei rimborsi ex articolo 39 e 40 del Codice della protezione civile. Inoltre le stesse risultano essere state beneficiare di finanziamenti da parte della Direzione protezione civile regionale e/o del Dipartimento nazionale della protezione civile.
Per quanto riguarda il contenuto della mozione indicata in oggetto non può che essere ritenuta meritevole, ma dato che l'albo territoriale ha all'attivo circa 340 organizzazioni di volontariato di protezione civile (comprese le ANC) per una questione di equità sarebbe opportuno riconoscere tale sostentamento a tutte le organizzazioni iscritte nell'Albo. Organizzazioni che nel corso degli anni hanno svolto parimenti all'ANC attività di supporto e assistenza alla popolazione nelle diverse emergenze che hanno interessato il territorio regionale e nazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. E’ vero che ci sono tante associazioni di volontariato che meritano il supporto della Regione, 340 ha detto adesso l’Assessore, però è anche vero che secondo i territori, per motivazioni diverse, alcune sono più o meno attive a supporto delle amministrazioni. Penso ai Carabinieri che spesso fanno veri e propri servizi di vigilanza nei parchi, aiutano i bambini ad attraversare la strada al mattino per andare a scuola, sono un supporto fondamentale per le famiglie, sarebbe necessario innanzitutto riconoscere un contributo a questa associazione, poi valutarlo anche per altre. Magari si potrebbe prevedere, come ha detto il Consigliere Marinelli, nel bilancio 2 o 3 milioni per tutte le associazioni di volontariato oppure delle risorse in base ai progetti ed ai servizi prestati.
Certo è che tra queste 340 organizzazioni presenti nelle quindi Marche, a cui ha fatto riferimento l'Assessore, alcune hanno già delle risorse da parte della Regione Marche, attraverso bandi o stanziamenti diretti, hanno già un sostegno importante da parte della Regione, mentre l’Associazione nazionale Carabinieri non ha mai avuto nulla direttamente dalla Regione, nonostante ci siano 87 sezioni territoriali attive e 12.000 iscritti, che molte volte pagano autonomamente la benzina per le auto e le spese di spostamento, un minimo di sostegno da parte di questa Regione lo ritengo doveroso.
Valutare poi il sostegno anche alle altre associazioni ci vede favorevoli, ma, come ha detto il Consigliere Biancani, non possiamo dire sì a tutti per poi ridurci a non dare niente a nessuno.
Chiedo intanto di approvare questa mozione così come è stata presentata a favore dei volontari dell’Associazione nazionale Carabinieri, poi se vorrete proporre altre associazioni che ritenete meritevoli di sostegno ci troverete favorevoli, sicuramente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Vorrei precisare due cose che forse sono sfuggite nelle premesse narrative e che diciamo a voce: nell’emergenza l’Associazione nazionale Carabinieri ha contribuito anche nel terremoto del 2016 nel cratere sismico, si è ricordato soltanto quello del 1997; un’altra cosa che vorrei specificare prima di dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico, è che non hanno sopperito alle carenze delle istituzioni, soprattutto durante il periodo della neve, cosa che è stata dichiarata prima, ci tengo particolarmente in quanto è stato un momento veramente doloroso e le istituzioni erano tutte presenti, lo posso dire perché io ero presente in tutta la zona terremotata ed i Sindaci erano i primi a spalare la neve, di tutti i colori politici, ed a soccorrere i cittadini. Quella è stata una situazione drammatica e tragica, ricordo che avevamo 3.000 famiglie senza energia elettrica. Mi sembra giusto ribadire questa cosa nei confronti di tutti quei Sindaci e di tutti noi che ci siamo impegnati tutti insieme, soprattutto con le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo, a soccorrere non solo le persone, ma anche gli animali e non è un caso che nel cratere sismico delle Marche erano presenti 24.700 capi bovini e dopo la neve ed il terremoto si contavano soltanto 40 capi morti. E’ un orgoglio per noi come si è mossa la protezione civile regionale e le associazioni, lo voglio ricordare.
Voto favorevole poiché l’obiettivo è condiviso dal gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Innanzitutto voglio ringraziare di cuore i Consiglieri del Partito Democratico che chiedono fondi per una associazione importante qual è l’Associazione nazionale Carabinieri, con cui noi tutti abbiamo rapporti. Tutti noi abbiamo stima nei confronti delle Forze dell’ordine. Gli iscritti all’Associazione nazionale Carabinieri sono per il 90% Carabinieri in pensione, persone che hanno prestato il proprio servizio per lo Stato italiano a difesa e per la sicurezza di tantissimi cittadini.
Fa un po’ sorridere che il Partito Democratico chieda fondi per l’Associazione nazionale Carabinieri, forse c’è qualche amicizia personale in una zona, su Pesaro, presumo, è normale, lo capisco. Fa sorridere perché negli interventi dei Consiglieri del PD non ci sono state parole di condanna, ad esempio, sulla proposta del 2019 di XY, che è la prima firmataria, che chiede di mettere dei codici sui caschi degli agenti di polizia, dei carabinieri. C’è una certa dissonanza, i Carabinieri quando vanno in pensione sono bravi e bisogna finanziarli, quando sono al lavoro magari sono cattivi e vanno in giro a picchiare i no global ed altri.
Fa sorridere questa dissonanza tra le proposte del PD nazionale e locale, noi siamo contenti, ne prendiamo atto e ci fa molto piacere.
Non so se la Consigliera Vitri ricorda - tra i firmatari ci sono un ex Assessore, il Consigliere Cesetti, ed un ex Consigliere di Pesaro, il Consigliere Biancani – nei cinque anni precedenti quanti fondi sono stati dati all’Associazione nazionale Carabinieri, questo poteva essere messo nella premessa della mozione, non so se i fondi erano stati messi solo per qualche sezione amica dell’Associazione nazionale Carabinieri piuttosto che di altre.
Noi crediamo che le associazioni, seppur fanno un grande lavoro …
Tutti quanti concordiamo, non solo chi ha fatto il Sindaco nei piccoli Comuni, ma chi come noi viene dalla pubblica amministrazione, dagli enti locali, dai Consigli comunali, sul grande lavoro che fa l’Associazione nazionale Carabinieri - ci invita alle sue manifestazioni - soprattutto per il grande supporto che dà alle amministrazioni locali, ci mancherebbe altro.
Non bisogna pensare ai 50.000 euro in Tabella E, che voi chiamate marchettificio, non so se era una marchetta nascosta all’interno di questi fondi che avevate richiesto sul bilancio per qualche sede amica, per qualche ex iscritto al PD che oggi milita nell’Associazione nazionale Carabinieri in provincia di Pesaro. Questo non lo so, lo chiedo a voi, però credo che su questo va fatta una riflessione importante non solo per l’Associazione nazionale Carabinieri, ma per il rispetto del ruolo delle forze dell’ordine oggi e sempre. Soprattutto credo che le associazioni di volontariato vadano tutte coinvolte allo stesso modo e non si può risolvere con una mozione e con una proposta di fondi ad hoc per l’Associazione nazionale Carabinieri, che condivido. Ci tengo che non solo l’Associazione nazionale Carabinieri possa avere dei fondi, non per fare un piacere ad un amico o a qualche iscritto del PD che sta all’interno dell’Associazione nazionale Carabinieri, che forse potrebbe esserci, ma per dare un supporto al territorio insieme ai Sindaci, insieme alla protezione civile. Questo credo che sia scontato.
Proprio per questo sono dispiaciuto perché questa mozione un po’ squalifica, magari può essere utile per andare sulla stampa e dire che la Giunta, la maggioranza non ha voluto dare 50.000 euro all’Associazione nazionale Carabinieri, ma noi rispondiamo che coloro che chiedono 50.000 euro per l’Associazione nazionale Carabinieri sono gli stessi che per le Forze dell’ordine in servizio fanno delle proposte di legge che prevedono la segnalazione con dei cuoricini numerati per essere riconoscibili e identificabili, magari quando vanno alle manifestazioni del 25 aprile e vengono picchiati dai compagni, che oggi ancora vi sostengono, grazie a Dio sono sempre di meno. Quindi quando diventano pensionati bisogna finanziarli.
A prescindere da questo, Fratelli d’Italia è contraria a questa mozione perché abbiamo capito che è utile, la leggeremo domani e dopodomani sui giornali, per fare un po’ di propaganda politica, che lasciamo a voi. Noi facciamo i fatti e ovviamente i numeri lo dimostrano. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 221. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Vitri, Biancani, Casini.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ruggeri, Vitri.
Contrari: Acciarri, Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Bilò, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Serfilippi.
Astenuti: Santarelli.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 180
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi
“Proposta di modifica DGR n. 1038 del 9 luglio 2012 istitutiva dei nidi domiciliari”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 180 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi.
La discussione è già stata fatta e la mozione è stata rimandata su richiesta dell’Assessore per verificare se la stessa poteva incappare in qualche impedimento a causa della normativa regionale.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi, Pasqui. I sottoscrittori della mozione modificano il testo togliendo il primo capoverso del dispositivo: “a ripristinare in toto i contenuti della DGR 1197/2011”, quindi rimane la seconda parte “a modificare la DGR 1038 del 2012 portando da 5 a 7 il numero dei bambini per educatore e da 3 a 5 il numero dei bambini per operatore nel caso in cui sia presente un neonato di età fino a 12 mesi”.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Voglio intervenire sulla mozione. L'emendamento è arrivato solo adesso: Il primo capoverso direi che è pleonastico visto che si parla dell’inserimento dei contenuti di una delibera che è stata cassata perché non conforme alle modifiche del d.lgs.
Presidente se non interessa a lei …
PRESIDENTE. No, stavo guardando. Lei può fare l’intervengo, io la seguo con le orecchie e stavo guardano la mozione. Prego.
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Questo non mi sembra un giudizio che si possa accettare ….
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Il Consiglio è svolto nelle modalità consuete, non credo che ci sia la possibilità di dire una cosa diversa. Se vuole fare l’intervento è a disposizione.
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Benissimo.
Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi, Pasqui. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. La mozione ancorché emendata lascia dei problemi, quali l'utilizzo e l’uso dei nidi domiciliari, che spesso sono l'abitazione dell'operatrice. Che ci siano delle competenze maggiori e che la legge se ne sia occupata con il d.lgs. 65/2017 è giusto, per cui condivido che non debba essere revocata la norma che era stata introdotta proprio perché conforme al decreto 65/2017, che ha disciplinato sia l'accesso alla professione di educatore dei servizi educativi dell'infanzia che ai servizi educativi del nostro caso.
Per quello che riguarda il secondo punto, noi siamo contrari a ridurre il numero di operatori per bambino o viceversa, nel senso che è chiaro che un servizio per la prima infanzia, riducendo il numero degli operatori, è meno attento. Siamo contrari e da questo punto di vista ci sembra anche molto strano che venga proposto di aumentare il numero dei bambini e di ridurre il numero degli operatori.
Guardo tutti i presenti e chiedo: per quale motivo noi dobbiamo approvare una mozione che riduce la qualità del servizio che eroghiamo, che riduce il rapporto tra bambini e operatori? Un conto è la qualità dell’operatore, sulla quale siamo tutti d’accordo, che comunque la precedente Giunta nel 2017 aveva conformato.
Sul contributo siamo d'accordo, non si nega assolutamente un contributo ulteriore su un tema come questo, ma sulla riduzione del numero degli operatori siamo assolutamente irremovibili, quindi il nostro voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche noi come Movimento 5 Stelle siamo contrari a questa proposta, soprattutto in riferimento, come ha detto giustamente la Consigliera Casini, al primo punto perché secondo noi si abbassano gli standard di sicurezza, quindi andrebbe a discapito dei bambini e anche della tranquillità della famiglia. Motivo per cui il voto, se resterà così il testo, sarà negativo. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 180, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli
“Recupero e risanamento delle cave fluviali”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli. Anche su questo atto l’Assessore Aguzzi nella seduta del 20 giugno aveva indicato di verificare alcune situazioni che riguardavano il dispositivo della mozione, in questo caso si è proceduto fare un emendamento.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Santarelli, Rossi, Marcozzi, Pasqui: “Al primo capoverso sostituire le parole ‘verifica ispettiva’ con la parola ‘ricognizione’”, poiché non spetta alla Regione esercitare la funzione di verifica ispettiva, bensì agli enti locali. Invece il secondo capoverso viene riformulato: avviare progetti di valorizzazione delle cave dismesse recuperate per turismo naturalistico, parchi fluviali, eccetera, tenendo sempre presente che quando l’amministrazione pubblica sceglie con chi operare deve attenersi ad una procedura pubblica ben precisa. La mozione era stata discussa l’altra volta.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Sull’emendamento noi votiamo contro perché i progetti di valorizzazione delle cave recuperate sono stabiliti per norma, approvare, quindi, una mozione che ha un obiettivo già definito da una norma crea soltanto preoccupazione e anche poca chiarezza interpretativa.
PRESIDENTE. Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Santarelli, Rossi, Marcozzi, Pasqui. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto la Regione Marche ha la legge n. 71/1997, che stabilisce cosa sono le attività estrattive, quali sono, dove si possono svolgere, soprattutto stabilisce che deve essere redatto un Piano delle attività estrattive regionale e i Piani delle attività estrattive provinciali.
Tutto questo è stato fatto, ma nelle linee guida approvate dalla Regione Marche per la classificazione delle cave, Presidente Latini, non esiste la definizione di cava fluviale in quanto è un ossimoro, dato che è vietato dalla legge, dal 1990, cavare ghiaia in alveo. Se lei mi parla di fluviale intende quanto meno le aree vicine, ma nelle aree vicine fino a 10 metri dal piede dell’argine o dalla sponda è vietata l’aratura, fino a 50 centimetri …, quindi, se nell'alveo non si possa cavare, nei 10 metri dalla sponda o dall'argine non si può arare, se non fino a 50 centimetri, presumo che ci troviamo sul terrazzo fluviale, nel quale è interdetta l'attività di cava dal piano paesaggistico regionale, che dal 1990 vieta all'interno di ambiti di tutela dei corsi d'acqua le attività estrattive.
Ma se ciò non bastasse, se non volessimo pensare al P.P.A.R., potremmo andare a vedere se il Piano di assetto idrogeologico consente le cave. Il Piano di assetto idrogeologico non consente le cave all'interno degli ambiti di tutela, che sono piuttosto ampi, tra l’altro sono perimetrati, per cui mi chiedo: se lei conosce questa fattispecie perché non l’ha denunciata. Se esiste una cava all'interno di questi ambiti verosimilmente di ghiaia o di sabbia, vorrei sapere per quale motivo non è stata denunciata.
Un'altra cosa che le vorrei dire riguarda il censimento delle attività estrattive, a proposto di Carabinieri forestali, che viene fatto da molti anni, dagli anni ‘80 viene fatto il censimento delle cave di ogni tipo nella regione Marche. Le cave dismesse, l'Assessore Aguzzi lo saprà sicuramente, sono 1.130 e per le cave dismesse il Piano regionale delle attività estrattive stabilisce il recupero, come viene fatto, se viene fatto.
Nel caso in cui si estraesse materiale dalle cave, siano esse lapidei, siano esse di materiali di conglomerati, si va a valutazione d'impatto ambientale e ci sono delle destinazioni ben precise. La cosa importante, invece di cavare ghiaia, sarebbe, come ci suggerisce l’Europa, trasformare in economia circolare il recupero degli inerti che provengono da demolizioni in edilizia, questo è quello che dovremmo fare.
Allora, per quello che riguarda il recupero delle cave dismesse, i progetti che interessano i siti di cave dismesse non recuperati e non rinaturalizzati, dobbiamo anche vedere queste cave dove sono, se non sono state rinaturalizzate, se non sono state recuperate e sono state autorizzate dopo il 1997. C'è da dire, siccome di solito le concessioni delle cave durano 10 anni, se le cave sono aperte dal 1997 in poi e non sono state recuperate, che anche questo è un reato perché quando si rilascia l’autorizzazione all’attività estrattiva si rilascia anche il progetto di recupero, che va esso stesso a valutazione di impatto ambientale.
Credo che questa norma sia scellerata e difforme dal P.P.A.R., dal P.A.I., inoltre, ripeto, il Piano che sta sistemando adesso l'Assessore Aguzzi, mi dicono che stia redigendo il nuovo Piano delle attività estrattive, non potrà prevedere in alveo nulla. Ricordo al Presidente che esiste addirittura un catasto delle cave che è stabilito per legge, ripeto, la legge 71/1997. Fermamente convinti che sia molto pericoloso le destinazioni che lei propone, che sono …
PRESIDENTE. La Consigliera Casini mi ha chiesto cosa si intende per cave fluviali nell’ambito della mozione, per cave fluviali si intende quanto della norma, nel senso più autentico si possa interpretare, quindi inseribile nell'ambito del P.P.A.R. e P.A.I..
Per quanto riguarda il discorso delle cave dismesse, quelle che interessano la mozione sono legittime, fuori dall'ambito della procedura di reato e in qualche modo ancora non interessate da una loro riqualificazione o recupero.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Chiedo la votazione per appello nominale, anche a nome dei Consiglieri Carancini e Mastrovincenzo.
PRESIDENTE. Mozione 191, così come emendata. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Casini, Carancini, Mastrovincenzo.
Favorevoli: Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Livi, Marinelli, Menghi, Pasqui, Rossi.
Contrari: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri.
Astenuti: Lupini.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14:50
La seduta inizia alle ore 10:30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 116 dell’11 luglio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 115 del 4 luglio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Commemorazione On. Arnaldo Forlani
Prima di iniziare i lavori della seduta odierna vi prego di ascoltare quanto ho da dirvi anche perché concordato con Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
A nome del Consiglio regionale esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia dell’On. Arnaldo Forlani scomparso pochi giorni fa, all’età di 97 anni.
Arnaldo Forlani è stata la più alta e duratura personalità istituzionale che la nostra regione ha espresso dal secondo dopoguerra del secolo scorso ad oggi.
Ridurre l'immagine di Forlani all'ultimo periodo del suo impegno politico attivo ed alle vicende giudiziarie conseguenti è ingiusto.
L’On. Forlani ha sostenuto la spinta del centro-sinistra di degasperiana memoria, della DC, ed ha portato la seconda generazione politica a governare e ad avere la responsabilità di governo in un periodo davvero difficile, come negli anni ’70.
Ugualmente è stato promotore di un sistema stabile di alleanze di partiti alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, è promotore e progenitore della situazione che poi si è sviluppata a seguito della seconda Repubblica, delle vicende politiche che attengono dal 1994 ad oggi.
Per questo desidero esprimere le nostre condoglianze, le condoglianze di tutti voi, dell’intero Consiglio regionale dell’Assemblea legislativa, alla famiglia, ai suoi amici più cari, a coloro che l’hanno conosciuto, che hanno visto il suo impegno e segnalare come la parte più importante della sua vita, dedicata al servizio della comunità attraverso la politica, ritengo, l’abbia passata negli ultimi trent’anni, quando uscendo di scena lo ha fatto in estremo silenzio, dimostrando quanto era atteso al suo servizio per la comunità.
Vi chiedo un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Interrogazione n. 867 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri
“Rifinanziamento della legge regionale n. 15 del 27 giugno 1973 “Concessione di un
contributo annuo all'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle
Marche (oggi Istituto Storia Marche)”
Interrogazione n. 868 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini
“Finanziamento Istituto Storia Marche”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 867 – a risposta immediata – dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri e l’interrogazione n. 868 – a risposta immediata – dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Il finanziamento dell'Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche è disposto da apposita legge regionale n. 15 del 27 giugno 1973. L'Istituto è stato finanziato negli anni con continuità per la sua attività scientifica e culturale prevedendo nel contributo ad esso assegnato anche un sostegno finanziario a favore degli Istituti provinciali che costituiscono la rete regionale e che contribuiscono alla più capillare diffusione nelle Marche dei valori e contenuti culturali che la legge prevede.
Con la legge regionale n. 39 del 29 dicembre 2017 (Tabella B) era stato autorizzato per gli anni 2018/2020 il rifinanziamento, a favore dell'Istituto Storia Marche di Ancona, degli interventi previsti dalla sopra indicata legge regionale per un importo di 25.000 euro a valere sull'annualità 2018.
Con delibera di Giunta regionale n. 500 del 16 aprile 2018 sono stati approvati i "Criteri generali e le modalità di concessione e liquidazione del contributo all’Istituto Storia Marche” prevedendo, ai fini della liquidazione, che l'Istituto, a conclusione delle attività di progetto, producesse specifica documentazione comprovante le attività svolte e le spese sostenute negli anni di riferimento.
Mentre le attività relative alle annualità 2018 e 2019 hanno trovato regolare esecuzione e rendicontazione, per l'annualità 2020 il contributo risultava solo parzialmente utilizzato. Liquidate le spese rendicontate al 31 dicembre 2020, la cifra residua impegnata precedentemente è stata pertanto reimputata al bilancio 2021 per un importo di 53.425,32 euro. Ciò anche rispondendo a quanto indicato dalle disposizioni amministrative.
Nella documentazione prodotta al 2020 il Presidente dell'Istituto evidenziava le difficoltà per lo svolgimento delle attività programmate legate alla perdurare della pandemia e come gran parte delle risorse fossero state destinate al trasloco e alla messa in sicurezza del patrimonio bibliotecario ed archivistico dell'Istituto a seguito del verificarsi di una situazione che aveva precluso all'Istituto stesso la possibilità di fruire dei locali di Palazzo Camerata.
Pertanto, alla luce delle considerazioni esposte, è stata accordata la possibilità di portare avanti le attività previste dal progetto nel corso del 2021 in modo da poter realizzare e terminare le attività previste e non completate a causa della situazione di emergenza sanitaria.
Con DDPF n. 369/2021 e .n 30/2022 si è proceduto alla liquidazione delle cifre previste a conclusione delle attività progettuali rendicontate. Accanto alla conclusione della progettualità triennale prevista restava la necessità, seppur con progettualità ancora in parte limitata dal protrarsi dello stato emergenziale sanitario, di intervenire a sostegno della prosecuzione delle attività scientifico-culturale dell'Istituto che si è comunque sviluppata lungo tutto il 2021.
A tale scopo la legge regionale di assestamento di bilancio n. 33 del 2 dicembre 2021, Tabella B, ha disposto di assegnare all'Istituto in parola un contributo annuale per la sua attività prevista dalla legge regionale n. 15/1973 di 20.000 euro, annualità 2021, finalizzato al proseguimento delle iniziative culturali dell'Istituto.
Secondo quanto disposto ai sensi della legge regionale n. 33/2021, Tabella B, si è proceduto, quindi, con DDPF n. 555 del 24 dicembre 2021 all’assegnazione del contributo previsto. L'Istituto ha inviato la documentazione comprovante l'attuazione e la conclusione delle attività 2021.
L'Istituto ha poi partecipato al bando relativo ad “Azioni di valorizzazione degli archivi storici dei partiti politici, dei movimenti politici, di personalità politiche e dei sindacati”, ai sensi della legge regionale n. 26/2009, il progetto si è concluso e il contributo previsto di 4.800 euro è stato regolarmente erogato.
Stante il budget a disposizione, in considerazione anche delle difficoltà che si sono verificate in seguito dell'alluvione del 15 settembre 2022, che evidentemente hanno richiesto sacrifici anche nell'ambito delle politiche culturali regionali, abbiamo dovuto fare scelte prioritarie con la consapevolezza che sarebbero state scelte difficili.
Tutto ciò premesso, i due Assessorati (bilancio e cultura) si impegnano a trovare quanto prima (in sede di variazione o assestamento) risorse che vadano a rifinanziare la legge regionale n. 15/1973 in maniera tale da consentire la prosecuzione delle attività dell'Istituto di Storia Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Come detto questa mattina sulla stampa dal Presidente dell’Istituto, penso che sia avvilente chiedere ogni volta contributi che sono davvero pochi spiccioli rispetto ad un percorso che, come lei, Assessore, ha ricordato, è incardinato su una legge del 1973, che ne deve sostenere l’attività.
Oggi siamo ad un bivio, nel senso che la Giunta, il Governo di questa Regione mette l’Istituto nelle condizioni ...
Tolgo tutta la premessa, Assessore, perché oggi siamo costretti a fare due interrogazioni. Abbiamo fatto gli emendamenti in fase di bilancio, li abbiamo fatti in fase di assestamento, abbiamo fatto le mozioni, abbiamo fatto le interrogazioni per sostenere un diritto di cui la Giunta deve assolutamente farsi carico. Quindi, o decide che l’Istituto, per mille ragioni, spero che non siano quelle politiche poiché ricordo qui il Giorno della Memoria con l’Istituto che ha organizzato e dato il proprio contributo ..., o si ritorna a finanziarlo in maniera seria a bilancio, mettendo la cifra che serve, che deve essere ovviamente argomentata e rendicontata, oppure decidiamo e assumiamoci la responsabilità di farlo chiudere. Questo è quello che deve essere fatto sul piano politico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Al di là dell’impegno, Assessore, la sua risposta non ci soddisfa perché, ha detto bene il Consigliere Mangialardi, qui servono risposte concrete che ancora non ci sono.
Ricordo che questo Istituto è un patrimonio per tutta la nostra regione, 40.000 volumi di storia contemporanea, un’emeroteca di 2.000 testate, un archivio di notevole interesse storico riconosciuto dalla Soprintendenza; ricordo anche al Presidente del Consiglio regionale, che questo istituto ha collaborato con la nostra Regione e con il Consiglio regionale per tutti gli anni scorsi, l’ha detto il Consigliere Mangialardi, per il Giorno della memoria, per il 50º della Regione Marche, per il famoso tema delle pietre d’inciampo, che voi puntualmente continuate a non ricordare.
Rammento a voi che nel corso degli anni avete finanziato con 50.000 euro la legge per il saltarello, con 50.000 euro il progetto per le luminarie di Castelraimondo, con migliaia di euro la recinzione per il ruzzodromo di un paese della provincia di Macerata, credo che sia questione di scelte ed oggi questo impegno è così molto poco concreto. E’ evidente che vorremmo anche delle cifre per dar conto alle richiesta di 5.000 e oltre persone che hanno firmato una petizione, sono cittadini marchigiani.
Ricordo che presso l’Istituto vengono anche da fuori regione per consultare libri e testi che non si trovano in altre parti d’Italia, allora mi auguro che l’impegno sia mantenuto e che lo sia nel più breve tempo possibile. Non c'è più tempo, se non lo manterrete ne risponderete davanti alla comunità marchigiana. Grazie.
Interrogazione n. 869 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini,
Mastrovincenzo, Vitri
“Tutela del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 869 – a risposta immediata – dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il diritto all'oblio per le condizioni di salute già esiste nell'ordinamento giuridico poiché è individuato dall'articolo 17 del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea. Sappiamo che i regolamenti sono atti che hanno immediata efficacia nei Paesi destinatari.
C’è da tener conto che l’amministrazione condivide questa istanza, c’è piena consapevolezza da parte dell'Assessorato alla sanità, ma soprattutto c'è piena consapevolezza della sensibilità dei cittadini verso quello che è il nucleo fondamentale della privacy, cioè le condizioni di salute.
Il diritto all'oblio può essere anche riconosciuto, dettagliano nell’esercizio, attraverso un atto normativo che non può che essere di rango statale, quindi, da parte dell’Assessorato alla sanità e della Giunta regionale indirizzeremo un atto di sollecitazione al Governo e porteremo questo tema in sede di Conferenza delle Regioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Anche oggi mi soddisfa la risposta dell’Assessore Saltamartini, questo mi preoccupa un po', al di là della questione personale in cui il rapporto è ottimo da sempre.
Sono soddisfatto per l'impegno dell’Assessore Saltamartini di sollecitare il Governo e di portare la questione alla Conferenza delle Regioni.
Gli chiederei, magari, se lo dovesse ritenere, come chiediamo noi nell’atto, una lettera ai Presidenti di Camera e Senato ed ai Presidenti dei gruppi parlamentari perché c'è una discussione in Parlamento, ci sono molte proposte di legge, tra l'altro nella seduta del 28 giugno la Commissione affari sociali ha adottato un testo base all'unanimità.
Ovviamente c'è questa consapevolezza da parte del Parlamento e credo che sia importante far sapere e far conoscere cosa pensa la Regione Marche su questo argomento.
Perché questa interrogazione a risposta immediata? Noi avevamo presentato una mozione, l’aveva presentata se non sbaglio anche la Consigliera Ruggeri, però non risulta calendarizzata nel mese di luglio, da qui, affinché non cadesse nel dimenticatoio, la risposta immediata.
Interrogazione n. 870 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Chiarimenti in merito alla mancata erogazione delle borse di studio per l’anno scolastico 2021/2022”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 870 – a risposta immediata – della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione n. 870, presentata in data 6 luglio 2023, ad iniziativa della Consigliera Ruggeri, è bene ricordare che nessuna borsa di studio relativa all'anno scolastico 2021/2022 è stata erogata nel territorio nazionale. A tal proposito si precisa che l'azione di richiesta di tale adempimento da parte del Dicastero competente viene portata avanti collettivamente da parte di tutte le Regioni italiane nelle sedi competenti, visto che la mancata erogazione delle suddette borse di studio è un problema che riguarda tutto il territorio nazionale e tutte le Regioni.
Nelle riunioni e nei momenti di confronto che le Regioni italiane collettivamente, attraverso i coordinamenti tecnici della Conferenza Stato-Regioni, hanno avuto con il Ministero dell'istruzione e del merito, è stato più volte ripetuto che gli utenti stanno chiedendo presso i Comuni e presso gli Uffici regionali ripetutamente e legittimamente l'erogazione della provvidenza di cui hanno acquisito diritto.
A questo proposito sono state richieste da parte delle Regioni al Ministero competente le ragioni di questo ritardo e, altresì, la possibilità di poter gestire autonomamente i pagamenti a livello regionale con il trasferimento delle risorse, come per la procedura relativa alla fornitura dei libri testo di cui alla legge n. 448/1998.
Il Ministero dell'istruzione e del merito, dopo aver spiegato le ragioni del ritardo che riguardano il circuito finanziario Ministero/Poste italiane e che non sono sicuramente di facile soluzione, ha invitato le Regioni italiane a pazientare alcuni mesi allo scopo di implementare un sistema di erogazione delle borse di studio alternativo, in modo da poter superare le problematiche insorte con Poste italiane S.p.A.
Allo stesso tempo, il Ministero dell'istruzione e del merito ha dichiarato la non possibilità di poter delegare alle Regioni italiane il pagamento agli utenti delle medesime borse di studio perché la normativa del D. Lgs n. 63 del 13 aprile 2017 stabilisce espressamente che sia il Ministero competente a gestire in prima persona gli emolumenti delle provvidenze in oggetto.
Peraltro, il Ministero dell'istruzione e del merito, in tutte le interlocuzioni intercorse con le Regioni e con il coordinamento nazionale per materia, ha assicurato che nessun utente potrà mai perdere il diritto acquisito attraverso la legittimazione alla borsa con l'appartenenza agli elenchi regionali che ogni Regione ha inviato nei termini richiesti allo stesso Ministero per l'anno scolastico 2021/2022.
Il Ministero dell'istruzione e del merito ha comunque sottolineato che ogni indicazione verrà pubblicata sul link dedicato, che se vuole le giro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta che sinceramente non mi vede pienamente soddisfatta in quanto, lo ha sottolineato anche lei, i fondi che la Regione Marche ha avuto nella misura di 1 milione per le borse di studio del 2021 e del 2022, riguardano …, visto che si parla di borse di studio che vanno corrisposte a famiglie con Isee intorno ai 10.000 euro, stiamo parlando di famiglie che hanno veramente bisogno di questi soldi per comprare libri, per i trasporti, eccetera. All’incirca stiamo parlando, facendo i conti, 1 milione diviso 200 euro, che è la cifra che gli studenti meritevoli riescono ad avere, di circa 5.000 famiglie, che non sono sicuramente poche e, come ho detto prima, hanno bisogno della liquidazione di queste borse di studio.
Come è successo a me immagino che sia successo anche all'Assessore, di ricevere tante richieste perché l'informazione purtroppo non passa su quello che sta succedendo. Tra l'altro la Giunta ha emanato ad aprile i nuovi criteri per l'assegnazione dei fondi per l'anno 2022/2023, quindi mi permetto di dare un paio di suggerimenti: ci vorrebbe una circolare che parta dalla Regione rivolta ai Comuni che si facciano carico di informare gli studenti meritevoli di cosa sta succedendo, che non stanno perdendo i soldi, ma per motivi che non dipendono purtroppo direttamente da noi c'è difficoltà nel corrisponderli.
Interrogazione n. 871 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi
“Ripristino finanziamento regionale del progetto speciale ‘Capitale italiana della cultura 2024’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 871 – a risposta immediata – dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Gentili Consiglieri, come ricordato, il 16 marzo 2022 Pesaro è stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2024. Un traguardo molto importante non soltanto per la città, ma per l'intero territorio e per la Regione Marche. In occasione delle audizioni, la Regione Marche e in particolare l'ex Assessore regionale alla Cultura aveva manifestato l'intenzione di voler sostenere gli sforzi sostenuti per le candidature. Un impegno pari all'importo di 1 milione di euro volto evidentemente a premiare le due progettualità marchigiane entrate a far parte delle 10 città finaliste. Impegno tra l'altro ribadito sulla stampa anche nell'immediato della vittoria di Pesaro. Cito testualmente da uno degli articoli apparsi sulla stampa: “La Regione - aveva rimarcato l'ex Assessore - è pronta a sostenere entrambe le due città. Dobbiamo ripartire dalla cultura e possiamo farlo grazie alla qualità delle nostre proposte e dei nostri progetti”.
Un'indicazione supportata anche dal Sindaco di Pesaro, che aveva raccolto lo spirito di quella dichiarazione: “Ascoli è una città sorella, come noi marchigiana, avevamo detto che sarebbe stata una candidatura di gruppo e chiunque di noi avrebbe vinto avrebbe condiviso la vittoria”.
Parte di questa quota, per la precisione 500 mila euro, è già stata impegnata a valere sul bilancio 2024, somma prevista nei capitoli di spesa 2050210048 e 2050210031.
Per rispondere a quando richiesto nell'interrogazione questa Giunta manterrà l'impegno preso di garantire la restante quota. Abbiamo già previsto infatti di integrare con ulteriori 500 mila euro le risorse in sede di assestamento convinti che progettualità così ambiziose siano un'opportunità di crescita per la nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Ricordo, essendo anche in Commissione cultura, che in realtà la Giunta regionale aveva già messo 1 milione di euro, all’epoca l’attuale Assessore Biondi faceva parte della Commissione, dopodiché è stato chiesto di spostare 500.000 euro per altre esigenze che la Regione in quel momento riteneva più immediate. Oggi siamo arrivati a cinque mesi, che mancano al 2024, per Pesaro capitale della cultura 2024 e ancora i 500.000 euro, che sono stati portati in altri capitoli, cosa alla quale ero ovviamente contrario, non sono stati ripristinati. Mi auguro che con la variazione di bilancio di cui parla l’Assessore Biondi, e non ho motivo di non crederci, saranno ripristinati quanto prima. Sono in Commissione bilancio e la variazione di bilancio attualmente non mi risulta che sia stata approvata dalla Giunta e non è ancora iscritta all'ordine del giorno della I Commissione, quindi il rischio è di approvare la variazione di bilancio dopo l'estate e questo comporterà una mancanza di garanzie da parte dell'amministrazione comunale di Pesaro, che a tutt’oggi comunque a bilancio ha 500.000 euro e non 1 milione.
Come ben sa le cose vanno programmate, i soldi bisogna averli in tasca per poter organizzare le iniziative, fin quando non li hai possono arrivare, come non arrivare.
Voglio anche ricordare che la Regione Marche ha deciso di nominare la capitale della cultura marchigiana anno per anno, quest’anno per ovvi motivi è stato scelta Ascoli Piceno e mi risulta che i 100.000 euro che servivano ad Ascoli sono già stati stanziati, non capisco perché Pesaro che ha avuto il riconoscimento nazionale ancora non li abbia.
Interrogazione n. 873 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini
“Urgente revisione della tempistica di analisi degli screening della cervice uterina nei distretti di Fano e Urbino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 873 – a risposta immediata – dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rispondere alla Consigliera Vitri riferisco che il pap test di giugno per Fano e Urbino è stato processato da un’azienda privata, è stato effettuato un affidamento esterno ed i ritardi sono stati tutti recuperati.
Dal 26 giugno lo screening alla cervice uterina con sistema HPV invece viene eseguito in tutta la regione, i campioni sono portati all’anatomia patologica dell’Ast di Ancona/Senigallia e sono processati dalla struttura ospedaliera di Fabriano. Non si registrano ritardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Questa mia interrogazione a risposta immediata chiedeva un chiarimento in quanto il Commissario XY ed il Subcommissario si erano presi l’impegno già nel mese di aprile di intervenire cambiando il modo di processare i pap test effettuati nelle zone di Fano e Urbino in quanto si era creata una vera e propria disparità, come se ci fossero donne di serie A e donne di serie B nella provincia di Pesaro Urbino.
Colgo l’occasione per ringraziare l’Assessore di questa risposta e per l’intervento effettuato, anche per evidenziare che forse non è proprio corretto esternalizzare l’analisi degli screening perché se a Pesaro l’analisi viene effettuata internamente, credo che la stessa cosa dovrebbe avvenire nell’Azienda sanitaria territoriale 1 di Fano e Urbino.
Ora lei può rispondermi sui costi che si devono sostenere per esternalizzare questo servizio del Sistema sanitario pubblico, ma ovviamente deduciamo non siano gli stessi.
Sulla tempistica sono soddisfatta della risposta, ma in generale sul servizio direi proprio di no dato che non capisco come mai a Pesaro riescono a processarli internamente, con una risposta media di due mesi - anche qui devo evidenziare che dovrebbero essere circa tre settimane - mentre a Fano Urbino per diverso tempo si è arrivati ad attendere quasi 8 mesi.
Esternalizzando il servizio si è risolto il problema, le chiedo di farsi carico di valutare l’analisi internamente, al tempo stesso vorrei farle notare che purtroppo la risposta di screening gratuiti è solo del 20%. Ho presentato un atto che la invita a valutare per risolvere questa problematica e agevolare la risposta alle donne.
Interrogazione n. 872 – a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Iniziative straordinarie ed urgenti per il recupero delle prestazioni sanitarie prioritarie non erogate durante la pandemia da Covid, con particolare riferimento ai ricoveri chirurgici programmati, alle prestazioni ambulatoriali e agli screening oncologici”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 872 – a risposta immediata – della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La Consigliera Lupini nel porre questa interrogazione chiede di illustrare i dati relativi agli investimenti sul recupero delle liste d’attesa precedentemente stanziati dallo Stato.
Era già emerso questo tema sui giornali, sulla stampa, per quanto riguarda un rapporto Gimbe, tuttavia i dati che erano stati presi in esame da questo rapporto erano totalmente e diametralmente opposti tra le varie Regioni, nel senso che alcune Regioni avevano effettuato questo monitoraggio sulla base solo degli investimenti che erano stati erogati dal Ministero e altre Regioni invece avevano fornito un resoconto relativo agli investimenti anche con risorse interne, in particolare con il fondo Balduzzi.
A seguito della pubblicazione del rapporto Gimbe ci sono stati degli incontri, che hanno avuto luogo l’8 ed il 30 giugno, con il gruppo tecnico delle Regioni dell’area assistenza territoriale del Ministero e proprio il Ministero ha richiesto alle Regioni una pulizia delle liste, nel senso che dovranno essere forniti dei dati omogenei, comprensivi di tutti gli investimenti necessari per il recupero delle liste d’attesa.
Ciò premesso e tenuto conto che la nostra Regione è perfettamente in linea con i dati ministeriali, informo l'Assemblea che proprio ieri è stato approvato dalla Giunta regionale un provvedimento con cui si stanzia lo 0,3% del bilancio del Fondo sanitario nazionale, corrispondente a 9 milioni per il recupero di queste prestazioni. Questa somma è stata ripartita tra le varie Aziende e si conta di cogliere l’obiettivo, che è quello di garantire le prestazioni che sono state rinviate durante i periodi relativi al Covid. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Io facevo riferimento alla pubblicazione di Gimbe dei giorni scorsi che chiaramente ha destato nei marchigiani e nelle marchigiane una preoccupazione viste le percentuali pubblicate.
Lei adesso ci rassicura dicendo che siamo in linea, però credo che vadano messe in campo delle misure, delle iniziative puntuali e straordinarie quanto mai urgenti perché sappiamo che abbiamo del tempo perduto da recuperare con la massima urgenza. Parliamo di ricoveri chirurgici programmati, che sono rimasti indietro, di prestazioni specialistiche ambulatoriali e sottolineo con particolare preoccupazione gli screening oncologici, di cui abbiamo parlato anche pochi minuti fa con l'interrogazione della collega, sull’HPV. Gli screening oncologici sono il nostro migliore strumento di prevenzione, quindi, se non andiamo a recuperare il tempo perduto a causa della pandemia oggi, avremmo sicuramente un aumento di patologie molto gravose per le persone e per tutto il sistema nel breve e medio termine.
Mi sembra un'attenzione doverosa e un chiarimento che andava portato. Sicuramente ho capito dalle sue intenzioni che ci terrà aggiornati, con dati più trasparenti e puntuali, per rassicurare quanti come noi hanno letto il rapporto del Gimbe, che era decisamente allarmante. Grazie.
Interrogazione n. 832
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Stato delle politiche attive del lavoro e della formazione nella regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 832 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Consigliera Ruggeri che pone delle questioni molto importanti, sono già d'accordo informalmente con lei che le darò qualche risposta molto veloce anche perché è un articolato molto complesso, poi le consegnerò la documentazione.
Il Programma GOL tende a rimettere i cosiddetti inattivi in attività, cioè quelle persone che sono o non sono iscritte ai Centri per l'impiego, che non studiano e non lavorano. E’ una questione abbastanza grave nella nostra società e anche nella nostra regione sono moltissimi.
Per questa situazione sono stati stanziati fondi importanti e significativi: 22 milioni circa nel 2022 e 28 milioni nel 2023, parliamo di cifre molto importanti.
In questo caso si tratta di prendere in carico da parte dei Centri dell'impiego il maggior numero possibile di questi cosiddetti inattivi o comunque persone, che pur essendo iscritte ai Centri per l’impiego, non hanno un'attività in corso in questo momento.
Ci sono ovviamente degli obiettivi- Per quel che riguarda la regione Marche, ad esempio, abbiamo ampiamente raggiunto e superato il target di 14.580 disoccupati del 2022 avendone presi in carico 18.872, quindi 4.000 in più.
Per il 2023 il nostro obiettivo è di 23.000 disoccupati e ad oggi ne abbiamo presi in carico 16.800, pari ad oltre il 70%, per cui la presa in carico sta procedendo bene.
In seguito alla presa in carico le persone si profilano e si capisce se sono pronte e predisposte per essere inserite nel mondo del lavoro, se hanno bisogno di un corso di formazione “breve” per specializzarsi in qualcosa, oppure di un corso di formazione più lungo.
Questo è il lavoro fatto dai Centri per l’impiego, dividere in varie categorie le persone, profilarle, vedendo qual è la preparazione da dover loro eventualmente affidare per la tipologia di attività nella quale vorrebbero mettersi in campo e sperimentare.
Nel 2022 abbiamo anche portato avanti delle gare per ricercare degli enti formatori disponibili a fare formazione, sono state individuate delle Ati (non potevano essere singoli enti accreditati, ma dovevano riunirsi in Ati), si sono accreditati 12 soggetti diversi che si sono raggruppati a livello regionale, coprendo tutto il territorio, predisposti per fare questa attività di formazione, breve o lunga, a seconda delle esigenze.
Nel frattempo abbiamo anche fatto una gara fra le agenzie private del lavoro perché chi viene preso in carico dal Centro per l’impiego può essere avviato alla formazione tramite gli enti accreditati formatori. Noi diamo i nomi agli enti accreditati e loro li cercano per iscriverli ai corsi; invece le agenzie per il lavoro possono essere a scelta contattate da chi è preso in carico, se vuole essere seguito per un eventuale inserimento lavorativo dal Centro per l’impiego o da una Agenzia privata per il lavoro, per lavorare tutti insieme su questo progetto.
In questo caso anche le agenzie per il lavoro si sono raggruppate in Ati. Abbiamo quattro soggetti tra cui anche una cordata legata ai consulenti del lavoro, che nel frattempo abbiamo accreditato nelle Marche, in precedenza non lo erano.
Questa è la situazione attuale.
La Consigliera mi chiede giustamente quanti e che tipo di corsi sono stati avviati. Le posso solo dire che queste 12 associazioni temporanee di impresa hanno attivato ad oggi 84 corsi diversi.
Altra cosa interessate che la Consigliera mi chiede è: quanti di questi presi in carico nel frattempo hanno trovato lavoro? Qui la cosa mi meraviglia in positivo, ma non ho la presunzione che questo sia avvenuto solo grazie ai GOL, evidentemente molti hanno trovato lavoro per conto proprio. Si parla di lavori forse saltuari, temporanei, eccetera, però dei 18.872, di cui ho detto prima, il 41% ad oggi è occupato. Sono tantissimi, non me lo aspettavo neanche io, però, ripeto, non credo che sia solo grazie ai GOL, evidentemente hanno dato un buon input, molti probabilmente hanno trovato lavoro per conto proprio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore sia per la risposta che è riuscito a darmi in Aula che per la relazione che mi sta per fornire.
Vorrei semplicemente dire che abbiamo parlato molto di numeri, di quantità. Sappiamo perfettamente che il programma GOL ed i fondi del Pnrr hanno una temporalità che deve essere rispettata. Però, quello che mi preme sottolineare è che a noi più che la quantità interessa la qualità del servizio formativo perché, a parte i dati, lei ha detto che il 41% sono stati occupati, però ricordiamoci che in questo 41% ci sono anche i famosi lavoratori poveri che non arrivano a fine mese con lo stipendio che hanno, risultano in questi dati anche coloro che lavorano due giorni al mese, quindi sono dati estremamente gonfiati dal mio punto di vista e non solo.
Comunque quello che ha fatto nascere questa interrogazione è quanto è emerso dai dati Excelsior del giugno 2023 in quanto, è evidente, c'è una discrasia fra la domanda, l'offerta ed i corsi che sono stati attivati fino adesso non corrispondono alla domanda che mettono in campo le imprese. Abbiamo una difficoltà di reperimento che supera il 70% per tecnici dell’organizzazione e dell'amministrazione delle attività produttive, operai specializzati del tessile e dell'abbigliamento, fonditori, saldatori, lattonieri, e tralascio gli altri. Abbiamo una difficoltà di reperimento che si aggira tra i 60 e il 70% per tecnici in campo ingegneristico, tecnici nel rapporto con i mercati, meccanici artigianali, e tralascio gli altri.
Controllando i corsi che sono stati attivati fino adesso, Assessore, si vede che …
Interrogazione n. 788
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Caos liste d'attesa nelle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 788 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Ormai sono delle sedute tematiche e ripetiamo in ogni seduta le stesse informazioni.
La questione riguarda le liste d’attesa nella nostra Regione, stiamo cercando di risolvere il problema attraverso tre provvedimenti che sono: la riforma sanitaria, che abbiamo approvato in quest’Aula stabilendo che non c’è più una Azienda sanitaria unica, ma cinque Aziende sanitarie territoriali, ognuna chiamata a garantire le prestazioni nella propria provincia; il percorso per il Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui vi sono consistenti investimenti sulle tecnologie, sulla telemedicina, sulle nuove strutture, soprattutto con il decreto ministeriale 77 sulla medicina del territorio. Ecco, tutte queste misure sono state incentivate e sono in via di implementazione attraverso un accordo che è stato avviato con i medici di medicina generale, che porterà all'apertura di punti di prossimità, il primo di questi è stato recentemente inaugurato in provincia di Ascoli Piceno e altri punti verranno incentivati nelle prossime settimane in tutta la regione Marche. Sono punti in cui i medici di medicina generale, che si assoceranno, potranno avvalersi di nuovissime tecnologie, con uno stanziamento che è stato fatto dal Consiglio regionale, che ha previsto una spesa di 3 milioni l'anno nei prossimi tre anni per un totale di 9 milioni,
Queste strutture, cosiddette punti di prossimità della sanità, si caratterizzano per la locazione di strumentazioni che sono: gli holter pressori, gli holter cardiaci, i saturimetri e tutte le altre strumentazioni che possono garantire la verifica preventiva delle condizioni di salute delle persone. Quindi, implementare le prestazioni sanitarie preventive, non solo quelle cliniche, per garantire un maggior livello di salute dei nostri cittadini.
Questi percorsi sono delineati e individuati nel Piano socio-sanitario che è all'attenzione di questo Consiglio regionale e le misure che stiamo approntando saranno capaci oggettivamente di garantire il risultato finale.
Tengo a sottolineare, come più volte ho detto, che le Marche sono una regione benchmark sui LEA e, nonostante tutte le carenze che ci sono, anche nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale di quest'anno, riceveremo un premio per l'adempimento dei livelli LEA insieme ad altre cinque Regioni e sono: Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Veneto.
La nostra Regione si pone in una posizione mediana. Nonostante tutto quello che viene scritto, le sollecitazioni, le interrogazioni, la nostra è una regione benchmark, lo ripeto, sui livelli essenziali delle prestazioni.
Per garantire questo percorso è stata inaugurata la strada della presa incarico, non c'è più quel sistema per cui dal Cup ci si sentiva rispondere, ancora oggi c’è qualche operatore che risponde secondo la vecchia modalità, “richiami domani, la prestazione non è disponibile”, ma il sistema deve prendere in carico la prestazione del cittadino, il che significa che il Servizio sanitario deve chiamare il cittadino entro cinque giorni a casa per le prestazioni brevi e se la prestazione non è prodotta all'interno le Aziende sono incaricate di acquistarle sul mercato con le aziende convenzionate.
Ogni giorno c'è un gruppo di lavoro per ogni Azienda sanitaria territoriale che prende in esame la domanda che non è stata garantita nel giorno precedente, entro i cinque giorni successivi questo gruppo di lavoro deve chiamare il cittadino, che viene preso in carico al sistema. Quindi s'inverte completamente l'organizzazione sanitaria per cui è la sanità che chiama il cittadino e non è il cittadino che chiede le prestazioni alla sanità. C’è un'attività di coordinamento da parte dell’Ars, c'è un gruppo di coordinamento per ogni Azienda. Questa stamattina si sta svolgendo una riunione con il personale del CUP, ci sarà una comunicazione ai cittadini dei propri diritti: il diritto di essere presi in carico, il diritto di essere chiamati a casa. Questo è il nuovo sistema, lo abbiamo inaugurato da qualche mese, man mano che entrerà in vigore noi contiamo di portare la nostra sanità ai massimi livelli sul rispetto dei LEA.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per questa risposta su una questione che effettivamente affrontiamo in ogni seduta, ma, Assessore, lei ci deve scusare, è una questione che continuiamo a riproporre perché fino ad oggi non abbiamo mai avuto le risposte che i cittadini si attendono, tanto è vero che, come riportato nella mia interrogazione, solo poche settimane fa, a fine giugno, anche un articolo del Corriere Adriatico ricordava che le Marche hanno usato nel 2022 solo il 36% dei fondi per recuperare le prestazioni saltate durante il periodo Covid. Significa che non hanno nemmeno utilizzato tutti i soldi che avevano a disposizione per recuperare le visite mediche, questo purtroppo, mi spiace riconoscerlo, deriva da un’inadeguatezza nel mettere in campo le risorse, ci sono cittadini che, nonostante ci siano i soldi per il pubblico, devono ricorrere al privato e lo dimostrano chiaramente i numeri.
Lei oggi ha anche annunciato che la Regione stanzierà per il recupero delle liste d’attesa 3 milioni di euro, mi fa piacere che la risposta sia arrivata prima della mia interrogazione tramite la stampa, quindi credo sia stata utile a sollecitare l’attenzione e a farla intervenire su questo tema. Ad ogni modo non capiamo quale sia la vera risposta sulle risorse umane, sul personale sanitario, questi 9 milioni che stanzierà la Regione come saranno impiegati? Saranno indirizzati verso il privato? Verso le assunzioni? Verso una riduzione del precariato nel personale sanitario? Su questo ancora non abbiamo una risposta precisa.
Mi fa piacere che vengano stanziate delle risorse, anche se poi guardando bene i numeri vedo che 9 milioni di euro non saranno sufficienti e sarà necessario recuperare anche quello che non è stato speso nel 2022 in quanto il 36% delle risorse erogate dallo Stato, impiegate nelle Marche, ha lasciato ancora inutilizzato oltre il 65% di spesa pubblica non impiegata per il recupero delle liste d’attesa.
Perché non abbiamo speso questi fondi per intervenire nelle liste d’attesa totalmente fuori controllo? Sono stati impiegati per l’acquisto di farmaci, credo che su questo la Regione dovrebbe prevedere un piano adeguato con capitoli di spesa diversi e soprattutto, come ho ricordato già in altri atti, sarebbe necessario intervenire sul tetto di spesa del personale, finché non si risolverà questo problema, visto che siete al Governo sia nella Regione che a livello nazionale, non avremo una vera e propria risposta alle lunghe liste d’attesa.
Interrogazione n. 874 – a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Interventi urgenti a sostegno del settore vitivinicolo marchigiano a seguito dei danni causati dalla peronospora”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 874 – a risposta immediata – dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta l'Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Questa interrogazione mi dà l’occasione per informare il Consiglio dei vari passaggi che nel frattempo sono stati fatti rispetto a questa grave piaga, che sta affliggendo purtroppo moltissimi vitigni della nostra regione e non solo. La causa è questa continua pioggia che da un lato ha agevolato la diffusione di questa fitopatia, dall’altro l’impossibilità di accedere nei vitigni con mezzi meccanici per l’eccessiva presenza di fango.
Il 14 maggio, due giorni dopo la grandinata che ha preannunciato tutte le piogge incessanti che hanno poi avuto quelle gravi conseguenze in Romagna ed in parte nella nostra regione, ho fatto un sopralluogo con alcune associazioni proprio per verificare direttamente quello che era successo. Successivamente, allo svilupparsi della peronospora abbiamo mandato, il 22 giugno, una richiesta ufficiale al Ministero dell’agricoltura per cercare di allargare anche lo stato di calamità per tutta la regione, soprattutto per quelle zone colpite da questo fungo.
Ci siamo anche confrontati in altre occasioni con produttori e associazioni e alla fine ho preso l’iniziativa di richiedere un tavolo interregionale tra tutti gli Assessori regionali perché la problematica non riguardava solamente le Marche. Questa richiesta è stata accettata, quindi a breve si costituirà un tavolo interregionale nel quale faremo determinate richieste in maniera puntuale, chiedendo di prevedere un fondo specifico per interventi a sostegno dei produttori, anche di poter utilizzare e mobilitare i fondi UE per interventi diretti e di rimodulare la legge 102.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Dalle cose che lei dice: ha fatto dei sopralluoghi, soprattutto per la grandine, che ripeto non ha nulla a che vedere con la peronospora, ha parlato con le associazioni ed ha chiesto un tavolo. Io le suggeriscono invece di portare il tema alla Commissione agricoltura, che tra l'altro, secondo la famosa filiera che voi spesso enunciate, è presieduta dal Ministro Lollobrigida, che potrà ascoltare probabilmente in maniera diversa perché riguarda le Marche, ma non solo.
Noi abbiamo 14.000 imprese vitivinicole, il 39% delle superfici è biologico e voi sapete che i trattamenti non sono uguali quelli del biologico e quelli convenzionali, per cui è importante che ci siano delle risorse immediate dato che in questo momento servono trattamenti d’urto, quelli che non si sono potuti fare, come ha detto l'Assessore, durante le piogge in quanto non si riusciva ad entrare nei filari con i mezzi, ma anche un supporto, se è vero che la stima è la riduzione della produzione di vino del 50%.
Siccome il Pil delle Marche è per il 14% sostenuto dall'agricoltura e il comparto vitivinicolo è una componente grandissima, credo che sia un tema anche di economia il sostegno a questo settore. Penso che si potrebbe pensare ad integrare i redditi, penso che si potrebbe rimodulare l’OCM vino, ci sono tante opportunità e sarebbe opportuno coinvolgere, visto che verrà a San Benedetto del Tronto, il Ministro Lollobrigida.
Interrogazione n. 875 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Rossi
“Situazione metanodotto Foligno – Sestino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 875 – a risposta immediata – del Consigliere Rossi.
Ha la parola, per la risposta l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Con riferimento alla interrogazione n. 875, sentiti i settori competenti, si riferisce quanto segue.
In merito all'attività espropriativa non si ha alcuna documentazione agli atti, tenuto conto che la procedura di esproprio è di esclusiva competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica; è altresì di competenza ministeriale la procedura autorizzativa dell'opera in oggetto alla quale la Regione Marche partecipa quale soggetto chiamato ad esprimere i pareri di competenza.
A tal riguardo, infatti, con propria nota il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ai sensi degli articoli …, ha convocato la prima riunione della Conferenza di servizi che si svolgerà in modalità telematica in data 12 settembre 2023.
Nella predetta nota il Ministero ha ripercorso tutte le fasi del procedimento autorizzatorio specificando quanto segue:
- con istanza del maggio 2014 la società Snam Rete Gas S.p.A. ha chiesto il rilascio dell'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio dell'opera in oggetto, ai sensi dell'articolo …, eccetera;
- ai sensi della legge n. 241/1990, allora vigente, il Ministero dello sviluppo economico (al tempo competente) ha avviato la procedura per l'autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio dell'opera, con accertamento della conformità urbanistica, apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e dichiarazione di pubblica utilità ai sensi dell'articolo …, eccetera;
- a seguito dell'avvio del procedimento sono pervenute all'Amministrazione competente alcune osservazioni dei soggetti interessati che sono state trasmesse alla società proponente;
- con nota la Società proponente ha confermato l'interesse alla realizzazione dell'opera e la strategicità del progetto e con successive note ha trasmesso al Ministero competente le proprie controdeduzioni alle citate osservazioni, la documentazione progettuale aggiornata, nonché l'elenco delle particelle interessate e le planimetrie aggiornate, al fine di procedere alla pubblicazione dell'avviso di avvio del procedimento e di proseguire l'iter procedimentale già avviato;
- l'opera è stata sottoposta a procedura di valutazione di impatto ambientale conclusa con il rilascio da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, decreto favorevole di compatibilità ambientale, con prescrizioni;
- in ottemperanza alla prescrizione del Decreto di compatibilità ambientale sopra citato, Snam Rete Gas S.p.A., in data 4 luglio 2012, ha sottoposto una variante progettuale rispetto al tracciato originario a procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, conclusa con determina …, eccetera, di esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale.
A tal proposito, in merito alla validità del provvedimento di VIA statale si rappresenta che la Società SNAM ha presentato al Ministero dell'ambiente istanza il 31 gennaio 2005, antecedentemente all'entrata in vigore della norma, che indicava una validità temporale di cinque anni del provvedimento di VIA.
Il suddetto termine trova applicazione nei procedimenti avviati dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. 4/2008 come stabilito dall'articolo 35, comma, 2 ter che testualmente recita: "Le procedure di VAS e di VIA avviate precedentemente all'entrata in vigore del presente decreto sono concluse ai sensi delle norme vigenti al momento dell'avvio del procedimento".
Con nota del 6 aprile 2023, il proponente ha trasmesso una relazione tecnica integrativa confermando la sostanziale invarianza del tracciato di progetto e delle aree interferite con quelli considerati nei procedimenti di V.I.A.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Assessore. Questa è una questione che va avanti oramai da tempo, il metanodotto Foligno-Sestino dovrebbe attraversare una delle parti ambientalmente più sensibili del nostro centro Italia.
Si parla di transizione ecologica, addirittura ci si intitola un Ministero, si spendono miliardi per questo, si spendono milioni per i rimboschimenti e poi si approvano opere che disboscherebbero milioni di alberi; si parla di indipendenza energetica e si investe ancora su fonti energetiche estere invece che in rinnovabili nazionali.
Ammesso e concesso che quest'opera serva, io dico, e non solo io, ma anche tante altre amministrazioni locali e comitati, di poter rivedere il tracciato del metanodotto e farlo passare non in una delle parti più sensibili d’Italia, ma sotto il mare o nella fascia costiera/collinare o addirittura nelle valli tiberine. Tra l’altro quest’opera attraverserebbe tutte le faglie sismiche più grandi degli ultimi terremoti, frane impressionanti, addirittura passerebbe sopra dei lavori di assestamento idrogeologico recentemente finanziati anche dalla Regione Marche, passerebbe vicino a tante strutture ricettive finanziate con soldi regionali e fondi del Psr, quindi una contraddizione enorme. Chiedo che la Regione faccia la sua parte non dando nessuna compatibilità.
Interrogazione n. 815
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri
“Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 dicembre 2020 – Istituzione del ‘Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”’- Stato di attuazione delle erogazioni nella Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 815 dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta all’interrogazione n. 815 della Consigliera Bora, devo riferire che il reddito di libertà per le donne vittime di violenza è una provvidenza che viene domandata con istanza tramite i Comuni all'Inps e viene liquidata dallo stesso ente di previdenza nazionale.
Per capire esattamente qual è il volume delle prestazioni erogate e quindi conoscere anche l'entità del fenomeno è stata avviata alla fine del 2022 un'attività di monitoraggio e questi dati sono stati richiesti a tutti i Comuni e a tutti gli ambiti sociali e territoriali, si conta di completarne l'acquisizione nei primissimi mesi.
Per quanto concerne la seconda domanda che viene esplicitata nell’interrogazione e cioè la necessità di sollecitare il Ministero per quanto riguarda le tempistiche di erogazione degli emolumenti, c'è da tener conto che da una richiesta fatta in via informale all'Inps per quest'anno, così come riportato nella stessa interrogazione, i trattamenti non sono stati ancora erogati per problemi inerenti ai capitoli di bilancio dello stesso ente di previdenza. Per questo motivo porterò questo tema nella Conferenza delle politiche sociali per sollecitare il Governo ad intervenire presso l'Istituto di previdenza.
In ordine all'ultima domanda, con la quale si chiede di aumentare il finanziamento del fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, devo sottolineare come l'attuale Governo in carica nell’ultima legge finanziaria, in particolare la legge 29 dicembre 2022, la n. 197, al comma 341, abbia aumentato il finanziamento rispetto agli esercizi precedenti per il trattamento di libertà delle donne che subiscono violenza di 1.850.000 euro, quindi il fondo è già stato incrementato rispetto al passato.
Adesso sulla base del monitoraggio e dei casi saremo in grado di valutare l'entità del fenomeno ed eventualmente provvedere a intervenire in materia.
Concludo dicendo che anche questa interrogazione tratta di temi che sono nella ripartizione costituzionale dello Stato, noi possiamo sollecitare lo Stato ad intervenire in materia, però devo sottolineare come le competenze della Regione siano ben delineate dall’articolo 117, comma 2, della Costituzione ed ogni volta si pone un'interrogazione per sapere cosa farà lo Stato, devo evidenziare che c'è il riparto delle competenze tra Stato e Regioni che in ogni caso deve essere osservato.
Io rispondo a queste interrogazioni, ma è chiaro che i compiti sono delineati in Costituzione e vedono anche un finanziamento da parte dello Stato, evidentemente la risposta a questo tipo di interrogazione riguarda la responsabilità e le funzioni di un altro ente, che è lo Stato e non la Regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Mi fa piacere che solleverà il tema nella Commissione competente della Conferenza Stato Regioni, ma mi potrò dire pienamente soddisfatta solo quando alle parole seguiranno i fatti e quando vedrò mettere in campo delle azioni concrete perché sappiamo bene che l'erogazione del reddito di libertà non è competenza della Giunta regionale, ma sappiamo altrettanto bene, Assessore, che il fenomeno della violenza contro le donne è fonte di allarme sociale in costante e pericoloso aumento e la politica regionale non può esimersi dall'intervenire con azioni strutturali che permettano alle donne di affrancarsi dai loro aguzzini.
Con la legge 77/2020 il Governo centrale ha istituito il "Reddito di libertà", un contributo di 400 euro mensili per un massimo di 12 mensilità pensato per aiutare queste donne a liberarsi da quella dipendenza economica che impedisce spesso loro di denunciare gli abusi subiti per paura di non riuscire a mantenere economicamente se stesse e i propri figli.
PRESIDENTE. Vi prego di fare silenzio in Aula, chi desidera …, Consiglieri Ciccioli, Acciarri, Borroni, scusate, vi prego di fare silenzio, altrimenti la Consigliera Bora non riesce a sviluppare il suo ragionamento, anche se lo fa con grande razionalità e lucidità.
Manuela BORA. Più che altro mi dispiace perché il tema è drammatico.
PRESIDENTE. Finché non c’è un silenzio adeguato la prego di non continuare. Vi prego di mantenere il silenzio, chi deve parlare esca dall’Aula. La prossima volta sospendo la seduta, Non è autorevole continuare l’intervento con il brusio che ho sentito fino a pochi secondi fa.
Prego, Consigliera.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Purtroppo, nonostante l'aumento dei casi di violenza, molte delle richieste inoltrate dai CAV non possono essere accolte per l'esiguità di quel fondo a cui lei ha fatto riferimento, Assessore. Oppure, troppo spesso, vengo evase con estremo ritardo, come ha detto lei, ritardo dell’Inps rispetto ai trattamenti non ancora erogati.
E’ quindi importante, se questa rappresenta ovviamente una priorità anche per il Governo regionale, che questo si attivi per monitorare, con tutti gli strumenti che ha a sua disposizione, la tempestiva erogazione dei sussidi e al contempo verifichi la loro adeguatezza e rispondenza alle reali necessità delle donne che ne fanno richiesta.
Ma soprattutto è importante che la Regione contribuisca, anche con risorse proprie, ad integrare il fondo statale che, nel tempo, si sta rivelando assolutamente inadeguato e insufficiente. E’ per questo che il Partito Democratico ha presentato, a prima firma del Consigliere Cesetti, oltre a questo atto di natura squisitamente ispettiva, che comunque interroga sull'effettiva intenzione della Giunta regionale di intervenire in merito, una proposta di legge con la quale si istituisce un fondo regionale per il reddito di libertà. Uno stanziamento di 300 mila euro annui che integri, appunto, il fondo nazionale con l'obiettivo di rendere il sussidio strutturale.
Uno stanziamento che, magari, potrà essere incrementato nel tempo o, ci auguriamo, ridotto se dovesse realizzarsi quel cambiamento culturale che tutti ci aspettiamo.
Già altre Regioni, caro Assessore, si stanno muovendo in questa direzione:
- in Lombardia lo stesso progetto di legge è stato presentato;
- la Sardegna ha approvato la legge già nel 2018, anticipando addirittura la norma statale;
- l'Emilia-Romagna dal 2022 stanzia a bilancio regionale la somma di ben 1,3 milioni di euro per integrare i fondi statali sul reddito di libertà a dimostrazione di quanto questo provvedimento sia necessario.
Ecco, ci aspettiamo, Assessore, che alle parole seguano i fatti e ci auguriamo che l'iter di approvazione di questa nostra proposta di legge possa procedere speditamente, a differenza di quanto succede per la maggior parte delle proposte avanzate dalla minoranza.
Interrogazione n. 860
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Carcere di Camerino”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 860 dei Consiglieri Carancini, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Anche in questo caso si tratta di un tema che è nella responsabilità esclusiva del Governo, la materia è secondo la ripartizione costituzionale di competenza dello Stato e segnatamente del Ministero della giustizia. Tuttavia la Giunta condivide perfettamente le esigenze di intervenire per garantire la realizzazione di un istituto penitenziario nella città di Camerino, che non può essere spogliata di questo Istituto, quindi la risposta è che ci attiveremo con il Governo per raggiungere questo obiettivo.
Voglio solo ricordare che il Governo è in carica solamente da settembre/ottobre dello scorso anno, da pochissimi mesi, e diventa, non dico strumentale, importante comprendere che in questi pochi mesi le attività del Governo si sono concentrate principalmente sulla legge finanziaria, sulle misure per la compressione e l’espansione dei problemi relativi all’approvvigionamento energetico, al contrasto dell'inflazione e a tutte le misure che in questo momento devono governare le politiche economiche.
Mi pare di poter dire che, in relazione alle notizie che sono state pubblicate sulla stampa, secondo cui il Governo si appresta a presentare un pacchetto di misure di riforma sulla giustizia, in quel senso ed in quel caso sarà nostra cura intervenire presso il Ministero per verificare come, in che forma, in che termini e con quali modalità sarà possibile realizzare l’Istituto penitenziario a Camerino.
Concludo questo mio intervento ripetendo quello che ho detto poco fa, che c'è condivisione da parte della Giunta regionale nell’individuare Camerino come sede per allocare questo Istituto di pena e come è altresì necessario per altre misure, relative sempre al trattamento di persone condannate, intervenire in particolare sul trattamento di persone che non hanno la capacità di intendere e di volere e comunque coinvolte o affette da patologie psicologiche o psichiatriche perché anche in quel caso c'è una carenza di Istituti nella nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore, le sue parole non mi rassicurerebbero se fossi un cittadino di Camerino, non tanto perché lei da saggio ed esperto politico non ha fatto supporre che la Giunta non sia contraria, ma dimentica, o non è informato, le dichiarazioni che il Sottosegretario alla giustizia, pochi giorni fa, ha fatto nel corso di una interpellanza alla Camera, nella quale in maniera molto chiara si è fatto trapelare, si è fatto supporre, che l'Ospedale di Camerino non verrà più ricostruito e verrà spostato nella sede di Macerata. Questo ovviamente produce rabbia.
La Regione Marche, la Giunta regionale non comprende l'importanza di quella infrastruttura. Qui c'è un vostro autorevole esponente, il Vicepresidente del Consiglio regionale, che nel 2017 fece un accordo e lavorò affinché in zona Morro venisse ricostruito e stamattina le sue parole non ci hanno certamente rassicurato, nel senso che la sbandierata filiera istituzionale, della quale vi vantate in ogni occasione, in questo caso non è urlata, non è affermata, non è manifestata in maniera determinata.
Lei deve comprendere che l'ospedale di Camerino è una infrastruttura fondamentale, non certamente e non solo per chi dovrà eventualmente domani, purtroppo, stare in quell'istituto, ma soprattutto per l'intero sistema economico-sociale della città.
Certo, mi verrebbe da dire che qua non ci sorprende niente, lei è stato l'artefice di un no a più riprese ad emendamenti ed a mozioni che riguardavano l'Università di Camerino da coinvolgere nel sistema delle Università collegate alla sanità. Forse non si è accorto, ma per l'ennesima volta da anni, questo è uscito proprio ieri, l'Università di Camerino si pone al primo posto assoluto fra le facoltà dei piccoli Atenei in Italia per la sua capacità didattica, di ricerca e del terzo mandato. Voi siete stati capaci, Assessore, di non coinvolgerla in maniera, ovviamente, consapevole nella riforma del sistema socio-sanitario.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
Interrogazione n. 862
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Sedute chirurgiche in AST Ascoli”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 862 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Non sono in grado di rispondere a questa interrogazione perché chiede una serie di dati che gli uffici stanno acquisendo, quindi chiedo il rinvio ad una seduta successiva. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Assessore, io ho letto di questi dati il 17 giugno sul giornale, di quest'allerta dei medici, per cui non è tanto importante che lei mi dia i numeri, quanto che ne abbia contezza per poter verificare.
Ora le dico che nell’Ast 5 di Ascoli Piceno prima del Covid c'erano sei sedute chirurgiche, durante il Covid tre, oggi abbiamo una seduta chirurgica a settimana. Questo è un problema serissimo che viene sollevato soprattutto dai chirurghi.
Se la chirurgia oncologica del Mazzoni ha avuto da agosto 2022 un calo del 20%, malgrado ci sia il nuovo primario, che da quello che mi risulta ha una percentuale di presenze in sala operatoria molto bassa, non so se è vero in quanto non controllo le sale operatorie, forse è il caso che lei queste cose le verifichi. C’è anche stato negli ultimi sei mesi un calo degli interventi del 35% della chirurgia oncologica.
Questo la dice lunga sulla risposta che viene data e anche sulla verosimile certa mobilità passiva perché si tratta di chirurgia oncologica.
Inoltre, la percentuale prevalente di interventi che vengono fatti sono: ernie inguinali, tiroidi, mammelle, fistole e qualche tumore intestinale, lei capisce che si sta abbassando anche il livello qualitativo degli interventi, per cui magari questi dati se li faccia dare per vedere quanti interventi vengono effettuati come primo chirurgo, e non come secondo, dal nuovo primario, così vediamo se è vera o no questa leggenda metropolitana, che mi auguro sia appunto una leggenda.
Interrogazione n. 857
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Emergenza erosione argini fiume Chienti, in particolare in territorio Comune Montegranaro”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 857 del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Risponderò in due step, innanzitutto le dico che sul fiume Chienti, dalla foce fino al Ponte di Morrovalle, c’era già un progetto complessivo che era stato portato avanti, progetto che era stato valutato anche dal punto di vista delle procedure di VIA ed aveva avuto l'assenso già da agosto 2021, poi ci sono stati dei rimpalli tra uffici per alcuni chiarimenti che erano da portare avanti, per cui il progetto è stato poi approvato definitivamente con decreto dirigenziale il 19 maggio 2022, compresa l’autorizzazione ambientale. Il progetto complessivo partirà già in questi giorni, entro luglio, per un primo stralcio fino alla zona industriale di Civitanova Marche, cioè dalla foce alla zona industriale.
Ora vengo alla vicenda che lei mi ha detto, il progetto è più complessivo, arriva anche a dove lei pone la questione, questo primo stralcio arriverà solo allo svincolo di Civitanova Marche, quindi non tutto il tratto.
Si rappresenta tuttavia – questo mi scrivono gli uffici - che dopo gli eventi metereologici del 17 maggio 2023, dei quali sono stato informato immediatamente dalla Protezione civile che era intervenuta sul torrente affluente del fiume, il settore Genio Civile Marche sud ha rilevato che nella zona fluviale a monte ricompresa nel progetto generale, quella ricompresa nel progetto di cui ho parlato prima ma non ancora finanziata, è avvenuta un’estesa erosione tra il Ponte di Morrovalle e il Ponte Montecosaro, oggetto della presente interrogazione.
Dal sopralluogo effettuato dal Genio Civile sud di Macerata si rileva che sulla sponda destra ci sono due criticità che impongono lavori urgenti per la salvaguardia di persone e cose nei luoghi segnalati in pericolo per fenomeni erosivi di sponda, gli stessi sono causati dall’eccessiva vegetazione ad alto fusto presente in sponda sinistra, che ha spinto la corrente ad erodere la sponda destra. A seguito del verbale di perizia di somma urgenza saranno effettuati nel mese di luglio ed agosto, in questo periodo, i lavori necessari a ridurre il rischio per le persone e le cose e successivamente si dovranno reperire i finanziamenti necessari per proseguire quel percorso che oggi si fermerebbe al casello di Civitanova Marche, per proseguire e mettere in sicurezza tutto l’intero tratto fino al Ponte di Morrovalle, però i lavori di somma urgenza per mettere in sicurezza la problematica avvenuta quella notte - io ero informato ed è intervenuta la nostra Protezione civile - saranno effettuati. Tutto dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
PRESIDENTE. ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Se sarà così ed io spero che sia così la prego di sovraintendere a questo adempimento. Anche in questo caso mi dichiaro soddisfatto, segno evidente che qualche volta, spesso, le interrogazioni servono perché la relazione dell'ufficio, che ha letto l’Assessore, conferma la fondatezza della nostra interrogazione.
Lì c'è oggettivamente la necessità di un intervento in somma urgenza e non si può aspettare il completamento della progettualità generale, che pure è importante. Ricordo che in quei luoghi, addirittura, c'erano problemi, sebbene meno gravi, fin da quando ero Presidente della Provincia di Fermo, figuriamoci a quanto tempo risalgono. Ovviamente una situazione che si è aggravata di molto con le recenti precipitazioni estese, tanto è vero che quei fatti hanno fatto dichiarare al Sindaco di Montegranaro, noto esponente di centro-destra, leggo testualmente: “Certo, noi abbiamo sollecitato la Regione Marche non potendo fare altro ed abbiamo presentato la documentazione, ma non sono arrivate risposte, perlomeno a me come Sindaco”. Da qui oggi la mia soddisfazione in quanto prendo atto che l’Assessore Aguzzi in questa Aula dà una risposta che se attuata, e non ho motivo di dubitarne, è soddisfacente poiché dice che lì si interverrà con lavori di somma urgenza, assolutamente necessari in quanto la situazione, tra l'altro, mette in pericolo oltre che le cose, anche le persone.
In quella zona, secondo me, deve essere da una parte ripulito il letto del fiume perché ci sono vegetazione e sterpaglie che deviano il corso dell’acqua, dall’altro va consolidata la sponda magari con scogliere, eccetera …, però questo lo sapranno i tecnici.
L’importante che si intervenga entro il mese di luglio, la somma urgenza ci dice ex se che gli interventi devono essere fatti immediatamente, altrimenti non ci sarebbero i presupposti per la somma urgenza.
Grazie, Assessore, la prego di vigilare affinché questi lavori vengano effettuati immediatamente, come vuole la procedura scelta, che è quella giusta.
PRESIDENTE. La Conferenza dei capigruppo ha stabilito di rinviare le mozioni n. 309, n. 365 e n. 366, abbinate (punto 3).
Ha la parola, oratore contro, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho ribadito due sedute fa, quando siamo andati alla discussione di queste mozioni, sono contraria al rinvio perché penso che un accomodamento non si riesca a trovare viste le posizioni intransigenti di parte dell’opposizione e della maggioranza.
Sul tema non vedo possibilità, almeno come Movimento 5 Stelle, di arrivare ad una risoluzione, per cui gradirei che almeno la mia mozione fosse discussa oggi e credo di interpretare anche la volontà del Consigliere Carancini, che è il primo firmatario della terza mozione, che è abbinata. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Io sono a favore del rinvio che ovviamente non fa male perché, lo voglio dire alla Consigliera Ruggeri, è meglio un rinvio di una bocciatura, meglio rinviare …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Non è che stare all’opposizione significa per forza starci per raccogliere le bocciature. Io non amo perdere, ma amo combattere, che è diverso, non mi piace darmi per vinto e siccome l’altra volta è stata rinviata, anche a seguito dell'intervento del Presidente Acquaroli, per cercare una mediazione che portasse ad una risoluzione unitaria. Non dobbiamo dimenticare che questa Aula si è già pronunciata la scorsa legislatura sull'autonomia differenziata, sebbene in termini diversi .
Rispetto all’autonomia differenziata noi non siamo pregiudizialmente contrari, siamo contrari all’autonomia differenziata del disegno di legge Calderoli, che è una cosa diversa.
Ieri al Consigliere Ciccioli ho consegnato, ad esempio, un'ipotesi di risoluzione, senza parte dispositiva, per vedere se c’è da parte loro la possibilità di trovare una sintesi, che ci può essere di sicuro sulla premessa poiché l’ho depurata di tutte le parti eccessivamente critiche, che è evidente non possono essere accettate dal centro-destra, ma quello che conta è la sostanza, al di là delle opinioni, poi la parte dispositiva deve essere concordata.
Secondo me ci sono le condizioni per una condivisione, ad esempio, nella nostra mozione si chiede sì il ritiro del d.l. Calderoli, che alla fine credo ci sarà spontaneamente, ma c'è anche l'invito alla costituzione di un tavolo tra Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane.
Credo che ci siano tutti gli elementi anche perché nello stesso centro-destra, a livello nazionale, ci sono anche posizioni parzialmente differenti.
Per quel che mi riguarda parlo a favore del rinvio, che, ripeto, non fa male purché non sia alle calende greche, magari di una settimana o quindici giorni.
PRESIDENTE. Rinvio delle mozioni nn. 309, 365 e 366 (abbinate) come primo punto delle mozioni nella prossima seduta del Consiglio regionale. Lo pongo in votazione.
Annulliamo la votazione e la ripetiamo.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Adesso inseriamo al punto 2 bis) la mozione n. 344 a firma di tutti i Presidenti di gruppo, la tematica è stata trattata questa mattina durante la Conferenza dei Presidenti di gruppo ed è stato deciso di portarla con urgenza all’esame odierno, stante le concomitanti manifestazioni che si svolgeranno il 13 ed il 14 a Roma.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questa in realtà è una mozione che è ferma dal 28 marzo, adesso siamo a luglio, sono passati più di tre mesi per l'esame.
Tra mercoledì, giovedì e venerdì ci saranno degli incontri istituzionali in Parlamento tra il Consiglio nazionale resistenza iraniana, i gruppi parlamentari e le Autorità istituzionali italiane, è l'occasione per avere una posizione ufficiale, anche se ovviamente queste sono cose che vengono gestite a livello statale, però il fatto che una Regione, un Consiglio regionale, io spero all’unanimità …, se ci sono degli aggiustamenti ovviamente una risoluzione può recepirli in pieno.
E ‘un atto importante nei confronti del movimento a salvaguardia delle donne perché in Iran sono successe varie cose, le violenze contro le donne e tutto il resto. Purtroppo sono vicende di cronaca e di costume, ma che ci sia addirittura un’impostazione…, ad esempio è stata incendiata in Iran una scuola femminile, una cosa che ormai non accade più in nessuna parte del mondo se non in alcuni luoghi dell'integralismo assoluto, in zone molto lontane dell'Africa, dove non arrivano la comunicazione e la civiltà.
La Persia è un paese civilissimo, l’Iran ha una grande storia millenaria, che addirittura si disincentivi l'istruzione delle donne è una cosa gravissima, che sta accadendo purtroppo in Afghanistan ed in Iran era imprevedibile, al di là del regime politico che governa.
Credo che il Consiglio regionale che si esprima sia una cosa …, non solo perché richiesta, perché i movimenti, perché c'è un'indignazione di tutta l'opinione pubblica, dei media, ma perché oggettivamente su questo non ci può essere discordanza tra nessuno dei gruppi politici.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 344. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Compreso il voto favorevole dei Consiglieri Assenti e Carancini.
Mozione n. 344
ad iniziativa dei Consiglieri Ciccioli Borroni, Assenti, Ausili, Baiocchi Livi, Putzu, Ruggeri, Mangialardi, Marcozzi, Lupini, Santarelli, Latini, Marinelli, Elezi
“Condanna di ogni forma di violenza contro le donne iraniane e sostegno alla loro lotta per la libertà e la democrazia del proprio paese”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 344 dei Consiglieri Ciccioli Borroni, Assenti, Ausili, Baiocchi Livi, Putzu, Ruggeri, Mangialardi, Marcozzi, Lupini, Santarelli, Latini, Marinelli, Elezi.
Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Poco fa ho avuto modo di leggere il testo della mozione e ovviamente il Partito Democratico non può che condividerne il dispositivo. Al Consigliere Ciccioli che ha dimostrato questa sensibilità su questo tema, e di questo ovviamente mi rallegro, faccio presente che la questione dell'emancipazione femminile dovrebbe valere sempre perché è universale, per cui voteremo convintamente a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha la parola, per replica, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Vorrei ricordare che tutta la repressione è nata in Iran dall’intervento della polizia religiosa su una giovane donna che non portava il velo secondo il criterio prescritto. Questa giovane è stata uccisa e dopo di lei sono state uccise quasi 300 donne, complessivamente 750 persone negli scontri successivi, tra cui 70/80 bambini. Ci sono gravi episodi di repressione e di intolleranza in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Francia. Pensate cosa sarebbe successo in Italia se 750 persone, dimostranti, in luoghi pubblici fossero state uccise, con più di 30.000 persone nelle carceri.
Credo che questo Consiglio regionale esprimendosi, soprattutto se accadrà all’unanimità, dimostri una presa di posizione rispetto ad un tema che sarà affrontato in Parlamento tra mercoledì e venerdì con le rappresentanza iraniane in esilio, alcune anche non in esilio anche se vivono temporaneamente all’estero.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 344. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Vi chiedo di anticipare, perché ha impegni improrogabili, le mozioni che riguardano l’Assessore Brandoni, di invertire il punto 7) con il punto 4) e di svolgere le mozioni nn. 214 e 329 (abbinate).
Mozione n. 214
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Tutela per gli operatori proprietari di stabilimenti balneari della costa marchigiana”
Mozione n. 329
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Concessioni balneari - Applicazione della direttiva Bolkestein”
(abbinate)
(Discussione e rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 214 del Consigliere Santarelli e la mozione n. 329 dei Consiglieri Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Buongiorno a tutti. La mozione n. 214 depositata da anni, oggi va in discussione, dopo azioni ministeriali ed anche regionali accadute di fronte agli operatori ed ai proprietari degli stabilimenti balneari della costa marchigiana.
Questa mozione viene depositata dal gruppo Rinasci Marche il 18 febbraio 2022 alle ore 12:40, atto sempre più attuale perché il tema della Bolkestein è dibattuto e controverso.
Sono contento che oltre al nostro gruppo su questa mozione, circa un anno dopo, si sia accodato anche il Partito Democratico, con una mozione a prima firma del Consigliere Mangialardi.
Nella premessa andiamo a sottolineare che il Consiglio di Stato aveva stabilito la non validità delle norme per le concessioni demaniali marittime, in quanto in conflitto con gli articoli di alcuni riferimenti europei, tra cui l'articolo 12 della direttiva 2006/123, conosciuta come direttiva Bolkestein, attualmente restano in vigore leggi e decreti che hanno prorogato tutte le concessioni al 2033. Ma l’Unione europea non ci sta, è pendente un ricorso al Consiglio di Stato, poi ci sono tutte le azioni legate alla Comunità europea.
In questi anni devo sottolineare che, abitando in una città costiera ed avendo molti rapporti con i proprietari di questi stabilimenti … Ricordo che la questione dei balneari riguarda una delle prime aziende delle Marche, quindi, è molto sentito. Vedo il Governatore Acquaroli che annuisce su questo perché anche la Giunta regionale è stata più volte sollecitata a portare delle azioni concrete con l’attuale Governo nazionale.
In questi anni i titolari di concessioni hanno investito gran parte dei ricavi, sia dal punto estetico che funzionale …
Sto aspettando il silenzio, Presidente.
PRESIDENTE. Scusi, pensavo avesse finito. Non avevo capito, chiedo scusa.
Luca SANTARELLI. Negli ultimi anni le categorie sopra citate hanno subìto perdite economiche, sia per la stagione che per il fattore meteorologico, che per gli investimenti … Vediamo che l’alluvione del 16 settembre ha provocato dei danni importanti, anche legati alle condizioni climatiche che viviamo. L'esposizione di questi stabilimenti in riva al mare, soggetti alle intemperie, rende necessaria una manutenzione intensiva e rigorosa.
L’attività balneare favorisce la relazione, l'aggregazione sociale, molti di questi stabilimenti sono legati anche ad aggregazioni tra Comuni, penso al Consorzio Cogesco, dove i Comuni dell’hinterland fanno trascorrere alle famiglie ed ai loro ragazzini delle ore serene in luoghi sicuri, le loro vacanze.
E’ quindi indispensabile uscire dall'isolamento, uscire dal secondo isolamento, il primo era legato alla pandemia, oggi c’è anche un isolamento economico.
Il turismo è una macchina fondamentale, determinante anche per la nostra regione, se ne è parlato molto anche in questa Aula, visto che i chilometri di coste di cui l’Italia può godere e la posizione geografica mite sono al primo posto in Europa.
Al primo posto tra le attività ci sono gli operatori balneari, anche nelle Marche sono un fiore all'occhiello della riviera, un fiore all’occhiello che può assicurare agli stabilimenti arenili puliti e sicuri.
Tutto questo fa ancora più gola ai grandi gruppi stranieri che con queste aste vorrebbero mettere le mani sui nostri stabilimenti spogliandoli della loro naturale caratteristica locale.
L’impegno che noi chiediamo come gruppo Rinasci Marche al Presidente ed alla Giunta è quello di farsi promotori presso gli organi competenti al fine di sviluppare un meccanismo che stabilisca il vero valore degli investimenti fatti; si conceda un tempo ragionevole per prolungare la concessione e permettere l'ammortamento degli investimenti fatti dagli attuali gestori; si preveda una proroga a quei gestori che in prossimità di una nuova concessione si siamo fatti carico di ingenti investimenti per la manutenzione degli arenili e per le attività ad esse connesse; si preveda un'indennità di avviamento a quei gestori uscenti che dimostrino di non aver ancora ammortizzato gli investimenti fatti durante la gestione; si preveda che gli attuali operatori balneari nella nuova asta abbiano il diritto di prelazione a parità di offerta.
Questa mozione scritta il 18 febbraio 2022 è oggi attuale. Nella rassegna stampa del 2022 si leggevano parole come “pericoloso pasticcio”, “tante famiglie a rischio” “la battaglia continua”. Questa battaglia la dobbiamo fare tutti insieme anche come Regione Marche per stare vicini alle imprese balneari. Vedo l’ex Sindaco di Falconara Brandoni, nessuno di noi qui è lontano da certi temi perché sono questioni che ci avvicinano, sia come clienti che soprattutto come cittadini, soprattutto come Consiglieri regionali e Giunta che si impegnano a capire l’utilità del nostro lavoro in Consiglio regionale per dare anche una piccola mano agli operatori balneari, a quelle aziende che hanno spesso investito il sacrificio di una vita all'interno di una attività. Spesso sono stati anche bistrattati dal punto di vista sociale e inquadrati come nulla facenti in quanto lavorano 3/4 mesi all’anno.
Noi abbiamo una grande responsabilità, capire dove sta la ragione, capire il centro del lavoro che facciamo in Regione, questo lavoro probabilmente non ricadrà su di noi, ma sul Governo nazionale, ricadrà sulla Comunità europea, però non ci dobbiamo nascondere, dobbiamo essere trasparenti nella nostra azione, che deve essere condivisa, quindi chiedo a questa Aula di votare la mozione scritta da Rinasci Marche un anno e mezzo fa, di sottolineare il lavoro fatto, soprattutto di creare le condizioni magari per scrivere una risoluzione che ci porti ad avere un tavolo comune per spingere a livello nazionale ed europeo, dato che comunque abbiamo anche un Commissario nella Comunità europea, abbiamo il Consigliere Putzu che ci rappresenta. Questa potrebbe essere l'opportunità di aver un riferimento del Consiglio regionale nei tavoli che andranno a modificare questa normativa, lo speriamo, andranno a migliorare questa normativa, lo speriamo, o andranno a tutelare le azioni che sono state fatte, le azioni concrete, da chi ha messo il proprio lavoro, i propri sacrifici, le proprie ansie, per migliorare la nostra vita, il nostro benessere, le nostre vacanze, che riguardano tutti noi.
Siamo una regione costiera, una regione che sulla costa ha intessuto tante relazioni, non solo economiche, ma anche sociali con le regioni che la costa non ce l’hanno, magari non hanno il mare, ma hanno altre coste, laghi, fiumi. Tutto quello che è legato alla balneazione ci porta ad avere una socialità ed anche un interesse non solo economico, ma sociale.
La difesa va fatta tutti insieme, il nostro gruppo propone una eventuale risoluzione che ci possa accomunare negli intenti e che possa migliorare tutto quello che noi abbiamo scritto perché tutto è migliorabile e tutto è perfettibile.
Non approfitto degli ultimi 20 secondi, anche se voglio sottolineare che sono stato interrotto più volte.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per chiarire anche rispetto alle affermazioni che sono giunte dal Consigliere Santarelli, che ringrazio, che si occupa per la prima volta della questione dei balneari, noi invece all'inizio dello scorso anno eravamo già arrivati ad una risoluzione su una mozione presentata dal Partito Democratico, che nella fattispecie si è particolarmente interessato a questo tema, incontrando le associazioni di categoria, confrontandosi, cercando di tenere una posizione molto seria.
Vi assicuro che non sempre è andata così, anche quando nella nostra risoluzione sapevamo già gli esiti delle sentenze del Consiglio di Stato n. 17 e n. 18 che sono state depositate novembre 2021, che fissavano al 31 dicembre 2023 l’efficacia non della proprietà, ma delle concessioni per finalità turistiche ricettive.
Un argomento particolarmente complicato, dico pure che in questa nazione i Governi che si sono succeduti hanno banalizzato spesso con posizioni troppo demagogiche che spesso non hanno tenuto conto delle norme e qualche volta semplicemente scaricando la responsabilità sull'Europa.
Oggi non è la Bolkestein che determina, è la sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce quel tipo di obbligo. Guardate che è molto complicato perché le due sentenze entrano nel merito e non danno tanto margine come per esempio è accaduto nel recente passato quando le volontà, dalle associazioni ai governi, sono state quelle di non affrontare il tema per quello che realmente era. La direttiva Bolkestein è una norma che i nostri Parlamentari europei non hanno affrontato in modo adeguato, non sono intervenuti come serviva e come hanno fatto altre Nazioni che non sono sottostate a quel tipo di prescrizione, noi invece, come spesso ci è capitato, l’abbiamo guardata e oggi è cogente.
In questo percorso tanti errori sono stati commessi, come la proroga del 2018, quasi una provocazione poiché quella del 2018 fu una proroga di 15 anni rispetto alla quale ci sono stati i ricorsi e l’esito che poi avete visto.
Non si può banalizzare, lo dico e lo ripeto, perché in virtù della mozione, che poi divenne una risoluzione lo scorso anno, l'ex Assessore al bilancio, invece di stare nel solco, di spingere il Governo per arrivare ad una legge che prendesse atto di passaggi inevitabili … La proposta era quella del ricorso alla Corte costituzionale che, come avete visto, è stata avversa, adesso ci troviamo … Lo dico per voi in quanto quella è una questione sulla quale avete avuto il consenso di tutti i balneari che hanno votato per voi, l’avete banalizzata e quando si banalizza si trova spesso il consenso, però si semplifica ed oggi ritradurlo mi sembra complicato. Ma la palla è la vostra, oggi le proroghe non sono più ammesse, ne avete stiracchiata una fino al 2024, domani mattina ai balneari, agli operatori di spiaggia e non solo, lo sapete che è più complicato, dovete andare a dire che devono essere fatte le gare e non basta brandire l’altro tema, quello della mappatura, perché questo argomento è venuto fuori come un delfino dal cilindro. Fare la mappatura, Assessore, delle spiagge concessionate e di quelle libere in un sistema informatizzato ci vogliono due giorni, invece state cercando di tergiversare dato che quel passaggio stretto ormai non si può, quindi vi dovete mettere - so che le associazioni in questi giorni hanno chiesto un incontro - a spiegare che si devono attrezzare per partecipare alla gara poiché la mappatura dura il respiro dei numeri.
Come possono essere comparate le superfici tra concessionate e libere? Lo si fa su scala comunale o su quella regionale o nazionale? Come si decide qual è la percentuale che permette di evitare la gara in funzione di quelle già date in concessione?
Capite che ancora una volta giocate, lo dico in quanto su questo ci abbiamo fatto delle battaglie in Anci ed abbiamo preso dagli operatori anche qualche schiaffo perché dal 2009 abbiamo raccontato che c’era questa norma. Negli anni abbiamo incontrato le associazioni e i Comuni, abbiamo chiesto risorse per attrezzare i Comuni, per fare le gare e aiutare le associazioni di categoria, che le gare a quel punto fossero in grado di tener conto almeno di alcuni elementi, come: gli investimenti fatti, il carattere familiare della gestione, l’impossibilità di sommare e partecipare a concessioni cumulabili. Questo era l’approccio che abbiamo avuto.
Dall'altra parte ogni volta un Governo banalizzava proponendo proroghe, oggi le proroghe le decidono le sentenze e non possiamo più nemmeno semplificare dicendo che si tenga conto degli investimenti fatti in quanto la sentenza lo impedisce.
La partita è molto complicata, noi chiediamo che a tutti i livelli ci sia responsabilità e verità, noi lo facciamo.
Il Partito Democratico ha incontrato le categorie, ha cercato di capire quale sia il percorso, ma lo dovete fare anche voi altrimenti rischiamo, questo sì, che le imprese che hanno investito, che si sono dedicate, che non sono proprietarie perché sono concessionarie, possano subire una concorrenza sleale da parte di gruppi che potrebbero estendere la loro azione cumulando le concessioni già in essere.
Questo è un tema che bisogna svolgere per capire come si possono recuperare gli investimenti dato che oggi la sentenza è terribile su quel fronte, non solo non riconosce l'investimento fatto, ma obbliga di rimettere a disposizione l'area ante investimento.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Per queste due mozioni facciamo una discussione unica. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, credo che su questo tema sia ormai diventato indispensabile parlare con i fatti e non attraverso documenti arrivati a discussione a tempo scaduto.
Le mozioni in oggetto contengono premesse condivisibili negli obiettivi, ma i dispositivi conseguenti risultano ormai obsoleti e ampiamente superati dalla realtà e dalle azioni del Governo.
La Lega fin dal primo momento in cui si è posta la questione ha sempre sostenuto, in modo coerente, che bisognava a tutti i costi evitare l'applicazione della direttiva Bolkestein che prevede di mettere all'asta le concessioni balneari.
Una direttiva rovinosa per tutto il mondo turistico italiano in virtù della peculiarità e del valore che gli stabilimenti balneari hanno per la specifica capacità di offrire servizi ed accoglienza.
Il piano dell'attuale Governo, condiviso ieri con le associazioni di categoria, è in linea con questo obiettivo. Prevede la mappatura delle spiagge, ossia l'acquisizione dei dati relativi ai rapporti concessori in essere e alla quantità e qualità delle risorse demaniali marittime, lacuali e fluviali disponibili. Successivamente passa alla definizione dei criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, tenuto conto sia del dato complessivo nazionale sia di quello disaggregato a livello regionale.
Proprio recentemente c'è stata una riunione del tavolo tecnico presso il Ministero delle infrastrutture guidato dal Vicepremier Salvini, nella quale sono stati presentati i primi dati sulla quantità di demanio pubblico disponibile.
Stando alle prime stime, non esiste una carenza di spiagge: su 460 milioni di metri quadri di litorale, meno di 80 milioni sarebbero occupati.
Questa riunione rappresenta un primo, concreto e significativo passo in avanti ed è per questo motivo che le varie associazioni di categoria hanno riconosciuto la validità del percorso.
"Positiva la riunione del tavolo tecnico sulle concessioni demaniali marittime che si è tenuta a Palazzo Chigi" ha dichiarato il Presidente del sindacato balneari, "Si è trattato di un tavolo tecnico proficuo e la strada tracciata dal governo è quella giusta" hanno detto i vertici Fiba-Confesercenti.
Oggi "dare solide sicurezze alle imprese balneari tutelando gli investimenti fatti nel corso degli anni e i livelli di occupazione" come chiede la mozione del PD significa andare nella direzione tracciata da questo governo e dal Ministro leghista nel precedente esecutivo.
Oggi tutelare le imprese balneari nelle loro molteplici attività, come chiede il collega Santarelli, significa essere in linea con l'azione portata avanti dal Ministro delle infrastrutture attraverso la mappatura delle spiagge.
Da Consigliere regionale e da ex Sindaco, che conosce perfettamente questo mondo anche come imprenditore del settore, riconosco che le difficoltà vissute in questi anni da chi ha uno stabilimento sono state enormi. Questi imprenditori hanno vissuto tra il desiderio di realizzare nuovi investimenti ed offrire maggiori servizi e la paura di veder vanificato tutto dall'applicazione di questa normativa europea.
Ora, siamo ad un momento di svolta.
La strada intrapresa dal Governo Italiano è giusta: certificherà che la direttiva Bolkestein non è applicabile visto che va applicata solo in presenza di scarsità della risorsa naturale, fatto che attualmente non sussiste come dimostrano i primi dati.
Mi auguro che a brave si metta la parola fine a questa odissea ridando finalmente agli imprenditori balneari certezze e la voglia di investire per valorizzare il nostro territorio, per preservare la nostra identità, i nostri posti di lavoro e il benessere economico generato dal turismo per le nostre comunità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non ho capito bene l'intervento del collega Bilò, non mi sono resa conto se è d’accordo sulla nostra mozione oppure no, ho poco capito anche dell'obiettivo del tavolo che si è svolto ieri, nel senso che non è che il Partito Democratico è a favore della Bolkestein, ma la Bolkestein c’è, soprattutto la sentenza della Corte di Giustizia europea, che si riferisce alla sentenza del Tar Puglia, che ha diversi anni e da cui è partita proprio questa discussione, che conferma quello che abbiamo detto, ovvero che i beni demaniali vanno messi a gara.
Ora il fatto che sia stata fatta una mappatura delle aree demaniali approssimativa, non quelle che sono in concessione, ma quelle esistenti … Io direi che dobbiamo guardare soltanto le spiagge perché è chiaro che noi abbiamo tanti chilometri di costa in Italia, ma la maggior parte della costa è falesia, quindi non possiamo paragonare tutta la costa italiana rispetto al numero delle spiagge, che è certamente inferiore.
Detto questo, non credo che il modo sia quello di continuare a cercare di modificare la Bolkestein e se il vostro Governo ci riesce bene fa e siamo contenti, io credo che bisognerebbe cominciare a pensare a delle norme per far le gare di concessione, che sono ormai dal punto di vista delle sentenze, che si sono tutte inanellate e sono tutte identiche, obbligatorie, cercando di salvare il salvabile. Per esempio non è indifferente il discorso che può venire qualche imprenditore non italiano e fare razzia dei nostri stabilimenti balneari, che hanno la caratteristica di essere tutti diversi, tutti gestiti in maniera diversa, una biodiversità enorme in tutta Italia. Penso solo che nelle Marche a San Benedetto del Tronto, a Senigallia, in un posto si chiamano stabilimenti, in un posto si chiamano chalet, già la denominazione, il modo di definirli è diverso, come sono diverse le offerte turistiche che danno, molto differenziate e questa è una caratteristica. E’ indubbio che ci sia il pericolo di perdere questo patrimonio, però dobbiamo smetterla di mettere la testa sotto la sabbia e di prendere un po' in giro gli operatori balneari, dire che il problema c'è, esiste, troviamo una soluzione all'interno del problema ricorrendo parimenti - e questo prima del 31 dicembre 2023, altrimenti andremo in infrazione comunitaria – se possibile di modificare la Bolkestein per l’Italia, il che sarebbe un obiettivo che tutti noi ci auguriamo, che tutti noi possiamo sostenere.
Ma nel frattempo dobbiamo chiedere al Governo, io non ho ben capito, ma per un problema mio, di mettere in campo delle azioni che siano conformi alle sentenze e conformi alla Bolkestein. Non possiamo continuare a dire che non ci piace, perché che non ci piace credo che sia ormai riconosciuto da tutto l'arco costituzionale, siamo tutti d'accordo, però io percorrerei le due strade, una con la Comunità europea, se loro crederanno che noi abbiamo tante spiagge a disposizione ed abbiamo in concessione una percentuale molto bassa, non sarò certo io a spiegare alla Comunità europea che abbiamo tante scogliere, tante rocce e tante falesie, l’altra è che dobbiamo comunque far qualcosa entro il 31 dicembre. Ed io mi auguro che queste risposte vengano trovate e date all’interno, e questo è difficile, del quadro normativo molto rigido, purtroppo reso più rigido, ahimè, dalle sentenze, come abbiamo appena detto. Forse all'inizio una possibilità di manovra anche sulla valutazione degli immobili ci poteva essere, il Veneto ha fatto una norma regionale con la quale ha dato in concessione delle aree demaniali, io non l’ho vista, però che chi dice che chi copia non passa, io penso che chi copia a volta fa anche bene rispetto a chi ha fatto meglio.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Innanzitutto dico che la mozione n. 214, presentata dal Consigliere Santarelli, abbinata a quella del PD, grosso modo riassume le giuste rivendicazioni dei nostri operatori balneari, che oggettivamente hanno anch’essi i loro difetti - chi non li ha - tendono a massimizzare i profitti, però hanno sicuramente un merito, quello di presidiare la costa, di investire, di valorizzarla, di creare attrazione per l’industria dell’accoglienza che poi va al di là dei loro stabilimenti e dei loro chalet perché intorno a loro gira un indotto larghissimo.
E’ evidente che da anni è prevalso nell’Unione europea un orientamento che è fortemente penalizzate, in particolare per le coste italiane, ma in generale per le coste dei Paesi del Mediterraneo, quindi non sono quelle italiane, ma di altri nazioni anche se non stanno nel Mediterraneo. Ad esempio il Portogallo ha fatto delle indicazioni, lì c’è una storia che viene da lontano ed il Presidente della Commissione europea Barroso ha creato delle nicchie di privilegio per il Portogallo, non a caso quello sulla possibilità di residenza dei cittadini europei ed altre cose.
Per quanto riguarda questo aspetto, qual è la strategia di lungo periodo? Qui abbiamo due fasi, una fase medio/breve dove la parola d’ordine è resistere un anno, mentre per la fase di medio periodo il progetto è un altro, è che una maggioranza diversa vinca le elezioni europee, che il Parlamento europeo si esprima in un altro modo, che la Commissione europea abbia altri orientamenti. Questo è l’orientamento vero, la strategia politica, tutto il resto non voglio dire che sia fuffa, però è resistere. In fondo anche i governi di centro-sinistra cosa hanno cercato di fare? Hanno cercato di trovare delle soluzioni intermedie, per esempio il censimento, la verifica degli stabilimenti, la costa e via di seguito per cercare di guardare dietro la finestra qualcosa di nuovo. Per questo vogliamo che cambino gli indirizzi iperliberisti che hanno fin qui dettato legge a Bruxelles, questo è il nucleo centrale del problema, Bruxelles negli ultimi anni, in particolare nell'ultimo settennato, ma anche nel precedente, ha dato degli indirizzi fortemente finanziaristi, fortemente iperbancari, fortemente legati alla produttività ed al reddito rispetto ad altre cose. Mi ritrovo ad essere io uomo di sinistra all’interno di questa Assemblea e credo che le istanze del ceto medio, le istanze popolari, le istanze degli operatori, debbano avere un'accoglienza. Non dobbiamo fare delle cose perfette in un sistema globale di regole, che sono anche molto pervasive, noi dobbiamo cercare di dare una buona qualità di vita ai cittadini italiani, quanto ai cittadini europei. Questo deve essere l'orientamento. Non dobbiamo fare delle regole perfette e adorarle, le regole sono in funzione dell’uomo, delle comunità locali, del benessere diffuso, del bene comune e via di seguito.
Da questo punto di vista occorrono dei correttivi subito per cercare che gli indirizzi di governo delle Regioni, del Governo ... Ben venga se la Regione Veneto ha fatto qualcosa di più e meglio di noi, tra l’altro per analogia anche politica il Veneto, che ha le coste e delle specificità molto simili alle nostre … Può essere una via di indirizzo, ma queste sono vie di breve e di medio periodo, poi c’è la soluzione delle soluzioni: cambiare questa benedetta direttiva Bolkestein che avrà acquisito elementi di giustizia in alcuni settori, ma ne ha devastato altri. Questo credo che nessuno possa negarlo. In particolare che nel settore della balneazione oggettivamente che ci sia un riequilibrio sulle concessioni, delle tasse delle concessioni, che ci sia un adeguamento dei redditi spesso sperequati anche tra diversi stabilimenti balneari, non tutti sono uguali, ci sono fasce molto diversificate di reddito.
Ben venga una revisione complessiva di tutto il settore, anche più equa dal punto di vista economico perché alcuni hanno guadagnato tantissimo e altri invece hanno investito e non hanno grandi redditi, oppure sono in posizioni meno privilegiate rispetto ad altre.
Detto questo la soluzione delle soluzioni è quella di modificare perlomeno per quanto riguarda alcuni settori della vita sociale ed economica la direttiva Bolkestein.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio tutti i Consiglieri del PD ed il Consigliere Santarelli che hanno presentato delle mozioni su una tematica sulla quale da anni stiamo lavorando, stiamo cercando di trovare una soluzione, ma la stessa scorreria degli anni sta a testimoniare quanto sia complicato e difficile trovarla. Questo per ribadire le difficoltà, per ribadire quanto siano incisive le direttive che ci vengono dall'Europa, a conferma di un lavoro che continua ad andare avanti.
Le mozioni sono condivisibili nelle loro premesse e in quello che è il contenuto espresso, ripeto, sono temi su cui lavoriamo da tanti anni.
L'importanza del comparto dei balneari lo conosciamo, nelle Marche parliamo di quasi 1.100 concessioni, parliamo di 180 chilometri di costa, conosciamo l'importanza del turismo, del settore in cui i balneari operano nel periodo estivo, ma ci sono stati alcuni passaggi, alcuni tentativi che non hanno portato dei grandi risultati.
Per rispondere al Consigliere Mangialardi, io direi che non sono d’accordo sul fatto che si sia banalizzato, non sono d'accordo sul fatto che si sia perso tempo, anzi, si è cercato di trovare delle soluzioni, che se non altro hanno consentito di rallentare un percorso. Nessuna gestione banale, anzi la definirei efficace sotto certi aspetti, meno efficace sotto altri. In ogni modo il lavoro sta continuando.
Tornando alle mozioni, condivido le premesse e il contenuto nella parte in cui si impegna il Presidente e la Giunta regionale a chiedere una serie di interventi, fatto salvo che, giustamente, le mozioni sono del 18 febbraio 2022 e del 17 febbraio 2023, non è una accusa o una colpa, possiamo dire che sono superate perché comunque si è portato avanti un lavoro, si è nella fase che viene definita mappatura, che, attenzione, non è un gioco, non è un perdere tempo, è un modo per cercare di trovare una possibilità, anche fosse solo una, per scongiurare l’applicazione della Bolkestein, soprattutto per difendere gli interessi dei balneari. Il lavoro che si sta facendo è molto serio e importante, soprattutto in una fase decisiva, a questo punto possiamo dire fase decisiva, considerati anche gli stringenti tempi di intervento dato che sappiamo che in linea teorica il 27 luglio, fra pochi giorni, i Comuni potrebbero indire i bandi di gara per le concessioni delle spiagge, sappiamo poi la scadenza di fine anno. Questo sta a testimoniare che siamo arrivati al limite e la mappatura non è qualcosa di banale, anzi, va nella direzione, qualcuno l’ha detto, di dimostrare attraverso una fotografia oggettiva e realistica che la scarsità delle spiagge non è poi così vera, quindi andare a lavorare su un principio che potrebbe determinare l'applicazione della Bolkestein. E’ l’ultima carta che abbiamo da giocare? Giochiamola, andiamo avanti su questo aspetto, forse è l’ultimo su cui possiamo giocare, fermo restando che dobbiamo comunque portare avanti quello che prevede tra le varie cose la legge 118/2022, che oltre a prorogare al 31 dicembre 2023, delega il Governo a definire i criteri uniformi per quantificare l’indennizzo da riconoscere ai concessionari.
Questo per essere concreti, pratici e sintetici, lavoriamo in queste due direzioni che sono la mappatura e definire i criteri per gli indennizzi. Lo dobbiamo fare in un arco di tempo breve, però direi di non abbandonare questa strada e questa possibilità. Restiamo fiduciosi in quanto ritengo che l’applicazione della Bolkestein, l’abbiamo detto più volte, nelle coste italiane è pura follia se non altro perché parliamo di coste in cui gli imprenditori hanno fatto investimenti finanziari importanti. Tra l’altro oggi non esiste, l’ha detto il Consigliere Mangialardi, ancora un criterio per definire …, anzi non è previsto l’indennizzo per lo stabile realizzato, ma ancora peggio la demolizione dato che si deve restituire la spiaggia così come era quando è stata concessa.
Per restare sulle mozioni direi che forse è il caso di ragionare, di attualizzarle attraverso una risoluzione e magari votarla in maniera unanime, questa è la proposta che faccio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi sembra una discussione certamente utile quella che stiamo facendo soprattutto perché i soggetti interessati, destinatari di eventuali norme, di scelte, di indirizzi, di contributi anche politici sono molti dei nostri cittadini ed in particolare molti dei nostri operatori, considerato il tema relativo alla Bolkestein, relativo ai balneari, alla messa a gara dei nostri spazi demaniali.
La prima cosa quasi istintiva la direi al Consigliere Marinangeli, mettetevi d’accordo, il Consigliere Ciccioli ci dice esplicitamente che l'obiettivo principale è quello di allungare il brodo, cioè di arrivare al 2024 e attraverso un voto che andrà in una certa direzione capovolgere l’intera impostazione e abolire la norma, mentre il suo intervento dice un’altra cosa, ora, siccome state insieme, portate avanti le politiche insieme, diteci la verità su quello che pensate.
Ricordo a voi che il tema relativo alle gare e al sistema della Bolkestein è presidiato da due principi fondamentali del trattato dell'Unione europea, cioè gli articoli 56 e 49. L’articolo 56 afferma la libertà di circolazione dei servizi in ambito europeo, l'articolo 49 afferma la libertà dei prestatori di poter operare all'interno di un territorio europeo con la stessa … Raccontare ai cittadini, come fa il Consigliere Ciccioli, che se il prossimo anno vince X tutto verrà risolto è un po’ come quello che diceva quando raccontava che se sarebbe andata al governo Meloni la sanità sarebbe risorta ed il decreto 70 cancellato. Smentito dalle chiacchiere, smentito dal principio del parolaio, cioè di colui che dà in pasto alle persone una verità non reale, invece con i cittadini io penso che occorra essere onesti e reali e questo qualche volta, mi pare che lo dicesse il capogruppo, ha penalizzato il Partito Democratico.
C'è una sentenza del Consiglio di Stato, ci sono atti normativi che individuano dei criteri, allora io dico che un approccio serio di un'Assemblea legislativa deve prendere atto di una serie di norme che ci circondano, ormai siamo dentro questo principio, bisogna lavorare in maniera intelligente non sulla mappatura, francamente far credere o immaginare che l'Europa sia convinta dopo anni e anni di discussioni che noi abbiamo più coste delle concessioni e non sarebbe in discussione il problema della concorrenza ... Anche lì, ma voi pensate che dentro al Parlamento europeo di queste cose …, insomma io credo che non abbiamo rispetto per quella dignità.
Mi pare che in parte anche la mozione del Consigliere Santarelli, ma certamente quella che ho sottoscritto a prima firma del Consigliere Mangialardi individui all'interno di un quadro tre elementi centrali: a) c’è una sentenza del Consiglio di Stato che va applicata, bisogna dire ai cittadini, agli operatori che quella è una sentenza e non si può interpretare, commentare, o meglio, si può commentare ma va prima di tutto rispettata; b) gli investimenti di coloro che avranno la concessione a gara devono essere tutelati, ma anche questa credo che sia una porta da sfondare, basta fare l’esempio degli operatori, che stanno sui territori, dell’idrico, dei rifiuti, gli investimenti vengono ripagati qualora c’è una gara successiva che determina una successione soggettiva. E’ evidente, sarebbe assolutamente inaccettabile ed anche contra legem questo aspetto, quindi a chi ha investito 100 milioni e ne ha ammortizzati 30, gli altri 70 milioni devono essere riconosciuti, pena la mancata trasmissione; c) si dovrebbe lavorare sulla non cumulabilità delle concessioni, credo poco alla retorica che qui arriveranno gli operatori stranieri, ma uno degli elementi è proprio non cumulare le concessioni, questo evidentemente attira di meno la possibilità di grandi investimenti; d) ultimo elemento che a me pare particolarmente importante, che ovviamente andrebbe introdotto dentro una logica, è la questione del mantenimento della forza lavoro, chi viene ad investire è evidente che tende a massimizzare il profitto e per certi aspetti a ridurre il rapporto fra l'investimento e la forza lavoro, se dentro la gara … Tutti siamo amministratori, sappiamo come funziona, le gare vanno orientate, quindi l’obbligo del mantenimento della forza lavoro precedente è un altro elemento, che da questo punto di vista mi pare si possa condividere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. In attuazione di un emendamento contenuto nel decreto milleproroghe, la vigenza delle concessioni è stata ordinariamente prorogata di un anno.
Come noto, infatti, in sede di conversione del D.L. n. 198 del 29 dicembre 2022 (cd. "decreto milleproroghe") avvenuta con Legge n. 14 del 24 febbraio 2023, il legislatore ha disposto una ulteriore proroga di un anno - ovvero fino al 31 dicembre 2024 - del termine di scadenza delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, termine già stabilito al 31 dicembre 2023 dalle sentenze dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 17 e n. 18 del 9 novembre 2021, medio tempore recepito dalla legge n. 118/2022 sul mercato e la concorrenza.
Recentemente la sentenza del 30 aprile scorso (antitrust Comune di Ginosa) ribadisce che non possono essere adottate ulteriori proroghe e che la disapplicazione delle disposizioni nazionali incompatibili con le direttive europee è doverosa sia per i giudici italiani che per gli enti locali.
E’ stato recentemente istituito un tavolo di lavoro nazionale presieduto dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio, al quale ho partecipato per la prima volta anch’io, che intende svolgere le seguenti attività, che costituiscono aspetti da non confondere tra loro:
- l'acquisizione dei dati delle concessioni esistenti;
- la definizione dei parametri per la valutazione.
Il primo aspetto è la mappatura: la legge dà indicazioni precise nel merito. Le informazioni sono in possesso del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e delle Regioni. Inoltre, l'articolo 2 della legge 118/2022 prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro undici mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e sentita la Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un decreto legislativo per la costituzione e il coordinamento di un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza, anche in forma sintetica, dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori, tenendo conto delle esigenze di difesa e sicurezza. Verrà sollecitato il MEF sui tempi per i quali si prevede che la delega sia operativa ai fini della definizione della scarsità della risorsa, con riferimento al dato nazionale e regionale disaggregato, e, quindi, quando sia possibile incrociare i dati che emergeranno con quelli che riuscirà a produrre il tavolo. Tutto ciò ai fini della definizione più completa ed esaustiva della risorsa esistente.
La legge non dice nulla sul rapporto tra aree affidate in concessione e aree non conferite in concessione per scopi di balneazione, ma immediatamente fruibili o che potranno essere rese tali. Questa disamina sarà affidata ad una fase successiva dei lavori del tavolo.
Il governo, attraverso il tavolo di lavoro a cui partecipano attivamente anche rappresentanti delle Regioni, intende acquisire i dati della mappatura in tempi stretti per consentire di poter assumere le decisioni e di continuare una azione seria nella definizione della materia. La Regione Marche, attraverso il settore turismo, si è già attivata per fornire i dati richiesti.
Siamo tutti fruitori, specialmente nella stagione estiva, degli stabilimenti balneari. Ha ragione la Consigliera Casini, anch’io penso che l'Europa quando fa una legge … Un po' mi vedo nelle parti della regione Marche, una regione al plurale, al nord si chiamano stabilimenti al sud si chiamano chalet. Scherzando con mia moglie, che è di quelle parti, le dico che gli chalet stanno in montagna e non capisco perché nella parte sud della regione si chiamano chalet. Abitando da sempre in una città di mare conosco bene le situazioni ed avendo frequentato Senigallia per tantissimi anni riconosco che ci sono stabilimenti balneari che sono del secolo scorso, stabilimenti frutto del lavoro. A Falconara, nel mio piccolo, vedo stabilimenti che si tramandano di generazione in generazione, alcuni sono arrivati alla terza generazione.
Chi in questo momento non è contrario alla Bolkestein o alla indizione delle gare? Siamo tutti contrari in quanto snaturerebbe le caratteristiche dell’economia balneare italiana, sicuramente daremo un brutto esempio.
In merito all’intervento del Consigliere Carancini, io non devo difendere il Consigliere Ciccioli, ma quella che ha detto era una delle previsioni. La proroga al 31 dicembre di quest'anno e se ci fosse un'ulteriore proroga ed il voto cambiasse politicamente l'Europa, sarebbe una delle possibilità. Lui non ha detto che questa sarebbe la soluzione di tutti i mali, ma che è una delle possibilità.
Mi riaggancio anche agli interventi dei Consiglieri Marinangeli e Bilò, che non mi vedono contrario.
Ricordo sempre che il demanio è una competenza esclusiva statale. E’ stato istituito per la prima volta un tavolo nazionale al quale ho partecipato personalmente, voi avete usato delle definizioni tipo: censimento, monitoraggio, quant'altro, il tavolo nazionale sta valutando la possibilità di attaccarsi alle procedure di ricognizione perché questo è l'unico appiglio che ci può salvare dalle gare. Il tavolo si è riunito per la prima volta, io avendo la delega al demanio ho partecipato, sarà mia cura aggiornare il Consiglio regionale qualora vi fossero sviluppi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Lo dico sul piano squisitamente politico rispetto all'intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia, chiedendo scusa al Consigliere Marinangeli, ho ascoltato l’intervento della nostra Prima Ministra di marzo 2022 e quei termini che ho utilizzato non erano i miei, li ho solo mutuati poiché accusava il Governo di aver perso tempo, di aver tergiversato, trovando espedienti per non tutelare le attività.
Io invece, ahimè, anche con un’altra veste, non li considero semplicemente come chi si passa la concessione di padre in figlio, nel frattempo sono diventati imprenditori strutturati, dal momento che parliamo di operatori balneari, di ristoratori, qualche volta anche di albergatori, un pacchetto dell'accoglienza turistica della nostra offerta complessiva incredibile. Senza quel tipo di investimenti le Marche e l’Italia sarebbero un’altra cosa.
Però, siccome la direttiva servizi è del 2006, sono passati quasi 20 anni, non possiamo continuare a raccontare storie, su questo ha ragione il Consigliere Ciccioli, dato che, vedete, la campagna elettorale di settembre si è basata esclusivamente su questo tema rispetto alle attività e devo dire che le associazioni di categoria e tutti gli operatori vi hanno dato ampio credito, non penso che ci sia uno che abbia votato il centro-sinistra, perché Fratelli d’Italia ha detto candidamente: “Arriviamo al Governo e facciamo subito una legge e vedrete che metteremo in sicurezza il vostro patrimonio sul demanio pubblico”- Era complicato, però capite che chi ha investito milioni di euro, chi lo ha per tradizione familiare, chi ha 20 dipendenti ha dato questa apertura, ma non è così.
Dire: “Aspettiamo le elezioni del 2024 perché dopo 20 anni andremo in Europa con gli elmetti e saremo noi a cambiarla”, ritengo che non sia ancora una volta una strada seria, anche con tutte le valutazioni del caso. La mappatura funziona e perché non l’abbiamo fatta prima? Perché non è il tema.
Io ho una grande preoccupazione, se non affrontiamo il problema in maniera seria consumiamo l'ultima proroga, siamo in procedura d'infrazione, c’è il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per quel provvedimento e noi consumiamo tutto il tempo senza provare con le associazioni di categoria a strutturare le gare. Potremmo lavorare su questo doppio binario, le gare che dentro le sentenze (nn. 17 e 18), che secondo me sono andate anche oltre al tema del ricorso, però il ricorso è stato fatto, è stato perso, quindi quella partita sancisce un dato. Per cui da parte nostra c’è una grande preoccupazione, che penso sia di tutti, se serve arrivare ad una risoluzione seria, noi comunque …
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Condividiamo come gruppo Lega il modo di operare insieme, con le due mozioni, con quanto è stato già anticipato dai Consiglieri Santarelli, Mangialardi e Ciccioli, quindi la possibilità di rafforzare un percorso che ho fotografato nel mio intervento, quello che il governo sta facendo. Naturalmente oggi possiamo impegnarci con una risoluzione e rafforzare tutto quello che è necessario rappresentare al Governo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Se non ho capito male la nostra posizione è disponibile a ragionare su una risoluzione, altrimenti votiamo la nostra mozione. Comunque ho sentito che c’è la volontà di arrivare ad un testo condiviso.
PRESIDENTE. Dico al Consigliere Santarelli che c’è la richiesta di sospendere la votazione delle due mozioni per promuovere una risoluzione comune.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Intervengo per appoggiare questa proposta e spero nella disponibilità del Consigliere Santarelli per arrivare ad un testo comune, tra l’altro non mi sembra che ci siano grandi contrapposizioni sul testo, si tratta di rifinire qualche passaggio, ma siamo d’accordo su tutto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Durante la mia esposizione ho già sottolineato l'intenzione di creare una risoluzione comune anche con il lavoro che ha anticipato il Partito Democratico e con gli interventi dei colleghi. Quindi, se troviamo una soluzione comune è un bel segnale anche di fronte alle categorie che oggi aspettano da noi anche una piccola azione concreta.
Il lavoro sicuramente lo farà la Comunità europea e il Governo, però noi come Consiglio regionale possiamo uscire all'esterno con una risoluzione condivisa; è anche un gesto di rispetto soprattutto del lavoro che ognuno di noi, chi piccolo, chi grande, ha svolto in quest’Aula.
PRESIDENTE. Propongo di fare così: sospendiamo questo punto e diamo mandato agli interessati di costruire una risoluzione in modo tale che prima della chiusura del Consiglio si possa votare.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
MANGIALARDI. Sull’ordine dei lavori, come ci organizziamo?
PRESIDENTE. Facciamo le mozioni di competenza dell’Assessore Brandoni, così lo liberiamo, ha un impegno che lo attende. Poi proseguiremo con gli altri Assessori. Da qui non riesco a sapere gli Assessori che sono effettivamente presenti in Aula, chiedo ai collaboratori di darmene conto. Non ho notizie di questo genere.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Per sapere se l’assenza degli altri Assessori è temporanea o se sono andati via, in modo da organizzarci tutti. Benissimo anticipare la mozione dell’Assessore Brandoni, che io ringrazio per essere qui, però se gli altri non tornano …
Ci sono delle sue mozioni, Presidente, che riguardano Assessorati completamente diversi perché una è sugli asili nido, una è sulle cave fluviali, poi ce ne sono altre che riguardano altri Assessori, quindi sarebbe opportuno far fare dalla sua segreteria una telefonata e avvisarci, visto che questo è un caso un po’ anomalo.
PRESIDENTE. Lei ha perfettamente ragione. Prima ho visto gli Assessori Antonini, Saltamartini e Baldelli in Aula, le competenze sono, escluso l’Assessore Brandoni, degli Assessori Antonini, Saltamartini ed Aguzzi.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Per quanto riguarda le mozioni non è necessario che gli Assessori siano in Aula, possiamo discuterle tranquillamente.
PRESIDENTE. Certo, in questo momento abbiamo in Aula l’Assessore Brandoni, facciamo le sue mozioni, poi proseguiamo l’iter normale.
Si possono votare le mozioni anche senza la presenza dell’Assessore, salvo la richiesta di qualche gruppo di rinviarle ad altra data.
Mozione n. 354
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri, Cesetti
“Sblocco della cessione del credito”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 304 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri, Cesetti.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione che spero trovi il riscontro dell'Aula almeno per manifestare la vicinanza a quel mondo che è fatto di famiglie, di imprese, di soggetti, che si è trovato, ahimè, legato alla legge di bilancio del 16 febbraio 2023 n. 11, che ha bloccato la concessione dei crediti da bonus edilizi, e sapete cosa si sta determinando.
Lo dico con grande preoccupazione in quanto questo tema oggi non è raccolto da nessuno, né dalle forze politiche di maggioranza né da quelle di minoranza che non sono compatte su questa vicenda.
Noi abbiamo migliaia di famiglie sul lastrico che hanno creduto in una opportunità data dal Governo, guardate, non conta quale fosse, era una opportunità enorme. Risorse messe a disposizione, che hanno fruito anche del sostegno importante del Pnrr per circa 8 miliardi. Famiglie che hanno avviato tutte le procedure complicate, difficili, messe in campo con professionisti, individuazione delle imprese e dei percorsi, risorse anticipate, hanno spesso compromesso la propria abitazione perché iniziare il cantiere ha significato, magari, non avere nell’immediatezza una alternativa oppure trovarla, pensandola come temporanea, mentre si sta prorogando nel tempo in quanto nella propria casa i lavori non proseguono e non ci sono le risorse per sostenere l’affitto, che sono state costrette ad assumere.
Dentro questo pacchetto, i famosi esodati del 110, ad oggi non ci sono luci né prospettive, con imprese e famiglie che sono sul lastrico anche con tensioni.
Il Partito Democratico ha incontrato qualche settimana fa una di queste associazioni e ha raccolto la disperazione anche con soluzioni terribili per la propria vita e quella dei familiari se non c’è un supporto adeguato.
Penso che questa Assise responsabilmente debba prendere una posizione chiara per sollecitare il Governo a rivedere e trovare le modalità che non attengono a noi. Noi ne avevamo proposta una: il credito cedibile alle nostre partecipate, che era una cosa molto seria, purtroppo non siamo riusciti nemmeno a discuterla in quest’Aula dato che il Governo prontamente l’ha bloccata nella notte in cui poi saremmo arrivati in Consiglio.
Ne stiamo preparando un’altra sulla scorta di esperienze che sono state fatte in Basilicata e forse in Puglia …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Consigliera Ruggeri, mi ha battuto, ma quella è quella vecchia, comunque non abbiamo di queste difficoltà, l’importante è che il Movimento 5 Stelle se ne faccia carico. Devo dire che a livello nazionale ancora tengono la luce accesa e non penso semplicemente per difendere un proprio figlio, che invece questo Governo ha voluto mettere all’angolo. Penso che ce ne dobbiamo fare carico tutti immediatamente, quindi vi chiediamo di mettere in campo tutte quelle operazioni che servono tanto, un tavolo di confronto a livello nazionale con le associazioni, con i professionisti, con le imprese per cogliere la complessità.
Non ho voglia oggi di rientrare nei computi grossolani che il Ministro ha sottolineato con forza quando ha attribuito ad ogni cittadino italiano 2.600 euro di costo di quell’operazione, poi le cifre sono ben altre: un grande investimento per la messa in sicurezza delle strutture, la riqualificazione delle nostre case, l'opportunità di incrementare, anche attraverso questa operazione, il valore del nostro patrimonio immobiliare.
Ritengo che dovremmo arrivare ad una approvazione, ovviamente non sarà questa la sede, ma è l'impegno, che sono sicuro non mancherà, dell’intera Giunta in Conferenza delle Regioni, che possa farsi carico … Guardate, questo tipo di incipit non arriva dalle Marche, è una difficoltà che hanno tutte le amministrazione che si trovano in prima linea, per cui dobbiamo cercare di capitalizzare e soprattutto di dare una risposta, e quella non la voglio dipanare, quella della Cassa depositi e prestiti e quella di nuovo delle Poste, è lo Stato che se l’accolla o che facilita la possibilità alle banche di riaprire il credito perché alla fine i crediti incagliati sono anche quelli di chi ha il cassetto fiscale capiente e paradossalmente oggi diamo la possibilità a chi ha più risorse di poter continuare, ovviamente, a far data da quella prevista dalla norma, l’investimento, invece quelli che hanno creduto nel supporto dello Stato si trovano nelle difficoltà che noi tutti sappiamo.
Vi chiedo di leggere attentamente la mozione e coglierne il senso rispetto all’opportunità di sostenere e di stare almeno al fianco di quei soggetti che lo Stato con quel provvedimento ha tradito.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Partito Democratico, primo firmatario il capogruppo Mangialardi, per aver proposto questo testo, questa mozione, anche io ne ho proposte diverse sia di mozioni che di interrogazioni in tal senso e purtroppo devo rimarcare che non hanno avuto una grande accoglienza da parte di questa maggioranza. Non capisco perché in altre regioni anche il centro-destra si sta dando tanto da fare per agevolare la circolazione dei crediti fiscali, mentre nelle Marche non riusciamo a far passare queste idee.
Partendo dal fatto che voterò sicuramente a favore la mozione del PD, vorrei anche sottolineare che il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico mesi fa hanno presentato una proposta di legge sulla circolazione dei crediti, superata da quanto ha deciso dal Governo, non abbiamo più chiesto di portarla in discussione in I Commissione. Subito mi sono attivata e nel giro di poco tempo ho presentato un'altra proposta di legge, che non è mai stata portata in discussione in I Commissione nonostante i solleciti. Sono riuscita a convincere il Presidente Marinelli nella Commissione di ieri a trattarla lunedì prossimo, solo per dirvi che più o meno la mia proposta di legge è stata protocollata insieme a quelle di altre Regioni, in Basilicata è già legge. Pensate quanto tempo abbiamo perso per …, neanche tra noi Commissari della I Commissione abbiamo provato ad affrontare seriamente questo tema.
Non mi dilungo su quanto ha già detto, e sottoscrivo pienamente, il Consigliere Mangialardi sull’importanza che avrebbe per la nostra economia cercare di far ripartire il 110. Se dal nazionale ci sono resistenze, quanto meno proviamoci a livello regionale visto che a noi compete la facoltà di farlo. In Basilicata la proposta di legge che è diventata legge il 21 giugno non è a prima firma del Movimento 5 Stelle, anche se molto simile alla proposta avanzata da me, ed è a firma di un Consigliere di Fratelli d'Italia, quindi l’opposizione che state portando avanti a queste operazioni, che sono di ordine economico, sono incomprensibili dato che altrove non stanno agendo in questa maniera.
Mi auguro che lunedì si possa affrontare la questione, entrando nel merito da parte di tutti i Consiglieri che fanno parte della I Commissione, senza pregiudizi di sorta, ma cercando di fare del bene alla nostra comunità.
Il testo è aperto a modifiche ed anche alla sottoscrizione di chiunque voglia farla, non è il testo della Consigliera Ruggeri, è un testo che io metto a disposizione prima della Commissione e spero di poterlo mettere a disposizione anche di quest’Aula. Ben vengano tutti i contributi, c’è anche il mio più totale invito alla condivisione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Brevemente per dire che chi ha avuto possibilità di usufruire del 110% ha cercarlo di utilizzarlo, questo è evidente, i condomini dove abitiamo, eccetera, però era fondato su un presupposto sbagliato, cioè era giusto cercare di rilanciare un settore che è strategico per l'Italia, quello delle costruzioni e dell’edilizia, che stava soffrendo, è stato veramente una ventata d'ossigeno, però un conto è un contributo anche molto alto fino al 90%, un conto è il 110%, che ha fatto alzare in maniera spropositata i prezzi delle materie prime, non solo quelle legate alla crisi energetica e quant'altro, ma in generale.
Secondo, ha dato il là ad una serie di abusi, ha comportato una perdita secca per lo Stato di centinaia di milioni, addirittura operazioni sul 110 mai esistite con decine e decine di arresti, poi i soldi si sono persi e lo Stato ha sequestrato edifici ed altre cose. Sapete tutti che quando si apre un contenzioso giudiziario ci sono i tempi, la dilatazione dei tempi, ed alla fine ci rimettono tutti (cittadini, Stato) e raramente si riesce a recuperare il maltolto.
Il 110% era sbagliato nei presupposti, non doveva essere 110, doveva essere un X molto alto, con una compartecipazione anche modesta dell'utente stesso che veniva responsabilizzato sulle spese (spese per le ditte esecutrici, per i progettisti, per l'insieme della progettualità) e invece questo non c’è stato.
Ovviamente quando succedono queste cose in qualche modo bisogna uscirne e questo è stato oggetto di una lunga trattativa tra l'Associazione degli industriali, l’Ance, l’Associazione degli artigiani perché il 110 ha coinvolto tanti settori diversi, nonché le famiglie. Penso a tante famiglie, che sono rimaste con il cerino in mano, che oggettivamente si sono trovate a metà, in corso d'opera, non potendo finire i lavori, o alle imprese che non sono state liquidate alla fine.
Quando uno fa una legge impropria, un cattivo testo legislativo, i risultati prima o poi accadono.
Ricordo che, e di questo sono testimone, durante una riunione che non era destinata a questo cercammo di insistere sul Presidente del Consiglio Meloni per trovare una soluzione e lei disse: “Anch'io vorrei trovare una soluzione, ma il Mef dice che se andiamo avanti così, avremo un buco di bilancio di 10 miliardi”. Noi non possiamo far saltare il bilancio dello Stato, chiunque sia, centro-destra, centro-sinistra, Movimento 5 Stelle, far saltare il bilancio dello Stato è un dramma in tutti i settori, quindi ad un certo momento, forse non nel migliore dei modi, c’è stata messa una pezza. Le norme di chiusura fanno sempre male a qualcuno. E’ stata messa una norma di chiusura per cercare di trovare una soluzione, per esempio le Marche sono state fortemente … Questa Giunta regionale ha fatto molte pressioni all’allora Commissario alla ricostruzione, poi all’attuale, affinché in tutta l'area del cratere fosse rispettato il 110%, con una serie di altre normative, esenzioni, però di fatto quello che è accaduto è ovviamente un tentativo di soluzione, il più indolore possibile.
Aggiungo che io stesso ho verificato con l’ufficio legislativo del Consiglio regionale la possibilità che la Regione potesse entrare nella cessione del credito, l’ha fatto la Regione Sardegna, l’hanno fatto alcune Provincie, poi alla fine è arrivata la normativa nazionale che ha bloccato tutti gli enti locali. Questo è accaduto. C’è una norma nazionale per cui tutti gli uffici legislativa si sono dovuti adeguare, tutte le cose che sono state fatte sono state bloccate, comunque gli enti locali avrebbero potuto partecipare solo in piccolissima parte, una goccia nel mare, nella soluzione del problema.
Non c’è stata chiusura, però c'è una priorità, che non fosse toccato il bilancio centrale dello Stato, e questo è stato l’orientamento del Consiglio dei Ministri che ha stabilito queste norme.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Consigliere Mangialardi, voi avete ricevuto anche gli operatori del settore, come potete immaginare sono venuti anche da me come Assessore al bilancio ed hanno manifestato grida di allarme importanti perché molte imprese e molti lavoratori si sono trovati senza posti di lavoro, senza stipendi, arretrati e altro.
Purtroppo chi ha ricoperto in precedenza questo ruolo prima di me si è trovato anche a dire di no in quanto la legge nazionale non prevedeva tutto questo.
Si evidenzia innanzitutto che il ruolo delle Regioni nell'ambito della cessione dei crediti è stato chiarito nel D.L. 11/2023 convertito dalla legge n. 38/2023.
La norma prevede che (estratto dell'articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto legge 11/2023 convertito dalla legge 38/2023):
1. All'articolo 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il comma 1 quater è inserito il seguente “1 quinquies. Ai fini del coordinamento della finanza pubblica, le pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, non possono essere cessionarie dei crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni di cui al comma 1, lettere a) e b)”. Pertanto le Regioni non possono essere cessionarie di crediti di imposta.
Gli enti che si erano mossi in autonomia sono stati costretti ad una brusca marcia indietro per allinearsi al dettato normativo. Lei pensi che quando gli operatori della Provincia di Treviso erano venuti dicendo: “Assessore, guardi che le altre lo hanno fatto”, io ho detto di aspettare le decisioni governative e infatti siamo stati saggi nell’aspettarle.
Premesso ciò la nostra Regione è consapevole della problematica evidenziata e quindi ci faremo portavoce con le altre Regioni per capire se vi siano punti d'incontro per intraprendere azioni comuni.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Assessore. Il contenuto della mozione non è il credito cedibile alle società partecipate, non è questo, è un altro.
Ringrazio la Consigliera Ruggeri e mi scuso pure in quanto ho lavorato in maniera inconsapevole su un argomento che poteva essere sovrapposto, però ringrazio per la disponibilità a recuperare magari un contributo che è arrivato dai nostri collaboratori che nel frattempo hanno verificato altre situazioni, come ha ricordato la Consigliera Ruggeri prima su scala regionale.
Ma questo non è il tema di oggi, la questione è quello che l’Assessore sta facendo, e noi lo vogliamo solo rafforzare con una posizione condivisa. Per quello che dico che non c’è elemento di condanna, se ci fosse lo potremmo rivedere, ma un impegno al Presidente ed all’Assessore in Conferenza unificata delle Regioni per porre il problema e verificare se il percorso …, non di riaprirlo tout court, ma su quelli che sono in itinere … Il tema è lì, sono i lavoratori che sono a casa, sono le famiglie che non hanno più casa, sono le imprese che si trovano nella situazione imbarazzante di non poter proseguire i lavori e fallire, magari quelle non strutturate poiché …
Le motivazioni che ha riportato il Consigliere Ciccioli sono legittime rispetto al bilancio dello Stato, ma se lo Stato tradisce un cittadino diventa difficile poi recuperare il rapporto perché nessuno magari avrebbe intrapreso quel percorso se non fosse stato lo Stato a sollecitarlo e tutto questo al netto delle questioni legate alle truffe. Qui parliamo di chi con il 110 ha attivato correttamente il percorso, ha avuto magari il credito nella prima fase, ha contribuito a sostanziare gli impegni con le imprese e con i professionisti e poi improvvisamente le banche, su sollecitazione del Governo, con un provvedimento fatto la sera per la mattina, non hanno dato più la disponibilità, lì dobbiamo intervenire, che è una parte di un sistema che forse per incapienza delle casse statali doveva essere bloccata.
Questo ci sta, ma non ci sta lasciare in mezzo alla strada le famiglie in quel modo, quindi l’impegno, sul quale non ho dubbi, che dobbiamo cercare di trasmettere per quello che diciamo, è di convocare un tavolo nel quale raccogliere i dati che arrivano dalla nostra regione, metterli a confronto con gli altri, poi il Governo potrà valutare questo tipo di sollecitazione.
La mozione va in questa direzione, è per questo che dico che non vi impegna sul fronte più articolato, però alcune Regioni dopo la conversione hanno attivato …, quella può essere una modalità, non la voglio mettere oggi a disposizione anche per non mettere in difficoltà il Governo regionale, però penso che sulla mozione ci possa essere il consenso di tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Capisco e comprendo le buone intenzioni, anzi alcune cose del testo potrei anche farle mie, ma c'è stata una lunga trattativa centrale nella Sala Verde di Palazzo Chigi - casualmente mi trovavo lì nei pressi per altri motivi - tra le associazioni nazionali di categoria, c'erano Confindustria, l'Ance (quella specifica dei costruttori), la Confartigianato, la Confcommercio, sindacati, hanno fatto riunioni per tre giorni per vedere quale poteva essere la mitigazione di questo 110, per cercare di creare meno danni possibili poiché era nella coscienza di tutti che un provvedimento di chiusura avrebbe comportato gravi conseguenze. Quindi, hanno cercato di renderlo più mite, di trovare delle esenzioni, di vedere come era possibile attenuare, però era la radice che era sbagliata all'inizio in quanto quel 110, che poteva essere 80, 85, 90, sarebbe stato frenato, invece il 110 ha aperto le porte a tutti e i primi arrivati hanno avuto tutto, alcuni anche in maniera assolutamente impropria e non prevista, però sono riusciti ad ottenerlo perché scarsi nella prima fase erano anche i controlli, poi sono stati più ferrati e quelli che sono arrivati per ultimi, siccome i primi non sono stati parchi, ne hanno pagato le conseguenze. Del resto non si può mettere in crisi il bilancio dello Stato. Ho detto chiunque ci fosse stato, poi si è preso questa responsabilità il Governo del momento, il Presidente del Consiglio Meloni, il Ministro del Mef Giorgetti, altri Sottosegretari e Viceministri che hanno collaborato all'atto, però era indispensabile chiudere dal momento che saremmo andati in un ampliamento del debito pubblico che ci avrebbe messo in pericolo, avremmo superato la linea rossa, e ciò è stato.
Per questo dichiaro il voto contrario a questa mozione ricordando che alcuni elementi dentro sono assolutamente condivisibili, ma non si può fare altrimenti. E’ come un intervento chirurgico che comporta l’amputazione di un arto, lo devi fare, non c’è niente da fare, questo è il senso di quel decreto, che poi ci possono essere in corso d’opera dei miglioramenti. So che il Mef sta studiando ulteriori integrazioni, io non sono sufficientemente informato né all’altezza di vedere la previsione di spesa, però il provvedimento dello Stato, il decreto legislativo è stato ampiamente trattato.
La Regione Marche ha fatto un tavolo tecnico con … E’ stata consultata la Conferenza Stato-Regioni, sono stati fatti tutti i passaggi e questo è perfettibile? Forse sì, ma questo è il risultato e anche per l’orientamento politico con il governo nazionale ci atteniamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Credo che il problema esposto sia molto grave nell’area terremotata in cui il 110 era importantissimo.
Noi non parliamo di sbloccare il 110, quello che viene chiesto è molto banale, si chiede: 1) di attivarsi presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni unificata perché facciano ripartire al più presto le cessioni dei crediti maturati, non per tutti gli altri, ma quei crediti maturati nel cratere da persone che sono rimaste con le anticipazioni fatte senza la casa, con dei debiti e in una condizione di grandissimo disagio, soprattutto nelle aree terremotate dove il 110 serviva un po’ a coprire i maggiori costi determinati dall’aumento dei materiali o a rendere quelle case migliori dal punto di vista della dispersione termica; 2) l’attivazione di un tavolo tecnico-politico per verificare se le banche, le Poste, le grandi assicurazioni possano cedere i crediti, non è una cosa così complessa per il Governo; 3) l’’attivazione di un tavolo che preveda la partecipazione delle banche per trovare una soluzione che possa essere accolta non per mitigare - mitigare viene dal vocabolario della valutazione di impatto ambientale è entrata nel patrimonio e nel vocabolario comune dagli anni 90 - ma per sanare, non tanto per mitigare, mitigare non possiamo farlo, dovremmo sanare questo vulnus che ha colpito soltanto alcuni cittadini che sono stati “illusi” di poter partecipare e per ritardi non determinati da loro, magari dovuti dalle imprese che avevano un sovraccarico di lavoro o dai cassetti fiscali delle banche, o non so da che, improvvisamente da un giorno all’altro, malgrado le proteste di tante categorie, si sono trovati in condizioni di difficoltà. Sono cittadini in difficoltà, credo che non sia una cosa così gravosa chiedere al vostro Governo, tra l’altro, di farsi carico di coloro che sono rimasti incastrati in questa questione, che è banalmente dolorosa per loro.
Credo che, al contrario di quello che ha detto il Consigliere Ciccioli, possa essere votata la mozione in quanto la Regione Marche può anche dire: “Noi abbiamo un cratere dove il danno fatto dal blocco delle cessioni è ben maggiore rispetto al resto d'Italia” in quanto abbiamo il 62% dell'area di tutto il cratere nella regione Marche per cui abbiamo un problema ben più grave.
Non chiediamo di sbloccare totalmente il 110 perché, è chiaro che, come ha detto prima il Consigliere Ciccioli, ci sono delle fattispecie che vanno sistemate, migliorate. Trovo che tutti quei cappotti siano stati una speculazione, penso che si debba trovare una soluzione che renda gli investimenti proporzionali al reddito, che ci sia l'autonomia totale energetica per esempio o che si possa produrre energia, quindi interventi molto più consistenti, però credo che sia una cosa buona chiedere al Governo di aiutare queste persone, che non sono neanche tante, che sono state bloccate.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 354. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Alla fine della votazione per spiegare. In tempo diretto che ho chiamato, come giustamente aveva suggerito il Presidente Acquaroli, il Sottosegretario alle finanze per capire come stanno le cose, in tutta l'area del cratere è prevista già la cessione del credito, nell'area del cratere si può fare, fuori dal cratere non è possibile, quindi noi abbiamo rispettato la normativa dello Stato che è in vigore, non deve essere fatta, quella che c’è già.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Solo per chiarire che quello che ha detto il Consigliere Ciccioli è vero, ma è limitato agli interventi connessi al danneggiamento, quindi non tutto il 110 sull’area del cratere, ma nell’area del cratere per gli edifici danneggiati il 110 viene riconosciuto fino al 2025.
Mozione n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Cesetti, Biancani
“Sostegno delle sezioni dell'Associazione nazionale Carabinieri”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 221 dei Consiglieri Vitri, Mangialardi, Cesetti, Biancani.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione depositata un anno e mezzo fa a cui teniamo moltissimo e ci auguriamo che anche la maggioranza possa poi acconsentire.
Sono già intervenuta su questo tema in diverse occasioni, nel momento dell’approvazione del bilancio, chiedendo un sostegno concreto alle Associazioni dei Carabinieri presenti nel nostro territorio regionale. Parlo di tutte quelle associazioni composte da volontari che sono per lo più Carabinieri in congedo, che prestano un servizio in alcuni territori, soprattutto nei piccoli Comuni, indispensabili molte volte.
Nelle Marche abbiamo 12.000 iscritti all’Anc e 87 sezioni territoriali attive, le basi sono sparse in tutto il territorio nazionale, in totale sono 1.673, inoltre 27 sezioni sono presenti all’estero.
Quelle attive nelle Marche svolgono un ruolo fondamentale, i dati dimostrano infatti le potenzialità di un’Associazione che ha saputo creare negli anni un'indiscussa credibilità, riconosciuta a tutti i livelli. Le cariche sociali sono tutte elettive, gratuite e vengono assunte su base volontaria.
Ricordo che l’Associazione nazionale Carabinieri è una realtà importante sia a livello nazionale che regionale, costituita per la prima volta a Milano l’1 marzo 1886 con la denominazione di Associazione di mutuo soccorso tra congedati e pensionati dei Carabinieri reali.
Nel dettaglio, prima di spiegare cosa chiediamo con questa mozione, vorrei anche evidenziare come è nata e con quali scopi.
Lo Statuto dell’Associazione nazionale Carabinieri all’articolo 2 (Scopi) in particolare promuove la partecipazione anche costituendo appositi nuclei con attività di volontariato per il conseguimento di finalità assistenziali, sociali e culturali; l’articolo 7 recita che tutti i soci hanno il dovere di cooperare al potenziamento morale e materiale dell’Associazione. Soprattutto ricordo che il Regolamento per l’esecuzione dello Statuto organico dell’Associazione nazionale Carabinieri all’articolo 1 recita che l’Anc, anche attraverso le proprie articolazioni periferiche, si propone il perseguimento degli scopi associativi assumendo iniziative atte a rendere operanti le norme di cui all’articolo 2 dello Statuto, costituendo quindi fondi per lo svolgimento di attività assistenziali e sociali, stipulando anche convenzioni commerciali, assicurative, medico-sanitarie, turistico-ricreative e culturali a favore dei soci.
In tutto il territorio nazionale in applicazione dello Statuto l’Associazione nazionale Carabinieri, in funzione delle professionalità acquisite in servizio da ciascun socio, svolge compiti di monitoraggio del territorio in occasione di grandi eventi e calamità, segnalazioni alle autorità competenti, concorso all’assistenza alle popolazioni colpite da calamità (anche in campi specifici, come: sommozzatori, cinofili, rocciatori, servizio sanitario), contribuendo così alle attività di difesa del territorio, negli incendi boschivi, dissesti idrogeologici, monitoraggio dei corsi d’acqua e più in genere dell’ambiente.
Si consideri inoltre che un ulteriore qualificante impegno a livello nazionale è stato assunto nel 1997 dall’Anc con il Ministero dell’ambiente per una metodica e continuativa ricognizione del territorio e per segnalare ai Nuclei operativi ecologici dei Carabinieri ogni situazione ed evento di rischio ambientale.
Questa premessa può sembrare quasi banale o inutile, invece in realtà è importante ricordare quale ruolo svolgano le Associazioni nazionali dei Carabinieri nel territorio. Voglio proprio arrivare a ricordare l’impegno che è stato profuso anche nelle Marche in occasione del terremoto del 1997/1998 quando il ruolo è stato fondamentale in moltissimi casi per le popolazioni che vivevano in situazioni difficilissime e tragiche.
Nel 2017 nelle Marche l’Anc ha profuso un grande impegno anche in soccorso della popolazione che aveva subìto non solo il terremoto, ma anche i danni delle grandi nevicate e quelli in seguito all’emergenza, provvedendo a portare cibo per gli animali, pellet per stufe, laddove i cittadini erano in situazioni di disagio, abbandonati a loro stessi e molto spesso anche dalle istituzioni.
Un’opera di volontariato in cui si sono distinte le benemerite, soprattutto gli appartenenti alle Associazioni, comprese madri, mogli e figlie che con la loro presenza silenziosa sono state indispensabili in ogni occasione, anche di incontro culturale, ricreativo, in un'ottica al femminile.
Con questa premessa ricordo il ruolo importante in numerose occasioni portato avanti dall’Associazione nazionale Carabinieri anche nelle Marche, un patrimonio umano, professionale e volontario che necessita di essere sostenuto economicamente.
In fase di discussione del bilancio in Consiglio regionale come gruppo PD abbiamo presentato diversi emendamenti tra cui quello alla tabella E, missione 1208, programma 8 con il quale si proponeva lo stanziamento di 50.000 euro a favore del sostentamento delle sezioni dell’Associazione nazionale Carabinieri, reperendo risorse dal fondo di riserva, purtroppo è stato bocciato nonostante tutti gli esponenti di maggioranza esprimessero favore.
Ora con questa mozione vorremmo dare l’opportunità di recuperare l’occasione e di approvare un atto che impegni il Presidente Acquaroli e la Giunta regionale a reperire con urgenza le risorse necessarie a sostenere l’Associazione nazionale Carabinieri, per tutelare una associazione che con la sua organizzazione e attività si conferma come una risorsa preziosa e irrinunciabile per la comunità marchigiana, anche al fine di evitare di ripresentare altri emendamenti al prossimo assestamento di bilancio.
Invito tutti i Consiglieri di maggioranza a votare a favore di questa mozione per un impegno concreto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. In merito alla mozione n. 221 della Consigliera Vitri non posso che inchinarmi di fronte all’Associazione dei Carabinieri e alla richiesta di sostenere tutto il lavoro che le associazioni fanno, però si dovrebbe parlare delle associazioni, non solo quella dell'Arma dei Carabinieri, a cui va tutta la mia stima e amicizia dopo 42 anni di servizio in Polizia, ma delle Forze dell'ordine più in generale.
Vedrei una iniziativa in cui coinvolgere le associazioni di volontariato di tutte le Forze dell’ordine, sennò sembra che si individui un’associazione, quindi riproponiamo una tabella E e diamo un contributo.
Credo che l’Associazione dei Carabinieri vada tenuta in considerazione, ci mancherebbe, ma dobbiamo, secondo me, aprire anche alle altre associazioni ed al mondo del volontariato, è riduttivo parlare di una sola associazione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Faccio una premessa, sono moglie di un ufficiale dei Carabinieri, quando si parla dell’Associazione dei Carabinieri, Consigliera Vitri, da parte mia non c’è altro che un appoggio in tutti i sensi. Quando vedo l’Associazione dei Carabinieri fare questo lavoro egregio, in tutti i campi che lei ha elencato prima nella sua mozione, mi sento di parte, ma parliamo solo dell’Associazione dei Carabinieri, mentre secondo me vanno valutate un po’ tutte le associazioni, ad esempio quella della Marina, che fa anche cultura, aiuta, gli Alpini, tutte le Forze dell’ordine, quindi, cerchiamo di andare incontro non ad una sola associazione, ma di tenere in considerazione, se il nostro bilancio ce lo permette, tutte le associazioni che fanno un egregio lavoro verso i cittadini e le categorie più deboli. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Intervengo perché ho sottoscritto questa mozione.
Devo dire che giustamente la Consigliera Vitri in questo caso ha parlato dell’Associazione dei Carabinieri, che almeno nel nostro territorio è una realtà che fa parte delle Forze dell’ordine ed ha un ruolo attivo. Tenendo fuori la protezione civile, chi dà una mano sono i Carabinieri, le altre associazioni, almeno nel mio territorio, non ci sono e non le ho mai viste, ad esempio, accompagnare i ragazzi a scuola, dopodiché se ci sono altre realtà associative che fanno un lavoro di supporto rispetto alle attività dell’amministrazione ...
Ho paura c’è questa tendenza della maggioranza, la mia è una riflessione, a forza di allargare non dia mai niente a nessuno, mi sembra di rivivere la vicenda della vita indipendente, volevate allargare a 400.000 euro per 20 associazioni, qui se va bene metteremo 10.000 euro, se allarghiamo a 50 associazioni non diamo risposte a nessuno.
Cerchiamo sempre di capire qual è il tema e a chi vogliamo dare risposta, cioè a coloro che il Sindaco alza la cornetta, chiama e dopo mezz’ora sono disponibili. Hanno la divisa, sono riconoscibili, si sporcano le mani, sono disponibili ad affiancare la protezione civile e gli operai del Comune, se dobbiamo mettere l’Associazione dei Cavalieri di Malta che organizza iniziative sulla filosofia del mondo è un’altra cosa! Fa sempre parte delle Forze dell’ordine, però se fa iniziative sulla filosofia del mondo e varie ed eventuali probabilmente possiamo anche fare a meno di dargli un sostegno.
Invito a non cercare sempre di voler modificare il dispositivo perché presentato dai Consiglieri Vitri, Biancani, Cesetti o Ruggeri, tocca metterci le mani per forza e quando ci mettiamo le mani per forza rischiamo di andare fuori dall’obiettivo e di parlare del mondo e di nessuno, che è uno dei problemi, forse il problema della politica.
Questo vale per la Bolkestein, vale per tante altre questioni, parliamo troppo, io sono uno concreto, per me uno più uno fa due, dopodiché le altre associazioni mettono la divisa e vanno a dare una mano? Se non ci sono di cosa stiamo parlando?
Se parliamo delle associazioni di volontariato in generale, meglio ancora, ma lì ci vogliono 10 milioni di euro, figuriamoci se sono contrario a dare i soldi alle associazioni di volontariato, stiamo facendo bandi per dare risorse alle associazioni, di cosa stiamo parlando? Purtroppo le questioni le conosco, conosco i bandi che escono e so quanto diamo loro, quindi è vero che ci sono tante associazioni di volontariato in generale, ma se pensiamo al volontariato in generale non pensiamo a tutto. Poi se vogliamo pensare a tutto prepariamo qualche milione di euro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Questo è un tema un po’ complicato e complesso perché andiamo a incidere su persone che hanno dato tanto e danno tanto, però, come si è detto, secondo me, sono tantissime le associazioni. Ho avuto la fortuna/sfortuna di fare parecchi mandati da Sindaco ed ho avuto modo di vedere tante associazioni dare una mano, ultimamente abbiamo anche l’Associazione volontari Carabinieri che ha la sua sede in Comune, ha le divise date dal Comune, ha i rimborsi, se servono, la stessa cosa avviene per la protezione civile, per il gruppo degli alpini, che quando c'è bisogno di qualcosa ed intervengono, e per tante altre associazioni.
Non possiamo dire di no ai Carabinieri, ci mancherebbe, sono utilissimi sia per il lavoro che hanno svolto che per quello che fanno, però mi sembra offensivo nei confronti degli altri che svolgono la stessa attività.
E’ inutile dire: “Fate sempre così, io sono uno concreto”, penso di essere concreto anch’io, ma siccome la realtà la vivo tutti i giorni sarebbe per me uno sgarbo nei confronti dei volontari della croce rossa, li troviamo da ogni parte. Sono volontari, quindi …, diamo a tutti questi fondi. I Comuni, quando hanno queste associazioni nel loro territorio, se sono operative, intervengono. Oggi andiamo a dare qualcosa, non so come vengono distribuiti i fondi oppure se servono solo per fare una …, l’avessimo fatto noi l’avreste chiamata in un modo che avete utilizzato molte volte, però purtroppo è così!
Secondo me siamo disponibilissimi, aiutiamo i Comuni a dare una mano ai volontari e poi ognuno sceglie il suo, sono perfettamente d’accordo, magari c’è chi è volontario nell’Arma dei Carabinieri, ha un suo curriculum ed una sua storia, ma ci sono molti altri che si impegnano nel volontariato, sono persone che non hanno mai avuto uno stipendio ed i servizi che vengono offerti ad altri, non vedo positivo questo modo di venire incontro.
Dopodiché ben venga, mettiamo le risorse che servono e diamo una mano a tutte le associazioni di volontariato.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. In relazione alla richiesta di informazioni della mozione n. 221 del 24 febbraio 2022 la Direzione ritiene opportuno fornire le seguenti delucidazioni.
La mozione fa riferimento in particolar modo nel settore volontariato all'Associazione nazionale Carabinieri, che ha al suo interno sia attività generica di volontariato che, in alcune "sezioni", quella di volontariato di protezione civile. Nella regione Marche sono presenti 10 gruppi che svolgono attività di protezione civile.
Le sezioni sono regolarmente iscritte nell'albo territoriale di protezione civile. Partecipano attivamente a tutte le attività sia esercitative che emergenziali e sono state sempre oggetto dei rimborsi ex articolo 39 e 40 del Codice della protezione civile. Inoltre le stesse risultano essere state beneficiare di finanziamenti da parte della Direzione protezione civile regionale e/o del Dipartimento nazionale della protezione civile.
Per quanto riguarda il contenuto della mozione indicata in oggetto non può che essere ritenuta meritevole, ma dato che l'albo territoriale ha all'attivo circa 340 organizzazioni di volontariato di protezione civile (comprese le ANC) per una questione di equità sarebbe opportuno riconoscere tale sostentamento a tutte le organizzazioni iscritte nell'Albo. Organizzazioni che nel corso degli anni hanno svolto parimenti all'ANC attività di supporto e assistenza alla popolazione nelle diverse emergenze che hanno interessato il territorio regionale e nazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. E’ vero che ci sono tante associazioni di volontariato che meritano il supporto della Regione, 340 ha detto adesso l’Assessore, però è anche vero che secondo i territori, per motivazioni diverse, alcune sono più o meno attive a supporto delle amministrazioni. Penso ai Carabinieri che spesso fanno veri e propri servizi di vigilanza nei parchi, aiutano i bambini ad attraversare la strada al mattino per andare a scuola, sono un supporto fondamentale per le famiglie, sarebbe necessario innanzitutto riconoscere un contributo a questa associazione, poi valutarlo anche per altre. Magari si potrebbe prevedere, come ha detto il Consigliere Marinelli, nel bilancio 2 o 3 milioni per tutte le associazioni di volontariato oppure delle risorse in base ai progetti ed ai servizi prestati.
Certo è che tra queste 340 organizzazioni presenti nelle quindi Marche, a cui ha fatto riferimento l'Assessore, alcune hanno già delle risorse da parte della Regione Marche, attraverso bandi o stanziamenti diretti, hanno già un sostegno importante da parte della Regione, mentre l’Associazione nazionale Carabinieri non ha mai avuto nulla direttamente dalla Regione, nonostante ci siano 87 sezioni territoriali attive e 12.000 iscritti, che molte volte pagano autonomamente la benzina per le auto e le spese di spostamento, un minimo di sostegno da parte di questa Regione lo ritengo doveroso.
Valutare poi il sostegno anche alle altre associazioni ci vede favorevoli, ma, come ha detto il Consigliere Biancani, non possiamo dire sì a tutti per poi ridurci a non dare niente a nessuno.
Chiedo intanto di approvare questa mozione così come è stata presentata a favore dei volontari dell’Associazione nazionale Carabinieri, poi se vorrete proporre altre associazioni che ritenete meritevoli di sostegno ci troverete favorevoli, sicuramente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Vorrei precisare due cose che forse sono sfuggite nelle premesse narrative e che diciamo a voce: nell’emergenza l’Associazione nazionale Carabinieri ha contribuito anche nel terremoto del 2016 nel cratere sismico, si è ricordato soltanto quello del 1997; un’altra cosa che vorrei specificare prima di dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico, è che non hanno sopperito alle carenze delle istituzioni, soprattutto durante il periodo della neve, cosa che è stata dichiarata prima, ci tengo particolarmente in quanto è stato un momento veramente doloroso e le istituzioni erano tutte presenti, lo posso dire perché io ero presente in tutta la zona terremotata ed i Sindaci erano i primi a spalare la neve, di tutti i colori politici, ed a soccorrere i cittadini. Quella è stata una situazione drammatica e tragica, ricordo che avevamo 3.000 famiglie senza energia elettrica. Mi sembra giusto ribadire questa cosa nei confronti di tutti quei Sindaci e di tutti noi che ci siamo impegnati tutti insieme, soprattutto con le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo, a soccorrere non solo le persone, ma anche gli animali e non è un caso che nel cratere sismico delle Marche erano presenti 24.700 capi bovini e dopo la neve ed il terremoto si contavano soltanto 40 capi morti. E’ un orgoglio per noi come si è mossa la protezione civile regionale e le associazioni, lo voglio ricordare.
Voto favorevole poiché l’obiettivo è condiviso dal gruppo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Innanzitutto voglio ringraziare di cuore i Consiglieri del Partito Democratico che chiedono fondi per una associazione importante qual è l’Associazione nazionale Carabinieri, con cui noi tutti abbiamo rapporti. Tutti noi abbiamo stima nei confronti delle Forze dell’ordine. Gli iscritti all’Associazione nazionale Carabinieri sono per il 90% Carabinieri in pensione, persone che hanno prestato il proprio servizio per lo Stato italiano a difesa e per la sicurezza di tantissimi cittadini.
Fa un po’ sorridere che il Partito Democratico chieda fondi per l’Associazione nazionale Carabinieri, forse c’è qualche amicizia personale in una zona, su Pesaro, presumo, è normale, lo capisco. Fa sorridere perché negli interventi dei Consiglieri del PD non ci sono state parole di condanna, ad esempio, sulla proposta del 2019 di XY, che è la prima firmataria, che chiede di mettere dei codici sui caschi degli agenti di polizia, dei carabinieri. C’è una certa dissonanza, i Carabinieri quando vanno in pensione sono bravi e bisogna finanziarli, quando sono al lavoro magari sono cattivi e vanno in giro a picchiare i no global ed altri.
Fa sorridere questa dissonanza tra le proposte del PD nazionale e locale, noi siamo contenti, ne prendiamo atto e ci fa molto piacere.
Non so se la Consigliera Vitri ricorda - tra i firmatari ci sono un ex Assessore, il Consigliere Cesetti, ed un ex Consigliere di Pesaro, il Consigliere Biancani – nei cinque anni precedenti quanti fondi sono stati dati all’Associazione nazionale Carabinieri, questo poteva essere messo nella premessa della mozione, non so se i fondi erano stati messi solo per qualche sezione amica dell’Associazione nazionale Carabinieri piuttosto che di altre.
Noi crediamo che le associazioni, seppur fanno un grande lavoro …
Tutti quanti concordiamo, non solo chi ha fatto il Sindaco nei piccoli Comuni, ma chi come noi viene dalla pubblica amministrazione, dagli enti locali, dai Consigli comunali, sul grande lavoro che fa l’Associazione nazionale Carabinieri - ci invita alle sue manifestazioni - soprattutto per il grande supporto che dà alle amministrazioni locali, ci mancherebbe altro.
Non bisogna pensare ai 50.000 euro in Tabella E, che voi chiamate marchettificio, non so se era una marchetta nascosta all’interno di questi fondi che avevate richiesto sul bilancio per qualche sede amica, per qualche ex iscritto al PD che oggi milita nell’Associazione nazionale Carabinieri in provincia di Pesaro. Questo non lo so, lo chiedo a voi, però credo che su questo va fatta una riflessione importante non solo per l’Associazione nazionale Carabinieri, ma per il rispetto del ruolo delle forze dell’ordine oggi e sempre. Soprattutto credo che le associazioni di volontariato vadano tutte coinvolte allo stesso modo e non si può risolvere con una mozione e con una proposta di fondi ad hoc per l’Associazione nazionale Carabinieri, che condivido. Ci tengo che non solo l’Associazione nazionale Carabinieri possa avere dei fondi, non per fare un piacere ad un amico o a qualche iscritto del PD che sta all’interno dell’Associazione nazionale Carabinieri, che forse potrebbe esserci, ma per dare un supporto al territorio insieme ai Sindaci, insieme alla protezione civile. Questo credo che sia scontato.
Proprio per questo sono dispiaciuto perché questa mozione un po’ squalifica, magari può essere utile per andare sulla stampa e dire che la Giunta, la maggioranza non ha voluto dare 50.000 euro all’Associazione nazionale Carabinieri, ma noi rispondiamo che coloro che chiedono 50.000 euro per l’Associazione nazionale Carabinieri sono gli stessi che per le Forze dell’ordine in servizio fanno delle proposte di legge che prevedono la segnalazione con dei cuoricini numerati per essere riconoscibili e identificabili, magari quando vanno alle manifestazioni del 25 aprile e vengono picchiati dai compagni, che oggi ancora vi sostengono, grazie a Dio sono sempre di meno. Quindi quando diventano pensionati bisogna finanziarli.
A prescindere da questo, Fratelli d’Italia è contraria a questa mozione perché abbiamo capito che è utile, la leggeremo domani e dopodomani sui giornali, per fare un po’ di propaganda politica, che lasciamo a voi. Noi facciamo i fatti e ovviamente i numeri lo dimostrano. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 221. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Vitri, Biancani, Casini.
Favorevoli: Biancani, Bora, Casini, Ruggeri, Vitri.
Contrari: Acciarri, Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Bilò, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Serfilippi.
Astenuti: Santarelli.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 180
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi
“Proposta di modifica DGR n. 1038 del 9 luglio 2012 istitutiva dei nidi domiciliari”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 180 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi.
La discussione è già stata fatta e la mozione è stata rimandata su richiesta dell’Assessore per verificare se la stessa poteva incappare in qualche impedimento a causa della normativa regionale.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi, Pasqui. I sottoscrittori della mozione modificano il testo togliendo il primo capoverso del dispositivo: “a ripristinare in toto i contenuti della DGR 1197/2011”, quindi rimane la seconda parte “a modificare la DGR 1038 del 2012 portando da 5 a 7 il numero dei bambini per educatore e da 3 a 5 il numero dei bambini per operatore nel caso in cui sia presente un neonato di età fino a 12 mesi”.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Voglio intervenire sulla mozione. L'emendamento è arrivato solo adesso: Il primo capoverso direi che è pleonastico visto che si parla dell’inserimento dei contenuti di una delibera che è stata cassata perché non conforme alle modifiche del d.lgs.
Presidente se non interessa a lei …
PRESIDENTE. No, stavo guardando. Lei può fare l’intervengo, io la seguo con le orecchie e stavo guardano la mozione. Prego.
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Questo non mi sembra un giudizio che si possa accettare ….
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Il Consiglio è svolto nelle modalità consuete, non credo che ci sia la possibilità di dire una cosa diversa. Se vuole fare l’intervento è a disposizione.
(interviene fuori microfono la Consigliera Casini)
PRESIDENTE. Benissimo.
Passiamo alla votazione.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Rossi, Marcozzi, Pasqui. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. La mozione ancorché emendata lascia dei problemi, quali l'utilizzo e l’uso dei nidi domiciliari, che spesso sono l'abitazione dell'operatrice. Che ci siano delle competenze maggiori e che la legge se ne sia occupata con il d.lgs. 65/2017 è giusto, per cui condivido che non debba essere revocata la norma che era stata introdotta proprio perché conforme al decreto 65/2017, che ha disciplinato sia l'accesso alla professione di educatore dei servizi educativi dell'infanzia che ai servizi educativi del nostro caso.
Per quello che riguarda il secondo punto, noi siamo contrari a ridurre il numero di operatori per bambino o viceversa, nel senso che è chiaro che un servizio per la prima infanzia, riducendo il numero degli operatori, è meno attento. Siamo contrari e da questo punto di vista ci sembra anche molto strano che venga proposto di aumentare il numero dei bambini e di ridurre il numero degli operatori.
Guardo tutti i presenti e chiedo: per quale motivo noi dobbiamo approvare una mozione che riduce la qualità del servizio che eroghiamo, che riduce il rapporto tra bambini e operatori? Un conto è la qualità dell’operatore, sulla quale siamo tutti d’accordo, che comunque la precedente Giunta nel 2017 aveva conformato.
Sul contributo siamo d'accordo, non si nega assolutamente un contributo ulteriore su un tema come questo, ma sulla riduzione del numero degli operatori siamo assolutamente irremovibili, quindi il nostro voto sarà contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche noi come Movimento 5 Stelle siamo contrari a questa proposta, soprattutto in riferimento, come ha detto giustamente la Consigliera Casini, al primo punto perché secondo noi si abbassano gli standard di sicurezza, quindi andrebbe a discapito dei bambini e anche della tranquillità della famiglia. Motivo per cui il voto, se resterà così il testo, sarà negativo. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 180, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 191
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli
“Recupero e risanamento delle cave fluviali”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 191 dei Consiglieri Latini, Marcozzi, Pasqui, Rossi, Santarelli. Anche su questo atto l’Assessore Aguzzi nella seduta del 20 giugno aveva indicato di verificare alcune situazioni che riguardavano il dispositivo della mozione, in questo caso si è proceduto fare un emendamento.
Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Santarelli, Rossi, Marcozzi, Pasqui: “Al primo capoverso sostituire le parole ‘verifica ispettiva’ con la parola ‘ricognizione’”, poiché non spetta alla Regione esercitare la funzione di verifica ispettiva, bensì agli enti locali. Invece il secondo capoverso viene riformulato: avviare progetti di valorizzazione delle cave dismesse recuperate per turismo naturalistico, parchi fluviali, eccetera, tenendo sempre presente che quando l’amministrazione pubblica sceglie con chi operare deve attenersi ad una procedura pubblica ben precisa. La mozione era stata discussa l’altra volta.
Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Sull’emendamento noi votiamo contro perché i progetti di valorizzazione delle cave recuperate sono stabiliti per norma, approvare, quindi, una mozione che ha un obiettivo già definito da una norma crea soltanto preoccupazione e anche poca chiarezza interpretativa.
PRESIDENTE. Emendamento a firma dei Consiglieri Latini, Santarelli, Rossi, Marcozzi, Pasqui. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Innanzitutto la Regione Marche ha la legge n. 71/1997, che stabilisce cosa sono le attività estrattive, quali sono, dove si possono svolgere, soprattutto stabilisce che deve essere redatto un Piano delle attività estrattive regionale e i Piani delle attività estrattive provinciali.
Tutto questo è stato fatto, ma nelle linee guida approvate dalla Regione Marche per la classificazione delle cave, Presidente Latini, non esiste la definizione di cava fluviale in quanto è un ossimoro, dato che è vietato dalla legge, dal 1990, cavare ghiaia in alveo. Se lei mi parla di fluviale intende quanto meno le aree vicine, ma nelle aree vicine fino a 10 metri dal piede dell’argine o dalla sponda è vietata l’aratura, fino a 50 centimetri …, quindi, se nell'alveo non si possa cavare, nei 10 metri dalla sponda o dall'argine non si può arare, se non fino a 50 centimetri, presumo che ci troviamo sul terrazzo fluviale, nel quale è interdetta l'attività di cava dal piano paesaggistico regionale, che dal 1990 vieta all'interno di ambiti di tutela dei corsi d'acqua le attività estrattive.
Ma se ciò non bastasse, se non volessimo pensare al P.P.A.R., potremmo andare a vedere se il Piano di assetto idrogeologico consente le cave. Il Piano di assetto idrogeologico non consente le cave all'interno degli ambiti di tutela, che sono piuttosto ampi, tra l’altro sono perimetrati, per cui mi chiedo: se lei conosce questa fattispecie perché non l’ha denunciata. Se esiste una cava all'interno di questi ambiti verosimilmente di ghiaia o di sabbia, vorrei sapere per quale motivo non è stata denunciata.
Un'altra cosa che le vorrei dire riguarda il censimento delle attività estrattive, a proposto di Carabinieri forestali, che viene fatto da molti anni, dagli anni ‘80 viene fatto il censimento delle cave di ogni tipo nella regione Marche. Le cave dismesse, l'Assessore Aguzzi lo saprà sicuramente, sono 1.130 e per le cave dismesse il Piano regionale delle attività estrattive stabilisce il recupero, come viene fatto, se viene fatto.
Nel caso in cui si estraesse materiale dalle cave, siano esse lapidei, siano esse di materiali di conglomerati, si va a valutazione d'impatto ambientale e ci sono delle destinazioni ben precise. La cosa importante, invece di cavare ghiaia, sarebbe, come ci suggerisce l’Europa, trasformare in economia circolare il recupero degli inerti che provengono da demolizioni in edilizia, questo è quello che dovremmo fare.
Allora, per quello che riguarda il recupero delle cave dismesse, i progetti che interessano i siti di cave dismesse non recuperati e non rinaturalizzati, dobbiamo anche vedere queste cave dove sono, se non sono state rinaturalizzate, se non sono state recuperate e sono state autorizzate dopo il 1997. C'è da dire, siccome di solito le concessioni delle cave durano 10 anni, se le cave sono aperte dal 1997 in poi e non sono state recuperate, che anche questo è un reato perché quando si rilascia l’autorizzazione all’attività estrattiva si rilascia anche il progetto di recupero, che va esso stesso a valutazione di impatto ambientale.
Credo che questa norma sia scellerata e difforme dal P.P.A.R., dal P.A.I., inoltre, ripeto, il Piano che sta sistemando adesso l'Assessore Aguzzi, mi dicono che stia redigendo il nuovo Piano delle attività estrattive, non potrà prevedere in alveo nulla. Ricordo al Presidente che esiste addirittura un catasto delle cave che è stabilito per legge, ripeto, la legge 71/1997. Fermamente convinti che sia molto pericoloso le destinazioni che lei propone, che sono …
PRESIDENTE. La Consigliera Casini mi ha chiesto cosa si intende per cave fluviali nell’ambito della mozione, per cave fluviali si intende quanto della norma, nel senso più autentico si possa interpretare, quindi inseribile nell'ambito del P.P.A.R. e P.A.I..
Per quanto riguarda il discorso delle cave dismesse, quelle che interessano la mozione sono legittime, fuori dall'ambito della procedura di reato e in qualche modo ancora non interessate da una loro riqualificazione o recupero.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Chiedo la votazione per appello nominale, anche a nome dei Consiglieri Carancini e Mastrovincenzo.
PRESIDENTE. Mozione 191, così come emendata. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Casini, Carancini, Mastrovincenzo.
Favorevoli: Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Livi, Marinelli, Menghi, Pasqui, Rossi.
Contrari: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Ruggeri.
Astenuti: Lupini.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14:50