Resoconto della seduta n.184 del 27/05/2025
SEDUTA N. 184 DEL 27 MAGGIO 2025
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti, dichiaro aperta la seduta n. 184 del 27 maggio 2025. Do per letto il processo verbale della seduta n. 183 del 20 maggio 2025, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Regolamento interno. Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Interrogazione n.1552
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Chiusura del Punto Salute INRCA presso la RSA di Paggese ad Acquasanta Terme”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I’interrogazione n.1552 dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione della Consigliera Casini devo riferire che il Punto salute fu aperto nel programma generale della nostra Regione per sopperire, come sappiamo, alla carenza dei medici di medicina generale, i servizi territoriali.
Ricordo che a fronte di un organico di 1,250 medici nella nostra Regione in questo momento ne sono carenti 200. Domani concluderanno gli esami finali 70 medici di medicina generale, che sono stati formati con i provvedimenti aggiuntivi che questo Consiglio regionale ha adottato, che la Giunta ha adottato, quindi con le 150 borse di specializzazione in più andiamo a mitigare quella carenza.
Tuttavia rimane la lacuna e con i Punti salute si è cercato di dare una risposta, insieme alla farmacia dei servizi, alla domanda di sanità che proviene dal territorio, che se non viene soddisfatta si riverbera nei pronto soccorso, creando una ingovernabilità del sistema sanitario, così come spesso appare negli organi di informazione di massa.
Il Punto salute fu aperto con grande successo, tuttavia ha incontrato nei mesi precedenti un problema di indisponibilità delle infermiere disposte a lavorare in quel centro. L'Azienda ha bandito numerosi concorsi, avvisi, ma per alcuni mesi non è stato possibile individuare la figura professionale che potesse andare a concorrere in quel punto salute. L'azienda riferisce, l'INRCA riferisce che è in via di conclusione un procedimento con cui viene individuata una nuova figura professionale e assicura che il Punto salute riprenderà la sua attività funzionale in queste settimane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Ovviamente non sono soddisfatta perché il Punto salute è stato inaugurato da XX, da YY, c'era lei, l’onorevole Giorgia Latini, il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, il Presidente del Comitato di partecipazione delle Associazioni di volontariato del territorio, c’erano … C'era tantissima gente, anche il Sindaco di Ascoli Piceno ad Acquasanta.
La cosa importante per questo Punto salute era la presenza di un'infermiera, come lei ha detto, infermiera di cui non dirò il nome, ma era su tutti i giornali, e quando è stata trasferita, è andata via, si è chiuso il Punto salute.
Ma è più di un anno che il Punto salute è chiuso, quindi non è possibile che lei ci abbia fatto il solito discorso sui medici che sono pochi perché la colpa è di quelli che c'erano prima di lei, le ricordo che il numero chiuso a medicina è stato introdotto nel 1999.
Ora, che cosa faceva questa infermiera? Erogava l'holter pressorio e cardiaco, faceva gli elettrocardiogrammi, la dermoscopia, la spirometria, dal lunedì al giovedì, e l'ambulatorio era aperto dalle 8:00 alle 13:00. Per un'area interna ed un'area montana era molto importante che si potesse, anche con la ricetta dematerializzata, dare un servizio, che ancora manca in quanto non è stata sopperita la carenza che è stata creata con la chiusura del Punto salute, non sono stati assunti dei medici oppure la situazione dell'area interna è migliorata, la situazione dell'area interna è peggiorata.
Ora, che in un anno e passa non si riesca a sostituire una persona, un'infermiera che lavora in una zona, se vogliamo, delle aree interne, ma anche comoda, posto che c'è la superstrada Ascoli mare che arriva quasi fino a lì, mi pare una cosa brutta.
Adesso lei mi dice che il Punto salute verrà riaperto, monitoreremo per verificare se questo sarà effettivamente vero, nel frattempo sappia che lì ad Acquasanta ed in tutte le aree interne c'è una grande sofferenza per la carenza di questo servizio che era importantissimo per chi abita nelle aree interne. Grazie.
Interrogazione n.1480
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti
“Rinuncia alle cure e mobilità passiva nelle Marche: una situazione preoccupante”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I’interrogazione n.1480 dei Consiglieri Vitri, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questo tema che si collega a quello di prima rimette al centro del dibattito del nostro Consiglio regionale la questione sanitaria, liste d'attesa, le famiglie che non si curano e così via.
Per chiarire bene e dare una risposta esaustiva a questa interrogazione, ma anche alla successiva, mi permetto di compendiare la situazione esistente attualmente, quella che si è verificata nel nostro Paese su questa materia.
Il giornale La Stampa il 21 ottobre 2015 intitola un articolo in prima pagina: “Liste d'attesa infinite e costi troppo alti, niente cure per due famiglie su cinque”, La Stampa 21 ottobre 2015. La Repubblica, noto quotidiano della sinistra, il 23 giugno 2015 scrive: "Questa sanità è da salvare, liste d’attesa lunghissime, ticket in crescita. La sanità privata che avanza". Sempre il giornale La Stampa, vicino alla sinistra, il 21 ottobre 2015 scrive di nuovo: “Liste d'attese infinite, costi troppo alti, niente cure per due famiglie su cinque”.
Che cosa succede, perché avviene questo, perché è avvenuto questo? Lo scrive in un bellissimo articolo Il Manifesto il 21 ottobre 2015. Che cosa dice il Manifesto il 21 ottobre del 2015, Governo Renzi? Nella segreteria politica del PD c'era uno che si chiama XY, che cosa dice? Il Presidente della Regione Piemonte si sta ribellando rispetto ai tagli della sanità, 37 miliardi di tagli dei Governi del PD dal 2012 al 2019; sta protestando e si sta ribellando anche il Presidente della Regione Toscana ed il Manifesto dice: “Non tutto a tutti”. C'è un tweet del Presidente del Consiglio Renzi che dice: "Ragazzi non scherziamo" e tutti gli amministratori regionali si mettono silenti, zitti rispetto ai tagli della sanità nel nostro Paese partiti dai Governi della sinistra, meno 37 miliardi.
La differenza rispetto al passato, non tutto a tutti, la fa il centro-destra perché per la prima volta quest'anno portiamo il fondo sanitario nazionale a 136 miliardi, più 19 miliardi rispetto al passato.
Ma non basta, sempre Repubblica in un articolo molto interessante del 2017: “Polizze è l'ora della sanità, un business da 65 miliardi”. Non solo non hanno finanziato il fondo sanitario nazionale, non tutto a tutti come rivela Il Manifesto, ma avanza il finanziamento della sanità privata che giunge negli anni del loro governo a 65 miliardi. 119 miliardi sono la spesa pubblica, 65 miliardi sono i soldi che gli italiani sono costretti a tirare fuori per i loro tagli e adesso ci chiedono a noi sulle liste d'attesa, che vedono un piano di recupero dal 2001. Quindi durante i loro Governi ci sono stati tre piani di recupero delle liste d'attesa.
Che cosa stiamo facendo noi sulle liste d'attesa? Innanzitutto è aumentato il finanziamento statale, 137 miliardi, somma mai investita in sanità nel nostro Paese, soprattutto stiamo formando i medici che servono al Servizio sanitario nazionale perché nel 2015, quando i giornaloni della sinistra dicevano: liste d'attesa infinite e costi troppo alti, non tutto a tutti, c'era il chiaro piano di non dare tutto a tutti. Poi celebrano il 25 aprile e il 2 giugno, la festa della Repubblica. il principio di uguaglianza e il diritto fondamentale alla salute.
Oltre a questo importante evento non formano i medici che servono al Servizio sanitario nazionale perché questo anno entrano in servizio 10.000 medici ed in pensione ne vanno 16.000, quindi loro scientemente non hanno finanziato né formato i medici per garantire il servizio pubblico.
La Regione Marche sta finanziando 150 borse aggiuntive, ogni anno, abbiamo atto un piccolo tesoretto, ma dai prossimi anni il Servizio sanitario nazionale avrà i finanziamenti e i medici necessari.
Sulle liste d'attesa in linea generale devo aggiungere che la nostra Regione ha delle carenze come tutte le Regioni perché la domanda è enormemente superiore all'offerta, il servizio lo stiamo potenziando, ma, ricordo, che siamo tra le prime 5 Regioni in Italia a garantire le prestazioni fondamentali e per questo abbiamo ricevuto, questo anno e lo scorso, la quota premiale.
Tutta questa situazione sulle liste d'attesa fa innervosire gli amici della sinistra perché rispetto … Rispetto alla sanità privata e alla carenza dei medici voi potete candidare chi volete, ma gli italiani e i marchigiani non saranno fessi. Grazie.
PRESIDENTE. La prossima interruzione quando un Consigliere o un Assessore parla per dare delle risposte sugli atti ispettivi io sospendo la seduta. Non è proprio accettabile.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che sono a dir poco delusa, Assessore Saltamartini, perché le avevo fatto una domanda molto seria e la risposta non mi sembra altrettanto seria.
Le avevo fatto una domanda sul piano operativo regionale del 2024, sul recupero e il miglioramento delle liste d'attesa per prestazioni ambulatoriali, ricoveri e screening. Un piano che ho letto e studiato. Ho cercato le risposte alle lunghe attese che subiscono i cittadini. Non è una mia invenzione l'attesa che subiscono i cittadini per prenotare qualsiasi tipo di esame diagnostico, tanto che proprio i dati Gimbe delle settimane scorse ci hanno dimostrato che nelle Marche il 9,7% delle persone deve rinunciare a una o più prestazioni mediche e questa percentuale, Assessore, è aumentata nell'ultimo anno rispetto alla media nazionale, che è del 7,6%, di oltre 2 punti. Le dico anche che l'anno precedente eravamo in linea con la media nazionale, che era del 7%, se vuole poi le passo la tabella, significa che in un anno siamo addirittura peggiorati, a cosa dobbiamo questo risultato?
La Corte dei Conti a novembre 2023 diceva che la Regione Marche aveva avuto dal Governo Draghi 13 milioni per il recupero delle liste d'attesa, di questi 13 milioni ne avevate spesi 4,6 milioni, quindi non avete speso neanche tutto quello che avete avuto dal Governo Draghi.
Io volevo semplicemente sapere cosa è accaduto l'anno scorso, l'anno dopo, non voglio aspettare la Corte dei Conti a novembre, quindi, nel piano regionale sono andata a vedere le risposte.
Ebbene, Assessore, vada a vedere anche lei le tabelle. Porto come esempio quella della mia Ast, di Pesaro Urbino, le soluzioni potrebbero essere l'assunzione di personale medico e la ricollocazione. Per ogni prestazione, ricollocazione o assunzioni, zero per ciò che riguarda la radiologia tradizionale, zero per ciò che riguarda gli ecodoppler di ogni tipo, zero per ciò che riguarda le ecografie, zero per ciò che riguarda i volumi tac, zero per quello che riguarda l'alta diagnostica e la chirurgia, così come zero abbiamo in tutta la parte di telemedicina. Poi potrei passarle tutta la tabella così si guarda anche lei il piano operativo regionale fatto da voi.
Visto che mi rimangono 20 secondi, mi permetto di aggiungere che lei ha iniziato a rispondermi riferendosi ai dati del 2015. Nel 2015 la Regione la governava XY che si candida con voi, era qui già 10 anni fa e si ricandida con voi, l'avete imbarcato voi, quindi vada a lamentarsi con XY, visto che mi dà i dati del 2015. Grazie.
Interrogazione n.1574 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Progetto "Nuova Stazione Merci" a Castelfidardo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1574 - a risposta immediata - dei Consiglieri Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Consiglieri. per aver presentato questo atto in cui si cerca di far chiarezza su quanto è accaduto sulla stazione merci a San Rocchetto di Castelfidardo, sulla previsione di questo progetto.
Sentiti gli uffici e gli enti competenti si rammenta al Consiglio regionale che con propria deliberazione n. 239 del 2025 la Giunta regionale ha espresso il parere di cui l'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 383 del 1994, subordinando il nulla osta alla localizzazione dell'intervento di Rete ferroviaria italiana denominato “Nuova stazione merci di Osimo”, non condivisa in aborigena con la Regione Marche, alla valutazione tecnica di conformità dell'opera stessa.
Proprio nell'ambito di detta valutazione tecnica, nella progettura di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnico economico dell'intervento, la Regione Marche ha comunicato al Mase che all'esito dell'istruttoria sono emersi elementi di forte criticità dovuti sia alle caratteristiche dell'area interessata, ad esempio rischio idrogeologico, area di particolare sensibilità ecologica, elevato impatto paesaggistico in sito vincolato, sia alla carenza di analisi tecnico-progettuali che al momento non permettono di escludere gli impatti significativi che sono stati denunciati anche dalle comunità locali.
Ad ogni buon conto si informa che Rete ferroviaria italiana sembra disponibile a riconsiderare la localizzazione dell'intervento anche perché la Regione Marche oltre alle valutazioni tecniche, di cui dobbiamo prendere atto e che abbiamo già acquisito, fa proprie le considerazioni degli enti locali interessati.
Si resta pertanto in attesa di ulteriori e diverse determinazioni da parte di Rete ferroviaria italiana al riguardo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Assessore, non sono molto soddisfatto della sua risposta per un motivo, questa è una vicenda abbastanza paradossale perché voi avete approvato una delibera il 25 febbraio, di cui lei ha letto l'articolato. Il punto 2) della delibera dice chiaramente che la Regione esprime parere favorevole ai fini dell'intesa Stato-Regione, poi c'è anche la condizione che durante la Conferenza dei servizi vengano acquisiti tutti gli nulla oste e le autorizzazioni.
Nella scorsa seduta dell’1aprile, quando abbiamo parlato di questo tema si è approvata una mozione che impegnava la Giunta a esprimersi in modo contrario, fermamente contrario rispetto alla locazione di questa stazione in quella località.
Prendo atto di ciò che aveva già accennato l'Assessore Aguzzi, che l’1 aprile c'è stata una presa di posizione della Giunta regionale, ma una presa di posizione a mio modo di vedere molto tardiva, che comunque non chiarisce, non dà risposte all’interrogazione che abbiamo presentato perché la domanda era per sapere: quali azioni urgenti si intendono mettere in atto per dare seguito alla mozione approvata in Consiglio regionale, lei invece nella sua risposta rilancia, rimpalla la decisione a RFI, che forse potrebbe decidere un'altra allocazione, mentre l'esponente di RFI presente a Osimo non più di un mese e mezzo fa ha dichiarato che è la Regione che deve indicare un'eventuale allocazione alternativa.
Continuo a non capire cosa farete voi per impedire che questa struttura venga costruita in una località, in un posto altamente a rischio, con un grosso impatto a livello paesaggistico. Grazie.
Interrogazione n.1504
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona: grave situazione di degrado nella struttura di Via Corridoni e pesanti ritardi nella costruzione del nuovo edificio in via Conca”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1504 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Devo rispondere anche per la seconda parte, quella sanitaria sull'attuale Salesi?
PRESIDENTE. No quella è stata già discussa, abbiamo fatto una mozione, era collegata. L’altra volta è stata scorporata, volta abbiamo fatto la mozione e l'interrogazione, mi sembra, qui abbiamo solo l'interrogazione per l'aspetto dell'Assessore Baldelli.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi scusi, Presidente, volevo chiarire che l'altra volta abbiamo lasciato un'interrogazione e questa a firma del Consigliere Mastrovincenzo è stata traslata ad oggi con la risposta dell'Assessore, quindi stiamo facendo questa.
PRESIDENTE. Esatto, quello che ho già accennato. L'altra parte l'abbiamo fatta, è stato già detto, confermato.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti posti dai Consiglieri interroganti si riferisce - è una sola riga, Consigliera Casini - che i lavori strutturali della nuova opera saranno completati entro il 2026.
Aggiungo che quando abbiamo preso in mano il cantiere all'inizio del 2021 non c'era davvero nulla, se riusciamo in 5 anni, come abbiamo previsto, a completare le opere strutturali dimostriamo che in 5 anni è possibile costruire, anche con le varianti che abbiamo recepito su richiesta dell’Azienda ospedaliera universitaria di Torrette, una nuova struttura ospedaliera all'avanguardia come quella del Salesi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Prendo atto che questa è un’interrogazione che riporto in Aula praticamente ogni anno e ogni volta il termine dei lavori viene posticipato di un anno.
Guardi, Assessore, non vorrei infierire, ma c'è qui un articolo di giornale, che era anche nella nostra rassegna stampa, del Corriere Adriatico del 26 febbraio in cui l'Assessore Baldelli si impegnava per la fine dei lavori entro il 2024. C'è la sua foto, virgolettato, fino a prova contraria l'impegno era: fine lavori 2024. Quando li avete presi, sì, c'è stata la variante, l'aveva già accennata negli anni precedenti.
Quando avete preso il governo di questa Regione eravate consapevoli di com'era la situazione e adesso dite il 2026 quando il Direttore generale dell'ospedale di Torrette ha parlato chiaramente, dopo ha smentito, di 2027. Allora, mettetevi d'accordo tra voi.
In ogni caso venerdì sono stato a vedere i cantieri ed è in una condizione all'anno zero, ci sono solo le fondamenta, non c'è altro, c'è qualche pilastro qua e là. E’ evidente che un lavoro del genere in un anno e mezzo non si porta a termine, tanto più che lei dice pure in una recente intervista che sarà un ospedale all'avanguardia. Le chiedo: come fa ad essere un ospedale all'avanguardia se manca un anno e mezzo al termine che avete previsto e nel frattempo di fatto è praticamente tutto fermo, avendo passato tanto tempo per abbattere la palazzina che era lì precedentemente.
Aggiungo anche che mentre passa il tempo aumentano i costi, siamo arrivati, se non erro, a 84 milioni. I costi sono lievitati grandemente in questi anni per questa opera, nel frattempo c'è l'ospedale Salesi di via Corridoni che è in una situazione di assoluta precarietà con grosse mancanze anche dal punto di vista igienico-sanitario. Con tutto l'impegno che ci mettono gli operatori e i medici di quell'ospedale è evidente che ci sono delle grossissime carenze e malfunzionamenti. Io davvero le chiedo di mantenere fede a questo impegno, so che non sarà così perché lei mi sta dando una data assolutamente improponibile davanti a tutti e l’ha già fatto 2 anni fa dicendo un'altra data.
Per il bene di tutti i cittadini marchigiani, al di là di ogni polemica, l'auspicio è che soprattutto per i bambini e per le loro famiglie questo ospedale si porti a termine nel più breve tempo possibile. Grazie.
Interrogazione n.1358
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Casini, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“In merito alle dichiarazioni relative alla possibile realizzazione di una nuova base Ryanair presso l’aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima - richiesta di chiarimenti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I‘interrogazione n.1358 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Casini, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti posti dai Consiglieri interroganti si riporta il contributo acquisito dall'aeroporto, il quale riferisce che per quanto concerne Ryanair ad oggi non esiste alcuna trattativa che abbiamo cercato di imbastire nel corso del 2023 per la creazione di una base operativa presso lo scalo di Ancona.
La stessa Ryanair opera 5 destinazioni: Catania, Londra, Cracovia, Düsseldorf e Bruxelles, ma senza base operativa. Pertanto allo stato attuale non sussistono elementi concreti né in termini di compartecipazione finanziaria né in termini di pianificazione strategica dell'ipotizzata operazione.
In merito all'iniziativa politica intrapresa dal Presidente del Consiglio comunale di Senigallia non si hanno rilievi tecnici istruttori da fornire. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore Brandoni, ma anche stavolta non posso dirmi soddisfatta della sua risposta.
Siamo qui, oggi, ancora una volta a denunciare le inefficienze che continuano a penalizzare l'Aeroporto delle Marche. Una situazione che necessita soluzioni immediate e non l'ennesima serie di promesse vuote, propagandistiche, alle quali ci avete abituato, a cui lei ci ha abituato in questi 5 anni.
A un anno dall'annuncio delle trattative per trasformare l'Aeroporto Sanzio in una nuova base Ryanair nulla è stato realizzato o almeno questo risulta a livello formale, dato che quello che conta per noi sono gli atti e non i proclami. Perché, attenzione, una cosa è la realizzazione di una base Ryanair presso il Sanzio, ben altra cosa sono le “entusiasmanti 5 rotte su Bruxelles, Catania Cracovia, Düsseldorf e Londra, con altri 40 voli settimanali” annunciati ad aprile dell'anno scorso - questa interrogazione è di novembre 2024 - che nulla hanno a che fare con le promesse di crescita turistica, di rinnovata centralità della regione Marche nella regione Adriatico Jonica di un anno fa, appunto. Non è sicuramente con il solo traffico estivo che un'infrastruttura come quella dell'aeroporto regionale può sostenersi. Diciamo, quindi, le cose come stanno.
Assessore, la situazione dell'aeroporto è critica e va di giorno in giorno peggiorando, parliamo ad esempio dei gravi disservizi che continuano a compromettere le tratte dei voli di continuità, collegamenti che partono semivuoti, che registrano ritardi fino a 5 ore, oltre che una serie di cancellazioni, che dall’1 marzo al 15 maggio hanno visto ben 25 voli soppressi.
Cito alcuni titoli della stampa di questi ultimi giorni: il Resto del Carlino del 17 maggio, “Voli cancellati tra Ancona e Milano, i passeggeri chiedano il risarcimento”; Corriere Adriatico, 17 maggio, “Ormai Sky Alps sembra Aeroitalia, ritardi e cancellazione pagati da noi”; Corriere Adriatico, 18 maggio, “Ritardi e zero passeggeri, il servizio ci costa il doppio. Facciamo altri mesi così?”
E ancora, sui voli di continuità, visti i tempi del nuovo bando Enac, è prevedibile che la nuova gestione entri in vigore dall1 di novembre. Nel frattempo quale sarà la strategia adottata? Continueremo di questo passo, Assessore? O preferite rinviare questa decisione cruciale in attesa degli esiti elettorali, proprio come state facendo, ad esempio, per i piani triennali della cultura, del turismo e dell'internazionalizzazione, ormai scaduti da tempo o per altre questioni altrettanto importanti?
L’Aeroporto delle Marche è un'infrastruttura pubblica la cui gestione deve rispondere agli interessi dei cittadini e delle imprese del territorio e non alle vostre logiche propagandistiche ed elettorali. Servono investimenti certi e una strategia di sviluppo solida.
Dopo 5 anni di vostro governo, i cittadini hanno diritto non solo ad una rendicontazione concreta e trasparente delle azioni svolte, ma soprattutto di una programmazione. Grazie.
Interrogazione n.1426
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Decontribuzione per le imprese delle Marche”
Interrogazione n.1543
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Decontribuzione e istituzione ZLS nella Regione Marche: quali provvedimenti?”;
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1426 dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi , Vitri e l’interrogazione n.1543 dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri (abbinate).
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente La misura della decontribuzione sud è stata introdotta nel decreto legge n. 104 nell'agosto del 2020 “Misure urgenti per il rilancio dell'economia”, convertito con modificazioni della legge n. 126/2020, che l'articolo 27 comma 1 prevedeva: “al fine di contenere gli effetti straordinari sull'occupazione determinati dall'epidemia da Covid-19 in aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socioeconomico il riconoscimento di un esonero dal versamento dei contributi pari al 30% dei complessivi contributi previdenziali dovuti per le imprese localizzate nelle Regioni del mezzogiorno”. La delimitazione al solo mezzogiorno è stata evidente sin dall'inizio, le Regioni ammissibili erano infatti quelle che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU 27 o comunque compreso tra il 75% e il 90% e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale, definizioni coincidenti con le 8 Regioni del mezzogiorno.
La misura era prevista inizialmente per il 2020, ma la sua operatività è stata successivamente prorogata negli anni a seguito delle autorizzazioni concesse dalla Commissione europea che doveva confermare la compatibilità con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato.
La cosiddetta vecchia decontribuzione sud ha cessato di esistere il 31 dicembre 2024 con la legge di bilancio 2025, legge 207 del 2024, e ne è stata definita una nuova che prevede una progressiva riduzione percentuale dell'esonero contributivo dal 2025.
Nel 2025 l'esonero è pari al 25% e non al 30%, come previsto dalla misura originaria dei contributi previdenziali complessivi, valore che si andrà a ridurre al 20% dal 2026 al 2028, infine al 15% nel 2029.
I beneficiari della misura sono rimasti invariati e gli sgravi spettano alle microimprese, alle piccole medie imprese che occupano lavoratori nelle 8 Regioni del mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Su questa base sono state previste le coperture finanziarie annuali per la misura, coperture che evidentemente costituiscono il principale ostacolo alle possibilità di estendere l'area di intervento, oltre alla necessità di dover prevedere in caso di ampliamento una specifica autorizzazione da parte della Commissione europea.
Nonostante le difficoltà rappresentate si conferma l'impegno di questa Giunta a proseguire in tutte le sedi l'attività di sensibilizzazione del Governo sull'importanza di individuare strumenti agevolativi (decontribuzione e altri) a sostegno dei territori marchigiani più colpiti da gravi situazioni di disagio socio-economico.
Differente la questione relativa all'istituzione della zona logistica semplificata (Zls) per la Regione Marche, strumento di sviluppo territoriale che pur nella sua operatività puntuale limitata potrebbe fornire un primo contributo alle imprese in termini di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Il Governo nazionale con un emendamento dei parlamentari di maggioranza di luglio 2024 al decreto legge “Coesione”, decreto legge 60/2024 articoli 13 e 13 bis, ha previsto la possibilità di istituire la zona logistica semplificata anche nelle Regioni in transizione non precedentemente ricomprese nella zona economica speciale unica, in particolare Marche e Umbria.
Si ricorda, infatti, che sulla base di una norma di legge nazionale solo le 8 Regioni del mezzogiorno, tra le quali è compreso l'Abruzzo, possono accedere alle agevolazioni previste per la Zes unica mezzogiorno, mentre tutte le altre Regioni più sviluppate in transizione possono cedere ai benefici della Zls.
Per consentire l'avvio della Zls nelle Marche è prevista preliminarmente l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per definire le procedure da seguire per la costituzione delle Zls e le agevolazioni previste, che individuerà, tra l'altro. la superficie massima ammissibile da destinare alla Zls per la Regione Marche. Tale decreto in bozza è già stato oggetto di un esame ad aprile scorso in Conferenza delle Regioni, ma deve concludere il suo iter di approvazione.
Per accelerare al massimo il percorso “attivazione della Zls” la Giunta regionale nelle more dell'approvazione del dpcm è già al lavoro per definire il piano di sviluppo strategico che rappresenta il documento programmatico alla base della definizione della Zls. Gli uffici regionali competenti, in collaborazione con le strutture del Dipartimento per la coesione territoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, stanno definendo il piano di sviluppo con l'obiettivo di presentare la bozza del documento immediatamente a valle della pubblicazione del dpcm per la Zls nella Regione Marche, prevista nel corso dell'estate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Assegni anche a me un tempo aggiuntivo, ove occorra appunto, perché sono due atti.
Io non sono per niente soddisfatto della risposta dell'Assessore Brandoni, sebbene la stessa sia impeccabile sotto l'aspetto tecnico, ma ci ha detto cose che noi sappiamo, che conosciamo e che dovremmo comunque conoscere.
Ci ha spiegato le ragioni per le quali a suo tempo non fu possibile estendere le contribuzioni alle Marche, perché era per le Regioni del sud, ci ha spiegato l'esonero contributivo del 30%, lo sapevamo, ci ha detto poi che nel 2024 questa misura è stata rivista e nel 2025 si prevede il 25% fino a scalare, però non ci ha detto nulla sotto l'aspetto politico, soprattutto in relazione alle domande di cui alle interrogazioni. Ad esempio noi qui dobbiamo ricordare che a quel tempo il Segretario regionale di Forza Italia disse che la Camera aveva approvato un ordine del giorno per estendere la decontribuzione in questa nostra Regione e quell'ordine del giorno venne sbandierato come un dato, diciamo, importantissimo.
L’Assessore Brandoni e soprattutto il Vicepresidente Saltamartini mi potranno confermare che un ordine del giorno alla Camera non si nega a nessuno, tanto diciamo è inutile. Eppure è stato sbandierato ed ha creato ovviamente delle aspettative. Allora, noi con questa interrogazione ponevamo una domanda molto semplice: se l'impegno assunto dal Governo con l'accoglimento dell'ordine del giorno per l'estensione della misura contributiva alla Regione Marche sia effettivo e reale. Oggi possiamo dire che non è effettivo, reale, è il nulla e l'Assessore Brandoni ce lo conferma nella sua risposta.
Così pure per quanto riguarda la zona logistica speciale, dice che era prevista per il sud, ma si dimentica che la nostra è una Regione in transizione, e che è stato approvato un emendamento dei parlamentari marchigiani per estendere questa misura, che, ripeto, non è la Zes, non è la zona economico speciale, ma la zona logistica speciale, che è cosa diversa, prevista per Marche e Umbria e mi pare che la Regione Lazio l'abbia attuata o la stia attuando. Dice: "Noi aspettiamo un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che è all'esame della Conferenza delle Regioni”. E’ anche qui il nulla, io dico: ma è possibile che quest’Assemblea legislativa in questa materia, dopo aver approvato risoluzioni e atti all'unanimità per dare una mano alle nostre imprese che soffrono …, perché le difficoltà del tessuto economico e produttivo ci sono, sono legate alla crisi internazionale e queste misure sono assolutamente necessarie per dare una mano, ma soprattutto per metterle a parità di condizioni con le imprese che stanno in altre Regioni.
La questione della decontribuzione, questo lo dicevo allora, se in Abruzzo c'è la decontribuzione e non c'è nelle Marche, chi è che investe nella nostra regione? Nessuno. Si trasferisce di pochi, pochissimi chilometri e va in Abruzzo. Questo è il tema e perché non bisogna attendere oltre.
Un ordine del giorno che viene approvato a dicembre, che viene sbandierato come cosa fatta da un esponente importante della maggioranza di Governo, siamo a giugno, quando questa misura diventerà concreta? Perlomeno si abbia il coraggio e la responsabilità di dire agli imprenditori, per non illuderli, se questa misura verrà varata o meno. Questo l’Assessore non ce l'ha detto perché non ce lo poteva dire, non è colpa sua, ma della politica. Grazie.
Interrogazione n.1524
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Ricostruzione sisma 2016 – Problematiche relative agli accolli a carico dei proprietari nell’ambito della ricostruzione privata”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1524 dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con riferimento al punto 1) dell'interrogazione relativo alla richiesta sulla disparità di trattamento tra la ricostruzione del sisma dell'Aquila del 2009 e quello del sisma 2016, si riporta che la struttura di missione preposta alla gestione del sisma dell'Aquila 2009 espleta i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio del contributo per la ricostruzione in base a norme e procedure che differiscono da quelle che disciplinano e regolano l'attività degli uffici speciali di costruzione regionale istituiti a seguito del sisma 2016.
In effetti la struttura di missione del sisma 2009 e gli uffici di costruzioni post sisma 2016 prevedono una concessione dei contributi medianti sistemi contabili diversi. Nella prima le risorse stanziate per la ricostruzione vengono concesse di volta in volta mediante il Cipes, mentre gli Usr concedono contributi a valere sulla contabilità speciale prevista dalla legge sisma decreto legge n. 189 del 2016 e in applicazione delle ordinanze del Commissario straordinario per la ricostruzione.
La struttura commissariale sisma 2016 e l’Usr in seguito ad analisi e valutazioni effettuate in collaborazione hanno individuato proprio al fine di limitare l'accollo di spesa a carico dei beneficiari misure mirate ad avvicinare la realtà ai meccanismi di determinazione del costo convenzionale. E’ stata quindi emessa l'ordinanza del Commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016 n. 222 del 31 gennaio 2025 la quale, apportando modifiche ed integrazioni al testo unico della ricostruzione privata, ha aggiornato ed ha adeguato i costi parametrici ed ha altresì definito i relativi incrementi in favore dei beneficiari della costruzione privata nel cratere.
Inoltre a ben vedere, anche a voler confrontare i livelli dei costi parametrati stabiliti dal sisma e quelli applicati nel sisma 2016 risulterebbe che il livello base del costo parametrico nell'ambito del sisma 2009 corrisponda ad una somma inferiore a quella del livello base del medesimo costo nell'ambito del sisma 2016.
Riguardo al punto 2) dell'interrogazione appare il caso di ricordare che l'ordinanza n. 222 del 31 gennaio 2025 risulta essere di recente emanazione, che ad oggi non sono emersi dati tangibili atti a dimostrare che le misure intraprese con l'emanazione dell'ordinanza commissariale n. 222 si siano rilevate insufficienti o inadeguate.
Appare appena il caso di specificare che l'applicazione del superbonus ha distorto la ricostruzione post terremoto nella misura in cui si sono concentrate risorse e attenzioni su altri aspetti piuttosto che sulla sicurezza sismica.
Sul punto 3) dell'interrogazione, riferito a segnalazioni di situazioni di potenziali illegittimità, si rappresenta che il compito della struttura commissariale consisteva nel mero monitoraggio del raggiungimento del plafond mediante un sistema digitalizzato che recepiva le informazioni caricate dai tecnici, ovvero la piattaforma GE.DI.SI, sulla quale gli stessi professionisti hanno caricato i documenti in totale autonomia e sotto la propria responsabilità. Si precisa che nella piattaforma digitale rappresenta un apposito flag nella sezione “concorso di risorse” dedicato alla segnalazione dell'intento o meno di fruire di incentivi fiscali per la quota eccedente il contributo.
L’ufficio speciale di costruzione sta vagliando le istanze presentate sulla piattaforma ed il loro contenuto nell'ambito delle istruttorie e dei procedimenti di competenza, invece è in capo all'Agenzia delle entrate il controllo sulla corretta presentazione delle pratiche con rendicontazione del monitoraggio, rimesso ai portali decisi da Casa Italia ed Enea. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Sulla ricostruzione post sisma, Assessore, non ci sono parole per quello che lei ha dichiarato, che c'è il super bonus sisma e che il 110 ha prodotto un effetto distorto. A me piacerebbe che lei andasse a dire nelle aree del sisma quello che ha dichiarato, ed è un fatto molto grave.
Lei ha spiegato e ha giustificato i maggiori contributi per il sisma del 2009 dicendo che alcuni conti dimostrerebbero il contrario.
C'è una sostanziale diversità, Assessore Brandoni, sul sisma relativo all'Aquila voi andrete a coprire complessivamente tutte le spese fino alla concorrenza del costo degli interventi sulle strutture e sugli elementi architettonici, comprese le rifiniture, a copertura delle spese eccedenti. Per il sisma delle Marche avete coperto fino a 400 milioni, totalmente assorbiti ed oggi ci sono tantissimi progetti incagliati e persone che non riescono a ricostruire.
C'è un effetto ancora più grave rispetto a questo perché la ricostruzione con le somme ridotte non sarà al meglio.
Una sintesi c'è a tutto questo, Assessore Brandoni, ed è questa: voi avete abbandonato la ricostruzione ed i cittadini delle aree del sisma devono sapere che il governo di Francesco Acquaroli ha abbandonato la ricostruzione. I fatti glieli spiego, voi fate gli splendidi con il Commissario straordinario alla ricostruzione Castelli inaugurando anche il festival dell'aria, fate gli svelti con i soldi che vi hanno recuperato. Il Commissario straordinario alla ricostruzione Castelli fa lo splendido, ma in realtà voi avete abbandonato la ricostruzione sisma, avete affermato la disuguaglianza fra questo nostro terremoto e quello dell'Aquila. Non solo, non avete rinnovato la zona franca urbana, andate a sentire gli operatori economici che cosa vi dicono. Non solo la Zls, ma la zona franco urbana, gli operatori sono in ginocchio e voi ve ne siete fregati. Questa è la realtà. C'è un appello accorato, perché non avete inserito il 110 per il sisma nelle Marche, non lo avete fatto, avete tagliato complessivamente.
La nostra è una ricostruzione retrocessa, ci avete retrocessi alla fine del mondo. Grazie.
Interrogazione n. 1527
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
Realizzazione di un forno crematorio nel territorio del Comune di Ancona
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1527 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con la risoluzione del Consiglio regionale del 25 maggio 2021 la Giunta si era impegnata ad adottare il Piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori, in questo senso provvedendo ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 130 del 2001.
Al riguardo occorre tener conto che l'articolo 78 del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990, che è il regolamento che contiene il regolamento di polizia mortuaria, testualmente recita: "1. I crematori devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e sono soggetti alla vigilanza del Sindaco. 2. Il progetto di costruzione di un crematorio deve essere corredato da una relazione nella quale vengono illustrate le caratteristiche ambientali del sito, le caratteristiche tecnico-sanitarie dell'impianto ed i sistemi di tutela dell'aria dagli inquinamenti sulla base delle norme vigenti materia. 3. I progetti di costruzione dei crematori sono deliberati dal Consiglio comunale”, quindi i livelli di inquinamento dei crematori devono essere individuati sulla base delle norme vigenti in materia.
Ora, la legge n. 130 del 2001, che è rubricata “Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri”, prevede all'articolo 8 che entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge 130 del 2001, con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sono definite le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle barre della cremazione. Sono approvati entro 3 mesi. 4
La legge del 2001 ha visto susseguirsi numerosi Governi a livello nazionale, numerosi Parlamenti, ma questo regolamento non è mai stato attuato, non è mai stato pubblicato. Ne consegue che in esecuzione della risoluzione del Consiglio regionale gli uffici si sono incontrati per stabilire anche a livello ambientale quali fossero il volume e l'entità delle emissioni ammissibili per i crematori, ma queste riunioni non hanno sortito alcun effetto, alcuna conseguenza perché naturalmente difettano del criterio base che deve essere stabilito a livello nazionale. D'altra parte non si può immaginare che i crematori abbiano una diversa funzionalità in 20 Regioni diverse, soprattutto quando si toccano materie fondamentali come la tutela ambientale.
A questo riguardo c'è da dire che ci sono stati due progetti legge, uno del 2019 e uno dello scorso anno, presentati in Parlamento, progetti di legge di iniziativa parlamentare che fino a questo momento non sono stati tradotti in legge.
Questa è la risposta che desidero, che ho esplicitato alla Consigliera Ruggeri su un tema che appare molto importante dal momento in cui moltissimi cimiteri hanno esaurito la loro possibilità di allargamento e c'è un'esigenza vera, quella di procedere con le cremazioni dei feretri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. All'inizio del suo intervento l'Assessore mi ha sorriso e ha avuto anche un tono dimesso perché probabilmente sapeva già, conoscendomi, che la sua risposta non mi avrebbe minimamente soddisfatto, come immagino non abbia soddisfatto i cittadini che sono qui oggi in Aula a sentire questa nostra disquisizione su un tema tanto importante e già discusso in questa legislatura perché lei ha ricordato quella risoluzione approvata all’unanimità il 2021. Risoluzione che è rimasta chiusa in un cassetto e la Giunta ferma, inadempiente, ha continuato a causare rispetto alla legge del 2001 un vuoto normativo in cui naturalmente si sono inserite richieste, come questa del Consiglio di Ancona, per la realizzazione di questo forno crematorio nel quartiere di Tavernelle.
Come lei sa i cittadini sono battaglieri, sono stati fatti già incontri pubblici che hanno portato un centinaio di persone. Il fatto che il Sindaco di Ancona sia dello stesso colore politico di questa Giunta non depone certo in vostro favore perché è chiaro che a differenza di quanto è stato fatto per fermare il progetto del forno crematorio di Tolentino, questa volta voi non avete intenzione di fare un bel niente perché strizzate l'occhio ad un Sindaco che si è insediato 2 anni fa, come voi, facendo tante promesse assolutamente disattese.
Vorrei ricordare che il forno crematorio presenta tanti problemi, soprattutto dal punto di vista della salute e ambientali e queste cose non le dico io, ma le ha dette pubblicamente un importante l'allergologo, che, come conosciamo tutti, è sicuramente una persona di fama ed è stata scelta come consulente dell'amministrazione comunale di Ancona e senza neanche poter iniziare il suo lavoro ha deciso di dimettersi proprio perché sostiene che il forno crematorio è una forma di incenerimento, che non è pensabile.
Visto che ho pochi secondi invito anche i cittadini a venire prossimamente quando in quest'Aula verrà discusso il piano regionale dei rifiuti in cui il centro-destra prevede per la nostra regione un bell'impianto di incenerimento, il termovalorizzatore.
Questo tema tornerà di nuovo anche se in ambiti diversi, però noi sposiamo quanto ha detto sulla stampa l’allergologo: “La salute viene prima di qualsiasi cosa” e come Movimento 5 Stelle faremo. Grazie.
Interrogazione n.1557
ad iniziativa della Consigliera Acciarri
“Identificazione operata dalla Polizia locale di Ascoli Piceno nei confronti degli autori di uno striscione assolutamente pacifico ed in linea con lo spirito della giornata del 25 Aprile e sulle azioni della Regione Marche per favorire la crescita di una coscienza democratica ed antifascista”
Interrogazione n.1558
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Interventi di polizia e tutela della libertà di espressione durante le celebrazioni del 25 aprile 2025 ad Ascoli Piceno”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1557 della Consigliera Acciarri e l’interrogazione n.1558 dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi e Vitri (abbinate)
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta a queste due interrogazioni si deve premettere che questa materia è attribuita allo Stato e non alle Regioni e ricade nell'ambito della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, articolo n. 117 della Costituzione.
Tuttavia è bene precisare che questa materia non può intaccare il diritto alla libertà di espressione del pensiero, ma semplicemente si riferisce all'attività comune di polizia diretta alla prevenzione e repressione di reati.
Mi spiego meglio. Con la Costituzione del 1948 e con l'articolo 21 sono state eliminate tutte le preesistenti norme fasciste che prevedevano l'autorizzazione per qualunque tipo di stampato da parte dell’autorità di pubblica sicurezza, le stesse autorizzazioni per la stampa di giornali.
L'articolo 21 della Carta costituzionale, entrata in vigore l’1 gennaio 1948, stabilisce invece che la stampa è libera e non può essere soggetta ad autorizzazione e censure, è solo previsto il sequestro degli stampati quando si lede il buon costume e la dignità, soprattutto c'è una protezione nei riguardi dei minori.
Il Parlamento repubblicano nella sua prima seduta, eletto a far data dall’1 gennaio 1948, ha approvato la legge dell’8 febbraio 1948 n. 47, che all'articolo 2 prevede che qualunque stampato, sia esso uno striscione o un manifesto, debba riportare il nome dello stampatore e la data. Non si verifica il contenuto, il merito, che è libero e nessuno può sottoporlo a censure o ad autorizzazioni.
E’ nell'ambito dell'attività di prevenzione dei reati che le Forze di Polizia hanno il compito di identificare coloro che pongono in essere la diffusione di stampati o di manifesti.
C'è da tener conto che forse sarebbe stato opportuno che l’attività di identificazione fosse stata svolta con modalità diverse rispetto all'esecuzione avvenuta, come è stata riportata dai giornali, ma rientra nella piena attività di prevenzione dei fatti che la Costituzione e l'ordinamento interno attribuiscono alle Forze di Polizia.
Voglio ricordare che tra i diritti di libertà dei cittadini, tra i diritti costituzionali e i diritti politici della nostra democrazia vi rientra anche la protezione contro la commissione di illeciti e le attività delle Forze di Polizia sono sempre disposte ed indirizzate a garantire questa funzione.
Voglio anche aggiungere che tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine non devono essere rieducati al 25 Aprile, ma hanno prestato un giuramento di fedeltà alla Costituzione. A norma dell'articolo 98 della Carta sono al servizio esclusivo della nazione e la testimonianza di questo si rinviene in molti sacrari, dal dopoguerra in poi, per la difesa della legalità democratica rispetto anche a spinte eversive di destra e di sinistra. Sono centinaia, migliaia gli appartenenti alle Forze dell'ordine che sono caduti.
Penso che il 25 Aprile costituisca la festa del nostro Paese, a prescindere dalle posizioni politiche, semplicemente perché ci siamo liberati da una dittatura nazifascista che aveva compiuto numerosi misfatti, non ultima la dichiarazione di guerra alla Francia, alla Grecia e così via.
Credo di poter dire che il nostro Paese ha una lunga tradizione democratica e il fatto di procedere all'identificazione di una persona, sia che guidi una macchina sia che diffonda un volantino, sia che compia una qualunque azione, rientra nell'attività di prevenzione generale e di identificazione dei fatti.
Quante volte è successo che guidando una macchina senza aver commesso nulla siamo stati identificati e questo avviene a garanzia delle libertà fondamentali dei cittadini, posto che la libertà di stampa, il diritto del 25 Aprile di affiggere un manifesto con scritto quello che si vuole è un diritto costituzionalmente tutelato. Questo diritto non può essere infirmato da un'identificazione e non penso che la volontà degli operatori sia stata quella di incidere in qualche modo o di influenzare la libertà di stampa. Ripeto, forse sarebbe stato opportuno se ci fossero stati dei dubbi procedere ad una identificazione successiva. Se questo è avvenuto ritengo che i cittadini sono stati identificati ...
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Acciarri.
Monica ACCIARRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Saltamartini, che come sempre è molto puntuale dal punto di vista delle leggi, della Costituzione, anche per il ruolo che gli compete è riuscito a dare quelle spiegazioni giuridico-tecniche. Lo ringrazio perché ha fatto chiarezza.
Il senso della mia interrogazione e la sollecitazione alla Regione erano quelle di utilizzare la parte in cui facciamo educazione e corsi ai nostri vigili urbani. L'Assessore ha detto che non c'è bisogno di fare educazione perché è insita nella Costituzione, è insita in tutto il resto. Io le dico che se nella mia città, che è medaglia d'oro al valore militare per attività partigiane, abbiamo in conseguenza di uno striscione pacifico, che oltretutto non viene identificato dalle Forze di polizia, ma viene identificato dalle Forze di polizia locale, tanto che la sottosegretaria nazionale ha risposto a un'interrogazione del Movimento 5 stelle dicendo: "La polizia non ha identificato, era solo materia della Polizia urbana” ...
Nelle notti successive ci sono stati degli striscioni “da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore”, quindi contro il questore, e l'assalto ai forni, con l'assalto cancellato, significa che noi abbiamo un problema culturale nonostante quello che la Regione e gli altri enti, a partire dal Comune, fanno per cercare di diffondere una cultura antifascista. Siamo ancora all'anno zero, purtroppo, nella mia città che si fregia di questa cosa e se abbiamo il problema di questi striscioni auspichiamo che le Forze di Polizia prima possibile identifichino e facciano piena luce sugli autori di questi striscioni.
Un po' il senso è andiamo avanti e siamo sempre più stimolanti per una cultura antifascista e antinazista, quello che vediamo in Europa oggi ci dice che siamo ancora molto indietro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. In primis fa piacere che la Consigliera Acciarri sia più vicina alla Lega nord del fondatore, che era antifascista, che a quella dell’attuale Segretario, che pare avere una deriva diversa.
La Consigliera dice che lei, Assessore, ha dato spiegazioni tecnico-giuridiche puntuali, peccato che il punto sia un altro, non è ciò che viene scritto nei giornali perché XY aveva affisso un telo, un lenzuolo, nel quale aveva scritto, non certo a macchina o un testo, una banale frase che riguardava il 25 Aprile. Ora il problema è: dov'è il forno? Forse lei non sa dov'è il forno di XY, che è di una famiglia storica conosciuta ad Ascoli. Il nonno è stato partigiano ed un medico molto famoso, lo stesso padre, una famiglia conosciuta e il palazzo Roiati si trova di fronte alla porta del Comune di Ascoli Piceno, a 50 metri dall'ufficio del Sindaco.
Il Sindaco e la Polizia municipale non possono non sapere ad Ascoli Piceno, che non è New York, chi è XY. Oltretutto aveva affisso il telo sul palazzo di proprietà della sua famiglia, neanche un condominio di gente diversa, per cui tutta questa necessità di entrare due volte nel negozio per chiedere chi fosse XY è una cosa assurda ed è assurdo che non si sia sollevato il problema quando sono apparsi gli striscioni di cui ha parlato prima la Consigliera Acciarri, dei quali non mi meraviglio perché le svastiche e le frasi che vengono scritte sui muri della nostra città sono ormai uso e consuetudine. Sono decenni che questo accade, sono decenni che accade durante le partite, e non è la prima volta.
Che oggi ci si ponga il problema di vivere in una città che ha avuto l'onore di essere dichiarata dal Presidente Pertini, medaglia d'oro al valore militare per attività partigiana, non partigiane, partigiana ... Per poterlo scrivere sulla carta intestata abbiamo fatto una battaglia di 5 anni in Consiglio comunale, io ero Consigliere di opposizione, per poter riportare sulla carta intestata quello che era un onore, beh, insomma, io mi meraviglio delle meraviglie perché noi siamo in una città come questa.
Mi meraviglio che il Sindaco non abbia avuto la forza di attraversare la strada per dire che forse avevano sbagliato, esagerato, invece di chiudersi nel suo ...
PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Solo per una mozione d'ordine. Mi hanno segnalato che durante l'intervento della capogruppo Casini chi stava seguendo in streaming non riusciva a vederla perché non era inquadrata, a noi non risulta, però se così fosse invito a fare una verifica tecnica, eventualmente può anche ripetere. Da casa mi hanno segnalato che non si vedeva. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso facciamo fare le verifiche dai tecnici. E’ un disguido di natura tecnica.
Interpellanza n. 45
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Politiche sociali della Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 45 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. L’interpellanza, che verte sul tema delle politiche sociali, parte dall'analisi di quello che è contenuto nel documento di economia e finanza 2025-2027 all'interno della missione 12 “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia” in cui è scritto: “particolare attenzione verrà posta per le persone che versano in condizioni di grave marginalità; l'obiettivo è quello di assicurare un welfare regionale in grado di soddisfare i leps individuati dalla normativa nazionale”.
E’ scritto anche che ci sarà il potenziamento delle cure domiciliari e dell'Adi e che gli interventi per la disabilità saranno consolidati; sarà fondamentale l'integrazione con i servizi sanitari, in particolare quelli offerti da Umee e Umea.
La programmazione degli interventi a favore dell'infanzia e dei minori si realizza in due principali ambiti operativi. Il primo riguarda l'implementazione dei servizi normati dalla legge regionale 9 del 2003. Ancora, si investe sugli interventi a valenza sociale presso i consultori familiari.
La Regione Marche intende continuare nel perseguimento dell'obiettivo primario relativo all'edilizia residenziale pubblica ovvero a garantire il diritto alla casa ai ceti sociali più deboli.
Rispetto a quanto previsto dal Documento di economia e finanza la realtà è ben diversa, le famiglie marchigiane in condizioni di povertà relativa sono pari all'11%, il 5,6 sono in povertà assoluta; un marchigiano su 10 rinuncia a curarsi per difficoltà economiche, la povertà relativa individuale raggiunge il 17,5%.
Pur essendo le cure domiciliari un servizio di livello essenziale, quindi da garantire, molte prestazioni non vengono erogate in gran parte della regione. Ad una mia interrogazione sul tema l'Agenzia sanitaria regionale riconfermava quanto sostenuto.
Nelle Marche c'è una lista d'attesa di 1.911 minori con disturbi di apprendimento o con disabilità per una prima valutazione da parte delle strutture preposte. I ritardi sono dovuti soprattutto alla forte carenza di professionalità di cui queste strutture dovrebbero essere dotate.
Negli ultimi due anni diversi fondi regionali afferenti le politiche sociali (fondo regionale non autosufficienza, fondo servizi educativi ed infanzia, fondo per le famiglie con persone con autismo) sono stati, interamente o quasi, finanziati con risorse europee che hanno sostituito quelle regionali destinate altrove.
I consultori familiari sono caratterizzati da fortissime criticità, nonostante l'impegno e la professionalità di tutti gli operatori che vi lavorano; è insufficiente il numero di figure professionali che vi operano.
Sono centinaia gli alloggi Erap che necessitano di profonda manutenzione, le procedure di assegnazione sono troppo spesso particolarmente lunghe e rallentate e un numero considerevole di appartamenti rimane inutilizzato.
Tenuto conto che in questi anni tutto il settore del welfare non è stato governato in alcun modo: il sistema è andato avanti per inerzia, senza una strategia complessiva, senza un confronto costante con gli Ambiti e con il terzo settore, la nostra interpellanza punta a sapere alcune cose in particolare: quali interventi intendono attivare l'Assessore, la Giunta e il Presidente per sostenere le sempre più numerose famiglie in difficoltà economica nella nostra regione; cosa pensano di fare per assicurare le cure domiciliari ai migliaia di cittadini he ne avrebbero necessità; se e come intendono potenziare in tempi brevi le Umee e i consultori familiari; se saranno ripristinate risorse regionali adeguate in aggiunta a quelle europee per poter offrire assistenza e risposta ad un numero più ampio possibile di famiglie marchigiane, infine quali misure saranno messe in atto per garantire il diritto alla casa dei cittadini e delle famiglie più fragili della nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le misure che sono state poste in essere dalla nostra Regione per garantire i servizi sociali diretti ad assicurare il principio di parità, soprattutto alle persone che hanno avuto e hanno minori opportunità nella vita, sono state numerose e hanno impiegato moltissime risorse, non solo di livello statale, ma anche regionale.
Preliminarmente devo dire che i numeri di per sé sono esplicativi del grande impegno che la Regione Marche ha avviato su questo percorso, devo anche aggiungere che il disagio, soprattutto giovanile, il disagio di tante famiglie, soprattutto per quanto riguarda i bambini, è un’emergenza che stiamo affrontando cercando di aumentare le specializzazioni, soprattutto in neuropsichiatria infantile che è una specializzazione molto desertificata negli ultimi anni. Quindi, con l'aumento del numero dei medici che entrano in servizio questa specializzazione è stata particolarmente sostenuta proprio perché c'è questa domanda sottolineata anche dall'intervento del Consigliere Mastrovincenzo.
Premesso questo ed in via del tutto straordinario rispetto alla risposta, devo dire che gli interventi sono stati molteplici, il primo nell'elenco riguarda il piano nazionale della lotta alla povertà 2024-2026, sono stati impiegati 23 milioni di euro e questi servizi sono stati diretti agli assegni di inclusione. Attraverso gli ambiti sociali e territoriali abbiamo appreso che ci sono ulteriori disponibilità.
La Regione naturalmente ha il compito di dare attuazione alla programmazione nazionale e a quella regionale, quindi il riparto di fondi viene fatto sulla base dei criteri enunciati a livello nazionale.
La seconda misura è costituita da “INtegra”, dal piano nazionale inclusione FSE 2021-2027, qui abbiamo impiegato 1.863.000 euro per interventi di rafforzamento del sistema di accoglienza per le persone in condizione di elevata marginalità sociale; la presa in carico e accompagnamento nell'ambito di interventi di housing e dei centri servizi per i senza dimora; interventi di riduzione delle condizioni di deprivazione materiale senza dimora e di altre persone fragili; misure di accompagnamento (esempio prima accoglienza e orientamento ai servizi, assistenza per pratiche burocratiche); misura educativa alimentare; sostegno scolastico; sostegno della ricerca e lavoro; prima assistenza medica.
Il terzo pilastro di intervento è stato finanziato con fondi del PNRR, missione 5, componente 2 “housing temporaneo”, abbiamo impiegato 2.840.000 euro per realizzare, a cura degli ambiti sociali territoriali, appartamenti da mettere a disposizione di singole persone o piccoli gruppi di famiglie fino a 24 mesi, con contestuale attivazione di progetti personalizzati per la singola persona o per la famiglia.
Per il quarto punto, sempre finanziato con i fondi del PNRR, missione 5, componente 2 “stazioni di posta” abbiamo impiegato 5.450.000 euro per realizzare, con gli ambiti sociali territoriali, centri che offrono, oltre ad un'accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi: sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni.
Siamo intervenuti sull'assistenza educativa e domiciliare specifica per la disabilità, nel 2024 abbiamo impiegato 2,7 milioni di euro, che sono stati utilizzati dagli ambiti sociali territoriali e nel 2025 sempre 2,7 milioni di euro.
Siamo intervenuti con l'assistenza domiciliare, la Sad, per cui nel 2024 abbiamo impiegato oltre 10 milioni + 2 + 12 e nel 2025 abbiamo impiegato 10 milioni + 2 + 13, quindi, con finanziamenti adeguati tra fondi statali e fondo di rotazione Poc 2014-2020.
Siamo pure intervenuti con il potenziamento delle funzioni degli ambiti sociali territoriali, funzione assistenza domiciliare per tutti i target di utenza, qui abbiamo visto impiegare 1,5 milioni di euro. La disponibilità complessiva per gli ambiti sociali territoriali è di 28 milioni per tutte le 10 funzioni finanziate, decidono autonomamente come allocarle.
Rispetto alla domanda se saranno ripristinate risorse regionali adeguate in aggiunta a quelle europee per poter fornire assistenza e risposte a un numero più ampio possibile, la risposta è che le risorse europee e quelle statali, derivanti dall'accordo di coesione, negli ultimi anni sono entrate nel bilancio regionale per necessità di essere utilizzate in tempi ben definiti, oltre a evitare che andassero perse, hanno finanziato interventi regionali non autosufficienza, servizi educativi infanzia, sostegno rette per minori in comunità, contributi per le famiglie con persone con autismo, permettendo in continuità finanziaria agli stessi, in alcuni casi, un aumento di finanziamento. Per la non autosufficienza 5,55 milioni di fondi europei nel 2023 contro 5,1 milioni di fondi regionali nel 2022, per minori in comunità 1 milione di fondi europei nel 2023 e contro 600.000 euro nel 2022 per tutti gli altri interventi c'è stata continuità finanziaria senza alcuna variazione.
Le risorse europee della programmazione 2021-2027 sono in evidente aumento rispetto a quelle stanziate nella precedente programmazione. Ricordo che nella programmazione 2014-2020 per i tirocini di inclusione sociale furono impiegati 6 milioni, nella programmazione 2021-2027, invece, vengono impiegati somme ingenti in aumento di 19,1 milioni; per il potenziamento delle funzioni degli ambiti sociali territoriali nella programmazione 2014-2020 furono impiegati 38 milioni, nella programmazione 2021-2027 52 milioni.
Poi ci sono altri dati che consegnerei al Consigliere Mastrovincenzo, così può valutare i contenuti di questi numeri in quanto i tempi che mi sono concessi hanno limiti di esposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Intanto prendo atto della risposta che adesso, spero, mi sarà consegnata in forma scritta. Prendo atto anche del tono di voce dell'Assessore che quando vuole replicare duramente alza il tono e quando risponde a interpellanze magari un po' scivolose lo abbassa e rende abbastanza incomprensibile, appunto, le risposte, evidentemente non tutto è chiaro e deve rispondere sottovoce.
E’ chiaro che i dati che mi ha dato, Assessore, sono incontrovertibili in termini di risorse, ma sono altrettanto veri e incontrovertibili in termini di risultati perché se lei mi dice che avete utilizzato il fondo per la povertà nazionale, 23 milioni di euro, che è stato poi diviso con criteri a seconda delle Regioni, è evidente che i dati ci dicono, come ho riferito prima, che c'è l'11% di famiglie in povertà relativa, ma nel centro Italia è del 6,5%. Il dato più basso è nelle Marche ed è addirittura maggiore dell'Italia intera che è al 10,6%.
Sulle cure domiciliari nelle Marche è l'indagine dell'Agenzia regionale sanitaria che conferma le criticità e le eccellenze a macchia di leopardo. E’ un servizio che deve essere garantito a tutti e lo ha ammesso lei nella risposta ad un'interrogazione il 26 febbraio 2024 sulle UMEE. Il numero che ho dato, 1.911 minori in lista d'attesa che attendono una valutazione, è un dato oggettivo, mi è stato dato dopo un accesso formale agli atti.
Sui consultori, il report dell'Agenzia regionale sanitaria ci dice che nella nostra Regione sono insufficienti in termini di operatori. Solamente 24 delle 66 sedi consultoriali hanno le figure richieste dalla normativa nazionale (ginecologo, ostetrica, assistente sociale, psicologo, pediatra), quindi una percentuale molto bassa, il 36%.
Il fondo di solidarietà è stato diminuito, anche qui parla la legge di stabilità del 2025, avete tagliato il fondo di solidarietà da 3 milioni a179 mila euro. Il fondo di sostegno degli affitti non c'è mai stato con voi in questa Regione, in compenso l'ha tagliato il Governo Meloni a livello nazionale; per quanto riguarda la casa, risposta data dall'Assessore Aguzzi l'anno scorso a una mia interrogazione, ci sono 600 alloggi sfitti disponibili, oltre 400 in provincia d'Ancona che non sono utilizzati, mentre ci sono centinaia di famiglie che ne avrebbero bisogno.
Il quadro è abbastanza disastroso, senza abbastanza, è disastroso. Grazie.
Proposta di legge n. 20
ad iniziativa dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu
“Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità”;
Proposta di legge n. 67
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Santarelli
“Misure a sostegno delle famiglie e dei nuclei familiari con figli”
(abbinate)
Testo unificato: “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 20 dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu e la proposta di legge n. 67 dei Consiglieri Latini, Santarelli (abbinate).
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Siamo davanti alla materia famiglia che è molto ben definita e tutelata a partire dalla Costituzione, passando per lo Statuto della Regione Marche.
Questo tema ha vissuto nel corso degli anni, come ben sappiamo tutti, una complessità e una difficoltà dovuta anzitutto ad una impostazione culturale, che il nostro Paese, come tutto l'occidente, ha intrapreso, anche a causa di una fragilità economica in cui ci si è mossi e a causa della fragilità di intere relazioni della comunità.
E’ necessario a nostro avviso intorno alla famiglia rinnovare un impegno che sia trasversale tra le parti politiche, anche e soprattutto cercando di mettere in fila tutti quei soggetti che si muovono su un territorio: il mondo delle imprese, il lavoro, il terzo settore, le diverse istituzioni, l'associazionismo familiare, per tentare di accompagnare passo passo la creazione di nuove famiglie e il cammino dei nostri genitori e dei figli nei primi anni di vita, cercando di operare un impegno che sia soprattutto culturale, contrastando alcune tendenze che sono emerse.
Con questa nuova legge regionale noi andiamo a superare, in qualche modo ad aggiornare la legge regionale vigente che ormai ha 27 anni e che andava necessariamente rivista. Si cerca di introdurre maggiori risorse e diversi obiettivi che siano coincidenti con quelle che sono le esigenze più attuali delle nostre famiglie marchigiane, nel tentativo di sostenerle, in particolare per la genitorialità e la natalità.
Vado a rappresentare in maniera sintetica il contenuto di questa proposta. Si parte da un inquadramento valoriale, certo una cosa che può sembrare marginale quando si va a fare una normativa, tuttavia ben sappiamo che è proprio di un'operazione culturale che in realtà servirebbe nei nostri territori, un inquadramento valoriale che si vuole imprimere negli obiettivi di largo respiro.
Quindi all'articolo 2 si parla della Regione Marche che deve andare a fare promozione della natalità e dell'alto valore della maternità e paternità coscienti e responsabili, favorendo la tutela delle funzioni genitoriali attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine sociale, culturale ed economico che impediscono le nuove nascite, l'adozione e la vita della famiglia, prevenendo situazioni di particolare disagio, povertà o esclusione sociale.
Tutela e promozione della vita fin dal concepimento in tutte le sue fasi, offrendo in particolare ai genitori sostegni economici, servizi sociali e psicologici, tutelando il diritto di un minore ad una famiglia tramite interventi a sostegno della genitorialità adottiva e affidataria. Promuovere e favorire azioni di accompagnamento alla solidarietà tra generazioni, riconoscimento del valore sociale delle reti di famiglie e dell'associazionismo familiare, sostegno al ruolo dei Comuni che promuovono nel territorio sportelli informativi o centri per la famiglia, attenzione alta sul tema della prematurità e sui bambini nati con problematiche cliniche rilevanti.
Suddivido il corpo di questa legge in diversi ambiti. rapidamente, ambito di organizzazione delle politiche familiari. Si introduce il principio della programmazione con un programma triennale di interventi per una visione sempre più sul lungo periodo delle politiche familiari. Si costituisce una cabina di regia per le politiche familiari che mette insieme la parte politica, tecnica e il territorio, con il compito di coordinare gli interventi di promozione della famiglia e lo sviluppo politico orientato alla famiglia. Promozione di indagini e monitoraggi sulla realtà delle famiglie e sulla natalità, collaborazione con la Consulta regionale per la famiglia per redigere annualmente una relazione in materia di famiglia e per raccogliere le proposte provenienti dalla stessa, cercando di allacciare sempre più il prezioso lavoro che fa costantemente alla struttura Regione.
Si dà vita a un fondo specifico per gli interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità, della natalità, un fondo in cui devono essere convogliate risorse di natura europea, statale ed anche regionale. Quindi si cerca di tornare a investire con risorse proprie regionali a sostegno della famiglia.
Sussidiarietà, partecipazione, ruolo del territorio, ambiti che sono fondamentali, come ben sappiamo, nella conduzione di ogni politica. Si rilancia il ruolo dell'associazionismo familiare, della Consulta regionale per la famiglia rivedendola nei suoi componenti e nelle sue funzioni.
Si promuovono alleanze territoriali per la famiglia, cioè reti territoriali costituite dagli enti locali, anche associati, in collaborazione con organismi sociali, economici e culturali, che promuovono nelle comunità locali iniziative di politica a favore della famiglia, attivando sinergie territoriali, iniziative formative e informazione riguardo ai servizi ed alle iniziative presenti nel territorio a favore delle famiglie, facendo integrazione tra i servizi di cura a supporto delle necessità educativo assistenziali delle famiglie, cioè la questione a cui bisogna fare fronte comune sempre più tra tutti i soggetti che si muovono su un territorio a sostegno delle nostre famiglie.
La natalità, un ambito che è fondamentale, è il tema dei temi per il futuro del nostro territorio, della nostra nazione, dell'intero Occidente. C'è in gioco, come ben sappiamo, la tenuta di un sistema, il peso politico del nostro Occidente, la necessità di mandare avanti un mondo che deve essere trasmesso attraverso l’alleanza tra le generazioni e la presenza di nuovi figli. Tutto ciò in linea con le misure del Governo nazionale, con il piano nazionale famiglia 2025-2027, con il bilancio 2025, che ha intrapreso delle misure importanti a vantaggio della natalità delle nostre famiglie.
In coordinamento con le misure del Governo nazionale la nuova legge regionale, al fine di sostenere la natalità e le spese connesse alla cura e all'accoglienza di nuovi nati, eroga contributi per il sostegno della natalità e della maternità, contributi che sono cumulabili con quelli di origine statale. Si sottolinea che l'entità di contributi deve essere raddoppiata qualora la famiglia richiedente comprenda uno o più minori riconosciuti disabili in base alla 104/1992. La Regione poi si propone di intervenire a favore delle famiglie con figli anche mediante l'abbattimento delle spese sostenute per i servizi socio-educativi per la prima infanzia, pubblici o privati. Inoltre, si rafforza il percorso nascita, cioè quel sistema che esiste, che deve essere sempre più migliorato, articolato di prestazioni, coordinato dai consultori familiari in grado di fornire il complesso di quegli interventi afferenti: la gravidanza, la nascita e il puerperio con informazione e formazione dei genitori e loro assistenza. Corsi di preparazione alla nascita, assistenza domiciliare al parto e puerperio, con particolare riferimento alla promozione dell'allattamento al seno, tema principe nel nostro tempo. Il sostegno alle madri in difficoltà al fine di prevenire l'interruzione di gravidanza quando essa dipende da ostacoli rimovibili, mediante sostegno psicologico e aiuto materiale in linea con la normativa esistente nel nostro Paese, anche assicurando informazioni sui diritti spettanti alla donna in base alla legislazione statale e regionale, nonché su quanto le leggi statali e regionali, gli enti locali e le istituzioni pubbliche e private mettono a disposizione a sostegno delle donne in gravidanza e delle famiglie. Informazioni sui servizi sociali sanitari e socio-sanitari presenti nel territorio per la tutela della gravidanza e della maternità, nonché sulle modalità richieste per il loro utilizzo.
Informazioni sulle associazioni, gruppi o istituzioni che operano in questo ambito; informazione sulla pratica del parto in anonimato, promozione della psicologia prenatale. Il ruolo della psicologia anche a sostegno delle nostre famiglie, quindi, promozione della psicologia prenatale all'interno dei reparti di ostetricia e ginecologia, nonché all'interno del centro unico regionale di diagnosi prenatale di secondo livello. C’è già in legge un richiamo forte al tema della medicina prenatale perché dei nostri figli ci si può e ci si deve prendere cura anche già prima della nascita.
Accento anche sul sostegno alle famiglie con bambini nati prematuri, promuovendo il sostegno psicologico ai genitori, sia durante la degenza sia mediante follow-up psicologico dopo la prima dimissione dall'ospedale, promuovendo l'accessibilità h24 da parte di almeno un genitore del bambino nato prematuro nel reparto di terapia intensiva in cui è ricoverato.
Ambito della genitorialità, ambito dirimente nel nostro contesto sociale e culturale, la necessità di accompagnare i nostri genitori a fare i genitori bene, sostenendoli nel cammino di cura della vita nascente, di crescita e di educazione.
Prima di tutto il ruolo delle imprese, centrale per il presente e il futuro del nostro territorio. Imprese che hanno una dimensione privata, ma che svolgono un ruolo sociale ineliminabile, fondamentale. Il ruolo delle imprese tenendo fermo il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; poi la questione del welfare aziendale. proseguendo le misure come quella dei bandi per il family friendly che la Regione ha già erogato a vantaggio di quelle aziende che realizzano all'interno dei loro stabilimenti operazioni family friendly.
L'introduzione nella nostra regione del fattore famiglia, è importante tentare di introdurlo, come hanno fatto altrove perché questo è uno strumento integrativo e valido per definire le condizioni economiche e sociali dei soggetti che fanno domanda per l’accesso a prestazioni o a servizi, tenendo conto della composizione del nucleo familiare dei soggetti stessi, anche promuovendo l'utilizzo da parte dei Comuni di tale strumento che rimane però facoltativo, secondo la normativa.
Il rafforzamento degli sportelli e dei centri per la famiglia. C'è bisogno di un hub come quello del centro per la famiglia che raccoglie formazione e informazione per i nostri genitori, come d'altronde anche il piano nazionale famiglia 2025-2727 del Governo nazionale ci ha richiesto di fare.
Ambito di adozione e affido, tematiche molto importanti, come ben sappiamo, da tanti punti di vista. Un ambito cruciale per garantire a tutti i minori di avere una famiglia. La Regione sostiene anche con contributi le associazioni riconosciute in albi nazionali o regionali che svolgono attività di formazione e di orientamento delle coppie verso l'adozione o l'affido di minori. Potrà erogare contributi alle famiglie adottanti, alle famiglie affidatarie di minori e potrà sostenere le reti delle associazioni famiglie adottanti affidatarie, anche potenziando l'interscambio formativo e il mutuo aiuto.
L'ambito cruciale delle famiglie fragili, della fragilità, che nel nostro territorio, comunità si presenta come sostegno alle famiglie numerose, quelle non con quattro figli, ma con almeno tre figli, intervenendo con contributi diretti o a favore dei Comuni che attivano progetti per le famiglie numerose: di riduzione delle tariffe dei servizi comunali; la stipula di protocolli d’intesa con le organizzazioni private. Poi il sostegno alle famiglie monoparentali, alle famiglie con figli con disabilità e alle famiglie in difficoltà economica per avviare percorsi sportivi o per acquisto di materiale didattico e culturale per i propri figli. Un'occasione per loro di crescita e di educazione straordinaria che va garantita a tutti, al di là delle possibilità economiche.
Ambito della bigenitorialità, il diritto dei bambini e delle bambine ad avere due genitori, sempre, anche in occasione di separazione. Tutela del diritto dei figli minori alla bigenitorialità in caso di separazione, scioglimento e cessazione degli effetti civili, annullamento e nullità del matrimonio. Anche nei processi relativi ai figli nati fuori dal matrimonio la Regione, gli enti strumentali della medesima, le Aziende del Servizio sanitario regionale e gli organismi sottoposti al controllo di vigilanza della Regione, ai sensi dello Statuto, su istanza di almeno uno dei genitori, indirizzano tutte le comunicazioni relative al minore ad entrambi i genitori.
La Regione inoltre promuove il pieno coinvolgimento di entrambi i genitori nelle informazioni riguardanti i figli, mediante l'attivazione di protocolli d’intesa con le istituzioni scolastiche, finalizzati a fornire tutte le informazioni sull'andamento e sui risultati scolastici ad entrambi i genitori; mediante l'attivazione di protocolli di intesa con gli enti locali finalizzati a trasmettere tutte le comunicazioni di rilievo amministrativo sulle condizioni di figli minori sempre ad entrambi i genitori anche in presenza di una separazione.
Siamo davanti a un percorso che è stato lungo, anche molto lungo, ma era necessario che lo fosse per affinare sempre di più ed insieme questo testo. Riteniamo di avere raggiunto un testo significativo e ringraziamo quei soggetti che hanno immaginato insieme a noi questa legge e collaborato alla sua strutturazione. In primo luogo vogliamo citare e ringraziare la Consulta regionale per la famiglia, il Forum delle associazioni familiari e tutte le associazioni che in questo ambito hanno un interesse e che si sono dimostrate al nostro fianco per produrre una normativa aggiornata in materia.
Poi il ringraziamento va, per la collaborazione importante con il Consiglio regionale, al Presidente della Giunta regionale Acquaroli, all'Assessore con delega alla famiglia Saltamartini, i Presidenti della IV^ Commissione che si sono succeduti nel tempo, la precedente Presidente e l’attuale Presidente Consigliere Baiocchi, che ringrazio, come ringrazio tutti i componenti della IV^ Commissione, in particolare la Consigliera Menghi, il relatore di minoranza, tutti i gruppi di maggioranza e minoranza, gli uffici ed i nostri collaboratori.
Siamo davanti ad un tentativo che riteniamo forte per ribadire che la famiglia è fulcro di vita, comunità, quindi è necessario, se vogliamo immaginare un futuro di questo territorio, di questa comunità e della nostra nazione, che la famiglia, la genitorialità, la natalità siano sempre più al centro delle nostre agende politiche, come stiamo cercando di fare in Regione Marche, in allineamento con il Governo nazionale, ed anche al centro del dibattito pubblico perché c'è da fare soprattutto un'operazione culturale di influenze positive della famiglia e c'è bisogno di stare tutti allineati: le professioni, il terzo settore, le istituzioni, chiunque si muova sul territorio per riconoscere che nella famiglia passa e si snoda il futuro di tutti noi e di chi verrà dopo di noi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, voglio collegarmi alla chiusura che ha fatto il relatore di maggioranza Consigliere Ausili e ringraziare il Presidente della IV^ Commissione Consigliere Baiocchi, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili per il lavoro che abbiamo svolto in questi 4 anni su delle proposte di legge che hanno portato poi ad un testo unificato. Ringrazio anche i firmatari, Consigliere Ausili ed altri, della proposta di legge n. 20 ed il Consigliere Latini per la proposta di legge n. 67, per aver elaborato degli articolati di legge che, al di là delle differenze di impostazione e dei punti di vista tra maggioranza e minoranza, ci hanno dato anche l'opportunità di dare via ad un confronto proficuo su temi centrali della famiglia, della natalità e della genitorialità.
Come relatore di minoranza ho cercato di analizzare con grande attenzione e responsabilità il testo che oggi approda in Aula. In Commissione abbiamo anche presentato degli emendamenti e ringrazio la maggioranza per averne accolti alcuni, guardo il Consigliere Carancini, soprattutto quelli della procreazione medicalmente assistita.
Questo per dire che indubbiamente c'è stato un dialogo costruttivo e proficuo nei limiti di un evidente approccio di natura ideale, che rende forse inconciliabili le soluzioni che sono state confrontate. Infatti si tratta di una proposta, secondo me, secondo noi, ideologica. Lo dico, con il limite del termine, una legge manifesto carente sul piano tecnico, debole sul piano finanziario, distante dalla realtà e dalla società marchigiana. Alcuni elementi ci uniscono, chi in quest'Aula non vuol difendere e tutelare la famiglia come nucleo fondante della società? Chi non intende costruire le condizioni di una genitorialità consapevole per contrastare questo terribile inverno demografico? Chi non è d'accordo di mettere risorse? E qui iniziamo con i primi temi che sono contenuti in questa norma per finanziare le iniziative in questo senso.
Fino a qui penso che siamo tutti d'accordo, però c'è una questione di fondo che ci divide e che forse dà in questo campo il senso dell’appartenenza a visioni diverse della società.
La proposta di legge infatti difende l'idea di una famiglia esclusiva e discriminante, almeno questo per noi. La definizione della famiglia contenuta nel testo è fortemente ideologica, fondata su un unico modello familiare, quello eterosessuale coniugato e con figli. Guardate, non sto sorridendo, ma il tema …, e lo ribadiva anche con orgoglio, dico pure giustamente, il Consigliere Ausili: marito, moglie e figli. Si tratta di una definizione contenuta nella nostra Costituzione, tuttavia è certificato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 69 dello scorso 22 maggio che questa definizione non va intesa, come è stato fatto, in modo restrittivo, ma permette, ad esempio, l'accesso alla protezione medicalmente assistita da parte delle donne singole, e questo già scardina tutta l'impostazione.
Nessuno vuole negare il valore della famiglia cosiddetta tradizionale, noi siamo convinti che accanto a questo modello ne possono, anzi ne devono essere affiancati altri. Vogliamo che sia riconosciuto come fa la Corte costituzionale e la stessa giurisprudenza europea che le famiglie sono plurali, quelle che vediamo tutti i giorni quando andiamo in mezzo alla comunità marchigiana. Non solo, le famiglie sono monoparentali, le famiglie sono ricostituite, ci sono le convivenze di fatto, le unioni civili, esistono i genitori singoli, i genitori vedovi e le coppie dello stesso sesso. Escludere questa realtà è un errore che potrebbe sembrare tecnico? No, è una scelta di tipo culturale e su questo ci dividiamo, una scelta che trasforma una legge regionale in uno strumento di distinzione, invece che un elemento di inclusione.
Ci divide anche una diversa concezione della libertà di scelta delle donne in merito all'interruzione volontaria di gravidanza. Un testo che compare …, un inciso proprio su questo tema all'articolo 2 “la tutela della vita fin dal concepimento”, un'espressione che non trova ancoraggio operativo nel testo ma che svolge una funzione chiaramente simbolica. E’ un richiamo che introduce l’argomento etico divisivo di una legge che dovrebbe avere l’obiettivo di unire. Un riferimento che non ha nessun effetto sulle politiche familiari, ma che serve come messaggio ideologico, e lo vediamo nell'azione quotidiana del governo regionale e del governo nazionale, questo in una Regione che dovrebbe tutelare i propri cittadini diventa un problema.
Poi c'è una grande assente, lo dico guardando chi in quest'Aula ha fatto tante battaglie, ci sono anche proposte ferme, che poi dirò, ed è la parità di genere. Se analizziamo la proposta dal punto di vista delle donne, delle madri, delle lavoratrici la delusione è assoluta, non c'è una misura efficace per favorire l'occupazione femminile, per sostenere la maternità, per costruire una vera conciliazione tra tempi di vita e lavoro. La genitorialità resta a carico del genere femminile nel silenzio assoluto di questa proposta. Mancano incentivi per il rientro lavorativo, servizi, flessibilità e questo mentre nelle Marche le donne lasciano il lavoro dopo il primo figlio molto di più che in altre regioni. Una legge sulla famiglia che ignora la parità di genere non è solo incompleta - potrebbe essere un errore - è sbagliata. L’ho detto prima, su questo come gruppo consiliare abbiamo messo a disposizione contributi importanti, come abbiamo fatto per tutti gli altri settori, penso alla proposta di legge n. 64 sulla pari dignità, la cui prima firmataria è la Consigliera Bora, che purtroppo non abbiamo analizzato, lo dico per il Presidente di Commissione non certo come rimprovero, però questo è un fatto, né tantomeno è approdata in Aula.
L’ho detto all'inizio, un'insufficienza dell'impianto finanziario, che è di fatto e con la consapevolezza di tutti assolutamente inconsistente. Una legge, lo sappiamo, per quanto ben scritta se non ha la copertura economica resta solo, come è accaduto in tante occasioni, una bella proposta nei nostri cassetti. Non ci sono fondi strutturali, non c'è un cronoprogramma, non c'è un piano triennale degli interventi anche per dare seguito a quelle scelte che noi riteniamo sbagliate e che non potranno essere concretizzate perché non ci sono risorse.
Se l'effetto annuncio può essere imbarazzante per un'opera pubblica, qui tocchiamo la sensibilità delle persone e delle nostre comunità ed andrebbe assolutamente evitato, quindi rende un impianto normativo fragile, inefficace e in molti versi anche fittizio.
La proposta introduce un fattore famiglia come criterio per l'accesso agevolato ai servizi e alle prestazioni. Non c'è nessun raccordo, per esempio, con l'Isee, non c'è una definizione precisa dei parametri da considerare per cui, è logico, si rischia che lo strumento diventi arbitrario, opaco e perfino discriminatorio. Serve un sistema equo, trasparente ed incrociato con i veri indicatori del bisogno, così com’è il fattore famiglia rischia di favorire solo chi rientra in quello che abbiamo ritenuto prima un modello ideologico, che può valere per un po', ma non vale per queste comunità che rischiano di rimanere fuori anche dal sostegno, seppur irrilevante per le poche somme che sono state messe a disposizione. Questo ancora lo rende ancora più discriminatorio.
L’ambiguità di questa proposta di legge risulta evidente se facciamo il confronto con le Regioni più avanzate. Prendo ad esempio l'Umbria, una proposta della precedente Giunta, il contributo alla natalità è strutturale, graduato in base al reddito e rivolto a famiglie giovani, numerose, ma anche fragili e monoparentali. In Emilia-Romagna, so che questa è una Regione che non devo citare, però lo faccio, sono stati investiti oltre 20 milioni di euro sui servizi per la genitorialità (ostetrica a domicilio, nidi e centri estivi). In Toscana un sistema integrato di welfare sostiene economicamente le famiglie e ne facilita l'accesso ai servizi educativi. In Campania una legge regionale valorizza l'affido, l'adozione e l'introduzione del fattore famiglia con criteri chiari e coordinati con l'Isee. Tutte queste esperienze hanno tre caratteristiche in comune, tre: inclusione, concretezza e risorse. La nostra proposta, ahimè, invece si muove in una direzione opposta, secondo noi di esclusione di molte famiglie. Non prevede servizi, non stanzia risorse di carattere strutturale.
In conclusione, ritengo che la legge non colga il problema reale, lo dico per il Consigliere Ausili, che ringrazio per la proposta e anche per l'impegno che è stato messo con il Presidente. L’abbiamo detto all'inizio, abbiamo fatto molte audizioni abbiamo incontrato le associazioni, percorso, che è caratteristico della IV^ Commissione, però rimaniamo su posizioni diverse.
Non cogliere e fotografare le necessità diventa un problema enorme per una legge che dovrebbe invece avere quel tipo di caratteristica. Non servono per noi i proclami, servono asili nido, case accessibili, servizi sociali, lavoro stabile e di qualità.
Questa proposta non risponde alle sfide reali che la nostra Regione vuol mettere in campo, non è una legge di sostegno alla genitorialità, ma una dichiarazione, forse vera, identitaria. Non è uno strumento di equità, ma un manifesto ideologico.
Come relatore di minoranza esprimo una valutazione negativa e auspico che in futuro si possa lavorare insieme per una normativa che sia davvero inclusiva, concreta, sostenibile e rispettosa della pluralità delle famiglie.
Lascio poi ai capogruppo di minoranza l'espressione di voto su questa proposta. Grazie.
PRESIDENTE Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, a nome del gruppo di Forza Italia esprimo il nostro convinto e pieno sostegno a questa proposta di legge a favore della famiglia, della genitorialità e della natalità.
Una legge che rappresenta non solo un atto politico rilevante, ma un segnale forte di responsabilità istituzionale e visione del futuro. In un tempo in cui la nostra Regione e l'intero Paese affrontano sfide cruciali come il calo demografico, la fragilità dei nuclei familiari e le difficoltà nella conciliazione tra vita e lavoro, questa legge si presenta come una risposta seria, strutturata e concreta. E’ una norma che non si limita a buoni propositi, ma mette in campo strumenti operativi e risorse economiche reali, dando così forma ad una visione moderna e generativa del welfare.
E’ con particolare favore che evidenziamo l'istituzione del fondo per gli interventi a sostegno della famiglia finanziato con 400.000 euro nel 2025 e 250.000 euro nel 2026, con possibilità anche di integrare con risorse statali ed europee laddove compatibili naturalmente.
E’ un impegno chiaro e misurabile che permette di dare sostanza ad una serie di misure concrete: voucher di cura per le famiglie che assistono i minori disabili o persone non autosufficienti, contributi alla natalità e alla maternità erogati anche attraverso gli ambiti territoriali sociali, sostegno economico a famiglie affidatarie e anche adottive, attenzione alle famiglie numerose, monoparentali e in difficoltà anche economica, finanziamento di centri e sportelli per la famiglia, presidi territoriali di ascolto, orientamento e anche supporto, premialità per i Comuni che attivano progetti innovativi per la conciliazione tra vita lavoro e per l'estensione dei servizi educativi, promozione di reti territoriali e di imprese amiche della famiglia per un coinvolgimento attivo del tessuto produttivo nella costruzione di un ambiente più favorevole alla vita familiare.
Inoltre questa legge introduce strumenti innovativi e di grande valore, come il fattore famiglia che consente anche una più equa valutazione del reale bisogno dei nuclei nei servizi alla persona, valorizza le alleanze territoriali e la Consulta regionale per la famiglia in piena coerenza con il principio di sussidiarietà.
E’ una norma che, mi permetto di affermare, incarna i valori fondanti del nostro movimento, di Forza Italia, la centralità della persona, la promozione della natalità, la valorizzazione della maternità e della paternità, la libertà educativa, la tutela dell'infanzia e la difesa della dignità della vita in ogni sua fase. Non si tratta solo di sostegno economico, questa è una visione politica, una legge che costruisce una rete di corresponsabilità tra le varie istituzioni, famiglie, associazioni, enti locali e anche imprese per fare della famiglia non un soggetto da assistere, ma il cuore pulsante della comunità regionale. Per questo motivo noi voteremo con convinzione a favore di questa proposta, lo facciamo con coerenza rispetto al nostro impegno politico, ma soprattutto con fiducia nella famiglia, nelle Marche e nel futuro che vogliamo costruire tutti insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Dopo 4 anni di silenzio questa proposta di legge, che unifica due testi presentati nel 2021 da Fratelli d'Italia e Civici di destra, arriva oggi all'Aula, senza che il tempo trascorso abbia davvero migliorato i suoi contenuti, al contrario essa rappresenta l'ennesimo tentativo di proporre, ma sarebbe meglio dire imporre, un'impostazione ideologica, anacronistica, una visione escludente piuttosto che inclusiva e un nuovo favore alle associazioni antiabortiste cattoliche che si vedrebbero ulteriormente avvantaggiate nella gestione delle politiche pubbliche sulle famiglie. A tal proposito è impossibile non notare l'ingresso delle associazioni ecclesiastiche prime nella gestione delle politiche familiari, una tendenza già evidente nel progressivo indebolimento dei consultori pubblici. Ora con questa proposta queste associazioni acquisiscono ancora più spazio, contribuendo a una visione conservatrice e parziale della società attuale.
Nel 2021 il Consigliere Ausili, primo firmatario della proposta originaria, aveva esplicitato la sua concezione della famiglia definendola società naturale fondata sul matrimonio. Oggi quel passaggio è stato eliminato, grazie a Dio, nel testo unificato, ma il suo spirito resta, è un esempio lampante della doppia morale della destra pronta a modificare la propria retorica quando fiuta l'aria di campagna elettorale pur di raccogliere voti. Ma allora qual è la famiglia che riconosce questa maggioranza? Solo quella fondata sul matrimonio? Peccato che perfino la Presidente del Consiglio Meloni abbia posizione più aperte al riguardo e resta tuttavia intatto il pregiudizio sulla famiglia e la sua composizione, un modello impostato dove esistono solo babbo e mamma, escludendo coppie omogenitoriali e genitori single, negando l'esistenza di tante realtà familiari diverse che arricchiscono la nostra società. A parole questa destra sostiene che la vita sia sacra, ma nei fatti sembra che solo alcune vite siano degne di tutela, nessuno spazio per chi non si adegua al modello.
Sulla natalità ancora una volta ci troviamo di fronte a soluzioni pasticciate, insufficienti. Il calo demografico non si risolve con misure tampone né con contributi a pioggia, il calo demografico, ce lo insegna il nord Europa, si risolve solo aumentando l'occupazione femminile e per fare questo è necessario garantire la parità nel mondo del lavoro, aumentare i servizi per l'infanzia e prevedere investimenti concreti che aiutino la così tanto complicata conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Invece nel testo troviamo stanziamenti ridicoli, 400.000 euro per tutta la Regione nel 2025 e 250.000 euro nel 2026, perché si sarà già votato l'anno precedente. Importi del tutto inadeguati rispetto alle reali necessità. Peraltro la proposta prevede che l'entità, i criteri e la modalità di accesso ai contributi siano stabiliti dalla Giunta, quindi noi non possiamo chiederci con grande preoccupazione quali criteri verranno decisi, considerati quelli che sono gli ideali che non fate fatica nemmeno a nascondere. Non sorprende che queste azioni non siano presenti nel bilancio della Giunta Acquaroli e nemmeno nella proposta di legge perché l'unico vero obiettivo sembra essere quello di affidare sempre più spazio alle associazioni private e confessionali, mettendo a rischio la laicità dello Stato.
Nella proposta troviamo la previsione della tutela e la promozione della vita fin dal concepimento, ma non troviamo riscontro delle misure previste per i figli che crescono. La natalità non riguarda solo la prima infanzia, ma anche l'adolescenza, l'istruzione, l'inserimento nel mondo del lavoro, eppure nel testo non si fa alcun cenno a politiche per sostenere la famiglia oltre il primo anno di vita del bambino. Per i figli cresciuti che cosa proponete? Nulla. E i consultori pubblici? Abbandonati, impoveriti, le loro porte spalancate ad associazioni antiabortiste, il tutto a vantaggio delle strutture private sempre più protagoniste della rete di assistenza familiare.
Con questa proposta si continua a depotenziare un servizio che un tempo era un'eccellenza nella nostra regione. La legge non ha altro intento se non quello di rafforzare le strutture religiose antiabortiste nelle politiche pubbliche, facendo arretrare le Marche sui temi cruciali, ma noi sappiamo che le Marche sono un'altra cosa, lo dimostreremo tra pochi mesi quando con il voto dei cittadini torneranno ad essere una Regione aperta, moderna, inclusiva, dove le scelte d'amore possono definire il concetto di famiglia, dove i diritti torneranno a fiorire, dove i movimenti femministi continueranno a essere forti e consolidati ed i diritti rispettati e dove respireremo finalmente un'area nuova. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, Consigliere, oggi l’abbiamo l'opportunità di compiere un passo decisivo per il futuro della nostra Regione mettendo al centro la famiglia, la genitorialità e la natalità.
La proposta di legge che stiamo esaminando non è una un semplice aggiustamento, ma una vera e propria rivoluzione, supera le frammentazioni di normative ormai datate, come le leggi regionali n. 30 del 1998, la n. 9 del 2003 e la n. 32 del 2014, per offrirci un quadro normativo unico, organico e lungimirante. Una visione ampia e concreta.
Questa proposta di legge è innovativa perché abbraccia un concetto di famiglia più ampio riconoscendone le molteplici dimensioni culturali, sociali e giuridiche. Non si tratta solo di parole, ma di obiettivi chiari che la Regione si prefigge di raggiungere attraverso una programmazione attenta nel rispetto dei principi fondamentali di sussidiarietà. partecipazione e solidarietà.
Tra gli strumenti più significativi vorrei sottolineare l'importanza della programmazione delle politiche familiari che garantirà interventi continuativi e soggetti a valutazioni.
Sarà fondamentale il ruolo delle associazioni in rappresentanza delle famiglie che verranno valorizzate e inserite in un registro regionale. Rilanciamo la Consulta regionale per la famiglia, potenziando la sua funzione nella valutazione di impatto familiare, uno strumento chiave per misurare l'effettiva incidenza delle nostre decisioni sulle famiglie, promuoviamo le alleanze territoriali perché crediamo nel valore della collaborazione tra gli enti locali e la realtà del territorio per rispondere ai bisogni delle famiglie.
Non dimentichiamo la festa della famiglia, un momento simbolico per celebrarla nella nostra comunità, dalla nascita al sostegno quotidiano.
La proposta di legge si traduce in azioni concrete per sostenere la natalità e la genitorialità in ogni sua fase. Pensiamo agli interventi diretti per la natalità e la maternità con contributi raddoppiati per le famiglie con figli disabili e un aiuto concreto per le spese degli asili nido.
Il percorso nascita, un sistema articolato di prestazioni per accompagnare le future mamme e i neogenitori.
Vogliamo promuovere l'informazione e la consulenza per i neogenitori nei primi 6 mesi di vita del bambino, un periodo così delicato e importante.
Un'innovazione di rilievo è l'introduzione del fattore famiglia, uno strumento per definire le condizioni economiche e sociali della famiglia nell'accesso ai servizi. Vogliamo che i Comuni possano attivare gli sportelli per la famiglia per offrire supporto e informazioni.
Non da ultimo rilanciamo il logo imprese amiche della famiglia, premiando le aziende che si impegnano a conciliare tempi di vita e di lavoro dei propri dipendenti. un aiuto concreto per le loro esigenze.
La proposta di legge non dimentica le famiglie più fragili, prevede interventi specifici per le famiglie monoparentali e i genitori separati o divorziati in difficoltà economica, così come per le famiglie numerose. Sosteniamo le famiglie in difficoltà nell'avviamento ai percorsi sportivi e nell'acquisto di materiale didattico e culturale per i figli.
Infine, un punto cruciale è la tutela della biogenitorità, fondamentale che tutte le comunicazioni importanti riguardanti i minori siano garantite ad entrambi i genitori separati o divorziati, a tal fine è previsto il potenziamento dei consultori familiari anche nel ruolo di mediazione e per i genitori soli, separati o divorziati ci impegniamo a promuovere protocolli di intesa per costruire sistemi di assistenza integrali.
Questa proposta di legge è un investimento lungimirante sulle nostre famiglie, sul futuro delle nostre comunità e sulla nostra natalità. E’ una risposta concreta alle sfide che la famiglia affronta quotidianamente, un investimento sul futuro della nostra comunità, sulla natalità e sulla qualità della vita dei nostri cittadini.
Ringrazio, infine, per questo impegno e per questo gioco di squadra l'Assessore Saltamartini con delega alla famiglia, il Presidente della IV^ Commissione Baiocchi e tutti i commissari, i dirigenti, i funzionari, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi e tutti i contributi che sono arrivati dalle associazioni di riferimento su questo tema così importante che la è famiglia. Ci auguriamo che possa ricevere il più ampio consenso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio prima ringraziare anch'io tutti i membri della Commissione, in particolare i relatori di maggioranza e minoranza per l'opportunità di parlare di questa proposta di legge, che oggi è in discussione.
In fondo per chi ci ascolta questo dibattito dimostra quale sia stato in questo mandato l'approccio politico amministrativo della maggioranza, delle destre di questa Regione sulla questione della famiglia.
Il tema della famiglia è stato e sarà sempre, molto spesso, per certi aspetti controverso perché le destre rivendicano l'appropriazione ideologica della difesa della famiglia, mentre si attribuisce alla sinistra una forma modernista e contrastante con i principi della Costituzione a proposito di una serie di concessioni, di diritti, soprattutto di attenzioni ingiustificate, secondo le destre, verso la dinamica sociale delle famiglie stesse. Ma in questa legge, lo dico al Consigliere Bilò a cui voglio molto bene, davvero c'è il senso, la profondità della retorica e del niente, che peraltro su questa questione raggiunge un apice, un'iperbole incredibile. L’intervento del relatore di maggioranza su questo è esemplare. Che cosa ci saremmo aspettati? Ci saremmo aspettati che un Governo, né di destra né di sinistra, in questo caso di destra avesse in realtà affrontato il tema della famiglia, avesse sperimentato in questa Regione il tema centrale della famiglia, che purtroppo neanche a livello nazionale si ha il coraggio di affrontare, come? Predisponendo una legge regionale, si direbbe trasversale, che non partisse dalle dichiarazioni retoriche contenute in questa legge: 29 obiettivi al costo di circa 400 mila euro all'anno, vi assicuro, non so se andranno qualche centinaio di euro rispetto agli obiettivi.
Una legge, l’hanno detto il relatore di maggioranza Consigliere Mangialardi ed anche la Consigliera Bora, che non individua priorità e tempi perché è evidente che non si può fare tutto e non si può fare tutto addirittura con i fatti.
Consigliere Bilò, ma perché non siamo partiti, e lo dico anche al Consigliere Ausili, da quello che siete stati capaci di fare in questi 5 anni? Per esempio, perché non siamo partiti dalla enunciazione delle risorse che avete destinato alla famiglia. Voi avevate un programma nel 2020, la famiglia “Superstar”, le avete dedicato le briciole, l’avete umiliata. Consigliere Ausili, ci racconti quante sono state le risorse dei bilanci dal 2021 in poi, non le ha citate, glielo dico io: nel 2021 avete destinato 400.000 euro, nel 2022 476.000 euro, nel 2023 2.088.000.000 euro, ma poi, siccome non li sapete spendere, sono rimasti in cassa 1.296.000.000 euro che avete destinato al 2024, quando lo stanziamento in bilancio era pari a zero, e oggi destinate nel 2025 680.000 euro, annullando quello che avevate già previsto in bilancio, che era di 400.000 euro. Quindi, nella sostanza mettete 680.000 euro e non ci spiegate perché nel 2026 …, forse perché immaginate che ci sia il rischio di perdere, io non sono come la Consigliera Bora, lei è molto più ottimista e la ringrazio, io non so se vinceremo, ma avete fallito e avete tradito il principio del rispetto della famiglia. Questo è il senso, non entra in gioco chi ci sarà dopo, entra in gioco il fatto che voi, al di là delle parole retoriche che avete utilizzato, avete tradito la famiglia. Che cosa ci saremmo aspettati? Che parlando di famiglia, amici e colleghi dell'Assemblea legislativa, avreste parlato di casa perché alla casa, lo diceva Sant'Agostino, caro Consigliere Bilò, si allega il concetto, il valore di famiglia e voi non avete fatto riferimento al problema della casa, assolutamente sconnesso.
Con la famiglia non avete fatto riferimento alle scuole perché la famiglia deve portare a scuola, deve spendere, deve avere la possibilità di avere scuole vicine e non l'obbligo, la costrizione di averle lontane.
Non solo, avete addirittura lasciato da parte …, al di là delle dichiarazioni perché questa è una legge dichiarativa, non c'è un impegno e non ci sono neanche i soldi. Qualcuno mi potrebbe dire: "Scusi, ma che sta dicendo, per 29 obiettivi ci abbiamo messo 5 milioni”, il che sarebbe una scelta politica prioritaria, ci avete messo 680.000 euro ed io dico: vergognatevi, ma vergognatevi. La scelta ci sta, voi raccontate le barzellette e poi non ci mettete i soldi. Va bene, ma questo è il segno del vostro mandato, il segno della bandiera, il segno del manifesto, raccontate balle di fronte alla non volontà di mettere risorse.
La famiglia è il caregiver, il caregiver degli anziani, scrivete e fate riferimento agli ambiti territoriali sociali, alle Ast, ma cosa avete fatto? Non avete dato neanche i soldi per le residenze protette, quella è la famiglia, che tutela gli anziani, non le chiacchiere che leggiamo in questa legge.
Sì, lo so che faccio ridere, però andate a chiedere quando parlate di famiglia ...
Non dico neanche che tutto è possibile, però dico di non raccontare le barzellette perché questa è propaganda, è ipocrisia. Con la Consigliera Bora non ci siamo neanche sentiti, non c'è in questa legge, Consigliere Bilò, una parola; amore, non l'ho detta io, non ho questo privilegio, l'ha detta il nuovo Papa: amore perché questo è il centro, la rivoluzione, ma è una parola che non vi piace.
La reazione al niente, all'ipocrisia assoluta, che avete usato in questi 5 anni, sarebbe stata immaginare una legge trasversale, costruire, almeno secondo la mia umilissima opinione, una legge seria; si calcolano le risorse e si possono mettere 680.000 euro o 250.000 euro nel 2026 oppure si possono mettere anche 5 milioni. Poi sui 5 milioni. Consigliere Bilò, per esempio dentro un triennio, una programmazione vera, avremmo potuto dire: "Scusate, vogliamo destinarli ai caregiver? Vogliamo destinarli ad altri obiettivi?"
Questo è il modo di affrontare i temi, non raccontare le barzellette. Lo avete già fatto, questo è il senso profondo dell’umiliazione e della prostrazione di chi sta in Consiglio regionale e deve parlare della famiglia. Cosa vi vado a dire? Che cosa andiamo a correggere? Andiamo a correggere un epitaffio, questo è l'epitaffio della famiglia non una vera legge, seria, concordata, discussa, magari anche litigata, ma vera. Io avrei anche accettato 400.000 euro, ma avremmo dovuto dire: li destiniamo a questo, ci facciamo questo, così si governa. Non so se governeremo noi, ma chiunque governerà dovrà cambiare spartito, registro, altrimenti ci massacreranno, saremo affogati dalle persone che non credono più nella politica.
Rispetto all'articolo 3 programmate il futuro, ma come si può credervi se per 5 anni non avete fatto niente? Come si può credervi?
Fate un coordinamento, una cabina di regia, nelle associazioni ci siete sempre voi, c'è il Presidente Acquaroli, l'Assessore Saltamartini, il dirigente, ci siete sempre voi, sovrintendete e presidiate tutto il controllo.
Non sto dicendo delle sciocchezze, occorreva un minimo di coraggio, dove sta il coraggio sul tema della famiglia? Arrivate dopo 5 anni, ma se era una priorità, avremmo dovuto occuparci della famiglia nel giro di un anno, non una legge calesse, un epitaffio che arriva a due mesi dalle elezioni, ma come si fa? Chi vi crede? Magari vi crederanno perché le persone sono in buona fede, ma è un disastro, un dramma, un'umiliazione per un'Assemblea legislativa come questa.
Ringrazio il relatore di maggioranza Consigliere Mangialardi e la Consigliera Bora che hanno un po' caratterizzato il senso, non crediate che sia semplice, anche noi dovremmo trovare il coraggio su questo, non crediate, non lo dico rimproverando qualcuno, ma se vogliamo cambiare dobbiamo essere seri e credibili rispetto ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Consigliere Carancini, non ci sono 400.000 euro, non c'è nulla perché l'articolo dell'invarianza finanziaria dice che questa legge non ha …
Scusate, ho sbagliato, nella versione nuova ci sono 400.000 euro, non l'avevo vista, che comunque non cambiano, anche fosse … Può capitare, mi pare che anche dai vostri banchi di errori ne avete fatti tanti e tutte queste risate non le ho viste mai. Anche fossero 400.000 di euro sono pochissimi.
Il problema è la definizione di famiglia. Non che il centro-sinistra o il PD siano contrari alla famiglia tradizionale, noi siamo assolutamente a favore, la maggior parte di noi ha una famiglia tradizionale o ha avuto una famiglia tradizionale, questa non vuole essere una critica contro la famiglia tradizionale, contro il matrimonio, comunque esso sia, tra un uomo e una donna. Esistono però e non può essere negato altri tipi di famiglie, prima si diceva delle famiglie che sono basate sull'amore e questo dovrebbe bastare anche perché volendo fare un ragionamento cristiano se Dio l'ha deciso evidentemente è giusto.
Non solo questa norma non contiene risorse perché 400.000 euro in realtà sono una cifra irrisoria, ma io vedo negli obiettivi e al comma 1 punto a) la valorizzazione delle funzioni sociali della famiglia fondata su relazioni di reciprocità, di effettiva parità tra uomo e donna. Scriviamo reciprocità fra uomo e donna per quale motivo? Non è necessario scriverlo anche perché nel momento in cui si dà la definizione nell'articolo 2 della famiglia tutta la conseguenza, tutti i finanziamenti presunti e le azioni che dovranno essere finanziate, non si sa quando e come perché non è specificato, sono inefficaci. L’ha già detto la Consigliera Bora, la tutela della promozione della vita fin dal concepimento ed in tutte le sue fasi è contraria alla legge 194, questo articolo di legge è contrario ad una legge dello Stato italiano, che è stata approvata nel 1978. Mi pare anche anacronistico e poco rispettoso scrivere una cosa di genere.
La parità di genere, come abbiamo detto, non è assolutamente stata nominata, però di cose che non servono assolutamente a niente ce ne sono tante, faccio un elenco: la cabina di regia, la Consulta regionale, la valutazione degli impatti familiari; poi entriamo nel merito: la giornata della famiglia, il fattore famiglia, tutte cose che non servono a niente e che spostano l'attenzione dagli interventi necessari.
L’ha accennato prima il Consigliere Carancini, i problemi delle famiglie sono in primis arrivare a fine mese, poi sicuramente avere un'abitazione perché avere un lavoro e un'abitazione è alzare il livello di dignità della famiglia e non so se è un maschio una femmina o una femmina o un maschio.
Tornando alle cose strane, il lavoro di cura, per esempio si parla di bambini, molto bene, ma la maggior parte dei problemi oggi nelle famiglie sono legati al lavoro di cura e all'aiuto degli anziani perché non è possibile … Capisco che la famiglia non interessa, se volete interrompo il mio intervento, per me è indifferente, l'indennità per la giornata di oggi la prendo uguale, ma se uno vuole avere un …
La valutazione di impatto familiare viene utilizzata al contrario di quello che serve. E’ noto che la valutazione impatto ambientale serve alla pubblica amministrazione per valutare l'impatto che ogni scelta politica, ogni finanziamento …, quindi un insieme di atti e di attività, che vengono organizzati e studiati in maniera strategica per aiutare la famiglia, che impatta o meno nelle esigenze. Qui invece con proprio atto di organizzazione interna il Consiglio definisce termini e modelli per l'acquisizione della valutazione che viene fatta dalla Consulta. Che cosa vuoi che ne sappia la Consulta? La valutazione di impatto familiare andrebbe fatta dagli uffici e dai servizi o dalla segreteria dalla Presidenza che dovrebbero mettere insieme tutte le valutazioni fatte su ogni intervento messo in atto da diversi settori e servizi. Penso per esempio all'edilizia residenziale pubblica, alla sanità, al sociale, alla scuola e alla disabilità, tutte queste azioni vengono messe insieme con una serie di indicatori decisi a monte, poi vengono monitorate, ma il monitoraggio non lo può fare una Consulta.
Per il resto, legare il concetto di famiglia e ripetere sempre e comunque che la famiglia è quella tradizionale è secondo me una riduzione di prospettiva. Credo che si potesse allargare, pensare alla famiglia come un nucleo sociale di persone che vivono nella stessa abitazione, ma non è detto che sia così, possono anche non essere conviventi, legate da rapporti di affinità, non è detto che debbano essere legate da rapporti di parentela, e questo lo sappiamo, quindi definire all'interno della famiglia …
La famiglia è un luogo dove si coopera dal punto di vista economico e la definizione di famiglia, io mi rendo conto e capisco anche le difficoltà, è multiforme, diversa ed è difficile da definire perché la società è in evoluzione e cambia. Sicuramente non è la famiglia di Cesare, che oltre ad aver avuto quattro mogli, ha avuto il suo primo rapporto sessuale, dicono, con un uomo e non aveva una famiglia regolare. Cesare, al quale alcuni della Lega si ispirano come ideale di maschio e di uomo in famiglia. Basterebbe leggere e dire: “Noi non siamo d'accordo nel riconoscere la famiglia come la famiglia di Cesare”. Cicerone (la cui sorella con Cesare aveva avuto il figlio Bruto) aveva un po' il dente avvelenato con Cesare e diceva che sul divanetto di Nicomede aveva perso la verginità. Non è questo il tipo di famiglia al quale penso che la Lega faccia riferimento, anche se viene spesso richiamato Giulio Cesare. Credo che si potesse allargare molto di più, pensare ad una legge strategica, che vedesse coinvolti tanti altri settori, cosa che non è stata.
Mi rendo conto che ci sia stato uno sforzo perché non sono semplici questi temi, quindi riconosco che la Commissione, anche per quello che c’è stato raccontato dai nostri rappresentanti, abbia fatto un grandissimo sforzo, un grandissimo lavoro anche di ascolto e la mia non vuole essere, a parte la battuta su Giulio Cesare, una critica perché capisco la complessità, che, come ha detto anche il nostro relatore di minoranza, non ci può soddisfare perché abbiamo sistemi valoriali e visioni diverse, che non ci rappresentano da questo punto di vista.
Voglio ribadire e ringraziare per il lavoro che è stato fatto perché so che ci sono state tante aperture, ci sono state anche delle modifiche, c'è stato tantissimo ascolto. Ringrazio per quello che è stato fatto, purtroppo però siamo arrivati ad una conclusione che non ci può soddisfare, quindi vedremo poi negli articoli, discuteremo anche nel merito, ma la nostra posizione, che intanto accenno, sulla quale ragioneremo alla fine dell'esame dell'articolato, non è favorevole alla legge, pur riconoscendo lo sforzo enorme che è stato fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Parto dall'ultima frase della Consigliera Casini e apprezzo l'onestà intellettuale con cui ha testimoniato in quest'Aula la massima apertura che c'è stata nella discussione in IV^ Commissione consiliare, della quale io non faccio parte, però ho potuto in qualche modo seguire le vicende e l'iter che hanno portato alla presentazione in Aula di questa proposta di legge.
Ringraziamenti prima di tutto all'Assessore Saltamartini, ma devo dire alla IV^ Commissione, al suo Presidente Consigliere Baiocchi, al relatore di maggioranza Consigliere Ausili e al relatore di minoranza Consigliere Mangialardi. Un ringraziamento a loro e come sempre alle strutture che lavorano incessantemente per portare avanti le nostre proposte.
Io partirei da un presupposto, come ha ricordato poco fa nella sua relazione il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, avevamo una legge che ormai era datata, se non sbaglio del 1998, quindi di 27 anni fa. Il gruppo di Fratelli d'Italia ha creduto di presentare questa nuova proposta di legge quando ancora non ero entrato in questa Assise, al posto mio molto più degnamente c'era l’attuale Senatrice. Il lavoro che è stato fatto è stato lungo e in alcuni momenti anche faticoso, però oggi ci porta a discuterne in Aula per poter verosimilmente approvare questa proposta di legge.
Sono stati già detti tecnicamente i contenuti di questa legge, sono stati spiegati molto bene, secondo me, dal relatore di maggioranza Consigliere Ausili, poi entrerò poco dentro le questioni tecniche, non so se anche il Presidente di Commissione vorrà aggiungere qualcosa, però ovvio è che c'è un'impostazione valoriale, culturale, questo è fuori da ogni dubbio. Il Consigliere Mangialardi prima ha detto che c'è una diversità ideologica, probabilmente sì, magari in alcuni aspetti ci sta, non ci vedo nemmeno niente di male, non vedo nemmeno questo motivo così ostativo che ci deve portare ad essere per forza contrari. E’ ovvio che un primo passo con questa norma lo abbiamo fatto, certo, non sono tantissime le risorse, questo è vero, però in questa fase abbiamo dato un bel segnale con la speranza di poter in futuro aumentarle.
Un passo in avanti è stato fatto, ma voglio anche ricordare a chi ci ascolta, visto che parliamo di risorse, che questa maggioranza in 5 anni non ha aumentato di un centesimo le tasse. Non so se ci avete fatto caso, nella vicina Umbria uno dei primi atti che la nuova Presidente ha fatto è stato aumentare l'imposizione fiscale. Le Marche hanno fatto un'altra scelta con il Governatore Acquaroli, con questa maggioranza, tutto quello che stiamo facendo, seppur in alcuni casi con difficoltà oggettive, lo facciamo con i fondi di bilancio, senza aver tolto un centesimo in più ai cittadini marchigiani. Ci tengo a ribadirlo allacciandomi al concetto che è stato sollevato dai banchi del PD per quanto concerne le risorse, 650.000 euro non sono una grandissima somma? Probabilmente, cercheremo in futuro di sostenere ancora di più e ancora meglio questa legge.
E’ stato detto: il sostegno alle famiglie, la natalità, i contributi ai genitori sin dal periodo di gravidanza, i corsi, il sostegno psicologico, le informazioni, sono tutte azioni che secondo me possono contribuire alle nostre famiglie e sono sicuramente positive.
Rispondendo qua e là, a quello che è stato sollevato dai banchi della minoranza.
Voglio ricordare alla Consigliera Bora, che prima ha parlato dell’importanza del sostegno che si può dare alle famiglie con l'occupazione femminile, che mi sono andato a vedere proprio adesso i dati Istat nel biennio 2023-2024, l'occupazione femminile è aumentata del 3,9%, probabilmente anche grazie all'azione del governo a guida Meloni, del governo di centro-destra. Questi sono i dati Istat, non li ricordavo precisamente, sono andato a rivederli. Biennio 2023-2024: occupazione femminile +3,9%, questo credo che sia un dato inconfutabile, come i fondi del sociale che abbiamo aumentato, ribadisco, senza toccare di un centesimo le tasse dei cittadini marchigiani.
Il Consigliere Carancini prima ha sollevato il tema delle residenze protette, che in 5 anni abbiamo fatto poco, però abbiamo messo 8,5 milioni un anno fa e anche quello è un primo passo. Certamente c'è da fare di più e ne siamo tutti convinti perché non veniamo qui a nasconderci dietro la classica foglia di fico, veniamo qui a dire come stanno le cose perché dobbiamo essere onesti intellettualmente e dire soprattutto ai cittadini marchigiani quello che stiamo facendo, ripeto, l'ho detto già quattro volte e ci tengo a ribadirlo, seppure con le difficoltà che un'amministrazione può incontrare.
E’ un piccolo passo e non mi pare che negli anni precedenti, quando il PD in quest'aula aveva 16-17 Consiglieri regionali e c'era una Giunta monocolore, ci siano stati aumenti. Adesso non vorrei dire una cavolata, qui abbiamo anche l'Assessore al bilancio Brandoni, però mi sembra che negli anni precedenti non ci sia stato nemmeno questo piccolo aumento. Anche lì, vedete, piano piano qualche passo lo stiamo facendo a discapito di quello che voi dite.
C’è una cosa ricorrente che sento dal centro-sinistra, dal PD, dal vostro candidato, il problema dell’abitazione, devo ancora capire come lo vogliamo risolvere perché c'è un problema abitazione, Consigliere Carancini? C'è un problema abitazione? Va benissimo, perfetto, come vogliamo risolverlo? Capisco che fare gli annunci o fare demagogia su alcuni temi ci sta, ci mancherebbe altro, ci sta, però quando ci troviamo a governare, e molti di voi hanno governato o amministrato nei propri Comuni, dobbiamo affrontare le tematiche non solo con la giusta determinazione, ma anche con fatti concreti, che di solito hanno bisogno anche di finanziamenti, di fondi per poter essere realizzati.
Ritengo che questa sia una legge perfettibile, migliorabile, però il testo che oggi viene in Aula è, secondo me, importante, anche apprezzato dalle categorie. L’ha ricordato il Consigliere Ausili, c'è stato un confronto continuo con tutti, non solo con le associazioni, con il terzo settore, con le categorie, con le imprese, anche un confronto con l'opposizione per cui alcuni emendamenti, mi risulta, sono stati accettati in Commissione dalla maggioranza. Credo che con questa norma stiamo facendo un passo avanti significativo, poi ci possono essere tra di noi visioni ideologiche diverse, ma, come ho detto all'inizio del mio intervento, ritengo che facciano parte della normale dialettica, in democrazia ci sta e ci mancherebbe altro, viva Dio che c'è.
Sono soddisfatto di questa proposta di legge e mi auguro che anche dall'opposizione possa venire l'approvazione sul testo finale perché penso, torno a dire, che un passo in avanti ed importante è stato fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento breve, in primis per ringraziare la Consigliera Casini, i Consiglieri di minoranza, i relatori per avere riconosciuto un lavoro complesso, difficile, su una materia molto complicata nella quale si intersecano diverse problematiche e per fortuna anche problematiche a livello ideologico perché, è innegabile dirlo, su alcune tematiche - per fortuna, sennò anche i nostri elettori potrebbero sostenere che alla fine la pensiamo nella stessa maniera - abbiamo una visione diversa ed è legittimo che noi abbiamo un'idea di famiglia. Comunque sia anche in questo caso non vedo e non rinvengo soluzioni di chiusura anche perché si tratta di problematiche legate alle famiglie monoparentali, alle famiglie con genitori divorziati, separati, problematiche di criticità nell'ambito dei figli relative sia alla fase pre nascita che a quella post nascita. Non rinvengo alcun tipo di forzatura ideologica, come mi è sembrato di sentire.
Capisco che a livello strategico può essere più utile per i Consiglieri di minoranza portare alcune tematiche all'interno dell'Aula e non in Commissione, che è stata molto aperta a ricevere le sollecitazioni, anche gli emendamenti giusti del Consigliere Carancini su alcuni temi.
Non vedo questo problema, comunque vorrei riconoscere un plauso al primo firmatario, al Consigliere di maggioranza Ausili, per l’enorme lavoro, anche di mediazione, di concertazione, fatto con le istituzioni, gli stakeholder del settore, con le associazioni familiari, che hanno dato un contributo importante. Un lavoro fatto di concerto con l'Assessore Saltamartini, che ha la delega alla famiglia.
Secondo me questo è un giorno molto importante perché questa è la visione di famiglia che quest’amministrazione ha ed è una legge che secondo me caratterizza una legislatura perché le nostre forze politiche hanno un'idea molto chiara di quella che è la famiglia, dell'aiuto che questa deve avere.
Per me è un giorno importante, mi congratulo con tutta la maggioranza e mi auguro che ci sia condivisione, anche se ho capito che ormai su determinate tematiche, purtroppo, non si riesce a trovare un punto d’incontro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Intervengo perché poi, purtroppo, mi dovrò assentare, quindi voglio portare il mio contributo alla discussione di un tema che chi è intervenuto prima di me, anche dai banchi dall'opposizione, ha ritenuto ed ha considerato particolarmente importante.
Voglio per certi versi prendere dalle critiche delle opposizioni le cose positive perché se dobbiamo iniziare un confronto fatto di critiche aspre, di insulti e di reciproche considerazioni credo che non facciamo un servizio alla politica, che insieme nel ruolo rispettivo di maggioranza e di opposizione siamo chiamati a fare.
Mi prendo la parte positiva quando la capogruppo Consigliera Casini riconosce il grande lavoro che è stato fatto in Commissione. E qui faccio una sorta di considerazione perché più volte, ne abbiamo parlato, c'è la retorica dell'Aula che non è il lavoro che viene svolto in Commissione, non solo su questa legge, ma su tutte le riforme che abbiamo portato e discusso in questi quasi 5 anni di amministrazione regionale.
Se trovo una critica da fare al Partito Democratico è la capacità di essere per certi versi multiforme e all'interno di questo dibattito, fin dall'inizio di questa legislatura, abbiamo un Partito Democratico che nel ruolo dell'opposizione non ha avuto modo mai di affrontare. Lo dico perché sull'opposizione sono abbastanza ferrata avendola fatta per tanti anni a Macerata. Allora, dico che il Partito Democratico ci ha insegnato in questi 4 anni ad essere per certi versi abbastanza camaleontico. La critica del non rispetto di questa famiglia, della famiglia tradizionale, l’ha fatta il Consigliere Carancini anche in tono abbastanza forte. Voglio ricordare che all'articolo 1 della legge viene richiamata la Regione nel rispetto della Costituzione e delle leggi statali ed il comma 5 dell’articolo 4 della legge statutaria riconosce, tutela e promuove i diritti della famiglia. Mi chiedo: di quale famiglia dobbiamo parlare? Abbiamo citato Sant'Agostino e poi abbiamo citato …, da questo punto di vista noi abbiamo cercato di fare una legge … Scusate, sento un brusio, sono stanca, la voce non ce l'ho.
Abbiamo per certi versi fatto riferimento - viviamo in uno Stato con le sue leggi, non siamo uno Stato confessionale, siamo uno Stato laico - al concetto di famiglia che richiama la Costituzione e le leggi del dello Stato, e su questo credo che non ci sia bisogno di un’interpretazione autentica. I presunti diritti, non si capisce bene di chi …, anzi io dico questo e faccio una considerazione di carattere generale: questa è una norma molto ambiziosa, lo dico all'Assessore Saltamartini che ha tra le tantissime deleghe anche quella alla famiglia, che ha tentato di prendere la vecchia legge sulla famiglia e di fare degli enormi passi in avanti. Certo, rispetto a un Partito Democratico che va alla ricerca con la lente di ingrandimento delle critiche e questo in un'ottica di polemica, adesso che siamo in campagna elettorale, è abbastanza scontato. Venite a dire che dovevamo parlare di casa, beh, questo mi pare oggettivamente eccessivo.
Se devo fare io una critica - mi metto sempre nell'ottica dell'autocritica e questa una volta era una cosa che la sinistra sapeva fare – è che ci sono molte misure ed indubbiamente le risorse non sono infinite, purtroppo sono finite e questo per una grande cautela di governo. Qualcuno ci ha detto: "Perché avete iniziato e poi l'avete portata adesso?" Perché in questi 4 anni e mezzo di esigenze e di emergenze ce ne sono state tante.
L’ha ricordato il capogruppo Consigliere Livi, noi abbiamo la presunzione di non aver aumentato le tasse dei cittadini. Questo significa che le famiglie se la passano bene? No, non se la passano bene perché stiamo vivendo un momento internazionale pesantissimo - adesso non voglio parlare della situazione internazionale che stiamo vivendo – e con tutte le difficoltà del caso - l’ha ricordato il capogruppo Consigliere Livi - mi pare che sia il Governo nazionale che il Governo regionale stanno a piccoli passi ….
A me piace, Consigliere Livi, parlare della politica dei piccoli passi, io non ho mai cercato di fare il passo più lungo della gamba per ovvi motivi, altrimenti cado e mi faccio male e nella mia condizione non me lo posso permettere. Ho sempre cercato di essere molto equilibrata e plaudo all'amministrazione regionale che con grande equilibrio e con grande misura …, che va riconosciuta al Governatore Acquaroli, che per alcuni è scarsità di coraggio, per altri e per me è la capacità di tenere in equilibrio delle situazioni difficilissime da governare per il contesto nazionale, regionale, quindi nazionale e internazionale. Riuscire a tenere un equilibrio è segno di capacità di governo a mio avviso.
Si può migliorare? Hai voglia se si può migliorare, anzi si può fare molto meglio in un'ottica di autocritica, che io cerco di coltivare perché sono molto rigida con me stessa e cerco di esserlo anche con chi gli è toccato di governare con me, lo dico agli amici di Fratelli d'Italia, all’Assessore, un po' a tutti . La mia è una storia abbastanza particolare, sono una persona che ha cercato di mantenere coerenza e credibilità in un mondo in cui a livello politico non sempre è molto facile.
Noi abbiamo fatto una legge che è piena di misure e che cerca di guardare a un altro tema, che mi pare stamattina non sia stato toccato, però sono entrata tardi, Consigliere Ausili, forse l'ho perso, che è quello della denatalità, questione sulla quale ci dovremmo tutti misurare, sulla quale il governo sta cercando di agire, ma non è facile perché è una problematica atavica di questo Paese, che ha radici profonde, sulla quale si misurerà la nuova amministrazione regionale ed il governo nazionale.
Il Consigliere Carancini ha detto: "Non so se vinceremo”, io spero che vinceremo noi. Lo dico bisogna – e qui apprezzo la sua cautela - essere cauti, non sottovalutare l'avversario anche se il candidato del centro-sinistra mi pare che sia partito con un modo di fare e con un'aggressività che a mio avviso sono foriere di attenzioni. Ieri mi pare che abbia detto che si parte da Osimo, su Osimo qualche problema c'è stato, è inutile negarlo, ma tutta questa grande sicurezza al suo posto non l'avrei, sarei molto più cauta anche perché se penso a quello che è successo al Sindaco in quel di Pesaro.
Ritornare oggi, e qui sottolineo l'affermazione della capogruppo Consigliera Casini, sulla legge n. 194, beh, questo mi pare troppo. Noi abbiamo cercato di fare in questa legge un'altra cosa, come abbiamo tentato di fare con la riforma sulla sanità, noi abbiamo cercato e stiamo cercando di governare, non è semplice, un altro tema sul quali le Marche hanno un gap da recuperare, quello del socio-sanitario: la maggiore concertazione, la capacità di lavorare insieme del sociale e del sanitario, anzi la maggiore capacità di
lavorare insieme. Punto.
Questa legge produrrà i suoi effetti con la nuova amministrazione regionale, che io mi auguro sia la nostra, produrrà i suoi effetti con un grande lavoro di messa a terra da parte della nuova Giunta regionale, che mi auguro sia capeggiata dal Governatore Acquaroli, un grande lavoro dei territori per una famiglia secondo le leggi dello Stato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei partire commentando il titolo di questa legge: “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità”. Conosco tantissime persone che si sono trovate alle prese con le difficoltà di avere un figlio, una figlia, il principale problema per molti è quello di dare un tetto alla propria famiglia ed è inutile che continuiate a dire che la casa non c'entra, dato che oggi una delle difficoltà principali consiste proprio nel trovare una casa accettabile, anche in affitto, che risulta introvabile persino a costi esorbitanti.
Cosa ha fatto per agevolare la genitorialità sotto questo punto di vista il Governo Meloni? La legge di bilancio 2023 ha azzerato il fondo destinato al sostegno degli affitti e per la morosità incolpevole, nella legge di bilancio 2025 zero risorse per le politiche per la casa. Avevamo chiesto alla Giunta Acquaroli di provare a rimediare e provvedere in qualche modo per compensare, anche su questo zero euro.
L'altro motivo, tra i principali, per cui ci sono state molte proteste e movimenti in tutta la regione, in particolare a Pesaro, riguarda i posti nei nidi d'infanzia. Ebbene, l'anno scorso la Giunta Acquaroli cosa ha fatto? Ha azzerato le risorse del proprio bilancio, utilizzando solo ed esclusivamente fondi europei. Nella discussione del bilancio a dicembre nessuno si era accorto che le risorse disponibili erano solo quelle dei fondi europei, che hanno creato problemi enormi. Non lo sapeva nessuno qui in Aula, se volete riguardatevi i video, nemmeno il Presidente Acquaroli che è scattato sulla sedia andando a chiedere informazioni. Le risorse europee hanno creato enormi problemi ai Comuni perché erano vincolate a determinati scopi, quali ad esempio i voucher per le riduzioni, ma non consentivano altre possibilità di utilizzo ai Comuni, che invece avevano bisogno in particolare di aumentare i posti, di assumere personale per l'incentivo e l'aumento dei posti nei nidi d'infanzia.
Questi sono due semplici esempi concreti a cui potevate dare risposta in questi 5 anni. Risposte che non sono mai arrivate né sulle agevolazioni per gli affitti né sulle agevolazioni per i nidi di infanzia, addirittura avete usato solo fondi europei, togliendo quelli propri della Regione, figuriamoci quelli del Governo Meloni.
Per quanto riguarda poi l'aspetto valoriale, con la definizione di famiglia presente all'articolo 2, voi stessi avete rivendicato l'orgoglio di definire la famiglia come quella composta da un uomo e da una donna, seppur monoparentale. Vi chiedo anche un po' di coerenza perché vi va bene che ci siano un uomo e una donna, seppure separati come i vostri leader. La Presidente del Consiglio Meloni non si è nemmeno mai sposata, è sotto gli occhi di tutti, ma ha avuto un figlio e non mi risulta che sia un bello esempio di famiglia. Il Segretario della Lega probabilmente è stato sposato, non so se una o due volte, comunque è separato e non mi pare sia nemmeno lui un bel esempio di famiglia ideale per la nostra chiesa cattolica. Vogliamo passare a Forza Italia con il modello Berlusconi? Ve lo risparmio perché è già sotto gli occhi di tutti, mi permetto di dirlo senza che il Consigliere Baiocchi sotto commenti. Siamo personaggi pubblici e la vita dei leader dei nostri partiti è sotto gli occhi di tutti, ho parlato dei vostri ora parlo della mia. La nostra leader è sposata con una donna ed io mi auguro che possa essere considerata una famiglia a tutti gli effetti perché gli unici requisiti per essere una famiglia sono quelli che non avete scritto: l'amore, il rispetto, la lealtà. Questi sono gli unici requisiti, non questa misera legge che mette dei soldi per cosa? Addirittura date ai Comuni contributi solo se la famiglia ha 4 figli, senza dire neanche qualcosa sul reddito. Conosco numerose famiglie che hanno 4 figli e sono milionarie, possono permettersi 3 tate. Almeno cercate di dare dei contributi ai Comuni non in base al numero dei figli, ma in base ad altri requisiti. Non solo, aggiungo che i contributi che avete messo all'articolo 17, o 16, 17 mi pare, per famiglie fragili in difficoltà economica riguardano l'acquisto di libri e le attività sportive, che vanno benissimo, ma in teoria ci sono anche adesso. Quindi, non la considero una legge rivoluzionaria e utile dal punto di vista concreto perché dovevate attivarvi in questi 5 anni, lo ribadisco per la terza volta, per gli affitti, che il governo Meloni ha azzerato, e per i posti nei nidi d'infanzia. Non l’avete fatto.
Se volete farne una bandiera dal punto di vista valoriale io mi sentirei in imbarazzo perché, ribadisco, i requisiti per una famiglia non sono quelli che sbandierate, iniziate a guardare i vostri leader, invece che presentare una legge così ideologica, che dimostra solo una vera e propria ipocrisia nei valori che sbandierate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Intervengo perché nel dibattito che si è sviluppato su questa materia probabilmente è sfuggito un elemento, che è costituito dal fatto che in Italia c'è il diritto di costruire il proprio modello di famiglia secondo non criteri stereotipati, ma secondo criteri protetti in Costituzione. L'articolo 29 della Carta costituzionale nasce da una sintesi tra le diverse anime dell'Assemblea costituente, che aveva previsto anche il concorso delle sinistre, dei comunisti, addirittura dei socialisti. Avevano immaginato una società naturale fondata sul matrimonio in perfetta assonanza con uno dei valori della nostra religione, le nostre origini giudaico-cristiane che identificano il rapporto tra un uomo e una donna e i figli. Chiaramente questo modello è entrato in crisi con gli sviluppi civili non solo in Italia, ma anche nell’Occidente e oggi c'è anche un altro modello, un modello di famiglia che si basa sull'articolo 2 della Carta costituzionale che tutela non solo i diritti fondamentali dell’individuo, ma anche quelli delle formazioni in cui si svolge la personalità. Quindi non possiamo misconoscere o sottacere il fatto che esiste un diritto di libertà familiare che è previsto e ha rilevanza costituzionale. Noi difendiamo il modello stabilito nell'articolo 29 della Costituzione perché esso si fonda sui valori tradizionali della storia del nostro Paese. Uno dei filosofi recentemente scomparso, uno dei più importanti della tradizione liberal cattolica del nostro Paese che ha scritto tanti libri tra cui “I valori dimenticati dell'Occidente”, evidenzia che nella repubblica ideale Platone immagina che i bambini debbano nascere senza conoscere i propri genitori in modo tale che non vi sia l'egoismo affettivo, non vi siano i problemi susseguenti a questo, in realtà è un modello che dal punto di vista sociale crea numerosi danni. Era uno dei filosofi italiani più importanti a livello internazionale, mondiale e in un colloquio con Papa Wojtila domandò: “Santità l'identità tra il genere umano e la divinità in che forma si esplicita dal momento in cui la divinità ha le tre forme: padre, figlio e spirito santo?”. Il Papa rispose: "L'identità dell'umanità con la divinità si identifica in un rapporto di amore padre, figlio e figli”. Mi pare di poter dire che c'è tutto il diritto da parte nostra di difendere questo sistema di valori, che non significa identificarsi con i peccati di chi tradisce la moglie o di chi si separa, questo non c'entra nulla con la tradizione cristiana della religione, il modello che noi identifichiamo della nostra famiglia è questo modello, un modello valoriale che ha dei principi fondamentali e che identifica una protezione non tanto del diritto di libertà delle persone, ma soprattutto nel fine più importante che la famiglia persegue, che non è solo l'unione tra persone, ma il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli.
Il tema di cui noi ci stiamo occupando è la finalizzazione della famiglia in una società moderna e avanzata e noi riteniamo di poter dire che questo modello è quello che noi riteniamo più rispondente non solo ai valori della tradizione giudaico-cristiana, ma anche ai valori dell'Occidente. Questo non significa che si va a negare, ripeto, la rilevanza di diverse unioni che sono basate sulla convivenza, che sono tutelate dagli articoli 2 e 30 della Carta costituzionale.
Questa legge ha il difetto di tante leggi che noi abbiamo approvato, ogni norma ha una sua funzionalizzazione in base alle risorse che si impiegano per realizzare un certo fine. Nella mattinata la discussione sul diritto alla sanità si è sviluppata intorno all'idoneità o alla congruità delle misure che noi mettiamo in campo per garantire il diritto alla salute, in questo caso la finalizzazione della famiglia.
E’ chiaro che l'opposizione ha tutto il diritto di rivendicare che vengano impiegate maggiori risorse per raggiungere finalità di importanza fondamentale, teniamo conto che il problema delle famiglie, dell'affiliazione, dell'educazione dei figli è il tema dei temi in una società che invecchia e che ha nella regione Marche una delle regioni a più alto invecchiamento a livello non solo nazionale, ma internazionale. I
Il tema politico dei fondi che vengono impiegati nelle misure sociali, penso che non sia un problema delle maggioranze perché qualunque maggioranza o istituzione di un Paese impiega le risorse che ha a sua disposizione, non è che qui c'è una scelta negativa di privare questo settore di risorse per favorirne altri. In questo momento il bilancio del nostro Paese a livello nazionale e a livello regionale risente delle criticità di politiche sbagliate, anche preesistenti, che registrano nel nostro Paese dei dati che sono molto evidenti. Di fronte a una spesa pubblica italiana di 1,100 miliardi, un Pil di 2,200 miliardi, 320 miliardi sono spesi per la spesa previdenziale, 136miliardi per la spesa sanitaria, 73 miliardi per l'istruzione e 100 miliardi per gli interessi sul debito pubblico.
In prossimità delle elezioni ci si lamenta che la maggioranza avrebbe la responsabilità di non impiegare troppe risorse, ma abbiamo anche una responsabilità politica istituzionale perché non si vota domani, si vota forse il 21 settembre.
Probabilmente dobbiamo anche capire che questa legge è un primo passo per riconoscere i diritti di cui ho parlato prima, che non sono solo i diritti degli individui, ma soprattutto la finalizzazione per la prole, per i figli di queste famiglie, oltre che al rapporto coniugale.
Ritengo di poter ringraziare a nome della Giunta regionale e del Presidente Acquaroli la Commissione che si è occupata di questo disegno di legge. il suo relatore ed anche l'opposizione per le critiche legittime che sono state esplicitate e che verranno esplicitate, ma è un passo significativo, importante allor quando si tiene conto che gli sviluppi dei valori umani sono ampi e saremo sempre chiamati a reintervenire sul concetto di famiglia e soprattutto sulle misure finanziarie che gli enti pubblici possono mettere a disposizione di queste finalizzazioni, che credo nessuno possa immaginare che possano venir meno rispetto alla finalità più importante che la famiglia persegue, che è quella di mantenere, istruire ed educare i figli secondo le proprie capacità.
Mi pare di poter dire a nome della maggioranza e della Giunta regionale che è una giornata importante questa, seppure dopo 5 anni di governo, che consente anche alla nostra coalizione, che non è composta di un unico partito, ma da più partiti, di mettere insieme diverse visioni. Mi sembra un risultato positivo da cui partire. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Ha la parola, per replica, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per l'intervento. Per il resto sono un po' dispiaciuto perché per qualcuno non c'è stato molto impegno nel tentativo di portare oggi argomentazioni reali. C'è chi si è fermato a commentare il titolo, chi ha parlato di tradimento, massacro, balle, ma queste cose preferisco non commentarle, c'è chi ci ha additato come persone che usano la retorica e nello stesso momento ci hanno invitato ad inserire l'amore in questa legge. C'è chi parla di una Consulta regionale che non avrebbe competenza nelle valutazioni di impatto familiare, dimenticandosi, non avendo mai approfondito, che la legge vigente stabilisce già questo e in qualche modo anche andando a offendere le competenze della stessa.
Soprattutto, signori miei, c'è stato da parte del Partito Democratico un triste richiamo ai posizionamenti ideologici, di cui l’attuale Presidenza sta facendo opera fondativa del loro essere partito e politica. Non so che cosa porterà questo, fate quello che volete, vi distanziate in qualche maniera da tutti, è però un evidente isolamento che state operando. Vi distaccate da noi? Va bene, ci può anche stare, buttarla così come avete fatto voi sul piano ideologico in epoca di campagna elettorale immagino che dal vostro punto di vista possa avere un senso, però vi distaccate, vi isolate anche rispetto a tutto quel grande movimento che c'è stato in questi 4 anni per questa legge, cioè quelle decine e decine di associazioni, ordini professionali e vari soggetti istituzioni che si sono mossi intorno a questa proposta di legge, che l'hanno sostenuta e che hanno contribuito a migliorarla insieme anche a voi perché qualche emendamento vostro è stato ammesso, anzi tutti gli emendamenti che avete presentato sono stati approvati in Commissione.
Una Consigliera vostra dice che ci sono stati 4 anni di silenzio, no, ci sono stati 4 anni di lavoro con tante persone, dalle quali oggi prendete le distanze perché buttate all'ortica questo lavoro importante, quest'opera di condivisione buttandola totalmente sul piano ideologico. Vi distanziate da noi, va bene, vi distanziate dal territorio, da questi soggetti, ma vi distanziate pure dalla Costituzione perché se vi lamentate del fatto che noi all’articolo 1 citiamo la Costituzione per definire la famiglia vuol dire che prendete le distanze dalla stessa. Fate un po' voi, se questa è una cosa giusta e buona. Vi buttate totalmente a capofitto su una critica che secondo voi va a concentrarsi sul fatto che questa è una legge regionale sulla famiglia tradizionale, non riuscite però a individuare un rigo della proposta di legge regionale nella quale questa roba si incarnerebbe, com'è che non lo trovate? Perché non c'è, perché è una proposta di legge molto equilibrata.
Anche sull'interruzione di gravidanza ci avete provato anche qui, si cita addirittura nel corpo della legge. che non andrebbe neanche fatto perché è ovviamente scontato, la legge n.194 del 1978, da lì ovviamente si lavora e si parte, magari nella piena attuazione di quella legge.
Poi quando si parla di parità di genere vi lamentate del fatto che in un certo passaggio si parla di effettiva parità tra uomo e donna e pensate che questo sia un riferimento alla famiglia tradizionale, ma questo è il riferimento alla parità di genere che voi stessi vorreste citare sempre. Voi dite che non c'è vera parità di genere se non c'è occupazione femminile. Ma certo, è vero, infatti apprezziamo tanto il fatto che grazie al Governo nazionale si stanno raggiungendo i massimi valori di occupazione femminile da tanti anni a questa parte, mentre qualcuno invece spreca tempo a concentrare le sue battaglie sulla parità di genere, dovendo per forza introdurre parole come Assessora, Presidenta o robe varie.
Parliamo di cose concrete, l'impianto finanziario c'è, guardatelo, ci sono 700 milioni di euro da qui alla fine del 2026, quindi nei 18 mesi. Il relatore di minoranza parla di altre leggi regionali e le confronta con questa. Ma voi ci avete lasciato la legge regionale n. 30 del 1998, fatta di 5 articoli ,che non muoveva nulla e che gridava vendetta rispetto a quello che invece serve alle famiglie. Con questa legge si va avanti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Pochissime cose perché penso che i colleghi abbiano dato un contributo importante.
Parto apprezzando l'intervento del Consigliere Livi perché non necessariamente dobbiamo giungere ad una condivisione. Ci sono elementi che, l’ha detto anche il Presidente della Commissione, che ringrazio per il lavoro che abbiamo fatto, lo dico in maniera irrituale, ho aperto la relazione con il ringraziamento su quello che è stato fatto, un importante percorso di partecipazione, di condivisione, erano inconciliabili e il Consigliere Livi l'ha sottolineato.
Abbiamo dei temi rispetto ai quali non possiamo arrivare a sintesi, ma non vuol dire che siamo cattivi e che voi avete sbagliato tutto, non è pensabile. Non è che le associazioni ci condanneranno perché non abbiamo votato - sentiremo i due Capigruppo - quest'atto, non è così.
Ritentare per forza su un tema così delicato, strategico, importante, articolato, la conciliazione delle nostre posizioni è sbagliata perché i passaggi sono inconciliabili. Ci sono state da parte vostra grandi aperture, da parte nostra bei contributi, però vi assumete la responsabilità di votare una legge che per me è ideologica, l’abbiamo ribadito, e con quel tipo di taglio è stata costruita, e lo dico oggi, dopo 4 anni, volutamente con quel tipo di impostazione. Non andrei adesso …, mi spiace che non ci sia la Consigliera Menghi, se si ribadiscono delle posizioni vuol dire che cerchiamo lo scontro per forza. E’ proprio di tutt'altro profilo, abbiamo fatto uno sforzo, giustamente ha detto il Consigliere Ausili che avevamo una legge anchilosata e avevamo bisogno di un ripensamento, per noi quel ripensamento non è andato nella direzione che pensavamo e che ritenevamo importante per fotografare e guardare in prospettiva questa comunità.
Rimaniamo su posizioni diverse, ma non vuol dire che non continueremo a collaborare come abbiamo fatto, soprattutto nella nostra Commissione, per cercare di migliorare i testi.
I numeri in democrazia vengono assegnati anche per farvi assumere responsabilità e coerenza rispetto alle impostazioni che avete, per noi ideologiche, ma non va letto in modo negativo. L'impostazione ideologica in questo caso specifico distingue una visione diversa della famiglia e soprattutto delle soluzioni che devono essere applicate. Grazie.
PRESIDENTE Andiamo adesso sull'articolato, vi prego, siccome ci sono 33 articoli, di rimanere ai vostri posti, così facciamo una votazione. Non ci sono emendamenti, salvo interventi su dichiarazioni di voto. Mi rivolgo al Consigliere Cesetti, mi faccia cenno quando vorrà intervenire in merito. E’ il più attento agli aspetti specifici dell'articolato. Lo dico seriamente.
Rimaniamo ai nostri posti, non ci assentiamo, altrimenti rischiamo ogni volta di attendere e ripetere la votazione.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Lei se le va cercando. Oggi stia tranquillo perché, l'hanno già fatto i Consiglierei del gruppo, non devo intervenire. Grazie.
PRESIDENTE. Era un totale ed oggettivo apprezzamento perché so che in genere è il più puntuale su queste cose, ovviamente anche gli altri sono molto attenti agli aspetti che riguardano l'articolato delle proposte di legge.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Compreso il voto contrario del Consigliere Mangialardi.
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi piaceva sottolineare, Presidente, mi è sfuggito e forse ero distratto, che il Partito Democratico ha contribuito rispetto alla questione degli obiettivi, i famosi 29 obiettivi di cui all'articolo 2, all'articolo x, cioè quello che riguarda il sostegno alle coppie con problemi di infertilità attraverso azioni di promozione, informazione delle tecniche e dei servizi erogati in materia di procreazione medicalmente assistita, anche con contributi di natura economica per le coppie in condizioni difficoltà.
Non c'è una rivendicazione meritoria, lo dico nonostante non ci sia la Consigliera Menghi, che ha detto che in fondo noi siamo distanti dalla realtà. Questo lascia un po' stupiti perché, senza commentare l'obbrobrioso intervento politico del Consigliere Ausili, la realtà necessita di un'attenzione e di una sensibilità rispetto al sogno di avere un bambino, a cui non avevate prestato attenzione.
Lo dico solo per sottolineare in realtà la distanza tra i temi centrali della famiglia, che sono: la casa, le questioni sociali, gli anziani dentro le nostre case, le tematiche riguardanti la scuola, temi cruciali e sociali che sono necessariamente connessi alla famiglia.
Il peccato originale di questa legge - e mi scuso se ho criticato il Consigliere Ausili, lo faccio con la mia passione, senza un insulto, ma con la mia passione - è connesso a questo, è legato a questo. E’ un peccato originale che, ribadisco, è indifferente al tema della necessità di collegare la famiglia alle politiche della famiglia, ai temi che abbiamo sottolineato e all'insufficienza delle risorse che sono davvero ridicole.
Il Partito Democratico al tema della procreazione medicalmente assistita ci teneva ...
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Nella velocità del passaggio, nel dibattito relativo all'articolo e alla dichiarazione di voto ogni tanto ci siamo persi.
Vorrei tornare sul tema, l'articolo 4 mi dà l'occasione, e sulla natura ideologica di questa legge che fa riferimento, almeno per noi, alla sola famiglia composta da uomo e donna, come viene ribadito nella Costituzione, ma il filo conduttore è questo. Dico pure che i tempi della discussione, ahimè, non ci hanno dato una mano perché siamo arrivati dopo 4 anni e la facciamo proprio nel momento in cui c'è una sentenza storica della Corte costituzionale, nonché un importante pronunciamento del Tribunale di Ancona in merito ad una coppia omosessuale di Pesaro a cui è stato permesso di adottare un figlio nato da madre surrogata. Mi vorrei concentrare, solo come battuta, sulla sentenza n. 69 del 22 maggio 2025 che ha stabilito in modo netto la possibilità della fecondazione assistita per le donne single, e cito testualmente a beneficio dell’intera Aula il comunicato stampa diffuso dalla Corte costituzionale: “Non sussistono ostacoli costituzionali ad un'eventuale estensione da parte del legislatore dell'accesso alla procreazione medicalmente assistita anche ai nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, nello specifico nelle famiglie monoparentali”. Questa era un'impostazione che dovevamo correggere, anche se voleva dire farlo quasi in corsa per evitare di avere questa cosiddetta famiglia tradizionale di stampo ottocentesco, invece avremmo potuto ripensare anche al contributo che noi abbiamo dato in questi anni. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13 Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 14. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Consigliera Battistoni? Non prende? Allora aggiungiamo voto favorevole.
Articolo 15. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 17. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 18. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 19. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 20. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 21. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Voto favorevole del Consigliere Putzu.
Articolo 22. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 23. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 24. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 25. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 26. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 27. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 28. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 29 Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 30. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 31.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per fare due brevissime considerazioni. L’articolo 31 è l'emblema del fatto che questa legge vuol cambiare tutto, ma in realtà non cambia nulla. Lo avevamo anticipato già in sede di discussione, risorse praticamente inferiori a quelle degli anni passati, addirittura nel 2026 le riduciamo a 250 mila euro.
La seconda considerazione è sul valore dell'Assemblea legislativa, come si può immaginare l'approvazione di una legge così importante senza avere il Presidente della Giunta regionale in Aula, discutiamo non so da quanto tempo, da ore, senza che abbia voluto essere presente alla discussione, ascoltando e in una qualche maniera partecipando.
Certo, qualcuno può dire: "Ma che ce ne importa?" No, ritengo che invece sia un fatto politico, che peraltro si perpetua da 5 anni. Il Presidente Acquaroli non partecipa alle discussioni, è indifferente alle discussioni su tutte le delibere centrali. Questa è la legge sulla famiglia partorita in 4 anni, il Presidente della Giunta regionale magari avrà altri impegni, ma l'abbiamo visto qui in giro, non partecipa alla seduta di approvazione, arriverà, quando deve premere il ditino arriva. Penso che non sia una bella immagine su una legge centrale e strategica delle destre. Il Presidente Acquaroli è “latitante”, latita sulla partecipazione, discussione e confronto ed io credo che non sia un fatto irrilevante, è un fatto serio di come si intende interpretare da Presidente della Giunta regionale la discussione in Aula.
Vedo di fronte a me un ex collega, non so quale sia stata la sua attività, ma ha fatto il Sindaco e sono quasi certo che difficilmente l’Assessore Brandoni non è ...
PRESIDENTE. Ha la parola Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Non è vero che sono inferiori, per anni e anni sono state usate solamente le risorse derivanti dal fondo nazionale per la famiglia con una percentuale di cofinanziamento regionale assolutamente …, sì, invece, attraverso questa legge regionale si arriva ad impegnare risorse proprie della Regione Marche, come non era accaduto. Questa cosa caro, Consigliere Carancini, è accaduta anche grazie e soprattutto all'impegno del Presidente Acquaroli, dell'Assessore Saltamartini e di questa Giunta, un impegno che c'è stato passo nella costruzione di questa legge e nel riuscire a mandarla avanti, cercando di darle sostanza economica anche nelle difficoltà del nostro tempo, che ben sapete.
Oltretutto vedo che il Presidente è tornato, quindi mi pare che il suo intervento sia totalmente fuori bersaglio. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 31. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Dichiarazione di voto sull’intero articolato della legge da parte dei gruppi consiliari.
Faccio l'intervento io che non sono mai intervenuto. Vorrei sottolineare che, al di là dell'ampio dibattito che ha visto tesi contrapposte di ordine generale dal punto di vista di quello che può essere la nostra società futura, anzi la nostra società attuale, è un dibattito che rende ricco l'argomento e che ci porta con attenzione a valutare quelli che sono i due grandi profili su cui possiamo andare. Continuo a pensare che lo scontro sul dibattito possa costruire una via di mediazione e contemplare un aspetto che viene definito “tradizionale”, che in realtà è molto più moderno di quello che noi tutti oggi immaginiamo, sia tradizionalisti che innovativi, rispetto a quello che invece la società ci propone con forme diverse di un rapporto che in qualche modo si può qualificare la crescita comunitaria di quello che è l'affetto fra due persone può dare.
Questa è una proposta che diventa legge e mette al centro la persona, la comunità. E’ quello che noi facciamo anche con richiami morali a personalità che spingono dal punto di vista delle confessioni religiose a farlo, che favorisce la partecipazione attiva ai responsabili dei cittadini ed in qualche modo introduce misure innovative come la cabina di regia per le politiche familiari, che è una cosa davvero innovativa rispetto alla legge del 1998, precursora di questi aspetti. Ma oggi il mondo ci impone, l'aspetto contestuale in cui viviamo ci impone anche il potenziamento di strumenti già esistenti, con l'obiettivo di migliorare sia la qualità della vita in generale, ma soprattutto valorizzare e rendere di nuovo forte la dignità delle famiglie. Fare questo non credo che sia un esercizio retorico dei tradizionalisti, dei bigotti, di coloro che in qualche modo si richiamano ad un’azione che guarda al passato, ma significa mettersi in gioco e non mancare di affrontare aspetti fondamentali, la conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa e sostenere soprattutto quelli che sono gli aspetti più fragili di qualsiasi comunità, che si voglia chiamare famiglia, come la chiamo io, come la chiamano tantissimi rappresentanti del mondo politico, che si voglia chiamare unione o convivenza come tantissimi altri rappresentanti vogliono fare.
Il dibattito è stato a mio avviso ricchissimo di spunti e penso che la stesura di questa proposta di legge sia altrettanto ricca di valutazioni, che in qualche modo arricchiscono la comunità marchigiana e pongono la proposta di legge, che diventerà, presumo, con la votazione finale legge, un punto di partenza che rinnova misure concrete per garantire la tutela dei diritti delle famiglie marchigiane. Quindi, il mio voto sarà positivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Molto velocemente, visto che sono intervenuto anche prima nella fase del dibattito, per preannunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia.
Colgo l’occasione per rispondere anche ad un paio di inesattezze che sono venute dai banchi dell'opposizione quando avevo già fatto il mio intervento, alle quali non ho potuto replicare.
Non mi pare che qualcuno nel centro-destra, in questa maggioranza, abbia detto che la casa non conta, non mi sembra che sia stata mai fatta un'affermazione di questo genere. Tra l'altro il Governo Meloni continua ad aiutare, in questo settore continua a produrre dei provvedimenti. Apro e chiudo una parentesi, prima qualcuno dall’opposizione ha detto degli aiuti a chi ha la seconda, la terza casa, beh, questo lo ha fatto il Governo Conte con il super bonus con il quale abbiamo ristrutturato non solo le ville, ma le seconde e le terze case, addirittura i castelli. Non credo che questo possa essere additato a Fratelli d'Italia o al centro-destra in generale. Ricordo anche che i provvedimenti del Governo Meloni sono - se andiamo a fare una ricerca su internet, chiunque di noi li può vedere, se non siamo preparati e se non li conosciamo - il bonus affitto e mutuo, il fondo di garanzia per la prima casa per quanto riguarda sia i giovani che le famiglie numerose. Mi pare che ci sia stata un'attenzione particolare dal Governo centrale verso questi temi che noi continuiamo a ritenere importanti.
Tornando alla legge che andremo ad approvare, mi ritengo, ancora una volta, come ho detto prima, soddisfatto, soddisfattissimo per il grandissimo lavoro. Apprezzo anche, Consigliere Mangialardi, la sua onestà intellettuale, ci troviamo di fronte a delle ideologie che magari non coincidono in tutto e per tutto. sappiamo benissimo, non possiamo nasconderlo, che questi temi spesso e volentieri sono anche personali perché ognuno di noi può avere una storia. Non farei come la Consigliera Vitri, che prima che ha accusato Tizio, Caio, Sempronio ed esponenti politici dell'altra parte perché ognuno vive la propria storia personale e questa non può essere messa in discussione da chi che sia.
Tornando alla proposta di legge, sono soddisfatto, ringrazio ancora una volta l'Assessore, la Giunta, per il grande lavoro la IV^ Commissione presieduta dal Consigliere Baiocchi, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, che è stato molto bravo oggi nell'esporre e nel fare le proprie considerazioni in quest'Aula su questa norma.
Sono molto soddisfatto, voto favorevole da parte di Fratelli d’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Testo unificato delle proposte di legge n. 20 e n. 67. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 296
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica alla legge regionale 12 agosto 1994, n. 33 (Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 296 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Si tratta della proposta di legge n. 296 ad iniziativa della Giunta regionale. E’ una modifica della legge regionale del 12 agosto 1994, n. 33 “Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive”.
In che cosa consiste questa modifica di legge? Noi andiamo ad abrogare il comma 5 dell'articolo 10 che prevede che all'interno dei centri di medicina sportiva il medico specialista in medicina dello sport possa esercitare la sua professione solo all'interno di un centro di medicina dello sport.
E’ ovvio in una fase come questa, in cui medici in genere ed in particolare gli specialisti in medicina dello sport sono insufficienti rispetto alla presenza dei centri di medicina dello sport nella nostra regione, abrogare il comma 5 dell'articolo 10 per dare la possibilità a quei pochi medici dello sport che noi abbiamo di poter esercitare in più centri di medicina dello sport. Questa è la sostanza della modifica a questa legge.
A suffragio di questa legge ringraziando la professoressa XY, voglio ricordare grazie anche il suo lavoro che è stato richiesto in Commissione sanità. Nella nostra regione sono 135 le strutture di medicina dello sport, i centri di medicina sportiva autorizzati, sono solo 10 quelli convenzionati e 24 quelli accreditati, c’è un solo medico dipendente pubblico nell'Ast di Ancona, mentre i medici convenzionati sono in totale 5. Un altro dato importante che voglio dire in questa Assise è che nel 2024 nelle Marche sono stati rilasciati ben 107.000 certificati per idoneità sportiva agonistica, questo significa che una grande fetta di questi certificati sono stati fatti da centri non convenzionati, da strutture private non convenzionate, ben 96.000 certificati sono stati fatti da strutture private non convenzionate. Un altro dato assolutamente importante è la grande crescita del numero di certificati di idoneità, nel 2020 erano solo 67.000, nel 2024 sono arrivati a ben 107.000, ciò indica che in questi anni sono aumentate tantissimo le discipline sportive. Ricordo che nella mia infanzia le discipline sportive erano: calcio, basket e poco di più, non so la pallavolo, il tennis, agli inizi però il calcio e il basket la facevano alla grande. Oggi le discipline sportive sono tantissime e gli iscritti alle associazioni sportive, che fanno anche discipline non convenzionali, sono un numero impressionante. La richiesta di certificati per l'idoneità sportiva ed agonistica è altrettanto elevata. Pensate solo che dal 2020 al 2024 questa richiesta è aumentata di circa 40.000 certificati, quindi, è evidente che la legge preesistente, che prevedeva che un medico dello sport potesse far parte di un solo centro di medicina sportiva, non potesse prevedere che non sarebbe stato sufficiente per poter erogare tutte queste certificazioni.
Giusta questa legge che dà la possibilità agli specialisti di medicina dello sport di esercitare in più centri, sia privati che pubblici, giusta questa legge ed anche la proposta che ci ha fatto la Giunta che poi è approdata in Commissione sanità, in cui c'è stato un ottimo lavoro bipartisan ed un grande lavoro della professoressa XY che ci ha dato una mano sui dati, Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Molto rapidamente perché il relatore di maggioranza con dettaglio ha ricostruito il passaggio. Con il Consigliere Cancellieri abbiamo condiviso e votato questa proposta positivamente in Commissione. Ci andiamo ad allineare a scelte che hanno fatto altre Regioni per mettere a disposizione medici sportivi che, come tutto il resto. sono molto molto carenti, dando loro la possibilità di lavorare in più centri.
Mi sembra che i numeri dei certificati siano aumentati in maniera esponenziale, questo è un dato importante, uno, per le verifiche, l'attenzione e le prevenzioni, l'altro perché sullo sport c'è un particolare interesse che, come anche quello come della prevenzione, è un altro tema di grande importanza.
Da parte nostra, vado a surrogare la capogruppo, il voto è positivo, come abbiamo già condiviso in occasione della Commissione. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono interventi. Dichiaro chiusa la discussione. Andiamo all’articolato.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3 (dichiarazione d’urgenza)
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
Proposta di legge n. 296. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 561
ad iniziativa della Consigliera Elezi
“Insediamento dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi di Edison SPA nel Comune di Jesi”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 561 della Consigliera Elezi.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Questa mozione ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione su una questione che è di fondamentale l'importanza per la salute dei cittadini.
Edison ha proposto di costituire alla Zipa di Jesi un impianto per la pulizia dei terreni contaminati, dichiarando che non rientra nella normativa Seveso, cioè nella casistica di aziende a rischio di incidente rilevante.
E’ una dichiarazione che impatta sulle procedure di autorizzazione perché la classificazione Seveso rende obbligatoria la valutazione ed il parere del Comitato tecnico regionale Marche, istituito proprio per valutare le aziende con caratteristiche di pericolosità.
Il Comune di Jesi si è mostrato favorevole al progetto nella sostanza, anche se non formalmente, infatti ha informato i cittadini della presenza solo in tempo limite e non ha formulato osservazioni preliminari sull'opportunità di applicare la normativa Seveso.
I cittadini hanno espresso la loro contrarietà all'impianto, che non dà garanzie di sicurezza proporzionate alla grande presenza di residenti e fruitori della zona Zipa in cui Edison vorrebbe realizzarlo.
Si è creata una situazione di stallo perché il Comune di Jesi e la Provincia di Ancona stanno cercando di delegare la responsabilità di questa decisione politica ai tecnici. Leggendo il progetto però appare evidente che l'impianto potrebbe rientrare in normativa Seveso. giustificando il coinvolgimento del Ctr.
Siamo arrivati al paradosso, vedere il Sindaco di Jesi in corteo con i comitati del no e un Consigliere comunale della sua maggioranza che in Provincia vota per escludere dalla valutazione di pericolosità quel Ctr che nasce proprio per stabilirla.
Ora mi chiedo, se è vero che i rifiuti vanno smaltiti e ove possibile riciclati, perché non si vuole fare in sicurezza? Perché continuano strumentalizzazioni politiche quando ci sono tutte le caratteristiche per classificare questo impianto del tipo Seveso? Perché non prendere atto di quanto scritto nel progetto depositato da Edison e utilizzare gli strumenti di valutazione e controllo disponibili?
Nel progetto Edison si legge che non solo l'impianto di Jesi tratterebbe i rifiuti liquidi pericolosi in quantità molto superiore alle acque di lavaggio per la bonifica dei terreni dell'amianto, ma che effettuerebbe anche il trattamento di ossidazione ad umido con impiego massiccio di acqua ossigenata. Inoltre stoccherebbe i rifiuti e materie prime pericolosi in una zona dove le acque sotterranee sono contaminate da clorurati, sostanze che, essendo volatili, potrebbero produrre condizioni di rischio non accettabili per gli operatori dell'impianto e per la popolazione civile residente.
Chiedo a voi tutti colleghi Consiglieri di votare all’unanimità questa mozione che invita a dare risposte tecniche, anziché strumentali, affidandole all'unico soggetto che può darle, al Ctr. E’ nostro dovere farlo per rispetto dei cittadini, per l'ambiente e per non creare disparità con le aziende che hanno chiesto autorizzazioni per impianti simili e hanno visto assoggettarle alla Seveso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Il gruppo consiliare del Partito Democratico esprime voto favorevole alla mozione in quanto essa riprende le stesse proposte e impegni già contenuti nella mozione di XX, presentata dal centro-sinistra nel Consiglio provinciale di Ancona.
Tuttavia è fondamentale chiarire alla proponente, all’Aula e soprattutto ai cittadini che le dichiarazioni della Consigliere Elezi rilasciate alla stampa non corrispondono al vero, in particolare quando afferma che la mozione presentata dal centro-sinistra in Consiglio provinciale aveva l'obiettivo di escludere l'applicabilità della normativa Seveso all'impianto Edison. Invece di distorcere i fatti sarebbe opportuno che la Consigliera Elezi e tutta la maggioranza che sostiene la Giunta Acquaroli chiarisse gli impatti concreti che la proposta del piano regionale dei rifiuti avrebbe sulla città di Jesi e non solo.
Il Piano regionale proposto dalla Giunta Acquaroli è ancora in attesa di discussione in Consiglio regionale e prevede che gli impianti di recupero di chiusura del ciclo, come quello di Edison, possano essere realizzati in aree industriali o nelle loro immediate vicinanze, privilegiando le localizzazioni che permettono di massimizzare le opportunità di recupero. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è che l'esplicita previsione del superamento della logica di allontanamento di tale impianti dai centri abitati rimane confermata nelle bozze che sono arrivate in Commissione.
La domanda allora è inevitabile: come si concilia l'opposizione di Fratelli d'Italia all'impianto Edison con il sostegno ad un piano regionale che agevolerebbe proprio la sua realizzazione a Jesi?
Il gruppo consiliare del Partito Democratico è fermamente convinto che per questo tipo di impianti la distanza dai centri abitati debba essere mantenuta e tutelata contrariamente a quanto proposto da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia nelle Marche. Smentiteci portandolo a più presto quel piano in Aula, se mi sbaglio.
Pertanto, ci batteremo per modificare profondamente il piano regionale assicurando che vengano stabilite distanze adeguate a garanzia della salute, del benessere della popolazione e della tutela ambientale.
Troviamo inaccettabile e anche ipocrita il comportamento della maggioranza e dei suoi esponenti politici: nelle piazze, attaccano strumentalmente il Partito Democratico, ma nelle stanze del potere firmano accordi, sostengono politiche che riducono le distanze tra gli impianti e i centri abitati. Un atteggiamento ambiguo che intendiamo smascherare con forza di fronte ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Partendo dalla mozione credo che abbia fatto bene la Consigliera Elezi a proporla perché è una situazione molto sentita e in parte anche sotto stimata, secondo me, nella zona di Jesi, infatti si è parlato parecchio tempo dopo delle questioni che erano state presentate, forse era meglio parlarne fin dall'inizio.
Ai sensi della legge 105/215, la cosiddetta legge Seveso, la ditta ha l'obbligo di valutare l’assoggettabilità al decreto stesso, considerando i quantitativi autorizzati allo stoccaggio di sostanze pericolose dovrebbe rientrare anche in questo caso.
Recentemente il Tar Marche e anche il Tar Toscana, seguendo situazioni simili, hanno sentenziato sempre in favore della sicurezza, ovvero è obbligo per le ditte assoggettarsi alla Seveso secondo il principio di precauzione, quindi facciamo bene a proporlo e a portarlo avanti. Mi fa piacere anche che verrà votato da tutti.
L’ente titolare, comunque, non ci scordiamo, del provvedimento in oggetto è la Provincia di Ancona che detiene tutta la documentazione inerente il progetto e per quel che riguarda le cose dette in quest'Aula nulla c'entrano con questa situazione perché il piano regionale dei rifiuti non entra nel merito di questo tipo di impianti, che sono di proposta privata, ma pone distanze, limiti e situazioni per lo smaltimento di rifiuti urbani. Le iniziative di questo genere sono al libero mercato e sono le normative nazionali che le regolano.
L'attuale piano dei rifiuti parla di discariche di rifiuti speciali che devono stare ad almeno 2.000 metri, nel nuovo piano la proposta è di 1.500 metri, c'è una leggera riduzione che però dovrà essere poi discussa qui in Aula e vedremo come evolverà, ma nulla c'entra con un tipo di impianto di questo genere e con un qualsiasi termovalorizzatore, nulla c'entra perché sono impianti diversi dalle discariche che vanno regolati dalle normative nazionali. Nessun piano dei rifiuti di nessuna Regione entra nel merito delle distanze di impianti di questo genere né di termovalorizzatori, bensì solo sulle discariche: sui rifiuti urbani dettano le regole con precisione, sui rifiuti speciali l'attuale piano parla di 2.000 metri, tant'è che la discarica di Riceci, voluta fortemente dal PD della provincia di Pesaro Urbino, non è passata grazie al fatto che la Regione Marche ha posto 2.000 metri e questo è molto chiaro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per il chiarimento perché finalmente questo modo di strumentalizzare del PD di Jesi, che continuamente afferma che dico il falso … Anche sul piano dei rifiuti regionali non hanno capito che non c'entrano niente i rifiuti pericolosi, noi stiamo parlando di cose completamente diverse.
Per quanto riguarda le mie falsità sulla stampa, basta andare su you tube e vedere quello che è successo in Provincia parlando su questo tema, andate vedere su you tube, poi la prossima volta, domani mattina, cerco con una chiavetta di registrare il pezzo e fare un regalo al Sindaco di Jesi, così vediamo sulla stampa chi dice la verità o no. Vi faccio un regalo, una piccola pennetta, così ce l'avete e la custodite sempre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Solo per precisare, non entrerò nel merito della mozione, all'Assessore Aguzzi che la discarica di Riceci non è stata richiesta né mai voluta dal PD della provincia di Pesaro Urbino, anzi, ha preso formalmente una posizione ufficiale contro quella discarica, facendo anche una battaglia avversa. La prego di non dire all'Aula cose non vere ed inesatte. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Voglio solo far presente che la discarica di Riceci è stata proposta da una società controllata da Marche Multiservizi, il cui Consiglio di amministrazione ha votato all'unanimità per l'acquisto di quote di quella società che voleva realizzare la discarica.
Il Presidente è del PD, il Vicepresidente è del PD, due consiglieri sono del PD, gli altri 4 sono di Hera, solo uno è di una lista civica, ditemi chi voleva quella discarica. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 561. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Adesso c'è una mozione che la Conferenza dei Presidenti di gruppo ha deciso di anticipare e di portarla all'esame e all'approvazione nella seduta odierna.
Dobbiamo innanzitutto iscriverla, quindi propongo l'inserimento al punto 6 bis della mozione a firma di tutti i Consiglieri, credo di tutti i Presidenti di gruppo.
La mozione è la n. 564 “Richiesta di tutela dei territori appenninici dall'installazione di impianto mega eolici.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Per la maggioranza a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 564 (punto 6 bis). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Mozione n. 564
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Casini, Ruggeri, Marinangeli, Marinelli, Marcozzi, Livi, Latini
“Richiesta di tutela dei territori appenninici dall'installazione di impianti mega eolici”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 564 dei Consiglieri Rossi, Casini, Ruggeri, Marinangeli, Marinelli, Marcozzi, Livi, Latini,
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Ringrazio innanzitutto tutti i Capigruppo che hanno sottoscritto questa mozione e hanno votato anche l'urgenza.
Come molti di voi sanno la recente sentenza del Tar Lazio ha spostato la palla dell'individuazione delle aree idonee riguardanti le energie alternative al Governo. La sentenza impone al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di emanare entro 60 giorni dalla notifica un nuovo decreto riformulato. Sostanzialmente le Regioni non potranno poi introdurre limitazioni più restrittive, quindi la palla va al Ministero.
Ci sono centinaia di richieste di impianti nei nostri crinali, non solo nella nostra regione, ma in Umbria, in Toscana ed in Emilia-Romagna.
In questo momento c'è una diatriba istituzionale tra l’Emilia Romagna…, ed io vorrei ringraziare il Presidente della Regione Emilia-Romagna a differenza di quello della Regione Toscana, per la grande sensibilità che sta dimostrando sulla questione a dimostrazione che la problematica non ha appartenenze politiche, ma è legata all’intelligenza.
Qui possiamo o meno decretare la fine dei nostri crinali perché l'installazione di centinaia e centinaia di pale eoliche da 200 metri decreterebbe la fine del nostro paesaggio e con esso la fine del comparto turistico, che sopravvive con il paesaggio.
Vorrei anche fare anche un inciso e ringraziare il Presidente del Consiglio regionale Latini, che insieme ai comitati e a diverse amministrazione qualche tempo fa promosse nel Palazzo delle Marche un'assemblea anche per raccogliere le istanze.
La palla spetta al Governo e tutti noi abbiamo la responsabilità di fare pressing nei confronti dei nostri Partiti, del Governo e di tutti i Parlamentari.
Tra l'altro si è già costituito un intergruppo, se così si può chiamare, di tutti i partiti in Parlamento, di tanti amministratori e di tanti Sindaci di tutte le estrazioni politiche, di tutti i livelli istituzionali, che si schiera contro questa invasione speculativa del mega eolico. Abbiamo portato qui anche un rappresentante del CNR che ci ha spiegato che l'eolico all'interno dei nostri crinali addirittura non è conveniente, oltre che essere devastante. Anche l’Ispra ha prodotto una ricerca che dice che dobbiamo produrre energia pulita cercando di occupare le superfici dei capannoni, dei tetti, delle aree dismesse ed eventualmente, se c'è proprio bisogno dell'energia eolica, prevederla come ci ha spiegato il CNR a 30 miglia dalla costa dove non si vede. Anche l'Emilia Romagna sta indirizzando la propria rotta.
Noi dobbiamo votare questo atto che impegna la nostra Regione presso il Governo affinché intraprenda tutte le azioni necessarie ed il nuovo decreto sulle aree idonee: tuteli in modo esplicito e vincolante i territori interni, i nostri monti, le parti vincolate anche a rischio idrogeologico; preveda anche l'utilizzo di aree già compromesse, questo per quanto riguarda la nuova pianificazione.
Ora spetta al Governo, siamo fiduciosi che non permetterà la fine dei nostri Appennini, tra l'altro ho avuto un'interlocuzione con un Vice Ministro ed anche il nostro Presidente si è fatto portavoce di questa istanza.
Do un ulteriore suggerimento: dovremmo prendere in considerazione a questo punto l'azione che sta portando avanti l'Emilia-Romagna contro la Regione Toscana perché il Presidente Giani non può permettersi di posizionare decine e decine di pale eoliche al confine con il Montefeltro, con l'alta Valle del Metauro, con la Valmarecchia, ignorando anche la volontà tecnica dei nostri uffici.
Vorrei ringraziare per il grande lavoro che i nostri uffici regionali stanno facendo nelle varie Conferenze dei servizi a tutela dei nostri crinali. Non è solo una questione che riguarda la provincia di Pesaro Urbino, ma riguarda tutte le province marchigiane perché le domande teoricamente, anzi senza teoricamente, sono arrivate per tutte le province.
Siamo a un punto di rottura, occorre intendere il nostro Appennino come qualcosa da tutelare e valorizzare, come sta facendo anche questa Giunta regionale con gli importanti contributi che sono stati dati ai territori interni, ai borghi, Mi viene anche in mente da una parte la misura sull'agriturismo molto sponsorizzata e sostenuta dal nostro Assessore all'agricoltura, e lo ringrazio, dall’altra lo scempio irrimediabile di questi impianti mega eolici che oltre a avere un impatto visivo hanno anche un impatto ambientale, uditivo. Molti di questi impianti sono previsti a poche centinaia, addirittura a poche decine di metri da abitazioni, a poche centinaia di metri da paesi, come il mio Apecchio. Impianti che andrebbero a pregiudicare anche tutta la grande migratoria che attraversa i nostri passi appenninici.
Per questo vorrei fare anche una sollecitazione alle associazioni venatorie, io sono amico della caccia, della venatoria, su questo le associazioni venatorie dovrebbero fare di più, prendendo anche le distanze dai finti Verdi di Lega ambiente, che addirittura si sono schierati a favore dello scempio. Loro vorrebbero salvare l'ambiente distruggendo l'ambiente secondo un finto e un falso piano energetico europeo, ma la nostra nazione, i nostri Appennini hanno determinate peculiarità che altri Stati europei non hanno. E’ impensabile fare quello che magari può essere fatto in Danimarca nei nostri crinali. Abbiamo la possibilità di produrre energia pulita fatta bene, però nei posti consoni.
E’ giunta l'ora che il nostro Governo si schieri a favore dei territori. Ci sono 60 giorni, molti di questi giorni sono già passati, qui c'è bisogno di un intervento immediato da parte di tutti e questo atto di indirizzo sarà forte nei confronti del nostro Governo affinché i nostri Appennini siano tutelati.
Un atto d'orgoglio e di unità come marchigiani; difendiamo tutti insieme e senza distinzione di colori, senza ideologie verdi i nostri Appennini perché non si può tutelare l'ambiente distruggendolo.
Ci sono anche degli emendamenti che mi sono stati suggeriti dalla Consigliera Casini, che abbiamo recepito e qui c'è il foglio anche della sottoscrizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che voterò a favore di questa mozione perché l'obiettivo deve essere di tutti, di tutta la comunità marchigiana, di tutti noi che siamo qui seduti nei banchi del Consiglio regionale, quello di tutelare il paesaggio, il territorio.
E’ chiaro che qui c'è bisogno di una pianificazione a monte perché le società che fanno questo di mestiere vanno a cercare i luoghi più interessanti dal punto di vista economico, nell'interesse, scusate il gioco di parole, del loro interesse o del loro profitto.
Noi abbiamo un obiettivo che è quello di tutelare il paesaggio che ha una forte vocazione turistica, soprattutto quello appenninico, e non possiamo correre il rischio che Regioni a noi confinanti …, visto che gli impianti hanno altezze molto importanti, fino a e oltre 200 metri di altezza e possono essere visibili anche a da oltre confine, visibili dalle Marche anche se posizionati in altre in altre regioni.
Siccome l'Appennino è abbastanza lungo, è la spina dorsale del nostro Paese, credo che l'impatto visivo e ambientale non possa essere compatibile con l'installazione di questi impianti e che l'area appenninica debba essere in qualche modo tutelata dal punto di vista paesaggistico.
L'auspicio e che si arrivi velocemente, adesso non so i meccanismi, a fare una pianificazione, ovvero a dire dove si possono mettere impianti di questo genere e dove non si possono mettere, tenuto conto che l'obiettivo di aumentare la produzione di energia verde, di energia pulita non può non essere un problema di tutti quanti noi.
C'è stata recentemente la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dei presentatori, degli operatori del settore, io so che entro 60 giorni il Ministero dovrà riformulare il decreto e mi auguro che si vada ad individuare le aree idonee e non idonee in modo tale che ci sia una certezza per la tutela del territorio, per le amministrazioni locali, per il paesaggio, per il turismo, anche per rispondere a chi ha interesse a fare investimenti di questo genere, che non siano però dannosi per il resto della comunità.
Annuncio il mio voto favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Se c'è qualcun altro, magari intervengo alla fine, non so se, Presidente, vuole verificare se c’è qualche altro intervento?
PRESIDENTE Non c’è nessuno, prego.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Sono favorevole alla mozione presentata dal Consigliere Rossi, non ho gli emendamenti, però credo che possiamo e dobbiamo essere favorevoli, immagino, anche alla parte emendativa.
Voglio solo sottolineare alcuni passaggi. In primis mi fa piacere, lo dico sinceramente, la posizione che era stata contestata da diversi Consiglieri dell'opposizione circa l'urgenza di fare una legge regionale sulle aree edone e non idonee. Abbiamo visto che alcune Regioni che hanno fatto una legge adesso dovranno cambiarla perché si dovranno adeguare alla nuova sentenza del Tar, o meglio a quello che uscirà fuori, entro i 60 giorni dalla sentenza, dal Ministero dell'ambiente e sicurezza energetica, con tutte le eventuali implicazioni se nel frattempo le leggi approvate a livello regionali hanno influenzato o meno rispetto alle procedure in essere nelle proprie Regioni, con il rischio, secondo me, in molti casi di ricorsi e di vederli persi.
Mi ricordo una mattinata molto intensa dal punto di vista di attacchi a quest’amministrazione, come se fosse disinteressata all'argomento, invece mi fa piacere puntualizzare e verificare come la nostra posizione sia stata giusta, legittima, corretta e intelligente.
Il secondo punto che mi piace sottolineare - posto che siamo tutti preoccupati o almeno quasi tutti del rischio di vedere il nostro paesaggio compromesso dai mostri eolici, è importante che questo messaggio passi - è che le procedure della grandissima maggioranza di questi impianti, se non tutti, avendo una dimensione alta in quanto la produzione di megawatt è superiore ai limiti di controllo e di gestione delle Regioni, sono in capo al Ministero, questo bisogna sottolinearlo, altrimenti come Regione ci assumiamo delle responsabilità che non abbiamo. Noi siamo chiamati in alcuni casi in via non dico secondaria ad esprimere alcuni pareri circa, non so, la ventosità del luogo in cui è previsto l'impianto e, come ha ricordato bene il Consigliere Rossi, spesso i nostri funzionari si pongono anche delle riserve legittime, che sapete sono condivise da questa amministrazione, ma purtroppo, proprio perché non sono costrittive, le procedure vanno avanti lo stesso, disinteressandosi anche dei pareri che la Regione ha espresso.
Terzo punto, per rassicurare tutti, come già detto in sede di diverse riunioni ed anche di interventi sulla stampa locale e sulla televisione, quest’amministrazione regionale ha una idea ben chiara e netta rispetto a quello che può essere il futuro dello sviluppo dell'eolico onshore, ovvero a terra sul nostro Appennino, ed è di assoluta contrarietà tant'è che il piano energia e clima, che porteremo tra l'altro all'approvazione della Giunta e poi seguirà l'iter procedurale classico tra due tre settimane massimo, prevede in maniera molto esplicita la totale assenza di qualsiasi tipo di sviluppo di eolico nel nostro Appennino.
Prevediamo, come tra l'altro scritto nella mozione, per questo, ripeto, la condividiamo in toto, altri tipi di sviluppo delle energie rinnovabili, che comunque, come sapete, dovremo mettere in campo perché siamo una regione in deficit di produzione energia elettrica e poi perché abbiamo degli obiettivi che dobbiamo raggiungere entro il 2030, con dei vari step anche fino al 2030, rispetto al raggiungimento di un incremento di 2,3 gigawatt di energia corrente prodotta da energie rinnovabili.
Abbiamo previsto che cosa? Sviluppo di eolico offshore, ovvero in mare, e lo sa bene anche la Consigliera Ruggeri, ne abbiamo parlato più volte; abbiamo previsto anche lo sviluppo di fotovoltaico in aree industriali dismesse e non residenziali, anche una parte dell'agrivoltaico, quello agricolo, che però non deve compromettere troppo, anche qui, il paesaggio con delle regole ben precise.
A metà giugno confronteremo di nuovo le idee e le azioni su questo argomento e su quello che sarà il futuro del nostro sviluppo da energie rinnovabili, insomma, la Regione Marche le idee le ha ben chiare. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Rossi, Latini, Ruggeri, Marinelli, Marinangeli, Livi, Casini, Marcozzi: “Al punto 1, sottopunto 2), dopo la parola “ambientale”, è aggiunta la frase “in particolare quelle soggette a tutela del PAI”, lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2 firma dei Consiglieri Rossi, Latini, Ruggeri, Marinelli, Marinangeli, Livi, Casini, Marcozzi: “Nel dispositivo al punto 1, dopo il sottopunto 4, è aggiunto il seguente: “Escluda le aree inserite nei perimetri dei Parchi nazionali e regionali, Zone Natura 2000, SIC e ZPS”.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI Grazie, Presidente. Come ho detto prima questi due emendamenti sono stati proposti dalla Consigliera Casini e recepiti per dare valore e maggiore stringenza al testo, anche più precisione.
Mi sarei aspettato, vedo che ci sono le borse, che i colleghi del Partito Democratico …, ringrazio il Consigliere Minardi e la Consigliera Vitri che sono rimasti perché questa deve essere una mozione di tutti. Grazie di essere rimasti, grazie anche alla Consigliera Ruggeri ed agli amici e colleghi di maggioranza perché, come abbiamo detto, questa deve essere una mozione di insieme, votata e sostenuta da tutti ed anche i due emendamenti sono frutto di una condivisione. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Voto favorevole anche del Presidente Acquaroli e del Consigliere Putzu.
Mozione n. 564, così come emendata: “Impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente presso il Governo affinché
1) intraprenda tutte le azioni necessarie affinché il nuovo decreto ministeriale sulle aree idonee:
- tuteli in modo esplicito e vincolante i territori interni e montani della regione, preservandone il valore naturalistico, economico, culturale e sociale;
- escluda espressamente dalle aree idonee le zone appenniniche soggette a dissesto, franosità, vulnerabilità ambientale anche nell'ottica di preservarne la potenzialità sotto il profilo turistico ed agricolo;
- riconosca la necessità di proteggere le aree contigue e confinanti, considerando che buona parte della dorsale appenninica è al confine tra diverse regioni, quando anch’esse colpite da ricadute indirette ma sostanziale degli impianti;
- garantisca una gestione equilibrata e sostenibile della transizione energetica, che non sacrifichi le aree fragili sull'altare della produzione industriale e di energia;
2) promuova una pianificazione regionale energetica che:
- privilegi l'utilizzo di aree già compromesse (es. aree industriali dismesse, tetti, infrastrutture esistenti, eventuale eolico al largo oltre la linea del visibile);
- adotti criteri di valutazione paesaggistica e ambientale rigorosi, salvaguardando il principio di equità territoriale e coesione sociale;
- sostenga un modello di sviluppo energetico che non contrapponga decarbonizzazione e tutela del territorio, ma persegua entrambi gli obiettivi con equilibrio e trasparenza”, con l'aggiunta nel dispositivo: “escluda le aree inserite nei perimetri di Parchi nazionali e regionali, Zone Natura 2000, SIC e ZPS”. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10
La seduta inizia alle ore 10,35
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti, dichiaro aperta la seduta n. 184 del 27 maggio 2025. Do per letto il processo verbale della seduta n. 183 del 20 maggio 2025, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Regolamento interno. Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Interrogazione n.1552
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Chiusura del Punto Salute INRCA presso la RSA di Paggese ad Acquasanta Terme”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I’interrogazione n.1552 dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In merito all'interrogazione della Consigliera Casini devo riferire che il Punto salute fu aperto nel programma generale della nostra Regione per sopperire, come sappiamo, alla carenza dei medici di medicina generale, i servizi territoriali.
Ricordo che a fronte di un organico di 1,250 medici nella nostra Regione in questo momento ne sono carenti 200. Domani concluderanno gli esami finali 70 medici di medicina generale, che sono stati formati con i provvedimenti aggiuntivi che questo Consiglio regionale ha adottato, che la Giunta ha adottato, quindi con le 150 borse di specializzazione in più andiamo a mitigare quella carenza.
Tuttavia rimane la lacuna e con i Punti salute si è cercato di dare una risposta, insieme alla farmacia dei servizi, alla domanda di sanità che proviene dal territorio, che se non viene soddisfatta si riverbera nei pronto soccorso, creando una ingovernabilità del sistema sanitario, così come spesso appare negli organi di informazione di massa.
Il Punto salute fu aperto con grande successo, tuttavia ha incontrato nei mesi precedenti un problema di indisponibilità delle infermiere disposte a lavorare in quel centro. L'Azienda ha bandito numerosi concorsi, avvisi, ma per alcuni mesi non è stato possibile individuare la figura professionale che potesse andare a concorrere in quel punto salute. L'azienda riferisce, l'INRCA riferisce che è in via di conclusione un procedimento con cui viene individuata una nuova figura professionale e assicura che il Punto salute riprenderà la sua attività funzionale in queste settimane. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Ovviamente non sono soddisfatta perché il Punto salute è stato inaugurato da XX, da YY, c'era lei, l’onorevole Giorgia Latini, il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, il Presidente del Comitato di partecipazione delle Associazioni di volontariato del territorio, c’erano … C'era tantissima gente, anche il Sindaco di Ascoli Piceno ad Acquasanta.
La cosa importante per questo Punto salute era la presenza di un'infermiera, come lei ha detto, infermiera di cui non dirò il nome, ma era su tutti i giornali, e quando è stata trasferita, è andata via, si è chiuso il Punto salute.
Ma è più di un anno che il Punto salute è chiuso, quindi non è possibile che lei ci abbia fatto il solito discorso sui medici che sono pochi perché la colpa è di quelli che c'erano prima di lei, le ricordo che il numero chiuso a medicina è stato introdotto nel 1999.
Ora, che cosa faceva questa infermiera? Erogava l'holter pressorio e cardiaco, faceva gli elettrocardiogrammi, la dermoscopia, la spirometria, dal lunedì al giovedì, e l'ambulatorio era aperto dalle 8:00 alle 13:00. Per un'area interna ed un'area montana era molto importante che si potesse, anche con la ricetta dematerializzata, dare un servizio, che ancora manca in quanto non è stata sopperita la carenza che è stata creata con la chiusura del Punto salute, non sono stati assunti dei medici oppure la situazione dell'area interna è migliorata, la situazione dell'area interna è peggiorata.
Ora, che in un anno e passa non si riesca a sostituire una persona, un'infermiera che lavora in una zona, se vogliamo, delle aree interne, ma anche comoda, posto che c'è la superstrada Ascoli mare che arriva quasi fino a lì, mi pare una cosa brutta.
Adesso lei mi dice che il Punto salute verrà riaperto, monitoreremo per verificare se questo sarà effettivamente vero, nel frattempo sappia che lì ad Acquasanta ed in tutte le aree interne c'è una grande sofferenza per la carenza di questo servizio che era importantissimo per chi abita nelle aree interne. Grazie.
Interrogazione n.1480
ad iniziativa dei Consiglieri Vitri, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti
“Rinuncia alle cure e mobilità passiva nelle Marche: una situazione preoccupante”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I’interrogazione n.1480 dei Consiglieri Vitri, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Bora, Carancini, Cesetti
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questo tema che si collega a quello di prima rimette al centro del dibattito del nostro Consiglio regionale la questione sanitaria, liste d'attesa, le famiglie che non si curano e così via.
Per chiarire bene e dare una risposta esaustiva a questa interrogazione, ma anche alla successiva, mi permetto di compendiare la situazione esistente attualmente, quella che si è verificata nel nostro Paese su questa materia.
Il giornale La Stampa il 21 ottobre 2015 intitola un articolo in prima pagina: “Liste d'attesa infinite e costi troppo alti, niente cure per due famiglie su cinque”, La Stampa 21 ottobre 2015. La Repubblica, noto quotidiano della sinistra, il 23 giugno 2015 scrive: "Questa sanità è da salvare, liste d’attesa lunghissime, ticket in crescita. La sanità privata che avanza". Sempre il giornale La Stampa, vicino alla sinistra, il 21 ottobre 2015 scrive di nuovo: “Liste d'attese infinite, costi troppo alti, niente cure per due famiglie su cinque”.
Che cosa succede, perché avviene questo, perché è avvenuto questo? Lo scrive in un bellissimo articolo Il Manifesto il 21 ottobre 2015. Che cosa dice il Manifesto il 21 ottobre del 2015, Governo Renzi? Nella segreteria politica del PD c'era uno che si chiama XY, che cosa dice? Il Presidente della Regione Piemonte si sta ribellando rispetto ai tagli della sanità, 37 miliardi di tagli dei Governi del PD dal 2012 al 2019; sta protestando e si sta ribellando anche il Presidente della Regione Toscana ed il Manifesto dice: “Non tutto a tutti”. C'è un tweet del Presidente del Consiglio Renzi che dice: "Ragazzi non scherziamo" e tutti gli amministratori regionali si mettono silenti, zitti rispetto ai tagli della sanità nel nostro Paese partiti dai Governi della sinistra, meno 37 miliardi.
La differenza rispetto al passato, non tutto a tutti, la fa il centro-destra perché per la prima volta quest'anno portiamo il fondo sanitario nazionale a 136 miliardi, più 19 miliardi rispetto al passato.
Ma non basta, sempre Repubblica in un articolo molto interessante del 2017: “Polizze è l'ora della sanità, un business da 65 miliardi”. Non solo non hanno finanziato il fondo sanitario nazionale, non tutto a tutti come rivela Il Manifesto, ma avanza il finanziamento della sanità privata che giunge negli anni del loro governo a 65 miliardi. 119 miliardi sono la spesa pubblica, 65 miliardi sono i soldi che gli italiani sono costretti a tirare fuori per i loro tagli e adesso ci chiedono a noi sulle liste d'attesa, che vedono un piano di recupero dal 2001. Quindi durante i loro Governi ci sono stati tre piani di recupero delle liste d'attesa.
Che cosa stiamo facendo noi sulle liste d'attesa? Innanzitutto è aumentato il finanziamento statale, 137 miliardi, somma mai investita in sanità nel nostro Paese, soprattutto stiamo formando i medici che servono al Servizio sanitario nazionale perché nel 2015, quando i giornaloni della sinistra dicevano: liste d'attesa infinite e costi troppo alti, non tutto a tutti, c'era il chiaro piano di non dare tutto a tutti. Poi celebrano il 25 aprile e il 2 giugno, la festa della Repubblica. il principio di uguaglianza e il diritto fondamentale alla salute.
Oltre a questo importante evento non formano i medici che servono al Servizio sanitario nazionale perché questo anno entrano in servizio 10.000 medici ed in pensione ne vanno 16.000, quindi loro scientemente non hanno finanziato né formato i medici per garantire il servizio pubblico.
La Regione Marche sta finanziando 150 borse aggiuntive, ogni anno, abbiamo atto un piccolo tesoretto, ma dai prossimi anni il Servizio sanitario nazionale avrà i finanziamenti e i medici necessari.
Sulle liste d'attesa in linea generale devo aggiungere che la nostra Regione ha delle carenze come tutte le Regioni perché la domanda è enormemente superiore all'offerta, il servizio lo stiamo potenziando, ma, ricordo, che siamo tra le prime 5 Regioni in Italia a garantire le prestazioni fondamentali e per questo abbiamo ricevuto, questo anno e lo scorso, la quota premiale.
Tutta questa situazione sulle liste d'attesa fa innervosire gli amici della sinistra perché rispetto … Rispetto alla sanità privata e alla carenza dei medici voi potete candidare chi volete, ma gli italiani e i marchigiani non saranno fessi. Grazie.
PRESIDENTE. La prossima interruzione quando un Consigliere o un Assessore parla per dare delle risposte sugli atti ispettivi io sospendo la seduta. Non è proprio accettabile.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che sono a dir poco delusa, Assessore Saltamartini, perché le avevo fatto una domanda molto seria e la risposta non mi sembra altrettanto seria.
Le avevo fatto una domanda sul piano operativo regionale del 2024, sul recupero e il miglioramento delle liste d'attesa per prestazioni ambulatoriali, ricoveri e screening. Un piano che ho letto e studiato. Ho cercato le risposte alle lunghe attese che subiscono i cittadini. Non è una mia invenzione l'attesa che subiscono i cittadini per prenotare qualsiasi tipo di esame diagnostico, tanto che proprio i dati Gimbe delle settimane scorse ci hanno dimostrato che nelle Marche il 9,7% delle persone deve rinunciare a una o più prestazioni mediche e questa percentuale, Assessore, è aumentata nell'ultimo anno rispetto alla media nazionale, che è del 7,6%, di oltre 2 punti. Le dico anche che l'anno precedente eravamo in linea con la media nazionale, che era del 7%, se vuole poi le passo la tabella, significa che in un anno siamo addirittura peggiorati, a cosa dobbiamo questo risultato?
La Corte dei Conti a novembre 2023 diceva che la Regione Marche aveva avuto dal Governo Draghi 13 milioni per il recupero delle liste d'attesa, di questi 13 milioni ne avevate spesi 4,6 milioni, quindi non avete speso neanche tutto quello che avete avuto dal Governo Draghi.
Io volevo semplicemente sapere cosa è accaduto l'anno scorso, l'anno dopo, non voglio aspettare la Corte dei Conti a novembre, quindi, nel piano regionale sono andata a vedere le risposte.
Ebbene, Assessore, vada a vedere anche lei le tabelle. Porto come esempio quella della mia Ast, di Pesaro Urbino, le soluzioni potrebbero essere l'assunzione di personale medico e la ricollocazione. Per ogni prestazione, ricollocazione o assunzioni, zero per ciò che riguarda la radiologia tradizionale, zero per ciò che riguarda gli ecodoppler di ogni tipo, zero per ciò che riguarda le ecografie, zero per ciò che riguarda i volumi tac, zero per quello che riguarda l'alta diagnostica e la chirurgia, così come zero abbiamo in tutta la parte di telemedicina. Poi potrei passarle tutta la tabella così si guarda anche lei il piano operativo regionale fatto da voi.
Visto che mi rimangono 20 secondi, mi permetto di aggiungere che lei ha iniziato a rispondermi riferendosi ai dati del 2015. Nel 2015 la Regione la governava XY che si candida con voi, era qui già 10 anni fa e si ricandida con voi, l'avete imbarcato voi, quindi vada a lamentarsi con XY, visto che mi dà i dati del 2015. Grazie.
Interrogazione n.1574 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Progetto "Nuova Stazione Merci" a Castelfidardo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1574 - a risposta immediata - dei Consiglieri Mastrovincenzo, Ruggeri, Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Grazie, Consiglieri. per aver presentato questo atto in cui si cerca di far chiarezza su quanto è accaduto sulla stazione merci a San Rocchetto di Castelfidardo, sulla previsione di questo progetto.
Sentiti gli uffici e gli enti competenti si rammenta al Consiglio regionale che con propria deliberazione n. 239 del 2025 la Giunta regionale ha espresso il parere di cui l'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 383 del 1994, subordinando il nulla osta alla localizzazione dell'intervento di Rete ferroviaria italiana denominato “Nuova stazione merci di Osimo”, non condivisa in aborigena con la Regione Marche, alla valutazione tecnica di conformità dell'opera stessa.
Proprio nell'ambito di detta valutazione tecnica, nella progettura di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnico economico dell'intervento, la Regione Marche ha comunicato al Mase che all'esito dell'istruttoria sono emersi elementi di forte criticità dovuti sia alle caratteristiche dell'area interessata, ad esempio rischio idrogeologico, area di particolare sensibilità ecologica, elevato impatto paesaggistico in sito vincolato, sia alla carenza di analisi tecnico-progettuali che al momento non permettono di escludere gli impatti significativi che sono stati denunciati anche dalle comunità locali.
Ad ogni buon conto si informa che Rete ferroviaria italiana sembra disponibile a riconsiderare la localizzazione dell'intervento anche perché la Regione Marche oltre alle valutazioni tecniche, di cui dobbiamo prendere atto e che abbiamo già acquisito, fa proprie le considerazioni degli enti locali interessati.
Si resta pertanto in attesa di ulteriori e diverse determinazioni da parte di Rete ferroviaria italiana al riguardo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Assessore, non sono molto soddisfatto della sua risposta per un motivo, questa è una vicenda abbastanza paradossale perché voi avete approvato una delibera il 25 febbraio, di cui lei ha letto l'articolato. Il punto 2) della delibera dice chiaramente che la Regione esprime parere favorevole ai fini dell'intesa Stato-Regione, poi c'è anche la condizione che durante la Conferenza dei servizi vengano acquisiti tutti gli nulla oste e le autorizzazioni.
Nella scorsa seduta dell’1aprile, quando abbiamo parlato di questo tema si è approvata una mozione che impegnava la Giunta a esprimersi in modo contrario, fermamente contrario rispetto alla locazione di questa stazione in quella località.
Prendo atto di ciò che aveva già accennato l'Assessore Aguzzi, che l’1 aprile c'è stata una presa di posizione della Giunta regionale, ma una presa di posizione a mio modo di vedere molto tardiva, che comunque non chiarisce, non dà risposte all’interrogazione che abbiamo presentato perché la domanda era per sapere: quali azioni urgenti si intendono mettere in atto per dare seguito alla mozione approvata in Consiglio regionale, lei invece nella sua risposta rilancia, rimpalla la decisione a RFI, che forse potrebbe decidere un'altra allocazione, mentre l'esponente di RFI presente a Osimo non più di un mese e mezzo fa ha dichiarato che è la Regione che deve indicare un'eventuale allocazione alternativa.
Continuo a non capire cosa farete voi per impedire che questa struttura venga costruita in una località, in un posto altamente a rischio, con un grosso impatto a livello paesaggistico. Grazie.
Interrogazione n.1504
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona: grave situazione di degrado nella struttura di Via Corridoni e pesanti ritardi nella costruzione del nuovo edificio in via Conca”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1504 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Devo rispondere anche per la seconda parte, quella sanitaria sull'attuale Salesi?
PRESIDENTE. No quella è stata già discussa, abbiamo fatto una mozione, era collegata. L’altra volta è stata scorporata, volta abbiamo fatto la mozione e l'interrogazione, mi sembra, qui abbiamo solo l'interrogazione per l'aspetto dell'Assessore Baldelli.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Mi scusi, Presidente, volevo chiarire che l'altra volta abbiamo lasciato un'interrogazione e questa a firma del Consigliere Mastrovincenzo è stata traslata ad oggi con la risposta dell'Assessore, quindi stiamo facendo questa.
PRESIDENTE. Esatto, quello che ho già accennato. L'altra parte l'abbiamo fatta, è stato già detto, confermato.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti posti dai Consiglieri interroganti si riferisce - è una sola riga, Consigliera Casini - che i lavori strutturali della nuova opera saranno completati entro il 2026.
Aggiungo che quando abbiamo preso in mano il cantiere all'inizio del 2021 non c'era davvero nulla, se riusciamo in 5 anni, come abbiamo previsto, a completare le opere strutturali dimostriamo che in 5 anni è possibile costruire, anche con le varianti che abbiamo recepito su richiesta dell’Azienda ospedaliera universitaria di Torrette, una nuova struttura ospedaliera all'avanguardia come quella del Salesi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Prendo atto che questa è un’interrogazione che riporto in Aula praticamente ogni anno e ogni volta il termine dei lavori viene posticipato di un anno.
Guardi, Assessore, non vorrei infierire, ma c'è qui un articolo di giornale, che era anche nella nostra rassegna stampa, del Corriere Adriatico del 26 febbraio in cui l'Assessore Baldelli si impegnava per la fine dei lavori entro il 2024. C'è la sua foto, virgolettato, fino a prova contraria l'impegno era: fine lavori 2024. Quando li avete presi, sì, c'è stata la variante, l'aveva già accennata negli anni precedenti.
Quando avete preso il governo di questa Regione eravate consapevoli di com'era la situazione e adesso dite il 2026 quando il Direttore generale dell'ospedale di Torrette ha parlato chiaramente, dopo ha smentito, di 2027. Allora, mettetevi d'accordo tra voi.
In ogni caso venerdì sono stato a vedere i cantieri ed è in una condizione all'anno zero, ci sono solo le fondamenta, non c'è altro, c'è qualche pilastro qua e là. E’ evidente che un lavoro del genere in un anno e mezzo non si porta a termine, tanto più che lei dice pure in una recente intervista che sarà un ospedale all'avanguardia. Le chiedo: come fa ad essere un ospedale all'avanguardia se manca un anno e mezzo al termine che avete previsto e nel frattempo di fatto è praticamente tutto fermo, avendo passato tanto tempo per abbattere la palazzina che era lì precedentemente.
Aggiungo anche che mentre passa il tempo aumentano i costi, siamo arrivati, se non erro, a 84 milioni. I costi sono lievitati grandemente in questi anni per questa opera, nel frattempo c'è l'ospedale Salesi di via Corridoni che è in una situazione di assoluta precarietà con grosse mancanze anche dal punto di vista igienico-sanitario. Con tutto l'impegno che ci mettono gli operatori e i medici di quell'ospedale è evidente che ci sono delle grossissime carenze e malfunzionamenti. Io davvero le chiedo di mantenere fede a questo impegno, so che non sarà così perché lei mi sta dando una data assolutamente improponibile davanti a tutti e l’ha già fatto 2 anni fa dicendo un'altra data.
Per il bene di tutti i cittadini marchigiani, al di là di ogni polemica, l'auspicio è che soprattutto per i bambini e per le loro famiglie questo ospedale si porti a termine nel più breve tempo possibile. Grazie.
Interrogazione n.1358
ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Casini, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“In merito alle dichiarazioni relative alla possibile realizzazione di una nuova base Ryanair presso l’aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima - richiesta di chiarimenti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca I‘interrogazione n.1358 dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Casini, Cesetti, Carancini, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti posti dai Consiglieri interroganti si riporta il contributo acquisito dall'aeroporto, il quale riferisce che per quanto concerne Ryanair ad oggi non esiste alcuna trattativa che abbiamo cercato di imbastire nel corso del 2023 per la creazione di una base operativa presso lo scalo di Ancona.
La stessa Ryanair opera 5 destinazioni: Catania, Londra, Cracovia, Düsseldorf e Bruxelles, ma senza base operativa. Pertanto allo stato attuale non sussistono elementi concreti né in termini di compartecipazione finanziaria né in termini di pianificazione strategica dell'ipotizzata operazione.
In merito all'iniziativa politica intrapresa dal Presidente del Consiglio comunale di Senigallia non si hanno rilievi tecnici istruttori da fornire. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore Brandoni, ma anche stavolta non posso dirmi soddisfatta della sua risposta.
Siamo qui, oggi, ancora una volta a denunciare le inefficienze che continuano a penalizzare l'Aeroporto delle Marche. Una situazione che necessita soluzioni immediate e non l'ennesima serie di promesse vuote, propagandistiche, alle quali ci avete abituato, a cui lei ci ha abituato in questi 5 anni.
A un anno dall'annuncio delle trattative per trasformare l'Aeroporto Sanzio in una nuova base Ryanair nulla è stato realizzato o almeno questo risulta a livello formale, dato che quello che conta per noi sono gli atti e non i proclami. Perché, attenzione, una cosa è la realizzazione di una base Ryanair presso il Sanzio, ben altra cosa sono le “entusiasmanti 5 rotte su Bruxelles, Catania Cracovia, Düsseldorf e Londra, con altri 40 voli settimanali” annunciati ad aprile dell'anno scorso - questa interrogazione è di novembre 2024 - che nulla hanno a che fare con le promesse di crescita turistica, di rinnovata centralità della regione Marche nella regione Adriatico Jonica di un anno fa, appunto. Non è sicuramente con il solo traffico estivo che un'infrastruttura come quella dell'aeroporto regionale può sostenersi. Diciamo, quindi, le cose come stanno.
Assessore, la situazione dell'aeroporto è critica e va di giorno in giorno peggiorando, parliamo ad esempio dei gravi disservizi che continuano a compromettere le tratte dei voli di continuità, collegamenti che partono semivuoti, che registrano ritardi fino a 5 ore, oltre che una serie di cancellazioni, che dall’1 marzo al 15 maggio hanno visto ben 25 voli soppressi.
Cito alcuni titoli della stampa di questi ultimi giorni: il Resto del Carlino del 17 maggio, “Voli cancellati tra Ancona e Milano, i passeggeri chiedano il risarcimento”; Corriere Adriatico, 17 maggio, “Ormai Sky Alps sembra Aeroitalia, ritardi e cancellazione pagati da noi”; Corriere Adriatico, 18 maggio, “Ritardi e zero passeggeri, il servizio ci costa il doppio. Facciamo altri mesi così?”
E ancora, sui voli di continuità, visti i tempi del nuovo bando Enac, è prevedibile che la nuova gestione entri in vigore dall1 di novembre. Nel frattempo quale sarà la strategia adottata? Continueremo di questo passo, Assessore? O preferite rinviare questa decisione cruciale in attesa degli esiti elettorali, proprio come state facendo, ad esempio, per i piani triennali della cultura, del turismo e dell'internazionalizzazione, ormai scaduti da tempo o per altre questioni altrettanto importanti?
L’Aeroporto delle Marche è un'infrastruttura pubblica la cui gestione deve rispondere agli interessi dei cittadini e delle imprese del territorio e non alle vostre logiche propagandistiche ed elettorali. Servono investimenti certi e una strategia di sviluppo solida.
Dopo 5 anni di vostro governo, i cittadini hanno diritto non solo ad una rendicontazione concreta e trasparente delle azioni svolte, ma soprattutto di una programmazione. Grazie.
Interrogazione n.1426
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Decontribuzione per le imprese delle Marche”
Interrogazione n.1543
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Decontribuzione e istituzione ZLS nella Regione Marche: quali provvedimenti?”;
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1426 dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi , Vitri e l’interrogazione n.1543 dei Consiglieri Cesetti, Casini, Bora, Carancini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri (abbinate).
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente La misura della decontribuzione sud è stata introdotta nel decreto legge n. 104 nell'agosto del 2020 “Misure urgenti per il rilancio dell'economia”, convertito con modificazioni della legge n. 126/2020, che l'articolo 27 comma 1 prevedeva: “al fine di contenere gli effetti straordinari sull'occupazione determinati dall'epidemia da Covid-19 in aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socioeconomico il riconoscimento di un esonero dal versamento dei contributi pari al 30% dei complessivi contributi previdenziali dovuti per le imprese localizzate nelle Regioni del mezzogiorno”. La delimitazione al solo mezzogiorno è stata evidente sin dall'inizio, le Regioni ammissibili erano infatti quelle che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU 27 o comunque compreso tra il 75% e il 90% e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale, definizioni coincidenti con le 8 Regioni del mezzogiorno.
La misura era prevista inizialmente per il 2020, ma la sua operatività è stata successivamente prorogata negli anni a seguito delle autorizzazioni concesse dalla Commissione europea che doveva confermare la compatibilità con le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato.
La cosiddetta vecchia decontribuzione sud ha cessato di esistere il 31 dicembre 2024 con la legge di bilancio 2025, legge 207 del 2024, e ne è stata definita una nuova che prevede una progressiva riduzione percentuale dell'esonero contributivo dal 2025.
Nel 2025 l'esonero è pari al 25% e non al 30%, come previsto dalla misura originaria dei contributi previdenziali complessivi, valore che si andrà a ridurre al 20% dal 2026 al 2028, infine al 15% nel 2029.
I beneficiari della misura sono rimasti invariati e gli sgravi spettano alle microimprese, alle piccole medie imprese che occupano lavoratori nelle 8 Regioni del mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Su questa base sono state previste le coperture finanziarie annuali per la misura, coperture che evidentemente costituiscono il principale ostacolo alle possibilità di estendere l'area di intervento, oltre alla necessità di dover prevedere in caso di ampliamento una specifica autorizzazione da parte della Commissione europea.
Nonostante le difficoltà rappresentate si conferma l'impegno di questa Giunta a proseguire in tutte le sedi l'attività di sensibilizzazione del Governo sull'importanza di individuare strumenti agevolativi (decontribuzione e altri) a sostegno dei territori marchigiani più colpiti da gravi situazioni di disagio socio-economico.
Differente la questione relativa all'istituzione della zona logistica semplificata (Zls) per la Regione Marche, strumento di sviluppo territoriale che pur nella sua operatività puntuale limitata potrebbe fornire un primo contributo alle imprese in termini di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative.
Il Governo nazionale con un emendamento dei parlamentari di maggioranza di luglio 2024 al decreto legge “Coesione”, decreto legge 60/2024 articoli 13 e 13 bis, ha previsto la possibilità di istituire la zona logistica semplificata anche nelle Regioni in transizione non precedentemente ricomprese nella zona economica speciale unica, in particolare Marche e Umbria.
Si ricorda, infatti, che sulla base di una norma di legge nazionale solo le 8 Regioni del mezzogiorno, tra le quali è compreso l'Abruzzo, possono accedere alle agevolazioni previste per la Zes unica mezzogiorno, mentre tutte le altre Regioni più sviluppate in transizione possono cedere ai benefici della Zls.
Per consentire l'avvio della Zls nelle Marche è prevista preliminarmente l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per definire le procedure da seguire per la costituzione delle Zls e le agevolazioni previste, che individuerà, tra l'altro. la superficie massima ammissibile da destinare alla Zls per la Regione Marche. Tale decreto in bozza è già stato oggetto di un esame ad aprile scorso in Conferenza delle Regioni, ma deve concludere il suo iter di approvazione.
Per accelerare al massimo il percorso “attivazione della Zls” la Giunta regionale nelle more dell'approvazione del dpcm è già al lavoro per definire il piano di sviluppo strategico che rappresenta il documento programmatico alla base della definizione della Zls. Gli uffici regionali competenti, in collaborazione con le strutture del Dipartimento per la coesione territoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, stanno definendo il piano di sviluppo con l'obiettivo di presentare la bozza del documento immediatamente a valle della pubblicazione del dpcm per la Zls nella Regione Marche, prevista nel corso dell'estate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Assegni anche a me un tempo aggiuntivo, ove occorra appunto, perché sono due atti.
Io non sono per niente soddisfatto della risposta dell'Assessore Brandoni, sebbene la stessa sia impeccabile sotto l'aspetto tecnico, ma ci ha detto cose che noi sappiamo, che conosciamo e che dovremmo comunque conoscere.
Ci ha spiegato le ragioni per le quali a suo tempo non fu possibile estendere le contribuzioni alle Marche, perché era per le Regioni del sud, ci ha spiegato l'esonero contributivo del 30%, lo sapevamo, ci ha detto poi che nel 2024 questa misura è stata rivista e nel 2025 si prevede il 25% fino a scalare, però non ci ha detto nulla sotto l'aspetto politico, soprattutto in relazione alle domande di cui alle interrogazioni. Ad esempio noi qui dobbiamo ricordare che a quel tempo il Segretario regionale di Forza Italia disse che la Camera aveva approvato un ordine del giorno per estendere la decontribuzione in questa nostra Regione e quell'ordine del giorno venne sbandierato come un dato, diciamo, importantissimo.
L’Assessore Brandoni e soprattutto il Vicepresidente Saltamartini mi potranno confermare che un ordine del giorno alla Camera non si nega a nessuno, tanto diciamo è inutile. Eppure è stato sbandierato ed ha creato ovviamente delle aspettative. Allora, noi con questa interrogazione ponevamo una domanda molto semplice: se l'impegno assunto dal Governo con l'accoglimento dell'ordine del giorno per l'estensione della misura contributiva alla Regione Marche sia effettivo e reale. Oggi possiamo dire che non è effettivo, reale, è il nulla e l'Assessore Brandoni ce lo conferma nella sua risposta.
Così pure per quanto riguarda la zona logistica speciale, dice che era prevista per il sud, ma si dimentica che la nostra è una Regione in transizione, e che è stato approvato un emendamento dei parlamentari marchigiani per estendere questa misura, che, ripeto, non è la Zes, non è la zona economico speciale, ma la zona logistica speciale, che è cosa diversa, prevista per Marche e Umbria e mi pare che la Regione Lazio l'abbia attuata o la stia attuando. Dice: "Noi aspettiamo un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che è all'esame della Conferenza delle Regioni”. E’ anche qui il nulla, io dico: ma è possibile che quest’Assemblea legislativa in questa materia, dopo aver approvato risoluzioni e atti all'unanimità per dare una mano alle nostre imprese che soffrono …, perché le difficoltà del tessuto economico e produttivo ci sono, sono legate alla crisi internazionale e queste misure sono assolutamente necessarie per dare una mano, ma soprattutto per metterle a parità di condizioni con le imprese che stanno in altre Regioni.
La questione della decontribuzione, questo lo dicevo allora, se in Abruzzo c'è la decontribuzione e non c'è nelle Marche, chi è che investe nella nostra regione? Nessuno. Si trasferisce di pochi, pochissimi chilometri e va in Abruzzo. Questo è il tema e perché non bisogna attendere oltre.
Un ordine del giorno che viene approvato a dicembre, che viene sbandierato come cosa fatta da un esponente importante della maggioranza di Governo, siamo a giugno, quando questa misura diventerà concreta? Perlomeno si abbia il coraggio e la responsabilità di dire agli imprenditori, per non illuderli, se questa misura verrà varata o meno. Questo l’Assessore non ce l'ha detto perché non ce lo poteva dire, non è colpa sua, ma della politica. Grazie.
Interrogazione n.1524
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Ricostruzione sisma 2016 – Problematiche relative agli accolli a carico dei proprietari nell’ambito della ricostruzione privata”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1524 dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.
Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con riferimento al punto 1) dell'interrogazione relativo alla richiesta sulla disparità di trattamento tra la ricostruzione del sisma dell'Aquila del 2009 e quello del sisma 2016, si riporta che la struttura di missione preposta alla gestione del sisma dell'Aquila 2009 espleta i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio del contributo per la ricostruzione in base a norme e procedure che differiscono da quelle che disciplinano e regolano l'attività degli uffici speciali di costruzione regionale istituiti a seguito del sisma 2016.
In effetti la struttura di missione del sisma 2009 e gli uffici di costruzioni post sisma 2016 prevedono una concessione dei contributi medianti sistemi contabili diversi. Nella prima le risorse stanziate per la ricostruzione vengono concesse di volta in volta mediante il Cipes, mentre gli Usr concedono contributi a valere sulla contabilità speciale prevista dalla legge sisma decreto legge n. 189 del 2016 e in applicazione delle ordinanze del Commissario straordinario per la ricostruzione.
La struttura commissariale sisma 2016 e l’Usr in seguito ad analisi e valutazioni effettuate in collaborazione hanno individuato proprio al fine di limitare l'accollo di spesa a carico dei beneficiari misure mirate ad avvicinare la realtà ai meccanismi di determinazione del costo convenzionale. E’ stata quindi emessa l'ordinanza del Commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016 n. 222 del 31 gennaio 2025 la quale, apportando modifiche ed integrazioni al testo unico della ricostruzione privata, ha aggiornato ed ha adeguato i costi parametrici ed ha altresì definito i relativi incrementi in favore dei beneficiari della costruzione privata nel cratere.
Inoltre a ben vedere, anche a voler confrontare i livelli dei costi parametrati stabiliti dal sisma e quelli applicati nel sisma 2016 risulterebbe che il livello base del costo parametrico nell'ambito del sisma 2009 corrisponda ad una somma inferiore a quella del livello base del medesimo costo nell'ambito del sisma 2016.
Riguardo al punto 2) dell'interrogazione appare il caso di ricordare che l'ordinanza n. 222 del 31 gennaio 2025 risulta essere di recente emanazione, che ad oggi non sono emersi dati tangibili atti a dimostrare che le misure intraprese con l'emanazione dell'ordinanza commissariale n. 222 si siano rilevate insufficienti o inadeguate.
Appare appena il caso di specificare che l'applicazione del superbonus ha distorto la ricostruzione post terremoto nella misura in cui si sono concentrate risorse e attenzioni su altri aspetti piuttosto che sulla sicurezza sismica.
Sul punto 3) dell'interrogazione, riferito a segnalazioni di situazioni di potenziali illegittimità, si rappresenta che il compito della struttura commissariale consisteva nel mero monitoraggio del raggiungimento del plafond mediante un sistema digitalizzato che recepiva le informazioni caricate dai tecnici, ovvero la piattaforma GE.DI.SI, sulla quale gli stessi professionisti hanno caricato i documenti in totale autonomia e sotto la propria responsabilità. Si precisa che nella piattaforma digitale rappresenta un apposito flag nella sezione “concorso di risorse” dedicato alla segnalazione dell'intento o meno di fruire di incentivi fiscali per la quota eccedente il contributo.
L’ufficio speciale di costruzione sta vagliando le istanze presentate sulla piattaforma ed il loro contenuto nell'ambito delle istruttorie e dei procedimenti di competenza, invece è in capo all'Agenzia delle entrate il controllo sulla corretta presentazione delle pratiche con rendicontazione del monitoraggio, rimesso ai portali decisi da Casa Italia ed Enea. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Sulla ricostruzione post sisma, Assessore, non ci sono parole per quello che lei ha dichiarato, che c'è il super bonus sisma e che il 110 ha prodotto un effetto distorto. A me piacerebbe che lei andasse a dire nelle aree del sisma quello che ha dichiarato, ed è un fatto molto grave.
Lei ha spiegato e ha giustificato i maggiori contributi per il sisma del 2009 dicendo che alcuni conti dimostrerebbero il contrario.
C'è una sostanziale diversità, Assessore Brandoni, sul sisma relativo all'Aquila voi andrete a coprire complessivamente tutte le spese fino alla concorrenza del costo degli interventi sulle strutture e sugli elementi architettonici, comprese le rifiniture, a copertura delle spese eccedenti. Per il sisma delle Marche avete coperto fino a 400 milioni, totalmente assorbiti ed oggi ci sono tantissimi progetti incagliati e persone che non riescono a ricostruire.
C'è un effetto ancora più grave rispetto a questo perché la ricostruzione con le somme ridotte non sarà al meglio.
Una sintesi c'è a tutto questo, Assessore Brandoni, ed è questa: voi avete abbandonato la ricostruzione ed i cittadini delle aree del sisma devono sapere che il governo di Francesco Acquaroli ha abbandonato la ricostruzione. I fatti glieli spiego, voi fate gli splendidi con il Commissario straordinario alla ricostruzione Castelli inaugurando anche il festival dell'aria, fate gli svelti con i soldi che vi hanno recuperato. Il Commissario straordinario alla ricostruzione Castelli fa lo splendido, ma in realtà voi avete abbandonato la ricostruzione sisma, avete affermato la disuguaglianza fra questo nostro terremoto e quello dell'Aquila. Non solo, non avete rinnovato la zona franca urbana, andate a sentire gli operatori economici che cosa vi dicono. Non solo la Zls, ma la zona franco urbana, gli operatori sono in ginocchio e voi ve ne siete fregati. Questa è la realtà. C'è un appello accorato, perché non avete inserito il 110 per il sisma nelle Marche, non lo avete fatto, avete tagliato complessivamente.
La nostra è una ricostruzione retrocessa, ci avete retrocessi alla fine del mondo. Grazie.
Interrogazione n. 1527
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
Realizzazione di un forno crematorio nel territorio del Comune di Ancona
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1527 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con la risoluzione del Consiglio regionale del 25 maggio 2021 la Giunta si era impegnata ad adottare il Piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori, in questo senso provvedendo ai sensi dell'articolo 8 della legge n. 130 del 2001.
Al riguardo occorre tener conto che l'articolo 78 del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990, che è il regolamento che contiene il regolamento di polizia mortuaria, testualmente recita: "1. I crematori devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e sono soggetti alla vigilanza del Sindaco. 2. Il progetto di costruzione di un crematorio deve essere corredato da una relazione nella quale vengono illustrate le caratteristiche ambientali del sito, le caratteristiche tecnico-sanitarie dell'impianto ed i sistemi di tutela dell'aria dagli inquinamenti sulla base delle norme vigenti materia. 3. I progetti di costruzione dei crematori sono deliberati dal Consiglio comunale”, quindi i livelli di inquinamento dei crematori devono essere individuati sulla base delle norme vigenti in materia.
Ora, la legge n. 130 del 2001, che è rubricata “Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri”, prevede all'articolo 8 che entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge 130 del 2001, con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sono definite le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle barre della cremazione. Sono approvati entro 3 mesi. 4
La legge del 2001 ha visto susseguirsi numerosi Governi a livello nazionale, numerosi Parlamenti, ma questo regolamento non è mai stato attuato, non è mai stato pubblicato. Ne consegue che in esecuzione della risoluzione del Consiglio regionale gli uffici si sono incontrati per stabilire anche a livello ambientale quali fossero il volume e l'entità delle emissioni ammissibili per i crematori, ma queste riunioni non hanno sortito alcun effetto, alcuna conseguenza perché naturalmente difettano del criterio base che deve essere stabilito a livello nazionale. D'altra parte non si può immaginare che i crematori abbiano una diversa funzionalità in 20 Regioni diverse, soprattutto quando si toccano materie fondamentali come la tutela ambientale.
A questo riguardo c'è da dire che ci sono stati due progetti legge, uno del 2019 e uno dello scorso anno, presentati in Parlamento, progetti di legge di iniziativa parlamentare che fino a questo momento non sono stati tradotti in legge.
Questa è la risposta che desidero, che ho esplicitato alla Consigliera Ruggeri su un tema che appare molto importante dal momento in cui moltissimi cimiteri hanno esaurito la loro possibilità di allargamento e c'è un'esigenza vera, quella di procedere con le cremazioni dei feretri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. All'inizio del suo intervento l'Assessore mi ha sorriso e ha avuto anche un tono dimesso perché probabilmente sapeva già, conoscendomi, che la sua risposta non mi avrebbe minimamente soddisfatto, come immagino non abbia soddisfatto i cittadini che sono qui oggi in Aula a sentire questa nostra disquisizione su un tema tanto importante e già discusso in questa legislatura perché lei ha ricordato quella risoluzione approvata all’unanimità il 2021. Risoluzione che è rimasta chiusa in un cassetto e la Giunta ferma, inadempiente, ha continuato a causare rispetto alla legge del 2001 un vuoto normativo in cui naturalmente si sono inserite richieste, come questa del Consiglio di Ancona, per la realizzazione di questo forno crematorio nel quartiere di Tavernelle.
Come lei sa i cittadini sono battaglieri, sono stati fatti già incontri pubblici che hanno portato un centinaio di persone. Il fatto che il Sindaco di Ancona sia dello stesso colore politico di questa Giunta non depone certo in vostro favore perché è chiaro che a differenza di quanto è stato fatto per fermare il progetto del forno crematorio di Tolentino, questa volta voi non avete intenzione di fare un bel niente perché strizzate l'occhio ad un Sindaco che si è insediato 2 anni fa, come voi, facendo tante promesse assolutamente disattese.
Vorrei ricordare che il forno crematorio presenta tanti problemi, soprattutto dal punto di vista della salute e ambientali e queste cose non le dico io, ma le ha dette pubblicamente un importante l'allergologo, che, come conosciamo tutti, è sicuramente una persona di fama ed è stata scelta come consulente dell'amministrazione comunale di Ancona e senza neanche poter iniziare il suo lavoro ha deciso di dimettersi proprio perché sostiene che il forno crematorio è una forma di incenerimento, che non è pensabile.
Visto che ho pochi secondi invito anche i cittadini a venire prossimamente quando in quest'Aula verrà discusso il piano regionale dei rifiuti in cui il centro-destra prevede per la nostra regione un bell'impianto di incenerimento, il termovalorizzatore.
Questo tema tornerà di nuovo anche se in ambiti diversi, però noi sposiamo quanto ha detto sulla stampa l’allergologo: “La salute viene prima di qualsiasi cosa” e come Movimento 5 Stelle faremo. Grazie.
Interrogazione n.1557
ad iniziativa della Consigliera Acciarri
“Identificazione operata dalla Polizia locale di Ascoli Piceno nei confronti degli autori di uno striscione assolutamente pacifico ed in linea con lo spirito della giornata del 25 Aprile e sulle azioni della Regione Marche per favorire la crescita di una coscienza democratica ed antifascista”
Interrogazione n.1558
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi, Vitri
“Interventi di polizia e tutela della libertà di espressione durante le celebrazioni del 25 aprile 2025 ad Ascoli Piceno”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n.1557 della Consigliera Acciarri e l’interrogazione n.1558 dei Consiglieri Casini, Bora, Carancini, Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Minardi e Vitri (abbinate)
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. In risposta a queste due interrogazioni si deve premettere che questa materia è attribuita allo Stato e non alle Regioni e ricade nell'ambito della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, articolo n. 117 della Costituzione.
Tuttavia è bene precisare che questa materia non può intaccare il diritto alla libertà di espressione del pensiero, ma semplicemente si riferisce all'attività comune di polizia diretta alla prevenzione e repressione di reati.
Mi spiego meglio. Con la Costituzione del 1948 e con l'articolo 21 sono state eliminate tutte le preesistenti norme fasciste che prevedevano l'autorizzazione per qualunque tipo di stampato da parte dell’autorità di pubblica sicurezza, le stesse autorizzazioni per la stampa di giornali.
L'articolo 21 della Carta costituzionale, entrata in vigore l’1 gennaio 1948, stabilisce invece che la stampa è libera e non può essere soggetta ad autorizzazione e censure, è solo previsto il sequestro degli stampati quando si lede il buon costume e la dignità, soprattutto c'è una protezione nei riguardi dei minori.
Il Parlamento repubblicano nella sua prima seduta, eletto a far data dall’1 gennaio 1948, ha approvato la legge dell’8 febbraio 1948 n. 47, che all'articolo 2 prevede che qualunque stampato, sia esso uno striscione o un manifesto, debba riportare il nome dello stampatore e la data. Non si verifica il contenuto, il merito, che è libero e nessuno può sottoporlo a censure o ad autorizzazioni.
E’ nell'ambito dell'attività di prevenzione dei reati che le Forze di Polizia hanno il compito di identificare coloro che pongono in essere la diffusione di stampati o di manifesti.
C'è da tener conto che forse sarebbe stato opportuno che l’attività di identificazione fosse stata svolta con modalità diverse rispetto all'esecuzione avvenuta, come è stata riportata dai giornali, ma rientra nella piena attività di prevenzione dei fatti che la Costituzione e l'ordinamento interno attribuiscono alle Forze di Polizia.
Voglio ricordare che tra i diritti di libertà dei cittadini, tra i diritti costituzionali e i diritti politici della nostra democrazia vi rientra anche la protezione contro la commissione di illeciti e le attività delle Forze di Polizia sono sempre disposte ed indirizzate a garantire questa funzione.
Voglio anche aggiungere che tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine non devono essere rieducati al 25 Aprile, ma hanno prestato un giuramento di fedeltà alla Costituzione. A norma dell'articolo 98 della Carta sono al servizio esclusivo della nazione e la testimonianza di questo si rinviene in molti sacrari, dal dopoguerra in poi, per la difesa della legalità democratica rispetto anche a spinte eversive di destra e di sinistra. Sono centinaia, migliaia gli appartenenti alle Forze dell'ordine che sono caduti.
Penso che il 25 Aprile costituisca la festa del nostro Paese, a prescindere dalle posizioni politiche, semplicemente perché ci siamo liberati da una dittatura nazifascista che aveva compiuto numerosi misfatti, non ultima la dichiarazione di guerra alla Francia, alla Grecia e così via.
Credo di poter dire che il nostro Paese ha una lunga tradizione democratica e il fatto di procedere all'identificazione di una persona, sia che guidi una macchina sia che diffonda un volantino, sia che compia una qualunque azione, rientra nell'attività di prevenzione generale e di identificazione dei fatti.
Quante volte è successo che guidando una macchina senza aver commesso nulla siamo stati identificati e questo avviene a garanzia delle libertà fondamentali dei cittadini, posto che la libertà di stampa, il diritto del 25 Aprile di affiggere un manifesto con scritto quello che si vuole è un diritto costituzionalmente tutelato. Questo diritto non può essere infirmato da un'identificazione e non penso che la volontà degli operatori sia stata quella di incidere in qualche modo o di influenzare la libertà di stampa. Ripeto, forse sarebbe stato opportuno se ci fossero stati dei dubbi procedere ad una identificazione successiva. Se questo è avvenuto ritengo che i cittadini sono stati identificati ...
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Acciarri.
Monica ACCIARRI. Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Saltamartini, che come sempre è molto puntuale dal punto di vista delle leggi, della Costituzione, anche per il ruolo che gli compete è riuscito a dare quelle spiegazioni giuridico-tecniche. Lo ringrazio perché ha fatto chiarezza.
Il senso della mia interrogazione e la sollecitazione alla Regione erano quelle di utilizzare la parte in cui facciamo educazione e corsi ai nostri vigili urbani. L'Assessore ha detto che non c'è bisogno di fare educazione perché è insita nella Costituzione, è insita in tutto il resto. Io le dico che se nella mia città, che è medaglia d'oro al valore militare per attività partigiane, abbiamo in conseguenza di uno striscione pacifico, che oltretutto non viene identificato dalle Forze di polizia, ma viene identificato dalle Forze di polizia locale, tanto che la sottosegretaria nazionale ha risposto a un'interrogazione del Movimento 5 stelle dicendo: "La polizia non ha identificato, era solo materia della Polizia urbana” ...
Nelle notti successive ci sono stati degli striscioni “da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore”, quindi contro il questore, e l'assalto ai forni, con l'assalto cancellato, significa che noi abbiamo un problema culturale nonostante quello che la Regione e gli altri enti, a partire dal Comune, fanno per cercare di diffondere una cultura antifascista. Siamo ancora all'anno zero, purtroppo, nella mia città che si fregia di questa cosa e se abbiamo il problema di questi striscioni auspichiamo che le Forze di Polizia prima possibile identifichino e facciano piena luce sugli autori di questi striscioni.
Un po' il senso è andiamo avanti e siamo sempre più stimolanti per una cultura antifascista e antinazista, quello che vediamo in Europa oggi ci dice che siamo ancora molto indietro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. In primis fa piacere che la Consigliera Acciarri sia più vicina alla Lega nord del fondatore, che era antifascista, che a quella dell’attuale Segretario, che pare avere una deriva diversa.
La Consigliera dice che lei, Assessore, ha dato spiegazioni tecnico-giuridiche puntuali, peccato che il punto sia un altro, non è ciò che viene scritto nei giornali perché XY aveva affisso un telo, un lenzuolo, nel quale aveva scritto, non certo a macchina o un testo, una banale frase che riguardava il 25 Aprile. Ora il problema è: dov'è il forno? Forse lei non sa dov'è il forno di XY, che è di una famiglia storica conosciuta ad Ascoli. Il nonno è stato partigiano ed un medico molto famoso, lo stesso padre, una famiglia conosciuta e il palazzo Roiati si trova di fronte alla porta del Comune di Ascoli Piceno, a 50 metri dall'ufficio del Sindaco.
Il Sindaco e la Polizia municipale non possono non sapere ad Ascoli Piceno, che non è New York, chi è XY. Oltretutto aveva affisso il telo sul palazzo di proprietà della sua famiglia, neanche un condominio di gente diversa, per cui tutta questa necessità di entrare due volte nel negozio per chiedere chi fosse XY è una cosa assurda ed è assurdo che non si sia sollevato il problema quando sono apparsi gli striscioni di cui ha parlato prima la Consigliera Acciarri, dei quali non mi meraviglio perché le svastiche e le frasi che vengono scritte sui muri della nostra città sono ormai uso e consuetudine. Sono decenni che questo accade, sono decenni che accade durante le partite, e non è la prima volta.
Che oggi ci si ponga il problema di vivere in una città che ha avuto l'onore di essere dichiarata dal Presidente Pertini, medaglia d'oro al valore militare per attività partigiana, non partigiane, partigiana ... Per poterlo scrivere sulla carta intestata abbiamo fatto una battaglia di 5 anni in Consiglio comunale, io ero Consigliere di opposizione, per poter riportare sulla carta intestata quello che era un onore, beh, insomma, io mi meraviglio delle meraviglie perché noi siamo in una città come questa.
Mi meraviglio che il Sindaco non abbia avuto la forza di attraversare la strada per dire che forse avevano sbagliato, esagerato, invece di chiudersi nel suo ...
PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Solo per una mozione d'ordine. Mi hanno segnalato che durante l'intervento della capogruppo Casini chi stava seguendo in streaming non riusciva a vederla perché non era inquadrata, a noi non risulta, però se così fosse invito a fare una verifica tecnica, eventualmente può anche ripetere. Da casa mi hanno segnalato che non si vedeva. Grazie.
PRESIDENTE. Adesso facciamo fare le verifiche dai tecnici. E’ un disguido di natura tecnica.
Interpellanza n. 45
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri
“Politiche sociali della Regione Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 45 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mangialardi, Minardi, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. L’interpellanza, che verte sul tema delle politiche sociali, parte dall'analisi di quello che è contenuto nel documento di economia e finanza 2025-2027 all'interno della missione 12 “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia” in cui è scritto: “particolare attenzione verrà posta per le persone che versano in condizioni di grave marginalità; l'obiettivo è quello di assicurare un welfare regionale in grado di soddisfare i leps individuati dalla normativa nazionale”.
E’ scritto anche che ci sarà il potenziamento delle cure domiciliari e dell'Adi e che gli interventi per la disabilità saranno consolidati; sarà fondamentale l'integrazione con i servizi sanitari, in particolare quelli offerti da Umee e Umea.
La programmazione degli interventi a favore dell'infanzia e dei minori si realizza in due principali ambiti operativi. Il primo riguarda l'implementazione dei servizi normati dalla legge regionale 9 del 2003. Ancora, si investe sugli interventi a valenza sociale presso i consultori familiari.
La Regione Marche intende continuare nel perseguimento dell'obiettivo primario relativo all'edilizia residenziale pubblica ovvero a garantire il diritto alla casa ai ceti sociali più deboli.
Rispetto a quanto previsto dal Documento di economia e finanza la realtà è ben diversa, le famiglie marchigiane in condizioni di povertà relativa sono pari all'11%, il 5,6 sono in povertà assoluta; un marchigiano su 10 rinuncia a curarsi per difficoltà economiche, la povertà relativa individuale raggiunge il 17,5%.
Pur essendo le cure domiciliari un servizio di livello essenziale, quindi da garantire, molte prestazioni non vengono erogate in gran parte della regione. Ad una mia interrogazione sul tema l'Agenzia sanitaria regionale riconfermava quanto sostenuto.
Nelle Marche c'è una lista d'attesa di 1.911 minori con disturbi di apprendimento o con disabilità per una prima valutazione da parte delle strutture preposte. I ritardi sono dovuti soprattutto alla forte carenza di professionalità di cui queste strutture dovrebbero essere dotate.
Negli ultimi due anni diversi fondi regionali afferenti le politiche sociali (fondo regionale non autosufficienza, fondo servizi educativi ed infanzia, fondo per le famiglie con persone con autismo) sono stati, interamente o quasi, finanziati con risorse europee che hanno sostituito quelle regionali destinate altrove.
I consultori familiari sono caratterizzati da fortissime criticità, nonostante l'impegno e la professionalità di tutti gli operatori che vi lavorano; è insufficiente il numero di figure professionali che vi operano.
Sono centinaia gli alloggi Erap che necessitano di profonda manutenzione, le procedure di assegnazione sono troppo spesso particolarmente lunghe e rallentate e un numero considerevole di appartamenti rimane inutilizzato.
Tenuto conto che in questi anni tutto il settore del welfare non è stato governato in alcun modo: il sistema è andato avanti per inerzia, senza una strategia complessiva, senza un confronto costante con gli Ambiti e con il terzo settore, la nostra interpellanza punta a sapere alcune cose in particolare: quali interventi intendono attivare l'Assessore, la Giunta e il Presidente per sostenere le sempre più numerose famiglie in difficoltà economica nella nostra regione; cosa pensano di fare per assicurare le cure domiciliari ai migliaia di cittadini he ne avrebbero necessità; se e come intendono potenziare in tempi brevi le Umee e i consultori familiari; se saranno ripristinate risorse regionali adeguate in aggiunta a quelle europee per poter offrire assistenza e risposta ad un numero più ampio possibile di famiglie marchigiane, infine quali misure saranno messe in atto per garantire il diritto alla casa dei cittadini e delle famiglie più fragili della nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le misure che sono state poste in essere dalla nostra Regione per garantire i servizi sociali diretti ad assicurare il principio di parità, soprattutto alle persone che hanno avuto e hanno minori opportunità nella vita, sono state numerose e hanno impiegato moltissime risorse, non solo di livello statale, ma anche regionale.
Preliminarmente devo dire che i numeri di per sé sono esplicativi del grande impegno che la Regione Marche ha avviato su questo percorso, devo anche aggiungere che il disagio, soprattutto giovanile, il disagio di tante famiglie, soprattutto per quanto riguarda i bambini, è un’emergenza che stiamo affrontando cercando di aumentare le specializzazioni, soprattutto in neuropsichiatria infantile che è una specializzazione molto desertificata negli ultimi anni. Quindi, con l'aumento del numero dei medici che entrano in servizio questa specializzazione è stata particolarmente sostenuta proprio perché c'è questa domanda sottolineata anche dall'intervento del Consigliere Mastrovincenzo.
Premesso questo ed in via del tutto straordinario rispetto alla risposta, devo dire che gli interventi sono stati molteplici, il primo nell'elenco riguarda il piano nazionale della lotta alla povertà 2024-2026, sono stati impiegati 23 milioni di euro e questi servizi sono stati diretti agli assegni di inclusione. Attraverso gli ambiti sociali e territoriali abbiamo appreso che ci sono ulteriori disponibilità.
La Regione naturalmente ha il compito di dare attuazione alla programmazione nazionale e a quella regionale, quindi il riparto di fondi viene fatto sulla base dei criteri enunciati a livello nazionale.
La seconda misura è costituita da “INtegra”, dal piano nazionale inclusione FSE 2021-2027, qui abbiamo impiegato 1.863.000 euro per interventi di rafforzamento del sistema di accoglienza per le persone in condizione di elevata marginalità sociale; la presa in carico e accompagnamento nell'ambito di interventi di housing e dei centri servizi per i senza dimora; interventi di riduzione delle condizioni di deprivazione materiale senza dimora e di altre persone fragili; misure di accompagnamento (esempio prima accoglienza e orientamento ai servizi, assistenza per pratiche burocratiche); misura educativa alimentare; sostegno scolastico; sostegno della ricerca e lavoro; prima assistenza medica.
Il terzo pilastro di intervento è stato finanziato con fondi del PNRR, missione 5, componente 2 “housing temporaneo”, abbiamo impiegato 2.840.000 euro per realizzare, a cura degli ambiti sociali territoriali, appartamenti da mettere a disposizione di singole persone o piccoli gruppi di famiglie fino a 24 mesi, con contestuale attivazione di progetti personalizzati per la singola persona o per la famiglia.
Per il quarto punto, sempre finanziato con i fondi del PNRR, missione 5, componente 2 “stazioni di posta” abbiamo impiegato 5.450.000 euro per realizzare, con gli ambiti sociali territoriali, centri che offrono, oltre ad un'accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi: sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni.
Siamo intervenuti sull'assistenza educativa e domiciliare specifica per la disabilità, nel 2024 abbiamo impiegato 2,7 milioni di euro, che sono stati utilizzati dagli ambiti sociali territoriali e nel 2025 sempre 2,7 milioni di euro.
Siamo intervenuti con l'assistenza domiciliare, la Sad, per cui nel 2024 abbiamo impiegato oltre 10 milioni + 2 + 12 e nel 2025 abbiamo impiegato 10 milioni + 2 + 13, quindi, con finanziamenti adeguati tra fondi statali e fondo di rotazione Poc 2014-2020.
Siamo pure intervenuti con il potenziamento delle funzioni degli ambiti sociali territoriali, funzione assistenza domiciliare per tutti i target di utenza, qui abbiamo visto impiegare 1,5 milioni di euro. La disponibilità complessiva per gli ambiti sociali territoriali è di 28 milioni per tutte le 10 funzioni finanziate, decidono autonomamente come allocarle.
Rispetto alla domanda se saranno ripristinate risorse regionali adeguate in aggiunta a quelle europee per poter fornire assistenza e risposte a un numero più ampio possibile, la risposta è che le risorse europee e quelle statali, derivanti dall'accordo di coesione, negli ultimi anni sono entrate nel bilancio regionale per necessità di essere utilizzate in tempi ben definiti, oltre a evitare che andassero perse, hanno finanziato interventi regionali non autosufficienza, servizi educativi infanzia, sostegno rette per minori in comunità, contributi per le famiglie con persone con autismo, permettendo in continuità finanziaria agli stessi, in alcuni casi, un aumento di finanziamento. Per la non autosufficienza 5,55 milioni di fondi europei nel 2023 contro 5,1 milioni di fondi regionali nel 2022, per minori in comunità 1 milione di fondi europei nel 2023 e contro 600.000 euro nel 2022 per tutti gli altri interventi c'è stata continuità finanziaria senza alcuna variazione.
Le risorse europee della programmazione 2021-2027 sono in evidente aumento rispetto a quelle stanziate nella precedente programmazione. Ricordo che nella programmazione 2014-2020 per i tirocini di inclusione sociale furono impiegati 6 milioni, nella programmazione 2021-2027, invece, vengono impiegati somme ingenti in aumento di 19,1 milioni; per il potenziamento delle funzioni degli ambiti sociali territoriali nella programmazione 2014-2020 furono impiegati 38 milioni, nella programmazione 2021-2027 52 milioni.
Poi ci sono altri dati che consegnerei al Consigliere Mastrovincenzo, così può valutare i contenuti di questi numeri in quanto i tempi che mi sono concessi hanno limiti di esposizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Intanto prendo atto della risposta che adesso, spero, mi sarà consegnata in forma scritta. Prendo atto anche del tono di voce dell'Assessore che quando vuole replicare duramente alza il tono e quando risponde a interpellanze magari un po' scivolose lo abbassa e rende abbastanza incomprensibile, appunto, le risposte, evidentemente non tutto è chiaro e deve rispondere sottovoce.
E’ chiaro che i dati che mi ha dato, Assessore, sono incontrovertibili in termini di risorse, ma sono altrettanto veri e incontrovertibili in termini di risultati perché se lei mi dice che avete utilizzato il fondo per la povertà nazionale, 23 milioni di euro, che è stato poi diviso con criteri a seconda delle Regioni, è evidente che i dati ci dicono, come ho riferito prima, che c'è l'11% di famiglie in povertà relativa, ma nel centro Italia è del 6,5%. Il dato più basso è nelle Marche ed è addirittura maggiore dell'Italia intera che è al 10,6%.
Sulle cure domiciliari nelle Marche è l'indagine dell'Agenzia regionale sanitaria che conferma le criticità e le eccellenze a macchia di leopardo. E’ un servizio che deve essere garantito a tutti e lo ha ammesso lei nella risposta ad un'interrogazione il 26 febbraio 2024 sulle UMEE. Il numero che ho dato, 1.911 minori in lista d'attesa che attendono una valutazione, è un dato oggettivo, mi è stato dato dopo un accesso formale agli atti.
Sui consultori, il report dell'Agenzia regionale sanitaria ci dice che nella nostra Regione sono insufficienti in termini di operatori. Solamente 24 delle 66 sedi consultoriali hanno le figure richieste dalla normativa nazionale (ginecologo, ostetrica, assistente sociale, psicologo, pediatra), quindi una percentuale molto bassa, il 36%.
Il fondo di solidarietà è stato diminuito, anche qui parla la legge di stabilità del 2025, avete tagliato il fondo di solidarietà da 3 milioni a179 mila euro. Il fondo di sostegno degli affitti non c'è mai stato con voi in questa Regione, in compenso l'ha tagliato il Governo Meloni a livello nazionale; per quanto riguarda la casa, risposta data dall'Assessore Aguzzi l'anno scorso a una mia interrogazione, ci sono 600 alloggi sfitti disponibili, oltre 400 in provincia d'Ancona che non sono utilizzati, mentre ci sono centinaia di famiglie che ne avrebbero bisogno.
Il quadro è abbastanza disastroso, senza abbastanza, è disastroso. Grazie.
Proposta di legge n. 20
ad iniziativa dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu
“Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità”;
Proposta di legge n. 67
ad iniziativa dei Consiglieri Latini, Santarelli
“Misure a sostegno delle famiglie e dei nuclei familiari con figli”
(abbinate)
Testo unificato: “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 20 dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu e la proposta di legge n. 67 dei Consiglieri Latini, Santarelli (abbinate).
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Siamo davanti alla materia famiglia che è molto ben definita e tutelata a partire dalla Costituzione, passando per lo Statuto della Regione Marche.
Questo tema ha vissuto nel corso degli anni, come ben sappiamo tutti, una complessità e una difficoltà dovuta anzitutto ad una impostazione culturale, che il nostro Paese, come tutto l'occidente, ha intrapreso, anche a causa di una fragilità economica in cui ci si è mossi e a causa della fragilità di intere relazioni della comunità.
E’ necessario a nostro avviso intorno alla famiglia rinnovare un impegno che sia trasversale tra le parti politiche, anche e soprattutto cercando di mettere in fila tutti quei soggetti che si muovono su un territorio: il mondo delle imprese, il lavoro, il terzo settore, le diverse istituzioni, l'associazionismo familiare, per tentare di accompagnare passo passo la creazione di nuove famiglie e il cammino dei nostri genitori e dei figli nei primi anni di vita, cercando di operare un impegno che sia soprattutto culturale, contrastando alcune tendenze che sono emerse.
Con questa nuova legge regionale noi andiamo a superare, in qualche modo ad aggiornare la legge regionale vigente che ormai ha 27 anni e che andava necessariamente rivista. Si cerca di introdurre maggiori risorse e diversi obiettivi che siano coincidenti con quelle che sono le esigenze più attuali delle nostre famiglie marchigiane, nel tentativo di sostenerle, in particolare per la genitorialità e la natalità.
Vado a rappresentare in maniera sintetica il contenuto di questa proposta. Si parte da un inquadramento valoriale, certo una cosa che può sembrare marginale quando si va a fare una normativa, tuttavia ben sappiamo che è proprio di un'operazione culturale che in realtà servirebbe nei nostri territori, un inquadramento valoriale che si vuole imprimere negli obiettivi di largo respiro.
Quindi all'articolo 2 si parla della Regione Marche che deve andare a fare promozione della natalità e dell'alto valore della maternità e paternità coscienti e responsabili, favorendo la tutela delle funzioni genitoriali attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine sociale, culturale ed economico che impediscono le nuove nascite, l'adozione e la vita della famiglia, prevenendo situazioni di particolare disagio, povertà o esclusione sociale.
Tutela e promozione della vita fin dal concepimento in tutte le sue fasi, offrendo in particolare ai genitori sostegni economici, servizi sociali e psicologici, tutelando il diritto di un minore ad una famiglia tramite interventi a sostegno della genitorialità adottiva e affidataria. Promuovere e favorire azioni di accompagnamento alla solidarietà tra generazioni, riconoscimento del valore sociale delle reti di famiglie e dell'associazionismo familiare, sostegno al ruolo dei Comuni che promuovono nel territorio sportelli informativi o centri per la famiglia, attenzione alta sul tema della prematurità e sui bambini nati con problematiche cliniche rilevanti.
Suddivido il corpo di questa legge in diversi ambiti. rapidamente, ambito di organizzazione delle politiche familiari. Si introduce il principio della programmazione con un programma triennale di interventi per una visione sempre più sul lungo periodo delle politiche familiari. Si costituisce una cabina di regia per le politiche familiari che mette insieme la parte politica, tecnica e il territorio, con il compito di coordinare gli interventi di promozione della famiglia e lo sviluppo politico orientato alla famiglia. Promozione di indagini e monitoraggi sulla realtà delle famiglie e sulla natalità, collaborazione con la Consulta regionale per la famiglia per redigere annualmente una relazione in materia di famiglia e per raccogliere le proposte provenienti dalla stessa, cercando di allacciare sempre più il prezioso lavoro che fa costantemente alla struttura Regione.
Si dà vita a un fondo specifico per gli interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità, della natalità, un fondo in cui devono essere convogliate risorse di natura europea, statale ed anche regionale. Quindi si cerca di tornare a investire con risorse proprie regionali a sostegno della famiglia.
Sussidiarietà, partecipazione, ruolo del territorio, ambiti che sono fondamentali, come ben sappiamo, nella conduzione di ogni politica. Si rilancia il ruolo dell'associazionismo familiare, della Consulta regionale per la famiglia rivedendola nei suoi componenti e nelle sue funzioni.
Si promuovono alleanze territoriali per la famiglia, cioè reti territoriali costituite dagli enti locali, anche associati, in collaborazione con organismi sociali, economici e culturali, che promuovono nelle comunità locali iniziative di politica a favore della famiglia, attivando sinergie territoriali, iniziative formative e informazione riguardo ai servizi ed alle iniziative presenti nel territorio a favore delle famiglie, facendo integrazione tra i servizi di cura a supporto delle necessità educativo assistenziali delle famiglie, cioè la questione a cui bisogna fare fronte comune sempre più tra tutti i soggetti che si muovono su un territorio a sostegno delle nostre famiglie.
La natalità, un ambito che è fondamentale, è il tema dei temi per il futuro del nostro territorio, della nostra nazione, dell'intero Occidente. C'è in gioco, come ben sappiamo, la tenuta di un sistema, il peso politico del nostro Occidente, la necessità di mandare avanti un mondo che deve essere trasmesso attraverso l’alleanza tra le generazioni e la presenza di nuovi figli. Tutto ciò in linea con le misure del Governo nazionale, con il piano nazionale famiglia 2025-2027, con il bilancio 2025, che ha intrapreso delle misure importanti a vantaggio della natalità delle nostre famiglie.
In coordinamento con le misure del Governo nazionale la nuova legge regionale, al fine di sostenere la natalità e le spese connesse alla cura e all'accoglienza di nuovi nati, eroga contributi per il sostegno della natalità e della maternità, contributi che sono cumulabili con quelli di origine statale. Si sottolinea che l'entità di contributi deve essere raddoppiata qualora la famiglia richiedente comprenda uno o più minori riconosciuti disabili in base alla 104/1992. La Regione poi si propone di intervenire a favore delle famiglie con figli anche mediante l'abbattimento delle spese sostenute per i servizi socio-educativi per la prima infanzia, pubblici o privati. Inoltre, si rafforza il percorso nascita, cioè quel sistema che esiste, che deve essere sempre più migliorato, articolato di prestazioni, coordinato dai consultori familiari in grado di fornire il complesso di quegli interventi afferenti: la gravidanza, la nascita e il puerperio con informazione e formazione dei genitori e loro assistenza. Corsi di preparazione alla nascita, assistenza domiciliare al parto e puerperio, con particolare riferimento alla promozione dell'allattamento al seno, tema principe nel nostro tempo. Il sostegno alle madri in difficoltà al fine di prevenire l'interruzione di gravidanza quando essa dipende da ostacoli rimovibili, mediante sostegno psicologico e aiuto materiale in linea con la normativa esistente nel nostro Paese, anche assicurando informazioni sui diritti spettanti alla donna in base alla legislazione statale e regionale, nonché su quanto le leggi statali e regionali, gli enti locali e le istituzioni pubbliche e private mettono a disposizione a sostegno delle donne in gravidanza e delle famiglie. Informazioni sui servizi sociali sanitari e socio-sanitari presenti nel territorio per la tutela della gravidanza e della maternità, nonché sulle modalità richieste per il loro utilizzo.
Informazioni sulle associazioni, gruppi o istituzioni che operano in questo ambito; informazione sulla pratica del parto in anonimato, promozione della psicologia prenatale. Il ruolo della psicologia anche a sostegno delle nostre famiglie, quindi, promozione della psicologia prenatale all'interno dei reparti di ostetricia e ginecologia, nonché all'interno del centro unico regionale di diagnosi prenatale di secondo livello. C’è già in legge un richiamo forte al tema della medicina prenatale perché dei nostri figli ci si può e ci si deve prendere cura anche già prima della nascita.
Accento anche sul sostegno alle famiglie con bambini nati prematuri, promuovendo il sostegno psicologico ai genitori, sia durante la degenza sia mediante follow-up psicologico dopo la prima dimissione dall'ospedale, promuovendo l'accessibilità h24 da parte di almeno un genitore del bambino nato prematuro nel reparto di terapia intensiva in cui è ricoverato.
Ambito della genitorialità, ambito dirimente nel nostro contesto sociale e culturale, la necessità di accompagnare i nostri genitori a fare i genitori bene, sostenendoli nel cammino di cura della vita nascente, di crescita e di educazione.
Prima di tutto il ruolo delle imprese, centrale per il presente e il futuro del nostro territorio. Imprese che hanno una dimensione privata, ma che svolgono un ruolo sociale ineliminabile, fondamentale. Il ruolo delle imprese tenendo fermo il tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; poi la questione del welfare aziendale. proseguendo le misure come quella dei bandi per il family friendly che la Regione ha già erogato a vantaggio di quelle aziende che realizzano all'interno dei loro stabilimenti operazioni family friendly.
L'introduzione nella nostra regione del fattore famiglia, è importante tentare di introdurlo, come hanno fatto altrove perché questo è uno strumento integrativo e valido per definire le condizioni economiche e sociali dei soggetti che fanno domanda per l’accesso a prestazioni o a servizi, tenendo conto della composizione del nucleo familiare dei soggetti stessi, anche promuovendo l'utilizzo da parte dei Comuni di tale strumento che rimane però facoltativo, secondo la normativa.
Il rafforzamento degli sportelli e dei centri per la famiglia. C'è bisogno di un hub come quello del centro per la famiglia che raccoglie formazione e informazione per i nostri genitori, come d'altronde anche il piano nazionale famiglia 2025-2727 del Governo nazionale ci ha richiesto di fare.
Ambito di adozione e affido, tematiche molto importanti, come ben sappiamo, da tanti punti di vista. Un ambito cruciale per garantire a tutti i minori di avere una famiglia. La Regione sostiene anche con contributi le associazioni riconosciute in albi nazionali o regionali che svolgono attività di formazione e di orientamento delle coppie verso l'adozione o l'affido di minori. Potrà erogare contributi alle famiglie adottanti, alle famiglie affidatarie di minori e potrà sostenere le reti delle associazioni famiglie adottanti affidatarie, anche potenziando l'interscambio formativo e il mutuo aiuto.
L'ambito cruciale delle famiglie fragili, della fragilità, che nel nostro territorio, comunità si presenta come sostegno alle famiglie numerose, quelle non con quattro figli, ma con almeno tre figli, intervenendo con contributi diretti o a favore dei Comuni che attivano progetti per le famiglie numerose: di riduzione delle tariffe dei servizi comunali; la stipula di protocolli d’intesa con le organizzazioni private. Poi il sostegno alle famiglie monoparentali, alle famiglie con figli con disabilità e alle famiglie in difficoltà economica per avviare percorsi sportivi o per acquisto di materiale didattico e culturale per i propri figli. Un'occasione per loro di crescita e di educazione straordinaria che va garantita a tutti, al di là delle possibilità economiche.
Ambito della bigenitorialità, il diritto dei bambini e delle bambine ad avere due genitori, sempre, anche in occasione di separazione. Tutela del diritto dei figli minori alla bigenitorialità in caso di separazione, scioglimento e cessazione degli effetti civili, annullamento e nullità del matrimonio. Anche nei processi relativi ai figli nati fuori dal matrimonio la Regione, gli enti strumentali della medesima, le Aziende del Servizio sanitario regionale e gli organismi sottoposti al controllo di vigilanza della Regione, ai sensi dello Statuto, su istanza di almeno uno dei genitori, indirizzano tutte le comunicazioni relative al minore ad entrambi i genitori.
La Regione inoltre promuove il pieno coinvolgimento di entrambi i genitori nelle informazioni riguardanti i figli, mediante l'attivazione di protocolli d’intesa con le istituzioni scolastiche, finalizzati a fornire tutte le informazioni sull'andamento e sui risultati scolastici ad entrambi i genitori; mediante l'attivazione di protocolli di intesa con gli enti locali finalizzati a trasmettere tutte le comunicazioni di rilievo amministrativo sulle condizioni di figli minori sempre ad entrambi i genitori anche in presenza di una separazione.
Siamo davanti a un percorso che è stato lungo, anche molto lungo, ma era necessario che lo fosse per affinare sempre di più ed insieme questo testo. Riteniamo di avere raggiunto un testo significativo e ringraziamo quei soggetti che hanno immaginato insieme a noi questa legge e collaborato alla sua strutturazione. In primo luogo vogliamo citare e ringraziare la Consulta regionale per la famiglia, il Forum delle associazioni familiari e tutte le associazioni che in questo ambito hanno un interesse e che si sono dimostrate al nostro fianco per produrre una normativa aggiornata in materia.
Poi il ringraziamento va, per la collaborazione importante con il Consiglio regionale, al Presidente della Giunta regionale Acquaroli, all'Assessore con delega alla famiglia Saltamartini, i Presidenti della IV^ Commissione che si sono succeduti nel tempo, la precedente Presidente e l’attuale Presidente Consigliere Baiocchi, che ringrazio, come ringrazio tutti i componenti della IV^ Commissione, in particolare la Consigliera Menghi, il relatore di minoranza, tutti i gruppi di maggioranza e minoranza, gli uffici ed i nostri collaboratori.
Siamo davanti ad un tentativo che riteniamo forte per ribadire che la famiglia è fulcro di vita, comunità, quindi è necessario, se vogliamo immaginare un futuro di questo territorio, di questa comunità e della nostra nazione, che la famiglia, la genitorialità, la natalità siano sempre più al centro delle nostre agende politiche, come stiamo cercando di fare in Regione Marche, in allineamento con il Governo nazionale, ed anche al centro del dibattito pubblico perché c'è da fare soprattutto un'operazione culturale di influenze positive della famiglia e c'è bisogno di stare tutti allineati: le professioni, il terzo settore, le istituzioni, chiunque si muova sul territorio per riconoscere che nella famiglia passa e si snoda il futuro di tutti noi e di chi verrà dopo di noi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, voglio collegarmi alla chiusura che ha fatto il relatore di maggioranza Consigliere Ausili e ringraziare il Presidente della IV^ Commissione Consigliere Baiocchi, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili per il lavoro che abbiamo svolto in questi 4 anni su delle proposte di legge che hanno portato poi ad un testo unificato. Ringrazio anche i firmatari, Consigliere Ausili ed altri, della proposta di legge n. 20 ed il Consigliere Latini per la proposta di legge n. 67, per aver elaborato degli articolati di legge che, al di là delle differenze di impostazione e dei punti di vista tra maggioranza e minoranza, ci hanno dato anche l'opportunità di dare via ad un confronto proficuo su temi centrali della famiglia, della natalità e della genitorialità.
Come relatore di minoranza ho cercato di analizzare con grande attenzione e responsabilità il testo che oggi approda in Aula. In Commissione abbiamo anche presentato degli emendamenti e ringrazio la maggioranza per averne accolti alcuni, guardo il Consigliere Carancini, soprattutto quelli della procreazione medicalmente assistita.
Questo per dire che indubbiamente c'è stato un dialogo costruttivo e proficuo nei limiti di un evidente approccio di natura ideale, che rende forse inconciliabili le soluzioni che sono state confrontate. Infatti si tratta di una proposta, secondo me, secondo noi, ideologica. Lo dico, con il limite del termine, una legge manifesto carente sul piano tecnico, debole sul piano finanziario, distante dalla realtà e dalla società marchigiana. Alcuni elementi ci uniscono, chi in quest'Aula non vuol difendere e tutelare la famiglia come nucleo fondante della società? Chi non intende costruire le condizioni di una genitorialità consapevole per contrastare questo terribile inverno demografico? Chi non è d'accordo di mettere risorse? E qui iniziamo con i primi temi che sono contenuti in questa norma per finanziare le iniziative in questo senso.
Fino a qui penso che siamo tutti d'accordo, però c'è una questione di fondo che ci divide e che forse dà in questo campo il senso dell’appartenenza a visioni diverse della società.
La proposta di legge infatti difende l'idea di una famiglia esclusiva e discriminante, almeno questo per noi. La definizione della famiglia contenuta nel testo è fortemente ideologica, fondata su un unico modello familiare, quello eterosessuale coniugato e con figli. Guardate, non sto sorridendo, ma il tema …, e lo ribadiva anche con orgoglio, dico pure giustamente, il Consigliere Ausili: marito, moglie e figli. Si tratta di una definizione contenuta nella nostra Costituzione, tuttavia è certificato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 69 dello scorso 22 maggio che questa definizione non va intesa, come è stato fatto, in modo restrittivo, ma permette, ad esempio, l'accesso alla protezione medicalmente assistita da parte delle donne singole, e questo già scardina tutta l'impostazione.
Nessuno vuole negare il valore della famiglia cosiddetta tradizionale, noi siamo convinti che accanto a questo modello ne possono, anzi ne devono essere affiancati altri. Vogliamo che sia riconosciuto come fa la Corte costituzionale e la stessa giurisprudenza europea che le famiglie sono plurali, quelle che vediamo tutti i giorni quando andiamo in mezzo alla comunità marchigiana. Non solo, le famiglie sono monoparentali, le famiglie sono ricostituite, ci sono le convivenze di fatto, le unioni civili, esistono i genitori singoli, i genitori vedovi e le coppie dello stesso sesso. Escludere questa realtà è un errore che potrebbe sembrare tecnico? No, è una scelta di tipo culturale e su questo ci dividiamo, una scelta che trasforma una legge regionale in uno strumento di distinzione, invece che un elemento di inclusione.
Ci divide anche una diversa concezione della libertà di scelta delle donne in merito all'interruzione volontaria di gravidanza. Un testo che compare …, un inciso proprio su questo tema all'articolo 2 “la tutela della vita fin dal concepimento”, un'espressione che non trova ancoraggio operativo nel testo ma che svolge una funzione chiaramente simbolica. E’ un richiamo che introduce l’argomento etico divisivo di una legge che dovrebbe avere l’obiettivo di unire. Un riferimento che non ha nessun effetto sulle politiche familiari, ma che serve come messaggio ideologico, e lo vediamo nell'azione quotidiana del governo regionale e del governo nazionale, questo in una Regione che dovrebbe tutelare i propri cittadini diventa un problema.
Poi c'è una grande assente, lo dico guardando chi in quest'Aula ha fatto tante battaglie, ci sono anche proposte ferme, che poi dirò, ed è la parità di genere. Se analizziamo la proposta dal punto di vista delle donne, delle madri, delle lavoratrici la delusione è assoluta, non c'è una misura efficace per favorire l'occupazione femminile, per sostenere la maternità, per costruire una vera conciliazione tra tempi di vita e lavoro. La genitorialità resta a carico del genere femminile nel silenzio assoluto di questa proposta. Mancano incentivi per il rientro lavorativo, servizi, flessibilità e questo mentre nelle Marche le donne lasciano il lavoro dopo il primo figlio molto di più che in altre regioni. Una legge sulla famiglia che ignora la parità di genere non è solo incompleta - potrebbe essere un errore - è sbagliata. L’ho detto prima, su questo come gruppo consiliare abbiamo messo a disposizione contributi importanti, come abbiamo fatto per tutti gli altri settori, penso alla proposta di legge n. 64 sulla pari dignità, la cui prima firmataria è la Consigliera Bora, che purtroppo non abbiamo analizzato, lo dico per il Presidente di Commissione non certo come rimprovero, però questo è un fatto, né tantomeno è approdata in Aula.
L’ho detto all'inizio, un'insufficienza dell'impianto finanziario, che è di fatto e con la consapevolezza di tutti assolutamente inconsistente. Una legge, lo sappiamo, per quanto ben scritta se non ha la copertura economica resta solo, come è accaduto in tante occasioni, una bella proposta nei nostri cassetti. Non ci sono fondi strutturali, non c'è un cronoprogramma, non c'è un piano triennale degli interventi anche per dare seguito a quelle scelte che noi riteniamo sbagliate e che non potranno essere concretizzate perché non ci sono risorse.
Se l'effetto annuncio può essere imbarazzante per un'opera pubblica, qui tocchiamo la sensibilità delle persone e delle nostre comunità ed andrebbe assolutamente evitato, quindi rende un impianto normativo fragile, inefficace e in molti versi anche fittizio.
La proposta introduce un fattore famiglia come criterio per l'accesso agevolato ai servizi e alle prestazioni. Non c'è nessun raccordo, per esempio, con l'Isee, non c'è una definizione precisa dei parametri da considerare per cui, è logico, si rischia che lo strumento diventi arbitrario, opaco e perfino discriminatorio. Serve un sistema equo, trasparente ed incrociato con i veri indicatori del bisogno, così com’è il fattore famiglia rischia di favorire solo chi rientra in quello che abbiamo ritenuto prima un modello ideologico, che può valere per un po', ma non vale per queste comunità che rischiano di rimanere fuori anche dal sostegno, seppur irrilevante per le poche somme che sono state messe a disposizione. Questo ancora lo rende ancora più discriminatorio.
L’ambiguità di questa proposta di legge risulta evidente se facciamo il confronto con le Regioni più avanzate. Prendo ad esempio l'Umbria, una proposta della precedente Giunta, il contributo alla natalità è strutturale, graduato in base al reddito e rivolto a famiglie giovani, numerose, ma anche fragili e monoparentali. In Emilia-Romagna, so che questa è una Regione che non devo citare, però lo faccio, sono stati investiti oltre 20 milioni di euro sui servizi per la genitorialità (ostetrica a domicilio, nidi e centri estivi). In Toscana un sistema integrato di welfare sostiene economicamente le famiglie e ne facilita l'accesso ai servizi educativi. In Campania una legge regionale valorizza l'affido, l'adozione e l'introduzione del fattore famiglia con criteri chiari e coordinati con l'Isee. Tutte queste esperienze hanno tre caratteristiche in comune, tre: inclusione, concretezza e risorse. La nostra proposta, ahimè, invece si muove in una direzione opposta, secondo noi di esclusione di molte famiglie. Non prevede servizi, non stanzia risorse di carattere strutturale.
In conclusione, ritengo che la legge non colga il problema reale, lo dico per il Consigliere Ausili, che ringrazio per la proposta e anche per l'impegno che è stato messo con il Presidente. L’abbiamo detto all'inizio, abbiamo fatto molte audizioni abbiamo incontrato le associazioni, percorso, che è caratteristico della IV^ Commissione, però rimaniamo su posizioni diverse.
Non cogliere e fotografare le necessità diventa un problema enorme per una legge che dovrebbe invece avere quel tipo di caratteristica. Non servono per noi i proclami, servono asili nido, case accessibili, servizi sociali, lavoro stabile e di qualità.
Questa proposta non risponde alle sfide reali che la nostra Regione vuol mettere in campo, non è una legge di sostegno alla genitorialità, ma una dichiarazione, forse vera, identitaria. Non è uno strumento di equità, ma un manifesto ideologico.
Come relatore di minoranza esprimo una valutazione negativa e auspico che in futuro si possa lavorare insieme per una normativa che sia davvero inclusiva, concreta, sostenibile e rispettosa della pluralità delle famiglie.
Lascio poi ai capogruppo di minoranza l'espressione di voto su questa proposta. Grazie.
PRESIDENTE Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, a nome del gruppo di Forza Italia esprimo il nostro convinto e pieno sostegno a questa proposta di legge a favore della famiglia, della genitorialità e della natalità.
Una legge che rappresenta non solo un atto politico rilevante, ma un segnale forte di responsabilità istituzionale e visione del futuro. In un tempo in cui la nostra Regione e l'intero Paese affrontano sfide cruciali come il calo demografico, la fragilità dei nuclei familiari e le difficoltà nella conciliazione tra vita e lavoro, questa legge si presenta come una risposta seria, strutturata e concreta. E’ una norma che non si limita a buoni propositi, ma mette in campo strumenti operativi e risorse economiche reali, dando così forma ad una visione moderna e generativa del welfare.
E’ con particolare favore che evidenziamo l'istituzione del fondo per gli interventi a sostegno della famiglia finanziato con 400.000 euro nel 2025 e 250.000 euro nel 2026, con possibilità anche di integrare con risorse statali ed europee laddove compatibili naturalmente.
E’ un impegno chiaro e misurabile che permette di dare sostanza ad una serie di misure concrete: voucher di cura per le famiglie che assistono i minori disabili o persone non autosufficienti, contributi alla natalità e alla maternità erogati anche attraverso gli ambiti territoriali sociali, sostegno economico a famiglie affidatarie e anche adottive, attenzione alle famiglie numerose, monoparentali e in difficoltà anche economica, finanziamento di centri e sportelli per la famiglia, presidi territoriali di ascolto, orientamento e anche supporto, premialità per i Comuni che attivano progetti innovativi per la conciliazione tra vita lavoro e per l'estensione dei servizi educativi, promozione di reti territoriali e di imprese amiche della famiglia per un coinvolgimento attivo del tessuto produttivo nella costruzione di un ambiente più favorevole alla vita familiare.
Inoltre questa legge introduce strumenti innovativi e di grande valore, come il fattore famiglia che consente anche una più equa valutazione del reale bisogno dei nuclei nei servizi alla persona, valorizza le alleanze territoriali e la Consulta regionale per la famiglia in piena coerenza con il principio di sussidiarietà.
E’ una norma che, mi permetto di affermare, incarna i valori fondanti del nostro movimento, di Forza Italia, la centralità della persona, la promozione della natalità, la valorizzazione della maternità e della paternità, la libertà educativa, la tutela dell'infanzia e la difesa della dignità della vita in ogni sua fase. Non si tratta solo di sostegno economico, questa è una visione politica, una legge che costruisce una rete di corresponsabilità tra le varie istituzioni, famiglie, associazioni, enti locali e anche imprese per fare della famiglia non un soggetto da assistere, ma il cuore pulsante della comunità regionale. Per questo motivo noi voteremo con convinzione a favore di questa proposta, lo facciamo con coerenza rispetto al nostro impegno politico, ma soprattutto con fiducia nella famiglia, nelle Marche e nel futuro che vogliamo costruire tutti insieme. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Dopo 4 anni di silenzio questa proposta di legge, che unifica due testi presentati nel 2021 da Fratelli d'Italia e Civici di destra, arriva oggi all'Aula, senza che il tempo trascorso abbia davvero migliorato i suoi contenuti, al contrario essa rappresenta l'ennesimo tentativo di proporre, ma sarebbe meglio dire imporre, un'impostazione ideologica, anacronistica, una visione escludente piuttosto che inclusiva e un nuovo favore alle associazioni antiabortiste cattoliche che si vedrebbero ulteriormente avvantaggiate nella gestione delle politiche pubbliche sulle famiglie. A tal proposito è impossibile non notare l'ingresso delle associazioni ecclesiastiche prime nella gestione delle politiche familiari, una tendenza già evidente nel progressivo indebolimento dei consultori pubblici. Ora con questa proposta queste associazioni acquisiscono ancora più spazio, contribuendo a una visione conservatrice e parziale della società attuale.
Nel 2021 il Consigliere Ausili, primo firmatario della proposta originaria, aveva esplicitato la sua concezione della famiglia definendola società naturale fondata sul matrimonio. Oggi quel passaggio è stato eliminato, grazie a Dio, nel testo unificato, ma il suo spirito resta, è un esempio lampante della doppia morale della destra pronta a modificare la propria retorica quando fiuta l'aria di campagna elettorale pur di raccogliere voti. Ma allora qual è la famiglia che riconosce questa maggioranza? Solo quella fondata sul matrimonio? Peccato che perfino la Presidente del Consiglio Meloni abbia posizione più aperte al riguardo e resta tuttavia intatto il pregiudizio sulla famiglia e la sua composizione, un modello impostato dove esistono solo babbo e mamma, escludendo coppie omogenitoriali e genitori single, negando l'esistenza di tante realtà familiari diverse che arricchiscono la nostra società. A parole questa destra sostiene che la vita sia sacra, ma nei fatti sembra che solo alcune vite siano degne di tutela, nessuno spazio per chi non si adegua al modello.
Sulla natalità ancora una volta ci troviamo di fronte a soluzioni pasticciate, insufficienti. Il calo demografico non si risolve con misure tampone né con contributi a pioggia, il calo demografico, ce lo insegna il nord Europa, si risolve solo aumentando l'occupazione femminile e per fare questo è necessario garantire la parità nel mondo del lavoro, aumentare i servizi per l'infanzia e prevedere investimenti concreti che aiutino la così tanto complicata conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Invece nel testo troviamo stanziamenti ridicoli, 400.000 euro per tutta la Regione nel 2025 e 250.000 euro nel 2026, perché si sarà già votato l'anno precedente. Importi del tutto inadeguati rispetto alle reali necessità. Peraltro la proposta prevede che l'entità, i criteri e la modalità di accesso ai contributi siano stabiliti dalla Giunta, quindi noi non possiamo chiederci con grande preoccupazione quali criteri verranno decisi, considerati quelli che sono gli ideali che non fate fatica nemmeno a nascondere. Non sorprende che queste azioni non siano presenti nel bilancio della Giunta Acquaroli e nemmeno nella proposta di legge perché l'unico vero obiettivo sembra essere quello di affidare sempre più spazio alle associazioni private e confessionali, mettendo a rischio la laicità dello Stato.
Nella proposta troviamo la previsione della tutela e la promozione della vita fin dal concepimento, ma non troviamo riscontro delle misure previste per i figli che crescono. La natalità non riguarda solo la prima infanzia, ma anche l'adolescenza, l'istruzione, l'inserimento nel mondo del lavoro, eppure nel testo non si fa alcun cenno a politiche per sostenere la famiglia oltre il primo anno di vita del bambino. Per i figli cresciuti che cosa proponete? Nulla. E i consultori pubblici? Abbandonati, impoveriti, le loro porte spalancate ad associazioni antiabortiste, il tutto a vantaggio delle strutture private sempre più protagoniste della rete di assistenza familiare.
Con questa proposta si continua a depotenziare un servizio che un tempo era un'eccellenza nella nostra regione. La legge non ha altro intento se non quello di rafforzare le strutture religiose antiabortiste nelle politiche pubbliche, facendo arretrare le Marche sui temi cruciali, ma noi sappiamo che le Marche sono un'altra cosa, lo dimostreremo tra pochi mesi quando con il voto dei cittadini torneranno ad essere una Regione aperta, moderna, inclusiva, dove le scelte d'amore possono definire il concetto di famiglia, dove i diritti torneranno a fiorire, dove i movimenti femministi continueranno a essere forti e consolidati ed i diritti rispettati e dove respireremo finalmente un'area nuova. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.
Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, Consigliere, oggi l’abbiamo l'opportunità di compiere un passo decisivo per il futuro della nostra Regione mettendo al centro la famiglia, la genitorialità e la natalità.
La proposta di legge che stiamo esaminando non è una un semplice aggiustamento, ma una vera e propria rivoluzione, supera le frammentazioni di normative ormai datate, come le leggi regionali n. 30 del 1998, la n. 9 del 2003 e la n. 32 del 2014, per offrirci un quadro normativo unico, organico e lungimirante. Una visione ampia e concreta.
Questa proposta di legge è innovativa perché abbraccia un concetto di famiglia più ampio riconoscendone le molteplici dimensioni culturali, sociali e giuridiche. Non si tratta solo di parole, ma di obiettivi chiari che la Regione si prefigge di raggiungere attraverso una programmazione attenta nel rispetto dei principi fondamentali di sussidiarietà. partecipazione e solidarietà.
Tra gli strumenti più significativi vorrei sottolineare l'importanza della programmazione delle politiche familiari che garantirà interventi continuativi e soggetti a valutazioni.
Sarà fondamentale il ruolo delle associazioni in rappresentanza delle famiglie che verranno valorizzate e inserite in un registro regionale. Rilanciamo la Consulta regionale per la famiglia, potenziando la sua funzione nella valutazione di impatto familiare, uno strumento chiave per misurare l'effettiva incidenza delle nostre decisioni sulle famiglie, promuoviamo le alleanze territoriali perché crediamo nel valore della collaborazione tra gli enti locali e la realtà del territorio per rispondere ai bisogni delle famiglie.
Non dimentichiamo la festa della famiglia, un momento simbolico per celebrarla nella nostra comunità, dalla nascita al sostegno quotidiano.
La proposta di legge si traduce in azioni concrete per sostenere la natalità e la genitorialità in ogni sua fase. Pensiamo agli interventi diretti per la natalità e la maternità con contributi raddoppiati per le famiglie con figli disabili e un aiuto concreto per le spese degli asili nido.
Il percorso nascita, un sistema articolato di prestazioni per accompagnare le future mamme e i neogenitori.
Vogliamo promuovere l'informazione e la consulenza per i neogenitori nei primi 6 mesi di vita del bambino, un periodo così delicato e importante.
Un'innovazione di rilievo è l'introduzione del fattore famiglia, uno strumento per definire le condizioni economiche e sociali della famiglia nell'accesso ai servizi. Vogliamo che i Comuni possano attivare gli sportelli per la famiglia per offrire supporto e informazioni.
Non da ultimo rilanciamo il logo imprese amiche della famiglia, premiando le aziende che si impegnano a conciliare tempi di vita e di lavoro dei propri dipendenti. un aiuto concreto per le loro esigenze.
La proposta di legge non dimentica le famiglie più fragili, prevede interventi specifici per le famiglie monoparentali e i genitori separati o divorziati in difficoltà economica, così come per le famiglie numerose. Sosteniamo le famiglie in difficoltà nell'avviamento ai percorsi sportivi e nell'acquisto di materiale didattico e culturale per i figli.
Infine, un punto cruciale è la tutela della biogenitorità, fondamentale che tutte le comunicazioni importanti riguardanti i minori siano garantite ad entrambi i genitori separati o divorziati, a tal fine è previsto il potenziamento dei consultori familiari anche nel ruolo di mediazione e per i genitori soli, separati o divorziati ci impegniamo a promuovere protocolli di intesa per costruire sistemi di assistenza integrali.
Questa proposta di legge è un investimento lungimirante sulle nostre famiglie, sul futuro delle nostre comunità e sulla nostra natalità. E’ una risposta concreta alle sfide che la famiglia affronta quotidianamente, un investimento sul futuro della nostra comunità, sulla natalità e sulla qualità della vita dei nostri cittadini.
Ringrazio, infine, per questo impegno e per questo gioco di squadra l'Assessore Saltamartini con delega alla famiglia, il Presidente della IV^ Commissione Baiocchi e tutti i commissari, i dirigenti, i funzionari, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi e tutti i contributi che sono arrivati dalle associazioni di riferimento su questo tema così importante che la è famiglia. Ci auguriamo che possa ricevere il più ampio consenso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Voglio prima ringraziare anch'io tutti i membri della Commissione, in particolare i relatori di maggioranza e minoranza per l'opportunità di parlare di questa proposta di legge, che oggi è in discussione.
In fondo per chi ci ascolta questo dibattito dimostra quale sia stato in questo mandato l'approccio politico amministrativo della maggioranza, delle destre di questa Regione sulla questione della famiglia.
Il tema della famiglia è stato e sarà sempre, molto spesso, per certi aspetti controverso perché le destre rivendicano l'appropriazione ideologica della difesa della famiglia, mentre si attribuisce alla sinistra una forma modernista e contrastante con i principi della Costituzione a proposito di una serie di concessioni, di diritti, soprattutto di attenzioni ingiustificate, secondo le destre, verso la dinamica sociale delle famiglie stesse. Ma in questa legge, lo dico al Consigliere Bilò a cui voglio molto bene, davvero c'è il senso, la profondità della retorica e del niente, che peraltro su questa questione raggiunge un apice, un'iperbole incredibile. L’intervento del relatore di maggioranza su questo è esemplare. Che cosa ci saremmo aspettati? Ci saremmo aspettati che un Governo, né di destra né di sinistra, in questo caso di destra avesse in realtà affrontato il tema della famiglia, avesse sperimentato in questa Regione il tema centrale della famiglia, che purtroppo neanche a livello nazionale si ha il coraggio di affrontare, come? Predisponendo una legge regionale, si direbbe trasversale, che non partisse dalle dichiarazioni retoriche contenute in questa legge: 29 obiettivi al costo di circa 400 mila euro all'anno, vi assicuro, non so se andranno qualche centinaio di euro rispetto agli obiettivi.
Una legge, l’hanno detto il relatore di maggioranza Consigliere Mangialardi ed anche la Consigliera Bora, che non individua priorità e tempi perché è evidente che non si può fare tutto e non si può fare tutto addirittura con i fatti.
Consigliere Bilò, ma perché non siamo partiti, e lo dico anche al Consigliere Ausili, da quello che siete stati capaci di fare in questi 5 anni? Per esempio, perché non siamo partiti dalla enunciazione delle risorse che avete destinato alla famiglia. Voi avevate un programma nel 2020, la famiglia “Superstar”, le avete dedicato le briciole, l’avete umiliata. Consigliere Ausili, ci racconti quante sono state le risorse dei bilanci dal 2021 in poi, non le ha citate, glielo dico io: nel 2021 avete destinato 400.000 euro, nel 2022 476.000 euro, nel 2023 2.088.000.000 euro, ma poi, siccome non li sapete spendere, sono rimasti in cassa 1.296.000.000 euro che avete destinato al 2024, quando lo stanziamento in bilancio era pari a zero, e oggi destinate nel 2025 680.000 euro, annullando quello che avevate già previsto in bilancio, che era di 400.000 euro. Quindi, nella sostanza mettete 680.000 euro e non ci spiegate perché nel 2026 …, forse perché immaginate che ci sia il rischio di perdere, io non sono come la Consigliera Bora, lei è molto più ottimista e la ringrazio, io non so se vinceremo, ma avete fallito e avete tradito il principio del rispetto della famiglia. Questo è il senso, non entra in gioco chi ci sarà dopo, entra in gioco il fatto che voi, al di là delle parole retoriche che avete utilizzato, avete tradito la famiglia. Che cosa ci saremmo aspettati? Che parlando di famiglia, amici e colleghi dell'Assemblea legislativa, avreste parlato di casa perché alla casa, lo diceva Sant'Agostino, caro Consigliere Bilò, si allega il concetto, il valore di famiglia e voi non avete fatto riferimento al problema della casa, assolutamente sconnesso.
Con la famiglia non avete fatto riferimento alle scuole perché la famiglia deve portare a scuola, deve spendere, deve avere la possibilità di avere scuole vicine e non l'obbligo, la costrizione di averle lontane.
Non solo, avete addirittura lasciato da parte …, al di là delle dichiarazioni perché questa è una legge dichiarativa, non c'è un impegno e non ci sono neanche i soldi. Qualcuno mi potrebbe dire: "Scusi, ma che sta dicendo, per 29 obiettivi ci abbiamo messo 5 milioni”, il che sarebbe una scelta politica prioritaria, ci avete messo 680.000 euro ed io dico: vergognatevi, ma vergognatevi. La scelta ci sta, voi raccontate le barzellette e poi non ci mettete i soldi. Va bene, ma questo è il segno del vostro mandato, il segno della bandiera, il segno del manifesto, raccontate balle di fronte alla non volontà di mettere risorse.
La famiglia è il caregiver, il caregiver degli anziani, scrivete e fate riferimento agli ambiti territoriali sociali, alle Ast, ma cosa avete fatto? Non avete dato neanche i soldi per le residenze protette, quella è la famiglia, che tutela gli anziani, non le chiacchiere che leggiamo in questa legge.
Sì, lo so che faccio ridere, però andate a chiedere quando parlate di famiglia ...
Non dico neanche che tutto è possibile, però dico di non raccontare le barzellette perché questa è propaganda, è ipocrisia. Con la Consigliera Bora non ci siamo neanche sentiti, non c'è in questa legge, Consigliere Bilò, una parola; amore, non l'ho detta io, non ho questo privilegio, l'ha detta il nuovo Papa: amore perché questo è il centro, la rivoluzione, ma è una parola che non vi piace.
La reazione al niente, all'ipocrisia assoluta, che avete usato in questi 5 anni, sarebbe stata immaginare una legge trasversale, costruire, almeno secondo la mia umilissima opinione, una legge seria; si calcolano le risorse e si possono mettere 680.000 euro o 250.000 euro nel 2026 oppure si possono mettere anche 5 milioni. Poi sui 5 milioni. Consigliere Bilò, per esempio dentro un triennio, una programmazione vera, avremmo potuto dire: "Scusate, vogliamo destinarli ai caregiver? Vogliamo destinarli ad altri obiettivi?"
Questo è il modo di affrontare i temi, non raccontare le barzellette. Lo avete già fatto, questo è il senso profondo dell’umiliazione e della prostrazione di chi sta in Consiglio regionale e deve parlare della famiglia. Cosa vi vado a dire? Che cosa andiamo a correggere? Andiamo a correggere un epitaffio, questo è l'epitaffio della famiglia non una vera legge, seria, concordata, discussa, magari anche litigata, ma vera. Io avrei anche accettato 400.000 euro, ma avremmo dovuto dire: li destiniamo a questo, ci facciamo questo, così si governa. Non so se governeremo noi, ma chiunque governerà dovrà cambiare spartito, registro, altrimenti ci massacreranno, saremo affogati dalle persone che non credono più nella politica.
Rispetto all'articolo 3 programmate il futuro, ma come si può credervi se per 5 anni non avete fatto niente? Come si può credervi?
Fate un coordinamento, una cabina di regia, nelle associazioni ci siete sempre voi, c'è il Presidente Acquaroli, l'Assessore Saltamartini, il dirigente, ci siete sempre voi, sovrintendete e presidiate tutto il controllo.
Non sto dicendo delle sciocchezze, occorreva un minimo di coraggio, dove sta il coraggio sul tema della famiglia? Arrivate dopo 5 anni, ma se era una priorità, avremmo dovuto occuparci della famiglia nel giro di un anno, non una legge calesse, un epitaffio che arriva a due mesi dalle elezioni, ma come si fa? Chi vi crede? Magari vi crederanno perché le persone sono in buona fede, ma è un disastro, un dramma, un'umiliazione per un'Assemblea legislativa come questa.
Ringrazio il relatore di maggioranza Consigliere Mangialardi e la Consigliera Bora che hanno un po' caratterizzato il senso, non crediate che sia semplice, anche noi dovremmo trovare il coraggio su questo, non crediate, non lo dico rimproverando qualcuno, ma se vogliamo cambiare dobbiamo essere seri e credibili rispetto ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Consigliere Carancini, non ci sono 400.000 euro, non c'è nulla perché l'articolo dell'invarianza finanziaria dice che questa legge non ha …
Scusate, ho sbagliato, nella versione nuova ci sono 400.000 euro, non l'avevo vista, che comunque non cambiano, anche fosse … Può capitare, mi pare che anche dai vostri banchi di errori ne avete fatti tanti e tutte queste risate non le ho viste mai. Anche fossero 400.000 di euro sono pochissimi.
Il problema è la definizione di famiglia. Non che il centro-sinistra o il PD siano contrari alla famiglia tradizionale, noi siamo assolutamente a favore, la maggior parte di noi ha una famiglia tradizionale o ha avuto una famiglia tradizionale, questa non vuole essere una critica contro la famiglia tradizionale, contro il matrimonio, comunque esso sia, tra un uomo e una donna. Esistono però e non può essere negato altri tipi di famiglie, prima si diceva delle famiglie che sono basate sull'amore e questo dovrebbe bastare anche perché volendo fare un ragionamento cristiano se Dio l'ha deciso evidentemente è giusto.
Non solo questa norma non contiene risorse perché 400.000 euro in realtà sono una cifra irrisoria, ma io vedo negli obiettivi e al comma 1 punto a) la valorizzazione delle funzioni sociali della famiglia fondata su relazioni di reciprocità, di effettiva parità tra uomo e donna. Scriviamo reciprocità fra uomo e donna per quale motivo? Non è necessario scriverlo anche perché nel momento in cui si dà la definizione nell'articolo 2 della famiglia tutta la conseguenza, tutti i finanziamenti presunti e le azioni che dovranno essere finanziate, non si sa quando e come perché non è specificato, sono inefficaci. L’ha già detto la Consigliera Bora, la tutela della promozione della vita fin dal concepimento ed in tutte le sue fasi è contraria alla legge 194, questo articolo di legge è contrario ad una legge dello Stato italiano, che è stata approvata nel 1978. Mi pare anche anacronistico e poco rispettoso scrivere una cosa di genere.
La parità di genere, come abbiamo detto, non è assolutamente stata nominata, però di cose che non servono assolutamente a niente ce ne sono tante, faccio un elenco: la cabina di regia, la Consulta regionale, la valutazione degli impatti familiari; poi entriamo nel merito: la giornata della famiglia, il fattore famiglia, tutte cose che non servono a niente e che spostano l'attenzione dagli interventi necessari.
L’ha accennato prima il Consigliere Carancini, i problemi delle famiglie sono in primis arrivare a fine mese, poi sicuramente avere un'abitazione perché avere un lavoro e un'abitazione è alzare il livello di dignità della famiglia e non so se è un maschio una femmina o una femmina o un maschio.
Tornando alle cose strane, il lavoro di cura, per esempio si parla di bambini, molto bene, ma la maggior parte dei problemi oggi nelle famiglie sono legati al lavoro di cura e all'aiuto degli anziani perché non è possibile … Capisco che la famiglia non interessa, se volete interrompo il mio intervento, per me è indifferente, l'indennità per la giornata di oggi la prendo uguale, ma se uno vuole avere un …
La valutazione di impatto familiare viene utilizzata al contrario di quello che serve. E’ noto che la valutazione impatto ambientale serve alla pubblica amministrazione per valutare l'impatto che ogni scelta politica, ogni finanziamento …, quindi un insieme di atti e di attività, che vengono organizzati e studiati in maniera strategica per aiutare la famiglia, che impatta o meno nelle esigenze. Qui invece con proprio atto di organizzazione interna il Consiglio definisce termini e modelli per l'acquisizione della valutazione che viene fatta dalla Consulta. Che cosa vuoi che ne sappia la Consulta? La valutazione di impatto familiare andrebbe fatta dagli uffici e dai servizi o dalla segreteria dalla Presidenza che dovrebbero mettere insieme tutte le valutazioni fatte su ogni intervento messo in atto da diversi settori e servizi. Penso per esempio all'edilizia residenziale pubblica, alla sanità, al sociale, alla scuola e alla disabilità, tutte queste azioni vengono messe insieme con una serie di indicatori decisi a monte, poi vengono monitorate, ma il monitoraggio non lo può fare una Consulta.
Per il resto, legare il concetto di famiglia e ripetere sempre e comunque che la famiglia è quella tradizionale è secondo me una riduzione di prospettiva. Credo che si potesse allargare, pensare alla famiglia come un nucleo sociale di persone che vivono nella stessa abitazione, ma non è detto che sia così, possono anche non essere conviventi, legate da rapporti di affinità, non è detto che debbano essere legate da rapporti di parentela, e questo lo sappiamo, quindi definire all'interno della famiglia …
La famiglia è un luogo dove si coopera dal punto di vista economico e la definizione di famiglia, io mi rendo conto e capisco anche le difficoltà, è multiforme, diversa ed è difficile da definire perché la società è in evoluzione e cambia. Sicuramente non è la famiglia di Cesare, che oltre ad aver avuto quattro mogli, ha avuto il suo primo rapporto sessuale, dicono, con un uomo e non aveva una famiglia regolare. Cesare, al quale alcuni della Lega si ispirano come ideale di maschio e di uomo in famiglia. Basterebbe leggere e dire: “Noi non siamo d'accordo nel riconoscere la famiglia come la famiglia di Cesare”. Cicerone (la cui sorella con Cesare aveva avuto il figlio Bruto) aveva un po' il dente avvelenato con Cesare e diceva che sul divanetto di Nicomede aveva perso la verginità. Non è questo il tipo di famiglia al quale penso che la Lega faccia riferimento, anche se viene spesso richiamato Giulio Cesare. Credo che si potesse allargare molto di più, pensare ad una legge strategica, che vedesse coinvolti tanti altri settori, cosa che non è stata.
Mi rendo conto che ci sia stato uno sforzo perché non sono semplici questi temi, quindi riconosco che la Commissione, anche per quello che c’è stato raccontato dai nostri rappresentanti, abbia fatto un grandissimo sforzo, un grandissimo lavoro anche di ascolto e la mia non vuole essere, a parte la battuta su Giulio Cesare, una critica perché capisco la complessità, che, come ha detto anche il nostro relatore di minoranza, non ci può soddisfare perché abbiamo sistemi valoriali e visioni diverse, che non ci rappresentano da questo punto di vista.
Voglio ribadire e ringraziare per il lavoro che è stato fatto perché so che ci sono state tante aperture, ci sono state anche delle modifiche, c'è stato tantissimo ascolto. Ringrazio per quello che è stato fatto, purtroppo però siamo arrivati ad una conclusione che non ci può soddisfare, quindi vedremo poi negli articoli, discuteremo anche nel merito, ma la nostra posizione, che intanto accenno, sulla quale ragioneremo alla fine dell'esame dell'articolato, non è favorevole alla legge, pur riconoscendo lo sforzo enorme che è stato fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Parto dall'ultima frase della Consigliera Casini e apprezzo l'onestà intellettuale con cui ha testimoniato in quest'Aula la massima apertura che c'è stata nella discussione in IV^ Commissione consiliare, della quale io non faccio parte, però ho potuto in qualche modo seguire le vicende e l'iter che hanno portato alla presentazione in Aula di questa proposta di legge.
Ringraziamenti prima di tutto all'Assessore Saltamartini, ma devo dire alla IV^ Commissione, al suo Presidente Consigliere Baiocchi, al relatore di maggioranza Consigliere Ausili e al relatore di minoranza Consigliere Mangialardi. Un ringraziamento a loro e come sempre alle strutture che lavorano incessantemente per portare avanti le nostre proposte.
Io partirei da un presupposto, come ha ricordato poco fa nella sua relazione il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, avevamo una legge che ormai era datata, se non sbaglio del 1998, quindi di 27 anni fa. Il gruppo di Fratelli d'Italia ha creduto di presentare questa nuova proposta di legge quando ancora non ero entrato in questa Assise, al posto mio molto più degnamente c'era l’attuale Senatrice. Il lavoro che è stato fatto è stato lungo e in alcuni momenti anche faticoso, però oggi ci porta a discuterne in Aula per poter verosimilmente approvare questa proposta di legge.
Sono stati già detti tecnicamente i contenuti di questa legge, sono stati spiegati molto bene, secondo me, dal relatore di maggioranza Consigliere Ausili, poi entrerò poco dentro le questioni tecniche, non so se anche il Presidente di Commissione vorrà aggiungere qualcosa, però ovvio è che c'è un'impostazione valoriale, culturale, questo è fuori da ogni dubbio. Il Consigliere Mangialardi prima ha detto che c'è una diversità ideologica, probabilmente sì, magari in alcuni aspetti ci sta, non ci vedo nemmeno niente di male, non vedo nemmeno questo motivo così ostativo che ci deve portare ad essere per forza contrari. E’ ovvio che un primo passo con questa norma lo abbiamo fatto, certo, non sono tantissime le risorse, questo è vero, però in questa fase abbiamo dato un bel segnale con la speranza di poter in futuro aumentarle.
Un passo in avanti è stato fatto, ma voglio anche ricordare a chi ci ascolta, visto che parliamo di risorse, che questa maggioranza in 5 anni non ha aumentato di un centesimo le tasse. Non so se ci avete fatto caso, nella vicina Umbria uno dei primi atti che la nuova Presidente ha fatto è stato aumentare l'imposizione fiscale. Le Marche hanno fatto un'altra scelta con il Governatore Acquaroli, con questa maggioranza, tutto quello che stiamo facendo, seppur in alcuni casi con difficoltà oggettive, lo facciamo con i fondi di bilancio, senza aver tolto un centesimo in più ai cittadini marchigiani. Ci tengo a ribadirlo allacciandomi al concetto che è stato sollevato dai banchi del PD per quanto concerne le risorse, 650.000 euro non sono una grandissima somma? Probabilmente, cercheremo in futuro di sostenere ancora di più e ancora meglio questa legge.
E’ stato detto: il sostegno alle famiglie, la natalità, i contributi ai genitori sin dal periodo di gravidanza, i corsi, il sostegno psicologico, le informazioni, sono tutte azioni che secondo me possono contribuire alle nostre famiglie e sono sicuramente positive.
Rispondendo qua e là, a quello che è stato sollevato dai banchi della minoranza.
Voglio ricordare alla Consigliera Bora, che prima ha parlato dell’importanza del sostegno che si può dare alle famiglie con l'occupazione femminile, che mi sono andato a vedere proprio adesso i dati Istat nel biennio 2023-2024, l'occupazione femminile è aumentata del 3,9%, probabilmente anche grazie all'azione del governo a guida Meloni, del governo di centro-destra. Questi sono i dati Istat, non li ricordavo precisamente, sono andato a rivederli. Biennio 2023-2024: occupazione femminile +3,9%, questo credo che sia un dato inconfutabile, come i fondi del sociale che abbiamo aumentato, ribadisco, senza toccare di un centesimo le tasse dei cittadini marchigiani.
Il Consigliere Carancini prima ha sollevato il tema delle residenze protette, che in 5 anni abbiamo fatto poco, però abbiamo messo 8,5 milioni un anno fa e anche quello è un primo passo. Certamente c'è da fare di più e ne siamo tutti convinti perché non veniamo qui a nasconderci dietro la classica foglia di fico, veniamo qui a dire come stanno le cose perché dobbiamo essere onesti intellettualmente e dire soprattutto ai cittadini marchigiani quello che stiamo facendo, ripeto, l'ho detto già quattro volte e ci tengo a ribadirlo, seppure con le difficoltà che un'amministrazione può incontrare.
E’ un piccolo passo e non mi pare che negli anni precedenti, quando il PD in quest'aula aveva 16-17 Consiglieri regionali e c'era una Giunta monocolore, ci siano stati aumenti. Adesso non vorrei dire una cavolata, qui abbiamo anche l'Assessore al bilancio Brandoni, però mi sembra che negli anni precedenti non ci sia stato nemmeno questo piccolo aumento. Anche lì, vedete, piano piano qualche passo lo stiamo facendo a discapito di quello che voi dite.
C’è una cosa ricorrente che sento dal centro-sinistra, dal PD, dal vostro candidato, il problema dell’abitazione, devo ancora capire come lo vogliamo risolvere perché c'è un problema abitazione, Consigliere Carancini? C'è un problema abitazione? Va benissimo, perfetto, come vogliamo risolverlo? Capisco che fare gli annunci o fare demagogia su alcuni temi ci sta, ci mancherebbe altro, ci sta, però quando ci troviamo a governare, e molti di voi hanno governato o amministrato nei propri Comuni, dobbiamo affrontare le tematiche non solo con la giusta determinazione, ma anche con fatti concreti, che di solito hanno bisogno anche di finanziamenti, di fondi per poter essere realizzati.
Ritengo che questa sia una legge perfettibile, migliorabile, però il testo che oggi viene in Aula è, secondo me, importante, anche apprezzato dalle categorie. L’ha ricordato il Consigliere Ausili, c'è stato un confronto continuo con tutti, non solo con le associazioni, con il terzo settore, con le categorie, con le imprese, anche un confronto con l'opposizione per cui alcuni emendamenti, mi risulta, sono stati accettati in Commissione dalla maggioranza. Credo che con questa norma stiamo facendo un passo avanti significativo, poi ci possono essere tra di noi visioni ideologiche diverse, ma, come ho detto all'inizio del mio intervento, ritengo che facciano parte della normale dialettica, in democrazia ci sta e ci mancherebbe altro, viva Dio che c'è.
Sono soddisfatto di questa proposta di legge e mi auguro che anche dall'opposizione possa venire l'approvazione sul testo finale perché penso, torno a dire, che un passo in avanti ed importante è stato fatto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento breve, in primis per ringraziare la Consigliera Casini, i Consiglieri di minoranza, i relatori per avere riconosciuto un lavoro complesso, difficile, su una materia molto complicata nella quale si intersecano diverse problematiche e per fortuna anche problematiche a livello ideologico perché, è innegabile dirlo, su alcune tematiche - per fortuna, sennò anche i nostri elettori potrebbero sostenere che alla fine la pensiamo nella stessa maniera - abbiamo una visione diversa ed è legittimo che noi abbiamo un'idea di famiglia. Comunque sia anche in questo caso non vedo e non rinvengo soluzioni di chiusura anche perché si tratta di problematiche legate alle famiglie monoparentali, alle famiglie con genitori divorziati, separati, problematiche di criticità nell'ambito dei figli relative sia alla fase pre nascita che a quella post nascita. Non rinvengo alcun tipo di forzatura ideologica, come mi è sembrato di sentire.
Capisco che a livello strategico può essere più utile per i Consiglieri di minoranza portare alcune tematiche all'interno dell'Aula e non in Commissione, che è stata molto aperta a ricevere le sollecitazioni, anche gli emendamenti giusti del Consigliere Carancini su alcuni temi.
Non vedo questo problema, comunque vorrei riconoscere un plauso al primo firmatario, al Consigliere di maggioranza Ausili, per l’enorme lavoro, anche di mediazione, di concertazione, fatto con le istituzioni, gli stakeholder del settore, con le associazioni familiari, che hanno dato un contributo importante. Un lavoro fatto di concerto con l'Assessore Saltamartini, che ha la delega alla famiglia.
Secondo me questo è un giorno molto importante perché questa è la visione di famiglia che quest’amministrazione ha ed è una legge che secondo me caratterizza una legislatura perché le nostre forze politiche hanno un'idea molto chiara di quella che è la famiglia, dell'aiuto che questa deve avere.
Per me è un giorno importante, mi congratulo con tutta la maggioranza e mi auguro che ci sia condivisione, anche se ho capito che ormai su determinate tematiche, purtroppo, non si riesce a trovare un punto d’incontro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Intervengo perché poi, purtroppo, mi dovrò assentare, quindi voglio portare il mio contributo alla discussione di un tema che chi è intervenuto prima di me, anche dai banchi dall'opposizione, ha ritenuto ed ha considerato particolarmente importante.
Voglio per certi versi prendere dalle critiche delle opposizioni le cose positive perché se dobbiamo iniziare un confronto fatto di critiche aspre, di insulti e di reciproche considerazioni credo che non facciamo un servizio alla politica, che insieme nel ruolo rispettivo di maggioranza e di opposizione siamo chiamati a fare.
Mi prendo la parte positiva quando la capogruppo Consigliera Casini riconosce il grande lavoro che è stato fatto in Commissione. E qui faccio una sorta di considerazione perché più volte, ne abbiamo parlato, c'è la retorica dell'Aula che non è il lavoro che viene svolto in Commissione, non solo su questa legge, ma su tutte le riforme che abbiamo portato e discusso in questi quasi 5 anni di amministrazione regionale.
Se trovo una critica da fare al Partito Democratico è la capacità di essere per certi versi multiforme e all'interno di questo dibattito, fin dall'inizio di questa legislatura, abbiamo un Partito Democratico che nel ruolo dell'opposizione non ha avuto modo mai di affrontare. Lo dico perché sull'opposizione sono abbastanza ferrata avendola fatta per tanti anni a Macerata. Allora, dico che il Partito Democratico ci ha insegnato in questi 4 anni ad essere per certi versi abbastanza camaleontico. La critica del non rispetto di questa famiglia, della famiglia tradizionale, l’ha fatta il Consigliere Carancini anche in tono abbastanza forte. Voglio ricordare che all'articolo 1 della legge viene richiamata la Regione nel rispetto della Costituzione e delle leggi statali ed il comma 5 dell’articolo 4 della legge statutaria riconosce, tutela e promuove i diritti della famiglia. Mi chiedo: di quale famiglia dobbiamo parlare? Abbiamo citato Sant'Agostino e poi abbiamo citato …, da questo punto di vista noi abbiamo cercato di fare una legge … Scusate, sento un brusio, sono stanca, la voce non ce l'ho.
Abbiamo per certi versi fatto riferimento - viviamo in uno Stato con le sue leggi, non siamo uno Stato confessionale, siamo uno Stato laico - al concetto di famiglia che richiama la Costituzione e le leggi del dello Stato, e su questo credo che non ci sia bisogno di un’interpretazione autentica. I presunti diritti, non si capisce bene di chi …, anzi io dico questo e faccio una considerazione di carattere generale: questa è una norma molto ambiziosa, lo dico all'Assessore Saltamartini che ha tra le tantissime deleghe anche quella alla famiglia, che ha tentato di prendere la vecchia legge sulla famiglia e di fare degli enormi passi in avanti. Certo, rispetto a un Partito Democratico che va alla ricerca con la lente di ingrandimento delle critiche e questo in un'ottica di polemica, adesso che siamo in campagna elettorale, è abbastanza scontato. Venite a dire che dovevamo parlare di casa, beh, questo mi pare oggettivamente eccessivo.
Se devo fare io una critica - mi metto sempre nell'ottica dell'autocritica e questa una volta era una cosa che la sinistra sapeva fare – è che ci sono molte misure ed indubbiamente le risorse non sono infinite, purtroppo sono finite e questo per una grande cautela di governo. Qualcuno ci ha detto: "Perché avete iniziato e poi l'avete portata adesso?" Perché in questi 4 anni e mezzo di esigenze e di emergenze ce ne sono state tante.
L’ha ricordato il capogruppo Consigliere Livi, noi abbiamo la presunzione di non aver aumentato le tasse dei cittadini. Questo significa che le famiglie se la passano bene? No, non se la passano bene perché stiamo vivendo un momento internazionale pesantissimo - adesso non voglio parlare della situazione internazionale che stiamo vivendo – e con tutte le difficoltà del caso - l’ha ricordato il capogruppo Consigliere Livi - mi pare che sia il Governo nazionale che il Governo regionale stanno a piccoli passi ….
A me piace, Consigliere Livi, parlare della politica dei piccoli passi, io non ho mai cercato di fare il passo più lungo della gamba per ovvi motivi, altrimenti cado e mi faccio male e nella mia condizione non me lo posso permettere. Ho sempre cercato di essere molto equilibrata e plaudo all'amministrazione regionale che con grande equilibrio e con grande misura …, che va riconosciuta al Governatore Acquaroli, che per alcuni è scarsità di coraggio, per altri e per me è la capacità di tenere in equilibrio delle situazioni difficilissime da governare per il contesto nazionale, regionale, quindi nazionale e internazionale. Riuscire a tenere un equilibrio è segno di capacità di governo a mio avviso.
Si può migliorare? Hai voglia se si può migliorare, anzi si può fare molto meglio in un'ottica di autocritica, che io cerco di coltivare perché sono molto rigida con me stessa e cerco di esserlo anche con chi gli è toccato di governare con me, lo dico agli amici di Fratelli d'Italia, all’Assessore, un po' a tutti . La mia è una storia abbastanza particolare, sono una persona che ha cercato di mantenere coerenza e credibilità in un mondo in cui a livello politico non sempre è molto facile.
Noi abbiamo fatto una legge che è piena di misure e che cerca di guardare a un altro tema, che mi pare stamattina non sia stato toccato, però sono entrata tardi, Consigliere Ausili, forse l'ho perso, che è quello della denatalità, questione sulla quale ci dovremmo tutti misurare, sulla quale il governo sta cercando di agire, ma non è facile perché è una problematica atavica di questo Paese, che ha radici profonde, sulla quale si misurerà la nuova amministrazione regionale ed il governo nazionale.
Il Consigliere Carancini ha detto: "Non so se vinceremo”, io spero che vinceremo noi. Lo dico bisogna – e qui apprezzo la sua cautela - essere cauti, non sottovalutare l'avversario anche se il candidato del centro-sinistra mi pare che sia partito con un modo di fare e con un'aggressività che a mio avviso sono foriere di attenzioni. Ieri mi pare che abbia detto che si parte da Osimo, su Osimo qualche problema c'è stato, è inutile negarlo, ma tutta questa grande sicurezza al suo posto non l'avrei, sarei molto più cauta anche perché se penso a quello che è successo al Sindaco in quel di Pesaro.
Ritornare oggi, e qui sottolineo l'affermazione della capogruppo Consigliera Casini, sulla legge n. 194, beh, questo mi pare troppo. Noi abbiamo cercato di fare in questa legge un'altra cosa, come abbiamo tentato di fare con la riforma sulla sanità, noi abbiamo cercato e stiamo cercando di governare, non è semplice, un altro tema sul quali le Marche hanno un gap da recuperare, quello del socio-sanitario: la maggiore concertazione, la capacità di lavorare insieme del sociale e del sanitario, anzi la maggiore capacità di
lavorare insieme. Punto.
Questa legge produrrà i suoi effetti con la nuova amministrazione regionale, che io mi auguro sia la nostra, produrrà i suoi effetti con un grande lavoro di messa a terra da parte della nuova Giunta regionale, che mi auguro sia capeggiata dal Governatore Acquaroli, un grande lavoro dei territori per una famiglia secondo le leggi dello Stato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Vorrei partire commentando il titolo di questa legge: “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità”. Conosco tantissime persone che si sono trovate alle prese con le difficoltà di avere un figlio, una figlia, il principale problema per molti è quello di dare un tetto alla propria famiglia ed è inutile che continuiate a dire che la casa non c'entra, dato che oggi una delle difficoltà principali consiste proprio nel trovare una casa accettabile, anche in affitto, che risulta introvabile persino a costi esorbitanti.
Cosa ha fatto per agevolare la genitorialità sotto questo punto di vista il Governo Meloni? La legge di bilancio 2023 ha azzerato il fondo destinato al sostegno degli affitti e per la morosità incolpevole, nella legge di bilancio 2025 zero risorse per le politiche per la casa. Avevamo chiesto alla Giunta Acquaroli di provare a rimediare e provvedere in qualche modo per compensare, anche su questo zero euro.
L'altro motivo, tra i principali, per cui ci sono state molte proteste e movimenti in tutta la regione, in particolare a Pesaro, riguarda i posti nei nidi d'infanzia. Ebbene, l'anno scorso la Giunta Acquaroli cosa ha fatto? Ha azzerato le risorse del proprio bilancio, utilizzando solo ed esclusivamente fondi europei. Nella discussione del bilancio a dicembre nessuno si era accorto che le risorse disponibili erano solo quelle dei fondi europei, che hanno creato problemi enormi. Non lo sapeva nessuno qui in Aula, se volete riguardatevi i video, nemmeno il Presidente Acquaroli che è scattato sulla sedia andando a chiedere informazioni. Le risorse europee hanno creato enormi problemi ai Comuni perché erano vincolate a determinati scopi, quali ad esempio i voucher per le riduzioni, ma non consentivano altre possibilità di utilizzo ai Comuni, che invece avevano bisogno in particolare di aumentare i posti, di assumere personale per l'incentivo e l'aumento dei posti nei nidi d'infanzia.
Questi sono due semplici esempi concreti a cui potevate dare risposta in questi 5 anni. Risposte che non sono mai arrivate né sulle agevolazioni per gli affitti né sulle agevolazioni per i nidi di infanzia, addirittura avete usato solo fondi europei, togliendo quelli propri della Regione, figuriamoci quelli del Governo Meloni.
Per quanto riguarda poi l'aspetto valoriale, con la definizione di famiglia presente all'articolo 2, voi stessi avete rivendicato l'orgoglio di definire la famiglia come quella composta da un uomo e da una donna, seppur monoparentale. Vi chiedo anche un po' di coerenza perché vi va bene che ci siano un uomo e una donna, seppure separati come i vostri leader. La Presidente del Consiglio Meloni non si è nemmeno mai sposata, è sotto gli occhi di tutti, ma ha avuto un figlio e non mi risulta che sia un bello esempio di famiglia. Il Segretario della Lega probabilmente è stato sposato, non so se una o due volte, comunque è separato e non mi pare sia nemmeno lui un bel esempio di famiglia ideale per la nostra chiesa cattolica. Vogliamo passare a Forza Italia con il modello Berlusconi? Ve lo risparmio perché è già sotto gli occhi di tutti, mi permetto di dirlo senza che il Consigliere Baiocchi sotto commenti. Siamo personaggi pubblici e la vita dei leader dei nostri partiti è sotto gli occhi di tutti, ho parlato dei vostri ora parlo della mia. La nostra leader è sposata con una donna ed io mi auguro che possa essere considerata una famiglia a tutti gli effetti perché gli unici requisiti per essere una famiglia sono quelli che non avete scritto: l'amore, il rispetto, la lealtà. Questi sono gli unici requisiti, non questa misera legge che mette dei soldi per cosa? Addirittura date ai Comuni contributi solo se la famiglia ha 4 figli, senza dire neanche qualcosa sul reddito. Conosco numerose famiglie che hanno 4 figli e sono milionarie, possono permettersi 3 tate. Almeno cercate di dare dei contributi ai Comuni non in base al numero dei figli, ma in base ad altri requisiti. Non solo, aggiungo che i contributi che avete messo all'articolo 17, o 16, 17 mi pare, per famiglie fragili in difficoltà economica riguardano l'acquisto di libri e le attività sportive, che vanno benissimo, ma in teoria ci sono anche adesso. Quindi, non la considero una legge rivoluzionaria e utile dal punto di vista concreto perché dovevate attivarvi in questi 5 anni, lo ribadisco per la terza volta, per gli affitti, che il governo Meloni ha azzerato, e per i posti nei nidi d'infanzia. Non l’avete fatto.
Se volete farne una bandiera dal punto di vista valoriale io mi sentirei in imbarazzo perché, ribadisco, i requisiti per una famiglia non sono quelli che sbandierate, iniziate a guardare i vostri leader, invece che presentare una legge così ideologica, che dimostra solo una vera e propria ipocrisia nei valori che sbandierate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Intervengo perché nel dibattito che si è sviluppato su questa materia probabilmente è sfuggito un elemento, che è costituito dal fatto che in Italia c'è il diritto di costruire il proprio modello di famiglia secondo non criteri stereotipati, ma secondo criteri protetti in Costituzione. L'articolo 29 della Carta costituzionale nasce da una sintesi tra le diverse anime dell'Assemblea costituente, che aveva previsto anche il concorso delle sinistre, dei comunisti, addirittura dei socialisti. Avevano immaginato una società naturale fondata sul matrimonio in perfetta assonanza con uno dei valori della nostra religione, le nostre origini giudaico-cristiane che identificano il rapporto tra un uomo e una donna e i figli. Chiaramente questo modello è entrato in crisi con gli sviluppi civili non solo in Italia, ma anche nell’Occidente e oggi c'è anche un altro modello, un modello di famiglia che si basa sull'articolo 2 della Carta costituzionale che tutela non solo i diritti fondamentali dell’individuo, ma anche quelli delle formazioni in cui si svolge la personalità. Quindi non possiamo misconoscere o sottacere il fatto che esiste un diritto di libertà familiare che è previsto e ha rilevanza costituzionale. Noi difendiamo il modello stabilito nell'articolo 29 della Costituzione perché esso si fonda sui valori tradizionali della storia del nostro Paese. Uno dei filosofi recentemente scomparso, uno dei più importanti della tradizione liberal cattolica del nostro Paese che ha scritto tanti libri tra cui “I valori dimenticati dell'Occidente”, evidenzia che nella repubblica ideale Platone immagina che i bambini debbano nascere senza conoscere i propri genitori in modo tale che non vi sia l'egoismo affettivo, non vi siano i problemi susseguenti a questo, in realtà è un modello che dal punto di vista sociale crea numerosi danni. Era uno dei filosofi italiani più importanti a livello internazionale, mondiale e in un colloquio con Papa Wojtila domandò: “Santità l'identità tra il genere umano e la divinità in che forma si esplicita dal momento in cui la divinità ha le tre forme: padre, figlio e spirito santo?”. Il Papa rispose: "L'identità dell'umanità con la divinità si identifica in un rapporto di amore padre, figlio e figli”. Mi pare di poter dire che c'è tutto il diritto da parte nostra di difendere questo sistema di valori, che non significa identificarsi con i peccati di chi tradisce la moglie o di chi si separa, questo non c'entra nulla con la tradizione cristiana della religione, il modello che noi identifichiamo della nostra famiglia è questo modello, un modello valoriale che ha dei principi fondamentali e che identifica una protezione non tanto del diritto di libertà delle persone, ma soprattutto nel fine più importante che la famiglia persegue, che non è solo l'unione tra persone, ma il dovere di mantenere, istruire ed educare i figli.
Il tema di cui noi ci stiamo occupando è la finalizzazione della famiglia in una società moderna e avanzata e noi riteniamo di poter dire che questo modello è quello che noi riteniamo più rispondente non solo ai valori della tradizione giudaico-cristiana, ma anche ai valori dell'Occidente. Questo non significa che si va a negare, ripeto, la rilevanza di diverse unioni che sono basate sulla convivenza, che sono tutelate dagli articoli 2 e 30 della Carta costituzionale.
Questa legge ha il difetto di tante leggi che noi abbiamo approvato, ogni norma ha una sua funzionalizzazione in base alle risorse che si impiegano per realizzare un certo fine. Nella mattinata la discussione sul diritto alla sanità si è sviluppata intorno all'idoneità o alla congruità delle misure che noi mettiamo in campo per garantire il diritto alla salute, in questo caso la finalizzazione della famiglia.
E’ chiaro che l'opposizione ha tutto il diritto di rivendicare che vengano impiegate maggiori risorse per raggiungere finalità di importanza fondamentale, teniamo conto che il problema delle famiglie, dell'affiliazione, dell'educazione dei figli è il tema dei temi in una società che invecchia e che ha nella regione Marche una delle regioni a più alto invecchiamento a livello non solo nazionale, ma internazionale. I
Il tema politico dei fondi che vengono impiegati nelle misure sociali, penso che non sia un problema delle maggioranze perché qualunque maggioranza o istituzione di un Paese impiega le risorse che ha a sua disposizione, non è che qui c'è una scelta negativa di privare questo settore di risorse per favorirne altri. In questo momento il bilancio del nostro Paese a livello nazionale e a livello regionale risente delle criticità di politiche sbagliate, anche preesistenti, che registrano nel nostro Paese dei dati che sono molto evidenti. Di fronte a una spesa pubblica italiana di 1,100 miliardi, un Pil di 2,200 miliardi, 320 miliardi sono spesi per la spesa previdenziale, 136miliardi per la spesa sanitaria, 73 miliardi per l'istruzione e 100 miliardi per gli interessi sul debito pubblico.
In prossimità delle elezioni ci si lamenta che la maggioranza avrebbe la responsabilità di non impiegare troppe risorse, ma abbiamo anche una responsabilità politica istituzionale perché non si vota domani, si vota forse il 21 settembre.
Probabilmente dobbiamo anche capire che questa legge è un primo passo per riconoscere i diritti di cui ho parlato prima, che non sono solo i diritti degli individui, ma soprattutto la finalizzazione per la prole, per i figli di queste famiglie, oltre che al rapporto coniugale.
Ritengo di poter ringraziare a nome della Giunta regionale e del Presidente Acquaroli la Commissione che si è occupata di questo disegno di legge. il suo relatore ed anche l'opposizione per le critiche legittime che sono state esplicitate e che verranno esplicitate, ma è un passo significativo, importante allor quando si tiene conto che gli sviluppi dei valori umani sono ampi e saremo sempre chiamati a reintervenire sul concetto di famiglia e soprattutto sulle misure finanziarie che gli enti pubblici possono mettere a disposizione di queste finalizzazioni, che credo nessuno possa immaginare che possano venir meno rispetto alla finalità più importante che la famiglia persegue, che è quella di mantenere, istruire ed educare i figli secondo le proprie capacità.
Mi pare di poter dire a nome della maggioranza e della Giunta regionale che è una giornata importante questa, seppure dopo 5 anni di governo, che consente anche alla nostra coalizione, che non è composta di un unico partito, ma da più partiti, di mettere insieme diverse visioni. Mi sembra un risultato positivo da cui partire. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Ha la parola, per replica, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per l'intervento. Per il resto sono un po' dispiaciuto perché per qualcuno non c'è stato molto impegno nel tentativo di portare oggi argomentazioni reali. C'è chi si è fermato a commentare il titolo, chi ha parlato di tradimento, massacro, balle, ma queste cose preferisco non commentarle, c'è chi ci ha additato come persone che usano la retorica e nello stesso momento ci hanno invitato ad inserire l'amore in questa legge. C'è chi parla di una Consulta regionale che non avrebbe competenza nelle valutazioni di impatto familiare, dimenticandosi, non avendo mai approfondito, che la legge vigente stabilisce già questo e in qualche modo anche andando a offendere le competenze della stessa.
Soprattutto, signori miei, c'è stato da parte del Partito Democratico un triste richiamo ai posizionamenti ideologici, di cui l’attuale Presidenza sta facendo opera fondativa del loro essere partito e politica. Non so che cosa porterà questo, fate quello che volete, vi distanziate in qualche maniera da tutti, è però un evidente isolamento che state operando. Vi distaccate da noi? Va bene, ci può anche stare, buttarla così come avete fatto voi sul piano ideologico in epoca di campagna elettorale immagino che dal vostro punto di vista possa avere un senso, però vi distaccate, vi isolate anche rispetto a tutto quel grande movimento che c'è stato in questi 4 anni per questa legge, cioè quelle decine e decine di associazioni, ordini professionali e vari soggetti istituzioni che si sono mossi intorno a questa proposta di legge, che l'hanno sostenuta e che hanno contribuito a migliorarla insieme anche a voi perché qualche emendamento vostro è stato ammesso, anzi tutti gli emendamenti che avete presentato sono stati approvati in Commissione.
Una Consigliera vostra dice che ci sono stati 4 anni di silenzio, no, ci sono stati 4 anni di lavoro con tante persone, dalle quali oggi prendete le distanze perché buttate all'ortica questo lavoro importante, quest'opera di condivisione buttandola totalmente sul piano ideologico. Vi distanziate da noi, va bene, vi distanziate dal territorio, da questi soggetti, ma vi distanziate pure dalla Costituzione perché se vi lamentate del fatto che noi all’articolo 1 citiamo la Costituzione per definire la famiglia vuol dire che prendete le distanze dalla stessa. Fate un po' voi, se questa è una cosa giusta e buona. Vi buttate totalmente a capofitto su una critica che secondo voi va a concentrarsi sul fatto che questa è una legge regionale sulla famiglia tradizionale, non riuscite però a individuare un rigo della proposta di legge regionale nella quale questa roba si incarnerebbe, com'è che non lo trovate? Perché non c'è, perché è una proposta di legge molto equilibrata.
Anche sull'interruzione di gravidanza ci avete provato anche qui, si cita addirittura nel corpo della legge. che non andrebbe neanche fatto perché è ovviamente scontato, la legge n.194 del 1978, da lì ovviamente si lavora e si parte, magari nella piena attuazione di quella legge.
Poi quando si parla di parità di genere vi lamentate del fatto che in un certo passaggio si parla di effettiva parità tra uomo e donna e pensate che questo sia un riferimento alla famiglia tradizionale, ma questo è il riferimento alla parità di genere che voi stessi vorreste citare sempre. Voi dite che non c'è vera parità di genere se non c'è occupazione femminile. Ma certo, è vero, infatti apprezziamo tanto il fatto che grazie al Governo nazionale si stanno raggiungendo i massimi valori di occupazione femminile da tanti anni a questa parte, mentre qualcuno invece spreca tempo a concentrare le sue battaglie sulla parità di genere, dovendo per forza introdurre parole come Assessora, Presidenta o robe varie.
Parliamo di cose concrete, l'impianto finanziario c'è, guardatelo, ci sono 700 milioni di euro da qui alla fine del 2026, quindi nei 18 mesi. Il relatore di minoranza parla di altre leggi regionali e le confronta con questa. Ma voi ci avete lasciato la legge regionale n. 30 del 1998, fatta di 5 articoli ,che non muoveva nulla e che gridava vendetta rispetto a quello che invece serve alle famiglie. Con questa legge si va avanti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Pochissime cose perché penso che i colleghi abbiano dato un contributo importante.
Parto apprezzando l'intervento del Consigliere Livi perché non necessariamente dobbiamo giungere ad una condivisione. Ci sono elementi che, l’ha detto anche il Presidente della Commissione, che ringrazio per il lavoro che abbiamo fatto, lo dico in maniera irrituale, ho aperto la relazione con il ringraziamento su quello che è stato fatto, un importante percorso di partecipazione, di condivisione, erano inconciliabili e il Consigliere Livi l'ha sottolineato.
Abbiamo dei temi rispetto ai quali non possiamo arrivare a sintesi, ma non vuol dire che siamo cattivi e che voi avete sbagliato tutto, non è pensabile. Non è che le associazioni ci condanneranno perché non abbiamo votato - sentiremo i due Capigruppo - quest'atto, non è così.
Ritentare per forza su un tema così delicato, strategico, importante, articolato, la conciliazione delle nostre posizioni è sbagliata perché i passaggi sono inconciliabili. Ci sono state da parte vostra grandi aperture, da parte nostra bei contributi, però vi assumete la responsabilità di votare una legge che per me è ideologica, l’abbiamo ribadito, e con quel tipo di taglio è stata costruita, e lo dico oggi, dopo 4 anni, volutamente con quel tipo di impostazione. Non andrei adesso …, mi spiace che non ci sia la Consigliera Menghi, se si ribadiscono delle posizioni vuol dire che cerchiamo lo scontro per forza. E’ proprio di tutt'altro profilo, abbiamo fatto uno sforzo, giustamente ha detto il Consigliere Ausili che avevamo una legge anchilosata e avevamo bisogno di un ripensamento, per noi quel ripensamento non è andato nella direzione che pensavamo e che ritenevamo importante per fotografare e guardare in prospettiva questa comunità.
Rimaniamo su posizioni diverse, ma non vuol dire che non continueremo a collaborare come abbiamo fatto, soprattutto nella nostra Commissione, per cercare di migliorare i testi.
I numeri in democrazia vengono assegnati anche per farvi assumere responsabilità e coerenza rispetto alle impostazioni che avete, per noi ideologiche, ma non va letto in modo negativo. L'impostazione ideologica in questo caso specifico distingue una visione diversa della famiglia e soprattutto delle soluzioni che devono essere applicate. Grazie.
PRESIDENTE Andiamo adesso sull'articolato, vi prego, siccome ci sono 33 articoli, di rimanere ai vostri posti, così facciamo una votazione. Non ci sono emendamenti, salvo interventi su dichiarazioni di voto. Mi rivolgo al Consigliere Cesetti, mi faccia cenno quando vorrà intervenire in merito. E’ il più attento agli aspetti specifici dell'articolato. Lo dico seriamente.
Rimaniamo ai nostri posti, non ci assentiamo, altrimenti rischiamo ogni volta di attendere e ripetere la votazione.
Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Lei se le va cercando. Oggi stia tranquillo perché, l'hanno già fatto i Consiglierei del gruppo, non devo intervenire. Grazie.
PRESIDENTE. Era un totale ed oggettivo apprezzamento perché so che in genere è il più puntuale su queste cose, ovviamente anche gli altri sono molto attenti agli aspetti che riguardano l'articolato delle proposte di legge.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Compreso il voto contrario del Consigliere Mangialardi.
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi piaceva sottolineare, Presidente, mi è sfuggito e forse ero distratto, che il Partito Democratico ha contribuito rispetto alla questione degli obiettivi, i famosi 29 obiettivi di cui all'articolo 2, all'articolo x, cioè quello che riguarda il sostegno alle coppie con problemi di infertilità attraverso azioni di promozione, informazione delle tecniche e dei servizi erogati in materia di procreazione medicalmente assistita, anche con contributi di natura economica per le coppie in condizioni difficoltà.
Non c'è una rivendicazione meritoria, lo dico nonostante non ci sia la Consigliera Menghi, che ha detto che in fondo noi siamo distanti dalla realtà. Questo lascia un po' stupiti perché, senza commentare l'obbrobrioso intervento politico del Consigliere Ausili, la realtà necessita di un'attenzione e di una sensibilità rispetto al sogno di avere un bambino, a cui non avevate prestato attenzione.
Lo dico solo per sottolineare in realtà la distanza tra i temi centrali della famiglia, che sono: la casa, le questioni sociali, gli anziani dentro le nostre case, le tematiche riguardanti la scuola, temi cruciali e sociali che sono necessariamente connessi alla famiglia.
Il peccato originale di questa legge - e mi scuso se ho criticato il Consigliere Ausili, lo faccio con la mia passione, senza un insulto, ma con la mia passione - è connesso a questo, è legato a questo. E’ un peccato originale che, ribadisco, è indifferente al tema della necessità di collegare la famiglia alle politiche della famiglia, ai temi che abbiamo sottolineato e all'insufficienza delle risorse che sono davvero ridicole.
Il Partito Democratico al tema della procreazione medicalmente assistita ci teneva ...
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Nella velocità del passaggio, nel dibattito relativo all'articolo e alla dichiarazione di voto ogni tanto ci siamo persi.
Vorrei tornare sul tema, l'articolo 4 mi dà l'occasione, e sulla natura ideologica di questa legge che fa riferimento, almeno per noi, alla sola famiglia composta da uomo e donna, come viene ribadito nella Costituzione, ma il filo conduttore è questo. Dico pure che i tempi della discussione, ahimè, non ci hanno dato una mano perché siamo arrivati dopo 4 anni e la facciamo proprio nel momento in cui c'è una sentenza storica della Corte costituzionale, nonché un importante pronunciamento del Tribunale di Ancona in merito ad una coppia omosessuale di Pesaro a cui è stato permesso di adottare un figlio nato da madre surrogata. Mi vorrei concentrare, solo come battuta, sulla sentenza n. 69 del 22 maggio 2025 che ha stabilito in modo netto la possibilità della fecondazione assistita per le donne single, e cito testualmente a beneficio dell’intera Aula il comunicato stampa diffuso dalla Corte costituzionale: “Non sussistono ostacoli costituzionali ad un'eventuale estensione da parte del legislatore dell'accesso alla procreazione medicalmente assistita anche ai nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, nello specifico nelle famiglie monoparentali”. Questa era un'impostazione che dovevamo correggere, anche se voleva dire farlo quasi in corsa per evitare di avere questa cosiddetta famiglia tradizionale di stampo ottocentesco, invece avremmo potuto ripensare anche al contributo che noi abbiamo dato in questi anni. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 13 Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 14. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Consigliera Battistoni? Non prende? Allora aggiungiamo voto favorevole.
Articolo 15. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 16. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 17. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 18. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 19. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 20. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 21. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Voto favorevole del Consigliere Putzu.
Articolo 22. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 23. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 24. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 25. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 26. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 27. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 28. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 29 Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 30. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 31.
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per fare due brevissime considerazioni. L’articolo 31 è l'emblema del fatto che questa legge vuol cambiare tutto, ma in realtà non cambia nulla. Lo avevamo anticipato già in sede di discussione, risorse praticamente inferiori a quelle degli anni passati, addirittura nel 2026 le riduciamo a 250 mila euro.
La seconda considerazione è sul valore dell'Assemblea legislativa, come si può immaginare l'approvazione di una legge così importante senza avere il Presidente della Giunta regionale in Aula, discutiamo non so da quanto tempo, da ore, senza che abbia voluto essere presente alla discussione, ascoltando e in una qualche maniera partecipando.
Certo, qualcuno può dire: "Ma che ce ne importa?" No, ritengo che invece sia un fatto politico, che peraltro si perpetua da 5 anni. Il Presidente Acquaroli non partecipa alle discussioni, è indifferente alle discussioni su tutte le delibere centrali. Questa è la legge sulla famiglia partorita in 4 anni, il Presidente della Giunta regionale magari avrà altri impegni, ma l'abbiamo visto qui in giro, non partecipa alla seduta di approvazione, arriverà, quando deve premere il ditino arriva. Penso che non sia una bella immagine su una legge centrale e strategica delle destre. Il Presidente Acquaroli è “latitante”, latita sulla partecipazione, discussione e confronto ed io credo che non sia un fatto irrilevante, è un fatto serio di come si intende interpretare da Presidente della Giunta regionale la discussione in Aula.
Vedo di fronte a me un ex collega, non so quale sia stata la sua attività, ma ha fatto il Sindaco e sono quasi certo che difficilmente l’Assessore Brandoni non è ...
PRESIDENTE. Ha la parola Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Non è vero che sono inferiori, per anni e anni sono state usate solamente le risorse derivanti dal fondo nazionale per la famiglia con una percentuale di cofinanziamento regionale assolutamente …, sì, invece, attraverso questa legge regionale si arriva ad impegnare risorse proprie della Regione Marche, come non era accaduto. Questa cosa caro, Consigliere Carancini, è accaduta anche grazie e soprattutto all'impegno del Presidente Acquaroli, dell'Assessore Saltamartini e di questa Giunta, un impegno che c'è stato passo nella costruzione di questa legge e nel riuscire a mandarla avanti, cercando di darle sostanza economica anche nelle difficoltà del nostro tempo, che ben sapete.
Oltretutto vedo che il Presidente è tornato, quindi mi pare che il suo intervento sia totalmente fuori bersaglio. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 31. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Dichiarazione di voto sull’intero articolato della legge da parte dei gruppi consiliari.
Faccio l'intervento io che non sono mai intervenuto. Vorrei sottolineare che, al di là dell'ampio dibattito che ha visto tesi contrapposte di ordine generale dal punto di vista di quello che può essere la nostra società futura, anzi la nostra società attuale, è un dibattito che rende ricco l'argomento e che ci porta con attenzione a valutare quelli che sono i due grandi profili su cui possiamo andare. Continuo a pensare che lo scontro sul dibattito possa costruire una via di mediazione e contemplare un aspetto che viene definito “tradizionale”, che in realtà è molto più moderno di quello che noi tutti oggi immaginiamo, sia tradizionalisti che innovativi, rispetto a quello che invece la società ci propone con forme diverse di un rapporto che in qualche modo si può qualificare la crescita comunitaria di quello che è l'affetto fra due persone può dare.
Questa è una proposta che diventa legge e mette al centro la persona, la comunità. E’ quello che noi facciamo anche con richiami morali a personalità che spingono dal punto di vista delle confessioni religiose a farlo, che favorisce la partecipazione attiva ai responsabili dei cittadini ed in qualche modo introduce misure innovative come la cabina di regia per le politiche familiari, che è una cosa davvero innovativa rispetto alla legge del 1998, precursora di questi aspetti. Ma oggi il mondo ci impone, l'aspetto contestuale in cui viviamo ci impone anche il potenziamento di strumenti già esistenti, con l'obiettivo di migliorare sia la qualità della vita in generale, ma soprattutto valorizzare e rendere di nuovo forte la dignità delle famiglie. Fare questo non credo che sia un esercizio retorico dei tradizionalisti, dei bigotti, di coloro che in qualche modo si richiamano ad un’azione che guarda al passato, ma significa mettersi in gioco e non mancare di affrontare aspetti fondamentali, la conciliazione fra vita familiare e vita lavorativa e sostenere soprattutto quelli che sono gli aspetti più fragili di qualsiasi comunità, che si voglia chiamare famiglia, come la chiamo io, come la chiamano tantissimi rappresentanti del mondo politico, che si voglia chiamare unione o convivenza come tantissimi altri rappresentanti vogliono fare.
Il dibattito è stato a mio avviso ricchissimo di spunti e penso che la stesura di questa proposta di legge sia altrettanto ricca di valutazioni, che in qualche modo arricchiscono la comunità marchigiana e pongono la proposta di legge, che diventerà, presumo, con la votazione finale legge, un punto di partenza che rinnova misure concrete per garantire la tutela dei diritti delle famiglie marchigiane. Quindi, il mio voto sarà positivo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Livi.
Simone LIVI. Grazie, Presidente. Molto velocemente, visto che sono intervenuto anche prima nella fase del dibattito, per preannunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia.
Colgo l’occasione per rispondere anche ad un paio di inesattezze che sono venute dai banchi dell'opposizione quando avevo già fatto il mio intervento, alle quali non ho potuto replicare.
Non mi pare che qualcuno nel centro-destra, in questa maggioranza, abbia detto che la casa non conta, non mi sembra che sia stata mai fatta un'affermazione di questo genere. Tra l'altro il Governo Meloni continua ad aiutare, in questo settore continua a produrre dei provvedimenti. Apro e chiudo una parentesi, prima qualcuno dall’opposizione ha detto degli aiuti a chi ha la seconda, la terza casa, beh, questo lo ha fatto il Governo Conte con il super bonus con il quale abbiamo ristrutturato non solo le ville, ma le seconde e le terze case, addirittura i castelli. Non credo che questo possa essere additato a Fratelli d'Italia o al centro-destra in generale. Ricordo anche che i provvedimenti del Governo Meloni sono - se andiamo a fare una ricerca su internet, chiunque di noi li può vedere, se non siamo preparati e se non li conosciamo - il bonus affitto e mutuo, il fondo di garanzia per la prima casa per quanto riguarda sia i giovani che le famiglie numerose. Mi pare che ci sia stata un'attenzione particolare dal Governo centrale verso questi temi che noi continuiamo a ritenere importanti.
Tornando alla legge che andremo ad approvare, mi ritengo, ancora una volta, come ho detto prima, soddisfatto, soddisfattissimo per il grandissimo lavoro. Apprezzo anche, Consigliere Mangialardi, la sua onestà intellettuale, ci troviamo di fronte a delle ideologie che magari non coincidono in tutto e per tutto. sappiamo benissimo, non possiamo nasconderlo, che questi temi spesso e volentieri sono anche personali perché ognuno di noi può avere una storia. Non farei come la Consigliera Vitri, che prima che ha accusato Tizio, Caio, Sempronio ed esponenti politici dell'altra parte perché ognuno vive la propria storia personale e questa non può essere messa in discussione da chi che sia.
Tornando alla proposta di legge, sono soddisfatto, ringrazio ancora una volta l'Assessore, la Giunta, per il grande lavoro la IV^ Commissione presieduta dal Consigliere Baiocchi, il relatore di maggioranza Consigliere Ausili, che è stato molto bravo oggi nell'esporre e nel fare le proprie considerazioni in quest'Aula su questa norma.
Sono molto soddisfatto, voto favorevole da parte di Fratelli d’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Testo unificato delle proposte di legge n. 20 e n. 67. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 296
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica alla legge regionale 12 agosto 1994, n. 33 (Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 296 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Si tratta della proposta di legge n. 296 ad iniziativa della Giunta regionale. E’ una modifica della legge regionale del 12 agosto 1994, n. 33 “Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive”.
In che cosa consiste questa modifica di legge? Noi andiamo ad abrogare il comma 5 dell'articolo 10 che prevede che all'interno dei centri di medicina sportiva il medico specialista in medicina dello sport possa esercitare la sua professione solo all'interno di un centro di medicina dello sport.
E’ ovvio in una fase come questa, in cui medici in genere ed in particolare gli specialisti in medicina dello sport sono insufficienti rispetto alla presenza dei centri di medicina dello sport nella nostra regione, abrogare il comma 5 dell'articolo 10 per dare la possibilità a quei pochi medici dello sport che noi abbiamo di poter esercitare in più centri di medicina dello sport. Questa è la sostanza della modifica a questa legge.
A suffragio di questa legge ringraziando la professoressa XY, voglio ricordare grazie anche il suo lavoro che è stato richiesto in Commissione sanità. Nella nostra regione sono 135 le strutture di medicina dello sport, i centri di medicina sportiva autorizzati, sono solo 10 quelli convenzionati e 24 quelli accreditati, c’è un solo medico dipendente pubblico nell'Ast di Ancona, mentre i medici convenzionati sono in totale 5. Un altro dato importante che voglio dire in questa Assise è che nel 2024 nelle Marche sono stati rilasciati ben 107.000 certificati per idoneità sportiva agonistica, questo significa che una grande fetta di questi certificati sono stati fatti da centri non convenzionati, da strutture private non convenzionate, ben 96.000 certificati sono stati fatti da strutture private non convenzionate. Un altro dato assolutamente importante è la grande crescita del numero di certificati di idoneità, nel 2020 erano solo 67.000, nel 2024 sono arrivati a ben 107.000, ciò indica che in questi anni sono aumentate tantissimo le discipline sportive. Ricordo che nella mia infanzia le discipline sportive erano: calcio, basket e poco di più, non so la pallavolo, il tennis, agli inizi però il calcio e il basket la facevano alla grande. Oggi le discipline sportive sono tantissime e gli iscritti alle associazioni sportive, che fanno anche discipline non convenzionali, sono un numero impressionante. La richiesta di certificati per l'idoneità sportiva ed agonistica è altrettanto elevata. Pensate solo che dal 2020 al 2024 questa richiesta è aumentata di circa 40.000 certificati, quindi, è evidente che la legge preesistente, che prevedeva che un medico dello sport potesse far parte di un solo centro di medicina sportiva, non potesse prevedere che non sarebbe stato sufficiente per poter erogare tutte queste certificazioni.
Giusta questa legge che dà la possibilità agli specialisti di medicina dello sport di esercitare in più centri, sia privati che pubblici, giusta questa legge ed anche la proposta che ci ha fatto la Giunta che poi è approdata in Commissione sanità, in cui c'è stato un ottimo lavoro bipartisan ed un grande lavoro della professoressa XY che ci ha dato una mano sui dati, Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Molto rapidamente perché il relatore di maggioranza con dettaglio ha ricostruito il passaggio. Con il Consigliere Cancellieri abbiamo condiviso e votato questa proposta positivamente in Commissione. Ci andiamo ad allineare a scelte che hanno fatto altre Regioni per mettere a disposizione medici sportivi che, come tutto il resto. sono molto molto carenti, dando loro la possibilità di lavorare in più centri.
Mi sembra che i numeri dei certificati siano aumentati in maniera esponenziale, questo è un dato importante, uno, per le verifiche, l'attenzione e le prevenzioni, l'altro perché sullo sport c'è un particolare interesse che, come anche quello come della prevenzione, è un altro tema di grande importanza.
Da parte nostra, vado a surrogare la capogruppo, il voto è positivo, come abbiamo già condiviso in occasione della Commissione. Grazie.
PRESIDENTE. Non ci sono interventi. Dichiaro chiusa la discussione. Andiamo all’articolato.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3 (dichiarazione d’urgenza)
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
Proposta di legge n. 296. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 561
ad iniziativa della Consigliera Elezi
“Insediamento dell'impianto di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi di Edison SPA nel Comune di Jesi”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 561 della Consigliera Elezi.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Questa mozione ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione su una questione che è di fondamentale l'importanza per la salute dei cittadini.
Edison ha proposto di costituire alla Zipa di Jesi un impianto per la pulizia dei terreni contaminati, dichiarando che non rientra nella normativa Seveso, cioè nella casistica di aziende a rischio di incidente rilevante.
E’ una dichiarazione che impatta sulle procedure di autorizzazione perché la classificazione Seveso rende obbligatoria la valutazione ed il parere del Comitato tecnico regionale Marche, istituito proprio per valutare le aziende con caratteristiche di pericolosità.
Il Comune di Jesi si è mostrato favorevole al progetto nella sostanza, anche se non formalmente, infatti ha informato i cittadini della presenza solo in tempo limite e non ha formulato osservazioni preliminari sull'opportunità di applicare la normativa Seveso.
I cittadini hanno espresso la loro contrarietà all'impianto, che non dà garanzie di sicurezza proporzionate alla grande presenza di residenti e fruitori della zona Zipa in cui Edison vorrebbe realizzarlo.
Si è creata una situazione di stallo perché il Comune di Jesi e la Provincia di Ancona stanno cercando di delegare la responsabilità di questa decisione politica ai tecnici. Leggendo il progetto però appare evidente che l'impianto potrebbe rientrare in normativa Seveso. giustificando il coinvolgimento del Ctr.
Siamo arrivati al paradosso, vedere il Sindaco di Jesi in corteo con i comitati del no e un Consigliere comunale della sua maggioranza che in Provincia vota per escludere dalla valutazione di pericolosità quel Ctr che nasce proprio per stabilirla.
Ora mi chiedo, se è vero che i rifiuti vanno smaltiti e ove possibile riciclati, perché non si vuole fare in sicurezza? Perché continuano strumentalizzazioni politiche quando ci sono tutte le caratteristiche per classificare questo impianto del tipo Seveso? Perché non prendere atto di quanto scritto nel progetto depositato da Edison e utilizzare gli strumenti di valutazione e controllo disponibili?
Nel progetto Edison si legge che non solo l'impianto di Jesi tratterebbe i rifiuti liquidi pericolosi in quantità molto superiore alle acque di lavaggio per la bonifica dei terreni dell'amianto, ma che effettuerebbe anche il trattamento di ossidazione ad umido con impiego massiccio di acqua ossigenata. Inoltre stoccherebbe i rifiuti e materie prime pericolosi in una zona dove le acque sotterranee sono contaminate da clorurati, sostanze che, essendo volatili, potrebbero produrre condizioni di rischio non accettabili per gli operatori dell'impianto e per la popolazione civile residente.
Chiedo a voi tutti colleghi Consiglieri di votare all’unanimità questa mozione che invita a dare risposte tecniche, anziché strumentali, affidandole all'unico soggetto che può darle, al Ctr. E’ nostro dovere farlo per rispetto dei cittadini, per l'ambiente e per non creare disparità con le aziende che hanno chiesto autorizzazioni per impianti simili e hanno visto assoggettarle alla Seveso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.
Manuela BORA. Grazie, Presidente. Il gruppo consiliare del Partito Democratico esprime voto favorevole alla mozione in quanto essa riprende le stesse proposte e impegni già contenuti nella mozione di XX, presentata dal centro-sinistra nel Consiglio provinciale di Ancona.
Tuttavia è fondamentale chiarire alla proponente, all’Aula e soprattutto ai cittadini che le dichiarazioni della Consigliere Elezi rilasciate alla stampa non corrispondono al vero, in particolare quando afferma che la mozione presentata dal centro-sinistra in Consiglio provinciale aveva l'obiettivo di escludere l'applicabilità della normativa Seveso all'impianto Edison. Invece di distorcere i fatti sarebbe opportuno che la Consigliera Elezi e tutta la maggioranza che sostiene la Giunta Acquaroli chiarisse gli impatti concreti che la proposta del piano regionale dei rifiuti avrebbe sulla città di Jesi e non solo.
Il Piano regionale proposto dalla Giunta Acquaroli è ancora in attesa di discussione in Consiglio regionale e prevede che gli impianti di recupero di chiusura del ciclo, come quello di Edison, possano essere realizzati in aree industriali o nelle loro immediate vicinanze, privilegiando le localizzazioni che permettono di massimizzare le opportunità di recupero. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è che l'esplicita previsione del superamento della logica di allontanamento di tale impianti dai centri abitati rimane confermata nelle bozze che sono arrivate in Commissione.
La domanda allora è inevitabile: come si concilia l'opposizione di Fratelli d'Italia all'impianto Edison con il sostegno ad un piano regionale che agevolerebbe proprio la sua realizzazione a Jesi?
Il gruppo consiliare del Partito Democratico è fermamente convinto che per questo tipo di impianti la distanza dai centri abitati debba essere mantenuta e tutelata contrariamente a quanto proposto da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia nelle Marche. Smentiteci portandolo a più presto quel piano in Aula, se mi sbaglio.
Pertanto, ci batteremo per modificare profondamente il piano regionale assicurando che vengano stabilite distanze adeguate a garanzia della salute, del benessere della popolazione e della tutela ambientale.
Troviamo inaccettabile e anche ipocrita il comportamento della maggioranza e dei suoi esponenti politici: nelle piazze, attaccano strumentalmente il Partito Democratico, ma nelle stanze del potere firmano accordi, sostengono politiche che riducono le distanze tra gli impianti e i centri abitati. Un atteggiamento ambiguo che intendiamo smascherare con forza di fronte ai cittadini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Partendo dalla mozione credo che abbia fatto bene la Consigliera Elezi a proporla perché è una situazione molto sentita e in parte anche sotto stimata, secondo me, nella zona di Jesi, infatti si è parlato parecchio tempo dopo delle questioni che erano state presentate, forse era meglio parlarne fin dall'inizio.
Ai sensi della legge 105/215, la cosiddetta legge Seveso, la ditta ha l'obbligo di valutare l’assoggettabilità al decreto stesso, considerando i quantitativi autorizzati allo stoccaggio di sostanze pericolose dovrebbe rientrare anche in questo caso.
Recentemente il Tar Marche e anche il Tar Toscana, seguendo situazioni simili, hanno sentenziato sempre in favore della sicurezza, ovvero è obbligo per le ditte assoggettarsi alla Seveso secondo il principio di precauzione, quindi facciamo bene a proporlo e a portarlo avanti. Mi fa piacere anche che verrà votato da tutti.
L’ente titolare, comunque, non ci scordiamo, del provvedimento in oggetto è la Provincia di Ancona che detiene tutta la documentazione inerente il progetto e per quel che riguarda le cose dette in quest'Aula nulla c'entrano con questa situazione perché il piano regionale dei rifiuti non entra nel merito di questo tipo di impianti, che sono di proposta privata, ma pone distanze, limiti e situazioni per lo smaltimento di rifiuti urbani. Le iniziative di questo genere sono al libero mercato e sono le normative nazionali che le regolano.
L'attuale piano dei rifiuti parla di discariche di rifiuti speciali che devono stare ad almeno 2.000 metri, nel nuovo piano la proposta è di 1.500 metri, c'è una leggera riduzione che però dovrà essere poi discussa qui in Aula e vedremo come evolverà, ma nulla c'entra con un tipo di impianto di questo genere e con un qualsiasi termovalorizzatore, nulla c'entra perché sono impianti diversi dalle discariche che vanno regolati dalle normative nazionali. Nessun piano dei rifiuti di nessuna Regione entra nel merito delle distanze di impianti di questo genere né di termovalorizzatori, bensì solo sulle discariche: sui rifiuti urbani dettano le regole con precisione, sui rifiuti speciali l'attuale piano parla di 2.000 metri, tant'è che la discarica di Riceci, voluta fortemente dal PD della provincia di Pesaro Urbino, non è passata grazie al fatto che la Regione Marche ha posto 2.000 metri e questo è molto chiaro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.
Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per il chiarimento perché finalmente questo modo di strumentalizzare del PD di Jesi, che continuamente afferma che dico il falso … Anche sul piano dei rifiuti regionali non hanno capito che non c'entrano niente i rifiuti pericolosi, noi stiamo parlando di cose completamente diverse.
Per quanto riguarda le mie falsità sulla stampa, basta andare su you tube e vedere quello che è successo in Provincia parlando su questo tema, andate vedere su you tube, poi la prossima volta, domani mattina, cerco con una chiavetta di registrare il pezzo e fare un regalo al Sindaco di Jesi, così vediamo sulla stampa chi dice la verità o no. Vi faccio un regalo, una piccola pennetta, così ce l'avete e la custodite sempre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Solo per precisare, non entrerò nel merito della mozione, all'Assessore Aguzzi che la discarica di Riceci non è stata richiesta né mai voluta dal PD della provincia di Pesaro Urbino, anzi, ha preso formalmente una posizione ufficiale contro quella discarica, facendo anche una battaglia avversa. La prego di non dire all'Aula cose non vere ed inesatte. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Voglio solo far presente che la discarica di Riceci è stata proposta da una società controllata da Marche Multiservizi, il cui Consiglio di amministrazione ha votato all'unanimità per l'acquisto di quote di quella società che voleva realizzare la discarica.
Il Presidente è del PD, il Vicepresidente è del PD, due consiglieri sono del PD, gli altri 4 sono di Hera, solo uno è di una lista civica, ditemi chi voleva quella discarica. Grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 561. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Adesso c'è una mozione che la Conferenza dei Presidenti di gruppo ha deciso di anticipare e di portarla all'esame e all'approvazione nella seduta odierna.
Dobbiamo innanzitutto iscriverla, quindi propongo l'inserimento al punto 6 bis della mozione a firma di tutti i Consiglieri, credo di tutti i Presidenti di gruppo.
La mozione è la n. 564 “Richiesta di tutela dei territori appenninici dall'installazione di impianto mega eolici.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Per la maggioranza a favore. Grazie.
PRESIDENTE. Iscrizione della mozione n. 564 (punto 6 bis). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Mozione n. 564
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Casini, Ruggeri, Marinangeli, Marinelli, Marcozzi, Livi, Latini
“Richiesta di tutela dei territori appenninici dall'installazione di impianti mega eolici”
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 564 dei Consiglieri Rossi, Casini, Ruggeri, Marinangeli, Marinelli, Marcozzi, Livi, Latini,
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Ringrazio innanzitutto tutti i Capigruppo che hanno sottoscritto questa mozione e hanno votato anche l'urgenza.
Come molti di voi sanno la recente sentenza del Tar Lazio ha spostato la palla dell'individuazione delle aree idonee riguardanti le energie alternative al Governo. La sentenza impone al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di emanare entro 60 giorni dalla notifica un nuovo decreto riformulato. Sostanzialmente le Regioni non potranno poi introdurre limitazioni più restrittive, quindi la palla va al Ministero.
Ci sono centinaia di richieste di impianti nei nostri crinali, non solo nella nostra regione, ma in Umbria, in Toscana ed in Emilia-Romagna.
In questo momento c'è una diatriba istituzionale tra l’Emilia Romagna…, ed io vorrei ringraziare il Presidente della Regione Emilia-Romagna a differenza di quello della Regione Toscana, per la grande sensibilità che sta dimostrando sulla questione a dimostrazione che la problematica non ha appartenenze politiche, ma è legata all’intelligenza.
Qui possiamo o meno decretare la fine dei nostri crinali perché l'installazione di centinaia e centinaia di pale eoliche da 200 metri decreterebbe la fine del nostro paesaggio e con esso la fine del comparto turistico, che sopravvive con il paesaggio.
Vorrei anche fare anche un inciso e ringraziare il Presidente del Consiglio regionale Latini, che insieme ai comitati e a diverse amministrazione qualche tempo fa promosse nel Palazzo delle Marche un'assemblea anche per raccogliere le istanze.
La palla spetta al Governo e tutti noi abbiamo la responsabilità di fare pressing nei confronti dei nostri Partiti, del Governo e di tutti i Parlamentari.
Tra l'altro si è già costituito un intergruppo, se così si può chiamare, di tutti i partiti in Parlamento, di tanti amministratori e di tanti Sindaci di tutte le estrazioni politiche, di tutti i livelli istituzionali, che si schiera contro questa invasione speculativa del mega eolico. Abbiamo portato qui anche un rappresentante del CNR che ci ha spiegato che l'eolico all'interno dei nostri crinali addirittura non è conveniente, oltre che essere devastante. Anche l’Ispra ha prodotto una ricerca che dice che dobbiamo produrre energia pulita cercando di occupare le superfici dei capannoni, dei tetti, delle aree dismesse ed eventualmente, se c'è proprio bisogno dell'energia eolica, prevederla come ci ha spiegato il CNR a 30 miglia dalla costa dove non si vede. Anche l'Emilia Romagna sta indirizzando la propria rotta.
Noi dobbiamo votare questo atto che impegna la nostra Regione presso il Governo affinché intraprenda tutte le azioni necessarie ed il nuovo decreto sulle aree idonee: tuteli in modo esplicito e vincolante i territori interni, i nostri monti, le parti vincolate anche a rischio idrogeologico; preveda anche l'utilizzo di aree già compromesse, questo per quanto riguarda la nuova pianificazione.
Ora spetta al Governo, siamo fiduciosi che non permetterà la fine dei nostri Appennini, tra l'altro ho avuto un'interlocuzione con un Vice Ministro ed anche il nostro Presidente si è fatto portavoce di questa istanza.
Do un ulteriore suggerimento: dovremmo prendere in considerazione a questo punto l'azione che sta portando avanti l'Emilia-Romagna contro la Regione Toscana perché il Presidente Giani non può permettersi di posizionare decine e decine di pale eoliche al confine con il Montefeltro, con l'alta Valle del Metauro, con la Valmarecchia, ignorando anche la volontà tecnica dei nostri uffici.
Vorrei ringraziare per il grande lavoro che i nostri uffici regionali stanno facendo nelle varie Conferenze dei servizi a tutela dei nostri crinali. Non è solo una questione che riguarda la provincia di Pesaro Urbino, ma riguarda tutte le province marchigiane perché le domande teoricamente, anzi senza teoricamente, sono arrivate per tutte le province.
Siamo a un punto di rottura, occorre intendere il nostro Appennino come qualcosa da tutelare e valorizzare, come sta facendo anche questa Giunta regionale con gli importanti contributi che sono stati dati ai territori interni, ai borghi, Mi viene anche in mente da una parte la misura sull'agriturismo molto sponsorizzata e sostenuta dal nostro Assessore all'agricoltura, e lo ringrazio, dall’altra lo scempio irrimediabile di questi impianti mega eolici che oltre a avere un impatto visivo hanno anche un impatto ambientale, uditivo. Molti di questi impianti sono previsti a poche centinaia, addirittura a poche decine di metri da abitazioni, a poche centinaia di metri da paesi, come il mio Apecchio. Impianti che andrebbero a pregiudicare anche tutta la grande migratoria che attraversa i nostri passi appenninici.
Per questo vorrei fare anche una sollecitazione alle associazioni venatorie, io sono amico della caccia, della venatoria, su questo le associazioni venatorie dovrebbero fare di più, prendendo anche le distanze dai finti Verdi di Lega ambiente, che addirittura si sono schierati a favore dello scempio. Loro vorrebbero salvare l'ambiente distruggendo l'ambiente secondo un finto e un falso piano energetico europeo, ma la nostra nazione, i nostri Appennini hanno determinate peculiarità che altri Stati europei non hanno. E’ impensabile fare quello che magari può essere fatto in Danimarca nei nostri crinali. Abbiamo la possibilità di produrre energia pulita fatta bene, però nei posti consoni.
E’ giunta l'ora che il nostro Governo si schieri a favore dei territori. Ci sono 60 giorni, molti di questi giorni sono già passati, qui c'è bisogno di un intervento immediato da parte di tutti e questo atto di indirizzo sarà forte nei confronti del nostro Governo affinché i nostri Appennini siano tutelati.
Un atto d'orgoglio e di unità come marchigiani; difendiamo tutti insieme e senza distinzione di colori, senza ideologie verdi i nostri Appennini perché non si può tutelare l'ambiente distruggendolo.
Ci sono anche degli emendamenti che mi sono stati suggeriti dalla Consigliera Casini, che abbiamo recepito e qui c'è il foglio anche della sottoscrizione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per dire che voterò a favore di questa mozione perché l'obiettivo deve essere di tutti, di tutta la comunità marchigiana, di tutti noi che siamo qui seduti nei banchi del Consiglio regionale, quello di tutelare il paesaggio, il territorio.
E’ chiaro che qui c'è bisogno di una pianificazione a monte perché le società che fanno questo di mestiere vanno a cercare i luoghi più interessanti dal punto di vista economico, nell'interesse, scusate il gioco di parole, del loro interesse o del loro profitto.
Noi abbiamo un obiettivo che è quello di tutelare il paesaggio che ha una forte vocazione turistica, soprattutto quello appenninico, e non possiamo correre il rischio che Regioni a noi confinanti …, visto che gli impianti hanno altezze molto importanti, fino a e oltre 200 metri di altezza e possono essere visibili anche a da oltre confine, visibili dalle Marche anche se posizionati in altre in altre regioni.
Siccome l'Appennino è abbastanza lungo, è la spina dorsale del nostro Paese, credo che l'impatto visivo e ambientale non possa essere compatibile con l'installazione di questi impianti e che l'area appenninica debba essere in qualche modo tutelata dal punto di vista paesaggistico.
L'auspicio e che si arrivi velocemente, adesso non so i meccanismi, a fare una pianificazione, ovvero a dire dove si possono mettere impianti di questo genere e dove non si possono mettere, tenuto conto che l'obiettivo di aumentare la produzione di energia verde, di energia pulita non può non essere un problema di tutti quanti noi.
C'è stata recentemente la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dei presentatori, degli operatori del settore, io so che entro 60 giorni il Ministero dovrà riformulare il decreto e mi auguro che si vada ad individuare le aree idonee e non idonee in modo tale che ci sia una certezza per la tutela del territorio, per le amministrazioni locali, per il paesaggio, per il turismo, anche per rispondere a chi ha interesse a fare investimenti di questo genere, che non siano però dannosi per il resto della comunità.
Annuncio il mio voto favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Se c'è qualcun altro, magari intervengo alla fine, non so se, Presidente, vuole verificare se c’è qualche altro intervento?
PRESIDENTE Non c’è nessuno, prego.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Sono favorevole alla mozione presentata dal Consigliere Rossi, non ho gli emendamenti, però credo che possiamo e dobbiamo essere favorevoli, immagino, anche alla parte emendativa.
Voglio solo sottolineare alcuni passaggi. In primis mi fa piacere, lo dico sinceramente, la posizione che era stata contestata da diversi Consiglieri dell'opposizione circa l'urgenza di fare una legge regionale sulle aree edone e non idonee. Abbiamo visto che alcune Regioni che hanno fatto una legge adesso dovranno cambiarla perché si dovranno adeguare alla nuova sentenza del Tar, o meglio a quello che uscirà fuori, entro i 60 giorni dalla sentenza, dal Ministero dell'ambiente e sicurezza energetica, con tutte le eventuali implicazioni se nel frattempo le leggi approvate a livello regionali hanno influenzato o meno rispetto alle procedure in essere nelle proprie Regioni, con il rischio, secondo me, in molti casi di ricorsi e di vederli persi.
Mi ricordo una mattinata molto intensa dal punto di vista di attacchi a quest’amministrazione, come se fosse disinteressata all'argomento, invece mi fa piacere puntualizzare e verificare come la nostra posizione sia stata giusta, legittima, corretta e intelligente.
Il secondo punto che mi piace sottolineare - posto che siamo tutti preoccupati o almeno quasi tutti del rischio di vedere il nostro paesaggio compromesso dai mostri eolici, è importante che questo messaggio passi - è che le procedure della grandissima maggioranza di questi impianti, se non tutti, avendo una dimensione alta in quanto la produzione di megawatt è superiore ai limiti di controllo e di gestione delle Regioni, sono in capo al Ministero, questo bisogna sottolinearlo, altrimenti come Regione ci assumiamo delle responsabilità che non abbiamo. Noi siamo chiamati in alcuni casi in via non dico secondaria ad esprimere alcuni pareri circa, non so, la ventosità del luogo in cui è previsto l'impianto e, come ha ricordato bene il Consigliere Rossi, spesso i nostri funzionari si pongono anche delle riserve legittime, che sapete sono condivise da questa amministrazione, ma purtroppo, proprio perché non sono costrittive, le procedure vanno avanti lo stesso, disinteressandosi anche dei pareri che la Regione ha espresso.
Terzo punto, per rassicurare tutti, come già detto in sede di diverse riunioni ed anche di interventi sulla stampa locale e sulla televisione, quest’amministrazione regionale ha una idea ben chiara e netta rispetto a quello che può essere il futuro dello sviluppo dell'eolico onshore, ovvero a terra sul nostro Appennino, ed è di assoluta contrarietà tant'è che il piano energia e clima, che porteremo tra l'altro all'approvazione della Giunta e poi seguirà l'iter procedurale classico tra due tre settimane massimo, prevede in maniera molto esplicita la totale assenza di qualsiasi tipo di sviluppo di eolico nel nostro Appennino.
Prevediamo, come tra l'altro scritto nella mozione, per questo, ripeto, la condividiamo in toto, altri tipi di sviluppo delle energie rinnovabili, che comunque, come sapete, dovremo mettere in campo perché siamo una regione in deficit di produzione energia elettrica e poi perché abbiamo degli obiettivi che dobbiamo raggiungere entro il 2030, con dei vari step anche fino al 2030, rispetto al raggiungimento di un incremento di 2,3 gigawatt di energia corrente prodotta da energie rinnovabili.
Abbiamo previsto che cosa? Sviluppo di eolico offshore, ovvero in mare, e lo sa bene anche la Consigliera Ruggeri, ne abbiamo parlato più volte; abbiamo previsto anche lo sviluppo di fotovoltaico in aree industriali dismesse e non residenziali, anche una parte dell'agrivoltaico, quello agricolo, che però non deve compromettere troppo, anche qui, il paesaggio con delle regole ben precise.
A metà giugno confronteremo di nuovo le idee e le azioni su questo argomento e su quello che sarà il futuro del nostro sviluppo da energie rinnovabili, insomma, la Regione Marche le idee le ha ben chiare. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Rossi, Latini, Ruggeri, Marinelli, Marinangeli, Livi, Casini, Marcozzi: “Al punto 1, sottopunto 2), dopo la parola “ambientale”, è aggiunta la frase “in particolare quelle soggette a tutela del PAI”, lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2 firma dei Consiglieri Rossi, Latini, Ruggeri, Marinelli, Marinangeli, Livi, Casini, Marcozzi: “Nel dispositivo al punto 1, dopo il sottopunto 4, è aggiunto il seguente: “Escluda le aree inserite nei perimetri dei Parchi nazionali e regionali, Zone Natura 2000, SIC e ZPS”.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI Grazie, Presidente. Come ho detto prima questi due emendamenti sono stati proposti dalla Consigliera Casini e recepiti per dare valore e maggiore stringenza al testo, anche più precisione.
Mi sarei aspettato, vedo che ci sono le borse, che i colleghi del Partito Democratico …, ringrazio il Consigliere Minardi e la Consigliera Vitri che sono rimasti perché questa deve essere una mozione di tutti. Grazie di essere rimasti, grazie anche alla Consigliera Ruggeri ed agli amici e colleghi di maggioranza perché, come abbiamo detto, questa deve essere una mozione di insieme, votata e sostenuta da tutti ed anche i due emendamenti sono frutto di una condivisione. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Voto favorevole anche del Presidente Acquaroli e del Consigliere Putzu.
Mozione n. 564, così come emendata: “Impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente presso il Governo affinché
1) intraprenda tutte le azioni necessarie affinché il nuovo decreto ministeriale sulle aree idonee:
- tuteli in modo esplicito e vincolante i territori interni e montani della regione, preservandone il valore naturalistico, economico, culturale e sociale;
- escluda espressamente dalle aree idonee le zone appenniniche soggette a dissesto, franosità, vulnerabilità ambientale anche nell'ottica di preservarne la potenzialità sotto il profilo turistico ed agricolo;
- riconosca la necessità di proteggere le aree contigue e confinanti, considerando che buona parte della dorsale appenninica è al confine tra diverse regioni, quando anch’esse colpite da ricadute indirette ma sostanziale degli impianti;
- garantisca una gestione equilibrata e sostenibile della transizione energetica, che non sacrifichi le aree fragili sull'altare della produzione industriale e di energia;
2) promuova una pianificazione regionale energetica che:
- privilegi l'utilizzo di aree già compromesse (es. aree industriali dismesse, tetti, infrastrutture esistenti, eventuale eolico al largo oltre la linea del visibile);
- adotti criteri di valutazione paesaggistica e ambientale rigorosi, salvaguardando il principio di equità territoriale e coesione sociale;
- sostenga un modello di sviluppo energetico che non contrapponga decarbonizzazione e tutela del territorio, ma persegua entrambi gli obiettivi con equilibrio e trasparenza”, con l'aggiunta nel dispositivo: “escluda le aree inserite nei perimetri di Parchi nazionali e regionali, Zone Natura 2000, SIC e ZPS”. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15:10