Resoconto della seduta n.102 del 28/02/2023
SEDUTA N. 102 DEL 28 FEBBRAIO 2023

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Dichiaro aperta la seduta n 102 del 28 febbraio 2024. Do per letto il processo verbale della seduta n. 101 del 21 febbraio 2023, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell'articolo 53 del Regolamento interno. Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Interrogazione n. 700
ad iniziativa della Consigliera Lupini
“Progetti di telemedicina sul territorio regionale in ambito PNRR: gli interventi attuati, quelli previsti, le modalità di valutazione rispetto alle diverse caratteristiche territoriali e ai relativi bisogni della popolazione ed eventuali progetti con altre Regioni”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 700 della Consigliera Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L'interrogante chiede quale sia lo stato attuale dei progetti regionali in ambito di telemedicina, con particolare riferimento al PNRR.
La risposta è che la missione M6 C1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che fa parte del più grande Piano next generation Eu, con cui l’Unione Europea ha inteso finanziare alcuni servizi fondamentali: la missione 5 servizi sociali, la missione 6 salute, a seguito della pandemia.
Il Piano previsto dalla missione M6 C1 prevede tutta una serie di investimenti che vado rapidissimamente ad elencare.
Specificatamente si prevede l’acquisizione di una piattaforma unica regionale di telemedicina, finalizzata all'erogazione di servizi relativi al telemonitoraggio di pazienti cronici e specialistici e all'erogazione di servizi integrati di televisita, teleassistenza e teleconsulto.
La piattaforma secondo la progettazione dovrà essere integrata all'interno dell'ecosistema dei servizi digitali regionali, che sono già esistenti, ed andrà ad implementare ciò che attualmente esiste, che è il fascicolo sanitario elettronico, il Cup, l’anagrafica regionale.
In seconda analisi si prevede come Piano d’investimento del PNRR dei servizi minimi di telemedicina che devono essere implementati a livello regionale per l'erogazione delle attività sempre di televisita, di teleconsulto, telemonitoraggio, attraverso l'acquisizione delle postazioni di lavoro dedicate sulle varie Aziende sanitarie territoriali.
In terza analisi è prevista l'adozione, quindi l'implementazione di servizi trasversali a supporto del Servizio sanitario regionale per integrare la piattaforma interna del modello organizzativo.
C'è una seconda domanda formulata nell'interrogazione: se nella redazione di tali progetti si sia adeguatamente tenuto conto delle diverse caratteristiche rispetto ai territori della regione, come si sia tradotta questa valutazione rispetto ai diversi bisogni della popolazione.
La risposta è che il decreto ministeriale n. 77 del 2022 indica innanzitutto la necessità di potenziare i servizi assistenziali territoriali specie nelle zone più svantaggiate per colmare i livelli di diseguaglianza sociale e dei servizi sanitari, ed in particolare il PNRR deve essere coerente con il Piano nazionale cronicità e con gli atti di programmazione regionale. In questo contesto emerge la necessità di implementare strategie di intervento per i percorsi assistenziali e risulta fondamentale per l’evoluzione del Piano di intervento la valutazione del fattore dell'evoluzione sociale e dell'evoluzione epidemiologica.
La popolazione della regione Marche, infatti, è costituita da persone molto spesso anziane, sole, affette da una serie di comorbidità, le cui esigenze assistenziali sono determinate non solo da fattori legati alle patologie, ma anche da fattori sociali, quali appunto lo status socio-familiare, l’ambiente, l'accessibilità alle cure e la vita isolata.
Con la terza domanda l’interrogante Consigliera Lupini chiede se sono previsti progetti che insistono su più Regioni, anche in considerazione del fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza privilegia tali tipologie di progetti, che potrebbero costituire vere e proprie piattaforme di telemedicina. La piattaforma regionale garantirà la piena interoperabilità e la gestibilità dei dati acquisiti dai device, garantendo l'attendibilità e la non alterazione del dato, così come previsto dalle indicazioni ministeriali .
Tutto l'intervento del PNRR, vorrei ricordare, è garantito e coordinato sotto la regia del Governo e del Ministero della salute, quindi, tutti questi elementi portano a ritenere che con gli investimenti del PNRR si avrà per la prima volta in Italia una interoperabilità di tutti i sistemi sanitari (linguaggi informatici, linguaggi elettronici) delle 20 Regioni, che spesso si sono mossi in modo isolato, ma che a seguito di questi interventi dovranno coordinare tutti gli interventi al fine di garantire, come scritto nel PNRR e nel Piano next generation Ue, l’implementazione dei servizi sanitari, proprio per i Paesi che avevano dimostrato delle carenze maggiori, per cui è stato giustificato in favore dell'Italia il maggior investimento previsto da questi provvedimenti europei. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Teniamo molto a questo tema perché è la vera innovazione che il nostro Sistema sanitario nazionale e di conseguenza regionale dovrà vedere nei prossimi anni.
La telemedicina con la possibilità di teleconsulti, televisite e teleassistenza potrà fare la differenza. E’ importantissimo programmare punto per punto l’implementazione dei sistemi già esistenti e gli investimenti nelle nuove risorse e nelle nuove piattaforme proprio perché ogni elemento, per quello che riguarda l'idea del PNRR, è collegato all'altro e se ci saranno dei buchi nel sistema tutto avrà un rallentamento e una difficoltà a cui difficilmente potremo rimediare.
Pongo l'attenzione su questo tema e ringrazio per il dettaglio degli investimenti che poi vedremo in base al personale a disposizione e all'organizzazione effettiva delle nuove Ast, con la diversità dei territori che lei stesso, Assessore, ha sottolineato. Abbiamo zone con un’accessibilità all'assistenza molto diversa tra loro, e credo che questo sia da porre all'attenzione di chi organizza, in sinergia con le Aziende sanitarie territoriali e il Governo regionale, proprio perché non si abbia disomogeneità di assistenza e di possibilità, proprio perché possiamo essere anche competitivi, dare dei servizi innovativi, come l'Europa per prima ci chiede, essere all’altezza delle altre Regioni per mettere in piedi questa sinergia che si vuole ottenere e questa eterogeneità sul sistema nazionale.
Chiedo di avere dei continui aggiornamenti anche sul dettaglio dell’implementazione di queste piattaforme digitali. Torneremo in quest'Aula sul tema.
Se c’è la possibilità di avere la risposta scritta ne sarei contenta così da poter guardare meglio il dettaglio. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo all’interrogazione dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri, la n. 705, “Graduatorie concorsi infermieri e operatori sociosanitari”, a cui deve rispondere l’Assessore Saltamartini, che si può abbinare alla mozione n. 331 dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Mastrovincenzo, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti e Ruggeri, “Proroga della graduatoria infermieri e OSS”.
Per un impedimento del Consigliere Mastrovincenzo, se siete d’accordo, pongo in votazione l’anticipazione della mozione 331 e l’abbinamento con l’interrogazione n. 705.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 331
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Mastrovincenzo, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti e Ruggeri
“Proroga della graduatoria infermieri e OSS”

Interrogazione n. 705
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri
“Graduatorie concorsi infermieri e operatori sociosanitari”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 331 dei Consiglieri Mangialardi, Vitri, Mastrovincenzo, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti e Ruggeri e l’interrogazione n. 705 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Carancini, Mangialardi, Biancani, Bora, Casini, Cesetti, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione ha per oggetto l'annosa questione della durata di validità delle graduatorie del concorso personale della sanità.
La materia si riconduce al decreto legislativo n. 165 del 2001, il testo unico degli impiegati civili dello Stato, che in origine prevedeva che la durata delle graduatorie dovesse essere di tre anni. Con una modifica apportata nel 2019 dal Ministro della funzione pubblica la durata di queste graduatorie è stata riportata a due anni. La conseguenza di questo provvedimento è che i due concorsi che sono ancora validi, concorso per infermieri e concorso per operatori sanitari, rischiano di determinare l'impossibilità per la Regione di assumere questo personale, secondo il Piano triennale del fabbisogno.
Al riguardo la Regione si è già mossa, ci sono state delle interlocuzioni con il Governo, lo stesso Presidente Acquaroli ha incontrato il Ministro della salute, io stesso ho avuto un’interlocuzione con il Ministro della funzione pubblica e il Ministro della salute ed è previsto per la prossima settimana un incontro di tutti gli Assessori regionali alla sanità con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro della salute per rivendicare un provvedimento parlamentare che possa almeno, segnatamente per il personale della sanità, allungare la durata dei concorsi almeno a tre anni, noi abbiamo chiesto quattro.
Si deve tener conto che in materia si scontrano diversi interessi generali, quelli dei giovani partecipanti ai concorsi, che hanno vinto un concorso e hanno diritto di essere assunti, e la necessità che le graduatorie per il personale della sanità durino più a lungo di due anni, per due semplici elementi di valutazione. Il primo è che, permanendo il tetto di spesa per l'assunzione del personale, che è legato al patto di stabilità, quindi i vincoli costituzionali che più volte abbiamo richiamato in quest'Aula (articoli 81 e 97 della Costituzione) ed anche i vincoli derivanti dall’articolo 11 del Trattato sull’Unione europea, che impone al nostro Paese di tenere sotto controllo la spesa pubblica, la durata biennale dei concorsi per il personale alla sanità porta a determinare una violazione dei parametri di buon andamento e imparzialità, perché i concorsi hanno la caratteristica di determinare un tempo maggiore per la loro conformazione, per la loro conclusione, e in quei due anni addirittura poi interviene anche il parametro del patto di stabilità che impedisce molto spesso di assumere il personale.
Avevo detto all'inizio di questa nostra consigliatura, quando fu approvata la graduatoria di 3.000 infermieri, che al Servizio sanitario regionale, in assenza di medici, sarebbe servito assumerli tutti quanti e più volte ho ribadito, anche in presenza di un Governo che non era della stessa nostra conformazione politica, che sarebbe stato opportuno prevedere delle deroghe per le Regioni che potevano accollarsi finanziariamente la possibilità di assumere questo personale.
Tutto questo non è stato possibile perché c’è una ragione di parità tra le Regioni, se si ammettesse questo principio le Regioni più ricche avrebbero dei livelli maggiori di sanità.
Comunque resta il fatto che, rispondendo a questa interrogazione, la Regione Marche ha rappresentato al Governo l'esigenza di allungare la durata dei concorsi non più a due anni, ma almeno a tre o quattro anni, così come prevedeva la preveggente formulazione del decreto legislativo n. 165 del 2001.
Vedremo all'esito di questo incontro programmato per martedì della prossima settimana, con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro della sanità, che cosa il governo potrà dire sull'argomento.
L'atto riguardava in particolare il decreto legge sulla proroga dei termini, che è una legge navetta che ogni anno si approva per spostare i termini in scadenza di tutta una serie di provvedimenti legislativi. Il provvedimento è stato approvato senza questa modifica e ci sarà l’opportunità da parte del Governo, con numerosi decreti legge che ha approvato, di inserire questa disposizione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. L’Assessore adesso ha fatto riferimento al decreto milleproroghe, dove è stata inserita la proroga in questione, mi auguro che, come auspica, questo avverrà con degli emendamenti nelle prossime settimane, emendamenti urgenti.
Confidiamo nell'impegno suo personale e del Presidente, così come ha detto alle organizzazioni sindacali che hanno manifestato sotto questo Palazzo la scorsa settimana, alla manifestazione eravamo presenti anche noi come gruppo consiliare del Partito Democratico.
Le chiedo anche un impegno nel rispetto dell'interrogazione che avevamo presentato sulla elaborazione del Piano di fabbisogno del personale per il 2023, che ancora non c'è, perché sono evidenti le carenze di organico a tutti, così come le chiedo un impegno massimo nei prossimi giorni, prima della scadenza delle graduatorie, per eseguire il maggior numero di assunzioni, nei limiti del possibile, come so già sta avvenendo nelle ultime ore perché ci avviciniamo sempre più alla scadenza delle due diverse graduatorie e mi auguro che in questo ci sia un'accelerazione da parte della Giunta regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno, Presidente, buongiorno a tutti.
Molto è stato già detto, ma qui c’era un impegno nostro, lo ha ricordato il Consigliere Mastrovincenzo, quando abbiamo partecipato come gruppo alla manifestazione del 20 febbraio che si è svolta qui, sotto il Palazzo Leopardi, una manifestazione unitaria dei sindacati confederali di Cgil-Cisl-Uil della funzione pubblica.
In quell'occasione abbiamo condiviso, Assessore, che avremo presentato una mozione, sulla quale spero ci sia il voto unanime dell'Aula perché è vero che ci sono i provvedimenti che lei ha ricordato, il d.lgs. 165/2001, la modifica della legge Madia che impone nel 2019 la durata delle graduatorie dei concorsi, ma dal 2019 in poi è successo qualcosa e da quelle graduatorie è stato attinto, erano quelli del Covid, quel personale che oggi potremmo mettere subito a disposizione. Spero anche di dire con le interlocuzioni che ci sono, anche modificando i tetti di spesa del personale, quel personale che noi abbiamo chiamato “Eroi del Covid”, che oggi rischia, invece, di ritrovarsi in una procedura di nuovo concorso, tempi, dilatazioni, grandi difficoltà.
Noi eravamo rimasti che la prima interlocuzione ci sarebbe stata martedì 21 febbraio, penso che ci sia stato qualche problema, o un incontro con il Ministro, abbiamo capito che ancora non è un impegno definitivo, però una posizione di questa Assise che dia mandato all'Assessore e al Presidente di porre nella Conferenza delle Regioni il tema e che nel primo decreto utile sia inserita la possibilità di prorogare quelle graduatorie, ci sembra un atto dovuto.
Ricordo che nel confronto con i sindacati in piazza lei disse: “Oggi abbiamo anche un Governo con cui abbiamo maggiori sintonie”, le ricordo che le sintonie le dovevate avere anche prima o meglio ce l’avevamo tutti le sintonie, anche con il Governo precedente, oggi rivendicate questa opportunità in più e speriamo che si possa concretizzare.
Le due graduatorie stanno scadendo e con loro si consumano tutti i tempi che sono indispensabili per consentire …, perché una volta scadute le graduatorie non ci sarà nessun provvedimento a quel punto in grado di.
Capisco quando lei sottolinea il conflitto che ci potrebbe essere, ma in questo caso sono quelli che sono stati in prima linea, sono quelli che hanno affrontato la fase più complicata, soprattutto non dimentichiamo che per riattivare quei due tipi di concorso potrebbero esserci dei tempi non compatibili con le necessità, le risorse e le competenze umane e professionali, di cui il nostro sistema sanitario ha bisogno.
Auspico, anzi sono certo, anche qui l'Assessore si è speso in questa direzione, che ci sia il voto unanime che rafforza la posizione del Presidente e della Giunta rispetto a questo tema.
Da parte nostra c'è stata sempre particolare attenzione e continua ad esserci perché abbiamo timore che la data di marzo, ormai imminente e con il rischio della scadenza delle graduatorie, possa compromettere ulteriormente la risposta ai bisogni di salute della nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Mi pare di aver espresso la volontà della Giunta di votare questa mozione perché è negli atti dell'attività della Regione di chiedere una modifica del decreto legislativo n. 165 del 2001, che proroghi la durata delle graduatorie almeno e segnatamente per il personale della sanità.
Si valuti che le Aziende stanno per bandire altri concorsi, ma senza la prosecuzione della possibilità di assumere personale dalle graduatorie per infermiere e Oss si determinerebbe un grave nocumento per il buon andamento della pubblica amministrazione sanitaria.
Nella mozione, però, si fa riferimento al decreto milleproroghe che, come ho esplicitato nel precedente mio intervento, non ha alcun senso, sarei dell'avviso di riformulare e di chiedere al Governo l'inserimento di questa modifica in un qualunque decreto-legge all'esame del Parlamento.
La Giunta è d'accordo, ringrazio l'opposizione, almeno da questo punto di vista, per aver aderito a questa importante esigenza che va a soddisfare l'interesse pubblico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Per prendere atto delle parole dell'Assessore che apprezziamo perché si fa carico di un tema molto caro al territorio, alle tantissime persone che sono all'interno di questa graduatoria. Soprattutto mi pare di aver colto in questo senso la consapevolezza che non si può buttare a mare un concorso nel quale sono in graduatoria migliaia di persone, voglio ricordare, e molti marchigiani e marchigiane che lavorano fuori dalla regione e auspicano il ritorno.
Qui non si tratta di fare forzature o altro, però la sollecitazione che vorrei fare all'Assessore, perché penso e credo che qualche margine ci sia, è che ben prima, qualche giorno prima, in un tempo utile precedente alla scadenza, e direi anche nella consapevolezza dell'incontro con gli organi dello Stato, di verificare, di esplorare tutte le possibili azioni amministrative che la Regione può mettere in campo per trovare una forma di proroga di quella graduatoria.
Assessore, siamo certi, ne sono convinto, al di là delle tante diverse interpretazioni che abbiamo sul sistema sanitario, che lei farà in modo di poter verificare, esplorare queste opportunità, proprio perché penso che l'attenzione verso le persone debba esserci, ci farebbe anche piacere che su questo ….
Lo dico al Presidente della Commissione sanità Nicola Baiocchi, di cui apprezzo il lavoro che sta portando avanti in successione con l'altra Presidente, perché ritengo che, per rafforzare gli intenti e anche il lavoro su un tema come quello del personale che non attiene al tetto e al costo del personale, ma attiene proprio alla questione immediata di poter utilizzare quella graduatoria, una pronuncia - noi domani abbiamo Commissione sanità - un atto di indirizzo, un ordine del giorno che chieda alla Giunta di esplorare, attraverso i tecnici, possibili scelte di proroga che non confliggano con la norma statale sia una buona cosa.
Non dobbiamo essere indifferenti e non lasciare nulla di intentato, se poi il Governo avrà l’opportunità di trovare una soluzione penso che sia auspicabile.
Per questo voglio dire grazie per l’interrogazione e la mozione rispettivamente a prima firma dei Consiglieri Mastrovincenzo e Mangialardi, un voto favorevole credo che sia un buon atto da parte dell'intero Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. L’Assessore potrebbe interessarsi un po' di più a quello che hanno detto i colleghi per trovare una sintesi, invece che soltanto con la maggioranza.
Detto questo, non sarò così morbida come i miei colleghi, ci sono delle date, Assessore, che dimostrano l’incapacità di questa Giunta di colloquiare e di avere comunque risposte dal Governo nazionale, che è tanto affine.
Le do delle date: 16 febbraio, il decreto milleproroghe è stato blindato in Senato e lì avevamo chiesto, lo avevano chiesto anche gli operatori sanitari e già i sindacati da tempo …, perché non è da oggi che si parla del problema della scadenza e delle proroghe, non c’è soltanto il problema dei dipendenti che non vengono prorogati o che non possono essere assunti ...
L’Assessore parla e se ne frega, come direbbe lady Diana Spencer, se ne frega di quello che sto dicendo, tra l’altro parla forte e impedisce anche agli altri di ascoltare. Assessore, le stavo dicendo che ci sono delle date che dimostrano l’incapacità di questa Giunta di poter … perché le interlocuzioni …, per me è diventata la barzelletta nel senso che se leggete i giornali, non tanto lei quanto il Presidente Acquaroli che interloquisce in continuazione su tanti temi, non ultimo quello della A14, che ho percorso stamattina, in cui ci sono tutti i cantieri e si percorre la strada in un solo senso di marcia. L’unica cosa vera che ha detto il Presidente Acquaroli è che non ci sono i lavori, nessuno lavora, ci sono i cantieri, ci sono i restringimenti di carreggiata, ma nessuno lavora e questo lo posso proprio confermare.
Tornando a prima, noi abbiamo 2 mila persone che sono idonee e che avremmo potuto inserire e, se non ci interessasse il problema del lavoro, ma guardassimo solo alla sanità e sapendo che in sanità c’è una carenza enorme di personale sanitario, avreste dovuto fare qualcosa di più perché il 16 di questo mese in Senato c’è stata l’approvazione del primo passaggio del milleproroghe. Nessuno di voi ha deciso di presentare o meglio di far approvare un emendamento che prorogasse, eppure questa cosa era stata chiesta.
Lei ha incontrato i sindacati, la prima volta che li ha incontrati eravamo anche noi presenti, c’ero io con i Consiglieri del Partito Democratico, li ha incontrati il giorno 21 e il 23 - visto che frequentate molto la Conferenza delle Regioni queste cose le dovreste sapere - c’è stata la seduta della Camera che ha approvato in via definitiva il decreto milleproroghe. Quella era l’occasione se avevate le capacità, non l’interlocuzione, quella ce l’abbiamo tutti perché interloquire è come l'ordine del giorno che non viene negato a nessuno, almeno finora, ma la capacità di incidere, se c’era, doveva essere dimostrata in queste settimane nelle quali si è deciso di approvare il milleproroghe. Quale atto migliore di quello per inserire una proroga importante per la sanità? Invece continuiamo ad interloquire.
E’ chiaro che la mozione e l'interrogazione sono state da me sottoscritte, appoggiate e da approvare, sono ben contenta che voi le approviate per poter dare uno scossone, magari tutti insieme, al Governo, ma non mi pare che ci sia stato in Parlamento l’interesse ad inserire un emendamento che avrebbe consentito di poter prorogare e assumere questo personale. Questo atto sarebbe stato importante non soltanto e anche per i dipendenti, ma soprattutto per il sistema socio-sanitario perché nelle Marche, come ben sappiamo, stiamo andando in discesa.
La invito a vedere le statistiche, le Marche nel 2020 erano posizionate tra le cinque Regioni più virtuose d'Italia per la sanità, ora aspettiamo che escano le nuove verifiche, soprattutto Silea, poi vedremo dove siamo finiti perché non è soltanto una percezione quella che abbiamo del non funzionamento del sistema sanitario, ma è una percezione dimostrata dai dati, dalle liste d’attesa, dall'accorpamento dei reparti. Se lei venisse nell’ex Area Vasta 5, ora Azienda, non so come sopravviveremo nel sud delle Marche come Azienda, vedrebbe quanti reparti sono stati accorpati e quante sale operatorie sono nella condizione di poter operare. Abbiamo il caso del primario dell’urologia che oltre a non avere un reparto, essendo il suo reparto accorpato, deve prendere i pazienti, portarli ad Ancona, operarli ad Ancona, rimetterli nell’ambulanza e riportarli ad Ascoli per il post operatorio. Questa è una cosa che, se non fosse cinicamente costosa, è scellerata dal punto di vista dell’attenzione e della cura che noi dovremmo avere per il paziente, ma anche cure e attenzione per chi lavora all’interno dell’ospedale, per chi si prende tutte le responsabilità di azioni che non sono virtuose (nel senso migliore del termine), che in una materia qualunque possono avere una franchigia di sopportabilità, nel caso della sanità questa franchigia deve essere assolutamente ridotta a zero, la forbice non deve esistere.
Con i miei colleghi invito ad approvare la mozione per poter insistere con il Governo che nel primo atto possibile in Parlamento inserisca questa proroga, però non posso non verificare l’incapacità che avete dimostrato, soprattutto nel mese di febbraio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Intervengo perché il tema lo conosco in prima persona per aver lavorato tanti anni in sanità e per seguirlo con molta attenzione anche oggi.
Apparentemente il ragionamento della Consigliera Casini non fa una piega, poi invece le pieghe ci sono, quali sono? Perché il problema è tra le cose semplici, senza pieghe, e le cose complesse con le pieghe, così dice il latino.
Questa è complessa perché noi ci troviamo di fronte a uno schema complicatissimo, da una parte abbiamo le graduatorie, dal punto di vista logico il discorso è perfetto, non è possibile che una graduatoria che ci mette spesso, non mesi, ma anni ad essere costituita e pubblicata poi valga solo due anni, è una cosa che quasi non sta in piedi. Tra l’altro non sono leggi nostre, sono leggi fatte dal centro-sinistra, potremmo coprirci dietro questa cosa, dicendo che è colpa vostra, ma la logica dice che due soli anni di validità …, erano tre anni prorogabili a quattro a discrezione, adesso la riduzione a due anni è per permettere il turn-over ai nuovi diplomati e laureati di entrare, però è abbastanza discutibile perché un biennio è molto corto. La vecchia legge prevedeva tre anni prorogabili a quattro e secondo me non era fatta male, un triennio è corretto, però noi ci troviamo di fronte anche ad un conflitto di interessi che riguarda la cosiddetta sanatoria, tante persone che hanno lavorato in epoca Covid, che hanno maturato i requisiti per essere assunti, in presenza della graduatoria non possono essere assunti.
Capisco l’opposizione perché l'ho fatta quasi tutta la vita, giocare su tutti i tavoli, giocare sul tavolo dei precari, che sono stabilizzabili e dire “perché non vi stabilizzano” e poi giocare sul tavolo delle graduatorie e dire “perché non vi assumono?”
C'è una confliggenza di interessi, tutti due corretti, onesti, possibili: chi ha lavorato come precario si aspetta di essere stabilizzato ed entrare in ruolo, chi è in graduatoria e legittimamente è arrivato nel punto utile della graduatoria aspetta di essere assunto. Ma poi c’è anche un terzo elemento, sempre della conflittualità, che è il famoso tetto di spesa.
In realtà il tetto di spesa ci impedisce il più delle volte di assumere dalla graduatoria e di stabilizzare quelli che potrebbero essere stabilizzati perché non ci sono gli spazi finanziari.
Una situazione complicatissima, devo dire la verità, che implica delle decisioni con responsabilità anche personali. Per esempio, su questo ci rifletto, non dico che la soluzione possibile …, però, poiché la materia sanitaria è una materia concorrente tra lo Stato e le Regioni, poiché è intervenuta anche una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 84 del 2022, che è stata pubblicata l'8 marzo 2022, leggo i numeri perché non me li ricordo, che autorizza le Regioni ad assumere in deroga della legislazione nazionale, la Regione può utilizzare le graduatorie, volendo può. E’ una decisione della Corte Costituzionale, blindata, ma anche controversa perché essendo una materia concorrente lo Stato può decidere di impugnare la decisione della Regione e riportare l'effetto di quella sentenza di nuovo all'attenzione degli organi per l'esame della legittimità delle decisioni amministrative prese. E’ un ginepraio.
Quando ho lavorato nel servizio pubblico nazionale con incarichi direttivi, direttore di unità complessa e successivamente capo dipartimento, le mie responsabilità me lo sono prese nelle assunzioni, anche in deroga a quella che era la giurisprudenza consolidata, sono passate, non ho avuto osservazioni, quindi alcune persone sono state su mia richiesta assunte per cercare di coprire gli organici perché il problema era la scopertura degli organici e la carenza di personale per svolgere prestazioni e servizi.
E’ un tema molto controverso, è chiaro che la via maestra sarebbe il milleproroghe, che sana. Un emendamento che permette l'utilizzazione della graduatoria e tutti sarebbero coperti, però un minimo di malizia ce la metto, questo non emendamento consente di sanare la situazione dei precari Covid, questa è la verità, secondo me, perché se quelle graduatorie sono valide la sanatoria dei precari Covid è impossibile in quanto hanno la precedenzaie. Una sospensione temporanea della graduatoria permette di completare la sanatoria di quelli del turn-over, nella possibilità di assumere quelli che sono ormai a fine corsa del precariato del 2020/2022 e contemporaneamente l’assunzione dalle graduatorie tra qualche tempo permetterebbe anche di dare giustizia a chi vi è legittimamente inserito.
Non so se le cose stanno così, qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato, ma in realtà in questo caso a pensar bene perché si riesce a dare una risposta anche se parziale a tutti e due i canali di assunzione, quello della stabilizzazione, del precariato e quello delle graduatorie legittimamente in atto, poiché in tempi diversi possono essere utilizzati tutti e due.
Certo, bisognerà prima o poi intervenire su questo e comunque i tempi non sono lontani perché ci sono altri atti legislativi, l’ha detto prima la Consigliera Casini, che in Parlamento stanno andando davanti, altre misure a cui è possibile agganciare questa norma, però nel frattempo c'è la finestra per assumere i precari Covid, così la vedo io, non è detto che sia corretto e giusto, ma così mi sembra che sia. Grazie.

Interrogazione n. 704
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Fuoriuscita di percolato dalla discarica di Cà Lucio di Urbino”

Interrogazione n. 707
ad iniziativa del Consigliere Cancellieri
“Perdita di percolato alla discarica di Ca’ Lucio di Urbino”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 704 della Consigliera Ruggeri e l’interrogazione n. 707 del Consigliere Cancellieri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Queste interrogazioni rispecchiano di fatto gli stessi quesiti sia della Consigliera Ruggeri che del Consigliere Cancellieri, mi pare che di fatto chiedano più o meno le stesse cose.
Intanto preciso che la responsabilità è della Provincia di Pesaro-Urbino, non tanto della Regione Marche, noi non siamo tenuti in questo caso a portare avanti atti di iniziativa.
Certo è che la cosa ci ha subito allarmato e abbiamo preso i nostri contatti per capire cosa fosse avvenuto, al di là di chi ne ha responsabilità diretta.
Ho scritto una lettera alla Provincia di Pesaro-Urbino con la quale abbiamo chiesto tutta la serie di chiarimenti che più o meno rispecchiano a grandi linee le stesse questioni che vengono poste anche dai Consiglieri, anche perché tali sono, per capire la gravità del fatto, cosa è successo, se è stato o meno risanato e quali precauzioni si prenderanno per il futuro. E’ quello che abbiamo chiesto alla Provincia ed è arrivato di ritorno anche da parte dei Consiglieri, non poteva essere diversamente.
Ad oggi la Provincia non ha ufficialmente ancora risposto per iscritto, abbiamo sentito gli uffici e ci hanno dato una serie di risposte orali, che vi do non avendo qualcosa di scritto in mano, poi se arriveranno cose diverse …, ma deduco che non arriveranno cose diverse da quelle che ci hanno già anticipato. Ve le elenco a grandi linee, sono cose che in parte già si sapevano con qualche precisazione in più.
La fuoriuscita è stata dovuta allo slittamento di un connettore della tubazione del percolato a causa del gelo, come dalla Consigliera Ruggeri era stato chiesto.
Questa fuoriuscita è stata riscontrata da un confinante, da un agricoltore che abita in quella zona, così come era stato precedentemente detto, il gestore Marche Multiservizi è intervenuto in meno di un'ora con personale formato per gestire tali tipologie di incidente e mettere in sicurezza l'area. Sul luogo è intervenuta anche Arpam, che ha fatto tutti i suoi rilievi e anche su questo ad oggi non abbiamo un riscontro ufficiale, anche se ci dicono che comunque l’area è stata ripristinata, parrebbe, senza conseguenze, però questo va poi provato scientificamente con le analisi delle quali ancora non abbiamo una diretta rispondenza.
Il materiale è stato completamente rimosso per evitare l'interessamento di altre aree o di altri corsi d'acqua della zona. La tubazione è stata ripristinata pienamente, il gestore sta progettando un sistema di sensori e controlli tali che nell'eventualità di futuri guasti venga tempestivamente verificata da sensori l'anomalia e bloccato il flusso in maniera automatica, dovesse mai risuccedere.
Queste sono le cose, così come le hanno elencate gli uffici della Provincia, attendiamo una risposta scritta, che ad oggi non è ancora arrivata pur avendola sollecitata anche telefonicamente.
Queste sono le questioni sulle quali mi avevate richiesto una risposta, io vi do le risposte che la Provincia ci ha fornito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta che, come lei ha anticipato, è parziale. Mi riservo di fare un accesso agli atti di modo che quando avrà la lettera ufficiale da parte della Provincia ne potrò prendere visione.
Le sue preoccupazioni sono le nostre perché il problema è che la versione che è stata diffusa prontamente dal gestore per tranquillizzare anche la cittadinanza è stata che lo sfilamento di questo tubo è dovuto al grande freddo di quei giorni. Il problema è che ad Urbino sappiamo che temperatura c'è d’inverno e questa cosa non scongiura la possibilità che questi episodi accadano anche perché nel giro di pochi mesi è già la seconda volta che c'è la fuoriuscita di percolato da quella discarica, che è stata chiusa.
Si parla di alcuni metri cubi, per noi sarebbe interessante sapere se si ha contezza del quantitativo in maniera più esatta, sapere i risultati dell’Arpam, che ancora abbiamo sapere, se la bonifica è già partita, che porzioni di territorio riguarda e soprattutto se ci sono delle responsabilità operative o tecniche.
Vorrei ricordare che l’allerta è partita da un cittadino che ha la sua azienda a 7 chilometri da dove c'è stata la fuoriuscita, il nostro dubbio è che il percolato si sia diffuso anche altrove. Adesso non vorrei ripristinare una polemica, che speriamo sia sopita, però la nostra mozione, che è stata bocciata la settimana scorsa, era importante e come Movimento 5 Stelle ci tengo a rimarcarlo perché vediamo che la gestione delle discariche anche post mortem è molto delicata e per quanto può essere accurata non può impedire che avvengano incidenti di questo tipo, con le conseguenze che non conosciamo, perché se sono ripetuti e non c'è un intervento pronto potrebbero avere delle conseguenze negative.
Sappiamo benissimo che lì ci sono aziende che producono biologico, anche per la salute dei cittadini ci sono delle problematiche connesse alla gestione delle discariche.
Per noi era importante chiedere a questa Assemblea che ci fosse la volontà di porle il più lontano possibile dai centri abitati, al di là del risultato e della bocciatura della mozione, che può essere anche un dato politico dovuto al fatto che l'abbiamo proposta noi, però torno a chiedere che in fase di revisione di PRG, anche in conseguenza di episodi di questo tipo, che possono capitare anche con la gestione migliore possibile perché le discariche sono luoghi fragili, per tutelare l'ambiente e i cittadini, vi prego di prendere in considerazione la proposta che abbiamo avanzato anche la settimana scorsa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Prendo atto della risposta dell'Assessore Aguzzi, che sulla vicenda ci darà ulteriori dati appena ne sarà in possesso.
Quello che a me piace rimarcare con questa interrogazione è che, purtroppo, lo sversamento di percolato nel fosso di Repuglie o fosso di Beltutti, come lo chiamiamo noi, relativo al nome di una famiglia che vive proprio in quelle zone, è una cosa che si manifesta continuamente. L'ultimo sversamento l'abbiamo avuto il 6 ottobre dell'anno scorso, il penultimo, il terz’ultimo l'abbiamo avuto il 15 aprile 2022 nel Venerdì santo. Un po' prima e un po' dopo rispetto al mio incarico decennale di Sindaco nel Comune di Fermignano, questi sversamenti quasi tutti gli anni se ne vedevano, è questo un po' il grande problema di quello che sta succedendo nella gestione della discarica di Ca’ Lucio, indipendentemente da chi la fa, noi vediamo sversamenti su quel fosso che sono ripetuti e si manifestano tutti gli anni.
Voglio ragionare da cittadino e penso a tutte quelle famiglie che vivono lungo il percorso del fosso di Repuglie, dove si fa agricoltura biologica, si va a trovare tartufi, funghi, in cui c'è anche un'agricoltura non biologica, ci sono anche altre attività lungo il percorso di quel fosso e ogni tanto arriva il percolato.
Ci sono state vecchie questioni che hanno avuto risvolti di tipo legale, finite, non ci sono state delle sanzioni penali o amministrative per chi le ha subite sempre in relazione alla gestione di questa discarica, ma il problema è che qui ogni anno, indipendentemente da chi gestisce, il problema dello versamento di percolato si rimanifesta, continuamente, per un motivo o per l’altro.
L’ha detto anche la Consigliera Ruggeri, è evidente che nella zona di Urbino, del Montefeltro, la neve e le gelate arrivano tutti gli anni, bisogna stare attenti a questa discarica post mortem. Voglio ricordare che i pesci nel fosso di Repuglie sono ormai …, la vita non c'è più da tantissimi anni, i pesci sono morti tantissimi anni fa, abbiamo rivisto qualche rana circa 3/4 anni fa, poi è scomparso praticamente tutto, proprio perché questi sversamenti li abbiamo avuti in maniera recidiva e ripetuta negli anni.
Non fa piacere che questi problemi tornino di continuo e non vengano mai risolti, senza considerare che il fosso finisce direttamente nel Metauro, che è il fiume nella nostra provincia di più grande impatto e importanza.
Quello che abbiamo voluto mettere in evidenza in questa Assemblea e che sarebbe ora, indipendentemente da chi gestisce adesso il post mortem di quella discarica, che questo problema finisse, non è più possibile tollerarlo.
Mi metto da cittadino di quel territorio, sono nato a circa 800 metri da quel fosso, fisicamente, non è più sopportabile vedere ogni tre o quattro mesi lo sversamento di nuovo percolato per le ragioni più o meno diverse.
Grazie, Assessore, della risposta e attendiamo ulteriori notizie su questo versante. Grazie.

PRESIDENTE. Adesso torniamo alla mozione n. 331.
Prego di consegnare gli emendamenti per la discussione e votazione.
Emendamento n. 331/1 a firma dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Carancini, Biancani, Ruggeri, Ciccioli, Cesetti, Cancellieri, Baiocchi, Bora, Lupini, Mastrovincenzo, Vitri: “La parte espositiva è sostituita dalla seguente: ‘Premesso che vi è l'esigenza di garantire la funzionalità dei servizi sanitari”.

Emendamento n. 331/2 a firma dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Carancini, Ruggeri, Ciccioli, Cancellieri, Baiocchi, Bora, Cesetti, Lupini, Mastrovincenzo, Vitri “Nel dispositivo della mozione le parole da ‘chiedere’ a ‘Oss’ sono sostituite dalle seguenti: ‘chiedere al Governo di prevedere che la durata delle graduatorie del personale della sanità sia di quattro anni e non di due, come è previsto attualmente a seguito della riforma Madia, nel primo atto legislativo utile temporalmente’”.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Il dispositivo è stato concordato, mi sembra corretto e di buon senso prevede che l'attore, che è il Governo, non siamo noi o altri , preveda nel testo che ritiene più opportuno, nel testo unico o in un altro nuovo provvedimento legislativo, di inserire questa norma che consente di dare respiro alle graduatorie. Sennò stante il tetto di spesa diventano misere, la possibilità di assumere è ridotta a poche decine di unità e non si arriva a un centinaio di unità, mentre sono tantissimi coloro che concorrono per il bando e quelli che sono ritenuti idonei sono un numero significativo.
E’ un atto che non ha colore politico, è un atto di buona amministrazione e su questo non ci può che essere il parere favorevole.
Aggiungo che, nelle more di questa situazione, se nel frattempo si riesce anche a stabilizzare una quota dei precari, che rischiano di perdere l'opportunità di entrare, dopo aver prestato servizio per un tempo significativo, minimo 18 mesi, ma molti anche due anni, due anni e mezzo, nella pubblica amministrazione, avendo vinto il bando a tempo determinato, e passare a tempo indeterminato. Questa è una raccomandazione che faccio al Servizio e all’Assessorato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per rettificare che l'incontro con il Governo è previsto per domani mattina con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro della salute e porterò, così come è stato concordato, la mozione deliberata dal Consiglio regionale. E’ un'ottima prospettiva. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Il Partito Democratico condivide l'emendamento, soprattutto perché è stata aggiunta una frase importante, che è quella che lega la richiesta al tempo.
Mi fa piacere che vi vediate domani, che abbiate l’incontro con il Ministro e mi auguro che questa carenza che c'è stata nelle milleproroghe possa essere sanata.
Il Partito Democratico è stato d'accordo a non inserire il testo unico, ma a lasciare libero il Governo di modificare con il primo atto utile e temporalmente utile, soprattutto per tutto quello che è stato detto prima, per le diverse tipologie di graduatorie di dipendenti, la possibilità di prorogare e di assumere in tempi brevi.
Mi fa piacere che domani lei abbia questo incontro, potrà portare, se tutti la voteranno, questa mozione che è un atto molto importante.
Ci auguriamo che lei faccia sapere domani magari alla Commissione il risultato dell'incontro e se riesce ad avere una data perché le date non sono indifferenti nel nostro caso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Grazie, Presidente. Spero, Assessore, che il Governo sia sensibile a recepire quello che noi abbiamo voluto dire in questa mozione perché la sanità ha bisogno di risposte celeri. Non possiamo rifare un nuovo concorso e non utilizzare questa graduatoria per prendere del personale infermieristico perché abbiamo bisogno di metterlo nel nostro servizio sanitario velocemente per dare delle risposte ai sanitari e ai territori.
Tra l'altro su questa graduatoria, che andrà in scadenza, spero che non ci vada e che il Governo recepisca quello che noi abbiamo voluto dire in questa mozione, mi era stato segnalato da diversi soggetti, che ne fanno parte, l'assoluta disponibilità ad essere chiamati per poter dare risposte in termini di servizi.
Questo recepimento da parte del Governo, se ci sarà, va nella doppia direzione, quella di portare a lavorare tanto personale sanitario, tanti infermieri, portarli nel mondo del lavoro, nello stesso tempo va nella direzione del dare delle risposte, le più celeri possibili, ai fabbisogni che abbiamo in questo settore. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento moz. 331/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva).

Emendamento moz. 331/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva).

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Voglio annunciare il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.
Noi, insieme ai colleghi del Partito Democratico, abbiamo partecipato davanti a Palazzo Leopardi il 20 di febbraio alla manifestazione indetta dai sindacati confederali, abbiamo ascoltato le parole dell'Assessore Saltamartini, che ha ripetuto anche oggi in Aula e mi fa piacere che ciò che ha detto quel giorno sia concretizzato oggi da un voto favorevole, anche da parte della maggioranza, di cui apprezzo anche gli emendamenti, le proposte migliorative che sono state suggerite.
Oltre ad avere sottoscritto la mozione insieme ai colleghi del Partito Democratico ho votato favorevolmente gli emendamenti e così farò anche per il testo che andrà in votazione tra poco, così emendato. Grazie.

Mozione n. 331, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 693
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Vitri, Casini, Mastrovincenzo, Biancani
“Chiusura 14 ospedali SSR”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 693 dei Consiglieri Carancini, Vitri, Casini, Mastrovincenzo, Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questa è un’interrogazione abbastanza sui generis perché chiede di verificare, acclarare, che l'Assessore in parola - quindi io - dovrebbe affermare in dichiarazioni pubbliche, secondo l'interrogante, la verità.
Vorrei precisare che da sempre ho prestato giuramento di fedeltà alla Costituzione, la quale all'articolo 54 stabilisce che le cariche pubbliche devono essere onorate con disciplina e onore.
Non farò polemiche con l'interrogante Consigliere Carancini e mi limiterò ad illustrare i fatti oggettivi ed inconfutabili.
Nell’interrogazione la prima domanda che viene posta è relativa ad alcune dichiarazioni rese in occasione della riapertura dell’ospedale di Sassocorvaro, quali sono i 14 ospedali che sarebbero stati chiusi.
I 14 ospedali che con delibera della Giunta regionale n. 735 del 2013 furono trasformati da ospedali di zona, con posti letto per acutti, in case della salute sono quelli di: Sassocorvaro, Sassoferrato, Cagli, Fossombrone, Chiaravalle, Cingoli, Loreto, Recanati, Tolentino, Treia, Matelica, Montegiorgio, Sant’Elpidio a Mare. Con successiva delibera n. 139 del 2016 queste case della salute di tipo C sono state ridefinite in ospedali di comunità. Ora sappiamo che negli ospedali di comunità ci sono i servizi di prossimità, cure intermedie, ma non ci sono posti per acuti.
Alla seconda interlocuzione presentata vagamente nell’interrogazione: non è la prima volta che nel suo ruolo di Assessore regionale con delega alla sanità, fa esplicito e pubblico riferimento alla presunta e mai avvenuta chiusura di ospedali del territorio, in particolare quale Assessore alla sanità dall’inizio del suo mandato ha ripetutamente dichiarato che sarebbero stati smantellati gli ospedali di Camerino, Civitanova Marche, quando la stessa Conferenza dei Sindaci, al contrario, aveva votato il totale mantenimento dei servizi.
Cerchiamo di essere chiari, nel diritto amministrativo il potere amministrativo viene allocato secondo il principio di legge, è la legge che stabilisce quale ente esercita un potere. L'Assemblea dei Sindaci non ha nessun potere di organizzare nulla, né di strutturare la costruzione di ospedali, né di modificare nulla. L'Assemblea dei Sindaci ha il potere di esprimere un parere sui bilanci preventivi e consuntivi e così via.
Nel 2017, quando l'allora Sindaco di Macerata convocò questa Assemblea, non c'era nessun atto regionale che prevedesse la realizzazione dell'ospedale di Macerata. Più tardi, e questo dimostra in modo inequivocabile quanto viene attribuito allo scrivente, come invece l’intenzione fosse quella di mistificare i fatti attribuendo alla Conferenza dei Sindaci del 2017 il potere di individuare e di realizzare un ospedale a Macerata.
Relativamente alla presenza o alla sussistenza dell'ospedale di Civitanova Marche e di Camerino basta questa osservazione.
Quando successivamente, in prossimità delle elezioni comunali, fu avviato un percorso da parte del direttore dell’Area vasta di Macerata, che non aveva il potere di conformare o di stabilire quali ospedali realizzare, fu individuato con project financing, il nuovo ospedale unico di Macerata con 634 posti letto. Si valuti che attualmente ospedale di Macerata ha 367 posti, quello di Civitanova Marche 189, quello di Camerino 77, totale 633. Se nell’ospedale di Macerata doveva essere realizzato l'Ospedale unico i posti letto che venivano considerati erano esattamente la somma precisa di quelli degli ospedali di Civitanova Marche, Macerata e Camerino. Questo è un fatto inequivocabile. La realizzazione dell’ospedale unico di Macerata avrebbe comportato la soppressione o comunque una limitazione degli ospedali di Civitanova Marche e di Camerino, ma questa ormai è storia.
Si valuti poi, l'ultima considerazione, che il Sindaco di Macerata, qui interrogante, nei primi anni di questa amministrazione ha più volte rivendicato che l’ospedale di Macerata dovesse essere di primo livello, confermo, Consigliere Carancini, che non è solo un ospedale di primo livello, ma ha delle specializzazione di secondo livello.
Dopo tanti articoli ed interventi sulla stampa, in cui si rivendica che l’ospedale di Macerata …, noi confermiamo che l’ospedale di Macerata avrà un percorso per migliorare la sua professionalità.
L'ultima considerazione rispetto alle tante bugie che sono state attribuite al sottoscritto, ma che invece dimostrano l'etica con cui il Consigliere Carancini svolge il proprio mandato, è che fino ai nostri provvedimenti non c'era un centesimo di spesa per l'ospedale di Macerata, i 105 milioni di euro più i 15 milioni della Regione, assegnati dal Ministero della salute alla Regione Marche, erano per intero stati individuati per la realizzazione dell’ospedale unico di Pesaro, per Macerata non c'era un centesimo.
Aggiungo e concludo che il Sindaco Carancini, avviando il procedimento di modifica del Piano regolatore, prevedeva che la nuova area, in cui si dovrà realizzare il nuovo ospedale, era un'area la cui destinazione veniva modificata, ma senza imporre il vincolo urbanistico.
La Conferenza non poteva stabilire alcunché, non c'era un centesimo per la realizzazione dell’ospedale, l'ospedale di Macerata è una struttura di primo livello, tragga lui le conseguenze su chi racconta bugie in quest’Aula e sui giornali. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. C’è anche la tv pubblica oggi. L’Assessore Saltamartini in occasione dell'apertura di Sassocorvaro ha dichiarato che erano stati chiusi 14 ospedali, e molto puntualmente ricorda la delibera n. 735 del 2013. Di quella Giunta facevano parte molte delle forze che oggi sono qui.
In quella delibera in realtà si stabilivano le nuove case della salute dentro un’articolazione: A, B e C. Dimentica in realtà che nel 2016 i 13, e non 14, quindi è disinformato, ospedali di comunità corrispondevano alle case della salute C. Non è stato chiuso niente, al contrario, diciamo che la Giunta Ceriscioli, al di là di tutte le attività, ha riaperto gli ospedali.
Sarebbe bello chiedere all’Assessore Saltamartini, se tutto questo fosse vero, immaginando che il precedente Presidente abbia chiuso i 13 ospedali, sono passati due anni e mezzo perché non li avete riaperti? Perché nella delibera del 2022, che voi avete fatto a proposito dei presidi ospedalieri, non avete riaperto quegli ospedali che il precedente Presidente aveva chiuso? Lei è un bugiardo perché le cose sono due, o il precedente Presidente ha riaperto gli ospedali di comunità, e questo è vero, con la delibera del 2016, quindi ha detto una bugia dinanzi alla tv pubblica, che purtroppo non ha dato la possibilità di rispondere, oppure, immaginando che lei abbia detto la verità, che il precedente Presidente abbia chiuso i 13 ospedali, è disinformato, non sa neanche che erano 13, sono passati due anni e mezzo, lei si è fatto tronfio del fatto che li avrebbe riaperti, ma non li ha riaperti. L’Assessore Saltamartini li ha riaperti? Lei è un bugiardo patentato. Siccome mi ha attaccato sull’ospedale e qui c’è un Consigliere regionale che ha partecipato …, le lezioni di diritto amministrativo e costituzionale non le faccia a me, le faccia alla sua ristretta cerchia.
La Conferenza di Area vasta certamente non decide quali sono gli ospedali …

PRESIDENTE. Prego di fare silenzio, Assessore.

Romano CARANCINI Gli dà un po’ fastidio perché non è riuscito ad aprire i 14 ospedali.
Per esempio, Assessore Saltamartini, e lo dico agli amici del pesarese, sono venuti in Commissione sanità i cittadini di Fossombrone, perché non ha riaperto l’ospedale di Fossombrone? Perché non ha riaperto i 14 ospedali? Si gestisce male le sue bugie.
Affermare che ci sarebbe stato solo l'ospedale unico di Macerata, chiudendo Camerino e Civitanova Marche è una barzelletta che non può raccontare.
Lo dico agli amici, sono arrivati 55 milioni, l’ha detto il Presidente Acquaroli, lo consulti qualche volta, per l'ospedale di Macerata, l’ha detto pubblicamente, al di là delle condivisioni, che non ho con il Presidente, lo ritengo una persona onesta intellettualmente, è venuto a dire pubblicamente alla Confartigianato che i 55 milioni per l'ospedale di Macerata arrivavano dalla Giunta Ceriscioli, lei è arrivato stamattina a dire che non c'è un soldo. Bugiardo, bugiardo politico, patentato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Presidente, ho avuto un'esperienza in Consiglio comunale ed anche al Senato della Repubblica non è mai successo che dei Parlamentari potessero apostrofare con “bugiardo, bugiardo, bugiardo, lei è un incompetente”. Non chiedo che lei intervenga, però il rispetto delle istituzioni prevede che ci sia una forma nel modo di procedere.
In realtà non ho mai attaccato nessuno in quest'Aula, ho risposto sempre senza polemica perché penso che chi esercita il potere debba essere criticato, però questo atteggiamento credo che travalichi il corretto dibattito istituzionale, danneggi l'immagine dell’istituzione perché domani i giornali diranno che noi abbiamo litigato.
Io non ho litigato, ho esercitato legittimamente il mio diritto di esprimere il mio pensiero, ritengo che la dignità dell'istituzione si misuri anche dal valore e dal significato delle parole. Ripetere con quella veemenza quella frase, penso che oltrepassi i limiti entro cui il diritto di critica può essere esercitato. Non svolgerò nessun tipo di azione, né di tutela in altre sedi, che possono essere ammissibili, perché penso di dover chiedere ai colleghi dell'opposizione che la continenza fa parte comunque della capacità delle istituzioni di confrontarsi liberamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Non so quale sia il fatto personale perché dire che uno è un bugiardo politico non è un fatto personale, è una critica. Giustamente non abbiamo litigato.
L’Assessore Saltamartini ha raccontato pubblicamente dinanzi alle tv, tra l’altro quella pubblica, che erano stati chiusi 14 ospedali, non è vero, ma se è vero, fatto salvo quello che è stato riferito, oggi mi dovrebbe dire perché non ha riaperto gli altri 13 ospedali dopo due anni e mezzo.
Le cose sono due, sulla vicenda delle risorse dell'ospedale di Macerata c'è addirittura un affronto, qui ci sono gli Assessori, io facevo il Sindaco e so bene quello che è avvenuto, ma lo sa anche il Presidente Acquaroli perché è venuto a Macerata in Confartigianato a parlare di sanità ed ha detto onestamente come stavano le cose.
Oggi ci sono 55 milioni per l’ospedale di Macerata, è una delibera assunta dal Ministero nel 2021, se voi andate a vedere il decreto ministeriale fa riferimento alla call che è stata fatta dal Ministero per gli ospedali e c’è l’indicazione del presidio unico ospedaliero di Macerata. Quindi, dire che questi soldi non c'erano …, il vero tema è che noi stiamo qui, nessuno lo racconterà in giro, è sfacciato affermare questo perché io posso criticare una Giunta o un’indicazione politica, ma raccontare una frottola di questo tipo è un'offesa a noi stessi, è come se negassi che è stata fatta una riforma della legge sul modello sanitario, è stata fatta, è la realtà.
Siamo arrivati alla sfacciataggine, siccome non ci controlla nessuno, non vengono riportate le cose, salvo il fatto da riportare perché racconteremo quello che ha raccontato stamattina l’Assessore Saltamartini che ha teorizzato, è vero, che sono stati chiusi nelle Marche Marche gli ospedali, 13 o14, in realtà erano 13, però non ha detto come mai non li ha riaperti in due anni e mezzo e non li riaprirà. E questo è un altro tema che fra un po’ vedremo.
C’è un modo sfacciato, offensivo per il Consigliere regionale, si può essere differenti come idee, ma raccontare le frottole, cercando di portare in giro non noi ma i cittadini, è un affronto ed è una cosa inaccettabile da ascoltare.
Sarebbe stato sufficiente dire no, gli ospedali sono stati convertiti, anzi le case della salute il precedente Presidente le ha fatte diventare ospedali di comunità, si può non condividere, però lui sa bene quando fa le lezioni di diritto costituzionale che siamo in potestà concorrente e sa bene che gli indirizzi li dà lo Stato. Quando il decreto Balduzzi 70 del 2015 dà delle indicazioni siamo purtroppo, per fortuna o sfortuna, obbligati, ecco perché dico che vanno raccontate le cose come stanno, poi sui fatti e sulle opinioni possiamo dividerci. Grazie.

PRESIDENTE. Facendo propria una indicazione e prendendo atto di quanto è stato detto dall'Assessore, richiamo tutti i presenti all'articolo 72 del Regolamento, che prevede che non si possono pronunciare parole sconvenienti che turbino con la loro espressione la libertà di discussione, l'ordine o il contegno da tenere in Aula.
E’ un richiamo che faccio a livello generale.
Colgo l'occasione per riportare il dibattito all'essenza stessa del confronto sulla tematica che è stata posta dall'interrogazione, senza andare oltre, quindi contenere posizione, precisazione, risposte, replica ed anche esplicitazione del fatto personale della relativa replica.
Richiamo tutti all'articolo 72.

Interrogazione n. 706
ad iniziativa della Consigliera Elezi
“Interventi volti a promuovere la lingua italiana dei segni”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 706 della Consigliera Elezi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La Consigliera Elezi pone un’interrogazione molto importante per persone con disabilità particolarmente rilevanti e mi piace ricordare che la necessità, il bisogno che il servizio sanitario possa garantire alle persone con maggiore bisogno di assistenza sociale, sanitaria, è proprio un'esigenza addirittura di ordine costituzionale.
Ciò premesso, devo aggiungere che la Regione Marche ha un'intensa collaborazione con l'Ente nazionale sordi, in particolare anche lo stesso Presidente Acquaroli ha riconnesso una rilevanza di particolare significato nel rapporto con le persone che hanno questa disabilità, tant'è vero che a seguito degli incontri ci sono stati numerosissimi interventi da parte della nostra Regione, sia dal punto di vista amministrativo, con provvedimenti ad hoc, che con norme regionali. In particolare la legge 5 del 2020 era stata approvata nella precedente consigliatura, quindi, c'è una sensibilità istituzionale politica di particolare riguardo.
Rispondendo all’interrogazione devo aggiungere che nell'anno in corso abbiamo programmato una serie di incontri con l'Associazione nazionale sordi per impiegare le risorse stanziate in bilancio, che ammontano a 40.000 euro, in particolare per una richiesta fondamentale, che è quella del finanziamento degli interpreti, soprattutto per chi ha questo tipo di invalidità dalla nascita, si tratta di soggetti più svantaggiati, e per implementare tutta una serie di corsi formativi che possono avvicinare queste associazioni e le persone che hanno questo tipo di disabilità alle strumentazioni, ai metodi più approfonditi e più professionali che possono lenire questa condizione. In particolare è stato avviato un percorso per il corso di approfondimento dell'interpretariato da remoto per interpreti professionisti, che si è svolto nel 2021. Quindi noi intendiamo far sì che questi 10 interpreti professionisti, che hanno ricevuto un rilevantissimo gradimento nella platea delle persone interessate a questi corsi …, ebbene questo corso intensivo di primo, secondo e terzo livello della Lis, che ha visto la frequenza di 20 studenti, verrà riproposto quest’anno e anche nel prossimo.
Ad oggi, sulla base degli accordi anche informali che sono stati raggiunti con l'Associazione nazionale sordi, la Regione Marche è particolarmente impegnata a verificare il riconoscimento di questi percorsi.
Ringrazio la Consigliera Elezi per aver sollecitato questo importante provvedimento, la ringrazio anche se vorrà seguire direttamente con l'Associazione l'andamento di questo percorso, che è stato delineato con atti di indirizzo da parte della Giunta alle amministrazioni.
Ritengo che la nostra Regione possa essere più civile nel trattamento di queste invalidità, se così le possiamo definire, e nei riguardi di queste persone, nella misura in cui sarà in grado di garantire a tutti, ripeto a tutti, queste prestazioni, soprattutto l’interpretariato ed il sostegno economico finanziario, nonché la formazione di nuovi interpreti della lingua dei segni.
E’ significativamente importante che le conferenze, le manifestazioni, anche della politica, del Servizio sanitario regionale e di tutto ciò che riguarda le iniziative pubbliche, possano essere accompagnate da un interprete della lingua dei segni per far partecipare questi soggetti alla più ampia vita sociale, economica e politica del nostro Paese. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Elezi.

Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Saltamartini per la risposta molto puntuale e anche soddisfacente.
Mi auguro che tutto il percorso che ha fatto questa Giunta stanziando fondi nel 2022, nel 2023, possa proseguire anche nel 2024 e nel 2025, fondi per la promozione ed il riconoscimento della lingua italiana. Grazie.

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 641 a firma della Consigliera Vitri è rinviata perché non è presente, giustificata, al Consiglio regionale di oggi.

Interrogazione n. 684
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo
“Iniziative regionali di contrasto alla diffusione della Paysandisia archon fra le palme presenti nel territorio regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 684 ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Vitri, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. L'attività di contrasto alla diffusione degli organismi nocivi ai vegetali di nuova o temuta introduzione, che costituiscono una grave minaccia per l'agricoltura e per l'ambiente marchigiano, è coordinata dal Servizio fitosanitario regionale ed include numerosi organismi nocivi regolamentati a livello unionale, quali, per citarne solo alcuni, il tarlo asiatico del fusto ed altri non regolamentati come la cimice asiatica.
L'attività relativa a Paysandisia archon può essere inserita nell'ambito del quadro delle suddette attività di contrasto con azioni di informazione focalizzate sull'aggiornamento professionale dei tecnici pubblici e privati già in corso di esecuzione, come ricordato nella premessa dell'interrogazione, nonché con azioni che potranno essere rivolte ai cittadini proprietari di palme con il supporto delle autorità locali.
Nonostante la Paysandisia non sia più inserita tra gli organismi nocivi regolamentati in ambito dell'Unione europea, il Servizio fitosanitario regionale ha sempre dato assistenza alle Amministrazioni locali che ne hanno fatto richiesta, fornendo informazioni aggiornate sull'avanzamento delle conoscenze tecniche e scientifiche, sulle modalità di lotta contro questo temibile insetto, prediligendo soluzioni fitoiatriche ambientalmente sostenibili.
L'Amministrazione regionale pur essendo disponibile nel fornire le competenze scientifiche e tecniche per incentivare interventi specifici non può operare con interventi fitoiatrici diretti, valuterà con la massima disponibilità eventuali progetti territoriali volti a favorire interventi corretti, tempestivi e ambientalmente sostenibili, condividendo la necessità di salvaguardare il paesaggio urbano.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Se l'Assessore non ha problemi gli chiedo se può darmi la risposta scritta per consentirmi di leggerla con attenzione.
Faccio solo una proposta, nel senso che vedevo bene la disponibilità ad istituire un tavolo tecnico, però chiederei, se fosse possibile, che sia la Regione ad attivarsi attraverso l’AMAP per istituire questo tavolo tecnico perché se aspettiamo i singoli Comuni ho paura che alla fine non si farà niente.
Ritengo che questo sia un problema importante anche perché quello che sta succedendo altera completamente il patrimonio ambientale ecologico e nel complesso viene modificato anche il paesaggio urbano complessivo. Faccio riferimento alla città di Pesaro, ma ho visto che anche nella città di Fano, ci sono questi viali, che in parte sono con piante di proprietà pubblica, ma molto spesso sono piante di proprietà privata, che sono diventati brutti. Queste palme nessuno andrà a rimuoverle perché i costi per la rimozione sono importanti, penso invece che sia importante riuscire a fare una corretta campagna di formazione, informazione, ma con la stessa AMAP, che oltre ad attivare il tavolo tecnico, deve anche organizzare sul territorio tutta una serie di eventi e di iniziative di formazione e di informazione, soprattutto per quanto riguarda i privati. Mi sono reso conto di questa situazione perché la palma ce l’aveva anche un mio vicino di casa, poi mi sono accorto che è dappertutto, le persone pensano che sia carenza di acqua, che siano altri problemi, ma se poco uno non interviene in tempi rapidi …
Si tratta di piante che hanno 30, 40, 50 anni, e vedere morire un patrimonio ambientale – sono piante che sono molto diffuse in tutto il territorio, soprattutto sulla costa – senza che nessuno intervenga per scarsa sensibilità ed anche per scarsa informazione, secondo me è un problema che si pone anche dal punto di vista estetico, paesaggistico ed ambientale.
La ringrazio per la risposta, però rilancio dicendo che secondo me deve essere l’AMAP sia ad organizzare direttamente sul territorio, per il pubblico e per il privato, iniziative di formazione ed informazione, che a convocare un tavolo tecnico perché quello che stiamo perdendo è un patrimonio arborico che ritengo importante. Grazie.

Interrogazione n. 664
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mastrovincenzo, Mangialardi
“L.R. n. 31/2020 - Disposizioni in materia di partecipazione all'elaborazione e alla valutazione delle politiche pubbliche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 664 dei Consiglieri Cesetti, Mastrovincenzo, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Con l'interrogazione in oggetto, viene richiesto se la Regione abbia posto in essere gli adempimenti per il perseguimento delle finalità della legge regionale n. 31/2020, in materia di partecipazione all'elaborazione e alla valutazione delle politiche pubbliche ed in caso negativo se si intenda dare seguito agli stessi.
Giova ricordare che non più di 4 mesi fa (precisamente in data 3 novembre 2022) è stata protocollata, a firma di otto Consiglieri del Partito Democratico, analoga interrogazione. Nella seduta del 22 novembre 2022 lo scrivente ha già dato risposta alla stessa.
In ogni caso, ad integrazione e sviluppo del dibattito assembleare, si precisa quanto segue:
- la legge regionale n. 31/2020 è stata approvata in data 21 luglio 2020, a seguito dell'iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Giacinti e Minardi in data 10 febbraio 2020, ossia dopo che la Regione aveva definito ed attuato, sulla base della propria legge di semplificazione, un proprio sistema di elaborazione e di valutazione delle politiche pubbliche;
- la Iegge regionale n. 31/2020 non prende in considerazione l'organizzazione esistente, ma innesta sull'apparato regionale, senza introdurre meccanismi di raccordo, procedure partecipative analoghe a quelle già disciplinate in altre leggi regionali;
- uno dei problemi creati dalla Iegge regionale n. 31/2020, in altre parole, è dovuto al fatto che essa si inserisce nel quadro normativo regionale non come una riforma organica, ma come un intervento aggiuntivo e puntuale, rischiando di determinare una frammentazione o una duplicazione dell'azione regionale di "disseminazione informativa", con effetti incoerenti rispetto agli obiettivi di innovazione e di coesione che la stessa Iegge regionale n. 31 pone.
Ancora, si ricorda che, in base alla legge regionale n. 3/2015, è stato costituito il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche pubbliche, costituito, in modalità paritetica, presso l’Assemblea legislativa.
E questa la principale sede istituzionale in cui dare attuazione ai principi in materia di partecipazione democratica e di valutazione delle politiche pubbliche. In caso contrario si rischierebbero sovrapposizioni e parcellizzazioni caotiche, se non fuorvianti.
In ogni caso si ricorda che la Regione applica norme coerenti con i principi e le finalità partecipative, ai sensi delle vigenti norme, ad esempio:
- la legge regionale n. 3/2015 - innovazione e semplificazione amministrativa;
- la legge regionale n. 15/2021 - tutela dei consumatori e utenti;
- la legge regionale n. 22/2021 - Osservatorio e tavoli sul commercio e sui prezzi;
- la delibera di Giunta regionale n. 507/2022 - Piano integrato attività e organizzazione;
- la delibera di Giunta regionale n. 1259/2022 - Ufficio relazioni con il pubblico.
Inoltre sono molteplici e frequenti - oltre i percorsi normativi standardizzati - le istituzioni e gli avvii di tavoli territoriali di coordinamento, di confronto con i corpi intermedi, di concertazione con enti, sindacati e associazioni nella programmazione e nella attuazione delle principali politiche pubbliche regionali.
Tutto ciò precisato, non si può da ultimo annotare la mancata sottolineatura, da parte dei Consiglieri interroganti, peraltro sempre attenti al dettato legislativo, di un aspetto importante.
Infatti, se l'articolo 6, comma 1 della legge regionale, elenca le funzioni assegnate alla Giunta, è lo stesso articolo, al comma 3, che precisa come tutte le azioni, incluse quelle di formazione e promozione della cittadinanza attiva, sono adottate sulla base di indirizzi approvati dall'Assemblea legislativa.
In altre parole, senza indirizzi dell'Assemblea legislativa, la Giunta non ha le condizioni normative per poter attuare le principali previsioni di legge, in termini di elaborazione, divulgazione e promozione dei processi partecipativi.
Tali indirizzi preliminari sono quindi necessari per definire con chiarezza le azioni finalizzate allo sviluppo di tali processi, per individuare gli ambiti e le competenze gestionali di uffici e funzionari, per definire e qualificare i soggetti destinatari degli stessi.
Anche i contributi regionali, senza i suddetti indirizzi, non sembra si possano correttamente definire e stanziare, a meno di creare confusione e di allocare risorse pubbliche in assenza di una logica programmatoria e in contrasto con le previsioni della legge.
Ad ogni buon conto, ad oggi, non è pervenuta alcuna istanza da parte di enti responsabili, né sono stati comunicati dagli enti locali processi partecipativi da valorizzare.
Concludo: l'amministrazione regionale ha lavorato e lavora in un'ottica sussidiaria e di partecipazione, in coerenza quindi con la legge regionale. Tuttavia le politiche si attuano in maniera corretta e nel rispetto delle procedure, in un quadro coordinato e coerente; in tale prospettiva, si osserva, le politiche pubbliche da sviluppare possono attenere, più che alla fase di co-progettazione e di co-produzione dei servizi, in un'ottica di gradualità e di circolarità, alla fase di rendicontazione e di valutazione dei risultati ottenuti; ciò consentirebbe anche di attivare eventuali azioni correttive e di supporto alle politiche pubbliche. E' in questa direzione che possono essere ottenuti i risultati più interessanti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore Brandoni per la risposta, che però non mi soddisfa in alcun modo perché è una risposta come sempre tecnica, burocratica, quando invece le interrogazioni molto spesso pongono dei quesiti che sono dirette a provocare delle risposte politiche, qui invece è una questione burocratica.
L'Assessore ci ha spiegato perché questa legge, di fatto, non sarebbe attuabile, ci ha spiegato i motivi per i quali questa legge presenterebbe delle lacune operative rispetto agli obiettivi che si vuole prefiggere. Se così è, e non ho motivo di non credere alle osservazioni dell'Assessore. anche se tecniche saranno state vagliate, si cambia la legislazione, la si modifica, la si abroga, se si vuole. Quante volte vediamo, ad esempio, che governi diversi che si succedono in un'istituzione fanno un’ operazione, se vogliamo, di restyling normativo, quindi, si modifica, si integra, altrimenti si deve attuare.
Con questa legge si partiva da un concetto di fondo, che la partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche rappresenta un elemento imprescindibile per assicurare una governance efficace dei complessi problemi sociali, ambientali, economici, che amministrazioni pubbliche ed i governi devono affrontare e risolvere.
E’ proprio con questa consapevolezza che la legge n. 31 del 2020 ha introdotto disposizioni per la valutazione delle politiche pubbliche, per promuovere e disciplinare i processi partecipativi in funzione di codecisioni nel territorio regionale al fine di incrementare la qualità democratica, sostenere l’innovazione sociale e istituzionale, favorire la diffusione di opinioni informate e la cittadinanza attiva, rafforzare la coesione sociale, valorizzare i saperi e le competenze presenti nella società. E noi sappiamo quanto questo oggi costituisca non soltanto un'opportunità, ma anche una necessità di fronte ai gravi problemi del nostro tempo.
D'altra parte la Regione Marche, come tutte le Regioni, si occupa di questioni fondamentali proprio in legislazione concorrente, di cui abbiamo parlato prima, pensiamo alla sanità e al sociale, alle politiche del lavoro con connessa formazione e sicurezza nel lavoro e per il lavoro; pensiamo alla valorizzazione della tutela ambientale, dei beni culturali e chi più ne ha più ne metta, basta soltanto, lo ricordo a me stesso, il comma terzo dell’articolo 117 della nostra Costituzione, che delinea in modo chiaro quale sia la legislazione concorrente dinanzi ad un dibattito nazionale che vuole allargare il fronte dell'autonomia delle Regioni.
Dinnanzi a questi temi è evidente che raccogliere le istanze che provengono dalla società, attraverso un procedimento di partecipazione, non è soltanto un dovere e una necessità, ma io credo che costituisca una opportunità per l’elaborazione e la valutazione delle politiche pubbliche.
In definitiva, Assessore, nel ringraziarla ancora una volta per la risposta, la invito ad una ulteriore riflessione su questo tema, poi magari ci torneremo, affinché possa apprezzare tutta la forza della legge n. 31 del 23 luglio 2020 e se del caso, se è come dice lei, la si corregga, quante volte lo facciamo, oppure si dica che non è utile e la si abroghi.
In questa direzione ritengo che non possiamo lasciarea accantonata la parte, silente, perché la legge per un'istituzione come la Regione è la principale delle prerogative, quindi, farlo e porre in essere gli adempimenti per il perseguimento delle finalità della legge stessa, attraverso anche, se del caso, una modifica della stessa. Grazie.

Interrogazione n. 681
ad iniziativa dei Consiglieri Ruggeri, Cesetti
“Quali iniziative, conseguenti all’approvazione della mozione n. 207 nella seduta del Consiglio regionale del 15.03.2022, per fermare l’attacco alla gestione pubblica dei servizi locali contenuto nel D.Lgs. 201/2022”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 681 dei Consiglieri Ruggeri, Cesetti.
Ha la parola per la risposta l’Assessore Brandoni.

Goffredo BRANDONI. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione in oggetto viene richiesto se la Regione intende promuovere la questione di legittimità costituzionale ex art.127, secondo comma, della Costituzione, avverso le disposizioni del D.Lgs. 201/2022, per presunta lesione della sfera di competenza regionale e degli enti locali, relativamente alla disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Tali norme introducono, tra l'altro, obblighi di verifica della convenienza degli affidamenti in house e promuovono il ricorso al mercato al fine di rendere più efficienti i servizi pubblici locali.
Ciò, si osserva, sarebbe in contrasto con il principio del riconoscimento dell'acqua, quale bene primario, indispensabile per la vita, e patrimonio pubblico da tutelare.
L'interrogazione viene proposta in riferimento alla precedente mozione n. 207/2022, con la quale il Consiglio regionale aveva deliberato di agire affinché nel disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 fossero salvaguardate le prerogative e le competenze delle Regioni e degli enti locali.
In proposito, appare opportuno premettere che la volontà popolare, tesa a mantenere una gestione pubblica del servizio idrico, era emersa con un voto referendario favorevole fin dal 2011.Tale volontà popolare non sembra sia stata pienamente rispettata. Infatti, prima con il decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014, convertito in legge 11 novembre 2014, n. 164, sono state dettate disposizioni che hanno portato alla formazione di ambiti territoriali in area vasta nei quali sono stati individuati gestori unici in base a requisiti strutturali minimi, normativamente prescritti. Successivamente, il comma 2 dell'articolo 192 del decreto legislativo n. 50/2016, proseguendo su tale linea, ha introdotto un obbligo di motivazione rafforzata per gli affidamenti in house, in quanto prevede che la pubblica amministrazione sia tenuta a fornire specifica motivazione sia per quanto riguarda la sussistenza dei requisiti del controllo analogo sia per la convenienza economica, in relazione agli obiettivi di efficienza, economicità, qualità del servizio e ottimale impiego delle risorse pubbliche.
Anche l'articolo 5 del decreto legislativo n. 175/2016, per le società a partecipazione pubblica, pone un analogo onere di motivazione analitica e rafforzata.
Nella giurisprudenza risulta assodato che l'in house providing riveste carattere eccezionale rispetto all'ordinaria modalità di scelta del contraente sul mercato ed è attivabile solo se sussiste una reale e dimostrata convenienza per l'amministrazione. Qualora, invece, le condizioni economiche offerte dal mercato siano più convenienti, allora l'in house non è esperibile (Consiglio di Stato n. 681 del 27 gennaio 2020; Consiglio di Stato 17 dicembre 2015, n. 5732).
La Corte Costituzionale afferma la potestà legislativa esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza e riconosce la legittimità dei vincoli restrittivi in materia di affidamenti in house nella logica della tutela della concorrenza per cui la normativa - contestata con l'interrogazione - si fonda su un quadro normativo e giurisprudenziale ben solido (vedi sentenze nn. 100/2020 e 218/2021).
Appaiono, dunque, molto limitati i margini per un ricorso alla Corte Costituzionale, stante il delineato assetto di competenze e considerato che il decreto legislativo citato rientra nei limiti della delega su aspetti di competenza statale.
Occorre anche rammentare che l'intervento normativo rientra nel PNRR che elenca, tra le riforme abilitanti, la normativa sui servizi pubblici locali, con la finalità di promuovere dinamiche competitive che possano assicurare la qualità dei servizi pubblici e i risultati delle gestioni nell'interesse primario dei cittadini e utenti.
Il Piano prevedeva, infatti, entro dicembre 2022, sia l'approvazione della legge della concorrenza 2021, sia l'entrata in vigore di tutti gli strumenti attuativi (di diritto derivato, e quindi anche del provvedimento in esame) per l'effettiva attuazione e applicazione delle misure derivanti dalla legge annuale sulla concorrenza 2021.
La Commissione europea con la Comunicazione relativa all'approvazione del Piano italiano, prevede, tra l'altro, che "la riforma deve mirare ad affrontare i problemi del settore idrico in Italia che si protraggono da tempo e che si riflettono in molte procedure di infrazione in corso per inosservanza della direttiva 91/271/CEE del Consiglio, in un'eccessiva frammentazione del settore e nell'assenza di incentivi e politiche tariffarie adeguati".
La componente 4, dedicata alla "Tutela del territorio e della risorsa idrica", della missione 2 ("Rivoluzione verde e transizione ecologica"), prevede investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, le fognature e la depurazione per complessivi 3,5 miliardi di euro.
Dal contenuto della misura emerge quello che deve essere il punto centrale del servizio pubblico e cioè le prestazioni (utilità consistenti in servizi) rese alla collettività mediante la promozione di dinamiche competitive.
La correlazione tra valori sociali e concorrenza, in particolare nei servizi pubblici locali, emerge anche dalla recentissima modifica dell'articolo 41 della Costituzione così come dagli atti europei che si occupano dei servizi di interesse economico generale (espressione che indica la categoria dei servizi pubblici).
Il decreto in esame è emanato in attuazione dell'articolo 8 della legge 5 agosto 2022, n. 118, che reca la delega per l'adozione di uno o più decreti legislativi di riordino della materia dei servizi pubblici locali. Il decreto risponde ai seguenti principi direttivi:
- i servizi pubblici locali sono riconducibili alle funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane, per favorire o organizzare lo svolgimento dei servizi pubblici per la soddisfazione delle esigenze delle comunità locali;
- i servizi pubblici locali consistono in attività di interesse generale che possono realizzare la coesione sociale e territoriale;
- la mera presenza sul territorio dei servizi pubblici locali non è sufficiente perché se ne devono garantire i risultati, in termini di accessibilità, continuità, universalità, qualità e non discriminazione.
Per arrivare alla realizzazione dei richiamati obiettivi possono individuarsi quattro linee fondamentali da seguire, tanto nella disciplina legislativa che nella conseguente attuazione amministrativa:
a) sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza;
b) approfondito confronto tra le possibili soluzioni, illustrando le ragioni della scelta della forma di gestione;
c) pubblicità e trasparenza nella fase della scelta e nella fase di espletamento delle gestioni dei servizi pubblici;
d) rafforzamento e diffusione del ricorso al principio di concorrenza.
Pertanto il legislatore delegato si è mosso all'interno della delega e di tutti gli atti di cui si è descritto in estrema sintesi il contenuto.
In tema di oneri e adempimenti a carico degli enti locali, nel dossier dei lavori parlamentari si annota che la formulazione normativa ricalca in larga parte quella analoga al contenuto dell'articolo 192 del Codice dei contratti pubblici, che già attualmente impone un onere rafforzato per legittimare il ricorso all'in house providing. In proposito, la Corte Costituzionale, nella sentenza 100 del 2020, ha segnalato che il maggior rigore contenuto nell'articolo 192 per gli affidamenti in house, non si pone in contrasto con la disciplina europea che, essendo diretta a favorire l'assetto concorrenziale del mercato, costituisce solo un minimo inderogabile da parte degli Stati membri.
Un'ultima osservazione. La giurisprudenza costituzionale ribadisce il necessario coinvolgimento del sistema delle autonomie territoriali (in particolare, con lo strumento della previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni ovvero Conferenza unificata) laddove il decreto delegato intervenga su ambiti di competenza regionale connessi con competenze statali.
L'atto quindi è stato sottoposto alla Conferenza unificata che ha rilasciato l'intesa e il parere, come richiesto dall'articolo 8 della legge delega, sullo schema di decreto, in data 30 novembre 2022. Sullo schema di decreto sono poi stati resi i pareri, alla Camera, della I Commissione affari costituzionali (favorevole con osservazioni, seduta del 14 dicembre 2022) e della V Commissione bilancio. Il legislatore si è quindi mosso nei limiti della legge delega e dei principi costituzionali (vedi sentenze nn. 26/1967, 56/1965 e 129/1963); inoltre le norme rispondono ai criteri che hanno ispirato il legislatore delegante (vedi sentenze del 1993 e del 1970).
In conclusione, sulla base di quanto esposto, non appaiono sussistenti i presupposti per avviare iniziative giudiziarie, nel senso descritto nell'interrogazione.
Le questioni sollevate dall’interrogazione sono complesse e articolate pertanto questa esposizione, per rispettare i tempi assegnati, è necessariamente sintetica.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la lunga risposta, che però mi vede profondamente delusa per due motivi. Il primo è che rispetto a quando è stata approvata la mozione n. 207, ed era il 15 marzo 2022, quest’Aula ha cambiato idea, è cambiato anche l'orientamento della Giunta perché di colpo ci siamo ritrovati a far parte di una Giunta marchigiana che è a favore della gestione privata dei beni pubblici, quindi di acqua e di rifiuti, cosa che sembrava diversa; il secondo è che era stata approvata una mozione che viene completamente disattesa oggi, ed era stata approvata all’unanimità. Ci torno su Assessore perché lei a quell’epoca non c’era e ci tengo che abbia ben chiara la situazione.
Questa interrogazione nasce dall’approvazione unanime della mozione n. 207 da parte di questo Consiglio regionale in data 15 marzo 2022. La mozione impegnava il Presidente e la Giunta regionale ha promuovere, qualora l’articolo 6 del disegno di legge 2469 fosse stato approvato definitivamente dalle Camere, la questione di legittimità dinnanzi alla Corte Costituzionale. Chiedevamo che fosse applicata la mozione.
Siccome ormai è d’abitudine respingere le mozioni dell’opposizione, quella volta era passata all’unanimità e mi aspettavo che ci fossero atti conseguenti, invece non ci saranno.
L'interrogazione viene dalla considerazione che il 30 dicembre 2022 è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale il decreto legislativo 23 dicembre 2022, n. 201 sul riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, che attua il disegno di legge 2469, la legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2021, come previsto nell'articolo 8 della legge delega 118 del 5 agosto del 2022. Il contenuto del decreto legislativo attua puntualmente quanto previsto nel disegno di legge, che già questo Consiglio regionale ha censurato in tema di restrizione dell’autonomia della Regione e degli enti locali nella nuova disciplina della modalità di gestione dei servizi pubblici locali, introducendo numerose prescrizioni ed oneri impropri e discriminatori che di fatto penalizzano la gestione pubblica in house dei servizi fino a scoraggiare gli enti che ad oggi adottano questa modalità di gestione.
Torno a dire che questo Consiglio regionale ha censurato i contenuti di questo disegno di legge già nel marzo scorso. Il riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, disposto dallo Stato con questo decreto, relega la gestione pubblica dei servizi come straordinaria e residuale, questo l’ha detto anche lei prima, mentre l’affidamento al mercato rappresenterebbe la normalità, secondo la logica dettata dal disegno di legge che il decreto legislativo ha inteso attuare.
Tutto ciò ha lo scopo di incentivare il ricorso al mercato nell’affidamento dei servizi e quindi all’affidamento a gestori privati di tutti i servizi pubblici, incluso il servizio idrico integrato ed il servizio di igiene urbana, con il pretesto di una presunta maggiore tutela della concorrenza e dell'economicità dei servizi.
E’ vero invece l’esatto contrario, concorrenza ed economicità si tutelano con gli appalti di forniture lavori e servizi mediante procedure di evidenza pubblica e le società di gestione in house sono tenute per legge ad operare mediante appalti nel libero mercato, mentre le società private una volta vinta la gara per la gestione dei servizi utilizzano i fornitori che vogliono, caricando i costi aggiuntivi sulle bollette dei cittadini.
Le disposizione introdotte, pertanto, rappresentano un attacco alla gestione pubblica dei beni comuni, in particolare l’acqua, quindi ai diritti delle persone e delle comunità.
Il decreto legislativo n. 201 del 2022 è in evidente contrasto con la legge regionale n. 30 del 2011 e presenta vari e marcati profili di violazione della carta costituzionale in quanto lede la sfera di competenza delle Regioni.
Insisto nel chiedere alla Giunta di onorare l’impegno conseguente a quanto già deliberato da questa Assemblea legislativa con l’approvazione della mozione n. 207 del 15 marzo, promuovendo la questione di illegittimità costituzionale, ex articolo 127, secondo comma, della Costituzione, entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge o dall’atto avente forza di legge, quindi entro domani perché i termini sono scaduti e ancora non siamo riusciti a discutere questa interrogazione.
Preciso che la Regione è legittimata a proporre l’impugnativa non solo per la lesione diretta subita dalle norme contestate, ma anche per la lesione delle prerogative costituzionali dei Comuni, quando a seguito della compressione della loro sfera di attribuzione ne derivi una compressione dei poteri della Regione, come avviene esattamente in questo caso.
Assessore, sono veramente delusa e penso che insieme a me sia deluso anche il Consigliere Cesetti, che ringrazio per aver sottoscritto questa interrogazione, e mi dispiace tantissimo che non possa intervenire perché il supporto sarebbe stato molto utile.
Ringrazio il Partito Democratico che, firmando questa interrogazione, dimostra di essere ancora convinto che quella mozione approvata a marzo abbia validità e che quindi bisognerebbe contrastare anche con un ricorso alla Corte costituzionale il decreto legislativo n. 201. Invece devo notare che purtroppo la maggioranza ha cambiato idea e la Giunta non farà quello che tutti insieme, tutti i partiti politici, l’hanno impegnata a fare.
Assessore, lei non c'era, l'hanno messa qui a risponderci e purtroppo deve prendersi le nostre reprimende rispondendo all'inadempienza di qualcun altro.
Resta il fatto che così si delegittima tutta l'Assemblea legislativa. Grazie.

Nomine

Elezione di un componente del Consiglio direttivo dell'associazione “Università della Pace”
(articolo 15, comma 5, della legge regionale 18 giugno 2022, n.9; articolo 12, comma 6, dello Statuto Ente; deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale n. 125 del 14 luglio 2009 e successive modificazioni)
(voto limitato a uno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente del Consiglio direttivo dell'associazione “Università della Pace.”.
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che l’Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati. Indico la votazione a scrutinio segreto.

(Il Consigliere segretario Marinangeli effettua la chiama)

Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 26
Schede bianche n. 6
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 20

Ha ricevuto voti:
Trenta Umberto n. 20


Proclamo eletto componente del Consiglio direttivo dell'associazione “Università della Pace” Trenta Umberto.

Elezione di un componente con funzione di Presidente del collegio dei revisori dei conti dell’associazione “Università della Pace”
(articolo 15, comma 5, della legge regionale 18 giugno 2022, n. 9; articolo 15, comma 3, dello Statuto Ente; deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale n. 125 del 14 luglio 2009 e successive modificazioni)
(voto limitato a uno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un componente con funzione di Presidente del collegio dei revisori dei conti dell’associazione “Università della Pace”
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che l’Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati.
Indico la votazione a scrutinio segreto.
Nella scheda che voi votate trovate il nome di Marco Argentati in realtà per refuso è stato scritto Marco, ma le generalità del candidato sono Marcello Argentati, quindi dobbiamo prendere atto che il candidato è Marcello Argentati e non Marco Argentati, come viene riportato nella scheda. Almeno che non vi siano opposizioni da parte di qualcuno in questo momento o dei votanti il nome è Marcello Argentati.
Il nome è unico, c’è un refuso sul nome, non Marco, ma Marcello, quindi, l’elezione riguarda il sig. Marcello Argentati.

(Il Consigliere segretario Marinangeli effettua la chiama)

Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 22
Schede bianche n. 6
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 16

Ha ricevuto voti:
Argentati Marcello n.16

Proclamo eletto componente con funzione di Presidente del collegio dei revisori dei conti dell’associazione “Università della Pace” Argentati Marcello.

Deliberazione legislativa statutaria concernente: “Modifica alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 ‘Statuto della Regione Marche’”.
(seconda approvazione ai sensi dell’articolo 123, secondo comma, della Costituzione)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria.
Dichiaro aperta la discussione generale, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Come è noto è all'ordine del giorno la proposta di legge per prevedere anche nella Regione Marche, nella maggior parte delle Regioni italiane è già presente da anni, da alcune legislature, ad esempio nella Regione Lombardia, la nomina di un sottosegretario con la funzione di coadiuvare il Presidente e i componenti di Giunta.
Tutti sanno che la legge di riforma delle Giunte regionali e dei Governi regionali ha comportato la riduzione del numero degli Assessori, in particolare la nostra Regione Marche da 8 è passata a 6. Questo ha determinato una concentrazione di deleghe così numerosa che ci sono Assessori che hanno addirittura 11 o 13 competenze, che è un numero talmente forte che impedisce di seguire oggettivamente i singoli argomenti, problemi e legislazioni.
È vero che l'Assessore è supportato dalla squadra, dallo staff e dai servizi, dal capo dipartimento, dal responsabile dei servizi e altro, ma è anche vero che molto spesso si richiede la presenza fisica dell'Assessore o di un rappresentante di Giunta, così come del Presidente, che molto spesso non può intervenire perché contemporaneamente è impegnato in più convocazioni. La presenza di un sottosegretario va a supplire a questa situazione.
La legge che abbiamo fatto è molto equilibrata, è stata anche emendata, mi sento di ricordare che uno degli emendamenti, essendo il relatore di maggioranza, l’ho seguito con particolare attenzione, quello del relatore di minoranza Consigliere Cesetti, relativamente alle deleghe da poter conferire ai Consiglieri regionali da parte del Presidente su un determinato e specifico problema. E’ stato accolto, è una legge istituzionale, non è politica, questa è una legge per cui qualunque maggioranza vinca le elezioni può governare e usufruire di questo ruolo istituzionale.
Sono totalmente d'accordo, siamo convintamente tutti d'accordo, aggiungo una cosa specifica, se fosse stato per me avrei messo due sottosegretari per riuscire a riportare il numero delle collaborazioni di Giunta a sei Assessori più due sottosegretari, come ha la Regione Lombardia. La scelta politica è stata di uno solo, la Regione Marche è una Regione minore, 1,5 milioni di abitanti, quindi si è ritenuto di fare questa scelta.
Deleghe ai Consiglieri regionali, proposta nata dall'opposizione, ma condivisa da me personalmente come relatore, ma da tutta la maggioranza, dal capogruppo della Lega Marinelli e da tutto l'intero Consiglio. Credo che sia una scelta equilibrata.
Oggi si vota per la seconda volta, così come prevede lo Statuto, per far sì che questa proposta diventi poi operativa.
C'è un aspetto, se la carica viene ricoperta da un Consigliere regionale rientra negli emolumenti del Consigliere stesso, se invece la carica è ricoperta da una persona esterna ha un compenso che è estremamente limitato, in questo c'è stata molta sobrietà nella proposta di legge.
Non ho altro da aggiungere, ritengo che tutte le cose siano sempre perfettibili, magari in corso d’opera valuteremo eventuali e parziali modifiche, però penso che sia una buona legge che serve a far migliorare l'attività e l’efficacia della pubblica amministrazione, in questo caso del Governo regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Cesetti, al quale va il plauso di aver saputo interpretare autenticamente quanto si è svolto nell’ambito del primo esame della proposta di legge, circa gli emendamenti che sono stati presentati e il senso in cui l’intera Aula voleva andare. La ringrazio a nome di tutti gli altri componenti per questa sua lealtà nei confronti dell’Assemblea legislativa.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Prendo atto dei ringraziamenti, ma per quel che mi riguarda, non c'è stato mai motivo, il Segretario generale lo sa, fin dal primo momento di non condividere l'interpretazione autentica fornita dalla Giunta per il regolamento, che non poteva essere una interpretazione diversa perché è chiaro che, quando è stato approvato, il mio emendamento, che prevedeva con la modifica all’articolo 26, se non vado errato, la delega ai Consiglieri, è stato votato dalla maggioranza.
E’ di tutta evidenza che la maggioranza lo ha votato perché sapeva che quel voto non precludeva comunque l'istituzione della figura sottosegretario. E’ evidente che quella era la volontà della maggioranza, quella era la cosiddetta voluntas legis, l'ho fatta anch'io propria, correttamente, non poteva essere diversa perché da parte nostra credo che ci siano ampie prove.
Nel dibattito d'Aula c'è talvolta lo scontro, anche duro, ma sempre all'interno della lealtà istituzionale ed anche professionale, questa è la nostra condotta alla quale non riteniamo di dover venire meno.
Ciò premesso, oggi, e anche dopo l'interpretazione della Giunta del regolamento, ci accingiamo alla seconda lettura della modifica statutaria che prevede, attraverso la modifica della legge n.1 dell'8 marzo 2005, l'istituzione della figura del sottosegretario.
All'esito della prima deliberazione scaturì dalla proposta di legge n. 138 “Proposta di legge statutaria” ad iniziativa della Giunta, un ampio dibattito sia in Commissione sia in Aula intorno all'opportunità e alla possibilità di istituire tale figura e di attribuire alla stessa le relative indennità.
La discussione ha riguardato quello che ci ha ricordato poc'anzi il capogruppo Consigliere Ciccioli, relatore di maggioranza.
E’ vero, la figura del sottosegretario è presente in moltissime Regioni del nostro Paese, è vero pure, come ha detto il capogruppo Consigliere Ciccioli, relatore di maggioranza, che la riduzione degli Assessori, come sappiamo, avvenuta con la legge n.138 del 2011, se non sbaglio, precisamente l‘articolo 14, ha determinato delle difficoltà oggettive per i governi regionali, anche all'esito delle tante incombenze delle Regioni ed in particolare la nostra Regione si è dovuta misurare, e noi come ex Assessori ne sappiamo qualcosa, prima con la tragedia del terremoto, poi con la pandemia e la guerra.
E’ evidente che per una Regione come le Marche il numero degli Assessori è esiguo, pertanto la figura di sottosegretario è senz'altro opportuna perché può assumere le deleghe del Presidente, può seguire e svolgere riunioni, rispondere in Aula ed altro.
È tanto vero, e siamo convinti di questo, che in Commissione, e lo sa bene il Consigliere Ciccioli, manifestai la disponibilità a sottoscrivere anche una proposta di legge di invio alle Camere per modificare le disposizioni dell'articolo 14 del decreto-legge n.138 del 2011, per aumentare il numero degli Assessori.
Nessuna difficoltà col tema del sottosegretario, però, è questo il punto centrale, la proposta della Giunta, così come approvata in prima lettura da questo Consiglio regionale, prevede che il sottosegretario può essere scelto anche al di fuori dei componenti del Consiglio Assemblea legislativa regionale, con attribuzione della relativa indennità, con l'assegnazione delle relative strutture di supporto, con un notevole aumento dei costi a carico della Regione. Secondo me neanche quelli sono un problema perché sono costi per la democrazia e per il dispiegarsi della democrazia e come tali credo che un'istituzione debba sopportarli anche facendo a meno di altri.
Ma il tema è un altro, è che questi maggiori costi contrastano con le disposizioni del decreto legislativo n.138 del 2011, che all'articolo 14 riduce il numero degli Assessori per temi connessi al contenimento dei costi e al coordinamento della finanza pubblica.
Non è che noi non siamo d'accordo, è il tema che contrasta con la disposizione, con il decreto legislativo n. 138.
Quando il relatore di maggioranza dice che il numero dei Consiglieri e il numero degli Assessori è ridotto, non dobbiamo dimenticare un particolare significativo e cioè che nella scorsa legislatura è stata introdotta con legge non statutaria, perché qui c'è una sentenza della Corte Costituzionale, che mi è stata ricordata più volte dal segretario, della quale prendo atto, sull'incompatibilità tra le funzioni di Consigliere e di Assessore, che non può essere una disposizione di carattere statutario, ma deve appartenere alla legislazione ordinaria, però la scorsa legislatura è stata fatta questa legge di cui oggi la maggioranza se ne è “legittimamente” avvantaggiata, quella che da una parte prevede la cosiddetta incompatibilità tra le funzioni di Consigliere ed Assessore e dall'altra prevede la figura del cosiddetto Consigliere supplente. Come è avvenuto in questa legislatura ad opera di questa maggioranza e legittimamente, questo comporta di fatto l'assegnazione di sei figure in più, in questo caso ne sono quattro perché l'Assessore Brandoni e l'Assessore Aguzzi sono esterni al Consiglio regionale, ma comunque ci sono quattro figure in più, ma potrebbero essere sei figure in più. Allora, questo dovrebbe soddisfare l'esigenza condivisibile, ci ricorda il Consigliere Ciccioli, un'esigenza tra l'altro consacrata nell’approvazione di quell'emendamento perché quando abbiamo votato il mio emendamento, che prevede che la lettera c) del comma 1 dell'articolo 26 sia sostituita dalla seguente: “Che il Presidente può delegare specifica attività ai singoli Consiglieri regionali e il Consigliere delegato partecipa alla seduta della Giunta senza diritto di voto ove si discute di questioni attinenti all'attività delegate. L’esercizio della delega non po' dar luogo ad alcuna indennità”, l'approvazione dell’emendamento doveva soddisfare tutte quelle esigenze che ci ha ricordato il relatore di maggioranza e rendere, se vogliamo, anche del tutto inutile la figura del sottosegretario.
Ripeto, e mi avvio alla conclusione anche perché il dibattito è stato più che ampio, figura che, laddove si ritenesse di mantenere, e questo è legittimo da parte della maggioranza, anche perché sta anche in altre Regioni, ma come in altre Regioni perché non deve essere scelta all'interno del Consiglio regionale? Può e deve essere scelta all'interno del Consiglio regionale, perché così facendo soddisfa tutti i requisiti che vengono richiesti e soddisfa anche le condizioni di ammissibilità. Perché se è vero che il sottosegretario partecipa alla Giunta senza diritto di voto, se alla Giunta senza diritto di voto può partecipare il Consigliere delegato, dopo l'approvazione del nostro emendamento, se al Consigliere delegato possono essere delegate quelle incombenze che voi prevedete siano delegate al Sottosegretario, allora, va bene il sottosegretario, noi in questo caso voteremo a favore, ma lo si scelga all'interno dei componenti del Consiglio regionale, così vengono soddisfatte le altre caratteristiche che diversamente espongono questa legge di modifica statutaria, secondo me, ai rilievi del Governo, che a meno che non voglia fare, come si dice, non sento e non parlo, non può non impugnare una legge del genere.
Ripeto, nel momento in cui si prevede che possa essere scelto al di fuori del Consiglio regionale, con attribuzione di relativa indennità e di relativa struttura di supporto, è evidente che c'è un aggiramento del decreto legge n. 138 del 2011 e questo si presta a rilievi.
Queste cose noi le abbiamo dette, le abbiamo scritte in un ordine del giorno, che depositeremo, che prevede un altro aspetto, poi mi taccio veramente. Qui mi rivolgo al Presidente del Consiglio regionale e richiamo all’interpretazione della Giunta per il regolamento che, ripeto, è stata giusta e puntuale perché era quello che io pensavo, è così.
L’interpretazione della Giunta del regolamento c'è stata il 25 gennaio 2023 e sappiamo che questa interpretazione è stata relativa alla votazione dell'emendamento 1/1 sostitutivo dell'articolo 1. Sappiamo però che le modifiche statutarie in base all'articolo 123, secondo comma della Costituzione vengono deliberate a distanza di due mesi, in uno spazio non minore di due mesi, chiedo attenzione al relatore di maggioranza, il cosiddetto spatium deliberandi, quindi riteniamo che debba decorrere dalla data del 25 gennaio 2023, dovendo essere interpretata detta disposizione costituzionale come un tempo occorrente per una decisione consapevole e meditata e nessuna piena consapevolezza vi poteva essere intorno alla mens volutas legis prima del 25 gennaio 2023 se vi è stato bisogno dell'interpretazione della Giunta del regolamento.
Questo è un argomento alquanto fondato, che non si presta ad alcuna capziosità perché sappiamo bene che voi avete il diritto dal vostro punto di vista, non condivisibile, ad approvare questa modifica statutaria. E’ un vostro diritto, noi voteremo contro in questi termini, però è un vostro diritto. Sappiamo che lo farete, noi vi diciamo che questa è un’opportunità, però rispettate quel cosiddetto spatium deliberandi dell'articolo 123, secondo comma, della Costituzione, che ci dice un tempo non minore di due mesi, altrimenti potreste esporre questa disposizione ad un rilievo anche di carattere costituzionale per violazione di una norma costituzionale.
Con questo ordine del giorno, che adesso andrò a depositare ai sensi dell'articolo 99, di non passaggio alla discussione degli articoli chiediamo questo, chiederò la firma del capogruppo, poi lo andremo a depositare e lo voteremo.
Sappiamo che voterete contro, però questa è un’opportunità per voi, per noi va bene se votate contro, però quello che vi consiglio è di rinviare questa votazione per far passare il cosiddetto spatium deliberandi di cui all'articolo 123, secondo comma, di due mesi, e farlo decorrere dal 25 gennaio. Rispetto a questo, a noi cambia poco se lo fate 15 giorni prima o 15 giorni dopo, però che venga rispettato questo tempo per mettere al riparo questa disposizione, non condivisibile, almeno da quelli che potrebbero essere degli evidenti rilievi. Questo rilievo credo che per voi costituisca un'opportunità. Adesso lo andrò depositare.
Come relatore di minoranza concludo per un parere negativo su questa seconda deliberazione per i motivi che prima ho esposto, che poi sono gli stessi dell'altra volta.
Ci sono soltanto due nostri emendamenti che vanno in questa direzione, coerenti con quello che ho detto poc'anzi, uno è l’emendamento soppressivo dell'articolo 1, che prevede la figura del Sottosegretario in quei termini, scelto anche al di fuori del Consiglio regionale, e quando il relatore di maggioranza dice che viene prevista un'indennità minima questo non è vero, Consigliere Ciccioli, perché, come lei ha detto prima, la legge regionale fissa l’indennità spettante al Sottosegretario della Presidenza del Consiglio e si rinvia ad una legge regionale successiva. Non sappiamo oggi quale sia l'indennità, non è vero che sarà un’indennità minima, questa può essere un’intenzione perché in questo senso c’erano dei miei emendamenti, la volta scorsa, che sono stati respinti dalla maggioranza.
L'altro emendamento è quello che sopprime la lettera a) del comma 2 dell'articolo 1, che prevede la partecipazione alla Giunta regionale, pur non facendone parte senza diritto di voto. Voglio sopprimere questo passaggio perché delle due l'una, se lo prendete dall'interno si giustifica la partecipazione alla Giunta senza diritto di voto, ma se lo prendete all’esterno non si capisce per quale motivo il Sottosegretario, che diventa un componente del Governo, non debba partecipare alla Giunta con diritto di voto come tutti gli altri, altrimenti è vero che prevedete questo per aggirare il dettato normativo di cui all'articolo 14 del decreto legge n. 138 del 2011.
Credo di non aver tralasciato nulla e mi scuso un po' se sono stato lungo, ma erano cose che era necessario ribadire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Intervengo in qualità di relatore di maggioranza. Apprezzo spesso il contributo del Consigliere Cesetti, a volte faccio mie, come nel caso di un emendamento sulle deleghe ai Consiglieri regionali, le proposte del Consigliere, non c'è alcun pregiudizio, ma qui mi sembra che andiamo in una discussione alla ricerca del cavillo, è un po' questa sensazione, invece di fare il legislatore fa l’azzeccagarbugli.
Noi la proposta di legge l’abbiamo approvata il 6 dicembre 2022, però non facciamo partire la scadenza dal 6 dicembre perché rispetto alla pubblicazione sarebbero necessari altri 15 giorni per riflettere meglio, ma il senso politico della decisione è chiaro, è che l'istituzione del Sottosegretario all'interno di uno schema legislativo, che è quello che abbiamo approvato, in cui abbiamo accolto alcuni emendamenti e respinto altri, va nella direzione di un miglior funzionamento ed efficacia del Governo regionale, qualunque sia il Governo.
Lo Statuto va oltre il periodo di una maggioranza regionale consiliare.
Gli emendamenti soppressivi, è evidente che se uno sopprime l'articolato aboliamo l'obiettivo che siamo dati. Quando c'è da apprezzare, accogliere, sono completamente d'accordo, quando ci si rende conto che sono argomentazioni capziose, non sono nella sostanza, ma nella forma: “occorrono 15 giorni in più perché in qualche modo ci fanno riflettere”. Mi immagino uno di noi inginocchiato nel pensatoio a riflettere sull'articolato della legge.
Ormai è chiaro, questa è una scelta politica discussa all'interno degli organi della maggioranza della Commissione, del Consiglio regionale, non è caduta così, presentata come qualche volta accade ed è criticabile un atto d'urgenza. Questo non è un atto d'urgenza che abbiamo dovuto fare nei capigruppo e poi in Aula, la dichiarazione d’urgenza è un atto più che consolidato e mi appello al buonsenso di tutti chiedendo il voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Cesetti perché sia in questo passaggio che in quello precedente in prima lettura ha svolto un ruolo non di parte, al quale peraltro il gruppo consiliare del Partito Democratico ha aderito pienamente. Questa è una prima considerazione che mi piace fare su una legge fondamentale, con il rispetto delle proporzioni.
Lo Statuto, voi insegnate, altro non è che la tavola fondante del rapporto delle Marche tra i cittadini e le istituzioni,. E’ una legge fondamentale che va trattata con riguardo dal punto di vista politico, ma anche tecnico. Credo che sia una legge che va trattata con particolare riguardo alla ratio delle ragioni che sottendono all’emanazione, all'approvazione delle norme.
Il ringraziamento che voglio fare al Consigliere Cesetti incarna un po' lo spirito che lo Statuto dovrebbe alimentare nella discussione fra noi, ecco perché non condivido l'osservazione che ha fatto il Capogruppo di Fratelli d'Italia Consigliere Ciccioli circa la questione relativa al formalismo che viene imputato.
Guardate, penso che siano argomentazioni già utilizzate nella prima lettura con la convinzione che servirà poco, la domanda è quella che faceva il Consigliere Ciccioli a se stesso retoricamente - in senso positivo - perché abbiamo fatto questa legge? Perché modifichiamo lo Statuto? E’ questo il punto centrale e il Consigliere Ciccioli dà una risposta condivisibile, almeno dal mio punto di vista, dice che il Sottosegretario può certamente essere di sostegno all'attività di governo. Ricordo bene cosa sostenni nella prima lettura, che la regola secondo cui in questa Regione a svolgere ruoli di Assessori siano solo sei persone è incomprensibile e inaccettabile, ma non inaccettabile per noi, è inaccettabile per i cittadini perché se un Assessore ha sette deleghe, forse di più forse di meno, è chiaro che non riuscirà mai a seguire con puntualità e serietà. Se le cose non vengono seguite con puntualità e serietà …, è evidente che le problematiche possono essere di carattere politico qui dentro fra noi, ma non lo sono in termini di approfondimento rispetto ai cittadini, questo è il vulnus più grave.
Quindi, Consigliere Ciccioli, tornando alla domanda d'origine: lo facciamo per aiutare il governo? E’ giusto, però quello che non si comprende è questo: la figura del Sottosegretario rispetto alla proposizione … Lo dico per chi magari dovesse ascoltarci, la norma che introduce la figura del Sottosegretario è plausibile sostanzialmente, quello che non si comprende da un lato è come mai non si possa incaricare un Consigliere di maggioranza, tenendo conto, attenzione, di quella che è l'elaborazione lessicale del contenuto della norma che voi individuate, perché il cuore della norma del Sottosegretario è la lettera b), secondo me, “può essere incaricato dal Presidente della Giunta regionale di seguire specifiche questioni, anche attraverso la partecipazione ad incontri e tavoli istituzionali e con facoltà di riferire direttamente su argomenti afferenti ai compiti attribuiti”. Se voi andate a guardare l'articolo 26, che richiama le attribuzioni del Presidente, questo tipo di incarico può essere stabilmente assimilato a quello che viene dato ai Consiglieri delegati. Quale migliore soluzione avrebbe potuto essere quella di poter individuare nella duplice funzione di Consigliere delegato e Sottosegretario uno dei Consiglieri di maggioranza? A me pare una cosa abbastanza lineare.
Il secondo elemento riguarda l'indennità, è evidente che a chi ha compiti di governo si debba riconoscere le indennità, però interpretandola in una maniera non rispondente, non coerente alla ratio, come faceva il Consigliere Ciccioli rispetto al Consigliere Cesetti circa gli asseriti formalismi, uno potrebbe dire: “Guardate, voi mettete il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per occupare una nuova poltrona”. Ora, se è così non lo so, ma certamente c'è un'interpretazione di questa vicenda in questa linea. Perché non si pesca dentro le competenze, dentro il riconoscimento pubblico, che viene dato dall'elezione, di uno dei Consiglieri regionali rispetto a specifiche tematiche e si va ad attingere fuori?
Ecco perché dico che la ratio deve essere coerente in tutti i passaggi.
C'è un altro di elemento critico, lo dico perché a mio parere non solo contraddice lo spirito e la ratio della norma, ma diventa ancor più manifesto. Fate attenzione, la lettera c) dice che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio può essere delegato a rispondere alle interrogazioni dinanzi al Consiglio regionale, credo che sia illegittima questa previsione, è illegittima perché viene colpita la simmetria del rapporto tra il Consigliere regionale e l’organo nominato dal Presidente della Regione rispetto alle proprie deleghe.
Non è pensabile che sia un terzo soggetto dentro un ordinamento di secondo grado, perché, voi sapete meglio di me, che il Sottosegretario non fa parte di quell'ordinamento istituzionale di primo grado, come sono il Presidente della Regione e gli Assessori. E’ illegittimo, riteniamo noi, ma non solo, da questo punto di vista si riesca ad avere una contraddizione, anche qui, in termini fra quelli che avrebbero dovuto essere i Consiglieri delegati, ai quali non sarebbe stato consentito di rispondere in Aula rispetto alle interrogazioni. In sostanza, rispetto alla lettera c) dell’introdotto articolo 28 bis dello Statuto regionale c'è una surroga non legittima. Non è pensabile che ad un’interrogazioni, che è un atto politico, debba rispondere un Sottosegretario, a rispondere alle interrogazioni deve essere il Presidente, ovvero gli Assessori. Questa è una regola fondamentale a mio modesto parere, ecco perché le ragioni illustrate dal Consigliere Cesetti sia qui, ribadisco, che in passato sono da ascoltare, approfondire e sulle quali riflettere perché ancora una volta il Partito Democratico tenta di rapportarsi nella discussione generale – in questo caso a maggior ragione considerato che è la modifica di una norma dello Statuto – in un'ottica propositiva, non distruttiva, costruttiva, peraltro riconoscendo, come la si definisce, la ratio.
E’ vero che la Giunta regionale delle Marche in senso astratto, così come oggi è ordinamentata, non riesce spesso a rispondere a tutte le deleghe, ma la risposta che viene data con l'introduzione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è sbagliata, se la si vuole rinvenire all’esterno di questo consesso. Si sarebbe dovuto prevedere il pieno coinvolgimento dei Consiglieri regionali, in particolare della maggioranza, che peraltro lavorano qui, conoscono le questioni e in una qualche maniera vengono responsabilizzati in un ruolo così importante.
Oggi può governare la destra, chissà quando ritorneremo a governare, diventano un ponte di relazione fra il ruolo istituzionale dei Consiglieri regionali e quello della Giunta.
Ecco perché penso che un ripensamento, che una riflessione, che non è conveniente …, il Consigliere Cesetti non fa riflessioni di convenienza, siamo all'opposizione, siamo al primo mandato, paradossalmente cerchiamo di contribuire con una intelligenza – poca, tanta - che deve ispirare una discussione che riguarda la modifica dello Statuto. Ecco perché su questo un rapporto allineato, simmetrico e di riconoscibilità sarebbe stato opportuno. Credo che valga la pena su questo riaprire un confronto. Grazie.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.
Ordine del giorno a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Ruggeri, che è stato già esposto dal Consigliere Cesetti.
Ha la parola, oratore a favore, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Dico al relatore di maggioranza che da parte mia nessuna volontà di cavillare, ci mancherebbe altro, Consigliere Ciccioli, né tanto meno di fare l'azzeccagarbugli, tra l'altro l’azzeccagarbugli nell'accezione più nobile, perché l'azzeccagarbugli coniato dal dialetto milanese nei “Promessi Sposi” venne poi tradotto nel cosiddetto scioglitore di nodi e se l'azzeccagarbugli è uno scioglitore di nodi, vado in questa direzione per cercare di darvi una mano: sciogliere i nodi nei quali siete incappati.
A noi cambia poco se votate questa seconda lettura oggi o il 25, il cosiddetto spatium deliberandi. Articolo 123, secondo comma. 60 giorni dal 25 gennaio sarebbe: 24 febbraio, 26 marzo. Che pensate che cambi per noi? Nulla, però questo metterebbe al riparo questa legge statutaria, non condivisibile, dai rilievi.
Non è il fatto di cavillare, non c'entra nulla il cavillare, invece c'entra lo sciogliere il nodo perché non è un formalismo, Consigliere Ciccioli, questa modifica di legge statutaria è prevista in un percorso delineato dalla Costituzione, oltre che dallo Statuto, e l’articolo 123, secondo comma, ci dice: “Lo Statuto regionale è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta”, non è un formalismo la maggioranza assoluta rispetto a quella relativa, “a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive e adottate a intervallo non minore di due mesi”. La maggioranza assoluta e la deliberazione adottata a distanza di non meno di due mesi non divengono e non sono fatti formali, ma requisiti sostanziali affinché la legge statutaria approvata o modificata possa avere il requisito della legittimità costituzionale.
Raccomanodo nel vostro interesse di approvare quest’ordine del giorno.
La Giunta del regolamento si riunisce il 25 gennaio perché deve interpretare l'emendamento approvato, l’1.1, che prevede la delega dei Consiglieri - pensate all’intervento che ha fatto il Consigliere Carancini sulla funzione delle deleghe dei Consiglieri, che renderebbe secondo noi superfluo anche l’inserimento del Sottosegretario - ha dovuto interpretare se l’emendamento 1/1 era sostitutivo o meno ed ha detto che non era sostitutivo. Quando ha detto che era soltanto modificativo del 26 e che quella era la cosiddetta mens voluntas legis? Il 25 di gennaio, prima di quella data, neanch’io, che ero il proponente di quell'emendamento, sapevo se quel voto dovesse intendersi sostitutivo o integrativo, come è stato interpretato. Non lo sapevo, tant’è che ho dovuto aspettare la Giunta per il regolamento. Non lo sapeva il Consigliere Mastrovincenzo, che pure ha votato favorevolmente prima di quella data, altrimenti non sarebbe stato chiamato a votare in riunione, non sapeva il Consigliere Bilò, lo dico perché è un componente di maggioranza, se l’emendamento 1/1 dovesse essere inteso sostitutivo e se non si poteva procedere dopo alla nomina del Sottosegretario, ma solo a confermare la delega del Consigliere oppure se era soltanto interpretativo della volontà di modificare l’articolo 26.
Questo non è un fatto formale, è sostanziale, che poi lo esponga e lo dica bene è una caratteristica dovuta all'impegno che metto nelle cose, non perché io abbia questa qualità innata. Se l’articolo 123 prevede al secondo comma che debba intercorrere un tempo non minore due mesi, è evidente che questo spazio deve essere interpretato come tempo occorrente per una decisione che sia consapevole e meditata. E nessuna piena consapevolezza della mens voluntas legis prima del 25 gennaio 2023 se vi è stato bisogno dell'interpretazione della Giunta per il regolamento.
Mi rendo conto che è più semplice interpretare tutto questo rispondendo con la volontà di cavillare, con il formalismo, un po’ meno con l’azzeccagarbugli che abbiamo detto essere scioglitore di nodi.
Capisco che è così, ma poi queste considerazioni restano e domani se qualcuno impugnerà l'eventuale nomina o l'eventuale legge il problema sarà vostro, e non sarà del mio rilievo che non è formale, ma sostanziale, come lo sono tutti i rilievi che si basano sul dettato costituzionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, oratore contro, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno riassume un po' tutte le motivazioni che sono state espletate prima, sia dal Consigliere Carancini che dal relatore di minoranza Consigliere Cesetti, ma non le condividiamo. Il problema della data ci sembra un po' surreale, gli addetti ai lavori, come sono i Consiglieri regionali, che formano la legislazione, non sono persone sprovvedute che devono aspettare il parere della Commissione per il regolamento - la Commissione regolamento è un passaggio formale - ma il convincimento ce lo formiamo spesso, non voglio dire istantaneamente, ma in tempi molto brevi.
Per quanto riguarda le altre articolazioni, la nostra legislazione italiana è fatta di pesi e contrappesi, valuterà il Governo se ci sono delle osservazioni, ma sono convinto fin da ora che non farà osservazioni, quindi ritengo che possiamo tranquillamente procedere a questa votazione.
Aggiungerei che il precedente atto è stato votato in data 6 dicembre, quindi se andiamo da quella data: 6 dicembre, 6 gennaio, 6 febbraio, arriviamo ad oggi, se non sbaglio il 28 febbraio, Ci sono addirittura due mesi e mezzo da quella data.
15 giorni in più forse avrebbero fatto riflettere ulteriormente, credo che i pensieri di tutti i Consiglieri regionali siano presi da ben altri argomenti che la riflessione su questa norma, che tutto sommato è semplice, è l'istituzione della figura di Sottosegretario, che completa i sei membri della squadra di governo, nè fa la supplenza del Presidente e dei componenti di Giunta. Sarà l'ottava persona in campo che servirà a decongestionare l'attività e le incombenze dei componenti della Giunta e del Presidente.
Non c'è niente di particolarmente rilevante da nessun punto di vista, poi il Presidente provvederà alla nomina, come si conviene, di una persona che dovrà essere disponibile a tempo pieno a supportare le attività di governo.
Da parte di tutti i componenti della maggioranza c'è la fortissima convinzione di respingere questo ordine del giorno. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGILARDI. Grazie, Presidente. Fatto procedurale, Presidente, è stato presentato l'ordine del giorno dal Consigliere Cesetti, primo firmatario, c'è il dibattito sull'ordine del giorno o solo gli interventi uno a uno.

PRESIDENTE. Siamo sull’applicazione dell’articolo 99 (ordine del giorno di non passaggio alla discussione degli articoli e degli emendamenti). Durante la discussione generale ciascun Consigliere può proporre un ordine del giorno motivato e diretto ad impedire il passaggio all'esame dell'atto, che deve essere svolto e votato nella stessa seduta prima di passare alla discussione degli articoli e degli emendamenti. L'Assemblea decide dopo aver ascoltato un oratore a favore, in questo caso il Consigliere Cesetti, e un oratore contro, il Consigliere Ciccioli, per non più di cinque minuti. Ecco il tema, siamo in questa situazione.
Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Non so se l'incidentale che lei ha indicato è scritto nella norma, quando lei dice che sull'ordine del giorno interviene uno a favore e uno contro, l'interpretazione, che io penso sbagliata, che quello a favore sia il presentatore mi pare palese. Il presentatore è il presentatore dell'ordine del giorno, sull’ordine del giorno interviene uno a favore e uno contro, quindi potrei essere nettamente d'accordo con il Consigliere Cesetti, è come se attraverso la presentazione dell’ordine del giorno il Consigliere Cesetti impegnasse pure me, credo che sia sbagliato, ma mi pare evidente, con molta umiltà, però lei immagini l’ordine del giorno è uno strumento che può anche essere…

PRESIDENTE. Ho compreso, in questo senso ho interpretato, però poi diciamo che la logica la portiamo a sviluppare nella discussione generale ed espressa da parte di tutti. L’articolo recita in questo modo: “Durante la discussione generale ciascun Consigliere può proporre un ordine del giorno motivato”, in questo caso il Consigliere Cesetti nel suo primo intervento, spiegando perché la decorrenza dovesse essere dal 24 gennaio, perché in quel giorno si è tenuta la riunione della Giunta per il regolamento, ha indicato la presentazione dell'ordine del giorno, quindi è giusta l’obiezione che ha fatto il Consigliere Carancini in merito al fatto che chi propone l'ordine del giorno può avere, lui o un altro a sostegno, l’intervento nel momento in cui si discute della votazione dell'ordine del giorno di non passaggio alla discussione di articoli ed emendamenti, ma questa parte c'è già stata, in questo caso, secondo me, non voglio censurare, l'obiezione che fa in teoria il Consigliere Carancini è giusta nell'applicazione concreta, ma non la possiamo riferire al nostro caso che stiamo discutendo perché il Consigliere Cesetti aveva già preannunciato, anzi ha spiegato in maniera molto esaustiva il perché della presentazione dell'ordine del giorno, poi 5lo stesso Consigliere Cesetti nell'applicazione dell’articolo 99, quando ho chiesto di mettere in votazione l'ordine del giorno, ha esposto la sua posizione, presentandosi come oratore a favore.
Siamo nell'applicazione giusta dell'articolo 99, se dovesse succedere in futuro è chiaro che chi presenta l'ordine del giorno ha poi diritto, lui o un altro di quella parte che vuole far votare l'ordine del giorno, di poter intervenire per i cinque minuti a disposizione.
Detto ciò, non abbiamo leso l'attuazione dell'articolo, ho espresso in maniera aperta la posizione ritenendo giusta l'obiezione teorica che ha fatto il Consigliere Carancini.
Mettiamo adesso in dichiarazione di voto l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri del gruppo PD, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo ed anche dalla Consigliera Ruggeri, quindi gruppo PD e gruppo Movimento 5 Stelle.
La parte dispositiva recita in questo modo: “L'Assemblea legislativa delibera il non passaggio alla discussione degli articoli e degli emendamenti della deliberazione legislativa statutaria approvata dall'Assemblea legislativa regionale a maggioranza assoluta nella seduta del 6 dicembre 2022, n. 93, ad oggetto “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n.1 (Statuto, della Regione Marche). ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 99 del Regolamento interno”, ancora di più è specificata dal Consigliere Cesetti l'indicazione dell'articolo del Regolamento.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Al di là dell'interpretazione, che forse ha chiarito se è da considerare nella relazione del Consigliere Cesetti di minoranza anche la presentazione, perché questa è stata l'interpretazione data.
Partendo proprio dall’interpretazione, che è quella che siete stati costretti a dare in occasione della riunione della Giunta per il regolamento, perché anche lì l'emendamento 1.1 non è stato considerato sostitutivo e devo dare atto al Consigliere Cesetti che, come al solito, con grande onestà intellettuale, ha facilitato quell'interpretazione. Se fosse stato per il sottoscritto sarebbe rimasta rigida perché con l’interpretazione sostitutiva ci poteva essere anche la decadenza non solo degli articoli, ma della norma che era stata approvata in modo non ortodosso, ma questa è stata l'interpretazione.
Lo dico al di là del fatto che non si può sempre banalizzare tutto, stiamo cambiando lo Statuto del nostro Consiglio, della nostra Regione, che è lo strumento che prende spunto dalla indicazione della nostra Costituzione e ci mette in relazione calibrata e adeguata con i nostri cittadini. Non si può banalizzare dicendo: ma in fondo siete dei capziosi sui giorni, la doppia lettura forse a me non serve, noi siamo quelli pratici e anche le nostre modalità le trasformiamo in banalità.
Presidente, non serve dare questa interpretazione autentica. dico pure, così lo anticipo, che non ci fermeremo su questo, siamo capziosi, invece il Consigliere Cesetti come al solito ha dato il suo contributo serio, approfondito, adeguato, che mette nella condizione, analogamente con l'errore che è stato commesso in fase di approvazione, di uscire tutti in modo dignitoso.
Anche la modifica statutaria è considerata un fatto banale, come al bocciodromo.
Allora il nostro invito è di non banalizzare, ma questo non vi appartiene perché poi l'approccio è sempre con questa modalità di votare l'ordine del giorno proposto a prima firma dal Consigliere Cesetti. Grazie.

PRESIDENTE. Ordine del giorno a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo e Ruggeri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Passiamo adesso all'esame in seconda lettura della deliberazione legislativa statutaria, approvata nella seduta dell'Assemblea legislativa del 6 dicembre 2022, con numerazione n. 23.
Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Il gruppo PD sull'articolo 1 vota favorevolmente perché nasce da un emendamento del gruppo del Partito Democratico, approvato in prima lettura, che attribuisce al Presidente la possibilità di delegare specifiche attività ai singoli Consiglieri regionali e che il Consigliere delegato partecipa alle sedute di Giunta senza diritto di voto, ove si discuta di questioni attinenti all'attività delegate. Sostanzialmente dovrebbe fare quello che voi vorreste far fare anche al Sottosegretario, che pertanto diventa anche per questo una figura inutile. Su questo articolo voteremo a favore. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2
Emendamento 2/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “L’articolo 2 è soppresso”
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. E’ un emendamento soppressivo dell'articolo 2, coerente con l'avvenuta approvazione dell'articolo 1 che, attribuendo le deleghe ai singoli Consiglieri regionali, come è giusto che sia, rende superflua la nomina del Sottosegretario, per certi versi anche in contraddizione con la nomina del Sottosegretario che si vorrebbe fare con l'articolo 2, rendendola non solo inopportuna ed in contraddizione, ma anche illegittima perché il fatto che poi si preveda che può essere scelto anche all'esterno determinerà l'attribuzione di un’indennità e delle strutture di supporto, con conseguente violazione della normativa statale.
Raccomando l'approvazione di questo emendamento, sebbene so che non verrà accolto dalla maggioranza, ma non ce ne vogliamo più di tanto. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Mentre il precedente era semplicemente soppressivo, con questo emendamento si interviene sul comma 2 dell'articolo 28 bis, così come inserito.
Al comma 2, la lettera a) dice che il Sottosegretario partecipa alle sedute della Giunta regionale, pur non facendone parte, senza diritto di voto.
Quello che fa il Sottosegretario è di fatto quello che farà il Consigliere delegato di cui all'articolo 1, che abbiamo poc'anzi approvato. Mi spiegate voi …, almeno questa disposizione credo che la potreste approvare perché sostanzialmente ..., vi diamo la possibilità di un potere in più, che addirittura il Sottosegretario partecipi alla Giunta, che ne faccia parte e abbia anche il diritto di voto. Delle due l'una, se volete mantenere questa non ho capito perché abbiamo votato l'altra, almeno cassatela, che anche questo ha un minimo di coerenza. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 2/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 2. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Per chiedere l’appello nominale anche nome dei Consiglieri Casini e Carancini.
La dichiarazione di voto la fa il Consigliere Carancini, su questo io l’ho fatta prima.

PRESIDENTE. Appello nominale su questa votazione a nome dei Consiglieri Casini, Carancini e Cesetti.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Credo che il Partito Democratico, attraverso gli emendamenti e la discussione generale, abbia dimostrato quanto fosse utile un'intesa, una convezione su alcuni temi che riguardano la modifica statutaria.
Voteremo contro l'articolo 2, innanzitutto perché c'è una contraddizione manifesta rispetto, per esempio, alla lettera a) dell'articolo 2, con la quale si intende far partecipare legittimamente il Sottosegretario alla Giunta, ma non lo si intende far votare. In questa maniera si equipara la funzione a quella del Consigliere delegato, che davvero non avrebbe giustificazioni.
Aggiungo che l'altro elemento, che è politico e tecnico nello stesso tempo, riguarda la lettera c), che è la previsione che il Sottosegretario …, Consigliere Cesetti per cortesia non infastidisca, Presidente, lo dica al Consigliere Cesetti.

PRESIDENTE. Consigliere Cesetti, la prego di lasciare spazio al suo collega per una affermazione importante su questa deliberazione statutaria.

Romano CARANCINI. Stavo scherzando, per fare una battuta.
Prevedere quindi alla lettera c) che il Sottosegretario possa rispondere in Consiglio regionale alle interrogazioni, ci appare un atto asimmetrico, ingiustificato, paradossalmente, potrebbe rispondere un dirigente tecnico, se lo vogliamo far fare al Sottosegretario.
L'ultima osservazione la faccio invece sulla previsione dell'indennità per il Sottosegretario, chiedo scusa, Presidente!

PRESIDENTE. Ha ragione, vi chiedo di fare silenzio, chi deve parlare, anche se è un momento importante, esca dall’Aula, ma sarebbe davvero necessario rimanere in silenzio.
Siamo in una votazione molto importante.
Consigliere Rossi, siamo in sede di dichiarazione di voto, vi prego la massima attenzione e il rispetto per il collega. Grazie.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Consigliere Ciccioli, viene nominato dal Presidente regionale, comprensibilmente, legittimamente, sostanzialmente siamo d'accordo, un Consigliere delegato all'attività specifica e non viene retribuito e non partecipa al voto della Giunta, viene nominato nomen iuris il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha le medesime funzioni del Consigliere delegato e gli regaliamo 7, 8, 9.000 euro.
Questo vuol dire che probabilmente è una previsione di modifica statutaria ad hoc per qualcuno. Grazie.

PRESIDENTE. Articolo 2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto dai Consiglieri Cesetti, Carancini e Casini.

Favorevoli: Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Bilò, Borroni, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Santarelli, Serfilippi.
Contrari: Biancani, Carancini, Casini, Cesetti, Ruggeri.
Astenuti. Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Sono soddisfatto delle votazioni sugli articoli. Ci sarà il voto finale, faremo finalmente decollare questa figura.
Un cambiamento anche parziale della legge ci portava a rinviare di ulteriori due mesi, minimo, l'approvazione di questa legge, invece c’è urgenza.
Siamo vicini alla metà della legislatura, è importante recuperare tutte le energie per portare a termine i programmi che abbiamo già avviato e che in parte sono a buon punto di realizzazione e devono, come tutte le cose della pubblica amministrazione, essere incalzati per poter andare in porto.
Voto con soddisfazione questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per dire che siamo favorevoli a questa proposta, a questa modifica statutaria, in quanto consente all'esecutivo di avere una persona in più sul quale poter contare in un momento di difficoltà. Ci sono state tante emergenze e il numero degli Assessori è limitato.
Ben venga questa possibilità di ampliare o avere delle persone che possano seguire in modo appropriato temi che la Giunta e il Presidente vogliono individuare.
Siamo favorevoli a questa iniziativa, come siamo favorevoli anche al fatto che il Presidente possa delegare i Consiglieri per alcune deleghe. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Siamo contrari per le motivazioni che molto meglio di me ha espresso il Consigliere Cesetti.
Questa è un’ulteriore poltrona che poteva essere evitata con la figura del Consigliere, l'ennesima poltrona che voi realizzate, mi pare che siano a 32 o 33.
Presidente, lei alza gli occhi al cielo, ma li alziamo noi perché tutto questo costa ai cittadini e se vuole l’elenco glielo mando alla sua email, così che lei lo controlli.
Da quando vi siete insediati non avete provveduto a riaprire gli ospedali, non avete fatto quello che avevate detto nella vostra campagna elettorale, però di poltrone ne avete create tante. Per carità di Dio, le poltrone le potete fare, a volte sono borderline rispetto alle norme di legge, a volte sono invece consentite, è una questione di opportunità. Di fatto c'è che questa Giunta e questo Consiglio conseguentemente hanno aumentato di oltre 30 il numero dei posti previsti, prima avete coperto i posti che c’erano, poi ne avete creati oltre 30 e li avete coperti.
Se volete controdedurre con una risposta diversa lo potete dire, ma purtroppo o per fortuna l’avete fatto con norme di legge, basta prendere quelle che sono state approvate. La sfida è sul 30, io penso che siano 32 o 33, qualcuno potrebbe dirmi che sono 29 o 30, ma il numero si aggira intorno a 30, questo è un dato che i cittadini devono sapere, anche come vengono spesi i soldi perché poi è facile dire che le indennità sono basse o piuttosto inesistenti, ma poi sappiamo bene che tutto questo costa, come i rimborsi spese ed il personale che viene utilizzato per appoggiare queste figure.
L'emendamento che era stato proposto dal Partito Democratico, in particolare dal Consigliere Cesetti, era di buon senso e dico a chi è intervenuto prima di me che se ritenete che la Giunta di 6 Assessori sia insufficiente, lo penso anch’io - è vero, abbiamo molto faticato, soprattutto in periodo di terremoto, neve e Covid, parlo del primo Covid - però oggi siete al Governo e proporre una modifica invece di interloquire genericamente potrebbe essere una buona soluzione.
Proponete al Governo di modificare la norma e di consentire che ci siano, per esempio, 8 Assessori invece di 6. Questa sarebbe una norma di buonsenso perché vi posso assicurare che il trasferimento, a seguito della legge Delrio, delle deleghe dalle Provincie alle Regioni e la riduzione del numero degli Assessori ha creato un carico di lavoro per gli Assessorati non indifferente. Di questo mi rendo perfettamente conto, ma l'iniziativa in questo caso di inserire il Sottosegretario ha tutt'altra finalità perché non sarà un Assessore e neanche un Consigliere, non sarà nè eletto nè nominato, per cui sarebbe stato possibile scegliere e votare l’emendamento del Consigliere Cesetti da un lato e impegnarsi per poter modificare la norma , che effettivamente non determina nel caso degli Assessori un risparmio reale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come abbiamo fatto in prima approvazione anche questa volta il Movimento 5 Stelle voterà contro, le motivazioni sono le stesse già enunciate dai miei colleghi.
Voglio semplicemente sottolineare che durante la prima discussione avevo presentato diversi emendamenti, che questa volta ho deciso di non ripresentare perché sarebbe stato a mio avviso inutile, con i quali si sopprimeva, per esempio, la possibilità che il Sottosegretario rispondesse all'interrogazione. Secondo me questo è un errore dal punto di vista politico, che risponda qualcuno della Giunta, che risponda il Presidente della Giunta, non ci piace l'idea che possa essere un estraneo a questo Consiglio.
Ci sono diverse problematiche che avevamo cercato di risolvere, le nostre proposte non sono state accolte all'epoca, questa volta non sono state accolte neanche quelle formulate dal Consigliere Cesetti del Partito Democratico, quindi non ci resta che respingere per la seconda volta questa proposta di legislativa statutaria. Grazie.

PRESIDENTE. Deliberazione legislativa statutaria. La pongo in votazione per appello nominale.

Favorevoli: Acquaroli, Ausili, Baiocchi, Bilò, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Elezi, Latini, Livi, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Santarelli, Serfilippi.
Contrari: Biancani, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Lupini, Ruggeri.
Astenuti. Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. Le mozioni n. 314 e n. 315 (abbinate) relative alle iniziative che riguardano le pietre d’inciampo e la memoria storica dei fatti che determinarono l’orrore della shoah, sono rinviate alla prossima seduta del Consiglio regionale per l’assenza della prima firmataria Consigliera Acciarri ed del Consigliere Mangialardi.

Mozione n. 217
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Marcozzi, Marinelli, Putzu, Borroni
“Richiesta al Governo e al Parlamento Italiano di modifica della legge 3 marzo 1951, n. 15 con conseguente revoca dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Josip Broz, noto come Tito”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 217 ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Marcozzi, Marinelli, Putzu, Borroni.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere telegrafico sull'esposizione di questa mozione. Innanzitutto un saluto a tutte le associazioni degli esuli istriani giuliano-dalmati.
Non è all'ordine del giorno di un movimento civico come il nostro seguire delle argomentazioni storiche o ideologiche, ma interessato anche da cittadini marchigiani, esuli e figli di esuli istriani giuliano-dalmati, ho voluto avanzare questa mozione e l'ho fatto nello scorso Consiglio in occasione delle celebrazioni della Giornata del Ricordo.
Con questa mozione si chiede, come già approvato o meglio deliberato da Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Liguria, di togliere - secondo quello che prevede l'articolo 10 della normativa che istituisce l'ordine al Merito della Repubblica Italiana - il Cavalierato della Repubblica al maresciallo Josip Broz, detto Tito.
Abbiamo ascoltato nello scorso Consiglio le preziose memorie portate qua sia dalle scuole che dalle associazioni istriane giuliano-dalmate, sappiamo oramai - storicamente riconosciuti - gli orrori delle foibe ed il consecutivo esilio istriano giuliano-dalmata, figli delle opere e della politica perpetrata dal dittatore Tito, a cui è scrivibile una serie di crimini contro l'umanità, come quelli perpetrati nelle terre giuliano-istriano-dalmate dove migliaia di italiani, tra cui gli oppositori del regime comunista, vennero uccisi e gettati nelle foibe.
Tali crimini hanno portato, dopo la seconda guerra mondiale, sia alla pulizia etnica che all’esilio.
Non si capisce come possa essere stata istituita nel 2004 la legge che ricorda i caduti delle foibe e allo stesso tempo ancora la Repubblica italiana garantiresce questo alto riconoscimento al maresciallo Tito, Cavaliere della Repubblica italiana.
E’ un'assurdità, una contrarietà, vedo la politica come qualcosa che guarda avanti, ma se guarda avanti non possiamo non guardare indietro e non notare questa nota stonata importante. Tra l’altro so che c'è anche una proposta in Parlamento che va in questo senso. Poi credo che risponderà l'Assessore Baldelli che conosce bene anche tutta la vicenda parlamentare.
Ritengo che questo sia un atto doveroso, sarebbe come continuare a conferire riconoscimenti statali onorifici a dittatori ben noti, che abbiamo conosciuto, dei quale oramai tutti dissacriamo l'operato storico.
La storia deve guardare al passato e al presente, quindi questa onorificenza non può essere ancora mantenuta nel petto di una persona che seppur morta, come il maresciallo Tito, non può continuare ad avere.
C’è poco da ragionare. sappiamo le motivazioni storiche, le abbiamo approfondite anche nello scorso Consiglio, sarebbe un insulto a quello che noi celebriamo. Non possiamo ricordare i morti fatti da una persona e quella persona ha ancora nel proprio petto un riconoscimento, la massima onorificenza della Repubblica Italiana. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Elezi.

Lindita ELEZI. Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, ringrazio il collega Rossi come prima firmatario di questa mozione ed anche gli altri firmatari.
Siamo qui oggi per chiedere la revoca dell'onorificenza di Cavaliere della Repubblica conferita a Josip Broz , noto come Tito.
Tito fu il leader della Jugoslavia dal dopoguerra fino alla sua morte nel 1980, ha certamente lasciato un’impronta nella storia, ma non possiamo dimenticare le sue azioni contro la democrazia e i diritti umani.
Tito è stato leader del Partito comunista jugoslavo, un partito che ha governato la Jugoslavia con mano di ferro per molti anni. Tito ha governato con un sistema autoritario che ha represso la libertà di espressione e la dissidenza politica. Ha imprigionato e ucciso coloro che si opponevano al suo regime e al suo governo ed è stato responsabile di numerose violazioni dei diritti umani.
I massacri delle foibe e l’esodo dalmata-giuliano sono una pagina di storia che per molti anni l’Italia ha voluto dimenticare, che portano la firma proprio di Tito.
Come possiamo dimenticare quando i partigiani jugoslavi per rivendicare il possesso dell’Istria della Dalmazia torturarono e gettarono nelle foibe moltissimi italiani e deportarono tanti nostri connazionali nei campi sloveni e croati.
A tal riguardo con la legge del 30 marzo 2004, n. 92, è stato istituito il Giorno del Ricordo che viene celebrato il 10 febbraio, istituito proprio per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Ricordo a tutti che Tito ha guidato la Jugoslavia con una politica estera aggressiva, che ha portato a conflitti armati e violenze, ha sostenuto i movimenti di liberazione nel mondo, ma ha anche esportato la sua ideologia comunista in altre nazioni destabilizzando molti Paesi e causando sofferenze a milioni di persone.
Ancora vive il ricordo della guerra del Kosovo, ancora vive il ricordo della repressione sistematica di tutte le manifestazioni di nazionalismo del Paese attuato dal Governo sotto Tito, cercando di garantire che nessuna Repubblica o nazionalità acquisisce il dominio su altre.
Colleghi Consiglieri, non possiamo ignorare il fatto che Tito non sia stato il sostenitore della democrazia, della libertà, che ha governato con un pugno di ferro reprimendo la libertà di espressione e la dissidenza politica.
Ricordo a tutti che queste azioni sono in netto contrasto con i valori che la Repubblica Italiana rappresenta e promuove.
Ritirare l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Tito non significa dimenticare la sua importanza storica, significa non celebrare un uomo che ha commesso gravi violazioni dei diritti umani ed ha governato con un sistema autoritario.
La Repubblica Italiana deve rappresentare e promuovere i valori della democrazia, della libertà e dei diritti umani, non può celebrare un uomo che ha fatto il contrario.
Aggiungerei che la revoca dell’onorificenza di Cavaliere della repubblica a Tito non è solo un occasione di giustizia e di coerenza con i valori democratici, ma anche una questione di memoria storica.
La memoria storica è un valore importante per una società democratica. La conoscenza del passato, delle sue vicende e delle sue contraddizioni, ci aiuta a capire meglio il presente e a costruire un futuro migliore.
La memoria storica ci permette di non dimenticare gli errori e gli orrori del passato, per evitare di ripeterli in futuro.
Revocare l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Tito significa anche riconoscere le sofferenze e le ingiustizie subite dalle vittime del suo regime. Significa rendere loro giustizia a riaffermare il valore della memoria storica come strumento di riconciliazione e di costruzione di una società più giusta e solidale.
Inoltre, la revoca dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Tito può essere un segnale importante per le nuove generazioni, può essere un’occasione per riflettere sui valori della democrazia, della libertà e dei diritti umani e su come la loro difesa sia sempre una sfida attuale e necessaria.
In conclusione, la revoca dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica a Tito è una questione di giustizia, coerenza e memoria storica.
Rivendichiamo il valore della memoria storica come strumento di costruzione di una società più giusta, solidale e democratica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Signor Presidente, signori Consiglieri, quando ho letto la mozione, la prima cosa che mi sono chiesto è perché, perché oggi, a distanza di oltre mezzo secolo una Regione come le Marche deve occuparsi di un criminale su cui la storia ha già calato il suo inequivocabile giudizio. Perché dovremmo chiedere al Governo italiano di revocare un’onorificenza ad un ex Capo di Stato che non c'è più, riesumando il fantasma di un individuo che voleva fare di Trieste la capitale della settima Repubblica Jugoslava e che è stato il mandante indiretto della tragedia delle foibe.
Ebbene, di risposte a questi perchè ne ho trovate molte, ma ne cito soltanto due.
La prima, questo personaggio, macchiatosi di crimini contro l'umanità, ha molto a che fare con le Marche. Non dimentichiamoci che le Marche sono per definizione terra di confine e per decenni, dopo il secondo conflitto mondiale, il più esteso confine verso l'est Europa, la Jugoslavia, insieme alla sua cortina di ferro, era proprio qui, nell'Adriatico.
Prima ancora, le Marche sono state testimoni di una delle pagine più buie della nostra recente storia, in quel 16 febbraio 1947 da Ancona partì, in direzione Bologna ed altre città del nord Italia, il convoglio ferroviario carico di profughi appena sbarcati da Pola in fuga dalle persecuzioni titine.
Fu definito il treno della vergogna, vergogna che proviamo ancora oggi per come furono trattati lungo tutto il tragitto gli esuli italiani incolpevoli, stranieri in Patria, Famiglie con bambini piccoli, anziani costretti alla gogna in balia delle violenze tipiche di un clima di guerra civile, vittime di un odio fomentato anche da molta intellighenzia culturale di sinistra.
Ma i marchigiani non hanno mai dimenticato di essere stati per decenni terra di emigrazione e conoscono molto bene cosa significa abbandonare la propria Patria, gli affetti e una fetta importante della propria vita. Grazie a questo DNA abbiamo sempre assolto al dovere di ospitare, integrare famiglie in fuga dagli orrori della guerra, proprio a partire dai profughi istriani e dalmati ad Ancona, Macerata, negli altri Comuni della regione.
Le Marche hanno svolto dignitosamente e responsabilmente il proprio ruolo di terra di accoglienza. Recentemente lo sanno bene anche gli albanesi, i kosovari e gli altri profughi che sono dovuti fuggire dalla propria terra. Oggi sono qui con le loro famiglie, i loro bambini frequentano le nostre scuole insieme ai nostri figli e nipoti, sono italiani che vivono e lavorano in Italia e come italiani hanno il diritto di conoscere la nostra storia, affinché diventi anche la loro storia.
La storia non può non tener conto di crimini consumati contro i nostri connazionali, anche attraverso gesti simbolici come la revoca di una onorificenza a chi di quei crimini si è reso responsabile in prima persona.
La seconda risposta è perché un'istituzione democratica come la nostra ha il dovere di rappresentare le sue istanze, non solo quanto esse riguardano questioni locali, ma anche quando fanno riferimento a interessi nazionali alla base di un principio che ci accomuna: l'essere italiani.
Se dobbiamo dare un senso alla Giornata del Ricordo e a tutte le ricorrenze storiche che segnano il passato della nostra nazione, allora lo dobbiamo fare anche partendo da queste iniziative simboliche. Non possiamo restare immobili di fronte ad un paradosso evidente, da un lato la Repubblica italiana che continua ad annoverare tra i suoi uomini più illustri proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani. Uscire da questo cortocircuito è un imperativo morale a cui nessun italiano può sottrarsi, né tanto meno chi, come noi marchigiani, abbia assistito in prima persona al dramma dei profughi provenienti dall'est Europa.
A queste due risposte vorrei aggiungere altre considerazioni a sostegno dell'iniziativa. Siamo tutti coscienti che il conferimento dell'onorificenza a Broz Josip, detto Tito, debba essere valutata alla luce del momento storico che l'Italia viveva alla fine degli anni 60, in piena guerra fredda, soprattutto quando l'indagine storica non aveva ancora portato alla luce in tutta la loro gravità i crimini di cui si erano macchiati i cosiddetti titini. Ancora non si sapeva o si faceva finta di non sapere dei 10.000 italiani ed oltre vittime delle foibe, dei campi di concentramento jugoslavi, degli uomini fucilati ed eliminati dopo crudeli torture, senza considerare quelli sterminati dai partigiani comunisti jugoslavi nelle giornate successive all'8 settembre.
Oggi tutto questo è parte integrante della cosiddetta verità storica e segna un capitolo nuovo della storia della nostra nazione.
Faccio riferimento a due nostri Presidenti della Repubblica, nel 2007 Giorgio Napolitano ebbe a dire che il dramma del popolo giuliano-dalmata fu scatenato da un moto di odio e furia sanguinaria, un disegno annessionistico slavo che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica. Il Presidente Sergio Mattarella ha recentemente riconosciuto che per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell'esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia, aggiungendo che con il Giorno del Ricordo il Parlamento, con decisione largamente condivisa, ha contribuito a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale.
Basterebbero queste considerazioni per aderire senza indugi alla proposta di legge finalizzata a revocare il titolo di Cavaliere di gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana a chiunque, anche se defunto come il maresciallo Tito, si sia macchiato di crimini crudeli contro l'umanità.
La richiesta di revocare l'onorificenza non vuole essere una sentenza contro una persona, un popolo, perché il giudizio nei confronti del criminale Broz, Tito, e di ciò che accadde ai nostri compatrioti dopo il 1947 lo ha già dato la storia. A noi interessano di più le storie di quegli italiani vittime della follia della pulizia etnica e del nazionalismo più becero, a cui oggi dobbiamo rispetto anche attraverso un gesto simbolico, come la revoca dell’onorificenza che lo Stato italiano riservò al loro carnefice.
La storia è fatta di errori, ma il futuro è di chi ha il coraggio di ammetterli e di porvi rimedio, anche attraverso gesti simbolici.
Cito in conclusione la proposta di legge, chi ha calpestato, annientato e per ragioni ideologiche volutamente perseguitato i nostri concittadini non può e non deve ricevere riconoscimenti, dobbiamo porre rimedio a questa inaccettabile distorsione al fine di consentire la revoca della più alta onorificenza della Repubblica italiana, anche post mortem, qualora l'insignito si sia macchiato di crimini crudeli contro l'umanità universalmente riconosciuti.
Un atto che finalmente contribuirebbe a sanare, seppure in parte, la ferita del confine orientale, rendendo il giusto tributo alle migliaia di vittime, sulla cui memoria ancora oggi non si è fatta piena giustizia. Aggiungo, lo dobbiamo per ricordare le vittime di quella tragedia, lo dobbiamo per disegnare un futuro fatto di valori democratici alle nuove generazioni di italiani. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Dopo il comizio dell'Assessore di nazional fascista memoria davvero si avrebbe voglia di un attacco incredibile, ma in fondo l'Assessore Baldelli ci ha abituato a queste cose, per una semplice ragione perché non si confondano i temi che stanno all'interno di una mozione con i temi che riguardano la storia dell'Istria, della Dalmazia e di tutto ciò che è accaduto e che pochi giorni fa abbiamo commemorato qui.
Ci sono atti simbolici, Francesco Cossiga si è inginocchiato a Basovizza, ci sono atti simbolici come quelli di Sergio Mattarella, il nostro Presidente della Repubblica, come lo fu Cossiga, che dinnanzi alla stele di persone infoibate, mano nella mano col Presidente della Repubblica Slovena, ha in una qualche maniera ricucito quella che è la storia dei popoli e sulla quale credo che non esistano dubbi.
Ribadisco a nome del Partito Democratico il pensiero, la vicenda delle foibe purtroppo è stata nascosta, non giustamente, legittimamente, umanamente condannata nel momento in cui le prime storie sono venute alla luce.
Penso che l'istituzione nel Giorno della Memoria, 18 anni fa, fu un atto di grande civiltà con il quale lo Stato italiano dimostrava ancora una volta come si potesse continuare a guardare indietro, si dovesse continuare a riguardare la coscienza di momenti che non vorremmo che più accadessero.
Questo è certamente un punto che non può essere messo in discussione, non a caso partecipiamo, consideriamo quella vicenda e il giorno che la rappresenta un punto fondamentale, un passaggio fondamentale della coscienza di questo Paese, l'altro è una mozione che dice: ”Modificate la legge che riguarda l’assegnazione delle onorificenze di Croce della Repubblica e poi revocatela post mortem a Tito”.
Ho detto il Giorno della Memoria, ma è il Giorno del Ricordo, forse in un passaggio, chiedo scusa, ma in fondo il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo sono due facce della stessa medaglia, al di là del fatto che la vicenda nazifascista ha un peso storico più ampio e con una serie di effetti rilevanti. Ma la presentazione di una mozione, che riguarda la volontà di un Presidente della Repubblica, totalmente esclusa dalla volontà politica di Governi e Parlamenti … Dico all’Assessore Baldelli che si dovrebbe ricordare che l’onorificenza di Gran Croce non la dà il Governo o il Parlamento, è una scelta autonoma, indipendente, sulla base di quello che il Presidente della Repubblica ritiene di dover attribuire.
Questa sorta di comizio tende ancora a dividere.
Quando l’Assessore Baldelli fa riferimento alle storie o alle responsabilità, certo che ci sono delle responsabilità, anche di chi, si potrebbe dire, in quegli anni governava questo Paese e certamente non era la sinistra, probabilmente qualcuno più vicino a lei, però è un modo sbagliato di affrontare il tema dell'onorificenza cercando di scambiarla dentro un dibattito politico.
Ecco perché penso che sia una mozione che riporta alle divisioni. Il giudizio politico storico su Tito, e l’ha detto anche l’Assessore Baldelli, lo dà la storia, non l'onorificenza che il Presidente della Repubblica autonomamente decise di attribuire.
Chi attraverso atti strumentali tende a far dividere le Aule come queste, su una vicenda come l'assegnazione, i crismi, gli elementi portanti dell’assegnazione dell’onorificenza, credo che voglia esacerbare le discussioni, riaprire le divisioni e trasmettere all’esterno che ci sono buoni e cattivi sull’assegnazione dell'onorificenza di circa cinquant'anni fa, forse 60, a Tito.
Ecco perché ritengo che sia sbagliato discutere di questo, addirittura la parte dispositiva di questa mozione dice: “Il Governo regionale si attivi affinché il Parlamento modifichi la legge sugli elementi costitutivi dell'affidamento e del riconoscimento di Gran Croce” e subito dopo, immaginiamo, revocarla a Tito.
Penso che questa mozione non debba essere votata, noi non la voteremo, ritengo che sia sbagliata e che sia un ulteriore atto che tende a dividere su un tema che non dovrebbe dividere, su ciò che è accaduto in Istria e Dalmazia subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Rievocare pagine dolorose della storia è sempre uno strappo perché purtroppo nella storia dei popoli, nella storia delle genti, ci sono episodi terribili.
La storia degli italiani di Venezia Giulia e della Dalmazia è dolorosissima, è una storia che innanzitutto prevede la fuga, l'esodo della popolazione, di 350.000 persone espulse. I superstiti se ne sono andati per salvare la vita o perché non c'erano più le condizioni di esistere in quel territorio, e a questi è andata bene. Poi ci sono dai 18.000 ai 30.000/32.000 morti, i conti non sono mai stati fatti, ma i conti dei morti sono sempre contabilità molto tristi. Certe persone hanno perso la vita, sono state assassinate in maniera atroce, dopo stupri, gettate in mare con dei massi legati al collo, infoibati, facendoli precipitare legati due a due, un fucilato con uno vivo, dentro le foibe carsiche.
Sono stati momenti terribili, ma come è noto la storia, sempre, non oggi, la scrivono i vincitori e i vincitori scrivono solo le pagine che possono fare onore, trionfo e non le pagine oscure e terribili. Questo è quello che è successo alla fine dell'immane e tragico secondo conflitto mondiale, chi aveva vinto automaticamente ha scritto le pagine di luce e non le pagine di orrori. Questo è il caso della ex Jugoslavia. All'epoca prima del secondo conflitto mondiale l’Istria, Pola, Fiume, parte della Dalmazia e Zara erano luoghi dove abitavano tantissimi italiani ed oggi sono praticamente estinti, non esiste più la comunità italiana, addirittura i loro cognomi sono stati islamizzati, esiste un piccolo nucleo ancora nella cittadina di Fiume, esistono due Consiglieri comunali della minoranza italiana, credo che non esistono più nella città di Zara. Erano città che addirittura avevano una storia latina, non legata alla Repubblica di Venezia, non legata alla storia latina con nomi latini.
Il maresciallo Tito fece l'identificazione degli italiani come nemici, nemici comunque, e procedette alla loro eliminazione o alla loro fuga, esodo.
C'è una parte della storia che mi piace qui ricordare a memoria. Alla fine del secondo conflitto mondiale 4.000 iscritti al Partito Comunista Italiano decisero di scegliere il blocco sovietico e si trasferirono nella ex Jugoslavia, pensando che lì si sarebbe costruita una società più giusta, più libera e con più rispetto dei lavoratori. Quei 4.000 comunisti furono uccisi dal maresciallo Tito perché italiani
C’è una storia all'isola di Lussino, una storia atroce di comunisti italiani eliminati perché italiani. La pavida Repubblica italiana del dopoguerra non fece memoria di questa vicenda, addirittura ci furono le onorificenze al maresciallo Tito, che era uno dei vincitori. In quanto tali, le stesse cose che sono accadute nella zona dell’Istria e della Dalmazia sarebbero potute avvenire a Trieste, se non ci fosse stata la sollevazione della città e l'intervento dell'esercito inglese, che presiedette la città a lungo, fino a quando nel 1954 si presero delle decisioni sulla zona A e la zona B. La zona A fu restituita totalmente all’Italia, la zona B rimase incerta fino al triste trattato di Osimo di cinquant'anni fa.
Ritengo che la verità faccia il suo corso, come del caso della strage degli Armeni da parte dei turchi dell'impero Ottomano, di cui oggi finalmente viene data memoria. L’Armenia non è vicina all’Italia. Gli armeni erano un popolo cristiano sterminato, oltre un milione di morti, dai turchi e su questa vicenda c’è stato per anni un oblio terribile, la verità non è mai stata rimossa e tutt’oggi Erdogan protesta quando si dice che quelle stragi, quelle esecuzioni furono ottomane, furono del vecchio impero turco, credo che questo sia un atto …
Non vorrei mettere particolari, infierire politicamente, ideologicamente, direi che è un atto di giustizia togliere l'onorificenza data abusivamente da una Repubblica, a mio parere, pavida al maresciallo Tito. E’ un atto di giustizia nei confronti della memoria di queste persone, anche se la maggior parte di loro, che sono anche quelle che si sono salvate, ormai sono scomparse, non esistono più. E’ una generazione che non esiste praticamente più, siamo a quasi ottant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e anche i più giovani di allora ormai sono in maturazione, un termine clinico che non è tra i più rispettosi, però la memoria storica va salvaguardata.
Penso che sia un atto di rispetto, comunque mi sento di dire che noi facciamo questa mozione in questo Consiglio regionale, però la maggioranza di questo Governo è orientata a togliere l'onorificenza al maresciallo Tito. Noi interverremo, non è compito nostro, la nostra è una mozione di intenti, ma verso questo obiettivo siamo orientati, dico come forza politica maggioritaria all'interno della magoioranza, ampiamente condivisa dagli altri alleati della maggioranza di governo. Crediamo che una pagina oscura debba essere strappata dai libri di storia ed è quella dell'onorificenza al maresciallo Tito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Credo, Consigliere Carancini, che lei debba usare in quest'Aula un po' più di rispetto nei confronti degli altri colleghi, si definisce sempre democratico, dialogante, però non perde mai l'occasione per insultare le persone e denigrarle, come ha fatto nei confronti dell'Assessore Baldelli, che ha fatto una chiara ricostruzione storica. Ritengo che non ci sia bisogno di apostrofarlo con quello che lei reputa un epiteto dispregiativo.
Questo è un atto di rispetto, non vedo come lei possa partecipare alla Giornata del Ricordo, una settimana fa qua e ascoltare quello che le associazioni istriane e le scuole hanno detto in maniera comprovata dal punto di vista storico.
Rifiutarsi di fare questo passo in avanti, la sua chiusura ideologica è imbarazzante, mentre la nostra parte politica riesce a fare un'analisi a 360° della storia, a riconoscere tutte le colpe. Mi pare strano che in un partito che si definisce democratico non ci sia un’altrettanta apertura. Come fa a non votare questo atto di indirizzo al Governo, che può dare un indirizzo, può legiferare in tal senso? Mi rimane strano anche come gli altri colleghi del PD, qualora accettino quello che ha detto il Consigliere Carancini, riescono a condividerla. Un figlio di esuli istriani giuliano-dalmati, che stava guardando il suo intervento, mi scrive: “Che resti agli atti la loro miseria umana”.
E’ una miseria umana quando non si riesce a riconoscere storicamente, in un mondo dove oramai determinate ideologie, fortunatamente, sono sorpassate, a non fare questo atto di maturazione anche storica. Soprattutto questo è un atto di rispetto nei confronti degli esuli, nei confronti dei figli di quelle famiglie, anche marchigiane, anche maceratesi - lei, Consigliere, è della provincia di Macerata - che sono emigrate verso la nostra regione. L’abbiamo sentito la settimana scorsa, non so, lei aveva le cuffie? O forse era fuori, non condivideva?
Se non condivide questa ricorrenza è giusto che lei esca dall'Aula, non capiamo come possa festeggiare la Giornata del Ricordo e opporsi a questo atto, in lei c’è una contraddizione forte e spero che non sia una contraddizione anche del gruppo del Partito Democratico, che ci può stare, se ancora credete che sia giusto urlare viva le foibe, come pochi giorni fa è stato gridato a Firenze. Potete anche farlo, ma almeno siate coerenti e dite di non riconoscere quei determinati ideali e quella nostra riconosciuta analisi storica, che è stata anche posta nel 2004 in legge con la Giornata del Ricordo.
Sia onesto nel dire che non riconosce la Giornata del Ricordo, non riconosce le foibe, che non riconosce l'esodo, sia onesto. Non capiamo perché non debba riconoscere questo atto di rispetto nei confronti dei nostri esuli.
Credevo che questo atto, che tra l’altro ho presentato due anni fa, che era stato proposto proprio qua dalle associazioni degli esuli, fosse condivisibile, come tutte le altre giornate (Ricordo, Memoria e rimembranze) che facciamo qua in Aula.
Ritengo che ci siano dei termini sui cui non possiamo dividerci, parla di divisione, ma la divisione è la sua, è lei che in questo momento si colloca fuori da questo arco democratico che non riconosce determinate azioni storiche, che crede che questa sia un'azione divisiva quando invece è un'azione di unione nei confronti di un ricordo.
E’ un atto che noi dobbiamo alle associazioni degli istriani giuliano-dalmati e mi meraviglio dei colleghi del PD. Spero che escano piuttosto che votare contro a questo atto o abbiano l'onestà intellettuale di dire che non si riconoscono su quello che credevamo oramai essere un ricordo comune, una condanna comune.
Consigliere Carancini, lei si pone dalla parte dei manifestanti fiorentini, che ancora nel 2023 urlano viva le foibe, in una qualsiasi manifestazione di una determinata sinistra.
Ritenevo che questo fosse un motivo di incontro, mi sono sbagliato, trovo ancora da questa parte un comunismo ideologico, una sinistra ideologica, che non sa analizzare una semplice mozione, non sa fare un passo avanti nel futuro e anche un’analisi storica. Rimango allibito e spero che lei prima della votazione ci possa ripensare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Carancini

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Non lo faccio mai perché penso che la discussione sui fatti personali che riguardino il Consiglio siano molto spesso inutili, però, essere accusato di non condividere quello che la storia ha oramai dimostrato da tempo, in particolare il Giorno del Ricordo, come fa il Consigliere Rossio, oggettivamente merita almeno una precisazione e non chiedo neanche che vengano fatte le scuse a tutto questo.
Credo, Consigliere Rossi, che la storia delle persone e molto spesso i fatti dimostrino che uno è quello che porta avanti. Ho fatto per 10 anni il Sindaco di Macerata, sono stato il Sindaco che dopo anni ha commemorato il Giorno del Ricordo, soprattutto lo andava a commemorare, non a festeggiare.
Il tentativo da parte sua e il tentativo pretestuoso dell'Assessore Baldelli non è il tema a cui lei fa riferimento, non è in discussione quello che è accaduto e che l'Assessore Baldelli attribuisce alla sinistra. Chi governava questo Paese negli anni dell'oblio, il Partito Comunista? Chi governava, chi attribuiva l'onorificenza a Tito, il Governo? L’opposizione? L’attribuiva il Presidente della Repubblica.
Cercare ora di attribuire a me la non partecipazione al voto è un atto contro quella triste e drammatica vicenda storica, è un evidente atto di offesa nei miei confronti.
Non sto contro coloro che a Firenze hanno bestemmiato quei fatti, ma non sto neanche con quei fascisti che sono andati a bastonare quei ragazzi davanti alla scuola. Lo dico per colui che mi ha attribuito la miseria umana, qui ci occupiamo di altro, ma io la rispetto.
Qui ci occupiamo di altro, c'è una mozione che dice al Governo regionale di andare a chiedere al Governo nazionale. Adesso ci ha anticipato il Consigliere Ciccioli che tutto questo sarà fatto e rispetteremo la legge, come sempre abbiamo fatto.
La revoca di quella onorificenza a Tito non è altro, secondo la mia opinione, che un pretesto, basta ascoltare l'intervento del Consigliere Ciccioli, la storia fatta dal Consigliere Ciccioli, e mi fermo qua.
Ecco perché dico che questa non dovrebbe essere l'Aula in cui attribuiamo agli altri giudizi di quello che siamo stati, ognuno di noi è stato, non c’è un sì o un no a questa vicenda, si rispetta il Capo dello Stato e le leggi e se vengono modificate vanno accettate e se il Presidente della Repubblica decide di revocarle saranno revocate.
Oggi è solo propaganda, oggi con questa mozione si fa solo propaganda. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Mi limito al commento che mi è arrivato sul telefonino, glielo ho già detto, non c'è altro da rispondere, mi limito a recitare il commento che è stato fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio vuole essere un commento veloce su una tematica complessa, purtroppo ero assente nella scorsa seduta del Giorno del Ricordo.
Sono tematiche molto vicine a noi, al nostro partito, è la storia di questa Repubblica italiana.
Auspicavo che non si arrivasse a dei distinguo anche su questi temi, tematiche, situazioni. Forse, non siamo ancora così maturi su alcune tematiche per capire che queste giornate e questi ricordi fanno parte ormai della storia della nostra vita e devono essere condannati senza se e senza ma. Purtroppo vedo che questo in alcuni casi non succede.
Come gruppo di Fratelli d’Italia siamo favorevoli a questa mozione che va un po' a ricomprendere una tematica molto chiara, una condanna unanime, che ormai non solamente i partiti politici, ma la storia in generale, i partiti politici, le scuole e tutto ciò che ruota intorno al mondo, in questi anni hanno espresso. Una parola molto chiara in ordine a questo.
Sono di Pesaro e ricordo benissimo anche la vicinanza della storia, le opere di Padre Damiani nella mia città, tutto quello che ha portato il contrasto e la lotta al tema delle foibe.
Vorrei ricordare al Consigliere Carancini che nella mia città sono anni che cerchiamo di intitolare una via o strada a Norma Cessetto, purtroppo ci è stato sempre rifiutato dall’amministrazione comunale. Abbiamo predisposto una raccolta firme, neanche questo è bastato per riconoscere questa ragazza trucidata, che è uno dei simboli della tragedia delle foibe, non è stato possibile e ancora mi devono spiegare il motivo che impedisce tutto questo. Per far capire che ancora esistono delle sacche di situazioni che non sono chiare, che contrastano il riconoscimento di una strada, una via ad una povera ragazza che è stata trucidata solamente per la colpa di essere italiana. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Come ha anticipato il Consigliere Carancini noi non parteciperemo al voto, lo dico per il Consigliere Rossi perché poi se si attribuisce a uno, diventa per tutti, almeno nel nostro gruppo. Sarei uno di quelli della miseria umana, con un ruolo da Sindaco nella mia città, in cui ho ospitato l'Associazione dalmati italiani nel mondo -Libero Comune di Zara per 10 anni nelle iniziative annuali dell’Associazione con un rapporto anche particolare con il Presidente, che è stato fino al 2021.
In una di quelle iniziative penso di essere stato uno dei pochi a nome del ruolo e per conto del ruolo che in quel momento interpretavo a chiedere scusa per quello che l'Italia ha fatto agli esuli e non solo riferito a quel periodo, ma anche per come li abbiamo accolti o non accolti quando fuggivano perché quelli sono pezzi di storia che non abbiamo scritto in modo adeguato.
Quello di oggi però non c'entra nulla e vi prego anche, per il rispetto delle nostre storie, di non mescolate perché nessuno mette in discussione il Giorno del Ricordo, anzi, anche se non sono comparabili, però è una data che merita di avere il giusto momento assembleare, il coinvolgimento delle scuole, la ricostruzione perché i tanti pezzi non sono ricostruiti in modo adeguato. Non c'entra niente con un'azione che a noi …, siccome dobbiamo cambiare una norma che spetta al Parlamento, oggi ci avete già anticipato che c'è una volontà, ma penso che, se dovesse essere cambiata la disposizione, quella norma deve trovare la stessa modalità della fonte perché il soggetto che attribuisce l’onorificenza è il Presidente della Repubblica e anche se cambierà la norma sarà lo stesso Presidente Repubblica che potrà revocarla.
Fatta con queste modalità e anche con questi toni da l'idea di una provocazione, di una tensione, quando invece dovremmo cercare su questo tema di aiutare tutti.
Sono d'accordo con il Consigliere Baiocchi quando dice: “Evitiamo” e se ci sono momenti di tensione qualche volta sottrarre per evitare speculazioni ed anche interpretazioni non adeguate. Conviene.
Ognuno di noi fa quello che serve con i propri rappresentanti, sollecita in modo adeguato e se solo ci fosse stato il dubbio, solo il dubbio, che su un tema come questo si potesse aprire una tensione inutile, forse in maniera intelligente e non provocatoria sarebbe stato da sottrarre all'Aula, anche questa è una modalità.
Ribadiamo che stiamo in Aula, ma non partecipiamo al voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Questa non è un'occasione per fare polemica, ma per dare una testimonianza, oggi diciamo più che mai, ricordando il passato.
Quei crimini feroci e atroci sono stati resi palesemente nei confronti delle popolazioni italiane di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia. Lo dico perché anch’io ho avuto la fortuna, come tanti italiani, di essere stato insignito di una carica così importante, di Cavaliere alla Repubblica italiana. So cosa significa portarla, non è solo riceverla perché poi si ha l'onere dei comportamenti e queste cariche sono state tolte a persone che hanno fatto cose futili rispetto a quello che invece ha fatto Tito.
Credo che sia oggi rilevante da parte di questa Assemblea riconoscere questo ruolo importante. Tanti italiani, su proposta delle associazioni volontarie e di chi si adopera nel mondo sociale, economico, sportivo, dell’associazionismo, su proposta anche della Presidenza del Consiglio o delle associazioni, ricevono questo riconoscimento dal Capo dello Stato e ritengo che sia rispettoso per chi lo indossa dire: “Noi stiamo dalla parte dei giusti e non stiamo dalla parte di criminali”.
L’Assemblea oggi avrebbe dovuto dare questo segnale, un voto unanime ad una richiesta al Governo, al Presidente della Repubblica, di togliere questo riconoscimento importante che tanti italiani oggi hanno e lo portano con grande orgoglio, dignità e lo difendono anche con i loro comportamenti.
La Lega è a favore della richiesta di togliere questo riconoscimento. Grazie.

PRESIDENTE. Mozione n. 217. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ci sarebbe la mozione n. 142, vi chiedo, se possiamo, di inserirla al primo punto della prossima seduta, si tratta di una situazione che merita di essere votata dopo tanto tempo.
So che è una deroga che faccio essendo firmatario, se non è possibile non importa.
Direi di chiudere qui la seduta con il primo punto all’ordine del giorno rispetto alla Conferenza di questa mattina.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,30.