Resoconto della seduta n.110 del 12/03/2013
SEDUTA N. 110 DEL 12 MARZO 2013
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 110 del 12 marzo 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 109 del 5 marzo 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 281 in data 10 gennaio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione di un nuovo comune mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Provincie nella Regione Marche”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 292 in data 28 febbraio ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Cardogna, Eusebi, Malaspina, Pieroni, Latini, Bugaro, Silvetti, Zinni, concernente: “Iniziative regionali per il rilancio della città di “Ancona Capoluogo”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 454 del Consigliere Acquaroli “Sicurezza del territorio e delle persone”;
n. 455 del Consigliere Marangoni “Sostegno al volontariato ambientale. Intervento della Regione ad equilibrio della mancata erogazione di fondi da parte degli enti locali marchigiani per la vigilanza ecologica e zoofila”;
n. 456 del Consigliere Cardogna “Riduzione di superfici boscate o trasformazione dei boschi in altre qualità di coltura, monitoraggio sull'applicazione del protocollo di Kyoto e delle normative statali e regionali che prevedono misure di compensazione forestali”;
n. 457 dei Consiglieri Solazzi, Giorgi “Rischio chiusura uffici Provveditorato regionale dell'amministrazione Penitenziaria di Ancona”;
n. 458 della Consigliera Giorgi “Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
Ha chiesto congedo il consigliere Camela.
Commemorazione Dino Tiberi
Prima di dare inizio ai lavori con la trattazione dell'ordine del giorno, debbo, credendo di interpretare il sentimento dell'intero Consiglio regionale, chiedere un minuto di silenzio per ricordare questa volta diverse figure, che ci hanno lasciato in questi giorni. Primo Dino Tiberi, il Presidente Dino Tiberi che ci ha lasciato qualche giorno fa.
Persona conosciuta da tutti, uomo politico di grande spessore, uomo di cultura, che ha ricoperto innumerevoli incarichi sia politici che amministrativi.
E' stato Segretario provinciale della Democrazia Cristiana, Consigliere comunale ad Urbino, Consigliere provinciale e Assessore provinciale alla Provincia di Pesaro, secondo Presidente della Giunta regionale delle Marche negli anni dal 1972 al 1975. Quest'ultimo è l'incarico più importante ricoperto, è stato anche Vicepresidente del Consiglio regionale.
Questa è la figura, senza nessuna enfasi retorica, di una persona straordinaria quanto a capacità, a serietà, al tratto non solo politico ma anche di stile personale.
Commemorazione Patrizio Venarucci
Un altro personaggio che ha ricoperto ruoli importanti e che è stato in Consiglio regionale per quattro legislature è Patrizio Venarucci, deceduto questa mattina.
Una grande figura storica del Partito Repubblicano, anche lui ha ricoperto incarichi importanti, innumerevoli incarichi, è stato Segretario regionale del Partito Repubblicano, membro della Direzione nazionale di questo stesso partito ed a livello regionale ha ricoperto l'incarico di Vicepresidente della Giunta regionale delle Marche.
Commemorazione Rolando Burattini
Un uomo non appartenente, come dire, al ruolo politico, amministrativo della istituzione Regione, ma un dipendente della Regione: Rolando Burattini ci ha lasciato nei giorni scorsi dopo una malattia feroce, anche breve.
Credo di non lasciare niente alla retorica o alle esagerazioni che possono prendere la mano in alcune circostanze, ma, e ne sono convinto, è stato un esempio di dipendente pubblico, il cui attaccamento al lavoro, la serietà, la determinazione, l'impegno, la professionalità, rappresentano, a mio avviso, un grande esempio, di cui l'amministrazione pubblica ha necessità.
Rolando Burattini è stato tutto questo.
Nella vita civile ha ricoperto incarichi importanti all'interno di un grande sindacato, la CGIL, vorrei aggiungere che considerata anche l'età, non che la scomparsa di un uomo possa essere giudicata nel dolore dall'età, Rolando Burattini era un uomo ancora giovane, che poteva dare tanto per il suo impegno, per il suo lavoro a questa Regione, quindi, credo che dobbiamo tributare un ricordo veramente affettuoso a Rolando Burattini e, come per tutti gli altri, l'espressione di sincero cordoglio alle loro famiglie.
Commemorazione dipendenti Regione Umbria
Vorrei cogliere l'occasione, l'ho fatto in un'altra circostanza, nella prima che si è presentata, per esprimere il cordoglio, che peraltro ho trasmesso in via ufficiale alla Regione Umbria non appena accaduto quell'evento drammatico, tragico, per l'uccisione di due dipendenti della Regione Umbria, non sono dipendenti della nostra Regione, erano, comunque, persone che esercitavano un ruolo pubblico, lavoravando al servizio dei cittadini.
Credo che questo minuto di silenzio possa ricomprendere, a titolo diverso, tutte queste persone, queste personalità, vi invito, quindi, ad osservare un minuto di silenzio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Massi.
Commemorazione Flavio Falzetti
Francesco MASSI. A questo elenco luttuoso vorrei aggiungere una menzione che credo doverosa da parte di questo Consiglio. Ieri l'abbiamo condivisa con la Commissione, con la Presidente Ortenzi, con il collega Sciapichetti, so che è una cosa inusitata, ma la persona di cui voglio parlare è una persona che ha legato il suo nome ad un nostro provvedimento di legge, ieri è scomparso a Norcia Flavio Falzetti ex calciatore. Con la sua vita e con la sua testimonianza ci ha ispirato, sollecitandoci prima in Commissione e poi in Consiglio, con gli incontri con la precedente Giunta Spacca, con l'Assessore Rocchi, quella norma di legge che ha introdotto il passaporto ematochimico.
Oggi tutta la stampa nazionale da risalto alla scomparsa di questo personaggio che tra l'altro aveva fondato la squadra Life, composta da sportivi che erano stati colpiti da tumori e leucemie.
E' un messaggio che continua, noi siamo stati il primo Consiglio regionale a recepire questo messaggio e quel provvedimento di legge ha avuto una vasta eco nazionale, anche il Presidente Spacca è stato chiamato dai media a testimoniare l'importanza di questo atto.
Questa persona è scomparsa ieri a 41 anni, dopo 15 anni di lotta contro la malattia, possiamo associare anche lui a questo pensiero che credo sia condiviso.
PRESIDENTE. Ora osserviamo un minuto di silenzio.
(Minuto di silenzio)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Come già anticipato nella Conferenza dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione della mia mozione n. 458 “Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
PRESIDENTE. Dove la inseriamo? Al punto 4 bis?
Paola GIORGI. Va bene, grazie.
PRESIDENTE. Va bene, se non ci sono obiezioni, do per approvata questa proposta. Cominciamo a trattare il punto 1, un insieme di interrogazioni e di mozioni, così come ci eravamo presi l'impegno nella seduta scorsa.
Mozione n. 291
dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli
“Erosione costiera”
Mozione n. 158
del Consigliere Cardogna
“Stop erosione fascia costiera Riserva Sentina”
Mozione n. 425
Del Consigliere D’Anna
“Drammatica situazione litorale marchigiano ed in particolar del tratto di Fano, colpito da gravi fenomeni di erosione marina”
Mozione n. 386
del Consigliere Acquaroli
“Erosione costa Lido Bello Porto Potenza Picena”
Mozione n. 431
del Consigliere Latini
“Salvaguardia della costa dall'erosione e mareggiate”
Interrogazione n. 828
del Consigliere Acquaroli
“Erosione costa provincia di Macerata, tratto Porto Recanati, Porto Potenza”
Interrogazione n. 964
del Consigliere Latini
“Costa fermana gravi danni causati dalle mareggiate alle strutture balneari”
Interrogazione n. 1009
del Consigliere Pieroni
“Mareggiata del 31 ottobre 2012”
Interrogazione n. 1022
del Consigliere Latini
“Erosione costiera dopo le ultime mareggiate”
Interrogazione n. 1025
del Consigliere Perazzoli
“Erosione costiera della Riserva naturale regionale Sentina”
Interpellanza n. 35
del Consigliere D'Anna
“Erosione marina in zona Sassonia - Viale Ruggeri nel Comune di Fano”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni n. 291 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, n. 158 del Consigliere Cardogna, n. 425 del Consigliere D’Anna, n. 386 del Consigliere Acquaroli, n. 431 del Consigliere Latini, le interrogazioni n. 828 del Consigliere Acquaroli, n. 964 del Consigliere Latini, n. 1009 del Consigliere Pieroni, n. 1022 del Consigliere Latini, 1025 del Consigliere Perazzoli, e l’interpellanza n. 35 del Consigliere D’Anna, abbinate.
E' stata preparata una risoluzione?
Ha la parola l'Assessore Eusebi
Paolo EUSEBI. Stiamo lavorando ad una risoluzione che cerchi di sintetizzare le mozioni presentate, sono mozioni "antiche" e, nel frattempo, alcuni interventi sono stati predisposti, altri sono in fase di studio.
Mi dica lei come è meglio procedere, Presidente, possiamo procedere con la discussione delle mozioni o quanto meno delle interrogazioni e, spero, che nel giro di un paio d'ore, prima della fine della seduta odierna, sarò in grado di presentare ai colleghi una proposta di risoluzione. Ho dato alcune indicazioni agli uffici che stanno predisponendo questa proposta di risoluzione, mi dica Presidente quale può essere il percorso più adatto.
PRESIDENTE. Due ore mi sembrano molte, facciamo così: aprirei il dibattito con le risposte alle interrogazioni, vediamo chi si registra al dibattito ed esauriamo il dibattito, se c'è la proposta di risoluzione, la votiamo, se non dovesse essere pronta, proseguiamo con le altre interrogazioni e ritorniamo poi sul punto votando solo la risoluzione o, comunque, confrontandoci su questa.
Paolo EUSEBI. C'è una serie di interrogazioni a cui se vuole io sono pronto a rispondere.
PRESIDENTE. Si, direi cumulativamente, o lei ha predisposto una risposta per ogni interrogazione?
Paolo EUSEBI. Nel tempo, l'ho predisposta una ad una.
PRESIDENTE. Non so se ne valga la pena, se lei riuscisse a fare una sintesi. Bene, legga tutte le risposte alle interrogazioni e incominciamo.
Paolo EUSEBI. La prima è la risposta all'interrogazione n. 828 del 5 giugno 2012, presentata dal Consigliere Acquaroli, intitolata “Erosione costa provincia di Macerata, tratto Porto Recanati, Porto Potenza Picena”.
Alcune interrogazioni sono datate e quindi abbiamo fatto degli aggiornamenti, comunque parto da questa se lo ritenete utile ed opportuno.
Per il tratto di costa in esame il Piano della Costa, strumento di programmazione tecnico-economica degli interventi costieri, prevede: per il litorale di Porto Recanati ripascimento a nord e realizzazione di nuove scogliere emerse attraverso il parziale riordino di opere esistenti di diversa tipologia a difesa dei centro abitato; per il litorale di Potenza Picena il ripascimento dei litorale nord ed una nuova barriera emersa attraverso il riallineamento delle esistenti.
Quest'ultimo intervento di riallineamento delle scogliere emerse nella parte sud del centro abitato, è stato suddiviso in due stralci funzionali. I lavori del primo stralcio funzionale sono terminati a maggio del 2012; il secondo stralcio è stato appaltato ed attualmente si è in attesa del perfezionamento della procedura di VIA che, come è noto a tutti quelli che seguono questo argomento è una procedura che prevede dei tempi ben precisi e una attenzione ben precisa, si è resa necessaria a causa della nuova legge regionale in materia di valutazione di impatto ambientale (L.R. n. 3/2012); l'inizio dei lavori è previsto non prima del mese di maggio 2013.
Nel tratto di litorale di Porto Recanati è previsto un intervento di difesa costiera che fa parte dell'Accordo di programma finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico sottoscritto il 25 novembre 2010. L'importo di tale intervento ammonta a 4,2 milioni di euro ed è finanziato con fondi del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare la cui attuazione spetta al Commissario straordinario nominato ai sensi dell'art. 17, comma 1, del D.L. 30 dicembre 2009, n. 195, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26.
E' attualmente in corso la predisposizione di un progetto che prevede il litorale in prossimità del centro abitato (zona centro) del Comune di Porto Recanati e il tratto sud a confine con Potenza Picena.
In riferimento ad eventuali progetti europei, so che questo è un argomento che sta particolarmente e giustamente a cuore al Consigliere Acquaroli, per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, il Servizio Infrastrutture; Trasporti ed Energia, è partner di un progetto comunitario IPA Adriatic denominato "SHAPE", insieme a tutte le Regioni italiane che si affacciano sull'Adriatico ed ai partners stranieri della sponda opposta. Le attività di tale progetto riguardano: studi di carattere ambientale, rilievi del litorale con tecniche innovative ed un'analisi economica sulla redditività delle spiagge marchigiane confrontata con gli investimenti per la difesa costiera. I risultati del progetto "SHAPE" saranno presentati alla conclusione dello stesso prevista per la fine del 2013, primi mesi del 2014.
Oggi porterò in Giunta una proposta di delibera che ci vedrà sottoscrittori della famosa Carta di Bologna, perché i cambiamenti climatici piuttosto repentini verificatisi negli ultimi anni rendono, secondo noi, secondo le regioni costiere del Mare Adriatico indispensabile un'analisi precisa da sottoporre alla Comunità europea. Questo litorale, con i nuovi eventi climatici, abbisogna di una messa a punto e di una nuova progettualità, soprattutto, in vista del nostro Piano della Costa che dovrà, mi dicono gli uffici, arrivare in quest'Aula entro la fine del 2013, primi mesi del 2014.
PRESIDENTE. Assessore questa è la risposta alla prima interrogazione? Io risponderei a tutte, poi si aprirà il dibattito con la precedenza agli interroganti.
Paolo EUSEBI. Qui c'era una risposta ad una interrogazione la 964 presentata dal collega Latini sulla Costa fermana gravi danni causati dalle mareggiate, la famosa mareggiata che tanti danni ha fatto in tutta la costa, alle strutture balneari, citava così il collega Consigliere Latini.
In merito all'interrogazione del Consigliere Latini si rappresenta che dal report sullo stato di attuazione del Piano della Costa 2004-2010 emerge che rispetto ad una previsione di Piano di spesa di 167,50 milioni di euro, con una proiezione temporale di sette anni, sono stati stanziati ed impegnati circa 60 milioni di euro in sei anni (periodo 2004-2010).
Nelle unità fisiografiche 21 e 23 che comprendono la costa fermana, oggetto dell'interrogazione del collega Latini, nel periodo 2004-2010 sono stati investiti più di 400.000,00 euro per chilometro di litorale; tale valore rientra nella media rapportata a tutte le unità fisiografiche di cui è composta la Regione Marche.
Le ridotte disponibilità finanziarie investite nel periodo 2004-2010 sono state utilizzate per il 30% circa per la manutenzione di opere esistenti, riducendo ulteriormente la disponibilità per gli interventi programmati da Piano.
Come dicevo prima, il Piano della Costa sarà oggetto di un aggiornamento nel corso del 2013 in relazione agli interventi di difesa eseguiti successivamente alla sua approvazione e in base alle esigenze effettive di intervento.
Passo alle interrogazioni, queste ancor più datate ed ancor più specifiche che si riferiscono alla mareggiata maledetta del 31 ottobre 2012, ci sono due interrogazioni: una del Consigliere Pieroni e l'altra del Consigliere Latini a cui rispondo ancorché parliamo di storia.
La mareggiata avvenuta nella notte tra il 31 ottobre e I'1 novembre 2012 ha avuto carattere eccezionale, sia perché avvenuta contemporaneamente al cosiddetto fenomeno di "acqua alta", sia per caratteristiche intrinseche della mareggiata stessa: altezza d'onda massima pari a 8 metri e periodo d'onda di quasi 10 secondi, sono veramente, situazioni abnormi. In particolare il fenomeno dell'acqua alta fa sì che l'efficacia delle opere di difesa costiera, quali le barriere emerse, diminuisca considerevolmente, soprattutto lungo i litorali con minore profondità della spiaggia emersa.
A novembre 2012 venne richiesto dalla Regione Marche lo stato di emergenza alle autorità competenti sia come richiesta fondi, ma sapevamo tutti che questo non sarebbe stato, che, e questo era il fine della richiesta, come possibilità di opportune deroghe per l'attuazione immediata degli interventi già programmati, ne cito solo qualcuno come esempio:
- il riallineamento delle scogliere emerse di Gabicce,
- la manutenzione del litorale zona centro e zona sud di Porto Recanati,
- la ricarica delle scogliere emerse, danneggiate, per il Comune di Falconara,
- la manutenzione straordinaria a Grottammare,
- il ripascimento del litorale a sud del porto di San Benedetto del Tronto.
Nel nuovo bilancio 2013 sono stati assegnati 2 milioni di euro per opere di difesa costiera a carico dei Comuni ed 1 milione di euro per quelle a carico della Regione, in questo settore ci sono stati meno tagli che in altri, ancorché avete sentito cifre assolutamente insufficienti per dare risposte anche solo alle emergenze.
Inoltre, in riferimento alle necessità degli operatori degli stabilimenti balneari, si segnala, qui siamo alle virgole purtroppo, che il Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia aveva provveduto ad inviare apposita nota (proprio nell'imminenza il 15 novembre 2012 prot. 0774076) per la regolamentazione delle opere temporanee/stagionali a protezione delle stesse strutture balneari dai fenomeni erosivi invernali.
Faccio presente ai colleghi che proprio in questi giorni abbiamo approvato una deliberazione di Giunta che dovrebbe aiutare i Comuni a snellire quella che è la manutenzione, una deliberazione di Giunta che aiuterà i Comuni, annullando alcune burocrazie e appesantimenti, a fare queste opere di manutenzione che, soprattutto, per quanto riguarda non tanto la difesa della costa, ma il problema difesa della costa- turismo potrà aiutare i Comuni a dare risposte urgenti per consentire una stagione balneare più sicura e più attiva.
Adesso rispondo all'interrogazione n. 1025 presentata dal collega Perazzoli sulla "Erosione costiera nella Riserva naturale regionale Sentina".
Questo intervento è tra le priorità identificate su cui la Giunta e la struttura intendono operare.
Il litorale della Sentina, come tutti i litorali prospicienti parchi o riserve naturali, è di competenza dell'Ente preposto alla sua tutela, che in questo caso è il Comune di San Benedetto del Tronto.
Il Comune opera su indicazioni fornite dal "Comitato di Indirizzo" della Riserva Naturale della Sentina composto da cinque rappresentanti: due nominati dal Comune di San Benedetto del Tronto, uno dalla Provincia di Ascoli Piceno, uno dal Comune di Ascoli Piceno e uno dall'Assessore regionale competente in materia o suo delegato.
L'Amministrazione della Sentina affidò all'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, uno studio per valutare i possibili interventi di difesa costiera a tutela del tratto di litorale della Sentina. Da diversi decenni infatti tale tratto soffre di un deficit sedimentario, oggi stimabile in circa 1.500.000 di mc di materiale in gran parte sottratto dagli escavi del Fiume Tronto.
PRESIDENTE. Non è cattiveria ma alcuni Consiglieri mi chiedono di intervenire perchè non riescono ad ascoltare. Visto che sono interrogazioni, non si votano, se dovete fare dei colloqui andate fuori, così quelli che rimangono dentro possono ascoltare le risposte. Per cortesia! Prego.
Paolo EUSEBI. Gli interventi proposti ed illustrati dall'ISPRA in una presentazione pubblica, nel lontano 18 dicembre 2009, possono essere classificati in tre diverse tipologie:
- scogliere emerse;
- scogliere sommerse;
- ripascimento.
La Regione Marche ha preso atto di tale documento e dell'ingente spesa, stimata in circa 10 milioni di euro, per i due chilometri di litorale interessato.
Visto l'elevato valore naturalistico della zona della Sentina e la delicatezza degli equilibri naturali esistenti, la Regione ritiene fondamentali studi ambientali approfonditi e procedure di Valutazione di Impatto Ambientale affrontate anche con il coinvolgimento della limitrofa Regione Abruzzo.
La Regione Marche intende intervenire, è una delle priorità di questa Giunta, con una prima attività di ripascimento per mitigare i fenomeni erosivi che si verificano frequentemente in tale area.
Inoltre, con il prossimo aggiornamento del Piano della Costa, dopo gli studi e gli approfondimenti sopra citati, si potrà valutare una soluzione strutturale. Vi dico una cosa per cui la struttura, probabilmente, mi sgriderà: si sta valutando anche qualche progetto innovativo che in alcune parti della nostra nazione hanno già attuato, quindi, stiamo aspettando di conoscere i risultati e gli esiti di alcune opere, diciamo, snelle di protezione dei ripascimenti. Su questo, non appena avremo la conclusione dell'analisi, mi impegno ad aggiornare l'Aula e soprattutto l'interrogante sensibile a questo problema.
PRESIDENTE. Negli interventi darei la precedenza ai presentatori delle interrogazioni a cui l'Assessore ha risposto.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, grazie Assessore. Innanzitutto grazie per aver accolto, la scorsa seduta, la mia richiesta di discutere, in maniera urgente, questo punto all'ordine del giorno che, come ha detto prima nel suo intervento, erano atti da tante parti presentati e datati, iscritti da tanto tempo e mai discussi.
In realtà, in questi mesi in cui noi abbiamo prodotto questo materiale politico, interrogazioni e mozioni, sulla costa marchigiana la situazione è peggiorata di giorno in giorno, anche in periodi come quello estivo che di solito non ci era al centro dell'attenzione per l'erosione costiera.
Negli anni scorsi, nei periodi estivi si poteva vivere momenti un po' più tranquilli, invece l'estate scorsa, credo che sia stata un'estate cardine, nonostante ci si sentisse più sicuri, le mareggiate hanno prodotto dei veri e propri danni nei periodi più caldi e hanno messo in difficoltà oltre che le attività turistiche e commerciali presenti sui litorali anche le infrastrutture e le case private che insistono in alcuni tratti della costa.
Quando ho presentato questa interrogazione, credo che lei non fosse l'Assessore competente in materia, all'epoca c'era il suo predecessore, con cui ho avuto anche dei rapporti per cercare di collaborare nella risoluzione di queste problematiche annose.
Non sono soddisfatto della sua risposta, non per colpa sua, ma per come questo argomento è stato trattato nel corso di questi anni, per come il Piano Costa è stato strutturato, male, perchè i fondi, i quattro milioni e duecento mila euro, sono stati assegnati da tempo alla nostra Regione per risolvere il problema di quel tratto di costa e ancora non sono stati assegnati ad un progetto, per colpa della politica. Questo rimbalzo di responsabilità tra Comune e Regione e viceversa è un aspetto che non può riguardare coloro che sono residenti sul territorio, coloro che hanno investito, coloro che sono vittime di questa politica che non riesce a dare una risposta, nonostante la presenza di fondi. Molto spesso si dice “per risolvere questi problemi non ci sono i soldi” in un caso i soldi ci sono ma non si riesce ad intervenire, perché non si riesce ad individuare la progettazione definitiva. A me preoccupa molto questo aspetto del non riuscire ad individuare la progettazione definitiva, perché non vorrei che alla fine quei soldi venissero spesi per finalità diverse rispetto a quelle per cui sono stati assegnati alla nostra Regione.
Non c'è una soddisfazione, perché in realtà la sua risposta non fa che evidenziare il fallimento delle politiche della nostra Regione, e vorrei fare alcune considerazioni prima di illustrare, Presidente, la mozione che ho fatto che, chiaramente, devo discutere e che spero possa rientrare nella risoluzione definitiva dell'Assemblea.
Mi riferisco in particolare a un Piano Costa che è uno strumento molto rigido, inappropriato rispetto a quelle che sono le variazioni climatiche e le evoluzioni dell'erosione della costa.
Abbiamo un Piano che di fatto esclude dagli interventi con nuove scogliere, quindi opere importanti, che potrebbero consolidare la sicurezza dei tratti della costa, queste zone che oggi sono al centro dell'attenzione dell'erosione più importante.
Mi chiedo come si fa a pensare ad uno strumento così rigido, così complesso, così farraginoso, così lento, per tutelare la nostra costa quando lo dimostrano le correnti, lo dimostrano i fatti che ogni anno si verificano, non sono prevedibili perché non è facile prevedere quale corrente e quale tipologia di corrente avverrà la prossima stagione estiva, la prossima stagione autunno-invernale. Non potendo prevedere le correnti io credo che sia importante modificare il Piano Costa affinché esso sia modulabile, affinché sia possibile, in maniera più elastica, programmare e cercare di capire in maniera più veloce quelle che sono le iniziative da fare per poi intervenire, come sta accadendo, con un Piano che, tutto sommato, è abbastanza recente ma che interviene in zone che, tutto sommato, sono sicure e tranquille, non sono al centro dell'erosione in maniera prepotente e, rende impossibile intervenire, perchè le esclude, in quelle nelle zone che sono in difficoltà, in emergenza, dove si crea un pericolo importante anche per le civili abitazioni. Questo è inconcepibile!
Allora la prima grande richiesta è quella di verificare la rispondenza del Piano Costa alle esigenze, per come è stato concepito, per questo chiedo agli uffici, nonostante gli sforzi che hanno fatto, di sforzarsi un po' di più.
Il secondo aspetto che vorrei evidenziare è che all'inizio del mio mandato, quindi nel 2010-2011, il primo anno credo, ho sottolineato agli uffici di questa Regione, all'Assessorato competente, alla Protezione civile, una opportunità che, a mia volta, mi era stata sottolineata: quella dei bandi "Life plus" della Comunità Europea. Bandi che si occupano di ambiente ed anche delle tecnologie rinnovabili ed innovative di difesa, e che si potrebbero occupare anche di difesa della costa. Premesso il fatto che io non ho la certezza che se noi riuscissimo ad informarci, rispetto a questi bandi, poi arriverebbero i fondi della Comunità europea che risolverebbero i nostri problemi, ma la domanda che mi viene in mente è “in mancanza di alternative serie e credibili, perché non è stato fatto finora un approfondimento rispetto a questo bando, rispetto a questa ipotetica strada da percorrere per poter raggiungere un risultato anche finanziario a sostegno di questa politica che ci sta mettendo in difficoltà?”
Presidente la mozione la posso illustrare ora?
PRESIDENTE. La discussione è unica, quindi parli pure della mozione.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, cercherò di essere contenuto anche se è un tema a cui sono particolarmente legato.
Resto perplesso dal fatto che non si sia, a mio avviso, neanche provato a verificare la fattibilità di questo programma europeo e tra l'altro, un altro argomento che mi lascia perplesso rispetto anche alla politica è che l'Europa è, comunque, un contenitore di scambio di informazioni, allora se l'Italia - ha una peculiarità perché è l'unica penisola posta nel Mediterraneo con una capacità di promozione turistica importante per tutto il continente che credo peculiare all'interno del continente europeo - ha un problema del genere, io non capisco perché la politica non si possa fare promotrice nei confronti delle istituzioni europee e qualora i bandi, finora presenti, non dovessero corrispondere alle esigenze che noi abbiamo, fare in modo che l'Europa, in qualche maniera, prenda atto, prenda coscienza, di una situazione che per noi è insostenibile, perché non abbiamo la possibilità di difendere le civili abitazioni, le infrastrutture, e mi riferisco alla ferrovia e alle attività turistiche, che sono un punto importante per la difesa del nostro prodotto interno lordo e del nostro turismo.
Rispetto a questo chiedo che il Consiglio regionale si faccia promotore anche rispetto al Governo ed alla politica nazionale, affinché si possa, con determinazione, guardare all'Europa come fucina di idee e di finanziamenti per risolvere problemi di questo genere, che sono problemi che hanno una ripercussione locale, ma vanno oltre la questione locale ed assumono una rilevanza nazionale ed internazionale, perché la difesa delle coste italiane, la difesa del turismo italiano, deve essere un punto che rappresenti una peculiarità di una delle nazioni più importanti e, quindi, diventi priorità anche della Comunità europea.
Parlo ora della mozione che ho presentato, anch'essa datata, parla di un punto all'ordine del giorno che è stato approvato da questa Aula nel 2010.
Nel 2010 questa Aula si era presa l'impegno, il mio ordine del giorno era stato sottoscritto anche da Assessori e da molti altri Consiglieri, affinché un tratto della costa, in particolare quello di Porto Potenza, perché all'epoca ero uno di quelli più colpiti, venisse modificato e aggiunto nel Piano di Difesa della Costa e trovasse una risoluzione perché ritenevo, e ritengo, che come dice la legge, l'aspetto della difesa delle civili abitazioni presenti lungo il nostro litorale debba essere prioritario.
A distanza di tre anni la perplessità è che gli uffici erano assolutamente all'oscuro di questo ordine del giorno, erano all'oscuro dell'invito a perseguire la programmazione europea "Life plus" e sono all'oscuro di quello che si era di fatto e dibattuto fino ad oggi in questa Aula
Vi chiedo, allora, non solo di far si che quell'ordine del giorno venga portato agli uffici ma che venga rispettato l'impegno preso in quest'Aula, perché ne va di mezzo la mia credibilità e la credibilità di tutta l'Aula. In quell'ordine del giorno si erano presi due tipi di impegni: uno dal punto di vista burocratico, cioè l'adeguamento del Piano Costa affinché non si escludessero delle emergenze, l'altro quello di reperire i fondi per espletare le necessità che il Piano Costa avrebbe dovuto, in qualche maniera, ricomprendere.
Capisco le difficoltà per il reperimento dei fondi anche se dobbiamo anche lì impegnarci, ma non capisco le difficoltà nel corrispondere il Piano Costa alle determinazioni scelte dall'Aula che è sovrana.
Modifico la mia mozione, che ho presentato e chiedo di aggiungere anche un altro tratto, che è il tratto di cui parlavamo prima, quello a cavallo tra Porto Recanati e Potenza Picena, che deve essere assolutamente inserito nel Piano Costa.
Chiedo che nella risoluzione, che se volete posso impegnarmi a sottoscrivere con altri, si rispettino con forza queste determinazioni, perché è inaccettabile che la politica, che le istituzioni restino ferme davanti ad un evento calamitoso di questa portata, perché questo evento ha della calamità naturale e la cosa peggiore, che è capitata in questo periodo, è che chi sub^sce questa calamità, in qualche maniera, ha anche paura di rivolgersi alle istituzioni perché teme che siano prese delle iniziative radicali che possano mettere in discussione la loro attività economica che rappresenta il frutto dello sforzo di tutta una vita, non solo quindi la legge Bolkestein, che mette in discussione la certezza di ognuno di loro, e qui mi riferisco in particolar modo a coloro che hanno investito anni e anni della loro vita per le attività turistiche presenti, quindi chioschi, attività commerciali, attività di campeggio a sfondo turistico, ma vivere nell'incubo del mare e nell'incubo delle istituzioni che potrebbero dire “Siccome non si può fare niente, revochiamo tutto”. Questo è inaccettabile da parte di uno Stato civile, da parte di uno Stato che deve garantire chi ha investito, deve programmare e deve rispondere con efficienza a quelle che sono le esigenze della gente e dell'economia. Se non riusciamo a fare questo, viene a mancare anche la motivazione stessa perché noi rivestiamo questi ruoli e questo non deve essere consentito perché io credo che noi abbiamo le qualità, le risorse, le potenzialità per far fronte, con energia e con forza, a queste difficoltà. Abbiamo anche le risorse per dare le risposte ai cittadini e agli operatori che ce le chiedono da tanto tempo.
Allora siamo qua per lavorare, per fare questo.
Chiudo facendo tre appelli, per riassumere velocemente, finanziamenti, Comunità europea e programma "Life plus" almeno provarci in mancanza di alternativa, poi, Assessore, Piano Costa più modulabile, meno rigido e che risponda alle esigenze del mare, non alle esigenze delle leggi e delle programmazioni, delle leggi, non nel senso che non si debbano rispettare le leggi ma noi dobbiamo uscire da una rigidità normativa. Terzo adeguare, con gli impegni presi nel 2010, il Piano Costa a quelle che sono le peculiarità e le esigenze da me e da altri sottolineate in quel Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola L'Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Mancava la risposta all'interpellanza n. 35 del 19 marzo 2012 del Consigliere D'Anna ”Erosione marina zona Sassonia – Viale Ruggeri nel Comune di Fano” .
Qui vorrei rispondere per punti:
punto 1) Consigliere e collega D'Anna, nel 2010 è stato predisposto uno studio di fattibilità in merito alla trasformazione delle scogliere sommerse esistenti in emerse a copertura del paraggio a sud del pennello posto a fine di Viale Ruggeri (che i fanesi identificano come zona del tiro a segno). L'importo dell'intervento stimato in 3,2 milioni di euro è stato inserito nell'elenco annuale delle OO.PP. anno 2012 della Regione Marche con copertura finanziaria derivante dall'Accordo di Programma con il Ministero dell'Ambiente del 25 novembre 2010.
Nei primi mesi del 2012 è stato redatto dalla P.F. Difesa della Costa uno studio di fattibilità per la realizzazione di opere di difesa costiera a copertura dell'intero paraggio di Sassonia (scogliere emerse e ripascimento) per un importo complessivo di circa 5,4 milioni di euro.
Le progettazioni di entrambi gli studi di fattibilità non sono proseguite a causa della mancata copertura finanziaria.
Risposta al punto 2, che iniziava con un pittoresco che fine hanno fatto?
L'Accordo di Programma, cui fa riferimento il Consigliere D'Anna, attuativo della legge 191 del 2009 è stato stipulato dal Ministro dell'Ambiente e dal Presidente della Giunta Regionale il 25 novembre 2010; l'Accordo, finalizzato alla programmazione ed al finanziamento di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico, stabiliva la diretta partecipazione statale con quasi 36 milioni di euro per nuovi interventi ed il cofinanziamento regionale per circa circa 20 milioni di euro a valere su interventi già programmati.
Tra gli interventi ammissibili al finanziamento, di competenza statale, era incluso anche l'intervento di difesa della costa in corrispondenza di Via Ruggeri nel Comune di Fano, per l'importo di 3.200.000 euro.
In merito alla modalità di inserimento di questo intervento, è bene precisare che il finanziamento è stato proposto in via autonoma dalla Regione con deliberazione di Giunta n. 1652 del 22 novembre 2010; nonostante il tratto costiero di Via Ruggeri non si configurasse come area a rischio idrogeologico in senso stretto, in sede tecnica l'inserimento è stato positivamente valutato dal Ministero soltanto per la tenacia con cui si è dimostrata l'assimilazione di questa criticità a quelle tipiche del massimo livello di rischio (R4) individuato dal Piano di Assetto Idrogeologico dei bacini regionali (PAI).
Dopo la stipula dell'Accordo, e alla nomina da parte del Ministero dell'Ambiente di un Commissario Straordinario per la gestione dell'Accordo mediante una contabilità speciale, nel luglio 2011 il Commissario stesso ha tenuto ad Ancona specifici incontri con gli uffici regionali e con gli enti locali interessati dai futuri interventi.
Ad esito degli incontri bilaterali in quella sede erano stati assunti, dagli enti locali, impegni specifici sulle progettazioni da redigere, nella prospettiva di attuare il Programma nell'arco di un triennio, secondo le informazioni allora diffuse dal Ministero; per gli interventi di difesa della costa di Via Ruggeri a Fano la cantierabilità era stata dichiarata entro il termine di 18 mesi, rientrando, quindi, nella seconda annualità.
Purtroppo, in corrispondenza della manovra del settembre 2011 le somme stanziate dalla legge finanziaria dello Stato, di cui era stata comunicato il prossimo trasferimento nella contabilità speciale del Commissario, furono bloccate; nel dicembre 2011 risultavano, quindi disponibili presso il Commissario Straordinario soli 3.100.000 euro circa, riferibili a fondi ordinari del Ministero.
II 30 gennaio 2012, mi scuso ma questa storia era indispensabile, il Ministero dell'Ambiente ha comunicato che con delibera CIPE del 20 gennaio 2012 (in cui era stato deliberato il finanziamento del Piano centro sud per circa 645 milioni di euro) erano stati posti a disposizione delle nove Regioni del centro nord complessivi 130 milioni di euro; l'entità delle risorse disponibili con tali risorse CIPE è stata stabilita per la Regione Marche, dopo una guerra, in circa 13 milioni di euro, un po' più di 13 milioni di euro.
Nel maggio 2012 la proposta di programma parziale di competenza regionale è stata trasmessa al CIPE - per il tramite del Ministero e nei limiti della disponibilità di quei 13.600.000 euro, di poc'anzi - in conformità con il crono programma del luglio 2011 e sulla base di criteri omogenei ed oggettivi quali l'urgenza e soprattutto la cantierabilità; poiché la cantierabilità dell'intervento di Via Ruggeri non poteva essere immediata, così come richiedeva il CIPE, ed essendo stato tale investimento a suo tempo programmato per la seconda annualità del Programma, l'intervento non è stato incluso tra quelli di primo finanziamento CIPE.
Peraltro, soltanto il 26 ottobre del 2012 il CIPE ha preso atto del programma degli interventi del Piano centro nord; siamo in attesa sulla reale disponibilità del fondo.
Con maggiore preoccupazione si deve rilevare che, essendo esaurito lo stanziamento di 1 miliardo di euro, sembra fantascienza, previsto dalla legge 191/2009, non appare ragionevole attendersi in tempi brevi il completamento, da parte dello Stato, del finanziamento del programma per la quota di sua spettanza; in assenza delle ulteriori risorse di parte statale (circa 17 milioni di euro già più volte citati) la sollecita cantierizzazione dell'intervento di Via Ruggeri non sarebbe comunque ipotizzabile in tempi brevi.
Per questa criticità, tuttavia, la Regione intende valutare ogni possibilità, compresa quella di anticipare almeno in parte con risorse proprie, pur nel momento terribile che viviamo, il finanziamento promesso dallo Stato; qualora le ridotte risorse regionali disponibili consentano soluzioni efficaci e durevoli, da condividere con il Comune di Fano, non si esiterà a richiedere al Ministero la ratifica formale del finanziamento con fondi regionali dell'intervento oggetto dell'interpellanza, in quanto ritenuto improcrastinabile per la sicurezza delle persone coinvolte così come per la fruibilità dell'area a fini funzionali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente, innanzitutto ringrazio l'Assessore e gli uffici per la risposta completa alla mia breve interpellanza, la risposta è stata molto esaudiente ed io partirei proprio dalla fine
E' necessario che la Regione anticipi queste risorse, lo ha detto anche lei, Assessore, ne sono consapevoli gli uffici ed i tecnici che ho molto apprezzato durante quel convegno, che c'è stato qualche mese fa, nel quale sono stati sviscerati molti problemi, forse, sarebbe stata utile una maggiore partecipazione anche da parte di quei Consiglieri che hanno presentato le mozioni perché in quella sede siamo riusciti a fare il quadro complessivo della situazione, abbiamo analizzato sia le cause che gli effetti e soprattutto le soluzioni, non solo in quella zona perché questo problema riguarda i 172 km. di costa della regione Marche.
Non è così semplice risolvere i problemi di 170 km. di costa
Devo rimarcare l'apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo gli uffici, ho visto una dinamicità che, magari, non si era registrata in passato relativamente a questo problema. L'unica cosa che posso dire, visto che l'Assessore ha preso a cuore non solo questa realtà del fanese ma anche le altre, che in situazioni di emergenza e di rischio come queste è necessario, Assessore, che la Regione forzi la mano anticipando risorse proprie per quei lavori che, come lei ha detto e come evidentemente ha verificato, sono indispensabili.
Non voglio essere egoista ci sono anche altre realtà nella nostra regione che vivono situazioni simili, però, questa è una di quelle che prioritariamente deve essere tenuta in considerazione perché l'acqua sta scavando sotto la strada e, credo che non faccia onore a nessuno andare nelle cronache nazionali perché una strada scompare, potrebbe essere considerato un atto di indifferenza, ci sono sicuramente degli errori commessi in passato, ma oggi c'è una attenzione diversa.
Prendo atto della disponibilità dell'Assessore ad impegnarsi a fare in modo che ci sia un anticipo da parte della Regione di quelle risorse che lo Stato ha garantito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Assessore, vorrei centrare l'argomento non tanto sugli aspetti delle singole zone colpite dall'erosione, di cui ringrazio l'Assessore per le risposte che ha dato sulle singole interrogazioni e mozioni che individuano gli interventi necessari, quanto sul fatto che oltre quelle che sono le urgenze immediate è necessario un quadro di insieme sistemico per dare una risposta che, complessivamente, nell'arco dei prossimi anni e dei prossimi decenni possa mettere un punto d'ordine, chiaro, su come tutelare la costa marchigiana e, nel contempo, renderla non un aggravio continuo di spesa inutile ma un modo per costituire una delle parti naturali a sostegno di quello che è il turismo nel suo complesso, come capacità di dare economia alla nostra Regione.
Il primo dato che vorrei segnalare nel replicare alle risposte è che per quanto riguarda la questione della costa del fermano si sono spesi 60 milioni di euro, non è una cifra di poco conto anche se ne sono stati previsti 167, ma la situazione con le mareggiate dell'autunno scorso è tornata esattamente al punto di partenza.
Non farei una polemica, né per il fermano, né per le coste che sono state colpite dalle ultime mareggiate in tutta la regione e che hanno visto distrutti gli interventi realizzati pochissimi anni fa, su quale sia il metodo tecnicamente migliore, anche perché non credo che siamo in grado di dare risposte specifiche tra le soluzioni, tra il ripascimento ed altre, se considerare migliori le prime o le seconde, ma direi che va salvaguardata la situazione della costa partendo da un presupposto, un antefatto, che ancora non riusciamo a prendere in considerazione. Il primo dato è che dobbiamo trovare delle risorse che la Regione non è in grado, in questo momento, di trovare nel proprio bilancio e, quindi, non è in grado di dare risposte urgenti a quelli che sono i fenomeni naturali che rischiano di ripetersi, infatti nessuno dice che, in questo momento, per l’Unione europea e per gli studi che sono stati avanzati nel settore, ogni anno l’erosione avanza di 8 centimetri sulle coste italiane, sulle coste del Mediterraneo nel suo complesso.
Di fronte a questo fenomeno, parlare di interventi come quelli che noi peroriamo che costano tanti milioni di euro, qualche miliardo di euro per la sola Regione Marche, significa dare l’impressione di buttarli via, perché, poi, vengono spazzati nel momento in cui un fenomeno naturale, come una mareggiata più forte delle altre, fa ritornare la situazione al punto di partenza.
Il primo punto, quindi, è quello individuare un canale di comunicazione attraverso l’azione dell’Unione europea, che è vero rischia di non sentire questa nostra posizione ma a cui va ricordato che, come ci impone l’abnorme ingiusta direttiva Bolkestein, deve anche prevedere il dovere di contribuire, a far si che le concessioni, che vuole regolamentate nel solco di soli cinque anni siano, effettivamente attuate nell’ambito di una costa che sia vivibile e, in qualche modo, visibile nella sua attuazione.
Il primo dato è, quindi, dove ricercare i fondi.
Il secondo dato è come coordinarci con le altre Regioni per quanto riguarda un piano stabile e, quindi, la capacità, anche attraverso la Conferenza Stato Regioni, di avere un'azione forte per la tutela di uno dei punti fondamentali di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro dell’Italia in termini di attuazione delle opere pubbliche e cioè di salvaguardia del nostro territorio complessivamente inteso.
Il terzo dato che vorrei sottolineare è la capacità di essere flessibili come Regione nell’ambito dell’attuazione dei possibili strumenti tecnici, parlo di opere con l’intervento, anche in forma non solo di consultazione ma proprio di soggetto proponente avente un ruolo determinante, dei Comuni interessati alla zona, perché sono quelli che attraverso le popolazioni che ci vivono e che utilizzano sono capaci di indicare il momento analitico dell’attuazione della singola opera pubblica, del singolo intervento e come poter fare.
Non dimentico le polemiche che sono sorte per quanto riguarda le ultime opere attuate a Porto Recanati che sono state, in qualche modo, messe in atto contro la volontà specifica di coloro che hanno sempre vissuto vicino al mare e che avevano dato delle indicazioni diverse. Sicuramente saranno polemiche artefatte, artificiose, ma nell’ambito di un’opera pubblica la considerazione anche del buon senso, della conoscenza storica, della situazione dei fenomeni naturali, che può in qualche modo interessare, è sempre fondamentale.
In questo senso direi che è necessario che la Regione si muova anche attraverso una specifica proposta di legge, effettiva e completa, attuabile in questo indirizzo, affinché stabilisca: 1) che, come le scuole, la tutela della costa è un punto fondamentale della propria attività, 2) senza fare voli pindarici o rendere impossibile nel concreto quello che noi diciamo, si stabilisca un canale extra regionale e si disponga che a quel canale, anche a scapito di altre scelte che si possono fare in Unione europea da parte della Regione Marche, si dia il massimo contributo possibile; 3) il coordinamento con altre realtà, parlo in questo caso della Liguria, per esempio, che è molto avanti nell’applicazione di tecniche a salvaguardia del territorio, della costa e dell’abitato a ridosso della costa o anche della Toscana, che ci possa permettere di utilizzare i pochi fondi che abbiamo nel miglior modo possibile; 4) l’intervento o la cogestione dei Comuni interessati.
Tutto questo non toglie che la realtà è davvero drammatica, lo testimonia il fatto che su questo tema ci sono molte interrogazioni e mozioni, e, tanto meno, che c'è stata e c'è la volontà della Regione di tenere conto degli interventi imprescindibili che devono essere attuati, direi, quasi di anno in anno e forse più volte nel corso dello stesso anno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Questo argomento di cui si discute, capita, ogni anno, come Pasqua e Natale.
Farò un intervento diviso in due parti, un intervento breve perché su molte cose bisognerebbe richiamarsi. La prima è un commento alla risposta dell’Assessore in merito alla mia interrogazione sulla Sentina di San Benedetto.
Una risposta che più che soddisfacente la definirei seria e realistica. Questo è un apprezzamento, altri esponenti di questa regione, ad altissimi livelli, non potrebbero dire la stessa cosa perché quando si va nelle Assemblee pubbliche e si fanno affermazioni roboanti per strappare un applauso, e si sa che non è possibile mantenere neanche la minima parte di quello che si dice, non si è seri, di qualunque colore si faccia parte, se sono della mia parte è peggio, perché noi dovremo essere un po’ più seri.
Per intervenire a difesa della costa della Sentina, che è 1.200 metri, occorrerebbero 6 milioni, se vogliamo parlare di scogliere, tenuto conto che lì l’acqua è piuttosto alta, minimo sei milioni che non sono previsti nel piano, e bisognerebbe vedere se in quella zona che è una riserva naturale, gli interventi verrebbero accettati dagli organi preposti al controllo ed al rispetto dell’ambiente e del paesaggio e se anche in questa Aula, dove spesso ritorna questo tema, verrebbe accolta la proposta di un intervento, così rigido, che modifica il paesaggio di una zona a riserva naturale.
Come ha detto l’Assessore si potrebbe vedere, coinvolgendo il Ministero dell’ambiente, questo dovremmo fare, perchè la Regione da sola non ce la può fare, se ci sono altre forme possibili, ripascimenti o quant’altro, per evitare che si ritorni alla natura, questa zona si chiama Sentina perchè è la parte più bassa delle navi, una zona paludosa, poi bonificata.
E' evidente che questo programma non si risolve con le interviste, né con le dichiarazioni, ma occorre uno studio serio che bisogna iniziare e qui mi dà rassicurazione quello che ha detto l’Assessore.
Ritengo invece urgente un intervento più piccolo, quello a protezione di quella che viene chiamata Torre del Porto, un vecchio edificio di guardia, di diversi secoli fa che è stato ristrutturato, anzi è in corso di ristrutturazione, e quando ci sono le mareggiate viene invaso dall’acqua, lì basterebbe un intervento di qualche centinaia di migliaia di euro che dovrebbe servire a proteggere per poi intervenire sul resto.
Per quanto riguarda il tema in generale, così evito di intervenire dopo, noi abbiamo approvato, questo Consiglio ha approvato, perché io non c’ero, nel 2004, un Piano di Difesa della Costa che prevedeva interventi diversificati, scogliere e ripascimenti. Ricordo, perché all’epoca facevo parte della Confesercenti, le discussioni dell’allora Assessore, per convincere i concessionari di spiaggia della bontà del ripascimento rispetto ad altri interventi rigidi, e le contestazione dei concessionari di spiaggia che volevano le scogliere.
Mi pare che, nel corso degli anni, politicamente, ci sia stata una virata rispetto al Piano iniziale nella direzione di interventi prevalenti sulle scogliere, io ho avuto questa impressione, tanto è vero che i ripascimenti hanno dato luogo a polemiche sulla qualità della sabbia, più o meno chiara, ed ad una serie di questioni.
Detto questo però quel Piano, se ricordo bene, prevedeva interventi in dieci anni, per circa 160 milioni, ora a distanza di tempo possiamo dire di avere investito, c’è stato un po’ di lavoro, abbiamo fatto abbastanza, però per portare a compimento quel piano, al di là delle manutenzioni, ci vorrebbero altri 100 milioni di euro.
Ora la faccio breve, quest’anno mi pare che siamo intorno a due milioni, per concludere i lavori ci vorrebbero 50 anni. Non è serio, credo che abbiamo fatto molto ma non abbastanza, non quello che serve. Possiamo ragionare - se no ogni anno è come andare alla messa, chi vuole va in chiesa, non viene qui - su un programma per trovare, in un periodo in cui le somme scendono, una sorta di mutuo, un finanziamento straordinario. Se noi spendiamo ogni anno due, tre milioni, possiamo fare un mutuo di 20, 30 milioni, della durata di 20, 30 anni e possiamo accelerare le realizzazioni, perché è inutile che noi continuiamo, ogni anno, a parlare di Fano, Porto Recanati, Potenza Picena, San Benedetto se poi non ci sono le risorse. Allora ragioniamo su queste cose, perché dire l’Europa, il mondo, l’Onu, l’Universo è inutile se alla fine non ci sono canali di finanziamento possibili, almeno allo stato attuale accertati.
Credo che si possa contare e lavorare sulle nostre risorse e su quelle del Ministero dell’Ambiente e accelerare per far si che prima del prossimo bilancio si possa avere qualche dato certo per lavorare sulla revisione del Piano, come diceva l’Assessore, in modo di avere una prospettiva aggiornata che tenga conto di quello che abbiamo fatto e di quello che resta ancora da fare.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Mi congratulo con l’Assessore Eusebi perché sfoggia una giacca color sabbia, quindi siamo proprio in tema ed anch’io ho messo apposta una cravatta da ripascimento.
Questo è già un buon inizio, ho apprezzato anche le risposte date, chiaramente non solo da lei ma dagli uffici, io, però, voglio ribadire, sarò monotono, che quando passo da Gabicce a Cattolica mi sembra di entrare in un altro mondo perché in Romagna le cose non funzionano come da noi. Potete dire che sono fissato, ma andate e vedete, è diverso.
Lì si investono dei soldi, perché ci sono dei numeri completamente diversi, seppure la lunghezza della costa è minore, lì c'è la capacità e la consapevolezza del business che porta questo tipo di attività balneare, una delle nostre ricchezze maggiori, perchè sappiamo bene che l’80% dei turisti che viene nelle Marche e va in spiaggia.
A Porto Recanati le file degli ombrelloni, nel giro di 10 anni, sono scomparse o quasi, se ci sono le file degli ombrelloni, vuol dire che ci sono persone che vanno negli alberghi, nei camping, al ristorante, in pizzeria.
Vogliamo capire o no che dobbiamo investire su queste cose? Se facciamo un paragone sui numeri, perché sono i numeri che parlano, la Regione Emilia Romagna per la difesa del suolo, per la difesa della costa dal rischio idraulico, idrogeologico, ha messo a bilancio quest’anno 161 milioni di euro, noi 20 milioni, certo non è colpa dell’Assessore, ma 161 milioni di euro contro 20 vogliono dire che per la difesa del suolo c’è una differenza a chilometro, in Romagna ci mettono 7000 euro a km2, nelle Marche 2000 euro.
E’ chiaro che non riusciamo a far niente, è chiaro che siamo in difficoltà, questo è uno dei punti fondamentali, quindi finanziare il turismo vuol dire mantenere la costa, trovare i sistemi.
Il secondo punto che critico aspramente è che noi siamo trent’anni indietro, ci sono delle tecnologie che da quasi trent’anni sono utilizzate in Australia, negli Stati Uniti, nel Nord Europa, ma noi dove siamo? Abbiamo i tecnici, ma cosa stanno a fare? A scaldare la sedia! Cosa stanno a fare se poi hanno anche dei problemini con la giustizia? Ci sono dei sistemi, chiunque può prendere internet, adesso grazie a Dio c’è questo strumento fantastico, scrivere erosione marina e trovare studi a livello reale - ci sono anche le panzanate su questo strumento, però ci sono anche cose importantissime.
Ritornando alla nostra cara Romagna sapete cos’è il sabbiodotto? Qui nelle Marche sappiamo cos’è il sabbiodotto? Sono dei tubi che vanno dove ci sono i giacimenti del ripascimento, anche questa è una nostra stupidaggine, perchè noi prendiamo i ripascimenti da cave terrestri mentre loro dicono noi buttiamo in mare poi il mare si alza, e ci credo! Questo problema lo sento anch'io perché sono di Fano e per noi questo tema è vita. Il sabbiodotto cosa fa? Il prossimo anno in Romagna è previsto un ripascimento di quelli megagalattici che fanno ogni dieci anni, l’ultimo l'hanno fatto nel 2007 e lo stanno anticipando, butteranno tanta di quella roba, quindi, 15 milioni di ripascimento con granulometrie studiate, tutto quanto, però, non è come da noi che butti, arriva la mareggiata e porta via, lì sono stati fatti degli studi, sono stati individuati dei luoghi dove il mare prende la sabbia, lì hanno messo questi sabbiodotti che l'aspirano e la riportano a casa, nella battigia. Queste tecniche ci sono, io le ho trovate e non sono mica un tuttologo, mi sono messo un attimo a cercare, allora dico diamoci da fare. Parliamo di innovazione, parliamo sempre e ci riempiamo la bocca di domotica, poi dovremo vedere anche quella che cosa sta portando, queste cose esistono, ci sono i reef ball, tipi di scogliere diverse che infrangono, ci sono tante cose.
I fondi europei, come diceva giustamente il Consigliere Acquaroli e come ho già detto precedentemente, facciamoli fruttare per cose che ci daranno dei risultati concreti, non per dare lo stipendio, per tre anni, a qualche amico di qualche persona importante. Facciamo le cose come si devono fare, perché i grillini sono qui che hanno il forcone, dobbiamo dare dei risultati, in più, ripeto, ci sono degli esempi qui a pochi passi. Tutte le volte che vado in Romagna mi dico: "Ma come siamo messi noi nelle Marche?" Diamoci una mossa!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Brevemente per lanciare una proposta a questo Consiglio che, in parte, mi è sembra uscire anche dagli interventi di altri Consiglieri.
Le risorse sono pochissime, abbiamo due o tre milioni di euro per la difesa della costa, abbiamo il Piano di Difesa della Costa del 2002, quindi, studi datati di circa 13-15 anni fa, penso che dopo 15 anni una programmazione debba essere rifatta alla luce delle nuove direttive europee, delle conoscenze scientifiche, delle nuove opportunità tecnologiche e anche dei nuovi approcci. Studi di questo genere dovrebbero prendere in considerazione l'adattamento ai cambiamenti climatici, una nuova metodologia per affrontare problematiche di questo tipo, non con l’ottica delle dighe che fermano il mare, come è stato fatto nel passato millennio, ma nel terzo millennio con logiche di studi per ampi territori, che potrebbero andare oltre l’ambito regionale, collegarsi anche con le regioni vicine, per vedere quello che è l’andamento meteo climatico, delle correnti, delle temperature e dell’inquinamento delle acque e per adeguare, per esempio, questo nuovo Piano di Difesa della Costa alle nuove misure di tutela del paesaggio. Voglio ricordare che in quest’Aula ho sentito proposte di interventi pesanti e invasivi anche su aree come parchi marini, parchi regionali o aree paesaggisticamente importanti.
Quello che serve, e lo chiedo all’Assessore e alla Giunta, è un riadattamento, una revisione del Piano di Difesa della Costa e una valutazione per definire dove non c’è necessità di interventi. Non è possibile, infatti, che ci siano richieste di interventi il giorno stesso in cui si manifesta un fenomeno meteorologico significativo, la necessità di intervento va verificata un mese dopo l'intervento meteorologico, come quello di una mareggiata. Vanno individuate nel PPAR, una volta per tutte, e tutelate quelle aree importanti da un punto di vista paesaggistico, potrebbero essere le poche zone marine costiere non interessate dall’urbanizzazione, in questo senso, per esempio, alcune zone non interessate dall'urbanizzazione potrebbero essere lasciate anche alla naturalità, per studiare quella che è l’evoluzione della dinamica costiera e della dinamica delle correnti.
Siamo in una fase di poche risorse, per cui io chiedo di cambiare l’approcio, di cambiare la strategia e si andare verso una strategia programmatoria, su cui innestare studi validi di lungo periodo e, alla luce delle nuove direttive europee, anche progetti di finanziamento in cooperazione con diverse Regioni e tra Regione e enti locali.
Secondo me è necessario arrivare ad una nuova era di difesa della costa, questa ricorrenza campanilistica di difesa della costa in base al potere ed al valore del rappresentante politico che chiede l’intervento da determinarsi in un posto anziché in un altro, senza nessun criterio, non è più possibile che esista, perché non ci sono le risorse e perché si continua a danneggiare il nostro territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Parliamo spesso di questo problema, un problema enorme ma molte volte, ogni tre mesi, poco più o poco meno, lo affrontiamo per discutere di dissesto
L’Assessore Eusebi ha risposto alle interrogazioni ed alle interpellanze in maniera adeguata ed ha preparato anche una risoluzione che ho già firmato, poi la vedremo e la voteremo alla fine della discussione.
Faccio un passo indietro rispetto al tema generale, noi avremmo dovuto parlare più spesso non tanto di erosione marina, Consigliere Binci sono d’accordo su un punto, ma del problema del dissesto idrogeologico nel suo complesso, dissesto idrogeologico, gestione dei fiumi. Adesso arriverà in Commissione e in Aula, credo presto, la nuova legge sulla manutenzione del territorio, la nuova legge urbanistica. Penso che tre o quattro elementi tutti insieme possono darci una mano per lavorare anche sul tema dell’erosione costiera, sulla quale, come dicevo, abbiamo parlato a lungo, votato mozioni, lavorato sulle emergenze. Credo che su questo tema, complesso e che abbiamo già dibattuto, bisogna tenere insieme due cose, se ce la facciamo, manutenzione ordinaria e interventi strutturali. C'è però un punto, il punto è che, purtroppo, per dinamiche che non dipendono da noi, o non solo da noi, è evidente un'accentuazione netta dei fenomeni, non a Pesaro o a Fano o nelle Marche, ma in tutto il Paese.
Il tema dell’erosione è un tema generale che in qualche modo dobbiamo affrontare. Lo abbiamo affrontato anche bene, se volete abbastanza bene, penso che ora l’aggiornamento del Piano, che molti hanno chiesto ed evocato, sia necessario, il piano è datato e i fenomeni sono accentuati, si stanno accentuando.
Devo dire che lascerei fare un po’ più ai Dirigenti, spesso sulla scelta tecnica di un tipo o di un altro noi diciamo la nostra, però, zona per zona, sono diverse le dinamiche e i problemi. Penso di aver capito, incontrando gli operatori, i tecnici, i dirigenti, gli amministratori, che la scelta migliore, Assessore, sia quella di tenere insieme per la difesa della costa, in questo caso mi riferisco all’area diciamo marina, sia i ripascimenti che il mantenimento delle scogliere, sono due interventi strutturali che devono stare insieme. C’era una tendenza tempo fa a superare nettamente l’idea delle scogliere per andare ad un ripascimento, come hanno fatto anche altre Regioni, ma è complesso, occorrono molte risorse, credo invece che tenere insieme i due interventi sarebbe, per la nostra costa, molto utile, altrimenti può prevalere una linea di orientamento di scelta tecnica e strutturale che si scontra con necessità ormai consolidate che sono diverse.
Le ultime due questioni le voglio dire approfittando della presenza dell’Assessore Marcolini, noi queste cose le abbiamo messe proprio in due strumenti fondamentali, lo ricordo alla Giunta ed ai Consiglieri, mi pare che la difesa della costa, ovvero il dissesto idrogeologico, sia una priorità nel nostro programma di governo, sia centrale, non è la prima volta che lo diciamo, lo abbiamo ripetuto diverse volte e ricordo che, nell’ultima discussione sul bilancio, noi aggiungemmo, come quinto punto o sesto punto in coda a una serie di priorità, anche il tema dell’erosione della costa. In realtà questo problema è centrale nei programmi, centrale, se volete, anche nel bilancio al di là delle risorse che abbiamo a disposizione. Bisogna che con l’aggiornamento del Piano diventi, sistematicamente, un settore nel quale investire in maniera ordinata, sia in manutenzione ordinaria che, dove serve, anche in interventi strutturali. In modo tale che possa essere un settore che gradualmente ha il favore degli interventi necessari da parte della Regione, piuttosto che riparlarne, per l’ennesima volta, in Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Do atto all'Assessore di tutto quello che ha fatto in questi mesi, in cui ci siamo sentiti più volte telefonicamente, però, oggi sono stati messi in discussione alcuni punti cardine, specialmente quelli presi durante la finanziaria in cui, nell’allegato, introducemmo la possibilità nel 2013 di vedere finanziate e realizzate, in particolar modo, le opere di Sassonia due.
Su questa vicenda alcuni Consiglieri hanno messo in discussione che ci sia una effettiva, quanto veloce iniziativa da parte della Regione, allora potrei basarmi anche sull’impegno preso dal Presidente Spacca, però siccome fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, io le chiedo, Assessore, anche alla luce di quanto le è stato chiesto, di fare chiarezza una volta per tutte e spiegare quali sono i tempi realisticamente concreti per dare attuazione a questo intervento.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, intervengo come Consigliere. Il lavoro svolto dall’Assessore Eusebi, dal neo Assessore Eusebi, è stato affrontato con un entusiasmo ed uno slancio che credo fosse necessario per l’annosa situazione relativa alla difesa della costa. Nessuno ha formule magiche per risolverla e, soprattutto, Consigliere Perazzoli, non abbiamo i soldi, questa è l’oggettiva difficoltà, però, in questa situazione di difficoltà, Assessore, potrebbe darci l’opportunità di cominciare ad immaginare qualche cosa di nuovo. Non sono solito avventurarmi intorno a soluzioni tecniche, sentivo prima il capogruppo del PD Consigliere Ricci che raccomandava di ascoltare i nostri tecnici, credo che nell’ascoltare i tecnici, si parla di revisione del piano, dovremmo fare qualcosa di più, una semplice e bella ricognizione nazionale ed internazionale di tutte le possibilità in campo. Questo è il minimo del buonsenso che si impone senza nessuna pregiudiziale, ma anche senza nessun innamoramento preventivo, verso l’una o l’altra soluzione.
La costa marchigiana, lo sapete bene data la presenza del Conero, è molto diversa tra il nord ed il sud del Conero, soprattutto, la costa, che a me interessa particolarmente perché ci sono vissuto e cresciuto, è quella della riviera sud del Conero che è più profonda in cui la classica soluzione della scogliera, che oggi è sempre meno praticabile e più costosa, diventa quasi impraticabile in questo tratto di costa, perché il fondale è profondo e la presenza dei fiumi lo rende instabile. Una serie di considerazioni che avete già fatto con intelligenza ed appropriatezza, io dico lasciamo aperte tutte le possibilità e suggerisco all’Assessore, che già lo avrà fatto, di segnarsi tutto quello che sulla costa c’è.
La politica, in questo caso, le istituzioni si assumano una responsabilità in più, anche quella di comprendere profondamente le soluzioni tecniche e, dove ci fosse qualche ostacolo, non nomino la soluzione perché è una di quelle in campo, per esempio, di natura estetico ambientale, direi togliamoci qualche prurito, perché di fronte alla necessità, non sempre tutte le soluzioni, quelle belle, comode, facili e costose possono essere messe in campo, quindi adattiamoci anche a soluzioni meno belle ma più pratiche e decisamente meno costose, soluzioni interessanti ed intelligenti.
Io non so chi in quest’Aula conosca per esempio la soluzione delle stelle, credo siano pochi quelli che l’hanno vista e conosciuta, le stelle hanno funzionato sul tratto litorale di Porto Recanati sud e su un pezzo del litorale di Porto Recanati nord, questa è l’unica cosa che ha funzionato. 25 anni fa sono state posizionate e da 25 anni non hanno avuto bisogno di un euro o di una lira di manutenzione rispetto ad altre soluzioni, come il ripascimento e le scogliere che sono costate cifre enormi, cifre esorbitanti.
Studiamo tutto con intelligenza, questo è il mio appello Assessore, lo dico perché rimanga a verbale di questa seduta, magari fra qualche anno, quando si ritornerà a parlare di questa cosa con soluzioni diverse da questa, si potrà dire che questo era stato detto, comunque era stato segnalato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, anch’io ricordo che dall’inizio di questa legislatura, in molte occasioni abbiamo discusso di questo argomento, come ricordo anche i due seminari tenuti dalla IV Commissione a uso e beneficio dei Consiglieri. Ricordo le critiche e le stesse autocritiche che, come Consiglieri, abbiamo fatto nel rappresentare, molte volte, in modo troppo puntuale, le nostre richieste in presenza di una nota carenza di finanziamenti e ricordo la penuria di finanziamenti che deriva anche da una responsabilità dello Stato che, dopo aver delegato le funzioni amministrative della materia alle Regioni, con la stessa costanza non ha provveduto al finanziamento delle opere, siano esse nuove o per fronteggiare le emergenze o, altro capitolo altrettanto importante, manutentive.
A me non dispiace che puntualmente, più volte all’anno, si parli di questo problema, non dispiace affatto perché tornare sul grave problema del dissesto idrogeologico delle nostre spiagge ci rimanda a delle responsabilità riconducibili alle attività dell’uomo e all’attività dei politici che negli anni hanno male interpretato un concetto di sviluppo e di crescita, che oggi lascia delle pesanti eredità con cui tutti quanti facciamo i conti e su cui tutti quanti abbiamo delle posizioni unanimi di criticità e di condanna. Questo ci deve servire di insegnamento per i futuri momenti di programmazione di questa Regione sia in campo urbanistico che in campo ambientale, dove molte volte possono ancora prevalere i “ma anche ”, i “se”, i “ma”. Credo che ricordarci di quello che abbiamo combinato in questo territorio ci debba dare delle linee di comportamento determinate, determinanti, senza dubbi e oscillazioni.
Quello che è stato, non deve più ripetersi.
Do anche atto di nuovi strumenti che l’Assessore Eusebi sta mettendo in campo e che la Giunta ha approvato, come le nuove procedure semplificate per la realizzazione delle opere e recentissima, di questi giorni, l’adesione della Regione Marche alla Carta delle Regioni europee per le aree costiere nel Mediterraneo, “Carta di Bologna 2012”.
Credo che su questa linea noi dobbiamo operare, tenendo sempre conto, anche a me non sfugge, il problema dei finanziamenti. Ricordo che nell’intervento che feci un anno e mezzo fa - come altri Consiglieri hanno ricordato altre forme di finanziamento o l’accensione di mutui - avevo suggerito, ed anche questa è una strada percorribile che secondo me va ripresa, perché praticata dalla Regione Marche per altri settori della sua attività, quella della BEI, della Banca Europea per gli Investimenti.
E’ inutile ricordare che la fascia demaniale marchigiana, una decina di metri di sabbia o ghiaia, produce il 17% del PIL regionale, questo, però, dovrebbe avvenire anche nel rispetto della qualità ambientale, naturalistica e del paesaggio.
Dobbiamo fare il punto della situazione, è una esigenza che è stata sottolineata anche da altri colleghi, sul rispetto del documento di programmazione che abbiamo. Il Piano della Costa risale al 2005 e sostanzialmente ha prodotto in questa regione realizzazioni di scogliere dal 2005 ad oggi, per 32,2 km, ripascimenti per circa un milione di metri cubi, una spesa di quasi 60 milioni, a fronte dei 167 milioni stimati dallo stesso piano. Dobbiamo confrontarci, e mi sembra che la strada in questi giorni è stata intrapresa dall’Assessore, con gli strumenti di politica comunitaria tesa alla protezione dell’ambiente marino.
E’ dal 1976 che esiste la Convenzione di Barcellona, da questa convenzione, che noi Verdi europei consideriamo storica per la protezione dell’ambiente marino, sono scaturiti sette protocolli, di cui uno è dedicato alla gestione integrata delle zone costiere.
E’ proprio quel protocollo, su cui possiamo trovare la strada dello sviluppo sostenibile anche del nostro territorio, che prevede quattro metodi per intervenire su queste forme di dissesto. Quindi, facendo giustizia di tantissime ipotesi, quasi mai praticabili, si può agire sulle coste in quattro modi:
1. la trasformazione su fondazioni con pali di tutte le strutture a rischio.
Ci sono delle strutture a rischio, in modo puntuale, lungo questa nostra costa che hanno messo e mettono a rischio chilometri e chilometri delle nostre spiagge. Il ritardo degli interventi su quelle situazioni puntuali crea dei disagi allarmanti su grandi tratti della nostra costa;
2. la protezione con scogliere. E’ un’opzione in campo e deve tenere conto che già il 75% dell'intera costa marchigiana è coperta da scogliere;
3. la protezione con ripascimenti. Altra pratica consigliabile la cui applicazione impone, però una riflessione su come approvvigionarsi del materiale senza consumare altro suolo;
4. l'arretramento delle strutture a rischio o loro delocalizzazione.
Ora qualsiasi strumento o rinnovo di strumenti che noi abbiamo in campo deve decidere e scegliere tra queste quattro, quali sono le soluzioni che possono essere perseguite.
Un approfondimento merita la condizione di erosione costiera della zona litoranea della Sentina, a cui anch’io avevo dedicato, in modo puntuale, una mozione. Questo tratto di costa, lungo circa 1700 metri, è confinato a nord da una barriera di scogliere emerse della lunghezza di 4 km ed a sud dal molo e dal porto di Martinsicuro, una condizione che accentua l'energia del moto ondoso, ed è, oltre ogni ragione di dubbio, di valenza naturale, per questo ho raccomandato un intervento urgente anche in considerazione che la Sentina è una riserva naturale di grande pregio.
Cosa suggerisco? Mi piacerebbe che l’Amministrazione regionale, a completamento della proposta di risoluzione, che è stata fatta girare in questo momento, ed anche attraverso provvedimenti legislativi dedicati, introduca strumenti finanziari che incentivino lo spostamento o la delocalizzazione di strutture turistiche a rischio, anche facendo riferimento all'art. 23 del Protocollo che prima ho menzionato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, non voglio ripetere quanto hanno già sostenuto molti colleghi, tra l’altro molti interventi li condivido pienamente.
Io voglio partire da questo dato, proprio per non ripetere quanto è stato detto, ieri pomeriggio con i colleghi Cardogna e Badiali abbiamo fatto una riunione con i firmatari della Carta di Fonte Avellana, faccio questa considerazione perché con i firmatari della Carta di Fonte Avellana, organizzazioni sociali, sindacali, istituzioni, organizzazioni imprenditoriali, associazioni ambientaliste, il mondo delle cooperative vogliamo inserire nella programmazione 2014-2020 misure per la manutenzione del territorio, per gli investimenti necessari per la difesa dei boschi, per la manutenzione dei fiumi. Questo per dire che è fondamentale non perdere di vista l’insieme del territorio, la funzione delle aste pluviali, il ripascimento naturale.
Accanto a queste misure siamo consapevoli, visti i tanti interventi artificiali che nel corso degli anni ci sono stati, che occorrono anche altri interventi artificiali, ma partendo dai bisogni e dalle necessità di manutenzione del territorio. Non sto qui a spiegare come dovrebbe avvenire un ripascimento naturale, qual è la funzione del fiume, tra l’altro noi abbiamo una legge sui fiumi, l’Assessore Eusebi confermerà quanto sto per dire, sulla quale si sta operando per l’elaborazione delle linee guida che consentiranno l’attuazione della stessa.
La mozione n. 291 di fatto è una mozione della IV Commissione. Sui temi dell’erosione marina e costiera ci siamo mossi sul territorio, siamo stati a Senigallia, a San Benedetto del Tronto, a Portonovo, sono venuti gli operatori e le associazioni in Commissione. Questa mozione per quanto mi riguarda la ritiro ma credo che saranno tutti d’accordo nel ritirarla, visto che si sta giungendo, con i firmatari della stessa, e condivido il metodo, ad una risoluzione dell’Assemblea legislativa. Una risoluzione che vede l’impegno dei gruppi consiliari di diverse forze politiche.
Molto spesso ci sono prese di posizione, polemiche nei confronti della Regione, nei confronti delle istituzioni locali, ma ieri c’era sulla stampa locale, sulla cronaca pesarese, una nota con cui si ringraziava il Comune di Fano, la Regione Marche e si sottolineava la speranza che la stessa metodologia seguita a Fano potesse essere utilizzata anche per le opere a difesa di altre spiagge. C’era la dichiarazione degli operatori che diceva che con un buon risultato si può guardare con più serenità all’estate per cui erano già all’opera per riaprire le loro attività. Metteva in evidenza anche una collaborazione tra pubblico e privato, ma io dico anche fra istituzioni, perché viste le poche risorse a disposizione soltanto con una sinergia, per esempio, di Comuni e Regione, è possibile dare delle risposte.
Qui è stato ricordato, siamo in presenza di una legge di difesa della costa, siamo in presenza di un Piano di gestione integrata delle aree costiere, ripeto nel merito ci siamo entrati più volte anche nei territori, nelle città, anche nei simboli se volete della costa marchigiana, perché la riunione a Senigallia l’abbiamo fatta, addirittura, alla Rotonda, quindi fisicamente siamo stati in quei luoghi. Dicevo legge di difesa della costa, Piano di gestione integrata delle aree costiere, le risorse destinate in questi anni non sono di poco conto, parliamo di decine e decine di milioni di euro, però rispetto a questi dati, sentivo anche il Consigliere Binci dire che dovremmo procedere ad una revisione, se non ho capito male, del vigente Piano di gestione integrata delle aree costiere e questo punto, ad esempio, è presente nella risoluzione.
Dicevo che non voglio ripetere quanto è stato già detto. Dovremmo mantenere, a mio avviso, un equilibrio fra gli interventi necessari, urgenti, immediati che vanno fatti e la visione d’insieme del territorio e della costa. Da questo punto di vista credo che l’Assessore Viventi abbia presente l’obiettivo che la Giunta si è data che credo diventi anche un obiettivo dell’Assemblea legislativa, quello di giungere, entro il 2013, ad una legge organica del governo del territorio che sia anche una risposta alla difesa della costa.
PRESIDENTE. La discussione sulle mozioni è terminata, informo che è pervenuta una proposta di risoluzione con un emendamento.
Comunico il ritiro delle seguenti mozioni: n. 291 dei Consiglieri i Giancarli, Silvetti, Acacia, Camela, Acquaroli, n. 158 del Consigliere Cardogna, n. 425 del Consigliere D’Anna, n. 386 del Consigliere Acquaroli, e n. 431 del Consigliere Latini. Queste mozioni sono ritirate.
La proposta di risoluzione è pervenuta, darei la parola per l’intervento finale all’Assessore Eusebi che è anche il primo firmatario di questa proposta di risoluzione su cui c’è anche un emendamento che tratteremo più avanti. Prego Assessore.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, credo che gli emendamenti siano due perché mi sembra che il Consigliere Cardogna ne abbia presentato un altro. Sono due emendamenti: uno più filosofico, giustamente filosofico, l’altro esplicativo di una situazione corretta e, quindi, mi sembra che siano in linea con la risoluzione che abbiamo proposto in tanti, qui non c’è un primo firmatario.
Questo dibattito è stato veramente di livello.
Mi scuso con il Consigliere Zaffini ma a fronte di alcune cose giuste, io, tra l’altro essendo telepatico, ho già cominciato a studiare, le ricordo che si è perso un bel convegno organizzato dal collega Presidente del Gruppo Misto Consigliere D’Anna in cui abbiamo esaminato, e da lì siamo partiti anche con gli uffici per esaminarlo anche da un punto di vista operativo, quello a cui lei faceva cenno: al sabbiadotto, ricordo che in quell’iniziativa questo tema è stato affrontato, poi con gli uffici ne abbiamo parlato e qualcuno se ne sta già occupando seriamente da qualche mese.
Ricordo sempre al Consigliere Zaffini che abbiamo proceduto pochi giorni fa ad un tentativo, secondo me molto serio, di sburocratizzare quella che è la manutenzione ordinaria dei sedimenti sulle spiagge. Due appunti, mi consenta, fino a qui positivamente critici, l’altro meno positivo, Consigliere Zaffini, lei ha fatto l’esempio di Gabicce, di Cattolica, c’è una differenza di animazione della vita cittadina, può darsi che ci sia una mentalità diversa, ma per quanto riguarda la difesa della costa la invito ad andare a vedere ed a parlare con i tecnici, con il Sindaco, con chi vuole del Comune di Gabicce sulla bontà degli interventi fatti in quel Comune. Non c’è nessuna differenza passando da Cattolica a Gabicce per quanto riguarda gli interventi strutturali e di manutenzione di difesa della costa, perché questa Giunta ha a cuore, e qui ha ragione lei, il combinato disposto, difesa della costa, vita del turismo e, quindi, vita degli operatori.
Le critiche a questa Giunta sulla disattenzione alla vita degli operatori turistici e delle intere economie cittadine che sul turismo operano, le rigetto completamente, lo posso fare perché, non c’è e non è piaggeria e quindi se mi vuole mandare via da Assessore lo può fare lo stesso, il Presidente Spacca ha fatto di questo concetto, ribaltando concetti antichi, pseudo ambientalisti o falso ambientalistico, come dico io, un must. La difesa della costa risponde a precise indicazioni anche tecniche, il turismo è la vita di questa regione, perdonatemi, un esempio, quando sono arrivato sentivo quelli che io chiamo, non si offenda nessuno, pseudo ambientalisti dire: “Ma voi fate gli interventi per accontentare quattro bagnini”. Quella, secondo me, è una sciocchezza clamorosa, qui ci sono intere comunità, 23 Comuni della costa moriranno o progrediranno se ci sarà attenzione alla costa anche in funzione del turismo. Dopodichè ha ragione anche il Consigliere Binci, ci sono alcune aree che vanno tutelate perché rappresentano un’unicità dal punto di vista ambientale.
Consigliere Zaffini, la invito ad osservare meglio, lei ha detto cosa ci stanno a fare i tecnici, io sono orgoglioso della ristrutturazione, non per merito mio, che il Presidente Spacca, anche accogliendo alcune mie osservazioni, ha voluto quel tipo di struttura, sono orgoglioso del lavoro che stanno facendo, io li chiamo amici ma mi dicono che sbaglio, i funzionari, i dirigenti della difesa della costa e del suolo stanno facendo un lavoro egregio nel tentativo di sburocratizzare e di conciliare, i veri ecologisti stanno nei nostri uffici, la difesa della costa, la difesa dell’ambiente ed il turismo. Solo da questo connubio può venire lo sviluppo dell’unica miniera inesplorata di questa regione che è il turismo. Io rispondo per quello che conosco, per il mio lavoro, poi le critiche al ventennio passato ognuno è libero di farle, compreso io.
La risoluzione a firma praticamente di tutti, con i due emendamenti che, secondo me, sono migliorativi, uno è esplicativo e uno no, fa un’analisi e impegna il Presidente e tutta la Giunta regionale a continuare e ad intensificare l'azione positiva intrapresa ribadendo la priorità strategica della difesa della costa, il turismo viene citato nelle premesse, ad individuare nuove risorse finanziarie anche tramite altri canali di finanziamento - molti di voi hanno fatto questo discorso compreso il Consigliere Acquaroli e compreso l’intelligente intervento del collega Perazzoli - al fine di sostenere le azioni di difesa della costa e al fine della salvaguardia del comparto turistico, e Consigliere Zaffini questo lo apprezzerà anche lei, a procedere quanto prima alla revisione del vigente Piano di Gestione Integrata delle Aree costiere. C’è un aggiunta saggia del Consigliere Cardogna anche alla luce della Carta di Bologna e di quant’altro andremo ad esaminare. Nuove risorse finanziarie, come dicevano in molti, l’impegno a lavorare, come diceva il Consigliere Acquaroli, ed a studiare anche quell’aspetto in maniera più seria.
Credo che questa risoluzione, quanto mai bipartisan, premia non il mio lavoro, io tento solo di imparare e di cercare di coordinare il lavoro dei vari uffici di cui, ripeto, vado orgoglioso, ma questa risoluzione bipartisan, su una tematica così generale, spingerà me, la Giunta e tutta la struttura ad operare affinché queste non restino parole di una risoluzione ma opere concrete che si realizzino il più velocemente possibile.
PRESIDENTE. Grazie Assessore Eusebi, ci sono due emendamenti. Sono stati distribuiti? Si!
Emendamento n. 1 del Consigliere Acquaroli. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 2 del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Voglio aggiungere il mio nome alla risoluzione, probabilmente, sono uscito un attimo e non mi sono accorto della sua presentazione.
PRESIDENTE. Vada al tavolo della Segreteria e firmi l’originale. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Dichiarazione di voto.
Assessore Eusebi, i giochi della politica sono quelli che sono, ma occorre motivare il perché uno vota e uno non vota.
Quando parlammo delle aree costiere all’Assessore Donati che aveva delega specifica io ebbi a ricordare di avere una carta comune sulle coste, oggi, con sorpresa, Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo. Ho visto prima il Dott. Bellardi che si aggirava qui con fare sgattaiolante, come suo costume, allora, io ricordo che abbiamo anche dei protocolli aperti nella Macroregione Ionico Adriatica e penso, ed ecco qui il qui pro quo con il consigliere Bucciarelli, ma quando fate queste cose intendete le zone costiere mediterranee come fossero un astratto geografico oppure avete un’idea di che cosa è la zona costiera mediterranea. Avete un’idea di come in Europa viene considerata la Macroregione Mediterranea o credete di fare sempre protocolli di intesa tout court, come mi serve lo prendo, il gioco delle tre carte
Il mio amico, più grande esponente della cultura napoletana, il grande Massimo dice sempre “Statt accort …” perché qui ancora una volta state percorrendo scorciatoie ridicole, parlando di un tratto di costa, quella marchigiana, e dimenticando pezzi di quella costa che poi verranno suggeriti agli assistenti: “Guarda vedi di fare …”. Assessore se parliamo di zone mediterranee che la cosa venga compresa in una risoluzione europea che comprenda anche i corridoi europei che sono uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto fino a Bari poi girano di la e vanno.
Avete un’idea di come intende questa risoluzione la costa spagnola e la costa francese? Siamo in Europa, non siamo nella Regione Marche che ancora una volta va a castrare zone di periferia, sarebbe opportuno che su queste cose venisse in Aula cara Consigliera Ortenzi quella proposta di legge “Limes territori di confine”, la costa è un confine naturale che unisce il mondo del mare e quell’economia, con il mondo della terra con la sua economia, quindi sono cose che non possono essere né scisse, né considerate, ripeto, scorciatoie tout court. Siamo in Europa, Assessore, ce ne siamo accorti?
La Bolkestein come si integra con il roboante dispositivo, dopo le parole …, qui solo parole, aree costiere, se parla di zone costiere del Mediterraneo capisca qual è la normativa europea su questi concetti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Volevo dichiarare il mio voto contrario a questa risoluzione perché non condivido questo approccio, in cui è sottintesa una cosa: ci sono poche risorse ma appena ci saranno faremo la difesa della costa dappertutto.
Mi viene da sorridere, abbiamo visto che siamo passati da 8-10 milioni degli anni precedenti a due, non ci sono risorse e qui, ancora, non si accenna al cambio delle politiche urbanistiche, non si accenna, da nessuna parte, ad un cambio dell’ottica nel senso di valorizzazione del paesaggio ma solo di difesa. Si parla di tutela della costa a ridosso delle abitazioni e delle infrastrutture, si parla di emergenza, si continua a parlare di emergenza, per emergenza noi non abbiamo le risorse e soprattutto l’emergenza non va nella direzione della programmazione, l’emergenza non va nella direzione della tutela del paesaggio ma va nella direzione di difendere pezzi di costa cementificati fino alla battigia, fino dentro il mare.
Io non posso votare a favore di una proposta che dovrebbe decidere la programmazione dei prossimi anni e che propone di continuare ad intensificare la priorità strategica della difesa della costa; individuare nuove risorse in questa direzione. Secondo me è una cosa gravissima.
Noi dovremmo dire ci sono poche risorse, andiamo ad uno studio di quelle che sono le situazioni e verifichiamo come intervenire, soprattutto politiche urbanistiche per dire 300 metri dalla costa, 500 metri dalla costa dovrebbero essere sempre tutelati e ci dovranno essere politiche di abbattimento e di arretramento.
Questo secondo me, oggi, nel 2013, vuol dire parlare di difesa della costa, per cui sono contrario e voterò contro questa risoluzione.
PRESIDENTE. Proposta di risoluzione, emendata, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 995
del Consigliere Giancarli
“Permesso per la raccolta dei funghi – reciprocità tra Umbria e Marche”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 995 è rinviata.
Interrogazione n. 947
del Consigliere Bucciarelli
“Sospensione delle operazioni alla cataratta presso l'Azienda ospedali Riuniti di Torrette”
Interrogazione n. 950
del Consigliere Latini
“Ospedali Riuniti di Torrette – sospensione operazioni per rimuovere la cataratta”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 947 del Consigliere Bucciarelli e n. 950 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. In relazione all'interrogazione, in base a quanto segnalato da parte degli Ospedali Riuniti di Ancona, si precisa che l’Azienda ha, in attuazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2014, predisposto un piano attuativo, nel quale vengono previste una serie di iniziative atte a spostare sempre più l'attività verso le alte complessità e l’alta specialità.
In quest'ottica, al fine di dare spazio a tali attività, dovranno essere delocalizzate alcune procedure di minore complessità, attuabili anche in strutture ospedaliere di minore specializzazione, situate più vicino alla residenza dei pazienti. Tra queste attività vi sono anche gli interventi per cataratta, procedura semplice eseguibile anche in regime ambulatoriale, secondo quelle che sono le disposizioni di norma.
Al riguardo, già da diversi anni, è stata avviata una collaborazione con la ex Zona 7, in particolare all'interno dell'Ospedale di Osimo, dove l'equipe oculistica dell'ospedale effettua interventi sui pazienti per cataratta permettendo di liberare sedute operatorie all'interno della Azienda da dedicare a patologie complesse, trattabili solo all'interno di una Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Al momento sono stati attivati tavoli tecnici con la Direzione Sanitaria dell'ASUR per concordare le eventuali delocalizzazioni delle patologie minori, con tempi e modalità tali da non creare interruzione dell'assistenza e riduzione della qualità delle prestazioni sanitarie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Grazie Presidente e grazie Assessore della risposta.
Il problema è questo: non si svolgono più di fatto a Torrette e non si volgono più all’Ospedale di Osimo.
Il disservizio è determinato dall’inefficienza del trasferimento della specialistica dei surgery e delle attività collaterali a questa particolare chirurgia oculistica che annulla l’effetto positivo che la sanità marchigiana ha dato nelle prestazioni ambulatoriali di oculistica con circa 500 prestazioni positive nell’arco di un anno, quasi due ogni giorno.
Qui sta la necessità di una volontà forte ed immediata da parte della Regione per superare un problema veramente spicciolo che metta fine a questa vacatio esistente fra la volontà di razionalizzare gli interventi, per non ingolfare le eccellenze di Torrette e, nello stesso tempo, far si che prenda il via, attraverso la convenzione che è ferma sul tavolo dell’Asur, l’attuazione di quelli che sono i servizi necessari.
Non si tratta di una situazione campanilistica si può fare anche a Torrette, l’importante è che si faccia, questo è il dato di fondo alla data odierna, chiedo, quindi, che l’Assessore intervenga effettivamente per dare il là definitivo per superare il problema che è più di ordine burocratico che tecnico specialistico o finanziario che per quanto riguarda la convenzione è ampiamente coperta.
Interrogazione n. 918
del Consigliere Zinni
“MIT Manifattura Italiana Tabacchi di Chiaravalle: proroga CIGS”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 918 del Consigliere Zinni. Ha la parola per la risposta l'Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. In data 12 maggio 2010 la MIT Spa aveva comunicato alla RSU aziendale, alle OOSS territoriali, alla Regione Marche e alla Confindustria Ancona la propria intenzione di ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni straordinaria - Causale riorganizzazione aziendale - per un periodo di 24 mesi, che avrebbe interessato un numero massimo di 68 dipendenti (17 impiegati e 51 operai).
Dal 2010 ad oggi ci siamo più volte confrontati con il Comune di Chiaravalle, la proprietà e le Organizzazioni Sindacali.
A giugno 2012, cosi come sottolineato dall'interrogante, era stata avviata la procedura di una nuova CIGS per il periodo giugno 2012 - giugno 2013 per crisi aziendale, per un numero massimo di 64 lavoratori.
Continueremo a monitorare costantemente la situazione per valutare ogni possibile soluzione volta alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
In tal senso è ipotizzabile la costituzione di un tavolo tecnico composto da Regione, azienda e Organizzazioni sindacali.
Per quanto riguarda l'utilizzo della superficie di 70.000 mq la Regione ha fatto elaborare un progetto di realizzabilità di un incubatore di impresa di vasta scala.
Ad oggi i contatti avuti con la proprietà dell'immobile hanno evidenziato come il costo di tale operazione siano assolutamente insostenibili.
A queste cose voglio aggiungere che il 20 marzo prossimo ci sarà un incontro tra organizzazioni sindacali e azienda per fare il punto.
Pare che questa azienda, da un punto di vista produttivo, abbia un po’ ripreso perché ha delle commesse da fabbricanti di tabacchi del nord Italia, anzi ha dovuto, addirittura, frenare queste domande perché non ce la faceva da un punto di vista produttivo. Il problema, però, è il dimensionamento della fabbrica, lì sono 72 operai- addetti complessivamente intesi, che rischia di esaurire la cassa integrazione nel senso che le macchine sono quelle, anzi, dopo il superamento della BAT il Ministero ha pregato la BAT di consegnare due macchine alla MIT perché si potesse, in qualche modo, si sarebbero impiegati quattro dipendenti, non di più, dare un ulteriore aiuto a questa situazione.
La situazione è grave, ecco perché il 20 c’è questo incontro, stante questa produzione probabilmente 72 addetti sono in esubero e si sta esaurendo la Cassa integrazione, vedremo dopo quell’incontro se riterranno opportuno aprire questo tavolo.
A parte quello che ho detto, la Regione aveva pensato che questo grandissimo immobile poteva essere usato come stoccaggio dei beni strumentali della cultura, l’azienda ci vuole lucrare sopra e non so se riusciremo a concludere questa faccenda perché i prezzi sono esorbitanti, così come ha riferito l’Assessore Marcolini.
Il problema è che avevamo dato al Comune di Chiaravalle un’idea che era quella di alimentare, attraverso questa superficie, un incubatore di impresa artigiana, ci stiamo ancora lavorando, però è sullo sfondo. Noi pensavamo di fare un incubatore di impresa artigiana che consentisse al Comune di prendere l’immobile facendo uno scambio di ordine urbanistico, a Chiaravalle, per la verità, dopo che ho fatto questa proposta, io mi sono preso l’etichetta di distruttore della città di Chiaravalle perché ho detto: “Date da costruire, prendete l’immobile e fate qualche cosa per l’occupazione”. Non è passata, c’è ancora qualche speranza per questo progetto ma certo siamo in crisi, questa proposta era del 2010, oggi, forse, con questa crisi diventa quasi impensabile. Noi manteniamo in piedi questa proposta con gli artigiani perché si pensava di fare un incubatore di aziende artigiane collegate alla casa. Casa e bottega, però, non una bottega tradizionale, dove c’era casa e bottega, ma una casa e un laboratorio vicino a casa, questa era l’ipotesi che tutte e tre le confederazioni artigiane avevano in mente di fare.
Vedremo come andrà a finire questo incontro con l’azienda, per la verità, come sapete, la proprietà della MIT non è formata da imprenditori, è un gruppo di commercialisti che si sono messi insieme e che hanno rilevato questa azienda, tenendola in piedi per prodotti di nicchia dei tabacchi, Questa è la verità.
Adesso attendiamo l’incontro del 20, dopo di che faremo il punto con le organizzazioni sindacali.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Innanzitutto ringrazio l’Assessore perché al di là delle risposte formali ha dato un segnale politico.
L’unica raccomandazione che mi sento di fare è: questa è una storia classica in cui un’azienda di notevoli dimensioni entra in una progressiva fase di crisi dovuta, oggettivamente, ai meccanismi del mercato, della globalizzazione ma questo è anche uno di quei classici casi in cui si rischia, se non si previene oggi, oggi forse è già tardi, di non riuscire ad individuare un percorso sostenibile per l’azienda, da un punto di vista economico, e per il territorio. Il rischio è quello di dover prendere atto laconicamente che l’istituzione principe delle Marche, cioè la Regione, non ha potuto fare niente.
Non a caso citava, giustamente, l’incapacità dell’amministrazione comunale chiaravallese che non ha saputo fiancheggiare la Regione in un progetto. Questo è un rischio grave.
Allora mi sento di dir senza tanta demagogia di non rinunciare al tavolo Regione, Sindacati, Azienda, perché è l’unico luogo che potrà accogliere la nuova governance comunale di Chiaravalle, ci saranno le elezioni, è l’unico luogo dove si potrà individuare un percorso coeso e compatto per fare quello che si può fare ma, soprattutto, quello che può essere più utile a salvaguardare sia il dato occupazionale che lo sviluppo del territorio. Soprattutto non perdere l’azienda, perché poi il dato di fatto finale è che qualcuno nella catena, nella filiera istituzionale e sindacale non riesca ad essere propositivo, sapendo bene come vanno a finire queste storie.
L’appello a pretendere che ci siano tutte le organizzazioni sindacali, più partecipazione e rappresentatività rende il tavolo più forte, predisporlo oggi in modo tale che dopo le elezioni comunali chiunque governerà Chiaravalle potrà partecipare a tutto ciò. Infine continuare questo discorso con le associazioni di categoria, cercare di ampliare il più possibile l’offerta di progetti sostenibili da mettere in campo con l’azienda, forse di più non si può fare, però, per riuscire ad ottenere questo risultato, abbiamo ancora qualche mese di tempo per impegnarci concretamente, e la invito a proseguire su quello che sta facendo, ad arricchire questo con una polarità della Regione sul piano della proposizione affinché poi, ripeto, il prossimo Comune sia più costruttivo e meno al di fuori della partita.
Interrogazione n. 1114
del Consigliere D'Anna
“Cura del diabete: restrizioni alle prescrizioni di insuline, farmaci salvavita”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1114 del Consigliere D'Anna. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione è relativa alla restrizione della possibilità di utilizzare, sul territorio regionale, tutte le insuline attualmente commercializzate, ora qui ci sono una serie di precisazioni per punti:
1. tutte le insuline attualmente registrate in Italia sono disponibili nelle farmacie convenzionate della Regione Marche, prescrivibili da tutti i medici prescrittori del Servizio sanitario regionale ed erogabili a carico del Sistema Sanitario Regionale.
2. Per quanto riguarda l'uso ospedaliero, la Regione Marche, con l'approvazione del primo Prontuario Terapeutico Ospedale Territorio Regionale con la deliberazione di Giunta n. 1228 del 2 agosto 2010 e con l'aggiornamento con la deliberazione di Giunta n. 1795 del 28 dicembre 2012, ha dato indicazioni per una migliore gestione economica della risorsa farmaco, prevedendo comunque la presenza di tutte le tipologie di insuline (due insuline rapide, una regolare, una intermedia ed una lenta) e demandando alle singole Aree Vaste le specifiche scelte dei marchi commerciali. Inoltre, si fa presente che non sono state rilevate criticità in merito al piano terapeutico cui accennavo.
3. Non è richiesta la valutazione dell'AIFA per quanto riguarda i farmaci in questione in quanto non sono farmaci innovativi (secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 18 novembre 2010 e dall’art. 10 della legge di stabilità 2013, legge 24 dicembre 2012 n. 228, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre - Supplemento ordinario n. 212).
4. Resta comunque, anche in questo caso, la possibilità, da parte del medico, di richiedere uno specifico farmaco non presente nel Prontuario di Area Vasta attraverso una richiesta motivata per singolo paziente.
5. Infine per quanto riguarda un possibile danno alle ditte fornitrici è del tutto teorico, in quanto tutte le tipologie delle insuline vengono fornite con onere a carico del Servizio sanitario regionale. Nessuna ditta farmaceutica ha formalmente contestato il Piano terapeutico ospedale territorio, né fatto ricorso alla magistratura amministrativa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Ho ascoltato la risposta dell’Assessore che è molto simile a quella apparsa sui vari quotidiani qualche giorno fa.
Per quanto riguarda le precisazioni l’Assessore dice che le insuline non inserite nel prontuario sono comunque disponibili presso le farmacie convenzionate ed erogabili a carico del Servizio regionale, è un’affermazione vera, però non tiene conto che molte prescrizioni vengono fatte da centri di diabetologia all’interno di ospedali e di conseguenza la distribuzione dei farmaci avviene tramite le stesse farmacie ospedaliere con un grosso risparmio della spesa. Se le farmacie ospedaliere non avranno in dotazione tutti i tipi di insulina, le richieste saranno dirottate verso farmacie esterne e questo sarebbe un aggravio di costi, quindi, è questa la peculiarità che andrebbe affrontata, Assessore, in modo diverso.
Se il medico ospedaliero dovesse prescrivere, per esigenze del paziente, delle insuline diverse da quelle previste dal prontuario, si aprirebbero praticamente due strade, due vie: la prescrizione dell’insulina viene delegata dall’ospedale al medico di base, causando al paziente ulteriori disagi, oppure il medico ospedaliero dovrà giustificare, come detto nella risposta che diede nel servizio e che è confermata oggi, la prescrizione di un’insulina che non è in prontuario.
Considerato il fatto che un centro di diabetologia medio vede al giorno dai 20 ai 30 pazienti trattati con insulina, la domanda è se questa soluzione sia quella più praticabile e, a parte tutte le problematiche che possono sorgere a seguito delle scelte fatte dalla Regione, se sia lecito cambiare un farmaco ad un paziente che già ne usa un altro con successo solo perché non inserito nel prontuario. A chi verrebbe attribuita la responsabilità di eventuali eventi avversi che potrebbero verificarsi a causa del cambio di terapia?
L’Assessore, l’altro giorno, ha partecipato ad una manifestazione per chiedere, a livello nazionale, che non vengano presi provvedimenti diversi rispetto a quelli che il genitore o la famiglia del malato chiedono, in questo caso l’Assessore va in contraddizione con il suo comportamento e con il suo atteggiamento, quindi, non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta, anzi farò in modo di approfondirla con un’ulteriore interrogazione.
Interrogazione n. 1142
del Consigliere Busilacchi
“Grave vicenda nella sanità marchigiana”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1142 del Consigliere Busilacchi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Con riferimento all'interrogazione n. 1142/2013 formulata dal Consigliere Busilacchi e concernente: "Grave vicenda nella sanità marchigiana" si evidenzia che il sinistro è stato regolarmente denunciato su polizza Generali che garantiva, all’epoca dei fatti, la responsabilità civile verso terzi della ex Zona Territoriale n. 8 di Civitanova Marche, perché è li che è avvenuto l’evento.
La Compagnia Generali ha provveduto alla gestione della vertenza nei termini di cui al contratto assicurativo e ha provveduto alla nomina dell'Avv. Vinicio Simoni, cui è stato conferito mandato di rappresentanza e difesa nel giudizio incardinatosi presso il Tribunale di Macerata.
In data 10 dicembre 2012 veniva notificata la sentenza n. 286/2012, di condanna dell'ASUR al risarcimento dei danni subìti dai coniugi Vecchietti, che immediatamente veniva trasmessa al Responsabile assicurativo presso la sede di Civitanova Marche con raccomandata A.R. dell’11 dicembre 2012, prot. 31821.
Con una nota del 7 febbraio 2013 inoltrata alla Presidenza della Regione Marche, il Sig. Vecchietti ha lamentato il mancato rispetto della sentenza in quanto ad oggi, poi dirò che il caso si sia risolto, alcun pagamento sarebbe stato effettuato. C’è stato comunque un ritardo nel pagamento.
Con una nota del 6 marzo 2013 la Direzione ASUR chiedeva alla Direzione dell'Area Vasta n. 3 per quale motivo non fosse stata data esecuzione alla richiamata sentenza.
Il Responsabile assicurativo dell'Area Vasta 3, sede operativa di Civitanova Marche, rappresentava come la sentenza fosse stata trasmessa alla Compagnia Generali, tenuta a liquidare direttamente le somme, ed all'Avv. Simoni per il relativo pagamento.
Nella citata missiva si esponeva altresì, come nella denegata ipotesi in cui la Compagnia non provvedesse al pagamento, a ciò avrebbe dato seguito il Servizio dedicato di Area Vasta, fatta salva la rivalsa sulla Compagnia.
Da quanto sopra evidenziato emerge come il sinistro abbia seguito un iter risarcitorio non difforme da quello di altri ricadenti sulle polizze rischi.
Resta inteso che in caso di ulteriore ritardo della Compagnia l'ASUR procederà nei termini sopra esposti, provvedendo direttamente al pagamento e provvedendo ad intraprendere le azioni giudiziarie nei confronti della Compagnia stessa visto che è questa quella chiamata al risarcimento.
Mi pare, lo diceva anche il collega Busilacchi, che la questione adesso sia stata superata in quanto l’agenzia ha pagato. Questa è la storia di questo Paese, nel momento in cui tu hai un’assicurazione qualcuno si prende il tempo prima di pagarti, in un Paese normale questo non potrebbe accadere, purtroppo, qui accade.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie, la mia risposta sarà molto breve anche perché come diceva l’Assessore la questione si è risolta e prendo atto con soddisfazione dell’esito positivo.
Quello che volevo fare è una considerazione più generale perché quando questa interrogazione è stata presentata erano molti mesi che una sentenza immediatamente esecutiva di fatto non veniva resa esecutiva, un’assicurazione si rifiutava di fare un pagamento. La considerazione è quella che faceva adesso giustamente l’Assessore, in un Paese normale quando un cittadino vince un procedimento giudiziario non possono passare dei mesi o addirittura, in alcuni casi, degli anni prima che venga riconosciuto il suo diritto di fatto. C’è un’inerzia generale da questo punto di vista nel Paese, non voglio pensare che sia stata un’interrogazione di un Consigliere regionale, che di fronte ad una interrogazione di un Consigliere regionale un’assicurazione abbia ritenuto opportuno attivarsi e che se non ci fosse stata questa interrogazione, forse, spero di no, staremo ancora lì.
Ringrazio l’Assessore che chiaramente all’epoca dei fatti non era nemmeno in carica, però, in generale questa interrogazione è volta a evidenziare che queste problematiche, purtroppo, hanno sempre bisogno di una continua sollecitazione da parte di tutti noi. La ringrazio.
PRESIDENTE. E’ terminata la parte dedicata al sindacato ispettivo, passiamo come d’accordo, alla mozione n. 458.
Mozione n. 458
della Consigliera Giorgi
“Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 458 della Consigliera Giorgi, ha la parola per illustrarla.
Paola GIORGI. Grazie Presidente, innanzitutto voglio ringraziare l’Aula per aver accolto la mia richiesta di iscrivere questa mozione. Due brevi parole giusto per illustrarla.
Il 15 marzo sarà quest’anno la "2° Giornata nazionale del fiocchetto lilla" dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, il 15 marzo perché in questo giorno è morta una delle tantissime vittime di questo problema, di questa malattia, di queste malattie legate ai disturbi del comportamento alimentare, una ragazza di 17 anni, Giulia, una ragazza di Bologna che dopo tanti anni di malattia, a 17 anni, è morta.
Questa giornata è nata con la volontà di sensibilizzare le istituzioni al fine di istituire una giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare.
La tematica dei disturbi del comportamento alimentare sta assumendo una gravità inusitata nel panorama, soprattutto delle giovani generazioni.
L’anoressia e la bulimia, principalmente l’anoressia è la principale causa di morte dei giovani sotto i 18 anni. E' una malattia molto diffusa, soprattutto, tra le ragazze, ma ormai anche tra i ragazzi si sta diffondendo e, soprattutto, la cosa più grave è che la fascia di età nella quale inizia a presentarsi, questo che io che ben conosco e che definisco mostro, è sempre più bassa.
Credo sia importante che l’Assemblea legislativa delle Marche si renda promotrice anch’essa di questa iniziativa, quello che io chiedo, con questa mozione, è che l’Assemblea legislativa, attraverso il Presidente Solazzi, aderisca a questa petizione che è in corso presso il Governo nazionale per l’istituzione di questa giornata.
Io chiedo anche un’altra cosa, è una richiesta che faccio al Presidente della Giunta, alla Giunta, all’Assessore Mezzolani, con il quale però stiamo già lavorando in questa direzione, che nella nostra regione si arrivi ad un coordinamento ed ad una crescita perché quello che c’è di richiesta sociale ma soprattutto sanitaria rispetto a questo problema è ancora troppo poco.
Non è un disturbo, viene definito disturbo ma è una malattia vera e propria e molto complessa, della quale ancora non si parla, e ve lo dico io perché non se ne parla, perché chi è malato di anoressia difficilmente ne parla, perché parlare di questa malattia significa riconoscere una profonda debolezza, riconoscere di essere sottoposti ad un carnefice e riconoscere che il carnefice ha come strumento della sua azione se stesso, quindi, per una persona che cade in quel vortice è una cosa veramente difficile.
L’anoressia è la patologia di una malattia, la malattia è molto più profonda, è una malattia di origine psicologica, questo corpo che si manifesta è solo la manifestazione di una malattia, è una malattia che ti uccide, uccidendo le tue funzioni vitali, non mangiando si muore.
E' una malattia molto infida ma anche molto controversa, che va conosciuta, va tesa una mano alle famiglie che si trovano a trattare con questa malattia che non hanno, assolutamente, gli strumenti, e credetemi, se non ci sono strumenti sanitari e psicologici precisi da questa malattia non si esce, per cui chiedo questa semplice cosa.
Dicevo prima che con l’Assessore Mezzolani stiamo lavorando ad un progetto che mette in sinergia le ancora poche proposte, sia ospedaliere che territoriali, che ci sono sul nostro territorio. C’è una fortissima mobilità passiva della nostra regione per le persone che sono attaccate dai comportamenti di disturbo alimentare, quindi è un tema che deve divenire, per la nostra sanità, secondo me, prioritario, proprio perché è un tema che riguarda soprattutto le giovani generazioni e, mi permetto di dire, è un tema che va inserito nella profonda questione della nostra sanità, che deve trattare tutte le tematiche relative ai problemi dell’età evolutiva.
Chiedo, quindi, l’adesione dell’Assemblea legislativa a questa semplice ma, secondo me, importantissima mozione. Grazie.
PARESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Voglio ringraziare la collega Giorgi perché ha presentato una mozione che stamattina discutiamo e votiamo.
Da tempo avremmo dovuto affrontare problemi come questo, che è diventato, e sta aumentando, un problema sociale.
La ringrazio di cuore anche per il lavoro di studio e di elaborazione che sta facendo. Io stessa ho chiesto, già qualche tempo fa, ai servizi sanitari ed collega Comi, che pure se ne è fatto carico e me l'ha mandata, tutta la documentazione su quello che si sta facendo nella nostra Regione e su quello che si è sviluppato in questi anni, rispetto ai problemi dei disturbi alimentari, nelle altre Regioni. Debbo dire, collega Giorgi, che anche le altre Regioni non hanno una legislazione relativa ai problemi dei disturbi alimentari, ci sono iniziative che attengono ai sistemi sanitari, ai piani sanitari ma nulla di specifico.
Sono d'accordo anch’io che c'è poca attenzione su questo argomento da parte delle famiglie, dell'istituzione scuola, dei giovani. Ci sono pochi interventi di sensibilizzazione, pochissimo si è fatto e pochissimo si sta facendo. Lei diceva che se ne parla troppo poco, sicuramente sono patologie di cui si parla poco, per paura, come per tutte le cose che rappresentano, in qualche modo, una diversità, un qualche cosa, che secondo me, fa paura affrontare.
Si tratta di patologie, come diceva, per le quali non ci sono ricette intoccabili e verità sicure, certe, non ci sono medicinali, terapie psichiatriche e psicologiche che possano avere un sicuro esito.
Il dramma è che questa malattia si gioca in presa diretta sul proprio corpo e, purtroppo, interessa molte giovani, per esempio, nella mia provincia, nella provincia di Fermo rispetto a questo c'è un dato importante, abbiamo più di 200 ragazze, sono più le giovani donne che i giovani uomini, spesso adolescenti, che hanno cercato di avvalersi del sistema sanitario, in particolare dei servizi di medicina di diabetologia e quant’altro.
E' un fenomeno che ha assunto proporzioni dilaganti e uno dei problemi psicologici più importanti dei nostri tempi.
Ho preso delle informazioni un po' più specifiche perché ritengo che se ci mettiamo di "buzzo buono", come si dice, tutti insieme in questo Consiglio, anche attraverso l’ausilio del servizio sanitario, possiamo fare qualche cosa di buono anche con il lavoro che lei ha già in mente di sviluppare.
Credo che l'anoressia, ma anche la bulimia, l’obesità e tutti gli altri problemi collegati ai disturbi alimentari, si configuri come una sorta di esaltazione della donna libera, di quello che è il modello di oggi, donna libera, autonoma, capace di esercitare un controllo sul proprio corpo, su se stessa, sui propri bisogni, è un controllo ferreo, l’alimentazione è vista come qualcosa su cui occorre, per essere bella, tra virgolette, avere un controllo importante.
Purtroppo dobbiamo anche fare una considerazione ovvia, banale, scontata, ma è anche la pubblicità, quello che noi vediamo in televisione, al cinema, che esercita una pressione forte, importante, una pressione sociale che influenza le abitudini e gli stili di vita.
Oggi vediamo che il termine light è diventato un imperativo morale, quasi una filosofia di vita, e anche noi, che siamo adulti, che sappiamo controllarci meglio degli adolescenti e dei giovani, ci innamoriamo troppo spesso di questa filosofia che ci viene imposta anche dai media.
Purtroppo e soprattutto questo riguarda le nostre ragazze, io ricordo, diversi anni fa a scuola, questo sogno dell’essere esile, dell’essere magro. Comincia dalla scuola elementare, quindi, è importante controllare come i nostri giovani, le nostre ragazze già da bambine, si confrontano con le immagini di bellezza che sono sempre più impegnative. La linea a tutti i costi, la magrezza che sembra quasi la chiave magica verso la felicità, per non dire, poi, del mondo dello spettacolo ed anche del mondo della moda.
Voglio segnalare che, per esempio, in Israele, un paese moderno, a gennaio, mi sembra, sia stata adottata una legge nazionale in cui si stabilisce che gli stilisti, le case di moda, la pubblicità, non possano assumere, non possano dare lavoro a persone, a giovani uomini e donne, con una massa corporea stabilita, che io non so ovviamente quale essa sia. Credo che anche noi, in qualche modo, anche il nostro paese si possa avvalere di una legge o, comunque, si possa impegnare su questa situazione dei disturbi alimentari, in particolare dell'anoressia, che è diventata di moda proprio nella moda ma anche dentro alle nostre famiglie, un faro che le nostre giovani hanno davanti per la loro bellezza e per la loro falsa felicità.
Cosa potremmo fare noi come Consiglieri regionali, come Consiglio e anche come Servizio sanità della nostra regione? Impegnarci e trovare anche delle risorse, studiare, soprattutto elaborare un progetto affinché tutto quel lavoro che viene fatto nelle nostre strutture sanitarie, negli ospedali, nei servizi di medicina e quant’altro, possa essere messo a sistema attraverso un collegamento di rete, uno studio approfondito e preciso in modo tale che anche le risorse finanziarie possano essere indirizzate affinché i comportamenti alimentari, i comportamenti delle nostre giovani e dei nostri giovani siano indirizzati al meglio, un lavoro di sensibilizzazione e di orientamento alle famiglie, alle istituzioni, in questo caso alla scuola in primis.
Ringrazio di nuovo la Consigliera Giorgi e spero di poter lavorare insieme su questo progetto.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare.
Mozione 458. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,15.
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 110 del 12 marzo 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 109 del 5 marzo 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 281 in data 10 gennaio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione di un nuovo comune mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Provincie nella Regione Marche”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali;
n. 292 in data 28 febbraio ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Cardogna, Eusebi, Malaspina, Pieroni, Latini, Bugaro, Silvetti, Zinni, concernente: “Iniziative regionali per il rilancio della città di “Ancona Capoluogo”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 454 del Consigliere Acquaroli “Sicurezza del territorio e delle persone”;
n. 455 del Consigliere Marangoni “Sostegno al volontariato ambientale. Intervento della Regione ad equilibrio della mancata erogazione di fondi da parte degli enti locali marchigiani per la vigilanza ecologica e zoofila”;
n. 456 del Consigliere Cardogna “Riduzione di superfici boscate o trasformazione dei boschi in altre qualità di coltura, monitoraggio sull'applicazione del protocollo di Kyoto e delle normative statali e regionali che prevedono misure di compensazione forestali”;
n. 457 dei Consiglieri Solazzi, Giorgi “Rischio chiusura uffici Provveditorato regionale dell'amministrazione Penitenziaria di Ancona”;
n. 458 della Consigliera Giorgi “Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
Ha chiesto congedo il consigliere Camela.
Commemorazione Dino Tiberi
Prima di dare inizio ai lavori con la trattazione dell'ordine del giorno, debbo, credendo di interpretare il sentimento dell'intero Consiglio regionale, chiedere un minuto di silenzio per ricordare questa volta diverse figure, che ci hanno lasciato in questi giorni. Primo Dino Tiberi, il Presidente Dino Tiberi che ci ha lasciato qualche giorno fa.
Persona conosciuta da tutti, uomo politico di grande spessore, uomo di cultura, che ha ricoperto innumerevoli incarichi sia politici che amministrativi.
E' stato Segretario provinciale della Democrazia Cristiana, Consigliere comunale ad Urbino, Consigliere provinciale e Assessore provinciale alla Provincia di Pesaro, secondo Presidente della Giunta regionale delle Marche negli anni dal 1972 al 1975. Quest'ultimo è l'incarico più importante ricoperto, è stato anche Vicepresidente del Consiglio regionale.
Questa è la figura, senza nessuna enfasi retorica, di una persona straordinaria quanto a capacità, a serietà, al tratto non solo politico ma anche di stile personale.
Commemorazione Patrizio Venarucci
Un altro personaggio che ha ricoperto ruoli importanti e che è stato in Consiglio regionale per quattro legislature è Patrizio Venarucci, deceduto questa mattina.
Una grande figura storica del Partito Repubblicano, anche lui ha ricoperto incarichi importanti, innumerevoli incarichi, è stato Segretario regionale del Partito Repubblicano, membro della Direzione nazionale di questo stesso partito ed a livello regionale ha ricoperto l'incarico di Vicepresidente della Giunta regionale delle Marche.
Commemorazione Rolando Burattini
Un uomo non appartenente, come dire, al ruolo politico, amministrativo della istituzione Regione, ma un dipendente della Regione: Rolando Burattini ci ha lasciato nei giorni scorsi dopo una malattia feroce, anche breve.
Credo di non lasciare niente alla retorica o alle esagerazioni che possono prendere la mano in alcune circostanze, ma, e ne sono convinto, è stato un esempio di dipendente pubblico, il cui attaccamento al lavoro, la serietà, la determinazione, l'impegno, la professionalità, rappresentano, a mio avviso, un grande esempio, di cui l'amministrazione pubblica ha necessità.
Rolando Burattini è stato tutto questo.
Nella vita civile ha ricoperto incarichi importanti all'interno di un grande sindacato, la CGIL, vorrei aggiungere che considerata anche l'età, non che la scomparsa di un uomo possa essere giudicata nel dolore dall'età, Rolando Burattini era un uomo ancora giovane, che poteva dare tanto per il suo impegno, per il suo lavoro a questa Regione, quindi, credo che dobbiamo tributare un ricordo veramente affettuoso a Rolando Burattini e, come per tutti gli altri, l'espressione di sincero cordoglio alle loro famiglie.
Commemorazione dipendenti Regione Umbria
Vorrei cogliere l'occasione, l'ho fatto in un'altra circostanza, nella prima che si è presentata, per esprimere il cordoglio, che peraltro ho trasmesso in via ufficiale alla Regione Umbria non appena accaduto quell'evento drammatico, tragico, per l'uccisione di due dipendenti della Regione Umbria, non sono dipendenti della nostra Regione, erano, comunque, persone che esercitavano un ruolo pubblico, lavoravando al servizio dei cittadini.
Credo che questo minuto di silenzio possa ricomprendere, a titolo diverso, tutte queste persone, queste personalità, vi invito, quindi, ad osservare un minuto di silenzio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Massi.
Commemorazione Flavio Falzetti
Francesco MASSI. A questo elenco luttuoso vorrei aggiungere una menzione che credo doverosa da parte di questo Consiglio. Ieri l'abbiamo condivisa con la Commissione, con la Presidente Ortenzi, con il collega Sciapichetti, so che è una cosa inusitata, ma la persona di cui voglio parlare è una persona che ha legato il suo nome ad un nostro provvedimento di legge, ieri è scomparso a Norcia Flavio Falzetti ex calciatore. Con la sua vita e con la sua testimonianza ci ha ispirato, sollecitandoci prima in Commissione e poi in Consiglio, con gli incontri con la precedente Giunta Spacca, con l'Assessore Rocchi, quella norma di legge che ha introdotto il passaporto ematochimico.
Oggi tutta la stampa nazionale da risalto alla scomparsa di questo personaggio che tra l'altro aveva fondato la squadra Life, composta da sportivi che erano stati colpiti da tumori e leucemie.
E' un messaggio che continua, noi siamo stati il primo Consiglio regionale a recepire questo messaggio e quel provvedimento di legge ha avuto una vasta eco nazionale, anche il Presidente Spacca è stato chiamato dai media a testimoniare l'importanza di questo atto.
Questa persona è scomparsa ieri a 41 anni, dopo 15 anni di lotta contro la malattia, possiamo associare anche lui a questo pensiero che credo sia condiviso.
PRESIDENTE. Ora osserviamo un minuto di silenzio.
(Minuto di silenzio)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.
Paola GIORGI. Come già anticipato nella Conferenza dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione della mia mozione n. 458 “Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
PRESIDENTE. Dove la inseriamo? Al punto 4 bis?
Paola GIORGI. Va bene, grazie.
PRESIDENTE. Va bene, se non ci sono obiezioni, do per approvata questa proposta. Cominciamo a trattare il punto 1, un insieme di interrogazioni e di mozioni, così come ci eravamo presi l'impegno nella seduta scorsa.
Mozione n. 291
dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli
“Erosione costiera”
Mozione n. 158
del Consigliere Cardogna
“Stop erosione fascia costiera Riserva Sentina”
Mozione n. 425
Del Consigliere D’Anna
“Drammatica situazione litorale marchigiano ed in particolar del tratto di Fano, colpito da gravi fenomeni di erosione marina”
Mozione n. 386
del Consigliere Acquaroli
“Erosione costa Lido Bello Porto Potenza Picena”
Mozione n. 431
del Consigliere Latini
“Salvaguardia della costa dall'erosione e mareggiate”
Interrogazione n. 828
del Consigliere Acquaroli
“Erosione costa provincia di Macerata, tratto Porto Recanati, Porto Potenza”
Interrogazione n. 964
del Consigliere Latini
“Costa fermana gravi danni causati dalle mareggiate alle strutture balneari”
Interrogazione n. 1009
del Consigliere Pieroni
“Mareggiata del 31 ottobre 2012”
Interrogazione n. 1022
del Consigliere Latini
“Erosione costiera dopo le ultime mareggiate”
Interrogazione n. 1025
del Consigliere Perazzoli
“Erosione costiera della Riserva naturale regionale Sentina”
Interpellanza n. 35
del Consigliere D'Anna
“Erosione marina in zona Sassonia - Viale Ruggeri nel Comune di Fano”
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le mozioni n. 291 dei Consiglieri Giancarli, Silvetti, Acacia Scarpetti, Camela, Acquaroli, n. 158 del Consigliere Cardogna, n. 425 del Consigliere D’Anna, n. 386 del Consigliere Acquaroli, n. 431 del Consigliere Latini, le interrogazioni n. 828 del Consigliere Acquaroli, n. 964 del Consigliere Latini, n. 1009 del Consigliere Pieroni, n. 1022 del Consigliere Latini, 1025 del Consigliere Perazzoli, e l’interpellanza n. 35 del Consigliere D’Anna, abbinate.
E' stata preparata una risoluzione?
Ha la parola l'Assessore Eusebi
Paolo EUSEBI. Stiamo lavorando ad una risoluzione che cerchi di sintetizzare le mozioni presentate, sono mozioni "antiche" e, nel frattempo, alcuni interventi sono stati predisposti, altri sono in fase di studio.
Mi dica lei come è meglio procedere, Presidente, possiamo procedere con la discussione delle mozioni o quanto meno delle interrogazioni e, spero, che nel giro di un paio d'ore, prima della fine della seduta odierna, sarò in grado di presentare ai colleghi una proposta di risoluzione. Ho dato alcune indicazioni agli uffici che stanno predisponendo questa proposta di risoluzione, mi dica Presidente quale può essere il percorso più adatto.
PRESIDENTE. Due ore mi sembrano molte, facciamo così: aprirei il dibattito con le risposte alle interrogazioni, vediamo chi si registra al dibattito ed esauriamo il dibattito, se c'è la proposta di risoluzione, la votiamo, se non dovesse essere pronta, proseguiamo con le altre interrogazioni e ritorniamo poi sul punto votando solo la risoluzione o, comunque, confrontandoci su questa.
Paolo EUSEBI. C'è una serie di interrogazioni a cui se vuole io sono pronto a rispondere.
PRESIDENTE. Si, direi cumulativamente, o lei ha predisposto una risposta per ogni interrogazione?
Paolo EUSEBI. Nel tempo, l'ho predisposta una ad una.
PRESIDENTE. Non so se ne valga la pena, se lei riuscisse a fare una sintesi. Bene, legga tutte le risposte alle interrogazioni e incominciamo.
Paolo EUSEBI. La prima è la risposta all'interrogazione n. 828 del 5 giugno 2012, presentata dal Consigliere Acquaroli, intitolata “Erosione costa provincia di Macerata, tratto Porto Recanati, Porto Potenza Picena”.
Alcune interrogazioni sono datate e quindi abbiamo fatto degli aggiornamenti, comunque parto da questa se lo ritenete utile ed opportuno.
Per il tratto di costa in esame il Piano della Costa, strumento di programmazione tecnico-economica degli interventi costieri, prevede: per il litorale di Porto Recanati ripascimento a nord e realizzazione di nuove scogliere emerse attraverso il parziale riordino di opere esistenti di diversa tipologia a difesa dei centro abitato; per il litorale di Potenza Picena il ripascimento dei litorale nord ed una nuova barriera emersa attraverso il riallineamento delle esistenti.
Quest'ultimo intervento di riallineamento delle scogliere emerse nella parte sud del centro abitato, è stato suddiviso in due stralci funzionali. I lavori del primo stralcio funzionale sono terminati a maggio del 2012; il secondo stralcio è stato appaltato ed attualmente si è in attesa del perfezionamento della procedura di VIA che, come è noto a tutti quelli che seguono questo argomento è una procedura che prevede dei tempi ben precisi e una attenzione ben precisa, si è resa necessaria a causa della nuova legge regionale in materia di valutazione di impatto ambientale (L.R. n. 3/2012); l'inizio dei lavori è previsto non prima del mese di maggio 2013.
Nel tratto di litorale di Porto Recanati è previsto un intervento di difesa costiera che fa parte dell'Accordo di programma finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico sottoscritto il 25 novembre 2010. L'importo di tale intervento ammonta a 4,2 milioni di euro ed è finanziato con fondi del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare la cui attuazione spetta al Commissario straordinario nominato ai sensi dell'art. 17, comma 1, del D.L. 30 dicembre 2009, n. 195, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26.
E' attualmente in corso la predisposizione di un progetto che prevede il litorale in prossimità del centro abitato (zona centro) del Comune di Porto Recanati e il tratto sud a confine con Potenza Picena.
In riferimento ad eventuali progetti europei, so che questo è un argomento che sta particolarmente e giustamente a cuore al Consigliere Acquaroli, per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, il Servizio Infrastrutture; Trasporti ed Energia, è partner di un progetto comunitario IPA Adriatic denominato "SHAPE", insieme a tutte le Regioni italiane che si affacciano sull'Adriatico ed ai partners stranieri della sponda opposta. Le attività di tale progetto riguardano: studi di carattere ambientale, rilievi del litorale con tecniche innovative ed un'analisi economica sulla redditività delle spiagge marchigiane confrontata con gli investimenti per la difesa costiera. I risultati del progetto "SHAPE" saranno presentati alla conclusione dello stesso prevista per la fine del 2013, primi mesi del 2014.
Oggi porterò in Giunta una proposta di delibera che ci vedrà sottoscrittori della famosa Carta di Bologna, perché i cambiamenti climatici piuttosto repentini verificatisi negli ultimi anni rendono, secondo noi, secondo le regioni costiere del Mare Adriatico indispensabile un'analisi precisa da sottoporre alla Comunità europea. Questo litorale, con i nuovi eventi climatici, abbisogna di una messa a punto e di una nuova progettualità, soprattutto, in vista del nostro Piano della Costa che dovrà, mi dicono gli uffici, arrivare in quest'Aula entro la fine del 2013, primi mesi del 2014.
PRESIDENTE. Assessore questa è la risposta alla prima interrogazione? Io risponderei a tutte, poi si aprirà il dibattito con la precedenza agli interroganti.
Paolo EUSEBI. Qui c'era una risposta ad una interrogazione la 964 presentata dal collega Latini sulla Costa fermana gravi danni causati dalle mareggiate, la famosa mareggiata che tanti danni ha fatto in tutta la costa, alle strutture balneari, citava così il collega Consigliere Latini.
In merito all'interrogazione del Consigliere Latini si rappresenta che dal report sullo stato di attuazione del Piano della Costa 2004-2010 emerge che rispetto ad una previsione di Piano di spesa di 167,50 milioni di euro, con una proiezione temporale di sette anni, sono stati stanziati ed impegnati circa 60 milioni di euro in sei anni (periodo 2004-2010).
Nelle unità fisiografiche 21 e 23 che comprendono la costa fermana, oggetto dell'interrogazione del collega Latini, nel periodo 2004-2010 sono stati investiti più di 400.000,00 euro per chilometro di litorale; tale valore rientra nella media rapportata a tutte le unità fisiografiche di cui è composta la Regione Marche.
Le ridotte disponibilità finanziarie investite nel periodo 2004-2010 sono state utilizzate per il 30% circa per la manutenzione di opere esistenti, riducendo ulteriormente la disponibilità per gli interventi programmati da Piano.
Come dicevo prima, il Piano della Costa sarà oggetto di un aggiornamento nel corso del 2013 in relazione agli interventi di difesa eseguiti successivamente alla sua approvazione e in base alle esigenze effettive di intervento.
Passo alle interrogazioni, queste ancor più datate ed ancor più specifiche che si riferiscono alla mareggiata maledetta del 31 ottobre 2012, ci sono due interrogazioni: una del Consigliere Pieroni e l'altra del Consigliere Latini a cui rispondo ancorché parliamo di storia.
La mareggiata avvenuta nella notte tra il 31 ottobre e I'1 novembre 2012 ha avuto carattere eccezionale, sia perché avvenuta contemporaneamente al cosiddetto fenomeno di "acqua alta", sia per caratteristiche intrinseche della mareggiata stessa: altezza d'onda massima pari a 8 metri e periodo d'onda di quasi 10 secondi, sono veramente, situazioni abnormi. In particolare il fenomeno dell'acqua alta fa sì che l'efficacia delle opere di difesa costiera, quali le barriere emerse, diminuisca considerevolmente, soprattutto lungo i litorali con minore profondità della spiaggia emersa.
A novembre 2012 venne richiesto dalla Regione Marche lo stato di emergenza alle autorità competenti sia come richiesta fondi, ma sapevamo tutti che questo non sarebbe stato, che, e questo era il fine della richiesta, come possibilità di opportune deroghe per l'attuazione immediata degli interventi già programmati, ne cito solo qualcuno come esempio:
- il riallineamento delle scogliere emerse di Gabicce,
- la manutenzione del litorale zona centro e zona sud di Porto Recanati,
- la ricarica delle scogliere emerse, danneggiate, per il Comune di Falconara,
- la manutenzione straordinaria a Grottammare,
- il ripascimento del litorale a sud del porto di San Benedetto del Tronto.
Nel nuovo bilancio 2013 sono stati assegnati 2 milioni di euro per opere di difesa costiera a carico dei Comuni ed 1 milione di euro per quelle a carico della Regione, in questo settore ci sono stati meno tagli che in altri, ancorché avete sentito cifre assolutamente insufficienti per dare risposte anche solo alle emergenze.
Inoltre, in riferimento alle necessità degli operatori degli stabilimenti balneari, si segnala, qui siamo alle virgole purtroppo, che il Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia aveva provveduto ad inviare apposita nota (proprio nell'imminenza il 15 novembre 2012 prot. 0774076) per la regolamentazione delle opere temporanee/stagionali a protezione delle stesse strutture balneari dai fenomeni erosivi invernali.
Faccio presente ai colleghi che proprio in questi giorni abbiamo approvato una deliberazione di Giunta che dovrebbe aiutare i Comuni a snellire quella che è la manutenzione, una deliberazione di Giunta che aiuterà i Comuni, annullando alcune burocrazie e appesantimenti, a fare queste opere di manutenzione che, soprattutto, per quanto riguarda non tanto la difesa della costa, ma il problema difesa della costa- turismo potrà aiutare i Comuni a dare risposte urgenti per consentire una stagione balneare più sicura e più attiva.
Adesso rispondo all'interrogazione n. 1025 presentata dal collega Perazzoli sulla "Erosione costiera nella Riserva naturale regionale Sentina".
Questo intervento è tra le priorità identificate su cui la Giunta e la struttura intendono operare.
Il litorale della Sentina, come tutti i litorali prospicienti parchi o riserve naturali, è di competenza dell'Ente preposto alla sua tutela, che in questo caso è il Comune di San Benedetto del Tronto.
Il Comune opera su indicazioni fornite dal "Comitato di Indirizzo" della Riserva Naturale della Sentina composto da cinque rappresentanti: due nominati dal Comune di San Benedetto del Tronto, uno dalla Provincia di Ascoli Piceno, uno dal Comune di Ascoli Piceno e uno dall'Assessore regionale competente in materia o suo delegato.
L'Amministrazione della Sentina affidò all'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, uno studio per valutare i possibili interventi di difesa costiera a tutela del tratto di litorale della Sentina. Da diversi decenni infatti tale tratto soffre di un deficit sedimentario, oggi stimabile in circa 1.500.000 di mc di materiale in gran parte sottratto dagli escavi del Fiume Tronto.
PRESIDENTE. Non è cattiveria ma alcuni Consiglieri mi chiedono di intervenire perchè non riescono ad ascoltare. Visto che sono interrogazioni, non si votano, se dovete fare dei colloqui andate fuori, così quelli che rimangono dentro possono ascoltare le risposte. Per cortesia! Prego.
Paolo EUSEBI. Gli interventi proposti ed illustrati dall'ISPRA in una presentazione pubblica, nel lontano 18 dicembre 2009, possono essere classificati in tre diverse tipologie:
- scogliere emerse;
- scogliere sommerse;
- ripascimento.
La Regione Marche ha preso atto di tale documento e dell'ingente spesa, stimata in circa 10 milioni di euro, per i due chilometri di litorale interessato.
Visto l'elevato valore naturalistico della zona della Sentina e la delicatezza degli equilibri naturali esistenti, la Regione ritiene fondamentali studi ambientali approfonditi e procedure di Valutazione di Impatto Ambientale affrontate anche con il coinvolgimento della limitrofa Regione Abruzzo.
La Regione Marche intende intervenire, è una delle priorità di questa Giunta, con una prima attività di ripascimento per mitigare i fenomeni erosivi che si verificano frequentemente in tale area.
Inoltre, con il prossimo aggiornamento del Piano della Costa, dopo gli studi e gli approfondimenti sopra citati, si potrà valutare una soluzione strutturale. Vi dico una cosa per cui la struttura, probabilmente, mi sgriderà: si sta valutando anche qualche progetto innovativo che in alcune parti della nostra nazione hanno già attuato, quindi, stiamo aspettando di conoscere i risultati e gli esiti di alcune opere, diciamo, snelle di protezione dei ripascimenti. Su questo, non appena avremo la conclusione dell'analisi, mi impegno ad aggiornare l'Aula e soprattutto l'interrogante sensibile a questo problema.
PRESIDENTE. Negli interventi darei la precedenza ai presentatori delle interrogazioni a cui l'Assessore ha risposto.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, grazie Assessore. Innanzitutto grazie per aver accolto, la scorsa seduta, la mia richiesta di discutere, in maniera urgente, questo punto all'ordine del giorno che, come ha detto prima nel suo intervento, erano atti da tante parti presentati e datati, iscritti da tanto tempo e mai discussi.
In realtà, in questi mesi in cui noi abbiamo prodotto questo materiale politico, interrogazioni e mozioni, sulla costa marchigiana la situazione è peggiorata di giorno in giorno, anche in periodi come quello estivo che di solito non ci era al centro dell'attenzione per l'erosione costiera.
Negli anni scorsi, nei periodi estivi si poteva vivere momenti un po' più tranquilli, invece l'estate scorsa, credo che sia stata un'estate cardine, nonostante ci si sentisse più sicuri, le mareggiate hanno prodotto dei veri e propri danni nei periodi più caldi e hanno messo in difficoltà oltre che le attività turistiche e commerciali presenti sui litorali anche le infrastrutture e le case private che insistono in alcuni tratti della costa.
Quando ho presentato questa interrogazione, credo che lei non fosse l'Assessore competente in materia, all'epoca c'era il suo predecessore, con cui ho avuto anche dei rapporti per cercare di collaborare nella risoluzione di queste problematiche annose.
Non sono soddisfatto della sua risposta, non per colpa sua, ma per come questo argomento è stato trattato nel corso di questi anni, per come il Piano Costa è stato strutturato, male, perchè i fondi, i quattro milioni e duecento mila euro, sono stati assegnati da tempo alla nostra Regione per risolvere il problema di quel tratto di costa e ancora non sono stati assegnati ad un progetto, per colpa della politica. Questo rimbalzo di responsabilità tra Comune e Regione e viceversa è un aspetto che non può riguardare coloro che sono residenti sul territorio, coloro che hanno investito, coloro che sono vittime di questa politica che non riesce a dare una risposta, nonostante la presenza di fondi. Molto spesso si dice “per risolvere questi problemi non ci sono i soldi” in un caso i soldi ci sono ma non si riesce ad intervenire, perché non si riesce ad individuare la progettazione definitiva. A me preoccupa molto questo aspetto del non riuscire ad individuare la progettazione definitiva, perché non vorrei che alla fine quei soldi venissero spesi per finalità diverse rispetto a quelle per cui sono stati assegnati alla nostra Regione.
Non c'è una soddisfazione, perché in realtà la sua risposta non fa che evidenziare il fallimento delle politiche della nostra Regione, e vorrei fare alcune considerazioni prima di illustrare, Presidente, la mozione che ho fatto che, chiaramente, devo discutere e che spero possa rientrare nella risoluzione definitiva dell'Assemblea.
Mi riferisco in particolare a un Piano Costa che è uno strumento molto rigido, inappropriato rispetto a quelle che sono le variazioni climatiche e le evoluzioni dell'erosione della costa.
Abbiamo un Piano che di fatto esclude dagli interventi con nuove scogliere, quindi opere importanti, che potrebbero consolidare la sicurezza dei tratti della costa, queste zone che oggi sono al centro dell'attenzione dell'erosione più importante.
Mi chiedo come si fa a pensare ad uno strumento così rigido, così complesso, così farraginoso, così lento, per tutelare la nostra costa quando lo dimostrano le correnti, lo dimostrano i fatti che ogni anno si verificano, non sono prevedibili perché non è facile prevedere quale corrente e quale tipologia di corrente avverrà la prossima stagione estiva, la prossima stagione autunno-invernale. Non potendo prevedere le correnti io credo che sia importante modificare il Piano Costa affinché esso sia modulabile, affinché sia possibile, in maniera più elastica, programmare e cercare di capire in maniera più veloce quelle che sono le iniziative da fare per poi intervenire, come sta accadendo, con un Piano che, tutto sommato, è abbastanza recente ma che interviene in zone che, tutto sommato, sono sicure e tranquille, non sono al centro dell'erosione in maniera prepotente e, rende impossibile intervenire, perchè le esclude, in quelle nelle zone che sono in difficoltà, in emergenza, dove si crea un pericolo importante anche per le civili abitazioni. Questo è inconcepibile!
Allora la prima grande richiesta è quella di verificare la rispondenza del Piano Costa alle esigenze, per come è stato concepito, per questo chiedo agli uffici, nonostante gli sforzi che hanno fatto, di sforzarsi un po' di più.
Il secondo aspetto che vorrei evidenziare è che all'inizio del mio mandato, quindi nel 2010-2011, il primo anno credo, ho sottolineato agli uffici di questa Regione, all'Assessorato competente, alla Protezione civile, una opportunità che, a mia volta, mi era stata sottolineata: quella dei bandi "Life plus" della Comunità Europea. Bandi che si occupano di ambiente ed anche delle tecnologie rinnovabili ed innovative di difesa, e che si potrebbero occupare anche di difesa della costa. Premesso il fatto che io non ho la certezza che se noi riuscissimo ad informarci, rispetto a questi bandi, poi arriverebbero i fondi della Comunità europea che risolverebbero i nostri problemi, ma la domanda che mi viene in mente è “in mancanza di alternative serie e credibili, perché non è stato fatto finora un approfondimento rispetto a questo bando, rispetto a questa ipotetica strada da percorrere per poter raggiungere un risultato anche finanziario a sostegno di questa politica che ci sta mettendo in difficoltà?”
Presidente la mozione la posso illustrare ora?
PRESIDENTE. La discussione è unica, quindi parli pure della mozione.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, cercherò di essere contenuto anche se è un tema a cui sono particolarmente legato.
Resto perplesso dal fatto che non si sia, a mio avviso, neanche provato a verificare la fattibilità di questo programma europeo e tra l'altro, un altro argomento che mi lascia perplesso rispetto anche alla politica è che l'Europa è, comunque, un contenitore di scambio di informazioni, allora se l'Italia - ha una peculiarità perché è l'unica penisola posta nel Mediterraneo con una capacità di promozione turistica importante per tutto il continente che credo peculiare all'interno del continente europeo - ha un problema del genere, io non capisco perché la politica non si possa fare promotrice nei confronti delle istituzioni europee e qualora i bandi, finora presenti, non dovessero corrispondere alle esigenze che noi abbiamo, fare in modo che l'Europa, in qualche maniera, prenda atto, prenda coscienza, di una situazione che per noi è insostenibile, perché non abbiamo la possibilità di difendere le civili abitazioni, le infrastrutture, e mi riferisco alla ferrovia e alle attività turistiche, che sono un punto importante per la difesa del nostro prodotto interno lordo e del nostro turismo.
Rispetto a questo chiedo che il Consiglio regionale si faccia promotore anche rispetto al Governo ed alla politica nazionale, affinché si possa, con determinazione, guardare all'Europa come fucina di idee e di finanziamenti per risolvere problemi di questo genere, che sono problemi che hanno una ripercussione locale, ma vanno oltre la questione locale ed assumono una rilevanza nazionale ed internazionale, perché la difesa delle coste italiane, la difesa del turismo italiano, deve essere un punto che rappresenti una peculiarità di una delle nazioni più importanti e, quindi, diventi priorità anche della Comunità europea.
Parlo ora della mozione che ho presentato, anch'essa datata, parla di un punto all'ordine del giorno che è stato approvato da questa Aula nel 2010.
Nel 2010 questa Aula si era presa l'impegno, il mio ordine del giorno era stato sottoscritto anche da Assessori e da molti altri Consiglieri, affinché un tratto della costa, in particolare quello di Porto Potenza, perché all'epoca ero uno di quelli più colpiti, venisse modificato e aggiunto nel Piano di Difesa della Costa e trovasse una risoluzione perché ritenevo, e ritengo, che come dice la legge, l'aspetto della difesa delle civili abitazioni presenti lungo il nostro litorale debba essere prioritario.
A distanza di tre anni la perplessità è che gli uffici erano assolutamente all'oscuro di questo ordine del giorno, erano all'oscuro dell'invito a perseguire la programmazione europea "Life plus" e sono all'oscuro di quello che si era di fatto e dibattuto fino ad oggi in questa Aula
Vi chiedo, allora, non solo di far si che quell'ordine del giorno venga portato agli uffici ma che venga rispettato l'impegno preso in quest'Aula, perché ne va di mezzo la mia credibilità e la credibilità di tutta l'Aula. In quell'ordine del giorno si erano presi due tipi di impegni: uno dal punto di vista burocratico, cioè l'adeguamento del Piano Costa affinché non si escludessero delle emergenze, l'altro quello di reperire i fondi per espletare le necessità che il Piano Costa avrebbe dovuto, in qualche maniera, ricomprendere.
Capisco le difficoltà per il reperimento dei fondi anche se dobbiamo anche lì impegnarci, ma non capisco le difficoltà nel corrispondere il Piano Costa alle determinazioni scelte dall'Aula che è sovrana.
Modifico la mia mozione, che ho presentato e chiedo di aggiungere anche un altro tratto, che è il tratto di cui parlavamo prima, quello a cavallo tra Porto Recanati e Potenza Picena, che deve essere assolutamente inserito nel Piano Costa.
Chiedo che nella risoluzione, che se volete posso impegnarmi a sottoscrivere con altri, si rispettino con forza queste determinazioni, perché è inaccettabile che la politica, che le istituzioni restino ferme davanti ad un evento calamitoso di questa portata, perché questo evento ha della calamità naturale e la cosa peggiore, che è capitata in questo periodo, è che chi sub^sce questa calamità, in qualche maniera, ha anche paura di rivolgersi alle istituzioni perché teme che siano prese delle iniziative radicali che possano mettere in discussione la loro attività economica che rappresenta il frutto dello sforzo di tutta una vita, non solo quindi la legge Bolkestein, che mette in discussione la certezza di ognuno di loro, e qui mi riferisco in particolar modo a coloro che hanno investito anni e anni della loro vita per le attività turistiche presenti, quindi chioschi, attività commerciali, attività di campeggio a sfondo turistico, ma vivere nell'incubo del mare e nell'incubo delle istituzioni che potrebbero dire “Siccome non si può fare niente, revochiamo tutto”. Questo è inaccettabile da parte di uno Stato civile, da parte di uno Stato che deve garantire chi ha investito, deve programmare e deve rispondere con efficienza a quelle che sono le esigenze della gente e dell'economia. Se non riusciamo a fare questo, viene a mancare anche la motivazione stessa perché noi rivestiamo questi ruoli e questo non deve essere consentito perché io credo che noi abbiamo le qualità, le risorse, le potenzialità per far fronte, con energia e con forza, a queste difficoltà. Abbiamo anche le risorse per dare le risposte ai cittadini e agli operatori che ce le chiedono da tanto tempo.
Allora siamo qua per lavorare, per fare questo.
Chiudo facendo tre appelli, per riassumere velocemente, finanziamenti, Comunità europea e programma "Life plus" almeno provarci in mancanza di alternativa, poi, Assessore, Piano Costa più modulabile, meno rigido e che risponda alle esigenze del mare, non alle esigenze delle leggi e delle programmazioni, delle leggi, non nel senso che non si debbano rispettare le leggi ma noi dobbiamo uscire da una rigidità normativa. Terzo adeguare, con gli impegni presi nel 2010, il Piano Costa a quelle che sono le peculiarità e le esigenze da me e da altri sottolineate in quel Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola L'Assessore Eusebi.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente. Mancava la risposta all'interpellanza n. 35 del 19 marzo 2012 del Consigliere D'Anna ”Erosione marina zona Sassonia – Viale Ruggeri nel Comune di Fano” .
Qui vorrei rispondere per punti:
punto 1) Consigliere e collega D'Anna, nel 2010 è stato predisposto uno studio di fattibilità in merito alla trasformazione delle scogliere sommerse esistenti in emerse a copertura del paraggio a sud del pennello posto a fine di Viale Ruggeri (che i fanesi identificano come zona del tiro a segno). L'importo dell'intervento stimato in 3,2 milioni di euro è stato inserito nell'elenco annuale delle OO.PP. anno 2012 della Regione Marche con copertura finanziaria derivante dall'Accordo di Programma con il Ministero dell'Ambiente del 25 novembre 2010.
Nei primi mesi del 2012 è stato redatto dalla P.F. Difesa della Costa uno studio di fattibilità per la realizzazione di opere di difesa costiera a copertura dell'intero paraggio di Sassonia (scogliere emerse e ripascimento) per un importo complessivo di circa 5,4 milioni di euro.
Le progettazioni di entrambi gli studi di fattibilità non sono proseguite a causa della mancata copertura finanziaria.
Risposta al punto 2, che iniziava con un pittoresco che fine hanno fatto?
L'Accordo di Programma, cui fa riferimento il Consigliere D'Anna, attuativo della legge 191 del 2009 è stato stipulato dal Ministro dell'Ambiente e dal Presidente della Giunta Regionale il 25 novembre 2010; l'Accordo, finalizzato alla programmazione ed al finanziamento di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico, stabiliva la diretta partecipazione statale con quasi 36 milioni di euro per nuovi interventi ed il cofinanziamento regionale per circa circa 20 milioni di euro a valere su interventi già programmati.
Tra gli interventi ammissibili al finanziamento, di competenza statale, era incluso anche l'intervento di difesa della costa in corrispondenza di Via Ruggeri nel Comune di Fano, per l'importo di 3.200.000 euro.
In merito alla modalità di inserimento di questo intervento, è bene precisare che il finanziamento è stato proposto in via autonoma dalla Regione con deliberazione di Giunta n. 1652 del 22 novembre 2010; nonostante il tratto costiero di Via Ruggeri non si configurasse come area a rischio idrogeologico in senso stretto, in sede tecnica l'inserimento è stato positivamente valutato dal Ministero soltanto per la tenacia con cui si è dimostrata l'assimilazione di questa criticità a quelle tipiche del massimo livello di rischio (R4) individuato dal Piano di Assetto Idrogeologico dei bacini regionali (PAI).
Dopo la stipula dell'Accordo, e alla nomina da parte del Ministero dell'Ambiente di un Commissario Straordinario per la gestione dell'Accordo mediante una contabilità speciale, nel luglio 2011 il Commissario stesso ha tenuto ad Ancona specifici incontri con gli uffici regionali e con gli enti locali interessati dai futuri interventi.
Ad esito degli incontri bilaterali in quella sede erano stati assunti, dagli enti locali, impegni specifici sulle progettazioni da redigere, nella prospettiva di attuare il Programma nell'arco di un triennio, secondo le informazioni allora diffuse dal Ministero; per gli interventi di difesa della costa di Via Ruggeri a Fano la cantierabilità era stata dichiarata entro il termine di 18 mesi, rientrando, quindi, nella seconda annualità.
Purtroppo, in corrispondenza della manovra del settembre 2011 le somme stanziate dalla legge finanziaria dello Stato, di cui era stata comunicato il prossimo trasferimento nella contabilità speciale del Commissario, furono bloccate; nel dicembre 2011 risultavano, quindi disponibili presso il Commissario Straordinario soli 3.100.000 euro circa, riferibili a fondi ordinari del Ministero.
II 30 gennaio 2012, mi scuso ma questa storia era indispensabile, il Ministero dell'Ambiente ha comunicato che con delibera CIPE del 20 gennaio 2012 (in cui era stato deliberato il finanziamento del Piano centro sud per circa 645 milioni di euro) erano stati posti a disposizione delle nove Regioni del centro nord complessivi 130 milioni di euro; l'entità delle risorse disponibili con tali risorse CIPE è stata stabilita per la Regione Marche, dopo una guerra, in circa 13 milioni di euro, un po' più di 13 milioni di euro.
Nel maggio 2012 la proposta di programma parziale di competenza regionale è stata trasmessa al CIPE - per il tramite del Ministero e nei limiti della disponibilità di quei 13.600.000 euro, di poc'anzi - in conformità con il crono programma del luglio 2011 e sulla base di criteri omogenei ed oggettivi quali l'urgenza e soprattutto la cantierabilità; poiché la cantierabilità dell'intervento di Via Ruggeri non poteva essere immediata, così come richiedeva il CIPE, ed essendo stato tale investimento a suo tempo programmato per la seconda annualità del Programma, l'intervento non è stato incluso tra quelli di primo finanziamento CIPE.
Peraltro, soltanto il 26 ottobre del 2012 il CIPE ha preso atto del programma degli interventi del Piano centro nord; siamo in attesa sulla reale disponibilità del fondo.
Con maggiore preoccupazione si deve rilevare che, essendo esaurito lo stanziamento di 1 miliardo di euro, sembra fantascienza, previsto dalla legge 191/2009, non appare ragionevole attendersi in tempi brevi il completamento, da parte dello Stato, del finanziamento del programma per la quota di sua spettanza; in assenza delle ulteriori risorse di parte statale (circa 17 milioni di euro già più volte citati) la sollecita cantierizzazione dell'intervento di Via Ruggeri non sarebbe comunque ipotizzabile in tempi brevi.
Per questa criticità, tuttavia, la Regione intende valutare ogni possibilità, compresa quella di anticipare almeno in parte con risorse proprie, pur nel momento terribile che viviamo, il finanziamento promesso dallo Stato; qualora le ridotte risorse regionali disponibili consentano soluzioni efficaci e durevoli, da condividere con il Comune di Fano, non si esiterà a richiedere al Ministero la ratifica formale del finanziamento con fondi regionali dell'intervento oggetto dell'interpellanza, in quanto ritenuto improcrastinabile per la sicurezza delle persone coinvolte così come per la fruibilità dell'area a fini funzionali.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Grazie Presidente, innanzitutto ringrazio l'Assessore e gli uffici per la risposta completa alla mia breve interpellanza, la risposta è stata molto esaudiente ed io partirei proprio dalla fine
E' necessario che la Regione anticipi queste risorse, lo ha detto anche lei, Assessore, ne sono consapevoli gli uffici ed i tecnici che ho molto apprezzato durante quel convegno, che c'è stato qualche mese fa, nel quale sono stati sviscerati molti problemi, forse, sarebbe stata utile una maggiore partecipazione anche da parte di quei Consiglieri che hanno presentato le mozioni perché in quella sede siamo riusciti a fare il quadro complessivo della situazione, abbiamo analizzato sia le cause che gli effetti e soprattutto le soluzioni, non solo in quella zona perché questo problema riguarda i 172 km. di costa della regione Marche.
Non è così semplice risolvere i problemi di 170 km. di costa
Devo rimarcare l'apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo gli uffici, ho visto una dinamicità che, magari, non si era registrata in passato relativamente a questo problema. L'unica cosa che posso dire, visto che l'Assessore ha preso a cuore non solo questa realtà del fanese ma anche le altre, che in situazioni di emergenza e di rischio come queste è necessario, Assessore, che la Regione forzi la mano anticipando risorse proprie per quei lavori che, come lei ha detto e come evidentemente ha verificato, sono indispensabili.
Non voglio essere egoista ci sono anche altre realtà nella nostra regione che vivono situazioni simili, però, questa è una di quelle che prioritariamente deve essere tenuta in considerazione perché l'acqua sta scavando sotto la strada e, credo che non faccia onore a nessuno andare nelle cronache nazionali perché una strada scompare, potrebbe essere considerato un atto di indifferenza, ci sono sicuramente degli errori commessi in passato, ma oggi c'è una attenzione diversa.
Prendo atto della disponibilità dell'Assessore ad impegnarsi a fare in modo che ci sia un anticipo da parte della Regione di quelle risorse che lo Stato ha garantito.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Assessore, vorrei centrare l'argomento non tanto sugli aspetti delle singole zone colpite dall'erosione, di cui ringrazio l'Assessore per le risposte che ha dato sulle singole interrogazioni e mozioni che individuano gli interventi necessari, quanto sul fatto che oltre quelle che sono le urgenze immediate è necessario un quadro di insieme sistemico per dare una risposta che, complessivamente, nell'arco dei prossimi anni e dei prossimi decenni possa mettere un punto d'ordine, chiaro, su come tutelare la costa marchigiana e, nel contempo, renderla non un aggravio continuo di spesa inutile ma un modo per costituire una delle parti naturali a sostegno di quello che è il turismo nel suo complesso, come capacità di dare economia alla nostra Regione.
Il primo dato che vorrei segnalare nel replicare alle risposte è che per quanto riguarda la questione della costa del fermano si sono spesi 60 milioni di euro, non è una cifra di poco conto anche se ne sono stati previsti 167, ma la situazione con le mareggiate dell'autunno scorso è tornata esattamente al punto di partenza.
Non farei una polemica, né per il fermano, né per le coste che sono state colpite dalle ultime mareggiate in tutta la regione e che hanno visto distrutti gli interventi realizzati pochissimi anni fa, su quale sia il metodo tecnicamente migliore, anche perché non credo che siamo in grado di dare risposte specifiche tra le soluzioni, tra il ripascimento ed altre, se considerare migliori le prime o le seconde, ma direi che va salvaguardata la situazione della costa partendo da un presupposto, un antefatto, che ancora non riusciamo a prendere in considerazione. Il primo dato è che dobbiamo trovare delle risorse che la Regione non è in grado, in questo momento, di trovare nel proprio bilancio e, quindi, non è in grado di dare risposte urgenti a quelli che sono i fenomeni naturali che rischiano di ripetersi, infatti nessuno dice che, in questo momento, per l’Unione europea e per gli studi che sono stati avanzati nel settore, ogni anno l’erosione avanza di 8 centimetri sulle coste italiane, sulle coste del Mediterraneo nel suo complesso.
Di fronte a questo fenomeno, parlare di interventi come quelli che noi peroriamo che costano tanti milioni di euro, qualche miliardo di euro per la sola Regione Marche, significa dare l’impressione di buttarli via, perché, poi, vengono spazzati nel momento in cui un fenomeno naturale, come una mareggiata più forte delle altre, fa ritornare la situazione al punto di partenza.
Il primo punto, quindi, è quello individuare un canale di comunicazione attraverso l’azione dell’Unione europea, che è vero rischia di non sentire questa nostra posizione ma a cui va ricordato che, come ci impone l’abnorme ingiusta direttiva Bolkestein, deve anche prevedere il dovere di contribuire, a far si che le concessioni, che vuole regolamentate nel solco di soli cinque anni siano, effettivamente attuate nell’ambito di una costa che sia vivibile e, in qualche modo, visibile nella sua attuazione.
Il primo dato è, quindi, dove ricercare i fondi.
Il secondo dato è come coordinarci con le altre Regioni per quanto riguarda un piano stabile e, quindi, la capacità, anche attraverso la Conferenza Stato Regioni, di avere un'azione forte per la tutela di uno dei punti fondamentali di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro dell’Italia in termini di attuazione delle opere pubbliche e cioè di salvaguardia del nostro territorio complessivamente inteso.
Il terzo dato che vorrei sottolineare è la capacità di essere flessibili come Regione nell’ambito dell’attuazione dei possibili strumenti tecnici, parlo di opere con l’intervento, anche in forma non solo di consultazione ma proprio di soggetto proponente avente un ruolo determinante, dei Comuni interessati alla zona, perché sono quelli che attraverso le popolazioni che ci vivono e che utilizzano sono capaci di indicare il momento analitico dell’attuazione della singola opera pubblica, del singolo intervento e come poter fare.
Non dimentico le polemiche che sono sorte per quanto riguarda le ultime opere attuate a Porto Recanati che sono state, in qualche modo, messe in atto contro la volontà specifica di coloro che hanno sempre vissuto vicino al mare e che avevano dato delle indicazioni diverse. Sicuramente saranno polemiche artefatte, artificiose, ma nell’ambito di un’opera pubblica la considerazione anche del buon senso, della conoscenza storica, della situazione dei fenomeni naturali, che può in qualche modo interessare, è sempre fondamentale.
In questo senso direi che è necessario che la Regione si muova anche attraverso una specifica proposta di legge, effettiva e completa, attuabile in questo indirizzo, affinché stabilisca: 1) che, come le scuole, la tutela della costa è un punto fondamentale della propria attività, 2) senza fare voli pindarici o rendere impossibile nel concreto quello che noi diciamo, si stabilisca un canale extra regionale e si disponga che a quel canale, anche a scapito di altre scelte che si possono fare in Unione europea da parte della Regione Marche, si dia il massimo contributo possibile; 3) il coordinamento con altre realtà, parlo in questo caso della Liguria, per esempio, che è molto avanti nell’applicazione di tecniche a salvaguardia del territorio, della costa e dell’abitato a ridosso della costa o anche della Toscana, che ci possa permettere di utilizzare i pochi fondi che abbiamo nel miglior modo possibile; 4) l’intervento o la cogestione dei Comuni interessati.
Tutto questo non toglie che la realtà è davvero drammatica, lo testimonia il fatto che su questo tema ci sono molte interrogazioni e mozioni, e, tanto meno, che c'è stata e c'è la volontà della Regione di tenere conto degli interventi imprescindibili che devono essere attuati, direi, quasi di anno in anno e forse più volte nel corso dello stesso anno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Questo argomento di cui si discute, capita, ogni anno, come Pasqua e Natale.
Farò un intervento diviso in due parti, un intervento breve perché su molte cose bisognerebbe richiamarsi. La prima è un commento alla risposta dell’Assessore in merito alla mia interrogazione sulla Sentina di San Benedetto.
Una risposta che più che soddisfacente la definirei seria e realistica. Questo è un apprezzamento, altri esponenti di questa regione, ad altissimi livelli, non potrebbero dire la stessa cosa perché quando si va nelle Assemblee pubbliche e si fanno affermazioni roboanti per strappare un applauso, e si sa che non è possibile mantenere neanche la minima parte di quello che si dice, non si è seri, di qualunque colore si faccia parte, se sono della mia parte è peggio, perché noi dovremo essere un po’ più seri.
Per intervenire a difesa della costa della Sentina, che è 1.200 metri, occorrerebbero 6 milioni, se vogliamo parlare di scogliere, tenuto conto che lì l’acqua è piuttosto alta, minimo sei milioni che non sono previsti nel piano, e bisognerebbe vedere se in quella zona che è una riserva naturale, gli interventi verrebbero accettati dagli organi preposti al controllo ed al rispetto dell’ambiente e del paesaggio e se anche in questa Aula, dove spesso ritorna questo tema, verrebbe accolta la proposta di un intervento, così rigido, che modifica il paesaggio di una zona a riserva naturale.
Come ha detto l’Assessore si potrebbe vedere, coinvolgendo il Ministero dell’ambiente, questo dovremmo fare, perchè la Regione da sola non ce la può fare, se ci sono altre forme possibili, ripascimenti o quant’altro, per evitare che si ritorni alla natura, questa zona si chiama Sentina perchè è la parte più bassa delle navi, una zona paludosa, poi bonificata.
E' evidente che questo programma non si risolve con le interviste, né con le dichiarazioni, ma occorre uno studio serio che bisogna iniziare e qui mi dà rassicurazione quello che ha detto l’Assessore.
Ritengo invece urgente un intervento più piccolo, quello a protezione di quella che viene chiamata Torre del Porto, un vecchio edificio di guardia, di diversi secoli fa che è stato ristrutturato, anzi è in corso di ristrutturazione, e quando ci sono le mareggiate viene invaso dall’acqua, lì basterebbe un intervento di qualche centinaia di migliaia di euro che dovrebbe servire a proteggere per poi intervenire sul resto.
Per quanto riguarda il tema in generale, così evito di intervenire dopo, noi abbiamo approvato, questo Consiglio ha approvato, perché io non c’ero, nel 2004, un Piano di Difesa della Costa che prevedeva interventi diversificati, scogliere e ripascimenti. Ricordo, perché all’epoca facevo parte della Confesercenti, le discussioni dell’allora Assessore, per convincere i concessionari di spiaggia della bontà del ripascimento rispetto ad altri interventi rigidi, e le contestazione dei concessionari di spiaggia che volevano le scogliere.
Mi pare che, nel corso degli anni, politicamente, ci sia stata una virata rispetto al Piano iniziale nella direzione di interventi prevalenti sulle scogliere, io ho avuto questa impressione, tanto è vero che i ripascimenti hanno dato luogo a polemiche sulla qualità della sabbia, più o meno chiara, ed ad una serie di questioni.
Detto questo però quel Piano, se ricordo bene, prevedeva interventi in dieci anni, per circa 160 milioni, ora a distanza di tempo possiamo dire di avere investito, c’è stato un po’ di lavoro, abbiamo fatto abbastanza, però per portare a compimento quel piano, al di là delle manutenzioni, ci vorrebbero altri 100 milioni di euro.
Ora la faccio breve, quest’anno mi pare che siamo intorno a due milioni, per concludere i lavori ci vorrebbero 50 anni. Non è serio, credo che abbiamo fatto molto ma non abbastanza, non quello che serve. Possiamo ragionare - se no ogni anno è come andare alla messa, chi vuole va in chiesa, non viene qui - su un programma per trovare, in un periodo in cui le somme scendono, una sorta di mutuo, un finanziamento straordinario. Se noi spendiamo ogni anno due, tre milioni, possiamo fare un mutuo di 20, 30 milioni, della durata di 20, 30 anni e possiamo accelerare le realizzazioni, perché è inutile che noi continuiamo, ogni anno, a parlare di Fano, Porto Recanati, Potenza Picena, San Benedetto se poi non ci sono le risorse. Allora ragioniamo su queste cose, perché dire l’Europa, il mondo, l’Onu, l’Universo è inutile se alla fine non ci sono canali di finanziamento possibili, almeno allo stato attuale accertati.
Credo che si possa contare e lavorare sulle nostre risorse e su quelle del Ministero dell’Ambiente e accelerare per far si che prima del prossimo bilancio si possa avere qualche dato certo per lavorare sulla revisione del Piano, come diceva l’Assessore, in modo di avere una prospettiva aggiornata che tenga conto di quello che abbiamo fatto e di quello che resta ancora da fare.
Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Mi congratulo con l’Assessore Eusebi perché sfoggia una giacca color sabbia, quindi siamo proprio in tema ed anch’io ho messo apposta una cravatta da ripascimento.
Questo è già un buon inizio, ho apprezzato anche le risposte date, chiaramente non solo da lei ma dagli uffici, io, però, voglio ribadire, sarò monotono, che quando passo da Gabicce a Cattolica mi sembra di entrare in un altro mondo perché in Romagna le cose non funzionano come da noi. Potete dire che sono fissato, ma andate e vedete, è diverso.
Lì si investono dei soldi, perché ci sono dei numeri completamente diversi, seppure la lunghezza della costa è minore, lì c'è la capacità e la consapevolezza del business che porta questo tipo di attività balneare, una delle nostre ricchezze maggiori, perchè sappiamo bene che l’80% dei turisti che viene nelle Marche e va in spiaggia.
A Porto Recanati le file degli ombrelloni, nel giro di 10 anni, sono scomparse o quasi, se ci sono le file degli ombrelloni, vuol dire che ci sono persone che vanno negli alberghi, nei camping, al ristorante, in pizzeria.
Vogliamo capire o no che dobbiamo investire su queste cose? Se facciamo un paragone sui numeri, perché sono i numeri che parlano, la Regione Emilia Romagna per la difesa del suolo, per la difesa della costa dal rischio idraulico, idrogeologico, ha messo a bilancio quest’anno 161 milioni di euro, noi 20 milioni, certo non è colpa dell’Assessore, ma 161 milioni di euro contro 20 vogliono dire che per la difesa del suolo c’è una differenza a chilometro, in Romagna ci mettono 7000 euro a km2, nelle Marche 2000 euro.
E’ chiaro che non riusciamo a far niente, è chiaro che siamo in difficoltà, questo è uno dei punti fondamentali, quindi finanziare il turismo vuol dire mantenere la costa, trovare i sistemi.
Il secondo punto che critico aspramente è che noi siamo trent’anni indietro, ci sono delle tecnologie che da quasi trent’anni sono utilizzate in Australia, negli Stati Uniti, nel Nord Europa, ma noi dove siamo? Abbiamo i tecnici, ma cosa stanno a fare? A scaldare la sedia! Cosa stanno a fare se poi hanno anche dei problemini con la giustizia? Ci sono dei sistemi, chiunque può prendere internet, adesso grazie a Dio c’è questo strumento fantastico, scrivere erosione marina e trovare studi a livello reale - ci sono anche le panzanate su questo strumento, però ci sono anche cose importantissime.
Ritornando alla nostra cara Romagna sapete cos’è il sabbiodotto? Qui nelle Marche sappiamo cos’è il sabbiodotto? Sono dei tubi che vanno dove ci sono i giacimenti del ripascimento, anche questa è una nostra stupidaggine, perchè noi prendiamo i ripascimenti da cave terrestri mentre loro dicono noi buttiamo in mare poi il mare si alza, e ci credo! Questo problema lo sento anch'io perché sono di Fano e per noi questo tema è vita. Il sabbiodotto cosa fa? Il prossimo anno in Romagna è previsto un ripascimento di quelli megagalattici che fanno ogni dieci anni, l’ultimo l'hanno fatto nel 2007 e lo stanno anticipando, butteranno tanta di quella roba, quindi, 15 milioni di ripascimento con granulometrie studiate, tutto quanto, però, non è come da noi che butti, arriva la mareggiata e porta via, lì sono stati fatti degli studi, sono stati individuati dei luoghi dove il mare prende la sabbia, lì hanno messo questi sabbiodotti che l'aspirano e la riportano a casa, nella battigia. Queste tecniche ci sono, io le ho trovate e non sono mica un tuttologo, mi sono messo un attimo a cercare, allora dico diamoci da fare. Parliamo di innovazione, parliamo sempre e ci riempiamo la bocca di domotica, poi dovremo vedere anche quella che cosa sta portando, queste cose esistono, ci sono i reef ball, tipi di scogliere diverse che infrangono, ci sono tante cose.
I fondi europei, come diceva giustamente il Consigliere Acquaroli e come ho già detto precedentemente, facciamoli fruttare per cose che ci daranno dei risultati concreti, non per dare lo stipendio, per tre anni, a qualche amico di qualche persona importante. Facciamo le cose come si devono fare, perché i grillini sono qui che hanno il forcone, dobbiamo dare dei risultati, in più, ripeto, ci sono degli esempi qui a pochi passi. Tutte le volte che vado in Romagna mi dico: "Ma come siamo messi noi nelle Marche?" Diamoci una mossa!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Brevemente per lanciare una proposta a questo Consiglio che, in parte, mi è sembra uscire anche dagli interventi di altri Consiglieri.
Le risorse sono pochissime, abbiamo due o tre milioni di euro per la difesa della costa, abbiamo il Piano di Difesa della Costa del 2002, quindi, studi datati di circa 13-15 anni fa, penso che dopo 15 anni una programmazione debba essere rifatta alla luce delle nuove direttive europee, delle conoscenze scientifiche, delle nuove opportunità tecnologiche e anche dei nuovi approcci. Studi di questo genere dovrebbero prendere in considerazione l'adattamento ai cambiamenti climatici, una nuova metodologia per affrontare problematiche di questo tipo, non con l’ottica delle dighe che fermano il mare, come è stato fatto nel passato millennio, ma nel terzo millennio con logiche di studi per ampi territori, che potrebbero andare oltre l’ambito regionale, collegarsi anche con le regioni vicine, per vedere quello che è l’andamento meteo climatico, delle correnti, delle temperature e dell’inquinamento delle acque e per adeguare, per esempio, questo nuovo Piano di Difesa della Costa alle nuove misure di tutela del paesaggio. Voglio ricordare che in quest’Aula ho sentito proposte di interventi pesanti e invasivi anche su aree come parchi marini, parchi regionali o aree paesaggisticamente importanti.
Quello che serve, e lo chiedo all’Assessore e alla Giunta, è un riadattamento, una revisione del Piano di Difesa della Costa e una valutazione per definire dove non c’è necessità di interventi. Non è possibile, infatti, che ci siano richieste di interventi il giorno stesso in cui si manifesta un fenomeno meteorologico significativo, la necessità di intervento va verificata un mese dopo l'intervento meteorologico, come quello di una mareggiata. Vanno individuate nel PPAR, una volta per tutte, e tutelate quelle aree importanti da un punto di vista paesaggistico, potrebbero essere le poche zone marine costiere non interessate dall’urbanizzazione, in questo senso, per esempio, alcune zone non interessate dall'urbanizzazione potrebbero essere lasciate anche alla naturalità, per studiare quella che è l’evoluzione della dinamica costiera e della dinamica delle correnti.
Siamo in una fase di poche risorse, per cui io chiedo di cambiare l’approcio, di cambiare la strategia e si andare verso una strategia programmatoria, su cui innestare studi validi di lungo periodo e, alla luce delle nuove direttive europee, anche progetti di finanziamento in cooperazione con diverse Regioni e tra Regione e enti locali.
Secondo me è necessario arrivare ad una nuova era di difesa della costa, questa ricorrenza campanilistica di difesa della costa in base al potere ed al valore del rappresentante politico che chiede l’intervento da determinarsi in un posto anziché in un altro, senza nessun criterio, non è più possibile che esista, perché non ci sono le risorse e perché si continua a danneggiare il nostro territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Parliamo spesso di questo problema, un problema enorme ma molte volte, ogni tre mesi, poco più o poco meno, lo affrontiamo per discutere di dissesto
L’Assessore Eusebi ha risposto alle interrogazioni ed alle interpellanze in maniera adeguata ed ha preparato anche una risoluzione che ho già firmato, poi la vedremo e la voteremo alla fine della discussione.
Faccio un passo indietro rispetto al tema generale, noi avremmo dovuto parlare più spesso non tanto di erosione marina, Consigliere Binci sono d’accordo su un punto, ma del problema del dissesto idrogeologico nel suo complesso, dissesto idrogeologico, gestione dei fiumi. Adesso arriverà in Commissione e in Aula, credo presto, la nuova legge sulla manutenzione del territorio, la nuova legge urbanistica. Penso che tre o quattro elementi tutti insieme possono darci una mano per lavorare anche sul tema dell’erosione costiera, sulla quale, come dicevo, abbiamo parlato a lungo, votato mozioni, lavorato sulle emergenze. Credo che su questo tema, complesso e che abbiamo già dibattuto, bisogna tenere insieme due cose, se ce la facciamo, manutenzione ordinaria e interventi strutturali. C'è però un punto, il punto è che, purtroppo, per dinamiche che non dipendono da noi, o non solo da noi, è evidente un'accentuazione netta dei fenomeni, non a Pesaro o a Fano o nelle Marche, ma in tutto il Paese.
Il tema dell’erosione è un tema generale che in qualche modo dobbiamo affrontare. Lo abbiamo affrontato anche bene, se volete abbastanza bene, penso che ora l’aggiornamento del Piano, che molti hanno chiesto ed evocato, sia necessario, il piano è datato e i fenomeni sono accentuati, si stanno accentuando.
Devo dire che lascerei fare un po’ più ai Dirigenti, spesso sulla scelta tecnica di un tipo o di un altro noi diciamo la nostra, però, zona per zona, sono diverse le dinamiche e i problemi. Penso di aver capito, incontrando gli operatori, i tecnici, i dirigenti, gli amministratori, che la scelta migliore, Assessore, sia quella di tenere insieme per la difesa della costa, in questo caso mi riferisco all’area diciamo marina, sia i ripascimenti che il mantenimento delle scogliere, sono due interventi strutturali che devono stare insieme. C’era una tendenza tempo fa a superare nettamente l’idea delle scogliere per andare ad un ripascimento, come hanno fatto anche altre Regioni, ma è complesso, occorrono molte risorse, credo invece che tenere insieme i due interventi sarebbe, per la nostra costa, molto utile, altrimenti può prevalere una linea di orientamento di scelta tecnica e strutturale che si scontra con necessità ormai consolidate che sono diverse.
Le ultime due questioni le voglio dire approfittando della presenza dell’Assessore Marcolini, noi queste cose le abbiamo messe proprio in due strumenti fondamentali, lo ricordo alla Giunta ed ai Consiglieri, mi pare che la difesa della costa, ovvero il dissesto idrogeologico, sia una priorità nel nostro programma di governo, sia centrale, non è la prima volta che lo diciamo, lo abbiamo ripetuto diverse volte e ricordo che, nell’ultima discussione sul bilancio, noi aggiungemmo, come quinto punto o sesto punto in coda a una serie di priorità, anche il tema dell’erosione della costa. In realtà questo problema è centrale nei programmi, centrale, se volete, anche nel bilancio al di là delle risorse che abbiamo a disposizione. Bisogna che con l’aggiornamento del Piano diventi, sistematicamente, un settore nel quale investire in maniera ordinata, sia in manutenzione ordinaria che, dove serve, anche in interventi strutturali. In modo tale che possa essere un settore che gradualmente ha il favore degli interventi necessari da parte della Regione, piuttosto che riparlarne, per l’ennesima volta, in Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Do atto all'Assessore di tutto quello che ha fatto in questi mesi, in cui ci siamo sentiti più volte telefonicamente, però, oggi sono stati messi in discussione alcuni punti cardine, specialmente quelli presi durante la finanziaria in cui, nell’allegato, introducemmo la possibilità nel 2013 di vedere finanziate e realizzate, in particolar modo, le opere di Sassonia due.
Su questa vicenda alcuni Consiglieri hanno messo in discussione che ci sia una effettiva, quanto veloce iniziativa da parte della Regione, allora potrei basarmi anche sull’impegno preso dal Presidente Spacca, però siccome fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, io le chiedo, Assessore, anche alla luce di quanto le è stato chiesto, di fare chiarezza una volta per tutte e spiegare quali sono i tempi realisticamente concreti per dare attuazione a questo intervento.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, intervengo come Consigliere. Il lavoro svolto dall’Assessore Eusebi, dal neo Assessore Eusebi, è stato affrontato con un entusiasmo ed uno slancio che credo fosse necessario per l’annosa situazione relativa alla difesa della costa. Nessuno ha formule magiche per risolverla e, soprattutto, Consigliere Perazzoli, non abbiamo i soldi, questa è l’oggettiva difficoltà, però, in questa situazione di difficoltà, Assessore, potrebbe darci l’opportunità di cominciare ad immaginare qualche cosa di nuovo. Non sono solito avventurarmi intorno a soluzioni tecniche, sentivo prima il capogruppo del PD Consigliere Ricci che raccomandava di ascoltare i nostri tecnici, credo che nell’ascoltare i tecnici, si parla di revisione del piano, dovremmo fare qualcosa di più, una semplice e bella ricognizione nazionale ed internazionale di tutte le possibilità in campo. Questo è il minimo del buonsenso che si impone senza nessuna pregiudiziale, ma anche senza nessun innamoramento preventivo, verso l’una o l’altra soluzione.
La costa marchigiana, lo sapete bene data la presenza del Conero, è molto diversa tra il nord ed il sud del Conero, soprattutto, la costa, che a me interessa particolarmente perché ci sono vissuto e cresciuto, è quella della riviera sud del Conero che è più profonda in cui la classica soluzione della scogliera, che oggi è sempre meno praticabile e più costosa, diventa quasi impraticabile in questo tratto di costa, perché il fondale è profondo e la presenza dei fiumi lo rende instabile. Una serie di considerazioni che avete già fatto con intelligenza ed appropriatezza, io dico lasciamo aperte tutte le possibilità e suggerisco all’Assessore, che già lo avrà fatto, di segnarsi tutto quello che sulla costa c’è.
La politica, in questo caso, le istituzioni si assumano una responsabilità in più, anche quella di comprendere profondamente le soluzioni tecniche e, dove ci fosse qualche ostacolo, non nomino la soluzione perché è una di quelle in campo, per esempio, di natura estetico ambientale, direi togliamoci qualche prurito, perché di fronte alla necessità, non sempre tutte le soluzioni, quelle belle, comode, facili e costose possono essere messe in campo, quindi adattiamoci anche a soluzioni meno belle ma più pratiche e decisamente meno costose, soluzioni interessanti ed intelligenti.
Io non so chi in quest’Aula conosca per esempio la soluzione delle stelle, credo siano pochi quelli che l’hanno vista e conosciuta, le stelle hanno funzionato sul tratto litorale di Porto Recanati sud e su un pezzo del litorale di Porto Recanati nord, questa è l’unica cosa che ha funzionato. 25 anni fa sono state posizionate e da 25 anni non hanno avuto bisogno di un euro o di una lira di manutenzione rispetto ad altre soluzioni, come il ripascimento e le scogliere che sono costate cifre enormi, cifre esorbitanti.
Studiamo tutto con intelligenza, questo è il mio appello Assessore, lo dico perché rimanga a verbale di questa seduta, magari fra qualche anno, quando si ritornerà a parlare di questa cosa con soluzioni diverse da questa, si potrà dire che questo era stato detto, comunque era stato segnalato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, anch’io ricordo che dall’inizio di questa legislatura, in molte occasioni abbiamo discusso di questo argomento, come ricordo anche i due seminari tenuti dalla IV Commissione a uso e beneficio dei Consiglieri. Ricordo le critiche e le stesse autocritiche che, come Consiglieri, abbiamo fatto nel rappresentare, molte volte, in modo troppo puntuale, le nostre richieste in presenza di una nota carenza di finanziamenti e ricordo la penuria di finanziamenti che deriva anche da una responsabilità dello Stato che, dopo aver delegato le funzioni amministrative della materia alle Regioni, con la stessa costanza non ha provveduto al finanziamento delle opere, siano esse nuove o per fronteggiare le emergenze o, altro capitolo altrettanto importante, manutentive.
A me non dispiace che puntualmente, più volte all’anno, si parli di questo problema, non dispiace affatto perché tornare sul grave problema del dissesto idrogeologico delle nostre spiagge ci rimanda a delle responsabilità riconducibili alle attività dell’uomo e all’attività dei politici che negli anni hanno male interpretato un concetto di sviluppo e di crescita, che oggi lascia delle pesanti eredità con cui tutti quanti facciamo i conti e su cui tutti quanti abbiamo delle posizioni unanimi di criticità e di condanna. Questo ci deve servire di insegnamento per i futuri momenti di programmazione di questa Regione sia in campo urbanistico che in campo ambientale, dove molte volte possono ancora prevalere i “ma anche ”, i “se”, i “ma”. Credo che ricordarci di quello che abbiamo combinato in questo territorio ci debba dare delle linee di comportamento determinate, determinanti, senza dubbi e oscillazioni.
Quello che è stato, non deve più ripetersi.
Do anche atto di nuovi strumenti che l’Assessore Eusebi sta mettendo in campo e che la Giunta ha approvato, come le nuove procedure semplificate per la realizzazione delle opere e recentissima, di questi giorni, l’adesione della Regione Marche alla Carta delle Regioni europee per le aree costiere nel Mediterraneo, “Carta di Bologna 2012”.
Credo che su questa linea noi dobbiamo operare, tenendo sempre conto, anche a me non sfugge, il problema dei finanziamenti. Ricordo che nell’intervento che feci un anno e mezzo fa - come altri Consiglieri hanno ricordato altre forme di finanziamento o l’accensione di mutui - avevo suggerito, ed anche questa è una strada percorribile che secondo me va ripresa, perché praticata dalla Regione Marche per altri settori della sua attività, quella della BEI, della Banca Europea per gli Investimenti.
E’ inutile ricordare che la fascia demaniale marchigiana, una decina di metri di sabbia o ghiaia, produce il 17% del PIL regionale, questo, però, dovrebbe avvenire anche nel rispetto della qualità ambientale, naturalistica e del paesaggio.
Dobbiamo fare il punto della situazione, è una esigenza che è stata sottolineata anche da altri colleghi, sul rispetto del documento di programmazione che abbiamo. Il Piano della Costa risale al 2005 e sostanzialmente ha prodotto in questa regione realizzazioni di scogliere dal 2005 ad oggi, per 32,2 km, ripascimenti per circa un milione di metri cubi, una spesa di quasi 60 milioni, a fronte dei 167 milioni stimati dallo stesso piano. Dobbiamo confrontarci, e mi sembra che la strada in questi giorni è stata intrapresa dall’Assessore, con gli strumenti di politica comunitaria tesa alla protezione dell’ambiente marino.
E’ dal 1976 che esiste la Convenzione di Barcellona, da questa convenzione, che noi Verdi europei consideriamo storica per la protezione dell’ambiente marino, sono scaturiti sette protocolli, di cui uno è dedicato alla gestione integrata delle zone costiere.
E’ proprio quel protocollo, su cui possiamo trovare la strada dello sviluppo sostenibile anche del nostro territorio, che prevede quattro metodi per intervenire su queste forme di dissesto. Quindi, facendo giustizia di tantissime ipotesi, quasi mai praticabili, si può agire sulle coste in quattro modi:
1. la trasformazione su fondazioni con pali di tutte le strutture a rischio.
Ci sono delle strutture a rischio, in modo puntuale, lungo questa nostra costa che hanno messo e mettono a rischio chilometri e chilometri delle nostre spiagge. Il ritardo degli interventi su quelle situazioni puntuali crea dei disagi allarmanti su grandi tratti della nostra costa;
2. la protezione con scogliere. E’ un’opzione in campo e deve tenere conto che già il 75% dell'intera costa marchigiana è coperta da scogliere;
3. la protezione con ripascimenti. Altra pratica consigliabile la cui applicazione impone, però una riflessione su come approvvigionarsi del materiale senza consumare altro suolo;
4. l'arretramento delle strutture a rischio o loro delocalizzazione.
Ora qualsiasi strumento o rinnovo di strumenti che noi abbiamo in campo deve decidere e scegliere tra queste quattro, quali sono le soluzioni che possono essere perseguite.
Un approfondimento merita la condizione di erosione costiera della zona litoranea della Sentina, a cui anch’io avevo dedicato, in modo puntuale, una mozione. Questo tratto di costa, lungo circa 1700 metri, è confinato a nord da una barriera di scogliere emerse della lunghezza di 4 km ed a sud dal molo e dal porto di Martinsicuro, una condizione che accentua l'energia del moto ondoso, ed è, oltre ogni ragione di dubbio, di valenza naturale, per questo ho raccomandato un intervento urgente anche in considerazione che la Sentina è una riserva naturale di grande pregio.
Cosa suggerisco? Mi piacerebbe che l’Amministrazione regionale, a completamento della proposta di risoluzione, che è stata fatta girare in questo momento, ed anche attraverso provvedimenti legislativi dedicati, introduca strumenti finanziari che incentivino lo spostamento o la delocalizzazione di strutture turistiche a rischio, anche facendo riferimento all'art. 23 del Protocollo che prima ho menzionato.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, non voglio ripetere quanto hanno già sostenuto molti colleghi, tra l’altro molti interventi li condivido pienamente.
Io voglio partire da questo dato, proprio per non ripetere quanto è stato detto, ieri pomeriggio con i colleghi Cardogna e Badiali abbiamo fatto una riunione con i firmatari della Carta di Fonte Avellana, faccio questa considerazione perché con i firmatari della Carta di Fonte Avellana, organizzazioni sociali, sindacali, istituzioni, organizzazioni imprenditoriali, associazioni ambientaliste, il mondo delle cooperative vogliamo inserire nella programmazione 2014-2020 misure per la manutenzione del territorio, per gli investimenti necessari per la difesa dei boschi, per la manutenzione dei fiumi. Questo per dire che è fondamentale non perdere di vista l’insieme del territorio, la funzione delle aste pluviali, il ripascimento naturale.
Accanto a queste misure siamo consapevoli, visti i tanti interventi artificiali che nel corso degli anni ci sono stati, che occorrono anche altri interventi artificiali, ma partendo dai bisogni e dalle necessità di manutenzione del territorio. Non sto qui a spiegare come dovrebbe avvenire un ripascimento naturale, qual è la funzione del fiume, tra l’altro noi abbiamo una legge sui fiumi, l’Assessore Eusebi confermerà quanto sto per dire, sulla quale si sta operando per l’elaborazione delle linee guida che consentiranno l’attuazione della stessa.
La mozione n. 291 di fatto è una mozione della IV Commissione. Sui temi dell’erosione marina e costiera ci siamo mossi sul territorio, siamo stati a Senigallia, a San Benedetto del Tronto, a Portonovo, sono venuti gli operatori e le associazioni in Commissione. Questa mozione per quanto mi riguarda la ritiro ma credo che saranno tutti d’accordo nel ritirarla, visto che si sta giungendo, con i firmatari della stessa, e condivido il metodo, ad una risoluzione dell’Assemblea legislativa. Una risoluzione che vede l’impegno dei gruppi consiliari di diverse forze politiche.
Molto spesso ci sono prese di posizione, polemiche nei confronti della Regione, nei confronti delle istituzioni locali, ma ieri c’era sulla stampa locale, sulla cronaca pesarese, una nota con cui si ringraziava il Comune di Fano, la Regione Marche e si sottolineava la speranza che la stessa metodologia seguita a Fano potesse essere utilizzata anche per le opere a difesa di altre spiagge. C’era la dichiarazione degli operatori che diceva che con un buon risultato si può guardare con più serenità all’estate per cui erano già all’opera per riaprire le loro attività. Metteva in evidenza anche una collaborazione tra pubblico e privato, ma io dico anche fra istituzioni, perché viste le poche risorse a disposizione soltanto con una sinergia, per esempio, di Comuni e Regione, è possibile dare delle risposte.
Qui è stato ricordato, siamo in presenza di una legge di difesa della costa, siamo in presenza di un Piano di gestione integrata delle aree costiere, ripeto nel merito ci siamo entrati più volte anche nei territori, nelle città, anche nei simboli se volete della costa marchigiana, perché la riunione a Senigallia l’abbiamo fatta, addirittura, alla Rotonda, quindi fisicamente siamo stati in quei luoghi. Dicevo legge di difesa della costa, Piano di gestione integrata delle aree costiere, le risorse destinate in questi anni non sono di poco conto, parliamo di decine e decine di milioni di euro, però rispetto a questi dati, sentivo anche il Consigliere Binci dire che dovremmo procedere ad una revisione, se non ho capito male, del vigente Piano di gestione integrata delle aree costiere e questo punto, ad esempio, è presente nella risoluzione.
Dicevo che non voglio ripetere quanto è stato già detto. Dovremmo mantenere, a mio avviso, un equilibrio fra gli interventi necessari, urgenti, immediati che vanno fatti e la visione d’insieme del territorio e della costa. Da questo punto di vista credo che l’Assessore Viventi abbia presente l’obiettivo che la Giunta si è data che credo diventi anche un obiettivo dell’Assemblea legislativa, quello di giungere, entro il 2013, ad una legge organica del governo del territorio che sia anche una risposta alla difesa della costa.
PRESIDENTE. La discussione sulle mozioni è terminata, informo che è pervenuta una proposta di risoluzione con un emendamento.
Comunico il ritiro delle seguenti mozioni: n. 291 dei Consiglieri i Giancarli, Silvetti, Acacia, Camela, Acquaroli, n. 158 del Consigliere Cardogna, n. 425 del Consigliere D’Anna, n. 386 del Consigliere Acquaroli, e n. 431 del Consigliere Latini. Queste mozioni sono ritirate.
La proposta di risoluzione è pervenuta, darei la parola per l’intervento finale all’Assessore Eusebi che è anche il primo firmatario di questa proposta di risoluzione su cui c’è anche un emendamento che tratteremo più avanti. Prego Assessore.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, credo che gli emendamenti siano due perché mi sembra che il Consigliere Cardogna ne abbia presentato un altro. Sono due emendamenti: uno più filosofico, giustamente filosofico, l’altro esplicativo di una situazione corretta e, quindi, mi sembra che siano in linea con la risoluzione che abbiamo proposto in tanti, qui non c’è un primo firmatario.
Questo dibattito è stato veramente di livello.
Mi scuso con il Consigliere Zaffini ma a fronte di alcune cose giuste, io, tra l’altro essendo telepatico, ho già cominciato a studiare, le ricordo che si è perso un bel convegno organizzato dal collega Presidente del Gruppo Misto Consigliere D’Anna in cui abbiamo esaminato, e da lì siamo partiti anche con gli uffici per esaminarlo anche da un punto di vista operativo, quello a cui lei faceva cenno: al sabbiadotto, ricordo che in quell’iniziativa questo tema è stato affrontato, poi con gli uffici ne abbiamo parlato e qualcuno se ne sta già occupando seriamente da qualche mese.
Ricordo sempre al Consigliere Zaffini che abbiamo proceduto pochi giorni fa ad un tentativo, secondo me molto serio, di sburocratizzare quella che è la manutenzione ordinaria dei sedimenti sulle spiagge. Due appunti, mi consenta, fino a qui positivamente critici, l’altro meno positivo, Consigliere Zaffini, lei ha fatto l’esempio di Gabicce, di Cattolica, c’è una differenza di animazione della vita cittadina, può darsi che ci sia una mentalità diversa, ma per quanto riguarda la difesa della costa la invito ad andare a vedere ed a parlare con i tecnici, con il Sindaco, con chi vuole del Comune di Gabicce sulla bontà degli interventi fatti in quel Comune. Non c’è nessuna differenza passando da Cattolica a Gabicce per quanto riguarda gli interventi strutturali e di manutenzione di difesa della costa, perché questa Giunta ha a cuore, e qui ha ragione lei, il combinato disposto, difesa della costa, vita del turismo e, quindi, vita degli operatori.
Le critiche a questa Giunta sulla disattenzione alla vita degli operatori turistici e delle intere economie cittadine che sul turismo operano, le rigetto completamente, lo posso fare perché, non c’è e non è piaggeria e quindi se mi vuole mandare via da Assessore lo può fare lo stesso, il Presidente Spacca ha fatto di questo concetto, ribaltando concetti antichi, pseudo ambientalisti o falso ambientalistico, come dico io, un must. La difesa della costa risponde a precise indicazioni anche tecniche, il turismo è la vita di questa regione, perdonatemi, un esempio, quando sono arrivato sentivo quelli che io chiamo, non si offenda nessuno, pseudo ambientalisti dire: “Ma voi fate gli interventi per accontentare quattro bagnini”. Quella, secondo me, è una sciocchezza clamorosa, qui ci sono intere comunità, 23 Comuni della costa moriranno o progrediranno se ci sarà attenzione alla costa anche in funzione del turismo. Dopodichè ha ragione anche il Consigliere Binci, ci sono alcune aree che vanno tutelate perché rappresentano un’unicità dal punto di vista ambientale.
Consigliere Zaffini, la invito ad osservare meglio, lei ha detto cosa ci stanno a fare i tecnici, io sono orgoglioso della ristrutturazione, non per merito mio, che il Presidente Spacca, anche accogliendo alcune mie osservazioni, ha voluto quel tipo di struttura, sono orgoglioso del lavoro che stanno facendo, io li chiamo amici ma mi dicono che sbaglio, i funzionari, i dirigenti della difesa della costa e del suolo stanno facendo un lavoro egregio nel tentativo di sburocratizzare e di conciliare, i veri ecologisti stanno nei nostri uffici, la difesa della costa, la difesa dell’ambiente ed il turismo. Solo da questo connubio può venire lo sviluppo dell’unica miniera inesplorata di questa regione che è il turismo. Io rispondo per quello che conosco, per il mio lavoro, poi le critiche al ventennio passato ognuno è libero di farle, compreso io.
La risoluzione a firma praticamente di tutti, con i due emendamenti che, secondo me, sono migliorativi, uno è esplicativo e uno no, fa un’analisi e impegna il Presidente e tutta la Giunta regionale a continuare e ad intensificare l'azione positiva intrapresa ribadendo la priorità strategica della difesa della costa, il turismo viene citato nelle premesse, ad individuare nuove risorse finanziarie anche tramite altri canali di finanziamento - molti di voi hanno fatto questo discorso compreso il Consigliere Acquaroli e compreso l’intelligente intervento del collega Perazzoli - al fine di sostenere le azioni di difesa della costa e al fine della salvaguardia del comparto turistico, e Consigliere Zaffini questo lo apprezzerà anche lei, a procedere quanto prima alla revisione del vigente Piano di Gestione Integrata delle Aree costiere. C’è un aggiunta saggia del Consigliere Cardogna anche alla luce della Carta di Bologna e di quant’altro andremo ad esaminare. Nuove risorse finanziarie, come dicevano in molti, l’impegno a lavorare, come diceva il Consigliere Acquaroli, ed a studiare anche quell’aspetto in maniera più seria.
Credo che questa risoluzione, quanto mai bipartisan, premia non il mio lavoro, io tento solo di imparare e di cercare di coordinare il lavoro dei vari uffici di cui, ripeto, vado orgoglioso, ma questa risoluzione bipartisan, su una tematica così generale, spingerà me, la Giunta e tutta la struttura ad operare affinché queste non restino parole di una risoluzione ma opere concrete che si realizzino il più velocemente possibile.
PRESIDENTE. Grazie Assessore Eusebi, ci sono due emendamenti. Sono stati distribuiti? Si!
Emendamento n. 1 del Consigliere Acquaroli. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 2 del Consigliere Cardogna. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.
Roberto ZAFFINI. Voglio aggiungere il mio nome alla risoluzione, probabilmente, sono uscito un attimo e non mi sono accorto della sua presentazione.
PRESIDENTE. Vada al tavolo della Segreteria e firmi l’originale. Ha la parola il Consigliere Trenta.
Umberto TRENTA. Dichiarazione di voto.
Assessore Eusebi, i giochi della politica sono quelli che sono, ma occorre motivare il perché uno vota e uno non vota.
Quando parlammo delle aree costiere all’Assessore Donati che aveva delega specifica io ebbi a ricordare di avere una carta comune sulle coste, oggi, con sorpresa, Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo. Ho visto prima il Dott. Bellardi che si aggirava qui con fare sgattaiolante, come suo costume, allora, io ricordo che abbiamo anche dei protocolli aperti nella Macroregione Ionico Adriatica e penso, ed ecco qui il qui pro quo con il consigliere Bucciarelli, ma quando fate queste cose intendete le zone costiere mediterranee come fossero un astratto geografico oppure avete un’idea di che cosa è la zona costiera mediterranea. Avete un’idea di come in Europa viene considerata la Macroregione Mediterranea o credete di fare sempre protocolli di intesa tout court, come mi serve lo prendo, il gioco delle tre carte
Il mio amico, più grande esponente della cultura napoletana, il grande Massimo dice sempre “Statt accort …” perché qui ancora una volta state percorrendo scorciatoie ridicole, parlando di un tratto di costa, quella marchigiana, e dimenticando pezzi di quella costa che poi verranno suggeriti agli assistenti: “Guarda vedi di fare …”. Assessore se parliamo di zone mediterranee che la cosa venga compresa in una risoluzione europea che comprenda anche i corridoi europei che sono uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto fino a Bari poi girano di la e vanno.
Avete un’idea di come intende questa risoluzione la costa spagnola e la costa francese? Siamo in Europa, non siamo nella Regione Marche che ancora una volta va a castrare zone di periferia, sarebbe opportuno che su queste cose venisse in Aula cara Consigliera Ortenzi quella proposta di legge “Limes territori di confine”, la costa è un confine naturale che unisce il mondo del mare e quell’economia, con il mondo della terra con la sua economia, quindi sono cose che non possono essere né scisse, né considerate, ripeto, scorciatoie tout court. Siamo in Europa, Assessore, ce ne siamo accorti?
La Bolkestein come si integra con il roboante dispositivo, dopo le parole …, qui solo parole, aree costiere, se parla di zone costiere del Mediterraneo capisca qual è la normativa europea su questi concetti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Volevo dichiarare il mio voto contrario a questa risoluzione perché non condivido questo approccio, in cui è sottintesa una cosa: ci sono poche risorse ma appena ci saranno faremo la difesa della costa dappertutto.
Mi viene da sorridere, abbiamo visto che siamo passati da 8-10 milioni degli anni precedenti a due, non ci sono risorse e qui, ancora, non si accenna al cambio delle politiche urbanistiche, non si accenna, da nessuna parte, ad un cambio dell’ottica nel senso di valorizzazione del paesaggio ma solo di difesa. Si parla di tutela della costa a ridosso delle abitazioni e delle infrastrutture, si parla di emergenza, si continua a parlare di emergenza, per emergenza noi non abbiamo le risorse e soprattutto l’emergenza non va nella direzione della programmazione, l’emergenza non va nella direzione della tutela del paesaggio ma va nella direzione di difendere pezzi di costa cementificati fino alla battigia, fino dentro il mare.
Io non posso votare a favore di una proposta che dovrebbe decidere la programmazione dei prossimi anni e che propone di continuare ad intensificare la priorità strategica della difesa della costa; individuare nuove risorse in questa direzione. Secondo me è una cosa gravissima.
Noi dovremmo dire ci sono poche risorse, andiamo ad uno studio di quelle che sono le situazioni e verifichiamo come intervenire, soprattutto politiche urbanistiche per dire 300 metri dalla costa, 500 metri dalla costa dovrebbero essere sempre tutelati e ci dovranno essere politiche di abbattimento e di arretramento.
Questo secondo me, oggi, nel 2013, vuol dire parlare di difesa della costa, per cui sono contrario e voterò contro questa risoluzione.
PRESIDENTE. Proposta di risoluzione, emendata, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Interrogazione n. 995
del Consigliere Giancarli
“Permesso per la raccolta dei funghi – reciprocità tra Umbria e Marche”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 995 è rinviata.
Interrogazione n. 947
del Consigliere Bucciarelli
“Sospensione delle operazioni alla cataratta presso l'Azienda ospedali Riuniti di Torrette”
Interrogazione n. 950
del Consigliere Latini
“Ospedali Riuniti di Torrette – sospensione operazioni per rimuovere la cataratta”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 947 del Consigliere Bucciarelli e n. 950 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. In relazione all'interrogazione, in base a quanto segnalato da parte degli Ospedali Riuniti di Ancona, si precisa che l’Azienda ha, in attuazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2014, predisposto un piano attuativo, nel quale vengono previste una serie di iniziative atte a spostare sempre più l'attività verso le alte complessità e l’alta specialità.
In quest'ottica, al fine di dare spazio a tali attività, dovranno essere delocalizzate alcune procedure di minore complessità, attuabili anche in strutture ospedaliere di minore specializzazione, situate più vicino alla residenza dei pazienti. Tra queste attività vi sono anche gli interventi per cataratta, procedura semplice eseguibile anche in regime ambulatoriale, secondo quelle che sono le disposizioni di norma.
Al riguardo, già da diversi anni, è stata avviata una collaborazione con la ex Zona 7, in particolare all'interno dell'Ospedale di Osimo, dove l'equipe oculistica dell'ospedale effettua interventi sui pazienti per cataratta permettendo di liberare sedute operatorie all'interno della Azienda da dedicare a patologie complesse, trattabili solo all'interno di una Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Al momento sono stati attivati tavoli tecnici con la Direzione Sanitaria dell'ASUR per concordare le eventuali delocalizzazioni delle patologie minori, con tempi e modalità tali da non creare interruzione dell'assistenza e riduzione della qualità delle prestazioni sanitarie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.
Dino LATINI. Grazie Presidente e grazie Assessore della risposta.
Il problema è questo: non si svolgono più di fatto a Torrette e non si volgono più all’Ospedale di Osimo.
Il disservizio è determinato dall’inefficienza del trasferimento della specialistica dei surgery e delle attività collaterali a questa particolare chirurgia oculistica che annulla l’effetto positivo che la sanità marchigiana ha dato nelle prestazioni ambulatoriali di oculistica con circa 500 prestazioni positive nell’arco di un anno, quasi due ogni giorno.
Qui sta la necessità di una volontà forte ed immediata da parte della Regione per superare un problema veramente spicciolo che metta fine a questa vacatio esistente fra la volontà di razionalizzare gli interventi, per non ingolfare le eccellenze di Torrette e, nello stesso tempo, far si che prenda il via, attraverso la convenzione che è ferma sul tavolo dell’Asur, l’attuazione di quelli che sono i servizi necessari.
Non si tratta di una situazione campanilistica si può fare anche a Torrette, l’importante è che si faccia, questo è il dato di fondo alla data odierna, chiedo, quindi, che l’Assessore intervenga effettivamente per dare il là definitivo per superare il problema che è più di ordine burocratico che tecnico specialistico o finanziario che per quanto riguarda la convenzione è ampiamente coperta.
Interrogazione n. 918
del Consigliere Zinni
“MIT Manifattura Italiana Tabacchi di Chiaravalle: proroga CIGS”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 918 del Consigliere Zinni. Ha la parola per la risposta l'Assessore Luchetti.
Marco LUCHETTI. In data 12 maggio 2010 la MIT Spa aveva comunicato alla RSU aziendale, alle OOSS territoriali, alla Regione Marche e alla Confindustria Ancona la propria intenzione di ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni straordinaria - Causale riorganizzazione aziendale - per un periodo di 24 mesi, che avrebbe interessato un numero massimo di 68 dipendenti (17 impiegati e 51 operai).
Dal 2010 ad oggi ci siamo più volte confrontati con il Comune di Chiaravalle, la proprietà e le Organizzazioni Sindacali.
A giugno 2012, cosi come sottolineato dall'interrogante, era stata avviata la procedura di una nuova CIGS per il periodo giugno 2012 - giugno 2013 per crisi aziendale, per un numero massimo di 64 lavoratori.
Continueremo a monitorare costantemente la situazione per valutare ogni possibile soluzione volta alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
In tal senso è ipotizzabile la costituzione di un tavolo tecnico composto da Regione, azienda e Organizzazioni sindacali.
Per quanto riguarda l'utilizzo della superficie di 70.000 mq la Regione ha fatto elaborare un progetto di realizzabilità di un incubatore di impresa di vasta scala.
Ad oggi i contatti avuti con la proprietà dell'immobile hanno evidenziato come il costo di tale operazione siano assolutamente insostenibili.
A queste cose voglio aggiungere che il 20 marzo prossimo ci sarà un incontro tra organizzazioni sindacali e azienda per fare il punto.
Pare che questa azienda, da un punto di vista produttivo, abbia un po’ ripreso perché ha delle commesse da fabbricanti di tabacchi del nord Italia, anzi ha dovuto, addirittura, frenare queste domande perché non ce la faceva da un punto di vista produttivo. Il problema, però, è il dimensionamento della fabbrica, lì sono 72 operai- addetti complessivamente intesi, che rischia di esaurire la cassa integrazione nel senso che le macchine sono quelle, anzi, dopo il superamento della BAT il Ministero ha pregato la BAT di consegnare due macchine alla MIT perché si potesse, in qualche modo, si sarebbero impiegati quattro dipendenti, non di più, dare un ulteriore aiuto a questa situazione.
La situazione è grave, ecco perché il 20 c’è questo incontro, stante questa produzione probabilmente 72 addetti sono in esubero e si sta esaurendo la Cassa integrazione, vedremo dopo quell’incontro se riterranno opportuno aprire questo tavolo.
A parte quello che ho detto, la Regione aveva pensato che questo grandissimo immobile poteva essere usato come stoccaggio dei beni strumentali della cultura, l’azienda ci vuole lucrare sopra e non so se riusciremo a concludere questa faccenda perché i prezzi sono esorbitanti, così come ha riferito l’Assessore Marcolini.
Il problema è che avevamo dato al Comune di Chiaravalle un’idea che era quella di alimentare, attraverso questa superficie, un incubatore di impresa artigiana, ci stiamo ancora lavorando, però è sullo sfondo. Noi pensavamo di fare un incubatore di impresa artigiana che consentisse al Comune di prendere l’immobile facendo uno scambio di ordine urbanistico, a Chiaravalle, per la verità, dopo che ho fatto questa proposta, io mi sono preso l’etichetta di distruttore della città di Chiaravalle perché ho detto: “Date da costruire, prendete l’immobile e fate qualche cosa per l’occupazione”. Non è passata, c’è ancora qualche speranza per questo progetto ma certo siamo in crisi, questa proposta era del 2010, oggi, forse, con questa crisi diventa quasi impensabile. Noi manteniamo in piedi questa proposta con gli artigiani perché si pensava di fare un incubatore di aziende artigiane collegate alla casa. Casa e bottega, però, non una bottega tradizionale, dove c’era casa e bottega, ma una casa e un laboratorio vicino a casa, questa era l’ipotesi che tutte e tre le confederazioni artigiane avevano in mente di fare.
Vedremo come andrà a finire questo incontro con l’azienda, per la verità, come sapete, la proprietà della MIT non è formata da imprenditori, è un gruppo di commercialisti che si sono messi insieme e che hanno rilevato questa azienda, tenendola in piedi per prodotti di nicchia dei tabacchi, Questa è la verità.
Adesso attendiamo l’incontro del 20, dopo di che faremo il punto con le organizzazioni sindacali.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Innanzitutto ringrazio l’Assessore perché al di là delle risposte formali ha dato un segnale politico.
L’unica raccomandazione che mi sento di fare è: questa è una storia classica in cui un’azienda di notevoli dimensioni entra in una progressiva fase di crisi dovuta, oggettivamente, ai meccanismi del mercato, della globalizzazione ma questo è anche uno di quei classici casi in cui si rischia, se non si previene oggi, oggi forse è già tardi, di non riuscire ad individuare un percorso sostenibile per l’azienda, da un punto di vista economico, e per il territorio. Il rischio è quello di dover prendere atto laconicamente che l’istituzione principe delle Marche, cioè la Regione, non ha potuto fare niente.
Non a caso citava, giustamente, l’incapacità dell’amministrazione comunale chiaravallese che non ha saputo fiancheggiare la Regione in un progetto. Questo è un rischio grave.
Allora mi sento di dir senza tanta demagogia di non rinunciare al tavolo Regione, Sindacati, Azienda, perché è l’unico luogo che potrà accogliere la nuova governance comunale di Chiaravalle, ci saranno le elezioni, è l’unico luogo dove si potrà individuare un percorso coeso e compatto per fare quello che si può fare ma, soprattutto, quello che può essere più utile a salvaguardare sia il dato occupazionale che lo sviluppo del territorio. Soprattutto non perdere l’azienda, perché poi il dato di fatto finale è che qualcuno nella catena, nella filiera istituzionale e sindacale non riesca ad essere propositivo, sapendo bene come vanno a finire queste storie.
L’appello a pretendere che ci siano tutte le organizzazioni sindacali, più partecipazione e rappresentatività rende il tavolo più forte, predisporlo oggi in modo tale che dopo le elezioni comunali chiunque governerà Chiaravalle potrà partecipare a tutto ciò. Infine continuare questo discorso con le associazioni di categoria, cercare di ampliare il più possibile l’offerta di progetti sostenibili da mettere in campo con l’azienda, forse di più non si può fare, però, per riuscire ad ottenere questo risultato, abbiamo ancora qualche mese di tempo per impegnarci concretamente, e la invito a proseguire su quello che sta facendo, ad arricchire questo con una polarità della Regione sul piano della proposizione affinché poi, ripeto, il prossimo Comune sia più costruttivo e meno al di fuori della partita.
Interrogazione n. 1114
del Consigliere D'Anna
“Cura del diabete: restrizioni alle prescrizioni di insuline, farmaci salvavita”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1114 del Consigliere D'Anna. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione è relativa alla restrizione della possibilità di utilizzare, sul territorio regionale, tutte le insuline attualmente commercializzate, ora qui ci sono una serie di precisazioni per punti:
1. tutte le insuline attualmente registrate in Italia sono disponibili nelle farmacie convenzionate della Regione Marche, prescrivibili da tutti i medici prescrittori del Servizio sanitario regionale ed erogabili a carico del Sistema Sanitario Regionale.
2. Per quanto riguarda l'uso ospedaliero, la Regione Marche, con l'approvazione del primo Prontuario Terapeutico Ospedale Territorio Regionale con la deliberazione di Giunta n. 1228 del 2 agosto 2010 e con l'aggiornamento con la deliberazione di Giunta n. 1795 del 28 dicembre 2012, ha dato indicazioni per una migliore gestione economica della risorsa farmaco, prevedendo comunque la presenza di tutte le tipologie di insuline (due insuline rapide, una regolare, una intermedia ed una lenta) e demandando alle singole Aree Vaste le specifiche scelte dei marchi commerciali. Inoltre, si fa presente che non sono state rilevate criticità in merito al piano terapeutico cui accennavo.
3. Non è richiesta la valutazione dell'AIFA per quanto riguarda i farmaci in questione in quanto non sono farmaci innovativi (secondo quanto previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 18 novembre 2010 e dall’art. 10 della legge di stabilità 2013, legge 24 dicembre 2012 n. 228, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre - Supplemento ordinario n. 212).
4. Resta comunque, anche in questo caso, la possibilità, da parte del medico, di richiedere uno specifico farmaco non presente nel Prontuario di Area Vasta attraverso una richiesta motivata per singolo paziente.
5. Infine per quanto riguarda un possibile danno alle ditte fornitrici è del tutto teorico, in quanto tutte le tipologie delle insuline vengono fornite con onere a carico del Servizio sanitario regionale. Nessuna ditta farmaceutica ha formalmente contestato il Piano terapeutico ospedale territorio, né fatto ricorso alla magistratura amministrativa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D'Anna.
Giancarlo D'ANNA. Ho ascoltato la risposta dell’Assessore che è molto simile a quella apparsa sui vari quotidiani qualche giorno fa.
Per quanto riguarda le precisazioni l’Assessore dice che le insuline non inserite nel prontuario sono comunque disponibili presso le farmacie convenzionate ed erogabili a carico del Servizio regionale, è un’affermazione vera, però non tiene conto che molte prescrizioni vengono fatte da centri di diabetologia all’interno di ospedali e di conseguenza la distribuzione dei farmaci avviene tramite le stesse farmacie ospedaliere con un grosso risparmio della spesa. Se le farmacie ospedaliere non avranno in dotazione tutti i tipi di insulina, le richieste saranno dirottate verso farmacie esterne e questo sarebbe un aggravio di costi, quindi, è questa la peculiarità che andrebbe affrontata, Assessore, in modo diverso.
Se il medico ospedaliero dovesse prescrivere, per esigenze del paziente, delle insuline diverse da quelle previste dal prontuario, si aprirebbero praticamente due strade, due vie: la prescrizione dell’insulina viene delegata dall’ospedale al medico di base, causando al paziente ulteriori disagi, oppure il medico ospedaliero dovrà giustificare, come detto nella risposta che diede nel servizio e che è confermata oggi, la prescrizione di un’insulina che non è in prontuario.
Considerato il fatto che un centro di diabetologia medio vede al giorno dai 20 ai 30 pazienti trattati con insulina, la domanda è se questa soluzione sia quella più praticabile e, a parte tutte le problematiche che possono sorgere a seguito delle scelte fatte dalla Regione, se sia lecito cambiare un farmaco ad un paziente che già ne usa un altro con successo solo perché non inserito nel prontuario. A chi verrebbe attribuita la responsabilità di eventuali eventi avversi che potrebbero verificarsi a causa del cambio di terapia?
L’Assessore, l’altro giorno, ha partecipato ad una manifestazione per chiedere, a livello nazionale, che non vengano presi provvedimenti diversi rispetto a quelli che il genitore o la famiglia del malato chiedono, in questo caso l’Assessore va in contraddizione con il suo comportamento e con il suo atteggiamento, quindi, non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta, anzi farò in modo di approfondirla con un’ulteriore interrogazione.
Interrogazione n. 1142
del Consigliere Busilacchi
“Grave vicenda nella sanità marchigiana”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1142 del Consigliere Busilacchi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Con riferimento all'interrogazione n. 1142/2013 formulata dal Consigliere Busilacchi e concernente: "Grave vicenda nella sanità marchigiana" si evidenzia che il sinistro è stato regolarmente denunciato su polizza Generali che garantiva, all’epoca dei fatti, la responsabilità civile verso terzi della ex Zona Territoriale n. 8 di Civitanova Marche, perché è li che è avvenuto l’evento.
La Compagnia Generali ha provveduto alla gestione della vertenza nei termini di cui al contratto assicurativo e ha provveduto alla nomina dell'Avv. Vinicio Simoni, cui è stato conferito mandato di rappresentanza e difesa nel giudizio incardinatosi presso il Tribunale di Macerata.
In data 10 dicembre 2012 veniva notificata la sentenza n. 286/2012, di condanna dell'ASUR al risarcimento dei danni subìti dai coniugi Vecchietti, che immediatamente veniva trasmessa al Responsabile assicurativo presso la sede di Civitanova Marche con raccomandata A.R. dell’11 dicembre 2012, prot. 31821.
Con una nota del 7 febbraio 2013 inoltrata alla Presidenza della Regione Marche, il Sig. Vecchietti ha lamentato il mancato rispetto della sentenza in quanto ad oggi, poi dirò che il caso si sia risolto, alcun pagamento sarebbe stato effettuato. C’è stato comunque un ritardo nel pagamento.
Con una nota del 6 marzo 2013 la Direzione ASUR chiedeva alla Direzione dell'Area Vasta n. 3 per quale motivo non fosse stata data esecuzione alla richiamata sentenza.
Il Responsabile assicurativo dell'Area Vasta 3, sede operativa di Civitanova Marche, rappresentava come la sentenza fosse stata trasmessa alla Compagnia Generali, tenuta a liquidare direttamente le somme, ed all'Avv. Simoni per il relativo pagamento.
Nella citata missiva si esponeva altresì, come nella denegata ipotesi in cui la Compagnia non provvedesse al pagamento, a ciò avrebbe dato seguito il Servizio dedicato di Area Vasta, fatta salva la rivalsa sulla Compagnia.
Da quanto sopra evidenziato emerge come il sinistro abbia seguito un iter risarcitorio non difforme da quello di altri ricadenti sulle polizze rischi.
Resta inteso che in caso di ulteriore ritardo della Compagnia l'ASUR procederà nei termini sopra esposti, provvedendo direttamente al pagamento e provvedendo ad intraprendere le azioni giudiziarie nei confronti della Compagnia stessa visto che è questa quella chiamata al risarcimento.
Mi pare, lo diceva anche il collega Busilacchi, che la questione adesso sia stata superata in quanto l’agenzia ha pagato. Questa è la storia di questo Paese, nel momento in cui tu hai un’assicurazione qualcuno si prende il tempo prima di pagarti, in un Paese normale questo non potrebbe accadere, purtroppo, qui accade.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie, la mia risposta sarà molto breve anche perché come diceva l’Assessore la questione si è risolta e prendo atto con soddisfazione dell’esito positivo.
Quello che volevo fare è una considerazione più generale perché quando questa interrogazione è stata presentata erano molti mesi che una sentenza immediatamente esecutiva di fatto non veniva resa esecutiva, un’assicurazione si rifiutava di fare un pagamento. La considerazione è quella che faceva adesso giustamente l’Assessore, in un Paese normale quando un cittadino vince un procedimento giudiziario non possono passare dei mesi o addirittura, in alcuni casi, degli anni prima che venga riconosciuto il suo diritto di fatto. C’è un’inerzia generale da questo punto di vista nel Paese, non voglio pensare che sia stata un’interrogazione di un Consigliere regionale, che di fronte ad una interrogazione di un Consigliere regionale un’assicurazione abbia ritenuto opportuno attivarsi e che se non ci fosse stata questa interrogazione, forse, spero di no, staremo ancora lì.
Ringrazio l’Assessore che chiaramente all’epoca dei fatti non era nemmeno in carica, però, in generale questa interrogazione è volta a evidenziare che queste problematiche, purtroppo, hanno sempre bisogno di una continua sollecitazione da parte di tutti noi. La ringrazio.
PRESIDENTE. E’ terminata la parte dedicata al sindacato ispettivo, passiamo come d’accordo, alla mozione n. 458.
Mozione n. 458
della Consigliera Giorgi
“Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”.
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 458 della Consigliera Giorgi, ha la parola per illustrarla.
Paola GIORGI. Grazie Presidente, innanzitutto voglio ringraziare l’Aula per aver accolto la mia richiesta di iscrivere questa mozione. Due brevi parole giusto per illustrarla.
Il 15 marzo sarà quest’anno la "2° Giornata nazionale del fiocchetto lilla" dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, il 15 marzo perché in questo giorno è morta una delle tantissime vittime di questo problema, di questa malattia, di queste malattie legate ai disturbi del comportamento alimentare, una ragazza di 17 anni, Giulia, una ragazza di Bologna che dopo tanti anni di malattia, a 17 anni, è morta.
Questa giornata è nata con la volontà di sensibilizzare le istituzioni al fine di istituire una giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare.
La tematica dei disturbi del comportamento alimentare sta assumendo una gravità inusitata nel panorama, soprattutto delle giovani generazioni.
L’anoressia e la bulimia, principalmente l’anoressia è la principale causa di morte dei giovani sotto i 18 anni. E' una malattia molto diffusa, soprattutto, tra le ragazze, ma ormai anche tra i ragazzi si sta diffondendo e, soprattutto, la cosa più grave è che la fascia di età nella quale inizia a presentarsi, questo che io che ben conosco e che definisco mostro, è sempre più bassa.
Credo sia importante che l’Assemblea legislativa delle Marche si renda promotrice anch’essa di questa iniziativa, quello che io chiedo, con questa mozione, è che l’Assemblea legislativa, attraverso il Presidente Solazzi, aderisca a questa petizione che è in corso presso il Governo nazionale per l’istituzione di questa giornata.
Io chiedo anche un’altra cosa, è una richiesta che faccio al Presidente della Giunta, alla Giunta, all’Assessore Mezzolani, con il quale però stiamo già lavorando in questa direzione, che nella nostra regione si arrivi ad un coordinamento ed ad una crescita perché quello che c’è di richiesta sociale ma soprattutto sanitaria rispetto a questo problema è ancora troppo poco.
Non è un disturbo, viene definito disturbo ma è una malattia vera e propria e molto complessa, della quale ancora non si parla, e ve lo dico io perché non se ne parla, perché chi è malato di anoressia difficilmente ne parla, perché parlare di questa malattia significa riconoscere una profonda debolezza, riconoscere di essere sottoposti ad un carnefice e riconoscere che il carnefice ha come strumento della sua azione se stesso, quindi, per una persona che cade in quel vortice è una cosa veramente difficile.
L’anoressia è la patologia di una malattia, la malattia è molto più profonda, è una malattia di origine psicologica, questo corpo che si manifesta è solo la manifestazione di una malattia, è una malattia che ti uccide, uccidendo le tue funzioni vitali, non mangiando si muore.
E' una malattia molto infida ma anche molto controversa, che va conosciuta, va tesa una mano alle famiglie che si trovano a trattare con questa malattia che non hanno, assolutamente, gli strumenti, e credetemi, se non ci sono strumenti sanitari e psicologici precisi da questa malattia non si esce, per cui chiedo questa semplice cosa.
Dicevo prima che con l’Assessore Mezzolani stiamo lavorando ad un progetto che mette in sinergia le ancora poche proposte, sia ospedaliere che territoriali, che ci sono sul nostro territorio. C’è una fortissima mobilità passiva della nostra regione per le persone che sono attaccate dai comportamenti di disturbo alimentare, quindi è un tema che deve divenire, per la nostra sanità, secondo me, prioritario, proprio perché è un tema che riguarda soprattutto le giovani generazioni e, mi permetto di dire, è un tema che va inserito nella profonda questione della nostra sanità, che deve trattare tutte le tematiche relative ai problemi dell’età evolutiva.
Chiedo, quindi, l’adesione dell’Assemblea legislativa a questa semplice ma, secondo me, importantissima mozione. Grazie.
PARESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Voglio ringraziare la collega Giorgi perché ha presentato una mozione che stamattina discutiamo e votiamo.
Da tempo avremmo dovuto affrontare problemi come questo, che è diventato, e sta aumentando, un problema sociale.
La ringrazio di cuore anche per il lavoro di studio e di elaborazione che sta facendo. Io stessa ho chiesto, già qualche tempo fa, ai servizi sanitari ed collega Comi, che pure se ne è fatto carico e me l'ha mandata, tutta la documentazione su quello che si sta facendo nella nostra Regione e su quello che si è sviluppato in questi anni, rispetto ai problemi dei disturbi alimentari, nelle altre Regioni. Debbo dire, collega Giorgi, che anche le altre Regioni non hanno una legislazione relativa ai problemi dei disturbi alimentari, ci sono iniziative che attengono ai sistemi sanitari, ai piani sanitari ma nulla di specifico.
Sono d'accordo anch’io che c'è poca attenzione su questo argomento da parte delle famiglie, dell'istituzione scuola, dei giovani. Ci sono pochi interventi di sensibilizzazione, pochissimo si è fatto e pochissimo si sta facendo. Lei diceva che se ne parla troppo poco, sicuramente sono patologie di cui si parla poco, per paura, come per tutte le cose che rappresentano, in qualche modo, una diversità, un qualche cosa, che secondo me, fa paura affrontare.
Si tratta di patologie, come diceva, per le quali non ci sono ricette intoccabili e verità sicure, certe, non ci sono medicinali, terapie psichiatriche e psicologiche che possano avere un sicuro esito.
Il dramma è che questa malattia si gioca in presa diretta sul proprio corpo e, purtroppo, interessa molte giovani, per esempio, nella mia provincia, nella provincia di Fermo rispetto a questo c'è un dato importante, abbiamo più di 200 ragazze, sono più le giovani donne che i giovani uomini, spesso adolescenti, che hanno cercato di avvalersi del sistema sanitario, in particolare dei servizi di medicina di diabetologia e quant’altro.
E' un fenomeno che ha assunto proporzioni dilaganti e uno dei problemi psicologici più importanti dei nostri tempi.
Ho preso delle informazioni un po' più specifiche perché ritengo che se ci mettiamo di "buzzo buono", come si dice, tutti insieme in questo Consiglio, anche attraverso l’ausilio del servizio sanitario, possiamo fare qualche cosa di buono anche con il lavoro che lei ha già in mente di sviluppare.
Credo che l'anoressia, ma anche la bulimia, l’obesità e tutti gli altri problemi collegati ai disturbi alimentari, si configuri come una sorta di esaltazione della donna libera, di quello che è il modello di oggi, donna libera, autonoma, capace di esercitare un controllo sul proprio corpo, su se stessa, sui propri bisogni, è un controllo ferreo, l’alimentazione è vista come qualcosa su cui occorre, per essere bella, tra virgolette, avere un controllo importante.
Purtroppo dobbiamo anche fare una considerazione ovvia, banale, scontata, ma è anche la pubblicità, quello che noi vediamo in televisione, al cinema, che esercita una pressione forte, importante, una pressione sociale che influenza le abitudini e gli stili di vita.
Oggi vediamo che il termine light è diventato un imperativo morale, quasi una filosofia di vita, e anche noi, che siamo adulti, che sappiamo controllarci meglio degli adolescenti e dei giovani, ci innamoriamo troppo spesso di questa filosofia che ci viene imposta anche dai media.
Purtroppo e soprattutto questo riguarda le nostre ragazze, io ricordo, diversi anni fa a scuola, questo sogno dell’essere esile, dell’essere magro. Comincia dalla scuola elementare, quindi, è importante controllare come i nostri giovani, le nostre ragazze già da bambine, si confrontano con le immagini di bellezza che sono sempre più impegnative. La linea a tutti i costi, la magrezza che sembra quasi la chiave magica verso la felicità, per non dire, poi, del mondo dello spettacolo ed anche del mondo della moda.
Voglio segnalare che, per esempio, in Israele, un paese moderno, a gennaio, mi sembra, sia stata adottata una legge nazionale in cui si stabilisce che gli stilisti, le case di moda, la pubblicità, non possano assumere, non possano dare lavoro a persone, a giovani uomini e donne, con una massa corporea stabilita, che io non so ovviamente quale essa sia. Credo che anche noi, in qualche modo, anche il nostro paese si possa avvalere di una legge o, comunque, si possa impegnare su questa situazione dei disturbi alimentari, in particolare dell'anoressia, che è diventata di moda proprio nella moda ma anche dentro alle nostre famiglie, un faro che le nostre giovani hanno davanti per la loro bellezza e per la loro falsa felicità.
Cosa potremmo fare noi come Consiglieri regionali, come Consiglio e anche come Servizio sanità della nostra regione? Impegnarci e trovare anche delle risorse, studiare, soprattutto elaborare un progetto affinché tutto quel lavoro che viene fatto nelle nostre strutture sanitarie, negli ospedali, nei servizi di medicina e quant’altro, possa essere messo a sistema attraverso un collegamento di rete, uno studio approfondito e preciso in modo tale che anche le risorse finanziarie possano essere indirizzate affinché i comportamenti alimentari, i comportamenti delle nostre giovani e dei nostri giovani siano indirizzati al meglio, un lavoro di sensibilizzazione e di orientamento alle famiglie, alle istituzioni, in questo caso alla scuola in primis.
Ringrazio di nuovo la Consigliera Giorgi e spero di poter lavorare insieme su questo progetto.
PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare.
Mozione 458. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,15.