Resoconto della seduta n.111 del 20/03/2013
SEDUTA N. 111 DEL 20 MARZO 2013

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 111 del 20 marzo 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 110 del 12 marzo 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 293 in data 7 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Perazzoli, Ortenzi, Giancarli, Badiali, Traversini, Sciapichetti, Petrini, Comi, concernente: “Attività della Regione Marche per l'affermazione dei valori della Resistenza, dell'antifascismo e dei principi della Costituzione repubblicana”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del regolamento interno;
n. 294 in data 14 marzo, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Norme in materia di Unione montane e di esercizio associato delle funzioni dei Comuni montani”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere di cui all'articolo 11, comma 2 della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa per conoscenza al Consiglio dell'Economia e del Lavoro;
n. 295 in data 7 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri regionali Ciriaci, Zinni, Natali, Latini, D'Anna, Malaspina, Acquaroli, Bucciarelli, Foschi, Traversini, Busilacchi, Ricci, Romagnoli, Bugaro, Massi, Marinelli, Silvetti, Trenta, Badiali, Pieroni, Zaffini, concernente: “Regolamentazione accesso negli esercizi pubblici, sui mezzi di trasporto pubblico, negli ospedali e nelle case di riposo, e per la realizzazione di spazi verdi, pedonali e spiagge da destinare all'accesso dei cani, finalizzato all'incremento del turismo nella Regione Marche”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per l’espressione del parere di cui all’art. 69 del regolamento interno e al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2 lettera b) della legge regionale n. 4/2007;
n. 296 in data 19 marzo, ad iniziativa dei Consiglieri D'Anna, Natali, Malaspina, Traversini, Giorgi, Comi, Ortenzi, Busilacchi, Ricci, Marinelli, Massi, Bucciarelli, Camela, Cardogna, concernente: “Norme per l'educazione alimentare, la valorizzazione e l'utilizzo delle produzioni biologiche e tipiche, tradizionali locali e la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 459 del Consigliere Latini “Patto di stabilità interno anno 2013”;
n. 460 del Consigliere Latini “Destinazione del 10% delle entrate derivanti dalle addizionali IRAP e IRPEF a sostegno del cuneo fiscale delle imprese”;
n. 461 del Consigliere Latini “Richiesta di incremento del fondo regionale per la cassa integrazione straordinaria in deroga”;
n. 462 del Consigliere Latini “Detassazione delle imprese a favore della occupazione giovanile”;
n. 463 del Consigliere Latini “Patto di stabilità non applicato ai piccoli Comuni e sblocco risorse”;
n. 464 del Consigliere Latini “Allentare il patto di stabilità ai Comuni e Province”;
n. 465 del Consigliere Massi “Autorizzazioni eco-energie”;
n. 466 del Consigliere Pieroni “Revoca delle autorizzazioni oggetto di indagine giudiziaria e della sospensione degli atti autorizzativi in corso per la realizzazione degli impianti a biogas”
Ha chiesto congedo il Consigliere Binci.

Sull'ordine dei lavori

Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Chiedo una cosa che ritengo molto importante - magari non oggi, perché oggi è iscritta all'ordine del giorno un'altra questione importante - che, nella prossima seduta, il Presidente della Giunta regionale possa in qualche modo relazionare circa le notizie che abbiamo appreso dalla stampa sulla pesante situazione che si è venuta a creare in un noto istituto di credito marchigiano, la Banca Marche.
Mi rendo conto della delicatezza dell'argomento. E' un fatto assolutamente rilevante, ricordo che Banca Marche è una colonna del sistema economico creditizio del nostro territorio ed è la nostra tesoriera, quando dico nostra intendo della Regione Marche, soprattutto interagisce con la Regione Marche per quanto riguarda i Consorzi di garanzia e, quindi, desidero capire se ci può essere una riduzione o meno nelle linee di credito nei confronti delle aziende.
Una comunicazione ampia che tranquillizzi ed informi l'Assemblea legislativa circa le dinamiche in atto presso questo istituto vitale per la nostra economia che, come abbiamo appreso dai giornali, ha chiuso il bilancio per la prima volta in perdita con oltre 518 milioni di euro di sofferenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Ringrazio il Consigliere Bugaro, anzi no Giancarli, che ha presentato un'interrogazione, che stavo predisponendo anch'io, su una cosa che, come Consigliere regionale, mi sembra strana. Gradirei, se fosse possibile, verificare anche la posizione di fusione tra la Fondazione Carisap, Banca Intesa e Banca dell'Adriatico, perché anche qui per la prima volta, purtroppo, Carisap Ascoli Piceno presenterà un bilancio negativo.
Ritengo che la questione di fondo - alla fine il sistema bancario regionale nel mare delle fusioni, di tutto quello che è il circolo di capitale, quindi bilanci che vanno e bilanci che vengono - riguardi tre concetti: il legame del territorio, le garanzie alla piccola e medio impresa, commercio, arte, artigianato, imprenditoria agricola, economia agricola e, soprattutto, un'operazione verità su tutto quello che sta succedendo nel mondo bancario a scapito della famiglia, a scapito di tutto quello che è il sistema economico delle Marche, gradirei che Banca Marche fosse legata anche a questo tipo di fusione.

PRESIDENTE. Gli atti con cui possono agire i Consiglieri sono gli atti ispettivi, le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni. La richiesta di comunicazioni l'ha fatta il Presidente decidendo quando farle. Per quanto riguarda la richiesta specifica di comunicazioni sulla Banca Marche il Presidente se ritiene di farle le può fare, le può fare anche subito, non ci sono particolari problemi.
Le comunicazioni sulla realizzazione del parco eolico e sulle centrali a biogas sono iscritte all'ordine del giorno, quindi la Giunta interverrà, sulle altre il Presidente valuterà.
Sulle comunicazioni a norma di Regolamento si apre una breve discussione, se la discussione si prolunga la Presidenza propone una data per aprire un ampio dibattito. Con i Presidenti dei Gruppi abbiamo deciso di esaurire oggi il dibattito e di non rinviarlo ad altra data, interpretando in una forma più espansiva il breve dibattito. Ci siamo, quindi, accordati che ci potrà essere un intervento per ogni gruppo consiliare, tranne per PD e PDL che avendo un numero maggiore di Consiglieri potranno fare due interventi. Questo per evitare che la discussione vada ad altra data, considerata la presenza dei Comitati e l'urgenza relativa ai recenti fatti che hanno fatto salire il tema a grande attualità. Abbiamo cercato una soluzione che contemperasse la norma regolamentare con l'esigenza di un dibattito immediato, non protratto nel tempo, poi, è lasciata all'intelligenza di ognuno questa interpretazione. Capiamoci, io non sto a guardare il pelo nell'uovo, facciamo il dibattito subito sapendo che è un dibattito contigentato, secondo la linea che ci siamo dati con i Capigruppo.
Detto questo passerei la parola al Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Presidente, visto il clima ed anche la disponibilità ad un confronto serrato, potremmo, insieme all'Assessore Donati, procedere alla comunicazione sugli argomenti iscritti all'ordine del giorno e, se è consentito, approfitterei anche della richiesta del Vice Presidente Bugaro per una brevissima comunicazione in merito alla vicenda Banca Marche, in modo da non lasciarla appesa, evitando che si innestino ulteriori riflessioni che, magari, potrebbero portare lontano anche su argomenti che non sono di nostra competenza.
Direi che in dieci minuti si può fare questa comunicazione e poi entriamo nel merito di quella maggiormente attesa.

Comunicazioni del Presidente della Giunta
"Situazione dell'Istituto di credito Banca Marche"
(ai sensi dell'art. 30, secondo comma, del R.I.)

PRESIDENTE. Ha la parola per le comunicazioni il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Direi che su Banca Marche l'atteggiamento del Governo regionale è un atteggiamento di grande attenzione, non tanto per le motivazioni che sono state dette in relazione alla tutela dei risparmiatori ed alla tutela della posizione della nostra regione, che ha nella Banca Marche la sua tesoreria, perché di fatto queste posizioni sono tutelate per legge. Non è così, capiamoci, ma se teoricamente, ipoteticamente, ci fosse una situazione di disastro totale di un istituto di credito le posizioni dei risparmiatori sarebbero, comunque, tutelate da parte dello Stato e non rischierebbero, così come le posizioni istituzionali che troverebbero delle modalità di garanzia.
Il vero problema per noi è in termini più generali, riguarda l'economia della nostra regione ed il sostegno che Banca Marche dà all'economia della nostra regione essendo l'unico istituto ad interesse regionale.
Voi sapete che l'economia della nostra regione è cresciuta in virtù del forte rapporto che c'è stato fra le imprese e gli istituti di credito, la grande forza dell'economia marchigiana, la regione più industriale d'Italia, sta proprio nel fatto che le casse di risparmio, ovvero le banche locali, hanno partecipato alla costruzione di questa crescita economica. Quindi, la nostra preoccupazione è salvaguardare il rapporto tra gli istituti di credito ed il territorio, tra gli istituti di credito e la realtà regionale delle Marche.
Da questo punto di vista, crediamo che le informazioni da dare possano essere rassicuranti, nel senso che la posizione attuale, che abbiamo confrontato con il Presidente ed il nuovo Direttore generale dell'istituto, è una posizione che nasce dal fatto che questa realtà opera all'interno di una fase economica particolarmente difficile, giunta ormai al sesto anno di crisi, al terzo di recessione, per cui soffre straordinariamente della generosità con cui l'istituto di credito ha operato proprio a disposizione dell'economia regionale.
Ricordo che gli impieghi di Banca Marche nei confronti del nostro territorio sono il 30% superiori alla raccolta e testimoniano una strategia rivolta al sostegno dell'occupazione e del reddito della nostra regione da cui, in una fase di profonda recessione, sono derivati anche dei momenti di grande difficoltà, di sofferenze, molte delle quali non possono essere recuperate o, per lo meno, non possono essere recuperate in tempi brevi a causa della difficoltà della congiuntura economica.
In funzione di questo e secondo le regole che l'Europa ha dettato e che sono state recepite anche dalla Banca d'Italia, di fatto l'istituto è stato costretto ad una revisione ed ad una valutazione di tutte le proprie posizioni da cui sono derivate la necessità di fare delle rettifiche nel proprio bilancio per salvaguardare la posizione dell'istituto.
Questa è una scelta che il nuovo Direttore generale ha fatto proprio per nettare, per rendere trasparente il profilo del conto economico dell'Istituto e affrontare con maggiore sicurezza la fase che viene a intravedersi, sperando che sia una fase di recupero.
Dal punto di vista dell'istituto regionale e dal punto di vista dei risparmiatori direi che non esiste nessun problema, teoricamente se la posizione di Banca Marche fosse talmente incerta, al punto da ritenersi necessario l'ingresso di un nuovo istituto di credito nel suo capitale sociale, cosa che noi non auspichiamo, di fatto non cambierebbe niente per i risparmiatori e per le istituzioni che sono in rapporto con lei. Cambierebbe, naturalmente, sotto il profilo della strategia industriale che il gruppo si propone nei confronti dell'economia del nostro territorio e noi non vogliamo che questa attenzione dell'istituto nei confronti del territorio e dell'economia regionale cambi, quindi, saremo dalla parte della Banca per far si che questo passaggio delicato possa avvenire con la maggiore gradualità, con il maggiore rispetto degli asset che riguardano la nostra realtà regionale e che Banca Marche possa restare un Istituto di riferimento della regione e, quindi, un istituto regionale.
Adesso questa vicenda è nelle mani della Banca d'Italia, ci sono delle ispezioni in corso e sarà la Banca d'Italia a definire le modalità attraverso cui potrà avvenire il rilancio e la costruzione di un nuovo piano industriale per questa banca, però la nostra posizione è quella di difendere la marchigianità di Banca Marche in modo tale che possa continuare a costruire quello che è stato fatto.
Su questa vicenda ci sono anche dei profili di responsabilità che sono stati richiamati da organi di stampa, ma questi non competono a noi, saranno eventualmente gli organi giudiziari che daranno le loro valutazioni.
Sul piano politico-industriale questa è la posizione della Regione Marche, ripeto, salvaguardare la marchigianità dell'istituto, preservare l'ultimo istituto di credito che è rimasto della nostra regione. Anche le argomentazioni che faceva ora il Consigliere Trenta, dimostrano che quando una banca viene acquisita da un istituto di credito diverso, di carattere nazionale, adotta dei procedimenti, delle procedure che sono standard rispetto alla strategia del grande gruppo nazionale, ma che mal si adattano alle caratteristiche della nostra economia che è fatta di micro e piccole imprese.
Spesso c'è un atteggiamento leghista, mi concederà il Consigliere Zaffini questa espressione, da parte delle grandi banche del nord: Intesa, Unicredit e quando dico così, lo dico con cognizione di causa, perché ci sono stati gruppi industriali internazionali, o meglio fondi internazionali che hanno fatto investimenti nella nostra regione e li hanno fatti completamente in equity, perchè essendo investimenti molto consistenti, non hanno trovato un istituto di credito nazionale che sostenesse questo processo di investimenti e li hanno dovuti fare tutti con le loro risorse, in conto capitale, perché le Marche hanno una posizione troppo a sud e, quindi, questi investimenti si fanno al di sopra del Rubicone.
Chiaramente esiste una necessità politica di difendere questo istituto di credito perché ne va dell'economia del nostro territorio.
Sulla seconda questione l'Assessore Donati introdurrà l'argomento ed io, poi, riprenderò la parola.

Comunicazioni della Giunta regionale
"Vicende legale alle autorizzazioni per la realizzazione del parco eolico e delle centrali a biogas"
(Discussione)

PRESIDENTE. Grazie Presidente, ha la parola per le comunicazioni l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. Con questo intervento intendo fornire il mio contributo su quanto accaduto martedì scorso, 12 marzo, a seguito del sopralluogo della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato presso gli uffici della Pubblica Funzione Rete elettrica regionale, autorizzazioni energetiche, gas ed idrocarburi, con riferimento alle autorizzazioni rilasciate per gli impianti alimentati da biomasse e biogas.
Le indagini riguardano questioni relative a funzionari, tra cui tre regionali, come già riferito dal Presidente Spacca, ed alcune ditte e professionisti. In merito a ciò vige il segreto istruttorio e, quindi al momento non è possibile informare più dettagliatamente sugli elementi che hanno fatto avviare l'indagine della Procura e quali saranno i successivi riscontri.
Confido pienamente nell'operato della Magistratura.
E' noto anche il provvedimento con cui la Giunta ha sospeso il Dirigente Ing. Calvarese e affidato le competenze al Dirigente del Servizio Ambiente e Territorio, Arch. Antonio Minetti.
L'indagine riguarda unicamente alcuni funzionari e imprenditori e voler insistentemente attribuire responsabilità politiche è semplicemente strumentale a minare un operato totalmente estraneo a qualsiasi forma di connivenza con quanto ipotizzato dai capi d'accusa, che hanno fatto scattare le indagini in corso.
L'unico fatto oggettivo che riferisco è che nessun sopralluogo è stato effettuato al momento presso il mio assessorato, nessuna richiesta di chiarimenti è stata rivolta al sottoscritto. La disponibilità a collaborare e fornire tutte le informazioni necessarie è un mio dovere e da me verrà sempre la massima disponibilità verso chi sta conducendo le indagini. Confido che tutto verrà presto chiarito e si possa tornare serenamente a lavorare all'interno degli uffici regionali.
Quanto accaduto la scorsa settimana ha turbato me, così come anche il Presidente Spacca, perché abbiamo sempre avuto piena fiducia sul corretto operato degli uffici regionali.
E' evidente che i commenti sulla stampa di alcuni Consiglieri che sono qui in Aula mirano a screditare il ruolo politico e di programmazione della Giunta. Affermo con tutta la chiarezza possibile che il percorso e l'operato relativo alla programmazione energetica ha tentato di coniugare le istanze dei territori al fine di garantire che gli strumenti normativi fossero adeguati a poter avanzare con lo sviluppo delle fonti rinnovabili e nel contempo salvaguardare gli impatti ambientali e la salute pubblica.
II percorso politico ha impegnato me in questi quasi tre anni di mandato, in quanto Assessore, la stessa Giunta, le strutture tecniche regionali e la IV^ Commissione consiliare, affinché si potessero definire tutti i supporti normativi e istruttori volti a garantire la massima trasparenza dei procedimenti a tutela della salute e della riduzione degli impatti ambientali.
Abbiamo quindi un obiettivo importante da raggiungere con il burden sharing che rappresenta un impegno preso con il Governo e quindi con la Comunità europea, in cui il contributo delle fonti energetiche sia elettriche che termiche, ci impone efficienza ed efficacia nella programmazione e nell'attuazione degli obiettivi per poter raggiungere la percentuale del 15,4% di consumi energetici da fonti rinnovabili nel 2020. Pena il commissariamento, attualmente siamo al 3%, quindi una soglia molto lontana.
Nei recenti provvedimenti regionali, tra cui l'atto amministrativo n. 62/2013, quale stralcio del PEAR, in fase di revisione, si è mirato a definire tutti gli elementi per la mitigazione degli impatti derivanti dalla localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da biogas e da biomassa e i criteri di sostenibilità al fine di garantire che l'insediamento e l'esercizio di tali tipologie d'impianti non comprometta o non interferisca negativamente con lo sviluppo agricolo, in particolare con quei territori legati alle produzioni di qualità, con il paesaggio rurale, con il suolo agricolo, con la biodiversità, con la qualità dell'aria, con la politica di gestione dei rifiuti.
Lo sforzo maggiore è stato quello di indirizzare verso la realizzazione di impianti di piccola taglia proprio perché si ritiene siano particolarmente adatti alla dimensione aziendale media delle imprese agricole regionali e fortemente integrabili con i fabbricati rurali.
Ora guardiamo avanti. Sono passati otto anni dall'approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale. L'impegno della nostra Regione per l'energia dura da anni: come saprete, il Piano Energetico, approvato - lo ricordo - nel 2005, si poneva obiettivi ambiziosi per le fonti rinnovabili tra cui 320 GW di eolico e 360 GW per le biomasse e biogas al 2015. Questi obiettivi non sono stati raggiunti. A fine 2011, avevamo installati 0,3 GW di eolico, vale a dire quasi zero, e 102,5 GW per le biomasse. Questo per farvi comprendere la difficoltà di raggiungere gli obiettivi definiti nel 2005. La fase di revisione del PEAR, che si sta realizzando attraverso la massima collaborazione tra Regione ed Università Politecnica delle Marche, auspico si possa concludere entro l'estate, permettendoci di avere un nuovo quadro di riferimento più aggiornato. Non vi nascondo che in questi mesi di lavoro sono emerse le notevoli difficoltà nel rivedere gli obiettivi di produzione energetica, considerati gli ostacoli che ogni volta si presentano, a chi deve procedere con una programmazione realistica delle potenzialità di questo territorio. Ma quello a cui richiamo l'attenzione con estrema chiarezza è che nella nostra Regione, l'unico settore occupazionale in crescita è quello delle fonti rinnovabili e della green economy.
E torno a sottolineare che la green economy rimane uno degli obiettivi politici e programmatici della Giunta regionale.
Dall'approvazione del PEAR, la struttura tecnica regionale ha proceduto all'istruttoria e quindi al rilascio delle autorizzazioni per un totale di 23 impianti a biogas da biomasse e reflui zootecnici e di 9 impianti a biogas realizzati nelle discariche, per una potenza elettrica che non raggiunge i 32 MW. Rimangono attualmente in itinere due impianti a biogas, di cui quello da realizzarsi nel Comune di Montegiorgio, attualmente presso il Consiglio dei Ministri e l'altro, con potenza di 249 kw, da realizzarsi a Recanati, attualmente in istruttoria.
Questi ultimi mesi sono stati accompagnati da continue resistenze sul territorio che hanno dato vita, spessissimo, alla nascita di comitati spontanei. Quello che voglio sottolineare è che tutti i ricorsi presentati al TAR, fino ad oggi, sono stati respinti, evidenziando la regolarità amministrativa dei procedimenti, e quindi, a maggior ragione, spero che quanto accaduto nei giorni scorsi venga presto chiarito e risolto positivamente nelle dovute sedi.
A conclusione del mio intervento vorrei accennare all'apertura per un tavolo di confronto del Presidente Spacca ai Comitati in Rete.
Sapete che è stata una mia scelta quella di non incontrare i comitati, dettata purtroppo da alcune situazioni di difficile dialogo con i primi comitati visti all'inizio del mandato di Assessore all'Ambiente e Energia. II limitato contatto diretto avuto con i comitati non mi ha impedito di seguire sempre con estrema attenzione le richieste che da questi sono state sollevate e le problematiche di volta in volta emerse. Sono perfettamente a conoscenza di quanto alcune situazioni siano state frutto di timori e preoccupazioni che evidentemente non si è chiarito nello opportune sedi. Credo che questo tavolo di verifica sia la sede idonea per valutare le prossime azioni in materia di programmazione energetica regionale al fine di condividere e definire azioni concrete che possano accogliere le varie istanze, perché la materia energia interseca molti settori produttivi, non ultimo quello primario dell'agricoltura. Sottolineo quindi tutta la mia disponibilità a lavorare in questo senso.

PRESIDENTE. Grazie Assessore Donati, ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Credo che la relazione tecnica in punta di penna dell'Assessore Donati abbia la necessità anche di una interpretazione più ampia di carattere politico, quindi, prendo la parola in modo tale che il dibattito possa avere anche riferimenti più ampi e possa espletarsi nella maniera più compiuta.
Ieri sera ho trovato sul mio telefono, a notte fonda, un messaggio di un parlamentare che mi chiedeva se era vero che gli uffici tecnici della Regione tecnicamente avessero dato parere favorevole ad una centrale di stoccaggio del gas a San Benedetto del Tronto, che questa era una contraddizione rispetto all'atteggiamento politico che il Governo regionale aveva assunto nel momento in cui aveva annunciato la propria posizione contraria a questo tipo di progetto e che l'avrebbe espressa nell'intesa quando il Ministero dello sviluppo economico e dell'energia e della programmazione l'avrebbe chiamato ad esprimerla.
Dico questo perché se un parlamentare, ex parlamentare della Repubblica, magari laureato in giurisprudenza, non riesce a comprendere l'articolazione di una procedura che è complessa, difficilmente un cittadino riesce a comprenderci rispetto alle posizioni che noi siamo costretti ad assumere tra l'incudine ed il martello. L'incudine di una normativa che è estremamente complicata da interpretare e che richiede molto spesso l'esercizio di un profilo formale molto attento, del resto, su questa materia noi avremo la possibilità di un maggiore quadro formale di riferimento nelle prossime ore perché abbiamo ormai coinvolto tutti su questa materia. E' stata coinvolta la Corte Costituzionale rispetto ai profili di legittimità della nostra programmazione, io sono curioso, quanto lo sono i nostri amici dei comitati, di sapere come la Corte Costituzionale uscirà da questa vicenda. Ricorderete che noi, nel 2010, abbiamo preso, lo ripeto, l'ho già detto nella precedente comunicazione, una posizione molto forte che era in gran parte in linea anche con il sentimento della comunità regionale, ovvero nella finanziaria del 2010 abbiamo detto che per quanto riguardava le centrali a biomasse ci doveva essere l'utilizzo della filiera corta, quindi, della produzione dell'agricoltura regionale, e dovevano essere assoggettate a valutazione di impatto ambientale quelle al di sopra dei 250 kW elettrici. Questa nostra legge è stata impugnata dal Governo di allora, che era il Governo del Presidente Berlusconi, dinnanzi alla Corte Costituzionale che, naturalmente, l'ha cassata. Naturalmente perché c'è una legge dello Stato che dice che le valutazioni di impatto ambientale si fanno al di sopra dei 50 MW, quindi, noi eravamo ai 250 kW. Abbiamo trovato un modo per corrispondere a questo indirizzo della legge nazionale, ricordo che questa materia in base alla Costituzione è di competenza esclusiva dello Stato, abbiamo rivisto la nostra legge nella finanziaria successiva, abbiamo messo i parametri di valutazione di impatto ambientale a 1MW per le biomasse ed a 3 MW per il biogas, sempre avendo a riferimento la legge statale che prevede 50 MW per le valutazioni ambientali. Ci hanno impugnato un'altra volta la legge dicendo che non corrispondeva alle normative europee, ma perché allora lo Stato italiano che ha la competenza esclusiva in materia energetica non si adegua alla normativa europea? E noi come Regione a chi ci dobbiamo adeguare? Alla normativa europea dice lo Stato, e allora perché lo Stato non si adegua? Sono proprio curioso di sapere come la Corte Costituzionale risolverà questo problema.
Andiamo in Europa, ecco perché parlavo di incudine e martello, da una parte il Commissario all'ambiente ci dice che dobbiamo adottare procedure condivise e che le valutazioni di impatto ambientale devono essere fatte con il territorio, accogliendo la sensibilità dei cittadini fino alle valutazioni di dettaglio, dall'altra parte, però, abbiamo il Commissario all'agricoltura che ci dice che nel nostro piano di sviluppo regionale non ci saranno risorse europee se non raggiungiamo i risultati che prima l'Assessore Donati diceva, cioè il burden sharing, se non arriviamo a produrre quelle quantità di energia che derivano dalle fonti rinnovabili che l'Europa prevede che siano. Quindi, siamo in attesa che ci sia questo pronunciamento della Corte Costituzionale e siamo molto sicuri che sarà estremamente chiarificatore, orientativo anche per quanto riguarda la nostra programmazione. Non siamo andati solo alla Corte Costituzionale, siamo andati nelle diverse componenti che seguono con attenzione questa vicenda, siamo andati dal Giudice amministrativo, dal Giudice contabile, ci sono pronunciamenti del Tar, pronunciamenti che interessano le valutazioni del magistrato contabile e ultimamente c'è anche la valutazione che interessa la magistratura penale, quindi, credo che su questa vicenda ci sarà una chiarezza estrema da parte di valutatori e giudici che daranno la possibilità, a ciascuno di noi, di farsi un'opinione molto approfondita su quello che è accaduto. Siccome sono arbitri terzi penso che ci dovremo rimettere tutti quanti alle loro valutazioni, ma non perché c'è qualcuno che ha più ragione di qualcun altro, ma perché questi pronunciamenti ci consentiranno di capire qual è il profilo delle scelte di governo, ovvero di programmazione, che anche noi, nella nostra responsabilità istituzionale, dovremmo avere, quindi, attendiamo con fiducia, non soltanto un giudizio della magistratura ordinaria, della magistratura penale, ma attendiamo tutti gli altri giudizi a cominciare da quello della Corte Costituzionale perché saranno chiarificatori dell'orientamento che noi dovremo adottare.
Una valutazione, una considerazione la vorrei fare rispetto anche all'evoluzione del livello di sensibilità che in questa Aula abbiamo progressivamente acquisito, si parlava del PEAR, un PEAR che è stato portato ad esempio in Italia ed in Europa per la sua capacità di innovazione, per la sua capacità di saper combinare e ricercare un equilibrio tra l'ambiente e la produzione di energia, addirittura, in una Regione come la nostra, lo dicevo prima, che è la più industriale d'Italia e che, quindi, ha particolare bisogno di energia per sostenere il suo processo produttivo da cui deriva gran parte del nostro PIL, gran parte del reddito e dell'occupazione dei marchigiani.
Piano energetico ambientale che ha avuto il primo incontro con le biomasse, immediatamente dopo la sua approvazione, sapendo che aveva, lo ha detto l'Assessore Donati, come obiettivo proprio quello di uscire dalla logica della produzione di energia con i combustibili fossili, entrare nella produzione di energia con le fonti rinnovabili, dare spazio alle biomasse e all'eolico. Quelle erano le fonti maggiormente appropriate per realizzare questo obiettivo di uscita dai combustibili fossili e di sfruttamento delle energie da fonte rinnovabile. Il primo impatto, ricordo, in quegli anni, fu con la centrale di Schippe, voi lo ricorderete. Una centrale che doveva avere una dimensione di 27 MW e qui in Consiglio regionale discutemmo che bisognava ridurre questa dimensione perché, chiaramente, la funzione delle biomasse doveva essere una funzione, a supporto, a sostegno dell'agricoltura, che usasse materiali di produzione dell'agricoltura regionale. Bisognava ridurre quella dimensione e dibattemmo sulla possibilità che un centro di produzione di 5 MW sarebbe stato sicuramente un risultato molto positivo. Siamo andati molto al di là, siamo arrivati alla finanziaria del 2010 in cui si prevedeva tutto un discorso riferito alle filiere corte e ad una valutazione di impatto ambientale di 250 kW elettrici. Credo ci sia stata una progressiva crescita della consapevolezza, dell'importanza di questa materia e della necessità di governarla secondo principi che peraltro mal si sposano con la normativa e con la legislazione di riferimento, ma quale fosse la sensibilità di questa Aula credo sia emerso chiaramente proprio nell'approvazione della legge finanziaria del 2010.
Ora, come diceva L'Assessore Donati, siamo alla vigilia della stesura del nuovo PEAR e tutta l'esperienza che abbiamo accumulato in questo frangente dovrà essere messa a regime e dovrà, anche alla luce dei pronunciamenti che ci saranno nei diversi livelli della magistratura amministrativa, costituzionale, consentirci di raggiungere quegli obiettivi che il burden sharing ci detta.
Ecco perché il discorso di un'apertura maggiore, anche alla luce delle argomentazioni che in parte sono state sicuramente strumentali, ma che in parte, anche con il senno del poi, sono state valutazioni approfondite e dettate da una conoscenza approfondita. Abbiamo ritenuto opportuno, e io ringrazio anche chi si è fatto promotore di questa possibilità di incontro, che ci fosse una possibilità seria, concreta di dialogo con coloro che nella comunità regionale si occupano dell'approfondimento di questa materia, indipendentemente dal loro nome, comitato in rete o comitati di altra natura, comunque, coloro che non ricercano una strumentalità in questo dibattito, una strumentalità che, peraltro, c'è stata e che ci ha allontanato perché quando senti alcune espressioni, come quelle che abbiamo ascoltato in diversi confronti, riferite alle conseguenze tragiche in termini di salute, con generazioni di epidemie mortali in alcuni contesti europei, chiaramente ti metti in una posizione difensiva rispetto alla natura ed al confronto. Abbiamo ascoltato anche argomentazioni molto convincenti, molto serie e di alcune di queste abbiamo anche verificato l'attendibilità, la veridicità, per cui credo che sia possibile oggi aprire un confronto, non soltanto con le istituzioni locali, ma anche con tutti i soggetti che approfondiscono questo argomento in termini di tecnica e di scientificità proprio per costruire insieme il nuovo PEAR.
In tutto questo percorso di accrescimento della sensibilità mentale della nostra regione e contemporaneamente di ricerca di fonti di approvvigionamento energetiche, che rispettano quello che l'Europa nei suoi termini generali ci detta, ovvero il 20.20.20 che deriva dal risparmio energetico, dalla produzione di energie rinnovabili e così via, è accaduto quello che è accaduto, che ci ha fatto ulteriormente meditare. Voi sapete che su questa materia ambientale, nella nostra regione, sono avvenuti fatti molto gravi anche in passato e la logica della separazione tra le funzioni di carattere gestionale e l'indirizzo di programmazione di governo è nata proprio come tutela o come morale nei confronti di quegli episodi accaduti.
La parte politica è maggiormente esposta a pressioni che derivano dalla ricerca di consenso, alla parte politica è stata affidata la funzione che gli compete, ovvero quella di governo della materia, di definizione dei suoi indirizzi di carattere generale, mentre alla parte tecnica, che deve assolutamente restare impermeabile alle pressioni che vengono dettate dalla ricerca del consenso, è stata affidata la parte della decisione, della gestione amministrativa, fino alla decisione. Procedura molto diversa da quella che riguarda invece il discorso di San benedetto del Tronto dove alla parte tecnica regionale non è affidata la decisione, ma soltanto un'istruttoria in un iter che si completerà nel momento in cui Regione e Governo nazionale si incontreranno per l'intesa che farà scattare la decisione, ma qui nelle biomasse e nel biogas non siamo su quella procedura, siamo sulla procedura dove la separazione è netta, la decisione dell'ufficio tecnico amministrativo è quella che determina la decisione, ovvero l'autorizzazione.
C'è sempre una responsabilità politica in tutto quello che accade nella Regione, perché la Regione è una ed il suo Presidente la rappresenta in tutte le sue parti e, quindi, non c'è sottrazione di responsabilità, credo, però, che ci debba essere anche una valutazione in termini di buon senso, perché questo sia valutato e non accada più; approfondire la cosa, verificarla in modo tale che ci siano anche, su queste procedure, delle rettifiche, delle valutazioni, degli approfondimenti che ci portano a migliorare questa procedura.
I fatti recenti che sono accaduti, come diceva l'Assessore Donati, sono oggetto di valutazione della Procura della Repubblica e, quindi, noi siamo fiduciosi nella magistratura e ci rimettiamo al giudizio ed all'approfondimento che essa farà, però, nel frattempo non possiamo stare fermi, da parte della Giunta sono stati adottati dei comportamenti in funzione della gravità dei reati che sono stati ipotizzati, ci è sembrato non opportuno, ci è sembrato necessario procedere ad una sospensione cautelativa delle persone che sono risultate coinvolte nella vicenda e, contemporaneamente, anche per rispondere ad una preoccupazione più generale che si era venuta manifestando, procedere ad una rilettura in chiave amministrativa, fatta dagli stessi amministratori della Regione, in un servizio differente, ovvero dalla Segreteria generale della Regione, delle procedure amministrative che sono state seguite per dare l'autorizzazione a quei sei, sette progetti che sono stati oggetto di valutazione da parte della Procura della Repubblica. In corso c'è, quindi, questo processo di valutazione di queste autorizzazioni, se dovessero emergere delle illegittimità, delle irregolarità si valuterà anche la possibilità di una sospensione delle stesse.
Qualcuno dice ma perché non blocchiamo tutto, sospendiamo tutto? Questo dibattito lo abbiamo già fatto l'altra volta. Non lo possiamo fare, perché è vero noi non siamo solo tra l'incudine ed il martello dell'Europa e dei comportamenti contraddittori della nostra Presidenza del Consiglio, che da una parte ci impugna un atto, in un verso, e poi ce lo impugna anche nell'altro, ma siamo anche tra l'incudine ed il martello degli interessi, da una parte, di salvaguardia del profilo ambientale dei territori nel rispetto della legge e dall'altra dell'iniziativa imprenditoriale di coloro che nel rispetto della legge vogliono raggiungere lo scopo che è quello di produrre energia da fonti rinnovabili.
Noi abbiamo avuto episodi, anche qui in passato, da cui siamo usciti con le ossa rotte. Faccio l'esempio concreto del caso dell'impresa Roana. Impresa che produce acqua minerale, che entrò in una procedura di questa natura, noi, un po' ingenuamente, procedemmo alla sospensione della concessione, il risultato finale della procedura giudiziaria fu di assoluzione di quella impresa che, naturalmente, ci chiese i danni per un ammontare consistente, danni coperti con il bilancio della Regione Marche. Noi non possiamo entrare in procedure che ci appaiono oggi di buon senso, ma che contrastano profondamente con il profilo giuridico e con la legalità e che potrebbero, poi, ritornare su di noi anche in termini pesanti dal punto di vista finanziario.
La linea che abbiamo seguito è quella di un accertamento dei progetti che sono oggetto di indagine da parte della magistratura, che saranno oggetto di approfondimento da parte della nostra Segreteria generale e che potrà produrre anche la revoca delle autorizzazioni.
Credo che questo sia quello che si può dire, fino ad oggi, su questa vicenda che è in evoluzione. Le informazioni, i provvedimenti che adotteremo verranno comunicati, la logica che ci anima, come sempre ci ha animato in questa vicenda così complicata, così difficile, è quella del rispetto della legalità che è un profilo di generalità, riguarda tutti, riguarda noi, riguarda gli imprenditori, riguarda i cittadini che vogliono curare i loro interessi.
Quello che non è accettabile è la speculazione, quello che non è accettabile è quello che si profila, in base alle valutazioni della magistratura, essere avvenuto. Se questo fosse davvero verificato sarebbe un colpo grave all'immagine della nostra Regione che si è sempre definita, per i suoi profili di responsabilità, per la sua capacità di sapere instaurare un dialogo senza fratture, senza rotture. Se veramente si fosse creato un cartello per speculare su questa materia sarebbe una cosa gravissima, lo sarebbe dal punto di vista legale, dal punto di vista sociale, dal punto di vista politico, lo sarebbe ancora di più dal punto di vista morale per quello che riguarda l'identità della nostra Regione che, da sempre, ha avuto dei profili di responsabilità elevatissimi che hanno caratterizzato i suoi cittadini.

PRESIDENTE. Grazie Presidente Spacca, ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente e colleghi, prendo atto di quest'ultima dichiarazione del Presidente Spacca con la quale, finalmente, si dichiara la fine ed il fallimento del PEAR e questo non lo dico con intento polemico ma torno ad un ragionamento iniziale.
Primo: a parti inverse, cari colleghi - qui si è parlato di speculazione politica, che tra l'alto sarebbe legittima in una assise democratica come questa, e non è neanche filibustering che fa parte anche questo del gioco normale - ho capito quello che volevate dire, voglio rassicurarvi, quando ci sono inchieste sui tecnici, parlo di altre Regioni governate, per esempio, dal centro destra, automaticamente dal centro sinistra scatta la richiesta di dimissioni del Presidente, degli Assessori, politici, eccetera. Noi non facciamo parte di questa consuetudine, a noi non interessa fare speculazioni e chiedere dimissioni del Presidente e dell'Assessore, ma fare chiarezza si, e allora vi dico due o tre cose molto rapidamente.
Noi oggi chiediamo, attraverso le firme di questa parte di Aula e attraverso le firme dei colleghi dell'altro schieramento, l'istituzione di una Commissione di inchiesta; niente di particolare, lo prevede lo Statuto all'articolo 24: quando ci sono presunte omissioni o colpe da accertare di funzionari, dirigenti dell'apparato regionale siamo legittimati a chiedere una commissione d'inchiesta. Sta circolando il foglio delle firme, le quindici firme le abbiamo già raggiunte, faccio, però, un appello ai colleghi che vogliono anch'essi chiedere l'istituzione di questa Commissione.
Presidente in una dichiarazione ho detto che la convocazione, l'apertura ai comitati rappresenta un comportamento tardivo, sicuramente, ma patetico, voglio chiarire questo aspetto.
Oggi il Presidente Spacca è stato lasciato solo, solo rispetto a quelli che nel 2005 hanno osannato il PEAR e oggi il Presidente Spacca lo dichiara fallito e finito. Fallito e finito, cari colleghi del centro sinistra, è inutile che vi aggrappate ad un vetro inondato di sapone, non avete nessun appiglio, il PEAR è inesorabilmente fallito e ci ha fatto perdere dieci anni nello sviluppo, con scelte demagogiche sbagliate e con risultati che erano impossibili da raggiungere.
Voglio chiarire perché il Presidente è stato lasciato solo. E' stato lasciato solo da quella schiera di soggetti, di categorie, di personaggi, che, rispetto a questa coalizione politica e, al Presidente Spacca, in particolare, da oltre dieci anni, hanno dato la delega in bianco. Nel 2005 Confindustria, Coldiretti, associazioni ambientali, anche quelle che oggi si schierano con Grillo, perché voglio dirlo, anch'essi debbono ragionare su questo, sia ben chiaro, hanno dato una delega in bianco, osannando ovunque un PEAR che doveva essere avveniristico, propulsore dello sviluppo e pioniere nel mondo per l'approvvigionamento energetico, anche attraverso quello idrico che non c'è.
Abbiamo avuto "soloni" che sono venuti qua ad osannare questa politica e oggi dove sono? Dove sono i tecnici incaricati dalla Regione attraverso il Politecnico, e faccio nome e cognome, che dovevano indicare la strada sicura per l'approvvigionamento energetico rispettoso della salute e dell'ambiente? Dove sono le categorie che hanno applaudito il piano e poi sono scappate via. Questo lo dico perché, cari amici, il movimento Grillo è arrivato a 9 mila voti, rischiando di prendere 5 Senatori, spero che oggi voi abbiate la possibilità di ragionare rispetto a chi, con una ruffianeria rinascimentale, ha dato la delega in bianco, otto anni fa, applaudendo ed osannando. Oggi il Presidente Spacca è lì, in una posizione tardiva, nell'aprire il confronto, che noi tutti avevamo chiesto, con i comitati, di qualunque colore fossero, con i Comuni e con chiunque avesse da dire qualcosa su questo spinoso argomento, rispetto al quale la politica non può avere la presunzione di capire tutto, rispetto al quale i tecnici devono prendersi le loro responsabilità.
PEAR fallito, procedure non chiare, pure io soprattutto come cittadino mi affido alla magistratura, però, attenzione, adesso non c'è l'Assessore Donati, sono arrivate, Presidente, sul suo tavolo e su quello dell'Assessore centinaia di segnalazioni e di avvertimenti su procedure che si presumevano non corrette. Io non voglio fare processi a nessuno, ma da queste segnalazioni c'è stato un passaggio? Certamente quando si parla di procedure tecniche amministrative, ossigeno, idrogeno, eccetera, posso confessare la mia ignoranza, ma c'è stato un passaggio dal politico al tecnico che dicesse: "Attenzione cosa sta avvenendo?"
PEAR fallito, procedure sbagliate, dramma. Presidente, io debbo sottolineare adesso, parlo della mia provincia, sversamenti e devastazioni ambientali micidiali, oggi il fiume Fiastra è inquinato,e passa attraverso la riserva naturale dell'Abbadia di Fiastra. Io non sono un tecnico, non capisco niente di procedure, di turbine di macerazione, di fermentazioni ma questa sarebbe la roba dell'ultima generazione? Tecnologica? Chi controlla questo? Chi ha controllato? Siamo di fronte ad una devastazione ambientale senza precedenti, da procedure che riguardano impianti della green economy, ce n'è abbastanza per mettere su una Commissione d'inchiesta che non vuole essere, lo dico qui, un processo dell'opposizione contro chi governa, non lo interpretate così. Il Consigliere Ricci dice siamo tutti d'accordo firmiamola tutti. Diamo tutti quanti un segnale.
Ultima cosa mi appello alla lungimiranza di chi sarà il nuovo Presidente del Consiglio, posso capire, non riapro altre discussioni, altre polemiche nell'invettiva contro gli ultimi governi nazionali, ma spero che chi avrà l'incarico di formare il Governo, fosse anche un avversario, io lo auspico, per questo paese, abbia la lungimiranza di chiarire, una volta per tutte, quello che è possibile nel rispetto della salute e dell'ambiente e quello che non è possibile, uscendo da ogni demagogia.
Quello che è mancato, parlo dell'aspetto tardivo, Presidente, è la comunicazione, non c'è stata e sapete, la polemica questa consentitemela, quanto la Regione spende in comunicazione su altri settori. Non c'è stata nessuna comunicazione quando doveva spendere nel rapporto con i Comitati, i cittadini, i Comuni, le Associazioni locali, su questi investimenti e su questi orientamenti. Questo è stato il difetto più grande rispetto al quale non il Presidente ma i cittadini si sono sentiti soli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente.
Io credo che nessuno oggi gioisca in questo Consiglio per questa discussione, perché se per riparlare della grande tematica della salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio, della salute dei cittadini e insieme della necessità di produrre energia da fonti rinnovabili, ci è voluta la magistratura, credo non sia motivo di orgoglio per nessuno.
Ascoltando la relazione dell'Assessore credo che alla debolezza del comportamento, di cui parlerò dopo, corrisponda oggi quasi un'accusa a chi ha denunciato quello che è avvenuto fino ad ora, l'Assessore dice che è strumentale e che mina a screditare l'operato programmatorio della Giunta. Di quale programmazione si parla? Vedete oggi è stato aperto un tavolo, oggi si parla di aprire la consultazione ai Sindaci, ma per mesi e mesi cittadini, singoli, associati in Comitati, Consigli comunali hanno votato ordini del giorno, Consigli provinciali, Consiglieri regionali hanno fatto interrogazioni, io Presidente ho dovuto aspettare otto mesi per avere una risposta scritta ad una interrogazione, era diventata una barzelletta in quest'Aula, il Regolamento prevede trenta giorni, io l'ho avuta dopo otto mesi.
Si è parlato di denunce, di avvisi, di informazioni, è vero Presidente io non ho interesse a dire bugie, né a speculare su questo, però, le cose dobbiamo dircele. Si era creato un clima politico, per cui, probabilmente, gli uffici si sono sentiti quasi immuni. Ho partecipato a delle Conferenze di servizio dove le posso garantire, Presidente, i funzionari rispetto ai Consiglieri regionali erano dei parvenu ed i rappresentanti e le ditte erano padroni, quelli erano i padroni. Glielo posso garantire. Questo era il clima, un clima che veniva da qui, da quest'Aula, dove l'Assessore diceva che quello che aveva deciso il Consiglio non valeva niente. E' stato detto ai funzioni, per iscritto, andate avanti, ed oggi io minerei il ruolo programmatorio e politico della Giunta? Sarei quello che tende a strumentalizzare, certo voglio essere strumento di chiarezza, questo con molta umiltà, per carità.
Sicuramente, non parlo dell'aspetto giuridico perché ci pensa la magistratura, sul piano politico c'è stata una supponenza, una presunzione. Quando mai sono stati ascoltati i territori, era molto più semplice, lo abbiamo detto, lo ripeto oggi, chiamare i Sindaci, chiamare le Province, e dire dove serve questo? Concordare dove costruirlo, addirittura non sono stati ascoltati neanche quando hanno protestato. Sono stati umiliati, caro Assessore, questa è la verità, mentre si parlava di green economy.
Il risultato di questo modo di fare politica, l'ha spiegato anche adesso il Consigliere Massi, lo vediamo nella riserva naturale dell'Abbadia di Fiastra, vediamo il risultato, a Morrovalle la stessa cosa. Quante cose occorrono per elevare l'attenzione e dire dobbiamo essere più attenti a quello che si fa e più rispettosi delle denunce che vengono dal territorio?
Per quanto riguarda la Commissione io sono d'accordo, l'ho proposta alla Conferenza dei Capigruppo e sono tra i firmatari.
C'è un aspetto Presidente di cui voglio darle atto, lei parla del fatto che non c'è nessuna volontà di sottrazione della responsabilità, di questo le do atto, le fa onore, però le farebbe anche onore dire che c'è una assunzione piena di responsabilità politica della gestione.
Politica non tecnica, è così, politica. Una responsabilità piena perché più volte ne abbiamo parlato qua dentro e più volte siamo stati trattati come coloro che volevano quasi fare del terrorismo o volevano portare la Regione allo sbando. Così non è, e la partecipazione, di cui prendo atto, sia vera, includa i Comuni e avvenga alla luce del sole, quindi l'inchiesta può interessarsi, secondo me, anche di questo.
C'è un aspetto che mi preoccupa, valuteremo e vedremo le motivazioni della Corte Costituzionale circa l'impugnativa della legge, ma c'è di mezzo una direttiva europea e in questi casi si può uscire da certe situazione, lo sappiamo, in due modi: ci si adegua alla direttiva europea attuale, oppure, più difficile, si tenta di modificare la direttiva stessa.
Questo sanerebbe tutto quello che è avvenuto, io chiamerò il Consiglio regionale a pronunciarsi su una mozione che inviterà il Presidente della Giunta regionale a far si che questo non avvenga, che non si sani quanto avvenuto modificando la direttiva europea, dovrà essere adeguata la legge regionale.
Per quanto riguarda il discorso della sospensione, c'è un'inchiesta della magistratura e io credo Presidente che finché non sarà chiusa (...) io credo che ci sia possibilità, politicamente parlando, all'interno della Conferenza delle Regioni, uno Stato può chiedere la modifica di una direttiva, non sarebbe la prima volta.
Bene se lei è d'accordo sono convinto, voterà a favore della mozione che presenterò (...) e allora evitiamo che ci sia, meglio prevenire che curare, questo oramai l'esperienza ce lo insegna. Volete continuare?
Per quanto riguarda la sospensione delle autorizzazioni, dal momento che c'è un'inchiesta della magistratura che prevede anche dei capi d'accusa abbastanza pesanti, credo sia del tutto legittimo che la Regione, in sede di autotutela, sospenda momentaneamente, e questo lo chiedo, tutte le autorizzazioni. E' vero che i danni eventualmente potrebbero essere pagati a chi avrebbe diritto una volta chiusa la situazione, ma è anche vero che i danni possono essere chiesti dai Comuni, dai cittadini e dai Comitati e allora tra le due io preferisco tutelare il territorio, i Comuni ed i cittadini.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Presidente siamo alle solite, quando si parla di green economy qui nelle Marche proprio non ci siamo, perché tutto quello che abbiamo visto è stato sempre contestato dai cittadini e si è rivelato ampiamente condizionato dagli affari che la green economy innesca.
Per quanto riguarda la Commissione d'inchiesta ho firmato ma sono consapevole che i Comitati che sono qua, e sono ovunque sul territorio, sono molto più preparati di noi e sono loro una Commissione d'inchiesta ed hanno messo sotto inchiesta le vostre decisioni su questi argomenti. Secondo me è quasi inutile, perché abbiamo dei mastini qua dietro, che ci si sanno dare le giuste direttive per poter operare perché noi siamo la voce del territorio e io lo sono stato. Mi ricordo la Consigliera Ortenzi che mi fermò quando intervenni nel dibattito nel quale, grazie a questo esposto, denunciavo questo signore, mi ha interrotto e mi ha detto: “Se lei sa le cose le porti in Procura” e in Procura ci sono finite Consigliera Ortenzi. Ho avuto il coraggio di denunciare, perché qui c'era un grossissimo conflitto di interessi, grandissimo, ed ho parlato anche del braccio armato dei territori del vostro partito che dovrebbe controllare questi funzionari, che si permettono di avere dei ruoli incompatibili con le relazioni di vita privata che hanno. Questo signore dopo che l'ho denunciato, qui in Aula, senza citare il nome, mi ha scritto questa lettera personale, io di personale ho solo i miei effetti, il resto e quello che mi succede è tutto pubblico, “Egregio Consigliere sono stato informato che nella seduta del Consiglio regionale di ieri pur senza citare il mio nome ha fatto pesanti apprezzamenti circa la mia persona, naturalmente, non merita che io spenda neanche un centesimo da un legale per farle querela”. Questa cos'è? Non è una mezza minaccia velata, allora io l'ho pubblicata perché, ripeto, solo nei miei affetti sono privato, ma nelle altre cose sono estremamente trasparente e dico quello che (…) chi ha firmato questa lettera? Renzo Rovinelli si chiama, è stato funzionario dell'ufficio energia della Provincia di Pesaro fino alla fine del 2010 ed è coinvolto palesemente, questi sono atti della Procura che deciderà se sono veri o meno, ma comunque sono stati presentati in questo senso. Era praticamente parte giudicante e parte proponente, più conflitto di interessi di questo, io non so che cosa ci sia.
Quello che io chiedo adesso è che non si faccia una lotta politica e che si faccia green economy. Facciamola, non facciamo questi trucchetti. Gente con 20.000 euro fa una società e fa affari per 2 milioni l'anno. Che concorrenza è? Dov'è il rischio d'impresa di questi? Dov'è il rischio d'impresa di chi sa prima degli altri che ci sono certe normative, certe leggi, poi il caos normativo tra Stato, Europa ha rotto ma alcuni paletti li ha messi.
Allora siamo chiari, noi vogliamo la green economy, dimostrate adesso, qui ci sono i mastini dietro anche per voi cari miei, che non siete più sulla poltrona dorata, fateci vedere le cose fatte bene per favore!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Sicuramente ancora una volta affrontiamo un dibattito sulla green economy, in particolar modo sulla questione più definita delle biomasse e del biogas.
Credo che le comunicazioni fatte prima dall'Assessore competente e poi dal Presidente dimostrino l'attenzione e le preoccupazioni che ci sono sempre state da parte del Consiglio e da parte della Giunta. Queste preoccupazioni, per quello che mi riguarda, le avevo già sollevate in tempi non sospetti insieme ad altri Consiglieri, ritenevamo che sarebbe stato più opportuno seguire un percorso prima legislativo e poi autorizzativo.
Oggi è una cosa spiacevole che funzionari della Regione che ricoprono ruoli importanti per quello che riguarda le problematiche dell'ambiente siano coinvolti. Vedremo, poi, da parte della magistratura, se questo coinvolgimento sarà definito, mi auguro che questo non sia, primo per loro e poi per la Regione perché si rimetterebbe in discussione il rapporto di fiducia tra le istituzioni del territorio, i cittadini e questo ente sovracomunale.
Per quello che riguarda il mio gruppo, il Partito socialista, sarà attento come lo è stato in tempi non sospetti. Oggi ho ascoltato alcuni Consiglieri regionali che mi hanno preceduto e non li ho sentiti così infervorati nei tempi passati. Sarò attento, come lo sono sempre stato, nel far sì che possa essere riconosciuto il giusto spazio per la green economy ed anche al PEAR se modificato e quant'altro ma, soprattutto, il giusto spazio perché qui nessuno vuole, e sono convinto e lo sono ancora di più avendo parlato con i rappresentanti degli enti locali in primis e con i cittadini che si sono associati in comitati in tutta la regione Marche che hanno detto “Noi avremmo voluto una legge regionale chiara, ben definita e su quella poi confrontarci”, che la green economy non parta e non decolli. Tutti vogliamo che il tutto avvenga con la massima chiarezza, non parlo di trasparenza, solo di massima chiarezza dal punto di vista normativo.
Il Presidente è stato molto chiaro, e qui voglio ringraziarlo personalmente, per quello che riguarda un confronto serrato, d'impegno, ben definito, con chi rappresenta i territori, quindi, le istituzioni, i comitati. Questo confronto sarà alla luce del sole perché io credo che i privati sono da ascoltare ma non sono da seguire, essi tendenzialmente nelle cose sono propensi ad interessi particolari, mentre noi, che ricopriamo ruoli istituzionali pubblici e amministrativi, dobbiamo essere attenti e dare le risposte prima di tutto a chi rappresentiamo, in questo caso i cittadini.
E’ da considerare subito con grande attenzione anche la situazione drammatica che hanno ricordato alcuni Consiglieri che mi hanno preceduto, legata a degli sversamenti che hanno gravemente danneggiato i fiumi e il territorio, in particolar modo il torrente Fiastra e altri fiumi che fanno riferimento al territorio di Morrovalle.
Per quello che riguarda la Commissione d'inchiesta io credo che oggi non sia opportuna, lo dico con grande serenità, perché una Commissione d'inchiesta significa anticipare, precedere quello che oggi la magistratura sta facendo e, poi, diciamocelo tra noi e alla luce del sole, una Commissione d'inchiesta per quanto le motivazioni siano nobili cerca sempre di trovare un colpevole nella politica anche se, in questo caso, credo che la politica non abbia delle responsabilità penali.
Invito coloro che hanno presentato la richiesta di istituire una Commissione d'inchiesta di sospenderla, e lo dice uno che ha fatto battaglie, ripeto, in tempi non sospetti per quello che riguarda le procedure di rilascio di queste autorizzazioni, ve lo dice uno che oggi ha presentato una mozione, che spero venga discussa il più presto possibile, dove chiede con grande chiarezza, ed io penso che si possa fare anche in autotutela, la sospensione di tutte le autorizzazioni e la revoca di quelle che sono state autorizzate, perché tra il rischio che i privati denuncino la Regione Marche ed il rischio che queste autorizzazioni non abbiano seguito, come riporta la magistratura, un percorso urbanistico, paesaggistico, e quant'altro, idoneo, sono più propenso a tutelare le amministrazioni, i territori e tutti quei comitati che in questi anni, con argomentazioni non politiche ma tecniche, hanno sempre cercato di far capire a noi tutti qual era il rischio e quali erano le preoccupazioni relative alle autorizzazioni di questo genere.
L'invito che faccio, e che sono certo che il Presidente cercherà di tenere in considerazione, è quello di un confronto forte, continuo con i territori, con le amministrazioni, con i Sindaci e, in particolar modo, con questi comitati che, secondo me, non sono comitati contro ma sono comitati pronti al confronto serio.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Contrariamente al collega che mi ha preceduto, io penso che la Commissione di inchiesta, che abbiamo poc'anzi sottoscritto, sia non solo opportuna, ma assolutamente doverosa e necessaria, per vari motivi; intanto la Commissione d'inchiesta che chiediamo non riguarda soltanto gli impianti oggetto dell'indagine giudiziaria in corso, ma riguarda tutti gli impianti a biomasse, a biogas ed eolici concessi negli ultimi anni, e a posteriori dico che avremmo fatto bene ad aggiungere anche quelli del fotovoltaico.
Ho già detto anche in quest'Aula, e guardavo adesso sul pc qualche mio intervento pregresso, che la puzza dei comitati d'affari nei settori, che ho testé citato, io l'ho sempre sentita e sempre denunciata. Così come l'ho detto nelle assemblee pubbliche dove, qualche volta, sono andato se invitato.
Sentirsi dire che stiamo strumentalizzandolo, l'Assessore Donati ha detto: "E' strumentale individuare le responsabilità politiche, i commenti di alcuni Consiglieri presenti in Aula sulla stampa mirano a screditare il ruolo programmatico e politico della Giunta". Ma stiamo scherzando? Cosa ci stiamo a fare qui, a pettinare le bambole? A smacchiare i giaguari? A rompere le noci per Cip e Ciop? A pettinare i cocker? Noi stiamo qui per fare politica nell'interesse dei cittadini, non nell'interesse dei comitati d'affari. Parliamoci chiaro!
Così come mi fanno sorridere amaramente le dichiarazioni della Regione per bocca del suo valido Presidente Spacca quando dice, l'ha detto in questi in giorni, valuteremo se costituirci parte civile, parte lesa.
Qui se qualcuno deve costituirsi parte lesa, Presidente Spacca, è il popolo marchigiano, non la Regione. Qui si dovrebbero costituire parte lesa un milione e mezzo di marchigiani per quello che è stato combinato, fermo restando che io non sono giustizialista, sono garantista, profondamente, ed è per questo che chiedo ed ho sottoscritto una Commissione d'inchiesta, e lei Presidente, visto che è in buona fede, e lo do per certo, dovrebbe essere il primo a sottoscriverla, dovrebbe essere il primo firmatario, (...) Perfetto allora invito a girare il foglio al nostro validissimo Presidente, dovrebbe essere il primo a sottoscriverlo.
Non mi è piaciuto, Presidente, leggere sulla stampa, ecco chi fa strumentalizzazione, un tentativo di scaricare la responsabilità sui dipendenti regionali. C'è stato un tentativo, c'è tuttora un tentativo di scaricare la responsabilità sui dipendenti regionali, che avranno, se avranno non lo so, lo deciderà la magistratura, io spero di no, eventuali responsabilità, ma di questo passo il responsabile sarà quello che ha fatto le fotocopie.
Le responsabilità stanno a monte e sono politiche, ce le dobbiamo prendere e le spiego il perché. Non dimentico, e l'ho già detto in quest'Aula, che il 12 giugno 2012 fu approvata una risoluzione a stretta maggioranza, di poco, grazie a qualche voto dell'ex IdV, dico l'ex IdV perché ormai non so se c'è ancora, che votò insieme a tutte le opposizioni quella risoluzione, il 12 giugno, la quale prevedeva esattamente una moratoria, cioè la sospensione di tutti i procedimenti in corso. Attenzione 12 giugno 2012!
Quello fu approvato, quello era l'atto dell'organo legislativo, dell'Assemblea legislativa delle Marche, il massimo organo della Regione. Dopo una settimana spunta fuori la nota a verbale della seduta di Giunta del 18 giugno, una settimana, con la quale l'Assessore Giannini, qua presente, fa una dichiarazione che viene sottoscritta all'unanimità dalla Giunta e sostanzialmente, in una paginetta di carta da formaggio, si dice lasciate perdere quello che il Consiglio ha deciso, non ce ne frega niente, andiamo avanti e date ordine ai tecnici, ecco la responsabilità politica che c'è ed è questa, di procedere immediatamente. Addirittura si scrive che prendendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore Giannini, all'unanimità la Giunta, sentito il Segretario generale ed il Segretario della medesima Giunta i quali segnalano che la Corte Costituzionale eccetera, dice di dare corso ai procedimenti e incarica lo stesso Segretario generale di richiamare l'attenzione dei Dirigenti, delle competenti strutture regionali ed in particolare del Dirigente del servizio territorio ambiente ed energia, anche in sede di Comitato di Direzione, alla sussistenza di tale obbligo. Nella prima parte si dice il Consiglio ha deciso quello, ma a noi non ce ne frega niente, tanto è vero che tre giorni dopo, il 21 giugno 2012, eccolo qua, l'allora Segretario scrive tre righe e dice “in attuazione della decisione assunta dalla Giunta regionale nella seduta del 18 giugno scorso" – quella che ho letto prima - "richiamo alla vostra attenzione l'obbligo previsto dalla vigente normativa di dare corso ai procedimenti relativi agli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Scrive a tutti i Dirigenti: andate avanti! Voi dopo una settimana avete stracciato una decisione dell'Assemblea legislativa delle Marche, avete detto al Segretario generale dai l'ordine e lui l'ha dato e, adesso, mi venite a raccontare che la politica non c'entra niente? Adesso mi raccontate la favola che il tecnico è una cosa ed il politico un'altra? Ma questa è una favola per i bambini, non per noi che siamo già abbastanza cresciuti.
Ho altre cose interessanti da dire, vorrei ricordare il ruolo che sta svolgendo un importante gruppo industriale, molto potente, anni fa potentissimo nel fotovoltaico e adesso potentissimo nel biogas e nelle biomasse, un ruolo che ricorre in tutti gli atti legislativi, in tutti gli atti amministrativi, un ruolo che ricorre persino, perché è sempre quello il gruppo, con le sue varie società da diecimila euro cadauna di capitale sociale, nel disastro ambientale, ben documentato da questo giornale, del fiume Fiastra e poi a seguire del fiume Chienti, a Loro Piceno e dintorni, che ha coinvolto una zona molto bella della mia provincia e della nostra regione.
Un ruolo che inizia ad ottobre 2011, inizia in realtà anche prima dal punto di vista legislativo, impatta a ottobre 2011, quando una delle tante società vuote, vuote perché sono delle cose formali, pseudo agricole, ma che di agricolo non hanno niente, trova grosse difficoltà in Provincia di Macerata, fa domanda all'inizio di ottobre 2011 e la Provincia di Macerata, siccome ci sono dei grossi problemi, non concede la VIA. Si capisce l'andazzo e dopo quattro settimane, quattro settimane, voi gli risolvete il problema, voi maggioranza infilate, come al solito, l'articoletto nella legge di assestamento di bilancio, perché tutte le porcate le fate nella legge di assestamento di bilancio, introducendo cose che non centrano nulla con la legge di assestamento di bilancio, e approvate l'articolo 24 della legge di assestamento di bilancio 2011, dove guarda caso, in quel caso specifico, non serve più la VIA. Ovviamente non è citato il caso specifico, ma sono norme di carattere generale applicabili ad aziendam perché voi cattocomunisti le leggi ad personam contro Berlusconi le avete denunciate per anni, invece qui fate le leggi ad aziendam. Questo è successo il 31 ottobre 2011, articolo 24, dell'assestamento di bilancio, gli avete risolto il problema, non serviva più la VIA ed è andata avanti. Dopo di che sistemate le cose per tutti con la famosa legge n. 3 del 2012, benissimo e dopo che succede? E' successo quello che ho detto prima, la risoluzione del Consiglio, superata dalla Giunta e quant'altro.
Sempre lo stesso gruppo, che è molto potente, non so se lo sapete, vi do un'anteprima, domani al Tar, una società dello stesso gruppo chiede la sospensiva, la nullità o comunque l'illegittimità, la decadenza e quant'altro della legge che abbiamo fatto un mese fa, il 15 gennaio, l'atto amministrativo sulle aree idonee - legge che io non ho votato, ho votato contro perché era tardiva e comunque vergognosa, bisognava farla un anno prima, queste sono state le mie motivazioni, io e molti altri non l'abbiamo votata - dice che quella legge tardiva, dopo che tutti i business sono stati fatti, che individua le aree non idonee, lede i suoi diritti, perché c'è scritto nell'atto che oltre il 99%, sottolineo la percentuale, oltre il 99% del territorio marchigiano rientrerebbe, secondo questo grande gruppo, e concludo Presidente, nelle aree non idonee e, quindi, si può fare business soltanto nello 0,000. A questa arroganza siamo arrivati, e la politica non c'entra niente? Ma siamo nati ieri? La politica non c'entra niente?
Presidente, lei non ha ascoltato i comitati, soltanto adesso dà disponibilità, ma è tardi, la frittata è fatta, non ha ascoltato i Comuni, non ha ascoltato i Sindaci, nemmeno quelli del PD, nemmeno quelli della Vallesina, non ha ascoltato nessuno. E' venuto fuori un parere dell'Avvocatura dello Stato, che non è organo terzo, è organo di parte, perché sono dipendenti regionali, attenzione, per cui bisognava assolutamente votare perché c'era il rischio che ci chiedessero i danni, ma questo è un ricatto. Abbiamo legiferato male, in modo, forse, anche interessato.
Le chiedo di firmare per primo la Commissione d'inchiesta che non è, e concludo Presidente, un doppione della magistratura, ma è qualcosa di diverso perché vogliamo rivedere tutte le autorizzazioni date in questi anni nel settore biogas e biomasse ed avremmo fatto bene ad inserire anche il fotovoltaico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie Presidente, intanto ci tengo a sgombrare la discussione da un dubbio che è quello che riguarda l'opportunità o meno di fare la Commissione d'inchiesta. Non c'è nessuna indisponibilità da parte del PD al riguardo, quindi lo dico anche agli altri colleghi di maggioranza che hanno sollevato dubbi, credo che se c'è una frattura sociale, se c'è un allentamento del senso di cittadinanza è dovuto anche a nostre responsabilità complessive e, quindi, qualunque iniziativa, qualunque atto, può promuovere la massima trasparenza, anche coerente con il tavolo che il Presidente ha istituito, noi lo dobbiamo assumere, non preoccupandoci del solo senso dell'opportunità politica di queste iniziative, facciamole e chiariamo attraverso di esse tutti i dubbi che ci sono e le eventuali responsabilità che ne derivano.
Rispetto al resto c'è un principio che è stato evocato e che è condivisibile, è il principio della separazione, o meglio della distinzione dei ruoli tra la politica e la gestione, credo che alla luce di questa netta distinzione, noi dobbiamo fare le giuste riflessioni, però, ci tengo a dire, e lo dico al Presidente, alla Giunta, la separazione dei ruoli, che è un principio ordinamentale, che oramai da diversi anni abbiamo assunto e stiamo mutuando non solo nel settore dell'ambiente, ma in altri settori strategici delle politiche regionali, non può essere inteso nel senso della delega totale, della deresponsabilizzazione totale. Se è vero che questo principio esiste e va rispettato ed è un principio dell'ordinamento italiano, noi dobbiamo tenerci lontani dal condizionare scelte gestionali, è pure vero che serve, proprio per questa netta separazione che c'è tra noi e la gestione, un ruolo di massimo controllo, di massima dialettica, di massima attenzione nei confronti della gestione, alla luce della rivendicazione che c'è di questa distinzione. Se a questa distinzione dei ruoli noi associamo la fiducia e la delega totale, io credo che ci assumiamo implicitamente una responsabilità politica, e questo lo dico all'Assessore Donati. Credo Assessore che se ci sono delle responsabilità, se ci sono dei danni che sono stati prodotti, noi non dobbiamo nasconderci dietro nessuno e dobbiamo assumerceli fino in fondo. Dobbiamo farci carico di questi errori, non solo in termini gestionali, ma se ci sono, anche in termini politici, perché per questo stiamo qui. Il nostro ruolo è quello di fare le linee guida, è quello di tracciare un indirizzo, una programmazione, dobbiamo capire se noi abbiamo assolto a questo ruolo, se le linee guida che abbiamo tracciato erano tempestive, erano circostanziate ed erano funzionali ad una programmazione regionale adeguata.
Credo che acconsentito alla magistratura di fare il suo lavoro seriamente, serenamente nella sua autonomia e nella sua indipendenza, offrendogli tutta la disponibilità, tutta la collaborazione e tutta la massima trasparenza, poi dovremo fare le nostre valutazioni, se mai ci sono, credo che noi non possiamo sottrarci ad esse, sarebbe un errore.
Voglio dire una cosa al Consigliere Mass sul PEAR, lui assume nel PEAR il totem, il parafulmine di tutti i limiti e di tutte le criticità di questi anni, ora bisogna che il Consigliere Massi assuma un'analisi più meditata, meno semplicistica.
Il PEAR era uno strumento di programmazione generale che si poneva alcuni obiettivi generali che erano quelli della cogenerazione distribuita, la micro cogenerazione distribuita, erano quelli del risparmio energetico, erano quelli dell'impiego delle fonti rinnovabili e rispetto a quegli obiettivi si dava dei termini e si fissava anche dei limiti. Se vogliamo essere seri tra di noi, dobbiamo dire che la mancata attuazione concreta del PEAR, in merito alle fonti rinnovabili ed alla cogenerazione distribuita, non è colpa di un atto del Consiglio regionale, ma è il frutto di una incapacità, una difficoltà tutta nostra ad attuarlo, di una indisponibilità anche dei soggetti dei vari enti che compongono la filiera istituzionale, perché quando parliamo di cogenerazione distribuita, in alternativa alla grande cogenerazione, non basta dirlo, occorre che la Regione, insieme alle Province, ai Comuni, ai distretti, all'Associazione degli industriali, alle Unioni dei Comuni costruisca progetti di micro generazione. Dirlo, evocarlo e non farlo, non serve. Noi non abbiamo oltre il PEAR realizzato un piano regolatore generale nel quale si doveva dire dove fare cosa e come fare cosa. Noi ci siamo limitati a censire degli obiettivi e se questi obiettivi non sono stati realizzati non è perché non l'avevamo scritti ma perché non abbiamo attuato le politiche concrete da questo punto di vista, così sulle fonti rinnovabili. Quando si parla di moltiplicare le fonti rinnovabili, non si parla di aprire le porte all'iniziativa senza regole dei singoli privati, il nostro compito non è quello di favorire le fonti rinnovabili aprendo indistintamente all'iniziativa privata, agevolata e sostenuta da finanziamenti pubblici nazionali, adesso non dobbiamo sentirci in colpa di questo, c'è, c'è stato un Ministro romano che ha messo a disposizione infinite risorse per favorire le fonti rinnovabili sul territorio e il nostro compito, indipendentemente dal fatto che fosse di un certo governo, non era quello di aprire a questo, ma era quello di anticipare, immaginare, promuovere, progettare regole dentro le quali fare la programmazione che oggi abbiamo fatto tardivamente. Se il Consigliere Marangoni dice che contestano l'individuazione delle aree idonee, noi ci dobbiamo rimproverare perché lo abbiamo fatto tardivamente, ma il fatto che tutta l'impresa e l'imprenditoria regionale le contesti oggi, perché dice che non consente di fare nulla nel 99% del territorio, sarà tardivo ma è una reminiscenza di un senso di programmazione che dovevamo assumere prima. Non per questo il Consigliere Marangoni era legittimato a votare contro, perché se noi avessimo fatto come lui e votato contro anche quel piano di individuazione delle aree idonee, oggi non ci sarebbe stato nessun controllo ulteriore e sarebbe peggio.
Rispetto alle altre questioni, credo che nel merito dell'indagine dobbiamo consentire alla magistratura di fare il suo lavoro, auguriamo al Dirigente Minetti, che provvisoriamente provvede alle iniziative, di fare bene, credo, però, che ci sia un passaggio che è sfuggito e che invito la Giunta ad assumere perché ci sono procedure sub indagine, ma ci sono anche procedure che non sono sotto inchiesta, che oggi, attraverso i controlli dell'Arpam e del Corpo Forestale, che hanno certificato danni concreti e oggettivi, noi non possiamo trascurare. Non dobbiamo aspettare che su quelle due o tre procedure, che riguardano impianti che da tre mesi sono attivi e che hanno prodotto danni che i nostri organi, quelli deputati dalla Regione tra cui l'Arpam, hanno certificato, si apra una procedura, per cui invito la Giunta regionale e l'Assessore Donati, senza tentennamenti, senza inerzia, senza aggrapparsi a distinzione e separazione di ruoli, a fare immediatamente un sopralluogo su quelle centrali e a valutare - proprio perché solo dopo tre mesi hanno prodotto danni che noi non possiamo sopportare, perché minano non solo il territorio, ma anche la serietà del lavoro che facciamo, la credibilità del lavoro che facciamo, perché come si può credere che noi facciamo le cose seriamente se, dopo tre mesi, una ditta che abbiamo autorizzato inquina un fiume e noi non facciamo nulla. Come pensate altrimenti di ricomporre la frattura che c'è tra noi e la comunità marchigiana - la sospensione di quelle procedure che hanno prodotto un danno, non sono sotto un giudizio che si deve concludere e che rispetto al quale deve realizzarsi un'opinione, lì c'è già una sentenza di un nostro organo.
Oltre all'aggiornamento del PEAR ricordo, adesso Consigliere Massi dice che è sbagliato, che noi siamo l'unica Regione che ha fatto il PEAR, in Italia non esiste uno strumento di programmazione, in questo nostro Paese non esiste uno strumento nazionale di pianificazione dello sviluppo energetico e non basta l'iniziativa dei singoli Ministri e l'incentivazione. Non esiste una programmazione, sono pochissime le Regioni che l'hanno fatto e sono indietro, sono in difficoltà, noi siamo in difficoltà perché quelle cose non le abbiamo attuate, abbiamo delegato l'attuazione di quegli obiettivi ai singoli, non l'abbiamo fatto dentro la nostra programmazione. Questa può essere la nostra responsabilità, non abbiamo osato programmarle. La Regione deve fare questo, deve programmare, non annunciare, programmare e fare, deve abbinare la programmazione ad azioni concrete e coerenti.
Invito la Giunta non solo a studiare gli aggiornamenti al PEAR, che saranno necessari, ma anche a valutare, se non la facciamo noi quest'iniziativa, una proposta di legge, lo dico subito in modo tale che non me ne assumo la paternità, ma l'avrei presentata, dove vengono inasprite le sanzioni amministrative nei confronti di tutte quelle imprese che producono danni ambientali e alla reiterazione del danno revocare tutte le autorizzazioni. Se non c'è questo, se non c'è accanto alla trasparenza il rigore da parte nostra, io credo che non saremmo più credibili.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, innanzitutto io credo che il primo aspetto …

PRESIDENTE. Scusi Acquaroli, voglio ricordare all'Aula che ci sono ancora 9 interventi, gradirei che i Consiglieri, siccome è abbastanza sgradevole da parte mia doverli riprendere, si attenessero ai tempi, perché gli ultimi interventi hanno sforato di quasi il 50% rispetto al consentito, cercate, magari, con l'orologio davanti di rimanere nei tempi. Prego Consigliere mi scusi se l'ho interrotta.

Francesco ACQUAROLI. Volevo iniziare questo intervento con un atto dovuto alla cittadinanza marchigiana, ai cittadini marchigiani esprimere solidarietà nei confronti dei territori che sono stati colpiti, in questi mesi, da uno stress dovuto al proliferare di centrali a biogas e che oggi, dopo i fatti dell'ultima settimana, si sentono poco attaccati alle istituzioni marchigiane, traditi dalle istituzioni marchigiane. Sicuramente la magistratura farà il suo corso, non siamo qui a parlare di questo, però, a me piacerebbe entrare nel merito di quello che è stato il rapporto tra la politica marchigiana, il territorio e i cittadini marchigiani in quest'ultimo anno.
Rispetto a questa problematica, ma non solo rispetto a questa problematica, ma rispetto anche ad altre situazioni, Assessore le ricordo quello che è successo con il fotovoltaico quando entrammo in carica nel 2010 avendo ereditato una situazione molto scottante sul fotovoltaico. Proliferavano impianti dappertutto e mi ricordo che ad agosto 2010 dovemmo intervenire frettolosamente nell'individuazione delle aree non idonee per non scatenare una giusta protesta da parte dei cittadini marchigiani che vedevano proliferare impianti a terra dappertutto.
Mi fa piacere vedere che in quest'Aula oggi tanti colleghi hanno avuto una conversione rispetto a queste tematiche, una conversione profonda, perché molte volte, fino a qualche tempo fa, si doveva discutere rispetto al PEAR, rispetto a tutto quello che era la tematica ambientale, per richiamare l'attenzione alle giuste perplessità che venivano dal territorio, che venivano anche dagli imprenditori più piccoli del territorio che si vedevano svantaggiati dall'attenzione che la Regione Marche poneva alle macro situazioni rispetto alle piccole situazioni, alle piccole esigenze.
Mi piace, in questo rapporto tra l'istituzione Regione Marche e il territorio della regione Marche, sottolineare un'insensibilità della Giunta, un'insensibilità che si è protratta per tutti questi tre anni, che io posso testimoniare rispetto alle iniziative legislative sul PEAR e alle politiche energetiche rinnovabili in generale. Se noi possiamo vantarci di aver dotato la nostra regione del PEAR, non possiamo vantarci di aver dotato la nostra Regione di un piano di attuazione del PEAR serio, che fosse in qualche maniera articolato e modulato rispetto alle esigenze della nostra Regione.
Abbiamo immaginato una Regione come se non avesse le caratteristiche morfologiche che ha e, anche dal punto di vista economico, abbiamo immaginato una Regione che avesse delle caratteristiche di grande impatto. Così non è. La nostra regione è una regione fatta di valli strette, che tagliano in maniera trasversale il nostro territorio. Una regione fatta di piccole, medie imprese, una regione che ha bisogno di piccole esigenze, allora, se volevamo veramente far funzionare e far proliferare un giusto utilizzo dell'energia rinnovabile, avremmo dovuto, fin dall'inizio, guardare le piccole esigenze delle tante aziende agricole, minuscole, che sono presenti nel nostro territorio e cercare di andare incontro a quelle piccole esigenze, senza guardare sempre alla risposta di quella che, secondo il mio punto di vista, è diventata una scusa, il burden sharing. Non ci possiamo nascondere dietro il 20.20.20 del burden sharing, tradendo quella che è la vocazione del nostro territorio, perché verremmo a mancare, e questo abbiamo fatto, a quella che è una nostra responsabilità precisa nei confronti del nostro elettorato.
Un giornalista, qualche giorno fa mi ha chiesto se avessi voluto presentare una mozione di sfiducia. Ho risposto che non c'è mozione di sfiducia, la mozione di sfiducia, dovuta a questo tipo di politica, è venuta dalle ultime elezioni che sono state effettuate nella nostra Regione. E' stata una risposta molto chiara, rispetto alle politiche che su certe tematiche la nostra Regione ha perseguito. E' stata una lezione che non bisogna ripetere, anche perché la mozione di sfiducia la si può fare rispetto a quello che è ritenuto un errore, io non ritengo questo errore, questa è stata una strategia precisa del Governo della politica marchigiana. E' stata una strategia perpetrata dalla Giunta regionale, ricordo quante volte il Presidente della IV Commissione, che ringrazio è stato vicino anche a questa mia visione rispetto al fotovoltaico, al biogas perché sul fotovoltaico noi siamo intervenuti tardi, in maniera politicamente tardiva, ma questa Assemblea, eletta quando il caso era già scoppiato, ha risolto subito la questione. Sul biogas dove si poteva intervenire con l'individuazione delle aree non idonee, al di là di quelle che potevano essere tutte le questioni che citava anche prima il Presidente Spacca, si è deciso di non farlo. Già un anno fa in Commissione si sollecitava l'individuazione delle aree non idonee per garantire una regolamentazione chiara, nel nostro territorio di quelle che erano le zone idonee per installare impianti biogas e di quelle che non erano le zone idonee per installare il biogas, anche rispetto alla sensibilità della VIA europea che diceva che non era impattante il discorso del chilowatt o del megawatt, ma la regolamentazione delle zone idonee e delle zone non idonee.
Noi lì abbiamo mancato al nostro dovere in maniera essenziale, ricordo anche un emendamento votato nel piano che poi è diventato atto amministrativo, che citava prima il Consigliere Marangoni, a gennaio, ricordo l'inseguimento agli Assessori che hanno modificato, fino all'ultimo con degli emendamenti, il lavoro fatto dalla Commissione a difesa e a tutela dell'economia turistica, della vocazione di una agricoltura di qualità e del paesaggio di qualità presente sul nostro territorio.
Voglio dire una cosa, politicamente ci sono delle responsabilità grandissime da parte della maggioranza e di tanti che oggi sono venuti anche qua, in questo periodo anche sui giornali, schierandosi a favore della difesa dell'ambiente, ma in questi anni hanno mancato rispetto alla loro sensibilità, nascondendosi dietro l'interesse della necessità di sviluppare, di dare risposta all'energia, non andando a vedere, fino in fondo, quanto realmente costasse dare risposta all'energia. Tra l'altro queste risposte che abbiamo fatto dare sono risposte fallimentari, perché quello che è stato fatto, io mi auguro di sbagliare, fra qualche anno saranno cattedrali nel deserto, Mi auguro di sbagliare ma se le premesse sono queste ci si è lasciati sfuggire, per la peculiarità del territorio, quella che è la risposta al fabbisogno energetico. Non costruiremo un'alternativa credibile nella produzione di energia, non costruiremo neanche una cultura di creazione di energie alternative rinnovabili che parte dal territorio, perché abbiamo puntato più a pochi grandi impianti che a tanti piccoli impianti. Questo è stato l'errore della Regione Marche, questo è stato l'errore di chi governa la Regione Marche.
Anch'io sono firmatario della richiesta di istituzione della Commissione d'inchiesta, chiedo un approfondimento per capire quello che è successo, in questo caso, da parte anche della politica e chiedo che le valutazioni, rispetto alle procedure delle centrali, siano fatte su tutte le centrali, perchè le procedure che hanno portato all'autorizzazione devono essere riviste, non possiamo creare una disparità di trattamento tra alcune centrali autorizzate e altre non autorizzate. Come istituzione regionale, come amministrazione regionale dovete rivederle tutte, controllarle tutte, affinché non ci sia, almeno oggi, una disparità di trattamento tra i territori e tra le autorizzazioni.
Chiudo dicendo una cosa, il PEAR sicuramente va rivisto, possiamo essere orgogliosi di avere il PEAR, ma nell'orgoglio di aver dato alla nostra comunità marchigiana un PEAR, dobbiamo anche avere il coraggio di dire che quel PEAR era molto teorico, molto tecnocratico, chiamiamolo così, molto tecnico ma poco modulato rispetto al reale patrimonio e al reale materiale umano, territoriale e imprenditoriale che abbiamo nella nostra regione.
Bisogna farla finita di autoincensarsi e proclamarsi grandi innovatori, quando abbiamo uno strumento che non è adeguato, dobbiamo politicamente ritornare sul PEAR, vedere quelle che possono essere le risposte da fornire e come raggiungere gli obiettivi del burden sharing, senza penalizzare il nostro territorio perché non è possibile trovarsi in situazioni come quella degli ultimi giorni per renderci conto di quello che sta avvenendo fuori da questa Aula, non è possibile, significa che la politica è inadeguata e ad una politica inadeguata non occorre una mozione di sfiducia, occorre che le cariche apicali di questa Aula facciano, ogni tanto, una passeggiata nei territori.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, parla chi, insieme al capogruppo Consigliere Eusebi, ha fatto una battaglia politica forte, interna alla maggioranza, su questa questione del biogas, parlando più volte di responsabilità politica e, quindi, accolgo con grande favore, in maniera molto positiva, le parole espresse stamattina dal Presidente, che ha parlato di responsabilità politica.
Lo ringrazio per la relazione, per la comunicazione che ha fatto stamattina, segno di grandissima onestà intellettuale, segno di qualcuno, è una nota caratteristica del Presidente Spacca, che guarda al futuro. Ringrazio anche per avere lavorato all'incontro che c'è stato sabato mattina, con una rappresentanza regionale. Attenzione, erano presenti le rappresentanze regionali dei comitati, io ho stimato quest'iniziativa, perchè è stata accolta questa nostra proposta, è stato molto importante, è stato un incontro molto positivo e questa positività è stata evidenziata da entrambe le parti. Un incontro che ha dato luogo all'inizio di una nuova fase, di un tavolo permanente, che si confronterà sempre su queste tematiche. Credo sia un grande risultato.
Ho sentito tutti gli interventi, e praticamente ho sentito sempre parlare al passato, è chiaro che ciò che è stato è un'esperienza fondamentale, però, vorrei, lavorando per lo sviluppo di questa Regione, che la nostra priorità sia quella di parlare di futuro. Sicuramente qualcosa c'è stato, il Presidente l'ha riconosciuto, continuiamo, cambiamo passo, non so come vogliamo definirlo, comunque guardiamo avanti, ci sono degli aggiustamenti di percorso, questo va benissimo, comunque dobbiamo guardare avanti.
Io guardo al futuro, avete tutti parlato di PEAR, io volevo citare un dato che ha detto l'Assessore Donati, non è che la situazione o la questione energie rinnovabili è terminata, anzi, noi abbiamo davanti questo obiettivo da raggiungere, fissato dal burden sharing, del 15,4% dei consumi energetici da fonti rinnovabili al 2020, siamo ancora al 3%, quindi, altro che passato, noi dobbiamo guardare al futuro.
Quello di oggi mi sembra un grande punto di partenza per arrivare a questo obiettivo. Abbiamo tanto da fare, la situazione non è una situazione chiusa, ormai definita. Abbiamo molto da lavorare e questa nuova modalità, alla quale c'è stata apertura, credo, sia fondamentale e veramente pioniera, un nuovo modo di fare, assolutamente positivo, e ripeto, io che sono stata una delle più grandi oppositrici all'interno della maggioranza, su alcune questioni politiche, l'accolgo con grande favore.
Visto che ci sono degli organi interni alla Regione, come l'Arpam, che hanno evidenziato, non sono autorizzazioni sottoposte ad indagini, alcune anomalie su alcune centrali già in funzione, mi sembra accoglibile la proposta di approfondire, così come facciamo per quelle messe sott'occhio dalla magistratura, altre autorizzazioni. Mi sembra una richiesta importante.
Prima il Consigliere Bucciarelli parlava, e l'ho sentito anch'io, di questo fantomatico lavoro della Regione presso gli organismi europei per modificare le leggi comunitarie, il Presidente ha citato alcuni passaggi evidenziando la discresia che c'è tra le leggi nazionali e quelle europee in tema ambientale, io credo che noi dovremo, Presidente, questo è un compito che la Giunta deve prendere, agire presso il Governo italiano affinché si adegui al più presto alle direttive europee che sono quelle fondamentali, noi come Giunta, in un tavolo di concertazione Stato-Regioni, comunque nei tavoli preposti, potremmo chiedere questa cosa al Governo che mi sembra molto importante, positiva e propositiva.
In merito alla Commissione d'inchiesta io sono totalmente contraria, io ho fatto parte di una Commissione di inchiesta che è stata attivata durante questa legislatura presieduta dal collega Bugaro, su fatti avvenuti in questa Regione 20 anni fa. La materia principale sulla quale la Commissione di inchiesta ha lavorato, sono state le sentenze passate in giudicato dalla magistratura. Se c'è un'indagine della Procura su questa questione, noi, Consiglieri regionali, quali strumenti abbiamo per fare un'inchiesta su qualcosa? E’ assolutamente prematura, noi vogliamo delegittimare la magistratura sostituendoci ad essa, io sono contraria a questa cosa, mi sembra un’assurdità, una cosa inadeguata, una richiesta veramente assurda e lo dico con forza, forte dell'esperienza di aver fatto parte di una Commissione d'inchiesta fatta da quest'Aula. E’ una richiesta che io non ho sottoscritto e quando verrà in Ufficio di Presidenza, se ci saranno i criteri per ammetterla alla discussione, io voterò contro. Un po’ di serietà mi sembra il minimo, non si può fare strumentalizzazione politica su tutto.
Gli errrori sono stati fatti, sono stati gravi, li ho denunciati con forza in quest'Aula, fuori, ovunque, però se c'è un percorso dobbiamo attivarlo tutti insieme. Molte volte ho sentito dall'opposizione una disponibilità a parlare, a trattare, ad andare avanti insieme, stamattina ho visto un dito puntato, quasi come se questo passo avanti fatto dal Presidente a qualcuno sia dispiaciuto, mannaggia era meglio avere una negatività su cui continuare a puntare il dito contro.
A questo gioco al massacro non ci sto, comunque, Presidente e concludo, prendo atto, anche a nome dell'Assessore Consigliere Capogruppo Eusebi, di questo importante passaggio che c'è stato, delle parole che lei ha detto, del riconoscimento di responsabilità politica. C'è tanto da fare, c'è un percorso buono che finalmente abbiamo intrapreso, noi siamo sempre critici ma devo dire stamattina soddisfatti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Grazie Presidente. Io non so come finirà l'indagine iniziata dalla Guardia di Finanza, dal Corpo Forestale, dalla Procura, mi auguro bene, sinceramente, nell'interesse di una comunità che è quella marchigiana che già in precedenza è stata ferita da scandali, non dico analoghi, ma che riguardavano il settore ambientale, il settore dei rifiuti.
Nella mia provincia ricordo la vicenda di Agroter, qui mi collego e vorrei rispondere alla collega Giorgi, la Commissione di inchiesta è assolutamente necessaria, sull'Agroter fu importante, anzi fu grave non avergli dato seguito al fine della legislatura e all'inizio dell'altra, perché quello che era emerso dalla Commissione d'inchiesta sull'Agroter rimase purtroppo nelle carte, invece doveva avere un seguito.
A mio avviso la Commissione d'inchiesta serve e come, ripeto, non so come finirà questa vicenda, però un dato è emerso, è un dato molto triste, è stata necessaria un'azione della Guardia di Finanza, della Procura perché questa Regione: 1) si aprisse ai comitati e, vorrei aggiungere, alle istituzioni, perché qui inascoltati sono stati sia i comitati che i Sindaci; 2) iniziasse una riflessione sull'operato che ha svolto; 3) decidesse di esercitare un controllo sulle autorizzazioni rilasciate.
E’ servito questo, non sono serviti tutti i momenti di confronto in Aula, ne abbiamo avuti tanti sulla questione delle centrali e della energia pulita. Non è servito a nulla, non è servito un dibattito, non sono servite le interrogazioni, le mozioni, le votazioni, niente, è stato necessario un intervento di questo tipo.
Questo è molto triste.
Sull'attività politica di questa Assemblea e anche della Giunta, io vedo che le notizie Ansa riportano sostanzialmente tutte lo stupore dell’Assessore Donati e del Presidente Spacca: non sapevamo, non potevamo immaginare, (...) allora corregga l'Ansa perché anche il Presidente Spacca si dice stupito. A me questo stupore stupisce più dell'indagine che si è aperta, perché come ho avuto modo di dire i segnali, non dico di qualcosa che non andava, ma che un controllo dovesse essere effettuato e dovesse essere raccomandato, su quello che stava succedendo, c'erano tutti. C'erano i segnali esterni ripeto, dei comitati, c'erano i segnali ispettivi interni di varie interrogazioni, c'erano le denunce, perché siamo arrivati a questo punto, c'erano le chiamate ai carabinieri dei Sindaci che intervenivano alle Conferenze di Servizio.
C'erano i segnali per pensare che non potesse realizzarsi tutto nel rispetto della trasparenza, come qui si ostinava a dire. Una delle responsabilità politiche è stata quella di aver ignorato questi segnali, di aver proceduto forzatamente, di non aver voluto considerare assolutamente nulla. Giustamente ricordava il collega Marangoni il paradosso maggiore è stata la decisione di quest'Aula di giugno, mi pare non mi ricordo, in cui si chiedeva la sospensione delle autorizzazioni, e la reazione della Giunta che invece, in barba a quanto l'Aula nella sua autonomia aveva deciso, ha dato mandato ai Dirigente, per tramite del Segretario generale, di procedere speditamente con tutte le autorizzazioni in corso, quindi, altro che controllo, andiamo avanti a spron battuto.
Vorrei dire al Presidente Spacca che nel suo intervento ha ricommesso l'errore, a mio avviso, che ha commesso l'altra volta, lui dice “non so cosa farà la Corte, sicuramente sarà importante perché farà chiarezza”. Questo è un dato di fatto su cui convengo anch'io, però poi dice: “Ho ragione di pensare che ci possa dare anche ragione perché siamo tra l'incudine della decisione di un Governo nazionale e quella di una sede europea in cui non si capisce che cosa accade”. Io le ripeto quello che le ho detto l'altra volta; se la Regione determina l'assoggettabilità alle valutazioni di impatto ambientale riferendosi solo alla dimensione dell'impianto, quella decisione, così come già avvenuto, sarà impugnata dalla Corte, perché la Regione, ed è inserito nella normativa europea, non può indicare le soglie di impianti di assoggettabilità alla VIA, basandosi solo sulle dimensioni. E' la cosa che ha fatto la Regione nella legge n. 3, ha determinato le soglie solo in base alla dimensione ed è per questo che la Corte, a mio avviso, vi darà torto. Ve lo ha già dato relativamente a Schieppe, perché solo sulle dimensioni siete intervenuti, lo darà a mio avviso anche questa volta, perché come già ribadito in altre sentenze della Corte Costituzionale, nell'indicare le soglie di assoggettabilità non ci si può limitare alle dimensioni ma bisogna rispettare i criteri del famoso allegato 3, totalmente ignorato da questa Regione. Su questo la Corte, a mio avviso, interverrà.
Dicendo ciò cosa voglio sottolineare? Che le responsabilità politiche ci sono anche in questo aspetto, nel fare una normativa, quale quella sulla VIA, la famosa legge legge n. 3, qui si è dato modo, la politica l'ha fatto, di dare mandato ai Dirigenti, di fare quelle autorizzazioni, diciamo sbrigative, voglio utilizzare il termine sbrigative, che si sono avute. La responsabilità politica c'è nel momento in cui si fa una legge che consente al Dirigente di fare quello che poi è avvenuto, la responsabilità politica c'è nel momento in cui non si controlla che quello fatto dai Dirigenti sia corretto.
Ho capito sentendo l'Assessore Donati, relativamente alla decisione adottata dalla Giunta di sospendere i tre funzionari che il controllo è stato affidato solo al Dirigente Minetti, ascoltando il Presidente Spacca mi è sembrato di capire che ci sia anche un affiancamento della Segreteria generale della Giunta, questo mi rassicura un po' di più. Mi rassicura un po' di più rispetto all'affidare il controllo solo al Dirigente di quel coordinamento, che ha autorizzato quelle centrali, non lo si affida a una persona completamente estranea, lo si affida ad una persona che, forse, non ha firmato le autorizzazioni, però, ha determinato quelle leggi, sapeva quello che accadeva ed era lì quando si svolgevano le Conferenze dei servizi turbolenti con il ricorso ai Carabinieri.
C'è un caso che è quello di Fano, quello di Tombaccia, che io conosco meglio e in cui c'è una responsabilità politica molto forte, nell’autorizzazione rilasciata dal funzionario, adesso oggetto di indagine, nella quale si dice che la centrale non è compresa nella zona a fascia A, in realtà qui la politica doveva controllare, quella zona era compresa in fascia A, come testimoniato da una deliberazione di Giunta. Cosa succede a questo punto? Dopo la denuncia dei comitati, degli enti locali, la Regione, la Giunta non provvede a verificare la corrispondenza tra quello dichiarato nell'autorizzazione e quello fatto dalla Giunta, ma decide di fare una deliberazione successiva, quella del 1 agosto, in cui, guarda caso, cancella quella che era zona A e la fa diventare zona non A. Con un atto di Giunta, che è un atto politico, avete sostanzialmente sanato un atto illegittimo di un Dirigente. E’ qui che dico la responsabilità politica, (…) Ripeto, se ho la concessione della Presidenza. Riferendomi alla centrale di Tombaccia di Fano, tra le obiezioni riportate dall'amministrazione, in fase di Conferenza dei servizi, vi era tra le altre, che quella zona era ricompresa in fascia A, così come risultava dalla tabella della deliberazione di Giunta regionale n. 1610 del 25 novembre 2011, la zona Tombaccia era esplicitata e ricadente in fascia A.
Nell'autorizzazione il Dirigente dice che l'ubicazione prescelta risulta distante, dalle aree critiche individuate dalla Regione Marche con d.g.r. 1610, risulta distante, la cosa è assolutamente falsa, sarebbe ricompresa. Cosa fa la Giunta? Non controlla l'autorizzazione, non fa una riflessione, ma il 1 di agosto ridetermina le zone di fascia A e incredibilmente quella che c'era nella 1610 nella 1911 non c'è più.
Io vedo questa come una sanatoria, scusate, non so come definirla, limitiamoci a dire sanatoria quello che aveva fatto, e allora dico non c'è responsabilità politica? C'è un Sindaco che denuncia, che chiama i Carabinieri, ci sono i comitati che fanno le assemblee, ci sono le interrogazioni in Aula e il risultato è quella deliberazione di Giunta.
Attenzione a dire che non ci sono responsabilità politiche, si rimane stupiti da tutto quello che è successo.
Chiudo dicendo che a mio avviso, va bene adesso esercitare il controllo, allargarlo alla Segreteria generale, però, e mi aggancio con chi chiedeva la revisione e il controllo di tutte le autorizzazioni, non rifacciamo lo stesso errore, e stiamo attenti solo perché è intervenuta la Guardia di Finanza e la Procura, riguardiamole tutte anche per non creare disparità tra chi è stato ricontrollato e chi no. Auto tuteliamoci, lo ripeto di nuovo, bisogna autotutelarci non solo verso gli interessi degli imprenditori ma anche verso gli interessi di quelle comunità e di quei cittadini che vedrebbero leso un diritto fondamentale.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente. Dico subito che la Commissione di inchiesta noi la voteremo, non ci sono grosse questioni, ho dei dubbi sui risultati che otterrà, però, resistere a questioni del genere non serve, va bene, la facciamo, c'è un'indagine della Procura in corso su un tema molto specifico, però, andiamo avanti anche con la Commissione di inchiesta.
Voglio ringraziare il Presidente Spacca e l'Assessore Donati perché le comunicazioni che hanno fatto sono condivisibili totalmente nel merito, chiare e, soprattutto, coerenti con un percorso, con un dibattito e con una sintesi che questo Consiglio ha fatto altre volte, che la Giunta ha fatto altre volte e che ha coinvolto anche noi, il Consiglio, la politica.
Voglio ricordare che il mio gruppo, il gruppo del PD, votò, la chiamo così, la fiducia, se vi ricordate, a quel documento, a quella relazione che l'Avvocatura della Regione fece rispetto all'impossibilità di bloccare le autorizzazioni già concesse. Molto spesso il richiamo alla coerenza è fittizio, questa volta invece è specifico, chiaro. Un percorso, una discussione fatta, un percorso svolto, una sintesi che è andata fino in fondo, e che oggi ho trovato nelle comunicazioni del Presidente, anche laddove individua un percorso interno amministrativo per verificare di nuovo tutte le procedure di quei sei o sette casi che sono sotto la lente della magistratura.
Questo dibattito, in verità, noi lo abbiamo già svolto, quello che stamattina qui ho ascoltato, l'ho già sentito nei Consigli precedenti, certo con qualche aggiunta, con qualche elemento in più, non c'è dubbio, ma lo abbiamo già svolto, e l'abbiamo riaperto oggi grazie alle comunicazioni del Presidente e dell'Assessore Donati, per effetto di un'indagine che è specifica a quel taglio, come veniva ricordato.
Noi siamo fiduciosi, aspettiamo, poi si prenderanno tutte le eventuali decisioni in merito e nel frattempo questo Consiglio, strumenti utili, necessari, obbligatori, se li è già dati, anche questo è stato ricordato. Abbiamo votato qualche Consiglio fa il piano delle aree non idonee per realizzare gli impianti di biogas e biomasse che sono giustamente - punto di domanda - molto stringenti fra l'altro è un piano di aree non idonee, dal mio punto di vista, posso anche sbagliare, abbastanza stringente.
L'unico problema su questo punto, ma l'abbiamo già detto, è che questo strumento arriva tardivamente in Aula, arriva in ritardo e ha lasciato quella forbice, dentro la quale l'autonomia dei funzionari della burocrazia agisce con il buon senso, io credo fino in fondo, ma questo lo vedremo poi, perché l'indagine è in corso.
Il tema che è stato affrontato stamattina, che anche il Presidente mi pare abbia ripreso, è il piano energetico ambientale regionale, dissento da quello che diceva il Consigliere Massi, perché non è vero che ha fallito, che è un piano sbagliato. Dico, che quel piano, rispetto alle finalità principali, un piano che doveva rispondere all'esigenza di portare nelle Marche anche le rinnovabili, da dei dati non centrati, perché noi registriamo sulla base di quel PEAR l'esplosione del fotovoltaico, che abbiamo calmierato con leggi di questa Aula. Ci sono state richieste di realizzazioni di dieci, venti volte superiore alle previsioni del piano. C'è stata, quindi, un'esplosione del fotovoltaico, registriamo, purtroppo, Assessore, nessun impianto di eolico, ci sono le domande ma la Sovrintendenza su questo tema … Avevamo la difficoltà a realizzare impianti di biogas e biomasse, anche prima del PEAR e questo non è un giudizio negativo sul piano, è la difficoltà di attuarlo in parte e solo per parti marginali delle sue previsioni. So che la Giunta riprenderà presto questa discussione e, ovviamente, noi saremo a disposizione per dare il nostro contributo.
C'è, poi, la parte più politica. E’ evidente che quando si discute di temi ambientali, di energia, come muovi qualcosa c'è la nascita di un comitato, il proliferare dei comitati, anche sul piano del territorio nazionale, arriva l'ondata dei cinque stelle. C'è un tema che dobbiamo affrontare, vuol dire che il rapporto tra istituzioni e cittadini su alcuni temi, è un rapporto che non funziona più adeguatamente, è un rapporto che va corretto, al di là del confronto su certi temi, riguarda anche noi, e c’è su questo punto, probabilmente, qualche deficit di collegamento, di relazione della maggioranza. Quando dai spazio di penetrare su un dibattito incerto che, in primo luogo, coinvolge la maggioranza è chiaro che nascono dubbi, ambiguità, per cui l'autocritica è giusto farla, però, nel profondo, secondo me, c'è una difficoltà di confronto, di rapporto con i territori che sul tema del biogas e delle biomasse, sui temi ambientali è stato ampiamente rilevato. Su questo bisogna correggere il confronto.
E' chiaro che i metodi vanno aggiornati, anche essersi resi conto, lo dicevano anche altri Consiglieri prima di me, che su alcuni temi nei tavoli delle Conferenze dei servizi il ruolo dei Sindaci, dei territori è emerso come marginale, è una distorsione da correggere. Su alcuni temi le competenze sono dello Stato, la Regione svolge il suo ruolo, ma è certo che su alcune questioni non possiamo non aumentare il potere dei territori, il potere dei Sindaci perché altrimenti si rischia che un Sindaco in un tavolo di una Conferenza dei servizi sia in minoranza, non è possibile bisogna aggiornare i metodi del confronto sia con i cittadini di questa Regione che con i territori e con i Sindaci.
Il tema del biogas e delle biomasse, delle energie rinnovabili si intreccia con i temi ambientali, con quelli del lavoro, dell'occupazione, della ripresa economica, bisogna che il senso di responsabilità, aumenti, non ci possiamo fermare solo perché ci sono contraddizioni territoriali o contraddizioni rispetto a punti che oggi, purtroppo, trovano anche la verifica della magistratura. Aumentare e migliorare la coerenza che, questa mattina, ho ritrovato nelle parole del Presidente Spacca e che invito, anche rispetto al piano energetico ambientale, che aggiorneremo, a individuare, lo dico per prima alla maggioranza, l'indirizzo di intervento, ma non dovrà essere poi cambiato perché c'è, come dire, una bandierina che si alza da qualche parte. Il confronto va cambiato, va migliorato ma su temi del genere bisogna mantenere al massimo l'unità e la coesione a partire da chi ha la responsabilità di governare questa Regione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Ringrazio il Presidente della Giunta e l'Assessore Donati per le comunicazioni che ci hanno fornito su questo tema.
In questa seduta dell’Assemblea legislativa, devo ammetterlo, sono, non dico deluso delle comunicazioni che contengono, in realtà, un passo in avanti per quanto riguarda la tematica sia della concertazione che della visualizzazione di quello che potrebbe essere il progetto dell'applicazione effettiva alle norme sulle energie rinnovabili dei procedimenti amministrativi in ambito regionale, ma della situazione che si è creata nell'ambito regionale, rispetto ad una tematica che, come le energie rinnovabili, da grande tesoro per il futuro si sta trasformando, si è trasformato in qualcosa che non si può né toccare, né utilizzare, pena il rischio di scandali o di procedimenti penali.
Così non doveva essere, dobbiamo, in qualche modo, tornare sulla via di una virtuosità che è in funzione di tutti cittadini che, attraverso le energie rinnovabili, possono e potranno, se utilizzate nel verso giusto del termine, avere un risparmio di costi per le risorse a disposizione personali, della famiglia, delle imprese ed avere, nello stesso tempo, una migliore tutela del territorio.
Mi spiego con attenzione, perché credo che questa mia critica debba essere interpretata non in senso strumentale, perché tale non è, ma in senso propositivo così come in effetti vuole essere.
Noi abbiamo mancato clamorosamente nel non dare indirizzi nel campo delle energie rinnovabili, in particolar modo, delle biomasse e dell'eolico. Non mi riferisco alle norme europee e nazionali che vi sono - e sulle quali sono convinto di avere ragione insieme agli altri, che quella è un'applicazione rigida e che la sentenza della Corte Costituzionale ci riporterà su quella strada obbligata che è quella della norma ben chiara che ci viene dall'Europa e che l'Italia ha fatto propria - ma mi riferisco a quegli indirizzi che potevano e dovevano essere emanati da noi, come Regione, soprattutto nel 2010, alla luce di quello che stava avvenendo e delle modalità prese poi all’ultimo e per tempo, per l’esplosione degli impianti fotovoltaici, per dare delle prescrizioni, indirizzi di attività sia preventivi che di controllo, per tutti quelli che erano i procedimenti in divenire, non solo per le biomasse, su cui è esploso il fenomeno anche sotto il profilo penalistico o comunque giudiziario, ma anche dell'eolico, delle altri attività di energie rinnovabili che sempre di più, in termini non soltanto quantitativi, ma anche di diffusione sul territorio, pensate a tutto quello che riguarda la bioedilizia, stanno prendendo campo in ogni settore, in ogni città, in ogni parte del territorio delle Marche, avendo, come principio basilare, la tutela e l'armonia di questi indirizzi fondamentali e applicazione delle energie rinnovabili su un piano diffuso rispetto a quello che è la conservazione del nostro territorio, la conservazione delle nostre vocazioni, prima di tutto agricole e turistiche, che abbiamo come impostazione generale nel nostro programma.
Questo indirizzo è platealmente mancato. E' mancato non sulla norma, ripeto, ma su quell’attività iniziale. Faccio solo due esempi, molte di quelle società che hanno presentato domanda di autorizzazione per impianti per le biomasse non hanno nulla a che fare con l'agricoltura. Chiedo all’Assessore se può ascoltarmi perché sono tematiche di cui ho già parlato il 12 giugno 2012 nell'ambito di quella mozione approvata senza il mio emendamento che avrebbe consentito di evitare alcune indagini di natura penale. Mi riferisco principalmente, per quanto mi riguarda, al territorio del Comune di Osimo e ne faccio una questione anche campanilistica, in cui sono stati realizzati due impianti di biomasse a distanza di 2 Km. e, solo grazie all'esposto dei Consiglieri comunali di maggioranza del Comune di Osimo, è partita l'indagine penale che oggi, purtroppo, ha la sua attività presso la Procura della Repubblica di Ancona. Si dovevano evitare quelle conclusioni dello spasmo finale, sia per quello che riguarda la rivolta non solo dei comitati, ma dei cittadini rispetto a situazioni che appaiono di usurpazione.
Molte delle società che hanno presentato domanda sono pseudo o per nulla agricole o agrarie, se noi avessimo rilasciato le autorizzazioni per gli impianti di biomassa solo alle vere aziende agricole, ai veri titolari di attività agricola, non ci saremo certamente ritrovati in questa situazione, perché pochissimi potevano permettersi o possono permettersi di realizzare impianti di una portata vicino al megawatt ed avremmo, sicuramente, consentito alle aziende agricole e agrarie di sfruttare per il proprio bisogno di impresa, individuale o di famiglia le risorse che nascono dal sistema dell'impianto di biomasse o biogas.
Questo controllo preventivo è stato fortemente suggerito, la visura presso le Camere di Commercio - di come nascono queste società di scopo, o meglio fantasma, dietro cui, ha ragione il Consigliere Marangoni, ci sono i soliti nomi noti che girano nell'ambito dell'impresa o d'una società di impresa, direi, finanziariamente monopolistica in questo settore - avrebbe dato poco scampo alla realizzazione, nel territorio delle Marche, di quegli impianti che da Pesaro fino quasi ad Ascoli si trovano oggi sotto le indagini penali.
Torno a dire che questa mancanza di indirizzo generale c'è stata, questo lo dobbiamo, in qualche modo, ammettere, non vuol dire mancanza di rispetto della norma nazionale, europea o violazione di legge, che va contro l'impostazione normativa nazionale, significa aver dovuto dettare delle prescrizioni nell'ambito procedurale. L'aspetto che continuo a segnalare, perché le domande continueranno ad essere sul tavolo della Regione per le Conferenze, ed un invito preventivo sul piano politico, è quello di valutare il soggetto che presenta la domanda. Questo deve essere fatto, dev'essere organizzato proceduralmente e non lasciato al buon senso del singolo funzionario o alla volontà politico amministrativa, questo va in qualche modo contestualizzato e proceduralizzato con una fase preparatoria all'applicazione della norma nazionale.
Aggiungo a questo, come giustamente ha detto prima il Presidente Spacca, la necessità della tutela della salute che manca nella coda del procedimento di autorizzazione dell'impianto, il controllo degli impianti che, una volta incamerata l'autorizzazione, diventano soggetti con un potere anarchico fortissimo in grado di condizionare il territorio. Infatti, l'esempio che viene portato oggi sul "Resto del Carlino" riguardante la zona del maceratese si può replicare in misura maggiore o minore per quasi tutti gli impianti che sono in attività, con la difficoltà degli enti locali, dei Comuni in primis, fino ad arrivare all'Arpam, ad un controllo effettivo, continuo e, direi, preventivo, sul rispetto delle norme autorizzative e di gestione degli impianti stessi.
Il secondo aspetto che volevo segnalare è quello della concertazione con i comitati e gli enti locali. Anche questa è una mancanza che oggi scontiamo, una posizione debole che la Regione rischia di assumere aprendo, giustamente, le porte alla rappresentanza dei comitati, continuando, tra l'altro, ad esserci un'assenza importante, quella degli enti locali e dei singoli Comuni che non devono assumere il ruolo di ente di soggetto negativo, solo perché l'impianto potrebbe vedere la luce sul loro territorio, ma di compartecipazione per quello che riguarda le misure preventive e gli equi indennizzi che ad ogni impianto deve seguire nell'ambito della collettività circostante, e che costituisce, a mio avviso, un equilibrio normale in ogni attività che si insedia, soprattutto, quando dà un notevole vantaggio economico ad una parte privata, come avviene per il campo delle biomasse, rispetto a quei conti energia che, come diceva giustamente il Consigliere Comi, vengono rilasciati dal Governo nazionale fino al 30 giugno che, credo, in questo settore sarò prorogato.
Quindi la concertazione, che è saltata in questa prima fase, ci deve servire da monito per il futuro, perché di fronte a questi tre aspetti, che riguardano per un verso l'energia e per l'altro la tutela della salute, non ci può essere l'assenza non del comitato di protesta, ma del comitato di partecipazione della rappresentanza, dell'ente locale interessato, in grado di favorire una composizione degli interessi in gioco e, soprattutto, di tutelare quella che è la realtà locale che alla Regione, sia sul piano amministrativo che su politico, per assenza di capacità analitica, potrebbe sfuggire non avendo la conoscenza delle varie e singole realtà del territorio stesso.
L'ultimo aspetto è quello, a mio avviso, più importante, quello della tutela della salute. Questi impianti se governati, se limitati, se ristretti alle funzioni pedagogiche, diciamo così, o comunque naturali di essere base di appoggio ad un'agricoltura che rimane debole in termini di redditi pro-capite, potranno essere un gioiello effettivo della nostra realtà marchigiana e costituire un potenziale per la crescita di quella multifunzionalità agricola che tutti noi vogliamo, in funzione anche di una vocazione diversa della nostra regione. Ma se lasciamo ancora percorrere l'attuazione di una norma, così come l'abbiamo vissuta fino ad oggi, senza dei limiti e paletti, che pur rientrando nella norma sono di natura solo amministrativa, ci ritroveremo a fare il conto con un forte inquinamento per gli impianti che sono fuori e avulsi dalla realtà, incapaci di essere dentro la partecipazione dei cittadini che, come hanno fatto, si spingono, non solo alla funzione di protestare, di costituirsi in comitato, ma di esporre le proprie ragioni e i propri diritti in sede giudiziaria, in sede penale.
Questo è il motivo per cui noi oggi siamo costretti a tornare su questa situazione, direi per fare un grande mea culpa e ripartire, valutando quello che è possibile recuperare, ben sapendo che quello che è stato rilasciato, autorizzato, costituisce una ferita aperta in buona parte del nostro territorio marchigiano.
Un ultimo aspetto, che nessuno ha considerato ed è per questo che ho sottoscritto la proposta di Commissione d'indagine, sulla quale sono d'accordo, è quello di ampliare anche al fotovoltaico, proprio per permettere alla Regione di avere una casa di cristallo, per quanto riguarda gli adempimenti burocratici previsti per i procedimenti già rilasciati. Gli aspetti procedurali dell'indagine non sono leggeri, i reati ipotizzati sono fra i più pesanti che si possono, in qualche modo, incanalare e proporre quando si apre un'indagine, come si è aperta quella che la Regione, anche per interessamento relativo sui funzionari, sta vivendo. Inviterei, quindi, ad una massima attenzione per quanto riguarda non solo la tutela e l'eventuale costituzione di parte civile, ma una partecipazione positiva a tutto quello che è la valutazione giudiziaria penale dei singoli aspetti, perché ritrovarsi ad aveva una responsabilità, non tanto amministrativa, non tanto politica, ma generale, direi collettiva, per aver lasciato in superficialità alcune tematiche, credo sia il difetto e la pecca maggiore per cui ci ritroveremo, in qualche modo, in futuro, ad essere valutati in maniera negativa, pur non avendo fatto altro che sollecitare una attenzione di natura ben diversa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, intervengo per testimoniare l'attenzione all'oggetto della comunicazione odierna. Si potrebbe dire che acqua passata non macina più, ma è saggio e responsabile far tesoro di errori e di sottovalutazioni non solo per il futuro ma, soprattutto, come altri hanno anche ricordato, per monitorare lo stato attuale delle realizzazioni e del funzionamento di quanto, in questo momento, è ancora in essere.
Ritengo, per la verità, che la novità vera di questa giornata, oltre all'indagine della magistratura, sia il tavolo di lavoro per una rilettura normativa nella materia e l'individuazione dei punti contenuti nel comunicato congiunto tra la Regione e i comitati.
Iniziativa che saluto favorevolmente e che nel passato ho sollecitato più volte. Mi rammarica soltanto ricordare che quei punti che oggi trovo contenuti nel comunicato, quei punti di criticità e di attenzione, non siamo riusciti ad affrontarli con successo in un altro tavolo, quello della maggioranza.
La nostra posizione nel tempo, l'abbiamo manifestata nelle sedi opportune ed anche con alcuni comunicati, i cui titoli li accenno soltanto: "La green economy Verdi e biogas", "Quando la green economy è soltanto un business", "Verdi e biogas: dalla parte dei cittadini e dell'ambiente", "Verdi e biogas: si chiede maggiore attenzione per l'ambiente e le persone" e poi, ultimo, "Verdi e biogas: purtroppo le nostre proposte sono state ignorate".
Oggi queste nostre posizioni vengono riprese in considerazione e di questo non possiamo non essere che soddisfatti, per quanto si possa essere soddisfatti, devo, però, ribadire, come altri hanno fatto vista la natura della relazione dell'Assessore, che noi rimaniamo convinti, che c'era una sola cosa da fare, in presenza di una legislazione nazionale rappresentata dal decreto legislativo n. 152 del 2006 che era sotto censura da parte della Commissione Europea, cioè in piena procedura d'infrazione, rispettare quanto la Costituzione prevede all'articolo 117, comma 1, che impone alla Regione il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario. Non ci saremmo trovati sprovvisti di copertura legislativa.
In presenza di questo si doveva praticare il principio di precauzione e di autotutela, principi assolutamente previsti dal diritto amministrativo.
Ricordo soltanto questo, mi auguro che si possa, per quello che è possibile, porre rimedio e cautela a quanto sta in questo momento accadendo. La mia posizione, quando la presi, non era soltanto dovuta a convincimenti personali o di bandiera, ma io conoscevo, venendo dal mondo agricolo, due esperienze pilota in questa Regione, praticate da aziende agricole, una a Serra dei Conti e l'altra a Sant'Angelo in Vado, imprenditori agricoli mi ripetevano quanto fosse complesso far funzionare delle centrali a biogas, pur dentro a un percorso virtuoso, all'interno di una azienda agricola, cosa che, invece, non ho trovato nella leggerezza che, uso un termine improprio, fidandoci e volendoci far fidare delle nuove tecnologie, ci hanno spacciato.
Ho dei dubbi sull'efficacia e sull'opportunità della Commissione d'inchiesta del Consiglio ma mi associo volentieri alle richieste formulate prima di me dal Consigliere Comi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Brevissimo secondo le raccomandazioni del Consigliere Trenta, brevissimo, ma non posso condividere il compiacimento di quest'Assemblea rispetto ai ripensamenti, ai revirement del Presidente, anzi del Presidente posso condividerlo, ma dell'Assessore Donati... Sono amico dell'Assessore Donati, ma non posso non evidenziare che il 28 luglio 2011 ho presentato un'interrogazione su un'autorizzazione ad una centrale a biomasse a Ripatransone ditta Tecson. E' stata discussa il 28 febbraio, dopo sette mesi, nell'interrogazione facevo presente delle situazioni strane, le segnalavo e facevo presente due fatti, proprio a dimostrazione che non era un discorso politico contro un'amministrazione di diverso colore dalla mia, partivo da un'autorizzazione che aveva dato la Provincia di Ascoli Piceno che, con fretta, dicono poi che le amministrazioni non funzionano, una richiesta presentata il 18 dicembre era stata completata entro il 29 dicembre, Assessore Canzian, perché dal 31 dicembre, dal 1 gennaio sarebbe stata necessaria la VIA.
Le amministrazioni funzionano qualche volta, quella non è una amministrazione di colore diverso dalla mia, ci tengo a dirlo. Nell'interrogazione n. 427 le segnalavo oltre alla stranezza che questo insediamento solo formalmente era nel Comune di Ripatransone ma andava a ricadere molto più vicino ai territori urbanizzati di Massignano e Montefiore, in determinate Conferenze dei servizi c'era il Sindaco di Ripatransone, non c'erano i Sindaci dei Comuni vicini, ma, addirittura, c'erano funzionari della Banca Nazionale del Lavoro che partecipavano alle Conferenze di servizio presso la Regione Marche.
Nel momento in cui qualcuno le dice queste cose - e i resoconti stenografici sono qui ed inchiodano, non lei ci mancherebbe altro, ma qualcuno che ha fatto queste cose, lei non può venire a dire che la politica ha un ruolo e la gestione ce l'hanno gli altri, per cui, oggi, il problema è di chi se la deve vedere con la magistratura. Qui ci sono responsabilità politiche, Presidente Spacca, che non sono solo quelle di avere capito, oggi, che bisognava incontrare i comitati, sentire i Consigli comunali o altro, ma certe assurdità - perché qui siamo stati tutti amministratori, bene o male, in Comuni, prima di venire qui - dovevano far pensare, come le Conferenze dei servizi alle quali potevano partecipare rappresentanti di istituti di credito che dovevano finanziare l'imprenditore X e dovevano essere garantiti di come andava va avanti l'istruttoria, perché a questo servivano. Era una cosa che ha preceduto di molto l'indagine della Procura della Repubblica e queste cose Assessore, lei le sapeva e io vorrei sapere se lei queste cose le ha riferite in Giunta, perché lei era in Consiglio regionale l'8 febbraio, e se la Giunta ne ha preso atto e che cosa ha fatto rispetto a queste realtà. Queste due realtà dovevano farvi alzare, non le orecchie, ma i peli, perché significava che esisteva un qualche cosa che non era molto controllato, a meno che, e potrebbe benissimo essere, ogni Conferenza di servizio in materia ambientale vede la partecipazione di funzionari di istituti di credito che devono finanziare l'impresa interessata.
Come fate a pensare che qualcuno di noi possa non pensare male, me lo dovete dire, come fate voi a pensare che oggi noi dovremmo stare qui e dire: "Meno male la Giunta ci ha ripensato, la Giunta adesso concerterà con i Comuni, concerterà con le associazioni", ma chi vi crede!
Se noi volessimo strumentalizzare la cosa, sarebbe facilissimo. Il problema è che si sono usate disparità di trattamento in queste situazioni, perché non tutte le situazioni sono state portate avanti come nel caso di cui io vi sto parlato della provincia di Ascoli, e vi dimostro con questo che non sto facendo la solita strumentalizzazione politica, dove per evitare la VIA si riesce a fare in 10 giorni quello che di solito si fa in sette o otto mesi. Qualcuno sarà chiamato a rispondere anche lì, perché se queste carte saranno acquisite, come penso, il giro e il filo del gomitolo arriveranno facilmente al capo, ma da parte vostra avevate tutte le occasioni e le possibilità per fermare tale situazione.
Per cui la Commissione d'inchiesta, visto che di questo dovremmo parlare alla fine, è più che necessaria, questo è il caso di cui mi sono interessato io, ne so qualcosa ed ho i documenti, perché parlo sui documenti, ma non so quante altre situazioni, esposte dagli altri colleghi, hanno voluto lo stesso iter.

Commemorazione Antonio Manganelli

PRESIDENTE. Prima di passare la parola per l'ultimo intervento al Consigliere Camela, do notizia della morte del Capo della Polizia Antonio Manganelli, era ricoverato, lo sapete, credo che l'espressione di cordoglio al Corpo della Polizia ed alla sua famiglia sia doverosa da parte nostra, da parte di una istituzione.
Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Grazie Presidente. Una breve testimonianza anche per non appesantire il dibattito, ormai alla conclusione, ed evitare di replicare concetti già espressi. Il Presidente Spacca insieme all'Assessore Donati hanno rappresentato con la consueta chiarezza la situazione dal punto di vista giuridico relativamente alla procedura seguita nell'autorizzazione delle centrali a biogas e biomassa.
Nel nostro caso, veramente, stiamo parlando di un totale di 32 centrali per una produzione complessiva di 32 MW, veramente un'inezia rispetto agli obiettivi previsti nel PEAR.
E' d'obbligo ricordare che a fronte di una legge nazionale che prevede la VIA, la valutazione di impatto ambientale, obbligatoria per impianti superiori a 50 MW, la Regione Marche ha introdotto cautelativamente tale obbligo già a partire da 1 MW, nonostante ciò la legge è stata impugnata davanti alla Corte Costruzione, quindi, c'è abbastanza confusione nel settore.
Ho già rappresentato, a suo tempo, come sarebbe stata opportuna la preventiva individuazione delle aree di non idoneità che di nuovo vado a sollecitare in riferimento a tutti quei macrofenomeni di cui si prevede un elevato impatto ambientale, macrofenomeni che non sono solo di natura energetica, come in questo caso, le centrali a biogas e biomasse, come all'epoca quando si parlò di impianti fotovoltaici.
In ogni caso su queste procedure è in corso un approfondimento da parte della magistratura e ne vedremo gli esiti alla fine di questo percorso, speriamo che sia breve, nel frattempo non possiamo che condividere le decisioni assunte dalla Giunta regionale in merito alla sospensione cautelativa dei tecnici incaricati, così come la decisione di non sospendere le autorizzazioni già concesse per evitare eventuali appesantimenti di bilancio, eventuali forti risarcimenti, come il Presidente Spacca ci ha fornito un esempio di un caso precedente, quindi stiamo un po' all'erta e seguiamo con attenzione tutto il percorso.

PRESIDENTE. Bene questo era l'ultimo intervento previsto, credo si chiuda qui la seduta anche perché c'era un atto sul quale mi ero ripromesso si (…) Sullo stesso argomento? A chiusura ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Non volevo replicare perché credo che di fronte, lo ripeto, ad una serie di valutazioni di merito, che ci saranno a diversi livelli, contabile, amministrativo, penale, costituzionale, avremo occasione di riprendere tutte le questioni che sono state dette con maggiore possibilità di approfondimento.
Siccome le ultime ore della mia vita personale, tra viaggi e varie, sono state piuttosto turbolente, ho fatto l'intervento a braccio, ma era stata preparata una memoria da parte del Gabinetto della Presidenza, volevo chiedere se accanto al verbale era possibile acquisire anche questa memoria che ha un profilo molto più formale del mio intervento, in modo tale, che ci sia anche ulteriore chiarezza di argomentazioni.

PRESIDENTE. In Conferenza dei Presidenti dei Gruppi si era stabilito di trattare anche il punto 4 dell'ordine del giorno: proposta di atto amministrativo n. 57, però, non essendoci il relatore di minoranza e se la Giunta non esprime particolare urgenza, visto che l'atto amministrativo è di iniziativa della Giunta, propongo di inserirlo nell'ordine del giorno della prossima seduta. Va bene? Bene.
La seduta è tolta. Grazie, ci vediamo martedì prossimo.

La seduta termina alle ore 13,30.