Resoconto della seduta n.134 del 05/11/2013
SEDUTA N. 134 DEL 5 NOVEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 134 del 5 novembre 2013. Do per letto il processo verbale della seduta n. 133 del 29 ottobre 2013, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 369 in data 23 ottobre, ad iniziativa dei Consiglieri Marinelli, D'Anna, Comi, concernente: “Disciplina per la prevenzione della dipendenza da videogiochi e dalle nuove tecnologie nell'infanzia e nell'adolescenza”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno;
n. 370 in data 30 ottobre, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Istituzione dell'imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del demanio marittimo”, assegnata alla II Commissione assembleare in sede referente.
E' stata presentata la seguente mozione:
n. 584 dei Consiglieri Foschi e Pieroni “Ordinanza TAR Marche del 25 ottobre 2013”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Latini.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Chiedo scusa alla Presidenza, voglio ricordare alla Presidenza ed ai Capigruppo, e mi scuso perché non sono riuscito a fare arrivare loro questa istanza prima che si riunissero, che c'è una proposta di legge, la n. 354 che riguarda “Disciplina del controllo sugli atti del Servizio sanitario regionale e alcune disposizioni in materia di verifica delle compatibilità delle strutture sanitarie e socio sanitarie” che non approvandola tempestivamente produce ritardi e danno. Sono già tre sedute che non riusciamo a farla, per cui a nome della Commissione e, credo, con la condivisione dell'intera Giunta che l'ha sollecitata a me più volte, vorrei chiedere alla Presidenza di organizzare i lavori garantendo il tempo per l'approvazione di quest'atto.

PRESIDENTE. I lavori non li decide la Presidenza, li decide il Consiglio. Il Consiglio decide quando smettere e fino a quando andare avanti con la trattazione dell'ordine del giorno, per cui non sono io che decido. Quando alcuni mi sollecitano che la seduta deve essere chiusa ad una determinata ora, ve lo dico e se non ci sono obiezioni, se c'è l'accordo si chiude, se c'è anche una sola obiezione si vota, come sempre, quindi, i lavori sono organizzati per proseguire fin quando noi vogliamo, non c'è nessun ostacolo.

Francesco COMI. Io non faccio una proposta di anticipazione…

PRESIDENTE. A parte che è il punto n. 4 dell'ordine del giorno, quindi non credo che ci saranno problemi anche se dovesse essere soltanto una seduta antimeridiana, ma peraltro, ripeto, non c'è nessun problema a proseguire il Consiglio fin quando c'è bisogno.

Francesco COMI. Va bene Presidente.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nell'ultima seduta del Consiglio, quindici giorni fa, mi sono permesso di chiedere il suo intervento, cosa che lei puntualmente ha fatto in quella occasione, per ricordare agli Assessori, vedo oggi quasi tutti presenti, quindi, rinnovo la richiesta, il diritto dei Consiglieri regionali ad avere una risposta nei venti giorni, per lo meno, con una certa tolleranza, non è un problema, ma entro un tempo ragionevole, alle interrogazioni scritte.
Quella volta le mie interrogazioni erano otto, adesso sono dodici, non ho avuto nessuna risposta, sono aumentate, quindi, rinnovo l'invito, il Regolamento prevede venti giorni se fossero anche trenta o quaranta non ci sarebbe problema, ma qui passano sei mesi, anche un anno, senza avere la risposta all'interrogazione scritta.
Non è mio interesse, né voglio farlo, trasformare le interrogazioni in orali, quindi, chiedo che venga applicato il Regolamento, se potesse ancora interessarsi, e lo ricordo perché sono presenti quasi tutti gli Assessori, se potessero applicare il Regolamento e dare risposta ai Consiglieri che fanno interrogazioni a risposta scritta.

PRESIDENTE. Mi sono fatto carico di questo tema, certo non è indifferente il numero delle interrogazioni, perché ci sono degli uffici, in alcuni Assessorati, che sono impegnati in modo quasi esclusivo alla risposta delle interrogazioni per cui qualche lungaggine effettivamente l'ho riscontrata.
Ho fatto questo appello ed ho richiesto che dovessero essere limitati questi casi di lungaggine perché è un diritto inalienabile del Consigliere quello di avere una risposta, però, debbo dire che mi è stato fatto presente che ci sono persone in alcuni Assessorati, in modo particolare, che lavorano quasi costantemente solo alla predisposizione delle risposte agli atti ispettivi.
Questa è una realtà.
Se non ci sono altre richieste passerei al punto 1.

Proposta di legge n. 294
ad iniziativa della Giunta regionale
“Norme in materia di Unioni montane e di esercizio associato delle funzioni dei Comuni montani"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 294 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Dopo aver discusso in questo Consiglio del limite democratico dei Comuni, dell'Unione dei Comuni, dopo che si è discusso delle fusioni, oggi abbiamo un nuovo passaggio importante in quella che è una riforma dell'assetto istituzionale delle autonomie locali delle Marche.
Tra poco tempo aspettiamo, è in arrivo, la proposta per gli ambiti ottimali, altro passaggio, credo, fondamentale per questa riforma, aspettando anche per quello che sarà il futuro delle Province, perché in tutto questo, in questa discussione, non è secondario quale sarà il futuro delle Province per la distribuzione dei compiti ai Comuni, noi oggi andiamo ad affrontare quello che è un passaggio di trasformazione delle vecchie Comunità montane in Unione montane.
Protagonisti delle Unioni montane sono principalmente i Comuni montani e su questo concetto della montanità voglio aprire una parentesi, perché ho molti Sindaci, soprattutto dell'entroterra, che sollecitano una revisione del concetto di montanità, penso al Sindaco di Apecchio che è stato mio collega che è uscito sui giornali facendo una battaglia, e sperano che questa legge, in qualche modo, possa dare una risposta a questa difficoltà di riverificare il concetto di montanità.
Su questo bisogna essere chiari, la montanità è un concetto espresso dalla legge nazionale, una legge nazionale del 1952, la legge Fanfani, quindi, noi non potremmo intervenire assolutamente, lo sapete, perché nel momento in cui andremo a ridefinire questo concetto, la legge regionale potrebbe essere impugnata.
Ci ha provato la Lanzillotta con quel famoso decreto che poi non è stato convertito ed è decaduto, quindi, su questo non possiamo fare nulla, però credo che sia corretto invitare i parlamentari ad affrontare questo tema perché nel 1952 alcuni Comuni nella collina avevano parametri sociali ed economici diversi da quelli che sono oggi ed erano considerati, in qualche modo, parzialmente montani o montani.
Oggi sinceramente la legge andrebbe rivista, però è un tema che va affrontato a livello nazionale.
Sull'articolato credo che da subito, dal primo articolo, si capisca il cuore di questa riforma, perché c'è una trasformazione da Comunità montana a Unione montana.
Nel primo articolo c'è un passaggio fondamentale, dice che le Unioni montane, perché si parla di questo, valorizzano e sviluppano l'esperienza acquisita dalle Comunità montane, quindi, una trasformazione non c'è, si gira pagina rispetto ad un capitolo, ma è una storia che continua, non c'è una chiusura delle Comunità montane, ma c'è una vera e propria riforma.
Andiamo ad affrontare un nuovo ente, praticamente un mix tra la vecchia Comunità montana che di fatto si avvicina sempre più all'Unione dei Comuni per quello che riguarda l'associazionismo. E' un'Unione dei Comuni che mantiene quelle che sono le peculiarità della vecchia Comunità montana legate alle problematiche della gestione della montagna con particolari problemi di gestione ed un territorio particolare, quindi, questo è un ibrido.
Valorizza l'esperienza lunghissima e non perde quello che è stato il lavoro delle Comunità montane, io ho ricoperto il ruolo di Presidente della Comunità montana, potrei parlare a lungo dell'esperienza delle Comunità montane, conosco gli ultimi 20 anni, non è una esperienza che è stata, in qualche modo, intaccata a livello nazionale da quello che è successo nel dibattito di alcuni anni fa. Io andavo in Comunità montana e vedevo tutti i giorni sui giornali che era un ente inutile, a livello nazionale sono successe delle cose stranissime, si è cercato di far passare il taglio del costo della politica ripulendo alcuni enti, tra cui le Comunità montane.
Se a livello nazionale, in effetti, ci sono state delle distorsioni, delle non perfette applicazioni di quello che era il ruolo delle Comunità montane, forse è anche colpa dell'Uncem nazionale, questo lo dicevo allora e lo dico anche oggi. Guardando indietro, in certi momenti, doveva avere la forza, il coraggio di fare una riforma e non aspettare che si facesse dall'alto. La storia delle Comunità montane nazionali non è la storia delle Comunità montane della Regione Marche.
Nelle Marche non ci sono stati sprechi, né gli esempi sbagliati che sono successi a livello nazionale. Sugli sprechi, se un Presidente di qualche Comunità montana ha ecceduto non va male l'ente, va cambiato il Presidente, così vale per Comuni, quindi, anche su questo andrebbe aperta una parentesi.
A livello marchigiano le Comunità montane hanno rappresentato un ente che ha garantito servizi ai cittadini, che ha saputo interpretare un ruolo importante di crescita del territorio montano, formando anche una classe dirigente di amministratori nel territorio e mettendo in piedi una classe di dipendenti perché, badate bene, servono professionalità importanti per la gestione di quei territori.
Porto alcuni esempi veloci, potrei parlare per tantissimo tempo del lavoro delle Comunità montane, esempi di servizi che sono stati importanti, vi ricordate il catasto, nei Comuni dell'entroterra fino a pochi anni fa per un certificato catastale si incaricava il geometra o il tecnico di turno che prendeva la macchina ed andava nel centro della costa a fare i certificati catastali. Da alcuni anni le Comunità montane hanno messo in piedi un servizio importantissimo che non solo si trova nel luogo, ma riesce a dare, tempestivamente, addirittura attraverso internet, certificati che arrivano a casa.
Questo è un esempio di servizio che le Comunità montane hanno fatto, ma ne potrei citare tantissimi.
Servizi innovativi, non so come andrà a finire, la Comunità montana di Camerino ha messo in piedi il famoso parco eolico su cui si sta discutendo tanto, io personalmente, questo ve lo posso testimoniare, sono orgoglioso di questo progetto legato all'innovazione tecnologica che nella prima metà degli anni 2000 ha visto, con un investimento di pochi migliaia di euro e qualche chilometro di asfalto, mettere in piedi una rete internet adsl tipo wireless che oggi conta più di 1.000 utenti in un territorio che non aveva la possibilità di avere internet. Con molto orgoglio posso dire che una decina di anni fa, il giorno in cui si inauguravano le piazze wireless nella mia Comunità montana, nell'interland pesarese nasceva un comitato per avere la adsl, una volta tanto l'entroterra era arrivato prima della costa, non lo dico con senso di rivalità, ma perché spesso succede che abbiamo difficoltà ad avere i servizi e siamo gli ultimi, quindi, siamo un ritardo.
La Comunità montana non è stata solo servizi, è stata anche un tavolo di concertazione straordinario che ha presentato progetti, ha proposto le sue tematiche importanti a concertazioni, ha intercettato finanziamenti europei nei territori.
Anche su questo voglio ricordare un’esperienza importante che ha anticipato un po' anche il fatto di andare oltre regione, alcune Comunità montane delle Province della nostra regione con quelle della regione Toscana, dell'Umbria, nella seconda metà degli anni '80, hanno messo in piedi patti territoriali guardando avanti, pensando ad una regione quasi appenninica del centro Italia, dando finanziamenti a questi territori.
Questi sono esempi di come le Comunità montane oltre che dare servizi diretti, sono riuscite ad interpretare un ruolo fondamentale di programmazione.
Oltre questo ci sono le funzioni che la Regione ha demandato direttamente che sono importantissime, quella delegata al demanio forestale, la gestione della montagna. Le Comunità montane hanno permesso grazie ad una attenta gestione del demanio forestale e di tutta quella che è la forestazione, di conservare un patrimonio che è essenziale per il nostro paesaggio e per il legame turistico che il paesaggio stesso ha con l'entroterra e con il valore delle Marche. Su questa delega che è una delega data dalla Regione io credo che le Comunità montane abbiano svolto un ruolo eccezionale.
Questi sono alcuni esempi di come in realtà la storia della Comunità montana marchigiana è legata alle Comunità montane, quindi passare da un valore di trasformazione, non perdere quella che è la sua storia, credo sia decisamente fondamentale.
Questa è la riforma, non si cancellano le Comunità montane, si cambia pagina, si ha un ente nuovo che porta con sè il meglio delle Comunità montane, che è tanto, e diventa Unione montana.
Nell'articolato, ed è qui che si capisce la trasformazione, la nuova Unione montana non attinge, dal punto di vista giuridico, come fonte, alla legge delle Comunità montane, cambia l'articolato, è legata alle Unioni montane, alle Unioni dei Comuni, all'articolo 32, è questo il grande cambiamento, le Comunità montane ormai a livello nazionale di fatto non esistono, le competenze sono regionali e con questa scelta, a livello nazionale, si sono inquadrate le Unioni montane.
Si è entrati in un ragionamento che ormai è legiferato nella parte principale a livello nazionale.
Unione montana, dicevo prima qual è il significato, mantenere, andare vicino a quello che è il senso della trasformazione degli enti, con un’Unione che riguarda principalmente i servizi associati, ma questa montanità, l’Unione montana, significa mantenere anche i valori di attenzione di quei servizi sulla gestione del territorio montano e sulla programmazione.
Chi ne può far parte, chi saranno i soggetti che daranno vita alle Unioni montane? I Comuni che facevano parte delle ex Comunità montane si doteranno di uno statuto che, come sempre, regolamenta le funzioni interne e quali sono gli organi.
Gli organi principali e fondamentali dell'Unione montana sono, come sempre, il Consiglio che è composto esclusivamente da Sindaci, e non può essere delegato, i Sindaci che compongono il Consiglio faranno quella che è la gestione vera, la programmazione di questo ente.
Abbiamo, poi, il Presidente ed una Giunta. La Giunta è composta di due Assessori, fino a quattro se ci sono nove componenti del Consiglio. Il Presidente e gli Assessori, sono nominati dal Consiglio stesso, quindi dai Sindaci, membri del Consiglio, che fanno parte della Comunità montana, quindi, può essere anche un Consigliere. Su questo voglio aprire una parentesi sull'indennità che esce sempre fuori, non c'è scritto nulla, ma è molto semplice, non potranno percepire nulla perché le nuove Unioni montane hanno come riferimento normativo le Unioni dei Comuni, il riferimento normativo è quello, e nell'Unione dei Comuni non è prevista alcuna indennità, quindi, non è previsto nulla anche per le Unioni montane. Chiaro, se a livello nazionale cambia, cambierà, perché ci agganciamo a quello che è il livello nazionale. Non abbiamo specificato nulla per questo, non per fare i furbi o per rimettere qualcosa, ma perché la disciplina giuridica è legata alle Unioni dei Comuni.
Le funzioni sono quelle trasferite dai Comuni, come dicevo prima, la Comunità montana avrà come ruolo principale quello di gestire i servizi anche comunali, e si spera che questo possa diventare la vera funzione delle Unione dei Comuni, le funzioni delegate dalla Regione, su questo ci ritorneremo, la possibilità di fare convenzioni per i servizi anche tra di loro, tra le varie Unione montane, anche con il Consorzio di bonifica per funzioni che riterranno opportuno.
Abbiamo soppresso l'articolo 4 perché parlava dell'Unione montana riconosciuta come ambito ottimale, siccome tra poco tempo, spero, avremo la proposta degli ambiti ottimali, un passaggio fondamentale in questa riforma, era superfluo metterlo nuovamente. Io so della proposta delle Province, gli ex ambiti delle Comunità montane saranno di fatto ambiti ottimali, quindi, riproporlo nuovamente diventa superfluo.
La tempistica è molto importante. Alle Unioni montane si deve aderire. I Comuni dovranno decidere di aderire e sarà facoltativo. Quando lo dovranno fare? Non prima del 31 maggio 2014, non più tardi del 31 ottobre. Perché questa data così lontana? Perché è una decisione importante. Nel momento in cui si andrà a formare l'Unione montana dei Comuni non si potrà uscire ed entrare in continuazione. Si ha un minimo di tempo di adesione che è di cinque anni. Ci avviciniamo ad un periodo che è quello elettorale, quindi discutere adesso quando poi l'80% dei Comuni andrà a votare e forse cambierà, diventava complicato.
I Comuni attualmente, da un punto di vista politico, hanno la libertà di fare atti di indirizzo, politici, però saranno le nuove amministrazioni, con senso stabile, a decidere il futuro di appartenenza o meno alle Unioni montane.
Potranno anche, e questo è molto importante, aderire e far parte delle Unioni montane i Comuni confinanti che sono fuori dall'area, i Comuni montani fino a 10.000 abitanti, i Comuni non montani fino a 5.000. Quelli confinanti potranno chiedere, sempre dentro questo periodo, 31 maggio/31 ottobre, di poter far parte dell'Unione montana. Sarà poi il Consiglio dell'Unione montana a decidere l'ingresso, non è automatico. Siccome diventa sempre più un’Unione di servizi associati, l'Unione dei Comuni assomiglia sempre più a questo, è chiaro che potranno richiederne l'adesione.
Altre cose importanti che riguardano la formazione è che ne faranno parte i Comuni della ex Comunità montana, per formarsi, però, almeno metà di quell'ambito, della ex Comunità montana deve dare il proprio assenso, con l'approvazione dello Statuto si entra nell'Unione montana.
Lo Statuto è preparato dalla Comunità montana e lo manda ai Comuni, con l'approvazione dello Statuto ufficialmente si è nell'Unione montana.
Almeno la metà di quei Comuni, della ex Comunità montana, deve aderire all'Unione montana, a quel punto si inizia la vita della nuova Unione montana, si forma l'Unione montana, non basta, però, la metà dei Comuni che ne faranno parte dovranno essere Comuni montani. Ritorna, quindi, il concetto di montanità e l'importanza della presenza dei Comuni montani.
L'altro aspetto importante di questa legge è che tutto il patrimonio immobiliare ed il personale viene trasferito automaticamente dall'ex Comunità montana, alla nuova Unione montana. Il personale non perde nessun diritto, rimane inquadrato nella stessa maniera in cui era inquadrato nella Comunità montana. Il problema può sorgere nel momento in cui non c'è l'adesione, quando i Comuni decidono di non formare l'Unione montana, a quel punto cosa fa il personale e che fine fa il patrimonio? Nel caso in cui non si formi l'Unione montana, c'è lo scioglimento. La Regione nomina un Commissario, cosa tra parentesi già fatta, perché se vi ricordate nell'ultima riforma del 2008, se non sbaglio, furono soppresse due Comunità montane, proprio nel pesarese, fu nominato un Commissario, questo Commissario ha deciso dove andava il patrimonio di quella Comunità montana, a quali Comuni, e dove andava il personale. Dei Comuni hanno preso personale e parte del patrimonio, da una parte poteva essere un peso, tra parentesi, dall'altra sicuramente un vantaggio. Era un peso economico non effettivo, perché se uno i servizi li deve dare ha bisogno del personale, quindi diventa un vantaggio; dipende dalle situazioni.
Nel caso di scioglimento delle Comunità montane, quando non si formano le Unioni montane, la garanzia del personale c'è. C’è anche un passaggio fondamentale all'interno della norma che stabilisce che il Commissario, nel caso debba decidere sul personale, deve sentire le forze sindacali, quindi, il passaggio del personale non sarà deciso con la bacchetta magica, ma sarà concordato e in questo passaggio si parla anche di dove andrà a finire: nei Comuni.
I Comuni che non danno vita all'Unione montana, ne sono i primi responsabili, e devono sapere che oltre a disperdere un patrimonio di servizi, oltre a disperdere una storia di 40 anni, devono sobbarcarsi anche quelli che sono gli oneri ed i privilegi. Sicuramente c'è il patrimonio, ma non si può lasciare a casa nessuno, credo che i Comuni dovranno assorbire principalmente il personale, perché è una scelta che fanno loro.
Il personale può essere trasferito oltre che nei Comuni anche in altri enti, farà parte delle trattative, perché ci possono essere casi in cui i Comuni non sono in grado di assorbire il personale.
Questo è il quadro generale.
Un altro passaggio fondamentale è che nella legge, si ristabiliscono i criteri della ripartizione del fondo della montagna, l'unico vero finanziamento che rimane alle Comunità montane, il fondo regionale della montagna. In questa legge si ritorna ai criteri che sono stati già espressi dall'Uncem, concordati con la Regione che, in qualche modo, erano cambiati. Si ritorna ad applicare questi i criteri concordati, erano stati cambiati ed avevano messo in difficoltà il sistema delle Comunità montane, in questa legge si ritorna alla vecchia normativa che, praticamente, era quella concordata in base alla proporzione abitanti/territorio, concordata a suo tempo tra i Comuni.
Credo che sia importante ripristinarla, oltre tutto c'è urgenza perché vanno distribuiti i vari fondi regionali, se non sbaglio, c’è addirittura il fondo nazionale che è stato cancellato, ma negli anni 2008/2009 veniva ancora dato. Vanno, quindi, distribuiti anche quei fondi lì che diventano estremamente importanti.
Questo è il quadro generale normativo, poi ci sono altri dettagli che potranno essere approfonditi, ma questa è l'ossatura della legge.
E’ una grossa opportunità perché rispetto ad altre Regioni noi non abbiamo mantenuto le Comunità montane, potevamo mantenerle così come erano, abbiamo pensato ad una trasformazione, ad un adeguamento, rispetto a quella che ormai è la riforma degli enti locali in generale, dandogli di più, quella che è un’immagine di Unione dei Comuni e mantenendo quella storia legata ed importante di gestione del territorio, di programmazione del territorio montano. Credo sia importante.
Per questa legge bisogna ringraziare chi ha collaborato all'interno della Commissione, c'è stata un'ampia collaborazione, mi riferisco a tutti i componenti della I Commissione, in particolare al relatore di minoranza che con me ha incontrato …, in questi mesi, abbiamo fatto riunioni nei territori marchigiani, non è la legge probabilmente perfetta che volevamo io ed il Consigliere Massi, però è il punto più alto, più vicino, a quello che era la sintesi delle esigenze dei Comuni dell'entroterra.
Importante, però, non deve finire qui, credo che sia previsto solo il fondo regionale della montagna, non è sufficiente per dare una prospettiva, non è sufficiente per parlare di Unioni montane, di trasformazioni, c'è bisogno, di questo ne abbiamo discusso, di riprogrammare attraverso una legge, ne abbiamo parlato anche con il Presidente, ci sono possibilità nuove che vanno riprogrammate all'interno della gestione della montagna di cui le Unioni montane faranno parte, ci sono anche canali europei che si stanno aprendo e su questo abbiamo già un confronto con l'Uncem, con il Presidente, con l'Assessore Canzian che è del settore. Grosse possibilità si possono aprire nella gestione della montagna e noi dovremmo arrivare ad una legge di programmazione che riesca ad intercettare quei finanziamenti europei che sono alla porta.
Un ringraziamento alla Commissione e agli uffici, sia della Giunta che della Commissione che hanno lavorato.
E' una buona legge, il punto più alto che potevamo raggiungere per le esigenze della montagna, adesso bisogna passare all'applicazione e vederne gli effetti.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Parto da quest'ultimo ringraziamento del relatore di maggioranza per condividerlo e per corrisponderlo al sentimento che lo ha animato, per dire che la Commissione, dal Presidente e tutti gli altri commissari, ha svolto un ottimo lavoro di consultazione e di approfondimento.
Ringrazio sia i colleghi Consiglieri, che il personale della Regione, spero che non si dica che ancora una volta qui ci sia un inciucio, ma voglio condividere con il Consigliere Traversini il giudizio che questa è una buona legge, frutto non solo di una deviazione strumentale, ma di una convergenza come amministratori, ed ha fatto bene a sottolinearlo, sui valori della montagna e del nostro entroterra.
Ci vogliamo fare una confessione reciproca? All'inizio di questa legislatura, e non voglio con questo criticare chi l'aveva detto, non solo i politici, economisti vari, imprenditori di altre parti e di tutti i colori, ci si è divertiti ad annoverare la Comunità montana tra i soggetti dello spreco nazionale, questo è avvenuto, l'ho letto anche l'altro giorno, troppo spesso analisti ed economisti che tutto conoscono meno il funzionamento della governance locale, si sperticano su questi giudizi, che giudico estremisti, semplicemente perché non conoscono minimamente quali sono i problemi di governo in un Comune della montagna.
Mi permetto di dire, di invitare tutti i colleghi, oggi, a condividere un atto che è un rilancio del messaggio delle zone deboli del nostro governo locale e, guarda caso, quando si parla di tagli a livello nazionale si parte dagli organi più deboli.
Mettiamoci dentro tutti quanti i nostri partiti, per carità, li stimiamo tutti, ma ricordatevi che tutti quanti hanno condiviso, l'abbiamo detto altre volte, i tagli ai nostri consigli comunali, è chiaro che quando in una città di certe dimensioni si scende da 40 a 30 Consiglieri non è un dramma, ma pensate ai piccoli paesi di montagna, l'unico tesoro che hanno è la partecipazione di Consiglieri che spesso vengono dalle frazioni più lontane, abbiamo paesi di 500 abitanti che hanno le frazioni a 20 km dal capoluogo. Cosa abbiamo tagliato in questo nostro Paese? I Consigli comunali, da 12 a 7, via le Giunte, a chi abbiamo fatto il dispetto? Che cosa abbiamo arricchito rispetto allo Stato? Abbiamo solo tagliato la democrazia.
Sulle Comunità montane si stava ripetendo lo stesso errore, facendoci prendere dalla foga che tagliando la Comunità montana avremmo dato un segnale di snellimento della governance del nostro territorio. I più deboli, quelli che hanno meno possibilità di farsi sentire, basta aprire, con tutto rispetto per la nostra stampa, per carità, le pagine dei nostri giornali, ogni giorno c'è il Sindaco del grande Comune, c'è il Sindaco del capoluogo e quando mai c'è il Sindaco di un paese di 5.000 abitanti? Ci vuole un omicidio per stare in prima pagina, se no non c'è, neanche quando fa delle buone azioni per il territorio.
Oggi chiedo al Presiedente Spacca e a tutti i colleghi di dare un messaggio all'esterno per dire che in questa Regione, avvalendoci della legislazione concorrente, come competenza ce l'abbiamo, e di una potestà legislativa importante per l'organizzazione della nostra governance, tutto quello che c'è sotto la Regione, noi lo mettiamo in pratica con un articolato di legge che dà voce politica alle zone più deboli.
I nostri amministratori hanno discusso a lungo se fosse utile e necessario per i nostri piccoli Comuni aderire a questo nuovo strumento di governo, li abbiamo sentiti, collega Traversini, dal nord al sud delle Marche, Sindaci che dicevano "ma che convenienza abbiamo a stare dentro" in presenza, questo si, dell'incertezza dei fondi per questi territori, come giustamente ha sottolineato il collega di maggioranza, ma poi quasi tutti i nostri Sindaci del nostro entroterra hanno convenuto che senza uno strumento che li unisce e che gli permetta di dare una voce univoca alle loro istanze tutto sarebbe peggio.
I Sindaci assumono, questo c'è scritto, la responsabilità della programmazione perché essi solo costituiscono il Consiglio e dal Consiglio promana la programmazione, poi è vero che la gestione possono farla anche tramite i loro Consiglieri, scegliendo e mettendosi d'accordo su chi tra essi o tra i Consiglieri dei loro Comuni può fare il Presidente, oppure l'Assessore.
Noi oggi sottoscriviamo un atto importante perché è un impegno morale, nei confronti di questi territori.
Quando parliamo di gestioni associate, caro Presidente, caro Assessore Canzian, lo sappiamo, esempi di fusione ci sono, lodevoli, ma sono comunque pochi, esempi di unione sono altrettanto pochi, il messaggio forte è che oggi l'unione viene istituzionalizzata e incentivata dai e nei territori più deboli della nostra regione.
Questo è un messaggio forte su cui dovranno ragionare, spero, anche i Sindaci che si trovano in altre fasce forse più avvantaggiate del territorio regionale, la media collina o anche la costa.
Dai territori montani parte questo messaggio, certo la sfida ora è: abbiamo lo strumento politico per far sentire la voce debole di quelle zone, sperando che sia forte. Abbiamo inserito, e questo è importantissimo, la possibilità di adesione all'unione anche dei Comuni limitrofi, quindi, parliamo anche di Comuni che, lo sappiamo, a livello altimetrico non saranno prettamente montani, ma questo è il caso di dire unione fa la forza.
Ci siamo anche forzati un po', anche rispetto alla mia idea iniziale, lo dico qui, che Comuni come Tolentino, Fabriano, Treia, Matelica, Urbino, potessero non necessariamente far parte di queste unioni perché sono Comuni che, pur collocati in aree dell'entroterra, tuttavia non soffrono la difficoltà della gestione quotidiana di certi servizi per le dimensioni dell'organizzazione e per i tessuti socioeconomici. Si pensi ad Urbino, Fabriano o Tolentino, ma abbiamo scelto, pochi, di metterli tutti dentro proprio per il concetto che unione fa la forza e il Comune più grande, in questo caso, può fare sistema con quelli più piccoli e, quindi, dare una voce in più.
In parecchi abbiamo un po' rivisto le nostre posizioni iniziali, ma lo abbiamo fatto per dare una voce a questi territori. Poi è vero, lo sottoscriviamo qui, la sfida ci sarà nei prossimi anni sulle risorse, anche rispetto a chi diceva: togliamo e spazziamo via le Comunità montane, sulle quali in questa regione non si è mai registrato lo spreco che c'è stato in altre parti d'Italia. Perché? Per un motivo molto semplice, se ce ne vantiamo bisogna anche dirlo, il nostro territorio - micro territorio e micro Comuni, con la loro diffusione parcellizzata e piccolissima sul territorio - mette a confronto tutti i giorni l'amministrato con l'amministratore. In tutti i nostri Comuni c'è chi è più sfortunato perché ha il Sindaco imbranato rispetto ad altri che lo hanno più bravo, questo succede in casa a tutti quanti, parlo delle forze politiche, ma i nostri amministrati, in questi territori, in questi piccoli Comuni, incontrano l'amministratore tutti giorni e se qualcuno sgarra, il giorno dopo, tutti lo sanno.
Questo è, Presidente, quello di cui ci vantiamo spesso insieme, coesione sociale e la possibilità che controllore e controllato siano tutti i giorni a rapporto, quindi, partiamo dalle unioni anche per far passare la validità, il valore di questo sistema.
Invito oggi tutti i colleghi a dare un messaggio il più possibile unitario, perché ci dotiamo di uno strumento che, ripeto, suona un po' come la riscossa per certi territori, e non ci mettiamo dietro la foglia di fico sul fatto che certamente le risorse sono carenti, ma la mia idea è la seguente: prima il progetto, prima la capacità di governo, poi i soldi si trovano pubblici o privati. Se non ci fosse il progetto, lo strumento di governo, la voce politica, non arriveremo sicuramente a nessun risultato.
E' un giorno di svolta, su questo atto spero ci sarà la massima convergenza.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Mi rivolgo direttamente al Presidente Spacca perché, ripeto, è un Presidente molto arguto, molto preparato, lungimirante e per questo mi sono permesso ..., il Presidente, essendo un uomo garbatissimo e di cultura istituzionale, mi fornirà gli atti che ho richiesto con l'accesso agli atti sulla Macroregione Ionico Adriatica, eccetera.
Perché dico questo? Ed ecco il nesso, quando il Consigliere Traversini parla di Comuni, come ne ha parlato con affetto il mio capogruppo Consigliere Massi, lo colgo più e metto l'accento su quello che è l'affetto per quei territori così distanti, così dimenticati che sono la montagna, quindi, le Comunità montane. Dico che se non stiamo attenti, rischiamo che la politica si faccia solamente all'Anci e all'Upi, tant'è che proprio l'Anci lancia una fondazione fantastica che amministra 25 milioni di euro per studi sulle pubbliche amministrazioni.
Pochi giorni fa, e qui ne convenga il Vicepresidente Antonio Canzian, è apparsa sui giornali, ma lei attento, scaltro e sottile se non fine politico della provincia del nord dell'Abruzzo, Provincia di Ascoli Piceno, dove ha la delega, avrà percepito che c'è la responsabile, credo, la dirigente dell'ufficio legislativo della Provincia che dovrebbe percepire un'indennità di circa 250.000 euro anno. Perché dico queste cose agganciandomi a questo. Province e Regioni, un certo Del Rio va all'attacco - ex Sindaco di qua, Presidente dell'Anci di là, poi ci lancia là dentro Fassino, eccetera, quindi, praticamente stiamo sempre nel solito ... cambiando l'ordine degli addendi la somma non cambia, cambiando l'ordine dei fattori, perché qui di fattori si tratta, cioè amministratori rurali, non cambia neanche il prodotto - e lancia l'ultimatum sull'abolizione delle Province e per la prima volta chiama in causa le Regioni, presumo, quindi, telefonando al nostro Presidente Spacca, ripeto, grande, teniamocelo stretto anche per il futuro, che ha già superato queste fasi, sta all'internazionalizzazione della Regione Marche, attraverso la Macroregione Ionico Adriatica di cui io, Presidente, aspetto sempre gli atti. La dottoressa Santoncini mi ha risposto che in Consiglio non c'erano atti, però, sicuramente li avrò, soprattutto io voglio sapere il ruolo vero della Regione Marche all'interno di questo straordinario organismo di internazionalizzazione.
Io di più Presidente ..., è per questo che parlo con lei cercando di capire perché io debbo capire e, Presidente, il nesso logico lo troveremo strada facendo, accetto con umiltà e mi scuso se in lei suscito la sensazione di essere un ignorante, però tanta scienza ci porta a non sapere più che cosa dobbiamo amministrare e di che cosa dobbiamo parlare, preferisco essere ignorante e andare ...

(Interrompe il Presidente Spacca)

Umberto TRENTA. Presidente me lo scriva, lei deve cercare perché questa storia, mi pare, è partita dal Consiglio regionale delle Marche per poi andare là, va bene, Presidente, troveremo nei meandri, poi parlerò con la Corte dei Conti e con la Procura della Repubblica, perché quei conti lei me li deve presentare.
Poi lei mi scriva: ignorante Consigliere vada e si rivolga a .., ed io andrò a ..., perché so che qui abbiamo la cittadella di Ancona, che ospita la Macroregione Ionica Adriatica, se noi non c'entriamo niente, lei mi spiegherà perché diamo queste disponibilità, fanno parte forse delle elargizioni ... è tutta un'altra cosa Presidente non ho ...

(Interrompe il Presidente Spacca)

Umberto TRENTA. Va bene, mi documenterò. Vede quanto è bello quando lei mi dà delle lezioni, io le accetto perché la considero una persona ..., ecco lo dico con affetto al PD: teniamoci questo Presidente che è veramente straordinario!
Passo al secondo punto: "Province ed enti di secondo livello svuotandole di fatto dei loro principali poteri, accelerare le Unioni dei Comuni e puntare già dal 2014 sulla crescita di 10 città metropolitane", guarda caso il 24 settembre 2013 la Regione Marche approva all'unanimità, io aspetto ancora la conferenza con il Consigliere Perazzoli, ma la faremo nei tempi dovuti, una straordinaria proposta di legge che diventa legge e si chiama "Limes territori di confine" che, guarda caso, propone in una visione più larga e lungimirante, un accordo a livello nazionale anche sul fatto che c'è una legge per la montagna che è il 75% della territorialità, non solo italica, ma europea che ancora aspetta dal '54 di essere rivista, e questo Consigliere Traversini potrebbe essere un'occasione.
Passiamo al taglio del personale politico provinciale che dovrebbe portare a risparmi pari a 110 milioni di euro che non sottovaluterei, quindi, noi parliamo del taglio delle Province e ancora facciamo la proposizione delle Comunità montane quasi che fossimo Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Altra riflessione: "le Regioni destinate insieme ai Comuni ad assorbire buona parte delle funzioni gestite oggi dalle Province", qui Del Rio vorrebbe abolire le Regioni o ridefinirne i confini: "E' un'operazione molto complessa" annuncia, "le Regioni sono un punto critico del federalismo e si sono trasformate in enti burocratici", allora in questo Consiglio regionale, quando arriva questa proposta di legge "Norme in materia di Unioni montane e di esercizio associato della fusione dei comuni montani", mi pare di capire che ci sia un po' di confusione, leggera, penso Consiglieri Traversini e Massi, ma ci fate capire alcune cose.
Riordinare territorialmente le Regioni non è impossibile, ma se partiamo dal contenitore, allora Presidente giusto lei, io sono ignorante, ma lì l'unione delle regioni potrebbe fare molto perché penso che questo problema, proprio sulla fascia appenninica, vada dalle Alpi fino a Reggio Calabria per finire a Palermo.
Noi in merito alla riorganizzazione delle funzioni di pianificazione e programmazione su macro aree abbiamo il vantaggio di avere una proposta di legge che è divenuta legge, che è proprio "Limes territori di confine" all'interno di quella che è la Macroregione mediterranea che potrebbe partire proprio con la ridefinizione del luogo baricentrico, all'interno di questo sistema della nostra regione e di quella legge straordinaria che è la legge sul capoluogo di regione Ancona, voluta tanto dai Consiglieri Giancarli e credo anche dal Consigliere Busilacchi, se ben ricordo, che io da sostenitore esterno ed estremo, quindi, fuori dall'organigramma politico potenziale del Presidente Spacca, mi permetto di far notare.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Questa proposta di legge oggi in discussione non fa che recepire le disposizioni della legge statale, la n. 135 del 2012, sulla spending review che dice che i Comuni montani con meno di 3000 abitanti hanno l'obbligo dell'esercizio associato delle funzioni fondamentali. Voglio ricordare che tra questi c'è il trasporto pubblico, la pianificazione urbanistica ed edilizia, la protezione civile, la gestione dei rifiuti, i servizi sociali, l'edilizia scolastica, la polizia municipale e amministrativa, lo stato civile, l'anagrafe. Funzioni fondamentali.
Nelle Marche sono 72 i Comuni interessati sul totale dei 98 appartenenti alle Comunità montane e il mutato quadro normativo statale obbliga ad adeguare l'assetto delle Comunità montane della Regione, da un lato per favorire la gestione associata delle funzioni e dei servizi Comuni montani di minore dimensione demografica, dall'alto per favorire la semplificazione e la razionalizzazione dei livelli istituzionali operanti in quegli ambiti territoriali.
Questa proposta di legge non contempla l'utilizzo dello strumento Comunità montana per il perseguimento degli obiettivi che si prefigge, tuttavia intende salvaguardare e sviluppare la positiva esperienza accumulata da questi enti sul fronte della tutela e valorizzazione del territorio montano e sul fronte della gestione dell'esercizio associato delle attività comunali.
Vari sono i percorsi di riforme in atto nelle varie Regioni italiane, le Marche hanno optato per lo scioglimento delle Comunità montane in favore dell'istituzione delle Unioni montane. E' uno strumento ritenuto più idoneo al perseguimento di più obiettivi: efficiente ed efficace, esercizio associato delle funzioni, sviluppo di adeguate politiche di tutela e valorizzazione della montagna, non ultimo snellezza e sostenibilità economica.
L'UdC sostiene la proposta di legge, condividendone l'idea ispiratrice di coniugare l'esigenza di semplificazione e di ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie e, quindi, di razionalizzare la spesa senza penalizzare i livelli occupazionali ed il personale già inserito nelle Comunità montane, con l'esigenza di salvaguardia della continuità istituzionale e funzionale nel segno della tutela e valorizzazione del territorio montano.
Voglio ricordare che la superficie regionale classificata come montana è pari a quasi 60% della superficie totale, i residenti sono circa il 21% della popolazione dell'intera regione, a fronte di questi numeri ben si comprende quanto sia importante ridurre il divario fra aree costiere ed entroterra, creando le condizioni che possano favorire la permanenza della popolazione in queste zone.
La proposta di legge oggi in discussione mi sembra che vada in questa direzione, certo un miglioramento lo si può ottenere attraverso la creazione di occasioni occupazionali, non come eventi occasionali, ma come situazioni possibilmente permanenti che possano creare un freno allo spopolamento di quelle zone.
In particolare voglio citare la prevenzione dei disastri idrogeologici e puntare su interventi di prevenzione, quali possono essere quelli di manutenzione generica e, più specifici, quelli delle sponde dei fiumi, dei boschi. Questi interventi vanno nella direzione della tutela ambientale e della valorizzazione del territorio, quindi, è anche un'occasione questa per sostenere fortemente la legge forestale che verrà, farà il passaggio in Commissione nei prossimi giorni, e darà una spinta al "Progetto Appennino" che riguarda attività importanti per la tutela dell'entroterra, quindi, fonti di finanziamento alternative, sviluppo socioeconomico, valorizzazione del territorio.
L'UdC è su queste posizioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Credo che questa proposta di legge che stiamo discutendo sia un segnale molto forte e importante come Giunta e come Consiglio regionale e ringrazio la Commissione e i relatori che quest'oggi l'hanno illustrata in maniera molto dettagliata, a dimostrazione che c'è stato e c'è un percorso condiviso da tutti, da tutti i gruppi, dall'istituzione Regione, perché nel tempo e negli anni si è dimostrato che le iniziative portate avanti da queste Comunità possono migliorare ma, soprattutto, da queste si possono ricavare una serie di risparmi che possono giovare all'intera Comunità regionale.
Credo che da questo punto di vista, nessuno di noi possa votare contro, per quello che mi riguarda non voterò contro questa legge.
L'unico dubbio, Presidente, chiederò poi all'Assessore un chiarimento, è stato sollevato da altri esperti, ma oggi ribadito dal relatore di maggioranza, riguarda il personale. In prima battuta i Comuni che non aderiranno a questa nuova istituzione che andiamo a creare verranno commissariati ed il Commissario individuerà dove mandare il personale di ruolo. In prima battuta abbiamo detto che dovranno andare nei Comuni. Io pongo, allora, questo problema che è un problema che probabilmente è stato già sviscerato e già chiarito, ma m'interesserebbe capire bene: nei Comuni - visto le normative nazionali legate al patto di stabilità e le varie assunzioni limitate - parlo di Comuni sostanzialmente piccoli, dove è difficile coniugare l'aspetto del bilancio, con l'aspetto occupazionale, un inserimento di personale all'interno di questi sarebbe, in maniera esponenziale, un costo aggiuntivo che potrebbe creare delle difficoltà. Cosa succede a questo personale se ad un Comune per difficoltà oggettive legate al patto di stabilità ed alle normative nazionali viene impedito l'aumento di personale? Credo che la Regione debba valutare anche questa possibilità, capisco che è difficile, ma dobbiamo tener conto che la Regione deve valutare la possibilità di prenderlo in proprio carico perché il rischio è che queste persone, questo nostro personale, poi si trovi sballottato in una situazione critica.
Chiarire questo aspetto sarebbe un'ulteriore opportunità che oggi, come Consiglio regionale, diamo a chi poi dovrà espletare questa nostra legge regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Voglio ribadire che, come sentito prima dai vari colleghi, gli sprechi non sono negli enti locali, al contrario, gli sprechi sono nello Stato, sono nei Ministeri e, soprattutto, al sud del nostro Paese. Purtroppo ci accorgiamo che continuamente ci si picchia a vicenda, nel senso che Roma picchia le Regioni e le Regioni, purtroppo, spesso, picchiano gli enti locali.
Dico questo perché è un tema a cui ho dato molta attenzione, forse è stato poco dibattuto, è la garanzia dei posti del personale, ovviamente questa è la parte più delicata e più si legge il testo in discussione e più nascono dubbi.
Le preoccupazioni riguardano il personale, ma non la parte politica che potrebbe uscire dalla porta, ma rientrare dalla finestra, mentre per il personale in carico sono previsti percorsi non estremamente chiari, soprattutto nel caso che le Unioni non si costituiscano o dovessero sciogliersi.
In quest'ultimo caso verrebbe interessato anche il personale dei Comuni che confluirebbe nell'Unione montana. Dico che non c'è stato il coraggio di inserire all'articolo 6, comma 6, la parola Regione, come invece vediamo inserita nella legge di costituzione del parco interregionale "Sasso Simone Simoncello" che, riguardo al personale, all'articolo cita: "in caso di soppressione dell'ente di gestione il personale viene trasferito alle Regioni in proporzione al rispettivo territorio", o come è ribadito nelle Regioni Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria, anche qui cito l'articolo 18 della legge della Regione Piemonte, dove si dice chiaramente che "la Regione e i suoi enti strumentali, dipendenti e ausiliari in relazioni ai rispettivi piani occupazionali ricoprono i posti vacanti delle rispettive dotazioni organiche prioritariamente attraverso la mobilità del personale a tempo indeterminato delle soppresse Comunità".
Qui non c'è stato il coraggio di inserire, in maniera chiara, leggibile, trasparente perché sappiamo che carta canta, il termine Regione, all'articolo 6, comma 6, e il mio emendamento va in questa direzione, perché non si può pensare di utilizzare le future Unioni montane come luogo dove far confluire il costo del personale, sappiamo che ci sono delle qualifiche che non sono estremamente facili da ricollocare e non sempre i Comuni hanno un posto per queste figure che, magari, sono scomode, costose oppure coperte da persone anziane, quindi, queste Unioni montane potrebbero diventare una sorta di contenitore, uno sversatoio che potrebbe risultare oneroso e inefficiente.
Questa è una preoccupazione che esiste e, purtroppo, nell'articolato non è ben chiara la collocazione del personale.
Riconosco la buona fede del Consigliere Traversini con cui sono legato da un territorio, anch'io sono un frequentatore dell'entroterra, ho una casa in un boschetto, quindi, la vivo e mi piace andarci spesso, adesso metterò su una tartufaia ..., ho paura che la legislazione si leghi a quella delle Unioni dei Comuni e in merito alla soppressione del comma 10, dell'articolo 2, che faceva riferimento all'indennità del rappresentanti delle Unioni montane, era meglio abbondare che deficere, nel senso che c'era e secondo me era molto più chiaro e trasparente, perché sappiamo che le menti politiche sono alquanto contorte, e questa ambiguità nell'aver soppresso quel comma ci preoccupa moltissimo. Ripeto, la politica potrebbe uscire dalla porta e rientrare dalla finestra e ricreare degli sprechi, anche se ribadisco gli sprechi non sono negli enti locali, ma altrove.
Questi emendamenti che presento sono a totale tutela dei posti di lavoro e spero che questa paroletta magica 'Regione', come abbiamo visto inserita senza paura in altre Regioni, sia messa anche da noi.
Per chiudere, va bene il fondo previsto per tre anni, ma poi non sappiamo come saranno finanziate e che fine potranno fare, questo è il dilemma. Si creano, avranno del personale e poi se non c'è un percorso di finanziamento vero e reale ..., prendo l'occasione perché si parla di posti di lavoro, si parla di privilegiati, si parla di enti locali che sono quelli malmenati. sempre, per dire di una notizia di ieri: probabilmente ci sarà uno scivolo d'oro per le forze armate. Questo l'ho letto ieri, ci saranno dei nuovi baby pensionati, che definisco, del terzo millennio, in quanto il precedente Governo, ovvero il Governo Monti, ha previsto 35.000 uomini in meno in 12 anni, ma con questa clausola i cinquantenni, in questi 10 anni, potranno entrare in un magico limbo, uno scivolo d'oro, grazie al quale si conserva l'85% dello stipendio, senza lavorare più un solo giorno, con tanto di pensione piena, una sorta di bonus decennale per le forze armate che verrà inserito nel codice dell'ordinamento militare a meno che Camera e Senato non si mettano di traverso.
Queste sono delle porcherie che questo Stato non deve più fare, i baby pensionati delle forze armate, per favore, non devono sussistere, mentre noi avremo problemi per i nostri dipendenti delle Comunità montane e vuoi o non vuoi qualcuno ci rimetterà le penne.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Pochi minuti, voglio dire che condivido le relazioni, in primo luogo quella del Consigliere Traversini, ma anche del Consigliere Massi, per gli spunti.
E' stata spiegata in maniera chiara la posizione rispetto a questa proposta di legge che di fatto è una riforma che questo Consiglio porta in Aula e realizza. E' una riforma che modifica gli assetti dei nostri enti territoriali, enti locali.
Penso che ci si è arrivati, se volete, anche un po' in ritardo, un dibattito molto lungo che è cominciato nella precedente legislatura, forse chi c'era si ricorderà, sempre poco coraggio a modificare questi assetti, vi ricordate il tentativo di individuare con precisione chirurgica la montanità di ogni singolo Comune per fare in modo che le Comunità montane potessero essere e sono quelle entità, oggi arriviamo invece ad una formulazione corretta, adeguata, secondo me, buona, anche rispetto all'articolo che tratta il tema del personale.
C'è un punto però che non ritrovo qui, ma non lo trovo neanche altrove, perché i temi fondamentali, secondo me, che intrecciano questa proposta di legge, questa riflessione sull'assetto degli enti locali e in modo particolare sull'Unione dei Comuni montani sono due: il primo è una legge di riordino della montagna, come ricordava il Consigliere Massi, penso che il tema centrale sia proprio questo, poi, come si organizzano i servizi associati di quelle aree attraverso l'Unione dei Comuni montani è una cosa importante, ma certamente non è il tema principale, l'altro, purtroppo, lo attendiamo da tempo, ma mi pare che questo Governo e quello precedente non l'abbiano elaborato, è la carta degli enti locali, la riforma complessiva organica del sistema degli enti locali di questo Paese. Ci arriviamo, come dire, per step, nel senso che, nel momento in cui noi discutiamo le Comunità montane, la riforma, il tentativo di costruire Unioni dei Comuni montani, c'è un decreto che svuota le Province completamente e riconferma per contro i Consorzi di bonifica.
Tutti i temi che riguardano la gestione del territorio, non siamo ancora stati in grado di poter cogliere in un documento complessivo, in una visione d'insieme e aggiungo ciò che diceva il Consigliere Trenta, un ragionamento anche sulla riforma dei confini delle regioni, nel senso che sarebbe opportuno avere, finalmente, la possibilità di discutere un disegno complessivo organico della riforma delle istituzioni locali di questo Paese.
Oggi ci siamo arrivati per passaggi successivi, tenendo conto, per esempio, che continuo a non capire, a non comprendere fino in fondo, perché vengono mantenuti i Consorzi di bonifica, ovvero so il perché, pur avendoli anche riformati e ridotti in questa Regione come altrove, mentre ci sono decreti che svuotano di poteri e di competenze le Province solo per una logica di risparmio, è una logica giusta, corretta, purtuttavia, in questo momento, non credo che sia questo il modo di procedere.
Dicevo che questa legge è una legge adeguata, credo che uno dei temi che ha animato il dibattito di qualche tempo fa, anche per logiche opportunistiche, politicamente opportunistiche, perché in realtà, intendiamoci, lo dico da una parte politica che in questa Regione ha sempre avuto un ampio consenso, andare a toccare le Comunità montane significava toccare anche una sorta di potere locale, perché nelle Comunità montane c'erano le figure del Presidente, della Giunta, per cui non è stato facile scardinare quel meccanismo, un meccanismo di consenso, ora non ha più quella logica precedente, ma la Comunità montana venne contestata a lungo anche perché si configurava come un vero ente locale di programmazione. Oggi l'Unione dei Comuni è una cosa leggermente diversa, se volete, non è più quell'ente locale che tende a programmare, a sovrapporsi o addirittura ad essere un cuscinetto fra Comuni e Province, assume un ruolo ed un significato diverso che, così come è delineato in questa proposta di legge, penso siano adeguati e corretti.
Sul personale mi pare che l'articolo che questo testo prevede sia non solo adeguato alla tutela dei lavoratori, che attualmente sono in carico alle Comunità montane, ma raccoglie un po' il dibattito che c'è stato, i suggerimenti anche dei sindacati, se volete, piuttosto che dei lavoratori stessi, e cioè che i Comuni saranno gli enti che prioritariamente dovranno raccogliere l'eventuale personale che dall'Unione dei Comuni montani non dovrebbe essere collocato, perché qualche Comune potrebbe non aderire, nel senso che mi pare che si possa dire, e l'articolo lo dice, che il personale prioritariamente andrà nei Comuni che aderiranno all'Unione montana. Poi si parla anche della possibilità di trasferimento ad altri enti, altri enti locali. direi che, in questo modo, la tutela dei lavoratori è fatta salva, indicare come alcuni suggeriscono, anche con alcuni emendamenti, in maniera specifica la Regione, significherebbe mettere in allarme alcune persone che lavorano nei Comuni periferici che potrebbero essere trasferite probabilmente in enti molto lontani, diventando tutto complicato. Mi pare che l'articolo 7 sia equilibrato e che possa funzionare, per cui posso dire che si può votare questa proposta di legge nel testo presentato dalla Commissione.
Ritorno su un punto, perché mi pare sia anche collegato al primo, parlo della legge di riordino della montagna che è un tema centrale e credo che sia stato introdotto, in modo particolare, dagli strumenti di programmazione europea, nel Feasr ci sono già alcune misure che prevedono fondi specifici per la montagna, ciò significa che abbiamo per le mani una bella possibilità attraverso la nuova legge di riordino della montagna e le risorse destinate su misure specifiche, di dare il senso vero della considerazione che questo territorio, questa Regione ha delle aree montane che sono, qualche volta, considerate, in maniera sbagliata, periferiche, svolgono, come sapete, un ruolo centrale anche rispetto ai servizi particolari della nostra regione.
La nostra è un'adesione convinta a questa proposta di legge, ci arriviamo un po' in ritardo però ci arriviamo, le Unioni dei Comuni montani, come ricordava il Consigliere Traversini alla fine del suo intervento, mantengono anche una sorta di programmazione del territorio, non sarà una vera e propria costruzione di strumenti di pianificazione, purtuttavia manterranno questa caratteristica che, credo, sia quello che le vecchie Comunità montane trasformate auspicavano che rimanesse. Per questo noi diamo un parere favorevole, convinto, a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Devo dire che ammiro chi ha il coraggio di riuscire a fare un dibattito su una proposta di legge che rappresenta una finta riforma.
Io non sono un conservatore e questa proposta di legge di fatto conserva nella sua interezza l'istituto della Comunità montana e lo ripropone sotto altra veste e sotto altro nome.
Dico questo perché sostanzialmente le competenze sono più o meno le stesse, il personale è lo stesso e, addirittura, i politici che lo compongono sono gli stessi, con la differenza che c'è l'opzionalità, cioè siamo arrivati al punto in cui in un'Unione montana si può fare in un modo ed in un'altra in una maniera diversa, e chi aveva uno stipendio, in termini di incarico politico, ce l'ha lo stesso. Io vi ammiro perché posso capire che ...

(Interrompe il Consigliere Traversini)

Giovanni ZINNI. C'è poco da ascoltare Consigliere Traversini, ...

(Interrompe il Consigliere Traversini)

Giovanni ZINNI. Qui è stato soppresso, nell'ultimo testo che ho, poi non so se avete preparato un emendamento in Commissione, "il Consiglio ed il Presidente della Giunta sono costituiti senza maggiori oneri per la finanza pubblica. Agli amministratori delle Unioni montane non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni, indennità, emolumenti, in qualsiasi forma", questo comma è stato soppresso ...

(Interrompe il Consigliere Traversini)

Giovanni ZINNI. Io sono uno di quelli che è convinto che non è grave il caso in cui uno prenda un'indennità, il vero problema è che si continua a raccontare che questo strumento serve alla montagna per crescere, non è vero, perché in Italia se veramente si volesse aiutare la montagna ad essere ripopolata bisognerebbe riportare il rispetto dell'insediamento antropico, bisognerebbe riportare i servizi, investire denaro pubblico, bisognerebbe che lo Stato centrale facesse qualcosa, che le Regioni facessero qualcosa.
Francamente, io non vedo, non riesco a vedere e a dire che questa è una grande riforma che ci rimette nelle condizioni di aiutare la montagna, mi sembra che sia più una legge destinata a garantire la filiera della politica, così com'è stato, una legge più di conservazione che di sperimentazione di nuove partite e nuovi ambiti.
Francamente non me la voglio prendere con le Comunità montane, però, noi in Italia stiamo assistendo a una serie di schizofrenie in termini di rapporto con la Costituzione e con l'architettura istituzionale che è impressionante. Assistiamo a Governi nazionali burleschi che continuano a far finta di chiudere le Province, sapendo benissimo che senza una riforma costituzionale questo non è possibile, continuiamo ad assistere a decreti svuota competenza, decreti di declassificazione che poi vengono massacrati dalla Corte Costituzionale, e noi qui cosa facciamo? Noi andiamo a fare il restyling, esattamente come la Punto della Fiat che ha avuto dozzine di restyling, noi andiamo a fare il restyling alla Comunità montana.
Questo è!
Non si può affermare che questa proposta di legge è una riforma della gestione dei territori della montagna, perché passiamo sostanzialmente da uno strumento che esiste, che è quello dell'Unione dei Comuni che, in questo caso, si plasma con la Comunità montana che esisteva prima.
E' grave? No, non è grave, ci sono cose molto più gravi che può fare o non fare la Regione, però è una finta riforma ed io non la voto e, quindi, voterò contro perché non mi va personalmente, da uomo della costa, di prendere in giro la montagna, non sono disposto a prendere in giro chi abita in zone che non hanno più niente, bisogna essere onesti, il nostro entroterra è completamente defraudato di ogni servizio pubblico, francamente non mi sento di votarla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Dichiaro subito che il Gruppo Comunista voterà a favore di questa legge e cercherò di spiegare perché.
Chi vi parla ha assistito, ha avuto la fortuna di assistere alla nascita delle Comunità montane, a tutto quello che le Comunità montane hanno rappresentato in termini di autoorganizzazione per l'autogoverno di un territorio, troppo spesso dimenticato.
Le Comunità montane hanno rappresentato e rappresentano ancora una risposta importantissima per le popolazioni dei luoghi più disagiati, diceva bene il Consigliere Massi, di questo nostro territorio nazionale, perché vivere in montagna non è come vivere lungo la costa e soltanto chi conosce certi disagi può parlare del fatto se le Comunità montane o meno abbiano risposto a queste esigenze. Quello che dico lo conferma un fatto semplice che non è stato ricordato in Aula, questa legge non è frutto della volontà, dico io, quasi demenziale della Giunta regionale che le voleva cancellare tout court, perché questo voleva fare il governo regionale, il governo regionale voleva cancellare le Comunità montane, l'Uncem, eccolo il ruolo delle Comunità montane, ha svolto un grande lavoro diplomatico, con gli uffici, con la Giunta e non è un caso che il relatore di maggioranza sia un Sindaco che è stato Sindaco di un Comune Presidente di una Comunità montana.
Al di là dei ruoli di maggioranza e minoranza in cui ci troviamo, do atto del lavoro fatto insieme ai Comuni organizzati nell'Unione marchigiana delle Comunità montane che hanno evitato di cancellare quello che ha rappresentato un momento di progresso della montagna contro, ripeto, la volontà della Giunta regionale.
Non si tratta di una cancellazione, non si tratta neanche di restyling, mentre si taglia sui Consigli, ormai è in voga, tagliamo le spese, tagliamo la partecipazione democratica, non facciamo contare più niente ai cittadini, qui si tratta di una trasformazione, dove amministratori della montagna, qualora lo vogliano i loro Consigli, si trasformano in amministratori di un'area più vasta, quindi, c'è responsabilità della politica, è questo mi convince. C'è responsabilità della politica e, vedo il rischio in questo Consiglio regionale, non me ne vogliano i colleghi, che tutto venga ridotto al destino dei dipendenti, che tra l'altro è stato già discusso e detto, sarebbe una riduzione da evitare che non farebbe onore né al Consiglio regionale, credo, tanto meno alle Comunità montane che hanno operato, anche qui diamo un giudizio positivo.
Certo il capogruppo del PD forse inconsapevolmente o consapevolmente ha detto che erano centri di potere e di consenso politico e noi conosciamo oggi la voracità del PD che ha tutti i Sindaci, tutti i Presidenti, dovunque no? (...) La DC in questo senso ce la fate rimpiangere, c'erano le politiche delle alleanze e qualche cosa cedeva, voi vi prendete tutto e di più, quindi, la conosco questa voracità, (...) il maggioritario, voi prendete tutto e di più e non vi basta mai, tanta è la vostra voracità. Questo, però, dipende dai cittadini, la democrazia purtroppo è questa, sempre frutto di un rapporto di forze che momentaneamente, per esempio, a noi comunisti ci vede esclusi dal Parlamento nazionale, minoranza qui, ma non siamo culturalmente minoritari e capiamo quando è il momento di fare opposizione ferma e votare contro, quando invece votare a favore di alcuni strumenti che, come questo, vanno a favore delle popolazioni del territorio della montagna.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Anch'io apprezzo il testo uscito dalla Commissione, come apprezzo gli interventi, non solo degli altri colleghi, ma del relatore di maggioranza, dei due relatori, i quali hanno rappresentato un punto di vista condiviso su una realtà della nostra regione che rappresenta il 59% del nostro territorio e circa il 21% della popolazione. Soprattutto non si è dimenticato, perché questo era il rischio, che c'è un dettato costituzionale, l'articolo 44 della nostra Costituzione, che c'è uno Statuto regionale, faccio riferimento al comma 7, dell'articolo 4, che riconosce nelle aree montane un momento di attenzione particolare.
Lo apprezzo perché poteva succedere esattamente il contrario, che sull'onda di quello che iniziò nel 2007, perché nel 2007 è cominciato il travaglio di queste organizzazioni montane, enti pubblici territoriali, si arrivasse alla loro definitiva cancellazione, come in alcune Regioni d'Italia è successo, senza che questo portasse nessun giovamento a quelle amministrazioni.
Apprezzo soprattutto la capacità di aver resistito a delle semplificazioni istituzionali e, guarda caso, oggi possiamo dire che almeno in questa Regione si compie il primo atto della grande riforma dell'architettura istituzionale che doveva accadere in questo Paese, si comincia con le Comunità montane e temo che si rischi di finire qui e che tutto si giochi qui.
Grande è stata la disattenzione del Governo nazionale su una problematica così importante, grazie a Dio, in questa Regione abbiamo limitato i danni.
Vedo adesso una grande sfida, dite voi, io la vedo e la propongo, tutti quanti noi la proponiamo e dovremmo essere capaci di sostenere quella che io vedo come la sfida dei Sindaci, perché noi passiamo da un organismo, che era la Comunità montana, che prevedeva obbligatoriamente quel tipo di associazionismo tra i Comuni, ad un'Unione montana dei Comuni, grazie a Dio, conserva il nome montano, quindi, questa Regione ancora ha una certa identità e viene mantenuta, ed i Comuni possono aderire su base volontaria.
La sfida è grande perché i Sindaci dovranno misurarsi con un compito che prima non avevano in modo così esplicito, avranno il compito di misurarsi con delle aree vaste, su cui occorre svolgere un ruolo di programmazione, e non soltanto, per quanto importante, di amministrazione e di organizzazione di servizi pubblici locali.
I territori montani, i territori alto collinari, sono quelli che hanno dentro di loro le opportunità più rilevanti per un nuovo e diverso modello di sviluppo di questa regione e, quindi, una prospettiva futura di rilancio economico; avranno di fronte questa sfida. La Regione dovrà supportarli in questo, altrimenti verrà a mancare un elemento di governance di quei territori che se oggi non ci fossero occorrerebbe inventarli, perché ricordo, rammento a tutti quanti noi, che sono successi, in ambito di programmazione europea e nazionale, due fatti importanti, per la prima volta in questo Paese si parla di un programma nazionale per le aree interne e il fondo per lo sviluppo rurale prevede, per la prima volta, un sottoprogramma specifico per la montagna.
Ora chi governerà questi processi, chi si assumerà il compito e avrà la responsabilità di rendere conto a quei territori, a quelle popolazioni e a tutta la comunità regionale dell'attivazione di questi programmi e dei risultati di questi programmi?
Per questo ritengo che abbiamo fatto bene a non procedere verso una desertificazione istituzionale, che è ciò che diversi Governi succedutesi, dal 2007 ad oggi, stanno in qualche modo perseguendo, e alcuni maligni pensano che in quei territori non ci sono soltanto le nuove opportunità di sviluppo economico, ma ci sono le attuali, in termini di energia, per esempio, in termini di risorse territoriali, forse semplificare la governance significa accentrare i momenti decisionali, esautorando le popolazioni di quello che è un loro diritto democratico e naturale.
Per questi motivi, raccomandando alla Regione di sostenere gli amministratori locali e i Sindaci in questa nuova sfida, voterò a favore di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Credo che dobbiamo porci di fronte a questa proposta di legge, che sta diventando legge, da una parte evitando trionfalismi, dall'altra atteggiamenti pregiudiziali che qua e là sono trapelati nel dibattito.
Credo che realisticamente bisogna parlare di una buona legge, anche perché è una legge equilibrata, frutto di molte riunioni e di un lavoro unitario tra le varie componenti interessate, le Comunità montane, il Cal, il Crel e la Commissione consiliare.
Credo che il Consigliere Zinni veda in modo ideologico, certe volte, i termini. Conservare non è sempre un termine negativo. Le nostre famiglie quando facevano le bottiglie di pomodoro per conservare i prodotti delle stagioni facevano una cosa santa che è un peccato disperdere nella storia, così conservare uno strumento, un obiettivo fondamentale, che è quello di dare una specificità di governo, unitario, di un territorio vasto con poca popolazione come quello montano, è un obiettivo da conservare, non da rimuovere.
Va rinnovato lo strumento, alla luce delle esigenze di semplificazione, evitando la proliferazione di enti che spesso hanno una vita autonoma a prescindere dai soggetti che gli hanno dato la vita, fondamentalmente i Comuni.
Noi ci siamo abituati a leggere quasi ogni cosa in base agli obiettivi che nazionalmente ci siamo dati, sull'onda di una polemica pretestuosa, demagogica e ideologica contro la politica, per cui bisogna tagliare ogni cosa. Tagliare l'indennità dei Sindaci, il numero dei Consiglieri, come è stato detto, significa tagliare niente, fare solo becera propaganda, facendo capire che ormai tutto dipende dalla politica, nel momento in cui, in Italia e nel mondo, la politica conta così poco, fino allo zero, vicino allo zero.
Parliamo solo della politica, in altri momenti in cui la politica decideva l'economia con i panettoni, decideva dell'Alemagna e della Motta, la politica era estranea, allora io dico che, non per fasulle esigenze di risparmio, è una necessità unire. Perché un cittadino che ha, oggettivamente, condizioni più disagiate rispetto a chi abita ad Ancona o sulla costa, o in una città capoluogo, deve avere una situazione che non cerca di riparare? Perché un cittadino che ha un'impresa commerciale in un'area montana deve subìre concorrenza sleale, spesso falsi agriturismi? Perché nessuno controlla, perché in un Comune c'è un vigile solo e quel vigile deve fare anche l'autista di scuolabus, deve fare tutto meno che controllare anche perché non può avere le conoscenze legislative, legali che gli permettono di esercitare una funzione di controllo, pensiamo all'edilizia, pensiamo a tutto.
Solo unendo i Comuni noi siamo in grado di far sì che quei cittadini possano avere un’uniformità di diritti o almeno cercare di averli organizzati, tanto è vero che noi in tutte le leggi che stiamo approvando, compresa quella sulla Polizia municipale, tendiamo a favorire le aggregazioni dei Comuni per avere più efficienza.
Insieme all'Ufficio di Presidenza abbiamo dato vita a un gruppo di lavoro, composto dall'Ufficio di Presidenza, dal Presidente e dal Vicepresidente della I Commissione e da sette esponenti del Cal, per cercare di delineare un discorso, un progetto unitario di riorganizzazione del territorio, perché spesso andiamo avanti come sulle foglie di carciofo, non sempre il disegno è organico per avere un governo del territorio unitario, efficiente, incentrato sulla figura fondamentale dei Sindaci, delle amministrazioni locali, rivalorizzando i cosiddetti corpi intermedi.
La politica è fondamentale per governare questi territori e noi, spesso, l’abbiamo cancellata come se fosse un fatto negativo. In questo senso ammiro molto Barca quando dice: "quando ho fatto il Ministro ho capito che senza la politica, senza i partiti neanche le amministrazioni più brave funzionano bene”.Questo lo dobbiamo dire con forza.
Detto questo due questioni specifiche che sono state poste oggi: una è l'indennità. Sulle indennità bisogna essere chiari, c'è una legge che è tale fino a quando non viene cambiata dallo Stato, noi non possiamo ripetere le leggi dello Stato: non possono essere dati emolumenti aggiuntivi a chi percepisce già una indennità, quindi, per le Unioni di Comuni e quant'altro non ci sono indennità, ma non è il primo caso che discutiamo di questo, anche in altre leggi (…) non si possono dare, no, non sono previste, quindi se un Sindaco fa il Presidente dell'Unione montana non becca una lira per partecipare.
Su questo bisogna essere chiari, io dico che è sbagliato, intendiamoci è una legge sbagliata perché andiamo a risparmiare sulle cose ridicole e non sulle cose grandi, sulle grandi spese dell'Italia, però questa è una legge dello Stato, quindi è inutile, spero che venga cambiata, lo voglio dire con nettezza anche se non mi riguarda e non mi riguarderà in futuro, però è una cosa sacrosanta che chi dedica il suo lavoro non ci debba anche rimettere.
Ripeto che noi l’abbiamo tolta perché gli uffici hanno detto che era inutile, sbagliato, in una legge regionale ripetere una norma stabilita con chiarezza dalla legge dello Stato.
L’altra preoccupazione legittima è quella di chi oggi lavora nelle Comunità montane, legittima. Noi, però, dobbiamo dire che chi svolge una funzione specifica non ha problemi di sorta, lo diciamo chiaramente all'articolo 6, comma 6: la Giunta regionale con la deliberazione di cui al comma 3, previo confronto con le organizzazioni sindacali rappresentate nelle Comunità montane, determina il contingente e le singole unità di personale da trasferire ai Comuni ed agli altri enti subentranti sulla base delle funzioni assegnate. Chi segue la forestazione non ha problemi, se la Regione la tiene per sé, assumerà il personale, se trasferisce questa competenza assegnerà il personale e i soldi ai Comuni o al Consorzio di Bonifica o a qualcun altro, perché questa è una funzione che va esercitata.
In qualche Unità montana forse si è fatta una politica un po' esagerata, c'è preoccupazione, ma io voglio dire attenzione, se vogliamo che queste Unioni montane, anche in situazioni difficili di divisione personalistica, magari tra amministratori, nascano, dobbiamo evitare di rincorrere questo, perché questo vincolo li condiziona ad aderire all'Unione montana, se noi diciamo che alla fine ci sarà mamma Regione che sana tutto, i Sindaci, con poco senso di responsabilità, con scarsa visione del futuro, potrebbero essere sollecitati, solleticati nel proprio egoismo, a dire "io mi tiro fuori", invece no, devono stare dentro perché se no quel discorso iniziale non passa.
Mentre mi appaiono legittime le preoccupazioni di chi ci lavora, perché dietro al lavoro ci sono le famiglie, eccetera, mi appaiono un po' strumentali certi paladini. In particolare mi riferisco all'amico, compagno, non so come definirlo, Consigliere Pieroni che vedo assente, come spesso capita, se lei ha un problema politico su questo …, insomma, fa parte della maggioranza e lo pone …, però non può essere che si sta in maggioranza e poi si cavalca questo che, il Consigliere Bucciarelli, chiama marchettone per prendersi la simpatia di qualche dipendente che teme per il proprio posto di lavoro.
Anche quando abbiamo discusso, se vi ricordate, e finisco, del Consorzio di bonifica i sindacati erano preoccupati per il personale. Ci abbiamo parlato, abbiamo tenuto la linea, come si diceva una volta, e adesso i sindacati sono convinti e consapevoli che abbiamo fatto bene, così come facciamo bene oggi a respingere quegli emendamenti che tendono a dire alla fine ci portate in Regione. Per questo dico che la legge che adesso andiamo ad approvare è una buona legge, frutto di un lavoro serio, lungo, ma alla fine positivo che tutti abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Canzian.

Antonio CANZIAN. Solo poche considerazioni, la prima delle quali è per ringraziare i Consiglieri per l'apporto e per il livello degli interventi che ho ascoltato questa mattina. Vorrei solo chiarire alcune considerazioni .
Anzitutto quella del Consigliere Bucciarelli secondo il quale questa Giunta avrebbe voluto, come dire, annullare, non so adesso a chi si riferisse, ma sicuramente questa Giunta e questo Assessore, non avevano assolutamente in mente di cancellare, (…) perfetto era per chiarezza.
Credo che la proposta di legge che la Giunta ha approvato e poi inviato a questo Consiglio, sia stata sostanzialmente rispettata, pur con un lavoro paziente della Commissione perché sono diversi mesi che questa proposta di legge giace, per così dire, al confronto in Commissione in cui, devo dire, alcuni aspetti critici sono stati risolti.
Voglio anche sciogliere un dubbio che mi era parso di percepire nelle parole del Consigliere Pieroni per quanto concerne "il destino dei dipendenti" e si è posto il tema di eventuali processi di mobilità che sarebbero irrealizzabili. In realtà all'articolo 6, comma 7, si dice chiaramente che i processi di mobilità del personale a tempo indeterminato non rilevano ai fini, sostanzialmente, del patto di stabilità, quindi anche questo dubbio viene sciolto e dà anche più forza all'articolato di questa legge.
Credo che un tema reale, a parte che in questo Paese noi scivoliamo spesso da un estremo all'altro, passiamo da una furia iconoclasta nel cancellare livelli istituzionali, ad un altrettanto forte resistenza a qualsiasi cambiamento, dovremmo approcciarlo in modo ragionevole e diverso, cercando di semplificare laddove è necessario, perché è indubbio che alcuni livelli istituzionali vadano in qualche modo semplificati, è indubbio anche, e qui lo sanno i Sindaci dei piccoli Comuni, mi riferisco ai Comuni in genere al di sotto dei 5.000 abitanti, che oggi diventa difficile, se non impossibile esercitare alcune funzioni fondamentali, quindi, è ineludibile un processo di semplificazione che si chiama Associazione dei Comuni, Unione dei Comuni che va in qualche modo incentivato, favorito.
A me non piacciono le resistenze che ho percepito anche a proposito di questa proposta di legge, probabilmente sostenute più da esigenze particolari che non da una visione complessiva del percorso che si stava facendo e che fortunatamente è stato concluso.
L'ultimo elemento sul quale chiedo anche la vostra attenzione e pongo alla vostra attenzione è che, è ovvio, che una legge come questa, che ridisegna in gran parte il tema della governance, delle aree montane, ha necessità di essere sostenuta, come dicevano il Consigliere Cardogna ed altri, da un supporto di risorse che siano in grado, realmente, di tradurre in atti concreti, in scelte concrete, per quelle comunità, quello che in questa legge ed in altre è scritto. A questo proposito forse l’occasione della programmazione dei fondi europei 2014-2020, all'interno dei quali sono previste risorse finanziarie per le aree montane, le aree interne, può rappresentare una buona, ottima e valida opportunità.
Questo credo sia a grandi linee il sunto, la sintesi di questa proposta di legge che la Giunta regionale ha fortemente voluto e che credo sia il più alto livello di sintesi che noi avremmo potuto raggiungere. Alcune Regioni, ricordo a molti di voi e già lo sapete, hanno scelto, dalla sera alla mattina, la cancellazione di questo livello di governance locale.
La Regione Marche credo che abbia invece svolto un ruolo importante, di buon senso, che va nell'interesse non dei membri del Consiglio delle Comunità montane o delle Unioni dei Comuni, ma che va nella direzione dell'assolvimento del compito nei confronti dei cittadini di quelle comunità.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Marconi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Luca MARCONI. In maniera estremamente rapida qualche breve considerazione su questo emendamento che non vuole rompere il clima di sostanziale unità che credo sia anche frutto della paziente opera di mediazione, di cucitura, dell'Assessore Canzian che giustamente ha definito questa legge il più alto livello di sintesi che si potesse raggiungere, quindi, largamente condivisibile.
Certamente Assessore questo non può che essere propedeutico, non solo per i Comuni montani, ma per tutti i Comuni delle Marche, in un processo che va verso la fusione, questa parola non è stata in nessun modo evocata, ma dovremmo trovarla, se qualcuno si diletta in ricerche storiche, nel dibattito del 1972, di questo Consiglio regionale, per dire che non stiamo facendo una cosa nuova, è una conserva, Consigliere Perazzoli, che dura da 41 anni, perché 41 anni fa si proponeva che nelle Marche si avviasse un processo di fusione dei Comuni e che fosse addirittura previsto nello Statuto; naturalmente non è passata anche perché i Comuni montani di allora erano Comuni con popolazioni due o tre volte superiori all'attuale. Oggi non per una scelta ideale, ma per una evidente necessità, come diceva anche l'Assessore Canzian, si dovrà arrivare a questo tipo di soluzione, forse solo qui la Comunità montana ha fallito, non perché non debba esistere, anzi, il Comune montano non è importante, è indispensabile, senza la rete dei 100 Comuni montani, noi avremmo un territorio di gran lunga più povero, di gran lunga meglio tenuto anche da un punto di vista ambientale, però la fusione non può che essere la strada.
Le Comunità montane hanno fallito perché nel disegno originale dovevano essere propedeutiche alla fusione, cosa che non è avvenuta, speriamo che questo sia il tentativo buono.
Il mite emendamento che propongo è solo per dire che se regge il Governo inglese con 22 Ministri, può reggere anche un’Unione dei Comuni non con un Assessore ogni due Comuni e mezzo, ma con un Assessore ogni 3, non ne faccio una questione di paga, io sono favorevole a tutte le paghe, lo dico qui, per chi fa l'amministratore, visto che dappertutto sono pagati e strapagati, soprattutto un Consigliere di un piccolo Comune che percepisce un’indennità inesistente, perché un Consigliere non ce l'ha, se dovesse andare a fare l'Assessore di una Comunità montana avrebbe diritto ad una indennità, capisco che non verrà data, ma siamo in quella furia iconoclasta che tutto ciò che rappresenta la politica deve essere cancellato, lo diceva anche il Consigliere Bucciarelli, in relazione alla diminuzione della rappresentanza, qui non è una questione di rappresentanza è una questione di efficienza, è un piccolo segnale che mi sono permesso di dare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. In Commissione abbiamo valutato l'emendamento che chiedo di respingere, non tanto perché alla fine la differenza è minima, ma perché i rischi di cui parlava il Consigliere Marconi sul fatto delle indennità non ci sono.
L'ha chiarito prima il Consigliere Perazzoli, voglio intervenire nuovamente perché la normativa nazionale a cui si fa riferimento per le Unioni montane non è più quella delle Comunità montane, che è di esclusiva competenza delle Regioni, ma è la normativa nazionale che per le Unioni dei Comuni non prevede indennità.
Se poi a livello nazionale si prevederà l'indennità o meno, è chiaro che siamo agganciati alla legge nazionale. Questa è la riforma, rispondo anche al Consigliere Zinni che dice che non c'è riforma, la grande riforma è proprio questa, si esce da una competenza esclusivamente regionale e si entra nella normativa nazionale, quindi, non c'è indennità.
La norma prevede fino a due Assessori, i componenti del Consiglio sono nove, sembra equilibrata, oltre i nove si prevedono massimo quattro Assessori, quindi è una facoltà, al limite se c'è questo ..., portarlo a undici non sconvolge il mondo, per carità, però complica un po' il discorso della rappresentanza, essendo già nove i Comuni che ne fanno parte. L'esecutivo ha un suo valore, anche se il valore principale è nel Consiglio composto dai Sindaci, lasciarlo di queste dimensioni mi sembra più opportuno, però non è una questione fondamentale, comunque propongo di respingerlo.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5/2 a firma dei Consiglieri Massi, Foschi, Ciriaci, Trenta. Decaduto.
Emendamento 5/3 a firma del Consigliere Zaffini. Decaduto
Emendamento 5/4 a firma del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento 5/5 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5/6 a firma del Consigliere Zaffini. Decaduto.
Emendamento 5/7 a firma dei Consiglieri Massi, Foschi, Ciriaci, Trenta. Decaduto.
Emendamento 5/8 a firma del Consigliere Latini. Decaduto.
Emendamento 5/9 a firma del Consigliere Latini. Decaduto.

Articolo 5 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma dei Consiglieri Massi, Foschi, Ciriaci, Trenta. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. I colleghi della Commissione sanno che su questo argomento c'è stato un dibattito che ha coinvolto anche le organizzazioni sindacali.
Noi abbiamo presentato questo emendamento, però nello stesso momento in cui lo presentiamo debbo fare una valutazione realistica perché, effettivamente, la discussione su questo argomento è stata pressata e stressata da diverse valutazioni sia sindacali che politiche.
Noi per correttezza manteniamo l'emendamento, è vero però il ragionamento che è stato fatto, parlo per i colleghi che magari non hanno seguito, riguarda il caso in cui non si costituisca l'Unione. Il personale, attraverso le organizzazioni sindacali, eccetera, ci ha sottoposto questo caso limite che considero assolutamente tale, però potremo anche prevederlo, è il caso in cui un dipendente della Comunità montana che non vede costituita l'Unione montana nel suo territorio si trovi senza, diciamolo arcaicamente, la protezione e la sicurezza del posto. Ci si è un po' divisi nella discussione tra chi prevedeva la possibilità che la Giunta regionale subentrasse con una specie di garanzia, arbitrato, assicurando l'eventuale dipendente che non ha più questa garanzia della dipendenza del rapporto di lavoro e la possibilità di inserimento nei Comuni o in altri enti, penso per esempio al Consorzio di bonifica o alla Regione.
Se è vero che nei confronti del dipendente sarebbe corretto prevedere questa forma di tutela, è anche vero il contrario, alcuni colleghi l’hanno rilevato, personalmente questa riserva la condivido, potrebbe anche esserci una strumentale non adesione all'Unione per sbarazzarsi di qualche dipendente, per esempio.
Effettivamente questo c'è, lo ammetto, è uno di quegli emendamenti che si presentano, ma sui quali ci può essere una valutazione diversa.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. C’è anche il mio emendamento ed ho chiaramente diritto di parlare.
Solo per ribadire ancora una volta, come ha fatto testé il mio collega, Consigliere Massi, la preoccupazione, ribadita anche prima, per la mancanza del termine “Regione Marche” nell'articolato.
Il fatto che si tiri fuori che potrebbe essere un disincentivo per non aderire alle nuove Unioni montane il caso che la Regione possa acquisire il personale, penso che sia altrettanto strumentale.
Le Marche, rispetto ad altre Regioni, hanno deciso di creare, comunque, queste Unioni montane, se c'è la volontà politica, soprattutto la forza della maggioranza della nostra Regione che, sappiamo, amministra la maggior parte dei Comuni, le Unioni si faranno e, se si faranno, bisogna dare la garanzia ai dipendenti anche in caso di scioglimento.
Ho sentito il Consigliere Perazzoli dire che nel caso il personale avrà una collaborazione con i Consorzi di bonifica o con altri nascenti Consorzi forestali, ma non sappiamo ancora bene di che entità, queste sono figure che avranno dei contratti non più pubblici, ma privatistici, quindi la connotazione della prospettiva per alcune figure, sicuramente, non è come vogliamo farla credere, ma ci saranno delle disparità nel trattamento dei dipendenti delle Comunità montane.
Chiedo di votare a favore e di avere il coraggio di mettere “Marche” in questo articolo 6.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Le argomentazioni del Consigliere Massi, nella loro problematicità, rendevano evidenti le ragioni per respingerlo, però l'intervento di un antistatalista a corrente alternata, mi costringe a dire perché abbiamo votato contro. L’ho già detto nell'intervento, in Commissione abbiamo respinto questa ipotesi in coerenza con altre leggi dove abbiamo indicato una strada, forzato una strada, prendendoci anche dei rischi nell'immediato di impopolarità, per dire questa è la strada, se la seguiamo verrà potenziata e probabilmente ci saranno problemi anche di nuova occupazione perché renderemo più efficiente la struttura, così in questo caso, in un'area spesso frantumata, dispersa, dobbiamo evitare fughe centrifughe, ma dobbiamo spingere all'unità e questa mancanza di rete di protezione, nel caso di presunta non costituzione delle Unioni montane, spingerà, siamo sicuri, a far si che tutti i Comuni aderiscano, per questo l’emendamento a nostro giudizio va respinto.

PRESIDENTE. Il Consigliere Massi a nome degli altri Consiglieri firmatari: Ciriaci, Foschi e Trenta ritira l'emendamento. Bene.
Emendamento 6/1. Ritirato.
Emendamento 6/2 a firma del Consigliere Carloni. Ritirato

Emendamento 6/3 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/4 a firma del Consigliere Latini. Decaduto

Emendamento 6/5 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/6 a firma del Consigliere Carloni. Decaduto
Emendamento 6/7 a firma dei Consiglieri Massi, Foschi, Ciriaci, Trenta. Decaduto.
Emendamento 6/8 a firma del Consigliere Latini. Decaduto.

Emendamento 6/9 del Consigliere Carloni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/10 a firma del Consigliere Latini. Decaduto.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione per appello nominale a firma dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Annulliamo tutto per favore, la richiesta dei Consiglieri Zinni, Natali e Foschi è da intendersi sul voto finale della proposta di legge, rimettiamo in votazione l'articolo 9 che è quello relativo all'urgenza dell'atto per la quale c'è bisogno della maggioranza qualificata.
Art. 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 294, così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Acquaroli, Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Canzian, Cardogna, Ciriaci, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Marangoni, Marconi, Marinelli, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Spacca, Traversini. Contrari: D'Anna, Foschi, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Natali.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Sull'ordine dei lavori, Consiglieri di minoranza, vorrei sottoporvi la necessità, per evitare il rischio, anche in questa seduta, di non discutere alcune cose importanti, di anticipare ad adesso la mozione e subito dopo trattare la proposta di legge n. 354 sulla sanità che siamo costretti, sono piccole modifiche, ad approvare per evitare di correre rischi di natura giuridica ed economica.

PRESIDENTE. Bene, in sostanza, se ho ben capito la proposta all'Aula è questa: mettere il punto 2 al 4 bis e procedere di conseguenza. In sostanza lei propone all'Aula di spostare il punto 2 e di portarlo al 4 bis. Se non ci sono manifestazioni di dissenso, do per approvata la richiesta, se no la mettiamo ai voti. Mi pare che non ci siano manifestazioni di dissenso, quindi, passiamo …

(interrompe il Consigliere D’Anna)

PRESIDENTE. C'è stata la proposta del Consigliere Comi di spostare il punto 2 e posticiparlo al punto 4, e di trattare i punti nn. 3 e 4, poi il 2 che chiameremo 4 bis. Questa è la proposta, visto che c'è un sostanziale consenso, trattiamo subito il punto 3.

Mozione n. 549
dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Silvetti, Acquaroli
"Incompatibilità incarico Direttore generale Asur"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 549 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Silvetti, Acquaroli. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Qui c'è una mozione presentata a seguito di un'interrogazione a cui c'è stata la risposta dell'Assessore, il quale ha letto una relazione dell'Avvocatura regionale. L'interrogazione, come dicevo, è stata trasformata in mozione. Leggiamo sui giornali, noi non sappiamo altro, di pareri difformi rispetto a quello che noi abbiamo espresso nella mozione, nella quale, a nostro avviso, si ribadivano due aspetti, uno era l'inconferibilità dell'incarico ex tunc, su questo c'era stata l'interrogazione, l'altro lo stato di incompatibilità derivante dallo stato di quiescienza dall'1 marzo del 2013.

PRESIDENTE. Consigliere Natali pretendere l'attenzione è una pretesa dispendiosa.

Giulio NATALI. Ci mancherebbe, su una stupidaggine del genere, sembra anche oltremodo presuntuoso da parte mia.
Per questo direi che la discussione su questa mozione dovrebbe avvenire dopo che qualcuno che sa più di noi faccia presente all'Aula ed al Consiglio, anzi, divulghi meglio, specifichi, spieghi, quello che noi abbiamo letto sui giornali.
Sui giornali abbiamo letto che c'è un parere di non so chi, mi sembra dell'Inpdap, che non so cosa c'entra in questa situazione, e prima di sottoporre a votazione una mozione del genere, in cui purtroppo - Presidente, non si distragga, non intendo il Presidente Spacca, parlavo con un altro Presidente, neanche con Comi - noi stiamo disfacendo.
Abbiamo dovuto preparare una mozione in cui si parla più di un problema di legittimità che di un problema politico, purtroppo in Italia spesso la politica viene mischiata con la legittimità, quindi, anche qui siamo in questa ambascia, ma lei capisce, e capirete tutti, che prima di esprimerci ognuno di noi ha bisogno di conoscere con maggiore dovizia di particolari quello che abbiamo letto sui giornali. Qui mi si dice che c'è un parere chiesto dalla stessa Giunta regionale a determinati uffici che sembra dire qualcosa di diverso da quello che noi opiniamo, quindi, la discussione dovrebbe aprirsi e potrebbe aprirsi soltanto dopo aver saputo questo parere.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Invito a tenere distinte le questioni, perché la mia impressione è che si vogliono accavallare le questioni di ordine tecnico con quelle di ordine politico, e questo non va bene. Succede dappertutto, ma credo che per onestà intellettuale noi dobbiamo avere la capacità di tenerle distinte. Un conto è il ragionamento sulla incompatibilità, altro conto è un giudizio sull'operato dei nostri direttori che, naturalmente, daremo al momento opportuno e lo giustificheremo con quella che sarà l'opinione che ci siamo fatti nel corso di questi anni, quindi, non ci deve essere alcuna sovrapposizione da questo punto di vista.
Ringrazio anche per il fatto che dall'interrogazione si sia passati alla mozione perché ci ha permesso di approfondire ulteriormente un tema che avevamo già chiarito con quella interrogazione. Noi abbiamo chiesto a qualcuno che sa più di noi, in questa Regione c'è un ufficio delegato a farlo, l'Ufficio legale, che ha preso tutte le informazioni e tutto ciò che serviva per esprimere un giudizio e che distingue nettamente queste questioni, perché l'incarico al dottor Ciccarelli non viene da un ente del servizio sanitario ad uno che esce da un ente del servizio sanitario, bensì ad uno che esce da un ente del servizio sanitario, il cui incarico è affidato dalla Giunta regionale, quindi, dalla Regione, il suo rapporto è con la Regione e questo rende compatibile il suo ruolo.
Seconda questione, è così Consigliere Natali, ad ogni buon conto, nel momento in cui si fa richiesta alla Corte dei Conti di vedere se c'è il cumulo del trattamento è l'Inps che risponde per la Corte dei Conti e dice che non c'è questione di cumulo e che la pensione e il rapporto che ha la direzione esclude l'iscrizione alla gestione Inpdap per cui anche qui, a supporto della tesi del nostro ufficio legale, ci viene incontro il ragionamento che fa l'Inps per conto dell'Inpdap.
Dal nostro punto di vista non c'è assolutamente l'incompatibilità, che qui viene chiesta attraverso la mozione, come peraltro si confermava e si diceva nell'interrogazione a cui abbiamo già risposto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Nonostante la cosa andrebbe inquadrata come abbiamo già fatto nell'interrogazione e come ora faremo nella mozione, non posso non partire dalla fine, perché tutto possiamo fare di una questione così delicata tranne che portarci in giro.
Noi sappiamo che il dottor Ciccarelli esce dall'Asur, viene nominato dal Presidente Spacca, ma lavora per l'Asur, potrei sedermi e finirla qui, lo paga l'Asur.
Se proprio dovete trovare una motivazione giuridica bizantina trovatene un'altra, perché non è che la Giunta regionale è suo committente e datore di lavoro terzo, lo ha nominato all'Assam, lo ha nominato all'Asur, da dove è uscito, da dove ha lavorato e da dove è stato tratto in quiescenza.
L'imbarazzo è totale, i bizantinismi coprono una impossibilità di giustificazione politica della cosa, l'inopportunità politica è macroscopica di questa vostra difesa d'ufficio, però ricorrete a temi che non offendano l'intelligenza di noi legislatori che così ci vantiamo di essere, non dico degli avvocati, non dico dei giuristi, ma anche del semplice cittadino che se gli si chiede di cosa è direttore generale il dottor Ciccarelli, risponde dell'Asur. Da dove è uscito quando lavorava e da dove è stato posto in quiescenza? Dall'Asur, poi, ovviamente, la nomina è politica, ma non facciamo ridere!
Potrei sedermi qui, invece voglio spiegare velocemente per quale motivo noi ci stiamo occupando di questa cosa. E' una questione di legalità. Nessuna invettiva contra personam, nessun giudizio di capacità o di incapacità del direttore, ce ne guardiamo, chi fa politica seriamente non parlerà mai di questo, il giudizio di merito lo darete voi, neanche ci interessa, è relativo, come già l'Assessore Mezzolani ha anticipato nel doverlo poi riconfermare o nominare.
Noi ci siamo occupati di questa cosa perché c'è stata segnalata, ce ne siamo in parte accorti, purtroppo, anche con ritardo per scovare le delibere che prorogano sine die gli incarichi - fino a quando non verrà espletato tutto il concorso e tutte le domande che sono state fatte dagli interessati, che sono i direttori di area vasta, anche il direttore generale stesso è sub judice - sine die perché? Perché finché la procedura non viene espletata la proroga dell'incarico è aperta, anche questo, se non si chiama sine die questo, che cos'è?
E' aperta, è una proroga che non ha più limiti, ci è sfuggita da aprile, e dico questo perché giuridicamente tante azioni sono prescritte, altre invece le abbiamo fatte, abbiamo adito la Corte dei Conti perché riteniamo che sia una questione di legalità, ripeto, ci è stata segnalata, c'è stata segnalata molto dal vostro interno - diciamo la verità, qui siete tutti mammolette, ma i problemi su questa e quella figura, su questo e quel direttore, che poi non è uno, è una triade, non è neanche unico, è questo che è avvenuto - una volta segnalata una questione del genere, da persone serie che fanno politica, che fanno opposizione, non per scambiare un favore o un altro sotto banco, ma per difendere certi principi, abbiamo sollevato una questione di illegalità, di incompatibilità e di inconferibilità. Diciamo anche questo, l'incompatibilità è una cosa, ed è eventualmente la lesione delle due finanziarie, la 724 del '94 e la 95 del 2012, riguardo il divieto di dare incarico ab origine, l'incompatibilità sorge nel momento in cui, da aprile, il direttore è posto in quiescenza. E' qui che scatta la questione anche all'erario, perché prima avevamo un'aspettativa senza stipendio, ora abbiamo da una parte il solerte Inps-Inpdap, che è parte in causa in questa questione, non è ente terzo. Chiediamo all'Inpdap? Ma chiediamo alla Corte dei Conti, chiediamo al Consiglio di Stato, l'Inpdap è parte in causa, perché nel momento in cui scatta la quiescenza paga l'Inps, di qua paghiamo le indennità, oltre a tutte le opportunità di dare incarichi, consulenze a giovani, non giovani, qual è la ratio di queste due norme? Poi ne aggiungerò anche un'altra.
E' quella del danno all'erario, è quella di evitare ..., ma è soprattutto quella del conflitto di interesse, di non rientrare dalla porta nel posto in cui, volente o nolente - anche se fosse la persona, come senz'altro è, più corretta, più professionale del mondo - avendoci lavorato per anni, ha maturato rendite di posizione, conoscenze, e va da controllato a controllore ad espletare la massima carica sanitaria, di chi fa la riforma, di chi ne ha fatte tre ultimamente, quella del direttore mega galattico generale dell'Asur.
Parliamo di sostanza, non parliamo di stupidaggini, di azzeccagarbugli di manzoniana memoria.
Il problema è questo, è tornato nel luogo in cui ha espletato, ha conosciuto, ha fatto, ha lavorato, i suoi reparti, le sue cose, nel maceratese, dovunque, è tornato in quell'ente un direttore che, ripeto, ha espletato prima e poi in quiescenza, anche questo è il motivo della quiescenza che è tutelato espressamente dalla 95 del 2012, ma per l'occupazione, per dare consulenze - è prassi in questa Regione, perché vi dico che nel fermano un primario che è andato in pensione da poco, sta tornando con la medicina del territorio su consulenza - se le persone vanno in pensione che restino in pensione, se vogliamo usare talenti giovani, persone per bene che devono cominciare anche ad approcciarsi in questo mondo della sanità, bocconiani, persone che studiano dovunque, che studiano al politecnico qui in Ancona, voglio dire, perchè dobbiamo riportare dalla finestra il primario che esce dalla porta in potenziale conflitto di interessi?
Qui non sono solo queste due le norme violate, non possiamo dimenticare che da pochi mesi abbiamo la legge 190 anticorruzione a cui sono legati i decreti legislativi 33 e 39. Il primo sulla trasparenza e pubblicità, 2013, quindi, pochi mesi fa, il secondo, il 39, sulla inconferibilità. Noi, come Ufficio di Presidenza, i miei colleghi lo sanno, la scorsa settimana abbiamo nominato il garante dell'anticorruzione per il Consiglio, in esecuzione al decreto trasparenza e pubblicità 33 del 2013, nella figura della dottoressa Santoncini, lo stesso farà la Giunta, perché lo deve fare.
Cosa devono fare queste figure, facendo poi riferimento al garante nazionale, che non so se è stato nominato, e che gli articoli 5 ed altri del 39 impongono? Devono vigilare a che non ci sia l'inconferibilità - parlo di tutti, parlo di Consiglieri uscenti, di Assessori, sapete quanto è grande questo mare magnum dell'anticorruzione - a soggetti che abbiano avuto incarichi politici o professionali importanti. Inconferibilità, non incompatibilità, nullità assoluta è la sanzione di questo decreto, la nullità assoluta per incarichi dati, l'articolo 5 parla espressamente di direttori generali che non tornino dopo aver avuto posizioni di preminenza.
Questo è il decreto, è la legge anti corruzione che non vale solo per Berlusconi o per la Cancellieri o per altri, vale spero anche e soprattutto ... e ai garanti che nomineremo, noi lo abbiamo fatto per il Consiglio, la Giunta lo farà presto, ci rivolgeremo nuovamente. Lo dico al mio Capogruppo, ci rivolgeremo al garante per la Giunta sull'applicazione di questi decreti, per vedere se questo incarico era o no ab origine, o sicuramente da oggi, inconferibile.
Non possiamo, in un tema così importante che tocca i nervi delle compatibilità, delle rendite di posizione, della trasparenza e della pubblicità, legati non solo a due finanziarie, ma anche ad una legge anticorruzione, schermarci dietro una risposta che è carente, anche e soprattutto sotto il punto di vista giuridico, non parliamo sotto tutti gli altri punti di vista.
Concludo dicendo che la moglie di Cesare deve essere neanche adombrata dal sospetto, se la buona volontà dei Consiglieri prevalesse, credo che a prescindere da tutte le valutazioni fatte, un direttore mega galattico che sia rivoltabile come un calzino da sotto in su, quindi, per il fatto che ne parliamo, che c'è il Presidente, che sono mesi che cincischiamo, farebbe si che questo sia un suggerimento per non nominarlo o revocarlo. Così per le posizioni analoghe alla sua, perché purtroppo nelle Marche ce ne sono più di una, diventa una prassi quella di rimettere dentro coloro che sono già stati in quell'ente.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Cercherò di essere breve, chiaro, conciso, “teleferico” disse un mio amico, intanto c'è una cosa, una ipocrisia di fondo che noi dobbiamo superare, mi pare che il tentativo di chiarimento che ha fatto l'Assessore vada in questa direzione. Separare l'approccio giuridico da quello politico, significa avere il coraggio di affrontare la discussione di merito attraverso gli strumenti e le valutazioni giuste e non attraverso strumenti e valutazioni di altro genere.
Può accadere, per esempio, che qualcuno di noi abbia dubbi sulla legittimità di un atto amministrativo, però, al tempo stesso, non abbia nessun dubbio sulle qualità e le virtù dei direttori, o al tempo stesso può accadere che qui non vi siano dubbi sulla legittimità, sulla seria legittimità di questi atti, però vi possano essere dubbi sul merito e sull'azione di governo dei direttori, quindi, sono due discussioni profondamente diverse.
Due discussioni diverse presuppongono due approcci di carattere diverso, se parliamo dell'aspetto giuridico e, quindi, della legittimità di alcuni atti, sui profili che sono stati censurati, quello dell'ipotesi di incompatibilità ab origine dei dirigenti, se parliamo dell'ipotesi del conferimento dell'incompatibilità derivante dallo stato di quiescenza, se parliamo di questo, dobbiamo affrontarla da un punto di vista tecnico giuridico.
Io qui posso dire che non credo giusto polemizzare con chi questi dubbi se li pone, perché chi lo fa, lo fa perché ha bisogno di capire se gli atti sono stati fatti nel modo giusto e cerca, attraverso questa azione, di mettere al riparo la pubblica amministrazione, un'istituzione, un ente locale, una Regione, da eventuali responsabilità che potrebbero essere sia nei confronti dell'erario pubblico, che nei confronti di una comunità, perché c'è un rischio di decadenza degli atti.
Il fatto che i Consiglieri Romagnoli e Natali abbiano posto un dubbio sulla legittimità di un atto è una questione seria che noi dobbiamo affrontare con grande serietà, perché in gioco c'è l'efficacia di azioni che ricadono sull'intera comunità e su un tema molto delicato come quello socio sanitario.
Per cui non voglio polemizzare con loro da questo punto di vista, credo che abbiano fatto la loro parte.
Il tema è non usare l'argomento giuridico per affrontare una valutazione di carattere politico che invece dovremmo avere più schiettezza nel ricondurla.
Questo lo dico perché il tema del conflitto di interessi, il tema della trasparenza che viene legittimamente posto, esiste semmai non da oggi, esiste semmai da almeno tre anni, perché il tema del conferimento dell'incarico e dell'incompatibilità ab origine esiste semmai da tempo, quello è il rischio, ed il tema, quindi, è un tema che andava affrontato comunque prima.
La questione da un punto di vista formale per me si risolve nel momento in cui la Giunta ci chiarisce che attraverso il parere assegnato dall'Ufficio legislativo e dall'Inpdap, perché quello è l'organo al quale si fa riferimento per il problema della quiescenza, dello stato di quiescenza, non esistono dubbi di legittimità, non esistono rischi di censura ad atti che abbiamo adottato, è chiaro che la Giunta si assume una responsabilità, e noi siccome non vogliamo che vengono usati argomenti giuridici per affrontare temi e valutazioni politiche siamo solidali con la Giunta, come ha detto l'Assessore.
Altro tema è quello della valutazione di merito, cioè quello della valutazione sulla capacità degli amministratori di raggiungere gli obiettivi di carattere economico finanziario, di carattere gestionale, di equità, di qualità, che abbiamo posto alla base della nostra azione programmatica e che sono contenuti anche nel piano socio sanitario.
Quel tipo di verifica deve essere una verifica seria, trasparente, deve essere ancorata ai criteri ed agli obiettivi effettivamente perseguiti ed io su quello sono per farci il dibattito, senza sfuggirne, una verifica seria se tutti gli obiettivi che ci siamo posti, nei limiti degli strumenti che abbiamo a disposizione, contingentandoli con le complessità della situazione attuale, sono stati raggiunti e in che misura.
Come pure importante è la verifica se oltre agli obiettivi di carattere gestionale è stata anche prestata attenzione e sensibilità nella gestione della macchina amministrativa, credo che un dirigente di una struttura sanitaria debba avere la consapevolezza di gestire oltre che un'azienda, un servizio pubblico che ha un impatto su una comunità e, quindi, richiede oltre che competenza anche sensibilità.
Questi due tipi di valutazione sono separati, noi oggi qui siamo per fare una valutazione sul profilo di legittimità di un atto, e siccome io non faccio una valutazione da giurista, ma la faccio da Consigliere regionale, i giuristi in questo caso sono l'Ufficio legislativo e tutti i pareri che sono stati richiesti, io mi affido perché non ho argomenti per censurare quell'atto a quella valutazione. Sul resto le valutazioni credo che le faremo, le faremo insieme, le faremo nei prossimi giorni e prescinderanno dalla legittimità dell'atto, nel senso che a prescindere se l'atto sia stato correttamente formulato, o non correttamente formulato, quel giudizio sarà una cosa diversa e separata, per cui questa mozione non possiamo che non bocciarla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Mi dispiace che non ci sia il Presidente Spacca, ho visto il suo inghiottire amaro quando la Consigliera Romagnoli gli ha fatto presente quello che lui, conoscendolo lo riteniamo persona di ingegno, già sapeva, ma che forse non pensava sapessimo tutti.
Ha inghiottito amaro quando la Consigliera Romagnoli ha fatto presente un aspetto di questa situazione che è quello più grave. Presidente Ortenzi mi devo rivolgere a lei, visto che non mi sente nessuno, ...

(interrompe il Consigliere Perazzoli)

Giulio NATALI. Ulisse Perazzoli, io mi rivolgo sempre al Presidente, è il Presidente che deve ...... non mi permetterei mai di dire Consigliere Perazzoli mi stia a sentire, dopo di che lei chissà cosa mi dice.
Presidente, grave qui è questo, che atti, esposti anonimi ben documentati siano arrivati a tutti noi ed alla fine sono arrivati agli ultimi quattro, come li vogliamo chiamare, che li hanno letti, abbiamo dovuto fare, purtroppo, caro Consigliere Massi, ricorso all'esperienza, abbiamo visto che prima facie, come si dice, non erano del tutto inammissibili e li abbiamo esposti.
Questi atti li avete tutti e, caro Presidente, ce li hanno anche i vari organismi a cui tante volte, a chi oggi parla che deve essere separata la politica dalla legittimità o da altro, perché la politica è una cosa ed il giudizio politico su Ciccarelli è un’altra - a proposito, vorrei sapere quando il Presidente Comi insieme a noi, ma noi siamo anche noi, non insieme a noi, darà un giudizio politico sull'azione del direttore generale dell'Asur - devono essere separati, noi saremmo contentissimi, abbiamo avuto lezioni di legalità per anni e alla fine, dovete capire, che le abbiamo comprese. Siamo arrivati a comprenderle ed a dire, giustamente, si pretende questo, questo e questo. Siamo stati bravi, ma nessuno ci viene a dire una cosa, caro Assessore Mezzolani, ma chi paga il direttore generale Ciccarelli? Da quale bilancio esce il numo uno o il numo tanto in favore del direttore generale Ciccarelli? Questa è la domanda a cui ci dovete rispondere perché da questo si verifica tutto.
Il fare finta, come lei abilmente fa, Assessore, quando ci legge le relazioni che le danno. Quando io faccio le interrogazioni sull'Area Vasta 5 le mandano delle relazioni e lei legge, noi avremmo bisogno di politica, di giudizio su quello che le danno, su quello che le propinano, ma lei non lo dà, lei prende la relazione e ce la riporta qui ...

(interrompe l'Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI. Certo il giudizio politico ...

(interrompe l'Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI. Non mi sembra che lei abbia un grande rispetto perché lei è stato messo di fronte a delle interrogazioni che sono costate molto care alla Regione in termini economici e lei le ha avallate, se lo ricordi bene, facendo fare una pessima figura alla sua Giunta, avallando relazioni di questo tipo che le propinano e lei legge. Lo sa benissimo, non ci faccia ritornare sulle tristi storie dell'Area Vasta 5, non vedo neanche il mio Assessore Canzian che dovrebbe sapere molto, ma non trovo neanche lui.
C'è questo piccolo problema, siete talmente sicuri, l'Ufficio regionale, la Regione, della compatibilità della situazione attuale che non si capisce perché mai, non si capisce proprio, perchè qualche ufficio regionale chiede a tutti i direttori generali una dichiarazione di non essere in uno stato di incompatibilità, non ai direttori nuovi, perché allora nomineremo uno nuovo, “ma tu in che condizioni sei? Uno che ci sta e addirittura va in pensione e prosegue la sua opera, è’ impossibile, inammissibile, è assurdo come dovrei dire, prego?

(interrompe l'Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI. ... potrebbero cambiare le condizioni strada facendo ...

(interrompe l'Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI. E' una prassi chiederlo e perché gli interessati non rispondono? Domando a lei Assessore, ma come mai gli uffici regionali scrivono all'inizio di settembre dottoressa Zampa: “mi dica se lei è incompatibile” ed il primo ottobre le riscrivono: “dottoressa Zampa perché non mi risponde? Mi deve dire se è incompatibile, me lo dica è prassi”. Che prassi avete voi?
Voi avete una prassi strana, ora ve ne racconterò una simpatica, ci avete insegnato la legalità, qui c'è un ufficio che è per la Garanzia sulla comunicazione, lo sapete? Si chiama Co.Re.Com., lo sapete tutti, lo sapete che dal centralino del Co.Re.Com. escono le telefonate per invitare ad un convegno del PD ad Ascoli Piceno per Marini che si schierava con Cuperlo? Lo sapevate questo? La garanzia, pensate se lo avesse fatto non lo so chi, vi sareste stracciati le vesti, ci avreste detto: ecco i soliti. Avreste avuto ragione in pieno.
Allora domando a voi, perché penso che siate persone serie, ma uno che fa il Presidente del Co.Re.Com. e che fa telefonare dall'interno del Co.Re.Com per invitare ad un convegno non facendo politica, sarebbe il meno, non facendo partito, sarebbe il meno, ma schierandosi all'interno di un partito in occasione delle primarie per far votare uno e non un altro, come lo vogliamo definire Assessore Mezzolani? Prassi!
Giusto? Una prassi. Queste sono le vostre prassi io mi meraviglio che i Consiglieri regionali che stanno qui, ancora non vi hanno mandato a casa con mozioni di sfiducia personali, ve le devono fare, personali. Quale giudizio sulla sanità volete dare voi? A chi lo volete far dare il giudizio sulla sanità? A chi?
Questo ci dovete dire, scappate tutti, perché sapete benissimo che siete di fronte ad una situazione, qui non c'è niente di personale contro il dottor Ciccarelli, ci mancherebbe altro, che non si tiene, io non so perché il dottor Ciccarelli è andato in pensione l’1 marzo 2013, me lo domando, l'incompatibilità per noi era già ex tunc, certo che andando in pensione ha fatto franare anche quel piccolo argine che non esisteva già, ma che forse qualcuno aveva costruito finto, quelli che fanno gli schizzi.
Siamo di fronte ad una situazione in cui il Direttore generale viene nominato, vorrei rileggervi la legge sull'Asur che ha istituito l'Asur, forse ve ne siete dimenticati, quella che, quando la Regione Marche istituisce l'Asur, quando la Regione Marche decide come farla, dice chiaramente che chi paga il Direttore generale è l'Asur con il proprio bilancio. Tutto qui. Finisce tutto, ogni ragionamento finisce qui. La fine del ragionamento, non ci voleva l'Avvocatura regionale, troppo in alto sta, non ci voleva l'Inpdap, che c'entra l'Inpdap.
Noi in tante occasioni, in Conferenza dei Capigruppo, per esempio, sulla problematica dei Gruppi regionali ci siamo rivolti con il Presidente Solazzi alla Corte dei Conti per fare dei quesiti specifici su queste cose e come mai una Giunta così solerte, un Assessore così amante della prassi, non hanno fatto la stessa cosa? All'Inps, all'Inpdap, perché l'Inpdap dovrebbe avere il parere, l'Inpdap non è sicuramente terzo in questa situazione, è quello che eroga la pensione e quello che prende i contributi, che terzietà ha l'Inpdap in questa situazione? E' un soggetto tale che può dire a noi tutti se qui c'è una situazione di incompatibilità o meno?
A me dispiace anche cadere nel discorso del Consigliere Comi che vuole dividere le noci dalle careciglia, si dice dalle parti nostre, è una parte della noce, quella che sta in mezzo, è il gheriglio, careciglia, nell'Abruzzo del nord è così, ci spiace dover cadere in questa situazione, è come votare Ruby alla Camera, c'è lo stesso imbarazzo.
Stiamo parlando di cose che non dovrebbero arrivare, che dovrebbe risolvere la Giunta da sola. Davanti a certe cose le dovrebbe risolve da sola, con la spinta e lo stimolo dei Consiglieri di maggioranza che non si prestano a fare figure brutte su queste cose.
Se poi tutto questo si sposasse ad una situazione sanitaria, ed entriamo nella politica, che qualcuno di voi liberamente potrebbe avallare per le scelte fatte, quando ognuno sa quanto si strilla nei territori, giustamente, capite benissimo che si nasconde altro, ci sono altre problematiche, quando Ciccarelli è stato nominato si è portato dietro altre persone, che sono incompatibili quanto lui.
Noi abbiamo fatto questa mozione, risponderete tutti votando questa mozione. Chi vota si, chi vota no, chi si astiene, tutti!
Questi atti non li mandiamo noi, noi li mandiamo alla Corte dei Conti surrogando quello che doveva fare una Giunta, surrogando l'attività della Giunta, dopo che i Consiglieri di maggioranza hanno sparso documenti, alla fine sono arrivati a noi perché, forse, hanno capito che cara Consigliera Romagnoli eravamo gli unici che si potevano altamente fregare di quello che succedeva. Non ci avevano giacchette, grembiuli o altro, non avevano niente, avevano quel poco che portavano addosso. Allora davanti a queste cose, tutti risponderanno e risponderanno non perché noi abbiamo fatto qualcosa di speciale, perché queste carte sono già all'attenzione di chi devono essere, voi sapete benissimo che il problema in Italia è sempre uno, il caso Cancellieri insegna: non si giudica il merito del fatto, si giudica a seconda della convenienza politica, c’è chi difende la Cancellieri perché vuole fare un paragone con altri e chi attacca la Cancellieri perché dice tu vuoi fare il paragone con altri e io attacco la Cancellieri. Non si giudica il problema Cancellieri, noi giudichiamo qui il problema Ciccarelli, l’incompatibilità e su questo siete chiamati a rispondere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Devo dire che spesso mi trovo concorde con quanto dicono i colleghi di minoranza che mi precedono, in questo caso non sono d'accordo con la Consigliera Romagnoli e con il Consigliere Natali. Mi sembra eccessivo da parte della Consigliera Romagnoli parlare di anticorruzione con un tono appassionato, d'accordo anche accalorato, mi sembra eccessiva, mi sembra anche eccessivo da parte del Consigliere Natali chiedersi da quale bilancio escono i soldi per pagare il direttore generale dell'Asur, siano essi pochi o tanti non importa, mi sembra, invece, giusto il ragionamento che fa il Consigliere Comi quando dice separiamo l'aspetto giuridico da quello politico. Allora il punto qual è?
Il punto è semplice, è vero che il direttore generale dell'Asur è andato in pensione, è un pensionato, è anche vero che lui è il direttore generale dell'Asur, ma il punto fondamentale è che non è l'Asur che l’ha nominato, l'ha nominato la Regione, quindi, ha ragione l'Assessore Mezzolani a dire: “L'ha nominato la Regione, mica l'Asur, cosa volete?
L'Asur della Regione Marche, come è noto, come tutti sanno, mica dipende dalla Regione Marche, dipende dallo Stato libero della Repubblica delle Banane che sta in Sud America, e siccome l'Asur ha un direttore generale nominato dalla Regione, che non dipende dalla Regione, ma dallo Stato libero della Repubblica delle Banane del Sud America, ha ragione, secondo me, l’Assessore Mezzolani ed hanno torto i Consiglieri Romagnoli e Natali.
La vostra mozione non è fondata, perché c'è uno Stato libero della Repubblica delle Banane che sta in Sud America dal quale dipende l'Asur e, quindi, che importanza ha se il direttore generale è pagato poco o tanto, non importa, dal bilancio della Regione. Siccome la dipendenza organizzativa, funzionale, gerarchica e, secondo, me anche economica …, perché se è vero che il bilancio dell'Asur e, quindi, anche il compenso, poco o tanto che sia, del direttore generale è a carico della Regione, ma la Regione, come è noto, se lo fa rimborsare, sappiamo tutti che questo compenso se lo fa rimborsare dalla Repubblica dello Stato libero delle Banane e, quindi, ha ragione l'Assessore Mezzolani: non c'è nessuna incompatibilità. Va tutto bene Madama la Marchesa, continuiamo così, va bene così.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Intervengo con qualche difficoltà. A me non convince il ragionamento che, purtroppo, non solo in questa sede sento troppo spesso affermare, quello di separare una sorta di giudizio tecnico dal merito politico dell'azione di governo.
Questo è quello che ha portato in questi anni a giustificare, a dare motivazioni ad una sorta di liberismo per cui il Governo è dei tecnici, perché è oggettivo, e la politica deve fare altro, togliendo quello che di più importante ha la politica, quello di dare gli indirizzi e di garantire una cornice seria.
Ho lottato tutta la mia vita per questo ed ho lottato per essere eletto in questo Consiglio per svolgere questa funzione e non intendo abdicare, assolutamente, e quello che penso dico, anche nel merito, anche se non sono un giurista. Mi faccio una mia convinzione e la dico.
A mio parere, separare questo giudizio è sbagliato, perché in una situazione come questa si intrecciano le questioni di incompatibilità, vera o presunta, e le questioni di opportunità, non può essere sempre a corrente alternata, se uno è un avversario si pretende per l'inopportunità e la si fa coincidere con l'incompatibilità, se uno è un amico si dice il contrario, si rimanda ai tecnici.
Non va bene, questo relativismo etico, come dice il compagno Barca, ci porta a finire male e quello che sta avvenendo nei congressi del nostro, del mio partito, ne è un esempio, perché se su tutto prevale l'obiettivo, al di là delle regole, ci porta a fare tutto e non va bene.
Io mi ribello a questa situazione e dico, anche se fosse vero, spero di no, spero che l'Avvocato Natali abbia notizie infondate, che se dal Co.Re.Com. partono telefonate in quella direzione va censurato quel comportamento, va censurato anche se, in questo momento, Colonnella insieme a me fa una battaglia, non si può fare, non si deve fare, soprattutto se si sta in un posto che ha quella delicatezza.
Fatta questa premessa, voglio dire che mi dispiace, ma mi appaiono più convincenti le argomentazioni della prima parte, della seconda no, della Consigliera Romagnoli più che quelle di altri miei colleghi, questa incompatibilità a mio giudizio c'è e riguarda non solo la situazione attuale, ma anche quella pregressa e riguarda lui ed anche i suoi collaboratori. Questi dirigono una struttura unica che può determinare anche vantaggi futuri per la loro carriera, quando torneranno al loro posto.
Io sono andato in pensione, ma l’azienda privata ad un lavoratore come me - pur dicendo la legge che una volta finito il mandato si può tornare al proprio posto - lo sostituisce, quindi, se io dovessi tornare non trovo niente, trovo una scatola vuota. Mi diceva il Presidente Solazzi: se tornerò un giorno a lavorare, la banca nel frattempo si è evoluta, ed io che torno a fare dopo tanti anni in un posto dove sono spaesato? Lì loro possono determinare le loro collocazioni future, esiste questa cosa. Poi non può essere che questi soggetti a corrente alternata abbiano deciso di questa materia nei confronti di altri professionisti. Io ne cito due. Quando è andato in pensione il dottor Curatola, un ottimo professionista neurologo, in un momento di scoramento per la situazione locale, noi lo abbiamo convinto a riaprire una collaborazione, tutti d'accordo, ma la direzione dell'Asur ha detto che, in base alla legge, era impossibile.
Stamattina ho sentito, non so se ho capito bene, che in altri casi invece si può fare, allora a me questa cosa a corrente alternata non va bene, le regole sono regole.
Ora io voglio dare anche un giudizio di merito, lo rivendico, anche oggi, e dico che nel mio voto c'è anche questo, non è questa una disquisizione in un'aula di tribunale, è una sede politica, ed io dico che a me non va l'atteggiamento arrogante di chi esercita un potere che noi gli diamo e tratta noi come paria. Non me, a me non mi ci tratta mai, perché “a me la messa”, gli ho detto in un’occasione, “non me la dici perché la messa io la so come te”, ma io sento in giro come tratta i Sindaci, come tratta …, non va bene. Questa arroganza non va bene, quando gli poni una questione di merito, parla per un'ora e non risponde nel merito. Mancanza di uniformità, noi siamo costretti - io so che dico cose che molti di voi pensano, compresi i miei che poi magari voteranno in modo diverso da me - a tagliare in tutte le Marche, non per scelta, ma perché subiamo una scelta nazionale, ma non c'è un atteggiamento uniforme.
Adesso voglio parlare del mio ospedale della mia città, e voglio dire perché non è possibile che si scriva nei documenti che l'ospedale di San Benedetto è un ospedale delle emergenze e poi si fanno scelte contrarie di governo, non da parte nostra, ma da parte di chi dovrebbe applicare quello che noi abbiamo approvato nella legge (…), no, no, io dico che l'incompatibilità c’è e la voto anche per questo.
Non si può far sparire tutte le discipline che sono fondamentali in un ospedale dell'emergenza, da ultimo ci siamo inventati la gerortopedia. In un ospedale dell'emergenza se va un giovane con una gamba rotta non si può operare, non si può intervenire nell'ospedale delle emergenze!
Siamo veramente a delle situazioni paradossali.
Credo che noi abbiamo bisogno di un cambiamento serio, radicale, o ridiamo alle Aree Vaste un minimo di autonomia o eliminiamo i direttori di Aree Vaste e credo, per finire, che noi abbiamo bisogno di un giro di valzer nelle responsabilità, paragonabile al ballo del Gattopardo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Prendo atto con ammirazione dell'intervento del Consigliere Perazzoli, è stato particolarmente coraggioso e credo che abbia incarnato uno spirito di libertà che dovrebbe aleggiare un po' di più nella nostra Aula consiliare.
Nella posizione in cui si trova, va dato atto che ha fatto un intervento particolarmente coraggioso, dicendo apertamente che la sua valutazione non è solo quella tecnico giuridica, ma è più ampia, la valutazione sulla quale il Consigliere Comi invitava l'Aula a scindere in due aspetti, quello tecnico giuridico e quello politico.
Io mi avvicino assolutamente a quello che ha detto adesso il Consigliere Perazzoli, ma per un motivo molto semplice, per esempio, su noi maceratesi, al momento della nomina di Ciccarelli qui dentro si è espressa qualche ironia, nel senso che i maceratesi sono quelli, tutti, di tutti i colori, che hanno voluto Ciccarelli.
Voglio chiarire una cosa, primo: nell'era dello spreco più colossale che si sia mai realizzato in una struttura regionale, quella della gestione Malucelli, il centro sinistra ha, purtroppo, creato una blindatura a prescindere. E’ vero mi sono onorato di dire che qua dentro c’erano direttori di zona che erano stati capaci di realizzare i risparmi nei limiti degli standard che la Regione, la Giunta regionale aveva chiesto, senza penalizzare i servizi, lo ridico, nella classifica Ciccarelli era al primo posto perché era quello che aveva realizzato risparmi, economie di scala senza penalizzare i servizi. Questa è stata la gestione di Ciccarelli a Macerata, quindi, quando è stato chiamato, dopo, diciamo, la cacciata di Malucelli, per fortuna, a guidare l'Asur io sono tra quelli che hanno applaudito questa decisione e non la rinnego.
Poi ci sono due valutazioni da fare sullo strumento dell'Asur, sul quale credo che tutti vi siete pentiti, non mi dite niente, né qui, né in corridoio, tutti voi siete pentiti, perché è uno strumento che non funziona. Non ha funzionato sotto l'abnormità, la patologia di Malucelli, ma non funziona per un motivo molto semplice, lo diceva adesso in parte il Consigliere Perazzoli, perché quelli che dovrebbero essere i controllori, cioè i Sindaci, avvertono l'Asur come una cosa distante sulla quale non possono nulla in rappresentanza dei loro utenti e delle loro popolazioni.
Ben diversa sarebbe stata l'organizzazione per aziende provinciali, come noi avevamo chiesto da sempre, lo so, voi non lo fate perché lo abbiamo chiesto noi, tutti voi le vorreste, però in politica ci sta anche questo. Non si dà soddisfazione all'avversario. Il centro destra ha chiesto questa organizzazione, voi la volevate fare all'inizio degli anni 2000 perché D'Ambrosio lo dichiarò qui, Melappioni lo dichiarò qui, poi per un altro motivo avete preso un'altra strada. Se aveste, adesso, la possibilità di tornare indietro lo fareste in un attimo, non lo fate per una motivazione politica, ci sta anche questo, lasciamo stare.
L'Asur non funziona a prescindere, sia per gli spreconi, gli scialacquatori alla Malucelli, che per quelli un po' più accorti che devono fare i tagli. Non funziona e voi lo sapete per primi. Voglio vedere se alla fine di questa legislatura sarete in grado di fare un esame di coscienza su questa vicenda.
Andiamo al dirigente Ciccarelli con il quale, articoli alla mano, ho avuto in questi giorni parecchi scontri, basti parlare dei punti di primo intervento e dei punti nascita, sui quali ho rimproverato Ciccarelli, è vero, di agire in modi diversi, in zone diverse, ma con basi e condizioni uguali. Lo ribadisco senza alcun problema o soggezione di tipo, qualcuno ironizzava, maceratese.
Vengo al problema della valutazione di Ciccarelli sulla quale noi aspettiamo quello che dicevano l'Assessore Mezzolani ed il Consigliere Comi. Una valutazione seria che il Consigliere Perazzoli, come noi, sollecita.
Ho sempre detto una cosa qua dentro, non mi piace che il tecnico venga tirato in ballo ad arte e secondo la convenienza, Assessore, non parlo solo dell'Assessore, so benissimo in quale situazione difficile si trova, ma un po' a tutto l'apparato politico anche del centro sinistra sul territorio, quando fa comodo è colpa del tecnico, quando fa comodo è merito del politico che è stato più aperto del tecnico. Il tecnico viene usato, il tecnico si fa anche usare, attenzione, è normale questo nel ruolo del tecnico. Affronteremo, fra qualche giorno, quando parleremo del biogas, il ruolo dei tecnici e il ruolo del politico, perché quella è una vicenda in cui il rapporto tecnico/politico ha evidenziato, purtroppo, delle grosse patologie.
Concludo, il gruppo del PdL, i propri componenti, trattandosi di una valutazione di questo tipo vengono lasciati liberi, non si può dare una indicazione di partito o di gruppo, credo che sia il Consigliere Natali che il Consigliere Perazzoli abbiano invitato ognuno, su questo argomento, ad esprimere il voto secondo la coscienza.
Io di fronte a voi assumo questo atteggiamento, primo: vado a cercare la responsabilità del politico e lo dico all'Assessore Mezzolani, ma lo dico al Presidente Spacca ed al Consigliere Comi. Né all'inizio, né adesso, io voglio dare una valutazione sulle compatibilità tecniche o meno, ve ne assumete completamente la responsabilità, io di mestiere faccio il Segretario comunale e non credo che, di fronte ad una opposizione, il Sindaco possa dire "io non so chi sia questo" - oggi è il Sindaco sceglie il Segretario comunale - "non so se è compatibile" o meno. Il Sindaco risponde al Consiglio comunale del Segretario che si è scelto e non mi è mai capitato, neanche a me che sono un segretario comunale, che ha un’idea politica che ha lavorato con Sindaci di destra e di sinistra, che un Consiglio comunale venisse a sindacare quello che il personaggio Massi nella funzione di tecnico fa. Non mi è mai capitato, semmai sono stati i Consiglieri comunali a dire al Sindaco, sia che gradiscono, sia che non gradiscono, "che Segretario hai portato? Perché lo hai scelto?"
La responsabilità, cari amici e compagni, come si diceva una volta, è solo del politico, i pareri che avete sono sufficienti? Io non vengo a giudicare, cari amici e compagni, la compatibilità di Ciccarelli, non voglio giudicarla assolutamente, gli atti possono essere invalidati a seconda che venga riconosciuto che Ciccarelli sia stato o no compatibile, ma ve ne assumete la responsabilità, questo è il voto su una mozione.
La prossima volta il voto lo voglio dare sulla valutazione del dirigente Ciccarelli se lo investirete della responsabilità politica delle scelte, perché se chiuderanno ospedali o reparti, io qui giudicherò l'Assessore, il Presidente e la Giunta, anche se Ciccarelli vi ha propinato la relazione propedeutica alla soppressione.
Di fronte a me ci state voi perché di fronte all'elettorato, il mio elettorato, tranne quello più acculturato che sta vicino alla sanità, eccetera, se ne infischia altamente di chi è Ciccarelli e del perché lo avete chiamato, il mio elettorato non sapeva neanche chi fosse Malucelli, ma chiede a me di rispondere su come vi siete comportati con i tecnici, perché li avete scelti e con quali requisiti, tra l'altro, di capacità professionale, prima che di incompatibilità.
Ecco perché, sinceramente, e con tutto il rispetto per gli amici di Fratelli d'Italia che hanno presentato la mozione, tramutata in mozione, prima era una interrogazione legittima, per quanto mi riguarda, non mi esprimo su questo voto, non mi esprimo assolutamente, aspetto la valutazione politica, se Ciccarelli è incompatibile, ve ne dovrete assumere completamente la responsabilità e consentitemi un pizzico di tattica politica, questa ve la dovete prendere anche come una frecciata, non sto qui a togliere le castagne dal fuoco ad un centro sinistra che è profondamente diviso su Ciccarelli, sul perché è stato scelto e sulle scelte tecniche che fa. Siete completamente divisi, non sto qui ad offrirvi la spalla, quindi, per questo motivo non partecipo alla votazione e su Ciccarelli vi prendete la responsabilità.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Provo a fare una sintesi perché in effetti tra il pensiero politico del Consigliere Perazzoli e la riflessione giudiziaria politica del Consigliere Comi c'è solo una questione temporale, dove subentra l'Assessore Mezzolani che quando ebbi tempo e luogo di memoria parlai della riforma sanitaria, mezza riforma, messa sanità.
Tipico dell'Assessore Mezzolani, quindi nomen omen, ne facciamo un pezzo alla volta poi la presentiamo tutta.
Caro Assessore Mezzolani non vado dietro all'ottimo professionista Curatola o allo sprecone Malucelli, io cerco di interpretare la sua intelligenza politica che oggi mette in difficoltà il centro sinistra su quella che è la questione sanità e, in maniera molto irriverente per il mio Capogruppo, io sosterrò in Aula la mozione a favore di Ciccarelli cioè per me Ciccarelli va bene ... io non ho la mia aspirazione nell'accordo politico, quando mi parlano di lealtà, di competenza, eccetera, diffido sempre, di qua e di là, perché c'era un accordo politico con il Consigliere D'Anna, lui continua a fare il Vicepresidente della Commissione sanità io il Vicepresidente della VI Commissione insieme al Consigliere Cardogna, tant'è che siamo diventati i cadetti di Cardogna.
Caro Assessore vengo al dunque lei è intelligentissimo perché ha scelto un professionista che deve fare un certo tipo di lavoro particolarissimo, al di là, ripeto, della compatibilità, parliamo di competenze.
Sulla competenza, caro Presidente Comi, lei si ricorda bene in Aula la sanità qui, quo, qua, Ciccarelli, Carelli, Ruta, chi? (…) Io la interpretavo in sintesi così. Ruta lo avete in un certo senso depistato, credo che sia nel Molise, la città dei dipietristi residuali, Ciccarelli invece, caro Assessore Mezzolani, deve stare dove lei ha voluto e, oggi, insieme agli amici del PD lo dovete sostenere. Io sostengo la nomina di Ciccarelli, quindi, sulla mozione la sosterrò, perché politicamente ritengo che è una questione temporale di cui poi i due intrecci politico e giudiziario dovranno chiarire come e dove, quindi deve stare lì, con pienezza di responsabilità assunta, in quel ruolo che sia compatibile o incompatibile non spetta a me dirlo, ma io ce lo debbo tenere perché politicamente si potrà poi un giorno dire: l'avete scelto voi consapevolmente, al di là delle questioni, per fare un lavoro specifico per la sanità.
Torno a quella che sarà, perché mi devo divertire Consigliere Comi, è quasi finita, la riforma sanitaria, full immersion, 24 ore, perché qui voi mascherate il concetto della sanità che assorbe l'80% delle risorse finanziarie con una scelta che non avete fatto voi, ma che siete stati costretti a subìre, cioè la scelta non più della sanità pubblica, ma sempre più la scelta della sanità privata, e qui ha contribuito il nostro Presidente Silvio Berlusconi a sostenere questa riforma, con i soldi suoi sta pagando un certo De Benedetti che sta facendo man bassa di acquisizioni sulle cliniche convenzionate.
Potrebbe essere una notizia errata, ma cercherò di approfondirla meglio prima di presentare la proposta di legge che va proprio ad incidere lì, il Ciccarelli mi dovrà dire, perché scriverò a lui personalmente, quante sono le strutture ospedaliere che permettono l'extra moenia ai privati, che al mattino lavorano lì ed il pomeriggio vanno in quei centri convenzionati, io punto sempre il dito lì, Consigliere Comi, Presidente della Commissione sanità, Vicepresidente D'Anna e Assessore Mezzolani, voi date la possibilità di esternalizzare queste cose, il fatto di nominare Ciccarelli qui … - Assessore mi renda partecipe del sussurro - mi interessa perché io sostengo la sua scelta – se noi dimezzassimo il numero dei mutuati da 1.500 a 750 si raddoppierebbero i medici di base, ma questo non lo fate perché anche quella lì è una lobby che controlla strettamente da vicino la sanità, così come le baronie, così come la sanità delle università. Ecco dove sta la disparità, e lei pensa che io oggi cada nell'errore di dire Ciccarelli si, Ciccarelli no? Io dico Ciccarelli, si, ma sempre con la legge del contrappasso perché a me serve che oggi Ciccarelli resti nella funzione che lei ha deputato al professionista, al di là della compatibilità, mi auguro della competenza, perché poi quello che sarà sull'incompatibilità è deputato alla magistratura o a chi sarà, alla magistratura contabile, alla Corte dei Conti, o chi altro sarà a dirci se tutto questo è legittimo o meno.
Politicamente, Assessore, le faccio i miei auguri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Penso che dobbiamo attenerci un po' alle dichiarazioni ufficiali, ai pareri ufficiali che vengono forniti in questo contesto assembleare, non mi sembra, quindi, che questa possa essere la sede adatta per dare giudizi di carattere giuridico sulle situazioni di compatibilità o meno delle persone. D'altronde c'è una procedura avviata e, quindi, l'esito finale, la conclusione di questa procedura porterà a delle valutazioni, spero, corrette e comunque conclusive dalle quali trarremo le conclusioni a nostra volta per ragionamenti successivi.
Mi sento di sposare in maniera abbastanza forte e precisa la posizione tenuta dal Consigliere Comi, Presidente della Commissione sanità, alla quale io appartengo. Mi sembra essere una linea non difensiva, né aggressiva nei confronti di questa problematica, nei confronti della quale, personalmente, non mi permetto, né pretendo, forse per mancanza di una competenza di carattere giuridico essendo medico, di esprimere valutazioni di carattere giuridico per le quali c'è una procedura in corso che ci dirà meglio fra un po' di tempo.
Questa posizione soft, attendista, però non significa che in qualità di medico, forse ho qualche competenza in più per poter fare alcune valutazioni più tecniche, mi vada bene tutto quello che è l'operato del "Asur" nei confronti dei territori. In particolare io sono stato eletto nel territorio piceno come altri miei colleghi, e non significa, questa posizione di tutela, salvaguardia dell’aspetto giuridico rispetto all'aspetto tecnico.
Proprio per fugare ogni dubbio su questa mia posizione, stamattina, è pervenuta alla stampa una nota a mia firma con la quale sollecito una risposta e delle verifiche a dei quesiti che ho posto da un po' di tempo a questa parte e che non ho ancora avuto il piacere di conoscere. Alcune sollecitazioni reali che qualcuno aveva detto di farsi carico di rispondere in maniera adeguata.
So, sappiamo che la sanità crea sofferenza in tutti i territori, sappiamo che c'è uno stravolgimento forte degli assetti organizzativi, dall'approccio alla frammentazione dei piccoli ospedali, frammentazione ospedaliera, al sistema dell'emergenza urgenza, alle reti cliniche. Avevo auspicato che con il discorso delle reti cliniche ci fosse la possibilità, piano, piano, per carità ci mancherebbe, a piccoli passi, di avviare un percorso di riequilibrio dei servizi sanitari sull'intero territorio regionale, mi sembra che questo non stia avvenendo e la nota che ho mandato alla stampa è proprio su questo punto. Tra l'altro ho inviato una nota il 17 ottobre al Presidente Comi e aspetto ancora una verifica precisa e puntuale di uno schema di specificazione di una offerta sanitaria, del presidio ospedaliero, azienda ospedaliera, Inrca, su tutto il territorio regionale e per singola area vasta.
Solo così, personalmente, potrò capire se è in atto un processo di riequilibrio dei servizi sul territorio regionale, privilegiando "il nostro territorio" che per definizione, incontenstabilmente, è più penalizzato da qualche decennio a questa parte.
Parlo e aspetto queste conclusioni, questi dati, questi fatti per esprimere valutazioni di carattere più tecnico.
Dal punto di vista giuridico quella che sarà la compatibilità o incompatibilità, mi auspico che possano essere state fatte le scelte più puntuali, a me interessano in modo particolare i risultati a beneficio della comunità che rappresento e, quindi, regionale in senso lato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Ho atteso ad intervenire perché mi interessava sentire le dichiarazioni di tutti i gruppi, in particolare quelli dell'area politica a cui faccio riferimento e cioè il centro destra.
Mi sento di dire alcune cose, la prima è che io non solo voterò a favore di questa mozione, e non certo perché il capogruppo del PdL ha auspicato una libertà di coscienza, tutt'altro.
Io vorrei rimarcare innanzitutto che cosa rappresenta questa mozione, un semplice attacco dovuto da parte dell'opposizione politica? O forse rappresenta l'opportunità per chi sta governando questa Regione di prendere le distanze da una brutta pratica.
Io credo, e questo va al di là del giudizio della persona, che ognuno quando riveste un incarico del genere debba avere la capacità di rendere impersonale la propria figura, quindi, figuriamoci se ci si può addentrare nell'emettere giudizi sulle persone, ma quello che di fatto rappresenta il direttore Ciccarelli è un dato di fatto inconfutabile, rappresenta la punta di una piramide di un sistema di potere politico di gestione della sanità marchigiana e questa gestione della sanità marchigiana per anni ci è stato raccontato essere virtuosa e meravigliosa, oppure punto di compromesso. Sia chiaro, io per piramide intendo dire è la figura che di fatto ha l'ultima parola in ogni processo all'interno della sanità, è il punto di connessione fra la Giunta, la maggioranza politica ed il mondo della sanità e, se la vogliamo dire tutta, è la persona che insieme all'Assessore Mezzolani si è presa la paternità di queste finte riforme che sono state perpetuate in questi anni e che, di fatto, a scatola cinese, ci hanno offerto una sanità uguale a prima che diventerà peggio perché caleranno le risorse nazionali.
Iniziamo a chiarire di cosa stiamo parlando e non avventuriamoci in cose anche, e lo dico francamente, molto patetiche, porsi il problema in assoluto della valenza giuridica o meno dell'incompatibilità, ma ragazzi io non lo so, sono allibito, cioè questo è un organismo politico eletto dal popolo che deve decidere, non solo su quella che è la propria capacità di governo, ma deve decidere anche su quelli che sono gli enti demandati.
Questa storia che la sanità è un mondo a parte, ma la paghiamo noi, il Consiglio regionale dovrebbe essere il vero CdA della sanità e di fatto è l'ultima ruota del carro nel prendere le decisioni. E' assolutissimamente normale che una parte dell'opposizione abbia scritto una mozione del genere, vorrei ricordare che il primo a chiedere l'incompatibilità su Ciccarelli fu il sottoscritto con un'interrogazione attinente proprio il fatto che era un dipendente dell'Asur quando gli fu conferito il primo incarico, se vi ricordate anni fa.
Ma quello che mi lascia veramente basito è che un dibattito che va a condire di tutt'altre cose un semplice ragionamento politico fa si che, come al solito, alla maggioranza di centro sinistra si aggiunga un pezzo del centro destra. Io non lo accetto questa volta. Non lo accetto perché questa figura del direttore, in maniera molto chiara lo dico, rappresenta la connessione fra la sanità e la maggioranza di centro sinistra, chi è anche solo minimamente d'accordo con il direttore generale sul fatto che continui, è e governa con il centro sinistra delle Marche, e su questo non c'è niente da fare.
Invito tutte quelle persone che ritengono: a) che la sanità non vada bene; b) che sia grave che il centro sinistra e la maggioranza siano costretti non solo ad aver messo quest'uomo a capo, "uno di loro", che già aveva una presunta incompatibilità che è stata glissata tre anni fa, ma che di fronte ad una rinnovata incompatibilità per un altro motivo, lo si vada a difendere e a blindare in tutti i modi, come se non esistesse un cristiano capace di poter ricoprire altrettanto incarico.
La cosa grave è proprio l'aspetto politico della vicenda, non quello tecnico, perché quello tecnico, anche che ci sono pareri sfumati, anche se il parere è sfumato perché quello prima ha preso l'incarico e poi è andato in pensione, ma chi se ne frega, ma di cosa stiamo parlando, noi siamo persone politiche e come tali dobbiamo fare delle scelte. Io mi sono presentato alle elezioni e sono stato eletto con una coalizione che ha perso le elezioni, ma che se avesse vinto non avrebbe messo quest'uomo a capo della sanità e non avrebbe fatto queste riforme.
E’ doveroso e legittimo che un Consigliere regionale si assuma le responsabilità politiche e non personali, io non metto minimamente in dubbio il curriculum della persona, non voglio mettere minimamente in dubbio le sue capacità, non voglio mettere in dubbio la fondatezza della vostra scelta, anche se era già incompatibile all'inizio. Metto in dubbio il fatto che voi vi blindiate come sistema di potere che non produce risultati e su questo voto convintamente da uomo di centrodestra, da uomo appartenente al centrodestra, da uomo eletto nel centrodestra e da uomo di destra che non vuole fare la fine della marmellata, delle grandi intese, dei finti governi, dei governi che non ci sono, perché qui a tutt'oggi questa Regione è schiava di un asse politico che è ancora quello di Spacca ed Ucchielli, che è ancora quello di quella parte di mondo cattolico che tradisce il mondo cattolico e sta sempre con quel mondo post-comunista, ibrido, che non è neanche fin troppo comunista e non piace al Consigliere Bucciarelli.
Bene, io non appartengo a questa filiera di potere e lo devo dire chiaramente agli elettori, altrimenti chi vuole far parte di questo chieda a voi la tessera.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Toccherebbe a me, ma scalo di una posizione in attesa che qualcuno mi sostituisca alla Presidenza.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Sarò rapidissimo, io voto convintamente a favore di questa mozione, perché al di là del contenuto tecnico giuridico, per me assume una valenza di carattere politico, io sono fortemente contrario alla …

(interviene il Consigliere Bucciarelli)
(il Consigliere Bugaro parola dagli scranni della minoranza)

Giacomo BUGARO. Voto a favore convintamente di questa mozione perché al di là del fatto tecnico, e non entro nel merito della posizione della persona perchè non sono un esperto di leggi, ci sarà chi invece lo farà, dal punto di vista politico, dal mio punto di vista, questa è un'occasione importante per censurare il modo in cui in questa Regione viene gestita la sanità, al di là delle classifiche, al di là dei risultati, la percezione che si ha della sanità e del modo con cui essa viene gestita è assolutamente negativa.
Ritengo che i denari che non vengono più trasferiti dallo Stato alle Regioni, o vengono meno trasferiti dallo Stato alle Regioni, potevano essere risparmiati su altri fronti, abbiamo a questo proposito indicato anche quali, ma voi, come sempre, vi guardate bene di andare a toccare le voci di spesa, chissà perché, e non voglio essere maligno, perché non è nella mia cultura, però qualche elemento di dubbio, di forte dubbio, lo abbiamo sul fronte delle forniture. Guarda caso ogni qualvolta che abbiamo fatto una denuncia poi viene fuori che avevamo ragione, non da ultima, su altri fronti, quella dell’Aerdorica.
Le dinamiche della sanità sono note e sono ormai scritte sin dal 2003 nei verbali e nelle leggi, soprattutto, di questa Regione e se voi andate a vedere la consecutio temporum, è veramente sfibrante la sequela di assetti amministrativi che si sono succeduti senza che in realtà cambiasse nulla nei meccanismi.
Per questo io voterò contro e potrei argomentare a lungo, ma siamo in dichiarazioni di voto e ancora ci sono tanti colleghi iscritti a parlare, quindi vi risparmio le tante motivazioni. Ci saranno occasioni, ne sono certo, da qui a poco tempo, di riparlare di sanità, perché il modello che avete proposto e che avete portato avanti, che ultimamente avete tentato goffamente di riformare, creerà ancora più problemi rispetto a quelli che già c'erano e a mio modo di vedere aumenteranno anche i costi, se non altro, quelli della mobilità passiva, perché lo scontento porterà ad una maggiore mobilità da parte degli utenti e, quindi, al di là di ogni valutazione sulla persona, la valenza politica di questa mozione è tale per la quale il mio voto è convintamente a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Io non sono mai intervenuto e intervengo alla fine per dire che ringrazio i Consigliere Natali, Romagnoli che hanno presentato questa mozione che condivido, come condivido l'intervento che ha fatto il Consigliere Zinni con il quale sono d’accordo al 99% , tranne per un 1% perché non sono assolutamente convinto che se avesse vinto il centro destra non avrebbe fatto questa riforma.
Glielo dico in modo molto chiaro, ma non usando le mie parole o interpretando parole di altri, ma leggendo quello che nel momento in cui sono stato scomunicato dal Coordinatore regionale, Vicecoordinatore regionale del PdL, nell'aprile 2011, così titolava la locandina del Il Resto del Carlino: “D'Anna scomunicato, una delle molte motivazione è che è evidente che con le "nuove tecnologie" le strutture sanitarie vanno ridimensionate. In questa direzione vanno le indicazioni del Ministro della Salute Ferruccio Fazio ed il piano di interventi e di contenimento delle spese sanitarie indicate dal Governo Berlusconi e da tutte le Regioni”.
Ecco su questo io non sono assolutamente d'accordo, anzi se avesse vinto il centro destra, anche perché, e lei lo sai meglio di me o come me, in tanti anni all'interno del direttivo regionale non si è mai voluto affrontare, in modo serio, questo argomento e francamente è vergognoso che adesso si vengano a fare delle battaglie a difesa dei piccoli ospedali, quando si era completamente d'accordo su quella direzione perché l’aveva indicata il Ministro Fazio ed il Governo Berlusconi era a favore. A chi c'era ricordo ancora l'incontro personale che abbiamo avuto come Consiglieri regionali e Parlamentari del PdL di questa Regione quando ho sollevato la questione di quello che stava accadendo, testuali parole: "dovete andare d'accordo con quelli del centro-sinistra, e ricordatevi che Carmine Ruta è anche un amico".
Per favore non facciamo discorsi del cavolo, qui ci sta proprio, su questa cosa c'è evidentemente un accordo ed una condivisione che non può essere mascherata da operazioni di facciata che si fanno all'ultimo momento.
Questo è stato uno dei motivi per i quali ho detto arrivederci, perché se devo essere d'accordo con gli avversari, allora mi vado ad iscrivere dagli avversari, non faccio il doppio gioco come è stato fatto e come in alcune situazioni si continua a fare.
Fermo restando il fatto che questo tipo di operazione a me non è piaciuta, continua a non piacere, però per favore rispettiamo noi stessi e, soprattutto, siamo coerenti con quelle scelte che sono state fatte o che non sono state fatte.
Il mio voto è favorevole alla mozione presentata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Velocemente per dichiarazione di voto, io voterò contro la mozione per il semplice fatto che divido, e voglio dividere, la parte tecnica della mozione.
Voto contro perché accetto la risposta, praticamente tecnica, del mio Assessore e a quella mi rifaccio. Non ho motivo per non condividere un’interpretazione tecnica per cui non c'è incompatibilità.
Dividendo la questione tecnica dalla valutazione di merito devo dire che voto contro, però la mia valutazione nei confronti del dottor Ciccarelli l'ho già espressa in un altro momento, parlo di un’interrogazione che feci all'Assessore sui piccoli ospedali, devo dire che è una valutazione assolutamente negativa per come ha condotto alcune fasi della riforma sanitaria, non solo nel merito, ma proprio nel metodo, nell'approccio. Spesso ha dato l'impressione di mostrare, di far capire agli altri che c'è una supremazia della parte tecnica sulla politica, bistrattando, non ascoltando come doveva Consiglieri e Sindaci dei territori. Questo sinceramente l'ho sempre sottolineato e lo voglio sottolineare anche oggi, quindi, voto contro la mozione per le risposte che ha dato l'Assessore, ma la mia valutazione nei confronti del dottor Ciccarelli rimane negativa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Non sono intervenuto prima, quindi, mi prendo i cinque minuti previsti dal Regolamento.
Se uno dovesse votare il dispositivo di questa mozione è evidente che è, letteralmente intendo, un dispositivo che, rispetto a quanto detto dall'Assessore, qui ufficialmente, quindi, se nessuno ... le responsabilità sarebbe superato, non ci sarebbe motivo di votare a favore di questa mozione.
Ci sono, però, dei momenti in politica, e non solo ovviamente, in cui uno non può sottrarsi ad un giudizio complessivo. Noi parliamo di un tema importantissimo come quello del governo della sanità regionale e il gruppo di maggioranza relativa è estremamente diviso, ma io oserei dire divisa è la Giunta, perché il Presidente non c'è, si parla di un tema così importante ed il Presidente è partito, come la pensa? Non è un caso, guardate, perché io non faccio di ogni erba un fascio e chi lo fa sbaglia, accoppiando Spacca, Ucchielli, Mezzolani, non è così, noi lo sappiamo che non è così.
Un mio voto contro questa mozione servirebbe a puntellare il gruppo di maggioranza relativa e con esso la maggioranza, non posso farlo, è un fatto di coscienza Consigliere Massi, ed è importante la coscienza di un politico quando dà un giudizio politico, e noi sappiamo che questo personaggio, l'ultimo intervento, quello che mi preceduto lo dice, non è un personaggio amato dal territorio, non è un personaggio amato dai Sindaci, c'è una sorta di incompatibilità politico comportamentale di rapporti che sono importantissimi quando si decidono temi delicati, e in questo caso è proprio il caso di dirlo, vitali per la popolazione.
Non può essere un Consigliere di minoranza a compattare il gruppo della maggioranza relativa e con esso la maggioranza, non è corretto nei confronti dei cittadini che chiedono ben altre cose rispetto alla sanità, non è corretto nei confronti di chi vuole a tutti i costi tenere lì il personaggio in questione.
Io voterò a favore della mozione e non dico, però, che chi vota contro è automaticamente tesserato al PD, è vero che di questi tempi sono in tanti a tesserarsi al PD, è vero, non so se fa comodo al PD, non credo. Chi vota non può essere additato come il nemico della sanità o il nemico della Giunta, chi vota contro avrà le sue convinzioni, però io credo alla mia coscienza di Consigliere e lo dico perché il mio partito, tra l'altro, non era d'accordo con l'Asur, ho chiesto l'abolizione dell'Asur e c'è una proposta di legge. Ho dato un giudizio preciso, da sempre, e coerente con questo che dico, penso che ci siano momenti in cui, al di là, della lettera si decide ed uno deve decidere se stare da una parte o dall'altra.
La parte non è quella che ho scelto io, è quella che avete scelto voi anche per me, quindi, io oggi non posso che votare a favore di questa mozione che è il risultato di un giudizio politico sul sistema della sanità nelle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Parlo per non più di un minuto, Presidente, perché abbiamo già detto tutto.
Quello che è venuto fuori dalla discussione di oggi è che, come sempre, ci sono due pesi e due misure. Il Consigliere Perazzoli parlava del dottor Curatola, io posso parlare di primari andati in pensione che l’Assessore Canzian conosce benissimo e che dopo essere andati in pensione hanno chiesto di collaborare ed è stato detto non si può, no puedes, allora se non si può, non si può sempre, Assessore.
Noi capiamo la sua difficoltà, io preannunciò anche che non ci fermeremo a questo tipo di mozione, andremo avanti in tutte le sedi su questo discorso perché è un discorso che non tiene quello che ha fatto l'Assessore.
Sento richiamare la libertà di coscienza, mi meraviglio Consigliere Massi, ma quando vota, non vota in coscienza? Qualche volta nella tua vita? Io non ho mai visto persone che votano con lo stomaco o con altri tipi di organi, se vogliamo paragonare la coscienza ad un organo, noi votiamo sempre con la libertà di coscienza, ci mancherebbe altro che qualcuno di noi si azzardi a dire che non ha votato con libertà di coscienza, ma stiamo scherzando?
Il dire mi appello alla libertà di coscienza dei Consiglieri è qualcosa, onestamente, al di là della sorpresa, di preoccupante. Oggi dovremmo votare con libertà di coscienza, pensate un po' voi. Domani no! Ieri neanche, tra dieci giorni possiamo anche far finta di non aver letto nulla, no, non esiste.
Noi abbiamo fatto una determinata battaglia perché crediamo nel diritto, siamo arrivati finalmente alle vostre …, abbiamo capito i vostri richiami, vi rileggo solo che dal 4 maggio 2013, l'articolo 5 del decreto legislativo 8 aprile numero 39, nel decreto anti corruzione si parla che gli incarichi di direttore generale, Assessore scusi, direttore sanitario e direttore amministrativo delle aziende sanitarie locali non possono essere conferiti a coloro che nei due anni precedenti abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionale. Ne vogliamo parlare ancora? Lei no, magari se vuole le mando l'email, lo comunica all'Ufficio legale della Regione Marche o anche all'Inpdap, ma qui ognuno risponde.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ho sempre pensato che in certi momenti, nonostante la tensione, la drammaticità, c'è qualcuno che si vuole divertire, rispetto anche questo, perché ci sta anche questo in politica, allora preciso nuovamente una cosa.
Punto primo: il giorno in cui si parlerà della valutazione di Ciccarelli, se saremo chiamati a disquisire della valutazione di Ciccarelli, come tecnico per quello che ha scritto nelle relazioni, nella produzione di statistiche, più o meno credibili, lo vedremo, mi prendo tutto il compito, il dovere, l'obbligo e l'onore di valutare e di votare. Punto primo.
Su questo mi sento di dire al Consigliere Natali che questa mia linea può essere discussa dagli avversari, anche dal mio gruppo, ma non intendo dare dictat a nessuno, sono il Capogruppo, non mi sento di dire al Consigliere Trenta vota così perché lo ha detto Massi, assolutamente.
Ho detto che questa è una valutazione particolare su un'interrogazione e su un interrogativo legittimo, quindi, è chiaro che io mi prenda la responsabilità di non partecipare alla votazione, perché non do una valutazione su quello che fa Ciccarelli, mi riservo di darla dopo, peraltro, purtroppo, qualcosa mi è già sfuggito, perché ho scritto degli articoli su Ciccarelli, i colleghi, soprattutto, del maceratese li conoscono da tempo.
Due: voglio dire al Consigliere Zinni la cui preoccupazione oggi è di demarcare una differenza tra la destra e il Pdl, guardi le tolgo tutti i pesi con il Capogruppo del PdL, vede io non sono salito sul carro di quelli che hanno censurato Alemanno quanto a fronte di ottocentocinquanta assunzioni, senza concorso, ha messo dentro anche cinque o sei ex terroristi di destra o dell'estrema destra. Non me l'ha sono sentita perché ho detto che Alemanno deve essere ...

(interrompe il Consigliere Zinni)

Francesco MASSI. Quella era la critica che ha avuto Alemanno anche dalla sinistra, Alemanno doveva essere giudicato per quello che ha fatto o non ha fatto come Sindaco di Roma, al di là delle assunzioni, (...) a posto non c'è problema, però non salgo sul carro di quelli che debbono subito demarcare una differenza.
Premesso poi e concludo che quello che ha detto D'Anna corrisponde perfettamente alla realtà dell'incontro avuto con Fazio, quindi, lo ringrazio per averlo riportato, concludo dicendo al collega Zinni una cosa, io penso che, spero che qui, ... glielo ricordo io, così tanto per discutere meglio, vede Consigliere Zinni ha fatto un assist al centro sinistra ...

(interrompe il Consigliere Zinni)

Francesco MASSI. Non ho mai avuto problemi a parlare a Spacca ...

(interrompe il Consigliere Zinni)

Francesco MASSI. Consigliere Zinni non accetto lezioni, perché quando qui si facevano le battaglie su Malucelli lei non c'era ... alla Corte dei Conti su Malucelli, su come spendeva, ci sono andato io, non c'è andato lei, che poi la Corte dei Conti non abbia fatto nulla, questo è un altro conto, si preoccupa dei nostri ristoranti. Buon lavoro alla Corte dei Conti.
E' stato fatto un assist al centrosinistra nel momento in cui si vuole dare la valutazione sull'operato strategico di Ciccarelli, no caro collega Zinni, sull'operato strategico delle scelte sulla sanità ne devono rispondere i qui presenti Assessori, con il Presidente, senza sconti. Lei gli passa la questione Ciccarelli che a questo punto affievolisce la posizione della Giunta, mi dispiace, non è così.
Giudico Ciccarelli quando c'è da giudicarlo, oggi giudico la Giunta e su quello che abbiamo detto alla Giunta, penso che qui l'abbiamo fatto tutti insieme, quindi, non ricorrete ad altri mezzucci strumentali.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Ho ascoltato con attenzione particolare gli interventi dei colleghi che tra l'altro stimo moltissimo, del Consigliere Natali e del Consigliere Perazzoli, ho sentito anche, ovviamente, l'intervento dell'Assessore Mezzolani, e debbo dirvi che le motivazioni giuridiche sulla compatibilità non mi convincono del tutto.
Questa dichiarazione di voto ho sentito il dovere di farla, primo: perché non amo nascondermi, poi perché dopo gli interventi dei Consiglieri Zinni e Bucciarelli è evidente che questo voto è, cito le parole pronunciate dal Consigliere Zinni "votiamo contro quello che rappresenta il direttore Ciccarelli, contro una sanità che diventerà peggio".
Come ha detto in una chiacchierata riservata un collega Capogruppo più bravo e più grande di me: "Condivido di questa riforma sanitaria l'80% e questo mi è sufficiente", bene, anch'io condivido di questa riforma sanitaria l'80%, sono convinto che la sanità non diventerà peggio, sono convinto che lo sforzo che sta facendo la Giunta, per quel poco tempo che ci sono stato, per quello che ho provato a fare anch'io, e questa crisi economica ci danno l'opportunità perché la sanità diventi migliore.
Mentre ero titubante sulla questione giuridica e forse avrei votato a favore di questa mozione, adesso convintamente voto contro, anche perché il Consigliere Zinni mi ha convinto a votare contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Ero intenzionato a votare a favore della mozione se non che, dopo aver sentito i Consiglieri D'Anna e Zinni, ho qualche ripensamento per due ragioni. Il Consigliere Zinni cerca di dare un segnale di forza, cerca più di dividere noi piuttosto che rivendicare le questioni che il Consigliere Natali e gli altri firmatari hanno probabilmente pensato quando hanno steso questa mozione. Invece sul Consigliere D'Anna vorrei capire questo : c'è una gara di coerenza in questo momento in atto sulla sanità? A me non risulta, non credo di dover con questo voto dimostrare la coerenza o meno specialmente sulle scelte sanitarie.
I nostri parlamentari, coloro a cui lei faceva riferimento, risponderanno personalmente delle scelte a cui hanno voluto prendere parte, io non ero presente, e ci tengo a rimarcarlo, perché ogni volta che il Consigliere D'Anna rappresenta la situazione della nostra sanità fa intendere che c'è una certa contiguità di scelte rispetto a delle dinamiche decisionali nel nostro territorio, in particolar modo nella provincia di Pesaro-Urbino e di Fano.
Ci tengo a chiarirlo e rimanga agli atti che questo voto non è una gara a chi è più duro, è una scelta su alcune dinamiche gestionali private, probabilmente anche con riferimenti penali rispetto ai comportamenti amministrativi e, per queste scelte, ma solo per queste scelte, io ho deciso di votare la mozione che ha preparato il Consigliere Natali.
Se invece è una gara a dividere il centro-destra o far vedere chi è più coerente, sinceramente mi viene voglia di ripensarci.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Vorrei fare una riflessione sul voto, sia l'Assessore, fin dal primo intervento, che il Presidente della V Commissione, Comi, hanno parlato di un aspetto politico da non rivendicare in questa mozione.
Allora mi sorge un dubbio e (...) valutazione del merito politico sulla gestione dell'Asur rispetto alla questione giuridica che noi solleviamo con la mozione.
Vorrei un attimo chiarire perché la discussione che si è svolta in Aula ha di fatto contemplato le due visioni, quella giuridica e quella politica, in quasi tutti gli interventi si sono nominati questi due aspetti.
Vorrei chiarire una cosa, mi sembra che qualcuno la mozione non l'abbia neanche letta. E' interessante ribadire che noi non abbiamo, in nessuna maniera, voluto sollevare una questione di merito di giudizio sull'operato del direttore dell'Asur, anzi sia il Consigliere Natali che la Consigliera Romagnoli hanno più volte detto che non c'è nulla di personale, ma la questione che noi poniamo, è una questione di merito giuridico e una questione che chiede tra l'altro alla Regione e a quest'Aula un chiarimento, nessun atto eclatante.
Questa mozione è un atto, a chi piace questi termini, responsabile, moderata e saggia, perché chiede un chiarimento (...) e chiedendo questo chiarimento ha portato delle motivazioni specifiche, non ultimo l'articolo 5, del decreto che ha letto il Consigliere Natali, che è un articolo che risale a qualche mese fa e che dovrebbe, in qualche maniera, far riflettere ognuno di noi.
Se poi la maggioranza, la Giunta, e chi vorrà, si sentono sicure di quello che ha detto l'Assessore Mezzolani in qualche occasione e voteranno contro la mozione, credo che sia giusto che ci sia un'assunzione di responsabilità politica che, però, non deve scendere negli ultimi interventi che ho sentito, perché rischiamo di dare un segnale negativo anche rispetto alla questione che è una questione rilevante per i tanti, tantissimi cittadini, interlocutori che chiedono chiarezza, che pretendono dalla politica certezze.
Noi veniamo da un episodio in cui quest'Aula e questa Giunta sono state assolutamente protagoniste, è l'episodio del biogas, della legge n. 3, dove per tanto tempo abbiamo sventolato certezze, per essere poi smentiti, in maniera assolutamente irreprensibile, dai massimi organi nazionali. Non vorrei che questo accada di nuovo e qualora accadesse la paternità di questa situazione questa volta sarà ancora più chiara a tutti.
Se vogliamo che questa ipotesi venga scongiurata, almeno nel volere dell'Aula, credo che il voto debba essere, da parte di tutti, positivo, non è un voto politico rispetto all'Asur, ma è un voto che chiede ulteriormente chiarezza, capogruppo Ricci, ulteriore chiarezza.
Guardi Consigliere Eusebi io posso parlare per primo, ma la sostanza non cambia, perché se lei ha ascoltato, gli interventi dei Consiglieri Natali e Romagnoli erano su questo tenore, non potete sempre modificare, interpretare il volere degli altri per giustificare una vostra non capacità di far chiarezza fino in fondo. Questo non è un senso di responsabilità, si trasforma in senso di irresponsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Voglio ribadire brevemente la posizione già espressa nel dibattito: voto contrario alla mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Due parole di numero che vorrebbero tranquillizzare chi divide le due questioni e chi invece, a mio avviso, giustamente, non le vuole dividere.
La legalità è un pre requisito della politica, inscindibile dall'azione politica.
Doverosa l'osservanza da parte dei legislatori di quel principio.
E' impensabile scindere le due cose o rimandare ad un successivo tempo la valutazione politica di un uomo su cui c'è l'ombra che ci sia un'illegalità. Ovviamente non devo spiegare cosa significa, significa la compatibilità o meno con queste norme di riferimento, impensabile.
La legalità è un pre requisito dell'azione umana, dell'azione civile, dell'azione politica, non è un settore della vita, tutt'altro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Non rubo molto, un minuto. E' vero, parto dall'ultima questione della Consigliera Romagnoli, c'è un confine molto sottile nel discutere una mozione del genere. Il confine è molto sottile fra merito tecnico e politica. Questo è scontato, lo è ancora di più, quando si parla di sanità e la sanità è di per sé un argomento molto sensibile, però non dobbiamo nasconderci che il dibattito è stato deviato dal merito della discussione della mozione che ha un dispositivo molto preciso. Deviato su cosa? Sul giudizio alla riforma sanitaria che possiamo anche riprendere, discutere, dare, sul giudizio alle persone che possiamo riprendere e dare, perché vedete il mio giudizio, non su Ciccarelli, ma su tutti i direttori della sanità è sospeso, aspetto di dare qualche giudizio su qualcuno, credo anche che ... Penso che se il gruppo dà un'indicazione di voto ci si aspetta che venga rispettato, non c'è dubbio, ma mi rendo ugualmente conto che un tema del genere può portare ad un dissenso e, magari, è meglio argomentare in altre sedi, comunque sia si comprende perché il tema della sanità è sensibile e, quindi, una mozione può trovare voti trasversali, qualche volta questo capita.
Sono molto sorpreso, anzi in verità mi aspettavo di no, ma la dimensione del dibattito stesso, coloro che hanno parlato rispetto a questa mozione e anche quelli che hanno fatto la dichiarazione di voto, mi fa capire che il tema non è il dispositivo scritto nella mozione, è un'altra cosa.
Siccome è un'altra cosa e siccome io sono convinto, e devo per forza, responsabilmente, tener conto che la Giunta ha già chiarito il fatto che ci sia una compatibilità di quel direttore, non posso che dare, e chi vuole del mio gruppo, un voto contrario alla mozione del Consigliere Natali, altrimenti non si comprenderebbe, dovrei dire all'Assessore Mezzolani che dice che in Aula ha già chiarito, che la compatibilità è un fatto certo, quindi, non posso far altro che prendere atto e rimanere fermo sul dispositivo della mozione. Per cui il nostro voto sarà contrario alla mozione del Consigliere Natali.

PRESIDENTE. E' finito il dibattito e si chiede il voto nominale. Bene.
Anche se è inusuale, prima di passare al voto, faccio una mia dichiarazione di voto.
E' inusuale per cui debbo chiarire, ma mi attengo ad un problema istituzionale e, quindi, lo vivo nella qualità di Presidente, non da un punto di vista politico.
La mozione nella parte in cui impegna, secondo me, ha due punti: uno è condivisibilissimo, lo dico personalmente da un punto di vista tecnico-giuridico, condivisibiliismo, in quanto il tema delle incompatibilità non mi pare francamente risolto dal parere dell'ufficio.
Ritengo che l'invito, anche cortese, ad un approfondimento da parte dell'Assessorato, che dovrebbe garantirsi rispetto ad un dubbio del genere attraverso un parere del Consiglio di Stato o un parere pro veritate di un luminare del diritto, al di là della mozione, secondo me, cautelativamente, lo dico da un punto di vista istituzionale, credetemi - la mozione invita ad un approfondimento sull'eventuale incompatibilità - merita di essere approfondito.
Mentirei a me stesso ed a quest'Aula se non esprimessi un parere che è proprio dell'incarico di tipo istituzionale.
Non condivido il fatto di una sospensione cautelare a fronte di un parere, peraltro, contrario dell'Ufficio legale che esporrebbe la sanità, fra l'altro, ad una vacatio, quindi, voterò contro la mozione, però il suggerimento, da Presidente dell'Aula, a garanzia dell'intera Regione, è un suggerimento all'Assessorato di un approfondimento a livello massimo su una questione che è stata sollevata e, come dire, a mio modestissimo avviso, ha qualche ragione di approfondimento.
Solo questo, ci tenevo a dirlo perché mi pareva ...
Adesso il dibattito è chiuso, votiamo, non è possibile la votazione per parti separate.
Guardate, io sono una persona seria, non forzate un atteggiamento mio che è istituzionale, non lo forzate trasformandolo in un fatto politico perché non ci cado e non ho intenzione, l'ho detto soltanto a garanzia dell'amico Assessore, dell'intera Regione e del Consiglio regionale perché in altre occasioni, purtroppo, abbiamo dovuto constatare che forse un parere autorevole in più poteva servire. Solo per questo.
Voto contro la mozione e vi prego di non forzare ...

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Scusate, io ho chiesto se il dibattito era chiuso, nel momento in cui era chiuso, io non ho fatto nessuna richiesta, ho fatto una sollecitazione in modo particolare all'Assessorato, al di là dell'esito della mozione, ad approfondire un aspetto sul quale, in quest'Aula e da un punto di vista personale, nutro il beneficio del dubbio. Non ho certezze, mi pare il caso di approfondire, questo è per la tutela di tutti. E' chiaro? Questo è il compito che mi compete. E' chiaro o devo essere più esplicito. Per la tutela di tutti, non mi portate in aspetti speculativi, il dibattito è chiuso, si vota in modo palese come richiesto dai tre Consiglieri.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Consigliere Badiali, mi perdoni, siccome ho fatto tanti danni oggi nel dibattito, mi sentivo in dovere di riportare su un piano costruttivo la discussione, quindi, chiedo di votare per stralci visto che sono due dispositivi ...

PRESIDENTE. No, è una richiesta fuori tempo, ci sono state le dichiarazioni di voto, l'argomento è chiuso, Consigliere Zinni abbia pazienza.

Giovanni ZINNI. Chiedo venia, però chiariamo una cosa, a) è una mozione; b) ci sono due parti del dispositivo, due singole richieste ben precise, nulla osta che uno voti contro a ciò che ritiene più opportuno, ma se questo può dare, sul piano costruttivo, un esito, da un punto di vista comportamentale, a questa vicenda, secondo me, facciamo tutti più bella figura. A mio avviso votare a stralci una mozione che è di indirizzo, non è come votare a stralci un atto amministrativo o una legge.

PRESIDENTE. Consigliere Zinni, ascolti, il dibattito è chiuso, la sua richiesta arriva fuori tempo massimo.
Pongo in votazione la mozione n. 549, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Natali, Foschi, Acquaroli.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Natali, Perazzoli, Romagnoli, Silvetti, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Bellabarba.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Chiedo all'Aula se vuole seguire fino in fondo l'ordine del giorno, oppure se ci sono alcune urgenze? (...) La proposta di legge n. 354.

Proposta di legge n. 354 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Disciplina del controllo sugli atti degli Enti del Servizio sanitario regionale. Modifica alla legge regionale 17 luglio 1996, n. 26 'Riordino del Servizio sanitario regionale'"

Proposta di legge n. 359
ad iniziativa del Consigliere Comi
"Modifiche alla legge regionale 17 luglio 1996, n. 26: 'Riordino del Servizio sanitario regionale' e disposizioni su materia di verifica di compatibilità delle strutture sanitarie e socio-sanitarie"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 354 ad iniziativa della Giunta e n. 359 ad iniziativa del Consigliere Comi, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Questa proposta di legge è stata ampiamente discussa nella Commissione sanità, io ne ho chiesto l'approvazione tempestiva oggi perché sono già tre sedute che giace nell'ordine del giorno e questo rischia di tardare, non solo l'applicazione di alcune disposizioni urgenti, ma anche di produrre qualche danno.
Per l'economia della discussione, visto che si tratta di aspetti procedurali e formali, evito di fare la relazione e mi limito a indicare l'emendamento ed il sub emendamento all'emendamento 1/ter, per cui potremo procedere direttamente alla votazione dell'atto e dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Essendo un atto che apporta alcune modifiche alla disciplina del controllo degli atti degli enti del Servizio sanitario regionale, anche alla luce di alcuni eventi che sono accaduti di recente e che non riguardano direttamente, diciamo così, quello che la legge va a modificare, ma sempre di controlli si tratta, penso che concentrare ancora di più sulla Giunta regionale alcuni atti di controllo non garantisca un'efficace azione di controllo.
Sia io che che il Consigliere Natali non eravamo d'accordo, quindi, abbiamo votato contro, il Presidente ha detto che ne abbiamo parlato, noi, però, non eravamo assolutamente favorevoli, quindi, ribadisco in Aula il voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 ter.
Sub emendamento 1 ter/1/1 a firma del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 ter/1 a firma del Consigliere Comi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 ter così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Mezzolani. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis (dichiarazione d'urgenza), occorre la maggioranza qualificata. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 354 così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 571
ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro, Badiali, Giancarli
"Organizzazione e funzionamento Osservatorio faunistico Regionale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 571 dei Consiglieri Bugaro, Badiali, Giancarli. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Solo per trasmettere una preoccupazione, concordo con la mozione, totalmente, e con i fini che essa ha.
Ho constatato di persona l'importanza e l'efficienza dell'Osservatorio faunistico regionale che ha costruito, in maniera intelligente, una serie di procedure per migliorare la vita di quel mondo.
Avrei voluto fare un emendamento, alla fine, sull'impegno che, però, non presento. Qui si impegna il Presidente della Giunta regionale e siccome so che l'Assessore che segue la questione è persona seria, volevo che restasse agli atti che questa è un'azione per potenziare l'Osservatorio faunistico regionale e per renderlo più efficiente, e non per mettere ostacoli all'azione dell'Osservatorio, per cui io voterò a favore, ma ci tenevo che restasse agli atti questa mia dichiarazione.

Mozione n. 571. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,00.