Resoconto della seduta n.116 del 11/12/2018
SEDUTA N. 116 DELL'11 DICEMBRE 2018
La seduta inizia alle ore 10,55
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 116 dell'11 dicembre 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 115 del 27 novembre 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Commemorazione
PRESIDENTE. Ricordiamo la tragedia di Corinaldo e le vittime con un minuto di silenzio.
(L'Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Come già dibattuto in Conferenza dei capigruppo, chiedo il rinvio alla prossima seduta del punto 4, riguardante le mozioni sulla sanità, vista l'assenza sia dell'Assessore che del Presidente della Commissione sanità, per la stessa motivazione chiedo il rinvio della mozione n. 385 del Consigliere Volpini ed altri, riguardante la salute mentale. Inoltre chiedo il rinvio della mozione n. 388 del Consigliere Talè, concernente il Parco nazionale del Catria e dell'interrogazione 692 del Consigliere Giancarli, sempre sulla sanità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Ritengo che la richiesta non sia accoglibile perché il Consiglio può in ogni caso approvare la mozione anche in assenza del Presidente che fa parte della Giunta.
Sottolineo il gravissimo fatto che è già il secondo rinvio esplicito ed è il terzo rinvio se andiamo a ritroso. Due sedute fa c'era la mia mozione sull'ospedale di Fossombrone e si è chiesta la chiusura anticipata alle ore 16,00, probabilmente per non trattare di sanità.
Parliamo di sanità e all'ordine del giorno ci sono ben 6 mozioni, di cui 2 sono firmate da me, dal Movimento 5 Stelle, ma le altre 4 sono della maggioranza. Parliamo di sanità e ritengo vergognosa questa seconda reiterata richiesta di scivolamento dell'ordine del giorno.
L'appuntamento è istituzionale, chiaramente, siamo qui riuniti, il numero legale c'è, quindi io chiedo per serietà del Consiglio la discussione di questi atti.
Capisco che al vostro interno siete in gravissima crisi, però il Consiglio non può stare dietro a dinamiche interne di partiti o alle assenze della Giunta quando è regolarmente chiamato a discutere dell'argomento più importante a livello regionale, che per la seconda volta viene rinviato, a mio avviso in maniera non sufficientemente motivata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Ho fatto solo un intervento tecnico per riportare all'Aula ciò che era stato deciso in Conferenza dei capigruppo. Al contrario di quanto afferma il Consigliere Fabbri ritengo fondamentali ed importantissime le presenze del Presidente della Giunta, anche Assessore alla sanità, e del Consigliere Volpini, Presidente della IV Commissione.
Parliamo di un argomento serio, di un argomento nemmeno così urgente perché quelle mozioni, per quanto ci riguarda, sono di indirizzo e vanno discusse all'interno del piano sanitario, quindi non è una questione urgente e se la discutiamo oggi o tra una settimana non cambia niente.
Sono mozioni di indirizzo molto importanti, che riguardano tutti i territori della regione e tutte e cinque le Aree vaste, noi le riteniamo importanti e serie, questo significa avere rispetto per le istituzioni e per l'Assemblea legislativa, quindi vogliamo una discussione seria nel rispetto delle istituzioni. Va rispettata l'istituzione del Presidente, in questo caso anche Assessore alla sanità, che poi, come sappiamo benissimo, è a Pievetorina per l'inaugurazione di una scuola con la presenza di un sottosegretario. Il Presidente Volpini è assente per motivi di salute.
Queste sono le motivazioni e noi non accettiamo nessuna strumentalizzazione. Grazie.
PRESIDENTE. Su questo si sono espressi un Consigliere a favore ed uno contro. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ovviamente il Consigliere Fabbri ha detto che noi siamo contro questo vergognoso rinvio, nella malaugurata ipotesi che ci fosse pregherei l'Aula di decidere fin da ora quando gli atti verranno discussi.
PRESIDENTE. In base a quello che abbiamo deciso alla Conferenza dei capigruppo possiamo fin da ora dire che se le mozioni verranno rinviate saranno iscritte nell'ordine del giorno della prima seduta del mese di gennaio, visto che abbiamo già calendarizzato i lavori dell'Aula per le sedute del 18, 20 e 21 dicembre. Se siamo tutti d'accordo, potremmo già deciderlo in base all'esito della votazione.
Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. E' una domanda che faccio al Presidente, ho ascoltato la discussione, vorrei ricordare che dentro quest'Aula c'è un Consigliere che ha la delega alla sanità ed è presente: la delega conta o non conta?
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE'. Per rispondere al Consigliere Zaffiri, la delega conta, ma le mozioni che riguardano la sanità sono importanti e in Giunta c'è il Presidente che vota tutte le decisioni riguardante questo settore, sappiamo benissimo che un Consigliere non può votare in Giunta, quindi penso che il Presidente debba essere presente alla discussione di questi atti.
PRESIDENTE. Rinvio delle mozioni nn. 381, 389, 422, 424, 426, 429, abbinate, (punto 4), alla prima seduta di gennaio. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Rinvio della mozione n. 385 (punto 5). Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Rinvio della mozione n. 388 (punto 6). Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Chiedo, se possibile, l'iscrizione d'urgenza, come è stato detto alla Conferenza dei capigruppo, della proposta di legge n. 240 che tratta la fusione dei comuni di Sassocorvaro e Auditore per far si che tutto l'iter possa concludersi in tempo utile affinché la fusione abbia validità dal primo gennaio 2019.
PRESIDENTE. Se non ci sono Consiglieri contrari a questa proposta, direi di inserirla, come abbiamo già proposto durante la Conferenza dei capigruppo, al punto 1 bis dell'ordine del giorno.
Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Vorrei intervenire sui rinvii per chiederle una cosa.
Spesso non è tanto il singolo rinvio che anima il dibattito, ma il rinvio reiterato, nella fattispecie sono d'accordo che mozioni così importanti, come quelle della sanità, debbano essere discusse alla presenza del Presidente.
Forse sarebbe utile, non so se lo prevede il regolamento, che quando approviamo il rinvio di una mozione prevediamo anche quando discuterla, anziché riscriverla d'ufficio creando situazioni come quella di oggi.
Qualora fosse possibile prevederlo nel regolamento meglio, se non è possibile le chiederei di assumere questa consuetudine. Come ha fatto adesso, sappiamo che si parlerà di queste mozioni la prima seduta di gennaio, evitando il 18 dicembre di doverci trovare da capo. Le chiederei, quindi, di assumere questo modo che forse ci aiuta e ci semplifica i lavori. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene ottima proposta, l'accolgo.
Sull'ordine dei lavori abbiamo deciso in Conferenza dei Capigruppo di trattare prima le interrogazioni e poi passare alla proposta di legge n. 252, quindi iniziamo con le interrogazioni.
Interrogazione n. 699
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“La Regione rivuole l’una tantum concesso a suo tempo ai terremotati”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 699 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. In riferimento agli specifici quesiti posti dall'interrogante si precisa quanto segue.
In ordine al punto 1: “Per conoscere la rilevanza precisa di queste comunicazioni: il numero delle richieste di restituzione da parte della Regione e il totale degli importi da restituire”.
Si ricorda che la Regione Marche ha erogato nel 2017, ai sensi dell'articolo 45 comma 4 del primo decreto terremoto (decreto-legge 189/2016), una "una tantum" di 5.000 euro in favore di 5.076 lavoratori autonomi che hanno subìto interruzioni nell'attività lavorativa a causa del sisma, per un totale di 25.380.000 euro.
La Regione ha già proceduto a effettuare un controllo su base campionaria delle autodichiarazioni fornite dai richiedenti, procedendo al campionamento casuale, estratto mediante un algoritmo specifico atto ad assicurarne la neutralità, di una percentuale pari al 5% delle domande ricevute (precisamente 260 domande estratte, pari al 5,1% del totale). Sulle 260 domande costituenti il campione estratto, solo 4 sono risultate irregolari, pari a meno del 2% del campione (1,54%). La Regione ha quindi provveduto a revocare il contributo per le 4 domande irregolari.
Il campionamento casuale ha quindi restituito il quadro di una situazione fisiologica, nella quale a un grande numero di domande corrisponde una larghissima maggioranza di situazioni regolari e solo una quota marginale, ma tendenzialmente strutturale e inevitabile sui grandi numeri, di irregolarità.
La Regione ha poi proceduto a effettuare un controllo generalizzato su tutte le domande pervenute, attraverso l'Inps regionale. Quest'ultimo ha trasmesso alla Regione la banca dati dei nominativi, da cui sono stati filtrati 204 soggetti che presentavano delle incongruenze in ordine all'obbligo previsto dall'articolo 45 del decreto legge 189, ai fini dell'erogazione del contributo.
Le verifiche sono tuttora in corso sulle 204 posizioni, di cui:
- n. 120 sono risultate regolari;
- n. 57 risultano allo stato irregolari e le verifiche finali sono in corso;
- n. 27 ancora non sono definite a causa dell'assenza o impossibilità di risposta da parte dei richiedenti.
Da tale controllo generalizzato emerge che, quand'anche tutte le irregolarità accertate o potenziali risultassero in revoche (57 + 27 = 84), il numero massimo totale delle revoche sarebbe pari a 88, pari ancora una volta a meno del 2% delle domande totali (1,73%).
Dal controllo generale che la Regione sta completando, pertanto, risultano confermati:
- l'efficienza e la correttezza della procedura di campionamento casuale effettuata in prima battuta sul 5% delle domande, che ha evidenziato una percentuale di irregolarità estremamente vicina a quella reale, molto bassa;
- una situazione fisiologica. A fronte di ben 5.076 contributi erogati per 25.380.000 euro, potranno essere oggetto di revoca al massimo 88 contributi per 440.000 euro (meno del 2%).
In ordine al punto 2. “Cosa si intende fare per bloccare questa situazione di ulteriore disagio alle popolazioni colpite dal sisma”.
La Regione Marche non sta creando nessun disagio, ma sta svolgendo un'azione doverosa di verifica (secondo modalità che le spettano) di un numero limitato di situazioni particolari, alcune peraltro già segnalate da altri Enti, quindi sul secondo punto non mi dilungo perché la verifica la stiamo facendo da molto tempo nelle modalità a noi consone.
In ordine al punto 3. “Come si intende porre rimedio alla confusione normativa e alle interpretazioni relativamente alla fattispecie di cui trattasi”.
Non risulta una confusione normativa. Si precisa che l'attività di verifica e controllo ha riguardato esclusivamente l'iscrizione ad una forma obbligatoria di previdenza e assistenza e non il pagamento della stessa; anche su questo aspetto la norma era sufficientemente chiara e non aveva bisogno di particolari interpretazioni. Coloro che non avevano il requisito dell'iscrizione non dovevano presentare la domanda.
In ordine al punto 4. “In riferimento al punto 3) come intende risolvere la problematica delle attività che fiscalmente sono soggette a dichiarazione, come i B&B, i quali non hanno l'obbligo di partita IVA”.
Si premette che i controlli hanno riguardato esclusivamente il possesso dell'iscrizione ad una forma obbligatoria di previdenza e assistenza, e non la tipologia dell'attività economica, che solo in via incidentale potrebbe essere emersa.
Riguardo ai B&B singoli e non inseriti all'interno dell'attività di una impresa (ad esempio agricola), si è ritenuto non inserirli tra i beneficiari per le seguenti motivazioni.
Dal punto di vista normativo, non esistono a livello nazionale provvedimenti riguardanti espressamente la formula del bed and breakfast. Il punto di partenza è rappresentato dalla legge 17 maggio 1983 n. 217, "Legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica". Questa legge ha permesso alle singole Regioni italiane di disciplinare la materia attraverso proprie regolamentazioni.
Il bed and breakfast per la sua stessa natura non è un'impresa in quanto l'attività non è svolta in una maniera organizzata e continuativa (così come indicato dall'articolo 2082 del Codice civile nella definizione di imprenditore). Le normative regionali richiedono che sia esercitato in modo saltuario o per periodi ricorrenti stagionali e/o che il servizio sia assicurato dalla normale organizzazione familiare, che va svolta anche congiuntamente a un altro lavoro. Il fatto che il B&B non sia impresa è affermato dallo stesso interrogante citando la legge regionale n. 9 dell'11 luglio 2006.
Pertanto e in conclusione, pur riconoscendo valore e importanza a queste strutture, le stesse non rientrando nella categoria delle imprese e quindi non hanno partita IVA e non sono iscritte alla Camera di Commercio, alcune, non tutte, solo quelle che non hanno la partita IVA.
I B&B non possono pertanto essere ammessi in quanto in palese contrasto con il già citato articolo 45, comma 4, decreto legge n. 189/2016 che recita: “In favore dei collaboratori coordinati e continuativi, titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di attività di impresa e professionisti iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, che hanno dovuto sospendere l'attività, nell'anno 2016, a causa degli eventi sismici di cui all'articolo 1, e che operino esclusivamente o, nel caso degli agenti e rappresentanti, prevalentemente in uno dei Comuni di cui agli allegati 1 e 2, è riconosciuta, per l'anno 2016, nel limite di 134,8 milioni di euro per il medesimo anno, una indennità una tantum pari a 5.000 euro nel rispetto della normativa di aiuti di Stato”.
L'approccio seguito dalla Regione Marche sul punto è allineato a quello delle altre Regioni.
Vorrei concludere mettendo in evidenza due piccoli flash, il primo, l'incrocio fra le domande e le banche date dell'Inps è stato il modus operandi, massima trasparenza e riservatezza. La Regione non è la Finanza e quindi fa i controlli di competenza nella modalità che gli è chiesta.
Il B&B come integrazione al reddito non risulta un'impresa e non è ammissibile, quindi quelli che non hanno la partita IVA non possono rientrarci.
Chiedo scusa per la lungaggine, ma l'interrogazione era molto articolata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta che, come ha detto, è articolata e composta.
Anche qui devo dire che sono parzialmente soddisfatta rispetto a quanto mi è stato detto perché la problematica dichiarata e che era emersa era quella di far restituire i 5.000 euro, questa una tantum, a causa del fatto che non erano stati versati i contributi, cosa che per una attività chiusa era naturale in quanto quelle somme servivano per sopravvivere.
Per quanto mi riguarda resta aperto, da quello che mi dice, il problema dei bed & breakfast - qui il richiamo era alla diversa interpretazione o forse non completa comprensione della norma - perché credo che ci sia un problema se prima gli uffici accettano una richiesta per una tipologia specifica, come quella del bed & Breakfast, erogano il contributo e poi a seguito del controllo, che per carità è giusto farlo, non vogliamo che nessuno si approfitti della difficoltà, lo richiedono indietro. Bisognava essere chiari e dire: “Se hai un bed & breakfast non puoi accedere a questo tipo di contributi, la domanda non la presentare”. Accettare la domanda, addirittura mandarla all'Inps e far erogare il contributo e solo successivamente rendersi conto che a quella categoria non poteva essere erogato, credo che crei un disagio ed un problema, ed è su questo che chiedevo un intervento.
Posso reputarmi parzialmente soddisfatta, sicuramente alla normativa è stata messa mano più volte per intervenire a livello governativo e del Commissario Straordinario, perché magari venivano presentate delle esigenze, delle difficoltà, a mano a mano che i problemi emergevano, ma credo che in questo caso sia stato lasciato un vuoto.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei ribadire questo: il B&B come integrazione al reddito non è un'impresa, si sa che non è ammissibile e non ha accesso alle provvidenze pubbliche, questo non lo dice la Regione, questo si sa dalla normativa.
Interrogazione n. 700
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia
“Avviso pubblico per definire l’offerta formativa per l’acquisizione della specializzazione del metodo Montessori”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 700 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. La finalità generale del Por Marche Fse 2014/2020 è quella di promuovere e sostenere l'occupazione, di aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e di assicurare opportunità lavorative più eque per tutti.
Il Programma, però, nell'ambito degli Assi d'intervento, in conformità al Regolamento di riferimento (n. 1304/2013), declina delle specifiche Priorità d'Intervento, sicuramente proiettate verso l'occupabilità e l'occupazione ma non sempre in maniera diretta e immediata.
Nel caso posto dall'interrogazione, come illustrato nell'avviso pubblico emanato con il Decreto n. 700/2017, l'Obiettivo specifico ed il corrispondente risultato atteso è quello della "Qualificazione dell'offerta di istruzione e formazione tecnica professionale" (punto 10.6) e la Tipologia di azione è la "Formazione formatori, orientatori e docenti". Questo è l'asse specifico sul quale abbiamo il metodo Montessori.
La finalità dell'intervento è dunque quella di diffondere il metodo educativo montessoriano e non quello di ridurre il tasso di disoccupazione.
E' noto a tutti che la pedagogia montessoriana è diffusa in tutto il mondo, molto più intensamente in altri Paesi rispetto all'Italia dove la Montessori ha i natali. Questa è una cosa che ci deve far riflettere molto e l'Assessorato, come sapete, anche quest'anno, non è nella risposta però lo dico, nel dimensionamento scolastico ha dato parere favorevole all'ampliamento delle scuole montessoriane su tutto il territorio. Ci tengo a precisarlo perché mi fa piacere che lo sappiate.
E' una metodologia educativa e di istruzione che punta, sin da subito, all'uso delle "mani" nell'apprendimento e sapete come questo può essere importante anche nell'ottica dell'alternanza scuola-lavoro e dell'apprendistato di primo livello.
Si evidenzia, infine, che la formazione dei docenti circa il metodo Montessori costituisce una linea d'intervento del Por Marche Fse 2014/2020, espressamente prevista dal Documento di attuazione del Programma.
Il fatto che l'intervento sia destinato a docenti di ruolo, assunti con contratto a tempo indeterminato nel sistema statale dell'istruzione, risponde alla necessità di non creare condizioni di disparità di trattamento tra i cittadini nell'accesso al mercato del lavoro.
Infatti, il titolo di "Differenziazione didattica Montessori" costituisce requisito premiale per gli incarichi di docenza nel sistema pubblico di istruzione; non avendo la possibilità di farlo conseguire gratuitamente a tutti i marchigiani che ne hanno le potenzialità, si è ritenuto opportuno rivolgere l'intervento ai soli lavoratori dal momento che, come detto, la sua finalità è la diffusione del metodo didattico.
La gratuità della partecipazione all'azione formativa è prerogativa di tutte le azioni sostenute dal cofinanziamento Fse e l'accesso alle stesse è consentito a tutti i cittadini residenti nelle Marche in possesso degli altri requisiti richiesti, senza preclusione alcuna. Aggiungo, come seconda cifra che non è stata scritta, che la Regione Marche con il bando che prevede la formazione per i docenti del metodo Montessori ha dato questa gratuità, mentre nelle regioni vicine si pagano fior di quattrini. Lo voglio dire perché mi sembra importante ribadirlo, tanto che dall'Emilia-Romagna volevano iscriversi nelle Marche in quanto gratuito, rispetto ad un costo di 2/3 mila euro per ogni docente. Noi abbiamo permesso questo.
Vorrei ribadire, vedo che non è stato scritto e ci tengo molto, la gratuità di questo metodo che è stata proposta con un bando specifico della Regione Marche, ed insisto, a docenti di ruolo, non per fare discriminazioni, ma non possiamo aprire ad una platea di insegnanti che non sono di ruolo e il metodo Montessori dà una premialità, quindi avremmo creato un disagio a coloro che non sono di ruolo.
Quest'ultimo elemento determina la condizione di pari opportunità; pertanto, chi ha conseguito il titolo frequentando un corso autorizzato, pagando l'iscrizione, può averlo fatto per svariate motivazioni, non ultima quella di avere migliori requisiti per inserirsi nel mondo del lavoro; chi interessato ora ha avuto la possibilità di iscriversi.
Verificati gli esiti delle azioni formative in corso, c'è la possibilità di prevederne una nuova edizione (l'abbiamo già messo in conto) per cui altri insegnati interessati potrebbero avere la possibilità di contribuire al conseguimento dell'obiettivo strategico dell'intervento di cui abbiamo parlato.
Vorrei ribadire che non è l'asse dell'Fse rivolto ai disoccupati e vorrei ribadire che lo scopo è migliorare l'offerta formativa, non andare ad incidere sulle graduatorie di coloro che non sono di ruolo, la volontà del dimensionamento è quella di favorire il metodo montessoriano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta, ma non è sicuramente quella che ci aspettavamo perché non ha risposto precisamente a quanto avevamo chiesto.
E' incomprensibile che docenti di ruolo che hanno anche il loro stipendio debbano frequentare questi corsi in maniera gratuita, quando un insegnante precario che vuole formarsi con il metodo Montessori deve farlo a pagamento, con cifre non indifferenti. Ricordo che si parla di 2 mila euro circa oltre alle spese per raggiungere i luoghi generalmente distanti dalle sedi, con il sacrificio di seguire questi corsi la domenica, tutte le domeniche ed i festivi.
Un insegnante di ruolo veramente motivato questo metodo, che conosco alla perfezione senza aver frequentato corsi, ma con l'autoformazione e con i corsi di aggiornamento, che anch'io parzialmente adottavo, ce l'ha “nel sangue” e lo conosce perché non è nuovo.
L'insegnante è motivato dalla voglia, dalla volontà e dall'apprezzamento del metodo e non dal fatto che il corso sia gratuito per cui lo frequenta. Non è questa la motivazione per un docente di ruolo che poi molto spesso è anche prossimo alla pensione, quindi non so se il fatto che il corso sia gratuito sia una motivazione sufficiente a coinvolgere docenti di ruolo.
Oltretutto non si capisce come mai sia stata fatta questa scelta e siano stati investiti dei fondi regionali senza l'intenzione di far diminuire la disoccupazione.
In ambiente scolastico le difficoltà non sono tanto nei metodi. Gli insegnanti che vogliono auto-aggiornarsi ogni anno hanno la possibilità di un'infinità di corsi, gratuiti o on line. Ci sono anche diverse piattaforme alle quali ho partecipato, sia come discente che come docente.
A me sembra che questa cosa sia fatta ad hoc per favorire i corsi, non certamente a beneficio degli insegnanti, degli alunni, anche perché l'insegnante veramente motivato già applica il metodo.
Non penso neanche che questa sia la modalità ideale per estenderlo a più scuole perché sarebbe bene inserire all'interno del corpo docente insegnanti già formati con il metodo Montessori.
Non siamo assolutamente soddisfatti delle motivazioni date dall'Assessore, apprezzo i suoi sforzi, ma la disparità c'è tra chi non ha lavoro e con difficoltà economiche ha dovuto pagare il corso e chi percepisce uno stipendio ed ha questa possibilità gratuita. Si alletta la frequentazione di orsi che un insegnante motivato non avrebbe bisogno di fare. Grazie.
Interrogazione n. 702
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Requisiti minimi studi professioni sanitarie: studio fisioterapista”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 702 del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Per conto del Presidente, in merito all'interrogazione in oggetto, specifica quanto segue.
Punto 1) - Con l'approvazione del Regolamento regionale n. 1/2018 gli Studi di fisioterapisti sono collocati tra gli studi delle professioni sanitarie, ovvero trattasi di strutture che erogano prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione da parte di professionisti che hanno un titolo abilitante e pertanto soggette ad autorizzazione all'esercizio da parte della Regione.
Punto 2) - Il DM n. 741/1994 individua la figura del fisioterapista con il seguente profilo: il fisioterapista è l'operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita.
Sempre il DM n. 741/1994 stabilisce che, in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il fisioterapista:
a) elabora, anche in equipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile;
b) pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;
c) propone l'adozione di protesi ed ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia;
d) verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.
La IV Commissione potrà valutare di far rientrare questo requisito minimo organizzativo "E' fatto obbligo di acquisire, prima del trattamento fisioterapico, la prescrizione medica con relativo piano di trattamento (contenente almeno indicazione medica sulla diagnosi clinica-funzionale di malattia, tipologia di trattamento e numero di sedute prescritte)", solo per gli studi accreditati o convenzionati.
Si trasmette in allegato la sentenza del Consiglio di Stato N. 00752/2015 che ha statuito in materia.
Punto 2) “nell'ipotesi contraria, quali siano i tempi di predisposizione ed approvazione del regolamento suddetto, e se non ritenga che i tempi debbano essere brevissimi”, qui si dice che i termini saranno brevi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Sapevo che il manuale di autorizzazione era fermo in IV Commissione, quindi auspico che venga fatto in quella sede, che è quella competente, un lavoro di approfondimento per poter arrivare ad un parere. Per questa ragione ho anche atteso prima di fare l'interrogazione sperando che la Commissione potesse licenziare il parere in tempi rapidi, poi però l'ho fatta per comprendere in realtà le ragioni di uno specifico punto, che è contenuto nella seconda parte dell'interrogazione, che secondo me non ha molto fondamento, ed è questo: qualora il manuale passasse, gli studi di fisioterapia potranno essere autorizzati a trattare solo i pazienti che hanno una prescrizione medica con il relativo piano di trattamento. E' questo che non funziona e faccio un esempio che mi ha riguardato personalmente. Se uno ha un dolore al braccio perché si è fatto male, non necessariamente deve andare dal medico, potrebbe andare immediatamente dal fisioterapista, potrebbe scegliere liberamente di andare, se invece passasse questa formula questa cosa non sarebbe più possibile, io non posso andare dal fisioterapista se prima non ho una prescrizione medica. Mi pare una cosa abbastanza assurda, soprattutto nei confronti dei fisioterapisti perché se accettassero pazienti che non hanno la prescrizione medica andrebbero contra legem, oppure contro l'autorizzazione.
Questo aspetto mi è stato posto da professionisti e su questo credo che sarebbe utile intervenire, ho colto l'occasione dell'Aula sperando che la IV Commissione approfondisca presto la cosa.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, soprattutto per quella relativa al primo punto al quale ha risposto esattamente a ciò che volevo sapere.
Comunicazione ai sensi dell'articolo 55, 4 comma, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei solo dire che presenterò a giorni una proposta di legge su questo tema, ce l'ho già pronta da qualche giorno, proprio per risolvere il problema a cui ha accennato il Consigliere Busilacchi.
La presenterò la prossima settimana, è una proposta di legge che è simile a quella che ha fatto l'Abruzzo, la Toscana ed altre Regioni. Grazie.
Interrogazione n. 704
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Interventi di difesa del suolo e Consorzio di Bonifica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 704 del Consigliere Giorgini. Ha la parola per la risposta l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente.
Punto 1 - Il Soggetto attuatore degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico (per conto del Commissario Straordinario delegato - Presidente della Giunta regionale) e il Consorzio di Bonifica delle Marche hanno stipulato n. 3 convenzioni di avvalimento per la realizzazione dei seguenti interventi previsti nell'accordo di programma sottoscritto il 25 novembre 2010, tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Marche per la programmazione e il finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, come aggiornato con i successivi atti integrativi del 15 ottobre 2014, del 5 dicembre 2016 e del 20 dicembre 2017:
1) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Senigallia (AN). Località Fiume Misa. Sistemazione idraulica Fiume Misa". Importo ammesso a finanziamento: 2.000.000 euro;
2) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Senigallia (AN). Località Fiume Misa. Lavori di sistemazione idraulica Fiume Misa". Importo ammesso a finanziamento: 2.420.000 euro;
3) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Vallefoglia (PU). Località Montecchio - Via Da Vinci. Consolidamento e protezione versante in frana nel centro abitato di Montecchio". Importo ammesso a finanziamento: 400.000 euro.
È stato inoltre sottoscritto un accordo relativo alla verifica dei progetti inerenti l'edilizia sanitaria per la ricostruzione post sisma.
Inoltre, al Consorzio di Bonifica delle Marche è stata affidata l'attuazione, non mediante stipula di convenzione di avvalimento ,bensì mediante delega di funzioni di cui al decreto del Commissario Straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico n. 1 del 30 marzo 2018 e successivo disciplinare di delega sottoscritto in data 19 aprile 2018, dei seguenti interventi, ugualmente previsti nel sopra citato accordo di programma MATTM-Regione Marche e nei successivi atti integrativi, ovviamente non leggo gli interventi riportati nella risposta che poi le lascio.
Punto 2 - La possibilità di avvalersi del Consorzio di Bonifica delle Marche per la realizzazione di opere di difesa del suolo (sia idrauliche che di consolidamento versanti) è espressamente prevista tra le facoltà dei Commissari Straordinari delegati contro il dissesto idrogeologico, come disposto dall'articolo 10, comma 4, del decreto-legge n. 91/2014 convertito dalla legge n. 116/2014.
Stante tale previsione normativa, la scelta di avvalersi del Consorzio di Bonifica delle Marche per l'attuazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico è stata operata sulla base delle funzioni istituzionali del Consorzio stesso, come stabilite dalla legge regionale n. 13/2013.
In particolare il Consorzio può svolgere per conto dello Stato, della Regione e degli enti locali la progettazione e l'esecuzione delle opere pubbliche di rispettiva competenza (articolo 14, comma 1, lettera h della citata legge regionale n. 13/2013).
In relazione alla realizzazione degli interventi di ricostruzione post sisma degli immobili inerenti l'edilizia sanitaria si rappresenta che in data 29 maggio 2018 è stato siglato tra Regione Marche, Ufficio Speciale per la Ricostruzione e Asur Marche l'accordo per la realizzazione degli interventi de quo.
Gli elaborati progettuali relativi agli interventi in parola devono essere sottoposti a verifica ai sensi dell'articolo 26 del D.Igs. 50/2016 e successive modificazioni, il quale disciplina la materia della verifica dei progetti, indicando i soggetti abilitati ad eseguirla.
Né l'Ente Regione Marche, né l'Ufficio speciale per la ricostruzione e né l'Asur Marche sono soggetti idonei, pertanto avendo la Regione Marche la necessità di avvalersi delle competenze del Consorzio di Bonifica delle Marche per l'espletamento delle attività di verifica, sopra indicate, la stessa ha stipulato apposito accordo con il Consorzio di Bonifica delle Marche, sottoscritto in data 26 luglio 2018. Nello specifico verranno verificati i progetti relativi ai nuovi ospedali di: Amandola, Fabriano e Tolentino.
Punto 3 - In quanto espressamente previsto dalla legge, per l'utilizzo del Consorzio di Bonifica delle Marche, quale ente attuatore di interventi di difesa del suolo, non sono richieste particolari verifiche preliminari in ordine alle competenze professionali e alla capacità gestionale. Si fa presente ad ogni modo che il Consorzio stesso è un ente certificato UNI EN ISO 9001-2008 certificazione del sistema di gestione per la qualità che, tra l'altro, consente al Consorzio di effettuare internamente e senza necessità di incarichi esterni l'attività di verifica preventiva di progetti di qualsiasi importo, ai sensi dell'articolo 26 del D.Lgs 50/2016 (codice dei contratti pubblici).
Punto 4 - La struttura che, dal punto di vista amministrativo, autorizza, controlla, monitora e approva progetti, lavori e attività connessa con la realizzazione degli interventi affidati al Consorzio di Bonifica delle Marche è, per conto del Commissario Straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, il Soggetto Attuatore degli interventi di Mitigazione del Rischio Idrogeologico individuato con decreto commissariale n. 1 del 26 giugno 2017 nel dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio della Regione Marche.
Per gli interventi di edilizia sanitaria la struttura regionale competente è la P.F. Edilizia sanitaria ed ospedaliera.
Punto 5 - Si fa presente che le opere, una volta realizzate e collaudate dal Consorzio di Bonifica delle Marche per conto del Commissario Straordinario delegato, saranno trasferite ad ogni effetto di legge al soggetto pubblico competente in via ordinaria per la gestione e la manutenzione, che nel caso delle opere idrauliche è la Regione o il Consorzio di Bonifica stesso, a seconda della classificazione delle opere idrauliche su cui si interviene o del tratto di corso d'acqua interessato, mentre nel caso di opere di consolidamento dei versanti è il Comune. Pertanto non si ravvedono profili di responsabilità in capo al Consorzio, derivanti dalla gestione di queste opere, oltre quanto previsto ordinariamente dalla legislazione vigente.
Punto 6 - Le procedure di affidamento dei lavori in capo al Consorzio di Bonifica delle Marche vengono espletate dal Consorzio stesso, accreditato quale stazione appaltante presso l'Anac, pertanto senza necessità di avvalersi della Suam né di altre stazioni appaltanti o centrali di committenza.
Punto 7 - Nelle convenzioni in essere con il Consorzio di Bonifica delle Marche non sono previsti oneri finanziari a carico della Regione Marche né a carico della contabilità speciale intestata al commissario straordinario delegato, poiché l'intero ammontare delle risorse è destinato alla realizzazione degli interventi e non sono contemplati compensi per il Consorzio, fatta salva l'attribuzione del fondo per funzioni tecniche di cui all'articolo 113 del decreto legislativo n. 50/2016 (codice dei contratti pubblici), che viene riconosciuto all'Ente Attuatore nella misura massima dell'80% del 2% dell'importo dei lavori posto a base di gara e per la quota corrispondente alle sole attività effettivamente svolte dall'Ente Attuatore con proprio personale e non affidate all'esterno. Grazie
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta, poi valuterò quello che gli uffici hanno scritto.
Il Consorzio di Bonifica è nato per fare determinati lavori, come la bonifica agraria, la bonifica idraulica e l'irrigazione. Quello che mi domando è: che c'entra il Consorzio di Bonifica con la ricostruzione o la messa in sicurezza dell'edilizia sanitaria delle Marche? Cosa c'entra l'assegnazione della tutela della costa, della difesa del suolo, dei fiumi di secondo livello? Non riesco a capire anche perché lei ha detto che non sono previste verifiche professionali. Ma la domanda che si fa il Genio civile, non che mi pongo io o quelli del Movimento 5 Stelle, è: “Ma noi che ci stiamo a fare qua?” Oltretutto credo che il Consorizio di Bonifica, Assessore, purtroppo non ho il tempo ma avrei tante cose da dire, secondo il nostro modo di vedere ed anche quello del Genio civile, non abbia le professionalità per fare tutto il compito che gli è stato assegnato. Questo è gravissimo, Assessore, ve ne dovete rendere conto? Non facciamo come l'Erap, ve l'avevo detto in quest'Aula, non facciamo con i Consorzi di Bonifica la stessa storia dell'Erap anche perché credo che il Consorzio di Bonifica debba dare tutti affidamenti esterni, non avendo le professionalità. Da quello che mi risulta ha un solo geologo, come farà a fare tutti questi lavori? Credo che qualcosa toccherà fare per risolvere questo annoso problema del Consorzio di Bonifica.
Da quando siamo qui sembra che il Consorzio di Bonifica sia peggiore della caccia, parliamo sempre di questo, ma dai e dai questo problema non si risolve.
A Roma stiamo tentando di ridare al Consorzio di Bonifica, con una legge che stiamo preparando, il compito che aveva quando è nato, cioè la bonifica agraria, non la sistemazione degli ospedali o dei fiumi di secondo livello o addirittura le coste. Cercheremo di dare un senso ad ogni ente di diritto pubblico, ad ogni ente regionale, ognuno deve fare il proprio compito, perché in questo caso i dipendenti, l’alta professionalità del Genio civile stanno a guardare.
Questo è quello che la Giunta regionale sta facendo e credo che sia un percorso sbagliato ed è un errore gravissimo bypassare completamente il Genio civile su queste cose. Grazie comunque per la risposta.
Interrogazione n. 701
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Stato attuazione pagamenti elettronici on line”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 701 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Con delibera di Giunta regionale n. 1498 del 23 ottobre 2012 la Regione Marche si è posta come intermediario tecnologico e soggetto facilitatore per gli enti locali per l'erogazione dei servizi di pagamento ed in quanto tale è censito nell'elenco intermediari dell'Agid.
Con delibera di Giunta regionale 264 del 10 marzo 2014 ha conseguentemente definito le modalità attuative dell'erogazione dei servizi di intermediazione tecnologica della Regione Marche per i pagamenti elettronici agli enti strumentali, locali e del comparto sanitario.
Per quanto riguarda i servizi di pagamento, la Regione Marche ha istituito il "Sistema Informativo regionale dei pagamenti elettronici Mpay", al fine di offrire agli enti locali marchigiani uno strumento per l'erogazione ai propri cittadini ed alle imprese dei servizi di pagamento on line, con un investimento dal 2014 per la manutenzione evolutiva e servizi di gestione di 223.340 euro. Tale sistema informativo, accedibile all'indirizzo mpay.regione.marche.it e già utilizzabile anche da smartphone, consente l'interoperabilità tra le amministrazioni e i Prestatori di servizio di pagamento che hanno aderito al nodo dei pagamenti nazionale, rispettando le indicazioni normative sulla materia e garantendo a cittadini e alle imprese ii pagamento di somme dovute alla Regione Marche e alle amministrazioni per le quali la Regione Marche funge da intermediario.
La Regione Marche ha attivato sulla piattaforma i seguenti pagamenti:
• bollo auto;
• donazioni per il terremoto;
• oneri istruttori per richiesta autorizzazione unica impianto a fonti rinnovabili;
• canone concessione derivazione;
• canone concessione occupazione;
• spese istruttorie e contributo idrografico;
• licenze annuali.
È in corso di rilascio il pagamento del "Segno Identificativo/Bollino Verde - articolo 11 comma 3 legge regionale n. 19/2015".
Inoltre le aziende sanitarie hanno attivato il servizio dei pagamenti delle prestazioni sanitarie.
In particolare la Regione Marche consente a ciascun ente di attivare tutti i modelli di pagamento previsti dalla piattaforma PagoPA:
• pagamento dal portale dell'Ente o dal portale MPay (modelli 1 e 2);
• pagamento presso i canali dei PSP (modello 3).
Mpay prevede una rendicontazione giornaliera delle transazioni di pagamento veicolate attraverso il nodo SPC di Agid (PagoPa). Per ognuna di esse vengono forniti i relativi dati, contenenti le informazioni chiave ricevute dal Sistema dell'Ente e/o in fase di invocazione del pagamento, che consentono all'Ente di poter aggiornare le proprie posizioni contabili.
Inoltre il sistema prevede un servizio di estratto conto on-line che fornisce al cittadino, in un unico punto, tutta la sua situazione debitoria nei confronti dell'Ente convenzionato. Pertanto Mpay può essere alimentato con i dati di carico dell'Ente in varie modalità (i dati di carico possono essere aggiornati con l'invio dei pagamenti acquisiti dall'Ente attraverso i canali convenzionali e con le eventuali variazioni di carico relative ad esempio a sgravi o rateizzazioni, al fine di garantire l'attualizzazione del dato reso disponibile al cittadino nel suo estratto conto).
La Regione Marche garantisce a tutte le amministrazioni l'utilizzo gratuito della piattaforma ed in particolare, per gli enti che hanno aderito al progetto regionale MaRius (le Marche Riusano), anche il supporto per l'avvio dei servizi di pagamento, un servizio di help desk per i cittadini e il supporto alle transazioni, alla quadratura contabile e alla rendicontazione per gli operatori degli enti.
Alla data attuale è attiva la Regione Marche ed altri 130 enti sul territorio regionale, che hanno richiesto l'intermediazione della Regione Marche e sono quindi attivi attraverso il portale MPay con il seguente dettaglio:
- comuni 105
- altre aziende e enti convenzionati 11
- provincie e unioni 10
- enti sanitari 4
Sono stati attivati sul portale Mpay complessivamente 920 servizi di pagamento, tutti fruibili anche tramite smartphone.
Con DDPF n. 68 del 12 settembre 2016 la Regione Marche ha incentivato i comuni per l'integrazione e l'utilizzo della piattaforma regionale di pagamenti Mpay per consentire ai cittadini i pagamenti on line di tutte le pendenze verso i vari enti e l'accesso alle proprie posizioni debitorie, fornendo un unico sistema di front end delle posizioni debitorie del cittadino/impresa. Al bando hanno partecipato per questa specifica linea di intervento 219 enti per un importo totale richiesto di 1.156.000 euro che sono stati ammessi tutti a finanziamento e attualmente stanno attuando i progetti finanziati nell'ambito e a conclusione del quale saranno previste campagne informative verso i cittadini e le imprese. Verranno inoltre investiti ulteriori 188.000 euro dei fondi Por Fesr per la manutenzione della piattaforma regionale.
Nella pagina del sito regionale sono messe a disposizione le procedure amministrative e tecniche per usufruire della piattaforma dei pagamenti regionali Mpay.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio l’Assessore. Ovviamente spero che tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile ed è noto e palese a tutti che il pagamento on line è rispettoso di alcune prerogative che spettano di diritto ai cittadini.
Il pagamento on line evita il traffico e l’intasamento nelle città e nei paesi, evita l’inquinamento, evita anche la dimenticanza e quindi l’evasione di alcuni pagamenti relativi ai tributi. E’ sicuramente il metodo futuro per una maggiore trasparenza e per una maggiore vivibilità dei cittadini marchigiani.
Quello che manca in questa risposta, che secondo me è un obiettivo da raggiungere, visto che molte persone che hanno ispirato questa mozione non sono a conoscenza di questi metodi, è una campagna informativa adeguata perché la gente possa sapere che non deve alzarsi, uscire di casa, prendere la macchina, ma può fare tutti i pagamenti sia dei servizi sia delle imposte attraverso i vari metodi di pagamento, attraverso sia il computer che lo smartphone.
Raccomando una maggiore campagna di informazione per i cittadini, che è semplice da portare avanti, addirittura con costi minimi se la campagna viene fatta attraverso i social o attraverso la piattaforma digitale. Questo è sicuramente un impegno importante, sono innovazioni tecnologiche che non costano tanto, ma che portano benefici sia economici che alla qualità della vita dei cittadini.
Interrogazione n. 732
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Procedure di stabilizzazione (D.lgs. n. 75/2017 - Decreto Madia) per il personale precario dei centri per l’impiego in possesso dei requisiti previsti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 732 del Consigliere Minardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Con riferimento alle questioni poste dall'interrogante, si chiarisce che la Giunta ha già avviato il processo di rafforzamento dei Centri per l'impiego della Regione Marche e, con la delibera di Giunta regionale n. 1438 del 29 ottobre 2018, ha adottato una serie di provvedimenti e di atti di indirizzo per realizzare tale programma a cui dovranno necessariamente concorrere anche le autorità statali dell'Anpal e del Ministero del lavoro e politiche sociali.
Nell'ambito di tali attività è anche prevista la ricognizione, da parte del Servizio risorse umane, organizzative e strumentali, del personale avente titolo alla stabilizzazione, di cui all'articolo 20 del D. Lgs. 25 maggio 2017 n. 75, che, in deroga alle disposizioni vigenti in materia di pubblico impiego, potrà vedere trasformato il proprio rapporto di lavoro flessibile in rapporto a tempo indeterminato nei limiti delle complessive risorse finanziarie trasferite alla Regione Marche dal predetto Ministero.
Con successiva delibera adottata nella seduta del 27 novembre 2018 n. 1619, la Giunta ha integrato il Piano dei fabbisogni di personale per l'anno 2018, approvato con la propria precedente deliberazione n. 1346 del 13 novembre 2017, al fine di dare corso alla stabilizzazione del personale precario assegnato alle politiche attive del lavoro, in servizio presso i centri per l'impiego, secondo le previsioni di cui ai commi 795 e 796 dell'articolo 1 della legge n. 205/2017, i cui contratti di lavoro flessibile erano stati trasferiti dalle Province alla Regione Marche con delibera di Giunta regionale n. 636 del 14 maggio 2018, il tutto nel rispetto dei requisiti fissati dall'articolo 20 comma 1 del D. Lgs 75/2017.
Nella prima settimana del mese di dicembre con Decreto RUO n. 632 del 4 dicembre 2018 è stato pubblicato il bando per l'accesso alla stabilizzazione che dovrà concludersi entro l'anno corrente.
La stabilizzazione dovrebbe interessare circa 74 unità di personale precario mentre per le restanti unità che non posseggono i requisiti per la stabilizzazione si valuterà la possibilità di proroga del contratto a tempo determinato a decorrere dal 1 gennaio 2019, salvi ulteriori eventuali provvedimenti che potranno essere adottati in conformità all'articolo 35 del D. Lgs 165/2001.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che sia importante la conclusione di questo iter, così come ha detto l’Assessore Casini, per cui da subito mi dichiaro soddisfatto.
Le competenze dei job e della formazione prima erano in capo alle Province e con la loro riforma, legge 56/2014, c’è stato il passaggio delle competenze, delle funzioni che di fatto la Regione con la legge 13/2015 e con le successive modifiche si è assunta, a partire dalle funzioni non fondamentali, sia come funzioni che come personale.
E’ chiaro che il trasferimento delle funzioni e del personale ha portato anche ad un passaggio di competenze, di difficoltà ed in alcune fasi anche di incertezze, soprattutto per quello che riguarda i contratti di lavoro. La Regione ha fatto tutto quello che doveva essere fatto.
Devo riconoscere che il personale precario che lavora nei centri per l’impiego della Regione Marche ha garantito e garantisce tuttora la continuità e la funzionalità dei servizi fondamentali per il cittadino, nel rispetto dei livelli essenziali e delle prestazioni indicate, avendo acquisito un livello di conoscenza, di competenza e di esperienza che è servito e serve per esercitare un ruolo fondamentale di sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici.
A partire dal 2015 ogni fine anno il personale precario, ma anche quello di ruolo, ha avuto momenti di incertezza perché c’è sempre stato il problema del rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, contratti che sono flessibili e con l’ultimo atto, quello della finanziaria 2018, approvato con la legge di stabilità n. 205 del 2017, il personale è transitato in capo alle Regioni comprese le risorse, che sono state assegnate in deroga ai piani del fabbisogno.
Adesso non c’è l’Assessore Cesetti, ma con lui abbiamo seguito passo passo, ogni fine anno, questi difficili passaggi perché i contratti a tempo determinato scadono, ad ogni fine anno c’è stata l’esigenza di trovare una norma nazionale che coprisse la continuità per questi lavoratori che pur precari garantivano i servizi nei job center. L’ultimo atto, che è quello della legge di stabilità nazionale, la n. 205, l’abbiamo fatto correggere a livello nazionale perché una interpretazione un po’ rigida rischiava di lasciare a piedi tutti i dipendenti precari dall'1 gennaio 2018.
I lavoratori che garantiscono i servizi nei Centri per l’impiego delle Marche sono 80 persone, di cui 40 nella provincia di Pesaro e Urbino, e dopo l’approvazione della legge Madia, decreto legislativo 75 del 2017, si aspettavano una stabilizzazione.
Prendo positivamente quello che ha detto l’Assessore Casini, gli atti che sono stati approvati dalla Giunta e il decreto di stabilizzazione di questo personale consentono di stabilizzare le persone con un contratto di lavoro precario. La legge Madia prevede di stabilizzare il personale che al 31 dicembre 2017 ha 3 anni di servizio negli ultimi 8 anni in deroga ai limiti assunzionali.
Concludo dicendo che il lavoro fatto è importante, dà risposte concrete e certezza ai quei lavoratori che negli anni difficili, anche della crisi economica, hanno garantito l’erogazione dei servizi, soprattutto al pubblico, dando risposte a coloro che si recavano nei Centri per l’impiego per cercare uno sbocco lavorativo. Persone che venivano accolte da questi lavoratori precari che oggi vengono stabilizzati.
L’auspicio è che possano rientrare anche le altre 6 unità che ad oggi non hanno i requisiti per la stabilizzazione, comma 2 dell’articolo 20 della legge Madia, che possano rientrare nella prossima tranche di stabilizzazioni.
Ringrazio l’Assessore Casini, l’Assessore Cesetti, la Giunta che hanno lavorato passo passo a questo iter, che ho seguito personalmente dall’inizio per continuare ad erogare i servizi nei nostri Centri per l’impiego. Ringrazio anche il Servizio personale ed il Dirigente, consapevoli che ad ogni inizio di anno, a partire dal 2016, i nostri Centri per l’impiego, se non ci fossero state le nostre azioni o le proroghe date dal Governo nazionale, avrebbero rischiato di non aprire al pubblico a causa dei contratti flessibili. Grazie.
Proposta di legge n. 252
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni
“Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, 2.23 ‘Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini - Ombudsman regionale’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 252 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questo provvedimento è stato discusso in I Commissione, di cui faccio parte, ed è semplicemente la ridenominazione del Garante dei diritti della persona, si chiamerà così e non più “Ombudsman”. Quindi credo che sia superflua, a meno che non ci siano altri interventi, una discussione su questo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Concordo con quanto detto dal Consigliere Urbinati, siamo entrambi nella I Commissione la quale è convenuta sull’utilità della trasformazione del termine “Ombudsman”, difficile soprattutto da pronunciare dalle persone che vengono assistite dal Garante.
Siamo ben felici che questa proposta di legge venga a semplificare anche concettualmente ed intellettualmente il nome di questa Autorità e saremo molto più felici un domani quando vedremo che sarà assistita e garantita attraverso finanziamenti più cospicui perché si occupa di persone svantaggiate da reinserire nella società, e la funzione sociale del Garante è molto importante.
Siamo quindi favorevoli alla modifica della terminologia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma del Consigliere Giacinti. Non è stato distribuito? Lo leggo: “Il comma 2 dell'articolo 8 della proposta di legge è sostituito dal seguente: '2. Nella legislazione regionale vigente le parole 'Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini' sono sostituite, con i necessari adeguamenti grammaticali, dalle seguenti 'Garante regionale dei diritti della persona'”. L'emendamento è stato trasmesso ieri per e-mail. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 252, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 240
ad iniziativa della Giunta regionale
“Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Auditore e Sassocorvaro, ai sensi della lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 240 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Come preannunciato per l'iscrizione all'ordine del giorno, trattasi della legge relativa al progetto di fusione fra i comuni di Sassocorvaro e Auditore. Si rende necessaria l'approvazione di questo provvedimento al fine di garantire ai due comuni la possibilità di espletare tutte le pratiche e soprattutto di fare in modo che dall’1 gennaio del prossimo anno, la fusione abbia effetto giuridico, motivo per cui è stata promossa.
Ricordo all'Assemblea i risultati delle elezioni del referendum: su 2.012 elettori maschi e 2.018 femmine, per un totale di 4.030 elettori, hanno votato: 1.144 maschi e 1,121 femmine, per un totale di 2.265, 1.591 hanno votato sì, 654 hanno votato no. Per cui invito ad approvare la proposta, anche perché siamo in uno di quei casi in cui non mi sembra ci siano particolari spunti di discussione.
Annuncio a tutti i Consiglieri che in I Commissione abbiamo approvato una legge, speriamo definitiva, sulle fusioni, introducendo ulteriori elementi di riflessione al fine di poter disciplinare un maggior numero di casi e rendere più chiare alcune interpretazioni di casistiche che si possono verificare.
La proposta di legge sarà discussa ad nuovo anno, abbiamo evitato di discuterla prima per non incrociare la traiettoria di questo provvedimento per il quale era già stato bandito e poi effettuato il referendum ed anche se il risultato del referendum è stato univoco, non volevamo inficiare la discussione di questa fusione con il nuovo testo normativo.
Mi fermo qui e invito all'approvazione, vale anche come dichiarazione di voto sulla proposta di legge n. 240. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è un caso di scuola, nel senso che prima i Consigli comunali e poi i cittadini di tutti e due i Comuni, con il referendum, si sono espressi per la fusione. Noi con uno slang particolare in I Commissione abbiamo detto: “Questa è acqua calda”, quindi non c'è nessuna discussione.
Noi siamo rispettosi della decisione dei Consigli comunali, ma soprattutto delle decisioni dei cittadini, perché è vero che il referendum è consultivo, ma se viene chiesto il parere della popolazione questo sicuramente deve contare qualcosa. Non come il caso di Montemaggiore al Metauro dove ha votato contro la fusione, ma si è i fusa per forza, anche se sembra che questo esempio negativo, che ha creato confusione e malcontento, non sia bastato perché, come ha detto il Presidente Giacinti in I Commissione, i voti devono essere calcolati Comune per Comune perché se calcoliamo i voti globalmente, nel caso ci sia un Comune con 100.000 abitanti ed un altro con 10.000 abitanti, anche se tutti i 10.000 del Comune più piccolo votano contro, sono comunque 100.000 contro 10.000. Questo è un caso limite ovviamente. Quello che c'è da dire è che nel momento in cui, noi abbiamo fatto una proposta di legge, i cittadini di un Comune a maggioranza non votano a favore della fusione, il processo si deve fermare. Cito sempre il Presidente Giacinti che in questo caso ha detto: “Io Sindaco, nel momento in cui delibero una fusione, faccio assemblee, faccio incontri con i cittadini, delibero la fusione in Consiglio comunale, sono consapevole dell'approvazione della mia popolazione, o almeno consapevole che la maggioranza gradisce la fusione”.
Nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle si diceva: “Siamo favorevoli e vogliamo favorire la fusione dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, ma questa deve avvenire nella massima trasparenza e nella massima condivisione”. Se ad esempio un Sindaco ed una Giunta decidono la fusione, per ragioni che non sono quelle del benessere dei cittadini, ma per altre, magari di carattere politico, e il referendum dà un esito negativo, e fanno fondere il Comune con altri, è mettersi in un ginepraio, e il PD, visto che già nodi da sciogliere ne ha tanti, si mette anche in questa situazione, mi sembra quasi autolesionista. Noi dell'opposizione siamo contenti perché più voi vi autolesionate, più noi guadagniamo posizioni, però mi sembra che, spogliandomi dalle vesti di antagonista politico, anche con la tradizione dei vostri partiti che si sono fusi nel PD, il consenso, la condivisione e la partecipazione dei cittadini sia nel vostro DNA e non potete ignorare il parere e la volontà dei cittadini.
Questa fusione noi l’approviamo, perché è veramente un caso di scuola, Consigli comunali e cittadini favorevoli, quindi è giusto che si fondano.
L'unico neo che possono trovare in questa proposta di legge è la scarsa fantasia perché il Comune di Sassocorvaro e il Comune di Auditore si fondono ed il nuovo Comune si chiamerà Sassocorvaro Auditore, potevano anche spaziare su un nome più di fantasia, ma forse va bene così, perché le tradizioni e l’identità sono motivi importanti, quindi invito l’Aula a votare questa fusione che viene dalla volontà espressa dai cittadini, come a noi piace fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che stiamo facendo un atto importante per la Regione e in particolare per il territorio dei due Comuni di Sassocorvaro e di Auditore, vedo i due Sindaci che saluto, anche perché molto garbatamente quando hanno iniziato l'iter amministrativo sono venuti a confrontarsi rispetto al percorso da adottare.
Voglio raccontare questo aneddoto al Consiglio regionale, ho consigliato loro: “Siete in due, mettete subito in chiaro nel progetto di fusione che cosa intendete fare il giorno dopo il referendum”, perché non è detto che abbia un risultato chiaro, netto, univoco, come invece è stato, anche perché ci siamo già passati soprattutto nella proposta di legge, che poi abbiamo votato, dei comuni di Colli al Metauro, quando la popolazione di un comune disse no, ma la maggioranza degli elettori e dei Comuni nel loro complesso avevano detto di sì, per cui ci siamo trovati un può nel disagio, nella difficoltà di dover decidere, da una parte l’obiettivo positivo della fusione, dall'altra rispettare le volontà dei cittadini che in quel comune avevano detto di non essere d'accordo.
Credo che fare una fusione sia sempre e comunque un'opportunità positiva, non è vero che piccolo è bello, è vero che c'è sempre, soprattutto nelle piccole realtà, nei piccoli comuni, la difesa del campanile, ma accade anche nelle grandi realtà.
Stare insieme in momenti come questi, quando ci sono meno risorse, quando i Comuni fanno già attività insieme (un Segretario generale oppure un dirigente, o un funzionario, o un direttore dell'ufficio tecnico che copre due o tre comuni, un ragioniere capo che copre due, tre, quattro comuni) dà maggior forza e ovviamente una maggiore opportunità dal punto di vista economico, perché le risorse aggiuntive che arriveranno al nuovo Comune sono la risultanza della fusione, quelle quali i cittadini potranno fruire in termini positivi ed in servizi, perché alla fine l'obiettivo principale è quello di avere risorse aggiuntive per dare servizi in più e più adeguati ai cittadini del proprio territorio.
A volte c'è la fatica di dover superare delle difficoltà, dei problemi, poche convinzioni, c’è chi rivendica l'autonomia, c'è chi rivendica l'indipendenza, però tutto sommato è una grande opportunità. La scelta l’hanno fatta i Sindaci che dall’1 gennaio decadranno, perché ci sarà il Commissario di Governo a governare fino all'elezione del nuovo Comune. Il Sindaco di Auditore mi pare che sia stato eletto quest’anno, il Sindaco di Sassocorvaro da qualche mese in più, però fanno un passo indietro per il bene comune. Credo che sia una bella scelta, una bella opportunità ed anche un grande senso di responsabilità e di condivisione di un progetto politico/amministrativo che è nell'interesse di tutti.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione abbastanza facile, abbastanza semplice, quella di due comuni le cui popolazioni nel complesso hanno dato un risultato positivo, nei due Comuni il quesito referendario stato approvato.
La Commissione ha licenziato il testo che andrà in Aula, non so se prima di Natale o forse a gennaio, che non indirizza, ma mette alcuni paletti rispetto a delle situazioni controverse di cui poi avremo occasione di discutere. Abbiamo discusso a lungo nel merito, Presidente Giacinti, ci siamo anche confrontati a voce alta dicendo: “Se accade questa situazione, se accade quest’altra”, perché può capitare che la popolazione sia favorevole, ma i comuni, alla pari, possono essere favorevoli o contrari, quindi la popolazione è favorevole, ma i Comuni, nel caso siano quattro, possono essere due a favore e due contro, può non esserci la coincidenza fra il numero dei comuni favorevoli o sfavorevoli rispetto alla popolazione che si esprime, quindi, quando non c'è coincidenza è difficile prendere una decisione.
E’ difficile anche per quest'Aula, perché non si vorrebbe violare il volere e il voto dei cittadini, nel contempo però va rispettato il progetto complessivo, perché nel momento in cui si va a votare, si chiede ai cittadini di votare, il referendum è consultivo, l'ultima parola spetta all'Aula, spetta al Consiglio regionale, così come previsto dall'articolo 133 della Costituzione.
Non voglio aggiungere altro, se non fare i complimenti alla popolazione, ai Sindaci dei due Comuni, che sicuramente hanno fatto un buon lavoro. Sono convinto che l’Aula oggi approverà all'unanimità questo provvedimento legislativo. Nelle Marche avremo un Comune in meno, perché di due ne avremo uno, ma avremo creato le condizioni perché le popolazioni possano avere delle opportunità in più, che significano servizi maggiori e di qualità, maggiori risorse, ed alla fine sono convinto che i cittadini sapranno apprezzare. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Cari colleghi, intervengo perché ho seguito da sempre questi aspetti; la prima fusione che si è realizzata nelle Marche è stata quella del Comune di Tre Castelli e so che quando si realizza un risultato come quello di Auditore e Sassocorvaro significa che sono stati privilegiati momenti importanti della convivenza civile e della vita democratica, sicuramente la partecipazione, sicuramente la democrazia. C'è stata e c'è lungimiranza, le popolazioni non rinunciano ad avere il proprio comune se non c'è un progetto ambizioso, interessante, che sia in grado di affrontare il futuro.
Come ha fatto il Consigliere Minardi, voglio anch'io complimentarmi con i Sindaci e con quelle comunità.
Nelle Marche siamo passati da 246 a 228 Comuni, 18 in meno, alcuni li abbiamo persi con una brutta secessione, su questo mi sono soffermato più volte in quest'Aula, oggi non lo faccio, altri invece li abbiamo unificati, quindi si è ridotto il numero perché ci sono stati dei progetti voluti dai Consigli comunali, dalle comunità, e tranne in un caso, quello di Montemaggiore, è sempre prevalsa la democrazia.
Tra l'altro ci sono stati alcuni casi non riusciti, ce ne sono molti, in città significative, penso a Pesaro e Mombaroccio, a Urbino e Tavoleto, a Senigallia e Morra Alba, a Castelplanio e Rosora, o casi in cui i cittadini hanno detto no, Lunano, Piandimeleto, Belforte, era stato uno dei primi referendum ed anche quello non aveva avuto il “si” delle popolazioni, potrei continuare, potrei parlare anche di Piandelbruscolo, oltre all’esperienza positiva di Vallefoglia, però non voglio dire altre cose, anche perché il Presidente Giacinti ha ricordato che ci sono più proposte, di una sono anche uno dei presentatori, poi ce ne sono altre dei colleghi, altre della Giunta e a gennaio discuteremo di riordino complessivo.
Dal mio punto di vista ci deve essere il massimo della chiarezza, laddove il progetto è condiviso si realizza, laddove il progetto non è condiviso non si realizza, ma io sono intervenuto per dire che in qualche modo sulla coscienza dal punto di vista politico ho il comune di Montemaggiore, fino a quando siederò in quest'Aula non avrò nessun Montemaggiore sulla mia coscienza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo. Vorrei anch'io ringraziare i due Sindaci di Sassocorvaro e di Auditore e voglio fare loro i complimenti perché nel corso di questi anni ho visto che la scelta di fare un referendum per una fusione è sempre difficile, soprattutto per un Sindaco, in comunità piccole, dove ognuno conosce il proprio vicino, magari scelte di questo tipo possono essere anche negative dal punto di vista politico. Però loro hanno avuto la forza di andare avanti, hanno avuto la capacità di cogliere l'opinione dei loro cittadini e i risultati gli hanno dato ragione, in una comunità, l'ha già accennato il Consigliere Giancarli, che qualche anno fa aveva tentato di fare una fusione che purtroppo è andata male, quindi, ancora complimenti perché provare dopo un’esperienza negativa, che è praticamente al confine, è stato un ulteriore segno di lungimiranza.
Il Consigliere Minardi ha già accennato a tutte le opportunità che una scelta di questo tipo porterà a favore dei cittadini, capacità di offrire più servizi, fare più investimenti, Una comunità che grazie a questa scelta riuscirà a migliorare la qualità della vita e quindi avrà anche la capacità di attrarne di nuovi e di mantenere i propri residenti.
Oggi non dobbiamo parlare della legge che verrà portata a gennaio, oggi parliamo di questa, e su questa do sicuramente il mio voto favorevole, ma secondo me quello che oggi manca è una normativa statale che vada in questa direzione, perché non è pensabile che con le difficoltà e le criticità che gran parte dei Comuni italiani vivono … Noi siamo un Paese in cui sono dei comuni molto piccoli, sotto i 1.000 abitanti, sotto i 2.000 abitanti, secondo me è necessaria una norma statale che possa in qualche modo incentivare ed anche aiutare quei Sindaci che hanno la forza di portare avanti un percorso di questo tipo, perché le difficoltà di amministrare e fornire servizi a comunità così piccole sono sempre più forti.
Quindi, complimenti alle due amministrazioni per aver deciso con forza di proseguire e di andare avanti in un percorso che dovrebbe essere preso da esempio anche da altre amministrazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Giancarli prima mi ha citato perché nella passata legislatura ho seguito tutte le vicende delle fusioni e delle incorporazioni, le ho seguite, le ho portate avanti da membro della I Commissione, la maggioranza di queste sono andate a buon fine e rispetto alle proposte fatte qualcuna non è andata a termine.
Mi sento oggi di soffermarmi su questo, per complimentarmi e ringraziare i Sindaci di Auditore e di Sassocorvaro, perché hanno saputo interpretare, nel momento in cui è stata fatta la proposta, la volontà del popolo, dei cittadini, ed hanno saputo anche guidarli. E' questo l'aspetto più importante, al di là delle riflessioni che noi andremmo a fare nel cercare di normare nel miglior modo possibile questo percorso, per renderlo più democratico, più corrispondente alla volontà della gente. E' chiaro che nel momento in cui una amministrazione pone sul tavolo la possibilità di una fusione o di una incorporazione lo fa guidando e capendo che i cittadini vogliono arrivare a questo e quindi sono in sintonia con la volontà politica del cambiamento che in quel territorio avviene.
Ecco perché dico questo e mi complimento con i Sindaci perché il risultato che in questo caso è venuto fuori, conferma la volontà delle amministrazioni di arrivare ad una fusione e i benefici di questa scelta li vedranno i cittadini di quel territorio. Quindi grazie ai Sindaci che hanno fatto questo lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Dopo aver ascoltato tanti interventi che hanno elogiato queste fusioni, io voglio esprimere un’opinione contraria.
Noi della Lega non condividiamo le fusioni, gli accorpamenti dei Comuni, perché ad esempio le Marche sono una regione fatta di borghi che magari parlano un dialetto diverso rispetto a quello confinante e questo crea e creerà dei problemi,
Questa è l'analisi che vorrei tentare di fare. Si arriva all'unione dei comuni perché negli ultimi 10 anni, questo è il tempo, è cambiato il modo per finanziare gli enti locali, il territorio, lo strumento vero della vita, della democrazia del Paese, lo strumento terminale o iniziale della vita. Qui bisogna intervenire, non con le unioni dei comuni, è l'impostazione che manca, è un'impostazione che la periferia ha subìto perché è stata stritolata da leggi farlocche e da provvedimenti che hanno concentrato e hanno tentato di distruggere il ruolo della periferia, e per periferia intendo anche le Regioni. E' stato fatto anche un referendum per cercare di far svolgere alle Regioni un ruolo diverso rispetto alla loro autonomia, però il popolo ha capito e ha dato una dimostrazione di alta democrazia, rigettando quelle proposte.
Questa è una riflessione detta anche in modo molto veloce, una considerazione non approfondita, che noi dobbiamo riprendere perché è qui il problema, non nell'unificazione dei comuni, bisogna trovare lo strumento per far vivere questi borghi, questa è la sfida, non quella che ho ascoltato fino a questo momento.
Per quanto ci riguarda, come forza di opposizione in Consiglio regionale, fate queste unificazioni, anche perché su tre Sindaci della provincia di Pesaro non ne è venuto fuori nessuno per la maggioranza di questa Giunta.
Credo che le riflessioni da fare siano ben altre, cari colleghi Consiglieri, è un'altra la cosa da dire su questi borghi, su cui va fatta un'iniziativa diametralmente opposta, per cercare di far sì che le tradizioni e la storia vengano salvaguardate. Poi c'è lo strumento democratico che noi assolutamente condividiamo, è stato chiamato il popolo a votare sulla drammatica situazione amministrativa e i due Sindaci hanno giustamente fatto sapere ai loro concittadini che, probabilmente, facendo questo percorso potrebbe arrivare qualche prebenda.
Però anche qui …, faccio un esempio: cos'è successo nel settore commerciale? Nei paesi le piccole attività artigianali, le piccole botteghe sono stati chiuse, è stata fatta la grande distribuzione, poi un'altra ancora, perché la prima è stata sconfitta dalla seconda. Dopo l'accorpamento dei comuni faremo un comune unico per ogni provincia?
Non è possibile fare questo ragionamento, dobbiamo riflettere in modo diametralmente opposto perché si devono creare le condizioni affinché il territorio si mantenga territorio, con sue tipicità, con le sue particolarità da borgo a borgo.
Naturalmente su questo consenso voteremo positivamente perché democraticamente è stato espresso, ma quest’Aula ha discusso anche di unificazioni farlocche, dove la democrazia è stata calpestata, perché a comuni dove aveva vinto il “no” è stato imposto il “si”, credo che anche questa sia una riflessione da fare in quest'Aula perché le cose sono estremamente importanti e nello stesso tempo delicate.
Se vogliamo mantenere la regione Marche, con la sua tipicità, con le sue caratteristiche, credo che non sia questa, cari colleghi, la strada giusta da sviolinare o da sostenere, anche con un po' di enfasi, perché penso che non siamo sulla strada giusta.
Pongo una domanda a questa Regione sul tipo di modello: cosa vogliamo fare? Siamo sulla strada giusta - in particolar modo voi della maggioranza - o dobbiamo completamente modificare delle impostazioni per aiutare i borghi a rimanere tali, continuando a svolgere la loro attività sul territorio, anche quella che ho citato all'inizio, il ruolo del dialetto e delle tradizioni che ogni paese, ogni borgo ha nella regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Solo per aggiungere un saluto ai Sindaci di Sassocorvaro ed Auditore per questo impegno che si sono presi e per il risultato che hanno portato a compimento, visto e considerato che anche il referendum, che è un aspetto fondamentale nel procedimento delle fusioni di due o più comuni, è andato in una direzione univoca, senza discussione alcuna.
Senza aprire e tornare sulla discussione di quella legge che ci vedrà impegnati a inizio anno nella seduta in cui verrà posta in discussione, vorrei ricordare i contorni in cui bisogna muoversi quando si parla di fusioni o di ridelimitazione delle circoscrizioni comunali o provinciali.
E' la Regione che tramite una sua legge arriva a determinare la scelta che fanno i comuni ovviamente, la Regione ci giunge attraverso una legge che non può ricomprendere tutta l'universalità dei casi che si possono verificare, magari quando ci sono due, tre, cinque comuni, i referendum vanno in un verso, viceversa in altri casi, quindi bisogna cercare di trovare una sintesi che serva comunque e in ogni caso da aiuto, da ausilio, ad una decisione finale che comunque spetta all'Assemblea legislativa. Questo è il tema. In ogni caso l'Assemblea legislativa discute e nessuno vieta che un caso possa differire da un altro, perché magari i contesti sono diversi, possono verificarsi situazioni ben diverse, i risultati dei referendum possono andare in una direzione piuttosto che in un'altra.
E' per questo motivo che il legislatore e nel caso specifico la Costituzione, all'articolo 133 demanda alla Regione e quindi a questa Assemblea la possibilità di decidere tramite sue leggi il caso che di volta in volta si discute.
Quindi o si modifica il contesto normativo di riferimento, oppure è inutile pensare a vie di uscita che vengano ispirate, come abbiamo avuto modo di discutere molto cordialmente ed approfonditamente con il Consigliere Maggi, da alcune questioni riguardanti il tema delle fusioni dei comuni. Non possiamo scardinare l'impianto e il contesto normativo di riferimento se non lo fa chi lo deve fare.
Il legislatore delinea in maniera chiara e sintetica, ad essere sinceri, i termini di riferimento ed è con questi che ci siamo mossi, senza contravvenire ad un principio cardine.
Avremo modo di tornare su questo argomento quando discuteremo quella specifica legge, che è quello del giusto rilievo degli interessi contrapposti. E' giusto tenere conto della volontà che emerge in una contesto come quello del referendum per la fusione e tenere conto sia del risultato che va in una direzione, ma anche del risultato che va nell’altra, trovare una sintesi quando i casi sono non univoci, come nel caso specifico di cui oggi stiamo discutendo. Non è proprio il mestiere più semplice e farlo attraverso una legge diventa molto complicato e in ogni caso presterebbe il fianco al vulnus della non considerazione degli interessi contrapposti, ma ci torneremo sicuramente quando affronteremo la discussione di quella legge già licenziata dalla I Commissione.
Esprimo, ripeto, il mio augurio al comune di Sassocorvaro Auditore che dall'1 gennaio 2019 diventerà a tutti gli effetti un nuovo comune di questa regione al posto dei due che hanno dato luogo a questa fusione. Anche i complimenti ai due Sindaci che hanno saputo interpretare correttamente lo spirito vero dell'istituto della fusione, immagino che l'abbiano fatto nell'interesse generale delle comunità che amministrano.
Complimenti e auguri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Faccio questo supplemento di intervento, oltre la relazione di minoranza, perché non sapevo che fossero presenti i Sindaci di Auditore e di Sassocorvaro, che e a nome personale e di tutto il Gruppo saluto.
Caro Presidente Giacinti, noi abbiamo fatto una discussione proficua, civile, impegnata, che arricchisce comunque, pur mantenendo le posizioni. Arricchisce entrambi e ne sono grato a lei ed alla I Commissione tutta, però trovare una sintesi non è facile. La sintesi l'hanno fatta i Sindaci dei Comuni di Auditore e di Sassocorvaro quando hanno detto: “Cara Regione, tu devi decidere, tu hai l'ultima parola, ma se i cittadini nel referendum votano contro, non andare avanti”, è semplicissimo, è una soluzione di buonsenso. La soluzione più democratica, che redime tutte le controversie, ce l’hanno data i due Sindaci, i quali hanno raccomandato alla Regione che se in uno dei due Comuni il referendum fosse stato negativo, il processo di fusione doveva fermarsi. Questa è la cosa più semplice possibile, ce l'hanno suggerita i Sindaci che evidentemente hanno fatto una fusione partecipando la propria volontà con la popolazione, hanno sentito la popolazione con i mezzi che potevano mettere a disposizione (assemblee, incontri, colloqui privati e pubblici) e sapevano che la decisione che prendeva il loro Consiglio comunale era partecipata e condivisa dai cittadini.
Ecco la sintesi, è semplicissima, mentre come istituzione e come Consiglio ci andiamo ad impegolare in situazioni diverse, magari dovremmo decidere, in presenza di un comune che nel referendum si esprime negativamente per la fusione, di fermare il processo di fusione, mentre per gli altri comuni si procederà.
E’ mettersi con le proprie mani nelle complicazioni, è mettersi di fronte a critiche che sono fondate e sostanziali, per cui prego l'Aula di riflettere su questo problema su cui abbiamo discusso molto in Commissione.
Faccio ancora un saluto ai Sindaci che sono venuti qui e i complimenti per questa fusione che è stata partecipata con i loro cittadini ed anche per l'indicazione che hanno dato a questa Assemblea legislativa: se il voto dei cittadini di uno dei due comuni fosse negativo fermare la fusione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Visto che applaudano tutti, applaudo pure io e per quanto riguarda i Sindaci, o meglio le comunità interessate, come tutte le altre, credo che non meritino particolari complimenti se non che la loro libera e autonoma intelligenza si è manifestata in una cosa che ha un suo valore. Il valore ce l'ha descritto con i numeri, perché ormai delle chiacchiere penso che si possano fidare soltanto gli sciocchi, il Consigliere Giancarli che ha come me il vizio antico dell’amministratore.
Con questi numeri ci ha ricordato che nelle Marche, dopo tanto tribolare, siamo arrivati a 228 Comuni contro i 246 iniziali, abbiamo riunito 18 comuni, tutti molto piccoli, mentre il dato dei fallimenti è di 6/8. Nel frattempo abbiamo speso pure dei soldi, perché i referendum costano.
Riguardo a questo mi permetto per l'ennesima volta di ricordare quando esistevano le Regioni, negli anni '70, adesso non ci sono più le Regioni, ci sono i Consigli regionali, le Giunte, ma le Regioni in quanto tali, come ente costituzionale, non esistono più, ricordo ancora quando esistevano i comuni, fino agli anni ’90, la prima Repubblica, quando ero Sindaco ed Assessore nella mia città, adesso i comuni non esistono più, sono articolazioni periferiche dello Stato. Cito fatti semplici, succede quello che succede a Corinaldo e le televisioni nazionali non fanno neanche un accenno al fatto che un Presidente della Regione, che è Assessore, si è reso presente, quello non esiste, esiste Salvini, esiste Conte, esistono i Questori, le autonomie locali non esistono più. A seppellire le autonomie locali sono purtroppo le culture, non faccio riferimento alle attuali forze di Governo, per carità, perché non è un fenomeno degli ultimi 6 mesi, loro non fanno altro che certificarlo perché poi chi governa a Roma, comunque sia, è contento di questa roba, anche se 25 anni fa urlava “Roma ladrona” e voleva l'autonomia per la Lombardia. Ci siamo dimenticati di tutto e una volta arrivati a Roma tutti contenti di governare e di opprimere le autonomie locali e regionali. Questo è un dato di fatto, l’hanno fatto più o meno tutti, forse in maniera più soft lo ha fatto il centro destra, ma oggi questo è uno stato di fatto, è una cultura, piace questo, piace essere degli infanti che guardano a Roma come si guarda il nonno, il genitore che risolve i problemi.
Quindi chi ha applaudito a questi comuni dovrebbe ricordarsi che prima di tutti i comuni devono essere questa autonomia e per quello che mi riguarda non solo ne farei qualcuno di più.
Negli anni '70 la bozza dello Statuto regionale prevedeva che le Marche venissero raccolte in 50 Comuni, era un progetto chiaramente naufragato, non se n'è fatto nulla quando ancora, colleghi Consiglieri, nell'entroterra avevamo una concentrazione di popolazione doppia rispetto all'attuale, forse più che doppia rispetto all'attuale e non c’erano stati i terremoti, non c'era stata la grande trasmigrazione dall'entroterra verso la costa, scelleratamente favorita un po' da tutti, diciamo prevalentemente dal Partito Comunista, ma favorita da tutti, perché la costa era il futuro, la costa era l'industria, ed il Partito Comunista di allora fu particolarmente attento a questo tipo di soluzione, anche perché la costa votava più a sinistra dell'entroterra che votava Democrazia Cristiana. Queste erano le cose, quindi ognuno ha seguito un po’ i suoi interessi, adesso la situazione è drammatica, adesso dobbiamo difendere l'entroterra e lo difendiamo solo con grandi, importanti, significative unità comunali, Assessore Cesetti, che con la legislazione attuale non possiamo fare perché questa legislazione, che ha prodotto il governo Renzi, è ridicola, ma non per i proponenti, Delrio e Renzi, ma perché è una cosa ridicola fare un referendum di 300 persone, di 150 persone, a fronte delle macro concentrazioni che abbiamo in tutto il mondo, dei comuni veri e significativi, ma anche in Italia è una cosa ridicola perché la Regione Molise ha lo stesso tipo di legislazione che ha la Regione Lombardia, che è uno Stato e che funziona perché ha i numeri, perché ha l'economia, perché ha le economie di scala, il resto sono cose ridicole. Noi continuiamo a ragionare intorno a cose ridicole!
Io plaudo a quest'iniziativa, mi auguro che ne vengano altre per quel poco che questa legislazione ci può consentire, ma altro dovremmo immaginare, Assessore Cesetti. Qualcuno nella Conferenza Stato-Regioni parla di queste cose o ormai è diventata solo la distribuzione delle briciole, questo era già 5/6 anni fa, figuriamoci oggi, le Regioni vanno lì con il cappello in mano e stanno lì a mendicare 5 milioni in più, 4 milioni in più, ma non si parla più di grandi organizzazioni, di ristrutturazione dello Stato, non si parla di grandi funzionamenti, noi avremo bisogno di un numero di comuni molto più basso dell'attuale, dove si conservino anche le tradizioni, non si può confondere il borgo con il comune, questa è ignoranza politica allo stato puro, che c'entra il borgo con il comune, i borghi sono dentro i comuni, San Severino ha 15/20 borghi, basta conoscere la regione Marche, Cingoli ha 15/20 borghi all’interno dello stesso comune e questo può succedere anche mettendo insieme, come Cingoli che ha 10.000 abitanti, come San Severino che ha 12.500, 6/7 comuni che mantengono la loro specificità, anche amministrativa. Si potrebbe immaginare che il borgo abbia una sua rappresentanza all'interno del comune unito, ma queste sono le cose che dovremmo immaginare pensando in grande e non le cose ridicole delle quali normalmente ci stiamo occupando, tutti schiacciati, e questa è la cosa più terribile, sulla dimensione economica. L'unico dato su cui oggi ragiona la politica è l'economia: quanto costa, quanto mi fa risparmiare.
Mi piego anch'io a questo tipo di ragionamento, che rifiuto in termini di principio perché il valore di una comunità, il valore di un esercizio politico, il valore della democrazia non ha prezzo, invece ormai stiamo mercificando tutto, quindi mi piego a questa logica e dico: “Se fosse questa, sfido chiunque a dirmi che l'unificazione dei comuni costa di più”, visto che anche sulla costa comuni importanti come Recanati e Osimo hanno capito, ben 19 anni fa, nel 1999, che dovevano fare un’unica azienda, una delle più grosse delle Marche, per quanto riguarda l'elettricità, il metano, che poi adesso dobbiamo appaltare, l'acqua e altro. Abbiamo messo insieme 130.000 abitanti per fare una grande azienda che gestisca i servizi, voglio capire come fa un accidente di comune piccolo a poter fare queste cose per conto proprio, non solo non le fa più, ma del comune è rimasto solo un involucro, caro Presidente, perché il resto è tutto fuori, è tutto gestito da altri enti e del comune non c'è più niente. Il Sindaco risponde per il 6/7/8% dei servizi che eroga il comune, tutti gli altri sono fuori, prendiamone atto, diventiamo in questo un Paese un po' più serio, un po' più ordinato, un po' più civile, un po' più capace di essere in questa benedetta concorrenza.
Vogliamo essere sovranisti, vogliamo essere i primi nel mondo, i primi in Europa, e non siamo neanche capaci di decidere di mettere insieme 4 comuni di 500/700 abitanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Innanzitutto saluto anch'io i rappresentanti dei comuni di Auditore e Sassocorvaro. Vorrei esprimere il voto favorevole a questa proposta di legge perché in questo caso, ovviamente, la popolazione di entrambi i Comuni si è espressa in maniera favorevole, quindi penso che l'Aula, all'unanimità, approverà questa legge.
Ascoltando gli interventi, anche se non seguo tantissimo i lavori della I Commissione, ma leggo qualcosa, se non ho capito male, in I Commissione si sta predisponendo una proposta di legge in cui si potrebbe addirittura forzare la mano. Questo lo ritengo sbagliatissimo, il problema, a mio avviso, sta nella normativa a monte, nel senso che nel momento in cui la popolazione di un comune si esprime in maniera negativa la legge dovrebbe impedire che il processo di unificazione vada avanti, quindi è nella normativa a monte che vedo una lacuna.
Invito i membri della I Commissione, poi quando arriverà in Aula faremo una battaglia su questo, a non fare forzature che sarebbero incomprensibili e antidemocratiche.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Apprezzo i colleghi che vivono di sola aria, però vorrei sapere se è possibile fare una breve pausa per rifocillarci, altrimenti vado a mangiare qualcosa e chiedo che la legge sulla caccia venga discussa dopo le ore 15,00.
PRESIDENTE. Credo che già la Conferenza dei capigruppo si sia espressa per non fare la sospensione.
Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge sulla caccia, ancora la Commissione si deve riunire e non credo che potrà essere portata in Aula prima delle ore 15,00 per cui penso che chi vuole procedere a rifocillarsi lo possa fare tranquillamente.
Andiamo avanti, prima dell’intervento dell’Assessore Cesetti, che è l'Assessore competente, voglio fare una brevissima considerazione.
Non vedo il Consigliere Marconi, ma raccolgo il suo grido di dolore, non voglio lasciarlo solo in quest'Aula, condivido quanto ha detto, perché alcune riforme che sono state fatte negli ultimi anni hanno depauperato la poca autonomia che i comuni, gli enti locali avevano. Basta pensare all'eliminazione dell'ente Provincia, era un ente sussidiario per i piccoli comuni, che dava loro un grande aiuto, soprattutto a quelli dell'entroterra, ed oggi è venuto meno, per cui c'è un aggravio ulteriore di autonomia, di lavoro sui territori da parte dei piccoli comuni.
Do inoltre il benvenuto in Aula ai due Sindaci a nome della Presidenza del Consiglio.
Brevissime considerazioni. Il Presidente Giacinti giustamente ha detto che questa è una legge che non darà adito a tanta discussione, è giusto, invece dà lo spunto per tante riflessioni che sono state fatte, io in particolare ne voglio fare due che ho a cuore.
La prima è stata sviscerata in modo dettagliato dai Consiglieri che sono intervenuti precedentemente, in modo particolare dal Consigliere Maggi, che ha messo in evidenza il percorso democratico che è stato fatto attraverso il referendum. E' l'espressione chiara, netta, della volontà di un territorio, della volontà delle comunità dei due comuni, quindi non possiamo che prenderne atto. Sarebbe un suicidio politico-amministrativo dire no a questo tipo di volontà.
Quella che mi preme fare è la seconda considerazione, credo che questo atto sia significativo, non dico importante, le grandi parolone non mi piace sprecarle, e debba essere preso ad esempio da tante piccole e medie comunità, che noi abbiamo, perché attraverso la fusione si può arrivare ad avere migliori servizi sui territori. Questo è importante, che cosa significa migliori servizi? Lo vediamo benissimo, ad esempio dobbiamo prendere atto che ogni piccolo comune, al di sotto dei 1.000 abitanti, a volte al di sotto dei 500 abitanti, con qualche centinaia di abitanti, non può avere la scuola. Occorre unire più comuni per avere dei plessi scolastici univoci, la politica dei trasporti non può farla un singolo comune, ma un comprensorio, la politica per i servizi socio-sanitari non può essere fatta dal singolo comune. Faccio riferimento alla mia provincia, ad Ascoli Piceno, il comune più piccolo è Palmiano, 220 abitanti, è chiaro che se non ha un ente sussidiario a fianco si verifica quello che ha detto il Consigliere Marconi, nel senso che non è più in grado di dare risposte su queste tematiche, perché ci sono le società, ci sono gli enti sovracomunali che gestiscono tutte le cose. Quello su cui voglio farvi riflettere è che molto spesso si dice: “Si perde l'identità”, io ho un’esperienza amministrativa di qualche anno e dico che un territorio perde la sua identità quando perde alcune funzioni che gestisce direttamente, prima fra tutte la scuola. Nel momento in cui un comune non ha più la scuola dell'obbligo, perde la sua identità, la perde in modo inevitabile, perché le famiglie si spostano in quanto cominciano a portare i ragazzini nel comune più vicino e più importante, dove sono garantiti i migliori trasporti, il tempo pieno, il doposcuola ed altro. L’identità va a finire perché quella famiglia prima o poi si trasferisce da quel luogo, quindi non è vero che noi continuiamo a difendere i Comuni perché vogliamo difendere l’identità a tutti i costi, no, noi vogliamo far capire che, mi ricollego a quanto ha detto il Consigliere Maggi, non è possibile fare dei soprusi dicendo: “No, per ope legis facciamo la fusione”, no, dobbiamo far capire che se le comunità vogliono difendere il territorio e la propria identità devono mettere insieme le proprie specificità, la propria storia, mettere insieme tutto quello che hanno, allora saranno sicure di non perderete nulla dal punto di vista delle origini, anzi, in qualche modo si uniscono e mettendo insieme le proprie eccellenze acquisiscono più forza e più competitività sui territori, più attrattività.
Credo che questo provvedimento debba essere da esempio, da monito a tutte quelle piccole e medie comunità dell'entroterra che si trovano in questo momento spaesate perché non hanno più assistenza in quanto si vedono depauperate, sia dallo Stato centrale che dai Comuni più grandi, di una serie di funzioni perché quando un comune più grande va a portare dei servizi, faccio fatica a capire che quel servizio ha lo stesso valore, la stessa importanza, la stessa efficacia, la stessa efficienza del servizio che esiste nella grande città. Per cui anch’io dico convintamente si a questa proposta di legge, rispettosa di quanto hanno detto i cittadini, e mi auguro che possa essere un elemento per poter partire con tante altre fusioni.
Chiudo con un esempio banalissimo, quando con l'Assessore Cesetti eravamo in Provincia c’era stato un tentativo di riorganizzare alcuni servizi scolastici in taluni comuni della provincia di Ascoli, per cui era stato fatto un lavoro molto importante per far sì che dai quattro comuni nascesse in modo baricentrico un plesso scolastico, un polo scolastico che potesse aumentare i servizi in modo esponenziale. Ogni comune aveva la scuola elementare ed uno aveva anche le medie, per cui abbiamo detto facciamo un grande polo scolastico, ci mettiamo tutti i servizi (mensa, biblioteca, doposcuola, tempo pieno) ed abbiamo individuato un'area ed anche le risorse, che avrebbero messo la Regione, la Provincia e l'Unione montana, in questo comprensorio sarebbe venuta fuori una bella struttura baricentrica. Alla fine un piccolo comune si sfilò, è finita che quel Comune adesso ha perso la scuola e la sua identità. Questo è il concetto, noi siamo rispettosi di quello che dicono le comunità, però vogliamo dire loro: “Guardate che tutto il mondo sta cambiando anche per quanto riguarda le autonomie locali, adeguiamoci per non perdere quello che abbiamo”. Questo è il messaggio che si vuole dare con questa legge.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. E' stata una discussione molto approfondita e pur non essendo un sostenitore delle fusioni a tutti i costi, plaudo e mi congratulo con i Sindaci e con le comunità da loro rappresentate.
Proverò ad argomentare per quale motivo non è in contraddizione non essere fautore delle fusioni a tutti costi e plaudire a questa legge che ci accingiamo ad approvare.
Ho ascoltato il dibattito, si è parlato molto delle autonomie, soltanto a me stesso vorrei ricordare e leggere in quest'Aula l'articolo 5 della nostra Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento”. Questo è il Paese delle autonomie, è l’elemento fondante della nostra Repubblica, e l'articolo 114 ci dice che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, ora anche dalle città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato, abbiamo detto più volte come questi siano entità della stessa dignità costituzionale e istituzionale, sebbene con ruoli e funzioni diverse.
Oggi il punto su cui ci dobbiamo interrogare è proprio questo, quello di cosa noi possiamo e dobbiamo fare per rafforzare il ruolo delle autonomie nel nostro Paese.
Se questo deve essere, noi dobbiamo partire innanzitutto dalla considerazione che per dovere costituzionale dobbiamo difendere e sostenere le autonomie esistenti, fatte anche da quella miriade di piccoli comuni che sono la storia, la forza del nostro Paese, è da lì che noi dobbiamo ripartire, quindi, sarebbe un errore, e non sarebbe neanche possibile come qualcuno evoca, una normativa statale che imponga ai piccoli Comuni di unirsi o di fondersi tra di loro, non sarebbe possibile a Costituzione vigente e sarebbe un errore madornale, da lì dobbiamo partire, né possiamo e dobbiamo creare le condizioni per indurre forzosamente questa fusione, perché lo stesso sarebbe assolutamente sbagliato.
In questo caso sono d'accordo e mi congratulo, ripeto, con i Sindaci e con le loro comunità perché liberamente, democraticamente, hanno deciso di mettere a disposizione la loro storia, per costruire una storia ancora più grande che guarda al futuro, per essere più forte, questo hanno fatto.
In definitiva voi Sindaci, insieme alle vostre comunità, non avete violato l'autonomia che c'era, ma avete deciso di costruire un'autonomia più grande, questo è e per questo sono d'accordo, per questo mi congratulo e per questo non è in contraddizione con il mio pensiero.
Un'autonomia più grande, tra l’altro l’avete fatto anche con grande intelligenza e sensibilità, perché nello scegliere il nome di questa nuova autonomia avete salvato i nomi dei due comuni che questa storia mettono a disposizione e sinceramente, magari, era anche possibile e agevole fare, però è una cosa di alto significato. Quindi un percorso importante che non si può giustificare soltanto con i risparmi, ma serve a costruire una storia diversa e più grande.
E’ l'occasione per riflettere anche su un altro aspetto quando leggiamo, lo dico al Presidente della Commissione che fa questi atti, gli articoli della nostra Costituzione sulle autonomie. Certo, se vediamo come sono state scritte alcune leggi in questo nostro Paese dobbiamo dedurre che in quel caso il legislatore era quasi un analfabeta sotto il profilo costituzionale, perché quando noi parliamo di sostenere e difendere le autonomie … Ad esempio, quello che ha detto il Consigliere Celani è stato detto anche da altri, è evidente che oggi i piccoli comuni soffrono per la difficoltà di dare risposte ai loro concittadini, perché non hanno mezzi, organizzazioni, risorse, allora per questo dovremmo creare le condizioni per costringerli a fondersi? No, sarebbe un errore, lo facciano se lo ritengono giusto, come in questo caso, e allora su quello dobbiamo sostenerli, altrimenti dobbiamo sostenere la storia delle autonomie e lo facciamo attraverso quegli organismi non sovraordinati, ma che consentono i cosiddetti governi di area vasta.
Per questo le Province avevano anche il ruolo di assolvere a quel modo, perché quando il legislatore costituzionale ci dice che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie, lo fa nell'insieme e le Province sono state pensate e sono nate per questo, e se vogliamo anche le Regioni, per sostenere queste realtà, entità amministrative più grandi.
Mi avvio a concludere, credo che per l'ennesima volta dobbiamo anche da questo Consiglio auspicare e invitare il Parlamento nazionale a rivedere quell'errore madornale che nella legge Delrio è stato fatto e si riconosca finalmente che le Province sono state “violate” da quella legislazione ordinaria per certi versi, per alcuni ritenuta costituzionalmente legittima, per altri no. Ricordiamo che le sentenze sulle risorse, ad esempio, hanno dichiarato costituzionalmente illegittime quelle disposizioni, tra cui la 190, la famosa legge di stabilità successiva alla Delrio, che non prevedevano il ritrasferimento alla Regione, ente subentrante, delle risorse riferite alle funzioni trasferite. Quella legge, dopo il referendum che c'è stato e il suo esito, necessariamente deve essere rivista, e lo dico al Consigliere Marconi, non è vero che la Conferenza delle Regioni sta lì a non fare nulla su questo, anzi la Conferenza delle Regioni ha prodotto un documento in questa direzione, perché oggi è necessario che le Province possano assolvere alle funzioni proprie, anche a quelle di sostegno alle autonomie, come quelle dei comuni, quindi venga loro restituita la dignità costituzionale e istituzionale attraverso il ripristino dell'autonomia finanziaria, che è anche autonomia organizzativa, perché senza finanza non ci può essere organizzazione, e venga loro riattribuita la cosiddetta autonomia politica, che è quella dell'elezione diretta degli organi di governo delle Province, perché se questa è la Repubblica delle autonomie, come ho detto prima, non è possibile che un ente autonomo elegga e decida di organismi politici e della rappresentanza di un altro ente, questo no, è un errore e va recuperato.
So che in Parlamento ci sono delle proposte, ad esempio, una della Lega per il ripristino dell'elezione diretta e so che c'è la resistenza del Movimento 5 Stelle quindi, ahimè, non siete d'accordo. C'è questa resistenza forte, perché una forza politica capisce nei suoi innumerevoli errori e nell'idea sbagliata del Paese, però questa forza politica, in effetti, ha sempre sostenuto l'Italia delle autonomie nei suoi innumerevoli errori e, questo è vero, lo ha fatto anche in questa circostanza. Spero che il Movimento 5 Stelle si converta e abbandoni la strada della demagogia. Capisco la difficoltà dopo aver parlato per anni di soppressione delle Province, che io non condivido, ma rispetto chi la sostiene, ma soppressione deve essere, non possono essere come è oggi previste nella Costituzione e non avere attribuite le prerogative di cui ha diritto. Si faccia uno sforzo in questa direzione e si arrivi a coprire questo vulnus.
Termino, Presidente, però voglio cogliere l'occasione, se mi viene consentito in quest'Aula, per porre una questione e la pongo come Assessore con delega agli enti locali, lo dico al Presidente, alla Presidenza, al Presidente della Commissione, ai Capigruppo, voi sapete che qualche tempo fa venne adottato un provvedimento legislativo che consentiva ai Sindaci dei comuni sotto i 3.000 abitanti di potersi candidare per il terzo mandato, ed è in via di scadenza. Nella nostra Regione, come in altre del centro Italia, c’è stato il sisma, qui mi rivolgo anche all'Assessore Sciapichetti, in tanti piccoli Comuni colpiti dal terremoto i Sindaci nella prossima primavera termineranno il loro terzo mandato, credo che sia utile, necessario ed opportuno prevedere per tutti i comuni che sono all'interno del cratere sismico una deroga specifica, “una tantum” ,perché possano ricandidarsi, non eletti, quello spetta ai cittadini, ma ricandidarsi per il quarto mandato. Secondo me questo è opportuno perché noi sappiamo che il ruolo di quei Sindaci in quei piccoli Comuni è di supplenza di tante altre cose, quindi dare questa opportunità ai cittadini di poter rieleggere quel Sindaco che conosce le problematiche, che già è “impegnato” nell'attività di ricostruzione che ha gestito l'emergenza, credo che sia un atto di buonsenso.
Quindi chiedo, qui in quest'Aula, so bene che avrei dovuto farlo di mia iniziativa, al Presidente della Commissione, a tutti i Capigruppo ed all’Ufficio di Presidenza se si può ragionare intorno alla predisposizione di una iniziativa legislativa, magari a firma congiunta, che io firmerei volentieri, perché ai sensi del 121, secondo comma, della Costituzione: “Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle Camere”.
Quindi, lo dico qui, per evitare di pensare se è opportuno fare questo, è evidente che un'iniziativa del genere, per questo la propongo in quest’Aula, avrebbe la sua forza se avesse il più ampio consenso possibile, mi pare evidente, siccome in Parlamento ci sono altre maggioranze legittimamente.
L'opportunità di un’iniziativa del genere, che proviene da una Regione colpita più delle altre dal sisma, credo che la possano ravvisare tutti, oggi la consegno al Presidente della Commissione ed ai Capigruppo, la vorremmo firmare io e l'Assessore Sciapichetti, quindi ragionare intorno a questo, per il quarto mandato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Una domanda all'Assessore, dopo il suo lungo, ampio, variegato discorso ricco di sfumature sul tema di autonomia non ho capito se lei è favorevole o contrario, perché per il 99% del suo discorso mi è sembrato contrario, quindi non ho capito se lei è contrario o favorevole a questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Il mio lungo intervento è giustificato dalle circostanze, ho la delega agli enti locali, la materia si prestava anche ad una discussione più ampia, tra l'altro come era stata esposta dai vari Consiglieri regionali ..., forse a seguito della lungaggine del mio intervento lei è stato colto da un attimo di disattenzione e non ha sentito quello che ho detto all'inizio, però è comprensibile, testualmente ho detto che non sono un sostenitore delle fusioni a tutti i costi, plaudo e mi congratulo con i Sindaci e con le loro comunità per questa iniziativa, va da sé che la conclusione di questo è il voto favorevole, anzi ho spiegato, a beneficio del Consigliere Giorgini, le ragioni per le quali questa apparente contraddizione è inesistente e come si saldi in un unicum ancora più forte a sostegno della Repubblica delle autonomie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
Proposta di legge n. 240. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Così come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo adesso si riunisce la II Commissione per esaminare la proposta di legge n. 258, concernente le modifiche alla legge 7, sulla caccia, in deroga a quanto previsto dall'articolo 27, comma 7, del Regolamento interno, che vieta la convocazione delle Commissioni contemporaneamente ai lavori dell'Aula con esclusione di quelle autorizzate dal Presidente dell'Assemblea.
C'è l'urgenza di esaminare questa legge, adesso la II Commissione si riunisce in sede referente, convocata dal Presidente Traversini, mentre la seduta proseguirà con la trattazione delle mozioni e appena la Commissione avrà concluso i propri lavori si riprenderà l’ordine giorno.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Mozione n. 408
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Reintroduzione dell’educazione civica nelle istituzioni scolastiche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 408 del Consigliere Biancani.
La discussione è aperta, ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata presentata ad ottobre, non l'ho proposta in questi giorni, questo voglio sottolinearlo perché mi sembra importante, e chiede la reintroduzione dell'educazione civica nelle scuole, nella consapevolezza del ruolo fondamentale delle nostre istituzioni scolastiche nel percorso di formazione e di crescita dei nostri bambini e ragazzi; considerata l'urgenza, anche alla luce dei più recenti fatti di cronaca, di ripensare le modalità di insegnamento delle competenze di “cittadinanza e Costituzione” nelle scuole, contrastando la degenerazione sociale con una solida coscienza etica e civile. Bullismo, cyberbullismo, educazione alla legalità e contrasto delle mafie, educazione ambientale, conoscenza e rispetto delle istituzioni, coesione sociale e volontariato non sono temi che possono essere limitati a progetti sporadici o ad iniziative singole.
Considerato che, oggi, di fatto, l’educazione civica nelle scuole non viene più insegnata, mentre in passato era considerata materia obbligatoria nelle scuole medie e superiori; che in tutta Italia è in corso una mobilitazione generale di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, con il sostegno dell’Anci, per introdurre l’ora di educazione civica, come materia curricolare nelle scuole di ogni ordine e grado; che la proposta di legge punta a far crescere nelle nuove generazioni il senso di appartenenza alla comunità, che è la base del vivere civile e solidale; che l’ora di educazione alla cittadinanza, oltre a far conoscere i principi costituzionali, investirà su un aumento di consapevolezza rispetto ai beni di tutti e rispetto alle norme comportamentali; la mozione chiede un impegno della Giunta a sostenere, nelle sedi che ritiene più opportune, la proposta di legge popolare per reintrodurre la materia dell’educazione civica in ogni ordine e grado scolastico contribuendo in modo concreto alla formazione dei ragazzi sia per finalità preventiva sia per avvicinare le giovani generazioni alla conoscenza delle istituzioni e partecipazione a forme vere di cittadinanza attiva fino alle forme prioritarie di educazione alla legalità.
In queste ultime settimane, almeno da quello che mi risulta, sono stati anche presentati dei testi di legge in Aula da alcune forze politiche, che hanno questo obiettivo, quindi mi sembra importante, come Regione Marche, visto che sono molti i comuni che hanno già deliberato in favore della reintroduzione dell'educazione civica nelle scuole, presentare questa mozione e fare in modo che anche il Consiglio regionale si esprima in maniera favorevole e sostenga questo tipo di proposta in tutte le sedi opportune.
La mozione è stata presentata ad ottobre, quindi non è collegata a quanto è successo in questi ultimi giorni, anche se questi fatti in qualche modo evidenziano che c'è bisogno di una maggiore consapevolezza, di una maggiore sensibilità, di una maggiore conoscenza da parte dei giovani rispetto alla realtà che li circonda.
Mi auguro che l’intera Aula voti questo atto che ritengo molto importante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Innanzitutto per dare l'informazione, penso che la raccolta di firme scada nel mese di gennaio. Molti comuni penso si siano attivati in questa direzione, personalmente organizzerò, sia sabato prossimo che sabato 22, una raccolta di firme nel mio comune, Recanati, in piazza, perché credo profondamente in questa iniziativa e ringrazio il Consigliere Biancani per questa mozione, anche se con questo atto non raccogliamo le firme, però poniamo all'attenzione dell'opinione pubblica questa tematica.
Raccomanderei, Presidente, visto che le mozioni non possiamo modificarle, che fra le iniziative da prendere ci sia una cosa semplicissima, quella di chiedere a tutti i comuni, presumo che il Consiglio regionale approverà quasi all'unanimità questa mozione, che accolgono questa indicazione di mettere in conto la raccolta presso l'ufficio anagrafe comunale, insomma che in ogni comune ci sia questa possibilità, in modo che da domani l'ufficio stampa del Consiglio possa dire che chi è interessato può recarsi. Questa è una mozione che avrei sottoscritto volentieri.
Sulla sostanza, credo che in questo nostro Paese ci sia rimasta forse la Costituzione ad attestare un tentativo di unità fra le forze politiche, è una unità nuova, non è l’unità del cosiddetto arco costituzionale contro qualcuno, come era 40/50 anni fa, dovrebbe essere una unità nella quale tutti oggettivamente ci ritroviamo.
La difficoltà a ritrovarsi in una educazione civica comune, presupposto dell'amicizia civile di cui un grande Presidente del Consiglio parlava, tale Alcide De Gasperi, senza la quale non c'è possibilità di convivenza sociale.
Amicizia civile, una parola molto forte, dico che l'educazione civica presuppone da parte dei padri della Repubblica - i padri attuali, i padri putativi, i padri gestori della Repubblica, che dovrebbero sentire questa responsabilità e non guardare ai propri figli, cioè ai propri elettori come a dei figli illegittimi, ma legittimi, anche se a partorirli sono stati i Governi precedenti, se a partorirli è stato il Governo Renzi non è che quel figlio oggi è un figlio di nessuno, è sempre un figlio di questa Repubblica - un'obbedienza perché senza obbedienza, a partire dai capi, non c'è rispetto delle leggi e della legalità. Se i capi per primi danno testimonianza di non rispettare le leggi e di non sottomettersi a queste, perché si sentono al di sopra delle leggi, cioè si sentono absoluti, cioè sciolti dalle leggi, è un macello.
Mi sembra che oggi e negli ultimi anni in modo particolare un po' tutti abbiano dato questo tipo di testimonianza, quindi ben venga l'educazione civica se il presupposto di questa educazione civile è il rispetto delle leggi. Il rispetto delle leggi parte dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio, dai Presidenti dei rami del Parlamento, dal Presidente della Corte Costituzionale, venendo giù, ma il primo esempio deve essere dato soprattutto dall'alto. Qui purtroppo non si può invocare la ragione, il popolo si merita i propri governanti una volta che i governanti e i parlamentari sono stati eletti, dopo dovrebbero essere loro a testimoniare questa sottomissione alla legge, anche quando non conviene.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Userò questo intervento anche come dichiarazione di voto per dire che voterò favorevolmente la mozione.
Credo che il concetto non solo di rispetto, ma anche di conoscenza delle regole dell'agire all'interno di una comunità, di quelli che sono i diritti, ma soprattutto i doveri di chi agisce e opera all'interno di una collettività, partendo proprio dalla comunità scuola, che è quella che dovrebbe formare le generazioni del futuro, possa avvantaggiarsi nella reintroduzione dell'educazione civica.
Una certa cultura lassista nella quale le regole erano viste come qualcosa di negativo, come qualcosa da sovvertire, non deve essere modello giusto da perseguire.
Mi allaccio all'ultimo intervento del Consigliere Marconi, credo che il Parlamento e la Regione, dove noi siamo, che per volere costituzionale hanno un ruolo legislativo, debbano e possano intervenire laddove ci sono cose che non vanno bene e se serve modificare le leggi che non vanno nella direzione giusta, penso che questo sia non solo un compito, ma anche un dovere di un legislatore accorto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa mozione presentata dal Consigliere Biancani sia estremamente interessante ed importante.
Penso che oramai sia necessario riprendere una discussione seria attorno a questa proposta per arrivare nel più breve tempo possibile ad una decisione che contenga questa materia nel programma scolastico. E' una materia estremamente importante, che credo serva perché la società sta fortemente cambiando, prima era necessaria perché c'era una società diversa da quella di oggi ed è stata uno strumento estremamente importante nei programmi scolastici.
Adesso c'è una società diametralmente opposta a quella di quarant'anni fa o cinquant’anni fa, ma anche oggi c'è bisogno dell’educazione civica e ce ne accorgiamo quotidianamente, viaggiando sugli autobus, andando da tutte le parti, senza richiamare situazioni diverse e circostanze anche spiacevoli.
E’ nella vita quotidiana che bisogna recuperare questo ruolo.
Credo che le cose, quando sono fatte bene e quando prevale il buon senso, possano essere accolte anche se presentate da un Consigliere politicamente opposto a noi della Lega. Se la proposta è valida va detto e noi la voteremo.
Grazie Consigliere Biancani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il gruppo è decimato, ma parlo a nome del Movimento 5 Stelle, questa proposta noi l’appoggeremo convintamente perché quando cui viviamo nelle nostre città, nei nostri luoghi di lavoro e in ogni ambiente dove socializziamo, ci rendiamo conto che la mancanza di educazione civica è palpabile.
Penserei addirittura di instaurare corsi di educazione civica per i genitori, perché sono i genitori che danno il cattivo esempio ai figli, l’ho già citato, forse, in quest'Aula, come quando qualcuno apre il finestrino dell’automobile con il figlio accanto e butta fuori il pacchetto di sigarette o il fazzolettino con cui si è soffiato il naso, oppure si mette nel posto dedicato ai disabili e quando qualcuno glielo fa notare, nella fattispecie io, ribatte con parole di sdegno e offensive.
Come diceva Pertini, i giovani hanno bisogno soprattutto dell'esempio, che è sicuramente negativo in questo senso, per cui ben venga questa indicazione per ripristinare l'educazione civica.
Ieri sono stato in quest'Aula insieme ad una scuola media di Ancona e le domande che hanno fatto i ragazzi, in effetti, erano di stupore nei confronti di certi comportamenti che quotidianamente incontrano nella scuola e fuori dalla scuola, anche da parte dei loro compagni, quindi plaudiamo a questa mozione e voteremo convintamente a favore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Nulla quaestio, sulla mozione siamo tutti d'accordo e credo che sia giunto il momento di riproporre l'educazione civica, ma ho la brutta sensazione, visto il clima amichevole, visti i pochi presenti, che quando si è unanimi siamo tutti d'accordo sull'introduzione dell'ora di civismo, poi su che cosa sia quest’ora di civismo e cosa dovremmo insegnare a questi ragazzi in quest’ora, temo che qualche perplessità, qualche diversità di opinione in più ci sia, perché se dobbiamo allargarla ai genitori, ed è assolutamente così, purtroppo credo che forse anche dentro qualche aula parlamentare non si dovrebbe disdegnare l’ora di educazione civica, in quanto l'esempio che alcuni nostri rappresentanti danno non è assolutamente di buon livello, come anche molti comportamenti dei nostri supporter, che spesso le cronache riportano alla nostra attenzione, episodi sugli autobus o nei confronti di soggetti più deboli, tra i più variegati, dalle donne ai migranti. Temo quindi che quando andremo a declinare che cos'è il civismo e come dovremmo educare i ragazzi al civismo, qualche differenza in più ci potrebbe essere anche dentro quest'Aula, ma non è l'oggetto oggi della discussione, quindi dichiaro anch'io il voto favorevole ed andiamo avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei assicurare che l'Assessorato e la Giunta, pongono attenzione a questo tema dell'educazione alla cittadinanza come materia di studio autonoma nelle scuole di ogni ordine e grado.
Vorrei anche precisare che abbiamo già parlato e posto il problema alla IX Commissione della Conferenza delle Regioni, affinché si solleciti questa iniziativa parlamentare per la reintroduzione dell'educazione civica.
Da insegnante dico che va benissimo, però dico che, mettendomi nell'ottica di chi mi ha preceduta, togliere il tema di storia dalla maturità non mi sembra che sia in linea con l'introduzione dell'educazione civica e non vorrei dire che la storia è magistra vitae e tornare su questioni molto vecchie. Togliere il tema di storia dalla maturità è recidere la propria origine, quindi i ragazzi non potranno vivere il presente, in quanto non conoscono di nessun minimo di passato.
Insegno storia e una volta a scuola sono partita a spiegarla da Tangentopoli e sono andata indietro, questo per un'ora alla settimana e per le altre due ore ho seguito il programma, tutti mi hanno presa in giro, però poi alla fine i miei ragazzi, grazie a Dio, avevano l’idea di cosa fosse il “dopoguerra” e quindi mi ritengo fiera di questo.
La seconda questione che mi dà molto fastidio è che si parli di educazione civica e di formazione quando si foraggia talmente da ogni punto di vista, e non mi riferisco sicuramente al Governo, prima mi riferivo al Governo adesso mi riferisco a un modo culturale, una cultura della morte, tutto ciò che abbiamo intorno a noi parla di una cultura di morte e quindi è faticoso poi riempire i contenuti dell'educazione civica.
Come si diceva prima siamo in pochi, quindi mi permetto anche di dire che non abbiamo disdetto “Orienta Marche” che inizia domani per i ragazzi, ma lo manteniamo, abbiamo cambiato programma, perché non siamo degli attori, ma siamo delle persone, e quindi andiamo dietro a ciò che accade, cercando di far compagnia ai ragazzi e proponendo un percorso di vita tranquillo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 408. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Per fare chiarezza, la mozione n. 409 abbinata alle interrogazioni nn. 692 e 736, se siamo d’accordo, la rinviamo alla prima seduta utile di gennaio. Il punto 10 è rinviato.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
La seduta è sospesa alle ore 14,05
La seduta riprende alle ore 14,35
Presiede il Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
Mozione n. 396
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Giacinti
“Ampliamento autostrada A14 nel tratto Porto Sant'Elpidio-San Benedetto del Tronto e programmazione del potenziamento della rete di vie di comunicazione nei territori ascolano, fermano e sanbenedettese”
Interrogazione n. 682
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Viabilità autostrada e “tatale Adriatica dopo l'incendio nella Galleria Castello di Grottammare”
Interrogazione n. 685
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Terza Corsia A14 e ammodernamento infrastrutture viarie”
(abbinate)
(Discussione e votazione mozione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 396 dei Consiglieri Urbinati, Giacinti, l’interrogazione n. 682 della Consigliera Leonardi, l’interrogazione n. 685 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Discutiamo una mozione che ha, non solo per me, ma credo per tutto il territorio regionale, un’importanza molto rilevante perché dopo quel 23 agosto di quest'anno, purtroppo, i disagi sono aumentati a seguito di quello che è accaduto nella famosa galleria di San Francesco, che è una delle tantissime gallerie del tratto che va da Porto d'Ascoli, quindi dai confini a sud della nostra Regione, fino a a Porto San Giorgio. E' un tratto di autostrada dove insiste il più alto numero di gallerie della A14 e un banale incidente, banale solo perché alla fine non ci sono state vittime né feriti, un camion ha urtato il lato della galleria e si è incendiato bloccando e creando danni strutturali molto importanti a quella galleria, ha spezzato l'asse della A14 quasi completamente per una decina di giorni.
Ricordiamo tutti quel fine agosto, soprattutto quelli del sud delle Marche che venivano ad Ancona giornalmente. Per smaltire il traffico nella direzione nord-sud della A14 sono stati chiusi il tratto dell’autostrada fino al casello di Ancona nord, quindi, i disagi si sono avuti in tutta la regione. Lì purtroppo c’è una problematica che insiste da tantissimi anni, una problematica che in parte, anzi direi in maniera molto importante, è stata affrontata e risolta per quanto riguarda non solo il nord delle Marche, ma il tratto che va da Porto Sant'Elpidio fino al confine nord della nostra regione. Purtroppo irrimediabilmente negli anni passati, quello che era l'investimento da parte di Autostrade Spa, da parte delle istituzioni per la terza corsia della A 14, si è arenato e ad oggi non c'è neanche un progetto, addirittura non c'è neanche una visione.
Sappiamo benissimo che una parte di responsabilità è da attribuire alla politica che ha governato quei territori negli ultimi vent'anni. Ricordo che da quando da ragazzo ho iniziato a frequentare le sezioni di partito, c'era una diatriba enorme tra le due forze politiche principali che vedeva da una parte chi voleva la bretella collinare della riviera delle palme, dall'altra parte coloro che invece insistevano per l'arretramento della A14. Dopo quella disputa, che ne ricorda tante altre che purtroppo sono avvenute nel sud delle Marche, non vorrei che si contagiasse anche la discussione dell'ospedale unico che stiamo facendo, si è arrivati ad oggi a non avere nessun investimento. In quel tratto autostradale abbiamo una quantità di gallerie, molto importanti e la più lunga del tratto della A14 è proprio quella che si è incendiata, queste gallerie hanno una progettazione ingegneristica degli anni ‘50 e ‘60 in quanto sono state costruite, come sappiamo benissimo, nei primi anni '70 e le vie di fuga per la sicurezza sono state costruite anni dopo.
Con questo documento vogliamo porre l'attenzione, e ringrazio il Consigliere Giacinti che l’ha firmata e l’ha proposta con me, perché questa è una questione che riguarda principalmente il fermano e l'ascolano, su questa problematica che interessa non solo i cittadini residenti nel sud delle Marche, ma tutti i cittadini della regione e soprattutto interessa coloro che usufruiscono delle infrastrutture.
Oggi abbiamo visto quanto sono importanti le infrastrutture e quanto sviluppo portano ad un territorio, nel caso della Quadrilatero abbiamo visto i benefici che ha portato alla costa marchigiana, in particolare alla città di Civitanova Marche e alle zone limitrofe.
Noi vogliamo porre l'attenzione su questo aspetto e vorremmo anche sollecitare il Governo, richiamando alla memoria la tragedia di Genova, che ha deciso di rivedere con Autostrade, se sarà fatto io non lo so, la natura della concessione. Noi crediamo che anche Società Autostrade debba porre l'attenzione su questo tratto autostradale - questo vorrei sottolinearlo e non è una battuta di un qualunquista - perché io che ne usufruiscono sia quando vengo ad Ancona che quando torno nel sud delle Marche, mi trovo spesso imbottigliato e nelle condizioni di impiegare molto più tempo di quanto non ne impiegherei se prendessi la strada statale 16 e alla fine, ripeto non è qualunquismo, il ticket che si paga al casello è sempre lo stesso. So che sono state fatte delle proposte per la detassazione, sono state fatte delle proposte che potrebbero agevolare in quanto questo periodo quel tratto di autostrada è poco fruibile.
Quindi vorrei porre all'attenzione del Presidente della Giunta e dell’Assessore questa problematica per cercare di riaprire, porre perlomeno l'attenzione politica, e fare un progetto che possa innanzitutto individuare quello che serve a quell'asse viario perché tra la terza corsia o l’arretramento della A14 ad oggi ci ritroviamo senza neanche un progetto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Urbinati per la presentazione che ha fatto, rispondo con alcune cose poi magari vi dico cosa sta facendo nel frattempo la Giunta regionale.
In riferimento all'Autostrada A14, nel tratto compreso tra il casello di Pedaso e Grottammare in cui è avvenuto in data 23 agosto 2018 l'incendio di un mezzo pesante all'interno della galleria denominata Castello, si rappresenta che la Regione Marche ha sollecitato la Società Autostrade SpA ad una rapida conclusione dei lavori di ripristino della stessa, in riscontro Autostrade SpA ha garantito la piena funzionalità dell'opera entro il 31 gennaio 2019.
La Società Autostrade ha inoltre assicurato che nel periodo critico delle festività natalizie la galleria sarà aperta a 2 corsie ma a sezione ridotta e quindi a velocità rallentata.
Riguardo alla viabilità complessiva nel tratto Porto Sant' Elpidio-San Benedetto del Tronto la Regione intende riavviare un dialogo con gli enti locali, per condividere una soluzione al fine di garantire una idonea viabilità costiera che permetta di alleggerire il traffico sulla Statale 16 Adriatica ed all'interno dei centri urbani.
La prima proposta che si intende portare avanti è il completamento della terza corsia dell'A14 fino a Pedaso.
Diverse potranno essere le soluzioni da Pedaso a San Benedetto del Tronto, in base all'analisi costi/benefici e della particolare morfologia del territorio, nell’analisi costi/benefici c’è anche da considerare il costo eventuale dei cantieri e dei disagi dei cantieri qualora si volesse fare la terza corsia all’interno della fascia di 5 metri.
Si intende valutare l'opportunità di un arretramento dell'A14 all'interno di una fascia di 5 chilometri e l'utilizzo dell'attuale tracciato della A14 come variante della Strada Statale 16 Adriatica mediante l'introduzione di alcuni nuovi svincoli allo scopo di creare un sistema fortemente connesso con la struttura della viabilità trasversale e longitudinale esistente. Tale soluzione consentirebbe l'ottimizzazione della distribuzione del traffico sulla rete stradale in maniera gerarchica:
- traffico di attraversamento, a lunga percorrenza: asse autostradale;
- traffico di attraversamento a media-corta percorrenza: nuova variante alla Strada Statale 16;
- traffico locale: attuale Strada Statale 16 e altra viabilità locale.
In alternativa si valuteranno le possibilità di realizzare varianti locali a carico di Anas.
Condivise le scelte con gli enti locali è intenzione della Giunta regionale avviare il confronto con il Governo centrale, con Anas SpA e la Società Autostrade per l'Italia. La Regione Marche ha già richiesto un incontro con il Ministro al fine di valutare la disponibilità economica per il miglioramento della viabilità principale tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto.
In riferimento alle specifiche richieste sul territorio fermano si rappresenta che le principali strade di tale territorio, la Strada Provinciale 239, ex Strada Statale 210 Fermana Faleriense e la ex SS 78 Picena, in data 24 ottobre sono passate in proprietà ad Anas che provvede alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle stesse.
La Regione Marche inoltre ha finanziato con 11 milioni di euro, fondi FSC 2014-2020, la viabilità di adduzione al nuovo ospedale di Fermo e finalmente si firmerà la convenzione con il Mit che fino ad adesso non ci ha dato la possibilità di farlo, ma entro il mese di dicembre verosimilmente firmeremo le convenzioni, così gli 11 milioni saranno disponibili.
Per quello che riguarda invece la parte programmatica, abbiamo avuto un incontro con i l Ministro Tonninelli, ma nel Parlamentino del Mit, quindi non siamo riusciti a parlarci personalmente se non in forma privata per pochi minuti insieme all’Umbria, non siamo riusciti ad avere altri incontri malgrado le richieste.
Ho già sollecitato i Consiglieri del Movimento 5 Stelle ad intervenire presso il Ministro per farci incontrare per parlare di programmazione, in realtà ci incontreremo il 14 e l’incontro è esclusivamente tecnico, parteciperò io insieme all'Assessore Chianella dell’Umbria, è un incontro con il Direttore di dipartimento perché incontrare Tonninelli è molto più difficile che incontrare il Direttore del Dipartimento, quindi ergo che sia più facile andare a Lourdes ed incontrare la madonna che Tonninelli.
Detto questo, noi siamo sempre in attesa di incontrarlo perché è evidente che il tema che affronteremo con la Direttrice di dipartimento, che è molto conosciuta con la quale lavoro da anni tramite “Itaca”, quindi non è l’ultima arrivata, in ogni caso è un tecnico, riguarda i Fondi per lo sviluppo e la coesione, la programmazione che stiamo chiudendo in questo momento già decisa, già finanziata e su come affrontare lo stato di avanzamento dei lavori, cosa diversa invece è tutto il tema, lo dico in maniera seria, della pianificazione della programmazione delle infrastrutture che ha necessità di un confronto politico prima che tecnico. Alcune scelte devono essere sì supportate da delle basi tecniche, ma devono essere discusse in un tavolo che può essere soltanto politico e quindi può essere affrontato soltanto dal Presidente Ceriscioli e dal Ministro. Quindi questa è una cosa che stiamo ancora aspettando, per il resto il giorno 19 saremo invece a parlare dei Fondi per lo sviluppo e la coesione, gli elementi di giudizio che vi ho dato sono quelli che a tutt’oggi abbiamo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Solo per un commento a margine di questa mozione che ha illustrato il Consigliere Urbinati, firmatario insieme a me.
Questa è una tematica che riprendo, ahimè, dopo tanti anni, ero Sindaco, quando mi ero fatto portavoce di un'istanza particolare sulla questione “terza corsia”, quando la Provincia di Fermo era nata ma ancora non funzionava, parliamo della legislatura 2004-2009, nella quale la Provincia di Ascoli Piceno, portava avanti questa tematica molto sentita nel territorio. Noto anche con rammarico che oggi Confindustria, ad esempio sui giornali di qualche giorno fa, lamentava e incalzava su questa questione, non possiamo fare altro che tornarci su, riportare l'attenzione su una tematica che, al di là della questione incidente da cui ha preso le mosse tutta la mozione, resta un dato di fondo importante, quello della comunicazione infrastrutturale nel sud della regione.
Giustamente, come diceva la Vicepresidente, sono temi che riguardano tavoli più ampi, dove il Presidente porterà il suo contributo, il suo appoggio, ma vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che all'epoca per beghe di natura politica, squisitamente politica, si perse questa grande occasione. Ricordo che facevo parte di quel tavolo nel quale la Società Autostrade era disponibile a mettere in campo delle opere cosiddette di compensazione, per un ammontare ben cospicuo di decine di milioni di euro che potevano dare al tessuto infrastrutturale del territorio un apporto molto importante. Nello specifico, perché io sono di quel territorio, dal casello di Porto Sant'Elpidio avrebbero contribuito a realizzare una bretella di collegamento, non sarebbe arrivata al termine, sono sincero, mi ricordo bene quelle discussioni, perché loro avevano un budget che poteva essere a corollario dell'investimento iniziale, ovvero il tratto di terza corsia. Ad esempio, fatto 100 il tratto dell'investimento, le opere cosiddette di completamento, di adduzione potevano essere dell'ordine del 15%, una cosa di questo tipo.
La bretella per noi molto importante, che avrebbe raggiunto la zona dove adesso andrà a costruirsi il nuovo Ospedale di Fermo o nei pressi, sarebbe stata un punto di adduzione, un collegamento essenziale. All'epoca si perse questa storica occasione per la quale feci una battaglia, unitamente a molti Sindaci del territorio, quasi tutti favorevoli, tranne due sindaci che in quel periodo erano contrari a questa soluzione. Mi ricordo che su 40 comuni della provincia di Fermo oltre 30 eravamo d'accordo nel sostenere e nello spingere per una soluzione di questo tipo.
Purtroppo si perse questa grande occasione. All'epoca io ero Sindaco e l'Assessore Cesetti era Consigliere della Provincia di Ascoli Piceno e questa battaglia ci vide impegnati proprio su questo fronte ma, purtroppo, per i motivi che ho ricordato, svanì facendoci perdere un'occasione importante. Poi il tempo è passato, è arrivata la crisi, com'è successo, è arrivata una finanza pubblica molto restrittiva e si piange ancora di più sulle occasioni perdute, perché con la questione concessione a Società Autostrade si riusciva a contemperare un po' l'aspetto investimento infrastrutturale che è una parte delle modalità di pagamento del servizio di concessione che la Società Autostrade ha nei confronti dello Stato.
A distanza di anni, con tutto quello che abbiamo visto, il rammarico cresce proprio perché a livello infrastrutturale questa esigenza che è sorta, al di là dell'incidente di questa estate che ha causato tutto il disagio, ci fa avere contezza di quanto sia importante una soluzione infrastrutturale in generale, questo aspetto meritava e merita ancora oggi, purtroppo, a distanza di anni, la medesima attenzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo ringraziando l'Assessore per la risposta all'interrogazione, ovviamente alcuni dei punti sono superati perché l'interrogazione è dei primi di settembre, a una decina di giorni dall'incidente, trattandola oggi, a fine anno, è ovvio che alcune risposte sono state date dai fatti.
Focalizzerò il mio intervento sulla parte che reputo più interessante e che riguarda una delle domande, dei quesiti che ho posto, cioè se “la Regione intende rimettere mano seriamente alla questione della riorganizzazione della viabilità della A14”, raccogliendo le due proposte che lei ha enunciato nella sua risposta, facendo di fatto una presa d'atto delle due visioni diverse, che forse sono state anche alla base di quell'occasione mancata, quella di procedere ad un arretramento della A14, laddove è più vicino alla costa e crea difficoltà a tanti Comuni costieri e quella dell'ampliamento con la terza corsia del tratto autostradale marchigiano.
Prendo atto che in questo momento le opzioni sono tutte aperte rispetto alle intenzioni della Regione, e vuole portarle sui dovuti tavoli, per cui ancora non c'è una linea univoca rispetto a queste proposte …
(interrompe l’Assessore Casini)
Elena LEONARDI. Lei ha parlato anche di valutare attraverso degli incontri con i comuni e con i territori, che reputo assolutamente positivo.
Non c’è un progetto univoco e conclusivo. Questa è, come spesso succede nelle tragedie, nelle cose negative, un'opportunità per far uscire le Marche da quello che è un parziale isolamento infrastrutturale che si è protratto negli anni, anche perché i diversi Governi che si sono succeduti non sono stati in grado - se non fortunatamente con l'intervento della Quadrilatero che oggi tutti esaltiamo, che ha portato benefici a vari settori della nostra regione - di far convergere investimenti per migliorare i nostri collegamenti infrastrutturali.
Credo che questo incidente grave che è accaduto, fortunatamente non lo è stato, ma poteva essere ancora più grave, è un'occasione con la quale, rispetto anche ai nostri esponenti in Parlamento, sollecitare un'attenzione e degli investimenti per far uscire le Marche da questo gap infrastrutturale. Purtroppo, dobbiamo essere onesti, il fatto che la nostra regione sia piccola, che politicamente non ha tantissimi, come si suol dire, Santi in paradiso, fino ad oggi ci ha penalizzato.
Penso che questa occasione e questa sensibilità che tutti stiamo dimostrando in quest'Aula possiamo portarla anche agli altri parlamentari, trasversalmente parlando, sicuramente posso parlare per il parlamentare di Fratelli d’Italia Acquaroli che su questo tema si è dimostrato molto sensibile, ma non è certamente l'unico, quindi credo che questa congiuntura possa essere un momento da rigirare in maniera positiva per far arrivare delle risorse concrete per quello che serve.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Ringrazio l’Assessore per la risposta e naturalmente sono soddisfatta.
La mia interrogazione è stata presentata una settimana dopo i fatti accaduti, il 23 agosto, e ci tengo a dire che condivido anche la mozione, bene il dialogo con gli enti locali che chiedevo con l'interrogazione, la terza corsia fino a Pedaso, l'obiettivo quello di sedersi al tavolo con il Governo per capire se c'è bisogno dell'arretramento fino a San Benedetto.
Anni fa abbiamo perso un'occasione storica, come ha detto il Consigliere Giacinti, e purtroppo oggi paghiamo questa situazione. Sono intervenute anche le associazioni di categoria per chiedere di riaprire il tavolo con la Società Autostrade.
Anni fa avevamo la possibilità di fare quest'opera e non è stata fatta per la politica, ed oggi i cittadini pagano questo prezzo, per delle beghe, così come le ha definite il Consigliere Giacinti, dei politici di centro destra e di centro sinistra, perché so chi all’epoca si è messo contro questa cosa, non c'è stato un solo colore politico e oggi purtroppo a farne le spese sono i cittadini e infatti il 23 agosto è accaduto questo grave incidente e da lì interrogazioni e mozioni.
Sono soddisfatta della risposta e condivido in pieno la mozione fatta dal Capogruppo del Partito Democratico, Consigliere Urbinati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Devo fare due premesse, la prima è che con l'incidente che è successo non sarebbero bastate 10 corsie, perché purtroppo quando si blocca un'autostrada, dove passano 100.000 veicoli al giorno, il problema non si può risolvere con un'altra corsia o 2 corsie o 10 corsie.
Premetto che sull'arretramento dell'autostrada non sono in grado di dare nessun giudizio, perché in pratica non c'è nulla, questo mio intervento non è una contestazione alla mozione, ma è un contributo per chiarire le dinamiche e l’aspetto di questa famosa terza corsia tra Pedaso e San Benedetto del Tronto.
Certamente siamo abituati a vedere le cose dopo che accadono, come il riscaldamento globale, le vediamo dopo, non siamo mai capaci di vederle prima, come i morti per inquinamento ambientale, li vediamo quando le televisioni ne parlano, allora capiamo e ci rendiamo conto del problema.
Quello che ora dirò è un contributo che voglio dare a questa discussione e, come è mio solito, lo darò con i dati scientifici, tecnici, con gli studi, non lo dico perché l'ho letto su un giornale o l'ho visto da qualche parte, ma sono studi fatti da Università che potrebbero dare un senso al discorso che sto facendo.
Qui parliamo di domanda indotta, che cos'è la domanda indotta? In uno studio molto approfondito, denominato SPID, già dal 2009, due economisti, Matthew Turner dell’Università di Toronto e Gillese Jill Duranton dell'Università della Pennsylvania, misero in relazione il numero delle nuove strade ed autostrade, costruite in città di zone differenti degli Stati Uniti, fra il 1980 e il 2000, e il numero di chilometri, migliaia, percorsi in quelle città nello stesso periodo. Con questo studio molto importante dimostrarono che fra queste grandezze esiste il rapporto di uno a uno, se una città aveva accresciuto la propria capacità stradale del 10%, si era registrato un aumento del traffico del 10%, ad un aumento stradale dell'11%, si era registrato un simile aumento del traffico e così via.
Questo significare che avere più strade fa aumentare con certezza matematica il traffico, non lo sostiene il Movimento 5 Stelle, più si espande la rete stradale più si incentiva il cittadino ad usare l'auto, difatti San Francisco nel 1989 ha attuato politiche restrittive, riducendo un tratto stradale da 100 mila veicoli al giorno, che oggi ne accoglie 45 mila. Questi sono dati scientifici, li potete trovare in rete, Seul addirittura ha chiuso un’arteria vitale per la città da 170 mila auto al giorno.
Questo in termini economici viene definita domanda indotta, cioè una maggiore offerta viene raccolta da una richiesta sempre maggiore, più facciamo strade, più diamo la possibilità a chi ha le macchine di usarle.
Gli autori hanno messo a punto un data base di grande importanza per tutti gli Stati mondiali, da dove si evince chiaramente che né l’ampliamento della capacità stradale, né l'aumento della disponibilità di mezzi di trasporto collettivo servono ad alleviare la congestione.
Se le amministrazioni locali aumentano la capacità stradale, altri automobilisti si mettono in marcia fino a che la congestione torna ai livelli precedenti.
La costruzione di nuove corsie non dà nessuna miglioria e i vantaggi per lo scorrimento del traffico sono inesistenti, se si raddoppia la superficie stradale a disposizione la velocità del traffico aumenta al massimo del 5%, sostengono i due universitari.
Siamo d'accordo con la maggioranza nel voler richiamare l'importanza di una sede di confronto soprattutto con Ferrovie e Ministero per la valutazione delle vie di comunicazione in tutta l'area del Piceno, ma l’attenzione dovrebbe essere rivolta all'isolamento in cui ci ha condotto questa classe politica regionale, quando ha permesso, ad esempio, che non fossero più treni veloci tra Ancona e Pescara, di fatto tarpando le province di Ascoli Piceno e Fermo, quando non ha preso seriamente in considerazione un collegamento ferroviario tra le province di Ascoli Piceno, Rieti e Roma o quando ha lasciato che venisse devastata dal tempo e dall'incuria tutta la rete viaria secondaria in un eterno balletto di competenza tra la Provincia e l'Anas, invece dovrebbe avere la forza per assumere la responsabilità, data l'importanza soprattutto per le aree interne.
Adesso vi do dei dati molto importanti, nel 2011 sulla A14, nel tratto da Ancona a Pescara - questi sono dati Laiscat che ho richiesto, pagando, l'Autostrada fa pagare pure i dati, 'non è come la Regione Marche, che li dà e li dà gratis, Laiscat li fa pagare - transitavano giornalmente 104.371 veicoli leggeri e 23.576 veicoli pesanti, nel 2017 i veicoli leggeri sono scesi a 75.562, meno 30%, e quelli pesanti (autotreni e autoarticolati) meno 20.000, cioè meno 18%, per cui abbiamo in un anno in meno 114.000 mezzi pesanti che fanno il tratto Ancona-Pescara e 864.000 auto, naturalmente le auto sono le più colpite.
Il problema maggiore, secondo il nostro avviso, è vedere soluzioni alternative come le rotaie, come il mare. Anni fa sono stati progettati gli interporti, che giacciono come i cimiteri degli elefanti, gli interporti dovevano servire per far passare la merce con i treni che si fermavano all'interporto evitando il flusso autostradale. Purtroppo questo progetto è fallito miseramente, sono stati investiti i soldi ed ora in Italia abbiamo centinaia di cimiteri degli elefanti.
Questo dobbiamo capire, noi dobbiamo ritornare al treno, alla rotaia, e dobbiamo ritornare al mare, abbiamo la fortuna di avere il mare sia ad est che ad ovest, dobbiamo rimettere in funzione gli interporti, non è possibile che uno di Messina vada a Milano con un Tir quando può prendere il treno, fermarsi all'interporto e fare solo una decina di chilometri.
Detto questo, il problema geomorfologico del tratto tra Pedaso e San Benedetto del Tronto è enorme perché lì parliamo di falesie molto fragili. Abbiamo visto che le gallerie sono un problema, quindi, dobbiamo stare attenti, io non ho un'idea precisa, non so quale sia la più giusta, come sono nettamente contrario alla bretella di San Benedetto del Tronto ed ho spiegato il perché, spiegheremo il perché, abbiamo i dati, eccetera.
Non abbiamo dei dati strutturali che possono dire sì o no, questo lo vedremo in futuro, certamente è una delicata con dei costi enormi, perché fare quel pezzo da Pedaso a San Benedetto del Tronto costerebbe non so quanti soldi tra gallerie, ponti ed altro. Ci sarebbero molte cose da valutare, però credo, come citano gli studi americani fatti in 20 anni, che la migliore cosa sia usare meno la macchina, usare la ferrovia, usare il mare e rimettere in funzione gli interporti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Molto brevemente per dire che l'oggetto delle due interrogazioni si configura in un discorso molto più ampio che è quello della inadeguatezza di tutte le nostre infrastrutture marchigiane, quindi non si può non essere d'accordo con la richiesta posta dalla mozione e dalle interrogazioni, anche perché purtroppo ci accorgiamo della loro inadeguatezza soltanto quando succedono dei casi eclatanti e luttuosi.
Quindi occorre mettere rimedio ai nostri problemi infrastrutturali ed anche un intervento così piccolo e limitato ad un territorio, fra l'altro è il territorio in cui vivo e che frequento, è pur sempre una cosa positiva.
Con questo intervento faccio anche la mia dichiarazione di voto positiva, auspicando che non debbano succedere altri incidenti per aprire gli occhi su altre criticità delle nostre infrastrutture. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Volevo fare un intervento carino ma, dopo aver sentito il Consigliere Giorgini, la mia mente si è confusa e penso che ormai bisogna andare in giro con il carretto!
Che dobbiamo fare? Dobbiamo tornare all'età della pietra? Non dobbiamo più uscire da casa? E' vero che in giro non c'è più una lira, però tornare ora, all'improvviso, all'età della pietra senza muoversi più …, vuol dire che faremo più attività fisica. Io tutti questi dati delle università americane non ce l'ho, quindi parlo con disagio per come vedo io la viabilità e le strade, purtroppo sono viziato dalla mia professione, sono agente di commercio e da quarant'anni giro d'Italia a ritmi anche consistenti, 90, 100, anche con punte di 110 mila chilometri all'anno, quindi in quarant'anni mi sono pascolato sui 4 milioni di chilometri.
Guardo con ammirazione agli ultimi mesi, vado in Umbria e svalico dall'altra parte verso la costa tirrenica, in quel bellissimo tratto mi sembra di stare su 'Guerre stellari', di guidare un'astronave, verso Colfiorito ti fai quattro gallerie in maniera piacevolissima.
Questa grande miseria che viviamo, mi auguro di no, ci porterà ad andare in giro con il carretto, però oggi mi entusiasmo quando vedo una strada.
Un collega in fiera mi ha domandato: “Ma tu fai il rappresentante e sei anche in politica, di cosa ti occupi?” Ho risposto che mi occupo di asfalto e viabilità e lui mi ha chiesto: “Nelle Marche come vanno le cose?” Nelle Marche lungo le strade non ci passano le macchine, ci passano i soldi, più una strada è larga più soldi ci passano. Quindi il ritorno al carretto per me è imbarazzante, una cosa fuori dalla mia cultura.
E' chiaro che questa mozione facile noi la votiamo, ma non è che noi la votiamo e domani mattina c'è qualcuno dall'alto che per i 50 chilometri tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto decide che l'ordine di grandezza è di un 1,5 miliardi/2 miliardi, se c'è un Governo che stenta a trovare 4 miliardi, per i 2 miliardi di questo investimento noi come Regione che forza abbiamo?
Però piano piano si può andare avanti, passetto dopo passetto, il territorio è d'accordo, i Sindaci sono d'accordo. Mi ha fatto pensare quello che ha detto prima il Consigliere Giacinti, è vero, quando trovi qualcuno che non è d'accordo e non riesci a cogliere un'occasione unica è un peccato, perché poi passano 20/30 e cosa si perde in quel tempo? Si perdono soldi e tutti gli abitanti di quella zona perdono i soldi.
Poi per carità, domattina va di moda una visione di vita restrittiva, una visione di vita arcaica, personalmente dopo aver fatto 4 milioni di chilometri prendo il carretto e vado in giro con il cavallo e mi godo la vita, questo però non si concilia con i soldi, con la ricchezza. Quindi che vi dico? Boh! Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Capogruppo Urbinati, il Presidente Giacinti per il fatto che hanno presentato questa mozione sul tema dell'autostrada, ma più in generale su quello della mobilità e delle infrastrutture. Hanno fatto benissimo, anche se con questa mozione, come magari è accaduto per i vaccini in cui sono state sollevate in quest'Aula pulsioni antiscientifiche, rischiamo di sollevare pulsioni antimoderne, una nuova forma di luddismo nei confronti di tutto ciò che è sviluppo, che è crescita.
E' chiaro che le risorse e le scelte del pubblico, dello Stato, dell'Unione europea, debbono essere misurate, le risorse debbono essere gestite con oculatezza, possiamo anche criticare alcuni interventi, ma non perché non debbono essere fatti, ma perché non debbono essere fatti soltanto quelli.
Ad esempio ho sempre mantenuto in quest'Aula una posizione, ma non nei confronti della Regione, nei confronti della strategia nazionale delle Ferrovie italiane, perché a mio avviso c'era una forte concentrazione di investimenti sull'alta velocità e magari non c'era la stessa attenzione sulle linee regionali o sui pendolari. Credo che su questo dobbiamo fare in modo che l'intervento complessivo dello Stato sia fatto con grande equilibrio.
Consigliere Giorgini, questa Regione si è data nel corso degli anni alcuni strumenti di pianificazione e di programmazione, c'è un piano della logistica e delle infrastrutture e prima di approvare quel piano, proprio perché non era sufficiente per noi una dimensione regionale, abbiamo detto: “Ci fermiamo” e siamo andati a Bruxelles con una delegazione plurale, abbiamo sollecitato i gruppi parlamentari, abbiamo ottenuto anche alcuni risultati, perché le Marche erano fuori da ogni rete europea. Oggi siamo nella diramazione del corridoio Helsinki-La Valletta, diramazione Marche, diramazione Ancona, il nostro obiettivo era diramazione Bari, non volevamo fermarci qui, volevamo che la rete europea comprendesse le Marche, l'Abruzzo, la Puglia e con il Consigliere Zaffini ci siamo più volte confrontati su questo e credo che sul tema delle infrastrutture, su questi aspetti, abbiamo la stessa preoccupazione, ovvero quella della marginalizzazione di una parte del territorio marchigiano e di una parte dell'Italia meridionale oltre che di quella centrale. Prima ho fatto riferimento all'alta velocità e l'alta velocità ci bypassa. Siamo nella fase di velocizzazione della linea adriatica che è qualcosa di importante ed abbiamo bisogno di strategie non soltanto di qualcosa di importante.
L'alta velocità attraversa un'altra parte dell'Italia, nel caso nostro fa Firenze, Bologna, Roma, Napoli e da Napoli raggiunge Bari. Quindi, noi dobbiamo essere molto attenti ad evitare la marginalizzazione della nostra regione e della parte est dell'Italia.
Ma è proprio vero che la Regione non è stata attenta sugli investimenti all'interno della regione? L'Assessore Sciapicchetti può dire meglio di me che si sta lavorando per l'elettrificazione della Civitanova Marche, Macerata, Fabriano. Il Consigliere Celani è testimone, come lo è il Consigliere Urbinati, allora Assessore a San Benedetto del Tronto, di quello che la Regione, insieme alle istituzioni locali del Piceno, fece per l'elettrificazione della San Benedetto del Tronto/Ascoli Piceno.
Poi non è sufficiente perché c'è un problema su Ascoli Piceno/Roma, c'è un problema su Ancona-Roma, su Orte-Falconara, dove purtroppo su lunghi tratti c'è un solo binario, di questo ne abbiamo parlato più volte e con il Consigliere Biancani ho anche fatto una mozione. C'è un incontro ormai avviato con la Regione Umbria, l'abbiamo sollecitato anche non molti giorni fa, ci sono incontri con i nostri dirigenti. Non è presente l'Assessore Casini che la scorsa seduta ha riferito su quello che si sta muovendo anche su quel versante.
Sono comunque d'accordo con il Consigliere Giorgini quando dice che sui collegamenti ferroviari occorre uno sforzo maggiore, concordo, ripeto, anzi, non può prevedere soltanto investimenti sull'alta velocità, che non demonizza. Forse oggi siamo in un'altra fase, non voglio aprire polemiche nazionali, anche perché le battute fra il Consigliere Zura Puntaroni e il Consigliere Giorgini rappresentano nel territorio regionale, quello che con maggiore evidenza rappresenta a Roma il confronto fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, e penso alla TAV o ad altre grandi infrastrutture del nostro Paese.
Mi limito a questo perché non voglio fare polemica, a me non interessa la polemica politica, interessa la risposta ai bisogni infrastrutturali per la nostra economia e per la nostra comunità.
Quindi, il problema che hanno posto i Consiglieri Urbinati e Giacinti apre la discussione su aspetti molto più ampi, legati alla ferrovia, all'autostrada, alla rete portuale. Non è presente l'Assessore Casini, che vorrei ringraziare perché sul passaggio dalla Regione all'Anas c'erano state alcune difficoltà rispetto ad alcune strade, sono stato alcune sere fa ad una piacevole manifestazioni a Pesaro, di fronte a me in quel momento conviviale c'era il Sindaco di Apecchio che mi ha ricordato dell'Apecchiese e che ci sono anche altre strade. Credo che questi siano gli obiettivi, perché quel quadro vada completato e deve essere completato in fretta, nel giro di pochi mesi.
La relazione positiva con l'Umbria, non soltanto per l'Orte-Falconara, sia realizzata e concretizzata quanto prima.
Non voglio aggiungere altro perché credo di aver detto alcune cose, sono però convinto che la modernizzazione di un Paese passa anche attraverso questi aspetti ed ho la consapevolezza che non siano gli unici perché so che abbiamo bisogno di tanti investimenti di carattere immateriale ed i primi di agosto di più di due anni fa abbiamo approvato il piano della banda larga e ultralarga, che in parte si sta attuando, dobbiamo fare in modo che anche questo sia realizzato su l'intero territorio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Solo per annunciare una futura mozione che possa essere di indirizzo alla Giunta e all'Assessore Casini, partitamente agli investimenti, e penso anche al nostro bilancio, alle tante opere pubbliche per le quali l'Assessore Cesetti ha già presentato investimenti in sede di conferenza stampa in vista del nuovo bilancio.
Direi solo una cosa semplice: qual è il modello di società che abbiamo di fronte? Tutto quello che dice il Consigliere Giorgini ha un senso profondo solo per un motivo, questa è una società che non cresce di numero, quindi le automobili non cresceranno, semmai le automobili diminuiranno perché oltre che non crescere di numero, siamo fermi intorno ai 60 milioni da più di 10 anni, invecchiando, si sa, che l'automobile si usa di meno, quindi questo è un pericolo scongiurato, però è anche vero che una popolazione anziana avrà sempre più bisogno del mezzo pubblico piuttosto che dell'auto privata.
Queste due cose nelle Marche le concilieremo male perché, caro Consigliere Giorgini, a differenza della Liguria, che è tutta lunga, che ha la ferrovia e l'Intercity fa le soste in comuni come Monterosso, va bene è un comune delle Cinque terre, ma ha 700/1000 abitanti, per fortuna noi abbiamo un bellissimo entroterra che non è schiacciato sulla costa e che è difficilissimo da collegare.
Questa non è una Regione da ferrovia, questo è il primo dato, le valli sono quelle che sono, le intervallive le abbiamo pure cancellate perché avremmo potuto avere un anello che era Civitanova/Fano e ce lo siamo dimenticato Negli anni 60 e 70 l'autostrada l'A14, lo dicevo prima al Consigliere Giancarli partitamente sensibile all'argomento, abbiamo deciso di farla addosso al mare, invece di farla, come qualcuno aveva immaginato, a metà fra la collina e il mare, fra la montagne e il mare, quindi in zona collinare, nell'asse Fossombrone/Jesi, per cui ce la prendiamo in saccoccia su tutto il fronte.
Intanto approviamo questa mozione, poi propongo la terza corsia fino a Giulianova, e ringrazio il Consigliere Urbinati che ci ha richiamato la storia, il travaglio, però dobbiamo decidere queste cose, non possiamo fare altri 15/20 anni di discussioni. Pedaso è appena un inizio, dobbiamo farla fino al collegamento verso Roma perché questa tratta non è solo nostra, è una strada alternativa all'asse Bologna, Firenze, Roma, per cui tutto il nord-est, invece di attraversare l'Appennino su quella tratta, visto che non ci sono grandi occasioni, può benissimo utilizzare l'autostrada A24 che praticamente è deserta, certo più faticosa, più costosa per i mezzi pesanti, però praticamente deserta.
Invece, ai colleghi del Movimento 5 Stelle e Lega consiglio proposte nella logica alternativa a tutto quello che c'è oggi e di cui non si sente più parlare, stranamente se ne sentiva parlare quando ragionavamo in termini europei, ma quando poi ragioniamo in termini localistici non se ne parla più.
Per esempio, Consigliere Giorgini, non si parla più della famosa autostrada del mare che era stata lanciata a suo tempo, penso alla prima o seconda legislatura Formigoni in Lombardia, che doveva servire per portare i Tir lungo l'Adriatica da Brindisi, fino alla Pianura Padana, fino in Germania.
E' chiaro, se cancelliamo la TAV, figuriamoci se riapriamo questa, anche se questa non inquina e non tocca niente, certo inquina far muovere una nave, ma una nave che carica 200/300 Tir.
La stessa cosa si potrebbe fare con la linea ferroviaria adriatica, che è drammaticamente sottoutilizzata, i container potrebbero benissimo camminare lì. In altri Paesi queste navette le hanno create, non sono un tecnico però so che sono previsioni fatte, poi se su ogni progetto che dice 100, si va a vedere quel 7% di controindicazioni, in quell'assurdità del rapporto costi/benefici, che dice che non lo puoi fare, il risultato è che non si fa nulla, e questo non è possibile. E' chiaro che in ogni progetto pari a 100 ci sarà sempre un 7%, un 12%, un 15% di controindicazioni.
La mia proposta è: visto che in futuro avremo da costruire soltanto ospedali, residenze protette - perché questa sarà l'esigenza - possiamo fare qualche ferrovia in più ed anche, non dimentichiamocelo, se è vero che cresce la circolazione, rendere le strade più sicure perché è inutile averne di meno, intasate e a doppia corsia, non è solo un problema di velocità o di migliore utilizzo, ma anche di sicurezza.
Le Marche soffrono per l'intasamento sulla costa, per cui dovremmo fare delle tangenziali, delle bretelle presso tutte le grandi città, Pesaro, Fano Senigallia, esattamente come è stato fatto per Ancona, a scendere, Civitanova, Porto San Giorgio, San Benedetto, dappertutto vanno fatte e vanno aperte almeno altre 7 uscite autostradali per spezzare il flusso stradale e poter utilizzare l'autostrada, per quello che è possibile, come tangenziale quando queste avranno tempi di realizzazione molto lunghi e non potranno essere fatte.
Le ulteriori uscite autostradali è possibile averle subito, sono progetti semplici, costano poco, occupano poco terreno e normalmente lo occupano in zona decisamente non agricola.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire, però credo che l'argomento che è stato introdotto dalla mozione del capogruppo del Partito Democratico sia estremamente importante per la regione Marche, anche per la considerazione che ha fatto sugli aspetti rilevanti di questa infrastruttura.
Si, c'è stato un ritardo, c'è voluto del tempo per capire l'importanza della terza corsia dell'autostrada adriatica, ma credo che anche oggi ci sia un po' di ritardo nel capirlo.
Credo che questa mozione, Vicepresidente Casini, vada integrata, e questo è un aspetto politico, sensibilizzando le Regioni che sono a sud delle Marche, perché molta economia viaggia su questa strada nel collegamento nord-sud, quindi velocizzare il tratto delle Marche, e non solo, come ha detto il Consigliere Marconi, è estremamente importante, perché ci sono ancora molti chilometri per arrivare in Puglia.
Questo è un aspetto estremamente importante, non solo per quanto riguarda ciò che è successo a seguito dell'incidente, ma soprattutto per l'economia, perché una cosa è raggiungere il nord Europa in un determinato periodo di tempo, una cosa è ridurre i tempi di percorrenza magari di qualche ora. Così è l'economia, così vanno i flussi e volenti o no, possiamo non essere d'accordo, caro Consigliere Giorgini, il problema è la velocizzazione del trasporto delle merci ed oggi noi ad Ancona tocchiamo con mano la difficoltà dell'uscita dal porto, perché le merci che ne escono perdono minuti importantissimi per raggiungere la grande viabilità.
Questo è il problema vero di questa Regione, di cui ha sempre sofferto anche nel passato, Anche negli anni '80, Consigliere Giancarli, questa difficoltà è stata sempre sottovalutata e vissuta come una diatriba tra chi governava, chi faceva opposizione, chi diceva di essere contrario a queste infrastrutture perché non erano necessarie, ma chi sosteneva l'altra posizione aveva ragione.
L'altro aspetto è che purtroppo siamo rimasti fuori dalla scelta oramai fatta tra Bologna e Bari lungo la dorsale adriatica, perché noi facciamo la velocizzazione della Adriatica, che è una cosa, mentre dall'altra parte fanno l'alta velocità che collegherà Bari tramite Napoli, perciò questo pezzo dell'Adriatico è con meno servizi e con meno collegamenti.
Questi sono i problemi che abbiamo, questi sono i problemi che si potrebbero iniziare a porre con attenzione e con autorevolezza, collegandosi anche con le altre Regioni.
Sono stato sempre scettico nei confronti dell'Umbria, anche per quello che ho fatto precedentemente, e i fatti mi hanno dato ragione, l'Umbria ha risolto sempre i problemi prima di noi e le Marche l'hanno sempre aiutata.
Adesso siamo sulla stessa strada per quanto riguarda il problema ferroviario, ma la ferrovia Foligno-Terni sta per concretizzarsi nel raddoppio, che è più vantaggioso e più avanti del pezzo che interessa le Marche, succederà la stessa cosa, l'Umbria risolverà il problema e le Marche no.
Questi sono aspetti importanti a cui la politica di turno deve guardare con attenzione, ancora una volta, probabilmente, siamo in forte ritardo perché i fatti sono in questi termini. C'è anche il problema della Quadrilatero, l'impresa che ci ha lasciato in difficoltà con il rischio che possa diventare una incompiuta, anche questa infrastruttura è nata a suo tempo con un po' di ritardo, con una vivacità di dibattito, perché anche in quel contesto c'era chi era favorevole e chi no, ma oggi si è dimostrata, come diceva il Consigliere Zura Puntaroni, un'efficiente via che collega l'Adriatico con il centro Italia, per il momento Civitanova Marche e l'Umbria, ed è un risultato positivo. Speriamo che questo avvenga anche per Ancona, però in questo momento ci sono fortissime difficoltà.
Quando si parla di infrastrutture, quando si parla di arterie che servono per collegare la nostra Regione, si apre un dibattito estremamente importante, vivace ed anche ricco di contenuti, ciò significa che esiste un problema che ancora purtroppo non riusciamo a risolvere.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questa mattina, lo dico al Consigliere Giorgini che è molto attento, sono venuto in macchina da Teramo e al confine con Porto Sant'Elpidio, andando a sud o venendo da sud, è un altro mondo, in termini di vivibilità, di ambiente, di sicurezza e di agibilità a dimostrazione dell'errore che venne commesso a suo tempo.
Prima ero capogruppo alla Provincia di Ascoli e dopo Presidente della Provincia di Fermo, lo ha detto il Consigliere Giacinti, che era Sindaco di Monturano, non ripeto e mi riporto a quelle considerazioni e argomentazioni che abbiamo vissuto ed argomentato insieme.
Evidenzio soltanto che quando inaugurammo il casello autostradale di Porto Sant'Elpidio io ero Presidente della Provincia di Fermo e intervenni in quella occasione nel definire il casello di Porto Sant'Elpidio la porta di entrata nord della provincia di Fermo.
Il responsabile della Società Autostrade, nel darmi ragione, disse chiaramente che in quella circostanza un'occasione era stata persa dal territorio fermano, persa non soltanto per la terza corsia fino a Pedaso, ma perché quell'intervento ci avrebbe consentito di sfruttare l'opportunità delle cosiddette opere compensative o opere di adduzione, che significavano l'intervento nel casello di Porto San Giorgio, che significavano il tratto del lungo Tenna, che tanto viene reclamato, per intenderci dal casello di Porto Sant'Elpidio verso Fermo, che doveva essere il primo tratto della Mare-Monti guardandola da nord, che manca alla Provincia di Fermo. Quello avremmo ottenuto, non soltanto la terza corsia, ma le opere compensative o di adduzione, come le vogliamo chiamare. Questo è!
Oggi con soddisfazione prendo atto della risposta, oltre a ringraziare i presentatori della mozione, della Vicepresidente, puntuale, argomentata ed esaustiva, tra l'altro ci consegna anche la tempestività di un intervento politico perché il Presidente Ceriscioli, e quindi anche la Vicepresidente Casini, che porta la responsabilità della delega alle infrastrutture, nel piano strategico di questa Regione, presentato all'allora Ministro alle infrastrutture Delrio, evidenziò le questioni che oggi noi troviamo nella risposta, segno appunto della tempestività dell'intervento e di quanto fosse necessaria l'idea di portare avanti il completamento della terza corsia, almeno fino a Pedaso per poi proseguire con quelle specificazioni che sono state date nella risposta. Noi dobbiamo lavorare in questa direzione.
Certo, Società Autostrade anche recentemente ci ha detto che il flusso di traffico non giustificherebbe più quel tipo di investimento, lo so, non lo giustifica sotto l'aspetto della convenienza economica, ma sotto l'aspetto della convenienza sociale in termini di sicurezza ed anche, se vogliamo, in termini ambientali. Quando oggi percorro la strada che da Civitanova Marche porta a Foligno - l'ho fatta per 7 anni prima dell'intervento, tutte le settimane quando andavo a Roma, il paradosso era che la via più breve per arrivare a Roma era dalla mia Montegiorgio andare a prendere il treno a Foligno, perché passando per Porto San Giorgio-Ancona non si arrivava mai - vedo non solo la sicurezza, la percorribilità, ma anche il grande risultato ambientale, dal mio punto di vista, che è notevolmente migliore oggi di come era prima, perché la tutela dell'ambiente non significa soltanto evitare di mettere un metro lineare di asfalto, la tutela dell'ambiente è qualcosa di molto più significativo, senza ricordare i temi che attengono alla sicurezza. Ovviamente voterò favorevolmente questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Solo dei chiarimenti, il primo è per il Consigliere Zura Puntaroni, il quale ha ragione, dovremmo usare il cavallo ed andremmo sicuramente più veloci delle macchine, che in Italia hanno una media di 15 chilometri orari, probabilmente se al mattino per andare al lavoro si usasse il cavallo, si arriverebbe sicuramente mezz'ora prima, quindi ha ragione.
Al Consigliere Giancarli preciso che ho detto che la colpa è della classe politica regionale di quest'Aula, ma non di quella di adesso chiaramente, questa cosa è strutturale, non è venuta fuori ora, io ero bambino quando l'autostrada si prendeva ad Ancona nord e c'erano problemi. Lei ha detto: “Le strade e le autostrade devono essere una crescita” ma, caro Consigliere Giancarli, ho rispetto per lei, qualcosa sta sbagliando perchè per me la crescita è innovazione tecnologica, innovazione del lavoro, innovazione del sistema sanitario, competizione scientifica-tecnica-economica con altri Paesi, investimento nella green economy, non è fare le strade.
E' dimostrato nel mondo, il Lussemburgo che è un Paese che per noi non esiste, ha vietato il traffico nelle città, Londra lo ha fatto tempo fa, dobbiamo prenderne coscienza, è meglio capirlo prima che, come facciamo solitamente, dopo o fra vent'anni, la macchina non sarà più un mezzo da usare tutti i giorni, oggi è diventato un mezzo strutturale, a San Benedetto abbiamo 41.900 veicoli su 47.000 abitanti, lo capite o no che ormai è strutturale? Nelle città siamo ingolfati, è inutile che aspettiamo la gente che viene da fuori.
Al Consigliere Marconi dico che la diminuzione del traffico l'attesta Società Autostrade, dal 2011 al 2017 abbiamo avuto il 30% di calo dei veicoli leggeri e quasi il 20% di quelli pesanti, questo tenderà ad aumentare perché l'autostrada costa, la benzina costa, i soldi non ci sono, quindi noi italiani per forza di cose, ci siamo messi le cinture di sicurezza quando hanno previsto la multa, prima non le mettevamo, siamo costretti a fare le cose che avremmo dovuto fare per coscienza.
Al Consigliere Zaffiri, che è stato un grande sostenitore dell'interporti, vorrei dire che, ad esempio, l'nterporto di Jesi doveva essere propedeutico al porto di Ancona, con i treni dovevano arrivare i container da portare al porto di Ancona e dal porto di Ancona si prendevano e si portavano all'interporto per farli ripartire con il treno, il fallimento è stato questo. Il treno è la cosa migliore che possiamo avere, efficiente, un'efficienza straordinaria, invece cerchiamo ancora di allargare le strade e, come ho detto e come hanno spiegato le due Università americane, più dai e più si usano le macchine, è come quando vai al self service, hai tanta roba a disposizione e mangi il doppio, questa è realtà. Lo studio e la scienza ce lo dicono, non lo dico io.
Non ho un'idea ben precisa, lo devo dire, sono sicurissimo che la bretella di San Benedetto sia un danno enorme per la città e risolva zero, ma qui non ho un'idea netta, precisa, perentoria, dico che fino a Pedaso la terza corsia sia giusta perché è tutta pianura. A Porto Sant'Elpidio, l'ha ricordato l'Assessore Cesetti, hanno fatto uno svincolo che nemmeno a Manhattan c'è, hanno rovinato un pezzo di territorio in modo vergognoso. Quindi non parliamo di caselli autostradali visto che nemmeno a Manhattan c'è uno svincolo autostradale come quello.
Credo che dobbiamo fare una riflessione onesta e dire: “Signori, mettiamoci a lavorare, facciamo le ferrovie, prendiamo il mare, riattiviamo gli interporti di cui non sappiamo cosa fare, piano piano”. Abbiamo l'80% delle merci che viaggia su gomma, solo il 20% su rotaia, la Polonia fa il doppio di noi e le merci viaggiano per il 40% su rotaia e per il 60% su gomma.
Penso che per la politica, e non guardo se è di destra, sinistra o Movimento 5 Stelle, sia solo una questione di serietà e il voto sarà di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Parto dall'ultima affermazione del Consigliere Giorgini e dichiaro di essere favorevole e di votare in modo entusiastico questa mozione, non mestamente, ma con “trasporto”.
E' affascinante quello che ha detto il Consigliere Giorgini relativamente al discorso del cavallo, però non credo che costi molto meno che fare le autostrade perché, per chi ha studiato un po’ la storia dei secoli passati, i cavalli avevano bisogno delle poste, che erano punti di ristoro e di cambio dei cavalli, quindi immaginate quale ammodernamento dovremmo fare in Italia per regolarizzare le nostre strade con questi punti di ristoro, anche per i viaggiatori che dovrebbero alloggiare perché per andare da qui a Roma a cavallo, occorrerebbe fermarsi più volte, quindi occorrerebbe creare una serie di strutture.
Al di là di questa battuta, vi dico che la sera del 23 agosto ero in autostrada a 100 metri da quel camion che ha preso fuoco, se si fosse incendiato a metà galleria non so cosa sarebbe successo.
Questo per dire che il discorso è opposto a quello che si è fatto fino adesso, noi abbiamo più necessità di infrastrutture proprio in quelle situazioni dove dal punto di vista orografico siamo messi male, è lì che abbiamo bisogno di maggiori infrastrutture, non soltanto per far viaggiare più velocemente le auto, ma anche per farle viaggiare in sicurezza, questo è il discorso! Una galleria grande, una galleria che si interconnette con altre dà molta più sicurezza rispetto a quei budelli che sono stati costruiti negli anni '60 e, guardate, in Italia nella costruzione della rete autostradale siamo fermi agli anni '80, siamo cresciuti di appena il 16% dagli anni '80 ad oggi, e sono trascorsi 38/40 anni, gli altri Paesi europei sono cresciuti dal 50%, valore minimo della Francia, fino ad oltre il 200% del Portogallo che partiva da una situazione disastrosa.
Andiamo a vedere come incide sulla competitività e sull'attrattività di quei territori per quanto riguarda gli insediamenti e le attività produttive e vediamo qual è la differenza fra noi e l'Europa, la differenza sta tutta lì, loro sono molto più competitivi di noi rispetto alle infrastrutture.
Non possiamo più ripetere l'errore che è stato fatto negli anni '90, quando per una disdicevole lotta di campanile tra Fermo e Porto San Giorgio non abbiamo avuto il prolungamento, lo dico e lo ripeto perché l'ho vissuta in prima persona, per una disdicevole questione di campanile fra Fermo, che voleva l'arretramento dell'autostrada perché passasse sotto le sue mura, e Porto San Giorgio che voleva che passasse a ridosso del mare e noi oggi non abbiamo avuto la terza corsia e quei fondi la Società Autostrade li distrasse ad altri porti.
Gli amministratori dell'epoca devono fare mea culpa se oggi siamo in questa situazione, perché oggi avremmo avuto la terza corsia fino a Pedaso e da lì probabilmente saremmo arrivati fino a Giulianova. Non è possibile ripetere un errore di questo tipo, perché, piaccia o non piaccia, lo sviluppo di un territorio passa attraverso le infrastrutture che siano materiali o immateriali, quando uno mi convincerà che le merci viaggeranno via web allora rivedrò il mio discorso, ma non sarà così.
Tutti gli studi dicono che il trasporto su ruota sarà sempre un punto superiore a quello su ferro, sempre e comunque, perché con il trasporto su ruota possiamo fare il porta a porta, cosa che il trasporto su ferro non potrà mai fare, occorrerà fare grandi strutture, interporti, chiamatele come volete, strutture intermodali, con grandi costi che però funzioneranno a metà. La dimostrazione l'abbiamo avuta a Jesi, a San Benedetto, a Centobuchi, dove abbiamo delle cattedrali nel deserto, perché il trasporto su strada consente di fare il porta a porta nella consegna delle merci, cosa che il trasporto su rotaia, su ferro, non consente.
Noi dobbiamo riprendere non soltanto il discorso della terza corsia della A 14, ma anche quello della transcollinare, è fondamentale, soprattutto adesso che abbiamo la difficoltà a far rivivere le aree interne. Anni fa fu firmato un Protocollo tra la Regione Molise, la Regione Abruzzo e la Regione Marche per realizzare la pedemontana che doveva partire da Isernia ed arrivare a collegarsi alla Romea in Emilia-Romagna per cercare di rivitalizzare tutto il discorso all'interno, fermo restando che tra la pedemontana e l'autostrada erano previste le famose intervallive tra cui, per quanto riguarda il Piceno, la mitica Mezzina, di cui se ne parla ormai da anni.
L'autostrada e la pedemontana sono fondamentali per l'entroterra, per dare vita a tutti quei comuni di cui stamattina abbiamo parlato, per impedire che le persone, non credendo più nemmeno nelle fusioni, vanno ad intasare, secondo un nuovo fenomeno di urbanesimo, tutta la costa. Che risposta diamo a quei cittadini che stanno sulla costa e che cresceranno sempre di più? Purtroppo da qui a un po' di anni non potremmo arrestare questo nuovo urbanesimo per cui dobbiamo lavorare perché la qualità della vita, le condizioni di trasporto passeggeri e merci, vengano migliorate. E' fondamentale un discorso di questo tipo, chi ragiona in altri termini pensa che lo sviluppo non passa più attraverso le vie di comunicazione, ma attraverso la canoa sui fiumi navigabili. Non so immaginare tutto questo, quindi sono fermamente convinto di questa mozione.
Mi sono divertito a fare uno studio, che ho presentato qualche mese fa, sulla carenza di infrastrutture nelle Marche, in modo particolare nel Piceno, ne fornirò una copia anche alle Commissioni, da lì si evince quante difficoltà abbiamo nell'essere competitivi con gli altri territori contermini proprio per effetto di questa carenza, fermo restando, è un altro discorso molto più forte ed ancora più pregnante, il collegamento est-ovest della costa adriatica con il Tirreno, attraverso la Fano-Grosseto, attraverso la ferrovia Ancona-Falconara-Orte, attraverso la Salaria, e quant'altro si voglia dire, se vogliamo sviluppare veramente questo territorio, altrimenti stiamo a piangerci addosso, ma la soluzione non è quella di impedire che le vie di comunicazione crescano.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Consigliere Giorgini anche in nome di una militanza comune, che per un periodo abbiamo avuto, profondo rispetto, ci mancherebbe, però io ho sostenuto che le infrastrutture muovono ricchezza, ho aggiunto ad esempio che una regione manifatturiera come quella marchigiana ne muove tanta, ed hanno un impatto positivo sulla crescita economica. L'ho detto più volte e lo ripeto, io penso alla sostenibilità dell'economia, ma non ci penso soltanto come una dichiarazione e nel mio intervento ho parlato di ferrovie ed ho chiuso con il piano sulla banda larga e ultralarga, quindi ci mancherebbe che non pensassi alle reti immateriali ed alla green economy.
Posso anche dire un'altra cosa, e su questo chiudo non solo con il voto favorevole perché siamo in dichiarazione di voto e ci mancherebbe che non fosse così, quindi non riprendo tutto il ragionamento, il Consigliere Giorgini, che è persona che studia, fra le altre cose che fa, può vedere, e sarei molto contento se lo facesse, uno studio di fattibilità, non ce ne sono molti, ce n'è soltanto uno in questa regione sull'arretramento della linea ferroviaria nella provincia di Ancona e contestualmente tutta la riqualificazione costiera, sempre nel tratto anconetano, ma quando parlo di tratto anconetano parlo di un territorio che va dal Cesano al Musone.
Non ci dividiamo sulle enunciazioni, ma sulla crescita sostenibile e sul potenziamento, ad esempio, della ferrovia credo che possiamo lavorare, fermo restando tutto il ragionamento sulla green economy, che poi è parte integrante, e sulla banda ultralarga, sul quale dobbiamo porre delle azioni importanti e significative, tra l'altro oggi abbiamo la possibilità di avere anche un marchigiano che ha una responsabilità importante, ne parlavamo anche con il Capogruppo Maggi, penso al senatore Coltorti per il ruolo e per il legame forte che ha con questo territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Sinceramente non mi aspettavo di scatenare una discussione così lunga, così articolata e direi anche così interessante, però, guardate, per necessità dico che è giusto stare su quello che sarà il percorso che la Giunta farà, così come ci ha detto l'Assessore, stiamo seriamente su quella che è la necessità di quel tratto della A14, ovvero la terza corsia.
Sono state ricostruite le tante vicissitudini di quel territorio, noi ci giriamo indietro a guardare quello che è successo solo per non ripetere gli errori che sono stati fatti, perché anche allora, quando si procedeva su questa discussione, c'era una parte che era convinta delle bretelle collinare e non della necessità della terza corsia, né dell'arretramento.
Voglio citare solo un episodio, non ricordo se era un convegno o se era l'inaugurazione del casello autostradale di Grottammare, il Presidente di Società Autostrade in quel periodo era Giancarlo Elia Valori, un dirigente pubblico che conosciamo benissimo, ebbene, quando alcuni politici locali di cui ricordo nome, cognome e tutto, anzi qualcuno ci dà ancora lezioni di come si fa politica, gli chiese: “Presidente, allora finanziamo l'arretramento della A14”, che era quella discussione che ha ricordato poco fa il Consigliere Celani, egli rispose: “Certo, tra una trentina d'anni, possiamo iniziare a parlarne”, quindi significa che fra una decina di anni, ne sono passati già 20, possiamo iniziare a discuterne. Questo è l'atteggiamento che sicuramente non dobbiamo avere perché, vi spiego, le infrastrutture sono fondamentali, le infrastrutture portano sviluppo e, grazie ai dati dell'anno scorso, ora vedremo quelli di quest'anno sul turismo, si è visto come incidono sulle presenze turistiche e sullo sviluppo di un territorio.
La questione positiva dello stato delle cose in quel tratto di autostrada, e abbiamo ribadito le difficoltà che abbiamo avuto subito dopo l'incidente, è che fortunatamente dal 23 agosto, da quando c'è stato l'incidente sulla galleria Castello più conosciuta come la galleria di San Francesco, lo dico perché sta ad 800 metri da casa mia, non è avvenuto più un incidente, perché puntualmente in quella galleria, soprattutto nei periodi di traffico intenso, c'è un incidente al mese, massimo ogni 40 giorni, che poi sappiamo bene che quel tipo di incidenti in autostrada sono mortali.
Questa è la necessità, è un tratto autostradale costruito nei primi anni '70, con tecnologie ed ingegneria degli anni '50, che oggi non è più in grado di sostenere quel tipo di traffico, soprattutto le gallerie. Quindi stiamo sul pezzo e cerchiamo, così come ha detto l'Assessore e lo ringrazio, di riaprire la discussione politica, almeno riaprire, perché c'è la necessità di fare quello che vent'anni fa non è stato fatto, ovvero: riprendere la discussione. E' solo una questione di investimenti, se qualcuno dice che non si può fare un tratto complicato, non è assolutamente così, tutto si può fare con la tecnologia moderna, è solo una questione di investimenti.
L'invito che faremo ad Autostrade Spa è quello di riaprire la discussione e di darci un'indicazione su quale sarà il futuro della viabilità nel sud delle Marche, in questo caso, voglio dirlo, visto che siamo collegati, anche nel nord dell'Abruzzo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Una dichiarazione di voto velocissima. Condivido in pieno quello che ha detto il Consigliere Giorgini, nel senso che è giusto che si investa di più in infrastrutture meno impattanti facilitando il trasporto su ferro e marittimo, però voterò a favore di questa mozione, sia perché si tratta di mettere in sicurezza la strada, come già è stato sottolineato, sia perché oggettivamente le Marche vanno da Gabicce a San Benedetto del Tronto e non si fermano a Porto Sant'Elpidio. E' un'assurdità avere la A14 a tre corsie che si ferma a Porto Sant'Elpidio e poi da Porto Sant'Elpidio a San Benedetto cambia il panorama, quindi, pur condividendo in pieno il ragionamento che ha fatto il Consigliere Giorgini, voterò a favore per le motivazioni che ho detto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 396. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 405
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Abolizione dell’attività venatoria nei giorni festivi e prefestivi”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 405 del Consigliere Bisonni, che ha la parola per illustrarla.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Cercherò di essere rapido nella spiegazione ed illustrazione di questa mozione, perché credo che inizi ad esserci anche un po' di stanchezza tra i Consiglieri.
Questa mozione ha due obiettivi, il primo è quello di tutelare le persone che passeggiano frequentemente, soprattutto nel week end, nelle nostre aree montane, dico questo perché, come sapete, ci sono stati diversi incidenti in passato in cui l'incolumità delle persone è stata messa a rischio.
Ci sono stati episodi in cui i pallini sono arrivati in prossimità di abitazioni, addirittura ci sono articoli di giornali in cui si legge che sono arrivati sulle porte di alcune attività ricettive, non mancano gli incidenti da caccia. Ovviamente le persone non vanno in montagna a passeggiare durante la settimana quando lavorano. I dati ci dicono che la maggior parte delle persone si gode la natura durante il week end, quindi nel fine settimana è importante eliminare questa fonte di potenziale pericolo.
L'altra cosa è la seguente: sono convinto che questa misura possa favorire un'attività turistica, perché se io so che in una certa zona non ci sono cacciatori, quindi posso passeggiare liberamente e tranquillamente, senza questa angoscia, magari sono più portato a fare una gita in montagna o nelle aree naturali.
Questa mozione l'ho presentata per andare incontro a queste due esigenze, da una parte aumentare la sicurezza in quelle giornate in cui le persone frequentano di più questi posti, cioè montagna, boschi, natura, dall'altra perché credo che eliminando l'attività venatoria durante il week end questo possa essere un ulteriore stimolo per l'attività turistica e ricettiva e quindi favorire le attività degli agriturismi e altro.
Tra parentesi, recentemente ho ascoltato anche il Ministro dell'ambiente Costa chiedere alle Regioni di togliere la caccia, se non sbaglio, la domenica, quindi la mozione va incontro anche ad una diversa sensibilità nazionale su questa tematica rispetto a quello che è stato l'atteggiamento in passato.
Vi invito a considerare questi aspetti che ho sottolineato e a votare questa mozione. Questa è l'illustrazione poi magari interverrò per rispondere a qualche Consigliere se verranno fatte delle domande o dette delle imprecisioni, a mio avviso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Mi riservo di fare poi un intervento più compiuto sulla proposta di legge e su questo tema in generale.
Questa mozione, chiaramente, è un atto di indirizzo politico che mi trova d'accordo, trovo però alcuni limiti dal punto di vista dell'efficacia per quanto riguarda il dispositivo, ciò nonostante, pur con alcune riserve, voterò a favore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 405. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Proposta di atto amministrativo n. 56
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione del POR FSE 2014/2020 come revisionato dalla Decisione della Commissione europea C(2018) 4721 del 13 luglio 2018. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6”
Nuova titolazione: “Approvazione del POR FSE 2014/2020. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6. Revoca della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 125 del 31 marzo 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. La proposta di atto amministrativo non è altro che un provvedimento tecnico, di modifica dell'Fse Por, dico tecnico anche se qualsiasi atto di natura tecnica non si libera da quelli che sono i ragionamenti di ordine politico.
Anche se non cambiano le strategie, né la platea dei beneficiari, quindi non si modifica nulla per quanto riguarda le figure a cui andranno e le politiche che si faranno i 20 milioni di euro vengono spostati da un Asse ad un altro per una motivazione abbastanza chiara di origine tecnica.
Il motivo è semplice, l'Fse è di 288 milioni di euro, di cui 17 milioni sono i benefici che vengono attribuiti alle Regioni per l'ottenimento di certi risultati.
È chiaro che il beneficio di performance, che è quello che porta a 17 milioni di euro, va oltre quello che è N+3, che è l'altra misura a cui deve rispondere l'Fse, che però non viene alterata, viene fissata sin dall'inizio su tutti gli assi dell'Fse e non viene modificata, la performance è dovuta ad uno scambio che riguarda le Regioni e la Commissione europea.
19 Regioni su 21 hanno chiesto di ritrattare il quantum fissato sin dall'inizio perché eccessivamente alto e complicato. La trattativa si è risolta nel fatto che la Commissione ha approvato alcune modifiche, ha abbassato i range della performance e ha dato la possibilità di trasferire dall'Asse 1, che è quello legato al lavoro, All'asse 3 che è legato alla formazione.
Questa è l'operazione: trasferire i fondi dall'Asse 1, dove se non sbaglio erano previsti 182 milioni di euro, che è un'enormità, quindi complicavano ancora di più la vita per raggiungere gli obiettivi della performance, all'Asse 3, un Asse molto più leggero, con l'abbattimento delle indicazioni per il raggiungimento della performance, rendendo più facile l'ottenimento di quei risultati.
Va detto che l'obiettivo della performance va ottenuto Asse per Asse, nel senso che il totale non è un calcolo generale, ma Asse per Asse, quindi ancora più complicato, ecco perché si fa questa operazione.
L'N+3 viene calcolata annualmente e se non si ottengono i risultati si perdono le cifre previste a seconda dei risultati, questo viene calcolato in una fase intermedia, il 31 dicembre 2018, e poi nella fase definitiva, nel 2023.
In questa fase si è cercato di alleggerire la possibilità, così come in tante altre Regioni ed approvata dalla Commissione europea, di ottenere i benefici della performance che equivalgono a 17 milioni di euro. Questa è l'operazione.
Non cambia assolutamente la strategia, non cambia la platea dei beneficiari, è qualcosa che si sposta dall'Asse 1 all'Asse 3. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Riassumendo quanto ha detto il Consigliere Traversini, questa è una modifica prevalentemente tecnica per cercare di raggiungere l'obiettivo di performance e quindi sbloccare questi 17 milioni.
La priorità 8.1, che si occupa di occupazione, era finanziata per oltre 100 milioni, nella tabella ho letto 112 milioni. I dirigenti ci hanno spiegato che con la legge del 2015 è cambiata la modalità di calcolo del disoccupato e quindi si è ridotta la platea dei potenziali beneficiari di questa misura, che era stata dimensionata all'inizio del settennio con una normativa differente.
Sembra incredibile, però non si riescono a spendere tutti i soldi a favore dell'occupazione e questi 20 milioni vengono trasportati nelle misure 10.1 e 10.4 dell'Asse 3 che sono dotate rispettivamente di 7,7 milioni a 38,6 milioni, una si occupa di dispersione scolastica e l'altra di istruzione e di formazione.
Io ho controllato gli indici di performance su cui poi verrà calcolato il raggiungimento o meno dell'obiettivo, e quindi la valutazione dell'Asse, e tutti considerano l'incremento occupazionale di coloro che hanno frequentato le attività dedicate e quindi i bandi che l'Fse ha emanato.
La soglia N+3 sembra raggiunta in tutti i settori, invece l'Asse 3 è quello che rischia di non raggiungere la soglia di performance, ecco quindi lo spostamento dall'uno all'altro Asse.
Noi terremo in considerazione il monitoraggio del raggiungimento di questi obiettivi - sono persone che dopo aver frequentato i corsi, nello specifico, con questi 20 milioni di dotazione in più, troveranno lavoro, speriamo poi, a tempo indeterminato anche se sappiamo che quasi il 90% dei contratti sono a tempo determinato - per vedere se effettivamente riusciamo a migliorare la qualità di vita di coloro che si trovano in difficoltà.
Non ho rilevato particolari criticità in questa manovra che è più che altro tecnico-contabile, per cui con un attento monitoraggio in questo momento pensiamo di approvare la modifica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Non faccio parte della Commissione e non ho potuto seguire tutto l'iter di questa modifica che mi sembra parzialmente una modifica tecnica spostando i fondi da un Asse all'altro. Le motivazioni sono quelle di non perderli laddove non si raggiungano gli obiettivi.
Faccio solo una considerazione. Sono andata a guardare l'Asse da cui vengono spostate le risorse, A 1 priorità 8.1, che ha come obiettivo ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata, sostenere adeguatamente le persone a rischio di disoccupazione di lunga durata e prevedere la possibilità di finanziare con questi fondi gli incentivi all'assunzione, gli aiuti alla stabilizzazione, le borse lavoro, gli interventi integrati di politiche attive, i percorsi di integrazione, i voucher ed altro. I fondi vengono spostati all'Asse 3 e precisamente alla misura priorità 10.1, che ha come obiettivo la riduzione del fallimento formativo precoce e la dispersione scolastica e formativa, e prevede azioni di formazione e orientamento, azioni di tutoraggio, progetti di alternanza lavoro, apprendimento per la qualifica di diploma professionale, formazione di docenti operatori, non leggo tutte le voci, però siamo nell'ambito della formazione e del contrasto alla dispersione scolastica, quindi con soggetti specifici, e alla misura priorità 10.4, che sempre nell'ambito della formazione riguarda la qualificazione dell'offerta di istruzione e formazione tecnica professionale e prevede azioni, che potranno essere finanziate con questi 20 milioni circa, formative professionalizzanti, azioni di sistema per il miglioramento della qualità dei sistemi, interventi a sostegno della mobilità a fini formativi, formazione di formatori e docenti sui metodi didattici (vedi il metodo Montessori che è stato oggetto della discussione di poco tempo fa in questa stessa seduta), attività di studio e analisi, trasferimento di buone pratiche, quindi spostiamo i fondi dalle misure che avrebbero portato effettivamente delle risorse economiche nelle tasche, nelle disponibilità di disoccupati e inoccupati, rispetto ad un ambito di formazione.
Evidentemente questo intervento è necessario, perché se questi obiettivi non vengono raggiunti i fondi si perdono, però mi chiedo che cosa significa questo: si è fatta male una previsione a monte o non si riesce ad attivare in maniera concreta quelle misure sul lavoro? C'è un incontro con i datori di lavoro per attivare queste misure? Ci sono degli incontri rispetto a disoccupati che potrebbero attraverso l'autoimprenditorialità mettersi in proprio? Se c'è un fallimento di queste misure, che non riescono ad essere attivate da parte di chi oggi fa impresa, e quindi potrebbe assumere con questi sgravi e questi incentivi, o da parte di chi è disoccupato e non può, non vuole o non ha la capacità di mettersi in proprio, credo che questo dovrebbe essere non solo motivo di approfondimento, ma dovrebbe essere superato perché formare i formatori oggi è meno prioritario rispetto a far lavorare chi è disoccupato. Quindi chiedo una riflessione.
Ho premesso che se siamo arrivati a fine anno a fare questa modifica è perché non ci sono più margini per far partire o per dare altri strumenti, però mi chiedo, leggendo le destinazioni a cui andavano questi 20 milioni e sapendo anche, leggendo i dati, a parte che sono dati che arrivano al 2013, che la disoccupazione sta crescono, direi che su quelle misure forse in maniera corretta a monte erano state messe più risorse, se è il caso di concentrare maggiori attenzioni per capire perché queste risorse non sono andate a buon fine tanto da doverle distogliere e portarle sulla formazione che seppur importante per far acquisire nuove conoscenze, non vorrei che andassero solo nelle casse di chi fa i corsi di formazione.
Credo che sia un'occasione persa per chi effettivamente ha difficoltà a mettere un pasto in tavola per la propria famiglia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Condivido al 100% quanto ha detto la Consigliera Leonardi e parlando di monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi noi intendiamo proprio questo.
Le considerazioni che sono state fatte nell'analisi del documento in Commissione, giusto per chiarezza, perché erano i dubbi che avevamo anche noi, riguardavano i tempi di impiego delle risorse, molto limitati, perché arrivano a fine anno e se non le avessimo spostate, non le avremmo sbloccate, ecco perché parliamo di una modifica più tecnica che politica.
Il sovradimensionamento c'è stato, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, perché all'inizio del settennio la scatola dell'Asse era dimensionata su un'altra normativa, adesso, dopo il 2015, è considerato disoccupato solo chi non ha mai lavorato, chi ha lavorato anche un solo giorno non rientra, mentre prima per essere classificato disoccupato non si dovevano superare gli 8.000 euro di introiti lordi all'interno dell'anno, quindi la persona poteva lavorare per un certo periodo, o mi sembra, vado a memoria, 4.800 euro lordi, se non dipendente ma libero professionista. Quindi si è ridotta la platea e i 112 milioni, con la percentuale di impiego anno per anno, al 31 dicembre 2018, non era possibile raggiungerli.
C'è stato poi l'incremento di disponibilità di risorse all'interno delle aree terremotate e questo ha consentito di portare denaro lateralmente nei territori per cui c'è stata meno richiesta di partecipazione a questi bandi, così c'è stato spiegato, e per ultimo, e per fortuna, ogni anno è possibile rimodulare e quindi ritraslare le risorse da un Asse all'altro, è possibile fare una modifica ad ogni anno, e quindi noi, proprio per il discorso che ho fatto sul monitoraggio, intendiamo verificare perché l'Asse prioritario è quello a sostegno dell'occupazione rispetto a quello della formazione, che chiaramente è propedeutico, ed è più variegato e più complesso.
Erano le cose che abbiamo sollevato anche in Commissione e da questo punto di vista mi hanno tranquillizzato, ecco perché abbiamo preso la decisione di appoggiare questa modifica tenendo sotto controllo come andranno poi utilizzate queste risorse.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 56. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 258, come anticipato alla Conferenza dei capigruppo in modo da ristabilire entro la settimana l'attività venatoria nelle zone Sic ZPS, Natura 2000, che con la sospensiva avuta dal Tar vengono meno. Questo significa non riaprire la caccia e basta, ma dare una risposta all'emergenza con l'abbattimento dei cinghiali.
PRESIDENTE. Ha la parola, come oratore contro, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Intervengo per esprimere un parere contrario per vari motivi, credo che questo dei cinghiali sia solo un pretesto, ma soprattutto penso che la modalità con cui viene presentata questa legge, diciamolo senza problemi, sia un modo per eludere le due ordinanze, una del Consiglio di Stato e l'altra del Tar.
E' stato fatto un grande pasticcio e di conseguenza sono arrabbiati tutti: ambientalisti, cacciatori, agricoltori.
Questo grande pasticcio ha un responsabile ed è l'Assessore Pieroni. Qualche giorno fa in un comunicato stampa le avevo consigliato, visto che questa non è una materia per lei, diciamocelo francamente, di rimettere la delega, ma visto che non l'ha fatto annuncio che questa mattina, su proposta del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Maggi, il sottoscritto e due componenti della Lega abbiamo firmato una mozione di sfiducia nei suoi confronti, Assessore Pieroni, che sarà discussa, se non vado errato, il 18 dicembre. Per spiegare le motivazioni avremo tempo, quindi il nostro parere è assolutamente contrario all'iscrizione della proposta di legge.
PRESIDENTE. Iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno della proposta di legge n. 258. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Proposta di legge n. 258
ad iniziativa dei Consiglieri Pieroni, Traversini
“Modifiche urgenti alla legge regionale 7 novembre 2018, n. 44: 'Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 'Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria' e disposizioni urgenti sulla pianificazione faunistico-venatoria'”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 258 dei Consiglieri Pieroni, Traversini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Ho anticipato la presentazione della legge parlando nella richiesta d'urgenza e nella parte finale ho detto della questione della caccia al cinghiale, della presenza del cinghiale, questa non è una scusa, come qualcuno ha sottolineato, una motivazione secondaria, in realtà è la motivazione principale, anche perché, se vi ricordate, due settimane fa qui fuori c'era una associazione di categoria degli agricoltori che manifestava chiedendo alla Giunta di intervenire e dare una risposta ad una situazione di grande difficoltà che sta vivendo l'agricoltura marchigiana per l'eccessiva presenza degli ungulati, in maniera particolare dei cinghiali.
Ecco perché oggi urgentemente trattiamo una legge, che è nelle nostre competenze, per dare una risposta, per non sospendere la caccia al cinghiale nelle zone Natura 2000, Sic ZPS, altrimenti i danni continueranno ad aumentare e la situazione si aggraverebbe.
Il problema non è così grande per i cacciatori, parliamoci chiaro, è chiaro che non sono contenti di non andare a caccia, questo è indubbio, ma il problema è importante per gli agricoltori. I cinghiali prolifereranno e permetteranno la caccia che nelle zone Natura 2000 non è vietata, è consentita.
E' un problema conseguente all'ordinanza del Consiglio di Stato che, dietro il ricorso che è stato fatto, ha sospeso la caccia in quanto mancava il piano faunistico regionale.
Un mese fa abbiamo approvato la legge, dopo un dibattito che non voglio ripetere, che prevede che, in assenza del piano faunistico regionale, rimangano in vigore i piani faunistici approvati dalle Province.
In quella legge approvata, oltre all'aspetto legato al piano faunistico, c'erano altre due norme ed il Ministero dell'ambiente che ha valutato l'atto ha interloquito solo l'articolo relativo al tesserino venatorio. Noi ci siamo già difesi, abbiamo mandato i nostri scritti difensivi e ci è arrivata la comunicazione che loro l'impugneranno, vedremo! Qualcuno dice che bisogna aspettare, non si può dire, però non è mai successo, lo possono confermare gli uffici, che un Ministero, il solo competente, intervenga a rate, anche se non sono passati i 60 giorni, intervenga due o tre volte. Per carità, c'è sempre una prima volta, però possiamo dire che il 99% quella norma è già approvata, perché l'impugnativa, di cui ci è arrivata la comunicazione, riguarda esclusivamente il tesserino. Significa anche un'altra cosa, uno dei motivi principali per cui il Consiglio di Stato ha sospeso il calendario venatorio è la mancanza di un valore idoneo a verificare il piano faunistico, cosa che è stata superata, ripeto questo perché è una novità, dal fatto che la legge è stata approvata.
Si demandava alla Giunta di provvedere con successivi atti all'applicazione, è stato fatto ricorso all'atto amministrativo della Giunta, il ricorso è stato giudicato dal Tar e nel merito si esprimerà il 23 gennaio anche se ha dato subito la sospensiva. Sospendere e aspettare il 23 gennaio - lo dico come valutazione personale - ad una settimana dalla chiusura della caccia, significa di fatto che il Consiglio di Stato è entrato nel merito anche se non l'ha fatto, è la cosa peggiore che poteva esserci, perché era molto più semplice dire per quale motivo non si poteva andare più a caccia, era molto più semplice, anche in virtù del fatto che era stata approvata questa legge.
La competenza è del Tar e, ci mancherebbe altro, noi l'accettiamo però è anche una nostra competenza, una nostra responsabilità. E' una possibilità del potere legislativo modificare la legge ed è quello che noi facciamo in maniera molto semplice e diciamo che, in base a tutti questi ragionamenti che noi abbiamo fatto e rifatto, anche l'ultima volta che abbiamo approvato la legge, nei siti di cui al comma 1, quindi zona Sic ZPS e Natura 2000, è autorizzato l'esercizio venatorio secondo le modalità e le condizioni indicate nel calendario venatorio vigente, cioè quello che abbiamo allegato alla legge. Lo diciamo per legge, questo significa che portiamo avanti il nostro potere legislativo, che è nella nostra possibilità.
Su questo vorrei soffermarmi brevemente, capisco chi non è d'accordo, perché questa disputa continua, ma la volontà è quella di dare una risposta ad un'emergenza, soprattutto a quella della caccia al cinghiale. Ci siamo comportati con estrema trasparenza ed anche ieri quando abbiamo aperto la discussione per vedere di trovare provvedimenti nessuno ha nascosto nulla, tant'è che stamattina abbiamo telefonato ai Consiglieri della Commissione per sapere …. Al di là della mozione di sfiducia, che è un atto politico, ieri sera è arrivata ai Consiglieri regionali una lettera che diffida, già ben informati di qualcosa che dovevamo ancora finire di portare da avanti, da parte della Lac e del WWF, a non adempiere perché potrebbero esserci delle rilevanze penali e responsabilità patrimoniali. Mi sono sembrati toni eccessivi, secondo me, in merito ad una competenza legittima del Consiglio.
Se la legge verrà interloquita dal Governo, per motivi che riterrà opportuni, è un altro ragionamento, però questa è una nostra competenza ed abbiamo la possibilità di dare una risposta seria ai problemi a cui in gran parte la Giunta ha dato riscontro prendendo dei provvedimenti, così come facciamo oggi, perché dopo la pubblicazione di questa legge, da sabato, si ritornerà a cacciare nelle norme del calendario, quindi il periodo di caccia andrà fino alla fine di gennaio.
Credo che questo possa dare una risposta al principale problema della presenza dei cinghiali, che è sentito soprattutto dagli agricoltori.
Come sapete non è un problema di caccia sì, o caccia no, ne abbiamo parlato tante di quelle, ma servono provvedimenti particolari per il mondo dell'agricoltura che la Giunta ha fatto, anche perché la presenza dei cinghiali incide in maniera pesante sulla questione economica.
Oggi chiediamo l'approvazione di questi pochi articoli, della legge che prevede che nelle zone Natura 2000 si possa andare a caccia in base al calendario che noi abbiamo allegato. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Vorrei chiedere il permesso di poter parlare all'Assessore Pieroni, dal momento che, come un mese fa mi ha detto, non capisco niente, quindi dovrei stare zitta. Chiedo gentilmente il permesso di poter parlare, perché io non sto parlando di caccia, non pretendo di essere esperta nel campo, non sto parlando di agricoltura, ma sto parlando oggi, come ho fatto in passato, di un problema che evidentemente si ripropone. Assessore, lei che è un esperto, mi dice come mai oggi ci troviamo di nuovo a parlare di questo argomento?
Anche se non sono un'esperta di caccia, sono un'ottima ascoltatrice, questo ce l’ho per deformazione professionale, per cui sono riuscita ad ascoltare le lagnanze dei cacciatori, degli agricoltori, anche degli ambientalisti, arrivate oggi in maniera plateale, degli allevatori che ancora chiedono risarcimenti non adeguati a soddisfare i bisogni e a risarcire il lavoro profuso. Sto parlando dell'inadeguatezza delle misure adottate finora riguardo a questo che non è solo un problema di caccia, è un problema di gestione del territorio, che dovrebbe essere quantomeno affrontato non solo dal suo Assessorato, ma anche dall'Assessorato all'agricoltura con il quale a quanto pare sembra non abbiano una buona interlocuzione dal momento che le categorie coinvolte sono più di una.
Qui non stiamo parlando solo di cacciatori, stiamo parlando di una programmazione che non c'è, stiamo parlando di un substrato normativo non più adeguato, perché noi abbiamo una legge, la n. 157 del 1992, quando non c'erano nemmeno i cellulari, tantomeno i GPS, noi siamo alla preistoria per quanto riguarda determinati argomenti e alla luce di tutto ciò serviva un impegno maggiore.
A me dispiace che il Presidente dica: “Non era mai successo che …”, non era mai successo e non ci aspettavamo nemmeno che un Tar dichiarasse di entrare nel merito a gennaio, ma poi di fatto è entrato nel merito con la sospensiva. Non era mai successo che a fronte di un piano faunistico scaduto si dicesse: “In passato era andata sempre bene”, si era andata sempre bene, ma non ci si può cullare sugli allori avendo, come ho sempre detto, un pavimento di cristallo su cui poggiano tutte le decisioni che si prendono qui, e la prova sta nel fatto che ci ritroviamo ancora oggi, dopo mesi ed anni a parlare di caccia. Sono entrata in II Commissione da quasi un anno e non ho sentito parlare di altro che di caccia e di problemi che concernono questa, non è un'attività sportiva, come dice il Consigliere Fabbri, non è un'attività che riguarda i cacciatori, ma è un'economia che muove soprattutto le zone interne, quelle zone interne che, secondo la carta di Fonte Avellana, volevate tanto tutelare ed accompagnare verso una ripresa, una ripresa anche dopo il terremoto.
Un mese fa ci siamo trovati a mettere una pezza e noi abbiamo assecondato per rispetto dei cacciatori, degli agricoltori, dei titolari di attività ricettive, che vivono anche di questo, per rispetto delle categorie, ma oggi non ci sentiamo di essere complici di una gestione quantomeno inadeguata.
Bisognava fare uno sforzo maggiore per rimettere mano a tante questioni perché, anche se non dovessero esserci pronunciamenti, anche se non dovessero esserci altre impugnative, anche se dovesse anche andar bene, a settembre ci ritroveremo con lo stesso problema.
Abbiamo bisogno di creare dei tavoli di confronto, questa volta aperti, con un'impostazione totalmente diversa perché, con tutto il rispetto per il lavoro che è stato fatto dalla Giunta e dall'Assessorato, evidentemente non è questa la strada giusta.
Bisogna cambiare e fare anche un'autocritica, lo dico in maniera benevola, perché se ci ritroviamo a distanza di un mese a riparlarne significa che quella che avevamo detto essere una pezza, si è rivelata peggiore del buco che c'era sotto. Come giustifichiamo una cosa del genere?
Sicuramente la nostra critica è sul metodo, è la critica che viene mossa da tutte le categorie, in ultimo anche dagli ambientalisti. Assessore, mi dica se c'è una sola persona, non dico una categoria, una sola persona che è soddisfatta del lavoro che è stato fatto finora. Non lo so, a me dispiace perché sono sempre per la soluzione dei problemi con il dialogo, con la concertazione, però evidentemente non ci sono stati. La cosa peggiore è che fra Assessorati sembra che non vi parliate, io non capisco perché, c'è qualche frizione, c'è qualcosa, non so. Finora sembra che le istanze delle varie categorie siano state poste in maniera separata, perché una volta vengono a protestare gli agricoltori, una volta i cacciatori, un'altra gli allevatori.
Cosa dire di fronte all'ennesimo intervento un po' raffazzonato? Va bene, la caccia da sabato probabilmente sarà riaperta, ma noi non vogliamo partecipare a questa modalità di intervenire.
È ora di fare dei tavoli, di chiamare tutte le categorie e vedere di cedere su alcune situazioni e pretendere su altre, da tutte le parti. Le dò un consiglio spassionato: la rotta presa finora non è quella giusta e questa è l'evidenza, quindi o si cambia oppure si continua su questo percorso ma, lo state vedendo anche con il vostro partito di maggioranza, i consensi si perdono anche per questo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il 22 luglio 2015, Assessore Pieroni, è la data in cui il sottoscritto insieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione che trattava di quello che poi è accaduto in questi giorni, che c'era bisogno di un piano faunistico e che non si poteva fare il calendario venatorio in sua assenza.
Dopo quella mozione, il sottoscritto e devo riconoscere anche il Consigliere Fabbri ed altri, abbiamo fatto tantissimi atti cercando di consigliarla, di metterla sulla buona strada per fare il piano faunistico, perché non si poteva andare avanti così, non ci ha ascoltato e adesso vi ritrovate in grossi guai.
Dopo i nostri interventi si sono mosse anche delle associazioni ambientaliste, le quali si sono rivolte al Consiglio di Stato che ha fatto un'ordinanza sospendendo la caccia nelle aree Natura 2000 e nel mese di febbraio, proprio perché manca il piano faunistico, che non è una formalità, che va fatto bene, va fatto consultando l'Ispra e le associazioni, va fatto con uno studio scientifico, non può essere buttato là, proprio per tutelare la fauna che non è di proprietà della Regione, è di proprietà dello Stato, quindi il Consiglio di Stato, non il sottoscritto, ha detto che in assenza del piano faunistico non si può cacciare in queste aree e nel mese di febbraio.
All'ordinanza del Consiglio di Stato avete messo una toppa, ma come vi abbiamo detto anche in Aula, io stesso ve l'ho detto, la toppa è peggiore del buco.
Avete fatto una legge, 15 giorni fa non ho voluto utilizzare questa parola, oggi la utilizzo, che è stato un modo per aggirare l'ordinanza e il Tar, guarda caso, mi ha dato ragione. Avete fatto una cosa vergognosa ed io ve l'avevo detto che non andava bene, poi il Tar, sempre su ricorso delle associazioni ambientaliste, ha stabilito che quella legge non poteva tenersi in piedi, quindi cosa ha fatto? Attenzione, spieghiamo bene questo passaggio, non sono un avvocato, il procedimento del Tar è composto da due sezioni: una cautelativa ed una di merito.
In 20 anni che seguo le associazioni ambientaliste mi ricordo forse di un solo caso in cui è stata data la sospensiva, mai viene data, in questo caso è stata data in maniera cautelativa, visto che c'è già un'ordinanza del Consiglio di Stato e visto che il Tar non ha solo l'Assessore Pieroni che gli fa “perdere tempo”, il Tar delle Marche ha tante cose oltre a queste cavolate che fate.
Il Tar delle Marche non può in tempi rapidissimi pronunciarsi nel merito e quindi in via cautelativa, visto l'ordinanza del Consiglio di Stato, ha dato la sospensiva, attenzione, questo è un segnale fortissimo, non è casuale, ripeto, la sospensiva non viene data se non ci sono ragionevoli motivi e in questo caso ci sono, ragionevoli motivi, il che fa supporre che il 23 gennaio il Tar darà ragione a noi, non a voi che oggi votate questa proposta di legge, ma agli ambientalisti che hanno fatto ricorso.
Oggi per eludere, non trovo un'altra parola, la sentenza del Tar delle Marche fate questa proposta di legge che è la toppa sulla toppa, un atto vergognoso, ripeto la parola, e incostituzionale.
Se non lo sapete ve lo dico io, ci sono due sentenze della Corte Costituzionale, la n. 20 del 2012 e la n. 105 del 2012, che si sono già espresse in merito e dicono: “Il legislatore statale, prescrivendo la pubblicazione del calendario venatorio e contestualmente del regolamento sull'attività venatoria e imponendo l'acquisizione obbligatoria del parere dell'Ispra, e dunque esplicitando la natura tecnica del provvedere, abbia inteso realizzare un procedimento amministrativo, al termine del quale la Regione è tenuta a provvedere nella forma che naturalmente ne consegue, con divieto di impegnare, invece, la legge-provvedimento. La questione di legittimità costituzionale sollevata in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), è fondata, con riferimento all'approvazione del calendario venatorio con legge, anziché con provvedimento amministrativo”, non potete inserire in una legge un calendario venatorio perché va fatto con provvedimento amministrativo, lo dice la Corte Costituzionale.
Questo è successo, perché chiedendo l'urgenza non è stata fatta la scheda di valutazione tecnico-normativa che avrebbe detto le stesse cose che sto dicendo io, cioè che questa legge è palesemente incostituzionale e sarà impugnata al 100%.
Tutto questo a cosa serve? C’è un motivo per cui si fa questa legge, serve a guadagnare 30 giorni, 30 giorni di caccia, serve solo a questo, serve per cercare di andare avanti altri 30 giorni. Detto tutto questo, Assessore, mi scusi, si capisce perché la caccia non è materia sua e per questo la invitiamo alle dimissioni o per lo meno a rimettere la delega alla caccia.
Poi voglio smontare anche la questione dei cinghiali, perché sui cinghiali molti sono rimasti al 1500, quando Niccolò Copernico spiegò a tutti che non era la terra ad essere ferma e il sole a girarle intorno, ma il contrario, eppure guardando il sole la mattina, uno potrebbe pensare che è il sole a girare intorno alla terra, l’intuito, la soluzione più semplice suggeriva quello, poi arrivò la scienza nel 1500 che dimostrò il contrario, che non era il sole a girare intorno alla terra, ma era la terra a girare intorno al sole. Guarda caso! Questo esempio l’ho fatto perché ci sono persone convinte che la caccia sia uno strumento valido per il contenimento dei cinghiali, non è così, questo è il primo intuito di chi guarda il sole che si muove, ma non è così e non lo dico io, lo dice la scienza.
Prima di tutto arriva l’Ispra che nel 1993 dice: “L'attività venatoria è responsabile di ripopolamenti più o meno massicci e di introduzione con individui provenienti da regioni geograficamente molto distanti”, parla di cinghiali.
Sapete una cosa? I cinghiali non aumentano solo nelle Marche e chi è convinto che la caccia faccia diminuire i cinghiali dovrebbe rispondere ad una semplicissima domanda: perché, nonostante tutti questi anni di caccia, i cinghiali aumentano? A questa domanda non sapete dare risposta.
La scienza invece si, nel 2015 è stato pubblicato uno studio, uno dei pochi a livello europeo, in inglese, che si chiama Wild boar populations up numbers of hunters down a review of trends and implications for Europe, sottoscritto da numerosi scienziati, il quale ha studiato il ripopolamento dei cinghiali in tutta Europa. Sapete cosa ha scoperto? Che la caccia non fa diminuire il numero dei cinghiali, guarda caso, poi se volete possiamo tutti andare in Slovacchia, notizia di oggi, che ha attuato un piano di contenimento dei cinghiali con i lupi, “sono tutti ambientalisti questi slovacchi!” Sapete perché? Perché non stanno nel 1500!
Poi c’è un’altra cosa che non viene detta, i piani di controllo che prevedono anche l’abbattimento dei cinghiali sono validi; la sentenza del Tar, il Consiglio di Stato non hanno annullato i piani di controllo di contenimento dei cinghiali, si può continuare ad ammazzare i cinghiali, io sono per lo sterminio! Va bene? Così togliamo questo alibi dei cinghiali, i piani di controllo sono validi, quindi si può continuare a sparare, non mettere la scusa dei cinghiali che è una bugia, è una scusa vergognosa.
Invito tutti quanti a far si che questa legge non passi, perché ci saranno delle conseguenze e ci sarà chi chiederà i danni su questo. Non votate una legge che non vi porta da nessuna parte, vi fa solo sbattere contro un muro enorme, alto 20 metri. Non votate questa legge, continuiamo ad abbattere i cinghiali con i piani di controllo e di contenimento e non facciamo una cosa peggiore di quella che sta accadendo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Il Consigliere che mi ha preceduto ha detto molte cose che volevo dire io, quindi cercherò di essere breve.
Intervengo con dispiacere e con delusione, perché oggi abbiamo aperto la seduta ricordando la tragedia di Corinaldo, che credo ci abbia insegnato che la responsabilità collettiva, di tutta la collettività, ma in primo luogo delle istituzioni nel rispetto delle norme, sia un valore assoluto su cui si fonda la nostra società e le nostre istituzioni, che devono dare il buon esempio.
Oggi questo assunto, che credo tutti quanti noi condividiamo in questa Aula, stride con questa fretta di eludere le norme, una fretta non giustificata perché si possono trovare tante giustificazioni, ma esistono diversi livelli di priorità alle giustificazioni che si danno. Penso che la fretta sia per rispondere ad una singola categoria, è una giustificazione, ma mi pare un po' povera, perché esistono anche altre categorie, innanzitutto la comunità marchigiana e forse la storia degli ultimi mesi ci ha insegnato che servirebbe un atto di programmazione su questo tema, invece che questa serie di pezze che ogni anno mettiamo con dei singoli atti, in assenza di atti di programmazione, che altre Regioni hanno. E' per davvero, come è stato ricordato, peggio del buco.
Nel merito, la lettera che oggi ci è arrivata di alcune associazioni spiega che il rischio di forzare per l'ennesima volta, dopo varie bocciature del Tribunale amministrativo, può produrre anche delle responsabilità penali e contabili, ma io non voglio intervenire su questo, e dedico l'ultimo minuto del mio intervento al metodo, perché so che anche coloro che oggi voteranno questo atto, a partire ovviamente dall'Assessore e dal Presidente della Commissione, hanno dei dubbi sul metodo che abbiamo utilizzato. Credo che tutti quanti, Presidente, abbiano dei dubbi, perché noi oggi di fatto eludiamo l'ordinanza del Tar con una legge, che è palesemente incostituzionale. Una norma analoga, che alcuni anni fa è stata fatta dalla Regione Abruzzo, è stata impugnata con una sentenza molto chiara della Corte costituzionale che dice: “Le norme impugnate intervenendo a regolamentare il calendario venatorio e taluni profili dell'attività di caccia lederebbero la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, il ricorrente ritiene che dalle indicate disposizioni statali si evince che il procedimento deve concludersi con l'adozione di un provvedimento amministrativo e non, come avvenuto nel caso di specie, con una legge. Infine, il ricorrente osserva che il ricorso allo strumento legislativo, serve anche a precludere ai cittadini e alle loro organizzazioni rappresentative la possibilità di tutelare i propri interessi legittimi dinanzi al competente Giudice amministrativo”. Questa è una sentenza della Corte costituzionale del 2012, di cui facevano parte, tra gli altri, Sabino Cassese, Paolo Grossi e Sergio Mattarella.
Io mi trovo in linea con il Presidente della Repubblica quando ha scritto queste righe, quindi voterò di conseguenza uniformandomi al suo pensiero e chiedo di più, e lo chiedo al Presidente Mastrovincenzo ed alla dottoressa Zampa, visto che il nostro regolamento prevede che una norma palesemente incostituzionale non possa essere presentata e poiché credo che l'atto presenti una palese incostituzionalità, non solo è da votare contro, ma credo che questo atto sia irricevibile.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questi due interventi debbano far riflettere, mi fermo qui, perché state gestendo una “patata” che scotta molto.
Bisogna che l'Assessore abbia il coraggio di dire ai marchigiani che si è sbagliato, nonostante le pressioni che c’erano perché provvedesse a fare il piano, non l’ha fatto, forse si è addormentato e credo che politicamente, caro Presidente Ceriscioli, sia un fatto abbastanza delicato ed importante.
Penso che questo sia l'aspetto politico, poi possiamo far finta di non parlare di politica, per carità, quello che lei vuole, però di fatto c'è una realtà nelle Marche che da un po’ di tempo a questa parte ha delle difficoltà, non solo i cacciatori, ma anche gli agricoltori, come ha detto la Consigliera Malaigia. Ci sono delle complicazioni, questi non si sono svegliati una mattina e sono diventati pazzi, sono venuti qua davanti a protestare, questo è il problema e sembra che sia, glielo dico con tutta la politica che posso immaginare in questo momento, gestito da dilettanti!
Quando si tenta di stravolgere o di bypassare una legge o un provvedimento, in questo caso un atto amministrativo, ritengo che esistano dei problemi, anche per quanto riguarda la votazione.
Secondo me la proposta di legge andrebbe ritirata, sarebbe la cosa migliore da fare, per valutare la questione con più attenzione tramite i vostri uffici legali, se ci sono, spero di sì, mi auguro di si, perché ho visto che per altri provvedimenti sono stati chiamati avvocati di Firenze pagando le parcelle, com'è scritto in delibera. Penso che esista all'interno della Regione qualche problema relativo alla consulenza, caro Presidente Ceriscioli.
Credo che questo atto debba essere ritirato, eventualmente riportato il giorno 18 dicembre, perché possiamo votare o non votare - a prescinde se uno vota o non vota la legge - ma votare cose che si possono votare, come è stato detto da chi mi ha preceduto, dal Consigliere Busilacchi, perché o qui qualcuno viene smentito in termini tecnici e giurisprudenziali, o l’intervento del Consigliere Busilacchi non fa una grinza, ha citato i nomi, i cognomi, una sentenza ed una legge.
Qui dentro sembra che ci siano persone anche brave, però paga sempre Pantalone, perché si ricorre contro i provvedimenti del Governo, caro Presidente, ma poi la parcella si paga con i soldi della comunità. Credo che su queste cose occorra valutarle e fare un minimo di attenzione.
Penso che non sia opportuno approvare questa legge in questo modo, altrimenti non ne veniamo fuori, ci stanno ascoltando gli agricoltori che hanno il problema dei cinghiali, sappiamo che i cinghialai addirittura danno loro da mangiare e nessuno fa niente, è una cosa fuori controllo dagli agricoltori ai cacciatori, non so proprio dove sia questa programmazione.
Abbiamo una Giunta senza programmazione, sono 3 anni che stiamo dicendo le stesse cose, chi ci ascolta in questo momento sa che quanto diciamo in questo momento, come forze di opposizione, trova un riscontro tangibile in questa situazione ingovernabile, non siete stati capaci di governarla. Credo che il popolo debba trarre delle conclusioni ed anche i cacciatori e gli allevatori in merito problema del cinghiale che gira in tutta la Regione.
Penso che il buonsenso dovrebbe portarvi a ritirare questa proposta di legge e a verificare effettivamente qual è la strada da percorre, altrimenti il muro che tante volte chiamo in causa, dove andate a sbattere in continuazione, anche questa volta vi aspetterà alla fine di questo percorso e peserà nei vostri confronti.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Che dire, è già stato detto che la questione è un gran pasticcio? Credo di si, è stato detto oggi ed è stato detto anche nell’ultimo Consiglio in cui abbiamo deliberato per mettere una pezza ad un problema che aveva giustamente scatenato le ire, non tanto e non solo del mondo della caccia, quanto soprattutto del mondo degli agricoltori in grandissima difficoltà.
Ora torniamo con un provvedimento che va a tappare un nuovo buco, sul quale chiedo di avere contezza se la competenza è effettivamente di quest'Aula, cioè approviamo un calendario venatorio che viene allegato ad una norma di 3 articoli, che fra l'altro abbiamo avuto non più di mezz'ora fa, forse anche meno, uno dei quali dice che non c’è variazione economica e l'altro ne stabilisce l'urgenza, quindi il deliberato fondamentalmente è quello che vuole approvare un calendario venatorio che dovrebbe essere di competenza della Giunta. Allora mi chiedo: “E' corretto l’atto che stiamo approvando? E' corretta la procedura che ci volete presentare oggi o ci troviamo di fronte ad un ennesimo pasticcio?”
Forse ha ragione il Consigliere Zaffiri che chiede di fermarsi un attimo, visto che questa delibera ci è arrivata fra capo e collo con una certa urgenza e non abbiamo fatto neanche in tempo a ragionarci bene. Penso che prima di fare un ulteriore danno, visto che vi state rincorrendo in provvedimenti che vengono impugnati, o non sono efficaci, o addirittura potrebbero essere controversi, dovremmo fare quello che forse non avete fatto all'inizio, cioè una seria programmazione, seguendo l'iter e il rispetto delle leggi.
Qualche ora fa, perché è da questa mattina che discutiamo, si è parlato dell'educazione civica e un Consigliere ha rimarcato il fatto che dobbiamo rispettare le leggi, allora? Se va bene per l'educazione civica, direi che tanto più dovrebbe andare bene per quest'Aula, quindi ribadisco la mia domanda e chiedo: “E' corretto approvare un calendario venatorio, che è di competenza della Giunta, all'interno di una proposta di legge?”
PRESIDENTE. Chiarisco che l’esame di ammissibilità è stato esperito prima della assegnazione, quindi l’esito dell’esame di ammissibilità non è sindacabile in questa fase del procedimento legislativo, dopodiché i dubbi ci possono essere, però l’esame è già stato esperito.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Con tutto il rispetto per il Presidente Traversini mi è sembrato goffo e patetico il tentativo di strumentalizzare questa proposta di legge con la questione dei cinghiali.
Questa proposta di legge mette la pezza ad un'incapacità continua e reiterata, la pezza è peggiore del buco, come è stato espresso qui in Aula, che tra l'altro è un'espressione che hanno usato i cacciatori inferociti, testuale, dopo che la pezza peggiore del buco è stata impugnata ed il Tar ha dato la sospensiva. Si fa un'altra volta lo stesso errore in questo senso, tirando fuori all'ultimo momento una proposta di legge.
Il Presidente Traversini ha detto: “Sono toni eccessivi quelli delle associazioni ambientaliste”, in realtà i toni eccessivi, e mi rivolgo a lei, Presidente Ceriscioli, li troviamo in una lettera che è arrivata, dopo l'ordinanza e dopo l'approvazione di questo Consiglio della proposta di legge, dall'Assessore con delega alla caccia, una lettera che permetto di leggere per sottoporre alla sua valutazione, visto che è stata scritta da un Assessore nominato da lei. La lettera dice: “Caro amico cacciatore, sono lieto di informarti che nella seduta del Consiglio regionale del 5 novembre è stata approvata a maggioranza, con i voti contrari del Movimento 5 Stelle (Fabbri Piergiorgio, Giorgini Peppino, Maggi Giovanni, Pergolesi Romina) e del Gruppo misto (Bisonni Sandro) ...” le sembra normale che l’Assessore scriva e dica ai cacciatori: “Guardate, io sono bravo. Noi siamo stati bravi, all'indice ci sono costoro che hanno votato contro”. A me sembra un atto intimidatorio di una scorrettezza gravissima. Continua la lettera: “La Giunta regionale e la maggioranza hanno voluto così dare una risposta forte alle polemiche strumentali sollevate da alcune forze politiche, da associazioni ambientaliste e animaliste e addirittura da un'associazione venatoria. Occorre, da ora in avanti, operare con unità di intenti - cioè la Giunta favorisce una categoria rispetto a tutte le altre, l'unità di intenti è favorire la categoria del caro amico cacciatore, il problema non è essere pro o contro la caccia, è una questione di etica e di correttezza - perché solo con l’unione - quindi l’unione è con lei, con la sua Giunta e con i cacciatori perché la lettera è stata scritta su carta intestata della Regione Marche, quindi è una lettera ufficiale - sarà possibile fronteggiare chi cerca di fomentare continuamente criticità attorno al mondo venatorio”.
E' una presa di posizione chiara e netta nei confronti del mondo venatorio, ovviamente una tale posizione che, nei confronti degli agricoltori che protestano, nei confronti degli ambientalisti che protestano, nei confronti anche dei cacciatori che stanno protestando, ha scontentato tutti e ci sta facendo fare una figura barbina a noi, al Consiglio, a lei e a tutta la sua Giunta, perché tutti dicono che quello che si sta facendo è fatto con incompetenza, con inconsistenza, con insipienza, con approssimazione assoluta, questo lo dicono tutti.
La conclusione di questa prosa aulica dell’Assessore rivolta al caro amico cacciatore dice: “Nella speranza di aver fatto cosa gradita e confermando la mia disponibilità, invio cordiali saluti”.
Questa è una presa di posizione nei confronti dei difensori d’ufficio di questa categoria, dico d'ufficio perché non so se ci sono altri interessi per difendere questa categoria, una categoria rispettabile per carità, io ho tanti amici cacciatori, ma attenzione la II Commissione e quest’Aula si occupano costantemente di questa categoria. Allora voglio dire che gli interessi dei marchigiani, gli interessi delle categorie mi sembrano fortemente sbilanciati e questa lettera è di una gravità inaudita, perché comunque è intimidatoria e segnala dei rappresentanti eletti dal popolo come rei di aver boicottato l'iniziativa, che era un'iniziativa barbina e che ha prodotto degli effetti che ci fanno ridere dietro da tutte le categorie marchigiane.
Noi abbiamo preparato una mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore e io credo che questo atto, caro Presidente, sia una tutela per la sua onorabilità e per l'onorabilità della Giunta di questa Regione, che lei rappresenta, perché è intollerabile che un componente della sua Giunta si comporti in questa maniera nei confronti dei marchigiani e nei confronti di Consiglieri eletti dal popolo marchigiano. Questo è quanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Poche parole perché quasi tre settimane fa abbiamo dedicato un intero Consiglio a questa vicenda, che ha un secondo tempo e mi rammarico che siamo qui di nuovo a parlare di caccia, quando a inizio Consiglio si è detto che non si poteva discutere di sanità perché mancava il Presidente Ceriscioli.
Il Presidente Ceriscioli si è, fortunatamente per lui, presentato, quindi adesso chiedo di rimettere all'ordine del giorno le 6 mozioni sulla sanità per poterne parlare, non sussistendo più la motivazione invocata ad inizio seduta per posticipare la discussione già rinviata tre volte, ritenendo la sanità argomento molto più consono rispetto alla caccia per questo Consiglio e per il tempo che gli dedichiamo.
Dottoressa Zampa questo è il mio appello ufficiale e chiedo la votazione su questo.
Proseguo nell'intervento. Avete fatto il calendario venatorio con una delibera, il Consiglio di Stato ha fatto un'ordinanza che ha annullato la delibera e ogni altro atto presupposto, conseguente o comunque connesso, ancorché non conosciuto e ci ritroviamo, in seconda battuta, di nuovo, il calendario venatorio come allegato alla legge di oggi, mi viene da ridere perché purtroppo non siete seri.
Il calendario venatorio è stato annullato dal Consiglio di Stato con una ordinanza, me lo ritrovo qui, allegato 2, alla proposta di legge, il discorso è questo, mi viene da sorridere e Assessore Pieroni quando uno sorride non è serio.
L’ordinanza del Tar ha dato la sospensiva e ne riparlerà il 23 gennaio. Come ha detto il Consigliere Bisonni la sospensiva viene data quando ci sono dei motivi, ma quali sono? Sono che sia nel primo che nel secondo round non stiamo ponendo nessun tipo di rimedio sostanziale al cuore dell'ordinanza, che rimarca l'assenza da tempo di una approfondita, attualizzata, consapevole e generale pianificazione faunistico-venatoria a livello regionale.
Nella prima legge abbiamo detto che valgono i piani provinciali, ma Il Tar ha detto che ci vuole un piano faunistico venatorio a livello regionale, è chiaro che non funzionava. Adesso siamo di nuovo a tentare di risolvere questa questione, che si definirà quando ci sarà un piano faunistico venatorio a livello regionale, con i tempi tecnici che purtroppo ci vogliono, in altro modo questa vicenda non si risolve.
Per fortuna l'altra volta avete bocciato l'ordine del giorno con le richieste degli agricoltori, gli siete finalmente andati incontro, sembra che questi agricoltori riescano, anche se non sono cacciatori, a costruire i chiusini, magari a loro spese, perché se aspettano quello dei Consorzi di bonifica, a cui avete dato l'appalto, magari ci vuole un altro anno, e finalmente magari riusciranno a catturare un po' di cinghiali.
Abbiamo detto che il cinghialaio non riesce a gestire i cinghiali in sovrannumero, provato dai dati di tutti questi anni, quindi speriamo che gli agricoltori riescano a difendere i propri raccolti, speriamo!
Del resto, come sottolineava il Consigliere Bisonni, abbiamo il piano di controllo degli ungulati che resta in vigore, quindi dobbiamo spingere verso l'attuazione di questo.
Non c'è da aggiungere nient'altro, questa legge è inutile farla e io ritengo che sia nella dignità del Consigliere regionale poter dire pacatamente: “Io non voglio votare una legge che non serve, una legge sbagliata. Non voglio votarla nel secondo round quanto ho già detto che non volevo votare neanche nel primo”. Stiamo perseverando diventando diabolici nel tentativo di salvare qualche giornata di caccia, perché, ripeto, io non sono contro la caccia, ma essendo una pratica ludico-sportiva va riportata all'interno di questo alveo.
Non è che io non faccio cacciare da nessuna parte, perché l'ordinanza dice: “Non potete cacciare nelle zone di Natura 2000”, solo il 50% del territorio. Rallegriamoci che abbiamo un territorio da valorizzare, certamente non sterminando la fauna, quindi la sospensiva dice: “Ancora non mi hai detto se posso o non posso cacciare, i piani sono vecchi, quello regionale non è stato fatto, io per ora ti tengo a freno”. Abbiamo pazienza per qualche mese, acceleriamo il più possibile la stesura di questo piano faunistico-venatorio, alla luce del quale, una volta approvato, saremo tutti felici e contenti.
Nel frattempo speriamo che gli agricoltori riescano effettivamente a difendere i loro raccolti dai cinghiali. Punto! Senza scaldarsi tanto e fare tante sceneggiate, ritengo che faremo più bella figura, come si dice dalle mie parti, se ritirassimo la legge, se non la ritirate noi non la voteremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Per capire il senso profondo delle cose che stiamo facendo, proporrei una sospensiva fino al prossimo Consiglio delle mozioni sulla sanità, non di toglierle, di sospenderle fino al prossimo Consiglio. Se l'esigenza è quella di discuterle oggi e io le sospendo alla data del prossimo Consiglio, è chiaro che è una presa in giro. Non è una presa in giro sospendere un provvedimento fino a quando con avrà più senso discutere il calendario venatorio? Sospendo un provvedimento fino alla data in cui non avrà più senso.
Vado avanti. Qualcuno ha impugnato la legge regionale che stabilisce che il calendario venatorio regionale è la sommatoria dei calendari venatorio approvati dai singoli bacini dalle province finché non sarà approvato il nuovo calendario venatorio regionale? Qualcuno ha discusso la costituzionalità del provvedimento? Allora, mi chiedo: come è possibile che una legge regionale che stabilisce che noi abbiamo un piano faunistico valido, metta in discussione il fatto che non abbiamo un piano faunistico. Legge regionale che nessuno, neanche il Governo, ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale, dice che il piano faunistico regionale oggi c'è ed è la sommatoria di quelli che avevamo. Ci viene data una sospensiva perché noi non abbiamo il piano faunistico regionale, sulla legge non impugnata.
C’è o non c’è l'emergenza cinghiali in questa Regione? Mettiamoci d'accordo, gli agricoltori protestano perché c'è un'emergenza cinghiali, non è che un minuto c’è e il minuto dopo non c’è, forse c’è, forse non c’è, forse sterminiamo.
C’è l'emergenza? C’è un'emergenza cinghiali? Per me c’è, se per voi non c’è ditelo, poi andate di fronte a quegli agricoltori, che dite di difendere, e dite loro in faccia che non c'è l'emergenza cinghiali.
Le misure che erano previste nell'ordine del giorno del Consigliere Fabbri in quest’Aula abbiamo detto: “Non è che non le votiamo per non darle il merito, perché noi le approveremo tutte e le abbiamo approvate tutte. Assessore Pieroni compreso”. “Quelle sono le misure che il mondo dell'agricoltura ci chiede - mi ricordo le sue parole, non ho bisogno delle registrazioni - che abbiamo semplicemente trascritto nel nostro atto, che voi non votate”. Noi abbiamo risposto che non votavamo il vostro ordine del giorno perché quelle misure le mettevamo negli atti esecutivi, forse meglio che in un ordine del giorno, le ha votate pure l'Assessore Pieroni, che viene tacciato di essere uno che guarda solo agli interessi di parte, quando ha approvato insieme a noi in Giunta tutte quelle misure che il mondo agricolo chiedeva.
C'è disonestà intellettuale profonda ed un'incapacità di prendere una posizione. Mi sembra la TAV, io non ho ancora capito cosa ne pensa il Governo; faccio fatica a capire cosa pensa della TAV il Governo nazionale, perché informandomi con mezzi obsoleti, sono appassionato di Televideo ed ho letto in successione (è obsoleto, ma scrive cose chiare) si alla TAV, no alla TAV, sono quindi andato in confusione. Avevo un Professore di analisi numerica che diceva: “Questa funzione è, non è, è, non è …” alla fine non capivo se era o non era continua! Alla fine uno perde l’ultimo “è” o l’ultimo “non” e non capisce.
I nostri provvedimenti invece sono lineari, coerenti, chiari, questa legge, ve lo potrei firmare, non verrà dichiarata incostituzionale. Questa legge ci permetterà sul calendario venatorio ..., che ha fatto il percorso dell’Ispra, che ha avuto tutti i pareri, che ha avuto quello che serve. Non so se per la legge dell'Abruzzo avevano fatto tutto il percorso, avevano messo tutto in legge, se erano contrari al parere dell'Ispra, se avevano fatto il percorso che dovevano fare e via dicendo.
Riportiamo un calendario venatorio che è quello che è fuori dalle zone Sic ZPS, anche con le ordinanze, continua a funzionare, quindi di cosa parliamo?
Sono convinto che la Corte Costituzionale non dichiarerà incostituzionale la nostra legge perché non ha le premesse di quella dell’Abruzzo, ha fatto i percorsi che doveva fare e interviene in maniera molto forte, un'altra volta, per ribadire il principio, di cui dicevamo all’inizio, che noi il piano faunistico ce l'abbiamo.
L'incarico per il nuovo piano l’abbiamo fatto e a metà del prossimo anno arriverà e ci permetterà di andare in piena armonia anche con l'esigenza di confrontarsi con un nuovo piano, però una cosa è dire non ce l’hai, una cosa è dire non mi piace, non è mica la stessa cosa! Noi ce l’abbiamo per legge regionale, noi dobbiamo avere rispetto delle nostre leggi e rispetto della funzione che abbiamo qui dentro.
Quindi agli amici dei cacciatori, che sono anche amici degli agricoltori, che sono amici di tutti, consiglio di restare e di approvare questa legge, perché quei cinghiali, quelli che uccideremo grazie alla trasformazione in esecutivo dell'ordine giorno non votato del Consigliere Fabbri, sono a complemento. La grande quantità di abbattimenti la fanno i cacciatori, ma i numeri siete in grado di vederli? I grossi abbattimenti vengono fatti dai cacciatori, la parte che riguarda l'agricoltore va a integrazione di quel numero e noi non possiamo permetterci il lusso di lasciare mezza regione in proliferazione, perché il cinghiale mica è scemo, il cinghiale conosce le coordinate della Sic ZPS meglio di noi, se lì non è possibile cacciare vanno tutti lì i cari cinghiali, e poi vanno a fare i danni all’agricoltura.
L’atteggiamento pernicioso e ipocrita che dice: “Fermiamo la caccia e difendiamo gli agricoltori”, non va bene, c’è un’emergenza cinghiale, c’è una legge regionale che stabilisce che il nostro piano faunistico è valido, noi abbiamo fatto tutti i passaggi in maniera coerente, con questa legge permettiamo di riprendere l'attività venatoria. Abbiamo dato agli agricoltori strumenti che non hanno in nessuna Regione d'Italia e l'emergenza cinghiali non è solo nelle Marche. Nessuna Regione d'Italia ha dato agli agricoltori gli strumenti che hanno nelle Marche, smentitemi, trovate una Regione che abbia le misure più forti e più definite delle nostre. Quindi noi guardiamo gli interessi di tutti, noi siamo per il controllo della fauna, siamo per la difesa dell’agricoltore, vedendo in maniera complementare l'azione del cacciatore con gli strumenti che abbiamo dato oggi all'agricoltura e quest’atto è fondamentale per chi è in emergenza cinghiali, perché senza questa legge ci troveremo in una situazione ancora peggiore e quegli agricoltori la manifestazione la rifanno. Quando hanno manifestato hanno chiesto gli strumenti complementari, ma erano più che convinti che servisse la caccia al cinghiale in quelle zone, più che convinti! Se volete facciamo un incontro insieme e glielo chiediamo. Ho fatto la conferenza stampa insieme ad un importante associazione degli agricoltori e la Regione ha ricevuto le lodi per tutto il pacchetto delle cose fatte, con gli altri abbiamo trovato, anche lì, una forma per comunicare la soddisfazione.
E' vero esattamente l'opposto, noi con questa legge ripristiniamo quella condizione che ha permesso ai cacciatori e al mondo dell’agricoltura di trovare quell'equilibrio necessario che da una parte controlla la fauna e dall’altra difende il lavoro degli agricoltori marchigiani. Quindi l'invito è quello di sostenere questa legge, nella convinzione che non verrà dichiarata incostituzionale dalla Consulta.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Inviterei il Professor Ceriscioli a non scaldarsi troppo perché gli fa male alla salute.
La questione è semplice, la Regione Marche non può più permettersi di approvare leggi imperfette che non solo non risolvono i problemi, ma che fanno spendere soldi all'ente.
Partiamo dal 2015, grazie ad una mozione approvata, credo all'unanimità, del Movimento 5 Stelle, era stato chiesto un piano faunistico, siamo arrivati al 2018, ci ritroviamo a modificare una legge che, se non sbaglio, va a modificare un'altra legge approvata poche settimane fa, senza avere ancora un piano faunistico.
Allora mi chiedo, e spero che l'Assessore Pieroni abbia la compiacenza di rispondere a quest'Aula e a chi ci sta ascoltando, perché gli uffici competenti non hanno ancora predisposto l’istruttoria del piano faunistico o semplicemente se ci sono altre motivazioni per cui questo piano, come dice il Presidente Ceriscioli, esiste veramente, però di fronte alla Corte Costituzionale non sembra che questa esistenza sia stata palesata o perlomeno i giudici non l’hanno colta.
Seconda questione, la legge non verrà assolutamente impugnata, forse il Presidente Ceriscioli non sa che il Ministero dell'ambiente ha già inviato una interlocutoria alla Regione Marche in merito alla recente legge 44/2018. Mi sarei aspettata che questa nuova modifica della legge, con dichiarazione d'urgenza, andasse a sistemare i vizi di legittimità costituzionale della precedente e invece no, li aggrava e non perché lo diciamo noi, ma perché ci sono già numerose sentenze della Corte costituzionale, la n. 20 e la n. 105 del 2012, in cui sancisce che la competenza è dello Stato e che la Regione Marche non può stabilire il calendario venatorio con legge, ma con atto amministrativo.
Leggo nello specifico la sentenza n. 20 del 2012: “E’ pacifico che la selezione, sia delle specie cacciabili, sia dei periodi aperti all'attività venatoria, implichi l'incisione di profili propri della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, che fanno capo alla competenza esclusiva dello Stato: il legislatore nazionale ha perciò titolo per imporre alle Regioni di provvedere nella forma dell'atto amministrativo, anziché in quella della legge. Ciò premesso, la questione si risolve nella parte in cui prevede che sia approvato dalla Regione il calendario regionale e il regolamento relativi all'intera annata venatoria. Il Governo intenda con ciò prescriverne la forma di atto amministrativo, come suggerisce l'espressione letterale cui il legislatore statale ha voluto ricorrere, ma non solo, l'intervento in questione forma poi oggetto di un obbligo da parte della Repubblica nei confronti dell'Unione, la cui direttiva del 30 novembre 2009 si prefigge di tutelare la fauna, assoggettando tra l'altro il regime derogatorio rispetto alle previsioni generali stringenti, requisiti articolo 9, e questa Corte, a tal proposito, ha già avuto modo di affermare che le deroghe non possono venire introdotte dalla Regione con leggi provvedimento, poiché verrebbe vanificato il potere di annullamento assegnato all'articolo 19 bis della legge 157/92 del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Qui non è una questione di caccia sì, caccia no, ambientalisti si, ambientalisti no, e la diffida che è stata inviata dalle 3 associazioni animaliste, di fatto, non fa che riproporre la questione di vizi di legittimità costituzionale, di possibili danni erariali all'ente e per questo, siccome la Regione o comunque alcuni componenti la maggioranza insistono nel voler legiferare in una maniera palese che elude le normative statali e della Comunità europea, è normale che ci si alteri un po’ e si presenti delle diffide che sicuramente andranno avanti con gli organi competenti.
Quindi la domanda è: perché insistiamo ad andare avanti con queste leggi che sono palesemente imperfette, chiamiamole così, per poi gridare di fronte ai cacciatori che il Governo ha impugnato la legge, quando il problema sicuramente non è il Governo che impugna la legge, perché è un atto dovuto, visto che non rispettate la Costituzione, né le direttive della Comunità europea.
Sicuramente questa legge, Professor Ceriscioli, verrà impugnata perché il 29 novembre è già arrivata da parte del Ministero dell’ambiente l’interlocutoria e la risposta che avete dato, tramite l'ufficio competente, non ha in qualche modo chiarito i vizi di legittimità, Sarà sicuramente impugnata se non altro per i vizi precedenti che riguardano l'articolo 2. (…) La legge è già in fase di impugnazione e verrà impugnata nella parte in cui la Regione Marche intende in qualche modo modificare l'aspetto temporale dell’accertamento del tesserino.
Siccome il Professor Ceriscioli ha detto che la legge non verrà impugnata, vorrei ricordare che già ci sono dei palesi vizi e già il Ministero …(...), non verrà dichiarata incostituzionale, va bene, io avevo capito che non verrà impugnata poi magari riascolteremo la registrazione, quindi lei ha già in mano il parere della Corte Costituzionale che dirà che la legge non è incostituzionale, perfetto, mi fa piacere che lei già sappia cosa la Corte Costituzionale esporrà.
Nel caso in cui non avesse letto bene il provvedimento e le vecchie sentenze, cosa faremo? Come Regione dovremmo difenderci e spendere ulteriori soldi, quindi, Assessore Pieroni, le ripeto che secondo me c'è la possibilità nella Commissione competente di fare un maggior approfondimento e valutare un attimo per evitare l'ennesima figura barbina, come l'ha definita qualcuno.
Detto questo, chiedo l’appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Chiedo la parola per una cosa molto importante, vorrei chiedere l’appello nominale su questa legge, come capogruppo, perché forse non è chiaro chi avrà interesse a che questa situazione sia chiara.
Credo che da parte della Giunta, che propone l'atto, e da parte della maggioranza che lo vota l’interesse è prevalente, perché anche questa è una questione di visione.
Assessore Pieroni, su tutta questa vicenda, da quando è partita fino ad oggi, onestamente, ma non per i suoi interventi, non ci ho capito quasi niente.
Alla fine ho capito grazie a due interventi, quello del Presidente Ceriscioli e l'altro della Consigliera Pergolesi, perché ho visto confliggenti due visioni che partono da interessi che, almeno da parte del Movimento 5 Stelle, mi sembra siano chiaramente contrastanti. Il Presidente Ceriscioli l’ha fatto capire, ha fatto capire che quando si governa non si può essere per forza d’accordo con tutti, non è possibile, infatti nell'intervento della Consigliera Pergolesi, in maniera chiara, nel nominare gli “animalisti” abbiamo capito da che parte sta. Però questa è la posizione della Consigliera Pergolesi, il Consigliere Fabbri sta con gli agricoltori, qualcuno, non lo so, starà pure con i cacciatori, ma questo è il problema: non si può stare con tutti, bisogna stare dalla parte di una verità che uno ritiene essere prevalente, ma rispetto agli interessi di chi è in gioco, però non funziona così, non è una composizione di interessi, perché la composizione di interessi porta sempre male, è quell'equilibrio di cui parla il Presidente Ceriscioli che, mi consenta, è un po’ più di un equilibrio, perché questa volta siete riusciti, non so come, a saldare profondamente questi interessi che sono evidenti. Dopo parleremo di come ci siamo arrivati, innanzitutto facciamo la scelta sull'interesse, qual è il nostro? Il nostro interesse è l'abbattimento dei cinghiali, dire sterminio mi sembra eccessivo, se intervistassimo le persone, visto che qui si cammina sull'onda dei sondaggi, è evidente che l'interesse è non averli più di tanto in giro, questo mi sembra evidente, forse il loro numero supera di 4, 5 volte quello che potrebbe essere consentito o ragionevole in un contesto di equilibrio naturale, forse i cacciatori hanno meno interesse degli agricoltori a vedere lo sterminio dei cinghiali, perché poi non farebbero più i cacciatori, ma comunque sia, facciamogli fare un lavoro che fanno e lo fanno per divertirsi.
Per gli agricoltori, per i cittadini, per centinaia di migliaia di soggetti, questo è il problema, poi ci sarà anche il prurito di qualche animalista che soffre nel vedere un animale ucciso, io non soffro perché mangio tutti i giorni animali uccisi, so che vengono uccisi versando il sangue e sono convinto che debbano essere mangiati, non ho le pene della Brambilla per gli agnellini che vengono ammazzati a Pasqua, non ce l'ho questa pena, perché penso che debbano essere mangiati.
Non so se questa è un'opinione che mi farà crocefiggere da qualche parte, ma questo è il mio convincimento perché sono ancora convinto, ahimè, cari colleghi del centrodestra, per una cultura giudaico-cristiana, sulla quale è improntata questo Paese e che capisco non è condivisa da tutti, che la persona umana è superiore all'animale ed è superiore al vegetale. Io sono rimasto antico, per me la persona viene prima, poi viene l'animale, poi vengono le fragoline, i fiorellini e le erbette che non possono essere calpestate, ma io dove posso le mangio.
Detto ciò, e mi sembra che sia abbastanza chiaro, c'è la questione di natura giuridica, è qui è una barzelletta, qui ho sentito per l'ennesima volta - mi rivolgo al Consigliere Maggi perché non riesco a capire questa cosa, me la spiegherete - una cosa incredibile, che si ripete sempre (vedi vaccini) e cioè che non si possono spendere i soldi per gli avvocati.
Conclusione, chiudiamo il Consiglio regionale, chiediamo al Governo ed ai suoi Ministri o a chi va avanti e indietro a Roma di farci sapere quello che dobbiamo fare, e scriviamo le leggi fotocopia come già ce l'hanno fatto fare per i vitalizi, per la legge elettorale, per la sanità, come ci fanno fare per tutto perché le Regioni siano cancellate da una cultura, l'ho detto stamattina, che segna ancora questo passaggio. Noi dobbiamo scrivere le leggi come vogliono loro, perché c'è una nuova dittatura centralista che impone a Regioni, Province e Comuni di fare quello che vogliono.
Non c'è più questa libertà che è molto pericolosa e tutto sommato anche la Costituzione, che scocciatura, leviamola di torno perché lì sta scritto che la Regione è un organo sovrano, ai sovranisti dico: “La Regione è organo sovrano e la Repubblica, non lo Stato, si compone di Stato, Regioni, Province e Comuni (le Province non sono state abolite grazie anche ad un referendum che abbiamo votato insieme, amici del centrodestra)”, questi 4 soggetti compongono la Repubblica alla pari, quindi non si venga più a dire in Aula una cosa di questo genere, perché è una provocazione antidemocratica dire che io non posso approvare una legge perché forse verrà impugnata e forse la dovrò difendere di fronte alla Corte Costituzionale.
E' ovvio che il Presidente dica: “Io sono certo che la Corte Costituzionale non la boccerà, altrimenti non la voteremo”, anch'io ho questa certezza e fino a prova contraria è una certezza legittima, ci saranno altri che dicono che non è così, ma se ne assumono la responsabilità.
Se mi fermo di fronte a tutte le ipotesi per le quali magari vado a chiedere al Governo, attraverso i partiti amici, di fare l'impugnativa di tutte le leggi, è chiaro che una volta su dieci la Corte Costituzionale dovrà pure dar ragione a questo povero Governo e quindi la boccerà, ma questa non è democrazia e questo non è difendere la mia regione, cominciamo un po' a dirle tutte le cose.
Ecco perché l'appello nominale è stato chiesto dal Movimento 5 Stelle, ma io lo chiedo tre volte, tre volte si ripeta la votazione perché sia chiaro a tutti come si vota questa legge, perché questo, caro Presidente, non è solo per questo problema importante, che appassiona tanto, ma tutto sommato circoscritto, ma denota un atteggiamento di natura culturale e politica gravissima, perché qui veramente si continua a vedere minata la nostra libertà, ci si minaccia perché si sta spendendo, ma si sta spendendo cosa? 10 mila euro di avvocato? Ma scherziamo che tutta la dimensione politica debba girare sempre intorno ad un fatto squisitamente economico? Ma costasse anche 100 mila euro io ho tutto il diritto di farlo e mi si venga a dire che questo diritto non ce l'ho, me lo venga a dire il fascista di turno che questo diritto non ce l'ho!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Dopo aver sentito quanto è successo in Commissione ed il dibattito finora mi sembra che qui interessi poco il problema del cinghiale, se allevarlo, ucciderlo o altro.
Mi sembra che il dibattito che si sta sviluppando sia sempre più di tipo ideologico, a favore o contro la caccia, e così facendo non facciamo il bene dei nostri amministrati perché oggi dobbiamo dibattere di un problema che è un'emergenza, che riguarda la fauna selvatica, sia il cinghiale, il capriolo o altro. Lo dobbiamo affrontare tenendo conto delle normative, ma anche delle loro distorsioni, così come in qualche modo il Presidente Ceriscioli ha chiarito, ed io credo di condividerlo tant'è che ne voglio un po’ discutere.
Siccome a me sembra che lo scontro sia prettamente ideologico ed io fuggo sempre dalle ideologie, non mi sono mai appartenute come forma culturale, voglio dare il mio contributo affrontando il problema, perché ideologicamente mi potrei schierare immediatamente a favore della caccia, però non è questo il dibattito di questa sera.
Cominciamo con i due aspetti che ci vengono imputati, il primo è quello che riguarda la pianificazione. Questo discorso che ha fatto il Tar fino adesso io non riesco a capirlo, anche da modesto amministratore di campagna quale sono stato fino adesso, quando un piano che regola qualcosa della collettività, che ha un interesse collettivo, scade, c'è il far west?
Se scade il piano regolatore generale, interviene il Tar per dire: “Da qui in poi non si fa più nulla, non si dovrebbe nemmeno cambiare il vetro della finestra se si rompe”, io questo non l'ho visto mai!
Per di più per effetto di una riforma che c'è stata, poi possiamo discutere completata a metà o meno, in questa Regione le 5 Province avevano fino ad allora pianificato seguendo un iter normativo preciso, ad Ascoli il piano è scaduto a luglio di quest'anno, nelle altre Province è scaduto un po' prima, però di fatto un piano regolatore faunistico, chiamiamolo così, esiste e tutti hanno fatto lo stesso percorso, la VIA, l'AIA, la valutazione di incidenza, c'era tutto.
Scade e che facciamo? Si ferma tutta l'attività? Ma qui non si ferma soltanto l'attività nelle zone Sic Natura 2000, qui si rischia di fermare tutta un'attività, attenti dico attività non sport, perché è un'attività da che mondo è mondo. Quando Adamo ed Eva andavano a caccia non era uno sport perché a quell'epoca credo che non esistessero i campi da calcio, golf e quant'altro, facevano una attività per la sopravvivenza, oggi non è per la sopravvivenza, però è una attività che produce un effetto economico su tante famiglie. Non guardiamo soltanto al cacciatore che ammazza il cinghiale e magari vende la carne, ma vediamo anche tutte le attività, le aziende agro-forestali che ci sono, che ospitano le persone, le battute, l'addestramento dei cani, c'è tutta una attività, quindi lungi dal pensare che sia solo uno svago e la mattina uno prende il fucile e poi va a fare una passeggiata e spara a qualcuno, non è così.
Noi dobbiamo tutelare l'attività prioritariamente e dobbiamo affrontare l'emergenza che è collegata ad un'altra importante attività che è quella agricola, quindi non credo che gli agricoltori un mese fa siano venuti qua per salutare il Presidente Ceriscioli e per andarci a prendere un aperitivo, non mi sembra che siano venuti a fare questo, sono venuti a dimostrare in modo forte, ma anche in modo rispettoso delle istituzioni, un problema serio che riguarda le aziende, soprattutto le piccole, il coltivatore diretto, colui che integra il proprio reddito con l'orto di famiglia. Non credo che noi facciamo qualcosa di strano.
L'altro aspetto che mi piace approfondire è la distorsione giuridica su cui ha dissertato un po' il Presidente Ceriscioli, a me queste sospensioni cautelari del Tar non mi hanno fatto capire niente, non sono un avvocato, ma provo ad invadere in punta di piedi il campo dell'Assessore Cesetti.
Provo a dissertare per quel poco che ricordo da amministratore di campagna quale sono stato, i presupposti che consentono di ottenere una misura cautelare sono praticamente due: il periculum in mora e fumus boni iuris, il primo, il pericolo che, durante il tempo necessario per giungere alla decisione sul ricorso, possa verificarsi un pregiudizio grave e irreparabile ricorrente.
Ora, ditemi qual è questo pericolo grave e irreparabile che i ricorrenti hanno qualora non ci fosse la sospensione! Il pericolo qual è? La presenza di qualche cinghiale in più? Secondo il Consigliere Bisonni, con la caccia non si eliminano, allora si eliminano non andando a caccia, quindi il pericolo non c'è.
Non capisco quale sia questo grande pericolo. A me sembra una cosa assurda che il ricorrente abbia un grande pericolo.Quale danno si crea alle associazioni ambientaliste che hanno fatto ricorso? Tanto più che sul primo ricorso hanno fissato il merito il 23 gennaio, non ho capito, se il danno è irreparabile fallo subito! Sono una presa in giro questi due mesi!
L'altro presupposto è il famoso fumus boni iuris, cioè il giudizio positivo sommario sulla fondatezza del ricorrente. C'è un giudizio sommario sul ricorrente ed allora sospendo, ma se c'è questo sommario giudizio positivo vai subito nel merito, chiudi il discorso e metti una pietra tombale, è fondamentale, non possiamo correre dietro a chi sta ad arzigogolare.
Mi dà l'idea che su questa tematica ci sia arrivata una manina, è cambiata l'aria da questo punto di vista e il Tar ha un po' pattinato, perché avrebbe dovuto prendere immediatamente una decisione qualora ci fosse statoil fumus boni iuris o questo periculum in mora, non capisco, non sono un esperto, però leggendo le carte mi sembra che qualcosa non funzioni.
Quindi, ripeto, sono convinto del fatto che questa legge non sia incostituzionale, perché mi sembra che ci siano tutte le condizioni, d'altra parte perché non dovremmo occuparci di questo? Il nostro compito è legiferare, il nostro compito non è quello di arzigogolare su tematiche paragonabili ad ectoplasmi, no, su cose concrete, noi dobbiamo legiferare cercando di ridurre i danni che certe situazioni possono ingenerare alle attività dei nostri amministrati ed in questo caso credo che questo sia l'unico metodo per poter evitare che succedano ulteriori danni agli agricoltori e non solo.
Questa mattina sono andato all'ufficio della caccia per vedere a che punto sono alcune pratiche di automobilisti che sono stati coinvolti in incidenti lungo le strade di montagna per spiacevoli incontri con i cinghiali, questo è un tema di una grande importanza, anzi, addirittura noi dovremmo rivedere nel prossimo calendario l'apertura della caccia al cinghiale che, secondo me, andrebbe anticipata all'1 ottobre su tutte e cinque le province e se c'è qualcosa, una discrasia, metterla subito sul piatto e far ragionare tutti i nostri cacciatori, perché non si può aprire la caccia al cinghiale nelle province di Fermo, Ascoli, Macerata e Pesaro in momenti differenti, è assurdo.
E' opportuno fare un'azione forte, di contrasto a questo animale selvatico che sta invadendo anche le zone urbanizzate, aprendo la caccia, secondo il mio parere, addirittura dall'1 ottobre fino alla fine del mese di gennaio per poi partire con una caccia selettiva per quanto riguarda le zone C.
Credo che questo sia un discorso da affrontare e non sia più procrastinabile una volta che è stato fatto il nuovo piano faunistico regionale. Per chi non lo avesse capito il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Alcune puntualizzazioni, anche perché nella presentazione della legge non ho approfondito alcuni temi.
Intanto non approviamo, ma alleghiamo il calendario venatorio che è stato già approvato, non è un atto amministrativo che approviamo in questa legge, lo alleghiamo dicendo che a caccia si va in quelle zone in base al calendario venatorio che abbiamo già approvato. Lo alleghiamo alla legge, una cosa ben diversa dall'approvare un calendario venatorio all'interno della legge che ha fatto un suo percorso. Poi da un punto di vista giuridico ognuno di noi può fare le proprie fantasie, però questo è un dato di fatto.
Un altro aspetto importante che è stato toccato è quello dei piani faunistici. Bisogna che lo dica nuovamente, attualmente non mi risulta che in Italia ci sia una Regione che abbia approvato in Consiglio, se non questa settimana l'Emilia-Romagna, il piano faunistico regionale. Questo è un dato di fatto, non vuol dire nulla, non significa nulla, però non si può dire che le Marche sono indietro anni luce, non è così, non solo, mi è arrivata anche la comunicazione via internet che la Giunta regionale dell'Abruzzo ha approvato il piano faunistico, ma non il Consiglio, quindi l'attività venatoria è iniziata prima, però era 20 anni che non avevano un piano faunistico, mentre tutte le nostre province l'avevano approvato e noi abbiamo fatto una legge, lo ripeto, della quale è stato interloquito un solo articolo relativo ai tesserini sulla caccia, non quello che noi temevamo.
I tesserini per la caccia, guarda caso, era la parte che poteva essere più protetta, che lasciava meno dubbi, in Commissione non abbiamo accettato altri emendamenti, abbiamo preso solo la proposta del Consigliere Talè che era pari pari a quella già approvata dalla Lombardia e Toscana, guarda caso a noi ce l'hanno impugnata. Quindi anche quando si portano ad esempio vicende già passate bisogna stare molto attenti.
E' un percorso che dobbiamo affrontare, altrimenti non portiamo avanti le nostre possibilità, le nostre competenze dal punto di vista legislativo, è quello che dobbiamo fare. Guarda caso, dicevo, a due Regioni la legge non è stata impugnata, a noi si.
L'altra legge, quella per la quale avevamo più paura, l'abbiamo fatta perché eravamo sicuri nel dire che i piani faunistici erano in vigore, quelli già approvati, ma pensavamo potessero crearsi dei problemi, in realtà nessuno l'ha impugnata ed è entrata in vigore.
Il Consigliere Maggi ha definito il mio intervento di presentazione goffo e patetico, però la mia difesa continua nel senso che l'obiettivo di questa legge è quello di dare la possibilità di ritornare a cacciare i cinghiali, questo è l'obiettivo, e chiederò, se sarà possibile, di tornare a cacciare da sabato e approvando questa legge si caccerà per soli due mesi.
Chiederemo rendiconto dei cinghiali uccisi dalla prossima settimana fino alla chiusura e vedremo se questa riapertura, questa possibilità di continuare la caccia, darà risultati negativi o meno sulla diminuzione della presenza degli ungulati, che è molto importante.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio sarà un intervento altrettanto veloce. Intanto, soltanto per ricordare alla Consigliera Malaigia che io non fatto nessuna accusa, leggo testualmente l'intervento, dove anzi le davo un merito: “Ringrazio anche la Consigliera Malaigia, perché per la prima volta in quest'Aula ha parlato di caccia con fervore, con grande passionalità, con conoscenza di quel mondo, quindi è importante anche questo suo intervento”. Questo è quello che ho detto con grande chiarezza perché credo che sia giusto non riportare affermazioni …, era una risposta che sentivo con il cuore, quindi non credo che sia giusto riportarla oggi in maniera distorta. Questo nel rispetto della sua dignità … Non credo, non è quello che lei ha detto oggi.
Detto questo, al di là di questa situazione ancora una volta dobbiamo riportare l'attenzione su questo argomento.
Gli interventi sono stati tutti abbastanza articolati, ognuno ha mantenuto le proprie posizioni, che sono le stesse posizioni che ho sentito 30 giorni fa, quando abbiamo discusso la legge. Ricordo, non so se era la Consigliera Pergolesi o qualcuno dello stesso gruppo che ha detto: “Guardate che questa legge verrà impugnata dal Governo e vedrete che non passerà”, l'ha ricordato il Presidente della Commissione Traversini, oggi abbiamo l'impugnativa del Governo sull'articolo che ci preoccupava di meno, anche se per noi era altrettanto importante, perché faceva chiarezza sull'accertamento dell'abbattuto ed evitava tutte quelle criticità che c'erano, mentre invece il Governo non ha assolutamente impugnato l'articolo che riguardava in particolar modo Natura 2000. Ecco perché credo che questa sia stata una legge lungimirante, all'epoca ricordo quali sono state le preoccupazioni delle opposizioni per cui allora votarono no.
Non vorrei entrare nel merito della sentenza del Tar che ha dato la sospensiva, legittimamente nel suo ruolo istituzionale ognuno ha proprie competenze, però credo che sarebbe stato più giusto dare in via d'urgenza, per quello che riguarda la nostra posizione, questo poteva farlo, una tempistica accelerata e non aspettare il 23 gennaio.
Siamo Consiglieri e dobbiamo avere a cuore il nostro habitat, il mondo in cui noi viviamo, ma questa sospensiva al 23 gennaio determina una criticità fortissima sul territorio, perché, al di là delle varie scienze che il Consigliere Bisonni ha portato ..., le scienze sono tantissime, ma a me sembra strano che se lasciamo in libertà i cinghiali questi diminuiscano, è uno scienziato in tutti i sensi chi ha questa certezza. Se 13 scienziati pensano che se nelle Marche non abbattiamo più cinghiali questi diminuiscono, tanto di cappello a questi 13 scienziati.
Credo invece che abbiamo fatto giustamente un percorso importante e la Giunta dopo quella legge ha votato anche atti a favore del mondo dell'agricoltura, votati all'unanimità, come ha ricordato il Presidente, con cui abbiamo fatto azioni fortissime; intanto i chiusini si aggiungono all'abbattimento dei cinghiali fatto sia per selezione che con squadre, vedremo poi, da qui alla fine del 2019 con i chiusini quante saranno le catture e gli abbattimenti.
Ci dimentichiamo che siamo la prima Regione ad aver dato agli agricoltori, che sono in possesso della licenza di caccia, la possibilità di abbattere direttamente con lo sparo, e gli agricoltori che non ne sono in possesso in tempo reale, questa è stata la grande intuizione del Presidente, condivisa da tutti, possono chiamare il selettore di loro scelta e far abbattere direttamente il cinghiale sul terreno. Siamo la prima Regione in Italia che attua questa maniera così forte e chiara.
Un messaggio positivo da parte dell'opposizione dovrebbe essere dato, poi chiaramente abbiamo tanti problemi, facciamo tanti errori, sbagliamo, portiamo avanti tante situazioni che non ci sono, ma va dato merito alla maggioranza che governa la Regione Marche di aver fatto un percorso chiaro con il mondo agricolo, che da tre anni lo chiedeva, da quando siamo arrivati noi, ma già da prima. Quando parleremo della mozione avremo modo anche di confrontare come era la situazione prima e come è cambiata in questi 3 anni, con le azioni che, con tutte le problematiche, con tutti gli errori che facciamo, abbiamo cercato di mettere in campo.
Non solo noi della Giunta e del Consiglio, che abbiamo presentato questa proposta di legge, che spero venga approvata questa sera, ma tutti dovremmo essere attenti a cosa significa lasciare una sospensiva, ripeto il Tar è entrato, e non ho nessuna voglia discutere con il Tar, ma noi abbiamo la responsabilità politico-amministrativa di dare una risposta al mondo agricolo, che è preoccupatissimo. Penso che qui ci siano personaggi dell'opposizione che hanno un contatto diretto, qualora rimanga questa situazione il rischio forte è un aumento dei danni all'agricoltura, incidenti stradali e altro, anche danni al sistema ambientale, perché che se noi non facciamo gli abbattimenti degli animali nocivi (corvi, volpi ed altro) - e non voglio aggiungere niente all'esperienza che hanno i Consiglieri, che anche il Consigliere Bisonni conosce bene - il prossimo anno ci sarà una diminuzione degli animali a cui teniamo e che oggi non sono giustamente abbattuti, i corvi ad esempio vanno a mangiare le uova, penso che tutti dobbiamo tendere all'equilibrio, al di là delle varie posizioni.
Rispondo alla Consigliera Pergolesi che ha chiesto di capire a che punto è il piano faunistico regionale, Siamo ad un punto importante perché questa Regione ha già dato da circa un paio di mesi l'incarico ad una società che ha vinto la gara, dopo che noi abbiamo esperito l'avviso e tutte le procedure di evidenza pubblica, su un impianto economico di più di 100 mila euro, con un percorso che ha impegnato quasi 4 mesi, perché le normative sono quelle e noi le abbiamo dovute rispettare. Quindi c'è una società che ha preso in carico, una società che sta elaborando e con cui già da 30 giorni stiamo cercando di fare un cronoprogramma che permetta di approvare il nostro piano faunistico entro i prossimi mesi del 2019, ma non nascondiamoci che ci sono dei passaggi tecnici-normativi (VIA e altro) che abbisognano di una tempistica dettagliata e già definita.
Stiamo lavorando contro il tempo perché il nostro obiettivo è di evitare quello che avete detto, cioè che possa esserci una criticità da parte dei vari organismi amministrativi, Consiglio di Stato, Tar e altro. Anche se dobbiamo essere chiari, correttivi ed anche trasparenti, noi una legge ce l'abbiamo, non so se le altre Regioni ce l'hanno, io parlo per la nostra, noi abbiamo una legge molto chiara che testualmente prevede che valgono i piani faunistici regionali e provinciali, fino a quando non c'è un piano faunistico nuovo, anche se scaduti, sono quindi attuativi e vigenti, anche qui, per carità, entreremo nell'interpretazione, ma la legge è molto chiara.
Una precisazione, ringrazio il Consigliere Bisonni che ha sollevato una cosa interessante anche se l'ha riportata in maniera negativa. Il 22 luglio 2015, c'è stata presentata una mozione dal Movimento 5 Stelle e dal Consigliere Bisonni, il Tar su ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste ha dato ragione alla Regione, nel 2016 sul calendario venatorio ha dato ragione alla Regione, nel 2017 idem, nel 2018 … Vogliamo parlare del calendario venatorio 2018 su cui le associazioni ambientaliste e animaliste hanno fatto ricorso e il Tar ha dato ragione a noi? Tant'è che il calendario venatorio è partito. Poi c'è stata l'ordinanza del Consiglio di Stato che ha riposizionato le cose, quindi anche qui significa che in questi anni non è che c'è stato ..., la legge è sempre la stessa, non c'è stato un cambio in corsa, il Tar per ben 3/4 anni ha sempre dato ragione alla Regione in merito all'approvazione del calendario venatorio, sui ricorsi che sono stati fatti.
E' chiaro che oggi siamo qui per difendere il mondo dell'agricoltura, conciliare le esigenze del mondo venatorio con quello del mondo ambientalista e credo che approvare questa legge sia la prosecuzione di quel percorso e spero che le forze politiche che 30 giorni fa hanno votato questa legge, ritornino a votarla. Non è possibile nascondersi dietro un dito, perché il Governo non ha impugnato la legge, altrimenti chi oggi non vota ed ha votato la legge poteva benissimo dire: “Non voto perché il Governo ve l'ha impugnata”, Il Governo ha impugnato parzialmente la legge e non quello che riguarda Natura 2000.
I Consiglieri, in particolar modo quelli della Lega, sono stati molto attivi in questi giorni nel dire che la Regione non ha fatto quello che doveva fare, oggi noi siamo qui per riportare un'attenzione forte su questo argomento, votare questo atto significa permettere di riaprire la caccia, soprattutto tutelare l'agricoltura e abbattere i cinghiali che sono fondamentali per il sistema eco-ambientale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Leonardi, Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie. Approfitto della dichiarazione di voto per sottolineare alcune cose a cui devo assolutamente rispondere.
Prima di tutto, Presidente Ceriscioli, lei sa che gode della mia stima, però devo dire che questa volta ha avuto una grandissima caduta di stile e le spiego perché, dal mio punto di vista.
Lei ha criticato dicendo che il Tar prende in giro la Regione con questa sospensiva troppo lunga, mi corregga se ho capito male, poi ha criticato il Consiglio di Stato perché, secondo lei, il piano faunistico esiste, ma un attimo dopo l'Assessore Pieroni l'ha smentita dicendo che è stato dato un incarico per fare il piano faunistico.
A parte questo, secondo me la caduta di stile, Presidente, c'è stata perché lei è un'istituzione, è il Presidente della Regione. La caduta di stile secondo me ce l'ha avuta anche il Vicepresidente del Consiglio Celani, perché quando vedo un'istituzione che ne critica un'altra a me spiace. Sentire il Presidente della Regione dire che il Tar sta prendendo in giro la Regione, è un discorso che a me non piace, se lo poteva risparmiare.
Per quanto riguarda le sentenze, lei ha citato l'Abruzzo, mi fa piacere perché nella fretta stamattina ho cercato due sentenze, ma sono della Liguria, quindi evidentemente ce ne sono anche altre che dicono che questa cosa è incostituzionale, quindi farò una ricerca per vedere quali sono le sentenze dell'Abruzzo su cui la Corte Costituzionale si è espressa.
Poi mi rivolgo a tutta l'Aula facendo la domanda che ho fatto all'inizio, a cui nessuno ha risposto, la ripeto: “Se la caccia è la soluzione, perché in questi anni in cui sono state fatte le battute di caccia i cinghiali invece di diminuire sono aumentati? Spiegatemi perché i cinghiali aumentano nonostante la caccia. Prima ho fatto l'esempio, Presidente, di Nicolò Copernico e della visione del 1500, mi dispiace vedere che ci sono Consiglieri che hanno ancora quella visione.
Io voglio risolvere il problema dei cinghiali, che procurano un grande danno alla Regione, economico prima di tutto, vi chiedo quindi di affrontarlo in maniera scientifica oppure vogliamo andare ancora ad intuito con i pregiudizi medioevali? Se vogliamo affrontarlo in maniera scientifica affidiamoci alla scienza.
Presidente, adesso le fornirò, non so se conosce l'inglese, la ricerca di 500 pagine, sottoscritta da 13 ricercatori europei, che dimostra che la caccia crea il problema dell'aumento della popolosità dei cinghiali, ve la leggete, poi a fine lettura io, il Presidente Ceriscioli e magari il Vicepresidente Celani facciamo una bella gita in Slovacchia per vedere come stanno affrontando in maniera scientifica il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Molto brevemente per spiegare il nostro voto di astensione. Come ho già espresso precedentemente non è per mettere un ostacolo così, ma quello che vogliamo far capire è che siamo contro questa metodologia, perché checché se ne dica i cacciatori hanno già avuto un danno, perché hanno avuto 3 settimane di fermo, hanno perso dei giorni e hanno avuto il territorio di caccia rimpicciolito rispetto all'inizio, a quando hanno pagato per le loro licenze di caccia. Alcuni cacciatori potrebbero dire che hanno pagato per un intero territorio e per un certo periodo e non mi sorprenderebbe se qualcuno, per il fatto che è stato ridotto, chiedesse un rimborso parziale o totale di quanto versato, e lì mi preoccuperei ancora di più.
Per questo le dico: vediamo di sederci ad un tavolo, di riprendere da capo e di non seguire questa strada che non sta portando a risultati positivi. Soltanto questo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Semplicemente per sottolineare che se guardate agli ultimi 3 anni, 3 anni e mezzo, ma anche prima, non troverete mai un mio commento ad una sentenza. Di solito c'è una sentenza e il giorno dopo c'è il commento del Sindaco, del Presidente, dell'Assessore, dell'uomo politico.
Quello che sottolineo è il fatto che la sospensiva, andando a finire dopo il termine della caccia, non permetteva di affrontare la questione in tempo utile in rapporto al problema della numerosità dei cinghiali, basta! Non ho detto che il Tar ha sbagliato, ha fatto bene, ha fatto male, commentando la sentenza. Poi è chiaro che possiamo prendere tutte le iniziative, appellarci, fare un percorso che non vuol dire commentare o attaccare un'istituzione, anzi, significa esercitare il proprio ruolo, ed è esattamente quello che faremo da qui a 5 minuti.
Noi esercitiamo il nostro ruolo, ci tengo, per principio non ho mai commentato quando le sentenze erano favorevole o quando erano contrarie. Ci sono quelli che favorevolmente commentano: “I giudici sono bravi”, e quelli contrari che dicono “I giudici sono cattivi”, io non commento quelle favorevoli, né quelle contrarie.
Ho sottolineato come quel termine non fosse utile rispetto al problema, quindi noi esercitiamo il nostro ruolo che oggi è quello di approvare le leggi e domani di fare ricorsi che riteniamo opportuni, ma nell'esercizio del nostro ruolo, non in spregio di un'altra istituzione.
Quindi il voto è assolutamente favorevole, poi su Copernico …, per esempio sappiamo che la terra e il sole ruotano attorno all'asse, non è che la terra ruota intorno al sole, entrambi ruotano intorno ad un baricentro, sempre se guardiamo solo il sistema solare, perché poi il sistema solare ruota attorno all'asse della galassia e quindi anche il sole fa i suoi bei giri, la galassia è in movimento e infine il movimento è della meccanica classica perché in quella contemporanea non c'è neanche il tempo, quindi neanche il movimento.
L'importante è l'evoluzione del pensiero, nel caso della teoria delle stringhe: piatto, tondo, eccetera, scompare l'elemento tempo, e non c'è neanche il tempo nella fisica del tutto, quindi siamo su dinamiche ben diverse, l'importante è non fermarsi e noi grazie al provvedimento che stiamo per votare esercitiamo il nostro ruolo e consentiamo di continuare quel percorso a favore dell'agricoltura e dei cacciatori nel nostro territorio, come è stato sottolineato da più interventi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Per rispondere al Consigliere Bisonni, sono onorato perché mi ha associato al Presidente della Giunta, quindi non ho problemi. Sulla stampa ascolana mi hanno accusato del “patto del prosciutto”, di un sacco di cose, l'Assessore Casini lo sa, con gli amici del PD, invece io ho detto qualcosa in merito alla sostanza, ho cercato di capire il perché la sospensiva e ritenevo che i motivi non c'erano per cui sarebbe stato un bene andare subito alla decisione per evitare qualsiasi equivoco.
Nessuna caduta di stile, rispetto per il Tar ho detto soltanto che secondo me c'erano i presupposti, qualora c'era il fumus boni iuris di dire subito: “Benissimo, ci sono le condizioni per dire no”, avremmo evitato anche questo Consiglio. Tutto qui.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 258. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Leonardi, Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,40
La seduta inizia alle ore 10,55
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 116 dell'11 dicembre 2018. Do per letto il processo verbale della seduta n. 115 del 27 novembre 2018, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.
Commemorazione
PRESIDENTE. Ricordiamo la tragedia di Corinaldo e le vittime con un minuto di silenzio.
(L'Assemblea legislativa regionale osserva un minuto di silenzio)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Come già dibattuto in Conferenza dei capigruppo, chiedo il rinvio alla prossima seduta del punto 4, riguardante le mozioni sulla sanità, vista l'assenza sia dell'Assessore che del Presidente della Commissione sanità, per la stessa motivazione chiedo il rinvio della mozione n. 385 del Consigliere Volpini ed altri, riguardante la salute mentale. Inoltre chiedo il rinvio della mozione n. 388 del Consigliere Talè, concernente il Parco nazionale del Catria e dell'interrogazione 692 del Consigliere Giancarli, sempre sulla sanità.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Ritengo che la richiesta non sia accoglibile perché il Consiglio può in ogni caso approvare la mozione anche in assenza del Presidente che fa parte della Giunta.
Sottolineo il gravissimo fatto che è già il secondo rinvio esplicito ed è il terzo rinvio se andiamo a ritroso. Due sedute fa c'era la mia mozione sull'ospedale di Fossombrone e si è chiesta la chiusura anticipata alle ore 16,00, probabilmente per non trattare di sanità.
Parliamo di sanità e all'ordine del giorno ci sono ben 6 mozioni, di cui 2 sono firmate da me, dal Movimento 5 Stelle, ma le altre 4 sono della maggioranza. Parliamo di sanità e ritengo vergognosa questa seconda reiterata richiesta di scivolamento dell'ordine del giorno.
L'appuntamento è istituzionale, chiaramente, siamo qui riuniti, il numero legale c'è, quindi io chiedo per serietà del Consiglio la discussione di questi atti.
Capisco che al vostro interno siete in gravissima crisi, però il Consiglio non può stare dietro a dinamiche interne di partiti o alle assenze della Giunta quando è regolarmente chiamato a discutere dell'argomento più importante a livello regionale, che per la seconda volta viene rinviato, a mio avviso in maniera non sufficientemente motivata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Ho fatto solo un intervento tecnico per riportare all'Aula ciò che era stato deciso in Conferenza dei capigruppo. Al contrario di quanto afferma il Consigliere Fabbri ritengo fondamentali ed importantissime le presenze del Presidente della Giunta, anche Assessore alla sanità, e del Consigliere Volpini, Presidente della IV Commissione.
Parliamo di un argomento serio, di un argomento nemmeno così urgente perché quelle mozioni, per quanto ci riguarda, sono di indirizzo e vanno discusse all'interno del piano sanitario, quindi non è una questione urgente e se la discutiamo oggi o tra una settimana non cambia niente.
Sono mozioni di indirizzo molto importanti, che riguardano tutti i territori della regione e tutte e cinque le Aree vaste, noi le riteniamo importanti e serie, questo significa avere rispetto per le istituzioni e per l'Assemblea legislativa, quindi vogliamo una discussione seria nel rispetto delle istituzioni. Va rispettata l'istituzione del Presidente, in questo caso anche Assessore alla sanità, che poi, come sappiamo benissimo, è a Pievetorina per l'inaugurazione di una scuola con la presenza di un sottosegretario. Il Presidente Volpini è assente per motivi di salute.
Queste sono le motivazioni e noi non accettiamo nessuna strumentalizzazione. Grazie.
PRESIDENTE. Su questo si sono espressi un Consigliere a favore ed uno contro. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ovviamente il Consigliere Fabbri ha detto che noi siamo contro questo vergognoso rinvio, nella malaugurata ipotesi che ci fosse pregherei l'Aula di decidere fin da ora quando gli atti verranno discussi.
PRESIDENTE. In base a quello che abbiamo deciso alla Conferenza dei capigruppo possiamo fin da ora dire che se le mozioni verranno rinviate saranno iscritte nell'ordine del giorno della prima seduta del mese di gennaio, visto che abbiamo già calendarizzato i lavori dell'Aula per le sedute del 18, 20 e 21 dicembre. Se siamo tutti d'accordo, potremmo già deciderlo in base all'esito della votazione.
Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. E' una domanda che faccio al Presidente, ho ascoltato la discussione, vorrei ricordare che dentro quest'Aula c'è un Consigliere che ha la delega alla sanità ed è presente: la delega conta o non conta?
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Talè.
Federico TALE'. Per rispondere al Consigliere Zaffiri, la delega conta, ma le mozioni che riguardano la sanità sono importanti e in Giunta c'è il Presidente che vota tutte le decisioni riguardante questo settore, sappiamo benissimo che un Consigliere non può votare in Giunta, quindi penso che il Presidente debba essere presente alla discussione di questi atti.
PRESIDENTE. Rinvio delle mozioni nn. 381, 389, 422, 424, 426, 429, abbinate, (punto 4), alla prima seduta di gennaio. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Rinvio della mozione n. 385 (punto 5). Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Rinvio della mozione n. 388 (punto 6). Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Chiedo, se possibile, l'iscrizione d'urgenza, come è stato detto alla Conferenza dei capigruppo, della proposta di legge n. 240 che tratta la fusione dei comuni di Sassocorvaro e Auditore per far si che tutto l'iter possa concludersi in tempo utile affinché la fusione abbia validità dal primo gennaio 2019.
PRESIDENTE. Se non ci sono Consiglieri contrari a questa proposta, direi di inserirla, come abbiamo già proposto durante la Conferenza dei capigruppo, al punto 1 bis dell'ordine del giorno.
Comunicazioni ai sensi dell'articolo 55, comma 4, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Vorrei intervenire sui rinvii per chiederle una cosa.
Spesso non è tanto il singolo rinvio che anima il dibattito, ma il rinvio reiterato, nella fattispecie sono d'accordo che mozioni così importanti, come quelle della sanità, debbano essere discusse alla presenza del Presidente.
Forse sarebbe utile, non so se lo prevede il regolamento, che quando approviamo il rinvio di una mozione prevediamo anche quando discuterla, anziché riscriverla d'ufficio creando situazioni come quella di oggi.
Qualora fosse possibile prevederlo nel regolamento meglio, se non è possibile le chiederei di assumere questa consuetudine. Come ha fatto adesso, sappiamo che si parlerà di queste mozioni la prima seduta di gennaio, evitando il 18 dicembre di doverci trovare da capo. Le chiederei, quindi, di assumere questo modo che forse ci aiuta e ci semplifica i lavori. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene ottima proposta, l'accolgo.
Sull'ordine dei lavori abbiamo deciso in Conferenza dei Capigruppo di trattare prima le interrogazioni e poi passare alla proposta di legge n. 252, quindi iniziamo con le interrogazioni.
Interrogazione n. 699
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“La Regione rivuole l’una tantum concesso a suo tempo ai terremotati”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 699 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. In riferimento agli specifici quesiti posti dall'interrogante si precisa quanto segue.
In ordine al punto 1: “Per conoscere la rilevanza precisa di queste comunicazioni: il numero delle richieste di restituzione da parte della Regione e il totale degli importi da restituire”.
Si ricorda che la Regione Marche ha erogato nel 2017, ai sensi dell'articolo 45 comma 4 del primo decreto terremoto (decreto-legge 189/2016), una "una tantum" di 5.000 euro in favore di 5.076 lavoratori autonomi che hanno subìto interruzioni nell'attività lavorativa a causa del sisma, per un totale di 25.380.000 euro.
La Regione ha già proceduto a effettuare un controllo su base campionaria delle autodichiarazioni fornite dai richiedenti, procedendo al campionamento casuale, estratto mediante un algoritmo specifico atto ad assicurarne la neutralità, di una percentuale pari al 5% delle domande ricevute (precisamente 260 domande estratte, pari al 5,1% del totale). Sulle 260 domande costituenti il campione estratto, solo 4 sono risultate irregolari, pari a meno del 2% del campione (1,54%). La Regione ha quindi provveduto a revocare il contributo per le 4 domande irregolari.
Il campionamento casuale ha quindi restituito il quadro di una situazione fisiologica, nella quale a un grande numero di domande corrisponde una larghissima maggioranza di situazioni regolari e solo una quota marginale, ma tendenzialmente strutturale e inevitabile sui grandi numeri, di irregolarità.
La Regione ha poi proceduto a effettuare un controllo generalizzato su tutte le domande pervenute, attraverso l'Inps regionale. Quest'ultimo ha trasmesso alla Regione la banca dati dei nominativi, da cui sono stati filtrati 204 soggetti che presentavano delle incongruenze in ordine all'obbligo previsto dall'articolo 45 del decreto legge 189, ai fini dell'erogazione del contributo.
Le verifiche sono tuttora in corso sulle 204 posizioni, di cui:
- n. 120 sono risultate regolari;
- n. 57 risultano allo stato irregolari e le verifiche finali sono in corso;
- n. 27 ancora non sono definite a causa dell'assenza o impossibilità di risposta da parte dei richiedenti.
Da tale controllo generalizzato emerge che, quand'anche tutte le irregolarità accertate o potenziali risultassero in revoche (57 + 27 = 84), il numero massimo totale delle revoche sarebbe pari a 88, pari ancora una volta a meno del 2% delle domande totali (1,73%).
Dal controllo generale che la Regione sta completando, pertanto, risultano confermati:
- l'efficienza e la correttezza della procedura di campionamento casuale effettuata in prima battuta sul 5% delle domande, che ha evidenziato una percentuale di irregolarità estremamente vicina a quella reale, molto bassa;
- una situazione fisiologica. A fronte di ben 5.076 contributi erogati per 25.380.000 euro, potranno essere oggetto di revoca al massimo 88 contributi per 440.000 euro (meno del 2%).
In ordine al punto 2. “Cosa si intende fare per bloccare questa situazione di ulteriore disagio alle popolazioni colpite dal sisma”.
La Regione Marche non sta creando nessun disagio, ma sta svolgendo un'azione doverosa di verifica (secondo modalità che le spettano) di un numero limitato di situazioni particolari, alcune peraltro già segnalate da altri Enti, quindi sul secondo punto non mi dilungo perché la verifica la stiamo facendo da molto tempo nelle modalità a noi consone.
In ordine al punto 3. “Come si intende porre rimedio alla confusione normativa e alle interpretazioni relativamente alla fattispecie di cui trattasi”.
Non risulta una confusione normativa. Si precisa che l'attività di verifica e controllo ha riguardato esclusivamente l'iscrizione ad una forma obbligatoria di previdenza e assistenza e non il pagamento della stessa; anche su questo aspetto la norma era sufficientemente chiara e non aveva bisogno di particolari interpretazioni. Coloro che non avevano il requisito dell'iscrizione non dovevano presentare la domanda.
In ordine al punto 4. “In riferimento al punto 3) come intende risolvere la problematica delle attività che fiscalmente sono soggette a dichiarazione, come i B&B, i quali non hanno l'obbligo di partita IVA”.
Si premette che i controlli hanno riguardato esclusivamente il possesso dell'iscrizione ad una forma obbligatoria di previdenza e assistenza, e non la tipologia dell'attività economica, che solo in via incidentale potrebbe essere emersa.
Riguardo ai B&B singoli e non inseriti all'interno dell'attività di una impresa (ad esempio agricola), si è ritenuto non inserirli tra i beneficiari per le seguenti motivazioni.
Dal punto di vista normativo, non esistono a livello nazionale provvedimenti riguardanti espressamente la formula del bed and breakfast. Il punto di partenza è rappresentato dalla legge 17 maggio 1983 n. 217, "Legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica". Questa legge ha permesso alle singole Regioni italiane di disciplinare la materia attraverso proprie regolamentazioni.
Il bed and breakfast per la sua stessa natura non è un'impresa in quanto l'attività non è svolta in una maniera organizzata e continuativa (così come indicato dall'articolo 2082 del Codice civile nella definizione di imprenditore). Le normative regionali richiedono che sia esercitato in modo saltuario o per periodi ricorrenti stagionali e/o che il servizio sia assicurato dalla normale organizzazione familiare, che va svolta anche congiuntamente a un altro lavoro. Il fatto che il B&B non sia impresa è affermato dallo stesso interrogante citando la legge regionale n. 9 dell'11 luglio 2006.
Pertanto e in conclusione, pur riconoscendo valore e importanza a queste strutture, le stesse non rientrando nella categoria delle imprese e quindi non hanno partita IVA e non sono iscritte alla Camera di Commercio, alcune, non tutte, solo quelle che non hanno la partita IVA.
I B&B non possono pertanto essere ammessi in quanto in palese contrasto con il già citato articolo 45, comma 4, decreto legge n. 189/2016 che recita: “In favore dei collaboratori coordinati e continuativi, titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di attività di impresa e professionisti iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, che hanno dovuto sospendere l'attività, nell'anno 2016, a causa degli eventi sismici di cui all'articolo 1, e che operino esclusivamente o, nel caso degli agenti e rappresentanti, prevalentemente in uno dei Comuni di cui agli allegati 1 e 2, è riconosciuta, per l'anno 2016, nel limite di 134,8 milioni di euro per il medesimo anno, una indennità una tantum pari a 5.000 euro nel rispetto della normativa di aiuti di Stato”.
L'approccio seguito dalla Regione Marche sul punto è allineato a quello delle altre Regioni.
Vorrei concludere mettendo in evidenza due piccoli flash, il primo, l'incrocio fra le domande e le banche date dell'Inps è stato il modus operandi, massima trasparenza e riservatezza. La Regione non è la Finanza e quindi fa i controlli di competenza nella modalità che gli è chiesta.
Il B&B come integrazione al reddito non risulta un'impresa e non è ammissibile, quindi quelli che non hanno la partita IVA non possono rientrarci.
Chiedo scusa per la lungaggine, ma l'interrogazione era molto articolata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta che, come ha detto, è articolata e composta.
Anche qui devo dire che sono parzialmente soddisfatta rispetto a quanto mi è stato detto perché la problematica dichiarata e che era emersa era quella di far restituire i 5.000 euro, questa una tantum, a causa del fatto che non erano stati versati i contributi, cosa che per una attività chiusa era naturale in quanto quelle somme servivano per sopravvivere.
Per quanto mi riguarda resta aperto, da quello che mi dice, il problema dei bed & breakfast - qui il richiamo era alla diversa interpretazione o forse non completa comprensione della norma - perché credo che ci sia un problema se prima gli uffici accettano una richiesta per una tipologia specifica, come quella del bed & Breakfast, erogano il contributo e poi a seguito del controllo, che per carità è giusto farlo, non vogliamo che nessuno si approfitti della difficoltà, lo richiedono indietro. Bisognava essere chiari e dire: “Se hai un bed & breakfast non puoi accedere a questo tipo di contributi, la domanda non la presentare”. Accettare la domanda, addirittura mandarla all'Inps e far erogare il contributo e solo successivamente rendersi conto che a quella categoria non poteva essere erogato, credo che crei un disagio ed un problema, ed è su questo che chiedevo un intervento.
Posso reputarmi parzialmente soddisfatta, sicuramente alla normativa è stata messa mano più volte per intervenire a livello governativo e del Commissario Straordinario, perché magari venivano presentate delle esigenze, delle difficoltà, a mano a mano che i problemi emergevano, ma credo che in questo caso sia stato lasciato un vuoto.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei ribadire questo: il B&B come integrazione al reddito non è un'impresa, si sa che non è ammissibile e non ha accesso alle provvidenze pubbliche, questo non lo dice la Regione, questo si sa dalla normativa.
Interrogazione n. 700
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia
“Avviso pubblico per definire l’offerta formativa per l’acquisizione della specializzazione del metodo Montessori”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 700 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. La finalità generale del Por Marche Fse 2014/2020 è quella di promuovere e sostenere l'occupazione, di aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e di assicurare opportunità lavorative più eque per tutti.
Il Programma, però, nell'ambito degli Assi d'intervento, in conformità al Regolamento di riferimento (n. 1304/2013), declina delle specifiche Priorità d'Intervento, sicuramente proiettate verso l'occupabilità e l'occupazione ma non sempre in maniera diretta e immediata.
Nel caso posto dall'interrogazione, come illustrato nell'avviso pubblico emanato con il Decreto n. 700/2017, l'Obiettivo specifico ed il corrispondente risultato atteso è quello della "Qualificazione dell'offerta di istruzione e formazione tecnica professionale" (punto 10.6) e la Tipologia di azione è la "Formazione formatori, orientatori e docenti". Questo è l'asse specifico sul quale abbiamo il metodo Montessori.
La finalità dell'intervento è dunque quella di diffondere il metodo educativo montessoriano e non quello di ridurre il tasso di disoccupazione.
E' noto a tutti che la pedagogia montessoriana è diffusa in tutto il mondo, molto più intensamente in altri Paesi rispetto all'Italia dove la Montessori ha i natali. Questa è una cosa che ci deve far riflettere molto e l'Assessorato, come sapete, anche quest'anno, non è nella risposta però lo dico, nel dimensionamento scolastico ha dato parere favorevole all'ampliamento delle scuole montessoriane su tutto il territorio. Ci tengo a precisarlo perché mi fa piacere che lo sappiate.
E' una metodologia educativa e di istruzione che punta, sin da subito, all'uso delle "mani" nell'apprendimento e sapete come questo può essere importante anche nell'ottica dell'alternanza scuola-lavoro e dell'apprendistato di primo livello.
Si evidenzia, infine, che la formazione dei docenti circa il metodo Montessori costituisce una linea d'intervento del Por Marche Fse 2014/2020, espressamente prevista dal Documento di attuazione del Programma.
Il fatto che l'intervento sia destinato a docenti di ruolo, assunti con contratto a tempo indeterminato nel sistema statale dell'istruzione, risponde alla necessità di non creare condizioni di disparità di trattamento tra i cittadini nell'accesso al mercato del lavoro.
Infatti, il titolo di "Differenziazione didattica Montessori" costituisce requisito premiale per gli incarichi di docenza nel sistema pubblico di istruzione; non avendo la possibilità di farlo conseguire gratuitamente a tutti i marchigiani che ne hanno le potenzialità, si è ritenuto opportuno rivolgere l'intervento ai soli lavoratori dal momento che, come detto, la sua finalità è la diffusione del metodo didattico.
La gratuità della partecipazione all'azione formativa è prerogativa di tutte le azioni sostenute dal cofinanziamento Fse e l'accesso alle stesse è consentito a tutti i cittadini residenti nelle Marche in possesso degli altri requisiti richiesti, senza preclusione alcuna. Aggiungo, come seconda cifra che non è stata scritta, che la Regione Marche con il bando che prevede la formazione per i docenti del metodo Montessori ha dato questa gratuità, mentre nelle regioni vicine si pagano fior di quattrini. Lo voglio dire perché mi sembra importante ribadirlo, tanto che dall'Emilia-Romagna volevano iscriversi nelle Marche in quanto gratuito, rispetto ad un costo di 2/3 mila euro per ogni docente. Noi abbiamo permesso questo.
Vorrei ribadire, vedo che non è stato scritto e ci tengo molto, la gratuità di questo metodo che è stata proposta con un bando specifico della Regione Marche, ed insisto, a docenti di ruolo, non per fare discriminazioni, ma non possiamo aprire ad una platea di insegnanti che non sono di ruolo e il metodo Montessori dà una premialità, quindi avremmo creato un disagio a coloro che non sono di ruolo.
Quest'ultimo elemento determina la condizione di pari opportunità; pertanto, chi ha conseguito il titolo frequentando un corso autorizzato, pagando l'iscrizione, può averlo fatto per svariate motivazioni, non ultima quella di avere migliori requisiti per inserirsi nel mondo del lavoro; chi interessato ora ha avuto la possibilità di iscriversi.
Verificati gli esiti delle azioni formative in corso, c'è la possibilità di prevederne una nuova edizione (l'abbiamo già messo in conto) per cui altri insegnati interessati potrebbero avere la possibilità di contribuire al conseguimento dell'obiettivo strategico dell'intervento di cui abbiamo parlato.
Vorrei ribadire che non è l'asse dell'Fse rivolto ai disoccupati e vorrei ribadire che lo scopo è migliorare l'offerta formativa, non andare ad incidere sulle graduatorie di coloro che non sono di ruolo, la volontà del dimensionamento è quella di favorire il metodo montessoriano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta, ma non è sicuramente quella che ci aspettavamo perché non ha risposto precisamente a quanto avevamo chiesto.
E' incomprensibile che docenti di ruolo che hanno anche il loro stipendio debbano frequentare questi corsi in maniera gratuita, quando un insegnante precario che vuole formarsi con il metodo Montessori deve farlo a pagamento, con cifre non indifferenti. Ricordo che si parla di 2 mila euro circa oltre alle spese per raggiungere i luoghi generalmente distanti dalle sedi, con il sacrificio di seguire questi corsi la domenica, tutte le domeniche ed i festivi.
Un insegnante di ruolo veramente motivato questo metodo, che conosco alla perfezione senza aver frequentato corsi, ma con l'autoformazione e con i corsi di aggiornamento, che anch'io parzialmente adottavo, ce l'ha “nel sangue” e lo conosce perché non è nuovo.
L'insegnante è motivato dalla voglia, dalla volontà e dall'apprezzamento del metodo e non dal fatto che il corso sia gratuito per cui lo frequenta. Non è questa la motivazione per un docente di ruolo che poi molto spesso è anche prossimo alla pensione, quindi non so se il fatto che il corso sia gratuito sia una motivazione sufficiente a coinvolgere docenti di ruolo.
Oltretutto non si capisce come mai sia stata fatta questa scelta e siano stati investiti dei fondi regionali senza l'intenzione di far diminuire la disoccupazione.
In ambiente scolastico le difficoltà non sono tanto nei metodi. Gli insegnanti che vogliono auto-aggiornarsi ogni anno hanno la possibilità di un'infinità di corsi, gratuiti o on line. Ci sono anche diverse piattaforme alle quali ho partecipato, sia come discente che come docente.
A me sembra che questa cosa sia fatta ad hoc per favorire i corsi, non certamente a beneficio degli insegnanti, degli alunni, anche perché l'insegnante veramente motivato già applica il metodo.
Non penso neanche che questa sia la modalità ideale per estenderlo a più scuole perché sarebbe bene inserire all'interno del corpo docente insegnanti già formati con il metodo Montessori.
Non siamo assolutamente soddisfatti delle motivazioni date dall'Assessore, apprezzo i suoi sforzi, ma la disparità c'è tra chi non ha lavoro e con difficoltà economiche ha dovuto pagare il corso e chi percepisce uno stipendio ed ha questa possibilità gratuita. Si alletta la frequentazione di orsi che un insegnante motivato non avrebbe bisogno di fare. Grazie.
Interrogazione n. 702
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Requisiti minimi studi professioni sanitarie: studio fisioterapista”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 702 del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Per conto del Presidente, in merito all'interrogazione in oggetto, specifica quanto segue.
Punto 1) - Con l'approvazione del Regolamento regionale n. 1/2018 gli Studi di fisioterapisti sono collocati tra gli studi delle professioni sanitarie, ovvero trattasi di strutture che erogano prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione da parte di professionisti che hanno un titolo abilitante e pertanto soggette ad autorizzazione all'esercizio da parte della Regione.
Punto 2) - Il DM n. 741/1994 individua la figura del fisioterapista con il seguente profilo: il fisioterapista è l'operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita.
Sempre il DM n. 741/1994 stabilisce che, in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il fisioterapista:
a) elabora, anche in equipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile;
b) pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;
c) propone l'adozione di protesi ed ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia;
d) verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.
La IV Commissione potrà valutare di far rientrare questo requisito minimo organizzativo "E' fatto obbligo di acquisire, prima del trattamento fisioterapico, la prescrizione medica con relativo piano di trattamento (contenente almeno indicazione medica sulla diagnosi clinica-funzionale di malattia, tipologia di trattamento e numero di sedute prescritte)", solo per gli studi accreditati o convenzionati.
Si trasmette in allegato la sentenza del Consiglio di Stato N. 00752/2015 che ha statuito in materia.
Punto 2) “nell'ipotesi contraria, quali siano i tempi di predisposizione ed approvazione del regolamento suddetto, e se non ritenga che i tempi debbano essere brevissimi”, qui si dice che i termini saranno brevi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Sapevo che il manuale di autorizzazione era fermo in IV Commissione, quindi auspico che venga fatto in quella sede, che è quella competente, un lavoro di approfondimento per poter arrivare ad un parere. Per questa ragione ho anche atteso prima di fare l'interrogazione sperando che la Commissione potesse licenziare il parere in tempi rapidi, poi però l'ho fatta per comprendere in realtà le ragioni di uno specifico punto, che è contenuto nella seconda parte dell'interrogazione, che secondo me non ha molto fondamento, ed è questo: qualora il manuale passasse, gli studi di fisioterapia potranno essere autorizzati a trattare solo i pazienti che hanno una prescrizione medica con il relativo piano di trattamento. E' questo che non funziona e faccio un esempio che mi ha riguardato personalmente. Se uno ha un dolore al braccio perché si è fatto male, non necessariamente deve andare dal medico, potrebbe andare immediatamente dal fisioterapista, potrebbe scegliere liberamente di andare, se invece passasse questa formula questa cosa non sarebbe più possibile, io non posso andare dal fisioterapista se prima non ho una prescrizione medica. Mi pare una cosa abbastanza assurda, soprattutto nei confronti dei fisioterapisti perché se accettassero pazienti che non hanno la prescrizione medica andrebbero contra legem, oppure contro l'autorizzazione.
Questo aspetto mi è stato posto da professionisti e su questo credo che sarebbe utile intervenire, ho colto l'occasione dell'Aula sperando che la IV Commissione approfondisca presto la cosa.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, soprattutto per quella relativa al primo punto al quale ha risposto esattamente a ciò che volevo sapere.
Comunicazione ai sensi dell'articolo 55, 4 comma, del Regolamento interno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vorrei solo dire che presenterò a giorni una proposta di legge su questo tema, ce l'ho già pronta da qualche giorno, proprio per risolvere il problema a cui ha accennato il Consigliere Busilacchi.
La presenterò la prossima settimana, è una proposta di legge che è simile a quella che ha fatto l'Abruzzo, la Toscana ed altre Regioni. Grazie.
Interrogazione n. 704
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Interventi di difesa del suolo e Consorzio di Bonifica”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 704 del Consigliere Giorgini. Ha la parola per la risposta l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente.
Punto 1 - Il Soggetto attuatore degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico (per conto del Commissario Straordinario delegato - Presidente della Giunta regionale) e il Consorzio di Bonifica delle Marche hanno stipulato n. 3 convenzioni di avvalimento per la realizzazione dei seguenti interventi previsti nell'accordo di programma sottoscritto il 25 novembre 2010, tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Marche per la programmazione e il finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, come aggiornato con i successivi atti integrativi del 15 ottobre 2014, del 5 dicembre 2016 e del 20 dicembre 2017:
1) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Senigallia (AN). Località Fiume Misa. Sistemazione idraulica Fiume Misa". Importo ammesso a finanziamento: 2.000.000 euro;
2) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Senigallia (AN). Località Fiume Misa. Lavori di sistemazione idraulica Fiume Misa". Importo ammesso a finanziamento: 2.420.000 euro;
3) Convenzione di avvalimento del 22 dicembre 2016 per la progettazione, l'appalto e l'esecuzione dell'intervento "Comune di Vallefoglia (PU). Località Montecchio - Via Da Vinci. Consolidamento e protezione versante in frana nel centro abitato di Montecchio". Importo ammesso a finanziamento: 400.000 euro.
È stato inoltre sottoscritto un accordo relativo alla verifica dei progetti inerenti l'edilizia sanitaria per la ricostruzione post sisma.
Inoltre, al Consorzio di Bonifica delle Marche è stata affidata l'attuazione, non mediante stipula di convenzione di avvalimento ,bensì mediante delega di funzioni di cui al decreto del Commissario Straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico n. 1 del 30 marzo 2018 e successivo disciplinare di delega sottoscritto in data 19 aprile 2018, dei seguenti interventi, ugualmente previsti nel sopra citato accordo di programma MATTM-Regione Marche e nei successivi atti integrativi, ovviamente non leggo gli interventi riportati nella risposta che poi le lascio.
Punto 2 - La possibilità di avvalersi del Consorzio di Bonifica delle Marche per la realizzazione di opere di difesa del suolo (sia idrauliche che di consolidamento versanti) è espressamente prevista tra le facoltà dei Commissari Straordinari delegati contro il dissesto idrogeologico, come disposto dall'articolo 10, comma 4, del decreto-legge n. 91/2014 convertito dalla legge n. 116/2014.
Stante tale previsione normativa, la scelta di avvalersi del Consorzio di Bonifica delle Marche per l'attuazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico è stata operata sulla base delle funzioni istituzionali del Consorzio stesso, come stabilite dalla legge regionale n. 13/2013.
In particolare il Consorzio può svolgere per conto dello Stato, della Regione e degli enti locali la progettazione e l'esecuzione delle opere pubbliche di rispettiva competenza (articolo 14, comma 1, lettera h della citata legge regionale n. 13/2013).
In relazione alla realizzazione degli interventi di ricostruzione post sisma degli immobili inerenti l'edilizia sanitaria si rappresenta che in data 29 maggio 2018 è stato siglato tra Regione Marche, Ufficio Speciale per la Ricostruzione e Asur Marche l'accordo per la realizzazione degli interventi de quo.
Gli elaborati progettuali relativi agli interventi in parola devono essere sottoposti a verifica ai sensi dell'articolo 26 del D.Igs. 50/2016 e successive modificazioni, il quale disciplina la materia della verifica dei progetti, indicando i soggetti abilitati ad eseguirla.
Né l'Ente Regione Marche, né l'Ufficio speciale per la ricostruzione e né l'Asur Marche sono soggetti idonei, pertanto avendo la Regione Marche la necessità di avvalersi delle competenze del Consorzio di Bonifica delle Marche per l'espletamento delle attività di verifica, sopra indicate, la stessa ha stipulato apposito accordo con il Consorzio di Bonifica delle Marche, sottoscritto in data 26 luglio 2018. Nello specifico verranno verificati i progetti relativi ai nuovi ospedali di: Amandola, Fabriano e Tolentino.
Punto 3 - In quanto espressamente previsto dalla legge, per l'utilizzo del Consorzio di Bonifica delle Marche, quale ente attuatore di interventi di difesa del suolo, non sono richieste particolari verifiche preliminari in ordine alle competenze professionali e alla capacità gestionale. Si fa presente ad ogni modo che il Consorzio stesso è un ente certificato UNI EN ISO 9001-2008 certificazione del sistema di gestione per la qualità che, tra l'altro, consente al Consorzio di effettuare internamente e senza necessità di incarichi esterni l'attività di verifica preventiva di progetti di qualsiasi importo, ai sensi dell'articolo 26 del D.Lgs 50/2016 (codice dei contratti pubblici).
Punto 4 - La struttura che, dal punto di vista amministrativo, autorizza, controlla, monitora e approva progetti, lavori e attività connessa con la realizzazione degli interventi affidati al Consorzio di Bonifica delle Marche è, per conto del Commissario Straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, il Soggetto Attuatore degli interventi di Mitigazione del Rischio Idrogeologico individuato con decreto commissariale n. 1 del 26 giugno 2017 nel dirigente del Servizio tutela, gestione e assetto del territorio della Regione Marche.
Per gli interventi di edilizia sanitaria la struttura regionale competente è la P.F. Edilizia sanitaria ed ospedaliera.
Punto 5 - Si fa presente che le opere, una volta realizzate e collaudate dal Consorzio di Bonifica delle Marche per conto del Commissario Straordinario delegato, saranno trasferite ad ogni effetto di legge al soggetto pubblico competente in via ordinaria per la gestione e la manutenzione, che nel caso delle opere idrauliche è la Regione o il Consorzio di Bonifica stesso, a seconda della classificazione delle opere idrauliche su cui si interviene o del tratto di corso d'acqua interessato, mentre nel caso di opere di consolidamento dei versanti è il Comune. Pertanto non si ravvedono profili di responsabilità in capo al Consorzio, derivanti dalla gestione di queste opere, oltre quanto previsto ordinariamente dalla legislazione vigente.
Punto 6 - Le procedure di affidamento dei lavori in capo al Consorzio di Bonifica delle Marche vengono espletate dal Consorzio stesso, accreditato quale stazione appaltante presso l'Anac, pertanto senza necessità di avvalersi della Suam né di altre stazioni appaltanti o centrali di committenza.
Punto 7 - Nelle convenzioni in essere con il Consorzio di Bonifica delle Marche non sono previsti oneri finanziari a carico della Regione Marche né a carico della contabilità speciale intestata al commissario straordinario delegato, poiché l'intero ammontare delle risorse è destinato alla realizzazione degli interventi e non sono contemplati compensi per il Consorzio, fatta salva l'attribuzione del fondo per funzioni tecniche di cui all'articolo 113 del decreto legislativo n. 50/2016 (codice dei contratti pubblici), che viene riconosciuto all'Ente Attuatore nella misura massima dell'80% del 2% dell'importo dei lavori posto a base di gara e per la quota corrispondente alle sole attività effettivamente svolte dall'Ente Attuatore con proprio personale e non affidate all'esterno. Grazie
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per la risposta, poi valuterò quello che gli uffici hanno scritto.
Il Consorzio di Bonifica è nato per fare determinati lavori, come la bonifica agraria, la bonifica idraulica e l'irrigazione. Quello che mi domando è: che c'entra il Consorzio di Bonifica con la ricostruzione o la messa in sicurezza dell'edilizia sanitaria delle Marche? Cosa c'entra l'assegnazione della tutela della costa, della difesa del suolo, dei fiumi di secondo livello? Non riesco a capire anche perché lei ha detto che non sono previste verifiche professionali. Ma la domanda che si fa il Genio civile, non che mi pongo io o quelli del Movimento 5 Stelle, è: “Ma noi che ci stiamo a fare qua?” Oltretutto credo che il Consorizio di Bonifica, Assessore, purtroppo non ho il tempo ma avrei tante cose da dire, secondo il nostro modo di vedere ed anche quello del Genio civile, non abbia le professionalità per fare tutto il compito che gli è stato assegnato. Questo è gravissimo, Assessore, ve ne dovete rendere conto? Non facciamo come l'Erap, ve l'avevo detto in quest'Aula, non facciamo con i Consorzi di Bonifica la stessa storia dell'Erap anche perché credo che il Consorzio di Bonifica debba dare tutti affidamenti esterni, non avendo le professionalità. Da quello che mi risulta ha un solo geologo, come farà a fare tutti questi lavori? Credo che qualcosa toccherà fare per risolvere questo annoso problema del Consorzio di Bonifica.
Da quando siamo qui sembra che il Consorzio di Bonifica sia peggiore della caccia, parliamo sempre di questo, ma dai e dai questo problema non si risolve.
A Roma stiamo tentando di ridare al Consorzio di Bonifica, con una legge che stiamo preparando, il compito che aveva quando è nato, cioè la bonifica agraria, non la sistemazione degli ospedali o dei fiumi di secondo livello o addirittura le coste. Cercheremo di dare un senso ad ogni ente di diritto pubblico, ad ogni ente regionale, ognuno deve fare il proprio compito, perché in questo caso i dipendenti, l’alta professionalità del Genio civile stanno a guardare.
Questo è quello che la Giunta regionale sta facendo e credo che sia un percorso sbagliato ed è un errore gravissimo bypassare completamente il Genio civile su queste cose. Grazie comunque per la risposta.
Interrogazione n. 701
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Stato attuazione pagamenti elettronici on line”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 701 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Con delibera di Giunta regionale n. 1498 del 23 ottobre 2012 la Regione Marche si è posta come intermediario tecnologico e soggetto facilitatore per gli enti locali per l'erogazione dei servizi di pagamento ed in quanto tale è censito nell'elenco intermediari dell'Agid.
Con delibera di Giunta regionale 264 del 10 marzo 2014 ha conseguentemente definito le modalità attuative dell'erogazione dei servizi di intermediazione tecnologica della Regione Marche per i pagamenti elettronici agli enti strumentali, locali e del comparto sanitario.
Per quanto riguarda i servizi di pagamento, la Regione Marche ha istituito il "Sistema Informativo regionale dei pagamenti elettronici Mpay", al fine di offrire agli enti locali marchigiani uno strumento per l'erogazione ai propri cittadini ed alle imprese dei servizi di pagamento on line, con un investimento dal 2014 per la manutenzione evolutiva e servizi di gestione di 223.340 euro. Tale sistema informativo, accedibile all'indirizzo mpay.regione.marche.it e già utilizzabile anche da smartphone, consente l'interoperabilità tra le amministrazioni e i Prestatori di servizio di pagamento che hanno aderito al nodo dei pagamenti nazionale, rispettando le indicazioni normative sulla materia e garantendo a cittadini e alle imprese ii pagamento di somme dovute alla Regione Marche e alle amministrazioni per le quali la Regione Marche funge da intermediario.
La Regione Marche ha attivato sulla piattaforma i seguenti pagamenti:
• bollo auto;
• donazioni per il terremoto;
• oneri istruttori per richiesta autorizzazione unica impianto a fonti rinnovabili;
• canone concessione derivazione;
• canone concessione occupazione;
• spese istruttorie e contributo idrografico;
• licenze annuali.
È in corso di rilascio il pagamento del "Segno Identificativo/Bollino Verde - articolo 11 comma 3 legge regionale n. 19/2015".
Inoltre le aziende sanitarie hanno attivato il servizio dei pagamenti delle prestazioni sanitarie.
In particolare la Regione Marche consente a ciascun ente di attivare tutti i modelli di pagamento previsti dalla piattaforma PagoPA:
• pagamento dal portale dell'Ente o dal portale MPay (modelli 1 e 2);
• pagamento presso i canali dei PSP (modello 3).
Mpay prevede una rendicontazione giornaliera delle transazioni di pagamento veicolate attraverso il nodo SPC di Agid (PagoPa). Per ognuna di esse vengono forniti i relativi dati, contenenti le informazioni chiave ricevute dal Sistema dell'Ente e/o in fase di invocazione del pagamento, che consentono all'Ente di poter aggiornare le proprie posizioni contabili.
Inoltre il sistema prevede un servizio di estratto conto on-line che fornisce al cittadino, in un unico punto, tutta la sua situazione debitoria nei confronti dell'Ente convenzionato. Pertanto Mpay può essere alimentato con i dati di carico dell'Ente in varie modalità (i dati di carico possono essere aggiornati con l'invio dei pagamenti acquisiti dall'Ente attraverso i canali convenzionali e con le eventuali variazioni di carico relative ad esempio a sgravi o rateizzazioni, al fine di garantire l'attualizzazione del dato reso disponibile al cittadino nel suo estratto conto).
La Regione Marche garantisce a tutte le amministrazioni l'utilizzo gratuito della piattaforma ed in particolare, per gli enti che hanno aderito al progetto regionale MaRius (le Marche Riusano), anche il supporto per l'avvio dei servizi di pagamento, un servizio di help desk per i cittadini e il supporto alle transazioni, alla quadratura contabile e alla rendicontazione per gli operatori degli enti.
Alla data attuale è attiva la Regione Marche ed altri 130 enti sul territorio regionale, che hanno richiesto l'intermediazione della Regione Marche e sono quindi attivi attraverso il portale MPay con il seguente dettaglio:
- comuni 105
- altre aziende e enti convenzionati 11
- provincie e unioni 10
- enti sanitari 4
Sono stati attivati sul portale Mpay complessivamente 920 servizi di pagamento, tutti fruibili anche tramite smartphone.
Con DDPF n. 68 del 12 settembre 2016 la Regione Marche ha incentivato i comuni per l'integrazione e l'utilizzo della piattaforma regionale di pagamenti Mpay per consentire ai cittadini i pagamenti on line di tutte le pendenze verso i vari enti e l'accesso alle proprie posizioni debitorie, fornendo un unico sistema di front end delle posizioni debitorie del cittadino/impresa. Al bando hanno partecipato per questa specifica linea di intervento 219 enti per un importo totale richiesto di 1.156.000 euro che sono stati ammessi tutti a finanziamento e attualmente stanno attuando i progetti finanziati nell'ambito e a conclusione del quale saranno previste campagne informative verso i cittadini e le imprese. Verranno inoltre investiti ulteriori 188.000 euro dei fondi Por Fesr per la manutenzione della piattaforma regionale.
Nella pagina del sito regionale sono messe a disposizione le procedure amministrative e tecniche per usufruire della piattaforma dei pagamenti regionali Mpay.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio l’Assessore. Ovviamente spero che tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile ed è noto e palese a tutti che il pagamento on line è rispettoso di alcune prerogative che spettano di diritto ai cittadini.
Il pagamento on line evita il traffico e l’intasamento nelle città e nei paesi, evita l’inquinamento, evita anche la dimenticanza e quindi l’evasione di alcuni pagamenti relativi ai tributi. E’ sicuramente il metodo futuro per una maggiore trasparenza e per una maggiore vivibilità dei cittadini marchigiani.
Quello che manca in questa risposta, che secondo me è un obiettivo da raggiungere, visto che molte persone che hanno ispirato questa mozione non sono a conoscenza di questi metodi, è una campagna informativa adeguata perché la gente possa sapere che non deve alzarsi, uscire di casa, prendere la macchina, ma può fare tutti i pagamenti sia dei servizi sia delle imposte attraverso i vari metodi di pagamento, attraverso sia il computer che lo smartphone.
Raccomando una maggiore campagna di informazione per i cittadini, che è semplice da portare avanti, addirittura con costi minimi se la campagna viene fatta attraverso i social o attraverso la piattaforma digitale. Questo è sicuramente un impegno importante, sono innovazioni tecnologiche che non costano tanto, ma che portano benefici sia economici che alla qualità della vita dei cittadini.
Interrogazione n. 732
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Procedure di stabilizzazione (D.lgs. n. 75/2017 - Decreto Madia) per il personale precario dei centri per l’impiego in possesso dei requisiti previsti”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 732 del Consigliere Minardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Con riferimento alle questioni poste dall'interrogante, si chiarisce che la Giunta ha già avviato il processo di rafforzamento dei Centri per l'impiego della Regione Marche e, con la delibera di Giunta regionale n. 1438 del 29 ottobre 2018, ha adottato una serie di provvedimenti e di atti di indirizzo per realizzare tale programma a cui dovranno necessariamente concorrere anche le autorità statali dell'Anpal e del Ministero del lavoro e politiche sociali.
Nell'ambito di tali attività è anche prevista la ricognizione, da parte del Servizio risorse umane, organizzative e strumentali, del personale avente titolo alla stabilizzazione, di cui all'articolo 20 del D. Lgs. 25 maggio 2017 n. 75, che, in deroga alle disposizioni vigenti in materia di pubblico impiego, potrà vedere trasformato il proprio rapporto di lavoro flessibile in rapporto a tempo indeterminato nei limiti delle complessive risorse finanziarie trasferite alla Regione Marche dal predetto Ministero.
Con successiva delibera adottata nella seduta del 27 novembre 2018 n. 1619, la Giunta ha integrato il Piano dei fabbisogni di personale per l'anno 2018, approvato con la propria precedente deliberazione n. 1346 del 13 novembre 2017, al fine di dare corso alla stabilizzazione del personale precario assegnato alle politiche attive del lavoro, in servizio presso i centri per l'impiego, secondo le previsioni di cui ai commi 795 e 796 dell'articolo 1 della legge n. 205/2017, i cui contratti di lavoro flessibile erano stati trasferiti dalle Province alla Regione Marche con delibera di Giunta regionale n. 636 del 14 maggio 2018, il tutto nel rispetto dei requisiti fissati dall'articolo 20 comma 1 del D. Lgs 75/2017.
Nella prima settimana del mese di dicembre con Decreto RUO n. 632 del 4 dicembre 2018 è stato pubblicato il bando per l'accesso alla stabilizzazione che dovrà concludersi entro l'anno corrente.
La stabilizzazione dovrebbe interessare circa 74 unità di personale precario mentre per le restanti unità che non posseggono i requisiti per la stabilizzazione si valuterà la possibilità di proroga del contratto a tempo determinato a decorrere dal 1 gennaio 2019, salvi ulteriori eventuali provvedimenti che potranno essere adottati in conformità all'articolo 35 del D. Lgs 165/2001.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che sia importante la conclusione di questo iter, così come ha detto l’Assessore Casini, per cui da subito mi dichiaro soddisfatto.
Le competenze dei job e della formazione prima erano in capo alle Province e con la loro riforma, legge 56/2014, c’è stato il passaggio delle competenze, delle funzioni che di fatto la Regione con la legge 13/2015 e con le successive modifiche si è assunta, a partire dalle funzioni non fondamentali, sia come funzioni che come personale.
E’ chiaro che il trasferimento delle funzioni e del personale ha portato anche ad un passaggio di competenze, di difficoltà ed in alcune fasi anche di incertezze, soprattutto per quello che riguarda i contratti di lavoro. La Regione ha fatto tutto quello che doveva essere fatto.
Devo riconoscere che il personale precario che lavora nei centri per l’impiego della Regione Marche ha garantito e garantisce tuttora la continuità e la funzionalità dei servizi fondamentali per il cittadino, nel rispetto dei livelli essenziali e delle prestazioni indicate, avendo acquisito un livello di conoscenza, di competenza e di esperienza che è servito e serve per esercitare un ruolo fondamentale di sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici.
A partire dal 2015 ogni fine anno il personale precario, ma anche quello di ruolo, ha avuto momenti di incertezza perché c’è sempre stato il problema del rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, contratti che sono flessibili e con l’ultimo atto, quello della finanziaria 2018, approvato con la legge di stabilità n. 205 del 2017, il personale è transitato in capo alle Regioni comprese le risorse, che sono state assegnate in deroga ai piani del fabbisogno.
Adesso non c’è l’Assessore Cesetti, ma con lui abbiamo seguito passo passo, ogni fine anno, questi difficili passaggi perché i contratti a tempo determinato scadono, ad ogni fine anno c’è stata l’esigenza di trovare una norma nazionale che coprisse la continuità per questi lavoratori che pur precari garantivano i servizi nei job center. L’ultimo atto, che è quello della legge di stabilità nazionale, la n. 205, l’abbiamo fatto correggere a livello nazionale perché una interpretazione un po’ rigida rischiava di lasciare a piedi tutti i dipendenti precari dall'1 gennaio 2018.
I lavoratori che garantiscono i servizi nei Centri per l’impiego delle Marche sono 80 persone, di cui 40 nella provincia di Pesaro e Urbino, e dopo l’approvazione della legge Madia, decreto legislativo 75 del 2017, si aspettavano una stabilizzazione.
Prendo positivamente quello che ha detto l’Assessore Casini, gli atti che sono stati approvati dalla Giunta e il decreto di stabilizzazione di questo personale consentono di stabilizzare le persone con un contratto di lavoro precario. La legge Madia prevede di stabilizzare il personale che al 31 dicembre 2017 ha 3 anni di servizio negli ultimi 8 anni in deroga ai limiti assunzionali.
Concludo dicendo che il lavoro fatto è importante, dà risposte concrete e certezza ai quei lavoratori che negli anni difficili, anche della crisi economica, hanno garantito l’erogazione dei servizi, soprattutto al pubblico, dando risposte a coloro che si recavano nei Centri per l’impiego per cercare uno sbocco lavorativo. Persone che venivano accolte da questi lavoratori precari che oggi vengono stabilizzati.
L’auspicio è che possano rientrare anche le altre 6 unità che ad oggi non hanno i requisiti per la stabilizzazione, comma 2 dell’articolo 20 della legge Madia, che possano rientrare nella prossima tranche di stabilizzazioni.
Ringrazio l’Assessore Casini, l’Assessore Cesetti, la Giunta che hanno lavorato passo passo a questo iter, che ho seguito personalmente dall’inizio per continuare ad erogare i servizi nei nostri Centri per l’impiego. Ringrazio anche il Servizio personale ed il Dirigente, consapevoli che ad ogni inizio di anno, a partire dal 2016, i nostri Centri per l’impiego, se non ci fossero state le nostre azioni o le proroghe date dal Governo nazionale, avrebbero rischiato di non aprire al pubblico a causa dei contratti flessibili. Grazie.
Proposta di legge n. 252
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni
“Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, 2.23 ‘Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini - Ombudsman regionale’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 252 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questo provvedimento è stato discusso in I Commissione, di cui faccio parte, ed è semplicemente la ridenominazione del Garante dei diritti della persona, si chiamerà così e non più “Ombudsman”. Quindi credo che sia superflua, a meno che non ci siano altri interventi, una discussione su questo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Concordo con quanto detto dal Consigliere Urbinati, siamo entrambi nella I Commissione la quale è convenuta sull’utilità della trasformazione del termine “Ombudsman”, difficile soprattutto da pronunciare dalle persone che vengono assistite dal Garante.
Siamo ben felici che questa proposta di legge venga a semplificare anche concettualmente ed intellettualmente il nome di questa Autorità e saremo molto più felici un domani quando vedremo che sarà assistita e garantita attraverso finanziamenti più cospicui perché si occupa di persone svantaggiate da reinserire nella società, e la funzione sociale del Garante è molto importante.
Siamo quindi favorevoli alla modifica della terminologia.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma del Consigliere Giacinti. Non è stato distribuito? Lo leggo: “Il comma 2 dell'articolo 8 della proposta di legge è sostituito dal seguente: '2. Nella legislazione regionale vigente le parole 'Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini' sono sostituite, con i necessari adeguamenti grammaticali, dalle seguenti 'Garante regionale dei diritti della persona'”. L'emendamento è stato trasmesso ieri per e-mail. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 252, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 240
ad iniziativa della Giunta regionale
“Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Auditore e Sassocorvaro, ai sensi della lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 240 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Come preannunciato per l'iscrizione all'ordine del giorno, trattasi della legge relativa al progetto di fusione fra i comuni di Sassocorvaro e Auditore. Si rende necessaria l'approvazione di questo provvedimento al fine di garantire ai due comuni la possibilità di espletare tutte le pratiche e soprattutto di fare in modo che dall’1 gennaio del prossimo anno, la fusione abbia effetto giuridico, motivo per cui è stata promossa.
Ricordo all'Assemblea i risultati delle elezioni del referendum: su 2.012 elettori maschi e 2.018 femmine, per un totale di 4.030 elettori, hanno votato: 1.144 maschi e 1,121 femmine, per un totale di 2.265, 1.591 hanno votato sì, 654 hanno votato no. Per cui invito ad approvare la proposta, anche perché siamo in uno di quei casi in cui non mi sembra ci siano particolari spunti di discussione.
Annuncio a tutti i Consiglieri che in I Commissione abbiamo approvato una legge, speriamo definitiva, sulle fusioni, introducendo ulteriori elementi di riflessione al fine di poter disciplinare un maggior numero di casi e rendere più chiare alcune interpretazioni di casistiche che si possono verificare.
La proposta di legge sarà discussa ad nuovo anno, abbiamo evitato di discuterla prima per non incrociare la traiettoria di questo provvedimento per il quale era già stato bandito e poi effettuato il referendum ed anche se il risultato del referendum è stato univoco, non volevamo inficiare la discussione di questa fusione con il nuovo testo normativo.
Mi fermo qui e invito all'approvazione, vale anche come dichiarazione di voto sulla proposta di legge n. 240. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è un caso di scuola, nel senso che prima i Consigli comunali e poi i cittadini di tutti e due i Comuni, con il referendum, si sono espressi per la fusione. Noi con uno slang particolare in I Commissione abbiamo detto: “Questa è acqua calda”, quindi non c'è nessuna discussione.
Noi siamo rispettosi della decisione dei Consigli comunali, ma soprattutto delle decisioni dei cittadini, perché è vero che il referendum è consultivo, ma se viene chiesto il parere della popolazione questo sicuramente deve contare qualcosa. Non come il caso di Montemaggiore al Metauro dove ha votato contro la fusione, ma si è i fusa per forza, anche se sembra che questo esempio negativo, che ha creato confusione e malcontento, non sia bastato perché, come ha detto il Presidente Giacinti in I Commissione, i voti devono essere calcolati Comune per Comune perché se calcoliamo i voti globalmente, nel caso ci sia un Comune con 100.000 abitanti ed un altro con 10.000 abitanti, anche se tutti i 10.000 del Comune più piccolo votano contro, sono comunque 100.000 contro 10.000. Questo è un caso limite ovviamente. Quello che c'è da dire è che nel momento in cui, noi abbiamo fatto una proposta di legge, i cittadini di un Comune a maggioranza non votano a favore della fusione, il processo si deve fermare. Cito sempre il Presidente Giacinti che in questo caso ha detto: “Io Sindaco, nel momento in cui delibero una fusione, faccio assemblee, faccio incontri con i cittadini, delibero la fusione in Consiglio comunale, sono consapevole dell'approvazione della mia popolazione, o almeno consapevole che la maggioranza gradisce la fusione”.
Nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle si diceva: “Siamo favorevoli e vogliamo favorire la fusione dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, ma questa deve avvenire nella massima trasparenza e nella massima condivisione”. Se ad esempio un Sindaco ed una Giunta decidono la fusione, per ragioni che non sono quelle del benessere dei cittadini, ma per altre, magari di carattere politico, e il referendum dà un esito negativo, e fanno fondere il Comune con altri, è mettersi in un ginepraio, e il PD, visto che già nodi da sciogliere ne ha tanti, si mette anche in questa situazione, mi sembra quasi autolesionista. Noi dell'opposizione siamo contenti perché più voi vi autolesionate, più noi guadagniamo posizioni, però mi sembra che, spogliandomi dalle vesti di antagonista politico, anche con la tradizione dei vostri partiti che si sono fusi nel PD, il consenso, la condivisione e la partecipazione dei cittadini sia nel vostro DNA e non potete ignorare il parere e la volontà dei cittadini.
Questa fusione noi l’approviamo, perché è veramente un caso di scuola, Consigli comunali e cittadini favorevoli, quindi è giusto che si fondano.
L'unico neo che possono trovare in questa proposta di legge è la scarsa fantasia perché il Comune di Sassocorvaro e il Comune di Auditore si fondono ed il nuovo Comune si chiamerà Sassocorvaro Auditore, potevano anche spaziare su un nome più di fantasia, ma forse va bene così, perché le tradizioni e l’identità sono motivi importanti, quindi invito l’Aula a votare questa fusione che viene dalla volontà espressa dai cittadini, come a noi piace fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che stiamo facendo un atto importante per la Regione e in particolare per il territorio dei due Comuni di Sassocorvaro e di Auditore, vedo i due Sindaci che saluto, anche perché molto garbatamente quando hanno iniziato l'iter amministrativo sono venuti a confrontarsi rispetto al percorso da adottare.
Voglio raccontare questo aneddoto al Consiglio regionale, ho consigliato loro: “Siete in due, mettete subito in chiaro nel progetto di fusione che cosa intendete fare il giorno dopo il referendum”, perché non è detto che abbia un risultato chiaro, netto, univoco, come invece è stato, anche perché ci siamo già passati soprattutto nella proposta di legge, che poi abbiamo votato, dei comuni di Colli al Metauro, quando la popolazione di un comune disse no, ma la maggioranza degli elettori e dei Comuni nel loro complesso avevano detto di sì, per cui ci siamo trovati un può nel disagio, nella difficoltà di dover decidere, da una parte l’obiettivo positivo della fusione, dall'altra rispettare le volontà dei cittadini che in quel comune avevano detto di non essere d'accordo.
Credo che fare una fusione sia sempre e comunque un'opportunità positiva, non è vero che piccolo è bello, è vero che c'è sempre, soprattutto nelle piccole realtà, nei piccoli comuni, la difesa del campanile, ma accade anche nelle grandi realtà.
Stare insieme in momenti come questi, quando ci sono meno risorse, quando i Comuni fanno già attività insieme (un Segretario generale oppure un dirigente, o un funzionario, o un direttore dell'ufficio tecnico che copre due o tre comuni, un ragioniere capo che copre due, tre, quattro comuni) dà maggior forza e ovviamente una maggiore opportunità dal punto di vista economico, perché le risorse aggiuntive che arriveranno al nuovo Comune sono la risultanza della fusione, quelle quali i cittadini potranno fruire in termini positivi ed in servizi, perché alla fine l'obiettivo principale è quello di avere risorse aggiuntive per dare servizi in più e più adeguati ai cittadini del proprio territorio.
A volte c'è la fatica di dover superare delle difficoltà, dei problemi, poche convinzioni, c’è chi rivendica l'autonomia, c'è chi rivendica l'indipendenza, però tutto sommato è una grande opportunità. La scelta l’hanno fatta i Sindaci che dall’1 gennaio decadranno, perché ci sarà il Commissario di Governo a governare fino all'elezione del nuovo Comune. Il Sindaco di Auditore mi pare che sia stato eletto quest’anno, il Sindaco di Sassocorvaro da qualche mese in più, però fanno un passo indietro per il bene comune. Credo che sia una bella scelta, una bella opportunità ed anche un grande senso di responsabilità e di condivisione di un progetto politico/amministrativo che è nell'interesse di tutti.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione abbastanza facile, abbastanza semplice, quella di due comuni le cui popolazioni nel complesso hanno dato un risultato positivo, nei due Comuni il quesito referendario stato approvato.
La Commissione ha licenziato il testo che andrà in Aula, non so se prima di Natale o forse a gennaio, che non indirizza, ma mette alcuni paletti rispetto a delle situazioni controverse di cui poi avremo occasione di discutere. Abbiamo discusso a lungo nel merito, Presidente Giacinti, ci siamo anche confrontati a voce alta dicendo: “Se accade questa situazione, se accade quest’altra”, perché può capitare che la popolazione sia favorevole, ma i comuni, alla pari, possono essere favorevoli o contrari, quindi la popolazione è favorevole, ma i Comuni, nel caso siano quattro, possono essere due a favore e due contro, può non esserci la coincidenza fra il numero dei comuni favorevoli o sfavorevoli rispetto alla popolazione che si esprime, quindi, quando non c'è coincidenza è difficile prendere una decisione.
E’ difficile anche per quest'Aula, perché non si vorrebbe violare il volere e il voto dei cittadini, nel contempo però va rispettato il progetto complessivo, perché nel momento in cui si va a votare, si chiede ai cittadini di votare, il referendum è consultivo, l'ultima parola spetta all'Aula, spetta al Consiglio regionale, così come previsto dall'articolo 133 della Costituzione.
Non voglio aggiungere altro, se non fare i complimenti alla popolazione, ai Sindaci dei due Comuni, che sicuramente hanno fatto un buon lavoro. Sono convinto che l’Aula oggi approverà all'unanimità questo provvedimento legislativo. Nelle Marche avremo un Comune in meno, perché di due ne avremo uno, ma avremo creato le condizioni perché le popolazioni possano avere delle opportunità in più, che significano servizi maggiori e di qualità, maggiori risorse, ed alla fine sono convinto che i cittadini sapranno apprezzare. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Cari colleghi, intervengo perché ho seguito da sempre questi aspetti; la prima fusione che si è realizzata nelle Marche è stata quella del Comune di Tre Castelli e so che quando si realizza un risultato come quello di Auditore e Sassocorvaro significa che sono stati privilegiati momenti importanti della convivenza civile e della vita democratica, sicuramente la partecipazione, sicuramente la democrazia. C'è stata e c'è lungimiranza, le popolazioni non rinunciano ad avere il proprio comune se non c'è un progetto ambizioso, interessante, che sia in grado di affrontare il futuro.
Come ha fatto il Consigliere Minardi, voglio anch'io complimentarmi con i Sindaci e con quelle comunità.
Nelle Marche siamo passati da 246 a 228 Comuni, 18 in meno, alcuni li abbiamo persi con una brutta secessione, su questo mi sono soffermato più volte in quest'Aula, oggi non lo faccio, altri invece li abbiamo unificati, quindi si è ridotto il numero perché ci sono stati dei progetti voluti dai Consigli comunali, dalle comunità, e tranne in un caso, quello di Montemaggiore, è sempre prevalsa la democrazia.
Tra l'altro ci sono stati alcuni casi non riusciti, ce ne sono molti, in città significative, penso a Pesaro e Mombaroccio, a Urbino e Tavoleto, a Senigallia e Morra Alba, a Castelplanio e Rosora, o casi in cui i cittadini hanno detto no, Lunano, Piandimeleto, Belforte, era stato uno dei primi referendum ed anche quello non aveva avuto il “si” delle popolazioni, potrei continuare, potrei parlare anche di Piandelbruscolo, oltre all’esperienza positiva di Vallefoglia, però non voglio dire altre cose, anche perché il Presidente Giacinti ha ricordato che ci sono più proposte, di una sono anche uno dei presentatori, poi ce ne sono altre dei colleghi, altre della Giunta e a gennaio discuteremo di riordino complessivo.
Dal mio punto di vista ci deve essere il massimo della chiarezza, laddove il progetto è condiviso si realizza, laddove il progetto non è condiviso non si realizza, ma io sono intervenuto per dire che in qualche modo sulla coscienza dal punto di vista politico ho il comune di Montemaggiore, fino a quando siederò in quest'Aula non avrò nessun Montemaggiore sulla mia coscienza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo. Vorrei anch'io ringraziare i due Sindaci di Sassocorvaro e di Auditore e voglio fare loro i complimenti perché nel corso di questi anni ho visto che la scelta di fare un referendum per una fusione è sempre difficile, soprattutto per un Sindaco, in comunità piccole, dove ognuno conosce il proprio vicino, magari scelte di questo tipo possono essere anche negative dal punto di vista politico. Però loro hanno avuto la forza di andare avanti, hanno avuto la capacità di cogliere l'opinione dei loro cittadini e i risultati gli hanno dato ragione, in una comunità, l'ha già accennato il Consigliere Giancarli, che qualche anno fa aveva tentato di fare una fusione che purtroppo è andata male, quindi, ancora complimenti perché provare dopo un’esperienza negativa, che è praticamente al confine, è stato un ulteriore segno di lungimiranza.
Il Consigliere Minardi ha già accennato a tutte le opportunità che una scelta di questo tipo porterà a favore dei cittadini, capacità di offrire più servizi, fare più investimenti, Una comunità che grazie a questa scelta riuscirà a migliorare la qualità della vita e quindi avrà anche la capacità di attrarne di nuovi e di mantenere i propri residenti.
Oggi non dobbiamo parlare della legge che verrà portata a gennaio, oggi parliamo di questa, e su questa do sicuramente il mio voto favorevole, ma secondo me quello che oggi manca è una normativa statale che vada in questa direzione, perché non è pensabile che con le difficoltà e le criticità che gran parte dei Comuni italiani vivono … Noi siamo un Paese in cui sono dei comuni molto piccoli, sotto i 1.000 abitanti, sotto i 2.000 abitanti, secondo me è necessaria una norma statale che possa in qualche modo incentivare ed anche aiutare quei Sindaci che hanno la forza di portare avanti un percorso di questo tipo, perché le difficoltà di amministrare e fornire servizi a comunità così piccole sono sempre più forti.
Quindi, complimenti alle due amministrazioni per aver deciso con forza di proseguire e di andare avanti in un percorso che dovrebbe essere preso da esempio anche da altre amministrazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Giancarli prima mi ha citato perché nella passata legislatura ho seguito tutte le vicende delle fusioni e delle incorporazioni, le ho seguite, le ho portate avanti da membro della I Commissione, la maggioranza di queste sono andate a buon fine e rispetto alle proposte fatte qualcuna non è andata a termine.
Mi sento oggi di soffermarmi su questo, per complimentarmi e ringraziare i Sindaci di Auditore e di Sassocorvaro, perché hanno saputo interpretare, nel momento in cui è stata fatta la proposta, la volontà del popolo, dei cittadini, ed hanno saputo anche guidarli. E' questo l'aspetto più importante, al di là delle riflessioni che noi andremmo a fare nel cercare di normare nel miglior modo possibile questo percorso, per renderlo più democratico, più corrispondente alla volontà della gente. E' chiaro che nel momento in cui una amministrazione pone sul tavolo la possibilità di una fusione o di una incorporazione lo fa guidando e capendo che i cittadini vogliono arrivare a questo e quindi sono in sintonia con la volontà politica del cambiamento che in quel territorio avviene.
Ecco perché dico questo e mi complimento con i Sindaci perché il risultato che in questo caso è venuto fuori, conferma la volontà delle amministrazioni di arrivare ad una fusione e i benefici di questa scelta li vedranno i cittadini di quel territorio. Quindi grazie ai Sindaci che hanno fatto questo lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Dopo aver ascoltato tanti interventi che hanno elogiato queste fusioni, io voglio esprimere un’opinione contraria.
Noi della Lega non condividiamo le fusioni, gli accorpamenti dei Comuni, perché ad esempio le Marche sono una regione fatta di borghi che magari parlano un dialetto diverso rispetto a quello confinante e questo crea e creerà dei problemi,
Questa è l'analisi che vorrei tentare di fare. Si arriva all'unione dei comuni perché negli ultimi 10 anni, questo è il tempo, è cambiato il modo per finanziare gli enti locali, il territorio, lo strumento vero della vita, della democrazia del Paese, lo strumento terminale o iniziale della vita. Qui bisogna intervenire, non con le unioni dei comuni, è l'impostazione che manca, è un'impostazione che la periferia ha subìto perché è stata stritolata da leggi farlocche e da provvedimenti che hanno concentrato e hanno tentato di distruggere il ruolo della periferia, e per periferia intendo anche le Regioni. E' stato fatto anche un referendum per cercare di far svolgere alle Regioni un ruolo diverso rispetto alla loro autonomia, però il popolo ha capito e ha dato una dimostrazione di alta democrazia, rigettando quelle proposte.
Questa è una riflessione detta anche in modo molto veloce, una considerazione non approfondita, che noi dobbiamo riprendere perché è qui il problema, non nell'unificazione dei comuni, bisogna trovare lo strumento per far vivere questi borghi, questa è la sfida, non quella che ho ascoltato fino a questo momento.
Per quanto ci riguarda, come forza di opposizione in Consiglio regionale, fate queste unificazioni, anche perché su tre Sindaci della provincia di Pesaro non ne è venuto fuori nessuno per la maggioranza di questa Giunta.
Credo che le riflessioni da fare siano ben altre, cari colleghi Consiglieri, è un'altra la cosa da dire su questi borghi, su cui va fatta un'iniziativa diametralmente opposta, per cercare di far sì che le tradizioni e la storia vengano salvaguardate. Poi c'è lo strumento democratico che noi assolutamente condividiamo, è stato chiamato il popolo a votare sulla drammatica situazione amministrativa e i due Sindaci hanno giustamente fatto sapere ai loro concittadini che, probabilmente, facendo questo percorso potrebbe arrivare qualche prebenda.
Però anche qui …, faccio un esempio: cos'è successo nel settore commerciale? Nei paesi le piccole attività artigianali, le piccole botteghe sono stati chiuse, è stata fatta la grande distribuzione, poi un'altra ancora, perché la prima è stata sconfitta dalla seconda. Dopo l'accorpamento dei comuni faremo un comune unico per ogni provincia?
Non è possibile fare questo ragionamento, dobbiamo riflettere in modo diametralmente opposto perché si devono creare le condizioni affinché il territorio si mantenga territorio, con sue tipicità, con le sue particolarità da borgo a borgo.
Naturalmente su questo consenso voteremo positivamente perché democraticamente è stato espresso, ma quest’Aula ha discusso anche di unificazioni farlocche, dove la democrazia è stata calpestata, perché a comuni dove aveva vinto il “no” è stato imposto il “si”, credo che anche questa sia una riflessione da fare in quest'Aula perché le cose sono estremamente importanti e nello stesso tempo delicate.
Se vogliamo mantenere la regione Marche, con la sua tipicità, con le sue caratteristiche, credo che non sia questa, cari colleghi, la strada giusta da sviolinare o da sostenere, anche con un po' di enfasi, perché penso che non siamo sulla strada giusta.
Pongo una domanda a questa Regione sul tipo di modello: cosa vogliamo fare? Siamo sulla strada giusta - in particolar modo voi della maggioranza - o dobbiamo completamente modificare delle impostazioni per aiutare i borghi a rimanere tali, continuando a svolgere la loro attività sul territorio, anche quella che ho citato all'inizio, il ruolo del dialetto e delle tradizioni che ogni paese, ogni borgo ha nella regione Marche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Solo per aggiungere un saluto ai Sindaci di Sassocorvaro ed Auditore per questo impegno che si sono presi e per il risultato che hanno portato a compimento, visto e considerato che anche il referendum, che è un aspetto fondamentale nel procedimento delle fusioni di due o più comuni, è andato in una direzione univoca, senza discussione alcuna.
Senza aprire e tornare sulla discussione di quella legge che ci vedrà impegnati a inizio anno nella seduta in cui verrà posta in discussione, vorrei ricordare i contorni in cui bisogna muoversi quando si parla di fusioni o di ridelimitazione delle circoscrizioni comunali o provinciali.
E' la Regione che tramite una sua legge arriva a determinare la scelta che fanno i comuni ovviamente, la Regione ci giunge attraverso una legge che non può ricomprendere tutta l'universalità dei casi che si possono verificare, magari quando ci sono due, tre, cinque comuni, i referendum vanno in un verso, viceversa in altri casi, quindi bisogna cercare di trovare una sintesi che serva comunque e in ogni caso da aiuto, da ausilio, ad una decisione finale che comunque spetta all'Assemblea legislativa. Questo è il tema. In ogni caso l'Assemblea legislativa discute e nessuno vieta che un caso possa differire da un altro, perché magari i contesti sono diversi, possono verificarsi situazioni ben diverse, i risultati dei referendum possono andare in una direzione piuttosto che in un'altra.
E' per questo motivo che il legislatore e nel caso specifico la Costituzione, all'articolo 133 demanda alla Regione e quindi a questa Assemblea la possibilità di decidere tramite sue leggi il caso che di volta in volta si discute.
Quindi o si modifica il contesto normativo di riferimento, oppure è inutile pensare a vie di uscita che vengano ispirate, come abbiamo avuto modo di discutere molto cordialmente ed approfonditamente con il Consigliere Maggi, da alcune questioni riguardanti il tema delle fusioni dei comuni. Non possiamo scardinare l'impianto e il contesto normativo di riferimento se non lo fa chi lo deve fare.
Il legislatore delinea in maniera chiara e sintetica, ad essere sinceri, i termini di riferimento ed è con questi che ci siamo mossi, senza contravvenire ad un principio cardine.
Avremo modo di tornare su questo argomento quando discuteremo quella specifica legge, che è quello del giusto rilievo degli interessi contrapposti. E' giusto tenere conto della volontà che emerge in una contesto come quello del referendum per la fusione e tenere conto sia del risultato che va in una direzione, ma anche del risultato che va nell’altra, trovare una sintesi quando i casi sono non univoci, come nel caso specifico di cui oggi stiamo discutendo. Non è proprio il mestiere più semplice e farlo attraverso una legge diventa molto complicato e in ogni caso presterebbe il fianco al vulnus della non considerazione degli interessi contrapposti, ma ci torneremo sicuramente quando affronteremo la discussione di quella legge già licenziata dalla I Commissione.
Esprimo, ripeto, il mio augurio al comune di Sassocorvaro Auditore che dall'1 gennaio 2019 diventerà a tutti gli effetti un nuovo comune di questa regione al posto dei due che hanno dato luogo a questa fusione. Anche i complimenti ai due Sindaci che hanno saputo interpretare correttamente lo spirito vero dell'istituto della fusione, immagino che l'abbiano fatto nell'interesse generale delle comunità che amministrano.
Complimenti e auguri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Faccio questo supplemento di intervento, oltre la relazione di minoranza, perché non sapevo che fossero presenti i Sindaci di Auditore e di Sassocorvaro, che e a nome personale e di tutto il Gruppo saluto.
Caro Presidente Giacinti, noi abbiamo fatto una discussione proficua, civile, impegnata, che arricchisce comunque, pur mantenendo le posizioni. Arricchisce entrambi e ne sono grato a lei ed alla I Commissione tutta, però trovare una sintesi non è facile. La sintesi l'hanno fatta i Sindaci dei Comuni di Auditore e di Sassocorvaro quando hanno detto: “Cara Regione, tu devi decidere, tu hai l'ultima parola, ma se i cittadini nel referendum votano contro, non andare avanti”, è semplicissimo, è una soluzione di buonsenso. La soluzione più democratica, che redime tutte le controversie, ce l’hanno data i due Sindaci, i quali hanno raccomandato alla Regione che se in uno dei due Comuni il referendum fosse stato negativo, il processo di fusione doveva fermarsi. Questa è la cosa più semplice possibile, ce l'hanno suggerita i Sindaci che evidentemente hanno fatto una fusione partecipando la propria volontà con la popolazione, hanno sentito la popolazione con i mezzi che potevano mettere a disposizione (assemblee, incontri, colloqui privati e pubblici) e sapevano che la decisione che prendeva il loro Consiglio comunale era partecipata e condivisa dai cittadini.
Ecco la sintesi, è semplicissima, mentre come istituzione e come Consiglio ci andiamo ad impegolare in situazioni diverse, magari dovremmo decidere, in presenza di un comune che nel referendum si esprime negativamente per la fusione, di fermare il processo di fusione, mentre per gli altri comuni si procederà.
E’ mettersi con le proprie mani nelle complicazioni, è mettersi di fronte a critiche che sono fondate e sostanziali, per cui prego l'Aula di riflettere su questo problema su cui abbiamo discusso molto in Commissione.
Faccio ancora un saluto ai Sindaci che sono venuti qui e i complimenti per questa fusione che è stata partecipata con i loro cittadini ed anche per l'indicazione che hanno dato a questa Assemblea legislativa: se il voto dei cittadini di uno dei due comuni fosse negativo fermare la fusione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Visto che applaudano tutti, applaudo pure io e per quanto riguarda i Sindaci, o meglio le comunità interessate, come tutte le altre, credo che non meritino particolari complimenti se non che la loro libera e autonoma intelligenza si è manifestata in una cosa che ha un suo valore. Il valore ce l'ha descritto con i numeri, perché ormai delle chiacchiere penso che si possano fidare soltanto gli sciocchi, il Consigliere Giancarli che ha come me il vizio antico dell’amministratore.
Con questi numeri ci ha ricordato che nelle Marche, dopo tanto tribolare, siamo arrivati a 228 Comuni contro i 246 iniziali, abbiamo riunito 18 comuni, tutti molto piccoli, mentre il dato dei fallimenti è di 6/8. Nel frattempo abbiamo speso pure dei soldi, perché i referendum costano.
Riguardo a questo mi permetto per l'ennesima volta di ricordare quando esistevano le Regioni, negli anni '70, adesso non ci sono più le Regioni, ci sono i Consigli regionali, le Giunte, ma le Regioni in quanto tali, come ente costituzionale, non esistono più, ricordo ancora quando esistevano i comuni, fino agli anni ’90, la prima Repubblica, quando ero Sindaco ed Assessore nella mia città, adesso i comuni non esistono più, sono articolazioni periferiche dello Stato. Cito fatti semplici, succede quello che succede a Corinaldo e le televisioni nazionali non fanno neanche un accenno al fatto che un Presidente della Regione, che è Assessore, si è reso presente, quello non esiste, esiste Salvini, esiste Conte, esistono i Questori, le autonomie locali non esistono più. A seppellire le autonomie locali sono purtroppo le culture, non faccio riferimento alle attuali forze di Governo, per carità, perché non è un fenomeno degli ultimi 6 mesi, loro non fanno altro che certificarlo perché poi chi governa a Roma, comunque sia, è contento di questa roba, anche se 25 anni fa urlava “Roma ladrona” e voleva l'autonomia per la Lombardia. Ci siamo dimenticati di tutto e una volta arrivati a Roma tutti contenti di governare e di opprimere le autonomie locali e regionali. Questo è un dato di fatto, l’hanno fatto più o meno tutti, forse in maniera più soft lo ha fatto il centro destra, ma oggi questo è uno stato di fatto, è una cultura, piace questo, piace essere degli infanti che guardano a Roma come si guarda il nonno, il genitore che risolve i problemi.
Quindi chi ha applaudito a questi comuni dovrebbe ricordarsi che prima di tutti i comuni devono essere questa autonomia e per quello che mi riguarda non solo ne farei qualcuno di più.
Negli anni '70 la bozza dello Statuto regionale prevedeva che le Marche venissero raccolte in 50 Comuni, era un progetto chiaramente naufragato, non se n'è fatto nulla quando ancora, colleghi Consiglieri, nell'entroterra avevamo una concentrazione di popolazione doppia rispetto all'attuale, forse più che doppia rispetto all'attuale e non c’erano stati i terremoti, non c'era stata la grande trasmigrazione dall'entroterra verso la costa, scelleratamente favorita un po' da tutti, diciamo prevalentemente dal Partito Comunista, ma favorita da tutti, perché la costa era il futuro, la costa era l'industria, ed il Partito Comunista di allora fu particolarmente attento a questo tipo di soluzione, anche perché la costa votava più a sinistra dell'entroterra che votava Democrazia Cristiana. Queste erano le cose, quindi ognuno ha seguito un po’ i suoi interessi, adesso la situazione è drammatica, adesso dobbiamo difendere l'entroterra e lo difendiamo solo con grandi, importanti, significative unità comunali, Assessore Cesetti, che con la legislazione attuale non possiamo fare perché questa legislazione, che ha prodotto il governo Renzi, è ridicola, ma non per i proponenti, Delrio e Renzi, ma perché è una cosa ridicola fare un referendum di 300 persone, di 150 persone, a fronte delle macro concentrazioni che abbiamo in tutto il mondo, dei comuni veri e significativi, ma anche in Italia è una cosa ridicola perché la Regione Molise ha lo stesso tipo di legislazione che ha la Regione Lombardia, che è uno Stato e che funziona perché ha i numeri, perché ha l'economia, perché ha le economie di scala, il resto sono cose ridicole. Noi continuiamo a ragionare intorno a cose ridicole!
Io plaudo a quest'iniziativa, mi auguro che ne vengano altre per quel poco che questa legislazione ci può consentire, ma altro dovremmo immaginare, Assessore Cesetti. Qualcuno nella Conferenza Stato-Regioni parla di queste cose o ormai è diventata solo la distribuzione delle briciole, questo era già 5/6 anni fa, figuriamoci oggi, le Regioni vanno lì con il cappello in mano e stanno lì a mendicare 5 milioni in più, 4 milioni in più, ma non si parla più di grandi organizzazioni, di ristrutturazione dello Stato, non si parla di grandi funzionamenti, noi avremo bisogno di un numero di comuni molto più basso dell'attuale, dove si conservino anche le tradizioni, non si può confondere il borgo con il comune, questa è ignoranza politica allo stato puro, che c'entra il borgo con il comune, i borghi sono dentro i comuni, San Severino ha 15/20 borghi, basta conoscere la regione Marche, Cingoli ha 15/20 borghi all’interno dello stesso comune e questo può succedere anche mettendo insieme, come Cingoli che ha 10.000 abitanti, come San Severino che ha 12.500, 6/7 comuni che mantengono la loro specificità, anche amministrativa. Si potrebbe immaginare che il borgo abbia una sua rappresentanza all'interno del comune unito, ma queste sono le cose che dovremmo immaginare pensando in grande e non le cose ridicole delle quali normalmente ci stiamo occupando, tutti schiacciati, e questa è la cosa più terribile, sulla dimensione economica. L'unico dato su cui oggi ragiona la politica è l'economia: quanto costa, quanto mi fa risparmiare.
Mi piego anch'io a questo tipo di ragionamento, che rifiuto in termini di principio perché il valore di una comunità, il valore di un esercizio politico, il valore della democrazia non ha prezzo, invece ormai stiamo mercificando tutto, quindi mi piego a questa logica e dico: “Se fosse questa, sfido chiunque a dirmi che l'unificazione dei comuni costa di più”, visto che anche sulla costa comuni importanti come Recanati e Osimo hanno capito, ben 19 anni fa, nel 1999, che dovevano fare un’unica azienda, una delle più grosse delle Marche, per quanto riguarda l'elettricità, il metano, che poi adesso dobbiamo appaltare, l'acqua e altro. Abbiamo messo insieme 130.000 abitanti per fare una grande azienda che gestisca i servizi, voglio capire come fa un accidente di comune piccolo a poter fare queste cose per conto proprio, non solo non le fa più, ma del comune è rimasto solo un involucro, caro Presidente, perché il resto è tutto fuori, è tutto gestito da altri enti e del comune non c'è più niente. Il Sindaco risponde per il 6/7/8% dei servizi che eroga il comune, tutti gli altri sono fuori, prendiamone atto, diventiamo in questo un Paese un po' più serio, un po' più ordinato, un po' più civile, un po' più capace di essere in questa benedetta concorrenza.
Vogliamo essere sovranisti, vogliamo essere i primi nel mondo, i primi in Europa, e non siamo neanche capaci di decidere di mettere insieme 4 comuni di 500/700 abitanti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Innanzitutto saluto anch'io i rappresentanti dei comuni di Auditore e Sassocorvaro. Vorrei esprimere il voto favorevole a questa proposta di legge perché in questo caso, ovviamente, la popolazione di entrambi i Comuni si è espressa in maniera favorevole, quindi penso che l'Aula, all'unanimità, approverà questa legge.
Ascoltando gli interventi, anche se non seguo tantissimo i lavori della I Commissione, ma leggo qualcosa, se non ho capito male, in I Commissione si sta predisponendo una proposta di legge in cui si potrebbe addirittura forzare la mano. Questo lo ritengo sbagliatissimo, il problema, a mio avviso, sta nella normativa a monte, nel senso che nel momento in cui la popolazione di un comune si esprime in maniera negativa la legge dovrebbe impedire che il processo di unificazione vada avanti, quindi è nella normativa a monte che vedo una lacuna.
Invito i membri della I Commissione, poi quando arriverà in Aula faremo una battaglia su questo, a non fare forzature che sarebbero incomprensibili e antidemocratiche.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Apprezzo i colleghi che vivono di sola aria, però vorrei sapere se è possibile fare una breve pausa per rifocillarci, altrimenti vado a mangiare qualcosa e chiedo che la legge sulla caccia venga discussa dopo le ore 15,00.
PRESIDENTE. Credo che già la Conferenza dei capigruppo si sia espressa per non fare la sospensione.
Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge sulla caccia, ancora la Commissione si deve riunire e non credo che potrà essere portata in Aula prima delle ore 15,00 per cui penso che chi vuole procedere a rifocillarsi lo possa fare tranquillamente.
Andiamo avanti, prima dell’intervento dell’Assessore Cesetti, che è l'Assessore competente, voglio fare una brevissima considerazione.
Non vedo il Consigliere Marconi, ma raccolgo il suo grido di dolore, non voglio lasciarlo solo in quest'Aula, condivido quanto ha detto, perché alcune riforme che sono state fatte negli ultimi anni hanno depauperato la poca autonomia che i comuni, gli enti locali avevano. Basta pensare all'eliminazione dell'ente Provincia, era un ente sussidiario per i piccoli comuni, che dava loro un grande aiuto, soprattutto a quelli dell'entroterra, ed oggi è venuto meno, per cui c'è un aggravio ulteriore di autonomia, di lavoro sui territori da parte dei piccoli comuni.
Do inoltre il benvenuto in Aula ai due Sindaci a nome della Presidenza del Consiglio.
Brevissime considerazioni. Il Presidente Giacinti giustamente ha detto che questa è una legge che non darà adito a tanta discussione, è giusto, invece dà lo spunto per tante riflessioni che sono state fatte, io in particolare ne voglio fare due che ho a cuore.
La prima è stata sviscerata in modo dettagliato dai Consiglieri che sono intervenuti precedentemente, in modo particolare dal Consigliere Maggi, che ha messo in evidenza il percorso democratico che è stato fatto attraverso il referendum. E' l'espressione chiara, netta, della volontà di un territorio, della volontà delle comunità dei due comuni, quindi non possiamo che prenderne atto. Sarebbe un suicidio politico-amministrativo dire no a questo tipo di volontà.
Quella che mi preme fare è la seconda considerazione, credo che questo atto sia significativo, non dico importante, le grandi parolone non mi piace sprecarle, e debba essere preso ad esempio da tante piccole e medie comunità, che noi abbiamo, perché attraverso la fusione si può arrivare ad avere migliori servizi sui territori. Questo è importante, che cosa significa migliori servizi? Lo vediamo benissimo, ad esempio dobbiamo prendere atto che ogni piccolo comune, al di sotto dei 1.000 abitanti, a volte al di sotto dei 500 abitanti, con qualche centinaia di abitanti, non può avere la scuola. Occorre unire più comuni per avere dei plessi scolastici univoci, la politica dei trasporti non può farla un singolo comune, ma un comprensorio, la politica per i servizi socio-sanitari non può essere fatta dal singolo comune. Faccio riferimento alla mia provincia, ad Ascoli Piceno, il comune più piccolo è Palmiano, 220 abitanti, è chiaro che se non ha un ente sussidiario a fianco si verifica quello che ha detto il Consigliere Marconi, nel senso che non è più in grado di dare risposte su queste tematiche, perché ci sono le società, ci sono gli enti sovracomunali che gestiscono tutte le cose. Quello su cui voglio farvi riflettere è che molto spesso si dice: “Si perde l'identità”, io ho un’esperienza amministrativa di qualche anno e dico che un territorio perde la sua identità quando perde alcune funzioni che gestisce direttamente, prima fra tutte la scuola. Nel momento in cui un comune non ha più la scuola dell'obbligo, perde la sua identità, la perde in modo inevitabile, perché le famiglie si spostano in quanto cominciano a portare i ragazzini nel comune più vicino e più importante, dove sono garantiti i migliori trasporti, il tempo pieno, il doposcuola ed altro. L’identità va a finire perché quella famiglia prima o poi si trasferisce da quel luogo, quindi non è vero che noi continuiamo a difendere i Comuni perché vogliamo difendere l’identità a tutti i costi, no, noi vogliamo far capire che, mi ricollego a quanto ha detto il Consigliere Maggi, non è possibile fare dei soprusi dicendo: “No, per ope legis facciamo la fusione”, no, dobbiamo far capire che se le comunità vogliono difendere il territorio e la propria identità devono mettere insieme le proprie specificità, la propria storia, mettere insieme tutto quello che hanno, allora saranno sicure di non perderete nulla dal punto di vista delle origini, anzi, in qualche modo si uniscono e mettendo insieme le proprie eccellenze acquisiscono più forza e più competitività sui territori, più attrattività.
Credo che questo provvedimento debba essere da esempio, da monito a tutte quelle piccole e medie comunità dell'entroterra che si trovano in questo momento spaesate perché non hanno più assistenza in quanto si vedono depauperate, sia dallo Stato centrale che dai Comuni più grandi, di una serie di funzioni perché quando un comune più grande va a portare dei servizi, faccio fatica a capire che quel servizio ha lo stesso valore, la stessa importanza, la stessa efficacia, la stessa efficienza del servizio che esiste nella grande città. Per cui anch’io dico convintamente si a questa proposta di legge, rispettosa di quanto hanno detto i cittadini, e mi auguro che possa essere un elemento per poter partire con tante altre fusioni.
Chiudo con un esempio banalissimo, quando con l'Assessore Cesetti eravamo in Provincia c’era stato un tentativo di riorganizzare alcuni servizi scolastici in taluni comuni della provincia di Ascoli, per cui era stato fatto un lavoro molto importante per far sì che dai quattro comuni nascesse in modo baricentrico un plesso scolastico, un polo scolastico che potesse aumentare i servizi in modo esponenziale. Ogni comune aveva la scuola elementare ed uno aveva anche le medie, per cui abbiamo detto facciamo un grande polo scolastico, ci mettiamo tutti i servizi (mensa, biblioteca, doposcuola, tempo pieno) ed abbiamo individuato un'area ed anche le risorse, che avrebbero messo la Regione, la Provincia e l'Unione montana, in questo comprensorio sarebbe venuta fuori una bella struttura baricentrica. Alla fine un piccolo comune si sfilò, è finita che quel Comune adesso ha perso la scuola e la sua identità. Questo è il concetto, noi siamo rispettosi di quello che dicono le comunità, però vogliamo dire loro: “Guardate che tutto il mondo sta cambiando anche per quanto riguarda le autonomie locali, adeguiamoci per non perdere quello che abbiamo”. Questo è il messaggio che si vuole dare con questa legge.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. E' stata una discussione molto approfondita e pur non essendo un sostenitore delle fusioni a tutti i costi, plaudo e mi congratulo con i Sindaci e con le comunità da loro rappresentate.
Proverò ad argomentare per quale motivo non è in contraddizione non essere fautore delle fusioni a tutti costi e plaudire a questa legge che ci accingiamo ad approvare.
Ho ascoltato il dibattito, si è parlato molto delle autonomie, soltanto a me stesso vorrei ricordare e leggere in quest'Aula l'articolo 5 della nostra Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento”. Questo è il Paese delle autonomie, è l’elemento fondante della nostra Repubblica, e l'articolo 114 ci dice che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, ora anche dalle città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato, abbiamo detto più volte come questi siano entità della stessa dignità costituzionale e istituzionale, sebbene con ruoli e funzioni diverse.
Oggi il punto su cui ci dobbiamo interrogare è proprio questo, quello di cosa noi possiamo e dobbiamo fare per rafforzare il ruolo delle autonomie nel nostro Paese.
Se questo deve essere, noi dobbiamo partire innanzitutto dalla considerazione che per dovere costituzionale dobbiamo difendere e sostenere le autonomie esistenti, fatte anche da quella miriade di piccoli comuni che sono la storia, la forza del nostro Paese, è da lì che noi dobbiamo ripartire, quindi, sarebbe un errore, e non sarebbe neanche possibile come qualcuno evoca, una normativa statale che imponga ai piccoli Comuni di unirsi o di fondersi tra di loro, non sarebbe possibile a Costituzione vigente e sarebbe un errore madornale, da lì dobbiamo partire, né possiamo e dobbiamo creare le condizioni per indurre forzosamente questa fusione, perché lo stesso sarebbe assolutamente sbagliato.
In questo caso sono d'accordo e mi congratulo, ripeto, con i Sindaci e con le loro comunità perché liberamente, democraticamente, hanno deciso di mettere a disposizione la loro storia, per costruire una storia ancora più grande che guarda al futuro, per essere più forte, questo hanno fatto.
In definitiva voi Sindaci, insieme alle vostre comunità, non avete violato l'autonomia che c'era, ma avete deciso di costruire un'autonomia più grande, questo è e per questo sono d'accordo, per questo mi congratulo e per questo non è in contraddizione con il mio pensiero.
Un'autonomia più grande, tra l’altro l’avete fatto anche con grande intelligenza e sensibilità, perché nello scegliere il nome di questa nuova autonomia avete salvato i nomi dei due comuni che questa storia mettono a disposizione e sinceramente, magari, era anche possibile e agevole fare, però è una cosa di alto significato. Quindi un percorso importante che non si può giustificare soltanto con i risparmi, ma serve a costruire una storia diversa e più grande.
E’ l'occasione per riflettere anche su un altro aspetto quando leggiamo, lo dico al Presidente della Commissione che fa questi atti, gli articoli della nostra Costituzione sulle autonomie. Certo, se vediamo come sono state scritte alcune leggi in questo nostro Paese dobbiamo dedurre che in quel caso il legislatore era quasi un analfabeta sotto il profilo costituzionale, perché quando noi parliamo di sostenere e difendere le autonomie … Ad esempio, quello che ha detto il Consigliere Celani è stato detto anche da altri, è evidente che oggi i piccoli comuni soffrono per la difficoltà di dare risposte ai loro concittadini, perché non hanno mezzi, organizzazioni, risorse, allora per questo dovremmo creare le condizioni per costringerli a fondersi? No, sarebbe un errore, lo facciano se lo ritengono giusto, come in questo caso, e allora su quello dobbiamo sostenerli, altrimenti dobbiamo sostenere la storia delle autonomie e lo facciamo attraverso quegli organismi non sovraordinati, ma che consentono i cosiddetti governi di area vasta.
Per questo le Province avevano anche il ruolo di assolvere a quel modo, perché quando il legislatore costituzionale ci dice che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie, lo fa nell'insieme e le Province sono state pensate e sono nate per questo, e se vogliamo anche le Regioni, per sostenere queste realtà, entità amministrative più grandi.
Mi avvio a concludere, credo che per l'ennesima volta dobbiamo anche da questo Consiglio auspicare e invitare il Parlamento nazionale a rivedere quell'errore madornale che nella legge Delrio è stato fatto e si riconosca finalmente che le Province sono state “violate” da quella legislazione ordinaria per certi versi, per alcuni ritenuta costituzionalmente legittima, per altri no. Ricordiamo che le sentenze sulle risorse, ad esempio, hanno dichiarato costituzionalmente illegittime quelle disposizioni, tra cui la 190, la famosa legge di stabilità successiva alla Delrio, che non prevedevano il ritrasferimento alla Regione, ente subentrante, delle risorse riferite alle funzioni trasferite. Quella legge, dopo il referendum che c'è stato e il suo esito, necessariamente deve essere rivista, e lo dico al Consigliere Marconi, non è vero che la Conferenza delle Regioni sta lì a non fare nulla su questo, anzi la Conferenza delle Regioni ha prodotto un documento in questa direzione, perché oggi è necessario che le Province possano assolvere alle funzioni proprie, anche a quelle di sostegno alle autonomie, come quelle dei comuni, quindi venga loro restituita la dignità costituzionale e istituzionale attraverso il ripristino dell'autonomia finanziaria, che è anche autonomia organizzativa, perché senza finanza non ci può essere organizzazione, e venga loro riattribuita la cosiddetta autonomia politica, che è quella dell'elezione diretta degli organi di governo delle Province, perché se questa è la Repubblica delle autonomie, come ho detto prima, non è possibile che un ente autonomo elegga e decida di organismi politici e della rappresentanza di un altro ente, questo no, è un errore e va recuperato.
So che in Parlamento ci sono delle proposte, ad esempio, una della Lega per il ripristino dell'elezione diretta e so che c'è la resistenza del Movimento 5 Stelle quindi, ahimè, non siete d'accordo. C'è questa resistenza forte, perché una forza politica capisce nei suoi innumerevoli errori e nell'idea sbagliata del Paese, però questa forza politica, in effetti, ha sempre sostenuto l'Italia delle autonomie nei suoi innumerevoli errori e, questo è vero, lo ha fatto anche in questa circostanza. Spero che il Movimento 5 Stelle si converta e abbandoni la strada della demagogia. Capisco la difficoltà dopo aver parlato per anni di soppressione delle Province, che io non condivido, ma rispetto chi la sostiene, ma soppressione deve essere, non possono essere come è oggi previste nella Costituzione e non avere attribuite le prerogative di cui ha diritto. Si faccia uno sforzo in questa direzione e si arrivi a coprire questo vulnus.
Termino, Presidente, però voglio cogliere l'occasione, se mi viene consentito in quest'Aula, per porre una questione e la pongo come Assessore con delega agli enti locali, lo dico al Presidente, alla Presidenza, al Presidente della Commissione, ai Capigruppo, voi sapete che qualche tempo fa venne adottato un provvedimento legislativo che consentiva ai Sindaci dei comuni sotto i 3.000 abitanti di potersi candidare per il terzo mandato, ed è in via di scadenza. Nella nostra Regione, come in altre del centro Italia, c’è stato il sisma, qui mi rivolgo anche all'Assessore Sciapichetti, in tanti piccoli Comuni colpiti dal terremoto i Sindaci nella prossima primavera termineranno il loro terzo mandato, credo che sia utile, necessario ed opportuno prevedere per tutti i comuni che sono all'interno del cratere sismico una deroga specifica, “una tantum” ,perché possano ricandidarsi, non eletti, quello spetta ai cittadini, ma ricandidarsi per il quarto mandato. Secondo me questo è opportuno perché noi sappiamo che il ruolo di quei Sindaci in quei piccoli Comuni è di supplenza di tante altre cose, quindi dare questa opportunità ai cittadini di poter rieleggere quel Sindaco che conosce le problematiche, che già è “impegnato” nell'attività di ricostruzione che ha gestito l'emergenza, credo che sia un atto di buonsenso.
Quindi chiedo, qui in quest'Aula, so bene che avrei dovuto farlo di mia iniziativa, al Presidente della Commissione, a tutti i Capigruppo ed all’Ufficio di Presidenza se si può ragionare intorno alla predisposizione di una iniziativa legislativa, magari a firma congiunta, che io firmerei volentieri, perché ai sensi del 121, secondo comma, della Costituzione: “Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle Camere”.
Quindi, lo dico qui, per evitare di pensare se è opportuno fare questo, è evidente che un'iniziativa del genere, per questo la propongo in quest’Aula, avrebbe la sua forza se avesse il più ampio consenso possibile, mi pare evidente, siccome in Parlamento ci sono altre maggioranze legittimamente.
L'opportunità di un’iniziativa del genere, che proviene da una Regione colpita più delle altre dal sisma, credo che la possano ravvisare tutti, oggi la consegno al Presidente della Commissione ed ai Capigruppo, la vorremmo firmare io e l'Assessore Sciapichetti, quindi ragionare intorno a questo, per il quarto mandato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Una domanda all'Assessore, dopo il suo lungo, ampio, variegato discorso ricco di sfumature sul tema di autonomia non ho capito se lei è favorevole o contrario, perché per il 99% del suo discorso mi è sembrato contrario, quindi non ho capito se lei è contrario o favorevole a questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Il mio lungo intervento è giustificato dalle circostanze, ho la delega agli enti locali, la materia si prestava anche ad una discussione più ampia, tra l'altro come era stata esposta dai vari Consiglieri regionali ..., forse a seguito della lungaggine del mio intervento lei è stato colto da un attimo di disattenzione e non ha sentito quello che ho detto all'inizio, però è comprensibile, testualmente ho detto che non sono un sostenitore delle fusioni a tutti i costi, plaudo e mi congratulo con i Sindaci e con le loro comunità per questa iniziativa, va da sé che la conclusione di questo è il voto favorevole, anzi ho spiegato, a beneficio del Consigliere Giorgini, le ragioni per le quali questa apparente contraddizione è inesistente e come si saldi in un unicum ancora più forte a sostegno della Repubblica delle autonomie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
Proposta di legge n. 240. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Così come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo adesso si riunisce la II Commissione per esaminare la proposta di legge n. 258, concernente le modifiche alla legge 7, sulla caccia, in deroga a quanto previsto dall'articolo 27, comma 7, del Regolamento interno, che vieta la convocazione delle Commissioni contemporaneamente ai lavori dell'Aula con esclusione di quelle autorizzate dal Presidente dell'Assemblea.
C'è l'urgenza di esaminare questa legge, adesso la II Commissione si riunisce in sede referente, convocata dal Presidente Traversini, mentre la seduta proseguirà con la trattazione delle mozioni e appena la Commissione avrà concluso i propri lavori si riprenderà l’ordine giorno.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Mozione n. 408
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Reintroduzione dell’educazione civica nelle istituzioni scolastiche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 408 del Consigliere Biancani.
La discussione è aperta, ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Questa mozione è stata presentata ad ottobre, non l'ho proposta in questi giorni, questo voglio sottolinearlo perché mi sembra importante, e chiede la reintroduzione dell'educazione civica nelle scuole, nella consapevolezza del ruolo fondamentale delle nostre istituzioni scolastiche nel percorso di formazione e di crescita dei nostri bambini e ragazzi; considerata l'urgenza, anche alla luce dei più recenti fatti di cronaca, di ripensare le modalità di insegnamento delle competenze di “cittadinanza e Costituzione” nelle scuole, contrastando la degenerazione sociale con una solida coscienza etica e civile. Bullismo, cyberbullismo, educazione alla legalità e contrasto delle mafie, educazione ambientale, conoscenza e rispetto delle istituzioni, coesione sociale e volontariato non sono temi che possono essere limitati a progetti sporadici o ad iniziative singole.
Considerato che, oggi, di fatto, l’educazione civica nelle scuole non viene più insegnata, mentre in passato era considerata materia obbligatoria nelle scuole medie e superiori; che in tutta Italia è in corso una mobilitazione generale di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, con il sostegno dell’Anci, per introdurre l’ora di educazione civica, come materia curricolare nelle scuole di ogni ordine e grado; che la proposta di legge punta a far crescere nelle nuove generazioni il senso di appartenenza alla comunità, che è la base del vivere civile e solidale; che l’ora di educazione alla cittadinanza, oltre a far conoscere i principi costituzionali, investirà su un aumento di consapevolezza rispetto ai beni di tutti e rispetto alle norme comportamentali; la mozione chiede un impegno della Giunta a sostenere, nelle sedi che ritiene più opportune, la proposta di legge popolare per reintrodurre la materia dell’educazione civica in ogni ordine e grado scolastico contribuendo in modo concreto alla formazione dei ragazzi sia per finalità preventiva sia per avvicinare le giovani generazioni alla conoscenza delle istituzioni e partecipazione a forme vere di cittadinanza attiva fino alle forme prioritarie di educazione alla legalità.
In queste ultime settimane, almeno da quello che mi risulta, sono stati anche presentati dei testi di legge in Aula da alcune forze politiche, che hanno questo obiettivo, quindi mi sembra importante, come Regione Marche, visto che sono molti i comuni che hanno già deliberato in favore della reintroduzione dell'educazione civica nelle scuole, presentare questa mozione e fare in modo che anche il Consiglio regionale si esprima in maniera favorevole e sostenga questo tipo di proposta in tutte le sedi opportune.
La mozione è stata presentata ad ottobre, quindi non è collegata a quanto è successo in questi ultimi giorni, anche se questi fatti in qualche modo evidenziano che c'è bisogno di una maggiore consapevolezza, di una maggiore sensibilità, di una maggiore conoscenza da parte dei giovani rispetto alla realtà che li circonda.
Mi auguro che l’intera Aula voti questo atto che ritengo molto importante. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Innanzitutto per dare l'informazione, penso che la raccolta di firme scada nel mese di gennaio. Molti comuni penso si siano attivati in questa direzione, personalmente organizzerò, sia sabato prossimo che sabato 22, una raccolta di firme nel mio comune, Recanati, in piazza, perché credo profondamente in questa iniziativa e ringrazio il Consigliere Biancani per questa mozione, anche se con questo atto non raccogliamo le firme, però poniamo all'attenzione dell'opinione pubblica questa tematica.
Raccomanderei, Presidente, visto che le mozioni non possiamo modificarle, che fra le iniziative da prendere ci sia una cosa semplicissima, quella di chiedere a tutti i comuni, presumo che il Consiglio regionale approverà quasi all'unanimità questa mozione, che accolgono questa indicazione di mettere in conto la raccolta presso l'ufficio anagrafe comunale, insomma che in ogni comune ci sia questa possibilità, in modo che da domani l'ufficio stampa del Consiglio possa dire che chi è interessato può recarsi. Questa è una mozione che avrei sottoscritto volentieri.
Sulla sostanza, credo che in questo nostro Paese ci sia rimasta forse la Costituzione ad attestare un tentativo di unità fra le forze politiche, è una unità nuova, non è l’unità del cosiddetto arco costituzionale contro qualcuno, come era 40/50 anni fa, dovrebbe essere una unità nella quale tutti oggettivamente ci ritroviamo.
La difficoltà a ritrovarsi in una educazione civica comune, presupposto dell'amicizia civile di cui un grande Presidente del Consiglio parlava, tale Alcide De Gasperi, senza la quale non c'è possibilità di convivenza sociale.
Amicizia civile, una parola molto forte, dico che l'educazione civica presuppone da parte dei padri della Repubblica - i padri attuali, i padri putativi, i padri gestori della Repubblica, che dovrebbero sentire questa responsabilità e non guardare ai propri figli, cioè ai propri elettori come a dei figli illegittimi, ma legittimi, anche se a partorirli sono stati i Governi precedenti, se a partorirli è stato il Governo Renzi non è che quel figlio oggi è un figlio di nessuno, è sempre un figlio di questa Repubblica - un'obbedienza perché senza obbedienza, a partire dai capi, non c'è rispetto delle leggi e della legalità. Se i capi per primi danno testimonianza di non rispettare le leggi e di non sottomettersi a queste, perché si sentono al di sopra delle leggi, cioè si sentono absoluti, cioè sciolti dalle leggi, è un macello.
Mi sembra che oggi e negli ultimi anni in modo particolare un po' tutti abbiano dato questo tipo di testimonianza, quindi ben venga l'educazione civica se il presupposto di questa educazione civile è il rispetto delle leggi. Il rispetto delle leggi parte dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio, dai Presidenti dei rami del Parlamento, dal Presidente della Corte Costituzionale, venendo giù, ma il primo esempio deve essere dato soprattutto dall'alto. Qui purtroppo non si può invocare la ragione, il popolo si merita i propri governanti una volta che i governanti e i parlamentari sono stati eletti, dopo dovrebbero essere loro a testimoniare questa sottomissione alla legge, anche quando non conviene.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Userò questo intervento anche come dichiarazione di voto per dire che voterò favorevolmente la mozione.
Credo che il concetto non solo di rispetto, ma anche di conoscenza delle regole dell'agire all'interno di una comunità, di quelli che sono i diritti, ma soprattutto i doveri di chi agisce e opera all'interno di una collettività, partendo proprio dalla comunità scuola, che è quella che dovrebbe formare le generazioni del futuro, possa avvantaggiarsi nella reintroduzione dell'educazione civica.
Una certa cultura lassista nella quale le regole erano viste come qualcosa di negativo, come qualcosa da sovvertire, non deve essere modello giusto da perseguire.
Mi allaccio all'ultimo intervento del Consigliere Marconi, credo che il Parlamento e la Regione, dove noi siamo, che per volere costituzionale hanno un ruolo legislativo, debbano e possano intervenire laddove ci sono cose che non vanno bene e se serve modificare le leggi che non vanno nella direzione giusta, penso che questo sia non solo un compito, ma anche un dovere di un legislatore accorto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questa mozione presentata dal Consigliere Biancani sia estremamente interessante ed importante.
Penso che oramai sia necessario riprendere una discussione seria attorno a questa proposta per arrivare nel più breve tempo possibile ad una decisione che contenga questa materia nel programma scolastico. E' una materia estremamente importante, che credo serva perché la società sta fortemente cambiando, prima era necessaria perché c'era una società diversa da quella di oggi ed è stata uno strumento estremamente importante nei programmi scolastici.
Adesso c'è una società diametralmente opposta a quella di quarant'anni fa o cinquant’anni fa, ma anche oggi c'è bisogno dell’educazione civica e ce ne accorgiamo quotidianamente, viaggiando sugli autobus, andando da tutte le parti, senza richiamare situazioni diverse e circostanze anche spiacevoli.
E’ nella vita quotidiana che bisogna recuperare questo ruolo.
Credo che le cose, quando sono fatte bene e quando prevale il buon senso, possano essere accolte anche se presentate da un Consigliere politicamente opposto a noi della Lega. Se la proposta è valida va detto e noi la voteremo.
Grazie Consigliere Biancani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Il gruppo è decimato, ma parlo a nome del Movimento 5 Stelle, questa proposta noi l’appoggeremo convintamente perché quando cui viviamo nelle nostre città, nei nostri luoghi di lavoro e in ogni ambiente dove socializziamo, ci rendiamo conto che la mancanza di educazione civica è palpabile.
Penserei addirittura di instaurare corsi di educazione civica per i genitori, perché sono i genitori che danno il cattivo esempio ai figli, l’ho già citato, forse, in quest'Aula, come quando qualcuno apre il finestrino dell’automobile con il figlio accanto e butta fuori il pacchetto di sigarette o il fazzolettino con cui si è soffiato il naso, oppure si mette nel posto dedicato ai disabili e quando qualcuno glielo fa notare, nella fattispecie io, ribatte con parole di sdegno e offensive.
Come diceva Pertini, i giovani hanno bisogno soprattutto dell'esempio, che è sicuramente negativo in questo senso, per cui ben venga questa indicazione per ripristinare l'educazione civica.
Ieri sono stato in quest'Aula insieme ad una scuola media di Ancona e le domande che hanno fatto i ragazzi, in effetti, erano di stupore nei confronti di certi comportamenti che quotidianamente incontrano nella scuola e fuori dalla scuola, anche da parte dei loro compagni, quindi plaudiamo a questa mozione e voteremo convintamente a favore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Nulla quaestio, sulla mozione siamo tutti d'accordo e credo che sia giunto il momento di riproporre l'educazione civica, ma ho la brutta sensazione, visto il clima amichevole, visti i pochi presenti, che quando si è unanimi siamo tutti d'accordo sull'introduzione dell'ora di civismo, poi su che cosa sia quest’ora di civismo e cosa dovremmo insegnare a questi ragazzi in quest’ora, temo che qualche perplessità, qualche diversità di opinione in più ci sia, perché se dobbiamo allargarla ai genitori, ed è assolutamente così, purtroppo credo che forse anche dentro qualche aula parlamentare non si dovrebbe disdegnare l’ora di educazione civica, in quanto l'esempio che alcuni nostri rappresentanti danno non è assolutamente di buon livello, come anche molti comportamenti dei nostri supporter, che spesso le cronache riportano alla nostra attenzione, episodi sugli autobus o nei confronti di soggetti più deboli, tra i più variegati, dalle donne ai migranti. Temo quindi che quando andremo a declinare che cos'è il civismo e come dovremmo educare i ragazzi al civismo, qualche differenza in più ci potrebbe essere anche dentro quest'Aula, ma non è l'oggetto oggi della discussione, quindi dichiaro anch'io il voto favorevole ed andiamo avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei assicurare che l'Assessorato e la Giunta, pongono attenzione a questo tema dell'educazione alla cittadinanza come materia di studio autonoma nelle scuole di ogni ordine e grado.
Vorrei anche precisare che abbiamo già parlato e posto il problema alla IX Commissione della Conferenza delle Regioni, affinché si solleciti questa iniziativa parlamentare per la reintroduzione dell'educazione civica.
Da insegnante dico che va benissimo, però dico che, mettendomi nell'ottica di chi mi ha preceduta, togliere il tema di storia dalla maturità non mi sembra che sia in linea con l'introduzione dell'educazione civica e non vorrei dire che la storia è magistra vitae e tornare su questioni molto vecchie. Togliere il tema di storia dalla maturità è recidere la propria origine, quindi i ragazzi non potranno vivere il presente, in quanto non conoscono di nessun minimo di passato.
Insegno storia e una volta a scuola sono partita a spiegarla da Tangentopoli e sono andata indietro, questo per un'ora alla settimana e per le altre due ore ho seguito il programma, tutti mi hanno presa in giro, però poi alla fine i miei ragazzi, grazie a Dio, avevano l’idea di cosa fosse il “dopoguerra” e quindi mi ritengo fiera di questo.
La seconda questione che mi dà molto fastidio è che si parli di educazione civica e di formazione quando si foraggia talmente da ogni punto di vista, e non mi riferisco sicuramente al Governo, prima mi riferivo al Governo adesso mi riferisco a un modo culturale, una cultura della morte, tutto ciò che abbiamo intorno a noi parla di una cultura di morte e quindi è faticoso poi riempire i contenuti dell'educazione civica.
Come si diceva prima siamo in pochi, quindi mi permetto anche di dire che non abbiamo disdetto “Orienta Marche” che inizia domani per i ragazzi, ma lo manteniamo, abbiamo cambiato programma, perché non siamo degli attori, ma siamo delle persone, e quindi andiamo dietro a ciò che accade, cercando di far compagnia ai ragazzi e proponendo un percorso di vita tranquillo.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 408. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Per fare chiarezza, la mozione n. 409 abbinata alle interrogazioni nn. 692 e 736, se siamo d’accordo, la rinviamo alla prima seduta utile di gennaio. Il punto 10 è rinviato.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
La seduta è sospesa alle ore 14,05
La seduta riprende alle ore 14,35
Presiede il Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
Mozione n. 396
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Giacinti
“Ampliamento autostrada A14 nel tratto Porto Sant'Elpidio-San Benedetto del Tronto e programmazione del potenziamento della rete di vie di comunicazione nei territori ascolano, fermano e sanbenedettese”
Interrogazione n. 682
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Viabilità autostrada e “tatale Adriatica dopo l'incendio nella Galleria Castello di Grottammare”
Interrogazione n. 685
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Terza Corsia A14 e ammodernamento infrastrutture viarie”
(abbinate)
(Discussione e votazione mozione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 396 dei Consiglieri Urbinati, Giacinti, l’interrogazione n. 682 della Consigliera Leonardi, l’interrogazione n. 685 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Discutiamo una mozione che ha, non solo per me, ma credo per tutto il territorio regionale, un’importanza molto rilevante perché dopo quel 23 agosto di quest'anno, purtroppo, i disagi sono aumentati a seguito di quello che è accaduto nella famosa galleria di San Francesco, che è una delle tantissime gallerie del tratto che va da Porto d'Ascoli, quindi dai confini a sud della nostra Regione, fino a a Porto San Giorgio. E' un tratto di autostrada dove insiste il più alto numero di gallerie della A14 e un banale incidente, banale solo perché alla fine non ci sono state vittime né feriti, un camion ha urtato il lato della galleria e si è incendiato bloccando e creando danni strutturali molto importanti a quella galleria, ha spezzato l'asse della A14 quasi completamente per una decina di giorni.
Ricordiamo tutti quel fine agosto, soprattutto quelli del sud delle Marche che venivano ad Ancona giornalmente. Per smaltire il traffico nella direzione nord-sud della A14 sono stati chiusi il tratto dell’autostrada fino al casello di Ancona nord, quindi, i disagi si sono avuti in tutta la regione. Lì purtroppo c’è una problematica che insiste da tantissimi anni, una problematica che in parte, anzi direi in maniera molto importante, è stata affrontata e risolta per quanto riguarda non solo il nord delle Marche, ma il tratto che va da Porto Sant'Elpidio fino al confine nord della nostra regione. Purtroppo irrimediabilmente negli anni passati, quello che era l'investimento da parte di Autostrade Spa, da parte delle istituzioni per la terza corsia della A 14, si è arenato e ad oggi non c'è neanche un progetto, addirittura non c'è neanche una visione.
Sappiamo benissimo che una parte di responsabilità è da attribuire alla politica che ha governato quei territori negli ultimi vent'anni. Ricordo che da quando da ragazzo ho iniziato a frequentare le sezioni di partito, c'era una diatriba enorme tra le due forze politiche principali che vedeva da una parte chi voleva la bretella collinare della riviera delle palme, dall'altra parte coloro che invece insistevano per l'arretramento della A14. Dopo quella disputa, che ne ricorda tante altre che purtroppo sono avvenute nel sud delle Marche, non vorrei che si contagiasse anche la discussione dell'ospedale unico che stiamo facendo, si è arrivati ad oggi a non avere nessun investimento. In quel tratto autostradale abbiamo una quantità di gallerie, molto importanti e la più lunga del tratto della A14 è proprio quella che si è incendiata, queste gallerie hanno una progettazione ingegneristica degli anni ‘50 e ‘60 in quanto sono state costruite, come sappiamo benissimo, nei primi anni '70 e le vie di fuga per la sicurezza sono state costruite anni dopo.
Con questo documento vogliamo porre l'attenzione, e ringrazio il Consigliere Giacinti che l’ha firmata e l’ha proposta con me, perché questa è una questione che riguarda principalmente il fermano e l'ascolano, su questa problematica che interessa non solo i cittadini residenti nel sud delle Marche, ma tutti i cittadini della regione e soprattutto interessa coloro che usufruiscono delle infrastrutture.
Oggi abbiamo visto quanto sono importanti le infrastrutture e quanto sviluppo portano ad un territorio, nel caso della Quadrilatero abbiamo visto i benefici che ha portato alla costa marchigiana, in particolare alla città di Civitanova Marche e alle zone limitrofe.
Noi vogliamo porre l'attenzione su questo aspetto e vorremmo anche sollecitare il Governo, richiamando alla memoria la tragedia di Genova, che ha deciso di rivedere con Autostrade, se sarà fatto io non lo so, la natura della concessione. Noi crediamo che anche Società Autostrade debba porre l'attenzione su questo tratto autostradale - questo vorrei sottolinearlo e non è una battuta di un qualunquista - perché io che ne usufruiscono sia quando vengo ad Ancona che quando torno nel sud delle Marche, mi trovo spesso imbottigliato e nelle condizioni di impiegare molto più tempo di quanto non ne impiegherei se prendessi la strada statale 16 e alla fine, ripeto non è qualunquismo, il ticket che si paga al casello è sempre lo stesso. So che sono state fatte delle proposte per la detassazione, sono state fatte delle proposte che potrebbero agevolare in quanto questo periodo quel tratto di autostrada è poco fruibile.
Quindi vorrei porre all'attenzione del Presidente della Giunta e dell’Assessore questa problematica per cercare di riaprire, porre perlomeno l'attenzione politica, e fare un progetto che possa innanzitutto individuare quello che serve a quell'asse viario perché tra la terza corsia o l’arretramento della A14 ad oggi ci ritroviamo senza neanche un progetto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Urbinati per la presentazione che ha fatto, rispondo con alcune cose poi magari vi dico cosa sta facendo nel frattempo la Giunta regionale.
In riferimento all'Autostrada A14, nel tratto compreso tra il casello di Pedaso e Grottammare in cui è avvenuto in data 23 agosto 2018 l'incendio di un mezzo pesante all'interno della galleria denominata Castello, si rappresenta che la Regione Marche ha sollecitato la Società Autostrade SpA ad una rapida conclusione dei lavori di ripristino della stessa, in riscontro Autostrade SpA ha garantito la piena funzionalità dell'opera entro il 31 gennaio 2019.
La Società Autostrade ha inoltre assicurato che nel periodo critico delle festività natalizie la galleria sarà aperta a 2 corsie ma a sezione ridotta e quindi a velocità rallentata.
Riguardo alla viabilità complessiva nel tratto Porto Sant' Elpidio-San Benedetto del Tronto la Regione intende riavviare un dialogo con gli enti locali, per condividere una soluzione al fine di garantire una idonea viabilità costiera che permetta di alleggerire il traffico sulla Statale 16 Adriatica ed all'interno dei centri urbani.
La prima proposta che si intende portare avanti è il completamento della terza corsia dell'A14 fino a Pedaso.
Diverse potranno essere le soluzioni da Pedaso a San Benedetto del Tronto, in base all'analisi costi/benefici e della particolare morfologia del territorio, nell’analisi costi/benefici c’è anche da considerare il costo eventuale dei cantieri e dei disagi dei cantieri qualora si volesse fare la terza corsia all’interno della fascia di 5 metri.
Si intende valutare l'opportunità di un arretramento dell'A14 all'interno di una fascia di 5 chilometri e l'utilizzo dell'attuale tracciato della A14 come variante della Strada Statale 16 Adriatica mediante l'introduzione di alcuni nuovi svincoli allo scopo di creare un sistema fortemente connesso con la struttura della viabilità trasversale e longitudinale esistente. Tale soluzione consentirebbe l'ottimizzazione della distribuzione del traffico sulla rete stradale in maniera gerarchica:
- traffico di attraversamento, a lunga percorrenza: asse autostradale;
- traffico di attraversamento a media-corta percorrenza: nuova variante alla Strada Statale 16;
- traffico locale: attuale Strada Statale 16 e altra viabilità locale.
In alternativa si valuteranno le possibilità di realizzare varianti locali a carico di Anas.
Condivise le scelte con gli enti locali è intenzione della Giunta regionale avviare il confronto con il Governo centrale, con Anas SpA e la Società Autostrade per l'Italia. La Regione Marche ha già richiesto un incontro con il Ministro al fine di valutare la disponibilità economica per il miglioramento della viabilità principale tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto.
In riferimento alle specifiche richieste sul territorio fermano si rappresenta che le principali strade di tale territorio, la Strada Provinciale 239, ex Strada Statale 210 Fermana Faleriense e la ex SS 78 Picena, in data 24 ottobre sono passate in proprietà ad Anas che provvede alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle stesse.
La Regione Marche inoltre ha finanziato con 11 milioni di euro, fondi FSC 2014-2020, la viabilità di adduzione al nuovo ospedale di Fermo e finalmente si firmerà la convenzione con il Mit che fino ad adesso non ci ha dato la possibilità di farlo, ma entro il mese di dicembre verosimilmente firmeremo le convenzioni, così gli 11 milioni saranno disponibili.
Per quello che riguarda invece la parte programmatica, abbiamo avuto un incontro con i l Ministro Tonninelli, ma nel Parlamentino del Mit, quindi non siamo riusciti a parlarci personalmente se non in forma privata per pochi minuti insieme all’Umbria, non siamo riusciti ad avere altri incontri malgrado le richieste.
Ho già sollecitato i Consiglieri del Movimento 5 Stelle ad intervenire presso il Ministro per farci incontrare per parlare di programmazione, in realtà ci incontreremo il 14 e l’incontro è esclusivamente tecnico, parteciperò io insieme all'Assessore Chianella dell’Umbria, è un incontro con il Direttore di dipartimento perché incontrare Tonninelli è molto più difficile che incontrare il Direttore del Dipartimento, quindi ergo che sia più facile andare a Lourdes ed incontrare la madonna che Tonninelli.
Detto questo, noi siamo sempre in attesa di incontrarlo perché è evidente che il tema che affronteremo con la Direttrice di dipartimento, che è molto conosciuta con la quale lavoro da anni tramite “Itaca”, quindi non è l’ultima arrivata, in ogni caso è un tecnico, riguarda i Fondi per lo sviluppo e la coesione, la programmazione che stiamo chiudendo in questo momento già decisa, già finanziata e su come affrontare lo stato di avanzamento dei lavori, cosa diversa invece è tutto il tema, lo dico in maniera seria, della pianificazione della programmazione delle infrastrutture che ha necessità di un confronto politico prima che tecnico. Alcune scelte devono essere sì supportate da delle basi tecniche, ma devono essere discusse in un tavolo che può essere soltanto politico e quindi può essere affrontato soltanto dal Presidente Ceriscioli e dal Ministro. Quindi questa è una cosa che stiamo ancora aspettando, per il resto il giorno 19 saremo invece a parlare dei Fondi per lo sviluppo e la coesione, gli elementi di giudizio che vi ho dato sono quelli che a tutt’oggi abbiamo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Solo per un commento a margine di questa mozione che ha illustrato il Consigliere Urbinati, firmatario insieme a me.
Questa è una tematica che riprendo, ahimè, dopo tanti anni, ero Sindaco, quando mi ero fatto portavoce di un'istanza particolare sulla questione “terza corsia”, quando la Provincia di Fermo era nata ma ancora non funzionava, parliamo della legislatura 2004-2009, nella quale la Provincia di Ascoli Piceno, portava avanti questa tematica molto sentita nel territorio. Noto anche con rammarico che oggi Confindustria, ad esempio sui giornali di qualche giorno fa, lamentava e incalzava su questa questione, non possiamo fare altro che tornarci su, riportare l'attenzione su una tematica che, al di là della questione incidente da cui ha preso le mosse tutta la mozione, resta un dato di fondo importante, quello della comunicazione infrastrutturale nel sud della regione.
Giustamente, come diceva la Vicepresidente, sono temi che riguardano tavoli più ampi, dove il Presidente porterà il suo contributo, il suo appoggio, ma vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che all'epoca per beghe di natura politica, squisitamente politica, si perse questa grande occasione. Ricordo che facevo parte di quel tavolo nel quale la Società Autostrade era disponibile a mettere in campo delle opere cosiddette di compensazione, per un ammontare ben cospicuo di decine di milioni di euro che potevano dare al tessuto infrastrutturale del territorio un apporto molto importante. Nello specifico, perché io sono di quel territorio, dal casello di Porto Sant'Elpidio avrebbero contribuito a realizzare una bretella di collegamento, non sarebbe arrivata al termine, sono sincero, mi ricordo bene quelle discussioni, perché loro avevano un budget che poteva essere a corollario dell'investimento iniziale, ovvero il tratto di terza corsia. Ad esempio, fatto 100 il tratto dell'investimento, le opere cosiddette di completamento, di adduzione potevano essere dell'ordine del 15%, una cosa di questo tipo.
La bretella per noi molto importante, che avrebbe raggiunto la zona dove adesso andrà a costruirsi il nuovo Ospedale di Fermo o nei pressi, sarebbe stata un punto di adduzione, un collegamento essenziale. All'epoca si perse questa storica occasione per la quale feci una battaglia, unitamente a molti Sindaci del territorio, quasi tutti favorevoli, tranne due sindaci che in quel periodo erano contrari a questa soluzione. Mi ricordo che su 40 comuni della provincia di Fermo oltre 30 eravamo d'accordo nel sostenere e nello spingere per una soluzione di questo tipo.
Purtroppo si perse questa grande occasione. All'epoca io ero Sindaco e l'Assessore Cesetti era Consigliere della Provincia di Ascoli Piceno e questa battaglia ci vide impegnati proprio su questo fronte ma, purtroppo, per i motivi che ho ricordato, svanì facendoci perdere un'occasione importante. Poi il tempo è passato, è arrivata la crisi, com'è successo, è arrivata una finanza pubblica molto restrittiva e si piange ancora di più sulle occasioni perdute, perché con la questione concessione a Società Autostrade si riusciva a contemperare un po' l'aspetto investimento infrastrutturale che è una parte delle modalità di pagamento del servizio di concessione che la Società Autostrade ha nei confronti dello Stato.
A distanza di anni, con tutto quello che abbiamo visto, il rammarico cresce proprio perché a livello infrastrutturale questa esigenza che è sorta, al di là dell'incidente di questa estate che ha causato tutto il disagio, ci fa avere contezza di quanto sia importante una soluzione infrastrutturale in generale, questo aspetto meritava e merita ancora oggi, purtroppo, a distanza di anni, la medesima attenzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo ringraziando l'Assessore per la risposta all'interrogazione, ovviamente alcuni dei punti sono superati perché l'interrogazione è dei primi di settembre, a una decina di giorni dall'incidente, trattandola oggi, a fine anno, è ovvio che alcune risposte sono state date dai fatti.
Focalizzerò il mio intervento sulla parte che reputo più interessante e che riguarda una delle domande, dei quesiti che ho posto, cioè se “la Regione intende rimettere mano seriamente alla questione della riorganizzazione della viabilità della A14”, raccogliendo le due proposte che lei ha enunciato nella sua risposta, facendo di fatto una presa d'atto delle due visioni diverse, che forse sono state anche alla base di quell'occasione mancata, quella di procedere ad un arretramento della A14, laddove è più vicino alla costa e crea difficoltà a tanti Comuni costieri e quella dell'ampliamento con la terza corsia del tratto autostradale marchigiano.
Prendo atto che in questo momento le opzioni sono tutte aperte rispetto alle intenzioni della Regione, e vuole portarle sui dovuti tavoli, per cui ancora non c'è una linea univoca rispetto a queste proposte …
(interrompe l’Assessore Casini)
Elena LEONARDI. Lei ha parlato anche di valutare attraverso degli incontri con i comuni e con i territori, che reputo assolutamente positivo.
Non c’è un progetto univoco e conclusivo. Questa è, come spesso succede nelle tragedie, nelle cose negative, un'opportunità per far uscire le Marche da quello che è un parziale isolamento infrastrutturale che si è protratto negli anni, anche perché i diversi Governi che si sono succeduti non sono stati in grado - se non fortunatamente con l'intervento della Quadrilatero che oggi tutti esaltiamo, che ha portato benefici a vari settori della nostra regione - di far convergere investimenti per migliorare i nostri collegamenti infrastrutturali.
Credo che questo incidente grave che è accaduto, fortunatamente non lo è stato, ma poteva essere ancora più grave, è un'occasione con la quale, rispetto anche ai nostri esponenti in Parlamento, sollecitare un'attenzione e degli investimenti per far uscire le Marche da questo gap infrastrutturale. Purtroppo, dobbiamo essere onesti, il fatto che la nostra regione sia piccola, che politicamente non ha tantissimi, come si suol dire, Santi in paradiso, fino ad oggi ci ha penalizzato.
Penso che questa occasione e questa sensibilità che tutti stiamo dimostrando in quest'Aula possiamo portarla anche agli altri parlamentari, trasversalmente parlando, sicuramente posso parlare per il parlamentare di Fratelli d’Italia Acquaroli che su questo tema si è dimostrato molto sensibile, ma non è certamente l'unico, quindi credo che questa congiuntura possa essere un momento da rigirare in maniera positiva per far arrivare delle risorse concrete per quello che serve.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Ringrazio l’Assessore per la risposta e naturalmente sono soddisfatta.
La mia interrogazione è stata presentata una settimana dopo i fatti accaduti, il 23 agosto, e ci tengo a dire che condivido anche la mozione, bene il dialogo con gli enti locali che chiedevo con l'interrogazione, la terza corsia fino a Pedaso, l'obiettivo quello di sedersi al tavolo con il Governo per capire se c'è bisogno dell'arretramento fino a San Benedetto.
Anni fa abbiamo perso un'occasione storica, come ha detto il Consigliere Giacinti, e purtroppo oggi paghiamo questa situazione. Sono intervenute anche le associazioni di categoria per chiedere di riaprire il tavolo con la Società Autostrade.
Anni fa avevamo la possibilità di fare quest'opera e non è stata fatta per la politica, ed oggi i cittadini pagano questo prezzo, per delle beghe, così come le ha definite il Consigliere Giacinti, dei politici di centro destra e di centro sinistra, perché so chi all’epoca si è messo contro questa cosa, non c'è stato un solo colore politico e oggi purtroppo a farne le spese sono i cittadini e infatti il 23 agosto è accaduto questo grave incidente e da lì interrogazioni e mozioni.
Sono soddisfatta della risposta e condivido in pieno la mozione fatta dal Capogruppo del Partito Democratico, Consigliere Urbinati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Devo fare due premesse, la prima è che con l'incidente che è successo non sarebbero bastate 10 corsie, perché purtroppo quando si blocca un'autostrada, dove passano 100.000 veicoli al giorno, il problema non si può risolvere con un'altra corsia o 2 corsie o 10 corsie.
Premetto che sull'arretramento dell'autostrada non sono in grado di dare nessun giudizio, perché in pratica non c'è nulla, questo mio intervento non è una contestazione alla mozione, ma è un contributo per chiarire le dinamiche e l’aspetto di questa famosa terza corsia tra Pedaso e San Benedetto del Tronto.
Certamente siamo abituati a vedere le cose dopo che accadono, come il riscaldamento globale, le vediamo dopo, non siamo mai capaci di vederle prima, come i morti per inquinamento ambientale, li vediamo quando le televisioni ne parlano, allora capiamo e ci rendiamo conto del problema.
Quello che ora dirò è un contributo che voglio dare a questa discussione e, come è mio solito, lo darò con i dati scientifici, tecnici, con gli studi, non lo dico perché l'ho letto su un giornale o l'ho visto da qualche parte, ma sono studi fatti da Università che potrebbero dare un senso al discorso che sto facendo.
Qui parliamo di domanda indotta, che cos'è la domanda indotta? In uno studio molto approfondito, denominato SPID, già dal 2009, due economisti, Matthew Turner dell’Università di Toronto e Gillese Jill Duranton dell'Università della Pennsylvania, misero in relazione il numero delle nuove strade ed autostrade, costruite in città di zone differenti degli Stati Uniti, fra il 1980 e il 2000, e il numero di chilometri, migliaia, percorsi in quelle città nello stesso periodo. Con questo studio molto importante dimostrarono che fra queste grandezze esiste il rapporto di uno a uno, se una città aveva accresciuto la propria capacità stradale del 10%, si era registrato un aumento del traffico del 10%, ad un aumento stradale dell'11%, si era registrato un simile aumento del traffico e così via.
Questo significare che avere più strade fa aumentare con certezza matematica il traffico, non lo sostiene il Movimento 5 Stelle, più si espande la rete stradale più si incentiva il cittadino ad usare l'auto, difatti San Francisco nel 1989 ha attuato politiche restrittive, riducendo un tratto stradale da 100 mila veicoli al giorno, che oggi ne accoglie 45 mila. Questi sono dati scientifici, li potete trovare in rete, Seul addirittura ha chiuso un’arteria vitale per la città da 170 mila auto al giorno.
Questo in termini economici viene definita domanda indotta, cioè una maggiore offerta viene raccolta da una richiesta sempre maggiore, più facciamo strade, più diamo la possibilità a chi ha le macchine di usarle.
Gli autori hanno messo a punto un data base di grande importanza per tutti gli Stati mondiali, da dove si evince chiaramente che né l’ampliamento della capacità stradale, né l'aumento della disponibilità di mezzi di trasporto collettivo servono ad alleviare la congestione.
Se le amministrazioni locali aumentano la capacità stradale, altri automobilisti si mettono in marcia fino a che la congestione torna ai livelli precedenti.
La costruzione di nuove corsie non dà nessuna miglioria e i vantaggi per lo scorrimento del traffico sono inesistenti, se si raddoppia la superficie stradale a disposizione la velocità del traffico aumenta al massimo del 5%, sostengono i due universitari.
Siamo d'accordo con la maggioranza nel voler richiamare l'importanza di una sede di confronto soprattutto con Ferrovie e Ministero per la valutazione delle vie di comunicazione in tutta l'area del Piceno, ma l’attenzione dovrebbe essere rivolta all'isolamento in cui ci ha condotto questa classe politica regionale, quando ha permesso, ad esempio, che non fossero più treni veloci tra Ancona e Pescara, di fatto tarpando le province di Ascoli Piceno e Fermo, quando non ha preso seriamente in considerazione un collegamento ferroviario tra le province di Ascoli Piceno, Rieti e Roma o quando ha lasciato che venisse devastata dal tempo e dall'incuria tutta la rete viaria secondaria in un eterno balletto di competenza tra la Provincia e l'Anas, invece dovrebbe avere la forza per assumere la responsabilità, data l'importanza soprattutto per le aree interne.
Adesso vi do dei dati molto importanti, nel 2011 sulla A14, nel tratto da Ancona a Pescara - questi sono dati Laiscat che ho richiesto, pagando, l'Autostrada fa pagare pure i dati, 'non è come la Regione Marche, che li dà e li dà gratis, Laiscat li fa pagare - transitavano giornalmente 104.371 veicoli leggeri e 23.576 veicoli pesanti, nel 2017 i veicoli leggeri sono scesi a 75.562, meno 30%, e quelli pesanti (autotreni e autoarticolati) meno 20.000, cioè meno 18%, per cui abbiamo in un anno in meno 114.000 mezzi pesanti che fanno il tratto Ancona-Pescara e 864.000 auto, naturalmente le auto sono le più colpite.
Il problema maggiore, secondo il nostro avviso, è vedere soluzioni alternative come le rotaie, come il mare. Anni fa sono stati progettati gli interporti, che giacciono come i cimiteri degli elefanti, gli interporti dovevano servire per far passare la merce con i treni che si fermavano all'interporto evitando il flusso autostradale. Purtroppo questo progetto è fallito miseramente, sono stati investiti i soldi ed ora in Italia abbiamo centinaia di cimiteri degli elefanti.
Questo dobbiamo capire, noi dobbiamo ritornare al treno, alla rotaia, e dobbiamo ritornare al mare, abbiamo la fortuna di avere il mare sia ad est che ad ovest, dobbiamo rimettere in funzione gli interporti, non è possibile che uno di Messina vada a Milano con un Tir quando può prendere il treno, fermarsi all'interporto e fare solo una decina di chilometri.
Detto questo, il problema geomorfologico del tratto tra Pedaso e San Benedetto del Tronto è enorme perché lì parliamo di falesie molto fragili. Abbiamo visto che le gallerie sono un problema, quindi, dobbiamo stare attenti, io non ho un'idea precisa, non so quale sia la più giusta, come sono nettamente contrario alla bretella di San Benedetto del Tronto ed ho spiegato il perché, spiegheremo il perché, abbiamo i dati, eccetera.
Non abbiamo dei dati strutturali che possono dire sì o no, questo lo vedremo in futuro, certamente è una delicata con dei costi enormi, perché fare quel pezzo da Pedaso a San Benedetto del Tronto costerebbe non so quanti soldi tra gallerie, ponti ed altro. Ci sarebbero molte cose da valutare, però credo, come citano gli studi americani fatti in 20 anni, che la migliore cosa sia usare meno la macchina, usare la ferrovia, usare il mare e rimettere in funzione gli interporti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Molto brevemente per dire che l'oggetto delle due interrogazioni si configura in un discorso molto più ampio che è quello della inadeguatezza di tutte le nostre infrastrutture marchigiane, quindi non si può non essere d'accordo con la richiesta posta dalla mozione e dalle interrogazioni, anche perché purtroppo ci accorgiamo della loro inadeguatezza soltanto quando succedono dei casi eclatanti e luttuosi.
Quindi occorre mettere rimedio ai nostri problemi infrastrutturali ed anche un intervento così piccolo e limitato ad un territorio, fra l'altro è il territorio in cui vivo e che frequento, è pur sempre una cosa positiva.
Con questo intervento faccio anche la mia dichiarazione di voto positiva, auspicando che non debbano succedere altri incidenti per aprire gli occhi su altre criticità delle nostre infrastrutture. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Volevo fare un intervento carino ma, dopo aver sentito il Consigliere Giorgini, la mia mente si è confusa e penso che ormai bisogna andare in giro con il carretto!
Che dobbiamo fare? Dobbiamo tornare all'età della pietra? Non dobbiamo più uscire da casa? E' vero che in giro non c'è più una lira, però tornare ora, all'improvviso, all'età della pietra senza muoversi più …, vuol dire che faremo più attività fisica. Io tutti questi dati delle università americane non ce l'ho, quindi parlo con disagio per come vedo io la viabilità e le strade, purtroppo sono viziato dalla mia professione, sono agente di commercio e da quarant'anni giro d'Italia a ritmi anche consistenti, 90, 100, anche con punte di 110 mila chilometri all'anno, quindi in quarant'anni mi sono pascolato sui 4 milioni di chilometri.
Guardo con ammirazione agli ultimi mesi, vado in Umbria e svalico dall'altra parte verso la costa tirrenica, in quel bellissimo tratto mi sembra di stare su 'Guerre stellari', di guidare un'astronave, verso Colfiorito ti fai quattro gallerie in maniera piacevolissima.
Questa grande miseria che viviamo, mi auguro di no, ci porterà ad andare in giro con il carretto, però oggi mi entusiasmo quando vedo una strada.
Un collega in fiera mi ha domandato: “Ma tu fai il rappresentante e sei anche in politica, di cosa ti occupi?” Ho risposto che mi occupo di asfalto e viabilità e lui mi ha chiesto: “Nelle Marche come vanno le cose?” Nelle Marche lungo le strade non ci passano le macchine, ci passano i soldi, più una strada è larga più soldi ci passano. Quindi il ritorno al carretto per me è imbarazzante, una cosa fuori dalla mia cultura.
E' chiaro che questa mozione facile noi la votiamo, ma non è che noi la votiamo e domani mattina c'è qualcuno dall'alto che per i 50 chilometri tra Porto Sant'Elpidio e San Benedetto del Tronto decide che l'ordine di grandezza è di un 1,5 miliardi/2 miliardi, se c'è un Governo che stenta a trovare 4 miliardi, per i 2 miliardi di questo investimento noi come Regione che forza abbiamo?
Però piano piano si può andare avanti, passetto dopo passetto, il territorio è d'accordo, i Sindaci sono d'accordo. Mi ha fatto pensare quello che ha detto prima il Consigliere Giacinti, è vero, quando trovi qualcuno che non è d'accordo e non riesci a cogliere un'occasione unica è un peccato, perché poi passano 20/30 e cosa si perde in quel tempo? Si perdono soldi e tutti gli abitanti di quella zona perdono i soldi.
Poi per carità, domattina va di moda una visione di vita restrittiva, una visione di vita arcaica, personalmente dopo aver fatto 4 milioni di chilometri prendo il carretto e vado in giro con il cavallo e mi godo la vita, questo però non si concilia con i soldi, con la ricchezza. Quindi che vi dico? Boh! Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio il Capogruppo Urbinati, il Presidente Giacinti per il fatto che hanno presentato questa mozione sul tema dell'autostrada, ma più in generale su quello della mobilità e delle infrastrutture. Hanno fatto benissimo, anche se con questa mozione, come magari è accaduto per i vaccini in cui sono state sollevate in quest'Aula pulsioni antiscientifiche, rischiamo di sollevare pulsioni antimoderne, una nuova forma di luddismo nei confronti di tutto ciò che è sviluppo, che è crescita.
E' chiaro che le risorse e le scelte del pubblico, dello Stato, dell'Unione europea, debbono essere misurate, le risorse debbono essere gestite con oculatezza, possiamo anche criticare alcuni interventi, ma non perché non debbono essere fatti, ma perché non debbono essere fatti soltanto quelli.
Ad esempio ho sempre mantenuto in quest'Aula una posizione, ma non nei confronti della Regione, nei confronti della strategia nazionale delle Ferrovie italiane, perché a mio avviso c'era una forte concentrazione di investimenti sull'alta velocità e magari non c'era la stessa attenzione sulle linee regionali o sui pendolari. Credo che su questo dobbiamo fare in modo che l'intervento complessivo dello Stato sia fatto con grande equilibrio.
Consigliere Giorgini, questa Regione si è data nel corso degli anni alcuni strumenti di pianificazione e di programmazione, c'è un piano della logistica e delle infrastrutture e prima di approvare quel piano, proprio perché non era sufficiente per noi una dimensione regionale, abbiamo detto: “Ci fermiamo” e siamo andati a Bruxelles con una delegazione plurale, abbiamo sollecitato i gruppi parlamentari, abbiamo ottenuto anche alcuni risultati, perché le Marche erano fuori da ogni rete europea. Oggi siamo nella diramazione del corridoio Helsinki-La Valletta, diramazione Marche, diramazione Ancona, il nostro obiettivo era diramazione Bari, non volevamo fermarci qui, volevamo che la rete europea comprendesse le Marche, l'Abruzzo, la Puglia e con il Consigliere Zaffini ci siamo più volte confrontati su questo e credo che sul tema delle infrastrutture, su questi aspetti, abbiamo la stessa preoccupazione, ovvero quella della marginalizzazione di una parte del territorio marchigiano e di una parte dell'Italia meridionale oltre che di quella centrale. Prima ho fatto riferimento all'alta velocità e l'alta velocità ci bypassa. Siamo nella fase di velocizzazione della linea adriatica che è qualcosa di importante ed abbiamo bisogno di strategie non soltanto di qualcosa di importante.
L'alta velocità attraversa un'altra parte dell'Italia, nel caso nostro fa Firenze, Bologna, Roma, Napoli e da Napoli raggiunge Bari. Quindi, noi dobbiamo essere molto attenti ad evitare la marginalizzazione della nostra regione e della parte est dell'Italia.
Ma è proprio vero che la Regione non è stata attenta sugli investimenti all'interno della regione? L'Assessore Sciapicchetti può dire meglio di me che si sta lavorando per l'elettrificazione della Civitanova Marche, Macerata, Fabriano. Il Consigliere Celani è testimone, come lo è il Consigliere Urbinati, allora Assessore a San Benedetto del Tronto, di quello che la Regione, insieme alle istituzioni locali del Piceno, fece per l'elettrificazione della San Benedetto del Tronto/Ascoli Piceno.
Poi non è sufficiente perché c'è un problema su Ascoli Piceno/Roma, c'è un problema su Ancona-Roma, su Orte-Falconara, dove purtroppo su lunghi tratti c'è un solo binario, di questo ne abbiamo parlato più volte e con il Consigliere Biancani ho anche fatto una mozione. C'è un incontro ormai avviato con la Regione Umbria, l'abbiamo sollecitato anche non molti giorni fa, ci sono incontri con i nostri dirigenti. Non è presente l'Assessore Casini che la scorsa seduta ha riferito su quello che si sta muovendo anche su quel versante.
Sono comunque d'accordo con il Consigliere Giorgini quando dice che sui collegamenti ferroviari occorre uno sforzo maggiore, concordo, ripeto, anzi, non può prevedere soltanto investimenti sull'alta velocità, che non demonizza. Forse oggi siamo in un'altra fase, non voglio aprire polemiche nazionali, anche perché le battute fra il Consigliere Zura Puntaroni e il Consigliere Giorgini rappresentano nel territorio regionale, quello che con maggiore evidenza rappresenta a Roma il confronto fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, e penso alla TAV o ad altre grandi infrastrutture del nostro Paese.
Mi limito a questo perché non voglio fare polemica, a me non interessa la polemica politica, interessa la risposta ai bisogni infrastrutturali per la nostra economia e per la nostra comunità.
Quindi, il problema che hanno posto i Consiglieri Urbinati e Giacinti apre la discussione su aspetti molto più ampi, legati alla ferrovia, all'autostrada, alla rete portuale. Non è presente l'Assessore Casini, che vorrei ringraziare perché sul passaggio dalla Regione all'Anas c'erano state alcune difficoltà rispetto ad alcune strade, sono stato alcune sere fa ad una piacevole manifestazioni a Pesaro, di fronte a me in quel momento conviviale c'era il Sindaco di Apecchio che mi ha ricordato dell'Apecchiese e che ci sono anche altre strade. Credo che questi siano gli obiettivi, perché quel quadro vada completato e deve essere completato in fretta, nel giro di pochi mesi.
La relazione positiva con l'Umbria, non soltanto per l'Orte-Falconara, sia realizzata e concretizzata quanto prima.
Non voglio aggiungere altro perché credo di aver detto alcune cose, sono però convinto che la modernizzazione di un Paese passa anche attraverso questi aspetti ed ho la consapevolezza che non siano gli unici perché so che abbiamo bisogno di tanti investimenti di carattere immateriale ed i primi di agosto di più di due anni fa abbiamo approvato il piano della banda larga e ultralarga, che in parte si sta attuando, dobbiamo fare in modo che anche questo sia realizzato su l'intero territorio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Solo per annunciare una futura mozione che possa essere di indirizzo alla Giunta e all'Assessore Casini, partitamente agli investimenti, e penso anche al nostro bilancio, alle tante opere pubbliche per le quali l'Assessore Cesetti ha già presentato investimenti in sede di conferenza stampa in vista del nuovo bilancio.
Direi solo una cosa semplice: qual è il modello di società che abbiamo di fronte? Tutto quello che dice il Consigliere Giorgini ha un senso profondo solo per un motivo, questa è una società che non cresce di numero, quindi le automobili non cresceranno, semmai le automobili diminuiranno perché oltre che non crescere di numero, siamo fermi intorno ai 60 milioni da più di 10 anni, invecchiando, si sa, che l'automobile si usa di meno, quindi questo è un pericolo scongiurato, però è anche vero che una popolazione anziana avrà sempre più bisogno del mezzo pubblico piuttosto che dell'auto privata.
Queste due cose nelle Marche le concilieremo male perché, caro Consigliere Giorgini, a differenza della Liguria, che è tutta lunga, che ha la ferrovia e l'Intercity fa le soste in comuni come Monterosso, va bene è un comune delle Cinque terre, ma ha 700/1000 abitanti, per fortuna noi abbiamo un bellissimo entroterra che non è schiacciato sulla costa e che è difficilissimo da collegare.
Questa non è una Regione da ferrovia, questo è il primo dato, le valli sono quelle che sono, le intervallive le abbiamo pure cancellate perché avremmo potuto avere un anello che era Civitanova/Fano e ce lo siamo dimenticato Negli anni 60 e 70 l'autostrada l'A14, lo dicevo prima al Consigliere Giancarli partitamente sensibile all'argomento, abbiamo deciso di farla addosso al mare, invece di farla, come qualcuno aveva immaginato, a metà fra la collina e il mare, fra la montagne e il mare, quindi in zona collinare, nell'asse Fossombrone/Jesi, per cui ce la prendiamo in saccoccia su tutto il fronte.
Intanto approviamo questa mozione, poi propongo la terza corsia fino a Giulianova, e ringrazio il Consigliere Urbinati che ci ha richiamato la storia, il travaglio, però dobbiamo decidere queste cose, non possiamo fare altri 15/20 anni di discussioni. Pedaso è appena un inizio, dobbiamo farla fino al collegamento verso Roma perché questa tratta non è solo nostra, è una strada alternativa all'asse Bologna, Firenze, Roma, per cui tutto il nord-est, invece di attraversare l'Appennino su quella tratta, visto che non ci sono grandi occasioni, può benissimo utilizzare l'autostrada A24 che praticamente è deserta, certo più faticosa, più costosa per i mezzi pesanti, però praticamente deserta.
Invece, ai colleghi del Movimento 5 Stelle e Lega consiglio proposte nella logica alternativa a tutto quello che c'è oggi e di cui non si sente più parlare, stranamente se ne sentiva parlare quando ragionavamo in termini europei, ma quando poi ragioniamo in termini localistici non se ne parla più.
Per esempio, Consigliere Giorgini, non si parla più della famosa autostrada del mare che era stata lanciata a suo tempo, penso alla prima o seconda legislatura Formigoni in Lombardia, che doveva servire per portare i Tir lungo l'Adriatica da Brindisi, fino alla Pianura Padana, fino in Germania.
E' chiaro, se cancelliamo la TAV, figuriamoci se riapriamo questa, anche se questa non inquina e non tocca niente, certo inquina far muovere una nave, ma una nave che carica 200/300 Tir.
La stessa cosa si potrebbe fare con la linea ferroviaria adriatica, che è drammaticamente sottoutilizzata, i container potrebbero benissimo camminare lì. In altri Paesi queste navette le hanno create, non sono un tecnico però so che sono previsioni fatte, poi se su ogni progetto che dice 100, si va a vedere quel 7% di controindicazioni, in quell'assurdità del rapporto costi/benefici, che dice che non lo puoi fare, il risultato è che non si fa nulla, e questo non è possibile. E' chiaro che in ogni progetto pari a 100 ci sarà sempre un 7%, un 12%, un 15% di controindicazioni.
La mia proposta è: visto che in futuro avremo da costruire soltanto ospedali, residenze protette - perché questa sarà l'esigenza - possiamo fare qualche ferrovia in più ed anche, non dimentichiamocelo, se è vero che cresce la circolazione, rendere le strade più sicure perché è inutile averne di meno, intasate e a doppia corsia, non è solo un problema di velocità o di migliore utilizzo, ma anche di sicurezza.
Le Marche soffrono per l'intasamento sulla costa, per cui dovremmo fare delle tangenziali, delle bretelle presso tutte le grandi città, Pesaro, Fano Senigallia, esattamente come è stato fatto per Ancona, a scendere, Civitanova, Porto San Giorgio, San Benedetto, dappertutto vanno fatte e vanno aperte almeno altre 7 uscite autostradali per spezzare il flusso stradale e poter utilizzare l'autostrada, per quello che è possibile, come tangenziale quando queste avranno tempi di realizzazione molto lunghi e non potranno essere fatte.
Le ulteriori uscite autostradali è possibile averle subito, sono progetti semplici, costano poco, occupano poco terreno e normalmente lo occupano in zona decisamente non agricola.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire, però credo che l'argomento che è stato introdotto dalla mozione del capogruppo del Partito Democratico sia estremamente importante per la regione Marche, anche per la considerazione che ha fatto sugli aspetti rilevanti di questa infrastruttura.
Si, c'è stato un ritardo, c'è voluto del tempo per capire l'importanza della terza corsia dell'autostrada adriatica, ma credo che anche oggi ci sia un po' di ritardo nel capirlo.
Credo che questa mozione, Vicepresidente Casini, vada integrata, e questo è un aspetto politico, sensibilizzando le Regioni che sono a sud delle Marche, perché molta economia viaggia su questa strada nel collegamento nord-sud, quindi velocizzare il tratto delle Marche, e non solo, come ha detto il Consigliere Marconi, è estremamente importante, perché ci sono ancora molti chilometri per arrivare in Puglia.
Questo è un aspetto estremamente importante, non solo per quanto riguarda ciò che è successo a seguito dell'incidente, ma soprattutto per l'economia, perché una cosa è raggiungere il nord Europa in un determinato periodo di tempo, una cosa è ridurre i tempi di percorrenza magari di qualche ora. Così è l'economia, così vanno i flussi e volenti o no, possiamo non essere d'accordo, caro Consigliere Giorgini, il problema è la velocizzazione del trasporto delle merci ed oggi noi ad Ancona tocchiamo con mano la difficoltà dell'uscita dal porto, perché le merci che ne escono perdono minuti importantissimi per raggiungere la grande viabilità.
Questo è il problema vero di questa Regione, di cui ha sempre sofferto anche nel passato, Anche negli anni '80, Consigliere Giancarli, questa difficoltà è stata sempre sottovalutata e vissuta come una diatriba tra chi governava, chi faceva opposizione, chi diceva di essere contrario a queste infrastrutture perché non erano necessarie, ma chi sosteneva l'altra posizione aveva ragione.
L'altro aspetto è che purtroppo siamo rimasti fuori dalla scelta oramai fatta tra Bologna e Bari lungo la dorsale adriatica, perché noi facciamo la velocizzazione della Adriatica, che è una cosa, mentre dall'altra parte fanno l'alta velocità che collegherà Bari tramite Napoli, perciò questo pezzo dell'Adriatico è con meno servizi e con meno collegamenti.
Questi sono i problemi che abbiamo, questi sono i problemi che si potrebbero iniziare a porre con attenzione e con autorevolezza, collegandosi anche con le altre Regioni.
Sono stato sempre scettico nei confronti dell'Umbria, anche per quello che ho fatto precedentemente, e i fatti mi hanno dato ragione, l'Umbria ha risolto sempre i problemi prima di noi e le Marche l'hanno sempre aiutata.
Adesso siamo sulla stessa strada per quanto riguarda il problema ferroviario, ma la ferrovia Foligno-Terni sta per concretizzarsi nel raddoppio, che è più vantaggioso e più avanti del pezzo che interessa le Marche, succederà la stessa cosa, l'Umbria risolverà il problema e le Marche no.
Questi sono aspetti importanti a cui la politica di turno deve guardare con attenzione, ancora una volta, probabilmente, siamo in forte ritardo perché i fatti sono in questi termini. C'è anche il problema della Quadrilatero, l'impresa che ci ha lasciato in difficoltà con il rischio che possa diventare una incompiuta, anche questa infrastruttura è nata a suo tempo con un po' di ritardo, con una vivacità di dibattito, perché anche in quel contesto c'era chi era favorevole e chi no, ma oggi si è dimostrata, come diceva il Consigliere Zura Puntaroni, un'efficiente via che collega l'Adriatico con il centro Italia, per il momento Civitanova Marche e l'Umbria, ed è un risultato positivo. Speriamo che questo avvenga anche per Ancona, però in questo momento ci sono fortissime difficoltà.
Quando si parla di infrastrutture, quando si parla di arterie che servono per collegare la nostra Regione, si apre un dibattito estremamente importante, vivace ed anche ricco di contenuti, ciò significa che esiste un problema che ancora purtroppo non riusciamo a risolvere.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questa mattina, lo dico al Consigliere Giorgini che è molto attento, sono venuto in macchina da Teramo e al confine con Porto Sant'Elpidio, andando a sud o venendo da sud, è un altro mondo, in termini di vivibilità, di ambiente, di sicurezza e di agibilità a dimostrazione dell'errore che venne commesso a suo tempo.
Prima ero capogruppo alla Provincia di Ascoli e dopo Presidente della Provincia di Fermo, lo ha detto il Consigliere Giacinti, che era Sindaco di Monturano, non ripeto e mi riporto a quelle considerazioni e argomentazioni che abbiamo vissuto ed argomentato insieme.
Evidenzio soltanto che quando inaugurammo il casello autostradale di Porto Sant'Elpidio io ero Presidente della Provincia di Fermo e intervenni in quella occasione nel definire il casello di Porto Sant'Elpidio la porta di entrata nord della provincia di Fermo.
Il responsabile della Società Autostrade, nel darmi ragione, disse chiaramente che in quella circostanza un'occasione era stata persa dal territorio fermano, persa non soltanto per la terza corsia fino a Pedaso, ma perché quell'intervento ci avrebbe consentito di sfruttare l'opportunità delle cosiddette opere compensative o opere di adduzione, che significavano l'intervento nel casello di Porto San Giorgio, che significavano il tratto del lungo Tenna, che tanto viene reclamato, per intenderci dal casello di Porto Sant'Elpidio verso Fermo, che doveva essere il primo tratto della Mare-Monti guardandola da nord, che manca alla Provincia di Fermo. Quello avremmo ottenuto, non soltanto la terza corsia, ma le opere compensative o di adduzione, come le vogliamo chiamare. Questo è!
Oggi con soddisfazione prendo atto della risposta, oltre a ringraziare i presentatori della mozione, della Vicepresidente, puntuale, argomentata ed esaustiva, tra l'altro ci consegna anche la tempestività di un intervento politico perché il Presidente Ceriscioli, e quindi anche la Vicepresidente Casini, che porta la responsabilità della delega alle infrastrutture, nel piano strategico di questa Regione, presentato all'allora Ministro alle infrastrutture Delrio, evidenziò le questioni che oggi noi troviamo nella risposta, segno appunto della tempestività dell'intervento e di quanto fosse necessaria l'idea di portare avanti il completamento della terza corsia, almeno fino a Pedaso per poi proseguire con quelle specificazioni che sono state date nella risposta. Noi dobbiamo lavorare in questa direzione.
Certo, Società Autostrade anche recentemente ci ha detto che il flusso di traffico non giustificherebbe più quel tipo di investimento, lo so, non lo giustifica sotto l'aspetto della convenienza economica, ma sotto l'aspetto della convenienza sociale in termini di sicurezza ed anche, se vogliamo, in termini ambientali. Quando oggi percorro la strada che da Civitanova Marche porta a Foligno - l'ho fatta per 7 anni prima dell'intervento, tutte le settimane quando andavo a Roma, il paradosso era che la via più breve per arrivare a Roma era dalla mia Montegiorgio andare a prendere il treno a Foligno, perché passando per Porto San Giorgio-Ancona non si arrivava mai - vedo non solo la sicurezza, la percorribilità, ma anche il grande risultato ambientale, dal mio punto di vista, che è notevolmente migliore oggi di come era prima, perché la tutela dell'ambiente non significa soltanto evitare di mettere un metro lineare di asfalto, la tutela dell'ambiente è qualcosa di molto più significativo, senza ricordare i temi che attengono alla sicurezza. Ovviamente voterò favorevolmente questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Solo dei chiarimenti, il primo è per il Consigliere Zura Puntaroni, il quale ha ragione, dovremmo usare il cavallo ed andremmo sicuramente più veloci delle macchine, che in Italia hanno una media di 15 chilometri orari, probabilmente se al mattino per andare al lavoro si usasse il cavallo, si arriverebbe sicuramente mezz'ora prima, quindi ha ragione.
Al Consigliere Giancarli preciso che ho detto che la colpa è della classe politica regionale di quest'Aula, ma non di quella di adesso chiaramente, questa cosa è strutturale, non è venuta fuori ora, io ero bambino quando l'autostrada si prendeva ad Ancona nord e c'erano problemi. Lei ha detto: “Le strade e le autostrade devono essere una crescita” ma, caro Consigliere Giancarli, ho rispetto per lei, qualcosa sta sbagliando perchè per me la crescita è innovazione tecnologica, innovazione del lavoro, innovazione del sistema sanitario, competizione scientifica-tecnica-economica con altri Paesi, investimento nella green economy, non è fare le strade.
E' dimostrato nel mondo, il Lussemburgo che è un Paese che per noi non esiste, ha vietato il traffico nelle città, Londra lo ha fatto tempo fa, dobbiamo prenderne coscienza, è meglio capirlo prima che, come facciamo solitamente, dopo o fra vent'anni, la macchina non sarà più un mezzo da usare tutti i giorni, oggi è diventato un mezzo strutturale, a San Benedetto abbiamo 41.900 veicoli su 47.000 abitanti, lo capite o no che ormai è strutturale? Nelle città siamo ingolfati, è inutile che aspettiamo la gente che viene da fuori.
Al Consigliere Marconi dico che la diminuzione del traffico l'attesta Società Autostrade, dal 2011 al 2017 abbiamo avuto il 30% di calo dei veicoli leggeri e quasi il 20% di quelli pesanti, questo tenderà ad aumentare perché l'autostrada costa, la benzina costa, i soldi non ci sono, quindi noi italiani per forza di cose, ci siamo messi le cinture di sicurezza quando hanno previsto la multa, prima non le mettevamo, siamo costretti a fare le cose che avremmo dovuto fare per coscienza.
Al Consigliere Zaffiri, che è stato un grande sostenitore dell'interporti, vorrei dire che, ad esempio, l'nterporto di Jesi doveva essere propedeutico al porto di Ancona, con i treni dovevano arrivare i container da portare al porto di Ancona e dal porto di Ancona si prendevano e si portavano all'interporto per farli ripartire con il treno, il fallimento è stato questo. Il treno è la cosa migliore che possiamo avere, efficiente, un'efficienza straordinaria, invece cerchiamo ancora di allargare le strade e, come ho detto e come hanno spiegato le due Università americane, più dai e più si usano le macchine, è come quando vai al self service, hai tanta roba a disposizione e mangi il doppio, questa è realtà. Lo studio e la scienza ce lo dicono, non lo dico io.
Non ho un'idea ben precisa, lo devo dire, sono sicurissimo che la bretella di San Benedetto sia un danno enorme per la città e risolva zero, ma qui non ho un'idea netta, precisa, perentoria, dico che fino a Pedaso la terza corsia sia giusta perché è tutta pianura. A Porto Sant'Elpidio, l'ha ricordato l'Assessore Cesetti, hanno fatto uno svincolo che nemmeno a Manhattan c'è, hanno rovinato un pezzo di territorio in modo vergognoso. Quindi non parliamo di caselli autostradali visto che nemmeno a Manhattan c'è uno svincolo autostradale come quello.
Credo che dobbiamo fare una riflessione onesta e dire: “Signori, mettiamoci a lavorare, facciamo le ferrovie, prendiamo il mare, riattiviamo gli interporti di cui non sappiamo cosa fare, piano piano”. Abbiamo l'80% delle merci che viaggia su gomma, solo il 20% su rotaia, la Polonia fa il doppio di noi e le merci viaggiano per il 40% su rotaia e per il 60% su gomma.
Penso che per la politica, e non guardo se è di destra, sinistra o Movimento 5 Stelle, sia solo una questione di serietà e il voto sarà di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Parto dall'ultima affermazione del Consigliere Giorgini e dichiaro di essere favorevole e di votare in modo entusiastico questa mozione, non mestamente, ma con “trasporto”.
E' affascinante quello che ha detto il Consigliere Giorgini relativamente al discorso del cavallo, però non credo che costi molto meno che fare le autostrade perché, per chi ha studiato un po’ la storia dei secoli passati, i cavalli avevano bisogno delle poste, che erano punti di ristoro e di cambio dei cavalli, quindi immaginate quale ammodernamento dovremmo fare in Italia per regolarizzare le nostre strade con questi punti di ristoro, anche per i viaggiatori che dovrebbero alloggiare perché per andare da qui a Roma a cavallo, occorrerebbe fermarsi più volte, quindi occorrerebbe creare una serie di strutture.
Al di là di questa battuta, vi dico che la sera del 23 agosto ero in autostrada a 100 metri da quel camion che ha preso fuoco, se si fosse incendiato a metà galleria non so cosa sarebbe successo.
Questo per dire che il discorso è opposto a quello che si è fatto fino adesso, noi abbiamo più necessità di infrastrutture proprio in quelle situazioni dove dal punto di vista orografico siamo messi male, è lì che abbiamo bisogno di maggiori infrastrutture, non soltanto per far viaggiare più velocemente le auto, ma anche per farle viaggiare in sicurezza, questo è il discorso! Una galleria grande, una galleria che si interconnette con altre dà molta più sicurezza rispetto a quei budelli che sono stati costruiti negli anni '60 e, guardate, in Italia nella costruzione della rete autostradale siamo fermi agli anni '80, siamo cresciuti di appena il 16% dagli anni '80 ad oggi, e sono trascorsi 38/40 anni, gli altri Paesi europei sono cresciuti dal 50%, valore minimo della Francia, fino ad oltre il 200% del Portogallo che partiva da una situazione disastrosa.
Andiamo a vedere come incide sulla competitività e sull'attrattività di quei territori per quanto riguarda gli insediamenti e le attività produttive e vediamo qual è la differenza fra noi e l'Europa, la differenza sta tutta lì, loro sono molto più competitivi di noi rispetto alle infrastrutture.
Non possiamo più ripetere l'errore che è stato fatto negli anni '90, quando per una disdicevole lotta di campanile tra Fermo e Porto San Giorgio non abbiamo avuto il prolungamento, lo dico e lo ripeto perché l'ho vissuta in prima persona, per una disdicevole questione di campanile fra Fermo, che voleva l'arretramento dell'autostrada perché passasse sotto le sue mura, e Porto San Giorgio che voleva che passasse a ridosso del mare e noi oggi non abbiamo avuto la terza corsia e quei fondi la Società Autostrade li distrasse ad altri porti.
Gli amministratori dell'epoca devono fare mea culpa se oggi siamo in questa situazione, perché oggi avremmo avuto la terza corsia fino a Pedaso e da lì probabilmente saremmo arrivati fino a Giulianova. Non è possibile ripetere un errore di questo tipo, perché, piaccia o non piaccia, lo sviluppo di un territorio passa attraverso le infrastrutture che siano materiali o immateriali, quando uno mi convincerà che le merci viaggeranno via web allora rivedrò il mio discorso, ma non sarà così.
Tutti gli studi dicono che il trasporto su ruota sarà sempre un punto superiore a quello su ferro, sempre e comunque, perché con il trasporto su ruota possiamo fare il porta a porta, cosa che il trasporto su ferro non potrà mai fare, occorrerà fare grandi strutture, interporti, chiamatele come volete, strutture intermodali, con grandi costi che però funzioneranno a metà. La dimostrazione l'abbiamo avuta a Jesi, a San Benedetto, a Centobuchi, dove abbiamo delle cattedrali nel deserto, perché il trasporto su strada consente di fare il porta a porta nella consegna delle merci, cosa che il trasporto su rotaia, su ferro, non consente.
Noi dobbiamo riprendere non soltanto il discorso della terza corsia della A 14, ma anche quello della transcollinare, è fondamentale, soprattutto adesso che abbiamo la difficoltà a far rivivere le aree interne. Anni fa fu firmato un Protocollo tra la Regione Molise, la Regione Abruzzo e la Regione Marche per realizzare la pedemontana che doveva partire da Isernia ed arrivare a collegarsi alla Romea in Emilia-Romagna per cercare di rivitalizzare tutto il discorso all'interno, fermo restando che tra la pedemontana e l'autostrada erano previste le famose intervallive tra cui, per quanto riguarda il Piceno, la mitica Mezzina, di cui se ne parla ormai da anni.
L'autostrada e la pedemontana sono fondamentali per l'entroterra, per dare vita a tutti quei comuni di cui stamattina abbiamo parlato, per impedire che le persone, non credendo più nemmeno nelle fusioni, vanno ad intasare, secondo un nuovo fenomeno di urbanesimo, tutta la costa. Che risposta diamo a quei cittadini che stanno sulla costa e che cresceranno sempre di più? Purtroppo da qui a un po' di anni non potremmo arrestare questo nuovo urbanesimo per cui dobbiamo lavorare perché la qualità della vita, le condizioni di trasporto passeggeri e merci, vengano migliorate. E' fondamentale un discorso di questo tipo, chi ragiona in altri termini pensa che lo sviluppo non passa più attraverso le vie di comunicazione, ma attraverso la canoa sui fiumi navigabili. Non so immaginare tutto questo, quindi sono fermamente convinto di questa mozione.
Mi sono divertito a fare uno studio, che ho presentato qualche mese fa, sulla carenza di infrastrutture nelle Marche, in modo particolare nel Piceno, ne fornirò una copia anche alle Commissioni, da lì si evince quante difficoltà abbiamo nell'essere competitivi con gli altri territori contermini proprio per effetto di questa carenza, fermo restando, è un altro discorso molto più forte ed ancora più pregnante, il collegamento est-ovest della costa adriatica con il Tirreno, attraverso la Fano-Grosseto, attraverso la ferrovia Ancona-Falconara-Orte, attraverso la Salaria, e quant'altro si voglia dire, se vogliamo sviluppare veramente questo territorio, altrimenti stiamo a piangerci addosso, ma la soluzione non è quella di impedire che le vie di comunicazione crescano.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Consigliere Giorgini anche in nome di una militanza comune, che per un periodo abbiamo avuto, profondo rispetto, ci mancherebbe, però io ho sostenuto che le infrastrutture muovono ricchezza, ho aggiunto ad esempio che una regione manifatturiera come quella marchigiana ne muove tanta, ed hanno un impatto positivo sulla crescita economica. L'ho detto più volte e lo ripeto, io penso alla sostenibilità dell'economia, ma non ci penso soltanto come una dichiarazione e nel mio intervento ho parlato di ferrovie ed ho chiuso con il piano sulla banda larga e ultralarga, quindi ci mancherebbe che non pensassi alle reti immateriali ed alla green economy.
Posso anche dire un'altra cosa, e su questo chiudo non solo con il voto favorevole perché siamo in dichiarazione di voto e ci mancherebbe che non fosse così, quindi non riprendo tutto il ragionamento, il Consigliere Giorgini, che è persona che studia, fra le altre cose che fa, può vedere, e sarei molto contento se lo facesse, uno studio di fattibilità, non ce ne sono molti, ce n'è soltanto uno in questa regione sull'arretramento della linea ferroviaria nella provincia di Ancona e contestualmente tutta la riqualificazione costiera, sempre nel tratto anconetano, ma quando parlo di tratto anconetano parlo di un territorio che va dal Cesano al Musone.
Non ci dividiamo sulle enunciazioni, ma sulla crescita sostenibile e sul potenziamento, ad esempio, della ferrovia credo che possiamo lavorare, fermo restando tutto il ragionamento sulla green economy, che poi è parte integrante, e sulla banda ultralarga, sul quale dobbiamo porre delle azioni importanti e significative, tra l'altro oggi abbiamo la possibilità di avere anche un marchigiano che ha una responsabilità importante, ne parlavamo anche con il Capogruppo Maggi, penso al senatore Coltorti per il ruolo e per il legame forte che ha con questo territorio.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Sinceramente non mi aspettavo di scatenare una discussione così lunga, così articolata e direi anche così interessante, però, guardate, per necessità dico che è giusto stare su quello che sarà il percorso che la Giunta farà, così come ci ha detto l'Assessore, stiamo seriamente su quella che è la necessità di quel tratto della A14, ovvero la terza corsia.
Sono state ricostruite le tante vicissitudini di quel territorio, noi ci giriamo indietro a guardare quello che è successo solo per non ripetere gli errori che sono stati fatti, perché anche allora, quando si procedeva su questa discussione, c'era una parte che era convinta delle bretelle collinare e non della necessità della terza corsia, né dell'arretramento.
Voglio citare solo un episodio, non ricordo se era un convegno o se era l'inaugurazione del casello autostradale di Grottammare, il Presidente di Società Autostrade in quel periodo era Giancarlo Elia Valori, un dirigente pubblico che conosciamo benissimo, ebbene, quando alcuni politici locali di cui ricordo nome, cognome e tutto, anzi qualcuno ci dà ancora lezioni di come si fa politica, gli chiese: “Presidente, allora finanziamo l'arretramento della A14”, che era quella discussione che ha ricordato poco fa il Consigliere Celani, egli rispose: “Certo, tra una trentina d'anni, possiamo iniziare a parlarne”, quindi significa che fra una decina di anni, ne sono passati già 20, possiamo iniziare a discuterne. Questo è l'atteggiamento che sicuramente non dobbiamo avere perché, vi spiego, le infrastrutture sono fondamentali, le infrastrutture portano sviluppo e, grazie ai dati dell'anno scorso, ora vedremo quelli di quest'anno sul turismo, si è visto come incidono sulle presenze turistiche e sullo sviluppo di un territorio.
La questione positiva dello stato delle cose in quel tratto di autostrada, e abbiamo ribadito le difficoltà che abbiamo avuto subito dopo l'incidente, è che fortunatamente dal 23 agosto, da quando c'è stato l'incidente sulla galleria Castello più conosciuta come la galleria di San Francesco, lo dico perché sta ad 800 metri da casa mia, non è avvenuto più un incidente, perché puntualmente in quella galleria, soprattutto nei periodi di traffico intenso, c'è un incidente al mese, massimo ogni 40 giorni, che poi sappiamo bene che quel tipo di incidenti in autostrada sono mortali.
Questa è la necessità, è un tratto autostradale costruito nei primi anni '70, con tecnologie ed ingegneria degli anni '50, che oggi non è più in grado di sostenere quel tipo di traffico, soprattutto le gallerie. Quindi stiamo sul pezzo e cerchiamo, così come ha detto l'Assessore e lo ringrazio, di riaprire la discussione politica, almeno riaprire, perché c'è la necessità di fare quello che vent'anni fa non è stato fatto, ovvero: riprendere la discussione. E' solo una questione di investimenti, se qualcuno dice che non si può fare un tratto complicato, non è assolutamente così, tutto si può fare con la tecnologia moderna, è solo una questione di investimenti.
L'invito che faremo ad Autostrade Spa è quello di riaprire la discussione e di darci un'indicazione su quale sarà il futuro della viabilità nel sud delle Marche, in questo caso, voglio dirlo, visto che siamo collegati, anche nel nord dell'Abruzzo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Una dichiarazione di voto velocissima. Condivido in pieno quello che ha detto il Consigliere Giorgini, nel senso che è giusto che si investa di più in infrastrutture meno impattanti facilitando il trasporto su ferro e marittimo, però voterò a favore di questa mozione, sia perché si tratta di mettere in sicurezza la strada, come già è stato sottolineato, sia perché oggettivamente le Marche vanno da Gabicce a San Benedetto del Tronto e non si fermano a Porto Sant'Elpidio. E' un'assurdità avere la A14 a tre corsie che si ferma a Porto Sant'Elpidio e poi da Porto Sant'Elpidio a San Benedetto cambia il panorama, quindi, pur condividendo in pieno il ragionamento che ha fatto il Consigliere Giorgini, voterò a favore per le motivazioni che ho detto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 396. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 405
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Abolizione dell’attività venatoria nei giorni festivi e prefestivi”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 405 del Consigliere Bisonni, che ha la parola per illustrarla.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Cercherò di essere rapido nella spiegazione ed illustrazione di questa mozione, perché credo che inizi ad esserci anche un po' di stanchezza tra i Consiglieri.
Questa mozione ha due obiettivi, il primo è quello di tutelare le persone che passeggiano frequentemente, soprattutto nel week end, nelle nostre aree montane, dico questo perché, come sapete, ci sono stati diversi incidenti in passato in cui l'incolumità delle persone è stata messa a rischio.
Ci sono stati episodi in cui i pallini sono arrivati in prossimità di abitazioni, addirittura ci sono articoli di giornali in cui si legge che sono arrivati sulle porte di alcune attività ricettive, non mancano gli incidenti da caccia. Ovviamente le persone non vanno in montagna a passeggiare durante la settimana quando lavorano. I dati ci dicono che la maggior parte delle persone si gode la natura durante il week end, quindi nel fine settimana è importante eliminare questa fonte di potenziale pericolo.
L'altra cosa è la seguente: sono convinto che questa misura possa favorire un'attività turistica, perché se io so che in una certa zona non ci sono cacciatori, quindi posso passeggiare liberamente e tranquillamente, senza questa angoscia, magari sono più portato a fare una gita in montagna o nelle aree naturali.
Questa mozione l'ho presentata per andare incontro a queste due esigenze, da una parte aumentare la sicurezza in quelle giornate in cui le persone frequentano di più questi posti, cioè montagna, boschi, natura, dall'altra perché credo che eliminando l'attività venatoria durante il week end questo possa essere un ulteriore stimolo per l'attività turistica e ricettiva e quindi favorire le attività degli agriturismi e altro.
Tra parentesi, recentemente ho ascoltato anche il Ministro dell'ambiente Costa chiedere alle Regioni di togliere la caccia, se non sbaglio, la domenica, quindi la mozione va incontro anche ad una diversa sensibilità nazionale su questa tematica rispetto a quello che è stato l'atteggiamento in passato.
Vi invito a considerare questi aspetti che ho sottolineato e a votare questa mozione. Questa è l'illustrazione poi magari interverrò per rispondere a qualche Consigliere se verranno fatte delle domande o dette delle imprecisioni, a mio avviso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Mi riservo di fare poi un intervento più compiuto sulla proposta di legge e su questo tema in generale.
Questa mozione, chiaramente, è un atto di indirizzo politico che mi trova d'accordo, trovo però alcuni limiti dal punto di vista dell'efficacia per quanto riguarda il dispositivo, ciò nonostante, pur con alcune riserve, voterò a favore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 405. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Proposta di atto amministrativo n. 56
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione del POR FSE 2014/2020 come revisionato dalla Decisione della Commissione europea C(2018) 4721 del 13 luglio 2018. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6”
Nuova titolazione: “Approvazione del POR FSE 2014/2020. Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6. Revoca della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 125 del 31 marzo 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. La proposta di atto amministrativo non è altro che un provvedimento tecnico, di modifica dell'Fse Por, dico tecnico anche se qualsiasi atto di natura tecnica non si libera da quelli che sono i ragionamenti di ordine politico.
Anche se non cambiano le strategie, né la platea dei beneficiari, quindi non si modifica nulla per quanto riguarda le figure a cui andranno e le politiche che si faranno i 20 milioni di euro vengono spostati da un Asse ad un altro per una motivazione abbastanza chiara di origine tecnica.
Il motivo è semplice, l'Fse è di 288 milioni di euro, di cui 17 milioni sono i benefici che vengono attribuiti alle Regioni per l'ottenimento di certi risultati.
È chiaro che il beneficio di performance, che è quello che porta a 17 milioni di euro, va oltre quello che è N+3, che è l'altra misura a cui deve rispondere l'Fse, che però non viene alterata, viene fissata sin dall'inizio su tutti gli assi dell'Fse e non viene modificata, la performance è dovuta ad uno scambio che riguarda le Regioni e la Commissione europea.
19 Regioni su 21 hanno chiesto di ritrattare il quantum fissato sin dall'inizio perché eccessivamente alto e complicato. La trattativa si è risolta nel fatto che la Commissione ha approvato alcune modifiche, ha abbassato i range della performance e ha dato la possibilità di trasferire dall'Asse 1, che è quello legato al lavoro, All'asse 3 che è legato alla formazione.
Questa è l'operazione: trasferire i fondi dall'Asse 1, dove se non sbaglio erano previsti 182 milioni di euro, che è un'enormità, quindi complicavano ancora di più la vita per raggiungere gli obiettivi della performance, all'Asse 3, un Asse molto più leggero, con l'abbattimento delle indicazioni per il raggiungimento della performance, rendendo più facile l'ottenimento di quei risultati.
Va detto che l'obiettivo della performance va ottenuto Asse per Asse, nel senso che il totale non è un calcolo generale, ma Asse per Asse, quindi ancora più complicato, ecco perché si fa questa operazione.
L'N+3 viene calcolata annualmente e se non si ottengono i risultati si perdono le cifre previste a seconda dei risultati, questo viene calcolato in una fase intermedia, il 31 dicembre 2018, e poi nella fase definitiva, nel 2023.
In questa fase si è cercato di alleggerire la possibilità, così come in tante altre Regioni ed approvata dalla Commissione europea, di ottenere i benefici della performance che equivalgono a 17 milioni di euro. Questa è l'operazione.
Non cambia assolutamente la strategia, non cambia la platea dei beneficiari, è qualcosa che si sposta dall'Asse 1 all'Asse 3. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Riassumendo quanto ha detto il Consigliere Traversini, questa è una modifica prevalentemente tecnica per cercare di raggiungere l'obiettivo di performance e quindi sbloccare questi 17 milioni.
La priorità 8.1, che si occupa di occupazione, era finanziata per oltre 100 milioni, nella tabella ho letto 112 milioni. I dirigenti ci hanno spiegato che con la legge del 2015 è cambiata la modalità di calcolo del disoccupato e quindi si è ridotta la platea dei potenziali beneficiari di questa misura, che era stata dimensionata all'inizio del settennio con una normativa differente.
Sembra incredibile, però non si riescono a spendere tutti i soldi a favore dell'occupazione e questi 20 milioni vengono trasportati nelle misure 10.1 e 10.4 dell'Asse 3 che sono dotate rispettivamente di 7,7 milioni a 38,6 milioni, una si occupa di dispersione scolastica e l'altra di istruzione e di formazione.
Io ho controllato gli indici di performance su cui poi verrà calcolato il raggiungimento o meno dell'obiettivo, e quindi la valutazione dell'Asse, e tutti considerano l'incremento occupazionale di coloro che hanno frequentato le attività dedicate e quindi i bandi che l'Fse ha emanato.
La soglia N+3 sembra raggiunta in tutti i settori, invece l'Asse 3 è quello che rischia di non raggiungere la soglia di performance, ecco quindi lo spostamento dall'uno all'altro Asse.
Noi terremo in considerazione il monitoraggio del raggiungimento di questi obiettivi - sono persone che dopo aver frequentato i corsi, nello specifico, con questi 20 milioni di dotazione in più, troveranno lavoro, speriamo poi, a tempo indeterminato anche se sappiamo che quasi il 90% dei contratti sono a tempo determinato - per vedere se effettivamente riusciamo a migliorare la qualità di vita di coloro che si trovano in difficoltà.
Non ho rilevato particolari criticità in questa manovra che è più che altro tecnico-contabile, per cui con un attento monitoraggio in questo momento pensiamo di approvare la modifica.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Non faccio parte della Commissione e non ho potuto seguire tutto l'iter di questa modifica che mi sembra parzialmente una modifica tecnica spostando i fondi da un Asse all'altro. Le motivazioni sono quelle di non perderli laddove non si raggiungano gli obiettivi.
Faccio solo una considerazione. Sono andata a guardare l'Asse da cui vengono spostate le risorse, A 1 priorità 8.1, che ha come obiettivo ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata, sostenere adeguatamente le persone a rischio di disoccupazione di lunga durata e prevedere la possibilità di finanziare con questi fondi gli incentivi all'assunzione, gli aiuti alla stabilizzazione, le borse lavoro, gli interventi integrati di politiche attive, i percorsi di integrazione, i voucher ed altro. I fondi vengono spostati all'Asse 3 e precisamente alla misura priorità 10.1, che ha come obiettivo la riduzione del fallimento formativo precoce e la dispersione scolastica e formativa, e prevede azioni di formazione e orientamento, azioni di tutoraggio, progetti di alternanza lavoro, apprendimento per la qualifica di diploma professionale, formazione di docenti operatori, non leggo tutte le voci, però siamo nell'ambito della formazione e del contrasto alla dispersione scolastica, quindi con soggetti specifici, e alla misura priorità 10.4, che sempre nell'ambito della formazione riguarda la qualificazione dell'offerta di istruzione e formazione tecnica professionale e prevede azioni, che potranno essere finanziate con questi 20 milioni circa, formative professionalizzanti, azioni di sistema per il miglioramento della qualità dei sistemi, interventi a sostegno della mobilità a fini formativi, formazione di formatori e docenti sui metodi didattici (vedi il metodo Montessori che è stato oggetto della discussione di poco tempo fa in questa stessa seduta), attività di studio e analisi, trasferimento di buone pratiche, quindi spostiamo i fondi dalle misure che avrebbero portato effettivamente delle risorse economiche nelle tasche, nelle disponibilità di disoccupati e inoccupati, rispetto ad un ambito di formazione.
Evidentemente questo intervento è necessario, perché se questi obiettivi non vengono raggiunti i fondi si perdono, però mi chiedo che cosa significa questo: si è fatta male una previsione a monte o non si riesce ad attivare in maniera concreta quelle misure sul lavoro? C'è un incontro con i datori di lavoro per attivare queste misure? Ci sono degli incontri rispetto a disoccupati che potrebbero attraverso l'autoimprenditorialità mettersi in proprio? Se c'è un fallimento di queste misure, che non riescono ad essere attivate da parte di chi oggi fa impresa, e quindi potrebbe assumere con questi sgravi e questi incentivi, o da parte di chi è disoccupato e non può, non vuole o non ha la capacità di mettersi in proprio, credo che questo dovrebbe essere non solo motivo di approfondimento, ma dovrebbe essere superato perché formare i formatori oggi è meno prioritario rispetto a far lavorare chi è disoccupato. Quindi chiedo una riflessione.
Ho premesso che se siamo arrivati a fine anno a fare questa modifica è perché non ci sono più margini per far partire o per dare altri strumenti, però mi chiedo, leggendo le destinazioni a cui andavano questi 20 milioni e sapendo anche, leggendo i dati, a parte che sono dati che arrivano al 2013, che la disoccupazione sta crescono, direi che su quelle misure forse in maniera corretta a monte erano state messe più risorse, se è il caso di concentrare maggiori attenzioni per capire perché queste risorse non sono andate a buon fine tanto da doverle distogliere e portarle sulla formazione che seppur importante per far acquisire nuove conoscenze, non vorrei che andassero solo nelle casse di chi fa i corsi di formazione.
Credo che sia un'occasione persa per chi effettivamente ha difficoltà a mettere un pasto in tavola per la propria famiglia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Condivido al 100% quanto ha detto la Consigliera Leonardi e parlando di monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi noi intendiamo proprio questo.
Le considerazioni che sono state fatte nell'analisi del documento in Commissione, giusto per chiarezza, perché erano i dubbi che avevamo anche noi, riguardavano i tempi di impiego delle risorse, molto limitati, perché arrivano a fine anno e se non le avessimo spostate, non le avremmo sbloccate, ecco perché parliamo di una modifica più tecnica che politica.
Il sovradimensionamento c'è stato, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, perché all'inizio del settennio la scatola dell'Asse era dimensionata su un'altra normativa, adesso, dopo il 2015, è considerato disoccupato solo chi non ha mai lavorato, chi ha lavorato anche un solo giorno non rientra, mentre prima per essere classificato disoccupato non si dovevano superare gli 8.000 euro di introiti lordi all'interno dell'anno, quindi la persona poteva lavorare per un certo periodo, o mi sembra, vado a memoria, 4.800 euro lordi, se non dipendente ma libero professionista. Quindi si è ridotta la platea e i 112 milioni, con la percentuale di impiego anno per anno, al 31 dicembre 2018, non era possibile raggiungerli.
C'è stato poi l'incremento di disponibilità di risorse all'interno delle aree terremotate e questo ha consentito di portare denaro lateralmente nei territori per cui c'è stata meno richiesta di partecipazione a questi bandi, così c'è stato spiegato, e per ultimo, e per fortuna, ogni anno è possibile rimodulare e quindi ritraslare le risorse da un Asse all'altro, è possibile fare una modifica ad ogni anno, e quindi noi, proprio per il discorso che ho fatto sul monitoraggio, intendiamo verificare perché l'Asse prioritario è quello a sostegno dell'occupazione rispetto a quello della formazione, che chiaramente è propedeutico, ed è più variegato e più complesso.
Erano le cose che abbiamo sollevato anche in Commissione e da questo punto di vista mi hanno tranquillizzato, ecco perché abbiamo preso la decisione di appoggiare questa modifica tenendo sotto controllo come andranno poi utilizzate queste risorse.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 56. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 258, come anticipato alla Conferenza dei capigruppo in modo da ristabilire entro la settimana l'attività venatoria nelle zone Sic ZPS, Natura 2000, che con la sospensiva avuta dal Tar vengono meno. Questo significa non riaprire la caccia e basta, ma dare una risposta all'emergenza con l'abbattimento dei cinghiali.
PRESIDENTE. Ha la parola, come oratore contro, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Intervengo per esprimere un parere contrario per vari motivi, credo che questo dei cinghiali sia solo un pretesto, ma soprattutto penso che la modalità con cui viene presentata questa legge, diciamolo senza problemi, sia un modo per eludere le due ordinanze, una del Consiglio di Stato e l'altra del Tar.
E' stato fatto un grande pasticcio e di conseguenza sono arrabbiati tutti: ambientalisti, cacciatori, agricoltori.
Questo grande pasticcio ha un responsabile ed è l'Assessore Pieroni. Qualche giorno fa in un comunicato stampa le avevo consigliato, visto che questa non è una materia per lei, diciamocelo francamente, di rimettere la delega, ma visto che non l'ha fatto annuncio che questa mattina, su proposta del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Maggi, il sottoscritto e due componenti della Lega abbiamo firmato una mozione di sfiducia nei suoi confronti, Assessore Pieroni, che sarà discussa, se non vado errato, il 18 dicembre. Per spiegare le motivazioni avremo tempo, quindi il nostro parere è assolutamente contrario all'iscrizione della proposta di legge.
PRESIDENTE. Iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno della proposta di legge n. 258. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Proposta di legge n. 258
ad iniziativa dei Consiglieri Pieroni, Traversini
“Modifiche urgenti alla legge regionale 7 novembre 2018, n. 44: 'Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 'Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria' e disposizioni urgenti sulla pianificazione faunistico-venatoria'”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 258 dei Consiglieri Pieroni, Traversini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Ho anticipato la presentazione della legge parlando nella richiesta d'urgenza e nella parte finale ho detto della questione della caccia al cinghiale, della presenza del cinghiale, questa non è una scusa, come qualcuno ha sottolineato, una motivazione secondaria, in realtà è la motivazione principale, anche perché, se vi ricordate, due settimane fa qui fuori c'era una associazione di categoria degli agricoltori che manifestava chiedendo alla Giunta di intervenire e dare una risposta ad una situazione di grande difficoltà che sta vivendo l'agricoltura marchigiana per l'eccessiva presenza degli ungulati, in maniera particolare dei cinghiali.
Ecco perché oggi urgentemente trattiamo una legge, che è nelle nostre competenze, per dare una risposta, per non sospendere la caccia al cinghiale nelle zone Natura 2000, Sic ZPS, altrimenti i danni continueranno ad aumentare e la situazione si aggraverebbe.
Il problema non è così grande per i cacciatori, parliamoci chiaro, è chiaro che non sono contenti di non andare a caccia, questo è indubbio, ma il problema è importante per gli agricoltori. I cinghiali prolifereranno e permetteranno la caccia che nelle zone Natura 2000 non è vietata, è consentita.
E' un problema conseguente all'ordinanza del Consiglio di Stato che, dietro il ricorso che è stato fatto, ha sospeso la caccia in quanto mancava il piano faunistico regionale.
Un mese fa abbiamo approvato la legge, dopo un dibattito che non voglio ripetere, che prevede che, in assenza del piano faunistico regionale, rimangano in vigore i piani faunistici approvati dalle Province.
In quella legge approvata, oltre all'aspetto legato al piano faunistico, c'erano altre due norme ed il Ministero dell'ambiente che ha valutato l'atto ha interloquito solo l'articolo relativo al tesserino venatorio. Noi ci siamo già difesi, abbiamo mandato i nostri scritti difensivi e ci è arrivata la comunicazione che loro l'impugneranno, vedremo! Qualcuno dice che bisogna aspettare, non si può dire, però non è mai successo, lo possono confermare gli uffici, che un Ministero, il solo competente, intervenga a rate, anche se non sono passati i 60 giorni, intervenga due o tre volte. Per carità, c'è sempre una prima volta, però possiamo dire che il 99% quella norma è già approvata, perché l'impugnativa, di cui ci è arrivata la comunicazione, riguarda esclusivamente il tesserino. Significa anche un'altra cosa, uno dei motivi principali per cui il Consiglio di Stato ha sospeso il calendario venatorio è la mancanza di un valore idoneo a verificare il piano faunistico, cosa che è stata superata, ripeto questo perché è una novità, dal fatto che la legge è stata approvata.
Si demandava alla Giunta di provvedere con successivi atti all'applicazione, è stato fatto ricorso all'atto amministrativo della Giunta, il ricorso è stato giudicato dal Tar e nel merito si esprimerà il 23 gennaio anche se ha dato subito la sospensiva. Sospendere e aspettare il 23 gennaio - lo dico come valutazione personale - ad una settimana dalla chiusura della caccia, significa di fatto che il Consiglio di Stato è entrato nel merito anche se non l'ha fatto, è la cosa peggiore che poteva esserci, perché era molto più semplice dire per quale motivo non si poteva andare più a caccia, era molto più semplice, anche in virtù del fatto che era stata approvata questa legge.
La competenza è del Tar e, ci mancherebbe altro, noi l'accettiamo però è anche una nostra competenza, una nostra responsabilità. E' una possibilità del potere legislativo modificare la legge ed è quello che noi facciamo in maniera molto semplice e diciamo che, in base a tutti questi ragionamenti che noi abbiamo fatto e rifatto, anche l'ultima volta che abbiamo approvato la legge, nei siti di cui al comma 1, quindi zona Sic ZPS e Natura 2000, è autorizzato l'esercizio venatorio secondo le modalità e le condizioni indicate nel calendario venatorio vigente, cioè quello che abbiamo allegato alla legge. Lo diciamo per legge, questo significa che portiamo avanti il nostro potere legislativo, che è nella nostra possibilità.
Su questo vorrei soffermarmi brevemente, capisco chi non è d'accordo, perché questa disputa continua, ma la volontà è quella di dare una risposta ad un'emergenza, soprattutto a quella della caccia al cinghiale. Ci siamo comportati con estrema trasparenza ed anche ieri quando abbiamo aperto la discussione per vedere di trovare provvedimenti nessuno ha nascosto nulla, tant'è che stamattina abbiamo telefonato ai Consiglieri della Commissione per sapere …. Al di là della mozione di sfiducia, che è un atto politico, ieri sera è arrivata ai Consiglieri regionali una lettera che diffida, già ben informati di qualcosa che dovevamo ancora finire di portare da avanti, da parte della Lac e del WWF, a non adempiere perché potrebbero esserci delle rilevanze penali e responsabilità patrimoniali. Mi sono sembrati toni eccessivi, secondo me, in merito ad una competenza legittima del Consiglio.
Se la legge verrà interloquita dal Governo, per motivi che riterrà opportuni, è un altro ragionamento, però questa è una nostra competenza ed abbiamo la possibilità di dare una risposta seria ai problemi a cui in gran parte la Giunta ha dato riscontro prendendo dei provvedimenti, così come facciamo oggi, perché dopo la pubblicazione di questa legge, da sabato, si ritornerà a cacciare nelle norme del calendario, quindi il periodo di caccia andrà fino alla fine di gennaio.
Credo che questo possa dare una risposta al principale problema della presenza dei cinghiali, che è sentito soprattutto dagli agricoltori.
Come sapete non è un problema di caccia sì, o caccia no, ne abbiamo parlato tante di quelle, ma servono provvedimenti particolari per il mondo dell'agricoltura che la Giunta ha fatto, anche perché la presenza dei cinghiali incide in maniera pesante sulla questione economica.
Oggi chiediamo l'approvazione di questi pochi articoli, della legge che prevede che nelle zone Natura 2000 si possa andare a caccia in base al calendario che noi abbiamo allegato. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Vorrei chiedere il permesso di poter parlare all'Assessore Pieroni, dal momento che, come un mese fa mi ha detto, non capisco niente, quindi dovrei stare zitta. Chiedo gentilmente il permesso di poter parlare, perché io non sto parlando di caccia, non pretendo di essere esperta nel campo, non sto parlando di agricoltura, ma sto parlando oggi, come ho fatto in passato, di un problema che evidentemente si ripropone. Assessore, lei che è un esperto, mi dice come mai oggi ci troviamo di nuovo a parlare di questo argomento?
Anche se non sono un'esperta di caccia, sono un'ottima ascoltatrice, questo ce l’ho per deformazione professionale, per cui sono riuscita ad ascoltare le lagnanze dei cacciatori, degli agricoltori, anche degli ambientalisti, arrivate oggi in maniera plateale, degli allevatori che ancora chiedono risarcimenti non adeguati a soddisfare i bisogni e a risarcire il lavoro profuso. Sto parlando dell'inadeguatezza delle misure adottate finora riguardo a questo che non è solo un problema di caccia, è un problema di gestione del territorio, che dovrebbe essere quantomeno affrontato non solo dal suo Assessorato, ma anche dall'Assessorato all'agricoltura con il quale a quanto pare sembra non abbiano una buona interlocuzione dal momento che le categorie coinvolte sono più di una.
Qui non stiamo parlando solo di cacciatori, stiamo parlando di una programmazione che non c'è, stiamo parlando di un substrato normativo non più adeguato, perché noi abbiamo una legge, la n. 157 del 1992, quando non c'erano nemmeno i cellulari, tantomeno i GPS, noi siamo alla preistoria per quanto riguarda determinati argomenti e alla luce di tutto ciò serviva un impegno maggiore.
A me dispiace che il Presidente dica: “Non era mai successo che …”, non era mai successo e non ci aspettavamo nemmeno che un Tar dichiarasse di entrare nel merito a gennaio, ma poi di fatto è entrato nel merito con la sospensiva. Non era mai successo che a fronte di un piano faunistico scaduto si dicesse: “In passato era andata sempre bene”, si era andata sempre bene, ma non ci si può cullare sugli allori avendo, come ho sempre detto, un pavimento di cristallo su cui poggiano tutte le decisioni che si prendono qui, e la prova sta nel fatto che ci ritroviamo ancora oggi, dopo mesi ed anni a parlare di caccia. Sono entrata in II Commissione da quasi un anno e non ho sentito parlare di altro che di caccia e di problemi che concernono questa, non è un'attività sportiva, come dice il Consigliere Fabbri, non è un'attività che riguarda i cacciatori, ma è un'economia che muove soprattutto le zone interne, quelle zone interne che, secondo la carta di Fonte Avellana, volevate tanto tutelare ed accompagnare verso una ripresa, una ripresa anche dopo il terremoto.
Un mese fa ci siamo trovati a mettere una pezza e noi abbiamo assecondato per rispetto dei cacciatori, degli agricoltori, dei titolari di attività ricettive, che vivono anche di questo, per rispetto delle categorie, ma oggi non ci sentiamo di essere complici di una gestione quantomeno inadeguata.
Bisognava fare uno sforzo maggiore per rimettere mano a tante questioni perché, anche se non dovessero esserci pronunciamenti, anche se non dovessero esserci altre impugnative, anche se dovesse anche andar bene, a settembre ci ritroveremo con lo stesso problema.
Abbiamo bisogno di creare dei tavoli di confronto, questa volta aperti, con un'impostazione totalmente diversa perché, con tutto il rispetto per il lavoro che è stato fatto dalla Giunta e dall'Assessorato, evidentemente non è questa la strada giusta.
Bisogna cambiare e fare anche un'autocritica, lo dico in maniera benevola, perché se ci ritroviamo a distanza di un mese a riparlarne significa che quella che avevamo detto essere una pezza, si è rivelata peggiore del buco che c'era sotto. Come giustifichiamo una cosa del genere?
Sicuramente la nostra critica è sul metodo, è la critica che viene mossa da tutte le categorie, in ultimo anche dagli ambientalisti. Assessore, mi dica se c'è una sola persona, non dico una categoria, una sola persona che è soddisfatta del lavoro che è stato fatto finora. Non lo so, a me dispiace perché sono sempre per la soluzione dei problemi con il dialogo, con la concertazione, però evidentemente non ci sono stati. La cosa peggiore è che fra Assessorati sembra che non vi parliate, io non capisco perché, c'è qualche frizione, c'è qualcosa, non so. Finora sembra che le istanze delle varie categorie siano state poste in maniera separata, perché una volta vengono a protestare gli agricoltori, una volta i cacciatori, un'altra gli allevatori.
Cosa dire di fronte all'ennesimo intervento un po' raffazzonato? Va bene, la caccia da sabato probabilmente sarà riaperta, ma noi non vogliamo partecipare a questa modalità di intervenire.
È ora di fare dei tavoli, di chiamare tutte le categorie e vedere di cedere su alcune situazioni e pretendere su altre, da tutte le parti. Le dò un consiglio spassionato: la rotta presa finora non è quella giusta e questa è l'evidenza, quindi o si cambia oppure si continua su questo percorso ma, lo state vedendo anche con il vostro partito di maggioranza, i consensi si perdono anche per questo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Il 22 luglio 2015, Assessore Pieroni, è la data in cui il sottoscritto insieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione che trattava di quello che poi è accaduto in questi giorni, che c'era bisogno di un piano faunistico e che non si poteva fare il calendario venatorio in sua assenza.
Dopo quella mozione, il sottoscritto e devo riconoscere anche il Consigliere Fabbri ed altri, abbiamo fatto tantissimi atti cercando di consigliarla, di metterla sulla buona strada per fare il piano faunistico, perché non si poteva andare avanti così, non ci ha ascoltato e adesso vi ritrovate in grossi guai.
Dopo i nostri interventi si sono mosse anche delle associazioni ambientaliste, le quali si sono rivolte al Consiglio di Stato che ha fatto un'ordinanza sospendendo la caccia nelle aree Natura 2000 e nel mese di febbraio, proprio perché manca il piano faunistico, che non è una formalità, che va fatto bene, va fatto consultando l'Ispra e le associazioni, va fatto con uno studio scientifico, non può essere buttato là, proprio per tutelare la fauna che non è di proprietà della Regione, è di proprietà dello Stato, quindi il Consiglio di Stato, non il sottoscritto, ha detto che in assenza del piano faunistico non si può cacciare in queste aree e nel mese di febbraio.
All'ordinanza del Consiglio di Stato avete messo una toppa, ma come vi abbiamo detto anche in Aula, io stesso ve l'ho detto, la toppa è peggiore del buco.
Avete fatto una legge, 15 giorni fa non ho voluto utilizzare questa parola, oggi la utilizzo, che è stato un modo per aggirare l'ordinanza e il Tar, guarda caso, mi ha dato ragione. Avete fatto una cosa vergognosa ed io ve l'avevo detto che non andava bene, poi il Tar, sempre su ricorso delle associazioni ambientaliste, ha stabilito che quella legge non poteva tenersi in piedi, quindi cosa ha fatto? Attenzione, spieghiamo bene questo passaggio, non sono un avvocato, il procedimento del Tar è composto da due sezioni: una cautelativa ed una di merito.
In 20 anni che seguo le associazioni ambientaliste mi ricordo forse di un solo caso in cui è stata data la sospensiva, mai viene data, in questo caso è stata data in maniera cautelativa, visto che c'è già un'ordinanza del Consiglio di Stato e visto che il Tar non ha solo l'Assessore Pieroni che gli fa “perdere tempo”, il Tar delle Marche ha tante cose oltre a queste cavolate che fate.
Il Tar delle Marche non può in tempi rapidissimi pronunciarsi nel merito e quindi in via cautelativa, visto l'ordinanza del Consiglio di Stato, ha dato la sospensiva, attenzione, questo è un segnale fortissimo, non è casuale, ripeto, la sospensiva non viene data se non ci sono ragionevoli motivi e in questo caso ci sono, ragionevoli motivi, il che fa supporre che il 23 gennaio il Tar darà ragione a noi, non a voi che oggi votate questa proposta di legge, ma agli ambientalisti che hanno fatto ricorso.
Oggi per eludere, non trovo un'altra parola, la sentenza del Tar delle Marche fate questa proposta di legge che è la toppa sulla toppa, un atto vergognoso, ripeto la parola, e incostituzionale.
Se non lo sapete ve lo dico io, ci sono due sentenze della Corte Costituzionale, la n. 20 del 2012 e la n. 105 del 2012, che si sono già espresse in merito e dicono: “Il legislatore statale, prescrivendo la pubblicazione del calendario venatorio e contestualmente del regolamento sull'attività venatoria e imponendo l'acquisizione obbligatoria del parere dell'Ispra, e dunque esplicitando la natura tecnica del provvedere, abbia inteso realizzare un procedimento amministrativo, al termine del quale la Regione è tenuta a provvedere nella forma che naturalmente ne consegue, con divieto di impegnare, invece, la legge-provvedimento. La questione di legittimità costituzionale sollevata in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettera s), è fondata, con riferimento all'approvazione del calendario venatorio con legge, anziché con provvedimento amministrativo”, non potete inserire in una legge un calendario venatorio perché va fatto con provvedimento amministrativo, lo dice la Corte Costituzionale.
Questo è successo, perché chiedendo l'urgenza non è stata fatta la scheda di valutazione tecnico-normativa che avrebbe detto le stesse cose che sto dicendo io, cioè che questa legge è palesemente incostituzionale e sarà impugnata al 100%.
Tutto questo a cosa serve? C’è un motivo per cui si fa questa legge, serve a guadagnare 30 giorni, 30 giorni di caccia, serve solo a questo, serve per cercare di andare avanti altri 30 giorni. Detto tutto questo, Assessore, mi scusi, si capisce perché la caccia non è materia sua e per questo la invitiamo alle dimissioni o per lo meno a rimettere la delega alla caccia.
Poi voglio smontare anche la questione dei cinghiali, perché sui cinghiali molti sono rimasti al 1500, quando Niccolò Copernico spiegò a tutti che non era la terra ad essere ferma e il sole a girarle intorno, ma il contrario, eppure guardando il sole la mattina, uno potrebbe pensare che è il sole a girare intorno alla terra, l’intuito, la soluzione più semplice suggeriva quello, poi arrivò la scienza nel 1500 che dimostrò il contrario, che non era il sole a girare intorno alla terra, ma era la terra a girare intorno al sole. Guarda caso! Questo esempio l’ho fatto perché ci sono persone convinte che la caccia sia uno strumento valido per il contenimento dei cinghiali, non è così, questo è il primo intuito di chi guarda il sole che si muove, ma non è così e non lo dico io, lo dice la scienza.
Prima di tutto arriva l’Ispra che nel 1993 dice: “L'attività venatoria è responsabile di ripopolamenti più o meno massicci e di introduzione con individui provenienti da regioni geograficamente molto distanti”, parla di cinghiali.
Sapete una cosa? I cinghiali non aumentano solo nelle Marche e chi è convinto che la caccia faccia diminuire i cinghiali dovrebbe rispondere ad una semplicissima domanda: perché, nonostante tutti questi anni di caccia, i cinghiali aumentano? A questa domanda non sapete dare risposta.
La scienza invece si, nel 2015 è stato pubblicato uno studio, uno dei pochi a livello europeo, in inglese, che si chiama Wild boar populations up numbers of hunters down a review of trends and implications for Europe, sottoscritto da numerosi scienziati, il quale ha studiato il ripopolamento dei cinghiali in tutta Europa. Sapete cosa ha scoperto? Che la caccia non fa diminuire il numero dei cinghiali, guarda caso, poi se volete possiamo tutti andare in Slovacchia, notizia di oggi, che ha attuato un piano di contenimento dei cinghiali con i lupi, “sono tutti ambientalisti questi slovacchi!” Sapete perché? Perché non stanno nel 1500!
Poi c’è un’altra cosa che non viene detta, i piani di controllo che prevedono anche l’abbattimento dei cinghiali sono validi; la sentenza del Tar, il Consiglio di Stato non hanno annullato i piani di controllo di contenimento dei cinghiali, si può continuare ad ammazzare i cinghiali, io sono per lo sterminio! Va bene? Così togliamo questo alibi dei cinghiali, i piani di controllo sono validi, quindi si può continuare a sparare, non mettere la scusa dei cinghiali che è una bugia, è una scusa vergognosa.
Invito tutti quanti a far si che questa legge non passi, perché ci saranno delle conseguenze e ci sarà chi chiederà i danni su questo. Non votate una legge che non vi porta da nessuna parte, vi fa solo sbattere contro un muro enorme, alto 20 metri. Non votate questa legge, continuiamo ad abbattere i cinghiali con i piani di controllo e di contenimento e non facciamo una cosa peggiore di quella che sta accadendo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Il Consigliere che mi ha preceduto ha detto molte cose che volevo dire io, quindi cercherò di essere breve.
Intervengo con dispiacere e con delusione, perché oggi abbiamo aperto la seduta ricordando la tragedia di Corinaldo, che credo ci abbia insegnato che la responsabilità collettiva, di tutta la collettività, ma in primo luogo delle istituzioni nel rispetto delle norme, sia un valore assoluto su cui si fonda la nostra società e le nostre istituzioni, che devono dare il buon esempio.
Oggi questo assunto, che credo tutti quanti noi condividiamo in questa Aula, stride con questa fretta di eludere le norme, una fretta non giustificata perché si possono trovare tante giustificazioni, ma esistono diversi livelli di priorità alle giustificazioni che si danno. Penso che la fretta sia per rispondere ad una singola categoria, è una giustificazione, ma mi pare un po' povera, perché esistono anche altre categorie, innanzitutto la comunità marchigiana e forse la storia degli ultimi mesi ci ha insegnato che servirebbe un atto di programmazione su questo tema, invece che questa serie di pezze che ogni anno mettiamo con dei singoli atti, in assenza di atti di programmazione, che altre Regioni hanno. E' per davvero, come è stato ricordato, peggio del buco.
Nel merito, la lettera che oggi ci è arrivata di alcune associazioni spiega che il rischio di forzare per l'ennesima volta, dopo varie bocciature del Tribunale amministrativo, può produrre anche delle responsabilità penali e contabili, ma io non voglio intervenire su questo, e dedico l'ultimo minuto del mio intervento al metodo, perché so che anche coloro che oggi voteranno questo atto, a partire ovviamente dall'Assessore e dal Presidente della Commissione, hanno dei dubbi sul metodo che abbiamo utilizzato. Credo che tutti quanti, Presidente, abbiano dei dubbi, perché noi oggi di fatto eludiamo l'ordinanza del Tar con una legge, che è palesemente incostituzionale. Una norma analoga, che alcuni anni fa è stata fatta dalla Regione Abruzzo, è stata impugnata con una sentenza molto chiara della Corte costituzionale che dice: “Le norme impugnate intervenendo a regolamentare il calendario venatorio e taluni profili dell'attività di caccia lederebbero la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente, il ricorrente ritiene che dalle indicate disposizioni statali si evince che il procedimento deve concludersi con l'adozione di un provvedimento amministrativo e non, come avvenuto nel caso di specie, con una legge. Infine, il ricorrente osserva che il ricorso allo strumento legislativo, serve anche a precludere ai cittadini e alle loro organizzazioni rappresentative la possibilità di tutelare i propri interessi legittimi dinanzi al competente Giudice amministrativo”. Questa è una sentenza della Corte costituzionale del 2012, di cui facevano parte, tra gli altri, Sabino Cassese, Paolo Grossi e Sergio Mattarella.
Io mi trovo in linea con il Presidente della Repubblica quando ha scritto queste righe, quindi voterò di conseguenza uniformandomi al suo pensiero e chiedo di più, e lo chiedo al Presidente Mastrovincenzo ed alla dottoressa Zampa, visto che il nostro regolamento prevede che una norma palesemente incostituzionale non possa essere presentata e poiché credo che l'atto presenti una palese incostituzionalità, non solo è da votare contro, ma credo che questo atto sia irricevibile.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che questi due interventi debbano far riflettere, mi fermo qui, perché state gestendo una “patata” che scotta molto.
Bisogna che l'Assessore abbia il coraggio di dire ai marchigiani che si è sbagliato, nonostante le pressioni che c’erano perché provvedesse a fare il piano, non l’ha fatto, forse si è addormentato e credo che politicamente, caro Presidente Ceriscioli, sia un fatto abbastanza delicato ed importante.
Penso che questo sia l'aspetto politico, poi possiamo far finta di non parlare di politica, per carità, quello che lei vuole, però di fatto c'è una realtà nelle Marche che da un po’ di tempo a questa parte ha delle difficoltà, non solo i cacciatori, ma anche gli agricoltori, come ha detto la Consigliera Malaigia. Ci sono delle complicazioni, questi non si sono svegliati una mattina e sono diventati pazzi, sono venuti qua davanti a protestare, questo è il problema e sembra che sia, glielo dico con tutta la politica che posso immaginare in questo momento, gestito da dilettanti!
Quando si tenta di stravolgere o di bypassare una legge o un provvedimento, in questo caso un atto amministrativo, ritengo che esistano dei problemi, anche per quanto riguarda la votazione.
Secondo me la proposta di legge andrebbe ritirata, sarebbe la cosa migliore da fare, per valutare la questione con più attenzione tramite i vostri uffici legali, se ci sono, spero di sì, mi auguro di si, perché ho visto che per altri provvedimenti sono stati chiamati avvocati di Firenze pagando le parcelle, com'è scritto in delibera. Penso che esista all'interno della Regione qualche problema relativo alla consulenza, caro Presidente Ceriscioli.
Credo che questo atto debba essere ritirato, eventualmente riportato il giorno 18 dicembre, perché possiamo votare o non votare - a prescinde se uno vota o non vota la legge - ma votare cose che si possono votare, come è stato detto da chi mi ha preceduto, dal Consigliere Busilacchi, perché o qui qualcuno viene smentito in termini tecnici e giurisprudenziali, o l’intervento del Consigliere Busilacchi non fa una grinza, ha citato i nomi, i cognomi, una sentenza ed una legge.
Qui dentro sembra che ci siano persone anche brave, però paga sempre Pantalone, perché si ricorre contro i provvedimenti del Governo, caro Presidente, ma poi la parcella si paga con i soldi della comunità. Credo che su queste cose occorra valutarle e fare un minimo di attenzione.
Penso che non sia opportuno approvare questa legge in questo modo, altrimenti non ne veniamo fuori, ci stanno ascoltando gli agricoltori che hanno il problema dei cinghiali, sappiamo che i cinghialai addirittura danno loro da mangiare e nessuno fa niente, è una cosa fuori controllo dagli agricoltori ai cacciatori, non so proprio dove sia questa programmazione.
Abbiamo una Giunta senza programmazione, sono 3 anni che stiamo dicendo le stesse cose, chi ci ascolta in questo momento sa che quanto diciamo in questo momento, come forze di opposizione, trova un riscontro tangibile in questa situazione ingovernabile, non siete stati capaci di governarla. Credo che il popolo debba trarre delle conclusioni ed anche i cacciatori e gli allevatori in merito problema del cinghiale che gira in tutta la Regione.
Penso che il buonsenso dovrebbe portarvi a ritirare questa proposta di legge e a verificare effettivamente qual è la strada da percorre, altrimenti il muro che tante volte chiamo in causa, dove andate a sbattere in continuazione, anche questa volta vi aspetterà alla fine di questo percorso e peserà nei vostri confronti.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Che dire, è già stato detto che la questione è un gran pasticcio? Credo di si, è stato detto oggi ed è stato detto anche nell’ultimo Consiglio in cui abbiamo deliberato per mettere una pezza ad un problema che aveva giustamente scatenato le ire, non tanto e non solo del mondo della caccia, quanto soprattutto del mondo degli agricoltori in grandissima difficoltà.
Ora torniamo con un provvedimento che va a tappare un nuovo buco, sul quale chiedo di avere contezza se la competenza è effettivamente di quest'Aula, cioè approviamo un calendario venatorio che viene allegato ad una norma di 3 articoli, che fra l'altro abbiamo avuto non più di mezz'ora fa, forse anche meno, uno dei quali dice che non c’è variazione economica e l'altro ne stabilisce l'urgenza, quindi il deliberato fondamentalmente è quello che vuole approvare un calendario venatorio che dovrebbe essere di competenza della Giunta. Allora mi chiedo: “E' corretto l’atto che stiamo approvando? E' corretta la procedura che ci volete presentare oggi o ci troviamo di fronte ad un ennesimo pasticcio?”
Forse ha ragione il Consigliere Zaffiri che chiede di fermarsi un attimo, visto che questa delibera ci è arrivata fra capo e collo con una certa urgenza e non abbiamo fatto neanche in tempo a ragionarci bene. Penso che prima di fare un ulteriore danno, visto che vi state rincorrendo in provvedimenti che vengono impugnati, o non sono efficaci, o addirittura potrebbero essere controversi, dovremmo fare quello che forse non avete fatto all'inizio, cioè una seria programmazione, seguendo l'iter e il rispetto delle leggi.
Qualche ora fa, perché è da questa mattina che discutiamo, si è parlato dell'educazione civica e un Consigliere ha rimarcato il fatto che dobbiamo rispettare le leggi, allora? Se va bene per l'educazione civica, direi che tanto più dovrebbe andare bene per quest'Aula, quindi ribadisco la mia domanda e chiedo: “E' corretto approvare un calendario venatorio, che è di competenza della Giunta, all'interno di una proposta di legge?”
PRESIDENTE. Chiarisco che l’esame di ammissibilità è stato esperito prima della assegnazione, quindi l’esito dell’esame di ammissibilità non è sindacabile in questa fase del procedimento legislativo, dopodiché i dubbi ci possono essere, però l’esame è già stato esperito.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Con tutto il rispetto per il Presidente Traversini mi è sembrato goffo e patetico il tentativo di strumentalizzare questa proposta di legge con la questione dei cinghiali.
Questa proposta di legge mette la pezza ad un'incapacità continua e reiterata, la pezza è peggiore del buco, come è stato espresso qui in Aula, che tra l'altro è un'espressione che hanno usato i cacciatori inferociti, testuale, dopo che la pezza peggiore del buco è stata impugnata ed il Tar ha dato la sospensiva. Si fa un'altra volta lo stesso errore in questo senso, tirando fuori all'ultimo momento una proposta di legge.
Il Presidente Traversini ha detto: “Sono toni eccessivi quelli delle associazioni ambientaliste”, in realtà i toni eccessivi, e mi rivolgo a lei, Presidente Ceriscioli, li troviamo in una lettera che è arrivata, dopo l'ordinanza e dopo l'approvazione di questo Consiglio della proposta di legge, dall'Assessore con delega alla caccia, una lettera che permetto di leggere per sottoporre alla sua valutazione, visto che è stata scritta da un Assessore nominato da lei. La lettera dice: “Caro amico cacciatore, sono lieto di informarti che nella seduta del Consiglio regionale del 5 novembre è stata approvata a maggioranza, con i voti contrari del Movimento 5 Stelle (Fabbri Piergiorgio, Giorgini Peppino, Maggi Giovanni, Pergolesi Romina) e del Gruppo misto (Bisonni Sandro) ...” le sembra normale che l’Assessore scriva e dica ai cacciatori: “Guardate, io sono bravo. Noi siamo stati bravi, all'indice ci sono costoro che hanno votato contro”. A me sembra un atto intimidatorio di una scorrettezza gravissima. Continua la lettera: “La Giunta regionale e la maggioranza hanno voluto così dare una risposta forte alle polemiche strumentali sollevate da alcune forze politiche, da associazioni ambientaliste e animaliste e addirittura da un'associazione venatoria. Occorre, da ora in avanti, operare con unità di intenti - cioè la Giunta favorisce una categoria rispetto a tutte le altre, l'unità di intenti è favorire la categoria del caro amico cacciatore, il problema non è essere pro o contro la caccia, è una questione di etica e di correttezza - perché solo con l’unione - quindi l’unione è con lei, con la sua Giunta e con i cacciatori perché la lettera è stata scritta su carta intestata della Regione Marche, quindi è una lettera ufficiale - sarà possibile fronteggiare chi cerca di fomentare continuamente criticità attorno al mondo venatorio”.
E' una presa di posizione chiara e netta nei confronti del mondo venatorio, ovviamente una tale posizione che, nei confronti degli agricoltori che protestano, nei confronti degli ambientalisti che protestano, nei confronti anche dei cacciatori che stanno protestando, ha scontentato tutti e ci sta facendo fare una figura barbina a noi, al Consiglio, a lei e a tutta la sua Giunta, perché tutti dicono che quello che si sta facendo è fatto con incompetenza, con inconsistenza, con insipienza, con approssimazione assoluta, questo lo dicono tutti.
La conclusione di questa prosa aulica dell’Assessore rivolta al caro amico cacciatore dice: “Nella speranza di aver fatto cosa gradita e confermando la mia disponibilità, invio cordiali saluti”.
Questa è una presa di posizione nei confronti dei difensori d’ufficio di questa categoria, dico d'ufficio perché non so se ci sono altri interessi per difendere questa categoria, una categoria rispettabile per carità, io ho tanti amici cacciatori, ma attenzione la II Commissione e quest’Aula si occupano costantemente di questa categoria. Allora voglio dire che gli interessi dei marchigiani, gli interessi delle categorie mi sembrano fortemente sbilanciati e questa lettera è di una gravità inaudita, perché comunque è intimidatoria e segnala dei rappresentanti eletti dal popolo come rei di aver boicottato l'iniziativa, che era un'iniziativa barbina e che ha prodotto degli effetti che ci fanno ridere dietro da tutte le categorie marchigiane.
Noi abbiamo preparato una mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore e io credo che questo atto, caro Presidente, sia una tutela per la sua onorabilità e per l'onorabilità della Giunta di questa Regione, che lei rappresenta, perché è intollerabile che un componente della sua Giunta si comporti in questa maniera nei confronti dei marchigiani e nei confronti di Consiglieri eletti dal popolo marchigiano. Questo è quanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Poche parole perché quasi tre settimane fa abbiamo dedicato un intero Consiglio a questa vicenda, che ha un secondo tempo e mi rammarico che siamo qui di nuovo a parlare di caccia, quando a inizio Consiglio si è detto che non si poteva discutere di sanità perché mancava il Presidente Ceriscioli.
Il Presidente Ceriscioli si è, fortunatamente per lui, presentato, quindi adesso chiedo di rimettere all'ordine del giorno le 6 mozioni sulla sanità per poterne parlare, non sussistendo più la motivazione invocata ad inizio seduta per posticipare la discussione già rinviata tre volte, ritenendo la sanità argomento molto più consono rispetto alla caccia per questo Consiglio e per il tempo che gli dedichiamo.
Dottoressa Zampa questo è il mio appello ufficiale e chiedo la votazione su questo.
Proseguo nell'intervento. Avete fatto il calendario venatorio con una delibera, il Consiglio di Stato ha fatto un'ordinanza che ha annullato la delibera e ogni altro atto presupposto, conseguente o comunque connesso, ancorché non conosciuto e ci ritroviamo, in seconda battuta, di nuovo, il calendario venatorio come allegato alla legge di oggi, mi viene da ridere perché purtroppo non siete seri.
Il calendario venatorio è stato annullato dal Consiglio di Stato con una ordinanza, me lo ritrovo qui, allegato 2, alla proposta di legge, il discorso è questo, mi viene da sorridere e Assessore Pieroni quando uno sorride non è serio.
L’ordinanza del Tar ha dato la sospensiva e ne riparlerà il 23 gennaio. Come ha detto il Consigliere Bisonni la sospensiva viene data quando ci sono dei motivi, ma quali sono? Sono che sia nel primo che nel secondo round non stiamo ponendo nessun tipo di rimedio sostanziale al cuore dell'ordinanza, che rimarca l'assenza da tempo di una approfondita, attualizzata, consapevole e generale pianificazione faunistico-venatoria a livello regionale.
Nella prima legge abbiamo detto che valgono i piani provinciali, ma Il Tar ha detto che ci vuole un piano faunistico venatorio a livello regionale, è chiaro che non funzionava. Adesso siamo di nuovo a tentare di risolvere questa questione, che si definirà quando ci sarà un piano faunistico venatorio a livello regionale, con i tempi tecnici che purtroppo ci vogliono, in altro modo questa vicenda non si risolve.
Per fortuna l'altra volta avete bocciato l'ordine del giorno con le richieste degli agricoltori, gli siete finalmente andati incontro, sembra che questi agricoltori riescano, anche se non sono cacciatori, a costruire i chiusini, magari a loro spese, perché se aspettano quello dei Consorzi di bonifica, a cui avete dato l'appalto, magari ci vuole un altro anno, e finalmente magari riusciranno a catturare un po' di cinghiali.
Abbiamo detto che il cinghialaio non riesce a gestire i cinghiali in sovrannumero, provato dai dati di tutti questi anni, quindi speriamo che gli agricoltori riescano a difendere i propri raccolti, speriamo!
Del resto, come sottolineava il Consigliere Bisonni, abbiamo il piano di controllo degli ungulati che resta in vigore, quindi dobbiamo spingere verso l'attuazione di questo.
Non c'è da aggiungere nient'altro, questa legge è inutile farla e io ritengo che sia nella dignità del Consigliere regionale poter dire pacatamente: “Io non voglio votare una legge che non serve, una legge sbagliata. Non voglio votarla nel secondo round quanto ho già detto che non volevo votare neanche nel primo”. Stiamo perseverando diventando diabolici nel tentativo di salvare qualche giornata di caccia, perché, ripeto, io non sono contro la caccia, ma essendo una pratica ludico-sportiva va riportata all'interno di questo alveo.
Non è che io non faccio cacciare da nessuna parte, perché l'ordinanza dice: “Non potete cacciare nelle zone di Natura 2000”, solo il 50% del territorio. Rallegriamoci che abbiamo un territorio da valorizzare, certamente non sterminando la fauna, quindi la sospensiva dice: “Ancora non mi hai detto se posso o non posso cacciare, i piani sono vecchi, quello regionale non è stato fatto, io per ora ti tengo a freno”. Abbiamo pazienza per qualche mese, acceleriamo il più possibile la stesura di questo piano faunistico-venatorio, alla luce del quale, una volta approvato, saremo tutti felici e contenti.
Nel frattempo speriamo che gli agricoltori riescano effettivamente a difendere i loro raccolti dai cinghiali. Punto! Senza scaldarsi tanto e fare tante sceneggiate, ritengo che faremo più bella figura, come si dice dalle mie parti, se ritirassimo la legge, se non la ritirate noi non la voteremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Per capire il senso profondo delle cose che stiamo facendo, proporrei una sospensiva fino al prossimo Consiglio delle mozioni sulla sanità, non di toglierle, di sospenderle fino al prossimo Consiglio. Se l'esigenza è quella di discuterle oggi e io le sospendo alla data del prossimo Consiglio, è chiaro che è una presa in giro. Non è una presa in giro sospendere un provvedimento fino a quando con avrà più senso discutere il calendario venatorio? Sospendo un provvedimento fino alla data in cui non avrà più senso.
Vado avanti. Qualcuno ha impugnato la legge regionale che stabilisce che il calendario venatorio regionale è la sommatoria dei calendari venatorio approvati dai singoli bacini dalle province finché non sarà approvato il nuovo calendario venatorio regionale? Qualcuno ha discusso la costituzionalità del provvedimento? Allora, mi chiedo: come è possibile che una legge regionale che stabilisce che noi abbiamo un piano faunistico valido, metta in discussione il fatto che non abbiamo un piano faunistico. Legge regionale che nessuno, neanche il Governo, ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale, dice che il piano faunistico regionale oggi c'è ed è la sommatoria di quelli che avevamo. Ci viene data una sospensiva perché noi non abbiamo il piano faunistico regionale, sulla legge non impugnata.
C’è o non c’è l'emergenza cinghiali in questa Regione? Mettiamoci d'accordo, gli agricoltori protestano perché c'è un'emergenza cinghiali, non è che un minuto c’è e il minuto dopo non c’è, forse c’è, forse non c’è, forse sterminiamo.
C’è l'emergenza? C’è un'emergenza cinghiali? Per me c’è, se per voi non c’è ditelo, poi andate di fronte a quegli agricoltori, che dite di difendere, e dite loro in faccia che non c'è l'emergenza cinghiali.
Le misure che erano previste nell'ordine del giorno del Consigliere Fabbri in quest’Aula abbiamo detto: “Non è che non le votiamo per non darle il merito, perché noi le approveremo tutte e le abbiamo approvate tutte. Assessore Pieroni compreso”. “Quelle sono le misure che il mondo dell'agricoltura ci chiede - mi ricordo le sue parole, non ho bisogno delle registrazioni - che abbiamo semplicemente trascritto nel nostro atto, che voi non votate”. Noi abbiamo risposto che non votavamo il vostro ordine del giorno perché quelle misure le mettevamo negli atti esecutivi, forse meglio che in un ordine del giorno, le ha votate pure l'Assessore Pieroni, che viene tacciato di essere uno che guarda solo agli interessi di parte, quando ha approvato insieme a noi in Giunta tutte quelle misure che il mondo agricolo chiedeva.
C'è disonestà intellettuale profonda ed un'incapacità di prendere una posizione. Mi sembra la TAV, io non ho ancora capito cosa ne pensa il Governo; faccio fatica a capire cosa pensa della TAV il Governo nazionale, perché informandomi con mezzi obsoleti, sono appassionato di Televideo ed ho letto in successione (è obsoleto, ma scrive cose chiare) si alla TAV, no alla TAV, sono quindi andato in confusione. Avevo un Professore di analisi numerica che diceva: “Questa funzione è, non è, è, non è …” alla fine non capivo se era o non era continua! Alla fine uno perde l’ultimo “è” o l’ultimo “non” e non capisce.
I nostri provvedimenti invece sono lineari, coerenti, chiari, questa legge, ve lo potrei firmare, non verrà dichiarata incostituzionale. Questa legge ci permetterà sul calendario venatorio ..., che ha fatto il percorso dell’Ispra, che ha avuto tutti i pareri, che ha avuto quello che serve. Non so se per la legge dell'Abruzzo avevano fatto tutto il percorso, avevano messo tutto in legge, se erano contrari al parere dell'Ispra, se avevano fatto il percorso che dovevano fare e via dicendo.
Riportiamo un calendario venatorio che è quello che è fuori dalle zone Sic ZPS, anche con le ordinanze, continua a funzionare, quindi di cosa parliamo?
Sono convinto che la Corte Costituzionale non dichiarerà incostituzionale la nostra legge perché non ha le premesse di quella dell’Abruzzo, ha fatto i percorsi che doveva fare e interviene in maniera molto forte, un'altra volta, per ribadire il principio, di cui dicevamo all’inizio, che noi il piano faunistico ce l'abbiamo.
L'incarico per il nuovo piano l’abbiamo fatto e a metà del prossimo anno arriverà e ci permetterà di andare in piena armonia anche con l'esigenza di confrontarsi con un nuovo piano, però una cosa è dire non ce l’hai, una cosa è dire non mi piace, non è mica la stessa cosa! Noi ce l’abbiamo per legge regionale, noi dobbiamo avere rispetto delle nostre leggi e rispetto della funzione che abbiamo qui dentro.
Quindi agli amici dei cacciatori, che sono anche amici degli agricoltori, che sono amici di tutti, consiglio di restare e di approvare questa legge, perché quei cinghiali, quelli che uccideremo grazie alla trasformazione in esecutivo dell'ordine giorno non votato del Consigliere Fabbri, sono a complemento. La grande quantità di abbattimenti la fanno i cacciatori, ma i numeri siete in grado di vederli? I grossi abbattimenti vengono fatti dai cacciatori, la parte che riguarda l'agricoltore va a integrazione di quel numero e noi non possiamo permetterci il lusso di lasciare mezza regione in proliferazione, perché il cinghiale mica è scemo, il cinghiale conosce le coordinate della Sic ZPS meglio di noi, se lì non è possibile cacciare vanno tutti lì i cari cinghiali, e poi vanno a fare i danni all’agricoltura.
L’atteggiamento pernicioso e ipocrita che dice: “Fermiamo la caccia e difendiamo gli agricoltori”, non va bene, c’è un’emergenza cinghiale, c’è una legge regionale che stabilisce che il nostro piano faunistico è valido, noi abbiamo fatto tutti i passaggi in maniera coerente, con questa legge permettiamo di riprendere l'attività venatoria. Abbiamo dato agli agricoltori strumenti che non hanno in nessuna Regione d'Italia e l'emergenza cinghiali non è solo nelle Marche. Nessuna Regione d'Italia ha dato agli agricoltori gli strumenti che hanno nelle Marche, smentitemi, trovate una Regione che abbia le misure più forti e più definite delle nostre. Quindi noi guardiamo gli interessi di tutti, noi siamo per il controllo della fauna, siamo per la difesa dell’agricoltore, vedendo in maniera complementare l'azione del cacciatore con gli strumenti che abbiamo dato oggi all'agricoltura e quest’atto è fondamentale per chi è in emergenza cinghiali, perché senza questa legge ci troveremo in una situazione ancora peggiore e quegli agricoltori la manifestazione la rifanno. Quando hanno manifestato hanno chiesto gli strumenti complementari, ma erano più che convinti che servisse la caccia al cinghiale in quelle zone, più che convinti! Se volete facciamo un incontro insieme e glielo chiediamo. Ho fatto la conferenza stampa insieme ad un importante associazione degli agricoltori e la Regione ha ricevuto le lodi per tutto il pacchetto delle cose fatte, con gli altri abbiamo trovato, anche lì, una forma per comunicare la soddisfazione.
E' vero esattamente l'opposto, noi con questa legge ripristiniamo quella condizione che ha permesso ai cacciatori e al mondo dell’agricoltura di trovare quell'equilibrio necessario che da una parte controlla la fauna e dall’altra difende il lavoro degli agricoltori marchigiani. Quindi l'invito è quello di sostenere questa legge, nella convinzione che non verrà dichiarata incostituzionale dalla Consulta.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Inviterei il Professor Ceriscioli a non scaldarsi troppo perché gli fa male alla salute.
La questione è semplice, la Regione Marche non può più permettersi di approvare leggi imperfette che non solo non risolvono i problemi, ma che fanno spendere soldi all'ente.
Partiamo dal 2015, grazie ad una mozione approvata, credo all'unanimità, del Movimento 5 Stelle, era stato chiesto un piano faunistico, siamo arrivati al 2018, ci ritroviamo a modificare una legge che, se non sbaglio, va a modificare un'altra legge approvata poche settimane fa, senza avere ancora un piano faunistico.
Allora mi chiedo, e spero che l'Assessore Pieroni abbia la compiacenza di rispondere a quest'Aula e a chi ci sta ascoltando, perché gli uffici competenti non hanno ancora predisposto l’istruttoria del piano faunistico o semplicemente se ci sono altre motivazioni per cui questo piano, come dice il Presidente Ceriscioli, esiste veramente, però di fronte alla Corte Costituzionale non sembra che questa esistenza sia stata palesata o perlomeno i giudici non l’hanno colta.
Seconda questione, la legge non verrà assolutamente impugnata, forse il Presidente Ceriscioli non sa che il Ministero dell'ambiente ha già inviato una interlocutoria alla Regione Marche in merito alla recente legge 44/2018. Mi sarei aspettata che questa nuova modifica della legge, con dichiarazione d'urgenza, andasse a sistemare i vizi di legittimità costituzionale della precedente e invece no, li aggrava e non perché lo diciamo noi, ma perché ci sono già numerose sentenze della Corte costituzionale, la n. 20 e la n. 105 del 2012, in cui sancisce che la competenza è dello Stato e che la Regione Marche non può stabilire il calendario venatorio con legge, ma con atto amministrativo.
Leggo nello specifico la sentenza n. 20 del 2012: “E’ pacifico che la selezione, sia delle specie cacciabili, sia dei periodi aperti all'attività venatoria, implichi l'incisione di profili propri della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, che fanno capo alla competenza esclusiva dello Stato: il legislatore nazionale ha perciò titolo per imporre alle Regioni di provvedere nella forma dell'atto amministrativo, anziché in quella della legge. Ciò premesso, la questione si risolve nella parte in cui prevede che sia approvato dalla Regione il calendario regionale e il regolamento relativi all'intera annata venatoria. Il Governo intenda con ciò prescriverne la forma di atto amministrativo, come suggerisce l'espressione letterale cui il legislatore statale ha voluto ricorrere, ma non solo, l'intervento in questione forma poi oggetto di un obbligo da parte della Repubblica nei confronti dell'Unione, la cui direttiva del 30 novembre 2009 si prefigge di tutelare la fauna, assoggettando tra l'altro il regime derogatorio rispetto alle previsioni generali stringenti, requisiti articolo 9, e questa Corte, a tal proposito, ha già avuto modo di affermare che le deroghe non possono venire introdotte dalla Regione con leggi provvedimento, poiché verrebbe vanificato il potere di annullamento assegnato all'articolo 19 bis della legge 157/92 del Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Qui non è una questione di caccia sì, caccia no, ambientalisti si, ambientalisti no, e la diffida che è stata inviata dalle 3 associazioni animaliste, di fatto, non fa che riproporre la questione di vizi di legittimità costituzionale, di possibili danni erariali all'ente e per questo, siccome la Regione o comunque alcuni componenti la maggioranza insistono nel voler legiferare in una maniera palese che elude le normative statali e della Comunità europea, è normale che ci si alteri un po’ e si presenti delle diffide che sicuramente andranno avanti con gli organi competenti.
Quindi la domanda è: perché insistiamo ad andare avanti con queste leggi che sono palesemente imperfette, chiamiamole così, per poi gridare di fronte ai cacciatori che il Governo ha impugnato la legge, quando il problema sicuramente non è il Governo che impugna la legge, perché è un atto dovuto, visto che non rispettate la Costituzione, né le direttive della Comunità europea.
Sicuramente questa legge, Professor Ceriscioli, verrà impugnata perché il 29 novembre è già arrivata da parte del Ministero dell’ambiente l’interlocutoria e la risposta che avete dato, tramite l'ufficio competente, non ha in qualche modo chiarito i vizi di legittimità, Sarà sicuramente impugnata se non altro per i vizi precedenti che riguardano l'articolo 2. (…) La legge è già in fase di impugnazione e verrà impugnata nella parte in cui la Regione Marche intende in qualche modo modificare l'aspetto temporale dell’accertamento del tesserino.
Siccome il Professor Ceriscioli ha detto che la legge non verrà impugnata, vorrei ricordare che già ci sono dei palesi vizi e già il Ministero …(...), non verrà dichiarata incostituzionale, va bene, io avevo capito che non verrà impugnata poi magari riascolteremo la registrazione, quindi lei ha già in mano il parere della Corte Costituzionale che dirà che la legge non è incostituzionale, perfetto, mi fa piacere che lei già sappia cosa la Corte Costituzionale esporrà.
Nel caso in cui non avesse letto bene il provvedimento e le vecchie sentenze, cosa faremo? Come Regione dovremmo difenderci e spendere ulteriori soldi, quindi, Assessore Pieroni, le ripeto che secondo me c'è la possibilità nella Commissione competente di fare un maggior approfondimento e valutare un attimo per evitare l'ennesima figura barbina, come l'ha definita qualcuno.
Detto questo, chiedo l’appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Chiedo la parola per una cosa molto importante, vorrei chiedere l’appello nominale su questa legge, come capogruppo, perché forse non è chiaro chi avrà interesse a che questa situazione sia chiara.
Credo che da parte della Giunta, che propone l'atto, e da parte della maggioranza che lo vota l’interesse è prevalente, perché anche questa è una questione di visione.
Assessore Pieroni, su tutta questa vicenda, da quando è partita fino ad oggi, onestamente, ma non per i suoi interventi, non ci ho capito quasi niente.
Alla fine ho capito grazie a due interventi, quello del Presidente Ceriscioli e l'altro della Consigliera Pergolesi, perché ho visto confliggenti due visioni che partono da interessi che, almeno da parte del Movimento 5 Stelle, mi sembra siano chiaramente contrastanti. Il Presidente Ceriscioli l’ha fatto capire, ha fatto capire che quando si governa non si può essere per forza d’accordo con tutti, non è possibile, infatti nell'intervento della Consigliera Pergolesi, in maniera chiara, nel nominare gli “animalisti” abbiamo capito da che parte sta. Però questa è la posizione della Consigliera Pergolesi, il Consigliere Fabbri sta con gli agricoltori, qualcuno, non lo so, starà pure con i cacciatori, ma questo è il problema: non si può stare con tutti, bisogna stare dalla parte di una verità che uno ritiene essere prevalente, ma rispetto agli interessi di chi è in gioco, però non funziona così, non è una composizione di interessi, perché la composizione di interessi porta sempre male, è quell'equilibrio di cui parla il Presidente Ceriscioli che, mi consenta, è un po’ più di un equilibrio, perché questa volta siete riusciti, non so come, a saldare profondamente questi interessi che sono evidenti. Dopo parleremo di come ci siamo arrivati, innanzitutto facciamo la scelta sull'interesse, qual è il nostro? Il nostro interesse è l'abbattimento dei cinghiali, dire sterminio mi sembra eccessivo, se intervistassimo le persone, visto che qui si cammina sull'onda dei sondaggi, è evidente che l'interesse è non averli più di tanto in giro, questo mi sembra evidente, forse il loro numero supera di 4, 5 volte quello che potrebbe essere consentito o ragionevole in un contesto di equilibrio naturale, forse i cacciatori hanno meno interesse degli agricoltori a vedere lo sterminio dei cinghiali, perché poi non farebbero più i cacciatori, ma comunque sia, facciamogli fare un lavoro che fanno e lo fanno per divertirsi.
Per gli agricoltori, per i cittadini, per centinaia di migliaia di soggetti, questo è il problema, poi ci sarà anche il prurito di qualche animalista che soffre nel vedere un animale ucciso, io non soffro perché mangio tutti i giorni animali uccisi, so che vengono uccisi versando il sangue e sono convinto che debbano essere mangiati, non ho le pene della Brambilla per gli agnellini che vengono ammazzati a Pasqua, non ce l'ho questa pena, perché penso che debbano essere mangiati.
Non so se questa è un'opinione che mi farà crocefiggere da qualche parte, ma questo è il mio convincimento perché sono ancora convinto, ahimè, cari colleghi del centrodestra, per una cultura giudaico-cristiana, sulla quale è improntata questo Paese e che capisco non è condivisa da tutti, che la persona umana è superiore all'animale ed è superiore al vegetale. Io sono rimasto antico, per me la persona viene prima, poi viene l'animale, poi vengono le fragoline, i fiorellini e le erbette che non possono essere calpestate, ma io dove posso le mangio.
Detto ciò, e mi sembra che sia abbastanza chiaro, c'è la questione di natura giuridica, è qui è una barzelletta, qui ho sentito per l'ennesima volta - mi rivolgo al Consigliere Maggi perché non riesco a capire questa cosa, me la spiegherete - una cosa incredibile, che si ripete sempre (vedi vaccini) e cioè che non si possono spendere i soldi per gli avvocati.
Conclusione, chiudiamo il Consiglio regionale, chiediamo al Governo ed ai suoi Ministri o a chi va avanti e indietro a Roma di farci sapere quello che dobbiamo fare, e scriviamo le leggi fotocopia come già ce l'hanno fatto fare per i vitalizi, per la legge elettorale, per la sanità, come ci fanno fare per tutto perché le Regioni siano cancellate da una cultura, l'ho detto stamattina, che segna ancora questo passaggio. Noi dobbiamo scrivere le leggi come vogliono loro, perché c'è una nuova dittatura centralista che impone a Regioni, Province e Comuni di fare quello che vogliono.
Non c'è più questa libertà che è molto pericolosa e tutto sommato anche la Costituzione, che scocciatura, leviamola di torno perché lì sta scritto che la Regione è un organo sovrano, ai sovranisti dico: “La Regione è organo sovrano e la Repubblica, non lo Stato, si compone di Stato, Regioni, Province e Comuni (le Province non sono state abolite grazie anche ad un referendum che abbiamo votato insieme, amici del centrodestra)”, questi 4 soggetti compongono la Repubblica alla pari, quindi non si venga più a dire in Aula una cosa di questo genere, perché è una provocazione antidemocratica dire che io non posso approvare una legge perché forse verrà impugnata e forse la dovrò difendere di fronte alla Corte Costituzionale.
E' ovvio che il Presidente dica: “Io sono certo che la Corte Costituzionale non la boccerà, altrimenti non la voteremo”, anch'io ho questa certezza e fino a prova contraria è una certezza legittima, ci saranno altri che dicono che non è così, ma se ne assumono la responsabilità.
Se mi fermo di fronte a tutte le ipotesi per le quali magari vado a chiedere al Governo, attraverso i partiti amici, di fare l'impugnativa di tutte le leggi, è chiaro che una volta su dieci la Corte Costituzionale dovrà pure dar ragione a questo povero Governo e quindi la boccerà, ma questa non è democrazia e questo non è difendere la mia regione, cominciamo un po' a dirle tutte le cose.
Ecco perché l'appello nominale è stato chiesto dal Movimento 5 Stelle, ma io lo chiedo tre volte, tre volte si ripeta la votazione perché sia chiaro a tutti come si vota questa legge, perché questo, caro Presidente, non è solo per questo problema importante, che appassiona tanto, ma tutto sommato circoscritto, ma denota un atteggiamento di natura culturale e politica gravissima, perché qui veramente si continua a vedere minata la nostra libertà, ci si minaccia perché si sta spendendo, ma si sta spendendo cosa? 10 mila euro di avvocato? Ma scherziamo che tutta la dimensione politica debba girare sempre intorno ad un fatto squisitamente economico? Ma costasse anche 100 mila euro io ho tutto il diritto di farlo e mi si venga a dire che questo diritto non ce l'ho, me lo venga a dire il fascista di turno che questo diritto non ce l'ho!
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Dopo aver sentito quanto è successo in Commissione ed il dibattito finora mi sembra che qui interessi poco il problema del cinghiale, se allevarlo, ucciderlo o altro.
Mi sembra che il dibattito che si sta sviluppando sia sempre più di tipo ideologico, a favore o contro la caccia, e così facendo non facciamo il bene dei nostri amministrati perché oggi dobbiamo dibattere di un problema che è un'emergenza, che riguarda la fauna selvatica, sia il cinghiale, il capriolo o altro. Lo dobbiamo affrontare tenendo conto delle normative, ma anche delle loro distorsioni, così come in qualche modo il Presidente Ceriscioli ha chiarito, ed io credo di condividerlo tant'è che ne voglio un po’ discutere.
Siccome a me sembra che lo scontro sia prettamente ideologico ed io fuggo sempre dalle ideologie, non mi sono mai appartenute come forma culturale, voglio dare il mio contributo affrontando il problema, perché ideologicamente mi potrei schierare immediatamente a favore della caccia, però non è questo il dibattito di questa sera.
Cominciamo con i due aspetti che ci vengono imputati, il primo è quello che riguarda la pianificazione. Questo discorso che ha fatto il Tar fino adesso io non riesco a capirlo, anche da modesto amministratore di campagna quale sono stato fino adesso, quando un piano che regola qualcosa della collettività, che ha un interesse collettivo, scade, c'è il far west?
Se scade il piano regolatore generale, interviene il Tar per dire: “Da qui in poi non si fa più nulla, non si dovrebbe nemmeno cambiare il vetro della finestra se si rompe”, io questo non l'ho visto mai!
Per di più per effetto di una riforma che c'è stata, poi possiamo discutere completata a metà o meno, in questa Regione le 5 Province avevano fino ad allora pianificato seguendo un iter normativo preciso, ad Ascoli il piano è scaduto a luglio di quest'anno, nelle altre Province è scaduto un po' prima, però di fatto un piano regolatore faunistico, chiamiamolo così, esiste e tutti hanno fatto lo stesso percorso, la VIA, l'AIA, la valutazione di incidenza, c'era tutto.
Scade e che facciamo? Si ferma tutta l'attività? Ma qui non si ferma soltanto l'attività nelle zone Sic Natura 2000, qui si rischia di fermare tutta un'attività, attenti dico attività non sport, perché è un'attività da che mondo è mondo. Quando Adamo ed Eva andavano a caccia non era uno sport perché a quell'epoca credo che non esistessero i campi da calcio, golf e quant'altro, facevano una attività per la sopravvivenza, oggi non è per la sopravvivenza, però è una attività che produce un effetto economico su tante famiglie. Non guardiamo soltanto al cacciatore che ammazza il cinghiale e magari vende la carne, ma vediamo anche tutte le attività, le aziende agro-forestali che ci sono, che ospitano le persone, le battute, l'addestramento dei cani, c'è tutta una attività, quindi lungi dal pensare che sia solo uno svago e la mattina uno prende il fucile e poi va a fare una passeggiata e spara a qualcuno, non è così.
Noi dobbiamo tutelare l'attività prioritariamente e dobbiamo affrontare l'emergenza che è collegata ad un'altra importante attività che è quella agricola, quindi non credo che gli agricoltori un mese fa siano venuti qua per salutare il Presidente Ceriscioli e per andarci a prendere un aperitivo, non mi sembra che siano venuti a fare questo, sono venuti a dimostrare in modo forte, ma anche in modo rispettoso delle istituzioni, un problema serio che riguarda le aziende, soprattutto le piccole, il coltivatore diretto, colui che integra il proprio reddito con l'orto di famiglia. Non credo che noi facciamo qualcosa di strano.
L'altro aspetto che mi piace approfondire è la distorsione giuridica su cui ha dissertato un po' il Presidente Ceriscioli, a me queste sospensioni cautelari del Tar non mi hanno fatto capire niente, non sono un avvocato, ma provo ad invadere in punta di piedi il campo dell'Assessore Cesetti.
Provo a dissertare per quel poco che ricordo da amministratore di campagna quale sono stato, i presupposti che consentono di ottenere una misura cautelare sono praticamente due: il periculum in mora e fumus boni iuris, il primo, il pericolo che, durante il tempo necessario per giungere alla decisione sul ricorso, possa verificarsi un pregiudizio grave e irreparabile ricorrente.
Ora, ditemi qual è questo pericolo grave e irreparabile che i ricorrenti hanno qualora non ci fosse la sospensione! Il pericolo qual è? La presenza di qualche cinghiale in più? Secondo il Consigliere Bisonni, con la caccia non si eliminano, allora si eliminano non andando a caccia, quindi il pericolo non c'è.
Non capisco quale sia questo grande pericolo. A me sembra una cosa assurda che il ricorrente abbia un grande pericolo.Quale danno si crea alle associazioni ambientaliste che hanno fatto ricorso? Tanto più che sul primo ricorso hanno fissato il merito il 23 gennaio, non ho capito, se il danno è irreparabile fallo subito! Sono una presa in giro questi due mesi!
L'altro presupposto è il famoso fumus boni iuris, cioè il giudizio positivo sommario sulla fondatezza del ricorrente. C'è un giudizio sommario sul ricorrente ed allora sospendo, ma se c'è questo sommario giudizio positivo vai subito nel merito, chiudi il discorso e metti una pietra tombale, è fondamentale, non possiamo correre dietro a chi sta ad arzigogolare.
Mi dà l'idea che su questa tematica ci sia arrivata una manina, è cambiata l'aria da questo punto di vista e il Tar ha un po' pattinato, perché avrebbe dovuto prendere immediatamente una decisione qualora ci fosse statoil fumus boni iuris o questo periculum in mora, non capisco, non sono un esperto, però leggendo le carte mi sembra che qualcosa non funzioni.
Quindi, ripeto, sono convinto del fatto che questa legge non sia incostituzionale, perché mi sembra che ci siano tutte le condizioni, d'altra parte perché non dovremmo occuparci di questo? Il nostro compito è legiferare, il nostro compito non è quello di arzigogolare su tematiche paragonabili ad ectoplasmi, no, su cose concrete, noi dobbiamo legiferare cercando di ridurre i danni che certe situazioni possono ingenerare alle attività dei nostri amministrati ed in questo caso credo che questo sia l'unico metodo per poter evitare che succedano ulteriori danni agli agricoltori e non solo.
Questa mattina sono andato all'ufficio della caccia per vedere a che punto sono alcune pratiche di automobilisti che sono stati coinvolti in incidenti lungo le strade di montagna per spiacevoli incontri con i cinghiali, questo è un tema di una grande importanza, anzi, addirittura noi dovremmo rivedere nel prossimo calendario l'apertura della caccia al cinghiale che, secondo me, andrebbe anticipata all'1 ottobre su tutte e cinque le province e se c'è qualcosa, una discrasia, metterla subito sul piatto e far ragionare tutti i nostri cacciatori, perché non si può aprire la caccia al cinghiale nelle province di Fermo, Ascoli, Macerata e Pesaro in momenti differenti, è assurdo.
E' opportuno fare un'azione forte, di contrasto a questo animale selvatico che sta invadendo anche le zone urbanizzate, aprendo la caccia, secondo il mio parere, addirittura dall'1 ottobre fino alla fine del mese di gennaio per poi partire con una caccia selettiva per quanto riguarda le zone C.
Credo che questo sia un discorso da affrontare e non sia più procrastinabile una volta che è stato fatto il nuovo piano faunistico regionale. Per chi non lo avesse capito il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Alcune puntualizzazioni, anche perché nella presentazione della legge non ho approfondito alcuni temi.
Intanto non approviamo, ma alleghiamo il calendario venatorio che è stato già approvato, non è un atto amministrativo che approviamo in questa legge, lo alleghiamo dicendo che a caccia si va in quelle zone in base al calendario venatorio che abbiamo già approvato. Lo alleghiamo alla legge, una cosa ben diversa dall'approvare un calendario venatorio all'interno della legge che ha fatto un suo percorso. Poi da un punto di vista giuridico ognuno di noi può fare le proprie fantasie, però questo è un dato di fatto.
Un altro aspetto importante che è stato toccato è quello dei piani faunistici. Bisogna che lo dica nuovamente, attualmente non mi risulta che in Italia ci sia una Regione che abbia approvato in Consiglio, se non questa settimana l'Emilia-Romagna, il piano faunistico regionale. Questo è un dato di fatto, non vuol dire nulla, non significa nulla, però non si può dire che le Marche sono indietro anni luce, non è così, non solo, mi è arrivata anche la comunicazione via internet che la Giunta regionale dell'Abruzzo ha approvato il piano faunistico, ma non il Consiglio, quindi l'attività venatoria è iniziata prima, però era 20 anni che non avevano un piano faunistico, mentre tutte le nostre province l'avevano approvato e noi abbiamo fatto una legge, lo ripeto, della quale è stato interloquito un solo articolo relativo ai tesserini sulla caccia, non quello che noi temevamo.
I tesserini per la caccia, guarda caso, era la parte che poteva essere più protetta, che lasciava meno dubbi, in Commissione non abbiamo accettato altri emendamenti, abbiamo preso solo la proposta del Consigliere Talè che era pari pari a quella già approvata dalla Lombardia e Toscana, guarda caso a noi ce l'hanno impugnata. Quindi anche quando si portano ad esempio vicende già passate bisogna stare molto attenti.
E' un percorso che dobbiamo affrontare, altrimenti non portiamo avanti le nostre possibilità, le nostre competenze dal punto di vista legislativo, è quello che dobbiamo fare. Guarda caso, dicevo, a due Regioni la legge non è stata impugnata, a noi si.
L'altra legge, quella per la quale avevamo più paura, l'abbiamo fatta perché eravamo sicuri nel dire che i piani faunistici erano in vigore, quelli già approvati, ma pensavamo potessero crearsi dei problemi, in realtà nessuno l'ha impugnata ed è entrata in vigore.
Il Consigliere Maggi ha definito il mio intervento di presentazione goffo e patetico, però la mia difesa continua nel senso che l'obiettivo di questa legge è quello di dare la possibilità di ritornare a cacciare i cinghiali, questo è l'obiettivo, e chiederò, se sarà possibile, di tornare a cacciare da sabato e approvando questa legge si caccerà per soli due mesi.
Chiederemo rendiconto dei cinghiali uccisi dalla prossima settimana fino alla chiusura e vedremo se questa riapertura, questa possibilità di continuare la caccia, darà risultati negativi o meno sulla diminuzione della presenza degli ungulati, che è molto importante.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio sarà un intervento altrettanto veloce. Intanto, soltanto per ricordare alla Consigliera Malaigia che io non fatto nessuna accusa, leggo testualmente l'intervento, dove anzi le davo un merito: “Ringrazio anche la Consigliera Malaigia, perché per la prima volta in quest'Aula ha parlato di caccia con fervore, con grande passionalità, con conoscenza di quel mondo, quindi è importante anche questo suo intervento”. Questo è quello che ho detto con grande chiarezza perché credo che sia giusto non riportare affermazioni …, era una risposta che sentivo con il cuore, quindi non credo che sia giusto riportarla oggi in maniera distorta. Questo nel rispetto della sua dignità … Non credo, non è quello che lei ha detto oggi.
Detto questo, al di là di questa situazione ancora una volta dobbiamo riportare l'attenzione su questo argomento.
Gli interventi sono stati tutti abbastanza articolati, ognuno ha mantenuto le proprie posizioni, che sono le stesse posizioni che ho sentito 30 giorni fa, quando abbiamo discusso la legge. Ricordo, non so se era la Consigliera Pergolesi o qualcuno dello stesso gruppo che ha detto: “Guardate che questa legge verrà impugnata dal Governo e vedrete che non passerà”, l'ha ricordato il Presidente della Commissione Traversini, oggi abbiamo l'impugnativa del Governo sull'articolo che ci preoccupava di meno, anche se per noi era altrettanto importante, perché faceva chiarezza sull'accertamento dell'abbattuto ed evitava tutte quelle criticità che c'erano, mentre invece il Governo non ha assolutamente impugnato l'articolo che riguardava in particolar modo Natura 2000. Ecco perché credo che questa sia stata una legge lungimirante, all'epoca ricordo quali sono state le preoccupazioni delle opposizioni per cui allora votarono no.
Non vorrei entrare nel merito della sentenza del Tar che ha dato la sospensiva, legittimamente nel suo ruolo istituzionale ognuno ha proprie competenze, però credo che sarebbe stato più giusto dare in via d'urgenza, per quello che riguarda la nostra posizione, questo poteva farlo, una tempistica accelerata e non aspettare il 23 gennaio.
Siamo Consiglieri e dobbiamo avere a cuore il nostro habitat, il mondo in cui noi viviamo, ma questa sospensiva al 23 gennaio determina una criticità fortissima sul territorio, perché, al di là delle varie scienze che il Consigliere Bisonni ha portato ..., le scienze sono tantissime, ma a me sembra strano che se lasciamo in libertà i cinghiali questi diminuiscano, è uno scienziato in tutti i sensi chi ha questa certezza. Se 13 scienziati pensano che se nelle Marche non abbattiamo più cinghiali questi diminuiscono, tanto di cappello a questi 13 scienziati.
Credo invece che abbiamo fatto giustamente un percorso importante e la Giunta dopo quella legge ha votato anche atti a favore del mondo dell'agricoltura, votati all'unanimità, come ha ricordato il Presidente, con cui abbiamo fatto azioni fortissime; intanto i chiusini si aggiungono all'abbattimento dei cinghiali fatto sia per selezione che con squadre, vedremo poi, da qui alla fine del 2019 con i chiusini quante saranno le catture e gli abbattimenti.
Ci dimentichiamo che siamo la prima Regione ad aver dato agli agricoltori, che sono in possesso della licenza di caccia, la possibilità di abbattere direttamente con lo sparo, e gli agricoltori che non ne sono in possesso in tempo reale, questa è stata la grande intuizione del Presidente, condivisa da tutti, possono chiamare il selettore di loro scelta e far abbattere direttamente il cinghiale sul terreno. Siamo la prima Regione in Italia che attua questa maniera così forte e chiara.
Un messaggio positivo da parte dell'opposizione dovrebbe essere dato, poi chiaramente abbiamo tanti problemi, facciamo tanti errori, sbagliamo, portiamo avanti tante situazioni che non ci sono, ma va dato merito alla maggioranza che governa la Regione Marche di aver fatto un percorso chiaro con il mondo agricolo, che da tre anni lo chiedeva, da quando siamo arrivati noi, ma già da prima. Quando parleremo della mozione avremo modo anche di confrontare come era la situazione prima e come è cambiata in questi 3 anni, con le azioni che, con tutte le problematiche, con tutti gli errori che facciamo, abbiamo cercato di mettere in campo.
Non solo noi della Giunta e del Consiglio, che abbiamo presentato questa proposta di legge, che spero venga approvata questa sera, ma tutti dovremmo essere attenti a cosa significa lasciare una sospensiva, ripeto il Tar è entrato, e non ho nessuna voglia discutere con il Tar, ma noi abbiamo la responsabilità politico-amministrativa di dare una risposta al mondo agricolo, che è preoccupatissimo. Penso che qui ci siano personaggi dell'opposizione che hanno un contatto diretto, qualora rimanga questa situazione il rischio forte è un aumento dei danni all'agricoltura, incidenti stradali e altro, anche danni al sistema ambientale, perché che se noi non facciamo gli abbattimenti degli animali nocivi (corvi, volpi ed altro) - e non voglio aggiungere niente all'esperienza che hanno i Consiglieri, che anche il Consigliere Bisonni conosce bene - il prossimo anno ci sarà una diminuzione degli animali a cui teniamo e che oggi non sono giustamente abbattuti, i corvi ad esempio vanno a mangiare le uova, penso che tutti dobbiamo tendere all'equilibrio, al di là delle varie posizioni.
Rispondo alla Consigliera Pergolesi che ha chiesto di capire a che punto è il piano faunistico regionale, Siamo ad un punto importante perché questa Regione ha già dato da circa un paio di mesi l'incarico ad una società che ha vinto la gara, dopo che noi abbiamo esperito l'avviso e tutte le procedure di evidenza pubblica, su un impianto economico di più di 100 mila euro, con un percorso che ha impegnato quasi 4 mesi, perché le normative sono quelle e noi le abbiamo dovute rispettare. Quindi c'è una società che ha preso in carico, una società che sta elaborando e con cui già da 30 giorni stiamo cercando di fare un cronoprogramma che permetta di approvare il nostro piano faunistico entro i prossimi mesi del 2019, ma non nascondiamoci che ci sono dei passaggi tecnici-normativi (VIA e altro) che abbisognano di una tempistica dettagliata e già definita.
Stiamo lavorando contro il tempo perché il nostro obiettivo è di evitare quello che avete detto, cioè che possa esserci una criticità da parte dei vari organismi amministrativi, Consiglio di Stato, Tar e altro. Anche se dobbiamo essere chiari, correttivi ed anche trasparenti, noi una legge ce l'abbiamo, non so se le altre Regioni ce l'hanno, io parlo per la nostra, noi abbiamo una legge molto chiara che testualmente prevede che valgono i piani faunistici regionali e provinciali, fino a quando non c'è un piano faunistico nuovo, anche se scaduti, sono quindi attuativi e vigenti, anche qui, per carità, entreremo nell'interpretazione, ma la legge è molto chiara.
Una precisazione, ringrazio il Consigliere Bisonni che ha sollevato una cosa interessante anche se l'ha riportata in maniera negativa. Il 22 luglio 2015, c'è stata presentata una mozione dal Movimento 5 Stelle e dal Consigliere Bisonni, il Tar su ricorso delle associazioni ambientaliste e animaliste ha dato ragione alla Regione, nel 2016 sul calendario venatorio ha dato ragione alla Regione, nel 2017 idem, nel 2018 … Vogliamo parlare del calendario venatorio 2018 su cui le associazioni ambientaliste e animaliste hanno fatto ricorso e il Tar ha dato ragione a noi? Tant'è che il calendario venatorio è partito. Poi c'è stata l'ordinanza del Consiglio di Stato che ha riposizionato le cose, quindi anche qui significa che in questi anni non è che c'è stato ..., la legge è sempre la stessa, non c'è stato un cambio in corsa, il Tar per ben 3/4 anni ha sempre dato ragione alla Regione in merito all'approvazione del calendario venatorio, sui ricorsi che sono stati fatti.
E' chiaro che oggi siamo qui per difendere il mondo dell'agricoltura, conciliare le esigenze del mondo venatorio con quello del mondo ambientalista e credo che approvare questa legge sia la prosecuzione di quel percorso e spero che le forze politiche che 30 giorni fa hanno votato questa legge, ritornino a votarla. Non è possibile nascondersi dietro un dito, perché il Governo non ha impugnato la legge, altrimenti chi oggi non vota ed ha votato la legge poteva benissimo dire: “Non voto perché il Governo ve l'ha impugnata”, Il Governo ha impugnato parzialmente la legge e non quello che riguarda Natura 2000.
I Consiglieri, in particolar modo quelli della Lega, sono stati molto attivi in questi giorni nel dire che la Regione non ha fatto quello che doveva fare, oggi noi siamo qui per riportare un'attenzione forte su questo argomento, votare questo atto significa permettere di riaprire la caccia, soprattutto tutelare l'agricoltura e abbattere i cinghiali che sono fondamentali per il sistema eco-ambientale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Leonardi, Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)
PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie. Approfitto della dichiarazione di voto per sottolineare alcune cose a cui devo assolutamente rispondere.
Prima di tutto, Presidente Ceriscioli, lei sa che gode della mia stima, però devo dire che questa volta ha avuto una grandissima caduta di stile e le spiego perché, dal mio punto di vista.
Lei ha criticato dicendo che il Tar prende in giro la Regione con questa sospensiva troppo lunga, mi corregga se ho capito male, poi ha criticato il Consiglio di Stato perché, secondo lei, il piano faunistico esiste, ma un attimo dopo l'Assessore Pieroni l'ha smentita dicendo che è stato dato un incarico per fare il piano faunistico.
A parte questo, secondo me la caduta di stile, Presidente, c'è stata perché lei è un'istituzione, è il Presidente della Regione. La caduta di stile secondo me ce l'ha avuta anche il Vicepresidente del Consiglio Celani, perché quando vedo un'istituzione che ne critica un'altra a me spiace. Sentire il Presidente della Regione dire che il Tar sta prendendo in giro la Regione, è un discorso che a me non piace, se lo poteva risparmiare.
Per quanto riguarda le sentenze, lei ha citato l'Abruzzo, mi fa piacere perché nella fretta stamattina ho cercato due sentenze, ma sono della Liguria, quindi evidentemente ce ne sono anche altre che dicono che questa cosa è incostituzionale, quindi farò una ricerca per vedere quali sono le sentenze dell'Abruzzo su cui la Corte Costituzionale si è espressa.
Poi mi rivolgo a tutta l'Aula facendo la domanda che ho fatto all'inizio, a cui nessuno ha risposto, la ripeto: “Se la caccia è la soluzione, perché in questi anni in cui sono state fatte le battute di caccia i cinghiali invece di diminuire sono aumentati? Spiegatemi perché i cinghiali aumentano nonostante la caccia. Prima ho fatto l'esempio, Presidente, di Nicolò Copernico e della visione del 1500, mi dispiace vedere che ci sono Consiglieri che hanno ancora quella visione.
Io voglio risolvere il problema dei cinghiali, che procurano un grande danno alla Regione, economico prima di tutto, vi chiedo quindi di affrontarlo in maniera scientifica oppure vogliamo andare ancora ad intuito con i pregiudizi medioevali? Se vogliamo affrontarlo in maniera scientifica affidiamoci alla scienza.
Presidente, adesso le fornirò, non so se conosce l'inglese, la ricerca di 500 pagine, sottoscritta da 13 ricercatori europei, che dimostra che la caccia crea il problema dell'aumento della popolosità dei cinghiali, ve la leggete, poi a fine lettura io, il Presidente Ceriscioli e magari il Vicepresidente Celani facciamo una bella gita in Slovacchia per vedere come stanno affrontando in maniera scientifica il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Molto brevemente per spiegare il nostro voto di astensione. Come ho già espresso precedentemente non è per mettere un ostacolo così, ma quello che vogliamo far capire è che siamo contro questa metodologia, perché checché se ne dica i cacciatori hanno già avuto un danno, perché hanno avuto 3 settimane di fermo, hanno perso dei giorni e hanno avuto il territorio di caccia rimpicciolito rispetto all'inizio, a quando hanno pagato per le loro licenze di caccia. Alcuni cacciatori potrebbero dire che hanno pagato per un intero territorio e per un certo periodo e non mi sorprenderebbe se qualcuno, per il fatto che è stato ridotto, chiedesse un rimborso parziale o totale di quanto versato, e lì mi preoccuperei ancora di più.
Per questo le dico: vediamo di sederci ad un tavolo, di riprendere da capo e di non seguire questa strada che non sta portando a risultati positivi. Soltanto questo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Semplicemente per sottolineare che se guardate agli ultimi 3 anni, 3 anni e mezzo, ma anche prima, non troverete mai un mio commento ad una sentenza. Di solito c'è una sentenza e il giorno dopo c'è il commento del Sindaco, del Presidente, dell'Assessore, dell'uomo politico.
Quello che sottolineo è il fatto che la sospensiva, andando a finire dopo il termine della caccia, non permetteva di affrontare la questione in tempo utile in rapporto al problema della numerosità dei cinghiali, basta! Non ho detto che il Tar ha sbagliato, ha fatto bene, ha fatto male, commentando la sentenza. Poi è chiaro che possiamo prendere tutte le iniziative, appellarci, fare un percorso che non vuol dire commentare o attaccare un'istituzione, anzi, significa esercitare il proprio ruolo, ed è esattamente quello che faremo da qui a 5 minuti.
Noi esercitiamo il nostro ruolo, ci tengo, per principio non ho mai commentato quando le sentenze erano favorevole o quando erano contrarie. Ci sono quelli che favorevolmente commentano: “I giudici sono bravi”, e quelli contrari che dicono “I giudici sono cattivi”, io non commento quelle favorevoli, né quelle contrarie.
Ho sottolineato come quel termine non fosse utile rispetto al problema, quindi noi esercitiamo il nostro ruolo che oggi è quello di approvare le leggi e domani di fare ricorsi che riteniamo opportuni, ma nell'esercizio del nostro ruolo, non in spregio di un'altra istituzione.
Quindi il voto è assolutamente favorevole, poi su Copernico …, per esempio sappiamo che la terra e il sole ruotano attorno all'asse, non è che la terra ruota intorno al sole, entrambi ruotano intorno ad un baricentro, sempre se guardiamo solo il sistema solare, perché poi il sistema solare ruota attorno all'asse della galassia e quindi anche il sole fa i suoi bei giri, la galassia è in movimento e infine il movimento è della meccanica classica perché in quella contemporanea non c'è neanche il tempo, quindi neanche il movimento.
L'importante è l'evoluzione del pensiero, nel caso della teoria delle stringhe: piatto, tondo, eccetera, scompare l'elemento tempo, e non c'è neanche il tempo nella fisica del tutto, quindi siamo su dinamiche ben diverse, l'importante è non fermarsi e noi grazie al provvedimento che stiamo per votare esercitiamo il nostro ruolo e consentiamo di continuare quel percorso a favore dell'agricoltura e dei cacciatori nel nostro territorio, come è stato sottolineato da più interventi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Per rispondere al Consigliere Bisonni, sono onorato perché mi ha associato al Presidente della Giunta, quindi non ho problemi. Sulla stampa ascolana mi hanno accusato del “patto del prosciutto”, di un sacco di cose, l'Assessore Casini lo sa, con gli amici del PD, invece io ho detto qualcosa in merito alla sostanza, ho cercato di capire il perché la sospensiva e ritenevo che i motivi non c'erano per cui sarebbe stato un bene andare subito alla decisione per evitare qualsiasi equivoco.
Nessuna caduta di stile, rispetto per il Tar ho detto soltanto che secondo me c'erano i presupposti, qualora c'era il fumus boni iuris di dire subito: “Benissimo, ci sono le condizioni per dire no”, avremmo evitato anche questo Consiglio. Tutto qui.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 258. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Bisonni.
Favorevoli: Bora, Casini, Celani, Ceriscioli, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Marconi, Marcozzi, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Talè, Traversini, Urbinati.
Contrari: Bisonni, Busilacchi, Fabbri, Giorgini, Maggi, Pergolesi.
Astenuti: Leonardi, Malaigia, Zaffiri.
(L'Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,40