Resoconto della seduta n.138 del 17/09/2019
SEDUTA N. 138 DEL 17 SETTEMBRE 2019

La seduta inizia alle ore 11,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Prima di iniziare la seduta mi sembra d’obbligo rivolgere un pensiero alla Consigliera Pergolesi che oggi è assente in quanto ieri, purtroppo, ha perso il compagno, quindi a nome di tutta l’Aula rivolgo a lei le più sentite condoglianze.
Dichiaro aperta la seduta n. 138 del 17 settembre 2019. Do per letto il processo verbale della seduta 137 del 30 luglio 2019, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4, dell’articolo 53, del Regolamento Interno.
Richiamo inoltre ai sensi del comma 5 dello stesso articolo l’attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell’Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento Interno.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la seduta odierna ci sono alcune modifiche all’ordine del giorno, la Conferenza dei capigruppo ha già dato parere favorevole all’iscrizione di due mozioni, la n. 534 e la n. 537, se non ci sono obiezioni le inseriamo nell’ordine del giorno odierno.
Inoltre c’è la richiesta di rinvio della proposta di legge n. 257 ad iniziativa del Consigliere Bisonni che, se non ci sono obiezioni, la rinviamo ad una prossima seduta.
Sull’ordine del giorno odierno la Conferenza si è espressa così: inizieremo con la mozione n. 537, a firma dei Consiglieri Urbinati, Biancani, Giancarli ed altri, che riguarda il Gruppo UBI Banca, poi tratteremo al secondo punto la proposta di legge n. 247 ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni, Cesetti, a seguire la proposta di legge n. 276 “Rendiconto generale della Regione per ‘anno 2018” e poi di seguito l’ordine del giorno come previsto.
Se non ci sono obiezioni rispetto a questa organizzazione dei lavori, procediamo.

Comunicazioni ai sensi del comma 4, dell’articolo 55, del Regolamento interno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Sono d’accordo, Presidente come ero d’accordo in Conferenza dei capigruppo, ad una piccola condizione che tutti coloro che hanno chiesto le anticipazioni dei punti, ha nominato delle persone ben precise, siano presenti fino alla fine dei lavori perché io ho una mozione all’ultimo punto all’ordine del giorno e la vorrei discutere, non ho chiesto l’anticipazione perché c’è un ordine del giorno e c’è un ordine cronologico, desidero che le persone che ha nominato siano presenti fino alla fine della seduta, consentendo che i lavori del Consiglio si svolgano regolarmente.

PRESIDENTE. Raccogliamo il suo invito e procediamo.

Mozione n. 537
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Biancani, Giancarli, Cesetti, Leonardi, Zaffiri, Celani, Marcozzi, Maggi, Minardi, Marconi, Casini, Sciapichetti, Carloni, Bisonni
“Decisione del Gruppo UBI e UBI Banca di esternalizzazione di alcuni servizi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 537 dei Consiglieri Urbinati, Biancani, Giancarli, Cesetti, Leonardi, Zaffiri, Celani, Marcozzi, Maggi, Minardi, Marconi, Casini, Sciapichetti, Carloni, Bisonni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ricorderete tutti la famosa frase “Finalmente abbiamo una banca”, noi possiamo dire che nelle Marche avevamo una banca che era Banca Marche.
Comincio da questo perché in quest’Aula si è discusso molto di Banca Marche, non solo perché era la banca del territorio, non solo perché era la banca delle nostre imprese, delle nostre famiglie, dei nostri risparmiatori, ma perché c’è stata anche una Commissione d’indagine, presieduta dal Consigliere Carloni, e voglio partire proprio dalle sue considerazioni finali, brevemente, non ve le leggo tutte.
Sulla base dei dati raccolti e dei resoconti delle audizioni svolte, una delle più grandi debolezze di Banca Marche era costituita dall’amministrazione della banca, risultata come non in grado di gestire una situazione debitoria, che soprattutto a partire dal 2011 aveva assunto dimensioni allarmanti.
Si fa riferimento anche alle Fondazioni quando si scrive: “le Fondazioni proprietarie di Banca Marche non sono esenti da responsabilità”.
Leggo poche cose, faccio riferimento ad alcuni punti.
Da quanto è emerso nel corso delle attività istruttorie svolte dalla Commissione è possibile concludere che particolari debolezze si evidenziano sia nella figura del Direttore generale che in generale nei componenti il Consiglio di Amministrazione. C’è poi un richiamo all’intervento del commissariamento, comunque queste considerazioni finali sono agli atti, non si può infine tacere il terzo livello di criticità, è stato rappresentato dalle filiere di controllo istituzionale, vale a dire dall’attività svolta sia dalla Banca d’Italia che dalla Consob, rispetto alla quale non può non rilevarsi uno scarto tra risultanze istruttorie e la realtà che poi drammaticamente si è verificata.
Resta il fatto, e vado alla sintesi del lavoro della Commissione, che le responsabilità molteplici e diffuse hanno concorso a determinare un danno sociale ed economico alle famiglie, alle imprese, facendo un danno di non poco conto, come dicevo, all’economia marchigiana, alle famiglie marchigiane e così via.
Riparto da un punto della Commissione che è quello che interessa oggi, che ci tocca da vicino rispetto alle esternalizzazioni a cui nella mozione diciamo “no”, quindi non soltanto ringrazio, voglio farlo, i Consiglieri Urbinati, Biancani, che insieme al Presidente Ceriscioli hanno partecipato alla manifestazione a Pesaro, io insieme all’Assessore Bora ho partecipato a quella di Jesi, che insieme a me hanno firmato la mozione, ma tutti i colleghi che l’hanno firmata, sono molti, perché dobbiamo fare in modo che questa banca sia davvero vicina al territorio, davvero vicina alle Marche e non faccia pagare ai lavoratori.
L’ultimo passaggio della Commissione d’inchiesta: “E' necessario ricostruire con la clientela una relazione basata sulla fiducia, puntando al rilancio etico, industriale e relazionale dell’intermediario, con benefici non solo per gli attuali lavoratori, clienti e portatori di interessi economici ed istituzionali, ma per l’intero territorio marchigiano favorendo la creazione di nuova occupazione, ristabilendo l’importante legame con la comunità locale che oggi sembra gravemente compromesso”.
Il decreto legge 183/2015 ha portato alla risoluzione di quattro banche, oltre alla nostra Banca Marche, di cui ho parlato finora, c’erano la Banca Etruria, la Cassa di Risparmio di Chieti, la Cassa di Risparmio di Ferrara. Questo decreto ha segnato la risoluzione di queste quattro banche e nelle Marche ha segnato la fine della nostra.
Il Gruppo UBI ha accettato di salvare, termine impegnativo, sapete che il prezzo d’acquisto è stato irrisorio, inglobando la parte buona delle quattro banche fallite e l’UBI, con questa operazione di acquisizione, ha messo in conto anche il numero di personale ed ha anche valutato il ritorno economico dell’acquisizione. Infatti l’Amministratore Delegato di UBI ha dichiarato che l’utile 2018 del Gruppo UBI è stato il migliore risultato degli ultimi dieci anni, a tale risultato hanno contribuito sicuramente anche queste banche acquisite, anche Banca Marche, e hanno contribuito i lavoratori tutti, un grande ruolo l’ha giocato anche l’acquisizione. Oltre ai lavoratori anche il territorio marchigiano ha contribuito, hanno contribuito anche i risparmiatori marchigiani e una politica del credito nei confronti dell’economia marchigiana deve essere fatta.
Nonostante le rassicurazioni del gruppo il 4 ottobre 2018, ne parlavamo ieri anche con i Consiglieri Sciapichetti e Micucci, è stato chiuso il Centro elaborazione dati di Pie di Ripa di Macerata, con il trasferimento dei dipendenti nel Polo di Jesi, con un conseguente aumento della depressione in quel territorio, in parte del territorio marchigiano, sia in termini di occupazione che di riduzione dell’indotto.
Oggi il Gruppo UBI ha intenzione di cedere dei lavoratori ad una nuova società, ad una Newco del Gruppo, costituita a luglio 2019, una società che ha poco a che vedere con il mondo bancario, quindi la preoccupazione nostra, delle organizzazioni sindacali, è che su questa operazione, di cui non ravvisiamo e non condividiamo le motivazioni, non riusciamo a scorgere una precisa connotazione che possa permettere nel tempo la continuità di questa società.
Le manifestazioni, perché questo ha toccato da vicino diverse piazze italiane, per quanto riguarda le Marche ho ricordato Pesaro e Jesi, che ci sono state si sono focalizzate su alcuni punti, il primo: nell’accordo dove stava scritta l’esternalizzazione? Dove finiscono le rassicurazioni sulla tenuta occupazionale? Dove si possono attuare forme, e sicuramente è possibile, di contenimento dei costi, di persone? Non certo in questo modo e poi ricordavo l’utile mai raggiunto, come nel 2018.
E allora? Se è vero che l’UBI è la nostra banca, questo lo dicono i dipendenti, ma credo di poter dire che è anche la banca dei marchigiani, essa deve sostenere l’economia marchigiana, soprattutto quella della piccola impresa, è la banca anche dei risparmiatori, e quindi l’UBI garantisce e deve garantire anche un futuro.
Ecco perché nella mozione scriviamo che impegniamo il Presidente e la Giunta regionale, anche se, come ricordavo, sia l’Assessore Bora, che vedo qui in Aula, sia il Presidente hanno già partecipato alle manifestazioni di Pesaro e di Jesi, “a prendere immediati contatti con i vertici di UBI Banca, ad aprire un tavolo tecnico per evitare l’operazione di esternalizzazione dei servizi e il conseguente piano di esuberi, alla luce di quanto evidenziato dalla Commissione d’indagine dell’Assemblea legislativa regionale delle Marche; ad interagire con i vertici di UBI Banca per l’attivazione di una diversa politica di accesso al credito, per soddisfare le reali esigenze delle imprese, delle famiglie, dei territori, dei risparmiatori della nostra regione al fine di generare nuovamente quella fiducia da parte dell’utenza che costituisce la vera essenza dell’attività bancaria”.
Questa è la parte di carattere generale, ma c’è anche una parte che una maggioranza come la nostra non vuole sottovalutare, anzi che ha al centro, perché noi abbiamo a cuore le persone e la loro dignità, ed è il problema della tutela dei diritti dei lavoratori.
Anche da questo punto di vista, come dicevo prima, non soltanto con Jesi e Pesaro, ma anche con le altre sedi che sono interessate a questo aspetto (Bari, Bergamo, Brescia, Cuneo, Chieti, Milano) vogliamo costituire una rete positiva per far si che gli obiettivi previsti nell’acquisizione della banca stessa, obiettivi che sono nostri, siano rispettati: una politica più generale per il credito, la presenza di istituti che garantiscano la crescita armonica dei nostri territori. Quindi tutela dei diritti dei lavoratori da un lato, crescita dell’economia marchigiana dall’altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Credo che questa mozione che poc’anzi ha illustrato il Consigliere Giancarli sia estremamente importante per il nostro territorio, per la nostra regione, perché con la proposta che sta portando avanti UBI Banca ha gettato la maschera, ha gettato la maschera su quello che vuol fare nel nostro territorio, vuole soltanto una banca di fatto, senza servizi per questa regione fatta di oltre 160.000 piccole e medie aziende, un tessuto economico estremamente importante per la nostra comunità, vuol fare quello che in altre occasioni, in altri momenti, in altre situazioni, ho già denunciato: il raccoglitore economico di questa realtà marchigiana.
Questo è il fatto, ecco perché dico che ha gettato la maschera, ha gettato la maschera avendo fatto già dei provvedimenti che riguardano la chiusura di agenzie sul nostro territorio, quindi c’è una programmazione seria di UBI Banca per impoverire questo nostro territorio.
Il dispositivo di questa mozione impegna la Giunta, l’esecutivo, che in questo momento è quello che può, dovrebbe e deve trattare con autorevolezza con il gruppo UBI Banca perché quando hanno rilevato la Banca, che aveva delle difficoltà, ha preso un altro impegno. Quell’impegno lo deve mantenere, dobbiamo chiederlo e lo chiede senz’altro l'Aula questa mattina con forza dicendo: “Cari amministratori dell’UBI Banca non potete usare le Marche per farne un raccoglitore economico dei nostri risparmi”. Questo lo dico con cognizione di causa perché ho incontrato diversi dipendenti ex Banca Marche che sono costretti a telefonare ai marchigiani e dire: “Venite nella nostra banca a versare i vostri risparmi”, usano i lavoratori della ex Banca Marche per fare queste operazioni, l’ho detto e lo ripeto perché in diversi mi hanno segnalato questo lavoro che non è tale, di fatto è un call center, da impiegati di banca sono diventati operatori di un call center, chiamano i marchigiani per chiedere di versare i loro risparmi. E' scandaloso, lo dico al Presidente che dovrà trattare, che dovrà rivendicare il ruolo della nostra regione, purtroppo stanno accadendo questi fatti che sono di una gravità inaudita. Giustamente questo Consiglio stamattina sta discutendo di questo argomento ed approvando questa mozione mandiamo un segnale politico pesante all’Amministratore ed al Presidente di UBI Banca.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Uso questo intervento anche per fare la dichiarazione di voto favorevole alla mozione, che ho voluto sottoscrivere.
Ringrazio i presentatori per la tempestività di un intervento su un tema essenziale per la nostra regione, per l’importanza che aveva la Banca delle Marche, la banca della nostra regione, per l’economia, per le piccole imprese, che aiutava ed aveva un ruolo prioritario erogando credito, conoscendo le realtà territoriali e aiutando le nostre imprese. Purtroppo ciò è avvenuto negli anni passati, è avvenuto anche con il cosiddetto decreto “salva banche”, che fra le quattro banche vedeva coinvolta anche Banca Marche, che poi è stata acquisita per quattro soldi da UBI Banca, una realtà lontana, che ha come scopo prioritario il profitto e non guardare magari alle realtà territoriali. Oggi quelle scelte passate fatte anche dalla politica le stiamo pagando sul nostro territorio. Mi auguro che la mozione, che giustamente impegna il nostro Presidente, che impegna la governance regionale, non venga disattesa dalla medesima governance nazionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Sarò brevissimo. Vorrei innanzitutto ringraziare un po' tutti i gruppi politici di quest'Aula per aver deciso di sostenere questa mozione che ho presentato insieme al Consigliere Giancarli ed al Consigliere Urbinati, l’abbiamo presentata velocemente perché, come avete potuto capire, questa è una situazione piuttosto recente.
Abbiamo partecipato alle iniziative di Pesaro e di Jesi e devo dire che il Presidente si è impegnato direttamente perché, come diceva il Consigliere Giancarli, ha partecipato all’iniziativa di Pesaro, quindi è importante che oggi scaturisca un voto unanime da parte di quest'Aula a sostegno di questi lavoratori.
Riteniamo non corretta l’operazione che UBI Banca sta portando avanti perché gli impegni assunti erano ben altri, erano impegni che dovevano garantire la continuità lavorativa e davano ampie rassicurazioni rispetto alla tenuta occupazionale, ribadivano che l'istituto di credito voleva essere la banca del territorio, vicina alle esigenze sia dei cittadini che delle imprese, che hanno bisogno di una banca territoriale che possa sostenere le imprese in questo momento che non è sicuramente semplice.
Non dico altro per non ripetermi rispetto a quello che ha già detto il Consigliere Giancarli, ricordando che ad oggi i lavoratori coinvolti sono 197, quindi non parliamo di un paio di dipendenti, che sarebbe comunque grave, ma di quasi 200 lavoratori che dovrebbero entrare in questa società esterna rispetto all'attuale posto di lavoro, consapevoli che l'azienda esterna vivrà fino a quando avrà commesse da chi l'ha fatta nascere e nel momento in cui non ci saranno il loro posto di lavoro sarà a rischio.
Quindi, grazie di nuovo all'Aula per aver deciso di sostenere questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente. Voterò a favore di questa mozione, però lasciatemi dire qualcosa in più perché i dati che abbiamo letto negli ultimi mesi su Banca Marche sono fortemente preoccupanti.
La chiamo ancora Banca Marche, perché di fatto quella è la struttura, anzi mi sento di dire che chi l'ha acquistata, se si può parlare di acquisto, non ha fatto niente di più di quello che già c'era sul territorio, anzi forse qualcosa ha tolto, allora cominciamo a guardare le cose per come sono.
Noi siamo i rappresentanti del popolo marchigiano, dei cittadini marchigiani che ci hanno eletto, questi signori su forti indicazioni e pressioni, ovviamente di Banca d'Italia e dei soggetti preposti, hanno acquistato quattro gruppi per un euro, la nostra banca depurata dai crediti deteriorati (NPL), depurata di tutta la parte non interessante, non core e soprattutto non performing, è stata acquistata per un euro.
Cominciamo col dire che solo in Italia può succedere che il Commissario che decreta l'insolvenza bancaria di un istituto di credito diventa poi il Vicepresidente dell'istituto che l'acquista, e questa non mi pare un'anomalia su cui si può soprassedere.
La mia opinione sull'attuale Vicepresidente l’ho già espressa molto tempo fa, quindi non ho bisogno di ribadire quello che pensavo allora, ma abbiamo il dovere, almeno noi che siamo gli eletti di questa regione, di dire la verità o quanto meno di provare a dirla. Questa inopportunità mi sembra il caso di farla rilevare qua dentro, ribadisco: chi era preposto a salvare la banca e ne ha dichiarato l'insolvenza oggi è il Vicepresidente della Banca che l’ha comprata per un euro. Non faccio nessuna valutazione di merito, penso che chiunque di noi possa capire cosa significa.
Detto questo, UBI Banca nella Regione Marche e nel territorio marchigiano, come ha dichiarato alla stampa, sta facendo un'importantissima raccolta, ma non sta portando avanti gli impieghi, come secondo me è opportuno che faccia. Non sta a noi decidere le politiche di un'azienda, però quando queste impattano con il tessuto economico, sociale, ed anche con la storia di un territorio, possiamo forse cominciare a dire qualcosa.
La maggior parte delle filiali sono in fase declassamento, quindi c'è un ritiro dal punto di vista dei livelli occupazionali, c’è un disguido tra quello che la banca raccoglie e quello che impiega in questo territorio, facendo venir meno tanti soldi che servono all'economia reale, alle piccole e medie imprese e alle famiglie.
Da ultimo, poi, come regalo verso le Marche, la scelta di lasciare fuori dal gruppo e dalle società del gruppo tutti i dipendenti che sono no core, cioè quelli amministrativi che svolgono funzioni diverse da quelle del credito.
Ricordo all’Aula, perché probabilmente nella mozione non è molto chiaro, l’accordo che fu firmato prevedeva la possibilità che per gli esuberi, a lungo andare, nei successivi piani industriali di UBI Banca, si doveva tener conto dell'intero montante dei dipendenti di UBI Banca, una quantità di dipendenti, sono decine di migliaia di dipendenti UBI Banca, non credo che questo sia l'esubero che cambia i numeri di un istituto come questo, e sicuramente non lo si fa durante l'esercizio finanziario perché magari alla fine dell'anno potrebbe esserci delle uscite per la legge 100 e per altre forme, come i famosi scivoli che si fanno a fine anno per i dipendenti che sono prossimi all’età pensionistica. Credo che le formule in un gruppo di così tanti dipendenti per poter assorbire quell'esubero c'erano, non c'era bisogno di considerare l’esubero in relazione ai dipendenti assorbiti da Banca Marche.
Invece questo è stato fatto, secondo me, in modo inopportuno, e la politica non può non rilevarlo, perché le società veicolo sono state create allo scopo di assorbire questi dipendenti. In realtà il piano industriale prevede un esercizio che è sempre accessorio ad UBI Banca, che darà a questa società dei servizi da svolgere conto terzi. A quel punto è lì la politica che deve incidere e in modo particolare chi governa questa Regione, politica che su questa vicenda è stata silenziosa dall'inizio, troppo silenziosa.
L'impegno che noi abbiamo davanti, al di là della mozione e di questi esuberi, è quello di tener conto che rispetto al gruppo UBI questi esuberi non sono da considerare opportuni perché hanno un montante di dipendenti talmente vasto che su quello va calcolato l'esubero e non sui soli dipendenti assorbiti da Banca Marche.
Inoltre c'è una diversità di trattamento tra i dipendenti di Banca Marche e i dipendenti di altre banche regionali, penso ad esempio a Banca Etruria, io non ho letto di esuberi nella zona di Banca Etruria, evidentemente c'è una differenza di trattamento.
Infine, in tutta questa vicenda c'è il nostro futuro perché questo istituto, quello che rappresentava il retail sul territorio, impatta enormemente sull'avvenire delle imprese e non si può non tenerne conto, Questa banca non sta facendo impieghi, sta facendo grande raccolta sul nostro territorio, però noi abbiamo bisogno di un sistema del credito che funzioni, che dia sostegno alla piccola e media impresa e che rafforzi la fragilità che in questo momento sta vivendo il nostro sistema economico, in particolare la piccola e media impresa marchigiana. Se non c'è il credito a sostegno dell'impresa sarà sempre più difficile uscire dalla coda di questa crisi.
Da più anni si fotografa nelle Marche una situazione di credit crunch, di totale mancanza di erogazione del credito, specialmente su quell'impresa che fa fatica a lavorare senza gli affidamenti, e questo sta generando crisi dentro la crisi.
Credo che quello che dobbiamo far passare come messaggio oggi, votando questa mozione, è che il comportamento di questo gruppo bancario, nel nostro territorio, doveva tener conto del ruolo sociale ed economico che doveva assumere come responsabilità verso le Marche, cosa che non è stata fatta e probabilmente sulle spalle e sulla pelle dei marchigiani si sono consumate ben altre trattative, ben altri interessi e ben altri giochi.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Ho condiviso e sottoscritto la mozione per dare un segnale politico forte alla governance di UBI Banca, che oggi ha un ruolo totalmente opposto a quello che aveva Banca Marche: la banca del territorio, la banca vicino alle imprese. Questo passo è importante perché oggi UBI Banca, come abbiamo ascoltato, fa raccolta e non impiega. Purtroppo la nostra realtà aziendale, formata per lo più da piccole e microimprese, ha bisogno di credito e l’UBI Banca non fa questo.
Sono d'accordo con chi ha detto che utilizza i dipendenti di Banca Marche per fare raccolta e non impiego, e questo è gravissimo anche perché noi lo stiamo dicendo qui, ma l'avevano già anticipato i dipendenti di Banca Marche, che avevano il timore che UBI Banca avrebbe avuto nel futuro un ruolo totalmente diverso da quello di Banca Marche in questo territorio.
Con questa mozione rafforziamo la vecchia linea che aveva Banca Marche, la banca vicina alle imprese, perché oggi il tessuto produttivo marchigiano è formato da piccole e microimprese che hanno bisogno di credito, credito che è diminuito negli anni, quindi, con questa mozione, ripeto, dobbiamo dare un segnale forte alla governance di UBI Banca.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. A nome del mio gruppo ho firmato convintamente questa mozione e non voglio fare alcuna polemica nel momento in cui ci sono delle persone e dei ‘capo famiglia’ che stanno perdendo il posto di lavoro. La firma è per questa cosa, ma comunque devo dire che le responsabilità politiche vengono da lontano.
Banca Marche è stata coinvolta in speculazioni, raccomandazioni, la sofferenza è avvenuta anche su questioni politiche, che sono state sollecitate, che hanno messo in difficoltà questo istituto, e alla fine UBI Banca è entrata ed ovviamente è un'impresa privata che cerca di fare utili e sta facendo il proprio interesse.
Ad Ancona c'erano gli sportelli di Banca Marche e di UBI Banca uno si fronte all'altro, nella stessa via, quindi si sapeva chiaramente che uno dei due sarebbe stato chiuso, come si sapeva che l'esternalizzazione è nel piano industriale di tante aziende private che guardano soprattutto all'utile per dare i dividendi ai propri azionisti.
Prima di diventare Consigliere regionale lavoravo con la grande distribuzione e ricordo quando un grosso gruppo marchigiano fu acquisito da una multinazionale milanese, del nord Italia, la prima cosa che fece fu di esternalizzare molti servizi, compresa l'amministrazione, licenziò i dipendenti che fece riassumere – solo gli elementi più importanti che servivano al funzionamento di questo settore molto strategico – dall’azienda privata a cui aveva esternalizzato. Quindi, questa operazione non mi meraviglia, però noi qui vogliamo dare un segnale politico ed io ho firmato, a nome del gruppo, questa mozione, perché siamo sempre a fianco delle persone che tutelano la loro occupazione, perché il lavoro è un diritto e noi sosterremo in tutte le maniere, in tutte le forme, questa mozione e tutte le azioni politiche a sostegno di questi lavoratori che, loro malgrado, vedono a rischio la loro occupazione pur avendo fatto sempre il loro dovere con professionalità e con dedizione. Voteremo a favore di questa mozione in maniera convinta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Su questa vicenda siamo già intervenuti altre volte, anch'io ho presentato un paio di mozioni che denunciavano il mancato rispetto degli accordi. Penso al trasferimento di un importante servizio con più di 100 dipendenti da Macerata a Jesi, quando nei patti iniziali relativi al trasferimento della proprietà queste cose non erano previste. Assistiamo continuamente a delle trasgressioni.
La denuncia va bene, siamo di fronte a una situazione a dir poco grottesca, e mentre parlava il Consigliere Carloni ricordavo le vicende della Commissione d'inchiesta della precedente legislatura, nella quale abbiamo ascoltato cose che non possiamo ripetere perché abbiamo un vincolo di segretezza, ma che denotavano la falsità e l'ipocrisia anche nelle responsabilità più alte degli organi dello Stato e del Governo.
Sono mancati i controlli almeno da parte di tre soggetti che non nomino, tre controlli importanti sono mancati e chi doveva tutelare i risparmiatori nulla ha fatto ed alla fine la situazione della banca è a tal punto degenerata che sembrava inevitabile che questo dovesse avvenire. E' la situazione in cui uno non dà da mangiare e quando alla fine vede che la persona sta per morire di fame dice: “Guarda, visto che stai morendo di fame ti do il colpo di grazia per non farti soffrire”, questa è un po' la vicenda di Banca Marche anche perché abbiamo visto che in tante altre parti d’Italia, invece, la soluzione è stata diversa.
Ormai mi sembra che questa premessa sia diventata patrimonio comune, al di là delle appartenenze politiche, al di là di chi ha avuto responsabilità in alcuni casi anche organi tecnici, quindi credo, e mi aggancio a quanto diceva il Consigliere Giancarli, che questa colonizzazione bergamasca della nostra regione possa finire solo in un modo, l'unico modo in cui può finire, con quanto stiamo facendo, sicuramente con le denunce che stiamo mettendo in campo e sicuramente con i presìdi e la mobilitazione sindacale che i lavoratori stanno conducendo. Ahimè, parlando con loro in più occasioni, perché ho amici sindacalisti che si occupano della vicenda, ho consigliato di fare uno sciopero generale di sette, otto, dieci giorni”, mi hanno risposto: “Se lo facciamo l’azienda è tutta contenta perché risparmia in quanto non paga per 7/8 giorni e magari a fine mese chi non ha lavorato è pure accusato di non aver rispettato i budget e si becca pure dei provvedimenti disciplinari o diminuzioni di stipendio”. Una situazione veramente incredibile.
Di fronte a questo rimane solo una soluzione: ci vuole l'intervento pubblico in economia, ci vuole l'intervento pubblico in finanza. Il Consigliere Giancarli non l’ha detto perché lui è un mite socialista, un ex comunista, ormai è diventato quasi più democristiano di me, lo stimo per la sua lucidità nella previsione dei ragionamenti e la previsione di questo ragionamento è semplice: ci vuole l'intervento pubblico in economia, ci vuole l'intervento pubblico in finanza, non dico una cosa da leghista, perché la Lega questo lo sostiene da sempre, né da comunista, perché non lo sono mai stato, sinceramente sono sempre stato anticomunista. Dico questa cosa da democristiano ancora in attività, caro Consigliere Celani, lo dico perché di fronte a queste cose, di fronte ad una palese ingiustizia, la nostra Costituzione afferma che esiste un limite, che non può essere stabilito dalla contabilità economica o finanziaria di un'istituzione anche privata, il limite è dato dal bene comune, è dato da un atto di giustizia che solo il pubblico può fare.
Con questo non sto immaginando una cosa che non avrei fatto mai, cioè quella di comprare le banche in difficoltà, questo no, però il Ministero del tesoro, nella persona del neoministro può intervenire, questo lo può fare perché il Ministero del tesoro, per legge e per Costituzione, mantiene il controllo della Banca d’Italia per alcuni aspetti, soprattutto per la gestione delle banche.
Non è vero che si può fare quello che si vuole, e quindi un intervento che salvi o aiuti a salvare l'economia di un territorio che ha già subìto tre grosse bastonate. La crisi generale noi l’abbiamo subita più di altri perché in questa regione il manifatturiero era ed è l'80% dell'attività industriale; abbiamo subìto una crisi internazionale e non ci siamo ancora ripresi, non dico che non ci riprenderemo più, ma ancora non ci siamo ripresi, per noi il raggiungimento dei livelli pre-crisi, che altre Regioni hanno già raggiunto, necessita ancora, dicono gli analisti, di almeno 5 anni. Abbiamo avuto il terremoto e non sto qui a fare l'ennesima sottolineatura ed anche questa vicenda ci ha tolto, in un momento di grande difficoltà, un volano economico e il credito fondamentale che non è stato sostituito perché, diciamocelo chiaro. Qualche anno fa dicevamo: “Tanto interverranno gli istituti nazionali, la rete delle BCC faranno …” no, perché anche sulle reti delle BCC, caro Consigliere Carloni, c’è pressione pesante, altro che Lisbona, non si riesce a dare un credito al di fuori degli algoritmi e dei parametri, neanche lo 0,15% in più di quello che si deve dare.
Ormai il sistema bancario è schiavo di questi automatismi, se dentro questi automatismi c’è pure la mancanza di presenza nel territorio, la chiusura delle filiali, l'incapacità di una linea di finanziamento per settori … Non se ne è mai parlato, ma si potrebbe anche scegliere una cosa di questo genere e alla Banca d'Italia e al Ministero del tesoro si potrebbe dire: “Abbiamo alcuni settori industriali e merceologici delle Marche che necessitano di particolare aiuto”, si fa un accordo, si fanno le convenzioni e chi vuole accedere a queste attraverso le categorie e i Confidi lo fa. Sono piccoli ragionamenti, non sono un esperto del settore, ma se ci arrivo ci può arrivare chiunque, manca evidentemente il tassello di una volontà politica, quindi invoco, caro Presidente, cara Vicepresidente Casini, un intervento diretto del nostro Presidente con una delegazione, se del caso con maggioranza e minoranza, che vada dal Ministro e gli dica esattamente le cose che ci siamo detti oggi, perché penso che fare questa mozione sia completamente inutile se la mandiamo alla cestinatura della Presidenza del Consiglio.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Presidente, ringrazio i presentatori della mozione, l’ho sottoscritta, la voterò e la sostengo.
Questa vicenda che, per certi versi è surreale, è la conseguenza della gravissima vicenda di Banca Marche e oggi, appunto, ne subiamo ancora le conseguenze, quella vicenda in cui è mancato, lì si Consigliere Marconi, il controllo delle istituzioni e della politica, che è stata assente, che ha assistito silente all’enorme scandalo di Banca delle Marche, che tanti danni ha prodotto nelle Marche, nel Paese, soprattutto per quanto attiene alla fiducia in un momento in cui la nostra regione aveva bisogno, più di altre, di essere sostenuta anche nelle politiche del credito, politiche che invece hanno aggravato notevolmente la situazione.
L'iniziativa di oggi di UBI Banca, questa delle esternalizzazioni, come quella della chiusura degli sportelli sui vari territori, io prima dell'estate sono intervenuto personalmente nei confronti del massimo responsabile, quando è stata disposta la chiusura di uno sportello in un comune della nostra regione, che neanche conosceva bene la situazione, la chiusura è stata scongiurata in quanto era del tutto ingiustificata rispetto alla situazione di fatto e in quel caso c'è stata una conclusione positiva.
Direi che in tutto questo c'è da parte di UBI Banca un egoismo aziendale che è in dispregio quasi della filosofia sottesa a quella che è stata anche l'acquisizione di Banca Marche e, se vogliamo, c'è un egoismo anche nei confronti di questa nostra regione, nei confronti delle sue istituzioni.
Le Marche sono state colpite, lo ricordava il Consigliere Marconi, da una crisi economica aggravata anche dalla crisi del credito del crack di Banca Marche, ulteriormente accentuata dalla tragedia del terremoto. Credo che il gruppo UBI Banca doveva avere una maggiore sensibilità nei confronti di questa regione, non avevamo bisogno di queste iniziative, ci dovevano essere risparmiate, per questo non le comprendo, e dietro questa scelta c'è qualcosa di ulteriore rispetto alla giusta tutela della posizione del personale dipendente che ha bisogno di certezze, che non può essere ceduto come una sorta di pacco postale ad un concessionario e magari domani, quando quelle esigenze verranno meno, potrà essere licenziato o abbandonato a se stesso. Va oltre questa giusta tutela perché i dipendenti di questo istituto di credito importante costituiscono un presidio nei territori, un presidio di affidabilità, di sicurezza per le politiche del credito, un presidio che dà sicurezza al nostro sistema.
Quindi non è soltanto un problema loro, dei dipendenti, che pure diventa e deve diventare un problema nostro, e lo è veramente, ma è un problema generale perché sono parti di un sistema di una regione che in questo momento, specialmente, avrebbe bisogno da parte di questo importante istituto di maggiore sostegno perché ci sono anche dei momenti del sostegno e quello attuale è uno di questi.
Questa è anche l'occasione perché UBI Banca riveda anche le sue politiche ambientali, lo diceva poc'anzi, tra gli altri la Consigliera Marcozzi, e passi dalla politica delle raccolte a quella del credito, che significa sostegno al nostro tessuto economico produttivo, sostegno alle imprese, alle famiglie, ai cittadini e per queste politiche di sostegno, ovviamente, c'è bisogno del personale dipendente, c'è bisogno di un corpo umano, se vogliamo, che sia certo anche dei suoi diritti e fiducioso del suo futuro, anche perché se non ce l'ha non può dare quella sicurezza e quella affidabilità di cui i cittadini hanno bisogno, specialmente in questo momento, quindi sosterremo con forza questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Ringrazio i presentatori della mozione e non voglio dire altro rispetto a quello che ha detto l'Assessore Cesetti, che mi pare sia stato chiaro ed abbia toccato tutti i punti.
Voglio invece approfondire un punto che è quello della ricostruzione per la quale sono necessari i tempi e le informazioni.
Come sapete tutti i fondi, sia pubblici che privati, in particolare per i privati, passano attraverso dei conti dedicati, che devono essere aperti dai richiedenti la ricostruzione, gli aventi diritto, dai quali vengono liquidati direttamente sia le imprese che i professionisti.
Questa informazione non sempre è aderente alle esigenze del territorio, ma è molto importante perché come avrete sentito accade spesso di ascoltare il ritornello: “Non ci sono fondi per la ricostruzione”, non è questo. Le procedure bancarie non sono complesse, bisogna però che ci sia “un'accoglienza” particolare.
Anche per i fondi comunitari il sistema bancario è importantissimo quando è vicino alle microimprese, siano esse del manifatturiero che agricole, che si avvicinano per il cofinanziamento di competenza ai fondi comunitari, quindi è fondamentale il lavoro che viene fatto.
Onestamente devo dire ho raccolto molte lamentele da parte dei dipendenti, sono stati chiusi, come diceva l'Assessore Cesetti, molti sportelli con grande disagio dal punto di vista logistico per molte fette di territorio. Si può dire che UBI Banca abbia avuto una strategia ed un'azione parallela alle necessità della regione Marche, ma non assolutamente radicata, quindi credo che questo sia importante chiederlo per i dipendenti, per una tutela e per un supporto alla nostra economia.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 537. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni

PRESIDENTE. Prima di passare al punto successivo dell’ordine del giorno, comunico all’Assemblea legislativa regionale che l’Ufficio di Presidenza oggi prenderà atto della costituzione da parte del Consigliere Bisonni della componente politica del gruppo misto denominata “Federazione dei Verdi” con dichiarazione di appartenenza allo schieramento politico di maggioranza.

Proposta di legge n. 247
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Pieroni, Cesetti
“Valorizzazione dei dialetti marchigiani”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 247 dei Consiglieri Rapa, Pieroni, Cesetti.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.
Prima di tutto vorrei ringraziare i presentatori della proposta di legge 247, i Consiglieri Rapa, Pieroni e Cesetti, ed ho accettato volentieri, come componente della I Commissione, di fare il relatore di questa legge, perché su questa materia ho una profonda sensibilità personale.
L'Italia è uno dei Paesi al mondo che ha il maggior numero di dialetti e sono estremamente convinto che siano una parte integrante delle realtà locali, fanno parte della cultura, della storia e delle tradizioni.
E’ importante ribadire che il dialetto non deve essere un'alternativa alla lingua italiana, perché doverosamente tutti dobbiamo conoscerla bene, senza inflessioni dialettali, ma se è fondamentale conoscere l'italiano, lo è altrettanto conoscere il dialetto del luogo in cui si vive, perché questo permette un approfondimento nella vita quotidiana e fa rimanere legato alle origini e alle radici.
Nella regione Marche la valorizzazione dei dialetti non è cosa estremamente semplice, nel senso che sono molto diversificati da nord a sud, dalla costa all'entroterra. Il dialetto fanese della zona dove vivo è estremamente diverso dall'anconetano, dal maceratese, dall'ascolano o dal fermano, quindi la tutela e la valorizzazione dei dialetti nella nostra Regione è ancora più difficile.
Questa proposta di legge si propone, ecco perché ringrazio i sottoscrittori e coloro che l'hanno presentata, l'obiettivo di riconoscere e sviluppare le identità culturali e le tradizioni storiche delle comunità residenti, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti e di tutte le iniziative culturali ad essi collegate, quindi di conservare, proteggere e diffondere, questo lo vorrei sottolineare per le prossime generazioni, e poi ci tornerò quando illustrerò l’articolato, il patrimonio artistico sorto intorno ai dialetti, che è fatto spesso e volentieri di poesie, di testi di canzoni, di opere teatrali, che vengono messe in scena in rassegna teatrali dedicate.
Questo significa mantenere in vita uno degli aspetti più importanti del nostro senso di appartenenza ed il dialetto è sicuramente un aspetto importante legato alla comunità locale.
La legge è composta da 7 articoli, che vado velocemente ad illustrare, ed ha come finalità la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti delle Marche, le loro espressioni orali e letterarie, popolari e colte, perché non necessariamente il dialetto deve essere popolare, parti integranti del patrimonio storico, civile e culturale della nostra regione, che va trasmesso alle future generazioni.
Il rischio è quello di perdere i dialetti, tenuto conto che rispetto al passato c'è una maggiore scolarizzazione, una maggiore capacità di parlare correttamente la lingua italiana, e di non trasmetterli alle future generazioni, anche perché la comunicazione passa sempre di più attraverso i social e la rete dove il dialetto, di solito, non trova particolarmente attenzione o particolare spazio, quindi la Regione ha l'obiettivo di valorizzarli e salvaguardarli.
L'articolo 2 prevede che la Regione promuova e concorra a finanziare una serie di iniziative, studi, ricerche, seminari, sia con le scuole che con le università, utilizzando esperti del settore.
Uno degli obiettivi della legge è quello di sostenere anche la realizzazione di progetti e sussidi didattici nelle scuole, favorendo incontri tra giovani e anziani nell'ottica dello scambio intergenerazionale, che è quello che dicevo prima, quindi, fare in modo che i giovani, soprattutto i bambini e i ragazzi, possano venire a conoscenza dei dialetti. Nel corso di un'audizione in Commissione un esperto ci ha raccontato come alcuni corsi, alcuni incontri, fatti nelle sedi scolastiche, abbiano avuto un grande interesse e un grande divertimento da parte dei bambini, perché spesso e volentieri alcune inflessioni dialettali o alcune parole in dialetto venivano ritrovate nel parlare dei nonni, ma non in quello dei genitori, quindi è importante attivare il rapporto all'interno delle scuole, attraverso una serie di iniziative con gli studenti.
La Regione promuove la valorizzazione e il sostegno alle manifestazioni, agli spettacoli, alle produzioni artistiche, alle iniziative teatrali editoriali, di cui c'è anche una produzione notevole a livello regionale. Provvede inoltre alla costituzione di un fondo bibliografico sui dialetti marchigiani all'interno della biblioteca dell'Assemblea legislativa delle Marche con una sezione dedicata, con testi che potranno essere consultati anche on line.
All'articolo 3 si prevede la realizzazione di una programmazione di carattere triennale fatta dalla Giunta, sentito sia la competente Commissione consiliare che il Comitato tecnico dei dialetti, di cui dirò dopo.
Il programma deve contenere: criteri e modalità per la concessione degli interventi previsti dalla legge; criteri e modalità per il sostegno a soggetti sia pubblici che privati, per le iniziative culturali dialettali, come pubblicazioni, spettacoli e manifestazioni.
C'è il ruolo dell'Ufficio di Presidenza, che ovviamente è in capo alla biblioteca, per il fatto che si realizza all'intero della biblioteca dell'Assemblea legislativa una sezione dedicata ai dialetti marchigiani, per cui l’Ufficio di Presidenza approva su proposta della Commissione biblioteca le iniziative da realizzare nell'ambito della biblioteca: la promozione di studi e ricerche; la stipula di convenzioni con le Università; l'istituzione di premi per tesi di laurea e di dottorato riguardanti i dialetti delle Marche; l'individuazione di opere da pubblicare nella collana dei Quaderni del Consiglio, già in alcuni altri casi sono stati pubblicati testi in dialetto, ed ora questo diritto, questo principio, viene riconosciuto dalla legge che stiamo discutendo e che sarà approvata dall'Aula.
Le attività della biblioteca attraverso l'Ufficio di Presidenza non potranno superare il 25% dei fondi annui stabiliti dalla presente legge.
E’ istituito il Comitato tecnico dei dialetti marchigiani presso l’Assemblea legislativa, di cui ho dato notizia prima, composto da 10 persone, la partecipazione è a titolo gratuito.
Abbiamo discusso in Commissione perché questo numero sembrava particolarmente elevato, 10 componenti sembrerebbero effettivamente tanti, però ci siamo confrontati anche con coloro che operano sul territorio nell’ambito dei dialetti e ci hanno detto: “Guardate, i dialetti sono talmente tanti e talmente variegati (costa/entroterra, nord/sud) per cui è bene che la rappresentanza sia la più ampia possibile, poi, tenuto conto che la partecipazione al Comitato è a titolo gratuito credo che possa essere il più possibile rappresentativo all'interno della Regione Marche.
L'articolo 6 prevede il finanziamento per il 2020 di 40.000 euro.
Per concludere, penso che questa sia una legge importante, un modo per sostenere le iniziative, gli spettacoli, le manifestazioni, ma anche le produzioni, preservando quella che è, come dicevo prima, una parte della nostra storia, delle nostre radici e della nostra cultura, affinché non venga dispersa, ma possa essere tramandata alle prossime generazioni. Un ruolo importante che potrà svolgersi non solo con le pubblicazioni, non solo con la biblioteca, ma potrà giocarsi all’interno delle scuole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi,

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Condivido questa proposta di legge, l'ho votata in Commissione, con alcune precisazioni, che farò alla fine, in quanto tutela i dialetti.
Sappiamo che l'Italia è il Paese al mondo che ha il maggior numero di dialetti, condivido quello che ha detto il Vicepresidente Minardi, i dialetti non sono una alternativa alla lingua italiana, ma un suo complemento.
Riscoprire e tutelare i dialetti marchigiani ha molteplici valenze, a mio avviso, oltre a quelle descritte nella proposta di legge. Infatti, i dialetti, le cadenze, le inflessioni e soprattutto la nutrita terminologia sono uno strumento imprescindibile anche per conoscere le usanze, il folklore, i lavori, i costumi di ieri che tanto professiamo di voler recuperare oggi perché legati ad attrezzature, arnesi da lavoro, enogastronomia, vestiario, aree geografiche, mezzi di trasporto, focolaio domestico e molto altro della nostra tradizione.
Questo aspetto diventa fondamentale per mantenere vivo il nostro passato, le nostre usanze e da lì rilanciarli, ma prima ancora comprenderli, capire cosa ha fatto la nostra regione per la terra, il lavoro, l’artigianato, le eccellenze, tramutatesi nei decenni in aziende, imprese, turismo, enogastronomia, un tesoro da conservare e integrare in un quadro più ampio di storia marchigiana, che è obbligo morale e civico, per ognuno di noi, non disperdere.
La precisazione che ho fatto anche in Commissione è che noi vigileremo sulle risorse, sono state previste 40.000 euro, non poche, e in un momento particolare come quello che stiamo vivendo a livello marchigiano, crisi economica e zone terremotate, mi sembrano eccessive e non perché non condivida questa proposta di legge, però queste risorse andranno comunque monitorate. Questa è la precisazione che ho fatto anche in Commissione, comunque voterò a favore, come ho già fatto in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. L'idea di lavorare su una proposta di legge per la valorizzazione dei dialetti marchigiani mi è venuta girando il territorio, perché con le tante e belle cadenze diverse non riuscivo o avevo difficoltà a reperire del materiale (libri, poesie). Da qui l'idea di porre l'attenzione sulla valorizzazione, ma anche sulla conservazione, tant'è che la proposta di legge che oggi presentiamo in Aula si pone come primo obiettivo quello di fornire alla Regione Marche di uno strumento efficiente per poter valorizzare i dialetti marchigiani.
In un'epoca in cui le distanze si accorciano drasticamente, grazie alla tecnologia, e in cui siamo sottoposti ad un'infinità di sollecitazioni provenienti da tutto il mondo, si impone una riflessione sui modi in cui un territorio specifico vuole far fronte alle sfide globali.
Pensiamo che il modo migliore di presentarsi al mondo sia anche quello di essere coscienti delle proprie radici e della propria identità e in una regione al plurale come la nostra, ricca perché diversa, uno degli strumenti per i quali ci sentiamo riconoscibili tra noi, è il nostro modo di parlare.
Il dialetto non è un'arcaica lingua del passato che parlavano i nostri nonni prima di essere scolarizzati, era ed è tutt'oggi la lingua con la quale cresciamo, con la quale impariamo a dare i nomi alle cose di tutti i giorni e ai nostri cari. Siccome vogliamo guardare al passato non in modo nostalgico, ma in modo critico, il dialetto non lo consideriamo un'alternativa all'italiano, ma un elemento specifico della nostra regione che dobbiamo valorizzare.
Il valore del dialetto per la società civile è testimoniato dalle numerose associazioni teatrali, dai poeti e dagli scrittori dialettali presenti nella nostra regione, oltre ai numerosi scritti nei diversi vernacoli locali. Un materiale che però si sta disperdendo, che sta ammuffendo in archivi privati o che finisce per andare distrutto. Quindi abbiamo pensato che il modo migliore per valorizzare questa tradizione linguistica così ricca sia quello di istituire la Biblioteca dei dialetti marchigiani presso la biblioteca del Consiglio regionale, la quale deve assolvere due principali funzioni.
La prima è quella di raccogliere e conservare questo materiale (scritti, audio e video), creando una sezione apposita nella biblioteca del Consiglio. In questo modo assolviamo alla necessaria opera di evitare che un grande patrimonio vada disperso. Vogliamo che i cittadini marchigiani sappiano che, se sono in possesso di materiale in dialetto, alla biblioteca del Consiglio c'è un posto dove questo materiale può essere inviato per essere conservato adeguatamente.
Poi è necessario dare anche un supporto a chi svolge attività culturali utilizzando il dialetto. Credo che la Regione debba dare incentivi e sostegno a chi si è dato il difficile compito di portare avanti un discorso culturale in dialetto, contro ogni logica economica che imporrebbe l'utilizzo delle lingue accessibili a più utenti possibili.
Pertanto approvando questa legge possiamo iniziare a fare un lavoro difficile, ma necessario, e creare un luogo che non sia solo di conservazione e valorizzazione, ma che sia anche uno stimolo per un incontro intergenerazionale. Il nostro successo parte sempre dalle nostre radici.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Nonostante questa proposta di legge sia stata firmata dai nostri neo-alleati di Governo, mi corre l'obbligo di mostrare la mia contrarietà anche in quest'Aula come persona e come esponente politico.
La legge prevede: “la Regione provvede alla costituzione di un fondo bibliografico quale specifica sezione della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale, denominata Biblioteca dei dialetti marchigiani”. I dialetti marchigiani di quale tempo? Dal volgare dopo il latino, quello dei nostri nonni, come ha detto il Consigliere Rapa? Quale dialetto? Perché il dialetto è in evoluzione come la lingua italiana e se noi leggessimo degli articoli di giornale dell'inizio del secolo vedremo che è una lingua completamente diversa da questa.
Se guardiamo come i nostri poeti dialettali, mi riferisco a quelli di Ancona, scrivevano, troveremo che quel dialetto lì non è più parlato da nessuno, quei termini non sono più usati da nessuno, per cui cosa vogliamo conservare? Quale dialetto, di quale epoca, vogliamo conservare?
La Regione ha un sacco di funzioni e un sacco di grattacapi che a volte non riesce neanche a portare a termine come ci si aspetta, per questo sarà nominato dall'Assemblea legislativa il Comitato con funzioni di supporto alla Commissione della biblioteca per l'elaborazione delle proposte, mi sembra una cosa ...
Il Comitato tecnico dei dialetti, nominato dall'Assemblea legislativa, è composto da 10 membri individuati tra gli esperti di dialetti di ciascun ambito provinciale, di comprovata competenza nell'ambito della storia, della cultura, dei dialetti. Signori miei, siamo in un periodo così delicato e così difficile ed andiamo a caricare l'esecutivo della Regione di un'incombenza di questo tipo? Mi sembra quantomeno inopportuno, per carità, il massimo rispetto ma, voglio dire, non ci sono mai i soldi per niente! Sono venuti l'altro giorno quelli dell'Associazione dei sordi che hanno proposto delle problematiche che io non conoscevo, me le hanno dette loro, il Segretario regionale dei sordi ha detto: “Io a scuola non ho imparato niente, perché avevo un insegnante di sostegno che non conosceva la lingua dei segni” e cosa gli serviva a questo povero disgraziato? L'ha detto lui!
Con tutto il rispetto per i dialetti, io sono anconetano da generazioni, il dialetto mi piace tanto, devo dire che il dialetto di mio nonno e di mio padre non è quello che parlo io. Quale conserviamo? Quello del volgare dopo il latino? Quello recente del ‘700, del ‘800, del ‘900? Quello che parlava mio nonno? Facciamo una Biblioteca del dialetto, con un Comitato di esperti? Signori, 40.000 euro, secondo me, potrebbero essere spesi in maniera completamente diversa, con tutto il rispetto che ho per il dialetto marchigiano con tutte le inflessioni, infatti c'è il dialetto di Ancona, quello diverso di Falconara e quello di Senigallia che è tutta un'altra cosa.
Secondo me dovremmo fare una Biblioteca più grossa di quella che abbiamo attualmente nel Consiglio regionale, rispetto per il dialetto, però, scusateci tanto … Voteremo contro questa proposta, non perché siamo contro il dialetto, ma perché siamo per le cose serie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Proprio perché anch'io sono per le cose serie, esprimo voto favorevole a questa proposta di legge, che ha catturato la mia attenzione in questa settimana. L’ho guardata bene e l’ho letta con attenzione, concettualmente e nelle finalità sono più che d'accordo perché la Lega è un partito territoriale identitario ed è sempre stato attento a rivalutare e rivedere le radici del territorio. Quindi è favorevole dal punto di vista concettuale ed è favorevole agli interventi nelle scuole perché un progetto di questo genere va portato avanti proprio a partire dalle scuole.
Tuttavia, quando ho visto che la Commissione ha allargato il fondo a 40.000 euro mi è sorto un dubbio, e tutto questo interesse per le nostre tradizioni, per i dialetti, non vorrei che andasse a finire in pubblicazioni sterili che non perseguono l'obiettivo.
Noi diamo fiducia a questa proposta di legge, ma non vorremmo che si traducesse, lo dico chiaramente, in marchette verso qualcuno a cui sono già stati destinati i fondi, per cui intenzionalmente la cultura tradizionale popolare va senz'altro mantenuta, i dialetti di tutte le zone della regione vanno conservati a partire dalle giovani generazioni, però più che interventi, pubblicazioni o convegni che non lascerebbero niente, non lascerebbero traccia nelle nuove generazioni, l'auspicio è che il dialetto entri nelle scuole con dei progetti, che fra l'altro sono stati già avviati più di una volta, anche in passato, dalle singole scuole, io stessa li ho condotti, quindi vigileremo e staremo attenti alla destinazione delle risorse. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Intervengo per esprimere più che altro un disappunto non sulla forma della proposta, ma sulla sostanza.
Certo, noi marchigiani siamo un popolo multietnico, ricordo che nell'età del ferro eravamo tutti Piceni, poi dal V secolo, con l'arrivo dei celti senesi, iniziò la conquista da parte dei vari popoli che ci hanno governato fino ai greci siracusani, che fondarono la città di Ancona (dopo il V secolo); poi ci sono stati i Longobardi, i Bizantini e i Toscani che hanno influenzato i nostri dialetti.
Il tema sul quale vorrei esprimere un disappunto è quello dei 40.000 euro previsti in questa pur nobile proposta. Credo che in tutte le situazioni ci siano delle priorità, in Commissione ho un atto che riguarda la salute dei cittadini marchigiani, una proposta di legge sulla bonifica delle piccole quantità di amianto, visto che la regione Marche è la prima in Italia, non solo come quantità di amianto presente nei nostri territori, ma anche come mortalità e come patologie da mesotelioma, è ferma in Commissione perché non riesco a trovare 10.000 euro per finanziarla e portarla avanti. Qual è il mio disappunto? Che si guardano le piccole cose e non quelle importanti che riguardano la salute dei cittadini marchigiani, dei bambini marchigiani e delle famiglie marchigiane.
Questo è il mio forte disappunto, credo che un Governo regionale dovrebbe avere, come si fa nelle famiglie, una priorità di interventi, non voglio dire che questo non sia utile, ma secondo me ci sono altre cose più importanti che sono ferme e che potrebbero dare un aiuto tangibile, non solo alle famiglie, per curare gli ammalati di mesotelioma. Nella regione Marche ci sono tre città: Ancona, Senigallia e Pesaro, e mi pare che siano quelle più importanti.
Ecco, volevo far presente questo mio disappunto sui 40.000 euro investiti in una cosa che magari poteva aspettare, quando in Commissione da sei mesi è ferma la mia proposta di legge che potrebbe dare un beneficio ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Solo alcune precisazioni rispetto alle cose che sono state dette. Rispondo alla domanda: quali dialetti dobbiamo conservare, quelli di cent'anni fa, di duecento anni fa, o quelli più recenti? Credo che l'obiettivo sia quello di preservare tutto ciò che è possibile, anzi, più è antico meglio, perché avere delle tracce scritte di dialetti più storici o più antichi è un modo per non disperderli.
L'obiettivo della biblioteca dell'Assemblea legislativa con la sezione dedicata ai dialetti delle Marche ha come scopo specifico la non dispersione del materiale, che sia digitale, scritto, audio, libri, giornali, volumi, pubblicazioni, tutto quello che è possibile inserire penso che sia giusto introdurre.
Ogni documentazione è importante affinché in una biblioteca non venga dispersa, quindi non mi preoccuperebbe se, anzi secondo me sarebbe assolutamente un'opportunità ed un vantaggio, dovessimo raccogliere anche materiale che è vecchio o che magari ha una storia più lunga.
Del Comitato tecnico ne ho parlato prima, è vero, anche io avevo il dubbio che 10 componenti fossero tanti, ma proprio per il fatto che svolgono il proprio lavoro in forma assolutamente gratuita abbiamo ritenuto di dare maggiore rappresentanza possibile. Questo significa che i 10 componenti del Comitato tecnico, che possono dare un supporto sia alla Commissione che alla Giunta, che deve fare il programma, sono due per provincia, non è scritto nella legge, e so bene, per esempio, che il dialetto di Falconara, come ha detto il Consigliere Maggi prima, è diverso da quello di Ancona, per non parlare poi di quello di Senigallia. Già in una zona di 20, 25 chilometri si individuano tre dialetti molto diversi tra loro, quindi il fatto che ci possono essere rappresentanti diversi, che siano più rappresentativi possibile delle varie inflessioni dialettali, credo che sia una cosa buona.
Per quello che riguarda il programma e l'utilizzo, per evitare il rischio che nascano le marchette, penso che la Giunta dovrà fare il programma triennale, l'abbiamo previsto triennale per evitare che anno dopo anno si rifaccia ex novo il programma, poi saranno stabiliti i criteri e le modalità per l'utilizzo delle risorse, che dò per scontato, con i criteri e le modalità significa utilizzarle attraverso dei bandi.
Per quello che riguarda le risorse, dico la verità, sinceramente, per quello che penso io, 40.000 euro sono ben poca cosa da dare alla legge, se vogliamo davvero valorizzare i dialetti marchigiani, perché 40.000 euro significa 10.000 euro per ogni provincia, e sappiamo quante attività, quante produzioni, quante pubblicazioni e quante opere vengono realizzate nei dialetti. Forse servivano maggiori risorse, sappiamo che ce ne sono poche, però viva Dio, quando si fa una legge non è bello mettere a confronto sempre la questione di chi ha più bisogno (salute/sanità), e se questo è vero, dovremmo eliminare tutti gli spettacoli, tutte le iniziative di promozione turistica e culturale, tutto ciò che non è indispensabile per privilegiare il resto.
Noi siamo legislatori e come tali dobbiamo avere una visione regionale a 360° che deve tener conto della ricostruzione del terremoto, dei problemi della sanità, della cultura, del turismo, dell'edilizia scolastica e della dell'istruzione, compresa anche la parte culturale delle nostre tradizioni, all’interno delle quali ci riconosciamo anche nella valorizzazione dei dialetti, che, ripeto e chiudo, deve avere come unico obiettivo quello di trasmettere alle prossime generazioni un patrimonio, affinché non venga disperso e che possa marcare, per i territori, l’appartenenza alla comunità locale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Soppresso.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Soppresso.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Brevemente per fare la mia dichiarazione di voto favorevole. Fratelli d'Italia sostiene le iniziative che vogliono in qualche modo tutelare e promuovere le nostre radici, quindi la valorizzazione dei dialetti della nostra regione, sicuramente è una iniziativa positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione, di voto il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Questa proposta di legge mi trova favorevole con qualche piccola eccezione, come ha detto il Consigliere Maggi.
Non entro nel merito di quali dialetti tutelare, francamente non credo di essere all'altezza di stabilire quali, ci sono studiosi ben più preparati di me, però dico questo, ultimamente ci stiamo occupando in questa Assemblea di una serie di leggine importanti che, attraverso mille rivoli, cercano di tutelare, non so che cosa, un patrimonio che già abbiamo e se andiamo sui territori vedremo che è abbastanza salvaguardato. Quello che facciamo noi già lo fanno spontaneamente tante altre enti, lo fanno le istituzioni locali, lo fa scuola, lo fanno addirittura certi enti che sono preposti a questo tipo di discorso, basta dire che esistono degli Istituti medioevisti che parlano, studiano e approfondiscono la lingua, il dialetto a partire dal 1300/1400.
L'unica cosa che invece voglio dire su questa legge è una raccomandazione: guardate, questi 40.000 euro già erano destinati attraverso la tabella “C”, vedo che c’è un articolo che incentiva il rapporto con le Università, l'unica cosa è quella, lasciamo perdere i Comitati, i direttivi delle biblioteche, non si riuniranno mai, facciamo delle strutture pletoriche, sovrabbondanti che non decideranno assolutamente nulla, tant'è vero che noi, e il Presidente lo può confermare, facciamo fatica a far riunire il Comitato degli esperti dei saggi ogni volta che c’è una pubblicazione dato che è difficile far intervenire tre persone gratuitamente, affinché leggano i libri per poi dirci se hanno valenza culturale regionale per essere pubblicati dal Consiglio.
Diamo questi pochi soldini, queste poche migliaia di euro, a qualche Università marchigiana, in modo tale da finanziare qualche dottorato di ricerca, almeno facciamo lavorare qualche ragazzo e diamo una prospettiva ad un giovane che può approfondire queste tematiche filologiche e fare qualcosa di fortemente sensato e serio. Non perché il Comitato non lo fa, però se dobbiamo fare queste leggi che in qualche modo sono di indirizzo e servono soprattutto per esternalizzare una certa “operosità” dell'Assemblea, facciamolo in modo costruttivo.
Lavoriamo perché queste poche risorse siano affidate, attraverso una convenzione, a delle Università in modo tale che possano finanziare qualcosa. Con 40.000 euro ci escono sicuramente due dottorati di ricerca in modo tale che alla fine del percorso esca qualcosa. Si individua un tema, una volta si parla del nord delle Marche, con la diversificazione da Urbino fino a Senigallia, una volta di San Benedetto ed Ascoli fino ad arrivare a Fermo. D'altra parte siamo l'unica Regione al plurale, è chiaro che ci sono tanti dialetti, già soltanto da Ascoli, passando dai Sibillini fino a San Benedetto ne incontriamo almeno sei o sette, allora facciamo uno studio di questo tipo.
La mia è una proposta, chi si andrà ad occupare di questo Comitato tecnico, chi lo dirigerà, lasci perdere gli approfondimenti propri, ma si affidi ad una struttura universitaria, abbiamo dei bravi insegnanti ed ottime facoltà, da Urbino a Macerata passando per Camerino, quelle letterarie ci possono dare un contributo, allora avremmo fatto non una leggina, ma una vera legge che in qualche modo può concretizzare, approfondire la nostra cultura, la nostra provenienza, le nostre radici, la nostra storia, molto importante da conservare. Comunque voterò la proposta di legge.

PREASIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Voterò a favore perché questa legge può servire.
La raccomandazione che faccio all'Assessore, tutti facciamo delle raccomandazioni sull'applicazione perché sui principi siamo d’accordo, è quella di costruire qualcosa attraverso dei testimonial, più che le Università, Consigliere Celani, per cui sia sfatato quel dialetto terribile, che credo non si parli neanche nell'ascolano, con il quale le domestiche dei film degli anni ‘60 lavoravano a Roma.
L'unico dialetto marchigiano che viene conosciuto ha un’inflessione terribile che non risponde neanche alla realtà, dimenticando che ci sono tante altre inflessioni, penso all'area dell’anconetano, alle aree interne, dove assomiglia molto a quello dell’Umbria, al pesarese che è quasi romagnolo, e giù di lì. Questa può essere una cosa interessante se dietro c’è cultura.
Solo una cosa raccomando all'Assessore Pieroni all’articolo 4 vengono elencati al primo comma, per necessità di letteratura, i punti a), b), c) e d), io avrei tolto i primi tre lasciando solo il punto d) “emanare bandi per il sostegno alle associazioni impegnate nell’attività di tutela e diffusione dei dialetti delle Marche” perché il vero soggetto a cui bisogna rivolgersi è Nonno Peppe, è inutile pensare alle Università, che magari possono fare raccolte sui nomi dialettali - c’è una raccolta a Recanati su tutti i cognomi in dialetto, il doppio cognome che si è usato fino ai primi del ‘900 - però è Nonno Peppe che va interpellato, non il docente universitario che parla l’italiano corrente e magari una lingua straniera.
Il teatro è uno strumento di forte divulgazione dei dialetti ed abbiamo tante compagnie teatrali dialettali in vernacolo che parlano questo tipo di idioma, le poesie che vengono diffuse attraverso le radio ed i circoli spontanei. Esistono circoli di persone che magari si ritrovano ed hanno il gusto, facendo la partitella a briscola e 3-7, di parlare il vecchio dialetto.
Cosa tiene in piedi un dialetto? Non lo studio, ma la pratica, se il dialetto non viene trasmesso ai giovani è già destinato ad essere sconfitto perché se li destiniamo ai libri, alle ricerche ed agli studi, l’avremmo tutto bello incasellato in qualche videoteca, in qualche audioteca delle Università, o in qualche biblioteca, ma non abbiamo il vivo, la trasmissione viva del dialetto. Chiedo, quindi, all’Assessore che negli atti conseguenti ed esecutivi dei quattro punti dell’articolo 4, non dico tutto, ma la gran parte sia destinato al punto d). Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Il gruppo della Lega è convinto di questa legge, del suo scopo, quello di mantenere vivo il ricordo del nostro dialetto legato alle nostre radici, alle origini di questo territorio, ma siamo molto preoccupati per quanto riguarda l'applicazione, che si intravede, di questo provvedimento.
Questo è l'aspetto più importante che successivamente vedremo e probabilmente potremmo anche correggere, perché questo è il nocciolo della questione. Se questo atto nella sua impalcatura troverà una tale applicazione forse sarà un risultato positivo, se invece ne troverà un'altra, probabilmente per logiche strettamente territoriali o di altro genere, poco trasparenti, non avrà il risultato che qualcuno pensava di ottenere, oppure pensava di ottenere quello che ho evidenziato: cercare di accontentare qualche piccolo territorio.
Per quando ci riguarda questo non è il senso della legge, noi non la votiamo con questo spirito, ma con lo spirito di ricordare i nostri marchigiani, quanto hanno fatto e quanto sono radicati nel nostro territorio. Grazie.

Proposta di legge n. 247. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 276
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione Marche per l’anno 2018”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 276 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Cercherò di fare una sintesi perché è un atto complesso.
Faccio presente all'Aula che gli emendamenti necessari al rendiconto, dopo la parifica da parte della Corte dei Conti, ammontano a 4.000 pagine, per rendersi conto di cosa significa un bilancio con le norme e il loro groviglio a cui un atto di questo tipo deve sottostare, quindi mi muovo guardando, sarà per deformazione professionale, la relazione del Collegio dei Revisori, seguo quella traccia, giusto per toccare le varie questioni.
Prima, però, faccio una considerazione di carattere più generale e politico, per dire che la quantità di risorse disponibili, chiamiamole così, per la parte più discrezionale in cui l'attività della Giunta, del Governo regionale, si va a caratterizzare, in pochi anni si è ridotta di circa 700/800 milioni di euro. Quindi, possiamo capire in quali condizioni ci siamo trovati ad operare in seguito al rigore delle politiche economiche di derivazione governativa e sappiamo, perché bene o male siamo stati Sindaci, siamo state persone impegnate nell'amministrazione pubblica per tanti e diversi anni, che questa attività di rigore da parte del Governo non è finita.
Questo fa si che l'attività propria e precipua dell'Assemblea legislativa sia un po' castigata, passatemi questa espressione, con una scarsità di risorse per le varie attività, eppure un Consigliere potrebbe anche legittimamente avere voglia e desiderio ed anche interesse, a nome dei propri rappresentati, di portarle avanti.
Questo cappello serve per mettere in evidenza, più che un aspetto politico, una presa di coscienza, chiamiamola così, di un orientamento normativo che in questo groviglio di norme va a intersecarsi con il denominatore comune del massimo rigore nella spesa pubblica e negli investimenti.
Ieri su delega del Presidente Ceriscioli sono stato al Micam e in una conferenza c’è stato l’intervento di un professore di economia, il quale in un suo studio ha messo in evidenza che, tutte cose che sappiamo, ma ogni volta che qualcuno ce le mette in bella copia tornano ad essere così evidenti, la penuria di investimenti pubblici in questi ultimi anni nel nostro Paese è stata una iattura, passatemi questa espressione, sotto tutti i profili, non solo per aver ampliato un gap infrastrutturale, ma perché ha inciso anche sulla domanda interna, quindi, sulla vita delle imprese. Gli investimenti sono un tema particolarmente importante nel bilancio, ma sono cose che sappiamo anche noi, solo che quando lo fa notare un professore universitario, lo evidenzia in una maniera più efficace, anche se lo diciamo tutti da anni.
Una doverosa premessa, giusto per far capire che, ma ce lo siamo detti in più occasioni, ce lo diciamo anche nel lavoro delle Commissioni, l’ha detto poc'anzi anche il Consigliere Maggi parlando di un'altra questione, questa situazione va debitamente tenuta in considerazione per capire come un bilancio esplica i suoi effetti. Una volta il Presidente Ceriscioli ha fatto un intervento in questa direzione.
Facendo ragionamenti sempre sull'esiguità delle risorse qualcuno potrebbe dire, anche legittimamente, essendo le risorse limitate, di dare priorità a dei problemi piuttosto che ad altri, ma se uno facesse una scelta di questo tipo, orientando il suo impegno verso una direzione, resterebbero comunque sguarniti altri fronti di intervento che pure la legge, che pure gli operatori, che pure una parte della comunità, attendono che vengano affrontati, per cui diventerebbe molto difficile anche questa ipotetica linea di azione.
Questo è servito solo per introdurre un po' un tema che è caratterizzante ai fini del bilancio perché se potessimo far conto su altri 400 milioni, faccio un esempio, tanto per buttare là un numero, senza ombra di dubbio tutto sarebbe e potrebbe essere diverso.
Veniamo ai numeri, qualche numero per toccare alcune questioni. Questo bilancio si chiude con un avanzo di amministrazione di 596 milioni di euro e questo risultato si divide a sua volta in due parti, una accantonata, cosiddetta, equivalente a 267 milioni contenente: il fondo crediti di dubbia esigibilità per circa 72 milioni, il fondo copertura residui perenti - con capacità di copertura pari del 71,04% - che è pari a 92,570 milioni, il fondo passività potenziali di 7,7 milioni, il fondo ripiano perdite società partecipate di 25,8 milioni, il fondo rischi passività da contenzioso di 27,3 milioni e il fondo a copertura degli effetti derivanti dalla legge 296/2006 di 31 milioni, per arrivare a 267 milioni.
La seconda parte chiamata composizione della quota vincolata, ammonta a 484 milioni, e in poche parole contiene le parti, perché più di una, di quota di avanzo vincolata a seconda delle varie fonti che vincolano queste risorse, quindi, da legge e da principi contabili 121 milioni, da trasferimenti 363 milioni, da vincoli attribuiti all'ente 245.000, per un totale di 484 milioni.
Ora la somma delle due parti sarebbe superiore all'avanzo perché una parte viene finanziata con il debito autorizzato non contratto per 155 milioni, quindi abbiamo l'equazione che l'avanzo più il debito, la parte di debito autorizzata e non contratta che può essere utilizzata, è uguale alla parte accantonata più la parte vincolata.
Fatta questa disamina su alcune cifre importanti e sulla composizione, arriviamo al pareggio di bilancio che ci viene imposto dalla legge e che troviamo riassunto nelle pagine più centrali del corpo del bilancio e della relazione medesima, che seguo come indice di intervento.
Troviamo che i titoli, dal primo al quinto dell'entrata, equivalgono ai titoli primo, secondo e terzo dell'uscita, poi troviamo lo schema della competenza finanziaria da cui emerge il rispetto degli obiettivi di saldo, ovvero gli obiettivi che quel rigore, a cui ho fatto riferimento poc'anzi, impone di centrare come risultato del bilancio medesimo nei vari anni, scopi che vengono fissati dalla legge di bilancio di ciascun anno a valere nel triennio successivo.
Arriviamo allo stato patrimoniale ed al conto economico. Debbo dire da professionista, che ha a che fare con i bilanci in particolare del mondo privato, che forse troppo tardi arriveremo ad armonizzare i bilanci della contabilità pubblica con quelli del mondo privato, in maniera tale che la lettura e l'interpretazione possano essere univoche applicando gli stessi principi contabili.
La contabilità pubblica fa riferimento ad una serie di norme che esula un po' dal funzionamento dei bilanci delle aziende private, gli stessi enti partecipati, in cui la Regione vanta un'importante partecipazione che redigono il bilancio in maniera diversa, e il prossimo atto che discuteremo sarà il bilancio consolidato che mette insieme, nel periodo di consolidamento, il bilancio regionale ed i bilanci degli enti consolidati, che hanno una rilevanza finanziaria significativa, ecco perché si va a fare il bilancio consolidato.
Il mio auspicio è che si faccia presto e si arrivi ad uniformare le modalità di redazione dei bilanci, significherebbe la stessa modalità di lettura e la capacità di poterli confrontare allo stesso modo.
Veniamo alla parte dell'indebitamento. La Regione ha 866 milioni di euro di debito, 442 milioni di euro attraverso mutui e 406 milioni attraverso bond di due tipologie, il Bramante per 249 milioni e i Piceni per 157 milioni, e 17 milioni di anticipazioni di Tesoreria per un totale di 866 milioni di debito.
La capacità di indebitamento residua, secondo lo schema che le norme in questo senso sanciscono, consente alla Regione di pensare ad un eventuale indebitamento ulteriore, pari a 54 milioni di euro di rata di ammortamento, quindi la Regione, stando ai dati di questo bilancio, potrebbe accendere mutui la cui rata annuale potrebbe essere di 54 milioni di euro. E' un dato significativo, seppure poi nella parte corrente andrebbe trovata la copertura per pagare la rata, questo solo per dire qual è la capacità residua di indebitamento dell'ente.
Veniamo alla spesa sanitaria, che, ovviamente, come tutti sanno, rappresenta la parte principale del bilancio, sia nella spesa che nell'entrata, dove il D.Lgs. 118 ha un po' ridisegnato le regole, cercando di armonizzare, anche in questo caso, le rilevazioni delle aziende del servizio sanitario nazionale.
La definizione di gestione sanitaria accentrata sta a significare tutto il mondo che ruota intorno alla sanità.
Le leggi di bilancio hanno stabilito che le entrate sanitarie per ogni triennio derivano dalla compartecipazione all'Iva, al gettito derivante dall'Iva, all'addizionale regionale, all'Irpef e all'Irap, più ad altre entrate proprie, quindi il fondo complessivo delle entrate per il fondo sanitario regionale è 2,893 miliardi di euro.
Il saldo della mobilità tra attiva e passiva è di 72 milioni, se ci interessa questo dato, la spesa corrente sanitaria è pari all'86% del bilancio complessivo, la spesa corrente più gli investimenti invece è pari al 75,94%.
C'è poi tutto il discorso sulla gestione dei residui, anche con le modalità di campionatura da parte dell'organo di revisione, che mi fa pensare ad una corretta rappresentazione, soprattutto ad una gestione dei residui che fa si che le entrate di competenza siano pari a 3,856 miliardi e le uscite a 3,808 miliardi. C’è uno schema, se avete la relazione dell'organo di revisione, a pagina 70, per la precisione, che semplifica, si fa per dire, questo ragionamento.
Arriviamo alla spesa per il personale, che anch'essa soggiace a specifiche normative che stabiliscono il rispetto dei limiti al contenimento della spesa stessa. Questo schema molto più semplice è a pagina 85, faccio un cenno per far capire la questione. Per le spese del personale il termine di paragone a cui bisogna far riferimento attraverso le norme vigenti è la media della spesa avuta nel triennio 2011/2013 e le spese per i macro-aggregati, sono pari a 70,700 milioni di euro, escludendo alcune componenti, per cui si giunge a 66 milioni di euro.
Ora, nel conto annuale del 2018 arriviamo a rispettare questo schema perché dalla spesa complessiva di tutti i macro-aggregati relativi al personale, pari a 91/92 milioni di euro, vanno esclusi i costi per il personale relativo alle ex Province, che è confluito nel personale della Regione, pari a 32 milioni, quindi 92 meno 32 fa 59 milioni di euro di spesa complessiva di riferimento per il personale che sta nei limiti dei 66 milioni che ho poc'anzi detto.
Veniamo alla discussione sulle società partecipate e al controllo dei conti inerenti le società partecipate, che hanno riflesso e legame diretto con i conti del bilancio regionale.
Sulle società partecipate merita, secondo me, un discorso a parte, una citazione a parte, tutto il grande lavoro fatto per la società Aerdorica, sappiamo bene quali vicende si sono susseguite per questa società e oggi abbiamo salutato, anche con piacere, il suo salvataggio, che mi sento di sottolineare. E’ stato un elemento positivo che ha connotato l'attività di questa Giunta, perché a più riprese, non ce lo nascondiamo, abbiamo definito questa società strategica, con la S maiuscola, e anche ieri al Micam, nei discorsi che sono stati affrontati, anche a livello di infrastrutture e di vicinanza al settore, non è risultato secondario il fatto che la regione possa ancora vantare la possibilità di avere un aeroporto a supporto delle attività. Ieri abbiamo parlato di attività manifatturiera, calzaturiera in particolare, ma non disdegniamo il turismo o tutte le altre attività che possono avere attinenza con un marketing territoriale ad ampio raggio, credo, quindi, che l'operazione fatta su Aerdorica possa essere considerata un fiore all'occhiello di questo ultimo scorcio di attività.
Per quanto concerne le altre società partecipate ci sono varie questioni, che ho detto, e le interazioni con il bilancio regionale. Oggi nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi l'Assessore Cesetti ha chiesto di portare in Aula nella prossima seduta assembleare il bilancio consolidato che tiene conto delle maggiori società ed enti partecipati dalla società. Sarà anche l'occasione per mettere una lente di ingrandimento maggiore sulle interazioni con queste società.
Ho fatto una sintesi, ovviamente, perché non è semplice parlare di un atto che riguarda tutto quello che può essere toccato in termini di bilancio che, come sappiamo, è la sintesi numerica, ma dietro ci sono molteplici attività, maggiori attività che le riforme hanno attribuito alla Regione.
Va ricordato, soprattutto a me stesso, che le Regioni si chiamano Assemblee legislative non a caso, dato che sono nate precipuamente negli anni ‘70, e sono un organo legislativo, ma ci rendiamo conto, è vero sono passati quasi 50 anni, che l'attività della Regione, anche alla luce di riforme rimaste anche incomplete, è stata arricchita in maniera forse anche smisurata di un'attività gestionale che nelle intenzioni originarie del legislatore, negli anni ‘70, non c'era. Questo è anche per dire come il bilancio, quando andiamo a considerare tutte le attività, possiamo immaginare il bilancio di un'attività che fa solo l'Assemblea legislativa, pensiamo il bilancio del Consiglio regionale, è ben cosa diversa da un bilancio dove le attività di gestione sono innumerevoli e non solo, sempre di più, sempre maggiori e con influenze anche con società ed enti partecipati, con tutte le correlazioni che questi rapporti possono significare. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Quello che andiamo ad approvare oggi, il bilancio consuntivo del 2018, è il penultimo bilancio di questa amministrazione.
Condivido la relazione fatta dal Presidente della Commissione, Consigliere Giacinti, una relazione puntuale, precisa, una sintesi del consuntivo per l'anno 2018. Condivido anche quello che ha detto per quanto riguarda le risorse, i tagli a livello nazionale, quindi non è assolutamente facile gestire un bilancio quando ci sono dei tagli.
Non ripeto naturalmente i numeri, perché parliamo di un avanzo di 596 milioni di euro diviso in due parti, una parte accantonata e una parte vincolata. Ha parlato di pareggio di bilancio, del rispetto degli obiettivi di bilancio, della capacità di indebitamento. L'ente ha la possibilità di indebitarsi ulteriormente fino a 54 milioni all'anno di rate di ammortamento, naturalmente, come ha precisato, bisogna trovare le risorse.
Una relazione molto puntuale, un bilancio perfetto si può dire, però, ahimè, non mi sono limitata a leggere soltanto il bilancio e la relazione dei revisori, ho trovato delle criticità, criticità importanti, che mi portano ad affermare che nell'ambito della sanità - il Presidente Giacinti ha affermato che il bilancio sanitario assorbe il 75,94% del bilancio regionale - c'è un fallimento della programmazione finanziaria del servizio sanitario regionale.
Per quale motivo dico questo? Mi sono letta il giudizio di parificazione della Corte dei Conti, bene, l'avanzo, in questo anno, del 2018, si è pressoché azzerato. Partivamo con un avanzo pari a 60 milioni e siamo arrivati lo scorso anno a 800 mila euro, oggi addirittura si azzera, ed è negativo se andiamo a considerare anche l'Inrca, cioè il bilancio consolidato.
Lo scorso anno il giudizio di parifica evidenziava questo dato, ciò significa che il risultato della gestione sanitaria era di 64,662 milioni di euro, pagina 702, ho ripreso il giudizio di parifica di quest’anno e quello dell'anno scorso, ecco perché parlo di un fallimento nella programmazione finanziaria del servizio sanitario regionale.
Lo scorso anno noi avevamo un avanzo di 24 milioni di euro, nel 2015 64 milioni di euro ed oggi siamo arrivati a zero, questo significa che c'è stata un'errata programmazione finanziaria del servizio sanitario regionale, in particolare, con riguardo a detto saldo per l'esercizio 2018, si registra un risultato economico complessivo in pareggio, con una differenza rispetto all'esercizio 2017, questo lo dice la Corte dei Conti, di 800 mila euro. Lo scorso anno 800 mila euro, oggi zero.
Addirittura si rileva che qualora si considerasse il risultato d'esercizio 2018 dell'intero istituto, gli esiti della gestione complessiva del servizio sanitario regionale risulterebbero in perdita, per un importo pari a -2,247 milioni di euro, in ulteriore peggioramento del 91,59% rispetto al 2017, in riferimento al quale l'importo era pari a meno 1,169 milioni di euro.
La sanità era il fiore all'occhiello, nel 2015 avevano lasciato un avanzo di 200 milioni di euro, questo ha consentito a questa Amministrazione regionale di fare investimenti, nonostante ciò, nel corso degli anni 2016/2017/2018 l'avanzo, quindi la possibilità della gestione sanitaria di generare utile, si è azzerato, addirittura c'è un disavanzo se consideriamo l'Inrca, cioè il bilancio consolidato.
Bene nei numeri il bilancio consuntivo, se poi andiamo a vedere la programmazione finanziaria, che è stata una catastrofe, dal 2015 ad oggi, addirittura, si parla di disavanzo, questo è un dato che non ci inventiamo, ma è scritto nel giudizio di parificazione della Corte dei Conti.
Andiamo ora al dato della mobilità, il Presidente della Commissione Consigliere Giacinti parlava di -62 milioni. Sapete questo dato, dal 2015 ad oggi, quanto è peggiorato? Del triplo, perché noi partivamo da una mobilità nell'anno 2015 pari a 24 milioni e siamo arrivati a 62 milioni di euro.
Questo è il dato della mobilità, questi sono dati allarmanti a mio giudizio, che dimostrano l'errata programmazione finanziaria del servizio sanitario regionale. Nel 2015 quando c'è stata la campagna elettorale sono stati messi in tavola tanti ospedali, al che mi sono chiesta: “Come possono fare campagna elettorale dicendo che si farà l'ospedale di Fermo e Marche Nord?” All'epoca la sanità generava avanzi pari a 200 milioni, avete fatto investimenti, oggi addirittura si arriva a parlare di disavanzo e la mobilità è passata da -24 milioni a -62 milioni, si è triplicata.
Bene il bilancio consuntivo, il pareggio di bilancio, tutto quello che ha detto il Presidente della Commissione Consigliere Giacinti, ma secondo me è un fallimento della gestione del servizio sanitario regionale.
Inoltre, per quanto riguarda Aerdorica, bene l'attività che è stata svolta, però, il giudizio di parificazione della Corte dei Conti recita: “Merita segnalazione il conferimento di incarichi di consulenza a soggetti terzi pari a 1 milione di euro”, leggo la parifica a pagina 21. Assessore lo so che fa finta di non ascoltare, lei può dire tutto quello che vuole, ma è scritto nel giudizio di parifica della Corte dei Conti, per cui Forza Italia voterà contro questo consuntivo per quanto già evidenziato, come l'errata programmazione finanziaria del servizio sanitario regionale che passa da un avanzo di 62 milioni di euro a zero, anzi quest'anno c'è un disavanzo e la mobilità si triplica, quindi per noi è un giudizio assolutamente negativo.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Intervengo per riempire uno spazio perché vedo che l’Aula è molto attenta a questa discussione, in questo momento vedo molti colleghi presenti, quindi, penso che sia un dibattito molto interessante.
Ho ascoltato l'introduzione del Presidente Consigliere Giacinti relativamente a qualche passaggio che mi interessa in modo particolare perché sono stati utilizzati i soldi della Regione. Ho sentito dell'enfasi su come sono state ben usate le risorse, e questo mi preoccupa, perché purtroppo sulle partecipate, come l'Assessore sa, c'è il richiamo annuale della Corte dei Conti e siccome per le partecipate sono stati e sono usati i soldi della comunità marchigiana, si spera che queste riescano a funzionare ed a produrre dei benefici per il territorio.
Purtroppo non è così e lo sappiamo tutti, lo sa l'Aula, lo sa l'esecutivo, tutti sanno che le cose non stanno in questa maniera, addirittura, oggi, nonostante tutti gli interventi economici che sono stati fatti nei confronti delle partecipate, fino a poche ore fa, da parte della maggioranza di questa Regione, le cose non funzionano, perché secondo me ci sono delle professionalità incapaci di programmare lo sviluppo di questi enti. Questo è il dato di fondo. Vedo assunzioni in molte partecipate, vedo sperpero di denaro, come la Consigliera Marcozzi ha evidenziato, con interventi a iosa dall'esterno, che durano ormai da decenni.
Manca una programmazione seria, una razionalizzazione delle risorse, come spenderle in interventi ed investimenti che effettivamente servono alla comunità marchigiana, ma queste cose purtroppo non avvengono, anzi, si lasciano le imprese, le piccole imprese, senza provvedimenti, senza interventi, salvo creare le condizioni per qualche azienda che si chiama, a casa del gruppo della Lega, “i soliti noti”.
Non andiamo distanti e la situazione nel territorio è diametralmente opposta a quella che ho poc'anzi ascoltato dalla relazione del Presidente Consigliere Giacinti.
Questi sono i fatti che emergono dal territorio, altre cose non se ne vedono. Crediamo in un cambiamento di strategia per il quale purtroppo è rimasto poco tempo, ma si spera sempre che le cose possano cambiare, devono cambiare e dovranno cambiare per l’interesse dei marchigiani.
In questo momento le cose sono in questi termini, c'è una situazione di forte debito della Regione Marche. In un'altra circostanza ho detto: “La Regione va verso il default” e le condizioni mi sembra che stiano emergendo anche da quanto abbiamo ascoltato.
Ancora una volta non riusciamo a sapere con certezza matematica quanti sono e quanto costano i contenziosi che questa Regione ha nei confronti di chi ha fatto ricorso, non si sa ancora a quanto ammontano, e questo è un mix molto pericoloso perché se alla situazione di deficit, che conosciamo, ci mettiamo anche il contenzioso, che secondo noi è molto pesante e corposo economicamente … Spero che almeno una volta, durante questa legislatura, l'Assessore si degni di fornire formalmente questi numeri, non che li comunichi facendo finta che non sono sempre quelli. Una circostanza poco trasparente, diciamo così, che vogliamo conoscere. La richiesta dei contenziosi, per l'ennesima volta, gliela rivolgiamo Assessore su questo passaggio estremamente importante.
Annuncio che il gruppo della Lega voterà contro questo provvedimento, siamo al quarto anno e non possiamo che esprimere una considerazione negativa, come abbiamo già espresso per i 3 anni precedenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Credo sia doveroso da parte mia un intervento, ancorché breve, anche se ogni anno sono costretto a ribadire le medesime cose.
Il rendiconto regionale, il Consigliere Zaffiri lo sa, il Consigliere Maggi lo sa, dato che sono sempre stati presenti, questo debbo dirlo, è l’atto per eccellenza che viene sottoposto ad un giudizio, da parte della Corte dei Conti in sede di controllo, con le forme del contenzioso, del processo, e viene sviscerato in tutti i suoi molteplici aspetti e le sue numerose implicazioni.
Quel giudizio si conclude con una sentenza pronunziata in nome del popolo italiano dalla Corte dei Conti e questa nella parte dispositiva recita: “Corte dei Conti, Repubblica italiana, in nome del popolo italiano, la Corte dei Conti per questi motivi, parifica nelle sue componenti del conto del bilancio, del conto economico e dello stato patrimoniale, il rendiconto generale della Regione Marche per l'esercizio 2018”.
Questo conta sotto l'aspetto formale, il resto sono parole in libertà, e sotto il profilo sostanziale, perché quando parliamo di conti la regolarità degli stessi non è soltanto forma, ma è sostanza ed all’esito di questo giudizio si valuta anche il buon operato di una amministrazione. Voglio ribadire che per il quinto anno consecutivo si conferma la gestione prudente, rigorosa e virtuosa delle politiche di bilancio regionale.
Aggiungo che la Regione Marche allo stato è l'unica Regione d'Italia che ha ottenuto la parifica senza alcuna riserva, non solo la parifica piena, ma la parifica senza alcuna riserva, ribadisco.
Questa corretta gestione delle politiche del bilancio e quindi la solidità del bilancio regionale, non solo viene confermata dalla Corte dei Conti, ma risulta anche da valutazioni esterne recenti, ad esempio l'Agenzia internazionale di rating Fitch, in particolare, ha considerato come punti qualificanti il debito di entità modesta e fortemente sostenibile e il buon livello di liquidità, ha inoltre sottolineato, con riferimento alla sanità, lo dico alla Consigliera Marcozzi, la gestione efficiente delle risorse che consente alla Regione Marche di fornire servizi pubblici di buona qualità. L'Agenzia Fitch infine ha apprezzato, leggo testualmente: “gli accantonamenti prudenziali effettuati dalla Regione” e ha evidenziato come la spesa per investimenti da parte della Regione, finalizzata a ristrutturazioni di ospedali, trasporto pubblico locale, viabilità, sostegno al settore agricolo ed alle piccole e medie imprese, si manterrà nei prossimi anni su valori superiori rispetto a quelli registrati nel biennio 2015/2016.
Sono questi risultati soddisfacenti e incoraggianti, soprattutto in un periodo di ripresa dell'economia ancora lenta e con il costante rischio di tagli aggiuntivi alle risorse da parte del Governo centrale. L’Agenzia Fitch riconosce la comprovata capacità della Regione Marche di gestire le proprie finanze, anche in condizioni di stress finanziario.
Altro aspetto qualificante della gestione delle politiche di bilancio della Regione Marche, nell'anno 2018, è dato dall’ulteriore diminuzione della pressione fiscale e dalla contestuale conferma di tutte le agevolazioni fiscali già in essere, come zero maggiorazione dell'addizionale regionale Irpef per i redditi fino a 15 mila euro, zero Irap regionale per le imprese di nuova costituzione, l'esenzione del bollo per le auto ibride, che ha visto le immatricolazioni passare da 400 a 1.000, sarà un caso, l'esenzione del bollo per gli autoveicoli adibiti a protezione civile di proprietà delle associazioni di volontariato, l'eliminazione dell'imposta sulla benzina operativa fin dall'1 novembre 2018, misure tutte confermate con il bilancio 2019/2021, anche per questo, come ho detto più volte, la Regione Marche è tra quelle dove il fisco pesa di meno e c'è uno dei maggiori rapporti tra tassazione e servizi erogati ai cittadini.
Prima il Consigliere Giacinti ha parlato delle politiche di investimento al fine di rilanciarne la spesa ed anche per dare una doverosa risposta alle sollecitazioni, che ci sono state rivolte dagli organi deputati al controllo. Con il bilancio di previsione 2019/2021 è stato finanziato un piano di investimenti per oltre 100 milioni di euro, e questa è stata la grande novità resa possibile anche a seguito dell'accordo tra Regioni e Governo centrale, opere legate al governo del territorio, al dissesto idrogeologico, alla viabilità, all'edilizia sanitaria, alla mobilità, all'ambiente e alla cultura.
Questa mole di investimenti che abbiamo previsto fino da quel bilancio, consentirà di contribuire al rilancio nella nostra Regione, ad esempio, di un settore come quello dell'edilizia che in questi anni è stato maggiormente penalizzato.
Tanto più necessario tutto questo dinanzi, ad esempio, alle esigenze della ricostruzione post sisma, che è stata inserita in una visione organica di sviluppo regionale, con l'adozione del Patto per la ricostruzione e lo sviluppo, confluito nella nota di aggiornamento al Defr 2019/2021, quale criterio orientatore di tutte le politiche regionali.
La gestione del bilancio nel 2018 si è basata sul contenimento e la razionalizzazione delle spese, la diminuzione del debito e della pressione fiscale, come ho detto, la valorizzazione del patrimonio, voglio citare soltanto, oltre a ribadire le dismissioni dei fitti passivi che sono proseguite senza sosta nel corso di questi anni, ad esempio, l'operazione di valorizzazione del Palazzo del Mutilato, che tra l’altro è stata anche sollecitata in questo Consiglio regionale dai Consiglieri di maggioranza e di minoranza, penso ai Consiglieri Busilacchi, Maggi ed a tanti altri. Un'operazione rilevantissima, tra l'altro, che ci consentirà da una parte di recuperare quell'importante immobile all'interno della città capoluogo, dall'altra, attraverso un'operazione di permuta all’Asur di avere in cambio altri due immobili dell’ex Cras che andranno recuperati e valorizzati per allocarvi importanti uffici, quindi l’Asur per quanto riguarda il Palazzo del Mutilato e, ad esempio, l'Assam e probabilmente l'Arpam, per quanto riguarda l'ex Cras. Questo ci consentirà oltre al recupero, di risparmiare nei fitti passivi, se pensiamo che per l’Assam paghiamo oltre 200 mila euro all'anno di affitti, comprendiamo la necessità di dismetterli, come abbiamo già fatto per gli uffici dell'Asur, all'inizio del mandato; consentirà tra l'altro di recuperare, ad esempio, il Palazzo del Mutilato, quell'importante struttura alle porte della città capoluogo, e questo ha un valore ulteriore per la città, per come la città si presenta, e c’è di più, all’esito di questa permuta, vi ricorderete che nel bilancio di previsione 2019/2021 noi abbiamo appostato 300 mila euro per una parziale sistemazione del Palazzo del Mutilato, è evidente che se quel Palazzo andrà all'Asur e da questa ristrutturato quei 300 mila euro potranno essere liberati ed utilizzati, ad esempio, per la ristrutturazione degli immobili in via Cialdini, che pure abbiamo recuperato dopo tanti anni di occupazione abusiva con un’operazione, tra l'altro, all'insegna della solidarietà, perché tutti gli occupanti abusivi sono stati ricollocati in strutture dedicate, senza “spargimenti”, non dico di sangue, ma senza polemiche, e non è stato semplice tutto questo, liberare quelle risorse ci consentirà di recuperare in parte quell'immobile per destinarlo anche ad associazioni culturali, a quelle associazioni presenti nella città capoluogo, in coerenza ed in esecuzione di una volontà espressa da questo Consiglio regionale.
Questa è la politica, al di là dei numeri che riportano per forza perché sono stati valutati dalla Corte dei Conti, c'è coerenza in queste scelte che sono esempi, se vogliamo, di buona politica.
Corretta e virtuosa la tenuta dei conti, una positiva correzione nella gestione delle società partecipate, per le quali abbiamo ereditato una situazione catastrofica e da subito abbiamo avviato un processo di razionalizzazione, che per certi versi ha stentato a decollare a causa di una normativa farraginosa, dell'impossibilità di vendere determinate quote, quando l'abbiamo disposta, e per la necessità di modificare gli statuti, ma l'abbiamo fatto.
Quando parliamo di positiva correzione delle società partecipate pensiamo alla vicenda di Aerdorica, l’ha ricordata il Presidente Giacinti, noi da Aerdorica abbiamo ereditato un passivo di 40 milioni di euro di debiti, oltre a questo abbiamo ereditato fatti e comportamenti inenarrabili, posti in essere nel silenzio dei più, come ho avuto modo di dire dinanzi alla Corte dei Conti, ripeto, fatti e comportamenti inenarrabili che oltre al debito pregiudicavano, tra l'altro, una politica di risanamento, tant'è vero che anche in relazione a quei fatti e a quei comportamenti inenarrabili, non soltanto in relazione al passivo, la stessa Procura della Repubblica aveva presentato istanza di fallimento nei confronti della società.
Noi ci siamo assunti, il Presidente in particolare, la Vicepresidente, grandi ed enormi responsabilità da far tremare i polsi e all'esito, ripeto, abbiamo salvato e risanato l’Aerdorica. E’ stato all'interno di un percorso giuridicamente ineccepibile, con l'autorizzazione da parte dell'Unione europea, con l'omologa da parte del Tribunale di Ancona.
All'esito di questo percorso noi abbiamo salvato un'infrastruttura strategica per le Marche che, se vogliamo era ed è l'immagine stessa della nostra regione ed oggi è l'immagine della buona politica. Pensiamo che cosa sarebbe successo se Aerdorica fosse stata dichiarata fallita, non soltanto le ricadute sul bilancio regionale, ma ne avrebbe risentito l'immagine stessa della regione, dopo il dramma del credito, lo abbiamo detto prima, noi ci siamo trovati nel crac Banca Marche, dopo la questione della crisi economica e dei distretti industriali, che ci siamo trovati, e dopo l’enorme tragedia del terremoto. Immaginate cosa sarebbe successo per l'immagine e la fiducia in questa Regione se l’Aerdorica fosse stata dichiarata fallita. Lo abbiamo fatto e lo abbiamo fatto all'interno di un'operazione esemplare che ha consentito, tra l'altro, e non era scontato, l'ingresso in Aerdorica di un investitore privato che ne ha assunto la responsabilità, la gestione e, se vogliamo, la proprietà, condizione imprescindibile per un effettivo bilancio. Lo stesso Procuratore regionale della Corte dei Conti ha indicato questa operazione come un buon esempio di pratica gestionale e di pratica amministrativa, basta andare a leggere la sua requisitoria.
Come ho avuto modo di dire dinanzi alla Corte dei Conti perché, come è noto, io non le mando a dire, non può passare dinanzi a questa operazione, che meriterebbe applausi scroscianti, non a me, ma in particolare al Presidente, l'attenzione dei più sul milione per le consulenze, che è servito per quell'operazione, questo va detto, erano risorse necessarie, perché la procedura di concordato mica si fa gratis, servono consulenti, avvocati, ma non sono quelle consulenze che venivano date nelle precedenti gestioni quando succedevano fatti e comportamenti inenarrabili e la politica era silente, per non dire connivente, perché se uno è silente a lungo è connivente, la politica, le istituzioni, tutti coloro che erano deputati a quel controllo, lì c'erano le consulenze che andavano soltanto nelle tasche di qualche privato, qui ci sono consulenze necessarie per compiere quel tipo di operazione. Questo sulle partecipate.
Avevo promesso di essere breve, però queste cose vanno dette, ma le so già, quindi non le devo ripetere a me stesso, in parte le ho anche scritte, ma sapete che quando parlo davanti alla Corte dei Conti vado a braccio, però poi le scrivo perché devono essere consegnate, magari le scrivo dopo, le dico perché si sappia, perché credo che sia l’esito di un impegno politico e amministrativo rilevante.
Da ultimo concludo su un passaggio, ad esempio, che riguarda l'operazione del personale che tanto ci ha impegnato in quest'Aula. Vi ricorderete l’operazione degli autisti, del personale delle segreterie. Inizialmente c'è da dire che ho avviato questo percorso in perfetta solitudine e lo rivendico, ringrazio la Vicepresidente che annuisce perché è così, tra l'altro ho agito per non coinvolgere altri, com'era giusto, per assumermi tutte le responsabilità ho agito come Consigliere con quella legge sul personale delle segreterie e degli autisti. Qualcuno di quel personale ha detto: “Ti devo baciare dove passi”, si, è proprio così perché con quell'operazione, da molti sostenuta - li voglio ringraziare e voglio anche ringraziare in particolare le organizzazioni sindacali - abbiamo scongiurato l'impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale, che avrebbe comportato non soltanto la sospensione e il pagamento dell'indennità, ma il recupero del pregresso. Qui ho gli esiti del giudizio di parificazione della Liguria con il quale si dispone il recupero delle somme pregresse, quelle del passato, e dice che: non può non rilevarsi come tale inerzia - laddove ci fosse - esponga i vertici amministrativi alle valutazioni conseguenti da parte della Procura contabile, specie sotto il profilo della possibile contestazione di responsabilità amministrativa per danno erariale.
Vi ricordate cosa diceva l'Assessore al bilancio all'epoca, in quest'Aula? Questo è avvenuto in altre realtà. Noi l'abbiamo scongiurato con coraggio, con determinazione, facendo le cose per bene, facendo le cose nell'interesse del personale dipendente, con una disposizione normativa che abbiamo adottato in quest'Aula, che tra l'altro andrà in vigore, com'è giusto che sia, per i suoi impatti, sull'organizzazione nella prossima legislatura. Anche questo è stato un esempio, che insieme abbiamo fatto, virtuoso, di buone pratiche amministrative e di buone pratiche legislative.
Presidente, non aggiungo altro, raccomando l'approvazione di questo rendiconto, consapevole, tra l'altro, che lo stesso, come dicevo all'inizio, è stato sottoposto al giudizio della Corte dei Conti con le forme del contenzioso ed è stato un giudizio pienamente positivo, senza alcuna riserva, lo è per il quinto anno consecutivo, e per me, me lo lasci dire, è motivo di grande soddisfazione quale Assessore al bilancio.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Prima dell'intervento dell'Assessore Cesetti non avevo percezione di quanto fortunati siamo ad averlo come Assessore, lo ricorderò nelle mie preghiere della sera perché lo conservi in salute e soprattutto in modestia.
Veniamo al rendiconto, l'intervento l’ho scritto per rimanere nei tempi stabiliti e per non dimenticare nulla.
Ho sentito gli interventi di chi mi ha preceduto, della Consigliera Marcozzi e soprattutto del Presidente della I Commissione Giacinti, che hanno parlato dei numeri, io vorrei parlare di quello che c'è dietro ai numeri e quanto di questi sono stati impiegati nella maniera e nei modi giusti o meno.
Mi accingo ad intervenire sull'ultimo rendiconto che l'Aula è chiamata a discutere e a votare in questa legislatura.
Tra un anno in questo periodo, molte cose saranno cambiate, il primo rendiconto vedrà una compagine consiliare diversa dall'attuale e una diversa Giunta, la cui composizione in un momento così liquido e fluido della politica oggi è difficile da pronosticare. Ognuno di noi in cuor suo può formulare auspici, anche se qualcuno ha aperto il cuore e gli auspici li ha già formulati.
La verifica in Aula del prossimo rendiconto si farà con la nuova legislatura, così come i documenti contabili, quelli corposi e importanti che, parlo della variazione dell'assestamento del bilancio di previsione 2020/2022, saranno confezionati entro l'anno a beneficio della prossima legislatura e forse anche a beneficio della prossima campagna elettorale, ma questo nella politica ci sta.
Non mi lascio però sfuggire l'occasione per esprimere alcune considerazioni che, per una mia mancata rielezione o per maggioranze diverse dall'attuale, forse, non potrei più fare, considerazioni che possono diventare l'occasione per capire quello che questo Governo regionale ha fatto o non fatto, dato che non si è più saputo nulla su quel famigerato rapporto annuale sullo stato di attuazione del programma di governo e delle politiche regionali, che avremmo dovuto leggere ogni anno, come normato dallo Statuto e dal Regolamento, e di cui si sono perse completamente le tracce ma, vorrei fare una scommessa con qualcuno, verrà redatto e presentato con grande enfasi prima delle elezioni regionali del prossimo anno, ed anche questo nella politica ci sta.
Vengo ad esaminare alcuni elementi di questo rendiconto. Le politiche del lavoro, ad esempio, non mi sembrano abbiano funzionato granché, dato che non sono stati impegnati 6,5 milioni di euro, più della metà di quanto era stato stanziato per le azioni da mettere in atto sul fronte della formazione professionale, questo nonostante gli importanti convegni organizzati per ribadire l'assoluta necessità di supportare l'aggiornamento professionale dei lavoratori.
Non va meglio, e qui elenco una serie di elementi, nella difesa del suolo, nella manutenzione idraulica dei bacini idrici, in quella idraulica forestale, nella difesa della costa e degli arenili, nello sgombero degli alvei per prevenire dissesti locali e i danni delle alluvioni.
Per far fronte a tutte queste attività di prevenzione e manutenzione sono stati spesi molto meno della metà degli oltre 19 milioni stanziati, così, oltre che i danni subìti dalla mancata azione sono di gran lunga più ingenti delle risorse non spese, dobbiamo considerare che le risorse stanziate, ma non utilizzate, sono rimaste colpevolmente bloccate senza produrre alcun effetto positivo.
Stiamo parlando di interventi programmati e non realizzati per la difesa del suolo e della costa, che non dovrebbero far dormire la notte, quando si verificano quegli eventi atmosferici registrati quest’anno, un tempo straordinari, ma che ora dobbiamo cominciare a considerare, proprio sul piano culturale, ricorrenti.
Comunque è tutto il settore dello sviluppo sostenibile e della tutela dell'ambiente, oltre che del territorio, che con questa maggioranza ha sofferto, per la qualità dell'aria e la riduzione dell'inquinamento è stato impegnato un terzo di quanto preventivato, mentre è andato un po’, meglio, si fa per dire, il servizio idrico integrato dove è stato impegnato il 40% delle risorse stanziate.
Non stupisce dunque che l'ultimo rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) della nostra regione, con riferimento agli ultimi 2/3 anni, ci dice che è aumentata nei marchigiani l’insoddisfazione per il degrado del paesaggio e diminuita la soddisfazione per la qualità dell'ambiente in cui si vive.
Sempre l'analisi del benessere equo e sostenibile ci rappresenta un quadro crescente di sfiducia generalizzata verso gli altri e un calo della partecipazione sociale, politica e civica, quindi, completamente in controtendenza rispetto alle dichiarazioni di scelte politiche condivise.
Proseguendo nelle considerazioni, mi faccio aiutare questa volta non dal Bes, ma dalla Banca d'Italia, che registra un nuovo calo nel numero delle imprese attive dopo un periodo di stabilità e un ristagno, ormai da diversi anni, delle esportazioni regionali, comprese quelle del 2018, a cui questo rendiconto fa riferimento a fronte invece di un aumento a livello nazionale che ci porta ad un differenziale del 4%.
Le imprese che funzionano sono quelle che si sono concentrate su produzioni a tecnologia più avanzata, quelle il cui livello medio di investimenti è superiore a quello delle altre aziende regionali, sia per l'utilizzo delle nuove tecnologie che per la ricerca e lo sviluppo.
Questa è la ricetta che funziona, ma la Regione non l’ha sufficientemente e adeguatamente sostenuta, quindi non sono io a dirlo, ma i numeri appresi da queste indagini.
Ciò che invece ha funzionato è l'aumento dei lavoratori dipendenti, anche di quelli a tempo indeterminato, sono diminuiti gli autonomi, quelli che per sbarcare il lunario si inventavano qualche lavoro, ma la Regione purtroppo non può prendersi il merito di questo dato positivo, almeno non totalmente. Il rapporto della Banca d'Italia, infatti, riferisce che queste dinamiche sono state favorite dagli interventi legislativi nazionali volti a scoraggiare il ricorso a forme di lavoro autonomo, finalizzate all'elusione fiscale e contributiva e ad incentivare l'instaurazione di rapporti di lavoro dipendente. Quegli interventi virtuosi, non c'è il Presidente Ceriscioli, mi rivolgo a voi dell'esecutivo e della maggioranza a cui il vostro partito di riferimento, prima di questa ultima conversione sulla via di Damasco, ha espresso sempre un voto contrario, quegli interventi che hanno consentito alle Marche di interrompere una lunga e dolorosa stagnazione in controtendenza con il rialzo degli indici nazionali.
Voglio concludere con una raccomandazione che evita a qualche neo-alleato di Governo le considerazioni strumentali e oziose già sollevate in occasione del rendiconto del Consiglio, quando si disse che gli obiettivi raggiunti e non raggiunti non c'entravano niente con i numeri del rendiconto della Regione, così, per evitare qualche domanda che non dovrebbe essere posta, dico che i numeri del rendiconto indicano i soldi pubblici, quelli dei cittadini, quelli che devono essere spesi per raggiungere determinati obiettivi, in favore dei cittadini stessi per una vita in un ambiente pulito, sano, decoroso, per fare una visita medica in tempi ragionevoli e umani, per trovare o mantenere un lavoro dignitoso, per aiutare i più deboli e i fragili.
I numeri indicano il rispetto dell'applicazione di una volontà politica dichiarata, indicano quanto si sarebbe dovuto fare e quanto si è stati capaci di fare.
Dietro questi numeri ci sono bisogni, esigenze, impegno, capacità, risultati ottenuti e confronto. L'analisi e il giudizio è un preciso compito di noi Consiglieri regionali, l'interpretazione e la valutazione in termini politici di questi numeri è un dovere di comprensione e trasparenza che chi ci ha votato ha diritto di pretendere da noi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Assessore Cesetti, la parifica dice che è stato fatto un bel bilancio dal punto di vista tecnico, poi chiaramente l'aspetto politico va a sviscerare come i soldi effettivamente sono stati impiegati, quindi oltre a questo va assolutamente considerato un ulteriore aspetto.
Il bilancio 2018 si è chiuso con un disavanzo finanziario di 156 milioni, che sono stati coperti dal debito autorizzato e non contratto, quindi siamo sul fil di lana, abbiamo utilizzato tutto quello che si poteva.
Si evidenziano residui attivi per circa 1,2 miliardi, corrispondenti ai crediti provenienti dagli esercizi pregressi, occorre, quindi, che esercitiate il massimo impegno per riscuotere tali somme nel più breve tempo possibile.
Contemporaneamente si registrano circa 1,7 miliardi di residui passivi che occorrono saldare con solerzia, per non minare la credibilità dell'istituzione Regione, tra l'altro questa cifra è prevalentemente composta da anticipazioni concesse dallo Stato per il finanziamento della sanità, e qui si aprirebbe tutta la discussione su come sono stati investiti i fondi nel settore, che è l'oggetto principale della nostra opposizione fin dal primo giorno di vita di questa Giunta.
In particolare, dovete pagare 130 milioni di residui perenti che sono debiti pregressi che allo scopo avete coperto con un accantonamento di 92,5 milioni per il 71% dell'importo, quindi, occorre monitorare con attenzione i flussi, al fine di garantire che tale copertura sia costante nel tempo, poiché assolutamente necessaria.
La Regione è anche indebita verso due prestiti obbligazionari che sono i Piceni Bond, che vanno coperti con ulteriori 11 milioni e che hanno la scadenza nell'aprile 2020, e i Bramante Bond, per cui occorrono accantonare ulteriori 86 milioni, a tal proposito chiediamo la piena evidenza che tali fondi vengano accantonati in maniera trasparente e palese nei prossimi esercizi per non creare sorprese dell'ultimo minuto, dato che poi vanno pagati in un'unica soluzione alla scadenza, fino adesso l'impegno per coprire questi bond è stato fatto, teniamo duro fino alla fine.
Occorre puntualizzare che state pagando oltre 70 milioni di rate ogni anno per i prestiti contratti, di cui 24 milioni sono soli interessi, ecco l'importanza di non accedere a strumenti finanziari che comportino rischi, come purtroppo è stato fatto in passato, ma come purtroppo si vede con la realizzazione degli ospedali in project financing, come da dichiarazioni del Presidente in questi mesi che noi non vogliamo contrastare.
C'è un approfondimento sul settore relativo al personale dipendente, che nel 2018 è giunto a 1.923 unità, considerando l'ingresso di 500 unità provenienti dalle Province. Avete assunto, rispetto al 2015, personale per ben 300 unità, perciò aspettiamo che l'operatività degli uffici esploda e l'efficacia dell'azione diventi maggiore di quanto abbiamo visto fino adesso, Non ci sono più alibi al riguardo avendo giustamente saturato l'organico e la spesa relativa.
Il fondo per il trattamento accessorio del personale della Giunta regionale è di 14 milioni, quindi risultano mediamente disponibili 5 mila euro all'anno per i dipendenti e 45.000 euro per i dirigenti, che sono saliti a 66. Voglio sottolineare questi dati perché in tutti i piani delle performance, che ho letto, non vengono definiti esaustivamente gli obiettivi da raggiungere, con il risultato di assegnare tali risorse praticamente in maniera automatica. A tal proposito ricordo i due atti approvati all'unanimità dal Consiglio, di cui sono stato promotore, che legano al piano delle performance la piena attuazione della normativa esistente, aspetto questo particolarmente lacunoso in molti settori chiave, sanità compresa.
Il capitolo delle partecipate è molto preoccupante. Riporto un periodo scritto dalla Corte dei Conti, che recita: “La sezione di controllo ha osservato che il piano risulta mancante della relazione tecnica prevista dall'articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 175/2006 e appare insoddisfacente anche in merito alle prospettate tempistiche incerte di razionalizzazione delle partecipate regionali. La Regione non è in grado di esercitare il necessario controllo sulle partecipate e non riesce a liquidare le proprie azioni da quelle da cui si vuole disimpegnare”. Sono passati già 4 anni di governo abbondante e ancora non siamo riusciti a dismettere alcune partecipate, del resto il passivo complessivo delle partecipate pesa sul nostro bilancio per 26 milioni, in particolare la Svim presenta un saldo positivo di 2.678 euro, ma il bilancio di esercizio 2018, evidenzia un'espansione dell'indebitamento che ha raggiunto 3,6 milioni, con un incremento di 1,5 milioni solo nell'ultimo anno. Cosa è accaduto? Perché questo pesante incremento dell'indebitamento in un solo anno? Addirittura mi risulta, da notizie di giornale, che ci sia un piano di assunzione del personale a tempo indeterminato per 12 unità nei prossimi periodi.
L'indebitamento dell'Interporto è di 11 milioni, aumentato di 800 mila euro ed è ormai evidente l'incapacità di utilizzarlo per gli scopi per cui è stato realizzato. Infatti, nel settore della mobilità la Regione ha dimostrato grave incapacità programmatoria, progettuale, gestionale, senza riuscire ad efficientare il servizio pubblico su gomma, penalizzando quello su rotaia, con alcune chiusure e dismissioni che abbiamo aspramente contestato, in completa assenza di un progetto di intermodalità per il nodo strategico di Ancona, ininfluente sugli aspetti di mobilità condivisa e sostenibile.
Per l’Interporto il contratto con l’Asur per l'utilizzo di una sua porzione è stato concluso? Il piano di risanamento è stato redatto? Tra l'altro sono stati ricevuti 5 milioni di fondi europei dal Fesr che vanno restituiti perché non sono state realizzate le attività previste, bella figura con l'Europa, infine, altri fondi vanno restituiti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per non aver realizzato quanto previsto, altra bella figura con il Ministero, che fino adesso avete ad ogni piè sospinto avversato.
Per Irma, ad esempio, occorre considerare la non definizione da parte dell'Agenzia delle Entrate di un consistente credito IVA a suo favore, per oltre 2 milioni di euro. Occorre quindi finalizzare quanto prima la questione, sono 2 milioni”
Per il Centro agroalimentare di Macerata, di cui ancora non è stato approvato il bilancio, che è in liquidazione dal 26 luglio 2018, la Regione Marche ha una quota del 32,79%, il Comune di Macerata del 62,25%, occorre spingere per coordinarsi con il Comune e cedere le quote.
Per quanto attiene al Centro di ecologia e climatologia dell'Osservatorio fisico di Macerata, si registra un bilancio in pareggio, con un indebitamento di oltre 100 mila euro, parliamo di cifre chiaramente ridotte, ma anche in questo caso, visto i bilanci negativi degli scorsi anni, la situazione va monitorata e l'indebitamento abbattuto.
La situazione di Aerdorica non merita in questa sede un particolare commento, in quanto la chiusura del concordato ha permesso la riduzione del debito accumulato da 47,5 milioni a 20 milioni con la cessione della proprietà a conferma, come per le altre società partecipate, Interporto in primis, della cronica incapacità regionale alla gestione delle stesse.
Sul pianeta sanità non voglio approfondire la discussione in questa sede, poiché sul contrasto alla politica sanitaria parliamo ad ogni occasione, ad ogni Consiglio, però bisogna sottolineare alcuni aspetti che sono anche oggetto d'allarme da parte della Corte dei Conti, ad esempio, i tagli operati a carico delle coperture dei rischi e dei premi assicurativi per circa 34 milioni. Questa cosa va attenzionata, risparmiamo sulle assicurazioni e ci esponiamo a maggiori rischi? Ci sono delle assicurazioni che hanno delle franchigie? A quanto eventualmente ammontano? Bisogna fare chiarezza su questo perché anche la Corte dei Conti ha messo nero su bianco le sue pesanti perplessità.
I dati riportati evidenziano che non siamo più tra le migliori Regioni in campo sanitario, siamo saliti all'ottavo posto per spese legali da contenzioso e siamo scesi al tredicesimo posto per performance sanitaria.
Il saldo della mobilità sanitaria è negativo per 72 milioni, aumentato negli anni, con un aumento di più di 10 milioni rispetto al 2017, più 27 milioni di mobilità passiva, a fronte di più 18 milioni di mobilità attiva, ed abbiamo visto che 5 milioni sono stati sforati dal privato e non ci verranno restituiti.
Non avete rispettato l'obiettivo ricevuto dallo Stato per il tetto relativo all'acquisto dei dispositivi sanitari, che doveva fermarsi al 4,4% del fabbisogno regionale standard, mentre si è arrivati al 7,4%, pari a 214 milioni, dove sono stati spesi in eccesso questi fondi? Ad esempio, nel sottoutilizzato robottino di Pesaro?
Invece, occorre investire sulle attività standard per le quali subiamo una mobilità passiva per circa 18.000 ricoveri extra regione, in prestazioni di bassa e di medio-bassa complessità. Non siamo in grado di dare ai nostri cittadini le prestazioni standard per questo siamo costretti a mandare, a spese nostre, altrove i pazienti che si devono curare e i loro familiari.
Anche il tetto per la spesa farmaceutica per gli acquisti diretti è stato infranto, avete speso 86 milioni in più del limite e non applicate la legge regionale n. 3/2013, che abbiamo potenziato nel 2017, sotto mia sollecitazione, e che, potendo creare un sistema di riutilizzo dei farmaci non assunti dal cliente, l’abbiamo calcolato, può generare risparmi fino a 10 milioni all'anno.
Il bilancio risulta ingessato da spese fisse ed obbligatorie, da quelle vincolate con finanziamenti di varia natura, sia statali che europei, si pensi che le risorse libere e disponibili ad esclusiva discrezione regionale, ammontano complessivamente a 470 milioni, che è il 10% del bilancio regionale. Di questi 470 milioni la metà sono stati impegnati per servizi generali, personale, altro e per gli accantonamenti, quindi abbiamo disponibilità di gestire 200 milioni all'anno di fatto, così emerge dalle tabelle Excel che mi hanno fornito gli uffici.
Le percentuali di spesa nei diversi settori, al procedere negli anni, non hanno subìto modifiche significative, confermando una gestione contabile regionale standard, che non ha saputo imprimere alcun impulso in nessun settore economico, specchio dell'assenza di una strategia che ha caratterizzato questa Giunta.
Siamo perciò costretti a respingere, anche quest'anno, il bilancio che ci avete presentato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Cerco di essere abbastanza rapido perché credo che sia stato detto abbastanza.
Dico che chi ha un po’ di esperienza di pubblica amministrazione sa che la presentazione dei bilanci, di previsione e consuntivo, sono i momenti un po’ più significativi, al di là del fatto che ci sono anche momenti molto importanti quando si presentano dei progetti, però la presentazione di un bilancio sta ad indicare la qualità della programmazione, l'impegno di chi governa per risolvere le problematiche dei territori. Quindi il consuntivo assume un aspetto politico molto rilevante, che va ben oltre le elencazioni dei numeri della finanza in sé e per sé, in quanto il bilancio il consuntivo o il rendiconto, chiamatelo come volete, ha sempre questi due aspetti: finanziario e politico.
Sull'aspetto finanziario credo che ci sia poco da dire “nulla questio”, ma d'altra parte, ripeto, chi ha un po' esperienza di pubblica amministrazione sa che i conti bene o male si fanno quadrare sempre perché c'è un problema di vincoli, di penalità, sia per quanto riguarda gli amministrati, con riflessi negativi, che gli amministratori, dato che ultimamente sono state introdotte anche delle sanzioni per quest'ultimi.
Ripeto, non mi affascina molto il discorso di leggere le relazioni finanziarie, i conticini, le somme come sono state ripartite, abbiamo rispettato i vincoli di finanza pubblica, è ovvio che deve essere fatto, la Regione lo fa da tanti anni, lo fa più o meno bene, con qualche rampogna da parte della Corte dei Conti in occasione delle parifiche perché ovviamente non tutto viaggia sempre allo stesso modo, però, nulla da dire da questo punto di vista.
A me interessa invece accendere i riflettori sull'aspetto prettamente politico, sui risultati che nel 2018 sono stati raggiunti. Se chiudo gli occhi e penso un attimo a cosa i territori hanno tratto da questo bilancio finanziario, esatto, centellinato, francamente non vedo niente, anche se l’Assessore Cesetti, molto bravo nel presentarlo e nel far rispettare le regole, ci ha presentato come aspetto eclatante il fatto che la Regione abbia aiutato l'acquisto di macchine ibride e siamo passati da 400 a 1.000 unità, non mi sembra un grandissimo risultato.
L'Aerdorica viene dopo un percorso di disgrazie, perché siete partiti malissimo, dopo è arrivato con l’ultima gara il privato che ha salvato capra e cavoli, ma se andiamo a rivedere il percorso che ha fatto la Commissione, con tutto quello che abbiamo trovato, dai primi atti che sono stati fatti, dal luglio 2015, fino alla fine, non mi esalterei più di tanto. Poi tutto è andato a buon fine, senza dubbio, è giusto che abbiamo un'infrastruttura di questo tipo, molto importante per l'economia, per il turismo, per lo sviluppo dei territori, ma sicuramente abbiamo perso tanto tempo, abbiamo sprecato tanto denaro con delle gare, come direbbe il Consigliere Zaffiri, molto farlocche.
Altri aspetti di questo discorso politico sugli effetti che noi vediamo. Sulle infrastrutture non abbiamo brillato come programmazione, il terremoto era un'occasione molto importante per fare una programmazione, per cercare in qualche modo di ripristinare un discorso di infrastrutture materiali e immateriali verso l'interno, ci siamo riempiti la bocca di parole dicendo che dovevamo lavorare affinché queste aree, queste zone, non rimanessero isolate, francamente non ho visto una programmazione. Guardate, nei momenti di crisi, nei momenti di difficoltà, quando non ci sono risorse ..., perché non ci sono risorse, di questo ne prendiamo atto, anche se, come diceva il Consigliere Giacinti, abbiamo una capacità di indebitamento per pagare una rata di oltre 50 milioni l'anno, ma non abbiamo l'entrata corrente per poterla pagare, è ovvio. Questo potrebbe essere da un lato un titolo di merito, perché abbiamo una finanza in ordine, dall'altro, però, ci dobbiamo impegnare per trovare delle risorse per poter finanziare l’indebitamento, perché l'infrastruttura con cosa la paghi? Con un indebitamento. Devo fare investimenti in conto capitale, non li posso finanziare con la spesa corrente, li devo finanziare con dei mutui, con qualcosa che vado ad accendere.
Anche qui non mi sembra che siano state fatte da parte della struttura, da parte della politica, grandi ipotesi per poter avere un'entrata corrente tale da soddisfare gli investimenti attraverso i mutui, non mi sembra che ci sia stato un discorso di questo tipo.
La sanità, ci sono stati snocciolati tanti numeri, la Consigliera Marcozzi ha messo in evidenza anche delle disfunzioni molto gravi da questo punto di vista, però nella programmazione non abbiamo visto nulla, abbiamo fatto litigare tutti i territori, non c’è un territorio, da Gabicce a San Benedetto del Tronto, passando per Macerata, che non abbia litigato. In questo anno sono state dette, in santa ragione, cose contro Regione perché non si vede nell'obiettivo finale cosa fare della sanità marchigiana. Quanti ospedali, quali ospedali? Che tipo di sanità? L'eccellenza, le case della salute, c'è una grande confusione su questo punto, quindi l'effetto politico credo che sia stato questo. Quando ci sono carenze di risorse si fa la programmazione, si mettono sul piatto i progetti, poi si va con il cappello in mano a cercare le risorse dal Governo o dall'Europa o da chi sia, ma la programmazione la dobbiamo fare, poi possiamo dire: “Non l’abbiamo fatto perché non ci hanno dato le risorse”.
Le scuole, mi sembra che la Regione in questi giorni dovrà dare a Pesaro un contributo straordinario per metterne in sicurezza due. Un piano specifico per le scuole - l'edilizia scolastica in mano alle Province è stata un disastro - non l’abbiamo fatto, non abbiamo fatto una ricognizione esatta e se oggi dovessimo dire su ognuna delle cinque province quanti sono gli investimenti da fare, faremo fatica ad individuarli. I piani li ho visti, però tutti i fondi arrivano extra dal terremoto e i 7 milioni che ci mette la Regione, adesso vediamo quanto ci mettiamo ad aggiustare le scuole.
Le attività produttive. Noi stiamo lavorando, devo dire, con una certa pregnanza con i fondi europei, con i fondi del Psr, e ne do atto all'Assessore Casini, e con i fondi Por-Fesr, ci stiamo lavorando bene da questo punto di vista, però non abbiamo altre attività, altre risorse che possano coadiuvare per far sì che queste disponibilità europee possano incidere maggiormente, anche perché non abbiamo idea di cosa fare per quanto riguarda l'entroterra, su che cosa dobbiamo lavorare, dato che il Governo ci ha messo del suo con questi ritardi incredibili, con il rischio ormai palese di uno svuotamento da un punto di vista sia produttivo che residenziale di queste aree, che mette in crisi l'intera Regione.
L'altro aspetto che mi sono segnato riguarda il trasporto pubblico. Anche qui stiamo ritardando una serie di progetti che dobbiamo fare per l'affidamento del servizio all'esterno, come ci impone l'Europa, con delle gare e altro. Tutte le nostre partecipate stanno ancora ad aspettare che arrivi Godot perché non si riesce nemmeno a fare il bando per la gestione di questo servizio.
Dal punto di vista finanziario nessuna eccezione perché, ripeto, i conti devono tornare e da questo punto di vista li fate tornare molto bene, ma da un punto di vista politico gli effetti di questa virtuosità finanziaria, che sentiamo ogni volta che ci viene illustrato il rendiconto, non trova sul territorio gli effetti che dovrebbe produrre. Ecco, quindi, la criticità di questo consuntivo, come tutti gli anni. All'inizio vi avevamo dato un minimo di fiducia perché si partiva da una situazione veramente molto difficile, ma in realtà non siamo riusciti, poi possiamo parlare del terremoto, possiamo parlare della congiuntura economica che ancora insiste su questi territori, ma di vostro ci avete messo veramente molto poco. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. La prima cosa che voglio dire è che forse non si è capita bene l'importanza della parifica senza riserve che la Corte dei Conti ci ha dato. Tutto quello che è stato detto, evidentemente, la Corte dei Conti l’ha ritenuto non critico perché ci ha parificato e siamo l'unica Regione che ha avuto la parifica senza riserve.
Su Aerdorica mi ricordo bene quando qui si facevano commenti del tipo “portate i libri in Tribunale”, l'Aerdorica l'abbiamo ereditata, l’ho ereditata come delega, con 40 milioni di debiti, 104 dipendenti e 4 voli settimanali. Nel bilancio di Aerdorica venivano riportati i cespiti come proprietà, infatti, qualcuno prima ha detto in maniera errata “Abbiamo venduto l'aeroporto”, no, perché l’aeroporto non è nostro, è di Enac, e per far pareggiare i bilanci veniva scritto che le proprietà erano della Regione Marche o della società, in realtà i cespiti sono tutti di Enac e noi siamo in concessione.
Ecco, detto questo, non è stata facile la procedura, per esempio, per la non dichiarazione di aiuto di Stato delle somme che questo Consiglio ha deciso di mettere a disposizione, i famosi 25 milioni di euro, perché nel frattempo Air Riminum ci aveva fatto un ricorso proprio su questo tema e anche a questo abbiamo dovuto rispondere, come abbiamo dovuto seguire tutto il concordato in continuità, che voi sapete bene non è una cosa semplice, non è una cosa semplice la falcidia e i rapporti che si sono avuti con i creditori.
Quando mi sono insediata ho trovato un bando che era stato approvato e pubblicato dal vecchio CdA, un bando nel quale non era stato neanche richiesto il parere di Enac, che non solo è preventivo, ma vede Enac proprietario dell'aeroporto.
Il bando noi lo abbiamo costruito insieme ad Enac per salvare l'aeroporto e non siamo stati fortunati perché un fondo inglese ha deciso di mettere 16 milioni, e dico 16 milioni di euro versati e non le favole che venivano raccontate da presunti soggetti che venivano a parlare con me nel mio primo anno di mandato, quindi è una cosa strumentale non ritenerla straordinaria, anche perché siamo l'unico aeroporto d'Italia che ha ottenuto il parere favorevole della Commissione europea sugli aiuti di Stato, che vi piaccia o no un primato rispetto a questo ce l'abbiamo.
Parliamo delle scuole. Un anno e mezzo fa abbiamo approvato e assegnato 500 milioni di euro di scuole, che corrispondono a 400 interventi, ma non nell'area del cratere, anche nell'area del cratere. Ho voluto che la ridistribuzione delle risorse venisse riportata su una planimetria, con colori diversi per evidenziare che le risorse erano state distribuite in maniera omogenea in tutte le Marche e che non erano addensate soltanto nell'area del cratere. Quindi, su 1.200 edifici scolastici la Regione Marche ne ha finanziati 400, che poi i Comuni abbiano difficoltà a spendere questi soldi, è risaputo. Se non vi interessa lascio perdere, non rispondo per niente.

PRESIDENTE. Per favore, silenzio!

Anna CASINI. Politiche sociali. Quando ci siamo insediati, questo Consiglio lo sa, avevamo in bilancio per le politiche sociali risorse pari a zero, avevamo zero, non è che possiamo fare prima, dopo, forse, zero! Lo scorso anno abbiamo messo 70 milioni di euro, quest'anno addirittura avremmo 88 milioni destinati alle politiche sociali, quindi a me non sembra che rispetto al sociale non ci sia un'attenzione, da zero a 70 milioni, mi pare che ci sia un atteggiamento diverso nei confronti di questo settore.
Si è parlato, per esempio, della poca attenzione che avremmo nei confronti dell'ambiente. Siamo la terza Regione d'Italia per superficie biologica, quando ci siamo insediati abbiamo stanziato 110 milioni di euro per il biologico, esattamente un quarto di tutto il budget che avevamo a disposizione sul Psr; abbiamo utilizzato il budget del Psr per gli accordi agro-ambientali d’area con l'obiettivo di ridurre i nitrati e misuriamo i nitrati, l’export del settore enogastronomico cresce del 46% nelle Marche e il biologico del 20%. Questi sono dati che non dico io e che potete verificare.
Interporto. Dobbiamo ridare secondo il Consigliere Fabbri i soldi alla Comunità europea? Ma chi l’ha detto? Cos’è questa favola? Queste dichiarazioni sono forti, qualcuno si è accorto che all'Interporto c'è una stazione ferroviaria? Per sapere, perché quando ci siamo insediati la stazione ferroviaria dell'Interporto non c’era, come dice il dirigente competente: “Adesso escono ed entrano i treni”, che è il lavoro che deve fare un Interporto. Ci sono merci che si muovono all'Interporto? Si, vi invito ad andarle a vedere. Ci hanno lasciato un casino, lo dico proprio così, senza traduzione in italiano, rispetto alle destinazioni catastali? Si, certo che si, lì nessuno sapeva dove erano iniziati e finiti gli espropri e quando io chiedevo le visure catastali, mi dicevano: “Devo dare un incarico ad un notaio”, chi si intende di catasto sa che non è necessario un notaio per fare una visura catastale, ma può farla chiunque, qualunque cittadino, a nome di chiunque.
In merito alla preoccupazione del Consigliere Fabbri per l'accantonamento dei Bond, voi sapete che l’accantonamento è un atto obbligatorio, quindi nel nostro bilancio c'è, altrimenti la Corte non ci avrebbe dato parifica, come non saremo i quarti per performance in Italia per la sanità.
Noi siamo quarti per performance ed è un valore che si decide in conferenza di servizi insieme al Ministero. Dico che non è soltanto una medaglia perché arrivare in Italia tra le prime 5 Regioni, che hanno i migliori Lea rispetto alle spese per il comparto socio-sanitario, corrisponde ad avere dei soldi in più, e quindi c'è una battaglia non da poco sulla verifica reale delle performance, e noi siamo risultati quarti. Questo ci ha portato a poter spendere 30 milioni aggiuntivi per la sanità, e quest'anno probabilmente saranno 42, credo che questo sia assolutamente importante.
Prima si parlava del risparmio sul riciclaggio dei farmaci, sì il risparmio, ma quanto costa attivare queste procedure di riciclo dei farmaci? Perché la differenza si studia alle elementari, costi, guadagni e ricavi, per cui non si può dire quanto si guadagnerebbe, ma quanto costerebbe, da lì trovi la differenza, che è il vero guadagno perché potrebbe non essere conveniente da questo punto di vista.
Lascio per ultima l'edilizia residenziale pubblica - non ho tempo di dirle tutte - abbiamo acquistato 300 appartamenti con i soldi dei Cas facendo delle gare, abbiamo deciso di non utilizzare il suolo e di comprare il costruito e l’invenduto per aiutare le imprese, 300 famiglie sono già insediate, abbiamo valutato 900 alloggi, quindi ne potremmo comprare altrettanti; abbiamo fatto un piano nel quale abbiamo dato 25 mila euro alle giovani coppie che desideravano acquistare la prima casa per consentire, a quelle che un reddito ce l'hanno, di poter accendere un mutuo, perché anche l'accesso al credito va aiutato, non sempre è così semplice. Per l'edilizia residenziale pubblica in questo momento abbiamo un bando per 18 milioni di euro per acquistare l’invenduto, abbiamo capito che è molto più conveniente, soprattutto dal punto di vista ambientale - mi dispiace che il Consigliere Fabbri fa l’ambientalista e poi quando si parla di queste cose non c’è - non utilizzare il suolo, quindi evitare di impermeabilizzarlo è molto importante.
Tralascio tutto il mondo della forestazione, ci sarà un convegno venerdì prossimo ad Ascoli Piceno, vi invito a partecipare, sulle problematiche della forestazione, perché questo è un altro mondo insieme ai cippati ed all’energia da fonte rinnovabile, è un altro tema che non voglio affrontare perché sarebbe troppo complesso.
In riferimento alla mia provincia, visto quello che ha detto il Vicepresidente Celani, voglio aggiungere 8,5 milioni di euro per le aree interne, progetto Barca, che erano stati tolti dalla precedente Giunta, ci sono 300 milioni di euro per la viabilità nel cratere, e quando lui passa da San Benedetto del Tronto verso Ascoli Piceno transita su una strada che si chiama l’Ascoli Mare, sulla quale stiamo spendendo 11 milioni di euro perché viadotti avevano i ferri completamente arrugginiti.
Infine l'Autorità portuale, ricordo quando da questi banchi arrivavano le critiche che dicevano: “Andrà nel nord dell’Adriatico, noi rimarremo senza Autorità portuale, ce la toglieranno. Ho letto su un giornale che andrà a finire a Ravenna” no, cari miei, l’Autorità Portuale sta ad Ancona e comprende anche Pescara ed Ortona, quindi tante di quelle cose che leggete sui giornali, in maniera diretta o indiretta, non sempre sono vere e siccome gli atti ce li avete, vi invito a verificarli, perché le cose che ho detto sono solo alcune che questa Giunta ha fatto.
Non parlo poi dei 50 milioni di euro per le piste ciclabili e per le ciclovie, a proposito di sostenibilità ambientale, anche quelle sono già state finanziate. Ecco, tutte queste cose noi le abbiamo fatte e si possono verificare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per risparmiare tempo faccio anche la dichiarazione di voto. Le ragioni poco profonde della mia motivazione, che mi ha gentilmente fornito il Presidente Giacinti, che certifica questi dati più e meglio di me, riguardano la vera natura del rendiconto.
Il rendiconto registra un debito complessivo di 866 milioni, rispetto agli 887 milioni del 2018, e rispetto ai 920 milioni del 2017, quindi, un calo di 54 milioni in due anni.
Gli 866 milioni di debito sono: 442 milioni mutui, e questi chiaramente pesano anche sul bilancio corrente per il pagamento degli interessi, 17 milioni con anticipazioni, quindi una gestione che definirei oculata, 406 milioni di bond, di titoli, di cui 308 milioni sono già accantonati come fondo di ammortamento, quindi di fatto sono già pagati.
Il debito reale della Regione Marche, che 9 anni fa ammontava a quasi 1 miliardo, non so se lo abbiamo mai superato, Presidente, oggi realisticamente è di 558 milioni, non so se 9 anni fa dentro il miliardo c'era anche la quota dei fondi di ammortamento, probabilmente qualcosa c'era, ma comunque sia è una riduzione significativa, in anni in cui abbiamo avuto un profondo taglio dei trasferimenti statali. Questo è il primo dato. Il deficit quindi è in calo di 21 milioni rispetto all'anno precedente.
Vado rapidamente alle due considerazioni di merito, la prima, la grande passione intorno all'Aerdorica, lo dicevamo prima in corridoio, io questa passione non c'è l’ho mai avuta e continuo a registrare l’assoluta mancanza di dati relativi alla reale fattibilità di un aeroporto. Ipotesi: anno zero, non c'è niente, né di proprietà regionale, né di proprietà dell'Enac, né di proprietà di privati, non esiste l'aeroporto a Falconara, si fa uno studio e si dice: “Vale la pena costruire l'aeroporto?”, perché quello che i privati fanno e l'amministrazione pubblica non fa mai, è questo è un tipo di ragionamento, prendo atto dei 20 milioni, prendo atto della soluzione trovata, son contento, sono lieto, metto anch’io una bandierina piccola, perché la mia è piccola, sopra e dico: “Viva l'aeroporto”, ma se ragionassimo in termini assoluti, Presidente Ceriscioli, sono convinto che nessun matto costruirebbe un aeroporto a Falconara perché non ci sono i dati per farlo. Questo matto però deve mettere in movimento centinaia di migliaia di persone fuori dalla nostra regione, verso Milano, Roma o Bologna, che per nostra fortuna è a metà strada fra Ancona e Milano.
Quello che credo manchi in questa regione, e che sarebbe di grande fruibilità, sono i treni. In un regime serio potremmo benissimo sostituire gli aerei con i treni, che tra le altre cose viaggiano a velocità elevatissime.
I tempi di raccolta del viaggiatore presso l'aeroporto delle Marche è altissimo, due ore per viaggi di un’ora, chi diavolo fa un tempo di raccolta di due ore? Per andare a prendere l’aereo a Falconara mi devo mobilitare da Recanati che sta a 45 chilometri un’ora e mezzo prima, non parliamo dell'ascolano, non parliamo del pesarese, perché non c'è, non parliamo dei mezzi pubblici, perché se devo prendere un aereo da Falconara per Monaco alle 6,45 o alle 7,05 del mattino, gli orari cambiano, mi devo mobilitare alle 4 del mattino, quindi piazzo una tenda all’aeroporto di Falconara e poi ci vado.
Penso che questi miti dovremmo avere il coraggio nel tempo di sfatarli, poi capisco che quando si parla di queste cose tutti dicono che ci vuole l’aeroporto, ma nessuno caccia i soldi, la Giunta con grande fatica li ha dovuti trovare, ma dei marchigiani - tutte le categorie - non caccia i soldi nessuno, cosa che invece al nord si fa e sono più credibili quando parlano di queste cose. Lo dico perché non devo prendere voti, voi dovete prendere i voti, quindi queste cose non le dite, io i voti non li devo prendere, quindi queste preoccupazioni non le ho, sono più libero del Consigliere Zura Puntaroni che in questo è encomiabile in Aula.
Detto questo, continuo ad essere convinto che i treni sono la soluzione anche da un punto di vista ecologico, perché quella Greta, che volevate invitare e poi ringraziando Dio ci avete ripensato, sennò mi sarebbe venuta voglia di lasciare l’Aula, parte in barca o in treno perché lei non va con l’aereo in America, ci va con la barca, c'è chi ce la porta! Lei, Consigliere Giancarli, è un consumatore di ambiente e di suolo e a New York non ci va con la barca, ma con l'aereo, invece Greta ci va con la barca e si va venti giorni di crociera.
Detto ciò, l'ultima cosa riguarda - non so se ho capito male dall'Assessore Casini - il dato sui servizi sociali, una semplice puntualizzazione, non è che la Giunta attuale ha trovato a zero i servizi sociali, ha trovato a zero la spesa regionale sui servizi sociali, che poi è rimasta a zero perché non abbiamo accresciuto niente di bilancio regionale, l’Assessore ne è consapevole. Ci abbiamo messo un milioncino a malapena, però abbiamo messo tutti i milioncini dal sanitario, li abbiamo presi da lì, perché sul bilancio regionale i soldi non ci sono tornati più, ahimè, se non piccole quote che poi vanno in compartecipazione sulle leggi statali e non ne abbiamo persa neanche una. Noi tutto quello che dovevamo prendere dallo Stato per il fondo politiche sociali, per il fondo per la non autosufficienza, per il fondo per la famiglia, che è molto ridotto ma qualcosa c'è anche lì, e per l'infanzia, abbiamo avuto tutte le compartecipazioni, però non eravamo a zero, non è che dal 2013 al 2015, il precedente Assessore competente insieme all’ex Presidente della Regione avevano azzerato il bilancio sociale, era garantito ugualmente, però va sottolineato questo sacrificio. Ecco perché proporrò nel piano socio-sanitario, e spero che il Presidente Ceriscioli voterà con me, l'emendamento in base al quale i bilanci della sanità dovranno venire in Consiglio regionale, perché si deve sapere che facciamo un sacrificio di 60 milioni sul bilancio della sanità per garantire la continuità dei servizi sociali, ma queste cose non si possono sapere se i bilanci sono nascosti dentro l’unica voce di spesa e di entrata, quindi è difficile farlo. Gli emendamenti li tratteremo più diffusamente con il Consigliere Volpini in sede di Commissione. Voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ho chiesto di intervenire perché vorrei ringraziare l'Assessore Cesetti e poi dirò per cosa.
Adesso qualche secondo in più me lo prendo perché il Consigliere Marconi ha sollevato una serie di questioni che suscitano interesse, ed io vorrei rispondere solo su un punto, io non voglio nessuna contrapposizione, ma credo nemmeno lui, anche se dall'intervento poteva sembrare esserci, fra treni ed aerei.
Per quanto mi riguarda credo che si possa lavorare affinché fette di trasporto dalla gomma siano trasferite al ferro, come fa l'Assessore Sciapichetti, che domani insieme al Consigliere Micucci parte da Ancona, va a Civitanova Marche ed arriva, passando per Macerata, ad Albacina per mettere in evidenza l’importanza dell'elettrificazione di quella linea ferroviaria.
Noi dobbiamo lavorare su queste cose concrete, come abbiamo fatto per la San Benedetto del Tronto/Ascoli Piceno e per quello che si sta facendo fra Civitanova Marche/Macerata/Albacina, spostare fette di mobilità dalla gomma al ferro. Su questo Consigliere Marconi credo che siamo d’accordo.
Detta questo, vorrei ringraziare l'Assessore Cesetti dato che è l'Assessore al bilancio e oggi parliamo del rendiconto, ma per la capacità di ascolto che ha dimostrato di avere, perché quando ha parlato di Aerdorica, e non entro nel merito delle questioni che sono state dette, ha detto che sono accadute cose inenarrabili nel silenzio di tutti. In modo molto chiaro ha detto: “Sono successe cose inenarrabili, nel silenzio dei più”. Più volte mi sono permesso di sottolineare l'azione che alcuni di noi avevano portato avanti, ma non nella Commissione d'inchiesta, in Consiglio con atti ispettivi, con interrogazioni, con suggerimenti, con proteste, con proposte, quindi, grazie Assessore anche per questa correzione, perché dimostra non soltanto una capacità nell'agire, ma anche un'attenzione nell'ascolto, che è fondamentale.
Altra cosa che considero una riflessione rispetto anche ad atti che dovremmo fra un po' compiere, lei ha fatto riferimento ad una tematica che poteva compromettere la parifica di bilancio, quella del personale, del personale dei gruppi, delle segreterie, degli autisti, ed ha sottolineato giustamente la possibilità che ha avuto di essere incisivo perché ha agito sia come Assessore che come Consigliere, ecco, questo aspetto per me è motivo di riflessione anche negli atti che andremo a compiere in futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Intervengo per una curiosità un po’ femminile e per fatto personale, prima ho sentito il mio illustre collega Marconi - siccome oggi erano presenti quelli della Quadrilatero mi sono perso un sacco di roba emozionante - e mi viene da fargli una domanda: “Consigliere Marconi ha cambiato parrocchia anche lei?” Per capire, perché sono rimasto indietro, in 8 ore è cambiato il mondo, allora dovrei abbracciarla, ma lei sta con lo Spirito Santo ed io non sono degno di abbracciarla, quindi rimango qui, però ho sentito l’intervento e così, per essere aggiornato, perché qui cambiano le cose, cambiano i riferimenti, mi dico: “Aspetta, prima studia quello che è successo sennò come puoi aprire bocca, è meglio stare zitto”. Grazie Presidente per la comprensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Dopo l’illuminante intervento del Consigliere Zura Puntaroni sulle tendenze politiche in atto …
C’era la pubblicità, mi sembra di un orologio, molto bella che diceva: “Toccatemi tutto, ma non il mio Breil”, penso che della Regione Marche si possa toccare tanto, ma non il bilancio, nel senso che la gestione e l'attenzione che viene messa sulla finanza pubblica è estrema.
Grande rigore, grande attenzione, lo dico per l’Assessore Cesetti che ha gestito con grande qualità il percorso di questi anni.
La Corte dei Conti non ha mai eccepito il rendiconto che abbiamo fatto tutti gli anni, cosa che è avvenuta a tutte le Regioni anche notoriamente virtuose, che hanno avuto degli aspetti di bilancio perlomeno da chiarire, quando non da aggiustare in termini di risultato e di altro.
Non mi limito ovviamente alla Corte di Conti, ma c’erano aspetti ereditati, sottolineo che manca sempre questa parolina a chi ricorda Aerdorica o a chi ricorda le difficoltà che ha l’Interporto o le altre partecipate, che non erano sane e noi in maniera scellerata le abbiamo rovinate in termini di conti, riportavano situazioni fortemente compromesse e non solo abbiamo lavorato per risanare i bilanci, ma anche per dare una prospettiva a quelle infrastrutture.
Prima si è parlato del ferro e dell'Interporto, la famosa cura del ferro, per le Marche la cura del ferro è iniziata nel settore più importante, che è lo scambio ferro/gomma, la possibilità su tratte adeguate di spostare sul ferro quello che normalmente viaggia su gomma. Un beneficio enorme per l'ambiente e per tanti altri aspetti. Anch’io sono convinto che il trasporto su rotaia sia importante, ho fatto un anno fa un viaggio in Giappone e devo dire che lì le ferrovie sono perfette, presenti ovunque, puntualissime, costano poco più delle nostre, neanche costosissime, tutte private, devo dire, ed è un servizio che va alla grande ed evita a tante persone di dover utilizzare la gomma in alternativa al ferro.
Aerdorica non è stata solo risanata dai debiti, ma ha anche la possibilità con gli investimenti che il partner privato metterà di volare. Scelta che non è stata una catastrofe, anzi, la ricerca del partner privato è stata una sfida, per anni si è cercato qualcuno che volesse prendere Aerdorica, ma mancavano le condizioni al contorno di garanzia, perché non si comprasse, come si dice a Roma, una “sola”. Il percorso di risanamento che è stato fatto ha permesso di tenere insieme anche questa cessione, ricordo, elemento indispensabile per la Commissione europea per assentire all'aiuto di Stato, se non ci fosse stato un soggetto privato compratore, non ci avrebbe consentito di fare l'aiuto. Oggi su Falconara gli aerei volano e noi speriamo che ne possano volare sempre di più e sempre meglio.
Sul bilancio della sanità: quante Regioni in dissesto che hanno truccato i conti e hanno avuto l'aiuto da parte dello Stato? Regioni virtuose, parlo di Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, che sugli ammortamenti, non avendoli registrati, ad un certo punto hanno dovuto avere un aiuto dallo Stato, che gli ha permesso, con un mutuo trentennale, di coprire quelli che sarebbero stati i buchi di bilancio, cosa che noi non abbiamo mai avuto. Come i fondi straordinari che il Piemonte ha avuto per la liquidità, che ha confuso con fondi disponibili, che noi invece abbiamo usato come liquidità in maniera appropriata.
Se la nostra spesa sanitaria è rigida, lo dico agli “appassionados”, è perché è fortemente pubblica, la parte rigida della spesa è il fatto che se tu assumi 24.000 persone, quelle vanno nella colonna rigida, ma se tu hai un quarto o un terzo di sanità privata, come altre Regioni, quella va nella parte flessibile del bilancio. Quindi, la rigidità del bilancio sanitario è anche frutto del fatto che la nostra è una sanità a trazione fortemente pubblica. Questa è la verità dei fatti. Quindi tutte le volte che si urla alla privatizzazione della sanità marchigiana, mettetevi d'accordo con voi stessi, o vogliamo la spesa flessibile o vogliamo la sanità pubblica. Le due cose sono necessariamente in contrasto. La nostra sanità è a forte prevalenza di intervento del pubblico, ha questa caratteristica, è fatta così, è fra le più pubbliche d’Italia, fra le migliori pubbliche d’Italia e siamo sempre Regione benchmark, che è il rapporto fra le performances e i costi perché uno può avere le performance migliori, ma spendere tantissimo, quindi non è cosa buona sotto il profilo della gestione pubblica.
La parte sociale era drammatica, allo zero, me lo ricordo molto bene quel momento, era l’avvio del mandato, non solo non c’erano i fondi regionali, non c’erano nemmeno quelli statali, perché il taglio, la scure, si era abbattuta andando a mettere in discussione quei fondi, con l'impegno di recuperarli in corso d'anno. Lo Stato si era impegnato a recuperarli in corso d'anno e in corso d'anno li ha recuperati, quindi dallo zero si è arrivati a 60 milioni ed il nostro intervento è stato di circa 4/5 milioni, più una serie di scelte, che sono state: i fondi europei 24 milioni del Fse, che sono andati a sostegno del sociale, i fondi sanitari per i servizi socio-sanitari, dove la parte sanitaria è stata coperta in misura maggiore, i fondi dedicati nostri. Quest’anno il combinato disposto: fondi europei, fondi sanitari, fondi propri della Regione ci porta ad avere un investimento di quasi 90 milioni di euro, importante per reggere l'impatto del sociale, con a fianco, misure come il reddito di cittadinanza, che vanno certamente nella direzione di sostenere le famiglie che hanno più difficoltà economiche, anche con misure importanti sulla povertà, che non c'erano in precedenza, quindi in un quadro in termini di sostegno regionale molto importante.
È vero che i fondi regionali sono veramente alla canna del gas, ma dal primo anno sono pochissimi e questo non toglie che l'utilizzo in maniera più forte di fondi europei ed altri abbia permesso di surrogare.
Se abbiamo raggiunto nel mese di maggio l'obiettivo di spesa per i fondi Fesr per il 2019 è anche questo un segno importante. Siamo fra le Regioni che i fondi europei li spendono e li utilizzano positivamente per gli investimenti, per il sistema, andandoli ad integrare con altre fonti (fondi nazionali), e il dimezzamento dell'indebitamento, lo ha detto molto bene il Consigliere Marconi, in anni così difficili si fa solo con l’estremo rigore.
Voglio ricordare l'ultimo aspetto, non banale, perché se tocchi un centesimo di tasse urlano tutti, ma noi non abbiamo aumentato minimamente la pressione fiscale su scala regionale, pur essendo una Regione in Italia, andate a prendere anche questa tabella quando parlate di bilancio, che tassa meno di tutti la propria comunità. Pur tassando pochissimo, non abbiamo aumentato le tasse, le abbiamo tolte alle imprese che aprono, abbiamo tolto l'accise sugli idrocarburi, abbiamo fatto scelte di forte compressione delle entrate, abbiamo abbassato l'indebitamento di questa Regione, quindi sul bilancio, ritorno al Breil, credo che la Regione vada solo elogiata e ci possiamo sentire orgogliosi di questo aspetto.
Sul fatto poi che rispetto a certe politiche, a certe attività, uno possa privilegiare altro, è un altro discorso, è un'altra cosa, sul rigore e sul modo di tenere i conti penso che quest'Aula possa essere orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto anche l'ultimo anno, in coerenza con gli anni precedenti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 276. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 232
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
"Criteri localizzativi degli impianti di combustione dei rifiuti e del CSS"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 232 del Consigliere Bisonni.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Come ricorderete quest'Aula ha già approvato una legge per vietare gli inceneritori, una legge che è stata impugnata dal precedente Governo. L'impugnativa prevedeva che la Regione poteva solo individuare i criteri localizzativi di questi impianti, ma non può vietarli, allora mi sono fatto promotore di questa nuova iniziativa con la quale andiamo a individuare per gli impianti di combustione di CSS (combustibile solido secondario), per gli impianti di combustione di CDR (combustibile da rifiuto) e per impianti di combustione dei fanghi di depurazione delle acque reflue, dei criteri localizzativi basati sugli studi epidemiologici che ci sono stati, e ce ne sono, che parlano di ricadute fino a 3 chilometri di distanza dall'ubicazione dell'impianto.
Abbiamo pensato ad una legge a tutela del territorio e della salute delle persone, in maniera tale che questi inquinanti che hanno, ripeto, un raggio di ricaduta di 3/3,5 chilometri, siano ubicati ad almeno 5 chilometri dai centri urbani e dalle funzioni sensibili, dove per funzioni sensibili si intendono, ad esempio, ospedali, scuole e altro.
L'articolo 2 definisce i criteri e come vanno intesi i centri abitati, perché recentemente, circa un anno fa, c'è stata un'impugnativa del Tar in merito alla localizzazione di una discarica e si è chiarito che il centro abitato, una volta individuato, va perimetrato in funzione delle zone residenziali consolidate di completamento e di espansione. L'altra volta, se ricordate, c'era una frase errata, perché nel piano regionale dei rifiuti, abbiamo approfondito, nella pagina in cui si tratta di questo punto, la descrizione era scritta in maniera e nel titolo della tabella c'era un errore, quindi noi andando a riprendere quella dicitura avevamo copiato quello che c'era scritto, che in realtà era sbagliato e, se non ricordo male, fu il Consigliere Celani a sollevare il problema, che anzi ringrazio perché ci ha dato la possibilità di approfondire meglio e di correggere questa imprecisione.
In questa proposta di legge abbiamo anche introdotto l'articolo relativo alle disposizioni transitorie in maniera tale che quando entrerà in vigore sarà valida non solo per gli impianti futuri, ma anche per quelli che ancora non hanno ottenuto l'autorizzazione. Sono fatti salvi ovviamente eventuali impianti esistenti, però nella nostra regione non mi risulta che ce ne siano.
C'è anche l'ultimo articolo che riguarda la dichiarazione d'urgenza in modo tale da far diventare subito operativa questa normativa.
E' inutile nascondere il fatto che siamo nel pieno della nostra competenza, in quanto come stabilisce il decreto 152, il testo unico ambientale, è competenza della Regione individuare i criteri localizzativi. Non solo facciamo questo, e lo facciamo, ripeto, a difesa della salute pubblica, ma aumentiamo le distanze oltre il raggio di ricaduta degli inquinanti e nello stesso tempo rendiamo molto difficile, se non praticamente impossibile, la realizzazione di questa tipologia di impianti sul territorio marchigiano, perché 5 chilometri significano che difficilmente si riuscirà a trovare un luogo non tutelato ed è chiaro che sugli Appennini non potranno essere ubicati questi impianti, dato che ci sono altri tipi di tutele, quindi, sarà molto difficile, ripeto, se non impossibile, individuare un luogo che possa rispettare questi criteri e l'impianto essere installato nel nostro territorio.
Questo a ribadire una cosa molto semplice, quella che fortunatamente si sta ribadendo da anni in tutte le lingue, ossia che il Consiglio regionale delle Marche, quindi la Regione Marche, è contrario agli impianti di incenerimento, non li vuole nel proprio territorio, anche perché abbiamo percentuali di raccolta differenziata buone, discrete. Ci stiamo dotando anche di una serie di normative - penso ad esempio alle leggi sulla tariffazione puntuale, contro la plastica monouso, per la promozione dei prodotti sfusi, contro lo spreco alimentare, adesso c'è una nuova proposta in Commissione per la gestione e l'efficientamento del sistema della raccolta dell’umido e dell'organico e di come questo materiale deve essere trattato - che ci dovrebbero portare, spero il più presto possibile, verso un futuro di sostenibilità ecologica/ambientale.
A conclusione di questo mio intervento, sottolineo che in Commissione la proposta è stata votata da quasi tutte le forze politiche, ad eccezione della Lega che si è astenuta, però ha ricevuto grande consenso da parte di tutte le forze politiche presenti in Commissione, quindi, sono fiducioso che l'Aula oggi approverà questa normativa che propongo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ha già detto tutto il Consigliere Bisonni, comunque qualcosa dirò anch’io.
Dopo l'impugnazione della legge regionale n. 22 del 2018, con la quale si era prevista una normativa un po’ più severa, c'è stata la sentenza della Corte Costituzionale n. 142 del 2019 che in pratica ha reso vano l'atto votato in Assemblea. Quindi, si è pensato di agire e di prendere l'unica via possibile concessa alle Regioni, cioè la scelta di dove allocare questi impianti.
Questa norma, difatti, è ben spiegata dal Codice dell'ambiente, il decreto legislativo n. 152/2006 che alla lettera o), comma 1, all'articolo 196, attribuisce alle Regioni la competenza di individuare i luoghi in cui collocare questo tipo di impianti, che sono altamente impattanti.
Ora il Governo dovrà fare una cosa più tassativa, eliminare del tutto - questo me lo auspico perché sembra l'indirizzo preso dall’esecutivo nazionale - la possibilità di fare inceneritori, una volta per tutte, per tagliare la testa al serpente.
Intanto noi andiamo avanti per la nostra strada e il Consigliere Bisonni ha presentato questa proposta di legge, che in prima istanza prevedeva una fascia di tutela di 30 chilometri, poi in Commissione è sembrata eccessiva, quindi, per non rischiare un’altra impugnativa, abbiamo previsto una distanza logica, anche se per il particolato, per gli inquinanti, non esiste una distanza congrua, perché, come ben sappiamo, fanno centinaia di chilometri. Il particolato prima di ricadere fa molti chilometri, quindi non siamo in una botte di ferro, comunque è un primo passo importante verso una via ecosostenibile dato che questi impianti sono altamente impattanti.
E' un buon contributo per partire ed arrivare ad una Regione ecosostenibile, perché in Parlamento il nuovo esecutivo parla dell'ecosostenibilità come di un punto importante nel progetto di governo, quindi noi dobbiamo replicarlo nelle Regioni.
Come è stato detto prima quanto abbiamo discusso del bilancio, questa Regione, questo governo regionale, non ha fatto quasi nulla sul tema ambientale, per non dire nulla, non solo, ma ogni anno ha tolto investimenti all'ambiente ed adesso dobbiamo fare un altro passo, fare marcia indietro in questo prossimo futuro, recente futuro, e considerare il tema ambientale come prioritario.
Questa proposta di legge, che noi voteremmo volentieri, come l’abbiamo votata in Commissione, è il primo percorso, il primo indirizzo che noi vogliamo dare a questa Regione in tema di ecosostenibilità, auspicando che diventi realtà effettiva in tutte le sue forme e non rimanga una semplice utopia, magari adesso ne parliamo e poi va nel dimenticatoio.
Concludendo, non c'è molto da dire perché già il Consigliere Bisonni ha spiegato tutto, io ho ripetuto le stesse cose che ha detto lui, quindi credo che questa sia una proposta di legge condivisibile, non ci dovrebbero essere problemi, speriamo che qualcuno non ci metta lo zampino nei Ministeri competenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. La legge, come hanno già spiegato i relatori, è abbastanza semplice, approfitta della normativa nazionale che concede alle Regioni la possibilità di intervenire in questo senso.
Penso che, al di là di questa norma, ci possa essere poi nella realizzazione pratica anche il buonsenso per far sì che i 5 chilometri diventino 7 o 8, 9, dove questo possa rendersi possibile, e conoscendo abbastanza bene il nostro territorio regionale, credo che non sia possibile da nessuna parte.
Questa è esattamente la norma che abbiamo fatto per l’azzardopatia in cui abbiamo seguito il criterio dei 500 metri dai punti sensibili per l'installazione di nuovi impianti di gioco.
Non so se esiste nelle Marche un luogo a 5 chilometri di distanza, che poi diventano 10 (5+5), da ambiti residenziali consolidati di espansione e di consolidamento, si parla di centri abitati, ma anche di piccole frazioni, è chiaro che da queste sono escluse le zone industriali, artigianali e altre ed anche gli ambiti residenziali, è ovvio che nelle Marche gli inceneritori, o qualcosa che assomiglia, non verranno mai fatti in base a questa legge.
Quindi mi pongo il problema, anche qui ispirandomi a un Consigliere regionale che sto guardando con attenzione, della solidarietà fra Regioni che una volta funzionava, e funzionava tramite il veicolo dei grandi partiti popolari, ma non c'è più, e mi sembra ovvio che in una Regione a forte antropizzazione come le Marche, a meno che non ci sia un Comune disperato economicamente che è disposto a mettere l'inceneritore, la discarica, una centrale nucleare, per avere le royalty e anche le trivellazioni e tutto quello che sia possibile, nessuno vorrà a casa sua cose di questo genere, che potranno essere nel futuro, a dispetto di quello che dice il Consigliere Giorgini, il futuro. Anche su questo è molto difficile capire, certo l’Italia va verso lo spopolamento, quindi il problema non si pone, ma nelle grandi nazioni dove la popolazione aumenta, si sono dimenticati da un pezzo le discariche e non hanno la più pallida idea di cosa sia la raccolta differenziata. La raccolta differenziata è un lusso che si permettono le società ‘ultra ricche’ come la nostra e soprattutto ‘ultra vecchie’ per cui abbiamo il tempo, avendoci gran parte di pensionati, di dividere la scatoletta di tonno dal sacchetto di plastica e altro. Quindi è chiaro che in futuro le grandi e più popolose nazioni del mondo, come già oggi è, l'unico sistema che potranno mettere in campo è quello dell'incenerimento e già lo fanno, magari c'è da porsi la questione che sia fatto nelle condizioni ambientalmente compatibili, minimamente impattanti, per evitare l'inquinamento. Questo semmai è un ragionamento da farsi!
Il problema per le Marche non sussiste, esiste, però, in generale, un problema di solidarietà fra le Regioni e ricordo che il Presidente Ceriscioli, a suo tempo, parlando di questa Regione, ci aveva anche spiegato che le Marche, avendo raggiunto un'alta quota di raccolta differenziata, non avrebbe neanche la massa critica per costruire un impianto di incenerimento serio, quindi da noi sarebbe antieconomico farlo, mentre la Toscana, per esempio, avendo gli inceneritori avrebbe bisogno di rifiuti. Questo problema ce lo abbiamo già adesso perché nella nostra provincia la discarica di Cingoli è ormai arrivata al limite e fra qualche mese o un anno dovremmo ragionare sull'apertura improbabile di una nuova e pure avendo le ecoballe, tutte le balle di questo mondo, diventa quasi impossibile dire: “Mettiamola da qualche parte”.
In questo Paese di adolescenti questo problema è serio e, ripeto, io per primo nulla vorrei vicino casa, penso che però un piano interregionale andrebbe fatto. Ci sono delle Regioni, come la Toscana, che hanno delle aree poco antropizzate e possono benissimo, non essendo lontane da noi, essere raggiunte con un treno, non con l’aereo, e potremmo portare i rifiuti in quelle località e lì eliminarli.
L’ultima cosa la chiedo, e la chiedo per la dodicesima, tredicesima vota, sempre all'Assessore competente, che chiaramente non avendo elementi in merito non mi risponderà nemmeno questa volta, ma almeno con l'avvicinarsi della campagna elettorale potrò dire che per quattro anni e mezzo ho chiesto sempre la stessa cosa. Domando: perché tre brevetti, tutti registrati in Europa, uno del Cnr, un altro del Sud America, dell'ultimo non so la provenienza, che prevedono sistemi di trita rifiuti con la riduzione del rifiuto a polvere non contenente acqua, quindi a combustibile solido utilizzabile addirittura per autotrazione, processi relativamente costosi, chiaramente sono processi che costano, ma qualcuno ha fatto mai il conto di quello che costa la raccolta differenziata? Penso che il Cosmari abbia a disposizioni circa 450/500 persone, è una scelta, benissimo, sono contento che sia quella, ci costa un botto, però diamo lavoro a 500 persone, l’importante è che non prendiamo in giro i cittadini dicendo che questo è conveniente da un punto di vista economico, perché la Tari in tutta la provincia di Macerata è regolarmente cresciuta anno dopo anno, ma va bene, sono contento che ci sia quel tipo di struttura, sono contento che ci siano 80/90 persone con disabilità che lavorano dentro quella struttura, ma perché non mettere in piedi da qualche parte … Con questa raccolta differenziata, diciamocelo chiaramente, consumiamo milioni di litri di gasolio l’anno perché vanno in giro migliaia di autocompattatori, piccoli e grandi, per raccogliere una volta il fazzolettino di carta, un’altra volta la scatoletta di tonno, un’altra volta l’immondizia indifferenziata e un’altra volta l’immondizia puzzolente che sarebbe l’umido.
Perché non prendere in considerazione queste cose?
Non sono un dietrologo, né ho amato mai il modo in cui Grillo denuncia questi problemi, ma qui mi sento molto Grillo, ma è possibile che non si possa utilizzare una struttura semplice che fa il compostaggio e la riduzione a polvere di rifiuti prodotti da 10.000 persone, che costa pochi milioni di euro? E' chiaro, ci vuole l’energia elettrica, ma la metà dell’energia la si recupera bruciando questa roba. Perché queste cose non si possono fare? Perché queste cose sono completamente ferme? Perché nessuno del Movimento 5 Stelle, viva Dio, che fa un sacco di casino su tante cose non fa casino su questo? Consigliere Maggi io sono pronto a cominciare, perché di queste cose qui non si parla mai? Ci sono tanti strumenti brevettati al Cnr, non da privati, lo Stato farebbe milioni se mettesse in moto questo tipo di cosa, tra le altre cose ce l’hai sotto casa, per poche migliaia di persone, ce lo porti quasi a piedi e il rifiuto viene trattato in quella sede lì. Di queste cose non si parla mai, si continua ad andare avanti con tutti questi sistemi tradizionali: discariche, raccolte differenziate, inceneritori, ma di queste cose semplici e poco costose non si parla e si potrebbe cominciare.
Nel 2011 ero Assessore, ho mandato gente che faceva queste cose dall’allora Assessore competente, poi non se ne è fatto più nulla e mi sono detto: “Ma perché non cominciamo a conoscerlo?” Ho cercato di presentarle al Cosmari, ma di queste cose qui non se ne fa niente, che almeno uno mi spiegasse che sono irrealizzabili, che non funzionano, che sono dei brevetti falsi, con un costo elevato di energia elettrica per farli funzionare. Almeno uno ha una motivazione e si mette il cuore in pace. Non ho avuto mai risposta su questi argomenti, quindi ringrazio il presentatore di questa legge, perché dà l'occasione per lo meno di ricordare anche questi argomenti e di poter andare oltre quelle che sono state fino ad oggi le soluzioni tradizionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Non entro negli aspetti tecnici, perché li hanno già toccati bene i Consiglieri che mi hanno preceduto, faccio una valutazione politica rispetto a questa normativa.
Ringrazio il proponente Consigliere Bisonni perché è ritornato su un tema che avevamo già trattato e, com'è stato detto, la soluzione individuata all'epoca è stata respinta dalla Corte, quindi ritorniamo su questo argomento, e lo dico qui, che non ci sente nessuno, non è detto che non sarà di nuovo oggetto di segnalazione.
Per questo dico che a me interessa più la parte politica, qui dentro, ogni volta, e in questi 4 anni e mezzo sono state molte, che abbiamo parlato di ambiente, di rifiuti e di inceneritori, non ho mai sentito un Consigliere dire: “Sono favorevole, lo voglio sotto casa mia, vi do anche il terreno”. Tutti abbiamo sempre detto di essere contrari, che la politica nelle Marche è contraria, però poi ci siamo trovati, anche qui in maniera trasversale, tanto per essere chiari, i vari governi, di tutti i colori politici, che hanno fatto la legge “sblocca Italia”, che in qualche modo obbligherebbe le Regioni a dotarsi di almeno un inceneritore, e quelli che non l'hanno tolta, anzi, hanno fatto ricorso alla nostra normativa. Parallelamente, tanto per dirla tutta, non tutti i Comuni si adoperano in maniera virtuosa per evitare la realizzazione degli inceneritori. A fianco di molti Comuni che si comportano in maniera virtuosa, che differenziano per oltre l'80%, quindi in teoria non avrebbero bisogno di nessun tipo di inceneritore, anzi non sarebbe neanche conveniente per chi lo volesse realizzare, ce ne sono altri che si comportano in maniera molto più farraginosa, alcune Ata funzionano, altre un po' meno.
Questo intervento per dire che indipendentemente da quelle che saranno le sorti tecniche di questa legge, visto che qui siamo in un consesso politico e ognuno di noi ha i propri legami sia verso Roma che verso i Comuni, credo che un impegno politico da parte di tutte le forze ci debba essere e debba essere maggiore di quello che c'è stato fino ad oggi, sennò probabilmente ci sarà sempre un cavillo che permetterà non ai Comuni, lo diceva il Consigliere Marconi, dove lì probabilmente saremmo tutti tutelati, perché immagino che nessun Sindaco si voglia adoperare per mettere un inceneritore dentro casa sua, ma ai privati, e lì forse ci potrebbero essere le condizioni economiche per realizzarlo. Bisogna creare le condizioni politiche ed antieconomiche per impedire che queste vicende vadano avanti.
Per quello che ho visto in questi 4 anni e mezzo, la Regione Marche si sia mossa, e si è mossa in maniera oculata, forse non tutti gli altri soggetti politici e amministrativi si sono adoperati con lo stesso impegno e con la stessa determinazione, quindi credo che un appello in questo senso vada fatto e mi auguro che ci sia una risposta positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Non voglio essere frainteso, perché ogni volta che si è discusso di questo problema, come ricordava il Consigliere Micucci, mi sono sempre espresso negativamente sulla possibilità di realizzare nella regione Marche impianti di questo tipo, perlomeno in condizioni non estremamente sicure. Su questo versante, come sapete, la sicurezza è molto difficile da ricercare in termini assoluti.
Voglio esprimere alcune mie riflessioni e due perplessità che ho sull'iter di approvazione di questa norma.
A distanza di appena un anno, perché l’abbiamo approvato a giugno 2018, andiamo a modificare il Piano regionale dei rifiuti con una norma che introduce dei criteri molto prescrittivi per l'individuazione delle aree su cui realizzare eventualmente gli impianti di Css.
Noi non abbiamo brillato per percorsi particolarmente virtuosi nel fare ultimamente le norme, molto spesso siamo stati richiamati prima dal Governo e poi dalla Consulta
Questo è un tema che, secondo me, sta sotto i riflettori perché l'individuazione dei criteri cogenti per poter individuare le aree idonee per fare impianti di questo tipo, la si fa all'interno di una programmazione strategica, non con una legge specifica, che è una legge regolamentare, e ce lo dice la Consulta con due sentenze molto precise. Tra l'altro, noi ci riempiamo la bocca dei pareri che andiamo a chiedere. Ad esempio, il Comitato regionale per l’economia e il lavoro (Crel), che non è l'ultimo arrivato - non possiamo soltanto pensare che questi enti stiano lì a passare le carte, ma come noi studiamo le problematiche - lo rileva da tantissimi anni, dicendoci: “Guardate, non è il percorso giusto, questo deve essere fatto all'interno di una programmazione molto più ampia e strategica”. E' lì che si devono individuare i criteri prescrittivi perché nel fare un piano c'è una partecipazione globale e c’è una difesa totale di tutti gli interessi affinché nessuno possa dire di essere stato vessato.
Questo è il concetto, perché qui, in questo percorso, noi diamo 3 chilometri, e perché non darne 3,5? Perché non ne diamo 2,8? Perché non ne diamo 5? Non è stato fatto questo percorso. In Commissione con un può l'enfasi, con la passione del momento, abbiamo imposto queste misure prescrittive, io non vorrei, così com'è successo in altre situazioni simili a questa, che la legge venga interloquiva e resa addirittura anticostituzionale.
E' una riflessione molto importante, noi non possiamo fare un Piano dei rifiuti - un anno fa - e poi subito dire: “No, ci siamo sbagliati adesso introduciamo qualcosa di completamente diverso”. Ripeto, non voglio essere frainteso, sono d'accordo, mi preoccupa che questa legge fra 6 mesi possa essere carta straccia e dover ricominciare e rivedere il Piano regionale dei rifiuti.
Secondo aspetto, noi critichiamo sempre la retroattività delle leggi, questa norma transitoria, ragazzi miei, non ha senso, avrei fatto un'indagine nella Regione Marche per conoscere se c'erano dei procedimenti, mi dicono che non ci sono, e allora che ci sta a fare la norma transitoria? Evitate la norma transitoria perché non ha senso, magari fare entrare in vigore questa legge in modo retroattivo può inficiare anche dei procedimenti in atto, non lo so se esistono, mi dicono di no, allora a maggior ragione è stato un errore, non doveva essere inserita, non ci sono, quindi, con la dichiarazione d’urgenza domani mattina entra in vigore. Tutti sono contenti! Se fosse stata fatta la Conferenza dei servizi e manca soltanto il rilascio dell’atto amministrativo, chi li paga i danni? Chi li paga i danni a quelle imprese, a quei privati, a quelle società pubbliche o private che siano, che hanno investito sui siti, hanno già programmato gli impianti? Non ha senso, anche se non ci fossero danni diretti, vertenze e altro, perché ci andiamo a impelagare in questo modo? Perché non riflettiamo prima?
Delle due l'una, ripeto, è stato fatto un censimento e c'è qualche dirigente dell'ufficio ambiente che ce lo può dire? Se dice che non ci sono procedimenti in corso la norma transitoria non deve esserci. Adesso non è possibile fare emendamenti, però dobbiamo stare attenti, insomma, non possiamo fare leggi retroattive sempre e comunque per bloccare i procedimenti in atto e innescare una serie di problematiche e di contenziosi che non si sa dove ci portano.
Torno ancora a dire, sono favorevole perché l'ambiente va protetto in un certo modo, in modo cogente, perché noi abbiamo un entroterra che è bellissimo, certamente gli impianti non verranno fatti lungo la costa, ma nell’entroterra e si penalizzeranno le bellezze naturali e i paesaggi che noi abbiamo. Dobbiamo costruire questi percorsi in modo corretto, nel modo istituzionale, io sono convinto che questo non sia il modo corretto perché bastava introdurre una modifica alla legge regionale 22, potevamo benissimo farlo e introdurci anche altre cose, altri criteri ed evitare l'articolo 3 bis, che è stato introdotto velocemente per tutelare non so che cosa. Mi si dice poi che non c'è nessun impianto, allora che senso ha la norma transitoria? Serve soltanto per far arrabbiare la gente e far vedere che anche la Regione Marche fa leggi retroattive e questo non è effettivamente bello.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3 ter (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Chiedo la votazione per appello nominale, anche a nome dei Consiglieri Urbinati e Pieroni. Grazie.

Proposta di legge n. 232. La pongo in votazione.
Favorevoli: Biancani, Bisonni, Busilacchi, Casini, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Marconi, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Pieroni, Rapa, Sciapichetti, Urbinati, Volpini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Marcozzi.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 268
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Zaffiri, Leonardi, Micucci, Giancarli, Maggi
“Promozione della cultura e della valutazione delle politiche pubbliche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 268 dei Consiglieri Busilacchi, Zaffiri, Leonardi, Micucci, Giancarli, Maggi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie, Presidente. Non avendo l’eloquio dell’Assessore Cesetti cercherò di recuperare in maniera sintetica anche perché questa legge è ben scritta, è chiara, e per questo ringrazio gli uffici.
La legge è già nel suo articolato molto chiara e credo possa concludere un percorso che vede la Regione Marche in questi anni protagonista di un salto di qualità sul tema della valutazione delle politiche pubbliche, che tra l’altro, ricordo, era anche uno degli obiettivi che questa Assemblea legislativa si era data all’inizio del proprio mandato e con oggi direi concludiamo una serie di modifiche, dello Statuto, del regolamento e di proposte di legge.
Questo tema si è diffuso in questi anni sempre di più, credo che sia importante non solo per l’efficacia, per poter comprendere tra di noi l’efficacia delle nostre leggi, ma anche per una rilevanza esterna rispetto ai cittadini.
In armonia con le disposizioni statutarie che abbiamo introdotto nel 2017: la promozione della cultura e della valutazione delle politiche pubbliche, come sapete, ci siamo dotati di un Comitato che ancora ha qualche problema di funzionamento in quanto doveva essere affiancato da un ufficio di valutazione delle politiche, che però ancora non c'è.
Auspico che nella prossima legislatura, chi verrà dopo di noi potrà avere questo ufficio, così come avviene nelle Regioni più avanzate.
In assenza di questo Comitato abbiamo avuto la possibilità e l’occasione, e per questo ringrazio anche l’Ufficio di Presidenza che si è mosso in questo senso, in particolare il Vicepresidente Celani che è nel Comitato e che si è fatto portavoce presso l’Ufficio di Presidenza di questo tema, ma devo dire che anche il Presidente Mastrovincenzo ha sempre avuto particolare attenzione.
Questa legge prevede, così vengo alla sostanza perché ho detto che sarò sintetico, la possibilità di tre strumenti per promuovere la cultura della valutazione delle politiche pubbliche.
Il primo strumento è quello dei tirocini, studenti, laureati o laureandi presso le Università marchigiane potranno svolgere dei tirocini formativi presso i nostri uffici, potranno dare una mano nella valutazione delle politiche, ma soprattutto potranno svolgere un percorso formativo da questo punto di vista.
Un secondo strumento molto importante è quello delle borse di studio perché crediamo che i laureati, i ricercatori marchigiani possano dare. Le Regioni più avanzate hanno sia un ufficio che il sostegno alla ricerca esterna, noi non avendo il primo, possiamo contare sul secondo.
Il terzo strumento rilevante è che normiamo il rapporto con le università marchigiane. Come ricorderete già l'abbiamo fatto sul tema del sisma, tutto il percorso che è stato fatto, dalla cabina di regia con l’Istao, con gli Atenei marchigiani, è stato un primo esperimento importante, quindi, con questa legge noi normiamo in via definitiva la possibilità di stipulare intese e accordi con le Università marchigiane per ricerche che possono essere utili alla valutazione delle politiche regionali.
Credo che siano tre strumenti importanti.
Ci sono due emendamenti a mia firma, uno è di coordinamento tecnico per integrare a livello nominale due leggi già esistenti; l’altro riguarda la norma finanziaria perché per questa legge sono previste delle risorse che con il passare del tempo verranno spalmate in due anni, 2020/2021, in modo che fino al 2021 saremo coperti e la norma avrà possibilità di produrre dei risultati.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti i firmatari, il relatore di minoranza e tutti i colleghi del Comitato, che non presiedo più, e che oggi presiede degnamente il Consigliere Zaffiri, il ringraziamento anche al neo Presidente con l'augurio di continuare il lavoro che stiamo svolgendo tutti insieme sempre con trasparenza ed unità.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie, Presidente. Come ha detto il Consigliere Busilacchi questa proposta è stata firmata da tutti i componenti del Comitato, questo vuol dire che ci trova consenzienti. Non mi dilungherò visto che le problematiche del Comitato le ha espresse in maniera esauriente il Consigliere Busilacchi, devo dire che siamo favorevoli a questa proposta di legge elaborata dalla I Commissione.
Il relatore di maggioranza ha detto che questo Comitato non ha le strutture, anche se da un paio di anni sta lavorando. Per quanto mi riguarda ho capito che ha una funzione molto importante visto che nessuno prima seguiva l’iter delle leggi che venivano approvate in quest’Aula. Nessuno ne seguiva l’efficacia o puntualizzava gli effetti che potevano avere per suggerire delle opportune modifiche, per farle funzionare meglio, o addirittura abrogarle se non erano in grado di creare benefici.
Questo Comitato ha cominciato in maniera piuttosto faticosa il suo cammino e di fronte a queste difficoltà ben venga questa proposta di legge che in pratica instaura un rapporto con gli studenti e le Università, come diceva il Consigliere Busilacchi, per un tirocinio non soltanto a favore di studenti, che sono a beneficio e in funzione del lavoro da svolgere nel Comitato, ma propedeutici ad un cambiamento culturale finalizzato alla verifica delle leggi che vengono proposte in quest’Aula. Poi ci sono le borse di studio e il rapporto con le Università.
Tutto questo fa si che si prepari un lavoro e una formazione a monte per dare al Comitato, quando avrà un organico degno di questo nome, non perché attualmente l’organico non sia degno, anzi dobbiamo essere grati all’abnegazione di alcuni, un sostegno importante e direi insostituibile.
Questo è il primo passo che viene fatto nella direzione di un cambio di mentalità politica e culturale, che vede le leggi che vengono approvate in quest’Aula, la verifica delle stesse e la possibilità di correggerle in meglio per sortire gli effetti sperati. Un passo che secondo noi è molto importante e in questa direzione il Comitato, che è trasversale e non ha maggioranza e opposizione, si è espresso all’unanimità perché questo provvedimento venga approvato.
Mi sembra opportuno l’emendamento che riguarda il 2020 e lo slittamento dell’anno visto che ormai è difficile impegnare risorse, mentre vorrei chiedere cortesemente al Consigliere Busilacchi, nel momento in cui verrà posto al voto, di spiegare meglio il secondo emendamento, quello che dice: “Sono soppresse le parole nella valutazione e controllo degli effetti della legislazione”. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Solo per raccomandare al Presidente uscente ed al Presidente entrante del Comitato quell’attività di verifica della legislazione passata che anche il Presidente del Consiglio si era assunto indirettamente di verificare perché su questo c’è tanto lavoro che può essere fatto e sfoltire le vecchie normative accorpandole con nuovi testi rende tutto il lavoro legislativo, che adesso stiamo facendo, che è tutto di revisione dell’esistente, più semplice.
Capisco che per chi ha la tecnica legislativa diventa semplice, ma per il povero cittadino leggere una legge che prevede di togliere al punto X le parole: “Non è possibile” Quella è la nuova legge e il testo è quello della legge originale. E' una cosa allucinante cioè dovremmo ripercorrere questi percorsi, prendere le leggi, togliere tutto quello che non serve più (è stato fatto pure un elenco una volta) e togliere quelle che non sono finanziate da anni. Il Comitato fa un esame e dice: “Questa legge non viene finanziata da 12 anni, che senso ha tenerla lì?” Forse in qualsiasi momento qualcuno potrebbe reclamarla? E’ una riflessione che potrebbe servire per dire la rifinanziamo, la rimettiamo in corsa, la modifichiamo oppure l’abroghiamo e si dà una bella pulita come si fa ogni tanto negli archivi di casa.
La semplificazione è quella che ci arriva in Aula, che fa la Giunta, ma la fa in funzione delle cose che le interessa, giustamente, magari toglie qualche piccola spesa, ma quella grossa che riguarda invece questo sistema, non si tocca. Noi veniamo rimproverati perché fra le gente si dice: “Ma c’è la legge regionale che dice questo” poi magari giace semi-morta da 9 anni, però la legge c’è, sta lì e nessuno l’ha tocca.
La verifica non possiamo farla noi, se il Comitato si prende la responsabilità in ogni seduta di guardare 5/6 leggi, alla fine non le avrà fatte tutte, ma un bel colpo l’avrà dato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 6 bis/1 a firma del Consigliere Busilacchi, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Gianluca BUSILACCHI. E’ un emendamento di coordinamento tecnico preparato dagli uffici per evitare una confusione tra la nostra funzione di controllo e valutazione e il nuovo Comitato di controllo della legislazione, che è stato da poco fatto, quindi, per evitare che ci fosse un nome molto simile, viene modificato quello di quell’organismo.

PRESIDENTE. Emendamento 6 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 (sostitutivo dell'articolo) a firma del Consigliere Busilacchi. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 268, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Presidente. Viste le esigenze di diversi Consiglieri, chiedo il rinvio delle mozioni e, considerata la presenza degli Assessori, di discutere le interrogazioni.

PRESIDENTE. Se ci sono gli Assessori direi poi di trattare le interrogazioni.

Proposta di deliberazione n. 29
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Urbinati, Rapa, Marconi
“Proposta di legge alle Camere concernente: 'Disposizioni in materia di lavoro mediante piattaforme digitali'”.

Nuova titolazione: “Disposizioni in materia di lavoro mediante piattaforme digitali. Modifiche all'articolo 2 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 'Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183'”

(Articolo 121, secondo comma della Costituzione, articolo 121 del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 29 dei Consiglieri Busilacchi, Urbinati, Rapa, Marconi.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. E’ una proposta di legge alle Camere, è uno strumento che non ho mai utilizzato dopo, ahimè, 9 anni che sono in quest’Aula e che probabilmente non utilizzerò più perché credo che sia utile occuparsi dei temi di cui siamo competenti, però il segnale politico questa volta era troppo interessante, troppo ghiotto.
Alcune Regioni nei mesi scorsi, in particolare il Piemonte e l’Emilia-Romagna, sono intervenute con una proposta di legge alle Camere riguardante coloro che lavorano mediante piattaforme digitali.
Avrete certamente sentito parlare in particolare dei riders, di tutte le persone che lavorano nella cosiddetta gig economy, uno dei casi più noti è quello di Foodora, i fattorini che consegnano cibo.
Il Piemonte ha fatto la prima proposta di legge alle Camere ed ha avuto un’eco nazionale, il Governo tallonato da questa iniziativa a luglio aveva pensato di occuparsi di questo tema, anzi in Parlamento, poi è caduto e con il fatto che adesso c’è un po' più di tempo ho pensato che non sarebbe male che anche le Marche possano dare un segnale in questo senso.
Qual è il cuore della proposta? Due note brevissime sulla cosiddetta sharing economy che sta cambiando l’economia, il mercato del lavoro, pensate che nel 2015 i ricavi lordi nell’Unione europea per questo genere di nuova economia sono stati di 28 miliardi di euro, quindi stiamo parlando di una significativa trasformazione dell’economia e oggi chiunque di noi nella propria attività quotidiana, nella propria azione economica anche di consumatore, spesso utilizza servizi legati all’economia collaborativa, che sono quelli che utilizzano delle piattaforme di collaborazione digitale.
Non bisogna però fare confusione tra questa sharing economy e la gig economy, che utilizza piattaforme digitali e free lance, per cui in realtà non ci sono elementi di condivisione con il servizio a pagamento del cibo a domicilio. Si utilizza lo strumento della piattaforma e si determinano per i lavoratori delle problematiche delle conseguenze negative, soprattutto perché hanno uno Statuto poco chiaro, non sono dei dipendenti, hanno degli elementi di tipo parasubordinati e ci sono molti elementi di ambiguità, lo vediamo molto spesso con i riders in particolare che non si capisce quale sia il tipo di contratto che hanno, se sono dei lavoratori autonomi o dei lavoratori parasubordinati. Nell’ultimo anno sono scoppiati molti casi di sfruttamento lavorativo, che ha portato, in particolare nei mesi passati, 50 lavoratori di Foodora di Torino ad avviare la prima protesta collettiva per chiedere una maggiore tutela. Pensate che oggi sono tra i 700 mila e 1 milione gli occupati della gig economy e di questi 150 mila hanno un’unica forma di guadagno, che è legata a questo genere di attività lavorativa. C’è una frammentazione nei loro inquadramenti contrattuali, 10% sono Co.Co.Co., 50% collaborazione a ritenuta d’acconto, 50% viene pagato a consegna, 20% è pagato con un salario orario, quindi credo che sia utile che il Parlamento faccia chiarezza e nel brevissimo articolato, devo dire che insieme ai colleghi ci siamo limitati a copiare quello fatto dalle altre Regioni proprio per dare un maggiore significato politico, di unità delle Regioni italiane in questo senso, si definisce la finalità di questa proposta, cioè quella di instaurare dei rapporti di lavoro attraverso contratti chiari e trasparenti, definendo le forme contrattuali e le informazioni a cui hanno diritto i lavoratori digitali garantendo libertà di opinione ed evitando le discriminazioni.
In conclusione, qualora il Consiglio, come io auspico, intendesse accogliere questa proposta, l’idea è che le Marche possano essere insieme al Piemonte ed all'Emilia-Romagna una Regione che intende dare un segnale politico al Parlamento ed al nuovo Governo per intervenire in questa fattispecie, per dare una risposta a tante persone, a tanti lavoratori che oggi vedono compromessi i loro diritti.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie, Presidente. Mi riallaccio all’intervento del Consigliere Busilacchi proprio per sottolineare a mio avviso l’appropriatezza dello strumento che in questo momento viene utilizzato, una proposta di legge alle Camere, cioè un’indicazione, un suggerimento, un contributo perché se fosse stata una proposta di legge applicabile a livello regionale, secondo me, lo strumento non sarebbe stato idoneo.
Per un decennio sono stato sindacalista nell’azienda in cui lavoro, in cui ancora sono in forza, e su questo settore, con questo articolato, siamo al limite tra la competenza sindacale e la competenza normativa e, come anche il parere del Crel sottolinea, c’è il rischio di invadere il campo e come legislatori probabilmente non ci è dovuto.
La proposta è un contributo che le Camere possono prendere in considerazione, studiare, approfondire, verificare, io sono in contatto con del personale che ha lavorato alla stesura del decreto, che a livello nazionale verrà dibattuto e spero calendarizzato tra alcune settimane, quindi penso che si possa approfondire un argomento che è di grande attualità e che va normato.
Non ritengo utile che ogni Regione si doti di una legge regionale sull’argomento, anzi potrebbe essere d’intralcio per l’azienda che su questa tipologia di lavoro è “globalizzata”.
Le riflessioni che portiamo sul testo sono molto pregnanti e ritengo che siano giuste come approfondimento, soprattutto per quel che riguarda il discrimine tra la gig economy e la sharing economy, su quest'ultima mi piacerebbe approfondire il discorso e se ho tempo in questi ultimi mesi di legislatura sto pensando di proporre qualcosa sulla gig economy.
Bisogna tentare di regolamentare, proprio come il testo individua, alcuni settori importanti per tutelare un lavoratore che altrimenti viene considerato un pezzettino di una catena di montaggio, prestatore d’opera a chiamata, a cottimo, che non ha il contorno normativo di tutela, di riconoscimento dello status che ha un dipendente “classico”. E' una nuova frontiera di cui i contenuti vanno approfonditi, libertà di opinione, divieto di discriminazione, discriminazione diretta e indiretta, protezione dei dati personali, controlli, orario minimo, indennità, spese, ferie.
I punti che vengono toccati nell’articolato sono tutti di notevole interesse, occorre definire bene il limite che la normativa può mettere in campo per non invadere il ruolo del sindacato liberamente espresso con il datore di lavoro e viceversa studiare i riscontri sociali che queste nuove attività possono avere e che avranno perché sono ancora tutte da scoprire.
Quindi con un certo grado di cautela noi appoggiamo l’articolato proposto ed essendo una proposta di legge alle Camere stimoliamo in questo senso l’approfondimento e la discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Visto che abbiamo deciso di accorciare la seduta e visto che le persone che hanno richiesto l’anticipazione del punto non ci sono, come sempre, ce la prendiamo comoda su questa legge con un po’ di osservazioni.
La prima, spero, Consigliere Busilacchi - ho firmato con lei convintamente questa proposta - che questa legge nel momento in cui passerà in I Commissione per una verifica di congruità sia ritenuta inutile, vi spiego perché.
Mi sembra vergognoso che sia necessario scrivere per una categoria di lavoratori, che ormai raccoglie decine di migliaia di persone, le cose che abbiamo riportato in questa legge, che debba esserci: una forma contrattuale adeguata, la libertà di opinione dei lavoratori e il divieto di discriminazione, lasciamo perdere la protezione dei dati personali che già ci sono leggi a iosa, è veramente incredibile che si debbano affermare questi principi.
Spero che le Camere, non so quale sarà quella a cui la indirizzeremo, se alla Camera dei Deputati o del Senato della Repubblica, cambia poco, la respingeranno dicendo che è già tutto previsto, ma magari non è operante, questa è la prima osservazione.
La seconda la faccio al Consigliere Fabbri, credo che purtroppo qui ci sia da invadere tanti campi, tante sfere perché quando parliamo di tutela dei lavoratori da parte del sindacato mi viene un po’ da ridere. Abbiamo un significativo gruppo di lavoratori che non hanno alcuna tutela sindacale e se non ci fosse una tutela da parte della legge, ritorno sull’invadenza e la presenza dello Stato, non ne avrebbero nessuna.
Questo Governo qualcuno l'ha definito di sinistra-sinistra, io di sinistra ne vedo poca, ne avrei voluta vedere un po’ di più, perché nel gioco delle alternanze sarebbe bello che finalmente arrivasse un Governo veramente di sinistra-sinistra. Il Governo di sinistra-sinistra non si mette alla prova con le leggi che propone la Cirinnà, quelle sono le leggi radical-chic, liberali, americaneggianti, dei paesi ricchi, un Governo di sinistra-sinistra si vede in queste cose, in queste che ha proposto oggi il Consigliere Busilacchi, nel famoso articolo 1 della Costituzione. La sinistra di allora voleva una Repubblica fondata sui lavoratori e sembrando eccessiva, perché il concetto era un po’ pesante, dire che la Repubblica si fondava sui lavoratori significava che tutti quelli che non lavorano, perché disabili, giovani, anziani, non fondavano la Repubblica? E' stata indicata quella cosa ibrida che poco si capisce, ma che ha un suo significato, e cioè che il lavoro è una dignità che coinvolge e dà senso alla democrazia, non può esserci una vera democrazia in un paese di disoccupati, di gente che campa di assistenza, di gente che campa di assegni che lo Stato fornisce, ma di lavoratori.
Noi abbiamo dei lavoratori, soprattutto in questo campo, che guadagnano a volte meno di quello che si riceve con il reddito di cittadinanza e sono costretti a lavorare 4 ore ufficiali, 6 ore non ufficiali, ecco perché questa legge va sostenuta convintamente, va portata avanti nelle sedi opportune e soprattutto mi auguro, non faccio parte a livello nazionale di questa maggioranza, quindi non ho interlocutori validi, ma mi farò promotore presso la minoranza nella Commissione lavoro, che questa legge venga raccolta da qualche Deputato che magari un po’ troppo annoiato nel votare cose che propongono altri, trovi il coraggio di assumere qualche iniziativa, magari raccogliendo questa forte e chiara proposta che viene dalla Regione Marche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione illustrativa. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Relazione tecnico-finanziaria. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di deliberazione n. 29. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Chiedo, se si può, di avere subito la risposta alla mia interrogazione sulla cardiologia di San Benedetto perché purtroppo sono uno di quelli che deve lasciare in anticipo il Consiglio.

PRESIDENTE. Sull’interrogazione a cui fa riferimento il Consigliere Urbinati, che mi sembra sia la 826, credo che abbia la risposta l’Assessore Sciapichetti.

Interrogazione n. 826
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Mancata applicazione della risoluzione 77/18 ‘Ridistribuzione di posti letto dell’Unità Operativa di Cardiologia tra le sedi di San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno’”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 826 del Consigliere Urbinati.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Per conto del Presidente Assessore Ceriscioli si forniscono le seguenti precisazioni in merito all'interrogazione n. 826.
Facendo riferimento a nota Asur prot. n. 382 del 4 luglio 2019, si specifica che a luglio 2018 è stato avviato il percorso di riorganizzazione della Unità operativa di cardiologia riabilitativa di San Benedetto del Tronto, in completa aderenza alla determina Asur n. 732/2017, con aumento dei posti letto e gestione dedicata (non più in comune con la Medicina d'urgenza), secondo un modello assistenziale per intensità di cura, basato sulla presa in carico del paziente in tutte le fasi di malattia.
L'Unità operativa di cardiologia riabilitativa di San Benedetto del Tronto comprende, nella stessa ala, diversi livelli di intensità assistenziale: terapia intensiva (4 osti letto), degenza ordinaria cardiologica per acuti e riabilitativa (13 posti letto), Day Hospital cardiologico e Day Surgery aritmologico (1 posto letto).
Pertanto ne consegue che:
- il numero dei posti letto di Terapia Intensiva cardiologica è stato incrementato del 33%;
- il numero dei posti letto di degenza ordinaria/Day Hospital è stato incrementato del 130%.
L'assistenza medica ed infermieristica è stata potenziata, con un calcolo in eccesso rispetto allo standard, per una maggiore garanzia di sicurezza del paziente nelle ore notturne. Grazie

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie, Assessore. Sono molto soddisfatto della risposta perché questa è un’interrogazione che prende spunto da una mozione dello scorso anno e nella logica del lavoro del Consiglio regionale doveva essere ritirata perché ero stato prontamente avvisato dall’Asur della soluzione del problema, che è lo stesso che riguarda in maniera identica la cardiologia, in particolare l’Unità intensiva dell’Utic degli ospedali di Senigallia e di Jesi e degli ospedali di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno.
Assessore, la ringrazio per la tempestiva risposta, non voglio essere presuntuoso, ma lo faccio per cercare di alfabetizzare alcuni soggetti che girano nel mio territorio, che stanno mettendo un po’ a soqquadro le informazioni reali sulla sanità, quindi approfitto della risposta degli uffici, che utilizzerò.
Una risposta molto dettagliata, molto precisa, avvalorata anche dai posti letto che sono lì, sono fisici, perché nell’ospedale di San Benedetto del Tronto c’è un’Utic, se ne sono accorti anche quelli a cui avevamo detto che l’Unità operativa dell'Utic c'era, se ne sono accorti solo quando abbiamo dovuto fare dei lavori di normale manutenzione e di cambio degli infissi, e quindi per regolamento, per legge, l'Asur momentaneamente, per 48 ore, l'aveva trasferita, allora qualcuno si è accorto che al Madonna del Soccorso c’è l’Utic.
Ben vengano queste risposte in Consiglio, e se questo può essere lo strumento per informare i cittadini, Assessore, non escludo che lo utilizzeremo.
Grazie, sono molto soddisfatto e soprattutto ringrazio l’Asur non solo per aver fatto chiarezza sugli Utic degli ospedali di San Benedetto del Tronto e Senigallia, ma di aver anche ripristinato quei posti letto che non erano attivi da circa 5 anni. Grazie.

Interrogazione n. 867 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Chiusura attività di segreteria Distretto di Collemarino-Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 867 - a risposta immediata - del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In relazione all’interrogazione in oggetto si evidenziano gli elementi di seguito riportati.
In accordo con il Servizio infermieristico e il coordinamento delle cure domiciliari, nell'ottica di rendere più efficiente il Servizio distrettuale di cure domiciliari, utilizzando le attuali risorse disponibili, il Direttore di Distretto di Ancona, come riportato nella nota prot. 0137830 del 16 settembre 2019, ha determinato di omogeneizzare la modalità di attivazione delle cure domiciliari per tutti i cittadini di Ancona.
Pertanto, in caso di necessità di prestazioni infermieristiche a domicilio, tutti i cittadini che afferiscono al Distretto 7 di Ancona, e quindi anche l'utenza che insiste nella frazione di Collemarino, così come avviene già da anni per tutte le frazioni della città, si recano presso la Segreteria centralizzata delle cure domiciliari.
La Segreteria centralizzata delle cure domiciliari, localizzata presso Ambulatorio 2000 in Viale Cristoforo Colombo n. 106 di Ancona, con orario di apertura al pubblico dal lunedì al sabato dalle 9,00 alle 12,00, contattabile anche telefonicamente nelle stesse fasce orarie, necessita, per l'attivazione e la programmazione dell'assistenza domiciliare infermieristica, della prima richiesta di prestazioni infermieristiche a domicilio.
Si ribadisce che tale procedura è già in vigore da tempo per tutti gli assistiti della città di Ancona che necessitano di assistenza domiciliare e si sottolinea che la richiesta di assistenza presso il Poliambulatorio 2000 deve essere effettuata solo la prima volta, essendo possibile per gli appuntamenti successivi rilasciare la documentazione direttamente all'infermiere che va a domicilio.
Inoltre, per limitare il più possibile disagi alle persone anziane con obiettive difficoltà di movimento, il personale infermieristico presente nella sede di Collemarino tre giorni alla settimana per l'attività ambulatoriale infermieristica (prelievi e medicazioni) rimane a disposizione per il ritiro/consegna della documentazione necessaria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Devo dire, per chi non conosce la toponomastica della città di Ancona, che Collemarino è il quartiere più lontano, a nord della città, al confine con il Comune di Falconara, per cui per arrivare al Poliambulatorio 2000, che sta al Cras in Viale Cristoforo Colombo, si deve percorrere la famigerata statale che vede i camion in entrata ed in uscita dal porto di Ancona, per cui soprattutto i disabili e le persone anziane devono fare questo tragitto impossibile, non solo, nel momento in cui si arriva al Cras, se non si usa il mezzo pubblico e si usa la macchina per evidenti motivi di deambulazione, è difficilissimo trovare parcheggio perché quella è una zona di densità incredibile.
Quindi a me sembra che sia una questione di buon senso ripristinare questo servizio, visto che c’è il Distretto Asur di Collemarino in via Matteo Ricci, soprattutto per le persone più fragili. Non si può fare l'omogeneizzazione del servizio senza tenere conto delle persone più fragili e più deboli, l’orario dalle 9,00 alle 12,00, tutte le mattine, è un orario di lavoro che può creare qualche difficoltà.
Il Distretto a Collemarino è aperto, non si capisce perché per il ritiro dei referti si debba andare in Viale Cristoforo Colombo.
Nonostante la risposta non sia venuta incontro alla richiesta formulata in data 10 settembre dal Consiglio territoriale di partecipazione n. 7 di Ancona (che sostituisce i Consigli di quartiere) che ha evidenziato all’unanimità, quindi trasversalmente ai movimenti politici, questa esigenza reale, che credo non sconvolga l’organizzazione dell’Asur, mi auguro, visto che non sono affatto soddisfatto della risposta, anche se la ringrazio per avermela data, che questa interrogazione serva a far ripensare ad una cosa che non costa nulla, non incide sull’organizzazione e sull’omogeneizzazione del servizio e guarda soltanto agli interessi dei cittadini.
Lo dico a beneficio di chi non è di Ancona e non conosce la zona, Collemarino ha 10.000 abitanti, altrettanti ne hanno i quartieri di Torrette, di Palombina, è una città come Castelfidardo, per cui è una questione di attenzione nei confronti delle fasce più deboli in un momento particolare. Mi auguro che ci si ripensi. Grazie.

Interrogazione n. 868 - a risposta immediata
ad iniziativa dei Consiglieri Volpini, Giancarli
“Riattivazione posti letto Area vasta 2”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 868 - a risposta immediata - dei Consiglieri Volpini, Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. In merito all’interrogazione si risponde quanto segue.
Premesso che è in Area vasta n. 2 è in corso un lavoro di revisione dei livelli assistenziali di assistenza, che consentirà, in un'ottica di efficientamento, di garantire la prosecuzione dei servizi e il mantenimento dei Lea. In data 13 settembre 2019 l'Area vasta ha proceduto a predisporre gli atti per l'assunzione di n. 8 infermieri e n. 4 operatori socio-sanitari la cui disponibilità è stata acquisita rispettivamente dalla graduatoria dell'Azienda ospedaliera Marche Nord e dalla graduatoria dell'Area vasta n. 5.
L'Ufficio reclutamento sta predisponendo inoltre gli atti per assumere infermieri a tempo determinato attingendo dalla graduatoria approvata con determina n. 1561/AV2 del 14 agosto 2019 ed ha avviato specifico avviso pubblico per l'assunzione a tempo determinato di ulteriori operatori socio-sanitari. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie per la risposta, Assessore. Ho colto dal suo intervento che si sta utilizzando la graduatoria presente in Area vasta 2, così come chiedevamo nell’interrogazione. Le dico però che ad oggi questa è la situazione evidenziata nel rapporto continuo che abbiamo - come ha visto l’interrogazione è firmata anche dal Presidente della Commissione - con le persone che lavorano negli ospedali di Fabriano, Jesi e Senigallia, soprattutto con le organizzazioni sindacali. Ad oggi questa è la situazione nell’Area vasta 2: rispetto a giugno ci sono circa 45 unità in meno (¾ infermieri, ¼ operatori socio-sanitari, più qualche altra). Se non ci saranno assunzioni - bisogna che si proceda immediatamente e che il Direttore dell’Area vasta e l’Asur provvedano e diano disposizioni precise - arriveremo a fine ottobre con 60 unità in meno, questo significa che non si è nelle condizioni di riprendere quell’attività normale, ovvero la programmazione degli interventi stabiliti, necessari ed urgenti, che vanno fatti, come pure l’assistenza in sicurezza che va garantita.
C’è la necessità di assumere e di assumere subito altrimenti sono compromessi i servizi, non soltanto nelle tre strutture ospedaliere che citiamo, ma anche nello stesso ospedale di Cingoli.
Lo dico con la pacatezza, con il rispetto che ho nei suoi confronti, nei confronti del Presidente, ma c’è la necessità di procedere in fretta, quindi quella che può essere un’enunciazione nell’attuazione della graduatoria bisogna che si faccia.
Mi raccomando, Assessore, le chiedo una cortesia: ne parli con il Presidente affinché dia una disposizione precisa sia alla Direzione dell’Asur che dell’Area vasta perché la situazione … Tra l’altro possiamo anche dirlo, siamo stati insieme, con lei Assessore, nell’ospedale di Cingoli ed anche lì mancano medici ed infermieri, come mancano a Fabriano, a Jesi ed a Senigallia.
Quello che stiamo chiedendo è di ripristinare subito i 100 posti letto circa, ma per farlo c’è bisogno di personale e se non viene assunto i livelli essenziali di assistenza nell’Area vasta 2 non sono garantiti.

Interrogazione n. 824
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Gestione macerie sisma. Mancato ‘indennizzo’ ai Comuni ai sensi dell’articolo 28, comma 3, D.L. 189/2016 - legge n. 229/2016”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 824 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. La Regione Marche ha attuato la gestione delle macerie prima dell'entrata in vigore del D.L. 189/2016 attraverso un appalto che contemplava la realizzazione del sito di deposito temporaneo nel Comune di Arquata del Tronto presso la ditta Unimer e la gestione di 25.000 tonnellate di macerie poi incrementate a 35.000 circa. Nel contratto veniva ricompresa la raccolta, il trasporto, la selezione e cernita dei materiali recuperabili e la lavorazione degli inerti risultati dalla selezione e cernita delle macerie.
II materiale cosiddetto "aggregato riciclato", risultante dalla lavorazione, era previsto nel compenso complessivo d'appalto, pertanto rimaneva alla ditta appaltatrice. La stessa ditta ha comunque reso disponibili gli aggregati stessi ai Comuni che ne avessero chiesto l'uso in opere di propria competenza.
Successivamente le attività di gestione del ciclo delle macerie derivanti dal sisma 2016 sono state affidate alle società concessionarie della raccolta dei rifiuti urbani resesi disponibili. La concessione alle stesse prevedeva la realizzazione di ulteriori siti di deposito temporaneo e la gestione dell'intera filiera di raccolta, trasporto e selezione delle macerie. Non veniva ricompreso anche il recupero in quanto si è preferito utilizzare per questa fase finale l'impiego degli impianti privati già ampiamente presenti nel territorio. Ciò sia per evitare il costo dell'implementazione di idonea impiantistica sia perché era evidente la criticità legata alla difficoltà, da parte di soggetti estranei a questo tipo di mercato, di reimmettere nei cicli di impiego la grande quantità di aggregato riciclato prodotto.
In relazione a questo aspetto la Regione Marche si è impegnata ad emanare, con la delibera di Giunta regionale n. 1601 del dicembre 2017, linee di indirizzo per il corretto impiego dell'aggregato stesso al fine di incentivarne l'uso. Anche in questa fase, nel momento in cui i Comuni hanno richiesto materiale, gli impianti privati hanno acconsentito forniture a costo zero anche per poter liberare le proprie aree e mantenere la capacità di lavorazione.
Per quanto riguarda i punti 3, 4, 5 non era e non è possibile effettuare lo stoccaggio di ingenti quantitativi di aggregati riciclati (oggi siamo a oltre 670.000 tonnellate di macerie lavorate) in assenza di richieste da parte dei Comuni. Le richieste di utilizzo da parte dei Comuni sono state ad oggi molto limitate; oltre il 98% del materiale è costituito da inerti misti, che una volta selezionati sono classificati con il codice Cer 170904, e il loro avvio a recupero presso gli impianti privati ha costituito un costo.
I ricavi ottenuti dall'avvio a recupero delle frazioni con valore, come ad esempio i metalli, comunque messi a fattore positivo nell'ambito del ciclo complessivo di gestione delle macerie, sono stati di gran lunga inferiori ai costi sostenuti per l'avvio a recupero degli inerti e pertanto non ci sono stati nel complesso ricavi dalla vendita delle frazioni derivanti dalla separazione e cernita delle macerie effettuata nei siti di deposito temporaneo, bensì costi.
Infine si rappresenta che l'intera filiera di gestione consistente nelle attività sopra dette era ed è ricompresa in un rapporto contrattuale che definisce un costo unitario di gestione a tonnellata comprensivo dei costi di avvio a recupero o smaltimento delle varie frazioni derivanti dalle lavorazioni ricomprese nei contratti.
Si ribadisce pertanto che non vi è un ricavo dall'avvio a recupero dei rifiuti risultanti dalla selezione e cernita ma un costo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta, a parte la difficoltà di seguirla nel brusio dell'Aula, leggerò il testo che ha fornito, però non sono soddisfatta della risposta perché lei non ha risposto puntualmente alla domanda e cioè: se quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 28 del D.L. 189/2016 è stato pienamente applicato e se non lo è stato quali sono state le motivazioni. Lei mi ha detto che avete sottoscritto dei contratti che prevedono alcune cose, ma non ho capito se sono in linea con l'articolo 3 o meno.
Non ho capito se la vendita, che veniva prevista dal D.L. 189/2017, del materiale ridato poi ai Comuni, da cui era prelevato, non c'è stata, c'è stata in minima quantità e a quanto ammonta. Questa era una domanda specifica che non ha trovato risposte, io volevo sapere a quanto ammonta il ricavato delle vendite del materiale di risulta, di cui al comma 3, articolo 28, e lei mi dice zero, uno, cento, mille. Non so, se è zero vuol dire che non è stato venduto nulla, se è stato venduto qualcosa, lei ha parlato del materiale ferroso, non so con precisione, avere un quadro perché tutto partiva anche da una difficoltà, ovviamente, degli stessi Comuni che avevamo espresso, anche attraverso gli organi di stampa, questa problematica rispetto a determinate richieste e rispetto a quanto previsto dal D.L. 189.
La risposta per quanto mi riguarda non è esauriente e non soddisfa perché diciamo alcune domande sono state saltate.
Su questo tema ci vuole molta chiarezza, anche capire quanti dei Comuni sono coinvolti e su quanti la rimozione di queste macerie effettivamente ha portato ad un certo risultato.
Lei ha parlato genericamente: alcuni comuni, ci sono state poche richieste, solo pochi l'hanno fatta, ma credo che avere un quadro preciso e dire 5 comuni, 1 comune, 10 comuni, 20 comuni, sarebbe più corretto rispetto a un'interrogazione che era anche abbastanza precisa.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Solo per precisare. I contratti, ovviamente, sono stati stipulati nel rispetto della normativa. Poi, nella risposta, che lei avrà modo di leggere, troverà che le tonnellate di macerie lavorate sono state 670.000, le richieste di utilizzo da parte dei Comuni non sono state rilevanti, anzi sono state molto limitate, il 98% del materiale - 670.000 tonnellate - è costituito dai inerti misti che una volta selezionati sono classificati con un codice e il loro avvio a recupero presso gli impianti privati ha costituito un costo, quindi il discorso dell'utilizzo del materiale va rovesciato, non c’è un ricavo, e non si capisce cosa si dovrebbe ridistribuire ai Comuni, ma bensì un costo.
Questo mi pare che sia stato detto con chiarezza.

Interrogazione n. 860
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Punto Informa Lavoro e Servizi per la formazione di Morciola – Unione dei Comuni Piani di Bruscolo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 860 del Consigliere Biancani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.

Loretta BRAVI. Grazie, Presidente. Secondo i punti dell’interrogazione diciamo, come primo elemento, che il potenziamento dei Centri impiego è sicuramente previsto anche, per quello che lei chiede, per le sedi territoriali decentrate, come quella di Vallefoglia e degli sportelli lavoro, anzi aggiungo che secondo i tavoli territoriali che abbiamo avviato da un anno e mezzo, in una delle realtà maggiormente virtuose, perché riguarda un bacino aziendale di parecchie aziende, sono state avviate delle politiche di alternanza scuola/lavoro, di apprendistato individuale, quindi è uno dei punti, insieme ad altri quattro, tra i più virtuosi, quindi sicuramente c'è un potenziamento di n. 84 operatori, 64 a tempo indeterminato, ed entro il 2020 avremo altre 55 unità. Questo per tutti i nostri Centri impiego, è un progetto triennale già iniziato e speriamo che venga portato a compimento, come era previsto dall’allora Ministro Di Maio.
Secondo punto, rispetto alla collaborazione sviluppata con il Centro Impiego di Pesaro, presso la sede decentrata lavoro di Vallefoglia con l'Unione dei Comuni "Pian del Bruscolo", la Regione ha avviato questo passaggio delle competenze in materia di mercato del lavoro, quindi è necessario un tavolo tecnico per definire in modo puntuale tutti i ruoli degli stakeholders.
Questo è estremamente importante perché ci troviamo di fronte ad un punto dove c’è la formazione, c’è il Centro impiego, ci sono gli immigrati, dove ci sono tante realtà che vanno ridisciplinate a seconda delle nostre nuove direttive regionali.
Terzo punto, è previsto il potenziamento anche per il Centro impiego di Pesaro e quindi per la sede di Vallefofoglia ma, avendo impostato l'organizzazione e l'attività dei Centri impiego in un'ottica regionale, si dà ad Ancona, a Fermo, a Fabriano e a Civitanova Marche la priorità perché questi sono i quattro Centri impiego che restano estremamente scoperti. Quindi il potenziamento è previsto a seconda del bacino, dell’utenza e delle necessità del territorio.
Pensando ai tre Centri impiego che operano sul territorio della provincia di Pesaro-Urbino, considerando anche gli utenti attivi, il Centro impiego di Pesaro dispone del maggior numero di operatori, n. 39 unità che considerati i part-time, equivalgono ad oltre 33 operatori a tempo pieno. Con ciò intendiamo rappresentare che anche a Pesaro saranno assegnati operatori degli 84 che si prevede di assumere entro l'anno ma, sicuramente, in numero inferiore rispetto agli altri Centri impiego.
Quanto ai navigator, che ci sono stati assegnati da Anpal Servizi per seguire e supportare i beneficiari del reddito di cittadinanza, abbiamo convenuto di distribuirli sul territorio regionale in relazione al numero dei beneficiari che sulla base dei dati forniti da Anpal risultano assegnati a ciascuno dei nostri 13 Centri impiego. Questi professionisti operano presso le strutture principali dei Centri impiego, ma abbiamo già concordato con Anpal Servizi che organizzeranno gli appuntamenti con gli utenti anche presso le sedi decentrate e gli Sportelli lavoro.
Colgo l’occasione per aggiungere che siamo passati da 13 a 23 Anpal, come sostegno. Questa mi sembra una buona questione per le Marche e debbo dire che per le politiche attive del lavoro, per la ricollocazione, la funzione di Anpal Servizi è fondamentale.
Dalla Provincia di Pesaro-Urbino abbiamo ereditato un numero significativo di operatori assunti a tempo determinato e part-time; in un anno e poco più la Giunta regionale ritiene di aver fatto molto, infatti li ha stabilizzati e ha portato il loro orario di lavoro da 30 a 33 ore settimanali. Il passaggio successivo, cioè addivenire alle 36 ore settimanali, richiede un intervento un po' più complesso che ora dobbiamo vedere con il turn over dei pensionamenti.
Da ultimo, si fa presente che gli uffici della Giunta stanno lavorando per mettere a punto un piano di investimenti veramente importante (diversi milioni di euro) attraverso il quale saremo in grado di dotare tutte le nostre strutture di tecnologie e attrezzature, capaci di ammodernarne e velocizzarne i sistemi operativi, e qui è già stato fatto molto soprattutto nelle periferie.
Si ha consapevolezza della "vitalità" della sede decentrata di Vallefoglia, vuoi per il fatto che è ubicata al centro di un'importantissima area industriale, vuoi per la professionalità e l'impegno che gli operatori dedicano al loro lavoro, e questo Consigliere Biancani è quello che le dicevo all’inizio sui tavoli territoriali. Sicuramente si guarderà al bacino, sicuramente si guarderanno quei Centri impiego che hanno maggior necessità di personale, ma non si può bypassare realtà come Tolentino, come Fermo, come Vallefoglia, come Jesi, che sono state fondamentali per intrecciare quel matching di domanda e offerta che ci ha permesso di avere un maggiore contatto con le aziende e con le scuole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Vorrei dichiarare la mia soddisfazione rispetto alla risposta dell'Assessore Bravi in quanto ha trattato tutti i punti che avevo evidenziato.
Vorrei ribadire che questa è una realtà virtuosa, come l’ha definita lo stesso Assessore, nella quale c'è un grandissimo lavoro da fare, è una delle aree industriali e artigianali più importanti a livello regionale, quindi avere un Centro per l'impiego forte, che sia capace di fornire tutta una serie di servizi è un’opportunità per le imprese, ma anche per i giovani di quel territorio.
Ho una cosa a cui tengo in modo particolare, ma dalla risposta si evince in maniera chiara, che occorre una nuova convenzione per far si che venga mantenuto lì sia il Centro immigrati che il Centro Informagiovani perché lavorano in sinergia con i dipendenti regionali per dare ulteriori servizi sia agli immigrati che ai giovani che in quel territorio sono sicuramente tanti. Grazie.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Per quanto riguarda l’interrogazione 831 non vedo l’Assessore Pieroni, quindi, credo, se non ci sono Assessori in grado di rispondere, che la rinviamo alla prossima seduta. Ora procediamo con le altre.

Interrogazione n. 847
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni
“Allontanamento minori dalla famiglia di origine e loro affido. Qual è la situazione nella Regione Marche”

Interrogazione n. 850
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Situazione degli affidi dei minori allontanati temporaneamente dalla propria famiglia nelle Marche”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 847 dei Consiglieri Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni e l’interrogazione n. 850 della Consigliera Leonardi, abbinate.
Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Presidente, scusi, alla luce di nuovi elementi a mia conoscenza ho deciso di ritirare la mia interrogazione, che verrà ripresentata con degli aggiornamenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Per quanto mi riguarda io vorrei trattare la mia interrogazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. In riferimento all'interrogazione di cui in oggetto si fa presente quanto segue.
Per quanto riguarda i dati circa i minori collocati temporaneamente fuori dalla famiglia di origine si fa riferimento a quelli desunti dalle domande presentate dai Comuni per il rimborso delle spese sostenute, sia per il collocamento in comunità di minori sia per il loro affidamento nell'anno 2017, e sono questi al momento gli unici dati completi in possesso della Regione:
- n. 444 minori collocati in affidamento, sia esso a parenti sia esso eterofamiliare;
- n. 1038 minori collocati in strutture di accoglienza di varie tipologie, tutte determinate dalla normativa regionale.
Si evidenzia che, per questioni di privacy, non è possibile avere informazioni sulle motivazioni che hanno portato all'allontanamento dei minori né sulle modalità in cui esso è avvenuto, in quanto occorrerebbe accedere a tutti i provvedimenti (contenenti quindi dati sensibili) emessi dal Tribunale per i minorenni, organo che detiene la decisione ultima circa l'attuazione degli interventi relativi alla tutela dei minori.
Non si ha conoscenza dei casi citati nella premessa dell'interrogazione dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni e Malaigia.
La Regione ha già avviato dai primi mesi del corrente anno, un Tavolo di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nella tutela minori (Asur, Ambiti Territoriali Sociali, Autorità giudiziaria). L'aumento del numero dei casi presi in carico dai Servizi socio-sanitari negli ultimi anni e la complessità sempre più evidente degli stessi ha reso l'avvio di un confronto tra tutti i soggetti competenti, per giungere alla definizione di modalità organizzative e gestionali del lavoro degli operatori territoriali, ferma restando la necessità di adeguare il personale ai nuovi incrementali bisogni. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Assessore. Dispiace, per quanto sia di tutto rispetto la presenza dell’Assessore Sciapichetti, che per un tema così importante ci sia l’assenza del Presidente Assessore delegato.
Il dato che spaventa è il numero che ci ha fornito, quasi 1.500 minori sono fuori dalle famiglie nelle Marche. Avevo chiesto, faccio riferimento alla mia interrogazione, di capire se questi numeri fanno riferimento al mandato dal 2015 ad oggi o se sono solo dell’anno in corso; avevo chiesto anche di capire, però non mi sembra ci sia nella risposta, quali erano le determinazioni scaturite dal Tavolo dei minori fuori dalla famiglia, che è stato costituito e del quale fa parte anche il Garante dei minori, come cita lui stesso nel suo report del 2018, ma non fa alcun riferimento all’attività svolta, se si è riunito, se non si è riunito, se ha prodotto qualcosa e che cosa ha prodotto. Nella sua risposta queste cose non le ho sentite.
Non ho sentito, e la reputo importante, la risposta alle seguenti domande: quali sono le strutture e gli organismi che vigilano sul corretto comportamento delle strutture destinate all’accoglienza dei minori, quindi all’affido; quali sono state e se ci sono state, le risultanze di queste azioni di monitoraggio e di controllo.
Sono insoddisfatta della risposta perché mi è stato fornito un numero che di per sé è preoccupante, ma questo ovviamente non dipende dalla Regione, ma laddove ha un ruolo, attraverso il Garante, attraverso questo Tavolo, attraverso eventuali organi di controllo, non viene data nessun tipo di risposta per un fenomeno che dalle cifre dà una certa preoccupazione rispetto al fenomeno.
Ribadisco l’insoddisfazione e tornerò certamente sull’argomento per avere quelle risposte che oggi non ho ottenuto e che credo siano importanti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Mi pare che sia chiaro: 444 minori collocati in affidamento, sia esso a parenti sia esso etero-familiare, e 1.038 minori collocati in strutture di accoglienza. Gli enti interessati al confronto tra i soggetti coinvolti, e quindi il Tavolo, sono: l’Asur, gli Ambiti Territoriali Sociali, l’Autorità giudiziaria.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Assessore per la precisazione, però quando nella mia domanda chiedo di avere un report sulla situazione degli affidi dei minori nella regione relativo alle annualità della presente legislatura, quindi dal 20165 ad oggi, distinti per affidi familiari e affidi alle strutture di accoglienza e relativo costo diviso per annualità e singole fattispecie di cui sopra, mi sarei aspettata un elenco che riportava: nel 2015 tot in affido, tot in familiare, tot in struttura per questo costo, poi il 2016, il 2017, il 2018, il 2019, magari parziali, però non posso definirmi soddisfatta in quanto la risposta non corrisponde alla domanda fatta, è generica e salta di pari passo alcuni dei quesiti inseriti nella domanda. La risposta è totalmente insoddisfacente.

Interrogazione n. 808
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Cattivi odori Lago di Caccamo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 808 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Noto con grande piacere che il Consigliere Zaffiri ormai frequenta assiduamente il maceratese, non solo la Domus San Giuliano, ma anche il territorio, e questo mi fa molto piacere, apprezza quindi la bontà e la bellezza del nostro territorio.
La risposta è abbastanza articolata, quindi è necessario che la legga.
Con questa interrogazione lei chiede che cosa è stato fatto dalla Polizia provinciale di Macerata e quali sono le cause della moria di pesci sul lago di Caccamo.
Con nota dell'11 aprile scorso i Carabinieri forestali hanno informato la struttura regionale competente in materia che nelle acque interne della regione, in data 30 marzo 2019, era stata accertata presso le sponde del bacino artificiale Lago di Caccamo (Borgiano), sito tra i Comuni di Serrapetrona e Caldarola (MC), la presenza di almeno una decina di esemplari morti di carpa. Comunicavano altresì che in occasione di un successivo sopralluogo, svolto lo stesso 11 aprile, venivano individuate circa 50 carcasse di carpa in prossimità delle sponde ed in particolare a ridosso della diga. A seguito di ciò, e anche alla luce di articoli di stampa circa la presenza di una macchia anomala lattiginosa presso il lago in concomitanza con la moria di carpe, l'Ufficio regionale competente, con nota del 15 aprile, incaricava la Polizia provinciale di Macerata di effettuare gli accertamenti del caso, anche eventualmente interessando gli enti preposti (Arpam e Carabinieri forestali). Sono stati altresì informati vari organi territoriali nonché Servizi veterinari sanità animale e allevamenti, Istituto zooprofilattico e produzione zootecnica dell'Asur.
In data 17 aprile, previa autorizzazione dell'Ufficio, è stato effettuato il prelievo di una carpa viva presso il lago con la supervisione della Polizia provinciale e dei Carabinieri forestali di Camerino, grazie anche alla collaborazione di volontari dell'Associazione Carpfishing.
Con nota prot. 466 del 20 aprile 2019 acquisita al protocollo regionale in data 23 aprile 2019 prot. 499368 i Carabinieri forestali di Camerino hanno trasmesso i risultati dei referti analitici (parziali) effettuati dall'Istituto zooprofilattico. Uno dei tre rapporti di prova (n. 34702) ha evidenziando la positività al virus dell'edema della carpa.
Alla luce delle risultanze delle analisi, è stato chiesto al Servizio veterinario, con nota del 30 aprile 2019 prot. 516922, se vi era la necessità di adottare misure di prevenzione di carattere igienico-sanitario, rimanendo in attesa anche in ordine alle eventuali ulteriori modalità di smaltimento già comunicate dal Servizio veterinario stesso, tuttavia prima dell'esito delle analisi.
Nelle more del riscontro, l'Ufficio regionale decentrato di Macerata, ha tenuto numerosi contatti con la Polizia provinciale, i volontari dell'Associazione CarpFisching, il Comune di Serrapetrona, nonché con Enel Green Power soggetto gestore della diga, e la ditta abilitata allo smaltimento, allo scopo di monitorare il fenomeno e di predisporre le azioni esecutive che la situazione richiedeva.
L'Asur Marche - Dipartimento di prevenzione sanità animale con nota dell'11 maggio 2019 prot. 50747 - ha confermato che la causa di morte delle carpe “è imputabile ad un'infezione acuta sostenuta dal virus dell'edema della carpa il quale colpisce solo la specie carpa comune e che lo stesso non è trasmissibile all'uomo e non ha implicazioni di sicurezza alimentare.
Va da ultimo segnalato che l'Arpam per il tramite dei Carabinieri forestali di Camerino ha trasmesso, in data 24 maggio 2019 prot. 630562, le risultanze analitiche delle acque del lago prelevate su più punti in data 12 marzo e 16 aprile u.s. Nella relazione accompagnatoria dell'Arpam si evidenzia che tali monitoraggi non evidenziano alterazioni significative rispetto al trend storico pluriennale e comunque i dati rilevati non sono tali da rendere gli stessi sintomatici per l'evento verificatosi. Questo vale anche per i parametri che potrebbero giocare un ruolo tossicologico importante come metalli pesanti, microcistine cianobatteriche, ammoniaca, inquinanti organici.
Infine in data 3 luglio l’Asur Marche Area vasta 3 Dipartimento di prevenzione sanità animale, con propria nota, ha comunicato che gli ultimi accertamenti di laboratorio eseguiti dall'Istituto zooprofilattico sperimentale hanno evidenziato la presenza, oltre che del virus dell'edema della carpa, anche quella del virus della viremia primaverile delle carpe, anch'esso non nocivo per l'uomo e senza implicazioni per la sicurezza alimentare.
Oltre alla dovuta notifica del focolaio di tale malattia al Ministero della Salute, il succitato Ufficio, al fine di contrastare la diffusione della malattia, ha prescritto, in aggiunta alle misure sanitarie già indicate in occasione della precedente viremia, la disinfezione dell'attrezzatura utilizzata per l'attività di pesca. L'ufficio regionale decentrato di Macerata ha conseguentemente provveduto alla diffusione capillare di tale misura definendone i contenuti e modalità nel dettaglio in accordo con gli organi sanitari veterinari ed interessando gli organi preposti ad operare la vigilanza che la situazione richiede.
Non si sono verificati altri eventi di moria delle carpe per cui non sono la degradazione e la putrefazione delle carcasse, che sono state totalmente rimosse, a generare odori molesti. Tutte le carpe morte sono state raccolte e avviate allo smaltimento secondo gli indirizzi del Servizio veterinario, anche quelle presenti nelle acque del bacino.
La Polizia provinciale di Macerata si è subito adoperata per coinvolgere i soggetti competenti, soprattutto i Servizi veterinari e l'Agenzia ambientale (Arpam), per avere riscontro sulle cause di tale moria e che queste, a seguito delle rilevanze analitiche già indicate, sono imputabili alla presenza di virus, non pericoloso per la salute umana.
La Polizia provinciale di Macerata ha coordinato tutte le attività già descritte.
Il monitoraggio qualitativo delle acque dell'invaso di Caccamo, effettuate periodicamente da Arpam, non hanno mostrato variazioni significative rispetto ai trend rilevati dai monitoraggi periodici effettuati da decenni, per cui non sono state evidenziate cause di inquinamento ambientale correlabile all'evento di moria di carpe.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Assessore. Visto che si possono mangiare andiamo al lago. Detto questo, come battuta, credo che di dover ringraziare l'Ufficio che ha risposto tecnicamente sui fatti che sono accaduti.
Ci fa piacere sentire la positiva notizia che l'acqua è pulita, non è inquinata e che non ci sono problemi per la comunità, per chi gira o per chi va nel lago, perché la preoccupazione non era soltanto l'odore, ma sapere se l’acqua era inquinata da scarichi, come la stampa in quel periodo aveva evidenziato.
Grazie all’Ufficio, grazie all’Assessore che ha risposto dando una risposta dettagliata tecnicamente.

Comunicazioni ai sensi del comma 4, dell'articolo 55 del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Chiedo scusa agli Assessori Sciapichetti e Bora, voi avete la risposta scritta, se me la fornite non serve questo rituale, perché siamo rimasti in tre, le persone che lavorano qui sono stanche e credo che non esercitiamo più in quest’Aula il nostro ruolo, quindi ringrazio gli Assessori e se mi fornite la risposta non ce bisogno che me la leggiate. Grazie

PRESIDENTE. Vorrei capire, Consigliere Giancarli lei ha la prossima interrogazione a cui dovrebbe rispondere l’Assessore Bora, che è qui presente e, se l’Assessore Bora è d’accordo, lei chiede che le venga consegnata. Quindi mettiamo a verbale la risposta e la registriamo nel verbale come depositata.

PRESIDENTE. In merito all'interrogazione n. 811 l'Assessore Bora ha consegnato la risposta scritta al Consigliere Giancarli, da allegare al verbale. Passiamo all’ultima interrogazione, la n. 854.
Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Consegnerò la risposta al Consigliere Giancarli, però vorrei richiamare l’attenzione della Presidenza e dell’Aula sul fatto che il Consigliere Giancarli pone un problema molto importante e serio: le interrogazioni hanno senso se c’è un’Aula che è disposta ad ascoltare, con questo clima e con queste presenze, non credo che sia opportuno, né corretto, né serio. Quindi bisognerà richiamare la prossima volta i Consiglieri regionali ad una maggiore presenza e ad una maggiore attenzione perché mi pare che in quello che dice il Consigliere Giancarli ci sia una profonda verità.
Dopodiché consegno la risposta all’interrogante, che ringrazio perché mi avrebbe dato la possibilità di chiarire un tema su cui si è discusso e parlato, si è letto anche dai giornali, in merito al riconoscimento Unesco per le Grotte di Frasassi.
Ora la consegno e la metto agli atti.

PRESIDENTE. Come detto dall’Assessore Sciapichetti viene consegnata agli uffici ed al Consigliere Giancarli la risposta all’interrogazione n. 854, che diamo per evasa.
Certamente, Assessore Sciapichetti, sarebbe opportuna una presenza maggiore dell’Aula, però l’interrogazione è una domanda a cui si dà una risposta, alla quale gli altri colleghi potrebbero non essere interessati. Certamente la sua obiezione è opportuna perché rispondere in presenza anche dei colleghi, che potrebbero comunque essere interessati all'argomento, è quanto mai opportuno.
Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Sono d’accordo con l’Assessore Sciapichetti sul fatto che all’interrogazione bisognerebbe dare il giusto valore e contemporaneamente penso a chi in questo momento è collegato in streaming per sapere la risposta alle interrogazioni e dal momento che sono state consegnate le risposte scritte non c'è alcuna traccia di cosa la Giunta abbia risposto su quell’argomento, anche questo non è del tutto regolare, secondo me.

PRESIDENTE. In effetti non ha torto. Le diamo per evase per oggi, però per la prossima volta …
L'interrogazione dell’Assessore Sciapichetti la possiamo fare perché è ancora in Aula, l’Assessore Bora l’abbiamo autorizzata ad andar via.

Interrogazione n. 854
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Marconi
“Attuazione della mozione 284 del 12 settembre 2017: Candidatura delle Grotte di Frasassi all'iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale culturale e naturale dell'UNESCO"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 854 dei Consiglieri Giancarli, Marconi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie, Presidente. In merito all’interrogazione del Consigliere Giancarli si precisa quanto segue.
Il 12 settembre 2017 l'Assemblea legislativa approvava all'unanimità la mozione n. 284 che prevedeva la "candidatura delle Grotte di Frasassi all'iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale culturale e naturale dell'Unesco". Continuando sulla stessa direttrice è stato convocato, dal sottoscritto, un Tavolo di coordinamento per agire di concerto con tutti i partner istituzionali locali e regionali impegnando la Giunta ad acquisire elementi scientifici, tecnici comparativi ed amministrativi utili per avviare le procedure per la candidatura.
Scelta questa fatta a livello politico, che può essere ovviamente discussa quando volete, di inserire le "Grotte di Frasassi" nel programma Unesco MaB (uomini e biosfera), un programma di ampio respiro che individua quei territori che rappresentano un modello di convivenza armonica tra uomo e ambiente e che offrono, attraverso l'integrazione della biodiversità della conservazione dei servizi eco-sistemici e delle strategie economiche locali, soluzioni per le sfide future dell'umanità.
La Regione, nel rispetto delle procedure previste dalle “Linee guida nazionali per le riserve della biosfera”, ha trasmesso la Dichiarazione di Intenti al Comitato Tecnico nazionale del Programma MaB dando il via al processo di candidatura. E' stato inoltre inviato uno studio propedeutico frutto del lavoro condotto da un team di esperti guidati dal coordinamento tecnico-scientifico del Siti (Istituto superiore sui sistemi territoriali per l'innovazione).
Nell'intento di assicurare uno sviluppo eco-compatibile guardando anche alle generazioni future il progetto dell'Unesco coinvolge 104 Comuni della regione per un totale di 290.000 residenti circa. In linea con "l'Agenzia 2030 per Io sviluppo sostenibile" si è ritenuto essenziale un coinvolgimento ambivalente che miri alla valorizzazione del patrimonio naturale e ad integrare percorsi socio-economici in contesti di ecosistemi naturali.
In pratica si è presentata la candidatura MaB Unesco per tutti i territori ricompresi all’interno delle Unioni Montane della regione Marche delle 5 province, da Pesaro ad Ascoli, ed ovviamente in questo riconoscimento che dovrà esser dato è inserita Genga e sono inserite le Grotte di Frasassi.
E’ un riconoscimento diverso dall’indicazione iniziale che chiedeva il riconoscimento delle grotte e segue anche una procedura diversa, è molto più breve, si è scelta questa strada perché questo percorso porterebbe al riconoscimento, così come è avvenuto recentemente per il territorio delle Langhe e per il territorio del Prosecco in Veneto, nell’arco di 2/3 anni.
L’altro percorso possibile e da non escludere, prevede una strada molto più lunga che l’Unesco stabilisce duri 10/15 anni, quindi abbiamo preferito percorrere questa strada, dentro la quale, è chiaro, è compresa la località di Genga e le grotte hanno una priorità assoluta perché il riconoscimento delle grotte, l’importanza delle grotte non può sfuggire a nessuno.
La è la procedura avviata, su questa stiamo lavorando e c’è l’impegno di portarla a termine entro il 2020. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie, Assessore. Ne abbiamo parlato più volte, la valorizzazione dell’Appennino, delle aree interne, in questo contesto marchigiano, dentro questo quadro, dentro questa ricchezza ambientale, naturale paesaggistica, le Grotte di Frasassi costituiscono una specificità.
L’importante è che ci sia un’azione, come lei ha detto, che vada al riconoscimento di questo territorio, grotte comprese. L’importante è che possono essere ulteriormente valorizzate, quindi lavorare per ulteriori riconoscimenti per quelle ricchezze uniche, che sono le grotte.
Lei è sempre disponibile e la ringrazio, quanto al fatto di aver chiesto la risposta scritta, non voleva essere una forma di discriminazione nei confronti di chi magari ci segue da casa, ma era a vantaggio anche di coloro che ci seguono da casa perché se nell’Assemblea legislativa delle Marche rimangono 5 persone, 6 con il Presidente, a discutere argomenti che magari toccano la comunità regionale, credo che non esercitiamo il nostro ruolo e non facciamo nemmeno un servizio alla comunità.
L'atto ispettivo ha un valore e dobbiamo discuterlo nel momento in cui l’Aula è presente, altrimenti se volete, me lo dite, io non faccio più nemmeno le interrogazioni, perché non ho una concezione personale della politica, se faccio un’interrogazione è perché sono sollecitato da un’istituzione, da un’associazione. Questo è il ragionamento che volevo fare per mettere in evidenza, per esempio, quanto è scritto nel regolamento. Ripeto, l’atto ispettivo lo considero un fatto importante non soltanto per il Consigliere, ma soprattutto per l’oggetto su cui si vuole discutere a beneficio della nostra comunità, quindi voglio tranquillizzare la Consigliera Malaigia, ci mancherebbe se volevo essere irrispettoso nei confronti di chi ci segue da casa, ma non mi pare che queste interrogazioni che ho presentato avessero chissà quale interesse, altrimenti saremmo stati di più.

PRESIDENTE. Una precisazione, abbiamo fatto una verifica, al di là dell’opportunità che ha richiamato la Consigliera Malaigia relativamente alla possibilità di chi è in streaming di poter ascoltare la risposta piuttosto che veder passare di mano in mano un documento, infatti abbiamo recuperato l’interrogazione con la risposta e con la replica da parte del Consigliere Giancarli, non è comunque un obbligo, nel senso che lo streaming è un’opportunità che viene data in diretta all’opinione pubblica, di chi si vuol collegare, però dal punto di vista regolamentare non la possiamo considerare un obbligo, consideriamola invece un’opportunità e forse anche una cosa giusta.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,48