Resoconto della seduta n.106 del 30/07/2018
SEDUTA N. 106 DEL 30 LUGLIO 2018

La seduta inizia alle ore 10,50

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 106 del 30 luglio 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 105 del 17 luglio 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull'ordine dei lavori

Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 53, modifica del Psr.

PRESIDENTE. Di questo ne abbiamo già parlato in Conferenza dei Presidenti dei gruppi, se non ci sono obiezioni, direi di inserire la proposta di atto amministrativo n. 53 l'ordine del giorno odierno, al punto 4 bis dopo le proposte di legge. Su questo c'è l'unanimità, quindi non ci sono problemi.
Gli emendamenti su questo atto sono ammissibili entro le ore 12,00 di oggi.
Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Come ho anticipato poco fa in Conferenza dei capigruppo, chiediamo l'inserimento nell'ordine del giorno della proposta di legge n. 165, quella sul cyberbullismo. E’ un atto su cui hanno lavorato tutti i gruppi consiliari e proprio stamattina in I Commissione con il Presidente Giacinti abbiamo stabilito e previsto le risorse per la norma finanziaria, abbiamo finanziato la parte relativa al 2018, quella del 2019 e del 2020, sono 100.000 euro rispettivamente per gli anni 2019 e 2020.
La motivazione di questo anticipo, su cui chiedo scusa i colleghi, ma come Partito Democratico ci teniamo tantissimo ad accelerare i processi in quanto, è prevista anche una dotazione finanziaria per l'anno in corso.
Noi chiediamo di discutere e di inserire al terzo punto all'ordine del giorno questa proposta di legge in modo che ci sia il tempo, una o due ore, per poter presentare eventuali emendamenti.
La motivazione è essenzialmente questa, una legge importante che riguarda i nostri ragazzi per cui crediamo che il processo vada anticipato.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, considero approvata all'unanimità l'iscrizione della proposta di legge n. 165 con l'inserimento al punto 3 bis, dopo il punto 3.
I possibili emendamenti, anche in questo caso, possono essere presentati entro le ore 12,00.

Proposta di legge n. 151
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Norme a sostegno dell’accessibilità delle persone disabili alle aree demaniali destinate alla balneazione”

Proposta di legge n. 172
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Talè, Marconi, Volpini, Giancarli, Urbinati, Traversini, Busilacchi, Rapa, Giacinti, Biancani, Minardi
“Accesso in spiaggia alle persone con disabilità mediante l’utilizzo di ausili speciali per la mobilità alla balneazione”

Testo unificato: “Disposizioni per favorire l’accesso delle persone con disabilità alle aree demaniali destinate alla balneazione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 151 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni e la proposta di legge n. 172 dei Consiglieri Micucci, Talè, Marconi, Volpini, Giancarli, Urbinati, Traversini, Busilacchi, Rapa, Giacinti, Biancani, Minardi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Arriviamo oggi in Aula dopo un lavoro in Commissione, un lavoro positivo svolto in maniera unanime da tutti i membri della Commissione, di cui la Consigliera Malaigia prima era componente, poi è espatriata verso altri lidi del Consiglio.
Credo che l'approvazione di questa legge sia un passo importante perché favorisce il pieno accesso delle persone con disabilità non solo alla spiaggia, che in qualche modo era fino ad oggi regolamentata anche da normative nazionali, ma dovrebbe dare libero accesso ai portatori di handicap fino alla balneazione, quindi fino all'acqua.
Questa proposta di legge, almeno quella presentata dal sottoscritto e dai Consiglieri di maggioranza, prende spunto da esperienze già vive nel territorio marchigiano dove la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e gli operatori del settore ha creato in questi anni un'agevolazione per l'accesso alle spiagge ed alla balneazione.
Purtroppo non tutto il territorio marchigiano, in particolare i comuni di costa, ma non solo, anche chi ha la possibilità di attuare la balneazione nei laghi e nei fiumi, è oggi attivo in questo senso, quindi c'è sembrato importante attivare una normativa regionale che desse pari opportunità a tutti i Comuni marchigiani in questo settore.
La normativa prevede che il compito della Regione sia quello di favorire l'accesso delle persone disabili alla spiaggia ed alla balneazione e il finanziamento di alcuni specifici progetti da parte dei Comuni in litorali già dati in concessione o litorali pubblici, quindi spiagge pubbliche.
Il ruolo dei Comuni in questo settore è quello di individuare almeno una zona di spiaggia del proprio territorio, spiagge che abbiano già una agevolazione, una conformazione orografica possibile che permetta l'accesso delle persone con disabilità, prevedere una progettazione che vada dall'accesso pubblico, quindi dalla pubblica via, la possibilità di arrivare in acqua tramite una passerella, degli strumenti tecnologici idonei, chiaramente le strutture che sono già previste dalla normativa nazionale, quindi bagni pubblici, docce, spogliatoi, inserimento anche di prese elettriche che possono agevolare il ricaricamento delle batterie degli strumenti tecnologici di cui queste persone usufruiscono. Quindi ampliare la gamma di attrezzature tecnologiche che ad oggi la normativa nazionale già predispone, e che non sono complessivamente idonee a permettere l'accesso in spiaggia.
La Regione si impegna a finanziare, tramite il recupero di alcune risorse, a partire dal 2019 e, visto che ormai approviamo questa normativa in piena stagione balneare, l'attivazione dei progetti e dei bandi da parte della Regione porterà a completare questa stagione balneare. Abbiamo trovato finanziamenti a partire dall'anno 2019 e 2020 certi che anche le prossime amministrazioni vorranno sostenere e finanziare questa normativa.
In corso d'opera è sorto qualche dubbio, attraverso un colloquio con l'Ufficio demaniale, successivamente all'approvazione in Commissione della legge, su un fatto che per noi era scontato, ma evidentemente non lo era per gli uffici, e cioè che questa normativa non deve finanziare situazioni in cui sono già previsti obblighi di legge, quindi non c'è il finanziamento della Regione a sostenere progetti di chi non ha adempiuto alle leggi precedenti, per cui come Commissione abbiamo presentato un emendamento, che poi sottoporremo al voto dell'Aula, che ridefinisce il comma 2 dell'articolo 2 e prevede oltre ad una migliore specificazione del comma 2, l'inserimento di un ulteriore comma 3 che norma tutte le situazioni in cui l'obbligo di legge era già previsto per cui non verrà finanziato.
C'è poi un ulteriore emendamento tecnico che specifica meglio la definizione, si era parlato inizialmente di sedie job, che però hanno un marchio registrato, quindi non era opportuno inserirlo in normativa, avevamo definito una locuzione come carrozzine anfibie per disabili, ma anche qui c'è sorto il dubbio che fosse una definizione idonea per lo stato attuale, ma che non desse sufficiente spazio ad eventuali ausili tecnici che da qui in avanti potranno trovarsi sul mercato, quindi abbiamo preferito definire in maniera diversa: “ausili speciali per la mobilità alla balneazione delle persone con disabilità”, che è una locuzione ancora più ampia, ma che può allargare il panorama anche ad attrezzature tecnologiche che da qui a breve ci auguriamo possano essere fornite dal mercato.
Mi auguro che il Consiglio, così come ha fatto la Commissione, possa accogliere in maniera unanime questa normativa che, come altre che abbiamo approvato pochi mesi fa, amplia la sensibilità della Regione Marche nei confronti dei soggetti portatori di handicap e li aiuta ad integrarsi ancora di più con le caratteristiche della nostra regione che offre delle spiagge ed una balneazione di alta qualità. Quindi anche i turisti o i residenti marchigiani possono approcciarsi alle nostre spiagge nella maniera più ampia possibile, così come facciamo noi normodotati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Queste proposte di legge, che hanno poi avuto convergenza in un testo unificato, sono sorte dall'esigenza di dare piena e concreta attuazione alla legge 104, perché sappiamo benissimo che non tutte le nostre spiagge, non tutte le nostre zone balneari, sono accessibili. Sicché molti stabilimenti balneari si sono, secondo la legge, attrezzati e muniti di ausili per la balneazione, di bagni specifici, di attrezzature, però sta di fatto che un disabile che vuole andare al mare oppure al lago deve quanto meno avvertire il giorno prima perché lo stabilimento molte volte addirittura utilizza i bagni come ripostiglio per bibite e altro.
Quindi è necessario dare la stessa opportunità anche a cittadini con ridotta mobilità, oppure con problemi sensoriali, dare pieno accesso a tutte le aree anche libere, per cui abbiamo invitato in questo caso i Comuni ad attrezzarsi, a non fare una spiaggia dedicata, ma una spiaggia libera in cui anche i disabili possono accedere.
Questo è soprattutto nel rispetto dell'accessibilità, nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini, ma anche per far si che la regione Marche fornisca un'offerta in più, un qualcosa in più, e qui mi ricollego anche con il discorso che avevamo fatto riguardo alle bandiere lilla, e abbia dei siti costieri o lacustri opportunamente attrezzati nel fornire un'offerta ampia e dedicata a tutti, con particolare riguardo alle spiagge insignite di bandiera blu, dove bandiera blu non significa soltanto bellezza della costa, pulizia del mare, ma significa anche piena accessibilità, anche in previsione del percorso che questa Regione ha intrapreso pochi mesi fa, poi da me sollecitato, per il conseguimento anche della bandiera lilla, che denota la piena accessibilità per tutti i disabili motori e sensoriali.
Anch'io come il Consigliere Micucci invito tutti i Consiglieri a prendere in seria considerazione questa proposta di legge che penso vada nella direzione giusta nel considerare tutti i cittadini uguali e con gli stessi diritti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Condivido in pieno questa proposta di legge, un bel primo passo, così interpreto questa proposta, nel rispetto dei diritti, perché di questo stiamo parlando, delle persone affette da disabilità.
Finalmente qualcosa si muove in termini di rispetto dei diritti di queste persone meno fortunate di noi, ma vorrei ricordare che quello racchiuso in minima parte in questa proposta di legge è solo un segmento piccolissimo sul cammino del rispetto, della civiltà, della piena parità.
Vorrei ricordare all'amministrazione che molti Comuni ancora sono indietro anni luce sull'adozione dei Peba, cioè i piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche, l'abc sul cammino verso l'integrazione, e troppo spesso la politica a tutti i livelli ha taciuto o ha fatto orecchie da mercante sul rispetto dei diritti dei disabili.
Oggi siamo chiamati ad approvare questa proposta di legge che va a colmare un vuoto, un vuoto che va avanti da decenni.
La piena integrazione delle persone con disabilità, infatti, è sancita dalla legge 104, che risale al 1992. Lunga è la scia di indirizzi normativi tra la legislatura italiana e quella europea, basti ricordare la Costituzione e la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea del 2007, la Convenzione dell'Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall'Italia nel 2009.
Ecco perché, pur rischiando la demagogia, non posso non rimarcare l'importanza di una prosecuzione costante, quotidiana, in primis, nel superare le barriere mentali e sociali prima che materiali.
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, 100.000 euro sono pochi, però è un primo passo importante, comunque ribadisco la bontà dell'iniziativa legislativa se vista come tassello di un lungo iter teso a raggiungere la civiltà in tutti i sensi.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Anche il Movimento 5 Stelle è a favore di questa proposta di legge, anzi ringraziamo i promotori soprattutto per il lavoro serio e responsabile con il quale si è affrontato l'argomento in Commissione sanità.
Sicuramente concordiamo con gli interventi precedenti che hanno evidenziato il fatto che lo stanziamento per la copertura di questa legge è irrisorio, quindi ci auguriamo che nei prossimi mesi vengano trovati altri fondi per far si che alcune barriere vengano abbattute non solo ideologicamente o su una proposta di legge, ma anche fisicamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per anticipare la dichiarazione di voto naturalmente a favore, con plauso per l'iniziativa, che non può non trovare tutti d'accordo, ma con una sottolineatura riguardo ai finanziamenti.
Credo che la Regione si faccia promotrice attraverso una legge che dovrebbe creare anche una mentalità favorevole in questo senso, la cosa che mi meraviglia molto è che possa esistere in qualche Comune delle Marche l'inaccessibilità totale alle spiagge, che ci siano tratti di territorio comunale con spiagge che non consentono nessun tipo di accesso ai disabili. Capisco che le nostre spiagge non sono tutte uguali, ma penso a quante sono a ridosso dei centri storici e quanto questo sarebbe semplice.
Non credo in assoluto che la moltiplicazione degli interventi da un punto di vista economico della Regione con incentivi, eccetera, possa indurre tanto di più, credo che debba esserci già questo tipo di mentalità anche in considerazione, se vogliamo mettere un dato di convenienza, del fatto che quando parliamo di persone con disabilità normalmente facciamo riferimento a disabilità patologiche o a disabilità indotta da incidenti, ma esiste un vastissimo e nuovo campo della disabilità legata alla non autosufficienza, legata all'età, che è enorme, dovrebbe essere ormai una concezione recepita da tutti, ho fatto anche una mozione per le bandiere lilla, quindi dovremmo arrivarci non pensando alla percentuale, purtroppo comunque significativa, di persone con disabilità, ma all'enorme numero di persone non autosufficienti, quindi già oltre i 65 anni, che però possono benissimo godere dei servizi turistici di qualsiasi genere.
L'assenza di accessi per queste persone è anche un fatto di cattiva intelligenza da parte di chi gestisce le attività commerciali, turistiche di qualsiasi tipo perché si nega una porzione sempre crescente di possibili clienti che riguardano la fascia anziana che ha qualche difficoltà a muoversi, ma che può muoversi se trova strumenti, modalità e tecniche che l'aiutino in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Brevemente per dire che voterò a favore di questa proposta di legge, che ritengo molto importante, anzi mi auguro due cose, la prima che è abbiamo posto le basi, che ci sia poi la possibilità in futuro di aumentare anche gli stanziamenti, le risorse economiche; la seconda è che ci sono anche altre proposte di legge sempre a favore dei disabili, una presentata dal sottoscritto sulla cittadinanza digitale, un'altra presentata, se non ricordo male, dal Consigliere Talè per i percorsi montani, che mi auguro in breve tempo siano discusse ed approvate in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Anch'io anticipo la mia dichiarazione di voto che ovviamente è favorevole nei confronti di una proposta di legge che, come mi sono trovata a dire in tutte le occasioni in cui in quest'Aula abbiamo trattato del problema della disabilità, affianco alla crescita di una consapevolezza necessaria ed importante per un cambio di mentalità.
Servono ancora di più, tutti i giorni, interventi concreti, come quello che è stato messo in campo con questa proposta e mi auguro che verrà attuata quanto prima l'accessibilità ai luoghi balneari per le persone con disabilità. Quindi il voto di Fratelli d'Italia è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/2 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Testo unificato delle proposte di legge nn. 151 e 172, emendato, lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 204
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini, Urbinati, Giancarli, Micucci Giacinti, Bisonni
“Disposizioni regionali per favorire la riduzione in mare e sulle spiagge dei rifiuti plastici”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 204 dei Consiglieri Biancani, Traversini, Urbinati, Giancarli, Micucci Giacinti, Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa è una proposta di legge che mi vede primo firmatario insieme ad altri Consiglieri, è un atto molto importante perché si occupa di favorire e ridurre in mare e sulle spiagge i rifiuti plastici.
Devo dire che è una tematica molto attuale, la questione dei rifiuti plastici in mare viene riportata sia dalla stampa che dalla sensibilità dei cittadini. Come Regione Marche probabilmente siamo la prima regione in Italia, e di questo sono veramente molto orgoglioso, a fare una legge che punta a ridurre i rifiuti plastici in mare.
Abbia fatto audizioni in Commissione, abbiamo coinvolto sia gli operatori del settore, gli operatori della pesca, l'Autorità portuale, l'Autorità marittima, le associazioni ambientaliste e devo dire che anche da questo punto di vista rispetto alla proposta di legge non sono pervenute osservazioni negative, anzi tutti hanno evidenziato che c'era la necessità di una normativa di questo tipo che andasse in questa direzione.
La proposta di legge ha l'obiettivo di promuovere lungo le coste marchigiane l'attivazione di una serie di misure idonee a contrastare la dispersione delle plastiche nell'ambiente marino, con il loro conseguente spiaggiamento, con particolare riguardo a quelli derivanti dal settore della pesca o dell'acqua coltura, o delle plastiche che gli stessi operatori pescano durante la loro attività, mediante un approccio trasversale, che prevede che gli operatori del settore possano costituire una vera e propria filiera per la raccolta questi rifiuti, ma l'importante è che ci sia a terra un'apposita raccolta differenziata organizzata in maniera tale da consentire lo smaltimento di questi rifiuti.
Dal punto di vista normativo il principale strumento per realizzare queste azioni attualmente è rappresentato dalla Direttiva quadro europea sulla strategia marina 2008/56, che l'Italia ha recepito con il d.p.c.m. del 10 ottobre 2017 che va ad includere i rifiuti marini tra quelli che definiscono il buon stato ambientale delle acque.
Il Parlamento europeo all'interno della strategia europea per le materie plastiche in economia circolare, ha anche introdotto misure specifiche dirette a ridurre la perdita o la dispersione o l'abbandono in mare dei rifiuti plastici derivanti dall'attività di pesca e di acquacoltura, tanto da vietare per i prossimi anni anche la produzione di alcuni materiali in maniera tale che questi non vengano abbandonati in mare.
I punti di forza di questa legge sono il fishing for litter, cioè il conferimento in porto dei rifiuti pescati accidentalmente, il contrasto all'abbandono in mare dei materiali utilizzati dalla pesca o dalla acquacoltura, il sostegno per gli investimenti in tecniche di pesca più sostenibili, l'incentivare e promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti nei porti. Infine la norma prevede un nuovo ruolo dei pescatori, un ruolo di sentinella del mare, veri e propri spazzini del mare, i migliori alleati per fare in modo che queste plastiche una volta raccolte vengano portate in porto e poi smaltite.
L'obiettivo di questa legge è la riduzione dei rifiuti plastici nelle spiagge e nelle acque marchigiane. La lotta alla plastica in mare sta diventando una priorità in tutto il pianeta, non è un problema solamente marchigiano, è un problema mondiale, tanto che l'Onu ha dedicato ai rifiuti plastici in mare la Giornata dell'ambiente, celebrata il 5 giugno scorso.
Do due numeri, negli oceani e nei mari le materie plastiche superano ormai l'80% dei rifiuti che vengono raccolti, per smaltire una busta di plastica in mare occorrono dai 10 ai 20 anni, una bottiglia può rimanere in mare prima di degradarsi del tutto anche 450 anni, le stoviglie dai 100 ai 1000 anni. Quindi i rifiuti sono una vera e propria emergenza non solo dal punto di vista dell'ecosistema marino, ma anche per quanto riguarda la catena alimentare in quanto i rifiuti e soprattutto le microplastiche vengono ingerite dai pesci e possono entrare nella catena alimentare umana.
Da un'indagine che ha fatto Legambiente nelle sette spiagge marchigiane risulta in maniera chiara che la gran parte dei rifiuti che vengono raccolti sulla spiaggia sono rappresentati da rifiuti plastici, il 95,2% dei rifiuti sono relativi a materie plastiche e di questi il 77,8% sono formati da piccoli frammenti e il 3,1% sono legati alle reti per l'allevamento dei mitili.
Le finalità di questa norma sono quelle di promuovere, in conformità con le azioni previste all'interno del Piano regionale di gestione dei rifiuti, una riduzione della dispersione in mare e il loro conseguente spiaggiamento dei rifiuti plastici, con particolare riferimento sia a quelli derivanti dall'attività della pesca, sia a quelli derivanti dall'attività di acquacoltura, ma anche quelli derivanti dalla raccolta casuale da parte dei pescatori mentre svolgono la loro attività lavorativa, favorendo una serie di azioni e di cicli produttivi a basso impatto ambientale.
La proposta di legge prevede, come definito in Commissione, che per il raggiungimento di questi obiettivi venga utilizzato il tavolo tecnico istituzionale, che era già previsto dalla legge regionale n. 24 del 2009, che viene implementato con ulteriori figure: da esperti del settore, rappresentanti delle Ata, rappresentanti di ciascuna associazione di categoria di settore, rappresentanti degli enti di ricerca, dei Comuni in cui insiste il porto, delle Autorità marittime e portuali.
Il compito del tavolo tecnico sarà quello, molto importante, di individuare un programma triennale di interventi e di azioni che verrà sottoposto alla Giunta ogni tre anni; per il primo programma abbiamo messo la scadenza del 31 marzo 2019, data entro la quale il tavolo tecnico istituzionale dovrà fare tutta una serie di proposte che dovranno essere portate avanti e sostenute.
Tra le cose discusse in Commissione e riportate nella legge c'è la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, fare in modo che venga disincentivato, da parte di ogni cittadino oltre che dei pescatori, l'abbandono dei rifiuti in mare, favorire la conoscenza delle migliori pratiche per la gestione dei rifiuti in mare, andando ad individuare una serie di tecnologie nuove che possano essere utilizzate, promuovere una sperimentazione di nuove tecnologie e materiali che siano più sostenibili per l'ambiente marino, fare in modo che venga attuato, così come previsto dal decreto legislativo 192 del 2003, il conferimento differenziato dei rifiuti all'interno delle aree portuali, oltre ai rifiuti legati alle attività, anche quelli raccolti in maniera accidentale.
Il tavolo inoltre individuerà una serie di modalità per il contrasto della dispersione in mare dei rifiuti plastici anche andando ad individuare vere e proprie misure di sostegno a beneficio di tutti quegli operatori che vorranno portare avanti un adeguamento tecnologico ed impiantistico della propria attività.
Molto importante sarà anche elaborare linee di indirizzo per la definizione di una gestione omogenea nelle varie aree portuali per la raccolta differenziata e, come avevo già detto, introdurre sistemi di premialità tariffaria per fare in modo che i pescatori siano incentivati a portare a terra i rifiuti plastici.
Altra cosa importante che il tavolo tecnico dovrà promuovere è quella di prevedere accordi di programma tra i vari soggetti istituzionali ed economici, che puntino ad evitare la dispersione in mare dei rifiuti e a garantire il loro smaltimento in centri specializzati.
Durante i lavori della Commissione è stata inserita anche la clausola valutativa che prevede ogni tre anni di fare il punto rispetto a quelli che sono i programmi ed i progetti individuati, anche per capire quali finanziamenti sarà necessario prevedere per riuscire a sostenere le attività, finanziamenti che oggi la legge prevede, da una parte attraverso i fondi europei, come il Feamp che ha delle risorse dedicate al mondo della pesca, dall'altra mediante risorse regionali per sostenere le attività che il tavolo tecnico individuerà.
Attualmente sono previsti 10.000 euro per il 2019 e 10.000 euro per il 2020, qualcuno ha evidenziato che le risorse sono poche. Nella realtà i finanziamenti non sono individuati per dare gamba alle azioni e per sostenere realmente le azioni, ma la legge prevede che i 10.000 euro siano a sostegno del tavolo tecnico, per pagare eventuali persone che sostengano l'attività del tavolo tecnico, poi si andranno ad individuare ulteriori risorse nel momento in cui si stabiliranno le azioni che occorrerà portare avanti.
Concludo, dicendo che è una legge molto importante e, ripeto, siamo i primi in Italia a fare una legge di questo tipo.
Ringrazio tutti i componenti della Commissione e voglio evidenziare, lo faccio adesso per non intervenire una seconda volta, che sono arrivati tre emendamenti a firma della Consigliera Leonardi, questa mattina li abbiamo verificati in Commissione insieme ai tecnici della Giunta, devo dire che dal punto di vista del principio sono favorevole ai tre emendamenti perché vanno nella direzione che la proposta di legge si prefigge, ma non si possono votare in quanto il primo emendamento prevede incentivi economici per azioni che sono già obbligatorie per i pescatori, per le quali noi abbiamo previsto agevolazioni tariffarie per la raccolta dei rifiuti plastici in mare; per quanto riguarda gli emendamenti 2 e 3, in cui la Consigliera prevede un sostegno per convertire l'attività della pesca, oppure che i pescatori facciano come principale attività l'attività dello spazzino del mare, i tecnici hanno evidenziato che nel momento in cui non fanno più i pescatori non possono avere accesso ai finanziamenti, quindi non è opportuno votarli perché sono in contrasto rispetto alla possibilità di poter reperire risorse.
Ho presentato in Commissione un altro emendamento a firma mia, che abbiamo condiviso, che segue la ratio che ha evidenziato la Consigliera Leonardi, che riguarda il tavolo tecnico che è tra le misure che dovrà portare avanti, consideri anche, quelle di valutare sostegni a favore degli operatori che svolgono all'interno della propria attività di pesca anche quella di spazzino del mare.
Quindi voto contrario ai tre emendamenti, non legato ai principi che enunciano, ma rispetto alla possibilità o meno di votarli e inserirli all'interno della nuova norma, quindi abbiamo fatto un ulteriore emendamento che in qualche modo, in parte, considera, valuta e recepisce anche gli emendamenti della Consigliera Leonardi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il Presidente Biancani ha spiegato molto bene, con una lunga relazione, tutti gli aspetti della legge, quindi a me non rimane, per non ripetermi, che fare qualche considerazione a latere.
Una legge molto importante, condivisa in maniera unanime da tutta la Commissione, che ha trovato accoglimento da parte di tutti i componenti della Commissione ambiente.
Io sono tra i firmatari della legge e voglio partire dalla fine dell'anno 2017, quando in quest'Aula abbiamo approvato il bilancio preventivo per il 2018. In quella sede, proposi un emendamento per finanziare il progetto beach litter che poi l'Aula ha votato ed è stato finanziato; questo progetto, che è stato portato avanti da Legambiente, è stato molto importante per acquisire dei dati utili per scrivere questa legge. Infatti da questa indagine condotta da Legambiente la plastica si conferma il materiale più trovato in mare e sulle spiagge italiane, circa l'85% degli oggetti rinvenuti. Nelle Marche, nelle sette spiagge monitorate, per un totale di 22.000 metri quadrati, sono stati censiti oltre 4.000 rifiuti spiaggiati, di cui il 95,2% è rappresentato da piccoli oggetti di plastica.
Quindi abbiamo fatto bene, a mio avviso, a votare favorevolmente a quell'emendamento che finanziava il progetto, che è stato molto utile, anzi voglio ringraziare pubblicamente Legambiente per averlo condotto con estrema serietà, dopodiché su questa problematica, che era già nota, ma che con questi dati ha trovato concretezza e conferma, è stata posta questa legge.
Una legge, ripeto, molto importante, vorrei solo evidenziare alcuni aspetti, nell'articolo 2 si parla delle azioni che la Regione deve fare: sensibilizzare l'opinione pubblica, favorire la raccolta nelle aree portuali, inserire nelle aree portuali sistemi di raccolta differenziata, quantificare gli impatti ambientali determinati dalla dispersione in mare e sulle spiagge dei rifiuti, ma l'ultimo punto è veramente impegnativo, lo voglio sottolineare, perché la legge si pone come azione quella di eliminare l'impatto determinato dalla dispersione in mare dei materiali utilizzati per lo svolgimento dell'attività di pesca e acquacoltura, parla di eliminare, quindi è una legge che finché non arriverà a quasi impatto zero su questi aspetti, dovrà continuare a lavorare. Quindi un obiettivo molto alto.
Viene istituito, come ha detto il Presidente, questo tavolo tecnico, molto numeroso, tra parentesi, anzi lì per lì mi sono anche meravigliato del fatto che ci fossero tantissimi rappresentanti, però è giusto così, perché quando si riunirà dovrà coinvolgere una serie di soggetti, di stakeholder interessati che dovranno coordinarsi per quelle finalità che il Presidente Biancani ha detto e che non ripeto.
Invece mi sembra che il Presidente non lo abbia detto, quindi lo dico io, è stata inserita anche dal Comitato una clausola valutativa che impegna la Giunta a relazionare ogni anno sui risultati ottenuti da questa legge proprio per valutarne gli effetti, questo a partire dal terzo anno.
I finanziamenti sono un po’ il tallone d’Achille di tutte le leggi, sono esigui, però i 10.000 + i 10.000 previsti non ci devono ingannare perché, come ha detto giustamente il Presidente, l’obiettivo è attivare i fondi del Feamp, andare a prendere quindi, i fondi europei, per cui questo provvedimento non si baserà solamente sui 10.000, ma sui finanziamenti europei che riusciremo ad attivare a favore di questa norma.
Sono contento di questa legge, sono contento di averla firmata, mi auguro che ci sia una condivisione unanime, che porti all’approvazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Condivido in pieno questa proposta di legge per la riduzione in mare e sulle spiagge dei rifiuti plastici; sappiamo quale devastante incidenza abbiano oggi i rifiuti, in special modo quelli in plastica per i nostri mari.
Sappiamo anche di essere dinanzi ad una problematica mondiale, così come ha ribadito il Consigliere Biancani, e a Santo Domingo, giusto per restare tra le notizie più recenti, il mare è coperto di rifiuti, a Cattolica il 21 luglio scorso è stata aperta la mostra “Plastica Mente” proprio per sensibilizzare tutti sul problema della plastica in mare.
Se da una parte bisogna sensibilizzare tutti, grandi e bambini, sui danni che i prodotti in plastica ed i rifiuti provocano al mare, alla flora ed alla fauna marina, dall’altra dovremmo attivarci per entrare nell’ordine di idee che anche la plastica è una risorsa e contemporaneamente valorizzare la potenziale attività di controllo che chi vive di mare ha nel suo ruolo di sentinella dell’Adriatico.
Ogni anno, come ha ribadito il Consigliere di maggioranza, ci sono circa 8 milioni di tonnellate di plastica che finiscono in mare, il Mediterraneo è tra le aree di maggiore criticità e proprio a Malta nei mesi scorsi è stato fatto un summit dei produttori di materie plastiche di tutto il mondo. Tutta la filiera, dai produttori ai riciclatori, va coinvolta in un circolo ambientale virtuoso.
In nel mettere a sistema, tornando nelle Marche, non possono non essere coinvolte le categorie produttive della pesca, il mondo accademico, con le Università della nostra regione, e il mondo dell’impresa.
La plastica è il materiale più ritrovato nell’ambiente marino e costiero a causa della cattiva gestione dei rifiuti e dell’abbandono consapevole, diventa quindi un’emergenza, così come hanno ribadito i relatori di maggioranza e di minoranza, ma evitiamo così, prima che sia troppo tardi, che i nostri rifiuti ci sommergano per sempre, ecco perché sono favorevolissima a questa proposta di legge, dando senso al tavolo tecnico istituzionale che si va a valorizzare.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Innanzitutto voglio esprimere il mio consenso a questa proposta di legge. Credo che misure concrete ed importanti nell’ambito del contrasto ai rifiuti si stiano dimostrando un lavoro efficace, comunque hanno un posto importante all’interno della III Commissione.
Il principio inserito nella risoluzione all’Unione europea dello scorso giugno voleva portare un contributo nella stessa direzione, come questa proposta di legge e con gli emendamenti che ho presentato, ho cercato di far passare o di inserire il principio di un aiuto concreto per la riconversione delle imbarcazioni che oggi magari non sono più remunerative in termini economici e di sussistenza per chi si occupa di pesca o di piccola pesca. Ho cercato di fare un doppio servizio, quello di aiutare la creazione di una nuova economia, seguendo un principio validissimo, che è quello del contrasto all’inquinamento in mare.
Annuncio che, dopo le dichiarazioni del Presidente della III Commissione Biancani, che ringrazio, ritiro i miei tre emendamenti anche perché il problema emerso è di natura tecnica rispetto alla loro accettazione, anche perché nell'emendamento presentato dal Presidente della Commissione è racchiuso e accolto lo stesso principio che ho cercato di porre all’attenzione.
Con questo intervento dichiaro il voto favorevole alla legge e ritiro gli emendamenti ormai superati dalla presentazione dell’emendamento della Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Credo che, l'ha fatto già il Presidente Biancani, dovremmo sottolineare con forza il valore innovativo, scientifico, culturale ed anche la lungimiranza nell’aver presentato questa proposta di legge, che penso che oggi diventi una legge regionale delle Marche.
Oggi sulla stampa locale c’è una nota di un docente della Politecnica delle Marche che mette in evidenza più aspetti, ne sottolineo due, il primo, la campagna mondiale di sensibilizzazione contro l’inquinamento ambientale provocato dalla plastica; il secondo è più locale, legato al nostro mare, alla nostra costa, e dichiara che è necessario puntare a rendere Portonovo free plast, evitando l’uso di materie plastiche, e porta ad esempio le buone pratiche di alcuni operatori della baia, come quello di fornire una borraccia riempibile agli avventori. Questa è una nota che è oggi sulla stampa locale, ma ogni giorno leggiamo qualcosa che riguarda l’inquinamento dalle plastiche, soprattutto in mare.
Le particelle piccolissime, quasi indistinguibili dalla sabbia, microplastiche, sono una forma di inquinamento elusivo e pervasivo delle nostre spiagge, con cui è sempre più necessario fare i conti.
A far luce sul fenomeno è arrivato anche un nuovo studio - in passato si sono già pronunciati degli organismi scientifici, università, Regioni, come l’Emilia-Romagna - del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, pubblicato sulla rivista scientifica 'American Chemical Society', che è una delle più autorevoli nel settore tecnologico-ambientale.
La ricerca ha analizzato dei campioni di sabbia raccolti nei pressi delle foci dei fiumi Arno e Serchio per determinare la quantità e la natura dei frammenti di plastica inferiori ai 2 millimetri, i risultati ve li risparmio, ma sono veramente preoccupanti, quindi queste ricerche hanno messo in evidenza quanto questa forma di contaminazione ambientale sia pervasiva e pressoché onnipresente anche nelle zone di intensa frequentazione turistico balneare.
Uno dei principali rischi è che le microplastiche agiscano da collettori di sostanze inquinanti, anche altamente tossiche, come pesticidi, idrocarburi, policiclici e aromatici.
Dicevo della lungimiranza di questa proposta, il principale strumento per realizzare questa azione attualmente è rappresentato dalla Direttiva quadro europea sulla strategia marina, la proposta di legge intende promuovere lungo le coste marchigiane l’attivazione di misure idonee a contrastare la dispersione, anche a seguito di mareggiate, dei rifiuti plastici nell’ambiente marino, anche quelli derivanti dal settore della pesca e dell’acquacoltura, ed in Commissione abbiamo incontrato gli operatori del mare, non soltanto quelli turistici, ma anche quelli della pesca.
Credo che sia molto importante, è stato già sottolineato, l’istituzione di un tavolo tecnico istituzionale per dare concretezza alle azioni che nel provvedimento sono previste.
Questa legge, per la verità non sempre accade, ha avuto già il parere favorevole del Crel e del Cal, della I Commissione; il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche ha inserito la clausola valutativa che è stata già illustrata ed anche questo penso che sia un fatto estremamente importante.
In poche parole: che cosa vogliamo? Perché abbiamo firmato questa legge? Credo che ci sia l’esigenza, al di là della drammaticità della questione plastica, di riconnettersi con la natura, una sintesi fra efficienza e sostenibilità, quindi dobbiamo implementare quello che più volte in quest’Aula abbiamo detto, sottolineato, l’economia circolare, con norme precise. Pensare oggi ciò che avverrà domani per cambiare insieme a chi innova. Credo che sull'aspetto di riconnettersi con la natura, con l’ambiente, dobbiamo compiere sforzi continui.
Per curiosità, ho letto in una rivista internazionale che nella relazione del Congresso del Partito Comunista Cinese la parola più usata, pochi mesi fa, per ben 89 volte, è stata ambiente, mentre la parola economia è stata usata di meno, quindi oramai c'è una dimensione mondiale, una consapevolezza, ci sono anche delle difficoltà, come quando alcuni Paesi rimettono in discussione gli accordi raggiunti in materia ambientale mondiale. C'è però una sensibilità forte e l'esigenza di raggiungere questi obiettivi, cioè garantire il futuro e la salvaguardia del pianeta dal punto di vista ambientale, e non può che essere l’obiettivo primario.
Quindi questa legge è un piccolo tassello nel contesto mondiale, ma è sicuramente importante.
Da tutti gli interventi precedenti, non solo dei relatori, ma anche delle Consigliere Leonardi e Marcozzi, ho registrato con soddisfazione che andiamo tutti nella stessa direzione perché è il futuro che deve guidare la nostra azione legislativa, la nostra responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche parole perché chi è intervenuto prima di me, a partire dai relatori di maggioranza e minoranza, ha illustrato molto bene i contenuti della legge. Gli interventi che si sono susseguiti, da ultimo quello del Consigliere Giancarli, mi pare che abbiano portato molte argomentazioni che mi sento di sottoscrivere, quindi non mi voglio ripetere.
Sostanzialmente la mia è una dichiarazione di voto però la voglio fare perché credo che questa legge rappresenti molto bene quello che spesso definiamo un nuovo modello di sviluppo, tante volte nei nostri dibattiti ci riempiamo la bocca con questo termine, oggi credo che questa legge, che andremo ad approvare, ne rappresenti un esempio molto concreto.
Penso che sia possibile coniugare la crescita economica, o meglio lo sviluppo economico, con la tutela dell’ambiente. Il nostro mare è per tutti noi una risorsa fondamentale, per la regione Marche, per quello che ci dà dal punto di vista produttivo, paesaggistico, turistico, quindi va assolutamente tutelato, per cui ringrazio i firmatari e la Commissione, guidata dal Consigliere Biancani, per l’ottimo lavoro che è stato fatto.
Una brevissima postilla, è già stato ricordato da molti interventi, l’inserimento della clausola valutativa non vuole essere un orpello formale, è l’intenzione che noi abbiamo, come Assemblea legislativa, di far si che le leggi vengano attuate. Lo dico perché proprio questa mattina prima di venire qua ho avuto riprova che una legge che abbiamo approvato addirittura nella passata legislatura ancora per oltre la metà non viene attuata. E' importante che la politica, i Consiglieri, non pensino, come in realtà dovrebbe essere, che una legge una volta approvata venga attuata senza problemi, quindi è importante avere una valutazione, è importante avere un'attività di controllo, è importante avere dei dati che dimostrino se il nostro lavoro, quello che stiamo facendo, è efficace, non solamente perché alcune parti non vengono attuate come vorremmo, ma perché alcune norme possono produrre effetti diversi da quelli che pensiamo. Avere un feedback è una cosa importante, interessante e sono convinto che coloro che hanno firmato la legge e che hanno lavorato per un testo così importante, poi aiuteranno anche il Comitato di valutazione delle politiche a verificarne la piena attuazione. Quindi ovviamente è un voto positivo, molto convinto.
Di nuovo un ringraziamento a coloro che hanno lavorato per un testo così significativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Anch’io intervengo brevemente per un ringraziamento all’estensore della legge, al Consigliere Biancani, legge che ho firmato molto volentieri per due aspetti, il primo perché solitamente il legislatore arriva ad approvare un provvedimento quando il tema ormai è “scaduto”, dopo anni che se ne parla, quando ormai è poco attuale.
In questo caso mi sento di poter dire che se non siamo arrivati in anticipo almeno siamo arrivati alla pari, nel senso che il tema delle plastiche in mare si sta sviluppando in questi mesi a livello mondiale, nonchè i problemi che queste causano all’ecosistema ambientale.
Credo che il Consiglio regionale, considerando che la nostra regione vive dei riflessi della presenza del mare, attraverso il turismo, attraverso le attività produttive, abbia fatto bene ad attivarsi per sensibilizzare su questa materia e per sostenerla.
L’altro aspetto che mi piace sottolineare è per la mia vicinanza al mondo della pesca, in questa normativa finalmente non si vede il mondo della pesca, come a volte accade nella Comunità europea e non solo, come inquinatore, usurpatore, sfruttatore, come quello che danneggia l'ecosistema, mentre in realtà non lo è.
Le piccole realtà, come quella marchigiana, ma ve ne sono altre che formano un sistema che può aiutare l’ecosistema marino e questa legge mi sembra che, attraverso la costituzione di questo comitato tecnico ed il coinvolgimento di queste categorie nell’applicazione di questa legge nel ritrovare delle soluzioni condivise, colga nel segno nell’utilizzare questa categoria come dei produttori che possono aiutare in un settore che non è propriamente il loro.
Notoriamente i produttori della pesca non sono inquinatori e non utilizzano materie plastiche, se non in rare eccezioni, però proprio perché frequentano quotidianamente il mare possono aiutare e diventare decisivi nella soluzione di questa problematica. Quindi mi sembra che questa legge vada in questa direzione, anche individuando delle isole ecologiche all’interno del porto e non considerando questi prodotti residui come prodotti dei pescatori, che sono gli spazzini del mare, come è stato detto in precedenza.
Penso che questa norma vada incontro a queste idee di fondo, mi sembra una cosa positiva e volentieri l’ho firmata e la voto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Come gruppo noi siamo favorevoli a questa proposta di legge e ovviamente vorrei fare una considerazione come persona che abita in una città di mare, la cui storia è segnata da un rapporto molto stretto con il mare.
Se i rifiuti plastici arrivano sulla spiaggia a seguito di uno spiaggiamento è la cosa migliore perché si possono raccogliere, certo creano disagio sulle spiagge, perdite economiche per gli operatori del turismo, ma sono quelli che si vedono e si possono tirare via. Ci sono anche delle ottime iniziative di organizzazioni ecologiste con ragazzi che in una giornata puliscono le spiagge.
La cosa incredibile è quando, con mareggiate e venti diversi, questi rifiuti vanno al largo e vanno a fondo, questa è la cosa peggiore. Sabato sono stato tra il Trave e Pietralacroce, una zona incontaminata della nostra costa marchigiana perché la spiaggia è raggiungibile solo attraverso un sentiero scosceso e non c’è nessuno, c’era il vento grecale che portava una marea di rifiuti (polistirolo, reti da pesca tagliate, bottiglie di plastica mezze vuote galleggianti, le altre senza il tappo vanno a fondo), c’era di tutto in questa spiaggia incontaminata, le rocce bianche erano accecanti per il sole che ci batteva ed il mare era veramente angosciante.
A questo punto, nonostante potrebbe sembrare quasi una bestemmia detta dal Movimento 5 Stelle, sollecito una azione di repressione contro questi farabutti che sporcano il mare, sono gli stessi che con il bambino in macchina, buttano dal finestrino il fazzoletto di carta o peggio ancora il pacchetto di sigarette. Questa è l’educazione che c’è? Verso il mare non c’è nessun tipo di coscienza!
Il Comitato potrebbe prevedere in questa legge anche una azione di repressione perché probabilmente queste persone, nonostante si veda in televisione, si legga dai giornali e ci siano appelli di persone sensibili, non hanno assolutamente coscienza, per cui buttano in mare le bottiglie, i bicchieri di plastica, e chi si immerge in quella zona per prendere i 'moscioli' (i moscioli sono le cozze, lo dico per quelli del sud delle Marche) si rende conto di cosa c’è sotto e quale coscienza ecologica ed educazione hanno i nostri concittadini marchigiani.
Le reti da pesca e i pezzi di polistirolo probabilmente sono dei pescatori amatoriali che buttano la cassetta rotta in mare invece che portarsela a casa.
Ci vuole una azione di conoscenza, ma le Capitanerie di Porto devono fare un’azione repressiva, anziché “rompere le scatole” continuamente alle persone chiedendo i documenti e vedere se la bandiera o l’estintore è pronto. Ci deve essere una azione repressiva da parte di chi tutela il mare nei confronti di questi maleducati, di questi mascalzoni che stanno distruggendo il mare e le nostre coste.
Naturalmente il voto è favorevole, scusate questo sfogo perché chi ama il mare e chi ama la natura non può sopportare questo tipo di incoscienza anti-ecologica.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.

Emendamento 2/1 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 2/2 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.

Emendamento 4/1 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento 4/2 a firma della III Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Non ho molto da aggiungere rispetto a quello che hanno già detto i colleghi, questa è una problematica assai grave ed urgente da affrontare.
Abbiamo 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all’anno nei nostri mari, in particolare l’80% dei rifiuti rinvenuti nel mare Adriatico sono costituiti da plastica, quindi, senz’altro, noi come Lega non possiamo non appoggiare questa proposta di legge, tuttavia occorre agire molto sulla prevenzione, sull’educazione e sugli interventi che possano far sì che questi rifiuti vengano ridotti a monte. Quindi annuncio il voto favorevole della Lega.

Proposta di legge n. 204, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 209
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 22 aprile 2014, n. 7 ‘Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall’alto da predisporre negli edifici per l’esecuzione dei lavori di manutenzione sulle coperture in condizioni di sicurezza'”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 209 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. La legge regionale n. 7 non è altro che un provvedimento approvato nel 2014 ed ancora non attuato. Oggi siamo in dirittura d’arrivo, sono certo che il Consiglio approverà questa proposta, tra l'altro una proposta della Giunta regionale, dirò anche alcune cose relative al regolamento e alla sua attuazione.
Parto dalla legge 7 del 2014, che era il risultato di due proposte di legge, una del Consigliere Trenta, un’altra mia, dei Consiglieri Acquaroli (oggi onorevole), Silvetti e Binci. C'era stato l'abbinamento delle due proposte di legge e siamo giunti ad una legge che si collocava nel solco di una mai troppo sufficiente cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi e negli ambienti di lavoro.
Non solo norme in materia di prevenzione dei rischi, ma anche di protezione dai rischi, una legge che aveva al centro il diritto al lavoro sicuro, quale diritto fondamentale, quindi l’impegno nella prevenzione ed anche nel valore sociale dell’impresa, un'impresa ricca di sapere, di qualità, di formazione, di tecnologia, quindi una legge che aveva e che ha una forte cornice valoriale e culturale.
Ci sono state difficoltà nella sua attuazione, in merito nella veste di Consigliere - tutti i colleghi che con me avevano fatto quella legge hanno fatto più legislature, quindi non sono presenti in questa legislatura - ho presentato ben due interrogazioni nel 2015, un’interpellanza nel 2016 e un’altra interrogazione nel 2017. Debbo dire che si è fatto carico della sua attuazione il Presidente Ceriscioli, che voglio pubblicamente ringraziare.
Un percorso curioso, ma va bene perché noi badiamo alla sostanza, curioso perché anziché attuare la legge con il regolamento, è stata modificata la legge, ma, ripeto, importante è che si vada all’approvazione ed all’attuazione di questa norma.
Chiedo ovviamente all’Aula di approvare la proposta di legge n. 209, abbiamo fatto già dei passi avanti significativi perché in Commissione abbiamo apportato alcune modifiche, la prima riguarda la scrittura del regolamento e mentre nella proposta di legge della Giunta si prevedevano ulteriori 180 giorni, in Commissione abbiamo previsto 60 giorni, anche perché abbiamo verificato, grazie anche al Presidente Biancani, che c’era già un lavoro avviato dai tecnici e dai medici della Regione, oltre alla sempre attenta funzione della III Commissione, sotto la regia della sua Segretaria.
Chiedo ai colleghi, a partire dal relatore di minoranza, penso anche al Consigliere Celani, a persone che per ragioni professionali svolgono ruoli importanti in questo settore, di dare un contributo non soltanto se lo ritengono in Aula, ma nell’attuazione della norma stessa e quindi nella scrittura del regolamento perché le linee guida, sono fondamentali non soltanto per l’attuazione della legge ma perché non ci sia un vuoto di coerenza fra le finalità nobili.
Dicevamo prima che una legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è un fatto di civiltà, ma dobbiamo fare in modo che queste norme siano facilitatrici di azioni che garantiscano non soltanto questo e che non ostacolino di fatto l’attività.
Per dovere legislativo devo fare riferimento sia al decreto legislativo n. 81/2008 che alla legge delega 3 agosto 2007 n. 123, misure per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e la delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia.
Il Governo è stato delegato ad adottare entro 9 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, agosto 2007, uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle disposizioni vigenti, il 9 aprile del 2008 con il decreto legislativo 81 si è dato corso a questa legge.
Il decreto legislativo è un atto molto coraggioso, tra l’altro voluto da un Ministro molto vicino al mondo del lavoro, come l’On. Cesare Damiano, e di fatto pone il riassetto e la riforma delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, mediante il riordino, il coordinamento, di tutte le norme in un unico testo normativo. Quindi da questo punto di vista sono stati fatti significativi passi avanti perché la legge prima e questo decreto, fatto con il contributo di tantissimi soggetti, hanno costruito una cornice molto importante.
Come cercavo di dire, la legge n. 7 del 22 aprile 2014 con queste norme sulla sicurezza, di fatto ha posto ed ha dato una risposta alle esigenze emerse durante i lavori per la predisposizione di quella finalità e durante la predisposizione del regolamento attuativo previsto dall’articolo 6 della stessa legge, ovvero rispetto alla legge, rispetto al quadro a cui facevo riferimento, sono emerse delle difficoltà e la risposta è stata, come dicevo poc’anzi, una nuova proposta di legge anche perché c’era stato un confronto con le categorie professionali interessate alla materia della sicurezza nei lavori, alle coperture, che hanno presentato delle modifiche al testo del regolamento, quindi si è deciso di dar vita ad una proposta di legge.
In Commissione sono state apportate delle modifiche alla proposta di legge della Giunta, quella su cui insisto è la riduzione dei tempi perché è fondamentale, proprio perché siamo in presenza di un forte quadro valoriale, ma anche di sicurezza, di efficienza, di un’economia moderna che sappia tutelare la vita delle persone, che si faccia presto.
Nelle Marche risultano in aumento il numero delle denunce di infortunio, nel 2017 ce ne sono state ben 18.710, nell’industria gli infortuni sono aumentati del 4% e da un’analisi dei dati presenti nell’archivio nazionale dell’Inail è emerso che le principali modalità di accadimento degli infortuni sono la caduta dall’alto con una percentuale pari ad oltre il 30% che in edilizia arriva fino al 55%.
Sono state individuate anche le tipologie dei fattori di rischio: la caduta per sfondamento di copertura, la caduta da scala portatile, la caduta da parte fissa di edificio, la caduta da ponteggi, da impalcature fisse, la caduta all’interno del varco, quindi l’obiettivo è quello di diminuire il rischio di incidenti di caduta dall’alto, di realizzare misure di prevenzione e protezione, quali: il sistema di ancoraggio permanente, predisporre un elaborato tecnico della copertura contenente le indicazioni progettuali, le prescrizioni tecniche, le certificazioni di conformità necessari ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall’alto, la formazione degli operatori incaricati di assicurare in sede progettuale ed esecutiva l’adozione di misure di sicurezza, la formazione dei lavoratori, campagne informative. Ci sono destinatari immediati di questa politica, lo scriviamo anche nella clausola valutativa, a partire dalla Giunta, dall’Asur, dai progettisti e dai soggetti incaricati, e ci sono dei comportamenti che tutti dobbiamo adottare.
Quindi questa legge è dentro quel quadro di contrasto al tragico fenomeno degli infortuni e delle morti bianche, con la diffusione della cultura della sicurezza e delle buone prassi, con il controllo, con le sanzioni e quando parlo di sanzioni non penso ad alcun intento punitivo, ma ad un deterrente serio, tra l’altro sono calibrate sulla gravità delle infrazioni.
Quindi l’esigenza di un ridisegno organizzativo, l’analisi su come organizzare il lavoro, su come analizzare i rischi, su come tutelare la persona, cambiamenti dei mezzi di produzione, dei tempi di lavoro che nell’assumere, Consigliere Marconi, come centrale è la persona, il richiamo era perché il Consigliere Marconi era presente allora in IV Commissione, quindi questa legge la conosce, che è la condizione per garantirne benessere, integrità e sicurezza.
Le organizzazioni sindacali si sono pronunciate più volte sulla sicurezza sul lavoro, il Consigliere Zaffiri lo sa bene, garantire salute e sicurezza sui posti di lavoro resta un obiettivo prioritario ed è un ambito privilegiato per sviluppare un sistema di relazioni industriali responsabile e partecipato.
Radicare una cultura della sicurezza, un’autentica, consapevole, matura cultura che metta al centro la persona, che privilegi la prevenzione, la formazione, gli investimenti e tra l’altro un binomio molto fermo su cui puntiamo anche nella legge, sicurezza e salute.
Non fuggo dai problemi del quadro legislativo attuale, ma è chiaro che il lavoro instabile, il lavoro precario, il lavoro incerto non aiuta a raggiungere gli obiettivi di cui finora ho parlato, obiettivi di tutela dei lavoratori, dei diritti, il diritto alla sicurezza in primo luogo.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Brevemente perché c’è poco da aggiungere alla relazione esaustiva del Consigliere Giancarli, vorrei fare anche qui alcune considerazioni a latere.
E' stata fatta questa modifica perché i tecnici hanno riferito delle difficoltà nella fase attuativa, quindi nello scrivere il regolamento attuativo, quindi per superare queste difficoltà hanno fatto delle osservazioni e delle modifiche che poi la Commissione ha discusso e siamo giunti a questa proposta di legge.
Sono tutte questioni abbastanza tecniche, non ci sta nulla di politico, se non il dato importante che dobbiamo sempre più salvaguardare la sicurezza delle persone che lavorano in quota.
C’è già una legge nazionale, c’è già la legge regionale, però purtroppo abbiamo visto che ancora oggi gli incidenti sono numerosi e questo fa ancora più rabbia se si pensa che si potrebbero ridurre significativamente se solo venissero applicate delle misure minime di sicurezza, come quelle di porre dei ganci o delle corde a cui aggrapparsi quando si va a fare dei lavori di rifacimento delle coperture.
Aggiungo solo un elemento di colore con un’esperienza personale, prima di diventare Consigliere come ingegnere seguivo la realizzazione di un impianto fotovoltaico per il Comune di Tolentino e ricordo che misi nel computo metrico anche la realizzazione della linea vita e ci fu quasi una sorpresa da parte di alcuni soggetti perché la ritenevano quasi una spesa accessoria, per non dire superflua, per poi invece ricredersi successivamente quando hanno capito che il presidio di sicurezza resta nel tempo ed è utile ovviamente per tutte le volte che bisogna andare sul tetto a fare dei lavori, anche solo per sistemare dei coppi o l’antenna TV, aggiungo inoltre con spese anche irrisorie perché non stiamo parlando di grandi cifre, stiamo parlando di piccole cifre.
Ho raccontato questa cosa perché? Perché dobbiamo tutti quanti fare un passo culturale su questa tematica, è chiaro che il rischio zero non esiste, però dobbiamo tendere verso standard di sicurezza sempre più elevati, ecco perché è importante votare questa legge. Spero che da oggi si possa scrivere e quindi portare a compimento quella bozza di regolamento che i tecnici stanno già predisponendo per far si che la legge, ricordo è una legge del 2014, trovi attuazione concreta nella regione Marche il più presto possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Semplicemente per lasciare a verbale di questa seduta una nota interessante, la legislazione che abbiamo approvato in questi ultimi anni - siamo sempre abituati a leggi che impegnano soldi, che promuovono, che mettono in conto arricchimenti più o meno significativi e iniziative di territori - è di carattere generale, che credo abbia già trovato il consenso unanime della Commissione e dovrebbe trovarlo dell’intera Aula e, come diceva il Consigliere Giancarli, è un atto di civiltà.
E’ un atto di civiltà che introduce un argomento che è quello della tutela del lavoro in senso generale, tutela che riguarda il lavoro, quando comincia, quando si svolge e quando finisce.
Che dovevamo per alcuni aspetti controbilanciare un eccessivo sistema di tutele economiche, pensionistiche, previdenziali, sanitarie, messe in moto negli anni delle vacche grasse (cioè negli anni 1960/1970), questo è risultato comprensibile a tutti, tanto è vero che questa risistemazione è stata fatta da Governi di varia tendenza e anche l’attuale Governo, non più negli schemi del centro destra/centro sinistra, non può non tener conto di questo stato di cose, anche rispetto a qualche aggiustamento che vuole fare, però terrei distinto il mondo economico dal mondo della sicurezza fisica, materiale, cioè non la sicurezza di avere la possibilità da pensionato di fare una, due, tre vacanze, oppure di avere il pane sulla tavola tutti i giorni, due livelli di sicurezza a seconda della quantità di soldi che vengono percepiti, ma qui si tratta di vite umane e si tratta di una sicurezza raggiungibile anche attraverso un costo, se ci sono costi bassi sono contento, ma se ci fossero costi anche un po’ più elevati dei cosiddetti bassi nulla quaestio perché rispetto a questo tipo di tutela non c’è limite e questa forma di prevenzione viene prevista attraverso camminamenti, abbiamo fatto anche diverse esplicitazioni tecniche qualche anno fa, quindi sono stato molto contento quando il Consigliere Giancarli ha ripreso l’iter di legge, che si era fermato con lo scadere della legislatura, e l’ha riproposto in questa sede e finalmente vede la luce.
Lo dico perché non solo ci sono due livelli diversi di tutela ma perché in altre epoche e in altri tempi queste forme di tutela anche nei confronti di operai che venivano pagati a giornata con un pasto, parlo del 1400/1500, c’erano perché se visitiamo i vecchi palazzi del Rinascimento e del Medioevo, o le cattedrali di quell’epoca, nelle parti alte c’erano camminamenti messi in sicurezza perché ovviamente con la testa che avevano allora sapevano bene che avrebbero dovuto fare manutenzioni anche importanti e dovevano essere fatte in sistema di sicurezza, con camminamenti, balaustre e altro.
Quindi se chi ci ha preceduto, e non si può dire che l’arte di costruire in Italia sia seconda a nessuno, anzi penso che sia una delle prime al mondo, abbiamo un po’ perso questa dimensione molto preoccupati del ‘costruiamo rapidamente’ o dal fatto che è una palazzina di pochi metri, che problema è? Anche le cadute da quelle altezze, seppur minime, possono purtroppo, creare grossi problemi.
Grazie ai proponenti, grazie alla Commissione e confido in un voto unanime dell’Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Voglio ripartire dall'intervento del relatore di maggioranza Consigliere Giancarli, condividendo appieno quanto ha detto, riparto dalle parole: questa legge è un grosso atto di civiltà, perché riguarda la sicurezza.
La sicurezza, come sappiamo, è un valore assoluto, comunque lo guardiamo, qualsiasi sia l’ambiente in cui ci troviamo. Parliamo di sicurezza in senso lato per il cittadino, per chi si mette in strada, ma credo che la sicurezza, questo valore assoluto, assuma un significato ancora più forte se collegato all’ambiente di lavoro. E’ qui che sta l’atto di civiltà.
Noi abbiamo avuto una legislazione compiuta soltanto da pochi anni, da quando è uscito il testo unico n. 81 del 2008, anche con molto ritardo, anche se effettivamente abbiamo cominciato a parlare di sicurezza negli ambienti di lavoro in modo pregnante soltanto negli anni ’50 con il decreto legge 155. Quindi abbiamo un’esperienza molto forte perché abbiamo 60 e più anni di esperienza, però la tematica è stata affrontata in modo organico soltanto nel 2008 dopo aver fatto un’esperienza molto forte con le leggi nn. 626 e 454, due norme molto importanti che sono risultate dei capisaldi per la sicurezza negli ambienti di lavoro.
La questione dobbiamo affrontarla in modo abbastanza compiuto anche alla luce di quelli che sono gli ambienti di lavoro più pericolosi e da questo punto di vista è chiaro che la causa principale ad esempio degli infortuni e dei decessi nei cantieri avviene proprio per caduta dall’alto e si verificano statisticamente per il mancato rispetto di alcune misure di protezione collettiva e per il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali.
Voglio citare alcune percentuali che sono molto significative per far capire quanto sia importante questa legge, che potrebbe essere una legge di settore se uno pensa che riguarda soltanto i cantieri mobili, il campo edilizio, mentre riguarda la sicurezza in senso lato, c’è il discorso della sicurezza a livello industriale negli stabilimenti, in alcuni processi lavorativi che sono anch’essi molto significativi, però guardate, il numero di infortuni e decessi che si hanno nei cantieri mobili nell’87% dei casi avvengono per cadute dall’alto.
Ho analizzato alcuni dati che vengono forniti dall’Inail, ma professionalmente mi occupo di questo tipo di problematica attraverso corsi di formazione molto pregnanti e molto importanti, devo dire fatti da personale molto specializzato, e qui devo spezzare una lancia anche per quanto riguarda i nostri Dipartimenti di prevenzione dell’Asur che sono molto competenti, poi magari ne parleremo successivamente quando affronteremo il discorso della realizzazione, della messa a punto del regolamento.
Raccolgo l’invito fatto dal Consigliere Giancarli per partecipare attivamente all’interno della Commissione alla stesura di questo regolamento, ovviamente portando quel po’ di competenza e di esperienza che ho accumulato in questi anni, senza voler strafare, però ribadisco che l'87% degli infortuni e decessi, che avvengono nell’edilizia, sono causati da cadute dall’alto, in particolare il 23% per cadute dal tetto, il 26% per cadute dalle impalcature, l'11% paradossalmente per la cadute dalle scale, quelle fisse perché mancano parapetti e altro. Quindi potete immaginare quanto sia importante una razionalizzazione e l’individuazione delle regole da rispettare per la sicurezza.
Non è che fino adesso queste norme non ci sono state perché se vado a guardare il decreto legislativo n. 81 del 2008 ho una marea di articoli che riguarda questo aspetto, ad esempio l'articolo 122 (ponteggi ed opere provvisionali), l'articolo 126 (parapetti), l'articolo 146 (difesa da aperture), l'articolo 147 (difesa dalle scale in muratura), l'articolo 112 (idoneità delle opere provvisionali), quindi c’è già una normativa di carattere generale molto dettagliata, ma che necessita di essere applicata in modo tecnico perché mai come qui vale la tecnica, mai come qui valgono le regole attuative, mai come qui sono importanti i regolamenti e le linee guida per chi deve mettere in atto l’opera provvisionale, soprattutto per chi deve controllare per evitare che nascano contenziosi e altro.
Detto questo, vorrei fare alcune considerazioni sulla proposta di legge, una buona norma che va a modificare la legge inattuata, la n. 7 del 2014, come diceva il Consigliere Giancarli, per mancanza del regolamento, è stata aggiornata e sono stati fatti notevoli passi avanti.
L’articolo 3 parla dell'elaborato tecnico della copertura che non è soggetto alle procedure previste dal d.p.r. 380, cioè questo elaborato tecnico non può essere sottoposto all’azione di vigilanza della normativa sismica, però questo è uno di quei problemi che dovrà essere sviscerato in modo molto approfondito in attuazione del regolamento, perché noi dobbiamo specificare con esattezza qual è il contenuto minimo che questo documento, che è un documento tecnico, deve contenere, proprio per far sì che non produca degli equivoci tra chi lo applica e chi lo deve far rispettare, perché l’articolo 4, comma 1, stabilisce l’inefficacia di qualsiasi titolo abilitativo qualora all’interno di questo progetto non ci sia questo elaborato tecnico che prevede come comportarsi per la protezione dalle cadute dall’alto.
Quindi dobbiamo fare in modo inequivocabile questo tipo di ragionamento per evitare che per delle male interpretazioni i cantieri vengano bloccati con un danno all’impresa, all’imprenditore, anche per l’applicazione di multe, questo non sarebbe molto serio.
Altra osservazione sull’articolo 5, dove al comma 2 si dice che la Giunta regionale con propria deliberazione individua gli standard formativi per la realizzazione delle attività di cui al comma 1, cioè la formazione. Qui bisogna stare molto attenti perché la Giunta regionale non può stabilire standard cogenti formativi, perché gli standard formativi sono degli organi tecnici, ad esempio gli ordini professionali stabiliscono quali sono gli standard per poter continuare ad esercitare la professione su determinati settori, noi abbiamo dei crediti da rispettare, da acquisire nell’arco di un anno per continuare ad esercitare la professione in quel settore.
Anche qui occorre un coinvolgimento totale di tutte quelle che sono le componentistiche che lavorano nell’ambito della sicurezza, queste sono tutte valutazioni che possono essere sviscerate e possono essere messe a punto nel modo migliore durante la stesura del regolamento, regolamento che verrà redatto entro 60 giorni, mi auguro che lo si possa fare anche prima per cui ci adopereremo.
Prima di fare il regolamento gradirei, ad esempio, che qualcuno si attivasse affinché i nostri Dipartimenti della prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro delle 5 Aree vaste si mettano d’accordo per elaborare delle linee guida per la prevenzione del rischio di caduta dall’alto, tantissime Regioni lo hanno fatto perché si parte proprio dalle linee guida di chi è preposto al controllo per poi fare un buon regolamento. Ce ne sono in giro tantissimi molto belli, faccio riferimento alle linee guida della Regione Friuli Venezia Giulia, sempre realizzato dal Dipartimento prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che può essere di grande aiuto per fare il nostro regolamento, o per lo meno dovremmo coinvolgere gli esperti di questi Dipartimenti qualora ovviamente volessero partecipare a questi lavori.
Le linee guida portano anche delle rappresentazioni grafiche, degli esempi a cui attenersi perché qui c’è poco da inventare, ma c’è molto da fare, nel senso che certe interpretazioni variano da punto a punto, una norma è completamente diversa se la applico ad un tetto che ha una pendenza di 30° o se la applico ad un tetto che ha una pendenza di 40°, dipende da chi la attua, dall’esperto della sicurezza. Chi controlla, chi fa il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione, chi lo fa in fase di esecuzione, deve aver acquisito un particolare titolo abilitativo, l’iscrizione all’Albo professionale non è sufficiente per poter fare questo tipo di lavoro, occorre aver acquisito competenze maggiori che siano certificate, però si lascia al tecnico l’interpretazione di determinate norme, quindi torno all’importanza del regolamento.
Chiudo con una considerazione di carattere generale: il problema della sicurezza negli appalti. Questo è un tema che la Regione o un ente pubblico deve riconsiderare, è vero che quando si fa un appalto, pubblico o privato che sia, il valore, l’onere della sicurezza non è soggetto al ribasso, ma questa è una foglia di fico, questo è un palliativo, questo è assurdo se poi consento dei ribassi eccezionali, anomali ad esempio per i lavori a misura, per la realizzazione dell’opera, è chiaro che questo numeretto anomalo si riflette anche sul costo della sicurezza, così non funziona, non possiamo metterci l’anima in pace, la coscienza a posto dicendo che in un appalto pubblico il costo, l’onere della sicurezza non va ribassato, quello lo stabilisco io come ente e come progettista, ma consento poi dei ribassi anomali per quanto riguarda i valori a misura. E’ naturale che l’imprenditore per poter recuperare poi va a ritoccare un po’ tutto. Gli esempi di questi giorni non li cito perché sono sotto gli occhi di tutti, anche se non ci sono infortuni fa stringere il cuore vedere delle persone che si arrampicano senza casco, senza cinte di sicurezza, senza imbracatura, con impalcature che non sono a norma che smontano e montano senza regole, con impalcature fittizie che non sono state mai collaudate, scavi che superano i due metri di altezza senza opere provvisionali per impedire eventuali franamenti.
Credo che questa normativa sugli appalti, in termini di partecipazione, in termini di idoneità delle imprese, in termini di ribassi di modalità delle gare, cioè andare avanti ancora con questi ribassi anomali, non sia possibile non soltanto per quanto riguarda l’esito finale dell’opera, che non è garantita, ma soprattutto per quanto riguarda la sicurezza di chi lavora in questi ambienti.
Questo è un altro tema, certamente non può essere in questa norma, però è un tema di carattere generale che va affrontato, perché la sicurezza sul lavoro diventi l’obiettivo finale di tutta la collettività. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo al Consigliere Giancarli, che ha illustrato in un modo magnifico questa proposta di legge, credo negli interventi.
Noi produciamo leggi importanti, le leggi ci sono sulla sicurezza, però il problema drammatico è quello che nell'ultima parte dell’intervento, ha affrontato il Consigliere Celani.
Il problema della sicurezza sta nel controllo e quando un cantiere fa un ribasso del 47% sulle opere di urbanizzazione di cosa stiamo parlando? Questo è il problema e purtroppo nella regione Marche per fenomeni noti a tutti, che facciamo finta di non vedere, sono iniziati alla grande i sub appalti, che sono strumenti di deregulation, senza regole. Nel meccanismo del sub appalto non avvengono i controlli perché il sub appalto viene dato a un prezzo stracciato, quindi mentre l’impresa che ha vinto è in regola, perché deve presentare tutta una documentazione previsa, puntuale, la ditta che prende il sub appalto, non lo è. Questa è la drammaticità della cosa! Non controlla nessuno e se la Commissione che andrà a fare questo regolamento non affronterà questo problema. Sull’argomento non ho presentato nessun ordine del giorno, presento solo il mio intervento in Aula, questo problema non è conosciuto solo dalla Lega, ormai è un fenomeno diffuso, è venuta qua la Presidente di una Commissione importante, politicamente molto distante dalle mie idee, ma ha recepito delle osservazioni che a suo tempo, noi della Lega, avevamo fatto ed avevamo detto “Attenzione anche nelle Marche”, io mi fermo solo a questo.
Nel sub appalto non vengono applicate le norme di sicurezza, non ci sono i controlli e chi è preposto ai controlli è in difficoltà, mancano gli organici ed una serie di altre cose, però credo che noi dobbiamo politicamente capire, perché questo è il nostro ruolo, dove stiamo andando, cosa sta accadendo nella regione Marche, non far finta che non succede niente perché ci sono fenomeni abbastanza diffusi nel nostro territorio e dobbiamo intervenire, intervenire pesantemente sulle nostre strutture preposte a fare controlli ed osservazioni, debbono farli, e quelle che fanno parte di altri pezzi dello Stato devono intervenire su chi è in condizione di poterlo fare. Pezzi dello Stato come le Prefetture, che sono importanti nel nostro territorio e nella situazione in cui ci troviamo. Sappiamo che ci sono i sub appalti, in questo ultimo periodo basta girare nei cantieri per riscontrare questi fenomeni.
Il sub appalto è uno strumento che va controllato e siccome ha un ribasso del 30, 40, 50% qualcuno marcia male e non rispetta determinate regole proprio per i ribassi che si fanno, ecco cosa succede! Purtroppo c'è il 26% di incidenti! Questo è il problema e politicamente dobbiamo affrontarlo e credo che, non so se si può fare, ma penso di no, possa essere istituita una Commissione che metta in moto dei meccanismi di garanzia, come previsto in altre Regioni d’Italia.
Questa è la cultura di cui dobbiamo iniziare a discutere più che una battaglia di civiltà sulle leggi, è una battaglia di controllo del territorio perché questi fenomeni si moltiplicheranno per la situazione che sta attraversando la nostra regione. Dovremmo riuscire ad integrare e a responsabilizzare maggiormente i pezzi dello Stato che hanno la responsabilità di controllare, lo facciano, da questa Regione deve partire un input pesante, altrimenti produciamo leggi che rimangono nel cassetto.
Al Presidente del Comitato di valutazione dico che queste sono le leggi che dovrebbero essere valutate per vedere se sono applicate nel territorio, perché devono diminuire gli incidenti e per farli diminuire le regole devono essere rispettate, se non si va in questa direzione possiamo fare qualsiasi legge.
Noi voteremo questa legge e la considerazione negativa che sto esprimendo sollecita un maggiore controllo sull’applicazione del sub appalto, fenomeno nel quale ci sono situazioni brutte e non lo dice il Consigliere Zaffiri o la Lega, ma purtroppo oggi lo dicono le indagini della Procura della Repubblica. Credo che questo sia un fenomeno ormai diffuso anche nella regione Marche, che va da Gabicce fino a San Benedetto, bisogna affrontarlo senza mettere la testa sotto la sabbia, altrimenti non facciamo un buon servizio alla comunità marchigiana, lo faremo solo se affronteremo il problema con interventi finalizzati al rispetto delle leggi da parte di chi le deve applicare, perché con un 47%, un 48% di ribasso che abbiamo visto e controllato nei cantieri quello della sicurezza è una riflessione molto seria da fare perché qualcuno lucra o fa qualcosa di negativo non rispettando le regole ed i lavori sono fatti a discapito della sicurezza. Credo che sia molto importante il passaggio dell’aggiudicazione a ribasso, noi manifestiamo una valutazione positiva sulla legge, ma se questo non viene contemplato nel regolamento, il Comitato deve chiamare in causa gli organi preposti al controllo e deve essere protagonista delle convocazioni dei tavoli tecnici, affinché i controlli si facciano. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Questo è il penultimo appuntamento di attuazione della legge n. 7 del 2014, a cui faceva riferimento prima il Consigliere Giancarli, nel senso che questa legge che andiamo ad approvare questa mattina è il presupposto finale per varare il regolamento relativo alle cadute dall’alto, regolamento che è stato già elaborato, concordato, che ha visto la condivisione e la partecipazione di tutte le parti sociali interessate e proprio perché il regolamento è andato oltre la normativa di legge, ci troviamo di fronte all’esigenza di cambiare il testo legislativo.
Credo che sia importante perché il tema è atteso da tempo da parte di tutti i mondi, di chi si occupa di sicurezza, dalle professioni, dal mondo imprenditoriale, dal mondo sindacale, le morti bianche sono un’emergenza nazionale che riguardano purtroppo in maniera importante anche la nostra regione.
La sicurezza è un’emergenza, nel 2018 nella nostra regione abbiamo registrato un aumento degli incidenti ed anche delle morti, quindi dobbiamo avere tutti quanti la consapevolezza che stiamo facendo un atto importante, che riguarda la sicurezza, riguarda la vita delle persone, di coloro che rischiano con gli incidenti di morire, riguarda la vita di coloro che rimangono invalidi permanenti.
Dobbiamo avere la consapevolezza condivisa che è inconcepibile morire lavorando, il lavoro è un diritto garantito peraltro dalla Costituzione e ovviamente chi ha il diritto di lavorare deve avere anche il diritto di poter operare nella massima sicurezza e questa è la battaglia che l’Anmil sta portando avanti da circa 70 anni, in prima linea. Ogni anno nella Giornata nazionale della sicurezza sul lavoro, che si svolge, se non erro, ad ottobre, si tratta questo tema, peraltro condiviso che vede più parti interessate, riguarda il mondo imprenditoriale, che deve applicare le regole e a volte investire sulla sicurezza sul lavoro, riguarda una cultura della sicurezza che interessa l’imprenditore, ma anche l’operatore, riguarda anche il dipendente ed è per questo che è importante anche la formazione professionale perché il personale deve avere la consapevolezza dei rischi che si corrono, laddove le regole sono rispettate dall’azienda, facendo alcune azioni ed alcuni movimenti.
La sicurezza deve essere un valore condiviso da tutti, deve essere una ricchezza per le aziende, per i dipendenti, per il nostro Paese e deve essere una garanzia per i lavoratori e per le loro famiglie.
E’ ovvio che vanno rafforzati i controlli, questo è vero, vanno incentivati perché i controlli servono per prevenzione, per evitare che gli incidenti accadano e che le regole date siano rigorosamente applicate.
E’ importante costruire una cultura della sicurezza, una cultura della prevenzione, deve essere un dovere nostro, del Consiglio regionale, nei confronti degli imprenditori che devono essere responsabilizzati rispetto alle regole, responsabilizzati rispetto agli investimenti che devono essere fatti, responsabilizzati anche rispetto alla formazione dei dipendenti, mettendo loro a disposizione non solo gli strumenti ma anche tutte le regole alle quali devono attenersi.
Gli incidenti, soprattutto quelli che hanno esito mortale, richiamano l’attenzione di tutti noi, le morti bianche sono un problema e noi dobbiamo tendere alla sua soluzione.
Voglio ringraziare il Presidente della Commissione per il lavoro svolto, i relatori Consiglieri Giancarli e Bisonni, l'iniziativa della legge è della Giunta, quindi mi auguro che non appena sarà pubblicata, la Giunta possa definitivamente varare il regolamento che poi dovrà avere il parere della Commissione in modo tale che entro un mese, un mese e mezzo, si possa arrivare a varare il testo definitivo. Colgo positivamente la riduzione dei giorni che da 180 sono stati portati a 60, di cui parlava prima il Consigliere Giancarli, tenuto conto che mi risulta che la bozza sia già pronta. Credo che ci sia la possibilità di essere operativi quanto prima e di varare questo regolamento che è molto atteso da tutti i mondi, quelli professionali, imprenditoriali, sindacali e altri. E' un nostro dovere non solo come legislatori, è un dovere morale perché stiamo parlando della vita e della sicurezza delle persone. Non voglio ricordare i dati che sono stati citati prima - il 30% degli incidenti riguarda le cadute dall’alto, il 55% degli incidenti nell’edilizia riguarda le cadute dall’alto – ma penso che questo atto sia assolutamente importante.
Voglio concludere il mio intervento con le parole del Presidente della Repubblica Mattarella in occasione della Giornata sulla sicurezza del lavoro del 2017: “Un Paese moderno si misura anche dalla capacità di creare ambienti di lavoro sicuri, morire sul lavoro, ammalarsi per una causa professionale o restare invalidi o mutilati a seguito di un infortunio sul lavoro non è accettabile”. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Poche parole perché ho già fatto una lunga relazione, però mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che sono intervenuti, che hanno portato davvero un contributo importante, prezioso, a mio avviso, per la stesura del regolamento e delle linee guida, non soltanto per l’approvazione della legge. Il Vicepresidente Minardi addirittura ha concluso il suo intervento con le parole del Presidente Mattarella. Anche questa è la dimostrazione e la testimonianza di quanto sia importante quello di cui stiamo discutendo e che fra poco andremo a votare.
Mi permetto di dire soltanto poche cose perché i contributi sono stati alti, dico al Consigliere Celani che è chiaro che per questo regolamento, come ricordava il Consigliere Minardi abbiamo ridotto notevolmente i tempi, c'è già stato un confronto con gli ordini professionali, con le categorie, con l’Asur, anzi voglio ringraziare un medico che ho conosciuto sul campo, è un medico del Dipartimento di prevenzione che ha seguito questa materia. Il confronto dovremo farlo e dovrà continuare perché dobbiamo fare in modo che il regolamento sia molto pratico e non ci sia alcuna difficoltà nella sua attuazione, non possiamo pensare a norme calate dall’alto, proprio perché siamo dentro quel quadro valoriale importante, dobbiamo fare in modo che le norme siano applicate e tengano conto di questa necessità condivisa.
Rispondo anche al punto politico sollevato dal Consigliere Zaffiri, l’incontro con l'On. Bindi, a cui ha fatto riferimento, era stato organizzato dal Presidente Mastrovincenzo ed era relativo ad un altro aspetto che si intreccia inevitabilmente con il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, voglio dire al collega Zaffiri che non solo condivido, condividiamo l’approccio di quell’incontro, ma condividiamo anche la narrazione che l’On. Bindi ha fatto.
Prima ho concluso il mio intervento dicendo che il lavoro instabile, precario, incerto, non aiuta a raggiungere gli obiettivi di tutela dei lavoratori, dei diritti, il diritto alla sicurezza in primo luogo, è chiaro che c’è anche un’altra partita importante che è quella della legalità negli appalti, ma per quanto ci riguarda noi siamo a che gli appalti siano trasparenti, siano fatti con serietà, con rigore, puntino all’efficienza e all’efficacia.
Questa è una legge sulla sicurezza dei luoghi di lavori, non mi permetterei mai di rispondere a nome della Giunta, ma come Consigliere mi sento di dire che ognuno di noi ha la capacità di iniziativa legislativa, quindi se pensiamo che dobbiamo andare a proporre qualche norma, anche se siamo in presenza dei codici degli appalti, a qualche norma relativa agli appalti, dovremmo farla nel rispetto del principio, come diceva il Consigliere Celani, per calarlo con più forza nella realtà.
Quindi se c’è la necessità di scrivere una legge e di discuterla, nel momento in cui rimaniamo ancorati alla narrazione dell’On. Bindi, non abbiamo certo difficoltà ad approvarla, purché sia rispondente ai principi di serietà, rigore, efficienza, trasparenza ed efficacia.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Chiedo all’Aula se è possibile di fare 10 minuti di sospensione, prima della votazione, per vedere se esistono le condizioni per presentare una proposta di ordine del giorno con cui chiedere maggiori controlli sul territorio per l’applicazione delle leggi, non solo questa, ma anche altre, in modo particolare per quelle che riguardano il lavoro.
Se l’Aula recepisce questa possibile integrazione è possibile fare un buon lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Come relatore di questo provvedimento non ho difficoltà a dire si o no ad eventuali emendamenti e proposte, il Consigliere Zaffiri propone una questione di carattere più politico, se è immediata credo sia opportuna una riunione dei capigruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Per l'economia dei lavori destiniamo due o tre persone a seguire la stesura della proposta e nel frattempo proseguiamo con i lavori, poi riprendiamo la trattazione dell'atto con la votazione, sennò i dieci minuti diventano mezz'ora, tre quarti d'ora.

PRESIDENTE. Preciso solo una cosa, non si guadagnerebbe molto tempo perché la votazione della proposta di ordine del giorno è prima del voto finale.

Luca MARCONI. Sospendiamo il voto finale.

PRESIDENTE. Si, ma fra un minuto arriviamo al voto finale, sono pochi articoli!

Luca MARCONI. La mia proposta non è stata chiara: il punto si sospende qui e si riprende con il voto, andiamo avanti con il punto successivo all’ordine del giorno, cioè l’Aula non interrompe i lavori e tre di noi vengono delegati alla stesura del documento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Propongo, visto che la Conferenza dei capigruppo ha deciso un’interruzione alle ore 13,30, di sospendere adesso e poi ritornare in Aula con l’ordine del giorno.
Siccome la Conferenza dei capigruppo ha deciso di interrompere alle ore 13,30 potremmo interrompere adesso i lavori e riprendere tra mezz’ora con l’ordine del giorno e la votazione della proposta di legge, anticipiamo l’interruzione che è stata prevista dalla Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE. Questa proposta va bene, direi di riprendere i lavori alle ore 14,00.

La seduta è sospesa alle ore 13,05.

La seduta riprende alle ore 14,20.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta e passiamo alla votazione degli articoli e prima di votare il testo definitivo, porrò in votazione l’ordine del giorno.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine dell'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Zaffiri, Giancarli, Marconi, Micucci, Malaigia, Bisonni, Celani, Urbinati, Rapa, Maggi, Leonardi, Marcozzi, Pergolesi.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credevo che lo illustrasse lei Presidente visto il gran numero di firme.
Credo che ci sia poco da aggiungere, è un modesto ordine del giorno che impegna la Giunta, quando sarà il momento opportuno, a dare le indicazioni per l'applicazione di questa legge - ma non solo, anche per quelle in cui sono previste delle indicazioni di maggiore controllo - con il coinvolgimento dei pezzi dello Stato preposti, mi riferisco in modo particolare all’Inail, all’Ispettorato del lavoro, sensibilizzati, secondo noi firmatari, attraverso l’impegno della Giunta verso di loro e verso l’Asur, a verificare e chiedere per sapere quando sono stati fatti questi controlli e quanti ne vengono fatti, per poter stare più vicino a questi enti preposti alla sicurezza nei nostri cantieri e per svolgere un lavoro più proficuo ed utile per i lavoratori. In molte circostanze la non applicazione delle regole non avviene per caso, ormai per ottenere i sub appalti si gareggia riducendo i costi. Ha ragione la Vicepresidente Casini quando dice che non ci sono sconti su queste cose, sono pienamente d’accordo con lei, purtroppo nei cantieri queste cose accadono e si gioca sulla sicurezza con le conseguenze che conosciamo.
E’ per questo che l’Aula richiama la Giunta regionale ad una disposizione più attenta nei confronti degli organismi dello Stato che fanno riferimento al territorio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Come Movimento 5 Stelle diamo sempre priorità alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori, priorità anche alle leggi di mercato, priorità alla concorrenza, priorità su tutto, voteremo questa proposta di legge, abbiamo firmato l’ordine del giorno che chiede maggiori controlli perché la legge diventa velleitaria se non ci sono i controlli.
Permettetemi alla fine una piccola congratulazione alla maggioranza che non ritiene questa legge un aggravamento di spesa per le imprese, come ha ritenuto un aggravamento di spesa per le imprese il decreto dignità al Parlamento, quindi mi compiaccio che questa maggioranza, in difformità con quanto ha espresso nel decreto dignità per l’aggravamento delle spese a livello nazionale, appoggi questa legge e metta la dignità della persona prima di tutto, rispetto a qualsiasi legge di mercato e a qualsiasi legge della concorrenza. Grazie.

Proposta di legge n. 209. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 165
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Giacinti, Volpini, Urbinati, Busilacchi, Micucci, Giancarli
“Disciplina degli interventi regionali in materia di educazione, prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo, del cyberbullismo, del sexting e della cyberpedofilia”

Proposta di legge n. 44
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Contrasto al fenomeno del bullismo ed alle sue varianti”

Testo unificato “Disciplina degli interventi regionali di carattere educativo per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni del bullismo, del cyberbullismo, del sexting e della cyberpedofilia”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 165 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Giacinti, Volpini, Urbinati, Busilacchi, Micucci, Giancarli e la proposta di legge n. 44 del Consigliere Marconi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non è mio stile farla lunga sui ringraziamenti di rito, anche perché mi piacciono le cose sincere non formali, ma in questo caso credo che alcuni passaggi siano doverosi prima di entrare nel merito della legge, perché questa legge in effetti è molto complessa, tocca aspetti delicati ed anche giuridicamente raffinati, incrociando, sfiorando, il limite dell’azione penale, centrando tutta la sua azione sulla dimensione della prevenzione e dell’educazione, cosa difficile! Quindi c’è stato un lento, paziente, lavoro di cesello anche sulla singola parola al quale hanno concorso tutti i componenti della I Commissione, che ho avuto il piacere di conoscere meglio che nel passato, anzi ringrazio a cominciare i colleghi della maggioranza della I Commissione che hanno accettato di vedermi relatore di questa legge, che è frutto di un testo unificato di due proposte precedentemente presentate, una a mia firma del 2016, un'altra a firma del Presidente Mastrovincenzo, del Consigliere Minardi ed altri del 2017.
Aggiungo che c’è stato anche un lavoro interessante, non penso che sia un mistero che si possa collaborare in maniera intelligente, preparata e responsabile nei confronti della minoranza, in modo particolare del Consigliere Maggi che è relatore di minoranza. Credo che abbiamo accolto molte delle sue indicazioni, Consigliere, soprattutto quelle che miravano a rendere il testo più leggero, più efficace, più immediato, anche più rispondente alle osservazioni, e sono state tante, dei circa 10 i soggetti auditi in un’unica seduta. E' stata una bella maratona, ma estremamente utile perché ci hanno aperto la testa rispetto a un dato di conoscenza, quindi il rapporto che abbiamo avuto in questa legge con la cosiddetta società civile, non è stato un rapporto lobbystico, non abbiamo avuto di fronte categorie che rappresentavano i loro interessi, ma abbiamo avuto un vastissimo mondo che andava dal tribunale dei minori, alla procura, alla polizia postale, alle scuole, alle associazioni di genitori, un mondo che rappresenta l’intera società, che abbiamo ascoltato, e in quelle audizioni non ho notato proposte o sensibilità in opposizione, ma profondamente diverse perché la visuale di chi affronta la questione, per esempio sulla cyberpedofilia o sul cyberbullismo, come poliziotto o da procuratore, è completamente diversa dall’angolazione con cui lo affronta un genitore, per l’istituzione dello Stato chi fa questa roba è un delinquente, per chi la subisce o per chi ne è attore è una vittima. Quindi c’è un contesto molto complesso da tenere in considerazione.
Sul piano strettamente legislativo, l’iter di questa legge è stato molto condiviso, fino all’ultima seduta di una settimana fa, anzi ringrazio la Conferenza dei capigruppo a nome di tutti i proponenti che ha accettato l'iscrizione all’ultimo minuto, quindi chiediamo scusa ai colleghi che magari non avendo partecipato in forma diretta all’iter del provvedimento si sono trovati anche un po’ spiazzati sui possibili emendamenti, ma credo che le cose che ci siamo detti e che abbiamo scritto ci aiuteranno nei prossimi mesi e nei prossimi due anni a fare una verifica più puntuale per cui potremmo recuperare anche qualche contenuto che magari adesso con un po’ di fretta abbiamo saltato.
La legge, almeno la mia prima proposta, è del 2016, siamo arrivati al 2018, quindi c’è stato un percorso abbastanza lungo e per quello che possibile condiviso.
Devo fare una sottolineatura importante perché nel testo finale abbiamo insistito, su proposta del Consigliere Minardi, su una espressione che colleghiamo all’elencazione della disciplina degli interventi che sono: bullismo, cyberbullismo, sexting e cyberpedofilia, queste espressioni nominali della legge le abbiamo messe in relazione a tutte le loro manifestazioni. Questo è molto importante ed è anche rilevante sottolineare, e spero che il verbale non si perda questo aspetto anche ai fini di una eventuale interpretazione successiva, che qui facciamo riferimento alla dimensione educativa, noi non facciamo una azione nei confronti di questi fenomeni in termini penali o repressivi che non ci competono, quindi non possiamo evidentemente farlo, è chiaro che lo facciamo in quest'altra ottica.
Lo dico in forma preventiva rispetto a tutte quelle osservazioni che potrebbero arrivare dal Governo, che abbiamo avuto ad esempio in occasione dell’istituzione del servizio civile anziani, dove la parola vigilanza ha impressionato i funzionari del Ministero dell'Interno ed hanno pensato che mettessimo su squadre di controllo relative all’ordine pubblico.
Vi viene consegnato proprio in questo momento l’emendamento all’articolo 10, una cosa sulla quale c’è stata una richiesta molto forte da parte delle minoranze, non credo che questo avrebbe condizionato il voto, ma avrebbe lasciato il voto favorevole un po’ appannato, perché in effetti abbiamo dovuto subìre una serie di contrazioni del finanziamento, per il 2018 siamo a 60.000 euro, ma questo è comprensibile perché ormai l’anno rimasto è relativamente poco, poi dirò qualcosa a questo proposito, mentre rischiavamo di perdere il finanziamento degli anni 2019/2020, non avendo più l’iscrizione. Questo è stato fatto anche per l'interessamento diretto del Presidente Mastrovincenzo e del Vicepresidente Minardi e la Giunta ha risposto positivamente a questa indicazione. Abbiamo iscritto la legge anche per il 2019/2020 almeno per il periodo di competenza di questa legislatura, dando un respiro attuativo che non deve essere limitato.
Ho un impegno informale da parte dell'Assessore Bravi che come competenza politica riceverà questo atto, non è in Aula, ma lo posso dire, che nel mese di settembre la Giunta provveda alla prima delibera, perché per scelta abbiamo deciso di non fare il piano per il primo anno perché farlo per tre mesi è inutile, ma facciamo una delibera di Giunta più agile, magari un passaggio in Commissione lo possiamo sempre fare, anche informale, non è un problema l’importante è che questi 60.000 euro vengano immediatamente impegnati e che questi primi 4 mesi, poi si sa che l’applicazione può scivolare di qualche tempo, siano anche l’occasione per una prima piccola sperimentazione. Abbiamo voluto sempre con realismo mettere il periodo dell’applicazione biennale, quindi abbiamo il primo piano per il bullismo, il cuberbullismo, il sexting e la cyberpedofilia per due anni.
Quindi il piano che andremo ad approvare in quest’Aula sarà un piano biennale per gli anni 2019/2020 ed anche su questo ho chiesto e chiedo adesso formalmente di fronte a tutti voi in Aula che la Giunta si possa impegnare quanto prima anche a produrre questo atto agli inizi dell’anno che verrà.
Queste le cose dovute dal punto di vista della procedura, dei tempi, di quello che abbiamo fatto, non entrerò nel merito specifico della legge lasciandola giustamente al dibattito dell’Aula, dico le cose che devono essere dette, solo una cosa mi permetto di ricordare, perché l’ho detto molte volte in Commissione, nella legge abbiamo anche inserito una preoccupazione relativa all’educazione sui social, quindi questa legge fa, se non in maniera esplicita, un richiamo a questa attività che è già prevista nella legge in vigore sul gioco d’azzardo patologico. Era un pezzo di legge che ci eravamo persi in sede di approvazione della stessa, quando abbiamo fatto il testo unificato, c’era in questo senso una proposta specifica avanzata dal relatore di minoranza Consigliera Leonardi, poi l’abbiamo recuperata nel piano, quindi noi abbiamo dentro la legge sul GAP, che è finanziata per diversi milioni, anche una parte che riguarda l’educazione sui social e credo che questa parte possa essere integrata e coordinata perché non ha senso che venga ripetuta. L’educazione sociale per il gioco d’azzardo e l’educazione social per il bullismo e affini riguardano dinamiche, ci dicono gli esperti, riconducibili, certo i contenuti sono molto diversi, ma sono riconducibili. Non è un caso che anche nel gioco d’azzardo patologico troviamo persone che vanno in cura con altre forme di patologia, con altri sistemi di educazione negativa che li hanno condizionati su quella strada.
Un altro aspetto che riguarda il coordinamento, e anticipo tutte le eventuali osservazioni legittime che possono essere fatte, che è stato anche per noi oggetto di una lunga e sofferta mediazione, è l’attività del Corecom. Il Presidente Mastrovincenzo ci ha sollecitato in questa parte, poi magari dirà personalmente qualcosa relativamente alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, perché lì abbiamo trovato qualche difficoltà nel coordinare le due cose, abbiamo cercato di immaginare due percorsi paralleli con due rispettivi articoli che adesso non vi cito, in uno si dice di tenere conto di quello che fa il Corecom, nell’altro si dice che quando diamo le competenze al Corecom si tenga conto di quello che fa la Giunta. Questo per evitare che per esempio partano due campagne informative in parallelo, che seppur diverse non avrebbero senso, questo per massimizzare le risorse. Per cui se il Corecom riceverà risorse proprie farà una campagna, informerà la Giunta e la Giunta che ha un numero enorme di interventi, sono più di 12, escluderà quello che potrebbe essere più del Corecom, che è appunto la campagna informativa e l’intervento sui social.
Stessa cosa è il coordinamento che i servizi sociali insieme all’ufficio istruzione pubblica potrebbero mettere in campo per quanto riguarda la legge sul GAP.
Consentitemi da presentatore della legge, non da relatore di maggioranza, non voglio approfittare del ruolo, così finisco il mio intervento, di accennare alla parte del mediatore scolastico che è specifica della mia proposta per dire che anche lì, rispetto ad un articolato molto complesso, siamo arrivati ad una determinazione minima ma alla fine c’è sembrata, l’abbiamo condivisa tutti, un’idea abbastanza simpatica e originale, quella di dire che nel caso del bullismo scolastico non investiamo in un’operazione diretta di recupero della vittima e del carnefice, si usa questo termine anche se carnefice può essere eccessivo perché non si tratta di un reato, diciamo dell’attore degli atti di bullismo, perché il bullismo si configura per una successione di atti ed in questo caso il mediatore scolastico è uno studente, l’idea è di responsabilizzare i nostri ragazzi riguardo a questo e di intervenire fra di loro con un atteggiamento solidale. E' chiaro che questo ragazzo va formato, può essere il mediatore scolastico di più istituti, non abbiamo messo 'accompagnato', ma il senso è quello, questo ragazzo va seguito da un insegnante di riferimento anche se svolge questa sua attività in forma completamente autonoma.
Colgo l'occasione per ringraziare il dottor Massimiliano Gubinelli, mio concittadino, che è stato l'ispiratore di questa singolare proposta e che, a mio giudizio, caratterizza in maniera originale la nostra legge che nella sua totalità riproduce lo schema degli interventi e delle attività previste dalla legge nazionale.
Sui fenomeni non dico nulla perché, ripeto, su questa dimensione ci sarà molto dibattito, ma una cosa ci tengo a sottolinearla anche perché è stata largamente condivisa e sottolineata anche dal Consigliere Maggi, cioè il fatto che dobbiamo intervenire su tutti i mondi, questo l’ho detto e ripetuto tante volte, non dobbiamo pensare solo alla scuola, dobbiamo pensare a tutti quei soggetti educativi, e la legge li elenca, che possono intercettare il fenomeno, che possono verificare presso i nostri ragazzi l’accanimento di questi fatti e di conseguenza mettere in moto quei processi educativi virtuosi che ribaltino la situazione. Questo ci è stato ripetuto fino alla nausea in sede di audizione, dobbiamo proporre modelli positivi, dobbiamo proporre modelli virtuosi, dobbiamo creare nei nostri ragazzi un senso di responsabilità.
Ora non credo nella funzione messianica del pubblico, io ho un’altra funzione messianica ed un’altra fede riguardo ai Messia, però credo che le istituzioni pubbliche, insieme a quelle private, collaborando di buona lena, dobbiamo aiutarci a creare delle condizioni generali nelle quali i nostri giovani crescano bene, crescano con dei principi e con dei valori, avendo di fronte a questi anche la possibilità di fare scelte sbagliate ovviamente perché l’uomo è libero. Noi come adulti, come responsabili, come responsabili della cosa pubblica ed anche delle nostre famiglie, siamo nella condizione di poter dire: interveniamo su questo fenomeno, come su altri, proponendo modelli alternativi.
Ultima cosa, non è stato un deprezzamento del ruolo della famiglia indicare i soggetti dell’intervento come genitori o responsabili della funzione genitoriale, lo dico perché, Assessore Bravi, anche in altre leggi che riguardano la famiglia, penso alle scuole per i genitori, abbiamo introdotto questo concetto nel rispetto della legge attuale, lo dico per tutti i talebani della materia, che prevede non solo molte forme di famiglia, ma abbiamo una parte consistente dei nostri ragazzi che non sono affidati ad un nucleo, non sono affidati ad una coppia comunque essa sia formata, ma sono affidati a singoli o al genitore da solo, addirittura ad uno zio o ad un nonno. Essendo la funzione genitoriale molto diffusa e non più solo riconducibile alla figura della famiglia tradizionale, abbiamo introdotto questo concetto della responsabilità genitoriale, chiunque se l’assuma. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. La discussione di questa proposta di legge è stata introdotta questa mattina nella Conferenza dei capigruppo, ed io, come hanno osservato anche gli altri colleghi della minoranza, sono per uno studio più approfondito e per una consapevolezza maggiore sull'atto che si discute in Aula, però questa proposta di legge, come ha detto il Consigliere Marconi, rischiava di arrivare alla fine dell’anno con i soldi stanziati e di avere un’applicazione frettolosa e sicuramente carente, allora anch’io ho accettato di buon grado di metterla all’ordine del giorno nella seduta di oggi.
Certo non ho preparato un intervento come avrei potuto se avessi avuto coscienza e contezza della data di calendarizzazione, però devo dire che questa materia la conosco e mi dispiace quasi dire relatore di minoranza perché siamo tutti e due relatori di questa legge che è trasversale, per cui ci sono due relatori, e devo dare atto alla I Commissione ed al Consigliere Marconi di aver privilegiato il problema e quindi la convergenza sugli obiettivi più che lo schieramento politico.
Indipendentemente da qualsiasi valutazione che i Consiglieri in Aula faranno, questa legge è il frutto di una lunga discussione, di un lungo confronto, di audizioni che abbiamo fatto nel tempo con tutte le componenti di questo fenomeno che è in continua evoluzione e che si sta sviluppando velocemente e in maniera negativa.
Il fenomeno è in evoluzione continua e l’abbiamo sentito anche dalle audizioni della polizia postale, i social che i ragazzi usano, in cui ci sono anche le insidie del cyberbullismo, non sono i social degli adulti e dei genitori, sono molto più pericolosi, più subdoli, non hanno bisogno dell’identificazione, sono anonimi, senza controlli e garanzie.
Con la voglia di lavorare tutti assieme nella consapevolezza che questo fenomeno riguarda i nostri ragazzi, c’è stata una convergenza nello snellimento delle proposte di legge, nel renderle più agili e più operative perché a volte c’è quasi un'involuzione, diventano quasi velleitarie se c'è scritto troppo, quindi l'applicazione è difficile.
Quello che posso dire è che, già l’ha detto il Consigliere Marconi, il lavoro di cesello sui genitori, sui nonni, sui parenti - ci siamo fatti domande molte volte sui ragazzi che non hanno più la figura del padre, della madre, ci sono famiglie allargate oppure casi sfortunati in cui dei ragazzi se ne occupano lo zio o i nonni - è stato fatto per non creare contrasti o equivoci giuridici che avrebbero impedito di svolgere soprattutto nei confronti delle famiglie …. Abbiamo sentito sia dagli operatori sociali che dalla polizia postale che la famiglia in questo fenomeno involutivo e negativo è l’anello più debole dei componenti che ruotano intorno, ad esempio, al fenomeno del cyberbullismo. La famiglia è quella che non ha i criteri, le indicazioni, nel momento in cui la ragazza o il ragazzo subisce delle angherie sia fisicamente che on line. I genitori sono quelli che non riescono a comprendere per tempo che il loro ragazzo è oggetto di queste attenzioni negative, per cui è venuta fuori questa cosa, che diceva il Consigliere Marconi, della funzione genitoriale che comprende tutti - ed è sicuramente un escamotage direi brillante in questo senso, proprio perché i genitori sono l’anello debole in questo fenomeno negativo - ed altresì venuta fuori in questa proposta di legge la scuola per genitori oltre alla figura del mediatore, che ho letto nella proposta di legge del Consigliere Marconi a cui ho subito plaudito. Lo abbiamo sentito dagli esperti, nel momento in cui un giovane è vessato in qualunque forma, sia personale che attraverso la rete, è difficile che si rivolga ai genitori o al professore, è più facile che si rivolga ad un suo compagno di scuola, quindi il compagno di scuola che è preparato ad una funzione di questo tipo può far si che il fenomeno emerga meglio e può comunque convincere eventualmente chi ha assistito al fenomeno, che è anche una parte molto importante, perché poi è oggetto di post in rete quello che è accaduto. Il mediatore scolastico diventa una figura importante.
Una proposta che avevo fatto, e che il Consigliere Marconi ha detto che è già attiva, è quella di poter chiamare, nel momento in cui accadono questi fenomeni negativi, un numero verde, un numero unico regionale.
Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le realtà di aggregazione giovanile per cui fanno parte del Comitato anche le associazioni sportive. Da parte mia, che sono un laico, è venuta la proposta di inserire nel Comitato due rappresentanti della Consulta regionale sull’immigrazione individuati nel rispetto della pluralità delle culture e delle confessioni religiose, perché il fenomeno può essere affrontato e compreso meglio - stranieri che hanno titolo per stare qui, questo non c’entra niente con l’immigrazione - se sono coinvolti coloro che etnicamente, culturalmente e religiosamente sono vicini al soggetto interessato da questo fenomeno.
Mentre si discuteva pensavo alle comunità di giovani dell'America centrale o del sud America, ai giovani che sono di religione islamica, quindi nel momento in cui hanno titolo a stare nella nostra regione, sicuramente diventa più efficace il contrasto a questo fenomeno se abbiamo l’aiuto e la mediazione di persone sono vicine culturalmente ed etnicamente al soggetto.
Parlando di snellimento, si era previsto nella vecchia proposta di legge, un mese rivolto all’educazione dei nuovi media per la prevenzione di questi fenomeni, siamo arrivati ad una settimana e poi ad una giornata, questo sicuramente per snellire il tutto.
L'istituzione della Giornata deriva dal fatto che anche dalle audizioni abbiamo sentito che le Marche non sono un’isola fortunata, ma il fenomeno è a macchia di leopardo e fare un mese sul cyberbullismo, sul bullismo, sul sexting avrebbe potuto creare un pericoloso effetto emulazione, visto che alcune zone della nostra regione sono esenti da questo fenomeno negativo.
Voglio concludere con l'emendamento che abbiamo sotto gli occhi che questa mattina è stato approvato dalla I Commissione, originariamente avevamo 100.000 euro per il 2018, sono stati ridotti a 60.000 euro perché siamo ormai a metà anno, e siccome eravamo tutti preoccupati e perplessi che questa legge per gli anni successivi venisse finanziata, abbiamo chiesto, e devo dire che la Commissione è stata molto ricettiva in questo senso e devo ringraziare anche la Segretaria che si è fatta parte diligente e tramite della volontà della Commissione, se c’erano i fondi ed io ho fatto un emendamento che prevedeva 100.000 euro minimi, e sono arrivati 100.000 per ciascuno degli anni 2019 e 2020.
Probabilmente non ci si rende conto dell’importanza di questa legge, di quale contributo arriverà per le famiglie e per le giovani generazioni, però sono particolarmente soddisfatto perché si sono trovati questi 100.000 euro per finanziare rispettivamente gli 2019 e 2020. Ovviamente a nome del mio gruppo dichiaro il voto favorevole su questa legge per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni del bullismo, del cyberbullismo, del sexting e della cyberpedofilia.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Devo dire che partirò subito con la dichiarazione di voto che è favorevole rispetto ad una proposta di legge importante seppure nell’impossibilità, essendo stata inserita questa mattina all’ordine del giorno, di averla approfondita nel dettaglio. Quindi il mio sarà anche un atto di fiducia rispetto al lavoro svolto in Commissione e poi sarà mia cura nei prossimi mesi, qualora dovessi rilevare cose che reputo non corrette o vedere delle mancanze, proporre degli emendamenti per integrarla.
Parto dal fatto più importante che è quello di dare un segnale molto concreto da parte di quest’Aula rispetto ad un problema serio, serissimo, un problema che purtroppo nel mondo giovanile c’è da una vita ed è presente, se parla anche con persone di una certa età, nella fase giovanile di ognuno, nella fase scolastica in particolar modo. C'è sempre stato il ragazzino o la ragazzina preso di mira da parte del resto del gruppo.
Questo è un problema che affonda radici in comportamenti che sono stratificati, che fanno forse parte di un certo modo di essere giovani, che però stanno assumendo un carattere sempre più preoccupante nel momento in cui si utilizzano le nuove tecnologie, in particolar modo internet e social network, che amplificano in maniera incontrollata e incontrollabile il fenomeno.
Voglio ricordare che non ho i dati precisi, per quanto ho detto all’inizio dell'intervento, per l'impossibilità di prepararmi in maniera compiuta rispetto ad una discussione che secondo me è molto importante e che richiedeva anche una preparazione migliore, però i suicidi legati alle pratiche odiose di bullismo nei confronti di ragazzi di varia età, purtroppo anche molto piccoli, ci sono e sono in crescita visto l’utilizzo di questo strumento di diffusione di massa, prima magari il fatto restava un po’ più circoscritto alla classe che si frequentava o al proprio gruppetto di paese, oggi assume purtroppo delle dimensioni che con internet non ha confini.
Non ho predisposto emendamenti, ma dalla lettura degli articoli come sono stati deliberati dalla Commissione, che si è riunita questa mattina per la stesura finale di questo dispositivo, trovo importante la prevenzione, la conoscenza del fenomeno che credo - un’attenzione in più forse verrà nel momento in cui avremo i dati - dovrà essere dedicata al contrasto attivo ed a volte è duro far passare una mentalità e purtroppo i tempi della maturazione spesso non coincidono con i tempi e le esigenze di aiuto che i ragazzi e le ragazze vittime di bullismo hanno.
Vedremo i dati futuri raccolti e i progetti che verranno presentati per capire quali saranno gli interventi mirati e concreti che credo siano parte essenziale tanto quanto, e forse anche di più, della prevenzione.
Reputo assolutamente positivo il coinvolgimento di vari settori, ringrazio anche il Consigliere Marconi che ha ricordato come nella mia proposta di legge, che poi andò ad essere integrata con le altre tre sul contrasto alla ludopatia, avevo inserito anche il contrasto ai fenomeni legati alle dipendenze da nuove tecnologie, diciamo che non sono propriamente la stessa cosa, ma certamente hanno un filone, un canale univoco che è l’utilizzo di questi nuovi strumenti tecnologici ed hanno, sia per la facilità di impiego che per la diffusione di utilizzo, anche una difficoltà a contenere e controllare i fenomeni verso i quali è necessario che la Giunta regionale e tutte le istituzioni pongano il loro interesse.
Concludo ribadendo il mio voto favorevole, dicendo che questo è un fenomeno sul quale bisogna lavorare con molta attenzione ed anche con una certa delicatezza, perché se è vero che spesso le famiglie sono impreparate a svolgere il proprio compito, è anche vero che in questo senso vanno correttamente formate. Non si può scaricare la responsabilità di un intervento solo sulle istituzioni scolastiche per cui è importante che tutti i soggetti vengano attivamente e fattivamente coinvolti non solo nella formazione ma anche nell’intervento nel momento in cui ci si trova di fronte a questi fenomeni.
Ho citato in Aula in occasione di un dibattito sul bullismo una trasmissione che avevo visto in cui un ragazzino, vittima di bullismo che aveva chiesto aiuto, entrava a scuola e filmava quello che gli accadeva, il conduttore della trasmissione aveva fatto vedere la ripresa al dirigente scolastico, coinvolgendo poi la classe in un incontro in modo da far capire ai coetanei dove e come sbagliavano e la gravità dei loro comportamenti. Mi stupii nel vedere che molti genitori avevano rifiutato quell'incontro, non avevano mandato i propri figli, rifiutando una responsabilità che i figli avevano in un atto così grave. Ecco quindi l’importanza di una formazione, di un coinvolgimento che non vuol dire criminalizzazione, ma prendere coscienza della gravità di certi atti e delle loro conseguenze.
Credo che sia un impegno assolutamente importante per cui ben venga questo atto anche con le condizioni non favorevoli al 100% con cui si è arrivati alla discussione di oggi.
Ben venga una legge, una proposta come questa sul tavolo e soprattutto la presa di coscienza in primis delle istituzioni, come il Consiglio regionale, rispetto ad un problema diffusissimo e gravissimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che con questa legge siamo di fronte a un momento particolarmente importante della nostra comunità ma, direi di più, della nostra società, perché questo fenomeno, non tanto quello del bullismo, ma quello legato al cyberbullismo, al sexting, alla cyberpedofilia - non dimentichiamo anche, se abbiamo utilizzato una terminologia che parla di bullismo in tutte le sue diverse manifestazioni, anche il tema dell’omofobia che è sicuramente importante ed ha una sua rilevanza nella rete.
La rete ha cambiato completamente le nostre abitudini, le ha cambiate profondamente, noi siamo adulti e abbiamo un approccio alla rete, ai social, poi ci sono i nostri figli che sono nati digitali e che hanno un approccio completamente diverso alla rete ed ai social.
E’ chiaro che il sistema della rete ha cambiato anche l’informazione, proviamo ad immaginare come in tempo reale riusciamo a comunicare ciò che pensiamo attraverso i social, i mezzi di comunicazione, whatsApp, eccetera, immaginiamo quello che accade in alcune parti del mondo dove questa possibilità non c’è e dove l’informazione arriva sempre con molto ritardo e spesso e volentieri addirittura filtrata.
Noi siamo una generazione, vale quasi per tutti noi, ma maggiormente e sicuramente per i nostri figli, continuamente connessa, abbiamo sempre lo smarthphone in mano, per strada, al ristorante, a casa. Ho partecipato con molto piacere all’iniziativa che si è svolta lo scorso mese di dicembre a Fano con il giornalista Aldo Cazzullo per la presentazione del suo libro “Metti via quel cellulare”, rivolgendosi ai propri figli. Quante volte al ristorante guardando gli altri tavoli abbiamo visto le persone armeggiare con lo smarthphone, a scrivere o a leggere, piuttosto che essere rivolte a chi sta con loro al tavolo.
Abbiamo in mano uno strumento che rischia di isolarci sempre di più, questo sistema ci connette con il mondo, ma ci isola dal punto di vista dei rapporti umani, per dire che da una parte la rete offre grandi ed infinite opportunità e dall’altra ci isola. Si parla di meno, spesso si perdono le sensazioni belle della vita, magari dette a voce ad una persona o alle persone con cui abbiamo legami affettivi, invece che una frase detta attraverso un messaggio.
Credo che da una parte abbiamo grandi opportunità attraverso la rete, attraverso lo smarthphone, dall’altra però abbiamo grandi pericoli, grandi insidie, ecco perché la legge.
I rischi sono elevatissimi, dobbiamo avere la consapevolezza che dietro gli strumenti digitali ci sono delle persone che non conosciamo, che comunque ci sono ed i rischi sono elevatissimi.
Vorrei solo dare un dato che viene da un rapporto del Censis del 2016 che fotografa un aggravamento del fenomeno sempre più crescente, il 52,7% degli studenti tra gli 11 e i 17 anni ha subìto comportamenti offensivi ai limiti del bullismo, il 55,6% tra le ragazze, quindi le ragazze sono più esposte al fenomeno. Sulla rete un adolescente su dieci ha subìto cyberbullismo, un altro dato che un po’ mi spaventa è che il 5,2% degli adolescenti ha accettato proposte di sesso on line. Sono dati ufficiali.
Quindi capite bene come i rischi siano elevatissimi, soprattutto per i ragazzi e le ragazze che non conoscono a fondo il sistema, che non conoscono bene la rete. Essere in rete significa leggere, scrivere, postare, pubblicare, e le cose che vengono scritte e pubblicate hanno poi una diffusione molto grande e anche quando vengono eliminate possono rimanere perché possono essere state condivise o possono essere state copiate. Gli adolescenti, i ragazzi e le ragazze a volte per affetto, per amicizia, a volte per amore, scattano foto intime che poi vengono mandate al proprio amico piuttosto che alla propria amica che rischiano di diventare virali e di diffondersi in rete in modo esagerato.
Questi sono i rischi che i ragazzi e le ragazze, i nostri adolescenti, i nostri figli, non conoscono, questo è il vero pericolo, ecco perché questa legge è importante.
Questo atto ha come obiettivo la conoscenza, l’aumento della consapevolezza, la prevenzione e individua le famiglie, la scuola, i luoghi di ritrovo, la società sportiva piuttosto che l’oratorio, come luoghi dove prevenire, ma soprattutto far conoscere i rischi che questa opportunità, puo’ avere.
Siamo di fronte ad un cambiamento epocale, anche il Parlamento ha legiferato con la legge 71/2017, quindi credo che ci debba essere una assunzione di responsabilità da parte di tutti, genitori, famiglie, scuola, educatori, sport, in ogni luogo occorre vigilare e poter intervenire perché l’adolescente che subisce situazioni o casi di bullismo, piuttosto che cyberbullismo, sexting o cyberpedofilia o anche di omofobia - a volte la famiglia non se ne accorge - rischia di chiudersi in se stesso, rischia di non comunicare, di non farlo sapere neppure alla propria famiglia. Quindi c’è bisogno di quella attenzione, di quell’educazione, di quella formazione fatta anche alle famiglie e agli educatori in modo tale che ci sia anche la comprensione di quello che può essere un malessere, perché dobbiamo evitare il disagio, ma dobbiamo promuovere l’agio, come diceva un relatore ad un convegno recentemente.
Credo che la legge sia importante e colga l’obiettivo.
Ringrazio il Presidente della Commissione, i relatori di maggioranza e di minoranza per il lavoro che insieme siamo stati capaci di fare votandola all’unanimità perché c’è una consapevolezza piena rispetto al problema da parte di tutti, a prescindere dalle parti politiche.
L’obiettivo è che la scuola, non mi addentro nei meccanismi della legge perché è stata già bene illustrata dai relatori, la famiglia, i luoghi di associazione e di aggregazione, diventino protagonisti nel prevenire, nel capire, nel formare e nell’intervenire perché ci sono delle situazioni, purtroppo sappiamo bene che alcune foto postate su facebook sono diventate virali e purtroppo per questo ci sono stati dei suicidi e questa è la cosa che dobbiamo evitare, compreso il furto di identità, che non è anche questa cosa da poco.
Credo che i dati siano importanti, un recente studio sul bullismo ci diceva come dal 2016 al 2017 i casi siano aumentati del 40%, dati nazionali, gli adolescenti presi di mira sui social e sulla rete sono aumentati del 30% rispetto all’anno precedente.
Ritengo che sia opportuno votare questa legge, penso che oggi scriviamo una pagina importante perché quello che sembra un fenomeno nascosto, poco visibile, in alcuni casi anche poco comprensibile, è invece un fenomeno in parte sommerso che dobbiamo prevenire e sul quale dobbiamo cercare di tenere alta la vigilanza.
La Commissione ha fatto un buon lavoro chiamando le forze dell’ordine, la polizia, le autorità indipendenti del Consiglio regionale, i dirigenti scolastici, è stato un modo per capire bene il fenomeno e per scrivere un testo, così come è emerso dal lavoro della Commissione, che tenesse conto di tutte le sfaccettature.
Debbo ringraziare anche l’Assessore Cesetti che ha dato la disponibilità rispetto alle risorse che per gli anni 2019/2020 non erano disponibili, sono state trovate e sono state messe a disposizione in modo tale che la legge abbia la possibilità di partire con i 60.000 euro e fare un primo step da qui alla fine dell'anno, poi entrerà pienamente in vigore nel biennio 2019/2020 e darà delle risposte importanti.
Se riusciremo adeguatamente ad applicare questa legge, e questo competerà all’Assessore ed alla struttura di competenza, in tempi brevi avremo fatto un servizio ai nostri giovani, agli adolescenti, ai nostri figli, alle future generazioni per far loro comprendere i rischi della rete, non è che non la devono usare, la devono utilizzare consapevoli di quelle che sono le minacce di cui non hanno coscienza, perché quando si entra nei social, l’interlocutore è il mondo intero e se devi intervenire su chi gestisce i social, quando c’è qualcosa che non va e deve essere cancellato o eliminato o coperto, non è semplice e immediato, perché spesso e volentieri le piattaforme hanno sede in Australia, piuttosto che in Giappone, piuttosto che negli Stati Uniti.
Quindi far capire quelli che sono i rischi, come intervenire e far capire anche agli educatori come individuare ed approfondire il fenomeno, credo che sia una bella ed una grande opportunità.
Ritengo che quella di oggi sia una bella pagina che il Consiglio regionale sta scrivendo su questo tema, su questo settore, è una bella pagina soprattutto rivolta alle giovani generazioni che probabilmente in molti casi non hanno la piena consapevolezza dei rischi che i social e la rete a volte possono riservare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Penso che qualsiasi intervento volto a tutelare le nuove generazioni, ma direi non solo le nuove generazioni, dai pericoli che circolano non solo sulla rete sia da accogliere in maniera positiva.
Tuttavia vorrei fare qualche riflessione, soprattutto avendo ascoltato gli interventi precedenti.
Il fenomeno del bullismo, del cyberbullismo e del sexting non coinvolge unicamente l’età giovanile, cioè i ragazzi, magari parte da età giovanili ma va ben oltre.
Sappiamo che il problema non è di questi giorni, sono decenni, anche quando eravamo piccoli noi sapevamo benissimo che c’era qualcuno nel gruppo classe o nel territorio che era oggetto di bullismo, a volte la persona fragile, magari la persona un po' ai bordi della società che veniva presa in giro per strada, diciamo che la rete non ha fatto altro che ampliare il cyberbullismo, rendere questo fenomeno molto più dilagante e allettante per le nuove generazioni che si trovano ad utilizzare i mezzi tecnologici fin dalle età più giovani. Bambini anche di due anni hanno lo smarthphone o il tablet in mano perché con i giochini si distraggono, bambini che entrano in piattaforma, ricordo che avevo un alunno che a 6 anni aveva il suo blog e interloquiva con tutto il mondo, non parlo di un tempo recente, parlo di 20 anni fa, non è poi una cosa tanto nuova.
C’è da chiedersi perché i ragazzi ora non conoscono i pericoli della rete, c’è qualche responsabilità? C’è da chiedersi se non ci sia stata una carenza sulla formazione non solo dei ragazzi, ma degli insegnanti stessi. Purtroppo troppo spesso ho sentito colleghi, che magari dovevano dare la valutazione in informatica, dire: “Quel bambino è bravissimo, sa fare tutto con il computer, io non ci capisco niente, non so nemmeno accenderlo”. E’ come se un insegnante di italiano dicesse: “Io do il voto in italiano, ma non so parlare, questo bambino è più bravo di me”. In informatica tante volte abbiamo avuto docenti che dovevano insegnarla senza avere una formazione.
Fortunatamente attraverso corsi, percorsi, molto spesso individuali e di autoformazione, la tendenza si sta invertendo, però i soggetti che sono stati individuati da questa legge, i soggetti principali che vengono coinvolti, sono appunto la famiglia e la scuola.
Se i giovani non si rivolgono alla famiglia e se la famiglia non si accorge che il proprio figlio è oggetto di persecuzione, c’è da chiedersi anche qui il perché. Il Consigliere Maggi diceva che la famiglia è forse l’anello più fragile, e questo lo confermo, perché inizialmente è la famiglia che dà questi mezzi informatici che danno stimoli colorati, sonori, molto allettanti, a volte a modo di babysitter, il genitore non ha tempo, perché oggi le mamme lavorano e poi a casa si trovano oberate dalle cose da fare - con questo non voglio colpevolizzare le mamme perché oggi come oggi si lavora fuori casa e dentro casa - quindi a volte non c’è il tempo fisico per dedicarsi, però sul fatto di dare in mano ai bambini fin dalla più tenera età questi mezzi che possono essere pericolosi, senza un avvertimento, senza che la famiglia ne avverta la pericolosità, c’è da fare un riflessione.
Quindi ben vengano tutti gli interventi previsti da questa proposta di legge sulle scuole, mi auguro che non solo le scuole siano coinvolte, mi sembra di aver letto velocemente che sono interessati anche altri centri aggregativi, come le palestre, le società sportive, sappiamo benissimo che anche nelle palestre avvengono molto spesso atti di bullismo, di persecuzione, rispetto per esempio a ragazzini che non hanno caratteristiche fisiche canoniche, magari un ragazzino è troppo grasso o troppo magro.
L’auspicio è di fornire alle scuole non solo campagne di sensibilizzazione, perché gli insegnanti vedono gli effetti a scuola e molto spesso sono i primi a raccogliere le confidenze dei ragazzi, sanno benissimo che il fenomeno c’è, quindi non tanto sensibilizzazione, ma formazione, e fornire i mezzi perché purtroppo le nostre scuole molto spesso non sono hanno gli strumenti con i quali poter controllare le attività, cioè il ragazzo arriva a scuola con il suo tablet ed a scuola non c’è nemmeno il computer o l’aula di informatica per poter monitorare e insegnare quali possano essere i pericoli.
Bene anche il riferimento che è stato fatto sul gioco d’azzardo patologico, certamente anche questo è un problema che può nascere da giovani, ma senz’altro coinvolge età molto più adulte.
Il riferimento al gioco d’azzardo patologico sembra non essere pertinente, ma purtroppo la persona affetta da ludopatia molto spesso è essa stessa causa di atti violenti e persecuzioni nei confronti di familiari, amici. Sappiamo benissimo quante volte le persone vengono vessate. Lo vedo perché ho testimonianza diretta, di recente con un caso di cui mi sto interessando, anche persone del mio paese vengono vessate, poste sotto vessazioni continue da parte di soggetti per farsi dare dei soldi da giocare, lo sappiamo benissimo, quindi anche quella è una forma di bullismo verso persone che sono più deboli.
Questa è una legge che non mi trovava inizialmente molto propensa per l’esigua somma destinata, adesso con l’emendamento è previsto di più, però sarà una legge che avrà bisogno di un continuo monitoraggio, questo senz’altro, ed eventuali adattamenti perché nel corso degli anni vedremo gli effetti ed allora potremo dire se sarà stata una legge buona o no. Quindi dichiaro il voto positivo della Lega come atto di fiducia, sempre cercando di controllare e vedere se il tiro sarà quello giusto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Parto dall’appello che ci è arrivato questa mattina alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, ovviamente quando c’è stato detto il motivo per cui si voleva portare in Aula questa legge con urgenza, ossia quello di non perdere l’opportunità di finanziare in maniera adeguata questa legge, tutti quanti all’unanimità hanno detto di si, cioè hanno detto: “Va bene portiamola subito”, nonostante non ci fosse stato per molti di noi il tempo di studiare questa legge con l’attenzione che merita. Questo nella consapevolezza che questa è una legge molto importante, ma paradossalmente temo che sia solo uno strumento nei limiti di quello che è consentito alla Regione Marche, anche “debole” rispetto a quello che è il dilagare del fenomeno. Quali sono i poteri della Regione per contrastare concretamente questo fenomeno? Un fenomeno che è dilagante non solo nelle giovani generazioni e giustamente la legge, chi l’ha scritta, pone una particolare attenzione nei confronti dei soggetti più deboli, ossia dei giovani che possono essere impreparati a reagire in maniera positiva a determinate aggressioni. Che cos’è il bullismo, il cyberbullismo, tutto quello che volete? Non è altro che un atto di prepotenza che a volte si manifesta con parole, a volte quando è più grave si manifesta addirittura con la forza.
Questi atti di prepotenza sono dilaganti soprattutto quando si è “nascosti dietro la tastiera”, allora qui si apre il fenomeno dei cosiddetti haters, cioè degli odiatori, che dalla loro abitazione si credono liberi di poter scrivere qualsiasi cosa contro tutto e tutti, questo è un fenomeno che riguarda non solo i giovani, ma anche persone adulte. Ricordo quando ero nel Movimento 5 Stelle, c’era una categoria di persone che chiamavamo i cattivisti, non so se il nome c’è ancora, gente frustrata che non aveva remore di dire le cose peggiori, persone di 40, 50 anni, con figli, che si lasciavano andare a delle considerazioni che definirle da bar è fare un complimento.
Ma questo da dove viene? La prima responsabilità è anche quella politica, mi viene in mente l’intervento di qualche giorno fa della Senatrice Bonino, in Aula stava esprimendo la sua opinione - si può essere d’accordo o contrari - ed è stata coperta di insulti e lei se ne è uscita con la frase bellissima, dal mio punto di vista: “Gli insulti qualifica chi li fa, non chi li riceve” ed è esattamente la verità, però rendiamoci conto che comunque le parole hanno un peso e se vengono indirizzate verso dei soggetti adulti ovviamente sapranno anche “recepire e difendersi” psicologicamente da questa aggressione, il soggetto più debole per vari motivi, primo fra tutti l’età, può reagire anche in maniera pericolosa, penso ad esempio agli episodi di insegnanti picchiati dai genitori.
Faccio un passo indietro, la legge prevede all’articolo 3 di realizzare campagne di prevenzione, sensibilizzazione e informazione prioritariamente all’interno delle scuole, giustissimo, sono d’accordo perché dobbiamo partire da lì, ma mi auguro che con i fondi a disposizione ci sia anche la possibilità di sensibilizzare quel mondo degli adulti che non si rende conto di quali disvalori sta trasmettendo ai suoi figli.
Concludo ricordando gli insulti che il nostro Presidente Mattarella ha ricevuto in occasione del suo no al Ministro Savona, sono partite le indagini della polizia postale, ed io ho pubblicato la notizia sulla mia pagina facebook, la risposta da parte di alcuni è stata: “Adesso non si può più criticare? Non si può più esprimere il proprio pensiero?” Non c’è neanche la consapevolezza della gravità delle parole e questo, ripeto, purtroppo, viene dai piccoli, ma viene anche dalle persone adulte.
Ecco perché è importante appoggiare questa legge, mi auguro che le azioni siano fatte prioritariamente a partire dalle scuole, ma spero che ci siano azioni rivolte anche alle persone adulte perché è importante rientrare un po’ nei canoni di civiltà, è importante che si incominci a capire che le parole hanno un peso, è importante che si incominci a riproporre il dialogo e non la prepotenza come strumento di confronto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Molto brevemente perché il dibattito è stato molto ricco, però avendo sottoscritto questa legge, avendola seguita sin dall’inizio, penso che sia utile dire qualcosa.
Il tema sarebbe così ampio e va ben al di là del testo normativo, lo diceva adesso il Consigliere Bisonni, l’impressione è che oggi stiamo costruendo una società basata sull’intolleranza, sull’odio verso i soggetti più deboli, verso chi è diverso.
Questa mattina abbiamo appreso che un’atleta italiana di colore è stata picchiata, ci sono aggressioni direi quasi quotidiane verso le persone di colore, certo non hanno a che fare con il cyberbullismo, ma si iscrivono sotto lo stesso fenomeno, un fenomeno di una deriva preoccupante verso cui sta andando oggi il nostro Paese e la nostra società.
Questo sarebbe un tema molto profondo che necessità di approfondimenti, di convegni, una riflessione che sia innanzitutto culturale prima ancora che politica. Certo ci sono alcune cose molto pratiche che si possono fare, questa legge le prevede: l’utilizzo consapevole della rete, la tutela, l’informazione nelle scuole, però veniva richiamato adesso anche il ruolo della famiglia oltre quello della scuola. Il compito della famiglia rimane importante e molto spesso i bulli imparano questi comportamenti perché hanno degli insegnamenti sbagliati in famiglia, quindi il nostro ruolo, il ruolo delle istituzioni è importante, ma lo è ancora di più quello che abbiamo come individui che operano all’interno di una comunità, delle famiglie, delle nostre comunità amicali e abbiamo credo il dovere di denunciare tutti gli atteggiamenti sbagliati che ci sono.
Quando leggiamo che alcuni genitori hanno picchiato l'insegnante perché si è permesso di dare una nota al bambino, è chiaro che quel bambino si ispirerà a chi probabilmente bullo lo è stato per tutta la vita e non ha mai avuto un’educazione o delle punizioni adeguate.
Quindi la riflessione è profonda, è chiaro che la rete oggi amplifica necessariamente le occasioni, le opportunità, ma anche i rischi, e le istituzioni hanno l’obbligo di vigilare, quindi ben venga questa legge.
Nella precedente stesura c’era anche una particolare attenzione verso l’omofobia, è un peccato che sia stata dimenticata nella nuova versione perché anche da questo punto di vista, come sappiamo, ci sono molte aggressioni, molti fenomeni di violenza, sempre più atti di prepotenza verso chi è considerato diverso.
Quindi bene il ruolo di istituzioni che possono vigilare, educare ed anche punire chi si comporta in modo sbagliato, addirittura in modo criminale da alcuni punti di vista, ben vengano le leggi che intervengono in questo senso.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 (sostitutivo dell'articolo 10) a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Testo unificato delle proposte di legge n. 165 e n. 44, emendato, lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 211
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni urgenti di modifica delle leggi regionali 17 luglio 1996, n. 26 ‘Riordino del Servizio sanitario regionale’ e 20 giugno 2003, n. 13 ‘Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale’”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 211 della Giunta regionale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. La proposta di legge n. 211 consta di tre parti.

(intervento fuori microfono)

Fabrizio VOLPINI. Perché, non sono stati distribuiti gli emendamenti?

(interventi fuori microfono)

Fabrizio VOLPINI. Con l’articolo 1 istituisce la centrale unica di risposta, il famoso 112, che dovrà sostituire per le chiamate di emergenza tutti gli altri numeri (118, 113). E' una direttiva europea alla quale dobbiamo aderire e già in alcune parti del Paese è partita (Lombardia, Sicilia).
La centrale unica di risposta viene inserita attraverso questa modifica di legge all’interno dell’Agenzia sanitaria regionale e non nell’Asur, come magari poteva essere l’opzione.
Vicepresidente un attimo di pausa perché ancora stanno distribuendo gli emendamenti ed anche se la stragrande maggioranza non riguarda questo articolo e nemmeno l’altro. Posso chiedere 10 minuti di sospensione?

PRESIDENTE. SI. Vogliamo andare avanti con la proposta di legge sul Piano di sviluppo rurale?
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Visto che sono stati presentati numerosi emendamenti e sub emendamenti ed addirittura sono diversi da quelli già in mano ai Consiglieri, credo che sia il caso di sospendere, di far riunire la IV Commissione per verificare gli atti anche perché su un articolo sono stati presentati 15 emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Senza fare interruzioni, visto che abbiamo vari punti all’ordine del giorno, la IV Commissione si può riunire mentre andiamo avanti con la trattazione delle interrogazioni che non prevedono dibattito corale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Questa legge sarà completamente stravolta dai molti emendamenti presentati, credo che il buon senso della politica voglia che sia ritirata e presentata il prossimo Consiglio.
Questo è un aspetto essenziale per essere corretti con noi stessi e nei confronti dell’Aula perché questa legge modifica completamente quello che è stato fatto, non è un emendamento alla proposta di legge n. 211, la stravolge completamente, addirittura c’è un emendamento che - può essere giusto, non lo discuto - prevede di prendere anche personale esperto proveniente da fuori, a casa Zaffiri ed a casa della Lega questo vuol dire che la legge viene completamente stravolta. Il buon senso vuole che questa legge venga rimandava in Commissione, che deve essere convocata in tempo utile, altrimenti il sottoscritto che ne fa parte dichiara formalmente, qui, in Aula, di non partecipare perché non è una convocazione seria, non per il Presidente, che rispetto in quanto persona degna e seria, ma per quello che sta accadendo politicamente in questo momento sulla proposta di legge 211.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Stiamo quasi facendo un intervento a favore ed uno contro, in effetti trovo anch’io una certa difficoltà, però con un’interpretazione un po’ diversa da quella del Consigliere Zaffiri, perché tutti gli emendamenti e sub emendamenti che sono stati presentati, riportano alla situazione ante proposta, non tutti, una parte.
Quindi alla fine non c’è stato uno stravolgimento, semmai è stata stravolta una proposta sulla quale l’unico che potrebbe dire qualcosa è il Presidente Ceriscioli chiedendo il rinvio perché rispetto alla proposta originale ci sono state modifiche. Se non lo chiede io andrei avanti. Si tratta di sub emendamenti, se avessimo presentato degli emendamenti in Aula allora aveva senso riunire la Commissione, in più non posso accettare una convocazione di Commissione se non è presente il Consigliere Zaffiri. Non serve la Commissione, servono 5 minuti per un aggiustamento.

PRESIDENTE. Va bene. Visto che gli emendamenti che sono stati presentati sono numerosi e c’è bisogno che tutta l’Aula ne comprenda il merito, mi pare che ci siano anche delle sovrapposizioni, direi di fare le tre interrogazioni a risposta immediata in modo tale da dare la possibilità a tutti i Consiglieri di entrare nel merito e di capire al meglio la sostanza degli emendamenti, poi riprendiamo i lavori con il punto che abbiamo appena iniziato, quindi direi di passare alle interrogazioni.

Interrogazione n. 674 – a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Frecciabianca 8853 per Roma”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 674 - a risposta immediata - del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Questa interrogazione mi dà la possibilità di intervenire anche su quella presentata dal Consigliere Giancarli calendarizzata per la prossima volta, nel merito la Frecciabianca, di cui parla il Consigliere Busilacchi, questa mattina è stata ripristinata, come voi ben sapete, perché abbiamo fatto una serie di valutazioni e richieste che Trenitalia ha subito accolto.
Quindi è stata ripristinata la linea, per inciso voglio dire che non è la prima volta che in questo periodo viene soppressa la linea di cui parliamo, perché effettivamente l’utenza …

PRESIDENTE. Assessore, mi scusi. Colleghi, se ci sono alcune questioni da chiarire o da approfondire sugli emendamenti pregherei di farlo sottovoce o magari uscendo dall’Aula, dando la possibilità all’Assessore di rispondere all’interrogazione ed all’interrogante di poter replicare.

Angelo SCIAPICHETTI. Come Assessorato abbiamo raccolto tutte le istanze che sono pervenute in queste ore e prontamente siamo intervenuti su Trenitalia. Il Direttore per la verità è stato molto cortese, efficace, ha risposto immediatamente e da questa mattina la linea è stata ripristinata con un treno.
In passato nel periodo estivo questa sospensione è sempre avvenuta, voglio sottolineare che l’utenza in questo periodo è veramente bassissima, questa mattina, report di qualche ora fa, sulla linea che abbiamo ripristinato ha viaggiato un solo passeggero. Quindi se andiamo a valutare tutto il clamore che c’è stato per questa soppressione, poi effettivamente l’utenza in questi giorni è veramente molto scarsa.
Comunque abbiamo già ripristinato la linea, quindi credo che il problema possa essere considerato superato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Assessore. Tra l’altro ho visto sulla stampa che, nel momento in cui veniva data comunicazione della mia interrogazione, l’Assessore aveva già risolto la questione, quindi sono contento che sia intervenuto tempestivamente e che la questione sia rientrata.
Colgo l’occasione anche per ricordare che occorre tenere massima l'attenzione su questa tratta non solo per questo servizio di Freccialink, ma per i tagli eccessivi che ci sono stati nel corso degli anni alla tratta Ancona-Roma, che troppo spesso ha dei disservizi che vanno ad incidere pesantemente sugli utenti.
Colgo l’occasione per complimentarmi per il risultato sulla Freccialink e per chiedere di tenere alta l’attenzione sul servizio ordinario che mi sembra importante. Grazie.

Interrogazione n. 675 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Inchiesta sulle SAE”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 675 - a risposta immediata - del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all’interrogazione del Consigliere Maggi possiamo solo precisare che c’è un’indagine di cui abbiamo preso notizia qualche giorno fa, la Magistratura deve fare il suo corso, quindi restiamo in attesa di conoscere la conclusione delle indagini.
Credo che la Regione contemporaneamente debba continuare a svolgere il suo compito nel pieno rispetto dei ruoli. Parliamo di persone che in questi due anni si sono assunte un compito eccezionale, hanno lavorato 18/20 ore al giorno, dal 1° gennaio al 31 dicembre, festivi compresi (Natale e Capodanno), per dare una risposta possibile alla situazione data da un’emergenza che non ha precedenti nella storia di questa regione. Sono persone che hanno svolto fino in fondo, secondo noi, il proprio compito, meritano la nostra attenzione e la nostra fiducia, dopodiché la Magistratura preposta a capire, ad indagare, ci farà conoscere se ci sono state irregolarità, noi siamo in attesa che le indagini si concludano.
Nel merito, essendo persone che hanno lavorato in maniera incredibile, come dicevo prima anche durante le festività, ci hanno assicurato che qualche ora dopo il sequestro del cellulare, del tablet e dei documenti possibili, erano già in condizione di essere operative, sono tornate operative e stanno svolgendo come sempre il loro lavoro giorno dopo giorno. Quindi restiamo in attesa di sapere, ma l’operatività non è stata minimamente intaccata perché i quattro indagati sin dalle ore immediatamente successive alle perquisizioni, hanno ricominciato a fare il loro servizio, anzi non hanno mai smesso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Ringrazio l’Assessore per questa risposta pilatesca, da Ponzio Pilato, “Me ne lavo le mani”. Al Capone si vantava di lavorare 18 ore al giorno e quindi l’attività lavorativa misurata in ore non ha nessun riferimento, sto facendo una battuta con l’Assessore Sciapichetti che ha detto: “Si lavora 18 ore al giorno” solitamente 18 ore …
Noi sappiamo di cosa stiamo parlando, per esempio a me è giunta voce che la Giunta e la maggioranza già sapevano di questa indagine da un paio di mesi fa.
Nel momento in cui la stampa ne ha parlato e si è avuta notizia di condizioni di lavoro, e quindi di sub appalti particolari, in cui non venivano rispettati i diritti dei lavoratori, credo che un campanello d’allarme doveva suonare, per cui si doveva operare un controllo approfondito. In effetti quello che è venuto fuori dalla stampa e le lamentele dei lavoratori addetti alle SAE, che avevano condizioni di lavoro non proprio nella legge, dovevano far suonare un campanello d’allarme e far operare un maggior controllo.
Noi abbiamo fatto questa interrogazione chiedendo se c’erano dei ritardi, ovviamente questa richiesta ha impedito che l'interrogazione fosse a risposta urgente, però devo dire che la risposta non mi ha soddisfatto, non ci ha soddisfatto, perché è esattamente quello che abbiamo letto sui giornali.
Anche noi siamo d’accordo che la Magistratura deve fare il suo corso il prima possibile, ma non c’è stato detto niente sul Commissario attuatore, se sono state accettate le sue dimissioni o no, la questione è rimasta fumosa come una discoteca quando si accende la macchina del fumo e si riesce soltanto a vedere soltanto i contorni sfumati delle persone e delle cose.

Interrogazione n. 676 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Dragaggio del porto di Civitanova Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 676 - a risposta immediata - della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Premesso che la legge regionale 17 maggio 1999 n. 10 "Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli Enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione amministrativa." all'articolo 60, comma 1, lettera c), prevede che "sono riservate alla Regione le funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, la bonifica e la manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio delle attività portuali", mentre all'articolo 61 stabilisce che "Sono attribuite ai comuni le funzioni amministrative concernenti la progettazione e l'esecuzione degli interventi di costruzione, la bonifica e la manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio dell'attività portuale".
Più in generale l'articolo 3 della legge regionale 10/1999 stabilisce che "Nelle materie e nei settori considerati dalla presente legge spetta ai comuni la generalità delle funzioni non espressamente riservate, dalla presente legge o da precedenti leggi, alla Regione, alle Province e alle Comunità Montane, salvo diversa previsione relativa a singole materie o settori".
In virtù delle funzioni attribuite da tale legge, la Regione Marche ha previsto nel bilancio 2018-2020 un importo complessivo di 2.700.000 euro quali fondi per la manutenzione dei porti di competenza regionale di cui 2.000.000 di euro per spese di investimento compresi i dragaggi e 700.000 euro per spese correnti. Le spese di investimento sono previste in 200.000 euro per l'anno 2019 e 1.800.000 euro per l'anno 2020 mentre le spese correnti sono state stanziate per il 2020.
I fondi di cui sopra sono stati ripartiti tra i singoli porti secondo i criteri adottati con delibera di Giunta regionale 733 del 5 giugno 2018 sulla base della superficie territoriale di ciascun porto. Le somme sono state rese disponibili a seguito dell'adozione dei decreti n. 191 e n. 192 del 27 luglio 2018 sulla base dei quali al porto di Civitanova Marche spettano 74.260 euro nel 2019 e 668.340 euro nel 2020 per spese di investimento e 259.000 euro per spese correnti disponibili nell'anno 2020 (per le spese sostenute a partire dal 27 luglio 2018).
Inoltre la Regione Marche ha richiesto al CIPE ulteriori fondi che gli sono stati concessi con delibera n. 98/2017 del 22 dicembre 2017 (pubblicata nella gazzetta ufficiale del 9 giugno 2018) nella quale figura per il porto di Civitanova Marche uno stanziamento di 820.000 euro per eseguire lavori di manutenzione tra i quali il dragaggio.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta predisponendo apposite convenzioni per l'attivazione di tali fondi: la stipula di tali convenzioni è prevista per il mese di settembre.
Pertanto la Regione Marche ha concesso al porto di Civitanova Marche complessivamente 1.822.000 euro per opere di manutenzione compresi i dragaggi.
Si segnala inoltre che la Regione Marche ha già autorizzato con decreto n. 13 del 6 febbraio 2018, sulla base del progetto presentato dal Comune, l'immersione deliberata in mare di parte dei sedimenti provenienti dal dragaggio dall'imboccatura portale, si tratta della parte di sedimenti che ha fatto rilevare una qualità compatibile con tale soluzione gestionale.
Si evidenzia infine, così come stabilito dalla legge 10/99 articolo 61 che spetta al Comune la progettazione e l'esecuzione degli interventi di dragaggio pertanto la data certa potrà essere data solo dall’ente Comune.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta che chiedo cortesemente di poter avere in copia perché ascoltando ho sentito di un decreto emanato lo stesso giorno della presentazione della mia interrogazione, vorrei capire a che cosa con precisione fa riferimento.
Tutto l’elenco delle disponibilità dei fondi l'avevo già inserito all’interno dell’interrogazione, quindi nella ricerca effettuata li avevo menzionati, la richiesta non era di conoscere quali erano le cifre a disposizione, ma di capire quando sarebbero effettivamente partiti questi lavori, se il decreto che consente di partire, che è contestuale alla presentazione della mia interrogazione, porta la stessa data di presentazione della mia interrogazione, dà la possibilità al Comune di utilizzare i fondi devo dire che la data del 27 luglio è assolutamente positiva. Grazie.

Proposta di atto amministrativo n. 53
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma di sviluppo rurale della Regione Marche 2014-2020 in attuazione del Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 e revoca della delibera di Giunta regionale 12 marzo 2018, n. 281”.

Nuova titolazione “Programma di sviluppo rurale della Regione Marche 2014/2020 in attuazione del Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 e revoca della deliberazione dell’Assemblea legislativa del 14 febbraio 2017, n. 46”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 53 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Atto amministrativo per modificare il Piano di sviluppo rurale perché a seguito dell’entrata in vigore del regolamento europeo denominato Omnibus occorre adeguare il Psr alle novità ed opportunità che questo regolamento dà.
L’atto amministrativo è stato valutato dalla Commissione abbastanza velocemente, con voto unanime, anche perché è un atto principalmente tecnico che va proposto velocemente. Oggi ne ho chiesto l’iscrizione d’urgenza altrimenti rischiavamo di discuterlo dopo che la Commissione europea aveva espresso il proprio voto favorevole, come credo che sarà
Sono stati effettuati tutti i tavoli di concertazione riguardo alle modifiche tecniche e ne dico qualcuna per far capire l'importanza dell’adeguamento alle novità: l’introduzione di costi standard anche non certificati da terzi, nella rendicontazione ed in altri atti amministrativi servono proprio per semplificare le procedure, l’ampliamento della misura legata alla qualità, la possibilità dei partecipanti alla misura della qualità, le anticipazioni sulle misure di cooperazione, il finanziamento delle elisuperficie rurali, il rimboschimento di superfici agricole, la micronizzazione di piante tartufigene, una serie di motivazioni tecniche sono all’interno della modifica al Piano di sviluppo rurale.
Altra cosa importante, ci sono 30 milioni di euro risparmiati perché la quota della Regione per il Psr è stata messa dallo Stato per la questione del sisma e questi 30 milioni sono stati rimessi nel Psr, 20 milioni all’interno dell’area sisma per interventi per la competitività delle aziende agricole e 10 milioni di euro per le infrastrutture irrigue.
Oggettivamente sono queste le modifiche importanti legate a questioni tecniche, la valutazione da parte della Commissione, come dicevo, è stata favorevole all’unanimità, quindi si chiede ora di votare e di andare avanti in modo da avere velocemente anche il parere della Commissione europea. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo perché credo che ci sia poco da aggiungere a quanto detto dal Presidente Traversini. D’altra parte se vedete il testo di questo atto amministrativo ci sono due punti, uno è la revoca di una delibera di Giunta; l'altro per approvare, secondo le “Disposizione sulla partecipazione della Regione al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie”, il Programma di sviluppo rurale.
Quindi sono delle modifiche tecniche che spostano delle somme da una missione, da un capitolo all’altro, sono state tutte richieste dalla Comunità europea e riguardano soprattutto il capitolo della performance, questo è l’aspetto più significativo.
Nell’ambito di queste modifiche relative alla performance, quindi del grado di raggiungimento dell’attuazione di questo programma, quello che mi interessa significare maggiormente è la modifica che riguarda il riconoscimento dei costi effettivi per attività di coaching, anziché di quelli standard.
Voi sapete che per quanto riguarda il Psr assume un'importanza fondamentale l’attività di assistenza tecnica, il famoso choaching, e il pagamento veniva fatto attraverso i costi standard, i costi predefiniti. Ovviamente questo non è possibile tanto è vero che gli esperti, le organizzazioni patronali, le confederazioni si sono sempre lamentati ed opposti anche perché la pratica va seguita attentamente, ci vogliono ore, vengono interpellati degli esperti per fare dei progetti particolarmente significativi che necessitano di approfondimento, quindi il costo standard veniva superato, si andava ben oltre il costo standard e si arrivava a dei costi effettivi molto più alti che però la Comunità europea non riconosceva.
Questa modifica la ritengo molto significativa, eliminerà tante diatribe, ma soprattutto consentirà di lavorare molto più serenamente a tutti coloro che fanno assistenza tecnica, a tutti coloro che fanno attività di coaching perché sapranno che le ore che impiegheranno per fare il progetto saranno retribuite.
Questo è l’aspetto che mi premeva significare maggiormente, lo spostamento delle somme lo ha illustrato il Consigliere Traversini, non credo di dover aggiungere altro se non augurarci che dal prossimo settembre, come diceva prima informalmente l’Assessore Casini, possano essere subito emessi i bandi per mettere a disposizione le risorse che ancora restano da utilizzare perché credo che su questo versante ci sia molta attesa. Il Psr sta andando bene, l'abbiamo detto quando abbiamo fatto la sessione comunitaria, per lo meno rispetto ad altri progetti, rispetto ad esempio ai fondi Por-Fesr, quindi auguriamoci che questa modifica possa ulteriormente accelerare la messa a disposizione delle risorse ai nostri imprenditori agricoli che ne hanno tanto bisogno perché il settore agroalimentare è uno dei punti di eccellenza e di forza dell’economia delle Marche.
In Commissione l’atto è passato all'unanimità, sono favorevole purché si vada avanti velocemente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Ringrazio la Commissione, il Presidente Traversini perché c’è stato un esame molto veloce di questa proposta di atto amministrativo che è vero riguarda in parte modifiche che si sono rese necessarie per recepire delle questioni introdotte dal cosiddetto Omnibus, ma in particolare la cosa che mi piace è che noi parliamo molto spesso di semplificazione ammnistrativa e in questo caso l’introduzione dei costi standard è non solo una semplificazione amministrativa, perché consente a chi deve chiedere dei preventivi di poter utilizzare i costi standard e quindi di non perdere del tempo, le aziende non devono perdere tempo con i preventivi, ma consente anche una verifica da parte degli uffici più puntuale e più specifica perché i costi standard rispetto ad alcune prestazioni permettono di avere la certezza anche in fase istruttoria e di non dover fare conteggi oppure interpretare. Secondo me questa è, rispetto alla consulenza, l’innovazione più grande.
Come diceva prima anche il Presidente, sulle piante di tartufo era stata richiesta da molti agricoltori l’introduzione del pagamento della micronizzazione che è importantissima per l’implementazione degli impianti di tartufo, soprattutto del nero pregiato, sia nel pesarese ma in tutto l’Appennino. Noi siamo l’unica regione del mondo che ha tutti e tre i tipi di tartufo: il bianco, il nero pregiato e lo scorzone, questa è una risorsa per noi molto importante che fa parte di quei progetti legati alla qualità che la Regione Marche intende portare avanti.
Un ringraziamento perché questa modifica ci consente di emanare ulteriori bandi rispetto al 72% già emanati a valere sul Psr. Anche le risorse che sono state implementate, con le somme date dalle altre Regioni, ci consentono di andare avanti ed anche di spendere queste ulteriori risorse, e quindi grazie ancora alla Commissione, sia al Presidente che a tutti gli altri membri.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 53. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 382
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Pieroni
“Candidatura della Riviera del Conero all’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale culturale e naturale dell’Unesco”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 382 dei Consiglieri Busilacchi, Pieroni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Con questa mozione in realtà accogliamo una richiesta che ci è pervenuta qualche giorno fa, pubblica, da parte dell’Associazione Le Cento Città, che ringrazio, che ha pubblicamente posto a tutte le istituzioni il tema della valorizzazione della Riviera del Conero, candidandola alla lista del patrimonio culturale e naturale dell’Unesco. Non c’è bisogno di fare pubblicità alla riviera del Conero che è un gioiello naturalistico in cui c’è la fusione tra la bellezza della flora, della fauna e gli aspetti culturali ed architettonici.
Visto che anche questa mattina in Aula abbiamo parlato di sviluppo ecosostenibile, del sistema dei parchi, che sono uno dei cluster turistici della regione Marche, l’anno scorso è stato l’anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, abbiamo parlato della legge per evitare le plastiche in acqua, riteniamo che sia particolarmente utile cercare di fare sistema puntando alto e come si può puntare alto? Come sappiamo l’Unesco dal 1972 ha una convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale e culturale e naturale che serve ad identificare, a proteggere, a conservare e a valorizzare il patrimonio naturale e culturale ed a questo proposito è stata creata una Lista del Patrimonio mondiale, nota in tutto il mondo, che è anche uno strumento rilevante dal punto di vista turistico. In tutte le guide turistiche vengono segnalati i luoghi che sono patrimonio dell’Unesco e il turista ovviamente viene attratto a fare visita a questi siti che vengono valorizzati, preservati e tutelati.
Il Parco del Conero ha già avuto una certificazione europea, la CETS, e ha già avviato l’iter di riconoscimento sempre da parte dell’Unesco del geoparco.
La Riviera del Conero ha due parametri sui dieci che sono previsti per poter essere candidata a patrimonio dell’Unesco, che sono: il valore paesaggistico naturale e la presenza di importanti biodiversità. Basta uno di questi criteri riconosciuti dall’Unesco per entrare nella Lista.
Ringrazio l’Assessore Pieroni, che tra l’altro è l’Assessore competente perché il tema è ambientale, ma anche culturale e turistico, per aver sottoscritto questa mozione. Credo che l’iter sia abbastanza lungo, oggi nelle Marche abbiamo la sola città di Urbino inserita nella Lista del Patrimonio dell'Unesco e per una mozione che abbiamo votato in quest’Aula, in futuro potremmo avere anche le Grotte di Frasassi, se non erro le abbiamo candidate con una mozione un po’ di tempo fa. Credo che questo aspetto sia di particolare rilevanza, da qui questa mozione che mi auguro possa essere accolta dall’Aula e possa avere un riconoscimento ampio.
In questi giorni c’è stato un dibattito positivo sulla stampa per questa candidatura dell’Unesco, anche da parte del Parco del Conero che da un lato salutava positivamente questa candidatura, dall’altro si lamentava del commissariamento.
Quindi credo che sarebbe utile che unitamente alla candidatura noi potessimo anche salutare la fine della fase commissariale, visto che l’Assessore Sciapichetti è competente per l’altra quota parte, quella che riguarda la tutela delle aree protette. Penso che sarebbe utile chiudere la fase commissariale perché il parco del Conero ha bisogno di un Presidente e di un direttivo pienamente insediati, tra l’altro ho letto sulla stampa che proprio in questi giorni è stata avanzata una proposta di variante del parco e non credo che un Commissario che ha solamente l’ordinaria amministrazione possa avviare un procedimento che è tutt’altro che ordinaria amministrazione.
Penso che la comunità del Parco debba, per portare avanti questa candidatura, essere rappresentata in modo pieno e non in modo commissariale, piccola chiosa su questa mozione che riguarda il tema dell’Unesco, quindi per queste ragioni spero che il voto sia il più ampio possibile. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Negli anni ’80 Renzo Arbore aveva fatto un gruppo musicale che si chiamava 'I Senzavergogna', qualcuno più vecchio se lo ricorda, era un gruppo dove il trombettista era Catalano un musicista molto importante, mi è venuto in mente questo gruppo perché voi della maggioranza state facendo una mozione sul Parco del Conero perché venga inserito nella Lista del Patrimonio mondiale e cultura e naturale dell’Unesco - forse sono il più innamorato di tutti del Parco del Conero e della Riviera del Conero, da Mezzavalle fino a Sirolo e Numana, che ritengo abbia tutti i requisiti per essere patrimonio mondiale culturale e naturale dell’Unesco – poi fate come quello che ha la macchina che non cammina, che stenta a mettersi in moto, va a tre cilindri, e invece di ripararla rifà tutta la carrozzeria, la lucida a specchio e rimane con una macchina che stenta e va a tre cilindri. In effetti è così!
Il Parco del Conero stenta con i finanziamenti, se si va a vedere i sentieri che la natura si sta riprendendo, quali sono i cartelli, le indicazioni, eccetera, si vede che il Parco del Conero è per mancanza di fondi in una situazione di avanzato degrado, non solo, io ci vado ed è così, tra l’altro gli abitanti di quei Comuni lo dicono e si lamentano. Cerco di mascherarmi e di non farmi riconoscere perché quando vado lì qualcuno mi becca e mi dice: “Il Parco del Conero è in uno stato di abbandono!”, non solo, il Parco del Conero, come diceva il Consigliere Busilacchi, non ha un Consiglio di amministrazione e non ha un Presidente, ha un Commissario, a cui è stato dato l’incarico di fare una variante sul Parco del Conero, siamo all’iperbole del non senso in questo senso.
Da una parte voi stringete il collo e il respiro del Parco del Conero, dall’altro proponete l’iscrizione nel Patrimonio mondiale dell’Unesco, secondo me Dr. Jekyll e Mr. Hyde erano dilettanti nei vostri confronti.
Dobbiamo essere seri, questo Parco del Conero deve avere i finanziamenti giusti? Deve avere una gestione partecipata e oculata, con persone che abbiano le capacità e la professionalità per gestirlo? Non mi sembra che la volontà politica vada in questo senso, la volontà politica è quella di candidarlo al patrimonio mondiale culturale dell’Unesco.
Scusate, con tutto l’amore che ho per il Parco del Conero, questo mi sembra veramente uno spot per andare sui giornali che offende quelli che nei confronti del Parco del Conero hanno amore e rispetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Due giorni fa ho letto una nota del Partito Democratico di Sirolo, e non la cito perché sono nel gruppo del Partito Democratico o perché sono iscritto al Partito Democratico, e in anticipo il PD di Sirolo dava una risposta a quelli che sono stati ora gli interrogativi, anche le critiche feroci del Consigliere Maggi, ed anche una risposta a quello che dirà il Consigliere Zaffiri conoscendo la sua passione politica.
Il PD di Sirolo ad un certo punto scriveva: “Diamo una chance. Cogliamo questa occasione in cui la Riviera del Conero con le sue eccellenze è alla ribalta della cronaca per un giusto ed importante iter, invitando tutti i Consiglieri regionali, gli Assessori e il Presidente a farsi carico seriamente e velocemente della ridefinizione di una struttura gestionale coerente con la legge regionale e di porre rimedio definitivamente all’ormai cronica ed incomprensibile mancanza di risorse”.
Questo aspetto legato al Parco credo che non debba sminuire l’atto proposto dall’Assessore Pieroni e dal Consigliere Busilacchi, oggi è indirizzato al Consiglio regionale delle Marche, domani all’Unesco, in cui si fa un riferimento preciso a tutta la Riviera del Conero, che è il Parco e tutte le altre parti, compresa l’area marina, per cui credo che questa mozione non possa non vedere un mio e un nostro voto favorevole, fermo restando un impegno, una accelerazione, non so se interverrà poi l’Assessore Sciapichetti, anche rispetto alla cosa che ha detto poc’anzi il Consigliere Busilacchi che ha fatto riferimento ad una variante generale al Piano del Parco. Da questo punto di vista mi sento di dire prima di ogni altra cosa che è vero che dobbiamo sempre avere delle governance democratiche, perché in un Paese democratico le governance debbono essere democratiche, però se debbo esprimere delle priorità, la prima che esprimo è che nell’area del Conero, ma non solo nell’area del Conero, ma visto che stiamo parlando del Conero, non siano possibili nuove edificazioni, questo mi sembra il punto centrale, non soltanto nell’area del Parco ma in tutta la riviera e questo vale anche per tanta parte del territorio marchigiano, vale ancor più per la costa.
Detto questo la mozione va senz’altro sostenuta, poi dobbiamo fare in modo, ed io più volte in Aula ho espresso il mio pensiero sull’Assessore Sciapichetti, non soltanto come Assessore ma anche come persona, quindi faccio fatica a chiedergli qualcosa perché so con quanta generosità e con quanta determinazione assolve al suo compito e a quello che il Presidente Ceriscioli gli ha affidato, però nel momento in cui andiamo a votare questa richiesta, spero con il più largo consenso possibile, ovvero il riconoscimento come patrimonio Unesco del Parco del Conero, credo che dobbiamo chiudere anche quella pratica che votammo un anno fa sulle Grotte di Frasassi, anche perché, come l’Assessore Sciapichetti sa bene, ci sono delle competenze che si sono offerte gratuitamente e volontariamente, che si sono messe a disposizione della Regione Marche e dell’Assessorato, grandi competenze che passano attraverso alcuni ordini professionali, penso ai geologi e ad altri, ma anche ad Università importanti a partire da quella di Camerino.
Le Marche sono così belle che non dobbiamo stupirci di avanzare queste richieste all’Unesco, ma dobbiamo fare in modo di perfezionare anche le pratiche perché queste richieste si concludano positivamente, tra l’altro questa è la tutela più alta che possiamo dare al nostro patrimonio marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente, vorrei evidenziarle che questa sera un paio di volte non è stato attento alle mie richieste di intervento. Pazienza! Sono entrato nell’argomento anche perché adesso ho visto una notizia molto importante che serve per il territorio, sono stato preso da una notizia sulle BCC, credo che qualcuno sia intervenuto per raddrizzare quello scempio.
Detto questo, la mozione, che ha esposto in un modo condivisibile il Consigliere Busilacchi, è una cosa molto seria ed importante per il territorio. Penso che la politica, Presidente Ceriscioli, non sia attenta a questo territorio, credo che ci sia un problema, un dualismo su questo territorio per cercare di trovare una soluzione. Bisogna dire a qualcuno che questo problema va risolto, non si può sempre far finta di mettere la testa sotto la sabbia, il problema c’è e bisogna risolverlo.
Non si possono sempre risolvere le cose a senso unico, come qualcuno vuole, come qualcuno cerca di imporre, nelle aziende, nelle municipalizzate di questo territorio, lei sa a chi mi riferisco, credo che questa cosa che blocca, Assessore Sciapichetti, il Parco del Conero debba essere rimossa.
Il Partito Democratico è grande, governa questa regione, governa questo territorio, ci sono modelli del Partito Democratico, che il popolo ha votato ed il popolo ha sempre ragione, però non può mettere i veti per determinate cose, i veti in politica non servono, c’è il problema del Parco del Conero che va risolto, va risolto con le nomine e con l’elezione del Presidente.
Questo è un passaggio indispensabile, è inutile che vi nascondete, affrontate il problema e risolvetelo. E' un problema della maggioranza e all’interno della maggioranza si deve trovare la soluzione, adesso quest’Aula voterà la mozione del Consigliere Busilacchi, che fa parte della maggioranza, votiamo questa mozione, ma è ingiusto che il problema dell’organigramma del Parco del Conero rimanga invariato.
Non è possibile perché delle due cose una è sbagliata, non è sbagliata la mozione del Consigliere Busilacchi che chiede una cosa, è sbagliata l’altra cosa, quella del commissariamento.
L’autonomia ed il ruolo di questo Parco devono essere liberati dalla vostra gabbia, da una posizione interna al Partito Democratico, occorre risolvere questo problema che riguarda la dignità di una comunità che comprende tutti i Comuni della Riviera del Parco del Conero, da Camerano fino a Numana, Marcelli, parte importante del territorio, soprattutto parte importante dell’economia perché in questo periodo non solo si triplicano gli abitanti, ma c’è una vera economia che serve per molti operatori di questo settore, per la loro vita e per il loro reddito.
Credo che sia importante chiudere questa partita, le elezioni ad Ancona sono terminate, esistono le condizioni per risolvere al vostro interno questo problema nel più breve tempo possibile per una comunità di circa 30.000 abitanti.
Spero che questo messaggio vi faccia prendere coscienza del problema e che risolviate il commissariamento del Parco del Conero.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Molto brevemente per una comunicazione, intanto la mozione la condivido, sono d’accordo, anzi aggiungo che abbiamo già messo in campo con l’Unesco un percorso che dovrebbe portare, i tempi sono abbastanza lunghi, al riconoscimento di tutte le aree interne della regione Marche che vanno da Pesaro ad Ascoli, nelle quali troviamo due parchi nazionali, le Grotte di Frasassi e i Parchi regionali. Domani alle ore 15,00 faremo il primo incontro per parlare di questo, aggiungeremo la questione della Riviera del Conero che mi sembra molto importante ed interessante, quindi sull’Unesco sfondate una porta aperta.
Per quanto riguarda il commissariamento del Parco vorrei dare una comunicazione all’Aula, questa mattina in Giunta abbiamo approvato la proposta di legge che porta al riordino del Consiglio del parco, quindi disciplina tutto il percorso. La proposta è stata approvata dalla Giunta, adesso andrà in Consiglio, il primo Consiglio utile dopo le ferie, se non ho capito male il 18 settembre verrà discussa in Aula, con quella credo che si potrà aprire la fase con cui andare al rinnovo del Consiglio direttivo del Parco del Conero, quindi all’elezione del nuovo Presidente ed al superamento del Commissario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Aggiungo poche riflessioni in merito alla discussione sostanzialmente condivisa sulla mozione, che è nata perché il Consigliere Busilacchi, parlando con me, mi ha chiesto se c’era l'interesse della Regione, quindi del sistema cultura, turismo e ambiente, a valorizzare un patrimonio immenso e importante come quello del Conero. Questa è un’opportunità che come Regione dobbiamo cogliere, tenuto conto che sarà un iter non semplice, non veloce, l’istruttoria del progetto dovrà partire dai territori ed essere condivisa con la Regione perché questo progetto dovrà essere valutato e valutabile in tutti gli aspetti visto che arriverà in prima battuta al Ministero e di conseguenza alla Commissione che valuta in Italia i progetti per l’Unesco.
Credo che sia un bel messaggio che lanciamo come Consiglio regionale approvando la mozione con la quale si dà mandato al Presidente di aprire un confronto con i territori, le istituzioni, il Parco, le amministrazioni comunali, l’associazionismo territoriale, questo bel messaggio non viene dato soltanto a quei territori ma, dal punto di vista culturale e turistico, a tutte le Marche. Immaginate cosa significa riuscire ad ottenere questo riconoscimento, una promozione forte e spinta che possiamo fare livello nazionale e internazionale, sarebbe un grande messaggio che andrebbe ad aggiungersi alle bellezze paesaggistiche della nostra regione.
Lo ricordava prima il Consigliere Giancarli, è già partito un percorso che riguarda le Grotte di Frasassi, su questo sta nascendo anche una progettualità, l’idea di far riconoscere patrimonio dell'Unesco tutto il sistema delle aree interne, quindi tutto il sistema delle comunità montane.
Se riuscissimo a far partire queste due, tre situazioni credo che le Marche potranno arricchirsi di un percorso collegato all’Unesco non indifferente, un percorso che darebbe visibilità mondiale alla nostra regione, che credo abbia i requisiti, lo ricordava il Consigliere Busilacchi, che permettono di far partire la procedura e tutti insieme nel votare questa mozione possiamo dare una bella risposta.
L’ha detto anche l’Assessore Sciapichetti, il commissariamento da qui a breve terminerà per volontà della Giunta, del Presidente. Nella proposta di legge che arriverà in Commissione e poi in Consiglio c'è una novità molto importante se non quasi storica per il Parco, per la prima volta il Presidente Ceriscioli e la Giunta hanno ritenuto di inserire all’interno del Consiglio del Parco tutti i Comuni rappresentati, pensate che c'erano solo due rappresentanti: uno della città di Ancona e un altro condiviso dai Comuni di Sirolo, Numana e Camerano, quindi ogni volta era un problema trovare un equilibrio politico.
Oggi diamo la possibilità ad ogni Comune di essere rappresentato all’interno del Consiglio, poi ci saranno gli ambientalisti e coloro che ci devono essere, però la cosa forte è che la Giunta ha deciso di inserire tutti i Comuni all’interno di questo Consiglio di amministrazione, ritenendo che il Parco del Conero sia un valore aggiunto che deve rappresentare tutta la comunità.
Differente è la mia posizione rispetto a quella del Consigliere Giancarli e del Consigliere Busilacchi perché credo che i parchi debbano essere una risorsa e non una penalizzazione per gli abitanti, ma ormai i cittadini vedono sempre più il parco lontano dalle loro esigenze, il parco deve essere un valore aggiunto, deve garantire il rispetto dell’ambiente, del paesaggio, della cultura, ma non deve essere un legaccio per chi ci risiede, alcune riflessioni in futuro le dovremo fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Le ultime riflessioni dell’Assessore Pieroni mi portano a fare qualche piccola osservazione. Non mi ascrivo tra coloro che vedono nell’inserimento nella lista d’attesa dell’Unesco la panacea di tutti i mali, vista l’esperienza vissuta in altre situazioni in cui abbiamo messo in piedi una macchina da guerra enorme con ricercatori, i parascienziati e altro, anche perchè vedo nell’Unesco la chiara idea di orientarsi diversamente, in siti diversi, extra mediterranei, di guardare ai Paesi asiatici, ma a parte questo il tentativo va fatto.
Affinché questo non appaia all’opinione pubblica come un'ulteriore penalizzazione, come diceva l’Assessore Pieroni, è molto importante che le proposte vengano corredate da quelli che l’Unesco chiama i piani di gestione. Il sito dell'Unesco deve essere visto come una fonte di ricchezza, vanno visti e studiati costi e benefici, quindi quello che loro vogliono è il piano di gestione.
Fare una mozione di questo tipo va bene, la mozione è una dichiarazione di intenti, un impegno a lavorare, però deve essere corroborata da un qualcosa di concreto perché c’è l’opinione pubblica che ci guarda e dice un ulteriore orpello, non è così perché c’è la tutela del paesaggio, un paesaggio di grande qualità, ci sono delle eccellenze che non sono soltanto paesaggistiche, ma anche di carattere storico, quindi c’è da far capire all’opinione pubblica ed all’Unesco qual è il vantaggio che la collettività ne trae, il vantaggio non è soltanto un'amena visione del paesaggio, l’Unesco non è come un filantropo che guarda la bellezza del paesaggio, no, l’Unesco vuole capire anche come la collettività locale, che necessariamente deve trarne dei vantaggi, intende “sfruttare” questo bene che deve essere messo a disposizione dell’umanità.
Quando vedo operazioni di questo tipo, per evitare che siano soltanto operazioni pubblicistiche, non voglio dire soltanto di facciata, mi auguro che chi le pensa abbia in mente un esatto piano di gestione, che non sia soltanto quello della conservazione passiva, perché sarebbe un disastro in quanto l’Unesco dice che la natura, il bene, il paesaggio, sono da conservare e tutelare, ma da utilizzare come risorsa. Questo è quello che dice l’Unesco, quindi mi auguro che questi concetti siano contenuti in questa mozione, e fare la pratica per entrare nella lista di attesa significa entrare all’ultimo posto, dietro tutti coloro che hanno già fatto la domanda.
Preferirei che nel frattempo ci si metta a lavorare per il parco esistente facendo un piano di gestione che possa essere trasmesso all’Unesco, chiariamo queste posizioni altrimenti mandiamo dei messaggi all’esterno che non sono concreti, veritieri, plausibili ed utilizzabili in tempi brevi.

PRESIDENTE. Mi sembra che ci sia una proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Busilacchi e Giancarli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. C’è una proposta di ordine del giorno a firma mia e del Consigliere Giancarli, sentito il dibattito e anche l’intervento della Giunta.
Ho concordato questo intento politico con l’Assessore Sciapichetti proprio per fugare ogni dubbio sul fatto che, da ultimo ricordato dal Consigliere Celani, nel frattempo che questa domanda venga formulata, la Regione si disimpegni sulla questione delle aree protette, in particolare del Parco del Conero - ricordo comunque che la candidatura è per tutta la Riviera non solamente per il Parco - però credo che sia più che giusto avere massima attenzione al Parco e anche all’ente parco e proprio per questa ragione questo ordine del giorno è volto a sospendere il commissariamento.
Credo che la nuova legge possa essere uno strumento, ma indipendentemente dalla legge penso che oggi sia utile un indirizzo politico del Consiglio volto a sospendere il commissariamento. Quindi mi auguro che anche coloro che dai banchi della minoranza si sono espressi per superare questa fase commissariale possano accogliere questo impegno che sarà ovviamente più forte.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. La dichiarazione di voto ovviamente è positiva, non mi potrei presentare a Mezzavalle o in altri posti dopo aver votato contro.
In effetti ad un riconoscimento del genere ci terrei particolarmente, sarei il primo ad esserne felice, il mio intervento era provocatorio proprio per arrivare sia all’ordine del giorno che hanno presentato i Consiglieri Busilacchi e Giancarli, sia al fatto che il Parco del Conero va sostenuto economicamente perché è inutile farsi belli con il Parco del Conero e poi non dargli le risorse necessarie.
L'intervento polemico era su questa contraddizione, ma ovviamente sono favorevole al procedimento per il riconoscimento del sito come patrimonio mondiale, naturale e culturale dell’Unesco.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 382. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 335
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Ripristino immediato della Unità Operativa di Cardiologia - Utic del Presidio ospedaliero AV2 - Sede di Senigallia”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 335 del Consigliere Fabbri che ha la parola per illustrarla.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Avevamo già introdotto questa mozione in un Consiglio di qualche settimana fa.
Riprendo brevemente l’argomento dicendo che il decreto Balduzzi struttura l’offerta sanitaria che viene modulata in base ai volumi di attività, agli esiti delle cure, alla numerosità delle strutture, alla qualità e gestione del rischio clinico attraverso modalità di integrazione aziendale ed interaziendale tra le varie discipline secondo il modello dipartimentale. Questa è l’impostazione del Balduzzi, che avete scritto voi essendo stati in quel periodo al Governo.
Abbiamo la delibera di Giunta regionale n. 1/2018 che individua per l’Area vasta 2 un Presidio ospedaliero unico composto da quattro stabilimenti, che sono: Senigallia, Jesi, Fabriano e Cingoli.
Il reparto di cardiologia con Utic di Senigallia è l’unico in tutta l’Area vasta 2 a possedere i requisiti minimi richiesti, previsti in 20 posti letto di degenza, 6 di terapia intensiva. Analizzando i dati contenuti nella relazione redatta dal Direttore sanitario dell’Asur, la n. 7153 del 3 maggio, si evidenzia che lo stabilimento di Senigallia supera la soglia minima di 100 ricoveri anno con diagnosi di Ima, lo stabilimento di Jesi è ai limiti previsti dal decreto ministeriale n. 70 “Balduzzi”, lo stabilimento di Fabriano pur non raggiungendo i valori minimi si ritiene che abbia una performance accettabile fino al completamento della rete stradale, quindi diciamo che in questo momento è classificato come disagiato.
La delibera di Giunta regionale n. 1345/2013 “Riordino delle reti cliniche” afferma che preoccupa la smobilitazione delle unità coronariche della fascia costiera che potrebbe creare problemi soprattutto nel periodo estivo quando il carico lavorativo si raddoppia per il flusso turistico, e qui siamo giustamente nelle condizioni in cui si trova Senigallia, ma il Direttore dell’Asur con la determina n. 361/2017, confermata successivamente dalla 732/2017, individua Senigallia come sede di cardiologia riabilitativa, quindi determina in pratica la soppressione dell’unità operativa di cardiologia dell’Utic.
Questo innesca vari problemi, perché la cardiologia riabilitativa non ha un corrispettivo nei termini della disciplina ospedaliera, ai sensi del d.m. del 5 dicembre 2006 (allegato 1), viceversa si dovrebbe più correttamente parlare di riabilitazione cardiologica dove la disciplina di riferimento è la medicina fisica riabilitativa e lo specialista di riferimento è il fisiatra e non il cardiologo.
Chiaramente si è aperta la discussione all’interno dei reparti, con gli operatori sanitari che hanno anche fatto la proposta che di fatto viene ripresa nel dispositivo della mozione e nella successiva risoluzione.
Detto questo, noi riteniamo che il cittadino abbia diritto di curarsi il più vicino a casa, sappiamo che questi tre punti sono importanti per il territorio, sono ben distribuiti, vogliamo assolutamente mantenerli ed in ognuno un punto Utic ufficiale. Questo chiedevamo nella mozione, abbiamo poi sintetizzato le richieste della mozione in una risoluzione che è stata condivisa anche dai Consiglieri Volpini, Maggi, Urbinati e Giancarli, in cui chiediamo alla Giunta di prevedere una rimodulazione nell’organizzazione dei posti letto dell’Area vasta, distribuendoli in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito, ecco quindi l’importanza di averli distribuiti sul territorio con uguali servizi, nei tre stabilimenti di Senigallia, Fabriano e Jesi e garantire che, dato che in questo momento Senigallia dalla Regione è stata penalizzata, nell’erogazione delle prestazioni non si creino situazioni sperequative a danno dello stabilimento di Senigallia.
Questo è quanto richiesto dalla risoluzione che in questo momento dovrebbe sopperire, integrare, sostituirsi alla mozione di cui stiamo parlando in modo che la Giunta possa adempiere nel più breve tempo possibile al ripristino dell’unità di Senigallia ed alla realizzazione di tre reali Utic nel territorio dell’Area vasta 2.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Prima di entrare nel merito della risoluzione alcune premesse, la prima: cos’è un Utic? Credo che tutti dovremmo conoscere che cos’è un Utic, circa 25/30 anni fa si chiamava unità coronarica di terapia intensiva, è cambiata ed è diventata unità di cardiologia intensiva, quindi non c’è più il termine coronarico, perché? Le Utic nascono circa 30 anni fa quando la terapia dell’infarto veniva fatta attraverso delle procedure chimiche/farmacologiche che erano quelle della trombolisi, si introducevano delle sostanze che scioglievano il trombo responsabile dell’occlusione coronarica e quindi dell’infarto.
Oggi l’infarto è una delle tre patologie tempo dipendenti, sono quelle patologie per le quali bisogna essere trasportati nel luogo più adatto possibile nel quale esistono professionisti e tecnologie in grado di affrontarle. L’infarto insieme all’ictus ed al trauma grave è una delle tre patologie tempo dipendenti sulle quali la Regione ha già fatto i suoi Pdta.
La terapia dell’infarto oggi consiste non più nella disostruzione farmacologica della coronaria, ma nella disostruzione meccanica, ovvero si introduce il famoso palloncino, angioplastica, si ripulisce la coronaria e qualche volta si applica una sorta di marchingegno che la tiene aperta, lo stent. Questa è oggi la terapia dell’infarto, quindi le persone più che essere curate nel posto più vicino possibile, debbono essere trasportate nel posto dove possono avere la risposta terapeutica migliore e più appropriata, anche se magari sta a qualche chilometro di distanza dalla loro abitazione, che può garantire delle terapie assolutamente appropriate.
Ciò detto, le unità di terapia cardiologica intensiva servono per tutta un’altra serie di patologie acute di ambito cardiologico, penso allo scompenso, penso all’edema polmonare, penso all’embolia polmonare ed anche ad altre patologie per le quali avere un servizio di unità di terapia cardiologica intensiva è estremamente importante.
Il decreto Balduzzi, come ricordava il Consigliere Fabbri, prevede due unità coronariche per l’Area vasta 2, quindi Ancona, e queste due unità coronariche erano state previste negli ospedali di Fabriano e di Jesi, questo tra l’altro anche a discapito di una valutazione dei volumi di attività che nei tre ospedali, nelle tre cardiologie, erano state fatte negli anni, difatti Senigallia, forse perché sulla fascia costiera, forse perché d’estate raddoppia, chi dice triplica, se senti il Sindaco Mangialardi forse quadruplica perché lui è sempre abituato ad esagerare un po’, ha sotto questo aspetto dei numeri molto più consistenti di quelli delle altre due cardiologie.
Questa previsione di una delibera di Giunta dell’amministrazione precedente, era stata declinata da parte dell’Asur in una serie di determine che prevedevano la trasformazione della cardiologia di Senigallia in cardiologia riabilitativa con la soppressione dei ricoveri per acuti, indubbiamente questo avrebbe creato un vulnus al punto tale che una serie di azioni fatte anche dai cittadini attraverso le loro organizzazioni, ma anche dalla politica, sono riuscite a non dare seguito, tant’è che sono state fatte altre due determine per le quali a tutt’oggi a Senigallia i ricoveri per acuti avvengono, vengono fatte le applicazioni di pacemaker per problemi aritmici, quindi dal punto di vista sostanziale non è cambiato assolutamente nulla per quanto riguarda la popolazione senigalliese e l’interland di Senigallia.
La proposta nasce da come è conformato e configurato il nostro sistema ospedaliero, perché l’Area vasta 2, sempre per il decreto Balduzzi, ha un solo ospedale in quanto i numeri sono quelli, che si articola su tre presidi ospedalieri, anzi prima erano quattro, oggi sono tre perché Osimo è stato inglobato all’interno dell’Inrca, i tre ospedali sono: Senigallia, Jesi, Fabriano, i famosi ospedali di rete.
Proprio in virtù di questo tipo di impostazione, che il Balduzzi ha dato alla rete ospedaliera italiana e quindi marchigiana, in questo caso dell'Area vasta 2, è possibile prevedere non più due unità coronariche come oggi, quindi Senigallia, Fabriano, Jesi, ma un'unica in un concetto di rete, unità coronarica che si articola sui tre presidi ospedalieri in modo tale che quella patologia acuta extra infarto possa essere affrontata con adeguate professionalità e con l’adeguata tecnologia che serve.
Per cui credo che questo tipo di percorso, peraltro condiviso anche con gli operatori, anzi forse la primogenitura di questa proposta quasi mi appartiene, possa essere dato ai programmatori della sanità in modo tale da risolvere un vulnus che si era creato. Non c’è aumento di unità operative, né semplici, né complesse, anzi addirittura c’è la riduzione di unità operativa complessa, perché ne rimarrebbe una soltanto e la risoluzione che ho sottoscritto insieme al Consigliere Fabbri ha proprio questo significato, il ripensamento di un atto programmatorio che migliora secondo noi la situazione non solo di Senigallia ma dell’intera Area vasta 2 per quanto riguarda la cardiologia e nella fattispecie la cardiologia per acuti, quindi l'unità cardiologica intensiva. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa risoluzione vada contro una mozione votata dall'Aula all’unanimità, la mozione, firmata dallo stesso Presidente della Commissione, se ricordo bene, difendeva la struttura di Senigallia.
La risoluzione per quanto scritta molto bene non va in questa direzione, secondo noi della Lega. Questo è il problema di fondo, non viene messo il ruolo dell'ospedale, come previsto dalla mozione del Movimento 5 Stelle, precisamente quel comma viene sospeso, per cui io divento subito freddo, anche perché questa risoluzione è finalizzata ad un equilibrio del territorio, però non c’è scritto che l’ospedale di Senigallia è un punto di riferimento per quella comunità. Sono molto suscettibile su questa cosa, non condivido assolutamente questa impostazione che è una cosa inferiore alla mozione votata all'unanimità in Aula, quindi avendo votato una mozione che contiene un valore più alto di questa risoluzione, cosa faccio, mi frego da solo?
Credo che questa risoluzione contenga molte ombre, perché quando si incomincia a parlare di equilibrio, vediamo, difendiamo, bisogna mantenere i tre posti in egual misura in termini professionali, quindi non la raccontate giusta, credo che sia una cosa materialmente impossibile mantenere tre strutture dello stesso livello, andrebbe in contrasto con le cose che quotidianamente vengono fatte per la sanità. Se questa risoluzione avesse previsto la salvaguardia della struttura dell’ospedale di Senigallia sarebbe stata una cosa diversa e fatta bene.
Per quanto riguarda la mozione ci penseranno poi i senigalliesi, al momento il Consigliere eletto da quel territorio firma qualcosa che in seguito vedremo se l'Assessore la manterrà.
Sono molto preoccupato perché la lotta del popolo di Senigallia è relativa a questo contesto, alimentata da preoccupazioni e dopo la risoluzione le preoccupazioni rimarranno più forti che mai. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Vorrei iniziare ringraziando il Dr. Volpini, non il Consigliere Volpini, proprio il dottore perché se ancora ce ne fosse stato bisogno lo ha fatto per l’ennesima volta, ci ha spiegato che cos’è un Utic, ma soprattutto ci ha spiegato qual è stata l’evoluzione di questa tecnica medica che negli anni ha interessato anche i nostri ospedali marchigiani, quegli ospedali che noi abbiamo considerato importanti per il territorio, strutture che sono state insieme ad altre interessate dalla riforma Balduzzi. Dipende da noi che tipo di lettura vogliamo dare a questo documento, a questa fase di transizione, perché se noi ci troviamo a discutere documenti come questo, è notizia di qualche giorno fa che nel mio territorio si è partiti di nuovo alla carica con l'Utic che manca in un ospedale mentre nell’altro c’è, ma come stanno le cose le ha spiegate esattamente poco fa, ripeto, non il Presidente della IV Commissione, ma il Dr. Fabrizio Volpini.
Diciamo che il decreto Balduzzi tende a mettere insieme le specialistiche e questo è un salto di qualità che la medicina fa, non è un passo indietro perché oggi più che mai nella medicina moderna, sono differenziati il territorio, quindi i servizi territoriali, e i servizi ospedalieri che hanno una specializzazione molto avanzata e che va per bacini d’utenza, noi nelle Marche lo sappiamo perché di questo stiamo discutendo ormai da anni.
La risoluzione sull’Utic di Senigallia l’ho firmata e l’ho fatto convintamente, però ho anche firmato e ho presentato, e sarà distribuito a breve, un ordine del giorno che per similitudine applica il principio che il Presidente Volpini ci ha spiegato qualche minuto fa a tutte le altre Aree vaste in cui c’è bisogno.
Ad esempio nella mia Area vasta, la n. 5, c’è un caso esattamente simile a questo, c’è la città di San Benedetto che è un ex Utic, nel quale è stato applicato un sistema di reti cliniche, ma è una città turistica, una città che ha un enorme flusso soprattutto nel periodo estivo ed è un ospedale dove la chirurgia è andata nella direzione riabilitativa, l'emodinamica sta nel capoluogo ad Ascoli Piceno e la parte riabilitativa sta sulla costa, questa è anche una risposta che noi diamo alle pressioni che sono state fatte negli ultimi mesi perché c’è una cosa da sottolineare: noi in questa fase di transizione, perché siamo in una piena riforma sanitaria, parliamo della realizzazione di nuovi ospedali in questa regione, non so per quanti anni se n’è parlato, ma nessuno aveva messo questa riforma in campo, noi l'abbiamo fatto e lo rivendichiamo, però noi vogliamo arrivare a questa riforma con i nostri ospedali a pieno regime, noi non vogliamo smantellare nulla, quindi tutto ciò che sul territorio si può ricostruire e mettere a servizio per implementare le reti cliniche va fortemente perseguito.
Quindi ho firmato la risoluzione ed ho firmato l'ordine del giorno che prego di distribuire che cita il caso dell’Area vasta 5 che è proprio uguale, identico e sovrapponibile a quello dell’Area vasta 2, parallelamente tutto quello che si farà per l’Area vasta 2 di Ancona si dovrà fare per l’Area vasta 5 di Ascoli Piceno, in particolare per il presidio Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
Quindi grazie al Presidente Volpini anche per questa assistenza medico-scientifica-tecnica che quando si parla di sanità è molto importante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Se è possibile chiederei di avere una maggiore delucidazione rispetto a cosa prevede nel concreto la formulazione di questa risoluzione, che cosa si intente con la dicitura: “a prevedere una rimodulazione dell’organizzazione dei posti letto in Area vasta (che consta di un unico Presidio e quindi può prevedere un’unica Unità operativa con posti letto sia di Utic che di Cardiologia) distribuendoli in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito nei tre stabilimenti di Senigallia, Fabriano, Jesi”. Cioè viene rimodulata rispetto a quelli che erano i vecchi numeri di utenza rispetto all’Utic, mantenendo due Utic e una di riabilitativa, ma ruotandole nei presidi sulla base dei numeri che fanno o saranno tutte Utic? Lo vorrei capire bene prima di votare una cosa che all’apparenza mi sembra che possa essere corretta se recupera la funzione di Utic vera e propria nel presidio di Senigallia, se così non è diciamo che qualche dubbio ce l’ho nel votarla. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. E’ stato distribuito l’ordine del giorno che ho predisposto, c’è l’Area vasta 5 anziché 4, quindi possiamo correggerla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Intervengo per cercare di chiarire le idee su questa terminologia usata: rimodulazione. In realtà si tratta di mantenere le funzioni, peraltro è quello che sta attualmente succedendo anche senza la risoluzione, per entrambe le tre cardiologie all’interno della rete cardiologica dell’Area vasta 2. La funzione per acuti si sarebbe persa in presenza di un indirizzo ‘cardio riabilitativo’, come era stato individuato, se l'indirizzo fosse stato solo ed esclusivamente ad indirizzo riabilitativo il paziente acuto (la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco) potevi ricoverarlo all’interno di letti indistinti di terapia intensiva, che è una strada che è stata intrapresa in diverse realtà, non più all’interno di letti cardiologia e intensiva ma, con questo tipo di rimodulazione tutte e tre le cardiologie continuano a ricoverare acuti, poi qualcuna magari sarà più specializzata per la patologia aritmica, qualcun’altra per patologia diversa, però rimangono tre unità di terapia intensiva non coronarica cardiologica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Non devo aggiungere molto a quanto già sostenuto su questa mozione sia dal Presidente della Commissione sanità e politiche sociali, Consigliere Volpini, sia dal nostro capogruppo Consigliere Urbinati. Tra l’altro i loro interventi sono stati complementari perché il Consigliere Volpini ha insistito non soltanto da Presidente ma da medico, come giustamente diceva il Consigliere Urbinati, anche sull’impostazione medico/scientifica di questa organizzazione, mentre il Capogruppo Urbinati si è soffermato sull’Area vasta 5.
Noi qui stiamo parlando dell’Area vasta 2, che è di notevoli dimensioni perché va oltre la provincia di Ancona e comprende alcuni Comuni del maceratese, quindi parliamo di oltre un terzo degli abitanti delle Marche e proprio perché ha queste dimensioni che è quanto mai fondata la mozione e la risoluzione che qui presentiamo.
Intanto c’è un punto politico, noi non abbiamo mai pensato alla contrapposizione fra i diversi ospedali delle Marche, tanto più nessuna contrapposizione deve esserci fra gli ospedali della stessa Area vasta e quindi nel nostro caso Jesi, Fabriano, Senigallia.
Ho firmato volentieri questa risoluzione, e voglio ricordare che alcuni anni fa, nel 2013, poi nei fatti non ci sono stati cambiamenti ma la programmazione prevedeva altre cose, come il Presidente Volpini ha detto, avevo presentato un’interrogazione in cui contestavo la scelta che stava venendo avanti fra l’allora Direttore generale dell’Asur e l’Assessore alla sanità e mettevo in evidenza non soltanto il reparto di cardiologia dell’ospedale di Senigallia, quello che aveva maturato negli anni, quindi una indiscussa capacità operativa altamente qualificata, ma anche la vocazione di quella città, una vocazione turistica che porta ad avere una presenza massiccia. Quindi senza alcuna penalizzazione di questa o di quell’altra struttura, vogliamo evitare le contrapposizioni e cogliere le specificità.
Non parlo della risonanza magnetica su Senigallia, spero che a settembre entri finalmente in funzione e se entrerà in funzione non potremmo dire altro che era ora perché non è pensabile che uno strumento tecnologico anche se di quel livello ci impiega quattro anni (dal 2014) per essere messo in funzione, quindi prima entra in funzione e meglio è ed è un dovere di tutti metterla in funzione quanto prima, ma parlo di alcune specificità, non è pensabile che per troppo tempo abbiamo discusso sull’Utic di Senigallia o sulla bronco-pneumologia di Jesi o, come ci ricordava il Presidente anche nell’ultima seduta del Consiglio, sul punto nascita di Fabriano. Questi presidi sono un unico stabilimento, un unico ospedale e quelle specificità che oggi soffrono, che ogni tanto diventano oggetto di polemica, di contrapposizione, vanno superate.
Quindi questa risoluzione non penalizza l’ospedale di Senigallia, ma rafforza l’intesa non a scapito di quella o di quell’altra struttura ospedaliera, ma rafforza l’intesa all’interno dell’Area vasta fra tutte le strutture ospedaliere per far si che si possa operare in condizioni di sicurezza, di responsabilità, di vicinanza alle città, ai territori, tenendo conto anche delle specificità, non soltanto quelle sanitarie, ma anche quelle turistiche, come nel caso di Senigallia o come il grande bacino a cui l’ospedale di Jesi è chiamato a rispondere, o le distanze che ha un ospedale come quello di Fabriano, distanze enormi da Ancona e anche da Perugia.
Le distanze esercitano un ruolo negativo ed è per questo che noi dobbiamo agire per far si che queste strutture ospedaliere trovino una risposta, come le trovino le altre del territorio marchigiano, perché il Consigliere Urbinati parlava di San Benedetto del Tronto, ma potremmo parlare di Urbino, di Civitanova Marche, noi siamo abituati a ragionare come sistema Marche e dentro questo sistema Marche c’è l’ospedale di Torrette che è l’ospedale regionale, e su questo vogliamo agire per dare risposte a questo sistema nell’interesse dei marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Per alcune integrazioni e chiarimenti. Riprendo il chiarimento che il Consigliere Volpini ha dato alla Consigliera Leonardi, effettivamente in questo momento l’Utic a Senigallia non c’è, è una cardiologia riabilitativa, il codice 50 dell’acuto ad esempio non potrebbero utilizzarlo, quindi gli operatori del settore potrebbero essere spinti, come del resto poi ha ammesso lo stesso Consigliere Volpini, a trattare l’acuto non potendolo fare ufficialmente. In questo momento quindi non c’è una chiarezza operativa all’interno dell’unità.
Adesso noi chiediamo una unità unica su tre presidi equivalenti tra loro nella quale si possa fare tutto, trattare sia l’acuto che la sezione riabilitativa, tre presidi operativi identici, dimensionati sulle esigenze storiche del territorio.
Per rispondere al Consigliere Zaffiri, il dispositivo della mozione 349 da lei proposta, approvata all’unanimità è pienamente coerente con le risultanze della risoluzione, perché chiede che gli interventi, le azioni e gli atti amministrativi di natura sanitaria tendano a mantenere, ovvero a potenziare, l’ospedale, i servizi e le strutture di Senigallia e dei Comuni del territorio della Valle del Misa e del Nevola, ed ora noi stiamo sanando un errore che ha fatto la Giunta e da tre anni stiamo rincorrendo la mala applicazione del decreto Balduzzi da parte di questa Giunta, ad ogni Consiglio c’è qualcosa riguardante la sanità che infiliamo per tentare di mettere una pezza. Adesso speriamo che questo decreto Balduzzi venga riscritto in maniera migliore, in modo che consenta al cittadino di vivere e di curarsi tranquillamente, a morire poi sono capaci tutti purtroppo.
Detto questo, ritengo che sia necessaria la conclusione a cui siamo arrivati, che dia assicurazione ai tre presidi di funzionare a pieno ritmo. La popolazione ha bisogno di cura, di specializzazione, di capacità di incidere sull’urgenza, quindi anche sull’acuto.
La risoluzione non va in contrapposizione, come ha detto il Consigliere Zaffiri, alla sua mozione e la spiegazione che ci ha dato il Consigliere Volpini è quella con cui noi intendiamo procedere, quindi razionalizziamo la gestione, tentiamo di ridurre anche i costi, sappiamo che all’interno dell’Asur c’è un dirigente ogni 4 dipendenti, però il cittadino è al centro e in questo momento noi dobbiamo riequilibrare una situazione che a Senigallia è deficitaria per un errore ed in questo momento lo andiamo a sanare.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno a firma del Consigliere Urbinati.
Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Consigliere Urbinati, qui parla di rimodulazione dei posti letto di cardiologia, dell'Utic o altro e dei posti letto in generale? Perché dalla formulazione non si capisce, visto che stiamo trattando dell'Utic posso dire che parliamo anche qui di cardiologia, però vorrei che ce lo chiarisse meglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Si parla per similitudine perché i casi sono esattamente uguali, a differenza della mozione fatta precedentemente poi trasformata in risoluzione, non ho i dati statistici, però si parla di cardiologia, si parla di posti di Utic, si parla esattamente di quello perché la situazione è simile. Lei ha parlato del codice, il problema è tutto incentrato sul codice di assegnazione, puoi curare ma non puoi dimettere attraverso un codice, quindi come si centralizzerà nell’Area vasta 2, si potrà farlo su tutto il territorio adottando lo stesso sistema.

Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Fabbri, Volpini, Maggi, Giancarli, Urbinati. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 384
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Contributi in conto capitale alle imprese dei territori colpiti dal sisma: mancata adozione atti applicativi da parte della Regione Marche al Decreto del Ministero economia e finanza del 10 maggio 2018”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 384 della Consigliera Leonardi, che ha la parola per illustrarla.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. So che l’ora è tarda e gli atti all’ordine del giorno sono molti, però l’importanza di trattare questo argomento, che è quello del sisma, prima della pausa estiva ha portato alla mia richiesta di un inserimento rapido, a pochi giorni dalla presentazione della mozione, che nasce da alcuni incontri, in particolar modo dall’ultimo incontro che ho tenuto assieme a due Onorevoli di Fratelli d’Italia, Acquaroli e Trancassini, a Tolentino dopo la visita nei luoghi del terremoto il 13 luglio. Abbiamo incontrato insieme ad alcuni Sindaci ed amministratori anche alcune categorie, che hanno le proprie imprese nel territorio colpito dal sisma, con le loro varie richieste e le loro varie preoccupazioni, ricordo che era all’ordine del giorno dei lavori del Parlamento l’adozione del decreto sisma che purtroppo non ha recepito la maggior parte delle richieste che venivano dai territori. Qualcosa che può fare la Regione e poteva averlo già fatto c’è, per questo nasce la mozione.
Con decreto del 10 maggio 2018 il Ministero dell'economia e finanze ha previsto delle agevolazioni per le imprese delle aree del cosiddetto cratere, che sono finalizzate a sostenere la ripresa e lo sviluppo del tessuto produttivo dell'area colpita dagli eventi sismici dell'agosto e ottobre 2016 e del gennaio 2017.
Queste agevolazioni si esplicano tramite la concessione di aiuti alle imprese beneficiarie aventi sede operativa nei Comuni al momento dell'erogazione, incluse le imprese agricole i cui fondi siano situati in tali territori, che realizzino o abbiano realizzato a partire dal 24 agosto 2016 investimenti produttivi.
Il decreto in oggetto riguarda le quattro Regioni colpite dal sisma e per la Regione Marche c’è lo stanziamento più cospicuo perché sono state stanziate risorse pari a 21.700.000 euro, cioè il 62% delle risorse stanziate, questo a significare che la maggior parte delle imprese colpite ricadono sul territorio marchigiano.
I soggetti beneficiari sono imprese che hanno dei requisiti stabiliti nell'articolo 3 del decreto, si tratta di attività economiche tra le più svariate, dal settore dell'agricoltura a quello dell'acquacoltura, dalla forestazione alle imprese artigiane e commerciali.
Per unità produttive si intendono le strutture dotate di autonomia tecnica, organizzativa, gestionale e funzionale, articolate su più immobili o impianti perché i finanziamenti vanno anche alle strutture.
Sempre l’articolo 3, comma 4, definisce le modalità applicative del decreto medesimo e stabilisce che i Vice Commissari con appositi provvedimenti dettaglino i requisiti e le condizioni di ammissibilità che le imprese istanti devono possedere all'atto della presentazione della domanda per ottemperare alle prescrizioni della normativa comunitaria, a seconda del regime di aiuti utilizzato e provvedano ai necessari adempimenti comunitari.
L'articolo 14 dello stesso decreto 10 maggio 2018 stabilisce che sono i Vice Commissari, con propri provvedimenti pubblicati sui Bollettini ufficiali regionali, a dettagliare i requisiti di ammissibilità, le condizioni di partecipazione, le cause di inammissibilità e di esclusione previste dalla normativa comunitaria ai fini dell'accesso dei diversi regimi di aiuto.
Gli stessi Vice Commissari, ricordo che sono i Presidenti delle quattro Regioni, forniscono le istruzioni e i chiarimenti necessari e definiscono gli schemi di domanda e l'ulteriore documentazione che l'impresa è tenuta a presentare per poter beneficiare delle agevolazioni previste. Ho estrapolato un sunto delle norme inserite nel decreto, è pertanto compito del Presidente della Giunta regionale in qualità di Vice Commissario adottare questi provvedimenti, ricordo che il decreto è di maggio, quindi è già in vigore da più di due mesi. Senza i requisiti previsti e stabiliti dalla Regione le aziende non possono ricevere questi contributi.
Così come è stato per le istanze presentate dai nostri Parlamentari in Aula, così voglio farlo in questa Assise regionale, il fattore tempo è certamente una delle cose più critiche rispetto alla gestione del terremoto quindi con questa mozione chiedo, visto che non sono ancora stati fatti, di emanare i provvedimenti previsti dal decreto del 10 maggio 2018 per permettere alle imprese produttive del cratere di poter finalmente accedere agli aiuti previsti nello stesso decreto e di stabilire un cronoprogramma dettagliato che definisca la tempistica relativa all’adozione dei provvedimenti di cui al decreto citato.
E’ urgente, mi auguro che la mozione possa trovare accoglimento da parte dell’Aula.
Ho cercato di dare una accelerata prima della pausa estiva perché si naviga di fronte ad una marea di difficoltà burocratiche. Avere 21.700.000 euro disponibili per aiutare le imprese del cratere e non riuscire ad emanare in tempi celeri i criteri attraverso i quali, le aziende possano accedere a queste risorse, credo che sia controproducente per quel rilancio delle nostre terre che già da due anni sono messe in ginocchio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Alla base della mozione ci sono intenzioni più che positive, ovvero quelle di dare atto e seguito a contributi a fondo perduto per le imprese dell’area del sisma.
Passiamo alle date, il provvedimento è stato emanato il 10 maggio, ma è diventato operativo dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale avvenuta il 21 giugno 2018. Quindi l’operatività del provvedimento parte dalla data di pubblicazione.
Rispetto al provvedimento non è una iniziativa che la Regione fa per conto suo, ma la fa in coordinamento con le altre Regioni, come abbiamo fatto per gli altri provvedimenti e misure, in modo da dare un trattamento omogeneo nei criteri alle imprese presenti nelle aree colpite dal sisma, in coordinamento con gli altri bandi che stanno uscendo sempre sui fondi relativi al Fesr destinati alle imprese, con un necessario lavoro preliminare di condivisione anche con le associazioni di categoria perché in tutti i provvedimenti relativi alle misure a sostegno delle imprese del territorio le coinvolgiamo. Quindi un lavoro che si sta svolgendo, noi contiamo entro il mese di settembre di aver finito tutta la parte preliminare per poi uscire con le linee guida e i bandi necessari a poter recepire e reperire queste risorse.
Credo che 10 maggio e 21 giugno diano un’impressione diversa rispetto al percorso che si sta portando avanti. E’ seguito dal settore dell’Assessore Bora che ha fatto anche un lavoro in fase preliminare di quella che è stata la costruzione insieme alle altre Regioni, avendo avuto oltretutto una funzione di coordinamento per poter arrivare alla famosa data del 21 giugno.
Siamo perfettamente dentro i tempi, anche noi cerchiamo di fare il prima possibile, ma lo facciamo con quelle attenzioni che dicevo, quindi in coordinamento con le associazioni di categoria, in coordinamento con le altre Regioni, in allineamento con i bandi che stanno uscendo in questo periodo a favore delle imprese.
Ritengo che la mozione, che parte da un presupposto limitato, che è l’idea del 10 maggio, e non tiene in alcuna considerazione i necessari passaggi con le categorie e con gli altri, possa essere respinta dall’Aula perché non necessaria.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Replico fondamentalmente alla parte finale dell’intervento del Presidente perché è ovvio che qui si chiede un coinvolgimento, si è sempre chiesto un coinvolgimento delle categorie. Ho detto in premessa che questa mozione nasce proprio dall’ascolto e dal confronto con le categorie e con chi rappresenta il territorio ed immagino, lo do per scontato, che abbiano una interlocuzione costante con chi dirige e governa questa Regione prima ancora con chi rappresenta la minoranza.
Ho fatto però una riflessione sul tempo che dovrebbe essere comunque prioritario, indipendentemente da quelle che sono le tempistiche e le esigenze delle altre Regioni che non hanno, e la ripartizione dei fondi lo dice chiaramente, magari le stesse necessità che ha la regione Marche, quindi la riflessione è anche sbilanciata visto che lei mi ha risposto dicendo che le cose si fanno concordando con le altre tre Regioni terremotate. Purtroppo abbiamo visto che non sempre questo coordinamento e le scelte fatte in altre sedi hanno portato bene, quindi la Regione Marche dovrebbe avere un ruolo di spinta rispetto ad una esigenza che per noi incide molto di più nel fattore socio economico e di ripartenza rispetto magari ad altre realtà che hanno avuto danni più limitati a piccole zone, a piccole porzioni del territorio, mettendo in crisi meno aziende, meno comunità, meno realtà produttive delle nostre.
Non vedo, sebbene la data di pubblicazione sia più spostata in avanti rispetto a quella dell'emanazione, nella richiesta qualcosa in contrasto con una votazione positiva.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 384. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Proposta di legge n. 211
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni urgenti di modifica delle leggi regionali 17 luglio 1996, n. 26 ‘Riordino del Servizio sanitario regionale’ e 20 giugno 2003, n. 13 ‘Riorganizzazione del Servizio sanitario regionale’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 211 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Intanto chiedo scusa all’Aula per il momento di sconforto, perché di questo si tratta, di fronte ad una overdose di emendamenti e di sub emendamenti non avevo fiale di Naloxone che mi potessero tirar fuori da quel momento di panico.
Le proposte di legge, quelle un po’ più complicate e corpose vengono sempre fatte nell’ultima seduta del Consiglio prima delle ferie, l’anno scorso è toccato ai vaccini, quest’anno tocca alla modifica della legge 13 ed ho sempre io tra l’altro questo ingrato compito, di fronte alla calura ed alla stanchezza, quest’anno si è pure aggiunto l’orario decisamente tardo.
Questa proposta di legge, al di là degli emendamenti che vedremo successivamente, norma tre situazioni diverse, una riguarda l’istituzione della centrale unica di risposta, del famoso 112, che è un adempimento che peraltro ci chiede l’Europa, al quale alcune nazioni hanno già adempiuto. In Italia ci sono alcune Regioni che sono partite, una su tutte la Lombardia, con la quale noi stiamo lavorando per capire come è stata la loro prima esperienza, è partita una parte della Toscana ed anche parte della Sicilia.
Il numero 112 dovrà accorpare tutti gli altri numeri delle emergenze, quindi il 113, il 118, i Vigili del Fuoco, e dovrebbe essere una sorta di razionalizzazione del sistema che permetterà anche maggiore efficienza di risposta perché si dota anche della geolocalizzazione della chiamata, che non è cosa da poco.
E’ chiaro che rispetto a come è adesso, diviso per i singoli settori, la situazione ci spaventa, ma noi dobbiamo immaginare il numero dell'emergenza con del personale adeguatamente formato che risponde ed è in grado di smistare automaticamente la chiamata, è coordinato dal Ministero dell'Interno, peraltro è stata fatta recentemente una conferenza stampa nella quale sono stati riportati i dati delle prime Regioni che sono partite e sono assolutamente positivi.
Noi lo stiamo facendo insieme alla Regione Umbria con un recall della Toscana qualora ci fossero delle difficoltà.
Il dato è che la centrale unica di risposta viene affidata all’Agenzia sanitaria regionale.
Il comma 2 dell'articolo 1 riguarda i rimborsi per il trasporto per il personale distaccato presso l’Agenzia sanitaria regionale che come sapete ha un organico piuttosto esiguo e svolge le sue attività, i suoi lavori, grazie all’istituto dell’utilizzo, ovvero si cercano professionisti nei vari ambiti della regione ai quali si chiede la disponibilità e vengono poi utilizzati per progetti che riguardano l’Agenzia stessa.
In questo caso è chiaro che ad uno di Ascoli, piuttosto che di Pesaro, piuttosto che di Senigallia, che viene per qualche ora o per qualche giorno a lavorare in Agenzia gli si rimborsa le spese di viaggio.
L’articolo 2 riguarda la modifica della legge 13/2003 per quanto riguarda la nomina dei Direttori di Area vasta. Come tutti sapete i Direttori di Area vasta che sono stati nominati due anni e mezzo sono scaduti il 29 luglio, quindi si tratta di andare ad un avvicendamento per una nuova nomina, il problema consiste nel fatto che l’elenco regionale dal quale avevamo attinto allora per la nomina dei Direttori di Area vasta non esiste più perché è intervenuto il decreto legislativo n. 171 nel 2016 che ha istituito presso il Ministero della salute un Albo nazionale al quale tutte le Regioni all’atto della nomina dei Direttori di azienda devono far riferimento e la Regione Marche lo ha appena fatto con la proroga e quindi con la nomina dei Direttori delle sue aziende che come sapete sono le famose quattro aziende: Asur, Marche Nord, Ospedali Riuniti di Torrette e Inrca-Osimo, i cui Direttori sono stati rinnovati. Mancando un elenco regionale si sono dovuti introdurre alcuni requisiti per la nomina dei Direttori di Area vasta che, come credo tutti sappiate, è questa articolazione dell’Asur su scala provinciale con azioni e con funzioni di coordinamento e di raccordo con l’Asur, non dotata di personalità giuridica dal 2011 perché nelle varie evoluzioni che il sistema sanitario marchigiano ha avuto, dalla legge 13 fino ad oggi, ci sono state per un lasso di tempo le Zone con personalità giuridica e l’Area vasta con funzione di coordinamento, poi nel 2009 è stata tolta la personalità giuridica alle Zone e sono rimaste le Aree vaste senza personalità giuridica.
Quindi c’era questa necessità per cui sono stati introdotti una serie di requisiti per la nomina dei futuri Direttori, che in parte richiamano quelli precedenti mentre altri sono stati introdotti con questa normativa, quindi si dà mandato alla Giunta di nominare i Direttori di Area vasta su proposta del Direttore generale dell’Asur, che è l’unica struttura che ha personalità giuridica.
Altri elementi significativi riguardano le funzioni che sono rimaste tali e quali a quelle precedenti con in più, volta per volta, funzioni che il Direttore generale affida a seconda delle situazioni, ne ricordo una su tutte, perché su questa il Consiglio si era espresso, ed è quella della contrattazione sindacale, quando abbiamo modificato le relazioni sindacali abbiamo messo in mano al Direttore generale la contrattazione, però poi a sua volta il Direttore generale per una maggiore territorialità affida al Direttore di Area vasta la contrattazione. E' una facoltà del Direttore generale affidare via via funzioni diverse.
L’altra novità riguarda l’importo dell’indennità, prima era calcolata sul numero di abitanti dell’Area vasta, oggi invece viene determinata su una percentuale rispetto all’indennità del Direttore generale, ed è del 30%.
Questa proposta di legge è stata oggetto di tanti emendamenti e sub emendamenti, che illustreremo così come sono arrivati, che abbiamo dovuto adeguare anche rispetto al testo della legge stessa. Le novità più importanti sono queste.
Aver introdotto i criteri dell’elenco regionale ha permesso anche di dare una risposta a quanti sostenevano che nella prima stesura avevamo abbassato il livello di competenza e di preparazione o comunque di efficacia dei Direttori generali, aver fatto riferimento a questi requisiti ha permesso anche di dare una risposta importante.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Direi che mi trovo in una certa difficoltà, forse diversa da quella in cui si è trovato il Presidente Volpini, nel relazionare come Consigliera di minoranza e rappresentare le minoranze su questa proposta di legge che quando è arrivata sembrava un mero adeguamento rispetto a delle normative sopravvenute, invece si è rivelata, dopo i fatti di oggi ed anche di qualche giorno fa, una sorta di battaglia interna sui criteri e sulle nomine, e devo dire che per quanto riguarda chi ha assistito e sta assistendo, almeno chi è entrato nel merito, non è un bel vedere.
Il Presidente Volpini è entrato nel merito della proposta, sorvolerò sull’adeguamento alla direttiva europea rispetto al 112 con le difficoltà che sono state sollevate in Commissione rispetto ad alcuni casi che si sono verificati in altre Regioni, ma chiedo attenzione e qualche chiarimento in più anche perché tempo fa sulla stampa si parlava dell’Interporto di Jesi, garanzie da quello che ci hanno detto i dirigenti che sono venuti a riferire in Commissione non ce ne sono, per cui non c'è una totale chiarezza rispetto a questo servizio.
Mi concentrerò sulle modifiche alla legge 13 dicendo che l’articolo, così come era arrivato in Commissione da parte della Giunta, aveva scatenato le giuste osservazioni in merito ai requisiti e alla perdita di preparazione per la nomina dei Direttori di Area vasta e riguardavano il fatto che gli incarichi potevano essere conferiti a chi aveva avuto un’esperienza triennale, anche in modo non continuativo, di direzione amministrativa, sanitaria, di Area vasta , di struttura complessa in enti della sanità.
In Commissione è stato modificato, ribadisco, con il voto contrario delle minoranze quello che apparentemente poteva sembrare un accoglimento delle rimostranze fatte dalle minoranze perché si parlava si di 5 anni, ma si faceva riferimento ai 5 anni di esperienza solamente per coloro che avevano fatto 5 anni di direzione di struttura complessa, togliendo addirittura anche il riferimento ai 3 anni, lasciando senza un riferimento temporale tutti coloro che potevano accedere alla possibilità di diventare Direttore di Area vasta purché avessero ricoperto incarichi anche di un giorno, non essendo specificato, in enti del Servizio sanitario nazionale, di direzione di Area vasta , di direzione amministrativa o di direzione sanitaria, solo per un quinquennio relativamente alla direzione di struttura complessa.
Oggi abbiamo visto un balletto infinito di emendamenti nei quali abbiamo visto togliere la Giunta mettere la Giunta, decide la Giunta, poi no decide il Direttore generale, poi di nuovo decide la Giunta, non sappiamo alla fine quale sarà il parto che avete deciso.
Il compenso al 30% che poi scende al 25, poi al 20, poi risale al 30, quindi non si capisce se a fronte di una minore competenza noi diamo anche un maggiore emolumento, perché dal 20% al 30% in meno c’è differenza, anche qui non si è capito quale sarà la votazione e l’emendamento finale che passerà e sarà approvato.
Devo dire che questo denota una grandissima confusione, devo dire che i criteri andavano valutati e andrebbero valutati, per questo chiederei, e torno a sollecitare la richiesta che è già stata fatta dal capogruppo della Lega, di rinviare la votazione di questo punto, altrimenti sembra solo di dover stabilire dei requisiti particolari non valutando i criteri migliorativi per un ruolo che è comunque molto importante nelle politiche sanitarie, soprattutto ci sembra che ci sia una confusione che probabilmente ha portato ad un compromesso al ribasso, visto quello che abbiamo assistito in questa lunga giornata di discussione, facendo arrivare questo atto come ultimo punto all’ordine del giorno.
Reputo che in questo modo sia impossibile votare una proposta di legge e se l’emendamento 2.8.1 andrà a sostituire addirittura tutto l’articolo 2, andremo a votare una cosa che non è passata in Commissione, che non è stata approfondita, che modifica, addirittura inserisce la possibilità di attingere persone che non vengono dal mondo dell’Asur, su questo credo che il rispetto, e non sto dicendo una cosa contraria a questa, di tutti e delle minoranze in particolar modo avrebbe richiesto di fare una verifica, un approfondimento migliore. Voglio ricordare per chi ci ascolta e che non è presente alle riunioni dei capigruppo, che si è discusso a lungo nell’ultimo mese delle date del Consiglio, ad un certo punto abbiamo inserito la data del 24, poi è stata tolta per accorpare tutto nella seduta del 30, poi si è parlato di fare una seduta di Consiglio ai primi di agosto perché c’erano anche delle esigenze possibili di bilancio e su quella data c’era una larga convergenza. Se c’era la necessità di approfondire credo che i tempi c’erano e si poteva fare senza correre a fare l’emendamento, alla correzione, all’interno della maggioranza che svilisce anche tutto il ruolo del Consiglio e che produce un atto che è impossibile da valutare se non negativamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Molti maestri in politica dicono che quando sul merito vai un po’ in crisi devi sempre attaccare il metodo.
Trovo che la sostanza, così come l’ha bene illustrata il Consigliere Volpini, sia abbastanza semplice, riconducibile alla necessità di trovare un ambito di risposta all’impostazione normativa della nostra Regione dal momento che il punto di riferimento per nominare il Direttore di Area vasta è stato cancellato. E’ evidente che bisogna mettere ordine visto che si pescava da una graduatoria che non c’è più.
Nel mettere ordine, nel cambiamento, è chiaro che ci sono tanti punti di vista, chi preferiva il 20% di riduzione rispetto al valore del Direttore generale una volta riconosciuto che non sono più Direttori generali, chi il 25, chi il 30, con il voto stabiliremo. Io sono favorevole al 30% in meno del Direttore generale proprio perché si è chiarita la natura, non è un compito da Direttore generale, diventa Direttore di Area vasta e assume in termini di responsabilità le responsabilità tipiche di un dirigente e non di un Direttore generale, è quindi corretto in termini di compenso segnalare la differenza rispetto chi come Direttore generale assume anche un ruolo di responsabilità oggettiva rispetto alle competenze ed alle possibilità.
Primo aspetto chiarito: non è un Direttore generale. Secondo, va bene il compenso ridotto del 30%, che mi sembra un altro segnale di chiarezza. Altro aspetto le caratteristiche con cui viene scelto, anche qui la dialettica nel timore che si volesse abbassare in qualche maniera l’asticella, ha portato ad una certezza: ridare gli stessi requisiti che c’erano prima, quindi quelli ci devono essere e da lì si può solo salire, questo è il punto. Potendo solo salire è chiaro che i requisiti eventualmente saranno superiori.
Devo dire che andando a rivedere la legge mi sono sembrati particolarmente bassi i requisiti vecchi, se devo dare un giudizio lo metto a favore di questa modifica perché ci dà la possibilità di salire e siccome la denuncia è stata feroce: “Qui si vogliono abbassare i livelli”, questo è garantito dal fatto che così come verrà riscritto da quest’Aula, almeno così mi auspico, quelli saranno dei livelli di partenza, eventualmente con la possibilità di accedere a graduatorie che chiede livelli ben superiori.
Quando si dice: “Accedere alla graduatoria nazionale” significa andare su una figura che ha un master di III° livello, il massimo, forse anche sovradimensionato rispetto al ruolo che deve ricoprire un Direttore di Area vasta, certamente non al ribasso. Quindi criteri al rialzo rispetto a quelli che c’erano prima, chiarezza di ruolo, compenso ridimensionato nelle pretese.
Le attività vengono confermate di nuovo dal territorio. Una grande preoccupazione va a snaturare il compito del Direttore di Area vasta, esattamente come lo è oggi, con gli stessi compiti, chiarito che non sono compiti da direzione generale, con le deleghe, esattamente come avviene oggi da parte del Direttore generale, su atti specifici che si abbinano meglio ad una gestione sul territorio, anziché ad una gestione fatta in maniera centralizzata.
Quindi ridiamo un cammino ad una figura molto particolare, le aree vaste esistono solo nelle Marche, è una specificità nostra, per questo dobbiamo chiarire bene attraverso la legge cosa intendiamo. E' stata allora una scelta di passaggio dalle Zone all’Asur, con la necessità di dare il segnale forte al territorio che l’Asur non avrebbe snaturato i rapporti nel territorio. E' chiaro che dopo tanti anni sempre di più si è visto il ruolo dell’Asur, ma non per questo si è ritenuto non più necessario avere questo livello di coordinamento che corrisponde all’idea di territorio che ha più o meno ognuno di noi. Noi ci collochiamo mentalmente un po’ con la provincia, è quello l’ambito entro il quale la nostra testa riorganizza i suoi servizi, le sue relazioni e via dicendo. Quindi resta questa funzione, resta con le prerogative di prima, ha la particolarità di essere tutta nostra, ne stabiliamo i contorni e le caratteristiche.
Non trovo nulla di particolarmente complicato, l’ampiezza degli emendamenti ci permetterà di decidere se riteniamo che sia più giusta una riduzione del 20, del 25 o del 30, abbiamo spazio per poter rafforzare ulteriormente i criteri di selezione, ma alla fine, non so se avete notato in tutto questo dibattito, che si è mosso con questa sensibilità dei Consiglieri nei confronti del territorio, quello che veramente interessa alla Giunta è superare un potenziale ‘empasse’, un pseudo stallo, dovendo scegliere un soggetto in una graduatoria che non c’è più, cosa che avrebbe potuto aprire mille contenziosi e già ci bastano tutti quelli che abbiamo.
La legge aiuta a far chiarezza in modo che la scelta che facciamo sia coerente con le indicazioni che quest’Aula vorrà dare, quindi trovo la cosa semplice, rispondente ai criteri che vogliamo con, se volete, una maggiore chiarezza rispetto a quel momento comprensibile di passaggio fra le Zone e l’Asur che fece dire che il Direttore di Area vasta, era un Direttore generale.
Con la legge abbiamo la possibilità di portare secondo me i termini di assegnazione delle competenze ad un quadro più chiaro, più coerente con la realtà che abbiamo di fronte. Se l’Area vasta fosse un’azienda dovrebbe avere un Direttore generale, non mi sembra un’azienda, non ha un Direttore generale, altrimenti non si capirebbe cos’è un Direttore generale e penso in questa maniera di dare un aiuto alla qualità anche di quella che sarà l’azione amministrativa con un occhio al territorio che, con un occhio all'organizzazione di una realtà da un milione e mezzo di abitanti, ha dimostrato in tanti percorsi che attraverso un chiarimento e l'omogeneizzazione delle procedure il più delle volte è andato a prendere pratiche migliori per portarle anche da un’altra parte del territorio, anche con una positività in termini organizzativi.
I nuovi Direttori di Area vasta, saranno in termini di compiti esattamente come quelli che avevamo prima, però dal punto di vista amministrativo ben collocati grazie alla legge che chiarirà come vengono nominati, come vengono destituiti, come vengono pagati, quali qualità devono avere per poter accedere a quel ruolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho ascoltato con attenzione il Presidente che rivendica un ruolo, il metodo e dice che quando ci sono problemi si evidenzia il metodo, ma quando ci sono problemi ci sono! I problemi ci sono perché anche oggi abbiamo assistito pubblicamente a delle cose che non fanno parte dell’Aula, della serietà dell’Aula e credo che chi rivendicava queste cose abbia ragione.
Ha ragione perché avete fatto una riunione di maggioranza nella quale avete modificato l’impostazione della legge e avete presentato un malloppo di emendamenti di questo spessore, non sono le minoranze, è la maggioranza che non è d’accordo su come scrivere questa legge, su come creare le graduatorie dei dirigenti.
Come le avete create? Questo mi sembra un documento della Cgil che ho visto per 30 anni, nel quale si scriveva al comma 1 il contrario del comma 2, ero sempre attento a quei documenti ed ho cercato Presidente di esserlo anche qui. Prima dite che servono 5 anni, eccetera, poi se uno è stato nel Servizio sanitario per tre mesi viene preso in considerazione, qui c’è scritto questo! Questo recepisce l’intelligenza media di Sandro Zaffiri! Non prendiamoci in giro, avete fatto una legge ad hoc per creare i vostri dirigenti, al vostro interno ve li siete ripartiti con questa graduatoria e con questo sistema! Questo è successo in questi giorni relativamente a queste graduatorie, è inutile che facciamo finta che non è così, purtroppo è così, lo so che è difficile ammetterlo, ma queste pagine, delle quali ho perso il conto e non so quante sono, e tutti questi emendamenti hanno riscritto la legge. Di cosa stiamo a discutere?
Credo che per la dignità politica di quest’Aula, non di Sandro Zaffiri, perché questo è l’organo sovrano del popolo, ci ha mandato qui un milione e mezzo di marchigiani e in questa sede istituzionale si viene a discutere una proposta di legge totalmente emendata, che è stata consegnata al relatore di minoranza due ore fa, questi sono i fatti!
Dignità sarebbe stata ritirare questa proposta per portarla in Commissione e ridiscuterla.
Poche settimane fa avete licenziato con una battuta il 112, e purtroppo dalle indagini risulta che a Messina due bambini non ci sono più a causa del 112. Ho sempre contestato il 112 perché non è facile come dice qualche dirigente di questa Regione, se il 112 gira le telefonate e chiama automaticamente il 113, il 112, il 115. Se filtra le chiamate e le gira a chi deve intervenire, fa perdere secondi utili a chi deve intervenire, questo lo capisce anche mia nipote che ha tre anni!
Riflettete prima di approvare questa legge relativa al 112, riflettete se va bene. E' una direttiva della Comunità europea, si, lo so, ma quante direttive della Comunità europea sono state male applicate in questo Paese che si chiama Italia? Siamo sicuri che il 112 ci porta un servizio migliore? Questa è la domanda! Oppure è solo una perdita di tempo? Su questo argomento non si è fatta una riflessione appropriata, in Commissione ho cercato di evidenziare questo aspetto, un dirigente ha detto: “No, non si preoccupi, arriveranno scienziati che risponderanno al 112!” Ma cosa?
Dopo questo intervento e per coerenza è chiaro che noi non parteciperemo al voto di questa sceneggiata, mi dispiace solo una cosa, di non votare la mozione del Consigliere Busilacchi, perché ha perfettamente ragione, ai lavoratori che vengono spostati per andare a ricoprire un posto deve essere data un’indennità, no a questi del 112, a tutti i lavoratori. Ha ragione il Consigliere Busilacchi: i lavoratori che vengono spostati hanno il diritto di ricevere una indennità.
Nella legge che andate a votare vengono previste delle indennità perché si costituisce il 112 che fra l’altro viene collocato nell’Interporto dove si doveva costruire il trasporto, ci andate a mettere il 112 con altri ammennicoli di magazzino, con il rischio di creare un altro carrozzone dentro l’aeroporto, ma che film vede lei, Presidente!
Le cose sono queste, allora noi della Lega non partecipiamo alla votazione di questa legge ed abbandoniamo questa seduta. Doveva essere data un’impostazione più seria a questa legge proprio per dare una risposta diversa al territorio e questa cosa che dite, che prima ci vogliono 5 anni e poi bastano 3 mesi, ha soltanto del ridicolo!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Noi ci troviamo oggi qui a votare una proposta di legge che è stata presentata con dichiarazione d’urgenza, quando l’urgenza non c’era, oltretutto ci deve spiegare il Presidente Ceriscioli nonché Assessore alla sanità come ha fatto ad accorgersi ad un mese dalla decadenza delle nomine dei Direttori di Area vasta quando li ha nominati lui stesso tre anni fa, questa cosa ci suona irrispettosa nei confronti dei Consiglieri e parlo anche dei Consiglieri di maggioranza.
Giusto per fare un excursus, questa proposta di legge in quattro settimane ha visto per ben quattro volte la modifica dei requisiti per la nomina a Direttore di Area vasta, inizialmente la Giunta aveva presentato di individuare come Direttori di Area vasta soggetti che avessero ricoperto incarichi di direzione amministrativa sanitaria di Area vasta di struttura complessa in enti del Servizio sanitario nazionale, anche in modo non continuativo, per almeno un triennio, e qui già l’opposizione, la minoranza, aveva espresso la propria contrarietà, successivamente all’approvazione di un emendamento presentato in Commissione i soggetti dovevano aver ricoperto incarichi in enti del Servizio sanitario nazionale direzione Area vasta o di direzione amministrativa o di direzione sanitaria o per almeno un quinquennio di direzione di struttura complessa. Quindi da tre anni si passava ad un quinquennio ma solo per i Direttori di struttura complessa, mentre per i precedenti sarebbe bastato un anno, se non addirittura un mese, come ha evidenziato il Consigliere Zaffiri.
Non solo, si andava a identificare una diminuzione del compenso determinato sulla base di quello stabilito per il Direttore generale dell’Asur, ridotto del 30%, e si andava a modificare la nomina degli stessi non più fatta da parte della Giunta ma dallo stesso Direttore dell’Asur, non si sarebbero chiamati più Direttori, ma dirigenti, tutto questo nell’iter, si e no, di un mese dalla presentazione della proposta di legge, quindi in linea di massima di due settimane.
Arriviamo oggi in Aula e vengono presentati ulteriori emendamenti, si propone che la nomina dei Direttori non venga più fatta dalla Giunta, ma dal Direttore dell’Asur tra i soggetti con comprovata esperienza, almeno quinquennale, nel settore sanitario o settennale in altri settori, con una autonomia gestionale, con direttive di responsabilità delle risorse umane, tecniche e finanziarie maturate nel settore pubblico o nel settore privato, che era la vecchia dicitura, ma con una piccola postilla: l’esperienza dirigenziale quinquennale non è richiesta per i soggetti che hanno ricoperto incarichi in enti del Servizio sanitario nazionale direzione di Area vasta , direzione amministrativa, direzione sanitaria, quindi qui di fatto potrebbe partecipare chiunque o alcuni in particolare. Non solo si diminuisce la riduzione prevista dal 30% al 20%, poi qualcuno ha proposto il 25%.
Oggi abbiamo assistito al mercato delle vacche, è stata veramente una scena pietosa, capisco il Presidente Volpini e il suo disagio, tant’è che noi stessi abbiamo chiesto la verifica degli emendamenti e dei sub emendamenti presentati perché alcuni che avevo io non corrispondevano a quelli che aveva il Presidente pur avendo la stessa numerazione. Quando si vanno a votare degli emendamenti e dei sub emendamenti credo che sia prerogativa dei Consiglieri regionali sapere cosa votano. Poi sono stati messi in fila, però la fila non era ancora corretta, tant’è che l’ultimo plico che ci è stato consegnato non è corretto, quindi verranno votati i sub e gli emendamenti con una numerazione non in ordine crescente.
Andiamo nel merito, da una parte si ritorna alla vecchia dicitura del ruolo di questi pseudo Direttori, ex dirigenti, non si capisce bene, non si chiameranno più dirigenti, ritorneranno ad essere Direttori, non saranno più nominati dall’Asur, ma dalla Giunta, sono state poi inserite delle modifiche all’articolato della vecchia legge che vanno a toccare non l’articolo in questione, che era oggetto della presentazione della proposta di legge, ma tutti gli articoli precedenti. Se effettivamente il problema era identificare queste nomine dal registro regionale, quali dovevano essere presentate prima, come proposte della Giunta, però naturalmente il Presidente Volpini con la segretaria della Commissione, essendosi accorti, sono andati a sistemare quello che era il gap normativo.
Quindi tutta una serie di sub emendamenti ad emendamenti che in alcuni casi fanno decadere i vecchi, modificano e stravolgono completamente la proposta di legge presentata, e parliamo di una quindicina di atti. Alla fine anche noi dell’opposizione, che ci sentivamo un po’ intimoriti, ne abbiamo presentato uno anche noi giusto per far parte di quella che è stata la modifica alla proposta di legge, la fiera degli emendamenti. Credo che una cosa del genere non sia mai successa in tanti anni di storia del Consiglio regionale, quindi anche noi dell’opposizione volendo metterci del nostro siamo andati a ripristinare le disposizioni della normativa nazionale e con un nostro sub emendamento vorremmo sopprimere l’articolato proposto dai Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti, mi auguro che non vi offendiate per questo nostro intervento.
Detto questo, anche se ci sarebbero altre cose da aggiungere e nei prossimi giorni ne scopriremo delle belle, ricordo che tutti questi emendamenti last minute della maggioranza sono alquanto superflui perché nel frattempo il Direttore dell’Asur ha già provveduto a prorogare gli incarichi dei Direttori di Area vasta per altri 45 giorni, quindi ci sarebbe tutto il tempo per ritornare in Commissione, come avevamo chiesto, verificare la scelta della modifica e del passo indietro rispetto al testo approvato sempre dalla stessa maggioranza in Commissione per cercare di rendere più credibile questo Consiglio perché lo spettacolo di oggi è stato pietoso.
Ricordo al Presidente Ceriscioli che giusto qualche settimana fa il PD regionale della Toscana, nella stessa situazione dell’esecutivo delle Marche, ha proceduto a eliminare, modificare le disposizioni in materia di Direttori di Area vasta togliendoli e non rinnovando l’incarico al termine del mandato, quindi tutta questa urgenza non c’era!
Il modo con cui è stata affrontata la questione oggi in Aula, è scandaloso, qualcuno esternamente lo ha definito un circo e naturalmente il Movimento 5 Stelle a questi giochetti non si presta, quindi anche noi abbandoneremo l’Aula dopo l’intervento dell’altro Consigliere di minoranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Sono all’opposizione del Governo regionale perché sull’altro faccio fatica a capire dove sono messo, in tutta onestà intellettuale.
Oggi, perlomeno in questa parte del Consiglio mi stanno venendo meno alcune certezze o perlomeno alcune situazioni di cui ero conscio. Ero convinto che una legge regionale si formasse dopo un certo percorso partecipativo. Con la proposta che veniva fatta da un Consigliere, oppure dalla Giunta, oppure direttamente dalla Commissione iniziava un percorso partecipativo che poi portava ad un testo che veniva più o meno condiviso e che poteva essere aggiustato in Aula attraverso alcune considerazioni che potevano essere fatte prioritariamente dal Presidente della Commissione preposta oppure attraverso qualche piccolo sub emendamento qualora ci fossero stati degli emendamenti. Oggi scopro che c’è un altro metodo: le leggi possono essere fatte in Aula direttamente, quindi dico ai miei colleghi in Aula: non perdete tempo! Le proposte di legge devono essere fatte in Aula, ed approvate in Aula. C'è quindi una razionalizzazione dei lavori che fa spettacolo, perché oggi ho assistito a questo, sono arrivato in Aula non facendo parte della Commissione sanità con un testo e poi mi sono trovato a ragionare su qualcosa di completamente diverso.
Voglio spendere una parola di plauso al Presidente Volpini, con tutta la mia stima, perché con non poco imbarazzo ha preso tutte le sue carte per andare a riflettere in separata sede per capire quello che stava succedendo.
Tutto questo dimostra che qualcosa non ha funzionato, ed esprimo la mia comprensione non solidarietà perché non occorre, per il disagio che ha vissuto la Consigliera Leonardi, relatrice di minoranza, che si è chiesta di cosa devo parlare? Senza avere un testo, senza conoscere gli emendamenti, l’imbarazzo sta tutto qui.
Non è un percorso nuovo, tanto è vero che se poi ci si dice: “Guardate che poi siamo tornati come al gioco dell’oca all’inizio”, tutto questo ambaradan si poteva evitare, siamo tornati all’inizio, allora questo ambaradan che cosa ha prodotto? Ha prodotto un discorso di sintesi, probabilmente tra diverse sensibilità o anime che c’erano all’interno del PD, su 15, 20, 25, oppure sulle terminologie, oppure sulle competenze.
Nel merito voglio dire soltanto una cosa, prendo atto dopo tanti anni, mi sembra che l’Area vasta sia stata istituita nel 2003, che finalmente la Regione si è accorta che l’Area vasta è un ectoplasma, dopo 15 anni prendo atto di questo, si accorge che non ha un’entità giuridica, che il Direttore generale non può essere un Direttore generale, un semplice coordinatore di una serie di azioni che si fanno sui territori, prende atto che il rapporto del Direttore generale con i territori non c’è, perché questo ectoplasma non può decidere nulla. Oggi a distanza di 15 anni certifichiamo questo dicendo che un Direttore, anzi un dirigente, non so che cosa sia, non gestisce nulla, quindi non è in grado di dare risposte in prima persona al territorio.
Quando facevo il Sindaco dicevo che non volevo più convocare la Conferenza dei Sindaci perché era una presa in giro, è giusto, non ha senso perché quella conferenza dei Sindaci, che comunque nel Servizio sanitario rimane ancora, è una presa in giro perché l’interlocutore in quel momento non è il Direttore generale, che invece è espressione di un’Asur che ha una personalità giuridica, ma un Direttore che sta sul sito e non può dare risposte. Quindi di cosa parla?
Oggi noi facendo una menzione di questo tipo andiamo a certificare il fatto che sui territori non abbiamo alcuna competenza, non ci possiamo interfacciare con nessuno ed allora per cosa è servita questa Area vasta? Per perequare quei servizi che già c’erano senza aggiungerci nulla. In taluni casi è stata introdotta qualche piccola novità, che più che altro è servita per perequare in un territorio molto più grande di quello che i territori già avevano senza avere capacità di implementare, di metterci risorse aggiuntive, perché quel Direttore generale era lì per eseguire la programmazione che veniva fatta a livello centrale e per spendere quelle poche risorse che gli venivano date senza capacità decisionali.
Detto questo chiudo non potendo dare alcun contributo perché faccio fatica adesso a capire tutti gli emendamenti che sono stati fatti, capisco la grande voglia che ha avuto la Consigliera Pergolesi quando ha detto anche noi abbiamo voluto partecipare a questa giostra e ci siamo saliti con qualche emendamento per far vedere che c’eravamo, ma non è questo quello che noi volevamo discutere oggi, noi volevamo discutere della riforma dell’Area vasta affinché il conduttore fosse messo in grado di avere un minimo di autonomia, ma oggi ci si accorge che questo signore non potrà mai avere una piccola autonomia perché l’Area vasta non è un’entità giuridica.
Non potendo dare alcun contributo alla discussione perché non sono stato in grado di vedere gli emendamenti, di discutere, di discernere, mi ritrovo sempre con il testo proposto all’inizio, quando sono entrato in Aula, prendo quindi le mie quattro carte, mi metto da parte ed assisto al dibattito, ma non posso votare e non posso fare nulla, un minimo di dignità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sono addolorato dalla parte finale della dichiarazione del Consigliere Celani, avrei voluto cantare di fronte all’uscita del resto della minoranza “per fortuna che Piero c’è” e invece non posso dirlo!
Prendo la parola perché come spesso avviene quella che viene presentata come una inutile discussione è invece estremamente preziosa, e lo dico perché all’interno della maggioranza, lo avete detto voi, c’è stata una dialettica significativa e direi anche stringente che ha portato ad alcune modifiche.
Non è vero che c’è stato questo completo ribaltamento, anche perché credo che dei 16 fogli che ci sono stati consegnati, li ho rivisti tutti, quello che conta è uno, tutti gli altri son nessuno. Perché conta solo un foglio? Conta l’emendamento, anzi il sub emendamento 2/1/1 che riprende alcuni concetti di base, tutti gli altri emendamenti a firma del Presidente o di alcuni componenti della maggioranza in Commissione tra cui il sottoscritto, sono semplicemente delle conseguenze tecniche, degli aggiustamenti di paroline quindi, lo colga la stampa se è ancora presente, non c’è stato tutto questo manicomio, ce n’è uno, invito a leggere il 2/1/1 che ha presentato magistralmente il Consigliere Volpini che dice tutto.
Dentro questo c’è l’ectoplasma, e sono d’accordo con il Consigliere Celani che ancora mi sta ascoltando, che l’ectoplasma fosse nato lo sapevamo perché, come in tutte le riforme che puntano ad una diversa organizzazione della gestione del potere, è chiaro che qualche residuato c’è, perché tra l’ipotesi - ancora nel 2011 se ne parlava - di avere l’Area vasta con personalità giuridica oppure no la scelta definitiva fu che non poteva averla.
Di fronte a questo però mi meraviglio della minoranza che non apprezza il fatto che comunque uno scampolo di democrazia partecipativa, di controllo informativo, ci sia, perché qui l’unica democrazia che conta è quella del Governo, cioè o si comanda o non c’è niente, e non è così! Perché Aree vaste particolarmente fibrillate, come quella di Pesaro, si riuniscono con grande frequenza e sottopongono il Direttore dell’Area vasta a continui riferimenti, domande, interlocuzioni, che li riceve e li porta a chi? Noi abbiamo semplicemente preso atto che non può essere un Direttore generale, ma rimane un Direttore d’Area vasta, tale è, nessuno all’interno dell’Area vasta ha una funzione apicale più significativa del Direttore.
Seconda cosa che abbiamo rivisto, ed era una cosa quasi ininfluente in termini di procedura, è chi nomina il Direttore dell’Area vasta. Rispetto ad un’impostazione piramidale formata da un Direttore generale dell’Asur che nominava il Direttore dell’Area vasta, abbiamo lasciato una autonomia in capo al Direttore dell’Area vasta non in termini gestionali, perché in termini gestionali non cambia nulla, ma c’è un rapporto diverso, noi abbiamo oggi una garanzia politica in più rispetto a quella che era la conseguenza normale, perché se sei un Direttore di Area vasta e non sei generale può nominarti chiunque. E' un plus che abbiamo messo, accolto subito dal Presidente Ceriscioli, che apprezzo per questo atteggiamento rispetto ad un ripensamento non solo suo, ma anche nostro, che dice che il Direttore di Area vasta, essendo nominato dalla Giunta su proposta del Direttore generale dell’Asur, deve avere questo tipo di rapporto fiduciario, ma la nomina la riceve dalla Giunta e non è ininfluente in questo nostro Paese sapere chi è il soggetto con il quale entrare in relazione. Per il resto ha questa nuova funzione codificata di dirigente e non è certamente un organo politico.
L’organo politico rimane quello, e quando nell’Area vasta 3 - non conosco le attività delle altre - si discute per ben tre volte della collocazione del nuovo ospedale dell’Area, viene il Presidente Ceriscioli, in quanto se c’è una decisione politica significativa è ovvio che sia presente, non può essere il Direttore di Area vasta a dire cose di questo genere, ma nulla impedisce all’Area vasta di riunirsi anche una volta ogni 40/45 giorni per chiedere al Direttore di Area vasta, in pubblico, la pubblicità degli atti che giustamente i colleghi del Movimento 5 Stelle richiamano spesso ha una sua grande valenza democratica perché un conto è la questione del singolo ospedale, del singolo servizio territoriale che può essere discussa nelle segrete stanze fra un Sindaco, un Consigliere regionale e il Direttore di Area vasta, un conto è che se ne parli pubblicamente, senza misteri, senza infingimenti e senza lobbismi territoriali. Non credo che l’assemblea di Area vasta non conti niente. Non vorrei unirmi alla schiera di coloro che vogliono cancellare i Parlamenti, i Consigli regionali, eccetera, non vorrei unirmi a questa schiera, sono della storia vecchia, non è del ’68 né della sinistra questa cultura, è la vera cultura democratica di chi crede che la partecipazione lenta, noiosa e non necessariamente decisionale sia utile, perché non è sempre una partecipazione decisionale, ma anche una partecipazione di controllo che largamente la Carta Costituzionale prevede. Quindi aver fatto questa cosa penso che sia stato intelligente.
Un’altra cosa che non ho capito dell’osservazione fatta dalla Consigliera Pergolesi è stata dire l’esperienza dirigenziale quinquennale non è richiesta per i soggetti che hanno ricoperto i seguenti incarichi, ma viva Dio chiediamo 5 anni di esperienza a chi deve essere nominato Direttore di Area vasta per tornare a fare il Direttore di Area vasta? Anche l’ha fatto un mese o due mesi è già stato nominato, quindi è una cosa ridicola, oppure chiediamo 5 anni di esperienza dirigenziale a chi ha fatto il Direttore amministrativo dell’Asur centrale e non può andare a fare il Direttore di Area vasta? O a chi lo chiediamo? A chi ha fatto il Direttore sanitario di una azienda di un altro tipo, mi sembra ovvio, anzi ho già detto in Commissione che questo scambio di ruoli già avvenuto, perché noi abbiamo il Dott. Marini che è stato Direttore della mia Asl e viceversa, non fa male. Non entro nei casi specifici, sto su un dato generale e dico che non ha senso chiedere 5 anni di esperienza a chi ha ricoperto lo stesso ruolo. Ad esempio: tu per fare il segretario comunale devi aver fatto almeno per 5 anni il segretario regionale, ma già l’ho fatto, l’ho fatto per un anno, due anni, che senso ha che me ne chiedi 5, ho già fatto questo lavoro, quindi mi sembrava ovvio che ci sia questo tipo di prescrizione.
Da ultimo, perché c’è stato sottilmente un riferimento, anche in maniera educata da parte dei Consiglieri che hanno abbandonato l’Aula, ai ripensamenti. Siccome io sono soggetto di questo ripensamento è per questo che ho fatto l’intervento, mi permetto di evidenziare un messaggio che mi ha mandato adesso il mio Segretario nazionale di partito, ma è una pura casualità, che i più non conoscono, ma io ancora conosco, nel quale c’è scritto che il Vicepresidente del Governo Di Maio che qualche mese fa in campagna elettorale annunciava (parole precise): “Noi vogliamo una Rai trasparente, vogliamo una Rai non lottizzata, vogliamo una Rai dove al limite arriveremo al sorteggio” , comprendo Di Maio che - e non lo prendo in giro per questo, perché è chiaro che avendo fatto l’accordo con un partito come la Lega, che non è esattamente di quest’idea, perché ha un’idea come la mia che vuole la responsabilità della politica e non una terzietà che non si capisce a chi appartiene - ha cambiato atteggiamento, magari poteva essere un po’ più moderato nella scelta del Presidente della Rai, però si è adeguato immediatamente al sistema, quindi i ripensamenti fanno parte della politica e non mi sembra che ci possa essere nessuno qui più vergine degli altri, siamo tutti vergini a modo nostro.

(Alle ore 18.45 abbandonano l'Aula per protesta i Consiglieri dei Gruppi: Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia, Lega Nord e la Consigliera Marcozzi del Gruppo Forza Italia)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Brevemente. Intanto parto dal numero di emergenza unico europeo 112 perché in queste settimane in Commissione sanità ho avuto una preoccupazione opposta a quella espressa dal Consigliere Zaffiri, tant’è che avevo presentato un emendamento, poi dopo un chiarimento, ci siamo sentiti anche con il Presidente Ceriscioli, l'ho ritirato, però al di là delle opinioni che sono comunque chiare rispetto anche ad una manifestazione di interesse che l’Asur ha fatto per la Protezione Civile, per la logistica del farmaco, per il 112, ma che è altra cosa, nella legge c’è semplicemente scritto: “All’interno dell’Ars, ovvero all’interno dell’Agenzia regionale sanitaria, opera ai sensi della normativa europea e statale vigente, la centrale unica di risposta per la gestione del numero di emergenza unico europeo 112, la quale si avvale del supporto tecnico e logistico degli enti del Servizio sanitario regionale” non c’è scritto altro, quindi credo che questo comma sia chiarissimo, e questo è un aspetto.
Sul resto mi sento di dire, il Consigliere Marconi ha già fatto alcuni riferimenti ed ha chiuso con la Rai, anche rispetto al Consigliere Celani che ha detto che questa legge è stata fatta molto in Aula, anche troppo, rispetto a cambiamenti e modifiche continue – so che questo non vale per il Vicepresidente Celani ovviamente - ma fino a quando i Consiglieri regionali saranno eletti dai marchigiani, quindi non saranno scelti per sorteggio, come invece autorevoli esponenti del Movimento 5 Stelle ci indicano, noi abbiamo la legittimazione popolare e sulla legittimazione popolare mi fermo perché lo considero il punto fondamentale della democrazia. Credo che la pensiamo allo stesso modo, Consigliere Celani, non solo con il resto dell’Aula ovviamente, quindi questo aspetto ci dà anche la possibilità di intervenire e di modificare.
Vado telegraficamente perché non voglio urtare la suscettibilità di nessuno tanto meno dei colleghi, però è vero che non c’è più la personalità giuridica dell’Area vasta, ma dalla personalità giuridica all’ectoplasma credo che ne corra. Volete un dato? L’Area vasta di Ancona ha un budget di 690 milioni di euro, allora, di fronte ad un budget di questa portata, ospedali e tutto il resto non soltanto territorio, perché non riconoscere la complessità della funzione? La complessità della funzione l’abbiamo riconosciuta, come diceva il Presidente, con quella certezza di ridare gli stessi requisiti di quelli che erano previsti prima, tra l’altro su questo ho insistito molto. Noi diamo la possibilità non soltanto al mondo sanitario, alle tante professionalità che ci sono, mediche, tecniche, comparto e sanitarie, ma al mondo delle professioni perché se qualcuno dal mondo delle professioni, un ingegnere, un commercialista, un avvocato, decide di partecipare, noi diamo la possibilità di farlo, se qualcuno del mondo del lavoro, dell’economia, dell’imprenditoria decide di partecipare ha la possibilità di farlo e credo che alla fine quei curricula contino di più, non c’è più l’arco temporale di quanto una persona ha ricoperto quel tipo di incarico, ma di fronte a questa possibilità così ampia, di avere intelligenze, competenze, capacità a disposizione, credo che saremo in grado di scegliere perché poi ritorniamo alla legittimazione popolare, al punto altrettanto importante che è vero che il Direttore dell’Asur propone, ma è la Giunta, quindi la politica, chi è stato eletto dai marchigiani, che sceglie i Direttori.
Potrei continuare, ma di fronte a questi punti ho cercato di dare una risposta, penso che possiamo dire di aver fatto un atto importante, avremo voluto che ci fossero stati anche i colleghi della minoranza ad approvare con noi questo atto perché è un atto importante che privilegia la competenza e la responsabilità tenendo conto di questa articolazione democratica su cui le Marche si fondano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Per quanto riguarda il Consigliere Giancarli, è chiaro che siamo eletti dal popolo, quindi abbiamo tutte le prerogative per poter esercitare questo nostro compito, però vorremmo partecipare! L’Aula è sovrana nel momento in cui c’è questo processo partecipativo di cui parlavo prima e mi si deve dare atto che oggi questo percorso partecipativo non c’è stato per la minoranza.
Il fatto stesso che non si sia riunita la Commissione sanità, dove noi abbiamo degli esponenti, questo la dice lunga sul fatto che tutti gli emendamenti sono stati fatti in camera caritatis, in sagrestia.
Consentitemi un piccolo colpo alla verginità del Consigliere Marconi, vorrei spiegargli come si prendono le qualifiche, per le qualifiche basta dimostrare di aver fatto un certo periodo all’interno di un laboratorio. Faccio un esempio, supponiamo che fra qualche mese c’è una chiamata in un ente per fare l’idraulico, io che faccio il falegname mi faccio assumere da una ditta di idraulica, tranquillamente continuo a fare il falegname, che dopo 6/8 mesi mi dà la certificazione come dipendente per la qualifica, funzionava così, adesso fortunatamente è cambiato qualcosa, dopodiché venivano assunti idraulici che facevano i falegnami che poi continuavano a fare i falegnami, chiaro? Finisco qui, quindi non significa che chi è stato Direttore amministrativo automaticamente ha quelle competenze per poterlo fare, lo deve dimostrare in un certo lasso di tempo, in un certo periodo, altrimenti non serve a nulla, è l’esempio tipico dell’idraulico che faceva il falegname ed è stato assunto, io l’estremizzo per far capire a tutti, ma funzionava e funziona così, questo è il discorso. Per fare il medico, o per fare l’ingegnere, o per fare l’avvocato non basta avere la laurea perché lì si è dottore in ingegneria non si è ingegnere, si è dottore in giurisprudenza non si è avvocato. Dopodiché dato che non cambia nulla con questa legge non faccio nessun danno, dato che con gioco dell’oca siamo tornati all’inizio, se non partecipo alla votazione. Grazie.

(Alle ore 19,05 abbandona l'Aula per protesta il Consigliere Celani del Gruppo Forza Italia)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Poche cose, però ci tengo a dirle. La prima chi di buffonata ferisce, di buffonata perisce, la minoranza ci accusa di questa buffonata, ma io un atteggiamento del genere non l’ho mai vissuto nei miei pochi anni di esperienza politica, se uno vuole dare un segnale politico abbandonando l’Aula o l'abbandona prima dell’inizio del dibattito o al limite prima del voto, non si abbandona dopo che ci si parla addosso, si sentono le proprie nefandezze e poi quando inizia a parlare la controparte ci si alza e si va via, è una mancanza di rispetto non solo per noi Consiglieri di maggioranza, credo per l’intero Consiglio regionale. Quindi invito i Consiglieri di minoranza che forse stanno ascoltando - loro amano lo streaming e le dirette - da qualche altra parte, visto che hanno abbandonato l’Aula, mi auguro che in qualche modo possano sentire questo messaggio perché, ripeto, questa più che una buffonata è una mancanza di rispetto per il proprio ruolo.
Detto questo, so che il Presidente non ha bisogno del mio eco, ma condivido quello che ha detto in merito al metodo e al merito. Capisco che quando si parla di sanità su ogni proposta di legge si accendono tutte le spie, tutti gli allarmi e le attenzioni, però anche qui mi pare di assistere all’ennesima buffonata come quando si dice che bisogna cambiare le cose e poi quando si cambia, anche cose normali, perché se non c’è più l’elenco regionale bisogna cambiare per forza, non va più bene cambiare e bisogna tornare al passato, anche quando prima si diceva che le cose andavano male. Abbiamo assistito a questa pantomima per la 145, per una serie di modifiche che abbiamo fatto in campo sanitario, questa mi sembra l’ennesima.
Ora è chiaro che se un elenco non c’è più una modifica va fatta, a me pareva condivisibile anche il testo uscito dalla Giunta, comprendo che alcune cose forse erano un po’ farraginose ed andavano spiegate meglio, poi quando si fa il più uno ognuno vuole mettere il suo, quindi oggettivamente forse potevamo dare uno spettacolo migliore condividendo gli emendamenti anziché fare ognuno il più uno per arrivare ad una situazione che il Presidente Volpini ha definito giustamente caotica.
Detto questo, nella sostanza mi pare che non apportiamo modifiche clamorose, è chiaro che se uno ha fatto il Direttore di Area vasta fino a ieri ha tutti i titoli per poterlo fare anche domani, se era titolato per farlo ieri. Si vogliono modificare i criteri, quelli credo che vadano mantenuti salvi, poi si può aggiungere come diceva giustamente il Presidente alcune ulteriori qualifiche.
Una battuta sul numero unico, anche qui capisco la difesa ad oltranza dei sindacati da parte di alcuni nostri rappresentanti in Consiglio regionale, però se uno va leggere un po’ la rassegna stampa, laddove questo numero unico funziona già da tempo, mi pare che i giudizi siano complessivamente positivi, adesso lasciamo stare gli Stati Uniti da cui importiamo purtroppo anche i McDonald ed i Trump, però tra alcune cose mi pare che questa sia una di quelle che funziona meglio, quindi dire che va fatto al meglio e va registrato bene prima che parta è ovvio e siamo assolutamente d’accordo, però dire che questo non funziona per paura che qualche centrale possa perdere il proprio valore o per qualche episodio negativo che pure non nego ci possa essere è come dire che bisogna chiudere le autostrade perché c’è qualche incidente mortale per cui dobbiamo tornare tutti a piedi perché le autostrade non funzionano a causa di incidenti mortali. E’ chiaro che dobbiamo attivarci al massimo per evitare gli incidenti, mettendo i limiti per le auto che devono andare più piano, mettendo tutta una serie di blocchi e di situazioni di contenimento, però non si può dire che quella non sia la strada maestra.
Mi sembra che alcune riflessioni sul 112 siano state inopportune. Credo che su questo bene fa la Regione ad approfondire, a preparare i propri tecnici, a preparare chi dovrà fare quel mestiere. Vi risparmio i giudizi positivi sul risparmio di tempo, vista l’assenza di una parte del Consiglio, ma ci sono giudizi positivi sul risparmio di tempo e di sicurezza, anche di risparmio economico, che in questo caso non è il tema principale, ma in una rimodulazione complessiva delle energie credo che sia positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Non aggiungerò molto nel merito, ma ci tengo a questo intervento più sul piano politico per esprimere la posizione di Articolo 1 MdP su questo aspetto, ma anche sul metodo che mi trova favorevole, quindi esprimo soddisfazione dal punto di vista politico al lavoro che si è fatto.
Lo ha ricordato bene il Consigliere Volpini, in questa legge il primo aspetto è quello del numero unico, poi nel momento in cui non c’è più l’albo regionale c’è la necessità di individuare dei nuovi criteri.
Ora ci tengo sul piano politico a questo aspetto perché credo che il metodo su cui la maggioranza ha lavorato sia positivo. Rispetto alla prima formulazione c’erano opinioni, dubbi, perplessità che erano anche usciti all’esterno e su cui bisognava rassicurare la cittadinanza. Penso che si sia lavorato ad alcuni emendamenti, sostanzialmente ad un emendamento, quello più corposo che fuga ogni dubbio, poi ce ne sono altri correlati perché vengono cambiate alcune parole, però quello dà la chiarezza, quindi noi usciamo da qui dicendo che domani i futuri Direttori di Area vasta verranno scelti sulla base di criteri che non sono inferiori a quelli di prima, questo ritengo che sia il messaggio importante che deve passare, credo che si sia lavorato bene all’interno della maggioranza da questo punto di vista, quindi esprimo soddisfazione politica.
Brevissima nota sul tema dei rimborsi, come sanno i colleghi credo che sia necessario, è un criterio di equità per questo ho presentato un ordine del giorno, temo tra l’altro che questo argomento corre il rischio di sottostare alla contrattazione collettiva nazionale, quindi ci potrebbe essere qualche problema da questo punto di vista, però anche su questo dobbiamo dare un segnale: non privilegiamo chi è in utilizzo all’Agenzia regionale rispetto ad altri, quando si potrà e si lavorerà in equità anche da quel punto di vista. Quindi credo che, e questo è il punto su cui volevo intervenire, sia importante, visto che adesso c’è solo la maggioranza in Aula, il criterio basato sull’approfondimento, sul confronto, sul dialogo, evitando i dubbi interpretativi ed è utile per raccontare quello che stiamo facendo per la regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Spero che la stampa che è qui presente non dia risalto soltanto all’uscita dell’ectoplasma che è l’opposizione, ma faccia emergere con grande chiarezza questo passaggio importantissimo e cioè che questa maggioranza e questo Consiglio oggi andranno ad approvare una legge che darà un bel segnale.
Intanto è giusto ricordare che, spero che sia ben scritto, per la prima volta la Giunta regionale e la maggiora del Consiglio propongono di ridurre del 30% l’emolumento ai dirigenti, questo è un messaggio ed una risposta ai cittadini che negli anni hanno visto aumentare le indennità dei dirigenti, invece oggi stiamo dando un segnale verso un percorso più morigerato nei riguardi dei dirigenti. Questa è una cosa importante.
E' fin troppo facile lanciare il sasso e poi uscire dall’Aula senza assumersi nessuna responsabilità, come più volte hanno fatto le opposizioni, o rimanere in Aula senza votare e senza avere neanche il coraggio di astenersi. Credo che questo sia un metodo sbagliato e secondo me è solo un modo per non essere responsabili delle proprie azioni soprattutto perché, e questa è la vera dimostrazione, non hanno avuto il coraggio di votare contro questa proposta di legge e al di là del metodo hanno cercato di arrampicarsi da tutte le parti, ma nel merito non ci sono entrati, come non ci sono entrati tante volte, ma in questo caso in modo particolare, ben consci che per la prima volta c’è un percorso chiaro, lineare per individuare i futuri dirigenti delle Aree vaste.
Poi possiamo anche entrare nel merito, ma credo che la risposta forte ed il confronto lo vedremo al momento dell’approvazione del piano socio-sanitario perché vedremo come presenteranno le proposte alla Regione Marche ed a quel punto non potranno più nascondersi dietro nessuno e dovranno decidere cosa vogliono fare della sanità, come noi proporremo cosa fare della sanità nella nostra regione al di là degli slogan e altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Molto brevemente perché ormai il mio intervento è stato assorbito da quelli precedenti, però ci tengo a sottolineare, anche se siamo costretti a dircelo tra noi, senza le forze di minoranza che hanno lasciato l’Aula e chi lascia l’Aula secondo me non fa bene, quanto meno non porta a termine il suo ruolo che almeno fino al dibattito era legittimo e credo che anche i cittadini marchigiani si sarebbero aspettati un dibattito civile su un tema così importante.
E' stato già detto ma mi sento di farlo nuovamente: su un tema così importante e centrale come quello del rinnovo della nomina dei Direttori sanitari e di altre questioni che erano state accolte in questa proposta di legge, è emerso un lavoro politico nella massima trasparenza, e qui devo dare merito al Presidente della Commissione Consigliere Volpini che ha condotto tutta questa querelle anche laboriosa perché, come sappiamo, lo diceva il Consigliere Micucci, quando si parla di sanità tutte le antenne si drizzano, tutti sono molto sensibili e spesso e volentieri queste antenne recepiscono e rimandano segnali che vanno oltre la vera portata, però le forze di maggioranza, questo ci tenevo a dire, hanno dato una lezione di civiltà politica perché c’è stato un confronto ampio, ripetuto, proprio in virtù di questi segnali che tornavano anche un po’ distorti e su questo si è trovata una sintesi, il cui risultato non è il pacco di emendamenti che sta a riscrivere la legge, il pacco di emendamenti si è reso necessario perché giustamente ogni Consigliere ha voluto aggiungere o mettere qualcosa di suo, ma così com’era configurata la stesura degli emendamenti e dei vari sub emendamenti che a cascata dovevano conseguire, si è resa necessaria questa metodologia, quando approviamo il bilancio ci sono super pacchi di emendamenti e sub emendamenti proprio per lo stesso motivo.
Quella che secondo me va veramente sottolineata è la metodologia di lavoro politico, un tema così importante che ha portato a far approvare un provvedimento importante, seppur mi dispiace che una parte dell’Aula, ripeto, si sia allontanata. Importante per cosa? Noi qui stiamo parlando e trattando un tema delicato che è quello dell’organizzazione delle strutture sanitarie di cui si è dotata la Regione dopo la riforma dal 2003 a scendere con l’Asur e le varie Aree vaste.
A noi interessa e siamo molto attenti al fatto che ci sia un percorso coerente fra il quadro normativo esistente e la realtà dei fatti, questo provvedimento va in questa direzione, cioè rendere coerente ciò che accade nella realtà per le strutture, per come esse sono organizzate e per ciò che il quadro normativo prevede.
Questo percorso di coerenza è stato sintetizzato molto adeguatamente con questa proposta e le sue modifiche ed emendamenti, per cui saluto questo atto come un atto di maturità e di efficienza politica, una prova positiva che questa maggioranza oggi ha saputo dare proprio su un tema delicato che qualcuno voleva rendere ancor più delicato, magari distorcendo un po’ i veri contenuti e le vere finalità di questa proposta di legge. Di questo sono soddisfatto e lo faccio ben volentieri seppure con rammarico perché l’Aula non è gremita come meriterebbe.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.

Emendamento 2/2 a firma del Consigliere Volpini. Ritirato

Emendamento 2/3 a firma del Consigliere Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/4 a firma del Consigliere Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 2/5/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/5 a firma del Consigliere Volpini. Decaduto.

Emendamento 2/6 a firma del Consigliere Volpini. Ritirato.

Sub emendamento 2/7/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/7 a firma del Consigliere Volpini. Decaduto.

Sub emendamento 2/1/1/01 a firma dei Consiglieri Pergolesi, Zaffiri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 2/1/1/1 a firma dei Consiglieri Busilacchi, Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 2/1/1/2 a firma dei Consiglieri Busilacchi, Volpini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 2/1/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Busilacchi. Decaduto.

Sub emendamento 2/8/1 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti. Decaduto.

Emendamento 2/8 a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli, Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini. Decaduto.

Emendamento 2/9 a firma del Consigliere Zaffiri. Decaduto.

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 bis.
Emendamento 3 bis/1 (soppressivo dell'articolo 3 bis) a firma dei Consiglieri Volpini, Giancarli Talè, Marconi, Busilacchi, Traversini, Cesetti, Giacinti. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Un ringraziamento alla Commissione, ma soprattutto alla struttura tecnica che dentro quell’orgia di emendamenti è riuscita a trovare la quadra, quindi penso che sia giusto e doveroso ringraziare la Segretaria del Consiglio e tutto lo staff tecnico per questa pagina delicata, ma importante di questo Consiglio.

Proposta di legge n. 211, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 19,30