Resoconto della seduta n.107 del 12/02/2013
COMMEMORAZIONE GIORNATA DELLE FOIBE

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, la seduta odierna è dedicata, nella sua prima parte, come abbiamo fatto nella precedente seduta per la Commemorazione della Shoa, al "Giorno del Ricordo".
Il "Giorno del Ricordo" è stato istituito con legge nazionale nel 2004, in memoria di tutte le vittime delle Foibe, dell'esodo giuliano dalmata e recita: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del Ricordo" ai fini di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. Peraltro va detto che, in riferimento anche a questa legge, l'Assemblea legislativa delle Marche nel 2012, quindi l'anno scorso, ha approvato la legge n. 8 per la commemorazione ufficiale nell'Aula assembleare, così testualmente recita la legge regionale, di questa giornata.
Mi limito semplicemente a fare una brevissima considerazione, anche perché poi lascerò la parola al Dott. Franco Rismondo, che ringrazio di partecipare a questa commemorazione, a questa "Giornata del Ricordo" in Assemblea, è il Presidente provinciale della Provincia di Ancona dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Vorrei soltanto prendere spunto dalle parole dell'ultimo messaggio del Presidente Napolitano quando testualmente dice, facendo riferimento a questa data, facendo riferimento al 10 febbraio: “un appuntamento per non dimenticare l'esodo dall'Istria e dalla Dalmazia di 350.000 italiani nel dopoguerra", vittime di una pulizia etnica.
Credo che queste celebrazioni - che spesso mi capita di fare, quando abbiamo occasioni del genere. se pur importanti, da un punto di vista formale, sarebbero poca cosa se fossero soltanto un ottemperare a una previsione di legge oppure, come dire, ad una ritualità, ad un formalismo. Queste occasioni debbono rappresentare, lo dico fino alla noia, un momento di grande riflessione che dobbiamo attivare ovunque, non soltanto nelle sedi istituzionali e faccio riferimento, soprattutto, ai nostri ragazzi, ai nostri giovani, perché troppo spesso ho la sensazione che ci sia una deriva culturale che ci fa dimenticare tutto e tutto troppo in fretta.
Questa deriva culturale produce approssimazioni nella ricostruzione storica degli eventi, una superficialità nella valutazione di tutto. Credo che al di là della crisi profonda che viviamo da un punto di vista finanziario, economico, alla base di questa nostra società, alla base di tutto, ci sia una crisi culturale, assoluta. Tutti orientati a vivere frettolosamente, talvolta anche un po' superficialmente il presente, perdiamo il ricordo, diventiamo tutti smemorati ed abbiamo atteggiamenti che non guardano al di là della gestione del quotidiano, ci manca il passato e spesso, dai nostri comportamenti, ci manca anche la capacità di fare una proiezione nel futuro.
Allora è evidente che in circostanze come questa, che ricordano drammi del nostro secolo, parliamo del '900, non possono essere soltanto un fatto rituale, anche se la formalità è importante, individuare una data e in quella data fare delle iniziative è importante, però, al di là di questo, credo che questa società debba recuperare il senso della memoria, il senso del ricordo perché pagine tristi della storia dell'umanità non possono dirsi superate per sempre, non possono dirsi girate per sempre. Certo, tutto cambia e possono cambiare anche le modalità attraverso le quali esprimere soprusi, ingiustizie o privazioni di libertà individuali o collettive, e le ragioni possono essere le più disparate: etniche, differenze o quant'altro. Credo che anche questa occasione ci debba servire per ricordare un'ulteriore tragedia del '900, per fare queste riflessioni, per fare in modo, soprattutto, che queste riflessioni vengano affidate ai ragazzi che sono, fuori da ogni retorica, la società del domani e quindi il futuro.
Come Assemblea legislativa abbiamo patrocinato per questa occasione alcune iniziative e stamattina abbiamo la possibilità di ascoltare alcune riflessioni del Dott. Franco Rismondo. Per questo passerei a lui la parola, ringraziandolo di nuovo, a nome mio personale e dell'Assemblea, per aver accettato il nostro invito. Prego.

Franco RISMONDO. Grazie Presidente Solazzi, dopo le sue parole non avrei molto altro da aggiungere, tranne il nostro ringraziamento per questa legge regionale che recepisce la legge nazionale. Quando dico il nostro apprezzamento, non mi riferisco soltanto alla nostra Associazione provinciale di Ancona, ma a livello nazionale, perché la notizia di questa legge regionale ha fatto il giro d'Italia ed è stata apprezzata ovunque.
In questa giornata, in cui ricordiamo delle tragedie, ci sarebbe poco da festeggiare, però, per noi è una giornata di festa perché festeggiamo l'interesse e la vicinanza delle Istituzioni alla nostra storia, alla nostra tragedia, che è stata per tanto tempo ignorata dalle Istituzioni.
Dopo questo ringraziamento, vorrei anch'io citare le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella sua conclusione dell'intervento di ieri al Quirinale ha detto: " Voglio rendere esplicita una domanda che magari serpeggia fra di voi: ma non abbiamo ormai detto tutto su vicende di 70 anni fa? Ha senso ritornarci sopra ad ogni ricorrenza del "Giorno del Ricordo"? Ebbene, si, ha senso. Ha senso per essere vicini a chi visse quella tragedia e ne può dare ancora testimonianza, per essere vicini ai loro figli ed ai loro nipoti. Riconciliazione non significa rinuncia alla memoria e alla solidarietà. Ed ha senso perché quanto più i giovani, i ragazzi di oggi, si compenetrano con ogni passaggio importante, con ogni squarcio doloroso della nostra storia di italiani - e penso anche alle prossime celebrazioni della prima guerra mondiale - tanto più potrà rinsaldarsi la nostra coesione nazionale e con essa rafforzarsi la nostra voce in Europa".
Qui vorrei dire - e spero di non essere frainteso anche da quanti, per avere più sofferto, hanno maggiormente bisogno del balsamo della solidarietà per le vittime di quelle violenze che riassumiamo nella parola "foibe" - che vedo nel "Giorno del Ricordo" qualcosa che non è limitato al periodo della generazione che ne è stata protagonista, ai loro figli o nipoti.
Venti anni di fascismo, o cinquanta di comunismo sono solo una breve parentesi nei secoli di presenza italiana su entrambe le sponde dell'Adriatico. Breve parentesi, dolorosa, che ha lasciato ferite che solo di recente possiamo dire in via di guarigione, col reciproco riconoscimento delle colpe del passato tra i Presidenti di Italia, Croazia e Slovenia.
Al Quirinale il Prof. Segatti ha fatto una relazione in cui ha messo molto bene l'accento sul valore, negato nel passato e più che mai da valorizzare oggi, del pluralismo etnico e linguistico, il cui rispetto è condizione di una pacifica convivenza, culturalmente e umanamente più ricca.
Come si è già detto prima, riconciliazione non significa rinuncia alla memoria.
Se da questa parte dell'Adriatico per decenni ci sono state reticenze ideologiche e rimozioni opportunistiche, dall'altra parte la verità storica dell'esistenza di una comunità italiana autoctona, che ne ha determinato il volto civile e l'appartenenza alla cultura occidentale, è stata per anni raccontata come la presenza colonizzatrice della Repubblica di Venezia o l'immigrazione di italiani invasori.
Lo scorso 11 dicembre l'Ungheria ha istituito il suo "Giorno del Ricordo" in memoria dei tedeschi civili espulsi dopo il 1945. A partire dallo scorso 19 gennaio, data del primo trasporto ferroviario, in Ungheria si celebrerà ogni anno tale ricorrenza, in ricordo di questa tragedia, comune alla maggior parte dei paesi dell'ex blocco comunista. Adesso che i parlamenti di Lubiana e Zagabria possano esserne positivamente contagiati e prendere analoghe iniziative in ricordo dell'esodo di 350.000 italiani, più che auspicabile, mi sembra a questo punto anche prematuro solo sperarlo.
Possiamo solo augurarci che le nuove generazioni slovene e croate, a contatto delle nostre negli scambi culturali interregionali nella Macroregione Adriatico-Ionica, nei forum delle città dell'Adriatico, nelle tante iniziative che collegano le due sponde, nel recente kee-pass, un'altra iniziativa, un tipo di Erasmus dell'Adriatico, scoprano, magari nel web, quella realtà che è stata loro nascosta o travisata nei loro testi scolastici e sulla loro stampa. Perché come noi, i nostri giovani sanno poco di questa storia che non era sui libri di testo, non la sanno nemmeno i loro genitori o gli insegnanti che non l'avevano nei libri di testo, così nei libri di testo e nella stampa jugoslava si è travisata la storia della comunità italiana per decenni.
Questo per l'altra sponda.
Per noi, su questa sponda, lo scorso 25 settembre 2012, al processo contro gli scienziati che non avevano previsto il terremoto dell'Aquila, i due Procuratori della Repubblica presso il Tribunale di L'Aquila hanno iniziato le 509 pagine della requisitoria con l'elenco degli imputati, tra i quali il prof. Eva Claudio, nato a Pola (Slovenia) il 5.02.1938. Che la città di Pola si trovi in Istria, ora Croazia, mentre la Slovenia si trova più a sud, può essere semplice ignoranza della geografia, materia trascurabile, si può sopperire con Google Maps o con i navigatori.
Che la posizione di Pola fosse nota già a Dante Alighieri che scrisse “Sì come a Pola, presso del Carnaro, che Italia chiude e i suoi termini bagna” ed ignota a due laureati, si può ascrivere alla scarsa rilevanza attuale di anacronistici studi classici, mettiamola così, ma che due magistrati ignorino che nel 1938 Pola faceva parte del Regno d'Italia ed ignorino, la legge n. 54 del 1989 riguardante le attestazioni anagrafiche a cittadini italiani nati in Comuni già sotto la sovranità italiana ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, questo mi sembra ben più grave ed inaccettabile.
C'è un'ignoranza della storia d'Italia a tutti i livelli, questo è un esempio soltanto.
Quei 350.000 o quanti fossero che hanno lasciato le terre loro e dei loro avi, non erano tutti figli di Nazario Sauro, ai quali il martire lasciò la consegna “giurate di essere sempre e dovunque e prima di tutto Italiani", senza arrivare a giuramenti quei 350.000 erano italiani che vollero restare italiani.
Dimenticare che quelle terre sono state italiane, anche solo nello spazio tra le due guerre, vuol dire ignorare sia i caduti della Grande Guerra, quei 600.000 morti che non sono morti soltanto per Trento e Trieste, ed anche quelle poche migliaia di italiani che ancora vivono sull'altra sponda.
Nel 2008, nel ricordare il 90° anniversario della Grande Guerra, i nomi di Istria e Dalmazia sono stati universalmente ignorati. Ho mandato un invito rivolto ai Prefetti della Regione Marche perché almeno in questa circostanza rivolgessero un pensiero nell'occasione, una Prefettura della Repubblica mi ha risposto che la mia istanza era stata inoltrata agli uffici competenti. Questa è la risposta alla richiesta di ricordare una parte della storia d'Italia. Non so se varrà la pena rinnovarla nel prossimo centenario … dico Prefettura per dire un organo dello Stato; ma mi aspetto che il "Giorno del Ricordo", tra foibe, esodo e le più complesse vicende del confine orientale, non ricordi soltanto barbari eccidi, violenze prevaricatrici, la tragica odissea dell'esodo.
Noi finiremo e finiti noi, come sono finiti gli ultimi garibaldini o i ragazzi del '99, vorremmo che resti ai nostri figli in Europa, il ricordo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia ed il ricordo e l'uso dei nomi italiani delle città della costa, i nomi di Pola, Fiume, Zara, Spalato, Ragusa. Sono stati usati nei secoli come si usa Parigi o Londra, senza timore di essere accusati di revanscismo e senza bisogno di dimostrare una esterofilia spesso causata dall'ignoranza conseguente a decenni di rimozione di questa parte della nostra storia. Perché se la Jugoslavia ha boicottato, negato o trascurato, il termine Dalmazia che ricordava troppo un passato italiano preferendo il termine Croazia del sud, Croazia costiera, la costa Croata, il mare Croato si va in Croazia, non si va in Dalmazia - mentre noi andiamo in Costa Azzurra o andiamo in Corsica, non andiamo in Francia - c'è stata questa Dalmazia, memoria dal nome Dalmazia. Se questo è successo dall'altra parte, noi vorremmo che il "Giorno del Ricordo" - e mi rifaccio alle parole del Presidente Napolitano – sia una occasione per conoscere e poi per ricordare la nostra storia di italiani, per rinsaldare la nostra coesione nazionale ed insieme con essa rafforzare la nostra voce in Europa.
Coesione nazionale. Ha detto bene ieri al Quirinale il ministro Terzi: "Il dramma delle foibe e degli esuli non è più rimosso, ed è sempre meno oggetto di faziose strumentalizzazzioni". Sempre meno, ma puntuale ogni anno. Un'esigua minoranza, sin dall'inizio, ha liberamente espresso la sua opposizione alla istituzione di questa giornata. All'intermo di questa ci sono quei pochi violenti che in nome dell'antifascismo, in questo che viene definito il "giorno dell'orgoglio neofascista", celebrano il ricordo delle più complesse vicende del confine orientale, mettendo in evidenza solo i crimini dell'esercito italiano e le violenze sui civili sloveni.
Fatti accaduti, certamente, ma non si può leggere la storia con il paraocchi, guardando solo quanto più utile alle proprie idee.
Grazie all'aiuto della Regione Marche abbiamo esposto a Piazza Roma, nei locali del Palazzo del Rettorato, una mostra fotografico-didattica. Il testo è quello approvato dal Ministero dell'Università e della Ricerca e riportato sulle pubblicazioni trimestrali del Ministero dedicate ai seminari annuali sui temi relativi al "Giorno del Ricordo".
Il periodo fascista e le foibe sono solo due dei 24 pannelli che illustrano la storia dell'Istria e della Dalmazia. Non è, e non può essere, una mostra esauriente che racconti tutto, ma è quella che, nel concomitante clima prelettorale, abbiamo ritenuto la più "corretta".
L'approccio ideologico-nazionalistico, con cui troppo spesso si è affrontata la questione, ha portato ad esaltare più gli aspetti che differenziano e contrappongono le parti in causa, piuttosto che quelli che ne potrebbero limitare la conflittualità. Molti sono coloro che per il superamento di questa condizione hanno individuato ed indicato come unico approccio, fattivamente percorribile, quello culturale. Ed è la via che tentiamo con l'aiuto della Regione di percorrere.
Il "Giorno del Ricordo", per essere fattore di miglioramento e crescita, non dovrebbe intendersi solo in termini di memorie e rivendicazioni, bensì, oltre che di pietas per le sofferenze di tutti e di ciascuno, anche di impegno al confronto ed al dialogo tra le parti su una base di reciproco rispetto. Reciproco rispetto tra noi di opposte parti politiche e reciproco rispetto dei concittadini europei dell'altra sponda.

PRESIDENTE. Grazie Dott. Rismondo.

SEDUTA N. 107 DEL 12 FEBBRAIO 2013

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Direi di dare inizio alla seduta n. 107 del 12 febbraio 2013, Do per letto il processo verbale della seduta n. 106 del 5 febbraio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 286 in data 29 gennaio, ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Ortenzi, Pieroni, Malaspina, Cardogna, Latini, Eusebi, Bucciarelli, Binci, Trenta, Busilacchi, Comi, Petrini, Perazzoli, Badiali, Sciapichetti, Traversini, concernente: “Celebrazione del settantesimo anniversario della resistenza e della liberazione”, assegnata alla I Commissione in sede referente ed alla II Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’art. 69 del Regolamento Interno.
E' stata presentata, in data 4 febbraio, la seguente petizione popolare:
n. 7 concernente: “Attivazione percorso per la sospensione dell'obbligo vaccinale”, assegnata alla V Commissione ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 449 del Consigliere Sciapichetti “Casa di Cura Villa Marchetti di Macerata ”;
n. 450 del Consigliere Latini “Elettrodotto Fano – Teramo”.
Hanno chiesto congedo per la seduta odierna gli Assessori Donati, Giannini, Luchetti, il Presidente Gian Mario Spacca, il Consigliere Marangoni.

Interrogazione n. 765
del Consigliere Bugaro
“Aiuti di Stato alle Imprese nelle Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. A questa interrogazione, presentata dal Consigliere Bugaro, dovrebbe rispondere l'Assessore Giannini che non vedo, al suo posto vedo l'Assessore Mezzolani, che non chiede mai congedo, e, quindi, passerei alla seconda interrogazione.

Interrogazione n. 1099
del Consigliere Marinelli
“Affidamento incarico direzione ARS”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1099 del Consigliere Marinelli. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Rispetto a questa interrogazione, ripercorro il tragitto che abbiamo fatto e le decisioni che abbiamo preso. La Giunta regionale a seguito di un articolato approfondimento, reso necessario sia dalle ripetute innovazioni normative, che derivano dai provvedimenti statali, sia dalle difficoltà di coordinamento registrate all'interno dello stesso sistema sanitario, ha deciso di presentare a questa Assemblea legislativa alcune proposte di modifica delle disposizioni concernenti le strutture organizzative competenti in materia di sanità e di servizi sociali.
La stessa Assemblea legislativa ha approvato tali proposte.
E' stata stabilita, in particolare, l'abrogazione della disposizione che demandava la direzione dell'Agenzia regionale sanitaria (ARS), fino al termine della legislatura, al direttore del Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali della Giunta regionale. Sono stati istituiti il Servizio Sanità e il Servizio Politiche sociali, con contestuale soppressione del Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali, ed è stata prevista la costituzione, presso lo stesso Servizio Sanità, del Coordinamento degli enti del Servizio sanitario regionale, composto dal dirigente del Servizio Sanità, dal dirigente del Servizio Politiche sociali e dai direttori generali degli enti del Servizio sanitario regionale. E' stato attribuito, infine, all'ARS l'esercizio, nell'ambito della programmazione regionale, delle funzioni di supporto e di indirizzo alla programmazione in materia di sanità.
La chiara ed esclusiva finalità delle scelte effettuate è quella di assicurare, in un periodo tra l'altro estremamente difficile, una razionalizzazione ed un più efficace svolgimento delle funzioni relative al Servizio sanitario regionale, nonché un maggiore coordinamento tra i soggetti a cui è demandata la stessa gestione, in un momento ricordo particolarmente delicato per l'intero settore e nel quale, in relazione ai pesanti tagli esercitati dal Governo centrale, è richiesto alla Regione un rilevantissimo impegno per conservare i conti in equilibrio e, al tempo stesso, garantire la qualità dei servizi a favore della comunità.
Il sempre più difficile contesto generale richiede, infatti, una chiara distinzione delle responsabilità insieme al massimo spirito di squadra, al fine del raggiungimento di questi obiettivi.
In attuazione delle specifiche disposizioni approvate dall'Assemblea legislativa, la Giunta regionale, con deliberazione n. 1823 del 28 dicembre 2012, ha nominato i dirigenti del Servizio Sanità e del Servizio Politiche sociali ed il Presidente del Coordinamento degli enti del Servizio sanitario regionale. Con deliberazione n. 1824, sempre del 28 dicembre 2012, ha approvato un accordo preliminare con l'ex direttore del Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali, confermando lo stesso soggetto al vertice dell'ARS, anche in considerazione delle nuove funzioni di supporto alla programmazione affidate alla medesima Agenzia.
Con deliberazione n. 8 dell'8 gennaio 2013, inoltre, ha approvato lo schema del contratto aggiuntivo per il conferimento delle funzioni di direttore dell'ARS.
La Giunta regionale, poi, con deliberazione n. 19 del 14 gennaio 2013, considerata la necessità di evitare dilazioni ulteriori, che avrebbero arrecato pregiudizio all'ente e a fronte dell'indisponibilità dell'ex direttore del Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali a sottoscrivere, nei termini assegnati, la proposta dell'Amministrazione, ha deciso la risoluzione di diritto del contratto sottoscritto nel novembre 2011 e la revoca delle deliberazioni n. 1824/2012 e n. 8/2013. La stessa Giunta regionale, inoltre, con deliberazione n. 41 del 21 gennaio 2013, al fine di assicurare continuità nell'esercizio delle funzioni, ha nominato direttore dell'ARS il Dott. Paolo Aletti ed ha approvato lo schema del relativo contratto individuale di lavoro di diritto privato a tempo determinato, con decorrenza dal 22 gennaio 2013 e per la durata di un anno, mantenendo in capo al medesimo le funzioni della Posizione di progetto Sistema di governo del Servizio sanitario regionale.
Con tale assetto organizzativo, che consente un risparmio non trascurabile per la Regione Marche, affronteremo e stiamo affrontando le delicatissime sfide che la sanità ha davanti, senza escludere a priori eventuali aggiustamenti imposti dall'esigenza di dare una risposta sempre più qualificata alla nostra comunità regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. La risposta dell'Assessore Mezzolani è una risposta certamente volta a trovare una giustificazione di quella che, secondo me, è stata una difficoltà di comunicazione fra gli attori della sanità.
Fra gli attori principali.
La mia interrogazione non vuole essere una interrogazione pro-Ruta, assolutamente, è un'interrogazione per capire, in questo mare magnum di organizzazione e di governance della sanità - mi dispiace che l'Aula non abbia seguito con attenzione, gli stessi Consiglieri di maggioranza del PD dovrebbero capire come è la organizzazione - come viene rimodellata, non solamente perché ci sono minori risorse economiche ma perché, forse, ci sono più contrasti fra gli stessi attori.
Nel momento in cui il Dott. Ruta, da dirigente del Reparto di terapia intensiva del Politecnico di Milano è venuto nelle Marche a sostituire Zuccatelli, aveva un incarico ben preciso, aveva una capacità, una finalità di organizzare, di realizzare quelli che erano gli intendimenti, giusti, politici, a 360°, è stato, poi, nominato Direttore del Dipartimento e ad un certo punto, a dicembre, con l'emendamento 17 bis è scomparso il Dipartimento.
(...) è normale. mi rendo conto, Assessore, ha cercato di articolare la risposta e l'ho anche apprezzata ma è assurdo che con l'emendamento 17 bis il Dipartimento venga cancellato. Perché viene cancellato? Perché Ruta non ha accettato un ruolo diverso, quindi si toglie il dipartimento, questa è la realtà. Come se il Presidente Spacca per togliere un Assessore dicesse: “Non vai via? Ti tolgo l'assessorato”. "Che fai, stai li da una parte?" Questa è l'essenza.
Ora, la Giunta, con l'Assessore, con i dirigenti, ha cercato di giustificare con la difficoltà che c'è nel riorganizzare questo servizio. Chiaramente è una delicata fase di riorganizzazione, ci sono minori risorse, dobbiamo attuare questo piano socio sanitario, che è venuto in Aula, lo abbiamo detto più volte, vuoto, adesso lo si deve riempire di contenuto, Consigliere Comi, lo si sta riempiendo in mezzo a mille difficoltà perché chiaramente quello che non è stato affrontato a priori, prima del piano, si ripresenta con una certa difficoltà, con un certo populismo, con una certa demagogia, non capendo che occorrono delle idee precise.
Idee precise che l'Assessore ha, perché le ha spiegate, ma anch'io che faccio il medico ho avuto un po' di difficoltà a capirle. La legge regionale n. 13 del 2003 sopprimeva l'ASL, poi sono intervenute le Zone Territoriali, poi la legge n. 17, se non sbaglio, del 2010 ha cambiato in Asur le Aree Vaste, è una governance in continuo movimento, tenendo conto che c'era una legge, la 28 del 2010, in cui è stata annunciata e poi ritirata la soppressione dell'ARS, l'Azienda sanitaria regionale. Mi ricordo che il Consigliere Ricci fece un intervento dicendo che questa Azienda Sanitaria regionale non serviva, c'era una legge che poi è stata ritirata.
In questa confusione, Assessore, non si può che dire confusione, nella chiarezza delle sue idee, perché è chiaro che lei ha idee chiare nel programmare, si instaura una diatriba fra dirigenti, fra persone che occupano un ruolo importante, in cui certamente Ruta ha difficoltà a mantenere la sua posizione, tenendo conto che come è stato detto da più parti, c'è la necessità di separare la programmazione dalla gestione. C'è l'indirizzo politico, bisogna programmare e bisogna realizzare e molto probabilmente Ruta non era più in condizione di essere il braccio operativo di questa Giunta che ha dato delle precise direttive, chiaramente era di intralcio - ho visto una operazione, non dico punitiva perché mi sembra un po' eccessivo - era meglio mettere da parte il Dott. Ruta perché non rispondeva più alle esigenze, tenendo conto che questo piano deve andar avanti e bisogna agire senza avere intralci.
Mi rendo conto delle difficoltà, ma invito l'Assessore a dare una credibilità diversa a questa operazione, che è stata, secondo me, un'operazione di epurazione politica.

Interrogazione n. 1075
del Consigliere D'Anna
“Privatizzazione CAL (Centro assistenza limitata) dialisi e liste di attesa degli ambulatori nefrologici”.
(Decadenza)

PRESIDENTE. Non c'è il Consigliere D'Anna, quindi decade.

Interrogazione n. 1058
del Consigliere Binci
“Residenze protette anziani l.r. 20/2002. Richiesta di informazione sulle rette a carico degli utenti”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1058 del Consigliere Binci. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Consigliere Binci, poi le do tutte le tabelle allegate che mi hanno fornito. Il Consigliere fa una serie di domande alle quali si risponde, la prima è la conoscenza del dato per ogni struttura convenzionata, della quota messa a carico degli utenti.
II dato richiesto è stato appunto riepilogato nella tabella elaborata dall'ASUR, che ovviamente allego a questa interrogazione, la quale ha analizzato la situazione struttura per struttura, relativamente al periodo 2009, 2010, 2011, 2012 nella colonna relativa alla "compartecipazione applicata". Dai dati si evince che il percorso di riallineamento sta andando avanti nelle modalità indicate fino ad oggi dalla deliberazione di Giunta regionale n. 1230/2012. II totale dei posti letto al 2012 è pari a 3.179 rispetto ai 3.411 indicati nell'atto. La differenza di 232 posti letto corrisponde ai posti letto gestiti direttamente dall'ASUR e non tramite convenzione (per questo non sono stati rilevati) per cui in quel caso l'incremento è avvenuto con fondi propri in capo all'ASUR utilizzando il proprio personale dipendente.
Nel quesito numero due si chiede per quali motivi i dati richiesti ripetutamente dalle associazioni non sono mai stati forniti, nonostante le ripetute rassicurazioni al riguardo.
I dati richiesti sono stati trasmessi all'associazione Comitato Associazioni di Tutela dal direttore generale dell'ASUR non appena disponibili, data l'enorme complessità della raccolta che ha riguardato oltre cento strutture. La nota di invio al responsabile del CAT, pervenuta per conoscenza anche alle nostre strutture regionali, è del 29 gennaio scorso. Ci risulta addirittura che l'associazione CAT abbia già prodotto una sua rielaborazione dei dati ricevuti con allegata la tabella ASUR.
Nel quesito numero tre si chiede quanti sono gli anziani non autosufficienti ricoverati in case di riposo o residenze protette.
I posti letti in "Residenza Protetta" autorizzati dai Comuni ai sensi della legge regionale 20/2002 sono, allo stato attuale 4.490, articolati su 133 strutture, mentre i posti letto autorizzati nelle "Case di Riposo" sono invece 2.200. II totale, quindi, dei posti letto autorizzati presso strutture sociali e socio-sanitarie (ad esclusione quindi delle R.S.A. che seguono altre procedure di autorizzazione) è di 6.690 posti letto Sottraendo ai 4.490 posti letto i complessivi di residenze protette autorizzati i 3.411 posti letto sia autorizzati che convenzionati rimangono esclusi dal "piano di convenzionamento" circa 1079 posti letto in R.P. per i quali però l'ASUR garantisce ugualmente il costo dell'assistenza infermieristica degli OSS con fondi propri attraverso accordi di Assistenza Domiciliare Integrata.
I posti letto autorizzati in "Case di riposo" invece non sono soggetti a convenzione obbligatoria perché rivolti ad una utenza autosufficiente o solo parzialmente non autosufficiente per i quali, quindi, non è richiesta compartecipazione da parte del Servizio Sanitario Regionale.
Al punto quattro si chiedono quanti sono gli anziani non autosufficienti inseriti nelle liste di attesa distrettuali per un posto di R.P., come previsto dall'art. 5 della convenzione sottoscritta tra ASUR e Residenze Protette.
Trattandosi di strutture per la grandissima parte private, non esiste un dato raccolto a livello distrettuale di anziani non autosufficienti in liste d'attesa. Questo sistema potrà andare in funzione in una fase in cui, a livello di Ambito Territoriale Sociale, si attuerà la gestione associata dei servizi con una unica stazione appaltante, un unico regolamento di accesso, criteri unificati di compartecipazione e, quindi, anche uniche liste di attesa. Stiamo predisponendo una normativa regionale che vada appunto in questa direzione.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto ringrazio l'Assessore per la risposta e ringrazio gli uffici per aver messo a disposizione i dati.
In questi sette anni e più di mandato come Consigliere regionale, più volte, ho insistito sulla regolamentazione, sull'indagine rispetto alle residenze protette per anziani e ai servizi socio sanitari per le persone non autosufficienti.
Eravamo in una situazione di assoluta non conoscenza dei dati a disposizione del nostro servizio, piano, piano si va nella direzione di conoscere quelle che sono le strutture, le risorse e di iniziare a fare, con queste indagini che sono poi le basi, una programmazione anche in questo settore.
Ricordo che la scorsa settimana c'è stato un incontro del Garante con gli uffici, ha presentato le richieste di diverse decine di associazioni volontaristiche del nostro territorio, per mettere ordine sulla programmazione delle strutture socio sanitarie e mettere ordine su quelle che sono anche le politiche di finanziamento dell'Asur e della Giunta rispetto alle strutture socio sanitarie.
Il problema qual è? E' che in queste strutture ci sono differenti trattamenti economici e, sia secondo le associazioni che secondo me, non è comprensibile come stesse strutture convenzionate con la regione Marche, autorizzate e con le stesse caratteristiche, non forniscano, poi, un servizio di base a stessi prezzi ai cittadini marchigiani.
Credo che la Regione Marche, all'interno delle strutture autorizzate, che chiedono una convenzione, debba garantire ai cittadini marchigiani stesso trattamento su tutto il territorio. Non è possibile che i cittadini siano lasciati a loro stessi nella trattativa per affidare un proprio caro all'interno di una struttura socio sanitaria.
La Regione e il servizio dell'Asur devono fare da intermediari, devono far si che ci sia uguaglianza di trattamento dei cittadini, anche di quelli che non possono e che non hanno grandi forze contrattuali.
L'altra questione legata a questo aspetto è la necessità di rendere pubbliche le liste di attesa distrettuali, altrimenti ogni cittadino deve rivolgersi personalmente alla singola struttura senza sapere se un posto è o non è disponibile, o dove sono i posti disponibili. Questo è un discorso di trasparenza, è un discorso di diritto dei cittadini e la questione della trasparenza delle liste di attesa è già prevista nella deliberazione della Giunta regionale e l'Assessore ha detto si sta lavorando in questa direzione. Spero si arrivi presto a rendere pubbliche le liste di attesa.

Presidenza del Vice Presidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 894
del Consigliere Zinni
“Correttivi dei fondi di garanzia 'Fondo centrale di garanzia' FEI Fondo regionale di garanzia. Sostegno ai Confidi delle Associazioni di categoria regionali”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 894 non può essere svolta per mancanza dell'Assessore.

Interrogazione n. 861
dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci, Massi, Marinelli
“Alluvione marzo 2011: contributo statale di 25 milioni di euro”

Interrogazione n. 921
del Consigliere Latini
“Sblocco dei fondi per l'alluvione del 2011”

Interrogazione n. 613
del Consigliere Acquaroli
“L'accise sul carburante per far fronte alle spese per i danni causati dall'alluvione del marzo 2011”

Interrogazione n. 1053
del Consigliere Latini
“Alluvione del marzo 2011 – danni alle imprese”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 861 dei Consiglieri Acquaroli, Ciriaci, Massi, Marinelli, n. 921 del Consigliere Latini, n. 613 del Consigliere Acquaroli, n. 1053 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Ho una montagna di carte preparate dagli uffici, proverò a rispondere utilizzando quella che mi sembra più sintetica e più chiara, quella che è la risposta all'interrogazione n. 921 del Consigliere Latini che mi mi sembra racchiuda la maggior parte delle risposte.
Una volta illustrata l'interrogazione, sono a disposizione dei colleghi anche per risposte scritte più particolareggiate, visto che la situazione è continuamente in evoluzione, sono stato a Roma al Consiglio dei Presidenti a rappresentare il Presidente Spacca e questi argomenti sono in continua evoluzione.
I problemi rappresentati dai Consiglieri interroganti, sono, purtroppo, ben noti alla Giunta regionale. Fin dalla richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza sono stati segnalati, stato di emergenza che non è stato mai decretato, gli ingenti danni subìti da privati ed imprese a seguito degli eventi alluvionali del marzo 2011, ed in tutte le occasioni, formali ed informali, compresa l'ultima mia per quel poco che conta, è stata espressa la preoccupazione che molte imprese non sarebbero state in condizione di riprendere l'attività senza tempestivi interventi di sostegno. Ricordo anche la segnalazione accorata fatta alcune settimane fa dalla Consigliera Ciriaci proprio su questo argomento.
Come si ricorderà il Presidente della Regione, il Consiglio regionale, i parlamentari marchigiani, i rappresentanti degli Enti locali, non hanno trascurato nessuna possibilità di ottenere ascolto da parte del Governo; hanno avanzato richieste con atti formali ed anche nel corso di incontri non specificatamente destinati all'esame di tale problematica, presentato mozioni parlamentari, organizzato manifestazioni di protesta.
A distanza di moltissimo tempo si è ottenuta l'emanazione di un'ordinanza, la numero 7 del 2012, che reca una dotazione finanziaria di circa 25 milioni di euro a carico del Fondo della Protezione Civile; la medesima ordinanza dispone che a tale cifra si sommi quella stimata in 3,1 milioni di euro derivanti dalla maggiorazione dell'imposta regionale sui carburanti, la famosa tassa sulle disgrazie; è opportuno precisare che la somma realmente incassata ammonta ad € 3.067.176,80.
Per dare attuazione a quanto previsto dall'Ordinanza sostanzialmente è necessario redigere un piano "contenente gli interventi realizzati dagli enti locali territoriali nella fase di prima emergenza, rivolti a rimuovere le situazioni di rischio, ad assicurare indispensabile assistenza e ricovero alle popolazioni colpite dai predetti eventi calamitosi ed a porre in essere ogni utile attività per l'attuazione, anche in termini di somma urgenza, della messa in sicurezza delle aree alluvionate, con l'indicazione della spesa ammissibile per ciascun intervento".
Quindi l'unica possibilità di intervento lasciata al Commissario delegato è quella di rimborsare, parzialmente, agli Enti locali della Regione le spese realmente sostenute per le seguenti macrovoci:
a) assistenza alla popolazione;
b) impiego del volontariato di protezione civile, compresi i pasti e le spese per il carburante;
c) spese per compenso lavoro straordinario effettivamente prestato da parte del personale dipendente e per eventuali turni di reperibilità;
d) nolo mezzi: idrovore, idropulitrici, macchine movimento terra e simili impiegati per la ripulitura degli spazi e delle aree pubbliche e delle pubbliche fognature, nonché per ripristinare la fruibilità degli immobili privati;
e) smaltimento rifiuti;
f) interventi per la sistemazione di corsi d'acqua;
g) lavori per la messa in sicurezza di infrastrutture ponti, strade e marciapiedi;
h) interventi per il ripristino di edifici pubblici destinati ad uso pubblico.
Si è detto rimborsare parzialmente, e parliamo di enti pubblici, perché a fronte di un fabbisogno dichiarato dagli Enti locali di € 42.583.852,28, l'importo complessivamente disponibile al momento dell'emanazione dell'ordinanza ammontava ad € 28.067.176,80; con nota n. ABI/0061826 del 5 settembre 2012 il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato che, in conseguenza di quanto disposto dall'art. 13, comma 1 - quinquies del decreto legge 2 marzo 2012 n. 16, convertito con modificazioni dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, la somma di € 25.000.000,00 assegnata con l'ordinanza viene ridotta ad € 24.642.873.
La nostra Regione pertanto continuerà, insieme a tutte le altre, ad operare fattivamente per trovare una soluzione della questione, sia sui tavoli tecnici che su quelli politici, intraprendendo tutte le iniziative che possono condurre a raggiungere l'obiettivo.
Vi racconto in conclusione, che la Conferenza dei Presidenti è così consapevole della diversità di trattamento che ha avuto la nostra Regione, rispetto ad altre per l'alluvione del 2011, che siamo riusciti a portare a casa, per quella del 2012, 10 milioni e 700 mila euro, che francamente non ci spettavano, quindi, questa è una situazione che continueremo a seguire anche se io ho l'impressione che, per come si sta articolando la normativa a livello nazionale, non ci verrà consentito, a meno che non cambi la situazione, nessun tipo di provvidenza con fondi statali delle imprese e delle famiglie.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, intervengo per rimarcare alcune questioni rispetto alla problematica; la risposta non è soddisfacente, ma non è imputabile, a lei Assessore, il fatto di non portare dei risultati importanti.
Invito l'Assessorato, la Giunta, a seguire con determinazione questa problematica e a cercare di reperire delle risorse che, comunque, sono sempre meno disponibili, risorse difficili da trovare per le aziende. Quei danni che sono stati apportati, soprattutto, ad un paio di zone in particolare, hanno fatto veramente male e se c'è la possibilità di sostenere queste aziende - magari con il credito rispetto alle banche, garantendo le cifre che avremmo dovuto dare, garantendo le fidejussioni - occorre farlo. Le istituzioni devono essere vicine e assumersi le proprie responsabilità, cercando di individuare, con coraggio, le priorità rispetto alle zone colpite ed anche alle aziende, tra quelle che hanno subìto un colpo determinante, o che potrebbe essere determinante per la sopravvivenza o la non sopravvivenza, e quelle che hanno subìto un colpo meno importante.
Invito la Giunta a farsi carico di questa problematica, una problematica che ormai non è neanche più sentita, quasi archiviata, tra la disperazione e il fatto di non credere più in una risposta da parte delle istituzioni.
Io invece penso che la buona fede e la buona volontà dell'Assessore e della Giunta possano dare, anche se parzialmente, delle risposte. Queste risposte possono venire anche in maniera minima, in maniera, se volete, residuale rispetto ai danni reali, dalle casse della nostra Regione, che può stornare in forma di garanzia, in forma di assistenza, in forma di solidarietà, un elemento importante per poter ripartire.
Questo deve essere fatto, non possiamo nasconderci dietro il Governo nazionale, dietro un'ingiustizia che è stata perpetrata nei confronti della nostra Regione, anche perché, e questo è l'unico aspetto un po' polemico, ricordo bene alcuni interventi sui giornali, quando in quei giorni si dava la colpa al Governo di centro-destra, non voglio fare, non è mia abitudine, fare propaganda elettorale, però non posso esimermi dal ricordare che in quei giorni tanti dicevano che era colpa del Governo, oggi sono cambiati i presupposti, sono cambiati gli equilibri e la situazione non è per nulla cambiata. Poi si vede la destinazione che tanti soldi pubblici, degli utenti e dei cittadini, hanno preso. Non avere risposte rispetto all'alluvione è veramente indignitoso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ringrazio l'Assessore per la risposta che ha dato.
Quanto alla prospettiva futura, sappiamo tutti che il Governo non tirerà fuori somme in questa specifica situazione, in questa specifica difficoltà, chiuso anche da norme che impediscono, e che impediranno a qualsiasi esecutivo futuro, di procedere, a meno che non si modifichi l'impostazione generale.
Tutto il territorio colpito, soprattutto, la provincia di Fermo, la provincia di Macerata e in parte la provincia di Ascoli, ha subìto lesioni irreparabili dal punto di vista del tessuto industriale e c'è una percentuale che, prima ancora della seconda ondata, della seconda crisi economica internazionale, ha visto bruciare per l'alluvione del marzo 2011 circa il 15% delle imprese produttive, che non si sono più risollevate, molte delle quali, anzi la maggior parte, sono le imprese del tessuto più vivo e vitale del nostro territorio, vale a dire le imprese familiari, le ditte individuali o le piccole e medie imprese. Queste non riprenderanno più nessun tipo di lavoro, perché ormai sono chiuse. Non c'è stata, nè di fronte alla situazione mortale, ci sono stati due decessi a causa della alluvione, nè tanto meno, di fronte ai problemi legati alle famiglie, una situazione di intervento in grado di consentire, almeno in percentuale, la risistemazione straordinaria degli immobili colpiti.
A proposito di questa situazione, che non dà sbocco dal punto di vista della richiesta al Governo centrale, la mia proposta, ringraziando appunto l'Assessore Eusebi, è quella di valutare se, all'interno della macchina complessiva della Regione Marche, in futuro non si debba dare una priorità a questo tema. Speriamo che non ritorni più a galla, ma la tematica della conservazione del nostro territorio comprende anche la sistemazione e la regimazione di fronte ad eventi catastrofici o comunque eventi naturali imprevisti che hanno conseguenze negative ed importanti sul territorio stesso. Quindi, ripensare e rimodulare un fondo per l'emergenza, comprensivo della possibilità di sbocco dei crediti o comunque delle ragioni di credito da garanzia, credo che si debba costituire, non la risposta emergenziale di fronte a questa o a quella iniziativa, l'alluvione del 2011, quella del 2012, ma una priorità della nostra Regione, che possa vedere un punto fondamentale nel prossimo bilancio 2014, in termini di programmazione, non solo interventi strutturali di opere pubbliche ma possibili interventi emergenziali dal punto di vista della spesa corrente, che non può essere solo quella della protezione civile, che svolge un ruolo importante e significativo, ma deve essere anche quella della possibile interazione fra Comuni, Regione, che destini una parte delle sue capacità di entrate, anche con interventi privati, che possono, in qualche modo, far ripartire l'economia delle famiglie e l'economia delle imprese colpite.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente, in modo molto breve, vorrei ringraziare l'Assessore per il lavoro svolto e per i risultati che, comunque, sono stati riportati per il nostro territorio.
Io ho presentato interrogazioni subito dopo l'evento successo giù da noi ed oltre il coinvolgimento delle aziende è stato, soprattutto, stravolgente quello delle famiglie, perché, come ricordava il Consigliere Latini, abbiamo avuto due morti.
L'impegno che oggi ha dimostrato l'Assessore Eusebi e il risultato che ha portato a casa ha, non tanto un valore economico, ma un valore di impegno, un valore governativo. Oggi più che mai in queste situazioni così particolari, forse, non abbiamo più bisogno di una parte politica, abbiamo bisogno di essere governati, di riacquistare la fiducia in chi ci governa ed avere una responsabilità seria per ricominciare ad andare avanti.
Le aziende che sono state coinvolte sono aziende piccole, di piccole dimensioni, soprattutto, agricole, capisco la sua difficoltà e l'impegno che ha messo e quello che sta mettendo, le volevo ancora una volta ricordare, ed è questa la forza del messaggio, quali sono i nostri interlocutori.
Ho ricordato l'impegno politico, ma ricordo anche che da noi è stato creato un comitato. I comitati oggi più che mai, sono un risultato forte, un risultato della non politica e del non governo, quindi Assessore, le auguro ancora un buon lavoro ma, soprattutto, le auguro di essere vicino a tutti noi, a tutti noi come Consiglieri e di tutelare questo territorio, non soltanto dal punto di vista economico ma, soprattutto, dal punto di vista di ridare fiducia e coraggio a chi tutti i giorni deve essere pronto ad affrontare questa crisi che sembra non avere fine.

PRESIDENTE. Termina qui la parte della seduta dedicata agli atti ispettivi passiamo ora al punto numero tre dell'ordine del giorno.

Deliberazione legislativa statutaria
“Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 Statuto della Regione Marche”
(Seconda approvazione ai sensi dell'articolo 123 secondo comma della Costituzione)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione legislativa statutaria. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. La proposta di legge n. 170 recita “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005 n. 1 - Statuto della Regione Marche". E' stata abbinata alle altre proposte di legge in materia e oggi viene portata all'ordine del giorno nuovamente per essere sottoposta all'approvazione, ai sensi dell'articolo 123, della Costituzione. Tale articolo, per l'approvazione o per le modifiche statutarie prevede come in questo caso, come procedura, la doppia votazione a maggioranza assoluta dei componenti l'Assemblea ed un intervallo non minore di 2 mesi. Infatti l'articolo 123, comma due, della Costituzione recita “Lo Statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi” quindi, diciamo, è un fatto tecnico, l'atto che dobbiamo approvare stamattina credo non riscuota perplessità da parte dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Naturalmente questa proposta di deliberazione statutaria l'abbiamo votata insieme e siamo sulla stessa linea, anche per dare, in questo momento particolare, un segnale di serietà e sobrietà che i cittadini ci chiedono.
Per i Consiglieri sappiamo che l'approdo è il 2015, per gli Assessori, mi rivolgo al Presidente, affinché dia prestissimo un segnale. Mi pare che questo segnale vada dato alla nostra comunità, quindi, su questa posizione di responsabilità e di messaggio serio ai cittadini, in questo momento, a prescindere dalle elezioni, ma anche sotto le elezioni, votiamo a favore di questo atto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Il Consigliere Bucciarelli ha chiesto la verifica del numero legale. Stiamo votando per la verifica del numero legale.
Quorum 22, presenti 31, assenti 12, il numero legale è presente, quindi, andiamo avanti con la votazione.

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione legislativa, ci vuole la maggioranza assoluta, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di atto amministrativo n. 53
ad iniziativa della Giunta Regionale
“Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e delle attività motorio- ricreative 2013/2015. Legge regionale 2 aprile 2012, n. 5, articolo 6”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 53 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questo Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e delle attività motorio ricreative, è stato predisposto, in attuazione di quanto stabilito dalla l.r. 2 aprile 2012 n. 5, art. 6, per la quale, il Consigliere Massi e i colleghi della Commissione ricorderanno, siamo andati, lo dico anche con soddisfazione, un po' agli onori della stampa nazionale perché antesignani di una buona pratica legislativa, quale la legge che abbiamo votato in questa Assemblea l'anno scorso.
L'obiettivo principale del Piano è quello di promuovere, a livello regionale, lo sport e le attività motorio-ricreative in genere, quale strumento fondamentale per la formazione e la salute della persona, per il miglioramento degli stili di vita individuali e collettivi, nonché per lo sviluppo delle relazioni sociali e dell'integrazione interculturale, nella consapevolezza che lo sport ha un grande valore, ha il valore di trasversalità e soprattutto di connessione con i molteplici aspetti della vita quotidiana di tutti i cittadini.
Questo Piano contiene gli indirizzi e le azioni per i prossimi tre anni che, in attuazione della legge, che ricordavo poc'anzi, comporterà la ricerca innanzitutto di risorse finanziarie adeguate, sappiamo che non è una materia concorrente e che, quindi, tutto quello che comporta l'attuazione della legge graverà sul bilancio della Regione. A meno che non si attivino, e mi auguro che questo avvenga, fondi di finanziamento dall'Europa, credo, sarà una azione positiva che la Giunta dovrà fare per reperire i fondi che, anche per il bilancio 2013, voglio ricordarlo, non sono stati così robusti come si sperava. Del resto il nostro è stato un bilancio, questo anno, ma lo sarà anche per gli anni a venire, molto combattuto e difficile da gestire.
Sarà, pertanto, necessario un diretto coinvolgimento di tutti i protagonisti della "governance" del movimento sportivo marchigiano, così come sono stati individuati nella legge regionale 5/2012 e, quindi, le Istituzioni, i Comuni in particolare, le Province, soprattutto le società sportive, ed il terzo settore, le famiglie, per affermare che, soprattutto, in questa fase di difficoltà economica caratterizzata, come dicevo, da minori risorse pubbliche …

PRESIDENTE. Scusi Collega Ortenzi. La Consigliera sta cercando di illustrare la proposta di atto amministrativo, chi non è interessato esca. Grazie.

Rosalba ORTENZI. Farò breve perché chi vuole può leggerla, anche se credo che ne valga la pena, perché abbiamo lavorato per la legge e per capire come questo piano verrà attivato e si svilupperà in futuro, anche a fronte, l'Assessore lo sa bene perchè si è battuto in Giunta per reperire più fondi possibili per questo settore, per sapere come stanno le cose, anche per il passaporto, che poi magari dirò.
Il passaporto ematochimico è stato il vanto di questa legge, di tutta la nostra regione, anche se non è stato possibile mettere tanti fondi e mi auguro che, se avrà un buon esito con la sperimentazione, in futuro possa essere implementato.
Un ruolo fondamentale giocherà l'attivazione delle risorse messe a disposizione dall'Unione europea, al punto otto del piano si trova questa voce.
Tra gli obiettivi e le azioni di maggior rilievo, che la Regione intende perseguire con il Piano nel prossimo triennio, troviamo tutti gli elementi per valutarlo al punto sei.
Faccio solo un elenco, non entro nel merito, per dire che nel piano sono individuati tutti gli aspetti, tutti gli elementi che compongono questa volontà di attivare, nel territorio della regione Marche, tutte quelle azioni positive che abbiamo individuato nella legge. Ricordo gli impianti, la Regione Marche ha una buona impiantistica, anche se, per lo più, sono impianti da sistemare, alcuni sono addirittura fatiscenti, quindi, ci sarà da lavorare molto in questo senso, soprattutto, per la riqualificazione e la ristrutturazione di questo grande patrimonio infrastrutturale esistente.
Si valuterà la possibilità di sottoscrivere una nuova convenzione con l'Istituto del Credito sportivo perché altrimenti non ci sono altre possibilità.
Importante, previsto dalla legge, che dovrà essere applicata, sarà l'Osservatorio dello Sport delle Marche che avrà la funzione di provvedere alla raccolta, all'aggiornamento, all'analisi dei dati relativi allo sport nella nostra regione, quindi, ci sarà un portale www.sport.marche.it che sarà il mezzo per diffondere e scambiare le informazioni tra l'Amministrazione regionale ed i soggetti interessati al settore.
Per le manifestazioni e gli interventi a favore dello sport di cittadinanza, previsti dalla legge, la Regione supporta l'organizzazione di convegni, seminari, studi, ricerche sui temi di attualità nel campo sportivo.
Altra questione importante è la valorizzazione della alfabetizzazione motoria, che verrà fatta in collaborazione con il Miur, con il Coni e con gli enti locali, in particolare i Comuni si dovranno attrezzare, attivare con le scuole per garantire impianti sportivi idonei, concordando anche dei piani stralcio con gli organismi scolastici, con gli enti locali.
Il Piano prevede: la qualificazione degli operatori, non mi ci dilungo, la tutela sanitaria e la prevenzione.
Ricordo che la legge ha previsto una sperimentazione, chiamiamola così, per gli atleti tra i 14 e i 18 anni, quale passaporto ematochimico che serve per monitorare in maniera sistematica, continuativa, i valori ematici dell'atleta per un'ulteriore politica di efficacia e prevenzione. Anche qui non è stato possibile mettere tanti soldi nel bilancio, però, mi auguro che si potrà implementare nel prossimo anno.
Ricordo che troviamo nella delibera: gli incentivi al merito sportivo, il sito internet www.sport.marche.it.
Andiamo ai finanziamenti, a decorrere dall'anno 2013 la Regione ha istituito il fondo unico per lo sport. Per le attività sono previsti circa 800 mila euro. Per la realizzazione ed il miglioramento funzionale delle strutture destinate all'attività sportiva e motoria sono previsti sette mila euro, lo dico io stessa, una cifra assolutamente irrisoria, che probabilmente, anzi assolutamente, lo dico all'Assessore, dovrà essere rivista, anche in relazione al fatto che, come dicevo all'inizio, ci sono strutture sportive da risistemare, da ristrutturare, da riorganizzare, ce ne sono, e si sta facendo anche una sorta di dépistage, di ricerca anche di quelle più fatiscenti per fare un elenco e dare delle priorità a quelle che ne hanno più bisogno.
Per la realizzazione del passaporto ematochimico sono previsti 40 mila euro, anche qui una cifra molto bassa, è un inizio, siamo la prima Regione che lo fa e credo che con tutte le difficoltà economiche che si hanno, sia già un buon inizio, dovremmo fare anche un po' da apripista per le altre Regioni.
Ci sarebbero moltissime altre valutazione ma ora voglio ringraziare gli uffici, hanno fatto un lavoro certosino, hanno rilevato i dati riguardanti l'attività motoria dei giovani, dei bambini e degli anziani, come viene effettuata, perché. E' stato fatto un ottimo lavoro che i colleghi interessati possano prendere e studiare.
L'elemento più evidente che in qualche modo preoccupa, dovrebbe interessare anche a noi personalmente, è la pratica sportiva non agonistica, per il bene di ognuno di noi, è praticata in maniera molto limitata nella nostra regione. Lo dico anche per me, per fare una passeggiata a passo svelto, come dicono i nostri medici, faccio sempre più fatica, dovremmo implementarla, anche incoraggiando buone pratiche sollecitate sia dagli enti locali che dall'istituzione Regione. Trovare il modo di far capire ai cittadini che star bene significa anche muoversi, fare attività, che può essere il ballo, può essere la passeggiata, può essere la palestra e via dicendo.
Credo che altro non ci sia da dire, anzi ce ne sarebbe molto, ma credo che più di così il Consiglio non resista.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Come è noto la legge per lo sport l'abbiamo votata insieme e la Consigliera Ortenzi ha illustrato bene anche il percorso della Commissione.
Voglio solo fare due appunti su questo piano. Il primo dato, che giustamente la Presidente Ortenzi ha evidenziato, è il valore della legge che abbiamo approvato sul passaporto ematochimico. Voglio rivolgermi un momento alla Giunta, Assessore non sia …, diciamo al Presidente, per capirci: il 10 dicembre scorso si è celebrato a Fano la giornata sullo sport e dello sport e nessuno ha nominato questa legge. Di cosa ci lamentiamo poi? L'immagine erano le medaglie d'oro, forse la medaglia d'oro, visto quello che si stava preparando, ma non è importato al Presidente inorgoglirsi e pregiarsi, di fronte a tutta la stampa e a tutti quelli che ascoltavano, del fatto che la Regione Marche, prima in Italia, ha avuto questa legge.
Poi come volete che vada la politica? A chi parlate di spettacolo della politica? Questa è la cosa sostanziale, che riguarda le famiglie, la salute dei giovani, l'investimento sui giovani, la collaborazione con l'Avis, la costruzione di una coscienza della donazione, della prevenzione, eccetera. Andiamo in teatro e la Regione presenta le medaglie d'oro. Nessuno della Giunta, ma me lo aspettavo dal Presidente, ha parlato di questa legge. Per favore, non si facciano lezioni sullo spettacolo della politica agli altri.
Lasciamo perdere, lo so che quello che dico qui non conta niente, rimane qui, però, sia chiaro che anche la stampa, a Fano, non ha evidenziato questa vicenda, perché, chiaramente, la Giunta non ha dato nessun messaggio.
Cari colleghi su questo piano ci sono 40 mila euro per il passaporto ematochimico, voglio essere buono Assessore, lo prendo come un messaggio, è un incipit, è un inizio, va bene, però lo dico qua, quando si parla di giovani abbiamo sempre quattro soldi, questa regione lavora solo sugli anziani, e non me ne vogliano.
Però ecco rendiamoci conto che (...) con le pensioni baby date allora con la prima Repubblica, per fortuna sostengono le famiglie. Vi faccio, però, la solita salace cattiva battuta, rendiamoci conto che per il passaporto ematochimico stanziamo un decimo di quello che serve per ospitare lo sceicco per la seconda volta.
Rivedete la visita dello sceicco per favore, perché forse non conta più neanche come prima, informatevi. Lo so che non è l'Assessore Marcolini che segue la questione sceicco, lo esento da questa responsabilità, è tenuto a metterci i soldi, ma penso che non condivida ... ma è una battuta così, se non altro come tesoriere della borsa della Regione.
Fermate il ritorno dello sceicco perché costa troppo in questo momento, non passa con la gente, non ha portato nulla, quindi, per favore ripensateci, perché di fronte a questa cosa la gente si chiederà il perché ed il per come, ad elezioni passate, quindi, non avremo più neanche la libidine elettorale.
Ultima cosa, piano dello sport e i soldi praticamente non ci sono. Noi siamo qui ad approvare un piano che condividiamo, una programmazione che condividiamo, che si cerca di attuare senza soldi, anche se sono dell'idea che prima il valore, il principio, poi i soldi. Ma il rammarico che non ci siano i soldi è grande, però, almeno ci siamo ritrovati sui valori, sui principi, sulle strutture, sullo sport per i disabili, sullo sport per la cittadinanza, ci siamo ritrovati mi pare tutti, quindi, lo approviamo.
Permettetemi di sottolineare questo rammarico, il più grosso è quello che la Regione, e chi guida la Regione, ha rinunciato a promuovere questa grande norma che abbiamo approvato.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo anch'io che la legge regionale sullo sport sia un fatto importante ed ugualmente importante è che ci sia una programmazione regionale per la promozione della pratica sportiva.
La preoccupazione, come ha detto adesso il Consigliere Massi e come è evidente, è su due aspetti: uno che la programmazione di questo piano è una programmazione , come quella di tutti i piani regionali, a 360 gradi e, quindi, va a coprire tutti gli aspetti della promozione. Questo è un difetto, se non si va a individuare quelle che sono le priorità, perché in una situazione di carenza di risorse, dire facciamo tutto quello che è previsto dalla programmazione vuol dire non fare niente o peggio ancora vuol dire fare cose che non sono prioritarie all'interno di quella programmazione.
Ritengo, proprio per il titolo della legge, che prioritario per la promozione dello sport sia far partire lo sport dall'età più giovane, all'interno delle strutture scolastiche, quindi, all'interno delle scuole materne.
E' fondamentale. Lo sport all'interno delle scuole materne è psicomotricità, è coordinazione, è sviluppo della persona, prima ancora che sviluppo della pratica sportiva specifica, quindi, secondo me è necessario che dalle scuole materne alle scuole elementari ci siano disponibili insegnanti formati nell'educazione motoria.
Solo così può partire la promozione dello sport, anche perché si è visto, anche dai dati all'interno del piano, che c'è ad un certo punto della vita, attorno ai 15-16 anni, l'abbandono della pratica sportiva per una serie di questioni. I ragazzi sono più interessati allo studio o più interessati alle relazioni, poi si dedicano alla ricerca del lavoro, quindi, la fase di alfabetizzazione motoria e sportiva è la fase che va dalla scuola materna alla prima adolescenza e, casualmente e fortunatamente, corrisponde con la fase della scuola dell'obbligo. Dobbiamo intervenire, e secondo me è bene, che tutta la programmazione vada in quel settore, non con manifesti, con campagne di informazioni, con convegni o altro, ma con il finanziamento per la preparazione anche degli insegnanti delle scuole materne, delle scuole elementari e delle scuole superiori di primo grado. Nelle scuole superiori di primo grado ci sono gli insegnanti di educazione fisica, però nelle materne e nelle elementari c'è la necessità della formazione e c'è la necessità, ove non ci sia un insegnante con una formazione specifica, di fare intervenire dall'esterno insegnanti di educazione motoria, in collaborazione con le varie federazioni sportive.
Metterei questo come obiettivo, l'obiettivo è quello che in tutte le scuole della regione Marche, scuole primarie e scuole elementari sia finanziato un insegnante di educazione fisica. Un incentivo alla pratica sportiva ed anche una convenzione con tutte le federazioni per coprire, eventualmente, quelle scuole che non hanno le risorse per avere un insegnante specifico. Intervenire con allenatori delle federazioni sportive anche a carico delle federazioni stesse.
Le federazioni sportive sono finanziate con fondi statali per attività proprie, per attività di promozione della pratica sportiva specifica, e penso che una quota di queste risorse possa anche dare un rimborso spese ad allenatori che vanno nelle scuole che non riescono ad avere un insegnante.
Ho detto che serve una priorità e se c'è una priorità, secondo me, non si può dire che facciamo tutto quello che è scritto nella legge perché è una pura utopia. Ho detto che l'orientamento sportivo si forma nella prima età, come qualsiasi altra cosa, e l'abbandono della pratica sportiva c'è dopo i 16 anni in genere, quindi, il periodo di formazione, in cui tra l'altro è più proficuo l'apprendimento, è quello dai 3 anni ai 16 anni. Dai 3 anni in poi la pratica sportiva è fondamentale per tutto quello che è il coordinamento e la psicomotricità, quindi, quello che non riusciremo a fare con le risorse di questa legge, facciamolo con le convenzioni con le federazioni sportive, perché non è possibile che le federazioni sportive vengano finanziate dal Coni con tantissime risorse e non riescano neanche a garantire un minimo di formazione di base sportiva.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Eusebi.

Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Intanto un ringraziamento particolare ai relatori di maggioranza e di minoranza perché, per quanto mi riguarda, rappresentano quello che dovrebbe fare un Consigliere regionale, al di là delle battute del Consigliere Massi, sulle polemiche storiche con il Presidente per quanto riguarda gli sceicchi. Io non sono completamente d'accordo sul fatto che non porti niente ma, su questo, potremmo discutere settimane.
Ha ragione il Consigliere Massi sul discorso del passaporto ematochimico, ed ha ragione anche quando dice che coglie questi 40 mila euro come segnale di attenzione per il futuro.
Ci sono due cose che pesano in me negativamente, una è quella che evidenzia il Consigliere Massi, anche se un segnale c'è stato. La seconda cosa è che la scarsità di mezzi, quest'anno, non ci consentirà di dare nessuna risposta alla manutenzione degli impianti. E' stata una scelta di questo assessorato, proprio per rispondere, il più puntualmente possibile, a quello che evidenziava il Consigliere Binci.
Ha ragione il Consigliere Binci, ha talmente ragione, che stiamo lavorando nel senso delle priorità.
I giovani, la scuola dell'obbligo, stiamo impegnando e vorremmo impegnare una parte rilevante dei pochi fondi a disposizione e abbiamo dato l'OK al proseguimento del progetto di alfabetizzazione motoria, che va nel verso che diceva il Consigliere Binci, in collaborazione scuola-Coni-Regione Marche, con un impegno di circa 150 mila euro per la Regione Marche, quindi, anche quest'anno saremo all'avanguardia a livello nazionale in questo progetto di alfabetizzazione motoria per la scuola dell'obbligo primaria.
Manterremo identico impegno dell'anno scorso, per quanto riguarda quello che è uno dei momenti clou del lavoro nell'ambito scolastico, i giochi della gioventù. Ci siamo dati la priorità di mantenere l'impegno della Regione per quanto riguarda i disabili, i fondi sono leggermente aumentati rispetto all'anno scorso, sempre nel verso che diceva il Consigliere Binci. Questa sintonia mi preoccupa Consigliere Binci (...) è vero ha ragione.
Abbiamo previsto anche, quello che chiamiamo il merito sportivo, i fondi sono pochi, ma provvederemo a finanziare alcune borse per chi raggiunge risultati sportivi, in combinato disposto con la qualità dell'istruzione, del profitto scolastico, un altro segnale per gli studenti che studiano e fanno sport.
Stiamo lavorando proprio nel senso che diceva il Consigliere Binci, purtroppo, siamo costretti, per una serie di priorità, per il 2013, a sacrificare l'impiantistica sportiva, che lo ricordo è una delle migliori d'Italia. Speriamo che nel 2014 sia un pochino passata “la nottata” e si possa provvedere perché comincia (...) Perché? Non sto sparando niente, non ho sparato niente, sono pronto a dimostrare quello che ho detto! Caspita! Stiamo preparando il piano, i soldi sono quelli che sono, quindi a parte questo rammarico dell'impiantistica sportiva, questo bilancio consente di mantenere il livello per quanto riguarda le priorità importanti, la scuola dell'obbligo, la scuola secondaria, la promozione dello sport per i portatori di handicap.
Ricordo a tutti anche l'ottima iniziativa messa in piedi dall'Inrca per quanto riguarda l'età avanzata, quindi, queste priorità Consigliere Binci, sono ben presenti, i fondi ci consentono di mantenere il livello e lo standard dell'anno scorso, speriamo che il prossimo anno, per quanto riguarda l'impiantistica sportiva e per fare sul serio sul passaporto ematochimico ci siano i soldi, è un discorso che faremo a fine di quest'anno.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Bene non ci sono emendamenti, votiamo prima il coordinamento tecnico poi tutto l'atto.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 53. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Chiedo adesso al Consiglio, visto che è mezzogiorno, se vuole proseguire o no? Dico questo perché ho delle sollecitazioni da parte di alcuni Consiglieri che hanno degli impegni. Se vogliamo continuare io non ho problemi. So che c'è una Commissione, anche se consiglio sempre di non fare queste Commissioni. Va bene metto in votazione la proposta di interrompere la seduta in quanto c'è una Commissione che deve essere convocata
La proposta è quella di chiudere qui il Consiglio. Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

L'Assemblea è sciolta, ricordo ai Consiglieri che la prossima seduta è prevista per martedì 26 febbraio perché la Conferenza dei Presidenti, considerando il periodo elettorale e la non urgenza di atti iscritti, ha deciso di soprassedere alla seduta del 19. Grazie, buona giornata.


La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 12,05.