Resoconto della seduta n.12 del 01/12/2015
SEDUTA N. 12 DELL'1 DICEMBRE 2015

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 12 dell'1 dicembre 2015.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
- n. 18 in data 20 novembre, ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Volpini, Micucci, Giancarli, Tale', concernente: “Istituzione del servizio civile volontario degli anziani”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4 della l.r. 4/2007, al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della l.r. 15/2008, alla I Commissione assembleare per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento interno e alla II Commissione assembleare ai sensi e per gli effetti del comma 1 bis dell'articolo 68 del medesimo regolamento.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 50 ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Traversini, Marconi, Rapa “Expo' Milano”;
- n. 51 ad iniziativa del Consigliere Carloni “Creazione di un fondo di solidarietà per le fasce deboli colpite dall'azzeramento del valore azionario di Banca Marche”;
- n. 52 ad iniziativa del Consigliere Leonardi “Ospedali riuniti di Ancona. Costituzione di un 'Percorso ictus integrato' anche nelle Marche, unica regione in Italia senza questa strategia di trattamento”;
- n. 53 ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, Marcozzi, Celani, Leonardi “Effetti del decreto legge n. 183 o "salva-banche", per risparmiatori, piccoli azionisti di Banca Marche”;
- n. 54 ad iniziativa della Consigliera Pergolesi “Indirizzi procedurali ed organizzativi per l'uso terapeutico dei prodotti/derivati della cannabis”;
- n. 55 ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Maggi, Fabbri, Giorgini, Bisonni “Esenzione del ticket per prestazioni sanitarie per le attività legate alla violenza di genere”;
n. 56 ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia “Difesa dei servizi sanitari dell'emergenza-urgenza territoriale (MSA - 118 continuità assistenziale)”;
n. 57 ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Bisonni, Pergolesi “Crisi Banca delle Marche e recenti decisioni adottate dalla Banca d'Italia e dal Governo”.
Il Presidente della Giunta regionale ha emanato, in data 16 novembre, il regolamento regionale n. 7 concernente: “Modifica al regolamento regionale 9 febbraio 2009, n. 3 - Attività funebri e cimiteriali ai sensi dell'articolo 11 della legge regionale 1 febbraio 2005, n. 3'”.

Saluto alle scuole

PRESIDENTE. Saluto e ringrazio le classi V della Scuola primaria di Agugliano che sono presenti in Aula, le abbiamo salutate prima insieme alla Vicepresidente Malaigia. Ciao a tutti ragazzi ed un caro saluto alle vostre insegnanti che vi accompagnano, buona giornata.
Ora proseguiamo con l'ordine del giorno.

Interrogazione n. 84 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Termini di presentazione degli atti alla Commissione consiliare”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione a risposta immediata n. 84 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Anticipo che gli strumenti verranno presentati dalla Giunta in tempo utile rispetto al calendario dei lavori che la Conferenza dei capigruppo questa mattina ha approvato ed indicato.
II contesto finanziario entro cui è predisposta la proposta di assestamento del bilancio 2015 e, appena dopo, la manovra di bilancio 2016-2018, risente più che mai delle criticità legate alle conseguenze delle manovre di finanza pubblica, ai vincoli posti dal pareggio di bilancio ed al complesso impatto della riforma del sistema contabile.
Nel 2015 le Regioni a statuto ordinario concorrono al risanamento dei conti pubblici con un apporto di 5,252 miliardi di euro. Anche per l'anno 2016 si prospettano tagli ingenti per le Regioni a statuto ordinario per circa 4,202 milioni, coperti per 2 miliardi dalla riduzione del Fondo sanitario nazionale.
A questi si aggiungono i tagli previsti nel disegno di legge di stabilità 2016, in itinere, a titolo di maggiori risparmi che il comparto Regioni apporterà al risanamento della finanza pubblica, dovuti al passaggio dal patto di stabilità, come tetto di spesa, all'applicazione della normativa del pareggio di bilancio, stimati in 1.850 milioni per l'anno 2016. Inoltre il decreto legge di stabilità 2016 prevede un ulteriore contributo alla finanza pubblica delle Regioni e Province autonome pari a 3,980 milioni di euro per il 2017 ed a 5,480 milioni per gli anni 2018 e 2019. In un simile contesto di finanza regionale, poco rassicurante e con margini di incertezza notevoli, la predisposizione dei due documenti contabili avrà prettamente un carattere tecnico, con margini di manovra limitati, in attesa di conoscere il vero impatto derivante dalla manovra statale.
Successivamente all'approvazione della legge di stabilità statale si potranno delineare i margini effettivi di manovra della spesa regionale e presentare una proposta di variazione di bilancio sulla quale sviluppare il dibattito assembleare.
Per quanto concerne i lavori assembleari relativi alla sessione di bilancio, questi sono disciplinati dagli articoli 90 bis e seguenti del Regolamento interno del Consiglio.
A tale proposito l'art. 90 ter del Regolamento interno prevede che il programma dei lavori della sessione di bilancio sia stabilito dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi in modo da consentire la conclusione dell'esame entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno.
Il programma deve definire i termini precisi per l'esame del bilancio da parte della Commissione competente, da parte del CAL e del CREL e da parte del Consiglio. Tali disposizioni, come è noto, sono state introdotte nel Regolamento interno del Consiglio nell'aprile 2015 e riproducono una prassi costante delle ultime legislature regionali.
Nel tempo, infatti, è stato sempre più difficile rispettare un'adeguata programmazione dei lavori assembleari ai fini dell'approvazione del bilancio entro il 31 dicembre di ogni anno, a causa dell'incertezza dei finanziamenti statali recati dalle diverse leggi di stabilità, in un quadro di crisi economica e finanziaria dello Stato.
Questa circostanza ha, dunque, consigliato agli organi regionali competenti di eliminare la previsione di un periodo fisso per l'esame del bilancio in Assemblea e di rinviare la decisione sui tempi di esame alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi che ha generalmente previsto, nell'interesse generale, una contrazione dei tempi di discussione ed approvazione dei bilanci, soprattutto ove questi avessero, come avrà il futuro bilancio, un carattere meramente tecnico, rinviando ad una futura variazione di bilancio la discussione politica in ordine all'impiego delle risorse che verranno meglio definite in ambito nazionale, come ho detto poc'anzi.
La decisione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi circa i tempi di esame ed approvazione del bilancio è in grado, dunque, di superare ogni altro termine regolamentare previsto per la discussione degli atti in Assemblea, configurandosi la disposizione dell'art. 90 ter come speciale rispetto alle altre recate dai Capi VIII e X, come espressamente indicato dal comma 3 dell'articolo 90 bis, il quale recita testualmente: "Fatto salvo quanto diversamente disposto dagli articoli 90 ter per l'esame in Commissione ed in Consiglio delle proposte di cui al comma 1, si applicano le disposizioni di cui ai Capi VIII e X”.
Per concludere, Consigliere Maggi, questo è il quadro e con questo quadro ritengo, la Giunta ritiene, che non ci sia alcuna compressione dei sacrosanti diritti dei Consiglieri regionali.
I tempi credo siano sufficienti, ce ne saranno ovviamente altri quando all'esito del risultato della legge di stabilità,arriveremo in quest'Aula con una variazione che sarà l'occasione per quelle scelte di carattere politico, sebbene, possiamo già anticiparlo, limitate a causa dei tagli ai bilanci delle Regioni.
Credo che il tempo, in questo quadro, sia sufficiente e volendo il Consiglio potrà anche prolungare la quantità delle ore che potranno essere assegnate alla discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Mi consenta, Presidente, di salutare a nome del Movimento 5 Stelle i ragazzi che sono qui a vedere questa Assemblea legislativa delle Marche.
Detto questo, con questo inizio cordiale, devo dire all'Assessore che la risposta non mi soddisfa affatto.
Lei Assessore ha fatto un gran polverone rappresentando un quadro fosco, come del resto è realmente, però non ha risposto in merito al rispetto dei tempi per quanto riguarda l'esame del bilancio.
Il bilancio preventivo è un atto importante che decide le risorse della Regione, come ripartirle, quali sono i capitoli di spesa, per cui credo che non rispettare i tempi, per esempio l'articolo 67 del Regolamento interno dispone che la discussione in Aula non possa avere luogo se il testo della Commissione non è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio almeno 10 giorni prima, sia una violazione non tanto formale della norma, quanto un atto contrario alla funzione che abbiamo noi Consiglieri in questa Aula.
Credo che questa velocizzazione del bilancio preventivo, questa impossibilità di esaminare un atto così corposo ed importante, non sia altro che un'espropriazione dei diritti dei Consiglieri della maggioranza e della minoranza, per cui protesto vivamente e sono scandalizzato da questo comportamento che viene tenuto dalla Giunta. Non siamo qui per fare gli yes man della Giunta, siamo qui a nome di tutti i cittadini che ci hanno dato il voto per esaminare, per controllare, per tenere il fiato sul collo su una politica e su una prassi politica che non ci piace affatto. Grazie.

Interrogazione n. 62
ad iniziativa del Consigliere Carloni
"Impiego di ex Consigliere regionale presso l'Avvocatura regionale. Valutazione di opportunità”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 62 del Consigliere Carloni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Con riferimento all'Interrogazione n. 62, presentata in data 26 ottobre 2015 ad iniziativa del Consigliere Carloni, si rappresenta quanto segue.
Con deliberazione n. 485 del 29 giugno 2015 la Giunta regionale ha approvato, per l'anno 2015, specifiche misure di contenimento e di controllo della spesa relativa al funzionamento dell'apparato amministrativo e del personale regionale. Tra le misure adottate, inerenti la spesa del personale, quella riferita ai "comandi" consente, per le esigenze dei servizi della Giunta regionale, l'attivazione di nuovi comandi o la proroga di quelli esistenti nei seguenti casi:
a) comandi in compensazione;
b) comandi del personale delle Province non adibito alle funzioni fondamentali di cui alla legge n. 56/2014, a condizione che lo stesso sia impiegato per piani, progetti o interventi straordinari finanziati dall'Unione Europea, con eventuale onere a carico della Regione non superiore al 50%.
La durata dei comandi in entrata non può eccedere i tre anni.
Il comando del dipendente della Provincia di Macerata, inserito negli elenchi del personale che verrà trasferito presso la Regione Marche, è stato disposto, unitamente ad altre quattro unità, con decreto del dirigente della Posizione funzione organizzazione, amministrazione del personale e Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione per le esigenze evidenziate dal dirigente del Servizio ambiente e agricoltura.
II dipendente risulta assegnato al Servizio ambiente e agricoltura e la circostanza che presta la propria attività lavorativa presso il Servizio attività normativa e legale e risorse strumentali è riconducibile al fatto che lo stesso deve seguire il contenzioso anche giudiziale riguardante le pratiche relative alle domande del Piano di sviluppo rurale (PSR).
Premesso quanto sopra:
la circostanza che il dipendente sia il segretario del Partito Democratico non può costituire pregiudizio nell'attribuzione dei compiti e delle funzioni quale dipendente pubblico, in particolare quale dipendente provinciale che transiterà in Regione, ai sensi della legge n. 56/2014 e della legge regionale n. 13/2015. Peraltro l'inserimento in una struttura che non fa gestione attiva costituisce potenzialmente maggiore garanzia di assenza di situazioni conflittuali; a ciò si aggiunga che l'esercizio della professione forense deve uniformarsi ai principi contenuti nel codice deontologico, in particolare soggiace alle norme di comportamento stabilite dallo stesso che l'avvocato è tenuto ad osservare. Nel caso di specie, l'attività svolta risponde alla tutela di un pubblico interesse dell'amministrazione e non di un partito politico.
Nel contesto illustrato non risultano sussistere, né in concreto sussistono, conflitti di interesse, né ragioni di inopportunità tra l'attività svolta presso questa amministrazione regionale e quella di segretario regionale di un partito.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. E' innegabile che quello che ha detto l'Assessore è vero, infatti io ho chiesto una valutazione di opportunità politica, essendo un ufficio che deve essere terzo rispetto alle dinamiche istituzionali e amministrative, sulla presenza di un segretario politico regionale.
Questa è una valutazione che dovete fare voi, ritenendo che sia un precedente e che, in qualche modo, seppure è una situazione professionalmente adeguata al suo ruolo ed una persona alla quale va la mia stima, ritengo che l'ufficio debba essere terzo rispetto alle dinamiche politiche di Giunta e di Consiglio.

Interrogazione n. 67
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
"Destino del Corpo della polizia provinciale"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 67 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. La Consigliera Marcozzi con questa interrogazione pone un tema molto sentito dalla comunità regionale, ma credo anche a livello nazionale.
La disciplina dell'assetto delle competenze esercitate dalla polizia provinciale a livello statale ha conosciuto, negli ultimi anni, varie modifiche.
Ai sensi del punto 11 dell'Accordo Stato Regioni dell'11 settembre 2014, la materia della polizia provinciale è stata sottratta alla potestà legislativa regionale, ai fini del riordino di cui alla legge 56/2014, in quanto erano pendenti iniziative legislative per un riordino dell'intero sistema delle forze di polizia, volto a ricondurre questo corpo ad una dimensione statale.
A causa della mancanza di copertura finanziaria, tale iniziativa non ha avuto seguito e relativamente alla ricollocazione del personale della polizia provinciale è intervenuto il decreto legge 78/2015, il quale all'articolo 5, comma 1, stabilisce sostanzialmente che il personale - vado a braccio Consigliera Marcozzi poi le darò la relazione scritta, anche per dovere di sintesi e perché credo che sia forse anche più efficace - appartenente ai Corpi ed ai sevizi di polizia provinciale transiti nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale.
Al comma 2 prevede che gli enti di area vasta possano individuare il personale di polizia provinciale per l'esercizio delle loro funzioni fondamentali, fermo restando quanto previsto dall'articolo 1, comma 421, della legge di stabilità n. 190 che prevede il limite della spesa del personale. Il comma 3 prevede che le leggi regionali riallocano le funzioni di polizia amministrativa locale e il relativo personale nell'ambito dei processi di riordino delle funzioni provinciali in attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 89, della legge Delrio.
Al comma 4 prevede che il personale non individuato dagli enti di area vasta o dalle Province e non riallocato dalle leggi regionali transiti ai Comuni singoli e associati per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale.
Con l'entrata in vigore del precitato articolo 5 viene definito un percorso più articolato di riallocazione del personale di polizia provinciale che tiene conto sia dell'esigenza di mantenere in capo alle Province servizi di polizia provinciale connessi allo svolgimento delle loro funzioni fondamentali in materia di ambiente e circolazione stradale, sia del riordino delle funzioni di polizia amministrativa locale (a titolo esemplificativo in materia di caccia e pesca) ad opera del legislatore regionale, sia delle esigenze di personale di polizia locale dei Comuni del territorio.
Il personale di polizia provinciale individuato dalle Province come necessario allo svolgimento delle funzioni fondamentali, continuerà pertanto a svolgere attività di polizia locale secondo la disciplina specifica (in materia di indennità, abbigliamento, armamento, ecc.) che deriva dalla legislazione statale e dai regolamenti autonomi degli enti di area vasta.
Il personale che può essere trasferito alla Regione è invece di tipo amministrativo che non ha la qualifica di agente o di ufficiale di polizia locale, ovvero quello che, nell'ambito delle procedure di mobilità, farà la scelta di perdere le qualifiche di agente o di funzionario di polizia locale. Il trasferimento presso la Regione del personale della polizia provinciale comporta il venir meno della qualifica di agente di polizia per poter essere esercitate, presso la Regione, unicamente le funzioni di tipo amministrativo connesse alle materie oggetto di riordino di cui alla legge regionale n. 13/2015.
In data 30 settembre 2015 è stato pubblicato il decreto 14 settembre 2015 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione che detta criteri per la mobilità del personale dipendente a tempo indeterminato degli enti di area vasta. In particolare detto decreto all'articolo 4 stabilisce che ai sensi dell'articolo 5 del decreto-legge n. 78/2015, nell'ambito degli elenchi, è identificato il personale di polizia provinciale, il quale può esprimere una preferenza a non mantenere il proprio profilo di cui eventualmente si tiene conto ai fini della ricollocazione.
In buona sostanza, sulla base delle disposizioni vigenti nell'ordinamento pubblico (legge n. 65/1986, articolo 57 del codice di procedura penale, articolo 5, comma 3, decreto legge 78/2015), la Regione dovrà riportare nei ruoli regionali il personale di tipo amministrativo che esercita le funzioni non fondamentali di cui alla legge regionale n. 13/2015.
Con la finalità di garantire, qui è il punto, unitarietà al corpo di polizia provinciale sono state avanzate specifiche proposte. In particolare, la Conferenza Unificata nella seduta del 5 novembre 2015 ha sottoscritto l'accordo sulla polizia provinciale nel testo di seguito evidenziato: le Province e le Città metropolitane che individuano il personale di polizia necessario all'esercizio delle funzioni fondamentali devono inserire il personale individuato nell'ambito delle loro dotazioni organiche nei limiti previsti dalla legge 190/14.
Le leggi e i provvedimenti regionali di riordino delle funzioni, possono:
- riallocare il personale nelle Città metropolitane e nelle Province per l'esercizio delle funzioni di vigilanza collegate alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione, con copertura delle relative spese, solo in questo caso eccezionale, consentito da una norma di legge, il personale di polizia amministrativa locale resta nella dotazione organica con le stesse qualifiche, ma è posto fuori dal limite di spesa del 50, 70% della dotazione organica in quanto non è destinato all'esercizio delle funzioni fondamentali;
- trasferire il personale di polizia nei ruoli regionali insieme alle funzioni.
Nella stessa seduta, tenuto conto di quanto indicato nell'Accordo, laddove si fa riferimento a "consentito da una norma di legge", la Conferenza Unificata ha proposto un emendamento alla legge di stabilità 2016 nel senso di prevedere un comma aggiuntivo al comma 3 dell'articolo 5 del decreto legge n. 78/2015 il quale stabilisce: "3 bis. Il personale individuato dagli enti di area vasta e dalle città metropolitane ai sensi del comma 2 nonché il personale individuato ai sensi del comma 3 per lo svolgimento delle funzioni di polizia amministrativa riallocate dalle leggi regionali presso gli enti di area vasta e le città metropolitane o presso le Regioni, rimane, inserito nelle dotazioni organiche delle province e delle città metropolitane. La relativa spesa non rileva rispetto ai limiti previsti per la rideterminazione delle dotazioni organiche di cui al comma 421 della legge 190/2014. Le Regioni stipulano convenzioni con gli enti per l'avvalimento del personale riallocato nell'ambito dei processi di riordino ai sensi del comma 427 della legge n. 190/2014 con oneri a proprio carico, ove non diversamente disposto con legge regionale".
Voglio dire, Consigliera Marcozzi, che questa amministrazione ha operato fattivamente per questo emendamento e molte parti sono scaturite grazie a questa regione.
In sostanza per sintetizzare e arrivare al nocciolo della questione credo che lei abbia a cuore la salvaguardia dell'integrità del Corpo di polizia provinciale, allo stato attuale non è possibile, sarà possibile se verrà approvato in legge di stabilità, probabilmente lo sarà, questo emendamento che dovrà essere presentato alla Camera dei Deputati.
Qual è la possibilità? Il Corpo della polizia provinciale attuale, come è stato detto, non potrebbe mai essere trasferito in Regione perché perderebbe quella specificità. Gli enti di area vasta e le Province possono decidere quale entità, quale numero di quel Corpo può essere destinato all'esercizio di funzioni fondamentali, lo possono fare e questa individuazione va fuori dei limiti della spesa di cui alla legge di stabilità n. 190/2014.
Le Regioni possono dire quale di questo personale intende riallocare per l'esercizio delle funzioni non fondamentali, ad esempio caccia e pesca. Nel momento in cui l'hanno individuate il personale resta in capo alle Province; la Regione stipula una convenzione per potersene avvalere, per esercitare questo tipo di funzione pagando le relative spese. Viene, quindi, salvaguardata l'unitarietà del Corpo che credo, lei come tutti noi, abbiamo a cuore.
Nel contesto sopra illustrato la Giunta regionale, sia per la parte politica che tecnica, ha svolto e continuerà a svolgere, nelle sedi deputate, un ruolo attivo finalizzato all'individuazione di misure idonee a tutelare il personale della polizia provinciale e a garantire la sicurezza dei territori marchigiani sia dal punto di vista paesaggistico che ambientale e faunistico.
Le consegnerò la relazione scritta dove è tutto riportato in modo dettagliato e concludo dicendo che non soltanto noi abbiamo a cuore l'integrità di questo Corpo, nella consapevolezza che questa specificità sia utile per la vigilanza, la prevenzione ed anche la repressione di talune materie, pensiamo quella ambientale, la circolazione stradale in capo alle Province, pensiamo anche alla caccia e pesca che è materia oggetto di riordino regionale, ma se verrà approvato questo emendamento che dovrà essere presentato alla Camera dei Deputati, in occasione delle modifiche dopo il passaggio in Senato, questi obiettivi verranno conseguiti.
Chiudo dicendo che rispetto a questo emendamento la Regione Marche ha svolto un ruolo molto importante perché tante parti sono state scritte in questi uffici.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Ringrazio l'Assessore Cesetti per la sua risposta. Ha centrato il problema che è quello dell'unità del Corpo di polizia provinciale.
Questo emendamento dovrà passare per forza anche perché a livello nazionale abbiamo un Governo che è dello stesso vostro colore politico, quindi voi dovete fare leva a Roma anche perché sono sorti tantissimi problemi e, come lei ha già detto, il Corpo di polizia provinciale ha avuto ed ha un ruolo importantissimo nel territorio.
Ci sono le affermazioni di Renzi di qualche giorno fa che vuole sopprimere il Corpo forestale, allora ci dobbiamo battere ancora di più per far si che il Corpo di polizia provinciale resti integro, anche perché, Assessore, come già lei ha detto, chi provvederà ad esercitare la vigilanza per la tutela del territorio e dell'ambiente? Chi tutelerà la fauna dai bracconieri? Chi opererà la vigilanza sulle strade provinciali?
Per la specializzazione delle sue funzioni la polizia provinciale ha sempre svolto un ruolo di fondamentale interesse per la collettività, l'ha già detto lei, ripetuto più volte, quindi referente primaria, in alcuni casi unica, per ciò che riguarda il campo ambientale, ecologico, ittico e venatorio.
La polizia provinciale, come già detto, è da sempre l'unica forza di polizia che effettua attività di controllo e vigilanza sulla caccia. Quando nessuno svolgerà più queste funzioni i bracconieri avranno campo libero per perpetrare i loro abusi che aumenteranno in maniera esponenziale.
Non vado avanti perché lei ha già bene illustrato bene quali erano, quali sono stati in passato e quali sono attualmente i compiti della polizia provinciale, quindi dobbiamo far si che questo emendamento passi affinchè il Corpo di polizia provinciale resti integro.
Un appello a voi, perché il Governo Renzi, ripeto, è dello stesso vostro colore politico, quindi, questo emendamento non può non passare. Grazie.

Interrogazione n. 68
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Stato di attuazione della l.r. 9 marzo 2015 n. 6 Riconoscimento dell'agricoltore come custode dell'ambiente e del territorio”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 68 del Consigliere Marconi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Buongiorno a tutti, buongiorno ai ragazzi ed agli insegnanti, grazie per essere qui con noi.
Le attività previste dalla legge 9 marzo 2015, n. 6 sono pienamente attivabili di concerto, in particolare, con alcune delle misure del Programma di sviluppo rurale 2014/2020, nel quale si trovano già tutte le azioni previste dalla legge all'articolo 3, pertanto una sua divulgazione avviene necessariamente in sinergia con l'emanazione dei bandi dello stesso PSR.
Infatti, oltre alle misure che riguardano la tutela della biodiversità agraria (vegetale ed animale) e forestale, di cui è già in discussione presso la II Commissione consiliare il Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano per il triennio 2016/2018 ai sensi dell'articolo 8 comma 1 della legge regionale 12/2003 e nel quale è riportato l'elenco degli attuali agricoltori custodi della biodiversità agraria, la legge entra in sinergia con alcune misure del PSR 2014/2020 che io elenco brevemente per far capire quante sinergie si possono attivare:
Sottomisura 4.4 - Operazione A) - FA 4C - Investimenti non produttivi a finalità ambientale;
Sottomisura 8.3 - Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici;
Sottomisura 10.1 Operazione D) - Conservazione del patrimonio genetico regionale di origine animale e vegetale (FA 4A);
Sottomisura 10.2. Operazione A) - Raccolta, caratterizzazione, catalogazione, conservazione su materiale genetico regionale (FA 4A);
Sottomisura 15.2 - Sostegno per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche forestali;
Sottomisura 16.5 Sostegno per azioni congiunte per la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento ad esso e sostegno per approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali in corso.
Le misure citate prevedono il finanziamento delle azioni previste dalla legge. Inoltre il PSR prevede in alcune misure le priorità settoriali per le azioni previste dalla suddetta legge.
Il Consiglio regionale può valutare se proporre alla Commissione europea, in occasione della prossima modifica del PSR, l'inserimento di criteri di selezione specifici in misure non direttamente connesse al raggiungimento degli obiettivi della legge, con riferimento alla specifica figura dell'agricoltore quale custode dell'ambiente e del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Una parola sul senso dell'interrogazione perché potevo interloquire personalmente con l'Assessore Casini chiedendo informazioni sullo stato attuativo.
Ho voluto l'interrogazione, Assessore, perché si tratta di una legge che ha visto coinvolte varie realtà associative del mondo agricolo ed anche il tentativo di coinvolgimento degli enti locali.
In verità, comprendo che la sua è una competenza legata all'aspetto strettamente agricolo, ma ce n'è un'altro che, in qualche maniera, potrebbe interessare l'Assessore Sciapichetti ed è l'aspetto che riguarda la manutenzione del territorio a livello comunale, perché l'intento della legge viene un po' fuori dalle cose che lei ha presentato e che sono indubbiamente la base, anche se questo tipo di sensibilità già esisteva nei nostri bandi ed in tutti i riferimenti che ci ha proposto.
L'istituzione dell'Albo non dovrebbe costare nulla, la nostra preoccupazione, la mia personale, era quella che questa cosa non costasse nulla, al di là del fatto che abbiamo i punteggi dentro i bandi europei, un punteggio aggiuntivo per chi sostiene e sviluppa le specie autoctone, le specie marchigiane. C'è anche questa dimensione veramente innovativa che, dovremmo studiare bene come applicarla, riguarda il coinvolgimento dei Comuni - non immagino che d'un colpo i 230 Comuni delle Marche sentano questo tipo di esigenza – e risponde ad una cosa pratica che, Assessore, è abbastanza rara nella nostra legislazione perché è più tipica della legislazione anglosassone in quanto non riguarda tanto i pezzi di carta, ma i comportamenti.
Qui viene focalizzato un comportamento che parte da un ragionamento molto semplice ed esperienziale, se i possessori, a qualsiasi titolo, i gestori, i coltivatori a qualsiasi titolo, di un pezzo di terreno nelle Marche, si riaccollano la responsabilità che una volta avevano nel tenere in ordine, non vado nello specifico, il territorio circostante, quindi i fossi, i ruscelli, i piccoli laghetti, gli stagni, le strade, noi avremo fatto ai Comuni o avremmo tentato di fare qualcosa di importante.
Quando abbiamo discusso questa legge è stato obiettato che la strada migliore, la strada che già c'è, è quella dei regolamenti di polizia rurale, bene, addirittura si è parlato di una riedizione regionale dei regolamenti di polizia rurale, cosa difficile da praticare. Il Consigliere Traversini non c'è, ma se lo ricorderà bene, perché i Comuni già ce l'hanno, non c'è bisogno che la Regione imponga loro la realizzazione dei regolamenti di polizia rurale, quello che conta è, qualche volta, non solo mettere una norma e condannare chi non la segue, ma cercare in senso positivo di promuovere un comportamento attraverso delle leve. Una è sicuramente quella che per essere iscritto a quest'Albo bisogna far queste cose. Uno si iscrive all'Albo, fa queste cose e riceve un punteggio sui bandi, in più i Comuni, bontà loro, potrebbero mettere in conto delle piccole sanzioni fiscali perché se nel territorio riescono ad organizzare questo tipo di iniziativa, d'accordo con le associazioni di categoria: Coldiretti, Copagri e quante ce ne stanno, potrebbero avere dei risparmi enormi sulle manutenzioni che devono fare e che sono costose. Spesso neanche le fanno e devono intervenire quando il fosso, non curato da anni, diventa un lago, ci sono inondazioni, frane e quant'altro.
E' una legge che vorrebbe, in qualche maniera, rimettere in conto comportamenti virtuosi.
Fondamentale è quello che mi ha detto l'Assessore relativamente alla leva economica incentivante che può partire dai bandi, anche se l'altro aspetto da curare, io sono a disposizione per qualsiasi cosa, è quello di promuovere la cultura, almeno tra i giovani coltivatori diretti, tra quelli che stanno veramente sui campi, non chi li lavora come terzisti, che il territorio sia loro. Ecco la legge custode del territorio.
Grazie per la risposta molto articolata e puntuale, spero che da questa possa nascere quanto di più proficuo, un tentativo che nel corso della legislatura potrebbe prendere facilmente piede.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Una precisazione sola, è nella sotto misura 4.4, nella misura 8.3 e nella sotto misura 16.5 che si parla di tutela del territorio, quindi c'è già all'interno delle misure che ho detto, non soltanto dal punto di vista economico, ma si hanno benefici e privilegi anche per l'accesso ai fondi europei, per altre misure, nel caso ci siano queste attenzioni di tutela nei confronti del dissesto idrogeologico, cioè della prevenzione del dissesto idrogeologico. E' un obiettivo del PSR.

Interrogazione n. 69
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani
"Emergenza dovuta al dissesto dell'Istituto Superiore Santa Marta – Branca di Pesaro”

Interrogazione n. 72
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Zura Puntaroni, Pergolesi, Celani, Marcozzi, Bisonni, Carloni, Zaffiri, Maggi, Leonardi
“Risanamento dell'edificio scolastico Santa Marta di Pesaro”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 69 dei Consiglieri Bincani e l'interrogazione n. 72 dei Consiglieri Fabbri, Zura Puntaroni, Pergolesi, Celani, Marcozzi, Bisonni, Carloni, Zaffiri, Maggi, Leonardi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.

Anna CASINI. In relazione all'interrogazione n. 69 presentata dal Consigliere Biancani abbinata all'interrogazione n. 72 presentata dai Consiglieri Consiglieri Fabbri, Zura Puntaroni, Pergolesi, Celani, Marcozzi, Bisonni, Carloni, Zaffiri, Maggi, Leonardi, entrambe a risposta orale, si rappresenta quanto segue.
In merito all'interrogazione n. 72 le richieste di cui ai punti 1, 2 e 3 riguardano l'attività della Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino. I quesiti sono stati inoltrati ai soggetti responsabili del procedimento, si è ancora in attesa di risposta.
In merito ai quesiti relativi all'interrogazione n. 69/2015 e al punto 4 dell'interrogazione n. 72/2015 si evidenzia che le possibilità future di accedere a nuovi programmi che prevedono la concessione di contributi statali per l'edilizia scolastica da parte dello Stato sono riconducibili alla legge 23 luglio 2015, n. 107 (buona scuola) che ha istituito il "fondo unico per l'edilizia scolastica".
Nuovi interventi potranno essere finanziati con le risorse di cui ai commi 160, 161, 162, 163, 166, trattasi tuttavia di risorse derivanti dall'accertamento di economie su programmi pregressi, ancora non quantificate e comunque di importo difficilmente tale da coprire un fabbisogno come quello ipotizzato per l'Istituto Superiore Santa Marta (nella Regione Marche molto raramente non vengono impiegate tutte le risorse assegnate quindi sarà difficile poterne reperire).
La legge 107/2015 inoltre, ai commi dal 177 al 179, stabilisce che per finanziare indagini diagnostiche dei solai degli edifici scolastici è autorizzata la spesa di euro 40 milioni per l'anno 2015. Entro il 15 settembre il MIUR avrebbe dovuto definire termini e modalità per l'erogazione dei finanziamenti agli enti locali tenendo conto della vetustà e dei dati dell'Anagrafe.
In relazione ai provvedimenti attualmente in fase di attuazione/predisposizione si rappresenta che le domande di contributo per la formazione Piano triennale di edilizia scolastica 2015-2017 ex decreto legge 23 gennaio 2015, attuativo del decreto legge 104/2013 (ormai approvato) sono state presentate per tutto il triennio come previsto dallo specifico Bando (scaduto a marzo 2015) la Provincia di Pesaro Urbino non ha presentato domande per l'edificio in oggetto anche perché il problema si è posto dopo la presentazione del bando, quindi non è una inadempienza della Provincia ma il problema del dissesto dei solai si è verificato dopo la data di scadenza del bando che era marzo.
L'Osservatorio sull'edilizia scolastica istituito presso il MIUR ha sconsigliato di riaprire il termine per la presentazione delle domande, fattispecie che esporrebbe il Piano ad un elevato rischio di ricorsi giurisprudenziali perché il bando è una legge speciale quindi non può essere riaperto, lo abbiamo anche richiesto.
La possibilità di accedere al Fondo per interventi straordinari istituito ai sensi della legge n. 326/2003, gestito dal Dipartimento della Protezione civile ai sensi di una serie di norme, è legata alla presenza nell'edificio di che trattasi di un elevato rischio sismico. Situazione che ad oggi non risulta essere stata accertata.
La possibilità di intervenire utilizzando i procedimenti in corso pare quindi difficilmente percorribile.
L'Ufficio regionale competente non è a conoscenza di stime/progetti concernenti l'importo necessario per la messa in sicurezza dell'edificio, ma da contatti intercorsi con funzionari della provincia è emerso, quale dato orientativo, un importo di circa 1,2 milioni di euro.
Queste risorse cercheremo comunque di trovarle e di metterle a disposizione nei limiti di quello che il bilancio potrà consentirci.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio l'Assessore perché so che in questi ultimi mesi, dal momento in cui è emerso questo problema, si è fatto carico, con gli uffici, con i servizi, di capire come risolvere questa problematica.
Oltre all'Assessore Casini so che anche l'Assessore Bravi, in qualche modo, in compartecipazione, ha lavorato su questo. Vi siete attivate immediatamente per cercare di risolvere un problema che è molto importante.
Oggi la Scuola Santa Marta è un istituto che sta aumentando il numero degli iscritti perché si occupa di formazione professionale a livello turistico ed alberghiero e per la nostra provincia è un istituto di eccellenza per cui penso che sia importante, in qualche modo, trovare una soluzione.
Ad oggi i ragazzi, i professori, gli insegnanti, sono costretti a spostarsi e l'attività didattica è in parte compromessa perché i studenti non sono tutti insieme, ed il disagio è veramente molto forte.
So che avete fatto delle verifiche e dalla risposta si evince che avete cercato di capire, con i fondi ministeriali, con i i bandi che sono usciti o che usciranno, se è possibile intervenire in tempi brevi.
Ho capito che con i fondi che oggi abbiamo a disposizione non è possibile intervenire in quanto questa scuola non rientra tra quelle per le quali sono previsti interventi essendo il problema emerso durante l'estate 2015, non rientra, quindi, tra quelle finanziate.
L'Assessore, e questo mi fa piacere, ha lasciato un varco aperto per poter individuare risorse anche all'interno del bilancio regionale pur consapevole di tutte le difficoltà che abbiamo come Regione Marche per le disponibilità che abbiamo.
Ritengo questa una priorità e, tenendo conto che il prossimo anno scolastico inizia a settembre 2016, se non vengono individuate delle risorse in tempi brevi, qualche settimana, massimo un mese, non ci saranno i tempi necessari per realizzare i lavori.
La scuola ha già fatto sapere che le sedi oggi individuate non sono riutilizzabili e riproponibili. A settembre 2016, ci sarà, quindi, un problema enorme.
Assessore, la ringrazio e le chiedo di fare tutto il possibile per individuare risorse e risolvere una situazione di emergenza. Si legge sulla stampa locale che la Provincia sta cercando delle soluzioni tramite alienazioni o qualche altra cosa, ma non sono compatibili con i tempi della riapertura a settembre 2016. Occorre un intervento rapido per individuare le risorse.
Le Province, con tutti i tagli che hanno avuto, come le Regioni, avranno altre scuole da aiutare utilizzando le risorse della vendita del loro patrimonio immobiliare. Non è che con quelle disponibilità le Province non sanno cosa farci, perchè possono utilizzarle per sistemare l'edilizia scolastica anche di altre realtà provinciali.
Grazie Assessori, sono convinto che tutti e due farete il possibile per riuscire ad individuare le risorse e il Consiglio è a disposizione per eventuali supporti o sostegni che può dare nell'individuazione delle risorse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Sono preoccupato della risposta perché è chiaro il sistema di incuria in cui le nostre scuole purtroppo stanno versando.
Questo è un esempio molto brutto: il Comune è proprietario dello stabile, la Provincia lo gestisce, non si accorgono che la scuola deperisce dal punto di vista strutturale, diventa inagibile, non ci sono progetti di ristrutturazione ed alla fine gli alunni sono costretti ad emigrare.
C'è una corresponsabilità da parte di Comune e Provincia nel non aver attenzionato questa situazione che non si è instaurata, non si realizzata, da un momento all'altro, ma è un degrado che è andato avanti per anni.
Gli alunni, in questo momento, si è parlato di spezzatino, hanno i laboratori per imparare a fare i cuochi presso un hotel e presso un centro culturale, l'hotel con la riapertura della stagione li manderà fuori, quindi la scuola diventa poco efficace, l'attività fisica la fanno in 3 palestre diverse e gli uffici amministrativi sono addirittura presso uffici della Provincia.
Gli studenti vanno un po' al Branca, un po' al San Carlo. Al San Carlo ci sono 9 classi, al Bramante ce sono altre 5 ed esiste soltanto 1.200.000 di preventivo per ristrutturare il secondo piano del Santa Marta.
A distanza di 6 mesi non abbiamo ancora fatto un piano per consentire a questi studenti di avere una scuola funzionale per il prossimo anno, con il rischio che non si iscriva nessuno.
La Provincia non ha fatto ancora gran che, sollecito la Regione a farsi carico, per quello che può, di questo problema, mettendosi d'accordo con la Provincia e il Comune che in questo momento sono latitanti.
Adoperiamo tutti gli strumenti che abbiamo perché la situazione è veramente grave, considerando che i nostri figli passano un terzo della propria vita nella scuola, per cui deve essere un tema riportato nelle priorità di tutte le istituzioni. Parlare di nuova scuola, come ho sentito parlare in Consiglio comunale, vuol dire spostare il problema, spendere dei soldi e riparlarne tra 4, 5, 6 anni. Sono passati 6 mesi ed ancora non abbiamo idea di cosa fare su una scuola che va ristrutturata. Mettiamo le nostre migliori forze in campo per sopperire a questa incapacità gestionale di Comune e Provincia. Grazie.

Interrogazione n. 70
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Procedure privatizzazione Aeroporto di Falconara Marittima”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 70 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia. Ha la parola per la risposta l'Assessore Casini.

Anna CASINI. Il primo punto dell'interrogazione chiede: “se risponde a verità che l'Enac, in precedenza, avesse più volte fatto presente alla società Aerdorica la non regolarità della procedura avviata e, in caso di risposta affermativa, perché il Consiglio di amministrazione non abbia tenuto conto di tali indicazioni”.
In riferimento all'interrogazione n. 70, a risposta orale urgente, preciso che, secondo quanto riferito dal Collegio dei revisori, I'Enac, prima della comunicazione ufficiale del 22 ottobre 2015, diretta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero dell'economia e delle finanze, e inviata solo per conoscenza ad Aerdorica Spa, non ha effettuato segnalazioni alla stessa società, e tanto meno alla Regione, in merito al fatto che la procedura di privatizzazione avviata non risultava regolare.
Secondo punto: “se sia Aerdorica che la Regione Marche siano in possesso della documentazione, ivi incluso il mandato redatto nelle forme legali previste dalla normativa vigente, comprovante che la Novaport Italia Srl è stata incaricata di operare in nome e per conto della Novaport russa”.
Preciso che la Regione non è in possesso di documentazione comprovante l'incarico a Novaport Italia Srl, da parte "della Novaport russa", di operare in nome e per conto della medesima.
Notizie in merito rientrano nelle clausole di riservatezza commerciale e sono state eventualmente fornite nell'ambito della procedura di privatizzazione dell'Aerdorica Spa, di competenza del Consiglio di amministrazione della Società stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Buongiorno a tutti, buongiorno ai nostri ospiti anche se sono andati via.
Assessore, credo che sulla vicenda di Aerdorica si rischi il ridicolo perchè mi viene da dire che il rapporto con i russi sia una bufala, e non è un segreto se la Novaport Italia ha un mandato internazionale, che è l'unica verità se esiste la possibilità di una trattativa.
Mi sembra che continuiate a nascondere le carte oppure le carte non ci sono e se ce le avete, dovete avere il coraggio di metterle fuori. Per quanto ci riguarda non le mettete fuori perchè le carte non ci sono e la trattativa con i russi è una “sola”.
Voi continuate a farvi prendere in giro dall'avv. Del Vecchio, che probabilmente non è nemmeno avvocato, e da altre cose. Sapete benissimo che questi signori sono stati cacciati da Rimini e voi li avete accolti sotto il vostro ombrello, senza nessuna documentazione. La riprova è questa mattina, trenta giorni fa vi avevamo chiesto, per la trasparenza, di avere i documenti. La trasparenza è un aspetto essenziale della politica e il vostro Presidente continua a dire, in tutta la regione, da nord a sud delle Marche, massima trasparenza. Quale massima trasparenza? Ancora una volta vi siete chiusi a riccio e non volete dialogare per risolvere un problema che vi affonderà perché parliamo di un debito di 40.000.000 di euro in capo a questa società su 170.000.000 di bilancio della Regione. Faccia lei i conti!
La notizia è di ieri, il 27 novembre non è arrivato lo stipendio ai lavoratori. Presso l'Aerdorica è tutto bloccato, i lavoratori al primo dicembre sono in attesa dei soldi del mese e anche degli arretrati che riguardano i benefit, è un anno e mezzo che non li percepiscono anche se previsti contrattualmente. Il contratto collettivo di lavoro non viene mantenuto, non viene rispettato, voi siete i maggiori azionisti di questa azienda, voi, perchè la maggioranza siete voi e la governate in questo modo, con queste nefandezze che tutti i giorni scopriamo.

Proposta di legge n. 6
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l'anno 2014”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 6 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente, un saluto a tutti i colleghi Consiglieri.
Questo punto all'ordine del giorno tratta dell'esame del rendiconto dell'esercizio 2014. Mi sento di dire in via preliminare che questo bilancio di esercizio 2014 si riferisce alla precedente legislatura per cui, come me, gran parte di questo Consiglio non l'ha vissuto, non ha visto la sua nascita e la sua evoluzione, ma siamo qui a prendere atto dell'aspetto conclusivo.
Cosa ci aiuta in questo? Per quanto mi riguarda ho assistito personalmente al giudizio di parificazione presso la Corte dei Conti, tenutosi il 17 novembre, ed il giudizio positivo della Corte dei Conti, della magistratura contabile, sul rendiconto ci aiuta a dare un parere un po' più ravvicinato su un bilancio che, come ho detto in premessa, ci appartiene relativamente, passatemi questa espressione.
Venendo a qualche dato, prendiamo atto del risultato, il risultato finanziario presenta un avanzo di 642.000.000 di euro contro i 1.900.000.000 del 2012 e i 1.180.000.000 del 2013.
Se vogliamo entrare all'interno di questo risultato possiamo dire che esso è la sommatoria di un risultato in conto competenza di – 613.000.000, quindi un disavanzo di competenza di 613.000.000 al quale, se aggiungiamo il risultato della gestione dei residui positivo per 76.000.000 e l'avanzo applicato per 1.180.000.000, perveniamo al risultato complessivo e definitivo di + 642.000.000, come già detto.
Cosa si può dire in più di questo bilancio? Guardando le tabelle di raffronto che possono significare qualcosa di più specifico per quanto concerne l'anima di questo esercizio finanziario, si può notare qualche scostamento significativo fra le previsioni iniziali e quelle definitive e tra le previsioni iniziali e il rendiconto che oggi andiamo a illustrare.
E' stato rispettato il patto di stabilità cedendo anche degli spazi agli enti locali. Noi sappiamo che la Regione Marche può cedere degli spazi in termini di patto di stabilità contraendo la spesa a favore degli enti locali, Comuni e Province, è stata una boccata d'ossigeno, consentitemi l'espressione, nei confronti degli enti locali, e la Regione pur avendo fatto questo, è riuscita a rispettare il vincolo del suo patto di stabilità.
C'è stata una leggera flessione della spesa del personale che ammonta, nel totale del bilancio, a 63.000.000; una riduzione di 31.000.000 rispetto all'esercizio 2013 del debito complessivo; non ci sono state anticipazioni di tesoreria. Sono dei segnali che sono in linea con uno stile di redazione e di applicazione e con criteri del bilancio improntati alla prudenza e alla correttezza. Questo si può dire!
Nell'ambito dell'intero bilancio regionale la parte del leone, come ben sappiamo, l'assume la parte sanitaria, in quanto assorbe circa il 79% delle entrate del bilancio regionale o se vogliamo ragionare in termini di spesa siamo intorno al 76%, ma la sostanza è che tre quarti del bilancio complessivo è assorbito dal bilancio del servizio sanitario.
Il bilancio del servizio sanitario presenta un avanzo di 69.000.000 a fronte di ricavi per 2.925.000.000, costi per 2.803.000.000 e un risultato della mobilità passiva di 46800.000 che insieme a delle rettifiche strutturali porta il risultato complessivo a più 69.000.000.
Ho detto del giudizio positivo della magistratura contabile che, pur richiamando l'attenzione su alcune questioni, ci offre la sponda per poter esprimere un giudizio positivo su questo bilancio.
Debbo anche dire che il giudizio della magistratura contabile, faccio riferimento alla questione legata al tema delle società partecipate, sul quale la magistratura ha puntato un po' la sua attenzione, nel commento al giudizio di parificazione, evidenzia una discontinuità rispetto al precedente comportamento tenuto in ordine al tema più ampio delle società partecipate.
Ovviamente la raccomandazione per i motivi che abbiamo detto, essendo il bilancio della parte sanitaria assorbente circa i tre quarti dell'intero bilancio, è che l'attenzione su questo tema non può che essere auspicabile, come tutti i grandi numeri e le grandi parti del bilancio stesso.
Bisogna anche dire che alcune questioni che vengono raccomandate, sottolineate dalla magistratura contabile, questa amministrazione, in particolare il Presidente il giorno dell'insediamento nel suo discorso programmatico le ha toccate, quindi l'auspicio e l'augurio è che si possa continuare su questa linea, non certo in contrasto, con alcune raccomandazioni specifiche che trovano espressione di sintesi nel documento del bilancio.
Qualche nota di preoccupazione c'è, se così possiamo dire, in merito al contesto economico e finanziario che viviamo ed ai preannunciati vari tagli che il Governo centrale porterà alla finanza locale, in primis alle Regioni. L'ha detto l'Assessore Cesetti poc'anzi a margine di una sua risposta ad una interrogazione. In questo quadro complessivo un po' di preoccupazione desta qualche dato, mi riferisco in particolare al saldo negativo della gestione di competenza, in particolar modo della parte corrente, dove gli accertamenti al netto degli impegni sono negativi. Non conosco bene quale fenomeno particolare, nel corso del 2014, abbia fatto si che queste due variabili dessero un tale risultato. Comunque sia un'attenzione è il caso di prestarla se rileviamo le difficoltà ed il contesto che ci troveremo a vivere alla luce dei annunciati tagli e del quadro economico finanziario generale abbastanza precario.
Un altro elemento è una diminuita velocità di pagamento e di riscossione che ha fatto proliferare, sia in conto competenze che in conto residui, l'ammontare dei residui, però, mi permetto di immaginare e di dare una risposta in tal senso: la richiesta da parte della finanza locale di ottenere spazi in termini di patto di stabilità, che la Regione ha assecondato, come abbiamo detto poc'anzi, probabilmente ha fatto si che i tempi si dilatassero, sia quelli di riscossione che di pagamento. Agevolare questa azione ha portato all'aumento del conto residui sia attivi che passivi. Probabilmente questo risultato è la derivazione di questo comportamento che se da un lato ha generato flussi positivi a favore della finanza locale, in particolare Comuni e Province, dall'altro, in un indicatore come questo, fa notare l'incremento in valore assoluto.
In maniera sintetica, senza addentrarmi nei meandri e nelle pieghe di un bilancio che, ripeto, questo Consiglio in larghissima parte non ha vissuto e non può considerare come proprio, in quanto si riferisce ad un esercizio in cui nessuno di noi o quasi era in carica, mi sento, per le motivazioni che ho detto, per le variabili esaminate che hanno trovato conforto anche nel giudizio positivo della magistratura contabile, di esprimere e di proporre un'approvazione ed un giudizio favorevole con le raccomandazioni del caso che ho cercato, seppur sinteticamente, di evidenziare a questa Assemblea. Vi ringrazio.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie Presidente. Il rendiconto che è stato approvato dalla I Commissione ha ottenuto il giudizio positivo della Corte dei Conti, quindi ci sono motivi per essere soddisfatti, ma parzialmente rappresenta ancora delle criticità.
Inizio dalla cosa positiva, che è quella del saldo di indebitamento che è al di sotto della media e, rispetto a quello che sta accadendo dal punto di vista finanziario in gran parte delle Regioni italiane, questo rendiconto fotografa una situazione abbastanza sana delle nostre risorse. Ci sono però anche degli aspetti negativi che, pur avendoli la Corte dei Conti sottolineati in una fase precedente, la politica ha il dovere di segnalare e riguardano la spesa sanitaria, in modo particolare quella farmaceutica che ha sforato il vincolo di spesa con un disavanzo importante. Non è stato rispettato il tetto di spesa sull'assistenza farmaceutica territoriale ed anche ospedaliera. Secondo me, questo permette una riflessione e se si vuole razionalizzare la spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera ci sono ampi margini di miglioramento, non dico che il nostro sistema lì intende sprecare, Assessore, ma le consiglierei di verificare l'efficientamento di quella spesa ed anche la sovrapposizione della distribuzione ospedaliera con quella territoriale.
Per quanto riguarda invece le società partecipate che è la nota più dolente di questo rendiconto, va detto che sulla Svim c'è una criticità che emerge, su Aerdorica, per le motivazioni che sappiamo, esiste ancora una fase sub judice dei costi che in qualche modo va chiarita e che impatta necessariamente anche sul nostro bilancio.
Evidenzio che, sinceramente, vediamo la situazione delle altre Regioni ben più grave, per cui sarebbe sciocco non segnalare che il nostro status è di tutt'altro livello, lo dico con l'onestà intellettuale che deve avere anche chi fa opposizione in materia di bilancio e finanza, per cui su questa rendicontazione della gestione economica e finanziaria dell'ente mi asterrò.
L'aspetto che un po' mi preoccupa riguarda l'assestamento, Assessore, siamo arrivati a dicembre, oggi è il primo, è stato calendarizzato per il 15, è effettivamente un elemento di forte criticità della gestione finanziaria perché penso che non sia mai accaduto, adesso non vorrei ricordare male, ma il primo dicembre l'assestamento di solito era già approvato, questo devo dir che è una cosa …
Anche sul bilancio di previsione per il 2016 siamo in ritardo, penso che passeremo le vacanze di Natale qui dentro, infatti il Consigliere Rapa ha pensato di regalare un albero di Natale perché credo che quest'Aula, con questo ritardo nella pianificazione economica e finanziaria, sarà il nostro luogo natalizio.
Credo che ci siano, soprattutto sulla sanità, nella pianificazione finanziaria, ancora margini di miglioramento e di efficientamento senza far venir meno i servizi.
Ci sono, secondo me, residuali sprechi sulle società partecipate, Assessore, che credo che lei abbia già individuato perché nel suo intervento iniziale li ha già detti senza bisogno di segnalarglieli.
Per quanto riguarda questo rendiconto che per metà non è dipendenza diretta di questa amministrazione, io mi astengo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Poche osservazioni per rendere conto di una responsabilità condivisa, quella del bilancio 2014, che potremmo ascrivere storicamente come uno degli ultimi bilanci felici della Regione Marche prima del maxi taglio.
Al di là delle puntuali relazioni venute dal Presidente della Commissione e dal rappresentante della minoranza Consigliere Carloni, da questo bilancio e dai bilanci precedenti sorge la prima raccomandazione, sicuramente tecnica, la capacità di capirci. Noi siamo liberi tutto il giorno per poterlo leggere, siamo pagati per questo e lo faremo, dopo qualche anno, abbiamo anche imparato a farlo, ma realisticamente non è semplice e mi dicono che il prossimo bilancio di previsione forse sarà ancora peggio.
La seconda osservazione che faccio è questa: forse finalmente i bilanci avranno un carattere non formale, ma sostanziale, nel senso che avendo a disposizione sempre meno risorse saremo costretti a fare delle scelte serie. Penso che il prossimo bilancio non sarà quello delle marchette, con emendamenti a raffica, ma sarà quello nel quale finalmente potremo ragionare in termini generali, anche in termini di fiscalità, perchè il bilancio lo facciamo sempre, Assessore, sul fronte della spesa e le osservazioni sostanzialmente cadono lì. A parte che il rendiconto è un dato formale, certificativo, non c'è discussione di merito, però un problema si pone, e su questo direi di riaprire un ragionamento con il Governo, in questo momento è proprio una sfida, più che con il Governo, con il Parlamento, perché torno a denunciare il tentativo generale di quasi tutte le forze politiche di accentrare su Roma, non vedo segnali diversi, seguo con attenzione anche le dichiarazioni di esponenti di partiti diversi dal mio e non vedo una grande attenzione nei confronti del livello locale e regionale.
La prima fonte seria di autonomia, non faccio in questo senso nessuna predica ai colleghi della Lega, ma mi permetto solo di ricordarlo, è sul fronte dell'entrata, perché se l'entrata non è nostra ed è sempre comunque derivata, è ovvio che la possibilità di decidere sulla spesa è zero, cioè decidiamo sempre con delle risorse già predestinate perché ci danno i finanziamenti per le cose che hanno già deciso e che noi dovremmo fare. Questo sostanzialmente è il meccanismo e questo meccanismo sta diventando sempre più cogente, sempre più stretto. Le Regioni sono sempre di più dei grossi Comuni che vogliono fare diventare grandissimi Comuni, quindi, sostanzialmente, ritorniamo alla logica dei trasferimenti, per giunta ridotti.
Io riaprirei, colgo l'occasione Assessore, una discussione in questo senso, approfitteremo della sessione di bilancio, però lei è il nostro rappresentante nella Conferenza Stato-Regioni e la prego caldamente di farsi latore anche di un indirizzo politico. Dobbiamo un po' alzare la testa rispetto a questa situazione e far capire che non siamo più disposti ad andare in quella sede, allungando ognuno la mano, magari litigando come i polli di Renzo, perché l'Umbria ha avuto più di noi sui trasporti o quant'altro.
Rialziamo il tono e facciamo capire che rispetto alle Regioni le cose vanno riconsiderate, a maggior ragione se si deve andare verso le cosiddette macroregioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Questo rendiconto a noi non ci compete perché è di una precedente amministrazione ed è chiaro che il nostro voto non può che di astensione.
Questo bilancio, anche se è stato approvato dalla Corte dei Conti, non è molto trasparente, ci sono delle ombre perché, probabilmente, l'approvazione della Corte dei Conti è più una operazione di facciata che di sostanza, la dovevano fare e l'hanno fatta.
Leggendo il rendiconto si trovano delle zone d'ombra perché delle interpretazioni che sono state date e che vengono date non corrispondono al vero. Per esempio c'è un aspetto molto importante che riguarda i Consiglieri ed in qualità di Consigliere mi preoccupa. Mi preoccupa perché noi siamo l'organo legislativo e approviamo o non approviamo le leggi, ma l'approvazione della legge, lo ricordo all'Aula, deve essere supportata dall'aspetto economico e in qualche circostanza probabilmente sono state approvate ..., perché il rilievo della Corte dei Conti a pagina 13 dice: “Deve esserci più attenzione da parte della struttura in riferimento alle approvazioni delle leggi di bilancio”.
Come Consiglieri dovremo stare molto attenti a quello che approviamo e nello stesso tempo, questo lo definisco ombre, se il ruolo legislativo non è sicuro, nel senso che viene sostenuto da una struttura regionale non adeguata, perché qui c'è scritto questo, credo che in quest'Aula si debbano aprire delle riflessioni in termini di contributo e di proposizione dei futuri bilanci, ma soprattutto di leggi, perchè la Corte dei Conti dice che le approvazioni delle leggi devono essere riferite ad un capitolo di bilancio che deve avere la copertura, non i famosi rinvii.
Credo che questa cosa debba essere guardata con maggiore attenzione ed anche con maggiore capacità professionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Alcune rilevazioni sono state fatte dal Presidente della I Commissione, Consigliere Giacinti, infatti il rendiconto si è chiuso con un saldo negativo della gestione di competenza derivante dalla differenza tra accertamenti e impegni dell'esercizio, in particolare un saldo negativo di parte corrente al netto dell'avanzo di amministrazione applicato.
Sono diminuite le riscossioni e i pagamenti in conti residui, fortemente diminuiti rispetto ai dati rilevati nell'esercizio precedente. C'è stata una contrazione, in conto competenza, delle riscossioni e dei pagamenti, come ha detto il Consigliere Giacinti, con la conseguente produzione di residui attivi e residui passivi in misura maggiore rispetto allo scorso esercizio. Magari per Province e Comuni è stato un aspetto positivo, ma si riverbera negativamente sui conti della Regione.
Il Collegio dei revisori, è vero, ha approvato questo bilancio, ma nel verbale dell'8 luglio 2013 ha chiesto l'elenco del contenzioso della Regione Marche. Questa richiesta è stata riproposta in tutti i verbali che si sono succeduti e non è mai stata esaudita. Credo che sia arrivato il tempo, almeno in questa amministrazione, di esaudire la richiesta di contenzioso della Corte dei Conti che è sempre stata disattesa.
Sui tempi di programmazione, la verifica dei termini relativi agli strumenti di programmazione per il 2014 ha evidenziato che il rendiconto 2014 ha avuto un ritardo della Giunta di 98 giorni, l'assestamento del bilancio ha un ritardo di 139 giorni, il documento di programmazione economico-finanziario non è stato adottato, per la legge finanziaria, il bilancio annuale, il bilancio pluriennale, i termini sono stati rispettati dal Consiglio, ma non dalla Giunta, e la reiterata mancata predisposizione di un documento di programmazione economico finanziario regionale rappresenta una difficoltà, un vulnus, al sistema programmatorio della Regione.
Nella gestione delle entrate, rispetto all'anno precedente, al 2013, si è avuto un peggioramento della capacità di realizzazione, rapporto tra accertamenti e stanziamenti finali di competenza, e della capacità di riscossione, rapporto tra riscossioni in conto competenza e accertamenti.
Stendo un velo pietoso sulle partecipate, sulla gestione di Aerdorica mi limito a citare l'illegittimità costituzionale da parte della Suprema Corte del comma 2, dell'articolo 1, della legge finanziaria 2014 con il quale si attribuiva un finanziamento a favore della partecipata per 1.100.000 euro.
Sulla sanità c'è la mancata approvazione e conseguentemente l'assenza di pubblicazione del bilancio consolidato 2014. Non è stato possibile verificare gli obiettivi del budget assegnato ai direttori generali del Servizio sanitario regionale, e se sono stati pienamente conseguiti, soltanto una tempestiva valutazione consente di attuare con celerità gli interventi correttivi necessari ad una giusta attività amministrativa.
Per passare poi, se vogliamo, ad un aspetto quasi da gossip di questo bilancio: dei pranzi non si è riusciti a desumere le spese di rappresentanza o meno, dei viaggi a New York ed in Cina per 10.000 euro non si sa quasi nulla, né dei pernottamenti in hotel a 5 stelle, che ovviamente sono stati evidenziati.
Di questo bilancio, di questo documento contabile, non prendo in considerazione l'aspetto politico che è negativo. E' l'aspetto di una Regione che si è autoproclamata virtuosa, che ha mantenuto soprattutto nella sanità la parità di bilancio, ma che ha fatto dei tagli lineari per cui sono state penalizzate le classiche categorie: le persone, i cittadini che hanno più bisogno. Per cui questo bilancio che la Corte dei Conti ha approvato, sicuramente sul piano politico è completamente negativo e, per quanto mi riguarda, a nome del Movimento 5 Stelle, annuncio il nostro voto contrario al bilancio 2014.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Abbiamo avuto modo di vedere il rendiconto soltanto negli ultimi giorni, soprattutto non si è contribuito all'iter formativo e ad analizzare tutto quello che è successo. Come sempre succede all'inizio di ogni legislatura è un documento che non mi appartiene, non ci appartiene, anticipo che mi asterrò dal votarlo, però vorrei un attimo, avendo visto velocemente la relazione del Procuratore Generale della Corte dei Conti, uscire da questo coro “tutto bene Madama la Marchesa” che è stato fatto dalla maggioranza per mettere l'accento su un punto particolare che è quello dei cosiddetti enti dipendenti della Regione.
Al di là di alcuni che il Procuratore definisce finanziariamente sani, c'è un problema di fondo che credo la Regione debba affrontare e farsene carico perché non è più procrastinabile e, se vogliamo parlare di sviluppo industriale, credo che sia inutile girarci attorno.
La Regione prima o poi dovrà mettere mano, spero prima che poi, ai famosi Consorzi di sviluppo industriale. Se guardiamo qui c'è da rabbrividire, ce ne sono 3: uno nel fermano, la Zipa e quello di Ascoli Piceno che sono in perdita da tantissimi anni. Prendiamo ad esempio il Consorzio di industrializzazione della valle del Tronto, dell'Aso e del Tesino, oggi Piceno Consid, al di là del fatto che, in modo molto sorprendente, non è riportato il risultato d'esercizio del 2014, probabilmente non è stato nemmeno redatto da questo ente, ma se guardiamo le cifre del 2013 e del 2012 ci accorgiamo che il 2013 si è chiuso con un disavanzo di 4,345 milioni di euro e nel 2012 con un disavanzo di 3,906 milioni di euro.
Su questi Consorzi ormai obbligatori, perché costituiti per legge regionale, grava l'attenzione di tutto il sistema economico produttivo della regione perché da tempo è cessata la funzione per cui sono stati costituiti e ci si ostina a tenerli in piedi.
Questo è un fatto di una gravità incredibile, è soltanto uno spreco di denaro pubblico. Credo che si debba scioglierli definitivamente, assumendoci ognuno le proprie responsabilità, e siccome la Regione ha una percentuale abbastanza rilevante dovrà mettere mano e coprire tutti questi debiti.
Il debito consolidato di Piceno Consid qualche anno fa era di oltre 30 milioni di euro, tanto è vero che nel 2008 l'allora Giunta lo commissariò dopo una verifica ed una relazione fatta dal dott. Costa che adesso è tornato in Regione quindi potete chiedere tutto a lui, (…) il commissario era il Presidente Rossi prima e il Presidente della Provincia Celani in seguito, ma, attenzione, sia il Presidente Rossi che il Presidente Celani che il dott. Costa non c'entrano nulla, sono stati lì soltanto 12 mesi per fare una ricognizione di quello che era successo e per fare delle proposte. La proposta era quella di chiuderlo, per lo meno ridurlo, prosciugarlo, togliere alcune funzioni fondamentali per passarle ad altri enti presenti sul territorio e farlo rimanere soltanto come una specie di cabina di regia o come pensatoio per studiare nuove idee di sviluppo per il territorio. Non abbiamo fatto assolutamente nulla perché quei consorzi non hanno più entrate proprie, questo è il vero dramma, e si alimentavano attraverso i fondi della ex CasMez che venivano dati per infrastrutturare quelle aree.
Ora non rinnego la loro funzione, perché effettivamente abbiamo delle zone industriali fortemente infrastrutturate, ma nel momento in cui viene meno la loro funzione, non si capisce perché devono stare in piedi. Come li sosteniamo? Come si sostengono, Assessore Cesetti? E' semplicissimo, attraverso l'imposizione di alcune tariffe che le industrie devono pagare. Ovviamente capite che la tassa, ad esempio, di depurazione del sistema dell'agglomerato industriale di Ascoli è una delle più alte d'Italia perché gli introiti servono per mantenere quella struttura; lo stesso dicasi per quanto riguarda la pianificazione territoriale che è avulsa dagli altri Comuni, quindi c'è un'oasi all'interno dei Comuni della Valle del Tronto dove il Piceno Consid pianifica indipendente da quello che fanno i Comuni, nascono così centri commerciali che non si raccordano con la pianificazione del Comune limitrofo e quant'altro.
In più c'è questo fardello del debito, ora capisco che debba essere ripianato anche dai Comuni che hanno 2.000 abitanti, ma è un problema che dobbiamo affrontare, è impossibile tenere in piedi una struttura di questo tipo.
Guardate asetticamente la relazione fatta dal dott. Costa, lasciate perdere quella fatta da Massimo Rossi, lasciate perdere quella fatta da Piero Celani, prendete quella che portò al commissariamento fatta dal dott. Costa che, in qualche modo, prefigurava il passaggio. Sono cifre da brividi, io non so adesso quale sia il debito consolidato dal Consorzio fermano, del Zipa, non lo so, vi dico soltanto che il debito consolidato di quello di Ascoli supera i 30 milioni di euro e continua a crescere.
Allora proposi lo scioglimento, proposi anche di farlo stare in piedi mantenendo soltanto alcune funzioni particolari come quella di un centro studi per utilizzare il know-how che nel frattempo si era accumulato, lasciando la gestione dei servizi al consorzio idrico, al Cip, all'Ato.
Credo che questa sia una pagina non edificante di questa rendicontazione, lo si sa dal 2008, siamo arrivati …, lo dico per tutti, lo si sa dal 2008, dal momento in cui la Regione ordinò quella indagine e lo commissariò. Non la Provincia o il Comune tal dei tali, la Regione.
Siamo nel 2015, a distanza di 7 anni non si è pensato di scioglierli definitivamente, mi auguro che nella prossima legge finanziaria, Assessore e Presidente, questa azione venga presa di petto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Oggi noi andiamo ad approvare il rendiconto 2014 che il 17 novembre ha ottenuto il giudizio positivo della Sezione regionale di controllo.
Questo naturalmente è un bilancio che non mi appartiene perché non sedevo nei banchi di quel Consiglio regionale e, quindi non posso non considerare il documento in discussione attinente alla mia attuale posizione, però alcune riflessioni vanno fatte perché questo rendiconto l'abbiamo visto in I Commissione e porrei l'accento sulla sanità, così come ha fatto il Consigliere Giacinti.
La spesa sanitaria costituisce una componente principale della spesa regionale attestandosi ad una percentuale pari al 75,93%, questo significa che i tre quarti del bilancio è assorbito dalla sanità.
Debbo anche dire che la spesa sanitaria è cresciuta nel 2014, ma si attesta nella media nazionale. Questo è un dato positivo, ma visto e considerato che la valutazione dell'efficienza e della attrattività di un servizio sanitario regionale è costituita dalla differenza dei ricavi e dei costi derivanti dalla mobilità attiva e passiva bisogna porre l'attenzione proprio sui dati della mobilità.
I dati esposti nel rendiconto del 2014 evidenziano un saldo negativo nella mobilità extra regionale pari a 46.762.000 di euro che necessariamente si ripercuotono negativamente sui costi complessivi sostenuti dalla Regione per l'erogazione di prestazioni sanitarie. Questo è sicuramente un dato a cui fare attenzione per quanto riguarda il futuro. Inoltre è indispensabile monitorare l'appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche visto e considerato che il tetto di spesa per l'assistenza farmaceutica e anche per la farmaceutica ospedaliera sforano la percentuale di riferimento.
Inoltre per quanto riguarda la sanità, mi riallaccio a quello che ha detto il Consigliere Giacinti, a fronte di un avanzo da parte della gestione finanziaria di 20.000.000 di euro - perché l'avanzo sulla sanità è di 69.000.000 - nel 2013, è un dato che fa riflettere, è stato di 49.000.000, quindi abbiamo un avanzo rispetto al 2013 di + 20.000.000 a cui non corrisponde un altrettanto beneficio per quanto riguarda la parte corrente, perché nella parte corrente c'è un disavanzo di 122.000.000 di euro. Ma il problema è un altro, è che nel 2013 avevamo un disavanzo di 131.000.000 che oggi passa a -122.000.000, quindi c'è un miglioramento di 9.000.000 di euro. Dove sono andati a finire quegli altri 11.000.000 di euro? Sulla sanità abbiamo +20.000.000 rispetto al 2013, passando da 49 a 69.000.000, oggi sulla parte corrente, come lei ha detto, troviamo un disavanzo, ma un disavanzo che rispetto al 2013 è sceso di 9.000.000 di euro, nel 2013 era 131.000.000 oggi passa a 122.000.000, quindi c'è un miglioramento di 9.000.000 di euro, mentre nella parte sanità abbiamo un avanzo di 20.000.000 di euro dal 2013 al 2014 a cui non corrisponde lo stesso beneficio nella parte corrente. Questo cosa significa? Bisogna far attenzione si alla sanità, ma bisogna fare attenzione anche alla parte corrente.
Ci sono poi alcuni rilievi che ha indicato anche il Consigliere Maggi, rilievi fatti sulla relazione dei revisori dei conti per quanto riguarda i contenziosi civili sui quali in futuro bisognerà fare attenzione perché possono minare l'equilibrio finanziario della nostra Regione. I revisori dei conti fanno riferimento e pongono l'accento anche sulle spese di rappresentanza, l'uso delle carte di credito e le spese per quotidiani, quindi occorre fare attenzione anche a queste spese.
Come ho detto all'inizio, siccome questo bilancio non mi appartiene, io mi asterrò. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Presidente ero al telefono per adempiere ai doveri istituzionali che, come è giusto che sia, non ci lasciano mai, siamo prigionieri di noi stessi.
Signor Presidente, Signori Consiglieri, noi il 7 agosto abbiamo presentato la delibera di Giunta regionale 685 con la quale abbiamo adottato e presentato all'Assemblea legislativa la proposta di legge relativa al rendiconto 2014 di cui oggi se ne discute l'approvazione.
L'intervallo di tempo trascorso è stato motivato – ed è stato rilevato - dall'approfondita analisi operata dalla Corte dei Conti la quale, credo che questo vada ribadito, ha puntualmente ed integralmente certificato il rendiconto 2014 nel recente giudizio di parificazione emesso con sentenza, se vogliamo definirla così, del 17 novembre scorso.
Questi sono i tempi che non erano nella nostra disponibilità, noi abbiamo presentato il rendiconto ad un mese dal nostro insediamento, i tempi sono quelli richiesti, dal mio punto di vista, in modo opportuno, dalla Corte dei Conti.
Questi tempi, lo dico al Consigliere Carloni, evidentemente incidono anche sui tempi di presentazione dell'assestamento di bilancio ed a seguire, come ho detto poc'anzi, del bilancio di previsione. Sono tempi legati al cambio di legislatura che evidentemente hanno determinato dei ritardi.
Prima ho parlato del giudizio di parificazione che non è stato bene evidenziato, questo non è un bilancio nostro, potrei dire: noi parliamo di un consuntivo 2014 ed io a quel tempo ero Presidente della Provincia, molti di voi facevano altro, ma bisogna dire con chiarezza che questo conto consuntivo è stato integralmente parificato dalla Corte dei Conti cosa che non è avvenuta per altre Regioni pur considerate virtuose. Pensiamo al Veneto, Regione notoriamente virtuosa, con moltissimi rilievi da parte della Corte dei Conti, tant'è che il Presidente Zaia vuole ricorrere, pensiamo al Piemonte, alla recente sentenza del Lazio. Noi dobbiamo evidenziare con forza che questo conto consuntivo è in ordine e su questo giudizio di parificazione hanno inciso oltre che una gestione discreta del precedente esecutivo anche le azioni poste in essere da questa amministrazione da poco insediata con i chiarimenti dati.
E' evidente che l'approvazione di questo rendiconto, come ho detto si riferisce ad un periodo antecedente al nostro insediamento, ha costituito e costituisce per questa Giunta una tappa tecnica e politica di assoluto rilievo in quanto, ricadendo nella fase iniziale del proprio mandato, è l'occasione per una articolata e approfondita verifica del quadro finanziario che deriva dalla precedente fase e costituisce il presupposto per impostare la successiva programmazione finanziaria.
Dobbiamo dire che il punto fermo che emerge da questo rendiconto è una solidità del bilancio regionale. Su questa base la Giunta fonderà le proprie scelte future nei limiti dei tagli che nel frattempo si sono determinati. Tanto è vero che noi abbiamo presentato lo scorso 26 ottobre, lo voglio dire al Consigliere Maggi, nei tempi normativamente previsti, il documento di economia e finanza regionale. Questa Giunta per la prima volta l'ha presentato nei tempi previsti, la scadenza era il 30 ottobre, noi lo abbiamo fatto il 26 e questo documento è basato sulla relazione programmatica presentata dal Presidente Ceriscioli all'atto del suo insediamento ed oggi è all'esame di questo Consiglio, è all'esame della competente Commissione. Uno strumento che dovrà costituire l'impostazione delle politiche future nello scenario economico e finanziario internazionale.
Siamo consapevoli delle difficoltà che nel frattempo si sono determinate con i tagli citati dal Consigliere Marconi, non ci nascondiamo queste difficoltà.
I tagli hanno riguardato le manovre di finanza pubblica avviate dal 2010, aggravatesi negli anni successivi. A causa di queste noi ci siamo trovati a gestire una riduzione dei trasferimenti, pensiamo al taglio al fondo per lo sviluppo e la coesione (ex Fas) che ha comportato per le Marche la necessità di una riprogrammare in corsa, con le realizzazioni sul territorio già avviate sulla base di precedenti decreti, di 56.100.000 di euro, a cui si sommano i pagamenti che abbiamo dovuto effettuare nel 2015 per 23.00.000.
Che dire dei tagli che riguardano il servizio sanitario nazionale e tagli che in questi anni hanno comportato riduzioni per circa 21.000.000.000 a carico del comparto Regioni e che hanno significato per la nostra Regione un taglio di circa 585.000.000 ed anche le manovre attuali in corso incidono fortemente. Pensate che nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale per quanto riguarda il 2015 noi abbiamo subìto un taglio che è stato contenuto in 15.000.000 di euro grazie alla recentissima attività di negoziazione svolta in sede di Conferenza delle Regioni dal nostro Presidente Ceriscioli, altrimenti il taglio sarebbe stato ancora più consistente.
Che dire delle nuove attività che noi siamo stati chiamati a svolgere? Faccio riferimento ai nuovi livelli essenziali di assistenza (lea), faccio riferimento, ad esempio, al pagamento dell'indennità per gli emotrasfusi, dove noi anticipiamo risorse a carico dello Stato e prima dell'estate abbiamo adottato una variazione di bilancio per pagare quei bimestri ed ora dovremmo inserire altre poste nell'assestamento per pagare gli ultimi trimestri a quelle persone che ne hanno diritto. Che dire dei farmaci innovativi e salvavita? Sicuramente hanno inciso sulla spesa dei farmaci che viene rilevata dalla Corte dei Conti e che è stata rilevata qui, sicuramente hanno inciso, una spesa che non impedisce alla Corte di definire la Regione Marche adempiente sotto questo aspetto.
In questo quadro si inserisce una persistente debolezza del tessuto macroeconomico italiano e marchigiano, come tra l'altro è stato recentemente ed autorevolmente ribadito dalla Banca d'Italia. Mi riferisco in particolare all'andamento dell'economia nelle Marche presentato nella sede di Ancona della Banca d'Italia il 10 novembre. Il quadro che emerge rimarca le persistenti difficoltà dell'economia reale e della sofferenza del credito nella regione, più marcate che a livello nazionale. I segnali positivi, pur presenti, anche se non ancora consolidati, sembrano comunque delineare una traiettoria confortante.
Nonostante questo quadro di difficoltà, pure rilevato dalla Corte dei Conti nella sua relazione, la Regione opera correttamente e si rafforza la consapevolezza di una gestione finanziaria virtuosa e di un efficientamento della macchina organizzativa.
La gestione del bilancio già nel corso del 2014 ha registrato un andamento in linea con le previsioni di bilancio iniziali e, pur in questo contesto nazionale ed internazionale di difficoltà, consegna all'esercizio 2015 una situazione di consolidamento degli equilibri finanziari, economici e patrimoniali.
E' proseguita l'azione di riduzione del debito regionale, non sto a citare le cifre, è stato ricordato dal Consigliere Giacinti che ringrazio, la sanità delle Marche registrava un deficit di 154.000.000 nel 2004, si è passati ad un positivo esercizio pari a 49.000.000 nel 2013 e a 62.000.000 nel 2014, tanto è vero che oggi la nostra sanità, anche grazie alle recenti iniziative, si posiziona ai primi livelli se non al primo livello su scala nazionale.
La Regione, come ha rilevato nella relazione la Corte dei Conti, ha rispettato anche per l'anno 2014, il patto di stabilità interno ed ha attuato i cosiddetti patti di solidarietà, pensiamo al patto verticale ed al patto verticale incentivato che hanno consentito di concedere spazi finanziari per circa 50.000.000 di euro, esattamente 49.500.000.
E' migliorato il saldo finanziario, le agenzie di rating, la Standard & Poor's, la Fitch, hanno anche recentemente espresso dei giudizi molto positivi su quello che è l'andamento delle nostre finanze regionali.
Il giudizio della Corte dei Conti, e cerco di sintetizzare, pur riferendosi ad un periodo precedente è un giudizio positivo che a noi dà soddisfazione per l'impegno del Governo regionale di questi mesi e, come ho detto prima, in questo giudizio positivo ha inciso sicuramente, è un giudizio senza rilievi, le positive azioni poste da questo Governo regionale nei primi mesi della sua attività, cioè da subito.
Quando parliamo di società partecipate, sono state citate dai più, voglio ricordare a questa Assemblea che è sovrana, come ho fatto alla Corte dei Conti, che questa amministrazione ha adottato atti importanti di razionalizzazione, pensiamo alla dismissione della società Irma, questo Consiglio ha votato una legge che l'ha eliminata, passatemi questa espressione non me ne viene un'altra, dal novero delle società dichiarate indispensabili. Che dire degli atti di Giunta con i quali noi abbiamo dismesso le partecipazioni dirette ed abbiamo disposto la dismissione delle partecipazioni indirette in molte società possedute tramite la società Svim?
Credo che questo sia importante, allora non possiamo non rilevarlo perché è il necessario tributo alla verità che la Corte dice, leggo testualmente: “In siffatto contesto - a proposito delle partecipate – e alla stregua delle accennate criticità meritevoli di apprezzamento risulta peraltro l'impulso impresso dalla neo insediata amministrazione al settore degli organismi partecipati e l'attenta riflessione avviata dalla stessa in ordine all'assetto delle partecipazioni. A tal riguardo non può sottacersi come le determinazioni assunte siano indicative di una significativa discontinuità rispetto alle pregresse gestioni, in tal senso la sezione … a proseguire nel percorso intrapreso raccomanda la definizione delle procedure in itinere”.
Questo è il giudizio di un organismo terzo ed imparziale sulle società partecipate, quindi noi rivendichiamo con orgoglio e determinazione questa attività che abbiamo avviato prima ancora che ce la chiedessero e l'abbiamo fatto di nostra iniziativa.
Che dire sul versante degli enti dipendenti dove abbiamo adottato atti di Giunta finalizzati al contenimento ed al controllo della spesa? Per il controllo della spesa del personale abbiamo previsto soltanto la possibilità di nuove assunzioni limitatamente al personale delle Province che deve essere ricollocato per legge, non perché lo diciamo noi, oppure provvedimenti in cui abbiamo contenuto le spese, non solo contenute, ma eliminate e ridotte del 50%. Parliamo del fondo per gli incarichi di consulenze e di studio, per le spese per le relazioni pubbliche, rappresentanza, patrocinio e cerimonie, noleggio e gestione delle auto di servizio, a proposito di quel che si rilevava prima dei viaggi all'estero e via dicendo, noi li abbiamo eliminati e comunque ridotti del 50%.
Che dire infine della valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio regionale, ieri con un provvedimento di Giunta, nei tempi previsti ed annunciati, abbiamo approvato un atto di ricognizione straordinaria di tutto il patrimonio immobiliare della Regione finalizzato all'ottimizzazione dell'utilizzo mediante piani di valorizzazione, in alternativa di dismissione di cespiti, non più correlabili alle funzioni di istituto e via dicendo.
Ancor prima di questo atto, mentre era in corso l'attività di ricognizione, noi abbiamo già adottato atti concreti per il contenimento delle spese. Pensiamo ai contratti di affitto, questi sono fatti, l'Asur ha già preso possesso dei locali in Via Oberdan e questo determinerà un risparmio nelle casse della Regione di 516.000 euro all'anno. Questo è un fatto e come tale è un argomento abbastanza testardo che rivendichiamo con forza.
In sostanza credo che le iniziative da noi assunte vadano nella direzione giusta, vadano nella direzione del programma di mandato del Presidente Ceriscioli che va anche nella direzione auspicata dalla Corte dei Conti.
Noi vogliamo continuare su questa strada perché siamo consapevoli che in questi nostri tempi così difficili, ma anche affascinanti per certi versi, noi ci troviamo in un quadro di difficoltà derivanti da questi tagli che hanno fortemente ridotto gli spazi di manovra discrezionale, dove oggi tutto è concentrato sulla spesa sanitaria, sul trasporto pubblico locale, sui servizi sociali, c'è poco margine per il resto.
Siamo anche coscienti che dobbiamo concorrere al risanamento della finanza pubblica, lo stiamo facendo anche con le azioni che ho citato prima, con la consapevolezza che noi queste cose le facciamo, cari Consiglieri, non perché dobbiamo farle, come ci dice la Corte dei Conti, ma perché vogliamo farle, anzi le abbiamo già fatte fin dall'atto del nostro insediamento e continueremo su questa strada consci delle problematicità, ma consapevoli che se nelle difficoltà si ha una visione di futuro, una visione di insieme, su questo si misura la sfida di una classe dirigente che vuol rivendicare di essere all'altezza del compito che si è assunta e degli impegni assunti nei confronti del corpo elettorale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14 bis (Dichiarazione d'urgenza), serve la maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 6. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 6
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano regionale triennale di promozione turistica 2016/2018. Legge regionale 11 luglio 2006 n. 9”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 6 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Prima di entrare nel merito del Piano triennale, va evidenziato come l'approvazione della programmazione triennale venga presentata con largo anticipo rispetto agli anni precedenti e costituisce un fatto molto importante al fine della programmazione delle politiche turistiche, sia per le pubbliche amministrazioni che per gli stessi operatori turistici. Per cui mi sento di fare un ringraziamento all'Assessore al turismo, al personale del Servizio e alla segreteria e ai componenti della Commissione per l'ottimo lavoro svolto.
In considerazione del fatto che il turismo è un settore in continua evoluzione, e l'incidenza di variabili non prevedibili con largo anticipo e la molteplicità di situazioni esogene che interagiscono in maniera sia positiva che negativa suoi flussi turistici impongono una programmazione che possa avere flessibilità e capacità di intervento in tempi rapidi.
Occorre ricordare come dal 2014 l'offerta turistica marchigiana viene presentata ai mercati con 6 prodotti turistici definiti cluster:
- cluster mare;
dolci colline e antichi borghi;
cultura;
parchi e natura attiva;
made in Marche;
spiritualità e meditazione.
Si è provveduto anche all'attivazione di network di specializzazione con 6 prodotti che sono: bike, trekking, family, cultura, business, terme. Il Piano strategico è costituito da due assi fondamentali:
- destination management;
- destination marketing.
Obiettivo del Piano è favorire il posizionamento della destinazione Marche sui mercati nazionali ed internazionali come destinazione turistica di qualità, esperienziale, orientata al turismo sostenibile, accessibile e slow.
Per ciò che concerne l'attività di governo regionale verso il turismo quale settore strategico, si pone l'obiettivo di attivazione di un percorso finalizzato alla creazione di una destination management organization (DMO) regionale anche nell'ottica di una possibile realizzazione di organizzazioni territoriali.
La destination management organization ha la funzione di coordinamento della promozione, della promocommercializzazione e comunicazione off line e on line della destinazione, e sarà articolata in quattro settori che sono: marketing, accoglienza, statistica e amministrazione.
Una importante azione risulta essere quella a sostegno della riqualificazione delle imprese ricettive, attraverso i fondi europei dell'asse 3 del Por-Fesr destinati esclusivamente alla riqualificazione delle strutture ricettive. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese anche nel settore turistico rappresenta un fattore di crescita e sviluppo a cui non si può prescindere.
L'Azione 10 è uno degli obiettivi primari: sostegno alla strategia di nuove tratte aeree verso mercati ritenuti strategici per la crescita del turismo delle Marche. È consequenziale che una vera penetrazione nel mercato estero non può fare a meno di 3 elementi:
- apertura dei voli di linea, charter e low cost;
- promozione nei territori esteri dove sono attivati i collegamenti;
- organizzazione di transfer dall'aeroporto alle località di villeggiatura.
Per quanta riguarda i grandi eventi bisogna ricordare che le manifestazioni costituiscono un volano importantissimo per una destinazione turistica, sono appuntamenti che diventano un'opportunità di crescita non solo per le città ospitanti, ma portano un contributo all'intera economia regionale. Possono altresì agevolare la penetrazione del brand Marche sui nuovi mercati, esportando un'immagine dinamica e competitiva della regione in chiave turistica. Importante è promuovere i territori attraverso i cluster e progettare eventi legati ai cluster a regia regionale.
Nel Piano si sottolinea come la Regione intenda continuare un percorso avviato incrementando le iniziative e le azioni connesse al turismo accessibile. Per poter ottenere risultati occorre rendere l'offerta turistica più qualificata e completa in grado di intercettare nuovi flussi ormai non più di nicchia. Nel triennio si intensificheranno le iniziative di informazione e formazione rivolte alle imprese che vogliono essere aggiornate sulle tematiche dell'accoglienza accessibile.
Fra i target a cui prestare attenzione, interessante azione viene posta sui millennials, le nuove generazioni, quelli nati e cresciuti a cavallo del nuovo millenio, quelli del boom tecnologico, orientandosi ad un target di persone con una capacità di reddito armai consolidata. La Regione Marche potrà puntare ad un posizionamento medio alto risultando quindi meno esposta alla concorrenza di alcune località in cui l'offerta è costruita in particolare sul contenimento del costo della vacanza.
Importante attenzione va posta al sistema di accoglienza, dovrà essere una delle priorità di questo Piano strategico, in quanto con il superamento delle Province occorre prevedere una riorganizzazione delle attività e dei punti di accoglienza.
Ripensare il ruolo e le funzioni degli uffici di informazione e accoglienza turistica superando gli ormai stereotipi strutturali e organizzativi. È necessario promuovere un nuovo modello a cui guardare, il punto informativo deve rappresentare una porta di accesso al territorio, in grado di fornire valore aggiunto e qualità alla esperienza del turista. I centri si devono trasformare in moderni erogatori di servizi e allo stesso tempo anche in informatori delle peculiarità dei territori.
Sarebbe opportuno poter realizzare anche eventuali uffici in Paesi esteri che si potrebbero trasformare in vetrine del made in Marche.
Obiettivo è quello di organizzare una rete di punti IAT 2.0 che metta a sistema l'intero territorio regionale.
I centri potranno diventare anche il nodo strategico nel territorio di animazione e promozione della politica turistica regionale nei confronti degli operatori per l'invio dei dati dei flussi per una maggiore analisi delle presenze per la condivisione di strumenti e attività di comunicazione.
Per realizzare questa azione occorrerà dotare e attrezzare i centri con nuove e moderne tecnologie, creare una rete integrata, predisporre orari di apertura con rinforzo nei periodi di maggior afflusso, dotare il personale di una adeguata e costante formazione.
Fra le azioni promozionali, con valenza fortemente strategica, si intende realizzare una programmazione di fiere turistiche B2B e B2C, road show, workshop mirati e promozioni nei principali mercati, azioni sulle destinazioni aeroportuali. Sui mercati esteri si prevede di interagire in collaborazione con Enit realizzando educational tour di giornalisti e blogger, newsletter e conferenze stampa.
Va quindi adottata per la comunicazione una strategia destinata ad intercettare le nuove tendenze del turismo che parlano di marketing esperienziale e una politica di promozione che sia in grado di accompagnare all'estero prodotti e aziende interessate provando a conquistare nuove quote di mercato. Abbiamo una regione che più che un turismo è in grado di offrire i turismi e deve essere la chiave di volta per finalizzare le attività a quella destagionalizzazione tanto auspicata puntando sugli elementi legati al benessere psico fisico. Il turista va pertanto inteso come una persona portatrice dei propri bisogni al quale offrire un'esperienza indimenticabile. Le nuove tendenze emergenti del turismo parlano infatti di turisti alla ricerca di esperienze multisensoriali che vogliono vivere un emozione.
Per aumentare la notorietà e la visibilità del brand Marche l'obiettivo primario di comunicazione sarà pertanto quello di diffondere un immagine e un messaggio unico della destinazione in maniera sinergica e coordinata che verrà effettuata con una campagna di comunicazione valorizzando i cluster attraverso i canali web, sfruttando al massimo le potenzialità della rete.
Il lavoro della Commissione è risultato di fondamentale importanza per portare modifiche quali la valorizzazione di alcuni brand specifici che tendono alla destagionalizzazione dei flussi turistici, come ad esempio l'importanza delle rievocazioni storiche, delle fiere di prodotti tipici quali il tartufo o il percorso delle birre locali, l'inserimento del brand delle manifestazioni natalizie, mercatini e presepi, tutte atte non solo a destagionalizzare, ma anche a valorizzare maggiormente il ruolo delle aree interne e a creare quelle sinergie fra mare ed entroterra indispensabili per promuovere il territorio regionale nel suo complesso nell'ottica di sostenere un aumento del periodo di permanenza media dei turisti nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Rapa che molto ha detto su questo Piano. Debbo dire che in Commissione abbiamo lavorato molto per cercare di migliorarlo e dirò quali sono state le ombre che abbiamo cercato, non tutte ovviamente, di dissipare, ci sono anche delle luci e vedremo di analizzarle insieme.
Mi limito a fare delle considerazioni di carattere generale, tenuto conto dell'importanza dell'atto in quanto sappiamo che il turismo nell'immediato dopoguerra era chiamato industria del forestiero e nei prossimi anni rappresenterà una componente molto importante per quanto riguarda il Pil di questa nostra regione.
Credo che questo sia un atto ancora da definire seppure in alcuni dettagli, mi auguro che quando verrà in Consiglio il Piano annuale queste ombre possano essere state dissipate. Per me questa è una apertura di credito nei confronti del Presidente e dell'Assessore in particolare.
Illustrerò quelle che seconde me sono le ombre e le luci che vanno potenziate.
Dal punto di vista generale dico che questo è un Piano che si pone in modo continuativo con tutto quello che è stato fatto fino adesso. Devo dire che una delle ombre è la mancanza di quello scatto in avanti, di quel progetto innovativo, di quella iniziativa innovativa che può far fare un salto di qualità a questo nostro territorio, però alcune cose, devo dire, sono state fatte adeguatamente.
Vediamo un attimo quali sono effettivamente le situazioni che devono essere migliorate.
Un Piano promozionale che, come abbiamo detto, deve avere come elemento importante e trainante quello di portare più turisti su un certo territorio, sul nostro.
Portare più turisti significa fare qualcosa di forte, di innovativo, di accattivante, verso l'esterno per poter rendere la nostra regione più interessante. Secondo me, in questo Piano manca, ma si può rimediare nel Piano annuale come abbiamo detto, il sostegno a un grande evento o a grandi eventi su questo nostro territorio. Inventarsi anche un grande evento, non necessariamente quelli che sono stati idealizzati fino adesso, per accendere le luci su questo meraviglioso palcoscenico che è la nostra regione.
Portare turisti significa anche avere delle strutture e infrastrutture adeguate, ahimè qui il tasto dolente è quello dell'aeroporto, speriamo che tutto volga al bello perché, come è stato detto in Commissione da alcune associazioni di categoria, il turismo parte soltanto se c'è un aeroporto altrimenti si fa fatica a far decollare nella nostra regione questo turismo.
L'altro aspetto che, secondo me, deve essere migliorato è l'aumento del reddito delle imprese, cioè un Piano di promozione non può non tener conto di questo aspetto perché il valore aggiunto è costituito dai privati, dalle imprese, quindi ci si deve porre questo problema. Promuovere, aumentare il reddito delle imprese significa dare un sostegno a quelle che sono le strutture che lavorano su questo nostro territorio, in questo caso siamo carenti perché per il momento il Piano triennale impegna soltanto fondi comunitari, non ci sono fondi di bilancio, mi auguro che nel prossimo, staremo a vedere, si possano impegnare anche somme di questo tipo.
L'altro aspetto che, secondo me, va migliorato e che in questo momente potrebbe essere un'ombra, è la valorizzazione delle aree interne. Ritengo che questa nostra regione dia degli asset straordinari, dobbiamo, quindi, mettere in comunicazione le “autostrade del turismo balneare” che sono grandissime, con i “viottoli” del turismo interno.
In questo senso, manca una progettualità da sviluppare, anche se tutto questo può essere rivisto nei piani annuali.
Altro aspetto che voglio segnalare è quello relativo alla promozione della destagionalizzazione. Occorre mettere giù dei progetti che possano destagionalizzare il nostro turismo. Come? Ad esempio un turismo convegnistico che non necessariamente deve essere fatto lungo la costa, nelle strutture che già esistono, ma può essere portato anche nelle nostre città d'arte, questo è un aspetto significativo.
L'altro elemento che risulta ancora in ombra è l'incapacità di trasformare l'Osservatorio del turismo in un tavolo tecnico di progettazione, di progettualità, dove tutti soggetti, tutti gli attori, possono non soltanto analizzare quelli che sono stati i risultati, ma anche proporre qualcosa di nuovo e condividere le difficoltà ed anche le capacità singole.
Un altro aspetto che potrebbe essere migliorato riguarda la governance. In un momento in cui le risorse diventeranno sempre più scarse, dall'Europa, dal Governo, quelle che la Regione può mettere in campo, è necessario, Assessore, una governance che raccordi un po' tutti i soggetti finanziatori dell'asset del turismo, altrimenti c'è il rischio che ogni iniziativa presa singolarmente non raggiunga l'obiettivo che la Regione si pone, perché ci sono fondi che vengono direttamente dal Ministero, ci sono fondi per il turismo che stanno nel Psr, ci sono fondi che stanno nel Por-Fesr, ci sono fondi di bilancio, ci sono fondi pure nel fondo sociale europeo. Credo che si debba creare una governance che possa raccordare tutto questo.
L'altro aspetto è quello della destination management organization (Dmo) di cui si è parlato abbondantemente, di cui abbiamo sentito ed osservato anche le critiche molto forti delle associazioni di categoria. Ritengo che la Dmo unica regionale vada bene, però dobbiamo stare attenti a non cadere nell'errore di crearne ulteriori a livello territoriale, perché l'esperienza passata ha dimostrato che effettivamente non funzionano e non è più possibile andare in giro per il mondo a promuovere segmenti del nostro territorio. E' impossibile, noi abbiamo un brand che è quello delle Marche, è impossibile consentire che ciascuno vada promuovere il suo piccolo brand, il suo piccolo segmento, lo abbiamo visto tante volte, in maniera anche un po' imbarazzante, andare in qualche fiera, vedere il grande stand della Regione Marche e accanto il baracchino della tale marca, dell'associazione di …, e quant'altro. Non è una bellissima immagine ed è anche uno spreco di risorse, quindi la Dmo a livello regionale va bene qualora riesca a tenere a bada o non faccia sorgere le Dmo territoriali che potrebbero creare un disguido in questo senso.
L'incapacità, poi, ancora una volta, di attingere delle risorse per la promozione anche dai privati, dalle strutture private. Se non sbaglio, in questo Piano tutte le risorse per la promozione sono destinate ad enti pubblici, io credo che invece le reti di impresa che lavorano in questo settore potrebbero aiutarci molto anche nel fare promozione coinvolgendole con progetti di grande respiro.
Chiudo con altri due aspetti che potrebbero essere migliorati, uno è quello del turismo scolastico. Abbiamo introdotto un passaggio all'interno di questo Piano per far sì che la Regione possa orientarsi anche verso questo tipo di turismo che sempre più non è la semplice gita, ma un turismo di istruzione e di grande valenza culturale. Noi potremmo mettere a disposizione la costa e l'interno soprattutto per quanto riguarda i parchi.
L'altro riguarda la tassa di soggiorno, se noi dobbiamo chiedere un obolo al turista che viene a visitare le Marche - bene questa imposta, questa imposizione - questo deve essere speso nel modo migliore. Credo che la Regione debba farsi carico di un tavolo di concertazione con tutti i Comuni che hanno la tassa di soggiorno per far sì che effettivamente queste risorse vengano spese nel settore del turismo e non per fare l'asfalto o qualcos'altro. Questa è una cosa molto delicata, potremmo avere a disposizione come brand Marche delle risorse notevoli, qualora l'imposta di soggiorno sia coordinata, sviluppata, destinata a tutto questo.
Penso che il Piano nella sua complessità debba rivedere questo, lo può fare anche con il discorso annuale.
Accanto a queste ombre, chiamiamole così, ritengo che ci siano delle luci molto significative ed importanti.
Innanzitutto aver individuato i mercati obiettivi è una cosa molto importante e significativa, sapere aprioristicamente dove andare a fare promozione è uno degli aspetti più significativi, individuare per non sprecare risorse.
E' ovvio che non dobbiamo cadere in errori anche abbastanza banali e un po' ridicoli come quello di andare, è successo negli anni addietro, a fare la promozione in Germania, a Berlino e quant'altro e poi tornare nelle Marche e non avere più il volo Falconara-Berlino. Sarebbe una defaillance incredibile.
Avere individuato questi settori significa, per me, una cosa molto significativa. Lo stesso per quanto riguarda le reti di impresa ed il progetto che il Piano prevede, cioè la ristrutturazione, l'ammodernamento, del sistema dell'accoglienza. Di questo va dato merito al Piano perché si pensa di riformare tutti i centri di accoglienza ed informazione turistica che non devono essere più dei semplici distributori di depliant, quindi elementi statici, ma elementi dinamici, come vetrine dei territori per l'enogastronomia e gli eventi creati nei nostri centri turistici e di accoglienza.
Il Piano questo lo prevede, quindi diciamo che questa è una luce molto importante anche alla stregua della rivisitazione delle competenze fra Province e Regione. Questo è un problema che deve essere affrontato immediatamente perché non possiamo passare un'altra stagione, come quella del 2015, dove le Province, abbandonate a loro stesse, non avevano più risorse ed i centri di accoglienza sono stati trasformati, mi dispiace dirlo, in tuguri. Occorre metterci mano velocemente, spendere qualche soldino e costruire questa rete molto importante per quanto riguarda l'accoglienza.
L'altro aspetto, il Piano credo che lo preveda l'ho visto abbastanza bene, la formazione degli addetti ai lavori. Si deve attingere, attraverso le risorse del Fondo sociale europeo, per talune situazioni, in modo tale che si possa formare adeguatamente il personale, perché oggi la sfida è anche sulla qualità del servizio che noi diamo, non è soltanto su “venite a visitare il mio luogo, la mia città, il mio castello, il mio parco perché è il più bello del mondo”. I nostri competitor che stanno a fianco diranno la stessa cosa, quindi la sfida è sulla qualità del servizio che diamo al turista il quale, mettiamoci in mente anche questo e chiudo, non può essere più considerato un ospite. Ricordo, credo che lo ricordiate anche voi, qualche anno fa uscì una pubblicità incredibile sul sistema locale di Ancona dove il turista veniva raffigurato come una lisca di pesce che, mi sembra, dura solo 4, 5 giorni e diceva: “Il turista non è come il pesce”. Da rabbrividire! Quella campagna pubblicitaria scatenò l'ira di Dio, fu ritirata nel giro di qualche giorno, ci fu una insurrezione di popolo, (...) si ha fatto presa, però c'è stata un'insurrezione Assessore e dopo pochi giorni l'agenzia che l'aveva inventato dovette chiudere, ve lo dice uno che sta lì dentro, il titolare dell'impresa scappò.
Questo perché? Perché noi dobbiamo passare dal concetto del turista ospite al concetto del turista invitato. Sono due cose completamente diverse, perché se lo consideriamo come se fosse un ospite, gli diamo da bere e da mangiare, gli facciamo visitare il museo e poi via, avanti un altro. No! Dobbiamo considerarlo un invitato che va coccolato, che va assistito, che va ascoltato per sentire di cosa ha bisogno e di cosa si lamenta, dobbiamo renderci conto di tutto.
Queste sono valutazioni che ritengo abbastanza positive.
Approfitto per ringraziare il Presidente Traversini che ci ha consentito di tornare sull'argomento più volte dopo l'audizione con le associazioni di categoria e ci ha permesso di apportare delle modifiche, degli emendamenti, per migliorare questa struttura.
Io ci ho lavorato perché questo tema tra l'altro mi appassiona, sono favorevole e voterò in Aula questo Piano come ho fatto in Commissione. Questo Piano è una “apertura di credito e di stima” nei confronti dell'Assessore, però, ripeto, mi auguro che questa apertura di credito che faccio non mi faccia ricredere in seguito quando in Aula arriverà il Piano annuale dove tutto quello che abbiamo detto, taillè come l'Enac, no, spero di no. Grazie.

Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Intervengo volentieri anche perché i due relatori ci annunciano, almeno sostanzialmente, una votazione a larga maggioranza, questo mi conforta perché il turismo è una delle poche cose, lo dico da regionalista convinto, che è nell'ambito delle competenze quasi esclusive della Regione e sulle quali si può entrare in quel dettaglio che è necessario perché questa attività dia veramente reddito.
La seconda considerazione che faccio è che le ampie e estremamente competenti relazioni che abbiamo ascoltato, poi sentiremo anche l'Assessore, ci dicono che questo argomento è già in possesso della nuova legislatura, perché è stata sicuramente una delle bandiere più importanti della precedente amministrazione, ma lo è già di questa nuova. Tra le altre cose l'Assessore Pieroni ha una responsabilità in quanto nasce e vive in una città che ha primati turistici non indifferenti di cui è stato anche Sindaco. Credo che questo sia estremamente importante perché siamo partiti dalla gavetta, abbiamo vissuto il territorio, nel concreto le cose che, come il turismo, si possono sviluppare, le abbiamo viste non solo da queste belle carte che i nostri funzionari hanno prodotto, che sono sicuramente importanti, ma nella realtà e dobbiamo, dietro ogni riga, dietro ogni pagina, vedere cosa concretamente si può fare.
La terza considerazione rapidissima anche questa, è che, diciamocelo chiaro, questa è la risorsa. Non voglio con questo avvilire altri comparti, ma da quello che ci riferisce in sede ufficiale e meno ufficiale l'ottimo Assessore Bravi, in campo industriale oggi è tutta una rincorsa, quindi dobbiamo pensare e immaginare settori nei quali avere quel valore aggiunto che altri mondi, altri settori, non riescono più a darci, soprattutto in termini occupazionali, perché a differenza dell'industria, il turismo fa facilmente occupazione, la perde anche con la stessa facilità, però fa più facilmente occupazione rispetto ad altri campi. Lo dico anche in relazione al commercio dove abbiamo visto che il boom dell'apertura dei supermercati e ipermercati alla fine si è rivelato in molti casi un grande bluff.
Lo dico anche per esperienza maturata, non voglio prendere a termine di paragone solo il Comune di Porto Recanati, ma potrebbe essere la storia di tanti altri Comuni della costa, anche se il Comune di Porto Recanati che conosco per ovvie ragioni di vicinanza, è a mio giudizio emblematico. Oggi Porto Recanati è uno dei Comuni più turistici della nostra regione, è una realtà eccellente e non lo era 40, 50 anni fa quando viveva una vocazione legata alla pesca che, nel corso del tempo si è sempre più impoverita, ed aveva due grandi complessi industriali che tra le altre cose cozzavano con una presenza turistica qualificata, la Montecatini e il cementificio.
La trasformazione da una esperienza industriale ad una esperienza turistica è avvenuta in molto tempo, certamente con grandi sacrifici, certamente anche con la disoccupazione, ma alla fine la trasformazione ha riguardato un territorio che, posizionato in media collina, sarebbe stato destinato ad una sostanziale marginalità e povertà economica, invece ha acquisito una valenza estremamente significativa, in un comprensorio quasi naturale insieme a Recanati e Loreto.
Queste esperienze si ripetono a Gabicce, a San Benedetto, nell'entroterra, quindi questo la dice lunga sul fatto che forse noi non siamo attrezzati, Assessore, con quella logica più cooperativistica, più manageriale che altre Regioni, penso al Veneto ed all'Emilia Romagna, hanno dimostrato, ma adattandoci alla nostra cultura, al nostro modo di fare stiamo venendo fuori alla lunga in maniera eccellente.
Il Piano tiene conto di tutto, quindi le sottolineature potrebbero essere immense, io chiudo segnalando soltanto alcune criticità che posso immaginare.
La prima è stata accennata anche dal relatore di minoranza Consigliere Celani e riguarda l'entroterra che io chiamo esplicitamente montagna. I dati delle analisi ci dicono che la montagna è sempre più abbandonata, questo evidentemente è un fatto di natura culturale, con una battuta potremmo dire al mare ci si spoglia, in montagna no, quindi la cultura è un po' quella della visibilità, non del sacrificio e dell'arrampicata sui monti, però qui c'è un dato che potremmo mettere e imputare al pubblico, cioè una nostra scarsa capacità organizzativa. Non esistono strutture alberghiere significative nell'area montana, si fa fatica a crearle, so di una esperienza che si sta tentando a Visso nel vecchio Parco Hotel che è di proprietà della famiglia Sensi che vorrebbe reinvestire, però fatichiamo ad assecondare questo tipo di iniziative. E' chiaro che se non abbiamo le strutture, non abbiamo l'organizzazione.
Forse non siamo riusciti neanche a dare, per esempio, l'idea dei parchi. Il Parco nazionale ha una sua suggestione, ma va anche accompagnato con qualche servizio, con qualche attenzione, con qualche vicinanza, qui un certo processo va fatto, va migliorato e va incentivato.
La stessa cosa l'abbiamo vista sul turismo religioso ed è un peccato la diminuzione di una delle fonti di reddito principale fino a qualche anno fa. Anche qui verrebbe una battuta profana: è dura per Loreto contro Medjugorje, è un problema di miracoli, a Loreto passano, ma vanno a Medjugorje.
Penso che il nostro turismo religioso sia anche turismo d'arte che Medjugorje non ha. Dovremmo riscoprire questa cosa in una dimensione che non è “facciamo le cose a favore dei preti”, perché questa cosa non è vera, ma dovremmo immaginare questo come un turismo legato all'arte, perché parliamo prevalentemente delle chiese e dei santuari della regione, che può essere, e lo dico chiaramente, un complemento. Io non posso pensare alla mia città, alla citta di Recanati nella quale la gente viene, soggiorna per 3, 4 giorni, lo fa in alternativa al mare, ma è indubbio che se il mare tira, il mare deve trovare nel pettine della viabilità verso l'entroterra, quelle occasioni che distraggono per qualche ora, che compensino le stagioni meno fortunate da un punto di vista climatico e ci mettano nelle condizioni di dire è una regione completa, è una regione che sa offrire, non concentrati in un punto ... - non è Venezia con tutte le spiagge che ha verso Lignano Sabbia d'Oro verso il Friuli – è una regione che ha una dispersione, una dispersione allegra, una dispersione felice, una dispersione raggiungibile, penso, da Civitanova Marche al Parco nazionale dei Sibillini in poco più di un'ora con la nuova superstrada, non sono più distanze irraggiungibili e incalcolabili.
Non apro l'argomento del turismo invernale che è stato appena appena toccato che veramente è forse quello in maggiore sofferenza, ma quello purtroppo è legato al clima ed alla neve, quindi è una discussione praticamente inutile.
L'ultima cosa la voglio dire sulla qualità dell'imprenditoria turistica. Come facciamo a sviluppare o ad avvicinare i giovani a questo tipo di imprenditoria sapendo che ci vogliono i soldi, e non è che si fa perché abbiamo fatto solo formazione. In questo senso credo che, al di là delle utilissime scuole alberghiere, abbiamo da mettere in conto qualcosa di più. Esperienze che ci colleghino anche con l'estero perché dobbiamo stimolare l'imprenditoria, dobbiamo immaginare che si prenda gusto a questo partendo da piccole cose. Non si comincia con l'albergo a quattro stelle s, si comincia con una piccola area di sosta per i camper, si comincia con l'agriturismo, si comincia con il B&B, si comincia con piccole cose e poi se uno ci sa fare e scopre lì una sua vocazione va avanti. Non immagino neanche grandi cifre, quando poi metteremo i numeri, Assessore, intorno a questo Piano, i numeri economici, non immagino grandi interventi, ma tanti micro interventi, anche piccole forme di credito, che mettano in condizione cooperative di giovani, o singoli, ragazzi e ragazze, di dire apro qualcosa, avvio una piccola attività.
Questa attenzione se non ce l'ha la politica non ce l'avranno le lobby perché le lobby si rivolgono e si preoccupano soltanto dell'esistente e di quello che è già grosso, la politica, cioè noi, deve pensare a stimolare quello che non c'è. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Molto velocemente perché sia il relatore di maggioranza che quello di minoranza hanno illustrato benissimo il Piano turistico triennale.
Devo dire che il Piano è un buon lavoro, in continuità con quello che fin qui ha fatto la Regione, una continuità che ha fatto segnare, in questi anni, una trasformazione abbastanza evidente del turismo nelle Marche.
Agli inizi degli anni '90 ero Sindaco di un Comune dell'entroterra e in quel periodo il turismo nelle aree interne era rappresentato da un pullmann che arrivava al mattino e ripartiva di sera, un turismo legato principalmente al mare a cui le aree interne erano subordinate.
In realtà in questi anni c'è stata una crescita veramente forte che ha permesso di creare un turismo regionale vero. Rimane in primo piano e di grande valore il turismo balneare, ma il turismo ora è visto in maniera generale su 365 giorni l'anno e non è subordinato al turismo balneare, quindi è un'integrazione vera.
Questa è la forza che siamo riusciti a dare soprattutto negli ultimi 15 anni. Lo dico guardando le aree interne dove si sono sviluppati agriturismi, country house, dove c'è una offerta vera, dove si lavora tutto l'anno - e questo serve anche al turismo balneare - perchè c'è una realtà che passa attraverso il patrimonio delle Marche che è il paesaggio che va dal mare alla montagna, la ricchezza unica che noi vendiamo. Credo che questa sia un po' l'impronta del Piano che continua in questo modo a lavorare, credo che sia fondamentale, il paesaggio è il valore unico che le Marche rappresentano e che, forse più di qualsiasi altra Regione, riescono a “vendere” se questo è il termine più giusto da usare, anche se la Toscana è stata la prima che è riuscita a diffondere il suo paesaggio.
Paesaggio significa ambiente e noi di ambiente ne abbiamo tanto, ma significa anche centri storici, significa tutto quello che contiene, e questa è un po' l'impronta che caratterizza questo Piano che va alla riscoperta - non ci sono grandi risorse finanziarie, quindi bisogna essere ancora più bravi nello sfruttarle al massimo - di quelle iniziative di nicchia, se vogliamo, della valorizzazione delle risorse che abbiamo: il ciclismo, l'uso della bicicletta per godere il nostro territorio, la pesca o qualsiasi altra cosa che possa essere incrementata e che possa portare risorse importanti.
Quello che va ricercato, sono d'accordo con chi l'ha detto prima, e sicuramente va creato è l'evento unico regionale di grande richiamo, però mancano i soldi ed i finanziamenti per fare quelle operazioni di diffusione, che sono state anche fatte, di diffusione, di grande pubblicità del territorio regionale. Credo che su questo sia stato fatto un buon lavoro.
Devo dire, anche con soddisfazione, che la Commissione ha lavorato in maniera seria anche in questo caso, non solo perché abbiamo trovato la sintesi e l'unione di intenti, ma perché nel confronto abbiamo cercato soluzioni migliorative che, al di là delle divisioni politiche che ci possono essere, si sono trovate perché l'interesse è di carattere generale. Tant'è che le osservazioni elencate dal Consigliere Rapa sono osservazioni ed emendamenti portati a modifica del lavoro - in tempi brevi, ma abbastanza intensamente - che non vanno a toccare quel paese o quella situazione, ma parlano di progetti a carattere generale: dai tartufi, alle rievocazioni storiche, al turismo scolastico. Abbiamo sempre parlato a carattere regionale e mai locale. Questo è un lavoro molto importante che credo sia stato fatto bene.
Una nota legata al lavoro della Commissione, abbiamo fatto le audizioni, come si fa normalmente, ed abbiamo ascoltato, anche questo è stato detto ma ci voglio ritornare, le associazioni di categoria che hanno posto determinati problemi che, secondo me, al di là di tutto, anche questo è stato detto, vanno tenuti in considerazioni sulla governance. Il governo del turismo, è uno dei temi su cui l'Assessorato ed anche noi dovremmo fare la nostra parte e chiediamo sia legato soprattutto alla questione dei Dmo, esistono, sono sul territorio, però il rischio che bisogna evitare è che diventino una frammentazione. Questo lo ponevano, su questo occorre che ci interrogiamo e guidiamo, poi l'Assessore lo dirà, il percorso per arrivare ad un Dmo regionale perché sappiamo benissimo che sul discorso turistico, l'offerta regionale, addirittura, in alcuni mercati, qualche volta in sè per sè, è piccola rispetto alla possibilità del mercato. Andare a frammentare, a dividere o rivivere quello che è stato vissuto 20 o più anni fa, dove ogni Comune faceva la propria azione, è sicuramente sbagliato e su questo credo che un ragionamento occorra farlo per arrivare a centralizzare o arrivare a questa Dmo unica regionale in cui le varie parti si confrontano.
Si chiedeva una rivisitazione dell'Osservatorio regionale che è sempre più raccoglitore di dati e non di confronto, che io credo importante. Penso che anche questo sia un lavoro che possiamo fare e che l'Assessore dovrà prendere in considerazione.
Dando una valutazione generale e complessiva del buon lavoro fatto dalla Commissione, come Presidente lo devo rimarcare, credo che la nostra approvazione non può essere che scontata, ma sicuramente importante.
Anche il Cal ha dato parere favorevole ed è qualcosa che sostiene le nostre posizioni, al di là del Piano triennale che adesso aspettiamo, che ha un carattere generale, sono tante le possibilità su cui lavorare, al di là di alcuni temi della governance, quello che è importante è vedere come l'effetto si traduce nel Piano annuale per questo aspettiamo che arrivi e ci lavoreremo in Commissione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Il Piano che ci è stato presentato è uno strumento essenziale per lo sviluppo di un comparto così importante come quello turistico.
In realtà però, se lo andiamo a leggere nel dettaglio, oltre a un florilegio di inglesismi che a volte penso possiamo anche risparmiarci, mi viene in mente un commento riassuntivo che potrebbe essere “la fiera dei condizionali”. Leggiamo in continuazione: si potrebbe, attraverso l'eventuale possibilità, occorrerebbe promuovere, è necessario individuare adeguate risorse. Per il turismo invece servirebbero delle certezze.
L'ha ricordato poco fa il Consigliere Celani, manca quello slancio innovativo che probabilmente ad un Piano per un comparto così importante servirebbe. Se lo andiamo a guardare, confrontandolo anche con il Piano precedente, vediamo una sorta di copia incolla rispetto ad una serie di iniziative. Prendiamo ad esempio a pagina 81 il paragrafo denominato “Rapporti con Marche Airport”, se leggiamo il primo capoverso dice: “Uno degli obiettivi del presente Piano è il sostegno alla strategia di individuazione di nuove tratte verso i mercati ritenuti strategici o prioritari che scaturiranno in seguito all'analisi sui mercati indicati come interessanti per la crescita del turismo nelle Marche”. Prendiamo poi il Piano triennale precedente 2012-2014 che a pagina 16 afferma: “Uno degli obiettivi del presente Piano è il sostegno alla strategia di individuazione di nuove tratte verso i mercati ritenuti strategici e prioritari”; insomma una sorta di fotocopia.
Ho citato questo esempio perché pochi giorni fa ci siamo trovati per l'ennesima volta a parlare dell'aeroporto marchigiano e allorché sono state poste delle questioni inerenti l'ambito turistico, quindi, ad esepio, la volontà di inserire un accordo prioritario con quelle linee low-cost, quali erano i piani di sviluppo per il settore turistico per l'aeroporto marchigiano, non c'è stata nessun tipo di risposta o di garanzia in questo senso, forse tutt'altro, perché la storia ad oggi non sembra avere delle evoluzioni al momento positive.
Potrei prendere anche altri esempi, ma resterò su questo.
Andiamo ora a scendere nel concreto dell'atto che dovremo votare oggi: il sostegno alla riqualificazione delle imprese turistiche. Ad esempio, quando si termina di leggere l'azione 8 si pensa che parli di aria fritta perché si fa un excursus sui vecchi finanziamenti regionali ed una descrizione di fondi relativi al Por Fesr 2014-2020, vale a dire fondi già previsti con altri atti regionali e derivanti da canali di finanziamento europei. Se il turismo rappresenta una delle maggiori forze propulsive per il rilancio dell'economia della nostra regione, leggendo questo Piano ci si trova di fronte ad un Assessorato che sembra abbia quasi il compito di fare il passacarte. Quando nel medesimo paragrafo si afferma che la Regione intende sostenere la piccola e media impresa turistica per la qualificazione del patrimonio ricettivo regionale e subito dopo si scrive che: “alla luce di quanto sopra è necessario individuare adeguate risorse nell'ambito della nuova programmazione dei fondi Por Fesr” ci si domanda: cosa si potrà finanziare con questa programmazione se queste sono le avvilenti premesse? A cosa serve un Assessorato dedicato se questi sono gli impegni che si possono assumere? Tutti dubitativi e con pochissime certezze?
Certo fa specie notare che questo Piano va in direzione totalmente opposta ai movimenti politici delle ultime settimane del Presidente Ceriscioli, mi spiace che in questo momento non sia in Aula, dato che in questo caso si dedica un paragrafo, seppur molto ridotto, alle Marche ed alla Regione Adriatico Ionica. Io direi che dovreste mettervi d'accordo perché il presente Piano avrà come prospettiva d'ora in avanti non solo la sommatoria dei singoli progetti dei Paesi della Regione Adriatico Ionica, ma riguarderà una visione strategica da costruire sia in termini di scelte politiche che in termini di soluzioni tecniche. Leggiamo quotidianamente degli incontri del Presidente Ceriscioli che vorrebbe agglomerare la Regione Marche alla Regione Toscana ed alla Regione Umbria, in difformità con quanto previsto negli accordi del corridoio Adriatico che ovviamente riguardano solamente la parte adriatica della nostra nazione.
Se scorriamo ancora possiamo notare che nel caso del prodotto denominato mare, le Marche in blu, si afferma che il mare relax richiama la vacanza tradizionale fatta di lunghe permanenze e pochi servizi. Non so dove si sia svolto lo studio per la redazione del presente Piano, ma vorrei ricordare che le quasi 20 bandiere blu sono state assegnate non solo per la qualità delle acque, ma anche per i servizi che i centri balneari offrono ai vacanzieri.
Laddove poi il Piano definisce i “trend ", cioè le tendenze "di viaggio destinazione Marche" se i parchi Legoland e il Chocolate World in Pennsylvania, come riporta questo Piano, hanno analoghi "brand attraenti" nella nostra regione perché non li si riporta?
Al contempo ho notato una innovazione apportata da questo Assessorato relativa al turismo Lesbo-Gay-Bisex-Trans (LGBT) di cui si parla a pagina 130 e dell'incremento di turismo legato ai matrimoni gay. Chiediamo all'Assessore dove e come intende finanziare e sostenere questa tipologia di turismo, lo dico asetticamente, giusto così per capire, come saranno creati appositi pacchetti turistici dedicati, magari da abbinare alla family card o alla Marche tourism card illustrata a pagina 131? Quando a pagina 130 si parla di «Marche family" che intende posizionare questa regione come meta di elezione per le vacanze della famiglia, intende anche questa come una tipologia di famiglia? Anche il "weeding network" - matrimoni nelle Marche - è inteso in questo senso, cioè nel senso di matrimoni gay?
Al di là delle ironie, che purtroppo leggendo il Piano, a volte vengono facili, avremmo voluto vedere, come Fratelli d'Italia, un Piano più concreto, come magari altre Regioni hanno opportunamente deliberato, con evidenti e concreti capitoli dedicati agli "strumenti finanziari", così da perseguire veri obiettivi e realizzare concrete attività di promozione turistica.
Dove mettere le mani leggendo il Piano? Dappertutto o, avvilendosi, da nessuna parte. Apprezzo il lavoro effettuato dal Servizio turismo e gli studi realizzati, l'istruttoria del Piano ben confezionata, ma manca l'input e la capacità di scelta politica e una vera pianificazione. O lo si emendava con sostanziali cambi, ma all'opposizione non spetta sostituirsi alla maggioranza, o ci astiene dal votare un Piano che non ha guizzi d'innovazione, se non per alcuni minimi aspetti che nella sostanza non lasciano impronte politiche se non quelle sopra descritte che, in qualche modo, ci lasciano in parte perplessi.
Gli emendamenti che ho apportato cercano di concretizzare alcuni aspetti che nel copia incolla da un Piano all'altro rimangono superati, come era il discorso del wi-fi rispetto ad altre tecnologie di banda larga che potevano essere più valorizzate. Altri emendamenti vogliono alleggerire la pressione burocratica per le imprese del settore. Con altri ancora si intende dotare il presente Piano di maggior flessibilità nell'individuazione, nell'arco del futuro triennio, di ulteriori nuovi network turistici oppure, laddove si parla di progetti turistici locali promossi dai GAL, occorre evitare l'aggravamento del trend negativo delle presenze turistiche in alcuni di essi, sostenendo certi territori, soprattutto quelli montani, anche da questo punto di vista.
Infine occorre, a mio avviso, sostenere come "eventi di sistema" anche quelle manifestazioni di rilevanza regionale che molte località balneari organizzano pur non fregiandosi della Bandiera Blu.
Voglio ringraziare il Consigliere Marconi che ha menzionato il mio Comune, Porto Recanati, come una eccellenza del sistema turistico regionale, ovviamente è un parere sul quale concordo.
Devo ricordare però, sempre nell'ottica delle azioni concrete per favorire il turismo, che Porto Recanati ha perso la Bandiera blu a causa di una serie di inadempienze o di mancanze da parte anche di Comuni limitrofi e non, ad esempio quelli che scaricano nei fiumi o quelli che scaricano nei fossi in maniera non conforme o non vanno a purificare nei depuratori le proprie acque e scaricano il peso delle proprie inadeguatezze che hanno una ripercussione in un comparto importante come quello turistico.
Finché non si riuscirà ad intervenire su questo, quindi la parte ambientale è essenziale, e stamattina qui fuori c'erano i bagnini di Porto Recanati a protestare ed a chiedere aiuto per il discorso della difesa della costa e dell'erosione, finché mancheranno queste che sono, secondo me, le basi essenziali, perché se non riusciamo ad offrire una spiaggia e non riusciamo a contrastare i fenomeni inquinanti che deteriorano l'immagine turistica del nostro Paese, questo Piano resterà sulla carta, ma non riuscirà ad avere un impatto concreto su quello che è il turismo reale sul quale vive una grossa parte dell'economia e delle famiglie marchigiane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Assessore per averci dato la possibilità di discutere di questo problema estremamente importante per questa regione.
Come già è stato detto lei è arrivato in tempo su questo progetto, però su questo piano qualche ombra noi la vediamo.
Assessore, non vediamo il coraggio della sua cultura e della sua tradizione di riformista, vediamo un atto mediato sotto degli aspetti, in questo contesto, troppo pubblicistici dove le associazioni ed il privato non vengono inseriti con forza in un piano regionale che riguarda il turismo.
Questo è un aspetto che io chiamo lacuna, qui occorre un modo diverso, è stato già detto, di coinvolgere gli operatori perché senza questi il Piano rimane, gli auguro di no, non voglio fare il cattivo profeta, di fatto il vecchio piano dove gli enti locali presentavano un ufficietto, dove c'era un impiegatuccio del Comune che probabilmente di turismo non ne sapeva niente e forse qualche giorno era più demotivato di altri, tanto da non saper trasmettere un messaggio di positività a livello turistico.
Su questo aspetto il Piano è monco, Assessore. Noi speriamo che nei progetti annuali venga ripreso altrimenti ci ritroveremo la stessa cartina, la stessa slide che è stato riprodotta dai funzionari, dai dirigenti, di questa Regione a pagina 82.
Non è un problema di oggi, dell'aeroporto di Falconara, è un problema decennale, Assessore. Questa slide è disegnata in modo magnifico! Di questo soffre la Regione Marche, questo è il problema!
Cosa significa Assessore? Significa che non sono stati individuati manager capaci di fare trasporto. Il problema vero è che da anni, da decenni, non esistono queste capacità professionali, l'ultimo che è venuto, si diceva fosse un esperto di trasporti, dimostra la Procura della Repubblica che invece faceva un altro mestiere, non quello del trasporto aereo. Questo è il problema politico di questa Regione!
Se non risolve velocemente questo problema, è fortemente in difficoltà e l'aspetto politico che voglio sottolineare in quest'Aula è che va dato merito al Presidente di aver recuperato un ruolo politico in questo dibattito. Da molto tempo, mi risulta che questo Consiglio non era più in condizioni di poter discutere perché i funzionari della Regione arrivavano a tempo scaduto per presentare i piani, le proposte arrivano a tempo scaduto. Questo è un rischio della politica di quest'Aula e cioè che i dirigenti si appropriano anche di questo strumento.
Con il Presidente Traversini abbiamo recuperato un ruolo, abbiamo ritardato qualche giorno, ma credo che quelle modifiche siano un credito per lei, Assessore, per recuperare poi gli aspetti positivi nei piani triennali, ed é qui che l'aspettiamo, perché le linee guida vanno bene e noi della minoranza vogliamo incentivarla affinché lei li completi nel miglior modo possibile, però va anche chiarito con forza, questa mattina, Assessore, nella sua replica, che il Dmo è regionale e basta! Non c'è spazio per i territori, per fare le cose che non servono a niente, per spendere quelle due lire o quei due euro che vengono eventualmente assegnati. Questo non ci porta distante.
Credo che, nel suo intervento, debba riprendere il problema del trasporto aereo perché non possono girare figure professionali non adatte al trasporto regionale. In queste ore stanno girando dalle Marche verso il Marocco, figure professionali, ripeto, non adatte al trasporto aereo perché non conoscono il settore anche se sono quadri di quella azienda. Loro hanno creato questo problema.
Credo che su questo piano, come Gruppo della Lega, ci asterremo per dare a lei un credito e poter nei piani annuali votare a favore. Questo vorrebbe dire che lei ha fatto un grosso lavoro nella sua maggioranza per portare questo piano del turismo ad un piano riformista nel quale avrà trovato una sintesi, senza contestazioni, come è avvenuto con gran parte delle associazioni che abbiamo ascoltato. Trovi un accordo con le categorie, ma soprattutto con il privato, perché è uno strumento innovativo quello di aprire al privato che può dare una contribuzione ed un contributo affinché nella regione Marche si sviluppi un turismo di alta qualità.
Credo che esistano le condizioni e siamo in attesa che lei le traduca in atti concreti con i prossimi piani annuali di investimento e di strategia regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Innanzitutto fa piacere notare l'apprezzamento per il lavoro fatto in Commissione. Un lavoro durato alcune settimane anche se con un segmento di tempo abbastanza ristretto, nel quale si è riusciti a sviscerare tutte quelle che sono le problematiche e, secondo me, è nata, c'è, è palpabile, si è sentita anche dagli interventi fatti precedentemente, la consapevolezza che stiamo parlando di uno dei pilastri dell'economia marchigiana, di uno di quei settori che da qui ai prossimi anni dovrà con forza portare fuori dalla crisi la nostra regione. La crisi ha investito un po' tutti quanti i settori e questo è il settore che nonostante tutte le congiunture negative, sotto certi aspetti, è riuscito a tenere botta, così si dice nel linguaggio comune.
Analizzare tutto ciò che ha funzionato e tutto quello che bisognerà migliorare è un ottimo punto di partenza, lo hanno detto quasi tutti i Consiglieri che sono intervenuti.
In un piano così complesso non è difficile trovare delle luci e non è difficile trovare delle ombre, però il fatto che queste luci e queste ombre vengano individuate ed il fatto che c'è la volontà di lavorare insieme sicuramente è un aspetto molto positivo che ci fa guardare al futuro in un'ottica diversa, ed è questo quello che noi dobbiamo fare. Il ricorrere della parola “riformista” verso l'Assessore a me fa molto piacere perché perchè per noi il riformismo è uno dei fari che ci guida nel nostro modo di fare politica, e per il turismo del futuro nella regione Marche c'è bisogno di aprire una pagina di riforme.
Noi ci siamo insediati nel mese di giugno, capirete, quindi, che non siamo stati in grado di fare un lavoro come magari avremmo voluto, però sicuramente quelle modifiche che siamo riusciti a fare, quella impostazione, quell'impronta che noi abbiamo dato, è un aspetto estremamente positivo.
Ora cercherò di cogliere brevemente, perché è già stato detto tantissimo e ne condivido quasi l'80, 90%, quelle che, secondo me, sono le linee guida che noi dovremo seguire.
Innanzitutto quando parliamo di promozione turistica occorre cercare di mirare meglio i nostri obiettivi strategici perché purtroppo nel passato abbiamo fatto alcune esperienze che ci hanno portato in Paesi che, magari, economicamente o politicamente non erano molto stabili. Va bene fare promozione ma, secondo me, bisognerebbe puntare con forza ai nostri asset tradizionali, ai nostri asset che hanno sempre avuto un discreto successo nelle campagne di promozione che abbiamo fatto, in particolare mi riferisco al mercato del nord Europa.
Un altro aspetto importante riguarda il trasporto aereo, questo lo dico al Consigliere Zaffiri particolarmente attento, è vero che dagli incontri e dalle audizioni che abbiamo fatto in Commissione sono arrivati molti spunti critici, ma anche spunti positivi. Un aspetto che è emerso è quello di cercare di concepire un trasporto aereo moderno. Noi sappiamo benissimo come funziona oggi, se noi vogliamo dei turisti è chiaro che questi devono essere portati dalle compagnie aeree che oggi ti portano in giro per tutto il mondo, ma per fare questo c'è bisogno di investimenti. Sappiamo benissimo che le compagnie di cui possiamo fare anche i nomi: Ryanair, Easyjet, sono compagnie che portano i turisti laddove hanno dei contributi. Chiaro che questo è un discorso che dovremo fare tutti insieme per capire come intercettare queste larghe masse di turismo, soprattutto il turismo giovane che sappiamo essere una categoria abbastanza carente nella regione Marche. Siamo più indirizzati verso un turismo familiare, questo va benissimo, ma secondo me bisognerebbe puntare un po' di più e lavorare un po' di più su quello che è il turismo giovane.
Uno degli aspetti fondamentali che abbiamo curato è stato quello di cercare di mettere in rete tutto il nostro territorio e nel fare questo - noi abbiamo un territorio straordinario, poche regioni possono vantare l'offerta che può dare la Regione Marche – è importante coinvolgere un numero di imprese, un numero di attività, il maggiore possibile perché così daremo anche una risposta alla carenza di lavoro che purtroppo nella nostra regione c'è stata.
Due aspetti importanti riguardano le amministrazioni pubbliche e l'associazionismo del turismo nella nostra regione.
Il primo riguarda la tassa di soggiorno. Ho sentito qualche critica, in particolare dal Consigliere Celani, è chiaro che l'imposta di soggiorno deve servire a valorizzare, deve essere messa a disposizione di questa economia, però va anche detto che negli ultimi 3 o 4 anni se questa Regione, come ho detto prima, è riuscita a tenere botta alla crisi è anche perché i Comuni, grazie a questo strumento, sono riusciti a salvaguardare quelle partite di bilancio che in un regime di patto di stabilità interno, con dei saldi obiettivi impossibili, soprattutto i Comuni più piccoli, soprattutto i Comuni costieri, in un periodo di tagli indiscriminati sulla spesa corrente, senza la tassa di soggiorno non sarebbero riusciti a creare nuove opportunità. Senza la tassa di soggiorno non si sarebbero neanche garantite quelle offerte al settore del turismo che i Comuni puntualmente ogni anno danno, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione di determinate aree; noi sappiamo che in una città la manutenzione è importante a 360°, ma spesso si tende di più e giustamente, secondo me, a curare le aree di interesse per lo sviluppo del turismo.
Un altro aspetto che è venuto fuori, secondo me, molto importante e su cui dovremo fare molta attenzione e cercare di discutere tutti insieme con un approccio nuovo, è quello delle rappresentanze, è quello delle famose Dmo. Diciamolo chiaramente, in tutti i settori negli ultimi anni c'è stato un problema di rappresentanza e questo è un discorso che noi dobbiamo affrontare a 360°, ma per farlo dobbiamo essere in grado di ascoltare tutte quante le realtà della nostra regione.
Va benissimo una Dmo regionale, ci mancherebbe altro, è quello che tutti auspichiamo, però prima di arrivare a questo bisognerà, secondo me, attuare un percorso che attualmente vede, purtroppo, una certa disgregazione nella rappresentanza di categoria, soprattutto nella rappresentanza dei territori e delle province del sud delle Marche. Questo è un aspetto molto importante e molto delicato ed è da qui che, secondo me, dovrà partire una discussione che potremo fare all'interno della Commissione, ma che porteremo anche in maggioranza ed in futuro, spero, anche in quest'Aula, perché se è vero che la politica deve cambiare approccio, noi ci stiamo sforzando di farlo, se è vero che gli operatori devono cambiare approccio e devono guardare a questo settore con un'ottica diversa ed innovativa, è chiaro che anche le associazioni di categoria dovranno guardare al futuro con una visione nuova e diversa da quello che è stato fatto fino ad oggi.
Credo che sia stato fatto un buon lavoro, ringrazio il Presidente della Commissione per la disponibilità, ma abbiamo visto che c'è una grande consapevolezza e soprattutto c'è la voglia di fare un buon lavoro all'interno della Commissione, noi siamo a disposizione.
Ringrazio l'Assessore per l'impegno che ha messo in questo Piano e per l'attenzione che ha messo su tutta la questione turistica per la nostra regione.
Siamo molto fiduciosi, siamo qui e aspettiamo buoni dati turistici anche per il prossimo anno. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Credo che oggi sia un momento importante: quello dell'approvazione del Piano regionale triennale di promozione turistica che, tra l'altro, viene approvato da quest'Aula entro la fine dell'anno e dà la possibilità di varare poi i piani annuali nei tempi giusti, nei tempi dovuti, perché la stagione turistica prevalentemente si svolge durante il periodo estivo, ma è altrettanto vero che la promozione la si fa durante il periodo invernale, quindi la tempestività sul mercato del turismo credo sia assolutamente importante e fondamentale.
Penso che il turismo per la nostra regione sia una grande opportunità, un motore di sviluppo, se nei decenni passati non solo le Marche, ma anche il nostro Paese, l'Italia, avesse creduto di più nel turismo molto probabilmente avremmo sentito meno la crisi.
Ribadisco sempre che il turismo non è delocalizzabile, se vuoi visitare una città storica, una città artistica, come quelle che abbiamo nel nostro Paese, devi venire per forza in Italia, se vuoi vedere Venezia devi andare a Venezia, se vuoi vedere il Colosseo devi necessariamente andare a Roma.
Questa credo che sia una grande opportunità dal punto di vista finanziario e se probabilmente, nel periodo del boom economico quando si è puntato di più verso il manifatturiero, verso lo sviluppo del manifatturiero, il nostro Paese avesse creduto un po' di più nelle opportunità turistiche che ha, che questa regione ha, forse avremmo sentito meno la crisi, anche perché non esistono Paesi al mondo come l'Italia che possono vantare di avere: dalle Dolomiti al mare, dalla cucina alla moda, da Firenze a Roma, a Venezia, nonchè le colline della nostra bellissima regione, del nostro centro Italia.
Credo che sia un motore di sviluppo importante, a maggior ragione oggi che ancora sentiamo il mordere della crisi.
Peraltro il fatturato del turismo nella nostra regione rappresenta circa 1.200.000.000, 1.300.000.000, credo che la dica lunga, 12 milioni di presenze: 10 milioni di italiani e 2 milioni di stranieri, sono dati importanti su cui credo ci si debba impegnare e il lavoro fatto sul Piano regionale triennale è buono, Assessore, ed accompagnerà l'attività della Regione nei prossimi mesi.
Vorrei fare alcune sottolineature rispetto a quello che è la regione, in questo momento, nell'immaginario del turismo.
La regione Marche è cresciuta perché si è creato un brand Marche. Io mi sono occupato di turismo come amministratore pubblico negli anni passati ed ho dovuto vivere, anni fa, un po' di umiliazione perchè quando andavo alle fiere internazionali del turismo, quando parlavo di Marche o della provincia di Pesaro-Urbino, dovevo spiegare che era a sud di Rimini perché nessuno sapeva dove erano le Marche, dov'era il nostro territorio.
Oggi le cose sono cambiate perché il brand Marche è nato, è cresciuto, è percepito nel mercato del turismo in modo importante, come erano percepite prima la Toscana ed anche l'Umbria.
Oggi le Marche sono un punto di riferimento nel mercato turistico non solo nazionale, ma direi anche internazionale, questo grazie al lavoro di comunicazione, di immagine, che è stato creato negli anni passati e che ha visto anche una crescita importante, per esempio, nell'utilizzo della rete, di tutto il sistema dei social, del web, che in parte sostituisce le tradizionali fiere turistiche che si svolgevano in Italia e in giro per il mondo, in particolare in Europa.
Non è secondario il fatto che attraverso la nostra rete digitale, attraverso il nostro sistema digitale, l'offerta turistica marchigiana venga in contatto ogni giorno con 4 milioni di persone. Sono dati importantissimi, straordinari, il sistema digitale dei social della nostra regione fa contattare 4 milioni di persone ogni giorno. Ovviamente questo diventa un grande strumento anche di promozione dal punto di vista dell'immagine turistica per chi è interessato a quelle opportunità che la nostra regione offre, che, non dimentichiamolo mai, dal punto di vista dei turismi è in grado di offrire tutto, non solo il mare con le 17 bandiere blu, non solo le bandiere arancioni che sono 19, ma anche i 22 borghi più belli d'Italia. Sono dati importanti che messi insieme all'arte, alla storia, alla cultura, al paesaggio, ai parchi, legati al turismo ambientale, ai centri storici, ai musei, ai teatri, sono opportunità e offerte turistiche in grado di intercettare qualsiasi tipo di turista voglia venire nel nostro Paese.
Il fatto che si lavori attraverso il sistema digitale, attraverso le fiere, attraverso il potenziamento dell'offerta turistica, credo che sia un passaggio importante, straordinario che vada assolutamente sottolineato.
Vorrei aggiungere che, per esempio, alle opportunità turistiche di cui ho detto, cioè la cultura, l'arte, il paesaggio, l'ambiente, i parchi, i centri storici, i musei, i teatri, le bandiere blu, le bandiere arancioni, eccetera, c'è sicuramente un altro tema che è quello legato al turismo ambientale ed è quello della bicicletta. Non è un caso, e guardo il Presidente della Commissione Traversini che notoriamente è affezionato a questo tema, che i turisti olandesi siano il secondo Paese per presenze nelle Marche, dopo i tedeschi; Germania, Olanda, Russia e Svizzera.
Questo la dice lunga sul fatto che il nostro territorio è sicuramente attraente per chi ama la bicicletta, magari avremmo bisogno di fare qualche investimento in più sui bycle hotel, su ulteriori piste ciclabili, per creare dei percorsi per i ciclisti che vengono nel territorio che amano andare in bicicletta ed avere dei percorsi strutturati ed organizzati.
Credo che a fronte di questo la regione stia crescendo, stia facendo dei passi in avanti straordinari, parlo del Piano, credo che sia uno dei capisaldi dell'inizio di legislatura per andare verso un lavoro importante nei prossimi anni che deve vedere, sempre di più, il turismo come un settore strategico per la nostra regione, perché non dobbiamo mai dimenticare il 1.300.000.000 di fatturato, il fatto che ci siano 4.800 strutture, che ci siano 138.000 posti letto e si abbia, come dicevo prima, 12 milioni di presenze.
Rimane strategico anche il ruolo dell'aeroporto perché una regione che vuol vivere di turismo non può non avere un aeroporto che funzioni nelle migliori condizioni.
Per concludere vorrei ringraziare la Commissione, il Presidente della Commissione e anche l'Assessore per aver accolto delle proposte che sono state messe sul tavolo e che sono partite da una esperienza consolidata nella provincia da cui provengo, opportunità turistiche che riguardano l'offerta del natale che è diventata, per una parte di questa regione, una occasione importante.
Abbiamo percorsi interessanti che riguardano i mercatini natalizi ed il turismo eno-gastronomico, con particolare riferimento al tartufo che è sicuramente un'opportunità turistica. Chi viene in questa regione a degustare questo magnifico prodotto, non deve soltanto andare al ristorante o alla fiera, ma deve poter visitare i borghi e le bellezze che questa regione ha. Anche i percorsi legati alla birra sono sicuramente un turismo innovativo, in grado di fare e di elaborare numeri.
Birra, natale e tartufo sono tre temi che sono stati aggiunti dalla Commissione, quindi ringrazio il Presidente per aver accolto queste proposte che sono state messe sul tavolo e sono convinto che, anche se partono da una parte della nostra regione, saranno in grado di estendersi a tutto il resto del territorio perchè sono occasioni importanti di promozione e di accoglienza in grado di potenziare l'offerta turistica di tutto il nostro territorio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie. Non voglio ripetere quello che hanno detto i colleghi. La Commissione ha lavorato in maniera approfondita ed abbiamo anche valutato numerosissimi emendamenti di varia natura. Chiaramente questo è un piano che ha luci ed ombre, come è stato detto, e l'impostazione generica è condivisibile. L'incrocio tra i cluster, i network che sono stati individuati, è condivisibile, chiaramente la cartina tornasole sarà la gestione e la realizzazione delle cose che vengono ipotizzate e teorizzate.
Le organizzazioni di categoria che abbiamo audito si sono dimostrate per alcuni versi anche scettiche e contrarie, hanno posto l'accento sull'aeroporto che attualmente è una criticità a livello regionale, sull'ipotesi di riportare in auge le Dmo territoriali che in passato non hanno funzionato ed hanno puntato anche, a mio avviso giustamente, lo sguardo sull'Osservatorio regionale che dovrebbe evolversi nelle proprie funzioni e dare anche dei dati per elaborare futuri indirizzi, da questo punto di vista è una struttura sicuramente da potenziare nelle sue funzioni.
Come Movimento 5 Stelle, abbiamo rinviato il nostro giudizio, quindi in questo momento ci asterremo, alla valutazione puntuale del piano annuale su cui chiaramente andremo a vedere quali sono le risorse, le capacità, che la Regione riuscirà a mettere in atto.
Abbiamo riscontrato che i fondi certi in questo momento sono esclusivamente quelli europei, quindi, a mio avviso, è chiaro che occorra allargare e fare sinergia con tutto il sistema, perché se da una parte si invoca il riequilibrio tra la costa e l'entroterra, se si parla di destagionalizzazione, di albergo diffuso, di turismo lento e di qualità, se vogliamo raggiungere per alcuni versi la capacità della Toscana nel vendere il suo marchio, il suo brand, dall'altra occorre fare sinergia e trovare quello scatto anche di coraggio per riuscire ad investire in questo settore che può essere, a nostro avviso, una cosa fondamentale per le Marche.
Se da una parte siamo d'accordo sullo sviluppo delle reti materiali e immateriali, sull'utilizzo dei social, dall'altra vogliamo che la concretizzazione di queste misure riesca ad avere un quadro ed un interessamento di tutte le branche regionali nelle varie Commissioni ed anche un impegno economico maggiore.
Auspicando quindi di trovare maggiore concretezza nel piano annuale e maggiori fondi su cui lavorare, adesso ci asteniamo e ci auguriamo di poter approfondire questi temi nei prossimi documenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ringrazio la Commissione, i relatori, anche i Consiglieri perché oggi si è vista quanta attenzione e quanta passione c'è da parte di tutti, di tutte le forze politiche, in merito al tema, ad un argomento che coinvolge la nostra regione, cioè il turismo.
Voglio cogliere anche lo spunto per riflettere e permettetemi di collegare il turismo e la cultura, grazie anche a questa mia doppia delega. “Culturismo” è una parola che è emersa e ho ripreso da un convegno che riguardava i distretti culturali evoluti, occorre portare avanti questo progetto di “culturismo” perché oggi la cultura ed il turismo sono fortemente, come tutti voi sicuramente sapete, collegati.
E' chiaro che questo confronto è stato ricco di spunti per tutti, anche per chi come me, per chi, come noi della Giunta, ha voluto dare una accelerazione, dopo anni, lo avete ricordato, in cui i piani annuali venivano approvati a stagione inoltrata ed i piani triennali in tempi troppo lontani. Questa accelerazione che abbiamo voluto dare è la volontà di dare una risposta al mondo, a tutto tondo, del turismo. Il primo passaggio politico voleva approvare il piano triennale entro il mese di novembre, siamo fuori di un giorno, ma l'obiettivo è anche quello di approvare - se ci riusciremo, grazie a tutti, il merito sarà di tutti - il piano annuale 2016 entro e non oltre il 20/22 dicembre, cioè prima di Natale, perché anche questo, l'hanno ricordato alcuni Consiglieri, è strategico per l'organizzazione non soltanto della parte pubblica, ma anche e soprattutto di chi fa turismo privato, per capire quali sono gli obiettivi strategici per il 2016 che la Regione Marche si pone nel settore del turismo.
Il lavoro fatto dalla Commissione è stato un lavoro interessante, è riuscita a fare valutazioni importanti e ad integrarle nel triennale perché, non dimentichiamoci, l'hanno ricordato parecchi Consiglieri, il piano triennale è la cornice su cui costruiremo i successivi annuali, cioè 2016, 2017 e 2018. Lì, tutti noi indistintamente, giochiamo un ruolo importantissimo, perché sull'annuale dovremmo concretizzare le tre linee guida che sono: promozione legata alla comunicazione, innovazione e accoglienza.
Queste saranno le tre linee guida su cui noi dovremmo impegnarci e su queste si integreranno tutti i percorsi del turismo.
Per quello che riguarda la comunicazione è chiaro che dovremmo utilizzare risorse europee, fondi europei, perché la comunicazione che noi vogliamo è dare una spinta aggressiva in Italia, ma soprattutto nei Paesi esteri e potremmo farlo solo e soltanto utilizzando fondi europei che permettono di intervenire in maniera forte all'estero.
L'altra questione è l'innovazione. Abbiamo un obiettivo importante che è quello di creare tra il 2016 e il 2017, dobbiamo dircelo con grande tranquillità, un percorso che veda la Regione Marche, prima Regione, ad attuare un progetto wi-fi, che io ritengo fortemente innovativo, la possibilità di dare sia ai marchigiani che ai turisti che arrivano nella nostra regione, costruendolo all'interno dei Comuni della costa, un progetto di wi-fi. E' un impegno economico importante per questa regione, ma se riuscissimo a farlo daremmo una risposta immediata, innovativa e forte.
E' chiaro che questo è un primo passaggio per arrivare poi, nei tempi e nei modi che vorremo, alla banda larga, come ha ricordato la Consigliera Leonardi, ma intanto mettiamo in campo qualcosa di concreto, perché questo permetterebbe alla Regione Marche di promuovere all'estero la propria regione in un percorso forte. Teniamo conto che l'obiettivo è quello di installare il wi-fi, in questo periodo, nei comuni e nelle città che hanno una grande rilevanza dal punto di vista turistico.
L'aspetto dell'accoglienza, secondo me, è fondamentale perché una regione o una città che si vende bene, ma non riesce a creare quella accoglienza e a dare al turista quelle opportunità che sono importanti e strategiche, ha di ritorno un effetto negativo.
Per quello che riguarda il percorso del 2016, noi stiamo costruendo un percorso importante anche con i privati, tant'è che una delle scelte che abbiamo fatto è quella di creare un progetto con i fondi europei per dare alla ricettività della regione Marche la possibilità di avere delle opportunità, delle risorse, da parte della Regione, finanziamenti che, secondo noi, diventeranno una prima tranche perché le richieste saranno importanti. Questo nostro progetto sarà pronto e sarà aperto ad interventi successivi per quello che riguarda i finanziamenti.
E' chiaro che l'obiettivo comune è quello di arrivare, in un percorso virtuoso, ad una Dmo unica regionale e possibilmente pubblica/privata nella quale si confronteranno e si porteranno le esperienze della parte pubblica, quindi dell'ente Regione, e di altri enti, soprattutto i privati perché con i privati noi dobbiamo condividere da oggi in poi tutti i percorsi.
Come amministrazione regionale abbiamo chiara l'idea di un percorso con coloro che hanno la capacità di coinvolgere anche l'estero, quindi i privati saranno i soggetti prioritari e principali per quello che riguarda il confronto da parte delle Regioni.
Cercheremo di arrivare ad un progetto della Dmo unica regionale pubblica/privata, se possibile passando dalle Dmo territoriali, come ricordava il Consigliere Urbinati, perché non dobbiamo dimenticarci che da qui a pochi giorni avremo le Province che perderanno le loro competenze per quello che riguarda il turismo, la cultura e tante altre competenze passeranno alle Regioni. Le Province sin qui hanno svolto un ruolo intermedio, un ruolo importante perché servivano da coordinamento per i propri territori, e di punto in bianco le strutture ricettive private, tutto il grande associazionismo che ruota intorno al mondo del turismo, ed io direi anche della cultura, si troveranno scoperti.
Lo scenario che abbiamo previsto in maniera lineare è quello di arrivare ad una Dmo in maniera graduale, partendo dai territori, cercando di mantenere tutte le esigenze e le opportunità che vengono dai vari luoghi per evitare che ci sia da subito una frammentazione. Immaginate cosa potrebbe succedere se da oggi, anche se da un punto di vista tempistico non sarebbe possibile in quanto ci vogliono mesi, si creasse una Dmo unica regionale pubblica/privata, quante fibrillazioni e quanta dispersione di energia potrebbero arrivare all'interno della Regione Marche. Teniamo conto dei Comuni chi si troverebbero senza un riferimento e tutto il grande associazionismo, tutte le realtà che si sono costruite nei territori con le province andrebbero dispersi.
Vogliamo costruire questo percorso, l'obiettivo, ricordato da tutti, è quello di arrivare, nel giro di un anno, ad una Dmo unica. E' un obiettivo che secondo me possiamo darci, ce la dovremmo fare perché la regione ha questa grande capacità e voglia di mantenere alto un tessuto socio economico che, l'avete ricordato in tanti, quindi in alcuni casi mi ripeterò, è il secondo tessuto socio economico regionale, ma anche italiano. Il turismo è il secondo volano per quello che riguarda l'occupazione, dopo il manifatturiero, naturalmente.
Queste attenzioni, questa sensibilità, come Giunta regionale l'abbiamo tutti e ben presenti, dobbiamo tutti insieme, ognuno con le proprie idee, cercare di confrontarci, potrebbe essere soltanto un parere, ma io credo che sarà un passaggio strategico, un passaggio importante, prima di approvare il piano annuale del 2016. E' volontà del Presidente, dell'Assessore e della Giunta tutta condividerlo, cercando di verificare non soltanto un semplice parere, ma anche dei suggerimenti da integrare al suo interno.
Un altro obiettivo è quello di essere la prima Regione, nel piano triennale è previsto, speriamo, auspichiamo di concretizzarlo all'interno dell'annuale, questo si è un progetto veramente riformista e innovativo, per l'accoglienza di un turismo sociale. Partendo dagli interventi che sono stati fatti, mettere insieme la parte pubblica, le strutture che hanno una rilevanza, il grande mondo del cooperativismo sociale o delle imprese sociali e gli imprenditori ricettivi.
Questo è un obiettivo importante. Pensate quanto oggi sia determinante, per un turismo di persone diversamente abili che presenta delle criticità, avere nella regione Marche strutture che, in un momento di vacanza, si prendono a cuore la realtà di chi ha dei disagi e delle difficoltà personali.
Questo è un obiettivo che ci siamo dati, l'auspicio è riuscire a concretizzarlo, ma faremo di tutto affinché si riesca ad attuarlo già nel piano annuale 2016, facendo il nostro dovere, investendo una quota importante, coinvolgendo tutte le associazioni degli albergatori, l'associazionismo privato e il mondo della cooperazione sociale.
Credo che noi dobbiamo anche rivalutare, l'ho sentito in qualche intervento, ma forse dobbiamo coglierlo ancora di più, il percorso che sin qui è stato fatto per quello che riguarda le strutture IAT.
In tutto il territorio abbiamo le strutture IAT che hanno dato un servizio, un servizio di semplice accoglienza e distribuzione di brochure che sono sempre interessanti, ma noi vogliamo che essi diventino momenti operativi della regione Marche, punti di riferimento operativi, per costruire insieme alla parte pubblica, IAT, e ai privati che organizzano percorsi enogastronomici, iniziative culturali, affinchè il turista non veda la semplice struttura IAT ma si ritrovi all'interno dell'accoglienza, di cui ho parlato poc'anzi, ad avere una grande dinamicità turistica.
Per questo con l'Assessore al bilancio stiamo definendo di togliere dalle alienazione della Regione Marche, Assessore Cesetti ne parlavamo proprio ieri, gli immobili regionali dove sono previsti, gli IAT, con questo vogliamo dare un ulteriore segnale forte al mondo della ricettività, non mettendo in vendita queste strutture fisiche che sono determinanti.
E' chiaro che noi dobbiamo creare anche un turismo alternativo. Prendo atto con grande piacere e soddisfazione, questo è, secondo me, il modo di essere collaborativi e propositivi ed è emerso dalla Commissione, un turismo sportivo, un turismo scolastico che siano alternativi, in periodi non soltanto estivi e che diano la possibilità di un turismo destagionalizzato.
Questa parola secondo me va utilizzata mettendo i giusti riferimenti, perché noi abbiamo dei dati del periodo estivo, da maggio a settembre, di cui voi sicuramente siete a conoscenza, che sono fortemente confortanti per la presenza di turisti italiani e stranieri, ed abbiamo dei dati troppo consolidati negli anni, dei periodi fuori stagione “balneare”.
E' chiaro che fare una serie di iniziative e creare opportunità fuori stagione diventa un nodo strategico su cui investire. Ad esempio sono fondamentali per il 2016 una serie di iniziative legate, qui nessuno l'ha ricordato, ma ritengo che sia giusto dirlo, al Giubileo della Misericordia.
La Regione Marche avrà ed ha una grande opportunità perché l'8 dicembre si aprirà il Giubileo della Misericordia mondiale e le Marche sono al centro di questo progetto e come Regione dobbiamo costruire una serie di grandi eventi, eventi culturali a tutto tondo. Naturalmente non parlo della parte religiosa anche se insieme dovremo costruire un percorso, tant'è che abbiamo creato un gruppo di lavoro composto da una rappresentanza della Regione Marche, da una rappresentanza dell'Anci e da un rappresentante della Conferenza episcopale marchigiana affinchè hé il 2016 sia un grande obiettivo religioso e laico.
Il 2016 darà alle Marche questa grande opportunità ed è importante investire, da questo punto di vista, nel settore del turismo e della cultura.
Altre grandi opportunità le avremo con i fondi europei, le ha accennate il Consigliere Minardi, anche qui stiamo lavorando in maniera intersettoriale e interassessoriale, sono tantissimi, vanno dall'agricoltura all'ambiente, toccando tutti i settori e naturalmente anche il turismo.
I fondi europei sostanzialmente sono trasversali, abbiamo quindi creato un gruppo di lavoro tra Assessori, insieme ai funzionari, per far si che questi fondi europei legati al turismo, pur rimanendo ognuno nei propri settori, possano avere una regia unica perché non possiamo permetterci di disperdere neanche un euro di queste risorse europee o diciamo che non possiamo permetterci di non utilizzare al meglio queste disponibilità per quello che riguarda il progetto turismo/cultura.
In questo settore dovremmo utilizzare al meglio i fondi che riguardano due questioni, poi vado alla conclusione, le vie della spiritualità e le vie dei percorsi ciclabili.
Le vie della spiritualità che ad oggi abbiamo individuato sono sostanzialmente tre e fanno riferimento ai cammini. La prima riguarda la via francescana dove stiamo costruendo un progetto interessante insieme ai francescani; l'altra si riferisce, l'ho annunciato martedì scorso, ad un bando europeo che riguarda il percorso spirituale che, in maniera simbolica, chiamiamo la via dedicata al territorio dell'interland senigalliese che comprende la città di Corinaldo dove faremo riferimento a santa Maria Goretti, non soltanto dal punto di vista religioso, ma anche laico con iniziative sulle donne ed in particolar modo sul femminicidio e contro la violenza; la terza via è stata riconosciuta anche dal Vaticano e dal Ministero dei beni culturali come una delle tre o quattro vie strategiche per quello che riguarda le vie della spiritualità, ed è la via lauretana.
Diventa importante impegnarsi in queste vie che, al di là della temporaneità, sono investimenti strutturali e, questo si, lasceranno una serie di obiettivi forti. Ad esempio si creeranno intorno a queste vie percorsi di potenziamento della ricettività, manifestazioni convegnistiche culturali e quant'altro, diventeranno un veicolo attrattivo molto forte, vedi Santiago di Compostela. Questo aspetto sarà fondamentale.
L'altra questione strategica per un turismo alternativo riguarda le piste ciclabili.
Voi tutti sapete, ne abbiamo parlato in Commissione che noi abbiamo tante piste ciclabili, ogni Comune nel tempo, ogni territorio, si è fatto la sua pista ciclabile, ma quello che manca è un coordinamento e un collegamento unico di queste piste ciclabili e l'avvalersi dei fondi europei. E' un utilizzo rilevante non dobbiamo disperderlo ed avere un quadro chiaro dal punto di vista del turismo - ritorna la collaborazione con gli altri Assessori, forse diventa la vera svolta riformista che stiamo vivendo in Giunta, grazie al coordinamento del Presidente - è importante per creare questi percorsi, collegarli tra loro in modo che diventino strategici per dare opportunità ed accoglienza diversa ai turisti che in periodi differenti possono frequentare la nostra regione.
E' chiaro, non lo sto qui a dire, l'aeroporto è decisivo per una serie di iniziative e, per quello che mi riguarda, l'accelerazione data dal Presidente Ceriscioli per risolvere una volta per tutte questo problema, è forte, importante e tutti auspichiamo, al di là delle varie posizioni politiche di ognuno, che la vicenda possa concludersi in maniera positiva.
Concludo ringraziando tutti i Consiglieri per gli interventi fatti, tutte le forze politiche che sono presenti in questa Assemblea regionale, perché ancora una volta, al di là delle posizioni, delle riflessioni che ognuno di noi fa, l'obiettivo comune è quello di dare una risposta forte a questo nostro territorio per quello che riguarda il turismo e la cultura.

PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti.
Sono stati presentati 9 emendamenti della Consigliera Leonardi, ne ha però ritirati diversi, precisamente i nn. 1, 2, 3, 4, 8 e 9; sono stati lasciati gli emendamenti nn. 5, 6 e 7. E' stata presentata anche una proposta di ordine del giorno a firma della Consigliera Leonardi, la invito velocemente ad esporre gli emendamenti ed anche la proposta di ordine del giorno, così poi votiamo. Grazie.

Elena LEONARDI. L'emendamento n. 5 chiede l'inserimento nel cluster di destinazione “dolci colline antichi borghi” anche della parola montagna proprio perché reputo che il territorio montano non possa essere circoscritto al solo cluster dei parchi, natura attiva, in considerazione che la presenza dei borghi nell'entroterra è una costante.
L'emendamento n. 6, asse 2, all'interno della scheda azioni “fattori di differenziazione, prevede di inserire anche “articoli religiosi tipici”, siamo sempre all'interno del cluster “dolci colline antichi borghi” che spero diventerà anche montagna, questo perché nel cluster che riguarda la spiritualità e la meditazione non sono presenti possibilità di avere risorse, di aiutare l'artigianato, mentre all'interno di questo cluster è presente, ma non è prevista la fattispecie degli articoli religiosi tipici.
L'ultimo emendamento che ho lasciato è il n. 7 relativamente agli eventi e itinerari, con il quale si richiede l'inserimento di ulteriori eventi promossi dalle località di mare marchigiane, ritenuti al pari di eventi di sistema, nell'ambito della promozione delle Marche in blu. Sembrerebbe forse riduttivo, per eventi che caratterizzano in particolar modo la stagione di altri territori che non hanno ottenuto la bandiera blu, restare eventualmente fuori da questa possibilità.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno: “Considerata positivamente la creazione di un sistema di network turistici come motore innovativo della strategia di destinazione e management, unitamente al consolidamento del sistema di partenariato pubblico/privato, ritenuto necessario rendere flessibile l'individuazione di questi network turistici, impegna la Giunta regionale a prevedere un report annuale sull'effettivo funzionamento dei network turistici ora definiti strategici e sulle criticità rilevate in base ad analisi swot appositamente dedicate - questo per monitorare se questi cluster funzionano - ed inserire nei singoli piani annuali di promozione turistica anche ulteriori net work proposti proprio a seguito della valutazione emersa dal report successivo”. Se vediamo che uno non funziona o c'è una proposta che potrebbe essere accattivante per questo tipo di network fare un monitoraggio ed eventualmente una modifica in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Velocemente. Abbiamo riunito la Commissione ed abbiamo esaminato la proposta di ordine del giorno e gli emendamenti.
Sulla proposta di ordine del giorno che questa mattina non era pronta siamo d'accordo, nel senso che l'abbiamo valutata positivamente e siamo per accoglierla, quindi voto favorevole.
Per quanto riguarda gli emendamenti, chiedo di votare a favore sia dell'emendamento riguardante l'inserimento della parola montagna, che di quello riguardante l'inserimento delle parole articoli religiosi tipici.
Non c'è parere favorevole della Commissione sull'emendamento n. 7 perché abbiamo fatto il ragionamento di non allargare a manifestazioni territoriali o che incidono sul territorio, cosa che abbiamo tenuto in considerazione anche per tutto il lavoro fatto per il Piano turistico triennale, quindi siamo contrari all'emendamento n. 7.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.
Emendamento n. 2 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.
Emendamento n. 3 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.
Emendamento n. 4 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento n. 5 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 6 a firma della Consigliera Leonardi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7 a firma della Consigliera. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Emendamento n. 9 a firma della Consigliera Leonardi. Ritirato.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di ordine del giorno n. 1 a firma della Consigliera Leonardi. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 6, così come emendata, La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ora sospendiamo per tre quarti d'ora la seduta, ci rivediamo alle 15,15 in Aula.

La seduta è sospesa alle ore 14,30

La seduta riprende alle ore 15,35

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.

Nomine

Nomina di un componente del Consiglio direttivo dell'Associazione “Università per la pace”
(articolo 15, comma 5, l.r. 18 giugno 2002, n. 9 – articolo 12, comma 6, Statuto Ente – deliberazione dell'Assemblea n. 125/2009 e successive modificazioni) - voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di un componente del Consiglio direttivo dell'Associazione “Università per la Pace”. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Vicepresidente Minardi effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 25.
Schede bianche n. 9
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 15

Ha ricevuto voti:
Piergentili Giacomino n. 15

Proclamo eletto componente del Consiglio direttivo dell'Associazione “Università per la Pace” il Signor Piergentili Giacomino.

Nomina di un revisore effettivo del Collegio dei revisori dei conti dell'Associazione “Università per la pace”
(articolo 15, comma 5, l.r. 18 giugno 2002, n. 9 – articolo 15, comma 3, Statuto Ente – deliberazione dell'Assemblea n. 125/2009 e successive modificazioni) - voto limitato a uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di un revisore effettivo del Collegio dei revisori dei conti dell'Associazione “Università per la pace”. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Vicepresidente Minardi effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 26
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 24

Ha ricevuto voti:
Valentini Francesco n. 24

Proclamo eletto revisore effettivo del Collegio dei revisori dei conti dell'Associazione “Università per la pace” il Signor Valentini Francesco.

Mozione n. 41
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Urbinati
"Stato di attuazione della SUAM e importanti sviluppi in tema di appalti pubblici"
(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 41 dei Consiglieri Busilacchi, Urbinati.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Colleghi, credo che, nonostante l’orario, sia utile dedicare un po’ di attenzione a questa mozione, perché la legge sulla stazione unica appaltante la n. 12 del 2012, oramai data qualche anno, nonostante le grandi potenzialità, non ha ancora pienamente dispiegato i suoi effetti.
Oggi siamo contenti di portare avanti questa iniziativa con questa mozione perché è un tema in cui il gruppo del Pd crede fortemente, ci ha creduto anche negli anni passati, tanto che la legge venne dal gruppo del Partito Democratico, così come le ripetute interrogazioni, rispetto ad una fase in cui, nella passata legislatura, la Giunta Spacca ha un po’ sottovalutato le potenzialità operative della stazione unica appaltante.
Ricordo molto sinteticamente ai collegi che cosa prevede la legge n. 12.
La stazione unica appaltante è titolata ad avviare e concludere le procedure contrattuali per la realizzazione di lavori pubblici, acquisizioni di beni e servizi. E' a tutti gli effetti la stazione appaltante delle strutture organizzative della Giunta, di tutta la Regione Marche, dell'Agenzia regionale sanitaria e delle società a totale partecipazione regionale.
Inoltre, per la realizzazione di lavori pubblici superiori al milione di euro e per l'acquisizione di beni e servizi superiori ai 100 mila euro, è obbligatorio ricorrere alla SUAM da parte dell'ARPAM, dell’ASSAM, dei Parchi regionali, degli Enti del Servizio sanitario, quindi da parte delle Aziende ospedaliere e dell'Azienda sanitaria unica regionale.
Come capite, le potenzialità sono quelle di riscrivere completamente la storia delle gare e degli appalti marchigiani, inoltre non ultimo, la SUAM è facoltativa per gli altri enti pubblici e per le altre società partecipate che risiedono nelle Marche, per cui i Comuni, ad esempio, possono ricorrere alla SUAM con una convenzione, tramite la Regione.
I vantaggi di questa operazione sono molteplici. Nel 2012 siamo stati la seconda Regione d'Italia, dopo la Calabria, ad attivare con legge una stazione appaltante, ovviamente con una situazione molto diversa, in seguito ad un decreto del Consiglio dei Ministri, relativo al Piano mafie, in un'epoca, quindi, in cui ancora il tema dell’efficientamento delle gare pubbliche era di secondaria importanza, rispetto agli aspetti di infiltrazioni della criminalità organizzata. Le Marche hanno colto questo senso, in modo che gli appalti fossero più centralizzati e, quindi, più trasparenti, più visibili, uno strumento efficace nella lotta alla criminalità organizzata che produce economie di scala, riduzione dei costi di gestione, dei costi di transazione, dei costi di contenzioso, una specializzazione della struttura professionale.
In seguito alla costituzione della SUAM anche altre Regioni se ne sono dotate, oltre alla stazione appaltante nazionale che, come sapete, è la CONSIP, una società per azioni a totale partecipazione pubblica. Oggi molte Regioni hanno la stazione appaltante.
Qual è però la differenza? Devo dire che un aspetto virtuoso della SUAM, rispetto a CONSIP e ad altre stazioni appaltanti, è che non è una società per azioni, non ha la forma di agenzie e di autorità, ma è integralmente strutturata all'interno della Regione, quindi con un minor costo per i contribuenti.
Dal 2012 sono state fatte tre gare per un totale di circa 30 milioni di euro: per le siringhe, per gli antisettici e disinfettanti e per la cancelleria e i toner.
È stata una piccola partenza, però è chiaro che quello che può fare questa struttura è molto di più.
Quali sono le cose intervenute più recentemente che hanno spinto anche il gruppo del PD a portare avanti questa mozione? L'anno scorso, anche qui in seguito ad interrogazioni del gruppo, la stazione unica appaltante è stata individuata dalla Giunta regionale, come soggetto aggregatore, anche alla luce dei nuovi atti portati avanti dal Governo. Quell'aspetto fu molto importante, perché ha consentito alla SUAM di concorrere, insieme ad altre stazioni appaltanti, a pieno titolo, al processo che l’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC), presieduta da Cantone, aveva avviato. Un'iniziativa molto importante di riduzione delle stazioni appaltanti in Italia che fino a qualche mese fa erano 35.000, quest’operazione di riduzione da 35.000 a 34 soggetti aggregatori, ha visto la SUAM concorrere a pieno titolo ed essere poi considerata uno dei 34 soggetti aggregatori.
A luglio, il 16 luglio, la Conferenza unificata ha stabilito che la SUAM è uno dei 34 soggetti, è molto importante, perché dall'1 gennaio tutta una serie di appalti potranno passare solamente per le stazioni appaltanti e, qualora la stazione appaltante marchigiana non fosse rientrata in questa graduatoria, noi saremmo stati costretti ad utilizzare la stazione appaltante di un’altra regione, rinunciando ad un fondo del Governo di 10 milioni per il 2015, 20 milioni di euro per il 2016, previsto per questo scopo, dovendo necessariamente pagare ad altre Regioni per poterci convenzionare.
il 27 ottobre si è svolto il tavolo dei soggetti aggregatori che ha individuato l'elenco delle categorie merceologiche e, quindi i beni servizi che dall'1 gennaio dovranno necessariamente utilizzare la stazione appaltante per le gare.
C’è un DPCM che uscirà a breve, noi ne abbiamo avuta una bozza per il fatto che la SUAM partecipa a questo tavolo, non subirà sconvolgimenti, prevede che la SUAM fara gare per tantissime categorie merceologiche, penso ai farmaci, ai vaccini, alle protesi d'anca, alle medicazioni, ai defibrillatori, ai pace-maker, a tutta la pulizia, ma non solo per agli aspetti riguardanti la sanità, anche la pulizia per gli immobili regionali, la manutenzione di tutti gli immobili regionali.
Prima è stato ricordato il caso dei farmaci, rispetto alla relazione della Corte dei Conti, e ricordo che nelle Marche, la spesa per farmaci è di circa 183 milioni di euro.
È stato calcolato dai nostri uffici, ma anche dall’ANAC, che mediamente le gare fatte con le stazioni appaltanti determinano un risparmio che sta nella forbice tra il 10% e il 20%.
Questo vorrebbe dire, lo dico all’Assessore Cesetti che tra qualche settimana sarà protagonista di una lunga fase di bilancio, che con questa cosa, solo con i farmaci, risparmieremo e andranno nella cassa della Regione dai 9 ai 18 milioni di euro e non comporteranno un minore servizio ai cittadini, anzi dall’efficientamento degli appalti potremmo avere una dotazione, fino a 20 milioni di euro in più, per i servizi pubblici per i cittadini.
Credo che quest’aspetto sia molto importante per partire. Complessivamente, la Regione Marche nel 2016 potrà fare certamente, per le 11 categorie merceologiche previste, gare per 300 milioni di euro. E’ per un importo importante, è la possibilità di determinare un importante risparmio.
Per partire abbiamo bisogno che gli uffici della SUAM abbiano una dotazione di organico adeguata alle gare che sono in previsione, perché a tutt’oggi ci sono solamente tre unità di personale, compreso il dirigente.
Questo è l'aspetto più importante che ho già condiviso informalmente con la Giunta e con l’Assessore al personale e con il Presidente, li voglio ringraziare perchè seppure finora ci sono stati colloqui informali, sia l'Assessore al personale che il Presidente della Giunta hanno dimostrato una sensibilità politica e un'attenzione a questo tema, assolutamente in linea con l'importanza di questo atto e, da questo punto di vista, sul piano politico, il gruppo PD saluta un’importante discontinuità rispetto al passato, quando questa legge già esisteva, ma non è stata dotata e non ha avuto la necessaria attenzione.
Ringrazio la Giunta perché ha dimostrato molta attenzione. Ringrazio anche il Consigliere Urbinati che ha condiviso con me questa mozione, tutti i colleghi del gruppo, e auspico che ci possa essere, da parte dell'Aula, un accoglimento il più ampio possibile. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Gianni MAGGI. Noi non siamo contro la SUAM, perché le disfunzioni e gli sprechi in tema di appalti, di acquisti e di contratti ci sono, ci sono stati e sono stati pagati dal denaro pubblico.
Questa mozione non dice niente di nuovo, perché questa legge è del 2012, quindi la SUAM doveva partire, il Consiglio regionale la doveva far partire per rispettare la normativa nazionale, quello che in pratica si sta facendo ora. L’instabilità serve solo per inserire dei poteri sostitutivi del Governo, se non lo fanno le Regioni, ci pensa il Governo con un commissario e naturalmente limita alcune deroghe che erano previste.
La mozione non sarebbe neppure necessaria se la Regione avesse semplicemente rispettato la legge. La Regione non l'ha fatto. Nello specifico di questa mozione non c'è nulla che riguardi il controllo e la verifica dei risultati della SUAM e c'è solo da dire che questi anni sono passati invano e gli appalti ed i contratti si sono sempre fatti con il vecchio sistema, in barba alla legge nazionale e alla legge regionale.
Addirittura l’ASUR, dove c'è veramente la sostanza, la polpa del bilancio regionale, non ha mai voluto utilizzare la società unica appaltante per i propri appalti, ha continuato a fare le gare come voleva e come era abituata a fare.
Stigmatizziamo, ovviamente, questa presa di posizione tardiva, perché la legge doveva essere applicata addirittura tre anni fa e non è stato fatto, però, in generale e con i distinguo, soprattutto per quanto riguarda il controllo dei risultati che non vediamo nella mozione, siamo favorevoli all'accorpamento in un unico organismo che disciplini appalti e contratti.
Siamo anche favorevoli, anzi vorremmo invitare a prevederli, a dei controlli appropriati.
Vorremmo che il personale di questa società unica appaltante fosse interno alla Regione, funzionari e dipendenti pagati dalla Regione, o di altri Enti, quindi a costo zero per quanto riguarda una società che deve creare del risparmio.
Detto questo, ovviamente, nel concetto siamo d'accordo, avremmo voluto che questa cosa fosse stata messa in pratica prima, va bene anche applicata adesso, per cui ci asteniamo dalla votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Anche il Gruppo della Lega vede questa mozione presentata dal gruppo del PD come un provvedimento fuori tempo massimo, nel senso che doveva essere già attuato. Purtroppo non è stato fatto e ci auguriamo che una cosa così importante che deve far risparmiare i soldi, come ha detto il Consigliere Busilacchi, non aumenti i tempi ed i costi. Questa, secondo noi, è una cosa molto importante per cui bisogna stare molto attenti.
Per questo motivo noi ci asteniamo dalla votazione di questa mozione presentata dal Gruppo PD.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Non sarei intervenuto, ma sinceramente gli interventi del Capogruppo del Movimento 5 Stelle e del Consigliere Zaffiri mi obbligano a dire qualcosa su questo tema.
Ho condiviso volentieri, con tutto il gruppo, con il Capogruppo Busilacchi, questa mozione che noi riteniamo un provvedimento che riguarda la pubblica amministrazione di straordinaria importanza.
Capisco che doveva forse essere applicato prima, ma noi dobbiamo anche vedere quello che accade nelle altre Regioni e vedere quello che è accaduto con le stazioni uniche appaltanti anche all'interno di altre amministrazioni pubbliche.
Riteniamo che la strada verso la stazione unica della Regione Marche sia da percorrere, poi verificheremo e valuteremo i risultati, ma credo che questo nella pubblica amministrazione sia una prassi normale per qualsiasi atto che passi in quest’Aula e non solo.
Noi siamo fortemente convinti di quello che abbiamo fatto, lo sottoscriviamo e crediamo che si apra una nuova pagina per quanto riguarda gli appalti.
Sappiamo quanto sia delicato questo discorso a livello di pubblica amministrazione in Italia, in particolare in certe zone.
Noi, oltre a quello che è l'indirizzo principale, che è quello della legalità, della trasparenza, crediamo che questo possa dare importantissimi risultati per quanto riguarda il risparmio, per avere delle partite positive sui conti di questo Ente.
Altra cosa, seguiremo questo percorso affinché possa diventare anche un punto di riferimento per le altre amministrazioni marchigiane. Non nego che forse potremmo diventare un punto di riferimento oltre regione, non sono tantissime, infatti, le stazioni uniche appaltanti che sono partite.
Noi iniziamo questo percorso, lo seguiremo perché lo riteniamo di vitale importanza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Ringrazio il Capogruppo Busilacchi ed il Vice Capogruppo Urbinati per aver presentato questa mozione; tra l’altro c'era stata anticipata portando in quest'Aula un dibattito sicuramente tardivo. Ovviamente non è responsabilità di questo Consiglio, né di questa amministrazione che si è insediata cinque mesi fa, nessuna responsabilità può avere nel ritardo dell’applicazione di una legge che questo Consiglio regionale si è dato.
Noi siamo stati tempestivi perché, già prima della mozione, abbiamo avuto modo di affrontare con i colleghi della Giunta, in particolare con la Vicepresidente Casini, questo tema. Anche perché l’applicazione di questa legge, oltre ad essere un obbligo che deriva da una legge dello Stato e da una legge regionale che deve essere attuata, è un'opportunità.
Anche qui, non è che vogliamo fare la stazione unica appaltante delle Marche perché dobbiamo, ma perché vogliamo e perchè siamo convinti che sia necessaria per una maggiore trasparenza negli appalti, nelle forniture di beni e servizi, nelle acquisizioni, in modo che ci sia una maggiore professionalità ed una garanzia di efficienza e di efficacia. Questo lo dico, e ne sono convinto, per averlo sperimentato sul campo, perché nella mia vita politica precedente, come Presidente della Provincia di Fermo, noi abbiamo istituito la stazione unica appaltante, qui c'è anche la Consigliera Marcozzi che era capogruppo dell'opposizione, ne andiamo orgogliosi, sappiamo bene quanto quella struttura funzionasse. Attraverso l'istituto delle convenzioni era un punto di riferimento, non soltanto dei Comuni della Provincia di Fermo e delle società a partecipazione pubblica che hanno aderito, ma anche di altri Comuni, alcuni della provincia di Ascoli, addirittura alcuni della Provincia di Macerata e Ancona.
Ricordo, ad esempio, il Sindaco Gatto di Offagna, che ho conosciuto in quell'occasione, che ha aderito alla stazione unica della Provincia di Fermo, non sono a tessere lodi della Provincia di Fermo, però voglio dire che ha dato efficienza ed efficacia, non ci sono stati contenziosi di nessun tipo, segno evidente che bisogna insediare personale altamente qualificato.
E’ questo lo sforzo che vogliamo e dobbiamo fare, perché è importante che sia una struttura di eccellenza, dedicata, esperta che sappia fare e conseguire quelle finalità, perché con esse potranno essere conseguite anche quelle economie che sono state ricordate dal Capogruppo Busilacchi. Se pensiamo che spendiamo più di 180 milioni di euro per l'acquisto di farmaci, un risparmio del 5%, come indicato nella mozione, equivale a 9 milioni di euro e non sono certamente “bruscolini”.
Tra l’altro costituisce, e termino, Presidente, un'opportunità per gli altri enti pubblici, non soltanto lo deve essere per l'Azienda sanitaria regionale, per le società partecipate, ma potrà esserlo per le società a partecipazione pubblica e per tutti gli enti locali che dovranno nella regione avvalersi, obbligatoriamente fra l'altro, di questa importante struttura. E' un servizio che mettiamo a disposizione della comunità istituzionale politica della regione Marche, e su questo concordo con quel che ha detto il Consigliere Maggi, avvalendoci di personale interno alla Regione, ripeto ancora, qualificato. Ma non solo, questo lo possiamo e lo dobbiamo fare. Tra l’altro nella legge c'è una norma, secondo me intelligente, che dà la possibilità di sostituire una quota pari all'1%, con l'assegnazione di personale.
Vorrei dire, a dimostrazione, che questo obiettivo era già nella volontà di questa Giunta, infatti noi, qualche tempo fa, abbiamo adottato, a mia firma, un provvedimento, una convenzione tra la Regione Marche e l'Azienda ospedali riuniti affinchè quest'ultima possa avvalersi di procedure concorsuali e di graduatorie già svolte nella regione Marche, se si prevedono due unità, una di queste deve essere destinata alla SUAM regionale. L’abbiamo già indicato.
Questa sarà la procedura ed anche la sfida perché noi saremo attenti, nell'accogliere questa mozione e nell'insediare, questo è fondamentale, una struttura che oggettivamente deve essere di alta qualità, di alta professionalità, nell'interesse di tutta la comunità istituzionale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 41/01 a firma della Consigliera Pergolesi. Ritirato.

Emendamento n. 41/1 a firma della Consigliera Pergolesi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Romina PERGOLESI. Grazie, ritiro anche questo emendamento perché è ininfluente per la votazione della mozione. Grazie.

Emendamento n. 41/2 a firma della Consigliera Pergolesi. Ritirato.

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Fabbri, Pergolesi, Maggi, Bisonni, Giorgini. Ritirata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie. Pochissimi minuti perché il dibattito mi ha stimolato su un paio di aspetti e in particolare quelli riguardanti il personale e la tempestività o la tardività di questo atto.
Tengo a ricordare che la stazione unica appaltante Marche è già esistente, istituita con legge, ha già prodotto 3 gare, sono troppo poche ma, e qui veniamo al personale e a quanto ha detto l’Assessore Cesetti, la struttura ad oggi è composta di sole tre persone, evidentemente non è in grado di sostenere un ampio livello di gare e la mozione riguarda questo aspetto. In effetti la mozione ricostruisce la storia della SUAM, non interviene tanto sul tema degli appalti, quanto su quello del personale.
Prendo atto, con grande favore, di quanto detto dall’Assessore Cesetti e della volontà politica della Giunta di dotare questo ufficio di personale all’altezza di questo compito. Tranquillizzo il Consigliere Maggi perché già la legge prevede le fattispecie di personale da inserire in questo ufficio, tutto personale pubblico, della Regione o distaccato, dopo opportuna formazione. Tra l’altro c’è stato anche un concorso, c’è una graduatoria, c’è personale formato distaccato da altri enti che utilizzano la SUAM.
Fondamentalmente questa è una mozione che riguarda il personale.
Tengo però a ricordare un’altra cosa, sul piano politico, la Vicepresidente di questa Giunta è la Presidente di ITACA.
Terminato questo aspetto che riguarda, Assessore Casini, il tema del personale, il Gruppo del PD è disponibile a collaborare con la Giunta e con la Vicepresidente che ha la delega in materia per far si, una volta che avremo dotato la struttura di personale necessario, che gli aspetti fondamentali della stazione appaltante dispieghino i propri effetti.
Questi sono due chiarimenti che mi parevano opportuni, anche per spiegare che oggi stiamo parlando del personale, però dall'1 gennaio dovremo parlare della SUAM in quanto tale, quindi degli appalti e di questo aspetto.
Oggi è una mozione funzionale a quello che faremo dall'1 gennaio 2016. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Prima, come Gruppo della Lega, ho espresso una considerazione in riferimento ad una cosa che sembrava, per metterla in azione, dare più incisività alla SUAM, ora, dopo l'intervento del Capogruppo del PD, la nostra considerazione ci porta a votare contro.
Votiamo contro per un motivo molto semplice, l'ha detto poc'anzi il capogruppo del PD, la struttura c'era e per farla funzionare il PD propone una mozione.
Credo che qualcosa in questa maggioranza non funzioni e per questo motivo noi votiamo contro.

PRESIDENTE Mozione n. 41. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 32
ad iniziativa del Consigliere Carloni
"Difesa dell'autonomia e dell'unità delle Marche nella revisione del numero delle Regioni"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 32 del Consigliere Carloni che ha la parola per illustrala.

Mirco CARLONI. I recenti fatti hanno visto il Presidente Ceriscioli prendere una posizione importante con le altre Regione del centro Italia. Essendo questa una materia di esclusiva competenza dell'Assemblea legislativa, credo che sia opportuno che il mandato politico, rispetto a questa scelta, lo dia l'Assemblea legislativa. E’ un indirizzo politico.
Spero possa accogliere la volontà di tutti nel rivendicare e difendere l'autonomia della regione Marche, ma anche una sua unità, perché nelle proposte circolate nelle varie discussioni in Commissione di Camera e Senato, come potete aver visto tutti quanti, sono uscite più ipotesi tra cui anche quella di uno smembramento della nostra regione in eventuali aggregazioni diverse.
Penso che su questo fatto vada fatta chiarezza e credo che il Consiglio debba dare un mandato molto chiaro su cosa deve perseguire il Presidente Ceriscioli.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, Presidente. La mozione del Consigliere Carloni potrebbe aprire un dibattito vastissimo. Ora per economia dei tempi non l’affronterò, anzi, non intendo entrare in tutti gli aspetti interessanti, politici che possono essere legati a questa mozione.
È chiaro che siamo nel mezzo di una fase di riforma istituzionale importante, siamo nel mezzo di un dibattito molto interessante che riguarda le Regioni.
Credo che qui non ci sia nessuno, a partire dal Presidente Ceriscioli, che intenda smembrare le Marche e non credo che ci sia stato mai nessun atto in questo senso, anzi ricordo d'aver sentito più volte il Presidente Ceriscioli, sia in quest’Aula che sugli organi d’informazione, intervenire come priorità rispetto al fatto che la discussione che affronteremo potrà vedere o meno, nei prossimi anni, un dibattito sulla fusione tra regioni e voglio ricordare a tutti che il Presidente Ceriscioli ha sempre fatto presente che la priorità è l’unità delle Marche.
Approfitto anche per illustrare l'emendamento che è volto a modificare questa mozione, eliminando questo aspetto perché, anche per dovere di onestà oltre che per un aspetto politico, il Presidente Ceriscioli non ha mai detto che le Marche dovranno essere smembrate, tutt'altro.
Se quest'emendamento verrà accolto dall'Aula, come penso e spero, noi voteremo a favore di questa mozione perché crediamo che il suo significato complessivo sia accoglibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sarò rapidissimo. Sostengo l'emendamento del Consigliere Busilacchi anche perché, se ho ben capito, qui le fughe le possono fare tutti. Le ha fatte anche il Consigliere Carloni che è andato sui giornali, le ho fatte anch’io, ci siamo divertiti nell'immaginare la nuova geografia, in realtà, visto che la modifica dei confini regionali si deve fare con legge costituzionale che sarà sottoposta a referendum, le fughe sono poche.
Ben venga il dibattito, sia da parte di NCD che da parte nostra e di chiunque.
Credo che se il Presidente Ceriscioli ha incontrato gli sponenti della Regione Toscana ed Umbria abbia fatto bene, altrettanto bene farà quando incontrerà gli esponenti delle Regioni Abruzzo e Molise, questo a metà perché si parla del Molise a metà.
In realtà, ad onor di cronaca, non è che qui ci sia solo un’ipotesi, qui c’è una precisa proposta di legge che prevede, cosa che ritengo invece molto pericolosa, che Pesaro sia sull’Emilia Romagna.
Solo una battuta, Consigliere Carloni, non è cattiva, noi del sud delle Marche abbiamo l'impressione che Pesaro ami più la Romagna piuttosto che le Marche, ci sta, se ora questa impressione verrà sconfessata da una volontà completamente rovesciata, di rifare unità con il resto della regione, sarà una cosa estremamente positiva. Però quest’impressione è un po’ passata, negli ultimi dieci anni l’abbiamo sempre avuta, questa potrebbe essere l’occasione, provocata dall’esterno, per ritrovare un’unità non formale, ma sostanziale della nostra regione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 32/1 a firma Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(l’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 32, così come emendata. La pongo in votazione.

(l’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 35
ad iniziativa dei Consiglieri Bisonni, Maggi, Pergolesi, Giorgini, Fabbri
“Impegno della Giunta regionale a farsi promotrice presso il Governo dello Stato italiano per l'abolizione dell'articolo 35 del decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014 così come convertito dalla legge 11 novembre 2014, n. 164”

Mozione n. 48
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Volpini, Giancarli, Busilacchi, Micucci, Urbinati, Giacinti, Traversini, Talè, Rapa, Minardi
“Contrarietà alla realizzazione nel territorio marchigiano di inceneritori previsti all'articolo 35 del decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014, c.d. 'Decreto sblocca Italia'”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 35 dei Consiglieri Maggi, Bisonni, Pergolesi, Giorgini, Fabbri e la mozione n. 48 dei Biancani, Volpini, Giancarli, Busilacchi, Micucci, Urbinati, Giacinti, Traversini, Talè, Rapa, Minardi, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Buonasera a tutti i Colleghi. Questa mozione vuole esprimere la contrarietà all'articolo 35 del decreto “Sblocca Italia” fatto dall'attuale Governo Renzi.
Per capire perché bisognerebbe votare a favore di questa mozione, voglio leggere l'articolo 35 in alcuni punti che ritengo importanti e fondamentali, perché dobbiamo capire che cosa dice l'articolo 35 dello Sblocca Italia.
Al comma 1, testualmente, il decreto convertito in legge dice questo: “gli inceneritori sono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”; è quello che accadde quando ci fu l'elettrificazione in Italia, l’ENEL arrivava, ti piazzava il traliccio sotto casa perchè era un'opera di interesse strategico nazionale e uno non si poteva opporre.
Renzi ci sta dicendo che se ci mette l’inceneritore sotto casa, noi non ci possiamo opporre. Questo poi lo specifica meglio nei commi successivi, ma vado con ordine.
Il comma 3 dice che questi impianti devono lavorare a saturazione del carico termico, questa è una cosa “molto grave” perché, come voi sapete, il decreto attuativo di questo articolo prevede la realizzazione di un inceneritore nelle Marche da 200.000 tonnellate di rifiuti.
Il problema è, come qualcuno anche del PD ha sollevato, anche ai tavoli della Conferenza tecnica, che le Marche non producono questa quantità di rifiuti così elevata da portare ad incenerire, perché siamo una regione virtuosa e viaggiamo intorno a percentuali di raccolta differenziata che sfiorano il 70%, poco meno del 65%.
Rispettare la legge, visto che il comma 3 prevede la saturazione a carico termico, significa che se noi non abbiamo questi rifiuti, perché in casa non li produciamo, saremo costretti, dovendo rispettare la legge, ad importarli da fuori regione.
Questo non lo dice il sottoscritto, lo dice il decreto nei commi successivi.
Andando con ordine il comma 6 dice che non sussistono vincoli al trattamento dei rifiuti urbani prodotti in altre regioni. Ce lo sottolinea. Sono inoltre ammessi anche i rifiuti speciali pericolosi, provenienti da altre regioni.
Il comma 8 dice che i termini per le procedure di espropriazione dei terreni vengano ridotti della metà ed i termini per le procedure di valutazione di impatto ambientale e autorizzazioni integrate ambientali si considerano perentori. Quindi, non possiamo portarla per le lunghe, la Regione volendo non può ostacolare e portare per le lunghe i procedimenti.
La cosa più grave è il comma 9 che recita così: “In caso di mancato rispetto dei termini, di cui ai commi 3, 5 e 8 - quelli appena letti - si applica il potere sostitutivo previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, numero 131”, ossia il commissariamento dell'ente.
Renzi, quindi, ci ha detto che l’inceneritore è una priorità di interesse strategico nazionale, che i rifiuti li possiamo, anzi, se non abbiamo il carico termico saturo, li dobbiamo andare a prendere fuori regione, e non possiamo prolungare i procedimenti e che se ci opponiamo a queste cose, rischiamo il commissariamento.
Questo è il capolavoro dell'articolo 35 di questo decreto.
Ribadisce poi al comma 11 che il divieto di prendere altri rifiuti non si applica ai rifiuti urbani ed i Presidenti di altre Regioni possono ritenere necessario avviarli allo smaltimento fuori dal territorio regionale.
Il quadro è scritto a chiare lettere.
Di fronte ad un articolo del genere, penso che l'unica cosa da fare sia votare questo impegno affinchè la Giunta promuova presso il governo l'abolizione di questo articolo.
Tra l'altro si potrebbe anche di passare attraverso la Regione, basterebbe che l’Assessore Sciapichetti ed il Presidente Ceriscioli avviassero dei tavoli con il Governo, con Renzi, per far si che il Governo abolisca questo articolo che sta veramente, dal mio punto di vista, fuori dal mondo.
Nella mozione si chiede anche di esprimere parere negativo nella conferenza Stato Regioni per la realizzazione di questo inceneritore e di esprimere la contrarietà alla combustione dei rifiuti, sotto qualsiasi forma, compresa la forma del CSS.
In Italia siamo soliti cambiare le parole per non cambiare la sostanza. Il CSS non è altro che un rifiuto a cui viene cambiato il nome e viene chiamato combustibile solido secondario, ma in realtà, ora potrei anche entrare in tecnicismi, perché la materia l’ho approfondita, ma non serve, è un rifiuto a cui viene cambiato il nome. Da una parte si dice di non fare inceneritori e dall'altra di essere contrari alla combustione dei rifiuti, a nome cambiato. Mi sembra un atto di coerenza.
Visto che sono molto attaccato all'enciclica del Papa, ho pensato: “ho un Papa ambientalista, sta dalla mia parte”, vediamo ora il Consigliere Marconi come voterà sulle parole del Papa.
Al contrario, leggo l'enciclica:”Il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione del consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e di utilizzare rifiuti e scorie. Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future e che richiede di limitare al massimo l'uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l'efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare”.
In un passo precedente il Papa dice: “L'esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri e provocano milioni di morte premature”.
Voglio anche dire che recentemente l'Enea, prima l'Europa e ora l’Enea, ha acquisito un rapporto in cui si dice che in Italia c’è una preoccupante situazione dovuta a inquinanti atmosferici, soprattutto nella zona della pianura padana per la conformazione geomorfologica.
Bruciare i rifiuti è la cosa più sbagliata che si può fare.
Voglio ricordare a tutti, scusate una piccola lezione di fisica, che in natura nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Andando a bruciare un rifiuto, noi non andiamo a distruggere un bel niente, ma lo trasformiamo da solido a gassoso. Nella fase solida, per quanto possa disturbare, il rifiuto rimane gestibile, consideriamo che le discariche moderne - noi non siamo favorevoli alle discariche, ci mancherebbe, noi siamo per la strategia “rifiuti zero”, tanto per essere chiari - sono impianti tecnologicamente avanzati che, nella fase solida, hanno l'effetto di contenere l'inquinamento in una zona ben limitata, quando invece andiamo a trasformare il rifiuto nella fase gassosa, dobbiamo metterci in testa che noi stiamo creando una discarica.
Questo punto lo voglio sottolineare con forza, perché anche nel Piano regionale dei rifiuti e anche secondo l’Europa, c'è una graduatoria di interventi, tra cui la discarica e all'ultimo posto. D'accordo, ma consideriamo le discariche, tutte, comprese quelle che stiamo facendo nel cielo, perché trasformare un rifiuto da solido a gassoso, significa fare una discarica in aria, con la differenza che la discarica a terra la possiamo gestire, la discarica in aria è completamente ingestibile.
Voglio sottolineare un'altra cosa, qualcuno dice che esistono il filtri, megafiltri tecnologici, allora vi propongo un esperimento virtuale, molto semplice e poi concludo perché non vi voglio annoiare.
Supponiamo di dover bruciare una tonnellata di rifiuti e prima di bruciarla pesare il filtro, il migliore che voi conoscete. Pesiamolo, bruciamo questa tonnellata di rifiuti e poi andiamo a ripesare il filtro. Quanta massa è stata trattenuta da questo filtro? Anche per il volume, il filtro ha una dimensione definita, la massa che sarà stata trattenuta sarà una massa ridicola, piccolissima. Tutto il resto andrà in aria. Quindi non venite a dire che esistono i filtri che trattengono le parti inquinanti perché questo non è vero. Non è vero, perché è fisicamente impossibile a livello di massa, di volumi. Chiaro?
Non c'è cosa più sbagliata che trasformare un rifiuto da solido a gassoso.
Concludendo invito tutti i colleghi, anche a fronte delle parole del Papa, a votare a favore di questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. In nome e per conto di Papa Francesco esprimo parere contrario alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che, comunque, se ho ben capito, verrà ritirata. Voto a favore di quella che abbiamo sottoscritto, penso tutti, a questo riguardo.
Il ragionamento sarebbe un po’ più lungo anche se il collega che mi ha preceduto ha ampiamente dissertato su questa materia, ma ci ritorneremo sicuramente.
Un sola battuta, mi sia consentito di farla, a nome sempre del Partito del Papa il quale unitamente all’ambiente, ha parlato anche di aborto, eutanasia e famiglia gay.
Naturalmente dichiaro il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Intervengo sulla mia mozione anche se ho capito bene che le due mozioni sono abbinate.
La mozione n. 48 è un atto al quale il Gruppo del PD e l’intera maggioranza hanno lavorato molto, perché ci crediamo in modo particolare anche a seguito di un confronto con l’Assessore Sciapichetti che ha già avuto modo di partecipare ad un primo tavolo in Conferenza Stato Regioni.
Mi auguro che questa mozione possa essere votata dall’intera Aula, anche perché ho capito che le sensibilità nei confronti di questo argomento sono trasversali, quindi mi auguro che ci possa essere un documento unitario votato da tutta l'Aula per dare più forza allo stesso.
La nostra mozione parte da un presupposto, dal fatto che la Regione Marche è una regione virtuosa. Proprio in questi giorni l’Assessore insieme alle Province ed a Legambiente ha presentato i risultati della raccolta differenziata che dimostrano che la regione Marche, ad oggi, è al terzo posto in Italia come quantità di raccolta differenziata, con il 63%, di valore medio in tutte le province.
Pensate che la Comunità europea dà per il 2020 l'obiettivo del 65%, quindi noi, oggi, nel 2015, possiamo dire di essere quasi arrivati all’obiettivo che l’Europa ci ha dato.
Ricordo che la precedente Amministrazione, proprio quest’anno, ha fatto il Piano regionale della gestione dei rifiuti che alzava questa percentuale e si dava come obiettivo, non il 65%, ma per il 2020, il 70%.
Questa è una scelta importante che comporta tutta una serie di altre scelte a cascata, prima di tutto la questione del termovalorizzatore. Noi come maggioranza e come Gruppo PD siamo contrari all’articolo 35 dello “sblocca Italia” che, come ha detto benissimo il Consigliere Bisonni, prevede una serie di inceneritori nelle varie regioni d'Italia.
Sulla base del Piano regionale di gestione dei rifiuti, sulla base dei risultati che abbiamo, sulla base del fatto che la quantità di materiale che sarebbe necessaria per garantire la vita di questo inceneritore nella nostra regione non c’è in quanto puntiamo alla raccolta differenziata - la quantità di rifiuti necessaria per rendere sostenibile un inceneritore nelle Marche non c’è - ribadiamo con forza la volontà di votare contro l’art. 35 dello “sblocca Italia”, perché pensiamo che la direzione da prendere sia un’altra.
Prima di tutto il recupero, il riuso, il riciclaggio e la riduzione della quantità dei rifiuti prodotti, andando all’obiettivo che è quello “della quantità zero dei rifiuti”. Questa è la politica che la Regione Marche vuole portare avanti.
Se dovesse andare avanti l’art. 35, vorrebbe dire che la nostra Regione dovrebbe importare rifiuti dalle altre. Questa è una cosa completamente sbagliata, noi diciamo che se ci sono regioni che non hanno fatto il Piano regionale dei rifiuti, che non riescono a fare la raccolta differenziata, è giusto che, se si deve fare un inceneritore, lo si faccia nei loro territori e non nelle Marche che sta stimolando e promuovendo la raccolta differenziata in tutti i Comuni delle proprie province.
La nostra è una contrarietà netta a questo articolo.
Voglio anche dire che in Parlamento, attraverso alcuni Gruppi e alcuni parlamentari, stanno cercando di rivedere quanto previsto dall’art. 35, di andare a riconsiderare quel decreto, in quanto sta creando diversi problemi, non solo nella regione Marche, ma in tutte quelle regioni che hanno deciso di puntare ad un altro tipo di politica ambientale.
Ho presentato un emendamento insieme al Consigliere Bisonni che presumo vi presenterà, firmato anche da tutti i Capigruppo, non solo dai Consiglieri della III Commissione, un unico emendamento sul dispositivo della mozione 48 presentata dalla maggioranza, dove i principi sono: no al termovalorizzatore, no all’art. 35.
Sulla base del fatto che, come ha detto anche il Consigliere Bisonni, noi abbiamo un’altra idea, un altro tipo di approccio all’ambiente, questo è un articolo che va a scavalcare quelle che sono le prerogative delle Regioni. Questa è una cosa che ci dà molto fastidio. Il Piano di gestione dei rifiuti è di competenza regionale e questo articolo va oltre le scelte che ogni territorio e ogni regione può fare ed va oltre le scelte dei cittadini, perché, presumo, che il Piano regionale dei rifiuti sia stato fatto ascoltando i Comuni e le Province e sia il risultato di una politica e di un percorso condiviso che è stato fatto nell’ambito regionale.
Chiedo alla maggioranza e all’opposizione di votare la nostra mozione, ovviamente con l’emendamento presentato che ha come primo firmatario il Consigliere Bisonni e poi tutti i Capigruppo consiliari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie, Presidente. Sono contento perché alla fine, come avevo puntato da tempo, è stato fatto un documento unico, perchè, secondo me, la nostra Regione dovrebbe giocare il tutto per tutto con un documento unitario. Se ci riusciremo sarà un buon punto, indipendentemente dai meriti e dalle nostre idee.
Io non so se questo riuscirà a difenderci da quella che è la volontà di Roma, comunque è importante far capire all’esterno che noi siamo tutti uniti nella difesa della nostra Regione anche perché questa cosa che ci sta cascando addosso, cadrà principalmente nel mio territorio. Gli unici due siti possibili per allestire gli inceneritori, ad oggi, sono Castelraimondo o il sito Consmari, non ci sono altre soluzioni.
Io abito lì ed ho patito, personalmente, nella mia casa, i tumori di due figlie, allora dico: uno che colpe ha per patire un inceneritore? È una cosa che il territorio non merita. E' una cosa che se va a buon fine, azzera tutte le forme di vita in 1200 chilometri quadrati.
Settimane fa, alla presentazione del Programma regionale di sviluppo avrei voluto fare un intervento e dire: “A cosa servono tutti questi soldi su questa vallata, se poi, in proiezione, arriva l’inceneritore?” Si buttano soldi sull’agricoltura e poi si azzera tutto quanto, non ha alcun senso.
Su questa mozione ho puntato alla mediazione per avere un documento unico e far vedere che la Regione è contraria, è compatta e, indipendentemente dal fatto che c'è il centrodestra o il centrosinistra, non vogliamo queste prevaricazioni da Roma. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio i firmatari delle due mozioni perchè ci danno la possibilità di ritornare su un argomento di cui abbiamo discusso, per la verità, nei giorni e nelle settimane successive a luglio 2015, quando, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata individuata ed inserita anche la regione Marche tra quelle che devono avere un inceneritore.
Credo che noi abbiamo già fatto quello che era nelle nostre possibilità per dire in tutte le sedi, al Ministero e in Conferenza Stato Regioni, il nostro no fermo all’inceneritore della nostra regione, sostenendo una serie di motivazioni.
La prima, mi pare la più importante, è quella che fa riferimento l'articolo 35, comma 1 che dice: “Si prevede tenendo conto della pianificazione regionale”. Il Piano dei rifiuti che la Regione Marche si è data, come avete ricordato, nella prima parte del 2015, nella passata legislatura, non prevede nel modo più assoluto l’inceneritore nel territorio regionale. Questo mi sembra l'argomento più forte che noi abbiamo sostenuto con grande vigore a livello nazionale.
Il secondo aspetto è quello relativo al fatto che, l’avete detto, l'ha ricordato il Consigliere Biancani, siamo una regione dove la raccolta differenziata è talmente spinta d'aver portato la regione Marche al terzo posto in Italia per quanto riguarda la media nazionale che è del 63,3%, con punte che arrivano, addirittura, in alcuni Comuni, all'80%, nella mia provincia siamo al 74%, quindi non si giustifica, non ci sono i motivi, per prendere in considerazione il discorso dell’inceneritore.
Detto ciò, in riferimento al discorso che veniva ora fatto e cioè che l'emendamento potrebbe consentire un voto unitario, penso che questo possa dare più forza al governo regionale in sede nazionale, per sostenere questa tesi che mi pare sia condivisa da tutti anche se con sfaccettature diverse, anche se con motivazioni diverse.
Il mio appello è quello di votare unitariamente, tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, questa mozione e questo emendamento, soprattutto questo emendamento perché ci dà la possibilità a Roma di rappresentare una posizione unitaria e di avere più forza.
Avremo modo di ritornare, se ci saranno sviluppi, su questo tema, certamente si, ad oggi credo che dobbiamo prendere atto che il governo regionale si è mosso con grande coerenza e con grande determinazione sulla linea che oggi viene auspicata. Grazie.

PRESIDENTE. Chiedo chiarimenti in merito alle due mozioni. Sospendo la seduta per cinque minuti per darvi modo di chiarire.

La seduta è sospesa alle ore 16.55.

La seduta riprende alle ore 17.00

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Ha la parola il Consigliere Bisonni

Sandro BISONNI. Ci siamo consultati e, anche in funzione del fatto che l’emendamento che ho proposto è stato sottoscritto da tutti i Gruppi presenti in aula, concordiamo tutti di ritirare la mozione n. 35.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Ringrazio il Consigliere Bisonni per avere presentato questo emendamento e per aver rinunciato a quello che aveva espresso nella sua mozione per riuscire ad avere un voto unico ed unanime all’interno dell’Aula.
Mi auguro anche che gli altri gruppi possano sostenere l’emendamento in modo che si riesca a votare una mozione che possa veramente dare forza alla posizione della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Chiedo la votazione della mozione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Zaffiri e Leonardi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 48/001, a firma dei Consiglieri Bisonni, Biancani, Rapa, Marconi, Zura Puntaroni, Pergolesi, Maggi, Giorgini Fabbri, Leonardi, Marcozzi, Celani, Carloni, Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(l’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 48/01 a firma del Consigliere Bisonni. Ritirato.
Emendamento 48/1 a firma del Consigliere Bisonni. Ritirato.

Mozione n. 48, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale, richiesto a nome dei Consiglieri Zura Puntaroni, Zaffiri e Leonardi.

Favorevoli: Biancani, Bisonni, Celani, Fabbri, Giacinti, Giorgini, Leonardi, Maggi, Marconi, Marcozzi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Volpini, Zaffiri, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(l’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,05.