Resoconto della seduta n.131 del 08/10/2013
SEDUTA N. 131 DELL'8 OTTOBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 131 dell'8 ottobre 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 130 del 24 settembre 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 365 in data 24 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie Locali;
n. 366 in data 30 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica del Titolo VI (Sistema fieristico regionale) della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 (Testo unico in materia di commercio)”, assegnata alla III Commissione in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 67 in data 30 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Integrazione al Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario triennio 2013/2015” ai sensi dell'art. 8 comma 1 della l.r. n. 12/2003”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per l’espressione del parere, ai sensi dell'art. 69 del regolamento interno, al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 2, lett. c) della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera b), n. 2, della legge regionale n. 15/2008.
E' stata presentata la seguente proposta di deliberazione:
n. 29 in data 25 settembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. a, della legge regionale 16 gennaio 1995 n. 10 (Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche)", assegnata alla I Commissione in sede referente.
E' stata presentata la seguente proposta di regolamento interno:
n. 8 in data 27 settembre, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Cardogna, Trenta, Bugaro, Sciapichetti, concernente: “Modifica del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa”, assegnata all'Ufficio di Presidenza.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 557 del Consigliere Bugaro “Vertenza A. Merloni: impegno della Giunta regionale al fine di scongiurare gli effetti negativi che la sentenza del Tribunale di Ancona potrebbe determinare sia per gli ex-dipendenti del Gruppo Antonio Merloni che per quelli riassunti dal Gruppo Porcarelli e per l'intero comparto degli elettrodomestici su scala nazionale nel suo complesso”;
n. 558 dei Consiglieri Badiali, Giancarli “Chiusura degli Uffici territoriali dell'Agenzia delle Entrate”;
n. 559 del Consigliere Marangoni “Collegamento Tolentino-Recanati-Roma tramite autobus. Sospensione del servizio di linea con disagi per la popolazione di quattro Province marchigiane. Richiesta intervento Assessorato regionale competente anche con immediata sollecitazione presso il Ministero dei Trasporti”;
n. 560 del Consigliere D'Anna “Soppressione-accorpamento delle Strutture Operative Complesse di nefrologia e dialisi della Rete assistenziale nefrologica marchigiana”;
n. 561 dei Consiglieri Latini e Pieroni “Una Casa della Salute all'ex Crass”;
n. 562 del Consigliere Latini “Aumento rette delle residenze per anziani”;
n. 563 del Consigliere Latini “Salvaguardia dei lavoratori della JP di Fabriano a seguito della sentenza del Tribunale di Ancona”;
n. 564 del Consigliere Latini “Proposta di rilancio della produzione di recipienti a pressione destinati al contenimento di gas petrolio liquefatto (GPL) e serbatoi di varie dimensioni e tipologie destinati al comparto energetico ed al settore del riscaldamento privato per la salvaguardia occupazione ed economica del settore”;
n. 565 del Consigliere Bucciarelli “Ridimensionamento standard assistenziali delle strutture sociosanitarie e compartecipazione sociale e sanitaria alla loro gestione”;
n. 566 del Consigliere Pieroni “Persecuzione di cristiani nel mondo”;
n. 567 dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli “La tragedia di Lampedusa e le nuove politiche di accoglienza, diritto di asilo, immigrazione, cooperazione”;
n. 568 del Consigliere Solazzi “Impegno europeo per una nuova politica migratoria”;
n. 569 dei Consiglieri Badiali (in qualità di Presidente della III Commissione), Camela, Massi, Solazzi, Ricci, Eusebi, Natali, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni “Situazione e prospettive della Banca delle Marche”;
n. 570 dei Consiglieri Donati, Latini, Pieroni, Acacia Scarpetti “Ritiro della delega alla caccia e pesca sportiva all'Assessore Paola Giorgi”.
Comunico inoltre che ho provveduto alle seguenti nomine:
con decreto n. 25 del 26 settembre alla sostituzione di un componente nel Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 2, comma1, lettera f), della legge regionale n. 15/2008;
con decreto n. 27 del 3 ottobre alla sostituzione di un componente nel Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 4/2007.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Latini e Busilacchi.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Visto che nelle scorse settimane ci sono stati due grossi incidenti alla stazione ferroviaria di Fano, in concomitanza con una situazione che vede anche questa stazione penalizzata dal punto di vista delle fermate di alcuni treni, vorrei chiedere all'Assessore, visto che è una cosa abbastanza importante, se la Regione ha contattato le Ferrovie italiane per chiarire alcuni aspetti della vicenda. Io ho fatto anche una proposta che è quella di utilizzare due binari, il primo ed il quarto che sono di ausilio a ….

PRESIDENTE. Va bene, Consigliere D'Anna, noi possiamo trattare ..., non è che possiamo andare a ruota libera …

Giancarlo D'ANNA. No, non andiamo a ruota libera, però, Presidente, questa è una cosa importante, se l'Assessore ha delle informazioni ...

PRESIDENTE. Vi vedete con l'Assessore e ne parlate...

Giancarlo D'ANNA. Credo Presidente che sia importante per ...

PRESIDENTE. E' importantissimo, però, voglio dire non è che possiamo ..., non c'è una mozione, non c'è un'interrogazione, non c'è niente …

Giancarlo D'ANNA. Io ho cercato di contattare l'Assessore, ma non ce l'ho fatta.

PRESIDENTE. Sono costretto a dirvi, va bene parlatene …

Giancarlo D'ANNA. Se può darci delle informazioni che, penso, riguardino tutti.

PRESIDENTE. Perfetto, io sono d'accordo, vedetevi e l'Assessore illustrerà tutto quello che ha fatto. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Vorrei approfittare della presenza del Governatore, Presidente Spacca, l'ho fatto anche nelle altre sedute, oggi ai Capigruppo abbiamo parlato anche del problema Banca Marche, c'è una mozione, se potesse, al di là di Banca Marche, darci qualche notizia, visto che non ne abbiamo da luglio, sul problema Indesit e anche sulla questione del Direttore generale dell'Asur, su cui noi, il Gruppo di Fratelli d'Italia Centro Destra Marche, ha parlato ed ha chiesto che venga dichiarata la sua incompatibilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Per dar forza alla richiesta del Consigliere Natali, gradirei sapere oltre l'incompatibilità di questo signore, perché e a quanto ammonta, questo lo dovrebbe sapere anche il Presidente, il budget che noi gli diamo oltre le già sostanziose retribuzioni che prende. Soprattutto su cosa si basa questo generoso aumento delle competenze di questo signore, prima di passare ad altro capito? Questo magari lo sa meglio l'Assessore Mezzolani, oltre all'incompatibilità, noi diamo un budget che dovrebbe essere circa del 20%, ma ce lo spiegherà meglio lui.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. In sede di Conferenza dei Presidenti abbiamo concordato questa ipotesi di lavoro: non faremo in questa seduta le interrogazioni e le interpellanze, perché ci sono molti atti importanti, proposte di legge e proposte di atti amministrativi, che hanno bisogno di essere approvati il prima possibile. Si è convenuto con i Presidenti dei Gruppi di non trattare le interrogazioni e le interpellanze, però è stata segnalata l'urgenza di alcune mozioni su argomenti di grande attualità ed importanza.
La comunicazione di queste mozioni è stata data, quindi, se siete d'accordo, ne metterei in votazione l'iscrizione. Una è relativa ai fatti di Lampedusa, ce ne sono due, quella del sottoscritto e quella, mi pare, della Consigliera Bellabarba e del Consigliere Giancarli, poi c'è quella sull'Ardo del Consigliere Bugaro, ed infine c'è quella su Banca Marche che fa seguito all'incontro che la III Commissione ed il Presidente hanno avuto con le rappresentanze sindacali aziendali, questa è a firma di tutti i Capigruppo, da ultimo c'è quella presentata dal Consigliere Latini ed altri sulla richiesta di ritiro di deleghe all'Assessore Giorgi.
Se siete d'accordo metterei in votazione l'iscrizione e la discussione delle mozioni nn. 567 e 568 relative ai fatti di Lampedusa.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Queste le discutiamo.
Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 557 a firma del Consigliere Bugaro, sul caso Ardo.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. La mozione del Consigliere Bugaro viene iscritta.
Metto in votazione l'iscrizione della mozione n. 569 sul caso Banca Marche, firmata dal Presidente della Commissione e da tutti i Capigruppo. E' stata presentata stamattina, io ne ho dato comunicazione, per iscriverla mi serve il voto.
Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. La mozione n. 569 viene iscritta per la discussione, poi non so che numero abbia quella del Consigliere Latini ed altri, la n. 570 … no Consigliere Latini, Consigliere Pieroni, scusi.
Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Presidente, io ed altri tre Consiglieri abbiamo presentato questa mattina questa mozione, visto che è presente il Presidente Spacca per me può essere anche spostata al prossimo Consiglio con l'auspicio che venga discussa in Giunta la questione con il parere dato dalla Commissione Caccia.
Credo che sia il giusto rispetto delle istituzioni e della Giunta.

PRESIDENTE. La proposta di iscrizione della mozione n. 570 viene ritirata.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Chiederei gentilmente, se possibile, di discutere una mozione molto urgente, la n. 556, che oggi era iscritta come prima mozione, al punto 15 …

PRESIDENTE. No, Consigliere Marangoni, non è possibile, lo dico subito. Queste richieste vanno presentate nella Conferenza dei Capigruppo, se no questa è una storia che non finisce, allora aboliamo la Conferenza dei Capigruppo in cui si stabilisce l'ordine dei lavori e veniamo direttamente qua, oppure se non esiste questa cosa, abbia pazienza …

Enzo MARANGONI. Il mio Capogruppo mi sta dicendo adesso che avete concordato ai Capigruppo di chiederla in Aula.

(Interrompe il Consigliere Massi)

PRESIDENTE. Che questione è?

Enzo MARANGONI. Parliamo della mozione n. 556 che riguarda l'improvvisa soppressione degli uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate di Recanati, Camerino e Fabriano. Il motivo dell'urgenza è che fra pochi giorni il Ministero decide.

PRESIDENTE. Cos'è una mozione?

Enzo MARANGONI. Si, la n. 556, è iscritta al punto n. 15 dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene, la vota l'Aula … ma è iscritta all'ordine del giorno!

Enzo MARANGONI. Si, ma se non la discutiamo!!

PRESIDENTE. Va bene, è cosa diversa. Pongo in votazione la richiesta di anticipo della mozione iscritta al n. 15 dell'ordine del giorno, proposta dal Consigliere Marangoni.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Oggi è la prima occasione in cui possiamo farlo, chiederei, prima che inizino concretamente i lavori, di rendere omaggio alle vittime della tragedia di Lampedusa con un minuto di silenzio.

PRESIDENTE. Questa richiesta solitamente la faccio io, non l'ho fatta …

Letizia BELLABARBA. Ho visto che andavamo avanti con l'ordine del giorno, mi sono permessa …

PRESIDENTE. E' una cosa che stabilisco io se farla o no, così giusto per …, lei è un po' inesperta però glielo dico, non l'ho fatto perché intendevo proporre un minuto di silenzio in ricordo delle vittime in occasione della discussione di queste mozioni.
Nel momento in cui avremmo discusso questa cosa avrei colto l'occasione anche per fare un minuto di silenzio, lo facciamo senza problemi, grazie comunque.

Mozione n. 567
dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli
“La tragedia di Lampedusa e le nuove politiche di accoglienza, diritto di asilo, immigrazione, cooperazione”

Mozione n. 568
del Consigliere Solazzi
“Impegno europeo per una nuova politica migratoria”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 567 dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli e n. 568 del Consigliere Solazzi. C'è una proposta di risoluzione? Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Letizia BELLABARBA. Presidente, io però la vorrei illustrare ...

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Io ed il Consigliere Giancarli abbiamo pensato a questa mozione perché sembra che la tragedia di Lampedusa abbia finalmente risvegliato qualche coscienza e abbia fatto prendere, scusate se mi ripeto, coscienza di una situazione che non è più sostenibile, in primis, dal punto di vista umano.
In questa mozione si richiamano alcuni principi, alcune questioni, oltre a ricordare quante sono le vittime del mare finora accertate, anche se questo numero, chiaramente, non è assolutamente certo, in quanto non sappiamo in realtà quanti barconi fantasma o quante vittime ci siano ancora disperse in mare di cui non abbiamo conoscenza, ma i numeri parlano di oltre 19.000 vittime.
Questo numero ci dice che le vittime all'incirca sono 150 al mese, credo che sia una vera e propria strage, un numero non accettabile. Sappiamo che l'Italia è la porta dell'Europa, però è una porta che attualmente sta mostrando il suo volto più incivile e più disumano.
Associazioni, organizzazioni, denunciano da tempo questa situazione. Abbiamo strutture come i Cie che non sono in grado di dare risposte efficaci, anche il servizio Sprar, che è un ottimo servizio che accoglie e dà assistenza ai richiedenti asilo, ai richiedenti protezione internazionale o ai rifugiati, purtroppo, dispone di numeri di posti per accogliere queste persone molto limitati. Bisogna, quindi, fare di più da questo punto di vista ed io ho cercato di rendere questa mozione, come dire, il più possibile, se posso usare questo termine, trasversale, richiamando dei principi, ma non soffermandomi ad esempio sulla questione che adesso è su tutte le pagine dei giornali cioè sul reato di clandestinità che chiaramente per me, che vengo anche professionalmente da quella storia, va abolito.
Oggi non è il momento di accapigliarci su questa questione tra di noi, è il momento di richiamare tutti ad un'assunzione di responsabilità, ad una discussione seria per cambiare le politiche che riguardano l'immigrazione, per discutere del diritto di asilo, per discutere non solo tra di noi, ma per richiamare l'Europa ad un'assunzione di responsabilità, perché sulla carta politica enunciazioni di principi che vanno in questo senso ci sono, ma nella realtà sappiamo che non accade.
Credo che per noi non sia più sostenibile, dal punto di vista della dignità di un Paese che è stato il fondatore dell'Europa, assistere, continuare ad assistere a queste tragedie e, soprattutto, continuare con delle politiche che vengono affrontate solo con un approccio ideologico senza in realtà approfondire il fenomeno.
Si fa un calderone, si mettono dentro i richiedenti asilo con chi ha invece un percorso di immigrazione che è diverso, con i clandestini, con i rifugiati, si fa una grande confusione, invece è il caso di analizzare bene le questioni e discutere approfonditamente sulle nuove politiche perché andare avanti così non è più possibile, per questo si chiede alla Giunta regionale di spingere il nostro Governo a chiedere un Consiglio europeo straordinario su queste tematiche, chiaramente nella mozione è contemplato anche l'invito al Parlamento italiano ad affrontare le leggi che riguardano questo tema. Chiediamo anche la possibilità di verificare la creazione di un Osservatorio regionale sull'immigrazione che analizzi, controlli e, con numeri certi, verifichi anche le politiche dell'accoglienza e dell'immigrazione nella nostra regione.

PRESIDENTE. Cerco di agevolare questo percorso, se siete d'accordo, lo dico ai Consiglieri Giancarli e Bellabarba, metto la firma sulla vostra mozione e ritiro la mia, perché si assomigliano molto, così ne votiamo una sola.
Di fatto è una risoluzione, va bene, io firmo quella e la mettiamo in votazione.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Io noto, devo notare purtroppo con rammarico che la discussione di questo punto non coinvolge più di tanto il Consiglio regionale, mentre la Consigliera Bellabarba spiegava le motivazioni che ha portato lei ed il Consigliere Giancarli a proporre questa mozione, ognuno parlava, sembrava quasi di essere in un mercato rionale che non in un'Assemblea, è come dire , ma non abuserei del concetto della globalizzazione dell'indifferenza, perché quando Papa Bergoglio parla della globalizzazione dell'indifferenza, credo almeno la interpreto così, si rivolge a tutti i tipi di indifferenze, si rivolge soprattutto ad un'assunzione di responsabilità, partendo da noi stessi, da ognuno di noi, a prescindere dall'appartenenza politica, a prescindere dai consessi dove siamo ed il ruolo che vi svolgiamo, altrimenti diventa anche questo uno slogan abusato che non riesce ad incidere sulla quotidianità ed io credo che quello che è avvenuto a Lampedusa, è l'ultimo di una serie di avvenimenti, di cui l'Europa, il continente più ricco, la culla della civiltà, debba veramente vergognarsi.
Chi va a Lampedusa, chi ha avuto modo di nuotare in quelle acque stupende, alla Tabaccara, un'acqua incredibile da far invidia ai Caraibi, sa bene che immergendosi sui fondali può vedere scarpe, scarpette, pantaloni e quant'altro, sono i resti di quello che ormai da decenni avviene nel mare Mediterraneo che dovrebbe essere, ripeto, culla di civiltà ed invece è culla di indifferenza, culla di morte e luogo di disperazione.
Credo che facciamo bene a discutere questa mozione, facciamo bene ad approvarla, c'è un però che io voglio sollevare. Non credo che un'assise democratica, come un Consiglio regionale, possa rivolgersi al Governo italiano affinché intervenga, e deve farlo, presso l'Unione europea, senza chiedere al Governo ed al Parlamento italiano di fare quello che spetta ad esso: l'assunzione di responsabilità, quindi, la lotta all'indifferenza.
Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, allora mentre chiediamo all'Unione europea, e lo chiediamo giustamente, di farsi carico di questo problema che è un problema epocale - gli esodi sono di misure bibliche, è un problema che riguarda tutto il continente, non solo, quello che noi viviamo qui in Europa lo vive, sembra assurdo, l'America Latina nei confronti dell'oriente, dove ci sono cinesi, indonesiani che cercano una vita più degna, verso l'America Latina, pensate, le migrazioni sono di carattere globale, non può essere sicuramente la Sindaco, di cui tra l'altro mi onoro essere Sindaco, Giusi Nicolini di Lampedusa, né può essere la Sicilia, né l'Italia a risolvere il problema, deve essere l'Europa - io credo che noi abbiamo il dovere, proprio per non essere indifferenti, di chiedere al Governo italiano ed al Parlamento italiano di abolire il reato di clandestinità. Se questo dovesse dividerci, non è scandaloso perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, però io non me la sento, come dire, di cantare un inno all'ipocrisia, chiamo gli altri alla propria responsabilità e non mi assumo la mia.
I miei referenti sono il Governo e il Parlamento italiano e, quindi, al Governo ed al Parlamento italiano chiedo di togliere il reato di clandestinità. Questo mi dà forza, più forza - scusate se vi disturbo Assessori, io non vorrei disturbare i vostri dotti sicuramente importanti colloqui, quindi starò zitto finché non mi permetterete di continuare - di proporre un emendamento, lo scriverò, sulla mozione firmata, che a questo punto credo firmeranno tutti i Capigruppo, e guardate che quello che vi dico, non lo dico perché c'è volontà di dividere o perché c'è volontà di accapigliarci, come diceva la Consigliera Bellabarba, ma lo dice oggi L'Unità che non è un giornale comunista, lo è stato, ma non lo è, solo per Berlusconi è rimasto comunista e per pochi retrogradi, (...) sicuramente non è comunista (...) questo la dice lunga sulla cultura politica del nostro Vicepresidente, ed oggi un Ministro della Repubblica italiana, di questo che io chiamo vergognoso Governo, di questa maggioranza, dice: "Ma anche in Italia potremmo fare di più mentre rivendica all'Europa il compito" (...) non l'ho visto, nel dispositivo non c'è "ma anche in Italia potremmo fare di più sul piano legislativo ad esempio togliendo il reato di clandestinità ed impostando politiche di integrazione pragmatica che tengano conto delle richieste del mondo produttivo".
Quello che io chiedo, è una richiesta del Ministro, di uno dei Ministri di questo Governo italiano, quindi, dopo impegna la Giunta regionale a farsi promotrice presso il Governo italiano, questo è l'emendamento, aggiungere "a farsi promotrice delle iniziative necessarie affinché venga abolito in Italia il reato di clandestinità e della richiesta di un Consiglio europeo straordinario sulle questioni qui richiamate affinché ci siano assunzioni di responsabilità collettiva dell'Europa tutta, al fine di evitare ulteriori tragedie come quella accaduta al largo di Lampedusa".
Scriverò questo emendamento e mi auguro, a questo punto, che ognuno si assuma la propria responsabilità.

PRESIDENTE. Perfetto, ha formalizzato la presentazione dell'emendamento alla risoluzione a firma dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli, Solazzi, c'è, quindi, la presentazione ufficiale dell'emendamento che poi metteremo ai voti.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. A me stupisce una cosa perché nel Vangelo, visto che citate il Papa, da tutte la parti, urbi et orbi, esiste un concetto chiarissimo "ypocrites", non la cultura dell'amore, "ypocrites", queste sono ipocrisie, questa non è l'ultima tragedia, non sarà l'ultima, la vera tragedia è come ..., Presidente, mi ascolta? Scusi Assessore Viventi, ho tre minuti e voglio parlare con il Presidente che parla al telefono e con il mio Presidente del Consiglio.
Dico questo Presidente perchè qualche giorno fa notificavo una lettera a lei e all'ufficio legislativo della Regione Marche, in merito all'Università per la Pace di cui voi, legge regionale n. 9 del 2002, non conoscete un emerito tubo, di più, non ve ne frega un tubo!
Oggi parlate di tragedie immani come queste, citando il Papa che dice a tutti noi vergogna, vergognatevi. La Regione Marche, Regione di pace, con quella legge, visto che oggi il Presidente Spacca è in Aula, ha un motivo in più per parlare di certe cose, ma soprattutto per renderle istituzionalmente valide, perché passa attraverso l'internazionalizzazione, le risoluzioni dell'Onu, la fondazione Nobel, venne qui un certo Gorbaciov, non so se si chiama così, forse lei lo conosce meglio di me, ne ha sentito parlare? Ecco quel Presidente, è un premio Nobel per la pace, allora se i cardini sono verità, giustizia, amore e libertà, oggi la Bossi-Fini è risibile nella sua attuazione ed applicazione.
Ricevo, poi, una lettera del Presidente per gli affari esteri della Macroregione Ionica Adriatica, allora, Presidente Spacca, ho fatto un accesso agli atti su questa vicenda e spero che me ne voglia dar ragione, lei, uomo di tradizione antica, radicato in quella cultura che ci ha visti protagonisti e ci vede ancora oggi come anelito futuro di protagonismo politico. Dico questo a lei Presidente Spacca perchè quando le parlo di mercato unico Mediterraneo, parlo dell'inclusione della Macroregione ionica adriatica, perché ci sono passaggi che per quanto voi possiate farli e parlo sempre a Marco Bellardi ricevuto nella VI Commissione che è preposta per parlare di queste cose ..., io faccio una proposta: Europa, Regione Marche, Stato italiano, Europa e Fondazione Nobel.
Lei la legge Presidente ce l'ha, il Consiglio la può utilizzare e possiamo arrivare a parlare di Lampedusa come centro di aggregazione internazionale visto che siamo l'unico Stato, lo Stato italiano, che permette l'ingresso di migranti senza respingerli, cosa che fa Malta, cosa che fanno gli Stati Uniti con il premio Nobel Obama, ... prego, diceva a me? ... io mi avventuro dove voglio perché ne ho la cultura e la capacità, non sono monoculturale, quindi, con me non ci provi neanche ad avere quell'atteggiamento che è la prima forma evidente e palese di quanto lei sia ansiosa nei confronti degli altri, chiusa la parentesi e non mi interrompa più. Presidente le dicevo questo, gli strumenti ci sono, attiviamoli, nei giorni prossimi, lei avrà una relazione su quello che sto dicendo, lei sta portando avanti questo progetto della Macroregione ionico adriatica, soprattutto all'interno di quello che è il diritto europeo, quindi, ne parleremo con competenza, oltre, purtroppo, alle tragedie che non appartengono alla nostra volontà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Mi sento innanzitutto di fare una richiesta, vale a dire ritengo questa mozione un po' troppo leggera da un punto di vista rivendicativo nei confronti dell'Unione europea, nel senso che quello che c'è scritto, in qualche misura, sta già accadendo. La Francia ha già chiesto un Consiglio straordinario, credo che verrà fatto, ed il vero rischio è che l'Italia vada molto impreparata in questo luogo e che, come al solito, non sappia chiedere nulla.
Da un punto di vista politico, do atto che la mozione, lo accenna nelle premesse e, quindi, fa arrabbiare il Consigliere Bucciarelli, rispetto alla posizione nazionale del PD, non chiede espressamente di rivedere la legge Bossi-Fini, quindi, per me è già un documento più accettabile e sicuramente condivisibile. Per quello che è stata l'immagine straziante di quell'avvenimento, sicuramente, condivido pienamente il lutto nazionale fatto dal Governo, condivido tutti gli aspetti solidaristici.
Vorrei, però, che fosse chiara una cosa da un punto di vista politico, un Governo di larghe intese a me non piace, è un Governo che spesso non sceglie, ma fortunatamente queste larghe tese non consentono al Ministro Kyenge di andare avanti con una strumentalizzazione politica di questo drammatico avvenimento, tutto tesa ad una impostazione - questo lo dico anche con molto dispiacere, da marchigiano all'inizio non ho visto male l'elezione del Presidente Boldrini alla Camera dei Deputati, perché da un punto di vista dell'appartenenza regionale, ho detto finalmente un marchigiano in un ruolo di prestigio - devo dire che sono profondamente infastidito e stordito dall'azione del Presidente Boldrini e dall'azione del Ministro Kyenge, perché in un momento in cui c'è una drammaticità del genere, non si comprende che non è questo l'attimo della discussione politica sul diritto di asilo, sulla questione dei rifugiati, su questioni che non hanno nulla a che vedere con un dramma incredibile che è quello della povertà del sud del mondo e la completa incapacità dell'Unione europea di affrontare questo tema.
Vorrei ricordare che l'Unione europea ha votato una legge ed un provvedimento indegno che stabilisce che un extracomunitario illegale, clandestino o chicchessia, deve rimanere nel Paese dove approda. Questa è una roba vergognosa, contro ogni forma di solidarietà interna all'Unione europea. L'Unione europea si è fatta una impalcatura normativa che dice che se uno arriva in Italia, non può andare in Francia, a meno che non ci sia un'ulteriore protocollo d'intesa fra i Paesi membri. Mi viene da dire questa Unione europea a cosa serve. A nulla, ed infatti ce ne accorgiamo.
Mi sento di dire una cosa, quando diciamo di abolire il reato di immigrazione clandestina, ci rendiamo conto della portata drammatica, delle conseguenze di questo messaggio a livello di terzi? Ci rendiamo conto che chi ascolta da quei Paesi drammaticamente poveri, l'unico messaggio che recepisce è: l'Italia è la terra promessa, è il luogo dove dobbiamo andare. La gente in quei luoghi si sente incentivata a venire e noi non siamo in grado di accoglierli, quando uno dice che il Cie non funziona, il Cie non funziona perché con questi flussi schizofrenici ogni giorno ne andrebbero aperti 10 e questo non va bene.
Credo che uno debba avere innanzitutto il coraggio di fare quello che fanno tutti i Paesi dell'occidente, saper distinguere l'aspetto della solidarietà, dall'aspetto numerico, dall'aspetto delle frontiere, dall'aspetto della rigidità. Non è togliendo il reato di clandestinità che noi risolviamo il problema, semmai dobbiamo distinguere, fino in fondo e bene, ciò che è la clandestinità da ciò che è la regolarità, ciò che è il rifugio, il diritto di asilo, da ciò che non lo è.
Concludo Presidente, quando si parla di questi argomenti bisogna andare fino in fondo e non limitarsi alla retorica ed ai minuti di raccoglimento, ci sono dei dati concreti che comprovano che il numero di chi si avvale del diritto di asilo è maggiore rispetto a quelli che ne avrebbero veramente bisogno.
Non mi sento di votare questa mozione, ma neanche di respingerla, io vi invito a ritirarla, arricchirla di richieste più concrete nei confronti del Governo e dell'Unione europea, perché l'Unione europea deve rivedere i meccanismi di solidarietà, deve stanziare fondi per l'accoglienza e lavorare di più sui protocolli d'intesa e sui trattati internazionali affinché gli immigrati non vengano. Se non facciamo questo, il rischio è l'implosione totale del meccanismo, quindi, non voterò questa mozione, sono disposto a votarla se l'arricchite per la prossima volta, altrimenti ve la votate da soli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. In maniera telegrafica, mi permetto, da una parte di raccomandare che su argomenti come questi si possa tentare prima, come diceva giustamente lei per alleggerire l'Aula, una comprensione più unanime e chi si fa promotore di queste cose, per tempo, intervenga sui Capigruppo in modo da arrivare qui con un testo largamente condiviso e con un impegno a votarlo immediatamente.
Detto questo, pochissime osservazioni sugli emendamenti che ho presentato, relativamente al fatto che il vero segno di solidarietà, voglio essere brutale su questo argomento, è l'investimento, le chiacchiere stanno a zero, i soldi, quello che costa veramente, sono il vero dato. C'è un dato, la cooperazione internazionale, la cooperazione dei Paesi in via di sviluppo in questi anni in Italia è sempre diminuita. Se in Europa, per esempio, ognuno si prendesse la responsabilità di una parte d'Africa questo, probabilmente, risolleverebbe o allontanerebbe il problema di cui stiamo parlando.
La seconda cosa è che bisogna spendere sull'intelligence e sui servizi di sicurezza perché gli scafisti vanno, per quello che è possibile, fermati a casa, e questo l'ho scritto.
La terza cosa è che non possiamo immaginare, sempre sull'onda di una emozione, che la semplice cancellazione del reato di clandestinità risolva il problema, non risolve nulla, semmai aumenta il flusso degli arrivi e mette in condizione gli scafisti di non consumare gasolio perché possono fermarsi a pochi chilometri dalle coste libiche e aspettare il peschereccio siciliano che raccoglie i profughi. Questo non è possibile farlo, però, ripeto, la solidarietà significa prevalentemente il dato sulla cooperazione, il dato sulla sicurezza, e bisogna spenderci, e per quello che è possibile, dicevo adesso con il Consigliere Cardogna, raccolgo una sua indicazione non so se parlerà, organizzare ed intercettare i flussi dei corridoi umanitari ed evitare altre cose che avvengono nei percorsi dai Paesi di origine fino alle coste africane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Semplicemente, Presidente, per fare alcune veloci considerazioni, perché vedo che in questi giorni il dibattito è molto forte, vorrei ricordare che le persone che sono sbarcate, le persone che sono morte, nella tragedia di Lampedusa, venivano prevalentemente dalla Somalia e dall'Eritrea, tutti sappiamo che gli italiani sono stati in Somalia ed in Eritrea molti anni fa entrando nel loro territorio, penso che sia doveroso in questo momento accoglierli nel modo opportuno anche per restituire parte di quello che è stato loro tolto in passato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Cerco di agevolare il percorso che ci siamo dati, quindi, brevemente, anche se il tema richiederebbe interventi lunghi e profondi.
Voglio ringraziare la Consigliera Bellabarba perché ha avuto questa iniziativa, poi ha chiesto anche la mia collaborazione, ma voglio restituire a lei quello che è giusto restituire, come pure ringrazio lei Presidente che ha voluto firmare ed onora con la sua firma la nostra mozione.
Soltanto alcuni dati perché qui, credo, che ci capiamo subito, sembra che gli immigrati in Italia siano 4.600.000, ma c'è un altro dato che invece è certo, gli italiani iscritti all'Aire sono oltre 4 milioni, quindi, parliamo di immigrati come se fossero altra cosa rispetto a noi, quando ci sono più di 4 milioni di italiani che sono nel mondo. Questo credo che debba farci riflettere.
Voglio anche soffermarmi su un altro aspetto perché, credo, in questi anni difficili, di crisi economica, le società sono impaurite e proprio per queste difficoltà tendono a chiudersi sempre più in loro stesse, invece dobbiamo fare in modo di aprire gli occhi al mondo, e non soltanto per un dovere di solidarietà, ma proprio per poter esercitare un nostro ruolo. Tra l'altro credo che non possiamo confondere i flussi migratori, con i flussi di rifugiati, perché i primi possono essere governati, devono esserlo anzi, possono essere gestiti, perché solo in questo modo si può assicurare ad entrambe le società coinvolte, quella di accoglienza e quella di partenza, un percorso di integrazione pacifico e fruttuoso.
Quando parliamo di rifugiati, invece, ci riferiamo a persone che fuggono da una guerra, dalle persecuzioni, che non hanno altra via per vedere salva la vita, sono momenti completamente diversi.
E' chiaro che noi di fronte ad una umanità disperata non possiamo far trovare un muro di ostilità, barriere fisiche o culturali, perché in gioco non è soltanto il futuro, la vita di milioni di persone, di esseri umani, ma ci sono i valori, i princìpi che hanno fondato, che fondano la nostra civiltà e, quindi, occorrono politiche che cercano di dare una risposta alla sofferenza di persone che mettono in gioco la loro vita su quei traghetti, su quelle carrette, su quel mare che è fonte di ricchezza, ma per loro diventa pericolo, diventa morte, troppo spesso.
E' chiaro che, e chiudo Presidente, l'Italia da sola non può farcela, bisognerebbe almeno che i Paesi, almeno quelli che stanno sul Mediterraneo, i Paesi euro mediterranei, unissero i loro sforzi per accogliere queste persone, dando prova da un lato di lungimiranza e dall'altro guardando a quell'umanità come risorsa e non con paura, perché quelle persone non sono una minaccia.
Credo che dobbiamo ragionare, costruire percorsi e, voglio usare una parola che viene molto spesso usata, ma dobbiamo tradurla concretamente in realtà, agire davvero per un nuovo umanesimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Oltre la solidarietà, la vicinanza agli immigrati, che sono costretti a intraprendere questi viaggi, ai cittadini ed alle istituzioni di Lampedusa che così tanto si mostrano accoglienti e disponibili a gestire un evento che interi Stati europei, ma la stessa Unione europea fa fatica ad affrontare nei suoi ordini del giorno. Noi abbiamo una piccola isola italiana che gestisce un problema che gli Stati europei, la stessa Unione europea fa difficoltà a mettere in agenda. Innanzitutto onore al merito a chi è in prima linea, ai cittadini, alle istituzioni di questa piccola isola e a tutte le associazioni che lì operano.
L'altra questione, su cui penso ci sia unanime condivisione, è quella che non è possibile morire in mezzo al mare. Il minimo è dare gli strumenti, essere pronti a fronteggiare le emergenze che non sono pianificabili, quindi, distaccamento di forze civili per accogliere e aiutare quest'isola a gestire questa successione di sbarchi, al fine di salvare le persone.
L'altra questione che è emersa è che, al di là della normativa di fatto, al di là della legge Bossi-Fini, al di là della legge del diritto d'asilo, sicuramente c'è il diritto alla vita. Non è possibile che in base a delle normative chi soccorre va incontro a denunce per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, quindi, anche i fautori della legge che prevede il reato di clandestinità, dovrebbero essere d'accordo nel stralciare il fatto che chi soccorre non favorisce l'immigrazione clandestina. Chi soccorre favorisce il mantenimento in vita di persone: donne, uomini, bambini e bambine.
Questo aspetto va normato e va stralciato da qualsiasi norma perché altrimenti ci sarebbero delle leggi, come quella attuale che prevede il favoreggiamento ed il reato di clandestinità, che vanno contro i diritti dell'uomo. Questo è un aspetto della legge che va contro i diritti dell'uomo, come giustamente hanno detto alcuni pescatori di Lampedusa: "In mare non si lascia morire neanche un cane", al di là di quelle che sono le leggi, questo è un comune sentire e questo aspetto va modificato.
L'altro aspetto viene detto è quello lavorare sulla cooperazione nei Paesi, eccetera, però gli standard dicono che bisogna avere almeno lo 0,8-0,9% del Pil impegnato in progetti di cooperazione, noi siamo scesi dallo 0,6-0,7 allo 0,2-0,3 attuale, quindi, ci siamo totalmente disimpegnati anche per i problemi economici nostrani. Come giustamente ha fatto rilevare il Consigliere Marconi è facile dire aiutiamoli nel loro Paese e togliere poi i soldi dal bilancio italiano, è un po' un controsenso, è un lavarsi la coscienza solo con le parole.
L'altra questione è quella che in Africa ed in Medio Oriente ci sono oramai milioni di persone in condizioni di rifugiati, che potrebbero avere le condizioni di richiedenti asilo in Italia, quindi, a questo punto è necessario che si affrontino tutte quelle questioni rispetto alla libera circolazione all'interno dell'Unione europea, non è possibile che il Paese che li accoglie, che gli sta davanti, debba farsi carico da solo e, a questo punto, anche evitare che ci siano tutti questi viaggi. C'è un solo modo: aprire dei centri di asilo, di richiesta asilo, sulle coste africane e sulle coste mediorientali, anziché costringere la gente a morire per arrivare ad avere il 10% di possibilità di essere riconosciuti come richiedenti asilo sulle coste italiane. Tanto vale aprire dei centri dell'Onu, dei centri dell'Unione europea sulle coste dove avvengono le partenze affinché lì venga valutato chi è nelle condizione di ..., e a quel punto, in quel momento, se l'Europa vede che ci sono centinaia e migliaia di persone in queste condizioni può anche chiedere l'aiuto di tutto il mondo occidentale.
Dove ci sono crisi umanitarie bisogna che il mondo occidentale, il mondo che ha risorse economiche, si faccia avanti, altrimenti questo essere paladini della libertà, della giustizia e della democrazia, è nascosto dietro i propri confini, nel senso che la democrazia arriva fino al confine italiano, al confine europeo, al confine americano, chi è fuori dai confini delle nostre ricche democrazie, deve morire o, comunque sia, deve morire il più possibile, quindi, gli sbarchi non vengono in alcun modo fronteggiati, la questione non viene in alcun modo fronteggiata.
Rispetto all'Europa, oggi in Lussemburgo si riunisce il Consiglio degli affari interni ed ha in agenda l'analisi della piena applicazione delle regole comunitarie in materia di libera circolazione, quindi, questo problema ce lo stiamo ponendo.
Gli ultimi tre problemi, al volo. Il primo è quello di regolare il fenomeno della richiesta d'asilo, con normative, ed il Governo lo sta guardando, ugualmente sta lavorando alla modifica del diritto d'asilo che integrerà tre direttive europee che disciplinano il riconoscimento, perché qui di fatto a seconda di dove si sbarca c'è un trattamento diverso di applicazione del riconoscimento del diritto di asilo. Gli standard minimi di accoglienza, non è possibile che un richiedente asilo debba prendere quello che capita, bisogna definire lo standard minimo di livello di sopravvivenza anche presso i centri dove i profughi arrivano, quindi, mettere in campo le risorse per garantire la sopravvivenza di queste persone e la possibilità che possano permanere fino a quanto non vengano svolte e verificate le loro richieste di asilo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Signor Presidente so che oggi abbiamo molte cose da approvare, quindi cercherò di essere breve.
Ho sentito il bisogno di intervenire perché ieri sera in una riunione del mio partito, parlando di queste cose, qualcuno mi ha detto "hai fatto l'intervento trascendentale non politico", oggi sento dire che è retorica parlare di certe cose, invece, io credo che questo sia il succo della politica.
Io non ho il dono della fede, lo dico, però devo riconoscere che nessuno oggi come il Papa coglie con forza questo dramma e afferma con forza una nuova moralità della politica, non basata sui numeri delle finanziarie, ma mettendo al primo posto la persona, i diritti fondamentali delle persone che sono scritti in tutte le Costituzioni, che mettiamo al primo punto quando capitano disgrazie come adesso e poi ce ne dimentichiamo.
Non bastano le mani giunte, non basta recarsi nei luoghi di culto, occorre essere coerenti con le cose che si dichiarano essere nel nostro cuore, con le cose che si scrivono e con gli atti concreti, se no veramente si fa retorica e si fa politica dozzinale.
Scrive in un romanzo Jean Michel Guenassia quello che per loro contava nella terra promessa, non era la terra, era la promessa, e per chi oggi sta in quei Paesi, questa nostra terra, quest'Europa, è la promessa, non importa il luogo, basta fuggire dalla propria terra per cercare la promessa, che non sempre è una promessa mantenuta.
Noi siamo tra i Paesi più esposti per ragioni geografiche, ma non siamo il Paese con più immigrati, solo una minoranza arriva in Europa tramite i barconi, con le navi, ma fanno più scena, fanno più clamore di quelli che con le macchine, a piedi, passano le migliaia di chilometri di confine, non fanno notizia, ma vengono ad abitare e a lavorare nei nostri Paesi.
C'è una difficoltà dell'Europa, anche qui manifestata, a fare una politica unitaria, come su altri campi.
Voglio chiudere dicendo che è vero quello che è stato detto, serve una nuova politica per la pace e lo sviluppo per quei Paesi da cui provengono queste migliaia, centinaia di migliaia di persone, ma questa necessaria politica ha tempi lunghi, non è la bacchetta magica, se pensiamo di investire meglio e di più nei Paesi dell'Africa, non otterremo il giorno dopo risultati, ci vorranno anni e anni, il dramma invece è oggi, ora, non domani o dopo, quindi, le due cose non sono alternative, vanno fatte insieme, solidarietà oggi, accoglienza, e allo stesso tempo una politica ..., in passato l'Italia spendeva di più per la cooperazione internazionale, ma dobbiamo riconoscere che la gran parte veniva rubata non da ..., anche dai Paesi ospiti, ma spesso da forze di governo e lo sappiamo no? Ci sono state sentenze.
Credo che noi dobbiamo raccogliere questi messaggi ed essere coerenti con l'azione, sapendo che, da questa crisi, dobbiamo modificare certi nostri comportamenti e riscoprire un fatto che è stato abbandonato anche dalla mia parte, non siamo consumatori, siamo persone.

PRESIDENTE. Risoluzione a firma dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli, Solazzi.
Emendamento 1 dei Consiglieri Bucciarelli e Binci.
Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Soltanto per dire che scopo di queste mozioni dovrebbe essere solo uno, quello di rafforzare l'Italia ad alzare la voce in Europa per far sì che le frontiere non siano solo nostre, ma siano frontiere, come lo sono, umanitarie, e tutti ci diano una mano.
Approfittare di questo, come giustamente diceva il Consigliere Zinni, per i propri ideologismi, le proprie rese di conti o le proprie revisioni legislative, è penoso, lo dice una il cui leader del partito, Fini, uno dei firmatari della Fini-Bossi, fu il primo a fare mea culpa e ammenda su quella legge.
Credo non sia il momento di parlarne oggi, al Consigliere Bucciarelli che fa delle citazioni, io ne faccio un'altra, il Presidente Napolitano stanotte ha detto che non è minimamente un problema di legislazione interna, di Bossi-Fini o di clandestinità e come, anzi, la questione sul reato e non reato sposta di sicuro l'asse e l'obiettivo, quanto invece è una questione, come bene ha ricordato il Presidente Giancarli, di migranti e di diritto d'asilo, di persone che fuggono e di rifugiati. Un conto è il rifugiato, un conto sono i migranti. Se ci mettiamo in questa ottica forse riusciremo a parlarne in termini umanitari e, magari, un domani, vedremo di parlare anche della legislazione internazionale, europea e nazionale del diritto d'asilo e di tutto quello che comporta. Se vogliamo fare la marchetta politica su questa o quella legge l'emendamento non lo voto, vedrò se votare la mozione.
Concludo dicendo anche un'ulteriore cosa, ritengo che l'Osservatorio sull'emigrazione non sia di competenza regionale, ne abbiamo uno che è la Consulta degli emigrati, cioè quelli che dall'Italia vanno fuori e credo che le Marche abbiamo sempre tenuto a cuore, (...) si ce l'hanno, però bisogna vedere se è una competenza specifica regionale e non statale come io credo, quindi, anche questo potrebbe essere un aspetto.
Il motivo è, se vogliamo far sentire la nostra voce sulla catastrofe, veramente biblica, la strage degli innocenti è stata menzionata, umanitaria, essere forti, uniti e compatti nel far si che Barroso, quando verrà qui, prenda atto della situazione.
Se ognuno di noi vuole mettere bandierina, cappello e distintivo siamo i soliti, l'Italietta che combina quello che combina, con gli slanci umanitari, ma nulla di strutturale, nulla di serio per affrontare il problema.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Non a caso anch'io intervengo su questo emendamento perché la questione dirompente di questa risoluzione è che, purtroppo, ancora una volta vediamo che viene usato un populismo di sinistra - come c'è un populismo di destra, noi in questo caso vediamo un populismo di sinistra - che vuol far passare quello che non c'entra, come ha affermato il Presidente Napolitano, che ha detto che in questo caso la Bossi-Fini non c'entra assolutamente nulla, è un'altra cosa, non c'entra assolutamente nulla. Si tratta solo di una tragedia umanitaria, che è successa in un luogo molto già ..., che subisce questi ..., non è il primo caso. Voglio far notare come con il ministro Maroni questa questione fu gestita in maniera sicuramente più idonea e più corretta.
Bisogna interagire con le coste da dove partono questi barconi, e con il Ministro Maroni si era riusciti a fermare queste partenze. Poi mi chiedo: chi mette nei barconi i bambini non ha una responsabilità? Ma scherziamo? Imbarcare dei bambini in certe situazione anche questo è un reato, ma scherziamo, bisogna fermare le partenze. Sono d'accordo che l'Europa si dia da fare, che crei dell'enclave delle coste per gestire questa cosa se l'Italia da sola non ce la fa.
Bisogna distinguere, come detto la Consigliera Romagnoli, fra le migrazioni. Ci sono migrazioni per motivi di guerra che sono opportune e da gestire in un certo modo, ma sull'altra immigrazione che forse, anzi sicuramente, è molto più grande, un fenomeno molto più ampio per motivi economici, vi dico che qui noi abbiamo dei profughi a casa nostra. Sono i profughi del lavoro, sono profughi i nostri giovani, il 40% dei giovani è disoccupato, noi non possiamo dare risposta a tutti i profughi del mondo, dobbiamo prima guardare i profughi dal lavoro di casa nostra, dove non c'è più lavoro, non c'è più l'attività economica che funziona.
Questo è un messaggio che noi dobbiamo dare. Un conto sono le emergenze umanitarie in Paesi dove esistono conflitti e guerre, e siamo tutti con un occhio predisposto ad un certo tipo di accoglienza, ma quell'altra immigrazione ha un altro nome e può anche essere recepita come invasione. Tanto è vero che i Paesi del Nord Europa, i più socialisti, dove sono stati dati assegni sociali, attenzioni sociali, per motivi economici, adesso si trovano con dei movimenti di destra, considerati populisti, che prendono il 20%, l'ultima è stata, mi pare, la Norvegia, l'Olanda. Tutti i Paesi del Nord Europa cominciano ad avere su queste problematiche un diverso approccio rispetto a quello buonista dell'Italia.
Da una parte la tragedia umanitaria dev'essere risolta con l'attenzione dell'Europa, creando dei rapporti in questo Mediterraneo, noi partiamo dalla Macroregione Adriatico Ionica, mettiamoci anche il Mediterraneo, in questo caso anche la gestione di questi fenomeni, perché se no non ne veniamo fuori, dall'altra parte, però, ripeto, in questo momento economico, l'immigrazione ha più dell'invasione che altro.

Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Emendamento 2 del Consigliere Marconi.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ho già chiuso la votazione, stiamo votando .... esprime come sempre facciamo. Assessore Luchetti, sta al telefono, come ha votato? Aggiungiamo un voto favorevole ..., scusi Consigliere Bucciarelli, con calma, se non stanno attenti e non votano non è colpa mia, ... Ripetiamo la votazione.
Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 2 del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Innanzitutto riprendo la questione dell'emendamento che abbiamo votato due minuti fa che è sinonimo della democrazia di quest'Aula, penso che una votazione palese ci sia stata, si era messo in votazione l'emendamento successivo ....

PRESIDENTE. Scusate colleghi, è già successo un'altra volta, non è che quando succede a favore di una parte si ripete e quando è a favore di un'altra non si ripete, per equilibrio e per garanzia di tutti, questa vicenda è successa spesso e ci siamo sempre comportati nel medesimo modo. Questo per chiarire la conduzione di questa Presidenza.
Quando ci sono più soggetti presenti al momento della votazione in Aula, abbiamo sempre consentito la ripetizione del voto, sia che l'istanza venisse da una parte dell'emiciclo che dall'altra. Questo è successo anche recentemente in una votazione che coinvolgeva, mi sembra, il Consigliere Natali dove abbiamo accordato questo tipo di comportamento. Questo per sgombrare il campo da ogni dubbio, anche perché i votanti: Ortenzi, Luchetti, Mezzolani erano qui, non sono entrati. Questo per equilibrio e per chiarezza.

Francesco ACQUAROLI. Presidente, non è un'accusa nella direzione dell'Aula da parte sua, assolutamente, dico semplicemente che è un'azione abbastanza strana, ogni tanto, quando c'è una distrazione, diciamo così, dell'Aula che consente ad un voto della minoranza di essere maggioranza, si accusa una macchina, mentre in realtà noi abbiamo votato spingendo dei bottoni, se qualcuno è distratto deve imparare ad essere più attento, perché quando è successo che la minoranza per distrazione ha fatto un errore non si è mai appellata alla ripetizione del voto.
Non è un'accusa nei suoi confronti, ma è un'accusa nei confronti di chi può essere più attento durante il voto dell'emendamento, dico semplicemente che il mio voto e, penso, il voto degli altri componenti del mio Gruppo, Fratelli d'Italia Centro Destra Marche, sarà contrario a questa mozione.
Non sarà un voto contrario perché noi non siamo solidali nei confronti di quello che è successo, che è una vera e propria ecatombe, una vergogna del terzo millennio, una vergogna della civiltà intera che fa morire in mare, in quelle condizioni, persone disperate. Questo significa che la civiltà e il progresso non sono avvenuti in questi anni, significa anche una negazione forte di quelli che sono i meccanismi umanitari presenti in Italia, in Europa e nel mondo.
Premesso questo, penso che alcuni problemi non si possono affrontare in maniera veloce all'inizio di un Consiglio regionale per cercare, in qualche maniera, di farsi protagonisti, anzi, di farsi portatori di ideologismi, di una visione che comunque è una visione di parte.
Saremmo stati d'accordo a votare una mozione che prevedesse l'impegno dell'Europa nei confronti di quello che è un grande problema, il problema dell'immigrazione clandestina, il problema del flusso di persone che partono dai Paesi poveri, dai Paesi disperati, dai Paesi che sono in guerra, che sono in difficoltà, che soffrono la fame, che non hanno diritto a nulla nei confronti del nostro continente intero.
Saremmo stati favorevoli ad un voto che ponesse le Istituzioni italiane con forza nei confronti dell'Europa per chiedere un intervento legislativo ed un intervento finanziario, un intervento anche umanitario nei confronti di questo problema.
Siamo contrari alla trattazione che è avvenuta questa mattina, la riteniamo una trattazione parziale, la riteniamo anche una trattazione che, in qualche maniera, si è fatta portatrice, come dicevo prima, di una visione di parte. Nessuno di voi ha detto, ad esempio, che gli scafi che partono dalle coste africane verso l'Italia sono scafi che partono illegalmente e, quindi, il principio che voi, in qualche maniera, sostenete è un principio che sostiene un'azione malavitosa ed illegale, forse anche con infiltrazioni mafiose, mafiose nel senso della malavita organizzata, che organizza queste iniziative nei confronti di persone che, prima di essere vittime del mare, sono vittime di organizzazioni e di carenze da parte dei Paesi che lasciano e che consentono a questi scafi di partire.
Sicuramente la solidarietà, l'umanità, l'attenzione nei confronti di questi problemi, la disperazione nei confronti di questa gente, ma altrettanto dobbiamo considerare che le regole che ci sono vanno rispettate, altrimenti si va incontro al principio del relativismo assoluto, quello di mettere in discussione ogni regola che ci siamo dati.
Non ultimo, determinante è stato, nei confronti del nostro voto, l'emendamento Bucciarelli-Binci, perché riteniamo che il reato di clandestinità e la Bossi-Fini siano in qualche maniera ..., non siano un'invenzione ..., a parte che non c'entra niente con quello che è avvenuto in questa fase, ma rafforza il nostro pensiero che questa sia solo una forzatura ideologica da parte della sinistra di quest'Aula che non vuole assolutamente confrontarsi sui temi reali della questione.
L'altra questione è che il reato di clandestinità, come diceva bene il Consigliere Zinni, apre uno spaccato di dimensioni più importanti e catastrofiche rispetto a quelle che voi vi ponete. Non considerate il fatto che, nonostante la condivisione del lutto da parte di tutta Italia, c'è largamente un sentimento che sta crescendo, che io non condivido, ma che sta crescendo nel Paese quello della contrapposizione nei confronti di questi eventi.
Noi politicamente dobbiamo avere una responsabilità rispetto a queste politiche, dobbiamo tutelare tutti gli esseri viventi, garantire dignità, dignità a tutti, tutelando la vita di tutti, non possiamo per fare questo avere un'azione discriminatoria rispetto alle regole che già esistono, ai principi che già sono incardinati nel nostro sistema.
Per questo noi daremo un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ho apprezzato il testo originario della mozione della Consigliera Bellabarba che poi è diventata una proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli e Solazzi, ho anche apprezzato le parole della Consigliera Bellabarba quando si è preoccupata di ricordare i contenuti, diciamo così, trasversali, non so come dire, comunque non eccessivamente spinti, proprio per favorire un'approvazione da parte di tutti, ed il mio voto sarebbe stato favorevole a questa risoluzione come mi è arrivata a firma dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli e Solazzi.
Purtroppo, sono costretto a cambiare idea perché questa buona risoluzione equa, equilibrata, diciamo così, è stata macchiata, rovinata dall'emendamento Bucciarelli-Binci, ideologico, dove ancora una volta si parla del reato di clandestinità, e negli interventi dei colleghi, nei commenti lo abbiamo sentito, si parla di abolizione della legge Bossi-Fini, confondendo la legge Bossi-Fini ed il reato di clandestinità con quello che è il giusto diritto di asilo che deve essere riconosciuto, ci mancherebbe altro.
D'altra parte lo stesso Presidente della Repubblica proprio ieri lo ha ricordato, quindi, poiché è stata completamente rovinata dalla parte comunista, visto che si erge a questo titolo, tutte le volte che intervengono, io voterò contro questa risoluzione che avrei approvato senz'altro se non ci fosse stato questo cattivo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Qui sono accadute due cose, la prima è che siamo partiti da un momento istituzionale e siamo arrivati ad un momento squisitamente politico e questo, a mio avviso, è sbagliato da un punto di vista dell'intelligenza e della furbizia, perchè se un Consigliere regionale deve votare all'unanimità un atto per chiedere al proprio Governo nazionale qualcosa, se questo qualcosa ci arriva molto spaccato è inutile e debole.
La seconda cosa è da un punto di vista procedurale, c'erano due documenti, quello del Presidente Solazzi e quello della Consigliera Bellabarba diventati poi una proposta di risoluzione. Una proposta di risoluzione, lo dice la parola stessa, deve risolvere la questione e dovrebbe essere l'atto finale, ma la proposta di risoluzione è stata messa in discussione politicamente ed è stata retrocessa ad una mozione, quindi, un fatto politico ed un fatto tecnico.
Mi sento di chiedere ai proponenti, e lo dico anche francamente, visto che qualcuno si è voluto addentrare dal punto di vista politico, Presidente Spacca, Presidente Solazzi, voi che appartenete all'area moderata del centro-sinistra, volete votare questo tipo di cose, quando il Presidente Letta ha detto chiaramente che non farà quello che ha detto il Ministro Kyenge, Letta alla Kyenge ha detto no!
E allora che facciamo qui andiamo oltre? Sperimentiamo? Facciamo gli istituzionali o facciamo politica di partito? Invito l'area moderata a farsene carico e i promotori, visto che sono brillanti Consiglieri intelligenti, a ritirare il documento, a rivederlo un attimo e a fare due momenti separati, un momento politico, con mozioni sull'argomento specifico, che ha la sua legittimità, sia chiaro, parlare dell'abrogazione del reato di clandestinità rientra nella legittimità più totale del dibattito politico, però decidiamo cosa fare, se stiamo facendo un momento forte istituzionale ritiriamo questo documento e chiudiamo in bellezza con un minuto di silenzio, riportando i documenti politici ad un altro momento di dibattito specifico che non strumentalizzi Lampedusa. Se, invece, volete andare avanti, chiedo ai proponenti dell'area moderata di ritirare la firma da questo documento e di non votarlo perché questo documento è di estrema sinistra e allora qui bisogna che ci (...) questa è bellissima Consigliere Binci, ha un caffè pagato, però, a questo punto mi permetto di dire che anch'io appartengo a questa categoria e, quindi, chiudo in bellezza chiedendo il ritiro della firma qualora si volesse andare avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Devo dire che aderisco pienamente alla proposta fatta adesso dal Consigliere Zinni perché mi pare di buon senso. Effettivamente il documento iniziale è stato forzato, quindi, chiedo anch'io ai proponenti di ritirarlo, così come ha detto il Consigliere Zinni, e di ricominciare da capo con un documento che unisca di più.
Voglio dire una cosa senza fare prediche, alla fine, poi, non voglio sorprendere nessuno, dico una cosa in più, questi argomenti vanno sempre affrontati senza alcuna forzatura ideologica. Per quanto mi riguarda, come al solito, sono sempre libero, abbastanza anarchico e debbo dire che al tempo della Bossi-Fini - che in una parte fu criticata dalla sinistra, per chi oggi parla di accoglienza e concetti di questo tipo, molto giusti - in un anno e mezzo furono regolarizzati settecentocinquantamila immigrati, con la Bossi-Fini settecentocinquantamila in sedici mesi, io non faccio il panegirico né di Bossi, né di Fini, però se vogliamo stare con i piedi per terra ricordatevi e ricordiamoci settecentocinquantamila regolarizzazioni, non era mai avvenuto nella storia di questo Paese. Primo.

(interrompe il Consigliere Binci)

Francesco MASSI. Sto parlando, non ci leghiamo ai tabù, voglio dire che possiamo sopprimerla domani, io non sono legato a nessun totem.
Due, scusate un attimo, non ci nascondiamo dietro a un dito, qui non sarà nessuna legge che fermerà un flusso enorme di immigrati che vengono qua per sfuggire alle dittature, per sfuggire alla fame, per sfuggire alla sete, non c'è possibilità di pensare che una legge arginerà un oceano. Chiaro?
Non sono, Consigliere Bucciarelli, legato a norme totem, sono completamente libero, però diciamoci una cosa, la vera questione è che l'Italia non può affrontare da sola, io non ho mai sentito nessuno, per esempio, censurare quei delinquenti del Governo maltese, un Governo civile, occidentale, governato una volta dai conservatori, una volta dai laburisti, ma su questo sono tutti d'accordo, quei delinquenti del Governo maltese, aspetto querela e lo dico, qui si verbalizzi, sparano e picchiano perché alle coste maltesi non si avvicini nessuno, e quello è un Paese dell'Unione europea, tanto per capirci, Presidente Spacca, lei che svolge una missione anche di internazionalizzazione, nessuno ha mai parlato di quello che fa Malta, una cosa vergognosa.
Tre, perché non tentare mai l'approccio ideologico. Un piccolo aneddoto ero Sindaco di Tolentino, e cito Tolentino che è la prima comunità albanese delle Marche, volete sapere quanti sono gli albanesi a Tolentino? Milletrecento. Sono arrivati tutti tra il '91 ed il '96 sbarcando dai barconi che arrivavano fino a Pescara, il 90%, grazie a Dio, grazie a loro, sono integrati, altri meno, però sono integrati, l'approccio di allora, cari amici della sinistra, quando lanciai l'allarme come Sindaco dicendo: "Guardate che qui ne arriveranno quattrocento-cinquecento attratti dalla prospettiva dell'edilizia", perché questo era il comparto che funzionava, erano quasi tutti muratori, anche l'agricoltori certamente, l'approccio della sinistra fu: "Ma no, non è vero", eccetera, perché venivano, mi dispiace dirlo, dagli ultimi baluardi del socialismo reale.
Concludo con una cosa sempre cercando di non aver approcci ideologici, lo dico agli altri, lo dico a me, spero di non fare scandalo, il Papa lo mettiamo sempre tutti nei documenti sulla pace, giustamente sono d'accordo che si raccolgano certi valori e certi insegnamenti, il Papa lo mettiamo sempre, magari un po' troppo a nostro piacimento, io stavolta ce lo metterei con forza più degli altri - perché molto realisticamente cari amici e con tutta la fede cristiana di cui umilmente cercò di essere seguace, talvolta una cosa è il Papa e una cosa sono i vescovi e i preti - per chiedere a vescovi e preti di mettere a disposizione quelle stanze grandi e vuote che sono di proprietà della Chiesa e su questo ci devono aiutare, l'ha detto solo il Papa, non ho sentito né vescovi, né preti dire: "Ok, adesso i locali e l'episcopio li mettiamo a disposizione di famiglie che sono nel dramma".
Lo dico da cattolico umile, poco praticante, indegnamente praticante, ma credo che sia anche questa una sollecitazione che dobbiamo fare, se il documento non si ritira, non lo possiamo votare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Poche parole da aggiungere a quelle di solidarietà, di umanità che sono state pronunciate qui questa mattina dai Consiglieri regionali di tutta l'Assemblea.
Vorrei portare a conoscenza dei colleghi Consiglieri che l'Europa non è una parte staccata da noi, è la nostra patria ormai, l'Italia è inserita a pieno titolo negli organismi istituzionali che l'Europa definisce e che condizionano nel bene e nel male la nostra vita.
Da questo punto di vista vorrei portare a conoscenza dei Consiglieri la lettera del Presidente del Comitato delle Regioni che è l'organismo in cui si ritrovano tutte le 270 Regioni d'Europa che, quindi, assume la veste di organo istituzionale dell'Unione europea al pari del Consiglio europeo, del Parlamento europeo, della Commissione, la lettera che il Presidente Ramon Valcarcel Siso ha mandato al Responsabile della delegazione italiana, immediatamente trasmessa alle Autorità che erano in indirizzo, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio: "Caro Presidente abbiamo appreso con estrema tristezza la notizia relativa alle centinaia di vittime di migranti presso le coste di Lampedusa.
I nostri pensieri vanno alle vittime di una tale tragedia, alle loro famiglie lontane, al loro coraggio ed al loro sacrificio.
Il dramma dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee è un dramma che colpisce tutta l'Unione europea e domanda, quindi, delle soluzioni concertate relative ai flussi migratori e prove di solidarietà concrete per questo.
Nuovi strumenti e nuove politiche devono essere proposti ai Paesi membri e alle autorità regionali locali, al fine di prevenire e governare tali problematiche.
Le autorità locali, come quelle di Lampedusa in Italia, sono troppo spesso chiamate a fronteggiare da sole drammi umanitari e a gestire più in generale la problematica della prima accoglienza di migranti che cercano in Europa una prospettiva per un futuro migliore.
A nome del Comitato delle Regioni la prego di voler condividere con le autorità di Lampedusa e con le autorità tutte la nostra più sincera solidarietà".
Questo per dire che noi abbiamo uno strumento concreto, operativo, per far sentire la nostra voce in Europa ed è il Comitato delle Regioni, in cui abbiamo diverse rappresentanze come Regioni italiane e come enti locali.
Credo che questa sia una strada da percorre perché effettivamente dobbiamo, come voi avete detto, chiamare l'Europa alle proprie responsabilità in relazione al tema del Mediterraneo, e qui introduco un secondo piano di riflessione, lo avete detto voi, noi abbiamo uno strumento che dobbiamo implementare, che dobbiamo costruire, la strategia della Macroregione Adriatico Ionica comprende dieci Regioni italiane, c'è anche la Sicilia, questa strategia è stata avviata dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea come primo step in una strategia mediterranea che riporti attenzione dal Nord Europa verso il Mediterraneo.
Avremo tre mesi di tempo, non di più, per costruire progetti che implementino questa strategia, che dovrà trovare la sua consacrazione ad Atene il prossimo febbraio e la sua approvazione finale in Commissione europea quando l'Italia prenderà la Presidenza di turno dell'Unione europea, cioè a giugno del 2014.
Lavoriamo insieme per costruire un primo progetto che sia orientato proprio alla sicurezza dei confini sud dell'Europa, prendiamo contatto con la Regione Sicilia, prendiamo contatto con le altre Regioni dello Ionio e definiamo un progetto nell'ambito di questa strategia.
Il primo progetto riguarda proprio la sicurezza del Mediterraneo, è una forzatura, però, di fatto, ripeto, la Sicilia sta nella parte dello Ionio, di fatto è parte di questo disegno, lo mettiamo nell'ambito di questa strategia della Macroregione per cercare di avviare il tema della sicurezza del Mar Mediterraneo, di cui questa strategia è parte, considerando l'urgenza e la valenza di questo tema in modo tale da poter declinare anche questo progetto secondo quelle modalità temporali che prima venivano richiamate, perché ci sono progetti che riguardano fasi con tempi molto lunghi, ma ci sono problemi che possono consentire un immediato intervento che può essere ricompreso con l'utilizzo di queste risorse.
Non solo, ma l'Unione europea ha fatto una cosa straordinariamente importante, ha rimodulato i confini della sua strategia verso il fianco orientale, che si chiamava South East Gateway, facendolo coincidere proprio con la strategia della Macroregione adriatica, quindi, avremo anche risorse che, in qualche modo, ci consentiranno di poter fare un'azione operativa molto forte.
Terza riflessione che voglio condividere con voi, giustamente voi richiamate l'impegno della Regione Marche sul tema dell'attenzione verso i flussi migratori, verso queste forme di fragilità, è giusto farlo, rafforzeremo un Osservatorio che già esiste, come voi chiedete, ma è anche giusto dire che noi siamo la Regione d'Italia, e questo ce lo riconoscono diversi osservatori, che ha la più elevata capacità di integrazione dei propri emigrati, il più alto indice di ricongiungimento familiare dei propri immigrati, la più alta collocazione al lavoro delle figure dei migranti.
Credo che questo sia un dato che ci fa onore, è un dato consolidato, è un dato ormai noto da almeno 4 anni solari, attraverso la rilevazione che diversi osservatori, non solo l'Osservatorio regionale sulle politiche sociali, ma diversi osservatori anche di carattere privato, di carattere economico- sociale, fanno su questo fenomeno.
L'ultima cosa che credo sia utile per la dignità di questa Assemblea, credo sia molto poco consono che rispetto ad un tema che richiama valori così elevati e principi di solidarietà, di nobiltà, che appartengono prima di tutti alla nostra umanità, prima ancora che alla nostra appartenenza politica, l'Assemblea legislativa della Regione Marche si divida, se riuscissimo da una parte e dall'altra a trovare una forma di compromesso onorevole, compromesso nel senso che ci dice il Presidente Napolitano, per far uscire con un documento unico che faccia sentire la sua voce verso l'Europa soprattutto, più che verso il Governo nazionale, verso le Assemblee legislative delle Regioni anche a fronte della lettera del Presidente del Comitato delle Regioni. Credo che sia una cosa che può nobilitare, anche rispetto ai cittadini, il ruolo di questa Assemblea.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Debbo intervenire in questo senso, ho presentato una mozione, poi, siccome c'era una mozione presentata dai Consiglieri Bellabarba e Giancarli, che era molto simile alla mia, più articolata ma nella sostanza simile, ho detto ritiro la mia e metto la firma su quella, però, come Assemblea, dividerci sul voto di una mozione che prende spunto dai fatti drammatici di questi giorni…, se questo può servire a trovare sul documento un voto unanime ritiro la firma da quella risoluzione e ripresento la mia mozione, perché non me la sento di sostenere una risoluzione che non passa all'unanimità su un fatto del genere.
Su queste cose, al di là dei distingui ideologici, come dire, innanzitutto ci sono alcune emergenze, uno: condannare ciò che è avvenuto; due: testimoniare vicinanza per le vittime e le famiglie; tre: dire soprattutto all'Europa che non può fregarsene, non può lavarsi le mani rispetto a questo, cioè ci sono alcuni elementi che uniscono.
Sono, poi, consapevole del fatto che anche quelli che dividono possono trovare la condivisione, possono essere condivisibili, però in una vicenda come questa, per cultura mia personale, preferisco non metterci tutto, metterci di meno per trovare un voto unanime.
Molto sinceramente, invito a trovare un’unanimità sulla risoluzione, però se non c'è io presento comunque la mia mozione perché non intendo assecondare una divisione su un tema di questo genere.
Prima mettiamo in votazione la risoluzione?
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Io non credo, poi lo dirà anche la Consigliera Bellabarba, che noi vogliamo assecondare divisioni. Nemmeno noi. Abbiamo presentato una mozione, quella la nostra e quella del Presidente erano simili e sono state unificate, poi c'è stata, non la volontà dei firmatari, ma la volontà del Consiglio perché ha votato la modifica a quella risoluzione. Credo, se vogliamo fare una cosa veramente unitaria, ma rispettosa della volontà di tutti, che dobbiamo fare tre votazioni, non due, dobbiamo votare la risoluzione che è stata emendata dal Consiglio, e le due mozioni originarie, quella del Consigliere Solazzi e quella dei Consiglieri Giancarli Bellabarba.
... ma emendata, è emendata quella di tutti, quindi c'è quella emendata di tutti e le due originarie ..., no sono tre, due originali e una emendata.

PRESIDENTE. Va bene, ho capito. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Presidente, sulla sua non abbiamo alcun problema.

PRESIDENTE. Va bene. Quale ordine devo seguire? Mettiamo in votazione la proposta di risoluzione emendata, quindi, accettiamo la proposta di fare tre votazioni una sulla risoluzione emendata, una sulla mozione dei Consiglieri Giancarli Bellabarba e una su quella del sottoscritto.
Pongo in votazione la risoluzione emendata. Dichiaro aperta la votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Mozione n. 567 dei Consiglieri Bellabarba, Giancarli. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 568 del Consigliere Solazzi. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 557
del Consigliere Bugaro
“Vertenza A. Merloni: impegno della Giunta regionale al fine di scongiurare gli effetti negativi che la sentenza del Tribunale di Ancona potrebbe determinare sia per gli ex-dipendenti del Gruppo Antonio Merloni che per quelli riassunti dal Gruppo Porcarelli e per l'intero comparto degli elettrodomestici su scala nazionale nel suo complesso”
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 557 del Consigliere Bugaro. Se non ci sono richieste di intervento.
Mozione n. 557. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 569
dei Consiglieri Badiali (in qualità di Presidente della III Commissione), Camela, Massi, Solazzi, Ricci, Eusebi, Natali, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni
“Situazione e prospettive della Banca delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 569 dei Consiglieri Badiali (in qualità di Presidente della III Commissione), Camela, Massi, Solazzi, Ricci, Eusebi, Natali, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Il mio intervento è per illustrare brevemente la mozione che presentiamo a firma della III Commissione e di tutti i Capigruppo, all’unanimità, di questa Assemblea legislativa regionale, che mette in evidenza la situazione difficile che si è creata all'interno di Banca Marche, anche con l'illustrazione degli asset strategici del piano industriale, piano che mette in discussione anche gli asset strategici che attualmente sono nella nostra regione o gli sportelli bancari che sono nelle regioni limitrofe, in Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Umbria.
Dopo l'incontro che abbiamo avuto in Commissione con le organizzazioni sindacali, tutte e cinque le organizzazioni sindacali, rappresentanti i lavoratori di Banca Marche, siamo stati sollecitati ad intervenire anche se questa Assemblea legislativa l’aveva già fatto in tempi non sospetti, approvando una mozione il 18 giugno 2013 la quale dava mandato al Presidente della Giunta, al Presidente dell'Assemblea, ma anche a tutti noi Consiglieri regionali di adoperarci, ognuno per la propria parte, diciamo così, per sensibilizzare il più possibile l’intervento per la ricapitalizzazione, una ricapitalizzazione diffusa sul territorio, vuol dire i cittadini, e una ricapitalizzazione degli imprenditori della nostra regione e non.
In questo momento aggiungerei anche altre due possibilità, una è quella di un gruppo bancario che abbia a cuore le sorti, della nostra regione, della nostra banca e della nostra micro e media impresa marchigiana, l’altra è valutare, anche se capisco le difficoltà che possono esserci, un intervento, chiamiamolo così, statale, della Cassa Depositi e Prestiti, dei famosi Monti bond o quant'altro che è in discussione.
Su questo chiederei al Presidente della Giunta che ha, giustamente, avuto un colloquio con i Commissari della Banca d'Italia, che attualmente gestiscono le operazioni all'interno di Banca Marche, qual è la situazione e quali prospettive ci sono dopo questo colloquio, tenendo conto che bisogna sollecitare il più possibile perché si arrivi ad una rapida e definitiva quantificazione delle passività dell'istituto di credito, indispensabile per evitare speculazioni a tutela dell'immagine della banca. Se qui ogni giorno, ogni settimana, escono sui giornali, sulla stampa, differenti valutazioni che riguardano il credito o il mancato credito, diventa sempre più difficile e se c'è un’azione, come posso dire, negativa verso lo stesso istituto di credito, questo sicuramente ci preoccupa molto di più, allora occorre avere dati chiari, certezze chiare su quella che è la passività e poi mettere in campo tutte le azioni che dicevo e sulle quali il Presidente Spacca si è già impegnato. Su questo dobbiamo ringraziarlo, magari, può anche dirci di più, quello che ha nel cuore, quello che ha intenzione di fare per il futuro, dopo il colloquio con gli ispettori della Banca d'Italia.

PRESIDENTE. Ho iscritti a parlare i Consiglieri Binci, Trenta, Natali ... il Presidente Spacca mi ha già chiesto di intervenire però non ho capito, glielo chiedo, se prima degli interventi o a chiusura. (…) Prima, allora facciamo così, il Presidente Spacca poi a seguire i Consiglieri Binci e Trenta, va bene?
Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Innanzitutto credo che sia giusto dire che la mozione presentata dai Capigruppo è condivisibile nelle motivazioni, nell'impianto e nelle richieste, senza toccare neanche una parola perché credo abbia individuato perfettamente le problematiche che riguardano questo istituto.
Io non so rispondere alle domande che il Consigliere Binci farà perché noi non abbiamo la possibilità di avere ulteriori informazioni oltre quelle che dirò, che nascono dai colloqui formali che vengono richiesti su un profilo esclusivamente istituzionale per rappresentare quello che tutti voi avete detto, ovvero l'importanza che questo istituto di credito ha per l'economia della nostra regione, non soltanto per l'economia delle famiglie e delle imprese, ma anche delle altre banche che collaborano con quest'istituto alla salvaguardia dell'economia regionale, del nostro sistema produttivo, che, in questo momento, non ce lo nascondiamo, soffre in maniera molto grande e conseguentemente penalizza sia i lavoratori in cerca di occupazione, che le imprese, ed anche gli istituti di credito.
Forse questo momento di recessione profonda non è perfettamente acquisito nella mente della nostra comunità, la pesantezza di questa recessione che tocca profondamente il nostro Paese forse non è acquisito ancora nell'habitus mentale di tante riflessioni che si svolgono intorno a questa Aula, non in questa Aula, dove i Consiglieri, credo, viceversa, abbiano piena contezza, piena consapevolezza della gravità di una situazione economica che ancora stenta ad uscire da una fase recessiva giunta ormai al quarto anno consecutivo.
L'incontro con i Commissari, chiamiamoli così, non pre-commissari, ma chiamiamoli Commissari, perché ormai credo che siamo in una gestione che sostanzialmente, anche se formalmente non lo è, prefigura un commissariamento, la notizia positiva è che questo loro mandato viene esercitato proprio per garantire il ruolo di istituto di credito al servizio dell'economia del territorio, per risanare, per quanto possibile, consolidare le posizioni dell'istituto di credito e favorire un processo di ricapitalizzazione che consenta alla banca di rimanere nella disponibilità dell'economia regionale.
Del resto le dichiarazioni potrei anche esimermi dal farle perché sono riportate oggi sugli organi di stampa, sui quotidiani della nostra regione, e confermano questa anticipazione che ho avuto nel colloquio con loro, si vuole dare tempo per realizzare quelle iniziative, che anche l'Assemblea legislativa delle Marche aveva sollecitato con precedenti mozioni e precedenti incontri, e che vengono correttamente riportate nella mozione, quindi, dare tempo a tutta la comunità regionale di organizzarsi per acquisire risorse al fine di partecipare al processo di ricapitalizzazione.
Da questo punto di vista le informazioni sono positive nel senso che, sia pur informali, nelle due assemblee che abbiamo anche partecipato ad organizzare, insieme al Presidente dell'Assemblea legislativa, proprio per dare il senso della partecipazione anche del Consiglio regionale a questo percorso, si sono progressivamente raddoppiate le adesioni dei soggetti economici che intendono partecipare a questo processo di ricapitalizzazione e l'ammontare della disponibilità è piuttosto rilevante, ma non tanto rilevante quanto la richiesta che formula la Banca d'Italia e che, giustamente voi dite, ancora non è precisata, e richiede, questo si, immediatamente un’azione da parte dei Commissari perché lo sia, in modo tale che ci sia la definizione formale anche della necessità di risorse finanziarie, di mezzi, di strumenti finanziari per definire la ricapitalizzazione.
Facendo una previsione, la disponibilità delle forze economiche della nostra regione diffusa, e qui chiarisco per la mia conoscenza non speculativa, nel senso che a questo processo di aumento di capitale sociale partecipa un numero molto rilevante di imprenditori con quote molto basse, come del resto era stato richiesto dall'Assemblea legislativa che addirittura, se ricordate, aveva proposto di arrivare fino a 5 milioni, da 1 a 5 milioni, per gli operatori economici più facoltosi.
Questo primo step pare realizzarsi in maniera positiva, nel senso che da parte degli operatori economici c'è una risposta all'altezza delle attese, ma sicuramente la richiesta di mezzi finanziari per la ricapitalizzazione fa si che queste risorse non siano sufficienti, quindi, così come ha detto correttamente il Consigliere Badiali nel suo intervento, non credo, e questa è una mia personale sensazione, sia possibile non pensare ad una partecipazione dell'istituto di credito che accompagni queste operazioni coerentemente con la strategia di un istituto di carattere regionale che vuole dare risposte all'economia diffusa del nostro territorio, fatta prevalentemente dall'attività manifatturiera, da micro e piccole attività economiche.
Dovrà essere l'istituto di credito, anche lui, che accompagna questo percorso di ricapitalizzazione in maniera coerente, se questo sarà probabilmente l'operazione potrebbe anche chiudersi positivamente.
Credo che l'orizzonte temporale non possa essere meno di diversi mesi perché è un’operazione complessa da montare che potrebbe chiudersi positivamente perché le premesse ci sono.
Analogamente a questo da parte anche del Governo regionale è stata rappresentata al Governo nazionale l'esigenza di far ricorso a strumenti finanziari nella disponibilità di Governo, in modo particolare, visto che non esistono i Letta bond, si è fatto riferimento alla disponibilità di Cassa Depositi e Prestiti per finanziare una operazione di ricapitalizzazione attraverso la forma di un prestito, evitando però i Monti bond che creano dei meccanismi di ingessamento, di condizionamento nell'attività dell'istituto di credito che impediscono, poi, di partecipare a processi di sviluppo e di crescita, alle esigenze di avere risorse finanziarie e strumenti finanziari per le imprese.
So che, anche questo è stato scritto, il Ministro dell'economia sta pensando ad un'iniziativa di carattere anche legislativo, che riguarda tre istituti di credito nazionali, in cui non si faccia ricorso ai cosiddetti Monti o a meccanismi che innescano i Monti bond, ma al meccanismo di un prestito che sia possibile, da parte dell'istituto di credito, istituire secondo un piano temporale definito che, in qualche modo, non ingessi la situazione gestionale della banca.
Credo che queste tre cose sommate insieme possano davvero aiutare la banca a ritrovare un percorso di stabilità e di equilibrio nei confronti dello sviluppo e delle esigenze delle imprese, delle famiglie e degli altri istituti di credito con cui lavora per dare sviluppo all'economia della regione.
L'ultima cosa che dico, anche se questo può far sorridere, ma non è stata lasciata intentata nessuna strada, è che in riferimento a delle partnership di carattere internazionale, sono state lanciate delle idee in diversi contesti, perché se ci fossero interessi questi sarebbero ben accetti anche nella valutazione della stessa Banca d'Italia che sembrerebbe non disdegnare queste partecipazioni da parte di fondi internazionali ai processi di ricapitalizzazione che, comunque, mantengono quel nocciolo duro che garantisce la disponibilità, ripeto, della Banca nell’economia regionale.
Credo che questa mozione possa essere approvata così com'è stata scritta, così com'è stata sottoscritta, perché interpreta perfettamente tutto questo percorso e responsabilizza adeguatamente il ruolo di ogni singolo Consigliere.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Rispetto alla questione Banca Marche ci sono alcune questioni, secondo me, che pur condividendo, e al di là del documento, potrebbero essere portate avanti dalla Giunta regionale, una, per esempio, è evidenziare come la situazione di Banca Marche sia la stessa di altre cinque o sei medie banche distribuite sul territorio nazionale, cioè hanno la stessa problematica, che è poi la problematica dei crediti in sofferenza. Crediti in sofferenza che, se andiamo a vedere, se fosse usato lo stesso criterio di verifica da parte di Banca Italia verso tutte le banche italiane, di fatto l'economia italiana ha creato nelle banche, sia il settore immobiliare che la crisi hanno portato a che le banche abbiano in pancia crediti in sofferenza.
Un'altra questione da evidenziare, in sede di Conferenza delle Regioni e anche verso lo Stato, è chiedere qual è la politica di Banca Italia rispetto a questi tipi di controlli che fa con queste medie banche. E’ una politica che vuole andare a sopprimerle, nella logica di un mantenimento di tre o quattro grandi banche italiane o vuole invece mantenerle? Bisognerebbe evidenziare che la soppressione di banche del territorio, porterebbe ad una diminuzione fortissima dell'occupazione, del Pil e in qualche modo, dell'assetto industriale e produttivo di tutte le regioni in cui queste verrebbero soppresse.
Secondo me questo dovrebbe essere fatto, cioè cercare la coalizione con le altre Regioni che sono nella stessa nostra condizione, affinché il Governo riesca a individuare degli strumenti, come quello che condivido, di prestiti con restituzione senza ingessamenti da parte di Cassa Deposito e Prestiti. Proprio ieri c'era sul Messaggero un articolo sulla proposta di Prodi di utilizzare risorse europee, la Spagna che era nelle nostre stesse condizioni, anzi in condizioni peggiori, ha costituito delle bad bank in cui ha messo tutti i crediti in sofferenza e di fatto ha permesso alle banche di ritornare a funzionare senza dover sottostare a politiche di riduzione del credito almeno verso le imprese produttive e le imprese valide.
L'altra questione è quella del piano industriale, anche lì, secondo me, bisognerebbe forzare con Banca Italia e dire chiaramente che non siamo favorevoli a un piano industriale che preveda lo spezzatino di Banca Marche, perché lo spezzatino di Banca Marche va a incidere sulla sua autonomia e oltretutto potrebbe essere propedeutico ad evitare la posizione dominante, a diminuire l'impatto sulla realtà regionale di Banca Marche e a favorire la cessione a banche nazionali come per esempio Banca Intesa che potrebbe essere interessata.
Queste sono le questioni che stanno sul tappeto oltre a quella occupazionale che ugualmente, da una situazione di spezzatino, determinerebbe un migliaio di esuberi tout court, nell'immediato, sul personale.
Invito, oltre a fare interventi in sede di Conferenza delle Regioni, a cercare alleati nelle regioni che hanno banche e medio banche come Banca Marche affinché ci sia una strategia del Governo volta a mantenere la loro autonomia e la loro presenza sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Riprovo a parlare di una questione diversa, … e ringrazio il mio Capogruppo, Consigliere Massi, se si sposta un attimino dal Presidente della Regione, perché avrei desiderio di parlare col Presidente Spacca.
Presidente Spacca, io agganciai ad una mozione precedente, una mozione diversa, dove fui redarguito, in maniera anche piuttosto dura, per non dire ardita, dal suo superassessore Marcolini, la mia era una mozione che, come sempre, quando si pongono problemi o meglio ancora concetti di economia sul discorso banche, tutti scappano, e spiego perché. Oggi abbiamo toccato i Monti bond con il Consigliere Badiali, ma io dico che su Sky il mese di ottobre è dedicato ai bond, ma James Bond 007, qui siamo sicuramente in un film diverso che è quello della realtà.
Il sistema bancario in evoluzione della regione Marche prevede, quanto io sento definizione ardite come fa il Consigliere Binci che parla di Intesa San Paolo, dovrebbe capire che la Banca d'Italia, che è l'organo deputato al controllo delle banche, al 40% è controllata, in maniera ineludibile, proprio da Intesa San Paolo. Intesa San paolo essendo un istituto internazionale, ecco qui la sua paura a rispondermi, non deve rispondere al diritto nazionale, ma al diritto internazionale, essendo banca internazionale, e qui si apre uno spaccato chiaro, dalla finanza creativa siamo arrivati oggi all'Unione europea, al fondo monetario internazionale, ma soprattutto alla Banca d'Europa che finanzia le banche, da soldi alle banche allo 0%, quindi glieli ridà per un'iniezione di …, ma Presidente Spacca lei che è un uomo che cammina tre metri sopra il livello di questo Consiglio, forse anche più, a parte che ci confronteremo sulla Macroregione Ionico Adriatica perché stamattina ho presentato l'accesso agli atti, perché io so bene, se devo lavorare con lei, se posso lavorare con lei o se forse lei inconsapevolmente ha lavorato per me, poi, su questo sarò più chiaro perché c’entra anche una formazione nel mercato unico mediterraneo, visto che lei ha parlato della Sicilia, mi sono già mosso in quella direzione, ma da tempo, da anni e lei lo sa bene perché è dal 2000 che porto avanti queste cose, ma torno alla formazione della banca.
Salviamo il capitale umano formato che non ha bisogno di …, ma chiariamo bene quali sono le responsabilità perché proprio in questi giorni altri esposti sono stati presentati in Procura per capire dove la finanza creativa ha portato al dissesto attuale. Ci sono responsabilità oggettive, c'è tracciabilità di queste responsabilità ed è giusto salvare quelle persone che noi abbiamo ascoltato, come sindacato della Cisl, che mettevano in evidenza alcune problematiche.
Andiamo, poi, a vedere qual è la causa, Presidente Spacca, è il centro impresa di queste banche che crea il credito problematico che cercava di spiegare il Consigliere Binci nel suo intervento, citando un illustre personaggio come il prode Prodi. E’ il credito problematico, sono gli incagli, cioè quel tutto dare a tutti che oggi deve diventare diamo solo tutto a chi ha capacità di rientro.
C'è stato questo gap incolmabile e oggi lei, in un Consiglio regionale come il nostro, fa un intervento chiarissimo, inappuntabile, ineccepibile come sempre, ma non siamo riusciti a capire che il sistema bancario delle Marche è in evoluzione, significa entriamo nel discorso delle fusioni bancarie.
Lì i bilanci, caro Presidente, a parte il falso in bilancio che è una chimera, di queste banche non vengono dichiarati perché vengono, e lì torno, a quella banca dove qualcuno mi disse: "Ma voi prima avevate detto il grande, mega, super istituto" che è stato, come azioni della fondazione, ceduto per 70 milioni di euro, ma mai nessuno ha posto l'accento su quanto è l'indebitamento reale dei centri imprese dove ci sono imprese che oggi nell'impossibilità della banca di aggredire gli immobili perché poi devono pagare l'Imu, quindi le case non si vendono, allora c'è una proposta.
Vogliamo far ripartire l'edilizia perché parlo dei mutui edilizi dove ci sono gli incarichi reali, dica Presidente, non sibili all'Assessore, parli con me umile Consigliere, però parliamoci perché ne parleremo a fondo in questi giorni, quindi se si parla di accantonamenti, quali sono stati gli accantonamenti nella gestione dei mutui edilizi che si davano quando l'impresa veniva a chiedere il mutuo, quando veniva erogato il mutuo senza avere garanzie di rientro, oggi la banca abilità è questa la capacità di rientrare e, quindi, di chiedere i soldi, ma al peso di un certo tipo di politica del boom economico, tutto a tutti poi qualcuno li ridarà.
E chi li deve ridare Presidente? Noi non sappiamo chi li dovrà ridare perché la Banca d'Italia che doveva fare quei controlli, credo, ritengo, che li abbia fatti ma mai comunicati, o comunicati ai tempi e modi loro, eludendo anche quella che è una disciplina normativa ben chiara che è quella proprio del controllo, l'esercizio del controllo. Problematico, incagli, accantonamenti, ecco la banca di cui parlava il prode Prodi, per far ripartire questo discorso come ha fatto la Spagna, bisognerebbe innanzitutto sapere qual è la voragine, ma quantificarla a piè di lista in maniera ragionieristica, non da Assessore al bilancio, che è una cosa previsionale, grande in cui parliamo di tutto nel mare immenso di ..., è facile si va nei centri imprese si stima il debito reale di queste banche, dopo di che si fa una proposta sempre relativamente all'evoluzione del sistema bancario regionale, per dire alla Banca d'Italia le situazioni sono queste, per dire ai vari istituti bancari che si rifugiano nel diritto internazionale, quindi è giusto quando l'Assessore Marcolini mi dice "noi non possiamo intervenire", ma il debito reale su queste mozioni si può chiedere agli istituti bancari delle Marche o no?
Questa sarà la sfida che poi io, Presidente, mi scusi se le creerà qualche problema, le farò per iscritto con una interrogazione.

PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti a parlare, quindi mettiamo in votazione la mozione n. 569 che ha un ampio consenso con le firme della III Commissione, dei capigruppo e del Presidente dell'Assemblea.
Mozione n. 569. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 361
ad iniziativa della Giunta regionale
"Approvazione dell'Intesa tra la Regione Umbria e la Regione Marche concernente il riordino dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 361 ad iniziativa della Giunta regionale. Colleghi, cedo che su questa proposta di legge ci sia una richiesta di rinvio. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Dobbiamo rinviarla in quanto siamo collegati con la Regione Umbria e la Regione Umbria deve ancora legiferare, noi aspettiamo la Regione per poi accodarci alla sua motivazione, perché è stata modificando l'intesa con lo Stato.

PRESIDENTE. Benissimo, se non ci sono obiezioni, la rinviamo. Il Consigliere Trenta è contrario, però non lo ha formalizzato, quindi, siamo tutti d'accordo.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. All'inizio dei lavori con il Presidente Solazzi, abbiamo stilato un programmino e c'erano altre due mozioni veloci da approvare, cioè da discutere.

PRESIDENTE. Guardi facciamo questa proposta di legge e poi appena arriva il Presidente ...

Enzo MARANGONI. Perfetto, quella sull'Agenzia delle entrate di Fabriano e Recanati in particolare.

PRESIDENTE. Si c'ero anch'io alla riunione dei Capigruppo, poiché non c'è il Presidente, io vado avanti con i lavori altrimenti anche stamattina non portiamo a casa nemmeno una proposta di legge, una legge di cui ne abbiamo esattamente ...

Enzo MARANGONI. Presidente, era prevista nei lavori, lo abbiamo detto all'inizio dell'Assemblea, non è da Capigruppo.

PRESIDENTE. Non avevamo dato, mi sembra di non sbagliare, un ordine preciso, uno, due o tre, quindi, direi …, anche perché, colleghi, questa proposta di legge, la n. 299, mi sembra che sia la terza o quarta volta che arriva in Consiglio e non riusciamo ad affrontarla.

Proposta di legge n. 299 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative - e alla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 - Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione amministrativa”

Proposta di legge n. 113
ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Giancarli, Camela, Acacia Scarpetti
“Bandi speciali di assegnazione di alloggi di edilizia sovvenzionata a famiglie sottoposte a provvedimenti di sfratto o per soddisfare straordinarie esigenze abitative di famiglie in difficoltà”

Proposta di legge n. 212
ad iniziativa del Consigliere Zaffini
“Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”

Proposta di legge n. 269
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative - e alla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 - Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione amministrativa”

Proposta di legge n. 273
ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Sciapichetti, Giancarli, Badiali, Traversini
“Norme in materia di ampliamento del nucleo familiare negli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”

(Nuova titolazione) “Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative, alla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 - Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell'ordinamento ed organizzazione amministrativa, alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 45 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013/2015 della Regione – legge finanziaria 2013 - e alla legge regionale 28 luglio 2009, n. 18 - Assestamento del bilancio 2009. Interventi per la realizzazione di alloggi di ERP agevolata per le forze armate”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 299 ad iniziativa della Giunta regionale, n. 113 ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, Giancarli, Camela, Acacia Scarpetti, n. 212 del Consigliere Zaffini, n. 269 del Consigliere Latini, n. 273 dei Consiglieri Perazzoli, Sciapichetti, Giancarli, Badiali, Traversini, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Presidente Ortenzi grazie, per la verità una relazione su queste proposte di legge, su quella della Giunta regionale e su tutte le altre che ora elencava, e che io per brevità non rielenco, comporterebbe una lunga relazione, però vista l'ora cercerò di essere breve, addirittura potrei sintetizzare pensando al convegno che è stato fatto alla Mole Vanvitelliana, su Marche 20 20, dal Presidente Spacca, dal Presidente Solazzi, in collaborazione con l'Università e con altri soggetti culturali della nostra Regione.
Potrei dire, partendo da ciò che in quella sede veniva sottolineato: la necessità del policentrismo da un lato e il conformismo degli Ersu, così diceva il Presidente, partendo da questi dati, ovviamente non entro nel merito della legge sull'Ersu, del valore delle Università marchigiane, ma credo che questo tema, questo oggetto che ho elencato, soltanto questo titolo, sottolinei l'evidenza della necessità di una governance rispetto a tutte le funzioni che la Regione esercita, una governance che sia efficace, che sia razionale, che sia efficiente, e allora come ne veniamo fuori rispetto a questi bisogni, con i bisogni del territorio, con la necessità del policentrismo, in una dimensione che è quella europea e non soltanto europea, perché la dimensione oggi è globale.
Ne veniamo fuori se partiamo, non dal nostro punto di vista, dal punto di vista delle istituzioni, dal punto di vista del palazzo, ma dal punto di vista del cittadino, del destinatario della funzione. Partendo dal bisogno del destinatario della funzione credo che la proposta della Giunta regionale sia perfetta, perché dà una risposta a tutti questi bisogni, a questa necessità di governo e destina tutte le risorse, in questo caso, alla realizzazione degli alloggi.
Le risorse sono poche, sono diminuite, però vanno tutte in quella direzione, questo è il punto centrale di questa legge che stabilisce che la pianificazione regionale, come il piano regionale di edilizia residenziale, è in capo alla Giunta regionale per quello che riguarda la proposta, passa attraverso il Consiglio delle autonomie locali per quello che riguarda un parere, ed il Consiglio regionale approva la pianificazione regionale.
Credo che siamo in sintonia con l'efficacia e l'efficienza da un lato e con l'esercizio della democrazia dall'altro, la programmazione provinciale sta in capo alla Conferenza provinciale delle autonomie e poi giunto al Consiglio provinciale, ma su questo, sulle Province non mi dilungo molto perché ogni dieci giorni cambia lo stato della Provincia, non soltanto perché c'è stata la sentenza della Corte Costituzionale, ma perché credo ci sia ormai una volontà chiara del Governo e del Parlamento nel superamento di queste istituzioni.
I programmi regionali speciali. Quando c'è la necessità di un programma regionale speciale per raggiungere quell'obiettivo, a cui facevo riferimento prima, cioè destinare un alloggio a chi ne ha bisogno, con un emendamento del Vicepresidente Canzian, un emendamento che comunque ha il parere favorevole della Commissione, si riporta in campo alla Giunta regionale la proposta del programma speciale, si ritorna al Consiglio delle autonomie locali per il parere, al parere della Commissione consiliare e la Giunta regionale approva.
Mi sembra una forma snella, io ci ho impiegato un po' perché ho parlato della pianificazione, ho parlato della programmazione, dei programmi speciali, e poi ne sto parlando mentre il PD sta facendo il proprio congresso anche in questa Aula, quindi, si fa un po' fatica, c'è un po' di confusione, però vado avanti ugualmente.
Detto questo credo che sulle funzioni non ci sia…, volendo potremmo parlarne molto, tra l'altro su questa legge noi, oggi, abbiamo bisogno su alcuni articoli, e lo dico in modo molto franco, di avere almeno 22 voti, quindi, punto al risultato più che al procedimento, allora mi scuso se non faccio una relazione esauriente, però gli obiettivi sono quelli che rispondono a più ordini di esigenze, la piena coerenza del sistema legislativo, la facoltà di intervenire con programmi speciali, la dismissione degli immobili di Erap, ente regionale per l'abitazione pubblica, a beneficio degli assegnatari, e su questo tra l'altro introducendo la possibilità del pagamento rateale delle abitazioni, il tutto coerente e dentro la legislazione regionale, quella generale, ma anche in materia di politiche abitative, tra l'altro con quelle della riqualificazione urbana sostenibile, e una delega agli enti locali piena nelle funzioni amministrative.
Un miglior utilizzo del patrimonio immobiliare esistente, una gestione del fenomeno degli sfratti con particolare riferimento a quello generato da morosità incolpevole, un'attenzione anche dal punto di vista energetico agli edifici esistenti, la cantierabilità, la speditezza degli interventi, la facilitazione del mercato finanziario.
Questa proposta della Giunta coglie di fatto, anche con gli emendamenti che la Commissione ha scritto, le proposte di iniziativa dei Consiglieri, penso a quella dei Consigliere Marinelli, Camela, Acacia Scarpetti e così via, dà una risposta anche a quella del Consigliere Zaffini, anche se non recepisce un articolo. perché per alcuni aspetti è già contenuto nella proposta della Giunta, la proposta del Consigliere Latini è in sintonia piena con quella della Giunta, rispetto invece alla 273 dei Consiglieri Perazzoli, Giancarli, Badiali, Traversini credo di poter dire che gli obiettivi sono recepiti con un emendamento della Commissione stessa.
Siamo di fatto, in presenza di un primo grande riordino della governance delle politiche abitative nella Regione Marche, gli obiettivi sono quelli che dicevo all'inizio, sono obiettivi importanti, sono obiettivi seri e mi permetto di dire, ma poi lo dirà il Vicepresidente Canzian, se vuole, non voglio su questo coinvolgere altri, che in questo momento di difficoltà economiche e di ristrettezze economiche, soprattutto di ristrettezze della finanza pubblica, dobbiamo saper cogliere anche momenti, in qualche modo, di riduzione dell'articolazione del governo, perché le risorse sono poche e per certi aspetti debbono essere concentrate.
Io credo che se le cose cambieranno come penso che dovrebbero, possono cambiare, fra qualche anno, sono certo che l'Assemblea legislativa nelle Marche possa rivedere anche la governance perché è chiaro che una governance è in funzione anche delle risorse che si hanno a disposizione.
L'importante è non mettere in discussione i principi, i principi devono essere sempre salvaguardati e tutelati, in questo caso il principio non è soltanto sul rigore della spesa, sull'efficacia e sull'efficienza, ma è anche sul valore della democrazia che viene esercitato in forme diverse rispetto a quella che era l'organizzazione di un tempo, magari attraverso i consigli di amministrazione, formule altrettanto valide, ma che in questo momento, proprio per la situazione mutata, passa attraverso la snellezza delle decisioni ed un confronto più forte nelle assemblee elettive con una separazione netta delle funzioni, tra quello che è l'indirizzo di governo, di scelta, di legislazione, e la gestione che spetta agli organi tecnici dell'Erap. Tra l'altro, per quanto mi riguarda, voglio sottolinearne il valore professionale e umano perché in questi anni, se nella Regione Marche è stata data una buona risposta lo dobbiamo alle persone che in prima fila hanno operato su questo settore.
Mi sento di ringraziare il Servizio della Regione Marche con cui in questi mesi, ma direi in questi anni, abbiamo lavorato in sintonia, costruendo un percorso interessante, non ringrazio il Vicepresidente Canzian, semmai lo faccio dopo, i nostri rapporti sono tali che non dobbiamo ringraziarci, ma ci sentiamo impegnati in una causa comune.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, i motivi dei rinvii della discussione in Aula di questa legge, che si sono susseguiti nelle varie sedute, sono interni alla maggioranza per una questione di divisione dei poteri, di distribuzione delle risorse tra Giunta, Assemblea e Commissioni.
Al di là degli aspetti che riguardano la maggioranza, la nostra visione, rispetto a questa legge, si inserisce nel contesto generale e va anche un po' oltre il voto che per quanto ci riguarda, sarà contrario, negativo, e va anche oltre perché riguarda le politiche abitative in genere.
Sicuramente in questa legge ci sono dei lati positivi che noi abbiamo colto anche in Commissione, dei lati che riguardano la questione dell'alienazione del patrimonio dell'Erap, una nuova promozione nonostante le risorse residue molto, molto, basse, anche la crisi incide rispetto ad una destinazione sempre minore da parte della politica e delle istituzioni alle politiche abitative. Noi siamo contrari perché in questa maniera potremo trovare nuovo slancio, però nel rispetto dell'obiettivo che si proporre, dal nostro punto di vista, questa legge non guarda all'obiettivo reale, parliamo, in questo senso, della ridiscussione dei criteri di assegnazione delle case popolari.
Girando il nostro territorio e le amministrazioni comunali basta guardare i nostri interlocutori sui territori per capire che la costruzione di nuovi edifici popolari assume una rilevanza inferiore rispetto agli anni scorsi, alle stagioni passate, perché in molti territori questi nuovi edifici sono un motivo di discussione nell'assegnazione, rispetto alla percentuale molto bassa di italiani e di residenti in loco, che praticamente non hanno quasi più una speranza di poter arrivare ad avere una casa popolare.
Quello che noi riteniamo essere fondamentale, rispetto agli sforzi che sono stati fatti in Commissione, con i tecnici, con l'Assessore, con il Presidente Giancarli, che io ringrazio, è l'obiettivo politico che noi ci dobbiamo porre, tutti questi sforzi che noi incontriamo, che voi avete incontrato per reperire risorse, per attuare una governance che possa dare delle risposte sono poi vanificati dall'obiettivo che vede, in qualche maniera, sfuggire un'importanza, una rilevanza sui territori, perché di fatto non riesce a dare le risposte a quelle che sono le richieste che noi riteniamo più forti, quelle che vengono dalle famiglie di italiani e da tante famiglie indigenti che non riescono ad essere una posizione accettabile nelle graduatorie.
Al di là della discussione se pur in parte accettabile e condivisibile che ha fatto il Presidente Giancarli, al di là della discussione interessante che si è innescata in seno alla maggioranza e tra la maggioranza e la Giunta, al di là dell'iniziativa dell'Erap unico regionale che ci ha visto partecipi alla discussione e con aperture politiche che ci sono state in quel momento, noi riteniamo che tutta la discussione rispetto a questa materia risulti essere un tecnicismo e un gioco, che rimbalza, di potere, di gestione di risorse, diciamo, più organizzativo che politico, perché il dato politico è che le politiche delle case popolari nella nostra regione, come dicevo prima, è estraneo alle dinamiche reali di assegnazione delle case alle famiglie italiane indigenti.
Noi non vogliamo essere razzisti, non vogliamo essere tacciati di razzismo o cavalcare il populismo, ma finché non verranno ridiscussi i criteri per l'assegnazione degli alloggi popolari e finché questi criteri non saranno caratterizzati da una maggiore perequazione nei confronti non solo di chi è cittadino italiano da qualche anno, ma di chi è almeno residente nei luoghi da qualche anno, noi crediamo che tutti questi sforzi siano inutili e crediamo che siano sforzi che guardano più a delle alchimie amministrative che a delle reali esigenze politiche.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Poche cose, poche valutazioni, sono molto soddisfatto che dopo tre Consigli finalmente riusciamo a discutere questa proposta di legge.
Il dibattito sulle mozioni che riguardavano Lampedusa e Banca Marche è stato interessante, pur tuttavia questa è una proposta di legge molto urgente, ed è molto importante oggi averla in Consiglio. Credo che vada ringraziato, io lo voglio fare, il Consigliere Giancarli che sta producendo sforzi notevoli non solo su questa proposta di legge, ma anche su quella dei trasporti, so che si impegna a fondo su queste materie e quando giungono in Aula è anche merito della IV Commissione e del suo Presidente.
Sulla vicenda delle case popolari, in questi anni, abbiamo fatto un lunghissimo percorso, ricordo gli Acp di pochi anni fa, il direttore unico regionale di oggi, un lungo percorso di riforma delle case popolari, praticamente "senza risorse" perché le famose leggi che finanziavano l'istituto si sono esaurite da qualche anno e oggi la struttura, la gestione delle case popolari è tutta legata alle risorse proprie della Regione, mi pare Assessore. E' un tema non secondario perché con l'aria che tira, riuscire a finanziare, mi pare, con novemilioni di euro un piano triennale di Erap non è cosa secondaria, anzi, penso che sia una cosa di grande rilievo, di grandissimo rilievo.
Al di là di tutta la politica che riguarda le alienazioni, i progetti speciali, la ricollocazione delle risorse derivanti dalle alienazioni, uno dei temi centrali di un programma di sviluppo dell'Erap è quello delle manutenzioni ordinarie, non tanto Consigliere Acquaroli, il tema della fruizione e dell'accessibilità agli alloggi di case popolari, ma in primo luogo quello della messa a norma e della manutenzione ordinaria che in alcuni casi si rendono più che necessarie.
Voglio sempre ricordare al Consigliere Acquaroli che, in realtà, i meccanismi, i criteri di assegnazione degli alloggi in quest'Aula li abbiamo discussi qualche anno fa, forse allora Acquaroli non era Consigliere regionale, abbiamo corretto alcune questioni particolari, alcuni criteri particolari che non davano una garanzia adeguata a tutti i cittadini, a tutti i residenti italiani e stranieri, la correggemmo e siamo riusciti, in quel modo, con quelle correzioni, a rendere maggiormente fruibili, in maniera più ampia, le abitazioni popolari sia agli italiani che ovviamente agli stranieri, correggendo alcuni criteri, mi pare di ricordare il numero dei figli, ma ne correggemmo anche altri.
Credo che oggi quella legge sia abbastanza equilibrata e rende fruibili le case popolari in questa regione, ovviamente fummo contrari quando qualcuno in quest'Aula propose liste separate, la lista degli italiani e quella degli extra comunitari, mi sembrava una provocazione, la respingemmo cercando di correggere i criteri.
In realtà questo lungo processo di riforma credo che oggi abbia raccolto, con questa proposta di legge, un ulteriore rafforzamento della governance fra Giunta, Consiglio e la nuova struttura dell'Erap, tra l'altro c'è un mio sub emendamento che cerca di restringere nel senso che un tema così importante come quello delle risorse a disposizione deve essere in qualche modo seguito, vissuto, anche deciso insieme, fra Consiglio, Giunta ed Erap stesso.
Mi pare di poter dire che arriviamo al voto di una proposta di legge utile, urgente ed importante per il sistema degli alloggi popolari nella nostra regione.
Il gruppo del PD ovviamente voterà a favore di questo testo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ho condiviso in Commissione il lavoro fatto su questa legge che regolamenta l'utilizzo delle risorse sopravvenute in caso di finanziamenti ulteriori, tramite un programma speciale di intervento proprio per questi finanziamenti sopravvenuti. Va ad intervenire sulle modalità finanziarie dell'alienazione, facilitando, in questo momento di difficoltà economica, le modalità di pagamento di chi vuole, in genere sono gli attuali affittuari, subentrare acquistando il proprio alloggio, quindi, facilita le modalità di pagamento e dà la possibilità anche ai Comuni di prorogare le graduatorie.
Diciamo che è stata fatta un'opera che conclude quella che è la riorganizzazione degli Erap, con l'Erap Marche unico regionale, nella direzione della diminuzione dei costi dei vari Consigli d'amministrazione e, soprattutto, visto la limitatezza delle risorse, nell'accorpamento della programmazione, in una programmazione unica regionale che dia criteri e lettura dei bisogni abitativi in maniera omogenea su tutto il territorio regionale.
Non è stata toccata quella che è la parte concertativa, cioè la possibilità da parte dei Comuni e dei territori provinciali di fare una riflessione che sia un contributo e che dia indicazioni alla programmazione regionale, tutto questo rimane, abbiamo fatto un'operazione di razionalizzazione, mantenendo comunque la democraticità e la trasparenza del percorso di programmazione.
Do un parere favorevole a questo percorso di razionalizzazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Semplicemente per esprimere il voto favorevole del Gruppo dell'UdC a fronte del fatto che il testo iniziale aveva prodotto una certa, diciamo, agitazione, preoccupazione intorno ad una materia che in questi ultimi anni gira nell'ordine di pochissimi spiccioli. Non so se l'Assessore potrà confermare queste cifre, ma questi famosi fondi ulteriori residui ..., anzi dovremo lamentare, Assessore, il fatto proprio che non abbiamo più nulla, che questa disciplina, sicuramente utile, manca di sostanza sia sul piano nazionale che su quello regionale. Le risorse in questo settore sono fortemente diminuite, credo anche che dove ci sia stato, penso anche al rapporto tra alcuni enti locali, motivo di contendere questo sia veramente superato dai fatti, non abbiamo di fronte la ripartizioni di decine o centinaia di milioni in un piano triennale o quinquennale, abbiamo poche risorse.
Come diceva proprio adesso il Consigliere Binci, condivido il suo ragionamento riguardo alla determinazione democratica e partecipativa e credo che questo sia estremamente rappresentato nella legge, ci sono ampie garanzie, perché alla fine è il Consiglio regionale o in subordine, a parte il piano, la Commissione consiliare che deve esprimere parere favorevole affinchè l'iter dell'assegnazione di ulteriori risorse venga completato, quindi, da questo punto di vista la legge è inattaccabile, ripeto, questo è il primo argomento che mettiamo in campo.
Un altro è il fatto che sia da parte dell'Erap Marche che della Giunta stessa, e questa potrebbe essere una novità, c'è un'assunzione di responsabilità rispetto a quello che viene deciso. La frammentazione localista delle decisioni non è di per sé un vantaggio, può essere attuata quando, ripeto, si devono dividere non duemilioni, ma ventimilioni, venticinque, allora ha un senso, ma dove le risorse sono poche potrebbe anche esserci questo, il dato centrale può dire che un anno tutte le risorse vanno in un determinato territorio perché c'è veramente emergenza. Il fatto che la legge dia questa responsabilità alla Giunta credo che sia il percorso più corretto ed idoneo.
Ho già fatto all'Assessore un'osservazione verbale, sia in Commissione che personalmente, riguardo al suo emendamento all'articolo 13, comma 2, dove l'eventuale ulteriore proroga, Assessore, relativamente alla possibilità di completare i lavori potrebbe prevedere un termine che sia sempre lo stesso: dodici mesi, questo per mettere la Giunta al riparo, nel momento in cui lo concede, da ricorsi. Una legge che non può stabilire genericamente o attraverso un aggettivo il termine, quindi, non so se è il caso di introdurre un sub emendamento, oppure l'Assessore è tranquillo e sa che quel termine comunque c'è, perché l'emendamento dell'Assessore se non sbaglio recita: "limitate proroghe ai predetti termini", quel limitate essendo un aggettivo e non un termine numerico potrebbe essere oggetto di contrasto, quindi, per quello che possiamo, evitiamo i contenziosi amministrativo legali che già ne abbiamo tanti nel nostro territorio e, quindi, se le proroghe che può concedere la Giunta sono stabilite entro i dodici o i diciotto mesi, quello che la Giunta riterrà più opportuno, penso che sia migliorativo dell'emendamento presentato dall'Assessore che condivido in pieno.

PRESIDENTE. Per organizzare un attimo i lavori vorrei capire chi interviene in questa fase della discussione generale, poi sui singoli articoli non c'è problema, non c'è nessun altro? Allora dopo il Consigliere Zinni cominciamo l'analisi degli emendamenti e degli articoli.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Condivido la relazione del Consigliere Acquaroli, condivido pienamente le sue perplessità e mi sento di aggiungere semplicemente due riflessioni.
Noi stiamo continuando a metter mano alla normativa che riguarda le abitazioni delle case popolari a più riprese, a più step, con provvedimenti, a mio avviso, un po' disorganici che non risultano mai decisivi su due questioni, la prima è attinente l'alienazione del patrimonio, vorrei ricordare che dall'inizio della legislatura ad oggi più volte abbiamo discusso dell'opportunità che l'Erap dismetta i suoi immobili nei confronti degli affittuari che ci stanno da anni e riprogrammi le nuove costruzioni.
Vediamo che a tutt'oggi è tutto completamente fermo, e se da un lato un argomento legittimo a questa paralisi nasce dalla crisi dell'edilizia, dalla crisi economica, da crisi che portano di riflesso a delle difficoltà in questo senso, dall'altra continuiamo ad assistere ad una logica di potere fra enti, in cui si ha paura di perdere del potere attraverso la dismissione di questo patrimonio. Perché? L'interazione Erap-Comuni, vale a dire i Comuni assegnano e l'Erap è proprietario e gestore degli immobile, questo binomio porta alla paralisi per quello che riguarda le alienazioni, i Comuni nell'incertezza di non avere immobili di nuova costruzione, nuove case da assegnare agli inquilini, non vogliono sottostare, in una qualche misura legittimamente, al fatto di perdere varie unità immobiliari.
Credo che da questo punto di vista si debba intervenire, dobbiamo trovare un grimaldello per rompere questo meccanismo e portare finalmente l'Erap a vendere le case a chi ci abita da quarant'anni e a costruire nuovi immobili, da questo punto di vista anche questa è un'occasione persa, perché andiamo a disciplinare altri aspetti della vicenda.
Secondo problema non indifferente, accennato dal Consigliere Acquaroli, noi dobbiamo nuovamente immaginare nel 2013 i criteri di assegnazione di queste abitazioni, vorrei ricordare che fin troppo superficialmente e con troppa spettacolarizzazione politica quest'Assemblea ha bocciato emendamenti attinenti la premialità della residenzialità del richiedente come criterio di assegnazione, perché venivano visti come un aspetto razzista, però vorrei che ognuno di voi andasse a controllare i bandi dei Comuni, andasse a controllare le assegnazioni, le graduatorie e vedrete che, gioco forza, il paradosso è che è aumentata, di fatto, la premialità per famiglie residenti di extra comunitari.
Il problema non è punire questa cosa, punire l'accesso degli extracomunitari, il problema è trovare un criterio moralmente decente per ripristinare un'equa ripartizione, un'equa assegnazione, per essere chiari laddove diventa premiante il numero dei figli non è che possiamo ammazzare gli italiani che fanno solo un figlio, due figli, perché ci sono famiglie che ne fanno 10 e provengono da altri Paesi, non possiamo andare a guardare parametri così, lasciandoli fermi a 10 anni fa, credo che anche da questo punto di vista la Regione dovrebbe mettersi intorno ad un tavolo insieme ai Comuni, insieme all'Erap e ragionare su un meccanismo che sia un attimo più equo e garantista nei confronti di tutti e paradossalmente anche dei cittadini italiani non abbienti residenti in quel territorio da molti anni.
Queste sono due grandi occasioni perse per questo ennesimo atto normativo. Credo che la tanto agognata riforma di semplificazione in un solo unico Erap sia il terzo punto dolente della questione.
Oggi se vogliamo ottenere risultati migliori dobbiamo trovare un modo più forte di coinvolgere i territori di appartenenza ed è indiscutibile che gli Erap provinciali, da questo punto di vista, davano delle garanzie che questo organismo unico non dà, pertanto o la Regione è in grado di trovare degli strumenti da mettere in capo a questa riforma per renderla efficace, altrimenti il paradosso è che il piccolo risparmio che si è fatto con i consigli d'amministrazione non produrrà una migliore qualità complessiva dell'attività dell'Erap e sostanzialmente diventa inutile.
Queste tre questioni sono tre questioni aperte, fino a quando non vedrò la maggioranza disposta ad affrontare concretamente queste tre questioni, non credo che darò appoggio ad un'attività di limatura come quella che esiste in capo all'Erap.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Credo che ci siano alcuni articoli, lo dico soprattutto alla maggioranza, che se non passano a maggioranza decadono, mettendo a repentaglio la possibilità di continuare nell'approvazione della legge.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Sub emendamento 2/1/1 del Consigliere Canzian. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 così come emendato. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, lo dico per chiarezza, l'articolo 2 e l'articolo 4, dopo ce ne sono anche altri, hanno bisogno della maggioranza assoluta, 22 voti.
Chiedo scusa Presidente, se il 2 ed il 4 non riescono ad avere questa maggioranza dobbiamo fermarci, perché la legge non si reggerebbe, e riunire la Commissione, quindi, il mio non è un appello, è una comunicazione, per dire in modo chiaro come stanno le cose.

PRESIDENTE. Scusate, noi abbiamo votato l'emendamento 2/1 adesso abbiamo il sub emendamento 2/1/1 e su questo serve la maggioranza. (...)
Scusate ricominciamo abbiamo votato l'emendamento 2/1/1, il sub emendamento è passato. Giusto? (...) Perfetto.
Emendamento 2/1 del Consigliere Canzian. Lo pongo in votazione, occorre la maggioranza assoluta.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Diciotto più uno diciannove. A chi non ha preso la votazione? Diciotto, diciannove, venti e ventuno, comunque è bocciato.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Adesso si rivota, ma è l'ultima volta, nel senso che bisogna essere in Aula.
Noi eravamo in fase di votazione, un problema tecnico ci ha impedito di validare il dato, (...) non si può chiedere l'appello nominale nel corso della votazione, quindi, tecnicamente si rivota ma non c'è l'appello nominale, bisogna chiederlo prima.
Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(Voci fuori microfono)

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

PRESIDENTE. L'articolo 2 è stato approvato perchè questo emendamento era sostitutivo. (...) l'emendamento sostituiva l'articolo 2, lo dobbiamo votare due volte? Non è cattiveria, è sostitutivo, dovremmo votare un'altra volta quello, ma non è possibile.

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Sub emendamento 4/1/1 del Consigliere Ricci, sostitutivo dell'articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Emendamento 4/1 del Consigliere Solazzi. Decaduto.
Emendamento 4/2 del Consigliere Pieroni. Decaduto.

PRESIDENTE. L'articolo 4 è approvato.

Articolo 5.
Emendamento 5/1 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Il mio è un emendamento, diciamo così, a tutela del territorio, del suolo agricolo, nel senso che l'articolo che stiamo votando dice che non si deve consumare più suolo agricolo, e questo va benissimo, però dice che se non se ne può fare a meno, il suolo agricolo si consuma lo stesso. Questo è il senso dell'articolo che stiamo votando, io, invece, con l'emendamento voglio rafforzare il concetto, e dico che quando si approvano varianti ai piani regolatori i Comuni, nel calcolo delle esigenze abitative e nel ridimensionamento dei piani stessi, devono dare la priorità a questo tipo di edilizia sociale e, quindi, i piani regolatori previsti dalla legge urbanistica devono tener conto della priorità da darsi agli alloggi Erap, dopo di che viene tutto il resto, però prima il conteggio degli alloggi Erap, quindi a tutela del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Le cose che sostiene il Consigliere Marangoni in parte sono contenute, ma dal punto di vista formale no, perché di fatto la legge nella riqualificazione urbana privilegia il recupero, mentre sono marginali gli interventi di nuova costruzione, comunque non possiamo accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5bis/1 del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento va a sostegno nel caso di separazione, in quanto abbiamo delle situazioni di estremo disagio che cominciano ad essere percepite anche dall'Unione europea. Vedo che c'è un bando, un sostegno concreto per i genitori separati in gravi difficoltà economiche, di cui la Regione Lombardia ha fatto subito sua l'idea, mettendo un cospicuo finanziamento per queste situazioni di disagio.
Questo mio emendamento va ad incidere sull'Isee della persona che si vede coinvolta nella separazione, in quanto l'assegno di mantenimento che viene percepito dall'ex coniuge, che può essere sia l'ex marito che l'ex moglie, non viene mai considerato ai fini dell'Isee, questo sicuramente è un'ingiustizia per chi si trova in gravi situazioni, anche abitative, perché si vede superato da altre persone che alla fine hanno un reddito sicuramente maggiore di quello scorporato dall'assegno di mantenimento.
Penso che questo sia un emendamento di giustizia, soprattutto in questo momento che, sappiamo bene, questa categoria sta soffrendo, sono molti i disoccupati che si trovano in situazione di separazione, quindi si aggiunge dramma al dramma.

PRESIDENTE. Emendamento 5bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5bis/2 del Consigliere Zaffini, introduce l'articolo 5 bis. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento è chiaro, penso che sia un incremento alla tutela che vogliamo sempre dare a questa legge, nel preambolo non viene citato, si citano solo i nuclei familiari monoparentali con figli a carico, io, invece, cerco di inserire anche i genitori con figli in affido esclusivo e condiviso, la normativa lo recepisce, quindi, è solo un'aggiunta alla dizione che attualmente è nella legge.

PRESIDENTE. Emendamento 5bis/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 6bis/1/1 del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento fa riferimento agli anni di residenza nel nostro territorio per poter accedere alla casa abitativa, però, a questo punto, chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Zaffini, Marangoni, Foschi.
Chiedo i sette anni di residenza in Italia per accedere alle case popolari.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Intervengo perché se questo fosse approvato verrebbe annullato quello successivo, il mio emendamento, il 6/bis/1, che prevede una residenza di almeno dieci anni.
Io rimango sempre me stesso, le mie idee sono sempre quelle, voi sapete benissimo che, è un dato nazionale, le case popolari al 50% sono agli stranieri, al 50%, questo è un dato di pochi giorni fa, in certe città si arriva anche all'80-90%.
Il Consigliere Zaffini me l’ha ammorbidito ha fatto sette anni, perché lui non ha più il fazzolettino verde nella tasca, ne ha uno rosa e uno giallo per adeguarsi ai tempi, ma io rimango sempre delle mie idee, quindi, chiedo dieci anni, ma voterò comunque il suo perchè sette sono meglio di zero che è l’attuale.

PRESIDENTE. Sub emendamento 6 bis/1/1. Lo pongo in votazione.
Favorevoli: Acquaroli, Bugaro, Camela, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Binci, Bucciarelli, Canzian, Cardogna, Comi, Donati, Giancarli, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Bellabarba.
Astenuti: nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 bis/1 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 bis 1/bis del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 bis/2 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 bis/2/bis del Consigliere Zaffini. Decaduto.

Emendamento 6 bis/3 del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7bis/1 del Consigliere Marangoni, istitutivo dell'articolo 7bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Votazione annullata, la ripetiamo.

Emendamento 7bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7bis/1/bis del Consigliere Giancarli, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, rubo all’Aula trenta secondi, per dire che questo, come altri emendamenti successivi che portano la mia firma, sono emendamenti che contengono proposte di altre iniziative legislative avanzate da diversi Consiglieri, dai Consiglieri Marinelli, Perazzoli ed altri che non cito, basta vedere le proposte.

PRESIDENTE. Emendamento 7 bis/1/bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento 7 bis/2 del Consigliere Silvetti. Decaduto.
Emendamento 7 bis/3 dei Consiglieri Acquaroli, Foschi, Zinni. Decaduto.
Emendamento 7 bis/4 dei Consiglieri Acquaroli, Foschi, Zinni. Decaduto.

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/2 del Consigliere Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento 9/3/1 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. L'alienazione delle case popolari è un fatto sicuramente positivo, però è importante prevedere espressamente un diritto di prelazione nei confronti di chi ci abita (...) lo affermo in modo più pregnante, deve prevedere un diritto di prelazione a favore degli assegnatari.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa, la filosofia del piano vendite è quella di reperire risorse da reinvestire nel settore. Questa impostazione sarebbe da ostacolo, perchè di fatto contrasta con la filosofia della legge. A me dispiace, tra l’altro prima ho ascoltato, ascolto sempre con attenzione, (...), appunto, ma questo bisogna respingerlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. L'articolo parla dei fondi, dei proventi di alienazioni, quindi, non parla dell'alienazione, nel reinvestimento non c’è la prelazione rispetto agli attuali inquilini, ci sono le graduatorie non è che uno se …, cioè la prelazione c'è nel momento della vendita, nel momento in cui la vendita è stata effettuata, ci sono risorse in capo all’Erap, c'è il reinvestimento, secondo quello previsto dal regolamento, per le manutenzioni e per le nuove realizzazioni.
Secondo me l'emendamento non c'entra niente con l'articolo su cui è stato fatto.

PRESIDENTE. Sub emendamento 9/3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/3 del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. L'emendamento 9/3 fa riferimento alla clausola di vendita, l’avviso pubblico deve contemplare un clausola di vendita degli immobili agli assegnatari degli alloggi che vi risiedono da almeno dieci anni, questo è pertinente, sicuramente, c’è qui l’esigenza di tutelare, in qualche modo, e di dare la precedenza sostanzialmente a chi ci abita da almeno dieci anni ed evitare che uno che ha l’assegnazione, dopo un anno per esempio, o dopo sei mesi, partecipi già all'acquisto. La vendita, quindi, è consentita se ci abito da almeno 10 anni.

PRESIDENTE. Emendamento 9/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/4 del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/5 del Consigliere Marangoni. Decaduto.

Articolo 9 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo ancora scusa all’Aula, ripeto, lo faccio per chiarezza, gli articoli 10, 11 e 13 hanno bisogno di 22 voti.

PRESIDENTE. Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 12. Soppresso.

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12 ter.
Emendamento 12 ter/1 del Consigliere Canzian (sostitutivo dell'articolo). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento 13/1 del Consigliere Solazzi. Ritirato.

Emendamento 13/2 del Consigliere Canzian. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Emendamento 13/3 del Consigliere Solazzi. Ritirato

Emendamento 13/3/bis del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Emendamento 13/4 del Consigliere Giancarli. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 13 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Articolo 13bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 299, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Chiederei cortesemente all’Aula, se fosse disponibile, di trattare ora, il punto 7, relativo alla proposta di legge n. 362.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Noi abbiamo l'estrema necessità di iscrivere d’urgenza una proposta di deliberazione che è arrivata proprio all’ultimo momento, riguarda la fusione di due Comuni nel pesarese, Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola.
Chiedo l’iscrizione d’urgenza e la discussione dopo il punto 8 che riguarda la fusione di altri tre Comuni, saranno cose veloci per poter fare il referendum l'1 dicembre in modo che da gennaio si attivino …

PRESIDENTE. Se siete d’accordo, sulla richiesta di iscrizione della proposta di deliberazione numero 29, fatta dal Consigliere Perazzoli, credo che non ci siano problemi, quindi, la diamo per inserita all’ordine del giorno, però farei un'ulteriore proposta, votare le due proposte di deliberazione, la 26 e la 29, poi a seguire ... Assessore … quale appuntamento? Ma che personale, lo facciamo subito, per queste ci vogliono 30 secondi. Oggi arriviamo fino alla fine dell’ordine del giorno perché martedì prossimo non c’è il Consiglio regionale, questa cosa non ci impegna che 30 secondi.

Proposta di deliberazione n. 26
ad iniziativa della Giunta regionale
"Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 357/2013 concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Belforte all'Isauro, Lunano e Piandimeleto, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 - Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 26 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Rinuncio

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Rinuncio

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 26. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 29
ad iniziativa della Giunta regionale
“Indizione del referendum consultivo in merito alla proposta di legge n. 365/2013 concernente l'istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, ai sensi dell'art. 2 comma 1, lett. a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 - Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche”
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 29 ad iniziativa della Giunta regionale. I relatori, Consigliere Traversini e Massi, sono gli stessi anche per questo atto, rinunciano ad intervenire.
Passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 29. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 362
ad iniziativa della Giunta regionale
“Misure organizzative per il contenimento della spesa. Modifica delle leggi regionali 15 ottobre 2001, n. 20 - Norme in materia di organizzazione del personale della Regione - e 14 maggio 2012, n. 12 - Istituzione della Stazione Unica Appaltante della Regione Marche - SUAM"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 362 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Cercherò di essere abbastanza breve.
Questa proposta di legge nasce da un'esigenza di riordino, sia dal punto di vista della razionalizzazione funzionale ed organica che, naturalmente, da un'esigenza di tipo economico, di risparmio economico.
Questa è una proposta che ne modifica altre due, la 20 del 2001 e la 12 del 2012, e l'obiettivo è quello di uno snellimento anche burocratico amministrativo attraverso una riduzione dei Servizi che passano da 11 a 7.
Quello che si va sostanzialmente a fare è non avere più le funzioni dirigenziali, sia di posizione che di progetto, ma sostituire le funzioni di posizione con posizioni dirigenziali individuali, questo significa che tra i vari dirigenti, … scusate se non vi interessa..., io non riesco a parlare ..., tra i vari dirigenti si va ad individuare un responsabile per la struttura e non più responsabili, questo non significa che ci sia uno svilimento del ruolo del dirigente, perché comunque rimane come posizione individuale, quindi, in ogni caso a capo di progetti ben specifici, il suo ruolo di dirigente rimane, semplicemente si evita che ad ogni dirigente corrisponda una struttura. Si procede, quindi, anche ad un accorpamento di vari uffici, individuando responsabilità precise in capo ad una sola persona, ad un solo dirigente.
Fa parte di questa proposta di legge, come dicevamo, anche la modifica dell'articolo 8 della legge regionale 12 del 2012 che riguarda la stazione unica appaltante, la Suam, che non viene equiparata ad un Servizio, quindi, non è un servizio, ma non significa che la Suam sia svilita nelle sue funzioni, perché ha la sua autonomia, ha la sua funzionalità e soprattutto mantiene la sua efficacia.
In Commissione, tra l'altro, abbiamo accolto gli emendamenti a firma del Presidente Spacca, sono semplicemente degli emendamenti di natura tecnica che vanno a correggere degli errori di natura tecnica.
E' una proposta di legge di riordino di cui abbiamo assolutamente necessità che va nella direzione del risparmio economico, della razionalizzazione e dello snellimento burocratico-amministrativo, quindi, invito l'Aula ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, gradirei un po' di silenzio perché è impossibile parlare in questi termini … ai colleghi sopravvissuti, e prendo atto che la pausa pranzo è più importante di come trattare i dirigenti dell'ente al quale apparteniamo, mi viene da dire che questa non è una riforma o una misura di contenimento della spesa, ma è una proposta di legge che va a sedimentare ancora di più una brutta pratica della politica italiana.
Nel corso degli anni, è fuori discussione, che si sia creato, forse, un accumulo eccessivo del numero dei dirigenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato all'interno degli enti pubblici, ed oggi ci ritroviamo a fare questa manovra che prevede la segmentazione di un concetto: esistono dirigenti di serie A e dirigenti di serie B.
Ora questo fatto era già previsto dalla normativa vigente, perché la normativa vigente ci diceva che esistevano i dirigenti di funzione, cioè quelli in pianta stabile a capo di un pezzo importante della macchina amministrativa, e dirigenti di progetto, progetto voleva dire ti do un progetto, per quel progetto ti do uno staff di due o tre persone, tu mi devi raggiungere quel progetto.
La normativa attuale non è mai stata applicata, salvo due o tre eccezioni, eravamo già in una fase in cui dirigenti, e qui vorrei sottolineare l'importanza del concetto di dirigente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, gente che ha vinto un concorso, che ha delle presunte competenze e delle accertate responsabilità, non fanno i dirigenti.
Questa legge va a stratificare, a sedimentare di più questo ragionamento, perché dice non solo non applico la vecchia legge esistente, ma tolgo i dirigenti di progetto e lascio i dirigenti individuali che vanno messi a lavorare, in un determinato settore, sotto un altro dirigente che è quello di funzione.
In poche parole noi pagheremo lo stipendio da dirigente, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato/determinata, a Tizio, ma Tizio farà di fatto come mansione il quadro aziendale, farà di fatto il funzionario, l’impiegato.
Perché cambia questa cosa, perché è importante? Perché lo stipendio di un dirigente è composto da più indennità, alcune sono stabilite da un contratto collettivo nazionale, altre sono stabilite dall'ente in capo, come integrativo, come indennità di funzione, come indennità di lavoro, quindi, se uno è un dirigente di progetto ha l’indennità di progetto, se uno è un dirigente in funzione ha l’indennità di funzione. Con questa riforma ci saranno dirigenti di funzione con indennità aggiuntive alte e ci saranno dirigenti vincitori di concorso senza indennità aggiuntive, se non un leggero integrativo rispetto allo stipendio base.
Qualcuno di voi potrebbe dire e chi se ne frega? Attenzione io vi invito a questa riflessione: che ci debba essere una gerarchia dei dirigenti è fuori discussione, che ci debba essere anche una certa facoltà della Giunta o di chicchessia di scegliersi politicamente, come posso dire, incarichi fiduciari è fuori discussione, ma che noi si debba blindare questo meccanismo andando a condannare a morte, tutta la vita, i dirigenti di serie B a perdere le pari opportunità e non poter svolgere l'incarico che meritano come vincitori di concorso, a me sembra una forzatura.
Invito l’Assessore e la Giunta a ritirare questa legge perché questa legge da un punto di vista del risparmio complessivo, fa risparmiare poco perché, parliamoci chiaro, il grosso monte dello stipendio, degli stipendi sommati di spese personale resta, ovviamente c'è una leggera razionalizzazione sull'uso del personale degli uffici perché il dirigente di progetto aveva due persone, quindi, in questo modo c'è un po' di efficientismo in più, ma mi chiedo è moralmente giusto che per un po' di efficientismo in più la politica si arroghi il diritto di superare ciò che la legge nazionale dice e cioè se uno ha vinto un concorso ed è un dirigente, il dirigente lo deve fare!
Questa non è una banca in cui, dopo una fusione, si può decidere di prendere un dirigente e sbatterlo fuori dalla porta con una lauta liquidazione, questo è un ente pubblico in cui un dirigente lo tieni fino a quando non va in pensione ed il dovere morale della politica è farlo lavorare sodo, ma anche farlo lavorare per ciò che è stato assunto o per ciò che è, non è che io posso decidere perché mi sta antipatico il signor Mister X di fargli fare il finto dirigente, lo sguattero in un servizio o di fargli fare il dirigente con delle responsabilità, il che non vuol dire che il dirigente di funzione non debba esser quello, quell’altro, magari quell’altro è giusto che lo faccia, magari è più bravo, si assume più responsabilità, però viva Dio perché dobbiamo farci una legge su questo? Perché arrogarci il diritto di superare ciò che in realtà non è nelle nostre competenze? Questa è una forzatura.
Concludo, capisco di aver annoiato tutti sull'argomento che purtroppo questo è, noi siamo l'organismo a capo di queste scelte, sappiate che questa legge, piaccia o non piaccia, poi uno la può condire di tutte le valutazioni che vuole, è una legge che altera le carriere di chi è dirigente qui dentro e bisogna esserne consapevoli, poi mi può star bene il ragionamento politico di uno che dice non me ne frega niente di questa alterazione perché m'interessa di più un’altra cosa, però non raccontiamoci che questo non accade. Questo accade, noi alteriamo i cursus honorum dei dirigenti qui dentro e mi sento di dire, e concludo, che si sarebbe potuta fare una legge migliore dal punto di vista politico non tecnico, perché chi l'ha scritta è molto competente e bravo, lo sappiamo, glielo riconosciamo tutti, non è questo il punto, non mi riferisco all’Assessore, ma ovviamente a tutti gli uffici tecnici, ma da un punto di vista politico noi stiamo a mio avviso debordando dai nostri ruoli, Assessore la invito a ripensarci un attimo perché forse si può ottenere qualche risultato simile rivedendo un po' la cosa, cioè noi abbiamo il dovere morale di costringere ogni dirigente della Regione a lavorare sodo, ma abbiamo il dovere morale di farglielo fare da dirigente, non da impiegato.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Siamo rapidi ed efficaci, io vorrei provare a convincere il Consigliere Zinni a votare a favore di questo atto, perché lui lo voterà, ma da come ha parlato voterà contro.
Vorrei convincerlo a votare a favore. Perché? Spiego: di quello che lui ha detto possono esserci alcune interpretazioni personali che vanno in questa direzione, ma non è l'intenzione dell'amministrazione, questo atto serve innanzitutto a due cose, come voi sapete quando ho assunto questo incarico, a maggio 2010, c'erano tredici servizi, abbiamo fatto una riorganizzazione, i servizi sono passati a nove, adesso in questo clima di spending review, di riorganizzazione, a volte anche forzata perché obiettivamente, come ho avuto modo di dire un giorno al tavolo Stato Regioni, il fatto di trattarci sempre tutti allo stesso modo crea anche delle ingiustizie palesi. La Regione Marche ha milletrecento dipendenti, la Regione Sicilia ne ha ventiquattromila, noi oggi abbiamo ridotti cinquantasei dirigenti, la Sicilia ne ha duemila, dire a noi che dobbiamo dimagrire del 10%, significa che una scoppia di salute, è grassa in abbondanza e l'altra muore di fame.
Detto questo, noi stiamo cercando di creare una macchina che sia possibilmente più efficiente, i margini di efficientamento, come lei stesso ha riconosciuto Consigliere, non sono grandi ed io onestamente, come mia consuetudine, lo riconosco, ci sono dei margini di miglioramento che sono ormai minimi.
Su questi margini però si instaura il discorso della riduzione da nove a sette, quindi la Suam, lei ha già capito.
Per quanto riguarda invece il discorso specifico che lei ha fatto come relatore di minoranza sui dirigenti di diversa levatura, diciamo così, questa proposta vuol dire semplicemente che nel momento in cui noi andiamo a ridisegnare le posizioni di funzione, di staff, eccetera, andiamo a rivedere anche i ruoli che sono già oggi, perché il dirigente di progetto, di scopo, non lo so, come si chiamava prima, all'interno della funzione è sottoposto al responsabile di funzione, quindi, non cambia nulla, cambia la dizione perché ci sono praticamente alcune situazioni ..., facciamo un esempio che tutti possono capire bene: l’avvocatura dove il dirigente ha un ruolo molto specialistico, come posso dire, un dirigente individuale, non è il discorso di progetto, è un dirigente individuale a tutti gli effetti, quindi non gli si toglie qualcosa per cui è dirigente un po’ meno di come era prima, se portassimo questo ragionamento in un ambito, per esempio aziendale, comunque questa va intesa come un’azienda, io posso dire tranquillamente che in un reparto di manutenzione di un'azienda, uno dei reparti fondamentali, perché lì si fanno gli aggiustamenti tecnici delle macchine e tutto quello che comportano, lì ci sono dei luoghi specialistici e ci sono dei responsabili che come qui si chiamano dirigenti individuali, lì chiaramente sono quadri. come correttamente ha detto lei, percepiscono anche retribuzioni di merito superiori al capo perché hanno un ruolo specialistico insostituibile, un prototipista di un certo livello guadagna più del capo reparto, non so se rendo l’idea, quindi, qui significa che il dirigente individuale può guadagnare, detto con la massima trasparenza, perché qui non è che dobbiamo nascondere nulla, di meno, ma non esclude che possa anche guadagnare di più, nessuno esclude e, quindi, il risparmio, voglio essere chiaro, su questo sta in due cose: nel fatto che questa macchina regionale di fatto, in questo quinquennio, sia passata da tredici a sette servizi, si è dimezzata e chi verrà dopo di noi beneficerà di questo tipo di organizzazione più snella; l’altro aspetto è che in ogni situazione ci possono essere un paio di persone che possono essere recuperate, utilizzate meglio anche per altri servizi sottostanti al dirigente di progetto.
Non dobbiamo mica bluffare, mica dobbiamo raccontare niente di straordinario, il risparmio c’è, ci sarà, ma non è un risparmio che salva la Regione, se dicessi questo non sarei onesto, è un modello organizzativo, però vorrei fugare quelle preoccupazioni che trasparivano dal suo intervento, cioè che si vuole classificare come dirigenti di serie B quelli che hanno una posizione di dirigente individuale, non è così, nel senso che è chiaro ci sarà una gerarchia, ovviamente, direttore di servizio, direttore di posizione, come si chiama, di funzione, poi ci saranno questi altri dirigenti, ma non esclude che se un dirigente ha una caratteristica individuale peculiare non possa guadagnare anche di più.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 bis dichiarazione d’urgenza, c'è bisogno della maggioranza assoluta. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 362. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di deliberazione n. 27
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Proroga della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al "rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche", istituita con deliberazione assembleare n. 70 del 23 aprile 2013"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 27 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Due parole semplicemente per prorogare i lavori della Commissione, c'è stato richiesto dai colleghi un po' più di tempo per approfondire la questione, il nostro parere è quello di concederlo come è stato fatto in precedenza per altre Commissioni di inchiesta, tutto qua.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 27. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. La proposta di legge n. 354 l'abbiamo rimandata, la Suam l'abbiamo fatta, è stato proposto il rinvio anche per l'atto amministrativo n. 64.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Proposta di legge 329
ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Romagnoli, Giorgi, Massi, Traversini, Perazzoli, Marangoni
"Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 - Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini - Ombudsman regionale - e alla legge regionale 13 ottobre 2008, n. 28 - Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria ed a favore degli ex detenuti'"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 329 ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Romagnoli, Giorgi, Massi, Traversini, Perazzoli, Marangoni. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Colleghi questa è una modifica alla legge regionale n. 23 del luglio 2008 che riguarda l'Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e di bambini. A questa legge vengono introdotte alcune modifiche in relazione anche al mutato quadro legislativo intervenuto in questi ultimi anni.
Sul piano della difesa civica con la finanziaria 2010 è stata soppressa, come sapete, la figura del difensore civico comunale e con la legge n. 112 del 2011 è stato istituito il garante nazionale per l'infanzia e, in questo caso, la sanità penitenziaria, per esempio, è stata trasferita al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dal Dap al servizio sanitario nazionale e regionale e si è intervenuti con il decreto svuota carceri.
Per far fronte sul piano regionale a questa serie di cambiamenti abbiamo ritenuto opportuno adeguare il testo legislativo della Regione, con questa proposta viene introdotta la previsione di non rieleggibilità, come per altro è previsto in altre Regioni, e vengono individuati i soggetti, gli enti, le aziende e le amministrazioni, nei confronti dei quali è spiegabile l'azione dell'autorità.
L'ambito di intervento del difensore civico viene definito con maggiore esattezza e viene definita la procedimentalizzazione che oggi è completamente assente dell'attività del difensore civico, così come previsto in molte leggi regionali analoghe, e l'intervento dell'autorità di garanzia, in tema di diritto di accesso agli atti, viene adeguato a seguito delle modifiche apportate nel tempo al testo della legge 241 del 1990.
Il comitato regionale di coordinamento previsto dalla legge n. 28 del 2008 viene integrato con l'autorità di garanzia, infine sono state ampliate le competenze dell'ufficio del garante dell'infanzia e dell'adolescenza e le relative modalità di intervento.
Dopo un'approfondita e lunga discussione in Commissione abbiamo licenziato questa proposta di legge introducendo la possibilità di collaborazione tra gli enti locali per quanto concerne la difesa civica.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi. (...) Rinuncia.
La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Presidente, il mio non vuole essere un richiamo violento, ma era attento a scrivere e non guardava l’Aula, invito l’Ufficio di Presidenza a dare qualche occhiata a belli e brutti, in questo caso a uno bello.
Una proposta di legge estremamente interessante, alla quale sono anche legato affettivamente avendo fatto la mia tesi di laurea proprio sulla legge del difensore civico.
Alcune osservazioni alla relatrice di maggioranza, la prima riguarda l’articolo 2, purtroppo in assenza di emendamenti non è possibile fare sub emendamenti e faccio ammenda, lo spirito con il quale questa legge era nato era estremamente largo rispetto alle strette competenze regionali, quindi, relativamente alle finalità, almeno sul piano culturale, potremo immaginare che venga esercitata da parte del difensore civico, garante, un'invadenza nei confronti di altri settori della pubblica amministrazione, a prescindere dal fatto che questi siano d’accordo oppure no, è un dato di fatto che viene esercitato dai Gabibbo di tutt'Italia, non capisco perché non possa essere esercitato da un organo istituito formalmente dalla Regione Marche.
Non perderei questa dimensione, relatrice Consigliera Ortenzi, per un motivo molto semplice, perché rischiamo di ridurre la funzione del difensore civico a quella stretta del garante di settore, seppur importante, due settori delicati, ma non siamo sull’unico campo nel quale i cittadini subiscono una diminutio dei propri diritti e dei propri interessi anzi, la funzione del difensore civico non è tanto la difesa dei diritti per i quali c'è già il Tar o il giudice civile, o gli interessi legittimi per i quali c'è già il Tar, ma addirittura per l'interesse semplice, neanche qualificato in termini giuridici, se non semplicemente in termini culturali.
Capisco che per l’Aula e anche per chi ha prodotto questo testo la legge è già licenziata e diventa quasi un fatto interno, credo che sia un'ottima occasione mancata ed un pessimo comportamento quello che non induce ad una riflessione più approfondita di questo tema, perché è un tema, ripeto, culturale, non ci stanno dietro né soldi, né voti, quindi, capisco che l’attenzione crolli radicalmente.
La seconda cosa che volevo dire riguarda l'allargamento a questa dimensione della difesa civica su tutto il territorio regionale, credo che questo sia un aspetto significativo perché sempre più in maniera suppletiva questo viene svolto in maniera spontanea, questo non significa che non debba esserci e non debbono esistere i comitati e tanto meno non debbano esistere i partiti, gli eletti in questa loro funzione di denuncia e di rappresentanza, ma è chiaro che trovare un canale istituzionale che è neutro rispetto ai comitati civici, ai partiti, ai sindacati, assicura il cittadino senza nome politico, senza identità di alcun tipo, ma libero, di avere questo tipo di rappresentanza.
Con ciò non voglio dire che debba venir meno questa funzione anzi, ritengo come ho già fatto in varie sedi, nelle Commissioni a cui partecipo, che forse da un punto di vista istituzionale stiamo anche eccessivamente abdicando il nostro ruolo in funzione di singole situazioni, di singole pressioni, non mi addentro sui casi perché rimandano proprio alla settimana appena trascorsa.
Terza osservazione, Consigliera Ortenzi, anzi Vicepresidente Ortenzi, riguarda invece l'articolo 7 che personalmente non voterò, non cambia la storia, voterò la legge, ma non voterò l’articolo 7, per mettere in evidenza il fatto che in una successione di lettere dell'alfabeto, non ne lascia neanche una fuori, dalla a alla zeta, la famiglia viene nominata alla lettera z) dove si dice, in maniera del tutto incidentale, su una cosa di nessuna importanza, che esiste la famiglia.
Non riesco a capire come si faccia a concepire la funzione del garante dell'infanzia e dell'adolescenza senza che questo abbia, come preoccupazione fondamentale, l'educazione della famiglia e il rapporto con le famiglie e con le associazioni di famiglie. Non c'è, viene creata in un contesto, in una mentalità che personalmente non condivido, la classe dell'infanzia, esattamente come in altri tempi, non posso evocare quelli che non sono del nostro Paese, evoco quelli che sono stati nel nostro Paese, cioè il periodo fascista, nel quale avevamo i balilla, gli adolescenti, i giovani eccetera - ho venti minuti li prendo tutti Presidente - questo spezzettamento sociale dei cittadini non è quello che risponde alla mia cultura liberale e cristiana, quindi, non posso approvare l'articolo 7 per questo semplicissimo motivo.
All'articolo 8 esprimo una preoccupazione di natura amministrativa, credo di aver fatto osservazioni puntuali nel senso che non ho toccato argomenti di carattere generale, ho fatto sempre riferimento ad articoli senza avere la pretesa di riscrivere la legge, naturalmente, perché non posso farlo, credo che quel verbo al comma 1.2 capoverso a) assicura, credo che sia sbagliato in termini amministrativi perché non può il garante per i carcerati, in questo caso riguarda la carcerazione, "assicura le persone sottoposte a misura restrittiva libertà personali … l’istruzione e la formazione professionale", credo che sia sbagliato il verbo, il garante non può, con i pochi fondi che ha, assicurare l’istruzione professionale, non sarebbe più un organo terzo, ma dovrebbe diventare, addirittura, un organo di natura amministrativa, quell’assicura potrebbe o dovrebbe essere modificato in tempi successivi o comunque più attentamente valutato ed interpretato, mentre vanno bene i verbi verifica, segnala, supporta, promuove che rispondono esattamente alle funzioni assegnate al garante, ma quella parola assicura, l’ho già detto anche al dott. Italo Tanoni, questa mattina, penso che sia impropria.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condividendo la proposta di legge nello spirito puntuale del Consigliere Marconi, voglio far rilevare l'aspetto dell'intervento dell’Ombudsman rispetto alla tutela dei diritti delle persone economicamente svantaggiate presso gli enti.
Non vorrei che fosse un canale privilegiato a cui gli enti sono obbligati a rispondere. In una situazione di difficoltà economica, tante famiglie con bambini, tante persone in disagio economico, possono, giustamente, intervenire, richiede l'intervento dell’Ombudsman, per richiedere l'uguaglianza del trattamento e non un canale privilegiato rispetto ai propri bisogni.
Chiarire, quindi, che l'intervento dell’Ombudsman deve essere a tutela dell'uguale trattamento, diciamo, rispetto alle istituzioni, agli enti locali ed ai diritti garantiti agli altri cittadini, anzichè vissuto dall'amministrazione quasi come un comitato ispettivo a cui è bene aderire, alle cui proposte è bene adeguarsi per evitare grane.
Chiedo che gli uffici regionali dell’Ombudsman, che non sono della Regione Marche, ma sono di garanzia regionale, lavorino in quest’ottica, per migliorare il funzionamento degli enti e garantire l’uguaglianza dei diritti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 329. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,40.