Resoconto della seduta n.117 del 18/07/2023
SEDUTA N. 117 DEL 18 LUGLIO 2023

La seduta inizia alle ore 10:25

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Dichiaro aperto la seduta n. 117 del 18 luglio 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 116 dell’11 luglio 2023, il quale ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Regolamento interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Interrogazione n. 862
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Sedute chirurgiche in AST Ascoli”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 862 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In riferimento all'interrogazione l'ultima volta avevo chiesto un rinvio per l'acquisizione di dati, che sono stati forniti, contenuti in cinque cartelle e li sottopongo all'attenzione della Consigliera Casini. Da questi emerge che non risultano riduzioni così importanti nel numero degli interventi chirurgici per tumore dell'apparato digerente all'ospedale di Ascoli Piceno nell'ultimo triennio; si evidenzia una riduzione del dato rispetto alla pre-pandemia, ma i risultati sono in linea con la generalizzata contrazione delle attività che sono dovute al Covid e all'avvio di tutta una serie di screening di potenziamento per la prevenzione di alcune patologie.
I dati forniti dall'Azienda sanitaria territoriale relativi al primo trimestre del 2023 non evidenziano nel numero medio di sedute chirurgiche settimanali, sia per l'Ospedale di Ascoli che San Benedetto del Tronto,- rispetto a dati pre-Covid … Una serie di numeri piuttosto vasti che sottoporrò all'attenzione della interrogante.
Per quanto riguarda quali interventi sono previsti per potenziare le attività chirurgiche all’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, a partire dal reclutamento di nuovi anestesisti, personale infermieristico, l’Ast di Ascoli Piceno con la nomina del nuovo direttore generale parte di nuovo per la realizzazione degli obiettivi strategici contenuti nella riforma dello scorso anno, che ha determinato l'autonomia organizzativa dell'Azienda sanitaria di Ascoli Piceno.
Una volta che verrà approvato il Piano socio-sanitario, che è all'esame di quest'Assemblea, e una volta che ci saranno i due documenti programmatici, la legge di riforma che ha istituito l’autonomia aziendale della Ast di Ascoli Piceno e il Piano socio-sanitario, dovrà essere redatto l'atto aziendale con cui occorrerà far fronte alla domanda di prestazioni sanitarie che sono monitorate ogni giorno.
Tutto quello che riguarda il futuro degli interventi sull'Azienda sanitaria territoriale di Ascoli Piceno è nei programmi che sono in fieri.
Voglio però aggiungere in merito ad una serie di questioni che sono emerse che la condizione generale della sanità del nostro Paese, come risulta dai LEA, livelli essenziali assistenziali, porta le Marche tra le prime Regioni benchmark.
Lo voglio sottolineare anche se questo non esaurisce e non genera una soddisfazione totale del sistema sanitario, ma fa sì che il miglioramento costante del sistema e dei servizi sanitari della nostra Regione non determini un arretramento, ma bensì un avanzamento degli standard, che non sono certo misurati dalla Regione Marche, ma da Agenas e dal Ministero dell'interno sulla base dei flussi dei certificati medici delle prestazioni garantite.
Lascio alle segretarie dell'Assemblea il documento affinché lo possano consegnare alla interrogante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente, Grazie, Assessore, per la risposta, che in realtà mi preoccupa molto perché il numero delle sedute è un numero matematico e se prima del Covid nell’Area vasta 5 c’erano sei sedute di chirurgia di sala operatoria e oggi ce n’è una, la matematica non è un'opinione.
Inoltre, le avevo fatto un’altra richiesta relativa alle presenze del primario della chirurgia dell’ospedale Mazzoni, ma presumo che siano inserite all'interno dei dati che mi ha dato, che mi riservo poi di leggere e di commentare.
Come si può dire che siamo nelle stesse condizioni se, ad esempio, l’urologia non ha un reparto, ma è appoggiata a chirurgia, appoggiata per modo di dire in quanto i pazienti vengono posizionati in ogni reparto?
Un'altra cosa che torno a chiedere con forza è il robot. Sono da circa due anni che lo chiedo non soltanto per l'urologia, che venga acquistato, affittato o preso in comodato. come deciderà qualcuno. Abbiamo cambiato più commissari e direttori nel piceno che in tutte le Marche, qualcuno si prenda la responsabilità di acquistare, di avere in uso o in comodato uno strumento necessario per tutte le chirurgie.
Una persona che conosco le ha scritto una e-mail, che è stata rigettata dalla sua posta elettronica, con la quale denunciava il fatto che è un anno e mezzo che aspetta di essere operata alla prostata. Non so per quale problema, ma questi sono i tempi che ci sono nell’Area vasta n. 5 e lei non mi può dire che siamo Regione benchmark perché sa bene che la Regione benchmark, della quale lei si vanta tanto, è stata stabilita sui dati del 2018, non sono i dati del 2022, del 2023 o del 2021. Sappiamo bene che si riferisce a tre anni prima, quattro anni prima e noi stiamo godendo di una qualità della sanità che era precedente.
Può anche chiedere in giro, ogni cittadino si è accorto che la qualità della sanità è peggiorata, sia nella quantità che nella qualità della prestazione e visto che dite che le Ast saranno la soluzione a tutti i problemi, come si potranno ripianare i 14 milioni di deficit dell’Ast 5 che sono stati determinati da minori entrate e maggiori prestazioni extra? Grazie.

Interrogazione n. 794
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
“Potenziamento prevenzione gratuita dedicata alla salute delle donne mediante recupero e utilizzo camper vaccinali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 794 dei Consiglieri Vitri, Biancani, Mangialardi, Bora, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Casini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In merito a questa interrogazione si deve riferire,
come è noto anche ai componenti di questo Consiglio regionale, che dal 26 giugno per le donne con più di trent'anni viene effettuato l'HPV test. Questo nuovo servizio sanitario richiede un'attrezzatura che non si ritiene possa rinvenirsi all'interno dei camper.
Riferiscono le Aziende ed i tecnici appositamente interpellati in merito a questa interrogazione che è complicato allestire i camper per attività ambulatoriali con poltrone ginecologiche. Il camper che viaggia per questo tipo di prestazione si ritiene una modalità non utilizzabile.
Per quanto riguarda invece l'autopalpazione del seno per evidenziare la presenza di eventuali noduli si sta valutando l'inserimento in sede di effettuazione dello screening per il tumore del collo dell'utero, questo insieme ad un'offerta di informazioni necessarie alle donne per aumentarne l'accesso.
Si deve aggiungere, inoltre, che su questa materia è necessario implementare l'informazione sull'utilità di questi procedimenti e l'accordo recentemente stipulato con gli organismi di rappresentanza delle farmacie fa sì che nei prossimi mesi verrà aumentato ulteriormente l'afflusso di informazioni alle donne per garantire il più alto volume di adesioni a questi screening.
L’accordo con le farmacie è uno dei più innovativi a livello nazionale, così come ha riconosciuto Federfarma e altre associazioni rappresentative delle farmacie.
In merito all'interrogazione sull'uso dei camper per lo svolgimento di questi test, la risposta fornita è quella che ho precedentemente esplicitato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Non le nascondo di essere piuttosto delusa.
La mia proposta partiva da un incontro con tante donne amministratrici della provincia di Pesaro e Urbino della quali mi sono fatta portavoce. Ci siamo rese conto che gli screening di prevenzione sono indispensabili per la tutela della salute delle donne, però, come lei aveva già riferito in un’altra occasione, solo il 20% riesce ad aderire rispondendo alle chiamate del Servizio sanitario pubblico. Ciò significa che quando arriva la lettera a casa di invito allo screening senologico e al pap test, otto donne su dieci devono rifiutare perché molte volte viene imposta una data e un orario che purtroppo non possono accettare per motivi diversi (lavorativi, familiari, impegni di ogni genere). Su questo dovremmo lavorare e la politica ha proprio questo ruolo, lavorare per fare in modo che quelle otto donne su dieci, che non possono accettare l’invito, siano messe nelle condizioni di provvedere alla prevenzione.
Ho proposto di utilizzare i camper vaccinali nei giorni del weekend end quando la gente è più libera, senza la necessità di prenotazione per favorire l’accesso agli screening, una modalità importante, per cui oggi mi lascia perplessa il fatto che lei dica che non può essere utilizzata per questioni di attrezzature non idonee all’allestimento di un camper. In realtà l’HPV test mi risulta che sia molto semplice da realizzare e mettere in pratica.
Nell’ultima interrogazione le avevo fatto presente anche dei ritardi consistenti che riguardavano in particolare il pap test nella provincia di Pesaro e Urbino ed avevo ricevuto una risposta, anche tramite la stampa, che diceva che fino al 17 giugno tutti gli esami sarebbero stati processati nei distretti di Fano e Urbino. Colgo questa occasione per dirle che non è proprio così, mi sono documentata e ci sono ancora degli screening effettuati a febbraio che non hanno avuto nessuna risposta. La invito a verificare, la realtà non è proprio quella che è stata descritta sulla stampa replicando a me.
Le ricordo che mentre i test effettuati a Pesaro vengono processati internamente ed hanno un tempo d’attesa di due mesi, quelli di Fano e Urbino devono attendere almeno sette o otto mesi perché sono inviati a Senigallia, poi a Fabriano che prima processa i propri ed in coda quelli della nostra Azienda di Pesaro e Urbino.
La invito ad intervenire al più presto, la risposta che mi è stata data sulla stampa non corrisponde alla realtà, non è questa la soluzione. Grazie.

Interrogazione n. 835
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“PNRR Marche Missione 6 – Salute – Casa della Comunità Recanati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 835 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In esito a quest'interrogazione mi piace ricordare che, finalmente dopo anni in cui la sanità è stata privata di tutta una serie di strutture, con gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza cominciamo ad investire sui territori e a garantire quella sanità di prossimità necessaria soprattutto per la medicina del territorio, per garantire i livelli fondamentali dei servizi sanitari della nostra regione.
La città di Recanati aveva un ospedale di zona molto importante, abbiamo ritenuto di fare uno dei più alti investimenti del PNRR sulla città e sull'ospedale di Recanati. Il progetto prevede la demolizione dell'edificio adiacente all'ospedale, che è un vecchio complesso sorto all'inizio del secolo scorso, lato confinante con la chiesa, e la successiva ricostruzione con un ampliamento di volume. Verranno realizzati due piani ciascuno di 659 metri quadrati e non di 518 come indicato nell'interrogazione, per un totale di 1.318 metri quadrati. Al piano seminterrato verranno ospitati gli ambulatori con i relativi servizi annessi. Il piano terra sarà adibito ad ospitare 20 posti letto suddivisi in camere doppie, singole e relativi servizi annessi, come da normativa vigente. L'edificio avrà una copertura a padiglione e per una piccola parte piana. Le facciate si uniformeranno alla tipologia del volume ora esistente ed anche alle norme di edilizia urbanistica vigente nel centro storico della città di Recanati. In relazione alla superficie di realizzazione di 659 metri quadrati, attualmente si deve tener conto che non esistono delle linee guida relative alle dimensioni minime per le case di comunità. Si ritiene, quindi, che la superficie sia idonea a garantire i servizi che vi verranno predisposti e che garantiranno un cambiamento di passo rispetto ai disinvestimenti che sono stati fatti negli anni, in cui gli ospedali venivano chiusi, per una popolazione importante perché per quel bacino, che ruota intorno all’ospedale di Recanati, quei servizi sanitari sono indispensabili per curare patologie di persone non più giovani, attraverso l'impiego di tecnologie ambulatoriali, di servizi ambulatoriali e di tecnologie innovative che possono dare prossimità alla domanda di servizi sanitari non solo della città di Recanati, ma anche del relativo comprensorio.
Ritengo che per la prima volta, dopo anni in cui gli ospedali sono stati chiusi, noi investiamo e ritorniamo a garantire i servizi sanitari di prossimità, così come avevamo promesso nel nostro mandato politico elettorale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Non posso dirmi soddisfatta della sua replica dal momento che non è riuscito a chiarire la destinazione dei 20 posti letto residenziali inseriti nel progetto della casa della comunità di Recanati. Le chiedo se è possibile avere, come avveniva in passato, anche copia della sua risposta, magari leggendo velocemente qualcosa mi sono persa.
La verità è che il decreto ministeriale salute n. 77 del 2022 non prevede strutture residenziali di alcun tipo all'interno delle case della comunità per cui con le risorse del Pnrr non si possono finanziare strutture residenziali interne a tali strutture.
La Regione, e questo lo sa anche lei, ha deciso di finanziare con propri fondi la realizzazione di questi 20 posti letto residenziali. Nei progetti tecnici leggiamo che l'intervento complessivo prevede un investimento di oltre 5.000.000 euro di cui 1.850.000 provengono dal Pnrr, solo una parte di questi, 3.250.000 euro, dalla Regione destinati alla struttura residenziale.
Se il famoso portale Easy Pnrr, che il PD vi ha sollecitato, lo aggiornaste, lo utilizzaste magari potrebbe essere uno strumento utile per verificare quello che dichiarate.
Per valutare il fondamentale investimento regionale bisognerebbe capire che tipo di struttura residenziale si intende realizzare, ma su questo lei non ha fornito alcuna informazione e possiamo quindi continuare solo con le ipotesi: si tratta di posti letto residenziali di ospedale di comunità? E’ da escludere. Ci sono risorse specifiche del Pnrr per finanziare gli ospedali di comunità per cui sarebbe incomprensibile una spesa di risorse proprie della Regione per realizzare una cosa che finanzia anche il Pnrr. Inoltre a Recanati, come lei sa, esiste già un ospedale di comunità per cui sarebbe possibile solo un ampliamento, ma anche questo appare assolutamente improbabile.
Si tratta di 20 posti letto di RSA? Pensiamo di no perché a Recanati esiste già una RSA.
Si tratta di 20 posti letto per Residenze protette per anziani non autosufficienti? Strano che la Regione Marche decida di investire 3.250.000 euro per una struttura il cui servizio erogato/ospitato sia già disponibile sul mercato senza costi di costruzione, a cui sarebbe possibile aderire con una semplice convenzione.
Si tratta forse di 20 posti letto residenziali psichiatrici? Mah! Dalla sua risposta non è chiara la destinazione di questi 20 costosi posti letto, pertanto rimane il mistero anche perché si tratta di una struttura residenziale. Grazie.

Presidente del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

Interrogazione n. 854
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Ristrutturazione della Struttura Riabilitativa Residenziale “Casa Rossa” di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 854 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Devo riferire che il progetto definitivo è stato acquisito agli atti in data 17 marzo 2023, il progetto esecutivo è stato approvato il 30 giugno del 2023. Questo dà la possibilità di avviare, come stanno facendo, le procedure di appalto dei lavori.
Tenuto conto della necessità di dar corso ai lavori di cui si è detto, in presenza del progetto esecutivo il 9 giugno si è data pubblicazione di una manifestazione di interesse al fine di acquisire un elenco di operatori economici dal quale individuare quello da invitare per presentare l'offerta. L’invito agli operatori economici selezionati è stato trasmesso il 14 luglio del 2023, qualche giorno fa.
Parallelamente alle procedure di affidamento per i lavori inerenti ai locali mensa e al corpo principale della sede il 9 giugno del 2023 si è proceduto a pubblicare un avviso esplorativo di manifestazione di interesse al fine di acquisire un elenco di operatori economici dal quale individuare quello da invitare a presentare l'offerta. L’invito agli operatori economici selezionati è stato trasmesso il 29 giugno 2023 e il termine ultimo per la presentazione dell’offerta è scaduto il 14 luglio.
Si rappresenta in risposta a quest'interrogazione che per entrambi gli appalti (corpo principale e corpo mensa) alla chiusura delle operazioni di gara seguirà immediatamente l'aggiudicazione all’operatore economico che risulterà vincitore.
I tempi sono stati rispettati secondo un calendario di lavoro che non ha visto stasi o inerzia da parte dell'amministrazione pubblica, ma un’attività particolarmente attiva, efficace, efficiente per rispettare il cronoprogramma, che è già stato trasmesso e che deve essere completato con l'avvio dell'esecuzione dei lavori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Assessore, ho fatto una prima interrogazione a metà gennaio, di cui ho avuto risposta i primi di febbraio, dopodiché, per verificare che quanto era stato detto in Aula fosse stato concretizzato, ho fatto un accesso agli atti il 7 di marzo e la settimana dopo ho avuto la risposta.
Nell’accesso agli atti ho chiesto il cronoprogramma dei lavori che non coincide con quello che ha detto lei oggi in Aula e non coincide neanche con la sua risposta data qualche settimana fa al Consigliere Mastrovincenzo.
I lavori per i locali mensa sarebbero dovuti iniziare il 27 aprile 2023, in base alla cronoprogramma che io ho e per il corpo principale a giugno 2023, con le tempistiche non ci siamo proprio.
Quello che è ancora più sconvolgente è che quella situazione inadeguata, che doveva essere transitoria, si sta prolungando per troppo tempo.
Vorrei anche ricordare la mozione che era passata all'unanimità qualche mese fa nel Consiglio comunale di Ancona, che adesso è diventato monocolore con voi, con la quale Fratelli d’Italia ed il gruppo del Movimento 5 Stelle chiedevano il reperimento di idonea struttura nella quale il servizio potesse essere compiutamente ripristinato e adeguatamente reso, anche in via temporanea, perché la situazione in cui vertono i ragazzi, che sono stati trasferiti al centro di salute mentale ...
Ricordo che era una struttura diurna e non adeguata per la residenzialità, basti dire che i ragazzi sono stati distribuiti a coppie nelle stanze, sono in promiscuità nei bagni, i laboratori sottostanti presentano muffe, muri scrostati, sono stati rinvenuti escrementi di topo. Una situazione molto precaria e non dignitosa.
Le avevo chiesto di andare a fare un sopralluogo perché solo vedendo certe cose ci si può rendere conto di quanto poco stiamo facendo per il bene di questi ragazzi che presentano delle grosse fragilità e anche per le loro famiglie, oltre che per gli operatori sanitari che in questo periodo, per mesi, sono stati sottoposti ad un lavoro che è esagerato rispetto alle loro potenzialità.
Non mi ritengo soddisfatta della risposta che mi ha dato oggi. Grazie.

Interrogazione n. 863
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Compenso Presidente ISTAO”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 863 dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Chiedo gentilmente al Consigliere Carancini e agli altri firmatari dell'interrogazione, se è possibile, di rinviarla di una settimana, martedì prossimo sarà mio dovere rispondere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Non ho pregiudizi e confesso che vi è stata anche un’informale chiamata.
Chiederei all'Assessore Brandoni le ragioni del rinvio, fermo restando che non ho pregiudizio, se dipende da una ragione riconducibile all’Istao o se la ragione è tutta interna alla Regione rispetto al quesito posto. Grazie.

PRESIDENTE. Non c'è bisogno, Assessore, perché è a norma dell’articolo 134, comma 4: qualora la Giunta all'atto di rispondere dichiari di non essere pronta a fornire la risposta all'interrogazione viene iscritta nell'ordine del giorno della seduta successiva. Ho citato il Regolamento, se poi l’Assessore vuole dare la spiegazione.
Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Consigliere Carancini non abbiamo tutta la documentazione per poter rispondere, martedì l’avrò e gliela comunicherò. Grazie.

Interrogazione n. 876
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi
“Tempi di progettazione e realizzazione del Centro dedicato alle persone con disturbi dello spettro autistico con sede a Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 876 dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La Cot di Pesaro era inizialmente prevista nell'ambito della ristrutturazione del complesso San Benedetto a carico del Comune di Pesaro con fondi del PNRR, scadenza 2026.
Nel dicembre 2021, a seguito della pubblicazione del regolamento per l'”Attuazione di misure del PNRR”, è emersa l'incompatibilità con la soluzione definita nel settembre in quanto l'attivazione della Cot è stata anticipata al secondo trimestre del 2024. Tenuto conto del vincolo PNRR, per cui i fondi possono essere investiti su strutture di proprietà, in considerazione del patrimonio disponibile Asur nel territorio di Pesaro, la Direzione Asur nel gennaio del 2022 ha valutato l'immobile di via Vatielli e di via Alfano di Pesaro come la destinazione congrua per la Cot.
Ad oggi il milestone del PNRR per la Cot è stato rispettato:
- entro il 31 dicembre del 2022 è stato redatto, verificato ed approvato il progetto definitivo ed esecutivo;
- al professionista incaricato è stata liquidata la fattura con i fondi del PNRR per la redazione del progetto definitivo;
- entro il 31 marzo 2023 è stato acquisito e perfezionato il CIG per l'affidamento dei lavori;
- con determina n. 719 del 29 giugno 2023 è stato aggiudicato l’affidamento ai lavori di realizzazione della Cot.
In merito allo stato attuazione del Centro per l'autismo.
Con delibera di Giunta regionale n.1654 del 2017 la Regione trasferiva all'Asur in conto capitale 800.000 euro per l'attivazione di due strutture quali centri per l'autismo. Le risorse in conto capitale destinate all'ex Area vasta 1 per la struttura da realizzarsi a Pesaro ammontavano a 400.000 euro.
Con determina Asur n. 604 del 22 ottobre 2018 veniva costituito il gruppo tecnico di progettazione per la definizione delle caratteristiche sanitarie e assistenziali inerenti l'attivazione delle strutture di cui alla delibera di Giunta regionale 1564 del 2017.
Nel novembre del 2019 è stata individuata nell'edificio di via Vatielli/via Alfano di Pesaro una struttura idonea al centro per l'autismo.
Nel maggio 2021 una bozza di progetto sanitario indicava gli obiettivi del centro per l’autismo (realizzazione del sito individuato di un setting semiresidenziale, un setting residenziale e un luogo per le interazioni tra le famiglie, le associazioni di volontariato, oltre che la sede Umea). L'attuale edificazione risultava insufficiente e pertanto inidonea ad incrementare le superfici e per questa ragione si riteneva necessaria una variante urbanistica.
La pratica di variante urbanistica dell’Area vasta 1 è stata approvata il 27 marzo 2023 dal Comune di Pesaro.
In seguito alla soppressione dell'Asur e all'istituzione della nuova Azienda sanitaria territoriale di Pesaro-Urbino il 2 marzo 2023 a firma del Commissario straordinario veniva costituito ufficialmente un nuovo gruppo di lavoro. Il costituito il tavolo tecnico ha svolto tre riunioni organizzative. A seguito dei suddetti incontri veniva redatta, a firma congiunta del Direttore del distretto sanitario di Pesaro e del Rup incaricato, una relazione indirizzata al Commissario straordinario, trasmessa il 14 aprile 2023 anche al Direttore del Dipartimento salute. In tal sede si proponeva al Commissario straordinario la possibilità di valutare l'opportunità di ridefinire la collocazione della Cot in altro immobile facente parte del patrimonio della neo costituita Ast di Pesaro Urbino a fronte di una maggior spazio possibile per il Centro per l'autismo sul sito di via Vatielli/via Alfano. Il 9 maggio il Direttore del Dipartimento salute della Regione Marche invitava il Commissario straordinario Ast di Pesaro Urbino a valutare la possibilità di utilizzare le unità immobiliari appartenenti al patrimonio della Ast indisponibili nel gennaio 2022, quali locali da destinare alla realizzazione del Centro diurno per l'autismo, ovvero individuare altre soluzioni che non esponessero l'Azienda a profili di responsabilità circa la mancata realizzazione di progetti già posti a pagamento come la Cot:
- la Cot rientra all'interno della Missione 6 Componente 1 del PNRR e la sua realizzazione nei tempi previsti costituisce una milestone europea per la Missione in questione;
- per il sito in questione è stata redatta la progettazione mediante affidamento al professionista esterno e i relativi compensi risultano liquidati, per cui l'eventuale spostamento di sede comporterebbe la necessità di effettuare una nuova progettazione con conseguenti nuove spese non imputabili ai fondi del PNRR.
Sulla scorta delle suddette motivazioni e di quanto esposto è stato mandato al tavolo tecnico presso …

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Sono due anni che ribadisco che la Cot e il centro per l’autismo non sono compatibili. L’Asur vecchia è l’Ast di oggi, ma in modo particolare l’Asur vecchia aveva altri beni che potevano essere utilizzati per fare la Cot, ma si sono impuntati di volerla fare in via Vatielli.
Sulla stampa sono stato additato come uno che faceva demagogia e terrorismo perché continuavo a ribadire che la Cot e il centro per l’autismo non erano compatibili. Il gruppo di lavoro, che oggi si chiama Ast, dice che l’ufficio - la Cot è un ufficio in cui ci lavoreranno quattro persone, che poteva essere messo in uno degli appartamenti che l’Ast ha sfitti e che non utilizza, anche vicino all’ospedale - dopo che nel 2019 aveva detto che l’area era giusta, oggi è incompatibile. Quello che ho sempre dichiarato sulla stampa ed anche in Aula.
Io ho fatto l’ultima interrogazione a marzo del 2023 e lei mi aveva risposto – ovviamente glielo avevano detto gli uffici - che andava tutto bene, che la variante al Comune sarebbe stata fatta velocemente e che si sarebbe andati avanti con il progetto.
Penso che in Italia possa succedere una cosa del genere, che nessuno paghi per quello che le ha fatto dire. Io non ce l’ho con lei, ma, ripeto, è una roba allucinante!
Abbiamo iniziato un percorso nel 2018, abbiamo messo dei soldi, individuato l’area, fatto la richiesta di variante, fatto la variante …, dopo io ho avvisato anche i tecnici, lei sa, Assessore, come sono fatto e non mi vergogno. Ho detto loro: “Guardate, che state sbagliando”. A luglio 2023 il gruppo tecnico doveva aver già dato l’incarico per fare i lavori in quell’area e adesso dice che è diventata incompatibile e ne individuerà un’altra.
Chiederei ai tecnici di non fare più niente e di coinvolgermi, individuo l’area, faccio le verifiche, perché di questi non mi fido, sono dei dilettanti allo sbaraglio. Sono arrabbiato perché ci rimettono+ le famiglie. Riprendere un altro percorso significa far passare anni e le vittime sono le persone con disabilità che potevano usufruire di questo centro, che voleva sia la maggioranza che l’opposizione. Grazie.

Proposta di legge n. 107
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Bora, Vitri
“Disposizioni per la tutela delle donne affette da endometriosi e istituzione del registro”

Proposta di legge n. 108
ad iniziativa dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi, Marinelli, Bilò, Antonini, Menghi, Marinangeli, Biondi
“Interventi regionali a tutela delle donne affette da endometriosi”
(abbinate)

Testo unificato: “Interventi regionali a tutela delle donne affette da endometriosi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n.107 dei Consiglieri Casini, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Bora, Vitri e la proposta di legge n.108 dei Consiglieri Cancellieri, Serfilippi, Marinelli, Bilò, Antonini, Menghi, Marinangeli, Biondi (abbinate).
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Oggi portiamo in Consiglio regionale l'approvazione di una proposta di legge sposata dalla Commissione sanità ed assemblata rispetto alle due proposte di legge, la n. 107 della Consigliera Casini e del gruppo PD e la n. 108 del gruppo Lega.
Un lavoro di sintesi, di assemblaggio, ma anche di grande collaborazione e ringrazio per questo la Consigliera Casini. Siamo riusciti ad elaborare una proposta di legge che riguarda la patologia dell'endometriosi, patologia subdola, difficile, che riguarda il genere femminile e che aveva bisogno di essere regolamentata in questa Regione anche alla luce di altre proposte, di altre leggi già approvate in alcune Regioni d'Italia, per esempio Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lazio. Sei Regioni avevano già fatto questa legge a casa loro. E’ giusto e doveroso che anche noi come Regione Marche ci dotiamo di una legge in materia.
Oltre che ringraziare la Consigliera Casini, con la quale c’è stata grande collaborazione, voglio ringraziare anche la mia assistente che si è impegnata molto nell'assemblaggio di queste due proposte di legge. Voglio ringraziare l’APeM, l'associazione del terzo settore di volontariato, l’Associazione progetto endometriosi e le volontarie hanno dato il loro contributo in Commissione per la stesura di questa legge. Voglio ringraziare particolarmente due grandi medici, due grandi professionisti, uno il primario dell'ostetricia e ginecologia di Urbino, che si occupa di endometriosi, e il dottor XY che ho conosciuto grazie alla Consigliera Casini, che ha portato in audizione un professionista di alto livello, che ci ha detto tante cose su questa patologia. Sono stati contributi anche pesantissimi, proprio nella stesura e nella consapevolezza di cos'è questa patologia. Ringrazio il Presidente Latini che, sollecitato a portare in Consiglio questa legge, l'ha subito fatto.
Voglio portare rispetto alla norma i dati che ci sono stati forniti dai due grandi professionisti, due ostetrici che hanno parlato dell'acquisizione progressiva di nozioni su questa patologia. Una patologia subdola che ci ha messo profondamente in difficoltà, anche come medici negli anni passati, perché era difficile fare una diagnosi precoce. Venivano donne con dolori pelvici in merito ai quali noi medici di base non riuscivamo a fare una diagnosi ed eravamo profondamente in difficoltà.
La consapevolezza e la conoscenza di questa patologia è migliorata negli anni, anche con l'arrivo di strumentazioni diagnostiche più efficaci, penso alle ecografie ed le risonanze magnetiche.
E’ una malattia benigna, cronica, ricorrente, in aumento nella popolazione del 2,10%. Fino al 50% le donne affette da endometriosi sono infertili; 3 milioni le donne in Italia colpite dall’endometriosi e solo 1,5 milioni sa di averla. Questo è un altro dato che ci fa capire quanto sia importante cercare di fare la diagnosi di questa patologia il più precocemente possibile. Il 42% delle coppie, dove la donna è affetta da endometriosi, non ha bambini. Colpisce nel mondo 190 milioni di donne, pensate quanto sono clamorosi questi dati forniti, tra l’altro dal dottor XY. La diagnosi si fa soprattutto con l'anamnesi. E’ un dolore pelvico che si irradia all'addome e alle gambe, la possibilità di associarla e confonderla con le malattie del peritoneo e con le infezioni è accentuata dalla promiscuità dei rapporti sessuali. Per operarla, come diceva il dottor XY, ci vogliono competenze oncologiche perché l’endometriosi non si espande, si infiltra, c'è questa metodica “Nose”, che loro hanno, che serve per operare l’endometriosi e sono i secondi in Italia ad aver adottato questa metodica, soprattutto per l'endometriosi del sigma, può interessare anche il nervo sciatico, oltre al peritoneo, al fegato, all'intestino. Può interessare isolotti di endometrio.
L'endometrio è un tessuto che riveste la cavità uterina, questa patologia può presentarsi in diverse strutture anatomiche vicino alle pelvi, ma anche un po’ più lontano, ci vuole una buona equipe chirurgica per operare, soprattutto con la tecnologia in 3D.
Abbiamo fatto un articolo in questa legge che definisce l'organizzazione regionale per la cura dell'endometriosi in hub e in spoke, l’hub è meglio prevederla in una struttura come Torrette di Ancona e gli spoke uno per ogni Ast.
Il primario dell'ostetricia e ginecologia di Urbino sostiene che l’hub deve essere sempre universitaria per expertise e competenza, però in ogni Ast sarebbe giusto avere uno spoke, una struttura che si occupi di endometriosi.
Ci sono circa 2 milioni di euro a disposizione per questa patologia per le università e per l'ospedale universitario, che sarebbero da ridistribuire sulle varie strutture che andremo a costruire grazie anche a questa legge.
Bisogna curare un'eccellenza diagnostica in particolare, per poter fare diagnosi ci vogliono: risonanze magnetiche efficaci di almeno 1,5 tesla, ecografi importanti ed operatori radiologici bravi e formati. Questa legge deve perseguire anche questo obiettivo.
Per quanto riguarda il dispositivo di legge, la cosa più rilevante secondo me è l'articolo 1, che fa un po' la sintesi delle cose importanti da fare. Nella norma prevediamo l’istituzione di un registro regionale elettronico per l’endometriosi e di un regolamento, che regoli la costruzione di questo registro; la costruzione di una rete sanitaria regionale per l’endometriosi costituita in hub a Torrette e in spoke nelle varie Ast.
Bisogna fare formazione per poter diagnosticare questa patologia subdola, quindi, è prevista la formazione del personale medico un po' a tutti i livelli: ostetrici, infermieri, psicologi, medici di medicina generale, che nel fronte sanitario sono i primi a contatto con la sintomatologia di questa patologia.
L’articolo 6 definisce la costituzione di un Comitato tecnico scientifico che dà le linee di promozione e conoscenza di questa malattia, che dura in carica tre anni.
L’articolo 7 ci parla dell'apporto dei volontari del terzo settore e delle associazioni di volontariato, ne abbiamo una in Italia, l’Ape, l’Associazione progetto endometriosi. Nelle Marche ci sono tante persone che ci lavorano, che troviamo nei banchetti in piazza a far conoscere questa patologia. Queste stesse persone vanno anche nelle scuole, soprattutto nelle scuole medie e superiori, dal terzo e quarto anno in poi, a spiegare alle giovani ragazze cos'è questa patologia. Queste persone sono molto brave, le abbiamo conosciute e portate in audizione in Commissione sanità. Ci sono diversi medici, ostetrici che vanno nelle scuole a far conoscere alle giovani ragazze questa patologia.
La Regione riconosce e valorizza la rilevanza sociale dell'apporto degli enti del terzo settore. Come Regione dovremo promuovere delle iniziative all'interno della giornata mondiale dell’endometriosi nel mese di marzo. Mese dell'endometriosi, giornata mondiale dell’endometriosi, noi come Regione dobbiamo promuovere una settimana regionale dell’endometriosi, l’abbiamo chiamata così, prevista all'articolo 9, in cui facciamo campagne di informazione e andiamo anche nelle classi per far conoscere questa patologia alle giovani donne.
L'articolo 12 prevede che entro due anni dall’attuazione di questa legge il Comitato tecnico scientifico invii alla Giunta tutto il lavoro fatto, sul quale la Giunta darà dei giudizi.
Nell’articolo 13 ci sono le disposizioni finanziarie, per quest'anno mettiamo 14.500 euro, siamo già nell'annualità, quindi basterà sicuramente meno, per il 2024 ed il 2025 mettiamo 50.000 euro ad annualità.
Con questa proposta di legge, che oggi va al voto nella nostra Assemblea, intendiamo colmare un vuoto relativo ad una patologia che mi ha visto negli anni a volte inerme dal punto di vista sanitario. Fortunatamente negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza e la conoscenza di questa patologia che ha potuto sfociare in una terapia più efficace ed in una diagnosi più precoce possibile. Questo è l’obiettivo che deve perseguire la legge, arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile, anche con una terapia più pertinente e più efficace possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Con il Consigliere Cancellieri non giochiamo alla pari perché lui è un medico ed io un architetto urbanista.
Abbiamo lavorato bene in IV Commissione e ringrazio per il lavoro svolto in maniera seria e scientifica, anche perché questi temi devono essere affrontati così, non esiste un’altra modalità.
L’obiettivo dovrà essere quello scritto nel primo comma del primo articolo della legge, che secondo me è importantissimo: “La Regione, al fine di migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita delle donne affette da endometriosi …”, perché, come ha già descritto meglio di me il relatore di maggioranza, è una malattia che colpisce le donne.
Esistono rarissimi casi negli uomini perché sono legati a malformazioni genetiche, non lo sapevo, l'ho scoperto approfondendo.
Per far capire meglio lo dirò con parole più semplici, l’endometrio è la mucosa che all'interno dell'utero si sposta e si posiziona in altre zone del corpo delle donne, nel colon, addirittura nel nervo sciatico. Succede che ogni 28 del mese mestrua l'utero, ma mestrua anche l’endometrio che si è posizionato in altre parti del corpo. I dolori sono terribili, le donne soffrono tantissimo di dolori simil mestruali, ma molto più forti e con delle ripercussioni in altre parti del corpo. La diagnosi è molto difficile perché bisogna conoscere l'esistenza di questa patologia, a volte non viene abbastanza promossa, e saperla anche diagnosticare. A volte non basta una semplice ecografia, è necessaria la laparoscopia per vedere di che tipologia e dove questo nodulo si è formato e se è endometriosi piuttosto che un'altra patologia.
Il 27 febbraio 2022 sapevo dell’esistenza dell’endometriosi, ma non ne avevo piena contezza. Ho partecipato ad un convegno organizzato da Ape, un’associazione che non finirò mai di ringraziare perché in quell'occasione il dottor XY ci mostrò delle slide e ci raccontò come fosse invalidante questa malattia poco conosciuta. L’esempio del nervo sciatico è molto particolare, sapere che il nervo sciatico mestrua ogni 28 giorni con dolori terribili … Immaginiamoci il coinvolgimento di un nervo del genere quello che può significare, già per una sciatalgia siamo distrutti, specie gli uomini, perché noi donne abbiamo un livello di sopportazione più alto dato che ci viene detto fin da ragazzine che è il dolore mestruale e bisogna sopportarlo.
Le giovani donne che hanno dei dolori mestruali particolarmente forti possono avere delle patologie anche diverse, oltre a questa, devono essere visitate come delle pazienti che possono avere anche una vulvopatia.
Il 26 febbraio 2022 mi sono resa conto di quanto fosse grave, tanto che il 10-15% delle donne in età fertile ne è colpito, 3 milioni di donne in Italia, di cui la metà non ne è consapevole o è asintomatica, ma il 35% di queste donne ha problemi di fertilità e non ha figli, magari non riesce a capire per quale motivo oltre ad avere questi dolori. Per non parlare dei dolori che si hanno durante i rapporti sessuali. Il dottor XY ci ha spiegato il meccanismo per cui una donna ha maggior dolore durante il rapporto sessuale. Per una donna l’orgasmo è una cosa dolorosissima e impossibile da sopportare. La malattia è molto invalidante e non è riconosciuta se non nel terzo e quarto stadio, mentre non lo è nel primo e nel secondo, quindi, queste donne non sono prese in cura, non hanno neanche delle visite gratuite. non hanno nulla. Terzo e quarto stadio significa che si deve operare o è già operata.
Non esiste una cura, esistono delle cure palliative che non risolvono il problema. Si interviene con la chirurgia, ma, ahimè, recidiva, oppure con farmaci ormonali che danno comunque tanti altri problemi. La patologia non ci abbandona fino alla menopausa, cogliendoci da giovani.
La prima teoria fu formulata nel 1929 e si collegava direttamente alla mestruazione. Immaginate di avere uno stato infiammatorio del peritoneo ed in più la mestruazione, forse gli uomini capiscono meno perché non si possono rendere conto, guardo le donne che invece si rendono conto di quello che può significare e di quanto può essere invalidante.
L’associazione Ape mi ha aperto un mondo e farò di tutto per far conoscere questa problematica a livello regionale. Ho scritto questa proposta di legge un po’ insieme a loro, un po' sentendo dei ginecologi esperti. Con il Consigliere Cancellieri ci siamo messi al lavoro, abbiamo ascoltato anche le donne perché è rilevante il loro punto di vista.
Prima si è detto della formazione in ambito sanitario, importantissima la formazione in ambito sanitario sin dai medici di base, ma le informazioni anche alle giovani donne. Spiegare alle giovani donne che esiste una soglia del dolore che non è normale, ma è patologica. Ci sono dei dolori che possono far riconoscere questa patologia, che può essere raccontata ai ginecologi, i quali devono essere in grado di fare ecografie mirate, laparoscopie, e devono essere in grado di capire cosa stanno cercando perché spesso e volentieri questa mucosa si mette in posti stranissimi, a volte dietro le ovaie anche non visibile. Succede che questa mucosa si mette lì e, come ci spiegava dottor XY, il corpo si difende creando una ciste, che si ingrossa attaccata ad uno degli organi, e fa un piccolo utero. Lo dico in maniera molto semplice, banale, mi scuso con tutti gli esperti, per far capire che cosa brutta è.
La ragione per cui si è diffusa non si conosce, ma è legata anche all'alimentazione. Vanno seguite queste donne anche rispetto all’alimentazione perché ci sono dei cibi che peggiorano lo stato infiammatorio generale. Bisogna avere una visione olistica, anche dal punto di vista psicologico. Non è semplice fare i conti con una malattia del genere sia dal punto di vista dei rapporti affettivi, sia dal punto di vista della possibilità di avere dei figli.
Ogni donna è un caso particolare, questa è la particolarità della patologia e può non esserci una cura standardizzata, una divulgazione standardizzata nelle scuole per i medici e per gli operatori sanitari sicuramente, però bisogna che impariamo a curare queste donne in maniera differenziata, un po' come cucire in maniera sartoriale la risposta su ogni tipologia di paziente.
Il volontariato è principalmente fatto dall’Ape, un’associazione molto presente sia nelle scuole che negli ospedali, che ha formato oltre 200 medici, c'è anche un sito, lo dico per chi ci sta ascoltando, che è: www.apine.it. Le ragazze che hanno questi dolori strani, se vogliono capire di più sulla patologia, possono trovare delle risposte immediate molto semplici, che possono costituire un primo screening per verificare se sono incontro a questa malattia.
Le studentesse sono state coinvolte nelle scuole anche con dei questionari anonimi, la raccolta dati è stata fondamentale, ci aspettiamo che il Comitato scientifico …
C'è una copertura di 114.500 euro, che è un primo passo rilevante, abbiamo 14.000 euro per questa annualità, in realtà siamo già quasi ad agosto, la potremmo utilizzare da settembre, mentre i 50.000 euro per i prossimi due anni sono importanti per partire subito. Oggi è il primo step.
Il 26 febbraio 2022 ho detto che mi sarei interessata ed oggi portiamo a casa questa legge e credo che tutti siamo stati una bella squadra, abbiamo lavorato tutti insieme.
Con grande soddisfazione consegniamo all’Assessore Saltamartini questa norma, con la relativa copertura finanziaria, affinché gli articoli, che sono stati elencati, comincino a funzionare. In particolare è significativo il registro elettronico, che si conosca lo stato dell'arte e che tutti i medici sappiano che le pazienti devono essere registrate, poi le linee guida e la rete regionale. Scegliere quale sarà il centro perché di centri ne abbiamo diversi, lo butto lì, c’è quello di Macerata che lavora benissimo ed è un centro di riferimento. Ce ne sono anche altri, può essere Torrette. questa è una cosa che stabilirete a livello di Giunta perché non è una competenza del Consiglio.
Il Comitato tecnico scientifico è molto importante, anche che ci sia la presenza dei rappresentanti delle donne.
La settimana dell’endometriosi, è fondamentale informare, potremmo dire che da oggi la Regione Marche guarda a questa patologia delle donne in maniera diversa e speriamo di poter approvare altri atti che riguardino aspetti che spesso sono sconosciuti.
Ho visto in Commissione le slide proiettate, la spiegazione dei medici di alcuni termini alla nostra portata, e gli sguardi sconvolti dei componenti della IV Commissione, i quali non potevano immaginare che si trattasse di un problema così serio e diffuso.
Oggi è un bel giorno. Assessore Saltamartini, le consegniamo tutto questo lavoro fatto nella speranza che lei dal primo settembre cominci a mettere a terra, come si dice per i lavori pubblici, questa norma. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare la Consigliera Casini per aver presentato per prima questa proposta di legge, che non può che vederci tutti a favore.
Ringrazio anche il Consigliere Cancellieri per il suo contributo e dal momento che abbiamo altre proposte di legge insieme spero che potrà fare altrettanto anche per gli altri atti che giacciono in Commissione.
Questa proposta di legge è molto importante perché in Italia sono ancora troppe le patologie croniche ed invalidanti. Vengono chiamate "malattie invisibili" perché, pur essendo croniche e pur colpendo milioni di persone, sono ancora poco studiate e non sono ancora del tutto riconosciute dallo Stato tanto che il sistema sanitario nazionale non copre i costi per le visite, gli esami e i farmaci, spesso anche molto costosi.
Parliamo di endometriosi, oggetto della proposta di legge che stiamo discutendo oggi, ma parliamo anche di fibromialgia, vulvodinia, sensibilità chimica multipla, neuropatia del pudendo, solo per citarne alcune.
Parliamo di malattie che colpiscono in stragrande maggioranza la popolazione femminile e che hanno una stessa comune caratteristica: non sono ancora riconosciute dal sistema sanitario nazionale e non risultano quindi ancora incluse nei livelli essenziali di assistenza, per questo le cure e le terapie sono interamente a carico delle pazienti, le spese sono spesso insostenibili e molte donne sono costrette a rinunciarvi. E questo è inaccettabile.
Inoltre, la mancanza di conoscenza e di informazioni adeguate anche in ambito sanitario e l'assenza di figure professionali specifiche comportano la difficoltà nel determinare con esattezza la reale frequenza dei disturbi e della sintomatologia caratteristici di queste patologie, un ritardo diagnostico considerevole con conseguente aggravio economico, psicologico e sociale, sia a livello individuale sia collettivo.
Una diagnosi ritardata che, oltretutto, porta con sé situazioni di forte disagio per le pazienti che, non trovando nel sistema sanitario pubblico un punto di riferimento, sono costrette a ricorrere necessariamente a terapie erogate da centri privati, a tariffe spesso molto elevate, precludendo la possibilità di cura per chi versa in condizioni di maggiore vulnerabilità economica. Quando le donne affette da queste patologie raccontano la loro storia pronunciano frasi del tipo: “Credevano fossi pazza”, “Per avere una diagnosi ho dovuto aspettare anni”, “Quando sono guarita, ora mi sento libera” Nessuno crede loro, in pochi sono in grado di aiutarle e, di nuovo, il mondo femminile viene relegato in una sorta di limbo, di spazio indefinito, dove nulla è chiaro e dove la voce e le richieste di aiuto delle donne vengono soffocate dall'indifferenza e dalla noncuranza. Perché una donna affetta da endometriosi generalmente aspetta anni prima di poter avere una diagnosi. Nel frattempo sopporta dolori lancinanti, sia durante le mestruazioni sia nelle settimane precedenti, con rari momenti di tregua. Fino a che si arriva addirittura a pensare che quei dolori siano "normali” Ma, in fondo, il luogo comune è che le donne hanno una soglia di sopportazione del dolore molto alta e se riusciamo a sopportare i dolori di un parto, figurati se non riusciamo a sopportare i dolori di una mestruazione. Poi, quando finalmente capiscono che quei dolori in realtà normali non sono, quando comprendono che devono essere curate, non sanno a chi rivolgersi perché di centri specializzati in Italia ce ne sono ben pochi.
Secondo il sito dell'Ape in Italia sono solo una cinquantina e nelle strutture più prestigiose per una visita si attende anche due mesi. Dato preoccupante che diventa addirittura sconcertante se si considera che, secondo i dati del Ministero della salute, sono ben 3 milioni le ragazze con una diagnosi conclamata di endometriosi. Come ha ricordato la Consigliera Casini sono il 10% a volte anche il 15% della popolazione femminile in età riproduttiva.
Il Servizio sanitario nazionale copre le visite e gli esami soltanto a chi ha raggiunto il terzo o il quarto stadio della malattia. Troppo tardi perché a quel punto, visto lo stato avanzato della malattia, il più delle volte sarà necessario asportare l'utero. Esperienza già di per sé dolorosissima, figuriamoci per una donna giovane ed in età fertile.
E' quindi nostro dovere intervenire nella prevenzione per evitare le complicazioni che possono derivare da una endometriosi non diagnosticata con la giusta tempestività. Molto è stato detto sulle conseguenze che questa malattia ha anche sulla sterilità, una condizione che obbliga poi le donne a ricorrere spesso alla fecondazione assistita, costringendole a percorsi medici e psicologici terribili.
Parlando di prevenzione, allora, torna centrale il tema dei consultori familiari e quello della rivalutazione del loro ruolo, con riferimento anche, ma non solo, alle problematiche relative all'endometriosi e a tutte le malattie invisibili. I consultori familiari sono luoghi che rappresentano un esempio unico di servizio multidisciplinare a tutela della salute della donna, dell'età evolutiva e delle relazioni di coppia e familiari. Sono luoghi concepiti sin dalla loro istituzione come servizi facilmente accessibili e capaci di entrare in relazione con le diverse tipologie di utenti, comprese quelle che esprimono un disagio sociale o una specifica fragilità. Sono luoghi in cui vengono fronteggiati anche i nuovi bisogni emergenti, tra cui anche le nuove emergenze di tipo sanitario. Tra questi, perché no, anche la diagnosi precoce dell'endometriosi. E in effetti, in Emilia Romagna, tanto per fare un esempio, già oggi i consultori garantiscono la presa in carico delle pazienti affette da endometriosi e prevedono l'avvio del percorso diagnostico terapeutico più adeguato. E' garantita la presa in carico precoce, la prevenzione delle complicanze e la gestione multidisciplinare della patologia, è assicurato alle pazienti il livello di assistenza più appropriato in relazione al quadro clinico ed è attivo il monitoraggio dei livelli di qualità delle cure e la collaborazione attiva con le associazioni, in modo da assicurare uno scambio di informazioni costante. Perché se è pur vero che si tratta di una malattia cronica e invisibile, è altrettanto vero che fortunatamente può essere curata con una terapia farmacologica che, se intrapresa tempestivamente, può evitare quella chirurgica. Negli stadi iniziali si può infatti ricorrere alla somministrazione di estroprogestinici, la pillola anticoncezionale, di cui esistono formulazioni specifiche e quindi anche efficaci.
Ed ecco che si ripropone un altro tema, sempre legato alla prevenzione, ovvero la distribuzione gratuita della pillola e degli anticoncezionali in genere, anche presso i consultori familiari.
Ricordo a tutti che il 24 maggio 2023 il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha rinviato la decisione per rendere gratuita la pillola anticoncezionale in Italia, dopo che era stato dato il via libera il 22 aprile. La motivazione è che “le Commissioni consultive dell'Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema sanitario nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità”. Una motivazione che non convince, che lascia a dir poco perplessi, laddove già in altre Regioni, come Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, sono state approvate delibere che prevedono l'offerta gratuita della pillola anticoncezionale per le giovani donne all'interno dei consultori, seppur con modalità e regole lievemente differenti.
E' chiaro che l'approvazione di questa proposta di legge deve andare di pari passo con l'approvazione di numerosi e necessari altri provvedimenti, se non vogliamo che i lavori prodotti in questo consesso risultino soltanto fini a se stessi.
Proprio in questa logica il gruppo del Partito Democratico si è da tempo messo al lavoro con un pacchetto di provvedimenti che pongono l'accento sul tema della prevenzione, soprattutto in una logica di medicina di genere, dando voce alle esigenze delle donne.
E allora, oggi, con l'occasione della discussione di questa proposta di legge, che ci auguriamo venga approvata senza indugi all'unanimità, chiediamo a gran voce che si proceda velocemente anche all'approvazione di tutti quegli atti che sono stati depositati, ma che vengono ancora tenuti nel cassetto. Mi riferisco, ad esempio, alla proposta di legge di riforma dei consultori, a nostro avviso fondamentale per la sanità territoriale, alla proposta di legge n. 64 del 2021 sulla pari dignità, come ha voluto chiamarla richiamando la Costituzione Italiana, che prevede un Titolo completamente dedicato al tema della salute e del benessere femminile.
Ricordiamoci sempre che la salute non è neutra e che anche in medicina va applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire il miglior trattamento. E' quindi importante che venga favorita e incentivata: la formazione specifica dei professionisti; l'informazione corretta ed equa rispetto alle problematiche e alle differenze di genere; l'implementazione di percorsi di ricerca, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione orientate all'equità di genere.
Mi riferisco anche alla proposta di legge 149/2022 “Norme per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere a prima firma della Consigliera Vitri, che individua i consultori come nuclei fondamentali e centri di riferimento per la promozione e la tutela della salute di tutti, non solo delle donne, non solo degli adolescenti, non solo delle famiglie tradizionali, ma anche delle persone transessuali, travestite e transgender e anche delle loro famiglie.
Infine, ricordo la mozione n. 246 del 2022 per il riconoscimento di fibromialgia, sensibilità chimica multipla, vulvodinia e neuropatia del pudendo come malattie croniche e invalidanti. Eppure, tutte queste nostre proposte sono state accantonate, la proposta di legge sui consultori è stata depositata a febbraio 2021, do atto al Consigliere Baiocchi almeno di aver avviato le audizioni e mi aspetto che a settembre tutte queste proposte di legge vengano trattate e poi approdino in Aula.
Pare evidente che questa amministrazione di centro-destra non abbia francamente a cuore certi temi che preferisce non mettere a sistema.
Questo atto non può che vedermi favorevole, ma per essere soddisfatta attendiamo con ansia anche la discussione e l’approvazione degli altri atti che ho già citato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.

Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, in primo luogo voglio esprimere la mia soddisfazione perché con questa proposta di legge unitaria diamo una risposta concreta alle donne che soffrono di questa dolorosa malattia.
Questo atto affronta in modo organico, puntuale e compiuto a livello istituzionale un problema di salute che affligge molte donne nella nostra regione e non solo: l'endometriosi, una patologia finora poco conosciuta che in alcuni casi ha prodotto una sottovalutazione della stessa.
Questa legge ha il merito di riconoscere la rilevanza sociale dell'endometriosi e la necessità di promuovere la conoscenza della patologia e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale, familiare e lavorativo, al fine di agevolarne la prevenzione e la diagnosi precoce.
Ricordo infatti che l’informazione, prevenzione e diagnosi precoce sono i principali strumenti per combattere l'endometriosi perché solo la piena conoscenza e consapevolezza del tema permette di arrivare ad una diagnosi in tempo prima che la malattia possa portare gravi conseguenze.
E’ proprio da questa consapevolezza che nasce l'impegno della Regione a perseguire alcune precise linee di azione.
Con questa legge la Regione si assume l'impegno di elaborare linee guida per il percorso diagnostico - terapeutico e per il controllo delle pazienti, prevedendo inoltre la pianificazione della formazione specifica del personale sanitario regionale e la valorizzazione degli enti del terzo settore.
Con questa proposta di legge viene promossa l'informazione e la consapevolezza riguardo all'endometriosi tra il pubblico generale e la comunità medica istituendo la settimana regionale dell'endometriosi. In questo senso è rilevante anche l'inclusione dell'endometriosi nei programmi educativi nelle scuole e nelle università, in modo tale che i giovani possano acquisire conoscenze fin da subito.
Con questa legge ci impegniamo a garantire l'accesso tempestivo a specialisti in endometriosi, a promuovere l'uso dei protocolli diagnostici più appropriati e a sostenere la ricerca scientifica sull'endometriosi, al fine di comprendere meglio le cause, i meccanismi e le opzioni di trattamento più efficaci.
Con questa proposta di legge oggi noi tutti ci impegniamo a proteggere i diritti e la salute delle donne affette da endometriosi.
Colleghi Consiglieri, agire per proteggere le donne affette da endometriosi è un dovere sociale e sono convinta che oggi sia un passo in avanti significativo per fare la differenza nella vita delle donne affette da questa malattia, attraverso un rafforzamento coordinato e tangibile della sanità regionale nel migliorare le condizioni di vita di chi soffre di questa malattia.
Credo, e lo dico senza retorica, che sia importante la condivisione di un testo unitario come quello in approvazione oggi perché solo insieme possiamo dare risposte sempre più efficaci nella vita delle donne affette da questa malattia. Sono convinta che questa legge sia un'ottima base di partenza per offrire una nuova prospettiva e sono convinta che rappresenti una bella pagina scritta dall'Assemblea legislativa marchigiana di cui facciamo parte. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Quando ci si trova ad affrontare amministrativamente un atto che va nella direzione di incentivare la prevenzione è il senso di responsabilità che deve prevalere. In quest’ottica va affrontata la proposta sulla tutela delle donne affette da endometriosi. Una patologia ancora troppo sconosciuta e sottovalutata, così come ha affermato chi mi ha preceduto, i relatori e non solo, nonostante la sua diffusione nel mondo femminile, che chiama spesso le donne ad un iter difficoltoso e psicologicamente molto doloroso e stressante.
Sappiamo che l'endometriosi è presente nell'elenco delle patologie croniche invalidanti solo per gli stati clinici più avanzati, il terzo e il quarto stadio, così come ha detto la Consigliera Casini, riconoscendo solo alcuni diritti alle pazienti che ne sono affette.
Per questo motivo mi trovo favorevole ad imprimere un cambio di passo ad un’attualizzazione normativa e amministrativa su questa patologia che renda più agevole e meno pesante il percorso clinico e diagnostico, partendo dalla conoscenza della malattia e arrivando a fornire alle pazienti le più ampie e chiare garanzie e tutele a riguardo, a partire dal riconoscimento prima di sanitario sociale, istituendo un recinto regionale per avere a disposizione l'andamento di diffusione dell'endometriosi, potendo così calibrare i futuri interventi da porre in essere sotto l'occhio di un comitato tecnico scientifico ad hoc e dando la giusta visibilità e rilevanza malattia, garantendo al contempo le pazienti in maniera totale e assoluta.
Condivido in pieno la promozione della giornata dell'endometriosi, così come la settimana dell'endometriosi per fare campagna informativa per una prevenzione più precoce possibile.
Questa proposta di legge va nella direzione giusta e mi auguro che possa essere approvata all'unanimità da in quest'Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ci tengo ad intervenire perché la legge che oggi andiamo ad approvare costituisce un elemento fondamentale, molto atteso da tante donne, non solo della nostra Regione Marche.
Ho sollecitato diverso tempo fa il Consigliere Cancellieri, che si era già in parte attivato attraverso la sua assistente per stendere questa legge e ringrazio anche la Consigliera Casini. Di fatto abbiamo presentato le proposte di legge insieme, a distanza di pochi giorni e sono contento che la Commissione con il Presidente Baiocchi abbia fatto un testo unificato. Mi auguro che la norma venga approvata all'unanimità.
Conosco diverse ragazze che sono affette da endometriosi e le testimonianze sono sbalorditive, quasi il 50% di queste donne non possono avere figli, e credo che per una donna sia una cosa molto preoccupante e invalidante.
L'attenzione che la nostra Regione deve mettere su questa malattia deve essere massima e mi auguro che con l'approvazione di questa legge tutte le azioni importanti che sono state individuate vengano messe in campo il prima possibile.
Ci sono anche delle scadenze, 60 e 90 giorni, sia per il registro regionale che per la costituzione del Comitato tecnico scientifico.
Mi fa piacere che alla base di tutto quanto ci sia l’Ape, l'associazione che da anni si batte a tutti i livelli, è partita da Roma, dal Senato della Repubblica, ma si sta diffondendo in tutte le Regioni d'Italia e anche nelle Marche ci sono delle ragazze che fanno un lavoro strepitoso.
E’ significativo il lavoro di squadra di tutti i soggetti coinvolti che conoscono questo tipo di malattia. E’ importante la formazione del personale, l’ha detto prima il Consigliere Cancellieri, i medici medicina generale, gli infermieri, i consultori, i medici, le ostetriche, è fondamentale che vengano formati su questo tipo malattia perché troppo spesso veniva risposto a queste ragazze che il dolore era legato al ciclo e bisognava sopportare un po' di più. Non è così, bisogna fare formazione nelle scuole. La legge prevede che con i soldi che noi impegniamo deve essere fatta formazione nelle scuole superiori, in particolar modo nelle classi terze, quarte e quinte.
Con questa legge oggi fissiamo un punto di partenza essenziale anche perché non bisogna nascondere che fino ad oggi, vista la presenza di pochi medici preparati sul tema, soprattutto per quanto riguarda il nord delle Marche, molte ragazze andavano fuori regione, nella vicina Emilia-Romagna, che è molto più avanti di noi sotto tanti punti di vista.
Mi fa piacere tutto quello che avete scritto, ho partecipato, anche se non è la mia, a qualche audizione in Commissione sanità, avete fatto un lavoro strepitoso, coinvolgendo tanti soggetti, in particolar modo l’Ape, che è l'associazione che spinge di più e fa bene a farlo.
Noi dobbiamo supportare questi tipi di iniziative: dal registro regionale, alla formazione, al Comitato tecnico scientifico, che comunque informerà la Commissione annualmente. Ho visto che nel Comitato tecnico scientifico c’è anche la presenza di un rappresentante della Commissione pari opportunità ed il coinvolgimento dell'Inps.
Leggevo qualche dato, noi spendiamo 4 miliardi a livello nazionale, il costo sociale dei giorni non lavorati, perché è una malattia talmente invalidante che le ragazze non riescono ad andare a lavorare. Questo è un problema vero che riguarda molto più il Governo centrale e l'Inps che noi come Regione, la quale deve dare un servizio alle persone che presentano la malattia con percorsi adeguati e di presa in carico.
Partiamo con questa legge e mi auguro che la Regione Marche possa raggiungere gli standard di elevata maturità che ha ad esempio raggiunto l'Emilia-Romagna. Grazie.

PRESIDENTE Vi prego di fare silenzio, chi deve interloquire esca dall'Aula.
Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio vuole essere un brevissimo plauso all'attività che è stata svolta dalla Commissione sanità e deve essere un elemento da riproporre in tantissime leggi che abbiamo in discussione. Un ottimo lavoro di squadra tra il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri e la relatrice di minoranza Consigliera Casini, un rapporto di collaborazione che ha portato a redigere un testo il più completo possibile, con tante audizioni delle associazioni che hanno dato un contributo significativo. Chi meglio di loro, le ragazze che soffrono di questo problema, è in grado di comprendere e darci degli spunti e delle indicazioni da cogliere all'interno di un testo di legge. Cosa che non è mai semplice. Ci hanno dato un approccio giusto, molto scientifico, anche perché alcuni di noi non sono medici e l’ausilio di due professionisti, che abbiamo chiamato, come il primario dell'ostetricia e ginecologia di Urbino e il dottor XY hanno reso più semplice comprendere una patologia molto complessa nello specifico.
Questo è un esempio di ottima politica perché troppo spesso siamo pronti a guardare le nostre differenze, i conflitti interni ai partiti, ma non siamo in grado di elogiare un lavoro fatto, in questo caso da voi, ed io come Presidente della Commissione ho dato il mio piccolo contributo per cercare di portare in Aula il testo il prima possibile. Ci siamo riusciti prima della pausa estiva, complimenti a tutti voi e mi auguro di approvare all’unanimità questa legge che è un elemento molto importante per la nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei esprimere tutto il mio favore per questa legge che mi auguro sarà approvata all’unanimità. Ringrazio la Consigliera Casini che è stata la prima proponente di questo atto, a cui si è accodata un’altra proposta della Lega. E’ stato grazie alla Consigliera Casini che il tema è stato portato per la prima volta in Commissione.
Dopo aver visto questa proposta di legge tante donne ci hanno chiamato per ringraziarci ed esprimere finalmente apprezzamento per un intervento che davvero può cambiare loro la vita. Basta pensare che in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva e il 30% fino al 50% sono donne infertili o che hanno difficoltà a concepire.
La cosa che più mi ha colpita da quando è stata presentata questa proposta di legge è che una percentuale che sfiora il 50% delle donne ha difficoltà a concepire, non ha solo una patologia che colpisce fisicamente, ma ci sono ripercussioni psicologiche di una gravità inaudita, che durante le audizioni in Commissione sono emerse in tutta la loro forza e dolore, tanto da causare molto spesso anche conseguenze problematiche nei rapporti di coppia, portando in alcuni casi persino alla separazione a causa di una patologia che può essere affrontata e curata in modo adeguato.
Si tratta di una proposta di legge indispensabile non solo sul piano operativo, sanitario, per quella che può essere la vita di tante donne e di tante coppie. Inserita come patologia fin dal 2017 nei Lea, ma lo è solo per gli stadi clinici più avanzati, riconosce ad una parte delle pazienti il diritto di usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo solo laddove l’endometriosi è in uno stato clinico molto avanzato. Mi auguro che anche su questo si possa lavorare per fare in modo che fin dalla diagnosi precoce sia riconosciuta l’endometriosi.
L'articolo 1 della proposta di legge, di cui sono anch’io firmataria, proposta dalla Consigliera Casini, evidenza la necessità di effettuare una diagnosi precoce, il miglioramento delle cure, la costituzione di strumenti utili a raccogliere dati e informazioni circa l’incidenza della malattia sul territorio regionale, con organismi collegiali composti da esperti per lo studio ed il monitoraggio dell’endometriosi. E’ fondamentale attivare subito il gruppo di lavoro per fare in modo che questa legge venga messa a terra.
Ringrazio tutti coloro che ci hanno lavorato, tutti i firmatari, la relatrice di minoranza Consigliera Casini, il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri, che ha presentato un’altra proposta di legge sul tema. Confermo il mio voto a favore. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Ha la parola, per replica il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Chiedo un impegno anche al nostro Assessore, soprattutto per quello che si è detto ormai più volte, che questa malattia attualmente è nei Lea solo per il terzo e quarto stadio, bisognerebbe inserirla anche nelle sue fasi iniziali, primo e secondo stadio. Questo è importante perché riuscendo a fare una diagnosi precoce rispetto a prima l'assistenza economica arriva subito alle pazienti, proprio perché adesso riusciamo a fare diagnosi più precoci rispetto agli anni passati, in cui si diagnosticava questa patologia molto più avanti.
Grazie ancora per il grande clima di collaborazione che c'è stato.
C’è un problema di diagnostica di questa patologia, soprattutto perché questi isolotti di endometrio si possono formare in diversi punti all'intero della pelvi ed anche fuori, tutto attorno all’intestino e possono essere più di uno. Il problema è che quando si va ad operare, se si toglie un nodulo endometriosico, ma ce n’è un altro perché c'è stato un impallinamento in quella zona, alla paziente si riduce la sintomatologia, ma non scompare e nel pre-mestruo il dolore è associato a quello mestruale. Il dolore di questo isolotto che cresce come nella seconda fase del ciclo, fino ad arrivare poi alla rottura e all’eliminazione del sangue dato che è legato molto al ciclo mestruale.
Abbiamo bisogno di fare una buona diagnosi anche perché molto spesso nelle donne non c'è un solo nodulo endometriosico, ce ne sono più di uno dislocati in diversi punti. Togliendone uno sembra di aver risolto il problema, invece non è risolto, il problema è serio. Ricordo tanti anni fa, da giovane medico, che arrivavano queste donne con dolori pelvici che aumentavano vicino alla mestruazione e non si capiva da dove provenivano ed avevano un impatto sulla vita della paziente invalidante. Perdevano posti di lavoro, problemi relazionali anche per la difficoltà al rapporto sessuale, all’incapacità di portare avanti una gravidanza, tutte queste cose necessitano di un’attenzione da parte del mondo politico e oggi stiamo facendo un bel passo in avanti.
Dico all’Assessore Saltamartini, come lo dirò quando voteremo il piano socio-sanitario, che spero in una ricaduta pratica dopo l’approvazione di questo documento, una ricaduta pratica in tutti i giorni di queste pazienti, la più alta possibile.
Dobbiamo essere bravi anche noi che facciamo politica a far ricadere sui territori gli atti che produciamo in quest’Assise affinché diventino pratici e concreti. Questo è il ruolo che dovrebbe avere la politica e mi voglio augurare che anche in questo caso si arrivi ad avere nei prossimi anni dei vantaggi di tipo diagnostico e terapeutico reale nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non posso che condividere quello che ha detto il Consigliere Cancellieri, che, ripeto, è anche tecnicamente più preparato.
Abbiamo delle risorse che non sono sufficienti, però è una buona partenza, inoltre il comma 4 dell'articolo 13 è utilizzabile, Assessore, e dice: “La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le variazioni necessarie ai fini della gestione”. Possiamo utilizzare queste risorse in molti modi.
E’ chiaro che la diagnostica che abbiamo non è sufficiente perché, come ha detto il Consigliere Cancellieri, soltanto alcuni ospedali hanno la possibilità di effettuare diagnosi complete, che sono complesse perché pensare che l’endometrio possa posizionarsi sul nervo sciatico è una cosa che non verrebbe in mente quasi a nessuno. Il medico ha raccontato di una signora in sedia a rotelle perché non riusciva a camminare e dal collegamento del dolore pre-mestruale e mestruale ha immaginato che potesse essere …, ma andarlo a vedere e soprattutto andarlo ad operare. E’ da poco che si opera l’endometriosi sul nervo perché gli specialisti devono essere diversi. Lo dico da paziente ignorante: un conto è operare un nervo, un conto è operare un ovaio, sono due cose completamente diverse, un conto operare un colon. Tra l’altro la patologia è recidiva, oltre a disseminarsi un po' in ogni dove, recidiva con facilità e anche questo è un altro problema.
La presa in carico è fondamentale, riconoscere nei Lea anche il primo e il secondo stadio per non far arrivare queste donne stremate al terzo e quarto stadio.
Occorre poi ragionare anche sull’invalidità perché quando si è al quarto stadio c’è un’invalidità intorno al 30-35% che non risolve il problema perché al quarto stadio si vive nel dolore.
Una cosa che non abbiamo detto è che non fanno effetto gli analgesici, non esiste un antidolorifico che faccia effetto, anche questo è un altro problema serio anche perché mentre per le altre patologie ci si può imbottire, qui non esiste un metodo per far passare il dolore.
Parliamo di una questione molto complessa, però visto che la Giunta è autorizzata ad effettuare variazioni anche di posizionamento delle risorse ai fini della gestione si può pensare, oltre a tutto questo, di implementare oltre la rete, che è scritta nella legge, anche la diagnostica. Non credo che sia importante che si possano fare laparoscopie specifiche o altri esami diagnostici in tutte le Marche, però se si potessero fare nell’hub sarebbe… Se si capisce nello spoke quello che è e si manda nell’hub già secondo me è un risultato comunque rilevante.
Sono soddisfatta, ho già ringraziato tutti, ma voglio ringraziare il Consigliere Cancellieri perché si è impegnato e ci siamo confrontati sempre con l'unico obiettivo che voglio rileggere perché per me è il cuore della legge: “Al fine di migliorare la tutela della salute, le condizioni di vita delle donne affette da endometriosi” perché la parte psicologica - che ha ricordato anche la Consigliera Vitri - non è indifferente. Come ho detto prima, la visione deve essere olistica, con un comitato istituito ad hoc, molto tecnico, e con la rappresentanza dell’Associazione Ape, che è l’associazione delle pazienti, penso che questo lavoro possa essere ben fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolato della proposta.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Compreso il voto del Consigliere Cesetti.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mentre il Consigliere ha ringraziato la sua segreteria io non ho ringraziato chi mi ha proprio aiutato a scrivere gli articoli, è YY che voglio ringraziare.

PRESIDENT. Articolo 11 . Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente del gruppo Consigliere Marinelli per avermi delegata nell’espressione del voto favorevole, insieme a una grande soddisfazione e un ringraziamento al Consigliere Cancellieri e alla Consigliera Casini.
Abbiamo fatto un lavoro molto positivo in Commissione, di ascolto delle esigenze della parte scientifica come della parte associativa e abbiamo fatto quello che dovremo sempre fare, soprattutto quando parliamo di sanità e di salute dei cittadini marchigiani.
Oggi facciamo un piccolo passo avanti rispetto ad un patologia poco conosciuta. Questa legge indubbiamente favorisce una maggiore consapevolezza da un lato delle potenziali pazienti che non sanno e non conoscono la malattia, dall’altro del sistema sanitario, che un po' a macchia di leopardo è a conoscenza ed ha trattato … Apro e chiudo una parentesi, permettetemi di sottolineare il lavoro del centro di Macerata che su questa patologia è stato fondamentale.
Prendo il testimone del Consigliere Cancellieri quando dice: “La cosa importante, il problema della politica è fare le leggi che realmente siano concretizzate, che gli effetti positivi delle leggi che qui facciamo possano arrivare ai cittadini”.
Ritengo che il grande gioco di squadra, che abbiamo fatto in Commissione, debba essere fatto anche e soprattutto dopo. Mi riferisco al ruolo del Consigliere Cancellieri, che è un medico di famiglia. Credo che ci sia bisogno dello sforzo di tutti per atterrare questa legge e per consentire che accanto alla soddisfazione, che oggi esprimiamo tutti a gran voce per aver fatto un passo in avanti, il gioco di squadra continui anche dopo con ruoli e competenze diverse. Su questo tutta la politica si deve interrogare affinché le competenze e le responsabilità possano dare concreta attuazione ad una disposizione che deve necessariamente portare gli effetti positivi in questo caso nella salute delle donne marchigiane per una patologia che ancora ha bisogno di essere conosciuta.
Un ringraziamento a tutti, anche all’associazione che ha dato il proprio contributo, ai medici, al centro di Urbino, di Macerata, soprattutto un buon lavoro a chi - tutti insieme - riuscirà a fare di questa legge un passo in avanti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazioni di voto, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Desidero ringraziare tutti coloro che sono intervenuti con efficacia ed efficienza, presentando questo disegno di legge innovativo a livello nazionale, in ragione del fatto che si va a tutelare non solo il diritto fondamentale alla salute, ma la qualità della vita di tante donne colpite da questa patologia.
Ha detto bene chi è intervenuto nel corso di questo dibattito sulla legge, occorre anche avviare un percorso molto selettivo, approfondito sull'aumento della professionalità e dei casi che si prospettano sulla materia in quanto c'è anche un varco che deve essere colmato in relazione ai numerosissimi casi che spesso non sono diagnosticati. Come ha detto bene il Consigliere Cancellieri, che ringrazio, come pure ringrazio la Consigliera Casini, come è stato rilevato nell'ambito del dibattito, è necessario inserire queste prestazioni nei Lea ed attraverso l'inserimento nei Lea riuscire a finanziare le prestazioni sanitarie.
Voglio ricordare qui, anche se si tratta di una proposta che è stata avanzata a livello nazionale dalle opposizioni, che prima o poi dovremo fare i conti con il finanziamento del fondo sanitario nazionale perché allargando i Lea - sicuramente si possono allargare – e la base del finanziamento del fondo sanitario nazionale è sempre quella i conti poi bisognerà farli. Sono abituato da esponente del gruppo della Lega che rappresenta dei cittadini a dire quello che penso. Ritengo che all'interno delle difficoltà del nostro Paese, se vogliamo garantire un livello adeguato di sanità, dobbiamo cominciare ad immaginare che oltre all'inflazione, oltre alla guerra, oltre a tutto ciò che c'è, c’è il diritto fondamentale alla salute e alla qualità della vita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Esprimo soddisfazione, la legge è passata in Commissione salute e sanità, di cui è Presidente il Consigliere Baiocchi, che già è intervenuto a nome del gruppo di Fratelli d'Italia.
Devo sottolineare alcuni aspetti della dichiarazione di voto, in genere sono riflessioni. La prima è questa, esistono delle patologie, lo dico da medico che ha osservato la crescita culturale della medicina nel secolo scorso, il 900, che i pazienti portano all'attenzione del medico negli ambulatori che talvolta non vengono prese in considerazione. Ricordo che i medici della generazione precedente alla mia ritenevano i pazienti intrattabili o impossibili perché non avevano alcun riscontro dal punto di vista oggettivo con la sintomatologia o con gli accertamenti biologici e strumentali, ma questo non significava che se non avevano l'oggettivazione della patologia la persona stava bene.
In particolare il focus negli ultimi tempi è stato messo su due patologie, una è squisitamente femminile, l’endometriosi, l'altra è prevalente femminile, la fibromialgia. Due pazienti su tre sono di genere femminile ed anche la fibromialgia non viene riconosciuta nei Lea e nel punteggio per l’invalidità civile dato che non c'è un riscontro oggettivabile. Dicono che sono sintomi soggettivi di cui non c'è l'obiettività, però gli effetti collaterali di queste patologie a volte sono impattanti sulla qualità della vita in maniera distruttiva, significativa e le conseguenze sono su altri tipi di patologie, a carico della salute mentale, del benessere e dell’aspetto esistenziale della persona.
Andiamo in questa direzione, anticipando, speriamo che a livello nazionale prima o poi sia recepito, anche se il recepimento di queste patologie è sempre estremamente prudenziale da parte delle istituzioni statali pubbliche perché hanno una ricaduta nella spesa e nelle risorse.
E’ paradossale che nel momento in cui le diagnosi si sono più affinate, nel momento in cui le risorse terapeutiche e quelle farmacologiche sono più raffinate, noi abbiamo meno personale sanitario a disposizione. Questo è paradossale. Alcune decisioni sciagurate negli anni scorsi erano andate nella direzione di ridurre la possibilità di formazione del personale sanitario, pensando che era più opportuno affidare e formare quello già diplomato e laureato nelle varie professioni sanitarie piuttosto che allargare il numero. E’ in controtendenza totale rispetto all’aumento della vita della popolazione, che deve tener conto del fatto che più la vita si allunga, più aumenta la fragilità e la difficoltà dell'organismo a far fronte ad ordinarie patologie. La direzione che si deve dare in l'Italia, ma anche l'indicazione dell’Unione europea, è di rafforzare i presidi di assistenza sanitaria e socio-sanitaria proprio per far fronte al fabbisogno reale e oggettivo della popolazione.
Sono soddisfatto dell’approvazione di questa legge, mi riconosco in alcune delle affermazioni particolari del Consigliere Cancellieri, che essendo un medico al fronte, in prima fila come medico di famiglia, recepisce in prima persona le istanze, in questo caso delle donne che colpite da questa malattia confidano la loro difficoltà esistenziale, nel sopravvivere la quotidianità perché affrontare ogni giorno la quotidianità con queste patologie porta la sua pena.
Abbiamo fatto una cosa buona oggi con l'approvazione spero all'unanimità di questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Consigliera Casini perché parlò al gruppo di questa proposta ed aveva già attivato una serie di percorsi incontrando i professionisti, le associazioni, parlando con diversi soggetti e portandoci a conoscenza non tanto della patologia, ma dei limiti che ad oggi ci sono nella gestione e soprattutto nella diagnosi precoce.
Se è vero, com'è vero, che questa patologia è inserita nei Lea per il terzo e quarto livello, quando ormai è in uno stato decisamente avanzato, manca la piena coscienza delle problematiche che sono indotte da questa patologia.
Devo ringraziare anche il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri, sono convinto che questa volta non ci sia stata una rincorsa, forse è stata un'azione simultanea. Qualche volta capita che ci siano le rincorse a marcare, ma in questo caso c’è stata una simultaneità che è stata molto utile.
Ringrazio il Presidente della Commissione dato che abbiamo fatto un lavoro bello, serio, approfondito, con audizioni di grandissimo livello. Ringrazio il dottor XY per l’approfondimento vero, che ha permesso a chi ha qualche rudimento di approfondire e a chi non ce l’ha di conoscere nel dettaglio le difficoltà, le articolazioni e le preoccupazioni che spesso sono anche banalizzate perché confuse. Penso soprattutto alle ragazze a scuola additate come svogliate o che utilizzano strumenti per creare alibi ad atteggiamenti.
Abbiamo fatto una bella cosa, siamo una delle prime Regioni che si è orientata in questi termini, che mette nelle condizioni di avere dei percorsi strutturati. Abbiamo anche delle clausole che ci permettono di verificare. Ho sentito l'Assessore che ha riconfermato il pieno impegno, quindi ci mettiamo nella direzione che la sanità ha dei momenti di approfondimento, di sedimentazione, di decisione, poi qualche volta non basta essere maggioranza e opposizione di carattere strumentale. Lo facciamo come abbiamo sempre fatto in maniera molto propositiva e oggi ne è la riprova, dato che in Commissione c’è stata piena collaborazione ed abbiamo solo sostenuto nelle scelte.
Penso che sia un momento importante che possa servire, come spesso accade, come spinta al Ministero per avviare percorsi adeguati e non aspettare solo i momenti più difficili.
Oggi sappiamo che c’è una diagnostica nello stato avanzato della patologia, che può essere contenuta anche chirurgicamente, ma non è risolutiva. Sappiamo quali sono le difficoltà e le articolazioni che si determinano, ma dobbiamo lavorare nella diagnosi precoce perché acquisire dati, elementi e conoscenza può permettere di avviare le modalità di intervento, sia chirurgiche che farmacologiche, di anticipare e contenere l’evoluzione di una patologia che è invalidante e che oggi trova con la ...

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Sono già intervenuta precedentemente, esprimo soddisfazione per questa legge in quanto il senso di responsabilità è prevalso.
Un cambio di passo, un’attualizzazione normativa ed amministrativa su questa patologia che rende più agevole e meno pesante il percorso clinico e diagnostico.
Il gruppo regionale di Forza Italia voterà favorevolmente questa legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Il voto favorevole anche del gruppo Civici Marche, un ringraziamento alla Commissione, soprattutto al relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri che dall'alto della sua professionalità ha dato un contributo molto importante a quest’Assise in termini di questioni mediche e sanitarie. Grazie.

PRESIDENTE. Testo unificato delle proposte di legge n. 107 e n. 108. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 204
ad iniziativa della Giunta regionale
“Riconoscimento di debito fuori bilancio ai sensi della lettera e) del comma 1 dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 204 della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Marcozzi

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Questa proposta di legge si è resa necessaria per riconoscere la legittimità di un debito fuori bilancio, secondo quanto previsto all'articolo 73, comma 1, lettera e) del decreto legislativo n. 118 del 2011.
Voglio ricordare che con decreto 8 luglio 1921 n. 459 la Regione ha aderito all'accordo quadro Consip “Veicoli in noleggio 1”, per la fornitura di autoveicoli a noleggio a lungo termine senza conducente per le strutture della Giunta regionale delle Marche per la durata di 36 mesi.
La ditta fornitrice ha emesso normale fattura per il pagamento dei corrispettivi dovuti per i canoni di noleggio dei propri veicoli e oneri accessori. La fattura del 19 dicembre 2022 dell'importo complessivo di 6.513,26 euro ha trovato parziale copertura nell’annualità 2022 del bilancio 2022/2024, perché nel 2022 sono state addebitate spese extra canone dovute ad eventi non prevedibili al momento dell'assunzione dell'impegno.
La fattura del 19 dicembre 2022 di 6.513, 26 euro, trova parziale copertura finanziaria per l’importo di euro 2.939,71 sul bilancio 2022/2024, la quota ordinaria, i restanti 3.573,55 euro, occorre provvedere al riconoscimento di un debito fuori bilancio. Ci sono state delle spese impreviste di 3.573,55 euro.
La presente proposta di legge consta di due articoli.
L’articolo 1 riconosce il debito fuori bilancio, secondo la lettera e) del comma 1 dell'articolo 73 del decreto legislativo del 23 giugno 2011 n. 118, riguardante le spese del servizio di noleggio a lungo termine e oneri accessori delle auto a disposizione della Giunta per euro 3.573,55. Per 2.939 euro trova copertura, per 3.573,55 euro occorre provvedere al riconoscimento del debito fuori bilancio. a cui è garantita la copertura attraverso le risorse iscritte alla missione 01 programma 03 Titolo 01 del capitolo 2010310016, noleggio degli automezzi spesa obbligatoria. L'articolo 2 (dichiarazione di urgenza). Questa legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Il debito fuori bilancio di euro 3,573,55 riguarda spese per riparazioni su automezzi in uso alla Regione in dipendenza di contratto di leasing, oltre all'adeguamento dei canoni di noleggio alle variazioni dell'indice dei prezzi per effetto dell'inflazione.
Secondo quanto indicato dall'ufficio competente, al quale ho chiesto chiarimenti per il tramite della dott.ssa YY, perché come ricorderete c’è stata la nomina dei relatori e la votazione del debito nella stessa seduta e non c’erano dirigenti presenti alla Commissione, per cui mi sono fatta carico di fare un accesso agli atti da cui si è evinto che si tratta di spese per sostituzione di pneumatici danneggiati o piccoli danni alla carrozzeria, che non sono incluse nel canone di noleggio, e che non erano state interamente previste e stanziate in un apposito capitolo di spesa.
I canoni mensili, calcolati in base a tariffe fisse determinate in base ai capitolati d'appalto Consip, non comprendono eventuali oneri extra canone causati dai possibili danni ai veicoli durante l'uso, i cui costi per la riparazione sono a carico dell'utilizzatore.
A quanto sopra va ad aggiungersi anche l'adeguamento dei canoni alle variazioni Istat ,che per l'annualità 2022 è stato particolarmente elevato ed imprevisto.
Sulla scorta dei dati forniti dall'Istat sull'indice di inflazione acquisita, l'adeguamento dei canoni mensili di noleggio ha comportato una variazione in aumento pari al 10,6%.
Per quanto sopra, la fattura ricevuta dal locatore dell'importo complessivo di euro 6.513,26 euro trova parziale copertura finanziaria per l'importo di euro 2.939,71 euro sul bilancio 2022/2024, mentre per i restanti 3.573,55 euro occorre provvedere, come ha ricordato la relatrice di maggioranza Consigliera Marcozzi, al riconoscimento di debito fuori bilancio. Vista l'esiguità dell'importo, come relatrice di minoranza invito ad un voto di astensione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo pochissime parole rispetto alla anomala tipicità di un debito fuori bilancio di così modesta esiguità.
Auspicherei che l'Assessore al bilancio su questo tema possa intervenire e spiegare come sia possibile non prevedere nell'ambito delle normali operazioni di variazione, o se rimasto fuori da un contesto, un debito fuori bilancio di così somma esigua.
Tra l'altro non sono sicuro, ma lo dico nell'interesse un po' di tutti, se l'articolo 194, se non vado errato, del testo unico degli enti locali individui e tipizzi le possibilità di individuare debiti fuori bilancio, non so se questo passaggio sia individuato all'interno di quella previsione.
Per quanto mi riguarda, mi riservo di aderire alla proposta del relatore di minoranza in attesa dell'intervento dell'Assessore, qualora lo ritenga corretto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Ho ulteriori informazioni da dare riguardo all'intervento della Consigliera Marcozzi.
E’ capitato alcune volte nell’annualità 2022 (pneumatici spaccati o danni alla carrozzeria), pertanto, si è determinato un aumento dei costi non prevedibile al momento dell'assunzione degli impegni di spesa per il periodo considerato.
A quanto sopra va ad aggiungersi anche l'adeguamento dei canoni delle variazioni Istat che, per l'annualità 2022 è stato notevolmente elevato e non prevedibile, probabilmente a causa dello scenario bellico internazionale.
Sulla scorta dei dati forniti dall'Istat sull'indice di inflazione acquisita, l'adeguamento dei canoni mensili di noleggio ha comportato una variazione in aumento, pari al 10,6 in aggiunta al normale canone di locazione dei veicoli.
Per quanto sopra, la fattura 32995031 del 19 dicembre 2022, dell'importo di 6.513,26 euro, trova parziale copertura finanziaria per l’importo di euro 2.939,71 sul capitolo 201031016 bilancio 2022/2024, anno 2022 - impegno n. 784 del 2022 - sub impegno n. 1397 del 2022, mentre per i restanti 3.573,55 euro occorre provvedere al riconoscimento del debito fuori bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Dichiaro chiusa la discussione sulla proposta di legge.
Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.



Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per dire e rappresentare che l’intervento dell'Assessore non è stato a mio parere esaustivo, tanto per rendere chiara la posizione, non per un pregiudizio, ma ci apprestiamo a votare una delibera che assume anche la responsabilità dei Consiglieri, l'articolo 194 del testo unico degli enti locali tipizza alcune fattispecie rispetto alla previsione del debito stesso. Uno, le sentenze esecutive, è evidente, si può riconoscere un debito fuori bilancio nel momento in cui interviene la copertura di disavanzi di consorzi e aziende speciali, ma solo entro i limiti degli obblighi derivanti allo Statuto; la ricapitalizzazione nei limiti e nelle forme previste dal codice civile; le procedure espropriative di occupazione di urgenza e l'acquisizione di beni e servizi in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 del 191. Francamente anche nella risposta molto tecnica che lei ci ha messo a disposizione non è chiarito, quindi, dal mio punto di vista, fatto salvo l'eventuale errore che posso commettere, a questo momento, qualora non ci sia un ulteriore chiarimento, il mio voto è contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. L'Assessore è stato molto chiaro, ci sono stati dei costi aggiuntivi straordinari. Posso prevedere come ente sull'ordinario il cambio delle gomme e l'usura pari a 100.000 euro, però ci possono essere dei costi aggiuntivi non prevedibili, è questo a cui ha fatto riferimento l’Assessore Brandoni.
Voglio ricordare a tutta quest’Assise che nel 2020, non c'eravamo noi nel 2019, abbiamo portato in Aula il primo atto di un debito fuori bilancio per un terreno che avevamo in Emilia-Romagna dove all’atto della cessazione di quel contratto dovevano essere conosciute delle migliorie. Il contratto era scaduto nel 2019, le migliorie dovevano essere riconosciute nel bilancio del 2019 e noi ce le siamo ritrovate come debito fuori bilancio pari a 200.000 euro.
Lo voglio ricordare anche se questa è una cifra irrisoria, ma il primo atto che abbiamo approvato in Aula è il riconoscimento di un debito fuori bilancio pari a 200.000 euro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo articolo, non volevo farlo, ma mi ha indotto la Consigliera Marcozzi, che ha perso un'ottima occasione per tacere dato che ha fatto un danno enorme alla maggioranza rievocando un episodio del 2020 quando quest'Aula riconobbe un debito fuori bilancio nell'insussistenza delle condizioni perché quelle migliorie non si erano perfezionate in base alla legge.
Ricorderete che nel caso di specie noi presentammo un'interrogazione come gruppo del Partito Democratico per “denunziare” quell’anomalia in quest'Aula e quella volta, per legge, venne riconosciuto un debito fuori bilancio, insussistente, per coprire un riconoscimento che non ci doveva essere, quella era la differenza, non era stata prodotta da noi, dalla vecchia maggioranza. La vecchia maggioranza se del caso, usiamo un termine improprio, era parte lesa rispetto a quell'operazione e la ricordo molto bene.
Ha fatto un danno enorme la Consigliera Marcozzi ed adesso sarò costretto a tornare in quest’Aula e rievocare quella vicenda. Con la Consigliera Marcozzi c’è stima e amicizia da decenni, però non può rievocare contro di noi un atto rispetto al quale abbiamo fatto anche delle battaglie, poi abbiamo lasciato perdere per carità di patria, magari sarebbero stati coinvolti anche …

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ricordo che l'ex Assessore al bilancio l’aveva spiegato benissimo. C’era un contratto di locazione e l’ho ricordato perché l’abbiamo portato in Aula.
L’ha spiegato benissimo l’ex Assessore al bilancio sia in Commissione che in Aula, era un contratto in scadenza nel 2019 dove era previsto il riconoscimento delle migliorie. Abbiamo visto anche il contratto, l’ex Assessore è venuto sia in Commissione che in Aula. Capisco che può dare fastidio però l’ex Assessore non l’ha spiegato solo in Aula, due volte è venuto in Commissione.

PRESIDENTE. Si è sentita attribuire ai sensi dell’articolo 61, come dice la norma, opinione contraria a quella espressa.
Ha la parola, per replica, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. La replica è semplice, Presidente, ci sono state attribuite dichiarazioni mai fatte. A quel tempo sostenemmo con forza che non c'erano le condizioni per il riconoscimento del debito fuori bilancio, tant’è che abbiamo fatto una battaglia e ci facemmo anche un’interrogazione. L'ex Assessore adesso non c'è, è in Parlamento… Allora, visto l'intervento della Consigliera Marcozzi, in Commissione su quel debito fuori bilancio insieme al Consigliere Biancani mi astenni per lasciare la decisione al gruppo. Oggi avrei voluto votare a favore, ma proprio la dichiarazione della Consigliera Marcozzi mi ricorda quanto illegittimo fosse a quel tempo il riconoscimento del debito fuori bilancio, una illegittimità "che sopravvive a se stessa”, che è la stessa illegittimità di oggi perché, come ha detto il Consigliere Carancini, scricto sensu, ai sensi dell’articolo 194 del 267 del 2000, non crediamo che qui ci siano le condizioni per il riconoscimento del debito fuori bilancio.
Contrariamente a quanto avevo ipotizzato in precedenza, proprio le dichiarazioni della Consigliera Marcozzi mi inducono a votare contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Una replica al Consigliere Carancini, che ha letto l'articolo degli enti locali, che non riguarda la Regione, in questo caso l'articolo di riferimento è il 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.
Annulliamo la votazione e richiamo la formalità che stiamo svolgendo.
Ripetiamo perché un paio di Consiglieri non hanno potuto effettuare la votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2 (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Raccolgo il suggerimento dell'Assessore Brandoni però i contenuti dell’articolo 194 e dell’articolo 73, Assessore, sono identici, il presupposto per l’ammissione di una votazione favorevole di un valore fuori bilancio è identico, la sostanza non cambia.
Mi sono sbagliato, riconosco che l'esperienza da Sindaco mi ha portato a pensare al 194, ma l’articolo 73 del 118 dice stessa cosa: sono debiti fuori bilancio quelli che derivano da fattispecie ben puntuali, che non possono essere previste.
Ora, che dobbiamo immaginare un debito fuori bilancio di un'Assemblea legislativa di 3.000 euro perché la previsione del pagamento di gomme usurante mi pare qualcosa che non funzioni, e cioè che non siano state previste o che mi possa sfuggire qualcosa.
Talvolta succede, non so se in questo caso, lo dico in termine di dubbio, che i debiti fuori bilancio servono per coprire le attività non perfettamente adempienti dei funzionari, non so se sia così, lo dico in generale.
I debiti fuori bilancio sono una cosa seria, sono fatti straordinari, imprevedibili che costringono un’Aula di un'Assemblea legislativa a votare una previsione inaspettata.
Voglio ribadire, non so se lo farò con attenzione, ringraziando il capogruppo che mi ha dato la possibilità di fare questa dichiarazione di voto, che il paragone che fa la Consigliera Marcozzi su questo tema non c'entra nulla, anzi, come puntualmente ha spiegato il Consigliere Cesetti in realtà rafforza ancora di più questo aspetto proprio dato che è completamente diverso. In quell’occasione la vicenda che ci vide discutere tutti insieme traeva spunto da una fattispecie consideriamola imprevedibile. Ecco perché mi sembra strano, quindi la mia coscienza e, ritengo, la consapevolezza dell'intero gruppo portano a un voto negativo per queste ragioni, in assenza di una precisazione perché se ci fosse stata una precisazione sostanziale e non formale sull'articolo non avremmo avuto pregiudizi. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 204. La pongo in votazione.

L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di deliberazione n. 12
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Bilò
“Proposta di legge alle Camere concernente: ‘Integrazioni al recepimento della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche: introduzione di un regime di deroga per la specie Canis lupus e per gli ibridi della specie Canis lupus’”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n.12 dei Consiglieri Rossi, Bilò.
Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Il Consigliere Rossi mi ha dato mandato di chiedere il rinvio in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di deliberazione n. 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

A seguito dei lavori della Conferenza dei Presidenti di gruppo svolta prima dell'inizio dei lavori dell'Aula, in via d’urgenza e all’unanimità è stato chiesto l’inserimento della mozione n. 379, sottoscritta da tutti i componenti dei Gruppi consiliari o dai rappresentanti degli stessi, come primo punto delle mozioni.
Chiedo, quindi, l'inserimento all'ordine del giorno come punto 4 bis della mozione n. 379. Anche in questo caso prima della votazione, un intervento a favore e uno contro.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Ho sostenuto la necessità di arrivare un po' prima della data del 31 luglio, che è la scadenza per prendere provvedimenti, che chiaramente mette in difficoltà un settore.
C’è stata qualche perplessità alla riunione dei Capigruppo, che mi sembra sia stata superata, quindi, si può accogliere all'unanimità questa mozione, che tra l’altro è concordata tra i gruppi. E’ arrivato un testo comune e credo che questo possa agevolare molto la votazione. Grazie.

PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 379. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 379
ad iniziativa dei Consiglieri Ciccioli, Rossi, Santarelli, Ruggeri, Latini, Cancellieri, Elezi, Putzu, Bilò, Marcozzi, Bora, Mangialardi, Lupini, Ausili, Livi
“Payback dispositivi medici rischi per la continuità delle forniture di dispositivi medici anche salvavita nella rete ospedaliera regionale”
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 379 dei Consiglieri Ciccioli, Rossi, Santarelli, Ruggeri, Latini, Cancellieri, Elezi, Putzu, Bilò, Marcozzi, Bora, Mangialardi, Lupini, Ausili, Livi.
La discussione generale è aperta, ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Questo testo è stato presentato nei giorni scorsi ed è stato dichiarato urgente oggi. Il testo finale è stato concordato soprattutto tra me ed il Consigliere Cesetti e gode dell'appoggio del capogruppo del Partito Democratico, del gruppo Lega e di tutti i gruppi presenti in questo Consiglio regionale.
In realtà il potere della Regione è relativo, nel senso che ci sono delle norme di carattere nazionale, tra l'altro molto datate, di cui è stata decisa l’applicazione all'epoca del Governo Draghi i cui effetti ricadono sul nuovo Governo.
Lo Stato ha bisogno di recuperare soldi nel bilancio pubblico perché sono note le difficoltà legate ad eventi internazionali: il post Covid, la guerra ucraino-russa, le difficoltà energetiche, una crisi generalizzata in alcuni settori, tutto ciò comporta la necessità di far quadrare il bilancio. Questo non può accadere sulla pelle di alcune aziende con provvedimenti retroattivi, che in qualsiasi settore, anche in urbanistica, in edilizia l'abbiamo visto recentemente con il 110, provocano contraddizioni fortissime e portano ricadute e sofferenze sociali non modeste. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa in occasione del 110% che, a mio parere, l'ho detto in Aula, era una cattiva legge per com'era impostata, esageratamente aperta, se fosse stata una percentuale del 90% non ci sarebbero state tutte le truffe, tutte le altre cose che sono accadute, però quella era e nel momento in cui si torna indietro si mette in difficoltà.
Ancora di più questo meccanismo del recupero retroattivo, il famoso Payback, dei dispositivi medici. E’ una cosa che in uno stato di diritto susciterebbe perplessità in qualsiasi giurista.
Questo è il caso, ci siamo trovati una legge approvata all'epoca del Governo Renzi, mai applicata, sempre rinviata, recepita dal Governo tecnico e oggi ci sono le conseguenze con delle scadenze anche rigide. Ciò comporta la necessità di un lavoro incredibile, al di là di quelle che sono le norme, da parte degli uffici che non sono attrezzati per queste attività e hanno globalmente utilizzato tutto il fatturato di quel periodo, mentre sarebbe stata necessaria una attività analitica per scorporare le fatture che ricadono nella legge del Payback da quelle invece che nulla hanno a che fare. Una prima separazione tra, chiamiamoli così, i debiti esigibili e quelli non esigibili.
Lo Stato si è reso conto di questo e ha fatto un provvedimento molto recente tra marzo e maggio che dice: “ Le imprese che non fanno ricorso possono arrivare a pagare il 48% lordo compresa l’IVA”, in realtà anche meno del 48%, però, si tratta pur sempre di cifre estremamente significative che mettono in crisi le aziende, che hanno un certo numero di dipendenti.
C’è un problema ancora più delicato della crisi delle aziende stesse ed è la fornitura dei presidi medici, se va in crisi un settore non arrivano più le forniture, vanno in crisi le nostre aziende sanitarie, che sono le utilizzatrici, le clienti finali della commercializzazione di questi dispositivi.
E’ stata fatta una cosa senza senso o perlomeno il senso lo aveva dal punto di vista contabile della Tesoreria dello Stato, ma non dal punto di vista della gestione corretta di un comparto.
E’ stato proposto un testo che non era poi così puntuale, a mio parere la risoluzione comune che porta la firma di tantissimi Consiglieri, oltre di coloro che hanno curato in particolare il testo, mi sembra corretta - le premesse le conosciamo tutti - alla fine dice: il ricalcolo della spesa per i dispositivi medici deve essere fatto eliminando dalla lista le aziende tenute al versamento che nulla hanno a che fare con la fornitura di dispositivi medici, analizzando voce per voce ogni singola fattura, epurando dal calcolo le spese aventi oggetto diverso da quello stabilito per legge; in deroga alla disciplina vigente e limitatamente agli anni 2015/2018 un ulteriore rinvio dei termini di pagamento, oltre il termine del 31 luglio, entro il quale le aziende fornitrici di dispositivi medici sono tenute ad adempiere all'obbligo di ripiano e comunque entro un termine utile che consenta alla Regione il ricalcolo delle somme dovute alle aziende, in attesa di definizione di altri giudizi di merito dinnanzi al Tar Lazio. Questo è il termine più importante, un accordo in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni per evitare la decisione del Tar Lazio, che esamina tutti i ricorsi fatti, al fine di tutelare l'interesse pubblico, contemporaneamente il funzionamento del settore e la possibilità di continuare ad avere le forniture di dispositivi medici, richiedendo anche un intervento normativo da parte del Governo.
Ho più volte avuto contatti con la Sottosegretario al Mef, Ministero dell’economia e finanza, che è del mio partito, eletta nella nostra Regione, che è competente in merito in quanto è una commercialista di San Benedetto del Tronto, la quale mi dice che tuttora non sono arrivati ad una definizione del problema, che in questo momento se ne fa carico soprattutto il Ministro e i suoi collaboratori, lei partecipa al tavolo che è stato creato con gli esperti. Speriamo che quanto prima si arrivi alla definizione del problema perché purtroppo una delle cose tipiche della pubblica amministrazione è il rinvio ad una scadenza successiva, guadagnare tempo per cercare di arrivare ad una soluzione.
Questa è una spada di Damocle sulle aziende e sui rapporti con il credito, con le banche, soprattutto con la presentazione dei bilanci da parte delle società, che se presentano bilanci che non sono attivi, se ci sono dei bilanci in cui il recupero non è credibile, devono essere messe in liquidazione o fallire. In entrambi i casi sia la messa in liquidazione che il fallimento sono un danno per il tessuto economico (famiglie, lavoratori, imprenditori) e alla fine anche per tutta la nostra società. Mette in difficoltà anche le Aziende sanitarie che troveranno altri fornitori rispetto ai piccoli operatori dato che nelle Marche c'è la piccola e media impresa e non grandi operatori. Le grandi imprese fanno fronte anche a partite di centinaia di milioni di arretrati perché nei loro bilanci hanno capienza per pagare senza andare in crisi, ma la piccola e media impresa, che è il tessuto sociale del benessere della nostra società, questi margini non li ha e rischia di andare in default.
C'è pressione da parte degli operatori, ma vi assicuro, e sono una persona che quello che dice fa, che c’è stato il massimo impegno da parte mia in particolare e da parte di tutti gli altri capigruppo in Consiglio regionale dei vari partiti, da parte di quelli che hanno seguito tecnicamente la vicenda, per affrontare come Regione il problema. Ricordate che la Regione è un piccolo segmento del problema, certo è l'ente riscossore in questo momento …

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Faccio un paio di precisazioni perché l’atto che andremo a votare, spero con il voto unanime di quest’Assise, è una risoluzione che ha avuto il contributo di tutti i gruppi, in modo particolare per noi ha dato un assetto adeguato al testo originale il Consigliere Cesetti, e penso che sia un elemento di attenzione indispensabile.
In Conferenza dei Presidenti abbiamo detto che la mozione doveva essere fatta con una certa velocità – mutuo le parole del Consigliere Ciccioli - per stimolare la Giunta a porre qualche accelerazione, non la potevamo iscrivere il 25 luglio, sennò eravate un po’ fermi, mentre c'era bisogno dall'atto assunto oggi.
Penso che il decreto legge n. 78 del 2015 sia un provvedimento scriteriato, lo penso, come sono abituato lo dico, come spesso è capitato i tetti di spesa non limitano l'azione del pubblico rispetto alle proprie necessità, ma vanno ben oltre e lo sforamento dei dispositivi medici ricade sul venditore. Penso che sia una cosa incredibile della quale non abbiamo parlato.
E’ vero che i Governi non hanno corretto anche in momenti diversi, però penso che chi oggi ha contezza di quello che sta determinando alle aziende, al di là dei provvedimenti assunti in passato, debba trovare un elemento di correzione.
Non è mai capitato, non è nemmeno comparabile al 110, ma c'è una modalità che è stata molto ben illustrata in occasione delle audizioni che abbiamo avuto in Commissione e, al di là delle singole posizioni, c'è un tema abnorme rispetto al quale dobbiamo almeno porre la questione.
Non c'è stato un percorso lineare sull'attribuzione dei tipi di presidi, ci sono fatture che fanno riferimento a presidi che non sono computabili e che sono finiti lì dentro. C’è un problema a monte, Assessore, ed il Governo deve farsi carico anche di questo.
Capisco che per i bilanci della Regione sono entrate, ma non si possono fare compromettendo le aziende che, questo non è pensabile, lo dico per i cittadini che ci ascoltano, non potevano essere a conoscenza dei tetti di spesa imputati ai capitoli propri di bilancio delle aziende pubbliche, quindi, hanno continuato non a rispondere a promozioni proprie, ma a richieste che venivano dalle strutture e che aiutavano spesso ad ottenere dei risultati, altrimenti avremmo avuto blocchi del sistema di risposta sanitaria.
Penso che la mozione debba impegnare sui temi soprattutto la Conferenza delle Regioni, la questione deve diventare una priorità nostra e spero che ci sia da parte del Governo una particolare sensibilità per recuperare nella forma e nella sostanza, non solo dal punto di vista tempistico, una risposta necessaria perché tante aziende, che sono non solo del nostro territorio, non si possono piegare ad una mancata organizzazione del pubblico che ricade sulla loro attività, con il rischio di concorrere alla chiusura o alla difficoltà di carattere economico finanziario che il pubblico per propria incapacità ha determinato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, ritengo che questa discussione debba evitare il gioco delle parti, la politica deve essere coerente e seria quando si discute di questo aspetto.
Faccio questa premessa dato che credo che occorra essere chiari e trasparenti. In questo contesto sarebbe stato auspicabile, è evidente, un intervento preventivo della Giunta regionale delle Marche, prima dei nostri interventi, poi proverò a spiegare perché. Un chiarimento che non c'è stato.
Va detto che il Payback, questa parola inglese così complicata, va spiegato ai pochi che ci ascoltano, non è altro che un meccanismo che chiede alle aziende fornitrici, che hanno vinto un appalto per i dispositivi delle Regioni, non solo delle Marche, la restituzione di metà delle somme rispetto ai tetti di spesa previsti per quella specifica fornitura. Si richiede alle aziende di restituire risorse incassate relative ai bilanci dal 2015 al 2018.
Non entro nel merito, è una legge del 2015 sulla quale sono intervenute ulteriori modifiche, l’ultima del Governo Meloni, mi pare, di marzo 2023 che è andata incontro alle richieste perché è evidente una qualche anomalia nel richiedere ad aziende per la prima volta, dopo avere incassato, fatto ricavi, bilanci, le somme dal 2015 al 2018 quando la legge non è stata mai applicata.
Bisogna togliere il velo dall'ipocrisia, voglio premettere che ho firmato e condiviso la risoluzione presentata, ma la domanda che mi faccio è: “Sono sufficienti i contenuti della parte dispositiva, che prevedono il ricalco della spesa dei dispositivi medici, dato che sembra che la Regione Marche nel quantificare le somme, a cui avrebbe diritto in base alla norma statale, non avrebbe fatto bene i calcoli?” E’ sufficiente chiedere alla Giunta regionale il rinvio di pagamento del 31 luglio? Lo scriviamo politicamente, ma non è la Regione Marche che rinvia oltre il 31 luglio, non diamo in pasto alle persone una cosa che non corrisponde alla realtà.
Il terzo indirizzo politico è promuovere un accordo in sede di Conferenza permanente, anche questo è un elemento utile in quanto la Conferenza permanente Stato-Regioni su questo tema può dare una spinta, ma la realtà può anche essere un'altra. L’eroe Consigliere Ciccioli, che ci dice che si è occupato di noi, in realtà dovrebbe fare qualcosa di più, bisogna che la politica sia coerente e non butti fumo negli occhi dei soggetti.
Aspetterò le dichiarazioni della Giunta regionale per l'eventuale deposito di un mio ordine del giorno perché qui si innesca un meccanismo di possibile contrapposizione.
La Regione ha comodità di incassare risorse sul piano sanitario e l’Assemblea legislativa potrebbe anche dire di no.
Qual è la mia riflessione che dico ai Consiglieri regionali? Ruota attorno ad una sola cosa, gli imprenditori devono pagare entro il 31 luglio e per poter evitare questo aspetto c'è un solo elemento, la sospensione in autotutela delle richieste delle somme da parte della Regione, il cui dominus è la Regione, la quale dovrebbe dire, secondo la mia posizione: “Guardate, ci dicono che ci sono degli errori. Intanto sospendiamo ed evitiamo che al 31 luglio le aziende, qualora non ci fosse una modifica legislativa …”. La legge oggi dice questo, dovremmo approvare un indirizzo o spontaneamente l’esecutivo dovrebbe dire: “Noi in autotutela sospendiamo”, che non vuol dire rinunciare, ma rifare tutti i conti e verificare questo aspetto, avendo la possibilità di guadagnare tempo.
Nel mio ordine del giorno, che mi riservo di depositare, faccio un’altra previsione, dato che bisogna guardare in faccia la realtà, non so se lo Stato modificherà la norma, ho qualche perplessità, ma ipotizziamo la cosa peggiore, che non la modifichi, occorre che ci premuniamo ed il Consiglio regionale, se per l’anomalia della vicenda la ritenesse legittima, potrebbe verificare e approvare che le somme richieste agli imprenditori vengano restituite in un arco temporale molto ampio, di 10 anni, attraverso una rateizzazione.
Bisogna essere coerenti, non si può portare in giro le persone, bisogna dire se c'è la chiara volontà politica rispetto al potere legittimo della Regione Marche di sospendere.

Presidenza del Presidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Come gruppo Lega ci siamo, anche insieme ad altri Consiglieri di maggioranza, attivati, abbiamo incontrato queste associazioni preoccupate delle loro aziende e voglio dire che oggi concretamente portiamo n'attenzione sulle aziende, diversamente si sarebbe rimasti in attesa, quindi voglio essere ottimista.
Il tema delle conseguenze del Payback sanitario ha un carattere nazionale che coinvolge tutte le Regioni, ma è particolarmente delicato per le Marche. Molte delle aziende coinvolte sono infatti aziende locali che difficilmente potrebbero sopportare l'impatto dell'esborso delle cifre richieste senza ripercussioni. Non possiamo non tener conto del loro valore economico, del valore occupazionale del valore della conoscenza aziendale che sono coinvolte.
Fermo restando che si tratta di una disposizione di legge nazionale, è altrettanto evidente che deve esserci la certezza che le somme richieste corrispondano a quelle dovute. Su questo occorre fare ulteriore chiarezza perché nel corso di questi mesi quella che sembrava una certezza, sembra essere venuta meno a seguito di alcuni controlli a campione sui conteggi richiesti dalle aziende, che hanno evidenziato la presenza di costi non catalogati con i codici oggetto di Payback.
E’ innegabile che la circostanza determina la necessità e l’opportuno dovere di far chiarezza, sia per motivi di correttezza contabile, sia per l'entità delle somme dovute nei confronti delle quali ogni detrazione mitigherebbe l'impatto sui bilanci delle aziende fornitrici coinvolte.
Ritengo dunque opportuno che questo Governo regionale, prima di certificare i conteggi effettuati in precedenza, prenda in considerazione l'opportunità di sospendere in autotutela il provvedimento sulla scia di quanto hanno fatto anche altre Regioni che hanno preceduto in tal senso. Si tratta di un'azione propedeutica alla verifica puntuale, indispensabile per comporre con la massima trasparenza una vicenda che rischia di compromettere anche in futuro le stesse forniture di presidi medici indispensabili. La sospensione in autotutela, inoltre, consentirebbe di ottemperare alla giusta imputazione prevista e prescritta anche dal MEF e dal Ministero della salute.
Voglio sottolineare infine che il dispositivo della mozione, che abbiamo predisposto come maggioranza, va nella giusta direzione e segue due principali obiettivi, rafforzati con una risoluzione comune che coinvolge l’Assemblea legislativa: il ricalcolo della spesa, una valutazione di tutte le singole voci di spesa della loro congruità ed il rinvio dei termini di pagamento oltre il termine fissato del 31 luglio 2023.
Queste azioni si rendono necessarie, al di là degli aspetti tecnici ed economici legati a questa vicenda, e dobbiamo sempre considerare, come ho detto in premessa, che dietro a queste vicende esistono aziende dì valore che devono essere tutelate perché rappresentano un patrimonio non solo in termini occupazionali, ma anche di qualità, di ricerca e di conoscenze fondamentali per l'economia delle Marche e per garantire un futuro ai giovani marchigiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. C’è una questione di metodo, mentre noi questa mattina abbiamo lavorato stravolgendo tutti gli impegni, insieme al capogruppo Consigliere Ciccioli, per trasformare una mozione che era irricevibile - poi dirò perché - in una risoluzione concordata e condivisa, il Presidente ed il capogruppo Consigliere Ciccioli stanno parlando con le aziende durante la seduta in corso. Questo non è corretto in quanto ci si parla prima o dopo, questa è un’istituzione.
E’ lo stesso motivo per cui era irricevibile la mozione, non la risoluzione, perché quest’Aula non può piegarsi acriticamente alle ragioni delle aziende, che pure ci sono. Il cosiddetto meccanismo del Payback non l’ha inventato qualcuno, è il decreto legge n. 78 del 2015 che all'articolo 9 ter prevede: “Al fine di garantire in ciascuna Regione, il rispetto del tetto di spesa regionale per l'acquisto di dispositivi medici fissato, coerentemente con la composizione pubblico-privata dell'offerta, con accordo in sede di Conferenza permanente”. Il Payback nasce da un accordo e c’è un provvedimento nazionale, una norma di legge, un decreto iniquo, siamo d'accordo ma c'è e la legge è legge.
Di fronte alla legge da un lato ci sono le ragioni delle aziende fornitrici che vengono strozzate, per certi versi vessate, in parte hanno concordato a livello nazionale, e con questo meccanismo rischiano di fallire, di andare in liquidazione e non fornire più i dispositivi; dall’altro c'è l'interesse del bilancio regionale perché neanche la Regione Marche può determinare un buco di bilancio, Se la Regione Marche dovesse recuperare, perché glielo impone la legge, 25 milioni nel 2015, 29 milioni nel 2016, 38 milioni nel 2017 e 43 milioni nel 2018, se non lo fa non solo è inadempiente, ma non può garantire le liste d'attesa, il pronto soccorso, l’acquisto di altri dispositivi medici in quanto non ha risorse. C'è la responsabilità erariale, ci sono contrapposti interessi che devono essere gestiti dall'interesse pubblico al quale noi siamo preposti.
L’interesse pubblico non si piega alle ragioni legittime delle aziende fornitrici, l’interesse pubblico si piega alle ragioni del suo interesse, che è quello della comunità, della collettività e del rispetto della legge e quando la legge non va bene perché è iniqua, noi che siamo legislatori concorrenti in materia di sanità, attraverso le istituzioni della Repubblica, dobbiamo promuovere una modifica di quella norma e se quella modifica non c’è, noi siamo obbligati e non si può scrivere in una mozione, come è stato scritto, che sono stati commessi degli errori di calcolo. Se anche fosse non si scrive in una mozione, l’avvocato della controparte prende quell’atto, lo produce al Tar, la Regione perde la causa e noi non lo possiamo fare.

(dissenso dal pubblico presente in Aula)

PRESIDENTE. Chiedo agli uscieri di intervenire perché non è possibile, non si possono sentire queste parole, dovete rispettare l’Aula.

Fabrizio CESETTI. Ho parlato delle legittime ragioni delle aziende, chi mi intimorisce deve ancora nascere, se nel caso possiamo vederci anche fuori.

PRESIDENTE. Consigliere non deve interloquire, hanno sbagliato e non si devono permettere, ma non dobbiamo interloquire con il pubblico.

Fabrizio CESETTI. Ho detto semplicemente e me ne assumo le responsabilità che un’Aula non può piegarsi a votare una mozione che viene scritta da una parte, non può farlo, tant’è che è stata modificata. Siamo un'istituzione che non opera sotto dettatura, se del caso scrive e opera. Voglio dire cosa abbiamo fatto a quel signore che mi ha interrotto. Oggi abbiamo prodotto una risoluzione utile perché la mozione presentata, di cui le mie parole vi hanno provocato irritazione … Il nostro operato vi ha fatto un favore perché oggi l'interesse delle aziende è quello, come abbiamo scritto nella risoluzione, di …

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, agli uffici, alla Giunta, ai colleghi e soprattutto ai lavoratori della sanità, presenti come non mai in quest'Aula.
Parla uno che in sanità ci ha lavorato trent'anni, di cui dieci in sala operatoria e molti di loro li ho visti anche fuori dagli orari pubblici, fuori dagli schemi. Oggi molti di loro rischiano, i numeri li andrò a sottolineare, mi prenderò tutto il tempo che meritano. Dopo 117 Consigli regionali vedere la presenza …, mi scusi, Consigliere Cesetti, mi deve aiutare perché quando vado a braccio non sono come lei e rischio di sbagliare.
Parola chiave usate in questa discussione: mozione, sottolineo che la mozione è stata firmata per primi dai Consiglieri Ciccioli, Rossi, Santarelli, Ruggeri, Cancellieri, ma non sottolineo i nomi di chi ha messo la firma o la bandiera per cui oggi si va verso una risoluzione. I presenti quando lavoravano e correvano in ospedale non avevano sentore di queste parole, andiamo in questa risoluzione ad inserire alcuni dei temi a loro cari, ma questo causerà una grave carenza, cari non solo a loro, ma a noi cittadini e alle persone che necessitano di avere dei servizi, per primi i pazienti – noi qui stiamo bene e di questi servizi oggi non ne abbiamo bisogno – perché questo causerà una grave carenza nelle forniture dei dispositivi medici, che attualmente sono ai minimi storici con gravi ricadute sui livelli essenziali di assistenza.
Verranno colpite 45 imprese marchigiane, questo voglio sottolinearlo, chiedo scusa all’Aula se sottolineo cose che molti hanno già letto, ma siete 150 addetti oltre all'indotto, e tutte quelle che non potranno più fornire dispositivi salvavita (valvole cardiache, stenta aortici, dispositivi per la chirurgia oncologica). Questo sarà un grave danno per la salute della Regione Marche, che è già gravata da una mobilità passiva pazzesca. Non si riesce ad avere una risposta nella nostra regione e per curarsi bisogna andare fuori. La nostra regione è nota per tante belle cose, purtroppo la sanità deve ancora migliorare e possiamo farlo anche con questa risoluzione.
Ci sono stati degli errori macroscopici nella determinazione del ripiano complessivo, avendo incluso aziende che nulla hanno a che fare con la fornitura di dispositivi medici, oltre ad aver ricompreso alla voce dispositivi medici anche forniture di altra natura, beni ammortizzabili e servizi di manutenzione, di questo si parla in questa parola chiave, Payback.
Tutti noi confidiamo nella Giunta del Presidente Acquaroli dato che non ci sono interessi contrapposti, c’è solo la salute del prodotto finale. Il prodotto finale non è un utente, un cliente, è un paziente, per trent'anni ho usato questa parola, poi le leggi e le trasformazioni anche amministrative ci hanno portato a sottolineare altre parole chiave, come utente, cliente, e chi ha lavorato in sanità ha dovuto prendere queste parole e la legge di certo non lo ha aiutato.
Questo è un tema che riguarda il futuro anche della sanità marchigiana perché la gravità della situazione con rischi connessi merita una forte cautela al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini in quanto le aziende fornitrici potrebbero decidere di non fornire più dispositivi medici, stante la possibilità della Regione di operare in compensazione con i crediti delle stesse.
La sospensione in autotutela e tutto quello che andiamo ad inserire nella risoluzione penso sia un gesto che include tutti i gruppi consiliari, io presiedo il gruppo Rinasci Marche, un gruppo civico che ha la sua forza nell’aver lavorato in questi 30 mesi per la sanità e per le azioni legate sanità. Questa potrebbe essere una delle azioni, ci siamo messi in prima fila, ma non lo facciamo per mettere una bandiera, anche se alla nostra bandiera si sono accodati tutti gli altri, dico solo che nella risoluzione la promozione in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome è una decisione che attraverso anche il Tar del Lazio può mettere in campo un percorso virtuoso.
Ce la metteremo tutta, guardo il Presidente, nella Conferenza Stato-Regioni c’è il Presidente, per far sì che queste 750 persone, alcune tuttora lavorano dentro il sistema sanitario, possano sostenere il sistema marchigiano della sanità, che ha delle eccellenze uniche che spesso sono state portate alla ribalta non solo nazionale, ma anche mondiale.
Sta nella nostra responsabilità capire quello che stiamo facendo e far capire ai presenti che siamo persone equilibrate, che siamo Consiglieri, tutti noi, che hanno a cuore la nostra salute perché tutti noi potenzialmente con le nostre famiglie siamo cittadini e anche pazienti. Loro hanno in mano una parte molto delicata della nostra vita sanitaria, che è quella dei dispositivi che sono spesso determinanti per salvare le vite di persone, hanno a cuore anche la loro vita e quella dei loro familiari.
Ho voluto portare un segno di distinzione e anche di serietà in un’Aula. Sentire certe parole, atteggiamenti per chi, come me, ha lavorato trent'anni in sanità e magari si è trovato anche di notte e la domenica con alcuni di loro, è una cosa che non accetto. Volevo sottolineare alcune cose, il gruppo Rinasci Marche c’è in maniera seria. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Non volevo intervenire, ma faccio una riflessione a voce alta, da questi confronti sembra che ci sia una divisione e atteggiamenti diversi nel difendere una situazione di questo tipo, credo invece che dalla discussione emersa, poi vado anche a commentare l'intervento del Consigliere Cesetti, ci sia unità d’intenti.
Mi sembra di capire che c'è la necessità di fare il ricalcolo di un conteggio che probabilmente può essere errato, c'è la necessità in qualche modo di salvaguardare aziende che si trovano per una legge …, che oggi non stiamo contestando.
L’ha detto bene il Consigliere Cesetti, il Payback nasce da un accordo, non è nato ieri sera, ma chiedere oggi i soldi alle aziende degli ultimi quattro anni, dal 2015 al 2020, se non sbaglio, è innaturale, chiedere delle quote economicamente da imputare a quegli anni e chiederle finanziariamente oggi, il 31 luglio 2023, è di fatto una follia.
Condivido che, il Consigliere Cesetti non ha bisogno di avvocati perché lui è un grande avvocato, non dobbiamo essere populisti, siamo tutti dalla stessa parte, dalla parte degli operatori, in maniera unanime.
Dobbiamo capire e ritengo anche di avere interpretato questo dall'intervento del Consigliere Cesetti …, sarebbe stato facile per me contestarlo ed attaccarlo, però dobbiamo essere tutti responsabili, in quanto cerca di far capire che noi abbiamo anche delle responsabilità amministrative. Se nel bilancio della Regione Marche dovessero entrare 136 milioni di euro, domani mattina, secondo quanto previsto dalla legge nazionale, non dalla legge regionale, rischieremo di rinunciare ad una somma che verrebbe sottratta alla gestione sanitaria.
Sposo l’idea del Consigliere Cesetti, dobbiamo sposarla tutti, questo è il senso che va interpretato, il punto 3 che abbiamo messo nella risoluzione. Dobbiamo essere capaci di trasferire questa responsabilità, che è erroneamente nostra, al Governo centrale. Siamo tutti d'accordo che dobbiamo revisionare la somma, difendere i posti di lavoro, le aziende, viaggiamo tutti nella stessa direzione e soprattutto dobbiamo salvare la vita delle persone perché se domani le imprese non fornissero gli elementi necessari per salvare persone, capiamo tutti qual è l’entità del problema.
Ribadisco la nostra volontà e contestualmente la nostra responsabilità, dobbiamo viaggiare tutti insieme nella direzione di poter arrivare prima possibile alla soluzione del problema che, tradotto, vuole dire riconteggio esatto ed una eventuale rateizzazione.
Il mio intervento non era previsto, non volevo farlo, ma credo che sia necessario per ricondurre un po' tutti nella stessa direzione, che condividiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Il Consigliere Carancini deve depositare una proposta di ordine del giorno, che faremo distribuire.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Per fatto procedurale, è stata depositata una proposta di risoluzione, forse bisogna presentarla insieme all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. E’ stata presentata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Ciccioli, Cesetti, Mangialardi, Latini, Biancani, Vitri, Mastrovincenzo, Marcozzi, Cancellieri, Marinelli, Bilò, Marinangeli, Ausili, Livi, Elezi, Casini, Bora, Carancini, Santarelli, Putzu, Lupini, Rossi, Ruggeri.
Sulla mozione non ho sentito tutto il dibattito, ma mi sembra che ci siano due posizioni leggermente differenti. No, perfetto. Due interpretazioni che vanno nella direzione, se la risoluzione trova la disponibilità di tutti ...
E’ stata presentata una proposta di risoluzione che è stata firmata da tutti coloro che hanno sottoscritto la mozione n. 379.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Marinangeli ha interpretato perfettamente, è stato attento, il senso del mio intervento.
La risoluzione costituisce un atto importantissimo a tutela dell'interesse pubblico all'interno del quale c'è la tutela delle imprese, delle aziende fornitrici dei dispositivi e nello stesso tempo c'è la tutela degli interessi della Regione Marche.
Una legge nazionale impone questo, rispetto alla quale ci sono due attori, da una parte le aziende, dall'altra la Regione Marche. E’ utile dire oggi che i calcoli sono sbagliati? No. E’ utile dire che devono essere rifatti? Sì. E’ utile dire che non è stato considerato questo o quell’altro e che non bisogna conteggiare quelle aziende che non hanno fornito i dispositivi. Questo noi facciamo. Abbiamo epurato la mozione da quelle parti di critica nei confronti delle strutture regionali, che non è utile e non si può fare anche perché c’è un ricorso al Tar pendete, come viene detto nella risoluzione, e di fronte ad un ricorso ognuno deve tenere la sua parte propria, non può prendere la parte dell'altro.
Può prendere sì le ragioni dell'altro e quali sono? Sono quelle che noi abbiamo scritto nella parte dispositiva: 1) il ricalcolo della spesa per i dispositivi eliminando dalla lista delle aziende tenute al versamento quelle che nulla hanno a che fare con le forniture di dispositivi medici. Questo deve essere fatto anche nell'interesse dell'azienda, della Regione Marche e dei cittadini marchigiani, così le aziende non vanno in liquidazione e possono continuare a fornire dispositivi; 2) in deroga alla disciplina vigente e limitatamente agli anni 2015, 2016, 2017, 2018, un ulteriore rinvio dei termini di pagamento, oltre il termine. Questo deve essere fatto.
Poi l’ultimo punto che non c’era. Siamo gli attori, da una parte la Regione Marche, dall’altra le aziende, in conseguenza di una legge nazionale, iniqua, che nasce da un accordo e che oggi alla luce di questi fatti deve essere rivista, quindi diciamo: 3) a promuovere un accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome. Quella Conferenza permanente che a suo tempo ha deciso e concordato anche con le aziende. Prima del decreto legge n. 78 del 2015, e viene citato all'articolo 9 ter, comma 1, lettera b), c’è stato quell’accordo condiviso. Quindi all’interno di quella Conferenza fare che cosa? Evitare le decisioni nel merito del Tar del Lazio. Questo io dico, evitare la sentenza perché se è favorevole alle aziende crea un problema enorme alla Regione Marche, se favorevole alla Regione Marche crea un problema enorme alle aziende, ma in più determina una situazione di incertezza nella quale le aziende difficilmente potranno operare, progettare e programmare, lo stesso per la Regione Marche.
Va promosso un accordo, le parti si siedano attorno ad un tavolo e trovino una soluzione nella quale ci possono essere le ragioni dell’uno e dell’altro, che sia una soluzione concordata e se del caso si chieda in quella sede, se si può fare, una modifica legislativa al Governo e al Parlamento. Questo c’è da fare innanzitutto. Quindi da una parte ricalcolo della spesa, sospensione dei pagamenti e che ci si sieda intorno ad un tavolo in sede di Conferenza e si trovi una soluzione che sia suggellata da un provvedimento legislativo. Grazie.

PRESIDENTE. E’ stata presentata una proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi Bora, Ruggeri Vitri, Cesetti, Mastrovincenzo, Biancani, leggo soltanto il dispositivo: “Impegna la Giunta regionale a sospendere in autotutela ai fini del ricalcolo il provvedimento di messa in mora emanato dalla Regione Marche nei confronti delle aziende alle quali è stata richiesta la restituzione delle somme a titolo di superamento dei tetti di spesa relative alla fornitura di dispositivi medici, a verificare e, se possibile, a prevedere qualora permanesse la volontà politica dello Stato di recuperare delle somme a titolo di Payback una formale rateizzazione delle stesse in un arco di 10 anni”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio allinearmi un po' all'intervento di altri Consiglieri, anche di maggioranza, in particolare del Consigliere Marinangeli, il fine dell'ordine del giorno altro non è che in relazione ai poteri della Regione Marche, di consentire nelle more di una decisione definitiva di sospendere rispetto al termine di pagamento del 31 luglio gli eventuali pagamenti che ad alcuni imprenditori sono stati rivolti.
Mi piace precisare, per quanto mi riguarda, che noi non apparteniamo a qualcuno, è la legge che ci guida e mi sento di dire che anche l'intervento del Consigliere Cesetti ad una attenta osservazione va in questa direzione.
L'ordine del giorno fa un mezzo passo in avanti perché non incide dove non può incidere, non può cambiare la legge, ammesso che sia d'accordo, non lavora esclusivamente sugli atti prodromici di spinta politica, come indicato molto puntualmente nel rapporto della Conferenza Stato-Regioni, incide sulla possibilità che la Regione Marche dica, e lo può fare, che la data del 31 luglio è sospesa rispetto al pagamento dovuto, in attesa di tutto ciò che c'è stato detto. Mi sembra una cosa importante. Da un lato non cancella il debito/credito e magari la politica fa il proprio dovere, dall'altro ha cura di non mettere in difficoltà, in mezzo alla strada, situazioni che sono state individuate.
Il secondo elemento, sempre in relazione al contenuto, in particolare a quello che ha detto il Consigliere Cesetti, è quello che non possiamo raccontare bugie anche alle persone fuori, c'è una legge. Se nell'ipotesi la legge venisse confermata e le modifiche legislative, auspicate da molti, non venissero apportate il problema si porrebbe ugualmente perché il giorno dopo, se tutto ciò politicamente non viene accolto, i soggetti si troverebbero a pagare, a distanza di 4/5 anni, decine di milioni di euro. Aziende il cui valore della produzione equivale alla richiesta di restituzione, capite voi che cosa vuol dire per chi ha un minimo di dimestichezza?
Nel secondo punto dell’ordine del giorno si dice: “Verifichi la Regione Marche e se possibile individui un percorso di rateizzazione di quella cifra”. E’ una fattispecie anomala, non si fa una richiesta ad un'azienda spostando in avanti di cinque anni la richiesta di pagamento, è una fattispecie che non può ricadere sulle imprese, ma su chi colpevolmente non li ha richiesti. Questo è il senso dell’ordine del giorno che mi sembra di assoluto buonsenso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. La politica obbliga a fare un gioco delle parti, mi sento di giocare la mia parte, che è quella di trovare una soluzione. Non devo comparire o essere un eroe, come mi ha definito il Consigliere Carancini, sto cercando con buon senso, spero anche con capacità, di trovare una soluzione.
Devo ringraziare il Consigliere Cesetti, che appartiene allo stesso gruppo del Consigliere Carancini, per cui il testo con le richieste di una categoria è stato scritto nel linguaggio giuridico, le richieste in equilibrio e la risoluzione condivisa, si chiama risoluzione in quanto risolve più pensieri, che è il ricalcolo dei dispositivi.
Ci sono aspetti oggettivamente non coerenti anche nella stessa legge che parla di dispositivi medici e ci sono fatture che non entrano in questa fattispecie. Questo è molto complesso per gli uffici dato che si tratta di migliaia di fatture e l'esame di ognuna è complicato.
La decisione del Governo di andare al 48% lordo compresa Iva va nella direzione di leggi che spesso si fanno in Italia, che sono condoni o sanatorie. Si arriva a una specie di gestione forfettaria in cui il costo reale di quello che prende lo Stato è di circa 1/3 perché il resto è l’IVA, che può essere utilizzata. Quindi il 48% è un po’ meno del 48% e un po' più di 1/3, adesso non ho fatto i conti precisi.
L’altra cosa è il termine del 31 luglio che in qualche modo deve essere superato, anche qui ci stiamo lavorando con il Mef, che è il titolare della decisione finale.
Le Regioni sono l'anello istituzionale successivo per il ricalcolo dell'incasso della spesa, siamo l'anello di mezzo tra i pagatori, che sono le aziende, e lo Stato, che ha messo a bilancio un recupero di crediti abbastanza notevole.
La soluzione migliore sarebbe quella transattiva in cui lo Stato recupera e le aziende non vanno in default, continuano a lavorare ed a fornire dispositivi, che è il punto 3 della risoluzione, sulla quale ci sono le firme di tutti ed è quella più importante. In queste more perché ho sollecitato, anche se qualcuno dei gruppi presenti in Consiglio era perplesso? Perché occorre qualche giorno prima della soluzione della Giunta, perché chi deve prendere la soluzione non è il Consiglio regionale, è la Giunta con un provvedimento. La Giunta può fare un provvedimento di estensione con il quale spostare ulteriormente il termine in quanto questi fondi devono arrivare al bilancio entro il 31 dicembre. Questo è il termine ultimo, nel bilancio devono entrare in parte o tutti i soldi entro l’esercizio, che si chiude il 31 dicembre. Questo è quello a cui dobbiamo puntare.
Le leggi non sono di decisione divina, le fanno gli uomini per regolare i rapporti tra le parti e per far sì che il bene comune in qualche modo sia costituito. Quante volte vengono cambiate perché autocriticamente le istituzione decidono che sono sbagliate? Si appesantiscono o si alleggeriscono secondo la cultura, gli usi, i comportamenti. Questo è l’obiettivo che dobbiamo porre e grazie a Dio questa maggioranza è …

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Per ribadire quello che abbiamo già detto.
Entrando nel merito dell'ordine del giorno proposto dal PD, credo che la sintesi siamo riusciti a trovarla in maniera abbastanza integrale, evidenziando le criticità e le azioni propedeutiche a contemperare una serie di interessi, e l’abbiamo fatta attraverso la risoluzione.
Tra l'altro debbo pubblicamente ringraziare il Consigliere Bilò che per il gruppo Lega si è attivato, ha incontrato le categorie e soprattutto ha spiegato dettagliatamente le istanze e gli obiettivi. In riferimento agli obiettivi che ci siamo prefissati tutti, maggioranza e opposizione, la formula e la sintesi migliore credo che siano la risoluzione. Pertanto ritengo che quest’ordine del giorno debba essere ritirato o ci troveremo costretti a votare contro, non perché nel contenuto siamo contrari, anzi viene ricalcato in parte.
Consigliere Carancini, il motivo del non voto è collegato solo all’aspetto, voi mettete i primi due punti che sono nella risoluzione, ma il punto essenziale - qui diciamo qualcosa di pleonastico, scontato che condividiamo - è trasferire il tavolo in un ambito sovraregionale. E’ la risoluzione la formula adatta, che “contempla” in maniera completa e integrale le esigenze di tutti. Il motivo è questo, non la condivisione del contenuto. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Carancini, Casini e Mangialardi.

Favorevoli: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Lupini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Ruggeri, Vitri.
Contrari: Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marcozzi, Marinangeli, Menghi, Pasqui, Serfilippi.
Astenuti: Santarelli.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Il dispositivo della proposta di risoluzione recita in questo modo: “Al ricalcolo della spesa per i dispositivi medici eliminando, dalle liste delle aziende tenute al versamento, quelle che nulla hanno a che fare con le forniture di dispositivi medici, nonché, analizzando voce per voce ogni singola fattura di acquisto epurando dal calcolo le spese aventi oggetto diverso da quello stabilito per legge e soggetto al Payback dispositivi medici; in deroga alla disciplina vigente e limitatamente agli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, un ulteriore rinvio dei termini di pagamento, oltre il termine fissato al 31 luglio 2023, entro il quale le aziende fornitrici di dispositivi medici sono tenute ad adempiere all'obbligo di ripiano e comunque entro un termine utile che consenta alla Regione il ricalcolo corretto delle somme dovute dalle aziende, in attesa di definizione dei giudizi di merito innanzi al Tar Lazio; a promuovere un accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome che possa evitare la decisione nel merito del Tar Lazio relativa ai giudizi attualmente pendenti ed al fine di tutelare l'interesse pubblico al regolare funzionamento del settore delle forniture dei dispositivi medici, richiedendo, se del caso, un conseguente intervento normativo da parte del Governo e del Parlamento”.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Ritengo che alcune decisioni, come per esempio la rateizzazione in 10 anni, non le possiamo stabilire noi in quanto Consiglio regionale, ma attraverso un’opportuna valutazione insieme agli organi dello Stato perché è il Ministero dell'economia e delle finanze in ultima analisi che deve recepire questo.
La Regione ha un piccolo spazio, deve applicare la legge a mio parere entro il 31 dicembre, termine ultimo per incassare le somme. Nel frattempo possiamo avere tutta una serie di modulazione della decisione e in questo senso la risoluzione è impegnativa e va verso la necessità di mitigare l'impatto di questi prelievi sulle imprese fornitrici delle Aziende ospedaliere sanitarie locali. Questo prelievo nella misura è compatibile con la sopravvivenza delle imprese, con la garanzia delle forniture e con il recupero da parte dello Stato di soldi che erano stati spesi in più dalle Aziende.
Il buon senso è la linea guida dell'istituzione, sono favorevole, essendo anche firmatario proponente della mozione iniziale, a questa risoluzione complessiva. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il voto favorevole del nostro gruppo.
Lo devo dire per amore di verità, come al solito, la risoluzione è stata scritta interamente dal Consigliere Cesetti, il quale, insieme al Consigliere Ciccioli che aveva impostato la prima, le ha dato una forma giuridica sostenibile ed anch'io, che sono stato con il Consigliere Ciccioli il primo firmatario, non ho guardato una serie di dettagli che come al solito sono stati corretti.
Non dobbiamo dimenticare il risultato che stiamo ottenendo in quanto da una parte chiediamo la necessità del ricalcolo, dall'altra, quello che per me diventa l'elemento più importante, l’impegno rispetto al Governo.
E’ vero che non dobbiamo fare il gioco delle parti, ma comunque ritengo un obbrobrio il decreto legge n. 78, non mi interessa nemmeno se le aziende lo hanno firmato e hanno firmato il percorso, è un provvedimento che limita i tetti di spesa e impone un controllo adeguato e dettagliato. In tutta Italia questo non è avvenuto, assumiamo provvedimenti ora per allora, che inevitabilmente creano situazioni ingestibili per le aziende.
I numeri per le Marche sono impietosi, li abbiamo ascoltati non per vie traverse, ma in Commissione e le imprese hanno messo a disposizione un quadro chiaro di quello che si potrebbe determinare se non ci fosse una serie di provvedimenti. Però mi piacerebbe sapere cosa pensa la Giunta di quello che stiamo adottando, lo dico per l’Assessore, capisco che da una parte ci sono oltre 138 milioni di euro che sono già stati computati nella gestione del bilancio regionale, ma dall'altra quei 138 milioni di euro mettono a ferro e fuoco le aziende e possono compromettere la loro attività.
Dentro questo mi piacerebbe capire qual è la posizione, comunque spero che il Consiglio all'unanimità possa approvare la risoluzione che abbia messo a disposizione di tutti.
Ovvio che in sede unificata si possa assumere un provvedimento univoco e il Governo possa anche compensare la cifra. Evocate sempre la filiera, che funzioni almeno quella dato che dentro il provvedimento di allora il Governo attuale può impegnarsi a ristorare la cifra alle Regioni, peraltro ristabilendo, secondo me, giustizia perché quelle forniture sono state regolarmente acquistate sulla base di un prezzario stabilito tramite gara. Tutto trasparente e tutto legittimo, ma il legislatore per contenere la spesa si inventa un meccanismo di controllo demandato e dentro questo percorso, di là delle posizioni di allora, c'è quello che accade oggi alle imprese sul territorio nazionale. Mi preoccupo molto più delle nostre imprese che vanno in crisi, al di là anche dei percorsi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Non torniamo sui contenuti che ci portano a votare favorevolmente la risoluzione, ma quello che mi preme sottolineare è l'atteggiamento responsabile dell'intero Consiglio regionale perché se avessimo voluto buttare del fumo negli occhi o prendere in giro …, al contrario si è dimostrata una grande responsabilità, senza demagogia e strumentalizzazione.
Da parte nostra sarebbe stata un’autostrada a nove corsie poter dire che la legge fatta dal Presidente del Consiglio Renzi poteva essere una porcheria, non l’abbiamo strumentalizzata, al contrario abbiamo avuto un atteggiamento di grande responsabilità, condivisa da tutti i Consiglieri, che ci porta a cercare delle soluzioni.
Questo è stato l’atteggiamento perché qui si tratta di avere come obiettivo la salvaguardia delle aziende, dei posti di lavoro, delle vite umane, del funzionamento della sanità pubblica e della salute dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche voterà favorevolmente questa risoluzione perché andiamo ad impegnare la Giunta su tre parole chiave: lavoro, futuro e responsabilità. Chi mi ha preceduto ha citato il Presidente del Consiglio Renzi, ma non è presente in quest'Aula, è uno spazio politico che non esiste in questa Regione.
L'impegno che andiamo a dare alla Giunta regionale - per chi ci ascolta - chi mi ha preceduto ha usato parole diverse, io uso quelle che sono scritte all'interno della risoluzione. Sottolineo che il nostro gruppo la voterà favorevolmente insieme a tutti i gruppi del Consiglio regionale, al primo punto c'è scritto: “Al ricalcolo della spesa per i dispositivi medici, eliminando dalla lista delle aziende tenute al versamento, quelle che nulla hanno a che fare con le forniture di dispositivi medici, nonché, analizzando voce per voce ogni singola fattura di acquisto, epurando dal calcolo le spese aventi ad oggetto diverso da quello stabilito per legge e soggetto al Payback di dispositivi medici”. Il discorso della deroga: “Rinvio dei termini di pagamento, oltre il termine fissato al 31 luglio, entro il quale le aziende fornitrici di dispositivi medici sono tenute ad adempiere all'obbligo di ripiano e comunque entro un termine utile che consenta alla Regione il ricalcolo corretto delle somme dovute dalle aziende in attesa della definizione dei giudizi di merito davanti al Tar del Lazio”. Terzo punto: “A promuovere un accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome che possa evitare la decisione nel merito del Tar del Lazio relativa ai giudizi attualmente pendenti ed al fine di tutelare l'interesse pubblico al regolare funzionamento del settore delle forniture di dispositivi medici, richiedendo se nel caso un conseguente intervento normativo da parte del Governo e del Parlamento”.
Oggi la Regione esprime un Governatore in sinergia con il Governo nazionale, nel terzo punto c'è un po' tutto il ragionamento che è stato fatto in quest'Aula.
Credo che oggi siamo arrivati ad un punto finale, che guarda a testa alta i presenti in quest'Aula, chi ci ascolta da casa e ci sta seguendo. Questa vicenda sfiora le 1.000 unità di interesse, non parliamo di decide di persone, ma fosse solo una persona noi responsabilmente in quest’Aula abbiamo il dovere di esercitare la nostra funzione con la massima serietà, responsabilità e soprattutto con la massima pacatezza perché alla fine non c'è da dire che cosa è successo prima, c’è da guardare avanti con le parole chiave che ho usato all'inizio del mio primo intervento, che sono: lavoro, futuro, responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anch’io ho sottoscritto sia la mozione, predisposta dal Capogruppo Ciccioli, che la risoluzione preparata dal primo firmatario Consigliere Cesetti.
Mi accingo a votare favorevolmente questo atto, però voglio sottolineare che sarebbe importante l'intervento del Governo, che celermente è intervenuto, per esempio, rivedendo completamente e quasi azzerando il reddito di cittadinanza ed abolendo il decreto del super bonus 110.
Visto che sono state messe in difficoltà, con operazioni che arrivano dal livello nazionale, ditte, famiglie, soprattutto la parte più fragile della nostra società, mi chiedo perché fino ad oggi non siano intervenuti là, a Roma.
Sul decreto bollette il gruppo del Movimento 5 Stelle non so quanti emendamenti ha presentato, tutti rigorosamente bocciati.
Va bene votare la risoluzione e mi auguro che questa Giunta riesca a fare breccia presso la sua maggioranza, ma lasciatemi dire che ho qualche dubbio, sennò sarebbe già avvenuto. Siamo arrivati ad avere la proroga di un mese e penso che la soddisfazione sia di pochi soggetti coinvolti, cioè di nessuno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Tengo a sottolineare che la Giunta si farà carico di esaminare il problema, di trovare soluzioni compatibili con la legge nazionale e successive modifiche. Venerdì di questa settimana il Presidente ha già un appuntamento con il Sottosegretario del Mef per trovare soluzioni compatibili. Questo mi sento dichiarare a nome della Giunta. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14:40.