Resoconto della seduta n.140 del 12/12/2013
0SEDUTA N. 140 DEL 12 DICEMBRE 2013

La seduta inizia alle ore 16,00

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 140 del 12 dicembre 2013. Do per letti i processi verbali delle sedute nn. 138 e 139 rispettivamente del 3 e 10 dicembre 2013, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 604 del Consigliere Latini “Prepensionamenti a Banca Marche”;
n. 605 del Consigliere Bucciarelli “Connessione tra lavoro notturno e neoplasia al seno”;
n. 606 del Consigliere Zinni “Entro il 2014: nuove regole in Europa o l'Italia esca dall'euro”;
n. 607 del Consigliere Zinni “Riforma delle Regioni”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Acacia Scarpetti, Busilacchi, Carloni, Ciriaci, Latini, Trenta e l'Assessore Viventi.

Comunicazioni, ai sensi dell’art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. L'Assemblea, per carità, è sovrana e, quindi, può violare anche il Regolamento, se vuole, salvo le conseguenze che qualcuno poi riterrà di adottare.
Dico che questa Assemblea non si dovrebbe svolgere in quanto è stata convocata, ai sensi dell'articolo 28, ultimo comma, senza il rispetto delle 48 ore previste dal comma 3.
Per quanto riguarda la comunicazione tramite SMS, nel mio cellulare, ma ho verificato anche con altri colleghi, non c'è il rispetto delle 48 ore, se poi andiamo, addirittura, a verificare la comunicazione cartacea, ancora peggio, perché è arrivata alle 17,00 per una convocazione alle 15,30 sulla carta, mentre sul cellulare si parlava di 15,50.
Vi invito un attimo a valutare se non sia il caso di evitare questa seduta perché potrebbero esserci delle conseguenze da parte di eventuali persone che possono non essere d'accordo. E’ alle 16,12 sul mio cellulare, su un numero, ed alle 16,13 sul secondo numero, una convocazione che sul cellulare parlava di 15,50 e sulla carta si è rivelata essere 15,30, ma in entrambe i casi non ci siamo. Questo sull'ordine dei lavori.
Sono costretto, eviterei di farlo, però qui siamo sul piano dell'educazione, a dire che purtroppo la cultura del "Vaffa day" è entrata in anticipo, io mi aspettavo che entrasse a marzo 2015, dalla prossima legislatura, invece è entrata prima, non lo dico con nota polemica, ma lo dico per il rispetto che si deve a questa Assemblea, informo il Presidente e tutti i Consiglieri, che a seduta conclusa sono stato oggetto di un "Vaffa" e risparmio il resto, non day, ma qualcos'altro, un'altra parte del corpo, da parte di un Consigliere che a quindici metri di distanza, in presenza di altri cinque o sei Consiglieri ed altrettanti funzionari e dirigenti della seduta, mi ha urlato questa espressione. Tra l'altro è qualcuno che si vanta di essere un vetero-comunista, evidentemente ha deciso di cambiare partito, grazie.

PRESIDENTE. Io non voglio polemizzare, perché non mi va di polemizzare, però se un'Assemblea legislativa si deve prestare a queste sottigliezze, riguardo al primo aspetto - il secondo appartiene ad una sfera nella quale non entro e sulla quale ci possono essere delle conseguenze che attengono ai rapporti personali, per cui non entro - parliamo di qualche minuto di ritardo sul rispetto della procedura d'urgenza, non lo prendo in considerazione.
Se lei, Consigliere Marangoni, ritiene di dover fare gli atti per fare annullare anche questa seduta, lo può fare. Io posso anche aggiornare la seduta a domattina, se lei ritiene, oppure ci possiamo fermare e ricominciare quando sono passate le 48 ore, fra 10 minuti sono passate.
Guardi mi assumo tutte le responsabilità. C’è una procedura d'urgenza peraltro, rispetto ad un fatto, che non mi pare sinceramente una forzatura, né di carattere politico, né altro, si tratta della fusione fra Comuni, l'atto è stato votato in tutte le sue parti, poi è mancato il numero legale nel voto finale, ho ritenuto, di non fare incorrere questi Comuni, dopo un referendum fatto, nel non poter ottemperare alla loro volontà ed alla volontà dei cittadini che sono andati a votare, semplicemente per una questione di ostruzionismo.
Ve lo dico sinceramente, il giudizio nei confronti nostri da parte della gente può soltanto peggiorare, è già arrivato a livelli di pericolosa disaffezione nei confronti delle istituzioni, se continuiamo ad avere comportamenti di cui non so nemmeno il motivo ..., soprattutto nei confronti di chi presiede quest'Aula che fa di tutto, in qualche modo, per assicurare a tutti pari diritti, eccetera, però, adesso a questi livelli non intendo spingermi.
Io ho dato l'ordine, mi assumo tutta la responsabilità, non hanno responsabilità gli uffici, io ho dato un ordine, non erano nemmeno le ore 15, forse era qualche minuto in meno, prima, non so se erano le 14,45, ho detto "guardate siccome mettiamo a rischio la possibilità di fare la fusione di questi Comuni, facciamo la convocazione in via d'urgenza, si tratta di votare soltanto l'atto finale, procedete immediatamente", anzi abbiamo anche detto "non lo facciamo al mattino, perché comunque al mattino i due giorni non vengono rispettati, facciamo il pomeriggio". L'ho detto io, mi assumo tutta la responsabilità "facciamolo per le 15 e 30" e così è stato.
Siamo alle 16,05, credo che si possa procedere, se poi c'è qualcuno che vuol fare ricorso è libero di farlo.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Presidente, io sono d'accordo con lei, quando mi è arrivato il messaggio la stavo piacevolmente osservando su Sky, tra l'altro lei era a Roma.
Va bene, quello che dico non è tanto per me, non ho nessuna intenzione di fare ricorso o altre cose, dico soltanto che essendo stato un referendum consultivo a cui ha partecipato soltanto il 28% dei cittadini di quei due Paesi, potrebbe anche darsi che qualcuno, appigliandosi a questo aspetto formale, faccia qualche cosa.
Volevo mettere al riparo l'Assemblea da questa cosa, tutto qua, dopo di che procediamo.

PRESIDENTE. E' libero di farlo, se è così la ringrazio, però sa chi non va a votare ha sempre torto, purtroppo anche nelle ultime elezioni, in alcune zone si è sfiorato meno del 50%, ma non per questo le elezioni ... guardi in questo Paese continuando così probabilmente andranno a votare in quattro e se c'è un partito che prende tre voti e uno ne prende uno, ci sarà un partito che ha vinto con il 75%, è la democrazia, chi non vota ha sempre torto.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Lei ha ragione su tutto quello che sta dicendo, però io non entro nel merito dell’ora o meno, pretenderei che lei ricordasse che siamo arrivati a questo punto, cioè con quella legge non approvata all'ultimo secondo, perché improvvisamente si è voluto fare una passerella, martedì scorso, per la legge sui fiumi.
C’erano i Sindaci ed il Governatore ha voluto far passare una legge che era di un articolo, quello che volete, di cui noi non avevamo neanche copia, neanche quando è cominciata l'Assemblea, quando quella legge, come avevamo detto in Conferenza dei Capigruppo, come aveva detto il Consigliere Bucciarelli, poteva benissimo essere approvata il 18 dicembre, in coda al bilancio, quindi, quando facciamo la reprimenda al Consigliere Marangoni dovremmo ricordarci anche di questo, perché se no passa questo messaggio: che il Consigliere Marangoni fa il cavilloso, che qualcuno fa il cavilloso, e non passa, a quegli stessi cittadini, a cui lei si rivolge e che lei evidenziava, un altro tipo di ragionamento per cui una legge deve passare improvvisamente perché qui ci sono i Sindaci. Non è che facendo la passerella si fa l'interesse dei cittadini.
La prego Presidente di tenere in considerazione quello che dico ed io non voto!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Credo che noi oggi dobbiamo votare, nello scorso Consiglio, in effetti, se avessimo invertito, le cose sarebbero andate tranquille e non ci sarebbero stati problemi, però, io voglio raccomandare a tutti i Consiglieri della maggioranza e in particolare all'Ufficio di Presidenza ed agli Assessori, che il Consiglio regionale non è una perdita di tempo, non viene dopo le conferenze stampa, i tagli dei nastri e quant'altro, viene prima.
Tra l'altro l'indennità che prendiamo e che prendono gli Assessori, prima di tutto è un’indennità da Consigliere, poi per il resto - io vedo che quando manca il capo, come si dice: quando manca il gatto i sorci ballano - c'è un rilassamento e credo che il primo che debba essere presente sia il Presidente.
Quando ho fatto il Sindaco per otto anni, non ho mai mancato ad un Consiglio, (…) già lo presiedeva il Presidente del Consiglio, no, non mi prende in castagna, quindi credo che ci voglia più attenzione, più senso di responsabilità, perché è vero che non è una cosa molto onorevole giocare a far mancare il numero legale su un atto che non ha una valenza politica particolare, ma è trasversale e istituzionale, però la maggioranza ha degli obblighi, ha dei doveri a cui dovrebbe in primo luogo ottemperare, poi, pure gli altri devono garantire il numero.
Prima di tutto siamo responsabili noi che stiamo in maggioranza e che abbiamo il diritto/dovere di garantire il buon funzionamento e, quindi, sollecito i nostri Consiglieri, gli Assessori, l’Ufficio di Presidenza a garantire sempre la presenza.

Proposta di legge n. 365
ad iniziativa della Giunta regionale
"Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola ai sensi dell’articolo 2,comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 ‘Norme sul riordinamento territoriale dei Comuni e delle Province nella Regione Marche’”
(Votazione finale)*

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di legge n. 365. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,15.





(*) Nella seduta n. 139 del 12 dicembre 2013 sono avvenuti la discussione generale, l'esame e la votazione degli articoli. Non si è proceduto alla votazione finale dell'atto in quanto la mancanza del numero legale ha reso impossibile la prosecuzione dei lavori.