Resoconto della seduta n.129 del 17/09/2013
SEDUTA N. 129 DEL 17 SETTEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 129 del 17 settembre 2013.
Comunico che sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 540 dei Consiglieri Latini, Pieroni, Silvetti, Donati, Acacia Scarpetti: “Verifica sullo stato di messa in sicurezza della sede del Tribunale di Ancona”;
n. 541 del Consigliere Bucciarelli: “Possibilità per pazienti affetti da patologie non altrimenti curabili di accedere alle cure staminali secondo la metodica Stamina”;
n. 542 del Consigliere Zinni: “Istituzione tavolo tecnico del comparto argentiero”;
n. 543 del Consigliere Cardogna: “Allevamento pellicce”;
n. 544 dei Consiglieri D'Anna, Zinni, Natali: “Proposta di riordino delle reti cliniche ospedaliere nelle Marche: riorganizzazione sistema integrato di prevenzione e cura del diabete”;
n. 545 del Consigliere Latini: “Ricapitalizzazione della Banca delle Marche attraverso il modello Monti Bond”;
n. 546 dei Consiglieri Massi, Latini: “La riorganizzazione clinica è atto programmatorio di competenza consiliare. Articolo n. 21 dello Statuto, art. 121 della Costituzione”;
n. 547 del Consigliere Silvetti: “Annunciata soppressione del consolato italiano di Spalato”;
n. 548 del Consigliere Latini: “Richiesta al Governo dell'immediata “sospensione” dei D.lgs nn. 155 e 156 del 2012”.
Hanno chiesto congedo l'Assessore Marcolini, il Consigliere Latini e la Consigliera Ciriaci.

Comunicazioni ai sensi dell'art.35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, solo per sollecitare, preannunciando un'interrogazione, l'Assessore Mezzolani a riferirci qualche cosa sui fatti che abbiamo letto sulla stampa, relativi alla Provincia di Pesaro, agli arresti ed alle denunce che sono stati fatti a medici che non svolgevano determinati servizi per i quali erano adibiti.
E' una cosa che abbiamo letto, pensavamo che fosse di interesse anche dell'Assessorato in quanto rientrano nell'ambito dell'Asur Marche.
Vorremmo sapere qualche cosa da lei e nello stesso tempo, chiederei al Presidente Spacca di avere qualche notizia nuova sull'Indesit e sul caso della Banca Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L'aggiornerò la prossima volta. Stiamo assumendo informazioni anche noi sulle cose che lei ha detto.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Come abbiamo detto già nella precedente seduta, chiedo di iscrivere all'ordine del giorno odierno la mozione n. 542 "Istituzione di un tavolo tecnico del comparto argentiero" e chiederei, come eravamo rimasti d'accordo, di votarla insieme alle altre mozioni, in cima alla lista, anche perché mi è stato riferito che a breve il Ministro del Governo nazionale istituirà il tavolo e credo sia opportuno investire subito il Governatore e la Giunta del mandato per parteciparvi con tutte le competenze del caso.

PRESIDENTE. Va bene inseriamo la mozione n. 542 al punto 4 bis. Diamo inizio alla trattazione dell'ordine del giorno.

Interrogazione n.1337
dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli, Silvetti
"Quiescenza Direttore generale ASUR"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1337 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli, Silvetti. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con questa interrogazione i colleghi Consiglieri chiedevano di verificare lo stato di quiescenza del Direttore generale dell'Asur nonché l'eventuale sussistenza di una incompatibilità dello stesso incarico di Direttore e la relativa decadenza, in relazione soprattutto alle disposizioni di cui alla legge n. 724/1994, articolo 25, ed alla disposizione di cui all'articolo 5, comma 9, del decreto legge n. 95/2012 convertito nella legge n. 135 dello stesso anno.
La Giunta regionale, con deliberazione n. 766 del 10 maggio 2010, ha conferito, per la durata di anni tre anni, al Dott. Piero Ciccarelli l'incarico di Direttore generale dell'ASUR, mediante sottoscrizione di un contratto di lavoro nella forma della collaborazione coordinata e continuativa.
Il relativo contratto di lavoro, stipulato nel maggio 2010 ed in scadenza il 16 maggio 2013, con deliberazione della Giunta regionale n. 689 del 13 maggio 2013 è stato prorogato, per ragioni di continuità nell'esercizio delle funzioni di direzione generale, sino al trentesimo giorno successivo all'istituzione dell'elenco degli idonei per la nomina dei vertici degli enti del Servizio sanitario regionale, in attuazione dell'articolo 3 bis del decreto legislativo n. 502/1992, poi modificato dal decreto legge del 13 settembre 2012 n. 158, convertito in legge 8 novembre 2012, n. 189. Questo perché tale normativa ha introdotto rilevanti modifiche soprattutto per quanto riguarda i requisiti per l'iscrizione nel predetto elenco.
Il suddetto direttore in data 1 marzo 2013 è stato collocato a riposo per anzianità dall'ASUR - Area Vasta n. 3 di Macerata, di cui era dipendente con la qualifica di direttore di struttura complessa, in regime di aspettativa senza assegni.
Orbene, occorre definire in via preliminare la qualificazione del rapporto di lavoro di direttore generale delle aziende del Servizio sanitario.
Il rapporto di lavoro che si instaura fra i direttori generali delle aziende sanitarie e le Regioni, ha natura di lavoro autonomo, connotato dalla prestazione di un'opera coordinata e continuativa prevalentemente personale, che lo riconduce fra gli incarichi di collaborazione (in questa direzione va una sentenza della Cassazione Lavoro n. 20523 del 28 luglio 2008).
Il direttore generale dell'Asur ha avuto, conferito dalla Regione, nell'anno 2010, un incarico di collaborazione coordinata e continuativa riconducibile nell'alveo del lavoro autonomo e disciplinato dagli articoli 2222 e seguenti del codice civile.
La descritta situazione non provoca la decadenza ai sensi dell'articolo 25, della legge n. 724/1994. Ciò in quanto:
a. l'articolo 25 di tale legge vieta il conferimento di incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca in favore di personale delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001, che sia cessato per pensionamento anticipato di anzianità, sia da parte delle amministrazioni di provenienza sia da parte di amministrazioni con le quali abbia avuto rapporti di lavoro o impiego nei cinque anni antecedenti a quello della cessazione dal servizio;
b. l'ambito oggettivo della disposizione è costituito dal divieto di instaurazione di rapporti di lavoro autonomi da parte della pubblica amministrazione, i quali si concretizzano mediante il conferimento di incarichi di natura occasionale o coordinata e continuativa e cioè incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca;
c. l'ambito soggettivo è caratterizzato dall'individuazione di due parti: il personale che cessa dal servizio con i requisiti dell'anzianità, a cui è vietato conferire gli incarichi di cui alla lettera b) e il soggetto che conferisce l'incarico.
Il legislatore nazionale introduce, con la finalità di garantire imparzialità e trasparenza all'azione amministrativa, il divieto di conferimento al personale delle pubbliche amministrazioni (prestatore di lavoro) degli incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca da parte di due soggetti datoriali specifici e cioè da parte dell'amministrazione di provenienza o appartenenza (datore di lavoro principale) oppure dall'amministrazione con la quale sono stati instaurati rapporti di lavoro o di impiego (datore di lavoro secondario) negli ultimi cinque anni.
Il rapporto di direttore generale dell'Asur nasce in virtù di contratto di lavoro sottoscritto con la Regione Marche, in costanza del collocamento in aspettativa non retribuita di un rapporto di lavoro di natura subordinata a tempo indeterminato con l'Asur (datore di lavoro principale).
La Regione Marche (committente) non è pertanto l'amministrazione di appartenenza del Dott. Ciccarelli e cioè il suo datore di lavoro principale ovvero quello che ha disposto la cessazione dal servizio.
La Regione Marche in qualità di committente non rientra neanche nella seconda fattispecie e cioè in quella dell'amministrazione con la quale sono stati instaurati rapporti di lavoro o di impiego negli ultimi cinque anni.
La locuzione rapporti di lavoro o di impiego adoperata dall'articolo 25, comma 1, della legge n. 724/1994, quale elemento ostativo al conferimento degli incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca, fa infatti riferimento esclusivo ai rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni connotati dal carattere della subordinazione e regolati dalle disposizioni tipiche dell'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, riconducibili alle previsioni di cui al decreto legislativo n. 165/2001, in particolare all'articolo 2, commi 2 e 3, e all'articolo 3, vale a dire rapporti di lavoro caratterizzati dalla cessione da parte del prestatore del proprio lavoro (tempo ed energie) ad un datore di lavoro, in modo continuativo, in cambio di una retribuzione monetaria, di garanzie di continuità e di una copertura previdenziale.
L'incarico di direttore generale dell'Asur è, come già evidenziato, un incarico di lavoro autonomo che il legislatore include fra i rapporti di collaborazione non riconducibili alle disposizioni del decreto legislativo n. 165/2001, sopra richiamate.
Ne consegue la non inquadrabilità del caso nel divieto stabilito dalla norma.
Nella fattispecie dunque risulta semplicemente prorogata, da parte della Regione Marche, dopo la quiescenza, la durata di un rapporto di collaborazione preesistente.
La premessa ricostruzione non comporta neanche e, a maggior ragione, la decadenza di cui all'articolo 5, comma 9, del decreto legge n. 95/2012, convertito in legge n. 135/2012, poiché:
a) l'articolo 5, comma 9, del decreto legge n. 95/2012, convertito nella legge n. 135/2012, vieta alle amministrazioni pubbliche il conferimento di incarichi di studio e di consulenza ai propri dipendenti collocati in quiescenza;
b) la caratterizzazione degli incarichi di studio e di consulenza risulta definitivamente chiarita dalla Corte dei Conti, sezioni riunite, deliberazione n. 6/2005, la quale specifica che gli incarichi di studio possono essere individuati con riferimento ai parametri indicati dal D.P.R. n. 338/1994 che, all'articolo 5, determina il contenuto dell'incarico, nello svolgimento di un'attività di studio, nell'interesse dell'amministrazione, il cui requisito essenziale è la consegna di una relazione scritta finale, nella quale sono illustrati i risultati dello studio e le soluzioni proposte; gli incarichi di consulenza invece riguardano la richiesta di pareri ad esperti;
c) nel caso di specie, il direttore generale dell'Asur era appartenente ai ruoli degli enti del servizio sanitario regionale;
d) l'incarico conferito ha natura di collaborazione e non ha un contenuto riconducibile all'incarico di studio o a quello di consulenza.
Risulta pertanto assente il requisito della preesistenza di un rapporto di dipendenza con la Regione e la tipologia dell'incarico di collaborazione non è compresa fra quelle indicate nella norma.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, vorrei che lei mi sentisse, solo lei!
Vede Assessore se fossi cattivo le chiederei di riepilogarmi quello che le hanno scritto, magari con quattro parole, perché lei è il politico che ci deve rispondere su queste cose.
Questo è un problema politico, caro Assessore, non è solo un problema tecnico. Voi continuate a fare finta di nulla, io come sempre vedo la sedia vuota del Governatore a cui si chiede di riferire sull'Indesit o su Banca Marche, ma evidentemente non rientra nell'ottica dei convegni di sabato scorso. Interessa poco alla gente che è fuori del convengo 2020, non sa se ci arrivà al 2020, ma noi progettiamo, facciamo le grandi prove. Vede Assessore non esco dal tema parlando di questo, caro Consigliere Bucciarelli parlo con lei, non esco dal tema perché qui si fanno le prove sulle cose che bisognerà fare e non fare, sulle cose che bisognerà gestire, usiamo un'altra parola. Perché prepararsi per il 2020 ed aspettare, come abbiamo fatto noi, di fuori è stato bellissimo, Consigliere Bucciarelli, perché vedevamo tutti quelli che entravano e tutto quello che avveniva. C'era chi andava al convegno per vedere chi c'era, io ero fuori, c'era la bagarre congressuale del PD, in pieno fermento, c'erano quelli che partecipavano, quelli sono i migliori Consigliere Bucciarelli, quelli che partecipavano erano in prima fila, poi hanno protestato ed io mi sono detto “come possibile?” Protestavano perché non sono abbastanza coinvolti. Questo significa tanto, perché significa quello che sta succedendo anche qui con la sanità, caro Assessore, lo sapete voi, sono lotte interne vostre, i documenti contro il dott. Ciccarelli ce li avete tutti e li usate all'interno delle vostre situazioni. Vi giocate, all'interno delle vostre situazioni, la figura di un direttore generale, che io personalmente stimo e tutto vorrei meno che il dott. Ciccarelli se la prendesse come un qualche cosa di personale. Io critico la sua politica, critico quello che ha fatto e che sta facendo sulla sanità marchigiana, non ho niente contro Piero Ciccarelli, voi invece, come sempre, vi tenete i pareri nei cassetti, vero Assessore? Ce li avete tutti e i pareri dicono l'esatto contrario, caro Assessore, di quello che dice l'ufficio legale di cui lei ha ripetuto letteralmente senza aggiungere una parolina, che forse, ogni tanto, da un Assessore sarebbe anche necessaria. Se lei ad ogni interrogazione ci risponde con le relazioni che le mandano le Aree Vaste, lei capisce che fa una brutta figura, quelli delle Aree Vaste li conosciamo! Sappiamo come ci sono arrivati! Sappiamo tutto! In tutte e 5 le Aree Vaste! Tutti sanno che queste lettere ce l'avete in tutti i cassetti e le usate per i vostri fini. Tutti!
Ora però qui la situazione è un po' diversa, perché forse queste lettere sono arrivate nei cassetti sbagliati e siccome nessuno di noi, i quattro che hanno firmato questa interrogazione ha alcun interesse a trattare nulla, non deve trattare niente, non deve, come dire, scambiare nulla - giustamente mia sorella mi suggerisce - le abbiamo portate alla luce del sole, però, non ci fermeremo qui, caro Assessore, questo è il rischio che vi pongo davanti, non al dottor Ciccarelli, a voi.
Dal 1 marzo 2013 se per caso fosse vero quello che noi sosteniamo, fate un esame di tutti gli atti che sono stati fatti dal 2 marzo 2013 ad oggi, fate un esame e poi verificate quanti di quegli atti possono essere considerati validi e quanti no. Perché Assessore io sono arrivato tardi alla democrazia, e adesso ci credo tanto, ma il bello è che la legalità per me è stata sempre un principio, purtroppo, nel mio gruppo, nella coalizione di cui facevo parte, in tante occasioni, qui c'era un partito della legalità, noi sentivamo la giustizia imperare, la giustizia prima di tutto, non si interpretava nulla, o meglio, si applicava per chi non era vicino e si interpretava per chi era vicino, era un concetto un po' strano, ma non sento più parlare nessuno di queste cose, di legalità. Siccome noi nella legalità ci credevamo trentacinque anni fa, quindici anni fa e pure nelle fasi successive, avendo una particolare identificazione, tutto questo andrà a finire al Presidente della Repubblica in un ricorso gerarchico, perché centoottanta giorni non sono passati, e contemporaneamente finirà alla Corte dei Conti.
Poi chi si vorrà prendere queste responsabilità se le prenderà tutte, l'unica speranza è che a pagare non siano ancora una volta ...

(Interrompe l'Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI, … certo ognuno si affida agli avvocati suoi. Il problema vero non è che ognuno si affidi ai propri avvocati, ci mancherebbe altro, la famosa pelle di una determinata e famosa parte del corpo di una persona è elastica, si tira e si estende come si vuole, il problema è quando a pagare non siamo noi, anzi non sono i responsabili. E' lo stesso discorso di Banca Marche. Uguale.
Nessuno controllava nessuno.
Sono responsabilità politiche, caro Assessore, immani. C'erano quando il dott. Ciccarelli è stato nominato, qui c'è un'interrogazione del Consigliere Zinni a cui lei ha risposto e rileggendola è una vera boutade, praticamente l'incompatibilità ad essere nominato, al di là di quiescenze o meno, ci sarebbe stata soltanto se lui fosse stato nominato direttore della futura Area Vasta, non come direttore dell'Asur. Si rende conto che il provvedimento di quiescienza di Ciccarelli è stato fatto da Ciccarelli? Basterebbe dirvi questo, da quello che lei ha letto. Le ricordo queste cose, le ricordo qui, le ricordo a chi avrà buona mente e buona memoria perché qui non stiamo parlando …, la politica c'entra perché a corredo di tutto questo, le prove tecniche del 2020 le state facendo anche sulla pelle di Ciccarelli.
Pensate a chi è qui fuori che subirà quello che state propinando in materia di ospedali, tutti qui rappresentiamo dei territori, se può pensare che l'autore del tutto potrebbe essere incompatibile nel ruolo che ha svolto di redattore di tutto il piano di riforma.
L'affido alla sua politica Assessore Mezzolani, ricordandole il piccolo appunto che le facevo prima, su quello che succede nel pesarese. Forse non vi siete resi conto, lei mi dice che non ha informazioni, in un mese, io vorrei sapere quando vengono arrestati dei medici e denunciati altri. Si è mai reso conto Assessore - e penso che sia Assessore da cinque o sei anni, su per giù, (...) da nove anni, non da qualche mese - che presso l'Area Vasta 1 di Pesaro, non esiste, come struttura operativa complessa, la medicina legale? Da tutte le altre parti esiste, lì no. Si è mai domandato, ma Asur che Ci spieghi cosa significa Asur. Un qualcosa di unitario per la regione? Ce lo dica, su questo torneremo e non sarà una bella situazione quella che lei dovrà affrontare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Come interrogante ho pochissimo da aggiungere a quanto già espresso dal mio capogruppo, Consigliere Natali.
Noi continueremo in perfetta solitudine, solitudine anche rispetto all'altra parte dell'opposizione, perché è evidente come questo argomento di altissima legalità non tocchi, non riguardi nessuno. Lo abbia rilanciato, questo ci fa onore e ci fa piacere, perché conferma la libertà assoluta, absoluta, sciolta da tutti, se non dal volere degli elettori, di noi gruppo Centro Destra Marche.
Noi continueremo questa che non è una battaglia, è una richiesta di legalità.
Riteniamo impensabile che l'uomo forte che tutti rispettiamo - capacissimo, bravissimo, lungi da me attaccare le persone, faccio politica da una vita, ho sempre distinto i ruoli politici dalle persone, ma certamente non faccio in modo che le persone o il mio contatto personale con qualcuno possa far si che io tradisca il ruolo politico, è un po' diversa la cosa - l'uomo forte della riforma, l'uomo che in nome della legalità sta svolgendo da mesi la mattanza della nostra sanità, perché questo avviene. I tagli sono richiesti dalla legge, i punti nascita sono richiesti dalla legge, Balduzzi docet, i decreti, le finanziarie, tutto in nome di qualcosa che è un atto dovuto da qualcos'altro, per il quale il dott. Ciccarelli, l'Assessore Mezzolani stanno tagliando, razionalizzando, facendo scelte. Questo è il discorso della incompatibilità! Dietro questi termini ci sono le scelte, cioè la legge si pone il problema se una persona è libera tecnicamente, tecnico puro, nel fare scelte o se ha delle rendite di posizione, per la posizione che occupava prima, che occupa ancora o che, ancor di più, si è determinata con la quiescenza.
Voi state facendo scelte in nome della legalità, in nome della legge, in nome delle finanziarie, in nome dei decreti Balduzzi, noi ci saremmo aspettati, visto che i vostri cassetti, e lo sapete, sono pieni di pareri diversi da quelli che vi dà, ovviamente, l'avvocato d'ufficio, chiamiamolo l'avvocato d'ufficio, perché alla fine l'avvocato della Regione è un po' il vostro avvocato d'ufficio, io mi sarei aspettata, che li avreste tirati fuori, noi ce li abbiamo e li correderemo con il ricorso straordinario al Capo dello Stato che ci accingiamo a fare e, soprattutto, con la Corte dei Conti che qualcosina già sa ed ha saputo anche dai giornali.
Noi ci siamo chiesti, visto che i pareri esistono, visto che la cosa per voi è di lana caprina - perché l'Assessore Mezzolani ha fatto davvero una disquisizione bizantina, penso che anche noi avvocati abbiamo avuto problemi a seguire, però visto che la cosa sostanzialmente non sappiamo se è fondata, per noi è fondata, ma il fumus è forte, è nero, l'ombra è pesante - noi ci siamo chiesti, per una questione sostanziale e politica, se fosse il caso di mantenere un'ombra così pesante sull'uomo forte della riforma, sull'uomo che deve essere credibile, al di sopra della moglie di Cesare, di ogni sospetto, per i cittadini che non trovano più il punto nascita o la dialisi. L'uomo più credibile delle Marche deve essere il direttore Ciccarelli, lo è dopo questa risposta?
Noi non riteniamo che lo sia, noi riteniamo che la distinzione tra co.co.co. ed incarico, perché lì è lavoro autonomo e, quindi, non è incarico e non ci sia, o tra subordinazione e co.co.co., o tra Asur e Regione, l'Asur, la Regione. L'incarico glielo dà la Regione, però lui stava con l'Asur, non avete detto che stava nella Z.T. di Macerata, che si è sciolta ed è confluita nell'Asur, vi do un argomento in più, così, magari, ritenete due cose distinte, due enti, due datori di lavori anche questi.
Penoso non fare pulizia, non sollevare un velo di questo tipo, coprendosi con i bizantinismi di questa assurda, sciocca, poca, nel senso di minus, risposta.
Vogliamo parlare di come è stata data la proroga il 13 maggio? Sine die, la proroga del direttore Ciccarelli, se voi andate a leggere è sine die, è quella che chiamiamo nei tribunali condizione meramente potestativa fino a ...

(Interrompe l'Assessore Mezzolani)

Franca ROMAGNOLI. …sine die, fino a quando voi, dopo il trentesimo giorno, farete le graduatorie degli aspiranti ...


(Interrompe l'Assessore Mezzolani)

Franca ROMAGNOLI. … ma le potete fare anche fra dieci anni e mantenerlo semieterno … Le potete fare anche tra dieci anni, qual è il dato certo di questa cosa ...

PRESIDENTE. No, Consigliera Romagnoli, mi dispiace ...

(Interrompe l'Assessore Mezzolani)

PRESIDENTE. Consigliera Romagnoli, purtroppo, il tempo è scaduto, per la replica sulle interrogazioni ci sono cinque minuti, ne ha consumati dieci il Consigliere Natali e lei sei ...

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Non è possibile, non è cattiveria, non si può fare un'interrogazione in dieci ed intervenire tutti, si fa un'interrogazione ed uno replica, l'ammontare del tempo può essere di cinque minuti, questo è il regolamento, non è possibile ...

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. .., No, Assessore …. ho capito, ma scusate …

Franca ROMAGNOLI. … mi dica il dato certo, finale, in cui scade il dott. Ciccarelli.

(Voci fuori microfono)

Franca ROMAGNOLI. Io riferisco l'atto, trenta giorni dopo la stesura della graduatoria degli aspiranti, la potete fare anche tra dieci anni, non avete un termine (...) allora mi dica perché no!

PRESIDENTE. Non è possibile in questo modo, va bene? Chiuso l'intervento della Consigliera Romagnoli, l'Assessore ha già risposto, concludiamo.

Franca ROMAGNOLI. … la risposta mostra la pochezza politica di questa Giunta, dato che il piano si è spostato sul giudiziario, stamattina, ripeto, sembrava di stare in un'Aula di Tribunale anche abbastanza incomprensibile, noi saremo consequenziali, quindi ricorso alla Corte dei Conti e l'aspetto politico ce lo continueremo a vedere, spero non da soli, ma probabilmente da soli.

Interrogazione n. 1303
del Consigliere Binci
"Sito di Bonifica Basso bacino del fiume Chienti"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1303 del Consigliere Binci. Voglio ricordare, credo che lo sappiate tutti, che la replica alle interrogazioni può essere massimo di cinque minuti, indipendentemente dal numero degli interroganti. Io sono tollerante nel senso che non guardo l'orologio, però non si può esagerare, altrimenti stamattina non riusciamo a finire tutti i punti che abbiamo messo prima delle proposte di legge, vi chiedo, quindi, di attenervi ai tempi. Grazie.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. In merito all'interrogazione n. 1303 del 2013 ad iniziativa del Consigliere Binci, si condividono le premesse riportate nell'interrogazione presentata.
II 1 agosto 2013 ho convocato presso l'ufficio del mio Assessorato una riunione sul tema del riassetto delle funzioni amministrative legate all'ex sito di interesse nazionale Basso Bacino del fiume Chienti; erano presenti le Province, i Comuni, I'Arpam e gli uffici regionali. Questa riunione faceva seguito ad una precedente ed analoga riunione fatta circa un mese prima, nella sede della Provincia di Fermo.
Al termine della discussione dei vari temi si è concluso che:
a) ai Comuni spetteranno le competenze amministrative legate ai singoli siti che ricadono nel territorio di ciascun Comune. Questa scelta è stata condivisa dagli stessi. Questa modalità non sarà un intralcio alla risoluzione del problema in quanto i Comuni, che durante la gestione ministeriale si sono sempre lamentati dei tempi lunghi che intercorrevano tra una conferenza e I'altra, potranno dettare loro i tempi delle Conferenze e pertanto procedere alla riduzione degli stessi. Inoltre, soprattutto per i casi legati ai siti che attivano le procedure semplificate, la restituzione agli usi legittimi dei terreni sarà sicuramente più veloce in quanto, una volta che I'Arpam avrà accertato il non inquinamento dei terreni attraverso l'analisi dei contro campioni, il Comune, titolare dei procedimenti amministrativi sul proprio territorio, potrà procedere alla restituzione dei terreni agli usi legittimi;
b) sulla base sia delle cartografie derivate dalla caratterizzazione eseguita dall'Arpam, validata in sede di Conferenza dei Servizi ministeriale, sia attraverso un'ulteriore giro di campionamenti della falda, l'Arpam dovrà ridefinire la perimetrazione dell'area della falda interessata dall'inquinamento;
c) in merito alla bonifica della falda si rende necessaria la stesura di un nuovo Accordo di programma che definisca cosa e come fare e gli impegni di ogni partecipante. In questo caso, anche per evitare i problemi di spesa legati al Patto di stabilità, sembrerebbe logico che sia la Regione Marche ad essere l'Ente che amministrativamente debba gestire il tutto. Entro la prima settimana di ottobre la Regione si impegna a redigere una prima bozza di accordo;
d) è necessario che tutti gli Enti, Regione Marche in primis, mantengano gli impegni finanziari già presi con il precedente Accordo di programma, ormai scaduto, al fine di avere a disposizione le prime somme necessarie per l'attuazione dell'Accordo stesso. La Regione dovrà impegnarsi nella ricerca di risorse nel POR FERS periodo 2014/2020.
Per concludere vorrei rassicurare il Consigliere Binci che ha presentato l'interrogazione e tutti quanti sono interessati che l'Assessorato e l'Assessore seguono con molta attenzione la problematica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questa interrogazione ho voluto segnalare, innanzitutto, un aspetto e, soprattutto, il fatto che il basso bacino del Chienti, il sito da bonificare, fosse stato declassato da sito di interesse nazionale a sito di interesse regionale ed era emerso un parere del Servizio attività normative e legali della Regione che recitava che le competenze non fossero regionali ma comunali.
Una volta preso atto di questo parere, ho presentato l'interrogazione perché mi sembrava assolutamente impossibile che un inquinamento di un sito, che era all'interno di un sito di interesse nazionale, che comprendeva cinque Comuni, due province, eccetera, fosse trattato come un inquinamento che insisteva solo su un territorio comunale. Questo non era, la legge prevedeva la competenza comunale solo nel caso di un sito interamente all'interno di un Comune, quindi, ho evidenziato questa cattiva interpretazione da parte del Servizio attività normative e legali della Regione.
Sono contento che, forse, anche a seguito della mia interrogazione ci sia stato un interessamento diretto dell'Assessorato e un confronto con le Province ed i Comuni che ha portato l'1 agosto a questa riunione, in merito alle competenze amministrative, che ha chiarito l'impegno della Regione. Bene questo, perché non lasciamo soli i Comuni di fronte ad un disastro ambientale che, ricordo, è stato creato dagli anni '80 fino al 2000, dovuto al fatto che prima non ci fosse una normativa, perché c'era la legge Galli e non era moltissime le ditte di suole di calzaturifici che sversavano diluenti, servivano per la pulizia delle suole, direttamente nei corpi idrici o, addirittura, avevano fatto pozzi per immettere queste acque di lavaggio con diluenti dentro la falda.
Questo ha portato l'acqua di questi Comuni, la falda ed anche il di mare che è di fronte a questo tratto di costa, confinante tra le Province di Macerata e di Fermo, ad essere inquinata. Addirittura per un po' di anni c'è stato l'utilizzo dell'acqua sia per uso agricolo che per uso idropotabile. Quest'acqua è stata bevuta dai residenti di quei territori, tanto è vero che i Comuni hanno anche richiesto l'inizio di uno studio epidemiologico per verificare se ci sono danni alle popolazioni ed alla salute.
Tra l'altro ci sono ancora siti di contaminazione, ci sono ancora punti in cui i terreni continuano a contaminare, quindi, c'è la necessità, è stato detto nel protocollo di intesa, che l'Arpam continui a fare monitoraggi anche su indicazione della popolazione. C'è stato un appello, io sono stato alla riunione che c'è stata a Montecosaro, alla popolazione ed ai Comuni per segnalare all'Arpam quali sono e se si ha conoscenza di altri siti dove è stato sversato questo inquinante.
Importante è che l'Arpam vada avanti velocemente in questa caratterizzazione, che l'1 ottobre questa bozza di programma venga sottoscritta e si parta con urgenza per la definizione di un progetto.
L'altra cosa che chiedo alla Regione è di chiedere allo Stato, all'interno della Conferenza delle Regioni, di prevedere nella finanziaria dei finanziamenti per i siti di interesse regionale, perché non è possibile che siti, considerati di interesse nazionale, per cui è stato previsto un cofinanziamento dello Stato al 50%, vengano declassati e l'impegno dello Stato non esista più.
Chiedo che la Regione, all'interno della Conferenza delle Regioni, perché questi siti sono tantissimi in tutta Italia, quindi è un problema che tutte le Regioni e tutti i Comuni si sono trovati sulle spalle, chieda l'attivazione degli impegni, della responsabilità ed anche della solidarietà a livello nazionale. Estendendo, tra l'altro, questa richiesta anche ai Parlamentari regionali affinché intervengano in sede di finanziaria con emendamenti specifici, creando, magari, una lobby con gli altri siti regionali che sono stati declassati.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Vorrei ringraziare il Consigliere Binci per aver fatto l'interrogazione e avermi permesso di spiegare quello che l'Assessorato sta facendo.
Vorrei solo precisare che l'interrogazione mi sembra sia datata 19 luglio 2013, ma il problema era già stato affrontato nel mese di giugno da me, come ho detto prima, con tutti i soggetti interessati nella sede della Provincia di Fermo.
L'attenzione è alta, non mancheremo di fare, anche se ho forti dubbi sui risultati, tutte le azioni necessarie, non abbandoneremo a loro stessi i Comuni su questa problematica.

Interrogazione n. 1314
del Consigliere Massi
"Pazienti affetti da maculopatia: chiarimenti sulle cure farmacologiche e sui relativi costi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1314 del Consigliere Massi. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L'interrogazione presenta in premessa alcune informazioni sulle quali credo sia necessario dare alcune precisazioni.
Il medicinale Avastin è commercializzato in Italia in quanto autorizzato dagli Enti regolatori europeo ed italiano per il trattamento di alcune forme tumorali.
Con una determina del 23 maggio 2007, questo medicinale fu inserito dalla Commissione tecnico scientifica di AIFA nell'elenco dei farmaci a totale carico del Servizio sanitario nazionale previsto dalla legge 648/96 per il trattamento delle maculopatie essudative e del glaucoma neovascolare, in quanto, a quella data e per tali patologie, non esisteva alcuna valida alternativa terapeutica, di conseguenza, l'AIFA riconosceva la necessità dell'impiego del medicinale a carico del Servizio sanitario nazionale per un’indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata.
Successivamente, con la commercializzazione e la rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale di medicinali specificamente autorizzati per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare correlata all'età, il Lucentis ed il Macugen (non citato nell'interrogazione), ed in seguito a segnalazioni in ambito internazionale di gravi reazioni avverse oculari collegate all'uso intravitreale non approvato di Avastin, l'AIFA ha dovuto rimuovere, anche per motivi di sicurezza, questo medicinale dall'elenco della legge 648/96 (determinazioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 62 del 16 marzo 2009, Gazzetta Ufficiale n. 269 del 17 novembre 2010 e Gazzetta Ufficiale n. 252 del 27 ottobre 2012). L'esclusione del medicinale Avastin dall'elenco della legge 648/96 ha eliminato di fatto la possibilità di impiegare in modo diffuso e sistematico il medicinale nel trattamento delle varie forme di maculopatie, nonostante il suo costo estremamente vantaggioso rispetto ai farmaci studiati e registrati per tali indicazioni.
Ferma restando l'esclusione del medicinale Avastin dall'elenco dei medicinali erogabili, ai sensi della legge 648/96, si precisa e sottolinea che attualmente, per gli usi intravitreali off-label, i medici, sulla base della propria valutazione e responsabilità, possono, comunque, in applicazione della legge 94/98, prescrivere il suddetto farmaco in quei pazienti che non possano essere utilmente trattati con i medicinali per i quali sia già approvata quella indicazione terapeutica (ad esempio per continuità terapeutica nei pazienti trattati con risultati positivi per i quali non sia opportuno uno shift terapeutico o per indicazioni non coperte da medicinali in commercio e per le quali esistano pubblicazioni scientifiche di studi clinici almeno di fase seconda che dimostrino l'efficacia e la sicurezza del medicinale).
Pertanto, il ricorso all'utilizzo off-label del medicinale Avastin, ai sensi ed in ottemperanza al disposto della legge 94/98, non può essere assolutamente definito illegale, come invece lascia intendere la premessa dell’interrogazione in oggetto.
La Regione Marche non ha responsabilità in merito alla necessità dei medici di effettuare scelte in funzione della mutata condizione normativa. Non è corretto affermare che la Regione Marche propone l'utilizzo del medicinale Lucentis in sostituzione del medicinale Avastin, in quanto quest1a sostituzione, laddove possibile, nell'interesse del paziente e per la tutela della salute, è fatta dal medico sulla base della normativa attualmente in vigore e delle succitate determinazioni AIFA.
Nell'interrogazione viene riportato un costo del medicinale Lucentis molto superiore rispetto a quello attualmente in vigore pari a 1.200 € ma il prezzo di acquisto attuale per il Servizio sanitario regionale è di 702,66 euro (IVA esclusa).
In risposta al primo quesito dell'interrogazione, laddove si chiede al Presidente della Giunta quale soluzione intende adottare per risolvere la disponibilità del farmaco Lucentis e i relativi costi, si dichiara che:
1. il prezzo di acquisto e le indicazioni terapeutiche autorizzate per il medicinale Lucentis sono stabilite in sede di accordi negoziali tra l'Agenzia Italiana del farmaco e la Ditta Farmaceutica titolare dell'AIC ed hanno valenza nazionale. Il costo del medicinale Lucentis è soggetto ad uno. sconto obbligatorio sul prezzo ex-factory, attualmente pari al 18% (prezzo scontato pari a 702,66 euro); ma gli accordi negoziali in vigore prevedono l'applicazione di una scontistica obbligatoria, per gli acquisti nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, progressivamente crescente, in relazione al numero di fiale vendute in ambito nazionale, fino al raggiungimento di uno sconto massimo del 26% che determinerà un’ulteriore riduzione del prezzo massimo di acquisto del medicinale per il Servizio sanitario nazionale (prezzo scontato pari a 634,38 euro). Inoltre con l'accordo negoziale dell’1 agosto 2012, l'Agenzia Italiana del Farmaco, nel disporre una più ampia rimborsabilità del medicinale Lucentis per le nuove indicazioni terapeutiche, ha ottenuto l'impegno della ditta Novartis al finanziamento di una sperimentazione clinica, della durata di 12 mesi, per approfondire la sicurezza e la tollerabilità del medicinale Lucentis nelle nuove indicazioni rimborsate, da condursi in ambito nazionale sotto l'egida e il controllo di AIFA stessa.La Regione si impegna a garantire la più ampia partecipazione possibile alla sperimentazione da parte dei centri clinici marchigiani già individuati da AIFA. Sulla base della stima della densità di popolazione, si calcola un numero di circa 140 persone assistite potenzialmente eleggibili all'entrata nello studio, da trattare con somministrazioni mensili di Lucentis. L'attivazione della suddetta sperimentazione rappresenterà una significativa riduzione dei costi associati al trattamento delle maculopatie per il prossimo anno;
2. rafforzare e verificare presso le Aziende della Regione, l'attività di monitoraggio dell'utilizzo appropriato del medicinale Lucentis secondo i criteri e le modalità previste dai Registri di monitoraggio AIFA, a garanzia della corretta allocazione di risorse;
3. sollecitare l'AIFA per una rapida attivazione dei meccanismi di rimborsabilità condizionata per l'utilizzo del medicinale Lucentis previsti dalle condizioni negoziali citate nella determina di AIC del medicinale Lucentis. La restituzione della spesa farmaceutica sostenuta in caso di fallimento terapeutico per inefficacia del farmaco o tossicità inaccettabile permetterà di accedere pienamente alla scontistica obbligatoria collegata al risultato terapeutico e a ridurre il costo medio del farmaco.
Per quanto riguarda invece il punto due dell'interrogazione in merito alle azioni da intraprendere, di concerto con le altre Regioni, per la verifica sia della possibilità di inserire il medicinale Avastin nel prontuario farmacologico per le maculopatie, che della possibilità di una riduzione di prezzo del medicinale Lucentis, si fa presente che il provvedimento di rimozione dell'indicazione dell'uso di Avastin di cui alla legge 648/96 è stato assunto da AIFA non per dubbi sull'efficacia del medicinale nell'uso intravitreale per le maculopatie, ma a seguito della segnalazione di innumerevoli problemi di sicurezza legata alla somministrazione intravitreale; allarme evidenziato da numerose segnalazioni provenienti non solo dal nostro Paese, ma da tutta Europa ed effettuate da oculisti di tutti i Paesi europei che riferivano effetti indesiderati gravi locali e sistemici, conseguenti all'uso intravitreale di Avastin. A seguito di queste segnalazioni e dalle evidenze della letteratura e degli studi clinici di confronto tra Avastin e Lucentis, l'EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) ha dovuto rivalutare il rapporto rischio/beneficio del medicinale stesso nell'uso intravitreale, ribadendo espressamente che tale uso del medicinale non è approvato.
La Regione ritiene quindi fondamentale la promozione in ambito nazionale di un forte piano di farmacovigilanza e monitoraggio attivo del profilo rischio/beneficio del medicinale Lucentis, al fine di evidenziare solidi elementi utili sia per una nuova valutazione complessiva del rapporto rischio/beneficio del medicinale stesso sia per una rivalutazione della opportunità terapeutica offerta dall'uso intravitreale off-label del medicinale Avastin.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Assessore lei ammetterà che nella complessità dell'illustrazione un cittadino che si trova in quella situazione non ci capirà niente. Io ammetto, non per la sua malafede, non ci credo assolutamente, che non ho capito bene cosa succede nell'applicazione e nella somministrazione per il cittadino.

(Interrompe l'Assessore Mezzolani)

Francesco MASSI. Si, ho capito la volontà dei partecipare alla sperimentazione, va bene, però quello che chiedo al Servizio, in questo momento, è di tutelare i pazienti, molti dei quali non hanno la possibilità di comprarsi il farmaco, purtroppo.
Chiedo, quindi, un'applicazione forte dello stato sociale, come si dice, perché ci sono pazienti che non possono provvedere da soli all'acquisto di questo farmaco.
Questa patologia c'è ed è consistente e questa storia dell'Aifa, che è intervenuta, ha creato un disagio enorme. Va bene la sperimentazione, non la fermiamo, ad esempio non ho capito se con la sclerosi andiamo avanti, non andiamo avanti, che cosa sta succedendo. Mi inserisco su questo per chiedere chiarezza all'Assessore, ripeto, non è che la chiediamo noi come Consiglieri, dovete farla con i pazienti e con i medici, perchè credo ci sia, in questo momento, disorientamento. Un disagio degli uni e sicuramente un disorientamento dei medici.
Prendiamo atto di questa risposta, la confronteremo per l'applicazione dei risultati.

Mozione n. 539
dei Consiglieri Binci, Cardogna, Busilacchi, Bellabarba, Sciapichetti, Eusebi
"No alla guerra in Siria, si all'accoglienza ai rifugiati, cambiando le politiche di accoglienza in Italia e in Europa"

Mozione n. 381
del Consigliere Solazzi
"Solidarietà al popolo siriano"

Mozione n. 362
dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Ortenzi, Perazzoli
"Emergenza umanitaria in Siria"
(abbinate)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 539 dei Consiglieri Binci, Cardogna, Busilacchi, Bellabarba, Sciapichetti, Eusebi, n. 381 del Consigliere Solazzi e n. 362 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Ortenzi, Perazzoli, abbinate. Ha la parola il Consigliere Binci, c'è una risoluzione?

Massimo BINCI. No, una risoluzione non c'è. Penso che si possano approvare tutte le mozioni votandole in successione. Ci sono due mozioni precedenti alla mia che sono di giugno, dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Ortenzi e Perazzoli e del Consigliere Solazzi sulla solidarietà al popolo siriano ...

PRESIDENTE. Collega, le faccio una proposta, considerato che il tenore delle mozioni è pressoché identico, senza votarne tre che sarebbe, come dire, un aspetto abbastanza singolare, lei immagini di mandare tre mozioni identiche al Governo italiano, sospendiamo la trattazione di questo punto, è una mia proposta e nel frattempo i presentatori, uno per mozione, possono fare un'unica risoluzione. Andiamo avanti con l'ordine del giorno, appena sarete pronti la presentate e la votiamo. Penso che facciamo un favore non solo a quest'Aula, ma anche all'oggetto della discussione.

Massimo BINCI. Va bene.

PRESIDENTE. La ringrazio. Voi cominciate a lavorare, quando siete pronti lo fate sapere alla Presidenza, io intanto vado avanti con l'ordine del giorno.

Mozione n. 536
dei Consiglieri Pieroni, Donati, Latini, Acacia Scarpetti
"Autorizzazione prelievo in deroga dello storno"

Interrogazione n. 1340
del Consigliere Acacia Scarpetti
"Attività venatoria anno 2013/2014 prelievo in deroga storno"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 536 dei Consiglieri Pieroni, Donati, Latini, Acacia Scarpetti e l'interrogazione n. 1340 del Consigliere Acacia Scarpetti, abbinate. Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Abbiamo ritenuto opportuno presentare questa mozione perché abbiamo visto che, rispetto alla deliberazione del 2012, sono stati modificati i criteri.
La deliberazione del 2012 e l'ultima del 2013, del 26 agosto, hanno modificato i criteri ed è stata aggiunta, al secondo punto, l'autorizzazione al prelievo in deroga dello storno nei territori comunali che, almeno in uno degli ultimi tre anni, 2010, 2011, 2012, siano stati interessati da danni alle coltivazioni, non inferiori a trecento euro all'anno.
Questa modifica dei criteri che riprende pari pari la direttiva della Comunità europea del 2009/147, con questo percorso, ha ridotto il numero dei Comuni dove negli anni passati, con la deroga, veniva permesso l'abbattimento dello storno, chiaramente la riduzione dei Comuni è stata sostanziale, c'è stata una riduzione di 26 Comuni in tutta la regione Marche.
Abbiamo ritenuto di portare all'attenzione del Consiglio regionale questa problematica che, naturalmente, non riguarda soltanto la questione del mondo venatorio, ma anche le problematiche legate al mondo agricolo.
Riteniamo che questa nuova deliberazione della Giunta del 26 agosto, crei una serie di criticità, perché in sostanza, nell'anno passato, la deliberazione del 2012 ha avuto l'assenso preventivo della Comunità europea, che è l'unico organo deputato al controllo dell'applicazione delle deroghe, e per quello che riguarda il ruolo dell'Ispra, che ribadiamo è un parere, ed è giusto ribadirlo, un parere prettamente, puramente, consultivo, oltretutto ribadito dal comma 3, della legge 26 della Comunità europea approvata l'1 agosto 2013 che dice testualmente "sentito l'Ispra".
Noi riteniamo che - ancora una volta - la questione della caccia sia decisa volta per volta, senza una forte programmazione che si incastri con grande chiarezza all'interno dell'ambiente e all'interno delle problematiche agricole. Non è pensabile che ogni volta che si parla del mondo venatorio, si parla della caccia, si verificano situazioni sempre più restrittive.
Sono convinto che questo Consiglio regionale possa dare una risposta, in questo caso, alla deroga allo storno. Voglio ricordare a me, non a voi, che conoscete benissimo, i danni che provoca un animale nocivo, e da questo punto di vista è importante, a mio avviso, rivedere quei criteri, rimodularli, per questo chiediamo l'impegno del Consiglio, della Giunta del Presidente Spacca e dell'Assessore. Sicuramente un Assessore nuovo, con idee nuove, con progettualità e percorsi diversi rispetto alle problematiche del mondo venatorio, che sollecito a tener conto di ciò che chi l'ha preceduto ha portato avanti, con tutte le difficoltà, cercando di coniugare le esperienze, le necessità della Regione Marche in questo settore specifico ed i risultati che fino all'anno scorso sono stati importanti.
Sono altrettanto convinto che l'Assessore nella sua giustezza terrà conto dell'impegno e della volontà che si espliciteranno, se il Consiglio regionale lo riterrà opportuno, in un voto a questo mozione.
Al di là di tutto, sono convinto che gli stessi ambientalisti, coloro che in altri momenti hanno fatto battaglie su altre questioni che riguardano la caccia, da questo punto di vista, innegabilmente, non possono non riconoscere che questo animale è nocivo che crea danni importanti alla nostra agricoltura, che non dimentichiamo, è il fiore all'occhiello della Regione Marche perché parliamo di ulivi e di vigne.
Credo che se oggi il Consiglio regionale approverà questa mozione, ragionevolmente la Giunta regionale prenderà atto di questa volontà del Consiglio e modificherà i criteri, perchè i criteri parlano di trecento euro di danni verificatesi negli ultimi tre anni nei vari territori comunali, anche qui, è una cifra piccola, media, grande, potevano essere utilizzati criteri, simbolicamente, di cento euro per ribadire l'impegno che era stato previsto e che richiede anche la Comunità Europea, la quale negli anni passati ha sempre condiviso le deliberazioni della Giunta regionale.
Recentemente è stata approvata anche la legge dello Stato, è stata approvata il 26 luglio ed è entrata in vigore il 4 settembre, ho avuto modo di verificarla e di leggere, in particolar modo, l'articolo 26 che sostanzialmente esplicita il percorso che devono svolgere le Regioni per avere le deroghe all'abbattimento di questi animali nocivi. Sono chiaramente più restrittive, ma non per quello che riguarda il percorso che sin qui ha fatto la Regione Marche, un percorso importante, ad esempio nella tempistica, nel presentare entro il 30 giugno, obbligatoriamente, le proposte del tipo di abbattimento che impegnerà il mondo venatorio e i cacciatori a rispettare certe regole. E' chiaro che su queste tutti ci ritroviamo, però è altrettanto vero, Assessore, che noi dobbiamo riconoscere che questi animali sono nocivi e creano un danno forte.
Spero che questo dibattito non diventi un dibattito tra chi è favore e chi è contro il mondo venatorio, ma sia un dibattito dove si capiscono, si percepiscono, con grande chiarezza, le criticità e i danni che questi animali nocivi creano all'agricoltura ed alla natura.
Se noi partiamo da questo confronto, possiamo poi trovare una sintesi, chiaramente demandando alla Giunta, perché questa è una competenza specifica del Presidente Spacca, dell'Assessore, di tutta la Giunta, recepire le indicazioni che, io spero, emergeranno da questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Poche considerazioni, Presidente, due flash. Il primo è questa vicenda del prelievo di specie selvatiche in deroga, non la sappiamo fare bene, non c'è verso, ormai sono anni che le Marche si misurano su questo. Non la sappiamo fare bene, la Comunità europea ci invita a scegliere due opzioni: il prelievo in forma tradizionale, ma ci porterebbe ad abbattimenti molto marginali, molto risicati, o il prelievo perchè quel tipo di fauna, non nociva, anche dal punto di vista del linguaggio non nociva, in sovrannumero può provocare e provoca danni all'agricoltura.
Abbiamo scelto questa opzione, quella del danno all'agricoltura e, quindi, la conseguente riduzione del numero degli storni che provocano un danno ad una regione che, su due grandi questioni: vino ed olio, è una regione di eccellenza di cui non si può non tenerne conto, anzi, si deve tenerne conto.
Attenzione, scegliendo l'abbattimento, abbiamo fatto una cosa giusta perché tuteliamo la coltivazione agricola, in realtà, però, le misure per la caccia in deroga saranno sempre più restrittive, specialmente per questa specie perché in realtà questa specie selvatica non è in sovrannumero, è semplicemente calata rispetto alla sua area di nidificazione, di svernamento, di diversi gradi, era nel nord Europa è scesa nel bacino del Mediterraneo, quindi, tantissimi sono qui e pochi nel nord Europa. Per cui la caccia in deroga allo storno sarà sempre più complicata da qui a venire, ma io non voglio fermarmi sul merito, perché lo farà il Consigliere Badiali che interverrà come Commissione, io voglio intervenire sul piano dell'esperienza di questi anni in questo Consiglio regionale.
Non c'è stato un anno che uno che noi non abbiamo dovuto modificare, in qualche modo, le deliberazioni di Giunta sulla caccia. Non mi ricordo di aver saltato un anno, abbiamo dovuto sempre rincorrere e modificare le deliberazioni, in Commissione o in Consiglio perché non siamo mai riusciti ad avere, viva Dio, ... Io sono solidale con l'Assessore Giorgi, perché mi rendo conto che è una materia complicata, ma qualora si voglia individuare qualcuno che la possa vivere un po' ... ma la si dia alla Commissione, almeno li dentro, forse, si costruisce un percorso che ha a che fare con le esperienze di questi anni, con le vicende di cui discutiamo oggi, peggio ancora, con le vicendi degli ungulati o di tante altre cose che abbiamo sempre dovuto rincorrere e modificare deliberazioni di Giunta. Tra l'altro stiamo cercando una soluzione sui problemi della Siria e discutiamo del prelievo della caccia allo storno! Si, la politica è complessa, si occupa di tutto, è giusto occuparsi di tutto, ma mi pare che ci siano altri problemi, allora evitiamo di portare in Consiglio, se ci riusciamo, discussioni per l'ennesima volta sulla modifica di una deliberazione della Giunta che ha a che fare con la caccia, mi sembra che a volte si cada davvero in basso.
C'è una Commissione che io considero adeguata, un tema del genere si risolve, se possibile, nella III^ Commissione, penso sia utile ed eviti discussioni.
Per chiudere voterò la mozione con queste motivazioni e penso che sia possibile in futuro evitare che certi argomenti arrivino in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Condivido le considerazioni di chi mi ha preceduto circa le difficoltà che questa Regione ha nel fare provvedimenti per il prelievo in deroga allo storno. Riconosco agli uffici ed alla struttura, che non è particolarmente dotata di personale, l'approfondimento sulla materia e riconosco anche che, a differenza di altre Regioni, la Regione Marche ha la possibilità di prelevare lo storno in deroga, questo si sta cominciando ad affrontare da un po' di tempo accuratamente perchè il tema non è semplice.
La normativa europea ci costringe a muoverci, a mio avviso, in modo del tutto improprio, ci costringe a muoverci in canali complicati che non sempre danno risposte a quelle che sono le necessità.
Quest'anno devo dire che si è arrivati un po' troppo tardivamente a fare il provvedimento, siamo arrivati ad avere la deliberazione di Giunta proprio a ridosso dell'apertura della stagione venatoria e non ho compreso come mai il lavoro fatto e svolto dagli uffici, in totale collaborazione con le associazioni venatorie sparse sul territorio regionale, sia stato poi all'ultimo messo in discussione, questo non è stato utile e non ha portato particolari vantaggi.
Io sono favorevole alle richieste della mozione perché, innanzitutto, si è voluto stabilire un criterio, quello dell'entità del danno, tardivamente, andava detto prima, quando gli Atc si preparavano a trasmettere i dati, quali fossero i criteri e non definirli dopo che il lavoro era stato sostanzialmente fatto. Non entro nel merito del criterio in sè o dell'entità del danno riconosciuto, dico che andava definito prima e non dopo.
Questo ha comportato anche alcuni paradossi: l'esclusione dall'elenco, compreso nella deliberazione, di Comuni che erano compresi nella deliberazione dell'anno scorso e compresi territorialmente in una zona circondata da altri Comuni dove il prelievo è consentito. Questo porta al paradosso per cui l'animale, lo storno, riconosciuto nocivo ai vigneti ed agli uliveti è prelevabile, non dico nemmeno cacciabile per essere corretta, è prelevabile in tutti i territori circostanti, non nel Comune che rimane dentro, cito l'esempio più classico da noi il Comune di Saltara che ha visto vietato quest'anno il prelievo dello storno mentre tutti i Comuni limitrofi e attorno possono prelevarlo.
Se io riconosco che c'è la produzione di olio e di vino molto forte in quella zona, riconosciuta come prodotto Dop dalla Regione Marche, va da sé che non posso pensare che la vigna che si trova a Montemaggiore può essere danneggiata dallo storno e quella che si trova a 50 m di distanza no.
Invito la Giunta ad inserire il principio in cui il nostro territorio, in alcune zone, è caratterizzato, fortunatamente per noi, dalla produzione riconosciuta (...) - Assessore poi ci torno, non mi interrompa - ... che si possa riconoscere da parte della Giunta che un intero territorio è caratterizzato dalla presenza di uliveti e di vigneti che va totalmente salvaguardato, senza andare a scindere il Comune che ha la richiesta precisa di danni da quello che non ce l'ha.
Chiederei, quindi, di votare la mozione, sono d'accordo nel votare la mozione così come presentata, e alla Giunta di fare uno sforzo in più - ricordando che il parere dell'Unione europea è favorevole al prelievo dello storno, così come formulato dalla Regione Marche, concordo con quanto ha detto il Consigliere Pieroni, noi a quello dobbiamo fare riferimento perché è l'Unione Europea che controlla l'applicazione della norma e che è titolata a fare sanzioni, no l'Ispra il cui parere non è vincolante - verso l'Unione Europea perché ricordo che in merito alla possibilità di prelevare lo storno in nuclei sparsi, diciamo così, l'Unione europea non ha negato il proprio consenso, ha solo chiesto maggiori motivazioni. Quindi chiederei alla Giunta ed agli uffici di tornare a motivare, perché di motivazioni ce ne sono, in maniera più approfondita la necessità che questo territorio ha, nella sua interezza, di tutelare la produzione di vino e di olio e di prevedere la possibilità, Assessore Giorgi, di precisare in qualche maniera, non so se nell'atto, nella deliberazione o in una lettera esplicativa dei criteri che la Regione Marche ha definito, cosa si intende per uliveto e per vigneto, perché in questi giorni si stano verificando delle multe basate sulla definizione di uliveto e sulla definizione di quante piante compongono un uliveto ed un vigneto.
Credo che sia opportuno definirlo, in considerazione della conformazione della nostra regione e delle coltivazioni che ci sono e, soprattutto, in considerazione del fatto che lo storno reca danno a qualsiasi pianta, anche al piccolo contadino che si tiene i suoi pochi uliveti per produrre l'olio di casa sua. Chiedo, con un emendamento alla mozione, di precisare il numero di uliveto e vigneto dando la definizione più esplicita e più chiara possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Chiedo la parola, chiaramente, a sostegno della mozione con queste motivazioni. Come spesso accade sul tema venatorio si fa demagogia, si cercano le paglie e non si vedono i pagliai, io non riesco a capire come si possa non vedere quella che è la presenza e la pressione dello storno nel mondo agricolo e nel mondo venatorio stesso.
Non riesco a capire perché per difendere alcune posizioni che non hanno giustificazione di merito, si prenda la normativa vigente, la documentazione e la letteratura esistente a spizzichi e bocconi.
Leggo perché brevissima la direttiva uccelli - la sto leggendo in diretta dal sito del Parlamento europeo, quindi, non è una invenzione, è qualcosa che il Parlamento europeo ha emanato per aiutare a leggere la direttiva stessa. Sono delle norme tecniche - capitolo 3, punto 5, punto 7 - dicono: "Il terzo motivo che giustifica il ricorso ad una deroga enunciata nella lettera a) riguarda la prevenzione di gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca, alle acque. Questa deroga che è diretta al controllo delle specie nocive, presenta vari aspetti, in primo luogo è chiaramente collegata ad un interesse economico, in secondo luogo è diretta a prevenire i danni e non, quindi, ad una risposta a danni già accertati, ma alla forte probabilità che tali danni si verifichino in caso di inerzia. In terzo luogo devono sussistere elementi che consentano di concludere che, in caso di inerzia, i danni saranno gravi".
Tutta quest'estate, in larga parte del territorio marchigiano, le Provincie hanno autorizzato cacciatori, guardie venatorie, guardie volontarie, ad abbattere gli storni durante l'epoca delle cove, una violenza, una crudeltà unica, giustificata dal fatto che lo storno è presente in maniera enorme ed io non capisco, veramente mi sfugge, come questi nostri soloni ed il Parlamento europeo non si rendano conto di quella che è la condizione reale del territorio.
Abbiamo permesso di sparare tutta quest'estate durante l'epoca della riproduzione, poi non si vedono e non si denunciano, per esempio, chi ancora va a caccia della beccaccia, del beccaccino, dell'allodola, del porciglione. Come si fa a fare le battaglie su una specie che è fortissima, che si è antropizzata, che ha tratto vantaggi dalla presenza dell'uomo, che non ha trovato svantaggi per la riproduzione, come altre specie, tipo l'allodola che sostanzialmente è estinta da noi; ecco si vedono, come dicevo all'inizio, paglie e non pagliai.
Fatto questo escursus sulla direttiva europea, perché la si deve leggere con quel regolamento UE e non come qualcuno, sicuramente in buona fede, fa. Noi diciamo che il lavoro fatto dagli uffici del servizio nel 2012/2013 per la stagione venatoria 2012/2013 è un lavoro egregio che tiene in considerazione tutti gli elementi normativi e pratici.
Il calendario venatorio così licenziato dalla Giunta, crea delle situazioni paradossali, chiaramente non tutti noi conosciamo il territorio marchigiano, ma nella Provincia di Pesaro c'è un Comune, Montelabbate, nel mezzo della piana del Foglia, dove non si può cacciare lo storno, tutto intorno si, territorio assolutamente simile. E' come se un geologo dicesse: "Ancona è una zona sismica, ma Piazza Stamira no". Chiamerebbero il 118, scusate il paragone forte, ma questo è in tema venatorio, vedo che il Presidente sorride sapendo di cosa parlo. Questo è. La Regione ha fatto nel 2012/2013, lo ripeto, uno sforzo molto buono, ha trovato un compromesso unico, tant'è che non è stato appellato, non so se hanno fatto l'appello, comunque se l'hanno fatto, lo hanno perso, perché è rimasto fino in fondo e vi dico che i problemi sulla caccia non sono certo dello storno ma sono eventualmente altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Oggi ritorniamo a parlare di caccia. Sembra che l'unico problema che esista nel nostro Paese sia quello della caccia, sia quella ufficiale che quella in deroga. Sappiamo che non è così, ma sappiamo che a volte ci complichiamo la vita anche con questioni normative troppo restrittive, troppo burocratiche, anche se dobbiamo rispettare le leggi superiori, la legge nazionale n. 157 e le norme comunitarie che, su questa materia, sono attente e vigili, perché andare in infrazione è un attimo e pagare milioni di euro perché si è voluto andare a caccia, magari per 100.000 storni, alla fine non è quello che vogliamo.
E' vero che ci sono delle possibilità nelle quali stare all'interno delle regole e cercare di eliminare il più possibile gli animali nocivi. Occorre mettere nella nostra cultura, come è sempre stato nella cultura dell'uomo, il fatto che bisogna regolamentare il flusso di tutto il sistema, di un ecosistema come quello animale, per esempio, se noi lasciassimo andare la natura come va, rischieremo, tra cinquant'anni o tra dieci anni, di avere tutte volpi e nessuna lepre, potremmo avere tutte aquile e nessuno passero o qualche altro animale. Bisogna stare in equilibrio, l'equilibrio molte volte lo fa la natura stessa, ma lo fa anche l'uomo con gli strumenti che ha a disposizione.
Sulla questione dello storno, ritorno indietro sulla mozione del Consigliere Pieroni, mi sembra un po' arduo, perché è stata fatta una deliberazione di Giunta e tutti sono a conoscenza di questo percorso, modificarla potrebbe dare adito a interpretazioni differenti o a chi pensa di fare ricorso su queste cose. Io sono convinto, non mi preoccupano i ricorsi fatti così, tout court, perché qualcuno può pensare di risolvere un problema con un ricorso, che con i ricorsi non si risolvono i problemi ma, ancora di più e molte volte, si aggravano. Il percorso della magistratura è lungo e molte volte le cose vanno anche in decadimento perché sono ricorsi infondati.
Io mi appello all'Assessore Giorgi che su questo ci ha lavorato sicuramente molto e chiedo perché non si è tenuto conto del 2010, 2011, 2012 in maniera uguale? Sempre? Perchè si è tenuto conto per quanto riguarda una cosa e non per l'altra. I danni, 300 euro, limite minimo, è una modifica apportata. Poteva benissimo essere applicato, come limite minimo, i 100 euro di danni che è quello che non riconoscono gli Atc, molti su questa cosa hanno la franchigia ed io so che molti agricoltori che hanno subìto danni ad una pianta di fico, ad una pianta di ciliegie, ad una pianta di olive, a tre viti, non fanno richiesta di risarcimento danno perché non sono ammessi al risarcimento, non ci sono le risorse o perché sono sotto una certa soglia, ma la somma di tutti quegli operatori agricoli che hanno subìto piccoli danni fa grandi cifre nella nostra regione e questo è, secondo me, un fatto importante. E' vero che sta cambiando anche la normativa europea, che il 4 settembre è uscita un'altra normativa che restringe ancora di più questo tema della caccia in deroga, ma noi nella nostra regione abbiamo messo in atto tutti gli strumenti necessari, prima di arrivare alla caccia, per cercare di far fuggire questi animali, se questo non basta, si arriva poi alla deroga.
La nuova normativa che è uscita, per esempio, parla di un numero di capi da abbattere che è di 15 al giorno e di 100 nel suo complesso e devono essere segnati subito sul cartellino venatorio, subito! Questo, però, non significa che non si può andare in quel Comune che ha subìto 250 euro di danni, si può andare anche in quel Comune con queste regole qui, 15 al giorno e 100 il limite massimo della caccia in deroga. Per questo è sbagliato, secondo me, mettere il limite dei 300 euro, perchè togliendo quel limite, non c'è nessun atto che dice che ci deve essere messo un limite, mettendolo magari a 100 euro, tutti i Comuni tornerebbero ad essere interessati alla caccia in deroga. Non avremmo fatto niente di male, saremmo stati all'interno delle regole e, sicuramente, non ci sarebbe stata questa tensione all'interno del mondo venatorio e del mondo agricolo. Questo non interessa soltanto il mondo venatorio, ricordatevi bene, tutto quello che è del mondo venatorio interessa, in particolare, il mondo agricolo e il mondo ambientale.
Su questa questione, sono, se è possibile rivedere questa delibera, pienamente d'accordo e concordo - se questo comporta dei problemi, mi appello all'intelligenza della Giunta e dell'Assessore - nell'attuarla, modificandola oppure lasciandola così, ma tenendo conto di questo vulnus che quest'anno si è verificato per non ripeterlo negli anni successivi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Io, ovviamente, non entro nel merito della mozione e con questo intervento, anche se mi hanno un po' rubato gli argomenti i Consiglieri Foschi ed Acacia Scarpetti, ci tenevo a testimoniare l'ottimo, intelligente lavoro, fatto dagli uffici e, in questo caso specifico, dall'Osservatorio faunistico regionale, che ha costruito un intelligente percorso di legalità e di serietà che, Consigliere Ricci se lei ben ricorda, nel 2012 non ci portò a nessun problema sullo storno, nessun problema ...

(Interrompe il Consigliere Ricci)

Paolo EUSEBI. ... anche gli uffici hanno dei limiti.
Alla collega Consigliera Foschi vorrei dire, pur condividendo gran parte del suo intervento, che quell'intelligente percorso costruito dagli uffici e dall'Osservatorio era basato sulla certificazione dei danni, quel Comune a cui lei ha fatto cenno, che non è stato derogato quest'anno, ma non vale solo per quel Comune, vale per molti altri, purtroppo non ha fatto il proprio dovere di Comune, perché ... non ce l'ho con quel Comune, non conosco le vicende di quel Comune, alla base di questa costruzione intelligente degli uffici e dell'Osservatorio c'era la certificazione del danno che era semplicissima. Purtroppo alcuni Comuni, diversi Comuni, numerosi Comuni, presi da mille problemi non hanno fatto queste certificazioni, io mi raccomandavo con gli uffici, nel breve ed appassionante periodo in cui mi occupavo di questo problema, io non sono né cacciatore, né anticaccia per cui lo facevo per spirito di servizio, di avvertire per tempo i Comuni che si sarebbero dovuti attrezzare perchè certificassero i danni, proprio in ossequio a quel percorso intelligente fatto dagli uffici e dall'Osservatorio faunistico. (...) ... quindi, l'intervento era solo per dire che quel percorso intelligente, secondo me, andrebbe implementato e mantenuto, poi i pronunciamenti dell'Europa, io so per aver parlato personalmente con autorevoli membri del Parlamento europeo che c'è un grosso movimento affinché venga tolto lo storno dalle specie protette, per cui, come direbbe il Consigliere Natali, la schizofrenia non è solo del Consiglio regionale delle Marche, per cui ritengo che quel percorso fosse valido e che andrebbe perseguito.
Sulla mozione non entro per ovvi motivi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Dichiaro subito che voterò a favore di questa mozione e credo che il motivo sia semplice, semplice quanto ovvio. Ho votato contro la modifica della legge sulla caccia perché ho dichiarato, e lo ripeto, che in territorio agricolo la preferenza delle scelte politiche, che dobbiamo fare, deve essere rivolta agli agricoltori, non possono essere confusi gli interessi legittimi di chi vive dell’attività lavorativa, onorevole, del settore primario, come quello dell'agricoltura, con chi sul territorio agricolo va a divertirsi.
Le lobby, non amo le lobby delle armi, comunque siano usate, per cui la voterò.
Trovo singolare il fatto, e questo è tipicamente nostro, se mi permettete, che troviamo mille motivi, mille cavilli, per discutere, modificare una deliberazione, non modificarla, le norme europee, io non voglio essere semplicistico, però, invito l'Assessore ad una cosa, se la normativa europea è cambiata perché le popolazioni di storni nei paesi come la Francia e la Germania, dove anni fa mettevano a rischio addirittura i voli degli aerei negli aeroporti, non ci sono più storni perchè, per i cambiamenti climatici, si sono spostati verso sud, invitate qualche funzionario europeo a visitare questa regione. Non guardiamo solo i cacciatori perché ci votano o gli agricoltori perché protestano, facciamo politica, fate il vostro dovere, invitate i funzionari a verificare e, quindi, facciamo lobby per modificare i regolamenti europei.
Non è nella mozione, credo non ce ne sia bisogno, abbiamo approvato troppe mozioni che sono rimaste sulla carta, bisogna che chi fa politica - ripeto per l'ennesima volta, in Germania un Assessore regionale lo chiamano Ministro perché fa politica, allora i nostri Ministri seguano di meno i problemi localistici particolari, di quartiere, per fare politica generale, questo ovviamente è un mio parere - dimostri tutta l'intelligenza di cui è dotato e se un provvedimento che è sbagliato si modifica non è segno di debolezza, è segno di intelligenza e di forza per andare avanti.
Questo mi aspetto dal Consiglio, se si sbaglia si cambia, si preferisce l'agricoltura, l'attività di lavoro sulle lobby e, quindi, si agisce di conseguenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Sarò telegrafico per rispetto del'economia dei tempi della giornata.
Dichiaro il mio voto contrario alla mozione, ritengo che questo tema sarebbe stato meglio affrontarlo in III Commissione in modo da non appesantire i lavori del Consiglio con questo argomento che si ripresenta puntualmente. Anche perché, se il prelievo è finalizzato alla tutela dell'attività agricola ha un senso autorizzarla in funzione dei danni e se l'ufficio regionale, l'Osservatorio faunistico ha ritenuto di proporre tali criteri, ritengo che avrà avuto le sue ragioni scientifiche che io non conosco e che qui non posso approfondire, per questo ritengo che il metodo da seguire sarebbe quello dell'utilizzo, per questo e anche per tante altre questioni, delle Commissioni nei loro lavori preparatori prima dell'Aula, dichiaro, quindi, il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Io non ho altri iscritti a parlare, avrei voluto fare un intervento più compiuto ma siccome sto presiedendo mi limito a fare, se me lo consentite, due brevissime considerazioni rispetto ad un problema noto.
Lo storno è una specie che, è vero quello che è stato detto da alcuni colleghi, caratterizza ormai, in maniera massiccia. la nostra regione, ma, diciamo, tutto il centro Italia, ormai è diventato stanziale anche da noi, non è più un migratore. Di contro al mondo venatorio spesso sfugge che questa è una specie vietata, sarà una delle tante anomalie prodotte dal legislatore europeo, però, purtroppo, questa è una specie vietata e finché non tornerà ad essere una specie cacciabile va trattata in un particolar modo, cioè quello di prevenire danni alle colture, va scacciata più che cacciata dalle colture per evitare danni, questa è la filosofia detta in parole molto povere del prelievo in deroga dello storno.
Nelle Marche è stato scelto un criterio ma nessuno, adesso mi auguro che l'Assessore lo ricordi, ha ricordato nei precedenti interventi che nel luglio di quest'anno è stata modificata la legge n. 157 sulle deroghe che è entrata in vigore i primi di settembre, se non sbaglio questa legge è stata recepita nella cosiddetta legge comunitaria, - se non interessa non parlo, ... - ed è entrata in vigore il 4 settembre, restringendo ulteriormente le maglie delle deroghe.
Ora per una questione di opportunità, va da sé che io sono favorevole all'allargamento del prelievo venatorio dello storno, ma non vorrei che nel tentativo di allargarlo, questo è un dubbio legittimo che io ho e che vorrei fosse fugato, noi non solo non andiamo ad allargarlo in altri Comuni ma rischiamo di andarlo a stringere in quelli che già ci sono, quindi, cercando di fare meglio andiamo a far peggio.
Questo è il dubbio che io ho, perché so che la materia è particolarmente borderline soprattutto in ragione delle modifiche legislative introdotte a fine luglio
Se voi chiedete a Giacomo Bugaro io direi che lo storno deve essere cacciato in tutte le Marche ma, purtroppo, in questa Aula, noi non possiamo, è più giusto che il mondo venatorio questa cosa la sappia, legiferare o normare andando fuori dai binari delle leggi sovraordinate, nazionali ed europee. Ne sappiamo qualcosa, quest'Aula ne sa qualcosa, recentemente per la confusione creata nel settore delle biomasse, mutatis mutandis, andiamo nella stessa direzione, dico attenzione, approfondiamo questa vicenda un giorno in più, se è possibile, prima di andare ad allargare per poi, magari, vedersi restringere il tutto.
Io non sono assolutamente contrario, non voglio che questo sia frainteso, anzi sono a particolare protezione di un mondo che mi è caro e di cui mi considero anche parte integrante, posto, tutti quanti sapete e non me ne vergogno, che sono orgogliosamente un cacciatore, quindi, proprio questa mia condizione mi impone un supplemento di approfondimento, per tutelare un settore che spesso è stato messo ai margini. Troppo spesso è stato messo ai margini, non è una lobby, ma una parte integrante della nostra tradizione e della nostra cultura, senza il quale, probabilmente, molti problemi si sarebbero acuiti e senza il quale, consentitemi questa affermazione, molte specie, e non c'è contraddizione, non ci sarebbero più se non ci fosse il mondo venatorio.
Assessore giudichi lei se è il caso, tanto se il prelievo viene posticipato di una settimana non cambia nulla, di approfondire ulteriormente l'argomento o di votare oggi questa mozione.

Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Io per la verità non volevo intervenire perché per il mio gruppo sono già intervenuti il capogruppo Ricci e il Presidente della Commissione Badiali, poi ho sentito l'intervento del Consigliere Cardogna, un amico, persona con cui ho un rapporto continuo, e questo mi porta a dire la mia.
Sulla convocazione della Commissione, credo che la III Commissione abbia fatto un lavoro intenso in questi anni, dopo tanti anni è stata modificata la legge n. 7 del '95 e via via nel corso dei mesi sono state fatte numerose modifiche, l'ultima l'abbiamo fatta, tra l'altro portava la firma del Presidente Badiali, del Presidente Bugaro e la mia, nel luglio scorso.
Siamo intervenuti più volte sulla materia venatoria che la Commissione ha approfondito, oggi siamo in presenza di un fatto politico istituzionale, lo definisco così perché sono convinto che da parte dell'Assessorato sia stata fatta la propria parte, però c'è un problema politico istituzionale per cui noi dobbiamo assumere delle decisioni.
Per me non è difficile, con il Consigliere Pieroni siamo stati insieme in Giunta, il Consigliere Pieroni è stato Assessore quando ero Presidente della Provincia, quindi, c'è un rapporto di stima, di fiducia e di amicizia, io non voto mai contro quello che propone il Consigliere Pieroni, figuriamoci poi se è qualcosa che condivido.
Credo che noi dobbiamo tenere insieme più ragioni, intanto l'attività agricola, lo diceva il Consigliere Bucciarelli e condivido, attività agricola e ragioni scientifiche perché sulla caccia in deroga molte volte vengono assunte posizioni rigide quando è la scienza che prevale e deve prevalere, perché senza equilibrio delle specie c'è un danno ambientale, allora noi dobbiamo fare in modo, quando affrontiamo questi argomenti, di non perdere mai di vista la gestione faunistica, che è gestione ambientale, perché soltanto un ambiente sano è in grado di produrre fauna. Noi vogliamo che ci sia fauna, ma vogliamo che ci sia equilibrio.
Resto convinto di un fatto - molte volte se ne è discusso, si è deciso, sia in Commissione, sia in quest'Aula e credo che se andiamo a rivedere i verbali sono tantissime le volte in cui abbiamo votato leggi, mozioni, ordini del giorno - rispetto a questa vicenda dello storno, io sono a che il prelievo ci sia e lo inserisco dentro un ragionamento più generale, poi lo faremo nella legge proposta dal collega Consigliere Trenta, su questa visione europea e globale. L'Europa è un valore, ma proprio perché è un valore dobbiamo starci a testa alta, non possiamo farci condizionare su questioni piccole, tanto meno su questioni come queste che possono essere piccole, ma che sono importanti, ripeto, dal punto di vista ambientale. Noi dobbiamo rivendicare la nostra autonomia, i bisogni del nostro territorio ed è per questo che voto convintamente la mozione, non solo perché lo diceva il capogruppo, ma voto convintamente la mozione che ha presentato il Consigliere Pieroni.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Ringrazio l'Aula per la grande attenzione posta verso il lavoro del Servizio e dell'Assessorato, prima di entrare nel tema della mozione relativa alla deroga allo storno, proprio per dimostrare la grande attenzione che stiamo rivolgendo a questa tematica, qualcuno prima, il Consigliere Bucciarelli, diceva "dobbiamo fare il nostro dovere", evidenzio che lo facciamo con grandissimo impegno e soprattutto non lo facciamo da soli, ma lo facciamo coinvolgendo tutti gli attori che ruotano intorno a questo settore importantissimo per la nostra regione.
Una settimana fa si è tenuto un tavolo, promosso dal mio Assessorato ma tenuto insieme all'Assessorato alla salute, c'era l'Assessore Mezzolani, all'Assessorato all'agricoltura, (…) specifico il mio Assessorato quello alla caccia, sul tema che anche qui è stato nominato, uno dei più importanti, quello della caccia al cinghiale. Tra l'altro noi stiamo approfondendo una problematica importante, provvederemo presto a rivedere alcune date in merito all'apertura della caccia al cinghiale che quest'anno ci permette, considerata la modifica al regolamento, di variare le aperture Provincia per Provincia perché ci sono delle esigenze diverse. In passato non si poteva fare, ora si può fare, gli uffici stanno lavorando su questa proposta, una richiesta fortissima venuta dal mondo venatorio e anche dagli agricoltori, perché stiamo cercando di coniugare, si fanno incontri insieme, le esigenze e dare delle risposte concrete al territorio.
Un'altra problematica che ormai si può definire atavica, per quanto concerne la caccia nella nostra regione, è quella che, da più tempo, gli Atc stanno chiedendo la personalità giuridica per poter gestire con maggiore serenità il loro ruolo. Abbiamo fatto più incontri e al momento gli uffici stanno lavorando ad un articolato che prestissimo condivideremo di nuovo con le associazioni e con gli Atc, quindi, arriveremo a dare una risposta anche a questa problematica che va avanti da tanti anni e che è molto importante risolvere.
Per quanto riguarda la deroga allo storno, noi abbiamo lavorato con grande attenzione, soprattutto, con l'attenzione rivolta verso le esigenze del mondo agricolo, sappiamo perfettamente che lo storno fa dei danni, e verso le esigenze dei cacciatori, senza perdere di vista la legge che regola tutto questo settore.
Come sapete è una normativa che parte dalla Comunità Europea, come sapete le norme comunitarie nella classifica, diciamo così, del valore delle norme, valore normativo, sono in testa e, quindi, dettano leggi su tutta la filiera legislativa degli altri enti.
Il Presidente Bugaro con il suo intervento ha introdotto un argomento fondamentale che non era stato messo in campo durante la discussione, devo dire che è il perno centrale della discussione di oggi, il 31 luglio è stata recepita dal Governo italiano la legge comunitaria che restringe moltissimo la normativa in merito alla caccia in deroga.
E' vero quello che ha detto prima il Consigliere Eusebi, cioè che si sta lavorando presso la Commissione europea per far si che lo storno non sia più una specie cacciabile solo in deroga, ma che sia una specie cacciabile sempre, però, dall'Europa ci fanno sapere che questo percorso si può portare avanti a patto che questa normativa venga recepita in maniera corretta, soprattutto per quanto riguarda le deroghe.
Proprio quest’anno la Commissione Europea ha dato dei segnali forti ad alcune Regioni, volevo ricordare che la Regione Lombardia e la Regione Veneto, proprio perché hanno presentato all'Unione Europea una proposta di delibera diversa rispetto a quella concernente l'accertamento dei danni, cioè la strada che abbiamo percorso noi, non hanno avuto la possibilità di fare la caccia in deroga. Sono andate fuori dalle linee che noi, come Regione Marche, abbiamo opportunamente seguito. La Lombardia e il Veneto sono due Regioni dove la caccia, come da noi, giustamente è molto praticata, perché come qualcuno ha ricordato la caccia se ben praticata è un elemento importante nella gestione del territorio, ma avendo un po' forzato la mano quest'anno non potranno aprire la caccia in deroga.
Noi in base a questa cosa abbiamo cercato di agire con grande criterio, cercando di dare una risposta a questa esigenza: i coltivatori hanno paura, paura legittima, lecita, che le loro coltivazioni siano distrutte da questi animali, i cacciatori vogliono praticare questa caccia a sostegno dei coltivatori, rispettando le regole.
Io so perfettamente, l'ho detto anche quando è stata approvata in Giunta, che la delibera che abbiamo adottato è borderline, perché ricordo che, ormai credo che l'Aula l'abbia imparato perché ci siamo confrontati più volte su questa questione, la normativa europea è self executing cioè vigente nel momento in cui viene approvata, quindi, dobbiamo in qualche maniera gettarci l'occhio sempre.
Ho richiesto un parere perché volevo capire se era possibile accettare le richieste avanzate dal Consigliere Pieroni e se la Giunta potesse, in qualche maniera, rivedere la deliberazione adottata, pur nella certezza, che ciò non potesse essere fatto, perché con gli uffici abbiamo approfondito la tematica da un punto di vista scientifico ma anche da un punto di vista legislativo.
Vi leggo il parere dell'ufficio perché credo che sia opportuno, non possiamo chiedere alla Giunta di adottare un atto che poi ci porterà ad una problematica con l'Europa, porteremo la nostra Regione a dover affrontare delle spese per una questione che, credo, possiamo risolvere in altra maniera. Poi alla fine farò una proposta, però, credo sia importante anche capire cosa ci dice la legge e qual è stato il parere che mi è stato dato in merito a questa richiesta che io ho avanzato: "Viene richiesto di procedere ad una revisione dei criteri assunti dalla Giunta regionale con la deliberazione 1212 del 2013, ripristinando quelli adottati con la deliberazione di Giunta regionale n. 1192 del 2012". Prima una cosa, la Consigliera Foschi ha detto "la delibera è stata adottata in ritardo", ricordo e questo l'ho detto a tutti, gli Atc lo sanno, che la deliberazione è stata portata in Giunta il 2 agosto e lì è stato deciso il rinvio, quindi, noi siamo arrivati in ritardo non certo per volontà dell'Assessore. E’ una precisazione.
Ritorno al parere: "Al riguardo si risponde quanto segue: si tratta dall'autorizzazione al prelievo in deroga della specie volatile storno per l'anno venatorio in corso, nel periodo decorrente dalla terza domenica del corrente mese e termina il 1 dicembre 2013. Tale autorizzazione derogatoria trova la sua disciplina nell'articolo 9 della direttiva Cee n. 147 del 30 novembre 2009, in particolare ai fini che qui interessano, la deroga può essere concessa sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti per prevenire gravi danni alle colture.
In attuazione di tale norma la Regione Marche, con specifiche deliberazioni di Giunta adottate negli anni 2010, 2011, 2012, ha autorizzato il prelievo in deroga della specie storno al fine di prevenire gravi danni alle colture presenti sul territorio marchigiano, molte delle quali rappresentano un'elevata qualità riconosciuta a livello comunitario che risultano danneggiate dai volatili appartenenti alla suddetta specie.
Per quanto concerne l'autorizzazione per l'anno 2012, rilasciata con la deliberazione di Giunta regionale n. 192 del 2012, essa è stata sottoposta in via preventiva alla verifica della Commissione europea di cui poi sono stati recepiti i rilievi.
Per il corrente hanno l'Amministrazione ha reiterato il contenuto della deliberazione di Giunta regionale n. 192 del 2012, fatta eccezione per il limite dettato per l'individuazione dei territori dei Comuni interessati dal prelievo in deroga.
Detto limite è giustificato dalla necessità di dare piena attuazione alla direttiva Cee n. 147 del 2009” - di cui vi ho appena parlato – “infatti per l'ammissibilità del prelievo in deroga è stabilito che la sua finalità sia quella di prevenire gravi danni alle colture, dunque deve trattarsi della prevenzione di danni connotati dal carattere della gravità.
Il criterio prescelto dalla Giunta ha avuto riguardo alla dimensione economica dei danni arrecati alle colture dai volatili, stabilendo un valore di almeno 300 euro in almeno uno dei tre anni precedenti e ne è scaturita una riduzione dei territori comunali rispetto all'anno precedente.
Si rammenta che lo scopo del prelievo venatorio in deroga è quello di prevenire i danni alle colture e non di garantire la parità di condizioni dei cacciatori sul territorio regionale, è ben possibile che in parti del territorio i danni arrecati dallo storno siano gravi e in altri no, nel contempo l'entità dei danni da considerare, quale limite per la loro qualificazione come gravi, appare essere del tutto ragionevole essendo riferito ad un intero territorio comunale.
Pertanto si ritiene che il parametro scelto dalla Giunta regionale renda le disposizioni regionali più conformi alla normativa comunitaria e sia immune dal rilievo di irragionevolezza che ne giustifichi la richiesta di eliminazione".
Praticamente noi abbiamo normato in presenza di una novità, di una nuova direttiva comunitaria, la deliberazione del Consigliere Eusebi, assunta nel 2012, della quale noi abbiamo seguito i criteri, era ottima in quel contesto normativo, noi siamo partiti da quel contesto di scelta della verifica dei danni, ma l'abbiamo dovuta modificare in base a questa nuova norma che è stata nel frattempo introdotta.
Rispetto all'Osservatorio faunistico regionale, che prima il Consigliere Eusebi ha citato, anche su questo stiamo lavorando, perché sta diventando centrale, non solo per lo storno, ma anche per i cinghiali e per il fatto di monitorare con prontezza tutto il territorio. Stiamo lavorando per renderlo più attivo, inserendo dentro anche più figure in maniera tale che svolga veramente una funzione importante, perché fondamentale.
La Giunta regionale non può assumere una decisione, così come richiesto dalla mozione perché saremmo immediatamente perseguiti, la nostra deliberazione verrebbe immediatamente impugnata, però, faccio una proposta, non so, una mozione non può essere rimandata in Commissione, però, se vogliamo fare un approfondimento in Commissione, io mi rendo disponibile, possiamo fare questo, non permettendo il regolamento di rinviare la mozione.

PRESIDENTE. Assessore le comunico che si è appena trovata un’intesa sul fatto di riscrivere il dispositivo, lo illustra il Consigliere Pieroni, che impegna la III Commissione, con un meccanismo ... prego Consigliere Pieroni la vuole illustrare così almeno ...

Paola GIORGI. Un secondo, posso terminare?
Va bene, adesso se è accolta questa mia proposta, non abbiamo difficoltà ad approfondire proprio perché stiamo operando cercando di coniugare le esigenze che ho detto prima senza dimenticare la norma, se vogliamo fare un lavoro reale ed a favore dell'attività venatoria non possiamo lavorare male.
Il Consigliere Bugaro prima ha detto una cosa precisa, ha detto: "Rischiamo di vanificare", significa, lo traduco, forse non dovrei essere io a farlo, che rischiamo che qualcuno impugni la deliberazione che abbiamo oggi in atto.
Adesso ascolterò la proposta del Consigliere Pieroni, ne riparleremo in Commissione perché chiaramente c'è questa disponibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Sulle riflessioni fatte dall'Assessore Giorgi, potremmo anche qui aprire un’ulteriore discussione perché bisognerebbe che ognuno di noi leggesse, in maniera approfondita, la modifica della legge, all'articolo 26, composta da pochi articoli. Sostanzialmente non crea un problema nell'eventualità delle deroghe ma, come ricordava il Consigliere Badiali, crea ulteriori impegni per quello che riguarda il mondo venatorio, quindi, non mette in discussione l'impianto ed il dispositivo delle varie deliberazioni che le Regioni possono prendere, anche qui potremo aprire un confronto, ma non è mio interesse, né interesse dei firmatari della mozione, né di coloro che sono intervenuti a favore della mozione, creare una problematica, ma neanche di chi, sentendo il Consigliere dei Verdi, Cardogna, ha preso la parola in senso contrario.
E’ giusto questo percorso, questo emendamento che sto per leggere, perché molto probabilmente, al di là dell'aspetto puramente tecnocratico e normativo che non riguarda naturalmente la competenza specifica della Commissione, su questo argomento, visto che l'Assessorato e la Giunta hanno modificato i criteri dell'anno scorso, un'attenzione dal punto di vista politico-istituzionale poteva essere maggiormente rivolta alla III Commissione, come alcuni Consiglieri hanno richiesto, perché la Commissione l’ha gestito nel 2010, 2011 e 2012 e ci sono componenti che hanno grande attenzione a quello che riguarda il mondo dell'agricoltura ed il mondo venatorio.
Molto probabilmente il dibattito che oggi stiamo facendo qui, poteva essere sostanzialmente evitato, perché se è vero, com'è vero, come ricordava l'Assessore rispondendo alla Consigliera Foschi in merito alla data del 26 agosto, il 26 agosto era una data troppo vicina all'apertura della caccia dell’1 settembre. Dicendo che la deliberazione è andata in Giunta il 2 agosto, bisognerebbe anche sapere, che tutto il Consiglio sapesse, perché il 2 agosto è stata rinviata.
Quello che a me risulta, ma molto probabilmente sono voci di corridoio, sono cose non vere, però dico quello che ho sentito, è che ancora più la deroga allo storno era restrittiva rispetto a quella del 26 agosto, cioè erano previsti criteri ancora più restrittivi rispetto a quelli del 26 agosto.
E’ chiaro che chi la porta in Giunta e chi discute in Giunta è anche responsabile dell'atto che va a prendere conseguenzialmente, quindi, se c'è stato un ritardo e un rinvio della deliberazione molto probabilmente è perché la Giunta ha ritenuto che quei criteri fossero ancora troppo restrittivi. Credo che in questo caso serva sempre il buon senso, Assessore, non è pensabile che si venga a dire del rischio dell'impugnativa ogni volta che un Consiglio dibatte qualcosa, quando un Consigliere non vuole portare avanti un certo percorso si dice: "Qui va tutto alla Magistratura, qui va alla Corte dei Conti, qui all'impugnativa”.
E’ altrettanto vero che questo mondo, che è poi espressione di chi gestisce la delega, non importante, sicuramente minore, rispetto ad altre situazioni, è molto delicato per quelle ripercussioni che si possono avere nel nostro territorio, parlo, quindi, della caccia che deve avere il giusto equilibrio.
Parlando anche con altri Consiglieri che hanno recepito l'indicazione della mozione, c'è questa disponibilità a presentare un emendamento.
L'emendamento dice così: "Il dispositivo è sostituito dal seguente: impegna la Giunta regionale a verificare la possibilità di rivedere i criteri adottati con la deliberazione n. 12 del 2013, ripristinando i parametri adottati nella delibera n. 1192 del 2012, d'intesa con la Commissione consiliare”, questo è importante, si ritorna ad un percorso condiviso, secondo me è importante quanto scritto qui, “entro e non oltre il 23 settembre". Perché la data del 23 settembre? Il 23 settembre è un lunedì e il lunedì di solito si riunisce la Giunta, allora visto che dobbiamo dare una risposta, questo Consiglio e questa Regione devono dare una risposta, quindi, se si ritiene opportuno modificare i criteri migliorandoli, integrandoli, trovando un equilibrio su questa questione, è importante che venga messo un tempo - giusto Assessore - perché la Giunta possa deliberare funzionalmente al percorso fatto. Il 23 è importante perché è lunedì e se la Commissione si riunisce prima, la Giunta potrà avere il parere della Commissione e potrà valutare e decidere quello che riterrà più opportuno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Prendo la parola per cercare di uscire un po' da questa strettoia in cui ci siamo messi, nel senso che, forse, non tutti sappiamo com'è cambiata la normativa europea dal 4 settembre, perciò prendiamo coscienza anche di questo e valutiamo.
La Giunta prende atto e valuta insieme alla Commissione la possibile modifica, io come Presidente della Commissione, chiedo a tutti i suoi membri di accettare questa proposta con grande senso di responsabilità, perché non è una questione della Commissione. La Commissione fa le leggi, le approva, le modifica, ma l'atto di programmazione è della Giunta. Però vogliamo risolvere i problemi e non aggravarli, in questo caso possiamo dare un contributo, d'accordo con l'Assessore Giorgi, domani alle 11, nella nostra Commissione, già convocata per altre cose, inseriremo questo tema nelle varie ed eventuali e, insieme all'Assessore, ai tecnici, all'Avvocatura della Regione, cercheremo di capire se è possibile apportare queste modifiche, se questo sarà possibile domani la Commissione darà il parere su come deve essere modificato e lunedì sicuramente potrà andare in Giunta.
Sono convinto che le modifiche si possono apportare, però lo dico io che non sono un esperto, leggendo quello che ha scritto l'Avvocatura della Regione Marche, per quanto concerne l'autorizzazione per l'anno 2012, rilasciata con deliberazione di Giunta regionale n. 1192, sottoposta in via preventiva alla verifica della Commissione europea di cui poi sono stati recepiti i rilievi, quello che ha detto prima il Consigliere Eusebi. Questo vuol dire che la Commissione europea ha accettato quello che ha fatto la Giunta nel 2012, allora se non è cambiato niente, non cambiamo niente neanche noi, se è cambiato qualcosa con la normativa che è uscita il 4 settembre ci dobbiamo adeguare ed è opportuno che ritorni in Giunta per vedere se tutto questo può filare.
C'è ampia disponibilità a riportare questa problematica in Commissione con l'impegno dei Commissari di valutarla approfonditamente e di mandarla in Giunta con il nostro parere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. C'è una proposta che cambia il quadro decisionale, io credo che uno debba pronunciarsi, io non confondo la Commissione con la Giunta, Presidente, ma non la confondo non per un fatto di lana caprina, perché sono diverse le responsabilità, e credo che dopo la discussione (…) certo, prendo lo spunto per dire che ci sono responsabilità diverse, dopo una discussione politica come questa, che ha dato un indirizzo, io non credo necessario un altro passaggio in Commissione, la Giunta che governa, che deve gestire politicamente il risultato di una Commissione, si prenda la propria responsabilità e modifichi la delibera.
Perché mai dovremmo valutare e, quindi, ridiscutere in un organismo ristretto ciò che l'Assemblea in modo plenario ha fatto?
Guardate questa mia contrarietà non deve essere presa come la mancanza di volontà di dare un appiglio ed un salvagente alla Giunta, non è questo, è il rispetto della democrazia, è il rispetto delle regole, il rispetto dell'abc della vita delle istituzioni.
Il Consiglio discute, l'Assemblea si pronuncia e la Giunta agisce di conseguenza. Il resto è mescolare cose, tra l'altro senza fare maggiore chiarezza, le cose sono già chiare nella discussione, quindi, io voterò contro il rinvio in Commissione perché inutile e dannoso per la vita delle istituzioni e perché mescola responsabilità che non sono mescolabili.

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Chiedo scusa di sottrarre tempo a questo Consiglio, non ho capito bene, si va alla votazione della mozione con l'emendamento illustrato da Pieroni, oppure vista la disponibilità ...

PRESIDENTE. Si vota la mozione che conterrà l'emendamento del Consigliere Pieroni che rimanda la discussione in Commissione, che si svolgerà domani mattina alle 11.

Adriano CARDOGNA. Grazie. Confermo il mio voto contrario alla mozione anche così come emendata e illustrata dal Consigliere Pieroni. Voglio dire che sono orgogliosamente un non cacciatore, così faccio anche una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per una questione di natura procedurale.
Veramente non capisco la conclusione di questo dibattito, cioè il dibattito ha evidenziato, anche con l'intervento dell'Assessore, una complessità non da poco, io sono in III Commissione, fra le altre, ho seguito il percorso ed ho fatto una certa fatica a comprenderlo, questa non è la solita mozione nella quale si affronta un argomento di carattere generale, è una mozione importante che solleva una questione che, se dobbiamo vederla domani in Commissione, visto che c'è l'opportunità di averla già convocata, non credo caschi niente, non muteremo in una settimana il numero degli storni presenti nella regione Marche, né in più, né in meno, però non vedo il senso di votare la mozione per poi domani ritrovarci a discutere, tanto vale che la mozione rimanga lì e, Consigliere Pieroni, domani verrà presentata e discussa in Commissione, magari anche con il Consigliere Pieroni. Si approfondisce la questione, si cerca, per quello che è possibile, anche con la presenza dell'Assessore, una sintesi sull'argomento, vedendo se questa delibera concretamente può essere modificata, ora è inutile che noi assumiamo una mozione che impegna la Giunta che magari non lo farà o lo farà fra tre mesi.
Voglio dire, se l'approfondimento ha un senso, va fatto senza aver votato la mozione, quindi, io propongo il rinvio della mozione a domani e su questo chiedo un voto.

PRESIDENTE. Cosa vuol dire non riesco a capire?

Luca MARCONI. Che l'Aula si pronunci sul rinvio della mozione a domani.

PRESIDENTE. Domani mica c'è ...

Luca MARCONI. Domani per la discussione in Commissione, come ha detto il Presidente Badiali.

PRESIDENTE. Lei non ha letto l'emendamento, è questo l'emendamento.

Luca MARCONI. Senza approvarla! Qualcuno dice approviamo la mozione, qualcuno ha fatto dichiarazione di voto - io non ho capito questa cosa - qualcuno dice approviamo la mozione, io dico non approviamola e domani la vediamo. Non ha senso approvarla e rinviare la discussione in Commissione, se è approvata è finita, basta!

PRESIDENTE. La mozione che noi, eventualmente, oggi dovremmo approvare, comprendente la modifica dell'emendamento proposto, dice semplicemente di rimandare a domani mattina l'approfondimento, esattamente quello che dice lei, quindi se lei vota l'emendamento ...

Luca MARCONI. Questa è la mozione non quella originale ...

PRESIDENTE. Se lei vota questa mozione con l'emendamento proposto, lei va nel solco di quello che ha appena detto.

Luca MARCONI. Ma non il testo del Consigliere Pieroni. Non votiamo il testo del Consigliere Pieroni.

PRESIDENTE. No, viene modificato!
Sub emendamento 1/1 della Consigliera Foschi che dice: “aggiungere: va in particolare verificata la possibilità di inserire il prelievo nei pressi dei piccoli raggruppamenti di piante, olivi, vigne, frutteti a partire da un numero di piante superiore a 5".
Scusate, una mia proposta: ricomprendere questo sub emendamento nell'emendamento generale che modifica tutto il dispositivo, va bene?
Scusate è vero che il testo del sub emendamento della Consigliere Foschi non è perentorio, dice: “va in particolare verificata la possibilità”, quello che esprime la Consigliera Foschi è un problema reale, io vi manderei nel territorio, perché tutti parlate ma non conoscete. Se è normato nella delibera, quindi, questo è un problema vero, …

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

PRESIDENTE No, non faccio l'insegnante Consigliere Bucciarelli, cerco semplicemente di risolvere i problemi e sicuramente il suo intervento è fuori luogo, …

(Interrompe il Consigliere Bucciarelli)

PRESIDENTE. Non conoscete la problematica, da quello che voi dite emerge con chiarezza che non conoscete la problematica dei frutti pendenti. Quando le guardie venatorie considerano frutti pendenti? Da che numero? Questa è una problematica che riguarda i nostri cittadini, vanno tutelati anche se a uno non gli fa piacere.
Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Nel merito dell'emendamento ripeto una cosa, e la ripeterò all'infinito, anche se domani facciamo l'approfondimento in Commissione, l'ho chiesto io, quindi, va bene, ma in base ad un parere dell'ufficio legale, la Giunta non può modificare il provvedimento, quindi, io non mi posso impegnare in una cosa che poi la Giunta non potrà fare.
Votare la mozione sarebbe un impegno che al momento, carta alla mano, non me lo invento io, non possiamo assumere.
Non votiamo la mozione, domani abbiamo detto c'è l'ufficio legislativo, c'è l'ufficio caccia, ci saremo tutti, vediamo, trattiamo in maniera seria questa questione, perché altrimenti non diamo una risposta seria. Rimandiamo questa questione, giusto che di storni parliamo, quindi ...

PRESIDENTE. Assessore le ricordo che la mozione non è una delibera, è un atto di indirizzo, se l'Aula intende riaprire la discussione all'interno della III Commissione è sovrana di poterlo fare.

Paola GIORGI. Consigliere Pieroni, sulle norme comunitarie ci siamo confrontati molte altre volte, abbiamo fatto battaglie comuni, quindi, cambiare poi le carte in tavola non mi sembra giusto.
Bisogna essere coerenti nelle proprie azioni.
Io non posso votare la mozione perché non posso dire che impegno la Giunta a fare una cosa che al momento non può fare se non dopo aver fatto questo tavolo ed aver rivisto tutti insieme questa questione.

PRESIDENTE. Io ero arrivato alla votazione del sub emendamento 1/1 della Consigliera Foschi. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Foschi, Zinni, Acquaroli.

Favorevoli: Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Bugaro, Busilacchi, Carloni, Comi, Donati, Foschi, Giancarli, Marinelli, Massi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Traversini, Trenta, Zinni.
Contrari: Binci, Cardogna, D'Anna, Giorgi, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Zaffini.
Astenuti: nessuno.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 dei Consiglieri Badiali, Pieroni, Bugaro, Acacia Scarpetti, Ricci. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 536 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 539
dei Consiglieri Binci, Cardogna, Busilacchi, Bellabarba, Sciapichetti, Eusebi
"No alla guerra in Siria, si all'accoglienza ai rifugiati, cambiando le politiche di accoglienza in Italia e in Europa"

Mozione n. 381
del Consigliere Solazzi
"Solidarietà al popolo siriano"

Mozione n. 362
dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Ortenzi, Perazzoli
"Emergenza umanitaria in Siria"
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. E' arrivata nel frattempo la risoluzione sulla Siria a firma dei Consiglieri Binci, Bucciarelli, Sciapichetti, Traversini, Cardogna, Giancarli, Ortenzi, Bellabarba, Perazzoli, Busilacchi, Solazzi, Badiali, Eusebi. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa risoluzione ha assorbito tre mozioni di diversi Consiglieri e, oltre a condannare la situazione di guerra civile, che si è creata, e l'uso delle armi chimiche sulla popolazione civile, sollecita il Governo ad un'azione diplomatica come già sta facendo.
Dicevo che questa mozione oltre a condannare la guerra civile in atto in Siria e l'uso delle armi chimiche sulla popolazione civile, sostiene gli sforzi dell'Onu e anche dell'Italia per una soluzione diplomatica del conflitto ed invita anche la Regione a promuovere l'adesione dei Comuni allo Sprar (Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e dei Rifugiati) dei Comuni marchigiani, affinché ci sia la maggiore accoglienza possibile per i rifugiati che continueranno ad aumentare in questo periodo di guerra civile ed anche nelle fasi successive, quindi, un impegno sia per la pace che per l'accoglienza ai rifugiati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che un tema di questa importanza debba essere trattato con attenzione dal Consiglio regionale. E’ un tema che ancora sta interessando l'opinione pubblica mondiale, sta interessando tutti i più grandi personaggi che nel mondo hanno grosse responsabilità di governo, laici e della chiesa. E’ intervenuto in maniera netta, a più riprese, lo stesso Papa dicendo chiaramente che le guerre servono a vendere armi.
Io credo che noi dobbiamo trattare bene questo argomento, ed il Consiglio regionale deve farlo con grande consapevolezza.
Assad sicuramente non è, questa è la premessa del ragionamento che io voglio fare, uno stinco di santo, un democratico. Quando la popolazione si ribella, quando usi, e lo ha fatto sicuramente, non solo lui, ma anche lui, armi vietate dalle convenzioni internazionali per sedare le rivolte, è dimostrato che non sei più degno di guidare un Paese e che continuando con queste politiche, al di là dell'accettazione della proposta che sembra essere l'unica a portare una soluzione politica al conflitto, al di là di questo, non sei degno di governare un Paese e di favorire la prosperità, il benessere, il progresso.
Ciò nonostante qualche domanda noi comunisti ce la siamo fatta e ce la facciamo. Se dovesse continuare l'aiuto in armi convenzionali e non, vietate e non, ai ribelli e gli Stati Uniti d'America con la loro volontà d'intervento decidessero la sorte futura del Governo siriano, la popolazione siriana, sia quella pro Assad che quella contraria sarebbe più libera? Vivrebbe in condizioni di libertà migliori?
Io non voglio tra l'altro ricordare cos'è avvenuto nella stampa occidentale. Una volta, ricordiamo la guerra del Vietnam, si invadeva, con i caccia bombardieri si bombardava a tappeto, da decenni ormai la guerra si fa soprattutto con i mezzi mediatici. Ricordate i morti di Timisoara? Erano morti riesumati dalle fosse, non erano stati ammazzati! Certo Ceausescu era un dittatore però quelli erano morti finti, erano già morti, dati in pasto all'opinione pubblica. Ricordate le armi di massa di Saddam Hussein non è stato trovato niente! La menzogna utilizzata per convincere l'opinione pubblica mondiale della necessità di un intervento armato, chiamato peacekeeping, chiamato esportazione di democrazia, chiamato liberazione di un popolo che sicuramente è sottomesso e che ha diritto di vivere la propria libertà.
Io temo che ci sia ancora una politica colonialista, un neo colonialismo in essere, e guardate noi come Paese non siamo esclusi, è di oggi la notizia che a Gibuti il Governo italiano, lo Stato italiano, con il bene placido del Parlamento, instaurerà una base militare insieme a quella che hanno già messo gli Stati Uniti d'America e la Francia con la Legione Straniera, con costi di centinaia di milioni di euro. E’ di oggi la notizia su "Il Manifesto" a pagina 14, quindi, c'è questa volontà ancora di politiche coloniali, di sottomissioni, le motivazioni ci sono, c'è il brics che oramai ha rivoluzionato i rapporti internazionali economici. Gli Stati Uniti d'America non sono più i gendarmi del mondo, tanto è vero che l'interventismo di Obama viene messo in discussione, la popolazione statunitense non vuole, viene messo in discussione sul piano economico. L'Europa è una Cenerentola, quella che mette paura è la Cina. Sarà che qualcuno si è messo in testa, sul piano della geopolitica, di circondare la Cina ad oriente e di bloccare l'avanzata della Cina, che sta occupando l'area di libero scambio dell'Africa sud sahariana, verso il nord. Sarà il caso che ancora si vuole mantenere il controllo delle vie delle materie prime, del petrolio in particolare.
Credo che dietro a tutto questo ci sia questa volontà di essere nuovi colonizzatori, noi facciamo bene a rifiutarci, facciamo bene ad approvare questa mozione, però facciamo bene anche a dirci queste cose perché mentre noi diciamo e chiediamo al Governo italiano di agire affinché ci sia una soluzione diplomatica, politica - certamente più difficile, ma costerebbe di meno e sarebbe più dignitosa per l'umanità - questo Governo, il Governo di una Repubblica che ripudia la guerra, articolo 11, autorizza ed installa una base militare a Gibuti insieme, ripeto, agli americani che già ce l'hanno, ed ai francesi. Sicuramente quando si mandano cacciabombardieri, esperti militari, quando addirittura si coinvolge il territorio nazionale perché molti droni aerei partiranno dalla Puglia, dalla base di Amendola in Puglia, su questo Governo possiamo fare poco conto, non possiamo avere la fiducia che merita e non possiamo vedere, in questo Governo, la volontà del popolo italiano che non vuole sicuramente la guerra.
Non possiamo credere che personaggi di spicco di origine cattolica all’interno di questo Governo, di estrazione cattolica, predichino bene e razzolino male, dovrebbero seguire ed ascoltare un po' di più, loro, cattolici credenti e praticanti, quello che dice il loro capo supremo, in questo caso il Papa argentino
Ho voluto dire questo perché è bene quando noi approviamo delle cose, almeno questa è la mia etica, l'etica dei comunisti, non nascondere la testa sotto la sabbia ed i problemi in campo sono questi. Noi siamo un Paese in guerra, noi siamo un Paese che mentre taglia soldi alla sanità, allo studio, all'assistenza, aumenta i fondi per le spese militari, aumenta la sua influenza, la sua presenza all'estero, facendoci pagare il conto.
Credo che insieme alla richiesta di una soluzione politico diplomatica, sacrosanta e doverosa per la Siria, che mi auguro venga raggiunta, sia il popolo siriano a decidere autonomamente e legittimamente, in modo sovrano, chi deve governarlo. Mi auguro anche che le coscienze degli italiani, soprattutto, dei Parlamentari italiani dicano no a nuove spese per le armi, no alle nuove basi militari all'estero, no alle spese per strumenti che generano violenza, morte e distruzione.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. A me dispiace che a tanti questi discorsi possano dare fastidio, sarà una perdita di tempo, non conterà niente, forse è un'occasione di confronto anche per elevarci un po' rispetto a quelle tematiche che usualmente sono oggetto delle nostre discussioni, in cui a interrogazioni pressanti, per esempio, vengono date delle risposte piene di bizantinismi, forse è meglio parlare della Siria.
Perché vede Consigliere Bucciarelli la sua riflessione è una riflessione che stimola molti pensieri, come sempre, perché chi ha i pensieri ne stimola altri, chi i pensieri li utilizza per altro difficilmente dà ossigeno all'acqua minerale, le bollicine non le provoca.
La cosa che contesto del suo discorso è questa: spese militari per un dominio militare, l'Italia? Non scherziamo, per fare il servo, perché il problema vero è questo, per fare i gendarmi a favore di qualcun altro, per fare i camerieri. Un'Europa come quella che noi abbiamo, che doveva essere l'Europa dei popoli, è l'Europa che litiga e che pensa di sopravvivere, ma mano a mano morirà tutta, perché obbedisce al padrone a stelle e strisce, ci fa pure rima, pensando che il continente africano sia un luogo dove esportare democrazia.
Noi abbiamo assistito, caro Consigliere Bucciarelli, ad uno dei più grandi esempi di razzismo in questi ultimi tempi, vero razzismo, ma nessuno se ne è accorto, è stato il premio nobel per la pace ad Obama prima che diventasse Presidente degli Stati Uniti. Se Obama fosse stato di carnagione bianca non lo avrebbe mai avuto. Questo è razzismo. Lo dovremmo dire perché abbiamo visto questo premio nobel per la pace quanto si attaglia alla perfezione al suo vestituccio, è un uomo di colore più abbronzato, di colore più scuro, come diceva qualcuno, ridendo, che peraltro ha le stesse stimmate di quelli che lo hanno preceduto, di quelli che pensano che la guerra non sia necessaria per esportare democrazia o altro, ma per continuare a farsi gli affari propri.
Il problema vero è che culturalmente l'Europa non cresce, da questo punto di vista non capisce che il continente africano dovrebbe essere il nostro interlocutore, il vero nostro interlocutore, unico interlocutore, specie dell'Europa del sud. Dovrebbe essere il continente africano dove andare non a colonizzare, non voglio entrare in polemiche che farei tanto volentieri, ma ad educare, ad esportare tecnologia, a cercare di non impedire l'attracco dei migranti, ma a far si che quei migranti non debbano più venire a cercare l'America da noi.
Questo è uno sforzo che dovremmo fare tutti, ma tutti quelli che pensano, purtroppo, Consigliere Bucciarelli lei sa che la politica imperante invece è un'altra, c'è un Governo delle larghe intese che deve salvare il bene del Paese. Avete capito? Questo Governo ci salverà e chi non è d'accordo con questo Governo capisce che la posizione del Governo italiano sulle deliberazioni che non si sa se l'Onu prenderà mai, è una posizione doppia, l'Italia sta da tutte e due le parti. Ve ne siete resi conto? Questa è l'Italia. L'Italia dell'8 settembre. L'Italia di sempre. L'Italia bene impersonata dal Governo attuale. L'Italia che sta da entrambe le parti, sta con la guerra e contro la guerra, il martedì, il mercoledì e il giovedì, loro lo sanno. E’ invece il momento, proprio per il momento di crisi, di far si che lo sforzo culturale ci faccia comprendere quali siano i veri interessi nazionali. I veri interessi nazionali in questo momento sono quelli di affrancarci dai gioghi che ci stringono sempre di più il collo e far si che il continente africano non diventi luogo di elaborazione, di sperimentazioni di guerre, ma di esportazioni di tecnologia e di altro.

PRESIDENTE. Vi prego di essere un po' più concisi altrimenti il Consiglio di oggi .. Le interrogazioni e le mozioni non le mettiamo più ai primi posti dell’ordine del giorno perché poi ci impediscono di fare tutto il resto.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Condivido il suo richiamo, l'argomento è drammatico per cui ci sarebbe bisogno di una riflessione ampia, non la faccio, però voglio lanciare un messaggio, lo debbo dire ai colleghi del PD, permettetemi, io non do giudizi su Obama o meglio ce li ho e me li tengo, ma ogni volta che c'è l'elezione del Presidente degli Stati Uniti assistiamo alla corsa degli esponenti del centro-sinistra italiano, del PD, per la legittimazione del Presidente degli Stati Uniti, meglio se del partito democratico.
Ogni volta che c'è l'elezione del Presidente del partito democratico, in Italia pare che abbia vinto il centro sinistra italiano. Tutto qua, io richiamo solo alla riflessione, un conto è la civiltà, l'assetto, la costituzione, la politica americana, un conto è la nostra, quello che mi fa sorridere è quando tutti corrono, permettetemi, Veltroni, Rutelli, Renzi per avere la benedizione del Presidente americano, poi quando si creano (…) Con una differenza che quando Andreotti, posso dire anche Craxi, ma dico per la mia parte, doveva dire no agli americani, glielo diceva, quando hanno ordinato l'azione in Kosovo e c'era D'Alema è stato eseguita. Io non voglio farvi arrabbiare, faccio una riflessione per dire pensiamo alla nostra politica, non sono sempre loro che risolvono questo tipo di problemi.
Un'altra riflessione la faccio su un altro argomento che è lungo e non lo voglio aprire, sulla violenza, sulla pulizia del mondo. Cosa c'è da fare quando c'è un dittatore? Posso dire una cosa? Questo lo dico al Consigliere Bucciarelli e condivido la sua coerenza su questo argomento, per liberarci da Hitler sono morti 300.000 americani e non credo sarebbero bastate le marce della pace. Permettetemi questa amara riflessione, nei campi di concentramento sono entrati gli americani, i russi e gli inglesi, se no probabilmente l'avremmo avuto per altri 20 anni, però, le situazioni sono diverse.
Il Papa era contro allora e contro oggi, lo metterei dentro la Chiesa, il Papa è stato sempre contro, da Pio XII, tutti contro le guerre, tutti, è una posizione coerente, però ricordiamoci che quando c'è un dittatore e la trattativa politica non è facile, le marce della pace a cui io ho partecipato non bastano, non è semplice purtroppo, qualche volta non basta nemmeno la preghiera.

PRESIDENTE. Io ho iscritto a parlare solo il Consigliere Marconi, ditemi chi vuole intervenire e chiudiamo, dopo non sono ammessi altri interventi.
Mettere le interrogazioni e le interpellanze prima ha un senso se c'è un'intelligenza che ci permette di stare entro dei limiti intellegibili ai più.
Questo cambiamento non lo faremo più, capisco le emergenze, sono giuste, alcuni temi è bene, come dire, affrontarli subito, però est modus in rebus, non si possono rinviare una serie di cose per parlare di fatti sui quali, peraltro, incidiamo zero. Aperta e chiusa parentesi.
Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo come battuta, dopo la sua raccomandazione alla ristrettezza dei tempi se ne sono iscritti altri 5, quindi, penso che ..., capisco esattamente quello che dice il Presidente.
Questo mio intervento verte su una questione fino adesso non toccata che è quella dei profughi. Faccio una raccomandazione alla Giunta, vedo anche il Vicepresidente Canzian, perché memore dell'esperienza fatta mi permetto di dire che in questa situazione, più che in quella dei profughi del nord Africa, ci troveremo di fronte ad una carenza finanziaria da parte del Governo. Ho già sentito varie lamentazioni in questo senso da parte delle associazioni che si assumono, da subito, l'onere dell'accoglienza lo fanno, ci tengo a farlo sapere al Consiglio regionale, anche con pagamenti a distanza di sei, sette, otto mesi, non sono aziende, sono associazioni di volontariato con dipendenti a volte stipendiati che debbono anticipare i fondi.
A suo tempo facemmo, Assessore Canzian, un fondo di rotazione di 500.000 euro per anticipare i pagamenti che poi sarebbero stati saldati direttamente dalla Regione e dallo Stato.
Questo meccanismo se è del caso ripristiniamolo, almeno risponde all'appello del Presidente Solazzi, per cui in questa discussione abbiamo detto qualche cosa di concreto e di utile. Mi permetto solo di segnalarlo, ma già i funzionari dei servizi sociali ed altri lo avranno immaginato.
Rapidamente sull'argomento per dire che non posso condividere questa mozione, chiaramente non chiedo neanche di emendarla, non la voto perché in un punto esattamente al terzo capoverso si dice "considerato che l'Italia e l'Europa stanno affrontando una drammatica situazione relativamente all'assoluta mancanza di una linea che riguardi sia la gestione dei profughi, sia la situazione diplomatica".
Sulla gestione dei profughi l'Italia è sempre sola, questo è un dato di fatto, e Malta scarica su di noi, ma che da parte del Governo non ci sia una linea riguardo a questa situazione, credo che sia una cosa assolutamente inaccettabile.
L'Italia ha avuto una posizione fermissima, con nessuna differenza fra il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri, cosa che magari in altre occasioni sarebbe anche accaduta, il Governo è unito in una posizione che si attesta sull'Onu e su risoluzioni che da lì partono, non interventi isolati da parte di altri alleati e amici dell'occidente.
Quindi questa retorica …

(Interrompe il Consigliere Binci)

Luca MARCONI. La rileggerò meglio, mi sembrava di aver visto questo passaggio.
Chiudo dicendo che riguardo all'appello sui cattolici, i cattolici in questo Paese quando hanno governato in maggioranza relativa assoluta, adesso è uscito il Consigliere Bucciarelli, non hanno fatto mai interventi unilaterali e non si sono mai inchinati a nessun padrone straniero, mi permetto di ricordare uno degli ultimi episodi, Sigonella, dove il Governo Andreotti ha fatto arrestare soldati americani che volevano utilizzare la base, quindi questo non è successo …

(Voci fuori microfono)

Luca MARCONI. Craxi, Andreotti, ho nominato il cattolico doc, adesso mi farà sapere quante volte andava a messa Craxi, così ce l’ha anche lei ...

PRESIDENTE. Consigliere Marconi era il mitico Caf.

Luca MARCONI. Era il mitico Caf, bravo Presidente, eravamo lì, quindi, non ci siamo mai inchinati a nessuno a cominciare da De Gasperi che se incontrava gli americani non incontrava il Presidente del Consiglio, cosa un po' diversa rispetto a Matteo Renzi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Brevemente, Presidente, per evidenziare solo alcuni aspetti relativi a questa risoluzione.
Ho avuto modo di visitare la Siria sei o sette volte nel corso degli anni ed ho avuto modo di verificare di persona un po' quello che accadeva con la dinastia di Assad. Una cosa è certa, al di là della questione delle armi chimiche, è un problema che non si limita all'immediato, ma che ha delle conseguenze anche in prospettiva, in futuro, ne è una testimonianza quello che è accaduto e che continua ad accadere in Vietnam dove per l'agente orange, lanciato dagli americani, a distanza di tutti questi anni, ancora nascono delle persone deformi e non sono poche, al di là di questo aspetto, credo che noi dobbiamo tenere in considerazione un'altra realtà che è quella della convivenza pacifica che c'è stata in tutti questi anni in Siria tra musulmani e cristiani.
Ho avuto modo di visitare in più di un'occasione Maalula, una piccola cittadina a maggioranza cristiana nella quale ancora si parla l'aramaico, nella quale ancora vengono celebrate le messe in aramaico, è stata oggetto in questi giorni di un assalto di estremisti islamici che hanno messo a ferro e fuoco quella realtà che è sempre convissuta nei secoli con l'islam.
Nella stessa Damasco, nella moschea degli Omayyadi, che è la moschea più importante non solo della Siria, ma di buona parte del Medio Oriente, c'è un reliquiario che conserva le reliquie di San Giovanni Battista e da sempre i cattolici hanno avuto libero accesso a questa moschea, contrariamente a quello che i luoghi comuni definiscono in altre situazioni, a testimonianza di quella che era una tranquilla convivenza tra queste due importanti religioni.
Sta di fatto che oggi l'obiettivo non è solo Assad ed il suo regime, ma è anche la comunità cristiana, tanto è vero che se le bombe non guardano in faccia a nessuno e quando cadono in un centro abitato ammazzano sia musulmani che cristiani, è altrettanto vero che nelle realtà, in cui la presenza cristiana è importante, si sta portando avanti un’esecuzione selettiva delle persone che appartengono alla religione cristiana.
Credo che sia doveroso, in virtù della convivenza pacifica che c'è stata tra le due religioni, tenere in considerazione questo aspetto e nel momento in cui si parla di accoglienza, di rifugiati, credo si debba tenere in considerazione anche questo aspetto, perché se la guerra, ripeto, colpisce tutti, c'è un aggravante nei confronti dei cristiani, quella di coloro che non solo vogliono defenestrare Assad, ma vogliono fare anche piazza pulita dei cristiani.
Chiedo, quindi, agli estensori della risoluzione di inserire all'interno di questa risoluzione anche un richiamo, che non vuole essere una corsia preferenziale nell’eventuale accoglienza, ma la necessaria considerazione di quello che sta avvenendo a questa comunità all'interno di questo dramma.
Mi permetto anche di suggerire al Consigliere Binci ed agli altri estensori un altro aspetto che, secondo me, è altrettanto importante anche se secondario in una situazione di emergenza come questa, ed è quello, come posso dire, che il patrimonio culturale antico di cui la Siria è ricchissima non veda una distruzione totale e, come spesso succede in questi momenti, anche una depredazione di tutti quei beni che evidentemente non sono solo patrimonio della Siria, ma sono patrimonio della nostra cultura, basta andare a Gerasa, basta andare a Hama mia, sempre nella zona tra Siria e Giordania per verificare quello che è stato l'apporto della nostra cultura e della nostra architettura in quelle realtà, quindi, c'è un aspetto da mettere sicuramente alla fine di un lungo elenco, però, chiedo a coloro che hanno proposto questa risoluzione di fare un riferimento forte all'accoglienza dei siriani di fede cristiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Sarò molto sintetico accogliendo il suo appello, ma le faccio notare che io non ho ancora parlato perché due ore le abbiamo perse per parlare di uccelli, per una mozione presentata da quattro Consiglieri di maggioranza, salvo poi rinviare tutto in Commissione. Evidentemente è stata presentata per motivi clientelari, avrebbero potuto benissimo agire all'interno della maggioranza prima di presentarla. Ecco perché abbiamo perso due ore.
Su questo mi sento di condividere alcune parti della risoluzione, ma non altre e, quindi, voterò contro.
In particolare non mi convince per nulla il secondo punto del dispositivo. Faccio notare che noi abbiamo in questo momento ottantamila disoccupati nelle Marche su una popolazione attiva marchigiana che lavora di circa ottocentomila su un milione e mezzo, quindi disoccupati, persone in grave difficoltà umane, economiche e sociali, e noi chiediamo, come Consiglio, di promuovere, al secondo punto, l'adesione dei Comuni marchigiani allo Sprar, sistema protezione richiedenti asilo rifugiati, che è volontario, per passare dai tremila posti attuali ai sedicimila per decongestionare i Cra e i Cda.
Pur riconoscendo che gli attuali Cra e Cda sono certamente in condizioni da migliorare, credo non sia necessario ed opportuno aggiungere altre situazioni di grave emergenza sociale, non agli ottantamila, ma ai centomila disoccupati che avremo fra tre mesi, lo dice la Cgil, non io.
Studi autorevoli danno a centomila disoccupati il dato marchigiano fra tre mesi, quindi, non credo sia necessario portare migliaia di persone, quelle che saranno pro quota nelle Marche, aggiungendo situazioni di difficoltà a quelle che già abbiamo. Per questo non voterò la risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Alcune brevissime considerazioni.
Ritengo che lo spirito con cui è stato affrontato questo argomento sia serio e sicuramente animato da passione politica e da responsabilità.
Affrontiamo un tema fondamentale quello del rifiuto della guerra, però, colgo anche alcuni elementi di quotidianità, di concretezza, fra l'altro la Consigliera Bellabarba sa che ho partecipato a Jesi, per conto della Giunta regionale, a quell'incontro, lo sa perché era presente, con il Vice Ministro Bubbico e, quindi, c'è quell'attenzione, a cui faceva riferimento il Consigliere Marconi, ai rifugiati, alla solidarietà, ai diritti umani. Tra l'altro ci sono belle esperienze come quella di GUS, ma potrei citare tante altre associazioni che operano nella nostra regione, nel mondo e, quindi, nel momento in cui affrontiamo questi temi, ha ragione il Consigliere Marconi, non dobbiamo far venir meno l'attenzione.
In questi giorni ci sono state molte dichiarazioni della Chiesa, dichiarazioni forti dal punto di vista politico di Papa Francesco, però il dato sconvolgente è che la comunità internazionale investe risorse sproporzionate in spese militari. Dei dati riportano che soltanto nel 2012 sembra siano stati investiti 1.750 miliardi di dollari in spese militari e l'8% di questa cifra sembra che sia in Medio Oriente, capite, quindi, che quando le dimensioni sono queste la cosa diventa difficile.
Faccio alcune brevissime dichiarazioni perché non ho mai creduto nell'inevitabilità della guerra, perché la guerra non ha mai risolto alcun problema, è autodistruzione, se vediamo, invece, quello che è stato fatto con azioni diplomatiche riusciamo a capire che molto è stato costruito e che non dobbiamo perdere occasione di costruire le istituzioni della pace, non soltanto costruirle ma farle funzionare.
Penso allo Statuto dell'Onu, nello Statuto dell'Onu c'è scritto salvare le future generazioni dal flagello della guerra, penso all'articolo 11 della Costituzione italiana e guardate qui si aprirebbe un discorso interessante, io ascolto con attenzione gli interventi del Consigliere Natali, quando fa riferimento all’intervento del collega Bucciarelli, sul ruolo dell'Italia, dell'occidente, guardate qui ci sarebbe molto da dire, se volete anche rispetto alla sinistra ed all'occidente, adesso non voglio chiamare in causa leader politici veri, ma se penso alla sinistra italiana e alla Costituzione, ma anche ad alcune affermazioni, ad esempio, fatte da Enrico Berlinguer rispetto alla Nato e rispetto al ruolo che la sinistra e la Nato avevano …, quindi le ricostruzioni storiche debbono essere sempre molto attente e dobbiamo evitare luoghi comuni, ma non voglio aprire questo confronto che nessuno ci vieta di fare anche in altri momenti, un confronto politico, quello che mi sento di dire che debole è la prevenzione quando parlo di organismi internazionali e che la soluzione pacifica dei conflitti trova difficoltà essendo debole la prevenzione.
Dobbiamo inevitabilmente puntare ad una ripresa, ad un rilancio dell'organismo delle autorità internazionali, del Governo mondiale, dobbiamo fare in modo che lo strumento non sia quello militare, ma le conferenze di pace, di sicurezza, la cooperazione, la politica e, quindi, chiudo davvero Presidente, dire che c'è bisogno di disarmo, di cooperazione, di rispetto dei diritti umani, ma c'è anche bisogno di una politica che sia forte dal punto di vista etico e culturale.

PRSIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Nel mio stile il mio intervento sarà brevissimo e soprattutto di testimonianza anche perché le cose si scrivono apposta perché rimangano agli atti.
Nello stile del Consigliere Binci, che è il primo firmatario di questa mozione anche se poi integrata in una risoluzione, devo dire che ritengo questa risoluzione testimonianza di una cosa che, secondo me, più delle altre volte, più degli altri momenti in cui soffiano venti di guerra, ci ha fatto vedere una popolazione mondiale ampiamente contro questo tipo di intervento, anche in Paesi dove storicamente questo tipo di intervento trovava, altre volte, un sostegno da parte dell'opinione pubblica.
Abbiamo visto Governi dover ricorrere a imprimatur delle loro assemblee, da organismi più ampi rappresentanti del Paese, perché oramai forte è la lezione del passato in cui, voglio dire, non si capiva chi, come, perché si decidevano e si muovevano delle guerre.
Questo per me è l'aspetto più importante che deve far riflettere e ci deve far avere fiducia che la trasparenza, l'informazione orientano i comportamenti non dei Governi, ma delle popolazioni e, quindi, di conseguenza dei loro governanti.
Questo non significa non vedere e non comprendere le grandi contraddizioni che dietro a questi avvenimenti sempre ci sono, ritengo, quindi, questa nostra risoluzione in linea con quello che è il sentire nel nostro mondo di oggi, finisce con degli impegni concreti per la nostra Giunta e per il Presidente, l'unica raccomandazione che faccio è che questa mozione venga messa in mano a chi effettivamente la deve rappresentare in quei luoghi che la mozione stessa rappresenta e che non rimanga una lettera morta e pura testimonianza, ma diventi un comportamento.
Dopo qui si dovrebbe aprire una riflessione sugli atti di indirizzo che questo Consiglio fa, perché questo Consiglio non presidia nelle sue strutture, nei suoi servizi, l'attuazione degli atti che qui dentro vengono presi, c'è uno smantellamento, è successo, spending review, eccetera, voglio dire che il Consiglio, a mio giudizio, si è indebolito nelle sue funzioni. Questo rimanda al problema che prima accennavo, mi piacerebbe che un giorno si facesse una discussione su questo, invito, comunque, la Giunta ed anche i servizi del Consiglio affinché questa mozione trovi la strada per una sua concretizzazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non volevo far cadere nel vuoto l'appello del Consigliere D'Anna, ma mi sembra molto difficile inserirlo, vorrei evidenziare che al primo punto, rispetto alle varie mozioni, abbiamo inserito proprio la questione che la Siria era e deve ritornare un paese caratterizzato da un mosaico di popolazioni, di religioni, oltre 20 milioni di abitanti in cui convivono musulmani, sciiti, sunniti, cristiani, greco-ortodossi, ebrei, curdi ed armeni. Qui, in qualche modo, c'è al primo punto la sostanza di un Paese che è stato culla di convivenza, culla di diversità e, certamente, questo ha prodotto anche quella bellezza da un punto di vista storico culturale.
Chiedo al Consigliere D'Anna di non intervenire perché vorrebbe dire un'altra sospensione, un'altra verifica di cose, altre interlocuzioni, mi sembra che oggi siamo intervenuti e abbiamo affermato quella che era la nostra volontà in maniera piena, poi in altre sedi, giustamente come ha detto il Consigliere Giancarli, cercheremo anche di fare interventi più specifici, su questo sono disponibile a farlo anche insieme al Consigliere D'Anna.

PRESIDENTE. Se siete d'accordo pongo in votazione la risoluzione anche se prima di metterla in votazione abbiamo un emendamento alla risoluzione a firma della Consigliera Romagnoli che dice: "nel dispositivo, al primo punto, dopo le parole diplomatica volta, aggiungere le parole a condannare e sanzionare in maniera perentoria l'uso delle armi chimiche di massa e …". Votiamo l'emendamento della Consigliera Romagnoli.

(L'Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione la risoluzione così come emendata.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Essendo le ore 13,30 dobbiamo decidere se proseguire o no nel pomeriggio, io faccio appello …, no, no, io ho capito, io sono qui e non ho problemi, però alcuni di voi mi hanno detto che ci sono delle Commissioni ed alcuni Consiglieri hanno degli impegni, come al solito chiedo all'Aula.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Quanto meno propongo che si facciano le due leggi in calendario che dovrebbero, dico dovrebbero, essere abbastanza veloci.

PRESIDENTE. Va bene, questo è il parere del Consigliere Eusebi. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, io chiederei l'immediata votazione della mozione sul comparto argentiero, proponendo la non discussione anche perché ...

PRESIDENTE. Prima c'è quella del porto.

Giovanni ZINNI. Io propongo questo, perché il dispositivo non entra nel merito politico, ma investe semplicemente il Presidente e la Giunta a partecipare a un tavolo tecnico nazionale per affrontare la cosa. Credo che nessuno sia contrario anche perché il Ministro ha annunciato a breve che lo farà, mi sembra una figura doverosa del Consiglio regionale nei confronti delle imprese argentiere.
Chiedo, quindi, di votarla senza discussione perché, spero, che il risultato di questa mozione sia abbastanza scontato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Per venire incontro a quanto diceva ora il Consigliere Zinni, io sono firmatario della mozione sul porto, però sono consapevole che il porto richiede una discussione ampia e lunga, chiederei, quindi, che la mozione sul porto, se rimane così, va al primo punto della prossima seduta ...

PRESIDENTE. No, non ce le metteremo più, l'errore che ho fatto questa volta non si ripete, le mozioni vanno fatte dopo le interrogazioni, le interpellanze, i vari punti, se no ci blocchiamo ...

Enzo GIANCARLI. Presidente chiedo scusa, io quello che chiedo è di metterla al primo punto delle mozioni.

PRESIDENTE. Assolutamente si.

Enzo GIANCARLI. Non chiedo corsie privilegiate o preferenziali, quindi, se votiamo questa, come diceva il Consigliere Zinni, sono d'accordo.

PRESIDENTE. La proposta è votare il quattro bis, il discorso dell'argentiero, poi devo capire se si vuol proseguire o ci si ferma lì. Lo devo chiedere all'Aula perché ho richieste diverse.
Per proseguire verde, per fermarci dopo l’approvazione della mozione rosso, altrimenti ci si astiene. Se si vuol proseguire oltre la mozione presentata dal Consigliere Zinni, questa abbiamo deciso che la votiamo, verde, se non si vuol proseguire rosso, perché, ripeto, non era una mia bizza, io proseguirei, ma alcuni mi hanno detto di avere la Commissione, altri che hanno impegni. Il punto 5 e 6 è roba da poco? Visto che c'è una proposta del Consigliere Eusebi, la prima proposta è questa: con la mozione quattro bis si chiude, chi è favorevole verde, chi è contrario rosso, oppure mettiamo in votazione anche la proposta di Eusebi.
Non chiedo mai di solito di votare però mi dicono ...
La proposta è di fare il punto 4 bis, la mozione, e poi chiudere chi è d'accordo verde, chi è contrario rosso.

(L'Assemblea legislativa approva)

Siccome i voti non si contano, ma si pesano direi di continuare ad limitum per vedere se non altro se i Consiglieri D'Anna, Trenta e Zaffini rimangono in Aula.

Mozione n. 542
del Consigliere Zinni
“Istituzione tavolo tecnico del comparto argentiero”

L’ordine del giorno reca la mozione n. 542 del Consigliere Zinni, ha chiesto la parola ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Telegraficamente per ricordare ai Consiglieri che questa mozione si prefigge l'obiettivo di far partecipare immediatamente la Regione Marche ad un tavolo tecnico governativo che riguarderà la disciplina concreta del comparto argentiero che, ovviamente, riguarda molte imprese delle Marche, da quello poi, immagino, che la Commissione farà i suoi futuri approfondimenti, quindi, per adesso investiamo solo la Giunta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione numero 542.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,30.