Resoconto della seduta n.127 del 30/07/2013
SEDUTA N. 127 DEL 30 LUGLIO 2013

La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 127 del 30 luglio 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 126 del 23 luglio 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 352 in data 22 luglio, ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Bugaro, Giancarli, concernente: “Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente;
n. 353 in data 25 luglio, ad iniziativa del Consigliere Pieroni, concernente: “Modifiche alla legge regionale 8 marzo 2005, n. 1 (Statuto della Regione Marche)”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente.
Comunico, inoltre che:
la proposta di legge n. 377, ad iniziativa dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Latini, concernente: “Proroga del termine previsto dall'articolo 9 della legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”, già assegnata in data 20 giugno 2013 alla IV Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi del comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale n. 4/2007;
la proposta di legge n. 345, ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Sciapichetti, Badiali, Busilacchi, concernente: “Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2003, n. 13 “Riorganizzazione del servizio sanitario regionale”, già assegnata in data 10 luglio 2013 alla V Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi del comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale n. 4/2007;
la proposta di legge n. 348, ad iniziativa del Consigliere Sciapichetti, concernente: “Disciplina delle sale da gioco, lotta alle scommesse e al gioco d'azzardo” già assegnata in data 16 luglio 2013 alla V Commissione assembleare in sede referente, viene assegnata, come richiesto, al Consiglio delle Autonomie Locali per l'espressione del parere ai sensi del comma 5 dell'articolo 11 della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 529 del consigliere Latini “Salvaguardia del trasporto sanitario e pubblica assistenza”;
n. 530 del consigliere Pieroni “Rifinanziamento della cassa integrazione in deroga”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
n. 18 in data 22 luglio 2013 “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Castel Colonna, Monterado e Ripe, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”;
n. 19 in data 22 luglio 2013 “Disciplina dei procedimenti contrattuali regionali”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Cardogna.

Commemorazione De Sabata

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri prima di passare alla trattazione dell'ordine del giorno, credendo di interpretare il sentimento e la volontà dell'intera Assemblea legislativa, dobbiamo ricordare una personalità della nostra regione che nei giorni scorsi, anzi nella giornata di sabato, è venuto meno, Giorgio De Sabata.
Giorgio De Sabata è stato un grandissimo protagonista della vita amministrativa, culturale, politica della nostra Regione, sono innumerevoli gli incarichi che ha svolto con competenza, capacità e passione politica.
Professore di diritto ed economia, è stato Assessore al Comune di Pesaro, Sindaco del Comune di Pesaro, Consigliere regionale, Vice Presidente del Consiglio regionale, Consigliere comunale di altri Comuni della Provincia di Pesaro, Parlamentare, sia Deputato che Senatore, mi pare, per quattro legislature. È stato Difensore civico, anche della Regione Marche, uno degli uomini che si è mosso anche a livello europeo, era fra gli estensori della Carta europea delle autonomie e, ripeto, ha ricoperto innumerevoli incarichi. Era nato il 2 luglio del 1925.
Con Giorgio De Sabata se ne va una persona che, fin dal momento tragico della lotta al fascismo, è stato un combattente partigiano, si è speso sempre in modo lodevole per gli ideali di libertà e di democrazia ed è stato un protagonista importante della vita di questa nostra Regione, credo, quindi, che il ricordo del Consiglio regionale di cui ha fatto parte, sia doveroso.

Commemorazione vittime incidente in Irpinia

PRESIDENTE. Purtroppo oggi è una giornata ancora più triste per quanto è accaduto, oggi è stato opportunamente, secondo me, decisa dal Governo Letta la giornata di lutto nazionale per l'incidente in Irpinia, lungo l'autostrada A16, dove un pullman di pellegrini è precipitato dalla sede autostradale per 30 metri e, purtroppo, hanno perso la vita 38 persone e ci sono anche 10 feriti.
Si è trasformata, in qualche secondo, per responsabilità che andranno accertate, la vita di 38 persone che vivevano, se volete, un momento di gioia, di felicità, era un momento di vacanza, di fede
Il Governo ha fatto bene a dichiarare giornata di lutto nazionale, quindi, noi ci associamo a questo e vi vorrei invitare nel ricordare queste 38 persone ad osservare un minuto di silenzio, quindi, vi invito ad alzarvi. Grazie.

(Minuto di silenzio)

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Voglio chiedere a nome del gruppo Centro Destra Marche Fratelli d'Italia, anche in base a quello che ci eravamo detti e che il Governatore ci aveva detto nelle ultime occasioni, non ultima il Consiglio regionale aperto sull'Indesit, sul problema occupazionale, visto che andiamo incontro ad un mese di non frequentazione, se il Governatore ci poteva aggiornare sugli ultimi aspetti e sugli ultimi sviluppi sia della problematica Indesit, di cui abbiamo solo letto sui giornali, che su Banca Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Il Presidente dichiara la sua disponibilità, quindi, risponderà alla richiesta del Consigliere Natali.

Gian Mario SPACCA. Molto brevemente, non sono soltanto queste le due questioni che il Governo regionale anche attraverso i suoi Assessori sta seguendo, perché non si sono interrotte le modalità di dialogo che avvengono attraverso il Ministero dello sviluppo economico, ci sono in corso altre riunioni che si terranno sia questa settimana e credo anche la prossima.
Con riferimento alle due questioni specifiche che sono state sollevate sapete che in relazione alla vicenda Indesit sono stati attivati due tavoli presso il Ministero dello sviluppo economico, uno riguarda il rapporto azienda istituzioni, istituzioni regionali e Governo nazionale, l’altro riguarda azienda-governo-sindacati.
Sul secondo tavolo viene trattata direttamente la vertenza, ovvero il piano industriale che prevede i famosi 1.425 esuberi, su cui per la prima volta, nell'ultima riunione, c'è stata da parte dell'azienda un’apertura ad una revisione del piano stesso, ad una profonda revisione del piano stesso, basata sull'ipotesi di evitare qualsiasi forma di licenziamento che faccia leva sui contratti di solidarietà. I contratti di solidarietà sono quei contratti che non prevedono cassa integrazione, ma prevedono che tutti i dipendenti riducano l'orario di lavoro e tutti, a rotazione, si fanno carico di una parte di riduzione dell'orario, ma tutti sono impegnati in questo processo.
Diciamo che questa è la parte dove noi abbiamo semplicemente fatto una dichiarazione che il Ministero ha recepito in armonia con tutte le altre istituzioni, in perfetta coerenza con quello che è stato l'ordine del giorno del Consiglio regionale, in cui abbiamo dichiarato che il piano Indesit originario era inaccettabile e credo che questa posizione del Consiglio regionale sia molto servita anche per far rivedere le posizioni all'Azienda.
Credo che la cosa più rilevante sia avvenuta, e credo che sia anche di grande interesse per il Consiglio regionale, sull'altro tavolo dove noi abbiamo incontrato il Ministro del lavoro ed il Ministero dello sviluppo economico e dove è stata accettata la proposta che il Consiglio regionale ha indicato, ovvero che per rispondere alla preoccupazione che il mercato europeo possa essere servito da un'attività produttiva al di fuori del nostro Paese, al di fuori dell'Italia, al di fuori della nostra regione, quindi, anche sui punti di forza di altri Paesi, come la Polonia e la Turchia, sia necessaria una politica industriale attuata dal Governo nazionale e dalle sue istituzioni, che dia possibilità di crescere nel valore aggiunto dei prodotti che posso collocarsi in maniera competitiva sul mercato europeo.
Da questo punto di vista è stata accettata la nostra proposta che prevede la creazione di una piattaforma di ricerca, di innovazione, di trasferimento tecnologico e di design nelle Marche.
Una piattaforma che dovrebbe, questa è l’indicazione che noi abbiamo dato, essere collocata nell'unità produttiva di Melano che verrebbe ad essere chiusa nel piano industriale presentato dall'Azienda e verrebbe data dall’Azienda stessa ad una istituzione di carattere pubblico. Sostanzialmente si prevede una fondazione e come riferimento il Cnr. E' stata anche considerata con attenzione la formula che noi abbiamo presentato che le Marche pur essendo la regione più manifatturiera d'Italia non hanno nessun centro nazionale di ricerca, né il Cnr, né gli Fn, né Enea, né di altra natura che, in qualche modo, faccia e sviluppi questa attività di ricerca precompetitiva a favore del sistema manifatturiero.
Ho avuto anche un incontro oltre ai due con il Ministero del lavoro e dello sviluppo economico nell'ambito della vertenza Indesit, anche con il Ministero della ricerca scientifica, Miur, perché tutti i progetti che in questo momento hanno connessione con questo progetto di piattaforma, ovvero progetti nazionali che si riferiscono al cluster della domotica e al cluster della fabbrica intelligente possono essere collocati su questa piattaforma nazionale.
E' stato attivato un gruppo di lavoro che si riunirà dopo domani a cui parteciperà il Presidente Nazionale del Cnr, i tre Ministeri di cui vi ho detto, quindi, il Ministero del lavoro, il Miur ed il Ministero dello sviluppo economico, le Regioni Friuli, Veneto, Lombardia, Marche e Campania, le Università per adesso coinvolte, ma credo che saranno ancora di più, sono quelle di Caserta, Napoli, Ancona e Camerino.
Entro il mese si dovrebbe dare vita al progetto di fattibilità, visto che è stata accettata l'idea, anzi, se possibile vorrei, se qualcuno mi dà una mano, che venisse distribuito il documento formale (allegato A) che noi abbiamo presentato al Ministero dello sviluppo economico ed al Ministero del lavoro, in modo che abbiate anche un’idea visiva, scritta, del progetto che abbiamo presentato, che è l'idea-progetto che verrà implementata, ripeto, durante il mese di agosto perché costituisce un elemento fondamentale proprio per dare assicurazione ai lavoratori che non ci sarà attività di delocalizzazione. La delocalizzazione, lo ripeto, è quella di servire lo stesso mercato, il mercato europeo, da un centro produttivo diverso dalla collocazione in Italia e nelle Marche.
Credo che questa nostra iniziativa potrà aiutare sicuramente anche sull'altro tavolo rispetto all'avanzamento di una trattativa che si orienti nella maniera più appropriata a tutela dei diritti dei lavoratori.
Per quanto riguarda la seconda questione, noi abbiamo proseguito nell'azione che il Consiglio regionale ha indicato, ovvero quella di rivolgerci a tutta la comunità regionale in un’azione di moral suasion perché partecipi alla ricapitalizzazione di Banca Marche e Banca Marche diventi davvero la Banca della nostra regione a servizio, soprattutto, della piccola, media impresa e delle famiglie delle Marche ed abbia una governance che sia orientata in questo senso che viene certificata proprio dalla partecipazione al capitale sociale di tutta la comunità.
Naturalmente essendo molto pesante il processo di ricapitalizzazione, come sapete in questo momento Banca d'Italia indica entro i 100 milioni di azioni e in 100 milioni di obbligazioni entro il 31 dicembre 2013, abbiamo seguito un ordine partendo dalle prime centocinquanta imprese della nostra regione in ordine di fatturato. Abbiamo invitato tutti gli imprenditori in tre assemblee in modo statistico, in modo oggettivo, e alla prima era presente anche il Presidente dell'Assemblea legislativa. A questi incontri hanno partecipato quaranta imprenditori e venti hanno dato la loro adesione, alla seconda ne hanno partecipato centonove ed altri venti hanno dato la loro adesione.
Abbiamo registrato una forte attenzione, una forte sensibilità rispetto a questa strategia, nel senso che c'è una larga condivisione su un percorso partecipato e diffuso di ricapitalizzazione che coinvolga tutta la comunità.
Abbiamo anche avanzato una proposta tecnica che le sottoscrizioni, proprio per dare questo senso di fusione da parte degli imprenditori indipendentemente dalle loro dimensioni, fossero nell'ordine da 1 a 5 milioni, mentre le famiglie, i cittadini potessero sottoscrivere pacchetti azionari da 1.000 fino a 5.000 euro, sono questi i due ordini di valori di riferimento che abbiamo indicato.
C'è stato un problema strada facendo, perché Banca d'Italia ha eccepito un'altra questione, la questione è, cerco di spiegarmi nella maniera più semplice possibile, il capitale di sicurezza in rapporto al patrimonio dell'istituto. È vero, c'è un limite che Banca d'Italia chiede a Banca delle Marche, che il capitale di sicurezza a garanzia del patrimonio sia intorno all'8%, se questa cifra non viene riscontrata l'istituto in questione dovrebbe restituire tutti gli euro bond ricevuti nel momento in cui sono stati collocati sul mercato.
Ora Banca delle Marche ha 4 miliardi di euro di euro bond ad un tasso dell'1%, se fosse chiamata a restituire questa parte non avrebbe più possibilità di sopravvivenza. Iin queste ore è in corso un processo, che coinvolge naturalmente non privati ma istituti nazionali che vogliono partecipare a questa operazione, quindi, hanno nella loro filosofia un atteggiamento non monopolistico, vogliono sostenere le banche del territorio e dovrebbero garantire le risorse a Banca d'Italia necessarie ad arrivare a questo rapporto tra capitale di sicurezza e patrimonio al di sopra dell'8%, in modo tale che Banca delle Marche possa avere questa possibilità, di maggior tempo, per realizzare il suo processo di ricapitalizzazione avendo la sicurezza del proprio patrimonio e dei capitali che gli sono stati conferiti.
Siamo a questo punto, io devo dire che non pensavo che intorno a questa operazione, che è stata indicata dal Consiglio regionale ci fosse tanta disponibilità, naturalmente ci sono alcuni gruppi che, per quello che so io, in modo molto trasparente ve lo dico, intendono partecipare a questa ricapitalizzazione, indipendentemente dal nostro invito, ci sono almeno 3 gruppi di imprese, di diverso orientamento economico, nel senso che la loro matrice è profondamente differente, dal punto di vista della organizzazione del loro capitale di riferimento e hanno avanzato proposte molto significative in termini di quantità di risorse per partecipare all'aumento del capitale sociale. Singoli imprenditori o gruppi di imprenditori, credo che queste possano viaggiare indipendentemente da quello che è il nostro orientamento e la strategia che noi abbiamo proposto, ma alla fine anche questa si debba, in qualche modo, ricondurre al nostro discorso che, da quello che ho capito rispetto ad un soggetto che è così ermetico e così difficilmente interpretabile come Banca d'Italia, è quello che viene gradito di più, ovvero quello che si realizzi una Banca del territorio che abbia come supporto il supporto di tutta la comunità regionale.
Noi siamo impegnati in questa direzione, perfettamente in linea con quelle che sono state le indicazioni e gli orientamenti che qui sono stati dati dal Consiglio regionale.
Nei prossimi giorni faremo un altro incontro, lo allargheremo ancora di più, tra l'altro se qualcuno vorrà partecipare in maniera discreta, vista la natura dell'incontro non ci sono problemi, proprio perché quello che sta avvenendo è in perfetta sintonia con le indicazioni del Consiglio regionale, a realizzazione di un obiettivo che è utilissimo e fondamentale per l'economia della nostra comunità.
Voglio dire che noi più di questo non possiamo fare, qualcuno ha richiamato non ricordo chi, la responsabilità della politica rispetto al controllo di questo istituto, noi non abbiamo nessuna possibilità di controllo e nessuna possibilità di (...) no, l'ha richiamato qualcuno dei Consiglieri, non abbiamo nessuna possibilità di controllo su questo istituto, sapete che c'è stata una legge 30 anni fa che ha separato nettamente le funzioni istituzionali da quelle che appartengono alle istituzioni bancarie, c'è stata una separazione rigorosissima, rispetto a cui altri poteri incidono, sicuramente non quelli politici, noi non abbiamo dentro nessun istituto di credito figure di riferimento, né nei consigli di amministrazione, né nei collegi dei revisori dei conti, né figure dirette e indirette, quindi, quello che stiamo facendo, come istituzione è soltanto un'azione di persuasione morale nei confronti della nostra comunità, perché questo percorso si possa realizzare così come lo sto descrivendo. Purtroppo non abbiamo altri strumenti, non possiamo neanche noi partecipare se non personalmente, e io credo che lo dovremo fare, personalmente, come cittadini a questo processo di ricapitalizzazione, ma non lo potremmo fare come soggetti istituzionali.
Credo, quindi, che addebitarci delle colpe o delle responsabilità rispetto a quello che è accaduto all'interno di Banca Marche sia inappropriato, sia anche una forma di non accettabile riflessione da parte di chi la propone, nel senso che non è giustificata, non è giustificabile, è semplicemente un'operazione di autoflagellazione nei confronti delle istituzioni che non ha motivo di esistere.

(n.d.r. Allegato A pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna)


Interrogazione n. 1086
del Consigliere Marangoni
“Intimidazione a dipendente Asur e censura politica nei confronti del medesimo da parte del direttore dell'Area Vasta 3”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1086 del Consigliere Marangoni. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riscontro all'interrogazione che si snoda in cinque punti del collega Marangoni, naturalmente abbiamo chiesto una dettagliata relazione al Direttore dell'Area Vasta 3 che evidenzia alcune delle questioni sollevate dall'interrogazione.
Con una nota prot. n. 42333 datata 18 aprile 2012 la Responsabile della Direzione medica di Presidio della sede di Civitanova Marche, richiedeva al Sig. XY chiarimenti in merito ad un servizio video intitolato "Morte del Dipartimento materno infantile di Recanati, aprile 2012", apparso su un sito internet con accanto la sua foto in cui veniva ripreso l'interno delle I'UU.00. di Ostetricia-Ginecologia e di Pediatria, con un sottofondo musicale funebre e, quindi, con l'evidente intento di criticare l'operato dell'Ente, riferendosi chiaramente alla chiusura del Punto Nascita dell'Ospedale di Recanati.
Con nota prot. n. 46437 del 3 maggio 2012, il Sig. XY declinando ogni sorta di responsabilità in ordine alla realizzazione e diffusione di detto video, invitava la Responsabile a rivolgersi formalmente alla redazione giornalistica di Radio Erre per avere i necessari chiarimenti, risultando, a suo dire, in modo evidente che il video fosse stato prodotto e pubblicato dal sito on line della Cooperativa Radio Erre di Recanati, di cui il dipendente si dichiarava nello stesso tempo legale rappresentante.
Con un'ulteriore nota prot. n. 39396 del 14 maggio 2012 la Dirigente rivolgeva la medesima richiesta di chiarimenti allo stesso Sig. XY questa volta nella sua veste di Presidente della Cooperativa Radio Erre.
Con nota dell'11 giugno 2012, il dipendente, che si firmava "Redazione Giornalistica" di Radio Erre, comunicava che detto video era di provenienza anonima e che era stata valutata come opportuna la sua pubblicazione, ritenendolo "interessante". Aggiungeva poi che il video non conteneva dati sensibili, che non era neppure commentato e che comunque si trattava di una ripresa di "luoghi pubblici".
Con nota prot. n. 54528 del 20 giugno 2012 a firma del Direttore dell'Area Vasta 3, all'esito di detta corrispondenza, si ricordava innanzitutto al dipendente che l'ospedale per sua natura non è un "luogo pubblico", bensì un "luogo aperto al pubblico", cui chiunque può accedere, ma osservando precise regole e limiti. In particolare l'effettuazione di fotografie o riprese, tanto più se destinate alla pubblicazione, a prescindere dal fatto che riguardi dati sensibili o meno, è necessariamente subordinata al rilascio di adeguata autorizzazione; circostanza che nel caso in specie non si era verificata. Nella medesima nota si riteneva che, sulla base degli elementi a disposizione, la responsabilità per la realizzazione e pubblicazione del video non potesse che essere attribuita al Sig. XY in virtù della carica rivestita nell'ambito della citata Cooperativa, per cui era chiamato a rispondere di tutto quanto pubblicato in suo nome e per suo conto.
Oltretutto si ricordava al Sig. XY che, in quanto pubblico dipendente, aveva dei precisi doveri ed obblighi di comportamento. Ai sensi ovviamente del Codice di Comportamento dei dipendenti della P.A., infatti: "Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. II dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa".
Era altresì evidente che il video in oggetto andava al di là della lecita espressione della libertà di pensiero, essendo palese l'intento di criticare negativamente l'operato dell'Ente, attraverso il sarcasmo e l'irrisione.

PRESIDENTE. Chiedo ai Consiglieri di fare un po' di silenzio, l'interrogante non riesce nemmeno ad ascoltare la risposta.

Almerino MEZZOLANI. Il diritto di critica è lecito infatti solo se rispetta due principi, ovvero il principio della continenza sostanziale (per cui i fatti narrati devono rispondere a verità) e quello della continenza formale (per cui l'esposizione deve avvenire in maniera misurata).
Per quanto sopra, si diffidava il Sig. XY per il futuro, a diffondere a mezzo stampa o altro strumento di comunicazione di massa, notizie ed informazioni, relative allo scrivente Ente, non rispettose del suddetto principio e tali, quindi, da oltrepassare il limite della lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinione.
Riguardo, infine, alla carica di Presidente della Cooperativa Radio Erre di Recanati, non risultando, dalle verifiche effettuate presso gli uffici competenti, che per l'esercizio di detta attività il dipendente avesse mai richiesto, né tanto meno ottenuto il rilascio della necessaria autorizzazione, si diffidava dal continuare ad esercitare, con effetto immediato, la stessa, fino a che non avesse regolarizzato la sua posizione in merito.
Trattasi, infatti, di attività extra-istituzionale il cui svolgimento è puntualmente disciplinato dal D.Lgs. n. 165/2001 e da atti regolamentari aziendali.
Con nota del 12 settembre 2012, in riscontro alla richiesta del dipendente di ottenere l'autorizzazione ad assumere la carica di Presidente della Società Cooperativa "Radio Erre " di Recanati, il Direttore dell'Area Vasta 3 riteneva che non ci fossero i presupposti per accoglierla, evidenziando che al fine di concedere l'autorizzazione all'esercizio di attività extra-istituzionali da parte del pubblico dipendente, al cui rapporto di lavoro è comunque connaturato il dovere di esclusività, occorre valutare attentamente parametri quali la compatibilità con l'attività istituzionale, l'entità dell'impegno e dell'eventuale compenso, la sua natura più o meno occasionale, le modalità di svolgimento, in rapporto alle funzioni e mansioni svolte all'interno dell'Ente e, soprattutto, l'assenza di eventuale conflitto di interessi. Tale complessa valutazione deve, in sostanza, escludere che si configurino situazioni di conflitto di interessi, di cumulo di incarichi, di concorrenza sleale e di danno all'immagine dell'Ente.
Il fatto che l'attività extra-istituzionale non sia remunerata non è, tra l'altro, elemento determinante per orientare la decisione dell'Ente. Veniva, quindi, comunicato al dipendente che, pur essendo in astratto compatibile l'attività per cui veniva richiesta l'autorizzazione con quella esercitata all'interno dell'Azienda, di fatto sussistevano invece oggettivi margini di configurabilità di conflitto di interessi.
Proprio lo carica di Presidente, che ha appunto valore di rappresentanza, si ritiene esponga il Sig. XY ad una visibilità tale da poter determinare, in alcuni casi, un nocumento all'immagine dell'Ente, come peraltro è già accaduto in occasione della pubblicazione del video di cui sopra ed anche di articoli di stampa locale riportanti per esteso la sua firma. Tanto più che l'attenzione di Radio Erre, il cui ambito territoriale coincide tra l'altro con quello di competenza dell'Area Vasta 3, è spesso concentrata sulla sanità locale e che il confine tra lecita ed illecita espressione della libertà di pensiero e del diritto di critica è spesso piuttosto labile.
Oltretutto, la legge n. 190/2012 ha modificato l'art. 53 del D.Lgs. 165/01 e s.m. i., prevedendo che l'amministrazione, ai fini del rilascio della preventiva autorizzazione al conferimento di incarichi ai propri dipendenti pubblici, deve verificare l'insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse.
La collaborazione a giornali o riviste, attività extra-istituzionale liberalizzata, ovvero consentita senza necessità di autorizzazione da parte dell'Ente datore di lavoro, si ritiene sia una fattispecie diversa da quella rappresentata dall'assunzione della carica di Presidente di una Società Cooperativa, il cui ambito di azione è quello sopra riportato.
Premesso tutto ciò, si aggiunge che la situazione sopra evidenziata è stata regolamentata per la prima volta, dopo anni in cui il dipendete ha effettuato l'attività senza autorizzazione, nell'ambito di percorsi regolamentati dal CCNL.
Si allega l'elenco del personale regionale e dell'Asur che ha avuto l'autorizzazione all'esercizio di socio o Presidente di cooperative sociali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Assessore io ho chiesto cinque cose nell'interrogazione e le domande più importanti erano la n. 4 e la n. 5 alle quali lei non ha risposto.
La domanda n. 4 era la seguente: l'elenco di tutto il personale regionale - (...) è allegato? Non avevo capito, ho avuto un po' di difficoltà a sentire - compreso il settore dell'Asur, che ha avuto l'autorizzazione all'esercizio di socio o Presidente di cooperative sociali, nonché i nominativi di tutti quelli remunerati a tale scopo e di quelli che non percepiscono compenso alcuno. E' allegato questo Assessore? Bene allora chiedo, se posso, di riceve subito la risposta e l'allegato.
Il punto 5 era questo: se sia mai stato adottato un simile provvedimento nei confronti di altri dipendenti regionali, compreso il settore dell'Asur, che ricoprono incarichi simili o svolgono attività extra istituzionali o se un provvedimento del genere è stato adottato solo nei confronti del suddetto dipendente, quindi, se c'è questo allegato e se ci sono altri casi simili allora ha un senso, altrimenti se non trovo nulla di tutto questo, è evidente che si tratta di un caso di pura censura politica nei confronti di una persona che fa un servizio pubblico che è l'informazione e che ha avuto la colpa, agli occhi dell'Asur, di criticare le politiche sanitarie dell'ospedale di Recanati e di altri Ospedali.
Chiedo per cortesia se può darmi subito senza aspettare due o tre giorni dal sito, la risposta e gli elenchi allegati, questa è la cortesia. Grazie.

Interrogazione n. 1279
dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali, Bellabarba, Busilacchi
"Attuazione della legge 194/1978 in materia di tutela sociale della maternità ed interruzione volontaria di gravidanza"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1279 dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali, Bellabarba, Busilacchi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito all'interrogazione nei due presidi ospedalieri dell'AO Ospedali Riuniti Marche Nord sono attualmente presenti nove medici ostetrico-ginecologi non obiettori.
L'organizzazione prevede l'articolazione degli interventi su sei sedute mensili dedicate, per ventiquattro pazienti, salvo urgenze. L'applicazione della legge in questione è assicurata inoltre dall'adozione, ormai consolidata nel tempo, di percorsi integrati ospedale-territorio che garantiscono la presa in carico della donna, fino alla sua dismissione.
Nell'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG) vengono effettuate nella sede Salesi in cui insistono sia l'Ostetricia e Ginecologia Ospedaliera che quella Universitaria.
Nella sede Salesi su ventuno medici di Ostetricia e Ginecologia, abbiamo nove obiettori e tredici non obiettori, su diciotti medici di Anestesia e Rianimazione ci sono sei obiettori e dodici non obiettori, infine per quanto concerne il personale del comparto (Infermieri ed Ostetriche), su duecentoottanta operatori centoventuno sono obiettori e centocinquantanove non obiettori (dati riferiti a dicembre 2012).
L'attività dedicata all'interruzione Volontaria di Gravidanza viene svolta in sala operatoria prevalentemente il sabato mattina. Sulla base di accordi intercorsi con l'ASUR, di norma vengono effettuati tre casi di IVG alla settimana, di cui due inviati dal territorio mentre il terzo viene gestito internamente all'ospedale. In aggiunta a questi tre casi, vengono effettuate tutte le IVG oltre i 90 giorni e le IVG delle minorenni. Nel 2012 nell'Azienda Ospedali riuniti di Ancona sono state effettuate centocinquantanove interruzioni volontarie di gravidanza.
L'ASUR ha promosso attraverso i consultori familiari, luogo per attuare gli interventi preventivi a tutela della salute globalmente intesa nei riguardi della famiglia, della donna, dell'adolescenza e delle relazioni di coppia, la prevenzione, l'informazione, l'educazione alla salute ed il sostegno alla genitorialità.
I consultori della regione registrano un'accresciuta percentuale di accessi di donne straniere, che hanno comportato una riqualificazione degli stessi attraverso un doveroso adattamento, per gli operatori, alle nuove esigenze e a nuove capacità di risposta e soddisfazione delle stesse. La popolazione immigrata presenta una necessità di informazione: da una parte mirata alla presenza, alla disponibilità e modalità di accesso ai servizi, dall'altra finalizzata alla promozione della procreazione responsabile ed alla prevenzione dell'IVG.
Si sono, inoltre, concretizzate azioni volte a sostenere attività di comunicazione interculturale a favore dei cittadini stranieri, attraverso l'utilizzo di diversi strumenti come:
- l'utilizzo di video plurilingue "Per la vostra salute donne del mondo";
- l'utilizzo di altro materiale informativo plurilingue;
- l'impiego del servizio di mediazione interculturale.
A fronte di quanto descritto l'attività dei consultori è in gran parte rivolta ad attività di sostegno:
- alla popolazione femminile straniera per quanto riguarda la contraccezione e l'elevata percentuale di richiesta di I.V.G, la gravidanza, la nascita e il puerperio;
- alla condizione dell'adolescente, soprattutto all'interno di famiglie fragili;
- al fenomeno di maltrattamento e violenza intra-extra familiare.
Per quanto riguarda, infine, il diritto all'interruzione di gravidanza si evidenzia che nelle diverse Aree Vaste, laddove il personale dipendente risulta essere obiettore di coscienza, sono state messe in atto misure specifiche, attraverso assunzione di personale dedicato e attraverso convenzione con associazioni, per garantire il predetto diritto.
Le azioni per il 2013, in coerenza con le risorse assegnate allo specifico livello di assistenza, e considerato i risultati già raggiunti, consistono nel mantenimento delle specifiche attività già avviate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente, ringraziamo l'Assessore per la risposta che però ci vede parzialmente soddisfatti in quanto nell'interrogazione innanzitutto veniva richiesto in merito ad una mozione del luglio 2010 che aveva dato indicazioni ed impegnava la Giunta regionale a definire quanto prima le linee guida proprio per la RU486. Su questo, Assessore, non ci ha dato risposta, non ci ha indicato nemmeno i tempi nei quali queste linee guida verranno adottate, inoltre l'Assessore ci ha dato un chiaro quadro di quello che accade negli Ospedali riuniti di Ancona, però in realtà questo è un problema che riguarda tutto il territorio regionale che vede un'altissima percentuale di obiettori di coscienza per cui moltissime donne non possono vedersi riconosciuto quello che è un diritto, quello di interrompere la gravidanza.
In particolar modo nella regione Marche, uno dei casi più critici riguarda, ad esempio, Jesi, ma non è solo Jesi, in tanti ospedali questa possibilità è assolutamente preclusa alle donne, chiedo, quindi, che al più presto vengano non solo definite le linee guida, ma che i consultori vengano potenziati e resi anche più accessibili e, soprattutto, che questa possibilità venga effettivamente garantita.

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri chiedo un po' di rispetto nei confronti di chi parla, l'argomento può non essere interessate, però, almeno il rispetto nei confronti di chi parla. Se si vuole dialogare si va fuori. Prego.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente, stavo concludendo dicendo che mi auguro che questa possibilità venga effettivamente data a tutte le donne per le quali, ripeto, questo è un diritto sancito a livello nazionale, quindi, anche regionale. Credo che tutti quanti noi che abbiamo presentato l'interrogazione ci riserviamo di tornare sull'argomento al più presto. Grazie.

Proposta di legge n. 290
ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Binci
"Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 'Norme per l'istituzione e gestione delle aree protette naturali' e alla legge regionale 14 maggio 2012, n. 13: 'Riordino degli enti di gestione dei parchi naturali regionali. Modifiche alla legge regionale 28 aprile 1994, n. 15: 'Norme per l'istituzione e la gestione delle aree protette naturali'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 290 ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Binci. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. In pratica, con questi due articoli, noi ripristiniamo le funzioni dei comitati di indirizzo dei parchi, delle riserve naturali che avevamo, in qualche modo, non soppresso, ma ridimensionato con la legge n. 13 del giugno 2012 relativa al riordino degli enti parco. Abbiamo votato un emendamento che in pratica, diciamo così, ridimensionava le funzioni, il ruolo dei comitati di indirizzo, lasciando loro solo un parere.
Ci siamo accorti in questo anno che in realtà l'area di alcuni parchi, di alcune riserve naturali, in modo particolare San Faito e la Sentina, risiedeno completamente in un Comune o in una Comunità montana e ci è sembrato, in questo periodo di tempo, che le funzioni così indebolite, avessero penalizzato coloro che per primi, i Comuni, svolgono funzioni all'interno dei parchi e delle riserve naturali.
Con questa legge facciamo due cose: ridiamo "più potere", competenza ai comitati di indirizzo e allo stesso tempo diciamo che qualora vengano individuati nuovi organi all'interno delle riserve naturali e dei parchi, questi non devono avere nessun compenso, diamo, quindi, anche un'indicazione di questo tipo.
Si tratta semplicemente di modificare a distanza di un anno le competenze specifiche dei comitati di indirizzo delle riserve naturali, ovvero dei parchi in generale.
C'è, poi chiudo perché la cosa è abbastanza ridotta, in realtà un ordine del giorno che si sposa benissimo con questo, lo presenta il Consigliere Perazzoli, lo propone all'Assemblea con il quale si invita la Giunta a rivedere l'insieme dei comitati di gestione, le competenze, i poteri in generale, in modo tale che ci sia un'uniformità dal punto di vista delle competenze dei comitati di indirizzo e degli enti gestori dei parchi e delle riserve naturali.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. Io non ho molto da aggiungere, è chiaro che l'articolato così stringato non ci dà modo di articolare particolari ragionamenti, se non la presa d'atto che la modifica della vecchia legge n. 13 del 2012 in realtà ha avuto un riscontro piuttosto negativo sul territorio, si è calata male e tutti abbiamo ricevuto osservazioni che criticavano la modifica fatta e introdotta, peraltro e ricordo, tramite un emendamento.
Ridiamo sostanzialmente al consiglio direttivo il ruolo tecnico/politico che gli compete e in realtà dà modo a questo organismo di essere efficace e di produrre effetti più puntuali rispetto a quelli meramente consultivi che, di fatto, avevano svuotato e reso l'organismo assolutamente irrilevante per quello che riguarda la gestione del territorio.
E' chiaro che questa legge ha un intento del tutto abrogativo e non può che vederci d'accordo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Intervengo oltre che per illustrare brevemente l'ordine del giorno che è in corso di distribuzione, per dire alcune cose su questo aspetto.
Sulla proposta di legge in sé non c'è nulla da obiettare, sarebbe giusta se noi iniziassimo oggi la discussione, ma c'è un prima che un'insulsaggine, non so che termine usare. Noi abbiamo approvato leggi che regolamentavano la nascita di parchi, riserve, abbiamo istituito la riserva naturale Ripabianca nel 2003 con una modalità di gestione, abbiamo istituito la Sentina nel 2004 con una modalità di gestione completamente diversa, nello stesso Consiglio, nella stessa legislatura.
Abbiamo previsto nella Riserva della Sentina una cosa che non so come abbia fatto il Consiglio di allora ad approvarla, dice che l'ente gestore è il Comune di San Benedetto - in questi giorni poi, caro Consigliere Silvetti sono arrivate un sacco di e-mail, ma di disinformazione a piene mani, da quattro personaggi che dietro a certe sigle hanno inondato i nostri computer -, nell'atto istitutivo approvato dalla Regione Marche si dice che l'ente gestore è il Comune di San Benedetto del Tronto che si deve conformare e deve eseguire quello che dice un comitato di indirizzo. Penso che sia una mostruosità istituzionale, un ente costituzionale come il Comune deve ubbidire ad un soggetto che è un organo di indirizzo che non ha nessuna responsabilità. Cosa si è verificato? Tra i Consiglieri c'era quello che si è costituito la rendita per il dopo, l'allora Presidente per un certo numero di anni è andato al Comune di San Benedetto del Tronto, da funzionari deboli, facendosi dare rimborsi, eccetera, e il Comune eseguiva. Ha imposto che nella realizzazione l'altezza di un sottopasso fosse tale che non ci potessero passare i camion, stiamo spendendo milioni di euro per fare un'opera che, in caso di emergenza, non permette il passaggio dei camion. Voleva impedire, dopo l'abbiamo cambiato per fortuna, che si potesse ampliare il depuratore che sta in quella località. E' possibile che un ente, un comitato di indirizzo debba obbligare un Comune a eseguire?
La proposta di legge va bene, tra l'altro percepì un’indennità, per gestire 200 ettari di terra, noi parliamo sempre di costi dalla politica, superiore a quella che prendevano molti Sindaci, un comitato di indirizzo, mille e passa euro al mese, eliminato per fortuna.
Nel frattempo, però, è cambiato l'organo di indirizzo, in questo anno, a seguito del mio emendamento, lo voglio dire, perché qui bisogna che le cose si dicano, che ripristinava il testo che inizialmente aveva proposto la Giunta - ci sono delle lobby molto potenti, la Giunta aveva proposto un emendamento che l'Assessore stesso, il mio amico Donati, aveva proposto di cancellare ed io l'ho ripristinato, punto - non cambiava il soggetto gestore che è rimasto sempre il Comune di San Benedetto del Tronto, prima, oggi e domani, cambiava solo il fatto che a seguito di quello che abbiamo approvato il comitato di indirizzo aveva funzioni consultive, come dovrebbe essere. Si dice che di principio il Consigliere Perazzoli ha ragione, però, il Comune di Ascoli proprietario di 200 ettari non essendo d'accordo paralizza, quindi, si cede sul principio, penso, invece, che sui principi non bisogna cedere, ma trovare gli accorgimenti per far funzionare le cose.
Mi hanno assicurato i tecnici che con una legge non si può cambiare un atto amministrativo, il peccato sta nell'atto istitutivo, allora io ho presentato, concordandolo con il Gruppo, questo ordine del giorno, in cui impegniamo la Giunta a cercare di uniformare le modalità di gestione di tutti i soggetti sottoposti a gestione naturalistica, siano essi riserve, aree protette e parchi naturali. Una cosa seria per arrivare a riordinare in termini di modalità ed in termini di costi perché ogni gestione è differenziata.
Questa è la mia posizione, credo, anche per la discussione che verrà dopo, che un soggetto come il Consiglio regionale debba essere attento ai principi e non tirato dalla giacca, dagli interessi troppo diretti e non sempre confessabili delle varie lobby, deve attenersi alle cose serie, coerenti, perché in questo modo recuperiamo autorevolezza e prestigio tra la gente, cosa che in questo momento non è a livello zero ma sotto zero.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno del Consigliere Perazzoli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 290. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 208 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22: 'Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio' e 8 ottobre 2009, n. 22 'Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile'"

Proposta di legge n. 302
a iniziativa dei Consiglieri Ricci, Carloni
"Modifica alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22: 'Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio' e 8 ottobre 2009, n. 22 'Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile'"

Proposta di legge 336
ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Giancarli
"Modifiche alla legge regionale 23 novembre 2011, n. 22: 'Norme in materia di riqualificazione urbana sostenibile e assetto idrogeologico e modifiche alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 'Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio' e 8 ottobre 2009, n. 22 'Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile'"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 208 ad iniziativa della Giunta regionale, n. 302 ad iniziativa dei Consiglieri Ricci, Carloni, n. 336 dei Consiglieri Solazzi, Giancarli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Siamo in presenza di tre proposte di legge: una della Giunta regionale, un'altra dei Consiglieri Ricci e Carloni e un'altra dei Consiglieri Solazzi e Giancarli, dico subito che il Cal esprime parere favorevole, credo che siamo in presenza di una modifica importante, che conserva tutta l'architettura, la filosofia, il telaio della legge che abbiamo approvato nel novembre 2011.
La filosofia è quella, utilizzo le parole significative del Presidente Spacca, quando in quest'Aula ha sottolineato la necessità di costruire nel costruito, di lasciare la terra all'agricoltura, i fiumi alla natura e di tutelare il paesaggio, quindi, in vista della costruzione di una nuova architettura, di strumenti regolatori e di competenze, appare necessario definire subito alcune nuove regole transitorie, anche di tipo quantitativo nella gestione dei vigenti strumenti urbanistici al fine di prevenire ulteriori trasformazioni inopportune nelle aree sensibili.
Su questo aspetto qui, ci ha lavorato, fino a qualche tempo fa, l'Assessore Viventi, ci sta lavorando ora il Vicepresidente Canzian. Su un quotidiano locale domenica, per la verità un quotidiano locale/nazionale, c'era una dichiarazione, un commento anzi, di Philippe Daverio e, dal mio punto di vista, non era soltanto interessante, oltre la scrittura voglio dire, il piacere di leggere o di ascoltare Daverio, ma faceva alcune considerazioni che, secondo me, stanno dentro questo quadro nostro marchigiano, faceva riferimento al turismo, parlava prima del turismo poi delle strade secondarie, e diceva che quelle che passano da un Comune all'altro e offrono tuttora il dialogo con il paesaggio, con l'architettura rurale, con monumenti storici minori che neppure ci immaginiamo ...

Presidenza del Vice Presidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Colleghi c'è un brusio in Aula che impedisce a chi vuole ascoltare di seguire il relatore. Prego.

Enzo GIANCARLI. l'Italia rimane tutt'ora, diceva Daverio, per quanto il cemento si sia impegnato a portarvi un disordine estetico privo di fascino, un infinito museo diffuso fatto di orizzonti, di paesaggi, di piccoli ristoranti e di alberghi frugali, ma garbati.
Non faccio tante altre considerazioni perché credo che ci siamo capiti, questa è la filosofia.
Ci sono anche dichiarazioni tra l'altro dell'Ance che per brevità e per rispetto di coloro che stanno parlando non cito, le considerazioni dell'Ance sono comunque su questa stessa lunghezza, cioè procedure atte a cantierare le opere necessarie e funzionali per la riqualificazione delle nostre città, per la messa in sicurezza del territorio, per una cultura della manutenzione e del rispetto del territorio.
La modifica consiste in questo, da un lato riconosce una premialità ai Comuni che fanno azioni congiunte, insieme, l'intercomunalità, dall'altro non dà la possibilità di realizzare nuove aree industriali, almeno che non siano nei piani regolatori, sia chiaro, ma dà la possibilità di ampliare alla singola azienda che, magari, ha una situazione positiva in questo momento di crisi, per ragioni legate alle sorti dell'azienda stessa: innovazioni di processo, di prodotto, necessità di esportare, diamo, quindi, la possibilità di ampliare.
Queste sono le due modifiche: premialità e possibilità alla singola azienda di intervenire.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, come giustamente sottolineato dal Presidente della Commissione, relatore di maggioranza, con questa proposta di legge andiamo a toccare quelli che sono gli aspetti importanti che riguardano lo sviluppo del territorio.
Lo abbiamo fatto, ci siamo appropinquati, ci siamo avvicinati allo studio ed all'approvazione anche di questo breve articolato toccando gli indici, ma con grande rispetto di quella che è la filosofia che ha sempre caratterizzato un po' i lavori sia della Commissione che l'indirizzo di quest'Assemblea, cioè il fatto che in realtà si vuole, in qualche modo, favorire le attività edilizie, si vuole, in qualche modo, incentivare l'occupazione o tutelarla più che altro, si vuole approfondire, una volta di più, la questione che riguarda la sicurezza degli edifici, così come l'edilizia sostenibile, ma sempre con il massimo rispetto e l'attenzione necessaria perché non vengano veicolati messaggi sbagliati o effettuate strumentalizzazioni che, purtroppo, avvengono ed accadono in politica.
E' bene ribadirlo, qui non si dà avvio a nessun tipo di nuova stagione delle aree da industrializzare, si cerca, in qualche modo, di favorire lo sviluppo del territorio più raziocinante, più rispettoso che sia in linea, come dicevo poco fa, con quelle che sono state anche le scelte più recenti di quest'Assemblea legislativa, per cui è da leggere in questa misura e in nessun'altra il fatto che si siano aumentati gli indici in un modo, secondo noi, sostanzioso ma, comunque, rispettoso di tutti quei principi che poco fa ho enunciato.
Credo che anche questa proposta di legge, così come proposta, e così come emendata, possa avere il giusto accoglimento al voto e all'Aula.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Su questa proposta di legge ce n'è un'altra a firma dei Consiglieri Ricci e Carloni del 4 aprile 2013.
Su questa, come su altre vicende, corre l'obbligo di ricordare che quanto oggi stiamo facendo è stato già abbondantemente detto e annunciato più volte, e cioè che la legge approvata nel novembre 2011 avrebbe complicato ulteriormente l'attività urbanistica della nostra Regione.
Quando si dice in astratto che la burocrazia danneggia le imprese, danneggia l'economia, ecco questo è uno di quegli esempi di come la burocrazia danneggia l'economia e le imprese.
Ci sono tante attività anche meritevoli che la Regione fa per fare in coming di imprese, per favorire gli investimenti, per fare in modo che le imprese vengano sul nostro territorio ad investire, mentre la legge che noi facemmo nel novembre 2011, che lei ricorderà benissimo Presidente, vietò in modo assoluto gli investimenti e gli ampliamenti delle attività produttive. Io mi sono sgolato più volte a spiegarlo in quest'Aula, l'Assessore e il Presidente invece ne erano estremamente convinti, oggi per fortuna torniamo sui nostri passi, ci torniamo sempre in un modo parziale, perché nella proposta che ha elaborato la Commissione, credo facendo proprie tutte le proposte, tra cui quella mia e del Consigliere Ricci, prevede la possibilità di utilizzare le procedure semplificate di sportello unico per aree attigue, contigue, a quelle dello stabilimento primario che va ampliato.
Lo ridico qui per l'ennesima volta, secondo me quando si semplifica, quando si vuol dare slancio, quando si fa un po' di liberalità scrivere sulle norme, anche parzialmente, dei vincoli interpretabili, significa cari colleghi, complicarsi la vita, io non credo che con la parola "contigua" semplifichiamo la vita a chi gestisce l'urbanistica o a chi fa impresa e deve ampliare i propri capannoni. Io l'avrei fatta diversamente, come fatto nella nostra proposta, riabilitiamo l'attività degli sportelli unici per favorire gli insediamenti produttivi perché, altrimenti, tutti gli sforzi che anche il Presidente Spacca fa, di fare in modo che gli imprenditori vengano ad investire nelle Marche, verranno vanificati. Questa parziale esclusione delle aree non contigue, secondo me, Assessore, diventerà un ulteriore inciampo, un'ulteriore burocrazia che non serve in un momento come questo.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ho chiesto la parola perché avendo gestito questa materia fino a poco tempo fa anche questi argomenti sono stati da me trattati, sia nel momento della discussione della legge precedente che successivamente, avendo anche indicato al Presidente Giancarli la mia disponibilità e quella della Giunta a recepire queste due indicazioni, e lo ringrazio per la celerità con la quale ha approntato il problema e ringrazio tutta la IV Commissione per il modo concreto con cui lavora.
Mi permetto, Consigliere Carloni, di dire una cosa, noi abbiamo fatto due leggi in materia urbanistica: quella sul piano casa e l'altra sulla riqualificazione urbana, di questo dobbiamo essere convinti perché quando io parlo così, parlo da amministratore, non faccio politica di parte, ad esempio la nuova legge sul piano casa, rispetto alla precedente che aveva prodotto zero richieste, ha prodotto fino a tre mesi fa oltre 3.500 domande, quindi, direi che ha funzionato e sta funzionando.
Queste modifiche sono opportune tant'è che io stesso come Assessore le avevo richieste, come dicevo prima, al Presidente della Commissione, ed andranno nel senso giusto, incentiveranno ancora di più a sviluppare, perché il discorso di passare la premialità dal 20 al 25% per i poli intercomunali è un discorso che va proprio nel senso della legge, ti do la premialità, ma cerco sempre di non occupare eccessive aree, di costruire sul costruito, eccetera.
C'è un filo logico che sta dietro l'accorgimento di queste due proposte, e lo ricordava bene il Presidente, per cui io direi che tutta l'Aula deve essere soddisfatta, noi abbiamo semplificato tenendo però la barra ferma, escludendo che si possa costruire ogni dove.
Il discorso della contiguità, che lei Consigliere Carloni prima citava, significa che un'azienda che ha i capannoni industriali, gli uffici, i magazzini in una certa località, può benissimo, con questo provvedimento, anche raddoppiarli, magari accada questo in Italia, senza problemi; non ha la stessa possibilità se vuole raddoppiare ed andare in un'altra zona che non è prevista dai piani, eccetera. Questo lo può fare seguendo il normale iter, non glielo vieta nessuno, però dovrà seguire il normale iter.
Questa è un’agevolazione, perché vede Consigliere Carloni, oggi le aziende tendono a concentrarsi, non è che un'azienda trova delle economie interne se fa un magazzino qui ed un magazzino là, un magazzino prodotto finito qui e un magazzino materie prime in un'altra parte, perchè poi le deve trasportare, le deve riportare, riprendere, maneggiare tre volte, questi sono tutti i costi. Le aziende hanno bisogno di questa proposta di legge e credo che bene abbia fatto la Giunta regionale e la Commissione e oggi il Consiglio ad approvarla in questo modo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Anch'io, come ha ricordato anche il Consigliere Carloni, sono abbastanza soddisfatto che oggi questo testo sia in Aula per l'approvazione.
Le cose che hanno detto il Consigliere Giancarli e poi l'Assessore Viventi, avrei parlato prima, ma non mi ero accorto che si era iscritto, mi dispiace parlare dopo l'Assessore, per dire che noi ci avevamo provato, Assessore, io ero uno di quelli che ai tempi in cui si votò la legge provò ad evitare, anche per il momento contingente in cui le imprese avevano bisogno di muoversi, ed il tema dell'occupazione e della crisi economica andava tenuto in qualche modo in considerazione, a dire che forse era sbagliato sottoporre al vincolo di due anni i piani regolatori e le varianti rispetto ai temi che riguardavano lo sportello unico per l'impresa.
Provammo a farlo in quel momento, ci venne in mente che forse era una bendatura esagerata per quel settore, per il momento della crisi economica, per il calo dell'occupazione, oggi in maniera diversa questo aspetto viene corretto con questo testo e lascia la possibilità a chi può, a chi riesce, nelle misure indicate dalla legge, di ampliare le proprie strutture industriali.
Mi pare positivo, è molto mirata, attenta anche ai temi dell'urbanistica, per cui ritengo che oggi ci sia una soddisfazione non parziale, ma totale, rispetto a questo testo che oggi ci accingiamo a votare in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Latini. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intervengo sull'emendamento e faccio un ragionamento di merito, se il Consiglio regionale approvasse questi emendamenti, sia l'1/1 che l'1/3, uscirebbe una legge completamente diversa nella filosofia da quella di cui ho parlato, da quella di cui ha parlato il relatore di minoranza, da quella di cui ha parlato, anche se con sfumature diverse, il nostro capogruppo, dalla posizione espressa dall'Assessore Viventi.
Se questi emendamenti non fossero approvati per sei mesi impedirebbero al Consiglio regionale di fare una discussione su alcune modifiche che si rendono necessarie per il piano casa, perché noi contestualmente alla discussione della legge sul governo del territorio, dobbiamo vedere il piano casa, cosa che credo avverrà a settembre nel rispetto dei tempi, di alcune necessità e di alcune questioni che, ad esempio, sono state poste, quindi, questi due emendamenti sono di intralcio.
Siccome dalla parte dell'Assemblea legislativa c'è il Regolamento, credo che si applichi e che gli emendamenti 1/1 e 1/3 non possano essere votati, non c'è bisogno che dica di più.

PRESIDENTE. Chiarisco: il Consigliere Giancarli intendeva dire che non è che non possono essere votati perché c'è un impedimento, non possono essere votati da un punto di vista politico per le cose che diceva. Lei diceva che non possono essere votati da un punto di vista ...

Enzo GIANCARLI. Formale perché sono stati presentati in ritardo, chiedo, quindi, l'applicazione della norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Il Presidente della Commissione, mi dispiace dirlo, ha esposto solo la parte della posizione relativa al merito, diciamo così, della proposta ed al merito degli emendamenti. Credo che la visione storica debba contenere non solo la versione del sottoscritto che, ovviamente, non intende fare in nessun modo polemica, ma anche la completezza dei fatti.
Innanzitutto una premessa generale va fatta, porre la questione dei tempi dell'approvazione sulla legge del piano casa, indipendentemente dal deposito dell'emendamento nel termine o meno, quale motivazione per costringere o, formalisticamente parlando, evitare la votazione sugli emendamenti, credo che sia una affermazione non solo negativa, ma di responsabilità che come Assemblea legislativa abbiamo, dal momento in cui le proposte di legge sono all'attenzione della Commissione, anche per quanto riguarda quelle del rinnovo sul cosiddetto piano casa, da più tempo della semplice scadenza che si pone adesso in maniera improrogabile a settembre.
Ricordo non più tardi di due mesi fa che abbiamo discusso sempre in merito ad un'altra norma e già si parlava della necessità di discutere del rinnovo della legge piano casa, quindi, eviterei di anteporre, diciamo così, la necessità del rinnovo della legge piano casa, quale azione mirante a tutelare gli interessi di tutti cittadini in particolare di quei settori che sono oggi colpiti dalla crisi. Mi riferisco al mondo dell'edilizia, perché se questa norma non fosse o non venisse approvata a settembre, causa la votazione degli emendamenti del sottoscritto sarebbe, diciamo così, una posizione di ostacolo all'aiuto e alla ripresa in quei settori. Forse dovevamo vedere, verificare, portare all'esame dell'attenzione degli organi competenti dell'Assemblea legislativa prima e comunque indipendentemente dal tempo necessario per la valutazione di questa proposta.
L'altra situazione che vorrei significare è che la Commissione competente, non l'ho discusso e non discuto, è al terzo episodio nei confronti di proposte di legge sulla cui discrezionalità in termini di valutazione circa l'abbinamento, per ora mi limito a non commentare, evita di collegare le due proposte di legge all'esame dell'Assemblea legislativa con una del sottoscritto.
Ho chiesto di poterla abbinare affinché si potesse fare un unico testo, un unico testo approvato dalla maggioranza della Commissione da portare all'esame dell'Assemblea legislativa, in cui il testo della mia proposta di legge, in particolar modo la n. 337, veniva evaporato alla luce della discussione che richiama all'oggetto la proposta che si va a votare. Questo non è avvenuto e ho ritenuto necessario che quelle parti più importanti della proposta di legge n. 337 prendessero la strada degli emendamenti, nel senso di tener conto della portata della proposta di legge stessa, attraverso la possibilità di modificare una parte della proposta che andiamo a votare.
Ultimo spunto, se adesso si fa un'obiezione formale io ne prendo atto, ma è altrettanto vero che gli emendamenti non sono stati posti sulla strada della proposta di legge per mettere i bastoni fra le ruote, semmai per porre ancora un profilo, diciamo così, diverso che non cambia la proposta di legge che si va a votare perché, come tutti voi sapete, l'aspetto più importante riguarda gli incrementi edilizi, riguarda la penalizzazione che la normativa nazionale impone ai cittadini per quanto riguarda l'indennità risarcitoria, riguarda gli indici di edilizia urbanistici del PORU, dei Comuni partecipati, ed ovviamente semplifica da una parte ma accentua la presenza della burocrazia dall'altra, ma non entro, ripeto, nel tema, i due emendamenti pongono, invece, una questione di natura diversa perché toccano un profilo, quello della legge n. 22 del 2009 e della legge n. 22 del 2011 in grado di poter autonomamente essere valutato.
Lo spunto che ho fatto sia sulla sua proposta di legge che sugli emendamenti, che sono la proposta di legge estromessa dalla valutazione della Commissione, ripeto, con una discrezionalità che non commento, ma che non condivido, è quello del modello della legge edilizia della Regione Emilia-Romagna, quella indicata: "Semplificazione della disciplina edilizia", quindi, io non ho inventato nulla, ho preso spunto da una Regione che della legge sul modello dell'edilizia ha fatto un provvedimento preso ad esame anche dal decreto del fare e da altre Regioni, dalla Confindustria, dalle Anci regionali, e ho portato questo aspetto all'attenzione dell'Assemblea.
Chiudo per dire che se il deposito degli emendamenti è oltre il termine non ho nessun problema a che sia dichiarata l'inammissibilità dall'Assemblea, perché non li ritiro, sottolineando però che l'accentuazione formalistica di questi aspetti non depone per un dibattito politico o un dibattito sostanziale nel merito, come dice giustamente il Presidente.
Resta il fatto, molto grave e lo sottolineo, che queste prese di posizione costringenti l'Assemblea ad assumere un tono di tutela nei confronti di un settore che sarebbe, in qualche modo, penalizzato dall'attività di un Consigliere, che mai ha protestato per la bocciatura di proposte di legge o di emendamenti, ma che cerca di fare il suo lavoro, credo che sia una cosa che non vada nella direzione di un dibattito completo delle norme che dobbiamo approvare, soprattutto di quelle norme che sempre più spesso, fatte in un certo modo, siamo costretti a rivedere, riportare, non dico chiedere scusa, ma ripensare, riavviare, secondo quelle che sono le sentenze della Corte Costituzionale o interpretazioni esatte della normativa nazionale, o ancora di più, ed è la cosa peggiore, a mio avviso, tenendo conto del buonsenso dei cittadini che molto spesso fin dall'inizio sanno indicarci, in termini di direttrici da utilizzare a livello normativo, quali sono le finalità che ogni legge dovrebbe portare avanti.
In questo senso, al di là di quello che dice l'Assessore Viventi che condivido, vorrei sottolineare che la norma non è così semplificatrice e così in grado di proporre aspetti innovativi, parlo della legge n. 208, semmai accentua un po' alcuni caratteri davvero urgenti e cogenti della normativa nazionale che sicuramente impongono altri limiti e non altri vincoli a tutela del paesaggio, del territorio e del costruito, alla modalità del modello procedurale per arrivare ad ottenere un si o no da parte dell'organo che dovrebbe autorizzare o meno un permesso, un'autorizzazione, una scia, una dia e così via. Questo è il punto nodale.
Mi rimetto alle decisioni del Presidente dell'Assemblea legislativa sia per quanto riguarda l'aspetto formalistico che per quanto riguarda l'eventuale voto all'Assemblea stessa, ma che si imponga questa necessità perchè altrimenti per sei mesi non si può parlare più del piano casa, come previsto, solo perché il sottoscritto ha presentato due emendamenti, colpevole d'averlo fatto, credo che sia una cosa che in qualche modo non debba essere affermata perché significa limitare i diritti e le prerogative dei Consiglieri regionali e di chi fa politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, solo una pillola che può aiutare la questione da un di vista tecnico, io condivido pienamente l'emendamento 1/3 del Consigliere Latini, così come comprendo le motivazioni che il Presidente della Commissione, Consigliere Giancarli, ha esposto, allora se serve, ripeto, da un punto di vista procedurale, voglio ricordare che oltre un mese fa ho presentato un disegno di legge, una proposta di legge per la modifica del piano casa che contiene l'esatta essenza dell'emendamento del Consigliere Latini, cioè la proroga fino al 2016; non so se questa presentazione di un mese fa può, in qualche modo, influenzare la discussione o meno dell'emendamento, però volevo porla all'attenzione della Presidenza perché probabilmente potrebbe aiutare la questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Aspettavo questa uscita del Consigliere Giancarli, non solo perché condivido gli emendamenti del Presidente Latini, ma perchè c'è un fatto di metodo e di merito, nel 2010 quando ci siamo insediati e poi nel 2011 quando questa legge, è ora di dirlo con chiarezza, è nata per il rischio idrogeologico all'indomani di un'importante alluvione e di un allagamento di una zona importante di questa regione che ha visto anche diversi danni, quindi, sull'onda dell'esigenza di calmierare il rischio idrogeologico di questa regione si sono inserite una serie di paletti, di norme, che nulla hanno a che fare con l'assetto idrogeologico ma, secondo me, con un atteggiamento massimalista non ambientalista, perché offenderemo gli ambientalisti, con un atteggiamento massimalista della visione urbanistica e delle normative, lo ridico per l'ennesima volta, in un momento storico in cui tutto serve tranne che inventare altra burocrazia. Noi ci siamo inventati con norme transitorie con paletti e quant'altro, qualunque sistema per far sì che nella nostra regione non si potessero più fare investimenti e di fronte alla richiesta del Consigliere Latini, un emendamento per portare con tempi certi una legge organica, bocciare questo emendamento è una cosa che denota l'atteggiamento della Giunta a questo punto, perché da due anni sta dicendo che c'è una legge regionale urbanistica che ci dovrebbe mettere, non dico all'avanguardia, ma al pari almeno delle altre Regioni del centro Italia, ma non l'avete ancora portata.
Se volete bocciare anche i suoi emendamenti significa che, a questo punto, non c'è la volontà di fare la legge organica, tutti gli ordini, tutte le categorie, stanno dicendo che con queste norme, in questa regione non si riesce più a fare investimenti, caro Assessore, se lei va a controllare l'elenco dei contenziosi amministrativi di questa ragione sono tutti dovuti alla burocrazia che vi siete inventati ...

(Interrompe l'Assessore Viventi)

PRESIDENTE. No, Assessore, (...) sto riprendendo l'Assessore che non deve interrompere. Assessore faccia finire il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Le vorrei dire che nel nostro tribunale amministrativo ci sono pendenti migliaia di ricorsi per le norme interpretative, complicate e burocratiche che ci siamo inventati.
I Comuni sono in totale disastro perché, molte di queste, non riescono ad interpretarle. Nella migliore delle ipotesi quando un funzionario vede una norma complessa dice che non si può fare e, quindi, state bloccando gli investimenti in questa regione, poi potete invitare gli Emirati Arabi a fare le cavalcate, i cinesi a fare le bambole cinesi, però se un imprenditore decidesse, e io spero che ce ne siano, di investire in questa regione, con le norme che noi oggi ulteriormente stiamo introducendo, bloccheremo questi investimenti, tanto più che con questa modifica non avete reintrodotto gli sportelli unici per le attività produttive, ma soltanto le varianti per insediamenti adiacenti a quelli già presenti.
Lo voglio dire soprattutto all'Assessore Giannini che è molto sensibile a questo tema, la nostra regione è l'unica che ha bloccato le procedure semplificate per lo sportello unico dell'attività produttive in un momento recessivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Ritiro il mio emendamento perché c'è una questione di merito e perchè c'è un impegno da parte del Presidente a trattare a settembre il piano casa.
Credo sia accoglibile la questione che ha posto il Consigliere Giancarli e, per quanto mi riguarda, ritiro il mio emendamento e a settembre parleremo e discuteremo tutti insieme delle eccezioni rispetto al piano casa.
Credo che sia proceduralmente la via migliore per evitare nel merito confusioni ed anche strumentalizzazioni.

PRESIDENTE. Un attimo di attenzione perché la questione non è semplicissima, io credo che l'applicazione del Regolamento in modo così rigido, come richiede il Presidente Giancarli, sia oggettivamente difficile da accogliere, perché se sulle 24 ore stiamo a vedere il minuto, la mezz'ora, veniamo meno a quella capacità di interpretare le norme con quella elasticità che diventa razionale, quindi, non potrei impiccarmi a questa richiesta di non considerare ammissibile un emendamento se per le 24 ore consideriamo anche i minuti di presentazione, 24 ore, chiaramente il giorno prima, io lo interpreto così.
Sarebbe abbastanza grave quello che dice il Presidente Giancarli se, per il fatto di aver respinto un emendamento di questo tipo, non potessimo mettere mano ad una revisione di una legge, però, scusatemi, io non sono affatto convinto, e lo dico all'Aula, che l'interpretazione del fatto di non poter discutere una proposta di legge vale per sei mesi dal momento in cui una proposta è stata respinta, perché in questo caso, nel caso in cui la proposta di emendamento venisse respinta, non siamo nella fattispecie della proposta di legge, ma semplicemente in quella di un emendamento.
Leggo l'articolo 64: "Non possono essere assegnate alle competenti Commissioni proposte di legge, di regolamento o di atto amministrativo che riproducono sostanzialmente il contenuto di proposte precedentemente respinte se non siano trascorsi sei mesi dalla data di reiezione", non mi pare che un emendamento possa essere considerato al pari di una proposta di legge e, quindi, assumendomi le responsabilità, credo che siano ammissibili per una, come dire, concezione elastica ma razionale gli emendamenti proposti e che per un'interpretazione altrettanto razionale non sia da interpretare l'articolo 64 nel caso paventato giustamente dal Presidente Giancarli.
Pertanto io metterei in votazione gli emendamenti e riterrei che un'eventuale bocciatura degli stessi non impedirebbe la presentazione in Commissione di una proposta di legge che dovesse riferirsi anche a quegli emendamenti, mi sembra una interpretazione razionale.
Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. ... quindi dovrebbe essere già stata assegnata alla Commissione, rafforza quello che lei dice, un emendamento eventualmente bocciato non può inficiare la legge perchè questa è già in Commissione.

PRESIDENTE. Peraltro la proposta di legge è già stata assegnata.
L'articolo 64 mi pare che si possa interpretare solo in questo modo, cosa diversa è se la proposta di legge che ha presentato il Consigliere Acacia Scarpetti fosse stata respinta dall'Aula, è chiarissimo, in base all'articolo 64 per sei mesi un'altra proposta di legge sugli stessi argomenti non può essere presentata, ma questo non può essere per un emendamento eventualmente respinto.
Non mi pare, anche leggendo, senza nemmeno fare uno sforzo interpretativo, ma in senso letterale, mi pare che è quello che dico io, comunque interpreterò l'articolo 64 così anche in prospettiva.
C'è anche un sub emendamento presentato. Sub emendamento 1/3/1 dei Consiglieri Ricci, Badiali, Silvetti, Acquaroli, Traversini, Bucciarelli, va bene.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 1/2 del Consigliere Acquaroli. Ritirato

Sub emendamento 1/3/1 dei Consiglieri Ricci, Badiali, Silvetti, Acquaroli, Traversini, Bucciarelli se dovesse passare decade l'emendamento l'1/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1/3 del Consigliere Latini. Decaduto.

Articolo 1 così come emendato, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento Tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente, vede quello che a me dispiace è l'insipienza di come vengono valutate certe questioni solo dal punto di vista politico, allora se io parto dallo sportello unico su un argomento che riguarda l'urbanistica, non posso scindere il problema urbanistico dal settore che determina la crisi mondiale che è il settore edilizio.
La recente storia degli istituti di credito, e Banca delle Marche insegna, purtroppo viene ed è principalmente sotto accusa per i mutui edilizi che la banca concedeva a iosa e che oggi ha di fatto interrotto, determinando la crisi del settore e di tutto l'indotto del settore, quindi, ripartendo dall'urbanistica, arriva all'urbanistica negoziata. La Regione Marche parrebbe essere l'unica regione che non capisce l'importanza di uno sportello unico per lo snellimento di alcune pratiche.
Ancora una volta la politica è ostaggio dei Dirigenti della Regione o è incapace per sua auto definizione di uscire fuori dal guado e rimuovere quella che è l'economia.
L'abbinamento di queste proposte di legge e la tematica da loro trattata sono l'ulteriore conferma della necessità di una serie di interventi da parte di quest'Assemblea per far fronte alla pesante crisi che continua a colpire il settore dell'edilizia, allora quali sono le banche, caro Consigliere Giancarli, uomo di buonsenso e di lungimiranza, che ha prodotto quella considerazione in Aula di Consiglio riguardante Banca delle Marche e poi avete fatto, come si dice, la famosa inversione a 90°, cioè il Presidente Spacca chiama 100 imprenditori e dice "ragazzi miei volete mettervi le mani in tasca e portare circa trecento milioni di euro per abbassarla a 150 milioni con sottoscrizione e ricapitalizzazione della banca?"
Vedo e farei ora di questo Consiglio una bella ripresa e la manderei in diretta via internet per far capire quanto interessa un argomento del genere.
Nel sistema bancario in evoluzione, nessuno di voi conosce, caro Consigliere Giancarli, che cosa sono i centri impresa delle banche, producono 135 miliardi di partite incagliate che nessuno restituirà e nessuno, ai sensi del decreto legge n. 213 del 2001, invoca in quest'Aula la piena applicazione.
Andiamo a vedere chi ha concesso i mutui, perché, quali sono i cespiti che hanno messo lì, qual è l'elenco dei beneficiari, il Presidente Spacca fa finta di non sentire. l'Assessore, il superassessore, chiedo scusa, allo sbilancio della Regione ignora e mi redarguisce: "Caro Trenta lei non si può permettere di parlare della quinta banca, del quinto polo bancario europeo, che cosa vengo qui io con una interrogazione ..." No lei chiede l'applicazione del decreto legge 213 del 2001, lì ci sono patti e condizioni, c'è l'organo di vigilanza interno, lì nasce, io non posso essendo un ingenuo pensare male, non è cristiano, ma ci si "azzecca" sempre, caro Consigliere Giancarli, ci siamo defilati con la famosa tattica a 90°, perché se interviene Masera, da mattina a sera, ci potrebbe essere una risoluzione anche del Consiglio regionale.
Perché dico questo? Qui noi parliamo di qualcosa che è vitale per l'economia cioè la riforma dell'urbanistica, oggi autodefinitasi urbanistica negoziata di ultima generazione, significa proposta tra l'imprenditore e il sistema bancario per finanziare quel rispetto anche alle istituzioni e agli enti.
Parlate voi di piani regolatori generali, un grande onorevole, che devo citare, bravissimo onorevole, fa un'interrogazione al suo Assessore regionale con delega al Piceno, quindi assistiamo allo scontro-incontro, l'onorevole Luciano Agostini Vice Presidente di questa Regione che interroga la Regione su qualcosa che riguarda il settore dell'urbanistica e, quindi, la SGL Carbon di Ascoli Piceno, dove compartecipa una fondazione bancaria ad un utile rispetto ad un ricavato della vendita della Cassa di Risparmio di 70 milioni di euro, che oggi decido, in barba alla 213 e, ripeto, decreto legge 213 del 2001 di cui nessuno parla.
La politica di chi è ostaggio, della sua incapacità manifesta, e lo vediamo adesso, tant'è che gira l'Assessore Malaspina con il suo assistente locale Luciano Agostini al quale da puntualmente la parola nelle riunioni sull'agricoltura. Anche l'agricoltura ha la sua edilizia rurale, ma se non partiamo con questa riforma importante dello sportello unico che arriva dalla riforma della legge urbanistica noi, in barba alla spendig review, caro Consigliere Giancarli, ancora una volta affondiamo.
Io vedo a Macerata un altro Assessore, quindi, possiamo risparmiare sulla spendig review, basta nominare e delegare Capponi, dipendente regionale a costo zero a Macerata e l'On. Luciano Agostini pagato da tutti noi come Deputato della Regione Marche e finiva la storia. Vedete quante incongruenze ci sono in tutto questo, nessuno me ne voglia, ma quando c'è incapacità a guardare con realtà il problema vero che attanaglia la crisi, le imprese familiari, il decoro, il fiore all'occhiello della Regione Marche, ma di quale Regione Marche quando il Presidente Spacca, giustamente onora una azienda come la Fa.In.Plast. e gli consegna l'onorificenza della Regione quale imprenditore modello e dice: "Ancorati alle vostre radici, alle nostre radici, ben venga lei che parla della sua famiglia, che parla del suo luogo d'origine", poi, ma la Fa.In.Plast è l'unica impresa di settore che sta alle stelle perché è la quinta come polo chimico europeo, grazie alla lungimiranza dell'imprenditore che non ha avuto bisogno del credito dell'edilizia, dei mutui edilizi, delle banche che oggi, caro Consigliere Giancarli, glielo ripeto affinché rimanga, 135 miliardi di partite incagliate di cui non si conoscono i beneficiari e noi abbiamo paura a far ripartire l'edilizia attraverso l'urbanistica che dovrebbe dare all'imprenditore quel ... allora facciamone un'altra di legge regionale, tutto l'invenduto, e mi spiego bene, oggi nessuno compra più le case, non c'è più lavoro, mi spiega lei come fa a partire un'impresa edile che ha una lottizzazione bloccata? Chi le compra più le case, non c'è lavoro! Le banche non danno più mutui edili, in edilizia non c'è più il finanziamento e noi ancora diamo credito alle banche che prendono soldi da Draghi e quindi parlo della Goldman Sachs, parlo di Saccomanni, parlo di ..., parlo di ..., parlo di ..., caro Consigliere Giancarli, ripresenti quella mozione, ma sul credito a sostegno dell'edilizia.
Allora diamo la legge alle imprese ed agli imprenditori che vogliono sviluppare. imprese familiari ripeto, fiore all'occhiello dell'economia della regione Marche, una regione al plurale, dovrebbe veramente farci vergognare se non evadessimo questi principi di questa legge.
Lei è un uomo serio, lei è una persona da additare ad esempio, quindi, faccio appello alla sua coscienza anche di padre, non solo di amministratore che conosce bene le questioni interne ed esterne a quel grande partito che è il Partito comunista per poi passare ad essere PD, non posso dimenticare la dolcissima Sara Giannini, quindi, attività produttive, edilizia, non dobbiamo aver paura di aver coraggio e basta con le pastoie politiche, uomini di buon senso. A lei, Presidente, ricordo sempre che il suo ostracismo per quella legge che forse il Consigliere Perazzoli ...

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. E' piacevole colloquiare con il Consigliere Trenta anche se forse questa volta ha svolto un tema a piacere, molto libero e, quindi, è andato oltre ...

(Interrompe il Consigliere Trenta)

Enzo GIANCARLI. ... si, liberi siamo tutti.
Tengo a precisare un fatto: abbiamo un punto in comune con la Banca delle Marche, siamo entrambi di Jesi, questo è il punto in comune che abbiamo, la sede della Banca delle Marche è a Jesi ed io vivo a Jesi, questo è l'unico punto in comune, tanto per essere chiari.
Detto questo, sono consapevole, così come lo è tutta la Commissione, della crisi dell'edilizia, ma il problema vero dell'edilizia si chiama invenduto, perché chi conosce la situazione economica sa che il problema vero è l'invenduto. Ci sono stati investimenti massicci e non si è venduto, questo è il problema e rispetto a questo, non il Presidente della Commissione, ma la Commissione tutta ne è così consapevole tanto che il giorno stesso in cui è arrivata in Commissione la proposta di legge della Giunta regionale - che dava la possibilità di posticipare l'inizio lavori e l'ultimazione degli stessi e, quindi, sburocratizzava, perché dava la possibilità di due anni e una fascia iniziale, due anni per l'ultimazione dei lavori, quattro anni complessivamente, perché in un momento come questo anche chi ha la concessione in mano non interviene - l'abbiamo fatta in fretta, abbiamo fatto la nomina dei relatori e l'abbiamo votata, questo forse ha causato la prima incomprensione con il Consigliere Latini perché non si è visto abbinare una sua proposta, ma la sua proposta è arrivata in Commissione dopo, portava lo stesso numero di protocollo e la stessa data di quando noi l'abbiamo discussa, lo stesso numero di protocollo significa che fa altri giri, non viene direttamente in Commissione, i percorsi burocratici sono ... questa è stata la prima incomprensione con il Consigliere Latini. In questo caso non è che non abbiamo voluto abbinare la proposta di legge, ma lo ripeto una volta per tutte, poi questo Consiglio i Consiglieri che sono alla seconda, alla terza legislatura, lo sanno meglio di me, la legge sul piano casa che porta il numero 22 è del 2009, altra cosa è la 22 del 2011, non è il piano casa è la legge sulla riqualificazione urbanistica e proprio perché è la legge sulla riqualificazione urbanistica voglio dire, sia al Consigliere Acacia Scarpetti che al Consigliere Acquaroli che ha ritirato l'emendamento, che noi a settembre discuteremo il piano casa.
Guardate io non faccio questioni formali, 1) avevo posto un problema, dal mio punto di vista, sostanziale perché non si poteva stravolgere la legge, 2) non possiamo non discuterla a settembre, e dopo le rassicurazioni del Presidente Solazzi, che ringrazio, per me il problema non esiste più, se questa cosa fosse stata comunicata prima avrei detto votiamo gli emendamenti, quindi il problema non esiste.
Voglio dire al Consigliere Latini, noi a settembre e lo dico all'Assemblea, discuteremo il piano casa, faremo gli aggiustamenti che si renderanno necessari, ho parlato di tre Consiglieri, perché sono i tre che, in qualche modo, sono più coinvolti di altri, il Consigliere Acquaroli aveva un emendamento presentato e l'ha ritirato, il Consigliere Acacia Scarpetti ha una proposta di legge, il Consigliere Latini ha una proposta di legge, ma il mio intervento era sostanziale, non faccio questioni formali, faccio questioni sostanziali, perché sono consapevole della crisi. Oggi abbiamo fatto questo aggiustamento sulla legge di riqualificazione, più avanti faremo un aggiustamento sul piano casa, la Giunta regionale è da mesi che ha presentato una bozza sulla legge del governo del territorio, ma ognuno di noi ha capacità di iniziativa legislativa, quindi, da questo punto di vista ognuno può fare.
Detto questo credo che un ulteriore passo avanti con l'approvazione di questa legge sia stato fatto ma, ripeto, per quanto ci riguarda dobbiamo mantenere questo equilibrio fra quello che è il territorio, il suo valore, e la necessità di intervenire per dare la possibilità alle aziende di poter crescere. Le aziende hanno consapevolezza che il problema si chiama riqualificazione, non a caso citavo nella relazione introduttiva, anche se ho cercato di essere breve, quelle che sono le stesse posizioni dell'Ance che io considero molto interessanti e credo di poter dire che ci sentiamo in sintonia con questo mondo marchigiano che è giunto ad una conclusione, ormai da tempo interessante, che è quella di saper tenere insieme economia ed ecologia.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Voterò a favore di questa proposta di legge nonostante tutto, dico nonostante tutto perché è grottesco il dibattito anche di questa mattina.
Sembra che parliamo linguaggi completamente diversi, lei Consigliere Giancarli parla dell'invenduto, che è il vero problema di questa regione ed è sicuramente sotto gli occhi di tutti, ci avete consegnato l'osservatorio del lavoro che registra il maggior numero di chiusure del settore delle costruzioni, quindi sappiamo bene ...

(Interrompe il Consigliere Giancarli)

Mirco CARLONI. ... l'invenduto è un problema che riguarda molto le banche in questa fase e poco l'economia reale, e le vorrei fare presente che per risolvere il problema dell'invenduto, l'unica cosa che non si può fare, è bloccare le imprese che vengono ad investire, cioè a creare occupazione, perché se si vogliono collocare gli appartamenti bisogna che qualcuno li compri, per poterli comprare bisogna avere un reddito che ti permetta di poterli comprare e, quindi, bisogna avere un lavoro.
Sono due cose completamente diverse, un conto è quello che stiamo facendo per facilitare la possibilità di smaltire l'invenduto e, soprattutto, fare in modo che non venga eroso e consumato altro territorio nell'espansione immobiliare residenziale, un'altra cosa, completamente diversa, è risolvere i problemi legati allo sviluppo, legati all'occupazione e alla produzione, sono due settori completamente diversi, ma molto collegati.
Per risolvere il problema dell'invenduto tutto si deve fare tranne che bloccare gli investimenti nelle Marche, perché altrimenti non si creerà occupazione, non si creeranno posti di lavoro e, anche oggi, si è persa un'occasione.
Devo dire che voto a favore, ci tengo che rimanga agli atti, lo faccio, ma pensavo che la proposta di legge, questa mattina, venisse combinata alla discussione e che, in qualche modo, potesse essere rivista, perché quello che andava modificato era nell'articolo 11, il comma uno, dove viene bloccato lo sportello unico perché, ripeto, siamo, siete, l'unica Regione, l'unica Giunta che ha tolto di mezzo, in un momento in cui c'è bisogno di investimenti, uno strumento che facilita gli investimenti sul territorio. Siatene consapevoli perché ve ne assumerete tutta la responsabilità di questa cosa e siate anche consapevoli, lei giustamente oggi, Consigliere Giancarli, mi risponde che l'iniziativa legislativa appartiene a ciascuno di noi, certo, ma come fatto tante volte, è la dimostrazione che le nostre iniziative legislative non contano nulla, perché uno fa una proposta di legge, viene abbinata e portata in Aula soltanto nominalmente, perché non viene discussa, allora non ci venite a dire che l'iniziativa legislativa appartiene a tutti, perché la Giunta sono mesi che discute di una fantomatica proposta di legge che non c'è.
Oggi si è persa l'occasione perché non avete voluto garantire la proroga del piano casa con delle date certe, non avete voluto abolire una norma abominevole che blocca lo sportello unico per le attività produttive la quale esiste solo nelle Marche, disincentivo agli investimenti produttivi, non avete voluto fissare una data per approvare una legge urbanistica organica che renda questa regione moderna ed al passo con le altre, dando certezza agli investimenti ed agli imprenditori. Di questo oggi ve ne assumete ulteriormente la responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. La ringrazio per l'interpretazione che ha dato prima sia dell'eccezione sollevata per il deposito degli emendamenti che per quanto riguarda la sospensione delle proposte di legge bocciate in Aula.
Volevo significare, per esprimere il mio voto favorevole alla proposta di legge 208 con le altre abbinate, che la mia presa di posizione non vuole essere in alcun modo in polemica né con la IV Commissione, né con il suo Presidente, ma prende atto dello stato dei fatti e si limita ad un resoconto poco più che oggettivo degli stessi, anche in termini di differenza fra sostanza e forma per quanto riguarda l'eccezione sollevata.
Nella sostanza la tematica che voglio segnalare, e la esprimo con tutta la mia personale buona fede, è quella che vi sia un’attenta valutazione quando si determina l'abbinamento o meno delle varie proposte di legge, perché per quel poco che conosco i regolamenti di questa Assemblea legislativa, l'esclusione della proposta di legge n. 337 da quelle poste oggi in votazione è illegittima e inficia, dal punto di vista della valutazione, alcuni presupposti fondanti per quanto riguarda la possibilità che più proposte di legge camminino sulla stessa direzione, perché in pratica la proposta di legge del sottoscritto, la n. 337, che è stata espulsa si rifà ai presupposti dell'articolo 66 del Regolamento interno, avendo la connessione di oggetto e la connessione di riferimento normativo.
Questo è il dato fondamentale che voglio evidenziare e se c'è la volontà, la disponibilità, da parte di tutti i Consiglieri di maggioranza e di opposizione, a formulare proposte legislative, c'è anche la necessità che le stesse siano prima di tutto valutate dal punto di vista della forma, ma anche valutate dal punto di vista della sostanza, senza dover, in qualche modo, pregiudizialmente discriminarle, come credo sia avvenuto nel caso in esame.
Nel contenuto, e rimango fermo nella mia posizione proprio perché si parlava sia della legge regionale n. 22 del 2011 che della legge regionale n. 22 del 2009, era necessario, opportuno e, comunque possibile, inserire anche la tematica della proroga o comunque delle norme sul piano casa.
Questo che dico non lo invento io, ma tutte le altre Regioni, a cominciare dalla limitrofa Emilia Romagna, che hanno imposto procedimenti, valutazioni e quant'altro in questa direzione, cosa ben diversa è invece il percorso che si è compiuto.
Ritengo che in futuro simili discussioni, che rischiano di diventare pletoriche, non avvengano nella misura in cui entrambe le parti coinvolte si adoperino affinché la discussione sostanziale, la buona volontà e la dialettica prevalgano sulla forma, come, invece, rischiava di essere questa mattina.
Per quanto riguarda la legge sul piano caso se a settembre si discuterà è un fatto del tutto positivo che preme sia al sottoscritto, che ha presentato una proposta di legge, che a tutti i componenti dell'Assemblea e credo all'intera Giunta marchigiana.
Del resto una tematica complessiva come quella dell'urbanistica deve vedere uno sbocco dal punto di vista legislativo, concludo il mio intervento, e non può fermarsi ad una serie di interventi minori, normativamente ineccepibili, ma che non danno la sostanza di quello che è un quadro globale dell'urbanistica stessa, credo, quindi, che l'emanazione di una conforme e complessiva proposta in questa materia sia una delle occasioni più importanti per far discutere l'intero territorio su una prospettiva ancora possibile, quella cioè di mettere insieme occasioni di sviluppo attraverso le armi e gli strumenti dell'urbanistica e sulla possibilità di contenere, limitare, in qualche modo, inquadrare la tutela del territorio attraverso norme che non limitino le riprese e le attività economiche stesse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Voglio dire solo una cosa visto che sono stato chiamato in causa dal Presidente rispetto al mio emendamento, non vorrei che la discussione prendesse una piega più politica che tecnica, c'è un impegno del Presente della Commissione a trattare a settembre il piano casa ed insieme al piano casa possiamo prevedere anche di ridiscutere degli sportelli unici e di altre procedure, ma la questione che terrei a precisare è che la mia volontà di ritirare l'emendamento è per rispondere ad una questione di metodo e di merito e per agevolare i lavori dell'Aula.
Chiedo all'Aula di non strumentalizzare questa questione, visti anche i tempi, oggi è il 30 luglio, non è sicuramente il periodo di agosto, che vede mezza Italia fermarsi, adatto alla risoluzione dei problemi dello sportello unico e del piano casa.
Chiedo, in sostanza, di non polemizzare su questa questione e di lasciare un clima sereno perché, come dicevo qualche secondo fa con alcuni miei colleghi, credo che queste questioni non hanno da nessuna parte la verità, ma la verità o la soluzione migliore dobbiamo cercarla qua dentro, senza crearci su questi temi delle barriere ideologiche e delle barriere di parte, perché non credo che questo sia il lavoro migliore che permetta la soluzione più adiacente alla realtà.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Molto velocemente per rimarcare una questione sull'invenduto, e chiamerei il Consigliere Giancarli un attimo ad ascoltarmi, riguardo all'invenduto sappiamo tutti che ci si sono pagate le campagne elettorali sia di destra che di sinistra, diciamolo chiaramente.
Il consumo del territorio in questi ultimi 20 anni è stato utilizzato anche per pagare le proprie campagne elettorali, per farsi belli davanti agli elettori ed avere un gruzzolino da spendere in più, quindi, siamo onesti su questo consumo del territorio e sull'invenduto.
Per quanto riguarda l'iter delle nostre leggi, purtroppo, notiamo che è molto lento sui temi scottanti e molto veloce quando sono un po' meno importanti, forse ultimamente l'andamento è cambiato e questo sicuramente è una cosa molto positiva.
Invito anche a considerare, oltre il piano casa, anche una legge che ho presentato e che riguarda i sotto tetti, infatti in questo settore le Marche hanno una legge che è quasi dell'anteguerra. Abbiamo le altezze dei sottotetti che sono oramai fuori da ogni epoca in quanto le tecnologie che sono a disposizione oggi permettono una revisione urgente ... invito i colleghi, vedo che sono molto animati ....
Io voterò a favore di questa proposta di legge, ma come il mio collega Carloni, di cui condivido tutti gli interventi, sportello unico e considerazione dell'espansione per le attività solo se contigue alle precedenti, credo che i vincoli non facilitano in questo momento di difficoltà economica.
Ribadisco il mio voto a favore, ma con tante contraddizioni.
Invito l'Assemblea a considerare la mia proposta di legge sui sottotetti che potrà liberare, soprattutto, l'economia delle piccole imprese che, in questo momento, sono quelle più difficoltà, in quanto l’applicazione della bio edilizia, soprattutto, nei sottotetti e le nuove tecnologie possono dare spazio ad un settore che si sta espandendo.
Chiudo qui l'intervento anche perché c'è veramente una grande baraonda e non riesco a parlare oltre.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 208, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 352 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Bugaro, Giancarli
"Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 - Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria"

Proposta di legge n. 282
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7: Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attività venatoria'"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 352 ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Bugaro, Giancarli, n. 282 del Consigliere Latini, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente, questa proposta di legge apporta alcune modifiche alla legge regionale n. 7 del '95, ritenute urgenti in quanto funzionali ad una migliore attuazione della legge stessa.
L'articolo 1 chiarisce le condizioni alle quali sono soggetti i cittadini di San Marino che svolgono l'attività di prelievo venatorio degli ungulati nella regione Marche, mettendo fine al problema di interpretazione delle disposizioni regionali attualmente in vigore, alla luce della convenzione di amicizia e di buon vicinato stipulata tra la Repubblica San Marino e l'Italia nel 1939 e i successivi protocolli d'intesa con la Provincia di Pesaro e Urbino che in sostanza equiparano i cittadini sanmarinesi a quelli marchigiani per quanto riguarda l'esercizio venatorio.
L'articolo 2 precisa che l'iscrizione ad un ambito territoriale di caccia ATC, diverso da quello di residenza, può avvenire anche oltre il termine del 15 giugno, previa verifica del raggiungimento della capienza massima stabilita annualmente, tenendo conto dell'indice di densità venatoria assegnato a ciascuno ATC, restando invariate le regole relative al pagamento della quota di iscrizione, cioè un incremento del 50% della quota prefissata se il versamento viene effettuato oltre il 31 luglio.
L'articolo 3 precisa che il numero massimo dei cani utilizzabili per la caccia al cinghiale è stabilito dal relativo regolamento, che è quello sulla caccia agli ungulati, in quanto il limite è espressamente previsto all'articolo 30 della legge n. 7, più di sei cani di qualsiasi razza non si adattano a questo tipo di caccia per la quale possono essere impiegati un massimo di 24 cani.
L'articolo 4 interviene sulla normativa in materia di costituzione delle aree di addestramento e allenamento dei cani, le cosiddette ZAC, per le quali attualmente è previsto il 100% degli atti di assenso dei proprietari o conduttori dei fondi.
La modifica introduce la possibilità di inclusione coattiva di terreni fino al limite massimo del 25% della superficie complessiva della ZAC, purché questa inclusione coattiva venga senza danno alle colture eventualmente presenti, in questo caso il soggetto gestore dello ZAC dovrà pagare un'indennità stabilita dalla Giunta regionale ai proprietari dei terreni inclusi in maniera coattiva.
Infine l'articolo 5 contiene la dichiarazione di urgenza perché questi provvedimenti, che andiamo a prendere con questa modifica, sono necessari e indispensabili prima dell'apertura della caccia che si verificherà ad agosto.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Non illustrerò le modifiche perché l'ha già fatto in maniera approfondita il relatore di maggioranza, il Presidente della Commissione Badiali, queste modifiche recepiscono totalmente una proposta di legge bipartisan, sostanzialmente recepiscono anche suggerimenti venuti dagli ambiti territoriali che a seguito della nostra legge si troveranno a gestire l'attività faunistica, quindi, sono assolutamente d'accordo con le modifiche proposte che altro non fanno che migliorare la possibilità di gestire da parte degli ambiti territoriali di caccia.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Va benissimo la proposta che tende a regolarizzare l'accesso alle ATC da parte dei cittadini non residenti, ammettendoli all'esercizio dell'attività venatoria, rende più flessibile la data di iscrizione di un ATC, rispetto alla normativa oggi vigente che prevede il limite inderogabile del 15 giugno, così come il numero dei cani utilizzabili per la caccia al cinghiale, quelli previsti dal regolamento normativo all'articolo 27 bis, e come le modalità di istituzione delle zone di addestramento, però, colgo l'occasione per segnalarlo, ancora non riusciamo a dare una concreta dimensione normativa a quello che è il gravissimo fenomeno dei cinghiali, con la necessaria operazione di interventi concreti ed efficaci, soprattutto, all'interno dei parchi, delle aree protette o delle zone agricole in generale, per una prevenzione necessaria prima di tutto a ripristinare un equilibrio sostenibile nella presenza numerica degli animali, oggi davvero invadenti, e nell'ottica di una salvaguardia equilibrata dell'intero patrimonio faunistico ambientale della regione.
Questa legge ci deve dare lo spunto per tenere molto alto il livello, l'asticella di attenzione, per questo profilo delle attività venatoria e, comunque, della tematica stessa, cioè la protezione della fauna selvatica e l'eccessivo numero, come ho detto, dei cinghiali.
Occorre modificare la legge n. 7 del '95, occorre farlo attraverso un impianto normativo aggiornato alla luce delle profonde variazioni che hanno caratterizzato, proprio negli ultimi anni, la presenza di tali animali, con delle modifiche particolarmente importanti che ancora oggi non abbiamo fatto proprie, cioè quelle relative alla possibilità di interventi da parte di tutti i cacciatori per far venir meno la presenza degli animali stessi, le iniziative di sterilizzazione e tutto quello che riguarda la tutela del settore primario dell'agricoltura e dei parchi che sono interessati, purtroppo, ai fenomeno che compiono i cinghiali stessi.
Attraverso la valutazione e la votazione della proposta di legge n. 352 lancio la necessità di tornare in generale ad una modifica completa ed organica per quanto riguarda gli ungulati, affinché ci sia una soddisfazione in senso normativo di quelle che sono ormai le continue lamentele non soltanto degli interessati del settore ma anche degli agricoltori, dei Direttori e Presidenti dei parchi, fino ad arrivare ai cittadini utenti che rischiano sempre di più nelle strade in cui gli animali che vi transitano sono sempre più presenti.
C'è anche un aspetto di natura economico finanziario che deve essere tenuto in conto, il risarcimento che oggi la Regione dà agli interessati che si sono imbattuti con gli ungulati non determina nessuna capacità risarcitoria vera, nessuna soddisfazione agli stessi.
Molto più interessante e molto più proponibile dare una somma più bassa direttamente alle associazioni, ai soggetti che sono e potrebbero essere capaci di tutelare il territorio attraverso una normativa chiara, sintetica e direi anche flessibile per quanto riguarda la capacità dell'habitat di sopportare un numero limitato degli animali stessi, cioè dei cinghiali.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. E’ semplicissimo, è un contributo maggiore verso gli ATC da parte dei cacciatori che sono residenti nello Stato di San Marino. Praticamente devono pagare di più, penso che sia una cosa legittima, una cosa per niente eclatante, un contributo maggiore da parte dei cittadini che vengono a cacciare nei nostri ATC, un contributo anche minimo perché chiedo una maggiorazione del 50%, se fossero 50 euro sarebbero 75 euro per un cacciatore che viene da San Marino.
Sappiamo bene che i residenti di San Marino hanno un regime fiscale molto vantaggioso rispetto ai cittadini italiani e ai frontalieri che devono affrontare un periodo difficile, non hanno nemmeno il problema dell'Iva in quanto i prodotti sono praticamente esenti, quindi, penso che chi viene a cacciare nei nostri ATC e nella nostra regione debba dare un contributo maggiore, tutto qua.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Parere contrario, capisco la buona fede del Consigliere Zaffini nel senso che poteva anche essere incluso, ma c'è un accordo del 1939, c'è un rapporto di buon vicinato tra la Provincia di Pesaro e San Marino, ma soprattutto tra la Regione Marche e San Marino, poi c'è anche la legge n. 7 del '95, l'articolo 16, alla fine del comma 5 dice: "l'ATC può inoltre prevede il versamento di quote differenziate per coloro che non risiedono nel territorio dell'ATC o della regione e in base all'opzione della forma di caccia effettuata dal cacciatore", perciò è prevista questa competenza di aumentare o diminuire le quote per quelli che non sono dell'ATC, nella stessa residenti o addirittura che non sono della regione, ma è compito dell'ATC fare questa differenziazione. Penso che non sia opportuno che sia un'istituzione come la Regione Marche a farlo, ma l'istituzione di gestione della caccia, che è l'ATC, ha questa possibilità. (...) ma ce l’hanno già le linee guida.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4 bis/1, istitutivo dell'art. 4 bis, della III Commissione: "dopo l'art. 4 è aggiunto il seguente: 4 bis) al termine del primo periodo del comma 4, dell'art. 3, della legge regionale 7/1995 è aggiunto il seguente: "Fino all'entrata in vigore dei nuovi piani faunistici provinciali resta efficace la pianificazione provinciale preesistente".
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Volevo dire una cosa, non posso intervenire nel merito di questa proposta di legge perché ho visto che è stata depositata in data 22 luglio, l'Assessore non è mai stato reso partecipe nemmeno nella discussione in Commissione, quindi, nel merito non posso esprimermi, questo l'ho detto anche ieri al Presidente Badiali, però posso esprimermi nella modalità, quindi, invito ad un maggiore rispetto della Giunta anche se chiaramente il Consiglio, la Commissione mettono in atto la loro funzione legislativa e questa volta lo hanno fatto in maniera molto solerte.
Considerato questo fatto invito la Commissione, Presidente se mi ascolta, ad impegnarsi sempre su questo tema, su un aspetto che, secondo me, è molto pressante per quanto riguarda la questione della caccia e mi riferisco, in maniera particolare, al tema della caccia agli ungulati, al tema della caccia al cinghiale e rispetto a quello che ha detto il Consigliere Latini, volevo dire che lo scorso 19 luglio, quindi pochi giorni dopo il mio insediamento, abbiamo immediatamente convocato tutti i Presidenti degli ATC e tutte le associazioni venatorie proprio per focalizzare alcuni punti importanti tra i quali quelli a cui lei faceva cenno.
In riferimento ad un'azione legislativa, Presidente Badiali, io ritengo molto importante che con la stessa solerzia andrebbe affrontata, in merito alla caccia al cinghiale, tutta l'economia sommersa che questa genera, cioè il nero, dovremmo nella stessa maniera impegnarci a superare quella problematica, magari con la stessa tempistica con cui abbiamo affrontato questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Voglio rispondere all'Assessore senza nessun astio, assolutamente, soltanto per far capire che la Commissione ha come Statuto, come regolamento, come funzioni, come norma, quello della programmazione, programma e fa le leggi, poi la gestione, le azioni, le fa l'Assessore e l'Assessorato insieme ai suoi dirigenti.
Per quanto riguarda quello che diceva sulla caccia agli ungulati, porti avanti tutte le azioni necessarie a far sì che ci sia una diminuzione degli ungulati, troverà la Commissione dalla sua parte e la troverà disponibile a qualsiasi cosa, purché si raggiunga l'obiettivo prefissato.
Per quanto riguarda questa legge, gliel'ho detto ieri Assessore, glielo ripeto oggi, è questo il compito della Commissione, quello di fare leggi, questo c'è stato chiesto dagli uffici competenti alla caccia, cercare di accelerare perché ad agosto si apre la caccia.
La proposta di legge è stata ad iniziativa della Commissione perché si è cercato di ridurre i tempi, non c'erano i tempi, penso che se fosse stata una proposta dall'Assessorato, sarebbe venuta in Commissione.
Per quanto riguarda la convocazione in Commissione, gliel'ho detto ieri, lei è stata convocata per mercoledì della settimana scorsa insieme ai tecnici, sono venuti i tecnici, lei non è venuta, non le faccio una colpa, sarà stata impegnata da un'altra parte, perciò non è questo il problema.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 352 così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa all'Aula, ma l'attenzione del Consigliere Zaffini su San Marino mi ha ricordato questo atto che l'Aula deciderà se aggiungere in coda all'ordine del giorno, non prima di aver discusso gli altri punti: "Approvazione dell'intesa tra le Regioni Emilia-Romagna e Marche concernente l'istituzione del Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello".

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi, mettiamo ai voti la richiesta del Consigliere Giancarli, di iscrizione della proposta di legge n. 351: “Approvazione dell'intesa tra le Regioni Emilia-Romagna e Marche concernente l'istituzione del Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello". Adesso verrà distribuito il testo. Mettiamo in votazione la richiesta del Consigliere Giancarli, avverto che c'è bisogno del quorum, quindi dei 2/3 dei votanti. Apriamo la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Proposta di legge n. 349
ad iniziativa dei Consiglieri Comi, D'Anna, Badiali, Busilacchi, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni, Zinni
"Disposizioni per gli Enti del Servizio Sanitario Regionale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 349 ad iniziativa dei Consiglieri Comi, D'Anna, Badiali, Busilacchi, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni, Zinni. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. La proposta è stata presentata da tutti i componenti della Commissione salute e votata ad unanimità, concertata con il Ministero della salute, con l'Assessore alla salute sanità, con l'ufficio legislativo per tutto quello che riguarda gli aspetti formali.
La legge nella sostanza, e ve la riassumo molto sinteticamente, è stata necessaria dopo che il Governo ha impugnato una precedente disposizione normativa contenuta dentro la legge finanziaria regionale con la quale venivano prorogate le graduatorie fino al 31 dicembre 2015 per alcune categorie di dipendenti Asur.
Con questa legge viene introdotta una nuova normativa in materia che riguarda la proroga al 31 dicembre 2014 di tutte le graduatorie dei vari enti del Servizio sanitario regionale. La normativa è stata appunto condivisa e concertata con il Dipartimento ministeriale competente e pertanto è meno esposta rispetto ad eventuali obiezioni di legittimità.
La Regione Marche, e chiudo velocissimamente, non è sottoposta, voglio chiarirlo rispetto alle tante obiezioni e quesiti che sono stati posti, in quanto cosiddetta Regione virtuosa, alla normativa che limita le assunzioni di personale nel limite del 40% della spesa, perché quella limitazione riguarda solamente gli enti soggetti a limitazioni delle assunzioni.
La Regione Marche tuttavia, pur non esposta, pur non soggetta e sottratta a questi vincoli e parametri legislativi in nome di una riorganizzazione, riconversione delle strutture ospedaliere, degli accorpamenti, delle razionalizzazioni delle unità operative semplici e complesse, assunte sulla base delle disposizioni nazionali e della programmazione regionale, si è auto determinata ad assumere proprie limitazioni nelle assunzioni.
Con questa proposta di legge noi stiamo dentro i parametri regionali, non siamo esposti, ma siamo al riparo da eventuali dubbi di legittimità.
Ci tengo a dire che la proposta è stata anche sottoposta al parere, non solo dei ragazzi e dei giovani che avevano partecipato ai concorsi e, quindi, sono nelle graduatorie, ma è stata anche sottoposta al parere delle organizzazioni sindacali competenti, tutti hanno dato il loro parere positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Non aggiungo niente se non ricordare che questa è una iniziativa che parte anche dall'opposizione, con una forte collaborazione dell'opposizione. Abbiamo sottoscritto, condiviso e verificato tutto quello che c'era da fare, quindi, come dice il Consigliere Zinni, acconsento al voto positivo anche da parte dell'opposizione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Grazie Presidente, questa proposta, secondo me, acquisisce valore di particolare rilevanza se valutata anche in relazione alla delibera di Giunta regionale del 15 luglio: "Definizione criteri e modalità per l'utilizzo delle graduatorie nei pubblici concorsi" dove in particolare viene stabilito che, per esempio, i soggetti così citati come la Giunta regionale, l'Ars (l'Agenzia regionale sanitaria), l'Ente regionale per l'abitazione pubblica (Erap), l'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (l'Arpam), l'Assam, gli enti gestori dei parchi naturali, i consorzi di bonifica, gli enti del servizio sanitario regionale, specificati nella legge 13 del 2003, previa programmazione delle assunzioni, prima dell'indizione di un concorso pubblico e nei limiti della propria dotazione organica, possono ricoprire i posti vacanti e disponibili utilizzandolo gli idonei delle graduatorie di pubblici concorsi indetti per pari o equivalenti posizioni contrattuali ed approvate dai medesimi soggetti.
Pur nella non amplissima possibilità dei tempi previsti dalla proroga, un anno e mezzo appena, si apre la possibilità di poter utilizzare una graduatoria così ampia, tante persone che hanno superato un pubblico concorso e sono in attesa di un impegno professionale, pur nella limitatezza dei tempi, questa apertura dà la possibilità di poter occupare posti in altri enti, in altre strutture, e può dare maggiori opportunità di assorbimento.
Penso che sia una cosa buona e il mio partito la vota positivamente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione,

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 349. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Per quanto riguarda il punto 7 ed il punto 10 mi sono arrivate, per un approfondimento, richieste di rinvio alla prossima seduta, anche dall'interno della maggioranza, quindi procederemo con l'approvazione degli ultimi due atti più quello di cui è stata chiesta l'iscrizione d'urgenza.
L'Aula è favorevole oppure sono costretto a metterlo ai voti?
La nomina la possiamo fare, non c'è nessun problema anche se, per quanto riguarda la nomina del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico, ho avuto modo di dirlo stamattina in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, direi di non votarla, ma di rinviarla, perché c'è un accordo fra la Regione Umbria e la Regione Marche, è già stato approvato in Giunta il possibile accordo e mi dicono che, nella seduta di ieri, è stata approvata anche la proposta di legge che verrà in Consiglio regionale e che fra le altre cose prevede criteri diversi per l'accessibilità alla nomina di Consiglieri di amministrazione e la diminuzione del numero dei consiglieri stessi. Pertanto se vogliamo passare alle nomine, come ultimo atto, possiamo fare quella relativa alla Cooperativa artigiana di garanzia. Se l'Aula è d'accordo, non ci sono problemi, allora do per approvata questa nuova riformulazione dell'ordine del giorno e passerei alla trattazione del punto 8.

Proposta di atto amministrativo n. 65
ad iniziativa della Giunta regionale
"Linee guida per la programmazione della rete scolastica del sistema educativo marchigiano per l'anno scolastico 2014/2015 - Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, articolo 138"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 65 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Colleghi Consiglieri con questo atto individuiamo i criteri e le modalità per le iscrizioni e per le operazioni di modifica della rete scolastica intesa come dimensionamento degli istituti scolastici che come variazione dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2014-2015.
Come sapete la funzione di programmazione viene esercitata da anni in collaborazione con gli enti locali e questo atto di fatto consolida il metodo e il sistema che sono stati in essere fino ad oggi, anche nei limiti determinati dal contesto più generale, come il contenimento della spesa, la rilevanza dei presidi nelle zone montane, l'aumento dei cittadini stranieri e, soprattutto, la crescente domanda dei servizi per l'infanzia e la lotta all'abbandono scolastico.
Vengono individuati alcuni criteri di carattere generale ai quali devono attenersi sia i Comuni che le Province che, se pure autorizzati ad effettuare operazioni di riorganizzazione della rete scolastica, come le fusioni, le soppressioni, gli sdoppiamenti, non devono diminuire il numero delle autonomie scolastiche e devono, soprattutto, tenere conto in un'ottica complessiva a livello territoriale di garantire la presenza di un presidio scolastico significativo nelle zone montane con i relativi servizi di accesso, quello che è stato un problema fino ad oggi, ma che sicuramente si amplificherà ancora di più per il futuro.
Per quanto attiene le funzioni specifiche è previsto che i Comuni nel dimensionamento delle istituzioni scolastiche relative alla scuola dell'infanzia primaria e secondaria di primo grado, devono rispettare alcune indicazioni:
- la consistenza della popolazione scolastica rapportata alla disponibilità dell'edilizia esistente;
- le caratteristiche demografiche, orografiche, sociali ed economiche;
- l'efficacia dei servizi scolastici e dei servizi di supporto del bacino di utenza.
Le Province competenti per la scuola secondaria di secondo grado nell'elaborare il piano di offerta formativa devono tener conto della razionalizzazione degli indirizzi già autorizzati limitandosi, e questo è importante, ad istituire nuovi indirizzi solo nel caso in cui le qualifiche funzionali da attivare siano legate e richieste dal sistema produttivo.
Da dire ancora che nella conservazione degli indirizzi attivi è necessario che siano tenuti in considerazione alcuni elementi significativi quali l'attivazione di filiere formative e produttive nel territorio, anche tramite il raccordo con le istituzioni interessate, la possibilità di sviluppare raccordi tra scuola e mondo del lavoro, questo è un elemento importante che è stato implementato in maniera anche consistente nella nostra regione.
Devono anche essere valutati il contesto territoriale, la popolazione scolastica e i flussi di mobilità, la consistenza del patrimonio edilizio, altro punto dolente, che abbiamo e che ovviamente dovrà essere preso in carico anche dalla Regione pur non avendo trasferimenti per questo segmento, diciamo così, di necessità, dal livello nazionale, come per i Comuni e la rete dei trasporti.
Infine per una più razionale distribuzione dell'offerta, viene posto l'obiettivo di costituire poli tecnico professionali anche mediante processi di istituzione, soppressione e sdoppiamento di scuole.
Complessivamente la programmazione territoriale dell'offerta formativa che si intende attivare deve tenere conto sia della sostenibilità nel tempo, in riferimento alle risorse finanziarie, che delle strutture e attrezzature disponibili ed, infine, delle richieste e degli interessi degli utenti.
Nell'atto sono indicate le procedure che prevedono il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate che devono concludersi entro il 28 ottobre, così che la Giunta regionale, come sempre, possa approntare la definitiva approvazione della proposta del piano della rete scolastica che sarà, come d'uso, presentata successivamente all'approvazione dell'Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Consiglieri, Presidente, grazie. Le linee guida per la programmazione della rete scolastica, quindi anche l'individuazione dei piani di offerta formativa, si ripetono da vari anni, in maniera spesso invariata, poi, si sa, la parola passa agli enti locali, ma soprattutto al Consiglio quanto dobbiamo redigere il piano vero e proprio, spero per tempo, anche perché poi c'è la scadenza a cavallo dell'anno, quindi spero che si rispetti il termine di ottobre/novembre.
Non mi soffermo su aspetti che sono reiterati da anni e direi anche un po' dovuti e necessari perché ci sono delle contingenze, ci sono delle limitazioni legislative. Sappiamo che gli organici sono ancora competenza esclusiva dello Stato, quindi le manovre e le possibilità di manovra sono limitate, in molti casi sono stati concessi indirizzi o nuovi corsi e non sempre sono stati attivati, quindi, siamo in una fase di ricognizione.
E' questo infatti il punto su cui mi soffermo, il punto 1/2 dell'allegato dove si parla di Province. Mi ricordo che in Commissione ne parlammo già con la Mollaroli Presidente, i funzionari si ricordano, noi abbiamo bisogno di una mappatura di ciò che è esistente, dei corsi e degli indirizzi attivati, se sono o no funzionanti, perché ci sono indirizzi non attivati che vengono dati da questa Regione, che sono stati dati dal Consiglio e fin lì ci arriviamo, ma ci sono anche corsi e indirizzi che fanno un anno e, poi, non mantengono le caratteristiche per poter proseguire o addirittura non riescono ad essere attivati, seppur concessi, e si finisce, come spesso è accaduto, per dare soltanto un valore emblematico di medaglia al corso o all'indirizzo, ma sul piano pratico non sappiamo se funziona, se non funziona, sé è partito, soprattutto se va conservato. Ecco perché questo piano chiede la mappatura, un censimento, anche per la conservazione degli indirizzi che sono partiti da un anno ma che devono mantenere, come la Presidente Ortenzi ha specificato, una serie di caratteristiche per andare avanti.
Noi spesso non sappiamo l'esistente, finiamo per dare in base alle pressioni o alle esigenze del territorio, espresse in maniera spesso, come dire, non organica e confusa da quel Preside o da quell'altro, da quel Presidente o da quell'altro, all'ultimo momento, anche perché non sempre abbiamo un censimento vero e proprio.
Questo è quello che le Province devono fare, per quanto riguarda, e ripeto, il piano di conservazione degli indirizzi approvati con la preclusione di non poter dare e concedere ulteriori indirizzi per quanto riguarda il ramo dell'istruzione tecnica o dei licei.
Parliamo solo di poter attivare in concertazione con il sistema delle imprese, perché è questo il senso dell'istruzione e della formazione professionale, in particolare l'istruzione professionale e, per quanto ci riguarda, oggi c'è la possibilità di attivare l'istruzione professionale non invece i licei e gli istituti tecnici che presumo, mappatura o non mappatura, essere arrivati, come dire, a saturazione, visto che sappiamo quanti corsi abbiamo ultimamente dato ai licei, non sempre accompagnati da un monitoraggio serio.
Auspico che questo le Province lo svolgano perché noi, come Commissione, lo chiedemmo anche qualche anno fa, ora è una prescrizione delle linee guida. Auspico, Assessore, che le Province facciano questo piano di monitoraggio perché è indispensabile, anche per noi conoscere lo status quo e lo stato dell'arte, soprattutto per dare ciò che serve realmente e non ciò che serve a quello o a quell'altro Preside o ai Sindaci all'ultimo momento. Soprattutto per far sì che si combatta, attraverso questa conoscenza, la dispersione scolastica perché parliamo di istruzione professionale e sappiamo che si annida lì, per la maggior parte, il problema veramente grosso e metastatico della dispersione scolastica dei ragazzi.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio, sottraggo soltanto pochi secondi, voglio ringraziare l'Assessore Luchetti perché lo scorso anno c'è stato, direi, un confronto molto vivace, in alcuni momenti anche aspro, sul fatto della città di Jesi e di Jesi città europea dello sport 2014, questo è il dato: città europea dello sport 2014.
Un riconoscimento importante per la città di Jesi, un riconoscimento che, tra l'altro basta guardare il medagliere olimpico, si capisce che è dovuto, considerate le medaglie che sono state portate a quel medagliere dalle atlete e dagli atleti jesini.
A Bruxelles il 6 novembre prossimo, al Parlamento europeo, ci sarà la cerimonia per consegnare questo prestigioso riconoscimento alla città di Jesi.
Credo che rispetto alle decisioni assunte dall'Assemblea legislativa delle Marche, su proposta dell'Assessore Luchetti, di far partire nell'anno scolastico 2012-2013 il liceo sportivo a Falconara Marittima e nell'anno scolastico 2013-2014, quindi l'iscrizione già dal prossimo anno, il liceo sportivo di Jesi, questo fatto della scuola sia dentro questo grande riconoscimento che viene dato alla città di Jesi, come città europea dello sport.
Questo mio intervento soltanto per dire grazie Assessore e lavoriamo tutti per raggiungere gli obiettivi che questa Assemblea anche su sua proposta si è data.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Mi corre l'obbligo di ringraziare la Commissione per la celerità con cui ha esaminato l'atto che attualmente è in discussione, l'unica cosa che vorrei sottolineare è questa: questo è un atto che probabilmente non modifica sostanzialmente le cose per l'anno 2014-2015, quello che ci si ripromette come Assessorato è di fare un ulteriore sforzo per il prossimo anno, d'accordo con le forze sociali ed economiche, per render più aderente la struttura della nostra scuola marchigiana a quelle che sono le esigenze del territorio, ma soprattutto dei nostri ragazzi.
La cosa che rimane da sottolineare è la dicotomia che ancora permane nell'organizzazione scolastica tra il Ministero e la Regione ed è sicuramente una questione frenante rispetto alle modifiche necessarie che dovrebbero essere apportate nel nostro sistema scolastico di istruzione.
Purtroppo il Titolo V non è stato attuato, probabilmente neanche questo Governo riuscirà a farlo e di fatto rimane una situazione veramente difficile, esercitare una funzione come quella che stiamo discutendo oggi, non avendo a disposizione la possibilità di allocare il personale in maniera più adeguata.
Comunque lo sforzo che ci accingiamo a fare per il prossimo anno è quello di una razionalizzazione, compatibilmente con quelle che saranno le disponibilità dei docenti, rimangono delle strozzature profonde nel nostro sistema scolastico, a cominciare da quella che è la situazione nella scuola di infanzia, abbiamo circa 102 sezioni antimeridiane, le famiglie sono in netta difficoltà, e nonostante la richiesta che abbiamo proposto al Ministero della Pubblica Istruzione, anche quest'anno non ci sono possibilità di avere sufficienti risorse per risolvere questa questione.
Spero che con il Ministro Carrozza si riesca a proseguire un dialogo che si è aperto con il primo incontro con cui abbiamo inaugurato un rapporto che, speriamo, sia fecondo, almeno l'assicurazione di un riequilibrio a livello di territorio della docenza in quanto, ci risulta, che le Regioni che sono a credito, rispetto all'attuale situazione nazionale, ancora una volta, hanno avuto risorse aggiuntive, mentre noi siamo stati sostanzialmente un po' penalizzati.
Pertanto questo riequilibrio che si era avviato attraverso la proposta che le Regioni avevano fatto al Ministero non ha avuto ancora esito e speriamo di poter continuare in questa opera di riequilibrio necessaria per la nostra realtà.
Da questo punto di vista abbiamo anche a che fare con un'edilizia scolastica piuttosto delicata, non è una mia competenza quella dell'edilizia scolastica, ce l'ha l'Assessore Canzian, però da questo punto di vista dovremmo fare in modo che soprattutto nei piccoli Comuni e in quelli collinari si possa, in qualche modo, prevedere una riorganizzazione che possa tener conto anche di una rinnovata edilizia scolastica.
Queste sono le cose che ci proponiamo di fare per il prossimo anno, inizieremo subito a lavorare nei prossimi mesi e speriamo che il prossimo dimensionamento possa in qualche modo migliorare la situazione della nostra scuola.
Un aspetto che va sottolineato è che non sappiamo che fine faranno le Province, le competenze che la nostra normativa assegna alle Province e per il prossimo anno, se va in porto il disegno costituzionale, non sappiamo come ridefinirle, pertanto ...

PRESIDENTE. No, costituzionale no, hanno fatto un disegno di legge.

Marco LUCHETTI. Pertanto io affiderei alla Commissione una riflessione che eventualmente potremo fare insieme, lo dico al Presidente Perazzoli, una riflessione in vista del prossimo anno rispetto alle competenze sul dimensionamento, era stato fatto un tentativo di modificarlo in passato, la Commissione non ha accettato, bisognerà fare una riflessione su come operare per il prossimo anno, proprio per la questione delle Province perché dovremo non rimanere fermi rispetto a quella che è la tendenza politica che prevede che le Province non abbiano più funzioni.
E' un fatto non indifferente che sicuramente porterà qualche novità sostanziale, credo che sia opportuno prevedere in tempi piuttosto celeri quello che dovremo fare a questo riguardo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 65. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 62
ad iniziativa della Giunta regionale
"Piano per le attività cinematografiche anno 2013. Legge regionale 31 marzo 2009, n. 7"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 62 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questo è un piano che dà attuazione a quanto è previsto dalla legge 7 del 2009 che indica, al comma 1, dell'articolo 3, come strumento attuativo, il piano per le attività cinematografiche.
Per il 2013 lo stanziamento destinato al finanziamento della legge ha subìto, come altri settori, un taglio del 22% che è stato applicato con questo Piano alla quota destinata al fondo regionale per le attività cinematografiche, lasciando inalterato il sostegno alla Fondazione Marche Multimedia che potrà far ricadere sul territorio non solo promozione turistica e ricaduta di immagine generale, ma anche e soprattutto un indotto economico che crea occupazione e professionalità.
Secondo me è veramente un peccato, è stato un peccato dover decurtare i fondi per questo segmento di attività culturale perché abbiamo riscontri sulla qualità di un'attività che sta assumendo un ruolo importante come veicolo per far conoscere la nostra regione non solo in Italia, ma anche fuori dal nostro Paese.
Il piano individua alcune misure come prioritarie per l'annualità 2013:
- la misura A è il sostegno ai circuiti cinematografici di rilievo regionale e a soggetti che senza finalità di lucro organizzano con stabilità festival, rassegne e premi di carattere nazionale ed internazionale.
Per questa misura A sono previste due azioni: la prima, il sostegno a circuiti cinematografici di rilievo regionale e a soggetti che senza finalità di lucro organizzano, come dicevo prima, festival, rassegne, eccetera. I progetti da sostenere saranno individuati mediante bando pubblico emanato con decreto del Dirigente del Servizio. Lo stanziamento è di 72.000 euro.
L'altra azione è il sostegno al progetto "Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro", è una mostra evento e viene individuato anche per il 2013 in sede di programmazione annuale e regolamentato tramite l'apposita convenzione. Il contributo è pari ad 80.000 euro.
Abbiamo poi la misura B: sostegno alle imprese cinematografiche per promuovere la presenza e l'adeguata distribuzione dell'attività dell'esercizio cinematografico, in quanto fattore centrale della qualità sociale e culturale delle città e del territorio, sono previste due azioni:
- azione 1 - sostegno all'attività delle monosale cinematografiche autorizzate al pubblico esercizio. Questa azione sosterrà l'attività delle monosale situate nei centri città che versano in condizione di particolare criticità legata anche e soprattutto al proliferare delle multisale e dei multiplex extra urbani. Stanziamento di 75.000 euro;
- azione 2 - sostegno all'attività delle multisale cinematografiche autorizzate al pubblico esercizio. L'azione sosterrà l'attività delle sale di proiezione cinematografica situate nei centri urbani e in particolare nei piccoli centri che versano anche qui in particolari condizioni di criticità legata anch'essa al proliferare delle multisale e dei multiplex. Questa azione verrà attuata con avviso pubblico emanato dal servizio competente. Anche nel 2013 la programmazione del cinema d'essai, caratteristica di questo genere di sale, sarà elemento fortemente incisivo nella valutazione. Lo stanziamento è di 25.000 euro.
Come vedete parliamo di cifre veramente irrisorie, basse.
La misura C: contributo per il funzionamento della fondazione Marche Cinema Multimedia, viene attuata mediante la funzione che tutti conosciamo di Marche Film Commission, svolta attraverso la Fondazione che rappresenta il punto di riferimento delle politiche regionali a favore della produzione cinematografica e audiovisiva - abbiamo avuto molti riscontri, non abbiamo oggi tempo e modo, ma credo che valga la pena approfondire il tipo di attività e la valenza di tutto questo - interlocutore autorevole della Regione Marche, socio fondatore, per l'elaborazione e l'attuazione delle proprie politiche e linee di indirizzo in materia, svolgerà anche azioni di catalogazione, valorizzazione del patrimonio audiovisivo, nonché di catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale. Lo stanziamento è di 300.000 euro.
Abbiamo avuto, su richiesta del Consigliere Massi, un'audizione, un incontro con gli operatori della Fondazione che credo sia stata utile per avere conoscenze e per sviluppare consigli ed approfondimenti.
Eventuali fondi aggiuntivi da destinare a produzioni più impegnative saranno gestiti direttamente dalla Fondazione Marche Multimedia che si doterà di criteri e modalità di accesso.
L'ultima misura riguarda la promozione e la valorizzazione del patrimonio e della cultura cinematografica, nonché la conoscenza dell'audiovisivo e dei nuovi linguaggi della multimedialità. Tale azione viene attuata attraverso progetti a diretta regia regionale con riferimento anche ed eventuali risorse aggiuntive. Per il 2013 si prevede il sostegno alla realizzazione di uno o due progetti pilota regionali di carattere innovativo e multimediale, funzionali allo sviluppo delle politiche regionali delle materie oggetto della presente legge. Lo stanziamento è di 10.000 euro.
Si interviene anche nell'ambito delle azioni previste come sostegno al cinema ed all'audio, attraverso una strategia di integrazione dei progetti e delle risorse già realizzata in diversi settori, due iniziative di particolare interesse:
1) interventi per la digitalizzazione delle sale cinematografiche finanziati complessivamente per circa 956.000 euro di cui risorse FERS per circa 456.000 euro e risorse regionali per circa 500.000 euro;
2) iniziative di valorizzazione attraverso strumenti di comunicazione cinematografica - progetto filmico "il giovane favoloso" - finanziato con circa 300.000 euro.
La Commissione ha votato l'atto all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questo è un atto di buoni principi, ma senza soldi, come accade da qualche anno.
Buoni principi perché, naturalmente, fa suoi i principi della legge relativa, dove insistemmo molto su un certo tipo di cinema, che era quello delle piccole sale e non delle multisale, era quello dei centri storici, era la funzione sociale rivitalizzante della piccola sala di paese, quindi la ratio di questa legge era sicuramente condivisibile, ci lavorammo e l'approvammo, mi pare, anche all'unanimità, poi i piani sono andati in quella direzione, hanno anche stanziato e ricavato delle somme esigue per questi interventi, ripeto, soprattutto sulle sale minori, quindi, sul cinema d’essai, però con i finanziamenti ogni anno, siamo qui a piangere, minimali, inesistenti, ogni anno diminuiscono, quindi il piano del cinema nome roboante, altisonante, ma le somme sono inesistenti.
Chiedo che la Giunta faccia uno sforzo in questa direzione, perché è una forma di cultura di tutto rispetto.
Dove chiudono le piccole sale o le sale con due o tre schermi sappiamo che, automaticamente, si spoglia quel centro, quel corso, quel borgo, quel paese che lì intorno vive.
C'è anche il discorso che funziona della Film Commission, so che sta anche producendo in coproduzione delle fiction, dei film che hanno le Marche come scenario, mi pare Recanati, per quanto riguarda la vita di Leopardi, quindi c'è tutto un lavorio, ma senza soldi. Occorre, quindi, che ci sia una presa di posizione e la scelta di investire minimamente in questo settore che è cultura, cultura che può essere da volano per tante realtà locali in sofferenza.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Molto rapidamente, Presidente, per raccomandare all'Assessore, in modo particolare, che, proprio in considerazione delle diminuite disponibilità finanziarie, è importante e significativo il finanziamento di progetti diretti. Non posso non rallegrarmi per quanto riguarda l'idea che è stata finanziata in finanziaria, direttamente al di fuori del piano, relativa al "il giovane favoloso" dedicata all'illustre Giacomo Leopardi, ma ritengo che i pochi soldi rimasti, poco più di 500.000 euro, dovrebbero andare verso scelte sempre più caratterizzate.
Credo che sarà difficile, il prossimo anno, poter mantenere inalterata questa articolazione del piano, che la relatrice di maggioranza ha presentato in maniera puntuale, perché alla fine rimarranno poche migliaia di euro, non decine di migliaia di euro per ogni intervento, e allora alcune priorità, che già il piano individua, dovrebbero essere quelle che diverranno in futuro le scelte fondamentali.
Già una tendenza si manifesta nel maggiore finanziamento delle piccole sale a valenza comunitaria, rispetto alle multisale, quindi c'è già un'inversione di tendenza significativa rispetto alla previsione iniziale.
Credo che sia stata la Commissione, successivamente, ad aver ritoccato radicalmente le cifre invertendole, quindi il più che veniva dato alle multisale, viene dato alle sale comunitarie, questo non solo per una questione legata al cinema, ma per la sopravvivenza delle piccole sale, soprattutto, nei piccoli centri che sono la maggior parte della nostra regione, per mantenere attive delle strutture che servono non soltanto per il cinema, ma per tutta la vita sociale di piccoli e piccolissimi Comuni.
La seconda nota positiva che rilevo, ma veramente piccolina, è quella relativa all'unica attività formativa che viene finanziata, per una piccolissima cifra e riguarda, se non sbaglio, il Comune di Tolentino, ma c'è questa indicazione.
La legge nazionale sul cinema ha voluto tracciare una linea di demarcazione molto netta a questo riguardo, cercando di favorire tutte le iniziative che riguardano l'ambito formativo e scolastico. Come possiamo aiutare il cinema? Giudicandolo e qualificando, scegliendo noi i film che debbono essere sostenuti o non debbono essere sostenuti? Diventa veramente difficile che un Consiglio regionale, uno Stato o delle Giunte facciano questo tipo di scelta, una cosa alla base la possiamo fare, aiutare di più quei ragazzi, quelle ragazze, quei giovani che vogliono dedicarsi al cinema nelle varie attività professionali che questo comporta, non parliamo solo di recitazione, ma di tutto il vastissimo settore tecnico, che poi è esportabile anche in campo televisivo, perché possano cercare un mestiere nuovo e diverso rispetto ai tradizionali verso i quali la maggior parte dei nostri ragazzi si orienta.
La proliferazione di scuole di cinema sta ad indicare che questo tipo di iniziativa potrebbe essere, per il futuro, un punto di ripartenza del cinema, perché è evidente che le cifre che vengono messe nella relazione stanno a significare un 10% in meno nel numero di coloro che hanno, mi sembra da 100 a 90 milioni, avuto accesso alle sale cinematografiche del 2012. Sta ad indicare che la crisi è reversibile e la crisi è reversibile perché il sistema, lo strumento cinema, è profondamente in crisi e lo sarà sempre di più stante internet, ancora più che la stessa televisione.
E’ evidente che se vogliamo andare a fare un ragionamento di tipo culturale è l'unico che un'istituzione come la Regione Marche può fare, non possiamo fare ragionamenti di tipo commerciale, favorendo questo o non favorendo l'altro, ma un'iniziativa di tipo culturale non può che essere rivolta prevalentemente alla formazione ed alla scuola perché attraverso il cinema ed attraverso il cinema italiano, non dimentichiamoci, sosteniamo in modo particolare la nostra lingua.
La Francia come al solito è particolarmente attenta a queste cose, anche un diffuso spirito patriottico se non nazionalistico, ed investe in questo settore svariate centinaia di milioni, fino a quasi 1 miliardo di euro, proprio per sostenere il cinema francese e le scuole di cinema francese.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 62. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 351
ad iniziativa della Giunta regionale
“Approvazione dell'Intesa tra le Regioni Emilia-Romagna e Marche concernente l'istituzione del Parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello“
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 351 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, ho avuto poco tempo per prendere visione di questo atto vista l'urgenza con la quale il Consiglio l'ha iscritto all'ordine del giorno di questa seduta, però un po' di cronaca è necessaria per dire che questo atto con l'Emilia-Romagna si rende necessario a seguito del distacco del Comune di Pennabilli dalla Regione Marche alla Regione Emilia-Romagna.
Il parco si è trovato, in seguito di questa scissione, di questa divisione, con il 30% del suo territorio, di competenza del Comune di Pennabilli, in un'altra regione, quindi si è resa necessaria una convenzione fra la nostra Regione e l'Emilia Romagna per dare al parco una nuova organizzazione che sia, come dire, concordata ed efficace.
Il parco è di circa 5.000 ettari, i nostri Comuni sono Carpegna, Pietrarubbia, Frontino, Piandimeleto e Montecopiolo, così abbiamo anche dato un'identità geografica all'atto.
Scorro rapidamente l'Intesa tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Marche su alcuni punti che ho ritenuto dirimenti, d'accordo con il Presidente Giancarli, sulle finalità e sugli obiettivi nella gestione del parco, abbiamo riferimenti storici a qualsiasi ente di questo genere, che non è ente di diritto pubblico. Interessante è l'ultimo punto degli obiettivi, cioè il coinvolgimento delle aziende agricole operanti nel territorio dell'area protetta, credo che questo risponda ad una intelligenza pratica che non può che farci onore.
La sede legale del parco naturalmente ricade nel territorio marchigiano e nel Comune di Carpegna, la novità che andiamo poi a disciplinare nello specifico è appunto la dimensione delle quote di partecipazione nella comunità del parco.
All'articolo 6, comma 5, è scritto che la quota di partecipazione al voto dei componenti della comunità del parco è determinato secondo i seguenti criteri: 25% assegnato al territorio di ogni Comune; 25% agli abitanti; 1% per ogni Provincia e il 48% alle risorse finanziarie. Credo che questa scelta sia quanto mai opportuna perché al di là dell'ovvio diritto legato al territorio, alla popolazione, è importante e fondamentale, seppur non maggioritario, il 48%, che a decidere sia chi più investe nella gestione del parco. Lo statuto prevede delle maggioranze qualificate con votazioni percentuali o per testa per tutta una serie di materie che sono le cosiddette materie di garanzia, dallo statuto al consiglio direttivo, al Presidente, come giusto che sia in un'Intesa bilaterale.
Lo statuto prevede e disciplina le modalità di elezione, le procedure di nomina, del Presidente e dei Vicepresidenti, qui non si stabilisce un criterio di alternanza rigida fra le Regioni, ma alcuni criteri relativamente all'alternanza possono essere previsti e lasciati all'autonomia dello statuto. E' evidente che all'interno della comunità del parco la maggioranza assoluta sarà sempre rappresentata dalle Marche, però prevedere qualche criterio di alternanza nelle cariche elettive potrebbe essere importante, non solo un atto di cortesia.
Da ultimo, visto l'interesse che questo comporta, nel tempo, in verità, un po' barbaro che stiamo vivendo, l'indennità del Presidente viene fissata in una quota estremamente bassa e contenuta, pari al 20% dell'indennità di carica spettante ad un Consigliere regionale, per non farvi fare i conti sono 1320 euro lordi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Voglio soltanto sottolineare che questo atto, purtroppo, ci fa ripercorre un momento doloroso della nostra legislatura, sottolineo, una volta di più, il fatto che si è staccata una parte della nostra regione.
Questo non è altro che una presa d'atto di fronte alla quale l'approfondimento fatto dal collega è sicuramente esaustivo per ciò che concerne gli articoli inerenti la formazione di questo nuovo soggetto, appunto il parco interregionale che segue in modo pedissequo quelle che sono le caratteristiche previste dal codice civile.
Per quanto riguarda la questione politica ci dichiariamo a favore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 351. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Nomina

Elezione di due componenti del Consiglio di Amministrazione della "Cooperativa Artigiana di Garanzia Pietro Rabini" - sede di Ancona.
(Statuto Ente, articolo 34) - voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di due componenti del Consiglio di Amministrazione della "Cooperativa Artigiana di Garanzia Pietro Rabini" - sede di Ancona - voto limitato ad uno.
Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Romagnoli effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 36
Schede bianche n. 0
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 36

Hanno ricevuto voti:
Eugeni Gilda n. 20,
Paolinelli Mauro n. 13,
Formica Maurizio n. 2,
Francinella Davide n. 1.

Proclamo eletti componenti del Consiglio di Amministrazione della "Cooperativa Artigiana di Garanzia Pietro Rabini" (sede di Ancona) i Sigg.ri Eugeni Gilda e Paolinelli Mauro.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Chiedo scusa ai colleghi anche perché è tardi e l'attenzione è a zero, ma non è possibile, secondo me Presidente, che alle 14,00 rinviamo il punto sui molluschi bivalvi, o meglio è possibile perché non c'è più nessuno, dopo due anni che si parla di questo problema.
Si parla del regolamento nuovo, di un regolamento che deve integrare quello del 2009, l'amministrazione regionale non ha portato nessun progetto, solo la III Commissione ha portato avanti un discorso da due anni a questa parte.
Rinviamo per un approfondimento non so di che cosa, io mi auguro, Presidente Badiali, di non portare più in III Commissione il problema delle vongole perché quest'anno abbiamo parlato solamente dei molluschi bivalvi e degli ungulati.
Credo che la III Commissione meriti più attenzione e rispetto su problematiche come il turismo, le acque minerali, sull'attività commerciali, non possiamo a distanza di due anni, perché gli spazi sono terminati nel gennaio 2012, rinviare di nuovo; non ho capito per che cosa e su che cosa la maggioranza si deve confrontare, quindi, io esprimo solidarietà.

PRESIDENTE. Per esperienza personale, avendo fatto l'Assessore alla pesca, ho affrontato questo tema che non è di facilissima soluzione. E' un tema complesso, complicato, credo ci sia l'esigenza di un ulteriore approfondimento, l'esperienza mi dice che è meglio tardare ancora un mese, se si può fare qualche cosa che trovi una larga condivisione in quel mondo, piuttosto che forzare e fare un provvedimento di fretta che comunque non risolve il problema.
E' complicato far quadrare il cerchio, come si dice, io credo che sia giustificato il rinvio proprio perché ci dovrebbe essere una sintesi che dovrebbe risolvere definitivamente le problematiche attinenti ad un settore che sconta un vizio di origine ed è su quello che tutti, forze di maggioranza e di minoranza qui, ma forze di maggioranza a Roma, dovrebbero chiedere, il tema centrale è quest'aspetto, un provvedimento definitivo da parte del Governo in cui si finisca di permettere la concentrazione di un numero eccessivo di imbarcazioni rispetto ad uno specchio d'acqua ristretto in relazione ad altre realtà regionali di questo Paese.
Il tema centrale sarebbe quello, un provvedimento si potrebbe fare, si potrebbe pensare al trasferimento, si potrebbe pensare alla vendita ed al passaggio in un altro comparto, si potrebbe liberalizzando altre aree risolvere definitivamente questo problema.
Questo è il quadro nel quale si iscrive, poi certo se non siamo in grado di fare questo, dobbiamo cercare le migliori soluzioni possibili in loco, ma anche se lo volessimo fare in loco e non con il supporto del Governo, secondo me sarebbe auspicabile un accordo con l'Emilia Romagna, sarebbe sufficiente per risolvere i nostri problemi, cioè l'eccesso di licenze rispetto allo specchio d'acqua. Basterebbe già un accordo ben fatto con l'Emilia Romagna ma, ripeto, se nemmeno questo riusciamo a fare, è importante che i provvedimenti che dobbiamo prendere, se ci vuole un mese in più o ci vogliono due mesi in più, chiudano, in qualche modo, la conflittualità che genera questa situazione che è comunque difficile, perché, ripeto, è sproporzionato lo specchio d'acqua rispetto al numero di licenze che sono state maldestramente e inopportunamente concesse.
Non ne abbiamo la responsabilità né io, quando ero l'Assessore, né la collega Giannini che è ora l'Assessore competente in quel settore perché questa va indietro nel tempo.
Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Presidente, effettivamente quello che dice il Consigliere Marinelli è vero, però dobbiamo trovare una forma, come è vero anche quello che dice lei Presidente. Dobbiamo trovare la possibilità di far pesare meno il concentramento di queste vongolare nel nostro territorio regionale, ma sappiamo che questo è difficile, sappiamo che ci saranno tempi lunghissimi e che nel frattempo dobbiamo risolvere il problema.
Oggi era il giorno, secondo me, adatto per farlo, però ci sono diverse posizioni, questo problema non è una cosa semplice, lo sappiamo Consigliere Marinelli, però ci siamo presi l'impegno di farlo il primo Consiglio utile nel mese di settembre, con la garanzia che ci sarà una riunione di maggioranza su questo problema con il mio capogruppo e con gli altri capigruppo, perché è un problema che riguarda l'intero Consiglio regionale e riguarda l'intera Regione, come penso ci debba una maggioranza per quanto riguarda la riforma dell'Assam, questo problema come partiti e come maggioranza dobbiamo discuterlo e affrontarlo. Dobbiamo prendere l'impegno, nel primo Consiglio utile di settembre, per dare una risposta che, è vero, è ferma dal 2011, gennaio 2011. Su questo ci prendiamo l'impegno.

PRESIDENTE. Vi faccio notare che stiamo trattando un punto che abbiamo rinviato, ... ha cominciato il Consigliere Marinelli, io ho dato una risposta di chiusura ... ho già capito vi do due minuti a testa.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Sono d'accordo sul rinvio, ma voglio ribadire una cosa, al di là del primo Consiglio utile, il problema è dare esecuzione a quello che ha detto la Commissione e l'Assessore, con gli studi che ha portato in Commissione, e cioè che la posizione migliore sulla quale possiamo convergere tutti è un accordo trovato direttamente dagli interessati che ci sottoporranno.
Questa è la cosa più sensata da fare, non fare forzature, chiedere di arrivare ad una sintesi tra di loro e proporci un accordo sul quale già convergono tutti quanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. E' auspicabile, nel primo Consiglio utile, discutere questo argomento come prima proposta.
Diciamo che la convergenza non c'è stata, non si è trovata, è un anno e più che c'è un dibattito tra tutti i consorzi e questo non ha prodotto una decisione definitiva. Credo che la politica debba assumersi le proprie responsabilità e debba farlo nel più breve tempo possibile.
E' chiaro che potrebbero esserci dei territori che, in qualche maniera, usciranno delusi, ma credo che un riequilibrio sia un atto dovuto da parte della politica, perché se il governo della Regione ha un senso, il senso è quello che, premesso che c'è una situazione pesante, Presidente, che è condivisibile, che riguarda il numero di imbarcazioni, ma non per questo un solo territorio deve rispondere e accollarsi tutto, la politica deve uscire dalle logiche dei territori e garantire un equilibrio in tutta la nostra regione, altrimenti si fanno le logiche di parte, e nelle logiche di parte si creano dei danni che vanno ad interferire anche nella credibilità delle istituzioni, ma in un momento difficile come questo, soprattutto, sull'attività economica di molti operatori.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Questa questione dei molluschi bivalvi ha appassionato tutto il mio percorso in questa Regione e quello di tanti colleghi, credo che la difficoltà che ricordava prima il Presidente Solazzi sia chiara a tutti e non possiamo nascondere, se no saremmo falsi con noi stessi, che i punti di territorio li teniamo tutti.
Abbiamo fatto una mozione in questo Consiglio regionale, ricordo che questa mozione ha contenuto proprio l'obbligo dell'unanimità delle posizioni su proposta del Consigliere Acquaroli.
E' chiaro che in quel caso la difficoltà dei consorzi è diventata la nostra difficoltà, perché la posizione unanime non è possibile trovarla e quella mozione evidentemente ha ingessato il lavoro successivo, sia dell'Assessorato che della Commissione, ed io ricordo, forse al Consigliere Marinelli è sfuggito, che la pratica sta lì da 5 mesi, ma sono stati auditi, da parte della Commissione, tutti gli attori, Cogevo, l'Assessore, i funzionari, i tecnici, i professori universitari, tutti hanno un'opinione diversa e in quest'opinione diversa ognuno mette la sua appartenenza territoriale.
Dobbiamo fare un passo indietro tutti sui territori e risolvere questo problema che nasce, sono d'accordissimo con il Presidente Solazzi, da azioni improvvisate e poco chiare, che sono avvenute moltissimi anni fa e che hanno ingolfato le Marche con 221 licenze su 610 che ne esistono in tutta Italia e su cui il Governo non ha mai messo una mano per risolvere, non ci ha mai dato una mano, per esempio, sulle rottamazioni o sull'autorizzazione a vendere le licenze fuori dalla nostra regione.
Abbiamo percorso tutte le strade, compresa quella dell'accordo con l'Emilia Romagna, che ovviamente dice: i problemi sono vostri teneteveli, perché i loro Cogevo non sono assolutamente d'accordo ad aprire rapporti di collaborazione.
Il problema dobbiamo risolverlo nelle Marche, penso che abbia ragione il Consigliere Carloni, e concludo, quando dice bisogna che i Cogevo facciano un passo di maturità e trovino una soluzione unitaria, perché, tra l'altro, hanno una gestione autonoma degli specchi d'acqua. Se questo ultimo tentativo non funziona, vorrà dire che noi, Consiglieri regionali, prenderemo una decisione che riguarda, in generale, tutto il territorio, sapendo che, forse, daremo un peso, un po' a tutti, per uscire da questa situazione e metterli nella condizione di poter lavorare con serenità, perché adesso ci sono tre Cogevo, si aggiunge anche quello di Civitanova che non lavora. (...) Esatto io ho fatto una proposta da tempo del Consorzio unico, però non tutti sono d'accordo, valuteremo se questa è l'unica strada possibile da perseguire.

PRESIDENTE. Con questo si chiude il nostro Consiglio, la seduta è tolta, auguro a tutti un buon periodo di ferie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,05.


ALLEGATO A

"Uno strumento di politica industriale di settore per gli apparecchi domestici e professionali: la piattaforma di ricerca e sviluppo"
Il contesto di settore
Il settore degli apparecchi domestici e professionali è uno dei principali punti di forza del made in Italy e contribuisce in maniera strutturale alla creazione di reddito e occupazione dell'industria manifatturiera dell'Italia.
Il settore occupa 130.000 unità, sviluppa 15 miliardi di euro di fatturato di cui il 60% di export, genera un saldo attiva della bilancia commerciale di 2,5 miliardi di euro. Al confronto con gli altri principali produttori europei (Germania e Francia) le imprese italiane presentano due principali caratteristiche: hanno una dimensione media decisamente inferiore (meno di un terzo di quella delle imprese tedesche) ed un più basso valore aggiunto rispetto al valore della produzione. Quest'ultimo indicatore segnala sia la minore integrazione verticale delle imprese italiane, sia il fatto di sviluppare produzioni con un minore contenuto di innovazione e che, per tale ragione, determinano una minore remunerazione del lavoro e del capitale impiegato.
Da tali elementi scaturisce l'esigenza prioritaria della definizione di una specifica politica industriale di difesa attiva del settore attraverso forti investimenti in ricerca e sviluppo, per la tutela occupazionale e produttiva di uno dei punti di forza dell'industria manifatturiera del Paese di fronte a una competizione internazionale sempre più spinta e accentuata, anche per il protrarsi della caduta recessiva del Pil e della domanda di consumi.
Il progetto
Il progetto di politica industriale nazionale consiste nello sviluppo di una piattaforma fisica di ricerca e innovazione, capace di generare economie esterne e vantaggi competitivi di localizzazione per il settore degli apparecchi domestici e professionali. I processi competitivi di riorganizzazione della filiera di settore, infatti, si caratterizzano per un doppio rischio:
- la progressiva perdita delle attività di trasformazione a basso valore aggiunto, a causa delle pressioni competitive sui costi di produzione;
- la riduzione (o la mancata crescita) delle attività della filiera a più alto valore aggiunto per svantaggi di tipo localizzativo, dovuti all'assenza di sufficienti economie di agglomerazione nelle attività di terziario avanzato.
La finalità del progetto, dunque, è di potenziare nella catena del valore le attività di supporto della filiera di settore, in particolare quelle di ricerca e sviluppo, per compensare/contenere la perdita di compètitività di costo sulle attività primarie della filiera a più basso valore aggiunto.
La realizzazione di tale intervento di politica industriale di settore apporterebbe benefici all'intera industria nazionale degli apparecchi domestici e professionali, il cui principale elemento di debolezza rispetto ai competitor europei è proprio la carenza nelle attività di ricerca e sviluppo. Tale carenza è anche dovuta alla minore dimensione media delle imprese ed alla conseguente difficoltà di investimento sistematico in attività di ricerca e sviluppo: la costituzione di una piattaforma scientifica e tecnologica costituirebbe un importante strumento per elevare la capacità innovativa dell'intero settore su scala nazionale.
Le fonti finanziarie
La realizzazione di tale progetto di politica industriale si basa sull'integrazione di tre diversi canali: europeo, nazionale e regionale.
In particolare, gli obiettivi di Europa e Horizon 2020 per la crescita intelligente offrono un quadro di elevata coerenza per una programmazione delle Regioni finalizzata.al sostegno delle attività di ricerca e sviluppo delle conoscenze in un settore tipico dell'industria manifatturiera quale quello degli apparecchi domestici e professionali.
Fondi europei: POR FERS e FSE della nuova programmazione UE 2014-2020 riprogrammazione economie UE 2007-2013;
Fondi nazionali: cluster tecnologici "ambient assisted living" e "fabbrica intelligente"; Accordo di programma di reindustrializzazione (impianti per investimenti produttivi); fondi MIUR e MISE;
Fondi regionali: progetto domotica.
La governance
La gestione della piattaforma di ricerca e sviluppo viene affidata ad un Consorzio di nuova costituzione di soggetti pubblici con sede fisica nelle Marche: MISE e MIUR; Regione Marche e Regione Campania; Università di Ancona, Camerino, Napoli e Caserta. Nel Consorzio entra a far parte anche il CNR, al fine sviluppare uno specifico presidio territoriale fisico dell'ente di ricerca. Il Consorzio può essere aperto anche a altri centri di ricerca internazionali con specifiche skills in alcuni Il Consorzio può dotarsi di una struttura di governance snella, basata su un board scientifico e un comitato istituzionale di indirizzo strategico.
La sede del Consorzio di ricerca e sviluppo può essere localizzato nello stesso stabilimento di Melano (AN), nell'ambito di un rapporto di collaborazione prógettuale da definire con il Gruppo Indèsit.
Gli strumenti e le aree di intervento
La finalità dell'intervento di politica industriale nazionale proposto è di sviluppare un'azione sinergica e integrata delle istituzioni e delle imprese tendenti a creare nei territori condizioni favorevoli allo sviluppo di attività di ricerca e sviluppo e di terziario avanzato.
Il potenziamento delle attività ad elevato valore aggiunto si concretizza attraverso il sostegno a progetti di filiera di ricerca e sviluppo in molteplici aree strategiche per la competitività del settore degli apparecchi domestici e professionali: in modo particolare domotica; nanotecnológie; sensoristica; design.
Il sostegno a tali progetti si realizza attraverso l'emanazione di bandi di ricerca e sviluppo tesi a promuovere sia progetti specifici sui singoli settori richiamati, sia piattaforme di integrazione tra gli stessi comparti. Il contenuto "soft" (elettronico e informatico) degli apparecchi domestici e professionali presenti all'interno delle abitazioni e degli oggetti personali sempre più diffusi (tablet, smartphone, ecc.) rende, infatti, sempre più spinte le opportunità di comunicazione tra i diversi strumenti.
Le piattaforme di integrazione di ricerca e sviluppo favoriscono l'interoperabilità tra i dispositivi all'interno del sistema-casa: promuovono soluzioni "intelligenti" in linea con le tendenze della smart community e capaci di offrire vantaggi competitivi di localizzazione per la filiera territoriale degli apparecchi domestici e professionali. Tale progetto, dunque, promuove un'area territoriale di concentrazione (per crescita interna e per attrazione dall'esterno) di attività di ricerca e sviluppo, legata anche a due cluster tecnologici in corso di sviluppo: domotica (home automation) e più in generale ambient assisted living; sistemi di produzione manifatturiera avanzati (fabbrica intelligente).