Resoconto della seduta n.120 del 08/08/2023
SEDUTA N. 120 DELL’8 AGOSTO 2023
La seduta inizia alle ore 11:20
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 120 dell’8 agosto 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 119 dell’1 agosto 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Celebrazione Giornata del sacrificio del lavoro italiano
Prima di iniziare i lavori della seduta odierna vi prego la massima attenzione per la nota che è stata inviata dal Prefetto di Ancona in relazione alla tragedia di Marcinelle.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato con nota dell’1 agosto 2023 che il Governo nella Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita in memoria della tragedia di Marcinelle, l’8 agosto ricorda tutti i connazionali caduti sul lavoro in Patria ed all’estero. In osservanza dei valori affermati dall’articolo 1 della nostra Costituzione, si invita a promuovere e sostenere iniziative volte a ricordare il sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo.
Nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi abbiamo deciso di osservare un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Proposta di atto amministrativo n. 50
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano socio-sanitario regionale 2023-2025. Salute sicurezza e innovazione per i cittadini marchigiani”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 50 della Giunta regionale.
Prima di dare il via ai lavori vi raccomando in maniera puntuale - se necessario, ma sono convinto che non lo sarà, sarò severo ancora di più che nelle precedenti occasioni - di rispettare il massimo silenzio durante gli interventi dei colleghi, chi deve parlare esca dall’Aula.
In questo senso anche a seguito delle prescrizioni e delle indicazioni che mi sono state fornite dai Consiglieri, proprio per consentire loro di svolgere nei tempi previsti dal Regolamento il loro intervento, di farlo avendo la massima attenzione dell’intera Aula.
Vi comunico che non consentirò il brusio o un brusio tale per cui non ci sia la possibilità in alcun modo di svolgere il proprio impegno, il proprio servizio per la comunità delle Marche.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Ritengo che oggi sia una giornata molto importante per questo Consiglio regionale e per la nostra regione.
C’è un argomento centrale che interessa la vita di tutti, che è la salute, quindi l’atto che andiamo ad approvare ci riguarda personalmente tutti, riguarda i nostri familiari, riguarda la popolazione.
Direi che è un tema centrale non solo della vita, ma anche dell’istituzione, rappresenta tre quarti del nostro bilancio, 3,4 miliardi su circa 5 miliardi di bilancio. Quindi se c’è una questione su cui dobbiamo impegnarci, su cui saremo valutati, è proprio questa.
Comincio dicendo che questo è un tentativo organico di riorganizzazione della sanità. Devo dire che rispetto ad altri piani sanitari non è il primo, l’altro fu approvato in limine mortis della legislatura precedente, nel 2020, quando ormai le elezioni erano alle porte, poi furono rinviate a settembre per la pandemia. Questa volta tiene conto di alcuni elementi che non sono mai accaduti.
Perché dico questo? Perché quando è partita questa legislatura, dal 2020 al 2022, la vita istituzionale, la vita politica e la vita sanitaria si sono bloccate. Voglio ricordare che solo da qualche mese sono state tolte le paratie in plexiglas che separavano ognuno di noi, si entrava negli ospedali con la mascherina fino a qualche mese fa e nei luoghi pubblici fino all’anno scorso. Questa condizione ha stravolto completamente la sanità.
Il post Covid è diverso da quanto accaduto in precedenza, tutte le previsioni fatte in passato sono saltate.
Il Covid è stato come uno stress test - quando l’Unione europea parla delle banche nomina lo stress test - lo stress test della sanità è stata la pandemia, uno stress test terribile con migliaia di morti in tutto il mondo e in Italia, con cifre che non erano mai accadute in termini di salute.
Nel post Covid c’è un elemento nuovo, che è il Pnrr, un apporto straordinario di risorse per il rinnovamento e la razionalizzazione delle strutture, anche questo un elemento che fino al 2020 era imprevedibile e che ci pone anche dei limiti. Tutti sanno che queste risorse devono essere spese entro il 2026, anche questa è una data di cui dobbiamo comunque tenere conto, poi tutti sanno che il mondo funziona con il sistema delle proroghe, che però sono sempre a breve termine, ma c’è il problema della progettualità, di realizzare ciò che uno propone.
Ci sono poi le contraddizioni, terribili, uno dei problemi della sanità sono le risorse finanziare che riguardano una domanda di salute infinita. Le risorse finanziarie sono sempre insufficienti, ma c’è un elemento nuovo che ci ritroviamo in questi anni, il problema del personale. La riforma più miope mai vista è stata quella del numero chiuso nelle professioni sanitarie, in particolare in quella medica, credo che il blocco della formazione in qualsiasi settore, dall’industria alla scuola, sia una cosa incredibile. Nella sanità fu introdotto il blocco della formazione, “ce lo dice l’Europa” fu la formula adottata e tutti si sono mossi in questa direzione. Dico tutti perché è stata una cosa supinamente accettata, da destra a sinistra.
Con spirito critico e autocritico, se mi volto indietro e guardo al passato, in particolare il centro-sinistra fu feroce nel prendere atto degli indirizzi europei, di Bruxelles, ma il centro-destra non ebbe la forza di fermarlo e oggi ci troviamo con il problema dell’assoluta mancanza di personale formato e specializzato nel settore. Accade che le nostre Aziende, non solo delle Marche, anche dell’Emilia- Romagna, della Toscana, della Lombardia, facciano bandi per avere risorse di personale medico che vanno deserti, o meglio c’è talmente tanta offerta di posti di lavoro che quelli che partecipano ai bandi partecipano a più bandi e poi scelgono, quindi il reclutamento è sempre insufficiente rispetto a ciò che serve.
Qualche volta sono eccessivo, paradossale, però De Filippo o Totò avrebbe fatto la cosiddetta storica pernacchia a quelli che hanno programmato la sanità negli anni scorsi, soloni che pensavano di capire tutto, poi gli scienziati della burocrazia sanitaria sapevano meno degli uomini della strada, persone qualsiasi che stavano nelle istituzioni.
C’è una critica che ho ascoltato e che è farsesca, quella dei dati, questo piano non parte dalla visione della politica, parte dall’analisi dei fabbisogni, che si fa con i dati, i quali si fermano al 2019, giustamente, perché quelli del 2020/2021 in termini di prestazioni, quando ci fu il blocco delle prestazioni nel mondo, sarebbero tutti falsi perché molte delle ordinarie prestazioni sanitarie, soprattutto quelle programmate che poi sono quelle strutturali, furono bloccate.
Stabilito questo, mi sento di andare al tema specifico anche se brevemente.
A questo piano ci hanno lavorato l’Università della Bicocca, la Politecnica delle Marche insieme ad altri esperti, poi i nostri riferimenti all’interno della struttura regionale. E’ stato molti mesi in Giunta, la quale ha svolto un dialogo molto forte con i territori, con gli operatori sanitari, con le associazioni, ci sono state tantissime consultazioni, fino a che in data 23 maggio questo documento è stato approvato nella sua forma definitiva - la bozza girava già da moltissimo tempo – ed è diventato il documento ufficiale, più volte modificato, come è giusto che sia. La Commissione presieduta dal Presidente Baiocchi, che ringrazio, ha svolto quasi 130/135 audizioni, abbiamo ascoltato più di 130 portatori di esperienza, conoscenza, notizie e anche richieste, molte delle quali sono state inserite nel testo elaborato dalla Commissione. Quindi non è più il testo della Giunta, ma un testo integrato con alcune cose.
Nessuno sa tutto, chi pensa di sapere tutto è assolutamente fuori. Questo è un testo perfetto? No, non lo è perché non esiste la perfezione, nessuno può prevedere il futuro, nessuno può prevedere ciò che accadrà in termini di cambiamenti nella salute, ma sicuramente è un buon testo che tiene conto di alcune cose che sono specifiche della nostra regione: la geografia, una popolazione scarsa nell’entroterra e accentrata lungo la costa.
Alcuni elementi grazie a Dio sono positivi, ma in termini di elaborazione del piano pesano, ad esempio l’aumento della vita media. Nella nostra regione la vita media è tra le più alte d’Italia, insieme alla Liguria ed alle altre regioni dell’Italia centrale. Il miglioramento delle condizioni di vita danno origine ad un periodo più o meno lungo, che va dai 5 ai 2 anni, di intensa fragilità e nell’ultima fase della vita i costi sanitari sono altissimi. Noi riusciamo a prolungare la vita, quindi a migliorare le condizioni di salute, ma poi c’è sempre la parte finale che a volte ... I ricercatori hanno scritto che gli ultimi due anni di vita delle persone, dal punto di vista del costo sanitario, sono pari quasi al costo della spesa sanitaria di tutta la vita. Questi sono elementi di cui bisogna assolutamente tener conto.
L’altro aspetto, di cui assolutamente bisogna tener conto, è che la ricerca ha dato sempre nuovi risultati, quindi abbiamo sempre maggiori risorse tecnologiche, nell’arco di qualche anno le tecnologie, ad esempio quelle radiologiche, ma non da meno quelle di laboratorio, saranno sempre più raffinate e sempre migliori, ma sempre più costose, così come i farmaci - la ricerca farmaceutica ha trovato principi attivi nella chimica, sia biologica che organica e inorganica - sempre migliori che però avranno costi altissimi, per cui la dilatazione della spesa è fortissima proprio perché siamo migliorati e stiamo migliorando. Tra l’altro l’accelerazione della ricerca scientifica/farmacologica e strumentistica è tale che l’aumento della spesa è formidabile.
Noi abbiamo l’orgoglio di dire che queste cose sono tipiche della nostra società perché la spesa sanitaria nei Paesi che una volta venivano chiamati sottosviluppati o in via di sviluppo è molto più bassa perché la vita media è molto corta con conseguente minore spesa sanitaria, minori risorse, eccetera, ma questo ovviamente è un dato negativo, il nostro dato in positivo ha poi altri aspetti.
Cos’è cambiato nelle Marche, in Italia, nel mondo? La pandemia, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la sostenibilità economica. Questi sono i tre punti chiave, fondamentali perché se non c’è sostenibilità economica fai delle cose e non ne fai altre.
La richiesta di salute è infinita, teoricamente la monitorizzazione costante di tutta la vita per realizzare anche progetti di prevenzione, ovviamente non ha limiti. Occorre tener presente che in questo momento l'integrazione tra sociale e sanitario è importantissima, non voglio scomporre, ma esiste il sistema della cura e il sistema dell'assistenza. E’ chiaro che durante l'assistenza c'è anche la cura, però l'aumento della vita media aumenta il sistema della cronicità, che è più assistenza che cura, quindi noi dobbiamo prevedere la cura, soprattutto nelle fasi acute o subacute, e la cronicità, quindi soprattutto l'assistenza.
Abbiamo bisogno di alta specializzazione, di una struttura ad altissimo livello che abbiamo identificato nell'Ospedale regionale di Torrette di Ancona, che speriamo di affiancare all’Inrca quando ci sarà il nuovo Istituto di ricerca scientifica, che usufruisce anche di finanziamenti nazionali, non della sanità, ma del Miur, cioè università e ricerca. Abbiamo bisogno di strutture minori diffuse in tutto il territorio perché il problema della vicinanza, della prossimità, è importantissimo. In questo senso le case della salute, gli ospedali di comunità sono cosa diversa dagli ospedali che danno tutta la gamma delle discipline delle specializzazioni, che sono necessarie perché servono ad avvicinare la residenzialità alla possibilità di servizi.
C'è il problema dell’integrazione tra pubblico e privato e qui mi soffermo un attimo, non in maniera critica, ma le cose bisogna dirle. Quando ci viene detto che questa amministrazione, questa Giunta vuole cedere spazio ai privati, mi sento di usare la battuta che il cornuto dice cornuto agli altri. Noi veniamo da un sistema in cui, nella vecchia legislatura, la sanità privata era stata dilatata in maniera incredibile, addirittura il privato decideva cosa voleva fare, quale tipo di assistenza dare. Noi ci troviamo nella necessità di ridimensionare, tenendo presente che il privato non è una bestemmia, anzi può essere utile, può essere una integrazione. Voglio ricordare che durante la pandemia il privato fu un supporto importante nel sistema dell'assistenza. Quindi cercare di far sì che il privato non faccia la concorrenza soprattutto nelle assunzioni di personale sanitario al pubblico.
Aggiungo che un'altra risorsa che dobbiamo sviluppare, sulla quale non abbiamo trovato niente, è quella della teleassistenza e della telemedicina, abbiamo imparato durante la pandemia che il collegamento a distanza, la videoconferenza, è una cosa utilizzabile.
Devo dire che nel fascicolo sanitario purtroppo siamo indietro malgrado gli sforzi che stiamo cercando di fare. Abbiamo trovato quasi zero, si parla di macchie di leopardo, no, molto meno delle macchie di leopardo, abbiamo trovato il vuoto, mentre oggi è possibile razionalizzare il personale lavorando a distanza, una equipe a distanza può refertare Tac, risonanze ed altri tipi di sistemi, anche esami di laboratorio a distanza. Quindi il sistema del risparmio deve passare di qui insieme al sistema della territorializzazione in quanto non tutto può andare in ospedale, questo mi sento di dirlo. Oggi un riferimento importantissimo per le persone è il pronto soccorso, non trovando altre risposte vanno al pronto soccorso, facendo saltare il sistema dell'urgenza-emergenza. Lì ci devono andare le persone che hanno bisogno di tutto, un retroterra di assistenza, quindi il territorio è fondamentale.
Devo dire che il Pnrr punta molto sul territorio, noi dobbiamo spingere su questo, dobbiamo rispettare i tempi che sono stretti. Non possiamo dare un utilizzo indiscriminato delle prestazioni dei servizi sanitari, delle volte vedo che le strutture sono intasate di persone che hanno più tempo (pensionati ed anziani), che ripetutamente eseguono esami che non servono. Il 70% degli esami di laboratorio spesso non sono utili. Quando lavoravo in ospedale c’era la Sma 12 che era una sigla che serviva a fare tutti gli esami, oggi ce ne sono altre, ma questo non è possibile, bisogna rendere le persone consapevoli e affiancare quelle meno consapevoli.
Il problema delle liste d'attesa è devastante, lo abbiamo ereditato e si è moltiplicato con l'assenza di personale. Quando non hai il personale le liste d’attesa aumentano e la gente ovviamente è costretta a fare uso del privato, non avendo una risposta nei tempi dovuti va dove la trova.
L’altro aspetto importantissimo è quello della mobilità passiva, una triste eredità, 160 milioni di mobilità passiva che abbiamo ereditato e che abbiamo in parte ridotto non sufficientemente, ma dobbiamo andare verso … perché recuperare risorse in tutti gli ambiti è fondamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto il Presidente Acquaroli, i Consiglieri, le Consigliere, il Presidente della Commissione e tutti i componenti.
Il piano socio-sanitario è o dovrebbe essere il più importante atto di programmazione regionale, un documento fondamentale per il quale si dovrebbe esplicitare con serenità, con i numeri alla mano, le prospettive di governo del sistema sanitario dei prossimi tre anni, ma in questa fase anche del prossimo futuro.
Oggi doveva essere e poteva essere un momento solenne, la redazione dei piani sanitari regionali è un elemento essenziale, costituito dalla fondamentale legge del 23 dicembre 1978 n. 833, la devo richiamare, poi vedremo perché, e sarà importante ritornare all’articolo 55: “Le Regioni provvedono all'attuazione del servizio sanitario nazionale in base ai piani sanitari triennali, finalizzati all’eliminazione degli squilibri esistenti nei servizi e nelle prestazioni nel territorio regionale, I piani sanitari triennali delle Regioni, che devono uniformarsi ai contenuti ed agli indirizzi del piano nazionale, sono predisposti dalla Giunta regionale, secondo la procedura prevista. Ai contenuti ed agli indirizzi del piano regionale devono uniformarsi gli atti e i provvedimenti delle Regioni”.
Colleghe e colleghi, sono poche righe che conosciamo tutti e non ci devono sorprendere, visto che quello è stato lo strumento più importante anche emulato da chi ha voluto una sanità universalistica in giro per il mondo ed ha utilizzato quel testo, che rappresenta un’articolazione del nostro piano sanitario nazionale che deve essere attuato.
Vedete, bisogna porre bene attenzione perché di quel piano e di quelle indicazioni, Presidente, non abbiamo colto nulla, non siamo coerenti rispetto alle indicazioni che ci sono, che ci piacciano o meno, indicate dal DM 70/2015 e dal DM 77/2022, poi dirò. I percorsi di partecipazione vera sono obbligatori, non lo scrive solo l’articolo 55, l’avete scritto voi nell’articolo 9 della legge regionale n. 19/2022, dello scorso anno, nella quale avevate indicato le modalità di partecipazione degli enti locali come contributo, non come audizione, come spinta vera per costruire un modello partecipato e adeguato al territorio che dobbiamo assolutamente valorizzare.
Il piano, e qui vengo al tema, lo dico per il Consigliere Ciccioli che è rimasto astratto, non può essere astratto, deve avere un piano economico-finanziario a supporto per dimostrarne l'applicazione e la ricaduta delle scelte che vogliamo fare. Vedete, lo facciamo in un momento anche molto particolare perché noi abbiamo, l’ha ricordato il relatore di maggioranza forse nel momento più incisivo della sua relazione, attraversato il Covid che ha cambiato il sistema e l'interpretazione della sanità nel nostro territorio. Presidente, noi avevamo la grande occasione di non guardare a quello che si era fatto, dove c’erano stati errori o scelte che potevano anche non piacere, ma oggi ci avrebbe posto nella condizione di nettare tutto.
Bene, non abbiamo fatto niente di tutto questo. Non abbiamo fatto una scelta e vedete qui la delusione e l’amarezza di tutti, lo dico guardando il Presidente Baiocchi, che ringrazio insieme ai componenti della Commissione. Abbiamo messo in campo un'operazione assolutamente pedissequa, Presidente, rispetto alle indicazioni che le erano state date. Il piano socio-sanitario, che doveva parlare di salute e di prospettive delle marchigiane e dei marchigiani, aveva solo la data, quella di oggi. Noi avevamo l’obiettivo di portare a casa il piano come fosse, senza nessun tipo di indicazione, ma lo dovevamo portare in Aula oggi, analogamente a quello che abbiamo fatto l'anno scorso con la modifica della l.r.13. Non interessava mettere in campo la risposta che serviva, no, la dovevamo portare il 2 agosto perché entro la fine dell'anno dovevate nominare i direttori, quindi tutto sarebbe partito a pieno regime e a pieno sistema.
Non lo dico io, non lo dice il PD, non lo dice il Movimento 5 Stelle, non lo dice l’opposizione, ve lo dicono i cittadini cosa è accaduto in questo anno, dove tutto è peggiorato per scelta vostra. Avete finito gli alibi, non potete più girarvi indietro dando la responsabilità a quelli di prima, non potete farlo dando la responsabilità al Governo perché oggi siete nella filiera e siete responsabili di quello che sta realmente accadendo.
Un piano, e vengo al merito, farcito di tutto, dentro abbiamo messo tutto quello che era possibile perché quando non si danno gli obiettivi e non si fanno scelte ci si può permettere …, soprattutto non c'è quella che il Consigliere Ciccioli ha chiamato fattibilità economica e limite finanziario. Se non mettete questi ci può andare tutto, quindi è stato farcito di tutto quello che si poteva mettere, dall'impostazione agli emendamenti che sono aggiunti. Non mi sorprenderebbe se oggi ci mettereste a disposizione anche una serie di ordini del giorno, così almeno il mondo che è rimasto fuori può essere raffazzonato e recuperato in malo modo, deve essere almeno citato, così avete completato il vostro programma di campagna elettorale, ma quella è finita.
E’ un piano, non vi offendete, un inganno vero, che sta dentro un percorso scientifico che avete messo in campo. Il Presidente, lo dico con grande onestà riguardando indietro, ricorda sempre: “Non ho mai parlato della riapertura dei 13 ospedali”, forse lui, ma il resto del mondo, che lo ha sostenuto, l’ha fatto. Avevate l'obiettivo di riaprire i 13 ospedali, non l’avete fatto, o meglio, nelle indicazione che ci sono forse 2, non mi permetto, quello di Cingoli, ognuno di noi poi fa le proprie considerazioni, e quello di Pergola, che ritroveranno una dignità loro, ma a Iso risorse vuol dire che porteranno via qualcosa da qualche altra parte e non si gioca.
La vostra impostazione è molto chiara, tutto deve essere fatto non aggiungendo un euro, anzi, se me lo permettete, forse qualche milione di euro ai servizi l’avete tolto quando avete trasformato le Aree vaste in Ast perché i conti parlano chiaro, le risorse destinate al sistema dei Direttori sono state tolte al sistema della sanità, quella che serve, di medici, di infermieri e di OSS.
Ecco un inganno, Presidente, che passa anche nell’interpretazione del Pnrr, che è stato richiamato, perché i Governi hanno lavorato per portare una messe di risorse incredibile per i nostri territori, che poteva cambiare la sanità, quella marchigiana, guardando al territorio, ribaltando l'idea dell'approccio ospedalecentrico. Voi sugli ospedali avete fatto un’altra cosa, avete dichiarato di rinunciare agli ospedali di primo livello, non lo dico io, ma sono gli atti, e contemporaneamente non date seguito nemmeno agli interventi degli ospedali ridotti, dato che non succede nulla. Non penso che tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sia accaduto qualcosa, come tra Macerata e Civitanova Marche e, come hanno ricordato i Consiglieri Biancani e Vitri ogni volta, su Pesaro parliamo ancora di zero interventi.
Sulla 77, Presidente, la filiera inizia a funzionare e funziona anche bene. Ci siamo accorti che le risorse che erano destinate per le case di comunità devono essere ridotte, forse del 30%, anche nel nostro territorio e avete fatto un disastro quando le avete distribuite. Non lo dico io, penso a quello che è accaduto ad Arcevia e nelle valli del Misa e del Nevola, un esempio nazionale di come funzionava una casa della salute l'avete cancellato, non mi sorprenderebbe se oggi andrete a votare un emendamento. No, è troppo, un emendamento anche se farcito vi impegna, ma siccome un ordine del giorno non si nega a nessuno, forse metterete dentro quello che dovevate inserire di default nel momento in cui avete approvato la delibera che ripianificava e pianificava le case di comunità e gli ospedali di comunità sulle risorse che vi erano state date, non l’avete fatto. Questo è l'esempio.
Non mi sorprenderebbe nemmeno se mettesse dentro con un emendamento l'ospedale di Fossombrone, tanto ormai non si nega niente a nessuno, quindi in maniera equipollente, se avete messo dentro Cingoli e Pergola, non può essere inserito anche Fossombrone alla pari di Pesaro, Urbino e Fano? Questo è.
E allora a Iso risorse non avete messo un euro e continuate a perpetrare l’inganno fino alla fine perché, vedete, questo sistema che avete pensato ha funzionato Devo dire che c’è una grande coerenza considerato che quando l'Assessore Saltamartini è venuto in audizione in Commissione, con la modalità precisa del Presidente, il suo intervento è durato 8 minuti e 36 secondi per raccontarci, giustamente, può capitare, una storia di 512 pagine, che in questi passaggi si sono fortemente incrementate. Lì c'è stata l'onestà dell'Assessore che ha detto: “Non c'è un piano economico vero, ma io scommetto sulla modifica del D.M. 70/2015, anzi non solo sul 70/2015 perché non è sufficiente, ma anche del decreto 502/1992 perché modificando l’uno e l’altro questo piano diventerebbe lo strumento più efficace che ci possa essere perché mettiamo dentro tutto, non scegliamo su niente, indichiamo tutto il possibile, se ci fossero delle modifiche normative che consentano quel tipo di pianificazione noi siamo pronti”. Parole sue, Assessore, e siccome siamo una Regione benchmark, sempre parole dell’Assessore, sia per i bilanci che per i Lea perché non dovremmo osare così tanto? Peccato che nessuno ha chiesto la modifica del D.M. 70/2015 ed il Governo nemmeno ne parla, anzi mette delle risorse che sono in decremento rispetto a quelle precedenti. Se ci possiamo permettere, siamo stati noi che abbiamo avanzato una proposta alle Camere per modificare il decreto n. 502/1992 e per portarlo al 7,5 rispetto alla spesa e al Pil di questa nazione, che sarebbe un segno per quelle Regioni, lo ricordo a me e lo ricordo a tutti, che prima del 2020 … Oggi siamo benchmark, lo eravamo anche allora quando sembrava non funzionasse nulla, ma non solo, siamo stati una delle poche Regioni non commissariate nella storia.
Dentro questo piano, purtroppo lo dobbiamo dire, l’abbiamo studiato molto, l’abbiamo approfondito, pensavamo ci fosse la grande occasione, Presidente, per dare risposta alla grande richiesta di salute della nostra comunità, purtroppo non è un piano emendabile perché ci sarebbe solo da togliere, tanto, andrebbe ripensato su quel fronte.
Vedete, in una lettera di qualche giorno fa Cgil, Cisl e Uil hanno espresso, non sono parole mie, “Sconcerto e delusione. Si è ripetuto quanto è successo in sede di approvazione della legge regionale 19/2022 sempre adducendo ragioni d'urgenza. Ancora una volta la promessa di condividere passaggi verso gli obiettivi comuni non è stata rispettata, ma smentita dai fatti”. Peggio ancora il parere massacrante del Crel che in 17 punti demolisce il piano e lì non ci sono solo i sindacati. E’ tutto agli atti, voi poi date l'interpretazione che anche quello sbaglia tutto, I 17 punti li hanno scritti loro, non li ho scritti io, ed il parere è negativo.
Il piano non è assolutamente fattibile perché vi ricordo che non avete messo un euro in più, manca della cornice dei dati economici, l'abbiamo già detto, del fabbisogno di personale, poi direte che farete il piano del fabbisogno, se lo fate analogamente a questo posso immaginare il personale che manca, le liste d'attesa, il pronto soccorso …, non l’ho scritto io: “Dramma al pronto soccorso, mancano i medici, notte da delirio”, “Prenotare con il CUP è impossibile, costretto a visita a pagamento”, queste cose non le dice il Consigliere Mangialardi, sono le operazioni che fate voi sul personale.
Avrò modo di ritornarci, penso che l’unica cosa seria che si potrebbe fare oggi, vi invito a rifletterci, dopo che avete sbagliato il metodo e nel merito hanno capito tutti qual è la situazione, ritirate questo piano, ritorniamo a fare un percorso serio con i tempi che servono, con la partecipazione adeguata, con le risorse che vengono collocate. Ritiratelo e forse faremo una cosa buona.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. E’ una giornata molto importante e vorrei iniziare con una domanda retorica: che cos’è la democrazia? I cittadini hanno eletto i propri rappresentanti sulla base di un programma politico, che prevedeva degli interventi che restituissero ai marchigiani la funzionalità del servizio sanitario e noi ci siamo incamminati in questa direzione. Il programma politico prevedeva la modifica e l’abrogazione dell’Asur, un'Azienda che aveva dimostrato tutti i suoi limiti, e se ci sono dei limiti, caro Consigliere Mangialardi, li dobbiamo a quella mancata riforma e al piano socio-sanitario vigente, approvato dal Partito Democratico nella scorsa legislatura, alla fine della consiliatura.
Il piano socio-sanitario vigente fu approvato a gennaio del 2020 con un iter molto più veloce di quello che noi abbiamo utilizzato. Ora c'è da tener conto che il nostro piano è molto chiaro sia agli occhi dei marchigiani, che ci hanno votato, sia agli occhi dei marchigiani che aspettano un miglioramento dei servizi sanitari.
Innanzitutto abbiamo detto in modo inequivocabile: “No, grazie, agli ospedali unici”, abbiamo detto che: nella provincia di Pesaro ci saranno 4 ospedali, 3 ospedali di primo livello e un ospedale di base, che è l’ospedale di Pergola; nella provincia di Ancona ci saranno 3 ospedali di primo livello: Senigallia, Jesi e Fabriano; nell'Azienda sanitaria territoriale di Macerata abbiamo detto che non ci sarà un ospedale unico a Macerata, ma ce ne saranno 3: Civitanova Marche, Macerata, Camerino, con l’ospedale di base di San Severino Marche; poi abbiamo detto, in modo inequivocabile, che nell’Area vasta di Ascoli Piceno ci saranno 2 presidi di primo livello e non solo un unico ospedale.
Parliamo adesso del venticello sull’ospedale di Pergola, Cingoli e così via. Il piano socio- sanitario fa una ricognizione dei reparti ospedalieri che in questo momento esistono nelle Marche, non è ancora entrato in vigore. L'ospedale di Pergola è un presidio con reparti ospedalieri, noi abbiamo fatto la fotografia di Pergola, l'ospedale di Cingoli che voi nel 2020 con un colpo di maggioranza avete spostato prima all’Area vasta di Macerata, poi dall’altra parte e venite a parlare di democrazia, oggi è un ospedale per acuti, non in forza di questa riforma, ma degli atti preesistenti; ci sono 40 posti letto post acuzie, pronto soccorso e tutta la diagnostica.
Noi abbiamo fotografato esattamente quello che c'era, non abbiamo aggiunto nulla. L’ospedale di San Severino Marche è un ospedale di base, abbiamo fotografato esattamente quello che c'era e nell'ospedale di Amandola ci onoriamo di potenziare quello che già c'era, elevandolo ad ospedale di base perché riusciamo con il nostro intervento a restituire dignità a un territorio che aveva un solo ospedale.
Questi sono fatti inequivocabili, non c'è da richiamare il decreto ministeriale 70/2015, o la legge 502/1992 della riforma sanitaria, Se il decreto ministeriale 70 è entrato in vigore nel 2015 e dal 2015 fino a oggi il Ministero della sanità ha ritenuto che l'identificazione e l'interpretazione di quelle norme potessero validare il riconoscimento di più presidi su un unico territorio. Non credo ci sia la lesione di un decreto ministeriale, se vi fosse comunque penso che sia compito di questa maggioranza fare una legge e andare di fronte alla Corte costituzionale perché per la Costituzione l'organizzazione della sanità appartiene alle Regioni. Lo Stato dà l'indirizzo, l'organizzazione della sanità della Regione la decidiamo noi perché i marchigiani hanno detto che volevano questo tipo di organizzazione, e questa si chiama democrazia.
Adesso veniamo a quello che abbiamo dichiarato, io almeno non ho mai detto di riaprire gli ospedali di comunità, ma i 14 ospedali di comunità che esistono noi li vogliamo potenziale con tutti quei servizi, non certo reparti per acuti, che l'attuale ordinamento prevede.
Quando il capogruppo Consigliere Mangialardi, che saluto e rispetto perché c'è stato sempre un rapporto di condivisione pur conflittuale, dice che è peggiorato tutto, vi ricordo che con un atto del 9 agosto 2018 voi avete fotografato tutta una serie di case della salute, e questo è il problema del territorio delle Marche, che non avete mai realizzato. Nel 2018 voi avete detto che dovevate realizzare a Sassocorvaro una casa della salute, mai realizzata, a Calcinelli, avete detto che dovevate realizzare una casa della comunità, a Serra de’ Conti, non l’avete fatta, a Ostra Vetere, non l’avete fatta, a Tre Castelli non l’avete fatta, a Filottrano non l’avete fatta, a Montecarotto non l’avete fatta, a Moie non l’avete fatta, a Serra San Quirico non l’avete fatta, ad Ancona ex Umberto I non l’avete fatta, a Castelfidardo non l’avete fatta, a Falconara non l’avete fatta, a Osimo non l’avete fatta, a Camerano non l’avete fatta, a Trodica di Morrovalle non l’avete fatta, a Porto Recanati non l’avete fatta, a Passo Sant’Angelo non l’avete fatta, ad Area montana progetto aree interne non l’avete fatta, non l’avete fatta a Montegranaro, non l’avete fatta nell’ambito sud di San Benedetto del Tronto, non l’avete fatta nella zona montana di Ascoli Piceno, non l’avete fatta, programmata, sempre ad Ascoli Piceno, non l’avete fatta nell'ambito della vallata del Tronto, e venite a dire a noi che ci siamo sbagliati nella programmazione delle case di comunità!
Noi abbiamo fatto il progetto del PNRR cercando di colmare tutte le lacune che si riversano sulla gestione della nostra politica sanitaria e abbiamo cercato di fare il PNRR, per cui siamo stati una delle prime Regioni ad aver mandato il progetto per dare dei segnali alle comunità. Per sopperire alle vostre lacune, alle vostre carenze, il Consiglio regionale ha finanziato 9 milioni per l'acquisto di tecnologie e stiamo in questo momento attivando le case della comunità, i cosiddetti punto di assistenza, e siamo già partiti con Sant'Elpidio, poi siamo andati ad Acquaviva Picena, la prossima settimana lavoreremo ad Appignano con l’Inrca. Ne faremo, io penso secondo il bilancio, più di 30 e le faremo nelle stesse condizioni di equilibrio dei bilanci che avevate voi.
E’ logico che l'opposizione ci dica che non stiamo facendo quello che stiamo facendo, ma le pagelle non ce le dà il PD, a noi le daranno i cittadini e nel caso della sanità le daranno le Agenzie nazionali.
Tre giorni fa le Marche, insieme ad altre 5 Regioni, sono risultate Regione benchmark sull’assistenza sanitaria, sull’assistenza post acuzie e se abbiamo un leggero valore negativo l’abbiamo per la prevenzione perché c'è legittimamente da parte dei marchigiani un'attenzione sulle vaccinazioni.
Le pagelle che sono state fatte per la sanità delle Marche stagliano la nostra Regione al vertice della sanità del nostro Paese, compresa la pagella a Torrette come primo ospedale delle Marche.
In un’estate così piena di turisti, con tutta l’affluenza che c’è nel pronto soccorso perché non avete formato i medici, non avete fatto le case della salute, il Resto del Carlino pubblica un articolo legittimamente sull'affluenza, ecco, dovete assumervi la responsabilità, però Torrette è un ospedale che è stato considerato il primo in Italia.
Adesso veniamo alla risposta complessiva di questo piano socio-sanitario. Noi abbiamo fatto una ricognizione del fabbisogno, innanzitutto abbiamo chiarito che da 10 anni a questa parte, voi avete governato 25 anni, i marchigiani sono andati a curarsi, in gran parte per le visite ortopediche, nelle province di Rimini e di Ravenna, quindi sappiamo perfettamente che c’è una mobilità verso l’Emilia-Romagna, che dobbiamo colmare, dobbiamo riorganizzare. Ci siamo visti con tutti i primari dei reparti di ortopedia e di traumatologia ed è pronta già la risposta per settembre, la riorganizzazione del sistema sanitario sarà rappresentata dagli atti aziendali una volta approvato il piano socio-sanitario.
Se una Regione che voi avete governato da 25 anni spende 1,5 miliardi in Emilia-Romagna, 150 milioni in 10 anni, qualche problema sul funzionamento del sistema dovevate porvelo. Noi ce lo siamo posto e sappiamo esattamente che cosa manca ad Ascoli Piceno, a Fermo, a Macerata, ad Ancona e cosa manca a Pesaro e sarà nella nostra responsabilità riorganizzare con gli atti aziendali i servizi che ci servono.
Primo, siamo in grado di non far litigare i campanili, siamo in grado di sapere cosa dobbiamo garantire e questo dovrà essere fatto secondo le previsioni del piano socio-sanitario.
La barzelletta che dite che la nostra riforma sanitaria costa di più è un falso perché i nuovi Direttori generali non sono né più e né meno che i Direttori di Area vasta precedenti, anzi c’è stata una riduzione dei costi perché voi per mettere la bandierina su Pesaro, cionondimeno i cittadini andavano a curarsi nelle province di Rimini e di Ravenna, avevate costituito l’Azienda sanitaria Marche Nord, che però non si raccordava con l'Area vasta 1. Quindi la riforma ha messo insieme, secondo i principi di imparzialità, economicità, buon andamento e, se mi consentite, di ragionevolezza e buon senso, due Aziende lavoravano in concorrenza nella stessa provincia ed i risultati dovranno necessariamente essere evidenti.
Il piano socio-sanitario in modo impeccabile fa una ricognizione di ciò che voi non siete riusciti a fare negli ultimi 25 anni, cioè di fronte alla carenza dei medici, di fronte alla carenza della mancata programmazione, di fronte al fatto che voi non avete finanziato le borse di specializzazione perché ne finanziavate cinque, noi dobbiamo realizzare le reti perché non abbiamo le risorse, mentre voi per le reti avete avuto tempo, 25 anni, ma non ce n'è una. Partiremo con la prima rete, che è la rete ortopedica, poi continueremo con la rete oncologica. Ma siamo orgogliosi di aver fatto in 3 anni ciò che nessuna altra Regione ha fatto in Italia: la riforma della sanità, il piano socio-sanitario e il PNRR, e le pagelle che ci sono state date sono positive.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. La sanità dell'inganno, Presidente Acquaroli, è il sottotitolo serio del nuovo piano socio-sanitario 2023/2025 che oggi le destre di questa Regione approveranno.
Con questa scelta tradite i cittadini marchigiani. Tutti, ma soprattutto quelli che hanno creduto in voi.
Colleghi, qui non ci troviamo di fronte a semplici bugie o falsità, c'è qualcosa di più grave.
Assessore, Presidente, l'elemento che rende oggi l'inganno particolarmente riprovevole è l'intenzione di produrre una falsa conoscenza alle persone e ai cittadini, l’esempio dell’intervento dell’Assessore.
Questo puoi scegliere di fare: adottate un documento politico che sapete perfettamente che non sarà in grado di essere attuato. Questo implica il tradimento della parola pubblica, dato che in politica è il più grande dei peccati.
Il dotto costituzionalista, filosofo, storico, questore, docente, sindaco, scaricatore di neve ed anche Assessore alla sanità Filippo Saltamartini, che oltre a tutto questo si è anche dichiarato fervente inginocchiato cattolico, saprà spiegarci bene la differenza tra fallax e mendax di Sant’agostiniana memoria. Ma perché usiamo questa parola dura, inganno.
Potremo stare qui a spiegare per ore le ragioni dell'inaccettabilità di questo documento, ne richiamo 7 di cui 6 interpretate in negativo e una in positivo.
La prima, ingannate i cittadini quando restate indifferenti al valore della partecipazione. Il perché è chiaro. Approvate il piano a distanza di soli 53 giorni dalla prima seduta di Commissione consiliare del 16 giugno, dopo circa 150 audizioni. Un fatto mai accaduto in nessuna Regione italiana, che un atto politico e amministrativo così delicato e impattante nella vita quotidiana venga approvato con la fretta e la prepotenza che avete voluto ostentare.
Un documento che per l'importanza della materia avrebbe avuto necessità di essere portato nelle comunità, per esempio, Assessore - vergogna nella vergogna - non avete fatto convocare una sola Conferenza dei Sindaci di Area vasta, quella che avete approvato l'anno scorso. Nessun possibile confronto sui contenuti del piano anche per noi Consiglieri regionali, tra le persone, con le categorie sociali, con le associazioni, che pure non si occupano tecnicamente di sanità, ma che la vivono ogni giorno. Avete mortificato i tanti iscritti ai sindacati, protagonisti qualche settimana fa di una mobilitazione di migliaia di persone sotto il sole a 35 gradi.
La seconda ragione, ingannate i cittadini quando presentate un piano già vecchio, costruito su dati neppure aggiornati. Assessore alla sanità, circa 400 tra tabelle, grafici, tantissimi inutili e per nulla connessi con il contenuto del piano, sono richiamati per la gran parte i dati riferiti al 2019, al 2020, quasi niente del 2021, quando in realtà sono già disponibili i dati del 2022. Non avete citato la mobilità passiva, ce l’abbiamo tutti per chi si è informato.
Oppure arrivate a mentire a voi stessi quando non siete in grado neppure di emendare il piano in una delle sezioni cruciali della sanità, cioè quella territoriale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Colleghi, Consiglieri, Assessore, vi è arrivata voce che il vostro Governo filiera ridurrà le case della comunità del 30%? Vi è arrivata voce che ridurrà gli ospedali di comunità del 24%? Quali comunità, quali Comuni saranno sacrificati? Sarebbe stato necessario un capitolo che facesse capire cosa pensa di fare il governo Acquaroli su questo delicato passaggio.
La terza ragione, ingannate i cittadini perché avevate detto e scritto, l’ha detto bene il Consigliere Mangialardi, che avreste riaperto gli ospedali, non rafforzato! Assessore bugiardo, avete detto che avreste riaperto gli ospedali, non c'è una sola parola di questa solenne riapertura nel più importante atto sanitario.
Delle due l'una, o avete ingannato i cittadini in campagna elettorale perché in realtà gli ospedali non erano chiusi, erano solo stati trasformati in ospedali di comunità, oppure li avete ingannati oggi a 3 anni dall'inizio del vostro mandato, Consigliere Ciccioli, non avanti ieri.
Quarta ragione. Il punto centrale, nel vostro piano socio-sanitario di oltre 500 pagine non c'è una sola parola, una pur minima indicazione, sul rapporto tra i soldi disponibili e i servizi da erogare. L’ABC di chi amministra la cosa pubblica e nonostante voi sappiate già che le risorse nazionali sulla sanità per i prossimi bilanci saranno ridotte - lo dice la Presidente del Consiglio - voi scrivete che farete tutto quello che avete promesso senza un riferimento finanziario, senza alcun orientamento su dove sarà destinato il 2,57% del fondo sanitario destinato alle Marche.
E’ la parte dell'inganno più subdola, più insopportabile perché così non assumete nessun impegno con i cittadini e con voi stessi sulle cose che sarete in grado di attuare. Sarebbe stata sufficiente inserire una semplice tabellina, per lei forse è complicato Assessore, attraverso la quale, per esempio, avreste potuto indicare: quali saranno le risorse per il personale dipendente; quali saranno le risorse per i costi intermedi; quali saranno le risorse da impiegare nell'acquisto di prestazioni sociali in natura. Nessuno, dati semplici che voi avete perché siete costretti a mandarli al Governo e avreste potuto metterli a disposizione.
Quinta ragione, nel vostro Piano socio-sanitario non avete neppure il coraggio delle scelte, non avete detto niente sulla sanità fuori dalla autonomia differenziata, non avete detto niente sulla linea di tendenza di una sanità pubblica piuttosto che di quella privata. Basta ricordare che siete stati in grado, lo racconti alle persone, Assessore, di non utilizzare 10 dei 12 milioni messi a disposizione dallo Stato fin dal 2020 per ridurre le liste d'attesa sugli interventi chirurgici rimandati, sugli screening oncologici e sulle visite specialistiche. Li avete lasciati in tasca, non spesi sulle spalle delle povere persone, uno scandalo che ha spinto sempre di più le nostre comunità verso quella sanità privata che certo comprensibilmente altro non aspettava che il vostro assist.
Sesta ragione, ingannate i cittadini sulle disuguaglianze di questa regione. Non scrivete una sola riga sul riequilibrio del costo pro-capite sanitario per ogni cittadino nei territori, si passa dai 2.247 della provincia di Ancona ai 1.608 di Fermo.
Non scrivete una sola riga sul riequilibrio dei posti letto per acuti, non scrivete una riga sul riequilibrio dei posti letto post acuzie, non scrivere una riga sul rapporto fra personale dipendente e territorio.
Come sempre, tuttavia, non vogliamo essere distruttivi, quanto piuttosto propositivi.
C'era una strada alternativa all'inganno? C’era ed occorreva percorrerla all'inizio del vostro mandato.
Immaginate un doppio binario dove corrono due treni nella stessa direzione. Sul primo, nella programmazione dei prossimi due anni avreste dovuto individuare le assolute priorità della sanità marchigiana con un documento snello, operativo, che da un lato avesse saputo rispondere alla sfiducia e alla rassegnazione montate in questi tre anni nelle persone che lavorano nel sistema sanitario, deluse dal vostro pressappochismo, dall'altro avreste dovuto dimostrare di saper affrontare i problemi contingenti delle persone.
Risorse specifiche ed adeguate, tempi degli obiettivi, monitoraggio del risultato.
Penso: al progetto smaltimento liste d'attesa, al progetto salute mentale, al progetto aree interne, al progetto prevenzione dentro una rete tra scuole e sanità, al progetto RSA e progetto residenze protette per le fasce fragili e per le rispettive famiglie, al progetto accelerazione digitale.
Nel 2020 è’ venuto a farci lezione sul fascicolo elettronico, se fosse stato presente in Commissione avreste ascoltato. Non siete andati avanti di un centimetro, Assessore, ve lo ha detto anche il Consigliere Ciccioli.
Sull'altro binario, parallelo, più lento, ma più comodo per un viaggio relativamente lungo e più profondo, la redazione partecipata di un vero e proprio piano socio-sanitario che nel tempo di 6/8 mesi ci avrebbe permesso di proporre risposte serie ai bisogni della sanità.
Vado a finire, Presidente. I cittadini a casa, i malati negli ospedali, le famiglie degli anziani nelle RSA, chi vive sospeso in attesa di una risposta o che la vorrebbe, ma non riesce ad averla, gli stessi operatori della sanità marchigiana, medici e infermieri, si chiedono il perché di questo inganno.
Non è difficile capirlo, dopo 1022 giorni di governo delle destre sui 3 fondamentali della sanità state fallendo: la controriforma del modello organizzativo delle Aziende ancora non è partita, nonostante abbiate approvato la legge un anno fa, che fa già acqua da tutte le parti; il Piano nazionale di ripresa e resilienza delle Marche, che l’Assessore Saltamartini esalta, è fermo ed ora sarete costretti a tagliare le infrastrutture della sanità territoriale; approvate il piano socio-sanitario dopo 3 anni di mandato e non riuscirete a portarlo in fondo. Praticamente niente di più di ciò che avete ereditato, anzi sarà grasso che cola se riuscirete a mantenerlo.
Di fronte a tutto ciò avete bisogno, Presidente Acquaroli, di issare una bandiera domattina sui giornali, con i vostri fantasmagorici comunicati sulla stampa e scriverete: “Abbiamo approvato il piano socio-sanitario, vedrete che abbiamo migliorato la sanità della regione Marche”. In realtà a sventolare nei prossimi mesi sarà la bandiera dell'inganno, nera come la pece e all'orizzonte, Presidente Acquaroli, si vede nitida sul ponte sventolare bandiera bianca.
PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo intervento, per quanto riguarda le prenotazioni l'ultimo che si è prenotato è il Consigliere Marinelli, quindi oltre lui non verranno ammesse altre richieste di intervento, salvo ovviamente i relatori per le loro repliche e l’intervento della Giunta e del suo Presidente.
In merito alla parola pronunciata dal Consigliere Carancini due le annotazioni che faccio richiamando tutti voi ad attenervi. La prima è il nostro articolo 72 del Regolamento, non si possono pronunciare parole sconvenienti in Aula, per sconvenienti si intendono parole che possono attribuire offesa alla dignità ed all’onore degli altri colleghi, quindi in questo senso richiamo praticamente tutti, ovviamente a cominciare da chi ha pronunciato la parola, ad evitare parole che possono essere sconvenienti tenendo conto del rispetto della democrazia per la forte dialettica politica che si deve usare per esprimere le proprie opinioni. Non attribuire offese alla dignità e all’onore degli altri Consiglieri e ovviamente ai rappresentanti della Giunta, in questo caso all’Assessore Saltamartini.
Fuori dal Regolamento, mi rifaccio alla sentenza della Cassazione 2753 del 2010, che dice che si può pronunciare la parola bugiardo solo quando è strettamente necessario per affermare la propria verità. Tenendo conto di questi aspetti vi prego di non farlo, ovviamente l'Assessore Saltamartini ha il diritto di chiedere la parola per fatto personale. Anche se credo di essermi spiegato ed in questo momento di aver definito la questione, per il futuro vi richiamo l'articolo 72 del Regolamento.
Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Oggi è un giorno tre volte importante per me perché l'approvazione del nuovo piano socio-sanitario mi coinvolge come Consigliera, come cittadina e come lavoratore della sanità.
Sono certa di condividere con tutti i colleghi di maggioranza la soddisfazione per un altro podio che conquistiamo oggi grazie al gioco di squadra e ad un allenatore, come il Vicepresidente e Assessore Filippo Saltamartini, che guida l'azione verso la riforma sapendo unire, come si dice in gergo sportivo, tecnica e risultati.
Lasciate che, come ex atleta e donna di sport, mi permetta qualche similitudine mutuata dallo sport, efficace per rendere plasticamente il lavoro fatto da questa maggioranza sulla sanità.
L'approvazione del piano socio-sanitario è un podio che, proprio come quelli sportivi, è frutto della fatica, dell'impegno, del superamento di limiti oggettivi e soggettivi.
Se è vero, come è vero, che la parola inglese goal si usa per definire un obiettivo centrato, allora il piano socio-sanitario è l'ultima rete in ordine di tempo, di una vera e propria goleada oltre ogni pronostico.
Anni di amministrazione di sinistra ci hanno lasciato una situazione disastrosa che, da lavoratore della sanità oltre che da marchigiana, posso testimoniare in prima persona.
Ditemi chi avrebbe scommesso che in tre anni scarsi di mandato questa squadra avrebbe:
• gestito a ottimi livelli di performance la pandemia;
• sbloccato gli ospedali di Pesaro, atteso da 30 anni, Macerata e San Benedetto del Tronto;
• riformato la legge 13 ridisegnando l'organizzazione e determinando il rafforzamento della sanità di territorio sia dal punto di vista delle strutture che dei servizi;
• aumentato di quasi 4 volte le borse di studio per i medici;
• organizzato la rete delle cure palliative pediatriche con il Salesi come hub e un nuovo hospice pediatrico a Fano;
• avviato un progetto sperimentale in Italia per facilitare l'accesso ai servizi medici di base facendo delle farmacie presidi territoriali grazie alla telemedicina, progetto che sta riscuotendo consenso anche maggiore del previsto da parte dell'utenza.
Potrei andare avanti con l'elenco, ma è già sufficiente a dare la misura di quanto sia politicamente strumentale l'atteggiamento di chi ha deciso di mandare la palla in tribuna anche perché non accetta di essere in panchina. Comprensibile, visto che si tratta della stessa sinistra che da centravanti, ovvero quando governava la Regione, non ha voluto e saputo toccare palla nella sanità.
I marchigiani, che hanno assistito impotenti ad anni di gioco fallimentare, ci hanno votato per cambiare tattica e restituire loro il diritto alla salute, cosa che oggi facciamo mettendo il tassello del piano approvato nel mosaico della sanità riformata.
Non ci culliamo sugli allori però perché sappiamo bene che non è finita qui.
Come tutta l'Italia, dobbiamo fronteggiare le conseguenze di chi non ha giocato prima di noi lasciandoci senza medici per mancata programmazione e con scarse risorse finanziarie per riconoscere la dignità che merita a questa professione, in primis nei pronto soccorso.
Non ci culliamo sugli allori perché ci vorrà ancora tanto sudore per sistemare le liste d'attesa, mettere a regime le nuove Aziende territoriali, avviare e ottimizzare a pieno ritmo i servizi.
La differenza con chi ci ha preceduto è che siamo disposti e continueremo a sudare per giocare come i nostri tifosi-elettori si aspettano: con coscienza, impegno, determinazione e cuore, un cuore che batte sempre e comunque per la gente delle Marche a cui abbiamo dato la nostra parola di marchigiani in politica. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Su questo piano socio-sanitario vi è innanzitutto una questione di metodo, l'impossibilità riscontrata di un confronto serio, costruttivo ed efficace con tempi volutamente ristretti per il timore che emergesse la sua inconsistenza, senza alcun serio e costruttivo confronto con i territori e con i Comuni. E qui Vicepresidente Saltamartini c’è la prima violazione di legge di questo atto perché la legge n, 19 dell’anno scorso di riordino del sistema sanitario regionale all’articolo 5 impone che i Comuni concorrano alla programmazione socio-sanitaria regionale anche attraverso gli organismi di partecipazione: all’articolo 8 la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, all’articolo 9 la Conferenza dei Sindaci, all’articolo 10 il Comitato dei Sindaci di distretto. Dove sono i pareri acquisiti di questi organismi? Quando sono stati convocati?
E’ la legge di riordino, la legge regionale 19, che tutti dobbiamo rispettare, che è stata violata, in questo caso per omissione. Una legge regionale che tra l’altro all’articolo 14 dice come il piano socio-sanitario regionale deve essere adottato e quali devono essere i suoi obiettivi.
Anche nella discussione di oggi emerge questa carenza di confronto perché io, ad eccezione del relatore di minoranza Consigliere Mangialardi e del Consigliere Carancini, non ho sentito parlare di piano socio-sanitario al nostro esame. L’intervento del Consigliere Ciccioli è stato una costellazione di giustificazioni e l’Assessore Saltamartini, non potendo dire quel che si è fatto nella sanità, perché non si è fatto nulla, ha parlato di quello che non abbiamo fatto noi, segno evidente che non ci sono argomenti. Questo è ed abbiamo ascoltato tutti questi interventi.
Ci sono stati poi ritmi serrati con audizioni di nessuna utilità. Perché di nessuna utilità? Visto l'accoglimento acritico delle osservazioni scritte dagli auditi per appagare, accontentare e non per condividere perché quando si accoglie tutto, Presidente Baiocchi, non si condivide nulla, il tutto è come il niente.
Abbiamo invero ricevuto tutti la nota delle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, io l’ho ricevuta ieri, che manifesta "delusione e rammarico per il mancato accoglimento delle indicazioni ed i suggerimenti avanzati dalla parte sindacale per un reale miglioramento della sanità marchigiana per il triennio 2023/2025. Nonostante – dicono sempre le OO.SS. - in più occasioni lo stesso Assessore abbia condiviso le nostre eccezioni e garantito le necessarie integrazioni e modifiche a riguardo". Questo non è stato, non lo dice il PD, non lo dice il Consigliere Cesetti, lo dicono le organizzazioni sindacali.
Organizzazioni sindacali che rappresentano le decine di migliaia di lavoratori della sanità, medici, infermieri OSS, amministrativi, dirigenti, sono quelle persone, quegli uomini, quelle donne che stanno sul campo e che spesso sono ingiustamente i destinatari delle proteste dei cittadini. Noi vogliamo ascoltare quelle organizzazioni sindacali che hanno avuto il merito di aver organizzato quella manifestazione democratica in Ancona il 15 luglio, dove uomini e donne della sanità, cittadini comuni hanno protestato in modo civile e costruttivo per le inefficienze della sanità regionale rispetto alle quali anche noi certo portiamo delle responsabilità, ci abbiamo perso le elezioni, abbiamo pagato il prezzo e credo anche sia stato un prezzo ingeneroso rispetto ai tanti sforzi che pure abbiamo fatto.
Un piano socio-sanitario questo, la cui l'attuazione è necessariamente affidata dalla legge 19 del 2022 alle Aziende, nate da quella norma che ha soppresso l’Asur e che ha moltiplicato le Aziende, moltiplicando i centri decisionali, gestionali ed organizzativi, oltre che i costi.
Un piano questo che non considera in alcun modo la necessità di riequilibrio dei territori in termini di posti letto, di risorse umane e strumentali e reti cliniche e neanche considera gli effetti della soppressione dell'Asur unica, che pure con tutti i suoi difetti, ha avuto una funzione di riequilibrio sul piano regionale e di camera di compensazione.
Per dare autonomia ai territori, quella autonomia che voi avete sbandierato, occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità e tutto questo non può essere garantito ad invarianza finanziaria.
Una riforma che per questo doveva seguire quella che avete varato l’anno scorso o almeno essere contestuale e non precedere il piano socio-sanitario, anche questo è stato ribadito oltre che da noi dalle organizzazioni sindacali perché era necessario adottare una preventiva programmazione socio-sanitaria che riguardasse tutto il territorio regionale, coerente con le disposizioni nazionali e soltanto all'esito prevedere le norme e con esse gli strumenti e l'organizzazione per attuarla. Norme che oggi voi puntualmente avete violato, le stesse che avete approvato.
Un piano socio-sanitario che doveva essere anche l'occasione per l'adozione di un piano economico e finanziario che sostenesse la riforma, quella che è stata adottata l’anno scorso.
Un piano socio-sanitario che, tra l'altro, doveva essere contestualizzato all'interno della programmazione e delle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza e dello stesso Documento di economia e finanza regionale. Lo ha detto il Consigliere Ciccioli, i tre quarti del bilancio regionale sono costituiti dalla sanità, decine e decine di migliaia di dipendenti, di investimenti maggiori sono in sanità e nel Documento di economia e finanza regionale dell’anno scorso - vi ricordate i nostri emendamenti - doveva essere contestualizzato il piano perché un piano socio-sanitario è un atto di programmazione, senza la copertura finanziaria non va da nessuna parte, e questo non è stato.
Le Ast che sono state insediate in dispregio delle nostre richieste di rinvio dell’attuazione di quella legge, non sono riuscite a decollare perché ancora prima del proprio atto aziendale, quindi del proprio assetto organizzativo e funzionale …, e questo l’abbiamo detto l’anno scorso, l’abbiamo ripetuto in occasione del bilancio, lo dicono oggi le organizzazioni sindacali e questo lo vediamo a nostre spese perché è impossibile governare tutto questo. Basta vedere i commissariamenti prorogati per quanto riguarda i Direttori delle Aziende sanitarie, più volte prorogati. Che possono programmare dei commissari prorogati?
La fuga del Direttore del Dipartimento salute, è quello che ha scritto la riforma del servizio sanitario regionale, è quello che doveva presentare il piano socio-sanitario di cui all’articolo 14 e voi avete permesso la fuga verso Torrette, ma vi pare possibile tutto questo?
Vedete, la personalità giuridica che voi avete conferito per dispiegare i suoi effetti presuppone l'autonomia finanziaria, organizzativa e patrimoniale.
Il tempo scorre ed è tiranno, Presidente, chiedo di poter consegnare il documento scritto.
Nel merito non abbiamo presentato emendamenti perché è un piano vuoto, inefficace, costellato di buone intenzioni, senza alcuna possibilità di essere conseguite perché è lo stesso piano che dice che è ad invarianza finanziaria nei limiti (pagina 7) delle risorse disponibili. Una clausola questa tanto di stile quanto doverosa, ma che denuda il re, perché da una parte si ammette che non tutto può essere realizzato, dall’altra non si dice a cosa si rinuncia rispetto a qualcos’altro che invece si vuol ottenere.
Noi non presenteremo emendamenti, li presenteremo in occasione del Documento di economia e finanza regionale, è una garanzia questa. Lì presenteremo gli emendamenti perché in quel Documento di economia e finanza questo atto di programmazione dovrà per legge necessariamente confluire e lì ci dovrete dire dove prendete le risorse e le dovrete trovare.
L’ordine del giorno che oggi vi apprestate a presentare sono una marchetta ai territori, verranno trasformati in emendamenti e vedremo che cosa direte nel Documento di economia e finanza.
L’Assessore Saltamartini ha parlato di noi, ha parlato del programma, Assessore, la sanità in questi tre anni è notevolmente peggiorata, questo piano lo ha declinato il Presidente nelle linee di mandato, ha detto in quell’occasione che uno degli obiettivi era il piano socio-sanitario ed oggi a distanza di 3 anni vi accingete a farlo, a 2 anni dalla scadenza, costellato di promesse.
Non ho più tempo, il Presidente mi autorizza a consegnare il testo scritto.
Questo è un piano che non sa badare a se stesso, che nasce morto e che non porterà questa Regione da nessuna parte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Consiglieri e Consigliere, la proposta di atto amministrativo contenente il piano socio-sanitario regionale 2023-2025 "Salute, sicurezza ed innovazione per i cittadini marchigiani" è un ulteriore tassello in una strategia lunga, laboriosa e complessa che abbiamo attuato, passo dopo passo, in quest’ultima parte di legislatura.
Non possiamo capire il presente e neppure programmare il futuro se non capiamo da dove siamo partiti e quali sono le sfide che avremo davanti nei prossimi anni in campo sanitario.
Parlo di sfide non soltanto locali, sulle quali altre volte quest'Aula ha discusso, ma anche nazionali che coinvolgono tutte le Regioni e che sarà la sfida delle sfide, tutti insieme.
È evidente che alcune scelte sono anche figlie dell'emergenza vissuta con la pandemia che ha messo a nudo le fragilità del nostro sistema sanitario, a cominciare dalla debolezza della medicina di territorio e dell'organizzazione sanitaria nelle nostre provincie.
Non è un caso che il piano socio-sanitario predisposto dall'Assessore Saltamartini è stato oggetto di confronti costruttivi con i territori e gli operatori sanitari. Lo stesso ha fatto la Commissione sanitaria consiliare, che ha dato un contributo essenziale nel percorso per il quale ringrazio il suo Presidente Consigliere Baiocchi ed i colleghi di maggioranza e di minoranza.
Il grande lavoro corale ha prodotto un piano corposo che poggia su tre cardini: la prevenzione, l'assistenza territoriale e l'assistenza ospedaliera.
Nell'ambito della prevenzione e della promozione della salute sono stati predisposti azioni e interventi di sanità pubblica che partono da bisogni della popolazione che richiedono sempre più un approccio multidisciplinare.
Parliamo della tutela della salute, della sicurezza nei luoghi di lavoro, di un tema fondamentale come ambiente e salute, della sicurezza alimentare e veterinaria, degli interventi di promozione della salute nelle scuole.
Su questo pilastro poggiano programmi e obiettivi prioritari a breve, medio e lungo termine, oltre a piani regionali che, in modo organico ed organizzato, intercettano i bisogni e li integrano con l'offerta diluita su tutto il territorio regionale.
Un secondo pilastro è costituito dalla rete socio-sanitaria, assistenza territoriale e dalla necessità di ampliare i servizi di prossimità territoriale e domiciliare e delle cure intermedie.
Su questo tema, a mio parere, abbiamo in atto una grande sfida per il futuro.
E' una premessa necessaria riconoscere nel sistema socio-sanitario un progressivo spostamento dei servizi, dall'ospedale al territorio, inteso come luogo per la salute di comunità nel quale è necessario rafforzare sempre più l'integrazione tra i due ambiti.
È fondamentale l'attuazione di percorsi di assistenza e cura rivolta ai soggetti fragili all'interno della rete dei servizi socio-sanitari. Non parliamo solamente delle fasce più fragili, come gli anziani e i disabili, come la salute mentale, come le dipendenze patologiche, ma anche dei servizi a famiglie, donne, adolescenti, nonché ai soggetti che necessitano di assistenza domiciliare integrata e degenze di comunità.
In questo piano viene programmato come vogliamo agire per una maggiore integrazione con le politiche sociali messe in campo dagli ambiti territoriali, dai Comuni e dai territori cercando di muoverci intorno a due direttrici principali come la presa in carico globale della persona e la differenziazione delle risposte in funzione dei bisogni della persona e della famiglia.
Questo piano evidenzia, in coerenza con il programma elettorale, che vogliamo potenziare e decentralizzare la rete sanitaria sul territorio; introduce gli investimenti, anche grazie ai fondi del PNRR, per la costruzione di case e ospedali di comunità che rappresentano un modello organizzativo concreto per l'assistenza di prossimità per i cittadini.
Questo piano definisce ruoli e interazioni come il ruolo centrale del distretto sanitario rispetto al territorio perché al suo interno si colloca la casa di comunità come luogo dove i cittadini possono trovare assistenza H24 ogni giorno della settimana. All'interno del distretto dovranno essere presenti gli ospedali di comunità con una forza presente di assistenza infermieristica orientata alla presa in carico dei pazienti nelle fasi post-ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c'è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente.
È un piano che definisce come rafforzare le cure primarie attraverso il ruolo centrale dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, perché riteniamo che la medicina di famiglia, primo presidio di cura e di accesso, deve essere valorizzato nella sua dimensione clinica e preventiva riconoscendo che ha un ruolo fondamentale nella presa in carico del malato. Proprio questa figura, inserita nella casa di comunità, servirà a garantire la presenza medica H12 e a rafforzare la rete di integrazione con i servizi socio-sanitari e con gli specialisti.
In questo piano ci sono strategie per rafforzare l'assistenza domiciliare sempre più importante nelle tante casistiche presenti nella nostra regione e trovano concretezza le linee guida per la presa in carico:
- per il percorso nascita e per l'area materno-infantile;
- per la gravidanza in base ai livelli di rischio;
- per la rete di medicina prenatale;
- per la rete delle cure palliative e della terapia del dolore;
- per la cronicità;
- per la definizione di percorsi di integrazione ospedale-territorio proprio per tutti coloro che vivono le criticità legate alla cronicità e alla necessità di una presa in carico in modo organico.
È un piano che ha il suo terzo pilastro nell'assistenza ospedaliera, nella rimodulazione delle reti cliniche, nel recupero della mobilità passiva, nel potenziamento dei servizi in aree particolarmente disagiate.
Su questo siamo stati chiari in campagna elettorale, parlando dell'esigenza di costruire una sanità diffusa e policentrica con la necessità di costruire qualità ed efficienza. Riteniamo che la nuova organizzazione regionale impostata sulla modifica della legge 13 votata lo scorso anno, sia la struttura organizzativa migliore su cui impostare questo progetto e su cui andare a definire una nuova rete ospedaliera.
È fondamentale la riorganizzazione delle reti cliniche per consolidare i percorsi assistenziali in ambito ospedaliero. Una catena di valore che prenderà corpo con l'approvazione degli atti aziendali degli enti per efficientare il sistema.
Fondamentale il potenziamento dell'attività in pronto soccorso, che ha creato soprattutto negli ultimi anni, una grande emergenza per la nostra sanità. Possiamo dare risposte solo ripensando all'organizzazione globale del sistema di emergenza-urgenza e promuovendo la realizzazione di piani di presa in carico assistenziale rivolti a pazienti critici.
In questo senso ritengo molto importante che siano stati delineate alcune linee di indirizzo fondamentali per ripensare il sistema emergenza-urgenza superando proprio la dicotomia ospedale-territorio con:
- la volontà di miglioramento degli accessi;
- l'integrazione funzionale del 118 con il pronto soccorso;
- la possibilità di rotazione del personale ed attraverso la creazione di sistemi informativi integrati per la valutazione degli esiti dei percorsi di cura.
Care colleghe e colleghi, siamo consapevoli delle criticità. Siamo consapevoli delle difficoltà. Siamo consapevoli degli enormi problemi ereditati dal passato e che, colleghi, sono i lasciti non solo dei governi regionali che ci hanno preceduto, ma attengono anche a questioni nazionali, globali, sulle quali occorrerebbe più obiettività nelle valutazioni.
Siamo consapevoli anche che le critiche che in questi mesi e che anche ieri ed oggi l'opposizione ci ha riservato fanno parte della politica e della contrapposizione tra maggioranza e minoranza.
Non abbiamo la bacchetta magica. Non siamo in grado di moltiplicare medici che non ci sono per una carenza di programmazione, di realizzare ospedali in pochi mesi recuperando i ritardi del passato, di cancellare file interminabili nelle prenotazioni accumulate in anni di pandemia quando la vita si è congelata per tutti.
Non abbiamo la bacchetta magica, ma ad ognuna di queste criticità stiamo lavorando un tassello alla volta con una strategia cercando con razionalità e concretezza di pianificare un'azione logica ed efficace per attuare un cambiamento.
Sappiamo che la sfida si gioca nel dare corpo e sostanza alla programmazione contenuta in questo piano socio-sanitario.
Sappiamo anche che i cittadini fuori da quest'Aula ci giudicheranno su queste scelte e su come riusciremo a dare attuazione a tutto questo, lo sappiamo benissimo e credo il tempo ci darà ragione.
Sappiamo che oggi tagliamo un traguardo importante, ma siamo anche consapevoli che abbiamo una strada ancora lunga davanti che ci impone di continuare a correre.
Noi siamo ottimisti e i marchigiani ci hanno dato fiducia per questo e lo saremo anche in futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. E’ un fatto procedurale abbastanza grave e insolito. Noi ci siamo dotati dello streaming ufficiale, però una risultante esterna ci dice che gli unici che sono andati in streaming sono il relatore di maggioranza e la Consigliera Elezi. In diretta ho questa sollecitazione.
Penso che sia molto grave, Presidente, perché è un servizio che entra nella gestione diretta dell'Aula, quindi vogliamo avere qualche chiarimento e soprattutto vogliamo capire come ci attiviamo.
PRESIDENTE. Era la mia stessa precisazione, ma ha fatto bene ad esplicitarla per segnalare la lamentela di chi non è stato inquadrato personalmente.
La comunicazione è che dei Consiglieri: Carancini, Cesetti e Mangialardi non sono stati inquadrati. Il tema è questo. Mi è stato comunicato solo pochi minuti fa, esattamente un paio di minuti prima che fosse stata presentata in maniera ufficiosa la lamentela, che alcuni Consiglieri non sono stati ripresi ed in streaming è andata l'inquadratura generale dell'Aula con in sovrimpressione le generalità di chi svolgeva l’intervento specifico e il contenuto dell’intervento.
Stiamo verificando che questo problema non ci sia per il futuro, il mio potere è quello di regolamentare l’Aula, non quello di seguire la parte tecnica, mi assumono la responsabilità per il funzionamento, lo verificheremo con il prossimo intervento. Se non funziona ci fermiamo, facciamo una sospensione e nella Conferenza dei Presidenti di gruppo decidiamo come andare avanti o meno.
Quello che è certo allo stato attuale è che gli interventi in streaming sono andati, non sono andate le immagini delle persone che li hanno pronunciati.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Guardi, Presidente, il fatto è gravissimo, è evidente che non c'è una casualità, lei ci dovrebbe spiegare come mai la struttura tecnica non ha informato la Presidenza di questo fatto.
Lei sa meglio di me, e non c'è bisogno che lo dica ai miei colleghi, che lo streaming è uno strumento di comunicazione fondamentale fuori da questa Aula. Qui siamo visti da qualche persona, non so se arriviamo alle due mani … Adesso mi inquadrano, come mai prima no? Come mai casualmente prima il Consigliere Mangialardi, il Consigliere Cesetti e il sottoscritto non sono stati inquadrati? Come mai tutti gli altri sì? Non è corretto che il Presidente non sia stato informato di questo fatto, chi ha la responsabilità dello streaming avrebbe dovuto con i mezzi megagalattici della Regione chiamare e dire “Non va lo streaming”. Questo significa non permettere alle persone fuori di ascoltare e vedere chi parla e chi non parla, questa è la realtà, non il fatto personale.
Primo, credo che fin quando non si abbia la certezza che lo streaming, per chi interviene dopo, maggioranza o opposizione, funzioni, non si deve andare avanti; secondo, gli interventi non trasmessi devono essere ripetuti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Presidente, non voglio credere a quello che sto ascoltando, cioè il Partito Democratico sta cercando di bloccare i lavori dell’Aula su uno degli atti più importante della Regione Marche, il piano socio-sanitario, perché lo streaming non riprende la persona così da poter condividere sui social … E’ una cosa ridicola quello a cui i marchigiani stanno assistendo.
Il Partito Democratico che ha lasciato la sanità in macerie sta cercando di bloccare il piano socio-sanitario che i marchigiani attendono da tre anni perché lo streaming non riesce a visualizzare.
Presidente, noi abbiamo un mandato chiaro dai cittadini che è quello di produrre leggi, la Giunta ha prodotto il piano socio-sanitario, l’abbiamo esaminato in Commissione e oggi lo streaming funziona, quindi tutti i marchigiani possono assistere, anche se mi auguro che ci siano meno persone possibili ad assistere a questo spettacolo indecoroso. Da ore ascoltiamo gli interventi, giustamente le critiche che l’opposizione riserva a questo piano, però appellarsi al fatto che lo streaming non funziona e non inquadra la persona … Andate fuori, fate tutti video che volete con il vostro smartphone, ma non impedite i lavori dell'Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso assumo questa decisione: sospendiamo per 10 minuti i lavori, prego i Presidenti di gruppo di riunirsi in Conferenza … No, non mettiamo ai voti questa situazione perché è procedurale, in modo tale da chiarire sia l'aspetto tecnico sia le modalità del proseguimento.
La seduta è sospesa alle ore 13,10
La seduta riprende alle ore 13,35
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Riprendiamo posto in Aula. Nell’ambito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi che si è svolta durante la sospensione dei lavori in Aula, abbiamo accertato che c'è stato un guasto tecnico di una telecamera diretta verso la parte dell'Aula in cui siedono i Consiglieri Cesetti e Carancini, i quali però sono stati inquadrati dalla telecamera centrale, quindi da più lontano, con l’audio in efficienza e con le icone delle loro generalità in basso nella ripresa della telecamera centrale, con la possibilità per l’esterno di sentire, per coloro che vogliono in qualche modo aver contezza delle loro posizioni, i loro interi interventi.
Devo segnalare che anche l'Assessore Saltamartini non è stato inquadrato durante il suo intervento, sia pure con una ripresa migliore rispetto agli altri due Consiglieri che ho appena citato per la posizione centrale che ha in Aula.
Di guasto imprevisto e imprevedibile si è trattato, non certamente di boicottaggio, tra l'altro nell'ultima seduta consiliare anche il Consigliere Borroni ha avuto una situazione simile con l’inquadratura di una sedia vuota durante il suo intervento.
Ci viene segnalato che verosimilmente la difficoltà da parte della regia tecnica, di fare con immediatezza il cambio di postazione e di ripresa di alcune telecamere, è dovuta alle infiltrazioni d'acqua dal tetto, infiltrazioni dovute a piogge che hanno rovinato la regia tecnica delle riprese in Aula, cosa che come Presidente porterò quanto prima all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza.
Riguardo alla richiesta del perché sia stato dato allarme soltanto successivamente allo svolgimento dei due interventi, riferisco che i tecnici hanno fatto tale denuncia appena si sono accorti, non avendo un RVM o una ripresa di ritorno, modalità con cui possono verificare tramite i computer in Aula.
Per oggi i tecnici controlleranno con ulteriore e maggiore attenzione ogni inquadratura durante lo svolgimento di ogni singolo intervento e nel caso il guasto si dovesse ripetere informeranno immediatamente la Presidenza.
Non solo, c’è stato da parte della Conferenza dei Presidenti dei gruppo l’invito ai tecnici a recuperare l’immagine dei due Consiglieri ripresi da lontano con l’icona, in modo tale da permettere una loro reintegrazione complessiva dell’intervento, non solo audio, ma anche video.
Vi prego di fare silenzio. E’ stato chiesto ed è stato ripetuto che durante gli interventi i Consiglieri, che hanno a disposizione solo 12 minuti, devono avere la massima attenzione per poterli compiere in tale periodo di tempo, quindi vi deve essere il silenzio assoluto dell’Aula.
Detto questo possiamo proseguire i lavori con l'intervento del Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Questo piano, è stato detto dai miei colleghi, è una scatola vuota, fa solo vane promesse senza reali prospettive e proposte serie. Non tiene conto in alcun modo dei vincoli economici e di disponibilità di personale, non valorizza chi lavora in sanità, non si occupa di liste di attesa, non affronta con una progettualità coerente il tema delle aree interne, non tratta in modo adeguato l'organizzazione della medicina generale e del sistema di emergenza-urgenza, a cui vengono dedicate due misere paginette.
Si chiama piano socio sanitario regionale ma nell'intestazione non c’è il trattino tra il "socio" e il "sanitario": sembra una inezia, ma il trattino è indicativo di sinergia, coordinamento, integrazione, che manca completamente in questo testo. Basta poi guardare lo spazio dedicato all'area degli interventi socio-sanitari (in termini di analisi e di dati) per capire che è sbagliata completamente l'impostazione di questo documento: solo poche pagine, per lo più descrittive, a fronte delle oltre 500 complessive.
E' totalmente inadeguata infatti l'attenzione che si riserva all'integrazione socio-sanitaria, che presupporrebbe sia il rafforzamento dei Distretti sanitari, sia la coincidenza dei confini di questi ultimi con quelli degli Ambiti territoriali sociali, della quale si evita accuratamente di parlare. E' un grave errore strategico, a maggior ragione perché la programmazione nazionale e regionale sulla non autosufficienza attribuisce all'integrazione socio-sanitaria una rilevanza determinante per il nuovo sistema di soddisfacimento dei LEPS.
Non si fa neanche il tentativo di analizzare lo stato della domanda e dell'offerta dei servizi, né viene indicato alcun impegno programmatico per i tre anni di vigenza del piano. Si dice che "il consolidamento e lo sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali sono una priorità assoluta", ma nel piano non si effettua una rilevazione dei servizi territoriali esistenti, che sarebbe invece fondamentale per provare a superare le importanti criticità e differenze territoriali esistenti. Quali sono, ad esempio, le problematiche presenti sia in termini di quantità che di qualità dell'offerta e come si intende rispondervi nei diversi interventi di sostegno alla domiciliarità, in quelli riguardanti l'assistenza residenziale e nel funzionamento delle Unità multidisciplinari?
Nulla si dice su come si intende potenziare, in termini quantitativi e organizzativi, i servizi di valutazione e presa in carico in tutte le aree (dalla disabilità alla salute mentale, dai servizi consultoriali a quelli per le dipendenze patologiche fino agli anziani non autosufficienti), definendo magari la dotazione minima di funzionamento.
E proprio nell'area anziani (ricordo che sono oltre 380.000 nelle Marche), uno degli ambiti con maggiori criticità, qual è lo stato della domanda? Quali impegni si intendono assumere per garantire risposte adeguate? Dati recenti indicano circa 2.500 persone in lista per un posto nelle residenze. C'è un progressivo invecchiamento della popolazione marchigiana, testimoniata anche dall'appendice statistica di questo piano, ma non si prevedono interventi conseguenti in termini di potenziamento dell'assistenza territoriale e il capitolo dell'Inrca è relegato in uno spazio minimo in fondo all'allegato statistico. Stessa domanda per le demenze per cui non si conoscono lo stato dell'offerta e gli impegni che si intendono assumere nel triennio.
Per quanto riguarda il sistema residenziale, nella lettura del piano non emerge alcuna analisi di come questo sistema stia funzionando e i dati presentati a supporto sono indecifrabili.
Sulle Unità multidisciplinari, ci sono solo un paio di fugaci passaggi, ma non esiste alcuna indicazione circa il loro attuale critico funzionamento e nessun impegno alla definizione di dotazioni minime e figure professionali. Le Unità multidisciplinari sono il perno del sistema di accoglienza, valutazione e presa in carico. Ma devono essere messe nelle condizioni di poter operare. E in particolare per le UMEE, la situazione è molto preoccupante: a fronte di un aumento della richiesta di interventi, si sta verificando una progressiva riduzione degli operatori che comporta notevoli ritardi, diagnosi intempestive e spesso impossibilità di accedere alle cure o ai benefici previsti dalla legge.
Ciò comporta un grave pregiudizio per i minori e le loro famiglie: subiscono ritardi nella valutazione, che rappresenta il primo passo per avviare un percorso di integrazione sia a scuola che negli altri contesti di vita. Ma risposte su questi enormi problemi non se ne danno.
Ugualmente indefinita è la parte riguardante il sostegno alla domiciliarità. Eppure anche solo facendo riferimento alle cure domiciliari, alcuni dati presenti nelle tabelle, offrirebbero indicazioni per successivi impegni programmatici. Ad esempio, quella sul personale dimostra chiaramente che non tutte le figure professionali che compongono il sistema di offerta delle cure sono presenti e quindi alcune prestazioni non sono erogate. Fingete di dimenticarvi che questi interventi sono di livello essenziale e come tali devono essere garantiti. Il piano avrebbe dovuto affrontare queste problematicità garantendo, nei diversi livelli assistenziali delle cure domiciliari, le figure professionali e i conseguenti interventi. Sull'assistenza domiciliare, nel piano, in realtà leggiamo solo un riepilogo normativo di riferimento. Vi ponete come obiettivo il potenziamento dell'Assistenza domiciliare integrata: come? Con quali risorse? Parlate di integrazione di Assistenza domiciliare integrata e Servizio di assistenza domiciliare: qual è il modello di integrazione a cui pensate?
Per quanto riguarda il tema della non-autosufficienza, come bene hanno evidenziato Cgil-Cis-Uil, il piano non propone correttivi alle criticità del sistema della residenzialità e semi residenzialità socio-sanitaria: sotto finanziamento; disomogenea distribuzione territoriale; rette eccessivamente alte in carico all'utente in violazione della normativa nazionale sui LEA socio-sanitari; mancanza dì un vero atto di fabbisogno; assenza di una nuova regolamentazione del Fondo di solidarietà per sostenere in forma diretta gli utenti incapienti, ospiti di strutture socio-sanitarie. E per quanto riguarda il Fondo di solidarietà ribadisco con forza che ancora non avete finanziato nemmeno l'annualità del 2022; questo è un fatto molto grave.
E poi il tema importantissimo della salute mentale, su cui il gruppo del Partito Democratico, in questi anni, ha proposto mozioni e interrogazioni per sollecitare la Giunta ad agire, a fare qualcosa. Quest'Aula aveva anche approvato, nel dicembre 2021, una risoluzione all'unanimità, ma la gran parte degli impegni assunti sono rimasti sulla carta e non sono riportati in questo piano: l'innalzamento della spesa al 3,5% in linea con la media nazionale, la previsione di specifici fondi per la presa in carico, l'implementazione di centri diurni per ogni centro di salute mentale.
Non dite nulla su come intendete ampliare l'offerta di servizi a favore di bambini e adolescenti visto che, nelle Marche, ci sono sole due strutture attive residenziali con centinaia dì ragazzi in lista di attesa.
Sui consultori, non esiste alcuna mappatura che possa verificare quante strutture siano complete di tutte le figure previste dalla normativa, non c'è alcuna previsione di potenziamento degli organici. Non si prevede neanche di rivedere i parametri organizzativi ormai ampiamente obsoleti.
Per quanto riguarda la prevenzione, il testo riprende interamente il piano della prevenzione 2020-2025 senza però attribuirgli risorse ed è evidente un grave sotto finanziamento rispetto agli standard fissati dagli atti normativi nazionali. Mancano decine di milioni di euro all'appello. E ricordo a tutti come già, nella legge di riforma organizzativa dello scorso anno, abbiate retrocesso i Dipartimenti di prevenzione da articolazione principale delle Aziende sanitarie ad uno dei tanti Dipartimenti aziendali. Vi ostinate a non capire che quella della prevenzione è una delle attività fondamentali del Servizio sanitario nazionale, l'unica che può appunto prevenire le malattie e mantenerci sani, salvaguardando la nostra salute.
Sulla prevenzione nei luoghi di lavoro, quest'Aula aveva approvato all'unanimità nel febbraio 2022 una mozione del gruppo PD che impegnava la Giunta ad aumentare le risorse per il finanziamento delle attività di prevenzione e ad incrementare il numero degli addetti. Nonostante diverse interrogazioni successive non avete fatto nulla in questi anni ed incredibilmente non prevedete nulla in questo documento di programmazione, disattendendo completamente l'impegno a cui eravate chiamati dal Consiglio regionale.
Chiudo sul capitolo dedicato al "potenziamento dell'attività del pronto soccorso". Assessore, non è un problema dell’estate e dei turisti, è un problema ormai annoso che voi non siete capaci di risolvere. Rispetto alla situazione in cui versano i pronto soccorso della nostra regione, basterebbe andare a verificare di persona in che girone infernale si viene a trovare chi ha la sfortuna di essere accompagnato al pronto soccorso, peraltro già in condizioni di agitazione emotiva, e deve affrontare ore e ore di fila nelle sale di attesa sovraffollate. Personalmente in questi anni ho presentato interrogazioni sul pronto soccorso di Torrette, di Senigallia, di Jesi, tutti in condizioni di grave criticità. Davanti a una situazione così seria ed inaccettabile, voi cosa proponete? Le stesse soluzioni fallimentari di un anno fa, inattuate o inefficaci. Riproponete la fantomatica figura del bed manager e l'ottimizzazione dell'attesa con più comfort e più informazione che, dopo un anno, è rimasta una delle tante vostre vuote promesse, ma ancora una volta non affrontate la problematica in un'ottica complessiva di rafforzamento delle strutture, di efficientamento della rete ospedaliera (non certo aumentando il numero di ospedali) e di potenziamento della medicina generale, aspetti fondamentali che questa Giunta continua a dimenticare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Acciarri.
Monica ACCIARRI. Innanzitutto saluto l’Aula e ringrazio tutti i Consiglieri regionali che sono intervenuti prima di me, sia quelli di maggioranza, che mi hanno convinto di più, sia quelli di opposizione che mi hanno convinto di meno. Ringrazio l'Assessore alla sanità Saltamartini e il Presidente per lo sforzo fatto e ringrazio il Presidente della Commissione e il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli, così come il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Si è lavorato attorno al documento, quindi va dato atto che dobbiamo ringraziare del lavoro che è stato fatto, posto che tutti noi della maggioranza e della minoranza ci siamo cimentati, però il lavoro maggiore è stato fatto dalle persone che ho citato.
Voglio ringraziare soprattutto l'Assessore alla sanità perché per la prima volta abbiamo un piano sanitario che per fortuna è un piano sanitario aperto, che non dice a priori come vogliamo chiudere la nostra sanità da qui a tre anni. Questo perché il nostro Assessore nella stesura del piano ha fatto tesoro ed ha capito che con una pandemia può cambiare tutto all'improvviso, e si deve cambiare tutto, per cui non avrebbe senso scrivere un piano sanitario in cui mettiamo tutti i dettagli, che pensiamo manchino in questo piano.
Rimango un po' basita perché mi pare che sia la prima volta che l'opposizione non emendi un piano sanitario, eppure sono venute fuori delle cose anche in parte interessanti. Mi sembra strano che non siano stati fatti degli emendamenti, meglio così, significa che alla fine questo piano non convince nella sua filosofia generale, però nello specifico non ci sono questioni forti da emendare, questo ci rasserena e ci rassicura.
Un caposaldo fondamentale qui richiamato: il fatto che l’Assessore non abbia scritto il piano economico finanziario dentro il piano sanitario, ma questo viva Dio non è stato mai fatto, se è stato fatto è stato fatto solo in piccola parte. Se ritenevate che il piano economico finanziario fosse dirimente da questo punto di vista avreste dovuto, a mio avviso, fare un emendamento su questo perché di fondamentale importanza. Tra l'altro non capisco come l’ex Presidente della Giunta, che vi ha rappresentato, abbia potuto governare quattro anni e mezzo senza un piano finanziario dentro al piano sanitario, eppure avete governato per atti, per delibere, per determine, come è normale.
Voi sapete che è un piano sanitario che cerca di raccontare un fabbisogno generale, le problematiche generali, poi è chiaro che la sanità è in continua evoluzione, in continuo cambiamento, quindi quello che era vero 5 anni fa, al di là della parte che ha governato, non lo è più oggi. La sanità è in continuo cambiamento e in continua evoluzione e ci interroga continuamente. Ad esempio, oggi si sta ripensando, anche a livello nazionale, di non fare plessi unici come nel passato si era pensato di fare per ottimizzare la sanità perché nel dopo pandemia abbiamo visto che spesso avere più plessi … Sapendo che questa pandemia, lo sappiamo già dalle previsioni dell'Istituto superiore di sanità e dalle ricerche, probabilmente non sarà l'unica cosa grave che ci troveremo ad affrontare in termini di virus e di questioni importanti, quindi, dobbiamo avere più luoghi dove mettere i pazienti se abbiamo un problema di questo tipo.
A mio avviso siamo stati lungimiranti rispetto al precedente governo regionale che voleva mettere degli ospedali unici. Faccio riferimento soprattutto al mio territorio dove si voleva mettere un ospedale in un piccolo paese del territorio, depotenziando la città di Ascoli Piceno e la città di San Benedetto del Tronto, cosa che nessun governo, né di centro-destra né di centro-sinistra, si è mai sognato, altrimenti non sarebbe vero che al centro di Bologna c'è uno dei più grandi ospedali italiani.
Dico sempre che la sanità è un tema delicato, non è mai tutto nero o tutto bianco, si lavora su zone grigie, si lavora con le questioni che accadono di volta in volta, quindi dobbiamo cercare di fare le cose come il momento storico chiede, con una certa elasticità. Per questo voglio rimarcare l'importanza dell'apertura di questo piano.
Poi si dice: “Non avete ascoltato i territori”, non è vero che non sono stati ascoltati perché i Sindaci sono stati ascoltati, il Presidente ha fatto incontri con i Sindaci, l’Assessore ha fatto incontri con i Sindaci, la Conferenza dei Sindaci ha sempre dato un parere consultivo, ma la Regione ha in capo la programmazione della sanità. E’ vero che dobbiamo ascoltare i Sindaci, le esigenze dei Sindaci perché rappresentano i cittadini di quel territorio, ma è vero anche che a volte occorre ascoltare un po' di più i servizi che dobbiamo dare all'utenza, quindi tenere gli equilibri tra la grande città e il piccolo paese, per vedere cosa dare alla grande città e ai paesi più piccoli e su questo mi sembra che l’Assessore Saltamartini stia facendo un lavoro certosino, puntuale, cercando di rispondere alle esigenze.
Viva Dio, questo non è un piano chiuso alle istanze dell'opposizione, se presentavate qualche emendamento che ci convinceva dal punto di vista dell'arricchimento del piano, magari avremmo potuto anche sposarlo perché non abbiamo un piano chiuso.
Noi abbiamo una ambizione, l'ambizione di una riforma che tende a ridare voce ai territori. Addirittura ci siamo trovati in una sanità in cui siete stati capaci di togliere alle Aree vaste, con una modifica fatta dall’allora Giunta Ceriscioli, la gestione del personale, quindi i Direttori di Area vasta erano dei passacarte che non potevano neanche decidere, se non si rivolgevano all’Asur, di assumere un infermiere. Noi abbiamo voluto ridare dignità ai territori, ai Sindaci, ai cittadini dei territori e l’abbiamo fatto con i fatti, non con quello che scriviamo su un piano sanitario che può essere modificato da atti aziendali, da determine e altro, ma nei fatti noi abbiamo ridato dignità e potere di scelta ai territori.
E’ difficile? Si, è molto difficile, non neghiamo questo, l’Assessore non lo nega, ogni giorno deve cucire e ricamare le situazioni, del resto all’Assessore ed a noi l’onere del governo, all’opposizione l’onere dell’opposizione, ognuno fa il proprio mestiere e cerca di farlo nel miglior modo possibile. Ma non speculiamo dicendo che è la sanità dell’inganno, allora noi dovremmo dire che la scorsa amministrazione in cinque anni ci ha ingannato perché ha approvato un piano sanitario al fotofinish, non ci ha detto quanto avrebbe speso e non c’era il piano economico finanziario. Non l’ abbiamo detto, abbiamo detto che c’era un’eredità da modificare, un'eredità da cambiare, perché cambia la nostra filosofia di sanità, quella più legata ai territori ed ai cittadini e questo abbiamo fatto.
L’ultima cosa la voglio dire sulla mobilità attiva e passiva. E’ chiaro che in assenza di accordi di confine, che le Regioni non vogliono fare sul tavolo nazionale, che per quanto ci riguarda rispetto all’Emilia-Romagna ci converrebbero, nel nord delle Marche soffriamo. L’Abruzzo viene al sud delle Marche, mentre il nord delle Marche va in Emilia-Romagna, ma questo, voglio dire, avviene tra la sanità del sud, del centro e del nord, dappertutto.
Dico che la sanità del sud guadagna molto in mobilità attiva ed ha dato molto in questi anni, adesso cercheremo anche di rinvestire nel nostro territorio le risorse che guadagniamo, facendo i conti con il fatto che vogliamo anche dare un aiuto al pesarese che deve cercare di trattenere i pazienti per non mandarli in Emilia-Romagna, dopodiché sappiamo tutti che esiste una sanità universale che chi ci vorrà andare ci andrà, però dei progetti li metteremo in campo per cercare di fare il meglio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Oggi è una giornata sicuramente molto importante per la nostra Regione perché discutiamo un piano assolutamente degno di nota che guarda al futuro.
Trasformare e ricostruire la sanità regionale per conseguire un vero cambiamento rendendo disponibile a tutti, in tutta la Regione, un servizio sanitario di base, è il nostro obiettivo.
Fin dal 2020, quando la Giunta Acquaroli si è insediata, la riforma sanitaria era al centro dell'azione politica di questa maggioranza, era scritto nel nostro programma “ricostruiamo le Marche”, che ancora disponibile a tutti, qualora qualcuno non avesse ancora preso nota.
Avevamo scritto il primo passo della riforma, un anno fa: "Modifica dell'Asur prevedendo la valorizzazione e il potenziamento delle Aree vaste". Questo obiettivo lo abbiamo raggiunto proprio in questi giorni con la nomina degli ultimi direttori delle Ast a luglio scorso. Abbiamo creato le 5 Ast provinciali che stanno iniziando il loro percorso amministrativo, cancellando l’Asur unica regionale che era lontana dalle esigenze del territorio, tra l’altro i nuovi Direttori finalmente avranno poteri per riuscire a gestire realmente il territorio, Direttori che saranno anche giudicati dai nostri Sindaci perché non bisogna aver paura di quello che il territorio dice su come è gestita la nostra sanità, e noi ci mettiamo la faccia su questo discorso.
Oggi siamo al secondo e importante passaggio che è il nostro piano socio-sanitario regionale delle Marche. Per redigerlo abbiamo tenuto conto delle esperienze e dei dati che abbiamo trovato e acquisito:
- lo studio del fabbisogno fatto dalla Politecnica delle Marche in maniera scientifica ci ha mostrato la vera richiesta sanitaria della popolazione (e non da necessità politiche che erano fino ad ora il faro della sanità regionale targata PD). Una sanità piegata al volere ed alle necessità della politica, questo con noi non accadrà più;
- i dati sanitari che abbiamo studiato e riportato nel piano sono fino al 2019 per un semplice motivo, perché nel 2020 e nel 2021 c’è stato l’evento Covid, che ha fatto da spartiacque tra un prima e un dopo ed ha dato molte lezioni importanti a tutti noi.
Come è nostra abitudine, per l'approfondimento dello stato della sanità regionale, abbiamo svolto incontri con le categorie interessate. Abbiamo organizzato giornate di dialogo ed ascolto con ogni singola struttura ospedaliera delle Marche, con i Sindaci ed abbiamo svolto ben 130 audizioni nel corso dello studio del piano socio-sanitario in IV Commissione, di cui sono fiero di prendere parte e del lavoro svolto dai miei colleghi Consiglieri Ciccioli, Cancellieri, Pasqui e dal Presidente Baiocchi.
Un lavoro lungo, pesante che ci ha portato a delle grandi e belle osservazioni fatte da chi vive la sanità tutti i giorni e anche molte delle sue osservazioni sono state riportate con emendamenti all’interno del piano socio-sanitario che abbiamo votato.
Uno degli obiettivi perseguiti è la drastica riduzione della mobilità passiva che abbiamo ereditato dal Partito Democratico.
Questo obiettivo lo otterremo grazie a tutte le strutture che sono previste dal piano sul territorio regionale: i 4 ospedali di Pesaro, i 3 ospedali di Ancona, i 3 ospedali di Macerata, i 2 di Ascoli Piceno e i 2 di Fermo e con le nuove strutture in via di costruzione e in procinto di inizio lavori: come i nuovi ospedali di Macerata (costruzione che avverrà durante l’amministrazione dell’attuale Sindaco), Pesaro e San Benedetto del Tronto.
Sempre nel programma 2020 c'era scritto: "Nuovo piano socio-sanitario 2021-2023, basato su principi di integrazione tra sanità e sociale, assistenza diffusa e strutture minori diffuse su tutto il territorio". E ciò è veramente quello che stiamo tentando di fare con l’applicazione del DM 77, con gli ospedali di comunità, con le case della salute e gli ospedali di base, contrariamente all’enorme errore dell’ospedale unico, che abbiamo immediatamente tolto, targato Partito Democratico. Secondo me, qualora nel 2020 avesse vinto le elezioni, con le ingenti risorse economiche che questo periodo vede, quell’errore irreversibile sarebbe stato fatto e grazie a noi questa situazione non si verifica, riuscendo con questo piano a diluire tutta la sanità di base su tutto il territorio con delle eccellenze, come Torrette, che è un centro che deve essere potenziato.
In generale possiamo affermare che la riforma sanitaria che avevamo promesso è stata realizzata e nell'andare a regime avrà degli effetti benefici per la nostra regione, per cui non posso fare altro che fare i complimenti alla maggioranza, all’Assessore Saltamartini, per come ha lavorato e per tutto l’impegno che ha messo nello svolgere questo piano, non meno al Presidente Acquaroli che ha dato una parola, l’ha scritta e la sta mantenendo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Parlare oggi di sanità regionale, dopo la sequela di riscontri negativi per i quali in questi ultimi anni le Marche hanno fin troppo spesso avuto l'onore delle cronache, è molto deludente.
Non passa giorno che la stampa ci restituisca notizia di disagi e disservizi a carico di pazienti: ore di attesa nei pronto soccorso, visite di prevenzione e controllo con liste interminabili o proprio impossibili da prenotare.
La stessa insoddisfazione che possiamo registrare parlando con il personale socio-sanitario chiamato nel quotidiano ad offrire un servizio e a farlo sopra le forze, in condizioni al limite: turni massacranti, carenza di posti letto e attrezzature.
Un problema serio che il Partito Democratico non vuole certo strumentalizzare politicamente, ma che necessariamente pone delle domande sull’efficacia delle vostre scelte.
Con la controriforma sanitaria avete soppresso Asur e Marche Nord creando 5 Aziende territoriali a perimetro provinciale; i risultati di questa operazioni sono sotto i nostri occhi, sono stati la paralisi dell'attività degli uffici di fatto rimasti non operativi per mesi e l’aumento dei costi a carico della spesa sanitaria regionale.
E nonostante l'Assessore Saltamartini continui a sbandierare come una sua vittoria il posizionamento delle Marche nella graduatoria delle Regioni benchmark in sanità, devo ricordargli e ricordarvi, che questo riconoscimento, come gli altri riscontri positivi che pure avete ricevuto, non sono merito delle nostre politiche, ma derivano da scelte della precedente amministrazione che tanto avete criticato e di cui oggi vi prendete tutti i meriti.
Altro dato su cui riflettere è il mancato miglioramento della gestione delle liste d’attesa, il cavallo di battaglia e il leit motiv di tutta la vostra campagna elettorale.
E’ evidente quindi che, dalle promesse della campagna elettorale ad oggi, dopo quasi 3 anni di governo, non siete riusciti a proporre nulla di nuovo e costruttivo, nessun intervento strutturale che riesca a sollevare le sorti di una sanità regionale che sta andando in frantumi. Tant’è che ancora oggi continuate a proporre ai marchigiani libro dei sogni.
Vi ricordo io quali erano le vostre promesse:
- riapertura dei punti nascita;
- interventi sulla sanità territoriale o su quelli che voi avete definito in campagna “piccoli ospedali”. Faccio notare come il concetto di piccolo ospedale che viene propagandato sia stato in realtà una presa in giro nei confronti degli elettori marchigiani, un voluto equivoco dato che risulta evidente che sarà ridata la H a nessuno di questi piccoli presidi ospedalieri che in realtà sono le stesse case della salute che già la precedente Giunta aveva previsto. Con la differenza che non tutte quelle che erano state pensate sono state ad oggi effettivamente finanziate. Assessore, non so se lei ha capito bene quello che c’era scritto nella delibera che ha citato di agosto 2018 che ha letto con grande enfasi, lì c’era scritto che gli ospedali, ed abbiamo detto con grande onestà intellettuale che eravamo costretti a chiudere, sarebbero stati trasformati in case della comunità, quindi glielo ripeto, anzi glielo ricordo: noi siamo stati costretti a cancellare i 13 ospedali e a trasformarli in strutture territoriali, voi invece eravate quelli che in campagna elettorale dicevate di avreste trasformato quelle strutture territoriali in ospedali e di questo non c'è traccia nel vostro piano;
- recupero della mobilità passiva che invece è aumentata. Non so Consigliere Borroni in quale mondo vive, che dati legge, ma in realtà non solo è aumentata la mobilità passiva, ma sono state sconcertanti in questo senso le dichiarazioni dell'Assessore Saltamartini che ha detto di poter compensare l’esodo di marchigiani, che si rivolgono alla sanità di Regioni più efficienti, solo attraendo pazienti dalle Regioni del sud, Calabria in testa. Questa è una chiara ammissione dell’incapacità di proporre una sanità di qualità per i suoi stessi cittadini;
- la riduzione dei tempi d'attesa al pronto soccorso, ma non passa giorno che dai giornali non arrivano notizie di disagi e attese interminabili;
- riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie specialistiche e ospedaliere che purtroppo non sono migliorati rispetto al passato.
E’ vero, la precedente Giunta non era riuscita a garantire un approccio soddisfacente e noi del Partito Democratico chiediamo scusa, credo che sia giunto il momento di farlo, chiediamo scusa ai marchigiani per tutto quello che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a realizzare, ma è anche vero, ad esempio, che con la Giunta precedente non ci sono mai state liste d’attesa per gli interventi chirurgici, compresi quelli oncologici, che rappresenta invece un vostro triste primato. Sì, Assessore, lei intanto ha smesso di ridere, lei sa che quello che dico è vero ed è gravissimo.
Sono fermi al palo anche il potenziamento dei servizi integrati per le cure palliative, la piena applicazione del piano regionale della cronicità, il piano di rafforzamento dell’assistenza domiciliare e territoriale, della medicina del territorio e della rete integrata dei medici di base, ma anche la riorganizzazione e l’implementazione del personale sanitario.
Insomma, tante annunciazioni, ma pochi fatti.
Dichiarate che la vostra politica sanitaria è tarata sui bisogni dei singoli, sulla valorizzazione dei territori, su una sanità di qualità per tutti, nessuno escluso. Ma poi, leggendo il piano, la nota macroscopica che emerge è la mancata previsione di risorse economiche e di quel personale aggiuntivo necessario a far funzionare proprio le nuove strutture ospedaliere che avete programmato.
E’ andata via la Consigliera Acciarri, forse le è sfuggito che invece nel Defr la copertura finanziaria c’era e che il piano, a cui lei ha fatto riferimento, non è nient'altro che un aggiornamento al piano precedente.
Quindi, sulla scorta di questo, come potete pensare di presentare oggi un piano ad invarianza finanziaria? Con quale onestà intellettuale?
Entrando poi nel dettaglio dei contenuti, ci tengo a ricordare che il gruppo del Partito Democratico si è da tempo messo al lavoro con un pacchetto di provvedimenti che pongono l'accento sul tema della prevenzione, anche in una logica di medicina di genere, dando voce alle esigenze delle donne.
L’atto che andiamo ad approvare oggi non ha nemmeno la dignità di essere definito un atto per questo motivo ed è proprio per questo che noi non riusciamo nemmeno ad emendarlo, noi voteremo contro lanciandovi un appello: ritiratelo prima possibile e se non lo doveste fare vi invitiamo quanto meno a riprendere a settembre, da subito, le nostre proposte. Ve ne cito alcune: la proposta di legge di riforma dei consultori, a nostro avviso fondamentale per la sanità territoriale che punta a restituire valore al ruolo centrale, pubblico e gratuito per cui sono stati pensati; consapevoli che la salute non è neutra abbiamo depositato la proposta di legge 64/2021 sulle pari dignità perché vogliamo che anche in medicina venga applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire il miglior trattamento; continuo citando la proposta di legge 149/2022 “Norme per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere” che individua i consultori familiari come centri di riferimento per la promozione e la tutela della salute di tutti: donne, adolescenti, famiglie tradizionali e non, persone transessuali, travestite e trans gender; o ancora la proposta di legge 122/2022 che prevede misure per il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario; infine ricordo la mozione 246/2022 per il riconoscimento di fibromialgia, sensibilità chimica multipla, vulvodinia e neuropatia del pudendo come malattie croniche e invalidanti. Perché anche queste patologie, come l'endometriosi, nonostante siano croniche e invalidanti ,oltre che tipicamente femminili, non sono inserite nei Lea.
E allora, Assessore Saltamartini, se è vero che lei ha a cuore la salute delle donne, perché non si attiva per garantire la discussione e l'approvazione immediata di queste proposte di legge?
Oltretutto, sappiamo bene quanto una buona e costante attività di prevenzione incida positivamente sui bilanci della sanità, oltre che, ovviamente, sul benessere delle persone.
Considerato che, come possiamo anche oggi dimostrare, quando è di vostro interesse convocate sessioni urgenti ed estive, chiediamo che anche per agli atti appena citati venga riservata la stessa attenzione.
Per dimostrare quanto inganno c’è nel piano, un bell’esempio torna ad essere proprio quello dei consultori per i quali tra gli obiettivi di medio termine troviamo: “il rafforzamento delle equipe territoriali, l’aumento della capacità attrattiva dei consultori, la necessità di garantire il rispetto dei Lea”, tutto molto condivisibile, ma, ancora una volta sia gli operatori sia i cittadini si chiedono: ma come pensate di raggiungere questi risultati, con quali risorse, con quale personale, con quali investimenti?
E se è vero, come dite, che volete garantire la sanità di prossimità, quale migliore occasione avreste avuto per prevedere l'adeguamento del personale che proprio in quelle strutture opera? Non vorrei che invece voi intendeste privatizzare anche i consultori e magari avete già in mente di fare una convenzione con alcune strutture private. Per non parlare anche dell’interruzione volontaria di gravidanza, su questo avremo modo di ritornarci.
Credo che dobbiamo dire ai cittadini marchigiani oggi la verità, ovvero che non ci sono le risorse per curarli, per guarirli e per fare prevenzione. Come ha detto anche il Consigliere Cesetti: ora il re è nudo ed è chiaro che la Giunta regionale non è in grado di salvare la sanità pubblica. Quindi, quello che lei può fare, Presidente Acquaroli, e deve fare da oggi è andare a Roma, far valere la filiera istituzionale e chiedere risorse al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro della salute perché l’unica cosa positiva di questo piano è averlo approvato a tre anni dalla fine della legislatura, quindi non avete alibi per non realizzarlo.
Questo piano è un libro bianco e nei prossimi tre anni scriveremo tutto quello che verrà davvero realizzato da oggi alla fine della legislatura, e rispetto al passato tanto c’è della Giunta Spacca in questa Giunta, mi riferisco ad esempio all’ex Vicepresidente, unico Consigliere eletto e anche la sedicente Assessore Ombra di XY per oltre 5 anni e che oggi viene qui a darci tante belle lezioni, anche se non mi sembra, oltretutto, che abbia lasciato un bel ricordo. Oggi quella sedicente Assessore viene qui e ci dà lezioni …
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Il piano che stiamo discutendo oggi in Consiglio è stato approvato con delibera di Giunta n. 709 del 25 maggio 2023, consta di oltre 500 pagine e se consideriamo che lo stiamo discutendo l'8 agosto, mi pare chiaro che non c'è stata la volontà di questa maggioranza di lavorare in sinergia con la minoranza e con i portatori di interessi in maniera costruttiva.
Lo scopo del piano socio-sanitario è di individuare gli obiettivi strategici relativi alla salute ed al funzionamento dei servizi per soddisfare le esigenze specifiche della popolazione, ponendo degli obiettivi prioritari che si vogliono raggiungere a breve, medio e lungo termine, soprattutto però dobbiamo chiederci: con quali risorse si ritiene di poterli ottenere?
Le risorse in questo documento non vengono per nulla contemplate, inoltre nella vostra informativa, pubblicata sul sito della Regione Marche in merito al piano socio-sanitario, avete sottolineato che il piano definisce programmi strategici rivolti a garantire i livelli essenziali di assistenza che hanno un carattere trasversale a tutti i settori assistenziali, prevedendo degli obiettivi il cui conseguimento è necessario per creare le migliori condizioni in termini strutturali, organizzativi, tecnologici per l'attuazione delle specifiche azioni di miglioramento.
Ma come si vogliono raggiungere gli obiettivi ad invarianza finanziaria in un settore già al collasso? E’ chiaro che state presentando oggi a questa Aula e ai cittadini l'ennesimo libro dei sogni, dove i servizi rimangono l'eccellenza e l'efficacia solo sulla carta.
Il piano proposto è concentrato in maniera preponderante sulla sanità, tralasciando ogni intervento riguardante il settore socio-sanitario. Non viene recepita in nessuna forma la legge delega sulla non autosufficienza, la legge 33 del 2023, rimanendo in questo ambito nel testo si prevede di rivalutare tutti i pazienti presenti nelle strutture residenziali al fine di valutare l'appropriatezza, ma non viene specificato con quali criteri verrà fatta tale rivalutazione né tanto meno si conoscono le liste d'attesa per l'accesso alle diverse strutture.
Il piano socio-sanitario inoltre non mette in atto una vera e propria programmazione sanitaria e socio-sanitario della regione, necessaria e fondamentale per raggiungere gli obiettivi, pertanto stiamo discutendo un documento complesso, generico, inutilmente pletorico, ridondante nella sua stesura e poco efficace nel raggiungere gli obiettivi che si prefigge, soprattutto quando si parla di sviluppo delle strutture territoriali, come contemplato nel D.M. 77, in merito alle 29 case di comunità e ai 9 ospedali di comunità, tanti se ne possono attivare nelle Marche. Proprio su queste strutture ritengo fondamentale che ci debba essere più chiarezza e trasparenza, sia per quanto riguarda l'utilizzo dei finanziamenti già previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza nella Missione 6, innegabilmente insufficienti per attuare quanto previsto dal D.M. sopracitato, sia per quanto riguarda i criteri e le modalità di sviluppo e l'operatività di tutte queste strutture anche in termini di copertura dell'assistenza territoriale.
Purtroppo le lacune di questo piano non finiscono qui, diverse associazioni intervenute in audizione hanno fatto notare che nel piano manca la descrizione in termini di operatività di alcune strutture, quali ad esempio le cosiddette country hospital, che invece nelle schede in appendice al piano risultano come strutture esistenti e programmate. Si tratta di una svista? Mi auguro sia così. E’ comparso comunque già ieri un emendamento che non so se è tra quelli che saranno ritirati o meno o se verrà fatto un ordine del giorno apposito così per accontentare qualche territorio.
Nel merito, non si individuano neanche specifiche direttive sulla collocazione né tanto meno si fa cenno alla programmazione del fabbisogno di specialisti e di medici di famiglia di cui necessita la popolazione, con il rischio di avere delle bellissime nuove strutture sanitarie, ma senza personale medico e infermieristico.
Nella sezione 2 “Assistenza territoriale: l'ampliamento dei servizi di prossimità territoriali e domiciliare delle cure intermedie”, si parla della rete socio-sanitaria, in particolare si dice che si rafforzeranno gli interventi a sostegno della domiciliarità con prese in carico e individuazione dei percorsi di supporto alla stessa, a sostegno dei caregiver familiari in base alla delibera di Giunta regionale 1028/2021 e ai commi 254 e 255 della legge 205/2017. Si asserisce che a tutto ciò sarà data piena attuazione, così come l'integrazione della rete socio-sanitaria con le politiche sociali, allo scopo di mantenere la persona fragile nel proprio contesto di vita, valorizzando anche il lavoro di cure e assistenza svolto dalla famiglia e dai caregiver familiari.
Anche nel paragrafo 2.12 “Disabilità e non autosufficienza” si parla di sostegno dell'attività di cura e assistenza dell'attività dei caregiver. Pertanto, preso atto del ruolo centrale che assume nel piano regionale la figura dei caregiver familiare, professionale, formale, per il raggiungimento degli obiettivi a sostegno della domiciliarità, sono fortemente preoccupata poiché ancora una volta non vi è traccia nel piano delle risorse finanziarie e umane a sostegno di questa iniziativa a meno che quando si parla di sostegno, supporto, valorizzazione, ci si riferisca esclusivamente al supporto e al sostegno morale e non materiale e finanziario. Ma fin qui siamo tutti bravi.
Sono ancora più preoccupata se andiamo a controllare il trend degli ultimi due anni relativo al fondo caregiver familiare che ha visto, con la delibera di Giunta regionale 1028/2021, prevedere un ammontare in dotazione ai Comuni superiore del 60% rispetto al fondo caregiver familiare stanziato con la delibera di Giunta regionale 1623/2022, mentre per il 2023 non si hanno ancora notizie se si continuerà ancora con un trend al ribasso. Vorremmo sapere già da ora quali sono le intenzioni di questa maggioranza e se darà seguito ai propositi inseriti nel piano o si rivelerà anche questa mera propaganda.
Mi chiedo con quale logica si intendano attuare e attivare tutte queste strutture senza le risorse economiche che possono garantire l'assistenza necessaria, la sicurezza, l'efficacia e l’efficienza.
La carenza del personale è un problema di cui si è parlato più volte in questa Assemblea, ma purtroppo noto che non è stato recepito da questa Giunta. L'emergenza da Covid 19 ha evidenziato l'assoluta urgenza di intervenire su questo fronte, occorre rafforzare la dotazione organica con medici, infermieri e personale di supporto, occorre stabilizzare il personale precario, occorre intervenire sul superamento del tetto di spesa per il personale, e su questo il Governo Meloni è fermo al palo; occorre riequilibrare i fondi contrattuali con uno stanziamento di risorse aggiuntive, reso più urgente dal superamento dell’Asur e dall'avvio delle Aziende sanitarie territoriali.
Sul personale occorre intervenire subito e bene, non dimentichiamo che l'inaccettabile disparità di trattamento tra i medici dipendenti del servizio sanitario e i cosiddetti gettonisti ha causato e sta causando la fuga dal servizio pubblico.
Altro tema che non è stato trattato in maniera approfondita riguarda il problema delle liste d'attesa, tutti i cittadini devono avere accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno e dove ne hanno bisogno. Il ricorso alla libera professione e al convenzionato deve essere una libera scelta del cittadino, invece è diventata una necessità e può permettersela solo chi è sufficientemente benestante.
Nel piano ho visto solo una lunga elencazione di adempimenti burocratici senza nulla di concreto. Solo attraverso dei finanziamenti dedicati e una riprogrammazione del rapporto pubblico-privato, rivedendo il convenzionamento con le strutture private sulla base dei reali bisogni di salute della popolazione, si potranno ridurre le disuguaglianze di accessi ai servizi. Il potenziamento dell'offerta pubblica determinerebbe conseguentemente una riduzione della mobilità passiva.
Avete e abbiamo una responsabilità: salvaguardare la sanità pubblica, ma vedo invece che il vostro indirizzo è allineato a quello del governo nazionale, ossia privatizzare.
Altro punto che ho trovato carente nel piano riguarda l'emergenza-urgenza, nel paragrafo 4.2 viene definito uno dei pilastri del sistema, peccato però che dopo non viene più menzionato se non in poche occasioni quando si parla di un contenitore regionale, senza però far riferimento a cosa debba contenere, inoltre non si fa nessun cenno a come risolvere il problema degli accessi inappropriati, degli intasamenti e delle attese interminabili nei pronto soccorso.
Potrei continuare all'infinito a sottolineare le mancanze di questo piano, ma preferisco fermarmi qui anche perché ritengo che il piano socio-sanitario regionale che stiamo discutendo non sia da emendare, Consigliera Acciarri, ma sia da riscrivere completamente. Solo riscrivendo da capo questo documento potremo restituire dignità alla sanità pubblica della nostra regione.
Visto che mi sono avanzati due minuti vorrei dire che la delusione e il rammarico di cui parlano i sindacati in maniera unitaria all’interno della lettera che hanno inviato ieri a tutti noi, è anche la mia, è quella del Movimento che rappresento, è quella di tutti coloro che numerosi il 15 luglio, sfidando un caldo terribile, erano in piazza a manifestare ad Ancona.
Qualcuno ha già parlato della bocciatura da parte del Crel, che non penso che sia un ente politicizzato, come qualcuno ha voluto suggerire. Comunque questa delusione e questo rammarico vi assicuro che sono anche di quei tanti cittadini e tanti comitati che allarmanti ci hanno contattato in queste ore, anche e soprattutto sconsolati perché molti di questi vi hanno sostenuto. Quindi la delusione è doppia per loro.
Riassumendo solo per titoli, vi ricordo anch'io le promesse che avete fatto in campagna elettorale, l’avete promesso, scritto nero su bianco, in programmi elettorali di alcuni di voi, alcuni non sono neanche Consiglieri, ma sono in Giunta: riaprire i piccoli ospedali dell'entroterra; valorizzare il personale dipendente del servizio sanitario; aumentare i posti letto; tagliare le liste d'attesa; potenziare la sanità territoriale e la rete del 118. Avete promesso di ridurre la mobilità passiva e di difendere la sanità pubblica dalle privatizzazioni.
Abbiamo superato metà mandato, siamo arrivati all'approvazione del piano socio-sanitario, secondo me, senza tema di smentita, posso affermare che tutte queste promesse ad oggi non sono state mantenute e difficilmente lo saranno con un piano di questo tipo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Prima di tutto un richiamo al metodo del dibattito, lo abbiamo fatto altre volte, però forse è utile ripetere, capisco benissimo le osservazioni critiche di un’opposizione, che sono non solo legittime ma anche molto spesso utili, ma non capisco perché si debba arrivare a parlare di inganno fatto nei confronti della popolazione, non capisco perché si debba arrivare a parlare di tradimento fatto nei confronti della popolazione.
Io dico che la critica nel merito è giusta, ma bisogna avere anche un briciolo di lealtà nei confronti della popolazione che ascolta, una popolazione che sentendo queste argomentazioni fa emergere dentro di sé uno stato di panico. Anche il fatto di dipingere un territorio che sembra essere al collasso, dà un'immagine verso l'esterno del nostro territorio che non solo non è corretta, ma porta a fare il male verso l’esterno di questo territorio. Quindi dico che nel momento in cui interveniamo ricordiamo di essere leali nei confronti di un territorio e di una popolazione nel quale abbiamo l'orgoglio e la fiducia di continuare a vivere, lavorando insieme per migliorarlo. Tanto più che quando parliamo di questi termini ci riferiamo a persone che soffrono, che hanno bisogno di cure, che hanno delle patologie, davanti a loro credo sia più utile un approccio il più oggettivo possibile, il più complessivo possibile.
E a questo scopo ci viene da dire quello che abbiamo detto finora, ovvero che se parliamo di sanità un approccio oggettivo, il più complessivo possibile, non può prescindere dal ricordare alcuni processi che sono in corso a livello sovraregionale, che coinvolgono e penalizzano tutte le Regioni, di centro-destra, di centro-sinistra, e sono ad esempio: i tagli che la sanità ha subito nei decenni passati, anche in attuazione di politiche europee, la questione dei tetti al personale, la carenza del personale, del numero chiuso per l’accesso a certi percorsi di laurea, il presentimento che alcune emergenze che si sono susseguite in maniera sempre più continua nel tempo, portano poi alla conduzione della …
Dico che c’è però anche un livello regionale, le scelte prese negli anni precedenti dalle Giunte passate, a noi ci viene da dire, con uno sguardo il più possibile oggettivo, che talvolta sono state assunte non ancorate alle reali esigenze di un territorio, ma sono state prese delle scelte che forse erano motivate più che altro da prese di posizione di parte, motivazioni politiche nel senso deteriore del termine, forse posizioni di campanile. Il segnale che certi personaggi organici al partito ad un certo momento della loro vita scompaiono dalla vita politica e poi ricompaiono ai vertici di alcuni soggetti della sanità privata, questo è un segnale che forse ci fa dire che alcune scelte non sono state prese seguendo le esigenze della popolazione, ma altre esigenze, forse più personali.
In questo contesto però una miopia va ricordata a tutti, a beneficio di tutti, la miopia di alcune Giunte passate su quello che stava accadendo perché la mobilità passiva è andata a crescere, a posizionarsi su numeri pesanti che minano il funzionamento del sistema sanitario regionale.
Poi la miopia delle Giunte passate sui pensionamenti dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che erano esorbitanti rispetto ai nuovi ingressi in queste professioni; poi la miopia dell'arretratezza su alcuni temi, penso ad esempio, per dirne uno, come è stato appena detto, al fascicolo sanitario elettronico. La Regione Marche si presentava al 2020, al nostro arrivo, come una delle ultime nelle classifiche nazionali in quanto ad utilizzo di questo strumento. Poi a livello regionale anche la direzione che si stava prendendo, la direzione dell’ospedale unico, convogliando gli investimenti su un unico ospedale, è evidente che direttamente o indirettamente si arrivava a ridimensionare tutto il resto, laddove non sarebbero arrivate risorse.
In un contesto delicato, quello della pandemia, la nuova Giunta e la nuova maggioranza hanno continuato in questi anni ad elaborare iniziative.
La pandemia fino alla primavera del 2022 ha evidentemente calamitato le attenzioni di tutti. Mi piace ricordare che in quel tempo qualcuno dal Partito Democratico parlava di una Giunta che stava riducendo le Marche a lazzaretto a cielo aperto, sempre volendo dare un'immagine positiva e piena di fiducia nei confronti di questo territorio rispetto all'esterno, in quello stesso lasso di tempo invece io ricordo una Regione Marche che primeggiava tra le Regioni italiane in quanto a somministrazione di vaccini, sperimentazione di cure alternative, eccetera.
Voi parlate di tradimento della parola data da parte nostra, io dico che non c'è miglior argomentazione per rispondere a questa vostra indicazione che ricordare quello che è accaduto in questi due anni e nove mesi, cioè le cose fatte. Allora ricordiamole velocemente insieme: anzitutto il fatto di ancorare le scelte politiche alle reali esigenze del territorio e della popolazione come abbiamo detto prima, e questo è avvenuto ad esempio con uno studio del fabbisogno come forse mai era stato fatto prima, anche con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche e di altri importanti e autorevoli soggetti.
E poi la questione dell'armonizzazione e dell'efficientamento della committenza al privato che si sta studiando; la riforma Asur, che è un passaggio che porta appunto ad ancorare le scelte politiche alle reali esigenze del territorio perché avvicina le scelte al territorio su cui poi quelle stesse scelte hanno effetto.
E poi questa riforma fornisce un margine di manovra e più strumenti ai Direttori delle Ast e rende sempre più strutturale e continuativo il confronto e la cooperazione con enti locali e portatori di interessi. A questo scopo ricordo anche che solo il 17 luglio scorso è stato concluso il rinnovamento totale di tutti i Dirigenti delle Aziende, delle Ast, Dipartimento e Ars, scelte basate sulla professionalità e a loro va il compito, ovviamente insieme a noi, di attuare quella riforma e per questo credo che sia doveroso mandare loro il nostro augurio.
A queste aggiungo l’Istao che conducendo un'analisi sull’efficientamento della spesa sanitaria. Non ospedali unici in questi mesi, in questi anni, ma un master plan dell’edilizia ospedaliera che supera il miliardo di euro per investimenti diffusi sugli stabilimenti ospedalieri: un avanzamento delle progettualità del Salesi, ma ben sappiamo in mezzo a molte difficoltà del nostro tempo, e dell'Inrca. Ho sentito dire che per l’Inrca c'è solo una pagina, mi piace ricordare che per l’Inrca c'è una struttura che è in piedi e nel 2020, quando invece ci avete consegnato questa Regione, non esisteva, non c'era neanche un pilastro.
Il tema del personale in questa regione: 155 borse di studio per i medici di medicina generale solo quest'anno con 3,7 milioni di euro di risorse regionali che si aggiungono alle 111 borse dello scorso anno, ai 42 contratti di formazione per medici specialistici.
Tutto è peggiorato dice qualcuno dal Partito Democratico, a noi non pare, è vero, la valutazione ministeriale dei Lea porta la Regione Marche al quinto posto, come forse era già stata prima, e va bene, il riconoscimento dell'Ospedale di Torrette come il migliore ospedale pubblico italiano secondo Agenas. Sono dati in evoluzione che ovviamente si costruiscono negli anni e con il tempo, infatti non li cito per dire che questa maggioranza ha il merito di aver raggiunto questi risultati, lo dico perché sono orgoglioso, fiero e fiducioso di vivere in un territorio in cui ci sono eccellenze, operatori sanitari, Sindaci, enti locali, associazioni, cittadini, persone che sanno di camminare insieme verso un destino comune.
Si può sempre fare di più, si può sempre fare di meglio, in questo piano gli indirizzi che ci porteranno sicuramente a fare di più e a fare meglio.
Per la prima volta il piano si fonda e si sviluppa intorno all'analisi scientifica della domanda di sanità della popolazione marchigiana, c'è l'obiettivo di recuperare la mobilità passiva e consolidare e sviluppare il sistema integrato dei servizi territoriali, poi l'obiettivo dell'innovazione e digitalizzazione del sistema sanitario, tutti indirizzi politici che sono presenti in un piano che è appunto di natura programmatica.
La storia del piano economico collegato alla piano sanitario è una bufala, a memoria non esistono dei piani sanitari di questo tipo che hanno un piano economico, non confondiamo insomma programmazione e gestione, per piacere.
Oltretutto voi parlate di un elenco di promesse che non verranno mai realizzate, da che pulpito questa affermazione, se ci sono piani non attuati a me vengono in mente i piani vostri!
Io dico che saremo migliori e sono più positivo, queste Cassandre non mi piacciono, si farà sicuramente di più e si farà meglio.
Due anni e nove mesi, è stato impostato un metodo nuovo di lavoro, fatto di confronto continuo e strutturale, analisi scientifiche e rapporti con enti autorevoli, sono state poste le basi per un’epocale riforma ordinamentale del sistema sanitario, c'è stato un rinnovamento generale del personale dirigente, l’individuazione di nuovi indirizzi politici con questo piano, al quale seguiranno evidentemente gli atti aziendali e le delibere attuative.
Dico che non viviamo in un territorio in cui tutto va male, viviamo in un territorio in cui ci sono delle eccellenze straordinarie, viviamo in un territorio in cui si sono degli operatori sanitari da rispettare, dove ci sono dei Sindaci che vogliono il bene della loro comunità, dove ci sono tante persone perbene che vogliono dare un contributo verso il bene comune, è evidente però che ci sono delle sfide enormi, le sfide del nostro tempo: vivere in una società globale, dove è difficile per chi fa politica incidere in un contesto in cui la sovranità della politica viene in qualche maniera ad essere sfumata. C'è una società complessa con bisogni crescenti, bisogni che oltretutto sono in continua evoluzione, c'è una società che è frammentata che va ricondotta ad essere una comunità improntata ai valori della solidarietà e dell'uguaglianza. In questo cammino noi ci siamo, spero che ci siate anche voi.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare di cuore la Giunta, il Governatore Acquaroli, l'Assessore Saltamartini per il grande lavoro che è stato fatto nel redigere questo piano sanitario e ovviamente non posso dimenticare la IV Commissione, il Presidente Baiocchi e tutti i componenti, i relatori che oggi hanno illustrato questo atto, i Consiglieri Ciccioli e Mangialardi.
Secondo me questo è un gran giorno, oggi in quest’Aula stiamo facendo qualcosa di grande e lo dico in modo soddisfatto. Oggi sono soddisfatto non tanto come Consigliere regionale di maggioranza, ma francamente come cittadino marchigiano e la mia soddisfazione viene dal fatto che si è andati verso una direzione che credo, come ha ricordato anche poco fa il collega Ausili, non sia quella tragica che qualcuno ha voluto dipingere in questa Aula o che qualcuno ha fatto intravedere nelle varie conferenze stampa e negli articoli che sono stati pubblicati in questi giorni.
Posso capire in alcuni casi anche il livore dell'opposizione, o la rabbia che l'opposizione ha perché vede che questa amministrazione sta andando avanti con un processo che era stato annunciato anche nella campagna elettorale del 2020, senza nessuna promessa vana, in realtà con delle cose concrete che oggi pian piano e con tutta la fatica di questo mondo …, perché nessuno dice che non ci possono essere degli ostacoli nel percorso che uno vuole portare avanti, però stiamo portando avanti un progetto in modo lineare e oggi con l'approvazione del piano socio-sanitario regionale andiamo a completare a livello di programmazione il percorso iniziato con l'approvazione della riforma sanitaria, avvenuta l'anno scorso più o meno di questi tempi, quando ancora non ero presente in Aula.
Una svolta epocale dopo 20 anni: l'abolizione dell’Asur unica, la creazione delle Ast che oggi hanno iniziato a lavorare a pieno anche con la nomina di tutti i Dirigenti, quindi un percorso che continua in modo serio.
Come al solito ci troviamo spesso a dire le stesse cose, ma ritengo che sia davvero un record che in 200 pagine di piano socio-sanitario non ci sia una sola cosa che sia giusta, è un record del mondo questo! Mi rivolgo ai pochi membri dell'opposizione che sono seduti in questo momento in Aula, ritengo che questo sia un record e dire che non ci sono emendamenti dell'opposizione perché questo piano non è emendabile, perché tutto è fatto male, mi sembra davvero una cosa fantasmagorica, qualcosa che ha dell'incredibile.
Ritengo, invece, che questo piano abbia avuto un percorso serio, di condivisione nel modo più assoluto perché so benissimo, ma lo sapete anche voi, tutti gli incontri che il Governatore Acquaroli e l’Assessore Saltamartini hanno fatto sui territori, nelle Aree vaste, incontrando i protagonisti che potevano essere coinvolti nella stesura di questo Piano, i cosiddetti portatori di interessi, parliamo dei Sindaci, degli amministratori locali, dei sindacati, degli operatori, parliamo di tutte quelle persone che sono portatori di interessi rispetto al piano.
La Commissione presieduta dal Consigliere Baiocchi ha fatto più di 130 audizioni, non so se nella storia c’è un atto che abbia avuto tutte queste audizioni e la volontà, la determinazione anche nel dare ascolto a tutti, cercando di apportare migliorie laddove possibile.
Secondo me questa è una programmazione seria, al contrario di quanto sia avvenuto negli anni della precedente amministrazione e se oggi siamo arrivati a questo livello ci sarà un motivo. Non ci siamo arrivati perché c'è qualcosa di strano, una congiuntura particolare, o questa amministrazione, come ho detto prima, non è capace di fare nulla, se siamo arrivati a questo punto è perché evidentemente c’è stata una mancata programmazione negli anni precedenti, io lo spiego così, poi, per carità, ognuno ha il proprio pensiero.
Ma non solo, aggiungo anche, come è stato detto da qualcuno che mi ha preceduto, gli interventi che sono stati già messi a terra da questa amministrazione rispetto alla sanità regionale. E’ stato detto delle borse di specializzazione in medicina generale, prima ce n'erano 5 all’anno oggi in due anni ce ne sono state 260 circa, sono cose importanti. E’ già stato detto in quest’Aula che i medici non si trovano al supermercato, se li vogliamo dobbiamo specializzarli, dobbiamo fare in modo che questo avvenga e per questo l’amministrazione Acquaroli ha messo a disposizione i fondi di bilancio, così come ha ricordato molto bene l'Assessore Saltamartini stamattina, i 9 milioni che abbiamo messo nel bilancio nel triennio proprio per incentivare i punti di assistenza, le case di comunità, e altro. Sono fondi che abbiamo destinato alla sanità, li abbiamo presi dal nostro bilancio per portare avanti questi progetti.
Ho sentito parlare anche di liste d’attesa, certo le difficoltà ci sono e nessuno le può negare, noi siamo la quinta Regione, lo ha ricordato l’Assessore prima, è ovvio che questo non ci deve consolare, non ci deve ingessare e far dire: “Ci accontentiamo di questo”, dobbiamo migliorare, ma nel piano credo che ci siano dei riferimenti specifici sulle liste d’attesa, che non sono di poco conto. Ora ne leggo qualcuno: riduzione generale del tempo di attesa, in prima istanza per le prestazioni monitorate; monitoraggio continuo della domanda e dell’offerta con studi sulla giornata media di prestazione; inserimento dei sistemi di monitoraggio del Cup, tecnologia, sviluppo ed implementazione di un programma per garantire la multicanalità. Ci sono tante cose che questa amministrazione ha previsto nel piano che chiaramente hanno bisogno di essere poi operative, e quando lo saranno? A partire ovviamente dal 2024, nel momento in cui le Ast potranno produrre i piani aziendali.
No agli ospedali unici, che era una proposta del PD della scorsa legislatura, noi abbiamo preferito garantire una sanità più diffusa sul territorio con ospedali di primo livello, senza dimenticare le realtà che sono più periferiche, perché abbiamo sempre detto che non vogliamo che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Rispondendo molto velocemente a qualcosa che ho sentito in questa discussione, dico al Consigliere Mangialardi, prima ha riferito che qualcuno diceva che non funzionava nulla nella scorsa amministrazione, credo che questo sia stato certificato dal voto dei cittadini, questa è la democrazia, sono stati i cittadini che hanno punito l’amministrazione di centro-sinistra, non certo noi. Noi avevamo un programma con il quale ci siamo presentati alle elezioni, siamo risultati credibili, abbiamo vinto democraticamente e siamo qui oggi a governare, assumendoci le nostre responsabilità.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Carancini, che parla di inganno, è qualcosa di pazzesco, ma soprattutto vogliamo stendere un velo pietoso quando dà del bugiardo all’Assessore, è qualcosa di indecente, lasciatemelo dire.
Dico al Consigliere Cesetti ed alla Consigliera Ruggeri, che hanno citato la lettera dei sindacati, che noi abbiamo il massimo rispetto dei sindacati, tant’è che, come ho detto prima, sono stati convocati, sono stati auditi, abbiamo dato ampio spazio alle loro istanze, però una lettera di Cgil, Cisl e Uil non può essere il Vangelo in assoluto, è chiaro che dobbiamo prendere da quella degli spunti che riteniamo positivi, però non possiamo considerarla come il Vangelo. Ci tenevo a fare questa precisazione.
Dico anche alla Consigliera Bora, che ha ragione, è vero che dobbiamo dire la verità ai cittadini, proprio quello che non state facendo voi, voi state dipingendo, come ha detto il Consigliere Ausili, una catastrofe, se arrivasse un marziano e ascoltasse per la prima volta questa seduta del Consiglio regionale direbbe che è arrivato in un paese di pazzi. La verità è quella che i cittadini potranno appurare con le azioni che noi facciamo perché, come diceva Sant'Agostino, sono i fatti che danno+ credibilità alle parole.
Noi qui possiamo dire le parole più belle del mondo, sicuramente qui siamo tutti bravi e perfetti, possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma poi devono seguire i fatti e per far seguire i fatti c’è bisogno che ci sia il tempo per portare avanti quello che uno ha programmato, ha progettato. Sono sicuro che nel tempo questi fatti li raggiungeremo perché l'amministrazione Acquaroli sta camminando solo ed esclusivamente attraverso i fatti, quindi basta chiacchiere.
Oggi siamo soddisfatti di portare in Aula il piano socio-sanitario e sono sicuro che porterà a migliorare i servizi per i cittadini e questa è l’unica cosa che ci interessa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Giunta, in modo particolare l'Assessore Saltamartini, il Presidente e la Commissione.
Oggi si scrive una pagina importante per la sanità regionale, approvando il piano socio-sanitario restituiamo ai marchigiani la funzionalità dei servizi socio-sanitari.
Vogliamo una sanità che funzioni, vogliamo che la nostra sanità sia un’eccellenza senza andare a guardare le altre Regioni, come è già stato detto in precedenza (Emilia-Romagna e Lombardia).
Prima di entrare nel cuore del piano mi permetto di fare alcune precisazioni dopo aver ascoltato ciò che hanno detto i colleghi della minoranza.
Avete utilizzato delle parole molto forti come “sanità dell'inganno”, avete dato del bugiardo all'Assessore Saltamartini, “sanità dell'inganno” ripetuta continuamente, Assessore, perché nel programma elettorale abbiamo detto alcune cose non vere, come l’apertura di 13 ospedali. Allora vi invito, l’ho già detto un anno fa, a guardare il programma del Presidente e se qualche Consigliere, anche la sottoscritta, ha detto qualcosa di diverso se ne assume la responsabilità, ma quello che fa fede, l’ho detto altre volte, è il programma scritto, i 10 punti, non le cose che personalmente può dire chi era candidato. Ci si attiene al programma, chi non lo fa se ne assume la responsabilità di fronte all'elettorato.
Non c’è la fattibilità economica, questo è un atto di indirizzo politico, così come ha detto la Consigliera Acciarri, una volta approvato il piano socio-sanitario ci saranno atti aziendali. Ricordo a tutti che la sottoscritta è stata Consigliera di minoranza per cinque anni, allora qualcosa posso dire. Nel gennaio 2020 si è approvato un piano socio-sanitario senza piano economico, lì andava bene, Assessore, Presidente, lì andava tutto bene, qui invece no, è tutto da rifare, non c’è la fattibilità economica!
Poi ho sentito qualcuno dire che sono rimasti due anni e che questa è campagna elettorale; la Consigliera Bora ha detto: “Mancano tre anni e allora non avete scuse per non fare”, mettetevi d’accordo, se questa è campagna elettorale o una prova per le future elezioni regionali.
Nel 2018 è stata lanciata la casa della salute, questo Assessore lo ha ripetuto anche lei, Ostra Vetere, Serra de’ Conti, Calcinelli, Sassoferrato, andiamo a prendere un comunicato, se quelle case della salute hanno visto la luce. Voglio ricordare qui che era aprile o maggio del 2023 quando a Sant’Elpidio a Mare abbiamo inaugurato il Polo sanitario dei medici di medicina generale, un’eccellenza non solo per la provincia di Fermo, Consigliera Acciarri, ma anche per la Regione Marche. Noi non facciamo annunci, lo stavo dicendo con l’Assessore e con il Presidente, ma abbiamo in programma di inaugurare altri Poli sanitari, nella mia provincia ed anche nella regione.
Vedete, noi non facciamo annunci, facciamo i fatti, cosa che voi nel 2018 avete lanciato, ma non avete fatto nulla, allora da quale pulpito arrivano queste dichiarazioni.
La mobilità passiva, questo è un tema molto caro alla sottoscritta, sapete perché? Perché io ero in minoranza ed ero sempre la relatrice di minoranza per il bilancio, allora nel giudizio di parifica, che veniva effettuato quando c’era il bilancio consuntivo, la sottoscritta, visto e considerato che la sanità rappresenta oltre il 70% delle risorse regionali, andava a guardare la mobilità passiva, che è indice di una sanità non sanità. Sapete che era raddoppiata nel corso degli anni? Io ho tutti i giudizi di parifica e quando ero in minoranza nella discussione del bilancio consultivo non dicevo che quello che faceva la maggioranza era un gran caos, no, dicevo di andare a vedere i dati perché - questo è sinonimo di inefficienza - la mobilità significa che i marchigiani andavano a curarsi fuori regione. Non accusavo come state facendo voi, noi parlavamo e dicevamo che era un indice importante ed è importantissimo, perché dal 2016 al 2019 la mobilità è aumentata, in qualche anno si è raddoppiata, nel 2021 vi dico che si è ridotta, ma perché? Non possiamo dire perché ci siamo noi, no, perché c’è stata la pandemia, quindi siamo obiettivi, ma bisogna esserlo, colleghi Consiglieri, altrimenti facciamo demagogia.
La mobilità passiva dal 2016 al 219 è quasi raddoppiata, nel 2020/2021 con la pandemia è scesa, ma non è merito nostro, e lo diciamo, non è tutto merito nostro, è merito del fatto che con la pandemia le persone non uscivano fuori dalla regione.
Andiamo alla mancanza dei medici, c’è stato un errore, Presidente, e sa qual è stato? Noi non abbiamo denunciato quello che abbiamo trovato, l’ho detto nelle prime riunioni, non abbiamo denunciato e questo è un male perché poi nei prossimi anni vedrete quello che succederà.
Mi sono stampata una relazione che arriva proprio dal fermano: “La dotazione organica dell’ospedale Murri è stata negli anni gravemente depotenziata”. Nel 2020 quando siamo arrivati ero in studio con altri medici, chiamai l’Assessore Saltamartini ed il Presidente dicendo: “Dobbiamo mettere in evidenza quello che è accaduto nel corso degli anni perché poi la colpa è la nostra. Questa relazione datata ottobre 2020 ve la leggo: “La dotazione organica dell’ospedale Murri è stata negli anni gravemente depotenziata, si è passati da un organico dei medici di circa 290 ad una dotazione organica di 258 nel 2018, 250 nel 2019, 237 nel 2020”. Ragazzi, scusate, è inutile fare demagogia, andatevi a vedere i numeri, questo arriva dall'ospedale Murri di Fermo: “Si è utilizzato personale medico afferente ad alcune cooperative - chiamai l’Assessore e gli chiesi se conoscesse l’esistenza di queste cooperative – per far fronte alle esigenze dell'emergenza-urgenza, continuità assistenziale, guardia notturna e festiva, per i dipartimenti chirurgico, medico e della pediatria, e nell'ultimo anno per far fronte alla continuità assistenziale dei reparti Covid. Anche per il personale del comparto è avvenuto un decremento, personale inserito con contratti a tempo indeterminato e determinato. Si è passati da 879 unità nel 2017 a 836 nel 2020”, allora significa che non c’è stata una programmazione, parlo del fermano perché questa relazione arriva ad ottobre 2020.
Mobilità passiva: la sottoscritta non ha mai accusato, lungi da me dal fare una opposizione distruttiva, l’ho fatta costruttiva, però ho denunciato per far capire che la mobilità è un indice importante e fondamentale per una Regione.
Per quanto riguarda il personale, i medici che non ci sono, non c’è stata una programmazione, colleghi ma di cosa parliamo?
Anche ad Amandola abbiamo potenziato quello che c'è, questo per non fare affidamento soltanto su un ospedale. Non abbiamo fatto nulla, però i politici a volte parlano, fanno demagogia e non guardano i dati, magari guardandoli qualcuno potrebbe riflettere. I dati sono questi.
Alla fine non abbiamo denunciato quello che abbiamo trovato, sbagliando, a causa del buonismo del Presidente e della Giunta, invece andava denunciato perché la relazione fatta dall'ospedale di Fermo potevamo averla, Presidente, per tutti gli altri nosocomi e lì potevamo fare una bella campagna elettorale fino alla fine, invece non l’abbiamo fatto per correttezza e onestà.
Noi vogliamo il bene della nostra regione, quindi vi invito a collaborare perché ne vale della nostra regione, è inutile continuare a fare sempre demagogia. Io ero all’opposizione mi basavo sui dati e non venivo presa in considerazione, si faceva finta di non sentire, eppure erano i dati della Corte dei Conti. Ve li porto la prossima volta perché ce li ho tutti.
Oggi ci venite a dire che questo piano socio-sanitario non vale nulla, assolutamente no, è un indirizzo politico, poi ci saranno gli atti, questa è una svolta epocale. Noi siamo orgogliosi di approvarlo e per questo il plauso va soprattutto al Presidente e all'Assessore Saltamartini, alla Giunta, ai Consiglieri, a coloro che hanno lavorato in prima persona.
Questo è un atto importante, quindi, colleghi Consiglieri, non fate finta di non ascoltare, così come facevate quando eravate maggioranza ed io all'opposizione facevo vedere i dati. Complimenti a tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Noi oggi speravamo di discutere un piano che mantenesse le tante promesse della campagna elettorale e invece a distanza di tre anni ci rendiamo conto che molte di quelle promesse, con cui sono state vinte le elezioni, oggi non sono state mantenute e nemmeno questo piano socio-sanitario prevede purtroppo di mantenerle.
Inizierei proprio dalla famosa riapertura dei 13 ospedali che definivate chiusi. Siamo arrivati al punto di sentirvi dire oggi in Aula che non avete mai promesso di riaprirli, quindi mi sono trovata al volo una prova per rinfrescarvi la memoria, questa è una foto della Presidente del Consiglio a Fossombrone insieme al Presidente Acquaroli, esattamente tre anni fa, dicevano (video su you tube): “Ripristineremo questo servizio, riavrete l’ospedale tale e quale con tutti i servizi”. Sono passati tre anni e probabilmente avete perso la memoria. Cosa è successo a Fossombrone? “Presidente di Fratelli d’Italia: siamo qui davanti a quello che rimane dell’ospedale”. Ringraziate di quello che avevate! Oggi che succede a Fossombrone? La cosa imbarazzante è che viene persino presentato un emendamento dalla maggioranza, non è bastata la Commissione guidata dal Presidente di Fratelli d’Italia, ma lo stesso Presidente di Fratelli d’Italia presenta degli emendamenti al piano che lui ha licenziato in Commissione. La maggioranza presenta un emendamento per riaprirlo, ma fino a che punto vogliamo arrivare a prendere in giro i cittadini di Fossombrone dopo tre anni.
Andiamo avanti, da Fossombrone passiamo a Sassocorvaro, anche qui tanti spot. Sono stata la prima a dire che a Sassocorvaro, purtroppo, i cittadini avevano subito un depauperamento dei servizi inappropriato, l’ho detto anch’io in campagna elettorale perché mi rendevo conto che quel territorio aveva subito dei tagli importanti, ma non pensavo che oggi potessimo arrivare a questo.
Avevate promesso che sarebbe tornato un ospedale pubblico con tutti i servizi ai cittadini, ma perché quando avete avuto l’opportunità finalmente di avere soldi e risorse per farlo tornare pubblico non lo avete fatto? C’erano fondi a palate dal Pnrr per ristrutturare la seconda parte della palazzina ancora chiusa, in stato di degrado, e vi siete rifiutati di farlo. Voglio ricordare a questo proposito che Sassocorvaro era un ospedale gestito da una società privata perché all’epoca non c’erano tutte le risorse che abbiamo oggi e grazie a quella società era stata ristrutturata una parte di palazzina, il primo blocco dell’ospedale di Sassocorvaro, ma il secondo blocco dovevate ristrutturarlo voi, e invece è ancora chiusa e lasciata al privato. Non è tornato nemmeno al pubblico, è rimasto un ospedale gestito da privati perdendo le risorse del Pnrr.
Passiamo a Cagli, altro ospedale che promettevate di riaprire. Siete stati a Cagli a parlare con i cittadini? Fortunatamente in questo caso avete preso le risorse del Pnrr e si prevede un nuovo ospedale, ma è stata scelta una sede a caso con il malcontento di tutti i residenti Poi vi chiedo: l’attuale Celli nel centro di Cagli, in uno stato di degrado, che fine farà? Nel momento in cui questo ospedale verrà dichiarato inagibile, probabilmente presto, dove metterete gli attuali servizi che sono al suo interno, visto che l’altro ancora non c’è nemmeno un progetto di fattibilità pronto? Probabilmente questo territorio rimarrà senza ospedale per anni, altro che tante promesse, visto che il progetto ancora non è nemmeno di fattibilità.
Passiamo a Pergola. Voglio ricordare che Pergola manteneva la funzione per acuti già dal piano del 2012/2014 in funzione della sua collocazione geografica, della viabilità, dell’organizzazione interna, insieme ad Amandola era già un ospedale, quindi non è stato fatto nessun regalo a questo territorio da questa Giunta, già nel piano 2012/2014 era considerato un ospedale per acuti con delle deroghe.
Per quanto riguarda i tre ospedali di comunità, Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro, in base all’attuale normativa non si dovrebbero svolgere attività per acuti, il nuovo piano socio-sanitario però prevede che si facciano la stabilizzazione dei pazienti e l'eventuale trasporto al pronto soccorso nel dipartimento di emergenza e accettazione di riferimento attraverso la rete del 118. C’è scritto nel piano: “con una osservazione breve e non intensiva”, ma cosa significa? Di cosa stiamo parlando? Se un paziente è in fin di vita c’è un’osservazione breve? Ci sono delle definizioni che nessuno, nemmeno i medici, hanno capito in questo piano. Potenziare poi i servizi diagnostici, di radiologia, di laboratorio analisi e alcune non meglio precisate degenze in una totale carenza di medici.
Prevedete anche per Fossombrone di spolpare l’ospedale vicino di Urbino, come avete già fatto con Pergola? Perché vi ricordo che l’ospedale di Urbino è alla frutta. I medici al pronto soccorso sono quasi tutti di una società privata, pagati 140 euro all’ora, si rifiutano di lavorare nel week end, mentre quelli che paghiamo noi del Servizio sanitario pubblico guadagnano circa 30 euro l’ora, subiscono turni massacranti e lavorano anche nei week end. E come ho già fatto presente in una mia interrogazione all’Assessore Saltamartini non è solo una questione economica sempre sulle nostre tasche, ma i medici della società privata, che non chiamo cooperativa perché sono sempre di più società private, non sono nemmeno controllati, non sono accreditati, non hanno dato un concorso, lavorano tre giorni a settimana ed arrivano a guadagnare 9.000 euro al mese. Voi come sosterrete questo piano con tutti questi ospedali? Chi manderete a lavorare prossimamente di nuovo a Pergola, Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro? Ve lo chiedo perché siamo preoccupati perché non si parla solo di quantità, ma anche di qualità di servizi offerti.
Poi vi darò un dato importante riguardo ai medici, continuate a parlare di carenza di medici, ma vi ricordo che 1.000 medici quest’anno tra i 20 e i 30 anni sono andati via dalle Marche ed hanno scelto altre regioni, devo dirvi io perché? Parlate di mobilità passiva raddoppiata, ma lo scippo più grande l’ha subito la mia provincia. Avevamo in programma un ospedale che continuate a chiamare unico, ma non era unico, era un ospedale nuovo come quello di Torrette, ce l’avete fatto perdere ed aveva la possibilità di bloccare la mobilità passiva, era nato per questo, era l’ospedale che a Pesaro e Fano avrebbe messo uno sbarramento totale alla mobilità passiva, ce lo avete fatto perdere. Lo scippo più grande l’ha subito la mia provincia dove avete bloccato un progetto importante e avete persino mantenuti chiusi – come li chiamate voi - gli ospedali che definivate chiusi.
Vedo che non potrò leggere tutta la mia relazione perché sto finendo il tempo, ma passo ad un altro punto che mi sta molto a cuore, quello delle lunghe liste d'attesa del CUP. Anche su questo è stata fatta la campagna elettorale intensa, io stessa avevo messo in evidenza che era un problema da risolvere, ma nel piano socio-sanitario, sinceramente …
PRESIDENTE. Ci sono delle riprese fuori dall’Aula, nell’ambito in cui l’Aula è situata, non si possono fare. C’è la seduta streaming e da lì il Consigliere può rilanciare, questo per evitare disparità di trattamento.
Micaela VITRI. Capisco la procedura, ma oggi noi dell’opposizione dobbiamo subire ogni tipo di censura, cosa che è sempre stata fatta per tutti. Oggi nemmeno il video del mio collaboratore.
Invito tutti a leggere a pagina 131/132, si parla di risolvere il problema delle lunghe liste d’attesa con un’analisi di customer satisfaction sul CUP, che io pensavo fosse una barzelletta, persino dopo tre anni dobbiamo pagare qualcuno che faccia l’analisi sulla soddisfazione del CUP? Siamo seri? Tre anni fa eravate voi in campagna elettorale a dire che lo volevate stravolgere, rinnovare, risolvere e adesso dovete fare una analisi perché non sapete cosa non funziona nel CUP? Tra l’altro il problema non è il CUP, non sono le centraliniste e i centralinisti che fanno il loro lavoro, ma sono le prestazioni sanitarie che date al centralino da mettere a disposizione, quelle prestazioni sanitarie che in questo piano non dite in nessun modo come aumentare. E’ questo il problema, non è il CUP e l’indagine di soddisfazione, customer satisfaction, che prevedete di fare.
Altro punto importante, a proposito di aumentare le prestazioni mediche ho fatto una interrogazione, l’Assessore Saltamartini mi ha risposto che per ridurre le liste d’attesa aveva previsto uno stanziamento di 9 milioni di euro, ma come saranno stanziati? Saranno dati al privato con delle convenzioni? Saranno dati ai medici, al personale sanitario? Non è stato chiarito, addirittura mi ha risposto che una soluzione è il doppio binario al pronto soccorso, provo un po’ di imbarazzo, ma glielo devo ricordare, Assessore, il doppio binario al pronto soccorso c’è già da 5 anni, a Pesaro e a Fano c’è già.
Il terzo punto che vorrei evidenziare è quello della prevenzione, si parla di piani mirati sulla prevenzione, ma non si dice nulla rispetto al sotto finanziamento della spesa sanitaria in questo ambito, siamo al 2,8% mentre dovremmo essere almeno al 5%. Com’è aumentata la prevenzione?
Passiamo al punto delle politiche di risorse del personale medico sanitario. Qui avrei avuto bisogno di altri 10 minuti perché purtroppo la prima vera novità sulla spesa è che il Presidente Acquaroli il 15 maggio ha firmato la delibera 674 in cui abbiamo già perso 1.135.000,800 euro per pagare i nuovi dirigenti delle Ast, ma non ci sono soldi per i medici, sul tetto di spesa non avete fatto nulla. Il problema era il tetto di spesa al personale medico, avete fatto qualcosa per toglierlo? No, però 1.135.000 per i nuovi dirigenti delle Ast e i loro staff li avete trovati in un secondo con una delibera firmata il 15 maggio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Il grande problema della sanità dei nostri territori, della nostra regione ed anche dell'Italia è attualmente l’assoluto sotto finanziamento della sanità pubblica e, Presidente, in questo sotto finanziamento della sanità pubblica c'è un riconoscimento ai sanitari assolutamente inferiore rispetto a quello che meriterebbero.
Voglio dire che c'è qualcuno che paga i medici di più, penso al privato accreditato, che ci porta via tanti medici, penso, come ha detto la Consigliera Vitri, alle cooperative e non si capisce perché qualcuno non metta un tetto di spesa, anche le cooperative ci portano via medici in pensione, ma anche medici che non sono in età pensionabile.
Noi dobbiamo fare come fanno gli arabi, che portano via i calciatori europei a stipendi molto più elevati.
Credo che il Governo debba entrare in competizione con queste strutture, con il privato accreditato, con le cooperative, con i Paesi esteri, intendo: Svizzera, Germania, Inghilterra, che pagano i medici tre volte di più rispetto a quello che riusciamo a dare noi.
Se non riusciamo ad entrare in questa ottica, che purtroppo è un'ottica di competitività, anche economica, non riusciremo a trattenere i medici del nostro territorio, che sono fondamentali per mandare avanti la sanità pubblica.
Il gioco è tutto qua, c'è un sotto finanziamento della sanità pubblica e il personale sanitario che ci manca è perché in termini di concorrenza c'è qualcuno che porta via queste figure. 1.000 medici trentenni sono andati realmente via dalla nostra regione, dai nostri territori, per andare a lavorare all'estero. Mediamente un medico su due dei neolaureati va a lavorare all’estero perché viene pagato tre volte rispetto a quello che gli possiamo dare noi e questo non è competenza della Regione, qui c’è il contratto collettivo nazionale di lavoro.
La sanità è una materia concorrente con lo Stato, bisogna che lo Stato investa molto di più rispetto al 6,5% di Pil che oggi viene investito in sanità. Il tema è tutto qui: va investito di più in termini pubblici perché così potremmo trattenere tutte le figure che formiamo.
Attualmente i laureati sono molto pochi, frutto e conseguenza di quel numero chiuso, assurdo, che ha negato il diritto allo studio per i medici, gli infermieri ed anche per tante altre figure, dal 1987 in poi.
Tutti i partiti si sono piegati a questa logica, partiti di destra e di sinistra, in quanto hanno seguito una direttiva europea, solo la Lega Nord dell’allora Segretario federale votò contro il numero chiuso alla facoltà di medicina ed a tutte le facoltà perché questo negava il diritto allo studio. Pensate da dove partiamo, dal 1987 c’è il numero chiuso in questo Paese.
Ovviamente i fabbisogni non sono stati minimamente considerati, non sono state considerate le curve pensionistiche, ancora non abbiamo toccato il fondo perché la curva pensionistica peggiore sarà quella del 2026, quando andranno in pensione un numero di medici impressionante, che potrebbe vanificare questo documento, che secondo me non è un brutto. E’ evidente, questo piano socio-sanitario si poteva fare presumibilmente anche meglio, ma non è in sé un brutto documento, tocca più o meno tutte le frange della sanità, ma il problema sarà concretizzarlo, metterlo in pratica, calarlo sui territori. Questo è il vero problema, è qui la scommessa sanitaria di questa Regione, ma il problema sarà per tutto il nostro Paese in quanto siamo legati a queste due logiche: il sotto finanziamento della sanità pubblica e la carenza di personale, che si può trattenere aumentando quel finanziamento.
E’ un altro problema l'invecchiamento della popolazione. Assessore, lei è un uomo che ha avuto grandissimo coraggio e la stimo molto e lei lo sa, ci vuole coraggio con questi scenari futuri, senza fare demagogica, ci vuole coraggio a prendere un Assessorato pesante come il suo. Le dirò che insieme al Presidente siete venuti molto spesso nei territori, e vi ringrazio di essere venuti anche nel territorio della mia provincia, anche in zone magari non proprio vicine alla costa dove è più facile arrivare, magari con poco da offrire. Avete avuto il coraggio di venirci, e queste è molto perché vuol dire confrontarsi con i cittadini, confrontarsi con gli operatori sanitari, che sono profondamente in difficoltà in questo periodo.
Vi voglio estrinsecare questo sentimento, non c'è soltanto una popolazione che è alla ricerca ed ha aspettative in termine di risposte del servizio sanitario pubblico, ma c'è una serie di operatori sanitari palesemente in difficoltà perché nella fuga dal pubblico verso il privato accreditato quei pochi che rimangono nel pubblico sono costretti a fare turni massacranti, che li espongono spesso anche a questioni di tipo legale, dato che si fanno più errori lavorando come animali dentro i reparti. E’ più facile per un sanitario che lavora d'intelletto fare una valutazione clinica sbagliata, quindi ad errare di più. Quei pochi che rimangono lavorano in condizioni non facili. Penso al Presidente dell'ordine dei medici di Ancona, che diceva proprio questo, negli ultimi 6, 7 anni già da prima del Covid gli operatori sanitari lavoravano in condizioni di pressione, non vi dico dal Covid in poi, è un delirio, la pressione sanitaria è enorme, ve l’assicuro, ed è anche non adeguata.
Vedo decine di persone fruire del pronto soccorso e qui, Assessore, bisogna cambiare la cultura, c'è un numero impressionante di persone che va al pronto soccorso perché dice che se ci va con un codice bianco, un codice giallo, un codice verde, una volta dentro riesce a fare subito un'ecografia, una risonanza, quello che occorre. Bisogna creare cultura nella popolazione, non è vero che non c'è il filtro dei medici di medicina generale sul territorio, è che la gente bypassa il medico di medicina generale e va direttamente al pronto soccorso perché, Presidente, a quel punto ha gratuitamente una prestazione di diagnostica strumentale, subito, sennò è costretta ad andare dal privato.
Ci sono tante altre questioni come quella, da rimuovere, della medicina difensiva. I medici ormai fanno medicina difensiva per paura di prendere delle denunce, ma sapete quanto costa la medicina difensiva? Vuol dire prescrivere un numero impressionante di esami di cui molto spesso non c'è bisogno, e questo aumenta i costi sanitari. Prescrivere molti più farmaci per fare medicina difensiva vuol dire farmaci che non dovrebbero essere prescritti.
Tante sono le questioni che si muovono in sanità, sono tante e qui, amici, c'è poco da fare demagogica, bisogna stare tranquilli, secondo me, e prendere atto che i problemi in sanità sono un'enormità e se si riesce un po’ alla volta di limarne qualcuno, già abbiamo fatto qualcosa.
I medici di medicina generale, vi rendete conto che vanno in pensione appena possono perché non ne possono più della pressione sanitaria che subisco. Chiaramente nei paesi preappenninici, nei paesi di montagna nessuno ci va più anche perché se uno può scegliere non va a lavorare al fronte, quindi non fa il medico di medicina generale, non va nel 118, non va nel pronto soccorso, non va a fare il medico penitenziario, non va nei posti di front-office, va a fare il dermatologo, l'ematologo, l'endocrinologo, tutte specialità più tranquille e ovviamente meno faticose. Come si fa a riportare tutti questi medici in queste postazioni? E’ difficilissimo perché i medici non ci sono.
Nel nostro distretto abbiamo un Direttore molto bravo il quale grazie alle conoscenze ed ai rapporti che ha intessuto riprende i medici andati in pensione tra i medici di medicina generale e chiede loro in ginocchio di andare a rifare il medico di base laddove la zona carente è andata deserta. Trova il medico per Montegrimano, trova il medico per Sassocorvaro, trova il medico per Piandimeleto. Lì, Assessore, c’è da fare una questione, questi medici che rimandiamo nei territori …, sennò non ci sono, sono pochissimi i laureati in medicina, basta guardare nei nostri giovani laureati in medicina, non esistono, sono pochissimi, uno o due per paese. Ne vanno in pensione 5 e ce ne sono 1 o 2 due sul mercato e la metà di quelli se ne vanno all'estero o vanno nel privato perché paga di più. C’è poco da fare.
Tu riaccedi a quelli andati in pensione e quanto gli puoi dare? Gli possiamo dare circa 40 euro all’ora, ma potrà essere quella la cifra per riprendere un medico in pensione che va a Sassocorvaro, Montegrimano, Lunano, Piandimeleto, Tavoleto e via via in tutte queste postazioni? Li riconquisti magari per qualche mese, ma dopo un po' non ci vanno più e quelle postazioni rimangono senza medico di medicina generale. Non si riescono a trovare, né noi né nessun’altro perché non esistono, non ci sono laureati in medicina.
Voi capite che su questo tema potrei parlare molto, ma dico che con coraggio cerchiamo di stare sul pezzo.
Voglio ringraziare il Presidente e la sua Giunta, l'Assessore Saltamartini e tutti quanti si sono spesi su questa vicenda veramente complessa; voglio ringraziare anche il Presidente Baiocchi, che è stato bravissimo perché in Commissione sanità abbiamo lavorato tantissimo, abbiamo fatto un numero di audizioni impressionanti che ci hanno fatto leggere qual è il tempo che viviamo in sanità. Sindaci, sindacati, associazioni, non so quanta gente abbiamo incontrato, siamo stati molto bravi, ora l'analisi ce l’abbiamo e la terapia è difficilissima. Le sirene dell'opposizione secondo me lasciano il tempo che trovano perché qui c’è il gioco delle parti, che, devo dire la verità, molto spesso mi annoia. Grazie.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla Consigliera Casini, la do all’Assessore Baldelli che si era prenotato, ma inavvertitamente avevo cancellato.
L’altra indicazione che do fin d’ora e che dopo l’intervento del Consigliere Biancani, c’era quello del Consigliere Serfilippi che egualmente avevo messo in fondo, vi chiedo scusa.
Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. La ringrazio anche per aver corretto l'errore nella gestione dei lavori, sono venuto da lei quando ho visto che quell'iscrizione non era correttamente riportata nei nostri schermi perché ho sentito delle parole che non accetto. Non accetto che la Consigliera d'opposizione Vitri dica che questa Giunta regionale, che questa Assemblea legislativa, sta perpetrando un inganno vero nei confronti della comunità regionale. Se il nostro è un inganno ciò che ho sentito è un'allucinazione.
Prima cosa, che il Presidente del Consiglio, allora non ricopriva un incarico di governo, non avrebbe rispettato ciò che aveva promesso di fronte all'ospedale di Fossombrone.
Siccome io c'ero, come tanti altri, perché quello è il mio territorio e per quel territorio ho combattuto contro chi, come lei, sosteneva una parte politica che chiudeva gli ospedali, che toglieva i diritti ai cittadini del nostro territorio, che faceva morire sulle ambulanze i cittadini del nostro territorio che dovevano percorrere decine e decine di chilometri per raggiungere il primo pronto soccorso utile o il Dea di primo livello nel nostro territorio, non accetto queste parole nei confronti della Giunta regionale di Acquaroli e dell’Assessore Saltamartini, compresa l'Assemblea legislativa tutta che sta cercando di correggere con difficoltà e con i tanti ostacoli, che voi ponete anche oggi con la vostra discussione faziosa e capziosa, i problemi della sanità di questa regione, che qualcuno ha creato e che noi abbiamo trovato e dobbiamo gestire.
E allora io che cosa ho fatto? Lei ha fatto vedere un video, io quel video me lo sono riscritto tutto mentre lei interveniva, e allora sentiamo quello che ha detto il nostro Presidente del Consiglio: “Siamo di fronte a quello che rimane dell'ospedale di Fossombrone, uno dei tanti ospedali depotenziati da una sinistra che, in questo territorio, ha chiuso almeno 13 ospedali, seguendo le indicazioni del Governo nazionale – riferimento chiaro al Decreto Balduzzi, noi siamo corretti quando ci esponiamo anche nei confronti dei nostri oppositori e pretendiamo la stessa correttezza - tagliando risorse e di fatto creando pazienti, cittadini di serie A e cittadini di serie B. In questo territorio dell'entroterra se ti senti male di notte, se accade qualcosa, devi fare chilometri e chilometri perché l'unico ospedale vero che esiste è quello di Pesaro - nessuno dimenticherà che con l'ospedale unico si voleva chiudere anche l'ospedale di Fano, spero che non si negherà anche questa realtà e questa verità - l'unico pronto soccorso, l'altro pronto soccorso, è ad Urbino e per tutto il resto dell'entroterra non c'è niente. E’ il risultato di una riforma voluta dalla sinistra, gli ospedali unici provinciali, grandi concentrazioni che in qualche maniera lasciano centinaia di migliaia di cittadini senza diritto alla salute, che noi vogliamo completamente ribaltare con Francesco Acquaroli, perché anche il coronavirus ha dimostrato che la sfida della sanità è invece la presenza capillare sul territorio, per cui vogliamo passare dagli ospedali unici provinciali ad una rete della salute su tutto il territorio marchigiano”, e qui si inserisce il Presidente Acquaroli: “Sì, noi vogliamo riportare i servizi sui territori, non vogliamo riforme ideologiche, ma calate nella realtà e nella quotidianità”.
Queste sono le esatte parole citate dal Presidente …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Vi prego di non interloquire.
Francesco BALDELLI. Presidente, non ho timore nemmeno delle interruzioni e del mancato rispetto del Regolamento di cui la Consigliera Vitri si lamenta, un Regolamento che è stato fatto dal centro-sinistra, non è sicuramente stato fatto da questa maggioranza di centro-destra, quindi le regole vanno bene quando il centro-sinistra governa e quando governa il Presidente Acquaroli o la Presidente del Consiglio Meloni quelle regole scritte dalla sinistra non vanno più bene perché si rivolgono come una clava contro loro stessi. Allora voglio capire chi è democratico e chi no in una Assemblea legislativa, se le regole sono democratiche solo quando governa la sinistra e quando governa il centro-destra, che usa le stesse regole del centro-sinistra, non sono più democratiche.
Presidente, non si preoccupi, mi possono anche interrompere, anzi mi danno un po’ più di energia.
Volevo, Presidente, utilizzare un po’ meno del tempo per velocizzare i lavori, ma siccome mi dicono di leggere tutto ciò che ha detto il Presidente Acquaroli, lo leggiamo: “Noi vogliamo ripristinare e riportare i servizi sui territori perché crediamo che sia fondamentale per tenere le comunità unite e forti, per evitare lo spopolamento e per garantire i servizi essenziali di cui queste comunità hanno assolutamente bisogno. La sanità deve essere spalmata e deve essere in grado di sostenere tutto il territorio regionale e non può essere il privilegio di qualcuno - magari di chi si costruiva l'ospedale sotto casa, magari anche unico - noi non vogliamo più riforme ideologiche, ma vogliamo riforme che siano calate sulla realtà e nella quotidianità, che sappiano rispondere alla quotidianità dei nostri concittadini”. Grazie Presidente Acquaroli perché da cittadino di Macerata, da cittadino della costa, sta difendendo la sanità marchigiana da nord a sud della regione, dalla costa all'entroterra, dai grandi ai piccoli centri. Avevamo bisogno non di un Presidente di Pesaro, che chiudeva gli ospedali di Pesaro, ma di un Presidente di Potenza Picena e del maceratese per dire che a Fano ci deve essere un ospedale, per dire che a Pergola ci deve essere un ospedale, per dire che Urbino dev'essere rafforzato, per dire che a Sassocorvaro vogliamo il potenziamento dei servizi, per dire ciò che si dice nelle pagine 109, 110 e 111 del piano socio-sanitario regionale, che ha scritto l'Assessore Saltamartini insieme al Presidente Acquaroli e alla Giunta mediante il confronto con i territori.
Se si viene in Aula bisogna saper leggere i piani e gli atti programmatori della Regione ed allora io lo voglio leggere perché a pagina 110 si parla di una Regione che riconosce finalmente all'ospedale di Amandola il pronto soccorso, che qualcuno aveva cancellato, a pagina 111 si dice: “Al fine di potenziare il modello assistenziale, in particolare nei territori interni”, qualcuno ha citato Cagli, il Comune capofila dei territori interni, qualcuno ha citato Fossombrone, Comune a metà valle dove tutti i servizi erano stati cancellati. Allora che cosa diciamo nel piano: “in particolare nei territori interni in coerenza con quanto previsto dalla normativa nazionale - è chiaro una Regione non può violare la normativa nazionale - si intende integrare le attività erogate all'interno delle strutture sopradescritte in termini di risorse umane, strutture, tecnologie, percorsi e livelli di prestazione erogabili, piano economico finanziario. Per quanto riguarda le strutture territoriali di Fossombrone, Cagli, e Sassocorvaro, che sono poste in aree svantaggiate della provincia di Pesaro e Urbino, come anche l'entroterra della provincia di Ascoli Piceno per le condizioni del territorio, climatiche e di estensione territoriale, oltre alla ridotta potenzialità della medicina primaria per lo scarso numero dei medici di famiglia e le caratteristiche demografiche della popolazione residente, si prevede quanto di seguito: per le strutture di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro l’indirizzo - poi i piani aziendali lo dovranno concretizzare - è quello di potenziare i servizi di diagnostica, i servizi di laboratorio, laboratorio analisi, le specialistiche ambulatoriali”. Per chi non lo sa facciamo un po’ di didattica di edilizia sanitaria-ospedaliera, sono anche le camere operatorie per la bassa complessità dove si può fare il day-surgery nonché i punti di emergenza urgenza e le degenze. Sapete in capitolo è del piano sanitario? Nelle strutture in aree disagiate che sono strutture ospedaliere, il che consiste nel fare quello che ha detto l’allora Presidente di Fratelli d’Italia: no agli ospedali unici, sì alla rete territoriale per la salute, per cui alcuni servizi possono essere attivati anche in quei presidi dove non ci sono le distanze minime previste dal decreto 70, tanto che l'Assessore Saltamartini, mi ci sono confrontato poco fa, che cosa ha previsto? Quello che ha fatto l'Emilia-Romagna, quello che ha fatto l’Umbria, prevedere dei servizi che dipendono da altre strutture ospedaliere e che rispondono al fabbisogno di salute di quelle comunità.
Il centro-sinistra aveva chiuso quelle strutture, qui c’è il tentativo del Presidente Acquaroli, dell'Assessore Saltamartini, della Giunta regionale, dell'intera Assemblea legislativa di investire risorse per restituire i servizi che servono ai cittadini. Questo è stato detto, lo vogliamo dire in termini elettorali o quello che dicevano i Sindaci? Si chiama patto di Piagge che sfrutta al massimo il decreto 70, ciò che non è stato fatto dalla Giunta precedente, e cerca di riattivare progressivamente i servizi.
Questa è la verità! Allora se l’allora Presidente di Fratelli d’Italia non mantiene le promesse qualcuno ha le allucinazioni e quelli non siamo noi.
Sulla programmazione sanitaria, perché mancano i medici? Cari Consiglieri regionali, perché qualcuno non ha programmato la sostituzione, ad esempio, dei medici di base, volete sapere quanti medici di medicina generale sono nati nel 1954 e sono in servizio? 107. Volete sapere quanti sono nati nel 1989 e non li abbiamo assunti noi per sostituire quei 107? Un solo medico di medicina generale, e chi governava prima di noi pensava di sostituire 107 medici con un solo medico assunto nato nel 1989? Allora, io dico di lavorare insieme, per ricostruire la sanità della nostra regione perché sarà un percorso difficile in un momento difficile.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi sarebbe piaciuto sentire e ascoltare un intervento sul piano socio-sanitario perché una parte degli interventi è stata contro il PD, una parte degli interventi è stata contro la precedente Giunta, un’altra ha sottolineato, come ha sottolineato il Consigliere Ciccioli, le carenze e le criticità, però del piano socio-sanitario e di quello che c’è scritto in queste 512 pagine io non ho sentito una parola.
Intanto cominciamo con quello che ha detto, perché mi piace parlare per atti, l’Assessore Saltamartini, e lo sa. Lei ha fatto l'elenco delle cosiddette case di comunità, l’ha fatto dicendo che si riferiva ad una delibera del 2018, lei ha mentito perché non era una delibera, era una determina e la delibera non era del 2018, ma era la n. 452 del 14 aprile 2014, presentata dall’Assessore alla sanità nella legislatura 2010-2015, glielo dico per correttezza, non si riferiva alla Giunta Ceriscioli e l’elenco che lei ha letto di queste strutture era fornito all'allora Direttore XY, se lei avesse letto anche il frontespizio, avrebbe detto pure: “Sono da approvare l'assetto territoriale delle case della salute di tipo A e B, così come definite con proprie determinazioni dai Direttori della delle Aree vaste 1, 2, 3, 4 e 5”. Questa era una ricognizione fatta a seguito di una delibera del 2014.
Detto questo per chiarire, vorrei anche parlare di mobilità ospedaliera perché quando si parla di dati, come ha detto la Consigliera Marcozzi, giustamente si parla di dati, e lei ha asserito che la mobilità passiva negli anni 2017, 2018, 2019, cioè quando governava la Giunta Ceriscioli, è raddoppiata:
- 2017 (pagina 170 del tomo 2 allegato alla delibera) 124.300.000 euro;
- 2018 125.00.000 euro,
- 2019 121.000.000 euro,
- 2022 (nel tomo non ce li avete, ma io i dati ce li ho perché me li ha dati il Consigliere Carancini) 157.000.000 euro.
2017: 124.000.000, 2022; 157.000.000, è raddoppiata quando c’era la Giunta Ceriscioli o è raddoppiata adesso?
Quando si fa un piano …, perlomeno io mi occupo di pianificazione, quindi il piano si fa con un'analisi di contesto e devo dire che l’analisi di contesto c'è, due Università - accidenti se c'è l’analisi di contesto - peccato che si riferisca, come è stato detto da qualcuno, ai dati fino al 2019. A volte …, lo dico perché chi ha parlato prima di me asseriva che erano dati falsi, Consigliere Ciccioli, ci sono anche dei dati del 2021 insufficienti perché non tengono conto di quello che è successo post pandemia, quindi 2022 e inizio 2023, quindi il contesto.
La conformità normativa, questo piano non è conforme al decreto legislativo Balduzzi, e perché Assessore? Non è che gli ospedali non unici …, e questo è un inganno: ospedale unico, ma definiamoli come la legge li definisce, ospedali di primo e secondo livello. Gli ospedali di primo livello non sono il pollo di Trilussa, per cui se io ce ne ho uno e lo chiamo di primo livello ho tutte le specialistiche. Allora le chiedo: quando arriverà la neurologia ad Ascoli Piceno? Quando arriverà la psichiatria ad Ascoli Piceno, che adesso è solo a San Benedetto del Tronto? Quando a San Benedetto del Tronto arriverà l’emodinamica, per esempio, faremo dei doppioni? E poi ci lamentiamo nel fare i doppioni di non avere personale medico e infermieristico.
Il problema è anche quello delle università chiuse, e non tanto delle università di medicina quanto delle specialistiche, perché chi conosce il problema sa bene che l'imbuto è nelle specialistiche, ma il problema è anche nella mancata organizzazione. Non è che si è inventata l'organizzazione territoriale la Presidente del Consiglio, esiste il decreto Balduzzi che dice che il territorio deve pesare più o meno esattamente come gli stabilimenti, ma se ho un tetto di personale, faccio l'esempio dell'Area vasta 5, ma potrebbe anche per il pesarese … Voi parlate di ospedali in generale senza dimenticare che l'ospedale è quello con l’H, è stato detto prima da qualche collega, e si fa una grande confusione, voglio vedere aprire un pronto soccorso senza dietro una rianimazione, è una cosa che non esiste da nessuna parte, allora ben venga l'accentramento delle acuzie in alcuni luoghi e la valorizzazione del territorio.
Gli accessi al pronto soccorso sono per l'80% bianchi e verdi, dovrebbero essere risolti altrove, ed hanno una risposta inappropriata nel territorio, la colpa di chi è? Del precedente Presidente, del PD e di quelli che hanno governato prima. Sono tre anni che state qui, sono tre anni che i problemi rimangono e voi non li affrontate.
Identica questione per la mobilità, avete fatto una diagnosi perfetta, probabilmente da rivedere perché non ci sono i dati che riguardano il 2022 e il 2023 malgrado abbiate fatto 150 audizioni in sei sedute. Vorrei che chi ci sente sapesse che le 150 audizioni sono avvenute in sei sedute della Commissione, quindi questa gente è stata audita per modo di dire, in effetti se guardiamo le integrazioni, che sono in giallo ed è facile vederle, ci sono alcune banalità.
Vorrei dire un’altra cosa, si parla per esempio dell'organizzazione sanitaria, Assessore. In particolare vorrei fare riferimento all'incremento dell'offerta per quello che riguarda le patologie neoplastiche, in particolare per la robotica oncologica, sono due anni che lei asserisce - precisamente mercoledì 28 luglio 2021- che la robotica sarebbe stata acquistata. Lei sa che nell'Area vasta 5 chi è malato, per esempio, di tumore alla prostata deve operarsi a Torrette perché non abbiamo il robot che ci è stato promesso? Parliamo di reti oncologiche, ma lei ci dovrebbe dire come possiamo risolvere questo problema perché è un problema di liste d'attesa, dato che noi non rispondiamo, Lei saprà che mentre noi organizziamo altri nosocomi, negli ospedali dell’Area vasta 5, non avendo personale medico infermieristico, si accorpano i reparti, quindi il reparto di urologia non c’è e i poveri pazienti dell’urologia vengono disseminati in altri reparti. Quindi sarebbe opportuno che si cominciasse da questo.
La mobilità passiva. C'è stato un esame e una valutazione anche delle aree che mostrano maggiore incidenza nella mobilità passiva e devo dire che il lavoro è ben fatto, per esempio cardiologia interventistica, interventi al ginocchio, addirittura sostituzioni delle cartilagini, si è arrivati ad un livello di dettaglio eccellente, però non si risponde a questo con decisioni strategiche sulle aree di confine, non si risponde con delle proposte a tutta l'analisi che avete fatto e non si affronta neanche il problema delle riabilitazioni perché noi paghiamo non solo gli interventi, ma anche le riabilitazioni, incluse quelle cardiologiche.
Ripeto, sulla rete dei tumori non dico nulla, ma c’è un anno di attesa per operarsi di tumore alla prostata nella nostra Ast, dove magari mi piacerebbe …, dopo aver sottolineato che il numero dei ricoveri in mobilità attiva nel 2019 era di 6.151 ricoveri nel privato e 2.700 nel pubblico. Ora mi dovete dire quanto ci guadagna la nostra Area vasta dalla mobilità attiva, ha una mobilità passiva enorme ed ha una mobilità attiva che è tutta del privato. Adesso vedremo, Assessore, come possiamo risolvere il problema dei 14 milioni di euro del 2022 di minori entrate e maggiori spese dell'Ast 5 e i circa 10 milioni di fuori budget che abbiamo per questo anno senza Asur, vedremo chi risolverà questo problema.
C’è una planimetria a pagina 270 a proposito del PNRR e ci sarebbe piaciuto sapere, come ha detto il Consigliere Carancini, dove saranno tolte le case di comunità e gli ospedali di comunità rispetto al taglio del PNRR fatto dal governo nazionale, magari sarebbe stato importante vederlo. Ma guardate, si vede proprio ad occhio, basta guardare la planimetria delle Marche per capire che il giallo è dove sono ubicati gli ospedali di comunità e le case di comunità, si capisce con chiarezza che le aree interne sono tutte bianche, come nel caso dell’ex Area vasta 5 l’ospedale di comunità è stato messo di fianco all’ospedale di San Benedetto del Tronto e poco lontano da quello di Ascoli Piceno, quindi nel territorio non c’è stato messo nulla ad eccezione di Comunanza, lasciando sprovviste la Valle dell'Aso, la Valle del Tesino, la Val Menocchia, la Valle del Tronto.
Voglio dire, benissimo tutte le analisi fatte, se fossimo di fronte ad un medico la diagnosi e l'anamnesi sarebbero state fatte in maniera puntuale, perfetta e precisa, e la cura, Assessore? In che cosa consiste la cura? Qual è la modalità con la quale noi riduciamo per esempio la mobilità passiva? 6.811.000 casi di carcinoma prostatico previsti ogni 100.000 abitanti negli ultrasessantacinquenni, e noi non diamo risposte a queste persone? Queste sono le cose che servono, così pure per la rete ortopedico traumatologica, lei ha avuto una lettera da parte dei primari dell'ortopedia che non riescono a risolvere il problema delle liste d’attesa e non vanno in sala operatoria. Questi sono i problemi da risolvere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Con la Consigliera Casini spesso e volentieri dibattiamo in materia, non solo socio-sanitaria. Stando anche in III Commissione ed occupandoci di programmazione spesso e volentieri simpaticamente parliamo.
La Consigliera mi ha fatto venire in mente quello che era scritto all'ingresso dell’inferno dantesco “Lasciate ogni speranza voi che entrate”, mi ha catapultato nel 1300 quando veniva scritta la Divina Commedia.
Penso che dobbiamo fare un’analisi politica, di quella tecnica ho sentito qualcosa ed è scritta nelle 512 pagine, di analisi politica però ne ho sentita poca dalla vostra parte, perché? Secondo me questo è il più grande atto, lo diciamo tutti e tutti vogliamo intervenire e lasciare il timbro e la presenza sul piano socio-sanitario, ma di politico ho sentito poco.
Penso che il modello politico che è rappresentato oggi da questa maggioranza, dal Presidente e dalla Giunta tutta, Consiglieri inclusi, sia ben evidente. Ho sentito parole come inganno, bugie, tradimento e coraggio, parole che, secondo me, hanno un significato totalmente diverso da quello che voi oggi accertate, o meglio da quello che dichiarate, perché dire che questo è un piano ingannevole … Non è possibile determinarlo oggi il livello di inganno del piano perché oggi nasce e se non lo definite come prematuro e come ingannevole non lo potete dire né voi né tantomeno noi, non lo possiamo dire perché gli effetti del vecchio piano socio-sanitario, approvato a gennaio 2020, li stiamo vedendo adesso, si riverberano nel tempo. E’ qui che nasce la prima manovra socio-sanitaria di questa amministrazione, quindi gli effetti si riverberanno successivamente.
Non abbiamo ingannato i cittadini nell'approvare un atto a gennaio e dopo 4 mesi andare al voto. Non voglio dire inganno, ma lo voglio definire per quello che è al cittadino, oggi approvo un piano a due anni e mezzo e tra due anni e mezzo mi giudicherete per quello che oggi approviamo. Gli effetti tra due anni e mezzo si verificheranno e allora potrete puntare il dito, il cittadino potrà farlo, solo lì, non oggi, perché la programmazione è figlia di scelte politiche diverse, voi avete la vostra, noi abbiamo la nostra. Ricordo esattamente il primo atto che votammo, il primo bilancio, erano stati tolti i rimborsi per i malati oncologici, li inserimmo subito ed è stato anche riconosciuto da voi stessi, quello è stato un errore della storia politica del centro-sinistra.
Poi ne abbiamo approvato un altro perché, sempre sulla scorta di quel programma politico, abbiamo deciso di stralciare il piano socio-sanitario nella parte dell’inserimento dei tre nuovi ospedali e lo abbiamo fatto perché anche questa scelta era figlia di un'organizzazione politica che prevedeva la nascita dei tre nuovi ospedali, unitamente alla cancellazione dell’Asur unica e andava ad inserirsi ed a collazionare la previsione delle cinque Ast, indipendenza economica, indipendenza giuridica, per combattere tutte quelle cose che noi abbiamo detto dalla campagna elettorale dell'estate 2020 ad oggi, può piacere o no, ma questa è la sacrosanta verità.
Non c'è inganno, non accetto la parola inganno perché non è vero, noi abbiamo fatto quello che esattamente abbiamo detto, sulla programmazione ci ragioniamo e ragioniamo su tante altre cose, però questo termine è sbagliato.
Quindi, noi non dobbiamo ritirare l'atto, voi dovete ritirare la parola perché questa è la verità. Ci potrete giudicare solo a compimento e soprattutto non ci giudicherete voi, perché in questo caso, tornando alle parole: “Lasciate ogni speranza voi che entrate,” qualcun altro ci giudicherà. Noi siamo quelli che attraversano il fiume Acheronte, Caronte arriva e ti chiede di entrare e qualcuno che ci giudicherà, perché questa è la verità.
Noi oggi presentiamo un programma, un progetto socio-sanitario, che andrà a valutazione soprattutto di chi ne ha bisogno, del tessuto sociale, delle persone e di tutti i cittadini, loro saranno i nostri giudici, non c'era altra impostazione da quello che vi ho detto e se siete onesti intellettualmente e politicamente dovreste aspettare due anni e mezzo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Questo è un piano dove mi piace come Presidente della Commissione entrare un po’ nello specifico. Abbiamo parlato di tantissimi temi e di tantissime questioni anche politiche, ma è necessario anche in ordine e come merito nei confronti di coloro che hanno operato per la stesura di questo Piano, dare anche una riconoscibilità e cercare di esprimere in maniera chiara dove vuole andare e cosa vuole fare questo piano socio-sanitario.
E’ stato un lungo percorso, devo ringraziare inizialmente le Università Politecnica delle Marche e la Bicocca perché questa Giunta ha ritenuto, secondo me in maniera molto corretta, di fare in via preventiva un passaggio preliminare di uno studio che portasse ad avere dei dati che fossero i più precisi possibili, i più puntuali possibili, per poi redigere un atto che avesse una visione ampia, quindi uno studio sulla domanda, sull’offerta, sullo sviluppo analitico della mobilità passiva, delle prestazioni effettuate, degli accessi al pronto soccorso, del contesto demografico ed epidemiologico, quindi è stato visto come una conditio sine qua non per poter precedere all’evoluzione di questo atto in maniera corretta.
E’ stata data un’impronta molto chiara e molto importante della direzione che questo atto voleva dare, quindi uno studio importante sul fabbisogno, sulla mobilità passiva, sull’ampliamento dei servizi di prossimità ed una visione chiara non più ospedalocentrica, ma molto spinta verso il territorio.
Non posso che riconosce un grande clima di collaborazione in Commissione sanità, tutti i Consiglieri di maggioranza ed anche di minoranza, pur con opinioni sicuramente non condivisibili su nulla di quello che abbiamo trattato, non hanno fatto mai mancare la loro presenza e partecipazione.
Qui mi sento un po' piccato e un po' tirato in ballo, non rientro tanto sul discorso esclusivamente dei numeri delle audizioni, 120, 130, 150, non è quello, ma voglio sfidare qualcuno a dire che anche uno solo dei soggetti auditi non è stato ascoltato fino all’ultimo secondo, è stato interrotto, non gli è stato permesso di replicare, di depositare documenti. E’ stato fatto un lavoro enorme da parte di tutti e sentir dire che non c’è stata partecipazione oppure che non sono state fatte le audizioni che avevano una rilevanza importante, questo mi sembra veramente ingeneroso, non nei miei confronti, nei confronti di tutti.
E’ un piano che va in una direzione chiara, assolutamente influenzato dal D.M. 77, quindi una visione del territorio molto importante, sulla funzione delle case di comunità, degli ospedali di comunità, delle Cot (centri operativi territoriali). Case di comunità che avranno una funzione molto importante, di filtro, con la presenza dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, con tutte le funzioni al suo interno, gli ospedali di comunità che hanno una funzione intermedia tra gli ospedali per acuti e le case di comunità, che cercheranno ancor di più di essere sempre più vicini sia ai cittadini, in ordine alle prestazioni che devono essere loro erogate, che alle famiglie.
Ma non poteva questo piano non partire, ho sentito parlare di questo. ne sono felice, da un’indagine demografica della popolazione marchigiana, una indagine molto chiara che identifica qual è il problema, il tema di questa regione. Una popolazione che calerà del 2% nei prossimi anni, ma invecchierà in una percentuale superiore al 5% nei prossimi anni. Pensate che nel 2027 arriveremo ad avere oltre il 27% di over 65 e questo in una prospettiva futura di analisi non poteva non essere preso in considerazione, anche in relazione agli interventi da fare, da eseguire nei territori ed anche in considerazione dei costi sociali che la Regione dovrà affrontare per la gestione e per la cura di queste persone.
Sulla mobilità passiva c’è stato uno studio molto attento e molto approfondito che non deve solamente servire a guardare i numeri finali, ma soprattutto è riuscito a far capire anche con i DRG dove vanno a curarsi queste persone, in che strutture vanno, pubbliche o private, e cercare di capire anche quali sono le motivazioni che portano le persone a non curarsi all'interno della regione Marche.
Voglio evidenziare alcuni punti che secondo me rientrano tra le priorità, come la rimodulazione delle reti cliniche. Un punto focale, sono certo che l'Assessore e il Presidente credono tantissimo in questa funzione, che deve portare ad avere un’eccellenza all’interno dei nostri territori e cercare, questo lo dico io e mi prendo la responsabilità, di mettere da parte in taluni casi anche le ambizioni e le prerogative di alcuni medici e cercare di fare rete nel territorio per poter curare nel miglior modo possibile i cittadini.
La terapia del dolore e le reti cliniche delle cure palliative sono una battaglia di civiltà. Troppo spesso le cure palliative sono state equiparate ad un passaggio finale della malattia di una persona, invece è un percorso che dev'essere curato inizialmente con i pazienti, con le famiglie, che questa Regione anche in previsione della legge 38/2010 vuole assolutamente portare avanti.
La rete diabetologica è un’eccellenza della regione della Marche, sia per la presa in carico dei soggetti che per la messa in rete di tutti i dati e per le strumentazioni che portano le cartelle cliniche personali di ogni singolo diabetico. Ci sono oltre 80.000 diabetici all’interno della regione Marche.
Lo studio sulla cronicità delle malattie avrà un frutto importantissimo perché questi dati, a differenza di quello sostenuto da alcuni di voi, avranno una funzione essenziale quando sarà ora di mettere a terra i singoli atti aziendali e cercare di incidere anche sulla mobilità passiva. Qualcuno ha detto che la mobilità passiva è bene guardarla, ma bisogna metterla a terra con atti successivi, e questo è proprio ciò che verrà analizzato all’interno dei singoli atti aziendali.
E come non ricordare un cenno sull’innovazione tecnologica, anche la Missione 6 del PNRR va a dare rilevanza all’innovazione tecnologica, al fascicolo sanitario elettronico, alla telemedicina, senza fare nessun tipo di confusione, senza pensare che la volontà di questa amministrazione, di questa Giunta, sia quella che l'innovazione tecnologica possa sostituire o andare a rovinare o annacquare il rapporto che deve esistere necessariamente tra medico e paziente.
Mi accingo a fare i ringraziamenti perché questo è stato indubbiamente un percorso lungo, serrato, lo riconosco, non ho problemi a dirlo. Voglio ringraziare di cuore tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza, ma non posso non ricordare in questo percorso la Dirigente del Servizio affari legislativi e coordinamento Commissioni assembleari e la Segretaria della IV Commissione perché hanno contribuito all’organizzazione ed alla gestione della Commissione. E’ stato un lavoro molto duro anche per loro, quindi mi sembra opportuno ricordarle perché spesso siamo sempre a parlare solamente di noi, ma se non ci fossero queste dipendenti e collaboratori, che fanno un lavoro utilissimo …, noi arriviamo lì e troviamo tutto pronto, ma in realtà c’è un lavoro dietro enorme.
Permettetemi l’ultima considerazione, questa politica. In questo caso ho voluto fare un intervento più istituzionale perché se avessi voluto rispondere a molte critiche che sono pervenute avrei perso troppo tempo, invece vedo che riesco a stare nei tempi.
Questo rimprovero sulla poca concertazione sinceramente mi rimane qui ed è stato preso ad esempio anche da qualche Consigliere quando nelle precedenti amministrazioni il piano socio-sanitario era stato almeno un anno in Commissione. Sicuramente non è un motivo di vanto a mio parere, anche perché da quello che so, in maniera molto chiara, è stato un anno in Commissione solamente perché il Partito Democratico aveva dei grossi problemi al suo interno e non riusciva a decidere, noi invece a differenza vostra in due anni e mezzo siamo riusciti ad approvare una riforma dell’organizzazione epocale che ha portato all’Asur e alle cinque Ast territoriali ed ora ad un piano socio-sanitario.
Lasciatemelo dire, noi a differenza vostra siamo molto diversi e siamo una maggioranza molto compatta, molto coesa, dietro allo spirito ed al potere del nostro Presidente Acquaroli, in questo caso dell’Assessore Saltamartini e di tutta la Giunta che noi rappresentiamo e cerchiamo di sostenere ogni giorno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Buongiorno a tutti. Sicuramente intervenire dopo tutti gli altri non è sicuramente semplice. I
Innanzitutto voglio dire, giusto per fare un po’ di polemica, ma ci sta, che oltre alla Presidente di Fratelli d’Italia era venuto anche il buon Segretario della Lega a dire che avrebbero riaperto a Fano tutto e di più, non vorrei che poi quelli della Lega ci rimangano male: “Come solo la Presidente di Fratelli d’Italia, era venuto anche il Segretario della Lega”, state tranquilli, la vostra parte l’avete fatta anche voi.
Volevo dire al Consigliere Cancellieri, che è il numero uno, che ha fatto un intervento che non ho capito, in pratica ha detto che non si può far niente, mi ha rubato l’intervento, quindi io non so più cosa dire. Ha ricordato alla sua maggioranza ed ai suoi Consiglieri i tanti emendamenti assunti, anche all’Assessore: “Ragazzi, guardate che i medici di famiglia non ci sono, per gli infermieri abbiamo fatto scadere le graduatorie”. Negli ospedali i medici non ci sono, i pronto soccorso è impossibile aprirli perché i medici non ci sono, alle psichiatrie e salute mentale auguri, trovare uno psichiatra è impossibile. Ovviamente lui l’ha fatto con l’aplomb, in molti non lo hanno sentito, ma io lo stavo a sentire perché sapevo che avrebbe fatto un intervento da medico.
In pratica il piano che abbiamo fatto è fuffa, ha l’obiettivo di trovare le soluzioni al disastro fatto, non per me, ma secondo l’attuale maggioranza, dal governo precedente. Facciamo un nuovo piano con il quale riusciremo a risolvere tutta una serie di problemi.
Nel frattempo il Consigliere Cancellieri dice – era quello che volevo dire io – ma con chi? Mi sembra colui che, non dico chi, durante la seconda guerra mondiale muoveva i carri armati, ma erano sempre gli stessi ed alla fine è andata come è andata. Se sposto i carri armati, ma le truppe non le ho, la fine che faccio è quella di pensare di fare una cosa ma poi di non riuscire a farla.
Se fossi l’Assessore Saltamartini sarei arrabbiato, a me non sembra normale che in Commissione si facciano 150 audizioni. O l’Assessore Saltamartini non le ha fatte, perché se tutti gli stakeholders erano già stati da lui ascoltati non sarebbero mai andati dal Consigliere Baiocchi, uno più uno fa sempre due. Se sono già stato ascoltato, a meno che l’Assessore Saltamartini non abbia detto a tutti di no, non capisco perché sono tornati tutti di corsa a fare l’audizione in Commissione, probabilmente l’Assessore doveva gestire le questioni, sapeva cosa poteva mettere e cosa non poteva mettere ed è stato un po’ più attento. In Commissione invece si è cercato di allargare, ascoltando tutti, un emendamento non si nega a nessuno, ma poi alla fine è venuto fuori un piano …, se l’Assessore Saltamartini era preoccupato secondo me lo è ancora più perché poi la faccia non è quella del Consigliere Marinelli, la faccia che si vede sul giornale è quella dell’Assessore Saltamartini.
Qualcosa non torna, se ero l’Assessore la Commissione non avrebbe aggiunto tanti emendamenti perché si era fatto un percorso con la struttura. Il Consigliere Baiocchi ha fatto bene perché ha ascoltato tutti, però mi domando: come mai tutti hanno chiesto al Consigliere Baiocchi di essere ascoltati? Vuol dire che qualcuno non li ha ascoltati, sennò uno più uno …, questa è la mia sensazione e posso sbagliarmi.
Ho sentito l’Assessore Baldelli rispondere alla Consigliera Vitri dicendo che prima le persone morivano nelle ambulanze perché non c’erano i pronto soccorso, perché oggi c’è un pronto soccorso in più? E’ stato aperto un pronto soccorso in più nella provincia di Pesaro? A me non risulta, forse sbaglio io, ma questa mi sembra grave come dichiarazione, soprattutto perché non si è aperto niente di più.
Al Governo mica ci sono io, oggi c’è un Governo di centro-destra, le risorse, lo sa anche Paperino, le sta tagliando, non le sta aumentando, quindi dire che adesso faremo tutto con un Governo che sta tagliando le risorse, non mi sembra opportuno.
Poi c’è la storia dell’ospedale unico, l’errore del precedente Presidente della Giunta è stato quello di averlo chiamato ospedale unico, l’ospedale unico non è mai stato un ospedale unico della provincia, ancora c’è qualcuno che continua a raccontare la storia che si sarebbero chiusi Pergola, Urbino e che a Fano rimaneva un presidio ospedaliero, che ovviamente non era un presidio completo. Non sarebbe rimasto un ospedale di primo livello, ma un ospedale dove c’era comunque un pronto soccorso e determinati reparti. Ancora si racconta questa storia? Ma sapete chi va in affanno con l’inserimento di un ospedale di primo livello, come Pesaro e Fano a 10 chilometri l’uno dall’altro? Chi pensate andasse in affanno? L’entroterra! Il personale che assorbe Pesaro e Fano a chi lo togliamo, all’Ungheria? Il personale che assorbe Pesaro e Fano lo togliamo all’entroterra, andate a chiedere cosa sta succedendo ad Urbino con un Assessore – no l’Assessore Saltamartini, ma un altro – che sta portando i chirurghi a Pergola, a guardare le cicatrici, togliendo i chirurghi da Urbino. Ma stiamo scherzando? Queste cose le sapete anche voi ed è l’ora che le dite! Ma di cosa stiamo parlando! Perché politicamente si vogliono spostare i chirurghi - e l’Assessore Saltamartini si arrabbia tutti i giorni - da qua a là, non si capisce dove sono la sera e dove sono la mattina. Voi non pensate che questo sia un motivo per cui i medici vanno via? Più 39%, non lo dice il Consigliere Biancani o il Consigliere Mangialardi, ma la Corte dei conti, la quale ha detto che nel 2022 c’è stato un +39% di medici che sono andati a lavorare nel privato o in altre regioni. Cominciamo a chiedere al privato di fare prestazioni dove non si guadagna, di sicuro non le fa! Quindi, i servizi non sono stati riportati da nessuna parte.
La distribuzione degli ospedali e le case di comunità, vi do due numeri: Pesaro, una casa di comunità ogni 70.000 abitanti, Senigallia, una ogni 13.000, Ancona, una ogni 22.000, Fermo, una ogni 35.000.
Andiamo agli ospedali di comunità: Pesaro, ogni 100.000 abitanti 29 posti letto, Urbino 105, Ancona 35, Macerata 58, Fermo 22, ma chi ha programmato la dislocazione delle case di comunità e degli ospedali comunità? Questi sono i dati, di cosa vogliamo parlare!
Siete riusciti nella nostra provincia a fare il miracolo. L’unico ospedale di comunità aperto a Galantara viene trasformato in casa di comunità, praticamente i pesaresi dovrebbero andare dal medico di famiglia a Galantara, dove non andrà nemmeno un medico di famiglia, per cui la casa di comunità non si farà. E’ tutto finto, questo perché si voleva fare una casa di comunità a Mombaroccio, però il Ministero ha detto: “Ma siete matti, una casa di comunità a Mombaroccio, sono 3.000 abitanti”. Una casa di comunità deve servire 50.000 abitanti, e ve l’ha bocciata, allora per non lasciare indietro Mombaroccio si è scambiato l’ordine degli addendi: Galantara è diventata casa di comunità e Mombaroccio ospedale di comunità, ma è questo il modo di programmare?
Mombaroccio aveva la dignità di avere risorse come tutti gli altri Comuni, non per fare un ospedale dove prima c’era il campo da calcio, ma per sistemare la struttura che c’era! Stessa cosa vale per Cagli perché noi dobbiamo recuperare - qui parliamo di consumo di suolo zero - gli edifici esistenti, poi ogni volta che facciamo una scelta gli edifici vecchi li lasciamo abbandonati e non li prende mai nessuno, però facciamo tutte cose nuove.
A mio avviso andavano recuperati gli edifici esistenti, questo vale per Cagli, per Mombaroccio …
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. A Pesaro avete fatto peggio, avete fatto un bando per 5 lotti per andare in affitto, non rispettando il contratto che era previsto per il nuovo ospedale. Non potrete mai portare le comunità protette a Mombaroccio, allora prendete i locali in affitto quando avevate un progetto definitivo, fatto dall’ex Asur, per recuperare l’ex manicomio, per portarci tutti, dal distretto alle comunità protette e altro, ma no, continuiamo ad andare in affitto! Abbiamo fatto l’errore noi tanto che da 70 anni siamo in affitto in via XI Febbraio e voi adesso a prendete i locali in affitto.
Ma quello che mi spaventa è che non è la politica a decidere, quando i tecnici mi rispondono già mi innervosisco. Se parlo mi riferisco all’Assessore Saltamartini o ai Consiglieri Serfilippi o Baiocchi, però quando mi risponde un tecnico mi innervosisco, quando decidono i tecnici dove spostare tutti …, guardate il centro per l’autismo. Mica do la colpa al Consigliere Baiocchi, voi pensate che sia colpa del Consigliere Baiocchi se non si fa più lì? E’ che quei geni hanno previsto la Cot in un posto dove non dovevano prevederla, la Cot è composta da 4 persone che rispondono al telefono, potevano andare in qualsiasi altro ufficio, hanno fatto fare una figuraccia al Consigliere Baiocchi ed all’Assessore Saltamartini. Ma sarà normale che i tecnici decidono queste cose e non è la politica a dare gli indirizzi giusti? Questo ovviamente non è colpa mia, è colpa vostra, se c’ero io la Cot non la facevano sicuramente lì.
Concludo con l’ospedale, l’errore più grosso, ripeto, è stato quello di togliere l'Azienda Marche Nord, perché qui stiamo parlando di mobilità passiva e, come ha detto la Consigliera Casini, nel 2017/2019 si è ridotta di almeno il 7%. Con l’ospedale Marche Nord noi facevamo circa 600 posti …
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Oggi c’è un acceso dibattito, ma credo che sia giusto e opportuno per l’importante documento che ci accingiamo ad approvare.
Sapevamo benissimo quando abbiamo vinto le elezioni che la sanità sarebbe stato lo scoglio più difficile ed io ringrazio in primis l'Assessore Saltamartini che si è caricato sulle spalle prima la gestione della pandemia e poi tutto quello che ne è conseguito, con quello che abbiamo fatto in questi ultimi tre anni.
Ci tengo a ricordarlo perché questo atto, che oggi approviamo, è la base per partire con le azioni concrete che abbiamo promesso. Abbiamo cercato di tamponare in questi tre anni con il vecchio piano socio-sanitario approvato dal Partito Democratico, che oggi state criticando, ma che di fatto è ancora la riforma in atto dal giorno in cui abbiamo vinto le elezioni, quando abbiamo bocciato il progetto scellerato degli ospedali unici che il Partito Democratico da 25 anni aveva promesso ai marchigiani e che non aveva realizzato in nessuna provincia.
Penso in primis alla provincia di Pesaro e Urbino, quando ero un giovane Assessore sentivo parlare dell'ospedale unico e alla fine, tre anni fa, avete chiuso un progetto che il Consigliere Biancani definisce definitivo, che di fatto avrebbe indebitato il bilancio della nostra Regione per pagare un privato che avrebbe realizzato il nuovo ospedale di Pesaro, ospedale unico tra Pesaro e Fano, con conseguente chiusura, lo ha detto finalmente il Consigliere Biancani e mi fa piacere, di Fano, dove non sarebbe più rimasto un ospedale di primo livello, invece grazie alla Giunta Acquaroli e all'Assessore Saltamartini e al centro-destra Fano rimarrà un ospedale di primo livello, aggiungo io, con le specializzazioni di secondo livello che attualmente ci sono.
Detto questo, è importante dare una risposta al territorio nel nord delle Marche perché la mobilità passiva va frenata, in primis a nord. La precedente Giunta ci ha provato con l'Azienda Marche Nord che sicuramente ha ottenuto buoni risultati, ma sono convinto e mi auguro che con la nuova Azienda sanitaria territoriale non avremo più il doppione come prima tra Area vasta e Azienda Marche Nord. Abbiamo un’unica Azienda provinciale e con la realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro, che sarà per Pesaro, con la nuova palazzina dell'emergenza-urgenza di Fano con 15 milioni di euro e più e, mi auguro ben presto, con la ristrutturazione del padiglione B, che è stata promessa e che spero vada in modo spedito, riusciremo ad ottenere dei buoni risultati.
E’ chiaro che questo percorso è lungo, difficile. Dopo la soppressione dell’ospedale unico abbiamo lavorato alla costituzione delle 5 Aziende sanitarie, che abbiamo approvato con la riforma della sanità dello scorso anno e oggi con la riforma del piano socio-sanitario. Successivamente, questo è bene spiegarlo ai marchigiani, saranno fondamentali, e su questo faccio un piccolo inciso, gli atti aziendali delle 5 Aziende sanitarie territoriali perché è bene che la politica faccia le scelte, naturalmente non per partito preso, ma in base alle indicazioni dei tecnici, che comunque abbiamo inserito come guida per le Aziende sanitarie territoriali. E’ inutile creare tanti doppioni nei vari presidi, ma oggi è importante dare un servizio di qualità al cittadino marchigiano.
Tutte queste diatribe che abbiamo visto, ad esempio nella nostra provincia tra Fano, Pesaro, Urbino, Pergola, bisogna superare i provincialismi che abbiamo avuto in passato e dare dei servizi di qualità ai marchigiani perché la differenza oggi, l’ha detto prima il Consigliere Cancellieri, è che il cittadino sceglie la sanità di qualità, quando si parla di sanità fa anche 500 chilometri, l’importante è che ci sia il professionista e la struttura d'eccellenza.
Quindi, dobbiamo correre per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera, dobbiamo ascoltare e cercare di aiutare i medici che abbiamo sul nostro territorio, sono bravi, dobbiamo cercare di non farli fuggire nel privato che sappiamo benissimo li paga di più e meglio. Ci sono tante cose da fare, però sapevamo che la sanità era uno scoglio difficile, piano piano stiamo cercando di mettere in fila tutto quanto.
Questo piano è importante, corposo e parte dall'analisi dei fabbisogni, quindi è importante fare la fotografia attuale di quello che abbiamo ereditato e che stiamo ereditando, anche dopo i due anni di covid. Due anni che hanno stravolto la sanità, quindi anche i dati sono stati difficili da reperire, diciamo che l'ultima fotografia vera, penso agli accessi al pronto soccorso rispetto alle prestazioni che abbiamo svolto negli ambulatori, sia di fatto relativa al periodo al pre Covid, L'anno vero sarà questo, il 2023, quindi dal prossimo anno riusciremo a vedere come sta cambiando anche l'offerta e la domanda sanitaria.
Per quanto riguarda la modalità passiva è chiaro, lo sappiamo tutti benissimo, che il 39% delle prestazioni riguarda l’ortopedia e la traumatologia, il 28% la cardiologia e l’interventistica, quindi è bene rimodulare e su questo credo che sia importante potenziare la sanità pubblica con posti letto nella provincia di Pesaro e Urbino, perché è una delle province più penalizzate in termini di posti letto. E mi fa piacere che sia la Giunta che la maggioranza che l'opposizione, tutti, riconoscano questo divario, quindi mi ha auguro che con l’approvazione del nuovo piano socio-sanitario e con gli atti aziendali conseguenti, si ristabilisca la disparità che c’era in passato.
Di tutti i discorsi che abbiamo sentito, è chiaro che ognuno fa il gioco delle parti, però è stato fatto un grande lavoro dalla Giunta, la Commissione autonomamente ha fatto tantissime audizioni, quindi questo è un documento programmatorio condiviso con tutte le categorie e ringrazio tutti i componenti della Commissione ed il Presidente per il lavoro che hanno svolto, nonché il relatore di maggioranza Ciccioli.
Questo è un documento molto importante, sappiamo le sfide importanti che abbiamo, le difficoltà che ci sono, però è importante iniziare a mettere i tasselli e passare dalle parole ai fatti, fatti che il centro-sinistra aveva promesso in 25 anni, ma non è mai riuscito a realizzare.
Il tema della sanità è complicato, difficile, naturalmente molto più facile strumentalizzare sui giornali, come vediamo tutti i giorni, attaccando e danneggiando di fatto la sanità marchigiana. E’ chiaro che ognuno ha il suo ruolo, ma a volte un briciolo di coscienza da parte del Partito Democratico, che ha amministrato in tutti questi anni la Regione, sarebbe importante.
Spiace vedere esponenti del centro-sinistra protestare davanti alla chiusura delle guardie mediche, quando è dovuta al fatto che non ci sono i giovani di medicina generale. La responsabilità è la vostra, mentre noi abbiamo aumentato le borse di specializzazione e quest'anno già stiamo cominciando a vedere le prime risposte.
(interventi fuori microfono)
Luca SERFILIPPI. Intanto le guardie mediche le stiamo riaprendo tutte quante, con grande difficoltà, perché qui è mancata la programmazione da parte del centro-sinistra e noi stiamo mettendo le pezze sul territorio …
Adesso mi fate scaldare, visto che mi interrompete, perché la vallata del Metauro, da dove provengo, è stata bistrattata dal Partito Democratico, anche il PD locale aveva accettato l'ospedale unico con la conseguente chiusura dell'ospedale di Fano per una strada, la famosa strada di Gimarra che doveva collegare l'ospedale nuovo di Muraglia da 650 posti, invece questa Giunta realizzerà un nuovo ospedale a Muraglia da 450 posti, che sono i 450 posti che ha attualmente il San Salvatore, rimarranno 250 posti a Santa Croce di Fano che doveva diventare un ambulatorio.
Mi auguro che il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni comunali non faccia l'alleanza con chi voleva chiudere l’ospedale di Fano, che oggi invece rimarrà aperto e potenziato con i servizi che ci sono in questo momento.
Mi auguro anche, quando ho parlato di atto aziendale, che i pesaresi riconoscano la vallata del Metauro ed alla città di Fano il ruolo che ha, che è un ruolo capofila di tutte le città lungo la vallata del Metauro, compreso Fossombrone fino a Cagli.
Detto questo, ristabiliamo le cose come devono essere. Noi abbiamo chiesto il voto ai marchigiani per cambiare la sanità, con grande difficoltà ci stiamo riuscendo e sappiamo benissimo che il passo è ancora lungo. Ad esempio una criticità che tanti cittadini ci evidenziano sono i tempi d'attesa, bisogna metterci fondi perché le liste d’attesa non si riducono da un giorno all’altro. Bisogna metterci i soldi in primis per pagare di più i medici, chi c’è e chi vuole, anche lì bisogna parlarci e venire loro incontro, ma anche loro devono, se possono, dare di più anche se già abbiamo chiesto loro tanto, magari allargare l'orario per fare le prestazioni. Quindi pagarli di più in straordinario con qualche compenso aggiuntivo. Dall'altro lato c'è il privato, che in passato faceva quello che voleva perché puntava giustamente al margine, oggi mi ha auguro che con questa maggioranza il privato faccia quello che il pubblico vuole e dove è più in difficoltà. Non mi scandalizzo nel dare più soldi al privato per abbassare le liste d’attesa perché sono un problema reale. Il cittadino oggi che chiama il Cup riceve a volte un anno di attesa, se chiama il privato dopo una settimana ha la prestazione. Come si fa, non abbiamo la bacchetta magica, servono i soldi.
Il piano socio-sanitario, la riforma delle Aziende sono cose concrete, noi parliamo con i fatti, gli investimenti sul territorio sono concreti e mi auguro che presto vedano la luce con i cantieri perché la gente guarda quando parte la gru e non quando annunciamo le cose o facciamo i sopralluoghi nei terreni per dire che realizzeremo gli ospedali di comunità e le case comunità. E’ un processo di riforma difficile, complesso, ma sono sicuro che ce la metteremo tutta e questo è un atto importante che finalmente ci accingiamo a votare in maniera compatta e convinta come maggioranza di centro-destra. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, se ci ascoltano da fuori immagino che questa polemica, che rischia di diventare sterile, possa ai più essere incomprensibile, allora cercherò di riportare la discussione su un livello che mi auguro sia di confronto costruttivo.
Voglio iniziare con i ringraziamenti all'Assessore Saltamartini, a tutta la Giunta, al Presidente Acquaroli, alla Commissione tutta, ai relatori di maggioranza e di opposizione, dando atto del fatto che le tante audizioni che abbiamo fatto in Commissione per lo più sono state audizioni con le quali abbiamo raccolto pareri positivi rispetto a questo piano. Sono state audizioni anche importanti, mi riferisco ad esempio a quella delle Università che è stata una delle prime, nella quale abbiamo raccolto giudizi favorevoli. Questo lo voglio sottolineare perché mi pare un dato che abbia la sua importanza e se dalle audizioni c'è stato un lavoro che ha portato a degli emendamenti, come ha detto poc'anzi il Consigliere Biancani, sono emendamenti di cesello, emendamenti di messa a punto, che chiaramente non hanno squilibrato.
Il piano è stato un nostro obiettivo e la nostra grande responsabilità – quella della maggioranza e della Commissione – è stata quella di assicurare che rimanesse quello, con quell'anima, non senza un’anima come è stato detto ed è apparso sulla stampa, con un'anima ben precisa.
La discussione di questo piano la sento profondamente, mi fa effetto perché un po’ appartengono al mondo della sanità, avendolo vissuto non solo come dipendente, ma soprattutto negli ultimi vent'anni lavorando nell'ospedale di Macerata.
Ritengo e sono convinta che la sanità sia un tema importantissimo per tutti i cittadini delle Marche ed anche per il periodo storico molto particolare nel quale questa iniziativa si inserisce.
Un momento che anche dal punto di vista politico segna, se vogliamo, la fase più alta del nostro mandato ottenuto dai cittadini anche e soprattutto per cambiare la sanità della nostra regione. Quando dico per cambiarla, dico che c'è stato dato un mandato, è stato detto da più parti, che risponde a quel programma su cui i cittadini ci hanno votato.
Non è stato facile arrivare a questo punto, cambiare un sistema così complesso dal punto di vista organizzativo richiede tempo, responsabilità e chiari valori di riferimento.
Il tempo a disposizione non è stato tantissimo, ma il senso di responsabilità e i valori che hanno orientato le scelte fin qui fatte, mi pare abbiano mostrato chiaramente il carattere di questa maggioranza, e oggi l'abbiamo sentito anche dagli interventi.
Come, lasciatemi dire senza spirito polemico, è sembrato chiaro il carattere dell'opposizione, delle minoranze dall'inizio di questa legislatura. Abbiamo un ricordo molto chiaro di come durante un periodo delicato come quello della pandemia … Ricordo il Consiglio regionale che facemmo sulla pandemia, addirittura il giorno prima qualcuno ci accusava di non avere nessuno dell’area fermana, e guardo il Consigliere Putzu, e ci accusava di essere responsabili, mentre si può dire che ci avevamo messo piede a malapena.
Un anno fa in questa Aula, abbiamo approvato, io purtroppo non c'ero, la legge 19/2022 per la riorganizzazione del Servizio sanitario e abbiamo approvato la cancellazione, dopo 20 anni, dell’Asur regionale e l'introduzione di un nuovo modello organizzativo, che punta ad una sanità di territorio, anche attraverso l'utilizzo della telemedicina. Abbiamo dato il via ad un profondo cambiamento di assetto, anche sociale, dei nostri territori.
I tempi lo richiedevano fortemente. Gli anni del Covid hanno mostrato le fragilità di quel precedente modello e la necessità di riprogettare la sanità, dando valore alle periferie, e un sempre più urgente ammodernamento delle strutture divenute oltremodo obsolete dopo le sfide della medicina post Covid.
A tale riguardo voglio aprire qui una parentesi e voglio fare un pizzico di storia. Che l’Asur fosse una iattura qualcuno l'aveva capito in tempi non sospetti, guardo il Consigliere Carancini, quando nel 2002 il Consiglio comunale di Macerata su una mozione a mia iniziativa l’allora maggioranza di centro-sinistra votò contro l'istituzione dell'Asur perché noi maceratesi - qualcuno ha detto che ci voleva un Presidente maceratese per riportare equilibrio in questa regione - abbiamo una marcia in più, lo dico simpaticamente. Quella mozione fu votata dall’allora maggioranza di centro-sinistra perché era chiaro che l’Asur sarebbe stata una iattura e avrebbe allontanato il centro decisionale dal territorio e avrebbe favorito logiche che nulla avevano a che fare con l'organizzazione dei servizi, ma che hanno a che fare con una gestione politica, tanto è vero che si sono poi inventati le famose Aree vaste, senza il potere decisionale, che invece serve per gestire la sanità sui territori.
E allora è chiaro che la nascita delle 5 Ast è un atto di portata storica, un atto che è partito regolarmente l’1 gennaio 2023 a dispetto di quanti paventavano un disastro operativo. Un primo risultato positivo che ha reso ancora più salde le nostre condizioni iniziali, un processo che si è concluso poco tempo fa con la nomina degli ultimi Direttori generali. Ricordo che il Governatore Acquaroli lo definì il primo mattone importante, in effetti lo è stato, un mattone fondamentale di ciò che avremmo pian piano edificato e che oggi vede la luce.
Abbiamo fatto i passi necessari a realizzare quel grande progetto che oggi è il piano socio-sanitario regionale. Un atto che si pone l'obiettivo nel tempo di assicurare salute e benessere in uno scenario dai contorni molto sfocati.
L'aumento della quota del Fondo nazionale destinata alla nostra Regione con la premialità ottenuta grazie all'alto posizionamento in classifica dei servizi ospedalieri e post ospedalieri erogati conferma che stiamo andando nella direzione giusta.
Essere tra le cinque migliori Regioni a livello nazionale ci deve inorgoglire tutti e spingerci ad andare avanti con sempre maggiore determinazione.
Il nuovo piano sanitario regionale nasce sulla scia di questi primi e importanti traguardi, nasce dall'analisi del fabbisogno, che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni della salute dei cittadini, ma ha anche lo scopo di migliorare le condizioni di chi opera in sanità e di raccogliere la sfida di tutto il personale in forza nelle strutture regionali e di luoghi adatti ad elevare ancora di più la prestazione medico-sanitaria. Promozione del merito, promozione del benessere organizzativo del personale, sono le parole d’ordine che non ci possiamo né vogliamo dimenticare, perché ricordiamo, io per prima ricordo, il grande sforzo fatto dagli operatori sanitari sotto il Covid. E’ stato un periodo in cui ogni giorno rischiavano la vita per salvarne altre, accettando rischi di una professione che è preziosa e fondamentale. In quei mesi di turbamento e paura a tutto il personale sanitario veniva chiesto di andare oltre ogni schema organizzativo e questo è stato fatto e di questo noi non ci dimenticheremo e allora la carenza … Basta anche accennare al fatto che siamo la prima Regione italiana che ha finanziato le borse di specializzazione, una carenza a livello nazionale e che si è resa ancora di più evidente negli anni dei Covid.
E’ tempo che la politica faccia la sua parte, affrontando con forza le sfide che verranno. Non possiamo permetterci di arretrare al cospetto delle tante difficoltà in atto, e credo che questa maggioranza abbia la tempra morale per affrontarle tutte.
Permettetemi, in conclusione, di dire che non è stato facile avviare questo percorso anche nell'attuale scenario internazionale: la guerra alle porte dell’Europa, il rincaro dei prezzi, l’inflazione, tutto ciò ha portato in certi casi ad un rallentamento delle opere, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici, ma mai ad una loro interruzione. Ciò significa che le opere edilizie promesse si faranno, lo dico in particolare per rassicurare i detrattori, che se ne facciano una ragione, non cadremo nella trappola delle parole, ne sono state dette tante in questi vent'anni, continueremo a credere nella forza dei fatti, questa riforma della sanità si farà, senza se e senza ma, e sapete per quale motivo? Perché noi crediamo nell'Italia e abbiamo fiducia nel futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Permettetemi di ringraziare di cuore l’intera Giunta, il Presidente Acquaroli, l’Assessore Saltamartini, la IV Commissione consiliare, il suo Presidente Consigliere Baiocchi e tutti i componenti per il lavoro che è stato fatto.
Mi rendo conto che fare una riforma del genere non è semplice ovviamente e voglio ringraziare la Giunta che ha avuto il coraggio di farla a metà legislatura, non alla fine, Magari qualcuno, come è stato fatto nella scorsa consiliatura, l’ha approvata per poi promettere qualcosa in campagna elettorale, poi purtroppo c’è stato il Covid. Male per loro perché ci hanno perso le elezioni, ma a prescindere da questo voglio ringraziare la Commissione perché è riuscita a fare più di 130 audizioni, questo significa ascoltare e fare delle proposte importanti.
Ho sentito qualcuno dire che abbiamo tradito i cittadini marchigiani perché avevamo promesso nella nostra campagna elettorale - ho qui il nostro programma elettorale e mi sarebbe piaciuto molto vedere il vostro, purtroppo non ho avuto tempo di leggerli tutti, mi sono concentrato sul nostro che è stato quello vincente - di “spoliticizzare” le scelte sanitarie, ovvero di non dare incarichi ai direttori generali oggi, prima erano direttori d’Area vasta, solo perché non avevano la tessera del Partito Democratico, prima succedeva che se avevi la tessera avevi ruoli importanti nella sanità; non a caso ci avete perso le elezioni.
Ho visto e sentito di questa vergogna, magari ci dobbiamo vergognare perché avevamo promesso di modificare l’Asur, che non piaceva neanche a voi. Ho avuto modo di seguire qualche convegno del PD e qualche Consigliere ha detto che l’Asur non piaceva neanche a voi. Noi abbiamo trasformato l’Asur e potenziato i territori in 5 Ast, tra l’altro ricordo anche che qualcuno dell’opposizione diceva che il governo ci avrebbe impugnato l’atto, siamo andati avanti ed ha avuto ragione la Giunta Acquaroli.
Ci dobbiamo vergognare perché avevamo promesso di ridurre la mobilità passiva e questo credo che debba essere una battaglia comune di tutti, e su questo piano socio-sanitario già c’è scritto.
Ci dobbiamo vergognare perché abbiamo trasformato qualche ospedale di comunità o casa di comunità, che magari il PD aveva reso a lungodegenza, dando l’opportunità anche ai medici di base. E arrivo anche su questo.
Noi avevamo promesso in campagna elettorale ambulatori di medicina dei medici generali associati, e questo è stato fatto dalla Giunta Acquaroli, investendo risorse proprie. Ci dobbiamo vergognare vista la grave carenza di medici di medicina generale? Ovviamente non è colpa della Giunta Acquaroli se abbiamo una grandissima carenza di medici di medicina generale e pediatri perché voi sapete che la Giunta Acquaroli governa dal 2020 ed in tutto questo è riuscita a sopperire con le borse di studio, investendo subito con grande tenacia, cosa magari che non è stata fatta dal Partito Democratico.
In più ho avuto modo di ascoltare e si è citata la Cgil-Cisl-Uil ed i Consiglieri del PD sono preoccupatissimi per la manifestazione della Cgil-Cisl-Uil, per le osservazioni della Cgil-Cisl-Uil, magari qualche Consigliere non era presente nella scorsa legislatura e lo giustifico, ma qualche Consigliere, che era Assessore nella precedente consiliatura, si deve ricordare che il 13 aprile 2019 ci fu una grande manifestazione di 3.000 persone che protestarono contro la sanità del precedente Presidente, mentre non hanno protestato contro la sanità del Presidente Acquaroli. Quando governavate non vi preoccupate, ora che siete all’opposizione vi preoccupate. Come per le osservazioni sul piano socio-sanitario 2019-2021 di Cgil-Cisl-Uil, che scrivevano che erano preoccupati per lo spazio di manovra e di azione della sanità privata. Ricordo benissimo quando avete criticato la Giunta Acquaroli per aver aumentato i fondi alla sanità privata, ma gli unici che hanno amici nella sanità privata …, sono ex Parlamentari, ex Assessori del Partito Democratico, che lavorano nella sanità privata. Cgil-Cisl-Uil proprio in quel piano socio-sanitario avevano contestato forse questo e di certo non è colpa del Presidente Acquaroli se 3.000 persone andarono in piazza a protestare.
Su questo piano socio-sanitario c’è stato un confronto importante, è vero, in pochi giorni, scusateci noi siamo più veloci di voi, abbiamo camminato di più, siamo più reattivi, i cittadini ce lo riconoscono, ce lo riconoscono anche su queste elezioni. Non ci potete fare una colpa per la velocità e l’ascolto, è una caratteristica della Giunta Acquaroli, aggiungo anche il pragmatismo come caratteristica della Giunta Acquaroli, e di questo non potete farcene una colpa.
Ringrazio il Presidente Acquaroli, l’Assessore Saltamartini, la Commissione, la Giunta, che con questo nuovo piano socio-sanitario ha ridato una dignità ed una equità al nostro territorio. Tutti i territori hanno qualcosa da rivendicare, nessuno deve più litigare tra Pesaro e Ascoli Piceno, nessuno deve più dire: ma a Pesaro hanno fatto l’ospedale unico, anche ad Ascoli Piceno o a Macerata lo vogliono fare.
No, caro Consigliere Biancani, mi dispiace per lei, è stato bravissimo a preferenze, ma ha perso le elezioni, è stato il capocannoniere di una squadra …
(interventi fuori microfono)
Andrea PUTZU. Ma a prescindere da questo, è anche legittimo e giusto, dico che la Giunta Acquaroli è riuscita a realizzare il sogno di una parte del Partito Democratico, ad esempio è riuscita a realizzare nella zona montana l’ospedale di Amandola, che prima con il Partito Democratico era un punto di primo intervento territoriale, prima del terremoto era un punto di primo intervento sanitario, e grazie a questa riforma ci sarà finalmente un pronto soccorso, anche questo è importante.
Ma dico di più, devo ammetterlo perché io sono una persona onesta, l’Assessore Cesetti ha voluto investire sull'ospedale di Fermo, ma se non ci fosse stata la Giunta Acquaroli che ha messo ulteriori fondi quell’ospedale non si sarebbe fatto. Quella è stata una cosa giusta che secondo me dovrebbe unire la politica e non dividerla perché l'ospedale non ha colore politico, e su questo sono molto dispiaciuto.
Mi sono accorto che siete stati bravi nell’approvare il precedente scorso piano socio-sanitario il 5 febbraio, chi era presente se lo ricorda, addirittura la maggioranza non è stata compatta, loro vengono a fare la morale a noi, all’epoca ha avuto addirittura due astensioni, il che significa che non l’avevano condiviso neanche con la maggioranza stessa, figuriamoci se l’hanno condiviso con gli operatori socio-sanitari, con i medici, con i sindacati, che oggi per loro diventano coloro che hanno in mano il Vangelo.
Di questo sono molto dispiaciuto e concludo dicendo che ho sentito la Consigliera Casini che giustamente chiede la cura, va bene, ma la cura vi è stata data dai cittadini marchigiani e non è a base di medicine, ma di riposo. Credo che il vostro riposo alla guida della Regione durerà molto a lungo perché purtroppo da questa opposizione non abbiamo visto proposte, non abbiamo visto emendamenti, in Commissione non abbiamo visto interventi, gli interventi sono stati fatti in Aula e nelle conferenze stampa. E’ normale, ho fatto una vita all’opposizione ed è giusto che faccia la sua parte, però mi permetto di dire che l’opposizione da chi aveva fatto una riforma sanitaria peggiore della nostra, non condivisa neanche dalla stessa maggioranza che non ha votato il piano socio-sanitario, fa sorridere.
In più, Consigliere Carancini concludo con lei perché mi è simpatico e ci becchiamo spesso, ho sentito parlare di bandiere, bandiera nera, bandiera bianca, però devo ammettere che l’unica bandiera che grazie a Dio non sventola più sulla Regione Marche è la bandiera rossa e di questo siamo orgogliosi, sia noi che i cittadini marchigiani. Sono molto orgoglioso del mio tricolore per un semplice motivo perché credo che l’appartenenza della nostra regione, alla nostra nazione valga di più dell’appartenenza di partito o di qualsiasi altra cosa.
Dirò di più, mi aspettavo delle proposte, degli emendamenti perché questo piano socio-sanitario potevamo migliorarlo insieme a seconda della vostra visione, ma purtroppo negli atti non c’è stato nulla, continueremo a sostenere la Giunta Acquaroli per dare risposte ai territori, che purtroppo voi non siete riusciti a dare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. E’ difficile parlare dopo tanti interventi, avevo preparato qualcosa, ma preferisco fare una valutazione di quello che è successo fino adesso.
Ho ascoltato tutti gli interventi con interesse e mi sono convinto sempre di più che siamo sulla strada giusta, stiamo portando avanti una riforma che è epocale, una riforma che sarà sicuramente a vantaggio dei cittadini marchigiani.
Ho sentito gli interventi della minoranza, ad esempio il Consigliere Mangialardi dice che è un piano farcito di tutto ed è un inganno per i cittadini; poi si è detto anche che le somme spese per la trasformazione da un’Asur unica a cinque Ast va ad incidere sul bilancio ed a costare di più. Io dico che forse questa è la mossa vincente perché da qui potremo, con una gestione più attenta e oculata, avere maggiori risorse - non saranno i 20.000 euro in più per un Direttore, se prima ne prendeva 100 adesso ne prende 120 - riusciremo a tenere i conti sotto controllo con una maggiore attenzione.
Il Consigliere Carancini ha parlato di un inganno, che non siamo coerenti, ma penso che questo non ci riguarda, non ci appartiene; il Consigliere Cesetti parla di una mancanza di condivisione, ma penso che questo non si possa dire perché sono state fatte moltissime audizioni, c'è stata un’attenzione particolare. L'Assessore e il Presidente si sono più volte mossi e sono andati ad incontrare sui territori i Sindaci, le associazioni, i medici e coloro che hanno chiesto di poterli incontrare. Il Consigliere Mastrovincenzo, all'opposto del Consigliere Mangialardi, dice che questo piano è una scatola vuota. Non ho capito quello che voleva dire la Consigliera Bora, quasi uguale per la Consigliera Vitri, mentre la Consigliera Casini ha detto che nessuno ha parlato del piano socio-sanitario, è vero, però non ne avete parlato neanche voi e non ne ha parlato lei nel suo intervento.
Vorrei ringraziare la Giunta, il Presidente e l’Assessore per il lavoro svolto e per aver intrapreso una strada corretta, per aver rispettato gli impegni che sono stati presi con i cittadini marchigiani.
Con la legge 19 si è dato avvio alla riforma sanitaria, si è proceduto alla riorganizzazione, oggi passiamo all'atto successivo, a mettere a terra le riforme.
E’ un momento importante, ci viene detto dopo tre anni, abbiamo avuto due anni di pandemia, quindi posso dire che siamo stati velocissimi a portare avanti questa riforma.
Ci viene anche contestato che i dati di riferimento sono quelli del 2019, quali dovevamo prendere, quelli della pandemia che non sono attendibili? Su questo dobbiamo essere coerenti.
Che dire, siamo sulla strada giusta, stiamo dando attenzione ai territori, stiamo dando attenzione alle zone periferiche, stiamo dando attenzione a tutta la regione Marche, da San Benedetto del Tronto, a Fano, a Pesaro.
Quello che mi rammarica, reputo che questo sia un buon piano. è il fatto che la minoranza non abbia voluto incidere, non abbia voluto mettere del suo. Penso che abbiamo perso una grande occasione. Avevo questo sentore da qualche giorno, si sono detto: “Vedrai che non faranno neanche un emendamento, dicendo che è un piano vuoto, che non serve a niente, un piano sbagliato”.
Dalla discussione di oggi mi sono reso conto ancora di più che è un buon piano, che forse con il vostro contributo poteva essere ottimo, ma andiamo avanti sulla nostra strada, che è quella giusta, quindi il mandato pieno all'Assessore e al Presidente.
Vorrei ringraziare il relatore di maggioranza e il Presidente della Commissione per aver portato avanti una riforma epocale per la Regione Marche, con perizia, con attenzione e soprattutto con molta capacità.
Ringrazio tutti e ringrazio anche i componenti della Commissione che hanno messo del loro.
Possiamo dire che ai cittadini marchigiani diamo delle risposte concrete, che poi si dovranno tradurre. Non dico quello che ha riferito il Consigliere Biancani, il quale nel suo intervento asseriva che non raggiungeremo niente. Questo non è vero, però ci sono delle difficoltà, è vero, i medici non ci sono, ma questo sarà un piano che andrà avanti da qui ai prossimi 3, 4, 5 anni. Se oggi ci sono molte disfunzioni, molte cose che non vanno, forse dipendono anche dal piano precedente al nostro, quindi andiamo a correggere un piano che a detta vostra ha portato a situazioni non ottimali per la regione Marche e su questo da oggi cambiamo pagina e cercheremo di andare nella giusta direzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Quella di oggi è una discussione complicata, lunga, che davvero ha visto il contributo di tutti.
Ho vissuto nei diversi ruoli che ho ricoperto probabilmente una cosa come cinque piani socio-sanitari regionali e oggi mi trovo qui e voglio davvero dare un contributo che sia prima di tutto come operatore di prima linea del nostro sistema sanitario regionale, quindi un contributo personale, ancora prima che come componente della IV Commissione sanità e politiche sociali e lo sottolineo perché le politiche sociali devono avere la giusta attenzione anche in questa Aula oltre che in Commissione, cosa che ho sempre assolutamente riscontrato.
Credo che il lavoro della minoranza secondo me non sia tanto oggi, seppure stiamo qui da ore e ognuno cerca di portare la propria voce, comincerà da domani proprio per poter vigilare, pungolare, spronare e fare luce su quella che sarà la fattiva realizzazione di questo documento di cui parliamo oggi, è un documento di tipo programmatico, ma sicuramente non è facile poi dare realizzazione concreta.
Le persone che ci seguono, che ci ascoltano, seppur poche …I cittadini e le cittadine marchigiane vogliono vedere i risultati, vogliono vedere concretamente che i servizi, quando si rivolgono al nostro sistema socio-sanitario, siano differenti. Questo è il mio impegno, vedere da domani in poi, con tutti i mezzi a disposizione della minoranza, quindi atti ispettivi e di indirizzo, e fare la conta di quello che dal piano programmatico diventerà servizio, diventerà risposta ad un bisogno di salute.
Se magari tra qualche mese o qualche anno dovessimo fare un plauso a questo documento e a questa amministrazione, secondo me sarebbe un risultato per tutte e tutti, un risultato che andrebbe a migliorare la qualità della vita di tutti e che non potremo non apprezzare.
Questo sicuramente è quello che si aspettano i cittadini sfiniti da tagli alla sanità, da servizi con poco personale e sfiancati senz’altro, come tutti gli operatori, dal vissuto pandemico che non dobbiamo mai dimenticare.
Il compito e la responsabilità che sento sono quelli di lavorare per osservare la concretizzazione di questo progetto che è molto composito e che ha visto in Commissione, è giusto sottolinearlo anche se tanti colleghi l’hanno detto, un lavoro davvero immane, una corsa contro il tempo per ascoltare davvero tutto il mondo socio-sanitario, la raccolta di tutte le istanze degli stakeholders che sono stati: ordini professionali, operatori socio-sanitari, dirigenti, Sindaci, coordinatori d'Ambito, nonché associazioni di pazienti e dei loro familiari. Moltissime sollecitazioni ci sono giunte, ci hanno sicuramente fatto riflettere seppur nella quantità che forse poi rischia anche di far perdere qualcosa, ma lo sforzo da parte di tutti, minoranze comprese, ringrazio anche il Vicepresidente per averci rappresentato, è stato sicuramente …, come ha detto anche il Presidente Baiocchi, che abbiamo ringraziato per la serietà e per l’atteggiamento costruttivo che ha offerto alla Commissione.
Il contributo della Commissione tutta è stato fondamentale, è andata davvero ad ascoltare tutte le categorie e molte cose sono state inserite e su questo mi sento di dover ringraziare personalmente, so che altri lo hanno fatto privatamente, non solo tutti i colleghi che hanno tanto lavorato, cercando anche di mediare le diverse visioni, soprattutto gli operatori e le operatrici degli uffici che hanno fatto un lavoro immane per cercare di tradurre in emendamenti tutte le istanze arrivate, quindi li ringrazio e mi auguro che il loro sforzo prima ancora che il nostro sia realizzato e diventi concretamente un miglioramento dei servizi. Penso che sia davvero doveroso da parte nostra.
Altrettanto doveroso, mi sento di sottolineare da parte mia alcuni temi che ho seguito in particolare in questi anni, senza nulla togliere ovviamente alle altre aree, che di fatto sono state approfondite con cura in Commissione da coloro che abbiamo audito.
L'assistenza reale e concreta, integrata, che è una parola che sento da tantissimi anni e che non posso tollerare che rimanga sempre solo sulla carta, alle persone, ai nostri concittadini, che vivono una qualche disabilità, siano essi adulti, con tutto quello che concerne questo tipo di assistenza, o minori. Penso ad esempio alle Umea, quelle unità operative che si occupano di tutto il percorso di vita delle persone con disabilità, e alle Umee, che hanno il difficilissimo compito di occuparsi delle fragilità dei minori e delle loro famiglie, che hanno la responsabilità di integrarsi con le scuole, con la necessità ormai indifferibile di avere prestazioni tempestive di neuropsichiatria infantile, tema che in quest’Aula abbiamo trattato tantissime volte e che è presente nel piano. Vorrei vedere davvero un cambio di passo concreto e reale nei servizi. Penso alle malattie rare di cui abbiamo tanto dibattuto e sulle quali, a seguito della mozione votata qui all’unanimità ormai molti mesi fa, stiamo attendendo l’apposito tavolo tecnico.
Si è molto parlato di endometriosi, di fibromialgia e sensibilità chimica multipla, abbiamo dimostrato tutti una grande sensibilità verso queste categorie, adesso è l’ora di realizzare filiere efficienti e servizi che rispondano in tempi opportuni. Queste persone si aspettano delle risposte concrete, evitando che si facciano quei viaggi della speranza e che si perdano anni prima di avere una diagnosi. Non lo dobbiamo solo dire e ribadire ogni volta qui negli atti ispettivi o negli interventi, ma dobbiamo cambiare il modo in cui accogliamo i bisogni di questi pazienti e di queste pazienti.
Abbiamo delle eccellenze nella regione Marche e queste vanno valorizzate e si valorizzano solo costruendo delle filiere ottimizzate e canalizzando le istanze dell’utenza in modo che davvero non si perda tempo, non si vada in sovraffollamento e i nostri professionisti, che tanto decantiamo, possano lavorare nel miglior modo possibile. Mettere un medico, un infermiere o un operatore socio-sanitario di qualunque categoria in condizioni di dare il meglio di sé, in tempi opportuni, è il nostro vero compito.
Penso ad esempio alla gestione, alla prevenzione, alla vaccinazione contro il Papilloma Virus, e proprio perché voglio essere molto concreta e molto proattiva in quest’Aula ho depositato proprio stamattina una mozione che si permette di segnalare alla Giunta di valutare la possibilità di fare opportuni accordi con le categorie legate alla discussione del piano socio-sanitario perché si nomina la farmacia di comunità ed io ritengo sia utile utilizzare anche queste farmacie per pensare alla vaccinazione contro il Papilloma Virus, che è uno dei tumori frequenti e per cui abbiamo un’arma, perché sappiamo che è uno dei pochissimi casi sul quale sappiamo che la vaccinazione può evitarlo. Quindi dobbiamo assolutamente trovare una soluzione concreta e credo che oggi il piano socio-sanitario ci dia questa possibilità e spero di poterla discutere qui con tutti voi in tempi accettabili. L’ho depositata nell’ottica di fare un’opposizione che sia nella direzione di offrire un contributo, un contributo che diventi davvero qualcosa di concreto. A volte le mozioni rimangono sospese, le votiamo all’unanimità ma poi non hanno sempre il risultato sperato.
Ci tengo a sottolineare l'importanza del tema della promozione del benessere, la salute viene intesa, non da me chiaramente, ma dall’Organizzazione mondiale della sanità, bio psico sociale, quindi la salute ha tre dimensioni: biologica, psicologica e sociale. Al tema del benessere psicologico finalmente - non serviva certo una pandemia mondiale per capirlo - si dà attenzione a tutti livelli legislativi, che è una forma raffinata di prevenzione, anche a livello di risparmio economico. Se offriamo salute avremo meno malattie da curare, quindi avremo meno bisogno di investire risorse nella cura, questo è intuitivo, ma ci tengo a sottolinearlo. Serve un cambio di passo culturale rispetto a questo tema.
Serve una vera integrazione socio-sanitaria che veda una sinergia tra distretti sanitari efficienti, con il giusto numero di operatori, le Unità operative degli ospedali ed i servizi sociali dei nostri Comuni.
Penso all'area della salute mentale, delle dipendenze patologiche, di cui abbiamo tanto dibattuto, servono prese in carico tempestive.
A proposito dei consultori familiari, avevo preparato una lista di servizi che offrono, che è il motivo per cui tanto insistiamo, anche la Consigliera Bora l’ha ribadito, non è solo il luogo dove si mette in pratica la legge 194/78, ma è una accoglienza delle istanze delle famiglie, delle persone e delle donne dalla gestazione alla menopausa, tema di cui si parla sempre troppo poco.
Chiudo il mio intervento, che mi auguro sia stato ascoltato con atteggiamento costruttivo, raccontandovi di una ricerca che ho fatto sul burn out degli operatori sanitari, che quantifica quanto ci costa un operatore stressato, sfinito e che lavora male. Chiediamoci quanto davvero possiamo fare per il nostro sistema sanitario, raccogliendo il disagio degli operatori di cui tanto abbiamo parlato e quali servizi possiamo offrire a loro ed all’utenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Cari colleghi, non uso molta enfasi per questo atto per il semplice fatto che formalmente è quello che come maggioranza dovremmo fare sia politicamente che proceduralmente nel difficile e lungo lavoro di ristrutturazione della sanità marchigiana.
Questo è un atto importante, sì, che delinea in maniera generale, non definitiva, quello che in maniera particolare e puntuale dovremmo andare a definire con gli atti aziendali, con le delibere attuative, con il lavoro dei nuovi direttori sanitari e della struttura.
Un atto generale quindi, ma non per questo le spara grosse o vuol prendere in giro i cittadini. Dico questo perché l'Assessore e la maggioranza avrebbero potuto scrivere di tutto e di più in questo atto, come fecero le precedenti Giunte nei loro piani, avevano persino finito le sigle per chiamare le strutture, non so se vi ricordate, puntualmente disattesi alla grande e non a caso i cittadini, cara minoranza, vi hanno mandato a casa.
In questo piano vi è scritto quello che può essere fatto realmente nel limite normativo, del personale, delle risorse, ed penso che rispecchi l'onestà intellettuale del nostro Presidente Acquaroli e dell'Assessore Saltamartini, che sono qui a governare e non a raccontare le “diciafavole”, come si dice da noi ed a fare promesse vane come chi c’era prima.
Un piano nel quale chiaramente non potevamo scrivere: “Riapriamo i 13 ospedali”, ma che pone attenzione alle nostre strutture decentrate contro l'insana idea degli ospedali unici, cara Consigliera Vitri, e non ospedali nuovi, si vada a leggere gli atti, le delibere che definivano gli ospedali unici e baricentrici nella provincia, ad esempio, di Pesaro. Per loro l’ospedale tra Fano e Pesaro era baricentrico alla provincia di Pesaro, il baricentro nella provincia di Pesaro è Fossombrone, non sono Fano e Pesaro, Fano e Pesaro sono baricentrici ad Apecchio ed alla Croazia. Quindi si trattava di ospedali unici.
Tra l'altro, su questa storia della riapertura dei 13 ospedali mi sono andato a vedere se anch'io avevo detto qualcosa, mi sono detto: “Magari tirano fuori che ho parlato anch'io di questa riapertura”, quindi ho digitato sulla ricerca post di Facebook “riapertura” e mi è apparso: riapertura del centro prelievi di Mercatello sul Metauro, riapertura del reparto lungodegenza e cure intermedie presso l'ospedale di Sassocorvaro, apertura del centro disabili H24 ad Acquaviva di Cagli, apertura della stanza disabili metodo Snoezelen a Tavoleto, eccetera, tutte cose fatte ora e prima di questo Piano per le quali in alcuni casi anche il sottoscritto si è speso di persona.
Riguardo alla mancata partecipazione su questo piano, basta vedere il sito della Regione e le date degli incontri nel territorio che sono stati fatti sia dal Presidente che dall’Assessore, quindi dire che c'è stata una mancata partecipazione … Ritiro fuori sempre la stessa storia, voi parlate di mancata partecipazione, l’ex Assessore alla sanità e Presidente della Regione era talmente partecipativo che a Cagli è apparso il giorno della Befana, a mezzanotte, per non farsi vedere dai cittadini ed è venuto a parlare di sanità. A Cagli, a mezzanotte, il giorno della Befana e ci ha portato il carbone della chiusura di quella struttura.
Non mi sembra tra l'altro che questo piano sia così pessimo, altrimenti, come ha detto anche il Consigliere Putzu, avremmo avuto qui decine di pullman di cittadini a protestare, la processione dei Sindaci che avevate voi quando governavate la Regione, forse di questo vi siete dimenticati. Per carità, c'è tanto da fare, però siamo a metà mandato e a metà lavoro. C'è tanto da dire a livello nazionale ed europeo perché i soldi sulla sanità servono e ne servono di più, tanto più quando ci sono soldi per l'invio di armi a Paesi esteri, e c'è da chiedere davvero il cambio di tante normative nazionali ed europee che tarpano le ali al risanamento della sanità.
Concludo ringraziando il Presidente Acquaroli, la maggioranza, l’Assessore Saltamartini, il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli, il Presidente della Commissione sanità insieme a tutta la Commissione, un saluto particolare al personale sanitario e a tutte le persone che necessitano di cure mediche a tutti i livelli per i quali è piena intenzione della nostra maggioranza lavorare per migliorare il sacrosanto diritto alla salute. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso dobbiamo dirimere una questione che vi sottopongo, si sono prenotati oltre agli Assessori, che possono intervenire in ogni momento, anche i Consiglieri Marinangeli e Pasqui, che a me risultano fuori termine.
Adesso il Consigliere Marinangeli mi ha detto che si era prenotato con il Consigliere Rossi.
L'articolo 54 prevede che il Presidente stabilisce un termine per iscriversi alla discussione, quello è il momento in cui scade la richiesta di intervenire, però il Consigliere Marinangeli mi è venuto a dire che si era prenotato contestualmente al Consigliere Rossi, il quale si è prenotato alle 12:31, e non vedeva la sua prenotazione.
Secondo il Regolamento il Consigliere Marinangeli non potrebbe intervenire, come il Vicepresidente Pasqui. Se c’è una deroga del Consiglio all’unanimità, altrimenti dobbiamo applicare il Regolamento.
A me dispiace perché la questione è di enorme importanza, tutti sono intervenuti ed anche i Consiglieri Marinangeli e Pasqui ne hanno diritto.
Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Starò nei cinque minuti perché dopo quasi 27, 28 Consiglieri c’è poco da integrare a quello che è stato detto in questa fase di discussione.
Evidentemente quella che emerge è una contrapposizione legittima nelle valutazioni politiche e soprattutto negli atteggiamenti tra maggioranza e opposizione.
Per quello che riguarda il PD direi una contrapposizione contraddittoria dagli interventi che ho sentito di alcuni esponenti, dal Consigliere Mangialardi che ha parlato di piano astratto, di scatole vuote, ad altri Consiglieri che invece, al contrario, hanno parlato di un libro pieno di sogni. I sogni sono aspettative che tutti ci auguriamo si possano concretizzare, stanno a significare che potenzialmente dei contenuti ci sono e anche importanti, poi si possono attuare o no, ma sicuramente è un passaggio successivo. Addirittura il Consigliere Cesetti ha parlato di buone intenzioni, un piano socio-sanitario nel quale si raccontano delle buone intenzioni, questo per dire che evidentemente anche all’interno del PD c'è una visione diversa e comunque contrapposta.
L'altro elemento che è emerso, e ci può stare - nelle valutazioni si è parlato da parte delle opposizioni di amarezza, di delusione – è che la delusione di oggi, almeno dal mio punto di vista, è la vostra mancanza di collaborazione. Il fatto che non abbiate presentato nessuno emendamento è un'occasione persa perché poteva essere una possibilità di integrare qualcosa con delle proposte migliorative, significava concretamente essere più vicini alle esigenze, alle problematiche - ci sono e sono tante - della sanità marchigiana. Al contrario avete ritenuto di non partecipare a questa discussione con delle proposte chiare e concrete e questo onestamente mi crea un po' di amarezza e delusione.
Ma quello che non possiamo accettare sicuramente è la parola “inganno”, non possiamo accettarla partendo dal presupposto che oggi stiamo votando un piano socio-sanitario nuovo, quindi oggi determiniamo delle scelte che sicuramente creano e creeranno delle aspettative, ma l'inganno se ci sarà si vedrà fra qualche anno, non oggi che andiamo a decidere qualcosa per cui riteniamo di procedere in questa direzione.
Le valutazioni politiche della maggioranza e gli atteggiamenti sono stati diversi, oltre questi c’è stato un atteggiamento di questa maggioranza, credo, di umiltà, di determinazione, di tenacia, di confronto nella consapevolezza delle tante difficoltà che sono sicuramente determinate da un sistema ereditato. Qui dobbiamo dirle queste cose perché se dovesse arrivare un extraterrestre potrebbe pensare che se c'è qualcosa che non funziona sia solo da imputare a chi sta governando da due anni e mezzo. Ma questo non vuol dire sottrarsi alle responsabilità, siamo consapevoli di averle, ce le carichiamo e siamo sicuri di poterle risolvere e le stiamo gestendo in modo concreto.
La consapevolezza che i Governi tutti, di centro-destra, di centro-sinistra, hanno ridotto gli investimenti sulla sanità, lo sappiamo. Governi che hanno determinato anche tetti di spesa per il personale, quindi per rispondere anche ad una criticità di cui alcuni Consiglieri hanno fatto menzione, la carenza dei medici sicuramente è determinata dalla scelta di limitazione dell'Università di medicina, ma è anche ...
PRESIDENTE. Conclusa l’intervento, prego.
Marco MARINANGELI. Ringrazio il PD e le minoranze che hanno dimostrato collaborazione e democrazia.
Siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono, delle difficoltà che arrivano dalla gestione dei pronto soccorso, dalle liste d’attesa, da una mobilità passiva perché 150 milioni l'anno sono una cifra imponente, importante, su cui bisogna lavorare e dare soluzione.
Di fronte a questo scenario abbiamo partorito un piano socio-sanitario ed oggi non abbiamo la presunzione di dire che sia perfetto, perché tra l’altro la perfezione non è di questo mondo, e non abbiamo neanche la volontà di convincere qualcuno, né tantomeno la minoranza, che sia un piano che da domani mattina potrà risolvere tutto. Non è così, ma lo vogliamo difendere con la massima energia e con la massima convinzione, di questo sì, sono sicuro.
A proposito approfitto per ringraziare l'Assessore Saltamartini, il Presidente Acquaroli, la Giunta tutta, la Commissione con a capo il Consigliere Baiocchi, che ha lavorato veramente in maniera egregia, encomiabile, facendo un gran lavoro.
Voglio sottolineare un aspetto di questo piano socio-sanitario, che è stato realizzato con principi seri e responsabili. Siamo partiti dalla fotografia dei fabbisogni, quindi le scelte che oggi troviamo in questo atto non sono frutto solo di una visione politica, che sicuramente c’è ed è determinante, ma sono la conseguenza di una fotografia, di uno studio che abbiamo fatto attraverso l’Università Bicocca e la Politecnica delle Marche, quindi oggi sappiamo quali sono le risposte da dare. Abbiamo fatto, per restare in tema, la diagnosi e oggi parte la terapia.
Questo l’abbiamo fatto con un confronto costante, ne sono a conferma …, e ringrazio la Consigliera Lupini che ha ristabilito la verità dicendo e parlando di un lavoro della Commissione che ha dato vita a circa 150 audizioni. E’ un piano socio- sanitario frutto di un riequilibrio, in cui non ci sono più figli e figliastri, ma c'è un’equità e ci sarà un equilibrio. E’ un atto frutto della coerenza politica, di una visione politica perché quello che stiamo facendo oggi non è altro che ciò che avevamo messo nel programma elettorale del settembre 2020, quindi nulla di nuovo quando abbiamo detto no agli ospedali unici, nulla di nuovo quando abbiamo revisionato la legge 13 favorendo l'autonomia delle Ast.
Sono dispiaciuto dell’atteggiamento non collaborativo, ne sono conferma la mancata presentazione di emendamenti che potevano contribuire a migliorare un piano socio-sanitario che io reputo molto valido.
Ho notato atteggiamenti un po’ troppo livorosi perché si è parlato di tradimento, si è parlato di inganno e si è dato del bugiardo all'Assessore Saltamartini, queste cose non possono essere accettate. Come ho notato un atteggiamento troppo ostruzionistico, e non voglio dare una definizione, sull'interruzione che abbiamo fatto per i motivi legati allo streaming. Non voglio neanche pensare che il problema sia stato portare questo consesso su un tema così importante all’8 agosto. Anche questo è stato detto da alcuni rappresentanti della minoranza.
L'aspetto che debbo necessariamente condannare è la non rispondenza alla realtà quando avete parlato di maggiori costi con le Ast.
Non è vero che abbiamo dato troppo spazio ai privati, lo ha detto la Consigliera Ruggeri, noi daremo spazio ai privati per quelle cose di cui avremo bisogno.
Sulla mancanza di confronto, assolutamente no, ne sono conferma le audizioni e non può rappresentare un problema il fatto che l'Assessore Saltamartini abbia parlato in Commissione per 8 minuti e 26 secondi, me lo sono scritto.
Non ci sono risorse stabilite nel piano socio-sanitario perché qui stiamo parlando di programmazione, è vero, sì, ma non vuol dire che non ci sia stato confronto e comunque credo che sia stato fatto un gran lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buona sera, la ringrazio anche per avermi concesso la parola considerata la prenotazione fuori tempo. Sarò realmente veloce e non userò nemmeno i 5 minuti perché vorrei sintetizzare un po' il pensiero di percorso che porterà a questo importante risultato subito dopo la votazione, ancora dobbiamo votare, sono certo che sarà una votazione di approvazione.
Di certo voglio ringraziare per tutto il lavoro svolto il Presidente Acquaroli, l'Assessore Saltamartini e la IV Commissione partendo dal Presidente Baiocchi che l’ha condotta in maniera attenta e precisa, un saluto ed un ringraziamento al Vicepresidente Consigliere Carancini perché comunque le Commissioni si compongono dai Presidenti, dai Vicepresidenti e dai Commissari e tutti hanno lavorato e stanno lavorando nell'interesse generale.
Di certo resto un po’ con l’amaro in bocca, seppure la gioia sarà grande nel momento dell’approvazione, perché non ho realmente compreso parole che vanno verso una direzione, che è quella della tutela e della salute dei cittadini. Ho visto più degli attacchi alla maggioranza, che non hanno un vero significato, piuttosto che parlare di quello che questa maggioranza non ha fatto, ammesso che non lo abbia fatto.
Di sicuro una cosa questa maggioranza l’ha fatta, 150 audizioni ritengo che siano un ottimo lavoro anche se, come credo abbia detto il capogruppo di Fratelli d'Italia Consigliere Ciccioli, sono state fatte in tempi brevi, tempi brevi sì, ma un lavoro importante. Un percorso, come ha detto il capogruppo della Lega Consigliere Marinelli, sui territori fatto dal Presidente Acquaroli, dall'Assessore alla sanità Saltamartini, che sono andati personalmente a sentire i professionisti, i Sindaci, a sentire coloro che potevano avere voce in capitolo per andare a redigere qualcosa che di certo non è un contenitore vuoto, è un contenitore pieno, che porterà dei risultati importanti.
Per dire che un contenitore è vuoto bisogna già essere sul campo e vedere che risultati ha portato. Il Consigliere Assenti ha ben detto quando ha sottolineato che il bello o il male lo vedremo da qui a due anni, tre anni, non certo oggi.
Oggi però c'è un risultato, un risultato importante, c'è stata ed è in atto una grande riforma sanitaria, che si chiude con la votazione di un piano sanitario e di una riforma sanitaria, che erano essenziali. Ma perché vogliamo far finta di non aver visto nulla? Quali sono quei cittadini che non vanno a sottolineare …, sono quelli che non vogliono le difficoltà che la sanità aveva ed ha avuto negli ultimi anni, non certo negli ultimi due anni, perché vogliamo nasconderci oppure attribuire colpe a chi è arrivato ieri o qualche giorno fa e viene accusato di essere stato il distruttore di tutto un sistema.
Il sistema è stato creato da anni, io non sono abituato a dare di certo colpe e neanche a fare plausi, però una cosa era sotto gli occhi di tutti: la sanità non stava funzionando più e mi riferisco, caro Vicepresidente Assessore Saltamartini, per esempio ad un ospedale che non è l'ospedale della montagna perché queste parole le reputo un'offesa alla sanità, a tutti coloro che hanno un grandissimo livello di preparazione e prestano servizio in certi ospedali e anche a quelle popolazioni. Ora quell'ospedale di montagna, che invece è un ospedale che apre o chiude un percorso sanitario importante della Regione Marche, era ridotto ai minimi termini. Assessore, la voglio ringraziare qui in questo contesto e nell'attimo della votazione perché è stato dotato di un altro reparto, quello della dialisi, e dei primari, ecco allora se questo è un non lavoro io penso che …
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con la presente delibera di Giunta regionale, la Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa l'allegata proposta di deliberazione concernente "Piano socio-sanitario regionale 2023-2025. Salute, sicurezza e innovazione per i cittadini marchigiani".
Il programma di governo che questa Giunta ha disegnato consta di 10 impegni strategici e 10 priorità operative. Tra queste ultime, viene dato particolare rilievo all'area della sanità e del sociale, sotto la voce "Sanità e sociale di qualità per tutti: nessuno resti solo".
In particolare, tra le azioni e gli interventi da realizzare per la trasformazione e la ricostruzione della sanità regionale tra i punti qualificanti viene indicata la stesura e l'approvazione di un nuovo piano socio-sanitario regionale.
Il piano socio-sanitario regionale è il principale strumento della programmazione sanitaria regionale, così come indicato all'articolo 14 della legge regionale 8 agosto 2022, n. 19 "Organizzazione del servizio sanitario regionale".
Tale piano socio-sanitario vede il consolidamento e lo sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali come priorità assoluta in applicazione del DM 77/2022. In questa prospettiva deve essere strettamente coerente con i livelli essenziali di assistenza, con l'integrazione tra i sistemi dei servizi sociali e socio-sanitari e la necessità di potenziare il sistema della prevenzione e delle cure territoriali, sviluppare piani assistenziali individualizzati e coerenti con i bisogni di salute, ribadire la centralità dei bisogni del cittadino, che non si deve trovare in balia di sistemi assistenziali rigidi e incapaci di comunicare, con la consapevolezza che tutto ciò che colpisce i soggetti fragili si moltiplica in termini di disagio.
Il consolidamento dell'attività programmatoria regionale passa anche attraverso la riorganizzazione del servizio sanitario regionale, in esecuzione della legge regionale 8 agosto 2022 n. 19, che ha rivisto l'assetto organizzativo del sistema in termini di enti, strutture e funzioni presenti sul territorio marchigiano, con particolare attenzione al potenziamento dei servizi territoriali, agli strumenti di programmazione e alle modalità di partecipazione dei principali soggetti coinvolti.
Il piano delinea i programmi strategici che si traducono in specifici obiettivi prioritari con un driver specifico: "la domanda di salute" della popolazione delle Marche tenuto conto del quadro epidemiologico e della demografia del territorio.
In particolare per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza il piano si concentra su:
1. prevenzione. Il potenziamento dei sistemi di prevenzione e sicurezza sul territorio;
2. assistenza territoriale. L'ampliamento dei servizi di prossimità territoriale e domiciliare e delle cure intermedie;
3. assistenza ospedaliera. La rimodulazione delle reti cliniche, il recupero della mobilità passiva, il potenziamento dei servizi in aree particolarmente disagiate;
4. il governo dei tempi di attesa, il consolidamento delle modalità di raccordo e coordinamento dei servizi, la gestione del rischio;
5. lo sviluppo dell'assistenza farmaceutica, della protesica e dei dispositivi medici;
per quanto riguarda aree e azioni trasversali e di supporto:
6. l'innovazione e la digitalizzazione nel Servizio sanitario regionale: programma trasversale per portare le strutture, tramite investimenti in tecnologia, ai più elevati standard di funzionamento e di sicurezza in chiave organizzativa, strutturale, tecnica e logistica nonché per consolidare l'integrazione dei sistemi di comunicazione e informazione, digitalizzando e semplificando i sistemi di supporto e le procedure amministrative, nonché per consentire analisi e valutazioni necessarie per orientare le scelte e superare tempestivamente le criticità, con particolare riferimento alla digitalizzazione dei processi clinico assistenziali, alla telemedicina, al fascicolo sanitario elettronico;
7. l'adeguamento infrastrutturale: piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), rendendo coerente l'implementazione del progetto regionale con le azioni necessarie su tutte le principali realtà strutturali e infrastrutturali della sanita regionale;
8. la qualificazione del personale e la valorizzazione della ricerca: per adeguare e valorizzare le competenze manageriali, tecniche, professionali e digitali e le esperienze del personale, attraverso il potenziamento degli organici, l'incremento della formazione specialistica e il consolidamento delle competenze professionali e lo sviluppo delle attività di ricerca.
Come tutti sapete ho avuto l’onore di succedere all’ex Assessore in quanto eletto al Senato della Repubblica, ma ricordo ai più che sono stato candidato alle elezioni regionali del 2020, quindi chiaramente era mio obbligo come candidato conoscere il programma del Presidente Acquaroli e della maggioranza di centro-destra.
Un conto è leggere il programma elettorale e un conto è ritrovarsi in una Giunta e vedere che gli obiettivi sono i tre obiettivi guida che il Presidente Acquaroli si era dato in quel programma elettorale ed erano: l’approvazione del piano socio-sanitario, la nuova legge sull’urbanistica e il piano infrastrutturale della nostra regione, quelli erano e quelli abbiamo portato avanti.
E’ stato fatto molto lavoro, ho potuto verificare quanto sia stato fatto per quello che riguarda il piano socio-sanitario che andrete ad approvare fra poco, fatto dal Presidente Acquaroli e dall'Assessore Saltamartini.
Noi verremo giudicati alla fine del 2025 su tutto quello che abbiamo fatto. Come Sindaco nella mia città non avevo un Assessore con la delega alla salute, con la delega alla sanità, mi occupavo del piano socio-sanitario, facevamo parte di un ambito socio territoriale (Ats) e dicevo sempre ai miei Assessori, non solo della mia città, ma anche gli altri, che sarebbero stati giudicati per quello che avrebbero fatto perché i cittadini sarebbero stati pronti a soprassedere a qualsiasi disfunzione della macchina amministrativa, ma non avrebbero soprasseduto sulla salute.
Sui tre obiettivi che ci siamo dati: il piano socio-sanitario, la legge sull’urbanistica e il piano infrastrutturale, verremo giudicati dai più perché tutti noi personalmente, i nostri familiari, i nostri amici e i cittadini marchigiani abbiamo quotidianamente bisogno delle cure e di quello che possono offrire le nostre strutture ospedaliere.
Ho detto sempre che in Giunta non ci sono deleghe di serie A e di serie B, io ricopro come tutti i miei colleghi deleghe importanti, difficili, ritengo che questa delega sia difficile, ma io non avevo dubbi che l’Assessore Saltamartini ci avrebbe portato quanto prima all’approvazione del piano socio-sanitario.
Concludo, avrei voluto dire tante altre cose, ma mi sento di ringraziare l’Assessore Saltamartini, che conosco da decenni, conosco la sua professionalità, lo conosco personalmente, gli sono grato, sono grato al Presidente Acquaroli, sono grato al Presidente della Commissione Baiocchi, sono grato al relatore di minoranza Consigliere Ciccioli. Non dico questo come collega, ma ringrazio l’Assessore Saltamartini come cittadino marchigiano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Inizio con un plauso innanzitutto al mio collega Assessore Saltamartini perché lavorando giorno per giorno, fianco a fianco, pur tra le difficoltà che ogni Assessore ha nei propri ambiti, è indubbio che la materia della sanità sia la più delicata, non è tanto una delega che devi seguire e mettere in pratica, spesso entra in situazioni delicate che toccano direttamente le persone nei momenti più drammatici, nella loro intimità, nella loro profondità ed è più difficile intervenire in questi settori che su altri, e finora ha fatto benissimo il suo lavoro.
Mi sono meravigliato insediandomi qui meno di tre anni fa, che molte delle normative che stavamo affrontando erano molto vecchie, risalenti a moltissimi anni prima, la legge 13 era del 2003, quella sulla sanità, la legge urbanistica ha 32 anni, il piano paesaggistico ha 34 anni, la legge sulle cave, la ultima convocazione del Comitato per la sicurezza sul lavoro, che io presiedo e che ho riattivato, risaliva al 2018.
Abbiamo trovato queste situazioni di stallo, come se negli ultimi anni delle amministrazioni precedenti ci fossero state delle discussioni interne piuttosto che delle proposte da portare sui territori.
Noi siamo subentrati ad ottobre 2020, il giorno dopo del nostro subentro è stata dichiarata la pandemia, c’era stata la pausa estiva e tutti pensavamo di esserne usciti, invece ad ottobre venne dichiarata la pandemia a livello nazionale e a livello internazionale.
E’ stata indubbiamente una partenza in salita, che è stata gestita molto bene, e qui di nuovo mi rivolgo particolarmente all’Assessore Saltamartini, al Presidente ed a tutti quanti noi.
Nonostante la mancanza di medici e le difficoltà che si riscontrano tuttora, oggi è stato dibattuto a lungo il fatto che non c'è stata una programmazione storica negli ultimi decenni, che paventa delle manchevolezze che si stanno ripercuotendo in questo periodo e si ripercuoteranno ancora di più nei prossimi anni per la mancanza di medici e del turn-over per avere la disponibilità di medici.
Si è affrontata questa situazione con una sanità territoriale fortemente indebolita negli ultimi anni, su questo ci ritornerò-
Malgrado tutto abbiamo gestito bene quella fase, una delle migliori Regioni a livello nazionale, anche per quello che riguarda i bacini, eccetera, quindi siamo soddisfatti del lavoro svolto.
Arriviamo a luglio 2022, andiamo a riformare la legge 13 eliminando l'Asur unica e creando con una scelta coraggiosa le Ast, le Aziende sanitarie territoriali, unificando le Aziende con le Asur territoriali, come si è fatto nella provincia di Pesaro-Urbino, che è stata una cosa particolarmente delicata e difficile. Abbiamo superato quell'equivoco storico che aveva portato a quella che io definisco, e conosco molto bene, la commedia degli ospedali unici.
Quando dico commedia degli ospedali unici non dico che questa cosa doveva per forza essere negativa, ma sicuramente ha creato un forte ostacolo allo sviluppo della sanità nei territori, indubbiamente ha bloccato la discussione ed ha agevolato lo smantellamento della sanità nei territori.
Abbiamo recentemente nominato i Direttori delle Ast, abbiamo improntato il nuovo piano socio-sanitario che oggi andiamo ad approvare, quindi non solo credo che sia mantenere gli impegni, ma vuol dire anche dimostrare la capacità di farlo.
Questa cosa del tradimento verso i cittadini mi ha molto infastidito perché questo piano rimette al centro la sanità pubblica sui territori, elimina la prospettiva degli ospedali unici, che avevano bloccato per anni la discussione, e riporta la sanità sui territori a fare anche prevenzione perché noi guardiamo sempre all’ospedalizzazione, ma prima ancora dell'ospedalizzazione dovremmo valutare bene la prevenzione, la presenza sui territori, perché se una malattia la si previene è meglio per la persona che viene preventivamente curata, ma è anche una spesa complessiva minore. Non si parla quasi più di prevenzione nei territori, riportando l’attenzione in maniera più ampia sui territori si fa anche meglio la prevenzione.
Questo piano rafforza anche gli ospedali già esistenti sui territori, riporta i servizi laddove erano stati tolti dalle amministrazioni precedenti. Faccio due riferimenti, ma ne potrei fare molti altri, parliamo ad esempio di Sassocorvaro, di Amandola, sono realtà che sono state riattivate e rigenerate da questa Giunta regionale, riprendendo dei percorsi che si dava ormai per scontati che fossero superati, cioè quei territori non dovevano avere più dei presidi, invece li abbiamo riportati, ma non sono gli unici, ce ne sono molti altri.
Credo che questo piano socio-sanitario porti anche ad un rapporto con la sanità privata un po' diverso, io la vedo così, noi vediamo la sanità privata che coadiuva la sanità pubblica, non la sostituisce, deve coadiuvarla e portare quei servizi aggiuntivi che la sanità pubblica non riesce a dare o non riesce a dare nella sua pienezza.
Il mandato che abbiamo avuto era quello di ascoltare, di elaborare, di programmare, ma anche di decidere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Vorrei anch’io ringraziare l'Assessore Saltamartini, tutta la struttura, il Presidente di Commissione e tutti i componenti per il lavoro fatto. Era molto atteso questo piano socio-sanitario regionale e credo che grazie al lavoro fatto per i marchigiani oggi si apra una nuova fase.
Si parte da alcuni dati che certo rendono questo percorso arduo. Il punto dal quale siamo partiti, che certo chi ora critica in toto l'impianto fa fatica a riconoscere. Non ricordiamoci che ci inseriamo in una coda di polemiche che vanno avanti da anni sul malfunzionamento e dobbiamo rispondere ad anni ed anni di inefficienze. Se dimentichiamo questa premessa falsifichiamo la realtà e veniamo tratti in inganno. Questa è la vera falsificazione che rischiamo. Veniamo da un allontanamento dei territori, dalla medicina di prossimità, da uno scollamento tra i bisogni e l'organizzazione della risposta sanitaria. Sull'altare dell'ospedale unico abbiamo sacrificato tutto il resto, un'eccellenza che in realtà ha fatto l'esatto contrario, ha prodotto una disfunzionalità.
In prospettiva un’altra condizione di contesto che diciamo caratterizza lo sguardo che dobbiamo avere sul futuro è che la nostra, non da sola purtroppo, è una regione nella quale si innalza l'età media. Di contro diminuiscono i giovani. Questo è un tema che ha a che fare con l'equilibrio della spesa sanitaria. Un argomento che spesso passa in sottofondo, ma che è centrale. Cito testualmente: "Le previsioni mostrano un'incidenza della popolazione di 65 anni e oltre sul totale della popolazione in aumento (+1,8% nel quinquennio) e, di contro, una diminuzione dell'incidenza della popolazione nelle fasce di età dagli 0 anni ai 64 anni (-1,9% nel quinquennio)".
Da cosa siamo ripartiti, da cosa riparte questo documento, nella consapevolezza che non può essere la panacea di tutti i mali? Riparte dai bisogni. Chi ha creato questo vuoto in ambito sanitario adesso certamente non può mettersi i panni di chi punta il dito sulle inefficienze. Quelle inefficienze hanno un'origine: omettere la causa è pretestuoso e poco rispettoso dei marchigiani.
Dicevo che si riparte dai bisogni, bisogni che hanno chiesto un aggiornamento a causa della pandemia. Una delle questioni che vorrei sottolineare, che finalmente sono state messe nero su bianco, riguarda l'attenzione alla scuola, uno dei settori dei quali mi occupo direttamente da Assessore. Ci sono diversi passaggi in cui il piano interviene in questo ambito. Cito ad esempio la prevenzione: sono previsti interventi di promozione della salute all'interno delle scuole, interventi dedicati all’affettività, alla sessualità, alle relazioni, al bullismo, alle comunicazioni e ai mass-media.
La scuola messa al centro dei percorsi di prevenzione. Un argomento che mi è molto caro, credo molto nel ruolo della scuola e credo che questo sia il giusto riconoscimento di questo ruolo.
Nel piano si fa proprio menzione del programma "Scuole che promuovono salute", che mette meglio in relazione il mondo sanitario e quello scolastico proponendo un percorso di promozione della salute per l'intero ciclo di istruzione in coerenza con gli "Indirizzi di policy integrata per la scuola che promuove salute" e con l'approccio globale della salute dell'OMS.
Di nuovo la scuola è individuata come momento fondamentale per la crescita della società. Sono previsti nel dettaglio:
- accordi intersettoriali;
- attività di formazione;
- condivisione di programmi life skills oriented.
Laddove si fa educazione, proprio lì va promosso il concetto, così come riportato nel piano di "salute globale" perché spesso è attraverso l'educazione e attraverso sane abitudini che diamo il maggior contributo alla prevenzione. Ottima l'idea di sviluppare la Rete delle scuole promotrici di salute, che adotta programmi incentrati su buone pratiche e/o con evidenza di efficacia, culturalmente "competenti" sulla base di una valutazione degli Istituti scolastici aderenti.
Questo impegno verso la scuola, si concretizza anche per il tramite di un Protocollo d'Intesa tra la Regione Marche e l'Ufficio scolastico regionale per le Marche per le scuole che promuovono salute.
Tutto risente positivamente di un approccio ispirato dalla frase che testualmente dice: "l'istruzione è un pilastro fondamentale nella costruzione delle scelte e dei comportamenti che si svilupperanno nel corso della vita individuale e nella comprensione dei processi di mutamento sociale". Grazie a tutti coloro che hanno lavorato a questo testo e che ha riconosciuto in maniera così nitida questo dato.
L'istruzione è un pilastro fondamentale nella costruzione delle scelte e dei comportamenti che si svilupperanno nel corso della vita individuale e nella comprensione dei processi di mutamento sociale con riferimento all'accesso al mercato del lavoro, alla formazione dei nuclei familiari, ai comportamenti e stili di vita e alle condizioni socio-economiche e di provenienza di individui e famiglie.
Il sistema educativo scolastico è quindi un luogo centrale per la diffusione del concetto di salute globale, per produrre trasformazioni culturali ed economiche nella società.
Altri sottolineeranno aspetti diversi di questo testo, io vorrei concentrarmi ancora su un aspetto che attiene ad una delle mie deleghe. Dopo l'attenzione sulla scuola, si trova finalmente anche l'attenzione al ruolo dello sport all’interno di questo piano socio-sanitario.
Quindi è un piano attento ai fabbisogni ma soprattutto, come è già stato detto in quest’Aula, grazie anche agli interventi che ho citato, promuove un percorso che collabora con i territori, che dà risposte aI fabbisogno e in prospettiva cerca di evitare l'incremento degli esami superflui richiesti attraverso una maggiore consapevolezza. Questo significa davvero guardare aI futuro e credo che questo piano socio-sanitario assolva bene a questo compito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Un saluto a tutta la Giunta, al Consiglio regionale e a tutti coloro che sono ancora presenti in questa importante seduta del Consiglio. Una seduta importante, è stato sottolineato da tutti, per un numero indefinito di motivi, ma innanzitutto perché rappresenta, credo, un traguardo, l'arrivo che sarà l'inizio di un percorso iniziato due anni e nove mesi fa.
Qualcuno ha definito questa proposta, che ancora non è stata approvata, ricordiamo che è vigente il piano socio-sanitario approvato nel 2020 …
Di fatto mi piace definire questo piano il piano della verità perché si basa su dati, statistiche, informazioni che noi abbiamo avuto dalle nostre strutture, che sono di tutti, non sono le strutture di un partito o di una coalizione.
Questo enorme lavoro, che non abbiamo trovato e che abbiamo commissionato durante il periodo della pandemia, sarà utile a tutti coloro che vorranno appassionarsi al sistema sanitario regionale; sarà utile per fare le scelte, sarà utile per comprendere quello che dovranno essere le azioni da mettere in campo. Sono dati e informazioni che riguardano la mobilità, le prestazioni, ma non solo, toccano soprattutto i comportamenti di tutti i cittadini marchigiani, che hanno bisogno di prestazioni sanitarie nella nostra regione e fuori della nostra regione. Territorio per territorio, Comune per Comune, si vanno a definire quelle che sono le abitudini, si definiscono le opportunità e le carenze, le risposte che siamo in grado di dare alle domande che i nostri cittadini vanno a prendere fuori, i flussi.
Questo piano della verità, che ripeto, lo dico senza polemica, ha un ruolo oggi ed avrà un ruolo soprattutto in futuro perché spero che questo lavoro resti e venga aggiornato. Qualcuno prima ha detto del 2019, certamente non possiamo prendere i dati del 2020, del 2021 e dell’inizio del 2022 quando le strutture sanitarie erano completamente assorbite dall'emergenza pandemica.
Ecco, partendo dal 2019 continueremo con Ars ad aggiornare questi dati perché sono fondamentali, rappresentano il cardine su cui basare non solo le scelte, ma soprattutto le committenze perché se non le basiamo sui fabbisogni su quale altro tipo di logica le dovremmo basare?
Ho sentito tanti interventi, alcuni critici, alcuni particolarmente preparati, alcuni che hanno dato un po’ di disinformazione, io non so se è una disinformazione dettata dal fatto che non è stato letto il piano o dettata dal fatto che si legge il giornale, ma non si va ad approfondire. Allora alcune questioni vanno specificate.
Innanzitutto la concertazione. Questo studio del fabbisogno è stato commissionato mentre si girava con le mascherine e c’erano le zone rosse, le zone gialle e le zone arancioni, quindi parlare di un piano improvvisato non solo è scorretto, ma non veritiero. Dopo il periodo passato ad acquisire le informazioni, i dati e a farli studiare dalla Politecnica delle Marche e dall’Università Bicocca e dai nostri uffici, per tutto l'anno 2023, insieme al Vicepresidente Assessore alla sanità, sono stato in decine di riunioni con i medici, con i Sindaci di tutto il territorio marchigiano ad illustrare la bozza di proposta di atto da portare in Giunta. Dei mesi, tutto l’inverno e la primavera, li abbiamo passati in giro per le Marche, sospendendo qualsiasi altro tipo di attività rilevante per dare precedenza ad un atto che è fondamentale per la vita, non solo della nostra regione, ma soprattutto dei nostri cittadini. Quindi parlare di concertazione mancata a me pare un'accusa non solo vuota, ma anche abbastanza retorica.
Questi che vi ho detto, tra l’altro, sono fatti inoppugnabili perché basta prendere gli articoli di giornale, basta sentire i Sindaci, i Presidenti delle Province, i medici ed i direttori sanitari, i sindacati, che potranno recriminare tanto, però non possono recriminare sul fatto che li abbiamo ascoltati e abbiamo illustrato questa nostra proposta.
Un altro tipo di appunto che ci è stato mosso è sui tempi, io ho avuto occasione di interloquire al riguardo qualche settimana fa anche con il capogruppo Consigliere Mangialardi, che saluto.
A me piace collaborare e cercare sempre di addivenire quando è possibile ad un’interlocuzione di natura positiva, ritengo che i tempi siano dettati dalle Commissioni e dal Consiglio.
Quello che a me pare assurdo è che dovremmo sospendere l’approvazione di un atto fondamentale per tutta una serie di atti che verranno dopo, che sono conseguenti e che sono importanti per le liste d'attesa, per le committenze, che sono importanti e fondamentali anche per gli atti aziendali, se ci fosse un elemento importante da discutere, aggiuntivo, ma in mancanza di un elemento aggiuntivo credo che piuttosto che recriminare sui tempi, non dovremmo perdere tempo. Dovremmo cercare di velocizzare per dare queste informazioni prima possibile agli uffici affinché possano iniziare ad elaborarle perché vi ricordo che nella pubblica amministrazione non si agisce per principi, ma si agisce per atti.
Chiarisco a tutti coloro che magari non hanno capito fino in fondo come funziona, che la riforma delle Aziende è avvenuta lo scorso anno, le quali hanno lavorato sul piano socio-sanitario in essere, mentre potranno lavorare su questo piano socio-sanitario solo dopo l’approvazione. Quella riforma era la riforma dell’Azienda, ma non è la riforma che dovrebbe, speriamo, produrre quanto prima gli effetti che noi auspichiamo.
Ritengo che i tempi siano importanti e se non ci sono elementi importanti rispetto all’approvazione, all’elaborazione, credo che il piano vada approvato il prima possibile.
L’ho detto prima, la critica sui dati non la comprendo Il 2019 è l'ultimo anno che non è stato toccato dalla pandemia, poi ci sarà il 2023, ma noi non potevamo aspettare il 2024 per avere i dati del 2023, che comunque sono dati post pandemici perché sia il 2022 che il 2023 risentono di una azione che è stata bloccata e comunque fortemente condizionata dalla pandemia, che, ci ricordiamo tutti, è stata in essere per gli anni 2020 e 2021 e ha avuto una coda anche nel 2022, che non deve essere una giustificazione, un'attenuante, ma comunque c'è stata per tutti e non ci ha reso impossibile commissionare lo studio del fabbisogno ed iniziare a ragionare sul piano socio-sanitario, ma ha reso impossibile anticipare quell’azione, che avremmo voluto anticipare, non a due anni e nove mesi, ma almeno entro i primi due anni.
Ora siamo qua, ho sentito parlare di tante carenze, come il personale. Signori, l’hanno detto prima l’Assessore Baldelli, il Vicepresidente Saltamartini e l’ho sentito in alcuni interventi, non è che quando siamo arrivati abbiamo chiesto al personale di andarsene o non abbiamo stabilizzato il personale che potevamo stabilizzare. Qualcuno prima ha detto che abbiamo scelto di non stabilizzare il personale, di non investire i fondi del PNRR, e ci arriverò, guardate, non è bello che esponenti delle istituzioni raccontino cose completamente infondate, no bugie, cose infondate. Quella del PNRR, vedo che il tempo scorre, è completamente infondata, il 30% non è dovuto al taglio delle strutture, è dovuto all'incremento del costo delle materie prime e il Governo con coraggio ha detto che con quelle risorse stanziate si possono realizzare una parte delle case di comunità, per quelle restanti ci saranno nuovi finanziamenti che sta individuando.
Ora un conto è dire che il Governo sta risolvendo un problema creato dal rincaro dei prezzi, un conto è parlare di tagli, questo è un atteggiamento non solo volto alla disinformazione, è volto all'inganno. Il vero inganno, cari signori, lo fa chi dà queste informazioni, come chi dice che il Governo ha tagliato i fondi per la sanità.
Nell’anno in corso e nei prossimi due anni vi informo che c'è un incremento per i fondi della sanità di 7,150 miliardi, lo dico non perché voglio rivolgere un plauso al Governo, ma perché in questa Aula ho sentito dire che il Governo Meloni sta tagliando i fondi per i prossimi anni della sanità, basterebbe informarsi e comunque leggere fonti attendibili. Le fonti che ho sentito sono quelle del Ministero, basta che uno chieda al Ministero oppure alla Regione, se leggete fonti inattendibili vi prego di non riportarle in questa Aula perché questa è l’Aula che dovrebbe essere della verità.
Sulle tecnologie abbiamo trovato le Aree vaste che avevano programmi diversi una dall’altra, all’interno della stessa Azienda le Aree vaste avevano programmi diversi, ora con le nuove Aziende, con il nuovo piano socio-sanitario e con i nuovi Dirigenti cercheremo di far fronte a tutta questa tipologia di ritardi, che non abbiamo mai imputato agli altri, ma per cortesia non imputatelo al nostro governo, due anni e nove mesi sono tanti, ma sono meno rispetto ai 25 anni precedenti.
Per quello che concerne la legislazione sicuramente ci sono delle carenze legislative, non lo dico io, lo dicono i fatti ed in tutt'Italia e in tutte le Regioni, al di là di chi governa, con il sistema legislativo vigente c'è una fuga dei precari dal sistema pubblico al sistema privato, ma non solo dei precari, dei dottori e degli operatori sanitari perché c'è un sistema legislativo che non difende il sistema pubblico ed è per questo che il Ministro della salute nel decreto approvato qualche mese fa, il n. 34, ha preso dei primi provvedimenti, ma bisognerà lavorare con il Ministero in questa direzione per consentire al sistema pubblico, non di essere tutelato o più tutelato rispetto al sistema privato accreditato, ma di non essere disincentivato perché abbiamo decine di persone che si sono dimesse a causa di scelte professionali per andare a lavorare in un sistema dove c'è una remunerazione più elevata e condizioni di lavoro meno pesanti. E’ un tema molto importante che risale a più di 10 anni fa, a scelte fatte in Europa poi calate in Italia, quindi credo e spero che queste scelte il Governo centrale possa affrontarle rimettendoci mano. Ritengo anche che rispetto a questo quadro normativo noi poco possiamo, poco può il Governo Acquaroli nella regione Marche e poco possono gli altri governi delle altre Regioni. Quello che vedo è che con il Ministro della salute c'è comprensione e una sinergia importante, che spero possa portare quanto prima ad un ulteriore cambiamento del quadro legislativo, che consenta al sistema pubblico di tornare paritetico rispetto al sistema privato convenzionato.
Tra le accuse che mi sono state mosse c’è quella della privatizzazione, che noi vogliamo privatizzare la sanità. Davanti a queste accuse sarebbe bello che voi portaste gli atti, domani ci sarà la possibilità di replicare e ci dovete portare un atto con il quale la Giunta e il Consiglio regionale deliberatamente hanno fatto un indirizzo, una scelta volta a creare maggiori posti letto per la sanità privata convenzionata. Se così non è, e non l’avete, non disinformate i marchigiani perché il quadro è esattamente quello vigente a quando noi siamo subentrati al governo precedente.
PRESIDENTE. Possiamo far proseguire e completare? Non voglio creare polemiche, prego.
Francesco ACQUAROLI. Non ho fatto polemica rispetto alle percentuali che potrei dire, avrei potuto dire, come ha detto bene la Consigliera Marcozzi prima. Non ho fatto polemica perché non voglio andare alla genesi che ha portato a quei numeri, a quelle percentuali, dico semplicemente che noi non le abbiamo incrementate. Rispetto a quello che è il tetto al costo del personale e l'utilizzo di società o cooperative, non è una scelta del governo della Regione, è un atto gestionale per coprire una carenza di personale, che a causa del tetto al costo del personale non possiamo incrementare. Guardate, nel giro che abbiamo fatto per tutta la regione, abbiamo ribadito che insieme all'impegno sulla regione, cercheremo di fare un impegno sul Governo perché riteniamo dannoso non poter stabilizzare il personale che è stato formato nelle università pubbliche e che nella migliore delle ipotesi resta in Italia e va nel sistema privato convenzionato, nella peggiore delle ipotesi va all’estero, quindi c'è un danno enorme in un momento di carenza del personale. Ma non vedo un’attinenza con il piano socio-sanitario regionale e con i compiti e i doveri della Regione Marche. A me sarebbe piaciuto che questi problemi, poiché al governo del Paese ci siete stati per tanti anni, fossero stati affrontati nelle sedi competenti.
Il definanziamento, l’ho detto prima, delle strutture della sanità non l’abbiamo visto, anzi devo dirvi che c’è stato il finanziamento del bilancio ordinario perché noi abbiamo messo sulle borse per i medici di medicina generale, sugli specializzandi, sulle strutture per la medicina del territorio i fondi della sanità regionale, fondi ordinari a sostegno della sanità. Non vedo alcun tipo di definanziamento per milioni di euro.
Una scelta precisa volta a calmierare gli effetti, a mitigare gli effetti di una mancata programmazione, che non è addebitabile a noi. Trovatemi un articolo di giornale dove noi accusiamo di questi aspetti chi ci ha preceduto.
Ripeto, anche qui non mi aspetto “bravo”, però mi aspetto verità. Si è detto prima in un intervento, Agenas ci dice che andranno in pensione nei prossimi 7 anni oltre 500 medici di medicina generale e ne entreranno la metà. Chi doveva programmare il turn over, e non si programma oggi considerati gli anni degli studi universitari e delle specializzazioni, doveva farlo 7, 8, 9, 10 anni fa. Se chi ha programmato il turn over l’ha programmato a metà, ora i miracoli non riusciamo a farli, possiamo cercare di calmierare e mitigare gli effetti, ma i miracoli non riusciamo a farli e non è quello che abbiamo promesso ai marchigiani.
Noi ai marchigiani abbiamo promesso un approccio, una visione, un intervento, lo dico anche qua, nel rispetto dei ruoli istituzionali. Trovatemi, per quello che mi concerne, un'accusa rispetto alle chiusure o alle non chiusure, la mia discriminante rispetto al Governo precedente è stata sull’approccio della sanità, sull’ospedale unico, che vi devo dire da Sindaco, all’inizio - vedo il Consigliere Carancini, eravamo insieme alle assemblee - non avevo disprezzato, ma poi ho vissuto una fase in maniera particolare ed ho compreso, ho capito, ho maturato che quell’approccio a mio avviso era sbagliato ed ho sposato un altro modello.
Noi abbiamo sposato un altro modello e non si può recriminare se abbiamo sposato un altro modello che prevede la costruzione di una sanità, il potenziamento della sanità sul territorio, che non equivale sempre a riaprire tutti gli ospedali, ma equivale a rinforzare il più possibile, partendo oggi da un livello che è di una criticità fortissima, per giungere gradualmente, ottimizzando le risorse, guardando anche all’appropriatezza delle prestazioni … Sono tanti i temi che si affrontano con questo piano socio-sanitario, che avrei voluto ascoltare oggi Aula e che non ho sentito.
(interventi fuori microfono)
Francesco ACQUAROLI. Guardate, sulle criticità dovute al contesto, c'è un contesto sicuramente difficile, complesso, che, come ho detto prima, è addebitabile a tante motivazioni che non devono essere per noi un'attenuante, ma che ci sono.
La pandemia ha accelerato un processo di degradazione dei rapporti, se volete anche professionali, quanti medici dicono: “Dopo la pandemia non ci riesco più, ho difficoltà”, quanti medici denunciano difficoltà operative, ecco, credo che questo sia un elemento di cui tutti noi dobbiamo prendere atto perché comunque comporta un livello di riflessione sia a livello regionale che aziendale e nazionale.
Chiudo perché ho capito ed ho compreso che è più importante fare altro in questa giornata.
Gli obiettivi. La ricostruzione di un'azione di prevenzione forte, che purtroppo per tanti motivi è venuta a mancare in questi anni, è chiara nel piano socio-sanitario, è scritta ed articolata in maniera chiara.
La ricostruzione della sanità sul territorio è iniziata con le borse e la loro implementazione, ma noi abbiamo già stanziato delle risorse del bilancio ordinario per gli AFT, che sono gli ambulatori funzionali territoriali, che dovrebbero colmare le carenze delle case di comunità non realizzate.
La mobilità passiva è un danno alla sanità e alla competitività di tutto il sistema sanitario regionale, enorme, che equivale alla programmazione di un settennio europeo …
PRESIDENTE. Non voglio avere polemiche, siamo in fase di deroga, c’è una parte che chiede di far terminare e una parte che chiede di rispettare il Regolamento, se vogliamo che il ragionamento del Presidente sia completato dobbiamo dargli ancora qualche minuto.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Presidente, a me va bene tutto, l’importante è la disponibilità ad ascoltare il Presidente, però non si può dire: “Qui qualcuno vuole fare qualche altra cosa stasera”, perché non è così, non è corretto nei confronti nostri e nei confronti di nessuno.
PRESIDENTE. Intende il Presidente della Giunta?
Maurizio MANGIALARDI. Ha preso il doppio del tempo, io lo ascolto fino a quando serve, però chiedo il rispetto di tutti noi, altrimenti non va bene, perché qui non c’è qualcuno che ha fretta, chi ha avuto fretta siete stati voi che avete compresso tutto per avere questa data e noi vi abbiamo messo nelle condizioni di fare.
Volevate il piano per l’8 e noi l’8 ve lo facciamo licenziare.
PRESIDENTE. Comprendo la posizione del Consigliere.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Per me il Presidente se vuole completare non ci sono problemi perché è il Presidente, però ai capigruppo proprio lei ha detto: “Oggi sarò rigorosissimo nell’applicazione del Regolamento” e noi dell'opposizione, che immaginavamo che sarebbe andata così perché oggi è una giornata importante, ci siamo preparati.
Non so quanto tempo ci ho messo a limare il mio discorso, a tagliare questo e quell’altro, come tutta l'opposizione perché lei ha visto che l’opposizione al completo è arrivata con un discorso pronto, preparato in giorni.
C'è stato anche detto che non avevamo proposte, ma secondo me erano tutti interventi densi di gente che ha studiato gli atti.
Non si può dire così, purtroppo, della maggioranza, quindi a me va anche bene che il Presidente parli qualche minuto in più, però non va bene quando la Giunta preparata sul tema, a differenza dei Consiglieri, interviene tutta unita per supplire alle mancanze dei Consiglieri che non si sono preparati. Questo non mi va bene ed è stato così!
PRESIDENTE. Prendo atto anche della constatazione che fa nei riguardi del sottoscritto come Presidente.
Adesso cerchiamo di completare il ragionamento del Presidente, altrimenti rischiamo di farlo iniziare nuovamente.
Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Il mio intervento lo finisco domani.
PRESIDENTE. Tutti i Consiglieri sono disponibili ad ascoltare il suo intervento, altrimenti domani non c’è nessun problema, ma non entriamo in polemica perché è un ragionamento che serve anche per la continuazione.
Francesco ACQUAROLI. Il tema è molto semplice, è chiaro che, senza mancare di rispetto a nessuno, caro capogruppo Consigliere Mangialardi, sono stato interrotto due volte e stavo completando.
Ritengo che sia un intervento che deve rispondere a quelli che sono stati gli input dati dall’Aula, che ho ascoltato.
Penso che noi siamo qui per fare delle domande e ascoltare delle risposte, se per dare quelle risposte occorre il tempo io il tempo lo devo prendere, non riesco a comprimere prima un intervento, di solito tra l’altro non sono uno che interviene molto in Aula, quindi se l’ho detto è perché c’è un motivo.
Se sto rispondendo agli interventi credo che sia interesse dell’Aula ascoltare le risposte, se non c’è questo interesse evidentemente c'è altro e confermo quello che ho detto prima, se non c’è l’interesse dell’Aula ad ascoltare la mia risposta significa che c’è un altro interesse. Così ho risposto all’input datomi dal capogruppo Consigliere Mangialardi.
Dicevo della mobilità passiva che rappresenta un tema grave non solo per i nostri cittadini e per la salute dei nostri cittadini, ma anche per la competitività del sistema socio-economico della Regione perché sono risorse che noi distribuiamo in ricchezza ad altri territori e sommate anno dopo anno nel loro saldo equivalgono quasi ad una programmazione europea pre-transizione. Fate i conti, 50 milioni per 7 anni sono 350 milioni.
Credo che una domanda ce la dobbiamo porre, quando parliamo di riequilibrio non ne parliamo perché ce l’abbiamo con qualcuno, ma perché vorremmo provare a dare, per il tramite di una committenza diversa e di un riequilibrio delle prestazioni, una risposta a quei flussi di cittadini che storicamente si dirigono in altri territori.
Andando verso la conclusione, poi magari domani ci torniamo, le liste d'attesa, che sono il problema più grande, che sono sulle spalle dei nostri cittadini, soprattutto di coloro che hanno meno possibilità e che dovrebbero essere una priorità per tutti noi, sono una conseguenza di queste disfunzioni, sono la conseguenza di una committenza e di una capacità di fornire prestazioni che non è all'altezza delle richieste. Se non riusciamo oggi, magari con una azione straordinaria, a fare un’azione per ridurre le liste d’attesa e dare delle risposte più veloci possibili, l’obiettivo non può essere di mettere sempre nell’emergenza la risposta all’ordinario, perché non può funzionare così, non si può agire nell’emergenza, bisogna far sì che il sistema socio-sanitario sia in grado di programmare quelle che ogni anno sono le richieste più importanti per le patologie numericamente più presenti nel nostro territorio affinché il minor numero di persone, non dico che le abbasseremo o le toglieremo, sia costretto ad aspettare, a pagare o ad andare fuori.
Questo è un obiettivo che si può raggiungere solo con l’analisi dei dati e con la rimodulazione del sistema socio-sanitario, che è quello che, dopo l’approvazione di questo piano socio-sanitario, Ars e Dipartimento devono fare con le Aziende.
Caro capogruppo Consigliere Mangialardi non è che io volevo approvare il piano l’8 agosto, io avrei voluto approvarlo l’8 agosto dello scorso anno, quindi, o c’è un motivo specifico per cui dobbiamo rinviare, perché c’è un elemento nuovo, perché c’è una proposta che stravolge tutto, oppure francamente ritengo che questo atto debba essere approvato il prima possibile. Se servono due giorni prendiamoli, se serve una settimana prendiamola, se serve un mese prendiamolo, ma a ragion veduta spero che i nostri dirigenti, i nostri funzionari quanto prima possano essere messi in condizione, votato l’atto, di elaborare le strategie perché oggi stiamo operando con il vecchio piano socio-sanitario.
Guardate, qualcuno ha detto campagna elettorale non campagna elettorale, la campagna elettorale l’abbiamo fatta ed è terminata a settembre 2020, ora stiamo cercando di rispondere alle esigenze della salute dei cittadini marchigiani, questa è la volontà. Magari sarà un piano che non sarà efficace, lo vedremo fra un anno, fra due anni, fra tre anni, magari sarà un piano che peggiorerà la situazione attuale, ma non può essere giudicato oggi se ancora non è stato approvato perché non sarebbe un giudizio, ma sarebbe un pregiudizio e voi sapete che i pregiudizi sono un ostacolo al bene delle nostre comunità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho aspettato che il Presidente Acquaroli terminasse il suo intervento, che tra l’altro ho ascoltato con molta attenzione.
Presidente, sono d'accordo su una modifica del Regolamento che consenta al Presidente della Giunta regionale un tempo maggiore per gli interventi, sono assolutamente d'accordo, ma se non c'è questa modifica regolamentare lei deve far rispettare il Regolamento, per una ragione molto semplice, perché il Presidente Acquaroli è innanzitutto un uomo politico, che legittimamente difende la sua politica e in questo caso difende il più importante piano della Regione Marche. Ovviamente ha bisogno di tempo per spiegarlo, però, Presidente, anch'io vorrei avere lo stesso tempo perché anch'io penso di essere capace di spiegare le ragioni contrarie. Sono stato costretto a contenere i tempi ed a consegnare un intervento scritto, che tra l’altro avevo ridotto, quindi avrei voluto avere il tempo di poter confutare quel piano che a me non piace. Però sono d’accordo che il Presidente possa avere un tempo maggiore perché è giusto anche perché deve ascoltare tutti, deve rispondere a tutti, per questo fate una modifica al Regolamento e ci comporteremo di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Intervengo a seguito dell’intervento, che comprendo, del Consigliere Cesetti. Su questo ci possiamo lavorare tutti insieme, però capisce, Consigliere, che ad un Presidente che rimane sempre qui, ascolta tutti, bisognava dare l’opportunità di replicare su tutto.
Al posto vostro avrei apprezzato di più un Presidente che è stato ad ascoltare tutti ed ha risposto a tutti piuttosto che un Presidente, come quello di prima, che era meno presente in Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. L’unica cosa che non voglio è la polemica, ma il tempo mica l’abbiamo tolto noi, si è spento il sistema ed ha tolto la parola. Il Consigliere Carancini continuava a dire: “Presidente la vogliamo ascoltare” …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Io non avevo nessun tipo di problema, nessuno voleva polemizzare, anzi ho detto, e il Presidente lo può confermare, di farlo continuare.
PRESIDENTE. Grazie dei vostri interventi, ho dovuto far rispettare il Regolamento con delle deroghe che sono iniziate prima dell’intervento del Presidente, per dare la possibilità di esprimere i ragionamenti su una proposta di atto amministrativo, come tutti avete detto, determinante sia per la maggioranza che per l'opposizione.
A questo punto chiudiamo la seduta odierna, domani mattina riprenderemo con le repliche del relatore di maggioranza e del relatore di minoranza e gli interventi della Giunta se ci saranno, poi affronteremo il capitolo degli emendamenti e della votazione finale.
Per la Conferenza, chiedo ai capigruppo che sono in Aula, di essere presenti alle ore 9:30 in modo tale da stabilire un’eventuale deroga dei minuti degli interventi su questo importante atto amministrativo. Ci regoliamo su questo aspetto in modo tale che non ci siano difficoltà di sorta.
Per oggi qui si chiude la seduta del Consiglio regionale e riprenderemo domani alle 9:30.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. A questo punto le chiedo di non fare più la Conferenza dei Presidenti di gruppo perché se ogni cosa che si decide ai capigruppo poi in questa Aula viene stravolta, senza neanche sentire i capigruppo, non mi sembra corretto.
Avevamo deciso che alle ore 19:00 in maniera informale ci saremmo sentiti tra i capigruppo per capire se andare oltre le 20:00, che era il termine che c'eravamo dati, oppure se interrompere la seduta e ricominciare il giorno dopo. Sono le 18:39, secondo me la scelta di sospendere la seduta adesso non ha senso e non è coerente con gli accordi che avevamo preso tutti insieme, quindi chiedo, per favore, di rispettare gli accordi o di spiegare quali sono le motivazioni per cui non sono più validi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Il mio commento assomiglia molto a quello della Consigliera Ruggeri perché avevo capito che ci saremo aggiornati alle 19:00 e che la conclusione dei lavori di oggi sarebbe stata comunque alle 20:00, per poi eventualmente ricominciare domattina.
Se la proposta di chiudere adesso è per gli operatori degli uffici, per una questione logistica, è comprensibile, magari riuniamoci di nuovo altrimenti diventa difficile capire perché interrompiamo adesso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, la deroga che lei ha ipotizzato a me non sta bene perché io non l’ho avuta, le chiedo formalmente una modifica del Regolamento in cui si dia al Presidente o alla Giunta un tempo triplo rispetto a quello dei relatori, se i relatori hanno 20 minuti si dia al Presidente o alla Giunta tre volte tanto, a me sta bene purché lo si sappia prima. Mi sta bene un tempo triplo, ma non può essere per gentile concessione del Presidente o di qualcun altro. Non mi sta bene, che domani si faccia la deroga, io la volevo prima caso mai, quindi bisogna regolamentare, però mi rendo che c’è bisogno di un tempo maggiore, ma lo si stabilisca per Regolamento.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Sono pienamente d’accordo con quanto ha appena dichiarato la Consigliera Ruggeri e con quanto ha dichiarato il Consigliere Cesetti.
A questo proposito mi permetto di sottolineare che il Regolamento quando fa comodo alla maggioranza può consentire delle deroghe, quando invece non fa comodo alla maggioranza le deroghe non sono concesse.
A me non interessa perché sono favorevolissima alle deroghe per avere un confronto proficuo, costruttivo, reciproco, ma nel momento in cui assistiamo a due minuti di reprimenda da un Assessore, che ci viene a dire che il Regolamento scritto dal PD va rispettato, sarebbe stato corretto, lineare, coerente che l’Assessore avesse fatto rispettare il Regolamento anche al suo Presidente. Questo per far notare che il Regolamento è sempre lo stesso, o *si rispetta sempre o non si rispetta mai.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Per puntualizzare, stamattina ai capigruppo avevamo detto che informalmente intorno alle 19:00 ci saremo incontrati per stabilire se fermarci o andare avanti, quindi l’ipotesi delle ore 20:00 era in qualche modo abbandonata, visto che alle 19:00 circa avremo deciso sul da farsi.
Dopodiché sulle deroghe mi meraviglia che il Consigliere Cesetti, che ogni volta che interviene chiede sempre la deroga, dicendo “dopo non intervengo, ma intervengo adesso”, obietti sui 10 minuti in più al Presidente in un atto fondamentale. Mi sembra che sia esagerato, solo per dire che penso che sia stato giusto aver permesso al Presidente di terminare il suo discorso.
Per quanto riguarda la riunione informale dei capigruppo prevista ora possiamo farla in cinque minuti e magari potremo dar seguito a quello che il Presidente ha appena detto.
PRESIDENTE. Bene, se i capigruppo sono disponibili appena conclusa la seduta ci vediamo in Sala Agricoltura così domani mattina alle 9:30 ripartiamo. Ho assunto questa decisione.
Rispondo alla prima domanda posta dalla Consigliera Ruggeri, di concludere la seduta in questo momento, è perché saremo andati sicuramente alla fase della votazione e in questo momento generalmente per gli uffici non si deve sospendere la modalità della votazione, che deve essere quanto più possibile senza soluzione di continuità, quindi le facciamo domani ed evitiamo di spaccare la fase della seduta.
Adesso ci sarebbero rimaste le due repliche, l’intervento dell'Assessore Saltamartini e poi saremo entrati nella fase della votazione, quindi avremmo iniziato, ecco il motivo di natura tecnica.
E’ vero che ci siamo accordati su una sorta di accordo informale.
Per quanto riguarda la tematica che ha sollevato il Consigliere Cesetti, domani porterò in Conferenza dei capigruppo la posizione che ha espresso, quella della situazione, come in questo caso, di trovarsi di fronte al Presidente della Giunta che deve concludere il suo ragionamento ed ha bisogno di minuti, ma questo non può andare a deprimere o comunque a svilire gli interventi di tutti i Consiglieri, quindi la giusta proporzione, come caso eccezionale, rinviando tutto il resto ad una fase successiva della modifica del Regolamento, che lei giustamente, a mio avviso, ha proposto in modo tale che tutti abbiano la stessa possibilità politicamente di esprimere le proprie idee su atti più o meno importanti, ma certamente con un tempo ed una possibilità adeguata.
Detto questo, dichiaro conclusa la seduta odierna.
Mi scusi Consigliera Ruggeri, non l’avevo vista.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Solo per informarla che domani ai capigruppo non verrò perché se la capigruppo è una mezz’ora in cui passiamo il tempo insieme, senza nessuna validità dal punto di vista istituzionale, mi sembra che possiamo andare al bar a berci un caffè tutti insieme.
Per le prossime sedute verificherò che cosa fare perché purtroppo questa cosa che si decide una linea e poi in Aula viene cambiata non è la prima volta che succede. E’ molto spiacevole perché rende quel consesso un proforma inutile, quindi sinceramente non mi viene da prestarmi a questo modus operandi.
Io domani sarò in Aula alle 9:30 ed alle 9:00 non sarò ai capigruppo. Grazie.
PRESIDENTE. La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18:50
Allegato A
Testo dell’intervento del Consigliere Cesetti, di cui è stata richiesta la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna, ai sensi dell’articolo 55, comma 2 del Regolamento interno.
Fabrizio CESETTI. Vi è innanzitutto una questione di metodo:
- impossibilità di un confronto serio, costruttivo ed efficace, con tempi volutamente ristretti per il timore che emergesse l'inconsistenza di questo piano e senza alcun serio e costruttivo confronto con i territori e con i Comuni in violazione dell'articolo 51 l.r. n. 19/22;
- ritmi serrati con audizioni di nessuna utilità, visto l'accoglimento acritico delle osservazioni scritte degli auditi per appagare/accontentare invece di condividere;
- abbiamo tutti ricevuto la nota delle Segreterie regionali CGIL CISL UIL Marche con la quale si esprime "delusione e rammarico" per il mancato accoglimento delle "indicazioni ed i suggerimenti avanzati dalla parte sindacale" per "un reale miglioramento della sanità marchigiana per il triennio 2023/2025" e nonostante - sempre a detta delle OO.SS. - "in più occasioni lo stesso Assessore avesse condiviso le nostre eccezioni e garantito le necessarie integrazioni e modifiche a riguardo";
- organizzazioni sindacali che rappresentano decine di migliaia di lavoratori/lavoratrici del sistema sanitario regionale marchigiano i quali quotidianamente si confrontano con le paure, le speranze e le aspettative dei cittadini e che spesso sono ingiustamente i destinatari dell'inefficienza del sistema per le mancate risposte anche in termini di adeguata programmazione della politica;
- organizzazioni sindacali che hanno avuto, altresì, il merito di aver dato voce ai tanti cittadini che il 15 luglio sono scesi in piazza ad Ancona per denunciare le inefficienze della sanità regionale e auspicare soluzioni tanto possibili quanto necessarie;
- invero, l'attuazione del PSS è necessariamente affidata alle Aziende nate dalla l.r. 19/22 che ha soppresso Asur e Azienda Marche Nord e che ha dato origine a sette Aziende, anziché quattro, moltiplicando i centri decisionali, gestionali ed organizzativi, oltre quelli di costo;
- e il piano non considera in alcun modo la necessità di riequilibrio dei territori in termini di posti letto, di risorse umane e strumentali e reti cliniche e neanche considera gli effetti della soppressione dell'Asur unica, che pure con tutti i suoi difetti ha avuto una funzione di riequilibrio, fungendo da camera di compensazione;
- per dare autonomia effettiva ai territori occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità e tutto questo non può essere attuato e garantito ad invarianza finanziaria;
- una riforma che, per questo, doveva seguire o almeno essere contestuale, e non precedere il PSS - come più volte ribadito da noi ed anche dalle organizzazioni sindacali - in quanto sarebbe stato molto più coerente ed opportuno adottare una preventiva programmazione socio-sanitaria che riguardasse tutto il territorio regionale e, coerente con le disposizioni nazionali e soltanto all'esito, prevedere le norme e con esse gli strumenti e l'organizzazione per attuarla;
- un piano socio-sanitario che doveva essere anche l'occasione per l'adozione di un piano economico e finanziario che sostenesse la riforma del sistema sanitario regionale di cui alla l.r. 19/22;
- un PSS che, tra l'altro, doveva anche essere contestualizzato all'interno della programmazione e delle risorse del PNRR e dello stesso DEFR;
- una riforma ed un piano socio-sanitario che, come più volte ribadito, non possono essere attuati ad invarianza finanziaria;
- lo ha detto lo stesso Governo nelle osservazioni alla legge regionale n. 19/22;
- in questo contesto l'istituzione di cinque AST in competizione tra di loro senza il ruolo, come abbiamo detto, di stanza di compensazione di Asur, determinerà disparità territoriali minando nei fatti l'universalità del diritto alla salute;
- è evidente a tutti come le costituite AST non siano riuscite a decollare perché ancora prive del proprio atto aziendale e, quindi, del proprio assetto organizzativo e funzionale;
- e questo lo vediamo già oggi, a nostre spese, in una situazione di implosione impossibile da governare proprio a causa di una riforma che non è riuscita a partire perché non può partire;
- basti vedere i commissariamenti prorogati che hanno impedito qualsiasi programmazione;
- la "fuga" del Direttore del Dipartimento che doveva attuare la riforma;
- una riforma finta che, sbandierando il protagonismo dei territori, ha scaricato su di essi la responsabilità delle inefficienze e dei disequilibri esistenti;
- la personalità giuridica per dispiegare i suoi effetti presuppone l'autonomia finanziaria, organizzativa (risorse umane e strumentali) e patrimoniale;
- questa autonomia non potrà mai dispiegarsi senza maggiori risorse e personale innanzitutto;
- invarianza finanziaria che viene ribadita sia dalla legge regionale 19/22 che dal PSS.
Nel merito:
- non abbiamo presentato emendamenti perché è un piano vuoto, inefficace, costellato di buone intenzioni senza alcuna possibilità di essere conseguite perché è lo stesso piano che dice "vuole orientare le attività e le azioni descritte affinché siano garantite nell'ambito delle risorse assegnate dal Servizio sanitario regionale e nel rispetto dei vincoli definiti dalla finanza pubblica";
- una clausola questa tanto doverosa, quanto di stile, che però "denuda il Re" in quanto se da una parte si ammette che non tutto ciò che viene proposto potrà essere realizzato, dall'altra non si dice cosa si vuole realizzare a dispetto di ciò che non si può;
- e come si potranno coniugare gli obiettivi del piano socio-sanitario, oggi al nostro esame, con i recenti provvedimenti della Regione Marche diretti a richiedere alle AST "di predisporre, perseguire e rendicontare specifiche azioni volte al rientro nel budget provvisoriamente assegnato 2023"?
- segno evidente che non si riesce neanche a garantire la quotidianità del servizio sanitario regionale costretto ad operare con budget provvisoriamente assegnati;
- per questo presenteremo gli emendamenti al prossimo Documento di economia e finanza regionale nel quale necessariamente questo piano dovrà confluire e dovrà misurarsi con il bilancio regionale;
- nella premessa del PSS si richiama, e non poteva essere diversamente, il programma di governo 2020-2025 (pag. 6) con il quale, sotto la voce "sanità e sociale per tutti: nessuno resti solo", si osserva di voler dare particolare rilievo all'area della sanità e del sociale;
- con il programma di governo venivano annunciate le azioni e gli interventi da realizzare per la trasformazione e la ricostruzione della sanità regionale il cui funzionamento è stato fortemente condizionato dall'impatto devastante dell'emergenza pandemica sopraggiunta, tra l'altro, dopo gli eventi sismici del 2016-2017;
- come richiamato nella premessa dell'atto, tra i punti qualificanti di questa solo annunciata presunta trasformazione e ricostruzione della sanità si indica la stesura di un nuovo Piano socio-sanitario regionale che però arriva a tre anni dall'insediamento di questa Giunta ed a due anni dalla scadenza del mandato;
- un Piano socio-sanitario regionale che, secondo il programma di governo declinato in quest'Aula, doveva essere "basato su principi di integrazione tra sanità e sociale, miglioramento dell'assistenza ospedaliera e territoriale; sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, abbattimento liste di attesa, drastica riduzione di mobilità passiva, integrazione tra servizi pubblici e privati, lotta agli sprechi, ottimale utilizzo delle risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (Recovery Fund)";
- invece a distanza di tre anni dall'avvio di questa legislatura e dall'adozione del programma di governo, niente di tutto quanto promesso e dovuto è stato realizzato;
- anzi la situazione è notevolmente peggiorata ed il Servizio sanitario regionale marchigiano, in assenza della pur minima possibilità di programmazione, è all'evidenza sfuggito da ogni controllo;
- nessuna risposta per le liste di attesa, nonostante le maggiori risorse assegnate dallo Stato fin dal 2020 per ridurle, con tempi biblici per qualsiasi visita e/o esame diagnostico ed anche per interventi;
- proprio ieri veniva osservato che "tra le criticità che minano il corretto funzionamento del sistema sanitario regionale l'impatto maggiore sulla vita dei cittadini ce l'hanno i lunghi tempi di attesa per vedersi garantiti esami e visite...; e la criticità non riguarda solo i piccoli ospedali o ambulatori di provincia, ma anche il centro nevralgico della sanità regionale, ovvero l'Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche" dove le criticità si riscontrano "in tutti e tre gli ordini di priorità: brevi (prestazioni da eseguire entro 10 giorni), differite (entro 30 giorni per le visite, entro 60 per gli accertamenti diagnostici) e programmabili (entro 120 giorni). E a far registrare il record negativo sono le prestazioni sulle donne", con tempi medi di attesa che, all'evidenza, pregiudicano il diritto alla salute per l'assenza di qualsiasi efficacia preventiva;
- ed ancora oggi sulla stampa regionale: "Visite entro trenta giorni? Prenotare con il Cup? Impossibile. Costretto alla visita a pagamento";
- questi fatti, reiterati quotidianamente nel tempo, minano la credibilità del sistema sanitario regionale e sono uno "spot" a favore delle strutture private le quali per l'occasione hanno coniato lo slogan "non mettere la salute in lista di attesa";
- questo ha determinato, altresì, una migrazione dei marchigiani verso la sanità privata, o verso altri sistemi sanitari regionali, con esponenziale aumento della spesa per la mobilità passiva; chi non può permettersi tutto questo - in quanto la mobilità passiva è un costo prima per il cittadino e poi per il sistema - di fatto viene costretto alla rinuncia della cura e della prevenzione della malattia;
- è stata fatta una campagna elettorale lamentando che il centro-sinistra aveva privatizzato la sanità, mentre oggi - oltre a costringere i cittadini al ricorso alla sanità privata - si ricorre alle cooperative private nei pronto soccorso con medici pagati molto di più dei medici del Servizio sanitario, con la conseguenza che gli organici, già insufficienti, si riducono per la migrazione dei professionisti dalla sanità pubblica alla sanità privata;
- è stato detto che sarebbero stati riaperti 13 ospedali e ad oggi neanche uno ne è stato riaperto e non potrà esserlo neppure in futuro vista la clausola dell'invarianza finanziaria del piano, mentre invece si stanno solo realizzando ed ultimando nuove, importanti e strategiche strutture ospedaliere finanziate dalla Giunta di centro-sinistra;
- non vi è traccia degli ospedali di comunità (OdC), delle case della comunità (CdC) e delle centrali operative territoriali (COT) per realizzare quella necessaria integrazione tra sanità e sociale e migliorare l'assistenza ospedaliera e territoriale; anche su questo, gli unici ospedali di comunità oggi in essere sul territorio sono quelli avviati dal centro-sinistra;
- il piano socio-sanitario avrebbe dovuto, finalmente e doverosamente, affrontare e risolvere innanzitutto i problemi creati dal non-governo della sanità in questi ultimi tre anni ed almeno programmare gli obiettivi declinati nel programma di questo esecutivo;
- non vi è traccia, invece, di una pur minima proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera tra "sviluppo di ospedali di alta specializzazione" di I e II livello e "strutture minori diffuse su tutto il territorio" e né si dice come verranno riorganizzate queste strutture sanitarie all'esito delle consistenti riduzioni e conseguente rimodulazione delle risorse del PNRR che si tradurranno in un drastico taglio del numero delle CdC, degli OdC e delle COT;
- nessuna proposta e risposta per la medicina territoriale e la prevenzione;
- un piano socio-sanitario - che più di ogni altro strumento riguarda la vita stessa di ogni marchigiano e soprattutto dei marchigiani più fragili per ragioni di età, di salute, di lavoro e di condizioni economiche - avrebbe dovuto dare una risposta al bisogno di salute della comunità marchigiana perché la sanità è un settore di primaria importanza e avrebbe dovuto essere una priorità assoluta per il Governo regionale - se è vero, come è vero e come viene declinato nel DEFR 2023-2025, che il "bilancio regionale si aggira su un ammontare di 5 miliardi per circa tre quarti impegnato nella sanità" - ma ciò non è stato;
- in definitiva, in tre anni non vi è stata una pur minima programmazione per risollevare le sorti della sanità e tantomeno per realizzare il programma di governo, come era doveroso;
- ed oggi, a due anni dalla scadenza del mandato, ci viene presentato un piano socio-sanitario regionale infarcito di promesse utili soltanto per la prossima campagna elettorale senza alcun minimo progetto credibile, tanto che esso contiene una mera elencazione di titoli senza una pianificazione di obiettivi programmabili e raggiungibili in quanto ci si limita a promettere il mantenimento e il potenziamento di tutto senza dire come, con quale personale, quali risorse, quali tempi, quali procedure e priorità;
- il piano è assolutamente generico, descrittivo dell'esistente senza alcun atto di programmazione concreta, senza scelte, priorità, cronoprogramma, obiettivi concreti e misurabili, senza indicazione di punti di forza e di debolezza, senza il riferimento al tema delle risorse e della mancanza di personale;
- invero anche l'invarianza finanziaria imprigiona il piano nel recinto della inutilità e costituisce una dichiarazione di resa sia rispetto ai suoi stessi obiettivi e sia rispetto alla riforma del sistema sanitario regionale;
- è attuale il nostro monito di allora secondo il quale l'approvazione del nuovo Piano, necessaria anche per il riequilibrio dei territori, avrebbe dovuto precedere qualsiasi intervento strutturale al fine di valutarne l'impatto economico-finanziario e renderlo credibile, possibile, efficiente, efficace e soprattutto giusto;
- è questo un piano socio-sanitario incredibile perché non indica le coperture finanziarie per conseguire gli obiettivi declinati solo sulla carta, in un "collage" di buone intenzioni di cui sono lastricate le "vie dell'inferno" della sanità regionale;
- un piano socio-sanitario regionale con il quale la Regione avrebbe dovuto anche promuovere lo sviluppo di una rete ospedaliera efficace, equilibrata sul territorio, coerente con il DM 70/2015 e l'attuazione del DM 77/2022, in particolare rispetto allo sviluppo delle Case, degli Ospedali e degli infermieri di comunità;
- invece, quello al nostro esame, è un piano contro la legge e contro gli strumenti legislativi di programmazione nazionale e non offre alcun contributo su nessuna delle criticità della sanità delle Marche, da quelle comuni a tutte le Regioni (liste di attesa, pronto soccorso, medici gettonisti, riduzioni nell'erogazione dei LEA e trasferimento nel privato a pagamento di molte prestazioni) a quelle specifiche delle Marche e cioè la dispersione della rete ospedaliera e la conseguente inevitabile carenza nell'offerta di servizi territoriali;
- la mancata previsione delle necessarie risorse aggiuntive non consentirà di garantire il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza e, di sicuro, aggraverà gli effetti del sotto finanziamento dei livelli assistenziali distrettuali e della prevenzione;
- aggraverà, altresì, la situazione di difficoltà in cui già versano i Dipartimenti, in primis quelli di emergenza, con particolare riguardo alla carenza di figure mediche e a rischio di un crescente ruolo di gestione affidato al privato;
- un piano che essendo in contrasto, come detto, con le disposizioni nazionali per quanto riguarda la previsione e l'organizzazione degli ospedali di I livello, aggraverà anche il problema della carenza dei medici e le stesse AST non riusciranno ad attuarlo in quanto prive di una reale autonomia finanziaria, organizzativa e gestionale e di sicuro meno attrattive rispetto ad un'azienda complessa come l'Asur che, in quanto tale, riusciva a mettere in campo una unitaria visione regionale;
- un piano che, in definitiva, non darà alcuna autonomia effettiva ai singoli territori in quanto, lo si ribadisce, per conseguirla occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità; tutto questo non può essere attuato nell'ambito delle insufficienti risorse assegnate dal Servizio sanitario regionale;
- in sostanza, è un piano socio-sanitario del tutto inefficace e che, insieme alla riforma del Servizio sanitario che lo deve attuare, si pone in contrasto con disposizioni costituzionali (articoli 3 e 32 Cost.) perché viola il principio di uguaglianza e il principio di universalità che devono essere garantiti, oltreché dal SSN, anche e soprattutto dal Servizio sanitario regionale; principi questi che costituiscono presupposto indefettibile per assicurare la coesione sociale del Paese e della Regione ed anche per contrastare le conseguenze sulla salute frutto delle disuguaglianze sociali, derivanti dalle diverse condizioni socio-economiche dei singoli territori;
- invero, lo ricordiamo solo a noi stessi, lo sviluppo del principio di uguaglianza si dispiega in tre diversi ambiti in cui il corollario dell'equità deve trovare concreta realizzazione: l'accesso alle prestazioni ed ai servizi sanitari per ognuno in condizioni di pari dignità e di pari opportunità; i risultati di salute in capo ai singoli soggetti; l'allocazione delle risorse e dei servizi secondo i reali bisogni;
- è in definitiva un piano che neanche sa badare a se stesso; un Piano che nasce già morto!
La seduta inizia alle ore 11:20
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 120 dell’8 agosto 2023. Do per letto il processo verbale della seduta n. 119 dell’1 agosto 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Celebrazione Giornata del sacrificio del lavoro italiano
Prima di iniziare i lavori della seduta odierna vi prego la massima attenzione per la nota che è stata inviata dal Prefetto di Ancona in relazione alla tragedia di Marcinelle.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato con nota dell’1 agosto 2023 che il Governo nella Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita in memoria della tragedia di Marcinelle, l’8 agosto ricorda tutti i connazionali caduti sul lavoro in Patria ed all’estero. In osservanza dei valori affermati dall’articolo 1 della nostra Costituzione, si invita a promuovere e sostenere iniziative volte a ricordare il sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo.
Nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi abbiamo deciso di osservare un minuto di silenzio.
(L’Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Proposta di atto amministrativo n. 50
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano socio-sanitario regionale 2023-2025. Salute sicurezza e innovazione per i cittadini marchigiani”
(Discussione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 50 della Giunta regionale.
Prima di dare il via ai lavori vi raccomando in maniera puntuale - se necessario, ma sono convinto che non lo sarà, sarò severo ancora di più che nelle precedenti occasioni - di rispettare il massimo silenzio durante gli interventi dei colleghi, chi deve parlare esca dall’Aula.
In questo senso anche a seguito delle prescrizioni e delle indicazioni che mi sono state fornite dai Consiglieri, proprio per consentire loro di svolgere nei tempi previsti dal Regolamento il loro intervento, di farlo avendo la massima attenzione dell’intera Aula.
Vi comunico che non consentirò il brusio o un brusio tale per cui non ci sia la possibilità in alcun modo di svolgere il proprio impegno, il proprio servizio per la comunità delle Marche.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Ritengo che oggi sia una giornata molto importante per questo Consiglio regionale e per la nostra regione.
C’è un argomento centrale che interessa la vita di tutti, che è la salute, quindi l’atto che andiamo ad approvare ci riguarda personalmente tutti, riguarda i nostri familiari, riguarda la popolazione.
Direi che è un tema centrale non solo della vita, ma anche dell’istituzione, rappresenta tre quarti del nostro bilancio, 3,4 miliardi su circa 5 miliardi di bilancio. Quindi se c’è una questione su cui dobbiamo impegnarci, su cui saremo valutati, è proprio questa.
Comincio dicendo che questo è un tentativo organico di riorganizzazione della sanità. Devo dire che rispetto ad altri piani sanitari non è il primo, l’altro fu approvato in limine mortis della legislatura precedente, nel 2020, quando ormai le elezioni erano alle porte, poi furono rinviate a settembre per la pandemia. Questa volta tiene conto di alcuni elementi che non sono mai accaduti.
Perché dico questo? Perché quando è partita questa legislatura, dal 2020 al 2022, la vita istituzionale, la vita politica e la vita sanitaria si sono bloccate. Voglio ricordare che solo da qualche mese sono state tolte le paratie in plexiglas che separavano ognuno di noi, si entrava negli ospedali con la mascherina fino a qualche mese fa e nei luoghi pubblici fino all’anno scorso. Questa condizione ha stravolto completamente la sanità.
Il post Covid è diverso da quanto accaduto in precedenza, tutte le previsioni fatte in passato sono saltate.
Il Covid è stato come uno stress test - quando l’Unione europea parla delle banche nomina lo stress test - lo stress test della sanità è stata la pandemia, uno stress test terribile con migliaia di morti in tutto il mondo e in Italia, con cifre che non erano mai accadute in termini di salute.
Nel post Covid c’è un elemento nuovo, che è il Pnrr, un apporto straordinario di risorse per il rinnovamento e la razionalizzazione delle strutture, anche questo un elemento che fino al 2020 era imprevedibile e che ci pone anche dei limiti. Tutti sanno che queste risorse devono essere spese entro il 2026, anche questa è una data di cui dobbiamo comunque tenere conto, poi tutti sanno che il mondo funziona con il sistema delle proroghe, che però sono sempre a breve termine, ma c’è il problema della progettualità, di realizzare ciò che uno propone.
Ci sono poi le contraddizioni, terribili, uno dei problemi della sanità sono le risorse finanziare che riguardano una domanda di salute infinita. Le risorse finanziarie sono sempre insufficienti, ma c’è un elemento nuovo che ci ritroviamo in questi anni, il problema del personale. La riforma più miope mai vista è stata quella del numero chiuso nelle professioni sanitarie, in particolare in quella medica, credo che il blocco della formazione in qualsiasi settore, dall’industria alla scuola, sia una cosa incredibile. Nella sanità fu introdotto il blocco della formazione, “ce lo dice l’Europa” fu la formula adottata e tutti si sono mossi in questa direzione. Dico tutti perché è stata una cosa supinamente accettata, da destra a sinistra.
Con spirito critico e autocritico, se mi volto indietro e guardo al passato, in particolare il centro-sinistra fu feroce nel prendere atto degli indirizzi europei, di Bruxelles, ma il centro-destra non ebbe la forza di fermarlo e oggi ci troviamo con il problema dell’assoluta mancanza di personale formato e specializzato nel settore. Accade che le nostre Aziende, non solo delle Marche, anche dell’Emilia- Romagna, della Toscana, della Lombardia, facciano bandi per avere risorse di personale medico che vanno deserti, o meglio c’è talmente tanta offerta di posti di lavoro che quelli che partecipano ai bandi partecipano a più bandi e poi scelgono, quindi il reclutamento è sempre insufficiente rispetto a ciò che serve.
Qualche volta sono eccessivo, paradossale, però De Filippo o Totò avrebbe fatto la cosiddetta storica pernacchia a quelli che hanno programmato la sanità negli anni scorsi, soloni che pensavano di capire tutto, poi gli scienziati della burocrazia sanitaria sapevano meno degli uomini della strada, persone qualsiasi che stavano nelle istituzioni.
C’è una critica che ho ascoltato e che è farsesca, quella dei dati, questo piano non parte dalla visione della politica, parte dall’analisi dei fabbisogni, che si fa con i dati, i quali si fermano al 2019, giustamente, perché quelli del 2020/2021 in termini di prestazioni, quando ci fu il blocco delle prestazioni nel mondo, sarebbero tutti falsi perché molte delle ordinarie prestazioni sanitarie, soprattutto quelle programmate che poi sono quelle strutturali, furono bloccate.
Stabilito questo, mi sento di andare al tema specifico anche se brevemente.
A questo piano ci hanno lavorato l’Università della Bicocca, la Politecnica delle Marche insieme ad altri esperti, poi i nostri riferimenti all’interno della struttura regionale. E’ stato molti mesi in Giunta, la quale ha svolto un dialogo molto forte con i territori, con gli operatori sanitari, con le associazioni, ci sono state tantissime consultazioni, fino a che in data 23 maggio questo documento è stato approvato nella sua forma definitiva - la bozza girava già da moltissimo tempo – ed è diventato il documento ufficiale, più volte modificato, come è giusto che sia. La Commissione presieduta dal Presidente Baiocchi, che ringrazio, ha svolto quasi 130/135 audizioni, abbiamo ascoltato più di 130 portatori di esperienza, conoscenza, notizie e anche richieste, molte delle quali sono state inserite nel testo elaborato dalla Commissione. Quindi non è più il testo della Giunta, ma un testo integrato con alcune cose.
Nessuno sa tutto, chi pensa di sapere tutto è assolutamente fuori. Questo è un testo perfetto? No, non lo è perché non esiste la perfezione, nessuno può prevedere il futuro, nessuno può prevedere ciò che accadrà in termini di cambiamenti nella salute, ma sicuramente è un buon testo che tiene conto di alcune cose che sono specifiche della nostra regione: la geografia, una popolazione scarsa nell’entroterra e accentrata lungo la costa.
Alcuni elementi grazie a Dio sono positivi, ma in termini di elaborazione del piano pesano, ad esempio l’aumento della vita media. Nella nostra regione la vita media è tra le più alte d’Italia, insieme alla Liguria ed alle altre regioni dell’Italia centrale. Il miglioramento delle condizioni di vita danno origine ad un periodo più o meno lungo, che va dai 5 ai 2 anni, di intensa fragilità e nell’ultima fase della vita i costi sanitari sono altissimi. Noi riusciamo a prolungare la vita, quindi a migliorare le condizioni di salute, ma poi c’è sempre la parte finale che a volte ... I ricercatori hanno scritto che gli ultimi due anni di vita delle persone, dal punto di vista del costo sanitario, sono pari quasi al costo della spesa sanitaria di tutta la vita. Questi sono elementi di cui bisogna assolutamente tener conto.
L’altro aspetto, di cui assolutamente bisogna tener conto, è che la ricerca ha dato sempre nuovi risultati, quindi abbiamo sempre maggiori risorse tecnologiche, nell’arco di qualche anno le tecnologie, ad esempio quelle radiologiche, ma non da meno quelle di laboratorio, saranno sempre più raffinate e sempre migliori, ma sempre più costose, così come i farmaci - la ricerca farmaceutica ha trovato principi attivi nella chimica, sia biologica che organica e inorganica - sempre migliori che però avranno costi altissimi, per cui la dilatazione della spesa è fortissima proprio perché siamo migliorati e stiamo migliorando. Tra l’altro l’accelerazione della ricerca scientifica/farmacologica e strumentistica è tale che l’aumento della spesa è formidabile.
Noi abbiamo l’orgoglio di dire che queste cose sono tipiche della nostra società perché la spesa sanitaria nei Paesi che una volta venivano chiamati sottosviluppati o in via di sviluppo è molto più bassa perché la vita media è molto corta con conseguente minore spesa sanitaria, minori risorse, eccetera, ma questo ovviamente è un dato negativo, il nostro dato in positivo ha poi altri aspetti.
Cos’è cambiato nelle Marche, in Italia, nel mondo? La pandemia, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la sostenibilità economica. Questi sono i tre punti chiave, fondamentali perché se non c’è sostenibilità economica fai delle cose e non ne fai altre.
La richiesta di salute è infinita, teoricamente la monitorizzazione costante di tutta la vita per realizzare anche progetti di prevenzione, ovviamente non ha limiti. Occorre tener presente che in questo momento l'integrazione tra sociale e sanitario è importantissima, non voglio scomporre, ma esiste il sistema della cura e il sistema dell'assistenza. E’ chiaro che durante l'assistenza c'è anche la cura, però l'aumento della vita media aumenta il sistema della cronicità, che è più assistenza che cura, quindi noi dobbiamo prevedere la cura, soprattutto nelle fasi acute o subacute, e la cronicità, quindi soprattutto l'assistenza.
Abbiamo bisogno di alta specializzazione, di una struttura ad altissimo livello che abbiamo identificato nell'Ospedale regionale di Torrette di Ancona, che speriamo di affiancare all’Inrca quando ci sarà il nuovo Istituto di ricerca scientifica, che usufruisce anche di finanziamenti nazionali, non della sanità, ma del Miur, cioè università e ricerca. Abbiamo bisogno di strutture minori diffuse in tutto il territorio perché il problema della vicinanza, della prossimità, è importantissimo. In questo senso le case della salute, gli ospedali di comunità sono cosa diversa dagli ospedali che danno tutta la gamma delle discipline delle specializzazioni, che sono necessarie perché servono ad avvicinare la residenzialità alla possibilità di servizi.
C'è il problema dell’integrazione tra pubblico e privato e qui mi soffermo un attimo, non in maniera critica, ma le cose bisogna dirle. Quando ci viene detto che questa amministrazione, questa Giunta vuole cedere spazio ai privati, mi sento di usare la battuta che il cornuto dice cornuto agli altri. Noi veniamo da un sistema in cui, nella vecchia legislatura, la sanità privata era stata dilatata in maniera incredibile, addirittura il privato decideva cosa voleva fare, quale tipo di assistenza dare. Noi ci troviamo nella necessità di ridimensionare, tenendo presente che il privato non è una bestemmia, anzi può essere utile, può essere una integrazione. Voglio ricordare che durante la pandemia il privato fu un supporto importante nel sistema dell'assistenza. Quindi cercare di far sì che il privato non faccia la concorrenza soprattutto nelle assunzioni di personale sanitario al pubblico.
Aggiungo che un'altra risorsa che dobbiamo sviluppare, sulla quale non abbiamo trovato niente, è quella della teleassistenza e della telemedicina, abbiamo imparato durante la pandemia che il collegamento a distanza, la videoconferenza, è una cosa utilizzabile.
Devo dire che nel fascicolo sanitario purtroppo siamo indietro malgrado gli sforzi che stiamo cercando di fare. Abbiamo trovato quasi zero, si parla di macchie di leopardo, no, molto meno delle macchie di leopardo, abbiamo trovato il vuoto, mentre oggi è possibile razionalizzare il personale lavorando a distanza, una equipe a distanza può refertare Tac, risonanze ed altri tipi di sistemi, anche esami di laboratorio a distanza. Quindi il sistema del risparmio deve passare di qui insieme al sistema della territorializzazione in quanto non tutto può andare in ospedale, questo mi sento di dirlo. Oggi un riferimento importantissimo per le persone è il pronto soccorso, non trovando altre risposte vanno al pronto soccorso, facendo saltare il sistema dell'urgenza-emergenza. Lì ci devono andare le persone che hanno bisogno di tutto, un retroterra di assistenza, quindi il territorio è fondamentale.
Devo dire che il Pnrr punta molto sul territorio, noi dobbiamo spingere su questo, dobbiamo rispettare i tempi che sono stretti. Non possiamo dare un utilizzo indiscriminato delle prestazioni dei servizi sanitari, delle volte vedo che le strutture sono intasate di persone che hanno più tempo (pensionati ed anziani), che ripetutamente eseguono esami che non servono. Il 70% degli esami di laboratorio spesso non sono utili. Quando lavoravo in ospedale c’era la Sma 12 che era una sigla che serviva a fare tutti gli esami, oggi ce ne sono altre, ma questo non è possibile, bisogna rendere le persone consapevoli e affiancare quelle meno consapevoli.
Il problema delle liste d'attesa è devastante, lo abbiamo ereditato e si è moltiplicato con l'assenza di personale. Quando non hai il personale le liste d’attesa aumentano e la gente ovviamente è costretta a fare uso del privato, non avendo una risposta nei tempi dovuti va dove la trova.
L’altro aspetto importantissimo è quello della mobilità passiva, una triste eredità, 160 milioni di mobilità passiva che abbiamo ereditato e che abbiamo in parte ridotto non sufficientemente, ma dobbiamo andare verso … perché recuperare risorse in tutti gli ambiti è fondamentale.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Saluto il Presidente Acquaroli, i Consiglieri, le Consigliere, il Presidente della Commissione e tutti i componenti.
Il piano socio-sanitario è o dovrebbe essere il più importante atto di programmazione regionale, un documento fondamentale per il quale si dovrebbe esplicitare con serenità, con i numeri alla mano, le prospettive di governo del sistema sanitario dei prossimi tre anni, ma in questa fase anche del prossimo futuro.
Oggi doveva essere e poteva essere un momento solenne, la redazione dei piani sanitari regionali è un elemento essenziale, costituito dalla fondamentale legge del 23 dicembre 1978 n. 833, la devo richiamare, poi vedremo perché, e sarà importante ritornare all’articolo 55: “Le Regioni provvedono all'attuazione del servizio sanitario nazionale in base ai piani sanitari triennali, finalizzati all’eliminazione degli squilibri esistenti nei servizi e nelle prestazioni nel territorio regionale, I piani sanitari triennali delle Regioni, che devono uniformarsi ai contenuti ed agli indirizzi del piano nazionale, sono predisposti dalla Giunta regionale, secondo la procedura prevista. Ai contenuti ed agli indirizzi del piano regionale devono uniformarsi gli atti e i provvedimenti delle Regioni”.
Colleghe e colleghi, sono poche righe che conosciamo tutti e non ci devono sorprendere, visto che quello è stato lo strumento più importante anche emulato da chi ha voluto una sanità universalistica in giro per il mondo ed ha utilizzato quel testo, che rappresenta un’articolazione del nostro piano sanitario nazionale che deve essere attuato.
Vedete, bisogna porre bene attenzione perché di quel piano e di quelle indicazioni, Presidente, non abbiamo colto nulla, non siamo coerenti rispetto alle indicazioni che ci sono, che ci piacciano o meno, indicate dal DM 70/2015 e dal DM 77/2022, poi dirò. I percorsi di partecipazione vera sono obbligatori, non lo scrive solo l’articolo 55, l’avete scritto voi nell’articolo 9 della legge regionale n. 19/2022, dello scorso anno, nella quale avevate indicato le modalità di partecipazione degli enti locali come contributo, non come audizione, come spinta vera per costruire un modello partecipato e adeguato al territorio che dobbiamo assolutamente valorizzare.
Il piano, e qui vengo al tema, lo dico per il Consigliere Ciccioli che è rimasto astratto, non può essere astratto, deve avere un piano economico-finanziario a supporto per dimostrarne l'applicazione e la ricaduta delle scelte che vogliamo fare. Vedete, lo facciamo in un momento anche molto particolare perché noi abbiamo, l’ha ricordato il relatore di maggioranza forse nel momento più incisivo della sua relazione, attraversato il Covid che ha cambiato il sistema e l'interpretazione della sanità nel nostro territorio. Presidente, noi avevamo la grande occasione di non guardare a quello che si era fatto, dove c’erano stati errori o scelte che potevano anche non piacere, ma oggi ci avrebbe posto nella condizione di nettare tutto.
Bene, non abbiamo fatto niente di tutto questo. Non abbiamo fatto una scelta e vedete qui la delusione e l’amarezza di tutti, lo dico guardando il Presidente Baiocchi, che ringrazio insieme ai componenti della Commissione. Abbiamo messo in campo un'operazione assolutamente pedissequa, Presidente, rispetto alle indicazioni che le erano state date. Il piano socio-sanitario, che doveva parlare di salute e di prospettive delle marchigiane e dei marchigiani, aveva solo la data, quella di oggi. Noi avevamo l’obiettivo di portare a casa il piano come fosse, senza nessun tipo di indicazione, ma lo dovevamo portare in Aula oggi, analogamente a quello che abbiamo fatto l'anno scorso con la modifica della l.r.13. Non interessava mettere in campo la risposta che serviva, no, la dovevamo portare il 2 agosto perché entro la fine dell'anno dovevate nominare i direttori, quindi tutto sarebbe partito a pieno regime e a pieno sistema.
Non lo dico io, non lo dice il PD, non lo dice il Movimento 5 Stelle, non lo dice l’opposizione, ve lo dicono i cittadini cosa è accaduto in questo anno, dove tutto è peggiorato per scelta vostra. Avete finito gli alibi, non potete più girarvi indietro dando la responsabilità a quelli di prima, non potete farlo dando la responsabilità al Governo perché oggi siete nella filiera e siete responsabili di quello che sta realmente accadendo.
Un piano, e vengo al merito, farcito di tutto, dentro abbiamo messo tutto quello che era possibile perché quando non si danno gli obiettivi e non si fanno scelte ci si può permettere …, soprattutto non c'è quella che il Consigliere Ciccioli ha chiamato fattibilità economica e limite finanziario. Se non mettete questi ci può andare tutto, quindi è stato farcito di tutto quello che si poteva mettere, dall'impostazione agli emendamenti che sono aggiunti. Non mi sorprenderebbe se oggi ci mettereste a disposizione anche una serie di ordini del giorno, così almeno il mondo che è rimasto fuori può essere raffazzonato e recuperato in malo modo, deve essere almeno citato, così avete completato il vostro programma di campagna elettorale, ma quella è finita.
E’ un piano, non vi offendete, un inganno vero, che sta dentro un percorso scientifico che avete messo in campo. Il Presidente, lo dico con grande onestà riguardando indietro, ricorda sempre: “Non ho mai parlato della riapertura dei 13 ospedali”, forse lui, ma il resto del mondo, che lo ha sostenuto, l’ha fatto. Avevate l'obiettivo di riaprire i 13 ospedali, non l’avete fatto, o meglio, nelle indicazione che ci sono forse 2, non mi permetto, quello di Cingoli, ognuno di noi poi fa le proprie considerazioni, e quello di Pergola, che ritroveranno una dignità loro, ma a Iso risorse vuol dire che porteranno via qualcosa da qualche altra parte e non si gioca.
La vostra impostazione è molto chiara, tutto deve essere fatto non aggiungendo un euro, anzi, se me lo permettete, forse qualche milione di euro ai servizi l’avete tolto quando avete trasformato le Aree vaste in Ast perché i conti parlano chiaro, le risorse destinate al sistema dei Direttori sono state tolte al sistema della sanità, quella che serve, di medici, di infermieri e di OSS.
Ecco un inganno, Presidente, che passa anche nell’interpretazione del Pnrr, che è stato richiamato, perché i Governi hanno lavorato per portare una messe di risorse incredibile per i nostri territori, che poteva cambiare la sanità, quella marchigiana, guardando al territorio, ribaltando l'idea dell'approccio ospedalecentrico. Voi sugli ospedali avete fatto un’altra cosa, avete dichiarato di rinunciare agli ospedali di primo livello, non lo dico io, ma sono gli atti, e contemporaneamente non date seguito nemmeno agli interventi degli ospedali ridotti, dato che non succede nulla. Non penso che tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sia accaduto qualcosa, come tra Macerata e Civitanova Marche e, come hanno ricordato i Consiglieri Biancani e Vitri ogni volta, su Pesaro parliamo ancora di zero interventi.
Sulla 77, Presidente, la filiera inizia a funzionare e funziona anche bene. Ci siamo accorti che le risorse che erano destinate per le case di comunità devono essere ridotte, forse del 30%, anche nel nostro territorio e avete fatto un disastro quando le avete distribuite. Non lo dico io, penso a quello che è accaduto ad Arcevia e nelle valli del Misa e del Nevola, un esempio nazionale di come funzionava una casa della salute l'avete cancellato, non mi sorprenderebbe se oggi andrete a votare un emendamento. No, è troppo, un emendamento anche se farcito vi impegna, ma siccome un ordine del giorno non si nega a nessuno, forse metterete dentro quello che dovevate inserire di default nel momento in cui avete approvato la delibera che ripianificava e pianificava le case di comunità e gli ospedali di comunità sulle risorse che vi erano state date, non l’avete fatto. Questo è l'esempio.
Non mi sorprenderebbe nemmeno se mettesse dentro con un emendamento l'ospedale di Fossombrone, tanto ormai non si nega niente a nessuno, quindi in maniera equipollente, se avete messo dentro Cingoli e Pergola, non può essere inserito anche Fossombrone alla pari di Pesaro, Urbino e Fano? Questo è.
E allora a Iso risorse non avete messo un euro e continuate a perpetrare l’inganno fino alla fine perché, vedete, questo sistema che avete pensato ha funzionato Devo dire che c’è una grande coerenza considerato che quando l'Assessore Saltamartini è venuto in audizione in Commissione, con la modalità precisa del Presidente, il suo intervento è durato 8 minuti e 36 secondi per raccontarci, giustamente, può capitare, una storia di 512 pagine, che in questi passaggi si sono fortemente incrementate. Lì c'è stata l'onestà dell'Assessore che ha detto: “Non c'è un piano economico vero, ma io scommetto sulla modifica del D.M. 70/2015, anzi non solo sul 70/2015 perché non è sufficiente, ma anche del decreto 502/1992 perché modificando l’uno e l’altro questo piano diventerebbe lo strumento più efficace che ci possa essere perché mettiamo dentro tutto, non scegliamo su niente, indichiamo tutto il possibile, se ci fossero delle modifiche normative che consentano quel tipo di pianificazione noi siamo pronti”. Parole sue, Assessore, e siccome siamo una Regione benchmark, sempre parole dell’Assessore, sia per i bilanci che per i Lea perché non dovremmo osare così tanto? Peccato che nessuno ha chiesto la modifica del D.M. 70/2015 ed il Governo nemmeno ne parla, anzi mette delle risorse che sono in decremento rispetto a quelle precedenti. Se ci possiamo permettere, siamo stati noi che abbiamo avanzato una proposta alle Camere per modificare il decreto n. 502/1992 e per portarlo al 7,5 rispetto alla spesa e al Pil di questa nazione, che sarebbe un segno per quelle Regioni, lo ricordo a me e lo ricordo a tutti, che prima del 2020 … Oggi siamo benchmark, lo eravamo anche allora quando sembrava non funzionasse nulla, ma non solo, siamo stati una delle poche Regioni non commissariate nella storia.
Dentro questo piano, purtroppo lo dobbiamo dire, l’abbiamo studiato molto, l’abbiamo approfondito, pensavamo ci fosse la grande occasione, Presidente, per dare risposta alla grande richiesta di salute della nostra comunità, purtroppo non è un piano emendabile perché ci sarebbe solo da togliere, tanto, andrebbe ripensato su quel fronte.
Vedete, in una lettera di qualche giorno fa Cgil, Cisl e Uil hanno espresso, non sono parole mie, “Sconcerto e delusione. Si è ripetuto quanto è successo in sede di approvazione della legge regionale 19/2022 sempre adducendo ragioni d'urgenza. Ancora una volta la promessa di condividere passaggi verso gli obiettivi comuni non è stata rispettata, ma smentita dai fatti”. Peggio ancora il parere massacrante del Crel che in 17 punti demolisce il piano e lì non ci sono solo i sindacati. E’ tutto agli atti, voi poi date l'interpretazione che anche quello sbaglia tutto, I 17 punti li hanno scritti loro, non li ho scritti io, ed il parere è negativo.
Il piano non è assolutamente fattibile perché vi ricordo che non avete messo un euro in più, manca della cornice dei dati economici, l'abbiamo già detto, del fabbisogno di personale, poi direte che farete il piano del fabbisogno, se lo fate analogamente a questo posso immaginare il personale che manca, le liste d'attesa, il pronto soccorso …, non l’ho scritto io: “Dramma al pronto soccorso, mancano i medici, notte da delirio”, “Prenotare con il CUP è impossibile, costretto a visita a pagamento”, queste cose non le dice il Consigliere Mangialardi, sono le operazioni che fate voi sul personale.
Avrò modo di ritornarci, penso che l’unica cosa seria che si potrebbe fare oggi, vi invito a rifletterci, dopo che avete sbagliato il metodo e nel merito hanno capito tutti qual è la situazione, ritirate questo piano, ritorniamo a fare un percorso serio con i tempi che servono, con la partecipazione adeguata, con le risorse che vengono collocate. Ritiratelo e forse faremo una cosa buona.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. E’ una giornata molto importante e vorrei iniziare con una domanda retorica: che cos’è la democrazia? I cittadini hanno eletto i propri rappresentanti sulla base di un programma politico, che prevedeva degli interventi che restituissero ai marchigiani la funzionalità del servizio sanitario e noi ci siamo incamminati in questa direzione. Il programma politico prevedeva la modifica e l’abrogazione dell’Asur, un'Azienda che aveva dimostrato tutti i suoi limiti, e se ci sono dei limiti, caro Consigliere Mangialardi, li dobbiamo a quella mancata riforma e al piano socio-sanitario vigente, approvato dal Partito Democratico nella scorsa legislatura, alla fine della consiliatura.
Il piano socio-sanitario vigente fu approvato a gennaio del 2020 con un iter molto più veloce di quello che noi abbiamo utilizzato. Ora c'è da tener conto che il nostro piano è molto chiaro sia agli occhi dei marchigiani, che ci hanno votato, sia agli occhi dei marchigiani che aspettano un miglioramento dei servizi sanitari.
Innanzitutto abbiamo detto in modo inequivocabile: “No, grazie, agli ospedali unici”, abbiamo detto che: nella provincia di Pesaro ci saranno 4 ospedali, 3 ospedali di primo livello e un ospedale di base, che è l’ospedale di Pergola; nella provincia di Ancona ci saranno 3 ospedali di primo livello: Senigallia, Jesi e Fabriano; nell'Azienda sanitaria territoriale di Macerata abbiamo detto che non ci sarà un ospedale unico a Macerata, ma ce ne saranno 3: Civitanova Marche, Macerata, Camerino, con l’ospedale di base di San Severino Marche; poi abbiamo detto, in modo inequivocabile, che nell’Area vasta di Ascoli Piceno ci saranno 2 presidi di primo livello e non solo un unico ospedale.
Parliamo adesso del venticello sull’ospedale di Pergola, Cingoli e così via. Il piano socio- sanitario fa una ricognizione dei reparti ospedalieri che in questo momento esistono nelle Marche, non è ancora entrato in vigore. L'ospedale di Pergola è un presidio con reparti ospedalieri, noi abbiamo fatto la fotografia di Pergola, l'ospedale di Cingoli che voi nel 2020 con un colpo di maggioranza avete spostato prima all’Area vasta di Macerata, poi dall’altra parte e venite a parlare di democrazia, oggi è un ospedale per acuti, non in forza di questa riforma, ma degli atti preesistenti; ci sono 40 posti letto post acuzie, pronto soccorso e tutta la diagnostica.
Noi abbiamo fotografato esattamente quello che c'era, non abbiamo aggiunto nulla. L’ospedale di San Severino Marche è un ospedale di base, abbiamo fotografato esattamente quello che c'era e nell'ospedale di Amandola ci onoriamo di potenziare quello che già c'era, elevandolo ad ospedale di base perché riusciamo con il nostro intervento a restituire dignità a un territorio che aveva un solo ospedale.
Questi sono fatti inequivocabili, non c'è da richiamare il decreto ministeriale 70/2015, o la legge 502/1992 della riforma sanitaria, Se il decreto ministeriale 70 è entrato in vigore nel 2015 e dal 2015 fino a oggi il Ministero della sanità ha ritenuto che l'identificazione e l'interpretazione di quelle norme potessero validare il riconoscimento di più presidi su un unico territorio. Non credo ci sia la lesione di un decreto ministeriale, se vi fosse comunque penso che sia compito di questa maggioranza fare una legge e andare di fronte alla Corte costituzionale perché per la Costituzione l'organizzazione della sanità appartiene alle Regioni. Lo Stato dà l'indirizzo, l'organizzazione della sanità della Regione la decidiamo noi perché i marchigiani hanno detto che volevano questo tipo di organizzazione, e questa si chiama democrazia.
Adesso veniamo a quello che abbiamo dichiarato, io almeno non ho mai detto di riaprire gli ospedali di comunità, ma i 14 ospedali di comunità che esistono noi li vogliamo potenziale con tutti quei servizi, non certo reparti per acuti, che l'attuale ordinamento prevede.
Quando il capogruppo Consigliere Mangialardi, che saluto e rispetto perché c'è stato sempre un rapporto di condivisione pur conflittuale, dice che è peggiorato tutto, vi ricordo che con un atto del 9 agosto 2018 voi avete fotografato tutta una serie di case della salute, e questo è il problema del territorio delle Marche, che non avete mai realizzato. Nel 2018 voi avete detto che dovevate realizzare a Sassocorvaro una casa della salute, mai realizzata, a Calcinelli, avete detto che dovevate realizzare una casa della comunità, a Serra de’ Conti, non l’avete fatta, a Ostra Vetere, non l’avete fatta, a Tre Castelli non l’avete fatta, a Filottrano non l’avete fatta, a Montecarotto non l’avete fatta, a Moie non l’avete fatta, a Serra San Quirico non l’avete fatta, ad Ancona ex Umberto I non l’avete fatta, a Castelfidardo non l’avete fatta, a Falconara non l’avete fatta, a Osimo non l’avete fatta, a Camerano non l’avete fatta, a Trodica di Morrovalle non l’avete fatta, a Porto Recanati non l’avete fatta, a Passo Sant’Angelo non l’avete fatta, ad Area montana progetto aree interne non l’avete fatta, non l’avete fatta a Montegranaro, non l’avete fatta nell’ambito sud di San Benedetto del Tronto, non l’avete fatta nella zona montana di Ascoli Piceno, non l’avete fatta, programmata, sempre ad Ascoli Piceno, non l’avete fatta nell'ambito della vallata del Tronto, e venite a dire a noi che ci siamo sbagliati nella programmazione delle case di comunità!
Noi abbiamo fatto il progetto del PNRR cercando di colmare tutte le lacune che si riversano sulla gestione della nostra politica sanitaria e abbiamo cercato di fare il PNRR, per cui siamo stati una delle prime Regioni ad aver mandato il progetto per dare dei segnali alle comunità. Per sopperire alle vostre lacune, alle vostre carenze, il Consiglio regionale ha finanziato 9 milioni per l'acquisto di tecnologie e stiamo in questo momento attivando le case della comunità, i cosiddetti punto di assistenza, e siamo già partiti con Sant'Elpidio, poi siamo andati ad Acquaviva Picena, la prossima settimana lavoreremo ad Appignano con l’Inrca. Ne faremo, io penso secondo il bilancio, più di 30 e le faremo nelle stesse condizioni di equilibrio dei bilanci che avevate voi.
E’ logico che l'opposizione ci dica che non stiamo facendo quello che stiamo facendo, ma le pagelle non ce le dà il PD, a noi le daranno i cittadini e nel caso della sanità le daranno le Agenzie nazionali.
Tre giorni fa le Marche, insieme ad altre 5 Regioni, sono risultate Regione benchmark sull’assistenza sanitaria, sull’assistenza post acuzie e se abbiamo un leggero valore negativo l’abbiamo per la prevenzione perché c'è legittimamente da parte dei marchigiani un'attenzione sulle vaccinazioni.
Le pagelle che sono state fatte per la sanità delle Marche stagliano la nostra Regione al vertice della sanità del nostro Paese, compresa la pagella a Torrette come primo ospedale delle Marche.
In un’estate così piena di turisti, con tutta l’affluenza che c’è nel pronto soccorso perché non avete formato i medici, non avete fatto le case della salute, il Resto del Carlino pubblica un articolo legittimamente sull'affluenza, ecco, dovete assumervi la responsabilità, però Torrette è un ospedale che è stato considerato il primo in Italia.
Adesso veniamo alla risposta complessiva di questo piano socio-sanitario. Noi abbiamo fatto una ricognizione del fabbisogno, innanzitutto abbiamo chiarito che da 10 anni a questa parte, voi avete governato 25 anni, i marchigiani sono andati a curarsi, in gran parte per le visite ortopediche, nelle province di Rimini e di Ravenna, quindi sappiamo perfettamente che c’è una mobilità verso l’Emilia-Romagna, che dobbiamo colmare, dobbiamo riorganizzare. Ci siamo visti con tutti i primari dei reparti di ortopedia e di traumatologia ed è pronta già la risposta per settembre, la riorganizzazione del sistema sanitario sarà rappresentata dagli atti aziendali una volta approvato il piano socio-sanitario.
Se una Regione che voi avete governato da 25 anni spende 1,5 miliardi in Emilia-Romagna, 150 milioni in 10 anni, qualche problema sul funzionamento del sistema dovevate porvelo. Noi ce lo siamo posto e sappiamo esattamente che cosa manca ad Ascoli Piceno, a Fermo, a Macerata, ad Ancona e cosa manca a Pesaro e sarà nella nostra responsabilità riorganizzare con gli atti aziendali i servizi che ci servono.
Primo, siamo in grado di non far litigare i campanili, siamo in grado di sapere cosa dobbiamo garantire e questo dovrà essere fatto secondo le previsioni del piano socio-sanitario.
La barzelletta che dite che la nostra riforma sanitaria costa di più è un falso perché i nuovi Direttori generali non sono né più e né meno che i Direttori di Area vasta precedenti, anzi c’è stata una riduzione dei costi perché voi per mettere la bandierina su Pesaro, cionondimeno i cittadini andavano a curarsi nelle province di Rimini e di Ravenna, avevate costituito l’Azienda sanitaria Marche Nord, che però non si raccordava con l'Area vasta 1. Quindi la riforma ha messo insieme, secondo i principi di imparzialità, economicità, buon andamento e, se mi consentite, di ragionevolezza e buon senso, due Aziende lavoravano in concorrenza nella stessa provincia ed i risultati dovranno necessariamente essere evidenti.
Il piano socio-sanitario in modo impeccabile fa una ricognizione di ciò che voi non siete riusciti a fare negli ultimi 25 anni, cioè di fronte alla carenza dei medici, di fronte alla carenza della mancata programmazione, di fronte al fatto che voi non avete finanziato le borse di specializzazione perché ne finanziavate cinque, noi dobbiamo realizzare le reti perché non abbiamo le risorse, mentre voi per le reti avete avuto tempo, 25 anni, ma non ce n'è una. Partiremo con la prima rete, che è la rete ortopedica, poi continueremo con la rete oncologica. Ma siamo orgogliosi di aver fatto in 3 anni ciò che nessuna altra Regione ha fatto in Italia: la riforma della sanità, il piano socio-sanitario e il PNRR, e le pagelle che ci sono state date sono positive.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. La sanità dell'inganno, Presidente Acquaroli, è il sottotitolo serio del nuovo piano socio-sanitario 2023/2025 che oggi le destre di questa Regione approveranno.
Con questa scelta tradite i cittadini marchigiani. Tutti, ma soprattutto quelli che hanno creduto in voi.
Colleghi, qui non ci troviamo di fronte a semplici bugie o falsità, c'è qualcosa di più grave.
Assessore, Presidente, l'elemento che rende oggi l'inganno particolarmente riprovevole è l'intenzione di produrre una falsa conoscenza alle persone e ai cittadini, l’esempio dell’intervento dell’Assessore.
Questo puoi scegliere di fare: adottate un documento politico che sapete perfettamente che non sarà in grado di essere attuato. Questo implica il tradimento della parola pubblica, dato che in politica è il più grande dei peccati.
Il dotto costituzionalista, filosofo, storico, questore, docente, sindaco, scaricatore di neve ed anche Assessore alla sanità Filippo Saltamartini, che oltre a tutto questo si è anche dichiarato fervente inginocchiato cattolico, saprà spiegarci bene la differenza tra fallax e mendax di Sant’agostiniana memoria. Ma perché usiamo questa parola dura, inganno.
Potremo stare qui a spiegare per ore le ragioni dell'inaccettabilità di questo documento, ne richiamo 7 di cui 6 interpretate in negativo e una in positivo.
La prima, ingannate i cittadini quando restate indifferenti al valore della partecipazione. Il perché è chiaro. Approvate il piano a distanza di soli 53 giorni dalla prima seduta di Commissione consiliare del 16 giugno, dopo circa 150 audizioni. Un fatto mai accaduto in nessuna Regione italiana, che un atto politico e amministrativo così delicato e impattante nella vita quotidiana venga approvato con la fretta e la prepotenza che avete voluto ostentare.
Un documento che per l'importanza della materia avrebbe avuto necessità di essere portato nelle comunità, per esempio, Assessore - vergogna nella vergogna - non avete fatto convocare una sola Conferenza dei Sindaci di Area vasta, quella che avete approvato l'anno scorso. Nessun possibile confronto sui contenuti del piano anche per noi Consiglieri regionali, tra le persone, con le categorie sociali, con le associazioni, che pure non si occupano tecnicamente di sanità, ma che la vivono ogni giorno. Avete mortificato i tanti iscritti ai sindacati, protagonisti qualche settimana fa di una mobilitazione di migliaia di persone sotto il sole a 35 gradi.
La seconda ragione, ingannate i cittadini quando presentate un piano già vecchio, costruito su dati neppure aggiornati. Assessore alla sanità, circa 400 tra tabelle, grafici, tantissimi inutili e per nulla connessi con il contenuto del piano, sono richiamati per la gran parte i dati riferiti al 2019, al 2020, quasi niente del 2021, quando in realtà sono già disponibili i dati del 2022. Non avete citato la mobilità passiva, ce l’abbiamo tutti per chi si è informato.
Oppure arrivate a mentire a voi stessi quando non siete in grado neppure di emendare il piano in una delle sezioni cruciali della sanità, cioè quella territoriale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Colleghi, Consiglieri, Assessore, vi è arrivata voce che il vostro Governo filiera ridurrà le case della comunità del 30%? Vi è arrivata voce che ridurrà gli ospedali di comunità del 24%? Quali comunità, quali Comuni saranno sacrificati? Sarebbe stato necessario un capitolo che facesse capire cosa pensa di fare il governo Acquaroli su questo delicato passaggio.
La terza ragione, ingannate i cittadini perché avevate detto e scritto, l’ha detto bene il Consigliere Mangialardi, che avreste riaperto gli ospedali, non rafforzato! Assessore bugiardo, avete detto che avreste riaperto gli ospedali, non c'è una sola parola di questa solenne riapertura nel più importante atto sanitario.
Delle due l'una, o avete ingannato i cittadini in campagna elettorale perché in realtà gli ospedali non erano chiusi, erano solo stati trasformati in ospedali di comunità, oppure li avete ingannati oggi a 3 anni dall'inizio del vostro mandato, Consigliere Ciccioli, non avanti ieri.
Quarta ragione. Il punto centrale, nel vostro piano socio-sanitario di oltre 500 pagine non c'è una sola parola, una pur minima indicazione, sul rapporto tra i soldi disponibili e i servizi da erogare. L’ABC di chi amministra la cosa pubblica e nonostante voi sappiate già che le risorse nazionali sulla sanità per i prossimi bilanci saranno ridotte - lo dice la Presidente del Consiglio - voi scrivete che farete tutto quello che avete promesso senza un riferimento finanziario, senza alcun orientamento su dove sarà destinato il 2,57% del fondo sanitario destinato alle Marche.
E’ la parte dell'inganno più subdola, più insopportabile perché così non assumete nessun impegno con i cittadini e con voi stessi sulle cose che sarete in grado di attuare. Sarebbe stata sufficiente inserire una semplice tabellina, per lei forse è complicato Assessore, attraverso la quale, per esempio, avreste potuto indicare: quali saranno le risorse per il personale dipendente; quali saranno le risorse per i costi intermedi; quali saranno le risorse da impiegare nell'acquisto di prestazioni sociali in natura. Nessuno, dati semplici che voi avete perché siete costretti a mandarli al Governo e avreste potuto metterli a disposizione.
Quinta ragione, nel vostro Piano socio-sanitario non avete neppure il coraggio delle scelte, non avete detto niente sulla sanità fuori dalla autonomia differenziata, non avete detto niente sulla linea di tendenza di una sanità pubblica piuttosto che di quella privata. Basta ricordare che siete stati in grado, lo racconti alle persone, Assessore, di non utilizzare 10 dei 12 milioni messi a disposizione dallo Stato fin dal 2020 per ridurre le liste d'attesa sugli interventi chirurgici rimandati, sugli screening oncologici e sulle visite specialistiche. Li avete lasciati in tasca, non spesi sulle spalle delle povere persone, uno scandalo che ha spinto sempre di più le nostre comunità verso quella sanità privata che certo comprensibilmente altro non aspettava che il vostro assist.
Sesta ragione, ingannate i cittadini sulle disuguaglianze di questa regione. Non scrivete una sola riga sul riequilibrio del costo pro-capite sanitario per ogni cittadino nei territori, si passa dai 2.247 della provincia di Ancona ai 1.608 di Fermo.
Non scrivete una sola riga sul riequilibrio dei posti letto per acuti, non scrivete una riga sul riequilibrio dei posti letto post acuzie, non scrivere una riga sul rapporto fra personale dipendente e territorio.
Come sempre, tuttavia, non vogliamo essere distruttivi, quanto piuttosto propositivi.
C'era una strada alternativa all'inganno? C’era ed occorreva percorrerla all'inizio del vostro mandato.
Immaginate un doppio binario dove corrono due treni nella stessa direzione. Sul primo, nella programmazione dei prossimi due anni avreste dovuto individuare le assolute priorità della sanità marchigiana con un documento snello, operativo, che da un lato avesse saputo rispondere alla sfiducia e alla rassegnazione montate in questi tre anni nelle persone che lavorano nel sistema sanitario, deluse dal vostro pressappochismo, dall'altro avreste dovuto dimostrare di saper affrontare i problemi contingenti delle persone.
Risorse specifiche ed adeguate, tempi degli obiettivi, monitoraggio del risultato.
Penso: al progetto smaltimento liste d'attesa, al progetto salute mentale, al progetto aree interne, al progetto prevenzione dentro una rete tra scuole e sanità, al progetto RSA e progetto residenze protette per le fasce fragili e per le rispettive famiglie, al progetto accelerazione digitale.
Nel 2020 è’ venuto a farci lezione sul fascicolo elettronico, se fosse stato presente in Commissione avreste ascoltato. Non siete andati avanti di un centimetro, Assessore, ve lo ha detto anche il Consigliere Ciccioli.
Sull'altro binario, parallelo, più lento, ma più comodo per un viaggio relativamente lungo e più profondo, la redazione partecipata di un vero e proprio piano socio-sanitario che nel tempo di 6/8 mesi ci avrebbe permesso di proporre risposte serie ai bisogni della sanità.
Vado a finire, Presidente. I cittadini a casa, i malati negli ospedali, le famiglie degli anziani nelle RSA, chi vive sospeso in attesa di una risposta o che la vorrebbe, ma non riesce ad averla, gli stessi operatori della sanità marchigiana, medici e infermieri, si chiedono il perché di questo inganno.
Non è difficile capirlo, dopo 1022 giorni di governo delle destre sui 3 fondamentali della sanità state fallendo: la controriforma del modello organizzativo delle Aziende ancora non è partita, nonostante abbiate approvato la legge un anno fa, che fa già acqua da tutte le parti; il Piano nazionale di ripresa e resilienza delle Marche, che l’Assessore Saltamartini esalta, è fermo ed ora sarete costretti a tagliare le infrastrutture della sanità territoriale; approvate il piano socio-sanitario dopo 3 anni di mandato e non riuscirete a portarlo in fondo. Praticamente niente di più di ciò che avete ereditato, anzi sarà grasso che cola se riuscirete a mantenerlo.
Di fronte a tutto ciò avete bisogno, Presidente Acquaroli, di issare una bandiera domattina sui giornali, con i vostri fantasmagorici comunicati sulla stampa e scriverete: “Abbiamo approvato il piano socio-sanitario, vedrete che abbiamo migliorato la sanità della regione Marche”. In realtà a sventolare nei prossimi mesi sarà la bandiera dell'inganno, nera come la pece e all'orizzonte, Presidente Acquaroli, si vede nitida sul ponte sventolare bandiera bianca.
PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo intervento, per quanto riguarda le prenotazioni l'ultimo che si è prenotato è il Consigliere Marinelli, quindi oltre lui non verranno ammesse altre richieste di intervento, salvo ovviamente i relatori per le loro repliche e l’intervento della Giunta e del suo Presidente.
In merito alla parola pronunciata dal Consigliere Carancini due le annotazioni che faccio richiamando tutti voi ad attenervi. La prima è il nostro articolo 72 del Regolamento, non si possono pronunciare parole sconvenienti in Aula, per sconvenienti si intendono parole che possono attribuire offesa alla dignità ed all’onore degli altri colleghi, quindi in questo senso richiamo praticamente tutti, ovviamente a cominciare da chi ha pronunciato la parola, ad evitare parole che possono essere sconvenienti tenendo conto del rispetto della democrazia per la forte dialettica politica che si deve usare per esprimere le proprie opinioni. Non attribuire offese alla dignità e all’onore degli altri Consiglieri e ovviamente ai rappresentanti della Giunta, in questo caso all’Assessore Saltamartini.
Fuori dal Regolamento, mi rifaccio alla sentenza della Cassazione 2753 del 2010, che dice che si può pronunciare la parola bugiardo solo quando è strettamente necessario per affermare la propria verità. Tenendo conto di questi aspetti vi prego di non farlo, ovviamente l'Assessore Saltamartini ha il diritto di chiedere la parola per fatto personale. Anche se credo di essermi spiegato ed in questo momento di aver definito la questione, per il futuro vi richiamo l'articolo 72 del Regolamento.
Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Oggi è un giorno tre volte importante per me perché l'approvazione del nuovo piano socio-sanitario mi coinvolge come Consigliera, come cittadina e come lavoratore della sanità.
Sono certa di condividere con tutti i colleghi di maggioranza la soddisfazione per un altro podio che conquistiamo oggi grazie al gioco di squadra e ad un allenatore, come il Vicepresidente e Assessore Filippo Saltamartini, che guida l'azione verso la riforma sapendo unire, come si dice in gergo sportivo, tecnica e risultati.
Lasciate che, come ex atleta e donna di sport, mi permetta qualche similitudine mutuata dallo sport, efficace per rendere plasticamente il lavoro fatto da questa maggioranza sulla sanità.
L'approvazione del piano socio-sanitario è un podio che, proprio come quelli sportivi, è frutto della fatica, dell'impegno, del superamento di limiti oggettivi e soggettivi.
Se è vero, come è vero, che la parola inglese goal si usa per definire un obiettivo centrato, allora il piano socio-sanitario è l'ultima rete in ordine di tempo, di una vera e propria goleada oltre ogni pronostico.
Anni di amministrazione di sinistra ci hanno lasciato una situazione disastrosa che, da lavoratore della sanità oltre che da marchigiana, posso testimoniare in prima persona.
Ditemi chi avrebbe scommesso che in tre anni scarsi di mandato questa squadra avrebbe:
• gestito a ottimi livelli di performance la pandemia;
• sbloccato gli ospedali di Pesaro, atteso da 30 anni, Macerata e San Benedetto del Tronto;
• riformato la legge 13 ridisegnando l'organizzazione e determinando il rafforzamento della sanità di territorio sia dal punto di vista delle strutture che dei servizi;
• aumentato di quasi 4 volte le borse di studio per i medici;
• organizzato la rete delle cure palliative pediatriche con il Salesi come hub e un nuovo hospice pediatrico a Fano;
• avviato un progetto sperimentale in Italia per facilitare l'accesso ai servizi medici di base facendo delle farmacie presidi territoriali grazie alla telemedicina, progetto che sta riscuotendo consenso anche maggiore del previsto da parte dell'utenza.
Potrei andare avanti con l'elenco, ma è già sufficiente a dare la misura di quanto sia politicamente strumentale l'atteggiamento di chi ha deciso di mandare la palla in tribuna anche perché non accetta di essere in panchina. Comprensibile, visto che si tratta della stessa sinistra che da centravanti, ovvero quando governava la Regione, non ha voluto e saputo toccare palla nella sanità.
I marchigiani, che hanno assistito impotenti ad anni di gioco fallimentare, ci hanno votato per cambiare tattica e restituire loro il diritto alla salute, cosa che oggi facciamo mettendo il tassello del piano approvato nel mosaico della sanità riformata.
Non ci culliamo sugli allori però perché sappiamo bene che non è finita qui.
Come tutta l'Italia, dobbiamo fronteggiare le conseguenze di chi non ha giocato prima di noi lasciandoci senza medici per mancata programmazione e con scarse risorse finanziarie per riconoscere la dignità che merita a questa professione, in primis nei pronto soccorso.
Non ci culliamo sugli allori perché ci vorrà ancora tanto sudore per sistemare le liste d'attesa, mettere a regime le nuove Aziende territoriali, avviare e ottimizzare a pieno ritmo i servizi.
La differenza con chi ci ha preceduto è che siamo disposti e continueremo a sudare per giocare come i nostri tifosi-elettori si aspettano: con coscienza, impegno, determinazione e cuore, un cuore che batte sempre e comunque per la gente delle Marche a cui abbiamo dato la nostra parola di marchigiani in politica. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Su questo piano socio-sanitario vi è innanzitutto una questione di metodo, l'impossibilità riscontrata di un confronto serio, costruttivo ed efficace con tempi volutamente ristretti per il timore che emergesse la sua inconsistenza, senza alcun serio e costruttivo confronto con i territori e con i Comuni. E qui Vicepresidente Saltamartini c’è la prima violazione di legge di questo atto perché la legge n, 19 dell’anno scorso di riordino del sistema sanitario regionale all’articolo 5 impone che i Comuni concorrano alla programmazione socio-sanitaria regionale anche attraverso gli organismi di partecipazione: all’articolo 8 la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, all’articolo 9 la Conferenza dei Sindaci, all’articolo 10 il Comitato dei Sindaci di distretto. Dove sono i pareri acquisiti di questi organismi? Quando sono stati convocati?
E’ la legge di riordino, la legge regionale 19, che tutti dobbiamo rispettare, che è stata violata, in questo caso per omissione. Una legge regionale che tra l’altro all’articolo 14 dice come il piano socio-sanitario regionale deve essere adottato e quali devono essere i suoi obiettivi.
Anche nella discussione di oggi emerge questa carenza di confronto perché io, ad eccezione del relatore di minoranza Consigliere Mangialardi e del Consigliere Carancini, non ho sentito parlare di piano socio-sanitario al nostro esame. L’intervento del Consigliere Ciccioli è stato una costellazione di giustificazioni e l’Assessore Saltamartini, non potendo dire quel che si è fatto nella sanità, perché non si è fatto nulla, ha parlato di quello che non abbiamo fatto noi, segno evidente che non ci sono argomenti. Questo è ed abbiamo ascoltato tutti questi interventi.
Ci sono stati poi ritmi serrati con audizioni di nessuna utilità. Perché di nessuna utilità? Visto l'accoglimento acritico delle osservazioni scritte dagli auditi per appagare, accontentare e non per condividere perché quando si accoglie tutto, Presidente Baiocchi, non si condivide nulla, il tutto è come il niente.
Abbiamo invero ricevuto tutti la nota delle Segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, io l’ho ricevuta ieri, che manifesta "delusione e rammarico per il mancato accoglimento delle indicazioni ed i suggerimenti avanzati dalla parte sindacale per un reale miglioramento della sanità marchigiana per il triennio 2023/2025. Nonostante – dicono sempre le OO.SS. - in più occasioni lo stesso Assessore abbia condiviso le nostre eccezioni e garantito le necessarie integrazioni e modifiche a riguardo". Questo non è stato, non lo dice il PD, non lo dice il Consigliere Cesetti, lo dicono le organizzazioni sindacali.
Organizzazioni sindacali che rappresentano le decine di migliaia di lavoratori della sanità, medici, infermieri OSS, amministrativi, dirigenti, sono quelle persone, quegli uomini, quelle donne che stanno sul campo e che spesso sono ingiustamente i destinatari delle proteste dei cittadini. Noi vogliamo ascoltare quelle organizzazioni sindacali che hanno avuto il merito di aver organizzato quella manifestazione democratica in Ancona il 15 luglio, dove uomini e donne della sanità, cittadini comuni hanno protestato in modo civile e costruttivo per le inefficienze della sanità regionale rispetto alle quali anche noi certo portiamo delle responsabilità, ci abbiamo perso le elezioni, abbiamo pagato il prezzo e credo anche sia stato un prezzo ingeneroso rispetto ai tanti sforzi che pure abbiamo fatto.
Un piano socio-sanitario questo, la cui l'attuazione è necessariamente affidata dalla legge 19 del 2022 alle Aziende, nate da quella norma che ha soppresso l’Asur e che ha moltiplicato le Aziende, moltiplicando i centri decisionali, gestionali ed organizzativi, oltre che i costi.
Un piano questo che non considera in alcun modo la necessità di riequilibrio dei territori in termini di posti letto, di risorse umane e strumentali e reti cliniche e neanche considera gli effetti della soppressione dell'Asur unica, che pure con tutti i suoi difetti, ha avuto una funzione di riequilibrio sul piano regionale e di camera di compensazione.
Per dare autonomia ai territori, quella autonomia che voi avete sbandierato, occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità e tutto questo non può essere garantito ad invarianza finanziaria.
Una riforma che per questo doveva seguire quella che avete varato l’anno scorso o almeno essere contestuale e non precedere il piano socio-sanitario, anche questo è stato ribadito oltre che da noi dalle organizzazioni sindacali perché era necessario adottare una preventiva programmazione socio-sanitaria che riguardasse tutto il territorio regionale, coerente con le disposizioni nazionali e soltanto all'esito prevedere le norme e con esse gli strumenti e l'organizzazione per attuarla. Norme che oggi voi puntualmente avete violato, le stesse che avete approvato.
Un piano socio-sanitario che doveva essere anche l'occasione per l'adozione di un piano economico e finanziario che sostenesse la riforma, quella che è stata adottata l’anno scorso.
Un piano socio-sanitario che, tra l'altro, doveva essere contestualizzato all'interno della programmazione e delle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza e dello stesso Documento di economia e finanza regionale. Lo ha detto il Consigliere Ciccioli, i tre quarti del bilancio regionale sono costituiti dalla sanità, decine e decine di migliaia di dipendenti, di investimenti maggiori sono in sanità e nel Documento di economia e finanza regionale dell’anno scorso - vi ricordate i nostri emendamenti - doveva essere contestualizzato il piano perché un piano socio-sanitario è un atto di programmazione, senza la copertura finanziaria non va da nessuna parte, e questo non è stato.
Le Ast che sono state insediate in dispregio delle nostre richieste di rinvio dell’attuazione di quella legge, non sono riuscite a decollare perché ancora prima del proprio atto aziendale, quindi del proprio assetto organizzativo e funzionale …, e questo l’abbiamo detto l’anno scorso, l’abbiamo ripetuto in occasione del bilancio, lo dicono oggi le organizzazioni sindacali e questo lo vediamo a nostre spese perché è impossibile governare tutto questo. Basta vedere i commissariamenti prorogati per quanto riguarda i Direttori delle Aziende sanitarie, più volte prorogati. Che possono programmare dei commissari prorogati?
La fuga del Direttore del Dipartimento salute, è quello che ha scritto la riforma del servizio sanitario regionale, è quello che doveva presentare il piano socio-sanitario di cui all’articolo 14 e voi avete permesso la fuga verso Torrette, ma vi pare possibile tutto questo?
Vedete, la personalità giuridica che voi avete conferito per dispiegare i suoi effetti presuppone l'autonomia finanziaria, organizzativa e patrimoniale.
Il tempo scorre ed è tiranno, Presidente, chiedo di poter consegnare il documento scritto.
Nel merito non abbiamo presentato emendamenti perché è un piano vuoto, inefficace, costellato di buone intenzioni, senza alcuna possibilità di essere conseguite perché è lo stesso piano che dice che è ad invarianza finanziaria nei limiti (pagina 7) delle risorse disponibili. Una clausola questa tanto di stile quanto doverosa, ma che denuda il re, perché da una parte si ammette che non tutto può essere realizzato, dall’altra non si dice a cosa si rinuncia rispetto a qualcos’altro che invece si vuol ottenere.
Noi non presenteremo emendamenti, li presenteremo in occasione del Documento di economia e finanza regionale, è una garanzia questa. Lì presenteremo gli emendamenti perché in quel Documento di economia e finanza questo atto di programmazione dovrà per legge necessariamente confluire e lì ci dovrete dire dove prendete le risorse e le dovrete trovare.
L’ordine del giorno che oggi vi apprestate a presentare sono una marchetta ai territori, verranno trasformati in emendamenti e vedremo che cosa direte nel Documento di economia e finanza.
L’Assessore Saltamartini ha parlato di noi, ha parlato del programma, Assessore, la sanità in questi tre anni è notevolmente peggiorata, questo piano lo ha declinato il Presidente nelle linee di mandato, ha detto in quell’occasione che uno degli obiettivi era il piano socio-sanitario ed oggi a distanza di 3 anni vi accingete a farlo, a 2 anni dalla scadenza, costellato di promesse.
Non ho più tempo, il Presidente mi autorizza a consegnare il testo scritto.
Questo è un piano che non sa badare a se stesso, che nasce morto e che non porterà questa Regione da nessuna parte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Consiglieri e Consigliere, la proposta di atto amministrativo contenente il piano socio-sanitario regionale 2023-2025 "Salute, sicurezza ed innovazione per i cittadini marchigiani" è un ulteriore tassello in una strategia lunga, laboriosa e complessa che abbiamo attuato, passo dopo passo, in quest’ultima parte di legislatura.
Non possiamo capire il presente e neppure programmare il futuro se non capiamo da dove siamo partiti e quali sono le sfide che avremo davanti nei prossimi anni in campo sanitario.
Parlo di sfide non soltanto locali, sulle quali altre volte quest'Aula ha discusso, ma anche nazionali che coinvolgono tutte le Regioni e che sarà la sfida delle sfide, tutti insieme.
È evidente che alcune scelte sono anche figlie dell'emergenza vissuta con la pandemia che ha messo a nudo le fragilità del nostro sistema sanitario, a cominciare dalla debolezza della medicina di territorio e dell'organizzazione sanitaria nelle nostre provincie.
Non è un caso che il piano socio-sanitario predisposto dall'Assessore Saltamartini è stato oggetto di confronti costruttivi con i territori e gli operatori sanitari. Lo stesso ha fatto la Commissione sanitaria consiliare, che ha dato un contributo essenziale nel percorso per il quale ringrazio il suo Presidente Consigliere Baiocchi ed i colleghi di maggioranza e di minoranza.
Il grande lavoro corale ha prodotto un piano corposo che poggia su tre cardini: la prevenzione, l'assistenza territoriale e l'assistenza ospedaliera.
Nell'ambito della prevenzione e della promozione della salute sono stati predisposti azioni e interventi di sanità pubblica che partono da bisogni della popolazione che richiedono sempre più un approccio multidisciplinare.
Parliamo della tutela della salute, della sicurezza nei luoghi di lavoro, di un tema fondamentale come ambiente e salute, della sicurezza alimentare e veterinaria, degli interventi di promozione della salute nelle scuole.
Su questo pilastro poggiano programmi e obiettivi prioritari a breve, medio e lungo termine, oltre a piani regionali che, in modo organico ed organizzato, intercettano i bisogni e li integrano con l'offerta diluita su tutto il territorio regionale.
Un secondo pilastro è costituito dalla rete socio-sanitaria, assistenza territoriale e dalla necessità di ampliare i servizi di prossimità territoriale e domiciliare e delle cure intermedie.
Su questo tema, a mio parere, abbiamo in atto una grande sfida per il futuro.
E' una premessa necessaria riconoscere nel sistema socio-sanitario un progressivo spostamento dei servizi, dall'ospedale al territorio, inteso come luogo per la salute di comunità nel quale è necessario rafforzare sempre più l'integrazione tra i due ambiti.
È fondamentale l'attuazione di percorsi di assistenza e cura rivolta ai soggetti fragili all'interno della rete dei servizi socio-sanitari. Non parliamo solamente delle fasce più fragili, come gli anziani e i disabili, come la salute mentale, come le dipendenze patologiche, ma anche dei servizi a famiglie, donne, adolescenti, nonché ai soggetti che necessitano di assistenza domiciliare integrata e degenze di comunità.
In questo piano viene programmato come vogliamo agire per una maggiore integrazione con le politiche sociali messe in campo dagli ambiti territoriali, dai Comuni e dai territori cercando di muoverci intorno a due direttrici principali come la presa in carico globale della persona e la differenziazione delle risposte in funzione dei bisogni della persona e della famiglia.
Questo piano evidenzia, in coerenza con il programma elettorale, che vogliamo potenziare e decentralizzare la rete sanitaria sul territorio; introduce gli investimenti, anche grazie ai fondi del PNRR, per la costruzione di case e ospedali di comunità che rappresentano un modello organizzativo concreto per l'assistenza di prossimità per i cittadini.
Questo piano definisce ruoli e interazioni come il ruolo centrale del distretto sanitario rispetto al territorio perché al suo interno si colloca la casa di comunità come luogo dove i cittadini possono trovare assistenza H24 ogni giorno della settimana. All'interno del distretto dovranno essere presenti gli ospedali di comunità con una forza presente di assistenza infermieristica orientata alla presa in carico dei pazienti nelle fasi post-ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c'è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente.
È un piano che definisce come rafforzare le cure primarie attraverso il ruolo centrale dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, perché riteniamo che la medicina di famiglia, primo presidio di cura e di accesso, deve essere valorizzato nella sua dimensione clinica e preventiva riconoscendo che ha un ruolo fondamentale nella presa in carico del malato. Proprio questa figura, inserita nella casa di comunità, servirà a garantire la presenza medica H12 e a rafforzare la rete di integrazione con i servizi socio-sanitari e con gli specialisti.
In questo piano ci sono strategie per rafforzare l'assistenza domiciliare sempre più importante nelle tante casistiche presenti nella nostra regione e trovano concretezza le linee guida per la presa in carico:
- per il percorso nascita e per l'area materno-infantile;
- per la gravidanza in base ai livelli di rischio;
- per la rete di medicina prenatale;
- per la rete delle cure palliative e della terapia del dolore;
- per la cronicità;
- per la definizione di percorsi di integrazione ospedale-territorio proprio per tutti coloro che vivono le criticità legate alla cronicità e alla necessità di una presa in carico in modo organico.
È un piano che ha il suo terzo pilastro nell'assistenza ospedaliera, nella rimodulazione delle reti cliniche, nel recupero della mobilità passiva, nel potenziamento dei servizi in aree particolarmente disagiate.
Su questo siamo stati chiari in campagna elettorale, parlando dell'esigenza di costruire una sanità diffusa e policentrica con la necessità di costruire qualità ed efficienza. Riteniamo che la nuova organizzazione regionale impostata sulla modifica della legge 13 votata lo scorso anno, sia la struttura organizzativa migliore su cui impostare questo progetto e su cui andare a definire una nuova rete ospedaliera.
È fondamentale la riorganizzazione delle reti cliniche per consolidare i percorsi assistenziali in ambito ospedaliero. Una catena di valore che prenderà corpo con l'approvazione degli atti aziendali degli enti per efficientare il sistema.
Fondamentale il potenziamento dell'attività in pronto soccorso, che ha creato soprattutto negli ultimi anni, una grande emergenza per la nostra sanità. Possiamo dare risposte solo ripensando all'organizzazione globale del sistema di emergenza-urgenza e promuovendo la realizzazione di piani di presa in carico assistenziale rivolti a pazienti critici.
In questo senso ritengo molto importante che siano stati delineate alcune linee di indirizzo fondamentali per ripensare il sistema emergenza-urgenza superando proprio la dicotomia ospedale-territorio con:
- la volontà di miglioramento degli accessi;
- l'integrazione funzionale del 118 con il pronto soccorso;
- la possibilità di rotazione del personale ed attraverso la creazione di sistemi informativi integrati per la valutazione degli esiti dei percorsi di cura.
Care colleghe e colleghi, siamo consapevoli delle criticità. Siamo consapevoli delle difficoltà. Siamo consapevoli degli enormi problemi ereditati dal passato e che, colleghi, sono i lasciti non solo dei governi regionali che ci hanno preceduto, ma attengono anche a questioni nazionali, globali, sulle quali occorrerebbe più obiettività nelle valutazioni.
Siamo consapevoli anche che le critiche che in questi mesi e che anche ieri ed oggi l'opposizione ci ha riservato fanno parte della politica e della contrapposizione tra maggioranza e minoranza.
Non abbiamo la bacchetta magica. Non siamo in grado di moltiplicare medici che non ci sono per una carenza di programmazione, di realizzare ospedali in pochi mesi recuperando i ritardi del passato, di cancellare file interminabili nelle prenotazioni accumulate in anni di pandemia quando la vita si è congelata per tutti.
Non abbiamo la bacchetta magica, ma ad ognuna di queste criticità stiamo lavorando un tassello alla volta con una strategia cercando con razionalità e concretezza di pianificare un'azione logica ed efficace per attuare un cambiamento.
Sappiamo che la sfida si gioca nel dare corpo e sostanza alla programmazione contenuta in questo piano socio-sanitario.
Sappiamo anche che i cittadini fuori da quest'Aula ci giudicheranno su queste scelte e su come riusciremo a dare attuazione a tutto questo, lo sappiamo benissimo e credo il tempo ci darà ragione.
Sappiamo che oggi tagliamo un traguardo importante, ma siamo anche consapevoli che abbiamo una strada ancora lunga davanti che ci impone di continuare a correre.
Noi siamo ottimisti e i marchigiani ci hanno dato fiducia per questo e lo saremo anche in futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. E’ un fatto procedurale abbastanza grave e insolito. Noi ci siamo dotati dello streaming ufficiale, però una risultante esterna ci dice che gli unici che sono andati in streaming sono il relatore di maggioranza e la Consigliera Elezi. In diretta ho questa sollecitazione.
Penso che sia molto grave, Presidente, perché è un servizio che entra nella gestione diretta dell'Aula, quindi vogliamo avere qualche chiarimento e soprattutto vogliamo capire come ci attiviamo.
PRESIDENTE. Era la mia stessa precisazione, ma ha fatto bene ad esplicitarla per segnalare la lamentela di chi non è stato inquadrato personalmente.
La comunicazione è che dei Consiglieri: Carancini, Cesetti e Mangialardi non sono stati inquadrati. Il tema è questo. Mi è stato comunicato solo pochi minuti fa, esattamente un paio di minuti prima che fosse stata presentata in maniera ufficiosa la lamentela, che alcuni Consiglieri non sono stati ripresi ed in streaming è andata l'inquadratura generale dell'Aula con in sovrimpressione le generalità di chi svolgeva l’intervento specifico e il contenuto dell’intervento.
Stiamo verificando che questo problema non ci sia per il futuro, il mio potere è quello di regolamentare l’Aula, non quello di seguire la parte tecnica, mi assumono la responsabilità per il funzionamento, lo verificheremo con il prossimo intervento. Se non funziona ci fermiamo, facciamo una sospensione e nella Conferenza dei Presidenti di gruppo decidiamo come andare avanti o meno.
Quello che è certo allo stato attuale è che gli interventi in streaming sono andati, non sono andate le immagini delle persone che li hanno pronunciati.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Guardi, Presidente, il fatto è gravissimo, è evidente che non c'è una casualità, lei ci dovrebbe spiegare come mai la struttura tecnica non ha informato la Presidenza di questo fatto.
Lei sa meglio di me, e non c'è bisogno che lo dica ai miei colleghi, che lo streaming è uno strumento di comunicazione fondamentale fuori da questa Aula. Qui siamo visti da qualche persona, non so se arriviamo alle due mani … Adesso mi inquadrano, come mai prima no? Come mai casualmente prima il Consigliere Mangialardi, il Consigliere Cesetti e il sottoscritto non sono stati inquadrati? Come mai tutti gli altri sì? Non è corretto che il Presidente non sia stato informato di questo fatto, chi ha la responsabilità dello streaming avrebbe dovuto con i mezzi megagalattici della Regione chiamare e dire “Non va lo streaming”. Questo significa non permettere alle persone fuori di ascoltare e vedere chi parla e chi non parla, questa è la realtà, non il fatto personale.
Primo, credo che fin quando non si abbia la certezza che lo streaming, per chi interviene dopo, maggioranza o opposizione, funzioni, non si deve andare avanti; secondo, gli interventi non trasmessi devono essere ripetuti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Presidente, non voglio credere a quello che sto ascoltando, cioè il Partito Democratico sta cercando di bloccare i lavori dell’Aula su uno degli atti più importante della Regione Marche, il piano socio-sanitario, perché lo streaming non riprende la persona così da poter condividere sui social … E’ una cosa ridicola quello a cui i marchigiani stanno assistendo.
Il Partito Democratico che ha lasciato la sanità in macerie sta cercando di bloccare il piano socio-sanitario che i marchigiani attendono da tre anni perché lo streaming non riesce a visualizzare.
Presidente, noi abbiamo un mandato chiaro dai cittadini che è quello di produrre leggi, la Giunta ha prodotto il piano socio-sanitario, l’abbiamo esaminato in Commissione e oggi lo streaming funziona, quindi tutti i marchigiani possono assistere, anche se mi auguro che ci siano meno persone possibili ad assistere a questo spettacolo indecoroso. Da ore ascoltiamo gli interventi, giustamente le critiche che l’opposizione riserva a questo piano, però appellarsi al fatto che lo streaming non funziona e non inquadra la persona … Andate fuori, fate tutti video che volete con il vostro smartphone, ma non impedite i lavori dell'Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso assumo questa decisione: sospendiamo per 10 minuti i lavori, prego i Presidenti di gruppo di riunirsi in Conferenza … No, non mettiamo ai voti questa situazione perché è procedurale, in modo tale da chiarire sia l'aspetto tecnico sia le modalità del proseguimento.
La seduta è sospesa alle ore 13,10
La seduta riprende alle ore 13,35
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Riprendiamo posto in Aula. Nell’ambito della Conferenza dei Presidenti dei gruppi che si è svolta durante la sospensione dei lavori in Aula, abbiamo accertato che c'è stato un guasto tecnico di una telecamera diretta verso la parte dell'Aula in cui siedono i Consiglieri Cesetti e Carancini, i quali però sono stati inquadrati dalla telecamera centrale, quindi da più lontano, con l’audio in efficienza e con le icone delle loro generalità in basso nella ripresa della telecamera centrale, con la possibilità per l’esterno di sentire, per coloro che vogliono in qualche modo aver contezza delle loro posizioni, i loro interi interventi.
Devo segnalare che anche l'Assessore Saltamartini non è stato inquadrato durante il suo intervento, sia pure con una ripresa migliore rispetto agli altri due Consiglieri che ho appena citato per la posizione centrale che ha in Aula.
Di guasto imprevisto e imprevedibile si è trattato, non certamente di boicottaggio, tra l'altro nell'ultima seduta consiliare anche il Consigliere Borroni ha avuto una situazione simile con l’inquadratura di una sedia vuota durante il suo intervento.
Ci viene segnalato che verosimilmente la difficoltà da parte della regia tecnica, di fare con immediatezza il cambio di postazione e di ripresa di alcune telecamere, è dovuta alle infiltrazioni d'acqua dal tetto, infiltrazioni dovute a piogge che hanno rovinato la regia tecnica delle riprese in Aula, cosa che come Presidente porterò quanto prima all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza.
Riguardo alla richiesta del perché sia stato dato allarme soltanto successivamente allo svolgimento dei due interventi, riferisco che i tecnici hanno fatto tale denuncia appena si sono accorti, non avendo un RVM o una ripresa di ritorno, modalità con cui possono verificare tramite i computer in Aula.
Per oggi i tecnici controlleranno con ulteriore e maggiore attenzione ogni inquadratura durante lo svolgimento di ogni singolo intervento e nel caso il guasto si dovesse ripetere informeranno immediatamente la Presidenza.
Non solo, c’è stato da parte della Conferenza dei Presidenti dei gruppo l’invito ai tecnici a recuperare l’immagine dei due Consiglieri ripresi da lontano con l’icona, in modo tale da permettere una loro reintegrazione complessiva dell’intervento, non solo audio, ma anche video.
Vi prego di fare silenzio. E’ stato chiesto ed è stato ripetuto che durante gli interventi i Consiglieri, che hanno a disposizione solo 12 minuti, devono avere la massima attenzione per poterli compiere in tale periodo di tempo, quindi vi deve essere il silenzio assoluto dell’Aula.
Detto questo possiamo proseguire i lavori con l'intervento del Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Questo piano, è stato detto dai miei colleghi, è una scatola vuota, fa solo vane promesse senza reali prospettive e proposte serie. Non tiene conto in alcun modo dei vincoli economici e di disponibilità di personale, non valorizza chi lavora in sanità, non si occupa di liste di attesa, non affronta con una progettualità coerente il tema delle aree interne, non tratta in modo adeguato l'organizzazione della medicina generale e del sistema di emergenza-urgenza, a cui vengono dedicate due misere paginette.
Si chiama piano socio sanitario regionale ma nell'intestazione non c’è il trattino tra il "socio" e il "sanitario": sembra una inezia, ma il trattino è indicativo di sinergia, coordinamento, integrazione, che manca completamente in questo testo. Basta poi guardare lo spazio dedicato all'area degli interventi socio-sanitari (in termini di analisi e di dati) per capire che è sbagliata completamente l'impostazione di questo documento: solo poche pagine, per lo più descrittive, a fronte delle oltre 500 complessive.
E' totalmente inadeguata infatti l'attenzione che si riserva all'integrazione socio-sanitaria, che presupporrebbe sia il rafforzamento dei Distretti sanitari, sia la coincidenza dei confini di questi ultimi con quelli degli Ambiti territoriali sociali, della quale si evita accuratamente di parlare. E' un grave errore strategico, a maggior ragione perché la programmazione nazionale e regionale sulla non autosufficienza attribuisce all'integrazione socio-sanitaria una rilevanza determinante per il nuovo sistema di soddisfacimento dei LEPS.
Non si fa neanche il tentativo di analizzare lo stato della domanda e dell'offerta dei servizi, né viene indicato alcun impegno programmatico per i tre anni di vigenza del piano. Si dice che "il consolidamento e lo sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali sono una priorità assoluta", ma nel piano non si effettua una rilevazione dei servizi territoriali esistenti, che sarebbe invece fondamentale per provare a superare le importanti criticità e differenze territoriali esistenti. Quali sono, ad esempio, le problematiche presenti sia in termini di quantità che di qualità dell'offerta e come si intende rispondervi nei diversi interventi di sostegno alla domiciliarità, in quelli riguardanti l'assistenza residenziale e nel funzionamento delle Unità multidisciplinari?
Nulla si dice su come si intende potenziare, in termini quantitativi e organizzativi, i servizi di valutazione e presa in carico in tutte le aree (dalla disabilità alla salute mentale, dai servizi consultoriali a quelli per le dipendenze patologiche fino agli anziani non autosufficienti), definendo magari la dotazione minima di funzionamento.
E proprio nell'area anziani (ricordo che sono oltre 380.000 nelle Marche), uno degli ambiti con maggiori criticità, qual è lo stato della domanda? Quali impegni si intendono assumere per garantire risposte adeguate? Dati recenti indicano circa 2.500 persone in lista per un posto nelle residenze. C'è un progressivo invecchiamento della popolazione marchigiana, testimoniata anche dall'appendice statistica di questo piano, ma non si prevedono interventi conseguenti in termini di potenziamento dell'assistenza territoriale e il capitolo dell'Inrca è relegato in uno spazio minimo in fondo all'allegato statistico. Stessa domanda per le demenze per cui non si conoscono lo stato dell'offerta e gli impegni che si intendono assumere nel triennio.
Per quanto riguarda il sistema residenziale, nella lettura del piano non emerge alcuna analisi di come questo sistema stia funzionando e i dati presentati a supporto sono indecifrabili.
Sulle Unità multidisciplinari, ci sono solo un paio di fugaci passaggi, ma non esiste alcuna indicazione circa il loro attuale critico funzionamento e nessun impegno alla definizione di dotazioni minime e figure professionali. Le Unità multidisciplinari sono il perno del sistema di accoglienza, valutazione e presa in carico. Ma devono essere messe nelle condizioni di poter operare. E in particolare per le UMEE, la situazione è molto preoccupante: a fronte di un aumento della richiesta di interventi, si sta verificando una progressiva riduzione degli operatori che comporta notevoli ritardi, diagnosi intempestive e spesso impossibilità di accedere alle cure o ai benefici previsti dalla legge.
Ciò comporta un grave pregiudizio per i minori e le loro famiglie: subiscono ritardi nella valutazione, che rappresenta il primo passo per avviare un percorso di integrazione sia a scuola che negli altri contesti di vita. Ma risposte su questi enormi problemi non se ne danno.
Ugualmente indefinita è la parte riguardante il sostegno alla domiciliarità. Eppure anche solo facendo riferimento alle cure domiciliari, alcuni dati presenti nelle tabelle, offrirebbero indicazioni per successivi impegni programmatici. Ad esempio, quella sul personale dimostra chiaramente che non tutte le figure professionali che compongono il sistema di offerta delle cure sono presenti e quindi alcune prestazioni non sono erogate. Fingete di dimenticarvi che questi interventi sono di livello essenziale e come tali devono essere garantiti. Il piano avrebbe dovuto affrontare queste problematicità garantendo, nei diversi livelli assistenziali delle cure domiciliari, le figure professionali e i conseguenti interventi. Sull'assistenza domiciliare, nel piano, in realtà leggiamo solo un riepilogo normativo di riferimento. Vi ponete come obiettivo il potenziamento dell'Assistenza domiciliare integrata: come? Con quali risorse? Parlate di integrazione di Assistenza domiciliare integrata e Servizio di assistenza domiciliare: qual è il modello di integrazione a cui pensate?
Per quanto riguarda il tema della non-autosufficienza, come bene hanno evidenziato Cgil-Cis-Uil, il piano non propone correttivi alle criticità del sistema della residenzialità e semi residenzialità socio-sanitaria: sotto finanziamento; disomogenea distribuzione territoriale; rette eccessivamente alte in carico all'utente in violazione della normativa nazionale sui LEA socio-sanitari; mancanza dì un vero atto di fabbisogno; assenza di una nuova regolamentazione del Fondo di solidarietà per sostenere in forma diretta gli utenti incapienti, ospiti di strutture socio-sanitarie. E per quanto riguarda il Fondo di solidarietà ribadisco con forza che ancora non avete finanziato nemmeno l'annualità del 2022; questo è un fatto molto grave.
E poi il tema importantissimo della salute mentale, su cui il gruppo del Partito Democratico, in questi anni, ha proposto mozioni e interrogazioni per sollecitare la Giunta ad agire, a fare qualcosa. Quest'Aula aveva anche approvato, nel dicembre 2021, una risoluzione all'unanimità, ma la gran parte degli impegni assunti sono rimasti sulla carta e non sono riportati in questo piano: l'innalzamento della spesa al 3,5% in linea con la media nazionale, la previsione di specifici fondi per la presa in carico, l'implementazione di centri diurni per ogni centro di salute mentale.
Non dite nulla su come intendete ampliare l'offerta di servizi a favore di bambini e adolescenti visto che, nelle Marche, ci sono sole due strutture attive residenziali con centinaia dì ragazzi in lista di attesa.
Sui consultori, non esiste alcuna mappatura che possa verificare quante strutture siano complete di tutte le figure previste dalla normativa, non c'è alcuna previsione di potenziamento degli organici. Non si prevede neanche di rivedere i parametri organizzativi ormai ampiamente obsoleti.
Per quanto riguarda la prevenzione, il testo riprende interamente il piano della prevenzione 2020-2025 senza però attribuirgli risorse ed è evidente un grave sotto finanziamento rispetto agli standard fissati dagli atti normativi nazionali. Mancano decine di milioni di euro all'appello. E ricordo a tutti come già, nella legge di riforma organizzativa dello scorso anno, abbiate retrocesso i Dipartimenti di prevenzione da articolazione principale delle Aziende sanitarie ad uno dei tanti Dipartimenti aziendali. Vi ostinate a non capire che quella della prevenzione è una delle attività fondamentali del Servizio sanitario nazionale, l'unica che può appunto prevenire le malattie e mantenerci sani, salvaguardando la nostra salute.
Sulla prevenzione nei luoghi di lavoro, quest'Aula aveva approvato all'unanimità nel febbraio 2022 una mozione del gruppo PD che impegnava la Giunta ad aumentare le risorse per il finanziamento delle attività di prevenzione e ad incrementare il numero degli addetti. Nonostante diverse interrogazioni successive non avete fatto nulla in questi anni ed incredibilmente non prevedete nulla in questo documento di programmazione, disattendendo completamente l'impegno a cui eravate chiamati dal Consiglio regionale.
Chiudo sul capitolo dedicato al "potenziamento dell'attività del pronto soccorso". Assessore, non è un problema dell’estate e dei turisti, è un problema ormai annoso che voi non siete capaci di risolvere. Rispetto alla situazione in cui versano i pronto soccorso della nostra regione, basterebbe andare a verificare di persona in che girone infernale si viene a trovare chi ha la sfortuna di essere accompagnato al pronto soccorso, peraltro già in condizioni di agitazione emotiva, e deve affrontare ore e ore di fila nelle sale di attesa sovraffollate. Personalmente in questi anni ho presentato interrogazioni sul pronto soccorso di Torrette, di Senigallia, di Jesi, tutti in condizioni di grave criticità. Davanti a una situazione così seria ed inaccettabile, voi cosa proponete? Le stesse soluzioni fallimentari di un anno fa, inattuate o inefficaci. Riproponete la fantomatica figura del bed manager e l'ottimizzazione dell'attesa con più comfort e più informazione che, dopo un anno, è rimasta una delle tante vostre vuote promesse, ma ancora una volta non affrontate la problematica in un'ottica complessiva di rafforzamento delle strutture, di efficientamento della rete ospedaliera (non certo aumentando il numero di ospedali) e di potenziamento della medicina generale, aspetti fondamentali che questa Giunta continua a dimenticare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Acciarri.
Monica ACCIARRI. Innanzitutto saluto l’Aula e ringrazio tutti i Consiglieri regionali che sono intervenuti prima di me, sia quelli di maggioranza, che mi hanno convinto di più, sia quelli di opposizione che mi hanno convinto di meno. Ringrazio l'Assessore alla sanità Saltamartini e il Presidente per lo sforzo fatto e ringrazio il Presidente della Commissione e il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli, così come il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Si è lavorato attorno al documento, quindi va dato atto che dobbiamo ringraziare del lavoro che è stato fatto, posto che tutti noi della maggioranza e della minoranza ci siamo cimentati, però il lavoro maggiore è stato fatto dalle persone che ho citato.
Voglio ringraziare soprattutto l'Assessore alla sanità perché per la prima volta abbiamo un piano sanitario che per fortuna è un piano sanitario aperto, che non dice a priori come vogliamo chiudere la nostra sanità da qui a tre anni. Questo perché il nostro Assessore nella stesura del piano ha fatto tesoro ed ha capito che con una pandemia può cambiare tutto all'improvviso, e si deve cambiare tutto, per cui non avrebbe senso scrivere un piano sanitario in cui mettiamo tutti i dettagli, che pensiamo manchino in questo piano.
Rimango un po' basita perché mi pare che sia la prima volta che l'opposizione non emendi un piano sanitario, eppure sono venute fuori delle cose anche in parte interessanti. Mi sembra strano che non siano stati fatti degli emendamenti, meglio così, significa che alla fine questo piano non convince nella sua filosofia generale, però nello specifico non ci sono questioni forti da emendare, questo ci rasserena e ci rassicura.
Un caposaldo fondamentale qui richiamato: il fatto che l’Assessore non abbia scritto il piano economico finanziario dentro il piano sanitario, ma questo viva Dio non è stato mai fatto, se è stato fatto è stato fatto solo in piccola parte. Se ritenevate che il piano economico finanziario fosse dirimente da questo punto di vista avreste dovuto, a mio avviso, fare un emendamento su questo perché di fondamentale importanza. Tra l'altro non capisco come l’ex Presidente della Giunta, che vi ha rappresentato, abbia potuto governare quattro anni e mezzo senza un piano finanziario dentro al piano sanitario, eppure avete governato per atti, per delibere, per determine, come è normale.
Voi sapete che è un piano sanitario che cerca di raccontare un fabbisogno generale, le problematiche generali, poi è chiaro che la sanità è in continua evoluzione, in continuo cambiamento, quindi quello che era vero 5 anni fa, al di là della parte che ha governato, non lo è più oggi. La sanità è in continuo cambiamento e in continua evoluzione e ci interroga continuamente. Ad esempio, oggi si sta ripensando, anche a livello nazionale, di non fare plessi unici come nel passato si era pensato di fare per ottimizzare la sanità perché nel dopo pandemia abbiamo visto che spesso avere più plessi … Sapendo che questa pandemia, lo sappiamo già dalle previsioni dell'Istituto superiore di sanità e dalle ricerche, probabilmente non sarà l'unica cosa grave che ci troveremo ad affrontare in termini di virus e di questioni importanti, quindi, dobbiamo avere più luoghi dove mettere i pazienti se abbiamo un problema di questo tipo.
A mio avviso siamo stati lungimiranti rispetto al precedente governo regionale che voleva mettere degli ospedali unici. Faccio riferimento soprattutto al mio territorio dove si voleva mettere un ospedale in un piccolo paese del territorio, depotenziando la città di Ascoli Piceno e la città di San Benedetto del Tronto, cosa che nessun governo, né di centro-destra né di centro-sinistra, si è mai sognato, altrimenti non sarebbe vero che al centro di Bologna c'è uno dei più grandi ospedali italiani.
Dico sempre che la sanità è un tema delicato, non è mai tutto nero o tutto bianco, si lavora su zone grigie, si lavora con le questioni che accadono di volta in volta, quindi dobbiamo cercare di fare le cose come il momento storico chiede, con una certa elasticità. Per questo voglio rimarcare l'importanza dell'apertura di questo piano.
Poi si dice: “Non avete ascoltato i territori”, non è vero che non sono stati ascoltati perché i Sindaci sono stati ascoltati, il Presidente ha fatto incontri con i Sindaci, l’Assessore ha fatto incontri con i Sindaci, la Conferenza dei Sindaci ha sempre dato un parere consultivo, ma la Regione ha in capo la programmazione della sanità. E’ vero che dobbiamo ascoltare i Sindaci, le esigenze dei Sindaci perché rappresentano i cittadini di quel territorio, ma è vero anche che a volte occorre ascoltare un po' di più i servizi che dobbiamo dare all'utenza, quindi tenere gli equilibri tra la grande città e il piccolo paese, per vedere cosa dare alla grande città e ai paesi più piccoli e su questo mi sembra che l’Assessore Saltamartini stia facendo un lavoro certosino, puntuale, cercando di rispondere alle esigenze.
Viva Dio, questo non è un piano chiuso alle istanze dell'opposizione, se presentavate qualche emendamento che ci convinceva dal punto di vista dell'arricchimento del piano, magari avremmo potuto anche sposarlo perché non abbiamo un piano chiuso.
Noi abbiamo una ambizione, l'ambizione di una riforma che tende a ridare voce ai territori. Addirittura ci siamo trovati in una sanità in cui siete stati capaci di togliere alle Aree vaste, con una modifica fatta dall’allora Giunta Ceriscioli, la gestione del personale, quindi i Direttori di Area vasta erano dei passacarte che non potevano neanche decidere, se non si rivolgevano all’Asur, di assumere un infermiere. Noi abbiamo voluto ridare dignità ai territori, ai Sindaci, ai cittadini dei territori e l’abbiamo fatto con i fatti, non con quello che scriviamo su un piano sanitario che può essere modificato da atti aziendali, da determine e altro, ma nei fatti noi abbiamo ridato dignità e potere di scelta ai territori.
E’ difficile? Si, è molto difficile, non neghiamo questo, l’Assessore non lo nega, ogni giorno deve cucire e ricamare le situazioni, del resto all’Assessore ed a noi l’onere del governo, all’opposizione l’onere dell’opposizione, ognuno fa il proprio mestiere e cerca di farlo nel miglior modo possibile. Ma non speculiamo dicendo che è la sanità dell’inganno, allora noi dovremmo dire che la scorsa amministrazione in cinque anni ci ha ingannato perché ha approvato un piano sanitario al fotofinish, non ci ha detto quanto avrebbe speso e non c’era il piano economico finanziario. Non l’ abbiamo detto, abbiamo detto che c’era un’eredità da modificare, un'eredità da cambiare, perché cambia la nostra filosofia di sanità, quella più legata ai territori ed ai cittadini e questo abbiamo fatto.
L’ultima cosa la voglio dire sulla mobilità attiva e passiva. E’ chiaro che in assenza di accordi di confine, che le Regioni non vogliono fare sul tavolo nazionale, che per quanto ci riguarda rispetto all’Emilia-Romagna ci converrebbero, nel nord delle Marche soffriamo. L’Abruzzo viene al sud delle Marche, mentre il nord delle Marche va in Emilia-Romagna, ma questo, voglio dire, avviene tra la sanità del sud, del centro e del nord, dappertutto.
Dico che la sanità del sud guadagna molto in mobilità attiva ed ha dato molto in questi anni, adesso cercheremo anche di rinvestire nel nostro territorio le risorse che guadagniamo, facendo i conti con il fatto che vogliamo anche dare un aiuto al pesarese che deve cercare di trattenere i pazienti per non mandarli in Emilia-Romagna, dopodiché sappiamo tutti che esiste una sanità universale che chi ci vorrà andare ci andrà, però dei progetti li metteremo in campo per cercare di fare il meglio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Oggi è una giornata sicuramente molto importante per la nostra Regione perché discutiamo un piano assolutamente degno di nota che guarda al futuro.
Trasformare e ricostruire la sanità regionale per conseguire un vero cambiamento rendendo disponibile a tutti, in tutta la Regione, un servizio sanitario di base, è il nostro obiettivo.
Fin dal 2020, quando la Giunta Acquaroli si è insediata, la riforma sanitaria era al centro dell'azione politica di questa maggioranza, era scritto nel nostro programma “ricostruiamo le Marche”, che ancora disponibile a tutti, qualora qualcuno non avesse ancora preso nota.
Avevamo scritto il primo passo della riforma, un anno fa: "Modifica dell'Asur prevedendo la valorizzazione e il potenziamento delle Aree vaste". Questo obiettivo lo abbiamo raggiunto proprio in questi giorni con la nomina degli ultimi direttori delle Ast a luglio scorso. Abbiamo creato le 5 Ast provinciali che stanno iniziando il loro percorso amministrativo, cancellando l’Asur unica regionale che era lontana dalle esigenze del territorio, tra l’altro i nuovi Direttori finalmente avranno poteri per riuscire a gestire realmente il territorio, Direttori che saranno anche giudicati dai nostri Sindaci perché non bisogna aver paura di quello che il territorio dice su come è gestita la nostra sanità, e noi ci mettiamo la faccia su questo discorso.
Oggi siamo al secondo e importante passaggio che è il nostro piano socio-sanitario regionale delle Marche. Per redigerlo abbiamo tenuto conto delle esperienze e dei dati che abbiamo trovato e acquisito:
- lo studio del fabbisogno fatto dalla Politecnica delle Marche in maniera scientifica ci ha mostrato la vera richiesta sanitaria della popolazione (e non da necessità politiche che erano fino ad ora il faro della sanità regionale targata PD). Una sanità piegata al volere ed alle necessità della politica, questo con noi non accadrà più;
- i dati sanitari che abbiamo studiato e riportato nel piano sono fino al 2019 per un semplice motivo, perché nel 2020 e nel 2021 c’è stato l’evento Covid, che ha fatto da spartiacque tra un prima e un dopo ed ha dato molte lezioni importanti a tutti noi.
Come è nostra abitudine, per l'approfondimento dello stato della sanità regionale, abbiamo svolto incontri con le categorie interessate. Abbiamo organizzato giornate di dialogo ed ascolto con ogni singola struttura ospedaliera delle Marche, con i Sindaci ed abbiamo svolto ben 130 audizioni nel corso dello studio del piano socio-sanitario in IV Commissione, di cui sono fiero di prendere parte e del lavoro svolto dai miei colleghi Consiglieri Ciccioli, Cancellieri, Pasqui e dal Presidente Baiocchi.
Un lavoro lungo, pesante che ci ha portato a delle grandi e belle osservazioni fatte da chi vive la sanità tutti i giorni e anche molte delle sue osservazioni sono state riportate con emendamenti all’interno del piano socio-sanitario che abbiamo votato.
Uno degli obiettivi perseguiti è la drastica riduzione della mobilità passiva che abbiamo ereditato dal Partito Democratico.
Questo obiettivo lo otterremo grazie a tutte le strutture che sono previste dal piano sul territorio regionale: i 4 ospedali di Pesaro, i 3 ospedali di Ancona, i 3 ospedali di Macerata, i 2 di Ascoli Piceno e i 2 di Fermo e con le nuove strutture in via di costruzione e in procinto di inizio lavori: come i nuovi ospedali di Macerata (costruzione che avverrà durante l’amministrazione dell’attuale Sindaco), Pesaro e San Benedetto del Tronto.
Sempre nel programma 2020 c'era scritto: "Nuovo piano socio-sanitario 2021-2023, basato su principi di integrazione tra sanità e sociale, assistenza diffusa e strutture minori diffuse su tutto il territorio". E ciò è veramente quello che stiamo tentando di fare con l’applicazione del DM 77, con gli ospedali di comunità, con le case della salute e gli ospedali di base, contrariamente all’enorme errore dell’ospedale unico, che abbiamo immediatamente tolto, targato Partito Democratico. Secondo me, qualora nel 2020 avesse vinto le elezioni, con le ingenti risorse economiche che questo periodo vede, quell’errore irreversibile sarebbe stato fatto e grazie a noi questa situazione non si verifica, riuscendo con questo piano a diluire tutta la sanità di base su tutto il territorio con delle eccellenze, come Torrette, che è un centro che deve essere potenziato.
In generale possiamo affermare che la riforma sanitaria che avevamo promesso è stata realizzata e nell'andare a regime avrà degli effetti benefici per la nostra regione, per cui non posso fare altro che fare i complimenti alla maggioranza, all’Assessore Saltamartini, per come ha lavorato e per tutto l’impegno che ha messo nello svolgere questo piano, non meno al Presidente Acquaroli che ha dato una parola, l’ha scritta e la sta mantenendo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Parlare oggi di sanità regionale, dopo la sequela di riscontri negativi per i quali in questi ultimi anni le Marche hanno fin troppo spesso avuto l'onore delle cronache, è molto deludente.
Non passa giorno che la stampa ci restituisca notizia di disagi e disservizi a carico di pazienti: ore di attesa nei pronto soccorso, visite di prevenzione e controllo con liste interminabili o proprio impossibili da prenotare.
La stessa insoddisfazione che possiamo registrare parlando con il personale socio-sanitario chiamato nel quotidiano ad offrire un servizio e a farlo sopra le forze, in condizioni al limite: turni massacranti, carenza di posti letto e attrezzature.
Un problema serio che il Partito Democratico non vuole certo strumentalizzare politicamente, ma che necessariamente pone delle domande sull’efficacia delle vostre scelte.
Con la controriforma sanitaria avete soppresso Asur e Marche Nord creando 5 Aziende territoriali a perimetro provinciale; i risultati di questa operazioni sono sotto i nostri occhi, sono stati la paralisi dell'attività degli uffici di fatto rimasti non operativi per mesi e l’aumento dei costi a carico della spesa sanitaria regionale.
E nonostante l'Assessore Saltamartini continui a sbandierare come una sua vittoria il posizionamento delle Marche nella graduatoria delle Regioni benchmark in sanità, devo ricordargli e ricordarvi, che questo riconoscimento, come gli altri riscontri positivi che pure avete ricevuto, non sono merito delle nostre politiche, ma derivano da scelte della precedente amministrazione che tanto avete criticato e di cui oggi vi prendete tutti i meriti.
Altro dato su cui riflettere è il mancato miglioramento della gestione delle liste d’attesa, il cavallo di battaglia e il leit motiv di tutta la vostra campagna elettorale.
E’ evidente quindi che, dalle promesse della campagna elettorale ad oggi, dopo quasi 3 anni di governo, non siete riusciti a proporre nulla di nuovo e costruttivo, nessun intervento strutturale che riesca a sollevare le sorti di una sanità regionale che sta andando in frantumi. Tant’è che ancora oggi continuate a proporre ai marchigiani libro dei sogni.
Vi ricordo io quali erano le vostre promesse:
- riapertura dei punti nascita;
- interventi sulla sanità territoriale o su quelli che voi avete definito in campagna “piccoli ospedali”. Faccio notare come il concetto di piccolo ospedale che viene propagandato sia stato in realtà una presa in giro nei confronti degli elettori marchigiani, un voluto equivoco dato che risulta evidente che sarà ridata la H a nessuno di questi piccoli presidi ospedalieri che in realtà sono le stesse case della salute che già la precedente Giunta aveva previsto. Con la differenza che non tutte quelle che erano state pensate sono state ad oggi effettivamente finanziate. Assessore, non so se lei ha capito bene quello che c’era scritto nella delibera che ha citato di agosto 2018 che ha letto con grande enfasi, lì c’era scritto che gli ospedali, ed abbiamo detto con grande onestà intellettuale che eravamo costretti a chiudere, sarebbero stati trasformati in case della comunità, quindi glielo ripeto, anzi glielo ricordo: noi siamo stati costretti a cancellare i 13 ospedali e a trasformarli in strutture territoriali, voi invece eravate quelli che in campagna elettorale dicevate di avreste trasformato quelle strutture territoriali in ospedali e di questo non c'è traccia nel vostro piano;
- recupero della mobilità passiva che invece è aumentata. Non so Consigliere Borroni in quale mondo vive, che dati legge, ma in realtà non solo è aumentata la mobilità passiva, ma sono state sconcertanti in questo senso le dichiarazioni dell'Assessore Saltamartini che ha detto di poter compensare l’esodo di marchigiani, che si rivolgono alla sanità di Regioni più efficienti, solo attraendo pazienti dalle Regioni del sud, Calabria in testa. Questa è una chiara ammissione dell’incapacità di proporre una sanità di qualità per i suoi stessi cittadini;
- la riduzione dei tempi d'attesa al pronto soccorso, ma non passa giorno che dai giornali non arrivano notizie di disagi e attese interminabili;
- riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie specialistiche e ospedaliere che purtroppo non sono migliorati rispetto al passato.
E’ vero, la precedente Giunta non era riuscita a garantire un approccio soddisfacente e noi del Partito Democratico chiediamo scusa, credo che sia giunto il momento di farlo, chiediamo scusa ai marchigiani per tutto quello che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a realizzare, ma è anche vero, ad esempio, che con la Giunta precedente non ci sono mai state liste d’attesa per gli interventi chirurgici, compresi quelli oncologici, che rappresenta invece un vostro triste primato. Sì, Assessore, lei intanto ha smesso di ridere, lei sa che quello che dico è vero ed è gravissimo.
Sono fermi al palo anche il potenziamento dei servizi integrati per le cure palliative, la piena applicazione del piano regionale della cronicità, il piano di rafforzamento dell’assistenza domiciliare e territoriale, della medicina del territorio e della rete integrata dei medici di base, ma anche la riorganizzazione e l’implementazione del personale sanitario.
Insomma, tante annunciazioni, ma pochi fatti.
Dichiarate che la vostra politica sanitaria è tarata sui bisogni dei singoli, sulla valorizzazione dei territori, su una sanità di qualità per tutti, nessuno escluso. Ma poi, leggendo il piano, la nota macroscopica che emerge è la mancata previsione di risorse economiche e di quel personale aggiuntivo necessario a far funzionare proprio le nuove strutture ospedaliere che avete programmato.
E’ andata via la Consigliera Acciarri, forse le è sfuggito che invece nel Defr la copertura finanziaria c’era e che il piano, a cui lei ha fatto riferimento, non è nient'altro che un aggiornamento al piano precedente.
Quindi, sulla scorta di questo, come potete pensare di presentare oggi un piano ad invarianza finanziaria? Con quale onestà intellettuale?
Entrando poi nel dettaglio dei contenuti, ci tengo a ricordare che il gruppo del Partito Democratico si è da tempo messo al lavoro con un pacchetto di provvedimenti che pongono l'accento sul tema della prevenzione, anche in una logica di medicina di genere, dando voce alle esigenze delle donne.
L’atto che andiamo ad approvare oggi non ha nemmeno la dignità di essere definito un atto per questo motivo ed è proprio per questo che noi non riusciamo nemmeno ad emendarlo, noi voteremo contro lanciandovi un appello: ritiratelo prima possibile e se non lo doveste fare vi invitiamo quanto meno a riprendere a settembre, da subito, le nostre proposte. Ve ne cito alcune: la proposta di legge di riforma dei consultori, a nostro avviso fondamentale per la sanità territoriale che punta a restituire valore al ruolo centrale, pubblico e gratuito per cui sono stati pensati; consapevoli che la salute non è neutra abbiamo depositato la proposta di legge 64/2021 sulle pari dignità perché vogliamo che anche in medicina venga applicato il concetto di diversità tra donne e uomini per garantire il miglior trattamento; continuo citando la proposta di legge 149/2022 “Norme per l'applicazione e la diffusione della medicina di genere” che individua i consultori familiari come centri di riferimento per la promozione e la tutela della salute di tutti: donne, adolescenti, famiglie tradizionali e non, persone transessuali, travestite e trans gender; o ancora la proposta di legge 122/2022 che prevede misure per il potenziamento dello screening di popolazione sul tumore mammario; infine ricordo la mozione 246/2022 per il riconoscimento di fibromialgia, sensibilità chimica multipla, vulvodinia e neuropatia del pudendo come malattie croniche e invalidanti. Perché anche queste patologie, come l'endometriosi, nonostante siano croniche e invalidanti ,oltre che tipicamente femminili, non sono inserite nei Lea.
E allora, Assessore Saltamartini, se è vero che lei ha a cuore la salute delle donne, perché non si attiva per garantire la discussione e l'approvazione immediata di queste proposte di legge?
Oltretutto, sappiamo bene quanto una buona e costante attività di prevenzione incida positivamente sui bilanci della sanità, oltre che, ovviamente, sul benessere delle persone.
Considerato che, come possiamo anche oggi dimostrare, quando è di vostro interesse convocate sessioni urgenti ed estive, chiediamo che anche per agli atti appena citati venga riservata la stessa attenzione.
Per dimostrare quanto inganno c’è nel piano, un bell’esempio torna ad essere proprio quello dei consultori per i quali tra gli obiettivi di medio termine troviamo: “il rafforzamento delle equipe territoriali, l’aumento della capacità attrattiva dei consultori, la necessità di garantire il rispetto dei Lea”, tutto molto condivisibile, ma, ancora una volta sia gli operatori sia i cittadini si chiedono: ma come pensate di raggiungere questi risultati, con quali risorse, con quale personale, con quali investimenti?
E se è vero, come dite, che volete garantire la sanità di prossimità, quale migliore occasione avreste avuto per prevedere l'adeguamento del personale che proprio in quelle strutture opera? Non vorrei che invece voi intendeste privatizzare anche i consultori e magari avete già in mente di fare una convenzione con alcune strutture private. Per non parlare anche dell’interruzione volontaria di gravidanza, su questo avremo modo di ritornarci.
Credo che dobbiamo dire ai cittadini marchigiani oggi la verità, ovvero che non ci sono le risorse per curarli, per guarirli e per fare prevenzione. Come ha detto anche il Consigliere Cesetti: ora il re è nudo ed è chiaro che la Giunta regionale non è in grado di salvare la sanità pubblica. Quindi, quello che lei può fare, Presidente Acquaroli, e deve fare da oggi è andare a Roma, far valere la filiera istituzionale e chiedere risorse al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro della salute perché l’unica cosa positiva di questo piano è averlo approvato a tre anni dalla fine della legislatura, quindi non avete alibi per non realizzarlo.
Questo piano è un libro bianco e nei prossimi tre anni scriveremo tutto quello che verrà davvero realizzato da oggi alla fine della legislatura, e rispetto al passato tanto c’è della Giunta Spacca in questa Giunta, mi riferisco ad esempio all’ex Vicepresidente, unico Consigliere eletto e anche la sedicente Assessore Ombra di XY per oltre 5 anni e che oggi viene qui a darci tante belle lezioni, anche se non mi sembra, oltretutto, che abbia lasciato un bel ricordo. Oggi quella sedicente Assessore viene qui e ci dà lezioni …
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Il piano che stiamo discutendo oggi in Consiglio è stato approvato con delibera di Giunta n. 709 del 25 maggio 2023, consta di oltre 500 pagine e se consideriamo che lo stiamo discutendo l'8 agosto, mi pare chiaro che non c'è stata la volontà di questa maggioranza di lavorare in sinergia con la minoranza e con i portatori di interessi in maniera costruttiva.
Lo scopo del piano socio-sanitario è di individuare gli obiettivi strategici relativi alla salute ed al funzionamento dei servizi per soddisfare le esigenze specifiche della popolazione, ponendo degli obiettivi prioritari che si vogliono raggiungere a breve, medio e lungo termine, soprattutto però dobbiamo chiederci: con quali risorse si ritiene di poterli ottenere?
Le risorse in questo documento non vengono per nulla contemplate, inoltre nella vostra informativa, pubblicata sul sito della Regione Marche in merito al piano socio-sanitario, avete sottolineato che il piano definisce programmi strategici rivolti a garantire i livelli essenziali di assistenza che hanno un carattere trasversale a tutti i settori assistenziali, prevedendo degli obiettivi il cui conseguimento è necessario per creare le migliori condizioni in termini strutturali, organizzativi, tecnologici per l'attuazione delle specifiche azioni di miglioramento.
Ma come si vogliono raggiungere gli obiettivi ad invarianza finanziaria in un settore già al collasso? E’ chiaro che state presentando oggi a questa Aula e ai cittadini l'ennesimo libro dei sogni, dove i servizi rimangono l'eccellenza e l'efficacia solo sulla carta.
Il piano proposto è concentrato in maniera preponderante sulla sanità, tralasciando ogni intervento riguardante il settore socio-sanitario. Non viene recepita in nessuna forma la legge delega sulla non autosufficienza, la legge 33 del 2023, rimanendo in questo ambito nel testo si prevede di rivalutare tutti i pazienti presenti nelle strutture residenziali al fine di valutare l'appropriatezza, ma non viene specificato con quali criteri verrà fatta tale rivalutazione né tanto meno si conoscono le liste d'attesa per l'accesso alle diverse strutture.
Il piano socio-sanitario inoltre non mette in atto una vera e propria programmazione sanitaria e socio-sanitario della regione, necessaria e fondamentale per raggiungere gli obiettivi, pertanto stiamo discutendo un documento complesso, generico, inutilmente pletorico, ridondante nella sua stesura e poco efficace nel raggiungere gli obiettivi che si prefigge, soprattutto quando si parla di sviluppo delle strutture territoriali, come contemplato nel D.M. 77, in merito alle 29 case di comunità e ai 9 ospedali di comunità, tanti se ne possono attivare nelle Marche. Proprio su queste strutture ritengo fondamentale che ci debba essere più chiarezza e trasparenza, sia per quanto riguarda l'utilizzo dei finanziamenti già previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza nella Missione 6, innegabilmente insufficienti per attuare quanto previsto dal D.M. sopracitato, sia per quanto riguarda i criteri e le modalità di sviluppo e l'operatività di tutte queste strutture anche in termini di copertura dell'assistenza territoriale.
Purtroppo le lacune di questo piano non finiscono qui, diverse associazioni intervenute in audizione hanno fatto notare che nel piano manca la descrizione in termini di operatività di alcune strutture, quali ad esempio le cosiddette country hospital, che invece nelle schede in appendice al piano risultano come strutture esistenti e programmate. Si tratta di una svista? Mi auguro sia così. E’ comparso comunque già ieri un emendamento che non so se è tra quelli che saranno ritirati o meno o se verrà fatto un ordine del giorno apposito così per accontentare qualche territorio.
Nel merito, non si individuano neanche specifiche direttive sulla collocazione né tanto meno si fa cenno alla programmazione del fabbisogno di specialisti e di medici di famiglia di cui necessita la popolazione, con il rischio di avere delle bellissime nuove strutture sanitarie, ma senza personale medico e infermieristico.
Nella sezione 2 “Assistenza territoriale: l'ampliamento dei servizi di prossimità territoriali e domiciliare delle cure intermedie”, si parla della rete socio-sanitaria, in particolare si dice che si rafforzeranno gli interventi a sostegno della domiciliarità con prese in carico e individuazione dei percorsi di supporto alla stessa, a sostegno dei caregiver familiari in base alla delibera di Giunta regionale 1028/2021 e ai commi 254 e 255 della legge 205/2017. Si asserisce che a tutto ciò sarà data piena attuazione, così come l'integrazione della rete socio-sanitaria con le politiche sociali, allo scopo di mantenere la persona fragile nel proprio contesto di vita, valorizzando anche il lavoro di cure e assistenza svolto dalla famiglia e dai caregiver familiari.
Anche nel paragrafo 2.12 “Disabilità e non autosufficienza” si parla di sostegno dell'attività di cura e assistenza dell'attività dei caregiver. Pertanto, preso atto del ruolo centrale che assume nel piano regionale la figura dei caregiver familiare, professionale, formale, per il raggiungimento degli obiettivi a sostegno della domiciliarità, sono fortemente preoccupata poiché ancora una volta non vi è traccia nel piano delle risorse finanziarie e umane a sostegno di questa iniziativa a meno che quando si parla di sostegno, supporto, valorizzazione, ci si riferisca esclusivamente al supporto e al sostegno morale e non materiale e finanziario. Ma fin qui siamo tutti bravi.
Sono ancora più preoccupata se andiamo a controllare il trend degli ultimi due anni relativo al fondo caregiver familiare che ha visto, con la delibera di Giunta regionale 1028/2021, prevedere un ammontare in dotazione ai Comuni superiore del 60% rispetto al fondo caregiver familiare stanziato con la delibera di Giunta regionale 1623/2022, mentre per il 2023 non si hanno ancora notizie se si continuerà ancora con un trend al ribasso. Vorremmo sapere già da ora quali sono le intenzioni di questa maggioranza e se darà seguito ai propositi inseriti nel piano o si rivelerà anche questa mera propaganda.
Mi chiedo con quale logica si intendano attuare e attivare tutte queste strutture senza le risorse economiche che possono garantire l'assistenza necessaria, la sicurezza, l'efficacia e l’efficienza.
La carenza del personale è un problema di cui si è parlato più volte in questa Assemblea, ma purtroppo noto che non è stato recepito da questa Giunta. L'emergenza da Covid 19 ha evidenziato l'assoluta urgenza di intervenire su questo fronte, occorre rafforzare la dotazione organica con medici, infermieri e personale di supporto, occorre stabilizzare il personale precario, occorre intervenire sul superamento del tetto di spesa per il personale, e su questo il Governo Meloni è fermo al palo; occorre riequilibrare i fondi contrattuali con uno stanziamento di risorse aggiuntive, reso più urgente dal superamento dell’Asur e dall'avvio delle Aziende sanitarie territoriali.
Sul personale occorre intervenire subito e bene, non dimentichiamo che l'inaccettabile disparità di trattamento tra i medici dipendenti del servizio sanitario e i cosiddetti gettonisti ha causato e sta causando la fuga dal servizio pubblico.
Altro tema che non è stato trattato in maniera approfondita riguarda il problema delle liste d'attesa, tutti i cittadini devono avere accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno e dove ne hanno bisogno. Il ricorso alla libera professione e al convenzionato deve essere una libera scelta del cittadino, invece è diventata una necessità e può permettersela solo chi è sufficientemente benestante.
Nel piano ho visto solo una lunga elencazione di adempimenti burocratici senza nulla di concreto. Solo attraverso dei finanziamenti dedicati e una riprogrammazione del rapporto pubblico-privato, rivedendo il convenzionamento con le strutture private sulla base dei reali bisogni di salute della popolazione, si potranno ridurre le disuguaglianze di accessi ai servizi. Il potenziamento dell'offerta pubblica determinerebbe conseguentemente una riduzione della mobilità passiva.
Avete e abbiamo una responsabilità: salvaguardare la sanità pubblica, ma vedo invece che il vostro indirizzo è allineato a quello del governo nazionale, ossia privatizzare.
Altro punto che ho trovato carente nel piano riguarda l'emergenza-urgenza, nel paragrafo 4.2 viene definito uno dei pilastri del sistema, peccato però che dopo non viene più menzionato se non in poche occasioni quando si parla di un contenitore regionale, senza però far riferimento a cosa debba contenere, inoltre non si fa nessun cenno a come risolvere il problema degli accessi inappropriati, degli intasamenti e delle attese interminabili nei pronto soccorso.
Potrei continuare all'infinito a sottolineare le mancanze di questo piano, ma preferisco fermarmi qui anche perché ritengo che il piano socio-sanitario regionale che stiamo discutendo non sia da emendare, Consigliera Acciarri, ma sia da riscrivere completamente. Solo riscrivendo da capo questo documento potremo restituire dignità alla sanità pubblica della nostra regione.
Visto che mi sono avanzati due minuti vorrei dire che la delusione e il rammarico di cui parlano i sindacati in maniera unitaria all’interno della lettera che hanno inviato ieri a tutti noi, è anche la mia, è quella del Movimento che rappresento, è quella di tutti coloro che numerosi il 15 luglio, sfidando un caldo terribile, erano in piazza a manifestare ad Ancona.
Qualcuno ha già parlato della bocciatura da parte del Crel, che non penso che sia un ente politicizzato, come qualcuno ha voluto suggerire. Comunque questa delusione e questo rammarico vi assicuro che sono anche di quei tanti cittadini e tanti comitati che allarmanti ci hanno contattato in queste ore, anche e soprattutto sconsolati perché molti di questi vi hanno sostenuto. Quindi la delusione è doppia per loro.
Riassumendo solo per titoli, vi ricordo anch'io le promesse che avete fatto in campagna elettorale, l’avete promesso, scritto nero su bianco, in programmi elettorali di alcuni di voi, alcuni non sono neanche Consiglieri, ma sono in Giunta: riaprire i piccoli ospedali dell'entroterra; valorizzare il personale dipendente del servizio sanitario; aumentare i posti letto; tagliare le liste d'attesa; potenziare la sanità territoriale e la rete del 118. Avete promesso di ridurre la mobilità passiva e di difendere la sanità pubblica dalle privatizzazioni.
Abbiamo superato metà mandato, siamo arrivati all'approvazione del piano socio-sanitario, secondo me, senza tema di smentita, posso affermare che tutte queste promesse ad oggi non sono state mantenute e difficilmente lo saranno con un piano di questo tipo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Prima di tutto un richiamo al metodo del dibattito, lo abbiamo fatto altre volte, però forse è utile ripetere, capisco benissimo le osservazioni critiche di un’opposizione, che sono non solo legittime ma anche molto spesso utili, ma non capisco perché si debba arrivare a parlare di inganno fatto nei confronti della popolazione, non capisco perché si debba arrivare a parlare di tradimento fatto nei confronti della popolazione.
Io dico che la critica nel merito è giusta, ma bisogna avere anche un briciolo di lealtà nei confronti della popolazione che ascolta, una popolazione che sentendo queste argomentazioni fa emergere dentro di sé uno stato di panico. Anche il fatto di dipingere un territorio che sembra essere al collasso, dà un'immagine verso l'esterno del nostro territorio che non solo non è corretta, ma porta a fare il male verso l’esterno di questo territorio. Quindi dico che nel momento in cui interveniamo ricordiamo di essere leali nei confronti di un territorio e di una popolazione nel quale abbiamo l'orgoglio e la fiducia di continuare a vivere, lavorando insieme per migliorarlo. Tanto più che quando parliamo di questi termini ci riferiamo a persone che soffrono, che hanno bisogno di cure, che hanno delle patologie, davanti a loro credo sia più utile un approccio il più oggettivo possibile, il più complessivo possibile.
E a questo scopo ci viene da dire quello che abbiamo detto finora, ovvero che se parliamo di sanità un approccio oggettivo, il più complessivo possibile, non può prescindere dal ricordare alcuni processi che sono in corso a livello sovraregionale, che coinvolgono e penalizzano tutte le Regioni, di centro-destra, di centro-sinistra, e sono ad esempio: i tagli che la sanità ha subito nei decenni passati, anche in attuazione di politiche europee, la questione dei tetti al personale, la carenza del personale, del numero chiuso per l’accesso a certi percorsi di laurea, il presentimento che alcune emergenze che si sono susseguite in maniera sempre più continua nel tempo, portano poi alla conduzione della …
Dico che c’è però anche un livello regionale, le scelte prese negli anni precedenti dalle Giunte passate, a noi ci viene da dire, con uno sguardo il più possibile oggettivo, che talvolta sono state assunte non ancorate alle reali esigenze di un territorio, ma sono state prese delle scelte che forse erano motivate più che altro da prese di posizione di parte, motivazioni politiche nel senso deteriore del termine, forse posizioni di campanile. Il segnale che certi personaggi organici al partito ad un certo momento della loro vita scompaiono dalla vita politica e poi ricompaiono ai vertici di alcuni soggetti della sanità privata, questo è un segnale che forse ci fa dire che alcune scelte non sono state prese seguendo le esigenze della popolazione, ma altre esigenze, forse più personali.
In questo contesto però una miopia va ricordata a tutti, a beneficio di tutti, la miopia di alcune Giunte passate su quello che stava accadendo perché la mobilità passiva è andata a crescere, a posizionarsi su numeri pesanti che minano il funzionamento del sistema sanitario regionale.
Poi la miopia delle Giunte passate sui pensionamenti dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, che erano esorbitanti rispetto ai nuovi ingressi in queste professioni; poi la miopia dell'arretratezza su alcuni temi, penso ad esempio, per dirne uno, come è stato appena detto, al fascicolo sanitario elettronico. La Regione Marche si presentava al 2020, al nostro arrivo, come una delle ultime nelle classifiche nazionali in quanto ad utilizzo di questo strumento. Poi a livello regionale anche la direzione che si stava prendendo, la direzione dell’ospedale unico, convogliando gli investimenti su un unico ospedale, è evidente che direttamente o indirettamente si arrivava a ridimensionare tutto il resto, laddove non sarebbero arrivate risorse.
In un contesto delicato, quello della pandemia, la nuova Giunta e la nuova maggioranza hanno continuato in questi anni ad elaborare iniziative.
La pandemia fino alla primavera del 2022 ha evidentemente calamitato le attenzioni di tutti. Mi piace ricordare che in quel tempo qualcuno dal Partito Democratico parlava di una Giunta che stava riducendo le Marche a lazzaretto a cielo aperto, sempre volendo dare un'immagine positiva e piena di fiducia nei confronti di questo territorio rispetto all'esterno, in quello stesso lasso di tempo invece io ricordo una Regione Marche che primeggiava tra le Regioni italiane in quanto a somministrazione di vaccini, sperimentazione di cure alternative, eccetera.
Voi parlate di tradimento della parola data da parte nostra, io dico che non c'è miglior argomentazione per rispondere a questa vostra indicazione che ricordare quello che è accaduto in questi due anni e nove mesi, cioè le cose fatte. Allora ricordiamole velocemente insieme: anzitutto il fatto di ancorare le scelte politiche alle reali esigenze del territorio e della popolazione come abbiamo detto prima, e questo è avvenuto ad esempio con uno studio del fabbisogno come forse mai era stato fatto prima, anche con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche e di altri importanti e autorevoli soggetti.
E poi la questione dell'armonizzazione e dell'efficientamento della committenza al privato che si sta studiando; la riforma Asur, che è un passaggio che porta appunto ad ancorare le scelte politiche alle reali esigenze del territorio perché avvicina le scelte al territorio su cui poi quelle stesse scelte hanno effetto.
E poi questa riforma fornisce un margine di manovra e più strumenti ai Direttori delle Ast e rende sempre più strutturale e continuativo il confronto e la cooperazione con enti locali e portatori di interessi. A questo scopo ricordo anche che solo il 17 luglio scorso è stato concluso il rinnovamento totale di tutti i Dirigenti delle Aziende, delle Ast, Dipartimento e Ars, scelte basate sulla professionalità e a loro va il compito, ovviamente insieme a noi, di attuare quella riforma e per questo credo che sia doveroso mandare loro il nostro augurio.
A queste aggiungo l’Istao che conducendo un'analisi sull’efficientamento della spesa sanitaria. Non ospedali unici in questi mesi, in questi anni, ma un master plan dell’edilizia ospedaliera che supera il miliardo di euro per investimenti diffusi sugli stabilimenti ospedalieri: un avanzamento delle progettualità del Salesi, ma ben sappiamo in mezzo a molte difficoltà del nostro tempo, e dell'Inrca. Ho sentito dire che per l’Inrca c'è solo una pagina, mi piace ricordare che per l’Inrca c'è una struttura che è in piedi e nel 2020, quando invece ci avete consegnato questa Regione, non esisteva, non c'era neanche un pilastro.
Il tema del personale in questa regione: 155 borse di studio per i medici di medicina generale solo quest'anno con 3,7 milioni di euro di risorse regionali che si aggiungono alle 111 borse dello scorso anno, ai 42 contratti di formazione per medici specialistici.
Tutto è peggiorato dice qualcuno dal Partito Democratico, a noi non pare, è vero, la valutazione ministeriale dei Lea porta la Regione Marche al quinto posto, come forse era già stata prima, e va bene, il riconoscimento dell'Ospedale di Torrette come il migliore ospedale pubblico italiano secondo Agenas. Sono dati in evoluzione che ovviamente si costruiscono negli anni e con il tempo, infatti non li cito per dire che questa maggioranza ha il merito di aver raggiunto questi risultati, lo dico perché sono orgoglioso, fiero e fiducioso di vivere in un territorio in cui ci sono eccellenze, operatori sanitari, Sindaci, enti locali, associazioni, cittadini, persone che sanno di camminare insieme verso un destino comune.
Si può sempre fare di più, si può sempre fare di meglio, in questo piano gli indirizzi che ci porteranno sicuramente a fare di più e a fare meglio.
Per la prima volta il piano si fonda e si sviluppa intorno all'analisi scientifica della domanda di sanità della popolazione marchigiana, c'è l'obiettivo di recuperare la mobilità passiva e consolidare e sviluppare il sistema integrato dei servizi territoriali, poi l'obiettivo dell'innovazione e digitalizzazione del sistema sanitario, tutti indirizzi politici che sono presenti in un piano che è appunto di natura programmatica.
La storia del piano economico collegato alla piano sanitario è una bufala, a memoria non esistono dei piani sanitari di questo tipo che hanno un piano economico, non confondiamo insomma programmazione e gestione, per piacere.
Oltretutto voi parlate di un elenco di promesse che non verranno mai realizzate, da che pulpito questa affermazione, se ci sono piani non attuati a me vengono in mente i piani vostri!
Io dico che saremo migliori e sono più positivo, queste Cassandre non mi piacciono, si farà sicuramente di più e si farà meglio.
Due anni e nove mesi, è stato impostato un metodo nuovo di lavoro, fatto di confronto continuo e strutturale, analisi scientifiche e rapporti con enti autorevoli, sono state poste le basi per un’epocale riforma ordinamentale del sistema sanitario, c'è stato un rinnovamento generale del personale dirigente, l’individuazione di nuovi indirizzi politici con questo piano, al quale seguiranno evidentemente gli atti aziendali e le delibere attuative.
Dico che non viviamo in un territorio in cui tutto va male, viviamo in un territorio in cui ci sono delle eccellenze straordinarie, viviamo in un territorio in cui si sono degli operatori sanitari da rispettare, dove ci sono dei Sindaci che vogliono il bene della loro comunità, dove ci sono tante persone perbene che vogliono dare un contributo verso il bene comune, è evidente però che ci sono delle sfide enormi, le sfide del nostro tempo: vivere in una società globale, dove è difficile per chi fa politica incidere in un contesto in cui la sovranità della politica viene in qualche maniera ad essere sfumata. C'è una società complessa con bisogni crescenti, bisogni che oltretutto sono in continua evoluzione, c'è una società che è frammentata che va ricondotta ad essere una comunità improntata ai valori della solidarietà e dell'uguaglianza. In questo cammino noi ci siamo, spero che ci siate anche voi.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare di cuore la Giunta, il Governatore Acquaroli, l'Assessore Saltamartini per il grande lavoro che è stato fatto nel redigere questo piano sanitario e ovviamente non posso dimenticare la IV Commissione, il Presidente Baiocchi e tutti i componenti, i relatori che oggi hanno illustrato questo atto, i Consiglieri Ciccioli e Mangialardi.
Secondo me questo è un gran giorno, oggi in quest’Aula stiamo facendo qualcosa di grande e lo dico in modo soddisfatto. Oggi sono soddisfatto non tanto come Consigliere regionale di maggioranza, ma francamente come cittadino marchigiano e la mia soddisfazione viene dal fatto che si è andati verso una direzione che credo, come ha ricordato anche poco fa il collega Ausili, non sia quella tragica che qualcuno ha voluto dipingere in questa Aula o che qualcuno ha fatto intravedere nelle varie conferenze stampa e negli articoli che sono stati pubblicati in questi giorni.
Posso capire in alcuni casi anche il livore dell'opposizione, o la rabbia che l'opposizione ha perché vede che questa amministrazione sta andando avanti con un processo che era stato annunciato anche nella campagna elettorale del 2020, senza nessuna promessa vana, in realtà con delle cose concrete che oggi pian piano e con tutta la fatica di questo mondo …, perché nessuno dice che non ci possono essere degli ostacoli nel percorso che uno vuole portare avanti, però stiamo portando avanti un progetto in modo lineare e oggi con l'approvazione del piano socio-sanitario regionale andiamo a completare a livello di programmazione il percorso iniziato con l'approvazione della riforma sanitaria, avvenuta l'anno scorso più o meno di questi tempi, quando ancora non ero presente in Aula.
Una svolta epocale dopo 20 anni: l'abolizione dell’Asur unica, la creazione delle Ast che oggi hanno iniziato a lavorare a pieno anche con la nomina di tutti i Dirigenti, quindi un percorso che continua in modo serio.
Come al solito ci troviamo spesso a dire le stesse cose, ma ritengo che sia davvero un record che in 200 pagine di piano socio-sanitario non ci sia una sola cosa che sia giusta, è un record del mondo questo! Mi rivolgo ai pochi membri dell'opposizione che sono seduti in questo momento in Aula, ritengo che questo sia un record e dire che non ci sono emendamenti dell'opposizione perché questo piano non è emendabile, perché tutto è fatto male, mi sembra davvero una cosa fantasmagorica, qualcosa che ha dell'incredibile.
Ritengo, invece, che questo piano abbia avuto un percorso serio, di condivisione nel modo più assoluto perché so benissimo, ma lo sapete anche voi, tutti gli incontri che il Governatore Acquaroli e l’Assessore Saltamartini hanno fatto sui territori, nelle Aree vaste, incontrando i protagonisti che potevano essere coinvolti nella stesura di questo Piano, i cosiddetti portatori di interessi, parliamo dei Sindaci, degli amministratori locali, dei sindacati, degli operatori, parliamo di tutte quelle persone che sono portatori di interessi rispetto al piano.
La Commissione presieduta dal Consigliere Baiocchi ha fatto più di 130 audizioni, non so se nella storia c’è un atto che abbia avuto tutte queste audizioni e la volontà, la determinazione anche nel dare ascolto a tutti, cercando di apportare migliorie laddove possibile.
Secondo me questa è una programmazione seria, al contrario di quanto sia avvenuto negli anni della precedente amministrazione e se oggi siamo arrivati a questo livello ci sarà un motivo. Non ci siamo arrivati perché c'è qualcosa di strano, una congiuntura particolare, o questa amministrazione, come ho detto prima, non è capace di fare nulla, se siamo arrivati a questo punto è perché evidentemente c’è stata una mancata programmazione negli anni precedenti, io lo spiego così, poi, per carità, ognuno ha il proprio pensiero.
Ma non solo, aggiungo anche, come è stato detto da qualcuno che mi ha preceduto, gli interventi che sono stati già messi a terra da questa amministrazione rispetto alla sanità regionale. E’ stato detto delle borse di specializzazione in medicina generale, prima ce n'erano 5 all’anno oggi in due anni ce ne sono state 260 circa, sono cose importanti. E’ già stato detto in quest’Aula che i medici non si trovano al supermercato, se li vogliamo dobbiamo specializzarli, dobbiamo fare in modo che questo avvenga e per questo l’amministrazione Acquaroli ha messo a disposizione i fondi di bilancio, così come ha ricordato molto bene l'Assessore Saltamartini stamattina, i 9 milioni che abbiamo messo nel bilancio nel triennio proprio per incentivare i punti di assistenza, le case di comunità, e altro. Sono fondi che abbiamo destinato alla sanità, li abbiamo presi dal nostro bilancio per portare avanti questi progetti.
Ho sentito parlare anche di liste d’attesa, certo le difficoltà ci sono e nessuno le può negare, noi siamo la quinta Regione, lo ha ricordato l’Assessore prima, è ovvio che questo non ci deve consolare, non ci deve ingessare e far dire: “Ci accontentiamo di questo”, dobbiamo migliorare, ma nel piano credo che ci siano dei riferimenti specifici sulle liste d’attesa, che non sono di poco conto. Ora ne leggo qualcuno: riduzione generale del tempo di attesa, in prima istanza per le prestazioni monitorate; monitoraggio continuo della domanda e dell’offerta con studi sulla giornata media di prestazione; inserimento dei sistemi di monitoraggio del Cup, tecnologia, sviluppo ed implementazione di un programma per garantire la multicanalità. Ci sono tante cose che questa amministrazione ha previsto nel piano che chiaramente hanno bisogno di essere poi operative, e quando lo saranno? A partire ovviamente dal 2024, nel momento in cui le Ast potranno produrre i piani aziendali.
No agli ospedali unici, che era una proposta del PD della scorsa legislatura, noi abbiamo preferito garantire una sanità più diffusa sul territorio con ospedali di primo livello, senza dimenticare le realtà che sono più periferiche, perché abbiamo sempre detto che non vogliamo che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Rispondendo molto velocemente a qualcosa che ho sentito in questa discussione, dico al Consigliere Mangialardi, prima ha riferito che qualcuno diceva che non funzionava nulla nella scorsa amministrazione, credo che questo sia stato certificato dal voto dei cittadini, questa è la democrazia, sono stati i cittadini che hanno punito l’amministrazione di centro-sinistra, non certo noi. Noi avevamo un programma con il quale ci siamo presentati alle elezioni, siamo risultati credibili, abbiamo vinto democraticamente e siamo qui oggi a governare, assumendoci le nostre responsabilità.
Mi dispiace che non ci sia il Consigliere Carancini, che parla di inganno, è qualcosa di pazzesco, ma soprattutto vogliamo stendere un velo pietoso quando dà del bugiardo all’Assessore, è qualcosa di indecente, lasciatemelo dire.
Dico al Consigliere Cesetti ed alla Consigliera Ruggeri, che hanno citato la lettera dei sindacati, che noi abbiamo il massimo rispetto dei sindacati, tant’è che, come ho detto prima, sono stati convocati, sono stati auditi, abbiamo dato ampio spazio alle loro istanze, però una lettera di Cgil, Cisl e Uil non può essere il Vangelo in assoluto, è chiaro che dobbiamo prendere da quella degli spunti che riteniamo positivi, però non possiamo considerarla come il Vangelo. Ci tenevo a fare questa precisazione.
Dico anche alla Consigliera Bora, che ha ragione, è vero che dobbiamo dire la verità ai cittadini, proprio quello che non state facendo voi, voi state dipingendo, come ha detto il Consigliere Ausili, una catastrofe, se arrivasse un marziano e ascoltasse per la prima volta questa seduta del Consiglio regionale direbbe che è arrivato in un paese di pazzi. La verità è quella che i cittadini potranno appurare con le azioni che noi facciamo perché, come diceva Sant'Agostino, sono i fatti che danno+ credibilità alle parole.
Noi qui possiamo dire le parole più belle del mondo, sicuramente qui siamo tutti bravi e perfetti, possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma poi devono seguire i fatti e per far seguire i fatti c’è bisogno che ci sia il tempo per portare avanti quello che uno ha programmato, ha progettato. Sono sicuro che nel tempo questi fatti li raggiungeremo perché l'amministrazione Acquaroli sta camminando solo ed esclusivamente attraverso i fatti, quindi basta chiacchiere.
Oggi siamo soddisfatti di portare in Aula il piano socio-sanitario e sono sicuro che porterà a migliorare i servizi per i cittadini e questa è l’unica cosa che ci interessa. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Giunta, in modo particolare l'Assessore Saltamartini, il Presidente e la Commissione.
Oggi si scrive una pagina importante per la sanità regionale, approvando il piano socio-sanitario restituiamo ai marchigiani la funzionalità dei servizi socio-sanitari.
Vogliamo una sanità che funzioni, vogliamo che la nostra sanità sia un’eccellenza senza andare a guardare le altre Regioni, come è già stato detto in precedenza (Emilia-Romagna e Lombardia).
Prima di entrare nel cuore del piano mi permetto di fare alcune precisazioni dopo aver ascoltato ciò che hanno detto i colleghi della minoranza.
Avete utilizzato delle parole molto forti come “sanità dell'inganno”, avete dato del bugiardo all'Assessore Saltamartini, “sanità dell'inganno” ripetuta continuamente, Assessore, perché nel programma elettorale abbiamo detto alcune cose non vere, come l’apertura di 13 ospedali. Allora vi invito, l’ho già detto un anno fa, a guardare il programma del Presidente e se qualche Consigliere, anche la sottoscritta, ha detto qualcosa di diverso se ne assume la responsabilità, ma quello che fa fede, l’ho detto altre volte, è il programma scritto, i 10 punti, non le cose che personalmente può dire chi era candidato. Ci si attiene al programma, chi non lo fa se ne assume la responsabilità di fronte all'elettorato.
Non c’è la fattibilità economica, questo è un atto di indirizzo politico, così come ha detto la Consigliera Acciarri, una volta approvato il piano socio-sanitario ci saranno atti aziendali. Ricordo a tutti che la sottoscritta è stata Consigliera di minoranza per cinque anni, allora qualcosa posso dire. Nel gennaio 2020 si è approvato un piano socio-sanitario senza piano economico, lì andava bene, Assessore, Presidente, lì andava tutto bene, qui invece no, è tutto da rifare, non c’è la fattibilità economica!
Poi ho sentito qualcuno dire che sono rimasti due anni e che questa è campagna elettorale; la Consigliera Bora ha detto: “Mancano tre anni e allora non avete scuse per non fare”, mettetevi d’accordo, se questa è campagna elettorale o una prova per le future elezioni regionali.
Nel 2018 è stata lanciata la casa della salute, questo Assessore lo ha ripetuto anche lei, Ostra Vetere, Serra de’ Conti, Calcinelli, Sassoferrato, andiamo a prendere un comunicato, se quelle case della salute hanno visto la luce. Voglio ricordare qui che era aprile o maggio del 2023 quando a Sant’Elpidio a Mare abbiamo inaugurato il Polo sanitario dei medici di medicina generale, un’eccellenza non solo per la provincia di Fermo, Consigliera Acciarri, ma anche per la Regione Marche. Noi non facciamo annunci, lo stavo dicendo con l’Assessore e con il Presidente, ma abbiamo in programma di inaugurare altri Poli sanitari, nella mia provincia ed anche nella regione.
Vedete, noi non facciamo annunci, facciamo i fatti, cosa che voi nel 2018 avete lanciato, ma non avete fatto nulla, allora da quale pulpito arrivano queste dichiarazioni.
La mobilità passiva, questo è un tema molto caro alla sottoscritta, sapete perché? Perché io ero in minoranza ed ero sempre la relatrice di minoranza per il bilancio, allora nel giudizio di parifica, che veniva effettuato quando c’era il bilancio consuntivo, la sottoscritta, visto e considerato che la sanità rappresenta oltre il 70% delle risorse regionali, andava a guardare la mobilità passiva, che è indice di una sanità non sanità. Sapete che era raddoppiata nel corso degli anni? Io ho tutti i giudizi di parifica e quando ero in minoranza nella discussione del bilancio consultivo non dicevo che quello che faceva la maggioranza era un gran caos, no, dicevo di andare a vedere i dati perché - questo è sinonimo di inefficienza - la mobilità significa che i marchigiani andavano a curarsi fuori regione. Non accusavo come state facendo voi, noi parlavamo e dicevamo che era un indice importante ed è importantissimo, perché dal 2016 al 2019 la mobilità è aumentata, in qualche anno si è raddoppiata, nel 2021 vi dico che si è ridotta, ma perché? Non possiamo dire perché ci siamo noi, no, perché c’è stata la pandemia, quindi siamo obiettivi, ma bisogna esserlo, colleghi Consiglieri, altrimenti facciamo demagogia.
La mobilità passiva dal 2016 al 219 è quasi raddoppiata, nel 2020/2021 con la pandemia è scesa, ma non è merito nostro, e lo diciamo, non è tutto merito nostro, è merito del fatto che con la pandemia le persone non uscivano fuori dalla regione.
Andiamo alla mancanza dei medici, c’è stato un errore, Presidente, e sa qual è stato? Noi non abbiamo denunciato quello che abbiamo trovato, l’ho detto nelle prime riunioni, non abbiamo denunciato e questo è un male perché poi nei prossimi anni vedrete quello che succederà.
Mi sono stampata una relazione che arriva proprio dal fermano: “La dotazione organica dell’ospedale Murri è stata negli anni gravemente depotenziata”. Nel 2020 quando siamo arrivati ero in studio con altri medici, chiamai l’Assessore Saltamartini ed il Presidente dicendo: “Dobbiamo mettere in evidenza quello che è accaduto nel corso degli anni perché poi la colpa è la nostra. Questa relazione datata ottobre 2020 ve la leggo: “La dotazione organica dell’ospedale Murri è stata negli anni gravemente depotenziata, si è passati da un organico dei medici di circa 290 ad una dotazione organica di 258 nel 2018, 250 nel 2019, 237 nel 2020”. Ragazzi, scusate, è inutile fare demagogia, andatevi a vedere i numeri, questo arriva dall'ospedale Murri di Fermo: “Si è utilizzato personale medico afferente ad alcune cooperative - chiamai l’Assessore e gli chiesi se conoscesse l’esistenza di queste cooperative – per far fronte alle esigenze dell'emergenza-urgenza, continuità assistenziale, guardia notturna e festiva, per i dipartimenti chirurgico, medico e della pediatria, e nell'ultimo anno per far fronte alla continuità assistenziale dei reparti Covid. Anche per il personale del comparto è avvenuto un decremento, personale inserito con contratti a tempo indeterminato e determinato. Si è passati da 879 unità nel 2017 a 836 nel 2020”, allora significa che non c’è stata una programmazione, parlo del fermano perché questa relazione arriva ad ottobre 2020.
Mobilità passiva: la sottoscritta non ha mai accusato, lungi da me dal fare una opposizione distruttiva, l’ho fatta costruttiva, però ho denunciato per far capire che la mobilità è un indice importante e fondamentale per una Regione.
Per quanto riguarda il personale, i medici che non ci sono, non c’è stata una programmazione, colleghi ma di cosa parliamo?
Anche ad Amandola abbiamo potenziato quello che c'è, questo per non fare affidamento soltanto su un ospedale. Non abbiamo fatto nulla, però i politici a volte parlano, fanno demagogia e non guardano i dati, magari guardandoli qualcuno potrebbe riflettere. I dati sono questi.
Alla fine non abbiamo denunciato quello che abbiamo trovato, sbagliando, a causa del buonismo del Presidente e della Giunta, invece andava denunciato perché la relazione fatta dall'ospedale di Fermo potevamo averla, Presidente, per tutti gli altri nosocomi e lì potevamo fare una bella campagna elettorale fino alla fine, invece non l’abbiamo fatto per correttezza e onestà.
Noi vogliamo il bene della nostra regione, quindi vi invito a collaborare perché ne vale della nostra regione, è inutile continuare a fare sempre demagogia. Io ero all’opposizione mi basavo sui dati e non venivo presa in considerazione, si faceva finta di non sentire, eppure erano i dati della Corte dei Conti. Ve li porto la prossima volta perché ce li ho tutti.
Oggi ci venite a dire che questo piano socio-sanitario non vale nulla, assolutamente no, è un indirizzo politico, poi ci saranno gli atti, questa è una svolta epocale. Noi siamo orgogliosi di approvarlo e per questo il plauso va soprattutto al Presidente e all'Assessore Saltamartini, alla Giunta, ai Consiglieri, a coloro che hanno lavorato in prima persona.
Questo è un atto importante, quindi, colleghi Consiglieri, non fate finta di non ascoltare, così come facevate quando eravate maggioranza ed io all'opposizione facevo vedere i dati. Complimenti a tutti.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Noi oggi speravamo di discutere un piano che mantenesse le tante promesse della campagna elettorale e invece a distanza di tre anni ci rendiamo conto che molte di quelle promesse, con cui sono state vinte le elezioni, oggi non sono state mantenute e nemmeno questo piano socio-sanitario prevede purtroppo di mantenerle.
Inizierei proprio dalla famosa riapertura dei 13 ospedali che definivate chiusi. Siamo arrivati al punto di sentirvi dire oggi in Aula che non avete mai promesso di riaprirli, quindi mi sono trovata al volo una prova per rinfrescarvi la memoria, questa è una foto della Presidente del Consiglio a Fossombrone insieme al Presidente Acquaroli, esattamente tre anni fa, dicevano (video su you tube): “Ripristineremo questo servizio, riavrete l’ospedale tale e quale con tutti i servizi”. Sono passati tre anni e probabilmente avete perso la memoria. Cosa è successo a Fossombrone? “Presidente di Fratelli d’Italia: siamo qui davanti a quello che rimane dell’ospedale”. Ringraziate di quello che avevate! Oggi che succede a Fossombrone? La cosa imbarazzante è che viene persino presentato un emendamento dalla maggioranza, non è bastata la Commissione guidata dal Presidente di Fratelli d’Italia, ma lo stesso Presidente di Fratelli d’Italia presenta degli emendamenti al piano che lui ha licenziato in Commissione. La maggioranza presenta un emendamento per riaprirlo, ma fino a che punto vogliamo arrivare a prendere in giro i cittadini di Fossombrone dopo tre anni.
Andiamo avanti, da Fossombrone passiamo a Sassocorvaro, anche qui tanti spot. Sono stata la prima a dire che a Sassocorvaro, purtroppo, i cittadini avevano subito un depauperamento dei servizi inappropriato, l’ho detto anch’io in campagna elettorale perché mi rendevo conto che quel territorio aveva subito dei tagli importanti, ma non pensavo che oggi potessimo arrivare a questo.
Avevate promesso che sarebbe tornato un ospedale pubblico con tutti i servizi ai cittadini, ma perché quando avete avuto l’opportunità finalmente di avere soldi e risorse per farlo tornare pubblico non lo avete fatto? C’erano fondi a palate dal Pnrr per ristrutturare la seconda parte della palazzina ancora chiusa, in stato di degrado, e vi siete rifiutati di farlo. Voglio ricordare a questo proposito che Sassocorvaro era un ospedale gestito da una società privata perché all’epoca non c’erano tutte le risorse che abbiamo oggi e grazie a quella società era stata ristrutturata una parte di palazzina, il primo blocco dell’ospedale di Sassocorvaro, ma il secondo blocco dovevate ristrutturarlo voi, e invece è ancora chiusa e lasciata al privato. Non è tornato nemmeno al pubblico, è rimasto un ospedale gestito da privati perdendo le risorse del Pnrr.
Passiamo a Cagli, altro ospedale che promettevate di riaprire. Siete stati a Cagli a parlare con i cittadini? Fortunatamente in questo caso avete preso le risorse del Pnrr e si prevede un nuovo ospedale, ma è stata scelta una sede a caso con il malcontento di tutti i residenti Poi vi chiedo: l’attuale Celli nel centro di Cagli, in uno stato di degrado, che fine farà? Nel momento in cui questo ospedale verrà dichiarato inagibile, probabilmente presto, dove metterete gli attuali servizi che sono al suo interno, visto che l’altro ancora non c’è nemmeno un progetto di fattibilità pronto? Probabilmente questo territorio rimarrà senza ospedale per anni, altro che tante promesse, visto che il progetto ancora non è nemmeno di fattibilità.
Passiamo a Pergola. Voglio ricordare che Pergola manteneva la funzione per acuti già dal piano del 2012/2014 in funzione della sua collocazione geografica, della viabilità, dell’organizzazione interna, insieme ad Amandola era già un ospedale, quindi non è stato fatto nessun regalo a questo territorio da questa Giunta, già nel piano 2012/2014 era considerato un ospedale per acuti con delle deroghe.
Per quanto riguarda i tre ospedali di comunità, Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro, in base all’attuale normativa non si dovrebbero svolgere attività per acuti, il nuovo piano socio-sanitario però prevede che si facciano la stabilizzazione dei pazienti e l'eventuale trasporto al pronto soccorso nel dipartimento di emergenza e accettazione di riferimento attraverso la rete del 118. C’è scritto nel piano: “con una osservazione breve e non intensiva”, ma cosa significa? Di cosa stiamo parlando? Se un paziente è in fin di vita c’è un’osservazione breve? Ci sono delle definizioni che nessuno, nemmeno i medici, hanno capito in questo piano. Potenziare poi i servizi diagnostici, di radiologia, di laboratorio analisi e alcune non meglio precisate degenze in una totale carenza di medici.
Prevedete anche per Fossombrone di spolpare l’ospedale vicino di Urbino, come avete già fatto con Pergola? Perché vi ricordo che l’ospedale di Urbino è alla frutta. I medici al pronto soccorso sono quasi tutti di una società privata, pagati 140 euro all’ora, si rifiutano di lavorare nel week end, mentre quelli che paghiamo noi del Servizio sanitario pubblico guadagnano circa 30 euro l’ora, subiscono turni massacranti e lavorano anche nei week end. E come ho già fatto presente in una mia interrogazione all’Assessore Saltamartini non è solo una questione economica sempre sulle nostre tasche, ma i medici della società privata, che non chiamo cooperativa perché sono sempre di più società private, non sono nemmeno controllati, non sono accreditati, non hanno dato un concorso, lavorano tre giorni a settimana ed arrivano a guadagnare 9.000 euro al mese. Voi come sosterrete questo piano con tutti questi ospedali? Chi manderete a lavorare prossimamente di nuovo a Pergola, Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro? Ve lo chiedo perché siamo preoccupati perché non si parla solo di quantità, ma anche di qualità di servizi offerti.
Poi vi darò un dato importante riguardo ai medici, continuate a parlare di carenza di medici, ma vi ricordo che 1.000 medici quest’anno tra i 20 e i 30 anni sono andati via dalle Marche ed hanno scelto altre regioni, devo dirvi io perché? Parlate di mobilità passiva raddoppiata, ma lo scippo più grande l’ha subito la mia provincia. Avevamo in programma un ospedale che continuate a chiamare unico, ma non era unico, era un ospedale nuovo come quello di Torrette, ce l’avete fatto perdere ed aveva la possibilità di bloccare la mobilità passiva, era nato per questo, era l’ospedale che a Pesaro e Fano avrebbe messo uno sbarramento totale alla mobilità passiva, ce lo avete fatto perdere. Lo scippo più grande l’ha subito la mia provincia dove avete bloccato un progetto importante e avete persino mantenuti chiusi – come li chiamate voi - gli ospedali che definivate chiusi.
Vedo che non potrò leggere tutta la mia relazione perché sto finendo il tempo, ma passo ad un altro punto che mi sta molto a cuore, quello delle lunghe liste d'attesa del CUP. Anche su questo è stata fatta la campagna elettorale intensa, io stessa avevo messo in evidenza che era un problema da risolvere, ma nel piano socio-sanitario, sinceramente …
PRESIDENTE. Ci sono delle riprese fuori dall’Aula, nell’ambito in cui l’Aula è situata, non si possono fare. C’è la seduta streaming e da lì il Consigliere può rilanciare, questo per evitare disparità di trattamento.
Micaela VITRI. Capisco la procedura, ma oggi noi dell’opposizione dobbiamo subire ogni tipo di censura, cosa che è sempre stata fatta per tutti. Oggi nemmeno il video del mio collaboratore.
Invito tutti a leggere a pagina 131/132, si parla di risolvere il problema delle lunghe liste d’attesa con un’analisi di customer satisfaction sul CUP, che io pensavo fosse una barzelletta, persino dopo tre anni dobbiamo pagare qualcuno che faccia l’analisi sulla soddisfazione del CUP? Siamo seri? Tre anni fa eravate voi in campagna elettorale a dire che lo volevate stravolgere, rinnovare, risolvere e adesso dovete fare una analisi perché non sapete cosa non funziona nel CUP? Tra l’altro il problema non è il CUP, non sono le centraliniste e i centralinisti che fanno il loro lavoro, ma sono le prestazioni sanitarie che date al centralino da mettere a disposizione, quelle prestazioni sanitarie che in questo piano non dite in nessun modo come aumentare. E’ questo il problema, non è il CUP e l’indagine di soddisfazione, customer satisfaction, che prevedete di fare.
Altro punto importante, a proposito di aumentare le prestazioni mediche ho fatto una interrogazione, l’Assessore Saltamartini mi ha risposto che per ridurre le liste d’attesa aveva previsto uno stanziamento di 9 milioni di euro, ma come saranno stanziati? Saranno dati al privato con delle convenzioni? Saranno dati ai medici, al personale sanitario? Non è stato chiarito, addirittura mi ha risposto che una soluzione è il doppio binario al pronto soccorso, provo un po’ di imbarazzo, ma glielo devo ricordare, Assessore, il doppio binario al pronto soccorso c’è già da 5 anni, a Pesaro e a Fano c’è già.
Il terzo punto che vorrei evidenziare è quello della prevenzione, si parla di piani mirati sulla prevenzione, ma non si dice nulla rispetto al sotto finanziamento della spesa sanitaria in questo ambito, siamo al 2,8% mentre dovremmo essere almeno al 5%. Com’è aumentata la prevenzione?
Passiamo al punto delle politiche di risorse del personale medico sanitario. Qui avrei avuto bisogno di altri 10 minuti perché purtroppo la prima vera novità sulla spesa è che il Presidente Acquaroli il 15 maggio ha firmato la delibera 674 in cui abbiamo già perso 1.135.000,800 euro per pagare i nuovi dirigenti delle Ast, ma non ci sono soldi per i medici, sul tetto di spesa non avete fatto nulla. Il problema era il tetto di spesa al personale medico, avete fatto qualcosa per toglierlo? No, però 1.135.000 per i nuovi dirigenti delle Ast e i loro staff li avete trovati in un secondo con una delibera firmata il 15 maggio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Il grande problema della sanità dei nostri territori, della nostra regione ed anche dell'Italia è attualmente l’assoluto sotto finanziamento della sanità pubblica e, Presidente, in questo sotto finanziamento della sanità pubblica c'è un riconoscimento ai sanitari assolutamente inferiore rispetto a quello che meriterebbero.
Voglio dire che c'è qualcuno che paga i medici di più, penso al privato accreditato, che ci porta via tanti medici, penso, come ha detto la Consigliera Vitri, alle cooperative e non si capisce perché qualcuno non metta un tetto di spesa, anche le cooperative ci portano via medici in pensione, ma anche medici che non sono in età pensionabile.
Noi dobbiamo fare come fanno gli arabi, che portano via i calciatori europei a stipendi molto più elevati.
Credo che il Governo debba entrare in competizione con queste strutture, con il privato accreditato, con le cooperative, con i Paesi esteri, intendo: Svizzera, Germania, Inghilterra, che pagano i medici tre volte di più rispetto a quello che riusciamo a dare noi.
Se non riusciamo ad entrare in questa ottica, che purtroppo è un'ottica di competitività, anche economica, non riusciremo a trattenere i medici del nostro territorio, che sono fondamentali per mandare avanti la sanità pubblica.
Il gioco è tutto qua, c'è un sotto finanziamento della sanità pubblica e il personale sanitario che ci manca è perché in termini di concorrenza c'è qualcuno che porta via queste figure. 1.000 medici trentenni sono andati realmente via dalla nostra regione, dai nostri territori, per andare a lavorare all'estero. Mediamente un medico su due dei neolaureati va a lavorare all’estero perché viene pagato tre volte rispetto a quello che gli possiamo dare noi e questo non è competenza della Regione, qui c’è il contratto collettivo nazionale di lavoro.
La sanità è una materia concorrente con lo Stato, bisogna che lo Stato investa molto di più rispetto al 6,5% di Pil che oggi viene investito in sanità. Il tema è tutto qui: va investito di più in termini pubblici perché così potremmo trattenere tutte le figure che formiamo.
Attualmente i laureati sono molto pochi, frutto e conseguenza di quel numero chiuso, assurdo, che ha negato il diritto allo studio per i medici, gli infermieri ed anche per tante altre figure, dal 1987 in poi.
Tutti i partiti si sono piegati a questa logica, partiti di destra e di sinistra, in quanto hanno seguito una direttiva europea, solo la Lega Nord dell’allora Segretario federale votò contro il numero chiuso alla facoltà di medicina ed a tutte le facoltà perché questo negava il diritto allo studio. Pensate da dove partiamo, dal 1987 c’è il numero chiuso in questo Paese.
Ovviamente i fabbisogni non sono stati minimamente considerati, non sono state considerate le curve pensionistiche, ancora non abbiamo toccato il fondo perché la curva pensionistica peggiore sarà quella del 2026, quando andranno in pensione un numero di medici impressionante, che potrebbe vanificare questo documento, che secondo me non è un brutto. E’ evidente, questo piano socio-sanitario si poteva fare presumibilmente anche meglio, ma non è in sé un brutto documento, tocca più o meno tutte le frange della sanità, ma il problema sarà concretizzarlo, metterlo in pratica, calarlo sui territori. Questo è il vero problema, è qui la scommessa sanitaria di questa Regione, ma il problema sarà per tutto il nostro Paese in quanto siamo legati a queste due logiche: il sotto finanziamento della sanità pubblica e la carenza di personale, che si può trattenere aumentando quel finanziamento.
E’ un altro problema l'invecchiamento della popolazione. Assessore, lei è un uomo che ha avuto grandissimo coraggio e la stimo molto e lei lo sa, ci vuole coraggio con questi scenari futuri, senza fare demagogica, ci vuole coraggio a prendere un Assessorato pesante come il suo. Le dirò che insieme al Presidente siete venuti molto spesso nei territori, e vi ringrazio di essere venuti anche nel territorio della mia provincia, anche in zone magari non proprio vicine alla costa dove è più facile arrivare, magari con poco da offrire. Avete avuto il coraggio di venirci, e queste è molto perché vuol dire confrontarsi con i cittadini, confrontarsi con gli operatori sanitari, che sono profondamente in difficoltà in questo periodo.
Vi voglio estrinsecare questo sentimento, non c'è soltanto una popolazione che è alla ricerca ed ha aspettative in termine di risposte del servizio sanitario pubblico, ma c'è una serie di operatori sanitari palesemente in difficoltà perché nella fuga dal pubblico verso il privato accreditato quei pochi che rimangono nel pubblico sono costretti a fare turni massacranti, che li espongono spesso anche a questioni di tipo legale, dato che si fanno più errori lavorando come animali dentro i reparti. E’ più facile per un sanitario che lavora d'intelletto fare una valutazione clinica sbagliata, quindi ad errare di più. Quei pochi che rimangono lavorano in condizioni non facili. Penso al Presidente dell'ordine dei medici di Ancona, che diceva proprio questo, negli ultimi 6, 7 anni già da prima del Covid gli operatori sanitari lavoravano in condizioni di pressione, non vi dico dal Covid in poi, è un delirio, la pressione sanitaria è enorme, ve l’assicuro, ed è anche non adeguata.
Vedo decine di persone fruire del pronto soccorso e qui, Assessore, bisogna cambiare la cultura, c'è un numero impressionante di persone che va al pronto soccorso perché dice che se ci va con un codice bianco, un codice giallo, un codice verde, una volta dentro riesce a fare subito un'ecografia, una risonanza, quello che occorre. Bisogna creare cultura nella popolazione, non è vero che non c'è il filtro dei medici di medicina generale sul territorio, è che la gente bypassa il medico di medicina generale e va direttamente al pronto soccorso perché, Presidente, a quel punto ha gratuitamente una prestazione di diagnostica strumentale, subito, sennò è costretta ad andare dal privato.
Ci sono tante altre questioni come quella, da rimuovere, della medicina difensiva. I medici ormai fanno medicina difensiva per paura di prendere delle denunce, ma sapete quanto costa la medicina difensiva? Vuol dire prescrivere un numero impressionante di esami di cui molto spesso non c'è bisogno, e questo aumenta i costi sanitari. Prescrivere molti più farmaci per fare medicina difensiva vuol dire farmaci che non dovrebbero essere prescritti.
Tante sono le questioni che si muovono in sanità, sono tante e qui, amici, c'è poco da fare demagogica, bisogna stare tranquilli, secondo me, e prendere atto che i problemi in sanità sono un'enormità e se si riesce un po’ alla volta di limarne qualcuno, già abbiamo fatto qualcosa.
I medici di medicina generale, vi rendete conto che vanno in pensione appena possono perché non ne possono più della pressione sanitaria che subisco. Chiaramente nei paesi preappenninici, nei paesi di montagna nessuno ci va più anche perché se uno può scegliere non va a lavorare al fronte, quindi non fa il medico di medicina generale, non va nel 118, non va nel pronto soccorso, non va a fare il medico penitenziario, non va nei posti di front-office, va a fare il dermatologo, l'ematologo, l'endocrinologo, tutte specialità più tranquille e ovviamente meno faticose. Come si fa a riportare tutti questi medici in queste postazioni? E’ difficilissimo perché i medici non ci sono.
Nel nostro distretto abbiamo un Direttore molto bravo il quale grazie alle conoscenze ed ai rapporti che ha intessuto riprende i medici andati in pensione tra i medici di medicina generale e chiede loro in ginocchio di andare a rifare il medico di base laddove la zona carente è andata deserta. Trova il medico per Montegrimano, trova il medico per Sassocorvaro, trova il medico per Piandimeleto. Lì, Assessore, c’è da fare una questione, questi medici che rimandiamo nei territori …, sennò non ci sono, sono pochissimi i laureati in medicina, basta guardare nei nostri giovani laureati in medicina, non esistono, sono pochissimi, uno o due per paese. Ne vanno in pensione 5 e ce ne sono 1 o 2 due sul mercato e la metà di quelli se ne vanno all'estero o vanno nel privato perché paga di più. C’è poco da fare.
Tu riaccedi a quelli andati in pensione e quanto gli puoi dare? Gli possiamo dare circa 40 euro all’ora, ma potrà essere quella la cifra per riprendere un medico in pensione che va a Sassocorvaro, Montegrimano, Lunano, Piandimeleto, Tavoleto e via via in tutte queste postazioni? Li riconquisti magari per qualche mese, ma dopo un po' non ci vanno più e quelle postazioni rimangono senza medico di medicina generale. Non si riescono a trovare, né noi né nessun’altro perché non esistono, non ci sono laureati in medicina.
Voi capite che su questo tema potrei parlare molto, ma dico che con coraggio cerchiamo di stare sul pezzo.
Voglio ringraziare il Presidente e la sua Giunta, l'Assessore Saltamartini e tutti quanti si sono spesi su questa vicenda veramente complessa; voglio ringraziare anche il Presidente Baiocchi, che è stato bravissimo perché in Commissione sanità abbiamo lavorato tantissimo, abbiamo fatto un numero di audizioni impressionanti che ci hanno fatto leggere qual è il tempo che viviamo in sanità. Sindaci, sindacati, associazioni, non so quanta gente abbiamo incontrato, siamo stati molto bravi, ora l'analisi ce l’abbiamo e la terapia è difficilissima. Le sirene dell'opposizione secondo me lasciano il tempo che trovano perché qui c’è il gioco delle parti, che, devo dire la verità, molto spesso mi annoia. Grazie.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla Consigliera Casini, la do all’Assessore Baldelli che si era prenotato, ma inavvertitamente avevo cancellato.
L’altra indicazione che do fin d’ora e che dopo l’intervento del Consigliere Biancani, c’era quello del Consigliere Serfilippi che egualmente avevo messo in fondo, vi chiedo scusa.
Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. La ringrazio anche per aver corretto l'errore nella gestione dei lavori, sono venuto da lei quando ho visto che quell'iscrizione non era correttamente riportata nei nostri schermi perché ho sentito delle parole che non accetto. Non accetto che la Consigliera d'opposizione Vitri dica che questa Giunta regionale, che questa Assemblea legislativa, sta perpetrando un inganno vero nei confronti della comunità regionale. Se il nostro è un inganno ciò che ho sentito è un'allucinazione.
Prima cosa, che il Presidente del Consiglio, allora non ricopriva un incarico di governo, non avrebbe rispettato ciò che aveva promesso di fronte all'ospedale di Fossombrone.
Siccome io c'ero, come tanti altri, perché quello è il mio territorio e per quel territorio ho combattuto contro chi, come lei, sosteneva una parte politica che chiudeva gli ospedali, che toglieva i diritti ai cittadini del nostro territorio, che faceva morire sulle ambulanze i cittadini del nostro territorio che dovevano percorrere decine e decine di chilometri per raggiungere il primo pronto soccorso utile o il Dea di primo livello nel nostro territorio, non accetto queste parole nei confronti della Giunta regionale di Acquaroli e dell’Assessore Saltamartini, compresa l'Assemblea legislativa tutta che sta cercando di correggere con difficoltà e con i tanti ostacoli, che voi ponete anche oggi con la vostra discussione faziosa e capziosa, i problemi della sanità di questa regione, che qualcuno ha creato e che noi abbiamo trovato e dobbiamo gestire.
E allora io che cosa ho fatto? Lei ha fatto vedere un video, io quel video me lo sono riscritto tutto mentre lei interveniva, e allora sentiamo quello che ha detto il nostro Presidente del Consiglio: “Siamo di fronte a quello che rimane dell'ospedale di Fossombrone, uno dei tanti ospedali depotenziati da una sinistra che, in questo territorio, ha chiuso almeno 13 ospedali, seguendo le indicazioni del Governo nazionale – riferimento chiaro al Decreto Balduzzi, noi siamo corretti quando ci esponiamo anche nei confronti dei nostri oppositori e pretendiamo la stessa correttezza - tagliando risorse e di fatto creando pazienti, cittadini di serie A e cittadini di serie B. In questo territorio dell'entroterra se ti senti male di notte, se accade qualcosa, devi fare chilometri e chilometri perché l'unico ospedale vero che esiste è quello di Pesaro - nessuno dimenticherà che con l'ospedale unico si voleva chiudere anche l'ospedale di Fano, spero che non si negherà anche questa realtà e questa verità - l'unico pronto soccorso, l'altro pronto soccorso, è ad Urbino e per tutto il resto dell'entroterra non c'è niente. E’ il risultato di una riforma voluta dalla sinistra, gli ospedali unici provinciali, grandi concentrazioni che in qualche maniera lasciano centinaia di migliaia di cittadini senza diritto alla salute, che noi vogliamo completamente ribaltare con Francesco Acquaroli, perché anche il coronavirus ha dimostrato che la sfida della sanità è invece la presenza capillare sul territorio, per cui vogliamo passare dagli ospedali unici provinciali ad una rete della salute su tutto il territorio marchigiano”, e qui si inserisce il Presidente Acquaroli: “Sì, noi vogliamo riportare i servizi sui territori, non vogliamo riforme ideologiche, ma calate nella realtà e nella quotidianità”.
Queste sono le esatte parole citate dal Presidente …
(interventi fuori microfono)
PRESIDENTE. Vi prego di non interloquire.
Francesco BALDELLI. Presidente, non ho timore nemmeno delle interruzioni e del mancato rispetto del Regolamento di cui la Consigliera Vitri si lamenta, un Regolamento che è stato fatto dal centro-sinistra, non è sicuramente stato fatto da questa maggioranza di centro-destra, quindi le regole vanno bene quando il centro-sinistra governa e quando governa il Presidente Acquaroli o la Presidente del Consiglio Meloni quelle regole scritte dalla sinistra non vanno più bene perché si rivolgono come una clava contro loro stessi. Allora voglio capire chi è democratico e chi no in una Assemblea legislativa, se le regole sono democratiche solo quando governa la sinistra e quando governa il centro-destra, che usa le stesse regole del centro-sinistra, non sono più democratiche.
Presidente, non si preoccupi, mi possono anche interrompere, anzi mi danno un po’ più di energia.
Volevo, Presidente, utilizzare un po’ meno del tempo per velocizzare i lavori, ma siccome mi dicono di leggere tutto ciò che ha detto il Presidente Acquaroli, lo leggiamo: “Noi vogliamo ripristinare e riportare i servizi sui territori perché crediamo che sia fondamentale per tenere le comunità unite e forti, per evitare lo spopolamento e per garantire i servizi essenziali di cui queste comunità hanno assolutamente bisogno. La sanità deve essere spalmata e deve essere in grado di sostenere tutto il territorio regionale e non può essere il privilegio di qualcuno - magari di chi si costruiva l'ospedale sotto casa, magari anche unico - noi non vogliamo più riforme ideologiche, ma vogliamo riforme che siano calate sulla realtà e nella quotidianità, che sappiano rispondere alla quotidianità dei nostri concittadini”. Grazie Presidente Acquaroli perché da cittadino di Macerata, da cittadino della costa, sta difendendo la sanità marchigiana da nord a sud della regione, dalla costa all'entroterra, dai grandi ai piccoli centri. Avevamo bisogno non di un Presidente di Pesaro, che chiudeva gli ospedali di Pesaro, ma di un Presidente di Potenza Picena e del maceratese per dire che a Fano ci deve essere un ospedale, per dire che a Pergola ci deve essere un ospedale, per dire che Urbino dev'essere rafforzato, per dire che a Sassocorvaro vogliamo il potenziamento dei servizi, per dire ciò che si dice nelle pagine 109, 110 e 111 del piano socio-sanitario regionale, che ha scritto l'Assessore Saltamartini insieme al Presidente Acquaroli e alla Giunta mediante il confronto con i territori.
Se si viene in Aula bisogna saper leggere i piani e gli atti programmatori della Regione ed allora io lo voglio leggere perché a pagina 110 si parla di una Regione che riconosce finalmente all'ospedale di Amandola il pronto soccorso, che qualcuno aveva cancellato, a pagina 111 si dice: “Al fine di potenziare il modello assistenziale, in particolare nei territori interni”, qualcuno ha citato Cagli, il Comune capofila dei territori interni, qualcuno ha citato Fossombrone, Comune a metà valle dove tutti i servizi erano stati cancellati. Allora che cosa diciamo nel piano: “in particolare nei territori interni in coerenza con quanto previsto dalla normativa nazionale - è chiaro una Regione non può violare la normativa nazionale - si intende integrare le attività erogate all'interno delle strutture sopradescritte in termini di risorse umane, strutture, tecnologie, percorsi e livelli di prestazione erogabili, piano economico finanziario. Per quanto riguarda le strutture territoriali di Fossombrone, Cagli, e Sassocorvaro, che sono poste in aree svantaggiate della provincia di Pesaro e Urbino, come anche l'entroterra della provincia di Ascoli Piceno per le condizioni del territorio, climatiche e di estensione territoriale, oltre alla ridotta potenzialità della medicina primaria per lo scarso numero dei medici di famiglia e le caratteristiche demografiche della popolazione residente, si prevede quanto di seguito: per le strutture di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro l’indirizzo - poi i piani aziendali lo dovranno concretizzare - è quello di potenziare i servizi di diagnostica, i servizi di laboratorio, laboratorio analisi, le specialistiche ambulatoriali”. Per chi non lo sa facciamo un po’ di didattica di edilizia sanitaria-ospedaliera, sono anche le camere operatorie per la bassa complessità dove si può fare il day-surgery nonché i punti di emergenza urgenza e le degenze. Sapete in capitolo è del piano sanitario? Nelle strutture in aree disagiate che sono strutture ospedaliere, il che consiste nel fare quello che ha detto l’allora Presidente di Fratelli d’Italia: no agli ospedali unici, sì alla rete territoriale per la salute, per cui alcuni servizi possono essere attivati anche in quei presidi dove non ci sono le distanze minime previste dal decreto 70, tanto che l'Assessore Saltamartini, mi ci sono confrontato poco fa, che cosa ha previsto? Quello che ha fatto l'Emilia-Romagna, quello che ha fatto l’Umbria, prevedere dei servizi che dipendono da altre strutture ospedaliere e che rispondono al fabbisogno di salute di quelle comunità.
Il centro-sinistra aveva chiuso quelle strutture, qui c’è il tentativo del Presidente Acquaroli, dell'Assessore Saltamartini, della Giunta regionale, dell'intera Assemblea legislativa di investire risorse per restituire i servizi che servono ai cittadini. Questo è stato detto, lo vogliamo dire in termini elettorali o quello che dicevano i Sindaci? Si chiama patto di Piagge che sfrutta al massimo il decreto 70, ciò che non è stato fatto dalla Giunta precedente, e cerca di riattivare progressivamente i servizi.
Questa è la verità! Allora se l’allora Presidente di Fratelli d’Italia non mantiene le promesse qualcuno ha le allucinazioni e quelli non siamo noi.
Sulla programmazione sanitaria, perché mancano i medici? Cari Consiglieri regionali, perché qualcuno non ha programmato la sostituzione, ad esempio, dei medici di base, volete sapere quanti medici di medicina generale sono nati nel 1954 e sono in servizio? 107. Volete sapere quanti sono nati nel 1989 e non li abbiamo assunti noi per sostituire quei 107? Un solo medico di medicina generale, e chi governava prima di noi pensava di sostituire 107 medici con un solo medico assunto nato nel 1989? Allora, io dico di lavorare insieme, per ricostruire la sanità della nostra regione perché sarà un percorso difficile in un momento difficile.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi sarebbe piaciuto sentire e ascoltare un intervento sul piano socio-sanitario perché una parte degli interventi è stata contro il PD, una parte degli interventi è stata contro la precedente Giunta, un’altra ha sottolineato, come ha sottolineato il Consigliere Ciccioli, le carenze e le criticità, però del piano socio-sanitario e di quello che c’è scritto in queste 512 pagine io non ho sentito una parola.
Intanto cominciamo con quello che ha detto, perché mi piace parlare per atti, l’Assessore Saltamartini, e lo sa. Lei ha fatto l'elenco delle cosiddette case di comunità, l’ha fatto dicendo che si riferiva ad una delibera del 2018, lei ha mentito perché non era una delibera, era una determina e la delibera non era del 2018, ma era la n. 452 del 14 aprile 2014, presentata dall’Assessore alla sanità nella legislatura 2010-2015, glielo dico per correttezza, non si riferiva alla Giunta Ceriscioli e l’elenco che lei ha letto di queste strutture era fornito all'allora Direttore XY, se lei avesse letto anche il frontespizio, avrebbe detto pure: “Sono da approvare l'assetto territoriale delle case della salute di tipo A e B, così come definite con proprie determinazioni dai Direttori della delle Aree vaste 1, 2, 3, 4 e 5”. Questa era una ricognizione fatta a seguito di una delibera del 2014.
Detto questo per chiarire, vorrei anche parlare di mobilità ospedaliera perché quando si parla di dati, come ha detto la Consigliera Marcozzi, giustamente si parla di dati, e lei ha asserito che la mobilità passiva negli anni 2017, 2018, 2019, cioè quando governava la Giunta Ceriscioli, è raddoppiata:
- 2017 (pagina 170 del tomo 2 allegato alla delibera) 124.300.000 euro;
- 2018 125.00.000 euro,
- 2019 121.000.000 euro,
- 2022 (nel tomo non ce li avete, ma io i dati ce li ho perché me li ha dati il Consigliere Carancini) 157.000.000 euro.
2017: 124.000.000, 2022; 157.000.000, è raddoppiata quando c’era la Giunta Ceriscioli o è raddoppiata adesso?
Quando si fa un piano …, perlomeno io mi occupo di pianificazione, quindi il piano si fa con un'analisi di contesto e devo dire che l’analisi di contesto c'è, due Università - accidenti se c'è l’analisi di contesto - peccato che si riferisca, come è stato detto da qualcuno, ai dati fino al 2019. A volte …, lo dico perché chi ha parlato prima di me asseriva che erano dati falsi, Consigliere Ciccioli, ci sono anche dei dati del 2021 insufficienti perché non tengono conto di quello che è successo post pandemia, quindi 2022 e inizio 2023, quindi il contesto.
La conformità normativa, questo piano non è conforme al decreto legislativo Balduzzi, e perché Assessore? Non è che gli ospedali non unici …, e questo è un inganno: ospedale unico, ma definiamoli come la legge li definisce, ospedali di primo e secondo livello. Gli ospedali di primo livello non sono il pollo di Trilussa, per cui se io ce ne ho uno e lo chiamo di primo livello ho tutte le specialistiche. Allora le chiedo: quando arriverà la neurologia ad Ascoli Piceno? Quando arriverà la psichiatria ad Ascoli Piceno, che adesso è solo a San Benedetto del Tronto? Quando a San Benedetto del Tronto arriverà l’emodinamica, per esempio, faremo dei doppioni? E poi ci lamentiamo nel fare i doppioni di non avere personale medico e infermieristico.
Il problema è anche quello delle università chiuse, e non tanto delle università di medicina quanto delle specialistiche, perché chi conosce il problema sa bene che l'imbuto è nelle specialistiche, ma il problema è anche nella mancata organizzazione. Non è che si è inventata l'organizzazione territoriale la Presidente del Consiglio, esiste il decreto Balduzzi che dice che il territorio deve pesare più o meno esattamente come gli stabilimenti, ma se ho un tetto di personale, faccio l'esempio dell'Area vasta 5, ma potrebbe anche per il pesarese … Voi parlate di ospedali in generale senza dimenticare che l'ospedale è quello con l’H, è stato detto prima da qualche collega, e si fa una grande confusione, voglio vedere aprire un pronto soccorso senza dietro una rianimazione, è una cosa che non esiste da nessuna parte, allora ben venga l'accentramento delle acuzie in alcuni luoghi e la valorizzazione del territorio.
Gli accessi al pronto soccorso sono per l'80% bianchi e verdi, dovrebbero essere risolti altrove, ed hanno una risposta inappropriata nel territorio, la colpa di chi è? Del precedente Presidente, del PD e di quelli che hanno governato prima. Sono tre anni che state qui, sono tre anni che i problemi rimangono e voi non li affrontate.
Identica questione per la mobilità, avete fatto una diagnosi perfetta, probabilmente da rivedere perché non ci sono i dati che riguardano il 2022 e il 2023 malgrado abbiate fatto 150 audizioni in sei sedute. Vorrei che chi ci sente sapesse che le 150 audizioni sono avvenute in sei sedute della Commissione, quindi questa gente è stata audita per modo di dire, in effetti se guardiamo le integrazioni, che sono in giallo ed è facile vederle, ci sono alcune banalità.
Vorrei dire un’altra cosa, si parla per esempio dell'organizzazione sanitaria, Assessore. In particolare vorrei fare riferimento all'incremento dell'offerta per quello che riguarda le patologie neoplastiche, in particolare per la robotica oncologica, sono due anni che lei asserisce - precisamente mercoledì 28 luglio 2021- che la robotica sarebbe stata acquistata. Lei sa che nell'Area vasta 5 chi è malato, per esempio, di tumore alla prostata deve operarsi a Torrette perché non abbiamo il robot che ci è stato promesso? Parliamo di reti oncologiche, ma lei ci dovrebbe dire come possiamo risolvere questo problema perché è un problema di liste d'attesa, dato che noi non rispondiamo, Lei saprà che mentre noi organizziamo altri nosocomi, negli ospedali dell’Area vasta 5, non avendo personale medico infermieristico, si accorpano i reparti, quindi il reparto di urologia non c’è e i poveri pazienti dell’urologia vengono disseminati in altri reparti. Quindi sarebbe opportuno che si cominciasse da questo.
La mobilità passiva. C'è stato un esame e una valutazione anche delle aree che mostrano maggiore incidenza nella mobilità passiva e devo dire che il lavoro è ben fatto, per esempio cardiologia interventistica, interventi al ginocchio, addirittura sostituzioni delle cartilagini, si è arrivati ad un livello di dettaglio eccellente, però non si risponde a questo con decisioni strategiche sulle aree di confine, non si risponde con delle proposte a tutta l'analisi che avete fatto e non si affronta neanche il problema delle riabilitazioni perché noi paghiamo non solo gli interventi, ma anche le riabilitazioni, incluse quelle cardiologiche.
Ripeto, sulla rete dei tumori non dico nulla, ma c’è un anno di attesa per operarsi di tumore alla prostata nella nostra Ast, dove magari mi piacerebbe …, dopo aver sottolineato che il numero dei ricoveri in mobilità attiva nel 2019 era di 6.151 ricoveri nel privato e 2.700 nel pubblico. Ora mi dovete dire quanto ci guadagna la nostra Area vasta dalla mobilità attiva, ha una mobilità passiva enorme ed ha una mobilità attiva che è tutta del privato. Adesso vedremo, Assessore, come possiamo risolvere il problema dei 14 milioni di euro del 2022 di minori entrate e maggiori spese dell'Ast 5 e i circa 10 milioni di fuori budget che abbiamo per questo anno senza Asur, vedremo chi risolverà questo problema.
C’è una planimetria a pagina 270 a proposito del PNRR e ci sarebbe piaciuto sapere, come ha detto il Consigliere Carancini, dove saranno tolte le case di comunità e gli ospedali di comunità rispetto al taglio del PNRR fatto dal governo nazionale, magari sarebbe stato importante vederlo. Ma guardate, si vede proprio ad occhio, basta guardare la planimetria delle Marche per capire che il giallo è dove sono ubicati gli ospedali di comunità e le case di comunità, si capisce con chiarezza che le aree interne sono tutte bianche, come nel caso dell’ex Area vasta 5 l’ospedale di comunità è stato messo di fianco all’ospedale di San Benedetto del Tronto e poco lontano da quello di Ascoli Piceno, quindi nel territorio non c’è stato messo nulla ad eccezione di Comunanza, lasciando sprovviste la Valle dell'Aso, la Valle del Tesino, la Val Menocchia, la Valle del Tronto.
Voglio dire, benissimo tutte le analisi fatte, se fossimo di fronte ad un medico la diagnosi e l'anamnesi sarebbero state fatte in maniera puntuale, perfetta e precisa, e la cura, Assessore? In che cosa consiste la cura? Qual è la modalità con la quale noi riduciamo per esempio la mobilità passiva? 6.811.000 casi di carcinoma prostatico previsti ogni 100.000 abitanti negli ultrasessantacinquenni, e noi non diamo risposte a queste persone? Queste sono le cose che servono, così pure per la rete ortopedico traumatologica, lei ha avuto una lettera da parte dei primari dell'ortopedia che non riescono a risolvere il problema delle liste d’attesa e non vanno in sala operatoria. Questi sono i problemi da risolvere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Con la Consigliera Casini spesso e volentieri dibattiamo in materia, non solo socio-sanitaria. Stando anche in III Commissione ed occupandoci di programmazione spesso e volentieri simpaticamente parliamo.
La Consigliera mi ha fatto venire in mente quello che era scritto all'ingresso dell’inferno dantesco “Lasciate ogni speranza voi che entrate”, mi ha catapultato nel 1300 quando veniva scritta la Divina Commedia.
Penso che dobbiamo fare un’analisi politica, di quella tecnica ho sentito qualcosa ed è scritta nelle 512 pagine, di analisi politica però ne ho sentita poca dalla vostra parte, perché? Secondo me questo è il più grande atto, lo diciamo tutti e tutti vogliamo intervenire e lasciare il timbro e la presenza sul piano socio-sanitario, ma di politico ho sentito poco.
Penso che il modello politico che è rappresentato oggi da questa maggioranza, dal Presidente e dalla Giunta tutta, Consiglieri inclusi, sia ben evidente. Ho sentito parole come inganno, bugie, tradimento e coraggio, parole che, secondo me, hanno un significato totalmente diverso da quello che voi oggi accertate, o meglio da quello che dichiarate, perché dire che questo è un piano ingannevole … Non è possibile determinarlo oggi il livello di inganno del piano perché oggi nasce e se non lo definite come prematuro e come ingannevole non lo potete dire né voi né tantomeno noi, non lo possiamo dire perché gli effetti del vecchio piano socio-sanitario, approvato a gennaio 2020, li stiamo vedendo adesso, si riverberano nel tempo. E’ qui che nasce la prima manovra socio-sanitaria di questa amministrazione, quindi gli effetti si riverberanno successivamente.
Non abbiamo ingannato i cittadini nell'approvare un atto a gennaio e dopo 4 mesi andare al voto. Non voglio dire inganno, ma lo voglio definire per quello che è al cittadino, oggi approvo un piano a due anni e mezzo e tra due anni e mezzo mi giudicherete per quello che oggi approviamo. Gli effetti tra due anni e mezzo si verificheranno e allora potrete puntare il dito, il cittadino potrà farlo, solo lì, non oggi, perché la programmazione è figlia di scelte politiche diverse, voi avete la vostra, noi abbiamo la nostra. Ricordo esattamente il primo atto che votammo, il primo bilancio, erano stati tolti i rimborsi per i malati oncologici, li inserimmo subito ed è stato anche riconosciuto da voi stessi, quello è stato un errore della storia politica del centro-sinistra.
Poi ne abbiamo approvato un altro perché, sempre sulla scorta di quel programma politico, abbiamo deciso di stralciare il piano socio-sanitario nella parte dell’inserimento dei tre nuovi ospedali e lo abbiamo fatto perché anche questa scelta era figlia di un'organizzazione politica che prevedeva la nascita dei tre nuovi ospedali, unitamente alla cancellazione dell’Asur unica e andava ad inserirsi ed a collazionare la previsione delle cinque Ast, indipendenza economica, indipendenza giuridica, per combattere tutte quelle cose che noi abbiamo detto dalla campagna elettorale dell'estate 2020 ad oggi, può piacere o no, ma questa è la sacrosanta verità.
Non c'è inganno, non accetto la parola inganno perché non è vero, noi abbiamo fatto quello che esattamente abbiamo detto, sulla programmazione ci ragioniamo e ragioniamo su tante altre cose, però questo termine è sbagliato.
Quindi, noi non dobbiamo ritirare l'atto, voi dovete ritirare la parola perché questa è la verità. Ci potrete giudicare solo a compimento e soprattutto non ci giudicherete voi, perché in questo caso, tornando alle parole: “Lasciate ogni speranza voi che entrate,” qualcun altro ci giudicherà. Noi siamo quelli che attraversano il fiume Acheronte, Caronte arriva e ti chiede di entrare e qualcuno che ci giudicherà, perché questa è la verità.
Noi oggi presentiamo un programma, un progetto socio-sanitario, che andrà a valutazione soprattutto di chi ne ha bisogno, del tessuto sociale, delle persone e di tutti i cittadini, loro saranno i nostri giudici, non c'era altra impostazione da quello che vi ho detto e se siete onesti intellettualmente e politicamente dovreste aspettare due anni e mezzo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Questo è un piano dove mi piace come Presidente della Commissione entrare un po’ nello specifico. Abbiamo parlato di tantissimi temi e di tantissime questioni anche politiche, ma è necessario anche in ordine e come merito nei confronti di coloro che hanno operato per la stesura di questo Piano, dare anche una riconoscibilità e cercare di esprimere in maniera chiara dove vuole andare e cosa vuole fare questo piano socio-sanitario.
E’ stato un lungo percorso, devo ringraziare inizialmente le Università Politecnica delle Marche e la Bicocca perché questa Giunta ha ritenuto, secondo me in maniera molto corretta, di fare in via preventiva un passaggio preliminare di uno studio che portasse ad avere dei dati che fossero i più precisi possibili, i più puntuali possibili, per poi redigere un atto che avesse una visione ampia, quindi uno studio sulla domanda, sull’offerta, sullo sviluppo analitico della mobilità passiva, delle prestazioni effettuate, degli accessi al pronto soccorso, del contesto demografico ed epidemiologico, quindi è stato visto come una conditio sine qua non per poter precedere all’evoluzione di questo atto in maniera corretta.
E’ stata data un’impronta molto chiara e molto importante della direzione che questo atto voleva dare, quindi uno studio importante sul fabbisogno, sulla mobilità passiva, sull’ampliamento dei servizi di prossimità ed una visione chiara non più ospedalocentrica, ma molto spinta verso il territorio.
Non posso che riconosce un grande clima di collaborazione in Commissione sanità, tutti i Consiglieri di maggioranza ed anche di minoranza, pur con opinioni sicuramente non condivisibili su nulla di quello che abbiamo trattato, non hanno fatto mai mancare la loro presenza e partecipazione.
Qui mi sento un po' piccato e un po' tirato in ballo, non rientro tanto sul discorso esclusivamente dei numeri delle audizioni, 120, 130, 150, non è quello, ma voglio sfidare qualcuno a dire che anche uno solo dei soggetti auditi non è stato ascoltato fino all’ultimo secondo, è stato interrotto, non gli è stato permesso di replicare, di depositare documenti. E’ stato fatto un lavoro enorme da parte di tutti e sentir dire che non c’è stata partecipazione oppure che non sono state fatte le audizioni che avevano una rilevanza importante, questo mi sembra veramente ingeneroso, non nei miei confronti, nei confronti di tutti.
E’ un piano che va in una direzione chiara, assolutamente influenzato dal D.M. 77, quindi una visione del territorio molto importante, sulla funzione delle case di comunità, degli ospedali di comunità, delle Cot (centri operativi territoriali). Case di comunità che avranno una funzione molto importante, di filtro, con la presenza dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, con tutte le funzioni al suo interno, gli ospedali di comunità che hanno una funzione intermedia tra gli ospedali per acuti e le case di comunità, che cercheranno ancor di più di essere sempre più vicini sia ai cittadini, in ordine alle prestazioni che devono essere loro erogate, che alle famiglie.
Ma non poteva questo piano non partire, ho sentito parlare di questo. ne sono felice, da un’indagine demografica della popolazione marchigiana, una indagine molto chiara che identifica qual è il problema, il tema di questa regione. Una popolazione che calerà del 2% nei prossimi anni, ma invecchierà in una percentuale superiore al 5% nei prossimi anni. Pensate che nel 2027 arriveremo ad avere oltre il 27% di over 65 e questo in una prospettiva futura di analisi non poteva non essere preso in considerazione, anche in relazione agli interventi da fare, da eseguire nei territori ed anche in considerazione dei costi sociali che la Regione dovrà affrontare per la gestione e per la cura di queste persone.
Sulla mobilità passiva c’è stato uno studio molto attento e molto approfondito che non deve solamente servire a guardare i numeri finali, ma soprattutto è riuscito a far capire anche con i DRG dove vanno a curarsi queste persone, in che strutture vanno, pubbliche o private, e cercare di capire anche quali sono le motivazioni che portano le persone a non curarsi all'interno della regione Marche.
Voglio evidenziare alcuni punti che secondo me rientrano tra le priorità, come la rimodulazione delle reti cliniche. Un punto focale, sono certo che l'Assessore e il Presidente credono tantissimo in questa funzione, che deve portare ad avere un’eccellenza all’interno dei nostri territori e cercare, questo lo dico io e mi prendo la responsabilità, di mettere da parte in taluni casi anche le ambizioni e le prerogative di alcuni medici e cercare di fare rete nel territorio per poter curare nel miglior modo possibile i cittadini.
La terapia del dolore e le reti cliniche delle cure palliative sono una battaglia di civiltà. Troppo spesso le cure palliative sono state equiparate ad un passaggio finale della malattia di una persona, invece è un percorso che dev'essere curato inizialmente con i pazienti, con le famiglie, che questa Regione anche in previsione della legge 38/2010 vuole assolutamente portare avanti.
La rete diabetologica è un’eccellenza della regione della Marche, sia per la presa in carico dei soggetti che per la messa in rete di tutti i dati e per le strumentazioni che portano le cartelle cliniche personali di ogni singolo diabetico. Ci sono oltre 80.000 diabetici all’interno della regione Marche.
Lo studio sulla cronicità delle malattie avrà un frutto importantissimo perché questi dati, a differenza di quello sostenuto da alcuni di voi, avranno una funzione essenziale quando sarà ora di mettere a terra i singoli atti aziendali e cercare di incidere anche sulla mobilità passiva. Qualcuno ha detto che la mobilità passiva è bene guardarla, ma bisogna metterla a terra con atti successivi, e questo è proprio ciò che verrà analizzato all’interno dei singoli atti aziendali.
E come non ricordare un cenno sull’innovazione tecnologica, anche la Missione 6 del PNRR va a dare rilevanza all’innovazione tecnologica, al fascicolo sanitario elettronico, alla telemedicina, senza fare nessun tipo di confusione, senza pensare che la volontà di questa amministrazione, di questa Giunta, sia quella che l'innovazione tecnologica possa sostituire o andare a rovinare o annacquare il rapporto che deve esistere necessariamente tra medico e paziente.
Mi accingo a fare i ringraziamenti perché questo è stato indubbiamente un percorso lungo, serrato, lo riconosco, non ho problemi a dirlo. Voglio ringraziare di cuore tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza, ma non posso non ricordare in questo percorso la Dirigente del Servizio affari legislativi e coordinamento Commissioni assembleari e la Segretaria della IV Commissione perché hanno contribuito all’organizzazione ed alla gestione della Commissione. E’ stato un lavoro molto duro anche per loro, quindi mi sembra opportuno ricordarle perché spesso siamo sempre a parlare solamente di noi, ma se non ci fossero queste dipendenti e collaboratori, che fanno un lavoro utilissimo …, noi arriviamo lì e troviamo tutto pronto, ma in realtà c’è un lavoro dietro enorme.
Permettetemi l’ultima considerazione, questa politica. In questo caso ho voluto fare un intervento più istituzionale perché se avessi voluto rispondere a molte critiche che sono pervenute avrei perso troppo tempo, invece vedo che riesco a stare nei tempi.
Questo rimprovero sulla poca concertazione sinceramente mi rimane qui ed è stato preso ad esempio anche da qualche Consigliere quando nelle precedenti amministrazioni il piano socio-sanitario era stato almeno un anno in Commissione. Sicuramente non è un motivo di vanto a mio parere, anche perché da quello che so, in maniera molto chiara, è stato un anno in Commissione solamente perché il Partito Democratico aveva dei grossi problemi al suo interno e non riusciva a decidere, noi invece a differenza vostra in due anni e mezzo siamo riusciti ad approvare una riforma dell’organizzazione epocale che ha portato all’Asur e alle cinque Ast territoriali ed ora ad un piano socio-sanitario.
Lasciatemelo dire, noi a differenza vostra siamo molto diversi e siamo una maggioranza molto compatta, molto coesa, dietro allo spirito ed al potere del nostro Presidente Acquaroli, in questo caso dell’Assessore Saltamartini e di tutta la Giunta che noi rappresentiamo e cerchiamo di sostenere ogni giorno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Buongiorno a tutti. Sicuramente intervenire dopo tutti gli altri non è sicuramente semplice. I
Innanzitutto voglio dire, giusto per fare un po’ di polemica, ma ci sta, che oltre alla Presidente di Fratelli d’Italia era venuto anche il buon Segretario della Lega a dire che avrebbero riaperto a Fano tutto e di più, non vorrei che poi quelli della Lega ci rimangano male: “Come solo la Presidente di Fratelli d’Italia, era venuto anche il Segretario della Lega”, state tranquilli, la vostra parte l’avete fatta anche voi.
Volevo dire al Consigliere Cancellieri, che è il numero uno, che ha fatto un intervento che non ho capito, in pratica ha detto che non si può far niente, mi ha rubato l’intervento, quindi io non so più cosa dire. Ha ricordato alla sua maggioranza ed ai suoi Consiglieri i tanti emendamenti assunti, anche all’Assessore: “Ragazzi, guardate che i medici di famiglia non ci sono, per gli infermieri abbiamo fatto scadere le graduatorie”. Negli ospedali i medici non ci sono, i pronto soccorso è impossibile aprirli perché i medici non ci sono, alle psichiatrie e salute mentale auguri, trovare uno psichiatra è impossibile. Ovviamente lui l’ha fatto con l’aplomb, in molti non lo hanno sentito, ma io lo stavo a sentire perché sapevo che avrebbe fatto un intervento da medico.
In pratica il piano che abbiamo fatto è fuffa, ha l’obiettivo di trovare le soluzioni al disastro fatto, non per me, ma secondo l’attuale maggioranza, dal governo precedente. Facciamo un nuovo piano con il quale riusciremo a risolvere tutta una serie di problemi.
Nel frattempo il Consigliere Cancellieri dice – era quello che volevo dire io – ma con chi? Mi sembra colui che, non dico chi, durante la seconda guerra mondiale muoveva i carri armati, ma erano sempre gli stessi ed alla fine è andata come è andata. Se sposto i carri armati, ma le truppe non le ho, la fine che faccio è quella di pensare di fare una cosa ma poi di non riuscire a farla.
Se fossi l’Assessore Saltamartini sarei arrabbiato, a me non sembra normale che in Commissione si facciano 150 audizioni. O l’Assessore Saltamartini non le ha fatte, perché se tutti gli stakeholders erano già stati da lui ascoltati non sarebbero mai andati dal Consigliere Baiocchi, uno più uno fa sempre due. Se sono già stato ascoltato, a meno che l’Assessore Saltamartini non abbia detto a tutti di no, non capisco perché sono tornati tutti di corsa a fare l’audizione in Commissione, probabilmente l’Assessore doveva gestire le questioni, sapeva cosa poteva mettere e cosa non poteva mettere ed è stato un po’ più attento. In Commissione invece si è cercato di allargare, ascoltando tutti, un emendamento non si nega a nessuno, ma poi alla fine è venuto fuori un piano …, se l’Assessore Saltamartini era preoccupato secondo me lo è ancora più perché poi la faccia non è quella del Consigliere Marinelli, la faccia che si vede sul giornale è quella dell’Assessore Saltamartini.
Qualcosa non torna, se ero l’Assessore la Commissione non avrebbe aggiunto tanti emendamenti perché si era fatto un percorso con la struttura. Il Consigliere Baiocchi ha fatto bene perché ha ascoltato tutti, però mi domando: come mai tutti hanno chiesto al Consigliere Baiocchi di essere ascoltati? Vuol dire che qualcuno non li ha ascoltati, sennò uno più uno …, questa è la mia sensazione e posso sbagliarmi.
Ho sentito l’Assessore Baldelli rispondere alla Consigliera Vitri dicendo che prima le persone morivano nelle ambulanze perché non c’erano i pronto soccorso, perché oggi c’è un pronto soccorso in più? E’ stato aperto un pronto soccorso in più nella provincia di Pesaro? A me non risulta, forse sbaglio io, ma questa mi sembra grave come dichiarazione, soprattutto perché non si è aperto niente di più.
Al Governo mica ci sono io, oggi c’è un Governo di centro-destra, le risorse, lo sa anche Paperino, le sta tagliando, non le sta aumentando, quindi dire che adesso faremo tutto con un Governo che sta tagliando le risorse, non mi sembra opportuno.
Poi c’è la storia dell’ospedale unico, l’errore del precedente Presidente della Giunta è stato quello di averlo chiamato ospedale unico, l’ospedale unico non è mai stato un ospedale unico della provincia, ancora c’è qualcuno che continua a raccontare la storia che si sarebbero chiusi Pergola, Urbino e che a Fano rimaneva un presidio ospedaliero, che ovviamente non era un presidio completo. Non sarebbe rimasto un ospedale di primo livello, ma un ospedale dove c’era comunque un pronto soccorso e determinati reparti. Ancora si racconta questa storia? Ma sapete chi va in affanno con l’inserimento di un ospedale di primo livello, come Pesaro e Fano a 10 chilometri l’uno dall’altro? Chi pensate andasse in affanno? L’entroterra! Il personale che assorbe Pesaro e Fano a chi lo togliamo, all’Ungheria? Il personale che assorbe Pesaro e Fano lo togliamo all’entroterra, andate a chiedere cosa sta succedendo ad Urbino con un Assessore – no l’Assessore Saltamartini, ma un altro – che sta portando i chirurghi a Pergola, a guardare le cicatrici, togliendo i chirurghi da Urbino. Ma stiamo scherzando? Queste cose le sapete anche voi ed è l’ora che le dite! Ma di cosa stiamo parlando! Perché politicamente si vogliono spostare i chirurghi - e l’Assessore Saltamartini si arrabbia tutti i giorni - da qua a là, non si capisce dove sono la sera e dove sono la mattina. Voi non pensate che questo sia un motivo per cui i medici vanno via? Più 39%, non lo dice il Consigliere Biancani o il Consigliere Mangialardi, ma la Corte dei conti, la quale ha detto che nel 2022 c’è stato un +39% di medici che sono andati a lavorare nel privato o in altre regioni. Cominciamo a chiedere al privato di fare prestazioni dove non si guadagna, di sicuro non le fa! Quindi, i servizi non sono stati riportati da nessuna parte.
La distribuzione degli ospedali e le case di comunità, vi do due numeri: Pesaro, una casa di comunità ogni 70.000 abitanti, Senigallia, una ogni 13.000, Ancona, una ogni 22.000, Fermo, una ogni 35.000.
Andiamo agli ospedali di comunità: Pesaro, ogni 100.000 abitanti 29 posti letto, Urbino 105, Ancona 35, Macerata 58, Fermo 22, ma chi ha programmato la dislocazione delle case di comunità e degli ospedali comunità? Questi sono i dati, di cosa vogliamo parlare!
Siete riusciti nella nostra provincia a fare il miracolo. L’unico ospedale di comunità aperto a Galantara viene trasformato in casa di comunità, praticamente i pesaresi dovrebbero andare dal medico di famiglia a Galantara, dove non andrà nemmeno un medico di famiglia, per cui la casa di comunità non si farà. E’ tutto finto, questo perché si voleva fare una casa di comunità a Mombaroccio, però il Ministero ha detto: “Ma siete matti, una casa di comunità a Mombaroccio, sono 3.000 abitanti”. Una casa di comunità deve servire 50.000 abitanti, e ve l’ha bocciata, allora per non lasciare indietro Mombaroccio si è scambiato l’ordine degli addendi: Galantara è diventata casa di comunità e Mombaroccio ospedale di comunità, ma è questo il modo di programmare?
Mombaroccio aveva la dignità di avere risorse come tutti gli altri Comuni, non per fare un ospedale dove prima c’era il campo da calcio, ma per sistemare la struttura che c’era! Stessa cosa vale per Cagli perché noi dobbiamo recuperare - qui parliamo di consumo di suolo zero - gli edifici esistenti, poi ogni volta che facciamo una scelta gli edifici vecchi li lasciamo abbandonati e non li prende mai nessuno, però facciamo tutte cose nuove.
A mio avviso andavano recuperati gli edifici esistenti, questo vale per Cagli, per Mombaroccio …
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. A Pesaro avete fatto peggio, avete fatto un bando per 5 lotti per andare in affitto, non rispettando il contratto che era previsto per il nuovo ospedale. Non potrete mai portare le comunità protette a Mombaroccio, allora prendete i locali in affitto quando avevate un progetto definitivo, fatto dall’ex Asur, per recuperare l’ex manicomio, per portarci tutti, dal distretto alle comunità protette e altro, ma no, continuiamo ad andare in affitto! Abbiamo fatto l’errore noi tanto che da 70 anni siamo in affitto in via XI Febbraio e voi adesso a prendete i locali in affitto.
Ma quello che mi spaventa è che non è la politica a decidere, quando i tecnici mi rispondono già mi innervosisco. Se parlo mi riferisco all’Assessore Saltamartini o ai Consiglieri Serfilippi o Baiocchi, però quando mi risponde un tecnico mi innervosisco, quando decidono i tecnici dove spostare tutti …, guardate il centro per l’autismo. Mica do la colpa al Consigliere Baiocchi, voi pensate che sia colpa del Consigliere Baiocchi se non si fa più lì? E’ che quei geni hanno previsto la Cot in un posto dove non dovevano prevederla, la Cot è composta da 4 persone che rispondono al telefono, potevano andare in qualsiasi altro ufficio, hanno fatto fare una figuraccia al Consigliere Baiocchi ed all’Assessore Saltamartini. Ma sarà normale che i tecnici decidono queste cose e non è la politica a dare gli indirizzi giusti? Questo ovviamente non è colpa mia, è colpa vostra, se c’ero io la Cot non la facevano sicuramente lì.
Concludo con l’ospedale, l’errore più grosso, ripeto, è stato quello di togliere l'Azienda Marche Nord, perché qui stiamo parlando di mobilità passiva e, come ha detto la Consigliera Casini, nel 2017/2019 si è ridotta di almeno il 7%. Con l’ospedale Marche Nord noi facevamo circa 600 posti …
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Oggi c’è un acceso dibattito, ma credo che sia giusto e opportuno per l’importante documento che ci accingiamo ad approvare.
Sapevamo benissimo quando abbiamo vinto le elezioni che la sanità sarebbe stato lo scoglio più difficile ed io ringrazio in primis l'Assessore Saltamartini che si è caricato sulle spalle prima la gestione della pandemia e poi tutto quello che ne è conseguito, con quello che abbiamo fatto in questi ultimi tre anni.
Ci tengo a ricordarlo perché questo atto, che oggi approviamo, è la base per partire con le azioni concrete che abbiamo promesso. Abbiamo cercato di tamponare in questi tre anni con il vecchio piano socio-sanitario approvato dal Partito Democratico, che oggi state criticando, ma che di fatto è ancora la riforma in atto dal giorno in cui abbiamo vinto le elezioni, quando abbiamo bocciato il progetto scellerato degli ospedali unici che il Partito Democratico da 25 anni aveva promesso ai marchigiani e che non aveva realizzato in nessuna provincia.
Penso in primis alla provincia di Pesaro e Urbino, quando ero un giovane Assessore sentivo parlare dell'ospedale unico e alla fine, tre anni fa, avete chiuso un progetto che il Consigliere Biancani definisce definitivo, che di fatto avrebbe indebitato il bilancio della nostra Regione per pagare un privato che avrebbe realizzato il nuovo ospedale di Pesaro, ospedale unico tra Pesaro e Fano, con conseguente chiusura, lo ha detto finalmente il Consigliere Biancani e mi fa piacere, di Fano, dove non sarebbe più rimasto un ospedale di primo livello, invece grazie alla Giunta Acquaroli e all'Assessore Saltamartini e al centro-destra Fano rimarrà un ospedale di primo livello, aggiungo io, con le specializzazioni di secondo livello che attualmente ci sono.
Detto questo, è importante dare una risposta al territorio nel nord delle Marche perché la mobilità passiva va frenata, in primis a nord. La precedente Giunta ci ha provato con l'Azienda Marche Nord che sicuramente ha ottenuto buoni risultati, ma sono convinto e mi auguro che con la nuova Azienda sanitaria territoriale non avremo più il doppione come prima tra Area vasta e Azienda Marche Nord. Abbiamo un’unica Azienda provinciale e con la realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro, che sarà per Pesaro, con la nuova palazzina dell'emergenza-urgenza di Fano con 15 milioni di euro e più e, mi auguro ben presto, con la ristrutturazione del padiglione B, che è stata promessa e che spero vada in modo spedito, riusciremo ad ottenere dei buoni risultati.
E’ chiaro che questo percorso è lungo, difficile. Dopo la soppressione dell’ospedale unico abbiamo lavorato alla costituzione delle 5 Aziende sanitarie, che abbiamo approvato con la riforma della sanità dello scorso anno e oggi con la riforma del piano socio-sanitario. Successivamente, questo è bene spiegarlo ai marchigiani, saranno fondamentali, e su questo faccio un piccolo inciso, gli atti aziendali delle 5 Aziende sanitarie territoriali perché è bene che la politica faccia le scelte, naturalmente non per partito preso, ma in base alle indicazioni dei tecnici, che comunque abbiamo inserito come guida per le Aziende sanitarie territoriali. E’ inutile creare tanti doppioni nei vari presidi, ma oggi è importante dare un servizio di qualità al cittadino marchigiano.
Tutte queste diatribe che abbiamo visto, ad esempio nella nostra provincia tra Fano, Pesaro, Urbino, Pergola, bisogna superare i provincialismi che abbiamo avuto in passato e dare dei servizi di qualità ai marchigiani perché la differenza oggi, l’ha detto prima il Consigliere Cancellieri, è che il cittadino sceglie la sanità di qualità, quando si parla di sanità fa anche 500 chilometri, l’importante è che ci sia il professionista e la struttura d'eccellenza.
Quindi, dobbiamo correre per quanto riguarda l'edilizia ospedaliera, dobbiamo ascoltare e cercare di aiutare i medici che abbiamo sul nostro territorio, sono bravi, dobbiamo cercare di non farli fuggire nel privato che sappiamo benissimo li paga di più e meglio. Ci sono tante cose da fare, però sapevamo che la sanità era uno scoglio difficile, piano piano stiamo cercando di mettere in fila tutto quanto.
Questo piano è importante, corposo e parte dall'analisi dei fabbisogni, quindi è importante fare la fotografia attuale di quello che abbiamo ereditato e che stiamo ereditando, anche dopo i due anni di covid. Due anni che hanno stravolto la sanità, quindi anche i dati sono stati difficili da reperire, diciamo che l'ultima fotografia vera, penso agli accessi al pronto soccorso rispetto alle prestazioni che abbiamo svolto negli ambulatori, sia di fatto relativa al periodo al pre Covid, L'anno vero sarà questo, il 2023, quindi dal prossimo anno riusciremo a vedere come sta cambiando anche l'offerta e la domanda sanitaria.
Per quanto riguarda la modalità passiva è chiaro, lo sappiamo tutti benissimo, che il 39% delle prestazioni riguarda l’ortopedia e la traumatologia, il 28% la cardiologia e l’interventistica, quindi è bene rimodulare e su questo credo che sia importante potenziare la sanità pubblica con posti letto nella provincia di Pesaro e Urbino, perché è una delle province più penalizzate in termini di posti letto. E mi fa piacere che sia la Giunta che la maggioranza che l'opposizione, tutti, riconoscano questo divario, quindi mi ha auguro che con l’approvazione del nuovo piano socio-sanitario e con gli atti aziendali conseguenti, si ristabilisca la disparità che c’era in passato.
Di tutti i discorsi che abbiamo sentito, è chiaro che ognuno fa il gioco delle parti, però è stato fatto un grande lavoro dalla Giunta, la Commissione autonomamente ha fatto tantissime audizioni, quindi questo è un documento programmatorio condiviso con tutte le categorie e ringrazio tutti i componenti della Commissione ed il Presidente per il lavoro che hanno svolto, nonché il relatore di maggioranza Ciccioli.
Questo è un documento molto importante, sappiamo le sfide importanti che abbiamo, le difficoltà che ci sono, però è importante iniziare a mettere i tasselli e passare dalle parole ai fatti, fatti che il centro-sinistra aveva promesso in 25 anni, ma non è mai riuscito a realizzare.
Il tema della sanità è complicato, difficile, naturalmente molto più facile strumentalizzare sui giornali, come vediamo tutti i giorni, attaccando e danneggiando di fatto la sanità marchigiana. E’ chiaro che ognuno ha il suo ruolo, ma a volte un briciolo di coscienza da parte del Partito Democratico, che ha amministrato in tutti questi anni la Regione, sarebbe importante.
Spiace vedere esponenti del centro-sinistra protestare davanti alla chiusura delle guardie mediche, quando è dovuta al fatto che non ci sono i giovani di medicina generale. La responsabilità è la vostra, mentre noi abbiamo aumentato le borse di specializzazione e quest'anno già stiamo cominciando a vedere le prime risposte.
(interventi fuori microfono)
Luca SERFILIPPI. Intanto le guardie mediche le stiamo riaprendo tutte quante, con grande difficoltà, perché qui è mancata la programmazione da parte del centro-sinistra e noi stiamo mettendo le pezze sul territorio …
Adesso mi fate scaldare, visto che mi interrompete, perché la vallata del Metauro, da dove provengo, è stata bistrattata dal Partito Democratico, anche il PD locale aveva accettato l'ospedale unico con la conseguente chiusura dell'ospedale di Fano per una strada, la famosa strada di Gimarra che doveva collegare l'ospedale nuovo di Muraglia da 650 posti, invece questa Giunta realizzerà un nuovo ospedale a Muraglia da 450 posti, che sono i 450 posti che ha attualmente il San Salvatore, rimarranno 250 posti a Santa Croce di Fano che doveva diventare un ambulatorio.
Mi auguro che il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni comunali non faccia l'alleanza con chi voleva chiudere l’ospedale di Fano, che oggi invece rimarrà aperto e potenziato con i servizi che ci sono in questo momento.
Mi auguro anche, quando ho parlato di atto aziendale, che i pesaresi riconoscano la vallata del Metauro ed alla città di Fano il ruolo che ha, che è un ruolo capofila di tutte le città lungo la vallata del Metauro, compreso Fossombrone fino a Cagli.
Detto questo, ristabiliamo le cose come devono essere. Noi abbiamo chiesto il voto ai marchigiani per cambiare la sanità, con grande difficoltà ci stiamo riuscendo e sappiamo benissimo che il passo è ancora lungo. Ad esempio una criticità che tanti cittadini ci evidenziano sono i tempi d'attesa, bisogna metterci fondi perché le liste d’attesa non si riducono da un giorno all’altro. Bisogna metterci i soldi in primis per pagare di più i medici, chi c’è e chi vuole, anche lì bisogna parlarci e venire loro incontro, ma anche loro devono, se possono, dare di più anche se già abbiamo chiesto loro tanto, magari allargare l'orario per fare le prestazioni. Quindi pagarli di più in straordinario con qualche compenso aggiuntivo. Dall'altro lato c'è il privato, che in passato faceva quello che voleva perché puntava giustamente al margine, oggi mi ha auguro che con questa maggioranza il privato faccia quello che il pubblico vuole e dove è più in difficoltà. Non mi scandalizzo nel dare più soldi al privato per abbassare le liste d’attesa perché sono un problema reale. Il cittadino oggi che chiama il Cup riceve a volte un anno di attesa, se chiama il privato dopo una settimana ha la prestazione. Come si fa, non abbiamo la bacchetta magica, servono i soldi.
Il piano socio-sanitario, la riforma delle Aziende sono cose concrete, noi parliamo con i fatti, gli investimenti sul territorio sono concreti e mi auguro che presto vedano la luce con i cantieri perché la gente guarda quando parte la gru e non quando annunciamo le cose o facciamo i sopralluoghi nei terreni per dire che realizzeremo gli ospedali di comunità e le case comunità. E’ un processo di riforma difficile, complesso, ma sono sicuro che ce la metteremo tutta e questo è un atto importante che finalmente ci accingiamo a votare in maniera compatta e convinta come maggioranza di centro-destra. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, se ci ascoltano da fuori immagino che questa polemica, che rischia di diventare sterile, possa ai più essere incomprensibile, allora cercherò di riportare la discussione su un livello che mi auguro sia di confronto costruttivo.
Voglio iniziare con i ringraziamenti all'Assessore Saltamartini, a tutta la Giunta, al Presidente Acquaroli, alla Commissione tutta, ai relatori di maggioranza e di opposizione, dando atto del fatto che le tante audizioni che abbiamo fatto in Commissione per lo più sono state audizioni con le quali abbiamo raccolto pareri positivi rispetto a questo piano. Sono state audizioni anche importanti, mi riferisco ad esempio a quella delle Università che è stata una delle prime, nella quale abbiamo raccolto giudizi favorevoli. Questo lo voglio sottolineare perché mi pare un dato che abbia la sua importanza e se dalle audizioni c'è stato un lavoro che ha portato a degli emendamenti, come ha detto poc'anzi il Consigliere Biancani, sono emendamenti di cesello, emendamenti di messa a punto, che chiaramente non hanno squilibrato.
Il piano è stato un nostro obiettivo e la nostra grande responsabilità – quella della maggioranza e della Commissione – è stata quella di assicurare che rimanesse quello, con quell'anima, non senza un’anima come è stato detto ed è apparso sulla stampa, con un'anima ben precisa.
La discussione di questo piano la sento profondamente, mi fa effetto perché un po’ appartengono al mondo della sanità, avendolo vissuto non solo come dipendente, ma soprattutto negli ultimi vent'anni lavorando nell'ospedale di Macerata.
Ritengo e sono convinta che la sanità sia un tema importantissimo per tutti i cittadini delle Marche ed anche per il periodo storico molto particolare nel quale questa iniziativa si inserisce.
Un momento che anche dal punto di vista politico segna, se vogliamo, la fase più alta del nostro mandato ottenuto dai cittadini anche e soprattutto per cambiare la sanità della nostra regione. Quando dico per cambiarla, dico che c'è stato dato un mandato, è stato detto da più parti, che risponde a quel programma su cui i cittadini ci hanno votato.
Non è stato facile arrivare a questo punto, cambiare un sistema così complesso dal punto di vista organizzativo richiede tempo, responsabilità e chiari valori di riferimento.
Il tempo a disposizione non è stato tantissimo, ma il senso di responsabilità e i valori che hanno orientato le scelte fin qui fatte, mi pare abbiano mostrato chiaramente il carattere di questa maggioranza, e oggi l'abbiamo sentito anche dagli interventi.
Come, lasciatemi dire senza spirito polemico, è sembrato chiaro il carattere dell'opposizione, delle minoranze dall'inizio di questa legislatura. Abbiamo un ricordo molto chiaro di come durante un periodo delicato come quello della pandemia … Ricordo il Consiglio regionale che facemmo sulla pandemia, addirittura il giorno prima qualcuno ci accusava di non avere nessuno dell’area fermana, e guardo il Consigliere Putzu, e ci accusava di essere responsabili, mentre si può dire che ci avevamo messo piede a malapena.
Un anno fa in questa Aula, abbiamo approvato, io purtroppo non c'ero, la legge 19/2022 per la riorganizzazione del Servizio sanitario e abbiamo approvato la cancellazione, dopo 20 anni, dell’Asur regionale e l'introduzione di un nuovo modello organizzativo, che punta ad una sanità di territorio, anche attraverso l'utilizzo della telemedicina. Abbiamo dato il via ad un profondo cambiamento di assetto, anche sociale, dei nostri territori.
I tempi lo richiedevano fortemente. Gli anni del Covid hanno mostrato le fragilità di quel precedente modello e la necessità di riprogettare la sanità, dando valore alle periferie, e un sempre più urgente ammodernamento delle strutture divenute oltremodo obsolete dopo le sfide della medicina post Covid.
A tale riguardo voglio aprire qui una parentesi e voglio fare un pizzico di storia. Che l’Asur fosse una iattura qualcuno l'aveva capito in tempi non sospetti, guardo il Consigliere Carancini, quando nel 2002 il Consiglio comunale di Macerata su una mozione a mia iniziativa l’allora maggioranza di centro-sinistra votò contro l'istituzione dell'Asur perché noi maceratesi - qualcuno ha detto che ci voleva un Presidente maceratese per riportare equilibrio in questa regione - abbiamo una marcia in più, lo dico simpaticamente. Quella mozione fu votata dall’allora maggioranza di centro-sinistra perché era chiaro che l’Asur sarebbe stata una iattura e avrebbe allontanato il centro decisionale dal territorio e avrebbe favorito logiche che nulla avevano a che fare con l'organizzazione dei servizi, ma che hanno a che fare con una gestione politica, tanto è vero che si sono poi inventati le famose Aree vaste, senza il potere decisionale, che invece serve per gestire la sanità sui territori.
E allora è chiaro che la nascita delle 5 Ast è un atto di portata storica, un atto che è partito regolarmente l’1 gennaio 2023 a dispetto di quanti paventavano un disastro operativo. Un primo risultato positivo che ha reso ancora più salde le nostre condizioni iniziali, un processo che si è concluso poco tempo fa con la nomina degli ultimi Direttori generali. Ricordo che il Governatore Acquaroli lo definì il primo mattone importante, in effetti lo è stato, un mattone fondamentale di ciò che avremmo pian piano edificato e che oggi vede la luce.
Abbiamo fatto i passi necessari a realizzare quel grande progetto che oggi è il piano socio-sanitario regionale. Un atto che si pone l'obiettivo nel tempo di assicurare salute e benessere in uno scenario dai contorni molto sfocati.
L'aumento della quota del Fondo nazionale destinata alla nostra Regione con la premialità ottenuta grazie all'alto posizionamento in classifica dei servizi ospedalieri e post ospedalieri erogati conferma che stiamo andando nella direzione giusta.
Essere tra le cinque migliori Regioni a livello nazionale ci deve inorgoglire tutti e spingerci ad andare avanti con sempre maggiore determinazione.
Il nuovo piano sanitario regionale nasce sulla scia di questi primi e importanti traguardi, nasce dall'analisi del fabbisogno, che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni della salute dei cittadini, ma ha anche lo scopo di migliorare le condizioni di chi opera in sanità e di raccogliere la sfida di tutto il personale in forza nelle strutture regionali e di luoghi adatti ad elevare ancora di più la prestazione medico-sanitaria. Promozione del merito, promozione del benessere organizzativo del personale, sono le parole d’ordine che non ci possiamo né vogliamo dimenticare, perché ricordiamo, io per prima ricordo, il grande sforzo fatto dagli operatori sanitari sotto il Covid. E’ stato un periodo in cui ogni giorno rischiavano la vita per salvarne altre, accettando rischi di una professione che è preziosa e fondamentale. In quei mesi di turbamento e paura a tutto il personale sanitario veniva chiesto di andare oltre ogni schema organizzativo e questo è stato fatto e di questo noi non ci dimenticheremo e allora la carenza … Basta anche accennare al fatto che siamo la prima Regione italiana che ha finanziato le borse di specializzazione, una carenza a livello nazionale e che si è resa ancora di più evidente negli anni dei Covid.
E’ tempo che la politica faccia la sua parte, affrontando con forza le sfide che verranno. Non possiamo permetterci di arretrare al cospetto delle tante difficoltà in atto, e credo che questa maggioranza abbia la tempra morale per affrontarle tutte.
Permettetemi, in conclusione, di dire che non è stato facile avviare questo percorso anche nell'attuale scenario internazionale: la guerra alle porte dell’Europa, il rincaro dei prezzi, l’inflazione, tutto ciò ha portato in certi casi ad un rallentamento delle opere, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici, ma mai ad una loro interruzione. Ciò significa che le opere edilizie promesse si faranno, lo dico in particolare per rassicurare i detrattori, che se ne facciano una ragione, non cadremo nella trappola delle parole, ne sono state dette tante in questi vent'anni, continueremo a credere nella forza dei fatti, questa riforma della sanità si farà, senza se e senza ma, e sapete per quale motivo? Perché noi crediamo nell'Italia e abbiamo fiducia nel futuro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Permettetemi di ringraziare di cuore l’intera Giunta, il Presidente Acquaroli, l’Assessore Saltamartini, la IV Commissione consiliare, il suo Presidente Consigliere Baiocchi e tutti i componenti per il lavoro che è stato fatto.
Mi rendo conto che fare una riforma del genere non è semplice ovviamente e voglio ringraziare la Giunta che ha avuto il coraggio di farla a metà legislatura, non alla fine, Magari qualcuno, come è stato fatto nella scorsa consiliatura, l’ha approvata per poi promettere qualcosa in campagna elettorale, poi purtroppo c’è stato il Covid. Male per loro perché ci hanno perso le elezioni, ma a prescindere da questo voglio ringraziare la Commissione perché è riuscita a fare più di 130 audizioni, questo significa ascoltare e fare delle proposte importanti.
Ho sentito qualcuno dire che abbiamo tradito i cittadini marchigiani perché avevamo promesso nella nostra campagna elettorale - ho qui il nostro programma elettorale e mi sarebbe piaciuto molto vedere il vostro, purtroppo non ho avuto tempo di leggerli tutti, mi sono concentrato sul nostro che è stato quello vincente - di “spoliticizzare” le scelte sanitarie, ovvero di non dare incarichi ai direttori generali oggi, prima erano direttori d’Area vasta, solo perché non avevano la tessera del Partito Democratico, prima succedeva che se avevi la tessera avevi ruoli importanti nella sanità; non a caso ci avete perso le elezioni.
Ho visto e sentito di questa vergogna, magari ci dobbiamo vergognare perché avevamo promesso di modificare l’Asur, che non piaceva neanche a voi. Ho avuto modo di seguire qualche convegno del PD e qualche Consigliere ha detto che l’Asur non piaceva neanche a voi. Noi abbiamo trasformato l’Asur e potenziato i territori in 5 Ast, tra l’altro ricordo anche che qualcuno dell’opposizione diceva che il governo ci avrebbe impugnato l’atto, siamo andati avanti ed ha avuto ragione la Giunta Acquaroli.
Ci dobbiamo vergognare perché avevamo promesso di ridurre la mobilità passiva e questo credo che debba essere una battaglia comune di tutti, e su questo piano socio-sanitario già c’è scritto.
Ci dobbiamo vergognare perché abbiamo trasformato qualche ospedale di comunità o casa di comunità, che magari il PD aveva reso a lungodegenza, dando l’opportunità anche ai medici di base. E arrivo anche su questo.
Noi avevamo promesso in campagna elettorale ambulatori di medicina dei medici generali associati, e questo è stato fatto dalla Giunta Acquaroli, investendo risorse proprie. Ci dobbiamo vergognare vista la grave carenza di medici di medicina generale? Ovviamente non è colpa della Giunta Acquaroli se abbiamo una grandissima carenza di medici di medicina generale e pediatri perché voi sapete che la Giunta Acquaroli governa dal 2020 ed in tutto questo è riuscita a sopperire con le borse di studio, investendo subito con grande tenacia, cosa magari che non è stata fatta dal Partito Democratico.
In più ho avuto modo di ascoltare e si è citata la Cgil-Cisl-Uil ed i Consiglieri del PD sono preoccupatissimi per la manifestazione della Cgil-Cisl-Uil, per le osservazioni della Cgil-Cisl-Uil, magari qualche Consigliere non era presente nella scorsa legislatura e lo giustifico, ma qualche Consigliere, che era Assessore nella precedente consiliatura, si deve ricordare che il 13 aprile 2019 ci fu una grande manifestazione di 3.000 persone che protestarono contro la sanità del precedente Presidente, mentre non hanno protestato contro la sanità del Presidente Acquaroli. Quando governavate non vi preoccupate, ora che siete all’opposizione vi preoccupate. Come per le osservazioni sul piano socio-sanitario 2019-2021 di Cgil-Cisl-Uil, che scrivevano che erano preoccupati per lo spazio di manovra e di azione della sanità privata. Ricordo benissimo quando avete criticato la Giunta Acquaroli per aver aumentato i fondi alla sanità privata, ma gli unici che hanno amici nella sanità privata …, sono ex Parlamentari, ex Assessori del Partito Democratico, che lavorano nella sanità privata. Cgil-Cisl-Uil proprio in quel piano socio-sanitario avevano contestato forse questo e di certo non è colpa del Presidente Acquaroli se 3.000 persone andarono in piazza a protestare.
Su questo piano socio-sanitario c’è stato un confronto importante, è vero, in pochi giorni, scusateci noi siamo più veloci di voi, abbiamo camminato di più, siamo più reattivi, i cittadini ce lo riconoscono, ce lo riconoscono anche su queste elezioni. Non ci potete fare una colpa per la velocità e l’ascolto, è una caratteristica della Giunta Acquaroli, aggiungo anche il pragmatismo come caratteristica della Giunta Acquaroli, e di questo non potete farcene una colpa.
Ringrazio il Presidente Acquaroli, l’Assessore Saltamartini, la Commissione, la Giunta, che con questo nuovo piano socio-sanitario ha ridato una dignità ed una equità al nostro territorio. Tutti i territori hanno qualcosa da rivendicare, nessuno deve più litigare tra Pesaro e Ascoli Piceno, nessuno deve più dire: ma a Pesaro hanno fatto l’ospedale unico, anche ad Ascoli Piceno o a Macerata lo vogliono fare.
No, caro Consigliere Biancani, mi dispiace per lei, è stato bravissimo a preferenze, ma ha perso le elezioni, è stato il capocannoniere di una squadra …
(interventi fuori microfono)
Andrea PUTZU. Ma a prescindere da questo, è anche legittimo e giusto, dico che la Giunta Acquaroli è riuscita a realizzare il sogno di una parte del Partito Democratico, ad esempio è riuscita a realizzare nella zona montana l’ospedale di Amandola, che prima con il Partito Democratico era un punto di primo intervento territoriale, prima del terremoto era un punto di primo intervento sanitario, e grazie a questa riforma ci sarà finalmente un pronto soccorso, anche questo è importante.
Ma dico di più, devo ammetterlo perché io sono una persona onesta, l’Assessore Cesetti ha voluto investire sull'ospedale di Fermo, ma se non ci fosse stata la Giunta Acquaroli che ha messo ulteriori fondi quell’ospedale non si sarebbe fatto. Quella è stata una cosa giusta che secondo me dovrebbe unire la politica e non dividerla perché l'ospedale non ha colore politico, e su questo sono molto dispiaciuto.
Mi sono accorto che siete stati bravi nell’approvare il precedente scorso piano socio-sanitario il 5 febbraio, chi era presente se lo ricorda, addirittura la maggioranza non è stata compatta, loro vengono a fare la morale a noi, all’epoca ha avuto addirittura due astensioni, il che significa che non l’avevano condiviso neanche con la maggioranza stessa, figuriamoci se l’hanno condiviso con gli operatori socio-sanitari, con i medici, con i sindacati, che oggi per loro diventano coloro che hanno in mano il Vangelo.
Di questo sono molto dispiaciuto e concludo dicendo che ho sentito la Consigliera Casini che giustamente chiede la cura, va bene, ma la cura vi è stata data dai cittadini marchigiani e non è a base di medicine, ma di riposo. Credo che il vostro riposo alla guida della Regione durerà molto a lungo perché purtroppo da questa opposizione non abbiamo visto proposte, non abbiamo visto emendamenti, in Commissione non abbiamo visto interventi, gli interventi sono stati fatti in Aula e nelle conferenze stampa. E’ normale, ho fatto una vita all’opposizione ed è giusto che faccia la sua parte, però mi permetto di dire che l’opposizione da chi aveva fatto una riforma sanitaria peggiore della nostra, non condivisa neanche dalla stessa maggioranza che non ha votato il piano socio-sanitario, fa sorridere.
In più, Consigliere Carancini concludo con lei perché mi è simpatico e ci becchiamo spesso, ho sentito parlare di bandiere, bandiera nera, bandiera bianca, però devo ammettere che l’unica bandiera che grazie a Dio non sventola più sulla Regione Marche è la bandiera rossa e di questo siamo orgogliosi, sia noi che i cittadini marchigiani. Sono molto orgoglioso del mio tricolore per un semplice motivo perché credo che l’appartenenza della nostra regione, alla nostra nazione valga di più dell’appartenenza di partito o di qualsiasi altra cosa.
Dirò di più, mi aspettavo delle proposte, degli emendamenti perché questo piano socio-sanitario potevamo migliorarlo insieme a seconda della vostra visione, ma purtroppo negli atti non c’è stato nulla, continueremo a sostenere la Giunta Acquaroli per dare risposte ai territori, che purtroppo voi non siete riusciti a dare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. E’ difficile parlare dopo tanti interventi, avevo preparato qualcosa, ma preferisco fare una valutazione di quello che è successo fino adesso.
Ho ascoltato tutti gli interventi con interesse e mi sono convinto sempre di più che siamo sulla strada giusta, stiamo portando avanti una riforma che è epocale, una riforma che sarà sicuramente a vantaggio dei cittadini marchigiani.
Ho sentito gli interventi della minoranza, ad esempio il Consigliere Mangialardi dice che è un piano farcito di tutto ed è un inganno per i cittadini; poi si è detto anche che le somme spese per la trasformazione da un’Asur unica a cinque Ast va ad incidere sul bilancio ed a costare di più. Io dico che forse questa è la mossa vincente perché da qui potremo, con una gestione più attenta e oculata, avere maggiori risorse - non saranno i 20.000 euro in più per un Direttore, se prima ne prendeva 100 adesso ne prende 120 - riusciremo a tenere i conti sotto controllo con una maggiore attenzione.
Il Consigliere Carancini ha parlato di un inganno, che non siamo coerenti, ma penso che questo non ci riguarda, non ci appartiene; il Consigliere Cesetti parla di una mancanza di condivisione, ma penso che questo non si possa dire perché sono state fatte moltissime audizioni, c'è stata un’attenzione particolare. L'Assessore e il Presidente si sono più volte mossi e sono andati ad incontrare sui territori i Sindaci, le associazioni, i medici e coloro che hanno chiesto di poterli incontrare. Il Consigliere Mastrovincenzo, all'opposto del Consigliere Mangialardi, dice che questo piano è una scatola vuota. Non ho capito quello che voleva dire la Consigliera Bora, quasi uguale per la Consigliera Vitri, mentre la Consigliera Casini ha detto che nessuno ha parlato del piano socio-sanitario, è vero, però non ne avete parlato neanche voi e non ne ha parlato lei nel suo intervento.
Vorrei ringraziare la Giunta, il Presidente e l’Assessore per il lavoro svolto e per aver intrapreso una strada corretta, per aver rispettato gli impegni che sono stati presi con i cittadini marchigiani.
Con la legge 19 si è dato avvio alla riforma sanitaria, si è proceduto alla riorganizzazione, oggi passiamo all'atto successivo, a mettere a terra le riforme.
E’ un momento importante, ci viene detto dopo tre anni, abbiamo avuto due anni di pandemia, quindi posso dire che siamo stati velocissimi a portare avanti questa riforma.
Ci viene anche contestato che i dati di riferimento sono quelli del 2019, quali dovevamo prendere, quelli della pandemia che non sono attendibili? Su questo dobbiamo essere coerenti.
Che dire, siamo sulla strada giusta, stiamo dando attenzione ai territori, stiamo dando attenzione alle zone periferiche, stiamo dando attenzione a tutta la regione Marche, da San Benedetto del Tronto, a Fano, a Pesaro.
Quello che mi rammarica, reputo che questo sia un buon piano. è il fatto che la minoranza non abbia voluto incidere, non abbia voluto mettere del suo. Penso che abbiamo perso una grande occasione. Avevo questo sentore da qualche giorno, si sono detto: “Vedrai che non faranno neanche un emendamento, dicendo che è un piano vuoto, che non serve a niente, un piano sbagliato”.
Dalla discussione di oggi mi sono reso conto ancora di più che è un buon piano, che forse con il vostro contributo poteva essere ottimo, ma andiamo avanti sulla nostra strada, che è quella giusta, quindi il mandato pieno all'Assessore e al Presidente.
Vorrei ringraziare il relatore di maggioranza e il Presidente della Commissione per aver portato avanti una riforma epocale per la Regione Marche, con perizia, con attenzione e soprattutto con molta capacità.
Ringrazio tutti e ringrazio anche i componenti della Commissione che hanno messo del loro.
Possiamo dire che ai cittadini marchigiani diamo delle risposte concrete, che poi si dovranno tradurre. Non dico quello che ha riferito il Consigliere Biancani, il quale nel suo intervento asseriva che non raggiungeremo niente. Questo non è vero, però ci sono delle difficoltà, è vero, i medici non ci sono, ma questo sarà un piano che andrà avanti da qui ai prossimi 3, 4, 5 anni. Se oggi ci sono molte disfunzioni, molte cose che non vanno, forse dipendono anche dal piano precedente al nostro, quindi andiamo a correggere un piano che a detta vostra ha portato a situazioni non ottimali per la regione Marche e su questo da oggi cambiamo pagina e cercheremo di andare nella giusta direzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Quella di oggi è una discussione complicata, lunga, che davvero ha visto il contributo di tutti.
Ho vissuto nei diversi ruoli che ho ricoperto probabilmente una cosa come cinque piani socio-sanitari regionali e oggi mi trovo qui e voglio davvero dare un contributo che sia prima di tutto come operatore di prima linea del nostro sistema sanitario regionale, quindi un contributo personale, ancora prima che come componente della IV Commissione sanità e politiche sociali e lo sottolineo perché le politiche sociali devono avere la giusta attenzione anche in questa Aula oltre che in Commissione, cosa che ho sempre assolutamente riscontrato.
Credo che il lavoro della minoranza secondo me non sia tanto oggi, seppure stiamo qui da ore e ognuno cerca di portare la propria voce, comincerà da domani proprio per poter vigilare, pungolare, spronare e fare luce su quella che sarà la fattiva realizzazione di questo documento di cui parliamo oggi, è un documento di tipo programmatico, ma sicuramente non è facile poi dare realizzazione concreta.
Le persone che ci seguono, che ci ascoltano, seppur poche …I cittadini e le cittadine marchigiane vogliono vedere i risultati, vogliono vedere concretamente che i servizi, quando si rivolgono al nostro sistema socio-sanitario, siano differenti. Questo è il mio impegno, vedere da domani in poi, con tutti i mezzi a disposizione della minoranza, quindi atti ispettivi e di indirizzo, e fare la conta di quello che dal piano programmatico diventerà servizio, diventerà risposta ad un bisogno di salute.
Se magari tra qualche mese o qualche anno dovessimo fare un plauso a questo documento e a questa amministrazione, secondo me sarebbe un risultato per tutte e tutti, un risultato che andrebbe a migliorare la qualità della vita di tutti e che non potremo non apprezzare.
Questo sicuramente è quello che si aspettano i cittadini sfiniti da tagli alla sanità, da servizi con poco personale e sfiancati senz’altro, come tutti gli operatori, dal vissuto pandemico che non dobbiamo mai dimenticare.
Il compito e la responsabilità che sento sono quelli di lavorare per osservare la concretizzazione di questo progetto che è molto composito e che ha visto in Commissione, è giusto sottolinearlo anche se tanti colleghi l’hanno detto, un lavoro davvero immane, una corsa contro il tempo per ascoltare davvero tutto il mondo socio-sanitario, la raccolta di tutte le istanze degli stakeholders che sono stati: ordini professionali, operatori socio-sanitari, dirigenti, Sindaci, coordinatori d'Ambito, nonché associazioni di pazienti e dei loro familiari. Moltissime sollecitazioni ci sono giunte, ci hanno sicuramente fatto riflettere seppur nella quantità che forse poi rischia anche di far perdere qualcosa, ma lo sforzo da parte di tutti, minoranze comprese, ringrazio anche il Vicepresidente per averci rappresentato, è stato sicuramente …, come ha detto anche il Presidente Baiocchi, che abbiamo ringraziato per la serietà e per l’atteggiamento costruttivo che ha offerto alla Commissione.
Il contributo della Commissione tutta è stato fondamentale, è andata davvero ad ascoltare tutte le categorie e molte cose sono state inserite e su questo mi sento di dover ringraziare personalmente, so che altri lo hanno fatto privatamente, non solo tutti i colleghi che hanno tanto lavorato, cercando anche di mediare le diverse visioni, soprattutto gli operatori e le operatrici degli uffici che hanno fatto un lavoro immane per cercare di tradurre in emendamenti tutte le istanze arrivate, quindi li ringrazio e mi auguro che il loro sforzo prima ancora che il nostro sia realizzato e diventi concretamente un miglioramento dei servizi. Penso che sia davvero doveroso da parte nostra.
Altrettanto doveroso, mi sento di sottolineare da parte mia alcuni temi che ho seguito in particolare in questi anni, senza nulla togliere ovviamente alle altre aree, che di fatto sono state approfondite con cura in Commissione da coloro che abbiamo audito.
L'assistenza reale e concreta, integrata, che è una parola che sento da tantissimi anni e che non posso tollerare che rimanga sempre solo sulla carta, alle persone, ai nostri concittadini, che vivono una qualche disabilità, siano essi adulti, con tutto quello che concerne questo tipo di assistenza, o minori. Penso ad esempio alle Umea, quelle unità operative che si occupano di tutto il percorso di vita delle persone con disabilità, e alle Umee, che hanno il difficilissimo compito di occuparsi delle fragilità dei minori e delle loro famiglie, che hanno la responsabilità di integrarsi con le scuole, con la necessità ormai indifferibile di avere prestazioni tempestive di neuropsichiatria infantile, tema che in quest’Aula abbiamo trattato tantissime volte e che è presente nel piano. Vorrei vedere davvero un cambio di passo concreto e reale nei servizi. Penso alle malattie rare di cui abbiamo tanto dibattuto e sulle quali, a seguito della mozione votata qui all’unanimità ormai molti mesi fa, stiamo attendendo l’apposito tavolo tecnico.
Si è molto parlato di endometriosi, di fibromialgia e sensibilità chimica multipla, abbiamo dimostrato tutti una grande sensibilità verso queste categorie, adesso è l’ora di realizzare filiere efficienti e servizi che rispondano in tempi opportuni. Queste persone si aspettano delle risposte concrete, evitando che si facciano quei viaggi della speranza e che si perdano anni prima di avere una diagnosi. Non lo dobbiamo solo dire e ribadire ogni volta qui negli atti ispettivi o negli interventi, ma dobbiamo cambiare il modo in cui accogliamo i bisogni di questi pazienti e di queste pazienti.
Abbiamo delle eccellenze nella regione Marche e queste vanno valorizzate e si valorizzano solo costruendo delle filiere ottimizzate e canalizzando le istanze dell’utenza in modo che davvero non si perda tempo, non si vada in sovraffollamento e i nostri professionisti, che tanto decantiamo, possano lavorare nel miglior modo possibile. Mettere un medico, un infermiere o un operatore socio-sanitario di qualunque categoria in condizioni di dare il meglio di sé, in tempi opportuni, è il nostro vero compito.
Penso ad esempio alla gestione, alla prevenzione, alla vaccinazione contro il Papilloma Virus, e proprio perché voglio essere molto concreta e molto proattiva in quest’Aula ho depositato proprio stamattina una mozione che si permette di segnalare alla Giunta di valutare la possibilità di fare opportuni accordi con le categorie legate alla discussione del piano socio-sanitario perché si nomina la farmacia di comunità ed io ritengo sia utile utilizzare anche queste farmacie per pensare alla vaccinazione contro il Papilloma Virus, che è uno dei tumori frequenti e per cui abbiamo un’arma, perché sappiamo che è uno dei pochissimi casi sul quale sappiamo che la vaccinazione può evitarlo. Quindi dobbiamo assolutamente trovare una soluzione concreta e credo che oggi il piano socio-sanitario ci dia questa possibilità e spero di poterla discutere qui con tutti voi in tempi accettabili. L’ho depositata nell’ottica di fare un’opposizione che sia nella direzione di offrire un contributo, un contributo che diventi davvero qualcosa di concreto. A volte le mozioni rimangono sospese, le votiamo all’unanimità ma poi non hanno sempre il risultato sperato.
Ci tengo a sottolineare l'importanza del tema della promozione del benessere, la salute viene intesa, non da me chiaramente, ma dall’Organizzazione mondiale della sanità, bio psico sociale, quindi la salute ha tre dimensioni: biologica, psicologica e sociale. Al tema del benessere psicologico finalmente - non serviva certo una pandemia mondiale per capirlo - si dà attenzione a tutti livelli legislativi, che è una forma raffinata di prevenzione, anche a livello di risparmio economico. Se offriamo salute avremo meno malattie da curare, quindi avremo meno bisogno di investire risorse nella cura, questo è intuitivo, ma ci tengo a sottolinearlo. Serve un cambio di passo culturale rispetto a questo tema.
Serve una vera integrazione socio-sanitaria che veda una sinergia tra distretti sanitari efficienti, con il giusto numero di operatori, le Unità operative degli ospedali ed i servizi sociali dei nostri Comuni.
Penso all'area della salute mentale, delle dipendenze patologiche, di cui abbiamo tanto dibattuto, servono prese in carico tempestive.
A proposito dei consultori familiari, avevo preparato una lista di servizi che offrono, che è il motivo per cui tanto insistiamo, anche la Consigliera Bora l’ha ribadito, non è solo il luogo dove si mette in pratica la legge 194/78, ma è una accoglienza delle istanze delle famiglie, delle persone e delle donne dalla gestazione alla menopausa, tema di cui si parla sempre troppo poco.
Chiudo il mio intervento, che mi auguro sia stato ascoltato con atteggiamento costruttivo, raccontandovi di una ricerca che ho fatto sul burn out degli operatori sanitari, che quantifica quanto ci costa un operatore stressato, sfinito e che lavora male. Chiediamoci quanto davvero possiamo fare per il nostro sistema sanitario, raccogliendo il disagio degli operatori di cui tanto abbiamo parlato e quali servizi possiamo offrire a loro ed all’utenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Cari colleghi, non uso molta enfasi per questo atto per il semplice fatto che formalmente è quello che come maggioranza dovremmo fare sia politicamente che proceduralmente nel difficile e lungo lavoro di ristrutturazione della sanità marchigiana.
Questo è un atto importante, sì, che delinea in maniera generale, non definitiva, quello che in maniera particolare e puntuale dovremmo andare a definire con gli atti aziendali, con le delibere attuative, con il lavoro dei nuovi direttori sanitari e della struttura.
Un atto generale quindi, ma non per questo le spara grosse o vuol prendere in giro i cittadini. Dico questo perché l'Assessore e la maggioranza avrebbero potuto scrivere di tutto e di più in questo atto, come fecero le precedenti Giunte nei loro piani, avevano persino finito le sigle per chiamare le strutture, non so se vi ricordate, puntualmente disattesi alla grande e non a caso i cittadini, cara minoranza, vi hanno mandato a casa.
In questo piano vi è scritto quello che può essere fatto realmente nel limite normativo, del personale, delle risorse, ed penso che rispecchi l'onestà intellettuale del nostro Presidente Acquaroli e dell'Assessore Saltamartini, che sono qui a governare e non a raccontare le “diciafavole”, come si dice da noi ed a fare promesse vane come chi c’era prima.
Un piano nel quale chiaramente non potevamo scrivere: “Riapriamo i 13 ospedali”, ma che pone attenzione alle nostre strutture decentrate contro l'insana idea degli ospedali unici, cara Consigliera Vitri, e non ospedali nuovi, si vada a leggere gli atti, le delibere che definivano gli ospedali unici e baricentrici nella provincia, ad esempio, di Pesaro. Per loro l’ospedale tra Fano e Pesaro era baricentrico alla provincia di Pesaro, il baricentro nella provincia di Pesaro è Fossombrone, non sono Fano e Pesaro, Fano e Pesaro sono baricentrici ad Apecchio ed alla Croazia. Quindi si trattava di ospedali unici.
Tra l'altro, su questa storia della riapertura dei 13 ospedali mi sono andato a vedere se anch'io avevo detto qualcosa, mi sono detto: “Magari tirano fuori che ho parlato anch'io di questa riapertura”, quindi ho digitato sulla ricerca post di Facebook “riapertura” e mi è apparso: riapertura del centro prelievi di Mercatello sul Metauro, riapertura del reparto lungodegenza e cure intermedie presso l'ospedale di Sassocorvaro, apertura del centro disabili H24 ad Acquaviva di Cagli, apertura della stanza disabili metodo Snoezelen a Tavoleto, eccetera, tutte cose fatte ora e prima di questo Piano per le quali in alcuni casi anche il sottoscritto si è speso di persona.
Riguardo alla mancata partecipazione su questo piano, basta vedere il sito della Regione e le date degli incontri nel territorio che sono stati fatti sia dal Presidente che dall’Assessore, quindi dire che c'è stata una mancata partecipazione … Ritiro fuori sempre la stessa storia, voi parlate di mancata partecipazione, l’ex Assessore alla sanità e Presidente della Regione era talmente partecipativo che a Cagli è apparso il giorno della Befana, a mezzanotte, per non farsi vedere dai cittadini ed è venuto a parlare di sanità. A Cagli, a mezzanotte, il giorno della Befana e ci ha portato il carbone della chiusura di quella struttura.
Non mi sembra tra l'altro che questo piano sia così pessimo, altrimenti, come ha detto anche il Consigliere Putzu, avremmo avuto qui decine di pullman di cittadini a protestare, la processione dei Sindaci che avevate voi quando governavate la Regione, forse di questo vi siete dimenticati. Per carità, c'è tanto da fare, però siamo a metà mandato e a metà lavoro. C'è tanto da dire a livello nazionale ed europeo perché i soldi sulla sanità servono e ne servono di più, tanto più quando ci sono soldi per l'invio di armi a Paesi esteri, e c'è da chiedere davvero il cambio di tante normative nazionali ed europee che tarpano le ali al risanamento della sanità.
Concludo ringraziando il Presidente Acquaroli, la maggioranza, l’Assessore Saltamartini, il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli, il Presidente della Commissione sanità insieme a tutta la Commissione, un saluto particolare al personale sanitario e a tutte le persone che necessitano di cure mediche a tutti i livelli per i quali è piena intenzione della nostra maggioranza lavorare per migliorare il sacrosanto diritto alla salute. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso dobbiamo dirimere una questione che vi sottopongo, si sono prenotati oltre agli Assessori, che possono intervenire in ogni momento, anche i Consiglieri Marinangeli e Pasqui, che a me risultano fuori termine.
Adesso il Consigliere Marinangeli mi ha detto che si era prenotato con il Consigliere Rossi.
L'articolo 54 prevede che il Presidente stabilisce un termine per iscriversi alla discussione, quello è il momento in cui scade la richiesta di intervenire, però il Consigliere Marinangeli mi è venuto a dire che si era prenotato contestualmente al Consigliere Rossi, il quale si è prenotato alle 12:31, e non vedeva la sua prenotazione.
Secondo il Regolamento il Consigliere Marinangeli non potrebbe intervenire, come il Vicepresidente Pasqui. Se c’è una deroga del Consiglio all’unanimità, altrimenti dobbiamo applicare il Regolamento.
A me dispiace perché la questione è di enorme importanza, tutti sono intervenuti ed anche i Consiglieri Marinangeli e Pasqui ne hanno diritto.
Ha la parola il Consigliere Marinangeli.
Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Starò nei cinque minuti perché dopo quasi 27, 28 Consiglieri c’è poco da integrare a quello che è stato detto in questa fase di discussione.
Evidentemente quella che emerge è una contrapposizione legittima nelle valutazioni politiche e soprattutto negli atteggiamenti tra maggioranza e opposizione.
Per quello che riguarda il PD direi una contrapposizione contraddittoria dagli interventi che ho sentito di alcuni esponenti, dal Consigliere Mangialardi che ha parlato di piano astratto, di scatole vuote, ad altri Consiglieri che invece, al contrario, hanno parlato di un libro pieno di sogni. I sogni sono aspettative che tutti ci auguriamo si possano concretizzare, stanno a significare che potenzialmente dei contenuti ci sono e anche importanti, poi si possono attuare o no, ma sicuramente è un passaggio successivo. Addirittura il Consigliere Cesetti ha parlato di buone intenzioni, un piano socio-sanitario nel quale si raccontano delle buone intenzioni, questo per dire che evidentemente anche all’interno del PD c'è una visione diversa e comunque contrapposta.
L'altro elemento che è emerso, e ci può stare - nelle valutazioni si è parlato da parte delle opposizioni di amarezza, di delusione – è che la delusione di oggi, almeno dal mio punto di vista, è la vostra mancanza di collaborazione. Il fatto che non abbiate presentato nessuno emendamento è un'occasione persa perché poteva essere una possibilità di integrare qualcosa con delle proposte migliorative, significava concretamente essere più vicini alle esigenze, alle problematiche - ci sono e sono tante - della sanità marchigiana. Al contrario avete ritenuto di non partecipare a questa discussione con delle proposte chiare e concrete e questo onestamente mi crea un po' di amarezza e delusione.
Ma quello che non possiamo accettare sicuramente è la parola “inganno”, non possiamo accettarla partendo dal presupposto che oggi stiamo votando un piano socio-sanitario nuovo, quindi oggi determiniamo delle scelte che sicuramente creano e creeranno delle aspettative, ma l'inganno se ci sarà si vedrà fra qualche anno, non oggi che andiamo a decidere qualcosa per cui riteniamo di procedere in questa direzione.
Le valutazioni politiche della maggioranza e gli atteggiamenti sono stati diversi, oltre questi c’è stato un atteggiamento di questa maggioranza, credo, di umiltà, di determinazione, di tenacia, di confronto nella consapevolezza delle tante difficoltà che sono sicuramente determinate da un sistema ereditato. Qui dobbiamo dirle queste cose perché se dovesse arrivare un extraterrestre potrebbe pensare che se c'è qualcosa che non funziona sia solo da imputare a chi sta governando da due anni e mezzo. Ma questo non vuol dire sottrarsi alle responsabilità, siamo consapevoli di averle, ce le carichiamo e siamo sicuri di poterle risolvere e le stiamo gestendo in modo concreto.
La consapevolezza che i Governi tutti, di centro-destra, di centro-sinistra, hanno ridotto gli investimenti sulla sanità, lo sappiamo. Governi che hanno determinato anche tetti di spesa per il personale, quindi per rispondere anche ad una criticità di cui alcuni Consiglieri hanno fatto menzione, la carenza dei medici sicuramente è determinata dalla scelta di limitazione dell'Università di medicina, ma è anche ...
PRESIDENTE. Conclusa l’intervento, prego.
Marco MARINANGELI. Ringrazio il PD e le minoranze che hanno dimostrato collaborazione e democrazia.
Siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono, delle difficoltà che arrivano dalla gestione dei pronto soccorso, dalle liste d’attesa, da una mobilità passiva perché 150 milioni l'anno sono una cifra imponente, importante, su cui bisogna lavorare e dare soluzione.
Di fronte a questo scenario abbiamo partorito un piano socio-sanitario ed oggi non abbiamo la presunzione di dire che sia perfetto, perché tra l’altro la perfezione non è di questo mondo, e non abbiamo neanche la volontà di convincere qualcuno, né tantomeno la minoranza, che sia un piano che da domani mattina potrà risolvere tutto. Non è così, ma lo vogliamo difendere con la massima energia e con la massima convinzione, di questo sì, sono sicuro.
A proposito approfitto per ringraziare l'Assessore Saltamartini, il Presidente Acquaroli, la Giunta tutta, la Commissione con a capo il Consigliere Baiocchi, che ha lavorato veramente in maniera egregia, encomiabile, facendo un gran lavoro.
Voglio sottolineare un aspetto di questo piano socio-sanitario, che è stato realizzato con principi seri e responsabili. Siamo partiti dalla fotografia dei fabbisogni, quindi le scelte che oggi troviamo in questo atto non sono frutto solo di una visione politica, che sicuramente c’è ed è determinante, ma sono la conseguenza di una fotografia, di uno studio che abbiamo fatto attraverso l’Università Bicocca e la Politecnica delle Marche, quindi oggi sappiamo quali sono le risposte da dare. Abbiamo fatto, per restare in tema, la diagnosi e oggi parte la terapia.
Questo l’abbiamo fatto con un confronto costante, ne sono a conferma …, e ringrazio la Consigliera Lupini che ha ristabilito la verità dicendo e parlando di un lavoro della Commissione che ha dato vita a circa 150 audizioni. E’ un piano socio- sanitario frutto di un riequilibrio, in cui non ci sono più figli e figliastri, ma c'è un’equità e ci sarà un equilibrio. E’ un atto frutto della coerenza politica, di una visione politica perché quello che stiamo facendo oggi non è altro che ciò che avevamo messo nel programma elettorale del settembre 2020, quindi nulla di nuovo quando abbiamo detto no agli ospedali unici, nulla di nuovo quando abbiamo revisionato la legge 13 favorendo l'autonomia delle Ast.
Sono dispiaciuto dell’atteggiamento non collaborativo, ne sono conferma la mancata presentazione di emendamenti che potevano contribuire a migliorare un piano socio-sanitario che io reputo molto valido.
Ho notato atteggiamenti un po’ troppo livorosi perché si è parlato di tradimento, si è parlato di inganno e si è dato del bugiardo all'Assessore Saltamartini, queste cose non possono essere accettate. Come ho notato un atteggiamento troppo ostruzionistico, e non voglio dare una definizione, sull'interruzione che abbiamo fatto per i motivi legati allo streaming. Non voglio neanche pensare che il problema sia stato portare questo consesso su un tema così importante all’8 agosto. Anche questo è stato detto da alcuni rappresentanti della minoranza.
L'aspetto che debbo necessariamente condannare è la non rispondenza alla realtà quando avete parlato di maggiori costi con le Ast.
Non è vero che abbiamo dato troppo spazio ai privati, lo ha detto la Consigliera Ruggeri, noi daremo spazio ai privati per quelle cose di cui avremo bisogno.
Sulla mancanza di confronto, assolutamente no, ne sono conferma le audizioni e non può rappresentare un problema il fatto che l'Assessore Saltamartini abbia parlato in Commissione per 8 minuti e 26 secondi, me lo sono scritto.
Non ci sono risorse stabilite nel piano socio-sanitario perché qui stiamo parlando di programmazione, è vero, sì, ma non vuol dire che non ci sia stato confronto e comunque credo che sia stato fatto un gran lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pasqui.
Gianluca PASQUI. Grazie, Presidente. Buona sera, la ringrazio anche per avermi concesso la parola considerata la prenotazione fuori tempo. Sarò realmente veloce e non userò nemmeno i 5 minuti perché vorrei sintetizzare un po' il pensiero di percorso che porterà a questo importante risultato subito dopo la votazione, ancora dobbiamo votare, sono certo che sarà una votazione di approvazione.
Di certo voglio ringraziare per tutto il lavoro svolto il Presidente Acquaroli, l'Assessore Saltamartini e la IV Commissione partendo dal Presidente Baiocchi che l’ha condotta in maniera attenta e precisa, un saluto ed un ringraziamento al Vicepresidente Consigliere Carancini perché comunque le Commissioni si compongono dai Presidenti, dai Vicepresidenti e dai Commissari e tutti hanno lavorato e stanno lavorando nell'interesse generale.
Di certo resto un po’ con l’amaro in bocca, seppure la gioia sarà grande nel momento dell’approvazione, perché non ho realmente compreso parole che vanno verso una direzione, che è quella della tutela e della salute dei cittadini. Ho visto più degli attacchi alla maggioranza, che non hanno un vero significato, piuttosto che parlare di quello che questa maggioranza non ha fatto, ammesso che non lo abbia fatto.
Di sicuro una cosa questa maggioranza l’ha fatta, 150 audizioni ritengo che siano un ottimo lavoro anche se, come credo abbia detto il capogruppo di Fratelli d'Italia Consigliere Ciccioli, sono state fatte in tempi brevi, tempi brevi sì, ma un lavoro importante. Un percorso, come ha detto il capogruppo della Lega Consigliere Marinelli, sui territori fatto dal Presidente Acquaroli, dall'Assessore alla sanità Saltamartini, che sono andati personalmente a sentire i professionisti, i Sindaci, a sentire coloro che potevano avere voce in capitolo per andare a redigere qualcosa che di certo non è un contenitore vuoto, è un contenitore pieno, che porterà dei risultati importanti.
Per dire che un contenitore è vuoto bisogna già essere sul campo e vedere che risultati ha portato. Il Consigliere Assenti ha ben detto quando ha sottolineato che il bello o il male lo vedremo da qui a due anni, tre anni, non certo oggi.
Oggi però c'è un risultato, un risultato importante, c'è stata ed è in atto una grande riforma sanitaria, che si chiude con la votazione di un piano sanitario e di una riforma sanitaria, che erano essenziali. Ma perché vogliamo far finta di non aver visto nulla? Quali sono quei cittadini che non vanno a sottolineare …, sono quelli che non vogliono le difficoltà che la sanità aveva ed ha avuto negli ultimi anni, non certo negli ultimi due anni, perché vogliamo nasconderci oppure attribuire colpe a chi è arrivato ieri o qualche giorno fa e viene accusato di essere stato il distruttore di tutto un sistema.
Il sistema è stato creato da anni, io non sono abituato a dare di certo colpe e neanche a fare plausi, però una cosa era sotto gli occhi di tutti: la sanità non stava funzionando più e mi riferisco, caro Vicepresidente Assessore Saltamartini, per esempio ad un ospedale che non è l'ospedale della montagna perché queste parole le reputo un'offesa alla sanità, a tutti coloro che hanno un grandissimo livello di preparazione e prestano servizio in certi ospedali e anche a quelle popolazioni. Ora quell'ospedale di montagna, che invece è un ospedale che apre o chiude un percorso sanitario importante della Regione Marche, era ridotto ai minimi termini. Assessore, la voglio ringraziare qui in questo contesto e nell'attimo della votazione perché è stato dotato di un altro reparto, quello della dialisi, e dei primari, ecco allora se questo è un non lavoro io penso che …
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con la presente delibera di Giunta regionale, la Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa l'allegata proposta di deliberazione concernente "Piano socio-sanitario regionale 2023-2025. Salute, sicurezza e innovazione per i cittadini marchigiani".
Il programma di governo che questa Giunta ha disegnato consta di 10 impegni strategici e 10 priorità operative. Tra queste ultime, viene dato particolare rilievo all'area della sanità e del sociale, sotto la voce "Sanità e sociale di qualità per tutti: nessuno resti solo".
In particolare, tra le azioni e gli interventi da realizzare per la trasformazione e la ricostruzione della sanità regionale tra i punti qualificanti viene indicata la stesura e l'approvazione di un nuovo piano socio-sanitario regionale.
Il piano socio-sanitario regionale è il principale strumento della programmazione sanitaria regionale, così come indicato all'articolo 14 della legge regionale 8 agosto 2022, n. 19 "Organizzazione del servizio sanitario regionale".
Tale piano socio-sanitario vede il consolidamento e lo sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali come priorità assoluta in applicazione del DM 77/2022. In questa prospettiva deve essere strettamente coerente con i livelli essenziali di assistenza, con l'integrazione tra i sistemi dei servizi sociali e socio-sanitari e la necessità di potenziare il sistema della prevenzione e delle cure territoriali, sviluppare piani assistenziali individualizzati e coerenti con i bisogni di salute, ribadire la centralità dei bisogni del cittadino, che non si deve trovare in balia di sistemi assistenziali rigidi e incapaci di comunicare, con la consapevolezza che tutto ciò che colpisce i soggetti fragili si moltiplica in termini di disagio.
Il consolidamento dell'attività programmatoria regionale passa anche attraverso la riorganizzazione del servizio sanitario regionale, in esecuzione della legge regionale 8 agosto 2022 n. 19, che ha rivisto l'assetto organizzativo del sistema in termini di enti, strutture e funzioni presenti sul territorio marchigiano, con particolare attenzione al potenziamento dei servizi territoriali, agli strumenti di programmazione e alle modalità di partecipazione dei principali soggetti coinvolti.
Il piano delinea i programmi strategici che si traducono in specifici obiettivi prioritari con un driver specifico: "la domanda di salute" della popolazione delle Marche tenuto conto del quadro epidemiologico e della demografia del territorio.
In particolare per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza il piano si concentra su:
1. prevenzione. Il potenziamento dei sistemi di prevenzione e sicurezza sul territorio;
2. assistenza territoriale. L'ampliamento dei servizi di prossimità territoriale e domiciliare e delle cure intermedie;
3. assistenza ospedaliera. La rimodulazione delle reti cliniche, il recupero della mobilità passiva, il potenziamento dei servizi in aree particolarmente disagiate;
4. il governo dei tempi di attesa, il consolidamento delle modalità di raccordo e coordinamento dei servizi, la gestione del rischio;
5. lo sviluppo dell'assistenza farmaceutica, della protesica e dei dispositivi medici;
per quanto riguarda aree e azioni trasversali e di supporto:
6. l'innovazione e la digitalizzazione nel Servizio sanitario regionale: programma trasversale per portare le strutture, tramite investimenti in tecnologia, ai più elevati standard di funzionamento e di sicurezza in chiave organizzativa, strutturale, tecnica e logistica nonché per consolidare l'integrazione dei sistemi di comunicazione e informazione, digitalizzando e semplificando i sistemi di supporto e le procedure amministrative, nonché per consentire analisi e valutazioni necessarie per orientare le scelte e superare tempestivamente le criticità, con particolare riferimento alla digitalizzazione dei processi clinico assistenziali, alla telemedicina, al fascicolo sanitario elettronico;
7. l'adeguamento infrastrutturale: piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), rendendo coerente l'implementazione del progetto regionale con le azioni necessarie su tutte le principali realtà strutturali e infrastrutturali della sanita regionale;
8. la qualificazione del personale e la valorizzazione della ricerca: per adeguare e valorizzare le competenze manageriali, tecniche, professionali e digitali e le esperienze del personale, attraverso il potenziamento degli organici, l'incremento della formazione specialistica e il consolidamento delle competenze professionali e lo sviluppo delle attività di ricerca.
Come tutti sapete ho avuto l’onore di succedere all’ex Assessore in quanto eletto al Senato della Repubblica, ma ricordo ai più che sono stato candidato alle elezioni regionali del 2020, quindi chiaramente era mio obbligo come candidato conoscere il programma del Presidente Acquaroli e della maggioranza di centro-destra.
Un conto è leggere il programma elettorale e un conto è ritrovarsi in una Giunta e vedere che gli obiettivi sono i tre obiettivi guida che il Presidente Acquaroli si era dato in quel programma elettorale ed erano: l’approvazione del piano socio-sanitario, la nuova legge sull’urbanistica e il piano infrastrutturale della nostra regione, quelli erano e quelli abbiamo portato avanti.
E’ stato fatto molto lavoro, ho potuto verificare quanto sia stato fatto per quello che riguarda il piano socio-sanitario che andrete ad approvare fra poco, fatto dal Presidente Acquaroli e dall'Assessore Saltamartini.
Noi verremo giudicati alla fine del 2025 su tutto quello che abbiamo fatto. Come Sindaco nella mia città non avevo un Assessore con la delega alla salute, con la delega alla sanità, mi occupavo del piano socio-sanitario, facevamo parte di un ambito socio territoriale (Ats) e dicevo sempre ai miei Assessori, non solo della mia città, ma anche gli altri, che sarebbero stati giudicati per quello che avrebbero fatto perché i cittadini sarebbero stati pronti a soprassedere a qualsiasi disfunzione della macchina amministrativa, ma non avrebbero soprasseduto sulla salute.
Sui tre obiettivi che ci siamo dati: il piano socio-sanitario, la legge sull’urbanistica e il piano infrastrutturale, verremo giudicati dai più perché tutti noi personalmente, i nostri familiari, i nostri amici e i cittadini marchigiani abbiamo quotidianamente bisogno delle cure e di quello che possono offrire le nostre strutture ospedaliere.
Ho detto sempre che in Giunta non ci sono deleghe di serie A e di serie B, io ricopro come tutti i miei colleghi deleghe importanti, difficili, ritengo che questa delega sia difficile, ma io non avevo dubbi che l’Assessore Saltamartini ci avrebbe portato quanto prima all’approvazione del piano socio-sanitario.
Concludo, avrei voluto dire tante altre cose, ma mi sento di ringraziare l’Assessore Saltamartini, che conosco da decenni, conosco la sua professionalità, lo conosco personalmente, gli sono grato, sono grato al Presidente Acquaroli, sono grato al Presidente della Commissione Baiocchi, sono grato al relatore di minoranza Consigliere Ciccioli. Non dico questo come collega, ma ringrazio l’Assessore Saltamartini come cittadino marchigiano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Inizio con un plauso innanzitutto al mio collega Assessore Saltamartini perché lavorando giorno per giorno, fianco a fianco, pur tra le difficoltà che ogni Assessore ha nei propri ambiti, è indubbio che la materia della sanità sia la più delicata, non è tanto una delega che devi seguire e mettere in pratica, spesso entra in situazioni delicate che toccano direttamente le persone nei momenti più drammatici, nella loro intimità, nella loro profondità ed è più difficile intervenire in questi settori che su altri, e finora ha fatto benissimo il suo lavoro.
Mi sono meravigliato insediandomi qui meno di tre anni fa, che molte delle normative che stavamo affrontando erano molto vecchie, risalenti a moltissimi anni prima, la legge 13 era del 2003, quella sulla sanità, la legge urbanistica ha 32 anni, il piano paesaggistico ha 34 anni, la legge sulle cave, la ultima convocazione del Comitato per la sicurezza sul lavoro, che io presiedo e che ho riattivato, risaliva al 2018.
Abbiamo trovato queste situazioni di stallo, come se negli ultimi anni delle amministrazioni precedenti ci fossero state delle discussioni interne piuttosto che delle proposte da portare sui territori.
Noi siamo subentrati ad ottobre 2020, il giorno dopo del nostro subentro è stata dichiarata la pandemia, c’era stata la pausa estiva e tutti pensavamo di esserne usciti, invece ad ottobre venne dichiarata la pandemia a livello nazionale e a livello internazionale.
E’ stata indubbiamente una partenza in salita, che è stata gestita molto bene, e qui di nuovo mi rivolgo particolarmente all’Assessore Saltamartini, al Presidente ed a tutti quanti noi.
Nonostante la mancanza di medici e le difficoltà che si riscontrano tuttora, oggi è stato dibattuto a lungo il fatto che non c'è stata una programmazione storica negli ultimi decenni, che paventa delle manchevolezze che si stanno ripercuotendo in questo periodo e si ripercuoteranno ancora di più nei prossimi anni per la mancanza di medici e del turn-over per avere la disponibilità di medici.
Si è affrontata questa situazione con una sanità territoriale fortemente indebolita negli ultimi anni, su questo ci ritornerò-
Malgrado tutto abbiamo gestito bene quella fase, una delle migliori Regioni a livello nazionale, anche per quello che riguarda i bacini, eccetera, quindi siamo soddisfatti del lavoro svolto.
Arriviamo a luglio 2022, andiamo a riformare la legge 13 eliminando l'Asur unica e creando con una scelta coraggiosa le Ast, le Aziende sanitarie territoriali, unificando le Aziende con le Asur territoriali, come si è fatto nella provincia di Pesaro-Urbino, che è stata una cosa particolarmente delicata e difficile. Abbiamo superato quell'equivoco storico che aveva portato a quella che io definisco, e conosco molto bene, la commedia degli ospedali unici.
Quando dico commedia degli ospedali unici non dico che questa cosa doveva per forza essere negativa, ma sicuramente ha creato un forte ostacolo allo sviluppo della sanità nei territori, indubbiamente ha bloccato la discussione ed ha agevolato lo smantellamento della sanità nei territori.
Abbiamo recentemente nominato i Direttori delle Ast, abbiamo improntato il nuovo piano socio-sanitario che oggi andiamo ad approvare, quindi non solo credo che sia mantenere gli impegni, ma vuol dire anche dimostrare la capacità di farlo.
Questa cosa del tradimento verso i cittadini mi ha molto infastidito perché questo piano rimette al centro la sanità pubblica sui territori, elimina la prospettiva degli ospedali unici, che avevano bloccato per anni la discussione, e riporta la sanità sui territori a fare anche prevenzione perché noi guardiamo sempre all’ospedalizzazione, ma prima ancora dell'ospedalizzazione dovremmo valutare bene la prevenzione, la presenza sui territori, perché se una malattia la si previene è meglio per la persona che viene preventivamente curata, ma è anche una spesa complessiva minore. Non si parla quasi più di prevenzione nei territori, riportando l’attenzione in maniera più ampia sui territori si fa anche meglio la prevenzione.
Questo piano rafforza anche gli ospedali già esistenti sui territori, riporta i servizi laddove erano stati tolti dalle amministrazioni precedenti. Faccio due riferimenti, ma ne potrei fare molti altri, parliamo ad esempio di Sassocorvaro, di Amandola, sono realtà che sono state riattivate e rigenerate da questa Giunta regionale, riprendendo dei percorsi che si dava ormai per scontati che fossero superati, cioè quei territori non dovevano avere più dei presidi, invece li abbiamo riportati, ma non sono gli unici, ce ne sono molti altri.
Credo che questo piano socio-sanitario porti anche ad un rapporto con la sanità privata un po' diverso, io la vedo così, noi vediamo la sanità privata che coadiuva la sanità pubblica, non la sostituisce, deve coadiuvarla e portare quei servizi aggiuntivi che la sanità pubblica non riesce a dare o non riesce a dare nella sua pienezza.
Il mandato che abbiamo avuto era quello di ascoltare, di elaborare, di programmare, ma anche di decidere.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Biondi.
Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. Vorrei anch’io ringraziare l'Assessore Saltamartini, tutta la struttura, il Presidente di Commissione e tutti i componenti per il lavoro fatto. Era molto atteso questo piano socio-sanitario regionale e credo che grazie al lavoro fatto per i marchigiani oggi si apra una nuova fase.
Si parte da alcuni dati che certo rendono questo percorso arduo. Il punto dal quale siamo partiti, che certo chi ora critica in toto l'impianto fa fatica a riconoscere. Non ricordiamoci che ci inseriamo in una coda di polemiche che vanno avanti da anni sul malfunzionamento e dobbiamo rispondere ad anni ed anni di inefficienze. Se dimentichiamo questa premessa falsifichiamo la realtà e veniamo tratti in inganno. Questa è la vera falsificazione che rischiamo. Veniamo da un allontanamento dei territori, dalla medicina di prossimità, da uno scollamento tra i bisogni e l'organizzazione della risposta sanitaria. Sull'altare dell'ospedale unico abbiamo sacrificato tutto il resto, un'eccellenza che in realtà ha fatto l'esatto contrario, ha prodotto una disfunzionalità.
In prospettiva un’altra condizione di contesto che diciamo caratterizza lo sguardo che dobbiamo avere sul futuro è che la nostra, non da sola purtroppo, è una regione nella quale si innalza l'età media. Di contro diminuiscono i giovani. Questo è un tema che ha a che fare con l'equilibrio della spesa sanitaria. Un argomento che spesso passa in sottofondo, ma che è centrale. Cito testualmente: "Le previsioni mostrano un'incidenza della popolazione di 65 anni e oltre sul totale della popolazione in aumento (+1,8% nel quinquennio) e, di contro, una diminuzione dell'incidenza della popolazione nelle fasce di età dagli 0 anni ai 64 anni (-1,9% nel quinquennio)".
Da cosa siamo ripartiti, da cosa riparte questo documento, nella consapevolezza che non può essere la panacea di tutti i mali? Riparte dai bisogni. Chi ha creato questo vuoto in ambito sanitario adesso certamente non può mettersi i panni di chi punta il dito sulle inefficienze. Quelle inefficienze hanno un'origine: omettere la causa è pretestuoso e poco rispettoso dei marchigiani.
Dicevo che si riparte dai bisogni, bisogni che hanno chiesto un aggiornamento a causa della pandemia. Una delle questioni che vorrei sottolineare, che finalmente sono state messe nero su bianco, riguarda l'attenzione alla scuola, uno dei settori dei quali mi occupo direttamente da Assessore. Ci sono diversi passaggi in cui il piano interviene in questo ambito. Cito ad esempio la prevenzione: sono previsti interventi di promozione della salute all'interno delle scuole, interventi dedicati all’affettività, alla sessualità, alle relazioni, al bullismo, alle comunicazioni e ai mass-media.
La scuola messa al centro dei percorsi di prevenzione. Un argomento che mi è molto caro, credo molto nel ruolo della scuola e credo che questo sia il giusto riconoscimento di questo ruolo.
Nel piano si fa proprio menzione del programma "Scuole che promuovono salute", che mette meglio in relazione il mondo sanitario e quello scolastico proponendo un percorso di promozione della salute per l'intero ciclo di istruzione in coerenza con gli "Indirizzi di policy integrata per la scuola che promuove salute" e con l'approccio globale della salute dell'OMS.
Di nuovo la scuola è individuata come momento fondamentale per la crescita della società. Sono previsti nel dettaglio:
- accordi intersettoriali;
- attività di formazione;
- condivisione di programmi life skills oriented.
Laddove si fa educazione, proprio lì va promosso il concetto, così come riportato nel piano di "salute globale" perché spesso è attraverso l'educazione e attraverso sane abitudini che diamo il maggior contributo alla prevenzione. Ottima l'idea di sviluppare la Rete delle scuole promotrici di salute, che adotta programmi incentrati su buone pratiche e/o con evidenza di efficacia, culturalmente "competenti" sulla base di una valutazione degli Istituti scolastici aderenti.
Questo impegno verso la scuola, si concretizza anche per il tramite di un Protocollo d'Intesa tra la Regione Marche e l'Ufficio scolastico regionale per le Marche per le scuole che promuovono salute.
Tutto risente positivamente di un approccio ispirato dalla frase che testualmente dice: "l'istruzione è un pilastro fondamentale nella costruzione delle scelte e dei comportamenti che si svilupperanno nel corso della vita individuale e nella comprensione dei processi di mutamento sociale". Grazie a tutti coloro che hanno lavorato a questo testo e che ha riconosciuto in maniera così nitida questo dato.
L'istruzione è un pilastro fondamentale nella costruzione delle scelte e dei comportamenti che si svilupperanno nel corso della vita individuale e nella comprensione dei processi di mutamento sociale con riferimento all'accesso al mercato del lavoro, alla formazione dei nuclei familiari, ai comportamenti e stili di vita e alle condizioni socio-economiche e di provenienza di individui e famiglie.
Il sistema educativo scolastico è quindi un luogo centrale per la diffusione del concetto di salute globale, per produrre trasformazioni culturali ed economiche nella società.
Altri sottolineeranno aspetti diversi di questo testo, io vorrei concentrarmi ancora su un aspetto che attiene ad una delle mie deleghe. Dopo l'attenzione sulla scuola, si trova finalmente anche l'attenzione al ruolo dello sport all’interno di questo piano socio-sanitario.
Quindi è un piano attento ai fabbisogni ma soprattutto, come è già stato detto in quest’Aula, grazie anche agli interventi che ho citato, promuove un percorso che collabora con i territori, che dà risposte aI fabbisogno e in prospettiva cerca di evitare l'incremento degli esami superflui richiesti attraverso una maggiore consapevolezza. Questo significa davvero guardare aI futuro e credo che questo piano socio-sanitario assolva bene a questo compito. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Un saluto a tutta la Giunta, al Consiglio regionale e a tutti coloro che sono ancora presenti in questa importante seduta del Consiglio. Una seduta importante, è stato sottolineato da tutti, per un numero indefinito di motivi, ma innanzitutto perché rappresenta, credo, un traguardo, l'arrivo che sarà l'inizio di un percorso iniziato due anni e nove mesi fa.
Qualcuno ha definito questa proposta, che ancora non è stata approvata, ricordiamo che è vigente il piano socio-sanitario approvato nel 2020 …
Di fatto mi piace definire questo piano il piano della verità perché si basa su dati, statistiche, informazioni che noi abbiamo avuto dalle nostre strutture, che sono di tutti, non sono le strutture di un partito o di una coalizione.
Questo enorme lavoro, che non abbiamo trovato e che abbiamo commissionato durante il periodo della pandemia, sarà utile a tutti coloro che vorranno appassionarsi al sistema sanitario regionale; sarà utile per fare le scelte, sarà utile per comprendere quello che dovranno essere le azioni da mettere in campo. Sono dati e informazioni che riguardano la mobilità, le prestazioni, ma non solo, toccano soprattutto i comportamenti di tutti i cittadini marchigiani, che hanno bisogno di prestazioni sanitarie nella nostra regione e fuori della nostra regione. Territorio per territorio, Comune per Comune, si vanno a definire quelle che sono le abitudini, si definiscono le opportunità e le carenze, le risposte che siamo in grado di dare alle domande che i nostri cittadini vanno a prendere fuori, i flussi.
Questo piano della verità, che ripeto, lo dico senza polemica, ha un ruolo oggi ed avrà un ruolo soprattutto in futuro perché spero che questo lavoro resti e venga aggiornato. Qualcuno prima ha detto del 2019, certamente non possiamo prendere i dati del 2020, del 2021 e dell’inizio del 2022 quando le strutture sanitarie erano completamente assorbite dall'emergenza pandemica.
Ecco, partendo dal 2019 continueremo con Ars ad aggiornare questi dati perché sono fondamentali, rappresentano il cardine su cui basare non solo le scelte, ma soprattutto le committenze perché se non le basiamo sui fabbisogni su quale altro tipo di logica le dovremmo basare?
Ho sentito tanti interventi, alcuni critici, alcuni particolarmente preparati, alcuni che hanno dato un po’ di disinformazione, io non so se è una disinformazione dettata dal fatto che non è stato letto il piano o dettata dal fatto che si legge il giornale, ma non si va ad approfondire. Allora alcune questioni vanno specificate.
Innanzitutto la concertazione. Questo studio del fabbisogno è stato commissionato mentre si girava con le mascherine e c’erano le zone rosse, le zone gialle e le zone arancioni, quindi parlare di un piano improvvisato non solo è scorretto, ma non veritiero. Dopo il periodo passato ad acquisire le informazioni, i dati e a farli studiare dalla Politecnica delle Marche e dall’Università Bicocca e dai nostri uffici, per tutto l'anno 2023, insieme al Vicepresidente Assessore alla sanità, sono stato in decine di riunioni con i medici, con i Sindaci di tutto il territorio marchigiano ad illustrare la bozza di proposta di atto da portare in Giunta. Dei mesi, tutto l’inverno e la primavera, li abbiamo passati in giro per le Marche, sospendendo qualsiasi altro tipo di attività rilevante per dare precedenza ad un atto che è fondamentale per la vita, non solo della nostra regione, ma soprattutto dei nostri cittadini. Quindi parlare di concertazione mancata a me pare un'accusa non solo vuota, ma anche abbastanza retorica.
Questi che vi ho detto, tra l’altro, sono fatti inoppugnabili perché basta prendere gli articoli di giornale, basta sentire i Sindaci, i Presidenti delle Province, i medici ed i direttori sanitari, i sindacati, che potranno recriminare tanto, però non possono recriminare sul fatto che li abbiamo ascoltati e abbiamo illustrato questa nostra proposta.
Un altro tipo di appunto che ci è stato mosso è sui tempi, io ho avuto occasione di interloquire al riguardo qualche settimana fa anche con il capogruppo Consigliere Mangialardi, che saluto.
A me piace collaborare e cercare sempre di addivenire quando è possibile ad un’interlocuzione di natura positiva, ritengo che i tempi siano dettati dalle Commissioni e dal Consiglio.
Quello che a me pare assurdo è che dovremmo sospendere l’approvazione di un atto fondamentale per tutta una serie di atti che verranno dopo, che sono conseguenti e che sono importanti per le liste d'attesa, per le committenze, che sono importanti e fondamentali anche per gli atti aziendali, se ci fosse un elemento importante da discutere, aggiuntivo, ma in mancanza di un elemento aggiuntivo credo che piuttosto che recriminare sui tempi, non dovremmo perdere tempo. Dovremmo cercare di velocizzare per dare queste informazioni prima possibile agli uffici affinché possano iniziare ad elaborarle perché vi ricordo che nella pubblica amministrazione non si agisce per principi, ma si agisce per atti.
Chiarisco a tutti coloro che magari non hanno capito fino in fondo come funziona, che la riforma delle Aziende è avvenuta lo scorso anno, le quali hanno lavorato sul piano socio-sanitario in essere, mentre potranno lavorare su questo piano socio-sanitario solo dopo l’approvazione. Quella riforma era la riforma dell’Azienda, ma non è la riforma che dovrebbe, speriamo, produrre quanto prima gli effetti che noi auspichiamo.
Ritengo che i tempi siano importanti e se non ci sono elementi importanti rispetto all’approvazione, all’elaborazione, credo che il piano vada approvato il prima possibile.
L’ho detto prima, la critica sui dati non la comprendo Il 2019 è l'ultimo anno che non è stato toccato dalla pandemia, poi ci sarà il 2023, ma noi non potevamo aspettare il 2024 per avere i dati del 2023, che comunque sono dati post pandemici perché sia il 2022 che il 2023 risentono di una azione che è stata bloccata e comunque fortemente condizionata dalla pandemia, che, ci ricordiamo tutti, è stata in essere per gli anni 2020 e 2021 e ha avuto una coda anche nel 2022, che non deve essere una giustificazione, un'attenuante, ma comunque c'è stata per tutti e non ci ha reso impossibile commissionare lo studio del fabbisogno ed iniziare a ragionare sul piano socio-sanitario, ma ha reso impossibile anticipare quell’azione, che avremmo voluto anticipare, non a due anni e nove mesi, ma almeno entro i primi due anni.
Ora siamo qua, ho sentito parlare di tante carenze, come il personale. Signori, l’hanno detto prima l’Assessore Baldelli, il Vicepresidente Saltamartini e l’ho sentito in alcuni interventi, non è che quando siamo arrivati abbiamo chiesto al personale di andarsene o non abbiamo stabilizzato il personale che potevamo stabilizzare. Qualcuno prima ha detto che abbiamo scelto di non stabilizzare il personale, di non investire i fondi del PNRR, e ci arriverò, guardate, non è bello che esponenti delle istituzioni raccontino cose completamente infondate, no bugie, cose infondate. Quella del PNRR, vedo che il tempo scorre, è completamente infondata, il 30% non è dovuto al taglio delle strutture, è dovuto all'incremento del costo delle materie prime e il Governo con coraggio ha detto che con quelle risorse stanziate si possono realizzare una parte delle case di comunità, per quelle restanti ci saranno nuovi finanziamenti che sta individuando.
Ora un conto è dire che il Governo sta risolvendo un problema creato dal rincaro dei prezzi, un conto è parlare di tagli, questo è un atteggiamento non solo volto alla disinformazione, è volto all'inganno. Il vero inganno, cari signori, lo fa chi dà queste informazioni, come chi dice che il Governo ha tagliato i fondi per la sanità.
Nell’anno in corso e nei prossimi due anni vi informo che c'è un incremento per i fondi della sanità di 7,150 miliardi, lo dico non perché voglio rivolgere un plauso al Governo, ma perché in questa Aula ho sentito dire che il Governo Meloni sta tagliando i fondi per i prossimi anni della sanità, basterebbe informarsi e comunque leggere fonti attendibili. Le fonti che ho sentito sono quelle del Ministero, basta che uno chieda al Ministero oppure alla Regione, se leggete fonti inattendibili vi prego di non riportarle in questa Aula perché questa è l’Aula che dovrebbe essere della verità.
Sulle tecnologie abbiamo trovato le Aree vaste che avevano programmi diversi una dall’altra, all’interno della stessa Azienda le Aree vaste avevano programmi diversi, ora con le nuove Aziende, con il nuovo piano socio-sanitario e con i nuovi Dirigenti cercheremo di far fronte a tutta questa tipologia di ritardi, che non abbiamo mai imputato agli altri, ma per cortesia non imputatelo al nostro governo, due anni e nove mesi sono tanti, ma sono meno rispetto ai 25 anni precedenti.
Per quello che concerne la legislazione sicuramente ci sono delle carenze legislative, non lo dico io, lo dicono i fatti ed in tutt'Italia e in tutte le Regioni, al di là di chi governa, con il sistema legislativo vigente c'è una fuga dei precari dal sistema pubblico al sistema privato, ma non solo dei precari, dei dottori e degli operatori sanitari perché c'è un sistema legislativo che non difende il sistema pubblico ed è per questo che il Ministro della salute nel decreto approvato qualche mese fa, il n. 34, ha preso dei primi provvedimenti, ma bisognerà lavorare con il Ministero in questa direzione per consentire al sistema pubblico, non di essere tutelato o più tutelato rispetto al sistema privato accreditato, ma di non essere disincentivato perché abbiamo decine di persone che si sono dimesse a causa di scelte professionali per andare a lavorare in un sistema dove c'è una remunerazione più elevata e condizioni di lavoro meno pesanti. E’ un tema molto importante che risale a più di 10 anni fa, a scelte fatte in Europa poi calate in Italia, quindi credo e spero che queste scelte il Governo centrale possa affrontarle rimettendoci mano. Ritengo anche che rispetto a questo quadro normativo noi poco possiamo, poco può il Governo Acquaroli nella regione Marche e poco possono gli altri governi delle altre Regioni. Quello che vedo è che con il Ministro della salute c'è comprensione e una sinergia importante, che spero possa portare quanto prima ad un ulteriore cambiamento del quadro legislativo, che consenta al sistema pubblico di tornare paritetico rispetto al sistema privato convenzionato.
Tra le accuse che mi sono state mosse c’è quella della privatizzazione, che noi vogliamo privatizzare la sanità. Davanti a queste accuse sarebbe bello che voi portaste gli atti, domani ci sarà la possibilità di replicare e ci dovete portare un atto con il quale la Giunta e il Consiglio regionale deliberatamente hanno fatto un indirizzo, una scelta volta a creare maggiori posti letto per la sanità privata convenzionata. Se così non è, e non l’avete, non disinformate i marchigiani perché il quadro è esattamente quello vigente a quando noi siamo subentrati al governo precedente.
PRESIDENTE. Possiamo far proseguire e completare? Non voglio creare polemiche, prego.
Francesco ACQUAROLI. Non ho fatto polemica rispetto alle percentuali che potrei dire, avrei potuto dire, come ha detto bene la Consigliera Marcozzi prima. Non ho fatto polemica perché non voglio andare alla genesi che ha portato a quei numeri, a quelle percentuali, dico semplicemente che noi non le abbiamo incrementate. Rispetto a quello che è il tetto al costo del personale e l'utilizzo di società o cooperative, non è una scelta del governo della Regione, è un atto gestionale per coprire una carenza di personale, che a causa del tetto al costo del personale non possiamo incrementare. Guardate, nel giro che abbiamo fatto per tutta la regione, abbiamo ribadito che insieme all'impegno sulla regione, cercheremo di fare un impegno sul Governo perché riteniamo dannoso non poter stabilizzare il personale che è stato formato nelle università pubbliche e che nella migliore delle ipotesi resta in Italia e va nel sistema privato convenzionato, nella peggiore delle ipotesi va all’estero, quindi c'è un danno enorme in un momento di carenza del personale. Ma non vedo un’attinenza con il piano socio-sanitario regionale e con i compiti e i doveri della Regione Marche. A me sarebbe piaciuto che questi problemi, poiché al governo del Paese ci siete stati per tanti anni, fossero stati affrontati nelle sedi competenti.
Il definanziamento, l’ho detto prima, delle strutture della sanità non l’abbiamo visto, anzi devo dirvi che c’è stato il finanziamento del bilancio ordinario perché noi abbiamo messo sulle borse per i medici di medicina generale, sugli specializzandi, sulle strutture per la medicina del territorio i fondi della sanità regionale, fondi ordinari a sostegno della sanità. Non vedo alcun tipo di definanziamento per milioni di euro.
Una scelta precisa volta a calmierare gli effetti, a mitigare gli effetti di una mancata programmazione, che non è addebitabile a noi. Trovatemi un articolo di giornale dove noi accusiamo di questi aspetti chi ci ha preceduto.
Ripeto, anche qui non mi aspetto “bravo”, però mi aspetto verità. Si è detto prima in un intervento, Agenas ci dice che andranno in pensione nei prossimi 7 anni oltre 500 medici di medicina generale e ne entreranno la metà. Chi doveva programmare il turn over, e non si programma oggi considerati gli anni degli studi universitari e delle specializzazioni, doveva farlo 7, 8, 9, 10 anni fa. Se chi ha programmato il turn over l’ha programmato a metà, ora i miracoli non riusciamo a farli, possiamo cercare di calmierare e mitigare gli effetti, ma i miracoli non riusciamo a farli e non è quello che abbiamo promesso ai marchigiani.
Noi ai marchigiani abbiamo promesso un approccio, una visione, un intervento, lo dico anche qua, nel rispetto dei ruoli istituzionali. Trovatemi, per quello che mi concerne, un'accusa rispetto alle chiusure o alle non chiusure, la mia discriminante rispetto al Governo precedente è stata sull’approccio della sanità, sull’ospedale unico, che vi devo dire da Sindaco, all’inizio - vedo il Consigliere Carancini, eravamo insieme alle assemblee - non avevo disprezzato, ma poi ho vissuto una fase in maniera particolare ed ho compreso, ho capito, ho maturato che quell’approccio a mio avviso era sbagliato ed ho sposato un altro modello.
Noi abbiamo sposato un altro modello e non si può recriminare se abbiamo sposato un altro modello che prevede la costruzione di una sanità, il potenziamento della sanità sul territorio, che non equivale sempre a riaprire tutti gli ospedali, ma equivale a rinforzare il più possibile, partendo oggi da un livello che è di una criticità fortissima, per giungere gradualmente, ottimizzando le risorse, guardando anche all’appropriatezza delle prestazioni … Sono tanti i temi che si affrontano con questo piano socio-sanitario, che avrei voluto ascoltare oggi Aula e che non ho sentito.
(interventi fuori microfono)
Francesco ACQUAROLI. Guardate, sulle criticità dovute al contesto, c'è un contesto sicuramente difficile, complesso, che, come ho detto prima, è addebitabile a tante motivazioni che non devono essere per noi un'attenuante, ma che ci sono.
La pandemia ha accelerato un processo di degradazione dei rapporti, se volete anche professionali, quanti medici dicono: “Dopo la pandemia non ci riesco più, ho difficoltà”, quanti medici denunciano difficoltà operative, ecco, credo che questo sia un elemento di cui tutti noi dobbiamo prendere atto perché comunque comporta un livello di riflessione sia a livello regionale che aziendale e nazionale.
Chiudo perché ho capito ed ho compreso che è più importante fare altro in questa giornata.
Gli obiettivi. La ricostruzione di un'azione di prevenzione forte, che purtroppo per tanti motivi è venuta a mancare in questi anni, è chiara nel piano socio-sanitario, è scritta ed articolata in maniera chiara.
La ricostruzione della sanità sul territorio è iniziata con le borse e la loro implementazione, ma noi abbiamo già stanziato delle risorse del bilancio ordinario per gli AFT, che sono gli ambulatori funzionali territoriali, che dovrebbero colmare le carenze delle case di comunità non realizzate.
La mobilità passiva è un danno alla sanità e alla competitività di tutto il sistema sanitario regionale, enorme, che equivale alla programmazione di un settennio europeo …
PRESIDENTE. Non voglio avere polemiche, siamo in fase di deroga, c’è una parte che chiede di far terminare e una parte che chiede di rispettare il Regolamento, se vogliamo che il ragionamento del Presidente sia completato dobbiamo dargli ancora qualche minuto.
Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Presidente, a me va bene tutto, l’importante è la disponibilità ad ascoltare il Presidente, però non si può dire: “Qui qualcuno vuole fare qualche altra cosa stasera”, perché non è così, non è corretto nei confronti nostri e nei confronti di nessuno.
PRESIDENTE. Intende il Presidente della Giunta?
Maurizio MANGIALARDI. Ha preso il doppio del tempo, io lo ascolto fino a quando serve, però chiedo il rispetto di tutti noi, altrimenti non va bene, perché qui non c’è qualcuno che ha fretta, chi ha avuto fretta siete stati voi che avete compresso tutto per avere questa data e noi vi abbiamo messo nelle condizioni di fare.
Volevate il piano per l’8 e noi l’8 ve lo facciamo licenziare.
PRESIDENTE. Comprendo la posizione del Consigliere.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Per me il Presidente se vuole completare non ci sono problemi perché è il Presidente, però ai capigruppo proprio lei ha detto: “Oggi sarò rigorosissimo nell’applicazione del Regolamento” e noi dell'opposizione, che immaginavamo che sarebbe andata così perché oggi è una giornata importante, ci siamo preparati.
Non so quanto tempo ci ho messo a limare il mio discorso, a tagliare questo e quell’altro, come tutta l'opposizione perché lei ha visto che l’opposizione al completo è arrivata con un discorso pronto, preparato in giorni.
C'è stato anche detto che non avevamo proposte, ma secondo me erano tutti interventi densi di gente che ha studiato gli atti.
Non si può dire così, purtroppo, della maggioranza, quindi a me va anche bene che il Presidente parli qualche minuto in più, però non va bene quando la Giunta preparata sul tema, a differenza dei Consiglieri, interviene tutta unita per supplire alle mancanze dei Consiglieri che non si sono preparati. Questo non mi va bene ed è stato così!
PRESIDENTE. Prendo atto anche della constatazione che fa nei riguardi del sottoscritto come Presidente.
Adesso cerchiamo di completare il ragionamento del Presidente, altrimenti rischiamo di farlo iniziare nuovamente.
Ha la parola il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Il mio intervento lo finisco domani.
PRESIDENTE. Tutti i Consiglieri sono disponibili ad ascoltare il suo intervento, altrimenti domani non c’è nessun problema, ma non entriamo in polemica perché è un ragionamento che serve anche per la continuazione.
Francesco ACQUAROLI. Il tema è molto semplice, è chiaro che, senza mancare di rispetto a nessuno, caro capogruppo Consigliere Mangialardi, sono stato interrotto due volte e stavo completando.
Ritengo che sia un intervento che deve rispondere a quelli che sono stati gli input dati dall’Aula, che ho ascoltato.
Penso che noi siamo qui per fare delle domande e ascoltare delle risposte, se per dare quelle risposte occorre il tempo io il tempo lo devo prendere, non riesco a comprimere prima un intervento, di solito tra l’altro non sono uno che interviene molto in Aula, quindi se l’ho detto è perché c’è un motivo.
Se sto rispondendo agli interventi credo che sia interesse dell’Aula ascoltare le risposte, se non c’è questo interesse evidentemente c'è altro e confermo quello che ho detto prima, se non c’è l’interesse dell’Aula ad ascoltare la mia risposta significa che c’è un altro interesse. Così ho risposto all’input datomi dal capogruppo Consigliere Mangialardi.
Dicevo della mobilità passiva che rappresenta un tema grave non solo per i nostri cittadini e per la salute dei nostri cittadini, ma anche per la competitività del sistema socio-economico della Regione perché sono risorse che noi distribuiamo in ricchezza ad altri territori e sommate anno dopo anno nel loro saldo equivalgono quasi ad una programmazione europea pre-transizione. Fate i conti, 50 milioni per 7 anni sono 350 milioni.
Credo che una domanda ce la dobbiamo porre, quando parliamo di riequilibrio non ne parliamo perché ce l’abbiamo con qualcuno, ma perché vorremmo provare a dare, per il tramite di una committenza diversa e di un riequilibrio delle prestazioni, una risposta a quei flussi di cittadini che storicamente si dirigono in altri territori.
Andando verso la conclusione, poi magari domani ci torniamo, le liste d'attesa, che sono il problema più grande, che sono sulle spalle dei nostri cittadini, soprattutto di coloro che hanno meno possibilità e che dovrebbero essere una priorità per tutti noi, sono una conseguenza di queste disfunzioni, sono la conseguenza di una committenza e di una capacità di fornire prestazioni che non è all'altezza delle richieste. Se non riusciamo oggi, magari con una azione straordinaria, a fare un’azione per ridurre le liste d’attesa e dare delle risposte più veloci possibili, l’obiettivo non può essere di mettere sempre nell’emergenza la risposta all’ordinario, perché non può funzionare così, non si può agire nell’emergenza, bisogna far sì che il sistema socio-sanitario sia in grado di programmare quelle che ogni anno sono le richieste più importanti per le patologie numericamente più presenti nel nostro territorio affinché il minor numero di persone, non dico che le abbasseremo o le toglieremo, sia costretto ad aspettare, a pagare o ad andare fuori.
Questo è un obiettivo che si può raggiungere solo con l’analisi dei dati e con la rimodulazione del sistema socio-sanitario, che è quello che, dopo l’approvazione di questo piano socio-sanitario, Ars e Dipartimento devono fare con le Aziende.
Caro capogruppo Consigliere Mangialardi non è che io volevo approvare il piano l’8 agosto, io avrei voluto approvarlo l’8 agosto dello scorso anno, quindi, o c’è un motivo specifico per cui dobbiamo rinviare, perché c’è un elemento nuovo, perché c’è una proposta che stravolge tutto, oppure francamente ritengo che questo atto debba essere approvato il prima possibile. Se servono due giorni prendiamoli, se serve una settimana prendiamola, se serve un mese prendiamolo, ma a ragion veduta spero che i nostri dirigenti, i nostri funzionari quanto prima possano essere messi in condizione, votato l’atto, di elaborare le strategie perché oggi stiamo operando con il vecchio piano socio-sanitario.
Guardate, qualcuno ha detto campagna elettorale non campagna elettorale, la campagna elettorale l’abbiamo fatta ed è terminata a settembre 2020, ora stiamo cercando di rispondere alle esigenze della salute dei cittadini marchigiani, questa è la volontà. Magari sarà un piano che non sarà efficace, lo vedremo fra un anno, fra due anni, fra tre anni, magari sarà un piano che peggiorerà la situazione attuale, ma non può essere giudicato oggi se ancora non è stato approvato perché non sarebbe un giudizio, ma sarebbe un pregiudizio e voi sapete che i pregiudizi sono un ostacolo al bene delle nostre comunità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho aspettato che il Presidente Acquaroli terminasse il suo intervento, che tra l’altro ho ascoltato con molta attenzione.
Presidente, sono d'accordo su una modifica del Regolamento che consenta al Presidente della Giunta regionale un tempo maggiore per gli interventi, sono assolutamente d'accordo, ma se non c'è questa modifica regolamentare lei deve far rispettare il Regolamento, per una ragione molto semplice, perché il Presidente Acquaroli è innanzitutto un uomo politico, che legittimamente difende la sua politica e in questo caso difende il più importante piano della Regione Marche. Ovviamente ha bisogno di tempo per spiegarlo, però, Presidente, anch'io vorrei avere lo stesso tempo perché anch'io penso di essere capace di spiegare le ragioni contrarie. Sono stato costretto a contenere i tempi ed a consegnare un intervento scritto, che tra l’altro avevo ridotto, quindi avrei voluto avere il tempo di poter confutare quel piano che a me non piace. Però sono d’accordo che il Presidente possa avere un tempo maggiore perché è giusto anche perché deve ascoltare tutti, deve rispondere a tutti, per questo fate una modifica al Regolamento e ci comporteremo di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Intervengo a seguito dell’intervento, che comprendo, del Consigliere Cesetti. Su questo ci possiamo lavorare tutti insieme, però capisce, Consigliere, che ad un Presidente che rimane sempre qui, ascolta tutti, bisognava dare l’opportunità di replicare su tutto.
Al posto vostro avrei apprezzato di più un Presidente che è stato ad ascoltare tutti ed ha risposto a tutti piuttosto che un Presidente, come quello di prima, che era meno presente in Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. L’unica cosa che non voglio è la polemica, ma il tempo mica l’abbiamo tolto noi, si è spento il sistema ed ha tolto la parola. Il Consigliere Carancini continuava a dire: “Presidente la vogliamo ascoltare” …
(interventi fuori microfono)
Maurizio MANGIALARDI. Io non avevo nessun tipo di problema, nessuno voleva polemizzare, anzi ho detto, e il Presidente lo può confermare, di farlo continuare.
PRESIDENTE. Grazie dei vostri interventi, ho dovuto far rispettare il Regolamento con delle deroghe che sono iniziate prima dell’intervento del Presidente, per dare la possibilità di esprimere i ragionamenti su una proposta di atto amministrativo, come tutti avete detto, determinante sia per la maggioranza che per l'opposizione.
A questo punto chiudiamo la seduta odierna, domani mattina riprenderemo con le repliche del relatore di maggioranza e del relatore di minoranza e gli interventi della Giunta se ci saranno, poi affronteremo il capitolo degli emendamenti e della votazione finale.
Per la Conferenza, chiedo ai capigruppo che sono in Aula, di essere presenti alle ore 9:30 in modo tale da stabilire un’eventuale deroga dei minuti degli interventi su questo importante atto amministrativo. Ci regoliamo su questo aspetto in modo tale che non ci siano difficoltà di sorta.
Per oggi qui si chiude la seduta del Consiglio regionale e riprenderemo domani alle 9:30.
Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. A questo punto le chiedo di non fare più la Conferenza dei Presidenti di gruppo perché se ogni cosa che si decide ai capigruppo poi in questa Aula viene stravolta, senza neanche sentire i capigruppo, non mi sembra corretto.
Avevamo deciso che alle ore 19:00 in maniera informale ci saremmo sentiti tra i capigruppo per capire se andare oltre le 20:00, che era il termine che c'eravamo dati, oppure se interrompere la seduta e ricominciare il giorno dopo. Sono le 18:39, secondo me la scelta di sospendere la seduta adesso non ha senso e non è coerente con gli accordi che avevamo preso tutti insieme, quindi chiedo, per favore, di rispettare gli accordi o di spiegare quali sono le motivazioni per cui non sono più validi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Il mio commento assomiglia molto a quello della Consigliera Ruggeri perché avevo capito che ci saremo aggiornati alle 19:00 e che la conclusione dei lavori di oggi sarebbe stata comunque alle 20:00, per poi eventualmente ricominciare domattina.
Se la proposta di chiudere adesso è per gli operatori degli uffici, per una questione logistica, è comprensibile, magari riuniamoci di nuovo altrimenti diventa difficile capire perché interrompiamo adesso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente, la deroga che lei ha ipotizzato a me non sta bene perché io non l’ho avuta, le chiedo formalmente una modifica del Regolamento in cui si dia al Presidente o alla Giunta un tempo triplo rispetto a quello dei relatori, se i relatori hanno 20 minuti si dia al Presidente o alla Giunta tre volte tanto, a me sta bene purché lo si sappia prima. Mi sta bene un tempo triplo, ma non può essere per gentile concessione del Presidente o di qualcun altro. Non mi sta bene, che domani si faccia la deroga, io la volevo prima caso mai, quindi bisogna regolamentare, però mi rendo che c’è bisogno di un tempo maggiore, ma lo si stabilisca per Regolamento.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Sono pienamente d’accordo con quanto ha appena dichiarato la Consigliera Ruggeri e con quanto ha dichiarato il Consigliere Cesetti.
A questo proposito mi permetto di sottolineare che il Regolamento quando fa comodo alla maggioranza può consentire delle deroghe, quando invece non fa comodo alla maggioranza le deroghe non sono concesse.
A me non interessa perché sono favorevolissima alle deroghe per avere un confronto proficuo, costruttivo, reciproco, ma nel momento in cui assistiamo a due minuti di reprimenda da un Assessore, che ci viene a dire che il Regolamento scritto dal PD va rispettato, sarebbe stato corretto, lineare, coerente che l’Assessore avesse fatto rispettare il Regolamento anche al suo Presidente. Questo per far notare che il Regolamento è sempre lo stesso, o *si rispetta sempre o non si rispetta mai.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Per puntualizzare, stamattina ai capigruppo avevamo detto che informalmente intorno alle 19:00 ci saremo incontrati per stabilire se fermarci o andare avanti, quindi l’ipotesi delle ore 20:00 era in qualche modo abbandonata, visto che alle 19:00 circa avremo deciso sul da farsi.
Dopodiché sulle deroghe mi meraviglia che il Consigliere Cesetti, che ogni volta che interviene chiede sempre la deroga, dicendo “dopo non intervengo, ma intervengo adesso”, obietti sui 10 minuti in più al Presidente in un atto fondamentale. Mi sembra che sia esagerato, solo per dire che penso che sia stato giusto aver permesso al Presidente di terminare il suo discorso.
Per quanto riguarda la riunione informale dei capigruppo prevista ora possiamo farla in cinque minuti e magari potremo dar seguito a quello che il Presidente ha appena detto.
PRESIDENTE. Bene, se i capigruppo sono disponibili appena conclusa la seduta ci vediamo in Sala Agricoltura così domani mattina alle 9:30 ripartiamo. Ho assunto questa decisione.
Rispondo alla prima domanda posta dalla Consigliera Ruggeri, di concludere la seduta in questo momento, è perché saremo andati sicuramente alla fase della votazione e in questo momento generalmente per gli uffici non si deve sospendere la modalità della votazione, che deve essere quanto più possibile senza soluzione di continuità, quindi le facciamo domani ed evitiamo di spaccare la fase della seduta.
Adesso ci sarebbero rimaste le due repliche, l’intervento dell'Assessore Saltamartini e poi saremo entrati nella fase della votazione, quindi avremmo iniziato, ecco il motivo di natura tecnica.
E’ vero che ci siamo accordati su una sorta di accordo informale.
Per quanto riguarda la tematica che ha sollevato il Consigliere Cesetti, domani porterò in Conferenza dei capigruppo la posizione che ha espresso, quella della situazione, come in questo caso, di trovarsi di fronte al Presidente della Giunta che deve concludere il suo ragionamento ed ha bisogno di minuti, ma questo non può andare a deprimere o comunque a svilire gli interventi di tutti i Consiglieri, quindi la giusta proporzione, come caso eccezionale, rinviando tutto il resto ad una fase successiva della modifica del Regolamento, che lei giustamente, a mio avviso, ha proposto in modo tale che tutti abbiano la stessa possibilità politicamente di esprimere le proprie idee su atti più o meno importanti, ma certamente con un tempo ed una possibilità adeguata.
Detto questo, dichiaro conclusa la seduta odierna.
Mi scusi Consigliera Ruggeri, non l’avevo vista.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Solo per informarla che domani ai capigruppo non verrò perché se la capigruppo è una mezz’ora in cui passiamo il tempo insieme, senza nessuna validità dal punto di vista istituzionale, mi sembra che possiamo andare al bar a berci un caffè tutti insieme.
Per le prossime sedute verificherò che cosa fare perché purtroppo questa cosa che si decide una linea e poi in Aula viene cambiata non è la prima volta che succede. E’ molto spiacevole perché rende quel consesso un proforma inutile, quindi sinceramente non mi viene da prestarmi a questo modus operandi.
Io domani sarò in Aula alle 9:30 ed alle 9:00 non sarò ai capigruppo. Grazie.
PRESIDENTE. La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18:50
Allegato A
Testo dell’intervento del Consigliere Cesetti, di cui è stata richiesta la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna, ai sensi dell’articolo 55, comma 2 del Regolamento interno.
Fabrizio CESETTI. Vi è innanzitutto una questione di metodo:
- impossibilità di un confronto serio, costruttivo ed efficace, con tempi volutamente ristretti per il timore che emergesse l'inconsistenza di questo piano e senza alcun serio e costruttivo confronto con i territori e con i Comuni in violazione dell'articolo 51 l.r. n. 19/22;
- ritmi serrati con audizioni di nessuna utilità, visto l'accoglimento acritico delle osservazioni scritte degli auditi per appagare/accontentare invece di condividere;
- abbiamo tutti ricevuto la nota delle Segreterie regionali CGIL CISL UIL Marche con la quale si esprime "delusione e rammarico" per il mancato accoglimento delle "indicazioni ed i suggerimenti avanzati dalla parte sindacale" per "un reale miglioramento della sanità marchigiana per il triennio 2023/2025" e nonostante - sempre a detta delle OO.SS. - "in più occasioni lo stesso Assessore avesse condiviso le nostre eccezioni e garantito le necessarie integrazioni e modifiche a riguardo";
- organizzazioni sindacali che rappresentano decine di migliaia di lavoratori/lavoratrici del sistema sanitario regionale marchigiano i quali quotidianamente si confrontano con le paure, le speranze e le aspettative dei cittadini e che spesso sono ingiustamente i destinatari dell'inefficienza del sistema per le mancate risposte anche in termini di adeguata programmazione della politica;
- organizzazioni sindacali che hanno avuto, altresì, il merito di aver dato voce ai tanti cittadini che il 15 luglio sono scesi in piazza ad Ancona per denunciare le inefficienze della sanità regionale e auspicare soluzioni tanto possibili quanto necessarie;
- invero, l'attuazione del PSS è necessariamente affidata alle Aziende nate dalla l.r. 19/22 che ha soppresso Asur e Azienda Marche Nord e che ha dato origine a sette Aziende, anziché quattro, moltiplicando i centri decisionali, gestionali ed organizzativi, oltre quelli di costo;
- e il piano non considera in alcun modo la necessità di riequilibrio dei territori in termini di posti letto, di risorse umane e strumentali e reti cliniche e neanche considera gli effetti della soppressione dell'Asur unica, che pure con tutti i suoi difetti ha avuto una funzione di riequilibrio, fungendo da camera di compensazione;
- per dare autonomia effettiva ai territori occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità e tutto questo non può essere attuato e garantito ad invarianza finanziaria;
- una riforma che, per questo, doveva seguire o almeno essere contestuale, e non precedere il PSS - come più volte ribadito da noi ed anche dalle organizzazioni sindacali - in quanto sarebbe stato molto più coerente ed opportuno adottare una preventiva programmazione socio-sanitaria che riguardasse tutto il territorio regionale e, coerente con le disposizioni nazionali e soltanto all'esito, prevedere le norme e con esse gli strumenti e l'organizzazione per attuarla;
- un piano socio-sanitario che doveva essere anche l'occasione per l'adozione di un piano economico e finanziario che sostenesse la riforma del sistema sanitario regionale di cui alla l.r. 19/22;
- un PSS che, tra l'altro, doveva anche essere contestualizzato all'interno della programmazione e delle risorse del PNRR e dello stesso DEFR;
- una riforma ed un piano socio-sanitario che, come più volte ribadito, non possono essere attuati ad invarianza finanziaria;
- lo ha detto lo stesso Governo nelle osservazioni alla legge regionale n. 19/22;
- in questo contesto l'istituzione di cinque AST in competizione tra di loro senza il ruolo, come abbiamo detto, di stanza di compensazione di Asur, determinerà disparità territoriali minando nei fatti l'universalità del diritto alla salute;
- è evidente a tutti come le costituite AST non siano riuscite a decollare perché ancora prive del proprio atto aziendale e, quindi, del proprio assetto organizzativo e funzionale;
- e questo lo vediamo già oggi, a nostre spese, in una situazione di implosione impossibile da governare proprio a causa di una riforma che non è riuscita a partire perché non può partire;
- basti vedere i commissariamenti prorogati che hanno impedito qualsiasi programmazione;
- la "fuga" del Direttore del Dipartimento che doveva attuare la riforma;
- una riforma finta che, sbandierando il protagonismo dei territori, ha scaricato su di essi la responsabilità delle inefficienze e dei disequilibri esistenti;
- la personalità giuridica per dispiegare i suoi effetti presuppone l'autonomia finanziaria, organizzativa (risorse umane e strumentali) e patrimoniale;
- questa autonomia non potrà mai dispiegarsi senza maggiori risorse e personale innanzitutto;
- invarianza finanziaria che viene ribadita sia dalla legge regionale 19/22 che dal PSS.
Nel merito:
- non abbiamo presentato emendamenti perché è un piano vuoto, inefficace, costellato di buone intenzioni senza alcuna possibilità di essere conseguite perché è lo stesso piano che dice "vuole orientare le attività e le azioni descritte affinché siano garantite nell'ambito delle risorse assegnate dal Servizio sanitario regionale e nel rispetto dei vincoli definiti dalla finanza pubblica";
- una clausola questa tanto doverosa, quanto di stile, che però "denuda il Re" in quanto se da una parte si ammette che non tutto ciò che viene proposto potrà essere realizzato, dall'altra non si dice cosa si vuole realizzare a dispetto di ciò che non si può;
- e come si potranno coniugare gli obiettivi del piano socio-sanitario, oggi al nostro esame, con i recenti provvedimenti della Regione Marche diretti a richiedere alle AST "di predisporre, perseguire e rendicontare specifiche azioni volte al rientro nel budget provvisoriamente assegnato 2023"?
- segno evidente che non si riesce neanche a garantire la quotidianità del servizio sanitario regionale costretto ad operare con budget provvisoriamente assegnati;
- per questo presenteremo gli emendamenti al prossimo Documento di economia e finanza regionale nel quale necessariamente questo piano dovrà confluire e dovrà misurarsi con il bilancio regionale;
- nella premessa del PSS si richiama, e non poteva essere diversamente, il programma di governo 2020-2025 (pag. 6) con il quale, sotto la voce "sanità e sociale per tutti: nessuno resti solo", si osserva di voler dare particolare rilievo all'area della sanità e del sociale;
- con il programma di governo venivano annunciate le azioni e gli interventi da realizzare per la trasformazione e la ricostruzione della sanità regionale il cui funzionamento è stato fortemente condizionato dall'impatto devastante dell'emergenza pandemica sopraggiunta, tra l'altro, dopo gli eventi sismici del 2016-2017;
- come richiamato nella premessa dell'atto, tra i punti qualificanti di questa solo annunciata presunta trasformazione e ricostruzione della sanità si indica la stesura di un nuovo Piano socio-sanitario regionale che però arriva a tre anni dall'insediamento di questa Giunta ed a due anni dalla scadenza del mandato;
- un Piano socio-sanitario regionale che, secondo il programma di governo declinato in quest'Aula, doveva essere "basato su principi di integrazione tra sanità e sociale, miglioramento dell'assistenza ospedaliera e territoriale; sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, abbattimento liste di attesa, drastica riduzione di mobilità passiva, integrazione tra servizi pubblici e privati, lotta agli sprechi, ottimale utilizzo delle risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (Recovery Fund)";
- invece a distanza di tre anni dall'avvio di questa legislatura e dall'adozione del programma di governo, niente di tutto quanto promesso e dovuto è stato realizzato;
- anzi la situazione è notevolmente peggiorata ed il Servizio sanitario regionale marchigiano, in assenza della pur minima possibilità di programmazione, è all'evidenza sfuggito da ogni controllo;
- nessuna risposta per le liste di attesa, nonostante le maggiori risorse assegnate dallo Stato fin dal 2020 per ridurle, con tempi biblici per qualsiasi visita e/o esame diagnostico ed anche per interventi;
- proprio ieri veniva osservato che "tra le criticità che minano il corretto funzionamento del sistema sanitario regionale l'impatto maggiore sulla vita dei cittadini ce l'hanno i lunghi tempi di attesa per vedersi garantiti esami e visite...; e la criticità non riguarda solo i piccoli ospedali o ambulatori di provincia, ma anche il centro nevralgico della sanità regionale, ovvero l'Azienda ospedaliero-universitaria delle Marche" dove le criticità si riscontrano "in tutti e tre gli ordini di priorità: brevi (prestazioni da eseguire entro 10 giorni), differite (entro 30 giorni per le visite, entro 60 per gli accertamenti diagnostici) e programmabili (entro 120 giorni). E a far registrare il record negativo sono le prestazioni sulle donne", con tempi medi di attesa che, all'evidenza, pregiudicano il diritto alla salute per l'assenza di qualsiasi efficacia preventiva;
- ed ancora oggi sulla stampa regionale: "Visite entro trenta giorni? Prenotare con il Cup? Impossibile. Costretto alla visita a pagamento";
- questi fatti, reiterati quotidianamente nel tempo, minano la credibilità del sistema sanitario regionale e sono uno "spot" a favore delle strutture private le quali per l'occasione hanno coniato lo slogan "non mettere la salute in lista di attesa";
- questo ha determinato, altresì, una migrazione dei marchigiani verso la sanità privata, o verso altri sistemi sanitari regionali, con esponenziale aumento della spesa per la mobilità passiva; chi non può permettersi tutto questo - in quanto la mobilità passiva è un costo prima per il cittadino e poi per il sistema - di fatto viene costretto alla rinuncia della cura e della prevenzione della malattia;
- è stata fatta una campagna elettorale lamentando che il centro-sinistra aveva privatizzato la sanità, mentre oggi - oltre a costringere i cittadini al ricorso alla sanità privata - si ricorre alle cooperative private nei pronto soccorso con medici pagati molto di più dei medici del Servizio sanitario, con la conseguenza che gli organici, già insufficienti, si riducono per la migrazione dei professionisti dalla sanità pubblica alla sanità privata;
- è stato detto che sarebbero stati riaperti 13 ospedali e ad oggi neanche uno ne è stato riaperto e non potrà esserlo neppure in futuro vista la clausola dell'invarianza finanziaria del piano, mentre invece si stanno solo realizzando ed ultimando nuove, importanti e strategiche strutture ospedaliere finanziate dalla Giunta di centro-sinistra;
- non vi è traccia degli ospedali di comunità (OdC), delle case della comunità (CdC) e delle centrali operative territoriali (COT) per realizzare quella necessaria integrazione tra sanità e sociale e migliorare l'assistenza ospedaliera e territoriale; anche su questo, gli unici ospedali di comunità oggi in essere sul territorio sono quelli avviati dal centro-sinistra;
- il piano socio-sanitario avrebbe dovuto, finalmente e doverosamente, affrontare e risolvere innanzitutto i problemi creati dal non-governo della sanità in questi ultimi tre anni ed almeno programmare gli obiettivi declinati nel programma di questo esecutivo;
- non vi è traccia, invece, di una pur minima proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera tra "sviluppo di ospedali di alta specializzazione" di I e II livello e "strutture minori diffuse su tutto il territorio" e né si dice come verranno riorganizzate queste strutture sanitarie all'esito delle consistenti riduzioni e conseguente rimodulazione delle risorse del PNRR che si tradurranno in un drastico taglio del numero delle CdC, degli OdC e delle COT;
- nessuna proposta e risposta per la medicina territoriale e la prevenzione;
- un piano socio-sanitario - che più di ogni altro strumento riguarda la vita stessa di ogni marchigiano e soprattutto dei marchigiani più fragili per ragioni di età, di salute, di lavoro e di condizioni economiche - avrebbe dovuto dare una risposta al bisogno di salute della comunità marchigiana perché la sanità è un settore di primaria importanza e avrebbe dovuto essere una priorità assoluta per il Governo regionale - se è vero, come è vero e come viene declinato nel DEFR 2023-2025, che il "bilancio regionale si aggira su un ammontare di 5 miliardi per circa tre quarti impegnato nella sanità" - ma ciò non è stato;
- in definitiva, in tre anni non vi è stata una pur minima programmazione per risollevare le sorti della sanità e tantomeno per realizzare il programma di governo, come era doveroso;
- ed oggi, a due anni dalla scadenza del mandato, ci viene presentato un piano socio-sanitario regionale infarcito di promesse utili soltanto per la prossima campagna elettorale senza alcun minimo progetto credibile, tanto che esso contiene una mera elencazione di titoli senza una pianificazione di obiettivi programmabili e raggiungibili in quanto ci si limita a promettere il mantenimento e il potenziamento di tutto senza dire come, con quale personale, quali risorse, quali tempi, quali procedure e priorità;
- il piano è assolutamente generico, descrittivo dell'esistente senza alcun atto di programmazione concreta, senza scelte, priorità, cronoprogramma, obiettivi concreti e misurabili, senza indicazione di punti di forza e di debolezza, senza il riferimento al tema delle risorse e della mancanza di personale;
- invero anche l'invarianza finanziaria imprigiona il piano nel recinto della inutilità e costituisce una dichiarazione di resa sia rispetto ai suoi stessi obiettivi e sia rispetto alla riforma del sistema sanitario regionale;
- è attuale il nostro monito di allora secondo il quale l'approvazione del nuovo Piano, necessaria anche per il riequilibrio dei territori, avrebbe dovuto precedere qualsiasi intervento strutturale al fine di valutarne l'impatto economico-finanziario e renderlo credibile, possibile, efficiente, efficace e soprattutto giusto;
- è questo un piano socio-sanitario incredibile perché non indica le coperture finanziarie per conseguire gli obiettivi declinati solo sulla carta, in un "collage" di buone intenzioni di cui sono lastricate le "vie dell'inferno" della sanità regionale;
- un piano socio-sanitario regionale con il quale la Regione avrebbe dovuto anche promuovere lo sviluppo di una rete ospedaliera efficace, equilibrata sul territorio, coerente con il DM 70/2015 e l'attuazione del DM 77/2022, in particolare rispetto allo sviluppo delle Case, degli Ospedali e degli infermieri di comunità;
- invece, quello al nostro esame, è un piano contro la legge e contro gli strumenti legislativi di programmazione nazionale e non offre alcun contributo su nessuna delle criticità della sanità delle Marche, da quelle comuni a tutte le Regioni (liste di attesa, pronto soccorso, medici gettonisti, riduzioni nell'erogazione dei LEA e trasferimento nel privato a pagamento di molte prestazioni) a quelle specifiche delle Marche e cioè la dispersione della rete ospedaliera e la conseguente inevitabile carenza nell'offerta di servizi territoriali;
- la mancata previsione delle necessarie risorse aggiuntive non consentirà di garantire il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza e, di sicuro, aggraverà gli effetti del sotto finanziamento dei livelli assistenziali distrettuali e della prevenzione;
- aggraverà, altresì, la situazione di difficoltà in cui già versano i Dipartimenti, in primis quelli di emergenza, con particolare riguardo alla carenza di figure mediche e a rischio di un crescente ruolo di gestione affidato al privato;
- un piano che essendo in contrasto, come detto, con le disposizioni nazionali per quanto riguarda la previsione e l'organizzazione degli ospedali di I livello, aggraverà anche il problema della carenza dei medici e le stesse AST non riusciranno ad attuarlo in quanto prive di una reale autonomia finanziaria, organizzativa e gestionale e di sicuro meno attrattive rispetto ad un'azienda complessa come l'Asur che, in quanto tale, riusciva a mettere in campo una unitaria visione regionale;
- un piano che, in definitiva, non darà alcuna autonomia effettiva ai singoli territori in quanto, lo si ribadisce, per conseguirla occorre garantire equità, giustizia, pari trattamenti e pari opportunità; tutto questo non può essere attuato nell'ambito delle insufficienti risorse assegnate dal Servizio sanitario regionale;
- in sostanza, è un piano socio-sanitario del tutto inefficace e che, insieme alla riforma del Servizio sanitario che lo deve attuare, si pone in contrasto con disposizioni costituzionali (articoli 3 e 32 Cost.) perché viola il principio di uguaglianza e il principio di universalità che devono essere garantiti, oltreché dal SSN, anche e soprattutto dal Servizio sanitario regionale; principi questi che costituiscono presupposto indefettibile per assicurare la coesione sociale del Paese e della Regione ed anche per contrastare le conseguenze sulla salute frutto delle disuguaglianze sociali, derivanti dalle diverse condizioni socio-economiche dei singoli territori;
- invero, lo ricordiamo solo a noi stessi, lo sviluppo del principio di uguaglianza si dispiega in tre diversi ambiti in cui il corollario dell'equità deve trovare concreta realizzazione: l'accesso alle prestazioni ed ai servizi sanitari per ognuno in condizioni di pari dignità e di pari opportunità; i risultati di salute in capo ai singoli soggetti; l'allocazione delle risorse e dei servizi secondo i reali bisogni;
- è in definitiva un piano che neanche sa badare a se stesso; un Piano che nasce già morto!