Resoconto della seduta n.138 del 03/12/2013
Seduta aperta sul tema
"Rapporto annuale illustrativo sul fenomeno della violenza contro le donne nella regione Marche - l.r. 32/2008, art. 2 bis"
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, saluto a nome mio personale e dell'intera Assemblea gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto professionale di Stato per i servizi alberghieri ristorazione e turistici Giacomo Varnelli di Cingoli, classi IV C e D.
Quando un istituto, una scuola, delle classi vengono a far visita alla nostra Assemblea, sottolineiamo quanto sia importante che i giovani, gli studenti, si avvicinino e abbiamo la possibilità di conoscere, di venire in contatto, con le istituzioni.
In questo tempo così complicato e difficile, il distacco e la lontananza, per un verso, dalla politica ma, molto spesso, anche dalle istituzioni, produce sicuramente dei danni. Far rientrare nell'attività didattica, da parte degli insegnanti, il rapporto con le istituzioni che si sviluppa anche in visite guidate, per conoscere i luoghi ove vengono assunte le decisioni e dove siedono i rappresentanti delle comunità, è un fatto assolutamente positivo.
Oltre a questa solita sottolineatura che facciamo in queste occasioni, credo che a nome dell'intera Assemblea vanno salutati questi ragazzi perché hanno conseguito un successo che ci inorgoglisce come Regione, perché hanno vinto, si sono classificati al primo posto, nel concorso nazionale “Fa.re.na.it. la mia terra vale”.
Il progetto Fa.re.na.it. nasce dalla collaborazione di diversi soggetti, il Centro turistico studentesco giovanile, l'Ispra, l'Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale, la Coldiretti, la Comunità ambiente, ed è realizzato con il contributo economico del programma Life + Info & Comunicazione 2010 della Commissione Europea.
Questo progetto è cofinanziato dal Ministero dell'ambiente e territorio, dal Ministero per le politiche agricole e alimentari, dalla Regione Marche, dalla Regione Calabria, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia di Agrigento ed è sostenuto da altri enti, quali il Parco nazionale del Pollino, il Parco nazionale delle 5 Terre e il Parco regionale delle Serre.
Oltre che un momento di sensibilizzazione sui temi legati all'ambiente ed alla biodiversità, l'obiettivo del progetto è quello della conservazione e della valorizzazione della biodiversità, delle aree naturali. Una campagna di educazione ambientale attraverso l'impegno dei ragazzi e degli studenti, un impegno attivo per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale.
Questo concorso che si chiama “Fa.re.na.it la mia terra vale” si articola nel corso di due anni scolastici, il 2012-2013 ed il 2013-2014, è indirizzato alle scuole primarie e secondarie e la prima edizione, quella dell'anno scolastico 2012-2013, ha coinvolto le scuole primarie e secondarie di 1° e 2° grado di diverse regioni, del Lazio, della Lombardia, della Liguria, delle Marche, dell'Abruzzo, della Basilicata, della Calabria e della Sicilia.
E' motivo di grande soddisfazione, voglio esternarla portando il nostro compiacimento, il compiacimento di tutta l'Aula a questi ragazzi, che al primo e secondo posto di questo concorso si sono piazzate due scuole marchigiane, al primo posto l'Istituto professionale di Cingoli, di cui oggi ospitiamo la classe, ed al secondo posto, avremo occasione di incontrarla in un prossimo Consiglio regionale, la Scuola primaria dell'Istituto comprensivo di Sassoferrato.
Il primo posto è stato conseguito dall'Istituto professionale Varnelli di Cingoli con l'elaborato “La bellezza condivisa - adottiamo la macchia del Monte Nero di Cingoli”. Ci tengo, senza nessuna retorica, ma con grande soddisfazione, a complimentarmi, naturalmente a nome di tutta l'Assemblea, per questo successo conseguito di cui siamo particolarmente orgogliosi.
Non solo l'impegno della scuola nei confronti delle Istituzioni, non solo l'impegno di lavorare per conoscere le istituzioni, ma anche una partecipazione qualificata su un tema che è di grande attualità, spesso dibattuto anche in questa Aula, quello di coniugare lo sviluppo economico, la crescita economica con il rispetto dell'ambiente, perché l'ambiente è fondamentale. Potremmo avere crescita economica, ma dobbiamo rispettare l'ambiente, perchè se lo deturpiamo creiamo condizioni di non vivibilità dell'ambiente, naturalmente il progresso e la crescita economica spesso non coincidono con la crescita del benessere delle persone, che è il primario obiettivo che una società e coloro che sono chiamati a governare devono avere.
Grazie davvero di cuore.
Chiedo un applauso per questi ragazzi. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Bene, passiamo alla parte aperta di questo nostro Consiglio regionale odierno. Faccio soltanto una brevissima introduzione perché i relatori poi entreranno nel merito.
Viene presentato stamattina, nella seduta aperta, al Consiglio regionale, - previsto da un provvedimento legislativo molto importante, varato dalla Regione Marche nel 2008, la legge regionale n. 32 che lo prevede - il rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne nella nostra regione.
Le cose che si possono dire sono poche.
Credo che il tema della violenza nei confronti delle donne sia un tema ancora estremamente attuale, dico ancora perché ci sarebbe da aspettarsi che in una società evoluta come quella italiana, in una società in cui è alto il grado di scolarizzazione, in una società evoluta non solo da un punto di vista degli istituti di rappresentanza, ma anche dal livello sociale, di articolazione, del lavoro delle istituzioni, di una consolidata democrazia, assetto democratico, ci si aspetterebbe uno scenario ben diverso da quello che, purtroppo, dobbiamo registrare.
Per quanto riguarda la violenza nei confronti delle donne che non è soltanto una violenza di tipo fisico, non soltanto una violenza sessuale, ma una violenza, talvolta, più vasta. Sono sotto gli occhi di tutti anche recenti accadimenti che ha visto protagonista, in questi mesi, la regione Marche, c'è una violenza che forse appare di meno, è una violenza fatta di vessazioni nei confronti delle donne, di ingiustizie, di pressioni psicologiche, quindi, non è solo un Paese evoluto come l'Italia, ma anche una regione caratterizzata da un forte radicamento di valori etici e sociali forti, caratterizzata da una forte coesione sociale e da un forte controllo sociale, non è immune da questo dramma. Un dramma ancora più grande è quello della violenza anche qui non solo fisica, dell'abuso, anche qui non solo fisico, nei confronti delle donne, ma anche nei confronti, per esempio, dei bambini e degli adolescenti. Pochi giorni fa abbiamo affrontato questo tema con il Garante dell'infanzia e dell'adolescenza.
Ultima sottolineatura, non c'è una gradualità nel considerare più o meno intensa una violenza, non c'è una gradualità nella violenza, qualsiasi essa sia, è difficile poter fare una graduatoria, però un aspetto va sottolineato è che spesso queste violenze vengono perpetrate là dove meno te le aspetti, vengono perpetrate laddove ci dovrebbero essere condizioni caratterizzate da tutt'altri comportamenti personali. Spesso le violenze, questa mattina parliamo di donne, ma anche, purtroppo, nei confronti dei bimbi, degli adolescenti, dei minorenni, avvengono per esempio in ambito familiare.
La casistica denuncia una pesante percentuale di violenze perpetrate nell'ambito familiare, per antonomasia l'ambito familiare è l'ambito della tutela, è l'ambito protettivo, invece abbiamo una società nella quale queste violenze vengono perpetrate proprio laddove meno te le aspetti. A scuola, in famiglia, in ambienti il cui primo obiettivo è quello di tutelare e far crescere i ragazzi, i bambini o il genere femminile nei rapporti interpersonali e familiari.
L'inizio di questa seduta consiliare prevede l’intervento dell'Assessore regionale ai diritti ed alle pari opportunità, Paola Giorgi. Debbo ringraziare, anche se non interverranno, i Consiglieri regionali della V Commissione, i relatori di maggioranza e di minoranza del rapporto annuale illustrativo, Gianluca Busilacchi e Giulio Natali, è previsto, poi, l'intervento delle Consigliere regionali componenti il Forum permanente contro la violenza e le molestie di genere: Letizia Bellabarba e Graziella Ciriaci.
Non è potuta intervenire il Vice Prefetto Vicario di Macerata, Tiziana Tombesi, che aveva dato la sua disponibilità ma, per i noti eventi climatici che hanno colpito la provincia di Macerata, non è potuta intervenire. Sono presenti ed interverranno, interverrà, per quanto riguarda la Questura di Ancona, il Sostituto Commissario Giorgio Stizza che porterà la sua testimonianza, e la Dottoressa Susanna Contucci medico del Pronto soccorso dell'Azienda Ospedali Riuniti di Torrette.
Chiuderà gli interventi il Presidente della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna Adriana Celestini che ringrazio per l'attività. Ho avuto occasione di partecipare ad un Convegno molto affollato venerdì scorso, quindi, la ringrazio per il grande impegno che mette lei e tutta la Commissione nell'affrontare i temi legati alla donna.
Chiederei, perché poi i nostri lavori dovranno proseguire con l'ordinaria amministrazione che non è ordinaria in quanto ci sono delle proposte di legge urgenti da approvare, interventi contenuti. Do la parola all'Assessore Paola Giorgi. Prego.
(Applausi)
Paola GIORGI. Grazie Presidente. La giornata dei lavori dell'Aula odierni si apre con una nuova iniziativa istituzionale introdotta dalla legge regionale n. 8 del 2013 "Promozione di azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale": si tratta, quello di oggi, di un importante momento di condivisione delle azioni messe in campo dalla Regione Marche e dei risultati che le stesse hanno prodotto, ma si tratta, soprattutto di un momento di ascolto e di un’occasione per la creazione di future sinergie tra i tanti attori che operano intorno a questa complessa, drammatica e attuale vicenda.
Ringrazio gli ospiti di questa mattina per la loro presenza e per il prezioso contributo che recheranno ai nostri lavori.
Prima di entrare nello specifico del report annuale che la Giunta presenta all'Aula, voglio anche ringraziare il Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, un organismo previsto dalla l.r. 32/2008, che citava prima il Presidente Solazzi, i cui componenti svolgono il proprio compito con passione, partecipazione, portando in dote al lavoro della Regione anche specifiche esperienze.
Entriamo nello specifico. Il tema della violenza sulle donne è un problema tuttora irrisolto, l'opinione pubblica è sensibilizzata sulla drammaticità tanto che diviene di uso comune il termine "femminicidio", che non è un neologismo, in lingua inglese il termine femicide, femminicidio, veniva usato già nel 1801 in Inghilterra per indicare "l'uccisione di una donna".
Nel 2013 in Italia sono state uccise 128 donne, di cui 5 nella regione Marche: Anna Maria Gandolfi 57 anni, Adriana Mihaela Simion 26 anni, Maria Pia Bigoni 66 anni, Stefania Malavolta 44 anni, Lucia Bellucci 31 anni.
La Regione Marche nel contrasto alla violenza di genere, attraverso la l.r. n. 32 del 2008 "Interventi contro la violenza sulle donne" promuove e sostiene l'attività dei Centri antiviolenza e della Casa di accoglienza.
Sono cinque i centri antiviolenza attivi nella nostra Regione e sono luoghi deputati a garantire ospitalità, ascolto, solidarietà, accoglienza, soccorso alle vittime di abusi, indipendentemente dalla cittadinanza e attraverso operatori specializzati. I centri antiviolenza (CAV) sono a disposizione a titolo gratuito e offrono servizi di supporto psicologico, consulenza legale, attivazione di interventi di rete e interventi nell'emergenza.
Nel 2013, nonostante il taglio del 23% delle risorse messe inizialmente a disposizione in bilancio, siamo riusciti, grazie ad una precisa scelta dell'Assessorato, condivisa dalla Giunta, a mantenere lo stesso ammontare dei contributi ai centri antiviolenza e case di accoglienza dell'anno precedente, pari a 107 mila euro, un intervento così suddiviso: 77 mila euro per i centri antiviolenza, 30 mila euro per la casa di accoglienza.
Per il 2014, affrontando un bilancio che, come sapete, è complesso, stiamo lavorando unitamente alla Giunta per mantenere le risorse ai livelli già stanziati in precedenza.
L'attività dei centri per noi è fondamentale, perché grazie a questi punti di riferimento per le nostre donne, noi oggi riusciamo a presentare la situazione di quello che è il fenomeno della violenza sulle donne nella nostra regione.
Abbiamo lavorato in questi mesi e voglio ringraziare l'Osservatorio regionale per le politiche sociali e l'Agenzia regionale della sanità per aver attivato una scheda di raccolta di dati uniforme, omogenea in tutti i cinque centri antiviolenza. E' importante perché così riusciamo ad avere un panorama omogeneo in tutta la regione.
Vediamo i dati relativi al 2012: sono 307 le donne che si sono rivolte ai nostri centri antiviolenza, 126 in provincia di Ancona, 42 in provincia di Ascoli Piceno, 22 in provincia di Fermo, 46 in provincia di Macerata , 71 in provincia di Pesaro-Urbino.
Chi sono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza?
In quasi l'80% dei casi è la donna stessa che ha avuto il primo contatto con i centri antiviolenza. L'identikit prevalente è quello di una donna tra i 33 ed i 52 anni (per il 48%), coniugata (47%), di cittadinanza italiana (72%), mentre tra le straniere a rivolgersi ai centri antiviolenza sono principalmente albanesi (12%) e marocchine (10%), con figli (75%), prevalentemente minorenni (55% del totale).
Ci sono differenze anche significative tra le province per ognuna delle variabili indicate.
Quali sono le condizioni delle donne che si rivolgono ai centri anti violenza?
Nel 48% dei casi la donna vive con il partner ed è rilevante sottolineare come nel 50% dei casi le vittime subiscono violenza dal partner attuale che nel 38% dei casi è ancora un partner convivente, nel 55% dei casi la violenza è avvenuta nell'abitazione della vittima.
Rispetto al titolo di studio, anche se oltre il 42% del totale non lo indica, più di una donna su quattro ha un diploma di scuola superiore e più del 10% è laureata; un'indicazione chiara del fatto che subiscono violenza donne di tutti i livelli culturali, ma anche, probabilmente, che la consapevolezza e la forza di chiedere aiuto è in correlazione positiva anche con il titolo di studio.
Rispetto all'occupazione prevale il tipo di lavoro manuale (23% anche se quasi la metà non indica), più di una donna su quattro è occupata in maniera stabile ed una su sei è occupata precariamente.
Se quasi la metà delle persone che si sono rivolte ai centri antiviolenza dichiarano di avere un reddito proprio, solo il 4% specifica che è largamente sufficiente, mentre il 26% indica che è appena sufficiente e il 14% dichiara che è insufficiente.
Anche se il valore percentuale non sembra alto i figli di oltre il 50% delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza hanno assistito alla violenza e i figli dell'11% delle donne in totale hanno subìto a loro volta violenza.
La gravità per il presente e per il futuro delle implicazioni delle conseguenze di questi fatti sono, purtroppo, ben evidenti.
La violenza subìta dalle donne che si rivolgono ai centro anti violenza.
E' la violenza di tipo psicologico, quella che denunciano maggiormente le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 (40%), seguita da quella di tipo fisico (33%), nel primo caso prevalentemente "insulti e denigrazioni" - quello che cito è messo tra virgolette ed è come le donne hanno descritto la violenza subìta ai centri antiviolenza - "insulti e denigrazioni" (33%), ma anche intimidazioni (22%), nel secondo caso "spinte, strattonamenti" (27%), "schiaffi, pugni, calci e morsi" (23%).
Le donne hanno parlato dei fatti con altri in quasi l'80% dei casi, principalmente con una persona di famiglia (26%), una persona amica (20%), ma solo il 10% ne ha parlato subito. Il 45% del totale delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza e, quindi, la maggioranza di quelle che ne hanno parlato, ne hanno parlato solo dopo un anno.
Circa un terzo delle donne ha "sporto denuncia" riportato ferite, una su quattro si è rivolta al pronto soccorso e, per una quota leggermente più bassa, è stato emesso referto medico.
Da chi subiscono violenza le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
E' stato già rilevato che, come nel 50% dei maltrattanti, l'autore è il partner attuale delle vittime di violenza, a cui si aggiunge, per quasi il 30% dei casi, l'ex partner, solo il 2% indica che è persona estranea o sconosciuta.
Anche se ci sono diversità tra le province e molti informazioni non sono disponibili per circa la metà dei casi, i tratti principali degli autori di violenza sulle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 sono i seguenti: nato tra il 91 e l'80 (51%) e comunque il 37% ha più di 52 anni, il 20% ha la licenza media, il 15% il diploma di scuola superiore, 7 volte su 10 è italiano, anche se non sempre è indicata la nazionalità. Se straniero è prevalentemente del Marocco o dell'Albania, occupato in maniera stabile in quasi il 40% dei casi, uno su quattro è operaio o, comunque, svolge un lavoro manuale.
Cosa temono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
I tre quarti delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 temono nuovI episodi di violenza e ben il 40 % ha temuto per la propria vita. Sono valori alti che sembrano giustificare una presa in carico urgente ed appropriata per evitare il ripetersi di questi eventi pericolosi dalle conseguenze gravi.
Cosa chiedono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
Il contatto prevalente delle donne con i centri antiviolenza è quello diretto presso le sedi, con una media regionale del 75% e con punte del 100% in provincia di Pesaro-Urbino e di Ascoli Piceno.
Diversi sono i motivi per cui la donna si è rivolta al centro anti violenza, in genere più di uno per ognuna. Tra questi prevalenti sono consigli e strategie, richiesta di informazioni, con un 18% di segnalazioni per ognuno di essi, poco dietro consulenza legale (17%) e consulenza psicologica (16%).
Alla domanda "Come considera il fatto" la percentuale più alta delle risposte (40%) è quella relativa al reato, ma il 29% risponde qualcosa di sbagliato, ma non un reato, e un altro 27% non indica o non risponde.
Queste percentuali segnalano che la consapevolezza della gravità dei fatti, anche nelle donne che trovano comunque il coraggio di chiedere aiuto, non è diffusa in modo adeguato. Questo nonostante che le conseguenze ad oggi delle violenze subìte siano sostanzialmente pesanti, soprattutto durature: vive nella paura il 27% delle rispondenti, vive in uno stato di ansia e di impotenza una quota di poco inferiore il 23%, il 12% circa ha perso l'autostima, il 10% dichiara di soffrire di depressione ed una quota simile afferma di soffrire di disturbi del sonno e dell'alimentazione.
Al di là dei valori assoluti, anche da queste brevi note, emerge chiaramente come l'attività dei centri antiviolenza nel 2012 abbia permesso l'emersione di fenomeni di maltrattamento e violenza sulle donne che hanno una valenza quantitativa, ma anche e soprattutto qualitativa, minando alla radice la salute e la condizione di persone vittime di soprusi e prevaricazione che hanno effetti non solo sulle vittime dirette, ma anche sui loro figli, nel presente e nel futuro.
Per quanto riguarda la casa di accoglienza, sempre prevista dalla legge n. 32 del 2008, è situata in una località segreta nel Comune di Ancona, nel 2012 sono state 24 le richieste di ingresso. Gli ingressi effettuati sono stati 12, 8 si sono rivolte solo per richiedere informazioni, ad una mancava il requisito di ingresso, due sono state inviate ai servizi sociali.
Per quanto riguarda la provenienza: 15 delle donne che si sono rivolte alla nostra casa di accoglienza erano donne marchigiane, 9 provenivano da altre regioni.
L'autore della violenza: in questi casi su 24 donne, 23 volte è stato il partner, una volta l'autore della violenza era una persona estranea.
Ci sono altre iniziative che la Regione Marche, principalmente in collaborazione con gli altri enti territoriali, con delle associazioni, ma soprattutto grazie a finanziamenti statali a cui siamo riusciti ad accedere, sta ponendo in atto. Mi preme ricordare innanzitutto la casa di emergenza. La casa di emergenza è stata inaugurata ieri, si trova a Pesaro, anche la casa di emergenza è per la natura del servizio in un indirizzo segreto, quindi questa inaugurazione è stata solamente l'apertura, la messa in disponibilità per le urgenza e per l'esigenza. E' stata attivata grazie al progetto cooperazione, un progetto che ha coinvolto la Regione Marche, il Comune di Pesaro, le Province di Ancona, Ascoli, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino e la società Gemma, chiaramente fatta con fondi statali.
La casa di emergenza risponde ad una esigenza primaria, nel momento in cui la donna vittima di violenza va immediatamente allontanata dalla propria abitazione, può essere ricoverata presso la casa di emergenza, sono ricoveri che durano pochi giorni, è, appunto, un'emergenza.
Mi preme ricordare che nell'attivazione di questo progetto c'è anche la partecipazione diretta della nostra protezione civile che si occupa di trasportare le donne da ogni parte della regione presso la casa di emergenza che si trova a Pesaro.
Sempre nell'ambito di questo progetto cooperazione, sarà poi esplicitato nei prossimi interventi, noi abbiamo messo in atto la possibilità di creare, nei pronti soccorsi di tutti i capoluoghi delle province, dei protocolli specifici per l'accoglienza delle donne vittime di violenze. Non vado oltre nello spiegare questo punto perché verrà esplicitato in maniera più puntuale.
C'è un altro progetto statale al quale abbiamo avuto accesso, si chiama "oltre il soffitto di vetro" ed attraverso questo tipo di progetto noi riusciamo a mettere in atto interventi specifici per i ragazzi, per i minori, che sono ospiti nella nostra casa di accoglienza. Abbiamo visto dai dati emersi dai centri antiviolenza come i minori siano purtroppo protagonisti attivi di questa triste vicenda assistendo alla violenza, ma molte volte subendo essi stessi violenza, attraverso questo progetto, "oltre il soffitto di vetro", abbiamo messo in atto dei specifici percorsi di formazione per i ragazzi che sono ospiti con le loro madri nella casa di accoglienza.
C'è un progetto speciale, importante, che mi piace ricordare, è stata individuata presso la casa di rifugio Zefiro, quella di Ancona, una figura professionale che si occupa in maniera più specifica dei bambini ospiti nella struttura, inizialmente questi ragazzi saranno affiancati da un educatore maschio, questa è una cosa importante anche per far riappacificare i bambini con questa figura fondamentale per la loro crescita.
E' stato fatto un excursus sicuramente rapido rispetto a tutte le azioni che stiamo mettendo in campo, sempre in base alla legge n. 8 dello scorso anno, abbiamo attivato, non parliamo di violenza specifica sulle donne, ma parliamo di discriminazione di generi, centri di ascolto contro l'omofobia. Saranno ospitati, ma solo dal punto di vista strutturale, proprio per mettere in sinergia le nostre strutture, presso i centri antiviolenza, partirà tra poco il bando, quindi, sarà un punto di riferimento anche per un altro tipo di discriminazione. E' fondamentale che la Regione dia risposte sociali e civili a tutte le esigenze dei nostri cittadini.
Chiaramente queste sono risposte all'emergenza, alla fase patologica, ma noi siamo profondamente convinti che vada posta in essere una profonda azione culturale, quindi, abbiamo messo in campo progetti che si espliciteranno in maniera puntuale nel 2014 proprio di dialogo, di contatto con le scuole, utilizzando quelli che, secondo noi, sono degli strumenti più diretti. Prima di tutto il teatro, il teatro è uno strumento mai mediato, diretto, potente che arriva diretto al cuore del destinatario, quindi, abbiamo iniziato quest'anno mettendo in scena a Porto Sant'Elpidio ed a Pesaro due repliche dello spettacolo di Serena Dandini "Ferita a morte", veramente un pugno nello stomaco ma, in questi casi, un pugno nello stomaco per far riflettere, per approfondire, per far durare una riflessione più di un'ora, è fondamentale, quindi inizieremo, continueremo nel 2014, oltre che con queste azioni dirette sulla patologia a lavorare nel contesto culturale. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Ha la parola la Consigliera Bellabarba, componente del Forum permanente contro le violenze e le molestie di genere.
Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente.
Dato che l'Assessore Giorgi ha relazionato molto bene sul rapporto che è stato presentato, come la legge n. 32 del 2008 ci chiedeva di fare, io mi limiterò a fare alcune considerazioni di carattere più generale.
Innanzitutto si parlava, voglio cominciare da lì, del femminicidio. Come giustamente ricordava l'Assessore non è un neologismo, ma da noi viene utilizzata come categoria criminologica, per definire le uccisioni di donne in quanto donne, quindi, per definire l'estrema conseguenza di una violenza che arriva alla morte.
Femminicidio, in realtà, non vuol dire soltanto questo. Femminicidio sono tutti i tipi di violenza, tutti gli abusi che una donna può subìre nel corso della propria vita e noi stiamo parlando, nel nostro Paese, di una vera e propria guerra. L'Assessore citava i numeri delle donne morte l'anno scorso, ma anche questo anno, nel primo semestre, siamo arrivati ad oltre 60, 65 vittime.
Questa è ed io la definisco una vera e propria guerra, perché fa una vittima ogni due giorni e mezzo, questa guerra conta già 6.700.000 donne, questi sono i numeri della violenza sulle donne e dell'uccisione delle donne nel nostro Paese.
Noi abbiamo, come Regione Marche, l'ha già detto l'Assessore, progetti e leggi a sostegno del contrasto alla violenza sulle donne ed anche il nostro Paese ha ratificato convenzioni, l'ultima la Convenzione di Istanbul. Abbiamo ratificato, addirittura, nel 1985 un'altra convenzione internazionale che si chiama Cedaw, io stessa l'ho richiamata in un ordine del giorno, in occasione dell'approvazione della legge n. 8 sulle discriminazioni, ma nonostante questo, nonostante l'inasprimento delle pene che c'è stato, che è sicuramente giusto, questi dati non si abbassano.
E' chiaro, è quello che diceva anche l'Assessore, che è un fatto culturale, è inutile negarlo, nella nostra società viviamo ancora in un contesto oppressivo, maschilista, è inutile negarlo. Si parte da una concezione di inferiorità della donna che è data come acquisita nel nostro Paese, chiaro si sono fatti tantissimi passi avanti, sono stati ottenuti dei grandi risultati dal punto di vista delle pari opportunità, ma non basta avere pari diritti, bisogna avere pari opportunità e questo ancora nel nostro Paese non c'è.
Oggi qui ci sono le scuole, voglio dire questo: quello che voi, ragazzi, credete normale, come ad esempio controllare il cellulare della vostra ragazza, dirle con quali amiche deve uscire, o come si deve vestire, che apparentemente può sembrare un gesto d'amore, può sembrare un'attenzione, può sembrare normale, in realtà non è normale, non è normale perché questo è il primo sintomo di una concezione di possesso dell'altra persona che, ripeto, non è normale e non è altrettanto normale per le ragazze accettare questo.
Lì sta il cambio della cultura, lì sta la spiegazione di come i media, la televisione, i giornalisti raccontano le uccisioni delle donne come delitti passionali, raptus di gelosia, troppo amore, ma non si muore di troppo amore, non si può morire di troppo amore, lì sta il cambio culturale che dobbiamo fare nel nostro contesto sociale, culturale, familiare, perché la violenza sulle donne non è soltanto lo schiaffo, non è soltanto la violenza fisica, sono gli apprezzamenti troppo pesanti che si ricevono ogni giorno, è lo svilimento psicologico.
Anche le parole sono violenza, quindi, non limitiamoci alle immagini, a quello che vediamo in televisione, al momento in cui avviene il fatto di cronaca, perché la violenza, come forse è stato già detto dall'Assessore, è una cosa duratura.
La morte, l'uccisione è il gesto estremo di una violenza che spesso dura anni. Dura da anni! E se pensiamo ai nostri contesti familiari, credo che ognuno di noi, donne e uomini, all'interno del proprio contesto familiare o di vita sociale è stato vittima o ha assistito a fenomeni di violenza. Non dobbiamo passarci sopra, non dobbiamo dire: va bene è capitato una volta, è stato un caso, perché questi sono tutti sintomi, ripeto, di una violenza che in realtà è duratura.
Per non rubare ulteriore tempo, dico che è giusto ratificare convenzioni, è giusto andare avanti in questa lotta anche con gli strumenti normativi, però dobbiamo agire, secondo me, su altri livelli che sono innanzitutto l'educazione ed anche il linguaggio.
Non è possibile, cito sempre questa cosa, mi scuso subito per l'adozione di una parolaccia, ma non è possibile che per dire che una donna è in gamba, che fa bene il proprio lavoro, che è capace, che è intelligente, si debba dire che questa donna ha le palle. Non è possibile che per chiamare le donne con il loro incarico sia sminuente dire: la Sindaca, non so, la Avvocato, la Avvocatessa, dobbiamo anche qui fare un passo avanti, non è possibile che se coniughiamo al maschile, allora, ha un senso, ha un'importanza, se lo coniughiamo al femminile è uno svilimento, una diminutio. Bisogna agire anche lì.
Un'ultima cosa sulla quale bisogna agire riguarda gli stereotipi di genere. Bisogna anche fare un grande lavoro, proprio per non dare per scontato come dicevo prima, tante cose che, in realtà, non sono né scontante, né normali, e sulle quali dobbiamo agire.
Spero che il nostro prossimo impegno sia, come già anticipato dall'Assessore, quello di lavorare nelle scuole con gli adolescenti, ancora prima, con i bambini più piccoli perché è lì che si cambia la cultura, per non ripetere gli stessi modelli comportamentali che il nostro modo di vivere la società ci ha imposto e che tendiamo a replicare. Dobbiamo spezzare questa catena, affinché le future generazioni siano migliori delle nostre. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Grazie Consigliera Bellabarba. La Consigliera Ciriaci, che è l'altra componente del Forum, non può essere presente in quanto malata, anzi, credo sia ricoverata. Mi dicono che ha mandato un breve saluto che poi ci verrà consegnato dal capogruppo.
Andiamo avanti, inviterei a venire al tavolo della Presidenza per il suo contributo il rappresentante della Questura di Ancona, il Sostituto Commissario Giorgio Stizza, che ha la parola.
Giorgio STIZZA. Buongiorno a tutti, sono il Sostituto Commissario Giorgio Stizza in forza alla Questura di Ancona e sono il responsabile della Sezione reati contro le persone, all'interno del quale ci confrontiamo quotidianamente con i casi di violenza nei confronti delle donne.
Il tema della violenza contro le donne è un concetto molto ampio e deve essere un attimo circostanziato. Per noi la violenza è qualsiasi reato che può andare dalle forme più gravi dell'omicidio - purtroppo la realtà passata ci ha evidenziato alcune situazioni proprio di reati commessi in danno a donne - fino a forme molto più semplici come la molestia, quella che l'esperienza oggi pone in evidenza, come i casi diffusi e frequenti dei cosiddetti maltrattamenti oppure degli atti persecutori.
Per far comprendere le difficoltà nelle quali noi, operatori di polizia, spesso ci ritroviamo quando abbiamo di fronte casi di violenza in cui la vittima è una donna, utilizzerei un termine della letteratura poliziesca, cioè: scottante.
Perché parliamo di casi scottanti? Perché, purtroppo, questi reati, come si è detto negli interventi precedenti, presentano alcune caratteristiche importanti, che ne rendono difficile anche quella che può essere la ricostruzione e la necessità di portare al magistrato un contributo investigativo importante ed oggettivamente valido da un punto di vista giuridico.
Questi reati spesso avvengono all'interno di luoghi chiusi e, soprattutto, gli autori sono persone che con la vittima hanno avuto legami, collegamenti, rapporti, che possono essere professionali oppure istituzionali, pensiamo agli ambienti come le scuole, pensiamo a determinati ambienti come società, luoghi di lavoro o all'interno, come dicevamo, della famiglia.
L'altro elemento riguarda le condizioni della vittima. La vittima del reato, nel momento in cui arriva a decidere che tali violenze devono cessare è una donna che, da un punto di vista psicologico, è stressata, condizionata, possiamo dire, succube del suo carnefice, difficilmente è nella condizione, come dicono gli psicologi, di aver rielaborato il lutto. La vittima non è collaborativa, difficilmente ci fornisce informazioni importanti per poter, nell'immediatezza, agire con tempestività ed efficacia.
Nell'attività di polizia volta alla persecuzione di questi reati, purtroppo, vengono a scontrarsi due esigenze: l'esigenza fondamentale per noi operatori di polizia di raccogliere nell'immediatezza tutte quelle fonti di prova che possano essere idonee per consentire al magistrato di esercitare l'azione penale, e l'esigenza, la necessità di tutelare la vittima che, come dicevo prima, è in una condizione psicologica stressata. E’ impaurita, è una vittima che non vuol parlare, teme qualche volta per la sua incolumità fisica, per l'incolumità dei figli, perché, come dicevamo, spesso questi reati avvengono all'interno della famiglia e sono commessi anche in presenza di figli minori, quindi, ancora più difficile poterci avvalere di testimonianze, perché anche i minori sono altrettanto condizionati, influenzati dal fatto d'aver assistito e di assistere a queste violenze, quindi, c'è anche, in queste condizioni, la necessità di dover tutelare il minore testimone.
In queste situazioni noi siamo sempre grati alle operatrici delle case accoglienza, delle strutture che ritengo, spero, visto che siamo in un consesso politico, necessario potenziare e che non essere soggette ai cosiddetti tagli, non sto facendo politica, questa è una constatazione oggettiva, fatta in base a quelle che sono le mie esperienze professionali. E' importantissimo per queste vittime, quindi, per le donne, per tutte le persone vittime di questi reati, il supporto sia logistico, quindi la possibilità di dire: "Signora se lei vuole questa sera può non tornare a casa perché abbiamo la possibilità di inserirla in una struttura", che il supporto psicologico, affinché ci sia la consapevolezza della persona di essere stata vittima, e questa consapevolezza porti, per quello che può essere la mia posizione, ad una denuncia e alla persecuzione degli autori del reato. Grazie dell'attenzione.
(Applausi)
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Grazie a lei, do la parola alla Dottoressa Sabrina Contucci, medico del Pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti di Torrette.
Sabrina CONTUCCI. Buongiorno a tutti, un saluto e un sentito ringraziamento per l'invito anche a nome della Dottoressa Anastasia Russi, medico di Pronto soccorso presso l'Azienda ospedaliera Marche Nord San Salvatore, con la quale condivido il compito di raggiungere uno degli obiettivi più significativi del Progetto cooperazione che è quello di creare, nei pronto soccorso di provincia, dei protocolli per l'accoglienza delle donne vittime di violenza.
Le Aziende presso le quali lavoriamo, già da alcuni anni, utilizzano percorsi specifici destinati alle donne vittime di violenza sessuale, e/o maltrattamento, con buoni risultati sull'accresciuta capacità del personale sanitario di riconoscere il fenomeno e sulla qualità dell'accoglienza. Ciò, soprattutto, attraverso la facilitazione, la standardizzazione dell'espletamento delle procedure e dei rilievi necessari, garantendo, peraltro, la completa ottemperanza agli obblighi di legge in materia di rilevamento delle prove e della catena di custodia, al fine di meglio documentare l'atto subìto.
Tutto questo è stato possibile grazie alla lungimiranza e alla forte committenza delle direzioni generali delle Aziende presso le quali operiamo e, soprattutto, grazie all'impegno di tutti i professionisti e operatori coinvolti con un grande sforzo di collaborazione multidisciplinare.
I medici d'urgenza, così come le forze dell'ordine, sono spesso la prima fonte di aiuto per le donne vittime di violenza, perché disponibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, per vocazione finestra e porta aperta verso il territorio. Lo sono in tutti i casi di traumi fisici evidenti, ma costituiscono un osservatorio privilegiato per l'individuazione di casi con manifestazioni subdole.
Alcuni studi hanno dimostrato come i sintomi cronici che determinano frequenti accessi nei dipartimenti di emergenza, pensiamo ad alcune forme di cefalea e dolori addominali, dolori toracici a etiologia non organica, siano correlati ad atti di violenza domestica. L'incidenza e la prevalenza della violenza sono superiori a quelle di molte condizioni per le quali è previsto uno screening routinario.
Nondimeno bisogna ammettere l'esistenza nei dipartimenti di emergenza di alcune barriere che ostacolano il successo dell'identificazione e della corretta gestione della donna vittima di violenza. Barriere sulle quali è necessario lavorare con impegno di energie, tempo, uomini e denaro.
Pensiamo all'organizzazione degli spazi. Il triage nella maggior parte degli ospedali è concepito come aria aperta con facile accesso da parte dei pazienti deambulanti, delle ambulanze e del personale con una fondamentale mancanza di privacy. Le donne vittime di violenza necessitano invece di essere allontanate al più presto dalla sala di attesa e spesso permangono molte ore nei pronto soccorsi prima di trovare la destinazione definitiva.
Pensiamo ancora ai livelli di preparazione del personale: corsi di formazione, programmi di intervento devono essere rinforzati periodicamente per conservare la loro efficacia.
I carichi di lavoro: i pronto soccorsi sempre sovraffollati, sempre più spesso soffocati da accessi incongrui, richiedono la valutazione di più pazienti in tempi più brevi. Nei casi di violenze invece l'anamnesi e l'esame obiettivo devono essere accurati. Alla paziente andrebbe rilasciata una documentazione la più appropriata possibile, corredata di fotografie, documentazione fondamentale per aiutare la paziente in caso di azioni legali. Andrebbero ricercati tutti gli accessi della paziente, anche in altri pronto soccorsi, per rilevare un'escalation nella modalità di violenza.
Infine, ma non certo ultimo, occorre impegnare risorse per incentivare al massimo i rapporti con gli altri nodi della rete: centri antiviolenza, forze dell'ordine, consultori, casa di accoglienza, perché l'ospedale è solo un nodo di una rete estremamente complessa che vede coinvolti una grande quantità di attori, di professionisti che devono imparare a conoscersi, a parlare la stessa lingua, a comprendere i reciproci problemi e necessità, altrimenti si rischia di essere poco incisivi e di perdere tempo, risorse e, soprattutto, di essere scarsamente utili alla donna.
L'auspicio è che tale impegno continui ad essere costante e che formazione e condivisione ci portino a raggiungere risultati sempre più importanti, affinché questo problema sociale e sanitario, possa essere contenuto e si possa dare sempre una risposta più adeguata. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Noi ringraziamo lei, dottoressa, e do la parola alla Presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, la Dottoressa Adriana Celestini. Prego.
Adriana CELESTINI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti voi, naturalmente porto i saluti di tutta la Commissione pari opportunità che oltre a me è formata da altre 20 donne provenienti da tutta la regione Marche, con vissuti, esperienza e capacità professionali diverse tra loro, ma che hanno accettato di collaborare per cercare di essere di sostegno, insieme alle istituzioni già presenti sul territorio, a quello che è lo sviluppo delle donne e la loro partecipazione democratica.
Oggi siamo qui a parlare di violenza contro le donne, voi sapete che il 25 novembre è stata la data fatidica internazionale, in cui dappertutto si è parlato di violenza, è bene che questa giornata, fatta qui in Consiglio, non sia nel mese di novembre, per dimostrare che il 25 novembre deve essere sempre, se è vero che questa piaga sociale della violenza noi cerchiamo di combatterla con ogni mezzo e con tutte le nostre forze, soprattutto voi che siete qui in un'Aula dovete legiferare e portare avanti quello che è il sostegno a tutto il tessuto sociale, ivi compresa la parte femminile che non è certo minoritaria.
Se mi consentite vorrei poter leggervi una cosa, due o tre citazioni piccolissime: "Anna Fiume 52 anni uccisa dal figlio con percosse perché si rifiutava di portargli un bicchiere d'acqua. Cettina una donna di Messina, madre di quattro figli, disabile, uccisa dal marito perché non faceva molto velocemente le cose che lui ordinava", vi ho detto questi due esempi, che sono due sui 138 casi di donne uccise quest'anno nel nostro Paese, per dimostrare come spesso dietro la violenza di genere altro non c'è che una banalità del male, una quotidianità di banalità che spesso determinano comportamenti aberranti. Questo perché? E' stato detto, manca una cultura del rispetto dell'altro diverso da sè, manca quella del virtuoso passaggio che ci deve insegnare come si può convivere con persone che possono pensare anche in modo diverso da noi, non è solo un caso tra uomo e donna, è un caso di cittadini, di persone, in un contesto sociale.
Spesso la violenza, nella nostra testa, viene rapportata come violenza sessuale, o violenza fisica, perché sono due forme che più di altre colpiscono l'immaginario, ma voi sapete che accanto a queste 138 donne vittime, che sono entrate a far parte di una casistica pesante, ce ne sono tantissime altre che, come diceva anche la Dottoressa, spesso fanno ricorso alle cure mediche, ma nascondono le loro ragioni, spesso non fanno neanche questo, perché l'esperienza insegna che a volte non sono messe al sicuro quando denunciano, a volte il mostro ritorna, e non c'è forma di prevenzione o di aiuto, di sostegno, che esse possono ottenere, se non si è messa in piedi una rete solida e forte per cercare di aiutarle a denunciare i casi di violenza.
Spesso queste donne non sono neanche in grado, lì per lì, di capire che sono vittime della violenza, perché pensano "Forse se non avessi detto, se non avessi fatto questa cosa non mi avrebbe colpito". Queste donne vanno aiutate a capire che non c'è nessuna ragione al mondo che può giustificare un atteggiamento violento che non è di sole botte, ma anche di parole, come giustamente diceva la Consigliera.
Locuzioni verbali offensive prese nell'età più giovanile, come un fatto di scherzo, uno con l'altro, così non è. Così non è, quindi, noi dobbiamo essere operativi per cercare di ristabilire la cultura del rispetto, cercare di riportarla, però non come abbiamo fatto finora, eppure tanto è stato fatto, credetemi, perché noi con l'Assessore Giorgi siamo andate in giro e abbiamo lavorato, anche prima quando avevamo contatti perché era nell'Ufficio di presidenza del Consiglio, per portare avanti la diffusione di questa cultura, ma alla fine parlavamo ad una élite, a coloro che venivano ai convegni, o ai ragazzi che partecipano ai nostri progetti.
Ben venga l'idea del teatro, con l'altra Commissione abbiamo portato in giro i progetti "Teatri dell'anima" perché si sa che il teatro, l'arte, è il discorso più universalmente compreso e abbiamo coinvolto tutti i ragazzi delle scuole medie superiori della nostra regione.
Abbiamo portato in giro, dicevo, tutte queste cose, però i numeri sono cominciati a salire. Perché? Perché non siamo arrivati a tutti, perché non siamo arrivati a quelli che non verranno mai ai nostri convegni, a quelli che non parteciperanno mai a tutti i progetti che possiamo fare nelle scuole, e questo come si fa? Portando noi stessi, il convegno in mezzo alla gente, e questo è quello che la Commissione ha cercato di fare. Adesso, considerata la stagione, siamo costrette anche noi a ritornare nei luoghi chiusi, ma finora siamo andate nelle piazze, a parlare con le persone, a fare in modo che attraverso simboli e parole, le persone fossero coinvolte a riflettere su questa profonda piaga sociale, perché vedete tutti noi possiamo essere dei carnefici, anche se non arriviamo ad usare mai le parole e la violenza contro chi ci sta vicino. Avete mai pensato alla pesantezza della violenza sociale? Quella che viene perpetrata, magari involontariamente, verso tutte le persone che diventano improvvisamente soggetti deboli della nostra società e nella fattispecie le donne?
Abbiamo mai pensato che noi donne, che pur tanto avanti siamo andate, siamo ancora nella condizione, tutte noi, di non avere la stessa parità salariale, pur facendo lo stesso lavoro? Molte donne che sono impiegate nella grande industria sono costrette a firmare dei contratti in bianco dove accettano i turni di notte e questa era una cosa che era stata tolta per le donne che avevano bambini piccoli.
Le donne sono costrette spesso a firmare contratti in bianco perché se rimangono incinta sono un problema, e in questo modo le possono eliminare!
Noi donne veniamo praticamente costrette a dover fare una scelta tra un lavoro, che spesso non è ambizione di carriera, è necessità quotidiana, e la maternità. Questa è un'altra di quelle violenze sociali che viene fatta e portata avanti quotidianamente.
Dico che, e mi dispiace che i ragazzi siano andati via perché era a loro che mi volevo rivolgere, ma parlo a tutti noi, dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo lavorare insieme perché la cultura del rispetto può essere portata avanti solo se si lavora tutti insieme, cercando di risolvere piccoli e grandi problemi.
Lo so c'è la crisi economica mi viene detto, verranno tagliati i fondi della Commissione perché dobbiamo far fronte a tutto, ma c'è una cosa su cui non si dovrebbe mai togliere nulla, quella della formazione, quella della cultura, quella del sostegno e dell'aiuto a chi socialmente si può trovare vittima di questa situazione.
La Commissione, è ovvio, non fa azioni pesanti come l'Assessorato, perché non ha neanche i mezzi per poter aiutare le donne che già sono vittime, però può fare molto nel campo della prevenzione ed è quello che sta facendo. Stiamo facendo questi convegni in mezzo alla gente, portiamo in giro questa cultura del rispetto come qualcosa da dover ripristinare nelle scuole, lavoriamo con i ragazzi, ma non più quelli delle scuole superiori, perché lì già troviamo un qualcosa di sedimentato che è difficile da perforare, andiamo nelle scuole medie, se possibile, fra un po' cercheremo di andare nelle scuole elementari per cercare di insegnare ai nostri figli e ai nostri ragazzi che la relazione umana passa dall'accettazione di sé, per poter star bene poi con gli altri. Spesso questi ragazzi sono figli di persone violente, a loro volta sono diventate persone violente ed abbiamo gli esempi: il bullismo, le forme di danneggiamento di quelle che sono le strutture scolastiche. Bene su questo si può ancora lavorare e dobbiamo lavorare, è un nostro impegno, al di là di quello che è il ruolo che poi ricopriamo nelle istituzioni, o quanto meno, dobbiamo essere tutti insieme e cercare di capire che qualsiasi danno, qualsiasi violenza, in qualsiasi forma, viene portata a qualcun altro è una forma di violenza che facciamo a noi stessi.
Di questo ci dobbiamo fare carico e per queste ragioni noi dobbiamo essere un po' più unite con un po' più di attenzione, possibilmente, al problema per cercare di risolverlo. La bacchetta magica non ce l'ha nessuno, la violenza probabilmente non riusciremo a debellarla definitivamente, ma non dobbiamo più contare vittime, come quella che ho incontrato, non lei, la vittima, ma i genitori di Lucia Bellucci, insieme all'Assessore Giorgi, quando ci siamo recate a Pergola.
Credo che questo tipo di esperienza, questo tipo di danneggiamento, a quella che è la possibilità di essere estremamente proficua della produttività sociale che potremmo dare, questo noi dovremmo diminuirlo nei numeri, ma se ci muoviamo sempre in ordine sparso, ognuno per proprio conto, cercando di difendere ognuno il proprio giardinetto di azione, cercando di non far avvicinare qualcun altro, questo è un altro errore. Così come io credo che la violenza di genere non è patrimonio assoluto di nessuno, ahimè, è un patrimonio che ci tocca tutti, e dobbiamo collaborare tutti, non pensando che se io faccio qualcosa mi devo guardare dall'altra che lo fa, io devo esserne ben contenta che l'altro, uomo o donna, chiunque sia, perché solo così riusciremo forse ad essere coesi con un problema che ci riguarda tutti, se non direttamente almeno nelle conoscenze che abbiamo. Grazie.
(Applausi)
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Grazie Presidente Celestini, ha la parola all'Assessore Giorgi per una conclusione brevissima.
Paola GIORGI. Un'ultima cosa, invitando anche l'Aula ci piacerebbe dedicare questa giornata importante ad un Cavaliere della Repubblica, a Lucia Annibali.
Lucia è una ragazza di Urbino, vittima di violenza, ma la cosa grande di Lucia è stato proprio il messaggio culturale, la sua reazione, lei ha detto: "Io sono una donna, io sono una donna libera e consapevole" e con il viso sfregiato si mostra alla gente raccontando la sua storia e dando un messaggio potentissimo.
Credo che sia questa la maniera migliore per affrontare questo tema, dei messaggi forti, lei dice: "Io sono una donna libera", e questo ci piace.
(Applausi)
PRESIDENTE. Credo che sia stata una mattinata, un'ora e più, importantissima, fondamentale, anche perché abbiamo, spero, riflettuto insieme.
Abbiamo ascoltato parole significative e veramente drammatiche, perché i racconti che sono stati fatti e le brevissime segnalazioni sono difficili da mandare giù.
Credo che tutti dobbiamo d'ora in poi, insieme, uomini e donne, ragionare su questo fenomeno sconvolgente per una società civile come la nostra.
SEDUTA N. 138 DEL 3 DICEMBRE 2013
La seduta inizia alle ore 11,40
Presidenza della Vice Presidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 138 del 3 dicembre 2013.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Chiedo l'iscrizione della proposta di deliberazione relativa alla richiesta di proroga, al 20 gennaio 2014, della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulla centrale a biogas, biomasse e centrali eoliche, con la quale si sostituisce anche la neo assessore Giorgi, anche se con un po' di ritardo.
Credo che sia bene accettare questa proroga, perché noi vogliamo lavorare e lavorare bene per una conclusione condivisa e rigorosa, senza condizionamenti pregiudiziali di schieramento.
Abbiamo verificato che la proposta del Presidente Massi è una buona base, che a nostro giudizio va precisata in alcuni aspetti e completata con indicazioni stringenti per tutti gli organi della Regione, una volta approvata, possibilmente all'unanimità, anche per abbattere opposizioni pregiudiziali molto diffuse nel territorio. E' necessaria se vogliamo essere conseguenti agli obiettivi comunitari e alle dichiarazioni che tutti facciamo di puntare alle energie da fonti rinnovabili, quindi, dobbiamo attrezzarci per essere presenti nel territorio e trasparenti.
Un rifiuto, in primo luogo, alla richiesta di iscrizione oggi e alla proroga, significherebbe denunciare una volontà di strumentalizzare una situazione di oggettiva difficoltà della Regione con ripercussioni anche pesanti sul piano finanziario oltre che sul piano del diritto.
Per queste ragioni che ho succintamente motivato, chiedo a tutto il Consiglio di votare la richiesta d'iscrizione all'ordine del giorno della proroga della Commissione fino al 20 gennaio, non è un tempo lungo, tenuto conto che in mezzo c'è il periodo natalizio, che sappiamo molto complicato per lavorare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Tanti colleghi conoscono la situazione, i colleghi del PD hanno chiesto in Commissione la proroga dei lavori della Commissione, naturalmente il sottoscritto ed ma anche gli altri colleghi del centro destra, ritenendo conclusi i lavori, siamo contrari alla proroga.
Voglio precisare una cosa, siamo di fronte a una scelta politica, quindi, ad una dichiarazione politica, la mia posizione è la seguente, lo dico come Presidente della Commissione, senza voler per forza coartare i colleghi: sono favorevole all'iscrizione, però voterò contro la proposta di proroga perché è quello che abbiamo deciso in Commissione, quindi, la proposta è si all'iscrizione, voto contrario alla proroga.
PRESIDENTE. Mettiamo in votazione l'iscrizione d'urgenza della proposta di deliberazione n. 31.
(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei suoi componenti)
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE N. 31
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Proroga della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche istituita con deliberazione assembleare n. 70 del 23 aprile 2013 e prorogata con deliberazione n. 85 dell'8 ottobre 2013"
(Votazione)
PRESIDENTE. Proposta di deliberazione n. 31, la pongo in votazione, come richiesto dal Consigliere Trenta, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Massi, Carloni.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Binci.
(L'Assemblea legislativa approva)
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Proposta di atto amministrativo n. 70
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2014 - Programma annuale e triennale di attività e di gestione anni 2014-2016"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 70 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Colleghi, il bilancio dell'Assemblea legislativa è finanziato con i fondi derivanti dal bilancio della Regione di cui rappresenta la prima voce di spesa. La relazione che accompagna il bilancio di previsione 2014, espone ed analizza i dati finanziari più significativi dell'ente nell'anno indicato.
Per il fabbisogno 2014 si è tenuto conto della spesa registrata nel 2009, quindi, l'anno di riferimento è il 2009, sulla base del consuntivo approvato, e di quella del 2013 sulla base dei dati dell'assestamento di bilancio che abbiamo approvato pochi giorni fa, perseguendo gli obiettivi di sempre, ma ancora di più significativi quest'anno, di ulteriore contenimento della spesa, indicati nella normativa statale vigente e nel programma annuale e triennale che è allegato alla presente proposta di bilancio.
Il 2009, infatti, deve essere considerato anno di riferimento per la comparazione della spesa.
L'Ufficio di Presidenza nel programma annuale e triennale per l'anno 2014 ha confermato l'obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento dell'Assemblea legislativa non predeterminate per legge, contenuto nella normativa statale indicata.
Queste spese del bilancio di previsione per l'anno 2014 registrano un ulteriore diminuzione rispetto all'anno 2013, nonostante l'amministrazione negli anni precedenti abbia già realizzato una consistente azione di riduzione, rispetto alla spesa di riferimento dell'anno 2009.
La scelta dell'entità e della tipologia delle voci di spesa da ridurre è stata effettuata autonomamente dagli organismi assembleari competenti, in modo da sopperire alle esigenze di funzionamento dell'Assemblea, assicurando comunque un risparmio complessivo, più che in linea con quello previsto dal decreto legge n. 78 del 2010 convertito in legge n. 122 del luglio 2010.
Nell'anno 2014, come già nell'anno precedente, l'obiettivo di riduzione della spesa si estende anche alle spese predeterminate per legge, nei capitoli 1 e 7, secondo le disposizioni delle leggi regionali nn. 42 e 43 del dicembre 2012, attuative delle decreto legge 174 del 2012, che tutti conoscete, concernente: "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali".
Con queste leggi regionali si è proceduto alla rimodulazione del trattamento economico dei Consiglieri e degli Assessori e alla rideterminazione dei contributi dei gruppi consiliari, secondo quanto stabilito dalla Conferenza delle Regioni e dalle Assemblee legislative.
Ne deriva, quindi, un effetto di contenimento della spesa, anche se di proporzioni non paragonabile ad altre realtà regionali, essendo i relativi trattamenti tra i più bassi d'Italia.
Do alcuni dati non esaustivi, non completi, perché credo possiate leggerli tutti dagli atti e dai documenti.
La presente proposta di bilancio per l'anno 2014 presume un fabbisogno complessivo di 15.949.452 euro.
Dai dati del bilancio dell'Assemblea relativi all'anno 2014 risulta dunque che la somma complessiva di circa 15 milioni di euro, come ho detto, è inferiore di 204.000 euro, meno dell'1,26%, rispetto al bilancio 2013.
La diminuzione della spesa deriva principalmente dal capitolo 1 e dai capitoli relativi alle spese di funzionamento, a seguito di una maggiore contrazione delle spese rispetto al 2013.
Per il capitolo 1, il previsto risparmio rispetto al 2013, riguarda lo stanziamento per la restituzione dei contributi una tantum versato dai Consiglieri che hanno rinunciato al vitalizio. L'ulteriore risparmio delle spese di funzionamento riguarda essenzialmente i capitoli 3, 5 e 6, con una contrazione di spese dell'1,98% rispetto all’assestamento 2013.
Vorrei dare molto velocemente qualche dato ulteriore rispetto ai capitoli, vi indico solamente il quantum della riduzione.
Sono state ridotte al capitolo 1 le indennità di carica e di missione dei componenti dell'Assemblea legislativa delle Marche, questo è un aspetto che tutti conoscete. Le spese di rappresentanza, di importo veramente minimo, sono state ulteriormente ridotte del 4%.
Al capitolo 3: spese postali, telefoniche, cancelleria, documentazione e biblioteca, servizi informativi, c'è stata una notevole riduzione del 6%, addirittura siamo arrivati al 23,19% in meno.
Al capitolo 4: spese per locazioni, manutenzione, si registra un lieve aumento, perché come sapete ci sarà un incremento, rispetto al 2013, in seguito alla consegna, da parte della società Irma, degli impianti collaudati del palazzo delle Marche, per cui nel 2014 si dovrà provvedere all'adeguamento della struttura. Capite bene che per la manutenzione si dovrà spendere qualcosa in più.
Al capitolo 5: noleggio, manutenzione attrezzature, impianti, arredi, automezzi e strutture informatiche, si segnala una riduzione dell'11,92% rispetto al 2013.
Sono dati che do in maniera molto contratta, chi vuole può verificarli nel dettaglio.
Per il personale addetto all'Assemblea legislativa delle Marche, anche qui, c'è stata una riduzione del 12%.
Al capitolo 7: spese per il funzionamento dei gruppi consiliari, lo stanziamento per l'anno 2014 è pari a 370.000 euro e risulta identico a quello del 2013, ed inferiore rispetto al 2009 di quasi il 32%. E' stato ridotto di circa 100 mila euro l'anno. Già nel 2013, come sapete, si era provveduto all'adeguamento in bilancio secondo le disposizioni della legge n. 43 del 2012 e del decreto n. 174, che prevedevano le riduzioni dei contributi da assegnare ai gruppi consiliari. Questi contributi, l'ho accennato prima, sono stati determinati sulla base dell'accordo Stato-Regioni e tra tutte le Assemblee legislative del Paese. Questi contributi hanno preso come base l'importo riconosciuto ai gruppi dalla Regione più virtuosa - voi sapete, lo diciamo e vogliamo ribadirlo ancora, la nostra Regione è stata presa ad esempio come Regione virtuosa per quanto riguarda le spese per l'Assemblea dei Consiglieri - è stato ridotto della metà, ed infatti è pari a 5.000 euro annui a Consigliere a cui è stata aggiunta una somma complessiva pari allo 0,05 per abitante da dividere per ciascun Consigliere.
Nel capitolo 7 sono comprese anche le spese postali dei gruppi, stimate nello stesso importo dell'anno precedente.
Nel capitolo 8: compensi, onorari, rimborsi per consulenze prestate da enti e privati a favore dell'Assemblea legislativa, lo stanziamento è di 323.000 euro circa e risulta identico a quello del 2013, ed inferiore del 12,91% rispetto a quello previsto nel bilancio 2009. Questa diminuzione, ci tengo a dirlo, deriva dall'azzeramento delle spese per consulenze e prestazioni professionali e dalla riduzione delle spese per convegni ed altro. In tale capitolo è prevista la copertura di alcuni progetti speciali, di iniziative promosse dall'Ufficio di Presidenza, tra le quali la IV^ edizione del corso sulle tematiche europee.
Credo di aver terminato. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 70, la pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto ed approvato il processo verbale della seduta n. 137 del 26 novembre 2013 e do per lette le comunicazioni.
Proposta di legge n. 366
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche al titolo VI della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 'Testo unico in materia di commercio' concernente il sistema fieristico regionale"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 366 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. E' una piccola legge di adeguamento della legge regionale sul commercio, dovuta alla soppressione dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche che non esiste più, quindi, dobbiamo adeguare la legge regionale.
Non esiste più quel sistema incentrato sull'ente fieristico di Ancona che oggi si configura come un sistema diffuso regionalmente, quindi, si demanda al regolamento, da adottare, un meccanismo che permetta di selezionare le priorità e le iniziative da favorire e da incentivare e quelle da valorizzare.
Inoltre si tratta di introdurre un meccanismo che selezioni, valorizzi ed incentivi le manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali.
Questo è un po' il contenuto di questa legge che modifica quella già esistente. Mi pare che si possa tranquillamente dare un parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Debbo dire che questa proposta di legge è stata licenziata dalla III Commissione con parere favorevole. Pareri favorevoli anche del Cal e del Crel, conoscenza dell'Aula.
Il Titolo VI regolamenta il sistema fieristico regionale, quindi, c'è da mettere in evidenza che con questo sistema fieristico regionale ci sono stati dei cambiamenti notevoli, a partire dalla legge, se non sbaglio, la numero 14 del 2010, che ha soppresso l'Erf.
In questo titolo VI vengono previsti degli spazi espositivi che non sono permanenti, ma uno spazio diffuso. Le fiere non sono più internazionali, nazionali e locali, ci sono anche quelle a rilevanza regionale, ma c'è la necessità di creare dei meccanismi premiali per quelle manifestazioni che adottano determinati modalità.
Questa è un po' la sintesi di questa proposta di legge n. 366.
E' chiaro che con la soppressione dell'Erf, il sistema fieristico regionale ha subìto uno sconvolgimento. Non voglio certamente rientrare nelle polemiche fatte nella discussione della legge n. 14 di cui ero relatore di minoranza, allora feci presente che la scelta della Giunta di sopprimere l'Erf, era una scelta dettata da motivi prettamente economici, tenendo conto che la Fiera d'Ancora era in grosso deficit rispetto a quella di Civitanova che aveva un bilancio positivo. E' stata fatta quella scelta.
Secondo me quella scelta fu scellerata, perché sono cambiati i sistemi di fiera, se la fiera tiene conto della crisi economica, della crisi industriale, della globalizzazione, è vero che le grosse attività produttive hanno spazi espositivi internazionali e non regionali, ma la piccola e media impresa, di cui è ricca la nostra regione Marche, ne aveva necessità.
La Regione Marche disse che sarebbe potuta entrare in una società pubblico-privata, che non è stata costituita, per non volontà delle Camere di commercio, delle Associazioni di categoria, dei Comuni, delle Province, ora ci troviamo senza nessun sistema fieristico, ma con varie iniziative che hanno perso importanza. Hanno perso la qualità dell'offerta, per cui ognuno va avanti un po' per conto proprio con delle difficoltà enormi.
Questa è una critica, certamente non a questa legge che andiamo ad approvare, ma soprattutto alla politica della Giunta che ha sposato, secondo me, una causa non vincente, dettata da miopia, per chiudere per motivi economici l'Erf, abbandonando quella piccola e media impresa di cui si fa gran parlare nella Regione Marche e che, purtroppo, è stata lasciata a sè. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Faccio notare all'Aula che se la Sinistra avesse votato contro su ben 4 articoli, questa legge non sarebbe stata approvata.
Non lo dico per rivendicare il merito, ma per dire quanto sia inconsistente questa maggioranza che non è capace neanche di difendere i provvedimenti che propone all'Aula.
PRESIDENTE. Voglio ricordare che l'Assessore Canzian, delegato tra l'altro a questo argomento, non è presente in Aula perché ha avuto un grave incidente stradale l'altra notte. Il motivo per cui non è intervenuto l'Assessore di competenza è questo. Va bene, se non ci sono altre dichiarazioni di voto, apro la votazione sull'intero atto.
Proposta di legge 366. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 67
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla deliberazione 13 novembre 2012, n. 56: Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Triennio 2013/2015. Legge regionale 3 giugno 2003, n. 12, articolo 8"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 67 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Abbiamo concordato che parli solo il Consigliere Bucciarelli.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Abbiamo concordato di non intervenire, se non per spiegare all'Aula che questo è un provvedimento approvato a maggioranza in Commissione.
Il sottoscritto ha votato contro, ed ovviamente voterò contro anche qui, per il semplice fatto che, a mio avviso, troppo poca è l'attenzione che si dà all'educazione alimentare. Si continua a salvaguardare le biodiversità, ma i marchigiani non conoscono quello che nelle Marche si produce.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 67. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 350
ad iniziativa della Giunta regionale
"Disposizioni finalizzate ad incentivare l'integrazione istituzionale e territoriale"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 350 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, colleghi, la presente proposta di legge regionale nasce dall'esigenza di incentivare l'integrazione istituzionale e territoriale.
Purtroppo, i sempre più consistenti tagli alle risorse regionali disposti dallo Stato rendono indispensabile l'attivazione di sinergie per ottimizzare le risorse.
In tale prospettiva, la proposta definisce specifiche priorità relative alla concessione di ausili finanziari, contributi e vantaggi economici di qualunque genere, previsti dalla normativa regionale a favore di Comuni e di Province e di altri enti pubblici che hanno attivato forme stabili d'integrazione o che si associano per le finalità oggetto dell'ausilio finanziario del contributo e del vantaggio economico.
La proposta demanda alla Giunta regionale le modalità di applicazione e assegna alla Giunta stessa il termine di 30 giorni dall'entrata in vigore della stessa legge per provvedere al riguardo.
Mi sembra che sia il linea con quanto già disposto da quest'Aula e dai legislatori regionali che ci vede tutti impegnati, pur nella ristrettezza del momento, a incentivare, in ogni modo, gli enti che si associano nelle varie forme per garantire migliori servizi ai cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Noi lo abbiamo detto anche in Commissione, riteniamo questo atto molto fumoso. Credo sia disorganico rispetto a una riforma complessiva, sia un atto declaratorio di buona volontà, per carità, che prendiamo in buona fede, però, sicuramente, non lo vediamo come un atto incisivo su una riforma complessiva che, invece, bisogna fare.
Abbiamo grosse perplessità, naturalmente crediamo che sia stato presentato in buona fede per una dichiarazione di volontà, anche della Giunta, di risolvere, però vediamo ancora molta fumosità, aspettiamo, quindi, i prossimi eventi.
PRESIDENTE. passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 350. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 592
a firma dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli
"Deliberazione Giunta regionale n. 1011/2013 e deliberazione Giunta regionale n. 1195/2013"
Mozione n. 601
a firma dei Consiglieri Cardogna, Binci, Latini
"Portata applicativa delle deliberazioni di Giunta regionale nn. 1011/2013 e 1195/2013"
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 592 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli e la mozione n. 601 dei Consiglieri Cardogna, Binci, Latini, abbinate. C'è una proposta di risoluzione? No. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. La mozione riguarda in sostanza un problema che non è di nostra competenza, ma che sta toccando un po' tutta l'Italia e anche la nostra regione: la tares.
Penso che ognuno di noi avrà potuto verificare, sui propri territori, l'incisività di questa tassa e di questo tributo, in particolare verso categorie commerciali, quali ristoranti e bar. E' molto pesante ed ha prodotto delle difficoltà nei confronti di una categoria che è importante, perché è una categoria che ancora incide, in maniera forte, rispetto al prodotto interno lordo, che garantisce dei servizi per il turismo, dei servizi importanti per il territorio e quello che salta all'occhio ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, signori colleghi, per cortesia, c'è un brusio in Aula che impedisce a chi vuole di ascoltare. Prego.
Francesco ACQUAROLI. Grazie. Quello che salta all'occhio, il principio di chi inquina paga, potrebbe essere anche un principio condivisibile, però se sostenuto anche da un discernimento specifico, perché poi è, in qualche maniera, antipatico gettare addosso, sempre e comunque alle attività produttive la presunzione di inquinamento o la presunzione di una produzione di inquinamento a priori ed a prescindere.
Questo cosa significa? Significa che nella ridiscussione che il Governo sta facendo, che il Parlamento ed il Senato proprio in questi giorni stanno affrontando, su questi nuovi, credo che si chiamerà Icu, tributi che ...
PRESIDENTE. Consigliere Acquaroli mi stanno segnalando che lei sta parlando di un altro argomento, la mozione n. 592 dei Consiglieri Natali, Romagnoli ed Acquaroli ha un altro tipo di oggetto, sono i lea, i livelli essenziali di assistenza.
Nell'ordine del giorno non è citato l'oggetto, ma solamente i numeri delle deliberazioni, quindi, è comprensibile che sia stato tratto in inganno.
Francesco ACQUAROLI. Non lo so, questa è la mozione del Consigliere Natali, io stavo discutendo l'altra, perché avevamo chiesto ...
PRESIDENTE. Manca l'Assessore ...
Francesco ACQUAROLI. Pensavo fosse questa ...
PRESIDENTE. No, non c'è problema, è un errore comprensibile, ci mancherebbe altro.
Rimandiamo questo punto, quindi le mozioni nn. 592 e 601, abbinate, tra l'altro mi dicono anche simili, uguali, vengono rinviate per mancanza dell'Assessore.
Passiamo alle interrogazioni.
(interrompe il Consigliere Zinni)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.
Francesco COMI. Chiedo scusa ai colleghi Consiglieri, la richiesta del Presidente Bugaro è giustificata ed opportuna, considerando che c'è stata una manifestazione una settimana fa, dieci giorni fa, su questi argomenti. A seguito di quella manifestazione l'Assessore e il Presidente hanno incontrato le associazioni ed hanno convenuto con loro un percorso, in loro assenza oggi, anche non consapevoli di quello che è stato l'esito di quel confronto, credo che rischieremo di parlare a vuoto, per cui, manca l'Assessore, non sappiamo cosa abbiano discusso, chiederei, quindi, di rinviare le mozioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Presidente è deciso il rinvio? Perché io intervengo sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Stiamo parlando di questo.
Raffaele BUCCIARELLI. Intervengo su questo, dicendo che se è un'esigenza per arricchire la discussione credo sia giusto rinviarla, affinché, se le condizioni sono cambiate, parliamo con cognizione di causa e con elementi aggiornati.
Per quanto riguarda, Presidente, il proseguo dei lavori, alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi abbiamo deciso che, esaurita la discussione e l'approvazione o la non approvazione di questa mozione, avremmo discusso la mozione n. 538, abbinata alla n. 578, quindi, prima delle interrogazioni dovremmo discutere questo che diventa il punto 6 bis.
PRESIDENTE. Qual è? Mi aiuta Consigliere?
Raffaele BUCCIARELLI. E' la dotazione infrastrutturale, la logistica nelle Marche, Presidente, due mozioni, una a firma mia e l'altra a firma dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali sono abbinate e parlano di infrastrutture, di logistica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Presidente, scusi se mi sono infervorato prima, ma vorrei dire semplicemente una cosa sulle mozioni nn. 592 e 601 abbinate.
Queste mozioni non entrano nel merito della discussione, ma chiedono l'immediata sospensione di atti.
Presidente Comi, se non vogliamo essere dei pagliacci, quando le associazioni hanno manifestato, hanno chiesto di fermare tutto, noi ratifichiamo l'impegno all'Assessore di fermarsi, mica di auto annullare ciò che ha deciso.
Non sono mozioni che violano l'autonomia politica della Giunta, sono mozioni che noi non dovremmo neanche discutere, dovremmo essere tutti d'accordo nel votarle immediatamente, proprio per conferire il mandato a lei ed all'Assessore di continuare questo percorso. Se no cosa stiamo facendo?
Io non ci sto più a fare il buffone qui dentro, quindi, vi invito a votarle immediatamente, perché chiedono la sospensione ... ho capito ma questa è l'Assemblea legislativa, siamo 43 Consiglieri, se non le votiamo che ci stiamo a fare? E' una mozione mica è una deliberazione!
PRESIDENTE. Io registro una proposta di rinvio da parte del Consigliere Comi e una proposta di andare avanti da parte del Consigliere Zinni, per regolamento devo metterla in votazione, uno a favore, uno contro, (...) si, ma come si configura, l'atto di sensibilità è fine a se stesso.
Ha la parola l'Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Provo a tranquillizzare anche il Consigliere Zinni, nel senso che nella riunione che l'Assessore ha fatto, che lei citava prima, con le organizzazioni che chiedevano espressamente la presenza dell'Asur, perché è da lì che nasce il problema, è stato deciso - e quindi oggi non è il caso di votare questa cosa per questo motivo - che giovedì, d'accordo le associazione, con tutti, si fa un tavolo tecnico per verificare le modifiche eventualmente da apportare in un altro atto che verrà presentato, quindi, è iniziato il percorso, al di là della Commissione, al di là di tutto, che porterà un risultato a breve, quindi, adesso, non c'è bisogno di questo.
Non c'è bisogno, nel senso che giovedì c'è il tavolo tecnico e la settimana prossima si porterà ...
(interrompe il Consigliere Zinni)
Luigi VIVENTI. L'Assemblea legislativa non rimane fuori, perché una volta che il tavolo tecnico ha ...
(interrompe il Consigliere Zinni)
PRESIDENTE. Ultimo intervento sull'ordine dei lavori. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Non sull'ordine dei lavori, siamo ancora su queste due mozioni, non sull'ordine dei lavori, nel senso che ...
PRESIDENTE. Consigliere Zinni, per favore, sta parlando il collega.
Massimo BINCI. Queste due mozioni evidenziano l'incongruità delle due deliberazioni che prevedono l'accorpamento ...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, sull'ordine dei lavori.
Massimo BINCI. No, non è sull'ordine dei lavori perché siamo in discussione sulle due mozioni ...
PRESIDENTE. No.
Massimo BINCI. La motivazione sull'ordine dei lavori ... io vorrei motivare ...
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, se cominciamo ognuno a fare un intervento è la fine.
Massimo BINCI. E' un intervento di due minuti per dire che la mozione prende una sola posizione condivisa da tutti, dagli Assessori, dal Presidente Spacca e dai Gruppi consiliari, che è quella di sospendere e di aprire un tavolo sul tema. Quindi mi sembra che ...
PRESIDENTE. Va bene, scusi Consigliere Binci, faccio un riassunto: le due mozioni sono identiche, si può parlare di una sola mozione perché, se voi leggete, i testi sono uguali, se fate una risoluzione e la votiamo, penso che troviamo la quadra, si somma quello che dice l'Assessore, quello che dice il Consigliere Zinni e quello che dicono tutti gli intervenuti. Va bene?
Pongo in votazione la risoluzione sulle mozioni nn. 592 e 601, a firma dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Cardogna, Comi, Binci, Bucciarelli, Zinni, Busilacchi.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 538
a firma del Consigliere Bucciarelli
"Dotazione infrastrutturale e dei servizi in materia di trasporti e logistica della regione Marche"
Mozione n. 578
a firma dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali
"Il sistema di infrastrutture, trasporti, logistica, intermodalità al servizio dello sviluppo del territorio: la Piattaforma Logistica delle Marche"
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 538 del Consigliere Bucciarelli, la mozione n. 578 dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. La mozione n. 538 è basata su una considerazione evidente, noi siamo in presenza di una promozione europea, 2014-2020, siamo in presenza di una programmazione nazionale, relativa alle infrastrutture che ha dato delle indicazioni precise, e siamo in presenza della costruenda Macroregione Adriatica, motivo per cui noi siamo preoccupati per la situazione generale.
La regione Marche, unica regione che ha il porto, l’aeroporto e l’interporto, nell'arco di 15 chilometri - un porto internazionale, un interporto che è punto di riferimento della logistica del centro Italia, un aeroporto internazionale - non riesce ancora a giocare un ruolo di prim'ordine nel campo delle infrastrutture, la Regione in quanto istituzione non riesce a coordinare questi tre sistemi trasportistici, combinarli insieme per farli diventare motore di sviluppo.
Ci sono tutte le condizioni affinché ciò avvenga, ma evidentemente nella nostra Regione ancora ognuno preferisce muoversi motu proprio, per conto proprio, anziché coordinarsi.
Oggi, tra l'altro, siamo in presenza di una novità molto positiva, perché abbiamo salutato tutti con piacere, con grande favore la nomina dell'ex Presidente della Camera di Commercio di Ancona, Rodolfo Giampieri, a Presidente dell'Autorità portuale del porto di Ancona, conoscendo la sua sensibilità, la sua capacità e la sua volontà di intervenire in una piattaforma logistica nazionale, abbiamo un elemento in più per poter affermare la centralità di questa Regione in Italia e nelle reti trans europee. Tenuto conto che, per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, le reti trans europee, noi, come porto di Ancona, siamo stati inseriti nel corridoio Helsinki-La Valletta, in quanto il tratto ferroviario Bologna Ancona è stato considerato parte del corridoio, e indirettamente nell'altro corridoio che passa a occidente dell'Italia.
E’ chiaro che c'è bisogno di un'azione forte, decisa, autorevole, da parte del Governo regionale per chiamare, è questo lo spirito della mozione, allo stesso tavolo il responsabili dell'interporto Marche, dell'Aeroporto di Falconara e del porto di Ancona, e svolgere un'azione di coordinamento finalizzata, non solo alla capacità di captare fondi europei, quanto, invece, e soprattutto, per quanto riguarda la gestione unitaria di alcuni servizi che oggi sicuramente sono troppo dispendiosi.
Su questo tema il Gruppo Federazione della Sinistra ha organizzato un Convegno, chiamando tutti i responsabili a consulto, abbiamo ascoltato quello che ci hanno detto, tutti hanno dichiarato la propria disponibilità, quindi, crediamo che finalmente la Regione possa muoversi.
Un esempio per tutti, abbiamo una gestione di passeggeri che è trina, una parte la gestisce l'aeroporto, una parte la gestisce il porto, e per quanto riguarda le merci ovviamente l'interporto, pensate che nel porto di Rotterdam, che opera in un ambito che è almeno cinque volte l'area geografica che comprende porto, aeroporto, interporto di Ancona, c'è una sola società che gestisce tutto.
Quanta dispersione di energia, quanta dispersione economica e quanta difficoltà nell'operare, possono trovare, non solo i passeggeri, ma anche gli operatori economici fruitori della piattaforma.
Chiedo che il Consiglio regionale voti questa mozione, come l'altra, che ha più o meno lo stesso tema, per dobbiamo sollecitare questo Governo che, fino ad ora, per motivi che conosciamo e non conosciamo, non è riuscito ad acquisire l'autorevolezza necessaria per svolgere quel ruolo di coordinatore ed è ora che ciò lo faccia, è ora che diventi l'ente coordinatore e programmatore, anzichè l'ente che gestisce piccole cose che a nulla servono e nessun problema risolvono, questa sarebbe opera accolta e considerata meritoria, soprattutto dagli operatori economici del settore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, voglio aggiungere non molte cose a quanto già sostenuto dal Consigliere Bucciarelli.
Mi permetto, Presidente, di chiedere, perché è importante, di approvare oggi queste mozioni, così come chiedeva ora il Consigliere Bucciarelli - poi dirò perché siamo in presenza di passi significativi che sono stati compiuti, tra l'altro in modo unitario - mi permetto di chiedere di iscrivere al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta, il punto 16, ovvero le mozioni che trattano del porto di Ancona, è importante che noi oggi approviamo questo atto, ma credo che un approfondimento sul porto debba essere fatto, quindi mi permetto di chiederle questo.
Quando parlo di passi significativi in modo unitario mi riferisco alla nomina del Presidente dell'Autorità portuale. Noi oggi abbiamo alla guida dell'Autorità e del comitato portuale una persona, un marchigiano che ha diretto prima una grande organizzazione come la Confcommercio, poi è stato Presidente della Camera di Commercio ed oggi ha avuto questa nomina, quando ci si muove unitariamente, la Regione, il Ministero, il Ministro Lupi, si ottengono questi risultati.
Noi abbiamo un Presidente che è persona seria, persona legata ed espressione di questo territorio, credo che questo sia un primo passo per muoverci in direzione di quel coordinamento tra le infrastrutture strategiche di questa nostra regione che insieme costituiscono la piattaforma logistica delle Marche: porto, aeroporto, interporto.
Tra l'altro voglio sottolineare questo dato che è scritto nel libro bianco dell'Unione Europea nel quale sono fissati obiettivi chiari: il 30% entro il 2030, il 50% entro il 2050, del trasporto merci, sopra i 300 chilometri, dovrà viaggiare su modalità diverse dalla gomma. Credo che questo dato sia sufficiente per dirci quanto deve essere modificato l'approccio che oggi abbiamo rispetto alla mobilità delle merci.
Credo che l'obiettivo è stato già richiamato, non può che essere l'Europa e, quindi, non soltanto la costituzione della Macroregione Adriatico-Ionica, ma anche le infrastrutture viste dentro questa ottica, ed il Consigliere Bucciarelli ricordava la diramazione e l'estensione fino al porto di Ancona del corridoio Helsinki-La Valletta. Voglio anche ricordare il fatto che attendiamo questo voto dal Parlamento europeo, non so se sarà un voto positivo, però finora è stata condotta un'azione determinata ed un primo risultato c'è stato, ed è stato quel voto della Commissione trasporti del Parlamento europeo che ha deciso di far sì che il corridoio Baltico Adriatico non si fermi a Ravenna, il nostro obiettivo era l'intera dorsale adriatica, ma almeno arrivi fino al porto di Ancona.
Detto questo e chiudo, concordo su due punti essenziali, non soltanto con la mozione di cui potevano parlare anche i Consiglieri Ricci e Badiali che insieme a me ne sono i firmatari, l'obiettivo di questa mozione è quello del coordinamento fra le infrastrutture della nostra regione che consideriamo strategiche, ma questo fatto delle infrastrutture vogliamo collocarlo dentro un quadro più generale che è quello di spostare più a sud il baricentro dell'Europa.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.
Paola GIORGI. Grazie Presidente, intervengo solo per dire che esprimo piena condivisione rispetto a questa mozione.
Negli interventi, se pur brevi, sono state dette le cose essenziali. Secondo me, la cosa prioritaria da evidenziare è che sono effettivamente cambiate le condizioni, perché più volte, in passato, si era cercato di mettere intorno ad un tavolo i tre attori principali ed arrivare ad una condivisione.
Sono cambiate le condivisioni perché sono cambiate le guide di alcune di queste strutture, questo è un elemento importante, c'è una volontà di collaborazione diversa che noi abbiamo già iniziato a mettere in situazione positiva.
Veniva evidenziato il tema della Macroregione, veniva evidenziato, giustamente, il fatto che siamo nel momento in cui stiamo predisponendo la nuova programmazione europea 2014-2020, la Giunta lavora per obiettivi tematici, chiaramente quando parliamo di mobilità sostenibile di persone e merci e di promozione di sistemi di trasporto sostenibili e di intermodalità, noi vogliamo, condividendo la volontà dell'Assemblea, investire parecchio.
E' fondamentale anche il ruolo macro regionale, tra l'altro come Paese Italia insieme alla Serbia abbiamo lavorato all’individuazione delle progettualità legate alla connettività - stiamo ancora lavorando, i lavori sono in corso fino a metà dicembre - questo tema rientra in maniera prepotente e da protagonista, quindi, piena condivisione.
Ci possiamo anche rivedere, mi prendo l'impegno, ci diamo una scadenza tra un mese o entro gennaio, per capire quali passi effettivi sono stati fatti, mi prendo questo impegno così ci riconfrontiamo. Saremo ancora nel momento della programmazione, saremo in fase di approvazione del Por, quindi, potremmo vedere quali risorse, effettivamente, abbiamo messo. Speriamo che l'auspicio del Presidente Giancarli, di prolungare il corridoio Baltico fino al porto di Ancona, abbia un esito positivo. E’ chiaramente una situazione in divenire, io sono assolutamente disponibile ad un aggiornamento, anzi è importante confrontarsi per andare avanti per strategie ed obiettivi comuni, grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 538.
Emendamento sulla mozione n. 538 a firma del Consigliere Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 538, così come emendata, la pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 578. La pongo n votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 598
a firma dei Consiglieri Cardogna, Camela, D'Anna, Zaffini, Marangoni, Marinelli, Massi, Binci, Bucciarelli, Ricci, Eusebi.
"Tutela dei prodotti agroalimentari Made in Italy"
(Votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 598 dei Consiglieri Cardogna, Camela, D'Anna, Zaffini, Marangoni, Marinelli, Massi, Binci, Bucciarelli, Ricci, Eusebi. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Chiedo, se è possibile, l'iscrizione al primo punto del prossimo ordine del giorno del punto 16, perché legato a quanto abbiamo detto oggi.
PRESIDENTE. Se nessuno è contrario, iscriviamo il punto 16 al primo punto della prossima seduta.
Bene siamo nell'impossibilità di svolgere le interrogazioni perché la Giunta non c'è, non c'è nessuno che risponde, (...) ho capito, ma non ci sono interrogazioni che riguardano voi due, sono costretto a chiudere il Consiglio, non è cattiveria, abbiamo esaurito tutti i punti.
Gli Assessori Malaspina e Viventi hanno le risposte alle interrogazioni n. 835 della Consigliera Foschi, e n. 869 e n. 687, abbinate, dei Consiglieri Marangoni e Latini.
Interrogazione n. 835
a firma della Consigliera Foschi
"Gestione della Comunità alloggio per persone con disturbi mentali in Pesaro"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 835 della Consigliera Foschi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. La risposta potrebbe essere breve: per la competenza comunale, però ho visto che l'ufficio ha fatto una risposta articolata colgo l'occasione, non so se vuole che gliela consegni per risparmiare il tempo, per leggerla.
La leggo, la risposta breve per il mio carattere sarebbe: la competenza è comunale, però gliela leggo tutta.
La "comunità alloggio per persone con disturbi mentali" è una struttura sottoposta ad autorizzazione ai sensi della l.r. 20 del 2002, la cui competenza è in carico al Comune dove la stessa è localizzata e le cui attività di verifica sono in capo al Comune stesso, il quale può avvalersi della Commissione tecnico-consultiva costituita presso ciascun Ambito territoriale sociale e presieduta dal coordinatore dell'Ambito medesimo.
Questa era la parte che le dicevo io, che la competenza è del Comune, poi seguono altre specificazioni, però la competenza è del Comune.
Relativamente alle altre domande specifiche che lei fa, faccio presente che:
- la "comunità alloggio per persone con disturbi mentali" di cui trattasi è sita a Pesaro in Via Petrarca, 18 ed è gestita dalla cooperativa sociale T41 la quale è anche titolare della stessa;
- la struttura è stata regolarmente autorizzata dal Comune di Pesaro, ai sensi della legge regionale che citavo prima;
- la ricettività è di 8 posti di cui 7 attualmente coperti.
Il regolamento di autorizzazione prevede tra i requisiti minimi organizzativi necessari per avere l'autorizzazione l'adozione, da parte dell'ente titolare, della carta dei servizi, nella quale devono essere riportate: le finalità e le caratteristiche del servizio, le modalità di accesso e di dimissione degli ospiti, l'organizzazione e le regole della vita comunitaria, la quota di compartecipazione alle spese di gestione a carico di ciascun ospite, le modalità di collegamento con la rete dei servizi territoriali ed infine le modalità di tenuta del registro delle presenze.
In analogia con quanto previsto per le residenze protette per anziani - ugualmente sottoposte ad autorizzazione ai sensi della l.r. 20/2002 - per le quali è stato esplicitamente indicato l'obbligo di concedere servizi di carattere alberghiero, non previsti tra i requisiti minimi organizzativi, solo su richiesta, anche nel caso della struttura di cui trattasi, come di tutte le strutture di cui alla normativa sopra citata, per cui si seguono le stesse modalità.
Le azioni volte al controllo amministrativo/contabile sui rimborsi di quota parte della retta giornaliera visti i ricoveri e le assenze a vario titolo degli utenti sono di competenza dell'Asur/Area Vasta per quanto riguarda l'applicazione della convenzione per il pagamento delle prestazioni di carattere sanitario e del Comune di residenza della struttura per tutto ciò che concerne il mantenimento dei requisiti di autorizzazione ai sensi della legge sopra citata.
Sulla specifica situazione abbiamo notizie circa un forte coinvolgimento del Comune di Pesaro sulla situazione il quale ci ha comunicato che:
a. quando il familiare dell'utente ha sottoposto il problema, i servizi sociali del Comune e il Dipartimento salute mentale lo hanno affiancato in una serie di riunioni chiarificatrici, chiedendo alla cooperativa di produrre ogni utile documentazione per dimostrare le spese effettuate;
b. quando a distanza di tempo (oltre due anni) il familiare si è ripresentato in Comune con gli stessi dubbi, in una riunione la cooperativa ha dimostrato le spese personali intercorse nel periodo di ospitalità dell'utente;
c. considerato inoltre che esiste uno specifico atto di delega del fratello del paziente ricoverato, e ora deceduto, alla cooperativa sociale T41 per la gestione del libretto di risparmio e per tutta un'altra serie di questioni inerenti la gestione, la custodia e l'amministrazione del patrimonio mobiliare, la questione rientra a questo punto nella competenza della magistratura, nel caso si ritenesse di adire per vie legali; nel qual caso si valuterà la situazione a giudizio avvenuto. Ad oggi non ci sono state evidenziate irregolarità da parte degli organismi deputati al controllo.
Il progetto obiettivo salute mentale ha permesso in questi anni l'utilizzo, nel rispetto delle specifiche competenze, di un'ampia gamma di strutture socio-sanitarie e sociali alternative al ricovero in strutture inadeguate, come erano i manicomi prima della riforma della legge 180, sostenendo il lavoro di cura in carico alle famiglie, molto spesso lasciate sole in questo gravoso compito. A tale proposito faccio presente che è in corso un lavoro di riordino dell'offerta residenziale e semi residenziale sociale e socio-sanitaria relativa in particolare alle strutture per anziani, per disabili e per soggetti psichiatrici relativamente agli standard, ne abbiamo parlato prima, al fabbisogno di posti letto, alla compartecipazione alla spesa, al sistema tariffario che apporteranno ulteriori elementi di appropriatezza e di trasparenza nel sistema. Lo auspichiamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Io mi dichiaro totalmente insoddisfatta, sia per la risposta che secondo l'Assessore Viventi sarebbe stata propria, ovvero quella che la Regione non ha nessuna competenza, la competenza è comunale, che per il resto dell'intervento che ha letto.
Questa interrogazione denunciava un atto gravissimo, ovvero, secondo la denuncia del parente, l'appropriazione indebita da parte del Presidente che gestisce una cooperativa di alloggio per persone con disturbi mentali, del libretto di uno dei suoi ricoverati, non dimostrando nemmeno adeguatamente come avesse utilizzato i risparmi della persona ricoverata, addirittura dopo la morte di quest'ultimo.
Penso che l'Assessorato della Regione ai servizi sociali dovesse quanto meno preoccuparsi di verificare …
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Lei mi dice che la Regione non ha nessuna competenza in merito ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. La Regione partecipa finanziariamente al mantenimento di queste strutture e non penso che si possa ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Voi non avete nemmeno appurato, voi avete chiesto esclusivamente al Comune come stavano le cose, …
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Nell’interrogazione io le ho chiesto se non ritesse doveroso censurare il comportamento ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Si, va bene, prendo atto che c'è una Regione che nell'ambito dei servizi sociali non verifica nemmeno come funzionano le strutture che dovrebbero far fronte ai problemi di chi ha disagi psichici, di chi ha disagi di altro tipo e che lo fa solo se interviene la magistratura, dopodiché se vengono indicati disservizi o problemi, per la Regione va tutto bene, perché deve essere qualcun altro a controllare.
Interrogazione n. 869
a firma del Consigliere Marangoni
"Armi chimiche e ordigni della seconda guerra mondiale nel Mare Adriatico. Mappatura, monitoraggio e bonifica dei siti inquinati. Numero di siti conosciuti presenti di fronte al litorale marchigiano"
Interrogazione n. 687
a firma del Consigliere Latini
"Questione armi chimiche abbandonate in Adriatico"
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 869 del Consigliere Marangoni e n. 687 del Consigliere Latini, abbinate. L'Assessore Malaspina consegna a mano al Consigliere Marangoni la risposta all'interpellanza n. 46, quindi, la diamo per svolta.
Ha la parola l'Assessore Malaspina per rispondere alle interrogazioni.
Maura MALASPINA. Rispondo alle interrogazioni n. 869 del Consigliere Marangoni e n. 687 del Consigliere Latini, che sono abbinate, poi, se il Consigliere Latini vorrà, potrà avere la risposta scritta.
La situazione attuale, quella relativa alla presenza di ordigni bellici in tre siti localizzati davanti alle coste del pesarese, è stata recentemente monitorata con campagne di monitoraggio dedicate, sia nel 2011 che nel 2012, dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Regione Marche (Arpam).
In entrambe le campagne non è stata rilevata la presenza di arsenico nei sedimenti marini in undici siti di campionamenti limitrofi a quelli di rilevamento degli ordigni bellici. I valori riscontrati non hanno mai superato gli standard di qualità ambientale (SQA) previsti dalle normative ambientali.
Gli interventi di bonifica delle sabbie/fanghi dei fondali marino-costieri pertanto non sono ritenuti attualmente necessari.
Gli interventi di bonifica dei fondali attraverso la rimozione degli ordigni bellici non sono di competenza regionale e per questo verrà sollecitato nuovamente il Ministero dell'ambiente e dei trasporti. Ad oggi non è chiara la situazione di quanti siano i siti di deposito nelle acque marino costiere lungo tutta la costa marchigiana.
Alle richieste della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro, di effettuare un'indagine più approfondita per accertare con puntualità dove, quanti ed in che stato si trovino i depositi di ordigni bellici, non è stato dato alcun riscontro da parte del Ministero.
Punto due – Consiglieri Marangoni e Latini - non si è a conoscenza, ad oggi, di altre situazioni analoghe a quella descritta al punto precedente, per i tratti marini e marino costieri prospicienti la costa della regione Marche.
In riferimento alla richiesta dei Presidente della Giunta Marche al Ministero della Difesa del 9 febbraio 2010, sollecitata dal Sindaco del Comune di Pesaro nello stesso anno, e alle interrogazioni parlamentari del 2011 ancora senza risposta, verrà rinnovata richiesta di chiarimenti e quali azioni il Ministero vorrà intraprendere a breve, in primis la verifica della localizzazione di altri potenziali siti e la loro quantificazione esatta.
Punto 3, la Regione Marche non ha competenze per effettuare le bonifiche dei fondali marini, qualora venisse riscontrata la presenza di ordigni bellici e l’eventuale contaminazione dei sedimenti marini da sostanze chimiche rilasciate dagli ordigni stessi.
Tuttavia le attività di controllo ambientale delle acque marino costiere, in adempimento della direttiva quadro sulle acque (WFD), e di quelle marine, in adempimento della direttiva sulla Strategia Marina (MSFD), predisposte dalla Regione Marche ed attuate dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Regione Marche (Arpam), garantiscono la capacità di rilevare possibili contaminazioni da parte di sostanze riconducibili agli ordigni bellici, oggetto della presente interrogazione.
Qualora venissero rilevate ed indicate nuove localizzazioni di siti si provvederà ad effettuare gli accertamenti necessari per verificare eventuali contaminazioni in atto, sia delle acque che dei sedimenti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Assessore, apprezzo la sincerità, però non basta, nel senso che l’Assessore un po' ci ha detto che la Regione è competente e un po' che non ha notizie di armi chimiche, ne ha notizie molto marginali, ho sentito al punto 1, ed insufficienti ed ha chiesto al Ministero che ancora deve rispondere.
Un invito perché le coste del pesarese, ma non solo quelle, diciamo, tutta la Regione Marche, hanno diritto di sapere quante e quali armi chimiche ci sono nel proprio mare, il Mare Adriatico. Quanti ordigni della seconda guerra mondiale ci sono, perché è un diritto dei cittadini sapere queste cose che si riverberano sulla loro salute.
L'invito che faccio è quello di stimolare ulteriormente i competenti Ministeri affinché diano risposte certe e chiare su quantità e qualità delle armi chimiche. Grazie.
Maura MALASPINA. Va bene, però, io non ho detto che non abbiamo notizie, perché notizie ne abbiamo e ben precise: non è stata rilevata la presenza di arsenico nei sedimenti marini in undici siti di campionamenti limitrofi a quelli di rilevamento degli ordigni bellici e l'Arpam sta vigilando continuamente. Qualora verremo a conoscenza dell'esistenza di siti bellici faremo le opportune operazioni.
Interpellanza n. 54
a firma del Consigliere Cardogna
“Asse viario Marche-Umbria e Quadrilatero di penetrazione interna – Maxilotto 2 – Opere ricadenti nell'ambito territoriale provinciale di Ancona - Mancata applicazione dell'art. 4 del D.Lgs n. 227/2001 e dell'art. 12 della l.r. n. 6/2005 in punto di riduzione e compensazione di superfici boscate”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 54 del Consigliere Cardogna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Giorgi.
Paola GIORGI. In relazione all'interpellanza, n. 54, presentata in data 29 marzo 2013, a iniziativa del Consigliere Cardogna avente per oggetto: "Asse viario Marche-Umbria e Quadrilatero di Penetrazione interna - Maxilotto 2 - Opere ricadenti nell'ambito territoriale provinciale Ancona - Mancata applicazione dell'art. 4 del decreto legislativo n. 227 del 2001 e dell'art. 12 della I.r. n. 6 del 2005 in punto di riduzione e compensazione di superfici boscate" si rappresenta quanto segue.
Risposta al punto 1:
Sublotto 1.1 strada statale 76 - tratti Fossato di Vico - Cancelli e Albacina - Serra San Quirico.
Il progetto definitivo dell'intervento in oggetto è stato approvato con prescrizioni e raccomandazioni dalla delibera Cipe n. 13 del 27 maggio 2004.
L'istruttoria Via statale per la SS76 aveva dato luogo a parere positivo con prescrizioni del 21 maggio 2004 da parte della Commissione Via Speciale.
A detta Commissione era stato inviato il parere regionale di competenza perfezionato tramite D.D.S. Progettazione, OO.PP., Via, Attività Estrattive n. 17/POP del 3 febbraio 2004, ili parere regionale era stato composto a seguito di convocazione di Conferenza e i Servizi a cui erano stati initati tutti gli Uffici regionali gli enti e in generale tutti i portatori di interessi. Nella Conferenza, svoltasi il 29 gennaio 2004, erano stati raccolti pareri pervenuti, così come riportato nel documento istruttorio del sopra citato decreto. In particolare era stata posta particolare attenzione alla salvaguardia delle aree protette e per tali aree era stata prescritta la compensazione ambientale del materiale vegetativo sacrificato consistente nella piantumazione compensativa del quadruplo delle specie isolate e abbattute. Tali prescrizioni sono state recepite in parte dalla dlibera del CIPE 13 del 2004 che nell'Allegato n. 4 riporta al punto c) interventi di mitigazione, ingegneria naturalistica e opera a verde: dovranno essere, sviluppati tutti gli interranti di ripristino e mitigazione previsti nello Studio dì Impatto Ambientale e nella successiva documentazione integrativa (incluso il Capitolato delle opere in verde che dovrà prevedere, tra l'altro i capitoli relativi alla qualità e provenienza dei materiali, le modalità di esecuzione dei lavori, la manutenzione delle opere a verde, le fonti di approvvigionamento d'acqua) nonché la quantificazione dei costi.
Per quanto riguarda le opere di mitigazione di ingegneria naturalistica, si deve fare riferimento al documento del Ministero dell'Ambiente "Linee Guida per Capitolati Speciali per Interventi di Ingegneria Naturalistica e Lavori di Opere a Verde" del settembre 1997 in particolare, tutti gli interventi di sostegno in terra rinforzata o in muro cellulare vanno obbligatoriamente inserite durante la costruzione, specie arbustive autoctone in radice o per talea. Poiché tale arredo deve essere permanente in fase di progettazione esecutiva dovrà essere dettagliato un piano almeno quinquennale post collaudo,di manutenzione e cura dell'arredo verde con i relativi costi con particolare riferimento all'arredo arboreo e arbustiva prevista.
Sì dà comunque atto che le opere di sistemazione a verde e di consolidamento con tecniche di ingegnerie naturalistica sono attualmente previste negli allegati dell'elaborato A1 dell'integrazione al SIA emesso in data 13 novembre 2003, in tale allegato sono riportate le sezioni tipo delle opere a verde.
Viene riportato inoltre nello stesso Allegato 4 Cipe considerata la notevole importanza naturalistica dell'area interessata, in fase di esecuzione dell'opera dovrà essere posta la massima attenzione al fine di non compromettere le condizioni locali del reticolo idrografico ed evitare sottrazioni delle coperture, vegetali, sarà inoltre necessario prevedere un'attenta mitigazione degli impatti al fine di arrecate il minor disturbo possibile alle componenti biotiche presenti nell'area. Al riguardo dovrà essere previsto il potenziamento e la ricostruzione di fasce dì vegetazione ripariale interessata dalle opere, il ripristino mediante messa a dimora di essenze arbustive autoctone delle ree in recluse, delle aree di cantiere, delle aree di svincolo e delle zone adiacenti i lati della strada, concordando tali interventi con gli Enti locali interessati e con l'Ente Parco della Gola della Rossa e Frasassi.
Il CIPE quindi, con delibera n. 13 del 27 maggio 2004, ha approvato, con le sopra riportate prescrizioni, il progetto definitivo relativo alla SS76. La successiva entrata in vigore della l.r. n. 6 del 2005 non può quindi trovare applicazione, infatti l'approvazione sostituisce ogni altra autorizzazione, approvazione e parere comunque denominato, e consente la realizzazione di tutte le opere, prestazioni e attività previste nel progetto approvato. In merito alla legislazione all'epoca vigente in tema di tutela dei boschi erano comunque vigenti la l.r. n. 52 del 1974 ed il decreto legislativo n. 227 del 2001.
Si rappresenta che per quanto riguarda la legge regionale alla Conferenza dei servizi svoltasi in Regione il 29 gennaio 2004 erano stati invitati tutti gli Uffici regionali, gli Enti e in generale tutti i portatori di interessi che dovevano esprimersi sul tema della tutela della vegetazione. I pareri raccolti hanno contribuito a comporre il parere regionale e quindi le prescrizioni finali del CIPE.
In merito al decreto legislativo n. 227 del 2001, e più nello specifico all'articolo 4, si rappresenta che all'epoca non era stata individuato dalla Regione nessuna soglia dimensionale (cosi come previsto al comma 3 dello stesso articolo) e quindi era di fatto inapplicabile. La dimostrazione di ciò è che nella proposta di legge diventata poi l.r. n. 6 del 2005 era riportato che con questa legge si sarebbe recepito anche il decreto legislativo n. 227 del 2001; di fatto nella legge poi non è stata individuata alcuna soglia, tanto che è in fase di predisposizione una nuova proposta di legge regionale che individua il limite minimo per la compensazione ambientale dovuta alla riduzione della superficie boschiva a partire da 2.000 mq.
Risposta al punto 2.
Sublotto 2.1 . Pedemontana delle Marche - tratto Fabriano - Matelica nord.
Nella seduta del 30 aprile 2012 il CIPE ha approvato, con prescrizioni e raccomandazioni, il progetto definitivo della Pedemontana delle Marche, tratto Fabriano - Matelica nord. Il tratto funzionale approvato ha inizio con innesto sulla SS 76 Val d'Esino in prossimità di Fabriano, località Pian dell'Olmo, e termina con lo svincolo di Matelica in località Pian dell'Incrocca per una lunghezza di circa 8 chilometri.
Lo stesso CIPE con delibera 27 maggio 2004, n. 13 aveva approvato, con prescrizioni, il progetto preliminare della «pedemontana marchigiana», che collega Fabriano a Sfercia/Muccia e si articola in 6 lotti per una lunghezza complessiva di 42,5 km. L'intervento in oggetto è stato sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale, la Regione Marche si è espressa con proprio parere, perfezionato con DDS n. 44 del 6 maggio 2010, raccogliendo i contributi degli uffici regionali e degli Enti competerti.
La Regione Marche ha inoltre espresso il consenso alla localizzazione dell'opera, sentiti i Comuni interessati, conformemente a quanto stabilito nella precedente deliberazione di Giunta regionale del 10 maggio 2010 n. 783, con "prescrizioni e indicazioni progettuali".
Con nota 14 luglio 2010, n. 17486, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha trasmesso il parere della Commissione VIA in merito alla ottemperanza dei progetto definitivo della "pedemontana delle Marche", alle prescrizioni e raccomandazioni di cui alla delibera n. 13 del 2004, nonché alle condizioni riportate nel parere di compatibilità ambientale del 21 aprile 2004, con ulteriori prescrizioni e raccomandazioni.
Nell'Allegato 1 alla del CIPE 58 del 2012 è tra l'altro riportato:
Prescrizioni - prima parte
Si dovranno indicare nel programma dei lavori del progetto esecutivo le fasi di realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale. Dette opere dovranno essere avviate contestualmente all'infrastruttura e programmate al fine della più rapida realizzazione.
Punto 2 - Il piano di monitoraggio ambientale allegato al progetto esecutivo dovrà adeguarsi alle norme tecniche dell'allegato 21 del decreto legislativo n. 163 del 2006 e in particolare riguardo alla definizione delle soglie di attenzione e alle procedure di prevenzione e di risoluzione delle criticità già individuate da tutti i soggetti competenti o che emergeranno dalle ulteriori rilevazioni ante-operam. Dovranno altresì essere giustificati alla luce delle predette valutazioni tutti i criteri di campionamento nello spazio e nel tempo, esplicitando le modellistiche ed evidenziando in particolare le situazioni di criticità richiedenti misure più approfondite rispetto agli standard medi adottati.
Al punto 5 - Si dovrà aggiornare il piano tipologico post-collaudo per la manutenzione a cura dell'arredo verde sulla base di quanto risultante dai progetti esecutivi.
Al punto 8 - Nel progetto esecutivo dovranno essere individuate e cartografate piante e vegetazione protetta ai sensi della legge 7 dell'85 verificando soluzioni alternative all'abbattimento e, se del caso, attestando l'impossibilità di soluzioni tecnologicamente valide e diverse da quelle comportanti l'eventuale abbattimento di vegetazione protetta.
Al punto 9 - Nel progetto esecutivo selezionare lungo il tracciato dell'opera, le aree ove effettuare la compensazione ambientale del materiale vegetale sacrificato, consistente nella piantumazione compensativa del quadruplo delle specie abbattute.
Al punto 22 - Per i tratti stradali in adeguamento per i quali il progetto non prevede altro utilizzo futuro fuorché la dismissione, si chiede la completa demolizione delle opere e la rinaturalizzazione delle aree sottese.
Al punto 37 - Il monitoraggio ambientale dovrà essere eseguito sia ante aperam (durante il periodo di redazione dei progetto esecutivo) che durante l'esecuzione dell'opera e post operarn.
Raccomandazioni, seconda parte:
a) richiedere apposita autorizzazione alla Comunità montana di Camerino per quanto riguarda gli interventi che incidono con l'assetto forestale ricadente nel territorio di sua competenza.
b) affinché la nuova viabilità non diventi una barriera all'interno del paesaggio rurale, questa dovrà relazionarsi il più possibile con l'ordine dei segni presenti (orditura dei campi, morfologia, idrografia, ecc.) e il suo equipaggiamento vegetale dovrà ancorare la strada al disegno del paesaggio, così da accelerare la metabolizzazione dell'infrastruttura stessa al paesaggio.
c) per le aree boscate interessate dal tracciato, ove possibile per le alberature di pregio sia previsto l'espianto e il reimpianto in zone idonee per condizioni ambientali.
d) le scarpate e le opere di contenimento del terreno (cestoni, muri fioriti o altro) risultino possibilmente già inerbite al momento della fine dei lavori.
f) tutte le opere di mitigazione vegetale e di reimpianto previste nel progetto definitivo e che verranno ulteriormente dettagliate in fase di progettazione esecutiva, dovranno essere realizzate con l'assistenza continua di esperti botanici e agronomi e con l'obbligo di una verifica dell'attecchimento e vigore delle essenze piantate entro tre anni dall'impianto. Le essenze trovate seccate alla verifica di cui sopra saranno sostituite con altre di uguale specie con successivo obbligo di verifica triennale. Si intende che le opere di mitigazione vegetale dovranno essere realizzate il più possibile in contemporanea con il procedere dei cantieri: compatibilmente con la tipologia di lavorazioni da eseguire e con la stagionalità delle essenze da piantumare, al fine dì giungere al termine degli stessi con uno stato vegetativo il più avanzato possibile e vicino, quindi, a quello previsto a regime dal progetto.
Risposta al punto 3: tutte le opere si inseriscono in un contesto orografico molto complesso e di particolare pregio ambientale. A tal fine nel 2012 è stato definito con il Contraente generale il piano di monitoraggio ambientale (per il quale l'atto aggiuntivo è in corso di stipula nei primi mesi del 2013) che comprende attività di controllo e di verifica degli eventuali effetti sul territorio, al fine di migliorare le prestazioni ambientali dell'opera e realizzare l'infrastruttura nel rispetto del contesto naturale e paesaggistico. In tale quadro e nello spirito di garantire la piena trasparenza delle attività è prevista la condivisione dei dati di monitoraggio ambientale con tutte le amministrazioni ed enti interessati (Ministero dell'Ambiente, Regioni, Province, Comuni, Arpa, Ato, Compartimenti Anas, eccetera) tramite accesso a sito internet dedicato - allo stato in via di sviluppo - per la consultazione della relativa banca dati.
Questo era relativo all'asse viario quadrilatero. Per quanto concerne, visto che parliamo di opere di compensazione, un tema molto caro al Consigliere Cardogna, la situazione della riforestazione, quale opera compensativa della A14, la Giunta ha approvato lo schema di accordo tra i singoli Comuni che dovranno effettuare le opere. Adesso lo schema generale di tutto l'intervento di riforestazione è in attesa del parere finale del Ministero dell'ambiente, ci hanno detto che entro il mese di dicembre dovrebbe arrivare questo parere, quindi, a questo punto le procedure di Via saranno state esplicitate e potranno partire le fasi attuative dei progetti, grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Ringrazio l’Assessore per l'articolata risposta che mi ha dato, prenderò lo scritto che ha letto e valuterò con calma se i punti che noi sottoponevamo alla sua attenzione ed all'attenzione della Giunta trovano risposte esaustive nella relazione che gli uffici hanno fatto. La ringrazio.
PRESIDENTE. Bene, questo era l'ultimo atto. Chiudiamo qui la seduta del Consiglio, alla prossima settimana.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,15.
"Rapporto annuale illustrativo sul fenomeno della violenza contro le donne nella regione Marche - l.r. 32/2008, art. 2 bis"
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, saluto a nome mio personale e dell'intera Assemblea gli insegnanti e gli studenti dell'Istituto professionale di Stato per i servizi alberghieri ristorazione e turistici Giacomo Varnelli di Cingoli, classi IV C e D.
Quando un istituto, una scuola, delle classi vengono a far visita alla nostra Assemblea, sottolineiamo quanto sia importante che i giovani, gli studenti, si avvicinino e abbiamo la possibilità di conoscere, di venire in contatto, con le istituzioni.
In questo tempo così complicato e difficile, il distacco e la lontananza, per un verso, dalla politica ma, molto spesso, anche dalle istituzioni, produce sicuramente dei danni. Far rientrare nell'attività didattica, da parte degli insegnanti, il rapporto con le istituzioni che si sviluppa anche in visite guidate, per conoscere i luoghi ove vengono assunte le decisioni e dove siedono i rappresentanti delle comunità, è un fatto assolutamente positivo.
Oltre a questa solita sottolineatura che facciamo in queste occasioni, credo che a nome dell'intera Assemblea vanno salutati questi ragazzi perché hanno conseguito un successo che ci inorgoglisce come Regione, perché hanno vinto, si sono classificati al primo posto, nel concorso nazionale “Fa.re.na.it. la mia terra vale”.
Il progetto Fa.re.na.it. nasce dalla collaborazione di diversi soggetti, il Centro turistico studentesco giovanile, l'Ispra, l'Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale, la Coldiretti, la Comunità ambiente, ed è realizzato con il contributo economico del programma Life + Info & Comunicazione 2010 della Commissione Europea.
Questo progetto è cofinanziato dal Ministero dell'ambiente e territorio, dal Ministero per le politiche agricole e alimentari, dalla Regione Marche, dalla Regione Calabria, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia di Agrigento ed è sostenuto da altri enti, quali il Parco nazionale del Pollino, il Parco nazionale delle 5 Terre e il Parco regionale delle Serre.
Oltre che un momento di sensibilizzazione sui temi legati all'ambiente ed alla biodiversità, l'obiettivo del progetto è quello della conservazione e della valorizzazione della biodiversità, delle aree naturali. Una campagna di educazione ambientale attraverso l'impegno dei ragazzi e degli studenti, un impegno attivo per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale.
Questo concorso che si chiama “Fa.re.na.it la mia terra vale” si articola nel corso di due anni scolastici, il 2012-2013 ed il 2013-2014, è indirizzato alle scuole primarie e secondarie e la prima edizione, quella dell'anno scolastico 2012-2013, ha coinvolto le scuole primarie e secondarie di 1° e 2° grado di diverse regioni, del Lazio, della Lombardia, della Liguria, delle Marche, dell'Abruzzo, della Basilicata, della Calabria e della Sicilia.
E' motivo di grande soddisfazione, voglio esternarla portando il nostro compiacimento, il compiacimento di tutta l'Aula a questi ragazzi, che al primo e secondo posto di questo concorso si sono piazzate due scuole marchigiane, al primo posto l'Istituto professionale di Cingoli, di cui oggi ospitiamo la classe, ed al secondo posto, avremo occasione di incontrarla in un prossimo Consiglio regionale, la Scuola primaria dell'Istituto comprensivo di Sassoferrato.
Il primo posto è stato conseguito dall'Istituto professionale Varnelli di Cingoli con l'elaborato “La bellezza condivisa - adottiamo la macchia del Monte Nero di Cingoli”. Ci tengo, senza nessuna retorica, ma con grande soddisfazione, a complimentarmi, naturalmente a nome di tutta l'Assemblea, per questo successo conseguito di cui siamo particolarmente orgogliosi.
Non solo l'impegno della scuola nei confronti delle Istituzioni, non solo l'impegno di lavorare per conoscere le istituzioni, ma anche una partecipazione qualificata su un tema che è di grande attualità, spesso dibattuto anche in questa Aula, quello di coniugare lo sviluppo economico, la crescita economica con il rispetto dell'ambiente, perché l'ambiente è fondamentale. Potremmo avere crescita economica, ma dobbiamo rispettare l'ambiente, perchè se lo deturpiamo creiamo condizioni di non vivibilità dell'ambiente, naturalmente il progresso e la crescita economica spesso non coincidono con la crescita del benessere delle persone, che è il primario obiettivo che una società e coloro che sono chiamati a governare devono avere.
Grazie davvero di cuore.
Chiedo un applauso per questi ragazzi. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Bene, passiamo alla parte aperta di questo nostro Consiglio regionale odierno. Faccio soltanto una brevissima introduzione perché i relatori poi entreranno nel merito.
Viene presentato stamattina, nella seduta aperta, al Consiglio regionale, - previsto da un provvedimento legislativo molto importante, varato dalla Regione Marche nel 2008, la legge regionale n. 32 che lo prevede - il rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne nella nostra regione.
Le cose che si possono dire sono poche.
Credo che il tema della violenza nei confronti delle donne sia un tema ancora estremamente attuale, dico ancora perché ci sarebbe da aspettarsi che in una società evoluta come quella italiana, in una società in cui è alto il grado di scolarizzazione, in una società evoluta non solo da un punto di vista degli istituti di rappresentanza, ma anche dal livello sociale, di articolazione, del lavoro delle istituzioni, di una consolidata democrazia, assetto democratico, ci si aspetterebbe uno scenario ben diverso da quello che, purtroppo, dobbiamo registrare.
Per quanto riguarda la violenza nei confronti delle donne che non è soltanto una violenza di tipo fisico, non soltanto una violenza sessuale, ma una violenza, talvolta, più vasta. Sono sotto gli occhi di tutti anche recenti accadimenti che ha visto protagonista, in questi mesi, la regione Marche, c'è una violenza che forse appare di meno, è una violenza fatta di vessazioni nei confronti delle donne, di ingiustizie, di pressioni psicologiche, quindi, non è solo un Paese evoluto come l'Italia, ma anche una regione caratterizzata da un forte radicamento di valori etici e sociali forti, caratterizzata da una forte coesione sociale e da un forte controllo sociale, non è immune da questo dramma. Un dramma ancora più grande è quello della violenza anche qui non solo fisica, dell'abuso, anche qui non solo fisico, nei confronti delle donne, ma anche nei confronti, per esempio, dei bambini e degli adolescenti. Pochi giorni fa abbiamo affrontato questo tema con il Garante dell'infanzia e dell'adolescenza.
Ultima sottolineatura, non c'è una gradualità nel considerare più o meno intensa una violenza, non c'è una gradualità nella violenza, qualsiasi essa sia, è difficile poter fare una graduatoria, però un aspetto va sottolineato è che spesso queste violenze vengono perpetrate là dove meno te le aspetti, vengono perpetrate laddove ci dovrebbero essere condizioni caratterizzate da tutt'altri comportamenti personali. Spesso le violenze, questa mattina parliamo di donne, ma anche, purtroppo, nei confronti dei bimbi, degli adolescenti, dei minorenni, avvengono per esempio in ambito familiare.
La casistica denuncia una pesante percentuale di violenze perpetrate nell'ambito familiare, per antonomasia l'ambito familiare è l'ambito della tutela, è l'ambito protettivo, invece abbiamo una società nella quale queste violenze vengono perpetrate proprio laddove meno te le aspetti. A scuola, in famiglia, in ambienti il cui primo obiettivo è quello di tutelare e far crescere i ragazzi, i bambini o il genere femminile nei rapporti interpersonali e familiari.
L'inizio di questa seduta consiliare prevede l’intervento dell'Assessore regionale ai diritti ed alle pari opportunità, Paola Giorgi. Debbo ringraziare, anche se non interverranno, i Consiglieri regionali della V Commissione, i relatori di maggioranza e di minoranza del rapporto annuale illustrativo, Gianluca Busilacchi e Giulio Natali, è previsto, poi, l'intervento delle Consigliere regionali componenti il Forum permanente contro la violenza e le molestie di genere: Letizia Bellabarba e Graziella Ciriaci.
Non è potuta intervenire il Vice Prefetto Vicario di Macerata, Tiziana Tombesi, che aveva dato la sua disponibilità ma, per i noti eventi climatici che hanno colpito la provincia di Macerata, non è potuta intervenire. Sono presenti ed interverranno, interverrà, per quanto riguarda la Questura di Ancona, il Sostituto Commissario Giorgio Stizza che porterà la sua testimonianza, e la Dottoressa Susanna Contucci medico del Pronto soccorso dell'Azienda Ospedali Riuniti di Torrette.
Chiuderà gli interventi il Presidente della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna Adriana Celestini che ringrazio per l'attività. Ho avuto occasione di partecipare ad un Convegno molto affollato venerdì scorso, quindi, la ringrazio per il grande impegno che mette lei e tutta la Commissione nell'affrontare i temi legati alla donna.
Chiederei, perché poi i nostri lavori dovranno proseguire con l'ordinaria amministrazione che non è ordinaria in quanto ci sono delle proposte di legge urgenti da approvare, interventi contenuti. Do la parola all'Assessore Paola Giorgi. Prego.
(Applausi)
Paola GIORGI. Grazie Presidente. La giornata dei lavori dell'Aula odierni si apre con una nuova iniziativa istituzionale introdotta dalla legge regionale n. 8 del 2013 "Promozione di azioni istituzionali contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale": si tratta, quello di oggi, di un importante momento di condivisione delle azioni messe in campo dalla Regione Marche e dei risultati che le stesse hanno prodotto, ma si tratta, soprattutto di un momento di ascolto e di un’occasione per la creazione di future sinergie tra i tanti attori che operano intorno a questa complessa, drammatica e attuale vicenda.
Ringrazio gli ospiti di questa mattina per la loro presenza e per il prezioso contributo che recheranno ai nostri lavori.
Prima di entrare nello specifico del report annuale che la Giunta presenta all'Aula, voglio anche ringraziare il Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, un organismo previsto dalla l.r. 32/2008, che citava prima il Presidente Solazzi, i cui componenti svolgono il proprio compito con passione, partecipazione, portando in dote al lavoro della Regione anche specifiche esperienze.
Entriamo nello specifico. Il tema della violenza sulle donne è un problema tuttora irrisolto, l'opinione pubblica è sensibilizzata sulla drammaticità tanto che diviene di uso comune il termine "femminicidio", che non è un neologismo, in lingua inglese il termine femicide, femminicidio, veniva usato già nel 1801 in Inghilterra per indicare "l'uccisione di una donna".
Nel 2013 in Italia sono state uccise 128 donne, di cui 5 nella regione Marche: Anna Maria Gandolfi 57 anni, Adriana Mihaela Simion 26 anni, Maria Pia Bigoni 66 anni, Stefania Malavolta 44 anni, Lucia Bellucci 31 anni.
La Regione Marche nel contrasto alla violenza di genere, attraverso la l.r. n. 32 del 2008 "Interventi contro la violenza sulle donne" promuove e sostiene l'attività dei Centri antiviolenza e della Casa di accoglienza.
Sono cinque i centri antiviolenza attivi nella nostra Regione e sono luoghi deputati a garantire ospitalità, ascolto, solidarietà, accoglienza, soccorso alle vittime di abusi, indipendentemente dalla cittadinanza e attraverso operatori specializzati. I centri antiviolenza (CAV) sono a disposizione a titolo gratuito e offrono servizi di supporto psicologico, consulenza legale, attivazione di interventi di rete e interventi nell'emergenza.
Nel 2013, nonostante il taglio del 23% delle risorse messe inizialmente a disposizione in bilancio, siamo riusciti, grazie ad una precisa scelta dell'Assessorato, condivisa dalla Giunta, a mantenere lo stesso ammontare dei contributi ai centri antiviolenza e case di accoglienza dell'anno precedente, pari a 107 mila euro, un intervento così suddiviso: 77 mila euro per i centri antiviolenza, 30 mila euro per la casa di accoglienza.
Per il 2014, affrontando un bilancio che, come sapete, è complesso, stiamo lavorando unitamente alla Giunta per mantenere le risorse ai livelli già stanziati in precedenza.
L'attività dei centri per noi è fondamentale, perché grazie a questi punti di riferimento per le nostre donne, noi oggi riusciamo a presentare la situazione di quello che è il fenomeno della violenza sulle donne nella nostra regione.
Abbiamo lavorato in questi mesi e voglio ringraziare l'Osservatorio regionale per le politiche sociali e l'Agenzia regionale della sanità per aver attivato una scheda di raccolta di dati uniforme, omogenea in tutti i cinque centri antiviolenza. E' importante perché così riusciamo ad avere un panorama omogeneo in tutta la regione.
Vediamo i dati relativi al 2012: sono 307 le donne che si sono rivolte ai nostri centri antiviolenza, 126 in provincia di Ancona, 42 in provincia di Ascoli Piceno, 22 in provincia di Fermo, 46 in provincia di Macerata , 71 in provincia di Pesaro-Urbino.
Chi sono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza?
In quasi l'80% dei casi è la donna stessa che ha avuto il primo contatto con i centri antiviolenza. L'identikit prevalente è quello di una donna tra i 33 ed i 52 anni (per il 48%), coniugata (47%), di cittadinanza italiana (72%), mentre tra le straniere a rivolgersi ai centri antiviolenza sono principalmente albanesi (12%) e marocchine (10%), con figli (75%), prevalentemente minorenni (55% del totale).
Ci sono differenze anche significative tra le province per ognuna delle variabili indicate.
Quali sono le condizioni delle donne che si rivolgono ai centri anti violenza?
Nel 48% dei casi la donna vive con il partner ed è rilevante sottolineare come nel 50% dei casi le vittime subiscono violenza dal partner attuale che nel 38% dei casi è ancora un partner convivente, nel 55% dei casi la violenza è avvenuta nell'abitazione della vittima.
Rispetto al titolo di studio, anche se oltre il 42% del totale non lo indica, più di una donna su quattro ha un diploma di scuola superiore e più del 10% è laureata; un'indicazione chiara del fatto che subiscono violenza donne di tutti i livelli culturali, ma anche, probabilmente, che la consapevolezza e la forza di chiedere aiuto è in correlazione positiva anche con il titolo di studio.
Rispetto all'occupazione prevale il tipo di lavoro manuale (23% anche se quasi la metà non indica), più di una donna su quattro è occupata in maniera stabile ed una su sei è occupata precariamente.
Se quasi la metà delle persone che si sono rivolte ai centri antiviolenza dichiarano di avere un reddito proprio, solo il 4% specifica che è largamente sufficiente, mentre il 26% indica che è appena sufficiente e il 14% dichiara che è insufficiente.
Anche se il valore percentuale non sembra alto i figli di oltre il 50% delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza hanno assistito alla violenza e i figli dell'11% delle donne in totale hanno subìto a loro volta violenza.
La gravità per il presente e per il futuro delle implicazioni delle conseguenze di questi fatti sono, purtroppo, ben evidenti.
La violenza subìta dalle donne che si rivolgono ai centro anti violenza.
E' la violenza di tipo psicologico, quella che denunciano maggiormente le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 (40%), seguita da quella di tipo fisico (33%), nel primo caso prevalentemente "insulti e denigrazioni" - quello che cito è messo tra virgolette ed è come le donne hanno descritto la violenza subìta ai centri antiviolenza - "insulti e denigrazioni" (33%), ma anche intimidazioni (22%), nel secondo caso "spinte, strattonamenti" (27%), "schiaffi, pugni, calci e morsi" (23%).
Le donne hanno parlato dei fatti con altri in quasi l'80% dei casi, principalmente con una persona di famiglia (26%), una persona amica (20%), ma solo il 10% ne ha parlato subito. Il 45% del totale delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza e, quindi, la maggioranza di quelle che ne hanno parlato, ne hanno parlato solo dopo un anno.
Circa un terzo delle donne ha "sporto denuncia" riportato ferite, una su quattro si è rivolta al pronto soccorso e, per una quota leggermente più bassa, è stato emesso referto medico.
Da chi subiscono violenza le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
E' stato già rilevato che, come nel 50% dei maltrattanti, l'autore è il partner attuale delle vittime di violenza, a cui si aggiunge, per quasi il 30% dei casi, l'ex partner, solo il 2% indica che è persona estranea o sconosciuta.
Anche se ci sono diversità tra le province e molti informazioni non sono disponibili per circa la metà dei casi, i tratti principali degli autori di violenza sulle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 sono i seguenti: nato tra il 91 e l'80 (51%) e comunque il 37% ha più di 52 anni, il 20% ha la licenza media, il 15% il diploma di scuola superiore, 7 volte su 10 è italiano, anche se non sempre è indicata la nazionalità. Se straniero è prevalentemente del Marocco o dell'Albania, occupato in maniera stabile in quasi il 40% dei casi, uno su quattro è operaio o, comunque, svolge un lavoro manuale.
Cosa temono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
I tre quarti delle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza nel 2012 temono nuovI episodi di violenza e ben il 40 % ha temuto per la propria vita. Sono valori alti che sembrano giustificare una presa in carico urgente ed appropriata per evitare il ripetersi di questi eventi pericolosi dalle conseguenze gravi.
Cosa chiedono le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza.
Il contatto prevalente delle donne con i centri antiviolenza è quello diretto presso le sedi, con una media regionale del 75% e con punte del 100% in provincia di Pesaro-Urbino e di Ascoli Piceno.
Diversi sono i motivi per cui la donna si è rivolta al centro anti violenza, in genere più di uno per ognuna. Tra questi prevalenti sono consigli e strategie, richiesta di informazioni, con un 18% di segnalazioni per ognuno di essi, poco dietro consulenza legale (17%) e consulenza psicologica (16%).
Alla domanda "Come considera il fatto" la percentuale più alta delle risposte (40%) è quella relativa al reato, ma il 29% risponde qualcosa di sbagliato, ma non un reato, e un altro 27% non indica o non risponde.
Queste percentuali segnalano che la consapevolezza della gravità dei fatti, anche nelle donne che trovano comunque il coraggio di chiedere aiuto, non è diffusa in modo adeguato. Questo nonostante che le conseguenze ad oggi delle violenze subìte siano sostanzialmente pesanti, soprattutto durature: vive nella paura il 27% delle rispondenti, vive in uno stato di ansia e di impotenza una quota di poco inferiore il 23%, il 12% circa ha perso l'autostima, il 10% dichiara di soffrire di depressione ed una quota simile afferma di soffrire di disturbi del sonno e dell'alimentazione.
Al di là dei valori assoluti, anche da queste brevi note, emerge chiaramente come l'attività dei centri antiviolenza nel 2012 abbia permesso l'emersione di fenomeni di maltrattamento e violenza sulle donne che hanno una valenza quantitativa, ma anche e soprattutto qualitativa, minando alla radice la salute e la condizione di persone vittime di soprusi e prevaricazione che hanno effetti non solo sulle vittime dirette, ma anche sui loro figli, nel presente e nel futuro.
Per quanto riguarda la casa di accoglienza, sempre prevista dalla legge n. 32 del 2008, è situata in una località segreta nel Comune di Ancona, nel 2012 sono state 24 le richieste di ingresso. Gli ingressi effettuati sono stati 12, 8 si sono rivolte solo per richiedere informazioni, ad una mancava il requisito di ingresso, due sono state inviate ai servizi sociali.
Per quanto riguarda la provenienza: 15 delle donne che si sono rivolte alla nostra casa di accoglienza erano donne marchigiane, 9 provenivano da altre regioni.
L'autore della violenza: in questi casi su 24 donne, 23 volte è stato il partner, una volta l'autore della violenza era una persona estranea.
Ci sono altre iniziative che la Regione Marche, principalmente in collaborazione con gli altri enti territoriali, con delle associazioni, ma soprattutto grazie a finanziamenti statali a cui siamo riusciti ad accedere, sta ponendo in atto. Mi preme ricordare innanzitutto la casa di emergenza. La casa di emergenza è stata inaugurata ieri, si trova a Pesaro, anche la casa di emergenza è per la natura del servizio in un indirizzo segreto, quindi questa inaugurazione è stata solamente l'apertura, la messa in disponibilità per le urgenza e per l'esigenza. E' stata attivata grazie al progetto cooperazione, un progetto che ha coinvolto la Regione Marche, il Comune di Pesaro, le Province di Ancona, Ascoli, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino e la società Gemma, chiaramente fatta con fondi statali.
La casa di emergenza risponde ad una esigenza primaria, nel momento in cui la donna vittima di violenza va immediatamente allontanata dalla propria abitazione, può essere ricoverata presso la casa di emergenza, sono ricoveri che durano pochi giorni, è, appunto, un'emergenza.
Mi preme ricordare che nell'attivazione di questo progetto c'è anche la partecipazione diretta della nostra protezione civile che si occupa di trasportare le donne da ogni parte della regione presso la casa di emergenza che si trova a Pesaro.
Sempre nell'ambito di questo progetto cooperazione, sarà poi esplicitato nei prossimi interventi, noi abbiamo messo in atto la possibilità di creare, nei pronti soccorsi di tutti i capoluoghi delle province, dei protocolli specifici per l'accoglienza delle donne vittime di violenze. Non vado oltre nello spiegare questo punto perché verrà esplicitato in maniera più puntuale.
C'è un altro progetto statale al quale abbiamo avuto accesso, si chiama "oltre il soffitto di vetro" ed attraverso questo tipo di progetto noi riusciamo a mettere in atto interventi specifici per i ragazzi, per i minori, che sono ospiti nella nostra casa di accoglienza. Abbiamo visto dai dati emersi dai centri antiviolenza come i minori siano purtroppo protagonisti attivi di questa triste vicenda assistendo alla violenza, ma molte volte subendo essi stessi violenza, attraverso questo progetto, "oltre il soffitto di vetro", abbiamo messo in atto dei specifici percorsi di formazione per i ragazzi che sono ospiti con le loro madri nella casa di accoglienza.
C'è un progetto speciale, importante, che mi piace ricordare, è stata individuata presso la casa di rifugio Zefiro, quella di Ancona, una figura professionale che si occupa in maniera più specifica dei bambini ospiti nella struttura, inizialmente questi ragazzi saranno affiancati da un educatore maschio, questa è una cosa importante anche per far riappacificare i bambini con questa figura fondamentale per la loro crescita.
E' stato fatto un excursus sicuramente rapido rispetto a tutte le azioni che stiamo mettendo in campo, sempre in base alla legge n. 8 dello scorso anno, abbiamo attivato, non parliamo di violenza specifica sulle donne, ma parliamo di discriminazione di generi, centri di ascolto contro l'omofobia. Saranno ospitati, ma solo dal punto di vista strutturale, proprio per mettere in sinergia le nostre strutture, presso i centri antiviolenza, partirà tra poco il bando, quindi, sarà un punto di riferimento anche per un altro tipo di discriminazione. E' fondamentale che la Regione dia risposte sociali e civili a tutte le esigenze dei nostri cittadini.
Chiaramente queste sono risposte all'emergenza, alla fase patologica, ma noi siamo profondamente convinti che vada posta in essere una profonda azione culturale, quindi, abbiamo messo in campo progetti che si espliciteranno in maniera puntuale nel 2014 proprio di dialogo, di contatto con le scuole, utilizzando quelli che, secondo noi, sono degli strumenti più diretti. Prima di tutto il teatro, il teatro è uno strumento mai mediato, diretto, potente che arriva diretto al cuore del destinatario, quindi, abbiamo iniziato quest'anno mettendo in scena a Porto Sant'Elpidio ed a Pesaro due repliche dello spettacolo di Serena Dandini "Ferita a morte", veramente un pugno nello stomaco ma, in questi casi, un pugno nello stomaco per far riflettere, per approfondire, per far durare una riflessione più di un'ora, è fondamentale, quindi inizieremo, continueremo nel 2014, oltre che con queste azioni dirette sulla patologia a lavorare nel contesto culturale. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Ha la parola la Consigliera Bellabarba, componente del Forum permanente contro le violenze e le molestie di genere.
Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente.
Dato che l'Assessore Giorgi ha relazionato molto bene sul rapporto che è stato presentato, come la legge n. 32 del 2008 ci chiedeva di fare, io mi limiterò a fare alcune considerazioni di carattere più generale.
Innanzitutto si parlava, voglio cominciare da lì, del femminicidio. Come giustamente ricordava l'Assessore non è un neologismo, ma da noi viene utilizzata come categoria criminologica, per definire le uccisioni di donne in quanto donne, quindi, per definire l'estrema conseguenza di una violenza che arriva alla morte.
Femminicidio, in realtà, non vuol dire soltanto questo. Femminicidio sono tutti i tipi di violenza, tutti gli abusi che una donna può subìre nel corso della propria vita e noi stiamo parlando, nel nostro Paese, di una vera e propria guerra. L'Assessore citava i numeri delle donne morte l'anno scorso, ma anche questo anno, nel primo semestre, siamo arrivati ad oltre 60, 65 vittime.
Questa è ed io la definisco una vera e propria guerra, perché fa una vittima ogni due giorni e mezzo, questa guerra conta già 6.700.000 donne, questi sono i numeri della violenza sulle donne e dell'uccisione delle donne nel nostro Paese.
Noi abbiamo, come Regione Marche, l'ha già detto l'Assessore, progetti e leggi a sostegno del contrasto alla violenza sulle donne ed anche il nostro Paese ha ratificato convenzioni, l'ultima la Convenzione di Istanbul. Abbiamo ratificato, addirittura, nel 1985 un'altra convenzione internazionale che si chiama Cedaw, io stessa l'ho richiamata in un ordine del giorno, in occasione dell'approvazione della legge n. 8 sulle discriminazioni, ma nonostante questo, nonostante l'inasprimento delle pene che c'è stato, che è sicuramente giusto, questi dati non si abbassano.
E' chiaro, è quello che diceva anche l'Assessore, che è un fatto culturale, è inutile negarlo, nella nostra società viviamo ancora in un contesto oppressivo, maschilista, è inutile negarlo. Si parte da una concezione di inferiorità della donna che è data come acquisita nel nostro Paese, chiaro si sono fatti tantissimi passi avanti, sono stati ottenuti dei grandi risultati dal punto di vista delle pari opportunità, ma non basta avere pari diritti, bisogna avere pari opportunità e questo ancora nel nostro Paese non c'è.
Oggi qui ci sono le scuole, voglio dire questo: quello che voi, ragazzi, credete normale, come ad esempio controllare il cellulare della vostra ragazza, dirle con quali amiche deve uscire, o come si deve vestire, che apparentemente può sembrare un gesto d'amore, può sembrare un'attenzione, può sembrare normale, in realtà non è normale, non è normale perché questo è il primo sintomo di una concezione di possesso dell'altra persona che, ripeto, non è normale e non è altrettanto normale per le ragazze accettare questo.
Lì sta il cambio della cultura, lì sta la spiegazione di come i media, la televisione, i giornalisti raccontano le uccisioni delle donne come delitti passionali, raptus di gelosia, troppo amore, ma non si muore di troppo amore, non si può morire di troppo amore, lì sta il cambio culturale che dobbiamo fare nel nostro contesto sociale, culturale, familiare, perché la violenza sulle donne non è soltanto lo schiaffo, non è soltanto la violenza fisica, sono gli apprezzamenti troppo pesanti che si ricevono ogni giorno, è lo svilimento psicologico.
Anche le parole sono violenza, quindi, non limitiamoci alle immagini, a quello che vediamo in televisione, al momento in cui avviene il fatto di cronaca, perché la violenza, come forse è stato già detto dall'Assessore, è una cosa duratura.
La morte, l'uccisione è il gesto estremo di una violenza che spesso dura anni. Dura da anni! E se pensiamo ai nostri contesti familiari, credo che ognuno di noi, donne e uomini, all'interno del proprio contesto familiare o di vita sociale è stato vittima o ha assistito a fenomeni di violenza. Non dobbiamo passarci sopra, non dobbiamo dire: va bene è capitato una volta, è stato un caso, perché questi sono tutti sintomi, ripeto, di una violenza che in realtà è duratura.
Per non rubare ulteriore tempo, dico che è giusto ratificare convenzioni, è giusto andare avanti in questa lotta anche con gli strumenti normativi, però dobbiamo agire, secondo me, su altri livelli che sono innanzitutto l'educazione ed anche il linguaggio.
Non è possibile, cito sempre questa cosa, mi scuso subito per l'adozione di una parolaccia, ma non è possibile che per dire che una donna è in gamba, che fa bene il proprio lavoro, che è capace, che è intelligente, si debba dire che questa donna ha le palle. Non è possibile che per chiamare le donne con il loro incarico sia sminuente dire: la Sindaca, non so, la Avvocato, la Avvocatessa, dobbiamo anche qui fare un passo avanti, non è possibile che se coniughiamo al maschile, allora, ha un senso, ha un'importanza, se lo coniughiamo al femminile è uno svilimento, una diminutio. Bisogna agire anche lì.
Un'ultima cosa sulla quale bisogna agire riguarda gli stereotipi di genere. Bisogna anche fare un grande lavoro, proprio per non dare per scontato come dicevo prima, tante cose che, in realtà, non sono né scontante, né normali, e sulle quali dobbiamo agire.
Spero che il nostro prossimo impegno sia, come già anticipato dall'Assessore, quello di lavorare nelle scuole con gli adolescenti, ancora prima, con i bambini più piccoli perché è lì che si cambia la cultura, per non ripetere gli stessi modelli comportamentali che il nostro modo di vivere la società ci ha imposto e che tendiamo a replicare. Dobbiamo spezzare questa catena, affinché le future generazioni siano migliori delle nostre. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Grazie Consigliera Bellabarba. La Consigliera Ciriaci, che è l'altra componente del Forum, non può essere presente in quanto malata, anzi, credo sia ricoverata. Mi dicono che ha mandato un breve saluto che poi ci verrà consegnato dal capogruppo.
Andiamo avanti, inviterei a venire al tavolo della Presidenza per il suo contributo il rappresentante della Questura di Ancona, il Sostituto Commissario Giorgio Stizza, che ha la parola.
Giorgio STIZZA. Buongiorno a tutti, sono il Sostituto Commissario Giorgio Stizza in forza alla Questura di Ancona e sono il responsabile della Sezione reati contro le persone, all'interno del quale ci confrontiamo quotidianamente con i casi di violenza nei confronti delle donne.
Il tema della violenza contro le donne è un concetto molto ampio e deve essere un attimo circostanziato. Per noi la violenza è qualsiasi reato che può andare dalle forme più gravi dell'omicidio - purtroppo la realtà passata ci ha evidenziato alcune situazioni proprio di reati commessi in danno a donne - fino a forme molto più semplici come la molestia, quella che l'esperienza oggi pone in evidenza, come i casi diffusi e frequenti dei cosiddetti maltrattamenti oppure degli atti persecutori.
Per far comprendere le difficoltà nelle quali noi, operatori di polizia, spesso ci ritroviamo quando abbiamo di fronte casi di violenza in cui la vittima è una donna, utilizzerei un termine della letteratura poliziesca, cioè: scottante.
Perché parliamo di casi scottanti? Perché, purtroppo, questi reati, come si è detto negli interventi precedenti, presentano alcune caratteristiche importanti, che ne rendono difficile anche quella che può essere la ricostruzione e la necessità di portare al magistrato un contributo investigativo importante ed oggettivamente valido da un punto di vista giuridico.
Questi reati spesso avvengono all'interno di luoghi chiusi e, soprattutto, gli autori sono persone che con la vittima hanno avuto legami, collegamenti, rapporti, che possono essere professionali oppure istituzionali, pensiamo agli ambienti come le scuole, pensiamo a determinati ambienti come società, luoghi di lavoro o all'interno, come dicevamo, della famiglia.
L'altro elemento riguarda le condizioni della vittima. La vittima del reato, nel momento in cui arriva a decidere che tali violenze devono cessare è una donna che, da un punto di vista psicologico, è stressata, condizionata, possiamo dire, succube del suo carnefice, difficilmente è nella condizione, come dicono gli psicologi, di aver rielaborato il lutto. La vittima non è collaborativa, difficilmente ci fornisce informazioni importanti per poter, nell'immediatezza, agire con tempestività ed efficacia.
Nell'attività di polizia volta alla persecuzione di questi reati, purtroppo, vengono a scontrarsi due esigenze: l'esigenza fondamentale per noi operatori di polizia di raccogliere nell'immediatezza tutte quelle fonti di prova che possano essere idonee per consentire al magistrato di esercitare l'azione penale, e l'esigenza, la necessità di tutelare la vittima che, come dicevo prima, è in una condizione psicologica stressata. E’ impaurita, è una vittima che non vuol parlare, teme qualche volta per la sua incolumità fisica, per l'incolumità dei figli, perché, come dicevamo, spesso questi reati avvengono all'interno della famiglia e sono commessi anche in presenza di figli minori, quindi, ancora più difficile poterci avvalere di testimonianze, perché anche i minori sono altrettanto condizionati, influenzati dal fatto d'aver assistito e di assistere a queste violenze, quindi, c'è anche, in queste condizioni, la necessità di dover tutelare il minore testimone.
In queste situazioni noi siamo sempre grati alle operatrici delle case accoglienza, delle strutture che ritengo, spero, visto che siamo in un consesso politico, necessario potenziare e che non essere soggette ai cosiddetti tagli, non sto facendo politica, questa è una constatazione oggettiva, fatta in base a quelle che sono le mie esperienze professionali. E' importantissimo per queste vittime, quindi, per le donne, per tutte le persone vittime di questi reati, il supporto sia logistico, quindi la possibilità di dire: "Signora se lei vuole questa sera può non tornare a casa perché abbiamo la possibilità di inserirla in una struttura", che il supporto psicologico, affinché ci sia la consapevolezza della persona di essere stata vittima, e questa consapevolezza porti, per quello che può essere la mia posizione, ad una denuncia e alla persecuzione degli autori del reato. Grazie dell'attenzione.
(Applausi)
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Grazie a lei, do la parola alla Dottoressa Sabrina Contucci, medico del Pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti di Torrette.
Sabrina CONTUCCI. Buongiorno a tutti, un saluto e un sentito ringraziamento per l'invito anche a nome della Dottoressa Anastasia Russi, medico di Pronto soccorso presso l'Azienda ospedaliera Marche Nord San Salvatore, con la quale condivido il compito di raggiungere uno degli obiettivi più significativi del Progetto cooperazione che è quello di creare, nei pronto soccorso di provincia, dei protocolli per l'accoglienza delle donne vittime di violenza.
Le Aziende presso le quali lavoriamo, già da alcuni anni, utilizzano percorsi specifici destinati alle donne vittime di violenza sessuale, e/o maltrattamento, con buoni risultati sull'accresciuta capacità del personale sanitario di riconoscere il fenomeno e sulla qualità dell'accoglienza. Ciò, soprattutto, attraverso la facilitazione, la standardizzazione dell'espletamento delle procedure e dei rilievi necessari, garantendo, peraltro, la completa ottemperanza agli obblighi di legge in materia di rilevamento delle prove e della catena di custodia, al fine di meglio documentare l'atto subìto.
Tutto questo è stato possibile grazie alla lungimiranza e alla forte committenza delle direzioni generali delle Aziende presso le quali operiamo e, soprattutto, grazie all'impegno di tutti i professionisti e operatori coinvolti con un grande sforzo di collaborazione multidisciplinare.
I medici d'urgenza, così come le forze dell'ordine, sono spesso la prima fonte di aiuto per le donne vittime di violenza, perché disponibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, per vocazione finestra e porta aperta verso il territorio. Lo sono in tutti i casi di traumi fisici evidenti, ma costituiscono un osservatorio privilegiato per l'individuazione di casi con manifestazioni subdole.
Alcuni studi hanno dimostrato come i sintomi cronici che determinano frequenti accessi nei dipartimenti di emergenza, pensiamo ad alcune forme di cefalea e dolori addominali, dolori toracici a etiologia non organica, siano correlati ad atti di violenza domestica. L'incidenza e la prevalenza della violenza sono superiori a quelle di molte condizioni per le quali è previsto uno screening routinario.
Nondimeno bisogna ammettere l'esistenza nei dipartimenti di emergenza di alcune barriere che ostacolano il successo dell'identificazione e della corretta gestione della donna vittima di violenza. Barriere sulle quali è necessario lavorare con impegno di energie, tempo, uomini e denaro.
Pensiamo all'organizzazione degli spazi. Il triage nella maggior parte degli ospedali è concepito come aria aperta con facile accesso da parte dei pazienti deambulanti, delle ambulanze e del personale con una fondamentale mancanza di privacy. Le donne vittime di violenza necessitano invece di essere allontanate al più presto dalla sala di attesa e spesso permangono molte ore nei pronto soccorsi prima di trovare la destinazione definitiva.
Pensiamo ancora ai livelli di preparazione del personale: corsi di formazione, programmi di intervento devono essere rinforzati periodicamente per conservare la loro efficacia.
I carichi di lavoro: i pronto soccorsi sempre sovraffollati, sempre più spesso soffocati da accessi incongrui, richiedono la valutazione di più pazienti in tempi più brevi. Nei casi di violenze invece l'anamnesi e l'esame obiettivo devono essere accurati. Alla paziente andrebbe rilasciata una documentazione la più appropriata possibile, corredata di fotografie, documentazione fondamentale per aiutare la paziente in caso di azioni legali. Andrebbero ricercati tutti gli accessi della paziente, anche in altri pronto soccorsi, per rilevare un'escalation nella modalità di violenza.
Infine, ma non certo ultimo, occorre impegnare risorse per incentivare al massimo i rapporti con gli altri nodi della rete: centri antiviolenza, forze dell'ordine, consultori, casa di accoglienza, perché l'ospedale è solo un nodo di una rete estremamente complessa che vede coinvolti una grande quantità di attori, di professionisti che devono imparare a conoscersi, a parlare la stessa lingua, a comprendere i reciproci problemi e necessità, altrimenti si rischia di essere poco incisivi e di perdere tempo, risorse e, soprattutto, di essere scarsamente utili alla donna.
L'auspicio è che tale impegno continui ad essere costante e che formazione e condivisione ci portino a raggiungere risultati sempre più importanti, affinché questo problema sociale e sanitario, possa essere contenuto e si possa dare sempre una risposta più adeguata. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE. Noi ringraziamo lei, dottoressa, e do la parola alla Presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, la Dottoressa Adriana Celestini. Prego.
Adriana CELESTINI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti voi, naturalmente porto i saluti di tutta la Commissione pari opportunità che oltre a me è formata da altre 20 donne provenienti da tutta la regione Marche, con vissuti, esperienza e capacità professionali diverse tra loro, ma che hanno accettato di collaborare per cercare di essere di sostegno, insieme alle istituzioni già presenti sul territorio, a quello che è lo sviluppo delle donne e la loro partecipazione democratica.
Oggi siamo qui a parlare di violenza contro le donne, voi sapete che il 25 novembre è stata la data fatidica internazionale, in cui dappertutto si è parlato di violenza, è bene che questa giornata, fatta qui in Consiglio, non sia nel mese di novembre, per dimostrare che il 25 novembre deve essere sempre, se è vero che questa piaga sociale della violenza noi cerchiamo di combatterla con ogni mezzo e con tutte le nostre forze, soprattutto voi che siete qui in un'Aula dovete legiferare e portare avanti quello che è il sostegno a tutto il tessuto sociale, ivi compresa la parte femminile che non è certo minoritaria.
Se mi consentite vorrei poter leggervi una cosa, due o tre citazioni piccolissime: "Anna Fiume 52 anni uccisa dal figlio con percosse perché si rifiutava di portargli un bicchiere d'acqua. Cettina una donna di Messina, madre di quattro figli, disabile, uccisa dal marito perché non faceva molto velocemente le cose che lui ordinava", vi ho detto questi due esempi, che sono due sui 138 casi di donne uccise quest'anno nel nostro Paese, per dimostrare come spesso dietro la violenza di genere altro non c'è che una banalità del male, una quotidianità di banalità che spesso determinano comportamenti aberranti. Questo perché? E' stato detto, manca una cultura del rispetto dell'altro diverso da sè, manca quella del virtuoso passaggio che ci deve insegnare come si può convivere con persone che possono pensare anche in modo diverso da noi, non è solo un caso tra uomo e donna, è un caso di cittadini, di persone, in un contesto sociale.
Spesso la violenza, nella nostra testa, viene rapportata come violenza sessuale, o violenza fisica, perché sono due forme che più di altre colpiscono l'immaginario, ma voi sapete che accanto a queste 138 donne vittime, che sono entrate a far parte di una casistica pesante, ce ne sono tantissime altre che, come diceva anche la Dottoressa, spesso fanno ricorso alle cure mediche, ma nascondono le loro ragioni, spesso non fanno neanche questo, perché l'esperienza insegna che a volte non sono messe al sicuro quando denunciano, a volte il mostro ritorna, e non c'è forma di prevenzione o di aiuto, di sostegno, che esse possono ottenere, se non si è messa in piedi una rete solida e forte per cercare di aiutarle a denunciare i casi di violenza.
Spesso queste donne non sono neanche in grado, lì per lì, di capire che sono vittime della violenza, perché pensano "Forse se non avessi detto, se non avessi fatto questa cosa non mi avrebbe colpito". Queste donne vanno aiutate a capire che non c'è nessuna ragione al mondo che può giustificare un atteggiamento violento che non è di sole botte, ma anche di parole, come giustamente diceva la Consigliera.
Locuzioni verbali offensive prese nell'età più giovanile, come un fatto di scherzo, uno con l'altro, così non è. Così non è, quindi, noi dobbiamo essere operativi per cercare di ristabilire la cultura del rispetto, cercare di riportarla, però non come abbiamo fatto finora, eppure tanto è stato fatto, credetemi, perché noi con l'Assessore Giorgi siamo andate in giro e abbiamo lavorato, anche prima quando avevamo contatti perché era nell'Ufficio di presidenza del Consiglio, per portare avanti la diffusione di questa cultura, ma alla fine parlavamo ad una élite, a coloro che venivano ai convegni, o ai ragazzi che partecipano ai nostri progetti.
Ben venga l'idea del teatro, con l'altra Commissione abbiamo portato in giro i progetti "Teatri dell'anima" perché si sa che il teatro, l'arte, è il discorso più universalmente compreso e abbiamo coinvolto tutti i ragazzi delle scuole medie superiori della nostra regione.
Abbiamo portato in giro, dicevo, tutte queste cose, però i numeri sono cominciati a salire. Perché? Perché non siamo arrivati a tutti, perché non siamo arrivati a quelli che non verranno mai ai nostri convegni, a quelli che non parteciperanno mai a tutti i progetti che possiamo fare nelle scuole, e questo come si fa? Portando noi stessi, il convegno in mezzo alla gente, e questo è quello che la Commissione ha cercato di fare. Adesso, considerata la stagione, siamo costrette anche noi a ritornare nei luoghi chiusi, ma finora siamo andate nelle piazze, a parlare con le persone, a fare in modo che attraverso simboli e parole, le persone fossero coinvolte a riflettere su questa profonda piaga sociale, perché vedete tutti noi possiamo essere dei carnefici, anche se non arriviamo ad usare mai le parole e la violenza contro chi ci sta vicino. Avete mai pensato alla pesantezza della violenza sociale? Quella che viene perpetrata, magari involontariamente, verso tutte le persone che diventano improvvisamente soggetti deboli della nostra società e nella fattispecie le donne?
Abbiamo mai pensato che noi donne, che pur tanto avanti siamo andate, siamo ancora nella condizione, tutte noi, di non avere la stessa parità salariale, pur facendo lo stesso lavoro? Molte donne che sono impiegate nella grande industria sono costrette a firmare dei contratti in bianco dove accettano i turni di notte e questa era una cosa che era stata tolta per le donne che avevano bambini piccoli.
Le donne sono costrette spesso a firmare contratti in bianco perché se rimangono incinta sono un problema, e in questo modo le possono eliminare!
Noi donne veniamo praticamente costrette a dover fare una scelta tra un lavoro, che spesso non è ambizione di carriera, è necessità quotidiana, e la maternità. Questa è un'altra di quelle violenze sociali che viene fatta e portata avanti quotidianamente.
Dico che, e mi dispiace che i ragazzi siano andati via perché era a loro che mi volevo rivolgere, ma parlo a tutti noi, dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo lavorare insieme perché la cultura del rispetto può essere portata avanti solo se si lavora tutti insieme, cercando di risolvere piccoli e grandi problemi.
Lo so c'è la crisi economica mi viene detto, verranno tagliati i fondi della Commissione perché dobbiamo far fronte a tutto, ma c'è una cosa su cui non si dovrebbe mai togliere nulla, quella della formazione, quella della cultura, quella del sostegno e dell'aiuto a chi socialmente si può trovare vittima di questa situazione.
La Commissione, è ovvio, non fa azioni pesanti come l'Assessorato, perché non ha neanche i mezzi per poter aiutare le donne che già sono vittime, però può fare molto nel campo della prevenzione ed è quello che sta facendo. Stiamo facendo questi convegni in mezzo alla gente, portiamo in giro questa cultura del rispetto come qualcosa da dover ripristinare nelle scuole, lavoriamo con i ragazzi, ma non più quelli delle scuole superiori, perché lì già troviamo un qualcosa di sedimentato che è difficile da perforare, andiamo nelle scuole medie, se possibile, fra un po' cercheremo di andare nelle scuole elementari per cercare di insegnare ai nostri figli e ai nostri ragazzi che la relazione umana passa dall'accettazione di sé, per poter star bene poi con gli altri. Spesso questi ragazzi sono figli di persone violente, a loro volta sono diventate persone violente ed abbiamo gli esempi: il bullismo, le forme di danneggiamento di quelle che sono le strutture scolastiche. Bene su questo si può ancora lavorare e dobbiamo lavorare, è un nostro impegno, al di là di quello che è il ruolo che poi ricopriamo nelle istituzioni, o quanto meno, dobbiamo essere tutti insieme e cercare di capire che qualsiasi danno, qualsiasi violenza, in qualsiasi forma, viene portata a qualcun altro è una forma di violenza che facciamo a noi stessi.
Di questo ci dobbiamo fare carico e per queste ragioni noi dobbiamo essere un po' più unite con un po' più di attenzione, possibilmente, al problema per cercare di risolverlo. La bacchetta magica non ce l'ha nessuno, la violenza probabilmente non riusciremo a debellarla definitivamente, ma non dobbiamo più contare vittime, come quella che ho incontrato, non lei, la vittima, ma i genitori di Lucia Bellucci, insieme all'Assessore Giorgi, quando ci siamo recate a Pergola.
Credo che questo tipo di esperienza, questo tipo di danneggiamento, a quella che è la possibilità di essere estremamente proficua della produttività sociale che potremmo dare, questo noi dovremmo diminuirlo nei numeri, ma se ci muoviamo sempre in ordine sparso, ognuno per proprio conto, cercando di difendere ognuno il proprio giardinetto di azione, cercando di non far avvicinare qualcun altro, questo è un altro errore. Così come io credo che la violenza di genere non è patrimonio assoluto di nessuno, ahimè, è un patrimonio che ci tocca tutti, e dobbiamo collaborare tutti, non pensando che se io faccio qualcosa mi devo guardare dall'altra che lo fa, io devo esserne ben contenta che l'altro, uomo o donna, chiunque sia, perché solo così riusciremo forse ad essere coesi con un problema che ci riguarda tutti, se non direttamente almeno nelle conoscenze che abbiamo. Grazie.
(Applausi)
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Grazie Presidente Celestini, ha la parola all'Assessore Giorgi per una conclusione brevissima.
Paola GIORGI. Un'ultima cosa, invitando anche l'Aula ci piacerebbe dedicare questa giornata importante ad un Cavaliere della Repubblica, a Lucia Annibali.
Lucia è una ragazza di Urbino, vittima di violenza, ma la cosa grande di Lucia è stato proprio il messaggio culturale, la sua reazione, lei ha detto: "Io sono una donna, io sono una donna libera e consapevole" e con il viso sfregiato si mostra alla gente raccontando la sua storia e dando un messaggio potentissimo.
Credo che sia questa la maniera migliore per affrontare questo tema, dei messaggi forti, lei dice: "Io sono una donna libera", e questo ci piace.
(Applausi)
PRESIDENTE. Credo che sia stata una mattinata, un'ora e più, importantissima, fondamentale, anche perché abbiamo, spero, riflettuto insieme.
Abbiamo ascoltato parole significative e veramente drammatiche, perché i racconti che sono stati fatti e le brevissime segnalazioni sono difficili da mandare giù.
Credo che tutti dobbiamo d'ora in poi, insieme, uomini e donne, ragionare su questo fenomeno sconvolgente per una società civile come la nostra.
SEDUTA N. 138 DEL 3 DICEMBRE 2013
La seduta inizia alle ore 11,40
Presidenza della Vice Presidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 138 del 3 dicembre 2013.
Sull'ordine del giorno
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Chiedo l'iscrizione della proposta di deliberazione relativa alla richiesta di proroga, al 20 gennaio 2014, della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulla centrale a biogas, biomasse e centrali eoliche, con la quale si sostituisce anche la neo assessore Giorgi, anche se con un po' di ritardo.
Credo che sia bene accettare questa proroga, perché noi vogliamo lavorare e lavorare bene per una conclusione condivisa e rigorosa, senza condizionamenti pregiudiziali di schieramento.
Abbiamo verificato che la proposta del Presidente Massi è una buona base, che a nostro giudizio va precisata in alcuni aspetti e completata con indicazioni stringenti per tutti gli organi della Regione, una volta approvata, possibilmente all'unanimità, anche per abbattere opposizioni pregiudiziali molto diffuse nel territorio. E' necessaria se vogliamo essere conseguenti agli obiettivi comunitari e alle dichiarazioni che tutti facciamo di puntare alle energie da fonti rinnovabili, quindi, dobbiamo attrezzarci per essere presenti nel territorio e trasparenti.
Un rifiuto, in primo luogo, alla richiesta di iscrizione oggi e alla proroga, significherebbe denunciare una volontà di strumentalizzare una situazione di oggettiva difficoltà della Regione con ripercussioni anche pesanti sul piano finanziario oltre che sul piano del diritto.
Per queste ragioni che ho succintamente motivato, chiedo a tutto il Consiglio di votare la richiesta d'iscrizione all'ordine del giorno della proroga della Commissione fino al 20 gennaio, non è un tempo lungo, tenuto conto che in mezzo c'è il periodo natalizio, che sappiamo molto complicato per lavorare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Tanti colleghi conoscono la situazione, i colleghi del PD hanno chiesto in Commissione la proroga dei lavori della Commissione, naturalmente il sottoscritto ed ma anche gli altri colleghi del centro destra, ritenendo conclusi i lavori, siamo contrari alla proroga.
Voglio precisare una cosa, siamo di fronte a una scelta politica, quindi, ad una dichiarazione politica, la mia posizione è la seguente, lo dico come Presidente della Commissione, senza voler per forza coartare i colleghi: sono favorevole all'iscrizione, però voterò contro la proposta di proroga perché è quello che abbiamo deciso in Commissione, quindi, la proposta è si all'iscrizione, voto contrario alla proroga.
PRESIDENTE. Mettiamo in votazione l'iscrizione d'urgenza della proposta di deliberazione n. 31.
(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei suoi componenti)
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE N. 31
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Proroga della Commissione consiliare d'inchiesta diretta ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche istituita con deliberazione assembleare n. 70 del 23 aprile 2013 e prorogata con deliberazione n. 85 dell'8 ottobre 2013"
(Votazione)
PRESIDENTE. Proposta di deliberazione n. 31, la pongo in votazione, come richiesto dal Consigliere Trenta, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Massi, Carloni.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Malaspina, Marconi, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Traversini.
Contrari: Acquaroli, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D'Anna, Foschi, Marinelli, Massi, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Astenuti: Binci.
(L'Assemblea legislativa approva)
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
Proposta di atto amministrativo n. 70
ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza
"Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2014 - Programma annuale e triennale di attività e di gestione anni 2014-2016"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 70 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Colleghi, il bilancio dell'Assemblea legislativa è finanziato con i fondi derivanti dal bilancio della Regione di cui rappresenta la prima voce di spesa. La relazione che accompagna il bilancio di previsione 2014, espone ed analizza i dati finanziari più significativi dell'ente nell'anno indicato.
Per il fabbisogno 2014 si è tenuto conto della spesa registrata nel 2009, quindi, l'anno di riferimento è il 2009, sulla base del consuntivo approvato, e di quella del 2013 sulla base dei dati dell'assestamento di bilancio che abbiamo approvato pochi giorni fa, perseguendo gli obiettivi di sempre, ma ancora di più significativi quest'anno, di ulteriore contenimento della spesa, indicati nella normativa statale vigente e nel programma annuale e triennale che è allegato alla presente proposta di bilancio.
Il 2009, infatti, deve essere considerato anno di riferimento per la comparazione della spesa.
L'Ufficio di Presidenza nel programma annuale e triennale per l'anno 2014 ha confermato l'obiettivo di contenimento delle spese di funzionamento dell'Assemblea legislativa non predeterminate per legge, contenuto nella normativa statale indicata.
Queste spese del bilancio di previsione per l'anno 2014 registrano un ulteriore diminuzione rispetto all'anno 2013, nonostante l'amministrazione negli anni precedenti abbia già realizzato una consistente azione di riduzione, rispetto alla spesa di riferimento dell'anno 2009.
La scelta dell'entità e della tipologia delle voci di spesa da ridurre è stata effettuata autonomamente dagli organismi assembleari competenti, in modo da sopperire alle esigenze di funzionamento dell'Assemblea, assicurando comunque un risparmio complessivo, più che in linea con quello previsto dal decreto legge n. 78 del 2010 convertito in legge n. 122 del luglio 2010.
Nell'anno 2014, come già nell'anno precedente, l'obiettivo di riduzione della spesa si estende anche alle spese predeterminate per legge, nei capitoli 1 e 7, secondo le disposizioni delle leggi regionali nn. 42 e 43 del dicembre 2012, attuative delle decreto legge 174 del 2012, che tutti conoscete, concernente: "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali".
Con queste leggi regionali si è proceduto alla rimodulazione del trattamento economico dei Consiglieri e degli Assessori e alla rideterminazione dei contributi dei gruppi consiliari, secondo quanto stabilito dalla Conferenza delle Regioni e dalle Assemblee legislative.
Ne deriva, quindi, un effetto di contenimento della spesa, anche se di proporzioni non paragonabile ad altre realtà regionali, essendo i relativi trattamenti tra i più bassi d'Italia.
Do alcuni dati non esaustivi, non completi, perché credo possiate leggerli tutti dagli atti e dai documenti.
La presente proposta di bilancio per l'anno 2014 presume un fabbisogno complessivo di 15.949.452 euro.
Dai dati del bilancio dell'Assemblea relativi all'anno 2014 risulta dunque che la somma complessiva di circa 15 milioni di euro, come ho detto, è inferiore di 204.000 euro, meno dell'1,26%, rispetto al bilancio 2013.
La diminuzione della spesa deriva principalmente dal capitolo 1 e dai capitoli relativi alle spese di funzionamento, a seguito di una maggiore contrazione delle spese rispetto al 2013.
Per il capitolo 1, il previsto risparmio rispetto al 2013, riguarda lo stanziamento per la restituzione dei contributi una tantum versato dai Consiglieri che hanno rinunciato al vitalizio. L'ulteriore risparmio delle spese di funzionamento riguarda essenzialmente i capitoli 3, 5 e 6, con una contrazione di spese dell'1,98% rispetto all’assestamento 2013.
Vorrei dare molto velocemente qualche dato ulteriore rispetto ai capitoli, vi indico solamente il quantum della riduzione.
Sono state ridotte al capitolo 1 le indennità di carica e di missione dei componenti dell'Assemblea legislativa delle Marche, questo è un aspetto che tutti conoscete. Le spese di rappresentanza, di importo veramente minimo, sono state ulteriormente ridotte del 4%.
Al capitolo 3: spese postali, telefoniche, cancelleria, documentazione e biblioteca, servizi informativi, c'è stata una notevole riduzione del 6%, addirittura siamo arrivati al 23,19% in meno.
Al capitolo 4: spese per locazioni, manutenzione, si registra un lieve aumento, perché come sapete ci sarà un incremento, rispetto al 2013, in seguito alla consegna, da parte della società Irma, degli impianti collaudati del palazzo delle Marche, per cui nel 2014 si dovrà provvedere all'adeguamento della struttura. Capite bene che per la manutenzione si dovrà spendere qualcosa in più.
Al capitolo 5: noleggio, manutenzione attrezzature, impianti, arredi, automezzi e strutture informatiche, si segnala una riduzione dell'11,92% rispetto al 2013.
Sono dati che do in maniera molto contratta, chi vuole può verificarli nel dettaglio.
Per il personale addetto all'Assemblea legislativa delle Marche, anche qui, c'è stata una riduzione del 12%.
Al capitolo 7: spese per il funzionamento dei gruppi consiliari, lo stanziamento per l'anno 2014 è pari a 370.000 euro e risulta identico a quello del 2013, ed inferiore rispetto al 2009 di quasi il 32%. E' stato ridotto di circa 100 mila euro l'anno. Già nel 2013, come sapete, si era provveduto all'adeguamento in bilancio secondo le disposizioni della legge n. 43 del 2012 e del decreto n. 174, che prevedevano le riduzioni dei contributi da assegnare ai gruppi consiliari. Questi contributi, l'ho accennato prima, sono stati determinati sulla base dell'accordo Stato-Regioni e tra tutte le Assemblee legislative del Paese. Questi contributi hanno preso come base l'importo riconosciuto ai gruppi dalla Regione più virtuosa - voi sapete, lo diciamo e vogliamo ribadirlo ancora, la nostra Regione è stata presa ad esempio come Regione virtuosa per quanto riguarda le spese per l'Assemblea dei Consiglieri - è stato ridotto della metà, ed infatti è pari a 5.000 euro annui a Consigliere a cui è stata aggiunta una somma complessiva pari allo 0,05 per abitante da dividere per ciascun Consigliere.
Nel capitolo 7 sono comprese anche le spese postali dei gruppi, stimate nello stesso importo dell'anno precedente.
Nel capitolo 8: compensi, onorari, rimborsi per consulenze prestate da enti e privati a favore dell'Assemblea legislativa, lo stanziamento è di 323.000 euro circa e risulta identico a quello del 2013, ed inferiore del 12,91% rispetto a quello previsto nel bilancio 2009. Questa diminuzione, ci tengo a dirlo, deriva dall'azzeramento delle spese per consulenze e prestazioni professionali e dalla riduzione delle spese per convegni ed altro. In tale capitolo è prevista la copertura di alcuni progetti speciali, di iniziative promosse dall'Ufficio di Presidenza, tra le quali la IV^ edizione del corso sulle tematiche europee.
Credo di aver terminato. Grazie.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 70, la pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto ed approvato il processo verbale della seduta n. 137 del 26 novembre 2013 e do per lette le comunicazioni.
Proposta di legge n. 366
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche al titolo VI della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 'Testo unico in materia di commercio' concernente il sistema fieristico regionale"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 366 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. E' una piccola legge di adeguamento della legge regionale sul commercio, dovuta alla soppressione dell'Ente regionale per le manifestazioni fieristiche che non esiste più, quindi, dobbiamo adeguare la legge regionale.
Non esiste più quel sistema incentrato sull'ente fieristico di Ancona che oggi si configura come un sistema diffuso regionalmente, quindi, si demanda al regolamento, da adottare, un meccanismo che permetta di selezionare le priorità e le iniziative da favorire e da incentivare e quelle da valorizzare.
Inoltre si tratta di introdurre un meccanismo che selezioni, valorizzi ed incentivi le manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali.
Questo è un po' il contenuto di questa legge che modifica quella già esistente. Mi pare che si possa tranquillamente dare un parere favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Debbo dire che questa proposta di legge è stata licenziata dalla III Commissione con parere favorevole. Pareri favorevoli anche del Cal e del Crel, conoscenza dell'Aula.
Il Titolo VI regolamenta il sistema fieristico regionale, quindi, c'è da mettere in evidenza che con questo sistema fieristico regionale ci sono stati dei cambiamenti notevoli, a partire dalla legge, se non sbaglio, la numero 14 del 2010, che ha soppresso l'Erf.
In questo titolo VI vengono previsti degli spazi espositivi che non sono permanenti, ma uno spazio diffuso. Le fiere non sono più internazionali, nazionali e locali, ci sono anche quelle a rilevanza regionale, ma c'è la necessità di creare dei meccanismi premiali per quelle manifestazioni che adottano determinati modalità.
Questa è un po' la sintesi di questa proposta di legge n. 366.
E' chiaro che con la soppressione dell'Erf, il sistema fieristico regionale ha subìto uno sconvolgimento. Non voglio certamente rientrare nelle polemiche fatte nella discussione della legge n. 14 di cui ero relatore di minoranza, allora feci presente che la scelta della Giunta di sopprimere l'Erf, era una scelta dettata da motivi prettamente economici, tenendo conto che la Fiera d'Ancora era in grosso deficit rispetto a quella di Civitanova che aveva un bilancio positivo. E' stata fatta quella scelta.
Secondo me quella scelta fu scellerata, perché sono cambiati i sistemi di fiera, se la fiera tiene conto della crisi economica, della crisi industriale, della globalizzazione, è vero che le grosse attività produttive hanno spazi espositivi internazionali e non regionali, ma la piccola e media impresa, di cui è ricca la nostra regione Marche, ne aveva necessità.
La Regione Marche disse che sarebbe potuta entrare in una società pubblico-privata, che non è stata costituita, per non volontà delle Camere di commercio, delle Associazioni di categoria, dei Comuni, delle Province, ora ci troviamo senza nessun sistema fieristico, ma con varie iniziative che hanno perso importanza. Hanno perso la qualità dell'offerta, per cui ognuno va avanti un po' per conto proprio con delle difficoltà enormi.
Questa è una critica, certamente non a questa legge che andiamo ad approvare, ma soprattutto alla politica della Giunta che ha sposato, secondo me, una causa non vincente, dettata da miopia, per chiudere per motivi economici l'Erf, abbandonando quella piccola e media impresa di cui si fa gran parlare nella Regione Marche e che, purtroppo, è stata lasciata a sè. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Faccio notare all'Aula che se la Sinistra avesse votato contro su ben 4 articoli, questa legge non sarebbe stata approvata.
Non lo dico per rivendicare il merito, ma per dire quanto sia inconsistente questa maggioranza che non è capace neanche di difendere i provvedimenti che propone all'Aula.
PRESIDENTE. Voglio ricordare che l'Assessore Canzian, delegato tra l'altro a questo argomento, non è presente in Aula perché ha avuto un grave incidente stradale l'altra notte. Il motivo per cui non è intervenuto l'Assessore di competenza è questo. Va bene, se non ci sono altre dichiarazioni di voto, apro la votazione sull'intero atto.
Proposta di legge 366. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 67
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla deliberazione 13 novembre 2012, n. 56: Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Triennio 2013/2015. Legge regionale 3 giugno 2003, n. 12, articolo 8"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 67 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Abbiamo concordato che parli solo il Consigliere Bucciarelli.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Abbiamo concordato di non intervenire, se non per spiegare all'Aula che questo è un provvedimento approvato a maggioranza in Commissione.
Il sottoscritto ha votato contro, ed ovviamente voterò contro anche qui, per il semplice fatto che, a mio avviso, troppo poca è l'attenzione che si dà all'educazione alimentare. Si continua a salvaguardare le biodiversità, ma i marchigiani non conoscono quello che nelle Marche si produce.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 67. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 350
ad iniziativa della Giunta regionale
"Disposizioni finalizzate ad incentivare l'integrazione istituzionale e territoriale"
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 350 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Eusebi.
Paolo EUSEBI. Grazie Presidente, colleghi, la presente proposta di legge regionale nasce dall'esigenza di incentivare l'integrazione istituzionale e territoriale.
Purtroppo, i sempre più consistenti tagli alle risorse regionali disposti dallo Stato rendono indispensabile l'attivazione di sinergie per ottimizzare le risorse.
In tale prospettiva, la proposta definisce specifiche priorità relative alla concessione di ausili finanziari, contributi e vantaggi economici di qualunque genere, previsti dalla normativa regionale a favore di Comuni e di Province e di altri enti pubblici che hanno attivato forme stabili d'integrazione o che si associano per le finalità oggetto dell'ausilio finanziario del contributo e del vantaggio economico.
La proposta demanda alla Giunta regionale le modalità di applicazione e assegna alla Giunta stessa il termine di 30 giorni dall'entrata in vigore della stessa legge per provvedere al riguardo.
Mi sembra che sia il linea con quanto già disposto da quest'Aula e dai legislatori regionali che ci vede tutti impegnati, pur nella ristrettezza del momento, a incentivare, in ogni modo, gli enti che si associano nelle varie forme per garantire migliori servizi ai cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Noi lo abbiamo detto anche in Commissione, riteniamo questo atto molto fumoso. Credo sia disorganico rispetto a una riforma complessiva, sia un atto declaratorio di buona volontà, per carità, che prendiamo in buona fede, però, sicuramente, non lo vediamo come un atto incisivo su una riforma complessiva che, invece, bisogna fare.
Abbiamo grosse perplessità, naturalmente crediamo che sia stato presentato in buona fede per una dichiarazione di volontà, anche della Giunta, di risolvere, però vediamo ancora molta fumosità, aspettiamo, quindi, i prossimi eventi.
PRESIDENTE. passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 350. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 592
a firma dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli
"Deliberazione Giunta regionale n. 1011/2013 e deliberazione Giunta regionale n. 1195/2013"
Mozione n. 601
a firma dei Consiglieri Cardogna, Binci, Latini
"Portata applicativa delle deliberazioni di Giunta regionale nn. 1011/2013 e 1195/2013"
(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 592 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli e la mozione n. 601 dei Consiglieri Cardogna, Binci, Latini, abbinate. C'è una proposta di risoluzione? No. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. La mozione riguarda in sostanza un problema che non è di nostra competenza, ma che sta toccando un po' tutta l'Italia e anche la nostra regione: la tares.
Penso che ognuno di noi avrà potuto verificare, sui propri territori, l'incisività di questa tassa e di questo tributo, in particolare verso categorie commerciali, quali ristoranti e bar. E' molto pesante ed ha prodotto delle difficoltà nei confronti di una categoria che è importante, perché è una categoria che ancora incide, in maniera forte, rispetto al prodotto interno lordo, che garantisce dei servizi per il turismo, dei servizi importanti per il territorio e quello che salta all'occhio ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, signori colleghi, per cortesia, c'è un brusio in Aula che impedisce a chi vuole di ascoltare. Prego.
Francesco ACQUAROLI. Grazie. Quello che salta all'occhio, il principio di chi inquina paga, potrebbe essere anche un principio condivisibile, però se sostenuto anche da un discernimento specifico, perché poi è, in qualche maniera, antipatico gettare addosso, sempre e comunque alle attività produttive la presunzione di inquinamento o la presunzione di una produzione di inquinamento a priori ed a prescindere.
Questo cosa significa? Significa che nella ridiscussione che il Governo sta facendo, che il Parlamento ed il Senato proprio in questi giorni stanno affrontando, su questi nuovi, credo che si chiamerà Icu, tributi che ...
PRESIDENTE. Consigliere Acquaroli mi stanno segnalando che lei sta parlando di un altro argomento, la mozione n. 592 dei Consiglieri Natali, Romagnoli ed Acquaroli ha un altro tipo di oggetto, sono i lea, i livelli essenziali di assistenza.
Nell'ordine del giorno non è citato l'oggetto, ma solamente i numeri delle deliberazioni, quindi, è comprensibile che sia stato tratto in inganno.
Francesco ACQUAROLI. Non lo so, questa è la mozione del Consigliere Natali, io stavo discutendo l'altra, perché avevamo chiesto ...
PRESIDENTE. Manca l'Assessore ...
Francesco ACQUAROLI. Pensavo fosse questa ...
PRESIDENTE. No, non c'è problema, è un errore comprensibile, ci mancherebbe altro.
Rimandiamo questo punto, quindi le mozioni nn. 592 e 601, abbinate, tra l'altro mi dicono anche simili, uguali, vengono rinviate per mancanza dell'Assessore.
Passiamo alle interrogazioni.
(interrompe il Consigliere Zinni)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.
Francesco COMI. Chiedo scusa ai colleghi Consiglieri, la richiesta del Presidente Bugaro è giustificata ed opportuna, considerando che c'è stata una manifestazione una settimana fa, dieci giorni fa, su questi argomenti. A seguito di quella manifestazione l'Assessore e il Presidente hanno incontrato le associazioni ed hanno convenuto con loro un percorso, in loro assenza oggi, anche non consapevoli di quello che è stato l'esito di quel confronto, credo che rischieremo di parlare a vuoto, per cui, manca l'Assessore, non sappiamo cosa abbiano discusso, chiederei, quindi, di rinviare le mozioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Presidente è deciso il rinvio? Perché io intervengo sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Stiamo parlando di questo.
Raffaele BUCCIARELLI. Intervengo su questo, dicendo che se è un'esigenza per arricchire la discussione credo sia giusto rinviarla, affinché, se le condizioni sono cambiate, parliamo con cognizione di causa e con elementi aggiornati.
Per quanto riguarda, Presidente, il proseguo dei lavori, alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi abbiamo deciso che, esaurita la discussione e l'approvazione o la non approvazione di questa mozione, avremmo discusso la mozione n. 538, abbinata alla n. 578, quindi, prima delle interrogazioni dovremmo discutere questo che diventa il punto 6 bis.
PRESIDENTE. Qual è? Mi aiuta Consigliere?
Raffaele BUCCIARELLI. E' la dotazione infrastrutturale, la logistica nelle Marche, Presidente, due mozioni, una a firma mia e l'altra a firma dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali sono abbinate e parlano di infrastrutture, di logistica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Presidente, scusi se mi sono infervorato prima, ma vorrei dire semplicemente una cosa sulle mozioni nn. 592 e 601 abbinate.
Queste mozioni non entrano nel merito della discussione, ma chiedono l'immediata sospensione di atti.
Presidente Comi, se non vogliamo essere dei pagliacci, quando le associazioni hanno manifestato, hanno chiesto di fermare tutto, noi ratifichiamo l'impegno all'Assessore di fermarsi, mica di auto annullare ciò che ha deciso.
Non sono mozioni che violano l'autonomia politica della Giunta, sono mozioni che noi non dovremmo neanche discutere, dovremmo essere tutti d'accordo nel votarle immediatamente, proprio per conferire il mandato a lei ed all'Assessore di continuare questo percorso. Se no cosa stiamo facendo?
Io non ci sto più a fare il buffone qui dentro, quindi, vi invito a votarle immediatamente, perché chiedono la sospensione ... ho capito ma questa è l'Assemblea legislativa, siamo 43 Consiglieri, se non le votiamo che ci stiamo a fare? E' una mozione mica è una deliberazione!
PRESIDENTE. Io registro una proposta di rinvio da parte del Consigliere Comi e una proposta di andare avanti da parte del Consigliere Zinni, per regolamento devo metterla in votazione, uno a favore, uno contro, (...) si, ma come si configura, l'atto di sensibilità è fine a se stesso.
Ha la parola l'Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. Provo a tranquillizzare anche il Consigliere Zinni, nel senso che nella riunione che l'Assessore ha fatto, che lei citava prima, con le organizzazioni che chiedevano espressamente la presenza dell'Asur, perché è da lì che nasce il problema, è stato deciso - e quindi oggi non è il caso di votare questa cosa per questo motivo - che giovedì, d'accordo le associazione, con tutti, si fa un tavolo tecnico per verificare le modifiche eventualmente da apportare in un altro atto che verrà presentato, quindi, è iniziato il percorso, al di là della Commissione, al di là di tutto, che porterà un risultato a breve, quindi, adesso, non c'è bisogno di questo.
Non c'è bisogno, nel senso che giovedì c'è il tavolo tecnico e la settimana prossima si porterà ...
(interrompe il Consigliere Zinni)
Luigi VIVENTI. L'Assemblea legislativa non rimane fuori, perché una volta che il tavolo tecnico ha ...
(interrompe il Consigliere Zinni)
PRESIDENTE. Ultimo intervento sull'ordine dei lavori. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Non sull'ordine dei lavori, siamo ancora su queste due mozioni, non sull'ordine dei lavori, nel senso che ...
PRESIDENTE. Consigliere Zinni, per favore, sta parlando il collega.
Massimo BINCI. Queste due mozioni evidenziano l'incongruità delle due deliberazioni che prevedono l'accorpamento ...
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, sull'ordine dei lavori.
Massimo BINCI. No, non è sull'ordine dei lavori perché siamo in discussione sulle due mozioni ...
PRESIDENTE. No.
Massimo BINCI. La motivazione sull'ordine dei lavori ... io vorrei motivare ...
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, se cominciamo ognuno a fare un intervento è la fine.
Massimo BINCI. E' un intervento di due minuti per dire che la mozione prende una sola posizione condivisa da tutti, dagli Assessori, dal Presidente Spacca e dai Gruppi consiliari, che è quella di sospendere e di aprire un tavolo sul tema. Quindi mi sembra che ...
PRESIDENTE. Va bene, scusi Consigliere Binci, faccio un riassunto: le due mozioni sono identiche, si può parlare di una sola mozione perché, se voi leggete, i testi sono uguali, se fate una risoluzione e la votiamo, penso che troviamo la quadra, si somma quello che dice l'Assessore, quello che dice il Consigliere Zinni e quello che dicono tutti gli intervenuti. Va bene?
Pongo in votazione la risoluzione sulle mozioni nn. 592 e 601, a firma dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Cardogna, Comi, Binci, Bucciarelli, Zinni, Busilacchi.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 538
a firma del Consigliere Bucciarelli
"Dotazione infrastrutturale e dei servizi in materia di trasporti e logistica della regione Marche"
Mozione n. 578
a firma dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali
"Il sistema di infrastrutture, trasporti, logistica, intermodalità al servizio dello sviluppo del territorio: la Piattaforma Logistica delle Marche"
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 538 del Consigliere Bucciarelli, la mozione n. 578 dei Consiglieri Ricci, Giancarli, Badiali, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. La mozione n. 538 è basata su una considerazione evidente, noi siamo in presenza di una promozione europea, 2014-2020, siamo in presenza di una programmazione nazionale, relativa alle infrastrutture che ha dato delle indicazioni precise, e siamo in presenza della costruenda Macroregione Adriatica, motivo per cui noi siamo preoccupati per la situazione generale.
La regione Marche, unica regione che ha il porto, l’aeroporto e l’interporto, nell'arco di 15 chilometri - un porto internazionale, un interporto che è punto di riferimento della logistica del centro Italia, un aeroporto internazionale - non riesce ancora a giocare un ruolo di prim'ordine nel campo delle infrastrutture, la Regione in quanto istituzione non riesce a coordinare questi tre sistemi trasportistici, combinarli insieme per farli diventare motore di sviluppo.
Ci sono tutte le condizioni affinché ciò avvenga, ma evidentemente nella nostra Regione ancora ognuno preferisce muoversi motu proprio, per conto proprio, anziché coordinarsi.
Oggi, tra l'altro, siamo in presenza di una novità molto positiva, perché abbiamo salutato tutti con piacere, con grande favore la nomina dell'ex Presidente della Camera di Commercio di Ancona, Rodolfo Giampieri, a Presidente dell'Autorità portuale del porto di Ancona, conoscendo la sua sensibilità, la sua capacità e la sua volontà di intervenire in una piattaforma logistica nazionale, abbiamo un elemento in più per poter affermare la centralità di questa Regione in Italia e nelle reti trans europee. Tenuto conto che, per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, le reti trans europee, noi, come porto di Ancona, siamo stati inseriti nel corridoio Helsinki-La Valletta, in quanto il tratto ferroviario Bologna Ancona è stato considerato parte del corridoio, e indirettamente nell'altro corridoio che passa a occidente dell'Italia.
E’ chiaro che c'è bisogno di un'azione forte, decisa, autorevole, da parte del Governo regionale per chiamare, è questo lo spirito della mozione, allo stesso tavolo il responsabili dell'interporto Marche, dell'Aeroporto di Falconara e del porto di Ancona, e svolgere un'azione di coordinamento finalizzata, non solo alla capacità di captare fondi europei, quanto, invece, e soprattutto, per quanto riguarda la gestione unitaria di alcuni servizi che oggi sicuramente sono troppo dispendiosi.
Su questo tema il Gruppo Federazione della Sinistra ha organizzato un Convegno, chiamando tutti i responsabili a consulto, abbiamo ascoltato quello che ci hanno detto, tutti hanno dichiarato la propria disponibilità, quindi, crediamo che finalmente la Regione possa muoversi.
Un esempio per tutti, abbiamo una gestione di passeggeri che è trina, una parte la gestisce l'aeroporto, una parte la gestisce il porto, e per quanto riguarda le merci ovviamente l'interporto, pensate che nel porto di Rotterdam, che opera in un ambito che è almeno cinque volte l'area geografica che comprende porto, aeroporto, interporto di Ancona, c'è una sola società che gestisce tutto.
Quanta dispersione di energia, quanta dispersione economica e quanta difficoltà nell'operare, possono trovare, non solo i passeggeri, ma anche gli operatori economici fruitori della piattaforma.
Chiedo che il Consiglio regionale voti questa mozione, come l'altra, che ha più o meno lo stesso tema, per dobbiamo sollecitare questo Governo che, fino ad ora, per motivi che conosciamo e non conosciamo, non è riuscito ad acquisire l'autorevolezza necessaria per svolgere quel ruolo di coordinatore ed è ora che ciò lo faccia, è ora che diventi l'ente coordinatore e programmatore, anzichè l'ente che gestisce piccole cose che a nulla servono e nessun problema risolvono, questa sarebbe opera accolta e considerata meritoria, soprattutto dagli operatori economici del settore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente, voglio aggiungere non molte cose a quanto già sostenuto dal Consigliere Bucciarelli.
Mi permetto, Presidente, di chiedere, perché è importante, di approvare oggi queste mozioni, così come chiedeva ora il Consigliere Bucciarelli - poi dirò perché siamo in presenza di passi significativi che sono stati compiuti, tra l'altro in modo unitario - mi permetto di chiedere di iscrivere al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta, il punto 16, ovvero le mozioni che trattano del porto di Ancona, è importante che noi oggi approviamo questo atto, ma credo che un approfondimento sul porto debba essere fatto, quindi mi permetto di chiederle questo.
Quando parlo di passi significativi in modo unitario mi riferisco alla nomina del Presidente dell'Autorità portuale. Noi oggi abbiamo alla guida dell'Autorità e del comitato portuale una persona, un marchigiano che ha diretto prima una grande organizzazione come la Confcommercio, poi è stato Presidente della Camera di Commercio ed oggi ha avuto questa nomina, quando ci si muove unitariamente, la Regione, il Ministero, il Ministro Lupi, si ottengono questi risultati.
Noi abbiamo un Presidente che è persona seria, persona legata ed espressione di questo territorio, credo che questo sia un primo passo per muoverci in direzione di quel coordinamento tra le infrastrutture strategiche di questa nostra regione che insieme costituiscono la piattaforma logistica delle Marche: porto, aeroporto, interporto.
Tra l'altro voglio sottolineare questo dato che è scritto nel libro bianco dell'Unione Europea nel quale sono fissati obiettivi chiari: il 30% entro il 2030, il 50% entro il 2050, del trasporto merci, sopra i 300 chilometri, dovrà viaggiare su modalità diverse dalla gomma. Credo che questo dato sia sufficiente per dirci quanto deve essere modificato l'approccio che oggi abbiamo rispetto alla mobilità delle merci.
Credo che l'obiettivo è stato già richiamato, non può che essere l'Europa e, quindi, non soltanto la costituzione della Macroregione Adriatico-Ionica, ma anche le infrastrutture viste dentro questa ottica, ed il Consigliere Bucciarelli ricordava la diramazione e l'estensione fino al porto di Ancona del corridoio Helsinki-La Valletta. Voglio anche ricordare il fatto che attendiamo questo voto dal Parlamento europeo, non so se sarà un voto positivo, però finora è stata condotta un'azione determinata ed un primo risultato c'è stato, ed è stato quel voto della Commissione trasporti del Parlamento europeo che ha deciso di far sì che il corridoio Baltico Adriatico non si fermi a Ravenna, il nostro obiettivo era l'intera dorsale adriatica, ma almeno arrivi fino al porto di Ancona.
Detto questo e chiudo, concordo su due punti essenziali, non soltanto con la mozione di cui potevano parlare anche i Consiglieri Ricci e Badiali che insieme a me ne sono i firmatari, l'obiettivo di questa mozione è quello del coordinamento fra le infrastrutture della nostra regione che consideriamo strategiche, ma questo fatto delle infrastrutture vogliamo collocarlo dentro un quadro più generale che è quello di spostare più a sud il baricentro dell'Europa.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.
Paola GIORGI. Grazie Presidente, intervengo solo per dire che esprimo piena condivisione rispetto a questa mozione.
Negli interventi, se pur brevi, sono state dette le cose essenziali. Secondo me, la cosa prioritaria da evidenziare è che sono effettivamente cambiate le condizioni, perché più volte, in passato, si era cercato di mettere intorno ad un tavolo i tre attori principali ed arrivare ad una condivisione.
Sono cambiate le condivisioni perché sono cambiate le guide di alcune di queste strutture, questo è un elemento importante, c'è una volontà di collaborazione diversa che noi abbiamo già iniziato a mettere in situazione positiva.
Veniva evidenziato il tema della Macroregione, veniva evidenziato, giustamente, il fatto che siamo nel momento in cui stiamo predisponendo la nuova programmazione europea 2014-2020, la Giunta lavora per obiettivi tematici, chiaramente quando parliamo di mobilità sostenibile di persone e merci e di promozione di sistemi di trasporto sostenibili e di intermodalità, noi vogliamo, condividendo la volontà dell'Assemblea, investire parecchio.
E' fondamentale anche il ruolo macro regionale, tra l'altro come Paese Italia insieme alla Serbia abbiamo lavorato all’individuazione delle progettualità legate alla connettività - stiamo ancora lavorando, i lavori sono in corso fino a metà dicembre - questo tema rientra in maniera prepotente e da protagonista, quindi, piena condivisione.
Ci possiamo anche rivedere, mi prendo l'impegno, ci diamo una scadenza tra un mese o entro gennaio, per capire quali passi effettivi sono stati fatti, mi prendo questo impegno così ci riconfrontiamo. Saremo ancora nel momento della programmazione, saremo in fase di approvazione del Por, quindi, potremmo vedere quali risorse, effettivamente, abbiamo messo. Speriamo che l'auspicio del Presidente Giancarli, di prolungare il corridoio Baltico fino al porto di Ancona, abbia un esito positivo. E’ chiaramente una situazione in divenire, io sono assolutamente disponibile ad un aggiornamento, anzi è importante confrontarsi per andare avanti per strategie ed obiettivi comuni, grazie.
PRESIDENTE. Mozione n. 538.
Emendamento sulla mozione n. 538 a firma del Consigliere Bucciarelli. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 538, così come emendata, la pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 578. La pongo n votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 598
a firma dei Consiglieri Cardogna, Camela, D'Anna, Zaffini, Marangoni, Marinelli, Massi, Binci, Bucciarelli, Ricci, Eusebi.
"Tutela dei prodotti agroalimentari Made in Italy"
(Votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 598 dei Consiglieri Cardogna, Camela, D'Anna, Zaffini, Marangoni, Marinelli, Massi, Binci, Bucciarelli, Ricci, Eusebi. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Chiedo, se è possibile, l'iscrizione al primo punto del prossimo ordine del giorno del punto 16, perché legato a quanto abbiamo detto oggi.
PRESIDENTE. Se nessuno è contrario, iscriviamo il punto 16 al primo punto della prossima seduta.
Bene siamo nell'impossibilità di svolgere le interrogazioni perché la Giunta non c'è, non c'è nessuno che risponde, (...) ho capito, ma non ci sono interrogazioni che riguardano voi due, sono costretto a chiudere il Consiglio, non è cattiveria, abbiamo esaurito tutti i punti.
Gli Assessori Malaspina e Viventi hanno le risposte alle interrogazioni n. 835 della Consigliera Foschi, e n. 869 e n. 687, abbinate, dei Consiglieri Marangoni e Latini.
Interrogazione n. 835
a firma della Consigliera Foschi
"Gestione della Comunità alloggio per persone con disturbi mentali in Pesaro"
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 835 della Consigliera Foschi. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.
Luigi VIVENTI. La risposta potrebbe essere breve: per la competenza comunale, però ho visto che l'ufficio ha fatto una risposta articolata colgo l'occasione, non so se vuole che gliela consegni per risparmiare il tempo, per leggerla.
La leggo, la risposta breve per il mio carattere sarebbe: la competenza è comunale, però gliela leggo tutta.
La "comunità alloggio per persone con disturbi mentali" è una struttura sottoposta ad autorizzazione ai sensi della l.r. 20 del 2002, la cui competenza è in carico al Comune dove la stessa è localizzata e le cui attività di verifica sono in capo al Comune stesso, il quale può avvalersi della Commissione tecnico-consultiva costituita presso ciascun Ambito territoriale sociale e presieduta dal coordinatore dell'Ambito medesimo.
Questa era la parte che le dicevo io, che la competenza è del Comune, poi seguono altre specificazioni, però la competenza è del Comune.
Relativamente alle altre domande specifiche che lei fa, faccio presente che:
- la "comunità alloggio per persone con disturbi mentali" di cui trattasi è sita a Pesaro in Via Petrarca, 18 ed è gestita dalla cooperativa sociale T41 la quale è anche titolare della stessa;
- la struttura è stata regolarmente autorizzata dal Comune di Pesaro, ai sensi della legge regionale che citavo prima;
- la ricettività è di 8 posti di cui 7 attualmente coperti.
Il regolamento di autorizzazione prevede tra i requisiti minimi organizzativi necessari per avere l'autorizzazione l'adozione, da parte dell'ente titolare, della carta dei servizi, nella quale devono essere riportate: le finalità e le caratteristiche del servizio, le modalità di accesso e di dimissione degli ospiti, l'organizzazione e le regole della vita comunitaria, la quota di compartecipazione alle spese di gestione a carico di ciascun ospite, le modalità di collegamento con la rete dei servizi territoriali ed infine le modalità di tenuta del registro delle presenze.
In analogia con quanto previsto per le residenze protette per anziani - ugualmente sottoposte ad autorizzazione ai sensi della l.r. 20/2002 - per le quali è stato esplicitamente indicato l'obbligo di concedere servizi di carattere alberghiero, non previsti tra i requisiti minimi organizzativi, solo su richiesta, anche nel caso della struttura di cui trattasi, come di tutte le strutture di cui alla normativa sopra citata, per cui si seguono le stesse modalità.
Le azioni volte al controllo amministrativo/contabile sui rimborsi di quota parte della retta giornaliera visti i ricoveri e le assenze a vario titolo degli utenti sono di competenza dell'Asur/Area Vasta per quanto riguarda l'applicazione della convenzione per il pagamento delle prestazioni di carattere sanitario e del Comune di residenza della struttura per tutto ciò che concerne il mantenimento dei requisiti di autorizzazione ai sensi della legge sopra citata.
Sulla specifica situazione abbiamo notizie circa un forte coinvolgimento del Comune di Pesaro sulla situazione il quale ci ha comunicato che:
a. quando il familiare dell'utente ha sottoposto il problema, i servizi sociali del Comune e il Dipartimento salute mentale lo hanno affiancato in una serie di riunioni chiarificatrici, chiedendo alla cooperativa di produrre ogni utile documentazione per dimostrare le spese effettuate;
b. quando a distanza di tempo (oltre due anni) il familiare si è ripresentato in Comune con gli stessi dubbi, in una riunione la cooperativa ha dimostrato le spese personali intercorse nel periodo di ospitalità dell'utente;
c. considerato inoltre che esiste uno specifico atto di delega del fratello del paziente ricoverato, e ora deceduto, alla cooperativa sociale T41 per la gestione del libretto di risparmio e per tutta un'altra serie di questioni inerenti la gestione, la custodia e l'amministrazione del patrimonio mobiliare, la questione rientra a questo punto nella competenza della magistratura, nel caso si ritenesse di adire per vie legali; nel qual caso si valuterà la situazione a giudizio avvenuto. Ad oggi non ci sono state evidenziate irregolarità da parte degli organismi deputati al controllo.
Il progetto obiettivo salute mentale ha permesso in questi anni l'utilizzo, nel rispetto delle specifiche competenze, di un'ampia gamma di strutture socio-sanitarie e sociali alternative al ricovero in strutture inadeguate, come erano i manicomi prima della riforma della legge 180, sostenendo il lavoro di cura in carico alle famiglie, molto spesso lasciate sole in questo gravoso compito. A tale proposito faccio presente che è in corso un lavoro di riordino dell'offerta residenziale e semi residenziale sociale e socio-sanitaria relativa in particolare alle strutture per anziani, per disabili e per soggetti psichiatrici relativamente agli standard, ne abbiamo parlato prima, al fabbisogno di posti letto, alla compartecipazione alla spesa, al sistema tariffario che apporteranno ulteriori elementi di appropriatezza e di trasparenza nel sistema. Lo auspichiamo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Io mi dichiaro totalmente insoddisfatta, sia per la risposta che secondo l'Assessore Viventi sarebbe stata propria, ovvero quella che la Regione non ha nessuna competenza, la competenza è comunale, che per il resto dell'intervento che ha letto.
Questa interrogazione denunciava un atto gravissimo, ovvero, secondo la denuncia del parente, l'appropriazione indebita da parte del Presidente che gestisce una cooperativa di alloggio per persone con disturbi mentali, del libretto di uno dei suoi ricoverati, non dimostrando nemmeno adeguatamente come avesse utilizzato i risparmi della persona ricoverata, addirittura dopo la morte di quest'ultimo.
Penso che l'Assessorato della Regione ai servizi sociali dovesse quanto meno preoccuparsi di verificare …
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Lei mi dice che la Regione non ha nessuna competenza in merito ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. La Regione partecipa finanziariamente al mantenimento di queste strutture e non penso che si possa ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Voi non avete nemmeno appurato, voi avete chiesto esclusivamente al Comune come stavano le cose, …
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Nell’interrogazione io le ho chiesto se non ritesse doveroso censurare il comportamento ...
(interrompe l’Assessore Viventi)
Elisabetta FOSCHI. Si, va bene, prendo atto che c'è una Regione che nell'ambito dei servizi sociali non verifica nemmeno come funzionano le strutture che dovrebbero far fronte ai problemi di chi ha disagi psichici, di chi ha disagi di altro tipo e che lo fa solo se interviene la magistratura, dopodiché se vengono indicati disservizi o problemi, per la Regione va tutto bene, perché deve essere qualcun altro a controllare.
Interrogazione n. 869
a firma del Consigliere Marangoni
"Armi chimiche e ordigni della seconda guerra mondiale nel Mare Adriatico. Mappatura, monitoraggio e bonifica dei siti inquinati. Numero di siti conosciuti presenti di fronte al litorale marchigiano"
Interrogazione n. 687
a firma del Consigliere Latini
"Questione armi chimiche abbandonate in Adriatico"
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 869 del Consigliere Marangoni e n. 687 del Consigliere Latini, abbinate. L'Assessore Malaspina consegna a mano al Consigliere Marangoni la risposta all'interpellanza n. 46, quindi, la diamo per svolta.
Ha la parola l'Assessore Malaspina per rispondere alle interrogazioni.
Maura MALASPINA. Rispondo alle interrogazioni n. 869 del Consigliere Marangoni e n. 687 del Consigliere Latini, che sono abbinate, poi, se il Consigliere Latini vorrà, potrà avere la risposta scritta.
La situazione attuale, quella relativa alla presenza di ordigni bellici in tre siti localizzati davanti alle coste del pesarese, è stata recentemente monitorata con campagne di monitoraggio dedicate, sia nel 2011 che nel 2012, dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Regione Marche (Arpam).
In entrambe le campagne non è stata rilevata la presenza di arsenico nei sedimenti marini in undici siti di campionamenti limitrofi a quelli di rilevamento degli ordigni bellici. I valori riscontrati non hanno mai superato gli standard di qualità ambientale (SQA) previsti dalle normative ambientali.
Gli interventi di bonifica delle sabbie/fanghi dei fondali marino-costieri pertanto non sono ritenuti attualmente necessari.
Gli interventi di bonifica dei fondali attraverso la rimozione degli ordigni bellici non sono di competenza regionale e per questo verrà sollecitato nuovamente il Ministero dell'ambiente e dei trasporti. Ad oggi non è chiara la situazione di quanti siano i siti di deposito nelle acque marino costiere lungo tutta la costa marchigiana.
Alle richieste della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro, di effettuare un'indagine più approfondita per accertare con puntualità dove, quanti ed in che stato si trovino i depositi di ordigni bellici, non è stato dato alcun riscontro da parte del Ministero.
Punto due – Consiglieri Marangoni e Latini - non si è a conoscenza, ad oggi, di altre situazioni analoghe a quella descritta al punto precedente, per i tratti marini e marino costieri prospicienti la costa della regione Marche.
In riferimento alla richiesta dei Presidente della Giunta Marche al Ministero della Difesa del 9 febbraio 2010, sollecitata dal Sindaco del Comune di Pesaro nello stesso anno, e alle interrogazioni parlamentari del 2011 ancora senza risposta, verrà rinnovata richiesta di chiarimenti e quali azioni il Ministero vorrà intraprendere a breve, in primis la verifica della localizzazione di altri potenziali siti e la loro quantificazione esatta.
Punto 3, la Regione Marche non ha competenze per effettuare le bonifiche dei fondali marini, qualora venisse riscontrata la presenza di ordigni bellici e l’eventuale contaminazione dei sedimenti marini da sostanze chimiche rilasciate dagli ordigni stessi.
Tuttavia le attività di controllo ambientale delle acque marino costiere, in adempimento della direttiva quadro sulle acque (WFD), e di quelle marine, in adempimento della direttiva sulla Strategia Marina (MSFD), predisposte dalla Regione Marche ed attuate dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Regione Marche (Arpam), garantiscono la capacità di rilevare possibili contaminazioni da parte di sostanze riconducibili agli ordigni bellici, oggetto della presente interrogazione.
Qualora venissero rilevate ed indicate nuove localizzazioni di siti si provvederà ad effettuare gli accertamenti necessari per verificare eventuali contaminazioni in atto, sia delle acque che dei sedimenti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Assessore, apprezzo la sincerità, però non basta, nel senso che l’Assessore un po' ci ha detto che la Regione è competente e un po' che non ha notizie di armi chimiche, ne ha notizie molto marginali, ho sentito al punto 1, ed insufficienti ed ha chiesto al Ministero che ancora deve rispondere.
Un invito perché le coste del pesarese, ma non solo quelle, diciamo, tutta la Regione Marche, hanno diritto di sapere quante e quali armi chimiche ci sono nel proprio mare, il Mare Adriatico. Quanti ordigni della seconda guerra mondiale ci sono, perché è un diritto dei cittadini sapere queste cose che si riverberano sulla loro salute.
L'invito che faccio è quello di stimolare ulteriormente i competenti Ministeri affinché diano risposte certe e chiare su quantità e qualità delle armi chimiche. Grazie.
Maura MALASPINA. Va bene, però, io non ho detto che non abbiamo notizie, perché notizie ne abbiamo e ben precise: non è stata rilevata la presenza di arsenico nei sedimenti marini in undici siti di campionamenti limitrofi a quelli di rilevamento degli ordigni bellici e l'Arpam sta vigilando continuamente. Qualora verremo a conoscenza dell'esistenza di siti bellici faremo le opportune operazioni.
Interpellanza n. 54
a firma del Consigliere Cardogna
“Asse viario Marche-Umbria e Quadrilatero di penetrazione interna – Maxilotto 2 – Opere ricadenti nell'ambito territoriale provinciale di Ancona - Mancata applicazione dell'art. 4 del D.Lgs n. 227/2001 e dell'art. 12 della l.r. n. 6/2005 in punto di riduzione e compensazione di superfici boscate”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 54 del Consigliere Cardogna. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Giorgi.
Paola GIORGI. In relazione all'interpellanza, n. 54, presentata in data 29 marzo 2013, a iniziativa del Consigliere Cardogna avente per oggetto: "Asse viario Marche-Umbria e Quadrilatero di Penetrazione interna - Maxilotto 2 - Opere ricadenti nell'ambito territoriale provinciale Ancona - Mancata applicazione dell'art. 4 del decreto legislativo n. 227 del 2001 e dell'art. 12 della I.r. n. 6 del 2005 in punto di riduzione e compensazione di superfici boscate" si rappresenta quanto segue.
Risposta al punto 1:
Sublotto 1.1 strada statale 76 - tratti Fossato di Vico - Cancelli e Albacina - Serra San Quirico.
Il progetto definitivo dell'intervento in oggetto è stato approvato con prescrizioni e raccomandazioni dalla delibera Cipe n. 13 del 27 maggio 2004.
L'istruttoria Via statale per la SS76 aveva dato luogo a parere positivo con prescrizioni del 21 maggio 2004 da parte della Commissione Via Speciale.
A detta Commissione era stato inviato il parere regionale di competenza perfezionato tramite D.D.S. Progettazione, OO.PP., Via, Attività Estrattive n. 17/POP del 3 febbraio 2004, ili parere regionale era stato composto a seguito di convocazione di Conferenza e i Servizi a cui erano stati initati tutti gli Uffici regionali gli enti e in generale tutti i portatori di interessi. Nella Conferenza, svoltasi il 29 gennaio 2004, erano stati raccolti pareri pervenuti, così come riportato nel documento istruttorio del sopra citato decreto. In particolare era stata posta particolare attenzione alla salvaguardia delle aree protette e per tali aree era stata prescritta la compensazione ambientale del materiale vegetativo sacrificato consistente nella piantumazione compensativa del quadruplo delle specie isolate e abbattute. Tali prescrizioni sono state recepite in parte dalla dlibera del CIPE 13 del 2004 che nell'Allegato n. 4 riporta al punto c) interventi di mitigazione, ingegneria naturalistica e opera a verde: dovranno essere, sviluppati tutti gli interranti di ripristino e mitigazione previsti nello Studio dì Impatto Ambientale e nella successiva documentazione integrativa (incluso il Capitolato delle opere in verde che dovrà prevedere, tra l'altro i capitoli relativi alla qualità e provenienza dei materiali, le modalità di esecuzione dei lavori, la manutenzione delle opere a verde, le fonti di approvvigionamento d'acqua) nonché la quantificazione dei costi.
Per quanto riguarda le opere di mitigazione di ingegneria naturalistica, si deve fare riferimento al documento del Ministero dell'Ambiente "Linee Guida per Capitolati Speciali per Interventi di Ingegneria Naturalistica e Lavori di Opere a Verde" del settembre 1997 in particolare, tutti gli interventi di sostegno in terra rinforzata o in muro cellulare vanno obbligatoriamente inserite durante la costruzione, specie arbustive autoctone in radice o per talea. Poiché tale arredo deve essere permanente in fase di progettazione esecutiva dovrà essere dettagliato un piano almeno quinquennale post collaudo,di manutenzione e cura dell'arredo verde con i relativi costi con particolare riferimento all'arredo arboreo e arbustiva prevista.
Sì dà comunque atto che le opere di sistemazione a verde e di consolidamento con tecniche di ingegnerie naturalistica sono attualmente previste negli allegati dell'elaborato A1 dell'integrazione al SIA emesso in data 13 novembre 2003, in tale allegato sono riportate le sezioni tipo delle opere a verde.
Viene riportato inoltre nello stesso Allegato 4 Cipe considerata la notevole importanza naturalistica dell'area interessata, in fase di esecuzione dell'opera dovrà essere posta la massima attenzione al fine di non compromettere le condizioni locali del reticolo idrografico ed evitare sottrazioni delle coperture, vegetali, sarà inoltre necessario prevedere un'attenta mitigazione degli impatti al fine di arrecate il minor disturbo possibile alle componenti biotiche presenti nell'area. Al riguardo dovrà essere previsto il potenziamento e la ricostruzione di fasce dì vegetazione ripariale interessata dalle opere, il ripristino mediante messa a dimora di essenze arbustive autoctone delle ree in recluse, delle aree di cantiere, delle aree di svincolo e delle zone adiacenti i lati della strada, concordando tali interventi con gli Enti locali interessati e con l'Ente Parco della Gola della Rossa e Frasassi.
Il CIPE quindi, con delibera n. 13 del 27 maggio 2004, ha approvato, con le sopra riportate prescrizioni, il progetto definitivo relativo alla SS76. La successiva entrata in vigore della l.r. n. 6 del 2005 non può quindi trovare applicazione, infatti l'approvazione sostituisce ogni altra autorizzazione, approvazione e parere comunque denominato, e consente la realizzazione di tutte le opere, prestazioni e attività previste nel progetto approvato. In merito alla legislazione all'epoca vigente in tema di tutela dei boschi erano comunque vigenti la l.r. n. 52 del 1974 ed il decreto legislativo n. 227 del 2001.
Si rappresenta che per quanto riguarda la legge regionale alla Conferenza dei servizi svoltasi in Regione il 29 gennaio 2004 erano stati invitati tutti gli Uffici regionali, gli Enti e in generale tutti i portatori di interessi che dovevano esprimersi sul tema della tutela della vegetazione. I pareri raccolti hanno contribuito a comporre il parere regionale e quindi le prescrizioni finali del CIPE.
In merito al decreto legislativo n. 227 del 2001, e più nello specifico all'articolo 4, si rappresenta che all'epoca non era stata individuato dalla Regione nessuna soglia dimensionale (cosi come previsto al comma 3 dello stesso articolo) e quindi era di fatto inapplicabile. La dimostrazione di ciò è che nella proposta di legge diventata poi l.r. n. 6 del 2005 era riportato che con questa legge si sarebbe recepito anche il decreto legislativo n. 227 del 2001; di fatto nella legge poi non è stata individuata alcuna soglia, tanto che è in fase di predisposizione una nuova proposta di legge regionale che individua il limite minimo per la compensazione ambientale dovuta alla riduzione della superficie boschiva a partire da 2.000 mq.
Risposta al punto 2.
Sublotto 2.1 . Pedemontana delle Marche - tratto Fabriano - Matelica nord.
Nella seduta del 30 aprile 2012 il CIPE ha approvato, con prescrizioni e raccomandazioni, il progetto definitivo della Pedemontana delle Marche, tratto Fabriano - Matelica nord. Il tratto funzionale approvato ha inizio con innesto sulla SS 76 Val d'Esino in prossimità di Fabriano, località Pian dell'Olmo, e termina con lo svincolo di Matelica in località Pian dell'Incrocca per una lunghezza di circa 8 chilometri.
Lo stesso CIPE con delibera 27 maggio 2004, n. 13 aveva approvato, con prescrizioni, il progetto preliminare della «pedemontana marchigiana», che collega Fabriano a Sfercia/Muccia e si articola in 6 lotti per una lunghezza complessiva di 42,5 km. L'intervento in oggetto è stato sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale, la Regione Marche si è espressa con proprio parere, perfezionato con DDS n. 44 del 6 maggio 2010, raccogliendo i contributi degli uffici regionali e degli Enti competerti.
La Regione Marche ha inoltre espresso il consenso alla localizzazione dell'opera, sentiti i Comuni interessati, conformemente a quanto stabilito nella precedente deliberazione di Giunta regionale del 10 maggio 2010 n. 783, con "prescrizioni e indicazioni progettuali".
Con nota 14 luglio 2010, n. 17486, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha trasmesso il parere della Commissione VIA in merito alla ottemperanza dei progetto definitivo della "pedemontana delle Marche", alle prescrizioni e raccomandazioni di cui alla delibera n. 13 del 2004, nonché alle condizioni riportate nel parere di compatibilità ambientale del 21 aprile 2004, con ulteriori prescrizioni e raccomandazioni.
Nell'Allegato 1 alla del CIPE 58 del 2012 è tra l'altro riportato:
Prescrizioni - prima parte
Si dovranno indicare nel programma dei lavori del progetto esecutivo le fasi di realizzazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale. Dette opere dovranno essere avviate contestualmente all'infrastruttura e programmate al fine della più rapida realizzazione.
Punto 2 - Il piano di monitoraggio ambientale allegato al progetto esecutivo dovrà adeguarsi alle norme tecniche dell'allegato 21 del decreto legislativo n. 163 del 2006 e in particolare riguardo alla definizione delle soglie di attenzione e alle procedure di prevenzione e di risoluzione delle criticità già individuate da tutti i soggetti competenti o che emergeranno dalle ulteriori rilevazioni ante-operam. Dovranno altresì essere giustificati alla luce delle predette valutazioni tutti i criteri di campionamento nello spazio e nel tempo, esplicitando le modellistiche ed evidenziando in particolare le situazioni di criticità richiedenti misure più approfondite rispetto agli standard medi adottati.
Al punto 5 - Si dovrà aggiornare il piano tipologico post-collaudo per la manutenzione a cura dell'arredo verde sulla base di quanto risultante dai progetti esecutivi.
Al punto 8 - Nel progetto esecutivo dovranno essere individuate e cartografate piante e vegetazione protetta ai sensi della legge 7 dell'85 verificando soluzioni alternative all'abbattimento e, se del caso, attestando l'impossibilità di soluzioni tecnologicamente valide e diverse da quelle comportanti l'eventuale abbattimento di vegetazione protetta.
Al punto 9 - Nel progetto esecutivo selezionare lungo il tracciato dell'opera, le aree ove effettuare la compensazione ambientale del materiale vegetale sacrificato, consistente nella piantumazione compensativa del quadruplo delle specie abbattute.
Al punto 22 - Per i tratti stradali in adeguamento per i quali il progetto non prevede altro utilizzo futuro fuorché la dismissione, si chiede la completa demolizione delle opere e la rinaturalizzazione delle aree sottese.
Al punto 37 - Il monitoraggio ambientale dovrà essere eseguito sia ante aperam (durante il periodo di redazione dei progetto esecutivo) che durante l'esecuzione dell'opera e post operarn.
Raccomandazioni, seconda parte:
a) richiedere apposita autorizzazione alla Comunità montana di Camerino per quanto riguarda gli interventi che incidono con l'assetto forestale ricadente nel territorio di sua competenza.
b) affinché la nuova viabilità non diventi una barriera all'interno del paesaggio rurale, questa dovrà relazionarsi il più possibile con l'ordine dei segni presenti (orditura dei campi, morfologia, idrografia, ecc.) e il suo equipaggiamento vegetale dovrà ancorare la strada al disegno del paesaggio, così da accelerare la metabolizzazione dell'infrastruttura stessa al paesaggio.
c) per le aree boscate interessate dal tracciato, ove possibile per le alberature di pregio sia previsto l'espianto e il reimpianto in zone idonee per condizioni ambientali.
d) le scarpate e le opere di contenimento del terreno (cestoni, muri fioriti o altro) risultino possibilmente già inerbite al momento della fine dei lavori.
f) tutte le opere di mitigazione vegetale e di reimpianto previste nel progetto definitivo e che verranno ulteriormente dettagliate in fase di progettazione esecutiva, dovranno essere realizzate con l'assistenza continua di esperti botanici e agronomi e con l'obbligo di una verifica dell'attecchimento e vigore delle essenze piantate entro tre anni dall'impianto. Le essenze trovate seccate alla verifica di cui sopra saranno sostituite con altre di uguale specie con successivo obbligo di verifica triennale. Si intende che le opere di mitigazione vegetale dovranno essere realizzate il più possibile in contemporanea con il procedere dei cantieri: compatibilmente con la tipologia di lavorazioni da eseguire e con la stagionalità delle essenze da piantumare, al fine dì giungere al termine degli stessi con uno stato vegetativo il più avanzato possibile e vicino, quindi, a quello previsto a regime dal progetto.
Risposta al punto 3: tutte le opere si inseriscono in un contesto orografico molto complesso e di particolare pregio ambientale. A tal fine nel 2012 è stato definito con il Contraente generale il piano di monitoraggio ambientale (per il quale l'atto aggiuntivo è in corso di stipula nei primi mesi del 2013) che comprende attività di controllo e di verifica degli eventuali effetti sul territorio, al fine di migliorare le prestazioni ambientali dell'opera e realizzare l'infrastruttura nel rispetto del contesto naturale e paesaggistico. In tale quadro e nello spirito di garantire la piena trasparenza delle attività è prevista la condivisione dei dati di monitoraggio ambientale con tutte le amministrazioni ed enti interessati (Ministero dell'Ambiente, Regioni, Province, Comuni, Arpa, Ato, Compartimenti Anas, eccetera) tramite accesso a sito internet dedicato - allo stato in via di sviluppo - per la consultazione della relativa banca dati.
Questo era relativo all'asse viario quadrilatero. Per quanto concerne, visto che parliamo di opere di compensazione, un tema molto caro al Consigliere Cardogna, la situazione della riforestazione, quale opera compensativa della A14, la Giunta ha approvato lo schema di accordo tra i singoli Comuni che dovranno effettuare le opere. Adesso lo schema generale di tutto l'intervento di riforestazione è in attesa del parere finale del Ministero dell'ambiente, ci hanno detto che entro il mese di dicembre dovrebbe arrivare questo parere, quindi, a questo punto le procedure di Via saranno state esplicitate e potranno partire le fasi attuative dei progetti, grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.
Adriano CARDOGNA. Ringrazio l’Assessore per l'articolata risposta che mi ha dato, prenderò lo scritto che ha letto e valuterò con calma se i punti che noi sottoponevamo alla sua attenzione ed all'attenzione della Giunta trovano risposte esaustive nella relazione che gli uffici hanno fatto. La ringrazio.
PRESIDENTE. Bene, questo era l'ultimo atto. Chiudiamo qui la seduta del Consiglio, alla prossima settimana.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,15.