Resoconto della seduta n.145 del 28/01/2014
Seduta aperta
Commemorazione della Giornata della Memoria
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri darei inizio alla seduta odierna del Consiglio regionale, come sapete, la prima parte è dedicata alla Giornata della memoria.
Giornata della memoria istituita nel nostro Paese con la legge n. 211 del 2000 che ha accolto la proposta internazionale di ricordare la data del 27 gennaio 1945 con una giornata dedicata alla commemorazione delle vittime dell'olocausto, peraltro anche legge regionale adottata dalla Regione Marche nel 2002, che non deve essere a mio avviso il ricordo di questa data, il 27 gennaio, precisamente il 27 gennaio 1945, quando l'armata russa entrò ad Auschwitz e salvò i pochi superstiti rimasti e si rese conto de visu di ciò che era accaduto, ma, credo di poter dire, della pagina più buia della storia dell'umanità.
La Giornata della memoria non deve essere o può essere caratterizzata da aspetti rituali, credo che sia obbligo, impegno e dovere di tutte le istituzioni fare in modo che non si cancelli il ricordo, non si cancelli la memoria di ciò che è accaduto. Ne sono ancora più convinto in un tempo, in un mondo, in un modo di vivere che ci porta molto spesso a vivere tutto con fretta e a dimenticare tutto abbastanza celermente.
Questo nostro tempo è caratterizzato dalla fretta di un vivere che talvolta, poi tutte le generalizzazioni, per carità, sono sbagliate, ci porta ad essere da una parte superficiali, presi dalla gestione quotidiana, ma soprattutto ci porta a dimenticare in fretta ciò che accade.
Questo non può essere soprattutto per una pagina tremenda della storia dell'umanità, anche in considerazione del fatto che l'umana brutalità non si è esaurita, purtroppo, in quella pagina della storia, perché anche quando siamo qui, lontano o vicino, ci sono, in alcune parti del mondo, anche nel contemporaneo, storie di umana brutalità.
Ecco perché ha un senso, ed ha un senso, ripeto, non rituale, non di retorica, di circostanza o di dovere d'ufficio, coinvolgere su questi temi soprattutto le giovani generazioni perché nel conoscere, nel ricordare, nell'avere visione piena e consapevole, anche emotivamente forte, di ciò che è accaduto, possano assumere la responsabilità personale di avere un atteggiamento quotidiano nelle piccole o nelle grandi cose che sia in contrasto con ciò che è accaduto in quel tempo e con ciò che ancora accade in qualche parte del mondo.
Dico questo perché non è vero che ognuno di noi non può fare nulla affinché pagine così buie di storia non debbano a ripetersi. Il raggiungimento di condizioni di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti non è una pagina scritta ed incancellabile, va difesa quotidianamente. Dobbiamo soprattutto affidare ai giovani, fargli comprendere e non stancarci di insinuare in loro il concetto della centralità e del rispetto della persona umana, della centralità e del rispetto dei diritti umani, della repulsione verso ogni forma dittatoriale, verso ogni forma di diritti negati.
Credo che questo sia l'impegno, l'obbligo ed il motivo della celebrazione della data del 27 gennaio. Ricordare non solo per ricordare, ma ricordare per rinnovare l'impegno, anche nelle piccole cose, di respingere quotidianamente quei comportamenti che sono la negazione del diritto altrui. Comportamenti negativi o disattenzioni nei confronti dei più deboli, dei più fragili o atti discriminatori per ragioni di genere, di lingua, di religione, di fede politica. Tutti i giorni siamo chiamati con i nostri comportamenti a difendere valori come quelli, ripeto, della democrazia, della libertà, del rispetto degli altri e soprattutto dei diritti individuali e collettivi.
Con l'Ufficio di Presidenza quest'anno abbiamo deciso di celebrare questa data del 27 gennaio condividendo il progetto messo in piedi dal Ministero dell'istruzione, il concorso dal titolo “I giovani incontrano la Shoah”. E' un concorso istituito dal Ministero a cui hanno partecipato diversi istituti marchigiani preselezionati, 7 istituti marchigiani, che sono oggi presenti con i Dirigenti scolastici e i referenti del progetto di ogni istituto. Li saluto e li ringrazio di essere qui presenti, così come sono presenti gli alunni della classe dell'Istituto che ha conseguito la menzione d'onore del Presidente della Repubblica, come istituto primo classificato in questa edizione del concorso, quindi, li saluto a nome mio e di tutta l'Assemblea, mi complimento con tutti i 7 istituti, con i Dirigenti scolastici, con chi ha seguito il progetto ed in particolare con i ragazzi che sono presenti oggi.
Gli Istituti sono: l'Istituto comprensivo “Paolo Soprani” di Castelfidardo, l'Istituto comprensivo di Sassoferrato, l'Istituto comprensivo “D'Azeglio” di Ascoli Piceno, l'Istituto comprensivo “Cantalamessa” di Ascoli Piceno, l'Istituto comprensivo “Gianfranco Gaudiano” di Pesaro, il Liceo scientifico “Guglielmo Marconi” di Pesaro, l'Istituto d'Istruzione superiore “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche.
Un particolare ringraziamento e complimenti alla delegazione dell'Istituto “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche per, come ho detto prima, aver ricevuto la menzione d'onore del Presidente della Repubblica come primo classificato nella edizione del concorso “I giovani incontrano la Shoah” 2012-2013.
Ringrazio per aver accolto l'invito, gliene sono grato, il Presidente della Comunità ebraica di Ancona, Bruno Coen, con il quale anche in altre occasioni abbiamo celebrato questa data. Lo ringrazio per aver accolto il nostro invito.
Naturalmente debbo anche ringraziare l'Ufficio scolastico regionale con cui questa istituzione, in modo particolare l'Assemblea legislativa delle Marche, in questa legislatura, quindi, da diversi anni, continua ad avere un rapporto stretto e questo permette una grande collaborazione che ha consentito negli anni passati, e anche nel 2014 ci consentirà, di stabilire legami forti con le istituzioni scolastiche che sono il luogo dove i ragazzi si formano, quindi, il luogo ideale per le istituzioni di presentarsi, di farsi conoscere, dando la possibilità ai giovani di vivere in modo meno distante il rapporto con le istituzioni conoscendo quello che che fanno, come lo fanno e le cose di cui si occupano, quindi, anche in questa occasione voglio ringraziare l'Ufficio Scolastico regionale.
Proseguirei dando la parola, non l'ho citata prima, la cito adesso, la saluto e la ringrazio, alla professoressa Rita Baldoni che è la referente del progetto vincitore che ci descriverà il lavoro fatto mentre sfileranno le immagini della mostra “Armati di violino” che è stata, come dicevo prima, premiata dal Quirinale.
Professoressa Rita Baldoni, prego.
Rita BALDONI. Grazie, la Memoria, nella dimensione ebraica, è da sempre la sorgente della vita. Yad Vashem il centro di ricerca internazionale sulla shoah con sede a Gerusalemme prende il nome dal versetto di Isaia: "Io darò loro, nella mia casa e tra le mie mura, un monumento, yad, e un nome, shem, più che se fossero figli e figlie; io darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato". Yad Vashem dunque significa un monumento e un nome.
Noi siamo qui oggi per onorare più di sei milioni di nomi, sei milioni di vite cancellate - vite, volti, sorrisi, pianti, bambini, uomini, donne, anziani - vite, vittime innocenti, nomi - cancellati poco più o poco meno, di solo settanta anni fa.
La storia si scrive continuamente col ricordo, col ricordo delle sue fonti, riscritture, testimonianze, lacerazioni. L'anniversario dello sterminio degli ebrei diventa simbolo per fare in modo che il dolore dell'umanità, ferita dai mostri del passato, operi continuamente nel presente e impedisca la nascita di nuovi mostri. Da questa responsabilità morale non possiamo allontanare il nostro sguardo, specie noi docenti che viviamo fianco a fianco di ragazzi, spesso incapaci di decodificare, spesso confusi da sollecitazioni che intendono negare ciò che è stato, il massacro di più sei milioni di bambini, donne, uomini, anziani ebrei italiani, polacchi, tedeschi, austriaci, francesi, olandesi, cecoslovacchi, ungheresi, belgi, ucraini, greci cittadini europei. E' accaduto qui, in Europa, solo settanta anni fa.
Soltanto una lucida visione del male e della sofferenza creata dall'uomo sull'uomo, può dare inizio alla concreta trasformazione della storia presente, per renderla capace di restituire valore e dignità ad ogni singola vita.
Oggi, che i temi, i diritti e la qualifica di cittadino sono al centro dell'attenzione e della riflessione sia delle istituzioni sia degli stessi cittadini, ricordare non può fare che bene, per sapere cosa avveniva quando l'essere cittadino era un concetto a discrezione di un potere razzista. E questo è uno dei compiti della scuola.
Renzo Gattegna, Presidente delle Comunità ebraiche italiane, in un articolo apparso sulla stampa l'ottobre scorso ci ricorda che: la memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione.
E per questo ringrazio oggi il Presidente Gian Mario Spacca, il Presidente Solazzi, il Dott. Crinelli, il Consiglio regionale tutto e l'Ufficio Scolastico regionale di questo invito che ci permette di condividere con tutti i presenti l'esperienza positiva del nostro progetto didattico, un esempio rappresentativo di quanto si realizza nella scuola, del quale vedete scorrere una breve sintesi. Ma questo progetto, che ci ha visto protagonisti lo scorso anno di un prestigioso riconoscimento ministeriale nazionale, grazie al contributo prezioso del mio collega Bravetti che ha curato l'espressione artistica e l'aspetto grafico e del professore Intorre, autore del corto "Il bruco e la farfalla", presenti qui oggi con i ragazzi dei nostri licei linguistico e classico, parte da lontano.
Inizia cinque anni fa, quando ho voluto avvicinare i miei alunni alla tematica della Shoah non nelle modalità consuete che avevo sempre curato - viaggi nei luoghi della memoria, proiezioni di film, letture - ma facendoli partecipare alla prima traduzione, dal tedesco all'italiano - un lavoro in presa diretta dunque, una presa diretta con il dolore - di poesie nate nel campo di concentramento di Theresienstadt o Teresin, poesie, filastrocche e ninne nanne, create per essere cantate dai bambini, deportati nel campo. Poesie e canti della scrittrice Ilse Weber, deportata a Theresienstadt nel 1942 assieme al figlio più piccolo e suo marito, sconosciuta in Italia fino ad allora e frutto di una mia personale ricerca. Ilse Weber mi fulminò quando lessi le sue ultime parole, pubblicate per la prima volta nelle pagine di un giornale tedesco nel 2008, testimoniate da un suo concittadino, che era addetto alle terribili funzioni del Sonderkommando. Egli la riconobbe, scesa dal treno di Auschwitz, era insieme a dieci forse quindici bambini ed uno era il figlio Tommy, lei scese dal treno, dalla rampa, vide questo suo compagno, erano stati insieme deportati a Theresienstadt, e lui sapeva che lei a Theresienstadt si occupava di bambini malati e sapeva che nell'infermeria li faceva cantare dalla mattina alla sera anche se ovviamente era proibito, aveva una chitarra che aveva trovato illegalmente, e quando la vide scendere dalla rampa riuscì ad arrivare a lei e lei gli chiese “E' vero che possiamo fare la doccia dopo il viaggio?” e lui le rispose “No Ilse, questa non è una doccia, è una camera a gas, ma ti do un consiglio, fa cantare i bambini quello che con loro hai sempre cantato, falli sedere a terra e falli continuare a cantare, più canteranno e più inaleranno prima, prima che il panico degli altri li assalga”, lei abbracciò uno dei suoi bambini e disse “Allora non faremo la doccia”.
Questa frase devo dire, fu questa la frase che mi fulminò, da questa è nato il nostro impegno, per continuare a ricordare, nomi , persone, ricostruire vite, travolte e sommerse dagli eventi. Vite, come la sua, una giovane ebrea ceca di lingua tedesca, intellettuale, musicista, poetessa e scrittrice di fiabe per bambini, piuttosto famosa in Cecoslovacchia.
La reazione dei ragazzi allora fu di partecipazione corale ed entusiasta, percepivano di essere diventati coloro che stavano restituendo voce e volto ad una giovane donna altrimenti destinata ad essere dimenticata per sempre, erano consapevoli del valore del loro impegno, stavano salvando un sommerso della storia e con lei la sua memoria e quella dei suoi bambini. Iniziai così a rendermi conto allora che i ragazzi sono capaci di partecipare con slancio e profonda sensibilità (ora quei ragazzi sono quasi laureati). Rimasi allora estremamente colpita e con me, la mia preside di allora Carla Sagretti, dal reading fra musica e poesia che realizzarono nel 2009 per condividere con i loro compagni la scrittrice che avevamo scoperto e tradotto insieme.
Negli anni abbiamo realizzato altre Giornate delle memoria dedicate sempre a restituire il nome alle vittime, guidati da un particolare filo rosso, le parole di Primo Levi, quando ad Auschwitz, con le stanghe della zuppa sulle spalle, cercava di ricordare le parole di Ulisse in Dante "Fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e canoscenza" e solo quando le ebbe ricordate, ritornò a sentirsi un uomo. La cultura che salva la dignità dell'uomo.
Abbiamo partecipato ad altri concorsi ministeriali "I giovani ricordano la Shoah" e sempre, grazie alla passione dei ragazzi, abbiamo ricevuto riconoscimenti nazionali importanti e formativi, come l'invito ad Auschwitz - unica delegazione della regione Marche - alla cerimonia commemorativa delle vittime della Shoah con l'allora Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e Renzo Gattegna, Presidente delle comunità ebraiche, e successivamente l'invito alla cerimonia commemorativa delle vittime della Shoah a Gerusalemme a Yad Vashem sempre con il Ministro Profumo, Renzo Gattegna e l'Ambasciatore Talò. In questa occasione eravamo lì con altre quattro scuole italiane e noi in rappresentanza di tutte le scuole del centro Italia.
Anche lo scorso anno sono rimasta profondamente colpita dalla disponibilità, dalla passione, dallo slancio, dalla profondità e sensibilità con cui i ragazzi del nostro liceo, questi che vedete qui, diversi dai precedenti, hanno lavorato senza sosta alla realizzazione della mostra "Armati di violino" che ha ricevuto la menzione d'onore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che oggi è esposta al museo di Roma in Trastevere assieme ai lavori migliori sulla Shoah.
La mostra, realizzata dagli alunni del liceo linguistico, è stata affiancata dai ragazzi del liceo classico, presenti qui oggi, che hanno realizzato un corto "Il bruco e la farfalla" e poi si sono uniti a noi altri ragazzi, spontaneamente, del liceo scientifico, che hanno lavorato ad un diario, il diario di Korzcak. Ecco, quando ci dicono che i ragazzi sono impermeabili e rimangono indifferenti alla tragedia del genocidio degli ebrei, tutto ciò dimostra che non è vero.
Il titolo della mostra "Armati di violino, tra resistenza armata e resistenza spirituale" si è ispirata alla storia di un violino, raccolto in pessime condizioni nel 1944 in una foresta al confine tra Ucraina e Bielorussia. Lo strumento apparteneva ad un bambino ebreo di dodici anni di nome Motélé, che sopravvissuto ad un massacro, si era unito ad un gruppo di partigiani. Costretto in seguito ad allietare i nazisti alla mensa degli ufficiali, istruito dai partigiani, ogni sera nascondeva lo strumento nell'edificio e il giorno seguente tornava con la custodia piena di dinamite. E' stato scritto che il suo esplosivo fece saltare in aria duecento tedeschi.
A raccontare il fatto, un liutaio di Tel Aviv, Amnon Weinstein, che ha raccolto storie come questa in giro per l'Europa e recuperato numerosi violini con incisa la stella di Davide, gli strumenti erranti simbolo di un'umanità che ha saputo comunque opporsi, che non ha ceduto la propria dignità, al contrario, l'ha mantenuta fino all'ultimo respiro e si è ribellata in ogni modo.
Lo dimostrano i volti e i nomi della doppia resistenza attiva e spirituale che i ragazzi hanno preso in esame e le lettere che abbiamo esposto nella nostra mostra dello scorso anno.
Si tratta di materiale autentico, reperito in una raccolta curata da Zwi Bacharach, ricercatore dell'Istituto internazionale per la ricerca sull'olocausto di Yad Vashem di Gerusalemme, cartoline, biglietti, lettere provenienti o indirizzati al ghetto di Varsavia, lettere di ebrei destinati al ghetto di Theresienstadt, documenti scritti o disegnati all'interno dei ghetti e recuperati alla fine della guerra.
La mostra di posters che abbiamo presentato dunque, intendeva mettere a fuoco la resistenza degli ebrei nel suo duplice aspetto di resistenza armata, focalizzata nel ghetto di Varsavia, e opposizione spirituale analizzata nel ghetto di Theresienstadt, alla luce di una documentazione - lettere, biglietti, cartoline - che rende il vissuto della Shoah nelle sue innumerevoli forme e temi, quali: la testimonianza, la percezione della morte imminente, la preoccupazione per i figli, la sete di vendetta, i dubbi, la rassegnazione, la fede, la resistenza armata, il suicidio, la clandestinità e il linguaggio in codice. Non bisogna dimenticare infatti che scrivere lettere rappresentava già di per sé un atto di coraggio, perché la posta era sottoposta a censura. Non solo, molti biglietti provenivano direttamente dai vagoni, gettati fuori dai deportati, nella speranza che qualcuno li avesse trovati ed inoltrati ai destinatari: ultimo messaggio all'umanità.
Si tratta quindi di istantanee di singoli momenti, in cui i vari autori esprimono la loro fede, la devozione verso il proprio popolo, la paura, l'angoscia, l'orrore, ma anche la speranza, il coraggio, la fermezza di mantenere la propria dignità a costo della vita, nonostante tutto. I loro nomi, a firmare le lettere, ci giungono a testimoniare le loro vite spezzate.
Con l'ausilio di materiale fotografico autentico, i ragazzi hanno quindi creato una mostra di documenti, in cui si ripercorre l'anima di un popolo che sostenuto dalle armi della cultura, dai valori della religione, della fede, dell'amore, appunto "Armati di violino", non ha mai ceduto. Ora Sofia Boschi, una mia alunna del quarto linguistico vi leggerà una poesia di Ilse Weber, scritta nel periodo di deportazione a Theresienstadt
Sofia BOSCHI. "Musica proibita
Cammino per Theresienstadt
e passo davanti ad un severo soldato,
il liuto prestato,
avvolto come un bimbo fra le braccia.
Il cuore s'accelera, le guance un fuoco,
mentre m'avvicino al soldato temuto.
Che ne sarebbe del liuto
se lo vedesse con me.
Siamo già condannati in questo luogo,
all'infamia e all'angoscia più estrema,
gli strumenti ce li portano via,
illecita merce di scambio.
Fame sopportiamo e libertà sottratta
e tutti i tormenti che ci infliggono,
eppure lo spirito violato
riscatta sempre la sua dignità.
Circondati da morte e terrore,
dobbiamo mantenere la fede in noi stessi,
e costruire negli scuri alloggi.
altari alla gioia.
Musica e poesia
per poter sfuggire al male,
e far sbocciare da scarni canti,
un grumo di felicità e un balsamico oblìo.
E quando alcuni già prossimi a cedere
riconoscono fra sé
“che ancora un po' di bello c'è
per cui poter continuare”
allora si sente attorno a sé una felicità così piena,
d'aver alleviato ad alcuni la pena,
e si riporta indietro il liuto
senza provar più paura dello sguardo temuto".
(Applausi)
Rita BALDONI. Il progetto che abbiamo presentato quest'anno, invece, intende rispondere al quesito del concorso ministeriale che richiedeva "proposte innovative per non dimenticare la shoah".
Il percorso che abbiamo individuato di sensibilizzazione e conoscenza della cultura ebraica è rivolto a coloro che fra qualche anno non potranno più ascoltare i testimoni diretti della Shoah, è rivolta cioè ai bambini delle scuole elementari. Abbiamo individuato, quale veicolo didattico, una raccolta di fiabe ebraiche per bambini, inedite in Italia, opera prima di Ilse Weber.
Le "Fiabe ebraiche per bambini" di Ilse Herlinger Weber, pubblicate in lingua tedesca nel 1929, si adattano particolarmente allo scopo di far conoscere i valori del popolo ebraico e la sua cultura, oggetto per secoli di una delirante, quanto iniqua strumentalizzazione persecutoria. Le fiabe, quindi, come veicolo di conoscenza reciproca, per prevenire i pregiudizi e lavorare per una cultura di integrazione, affinché non si creino fra i popoli barriere difensive, ma al contrario, un senso di comune appartenenza.
Contrastare l'antisemitismo - così come ogni forma di razzismo - significa realizzare, in particolare nella scuola, un confronto interculturale aperto e pluralistico che aiuti a superare gli stereotipi e l'intolleranza.
Tale progetto educativo comporta una dimensione morale e di scelta personale che impedisca di compiere discriminazioni e divenirne complici, o anche semplici "spettatori". L'intervento formativo, attraverso la realizzazione di un testo di fiabe ebraiche per bambini delle scuole elementari, oltre al potenziamento delle capacità razionali e di decentramento cognitivo, implica anche la costruzione di empatia e di prossimità verso tutti. In questo senso l'innovazione del progetto sta nel ripensare l'educazione e la didattica riguardanti la Shoah e l'antisemitismo, in chiave di conoscenza della storia, della cultura e della tradizione ebraiche.
Hanno partecipato al progetto centoquaranta alunni dei licei che compongono il nostro istituto: linguistico, classico e scientifico. Gli alunni del Liceo linguistico si sono occupati dell'analisi e curatela delle venti fiabe della raccolta della Weber, lavorando alle note, fondamentali per spiegare la cultura, gli usi, la tradizione, la storia ebraica. Al termine del lavoro, agli stessi alunni è stato affidato il compito di ricercare materiale per redigere un quaderno di riflessione didattica sul dilagante fenomeno negazionista presente nel web. Un secondo gruppo del Liceo linguistico e acientifico molto numeroso, coordinato dal professore Bravetti si è occupato delle illustrazioni, cercando di esprimere, nel linguaggio universale dell'immagine, il contenuto di ogni fiaba, allo scopo di rendere al bambino il più gradevole possibile l'approccio con il testo scritto, mentre un terzo gruppo, gli alunni del Liceo classico, seguiti dal professore Intorre, ha creato un cd audiolibro con le fiabe, utilizzando in sottofondo musica ebraica e un filmato tratto dalle lettere di Ilse Weber.
E' al figlio Hanus Weber, l'unico sopravvissuto, che dobbiamo oggi la possibilità di rileggere le fiabe di sua madre, Ilse, presentate per questo progetto, racconti nati dalla fertile fantasia di una giovane donna ebrea, pochi anni prima del crollo dell'umanità. Egli, strappato forzatamente alle cure materne all'età di otto anni mi ha affidato questo tesoro nella lingua della mamma, in tedesco, chiedendomi di tradurlo in italiano; un messaggio di pace da divulgare fra i bambini delle scuole italiane.
Nelle narrazioni di Ilse Weber sfilano personaggi, si muovono piccoli fanciulli ebrei nel viaggio della vita attraverso percorsi irti di pericoli, le strade calpestate nella storia dagli ebrei, prima e dopo la diaspora. Piccoli villaggi Ashkenaziti, ghetti, ma anche giardini al tempo di re Salomone, sono le sfondo appena accennato di storie accomunate dalla Torah, dal rigoroso rispetto per le tradizioni della religione ebraica: dal riposo del Sabato, alle prescrizioni per la celebrazione della Pasqua ebraica, dalla Festa delle Capanne, alla Festa della Gioia, dalla Festa di Chanukah , al Purim, passando attraverso oggetti di uso religioso la Menorah, la Mezuzah a protezione della casa o il gioco del Dreidel che allietava i bambini durante la Festa di Chanukah.
Con i racconti di Ilse Weber, che narrano anche la fuga di comunità ebraiche, la lotta per la salvezza, il pericolo costante a cui gli ebrei sono stati da sempre esposti - parte integrante della loro vita - e il miracolo che giunge infine a liberarli, ci immergiamo in un mondo, quello dell'ebraismo, attraverso il quale il lettore può accostarsi e scoprire le caratteristiche e le differenze che connotano il popolo ebraico, può entrare attraverso la magia della narrazione nella quotidianità di un ebreo, per riconoscere poi, al di là delle differenze, le analogie fondamentali, i fili, la trama e l'ordito che uniscono il mondo: il bene e il male, le prove che l'eroe deve superare, le tappe della vita e della crescita, l'amore che unisce il padre al figlio e il figlio al genitore, il valore dell'amicizia, la fede religiosa, conforto e salvezza per i credenti.
La fiaba di Ilse Weber, raccontata ai bambini nel campo di Theresienstadt, perché lei raccontava le fiabe ai suoi bambini lì, come momento pedagogico, esce dai suoi confini e in un'aula diventa spunto per un'educazione all'altro, a colui che chiede di far parte della nostra comunità, all'altro a cui si nega l'accesso, all'altro perseguitato da sempre, l'ebreo, costretto alla fuga precipitosa, per volontà dell'ultimo governante di turno o perché, in un periodo di ansia e incertezza per il futuro, viene individuato da sempre come "capro espiatorio" di frustrazioni sociali.
Ora che gli ultimi testimoni della Shoah stanno via via scomparendo, in un tempo, come quello che ci caratterizza, di estremo disagio, in cui l'antisemitismo e il negazionismo paiono attecchire pericolosamente, è fondamentale creare nelle scuole, nelle classi elementari in un'educazione all'intercultura, momenti di incontro, di relazione, di rapporto, per imparare fin da piccoli, attraverso la conoscenza dell'altro, a riconoscersi contemporaneamente tutti simili e differenti, e formare individui capaci di rispettare le diversità, per un pensiero critico, per una cultura della pace.
A conclusione, Sofia vi leggerà ora la prima delle fiabe della raccolta, la fiaba delle fiabe, una sorta di introduzione. Possiamo immaginare il momento in cui Ilse raccontava le sue fiabe ai bambini malati di Theresienstadt, in quella che lei chiamava l'ora blu delle fiabe.
Sofia BOSCHI. "La fiaba delle fiabe.
In un paese in cui, per quasi tutto l'anno, il cielo, d'un azzurro terso, splendeva sui campi fertili di messi e l'intenso raggio dei sole faceva maturare deliziosi frutti, sbocciò un dì uno stupendo fiore. Tanto splendido era l'indescrivibile colore dei suoi petali e d'una forma così singolare e il profumo così dolce, da incantare chiunque gli si avvicinasse, assetato di bellezza. Era gradevole e leggiadro e quando dischiudeva la sua corolla, l'animo di tutti si faceva gioioso e lieto. Perché accadeva nel fiore qualcosa di prodigioso: sul fondo del suo calice si vedeva tutto quel bel paese con le sue alture e i suoi laghi d'un blu intenso, con i suoi campi carichi di messi e i suoi aranceti rigogliosi. E altro ancora: si vedevano gli avi di quel popolo, le loro azioni gloriose, la loro vita esemplare devota a Dio e i grandi miracoli, attraverso i quali l'Onnipotente aveva distinto il suo popolo da tutti gli altri. E c'era anche, lì in fondo al calice del fiore, un burlone un po' spavaldo che rideva e faceva il matto e poi ancora si rivivevano avventure straordinarie di bei principi e principesse. E tutti amavano quel fiore, e il suo profumo delizioso si era diffuso ovunque in quel bel paese e aleggiava nelle graziose capanne, come nei palazzi orgogliosi e attorno ai campi, ai cu i bordi i mietitori stanchi cercavano riposo.
Poi arrivarono giorni terribili e sanguinosi. Il nemico irruppe nel paese, distrusse il magnifico Tempio, che un grande re aveva edificato per l'Onnipotente, devastò il fertile suolo e calpestò assieme ai frutti della semina, anche il fiore. Il suo popolo, per il quale quel paese aveva rappresentato da sempre la propria patria, fu cacciato via; tuttavia l'ultimo esule, che s'era chinato fra le lacrime a baciare la sua terra, trovò il fiore schiacciato e, premuroso, se lo mise al petto, al sicuro.
Trascorse molto, molto tempo, prima che il povero fiore potesse affondare di nuovo le sue radici nella terra e quando ciò finalmente accadde, le delicate fibre incontrarono un suolo duro e all'atto della fioritura, il fiore malato cercò invano il sole: una grande parete, lo spietato muro del ghetto, gli gettava addosso la sua ombra nera; soffocato di lacrime, divorato dal dolore, iniziò di nuovo a fiorire.
I petali variopinti in modo incantevole, persero il loro bagliore luminoso; scura e triste s'incurvò la corolla; tuttavia in fondo al calice si originò una nuova dolorosa bellezza che rispecchiava tutta la nostalgia e tutto il dolore del popolo tormentato, e chi titubante sollevava quel serissimo volto di fiore, sentiva con dolore smisurato il grande desiderio struggente di sole che proveniva dal suo sguardo pieno di lamento.
Sole, sole! Oh, un po' di sole! Così piangeva il fiore e si tendeva e si allungava, per poter vedere oltre quel muro spietato. Tuttavia esso rimaneva lì, fermo, impenetrabile e crudele, e ancora e ancora furono le lacrime e il dolore l'unico nutrimento del fiore.
E trascorsero molti, moltissimi anni. E un giorno parve al fiore come se il muro non stesse più in piedi tanto saldo, come se tremasse leggermente sotto i colpi di bambini che lo martellavano con i loro pugnetti impazienti e piangendo gridavano: "Non te ne andrai mai via, muro brutto e cattivo?" Perché i poveri bambini erano diventati loro stessi infelici fiorellini d'ombra e nei loro occhi c'era la stessa grande nostalgia di sole, come nel calice del fiore delle meraviglie.
E poi... il muro cadde! Con grande fragore si spaccò in due e la dorata luce del sole penetrò luminosa gli stretti vicoli. Ma le persone si dovevano voltare, perché non erano più abituate alla luce e sentivano dolore agli occhi.
Anche al fiore accadde così. Tremando chiuse i petali , quando il sole lo inondò caldo e mite. Ma i bambini che aprirono gli occhi per primi ed esultando sollevarono verso il sole i loro visetti pallidi, fecero cerchio attorno al fiore, accarezzarono i suoi petali con le loro tenere mani e gli pronunciarono parole affettuose.
Allora egli iniziò ad aprire lentamente gli occhi delle meraviglie. E allorché rivide il vecchio sole, l'amico dei cari vecchi tempi beati, il suo cuore di fiore cominciò a battergli forte, i suoi petali si distesero verso colui che tanto era loro mancato e sulla corolla spenta di colori ricomparve un bagliore luminoso. Poi iniziò a profumare, dolce e inebriante come un tempo.
E i bambini s'abbracciarono, mentre guardavano con gioia vertiginosa il fiore dischiudersi sempre più magnifico e brillante, e anche gli adulti, non più abituati alla luce, lasciarono cadere le mani dagli occhi, per vedere la fiaba, fiore delle meraviglie del popolo ebraico, sbocciare in rinnovata bellezza".
PRESIDENTE. Grazie professoressa Baldoni, darei adesso la parola al Presidente della Comunità ebraica di Ancona, Bruno Coen, prego
Bruno COEN. Grazie. Innanzitutto porto il saluto di tutta la Comunità marchigiana a questo incontro che ormai è diventato annuale. Ringrazio sentitamente la professoressa Baldoni perché ha veramente fatto un lavoro egregio e non nascondo la mia commozione, quindi, scusate se la mia voce è impastata di lacrime perché è stato veramente … , grazie ai ragazzi che hanno fatto un lavoro eccezionale.
La vita continua, il 27 gennaio 1945 le forze militari che avevano combattuto il nazismo aprirono i cancelli di Auschwitz, cominciava così la documentazione della Shoah.
Oltre 6 milioni di ebrei e centinaia di migliaia di esseri umani. colpevoli solamente di essere di origine zingara piuttosto che omosessuale, o di avere altre idee politiche, sono stati sterminati nei campi costruiti dal nazismo nel cuore dell'Europa.
Noi oggi vogliamo ricordare la Shoah che in ebraico significa evento tragico, quasi non raccontabile, perché tutte le persone, a qualsiasi fede religiosa o politica appartengano, in qualsiasi parte del mondo risiedano, a prescindere dalla nazionalità o dalla etnia di appartenenza, comprendano quanto è stato possibile organizzare in uno dei Paesi più importanti della civilissima Europa, dove sono nati Beethoven, Mozart, Kant, Hegel, Marx, Freud, Thomas Mann, Einstein, sono nati anche Goebbels, Eichmann e Hitler.
Dunque è possibile che la civiltà umana, anche quando raggiunge le punte di crescita e di sviluppo più avanzate, possa generare mostruosità che vanno contro i principi generali della convivenza umana.
Non bisogna mai dimenticare questa lezione della storia!
La Shoah ha una sua tragica unicità. I genocidi infatti hanno caratterizzato anche altri Paesi, altri popoli ed altri tempi, così come gli stermini di milioni di persone in regimi dittatoriali o a seguito di guerre tribali, ma qui siamo di fronte ad un evento unico: un Paese fra i più avanzati del mondo, la Germania, ha organizzato scientificamente l'annientamento di un popolo, coinvolgendo in questo progetto il grande capitale degli industriali, le tecnologie, la ricerca scientifica e medica, oltre a centinaia e migliaia di persone, e raccogliendo su tale impresa, purtroppo, un ampissimo consenso sociale.
Tutto ciò è ampiamente documentato dalle ricerche storiche, non era mai accaduto prima, bisogna quindi ricordare, perché mai abbia a ripetersi un progetto di sterminio, perché l'odio razziale possa essere bandito dalla società, perché i valori della persona possono affermarsi come sacri ed inviolabili ovunque.
In tutta Europa questa Giornata della memoria viene oggi celebrata, in una Europa che ha continuato a vedere guerre, esplosioni ed odi razziali al suo interno, recentemente rinominati "pulizia etnica", che hanno riecheggiato suoni e significati nazisti che mai avremmo voluto risentire.
Da quel tragico periodo storico sono trascorsi circa 70 anni, ma la memoria per noi ebrei, che abbiamo amaramente vissuto quei tremendi accadimenti, rimane e rimarrà indelebile e, purtroppo, la nostra esistenza sarà per sempre segnata quasi dal rimorso di non aver potuto, in qualche modo, evitare il massacro di 6 milioni di innocenti.
L'anno 1938 ha segnato in Italia l'inizio delle persecuzioni con l'emissione delle prime leggi razziali pubblicate dalla famigerata rivista fascista “La difesa della razza”.
E' ormai noto a tutti, quali e quanti attentati alla nostra vita privata abbiamo dovuto subìre, una escalation di leggi antisemite emanate settimana dopo settimana, sempre più restrittive alla nostra libertà ed alla nostra dignità di uomini.
Ma qual è stata la reazione del popolo italiano di fronte a questi tragici accadimenti?
Ebbene posso dirvi che a suo tempo i cittadini italiani si divisero pressapoco in tre categorie, la prima purtroppo, la minoritaria, rimase fedele alle antiche amicizie con tutti noi, attivandosi amorevolmente per cercare di salvarci in qualche modo la vita, anche rischiando in proprio, conoscendo il pericolo di essere a loro volto coinvolti con le persecuzioni in corso.
La seconda categoria, purtroppo più numerosa, approvò senza remore tutte le leggi emanate dallo Stato fascista, non solo, ma si attivò per denunciare e delazionare le famiglie e le istituzioni civili e religiose che avessero aiutato noi ebrei a nasconderci ed a proteggerci.
Ma la terza categoria, la più odiosa e numerosa, fu quella degli indifferenti, il non vedo, non sento e non parlo, purtroppo, fu praticato dalla maggioranza, ma questo atteggiamento non si può valutare con il metro semplicistico della pusillaminità, ma questo esecrabile comportamento si tramutò in convivenza ed adesione di fatto alle leggi persecutorie, con le conseguenze tragiche del genocidio di 6 milioni di innocenti.
Ma la vita continua ed è sacrosanto dovere di tutti noi, testimoni di tante violenze subìte, dialogare con i giovani futuri detentori delle sorti di questo nostro mondo affinché riescano a far si che la triste realtà da noi ereditata serva per loro di monito, atto ad evitare che si possano mai più ripetere le violenze del passato e finalmente l'umanità possa veramente godersi le gioie di una vita piena di amore, di pace e di fratellanza. Amen.
Ricordate, specialmente ai ragazzi, solo due parole, dovete ricordarvi solo due parole semplicissime: MAI PIÙ!
PRESIDENTE. Grazie Presidente Coen, grazie a nome dell'Assemblea legislativa delle Marche.
Ci avviamo alla conclusione di questa cerimonia con la consegna degli attestati ai rappresentanti delle scuole che hanno partecipato a questo concorso, pregherei, a tal fine, la dottoressa Prapotnich dell'Ufficio scolastico regionale di raggiungermi.
Gianna PRAPOTNICH. Buongiorno Presidente, sono particolarmente emozionata ed onorata di essere qui e ringrazio, ancora una volta, questa splendida occasione, questo momento di riflessione alto, in cui la scuola italiana, la scuola marchigiana nella fattispecie, incontra le istituzioni.
Noi crediamo fortemente in questa sinergia e pertanto, con grande emozione, chiamo i protagonisti di questa ricerca, di questo concorso nazionale, giunto ad una edizione ormai ripetuta nel tempo che vuole così ricordare la Shoah.
Chiamerei l'Istituto comprensivo "Paolo Soprani" di Castelfidardo, la Dirigente scolastica Vincenza D'Angelo che si è distinta con un'opera particolarmente significativa nella categoria delle scuole primarie e sappiamo anche che, il Presidente sta per consegnare il diploma di partecipazione, tutte le opere delle scuole marchigiane sono particolarmente apprezzate in sede nazionale, non a caso ogni anno ci distinguiamo per la ricchezza della produzione e per la difficoltà nel realizzare una selezione. A nome di tutti e a nome del mio Direttore generale complimenti alle scuole, adesso andrò più velocemente anche se sono tante le cose da dire.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. La dottoressa Anna Maria Nardiello ha salutato con grande piacere anche la selezione per conto dell'istituto Comprensivo di Sassoferrato e qui è in rappresentanza del Dirigente scolastico Carla Santini, la sua vicaria Gabriella Patrignani.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Va detto che le opere hanno utilizzato ogni forma di comunicazione verbale, non verbale, mappe concettuali, flash mob, app, app anche di difficile installazione, abbiamo provato anche a perlustrare tutte le aree dell'innovazione, e grazie alla Professoressa, chiamerei anche il Preside Giuseppe Pacetti che arriva da lontano questa mattina, arriva dall'Istituto Comprensivo di Ascoli Centro "D'Azeglio".
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Complimenti Preside, la sua scuola ha fatto un lavoro veramente emozionante e voglio ricordare che in sala ci sono anche le colleghe ed i colleghi della Commissione di valutazione, in primis la Presidente della Commissione di valutazione, la professoressa Maria Rosella Bitti che è anche Dirigente scolastico dell'Istituto "Panzini" di Senigallia, le colleghe Maria Cantori, Maria Teresa Vaglione e, giusto appunto, chiamerei la Preside Maria Rosella Bitti a ritirare il premio del Liceo scientifico "Guglielmo Marconi" di Pesaro in quanto, si scusa per la sua assenza, il Preside professore Riccardo Rossini, attivissimo e ideatore con i suoi colleghi di questa app memory, non può essere presente perchè ha dei problemi con la pioggia in alcune aule e dunque sta intervenendo prontamente, non è assente per altre ragioni. Si scusa.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Andiamo avanti con l'Istituto Comprensivo "Gianfranco Gaudiano" di Pesaro che ha prodotto con la Dirigente scolastica Angela De Marchi un interessante fumetto, delicatissimo, interamente realizzato dai suoi piccoli e promettenti talenti, di cui noi veramente ci onoriamo perché saranno un bellissimo biglietto da visita della scuola marchigiana alla selezione nazionale, grazie Preside.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Un altro Istituto è l'Istituto Comprensivo Borgo Solestà Cantalamessa di Ascoli Piceno, la Dirigente scolastica è impossibilitata ma ha delegato il Preside Pacetti a ritirare per lei, c'è una contemporanea iniziativa anche ad Ascoli, quindi, si sono divisi i due Dirigenti. Grazie per essere qui, grazie per avere condiviso questo momento così importante.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Se non mi sbaglio l'ultimo diploma è quello, forse, vincitore storicamente, Presidente, perché si è ripresentato ogni anno ed ogni anno ha lasciato una traccia significativa nel percorso della ricostruzione della memoria, è proprio il Liceo "Leonardo Da Vinci" anzi i Licei "Leonardo Da Vinci". Bravi ragazzi, bravissimi insegnanti! Bravi! Civitanova Marche è nel maceratese, qui è presente anche la referente del territorio la professoressa Maria Teresa Baglione che ha anche avuto modo di partecipare con il Ministro Carrozza proprio ad una visita di studio molto intensa ad Auschwitz, proprio qualche giorno fa.
Credo di voler così abbracciare spiritualmente la professoressa Rita Baldoni per quello che fa, per quello che è e per quello che mi ha scritto come dedica nel frontespizio: "Si, ci vogliono donne come noi e uomini come noi" e forse studenti e ragazzi che testimonino la memoria come noi, grazie di tutto.
(Applausi)
PRESIDENTE. Bene colleghi Consiglieri si chiude la parte della seduta dedicata alla Giornata della Memoria, credo, senza ripetermi di dover ringraziare davvero tutti, dall'Ufficio scolastico regionale, ai Dirigenti scolastici, ai responsabili del progetto, ai protagonisti, a questi ragazzi che hanno creato le condizioni per uno spazio davvero importante che ci ha lasciati, credo di poter dire, tutti abbastanza toccati dall'impegno, dalla professionalità e dalla capacità comunicativa. Complimenti a loro ed ai loro insegnanti.
(Applausi)
SEDUTA N. 145 DEL 28 GENNAIO 2014
La seduta inizia alle ore 11,35
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 145 del 28 gennaio 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 144 del 21 gennaio 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 387 in data 27 gennaio 2014, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Tutela dei litorali marini, dei varchi costieri e salvaguardia dei loro ambiti di percezione”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare per il parere di compatibilità con le norme dell'ordinamento europeo ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno.
E' stata presentata la mozione n. 614 del Consigliere D'Anna “Grave carenza di personale al Commissariato di Fano”.
Comunico inoltre che l'Ufficio di Presidenza nella seduta n. 152 del 16 gennaio 2014 ha preso atto che il gruppo consiliare “Scelta Civica” presieduto dal Consigliere Sandro Donati ha modificato la propria denominazione in “Per l'Italia”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Latini e l'Assessore Viventi.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Come avevo chiesto alla riunione dei Capigruppo Presidente, di poter discutere le mozioni ...
PRESIDENTE. Scusate, abbiate pazienza, siamo nel momento in cui dovremmo affrontare le richieste riguardo alla trattazione dell'ordine del giorno, vi prego di essere attenti e presenti, va bene. Prego Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Come ho anticipato nell'incontro con i Capigruppo, chiedo, se è possibile, di anticipare le mozioni nn. 507, 503, 511 (abbinate) che riguardano l'impianto a biomasse di Campiglione di Fermo. Anticiparle compatibilmente con l'ordine del giorno. Grazie.
PRESIDENTE. Io non so, l'altra volta, cioè nella seduta in cui è stata trattata questa richiesta, mi pare che la proposta, non lo vedo, del Consigliere Badiali, fosse di rinviare alla seduta in cui si dovrebbe trattare ..., se ho ben capito, poi mi aiuterete voi, dopo di che il Consiglio è libero di decidere diversamente, però io ho iscritto queste due mozioni al penultimo punto dell'ordine del giorno perché la proposta del Consigliere Badiali, se ho capito bene l'altra volta, non era quella di rinviare queste due mozioni all'Assemblea successiva, ma era quella di rinviarle sino alla trattazione in Consiglio della proposta di legge della Giunta, quindi, se ho capito bene, credo che questa proposta debba essere respinta alla luce del fatto che il Consiglio si è già espresso.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Presidente io ho la necessità di avere delle delucidazioni dall'Assessore Mezzolani, la prossima volta, su un'emergenza che si sta verificando nelle Marche, in provincia di Macerata, la carenza di medicine.
Ci sono medicine che ormai trovano un mercato parallelo, lecito, e nello stesso tempo c'è carenza di farmaci per la pressione alta, per il parkinson, per gli antitumorali.
Un problema molto serio e pressante che quotidianamente noi medici viviamo sulla nostra pelle, quindi, occorre cercare di capire cosa la Regione eventualmente possa fare.
Io ho presentato un'interrogazione, la n. 1557, chiederei, Presidente, se è possibile, di parlarne la prossima volta, se l'Assessore è d'accordo. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Marinelli. Credo che l'urgenza che ci viene segnalata meriti l'iscrizione, lo dico al tavolo tecnico, ma lo dico anche all'Assessore, una risposta magari informale, per far chiarezza su questo aspetto, di cui, peraltro, ne è stato parlato anche al sottoscritto. Prego, quindi, l'Assessore, nella prossima seduta, di rispondere all'interrogazione e il tavolo tecnico di metterla come prima interrogazione.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Sull'ordine del giorno per sostenere la richiesta della Consigliera Ortenzi, nel senso che l'altra volta il rinvio era stato richiesto rispetto alla discussione della legge, cioè a seguito della nuova proposta di legge della Giunta sui procedimenti per gli impianti a biogas, a cui, in qualche modo, è stata accorpata anche questa questione, che è una questione specifica di un procedimento che non fa parte di quelli che si sono realizzati su presupposti della legge che è stata poi dichiarata incostituzionale.
E' un procedimento a parte, un procedimento, se vogliamo, su cui il Consiglio regionale può legittimamente esprimersi, anzi tutti i problemi che ci sono stati rispetto al biogas, ci sono stati proprio perché le espressioni del Consiglio regionale sono state bypassate, quindi, credo che questo accorpamento non sia nello spirito, anche corretto, per dire la riflessione sulla proposta di legge della Giunta la rimandiamo a dopo la Commissione.
Questo è un altro aspetto. Chiedo che su questa nuova richiesta ci sia una votazione che faccia esprimere il Consiglio su questa nuova centrale.
PRESIDENTE. Consigliere Binci, chiede formalmente che si voti su quale proposta?
Massimo BINCI. Sulla richiesta della Consigliera Ortenzi di discutere la mozione sull'impianto di Fermo.
PRESIDENTE. Credo di ricordare bene come ha votato quest'Aula la volta scorsa, era il rinvio delle due mozioni al momento in cui si fosse trattata in Aula la proposta di legge della Giunta regionale.
Massimo BINCI. Non c'è nessun divieto di votare nuovamente, non è una proposta di legge che deve attendere sei mesi per essere rivotata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno, mi pare che ci sia l'intesa di spostare le interrogazioni e di partire con le relazioni sull'indagine ..., mi pare di si, ... a quelle si fanno, d'accordo, chiedo scusa, comunque ...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno lo stiamo decidendo qui.
Mirco RICCI. Va bene, per essere chiari: relazione dei Consiglieri Perazzoli e Massi, dibattito questa mattina e a quel punto, penso, possiamo mettere all'ordine del giorno le mozioni della Consigliera Ortenzi ed altri, le possiamo fare in coda alla discussione sulle relazioni sul biogas, se ci stiamo le completiamo oggi, altrimenti saranno le prime due del prossimo Consiglio.
Possiamo utilizzare il tempo che vogliamo e, entro la giornata di oggi, discuterle in coda e votarle e se, eventualmente, non ci stiamo ai primi punti del Consiglio successivo. Propongo questo percorso.
PRESIDENTE. Scusate, calma, hanno chiesto la parola la Consigliera Foschi ed il Consigliere Natali, però, prima degli interventi dei Consiglieri Foschi e Natali, credo di dover dire questo, avendo sentito prima e dopo la riunione dei Presidenti dei Gruppi, i relatori del punto 3, il Consigliere Perazzoli ed il Consigliere Massi, credo, se ho capito bene, che ci siamo orientati a rinviare le interrogazioni e, non come si era peraltro ipotizzato nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, a trattare l'intero punto 3 nella giornata odierna. Questo ho capito, in più la richiesta della Consigliera Ortenzi che se formalizzata sono costretto a metterla ai voti. Se ho compreso bene, Consigliera Ortenzi, lei chiede che vengano iscritte al punto 3 bis, cioè dopo la Commissione d'inchiesta, e prima di tutte le altre, le mozioni iscritte al punto n. 33. Esatto?
Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Credo che la proposta che ha fatto il Capogruppo Consigliere Ricci possa essere accolta, mi sembrava ci fosse una sorta di condivisione per l'ordine del giorno che si era stabilito, anche perché ci sono dei punti abbastanza importanti, credo che possa andar bene a margine della discussione ...
PRESIDENTE. Non è a margine, io devo iscrivere all'ordine del giorno, anzi devo fare la proposta all'Aula ...
Rosalba ORTENZI. Stavo arrivandoci Presidente ...
PRESIDENTE. Ok, la richiesta è di inserirla a che punto?
Rosalba ORTENZI. Al punto 3 bis, come ha proposto il Consigliere Ricci.
PRESIDENTE. Al 3 bis il punto 33, giusto? Bene, questo poi lo votiamo. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Chiedo che insieme all'anticipo del punto 33, visto che si sta ritrattando la decisione assunta dal Consiglio regionale, nella penultima seduta, sia trattato anche il punto 32 perché le motivazioni per cui erano state rinviate le mozioni erano le stesse, quindi, se si torna a parlare di biogas e della questione di Fermo, mi pare normale e logico ...
PRESIDENTE. A che punto?
Elisabetta FOSCHI. Insieme al punto 33.
PRESIDENTE. Al punto 3 ter?
Elisabetta FOSCHI. Esatto.
PRESIDENTE. Quindi al punto 3 ter il punto 34?
Elisabetta FOSCHI. Il punto 32!
PRESIDENTE. Si, 32. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Presidente, sa il bene e la stima che le voglio, se non lo sa glielo confermo.
Mi dovrebbe spiegare, le chiedo spiegazioni sulle funzioni della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Questa stamattina abbiamo deciso un ordine del giorno, il grave non è che qui viene votato il contrario, è che qui viene proposto il contrario, perché se la Conferenza dei Capigruppo organizza i lavori del Consiglio regionale di oggi, e di ogni giorno in cui si riunisce, quello è l'ordine del giorno che viene proposto e a fronte della richiesta della Consigliera Ortenzi o di altri, si vota. Ma non capisco come lei possa proporre una modifica rispetto all'ordine del giorno che è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo.
Nella Conferenza dei Capigruppo, per chi non c'era e chi c'era, dovrebbe dirmi se per caso scordo qualcosa, si è parlato di fare la relazione sul biogas, le due relazioni, e rinviare la discussione alla prossima seduta, quindi, si allungava il termine delle interrogazioni dopo il ricordo del Giorno della Memoria.
Questo è quello che è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo, su questo si vota, sull'anticipazione che ha chiesto la Consigliera Ortenzi e basta. Chi fa altre proposte? Lei ha una seconda Conferenza dei Capigruppo che riunisce non so dove, non so come, non so quando, e da cui esce, non so che cosa, però ritengo che se è così, la prossima volta, lo annuncio ai poveri Consiglieri regionali che rappresento in Conferenza dei Capigruppo, non ci vengo più, grazie.
PRESIDENTE. Consigliere Natali, comprendo perfettamente. Però, lei non può dire una cosa che io ho detto, molto spesso, in altre occasioni, quando non tutti i Capigruppo partecipano alla riunione dei Presidenti dei Gruppi, oppure quando si affermano cose che poi vengono smentite dall'Aula. Non è una cosa di oggi, capita sempre. E' capitato anche l'ultima volta. Sono consapevole come lei che qualche volta si rischia di perdere tempo perché in Aula c'è un atteggiamento, da parte dei Gruppi, diverso da quello sostenuto nella Conferenza dei Capigruppo oppure perchè i Capigruppo sono assenti.
Io ne devo prendere atto, ho detto che questa non è la prima volta che capita, è capitato anche oggi, ho avuto la richiesta, il tema è sempre questo: se c'è l'accordo in base a quello che ha deciso la Conferenza dei Presidenti si va avanti sparati, se in Aula riscontriamo che l'accordo non c'è, e questo è dal primo giorno che ho fatto il Presidente, si vota in Aula, per cui adesso devo mettere in votazione le tre proposte. La prima è quella di mettere il punto numero 3 al primo punto dell'ordine del giorno. Successivamente devo far votare le proposte della Consigliera Ortenzi e della Consigliera Foschi di anticipare il punto 33 al 3 bis e il punto 32 al 3 ter.
Queste sono le cose che rimetto all'Aula non essendoci unanimità sul percorso stabilito nella Conferenza dei Presidenti. Consigliere Natali, lo so, è sempre così o molto spesso è così, che devo fare?
Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. La proposta della Consigliera Ortenzi e la proposta della Consigliera Foschi, qui ci siamo. Io non ho capito, forse non ho sentito, chi ha fatto la proposta, alternativa a quanto è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo, di discutere totalmente, non solo le due relazioni della Commissione di inchiesta sul biogas, e di aprire il dibattito. Vorrei sapere chi ha fatto questa proposta perché in Conferenza dei Capigruppo non c'era, mi dice chi l'ha fatta?
PRESIDENTE. Consigliere Natali, mi creda, non perdiamo tempo, le posso dire che me l'ha chiesto l'Assessore, me l'ha chiesto il capogruppo del PD, me l'ha chiesto il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Giulio NATALI. Il capogruppo del PD era alla Conferenza dei Capigruppo! Non è che non c'era!
PRESIDENTE. Consigliere Natali è sempre così, se arriviamo e c'è l'accordo, come spesso accade, io non faccio votare, se non c'è l'accordo sono costretto, a norma del Regolamento, a far votare, tant'è che senza por tempo in mezzo, metto in votazione la proposta di trattare al primo punto dell'ordine del giorno il punto numero 3.
La proposta è: trattare come primo punto dell'ordine del giorno il punto 3, vale a dire quello sulla Commissione d'inchiesta con le due relazioni.
Pongo in votazione la proposta di trattare subito il punto 3.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Tratteremo al primo punto il punto n. 3.
Poi abbiamo la proposta della Consigliera Ortenzi di trattare al punto 3 bis il punto 33 dell'ordine del giorno. Dichiaro aperta la votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Il punto 33 viene iscritto al punto 3 bis. Da ultima la votazione della proposta della Consigliera Foschi di trattare il punto 32 al punto 3 ter. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale, la proposta della Consigliera Foschi di trattare il punto 32 al punto 3 ter.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marinelli, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Il punto 32 si piazza al punto 3 ter. Espletate queste incombenze gravosissime relative all'ordine del giorno, passiamo alla trattazione del primo punto.
Relazione n. 22
"Commissione d'inchiesta diretta ad esaminare le 'Vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche"
(Articolo 99 del Regolamento Interno)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 22. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Io sono uno di quelli che ha chiesto di discutere in anticipo ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere Perazzoli, non la disturbo, voglio soltanto ricordare ai Consiglieri relatori che, a norma del Regolamento, il tempo per l'intervento è di 20 minuti massimo, prego Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Io sono uno di quelli che ha chiesto di discutere in anticipo per avere il tempo di concludere oggi e non parlare a puntate di questo tema che altrimenti perderebbe di intensità ed efficacia.
Credo che la Commissione abbia lavorato con serietà, con spirito costruttivo e devo dare atto al Presidente di aver guidato con autorevolezza tutti i lavori, poi ci siamo divisi sulle conclusioni, ma questo era possibile, mafino alla fine abbiamo lavorato ritoccando la mia proposta per cercare di venire incontro alle richieste dei Consiglieri di minoranza, ma non ci siamo riusciti.
In alcune parti sono uguali, in altre parti, politicamente più significative, divergono.
Perché questo? Perché nella relazione, Presidente Massi, sono contenuti alcuni giudizi politici non condivisibili, in qualche modo pretestuosi e non inerenti all'oggetto della Commissione.
L'altra parte più significativa di differenza è che nella proposta approvata a maggioranza dalla Commissione, si individuano una serie di insegnamenti da trarre da questa vicenda e alcuni principi ispiratori.
Il primo è che la salute e l'ambiente sono beni non negoziabili e quando sono in ballo questi beni, sempre e comunque, dobbiamo seguire i principi che ci indica la Comunità europea della prudenza e della cautela.
Secondo, governare con efficacia e trasparenza una materia così sensibile per le preoccupazioni della popolazione ma, allo stesso tempo, così importante per lo sviluppo dell'economia e per garantire anche un tenore di vita a cui noi teniamo.
Terzo, raggiungere gli obiettivi "burden sharing" che comportano una politica forte sul risparmio energetico, ma anche l'aumento della produzione da fonte rinnovabile, sapendo che noi siamo molto al di sotto ed abbiamo bisogno di uno scatto, se non di un miracolo, per raggiungere gli obiettivi che abbiamo da qui al 2020.
La prima questione è risolvere il caos normativo, ci sono responsabilità politiche nazionali, da una parte abbiamo avuto ritardi, poi d'improvviso, con una politica di incentivi esagerata, abbiamo innescato in Italia una vera e propria corsa all'oro, questo è valso sia per il fotovoltaico che per l'eolico, ma anche per le biomasse ed il biogas.
La procedura d'infrazione europea che riguarda questioni regionali ci porta a dire, mi porta a dire, che l'infrazione viene posta anche su questioni, su norme nazionali, su punti ragionevolissimi e conviene, su queste materie, fare leggi fotocopia, perché se no non usciamo da questo caos.
Responsabilità regionali, politiche e tecniche. Io non scarico sui tecnici, dico che le responsabilità non sono solo politiche, ma sono anche tecniche, perché i tecnici su questa materia hanno anche il compito di supportare, in modo giusto e corretto, l'indirizzo politico, la formazione dell'indirizzo politico dove abbiamo un mix di ritardi e decisioni sempre sulla spinta dell'urgenza. Basti pensare che dal 2004, quando abbiamo approvato la prima norma sulla procedura di Via, ci abbiamo messo le mani 11 volte, più 2 risoluzioni almeno del Consiglio regionale.
Va detto che le norme, le indicazioni del Consiglio non erano sbagliate e ci avrebbero risparmiato, alla luce di quello che è avvenuto dopo, una serie di problematiche.
Poi ci sono sentenze della Corte costituzionale che, va detto, affermano principi che, al di là del caso che è in esame, valgono per tutti, mentre il Tar delle Marche è entrato nel merito e, applicando le sentenze della Corte costituzionale, ha giudicato i procedimenti in atto nelle Marche e, dopo la Corte costituzionale, ha condannato e annullato gli atti della Regione Marche.
Detto questo, noi dobbiamo trarre un insegnamento da questa vicenda. Ci troviamo in un procedimento a decisione vincolata, non abbiamo molti margini di manovra, quali sono, dunque, le indicazioni che abbiamo dato nell'approvazione del documento di maggioranza?
Controllo in esercizio permanente. Non si capisce perché noi, privati cittadini, siamo obbligati a fare la revisione della nostra auto ogni due anni, e qui parliamo di impianti che hanno un'incidenza maggiore che devono essere sottoposti continuamente al controllo perché, anche se regolari, anche se approvati bene, perché il progetto è perfetto, se non gestiti bene possono creare problemi.
Secondo: le situazioni pericolose in tutto o in parte sulla base del principio che chi inquina paga, vanno rimosse. Se ci sono impianti che non funzionano bene, questi devono essere messi a posto con urgenza o deve essere smantellata la parte che non funziona o tutto.
Aggiornamento e correzione del Pear, puntando su piccoli e piccolissimi impianti eolici, biomasse, biogas e idroelettrici, ma anche sulla legna. Noi stiamo discutendo la legge sulla forestazione ed emerge la necessità e l'urgenza che i nostri boschi devono essere mantenuti, ci vuole una forte manutenzione, va tolto del legname per evitare che muoiano o che diventino pericolosi per gli incendi estivi. Tutta questa legna, noi possiamo produrre tanta legna, va utilizzata anche per produrre energia, sapendo che abbiamo l'obbligo della somma delle emissioni che deve essere zero, quindi, se produciamo con le biomasse delle sostanze, dobbiamo fare contemporaneamente una politica che riduca le emissioni dalle sorgenti esistenti. Faccio un esempio, dovremmo sviluppare una politica di sostituzione dei bus da gasolio ad elettrici o a sostanze meno inquinanti, fare una politica del traffico che porti ad una riduzione dell'uso privato, insomma una serie di politiche che portino ad una somma complessiva zero o vicina allo zero.
Valutare sempre la concentrazione di impianti. Abbiamo vissuto la vicenda dei centri commerciali, se c'è un centro commerciale di 10.000 metri o ce ne sono 10 da 1.000 l'effetto concentrazione è lo stesso, è uguale, anzi peggiore, questo vale per gli impianti di cui parliamo, va visto anche questo aspetto.
Un confronto permanente. Il confronto è obbligatorio e necessario, dobbiamo evitare di subìrlo, lo dobbiamo promuovere perché possiamo, in questo modo, far pesare con più forza le ragioni che portano alla realizzazione di questi impianti, nelle migliori condizioni possibili e con le massime garanzie necessarie.
La chiarezza normativa. Sarebbe il caso di cominciare a lavorare su un vero e proprio testo unico, come abbiamo fatto su altre materie meno complicate, in modo che tutti abbiano chiarezza: i Sindaci, gli imprenditori, i movimenti, tutti noi, un testo più chiaro possibile. Se no, ogni volta, quando si parla del nucleare diciamo che vogliamo l'energia da fonti rinnovabili e quando discutiamo caso per caso l'ubicazione di queste fonti rinnovabili, siamo sempre contrari a tutto.
Dobbiamo determinare scelte, metodi, processi che ci portino ad individuare dove si possono fare, ripeto, puntando molto su piccoli impianti, perché credo che mettere una pala eolica di 100 metri, con un elica di 50, sul crinale di una nostra collina sia in contrasto con la nostra politica che tende a valorizzare il paesaggio. Non siamo la Puglia che ha una zona pianeggiante, quindi, bisogna tener conto di un insieme di questioni.
Riorganizzazione e potenziamento della struttura tecnico-politica. Per le vicende che conosciamo, oggetto della Commissione, per i pensionamenti e quant'altro, noi siamo in una situazione in cui questo settore, insieme a quello dell'urbanistica, si è ridotto, ridimensionato, va potenziato e va gestito politicamente oltre che tecnicamente con grande forza.
Arrivo alla questione che ho lasciato per ultima, quella della valutazione ex post che, va detto con chiarezza, è un procedimento obbligato. Ci obbligano la sentenza della Corte costituzionale e le sentenza del Tar delle Marche e cito i due casi, quello di Corridonia e di Potenza Picena, nei quali viene espressamente detto, richiamando anche una procedura analoga per quanto riguarda il codice edilizio.
Il problema non è la valutazione ex post, è come si procede, sapendo che noi, assolutamente, non dobbiamo pensare a sanatorie, perché in questo modo aumenteremo il contenzioso, ma dobbiamo gestire con trasparenza, con la massima serenità possibile tutta questa vicenda, dicendo che le sentenze si devono eseguire.
Credo che sia un fatto grave che a distanza, mi pare, di quattro mesi dalla sentenza del Tar, che annulla l'autorizzazione per l'impianto di Corridonia, non c'è bisogno di una decisione politica, chi di competenza ancora non prenda, non faccia gli atti perché lì si spenga. Questo inficia tutta la nostra discussione e la carica di sospetti incomprensibili. Chi ha le responsabilità le deve prendere, non è che tutti i gatti sono grigi, di notte sono tutti uguali, ma quando c'è la luce si vede la responsabilità e ognuno deve esercitare la propria.
Dobbiamo contemperare tutti i diritti sapendo che ci sono diritti garantiti dalla Costituzione, la libertà d'impresa è un diritto garantito, sapendo anche che ci sono altri diritti allo stesso tempo garantiti e non negoziabili, come l'ambiente e la salute. Non sono uguali, di questo bisogna tener conto sapendo che non ci devono essere pericoli per la salute e l'ambiente, e lo dice uno che notoriamente è favorevole, favorevolissimo, alla realizzazione di questi impianti. Per questo credo che sia necessario riprocessare tutte le pratiche, rivalutarle alla luce della legislazione e dell'andamento delle normative nazionali, comunitarie e regionali.
Abbiamo detto questo per far bene in un percorso vincolato, come dicevo, sul problema di eventuali risarcimenti se dovuti, se uno realizza un impianto sapendo che c'è una procedura europea, nazionale in atto e poi chiede il rimborso .., la legge è uguale, non ammette ignoranza, non vale solo per la povera gente, vale per tutti. Comunque se il problema dovesse porsi, è un problema che viene dopo, non viene prima. Prima viene l'applicazione corretta delle norme europee, nazionali e regionali, questo mi pare che sia l'insegnamento che abbiamo tratto dal lavoro della Commissione ed io ringrazio il Consiglio regionale di avermi nominato in questa Commissione, perché, in questo senso, io sono un estremista, favorevole, ho approfondito la questione, ho fatto una minima, discreta conoscenza di quello che devo fare e credo di essere oggi più prudente e più cauto nelle cose per farle con tutte le accortezze necessarie.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Cari colleghi prima di svolgere la mia relazione vorrei, in qualità di Presidente della Commissione d'inchiesta che chiude con questo Consiglio ufficialmente i lavori, fare dei ringraziamenti che non solo ritengo doverosi, ma particolarmente sentiti.
Devo ringraziare per il sostegno, la competenza e la passione nel lavoro dimostrata in questa Commissione due dipendenti della Regione, la dottoressa Buglioni ed il dottor Ascoli che ci hanno seguito in ogni momento nei sopralluoghi, nelle verbalizzazioni, nell'organizzazione dei lavori.
Debbo e voglio ringraziare il Vicepresidente Perazzoli, i colleghi della Commissione, quelli che non facendo parte della Commissione ci sono stati sempre vicini, debbo dire che, per partecipazione, il Consigliere Marangoni è stato il più assiduo tra gli esterni alla Commissione, i colleghi che hanno consentito l'istituzione della Commissione con quelle firme raccolte ad aprile che, come sapete, sono i colleghi dell'opposizione ed anche sei colleghi della maggioranza. Hanno consentito lo svolgimento di un lavoro utile alla Regione ed al Consiglio per tanti motivi, proprio quelli che sottolineava poco fa il Consigliere Perazzoli, per l'indicazione che abbiamo potuto trarre e che oggi trasferiamo all'attenzione dei Consiglieri dell'Assemblea e soprattutto della Giunta, dell'esecutivo.
E' vero, come ha detto il Consigliere Perazzoli, che ci siamo divisi nelle conclusioni, lui ha sottolineato alcune motivazioni, e sono vere, ha detto quali sono stati i motivi della nostra divisione in Commissione che hanno portato alla votazione di due documenti ed oggi si porta all'attenzione dell'Aula il documento che in Commissione è diventato il documento di maggioranza.
Premetto che, con una risoluzione che proporrò all'Aula, chiederò anche di valutare quella che è stata la relazione di minoranza, rivelatasi in minoranza nella Commissione. Questo per consentire ai Consiglieri di avere un quadro completo.
Non ripeterò le cose che ha detto il Consigliere Perazzoli sulle quali sono d'accordo, alcune valutazioni che ci hanno accomunato durante questo percorso, debbo, e dovete capire, sottolineare quelle su cui siamo stati in forte contrasto.
Parto, e questa non è una novità, i colleghi lo sanno, non è una mia fissazione, da quello che oggi, Presidente Spacca e Assessori, possiamo dire il fallimento totale del Pear approvato nel 2005.
Voglio ricordare il clima di quell'approvazione che era stato, coram populo et coram ecclesiae, approvato da tutti, dalle associazioni ambientaliste, dalle associazioni dell'agricoltura, dalle associazioni degli imprenditori, degli artigiani e degli industriali, dai media, ma oggi, dico al Presiedente Spacca, quando viene pubblicata una pagina di questo tipo sui nostri giornali, che si prende atto, purtroppo, dall'opposizione lo posso dire, del fallimento, voi più signorilmente, dalla maggioranza, potrete dire non aver colto gli obiettivi principali.
Con il "burden sharing" siamo indietro, e tantissime di quelle soluzioni tecnologiche, innovative, la green economy, invocate, oggi non ci hanno dato i risultati e, al di là del contenzioso che c'è stato, non c'è stato sicuramente l'investimento.
Anche qui, in passato, ci hanno diviso delle impostazioni, personalmente lo ribadisco, è una posizione scomoda che prendo solo io, che non coinvolge il mio partito, la mia coalizione, i miei alleati e neanche i miei avversari, quando qui, Presidente, si dice abbiamo fermato la turbogas di Falconara, ripeto, non ero e non sono d'accordo, perché forse con la turbogas di Falconara avremmo risolto, credo, l'80% dei problemi dell'approvvigionamento energetico di questa Regione. Qualcuno mi dirà: "Eri contro San Severino perché era una vallata della tua provincia?" No! Ero contro San Severino perché era al centro di una valle, in un luogo assolutamente incompatibile con un impianto di quel genere, ma a Falconara parliamo di una centrale da mettere dentro alla raffineria e sulla fine, prossima, dell'utilizzazione di fonti fossili, tutti ci scommettiamo. Era una riconversione e la possibilità di avere energia pulita, perché credo che anche gli ambientalisti più tenaci possono dire che, al di là delle dimensioni, la turbogas non è un evento devastante di inquinamento come sistema, tanto è vero, permettetemi questa solita polemica, la ripeto, che nel Pear, approvato anche dalla sinistra, anche dagli ambientalisti, anche dai verdi, c'erano le famose 24 centrali turbogas dell'Assessore Amagliani che sottolineava che la turbogas non inquina, c'è da vedere dove lo metti, come lo metti, in quali dimensioni ed in quale contesto. Permettete, rispetto ad una raffineria credo che una centrale turbogas sarebbe stata meno impattante per superficie e avrebbe risolto tutti i problemi che ci siamo posti dopo, quando siamo stati alla rincorsa dell'autosufficienza energetica e termica. In questo quadro, Presidente, oggi prendo atto di queste pagine scritte sui giornali che però sanciscono un fallimento.
Cito solo la parte della relazione finale, quella sull'eolico, dove sono venute fuori tutte le contraddizioni possibili, dove credo che tra Regione e Sovrintendenza si sia creato il disastro della centrale eolica della Comunità montana di Camerino. Iniziativa pubblica, investimento pubblico, con soldi freschi che dovevano arrivare alle nostre comunità, le più difficili dell'entroterra, eolico bloccato. Un progetto pubblico, se diventa speculazione pure quella pubblica, significa che non abbiamo chiarezza nella nostra normativa o nel nostro comportamento quotidiano di amministratori.
Sull'eolico dico solo questo perché poi nella relazione, non mi dilungo, ci sono le contraddizioni sia di Campi Diegoli che di Pergola.
Ma veniamo al biogas/biomasse, io per dovere di sintesi leggo solo questo, leggo queste 10 righe nelle quali credo, perché questo è l'appello che rivolgo anche ai colleghi di maggioranza. Ho scritto: pagina amara e buia della storia della Regione. In 43 anni di storia della Regione è la prima volta che si verifica quanto segue. Quella green economy, a partire dal Pear del 2005, avrebbe dovuto caratterizzare lo sviluppo e la qualità della vita della nostra regione, rendendoci più indipendenti, e l'ho detto prima, permettendoci di sostenere ed incentivare l'agricoltura, mantenendo l'ambiente sano e pulito. Ci hanno provato a dare quest'immagine, prima Dustin Hoffman oggi Neri Marcoré a cui faccio veramente un 'in bocca al lupo'. Spero che lo sappia fare meglio delle imitazioni di Gasparri.
I soggetti che partecipano a questo spiacevole scontro generalizzato - no, è magistrale, spero che questo lo sappia fare meglio nell'interesse di tutti, una battuta sull'amico Neri Marcoré - sono i Comuni. Sono stati, lo dico con amarezza, non lo dico perché mi fa piacere, i Comuni, le Province, i Comitati locali più o meno associati, le Associazioni di categoria degli agricoltori, degli imprenditori associati o meno, industriali o agricoltori, grandi e piccoli, degli impianti a biomassa/biogas, tutti in conflitto tra loro o parti di loro. E soprattutto, la cosa ancora più evidente, tutti contro la Regione, con azioni di ogni tipo: ricorsi, opposizioni, esposti, diffide, petizioni, articoli di stampa, minacce di azioni di risarcimento per danni ambientali ed imprenditoriali, temuti, previsti, accertati, in itinere. Mai vista una cosa così!
Io non sto qui perché sto all'opposizione a gioire di questo, perché agli occhi del cittadino, lo sappiamo, siamo tutti sullo stesso piano, al di là delle nostre divisioni quotidiane.
Mi avvio a conclusione dicendo: Presidente io, lei e tanti altri qui siamo europeisti convinti ed è difficile oggi dirlo ai cittadini. L'europeismo sembra una cosa arcaica che qualcuno vuole spazzare via trasversalmente, qui, però, l'Europa ci faceva da faro per la valutazione di impatto ambientale. Noi siamo europeisti convinti, chi sta di là e chi sta di qua, ma nella legislazione regionale con la legge n. 3 l'Europa non l'abbiamo seguita. E' bastato poco alla Corte costituzionale per impallinarci, perché dopo la procedura d'infrazione nei confronti della legge statale, a caduta, c'è andata di mezzo anche la legge regionale.
E' facile per noi dire che avevamo, in qualche modo, paventato tutto questo - ricordo la discussione sulla legge n. 3, partita anche dalla IV Commissione, con i colleghi Consiglieri Acquaroli, Silvetti, per la nostra della coalizione di centro-destra - erano stati ampiamente avvisati i legislatori regionali su cosa si sarebbe andati incontro con quel tipo di legge che non teneva conto della direttiva europea.
Presidente, posso fare un'altra riflessione che ci ha coinvolto nel fotovoltaico? Noi abbiano fatto sul biogas, e dico noi perché la Regione mi sta a cuore come ente, soprattutto, in un momento come questo di attacco, anche da personaggi insospettabili, che si usa il Titolo V per ritornare al neo centralismo statale. Questo però ve la vedete voi con il vostro Congresso.
Cosa è successo con il fotovoltaico? Lo dice uno che ha un rispetto sacro per l'impresa, per l'imprenditore grande o piccolo, certo con una simpatia per quello più piccolo per la fatica che deve affrontare, per mettere su e sostenere un'impresa, però ho un rispetto sacro per gli imprenditori.
Cosa è successo? Sul fotovoltaico abbiamo dato la possibilità, sulla spinta dell'appello: investite nella green economy, di creare i più grandi impianti fotovoltaici che si vedono a 8.000 metri d'altezza con l'aereo e, con tutto rispetto, i grandi latifondisti lo hanno realizzato subito e con grande efficienza.
Di fronte al fatto che il fotovoltaico inquina l'ambiente, e forse non era compatibile con l'infinito leopardiano, citato americanamente da Dustin Hoffman, siamo tornati indietro, a terra non si fa più niente e non è che abbiamo colpito il grosso, abbiamo colpito il piccolo coltivatore che aveva bisogno del fotovoltaico, da investire magari su un mezzo ettaro di terra per i figli o per la propria azienda.
Sul biogas è successa la stessa cosa! Oggi tutte le difficoltà le hanno i piccoli allevatori e coltivatori che non riescono ad aprire neanche un impianto di 150 chilowatt sostegno del proprio allevamento. Ecco la contraddizione! Ecco perché ci chiedono e perché ho scritto, Presidente, come è stata avvertita la Regione. Non ci sono state cose politiche, questo voglio dire, nella contestazione ci stanno fior di Sindaci del PD che partecipano al vostro congresso.
La comunicazione è stata insufficiente. Non è stata trasparente. La Regione è stata vista ostile, lontana, di parte, assente, ma perché faccio questo rimprovero? Quante volte abbiamo ironizzato sarcasticamente sul vostro super presenzialismo in tutti i settori, compreso quello della sanità, che genera un'enormità di contrasti di interessi in gioco, però lì ci siete, vi piaccia o no, lì ci siete. Qui, quando i Comuni vi chiedevano, anche quelli del vostro colore: "Ma cosa sta succedendo con l'ufficio? Io non voglio citare tutte le mancanze che i comitati ed i Comuni hanno illustrato, io le ho trascritte fedelmente a testimonianza di quello che contestavano all'ufficio. Quando c'era questo contrasto l'amministrazione, la Regione, non c'era.
Sono diverse le interpretazioni, capisco, l'Assessore Donati che dice: "Io ho delegato alla struttura tecnica". Io, nella mia professione, sono anche un tecnico, so qual è la competenza tecnica e quella politica, ma quando il tecnico genera un contrasto fortissimo con la società civile ed economica della nostra regione credo che il politico debba intervenire.
E' stata interpretata male, e l'ho detto prima, apertis verbis, la lettera con cui l'Assessore Giannini, all'indomani di una deliberazione del Consiglio regionale, invitava alla prudenza ed alla riflessione, si è posto il problema: acceleriamo perché ci sono i tempi, ci sono le richieste, eccetera.
Faccio valutazioni sull'esecutivo, questa la differenza rispetto al Consigliere Perazzoli. Io qui non voglio parlare solo di Calvarese, Costanzi o Minetti. Basta leggere quello che dicono i Comitati, poi ognuno fa le sue valutazioni, lontani dalle questioni penali che non riguardano noi per l'accertamento.
Mi preoccupo, perché questo era anche il compito della Commissione d'inchiesta, di capire come la direzione politica strategica ha impattato con i cittadini. Avviene su tutto, avviene sulla sanità, avviene sulla scuola, anche se per pochi giorni all'anno, figuriamoci se non avviene su questo, dove il cittadino avverte di essere stato lasciato solo nella difesa della salute e dell'ambiente, a torto o a ragione, ma è così. Non è una questione politica, non è che lo dicono quelli del centro-destra contro quelli di centro-sinistra, lo sapete bene.
Il Presidente Spacca, gliel'ho detto anche amichevolmente, umanamente, una volta ha perso la pazienza, ho detto: mi sorprendo rispetto alla proverbiale, permettetemi, morotea, pazienza del Presidente Spacca, mi ha sorpreso una frase così stizzita perchè significava che aveva perso la pazienza.
L'Assessore Petrini ha fatto il famoso blitz durante la legge di assestamento - Petrini non c'è, correttamente ci siamo confrontati con lui durante la Commissione, uno con l'esperienza di Petrini non è arrivato qua dentro essendo uno sprovveduto, ma ha fatto tutta una trafila da amministratore, la gavetta, glielo riconosco - ha fatto un blitz di quel genere nella Commissione assestamento - ho ringraziato il collega Binci che per primo lanciò l'allarme - ed ha inserito un emendamento di quel tipo, dentro la legge di assestamento, senza alcun controllo. Lo dico ai colleghi che stimo per lunga militanza politica, non è tipico del vostro comportamento, di solito i blitz li sapete preparare bene politicamente, posso dire spesso anche demagogicamente, stavolta né demagogia, né politica, quello è stato un blitz offensivo perché non ha tenuto conto di nessuno della Commissione e di nessuno, penso, anche del proprio partito.
Ecco perché cito le responsabilità politiche e perché credo che questo dobbiamo fare, però permettetemi un'ultima cosa. Qui ho voluto sottolineare il contrasto tra il Consiglio che per ben due volte ha chiesto uno stop di riflessione - poi è vero che Costanzi ha detto: "Non ci possiamo fermare perché ci sono ricorsi, eccetera" - diteci almeno che siamo stati facili profeti perché poi si è andati incontro alla pronuncia di incostituzionalità con tutti i guai che ci sono adesso. Capisco gli imprenditori, non li giustifico, li capisco, che adesso, immediatamente, cercano il risarcimento della Regione e non so come si potrà risolvere. Io la riflessione la voglio confinare ai lavori della Commissione, poi ci sono le competenze della IV sulla proposta, ne abbiamo anche accennato, però credo che ormai entri in funzione la competenza della IV e del Presidente Giancarli.
Nella politica che contesto dell'esecutivo, ed ho citato una frase del Presidente Spacca, una lettera dell'Assessore Giannini, un pronunciamento dell'Assessore Donati, il blitz dell'Assessore Petrini, posso dirvi una cosa? Non vi condivido, vi censuro, ma paradossalmente la vostra è stata una coerenza gelida, ma coerente.
Non voglio fare invasioni di campo, non vi arrabbiate, non si arrabbi il Consigliere Comi, ma quando lui dice, lanciando la sua candidatura a segretario del PD, che si candida perché: "La verità è che mi sono rotto della tattica conservatrice e dell'ipocrisia". Voglio dire al Consigliere Comi, se ricorda, che ha presentato un emendamento e quando c'era da votarlo è scappato via. Gli auguro di chiarire queste cose, in questi giorni, nel suo territorio, nella provincia di Macerata, non è un affondo a gamba tesa, glielo dico amichevolmente, c'è un pronunciamento che fa il partito, il suo partito e lui con il partito, e una cosa che fa lui in Aula con un'altra votazione. Gli auguro di chiarirlo, perché tengo alla figura di un Consigliere regionale come la mia, anche se può essere un avversario e posso dire: "Vai a farti benedire e te la vedi tu!"
Quale coerenza! Bisogna che ritiriamo fuori la coerenza, la chiarezza, se no qui, fuori da qui, la gente che già ci sta con il fucile puntato non ci capisce niente.
La situazione attuale, lo ha detto anche il Consigliere Perazzoli, è chiara, ormai la strategia di Tar e Consiglio di Stato, visto che è uscita la pronuncia di incostituzionalità, è una linea ben precisa, dare addosso alla Regione e c'è chi su questo c'è chi propone diverse soluzioni. Quando il Presiedente Spacca ha detto in un'intervista: "Sto cercando di coinvolgere la Conferenza Stato Regioni, il Ministero, il Governo perché intervengano su questo", lì per lì ho detto una strategia che condivido perché credo che il Governo debba fare chiarezza sulla legge statale in contrasto con la direttiva europea, e non lasciare da sole le Regioni, sia quelle che hanno sbagliato che quelle che non hanno sbagliato di fronte ai cittadini, agli imprenditori, ai comitati, ai Comuni, alle associazioni di categoria.
Credo, Presidente, forse poteva essere una richiesta giusta al Governo, allo Stato, quella di fare chiarezza, non so la proposta che viene fuori adesso, la cosiddetta Via postuma, non l'ho approfondita, dico solo che mi rendo conto di quali tensioni possa creare, quali ulteriori incomprensioni sul territorio.
Mi fermo qui perché la palla passa ora alla IV Commissione e siamo tutti rappresentati in quel luogo di lavoro che oggi è responsabilità del Consigliere Giancarli.
Chiudo, dicendo: possiamo trarre degli insegnamenti, ci sono stati momenti in cui il dialogo si è interrotto, e non capisco perché, c'è stata un'accelerazione che ha portato a questo che è un danno, però al Presidente dico una cosa, qui non c'è scritto che l'ha detto il Presidente, in un inserto fatto a cura della Giunta regionale, l'ultima riga dice: "Vogliamo intervenire perché gli imprenditori sono lì per chiedere risarcimento cospicuo alla Regione". Vi posso fare una domanda? Questo già c'è, e sono anche convinto che neanche la Via postuma li fermerà, non sarà neanche la Via postuma, purtroppo, secondo me, ma vogliamo porci il problema, se vanno avanti e se avranno soddisfazione i ricorsi presentati dai Comitati o dai Comuni quanto può essere il costo per la Regione? Il groviglio, Presidente, si aggroviglia ancora di più.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Grazie Presidente, sarò breve perché sono convinto che molti miei colleghi parleranno dopo di me, anche coloro che hanno fatto parte della Commissione d'inchiesta, e potranno farlo anche in termini più appropriati e di merito, rispetto a quello che potrei fare io.
Ho apprezzato molto, al di là del lavoro svolto in Commissione, gli interventi del Consigliere Perazzoli e del Consigliere Massi, anche se connotati da una diversa impostazione, come è ovvio.
E' vero che bisogna evitare, come il Consigliere Massi qualche volta ha richiamato nel suo intervento, le connotazioni politiche, ma è ovvio che, in parte, nel suo intervento è contenuta una critica politica più profonda, rispetto alle indicazioni critiche svolte nella relazione del Consigliere Perazzoli.
Devo apprezzare anche un'altra cosa, chi più, chi meno, entrambi i relatori hanno saputo tenere distinta la discussione sulle risultanze della Commissione d'inchiesta, da ciò che verrà in Aula fra poco, e cioè la nuova cosiddetta legge di rinnovazione dei procedimenti. E' in parte intrecciata, ma il buon senso, l'esperienza dei due relatori hanno fatto in modo che in questo dibattito non si intrecciassero le due questioni.
Commissione d'inchiesta che, fra l'altro, questa maggioranza ed il PD hanno tranquillamente votato in Aula. Non l'hanno assolutamente temuta anzi, nelle relazioni, sul piano del merito troviamo anche delle vicinanze abbastanza marcate, credo, quindi, che oggi il dibattito - al di là del suo motore, di un problema molto complicato, molto intrecciato, che ha a che fare con le sentenze che ci sono già state, con i percorsi che sono nelle mani del Tar, insomma parliamo di un complesso di cose che, in qualche modo, ci hanno anche preoccupato - sarà, così come è partito, abbastanza tranquillo e sereno.
Io la questione la pongo in questi termini, siamo ad un anno dalla fine del mandato, più o meno, ognuno di noi ha in testa degli obiettivi, delle cose da ultimare, da portare a casa, come si dice, noi come maggioranza abbiamo un programma di legislatura da onorare e devo dire che molte cose sono state fatte, anzi ci presenteremo, questa maggioranza si presenterà agli elettori, fra qualche mese, con un programma pressoché realizzato, non ho dubbi, su tantissime questioni, grandi infrastrutture, impegni del Governo della Regione sulla sanità, sul sociale, sulla difesa del lavoro e così via.
Ci sono due questioni che personalmente credo che debbano essere portate a casa, Presidente, oltre che scritte negli obiettivi finali, prima della fine del mandato.
Una è certamente la nuova legge sull'urbanistica. Io sono arrivato qua nel 2005, c'era qualche bozza nei cassetti della Giunta e finiti due mandati quella legge è appena uscita dalla Giunta per andare in Commissione. C'è un'attesa formidabile sul tema del riordino degli assetti del territorio, del governo del territorio e penso che sia bene spingere su questa leva per portare questo risultato fino in fondo.
L'altro tema che abbiamo più volte annunciato, che purtroppo si è intrecciato con le vicende di cui discutiamo stamattina, che hanno riportato anche i Consiglieri Perazzoli e Massi, è la revisione, la modifica del Piano energetico regionale ambientale. Penso che su alcuni temi noi dobbiamo correggere.
Rigetto le affermazioni del Consigliere Massi secondo le quali il Pear delle Marche è stato totalmente fallimentare. Penso che questo Piano energetico abbia dei limiti con i quali ci stiamo scontrando anche oggi. Il percorso è quello che stiamo attraversando, è legato in parte anche ai limiti di questo Piano energetico ambientale regionale che da un lato è stato considerato uno strumento di alto profilo ambientale, uno strumento di tutela per il territorio e per il paesaggio marchigiano e dall'altro non ci ha dato la possibilità di realizzare quegli obiettivi di energia rinnovabile che noi dovremmo realizzare, nel senso che dovremmo recuperare quel famoso 50% di energia elettrica, per esempio, che acquistiamo, piuttosto che produrla da fonti rinnovabili.
Su queste due grandi questioni, spero ci sia il tempo per andare fino in fondo. Noi come Partito Democratico, ma penso la Giunta stessa, la maggioranza tutta, sul tema che abbiamo discusso per mesi, sui problemi che si sono creati rispetto alla produzione di energia rinnovabile, abbiamo tenuto sempre un atteggiamento molto coerente. Nel senso che abbiamo cercato ripetutamente di conciliare alcuni aspetti che hanno a che fare con la produzione di energia rinnovabile.
Il primo fra tutti è quello che ricordava anche il Consigliere Perazzoli, non possiamo parlare di impianti sul territorio di questo tipo, ancorché corredati molte volte da relazioni scientifiche mediche, che ci dicono che tutto sommato non sono negative per la salute, pur tuttavia abbiamo avuto in maniera, come dire, centrale la tutela dell'ambiente e della salute, sempre!
Abbiamo cercato di conciliare questo tema con la necessità di produrre l'energia rinnovabile, però non possiamo pensare che, in una regione come questa, su alcuni temi, registriamo un incremento di energia da fonti rinnovabili pari a zero, mi riferisco anche all'eolico. Ancora non siamo riusciti a dare, ad incrementare quel versante.
Abbiamo cercato allo stesso tempo di considerare questo tipo di intervento legato alla possibilità di un'ulteriore leva per lo sviluppo della regione, per l'occupazione, un'attenzione all'impresa, e su questo ha ragione il Consigliere Massi quando dice: "Attenzione, le imprese che dovevano per prime intervenire su questo fronte erano le imprese agricole, non le grandi aziende multinazionali", che in qualche modo sono entrate a gamba tesa sui territori della regione e non solo.
Su questi temi, credo che noi, come Partito Democratico, abbiamo cercato di tenere al massimo una coerenza di orientamenti, cercando di ascoltare il più possibile coloro che hanno segnalato le difficoltà di interventi del genere sul territorio, con l'esigenza di produrre energia rinnovabile, sulla quale siamo pienamente convinti nell'interesse principalmente dell'occupazione e del lavoro, a partire dalle aziende agricole locali.
Ci sono dei limiti che noi abbiamo costantemente e politicamente mostrato e messo in evidenza. Il primo fra tutti, è tornato più volte in discussione questi giorni, è la scarsa concertazione con i territori. Sembra una filastrocca, sembra una frase fatta, ma in realtà i territori, i nostri Sindaci, qualche volta, si sono sentiti chiamati fuori, sentiti fuori da una discussione che avrebbe dovuto considerarli primi attori, tant'è che, molto spesso, anche nei tavoli delle Conferenze di Servizio, il soggetto più debole era proprio il Sindaco di quella realtà nella quale andava istituito, costruito, realizzato, un impianto di energia rinnovabile.
Questo è il limite che politicamente io mi assumo, limite della politica, anche mio, anche nostro.
Il secondo, l'altro tema è una sensibilità anche eccessiva che molti di noi hanno mostrato, sedotti dalla chimera del consenso a tutti i costi, attraverso una adesione, qualche volta non troppo critica, rispetto ai motivi dei comitati.
I comitati sono portatori di istanze dal basso, vere, legittime, serie, molto spesso, però, c'è anche un aspetto opportunistico, c'è anche un aspetto speculativo. Anche questa sfera, questa sponda, è stata più volte gestita male, forse solo per una manciata di consensi in più, rispetto ad un tema molto complicato che parte dalla tutela del territorio, della salute e dalla necessità di produrre energia da fonti rinnovabili.
Ecco perché credo che le critiche mosse anche sul piano politico amministrativo, in parte siano da accogliere, dobbiamo cercare, in qualche modo, di aggiornare il percorso.
Credo che questa mattina si abbia da un passaggio utile, dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta la palla passa alla IV Commissione rispetto al tema successivo, che è comunque una questione che riguarderà il Consiglio, perché rispetto alla cosiddetta rinnovazione delle procedure è evidente che anche qua gli aspetti che ognuno di noi dovrà tenere insieme, non dovranno essere solo aspetti di carattere politico, anzi sarà bene escluderli, perché da questo punto di vista noi, con quella legge, dobbiamo dare delle risposte complessive alle imprese che hanno già avuto le autorizzazione. Del resto, bisogna anche tener conto del fatto che alcune autorizzazioni erano carenti rispetto agli atti necessari per farle partire e sopravvivere, per cui avremo un passaggio altresì complicato, forse anche più dello stesso lavoro della Commissione d'inchiesta.
Ultimo punto, credo che, lo ricordava anche il Presidente Spacca qualche giorno fa, noi ci siamo trovati anche in difficoltà rispetto all'indicazione dell'Europa, per il fatto che questo Governo ancora non ha un Piano energetico ambientale nazionale, per la contraddizione rispetto alle norme nazionali, che non ci sono, per la nostra legge regionale, per il conflitto con le indicazioni della Comunità europea. Qualche difficoltà l'abbiamo subìta per induzione, per le negligenze forse di altri.
Credo che dobbiamo assolutamente trovare le condizioni per uscire, cercando anche, alla fine, di modificare, se possibile, il Piano energetico ambientale regionale, sul punto centrale, sul fatto che dobbiamo avere la possibilità di calcolare, nelle percentuali adeguate, un incremento di energia da fonti rinnovabili nelle Marche, così come quel Piano si era proposto di fare. Siamo troppo indietro! Ecco perché le modifiche necessarie, entro questa legislatura, dovrebbero, anzi, dobbiamo farle.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo che la Commissione abbia fatto un lavoro di recupero, anche storico, di quelli che sono stati tutti i passaggi in Consiglio regionale e in Giunta. Purtroppo non si è riusciti ad andare oltre al ripercorrere le tappe e mi sembra che questo faccia capire quello che è il problema principale in questo ambito ed in altri ambiti da parte della Regione, ovvero che il ruolo di programmazione non può essere gestito solo con dei numeri, non può essere superato solo dicendo: con il Pear o con il "burden sharing", alla fine bisogna che i numeri portino, altrimenti vuol dire che noi agiamo, in qualche modo, sotto l'obbligo di norme che ci dettano i comportamenti e non lavoriamo per programmare le strategie della nostra Regione in base alla peculiarità della stessa.
In questo campo, come precedentemente era successo per il fotovoltaico, noi eravamo già in ritardo rispetto a definire gli obiettivi del piano energetico da raggiungere e rispetto a definire il "burden sharing", cioè una quota regionale per realizzare i vari obiettivi di produzione di energia. Tanto è vero che poi siamo stati costretti a subire il "burden sharing" d'obbligo che ci è stato dato dal Governo nazionale e, nel momento in cui andavamo ad iniziare, anche aiutati dai finanziamenti europei, la produzione di energie rinnovabili da biogas e biomasse avremmo dovuto mettere al centro due questioni, qui ha sbagliato la politica nella programmazione ed hanno sbagliato i tecnici regionali.
Le due questioni da mettere al centro avrebbero dovuto prevedere, da un lato, che questa produzione energetica fosse al servizio degli agricoltori marchigiani e del territorio marchigiano, come in parte è stato anche da qualcuno accennato, prevedendo alcune valorizzazione dei residui delle gestioni dei boschi appenninici, eccetera, come ad esempio l'utilizzo di biomasse legnose su dimensioni veramente piccole, dall'altro utilizzando i residui delle lavorazioni, delle produzioni agricole.
Invece siamo andati verso progetti che comportavano l'utilizzo di produzioni agricole dedicate, cioè il sacrificio del nostro territorio regionale, e l'accelerazione di quello che io avevo evidenziato ad ottobre quando l'ex Assessore Petrini aveva aumentato la soglia da 250 chilowatt a 1 megawatt per la produzione da biomassa. Avevo detto all'Assessore che era una vergogna, perchè l'agricoltura marchigiana doveva essere dedicata alla valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, ed era una vergogna che l'Assessore dicesse che 400, 500 ettari di terreno dovessero produrre mais o altre colture dedicate, quindi 500 ettari di terreno dedicati alla produzione di 1 megawatt di energia da biomasse, senza neanche indicare, e questo ugualmente è un errore dei tecnici e della politica, che queste centrali a biomasse dovessero utilizzare al 100% l'energia termica, perché l'energia elettrica prodotta, che era del 30, 35%, buttava via il 70% di energia termica e per questo che non si otteneva nessun risultato all'interno degli obiettivi fissati dal "burden sharing" che dicevano: "Voi nelle Marche non producete niente di energia termica".
Come è possibile che i responsabili dell'Ufficio energia, l'Assessore all'agricoltura e l'Assessore all'industria e all'energia, non abbiano pensato a questo ed abbiamo messo in piedi una programmazione che prevedeva lo spreco di energia, che non prevedeva le migliori tecnologie e che, alzando la soglia, aumentava anche l'impatto con le popolazioni, perché mantenendo una soglia a 250 chilowatt ed inserendo lo screening che è richiesto dalla direttiva, anzichè la Via, saremmo partiti.
Queste sono le questioni fondamentali.
L'altra questione è quella dei procedimenti. Non è possibile che su queste questioni ci siano stati, come è successo, procedimenti lampo in cui si avvisavano i Comuni che ci sarebbe stata la Conferenza dei Servizi per una centrale a biomasse di cui i territori non sapevano niente e che, nell'arco di 20 giorni, si dovevano attrezzare per partecipare. Solo i Comuni potevano partecipare, non le associazioni dei cittadini, non i comitati, non l'Asur, non l'Arpam, con la difficoltà, addirittura, ad ottenere informazioni e dati rispetto al progetto, quindi, un'assenza proprio al limite della legge. Non dare ai territori l'informazione sui progetti, voleva dire non permettere la partecipazione ad un'interlocuzione, a portare motivazioni contrarie che, in maniera sostenibile, avrebbero potuto essere sostenute e avere effetto.
Oltretutto già a giugno il Consiglio regionale aveva richiesto che fosse tenuto in considerazione il parere dei Comuni e la partecipazione degli stessi, dell'Asur e dell'Arpam e ricordo che la settimana successiva la Giunta diede l'indicazione agli uffici di non tenere conto del pronunciamento del Consiglio regionale e di accelerare i procedimenti. A fronte di un Consiglio regionale che dice: "Teniamo conto, favoriamo la partecipazione dei Comuni, inseriamo anche valutazioni tecniche rispetto al danno" la Giunta regionale ha detto: "Acceleriamo". A settembre il Consiglio regionale disse: "Bisogna sospendere i procedimenti in autotutela e far si che ci sia l'adeguamento, in qualche modo, alla direttiva europea con la sottomissione a screening di Via", avremmo risolto i problemi e, invece, lì si decise di non decidere. La Giunta non accolse questo invito, come pure, non accolse quello successivo quando, in attesa delle linee guida, dicemmo: "Sospendiamo i procedimenti", perché secondo l'interpretazione giuridica, che pensava di tutelare la Giunta e i tecnici della Giunta, si è sempre adottato il principio di non applicare le scelte ai procedimenti avviati, per cui noi ci siamo trascinati questi procedimenti che, alla fine, sono arrivati, con la pronuncia della Corte costituzionale, ad essere invalidati.
Questo è il problema successivo da affrontare con la legge. Il problema è che la Giunta dice: "I ricorsi più pericolosi e più gustosi saranno quelle delle imprese, quindi, noi facciamo una proposta di legge che prevede che i procedimenti siano sospesi e integrati con il procedimento di Via". Anche qui, ritengo che i procedimenti che si sono costruiti in assenza di alcune valutazioni fondamentali, addirittura il pre-screening deve essere precondizione del procedimento, vanno, in qualche modo, azzerati e fatti ripartire. Questa, comunque, è una discussione che affronteremo successivamente.
Penso che queste siano le questioni ed anche la riflessione, e chiudo, che qualcuno ha inserito sul Pear non deve riguardare solo puri obiettivi matematici, ma quelle che sono le potenzialità e gli interessi del territorio marchigiano, dei cittadini marchigiani, nel rispetto della tutela della salute e della valorizzazione anche delle nostre imprese, ma imprese che lavorano sull'innovazione, sulla ricerca e sul rispetto del territorio, non che vengono a fare investimenti di tipo quasi finanziario come è successo per le biomasse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.
Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, io ho chiesto la parola perché ho visto la presenza del Presidente Spacca, purtroppo è uscito, spero che qualcuno gli riferisca questa piccola pillola che volevo comunicargli in diretta.
Sono d'accordo con il Presidente Spacca quando spesso dice che nella sua macchina amministrativa il buco nero è il Servizio dell'ambiente, ed il buco nero non è certo per colpa dell'attuale Assessore o del precedente, magari il terz'ultimo qualche responsabilità può averla. Quel tema, quel servizio, è un buco nero e lo si vede dal 1974, quando scrissero la legge regionale n. 52, basta vedere l'articolo 7, basta vedere il tono talebano, improponibile, del suo contenuto e l'ancor più incredibile applicazione di quell'articolo, quindi, i problemi del settore ambiente marchigiano nascono da lontano. Oggi ne paghiamo le conseguenze.
Abbiamo una piantina dell'Italia dove vengono elencate le situazioni energetiche italiane e noi siamo il fanalino di coda. Siamo il fanalino di coda perché abbiamo avuto pochissimi capibastione di quel mondo che fanno un’attività a singhiozzo, quando sono liberi da vari incarichi, che prendono dalle pubbliche amministrazioni, si ricordano di fare un po' di protesta quando sono impegnati in altre cose la protesta cade. E questi sono i risultati!
Tutti parlano di questa materia, tutti fanno le pulci e creano pulci anche dove non ci sono e nessuno vede l'elefante. L'elefante è il fatto che qualsiasi impianto di combustione produce, trasforma in energia elettrica il 30-35% del potere calorifico di quello che tu gli metti. Per cui l’applicazione così nelle Marche del “burden sharing” è una contraddizione in termini, quello che dice giustamente il Consigliere Perazzoli non potrà mai essere raggiunto, perché l'aumento dell'inquinamento sarà sempre costante e irraggiungibile rispettare il “burden sharing” con le nostre centrali a biomasse e quant'altro.
Per ovviare a questa situazione grottesca, lasciatemi dire, più elegante non riesco ad essere perché si potrebbe dire di tutto e di più, nessuno s'accorge, nessuno ha il coraggio di dire quanto siamo ridicoli nelle Marche ed anche in Italia.
In verità negli altri territori la situazione è attenuata dalla sensibilità forse degli imprenditori, forse delle pubbliche amministrazioni, ma quant'è miope autorizzare impianti senza inserire l'obbligo di recupero dell'energia, altrimenti parliamo del nulla.
Bene, quella proposta c'è, giace anche oggi nell'ordine del giorno dell'Assemblea legislativa, è al punto n. 34, io non ne ho chiesto oggi la discussione insieme a questo punto, eventualmente la proporrò quando si parlerà della legge sul biogas. Posso anche capire che qualche dirigente dirà al Presidente Spacca, alla Giunta, al Consiglio intero, che le Regioni non hanno pieno potere su questo aspetto, che ce la potranno impugnare. Chi se ne frega! Facciamocelo dire, che abbiano il coraggio di dire che questa proposta non è lungimirante. Abbiamo mandato a Roma 5, 6 versioni di legge sulla caccia, ogni volta ci hanno fatto un’accezione, ce la faranno anche adesso, ci hanno fatto una accezione anche sulla ... non mi ricordo cos'era, ce ne fanno una a settimana, facciamola per una cosa nobile, per uno scopo nobile, per una proposta che nessuna mezza tacca di tecnico al mondo può attaccare, anzi potrebbe provocare soltanto complimenti per la Regione Marche e ci porrebbe ai vertici dell'intuizione, ai vertici della materia.
E’ al punto n. 34, Presidente, mi riservo di chiedere la discussione di questa proposta di legge quando si voterà anche la proposta di legge proposta dalla Giunta, grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Io parto da una affermazione che ha fatto il Presidente della Commissione, Consigliere Massi, relazione che, tra l'altro, il Gruppo Comunista voterà.
Lui ha detto che con la partita del biogas questo governo regionale, questa maggioranza, ha scritto una pagina amara e buia della Regione ed io sono perfettamente d'accordo, Presidente Massi, e mi meraviglia chi in quest’Aula dice che non dobbiamo dare un giudizio politico, aiutando, sul piano culturale, tutti coloro che fanno antipolitica. Se noi, dopo aver ascoltato, se noi, dopo aver toccato con mano quello che è avvenuto, perché questo era il compito della Commissione d'Inchiesta, dicessimo che non dobbiamo dare un giudizio politico, noi delegittimeremo noi stessi, il giudizio non può che essere politico e fortemente negativo.
Il Capogruppo del PD ha detto che, come Consiglio regionale, abbiamo un obiettivo da qui alle elezioni e che relativamente al programma di legislatura, con il quale questa maggioranza ha avuto il consenso della popolazione marchigiana, con coerenza è tranquillo perché per la maggior parte è stato già realizzato, questo è un punto in particolare.
Allora io voglio ricordare che su quel programma c'era scritto che era prioritario, per questa maggioranza, la valorizzazione del creato. Concetto molto bello, cattolico che io non condivido, non essendo un credente, però bello, di spessore, ma se questo è, questa maggioranza, questo governo ha bestemmiato tutti i giorni dalla mattina alla sera, perché abbiamo visto come è stato ridotto l'ambiente ed il territorio, sia con i pannelli fotovoltaici che adesso con le centrali a biogas. Sarebbe stata necessaria, in presenza di incentivi, veramente lucrosi e veramente appetibili, mettere in piedi una pratica politica di buon senso e di partecipazione. Bastava che l'Assessore all'agricoltura, l'Assessore alle politiche energetiche si mettessero d'accordo, convocassero le Province, i Comuni, le organizzazioni agricole, le organizzazioni degli industriali e realizzassero, anche ai fini occupazionali, una politica seria che da un lato ci facesse rispettare tutte le norme e le indicazioni dell'Unione europea, dall'altro fosse da incentivo, non solo sul piano economico, ma anche occupazionale e di coesione sociale di questa nostra regione.
Una politica con la P maiuscola di chi vuole governare.
Noi dobbiamo dirlo in estrema sintesi, questo Governo ha scelto la strada di essere dispensatore di sussidi europei e come interlocutori non sono stati scelti i Sindaci, le Province, gli agricoltori o gli artigiani. No! I soliti noti che si sono ritagliati fette consistenti di milioni di euro nel giro di 25 anni a discapito dell'ambiente, forse, non siamo sicuri, della salute, sicuramente della partecipazione democratica e della coesione sociale.
Questo è stato fatto! E per fare questo bisognava agire in fretta, allora non si è rispettato quello che diceva il Consiglio, non solo la minoranza, ma il Consiglio regionale, che decideva una cosa che la Giunta smentiva dopo 5 giorni. Certo, sempre su tempestivi pareri tecnici, ma i tecnici, si sa, fanno quello che la politica dice, altrimenti dovremmo chiedere le dimissioni di tutti e dovrebbero andare tutti a casa.
E’ scorretto dire che quello che è accaduto, è accaduto per colpa dei tecnici o per colpa della non chiarezza delle norme, c'è anche questo, ma sicuramente c'è stata una sordità incredibile nei confronti del territorio e dei suoi rappresentanti.
Guardate, questo Consiglio regionale si è fatto, uso un termine forte, calpestare quando qui veniva denunciato che un Sindaco, alla Conferenza dei Servizi ha dovuto chiamare i Carabinieri, non per affermare le proprie ragioni, ma per veder verbalizzato quello che diceva. Un rappresentante del popolo ha dovuto chiamare i Carabinieri ... allora la colpa è dei tecnici e delle norme! No, questa è ipocrisia, questa è mancanza di coraggio e di assunzione di responsabilità.
Bisogna andare veloci oppure lavorare alla chetichella e, in mezzo a tanti articoli, sulla finanziaria mettere la modifica, la ciliegina, in modo, come dire, sul piano politico oltre che scorretto, subdolo. Anche qui scegliendo con chiarezza non l'agricoltura, e l'ha fatto l'Assessore all'agricoltura, non il mondo di coloro che lavorano i campi producendo ricchezza, che tutelano l'ambiente e curano il paesaggio, no, scegliendo gli interessi di coloro che potevano investire, degli speculatori che utilizzano, come ha detto in Commissione l'ex Assessore, il lavoro degli agricoltori. Tanto è vero che in Commissione ha detto: "Io ho visto dei campi coltivati, che prima non erano coltivati ed adesso producono per le centrali". Quindi non solo neghiamo agli agricoltori di diventare artefici dello sviluppo del territorio, ma li rendiamo servi della speculazione.
Sul piano politico è questo, come non dare un giudizio? Come non dare un giudizio negativo?
Io non voglio parlare di quella che viene chiamata Via postuma, lo faremo, però questa Regione ha scritto una pagina molto brutta e se è vero che oggi il Presidente è preoccupato della richiesta di rimborso da parte degli industriali che hanno investito, non sono molti, ma hanno investito abbastanza, io mi domando come si comporterà nei confronti dei Comuni, dei Comitati, che faranno altrettanto e spero che lo facciano perché se non lo faranno, saranno anch'essi in questa bella italietta complici del fatto che i profitti si privatizzano e i disastri ambientali invece vengono socializzati.
Noi comunisti a questo gioco non ci stiamo, ecco perché voterò la relazione che mi sembra più rispondente a quanto abbiamo ascoltato e a quanto è avvenuto e che oltretutto è molto più puntuale nei compiti che sono stati ad essa affidati dal Consiglio regionale, cioè di chiedere cosa è avvenuto e di riferire al Consiglio, perché non c'è stato chiesto di consigliare alla Giunta di governare con efficienza e trasparenza, questo ci sembra l'ABC della politica, né ci è stato chiesto di affermare che la salute e l'ambiente non sono negoziabili, questo lo sappiamo da quando siamo nati, né ci è stato chiesto di dire al Consiglio che bisogna aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, questo lo sappiamo quasi da sempre. Queste sono cose che dice la relazione di maggioranza, ecco più convinto che mai, voto quella che è in minoranza come voto, ma certamente tra la popolazione, sul territorio marchigiano è di gran lunga quella di maggioranza e con questo comportamento il Governo regionale e la maggioranza, che voterà quella relazione, darà campo largo, ancora una volta, ai grillini che cresceranno e faranno bene a crescere finché voi continuerete a comportarvi così, dite una cosa sul territorio e ne dite un'altra qui!
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.
Maura MALASPINA. Grazie Presidente.
L'inquadramento del problema biogas nella Regione Marche, anche a seguito dell'esame delle relazioni finali di maggioranza e di minoranza della Commissione d'inchiesta chiamata ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas e biomasse, che risentono molto di valutazioni politiche, dimostra un contorno ed un contesto programmatorio sostanzialmente virtuoso, minuziosamente gestito con atti, (Pear, Psr, Normativa Ambientale) e norme che hanno coinvolto nel dibattito le forze politiche e sociali e che sono state più volte condivise e discusse dalla Giunta regionale prima e da questa Assemblea legislativa.
La strategia del Piano energetico ambientale regionale delle Marche si basa sulla priorità delle fonti rinnovabili. Il Piano si articola su tre assi principali, con priorità alle fonti rinnovabili insieme a risparmio energetico e cogenerazione distribuita, al fine della copertura del deficit energetico regionale.
Al 2012 il deficit energetico regionale è pari a -3.899 GWh (-48,9%) rispetto a un fabbisogno di 7.991 GWh (dati Therna).
L'obiettivo del “burden sarin” (partecipazione agli oneri) comporta a livello europeo l'assegnazione di quote di produzione energetica da fonte rinnovabile, elettrica e termica attribuito dalla Unione europea all'Italia, con successiva ripartizione a livello regionale con una logica di federalismo energetico.
Tale ridistribuzione dei carichi energetici prodotti da fonti rinnovabili rappresenta la principale sfida dei prossimi anni, considerato anche il rischio di commissariamento connesso al mancato raggiungimento dell'obiettivo regionale assegnato.
Il “burden sharing" assegna alle Marche la quota di condivisione dell'obiettivo di produzione da fonti rinnovabili del 15,4%.
Attualmente l'obiettivo raggiunto è del 4,5, quindi, siamo molto lontani dall'obiettivo del 15,4 che dovremmo raggiungere nel 2020.
La realizzazione di impianti a biogas e biomasse costituisce una azione specifica prevista dal Pear per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: rispetto ad un obiettivo di 360 GWh previsto al 2015, gli impianti realizzati al 2012 contribuiscono per 109,7 GWh.
E' chiara la necessità di rivedere il Pear!
PRESIDENTE. Eventuali esigenze di parlare fra Consiglieri bisogna esportarle fuori dall'Aula altrimenti non si riesce a seguire, prego.
Maura MALASPINA. E' chiara la necessità di rivedere il Pear! Non è pensabile, auspicando una ripresa dell'economia, il perdurare di questa, situazione di deficit energetico che influisce pesantemente sul costo finale dell'energia penalizzando il sistema produttivo marchigiano.
PRESIDENTE. Non si può …, la grande volontà di trattare questo punto, se non si trattava morivano tutti, poi non sta a sentire nessuno, fra l'altro parla l'Assessore!
Maura MALASPINA. Posso proseguire?
PRESIDENTE. Adesso che stanno zitti prosegua.
Maura MALASPINA. E' stato avviato un aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale ricercando la massima salvaguardia della salute dei cittadini e della sicurezza ambientale attraverso l'utilizzo di tecnologie e processi di innovazione coerenti con il modello policentrico regionale.
Le Marche hanno curato con attenzione il settore delle biomasse.
Come è ben noto, le Autorizzazione Uniche, ai sensi del decreto legislativo 387 del 2003, per la realizzazione e per l'esercizio di impianti produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sono rilasciate dalla Regione e dalle Province.
In particolare la Regione Marche ha rilasciato numerose autorizzazioni per impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biomasse.
L'Ufficio regionale competente, al momento delle istruttorie, non ha previsto di assoggettare gli impianti alle procedure di valutazione di impatto ambientale in quanto tali impianti presentavano potenza inferiore rispetto alle soglie dimensionali stabilite dalla legge regionale n. 7 del 2004 e dalla legge regionale n. 3 del 2012 che l'ha sostituita.
Tali soglie dimensionali erano in linea con quelle stabilite dalla norma statale di riferimento, decreto legislativo n.152 del 2006.
Anzi, nel caso delle biomasse le leggi regionali erano molto più cautelative della norma nazionale in quanto prevedevano la sottoposizione alla procedura di verifica di assoggettabilità per impianti della potenza termica di 1 megawatt nel caso di impianto alimentato a biomasse solide e 3 megawatt nel caso di impianto alimentato da biomasse gassose.
La norma statale fissava la soglia dimensionale al di sotto della quale non erano necessarie procedure valutative a 50 megawatt termici. Adottando uno slogan, si potrebbe dire che la norma regionale in materia di biomasse era cinquanta volte più cautelativa della normativa statale.
La legge regionale n. 3 del 2012 però è stata oggetto, come sapete, di impugnativa da parte del Governo.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 93 del 2013, ha dichiarato l'incostituzionalità della legge regionale n. 3 del 20112 nella parte in cui questa prevede esclusioni dalle procedure valutative sulla base del solo criterio dimensionale.
In altre parole la Corte ha imposto alla sola Regione Marche, unica tra tutte le Regioni d'Italia, a rapportarsi direttamente con la direttiva comunitaria di riferimento ed ha di fatto azzerato tutte le soglie dimensionali previste negli allegati della legge regionale n. 3 del 2012.
Complessivamente la Regione Marche ha autorizzato 44 impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse, per un totale di circa 41megawatt di potenza elettrica istallata.
Di questi, 10 impianti, per una potenza complessiva di 12,31 megawatt utilizzano gas di discarica e pertanto sono opere connesse al corretto funzionamento di impianti di smaltimento rifiuti e debbono essere distinti dagli impianti alimentati a biomasse. Quindi gli impianti alimentati a biomasse solide, liquide e gassose, autorizzate ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2002, esclusi quelli interni ad area di discarica, sono 34 per una potenza complessiva di circa 29 megawatt elettrici.
Intendo far rilevare come la potenza complessiva degli impianti alimentati a biomasse in tutta la Regione Marche (29 megawatt pari a circa 60 megawatt termici) raggiunge di poco la potenza che, sulla base della normativa statale, impone nelle altre Regioni l'attivazione delle procedure valutative ambientali per un solo impianto.
In altre parole nella Regione Marche un impianto da 1,1 megawatt termico alimentato a biogas da biomasse era assoggettato alla procedura di Via, mentre nelle Regioni confinanti tale limite era ed è attualmente fissato in 50 megawatt termici.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale la soglia dimensionale per la Regione Marche è stata addirittura eliminata, tanto che oggi tutti gli impianti di tipo industriale per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentate a biomasse debbono essere assoggettate alle procedure di screening.
In questo scenario va sottolineato un aspetto: con gli impianti a biomasse non c'è nessun pericolo per la salute!
Tutti gli impianti a biogas, come sapete, non possono trattare rifiuti e sostanze pericolose. Si tratta di materiale organico e vegetale che viene digerito da batteri, come un procedimento paragonabile alla digestione delle mucche.
Qualsiasi matrice tossica porterebbe al blocco produttivo ed a consistenti danni economici per chi lo gestisce.
Gli impianti di biogas sono una tecnologia sicura e collaudata a livello mondiale: in Germania ne esistono circa 7.500 e producono l'equivalente di 2 moderne centrali nucleari.
Vorrei fare una valutazione della situazione attuale di produzione di bio energia nelle Marche.
Le Marche sono ben al di sotto delle altre Regioni italiane per potenza energetica installata di biogas e biomasse.
I dati Terna dimostrano che il 2011 è stato un anno di svolta per la produzione da fonti rinnovabili a livello nazionale, grazie al contributo del Conto Energia, che ha incentivato fortemente gli impianti fotovoltaici e tale fenomeno si è registrato anche nella Regione Marche.
Nonostante ciò nel 2012 la Regione Marche con circa l'1,7% registra un dato di produzione da fonti rinnovabili tra i più bassi d'Italia, classificandosi in terz'ultima posizione insieme a Umbria e Basilicata e dopo Liguria e Molise.
All'interno di questo dato il contributo delle agro energie in senso stretto, biomasse e biogas, è limitato dovuto alle difficoltà tecnico-economiche per la raccolta di biomassa, alla bassa presenza di consistenti allevamenti zootecnici, alla normativa autorizzativa e alla presenza di ostacoli non tecnologici come il basso grado di accettabilità sociale che frenano il diffondersi di queste tecnologie tra le aziende marchigiane.
NeII'ambito del rapporto di valutazione intermedia 2012 del Psr, il valutatore evidenzia la necessità di rafforzare il ruolo delle Misure «strutturali» per rendere le aziende agricole/forestali non solo energeticamente autosufficienti, ma anche in grado di offrire servizi energetici a terzi e di definire una strategia d'insieme per il complesso delle aree marginali in relazione al comparto energetico, per dare a queste zone un ruolo importante per il soddisfacimento dei fabbisogni energetici locali attraverso impianti dedicati e condivisi.
C'è anche il problema delle emissioni di gas serra nel settore agricolo. Le principali emissioni di gas serra in agricoltura derivano dalla fermentazione enterica e dalle deiezioni degli animali allevati, dai processi fisico-chimici e biologici che avvengono nei suoli agricoli e dalla combustione dei residui agricoli, pertanto i principali gas sono il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O).
Numerose sono le tipologie di intervento che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi delle emissioni di gas serra.
Una riduzione delle quantità di CO2 emesse può essere conseguita attraverso la produzione di energia da fonte rinnovabile, cioè la realizzazione di impianti solari fotovoltaici o termici, impianti a biogas e impianti a biomassa con particolare sviluppo nel settore zootecnico e nell'utilizzazione dei residui vegetali non utilizzabili.
La produzione di CH4, infine, è legata agli allevamenti zootecnici.
Un opportuno miglioramento dei sistemi di gestione e stoccaggio dei liquami e dell'eventuale digestato può ridurre la volatilizzazione del CH4 o, addirittura trasformare questo elemento in un beneficio economico, oltre che ambientale, attraverso la produzione di biogas.
Concludo e consegno gli atti alla Commissione (Allegato A), voglio solo dire che nonostante tutto le Marche sono sempre più verdi, sono terze in Italia per buone pratiche green, non mi permetterei mai di delegittimare il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta, ma nonostante i numerosi appunti mossi a questa amministrazione e a questo ritardo nella produzione di energie rinnovabili, che ci vede relegati al nono posto, le Marche hanno una posizione di testa nella green economy, grazie alla qualità ambientale, alle produzioni biologiche, alla qualità delle acque destinate al consumo umano, alla sostenibilità delle strutture turistiche ed agrituristiche, perché le Marche sono tra le Regioni che meglio interpretano la lotta ai gas clima alteranti ed hanno più impianti fotovoltaici integrati con edifici e capannoni produttivi.
Le Marche sono sempre più verdi, quindi, non una delle meno virtuose, ma addirittura tra le più virtuose, la nostra Regione conquista la terza posizione in Italia per indici di green economy 2013 in base allo studio realizzato da Fondazione impresa e studi sulla piccola impresa.
Quello che volevo raccomandare, ho saltato anche la mia valutazione sulla proposta di legge che è in Commissione e verrà presto in Aula, è che in questo periodo di grave crisi economica, faccio un appello, si richiede alla nostra Regione, insieme a tutta l'Italia pesantemente segnata da questa crisi economica, la massima sinergia e corresponsabilità nelle scelte insieme alla certezza dei riferimenti normativi.
(n.d.r. Allegato A pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Il rispetto per l'Assessore è forte, credo abbia fatto una relazione molto, molto dettagliata per tutto quello che riguarda una serie di dati che, da quel punto vista, ci confortano, però noi oggi ci troviamo di fronte, ancora una volta, questo argomento ed una serie di difficoltà a dover discutere le due relazioni presentate una dalla maggioranza e l’altra dalla minoranza, che sono le risultanze della Commissione d'inchiesta.
Sono convinto che tutto quello che diciamo, quello che ho ascoltato, quello che continueremo a discutere in questa giornata, sarà vanificato, se oggi non prendiamo una decisione, anche se con grande ritardo, con il massimo coinvolgimento, perché, e qui apro una parentesi, molto probabilmente noi tutti, Consiglio regionale e Giunta, avremmo dovuto fare un percorso sostanzialmente diverso rispetto a ciò che è accaduto.
E’ indubbio che prima vanno fatte le leggi e poi vengono rilasciate le autorizzazioni, noi ci siamo passati, ancor prima di questa legge sulle biomasse, con il fotovoltaico. Sicuramente voi tutti ricorderete quando, a fronte di una presenza massiccia sul territorio di impianti fotovoltaici a terra, appena approvata la legge che è tuttora vigente, la richiesta di impianti fotovoltaici si è radicalmente ridotta.
Credo che qui ci sia da fare un mea culpa, tutti. Per quello che mi riguarda sicuramente in maniera minore, in quanto presentai la risoluzione insieme ad altri Consiglieri che in quest'Aula fu votata all'umanità in merito al blocco delle autorizzazioni per gli impianti a biomassa, al contrario, invece, vi fu un'accelerazione al rilascio ed oggi, al di là di tutte le normative che noi elenchiamo, che ognuno di noi dice, le varie sentenze che si sono succedute, sia quelle della Corte costituzionale ed in particolar modo quelle dei vari Tar della nostra regione, ci troviamo di fronte a una decisione difficile da prendere.
E’ altrettanto vero che se noi non azzeriamo tutto e non ripartiamo da zero il rischio è che, al di là delle nostre parole, delle nostre riflessioni, dei nostri interventi o delle nostre interpretazioni che ognuno di noi può dare, a favore o contro, sicuramente ci sarà un'ulteriore accelerazione di ricorsi e quant'altro e, ancor più una criticità per quello che riguarda, questo sì, un accanimento nei confronti della politica regionale.
Al di là di tutto, al di là delle posizioni, Assessore, qui nessuno disconosce l'importanza delle energie rinnovabili, qui nessuno è contrario a una serie di percorsi che riguardano l'energia rinnovabile, dall'eolico fino al fotovoltaico, e quant'altro, ma dobbiamo fare questi percorsi nella chiarezza e dietro un iter normativo che non può esserci dettato, e questo è stato anche un nostro errore, dalla magistratura, in questo caso dal Tar o dalle varie sentenze della Corte costituzionale.
Spero, e mi appello a questa Aula, alla Giunta, al Presidente Spacca, che questa volta, la proposta di legge che andremo a discutere, da qui a breve, questo è l'augurio, sia una proposta di legge e una legge che vada, una volta per tutte, nella direzione della chiarezza e che eviti ulteriori contenziosi.
Noi dobbiamo evitare questo, altrimenti rischiamo di ritrovarci qui, chi ci sarà il prossimo anno, dopo le elezioni regionali, a confrontarci, ancora una volta, su questo tema, ma questa volta con tutti i rischi che comporta.
Dico che non possiamo assolutamente scaricare tutte le responsabilità sui tecnici, perché io credo che la politica debba assumersi le proprie responsabilità, in quanto i tecnici fanno il loro mestiere. Ad esempio, l'Ufficio legislativo aveva detto che noi dovevamo andare avanti. Ricordo bene, fu letto un documento che diceva, con grande chiarezza, che il parere dell'Ufficio legislativo della Regione Marche era quello di andare avanti con tutti i rischi e che non c'erano preoccupazioni in quanto tutta una serie di normative davano ragione ai vari rilasci autorizzativi che erano stati dati. Poi ci siamo ritrovati con sentenze e Tar che hanno ribaltato quel parere legale.
E’ chiaro che questa volta dovrà essere la politica marchigiana, in primis la nostra maggioranza e tutto il Consiglio regionale a fare con grande chiarezza un percorso in merito a questa nuova legge che andremo a discutere che riguarda gli impianti a biomassa.
Nel rispetto dell'impegno che, nei pochi minuti, ho voluto prendere, voglio essere molto chiaro su questa questione: non possiamo più rischiare che l'immagine di questa Regione venga portata di nuovo davanti ai vari Tar, con tutte le conseguenze che conosciamo, poi sarà anche difficile, dire, ancora una volta, se è giusto pagare l’indennità agli imprenditori, oppure pagarla a chi ha fatto i vari ricorsi. Non dobbiamo più ritrovarci di fronte a questo tipo di preoccupazioni, la legge dovrà essere ben definita e, per quello che mi riguarda, in merito a queste due presentazioni, i relatori hanno cercato di evidenziare, ognuno la propria posizione, le varie opportunità che sono emerse dalla Commissione d'inchiesta, non mi soffermerei molto su questo problema, quanto sul futuro per definire con questa legge.
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Che dire, c'è da rimanere sconvolti, devo iniziare così!
L'Assessore Malaspina per un quarto d'ora, anzi venti minuti, ci ha parlato di qualche cosa che, a mio avviso, con la Commissione d'inchiesta, con questa proposta di delibera che ha istituito la Commissione d'inchiesta e con le due relazioni, non c’entra niente.
Quello di cui ci ha parlato l'Assessore Malaspina farà parte di quello di cui si discuterà il giorno in cui la Giunta regionale presenterà in questa Aula quella proposta di legge già tanto discussa informalmente. Ma qui non c'entra niente!
Questa maggioranza ha la grande fortuna di non avere, e lo dico prendendomi tutte le responsabilità, nella Regione Marche qualcuno che si coalizzi per mandarla a casa, perché verificando quello che avviene in sanità e che avviene qui, non a caso in ambiti diversi, ma di grande importanza, i comportamenti sono uguali.
Sento parlare dell'onorevole Petrini che all'epoca improvvisamente, senza che nessuno ne sapesse niente, ed il Consigliere Binci se ne accorse, in una finanziaria si inventò una cosa.
Io mi meraviglio dei Consiglieri di maggioranza, non di noi, noi siamo dei poveri imbecilli, dei Consiglieri di maggioranza perchè dentro la finanziaria sono stati inseriti degli aspetti che hanno poi portato questi risultati.
La sanità! Non vi ricordate quando è sparito Ruta in finanziaria? E che c'entrava? Si è vanificato Ruta, nessuno ricorda o fa caso, mi sembra che anche Ruta abbia un contenzioso con questa Regione per qualche euro di natura penale e di natura giuslavoristica, se non sbaglio.
Vedete? Comportamenti analoghi, uguali, e la cosa bella, la mia meraviglia, non va, quindi, a chi non riesce a mettere insieme niente, soprattutto non lavora per mettere insieme niente, politicamente per contrapporsi a una maggioranza che dal 1995 è in Regione, ma ai Consiglieri di maggioranza, alla loro dignità, alla loro dignità!
Ma come pensate di poter superare gli attacchi che sono stati fatti a un Consiglio regionale, non a noi, a voi, come pensate? Qui c'è una relazione del Consigliere Massi che io voterò, fin troppo morbida, fin troppo moderata e tenue, non dico niente dell'altra, perché qui, secondo me, vogliamo nasconderci come sempre dietro al ditino. Di fronte a tutto quello che è successo, di fronte agli Assessori che premevano - ma voi lo sapevate che gli Assessori premevano? - di fronte agli incentivi che finivano gli Assessori premevano, chiunque di noi, non perché siamo andreottiani, qualcuno sarà anche andreottiano, ma se io improvvisamente premo perché certe pratiche vadano in porto, in maniera tale che Elisabetta Foschi non perda un incentivo, potrebbe pensare che Elisabetta Foschi ed io abbiamo qualcosa in comune, qualche interesse diretto e non è mai, come dovrebbe essere, politica, perché il politico ci mancherebbe altro, fa benissimo a far questo, ma quando poi viene fuori altro, allora è come il gomitolo, si cerca sempre di ritrovare il capo.
Anche perché tutto è molto strano. Leggo un giornale, e mi scuso se leggo, io non sono abituato a leggere, quindi leggerò anche male, del 26 marzo 2013, Presidente, un giornale del 26 marzo 2013, che penso, reputo, lo leggo, ma sono sicuro che qualcuno avrà fatto delle querele per questo, sicuramente, Consigliere Bucciarelli, se avessero detto questo di lei, sicuramente lei qualcosa l'avrebbe fatta, si parla di chi è dietro al biogas, incroci societari, ordini e nomi ricorrenti, ecco la ricostruzione, a firma di Roberto Fiaccherini e Giovanni De Francesci.
Si parla di due società in cui, caso strano, compare sempre un nome, un nome che è riecheggiato più volte qui dentro quando abbiamo parlato di problemi lavorativi, forse di chi non si occupa più tanto di vendere elettrodomestici, anzi quando si parla di elettrodomestici troviamo diverse soluzioni e vorrei tanto sapere cosa dice la sinistra su questo, ma ha trovato altri sbocchi lavorativi, altri sbocchi di guadagni, non la sinistra, scusatemi, non intendevo, non volevo offendere, l'altra sinistra.
Perché c'è questa strana coincidenza qui, ed è per questo che dico che la relazione dell'Assessore Malaspina, che ci dice quello che doveva avvenire con il Pear, quello che avverrà con la prossima legge, è qualcosa che non c'entra niente. Qui c'è una Commissione d'inchiesta, Presidente, perché penso che voi, anche voi dovreste essere i primi offesi dal comportamento dei dirigenti che hanno adempiuto le vostre volontà, ed è una cosa, o hanno disatteso i vostri intendimenti.
In uno dei due casi, voi sareste le prime parti offese nei confronti di chi ha fatto cose che non poteva fare. Chiaramente capisco che lo sporgersi da questo davanzale nel dire, nell'accusare qualcuno, quando quel qualcuno potrebbe tirare fuori altro e dire come sono andate le cose, è una cosa difficile, ma la politica è questa, e quando il Consigliere Bucciarelli dice "i grillini ridono" condivido in pieno!
I grillini ridono e fanno bene a ridere, perché noi li facciamo ridere, perché di fronte a delle relazioni del genere, l'Assessore all'agricoltura che dice di quant'è il vantaggio che noi abbiamo, l'utile da difendere, perché noi siamo i migliori, è normale che i grillini ridano.
Il problema è questo! Noi non ci rendiamo conto di questo, sembra che come tanti politici, come i deputati che stanno a Roma, noi viviamo qui dentro e non sappiamo cosa succede qui fuori, a 10 metri di distanza.
Il dramma è solo questo, qui c'è una Commissione d'inchiesta che è stata messa in piedi per verificare strane coincidenze, non è una Commissione d'inchiesta che fa un'indagine penale, ci mancherebbe altro, l'indagine penale c'è chi la deve fare, la farà, troverà, non troverà. Scagliola è stato assolto ieri, pensate un po' voi, se è giustificabile il comportamento di qualcuno che, in ogni caso, dice che non sa chi gli ha comprato la casa. La politica è un'altra cosa! Rispetto al proscioglimento che chiunque può avere perché non si ravvisa l'estremo di reato.
Ma qui noi dovremmo fare politica e io non vedo, Presidente, politica da questo punto di vista, perché le deliberazioni approvate, le deliberazioni che si sono succedute, tra l'altro, vanno a vostro svantaggio, perché quando lei dice "faccio intervenire lo Stato perché lo Stato che fa tutto questo", i nostri funzionari sapevano che c'erano certe infrazioni in corso o altro e voi oggi, ve lo ripeto, siete parti offese o siete complici di chi ha accelerato certe situazioni ed oggi non ci potete venire a dire, come qualcuno ventila, che quando ci sarà la legge il grande problema sarà il risarcimento. Non ci provate a dire questo! Non ci provate! Noi siamo Consiglieri eletti e votiamo secondo la nostra coscienza, sbagliando, ma guai a chi ci dice che noi siamo sottoposti ad un qualche cosa, guai a chi ci dice questo, se ci saranno i responsabili saranno individuati in altre sedi e saranno individuati, soprattutto, al di fuori di questo Consiglio regionale. Perché questo Consiglio regionale si è espresso, già si è espresso e non può esprimersi in maniera diversa rispetto a quello che ha già detto, per cui concludo - vedo il Presidente che già mi guarda male, e non vorrei magari peggiorare la situazione, il problema dell'Assessore di sforare è un problema del suo partito, spesse volte abbiamo visto sforare i Consiglieri dell'Udc nel leggere ricostruendo delle situazioni - dicendo che il mio gruppo voterà a favore della relazione del Consigliere Massi, e attende con ansia di sapere come la Giunta vorrà muoversi su questo campo, perché la Giunta, tertium non datur, ha solo un obbligo: di chiamare a responsabilità, se non è partecipe nelle responsabilità, chi è andato molto avanti rispetto ai propri compiti istituzionali.
PRESIDENTE. Grazie Consigliere Natali, non la guardavo male, ho solo guardato l'orologio che dava la scadenza dei minuti a sua disposizione, quindi, le chiedo scusa se le ho dato questa impressione.
Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Scusi Presidente, stavo leggendo velocemente la documentazione che in corso di discussione ci è stata consegnata in questa cartellina gialla, non ho capito se da parte del Presidente Spacca o da parte dell'Assessore, ... da parte della Giunta regionale. Ero arrivata proprio al punto in cui nelle conclusioni si scrive "la Regione Marche non può considerarsi soggetto responsabile della situazione venutasi a creare con la sentenza della Corte costituzionale che ha parzialmente annullato la legge 3 del 2012".
Non si è capito niente ancora! Nemmeno dopo la Commissione d'inchiesta, nemmeno dopo i pronunciamenti della Corte, nemmeno dopo i pronunciamenti del Tar che hanno dato ragione alla Corte, ancora la Giunta dice: "la Regione Marche non ha responsabilità?"
Ma insomma! Invece la Commissione, una relazione non vuole metterle in evidenza e l'altra si, è un altro discorso, le responsabilità e le colpe le ha individuate e ne ha individuate diverse.
Ricordo che all'inizio la direttiva europea, che la Regione Marche ha omesso di seguire, era immediatamente vincolante per gli Stati membri e precisano tutti, dal Tar alla Corte, che le Regioni sono Stati membri, la querelle a dire: "Ma noi avevamo il decreto del Governo, il 152 del 2006, quello abbiamo seguito". C'è una direttiva europea che era immediatamente vincolante per tutti gli Stati membri e la prima responsabilità sta nell'Ufficio legale, nell'Avvocatura di questa Regione che, nel momento in cui il Consiglio, ma ancora prima del Consiglio, la Commissione competente si apprestava a valutare la legge n. 3, avrebbe dovuto dire, quanto meno, che erano due le strade percorribili, per me era solo una, ma poteva dire che erano due: l'adeguamento immediato alla direttiva europea, che non sarebbe potuto essere contestato da nessuno, che prevedeva la valutazione di impatto ambientale, chiaramente da subito, o la via, la strada - non voglio generare confusione, tra valutazione di impatto ambientale e via intesa come possibilità - di seguire un percorso molto più pericoloso e l'Avvocatura l'avrebbe dovuto dire, di seguire la conformità al decreto del Governo che era già oggetto di procedure da parte della Comunità europea. Già oggetto di procedure di infrazione.
La prima responsabilità sta lì. Non l'ha detto l'Avvocatura regionale, ce l'hanno fatto presente altri, perché quando si discuteva la legge n. 3 erano arrivate tante sollecitazioni ai Consiglieri regionali, allora se è vero che nessuno deve subordinare la propria opinione a quella di un altro tout court, ma almeno si ha il dovere di approfondire i contributi che arrivano al Consigliere regionale e valutare se sono campati per aria o qualche ragione di verità, qualche fondamento di verità, ce l'hanno.
Niente! Ci si è ostinati a dire: "Andiamo avanti per questa strada perché è la strada giusta, è la strada anche di altre Regioni", ripeto, secondo me, andava detto chiaramente che c'era la possibilità di seguire una strada che nessuno avrebbe potuto eccepire, oppure di seguirne un'altra.
A nessuno dei Consiglieri è stato detto questo. Dico questo anche a tutela dei Consiglieri di maggioranza che quella legge n. 3, nella prima fase, l'hanno votata. Immagino che l'abbiano votata forti di un parere legale dell'Avvocatura regionale che dava solo quella possibilità. Io non la votai, forte allora delle convinzioni di oggi, ma immagino che i Consiglieri di maggioranza l'abbiano votata forti di quel parere, quindi, la prima responsabilità è stata lì; ma andiamo avanti con le vicende che sono state già dette, ma che mi preme ribadire.
La legge n. 3 venne impugnata, venne impugnata dal Consiglio dei Ministri, allora si pose un problema che il Consiglio regionale affrontò. Badate bene io non faccio troppe distinzioni adesso tra maggioranza o minoranza, però vorrei tutelare quello che il Consiglio regionale ha fatto nel suo insieme e individuare delle responsabilità che noi Consiglieri, a mio avviso, è bene che individuiamo, e lo dico anche al Consigliere Perazzoli, le responsabilità vanno individuate anche a tutela del lavoro svolto dal Consiglio.
Torniamo al momento in cui il Governo impugna la legge, questo Consiglio chiese, in via di autotutela, una moratoria, perché non era cosa di poco conto l'impugnativa da parte del Governo, sapendo che nel frattempo venivano rilasciate autorizzazioni e che quelle autorizzazioni, una volta date ai privati, avrebbero portato alla costruzione di impianti e sarebbe stata prevedibile la richiesta di risarcimento danni qualora le cose non fossero andate come la Regione poteva auspicare.
Chiedemmo la moratoria, ci è stato detto, addirittura, che la moratoria non era legittima, che era pericolosa, che non era assolutamente applicabile e, nonostante il Consiglio regionale votò per la moratoria, la Giunta decise di fare l'opposto, era una legge al momento impugnata, ma le cose non sono migliorate nemmeno dopo il pronunciamento della Corte. E' qui la gravità, sempre forti, anche oggi leggo che la Regione Marche è convinta di avere operato nel rispetto della legge. Si è sempre andati avanti ostinatamente, esponendo voi, la Regione Marche, alla richiesta di risarcimenti, non solo dei privati, perché qui si continua a parlare, anche nella pagina comprata, di risarcimento agli imprenditori. Da soli vi siete esposti, creando questo pasticcio, alla richiesta di risarcimento degli imprenditori, ma non c'è solo quella, non c'è solo la richiesta di risarcimento danni degli imprenditori, che forse sta più a cuore per altri motivi, ci sono tantissimi ricorsi di comitati e di cittadini che chiedono anch'essi di essere risarciti e anche questi vanno considerati, perché mi pare che mai nessuno li citi, qui preoccupa solo la richiesta di risarcimento delle imprese.
C'è anche l'altra partita che non è meno pesante, e la colpa a mio avviso è che la Regione ci si è autoesposta, tra l'altro, un breve inciso, la Via postuma, che a mio avviso non è percorribile, non vi salva da questo, perché rimane la colpa di fondo di non essersi immediatamente adeguati ad una normativa europea che era immediatamente vincolante, quindi, la Via postuma non vi salva da eventuali richieste di risarcimento danni, perché la colpa la Regione Marche c'è l'ha ed è quella di non essersi adeguata da subito. Non c'è norma successiva che vi possa tutelare di fronte alla richiesta di risarcimento danni, sempre che qualcuno la ritenga ammissibile, perché la Via, la valutazione d'impatto ambientale, è preventiva per definizione, la Via postuma è un controsenso, anche perché la Via postuma, su impianti già realizzati, visto che la valutazione d'impatto ambientale ha il compito eventualmente di valutare anche le misure compensative per equilibrare al danno che viene creato una situazione più vantaggiosa per altri aspetti, non capisco come possa essere adottata.
Tra l'altro mi stupisce anche che questa proposta di legge sia stata votata da tutti i componenti della Giunta, perché c'è un intervento alla Camera dei Deputati fatta dall'onorevole Favia, che dice, e l'ho ritrovato scritto nero su bianco: "E' bene ricordare che il decreto legislativo n. 4 del 2008 ed altri che sono integrativi del precedente decreto legislativo n. 152 del 2006 hanno di fatto vietato la possibilità e la percorribilità di una valutazione di impatto ambientale postuma, cioè ad autorizzazione rilasciata, perché la stessa costituisce parte integrante delle autorizzazioni per gli impianti che sono assoggettati a valutazione d'impatto ambientale". Vedo che qui si cambia parere a seconda delle circostanze o forse a seconda dell'Assessore che ricopre l'incarico ed ha la delega alle energie rinnovabili.
Detto questo, la Commissione le responsabilità ha avuto modo di valutarle, poi se non ha la volontà di elencarle, così come a mio avviso fa la relazione redatta dal Presidente Massi, alla quale ho contribuito con dei precisi emendamenti, se non ha la volontà di metterle nero su bianco, questo è un altro discorso.
Ritengo che la relazione del Presidente Massi indichi esattamente alcune responsabilità che, come la Commissione d'inchiesta ha il compito di fare, sono responsabilità amministrative e politiche.
L'articolo che ha letto il Consigliere Natali, vorrei ricordare, è stato anche argomento di una seduta di Commissione, di un'audizione, per cui quelle cose, non solo sono state confermate, ma se è possibile, sono state anche puntualizzate con elementi ulteriori, ma sarà la Magistratura ad approfondire quegli aspetti. Ripeto, il nostro compito era di valutare che cosa fosse successo dall'emanazione della legge n. 3 ed il modo in cui le autorizzazioni sono state rilasciate ai sensi di quella legge.
Abbiamo riscontrato tante anomalie e tanti atti di irresponsabilità dell'Ufficio legislativo da un lato e dell'ufficio che doveva rilasciare le autorizzazioni dall'altro. Abbiamo potuto appurare che non erano semplici lamentele di Sindaci, di comitati o di associazioni prive di fondamento, quello che dicevano non veniva redatto nei verbali correttamente, non si approfondiva da parte della Regione la veridicità di alcune dichiarazioni, delle fidejussioni, dell'esistenza dei campi dai quali dovevano provenire poi le biomasse da destinare a quegli impianti. Una superficialità che abbiamo registrato, riscontrato e provato e che va scritta, altrimenti la Commissione d'inchiesta che cosa fa?
Arrivo alla conclusione del mio intervento, sottolineando quello che la Commissione d'inchiesta dovrebbe assolutamente produrre, ovvero una serie di conclusioni totalmente assenti nella relazione del Consigliere Perazzoli.
Conclusioni intese come indirizzi alla Giunta sul come evitare una situazione che potrebbe addirittura peggiorare, su come mettersi al riparo davvero da eventuali complicazioni o risarcimenti, su come migliorare il pasticcio che ha creato e non peggiorarlo. Nella relazione del Consigliere Massi sono elencate, non sto a leggerle, le avrete lette, come il rifiuto della proroga di quegli impianti, che hanno avuto l'autorizzazione, ai sensi della legge dichiarata anticostituzionale, sulla quale pendono i ricorsi del Tar, dichiarazioni che il Tar pronuncerà e dichiarerà annullate, che noi dovremo procedere, subito, a dichiarare decadute, proprio per autotutelare la Regione.
Vogliamo fare l'opposto? Beh, allora, mi chiedo davvero quale sia il motivo per cui la Regione non intende tutelare se stessa e intende forse tutelare altre situazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, poche settimane fa, in uno dei recenti Consigli, il Presidente Spacca mi ha accusato di essere il suo censore. Faccio sempre da censore, due volte ha usato nel suo intervento questa parola, a dimostrazione che non ce l'ho con lei e non voglio fare il suo censore, non mi interessa proprio, oggi le faccio i complimenti, guardi un po'?
Lei è bravo Presidente Spacca, lei è bravo perché ogni giorno 100.000 marchigiani fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e vanno avanti grazie a pacchi delle Parrocchie e della Caritas, invece lei anche oggi è così bravo da sprecare i soldi della Giunta regionale per acquistare spazi pubblicitari su tre giornali della regione, per esporre la sua filosofia pro biogas, anziché pensare alla gente che sta male.
Le faccio i complimenti, fuori da ogni polemica, non sono il suo censore, le faccio i complimenti!
Stessa cosa, peraltro, l'ha fatto varie volte in questi anni, perché siamo abituati alla sua finta pubblicità istituzionale che altro non è che una pubblicità, in questo caso, politica, pro biogas, direi economica, quello che ha fatto non è la prima volta, lo ha fatto parecchie volte.
Fra l'altro non so, tra i colleghi, chi ha avuto un attimo di tempo per aprire la cartellina gialla che ci è stata consegnata poco fa. Contiene due documenti della Giunta di oggi, che sostanzialmente è l'esplosione della pagina, cioè la stessa cosa un po' più diffusa ovviamente, per cui oggi i Consiglieri apprendono dai giornali, dalla pubblicità lo stesso contenuto che, qualche ora dopo, viene consegnata ufficialmente. Meraviglioso!
Ma non basta, nella cartelletta gialla c'è anche un allegato n. 1 che nel giornale non c'è, si chiama strategia del terrore, praticamente tutti quelli che non la pensano come la Giunta sono terroristi. Complimenti per la democrazia, Presidente, anche qui, complimenti per il rispetto dell'opinione altrui.
Veniamo adesso alla relazione, mi complimento con la relazione del Presidente Massi perché so che ha fatto un enorme lavoro, sono stato sempre presente, pur non facendo parte della Commissione, il lavoro è stato enorme con documenti, audizioni e tante altre cose.
Concordo su quello che ha detto il Consigliere Natali, troppo morbida, è vero. Fin dall'inizio l'avevo notato, però non l’ho mai detto, non l'ho mai detto perché ha fatto bene a farla abbastanza morbida; nella sua utopia, lo dico perché gli voglio bene, pensava dall'inizio, auspicava, ed io infatti non ho detto nulla, mai, lo sente per la prima volta, che i compagni del PD, della maggioranza, che hanno sostenuto questa filosofia del biogas speculativo, in qualche modo, condividessero la sua impostazione. Ha fatto bene a farla così. Non le ho detto mai nulla, glielo dico adesso, pensavo fosse morbida, ma era utopia la sua e si è dimostrata, perché poche settimane fa, all'ultimo momento, è scappato fuori il copia e incolla del PD, della maggioranza e del PD e, quindi, la relazione del Consigliere Perazzoli. Che cos'è? E' un copia e incolla abbellito da qualche consulente giuridico di partito che gliel'ha un po' sistemata giuridicamente, con citazioni dottrinali e giurisprudenziali, togliendo però la parte essenziale, è questa la differenza. Togliendo che cosa? Il mandante politico. L'ha detto prima il Consigliere Bucciarelli, qui bisogna capire che ci sono dei mandanti, ci sono delle lobby economiche, che lei conosce benissimo Presidente, perché sono sue conoscenze ultra ventennali che tuttora frequenta abitualmente. Ci sono delle lobby economiche fortissime, citate anche nella relazione del Consigliere Massi, citate sui giornali da anni, quindi delle lobby economiche fortissime che voi avete sposato, ci sono dei mandanti politici e sapete benissimo chi sono, magari fra poco vi rinfresco anche la memoria, e gli uffici che cosa hanno fatto? Hanno eseguito, basta leggere tre righe.
Tutte queste relazioni potevamo ridurle in tre righe essenziali, pagina 16 della relazione del Consigliere Massi, dove cita un’affermazione dell'ingegnere Calvarese, intervista sulla stampa, citata tra virgolette, bastavano queste tre righe, c'è tutto, nelle righe che dico adesso, Calvarese scrive sulla stampa: "Gli organi politici mi dicevano di accelerare le procedure per raggiungere gli obiettivi prefissati di produzione di energie e oggi mi trovo indagato per avere accelerato le pratiche e le relative procedure".
Basta questo, qui c'è tutto, qui c'è tutto quello che serve, non solo nessuno l'ha denunciato, ma lui non ha mai smentito, lui non l’ha mai smentito e nessuno lo ha denunciato, se no ci saremmo divertiti poi, evidentemente.
Di cosa stiamo parlando? Cosa ci vogliamo dire ancora di più? Qui c'è tutto, signori, e lo sapete benissimo. Qui c'è tutto, e adesso cercate di scaricare, con il Consigliere Perazzoli che fa da martire, in questo caso, le vostre responsabilità politiche che nascono da cosa, dalle lobby economiche che vi hanno sostenuto in questo e vi sostengono tuttora. Tra l'altro sono arrabbiatissime con voi, perché le lobby economiche, e lo dice sempre la relazione del Consigliere Massi, nella pagina successiva, ce l'hanno non con i tecnici, capirai gli hanno fatto di tutto e di più, sono i comitati ed i Sindaci che ce l'hanno con l'ufficio, gli imprenditori ce l'hanno con voi, con la parte politica. Ce l'hanno con voi, lo scrive il Consigliere Massi, eccolo qua, lo scrive lui nella pagina successiva: "L'insieme delle critiche e delle proteste sollevate dai soggetti imprenditoriali che hanno puntato sulla costruzione degli impianti e sul conseguente business legato agli incentivi, essi chiamano in causa la Regione - scrive Massi - nel suo complesso e particolarmente non la struttura dirigenziale della quale non sottolineano anomalie - e ci credo gli ha fatto di tutto e di più - ma bensì la parte politica". Persino gli imprenditori dicono quello che dico io, cioè che la vostra responsabilità di tipo politico c'è tutta sulla base delle spinte delle lobby economiche che vi hanno sostenuto in questo.
Nella relazione del Consigliere Perazzoli si scarica le responsabilità politica, a me non piace mai dire "lo avevo previsto" ma, signori, in un verbale del Consiglio regionale del 20 marzo 2013 io dicevo, è scritto qua, lo leggo: "che avreste scaricato, c'è un tentativo tuttora di scaricare la responsabilità sui dipendenti regionali che avranno eventualmente responsabilità anche penali stabilite dalla Magistratura, ma di questo passo il responsabile sarà quello che ha fatto le fotocopie", ovviamente esageravo, già un anno ho detto in Consiglio che avreste scaricato la responsabilità sui tecnici ed è quello che avete fatto esattamente. Complimenti!
I mandanti politici che hanno agito sulla base delle lobby economiche che vi hanno sostenuto e vi sostengono, i mandanti politici, vogliamo cominciare dall'ex Vicepresidente della Regione, autore del famoso articolo 24 dell'assestamento di bilancio 2011? Premiato per questo e diventato parlamentare del suo partito, vogliamo cominciare da questo? Ha tirato fuori una leggina ad aziendam, ce l'avete sempre avuta voi compagni con gli interventi ad personam, qui siamo ad aziendam e nacque Corridonia in quel momento. Perché? Perché a Macerata non gli davano la Via, ecco che scappa su quella roba, la Commissione non sa niente, e nasce, benissimo, a quel punto, l'impianto di Corridonia, senza Via.
Tra l'altro, senza nulla togliere al Consigliere Binci che ha fatto un ottimo intervento, ricordo quella volta, l'ho anche rivisto, feci un emendamento che diceva: "L'articolo 24 (Assestamento di bilancio) è abrogato" naturalmente non passò, Poi l'intervento lo fece il Consigliere Binci, l’ha fatto lui, non l'ho fatto io, ma l'emendamento lo feci.
Vogliamo continuare con altri mandanti politici? L'Assessore Giannini, qui presente, non potrà dimenticare quello che lei ha fatto il 18 giugno, il 18 giugno 2012, facendo divenire carta straccia un atto approvato dal Consiglio il 12 giugno 2012, cioè 6 giorni prima. Il Consiglio ha detto: "Fermi tutti", passò per stretta maggioranza perché quella volta qualcuno stava in maggioranza, ma forse non aveva certi incarichi di poltrona e ogni tanto dava anche ragione alla minoranza, adesso purtroppo non è più così, allora passò un incarico, passò una risoluzione del Consiglio, della nuova maggioranza del Consiglio, cioè la minoranza, che ottenne e che disse: "Blocchiamo tutto", invece l'Assessore Giannini con la famosa nota a verbale della seduta scrisse sostanzialmente: "No, andiamo avanti, quello che ha scritto il Consiglio non vale niente, carta straccia". Una settimana prima lo aveva deciso il Consiglio, ma lei diede ordine agli uffici tecnici di procedere, divenne un atto di Giunta, una paginetta striminzita su carta da formaggio, 18 giugno.
Molto bravo fu l'ex Segretario, bravissimo, un grande, secondo me, perché il 21 giugno, 3 giorni dopo, l'ex Segretario generale disse: "Si applica la normativa", non disse furbamente, è un grande: "Si applica la legge n. 3 del 2012", "si applica la normativa". Allora uno in gamba potrebbe dire: "Ah si? Adesso applico quella europea direttamente applicabile", come ha ricordato la Consigliera Foschi poc'anzi, invece lui è stato un grande, senza compromettersi ha detto: "Si applica la normativa", poteva intendere anche quella europea, invece qualcun altro l'ha voluta, o meglio dovuta obtorto collo, interpretare: "Si applica anche la famosa legge n. 3 del 2012", poi cassata in gran parte dalla Corte costituzionale.
Presidente Spacca, lei frequenta abitualmente, conosce da 20 anni le principali lobby, i personaggi principali che sono a capo delle piccole società ... altre ancora per cui alla fine si arriva a meno di 10 nomi, più di 5, meno di 10, li conosce tutti e li frequenta tuttora, quindi, non ci può dire che lei non sa nulla, qualche responsabilità politica ce l'ha, anzi direi molte.
Visto, cari compagni, che discutete tutto, vi piace discutere, anche se adesso, secondo me, avete votato un Segretario nazionale che, mi sembra, ha trasformato il partito in padronale, fra poco ci siamo, quindi non potrete più dire che gli altri sono padronali e nel vostro si discute, il vostro è diventato padronale come gli altri, ma visto che ogni tanto discutete, votate, eccetera, valutate anche se non sia il caso di dare una nuova definizione al PD, non più Partito Democratico, ma partito d'affari, partito d'affari del biogas, nelle Marche questo avete dimostrato di essere.
Bisognava correre, bisognava andare di fretta perché scadevano gli incentivi, perché le lobby chissà che cosa potevano pensare. Non le avete fatte nemmeno contente anche se adesso ci provate con la Via postuma che è una contraddizione in termini, una vergogna peggiore, un rimedio peggiore del male tra l'altro.
Non avete nemmeno avuto il coraggio, la dignità politica, personale, umana, in qualche modo, di condividere una mozione non estrema, morbida, glielo devo dire Consigliere Massi, non gliel’ho mai detto, l'ho sempre pensato, non l'ho neanche scritto, che forse era morbida, ma mi andava bene, chissà che non fosse la volta buona che qualcuno di buon senso recuperasse un po' di dignità, magari in provincia di Macerata, si dice una cosa e poi qui se ne vota un'altra. E’ vero compagni di Macerata? Si fa il solito politico double face, nel territorio dico una cosa, qui ubbidisco agli ordini di Partito, alla fiducia, altrimenti il Presidente Spacca mi tira le orecchie e non solo quelle.
Ci troviamo con due relazioni, una relazione che, concludo, individua seppure in maniera soft le responsabilità politiche, sulla base delle spinte delle potenti lobby economiche, l'altra che, in maniera codarda, in maniera veramente codarda, dice: "E’ colpa dei tecnici", la parte politica è comunque esautorata da responsabilità. Vergogna signori!
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Sarò molto breve perché non torno su quelli che sono stati gli interventi dei colleghi di opposizione qui ed in Commissione d'inchiesta.
Gira tra i banchi una proposta di risoluzione del Presidente Massi, la mia è una valutazione sulla possibilità di dare a quest'Aula una dignità nel riconoscere anche il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta, è stato un lavoro lungo, faticoso e, anche dal mio punto di vista, è riuscito a ricostruire alcuni aspetti che sono importanti da mettere al voto.
Il mio appello è un appello all'Aula affinché firmi questa proposta di risoluzione per giungere ad una definizione unitaria su questa tematica che sarà ricordata, penso, come quella più importante che abbiamo affrontato in questi cinque anni e che forse è, non ricordo gli anni in cui non ero presente, una questione che ha coinvolto la comunità marchigiana e, come non mai prima d'ora, le legislature che ci hanno preceduto.
Il mio ed il nostro, penso di parlare anche a nome dei gruppi di minoranza, è un invito all'Aula a firmare questa proposta di risoluzione, a votarla in maniera unitaria per dare un messaggio risolutivo che superi anche le parti e le contrapposizioni e che possa riconoscere la dignità dell'operato di questo Consiglio regionale in questi anni e che possa riconoscere anche una validità alla buona fede di quest'Aula, grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Signori Consiglieri, credo che il lavoro della Commissione d'inchiesta ci abbia fornito un quadro che potremmo definire quanto meno distorto nell'utilizzo delle energie rinnovabili in questa regione.
Un uso distorto, come posso dire, una serie di fratture fra le componenti tecniche-politiche della Regione Marche, ma io mi sento di affrontare un tema che ritengo altrettanto importante, che è una distorsione che forse balza meno agli occhi di tutta la vicenda, ma che credo che sia non irrilevante.
Vorrei ricordare che i provvedimenti della Corte costituzionale hanno determinato un'individuazione chiara e netta di uno strumento a carico delle Regioni e dello Stato: la tutela dei Comuni. La condotta della Regione Marche, nel corso di questi 2, 3 anni, in cui ci si è mossi in questa maniera distorta, come è scritto nelle relazioni, di fatto ha tradito i Comuni delle Marche. C'è stato un vero e proprio tradimento. Perché? Inizialmente i Comuni quando volevano affrontare tematiche di questo tipo, immaginavano misure compensative per i propri territori, tramite strumenti di convenzione, ma nel corso del tempo questo ha determinato dei contenziosi perché i Comuni non possono assumere questo tipo di facoltà.
Non a caso le sentenze della Corte costituzionale ci hanno ribadito, con forza e con vigore, che la legge del 2004 va applicata, la legge statale, e recita testualmente: “L’adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole Regioni, prevedendo eventuali misure di compensazione di riequilibrio ambientale e territoriale”. Ora appare del tutto evidente che queste misure compensative la Regione le doveva normare, doveva individuare dei criteri ai quali chiunque affrontasse un procedimento di Via doveva sottoporsi.
Queste misure compensative da alcuni comitati vengono viste come un qualcosa di squallido, cioè a loro sembra squallido che un Comune autorizzi di fatto un impianto in base alla legge e per questo abbia qualcosa. Ma quel qualcosa, la Corte costituzionale ha anche individuato che cos'è. Non necessariamente è il denaro, inteso come un obolo, ma è un investimento in denaro finalizzato al riequilibrio territoriale e ambientale proprio laddove un impianto, superando un determinato valore energetico, determina un impatto fastidioso che può essere in termini di inquinamento ambientale di concentrazione, eccetera.
E' evidente che non tutte le energie rinnovabili si possono affrontare con gli stessi parametri, lo sappiamo. Il biogas è diverso dalle biomasse, l'eolico è un'altra cosa, eccetera, però il tradimento che ha determinato la Regione Marche è stato quello di consentire questa fretta e furia, questo uso distorto degli strumenti messi a disposizione, queste deficienze verificatesi sul piano tecnico eccetera. Ha creato un tradimento politico-istituzionale, la Regione ha tradito i suoi Comuni perché una corretta normativa avrebbe dovuto prevedere i criteri per individuare le misure di compensazione e costringere chi faceva determinati progetti non solo ad andare a Via in quanto tale, ma andare a Via perché quella procedura poteva portare quelle misure compensative a tutela dei Comuni, della serie cornuti e mazziati.
Vi invito a riflettere attentamente su questo perché al di là degli aspetti penali, giudiziari, politici, la domanda oggi sorge spontanea: chi risarcisce i Comuni di queste mancate misure compensative? Come si fa oggi a riportare la Regione Marche nel corretto rapporto istituzionale e a consentire che queste misure compensative arrivino? Su questo mi sembra di vedere da parte della Giunta un atteggiamento politico di silenzio tombale.
Attendo con ansia la discussione della vostra proposta di legge perché vorrei proprio confrontarmi su questi aspetti normativi che non sono di secondo piano, ma che sono determinanti per creare l'armonia ambientale nei territori e per garantire non solo i cittadini a livello di inquinamento ambientale, ma un determinato territorio di avere strumenti economici previsti dal legislatore, confermati dalla Corte costituzionale cui noi siamo obbligati, senza se e senza ma, a dare seguito normativo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Prima di entrare nel merito della Commissione d'inchiesta, vorrei dedicare 30 secondi al Partito Democratico.
Potrei rispondere al Consigliere Marangoni con quelli che sono i concetti che a volte esprime in quest'Aula il Consigliere Camela quando fa riferimento all'emotività ed ai macrofenomeni, ma non voglio togliere l'idea al Consigliere Camela.
Il Segretario del Partito Democratico, questo è un dato di fatto, è stato eletto alle primarie, milioni di persone hanno partecipato alle primarie, e questo Segretario, con il contributo degli organismi, perché tantissime volte si sono riunite le segreterie, le direzioni nazionali, si è riunita l'assemblea nazionale, ha dato natura e senso, direi, a quella che è la natura di un partito riformista.
Non aggiungo altro, perché non debbo rispondere al Consigliere Marangoni del Partito Democratico, però affermazioni rispetto al partito proprietario, padronale, credo che, per quanto ci riguarda, vanno respinte.
Mi associo ai ringraziamenti che ha fatto il Consigliere Massi alla struttura della Commissione, alla dottoressa Buglioni ed al dottor Ascoli, e al tempo stesso ringrazio i Consiglieri Massi e Perazzoli, come pure i colleghi, perché è stato fatto un lavoro serio di approfondimento, un lavoro sereno da cui sono scaturite, il Consigliere Zinni poc'anzi diceva "leggo nelle relazioni", ecco riconosco quell'onestà intellettuale in cui si dice "le relazioni", di fatto due relazioni che hanno, ovviamente, un'impostazione politica diversa, ma sono relazioni che non nascondono e la relazione del Consigliere Perazzoli non nasconde sicuramente nulla.
Per la verità è già intervenuta l'Assessore Malaspina, interverrà il Presidente Spacca, quindi, nei minuti che ho a disposizione non ho il tempo di fare un intervento organico, ma alcune cose voglio dirle.
Qui si è fatto riferimento più volte alla proposta di legge n. 384 della Giunta regionale, a parte che non mi risulta che questa proposta di legge sia stata votata dall'onorevole Favia, ma per quanto ci riguarda - tra l'altro il 21 dicembre, a Camerata Picena alla presentazione del libro "La buona terra" ho avuto una lettera aperta a me indirizzata e credo che nei comportamenti e anche nelle azioni che abbiamo condotto prima e dopo, abbiamo sempre detto non ci saranno blitz, anche se qualcuno li paventava - che ci sarà una partecipazione vera e per quanto mi riguarda voglio definirmi un po' un incontentabile della democrazia e, quindi, la soluzione la troveremo con una pratica continua della democrazia. Democrazia intesa come ascolto, come partecipazione, come costruzione della decisione. Questo sarà il percorso anche per quello che riguarda la proposta di legge n. 384.
Per quanto riguarda la democrazia, credo che la relazione del Consigliere Perazzoli, da questo punto di vista, non rinunci a nulla, perché la relazione è precisa, puntuale, ricostruisce e cita tutti i fatti, ricostruisce tutti i passaggi anche quelli che sono avvenuti in quest'Aula, laddove c'è stato quel confronto democratico, a cui faceva riferimento anche il Consigliere Pieroni.
Tutto è citato nella relazione, non si nasconde nulla, dovete consentircelo, la nostra è una cultura garantista, non siamo giustizialisti e non ci sostituiamo alla Magistratura, questo era il compito della Commissione d'inchiesta, una ricostruzione precisa dal punto di vista istituzionale, legislativo, politico. Poi, per quello che riguarda le responsabilità la relazione le dice in modo chiaro, addirittura aggiunge qualcosa di più perché si permette anche di produrre delle indicazioni che non possono, a mio avviso, non essere prese in considerazione da chi non rinuncia a governare questa Regione.
Il compito che abbiamo, qui sono stati fatti riferimenti al Pear, a Falconara Marittima, si, noi ci siamo assunti delle responsabilità nel corso dei mesi, voglio anche ricordare che questa maggioranza ha votato il rigassificatore, ma oggi qualcuno si sente di dire che senza quel voto in Aula pesante sul rigassificatore, la situazione a Falconara Marittima sull'occupazione, sulla ripresa della raffineria, sarebbe stata diversa da quella che è? Certo che dobbiamo assumerci delle responsabilità, ma dentro quel quadro, a cui faceva riferimento il Consigliere Perazzoli, della libertà d'impresa, ci sono, al tempo stesso, come diceva il Consigliere Bucciarelli, i punti fermi e sono i punti fermi che dobbiamo rispettare, ovvero quei principi, non negoziabili, che sono la tutela dell'ambiente o la tutela della salute.
Detto questo, credo che l'obiettivo di ridurre la dipendenza dal petrolio, dalle fonti fossili, attraverso il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili sia sicuramente una priorità. Penso al fotovoltaico, all'eolico, alle biomasse, penso al biogas, all'idroelettrico, al geotermico e così via. Una priorità è anche una sfida, c'è un valore che è economico, che è produttivo, che è occupazionale, che è tecnologico, che è industriale, che è ambientale, che è sociale e, da questo punto di vista, si continua a dire del fotovoltaico, ma la Regione Marche, anche per questo dobbiamo essere fieri di appartenere a questa comunità marchigiana e a questa Assemblea legislativa, è stata la prima in Italia che ha regolamentato gli impianti del fotovoltaico a terra, perché quel decreto legislativo, il n. 387 del 2003, ha visto la sua attuazione nel settembre 2010 e questa Assemblea, nel luglio del 2010, quindi, un mese e mezzo prima, aveva approvato una legge che andava in quella direzione. Molto probabilmente anche quella legge sarebbe stata impugnata se il 18 settembre 2010 non si fosse data attuazione, da parte del Governo, a quella proposta, a quell'atto legislativo del 2003.
Noi qui abbiamo fatto riferimento ai comitati, ma non ce li ricordiamo più i comitati sull'elettrodotto? I Sindaci sull'elettrodotto? Le preoccupazioni nel maceratese in particolare, ma ovunque, su quel tratto Fano-Teramo. Quanti Sindaci hanno protestato? Qui non debbo aggiungere nulla, ma c'è stata una presa di posizione forte del Presidente Spacca nel luglio 2013, c'è stata in Aula una dichiarazione dell'Assessore all'ambiente che ha detto che quel percorso si è chiuso e si è chiuso in modo negativo.
C'è questo aspetto, nessuno lo nasconde, e sul biogas è quello della mancata pianificazione. Le riflessioni sono state fatte in questa Aula e nella relazione del Consigliere Perazzoli sono riprese, noi siamo consapevoli che ci sono delle difficoltà anche perché abbiamo dei punti fermi, sappiamo che la terra va coltivata per produrre cibo, come diceva prima il Consigliere Binci, la terra non va coltivata per produrre energia, il paesaggio, non soltanto quello agricolo, non può subire alterazioni.
Una comunità per essere tale ha bisogno di un proprio territorio, l'ambiente va tutelato, ecco, dentro questo quadro, noi oggi concludiamo un primo percorso che è quello di una relazione e di una maggioranza aperta che sa scrivere anche le proprie responsabilità. Questo è quello che contiene la relazione del Consigliere Perazzoli, di qui sulla via della democrazia costruiremo anche proposte, percorsi e leggi che faranno uscire la nostra Regione da alcune difficoltà e che ci consentiranno di raggiungere quell'obiettivo fondamentale che è quello di ridurre la dipendenza dal petrolio, aumentare le fonti rinnovabili e garantire futuro e speranza alle giovani generazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.
Sara GIANNINI. Grazie Presidente. Intervengo oltre che per fatto personale anche perché su questo argomento credo che nessuno di noi possa sottrarsi a dire quello che pensa.
Respingo l'idea che dicendo quello che si pensa si diventa amici o nemici del popolo, amici o nemici degli imprenditori.
Noi siamo qui per svolgere una funzione legislativa e contemperare interessi che a volte possono anche contrastare. E' una funzione difficile che ognuno di noi assolve anche secondo il ruolo che svolge in questo momento o nel momento in cui attribuisce ed esprime la sua attività.
Sulla questione del biogas, credo si siano alimentate oltre che le opinioni dei singoli Consiglieri, dei Comitati, dei Sindaci, anche diffamazioni che riguardano l'onestà e la credibilità dei singoli esponenti politici, e mi pare che la sintesi perfetta di quello che sto dicendo sia l'intervento del Consigliere Marangoni che parla di mandanti politici, che fa riferimento a dati istituzionali pubblici che non sono certamente sottoposti né a riservo né a segreto e che attengono ad un principio che ognuno di noi, nella propria funzione, deve esercitare fino in fondo le proprie competenze.
Anch'io sono Consigliere regionale oltre che Assessore, come il Consigliere Marangoni, e so bene che le mozioni, si dice nel gergo politico, non si negano a nessuno, perché le mozioni hanno lo scopo di accontentare tutti, accontentare i Comitati a cui si dice: "Ma io ho fatto la mozione, l'ho votata, adesso è un problema della Giunta", accontentare o imbonire i proprietari dicendo: "Si, ma sai intanto è solo una mozione e non succederà niente", quindi, io la interpreto così, permettetemi di avere la mia opinione.
Proprio quel fatto che viene riportato dal Consigliere Marangoni, è un fatto specifico che attiene proprio a quella caratteristica che dicevo prima, il Consiglio regionale ha, ogni Consigliere regionale ha, la facoltà di presentare mozioni e iniziativa legislativa. L'iniziativa legislativa era eventualmente l'unico modo per bloccare tutti i provvedimenti, invece della mozione, nella quale si diceva alla Giunta di compiere un atto illegittimo, perché noi non abbiamo potestà di legge, non avremmo potuto bloccare i provvedimenti che erano incardinati secondo procedure stabilite dalle leggi, si poteva a quel punto avviare una iniziativa legislativa, con un unico articolo che avrebbe bloccato tutti i provvedimenti facendo assumere al Consiglio regionale la sua effettiva responsabilità.
Questo è il motivo per cui in Giunta ho sollevato la questione e non ho ordinato, ma ho sollevato la questione in Giunta, e i nostri avvocati hanno risposto nel modo in cui sapete. Non è scaricare le responsabilità, è affermare la verità di quello che è accaduto.
Questo Consiglio regionale di cui anch'io faccio parte, quindi, questo richiamo è prima di tutto a me stessa, avrebbe potuto svolgere quella funzione già il 13 giugno e, in quel modo, risolvere il tema dei provvedimenti legislativi. Non lo si è fatto, si è preferito percorrere la strada della mozione, sapendo che questo avrebbe incontrato i problemi che poi abbiamo avuto, cioè l'impossibilità, lo ribadisco, da parte della Giunta di bloccare i provvedimenti, delibere e atti amministrativi, che erano formati su leggi dello Stato e della Regione.
Credo che questo sia per la chiarezza, respingo, e mi spiace che il Consigliere Marangoni non sia in Aula, ma presumo che qualcuno glielo riferirà, se no si legge i verbali, che la valutazione etica e morale mia o di altri possa essere fatta da chi in 5 anni ha cambiato 3 partiti e adesso pretende di insegnare o di valutare eticamente i comportamenti di ognuno di noi.
Le nostre opinioni politiche possono differire, ma dal punto di vista della correttezza personale, io non consento a nessuno, tanto meno al Consigliere Marangoni, di richiamare l'etica mia o di chiunque altro.
E' ora che in questo Consiglio si cominci a distinguere la responsabilità politica, dal valore delle persone, che è tutt'altra cosa Consigliere Marangoni, cosa che a lei ultimamente, visti anche gli strafalcioni sulle questioni che attengono alla valutazione razzista, è un po' sfuggita. Probabilmente sarà troppo impegnato a fare il Sindaco a Recanati o almeno a tentare di candidarsi a Sindaco di Recanati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA. Sono state moltissime le riflessioni che sono state poste all'attenzione di quest'Aula ed anche del Governo regionale.
Credo che ci siano innanzitutto da ringraziare i Consiglieri per le riflessioni che sono state formulate, che sicuramente aiutano anche la Giunta ad affinare la propria sensibilità rispetto ad un tema che non si esaurisce oggi, ma che avrà altri appuntamenti di riflessione, anche più stringenti, perché riguarderanno atti che condizioneranno e organizzeranno l'attività di governo su questa materia.
Sono venuti tanti spunti positivi e propositivi che noi terremo in considerazione e che ci aiuteranno sicuramente ad uscire da questa vicenda che è estremamente contorta, lo ribadisco, sicuramente in parte anche per le interpretazioni che noi abbiamo dato alla materia, forti di pareri e di informazioni che avevamo a disposizione. Pareri giuridici ed informazioni politiche che peraltro sono state veritiere per altre Regioni d'Italia che ancora hanno in vigore la nostra stessa legge n. 3 del 2012, su cui non è intervenuta una procedura di incostituzionalità, anzi il Governo, che ha vagliato quelle proposte di legge, non ha minimamente sollevato questa questione, tant'è che queste leggi sono vigenti. Vigenti in Regioni in cui un solo impianto, come diceva l'Assessore Malaspina, ha la capacità produttiva di tutti gli impianti a biogas della Regione Marche e, non a caso, dal punto di vista della produzione di bioenergia, noi siamo tra le ultime regioni italiane.
Le decisioni che la Giunta ha assunto, non le ha assunte strada facendo con una logica pressapochistica, superficiale, ma le ha sempre assunte forte dei pareri avuti dai legali interni alla Regione ed esterni alla Regione, dai contatti che ci sono stati con il Ministero dell'ambiente, che stava intavolando delle trattative con l'Unione europea, rispetto a cui si diceva fiducioso. Essendo questa, l'ho detto anche in altre circostanze, una materia di esclusiva competenza dello Stato, noi dovevamo, in qualche modo, attenerci a quelle che erano le indicazioni che ricevevamo, ed aggiungo un'altra cosa, se voi vedete il momento in cui la Corte costituzionale ha assunto la decisione e il tempo in cui ha emanato la sentenza, un lungo tempo, credo, che la Corte costituzionale abbia lungamente riflettuto su quale fosse l'atteggiamento e la motivazione e, quindi, la sentenza da offrire alla nostra attenzione. Anche su questo abbiamo degli elementi che ci fanno comprendere che la stessa Corte costituzionale ha avuto molti dubbi rispetto a quale strada percorrere in relazione, per esempio, alla potestà di far ricorso anche ad un approfondimento presso l'Unione europea.
Dico queste cose per dire che non è stato un atteggiamento superficiale, non è stato un atteggiamento di tipo pressapochistico, ma è stata una posizione, ripeto, giuridicamente sostenuta, in maniera fermissima, dai nostri legali e i Consiglieri della maggioranza lo sanno per aver partecipato a degli incontri, per aver avuto informazioni di carattere politico che, in qualche modo, ci facevano comprendere quello che, ripeto, è avvenuto per tutte le altre Regioni.
Detto questo vorrei aggiungere che sono emersi alcune valutazioni anche di carattere personale e anche alcune riflessioni che non corrispondono a verità, quindi, mi permetto di correggerle e comincio dal Consigliere Natali. Non è vero che l'imprenditore, di cui lei non ha fatto il nome, e io non lo farò, che è stato citato in questi articoli non abbia fatto la smentita, l'ha fatta nella maniera più clamorosa, pur essendo in India e dall'India l'ha fatta, dicendo che lui non ha alcun interesse nell'attività di biogas di questa regione. E' una precisazione ufficiale che è uscita nello stesso giornale che è stato citato dal Consigliere Natali.
Per quanto riguarda l'altro articolo che lei ha citato, io stesso ho fatto la precisazione che sono nella Fondazione Marche, che viene in qualche modo interpretata come una delle cosiddette lobby entro cui risiedono i mandanti di un disegno su cui poi rifletteremo. Il Presidente della Regione Marche è nella Fondazione Marche al pari dei Rettori delle Università di Ancona, al pari del Rettore dell'Università di Camerino, per i loro ruoli istituzionali, e la finalità della Fondazione Marche è semplicemente una finalità a sostegno della crescita e dello sviluppo sociale ed economico della nostra Regione. Dalla Fondazione Marche non sono venute le risorse per studiare strategie energetiche della regione, ma sono venute le risorse su progetti di valorizzazione della cultura e della società marchigiana ed è uscito, così la cosa forse potrà essere ulteriormente nota, il progetto di formazione di 10 studenti alle più prestigiose Università americane, sulle tecnologie più evolute. Per due anni, 10 studenti della nostra regione studieranno sotto la guida di altrettanti premi Nobel nelle 10 Università più prestigiose degli Stati Uniti sui temi delle nano tecnologie, della sensoristica e della medicina molecolare. E' anche venuto il finanziamento per il film su Giacomo Leopardi ed altre iniziative che sono andate in questa direzione, quindi, lo scopo della Fondazione Marche è questo.
Che il Presidente possa avere contatti con tutti gli imprenditori della regione è cosa nota, sia perché questo faceva parte delle attività professionali prima di diventare Consigliere regionale, era nella sua attività di ricerca di carattere industriale, che per il fatto che, come sapete, ha fatto l'Assessore all'industria ed inevitabilmente ha avuto contatti con gli imprenditori di questa regione. Ma i contatti che il Presidente ha avuto con gli imprenditori sono unicamente finalizzati allo sviluppo del reddito, dell'occupazione di questa regione con il massimo della trasparenza e con il massimo del rispetto delle normative.
Che ci siano mandanti politici sulla vicenda biogas, poi lo riprenderò, credo che sia una bufala clamorosa, nel senso che lo sviluppo della strategia relativa alle bioenergie, come ha detto molto bene l'Assessore Malaspina, è una strategia che deriva dal Pear, ma prima di arrivare agli aspetti strategici e di merito in campo energetico, vorrei riprendere anche un'altra delle punzecchiature che sono arrivate dal Consigliere Massi rispetto alla stizza, allo scatto di stizza che mi viene imputato nella sua relazione.
Chiaramente se uno partecipa ad una assemblea pubblica, organizzata da lui stesso, in questo caso dal Presidente della Regione, e intende discutere tutti gli argomenti che afferiscono il territorio e viene bersagliato, per circa due ore, su un unico argomento, continuamente, con una domanda che viene ripetuta all'infinito, con un argomento che non ha né capo, né coda, perché giustamente, come qualcuno ha detto, i comitati sono portatori di una sensibilità che va rispettata e su cui ci si deve confrontare, ma qualche volta i comitati utilizzano anche delle argomentazioni che non hanno né capo, né coda, come quelli che in quella serata venivano poste sistematicamente, ovvero che l'attività di biogas e, quindi, il digestato potesse procurare, anzi aveva procurato, delle morti. Vi è stata distribuita la documentazione, 19 persone in Germania per colpa dei batteri contenuti nel digestato del biogas, notizia ripetuta, ribadita, fatta girare in tutte le assemblee, chiaramente non corrisponde a verità perché era stato chiarito da tre anni dall'Efsa (European food safety autority) che questa non corrispondeva affatto al digestato, all'attività delle centrali a biogas, ma ad un'altra questione che riguardava i semi di fieno provenienti dall'Egitto.
A parte queste cose, vorrei rientrare nell'argomento che oggi è oggetto della nostra riflessione, ovvero qualcuno ha contestato l'impostazione dell'Assessore Malaspina che io mi sento di riprendere e di rioffrire alla vostra valutazione, ovvero: su quali linee si doveva muovere la Giunta regionale, se non su quelle fondamentali della programmazione energetica approvava dal Consiglio regionale con il Piano energetico ambientale regionale che prevedeva la disincentivazione dei combustibili fossili? Cosa su cui la Giunta regionale si è mossa, disattivando le centrali turbogas di Camerata Picena, come ricordava il Consigliere Giancarli e quella di Jesi, disincentivando la nuova centrale turbogas di Falconara, una centrale turbogas utilizza combustibili fossili anche se si passa dagli oli pesanti al gas metano, non autorizzando le centrali di Corinaldo e di San Severino, e facendo venire meno immediatamente la mancata intesa, quindi, come riuscire a fronte di questo impegno a non utilizzare combustibili fossili, comunque a compensare il fabbisogno energetico della regione che, non dimentichiamolo, è la regione più industriale d'Italia? La cui occupazione dipende in grande misura dal sistema manifatturiero, se non attraverso, come poi l'Europa avrebbe detto, lo sviluppo delle energie rinnovabili?
Quando siamo partiti nel 2006 non c'era ancora la cultura di cui il Consigliere Binci oggi ci convince tutti quanti. C'era un altro tipo di cultura che anche le bioenergie dovevano, in qualche modo, contribuire, per quota parte, a quel fabbisogno energetico che serviva per l'economia della nostra regione. Poi abbiamo tutti quanti acquisito anche la cultura che la bioenergia, in modo particolare, il biogas, doveva essere limitata ad impianti di piccola dimensione legati dalla filiera agricola e tant'è che in quella direzione ci siamo mossi, ma inizialmente l'impostazione era diversa.
Questa è stata una sensibilità acquisita successivamente. Cosa doveva fare il Governo regionale se non stimolare e favorire il processo di produzione di energia rinnovabile che era la direttrice del Pear? Così è stato, ma senza bisogno di fare dietrologia, di dire che c'erano delle lobby che spingevano per le bioenergie. Era l'indicazione naturale di programmazione del Pear, noi avevamo degli obiettivi da raggiungere, che non abbiamo ancora raggiunto nel 2012, proprio rispetto alla produzione di bioenergie, e qui ha ragione il Consigliere Massi, da questo punto di vista, il Piano energetico ambientale non ha raggiunto gli obiettivi che si proponeva ed è necessaria una revisione, che fra l'altro abbiamo già avviato con il Politecnico delle Marche.
Questo non significa che il Piano energetico ambientale abbia fallito, questo significa che dobbiamo lavorare ancora di più perché gli obiettivi del Piano energetico ambientale regionale siano raggiunti, perché quel Piano energetico ambientale regionale, indipendentemente dalle norme, nella sua strategia era nelle linee e nell'indirizzo dell'Europa, andava verso le energie rinnovabili, andava verso l'obiettivo del "burden sharing" che poi c'è stato assegnato, andava in direzione di quello che è più moderno nella cultura ambientale europea, cioè città libere da carbonio e non utilizzo dei combustibili fossili che creano gas clima alteranti.
Credo che su questo piano dobbiamo sgombriamoci la testa dalle riserve mentali che qui ci sia un burattinaio che abbia guidato questo tipo di politica, perché questo tipo di politica l'ha guidato il Consiglio regionale, i Consiglieri regionali, l'Assemblea legislativa, nel momento in cui ha approvato il Piano energetico ambientale regionale ed ha fatto questa scelta di puntare sulle energie rinnovabili, sul biogas, sull'idroelettrico, sulla geotermia, e sull'eolico. Se non ci siamo riusciti è perché non siamo riusciti a combinare le azioni operative in questa direzione in maniera adeguata, anche per le contraddizioni della normativa dello Stato che da una parte ci affidava degli obiettivi, dall'altra ci impediva di farlo per le sue stesse contraddizioni.
Io non so come finirà la vicenda su cui sta indagando la Magistratura, quando ci sarà la conclusione delle indagini decideremo che cosa fare e come tutelarci come Regione Marche, abbiamo già anticipato la nostra posizione, quindi, nessuna illazione rispetto a quali saranno le posizioni della Regione Marche, se non quelle che abbiamo già dichiarato sui giornali e che sono state riscontrate anche da chi, in questo momento, è interessato dalla vicenda, saranno assunte nel momento in cui il tempo lo consentirà.
Per quanto riguarda il tema della proposta di legge, è un tema ulteriore su cui avremo modo di confrontarci anche alla luce degli argomenti che qui sono emersi, ma credo che dal punto di vista politico, istituzionale, noi ci siamo comportati nella maniera più coerente che il quadro normativo ci ha consentito nel periodo che è intercorso tra il 2010 ed il 2013. Ci siamo comportati in maniera coerente con quelli che erano gli obiettivi strategici del Piano energetico ambientale regionale e abbiamo interpretato la politica energetica ambientale regionale non in una logica formale, non in una logica soltanto di rispetto delle normative, non soltanto di trasparenza e di legalità, secondo il nostro punto di vista, sostenuto, ripeto, dall'Ufficio legale della Regione, dall'Ufficio legislativo della Regione, dalle informazioni che ci venivano trasmesse dal Ministero, ma soprattutto abbiamo cercato di interpretare la politica energetica ambientale regionale al servizio della nostra comunità per raggiungere gli obiettivi che il Pear ci aveva dato e che purtroppo non sono stati raggiunti.
PRESIDENTE. Grazie Presidente. Mi sono pervenute allo stato due proposte di risoluzione, la prima a firma del Consigliere Massi, peraltro è stato Presidente della Commissione d'inchiesta e relatore in Aula, uno dei due relatori, quello di minoranza, l'altra proposta di risoluzione, la seconda, è a firma di diversi Consiglieri, credo tutti della maggioranza: Perazzoli, Ricci, Giancarli, Traversini, Comi, Busilacchi, Eusebi, Marconi, Camela, Acacia Scarpetti, Badiali, Sciapichetti, Donati.
Metto in votazione in base all'ordine di presentazione la proposta di risoluzione ...
Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La mia dichiarazione di voto è in merito alle due risoluzioni che ho potuto leggere velocemente e, quindi, rimane difficile esprimere un giudizio a caldo su queste due risoluzioni in merito ad un argomento così importante.
Anticipo che il mio voto sarà di astensione su entrambe le risoluzioni e presenterò una proposta di legge che spero la Commissione possa valutare in merito alla questione biomasse e biogas.
PRESIDENTE. Metto in votazione, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Marangoni, la proposta di risoluzione a firma del Consigliere Massi.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Pieroni.
(L'Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. La proposta di risoluzione è respinta.
Metto in votazione la proposta di risoluzione a firma Perazzoli, Ricci, Giancarli, Traversini, Comi, Busilacchi, Eusebi, Marconi, Camela, Acacia Scarpetti, Badiali, Sciapichetti, Donati. Dichiaro aperta la votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,00.
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Commemorazione della Giornata della Memoria
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri darei inizio alla seduta odierna del Consiglio regionale, come sapete, la prima parte è dedicata alla Giornata della memoria.
Giornata della memoria istituita nel nostro Paese con la legge n. 211 del 2000 che ha accolto la proposta internazionale di ricordare la data del 27 gennaio 1945 con una giornata dedicata alla commemorazione delle vittime dell'olocausto, peraltro anche legge regionale adottata dalla Regione Marche nel 2002, che non deve essere a mio avviso il ricordo di questa data, il 27 gennaio, precisamente il 27 gennaio 1945, quando l'armata russa entrò ad Auschwitz e salvò i pochi superstiti rimasti e si rese conto de visu di ciò che era accaduto, ma, credo di poter dire, della pagina più buia della storia dell'umanità.
La Giornata della memoria non deve essere o può essere caratterizzata da aspetti rituali, credo che sia obbligo, impegno e dovere di tutte le istituzioni fare in modo che non si cancelli il ricordo, non si cancelli la memoria di ciò che è accaduto. Ne sono ancora più convinto in un tempo, in un mondo, in un modo di vivere che ci porta molto spesso a vivere tutto con fretta e a dimenticare tutto abbastanza celermente.
Questo nostro tempo è caratterizzato dalla fretta di un vivere che talvolta, poi tutte le generalizzazioni, per carità, sono sbagliate, ci porta ad essere da una parte superficiali, presi dalla gestione quotidiana, ma soprattutto ci porta a dimenticare in fretta ciò che accade.
Questo non può essere soprattutto per una pagina tremenda della storia dell'umanità, anche in considerazione del fatto che l'umana brutalità non si è esaurita, purtroppo, in quella pagina della storia, perché anche quando siamo qui, lontano o vicino, ci sono, in alcune parti del mondo, anche nel contemporaneo, storie di umana brutalità.
Ecco perché ha un senso, ed ha un senso, ripeto, non rituale, non di retorica, di circostanza o di dovere d'ufficio, coinvolgere su questi temi soprattutto le giovani generazioni perché nel conoscere, nel ricordare, nell'avere visione piena e consapevole, anche emotivamente forte, di ciò che è accaduto, possano assumere la responsabilità personale di avere un atteggiamento quotidiano nelle piccole o nelle grandi cose che sia in contrasto con ciò che è accaduto in quel tempo e con ciò che ancora accade in qualche parte del mondo.
Dico questo perché non è vero che ognuno di noi non può fare nulla affinché pagine così buie di storia non debbano a ripetersi. Il raggiungimento di condizioni di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti non è una pagina scritta ed incancellabile, va difesa quotidianamente. Dobbiamo soprattutto affidare ai giovani, fargli comprendere e non stancarci di insinuare in loro il concetto della centralità e del rispetto della persona umana, della centralità e del rispetto dei diritti umani, della repulsione verso ogni forma dittatoriale, verso ogni forma di diritti negati.
Credo che questo sia l'impegno, l'obbligo ed il motivo della celebrazione della data del 27 gennaio. Ricordare non solo per ricordare, ma ricordare per rinnovare l'impegno, anche nelle piccole cose, di respingere quotidianamente quei comportamenti che sono la negazione del diritto altrui. Comportamenti negativi o disattenzioni nei confronti dei più deboli, dei più fragili o atti discriminatori per ragioni di genere, di lingua, di religione, di fede politica. Tutti i giorni siamo chiamati con i nostri comportamenti a difendere valori come quelli, ripeto, della democrazia, della libertà, del rispetto degli altri e soprattutto dei diritti individuali e collettivi.
Con l'Ufficio di Presidenza quest'anno abbiamo deciso di celebrare questa data del 27 gennaio condividendo il progetto messo in piedi dal Ministero dell'istruzione, il concorso dal titolo “I giovani incontrano la Shoah”. E' un concorso istituito dal Ministero a cui hanno partecipato diversi istituti marchigiani preselezionati, 7 istituti marchigiani, che sono oggi presenti con i Dirigenti scolastici e i referenti del progetto di ogni istituto. Li saluto e li ringrazio di essere qui presenti, così come sono presenti gli alunni della classe dell'Istituto che ha conseguito la menzione d'onore del Presidente della Repubblica, come istituto primo classificato in questa edizione del concorso, quindi, li saluto a nome mio e di tutta l'Assemblea, mi complimento con tutti i 7 istituti, con i Dirigenti scolastici, con chi ha seguito il progetto ed in particolare con i ragazzi che sono presenti oggi.
Gli Istituti sono: l'Istituto comprensivo “Paolo Soprani” di Castelfidardo, l'Istituto comprensivo di Sassoferrato, l'Istituto comprensivo “D'Azeglio” di Ascoli Piceno, l'Istituto comprensivo “Cantalamessa” di Ascoli Piceno, l'Istituto comprensivo “Gianfranco Gaudiano” di Pesaro, il Liceo scientifico “Guglielmo Marconi” di Pesaro, l'Istituto d'Istruzione superiore “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche.
Un particolare ringraziamento e complimenti alla delegazione dell'Istituto “Leonardo Da Vinci” di Civitanova Marche per, come ho detto prima, aver ricevuto la menzione d'onore del Presidente della Repubblica come primo classificato nella edizione del concorso “I giovani incontrano la Shoah” 2012-2013.
Ringrazio per aver accolto l'invito, gliene sono grato, il Presidente della Comunità ebraica di Ancona, Bruno Coen, con il quale anche in altre occasioni abbiamo celebrato questa data. Lo ringrazio per aver accolto il nostro invito.
Naturalmente debbo anche ringraziare l'Ufficio scolastico regionale con cui questa istituzione, in modo particolare l'Assemblea legislativa delle Marche, in questa legislatura, quindi, da diversi anni, continua ad avere un rapporto stretto e questo permette una grande collaborazione che ha consentito negli anni passati, e anche nel 2014 ci consentirà, di stabilire legami forti con le istituzioni scolastiche che sono il luogo dove i ragazzi si formano, quindi, il luogo ideale per le istituzioni di presentarsi, di farsi conoscere, dando la possibilità ai giovani di vivere in modo meno distante il rapporto con le istituzioni conoscendo quello che che fanno, come lo fanno e le cose di cui si occupano, quindi, anche in questa occasione voglio ringraziare l'Ufficio Scolastico regionale.
Proseguirei dando la parola, non l'ho citata prima, la cito adesso, la saluto e la ringrazio, alla professoressa Rita Baldoni che è la referente del progetto vincitore che ci descriverà il lavoro fatto mentre sfileranno le immagini della mostra “Armati di violino” che è stata, come dicevo prima, premiata dal Quirinale.
Professoressa Rita Baldoni, prego.
Rita BALDONI. Grazie, la Memoria, nella dimensione ebraica, è da sempre la sorgente della vita. Yad Vashem il centro di ricerca internazionale sulla shoah con sede a Gerusalemme prende il nome dal versetto di Isaia: "Io darò loro, nella mia casa e tra le mie mura, un monumento, yad, e un nome, shem, più che se fossero figli e figlie; io darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato". Yad Vashem dunque significa un monumento e un nome.
Noi siamo qui oggi per onorare più di sei milioni di nomi, sei milioni di vite cancellate - vite, volti, sorrisi, pianti, bambini, uomini, donne, anziani - vite, vittime innocenti, nomi - cancellati poco più o poco meno, di solo settanta anni fa.
La storia si scrive continuamente col ricordo, col ricordo delle sue fonti, riscritture, testimonianze, lacerazioni. L'anniversario dello sterminio degli ebrei diventa simbolo per fare in modo che il dolore dell'umanità, ferita dai mostri del passato, operi continuamente nel presente e impedisca la nascita di nuovi mostri. Da questa responsabilità morale non possiamo allontanare il nostro sguardo, specie noi docenti che viviamo fianco a fianco di ragazzi, spesso incapaci di decodificare, spesso confusi da sollecitazioni che intendono negare ciò che è stato, il massacro di più sei milioni di bambini, donne, uomini, anziani ebrei italiani, polacchi, tedeschi, austriaci, francesi, olandesi, cecoslovacchi, ungheresi, belgi, ucraini, greci cittadini europei. E' accaduto qui, in Europa, solo settanta anni fa.
Soltanto una lucida visione del male e della sofferenza creata dall'uomo sull'uomo, può dare inizio alla concreta trasformazione della storia presente, per renderla capace di restituire valore e dignità ad ogni singola vita.
Oggi, che i temi, i diritti e la qualifica di cittadino sono al centro dell'attenzione e della riflessione sia delle istituzioni sia degli stessi cittadini, ricordare non può fare che bene, per sapere cosa avveniva quando l'essere cittadino era un concetto a discrezione di un potere razzista. E questo è uno dei compiti della scuola.
Renzo Gattegna, Presidente delle Comunità ebraiche italiane, in un articolo apparso sulla stampa l'ottobre scorso ci ricorda che: la memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione.
E per questo ringrazio oggi il Presidente Gian Mario Spacca, il Presidente Solazzi, il Dott. Crinelli, il Consiglio regionale tutto e l'Ufficio Scolastico regionale di questo invito che ci permette di condividere con tutti i presenti l'esperienza positiva del nostro progetto didattico, un esempio rappresentativo di quanto si realizza nella scuola, del quale vedete scorrere una breve sintesi. Ma questo progetto, che ci ha visto protagonisti lo scorso anno di un prestigioso riconoscimento ministeriale nazionale, grazie al contributo prezioso del mio collega Bravetti che ha curato l'espressione artistica e l'aspetto grafico e del professore Intorre, autore del corto "Il bruco e la farfalla", presenti qui oggi con i ragazzi dei nostri licei linguistico e classico, parte da lontano.
Inizia cinque anni fa, quando ho voluto avvicinare i miei alunni alla tematica della Shoah non nelle modalità consuete che avevo sempre curato - viaggi nei luoghi della memoria, proiezioni di film, letture - ma facendoli partecipare alla prima traduzione, dal tedesco all'italiano - un lavoro in presa diretta dunque, una presa diretta con il dolore - di poesie nate nel campo di concentramento di Theresienstadt o Teresin, poesie, filastrocche e ninne nanne, create per essere cantate dai bambini, deportati nel campo. Poesie e canti della scrittrice Ilse Weber, deportata a Theresienstadt nel 1942 assieme al figlio più piccolo e suo marito, sconosciuta in Italia fino ad allora e frutto di una mia personale ricerca. Ilse Weber mi fulminò quando lessi le sue ultime parole, pubblicate per la prima volta nelle pagine di un giornale tedesco nel 2008, testimoniate da un suo concittadino, che era addetto alle terribili funzioni del Sonderkommando. Egli la riconobbe, scesa dal treno di Auschwitz, era insieme a dieci forse quindici bambini ed uno era il figlio Tommy, lei scese dal treno, dalla rampa, vide questo suo compagno, erano stati insieme deportati a Theresienstadt, e lui sapeva che lei a Theresienstadt si occupava di bambini malati e sapeva che nell'infermeria li faceva cantare dalla mattina alla sera anche se ovviamente era proibito, aveva una chitarra che aveva trovato illegalmente, e quando la vide scendere dalla rampa riuscì ad arrivare a lei e lei gli chiese “E' vero che possiamo fare la doccia dopo il viaggio?” e lui le rispose “No Ilse, questa non è una doccia, è una camera a gas, ma ti do un consiglio, fa cantare i bambini quello che con loro hai sempre cantato, falli sedere a terra e falli continuare a cantare, più canteranno e più inaleranno prima, prima che il panico degli altri li assalga”, lei abbracciò uno dei suoi bambini e disse “Allora non faremo la doccia”.
Questa frase devo dire, fu questa la frase che mi fulminò, da questa è nato il nostro impegno, per continuare a ricordare, nomi , persone, ricostruire vite, travolte e sommerse dagli eventi. Vite, come la sua, una giovane ebrea ceca di lingua tedesca, intellettuale, musicista, poetessa e scrittrice di fiabe per bambini, piuttosto famosa in Cecoslovacchia.
La reazione dei ragazzi allora fu di partecipazione corale ed entusiasta, percepivano di essere diventati coloro che stavano restituendo voce e volto ad una giovane donna altrimenti destinata ad essere dimenticata per sempre, erano consapevoli del valore del loro impegno, stavano salvando un sommerso della storia e con lei la sua memoria e quella dei suoi bambini. Iniziai così a rendermi conto allora che i ragazzi sono capaci di partecipare con slancio e profonda sensibilità (ora quei ragazzi sono quasi laureati). Rimasi allora estremamente colpita e con me, la mia preside di allora Carla Sagretti, dal reading fra musica e poesia che realizzarono nel 2009 per condividere con i loro compagni la scrittrice che avevamo scoperto e tradotto insieme.
Negli anni abbiamo realizzato altre Giornate delle memoria dedicate sempre a restituire il nome alle vittime, guidati da un particolare filo rosso, le parole di Primo Levi, quando ad Auschwitz, con le stanghe della zuppa sulle spalle, cercava di ricordare le parole di Ulisse in Dante "Fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e canoscenza" e solo quando le ebbe ricordate, ritornò a sentirsi un uomo. La cultura che salva la dignità dell'uomo.
Abbiamo partecipato ad altri concorsi ministeriali "I giovani ricordano la Shoah" e sempre, grazie alla passione dei ragazzi, abbiamo ricevuto riconoscimenti nazionali importanti e formativi, come l'invito ad Auschwitz - unica delegazione della regione Marche - alla cerimonia commemorativa delle vittime della Shoah con l'allora Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e Renzo Gattegna, Presidente delle comunità ebraiche, e successivamente l'invito alla cerimonia commemorativa delle vittime della Shoah a Gerusalemme a Yad Vashem sempre con il Ministro Profumo, Renzo Gattegna e l'Ambasciatore Talò. In questa occasione eravamo lì con altre quattro scuole italiane e noi in rappresentanza di tutte le scuole del centro Italia.
Anche lo scorso anno sono rimasta profondamente colpita dalla disponibilità, dalla passione, dallo slancio, dalla profondità e sensibilità con cui i ragazzi del nostro liceo, questi che vedete qui, diversi dai precedenti, hanno lavorato senza sosta alla realizzazione della mostra "Armati di violino" che ha ricevuto la menzione d'onore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che oggi è esposta al museo di Roma in Trastevere assieme ai lavori migliori sulla Shoah.
La mostra, realizzata dagli alunni del liceo linguistico, è stata affiancata dai ragazzi del liceo classico, presenti qui oggi, che hanno realizzato un corto "Il bruco e la farfalla" e poi si sono uniti a noi altri ragazzi, spontaneamente, del liceo scientifico, che hanno lavorato ad un diario, il diario di Korzcak. Ecco, quando ci dicono che i ragazzi sono impermeabili e rimangono indifferenti alla tragedia del genocidio degli ebrei, tutto ciò dimostra che non è vero.
Il titolo della mostra "Armati di violino, tra resistenza armata e resistenza spirituale" si è ispirata alla storia di un violino, raccolto in pessime condizioni nel 1944 in una foresta al confine tra Ucraina e Bielorussia. Lo strumento apparteneva ad un bambino ebreo di dodici anni di nome Motélé, che sopravvissuto ad un massacro, si era unito ad un gruppo di partigiani. Costretto in seguito ad allietare i nazisti alla mensa degli ufficiali, istruito dai partigiani, ogni sera nascondeva lo strumento nell'edificio e il giorno seguente tornava con la custodia piena di dinamite. E' stato scritto che il suo esplosivo fece saltare in aria duecento tedeschi.
A raccontare il fatto, un liutaio di Tel Aviv, Amnon Weinstein, che ha raccolto storie come questa in giro per l'Europa e recuperato numerosi violini con incisa la stella di Davide, gli strumenti erranti simbolo di un'umanità che ha saputo comunque opporsi, che non ha ceduto la propria dignità, al contrario, l'ha mantenuta fino all'ultimo respiro e si è ribellata in ogni modo.
Lo dimostrano i volti e i nomi della doppia resistenza attiva e spirituale che i ragazzi hanno preso in esame e le lettere che abbiamo esposto nella nostra mostra dello scorso anno.
Si tratta di materiale autentico, reperito in una raccolta curata da Zwi Bacharach, ricercatore dell'Istituto internazionale per la ricerca sull'olocausto di Yad Vashem di Gerusalemme, cartoline, biglietti, lettere provenienti o indirizzati al ghetto di Varsavia, lettere di ebrei destinati al ghetto di Theresienstadt, documenti scritti o disegnati all'interno dei ghetti e recuperati alla fine della guerra.
La mostra di posters che abbiamo presentato dunque, intendeva mettere a fuoco la resistenza degli ebrei nel suo duplice aspetto di resistenza armata, focalizzata nel ghetto di Varsavia, e opposizione spirituale analizzata nel ghetto di Theresienstadt, alla luce di una documentazione - lettere, biglietti, cartoline - che rende il vissuto della Shoah nelle sue innumerevoli forme e temi, quali: la testimonianza, la percezione della morte imminente, la preoccupazione per i figli, la sete di vendetta, i dubbi, la rassegnazione, la fede, la resistenza armata, il suicidio, la clandestinità e il linguaggio in codice. Non bisogna dimenticare infatti che scrivere lettere rappresentava già di per sé un atto di coraggio, perché la posta era sottoposta a censura. Non solo, molti biglietti provenivano direttamente dai vagoni, gettati fuori dai deportati, nella speranza che qualcuno li avesse trovati ed inoltrati ai destinatari: ultimo messaggio all'umanità.
Si tratta quindi di istantanee di singoli momenti, in cui i vari autori esprimono la loro fede, la devozione verso il proprio popolo, la paura, l'angoscia, l'orrore, ma anche la speranza, il coraggio, la fermezza di mantenere la propria dignità a costo della vita, nonostante tutto. I loro nomi, a firmare le lettere, ci giungono a testimoniare le loro vite spezzate.
Con l'ausilio di materiale fotografico autentico, i ragazzi hanno quindi creato una mostra di documenti, in cui si ripercorre l'anima di un popolo che sostenuto dalle armi della cultura, dai valori della religione, della fede, dell'amore, appunto "Armati di violino", non ha mai ceduto. Ora Sofia Boschi, una mia alunna del quarto linguistico vi leggerà una poesia di Ilse Weber, scritta nel periodo di deportazione a Theresienstadt
Sofia BOSCHI. "Musica proibita
Cammino per Theresienstadt
e passo davanti ad un severo soldato,
il liuto prestato,
avvolto come un bimbo fra le braccia.
Il cuore s'accelera, le guance un fuoco,
mentre m'avvicino al soldato temuto.
Che ne sarebbe del liuto
se lo vedesse con me.
Siamo già condannati in questo luogo,
all'infamia e all'angoscia più estrema,
gli strumenti ce li portano via,
illecita merce di scambio.
Fame sopportiamo e libertà sottratta
e tutti i tormenti che ci infliggono,
eppure lo spirito violato
riscatta sempre la sua dignità.
Circondati da morte e terrore,
dobbiamo mantenere la fede in noi stessi,
e costruire negli scuri alloggi.
altari alla gioia.
Musica e poesia
per poter sfuggire al male,
e far sbocciare da scarni canti,
un grumo di felicità e un balsamico oblìo.
E quando alcuni già prossimi a cedere
riconoscono fra sé
“che ancora un po' di bello c'è
per cui poter continuare”
allora si sente attorno a sé una felicità così piena,
d'aver alleviato ad alcuni la pena,
e si riporta indietro il liuto
senza provar più paura dello sguardo temuto".
(Applausi)
Rita BALDONI. Il progetto che abbiamo presentato quest'anno, invece, intende rispondere al quesito del concorso ministeriale che richiedeva "proposte innovative per non dimenticare la shoah".
Il percorso che abbiamo individuato di sensibilizzazione e conoscenza della cultura ebraica è rivolto a coloro che fra qualche anno non potranno più ascoltare i testimoni diretti della Shoah, è rivolta cioè ai bambini delle scuole elementari. Abbiamo individuato, quale veicolo didattico, una raccolta di fiabe ebraiche per bambini, inedite in Italia, opera prima di Ilse Weber.
Le "Fiabe ebraiche per bambini" di Ilse Herlinger Weber, pubblicate in lingua tedesca nel 1929, si adattano particolarmente allo scopo di far conoscere i valori del popolo ebraico e la sua cultura, oggetto per secoli di una delirante, quanto iniqua strumentalizzazione persecutoria. Le fiabe, quindi, come veicolo di conoscenza reciproca, per prevenire i pregiudizi e lavorare per una cultura di integrazione, affinché non si creino fra i popoli barriere difensive, ma al contrario, un senso di comune appartenenza.
Contrastare l'antisemitismo - così come ogni forma di razzismo - significa realizzare, in particolare nella scuola, un confronto interculturale aperto e pluralistico che aiuti a superare gli stereotipi e l'intolleranza.
Tale progetto educativo comporta una dimensione morale e di scelta personale che impedisca di compiere discriminazioni e divenirne complici, o anche semplici "spettatori". L'intervento formativo, attraverso la realizzazione di un testo di fiabe ebraiche per bambini delle scuole elementari, oltre al potenziamento delle capacità razionali e di decentramento cognitivo, implica anche la costruzione di empatia e di prossimità verso tutti. In questo senso l'innovazione del progetto sta nel ripensare l'educazione e la didattica riguardanti la Shoah e l'antisemitismo, in chiave di conoscenza della storia, della cultura e della tradizione ebraiche.
Hanno partecipato al progetto centoquaranta alunni dei licei che compongono il nostro istituto: linguistico, classico e scientifico. Gli alunni del Liceo linguistico si sono occupati dell'analisi e curatela delle venti fiabe della raccolta della Weber, lavorando alle note, fondamentali per spiegare la cultura, gli usi, la tradizione, la storia ebraica. Al termine del lavoro, agli stessi alunni è stato affidato il compito di ricercare materiale per redigere un quaderno di riflessione didattica sul dilagante fenomeno negazionista presente nel web. Un secondo gruppo del Liceo linguistico e acientifico molto numeroso, coordinato dal professore Bravetti si è occupato delle illustrazioni, cercando di esprimere, nel linguaggio universale dell'immagine, il contenuto di ogni fiaba, allo scopo di rendere al bambino il più gradevole possibile l'approccio con il testo scritto, mentre un terzo gruppo, gli alunni del Liceo classico, seguiti dal professore Intorre, ha creato un cd audiolibro con le fiabe, utilizzando in sottofondo musica ebraica e un filmato tratto dalle lettere di Ilse Weber.
E' al figlio Hanus Weber, l'unico sopravvissuto, che dobbiamo oggi la possibilità di rileggere le fiabe di sua madre, Ilse, presentate per questo progetto, racconti nati dalla fertile fantasia di una giovane donna ebrea, pochi anni prima del crollo dell'umanità. Egli, strappato forzatamente alle cure materne all'età di otto anni mi ha affidato questo tesoro nella lingua della mamma, in tedesco, chiedendomi di tradurlo in italiano; un messaggio di pace da divulgare fra i bambini delle scuole italiane.
Nelle narrazioni di Ilse Weber sfilano personaggi, si muovono piccoli fanciulli ebrei nel viaggio della vita attraverso percorsi irti di pericoli, le strade calpestate nella storia dagli ebrei, prima e dopo la diaspora. Piccoli villaggi Ashkenaziti, ghetti, ma anche giardini al tempo di re Salomone, sono le sfondo appena accennato di storie accomunate dalla Torah, dal rigoroso rispetto per le tradizioni della religione ebraica: dal riposo del Sabato, alle prescrizioni per la celebrazione della Pasqua ebraica, dalla Festa delle Capanne, alla Festa della Gioia, dalla Festa di Chanukah , al Purim, passando attraverso oggetti di uso religioso la Menorah, la Mezuzah a protezione della casa o il gioco del Dreidel che allietava i bambini durante la Festa di Chanukah.
Con i racconti di Ilse Weber, che narrano anche la fuga di comunità ebraiche, la lotta per la salvezza, il pericolo costante a cui gli ebrei sono stati da sempre esposti - parte integrante della loro vita - e il miracolo che giunge infine a liberarli, ci immergiamo in un mondo, quello dell'ebraismo, attraverso il quale il lettore può accostarsi e scoprire le caratteristiche e le differenze che connotano il popolo ebraico, può entrare attraverso la magia della narrazione nella quotidianità di un ebreo, per riconoscere poi, al di là delle differenze, le analogie fondamentali, i fili, la trama e l'ordito che uniscono il mondo: il bene e il male, le prove che l'eroe deve superare, le tappe della vita e della crescita, l'amore che unisce il padre al figlio e il figlio al genitore, il valore dell'amicizia, la fede religiosa, conforto e salvezza per i credenti.
La fiaba di Ilse Weber, raccontata ai bambini nel campo di Theresienstadt, perché lei raccontava le fiabe ai suoi bambini lì, come momento pedagogico, esce dai suoi confini e in un'aula diventa spunto per un'educazione all'altro, a colui che chiede di far parte della nostra comunità, all'altro a cui si nega l'accesso, all'altro perseguitato da sempre, l'ebreo, costretto alla fuga precipitosa, per volontà dell'ultimo governante di turno o perché, in un periodo di ansia e incertezza per il futuro, viene individuato da sempre come "capro espiatorio" di frustrazioni sociali.
Ora che gli ultimi testimoni della Shoah stanno via via scomparendo, in un tempo, come quello che ci caratterizza, di estremo disagio, in cui l'antisemitismo e il negazionismo paiono attecchire pericolosamente, è fondamentale creare nelle scuole, nelle classi elementari in un'educazione all'intercultura, momenti di incontro, di relazione, di rapporto, per imparare fin da piccoli, attraverso la conoscenza dell'altro, a riconoscersi contemporaneamente tutti simili e differenti, e formare individui capaci di rispettare le diversità, per un pensiero critico, per una cultura della pace.
A conclusione, Sofia vi leggerà ora la prima delle fiabe della raccolta, la fiaba delle fiabe, una sorta di introduzione. Possiamo immaginare il momento in cui Ilse raccontava le sue fiabe ai bambini malati di Theresienstadt, in quella che lei chiamava l'ora blu delle fiabe.
Sofia BOSCHI. "La fiaba delle fiabe.
In un paese in cui, per quasi tutto l'anno, il cielo, d'un azzurro terso, splendeva sui campi fertili di messi e l'intenso raggio dei sole faceva maturare deliziosi frutti, sbocciò un dì uno stupendo fiore. Tanto splendido era l'indescrivibile colore dei suoi petali e d'una forma così singolare e il profumo così dolce, da incantare chiunque gli si avvicinasse, assetato di bellezza. Era gradevole e leggiadro e quando dischiudeva la sua corolla, l'animo di tutti si faceva gioioso e lieto. Perché accadeva nel fiore qualcosa di prodigioso: sul fondo del suo calice si vedeva tutto quel bel paese con le sue alture e i suoi laghi d'un blu intenso, con i suoi campi carichi di messi e i suoi aranceti rigogliosi. E altro ancora: si vedevano gli avi di quel popolo, le loro azioni gloriose, la loro vita esemplare devota a Dio e i grandi miracoli, attraverso i quali l'Onnipotente aveva distinto il suo popolo da tutti gli altri. E c'era anche, lì in fondo al calice del fiore, un burlone un po' spavaldo che rideva e faceva il matto e poi ancora si rivivevano avventure straordinarie di bei principi e principesse. E tutti amavano quel fiore, e il suo profumo delizioso si era diffuso ovunque in quel bel paese e aleggiava nelle graziose capanne, come nei palazzi orgogliosi e attorno ai campi, ai cu i bordi i mietitori stanchi cercavano riposo.
Poi arrivarono giorni terribili e sanguinosi. Il nemico irruppe nel paese, distrusse il magnifico Tempio, che un grande re aveva edificato per l'Onnipotente, devastò il fertile suolo e calpestò assieme ai frutti della semina, anche il fiore. Il suo popolo, per il quale quel paese aveva rappresentato da sempre la propria patria, fu cacciato via; tuttavia l'ultimo esule, che s'era chinato fra le lacrime a baciare la sua terra, trovò il fiore schiacciato e, premuroso, se lo mise al petto, al sicuro.
Trascorse molto, molto tempo, prima che il povero fiore potesse affondare di nuovo le sue radici nella terra e quando ciò finalmente accadde, le delicate fibre incontrarono un suolo duro e all'atto della fioritura, il fiore malato cercò invano il sole: una grande parete, lo spietato muro del ghetto, gli gettava addosso la sua ombra nera; soffocato di lacrime, divorato dal dolore, iniziò di nuovo a fiorire.
I petali variopinti in modo incantevole, persero il loro bagliore luminoso; scura e triste s'incurvò la corolla; tuttavia in fondo al calice si originò una nuova dolorosa bellezza che rispecchiava tutta la nostalgia e tutto il dolore del popolo tormentato, e chi titubante sollevava quel serissimo volto di fiore, sentiva con dolore smisurato il grande desiderio struggente di sole che proveniva dal suo sguardo pieno di lamento.
Sole, sole! Oh, un po' di sole! Così piangeva il fiore e si tendeva e si allungava, per poter vedere oltre quel muro spietato. Tuttavia esso rimaneva lì, fermo, impenetrabile e crudele, e ancora e ancora furono le lacrime e il dolore l'unico nutrimento del fiore.
E trascorsero molti, moltissimi anni. E un giorno parve al fiore come se il muro non stesse più in piedi tanto saldo, come se tremasse leggermente sotto i colpi di bambini che lo martellavano con i loro pugnetti impazienti e piangendo gridavano: "Non te ne andrai mai via, muro brutto e cattivo?" Perché i poveri bambini erano diventati loro stessi infelici fiorellini d'ombra e nei loro occhi c'era la stessa grande nostalgia di sole, come nel calice del fiore delle meraviglie.
E poi... il muro cadde! Con grande fragore si spaccò in due e la dorata luce del sole penetrò luminosa gli stretti vicoli. Ma le persone si dovevano voltare, perché non erano più abituate alla luce e sentivano dolore agli occhi.
Anche al fiore accadde così. Tremando chiuse i petali , quando il sole lo inondò caldo e mite. Ma i bambini che aprirono gli occhi per primi ed esultando sollevarono verso il sole i loro visetti pallidi, fecero cerchio attorno al fiore, accarezzarono i suoi petali con le loro tenere mani e gli pronunciarono parole affettuose.
Allora egli iniziò ad aprire lentamente gli occhi delle meraviglie. E allorché rivide il vecchio sole, l'amico dei cari vecchi tempi beati, il suo cuore di fiore cominciò a battergli forte, i suoi petali si distesero verso colui che tanto era loro mancato e sulla corolla spenta di colori ricomparve un bagliore luminoso. Poi iniziò a profumare, dolce e inebriante come un tempo.
E i bambini s'abbracciarono, mentre guardavano con gioia vertiginosa il fiore dischiudersi sempre più magnifico e brillante, e anche gli adulti, non più abituati alla luce, lasciarono cadere le mani dagli occhi, per vedere la fiaba, fiore delle meraviglie del popolo ebraico, sbocciare in rinnovata bellezza".
PRESIDENTE. Grazie professoressa Baldoni, darei adesso la parola al Presidente della Comunità ebraica di Ancona, Bruno Coen, prego
Bruno COEN. Grazie. Innanzitutto porto il saluto di tutta la Comunità marchigiana a questo incontro che ormai è diventato annuale. Ringrazio sentitamente la professoressa Baldoni perché ha veramente fatto un lavoro egregio e non nascondo la mia commozione, quindi, scusate se la mia voce è impastata di lacrime perché è stato veramente … , grazie ai ragazzi che hanno fatto un lavoro eccezionale.
La vita continua, il 27 gennaio 1945 le forze militari che avevano combattuto il nazismo aprirono i cancelli di Auschwitz, cominciava così la documentazione della Shoah.
Oltre 6 milioni di ebrei e centinaia di migliaia di esseri umani. colpevoli solamente di essere di origine zingara piuttosto che omosessuale, o di avere altre idee politiche, sono stati sterminati nei campi costruiti dal nazismo nel cuore dell'Europa.
Noi oggi vogliamo ricordare la Shoah che in ebraico significa evento tragico, quasi non raccontabile, perché tutte le persone, a qualsiasi fede religiosa o politica appartengano, in qualsiasi parte del mondo risiedano, a prescindere dalla nazionalità o dalla etnia di appartenenza, comprendano quanto è stato possibile organizzare in uno dei Paesi più importanti della civilissima Europa, dove sono nati Beethoven, Mozart, Kant, Hegel, Marx, Freud, Thomas Mann, Einstein, sono nati anche Goebbels, Eichmann e Hitler.
Dunque è possibile che la civiltà umana, anche quando raggiunge le punte di crescita e di sviluppo più avanzate, possa generare mostruosità che vanno contro i principi generali della convivenza umana.
Non bisogna mai dimenticare questa lezione della storia!
La Shoah ha una sua tragica unicità. I genocidi infatti hanno caratterizzato anche altri Paesi, altri popoli ed altri tempi, così come gli stermini di milioni di persone in regimi dittatoriali o a seguito di guerre tribali, ma qui siamo di fronte ad un evento unico: un Paese fra i più avanzati del mondo, la Germania, ha organizzato scientificamente l'annientamento di un popolo, coinvolgendo in questo progetto il grande capitale degli industriali, le tecnologie, la ricerca scientifica e medica, oltre a centinaia e migliaia di persone, e raccogliendo su tale impresa, purtroppo, un ampissimo consenso sociale.
Tutto ciò è ampiamente documentato dalle ricerche storiche, non era mai accaduto prima, bisogna quindi ricordare, perché mai abbia a ripetersi un progetto di sterminio, perché l'odio razziale possa essere bandito dalla società, perché i valori della persona possono affermarsi come sacri ed inviolabili ovunque.
In tutta Europa questa Giornata della memoria viene oggi celebrata, in una Europa che ha continuato a vedere guerre, esplosioni ed odi razziali al suo interno, recentemente rinominati "pulizia etnica", che hanno riecheggiato suoni e significati nazisti che mai avremmo voluto risentire.
Da quel tragico periodo storico sono trascorsi circa 70 anni, ma la memoria per noi ebrei, che abbiamo amaramente vissuto quei tremendi accadimenti, rimane e rimarrà indelebile e, purtroppo, la nostra esistenza sarà per sempre segnata quasi dal rimorso di non aver potuto, in qualche modo, evitare il massacro di 6 milioni di innocenti.
L'anno 1938 ha segnato in Italia l'inizio delle persecuzioni con l'emissione delle prime leggi razziali pubblicate dalla famigerata rivista fascista “La difesa della razza”.
E' ormai noto a tutti, quali e quanti attentati alla nostra vita privata abbiamo dovuto subìre, una escalation di leggi antisemite emanate settimana dopo settimana, sempre più restrittive alla nostra libertà ed alla nostra dignità di uomini.
Ma qual è stata la reazione del popolo italiano di fronte a questi tragici accadimenti?
Ebbene posso dirvi che a suo tempo i cittadini italiani si divisero pressapoco in tre categorie, la prima purtroppo, la minoritaria, rimase fedele alle antiche amicizie con tutti noi, attivandosi amorevolmente per cercare di salvarci in qualche modo la vita, anche rischiando in proprio, conoscendo il pericolo di essere a loro volto coinvolti con le persecuzioni in corso.
La seconda categoria, purtroppo più numerosa, approvò senza remore tutte le leggi emanate dallo Stato fascista, non solo, ma si attivò per denunciare e delazionare le famiglie e le istituzioni civili e religiose che avessero aiutato noi ebrei a nasconderci ed a proteggerci.
Ma la terza categoria, la più odiosa e numerosa, fu quella degli indifferenti, il non vedo, non sento e non parlo, purtroppo, fu praticato dalla maggioranza, ma questo atteggiamento non si può valutare con il metro semplicistico della pusillaminità, ma questo esecrabile comportamento si tramutò in convivenza ed adesione di fatto alle leggi persecutorie, con le conseguenze tragiche del genocidio di 6 milioni di innocenti.
Ma la vita continua ed è sacrosanto dovere di tutti noi, testimoni di tante violenze subìte, dialogare con i giovani futuri detentori delle sorti di questo nostro mondo affinché riescano a far si che la triste realtà da noi ereditata serva per loro di monito, atto ad evitare che si possano mai più ripetere le violenze del passato e finalmente l'umanità possa veramente godersi le gioie di una vita piena di amore, di pace e di fratellanza. Amen.
Ricordate, specialmente ai ragazzi, solo due parole, dovete ricordarvi solo due parole semplicissime: MAI PIÙ!
PRESIDENTE. Grazie Presidente Coen, grazie a nome dell'Assemblea legislativa delle Marche.
Ci avviamo alla conclusione di questa cerimonia con la consegna degli attestati ai rappresentanti delle scuole che hanno partecipato a questo concorso, pregherei, a tal fine, la dottoressa Prapotnich dell'Ufficio scolastico regionale di raggiungermi.
Gianna PRAPOTNICH. Buongiorno Presidente, sono particolarmente emozionata ed onorata di essere qui e ringrazio, ancora una volta, questa splendida occasione, questo momento di riflessione alto, in cui la scuola italiana, la scuola marchigiana nella fattispecie, incontra le istituzioni.
Noi crediamo fortemente in questa sinergia e pertanto, con grande emozione, chiamo i protagonisti di questa ricerca, di questo concorso nazionale, giunto ad una edizione ormai ripetuta nel tempo che vuole così ricordare la Shoah.
Chiamerei l'Istituto comprensivo "Paolo Soprani" di Castelfidardo, la Dirigente scolastica Vincenza D'Angelo che si è distinta con un'opera particolarmente significativa nella categoria delle scuole primarie e sappiamo anche che, il Presidente sta per consegnare il diploma di partecipazione, tutte le opere delle scuole marchigiane sono particolarmente apprezzate in sede nazionale, non a caso ogni anno ci distinguiamo per la ricchezza della produzione e per la difficoltà nel realizzare una selezione. A nome di tutti e a nome del mio Direttore generale complimenti alle scuole, adesso andrò più velocemente anche se sono tante le cose da dire.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. La dottoressa Anna Maria Nardiello ha salutato con grande piacere anche la selezione per conto dell'istituto Comprensivo di Sassoferrato e qui è in rappresentanza del Dirigente scolastico Carla Santini, la sua vicaria Gabriella Patrignani.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Va detto che le opere hanno utilizzato ogni forma di comunicazione verbale, non verbale, mappe concettuali, flash mob, app, app anche di difficile installazione, abbiamo provato anche a perlustrare tutte le aree dell'innovazione, e grazie alla Professoressa, chiamerei anche il Preside Giuseppe Pacetti che arriva da lontano questa mattina, arriva dall'Istituto Comprensivo di Ascoli Centro "D'Azeglio".
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Complimenti Preside, la sua scuola ha fatto un lavoro veramente emozionante e voglio ricordare che in sala ci sono anche le colleghe ed i colleghi della Commissione di valutazione, in primis la Presidente della Commissione di valutazione, la professoressa Maria Rosella Bitti che è anche Dirigente scolastico dell'Istituto "Panzini" di Senigallia, le colleghe Maria Cantori, Maria Teresa Vaglione e, giusto appunto, chiamerei la Preside Maria Rosella Bitti a ritirare il premio del Liceo scientifico "Guglielmo Marconi" di Pesaro in quanto, si scusa per la sua assenza, il Preside professore Riccardo Rossini, attivissimo e ideatore con i suoi colleghi di questa app memory, non può essere presente perchè ha dei problemi con la pioggia in alcune aule e dunque sta intervenendo prontamente, non è assente per altre ragioni. Si scusa.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Andiamo avanti con l'Istituto Comprensivo "Gianfranco Gaudiano" di Pesaro che ha prodotto con la Dirigente scolastica Angela De Marchi un interessante fumetto, delicatissimo, interamente realizzato dai suoi piccoli e promettenti talenti, di cui noi veramente ci onoriamo perché saranno un bellissimo biglietto da visita della scuola marchigiana alla selezione nazionale, grazie Preside.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Un altro Istituto è l'Istituto Comprensivo Borgo Solestà Cantalamessa di Ascoli Piceno, la Dirigente scolastica è impossibilitata ma ha delegato il Preside Pacetti a ritirare per lei, c'è una contemporanea iniziativa anche ad Ascoli, quindi, si sono divisi i due Dirigenti. Grazie per essere qui, grazie per avere condiviso questo momento così importante.
(Applausi)
Gianna PRAPOTNICH. Se non mi sbaglio l'ultimo diploma è quello, forse, vincitore storicamente, Presidente, perché si è ripresentato ogni anno ed ogni anno ha lasciato una traccia significativa nel percorso della ricostruzione della memoria, è proprio il Liceo "Leonardo Da Vinci" anzi i Licei "Leonardo Da Vinci". Bravi ragazzi, bravissimi insegnanti! Bravi! Civitanova Marche è nel maceratese, qui è presente anche la referente del territorio la professoressa Maria Teresa Baglione che ha anche avuto modo di partecipare con il Ministro Carrozza proprio ad una visita di studio molto intensa ad Auschwitz, proprio qualche giorno fa.
Credo di voler così abbracciare spiritualmente la professoressa Rita Baldoni per quello che fa, per quello che è e per quello che mi ha scritto come dedica nel frontespizio: "Si, ci vogliono donne come noi e uomini come noi" e forse studenti e ragazzi che testimonino la memoria come noi, grazie di tutto.
(Applausi)
PRESIDENTE. Bene colleghi Consiglieri si chiude la parte della seduta dedicata alla Giornata della Memoria, credo, senza ripetermi di dover ringraziare davvero tutti, dall'Ufficio scolastico regionale, ai Dirigenti scolastici, ai responsabili del progetto, ai protagonisti, a questi ragazzi che hanno creato le condizioni per uno spazio davvero importante che ci ha lasciati, credo di poter dire, tutti abbastanza toccati dall'impegno, dalla professionalità e dalla capacità comunicativa. Complimenti a loro ed ai loro insegnanti.
(Applausi)
SEDUTA N. 145 DEL 28 GENNAIO 2014
La seduta inizia alle ore 11,35
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 145 del 28 gennaio 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 144 del 21 gennaio 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
n. 387 in data 27 gennaio 2014, ad iniziativa del Consigliere Cardogna, concernente: “Tutela dei litorali marini, dei varchi costieri e salvaguardia dei loro ambiti di percezione”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare per il parere di compatibilità con le norme dell'ordinamento europeo ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno.
E' stata presentata la mozione n. 614 del Consigliere D'Anna “Grave carenza di personale al Commissariato di Fano”.
Comunico inoltre che l'Ufficio di Presidenza nella seduta n. 152 del 16 gennaio 2014 ha preso atto che il gruppo consiliare “Scelta Civica” presieduto dal Consigliere Sandro Donati ha modificato la propria denominazione in “Per l'Italia”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Latini e l'Assessore Viventi.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Come avevo chiesto alla riunione dei Capigruppo Presidente, di poter discutere le mozioni ...
PRESIDENTE. Scusate, abbiate pazienza, siamo nel momento in cui dovremmo affrontare le richieste riguardo alla trattazione dell'ordine del giorno, vi prego di essere attenti e presenti, va bene. Prego Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Come ho anticipato nell'incontro con i Capigruppo, chiedo, se è possibile, di anticipare le mozioni nn. 507, 503, 511 (abbinate) che riguardano l'impianto a biomasse di Campiglione di Fermo. Anticiparle compatibilmente con l'ordine del giorno. Grazie.
PRESIDENTE. Io non so, l'altra volta, cioè nella seduta in cui è stata trattata questa richiesta, mi pare che la proposta, non lo vedo, del Consigliere Badiali, fosse di rinviare alla seduta in cui si dovrebbe trattare ..., se ho ben capito, poi mi aiuterete voi, dopo di che il Consiglio è libero di decidere diversamente, però io ho iscritto queste due mozioni al penultimo punto dell'ordine del giorno perché la proposta del Consigliere Badiali, se ho capito bene l'altra volta, non era quella di rinviare queste due mozioni all'Assemblea successiva, ma era quella di rinviarle sino alla trattazione in Consiglio della proposta di legge della Giunta, quindi, se ho capito bene, credo che questa proposta debba essere respinta alla luce del fatto che il Consiglio si è già espresso.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.
Erminio MARINELLI. Presidente io ho la necessità di avere delle delucidazioni dall'Assessore Mezzolani, la prossima volta, su un'emergenza che si sta verificando nelle Marche, in provincia di Macerata, la carenza di medicine.
Ci sono medicine che ormai trovano un mercato parallelo, lecito, e nello stesso tempo c'è carenza di farmaci per la pressione alta, per il parkinson, per gli antitumorali.
Un problema molto serio e pressante che quotidianamente noi medici viviamo sulla nostra pelle, quindi, occorre cercare di capire cosa la Regione eventualmente possa fare.
Io ho presentato un'interrogazione, la n. 1557, chiederei, Presidente, se è possibile, di parlarne la prossima volta, se l'Assessore è d'accordo. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, Consigliere Marinelli. Credo che l'urgenza che ci viene segnalata meriti l'iscrizione, lo dico al tavolo tecnico, ma lo dico anche all'Assessore, una risposta magari informale, per far chiarezza su questo aspetto, di cui, peraltro, ne è stato parlato anche al sottoscritto. Prego, quindi, l'Assessore, nella prossima seduta, di rispondere all'interrogazione e il tavolo tecnico di metterla come prima interrogazione.
Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Sull'ordine del giorno per sostenere la richiesta della Consigliera Ortenzi, nel senso che l'altra volta il rinvio era stato richiesto rispetto alla discussione della legge, cioè a seguito della nuova proposta di legge della Giunta sui procedimenti per gli impianti a biogas, a cui, in qualche modo, è stata accorpata anche questa questione, che è una questione specifica di un procedimento che non fa parte di quelli che si sono realizzati su presupposti della legge che è stata poi dichiarata incostituzionale.
E' un procedimento a parte, un procedimento, se vogliamo, su cui il Consiglio regionale può legittimamente esprimersi, anzi tutti i problemi che ci sono stati rispetto al biogas, ci sono stati proprio perché le espressioni del Consiglio regionale sono state bypassate, quindi, credo che questo accorpamento non sia nello spirito, anche corretto, per dire la riflessione sulla proposta di legge della Giunta la rimandiamo a dopo la Commissione.
Questo è un altro aspetto. Chiedo che su questa nuova richiesta ci sia una votazione che faccia esprimere il Consiglio su questa nuova centrale.
PRESIDENTE. Consigliere Binci, chiede formalmente che si voti su quale proposta?
Massimo BINCI. Sulla richiesta della Consigliera Ortenzi di discutere la mozione sull'impianto di Fermo.
PRESIDENTE. Credo di ricordare bene come ha votato quest'Aula la volta scorsa, era il rinvio delle due mozioni al momento in cui si fosse trattata in Aula la proposta di legge della Giunta regionale.
Massimo BINCI. Non c'è nessun divieto di votare nuovamente, non è una proposta di legge che deve attendere sei mesi per essere rivotata.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno, mi pare che ci sia l'intesa di spostare le interrogazioni e di partire con le relazioni sull'indagine ..., mi pare di si, ... a quelle si fanno, d'accordo, chiedo scusa, comunque ...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno lo stiamo decidendo qui.
Mirco RICCI. Va bene, per essere chiari: relazione dei Consiglieri Perazzoli e Massi, dibattito questa mattina e a quel punto, penso, possiamo mettere all'ordine del giorno le mozioni della Consigliera Ortenzi ed altri, le possiamo fare in coda alla discussione sulle relazioni sul biogas, se ci stiamo le completiamo oggi, altrimenti saranno le prime due del prossimo Consiglio.
Possiamo utilizzare il tempo che vogliamo e, entro la giornata di oggi, discuterle in coda e votarle e se, eventualmente, non ci stiamo ai primi punti del Consiglio successivo. Propongo questo percorso.
PRESIDENTE. Scusate, calma, hanno chiesto la parola la Consigliera Foschi ed il Consigliere Natali, però, prima degli interventi dei Consiglieri Foschi e Natali, credo di dover dire questo, avendo sentito prima e dopo la riunione dei Presidenti dei Gruppi, i relatori del punto 3, il Consigliere Perazzoli ed il Consigliere Massi, credo, se ho capito bene, che ci siamo orientati a rinviare le interrogazioni e, non come si era peraltro ipotizzato nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, a trattare l'intero punto 3 nella giornata odierna. Questo ho capito, in più la richiesta della Consigliera Ortenzi che se formalizzata sono costretto a metterla ai voti. Se ho compreso bene, Consigliera Ortenzi, lei chiede che vengano iscritte al punto 3 bis, cioè dopo la Commissione d'inchiesta, e prima di tutte le altre, le mozioni iscritte al punto n. 33. Esatto?
Ha la parola la Consigliera Ortenzi.
Rosalba ORTENZI. Credo che la proposta che ha fatto il Capogruppo Consigliere Ricci possa essere accolta, mi sembrava ci fosse una sorta di condivisione per l'ordine del giorno che si era stabilito, anche perché ci sono dei punti abbastanza importanti, credo che possa andar bene a margine della discussione ...
PRESIDENTE. Non è a margine, io devo iscrivere all'ordine del giorno, anzi devo fare la proposta all'Aula ...
Rosalba ORTENZI. Stavo arrivandoci Presidente ...
PRESIDENTE. Ok, la richiesta è di inserirla a che punto?
Rosalba ORTENZI. Al punto 3 bis, come ha proposto il Consigliere Ricci.
PRESIDENTE. Al 3 bis il punto 33, giusto? Bene, questo poi lo votiamo. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Chiedo che insieme all'anticipo del punto 33, visto che si sta ritrattando la decisione assunta dal Consiglio regionale, nella penultima seduta, sia trattato anche il punto 32 perché le motivazioni per cui erano state rinviate le mozioni erano le stesse, quindi, se si torna a parlare di biogas e della questione di Fermo, mi pare normale e logico ...
PRESIDENTE. A che punto?
Elisabetta FOSCHI. Insieme al punto 33.
PRESIDENTE. Al punto 3 ter?
Elisabetta FOSCHI. Esatto.
PRESIDENTE. Quindi al punto 3 ter il punto 34?
Elisabetta FOSCHI. Il punto 32!
PRESIDENTE. Si, 32. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Presidente, sa il bene e la stima che le voglio, se non lo sa glielo confermo.
Mi dovrebbe spiegare, le chiedo spiegazioni sulle funzioni della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Questa stamattina abbiamo deciso un ordine del giorno, il grave non è che qui viene votato il contrario, è che qui viene proposto il contrario, perché se la Conferenza dei Capigruppo organizza i lavori del Consiglio regionale di oggi, e di ogni giorno in cui si riunisce, quello è l'ordine del giorno che viene proposto e a fronte della richiesta della Consigliera Ortenzi o di altri, si vota. Ma non capisco come lei possa proporre una modifica rispetto all'ordine del giorno che è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo.
Nella Conferenza dei Capigruppo, per chi non c'era e chi c'era, dovrebbe dirmi se per caso scordo qualcosa, si è parlato di fare la relazione sul biogas, le due relazioni, e rinviare la discussione alla prossima seduta, quindi, si allungava il termine delle interrogazioni dopo il ricordo del Giorno della Memoria.
Questo è quello che è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo, su questo si vota, sull'anticipazione che ha chiesto la Consigliera Ortenzi e basta. Chi fa altre proposte? Lei ha una seconda Conferenza dei Capigruppo che riunisce non so dove, non so come, non so quando, e da cui esce, non so che cosa, però ritengo che se è così, la prossima volta, lo annuncio ai poveri Consiglieri regionali che rappresento in Conferenza dei Capigruppo, non ci vengo più, grazie.
PRESIDENTE. Consigliere Natali, comprendo perfettamente. Però, lei non può dire una cosa che io ho detto, molto spesso, in altre occasioni, quando non tutti i Capigruppo partecipano alla riunione dei Presidenti dei Gruppi, oppure quando si affermano cose che poi vengono smentite dall'Aula. Non è una cosa di oggi, capita sempre. E' capitato anche l'ultima volta. Sono consapevole come lei che qualche volta si rischia di perdere tempo perché in Aula c'è un atteggiamento, da parte dei Gruppi, diverso da quello sostenuto nella Conferenza dei Capigruppo oppure perchè i Capigruppo sono assenti.
Io ne devo prendere atto, ho detto che questa non è la prima volta che capita, è capitato anche oggi, ho avuto la richiesta, il tema è sempre questo: se c'è l'accordo in base a quello che ha deciso la Conferenza dei Presidenti si va avanti sparati, se in Aula riscontriamo che l'accordo non c'è, e questo è dal primo giorno che ho fatto il Presidente, si vota in Aula, per cui adesso devo mettere in votazione le tre proposte. La prima è quella di mettere il punto numero 3 al primo punto dell'ordine del giorno. Successivamente devo far votare le proposte della Consigliera Ortenzi e della Consigliera Foschi di anticipare il punto 33 al 3 bis e il punto 32 al 3 ter.
Queste sono le cose che rimetto all'Aula non essendoci unanimità sul percorso stabilito nella Conferenza dei Presidenti. Consigliere Natali, lo so, è sempre così o molto spesso è così, che devo fare?
Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. La proposta della Consigliera Ortenzi e la proposta della Consigliera Foschi, qui ci siamo. Io non ho capito, forse non ho sentito, chi ha fatto la proposta, alternativa a quanto è uscito dalla Conferenza dei Capigruppo, di discutere totalmente, non solo le due relazioni della Commissione di inchiesta sul biogas, e di aprire il dibattito. Vorrei sapere chi ha fatto questa proposta perché in Conferenza dei Capigruppo non c'era, mi dice chi l'ha fatta?
PRESIDENTE. Consigliere Natali, mi creda, non perdiamo tempo, le posso dire che me l'ha chiesto l'Assessore, me l'ha chiesto il capogruppo del PD, me l'ha chiesto il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Giulio NATALI. Il capogruppo del PD era alla Conferenza dei Capigruppo! Non è che non c'era!
PRESIDENTE. Consigliere Natali è sempre così, se arriviamo e c'è l'accordo, come spesso accade, io non faccio votare, se non c'è l'accordo sono costretto, a norma del Regolamento, a far votare, tant'è che senza por tempo in mezzo, metto in votazione la proposta di trattare al primo punto dell'ordine del giorno il punto numero 3.
La proposta è: trattare come primo punto dell'ordine del giorno il punto 3, vale a dire quello sulla Commissione d'inchiesta con le due relazioni.
Pongo in votazione la proposta di trattare subito il punto 3.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Tratteremo al primo punto il punto n. 3.
Poi abbiamo la proposta della Consigliera Ortenzi di trattare al punto 3 bis il punto 33 dell'ordine del giorno. Dichiaro aperta la votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Il punto 33 viene iscritto al punto 3 bis. Da ultima la votazione della proposta della Consigliera Foschi di trattare il punto 32 al punto 3 ter. Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Zinni, Foschi, Natali.
PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale, la proposta della Consigliera Foschi di trattare il punto 32 al punto 3 ter.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Canzian, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Foschi, Giannini, Luchetti, Malaspina, Marangoni, Marinelli, Mezzolani, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Spacca, Traversini, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Il punto 32 si piazza al punto 3 ter. Espletate queste incombenze gravosissime relative all'ordine del giorno, passiamo alla trattazione del primo punto.
Relazione n. 22
"Commissione d'inchiesta diretta ad esaminare le 'Vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas, biomasse e centrali eoliche"
(Articolo 99 del Regolamento Interno)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 22. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Io sono uno di quelli che ha chiesto di discutere in anticipo ...
PRESIDENTE. Scusi Consigliere Perazzoli, non la disturbo, voglio soltanto ricordare ai Consiglieri relatori che, a norma del Regolamento, il tempo per l'intervento è di 20 minuti massimo, prego Consigliere Perazzoli.
Paolo PERAZZOLI. Io sono uno di quelli che ha chiesto di discutere in anticipo per avere il tempo di concludere oggi e non parlare a puntate di questo tema che altrimenti perderebbe di intensità ed efficacia.
Credo che la Commissione abbia lavorato con serietà, con spirito costruttivo e devo dare atto al Presidente di aver guidato con autorevolezza tutti i lavori, poi ci siamo divisi sulle conclusioni, ma questo era possibile, mafino alla fine abbiamo lavorato ritoccando la mia proposta per cercare di venire incontro alle richieste dei Consiglieri di minoranza, ma non ci siamo riusciti.
In alcune parti sono uguali, in altre parti, politicamente più significative, divergono.
Perché questo? Perché nella relazione, Presidente Massi, sono contenuti alcuni giudizi politici non condivisibili, in qualche modo pretestuosi e non inerenti all'oggetto della Commissione.
L'altra parte più significativa di differenza è che nella proposta approvata a maggioranza dalla Commissione, si individuano una serie di insegnamenti da trarre da questa vicenda e alcuni principi ispiratori.
Il primo è che la salute e l'ambiente sono beni non negoziabili e quando sono in ballo questi beni, sempre e comunque, dobbiamo seguire i principi che ci indica la Comunità europea della prudenza e della cautela.
Secondo, governare con efficacia e trasparenza una materia così sensibile per le preoccupazioni della popolazione ma, allo stesso tempo, così importante per lo sviluppo dell'economia e per garantire anche un tenore di vita a cui noi teniamo.
Terzo, raggiungere gli obiettivi "burden sharing" che comportano una politica forte sul risparmio energetico, ma anche l'aumento della produzione da fonte rinnovabile, sapendo che noi siamo molto al di sotto ed abbiamo bisogno di uno scatto, se non di un miracolo, per raggiungere gli obiettivi che abbiamo da qui al 2020.
La prima questione è risolvere il caos normativo, ci sono responsabilità politiche nazionali, da una parte abbiamo avuto ritardi, poi d'improvviso, con una politica di incentivi esagerata, abbiamo innescato in Italia una vera e propria corsa all'oro, questo è valso sia per il fotovoltaico che per l'eolico, ma anche per le biomasse ed il biogas.
La procedura d'infrazione europea che riguarda questioni regionali ci porta a dire, mi porta a dire, che l'infrazione viene posta anche su questioni, su norme nazionali, su punti ragionevolissimi e conviene, su queste materie, fare leggi fotocopia, perché se no non usciamo da questo caos.
Responsabilità regionali, politiche e tecniche. Io non scarico sui tecnici, dico che le responsabilità non sono solo politiche, ma sono anche tecniche, perché i tecnici su questa materia hanno anche il compito di supportare, in modo giusto e corretto, l'indirizzo politico, la formazione dell'indirizzo politico dove abbiamo un mix di ritardi e decisioni sempre sulla spinta dell'urgenza. Basti pensare che dal 2004, quando abbiamo approvato la prima norma sulla procedura di Via, ci abbiamo messo le mani 11 volte, più 2 risoluzioni almeno del Consiglio regionale.
Va detto che le norme, le indicazioni del Consiglio non erano sbagliate e ci avrebbero risparmiato, alla luce di quello che è avvenuto dopo, una serie di problematiche.
Poi ci sono sentenze della Corte costituzionale che, va detto, affermano principi che, al di là del caso che è in esame, valgono per tutti, mentre il Tar delle Marche è entrato nel merito e, applicando le sentenze della Corte costituzionale, ha giudicato i procedimenti in atto nelle Marche e, dopo la Corte costituzionale, ha condannato e annullato gli atti della Regione Marche.
Detto questo, noi dobbiamo trarre un insegnamento da questa vicenda. Ci troviamo in un procedimento a decisione vincolata, non abbiamo molti margini di manovra, quali sono, dunque, le indicazioni che abbiamo dato nell'approvazione del documento di maggioranza?
Controllo in esercizio permanente. Non si capisce perché noi, privati cittadini, siamo obbligati a fare la revisione della nostra auto ogni due anni, e qui parliamo di impianti che hanno un'incidenza maggiore che devono essere sottoposti continuamente al controllo perché, anche se regolari, anche se approvati bene, perché il progetto è perfetto, se non gestiti bene possono creare problemi.
Secondo: le situazioni pericolose in tutto o in parte sulla base del principio che chi inquina paga, vanno rimosse. Se ci sono impianti che non funzionano bene, questi devono essere messi a posto con urgenza o deve essere smantellata la parte che non funziona o tutto.
Aggiornamento e correzione del Pear, puntando su piccoli e piccolissimi impianti eolici, biomasse, biogas e idroelettrici, ma anche sulla legna. Noi stiamo discutendo la legge sulla forestazione ed emerge la necessità e l'urgenza che i nostri boschi devono essere mantenuti, ci vuole una forte manutenzione, va tolto del legname per evitare che muoiano o che diventino pericolosi per gli incendi estivi. Tutta questa legna, noi possiamo produrre tanta legna, va utilizzata anche per produrre energia, sapendo che abbiamo l'obbligo della somma delle emissioni che deve essere zero, quindi, se produciamo con le biomasse delle sostanze, dobbiamo fare contemporaneamente una politica che riduca le emissioni dalle sorgenti esistenti. Faccio un esempio, dovremmo sviluppare una politica di sostituzione dei bus da gasolio ad elettrici o a sostanze meno inquinanti, fare una politica del traffico che porti ad una riduzione dell'uso privato, insomma una serie di politiche che portino ad una somma complessiva zero o vicina allo zero.
Valutare sempre la concentrazione di impianti. Abbiamo vissuto la vicenda dei centri commerciali, se c'è un centro commerciale di 10.000 metri o ce ne sono 10 da 1.000 l'effetto concentrazione è lo stesso, è uguale, anzi peggiore, questo vale per gli impianti di cui parliamo, va visto anche questo aspetto.
Un confronto permanente. Il confronto è obbligatorio e necessario, dobbiamo evitare di subìrlo, lo dobbiamo promuovere perché possiamo, in questo modo, far pesare con più forza le ragioni che portano alla realizzazione di questi impianti, nelle migliori condizioni possibili e con le massime garanzie necessarie.
La chiarezza normativa. Sarebbe il caso di cominciare a lavorare su un vero e proprio testo unico, come abbiamo fatto su altre materie meno complicate, in modo che tutti abbiano chiarezza: i Sindaci, gli imprenditori, i movimenti, tutti noi, un testo più chiaro possibile. Se no, ogni volta, quando si parla del nucleare diciamo che vogliamo l'energia da fonti rinnovabili e quando discutiamo caso per caso l'ubicazione di queste fonti rinnovabili, siamo sempre contrari a tutto.
Dobbiamo determinare scelte, metodi, processi che ci portino ad individuare dove si possono fare, ripeto, puntando molto su piccoli impianti, perché credo che mettere una pala eolica di 100 metri, con un elica di 50, sul crinale di una nostra collina sia in contrasto con la nostra politica che tende a valorizzare il paesaggio. Non siamo la Puglia che ha una zona pianeggiante, quindi, bisogna tener conto di un insieme di questioni.
Riorganizzazione e potenziamento della struttura tecnico-politica. Per le vicende che conosciamo, oggetto della Commissione, per i pensionamenti e quant'altro, noi siamo in una situazione in cui questo settore, insieme a quello dell'urbanistica, si è ridotto, ridimensionato, va potenziato e va gestito politicamente oltre che tecnicamente con grande forza.
Arrivo alla questione che ho lasciato per ultima, quella della valutazione ex post che, va detto con chiarezza, è un procedimento obbligato. Ci obbligano la sentenza della Corte costituzionale e le sentenza del Tar delle Marche e cito i due casi, quello di Corridonia e di Potenza Picena, nei quali viene espressamente detto, richiamando anche una procedura analoga per quanto riguarda il codice edilizio.
Il problema non è la valutazione ex post, è come si procede, sapendo che noi, assolutamente, non dobbiamo pensare a sanatorie, perché in questo modo aumenteremo il contenzioso, ma dobbiamo gestire con trasparenza, con la massima serenità possibile tutta questa vicenda, dicendo che le sentenze si devono eseguire.
Credo che sia un fatto grave che a distanza, mi pare, di quattro mesi dalla sentenza del Tar, che annulla l'autorizzazione per l'impianto di Corridonia, non c'è bisogno di una decisione politica, chi di competenza ancora non prenda, non faccia gli atti perché lì si spenga. Questo inficia tutta la nostra discussione e la carica di sospetti incomprensibili. Chi ha le responsabilità le deve prendere, non è che tutti i gatti sono grigi, di notte sono tutti uguali, ma quando c'è la luce si vede la responsabilità e ognuno deve esercitare la propria.
Dobbiamo contemperare tutti i diritti sapendo che ci sono diritti garantiti dalla Costituzione, la libertà d'impresa è un diritto garantito, sapendo anche che ci sono altri diritti allo stesso tempo garantiti e non negoziabili, come l'ambiente e la salute. Non sono uguali, di questo bisogna tener conto sapendo che non ci devono essere pericoli per la salute e l'ambiente, e lo dice uno che notoriamente è favorevole, favorevolissimo, alla realizzazione di questi impianti. Per questo credo che sia necessario riprocessare tutte le pratiche, rivalutarle alla luce della legislazione e dell'andamento delle normative nazionali, comunitarie e regionali.
Abbiamo detto questo per far bene in un percorso vincolato, come dicevo, sul problema di eventuali risarcimenti se dovuti, se uno realizza un impianto sapendo che c'è una procedura europea, nazionale in atto e poi chiede il rimborso .., la legge è uguale, non ammette ignoranza, non vale solo per la povera gente, vale per tutti. Comunque se il problema dovesse porsi, è un problema che viene dopo, non viene prima. Prima viene l'applicazione corretta delle norme europee, nazionali e regionali, questo mi pare che sia l'insegnamento che abbiamo tratto dal lavoro della Commissione ed io ringrazio il Consiglio regionale di avermi nominato in questa Commissione, perché, in questo senso, io sono un estremista, favorevole, ho approfondito la questione, ho fatto una minima, discreta conoscenza di quello che devo fare e credo di essere oggi più prudente e più cauto nelle cose per farle con tutte le accortezze necessarie.
Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.
Francesco MASSI. Cari colleghi prima di svolgere la mia relazione vorrei, in qualità di Presidente della Commissione d'inchiesta che chiude con questo Consiglio ufficialmente i lavori, fare dei ringraziamenti che non solo ritengo doverosi, ma particolarmente sentiti.
Devo ringraziare per il sostegno, la competenza e la passione nel lavoro dimostrata in questa Commissione due dipendenti della Regione, la dottoressa Buglioni ed il dottor Ascoli che ci hanno seguito in ogni momento nei sopralluoghi, nelle verbalizzazioni, nell'organizzazione dei lavori.
Debbo e voglio ringraziare il Vicepresidente Perazzoli, i colleghi della Commissione, quelli che non facendo parte della Commissione ci sono stati sempre vicini, debbo dire che, per partecipazione, il Consigliere Marangoni è stato il più assiduo tra gli esterni alla Commissione, i colleghi che hanno consentito l'istituzione della Commissione con quelle firme raccolte ad aprile che, come sapete, sono i colleghi dell'opposizione ed anche sei colleghi della maggioranza. Hanno consentito lo svolgimento di un lavoro utile alla Regione ed al Consiglio per tanti motivi, proprio quelli che sottolineava poco fa il Consigliere Perazzoli, per l'indicazione che abbiamo potuto trarre e che oggi trasferiamo all'attenzione dei Consiglieri dell'Assemblea e soprattutto della Giunta, dell'esecutivo.
E' vero, come ha detto il Consigliere Perazzoli, che ci siamo divisi nelle conclusioni, lui ha sottolineato alcune motivazioni, e sono vere, ha detto quali sono stati i motivi della nostra divisione in Commissione che hanno portato alla votazione di due documenti ed oggi si porta all'attenzione dell'Aula il documento che in Commissione è diventato il documento di maggioranza.
Premetto che, con una risoluzione che proporrò all'Aula, chiederò anche di valutare quella che è stata la relazione di minoranza, rivelatasi in minoranza nella Commissione. Questo per consentire ai Consiglieri di avere un quadro completo.
Non ripeterò le cose che ha detto il Consigliere Perazzoli sulle quali sono d'accordo, alcune valutazioni che ci hanno accomunato durante questo percorso, debbo, e dovete capire, sottolineare quelle su cui siamo stati in forte contrasto.
Parto, e questa non è una novità, i colleghi lo sanno, non è una mia fissazione, da quello che oggi, Presidente Spacca e Assessori, possiamo dire il fallimento totale del Pear approvato nel 2005.
Voglio ricordare il clima di quell'approvazione che era stato, coram populo et coram ecclesiae, approvato da tutti, dalle associazioni ambientaliste, dalle associazioni dell'agricoltura, dalle associazioni degli imprenditori, degli artigiani e degli industriali, dai media, ma oggi, dico al Presiedente Spacca, quando viene pubblicata una pagina di questo tipo sui nostri giornali, che si prende atto, purtroppo, dall'opposizione lo posso dire, del fallimento, voi più signorilmente, dalla maggioranza, potrete dire non aver colto gli obiettivi principali.
Con il "burden sharing" siamo indietro, e tantissime di quelle soluzioni tecnologiche, innovative, la green economy, invocate, oggi non ci hanno dato i risultati e, al di là del contenzioso che c'è stato, non c'è stato sicuramente l'investimento.
Anche qui, in passato, ci hanno diviso delle impostazioni, personalmente lo ribadisco, è una posizione scomoda che prendo solo io, che non coinvolge il mio partito, la mia coalizione, i miei alleati e neanche i miei avversari, quando qui, Presidente, si dice abbiamo fermato la turbogas di Falconara, ripeto, non ero e non sono d'accordo, perché forse con la turbogas di Falconara avremmo risolto, credo, l'80% dei problemi dell'approvvigionamento energetico di questa Regione. Qualcuno mi dirà: "Eri contro San Severino perché era una vallata della tua provincia?" No! Ero contro San Severino perché era al centro di una valle, in un luogo assolutamente incompatibile con un impianto di quel genere, ma a Falconara parliamo di una centrale da mettere dentro alla raffineria e sulla fine, prossima, dell'utilizzazione di fonti fossili, tutti ci scommettiamo. Era una riconversione e la possibilità di avere energia pulita, perché credo che anche gli ambientalisti più tenaci possono dire che, al di là delle dimensioni, la turbogas non è un evento devastante di inquinamento come sistema, tanto è vero, permettetemi questa solita polemica, la ripeto, che nel Pear, approvato anche dalla sinistra, anche dagli ambientalisti, anche dai verdi, c'erano le famose 24 centrali turbogas dell'Assessore Amagliani che sottolineava che la turbogas non inquina, c'è da vedere dove lo metti, come lo metti, in quali dimensioni ed in quale contesto. Permettete, rispetto ad una raffineria credo che una centrale turbogas sarebbe stata meno impattante per superficie e avrebbe risolto tutti i problemi che ci siamo posti dopo, quando siamo stati alla rincorsa dell'autosufficienza energetica e termica. In questo quadro, Presidente, oggi prendo atto di queste pagine scritte sui giornali che però sanciscono un fallimento.
Cito solo la parte della relazione finale, quella sull'eolico, dove sono venute fuori tutte le contraddizioni possibili, dove credo che tra Regione e Sovrintendenza si sia creato il disastro della centrale eolica della Comunità montana di Camerino. Iniziativa pubblica, investimento pubblico, con soldi freschi che dovevano arrivare alle nostre comunità, le più difficili dell'entroterra, eolico bloccato. Un progetto pubblico, se diventa speculazione pure quella pubblica, significa che non abbiamo chiarezza nella nostra normativa o nel nostro comportamento quotidiano di amministratori.
Sull'eolico dico solo questo perché poi nella relazione, non mi dilungo, ci sono le contraddizioni sia di Campi Diegoli che di Pergola.
Ma veniamo al biogas/biomasse, io per dovere di sintesi leggo solo questo, leggo queste 10 righe nelle quali credo, perché questo è l'appello che rivolgo anche ai colleghi di maggioranza. Ho scritto: pagina amara e buia della storia della Regione. In 43 anni di storia della Regione è la prima volta che si verifica quanto segue. Quella green economy, a partire dal Pear del 2005, avrebbe dovuto caratterizzare lo sviluppo e la qualità della vita della nostra regione, rendendoci più indipendenti, e l'ho detto prima, permettendoci di sostenere ed incentivare l'agricoltura, mantenendo l'ambiente sano e pulito. Ci hanno provato a dare quest'immagine, prima Dustin Hoffman oggi Neri Marcoré a cui faccio veramente un 'in bocca al lupo'. Spero che lo sappia fare meglio delle imitazioni di Gasparri.
I soggetti che partecipano a questo spiacevole scontro generalizzato - no, è magistrale, spero che questo lo sappia fare meglio nell'interesse di tutti, una battuta sull'amico Neri Marcoré - sono i Comuni. Sono stati, lo dico con amarezza, non lo dico perché mi fa piacere, i Comuni, le Province, i Comitati locali più o meno associati, le Associazioni di categoria degli agricoltori, degli imprenditori associati o meno, industriali o agricoltori, grandi e piccoli, degli impianti a biomassa/biogas, tutti in conflitto tra loro o parti di loro. E soprattutto, la cosa ancora più evidente, tutti contro la Regione, con azioni di ogni tipo: ricorsi, opposizioni, esposti, diffide, petizioni, articoli di stampa, minacce di azioni di risarcimento per danni ambientali ed imprenditoriali, temuti, previsti, accertati, in itinere. Mai vista una cosa così!
Io non sto qui perché sto all'opposizione a gioire di questo, perché agli occhi del cittadino, lo sappiamo, siamo tutti sullo stesso piano, al di là delle nostre divisioni quotidiane.
Mi avvio a conclusione dicendo: Presidente io, lei e tanti altri qui siamo europeisti convinti ed è difficile oggi dirlo ai cittadini. L'europeismo sembra una cosa arcaica che qualcuno vuole spazzare via trasversalmente, qui, però, l'Europa ci faceva da faro per la valutazione di impatto ambientale. Noi siamo europeisti convinti, chi sta di là e chi sta di qua, ma nella legislazione regionale con la legge n. 3 l'Europa non l'abbiamo seguita. E' bastato poco alla Corte costituzionale per impallinarci, perché dopo la procedura d'infrazione nei confronti della legge statale, a caduta, c'è andata di mezzo anche la legge regionale.
E' facile per noi dire che avevamo, in qualche modo, paventato tutto questo - ricordo la discussione sulla legge n. 3, partita anche dalla IV Commissione, con i colleghi Consiglieri Acquaroli, Silvetti, per la nostra della coalizione di centro-destra - erano stati ampiamente avvisati i legislatori regionali su cosa si sarebbe andati incontro con quel tipo di legge che non teneva conto della direttiva europea.
Presidente, posso fare un'altra riflessione che ci ha coinvolto nel fotovoltaico? Noi abbiano fatto sul biogas, e dico noi perché la Regione mi sta a cuore come ente, soprattutto, in un momento come questo di attacco, anche da personaggi insospettabili, che si usa il Titolo V per ritornare al neo centralismo statale. Questo però ve la vedete voi con il vostro Congresso.
Cosa è successo con il fotovoltaico? Lo dice uno che ha un rispetto sacro per l'impresa, per l'imprenditore grande o piccolo, certo con una simpatia per quello più piccolo per la fatica che deve affrontare, per mettere su e sostenere un'impresa, però ho un rispetto sacro per gli imprenditori.
Cosa è successo? Sul fotovoltaico abbiamo dato la possibilità, sulla spinta dell'appello: investite nella green economy, di creare i più grandi impianti fotovoltaici che si vedono a 8.000 metri d'altezza con l'aereo e, con tutto rispetto, i grandi latifondisti lo hanno realizzato subito e con grande efficienza.
Di fronte al fatto che il fotovoltaico inquina l'ambiente, e forse non era compatibile con l'infinito leopardiano, citato americanamente da Dustin Hoffman, siamo tornati indietro, a terra non si fa più niente e non è che abbiamo colpito il grosso, abbiamo colpito il piccolo coltivatore che aveva bisogno del fotovoltaico, da investire magari su un mezzo ettaro di terra per i figli o per la propria azienda.
Sul biogas è successa la stessa cosa! Oggi tutte le difficoltà le hanno i piccoli allevatori e coltivatori che non riescono ad aprire neanche un impianto di 150 chilowatt sostegno del proprio allevamento. Ecco la contraddizione! Ecco perché ci chiedono e perché ho scritto, Presidente, come è stata avvertita la Regione. Non ci sono state cose politiche, questo voglio dire, nella contestazione ci stanno fior di Sindaci del PD che partecipano al vostro congresso.
La comunicazione è stata insufficiente. Non è stata trasparente. La Regione è stata vista ostile, lontana, di parte, assente, ma perché faccio questo rimprovero? Quante volte abbiamo ironizzato sarcasticamente sul vostro super presenzialismo in tutti i settori, compreso quello della sanità, che genera un'enormità di contrasti di interessi in gioco, però lì ci siete, vi piaccia o no, lì ci siete. Qui, quando i Comuni vi chiedevano, anche quelli del vostro colore: "Ma cosa sta succedendo con l'ufficio? Io non voglio citare tutte le mancanze che i comitati ed i Comuni hanno illustrato, io le ho trascritte fedelmente a testimonianza di quello che contestavano all'ufficio. Quando c'era questo contrasto l'amministrazione, la Regione, non c'era.
Sono diverse le interpretazioni, capisco, l'Assessore Donati che dice: "Io ho delegato alla struttura tecnica". Io, nella mia professione, sono anche un tecnico, so qual è la competenza tecnica e quella politica, ma quando il tecnico genera un contrasto fortissimo con la società civile ed economica della nostra regione credo che il politico debba intervenire.
E' stata interpretata male, e l'ho detto prima, apertis verbis, la lettera con cui l'Assessore Giannini, all'indomani di una deliberazione del Consiglio regionale, invitava alla prudenza ed alla riflessione, si è posto il problema: acceleriamo perché ci sono i tempi, ci sono le richieste, eccetera.
Faccio valutazioni sull'esecutivo, questa la differenza rispetto al Consigliere Perazzoli. Io qui non voglio parlare solo di Calvarese, Costanzi o Minetti. Basta leggere quello che dicono i Comitati, poi ognuno fa le sue valutazioni, lontani dalle questioni penali che non riguardano noi per l'accertamento.
Mi preoccupo, perché questo era anche il compito della Commissione d'inchiesta, di capire come la direzione politica strategica ha impattato con i cittadini. Avviene su tutto, avviene sulla sanità, avviene sulla scuola, anche se per pochi giorni all'anno, figuriamoci se non avviene su questo, dove il cittadino avverte di essere stato lasciato solo nella difesa della salute e dell'ambiente, a torto o a ragione, ma è così. Non è una questione politica, non è che lo dicono quelli del centro-destra contro quelli di centro-sinistra, lo sapete bene.
Il Presidente Spacca, gliel'ho detto anche amichevolmente, umanamente, una volta ha perso la pazienza, ho detto: mi sorprendo rispetto alla proverbiale, permettetemi, morotea, pazienza del Presidente Spacca, mi ha sorpreso una frase così stizzita perchè significava che aveva perso la pazienza.
L'Assessore Petrini ha fatto il famoso blitz durante la legge di assestamento - Petrini non c'è, correttamente ci siamo confrontati con lui durante la Commissione, uno con l'esperienza di Petrini non è arrivato qua dentro essendo uno sprovveduto, ma ha fatto tutta una trafila da amministratore, la gavetta, glielo riconosco - ha fatto un blitz di quel genere nella Commissione assestamento - ho ringraziato il collega Binci che per primo lanciò l'allarme - ed ha inserito un emendamento di quel tipo, dentro la legge di assestamento, senza alcun controllo. Lo dico ai colleghi che stimo per lunga militanza politica, non è tipico del vostro comportamento, di solito i blitz li sapete preparare bene politicamente, posso dire spesso anche demagogicamente, stavolta né demagogia, né politica, quello è stato un blitz offensivo perché non ha tenuto conto di nessuno della Commissione e di nessuno, penso, anche del proprio partito.
Ecco perché cito le responsabilità politiche e perché credo che questo dobbiamo fare, però permettetemi un'ultima cosa. Qui ho voluto sottolineare il contrasto tra il Consiglio che per ben due volte ha chiesto uno stop di riflessione - poi è vero che Costanzi ha detto: "Non ci possiamo fermare perché ci sono ricorsi, eccetera" - diteci almeno che siamo stati facili profeti perché poi si è andati incontro alla pronuncia di incostituzionalità con tutti i guai che ci sono adesso. Capisco gli imprenditori, non li giustifico, li capisco, che adesso, immediatamente, cercano il risarcimento della Regione e non so come si potrà risolvere. Io la riflessione la voglio confinare ai lavori della Commissione, poi ci sono le competenze della IV sulla proposta, ne abbiamo anche accennato, però credo che ormai entri in funzione la competenza della IV e del Presidente Giancarli.
Nella politica che contesto dell'esecutivo, ed ho citato una frase del Presidente Spacca, una lettera dell'Assessore Giannini, un pronunciamento dell'Assessore Donati, il blitz dell'Assessore Petrini, posso dirvi una cosa? Non vi condivido, vi censuro, ma paradossalmente la vostra è stata una coerenza gelida, ma coerente.
Non voglio fare invasioni di campo, non vi arrabbiate, non si arrabbi il Consigliere Comi, ma quando lui dice, lanciando la sua candidatura a segretario del PD, che si candida perché: "La verità è che mi sono rotto della tattica conservatrice e dell'ipocrisia". Voglio dire al Consigliere Comi, se ricorda, che ha presentato un emendamento e quando c'era da votarlo è scappato via. Gli auguro di chiarire queste cose, in questi giorni, nel suo territorio, nella provincia di Macerata, non è un affondo a gamba tesa, glielo dico amichevolmente, c'è un pronunciamento che fa il partito, il suo partito e lui con il partito, e una cosa che fa lui in Aula con un'altra votazione. Gli auguro di chiarirlo, perché tengo alla figura di un Consigliere regionale come la mia, anche se può essere un avversario e posso dire: "Vai a farti benedire e te la vedi tu!"
Quale coerenza! Bisogna che ritiriamo fuori la coerenza, la chiarezza, se no qui, fuori da qui, la gente che già ci sta con il fucile puntato non ci capisce niente.
La situazione attuale, lo ha detto anche il Consigliere Perazzoli, è chiara, ormai la strategia di Tar e Consiglio di Stato, visto che è uscita la pronuncia di incostituzionalità, è una linea ben precisa, dare addosso alla Regione e c'è chi su questo c'è chi propone diverse soluzioni. Quando il Presiedente Spacca ha detto in un'intervista: "Sto cercando di coinvolgere la Conferenza Stato Regioni, il Ministero, il Governo perché intervengano su questo", lì per lì ho detto una strategia che condivido perché credo che il Governo debba fare chiarezza sulla legge statale in contrasto con la direttiva europea, e non lasciare da sole le Regioni, sia quelle che hanno sbagliato che quelle che non hanno sbagliato di fronte ai cittadini, agli imprenditori, ai comitati, ai Comuni, alle associazioni di categoria.
Credo, Presidente, forse poteva essere una richiesta giusta al Governo, allo Stato, quella di fare chiarezza, non so la proposta che viene fuori adesso, la cosiddetta Via postuma, non l'ho approfondita, dico solo che mi rendo conto di quali tensioni possa creare, quali ulteriori incomprensioni sul territorio.
Mi fermo qui perché la palla passa ora alla IV Commissione e siamo tutti rappresentati in quel luogo di lavoro che oggi è responsabilità del Consigliere Giancarli.
Chiudo, dicendo: possiamo trarre degli insegnamenti, ci sono stati momenti in cui il dialogo si è interrotto, e non capisco perché, c'è stata un'accelerazione che ha portato a questo che è un danno, però al Presidente dico una cosa, qui non c'è scritto che l'ha detto il Presidente, in un inserto fatto a cura della Giunta regionale, l'ultima riga dice: "Vogliamo intervenire perché gli imprenditori sono lì per chiedere risarcimento cospicuo alla Regione". Vi posso fare una domanda? Questo già c'è, e sono anche convinto che neanche la Via postuma li fermerà, non sarà neanche la Via postuma, purtroppo, secondo me, ma vogliamo porci il problema, se vanno avanti e se avranno soddisfazione i ricorsi presentati dai Comitati o dai Comuni quanto può essere il costo per la Regione? Il groviglio, Presidente, si aggroviglia ancora di più.
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Grazie Presidente, sarò breve perché sono convinto che molti miei colleghi parleranno dopo di me, anche coloro che hanno fatto parte della Commissione d'inchiesta, e potranno farlo anche in termini più appropriati e di merito, rispetto a quello che potrei fare io.
Ho apprezzato molto, al di là del lavoro svolto in Commissione, gli interventi del Consigliere Perazzoli e del Consigliere Massi, anche se connotati da una diversa impostazione, come è ovvio.
E' vero che bisogna evitare, come il Consigliere Massi qualche volta ha richiamato nel suo intervento, le connotazioni politiche, ma è ovvio che, in parte, nel suo intervento è contenuta una critica politica più profonda, rispetto alle indicazioni critiche svolte nella relazione del Consigliere Perazzoli.
Devo apprezzare anche un'altra cosa, chi più, chi meno, entrambi i relatori hanno saputo tenere distinta la discussione sulle risultanze della Commissione d'inchiesta, da ciò che verrà in Aula fra poco, e cioè la nuova cosiddetta legge di rinnovazione dei procedimenti. E' in parte intrecciata, ma il buon senso, l'esperienza dei due relatori hanno fatto in modo che in questo dibattito non si intrecciassero le due questioni.
Commissione d'inchiesta che, fra l'altro, questa maggioranza ed il PD hanno tranquillamente votato in Aula. Non l'hanno assolutamente temuta anzi, nelle relazioni, sul piano del merito troviamo anche delle vicinanze abbastanza marcate, credo, quindi, che oggi il dibattito - al di là del suo motore, di un problema molto complicato, molto intrecciato, che ha a che fare con le sentenze che ci sono già state, con i percorsi che sono nelle mani del Tar, insomma parliamo di un complesso di cose che, in qualche modo, ci hanno anche preoccupato - sarà, così come è partito, abbastanza tranquillo e sereno.
Io la questione la pongo in questi termini, siamo ad un anno dalla fine del mandato, più o meno, ognuno di noi ha in testa degli obiettivi, delle cose da ultimare, da portare a casa, come si dice, noi come maggioranza abbiamo un programma di legislatura da onorare e devo dire che molte cose sono state fatte, anzi ci presenteremo, questa maggioranza si presenterà agli elettori, fra qualche mese, con un programma pressoché realizzato, non ho dubbi, su tantissime questioni, grandi infrastrutture, impegni del Governo della Regione sulla sanità, sul sociale, sulla difesa del lavoro e così via.
Ci sono due questioni che personalmente credo che debbano essere portate a casa, Presidente, oltre che scritte negli obiettivi finali, prima della fine del mandato.
Una è certamente la nuova legge sull'urbanistica. Io sono arrivato qua nel 2005, c'era qualche bozza nei cassetti della Giunta e finiti due mandati quella legge è appena uscita dalla Giunta per andare in Commissione. C'è un'attesa formidabile sul tema del riordino degli assetti del territorio, del governo del territorio e penso che sia bene spingere su questa leva per portare questo risultato fino in fondo.
L'altro tema che abbiamo più volte annunciato, che purtroppo si è intrecciato con le vicende di cui discutiamo stamattina, che hanno riportato anche i Consiglieri Perazzoli e Massi, è la revisione, la modifica del Piano energetico regionale ambientale. Penso che su alcuni temi noi dobbiamo correggere.
Rigetto le affermazioni del Consigliere Massi secondo le quali il Pear delle Marche è stato totalmente fallimentare. Penso che questo Piano energetico abbia dei limiti con i quali ci stiamo scontrando anche oggi. Il percorso è quello che stiamo attraversando, è legato in parte anche ai limiti di questo Piano energetico ambientale regionale che da un lato è stato considerato uno strumento di alto profilo ambientale, uno strumento di tutela per il territorio e per il paesaggio marchigiano e dall'altro non ci ha dato la possibilità di realizzare quegli obiettivi di energia rinnovabile che noi dovremmo realizzare, nel senso che dovremmo recuperare quel famoso 50% di energia elettrica, per esempio, che acquistiamo, piuttosto che produrla da fonti rinnovabili.
Su queste due grandi questioni, spero ci sia il tempo per andare fino in fondo. Noi come Partito Democratico, ma penso la Giunta stessa, la maggioranza tutta, sul tema che abbiamo discusso per mesi, sui problemi che si sono creati rispetto alla produzione di energia rinnovabile, abbiamo tenuto sempre un atteggiamento molto coerente. Nel senso che abbiamo cercato ripetutamente di conciliare alcuni aspetti che hanno a che fare con la produzione di energia rinnovabile.
Il primo fra tutti è quello che ricordava anche il Consigliere Perazzoli, non possiamo parlare di impianti sul territorio di questo tipo, ancorché corredati molte volte da relazioni scientifiche mediche, che ci dicono che tutto sommato non sono negative per la salute, pur tuttavia abbiamo avuto in maniera, come dire, centrale la tutela dell'ambiente e della salute, sempre!
Abbiamo cercato di conciliare questo tema con la necessità di produrre l'energia rinnovabile, però non possiamo pensare che, in una regione come questa, su alcuni temi, registriamo un incremento di energia da fonti rinnovabili pari a zero, mi riferisco anche all'eolico. Ancora non siamo riusciti a dare, ad incrementare quel versante.
Abbiamo cercato allo stesso tempo di considerare questo tipo di intervento legato alla possibilità di un'ulteriore leva per lo sviluppo della regione, per l'occupazione, un'attenzione all'impresa, e su questo ha ragione il Consigliere Massi quando dice: "Attenzione, le imprese che dovevano per prime intervenire su questo fronte erano le imprese agricole, non le grandi aziende multinazionali", che in qualche modo sono entrate a gamba tesa sui territori della regione e non solo.
Su questi temi, credo che noi, come Partito Democratico, abbiamo cercato di tenere al massimo una coerenza di orientamenti, cercando di ascoltare il più possibile coloro che hanno segnalato le difficoltà di interventi del genere sul territorio, con l'esigenza di produrre energia rinnovabile, sulla quale siamo pienamente convinti nell'interesse principalmente dell'occupazione e del lavoro, a partire dalle aziende agricole locali.
Ci sono dei limiti che noi abbiamo costantemente e politicamente mostrato e messo in evidenza. Il primo fra tutti, è tornato più volte in discussione questi giorni, è la scarsa concertazione con i territori. Sembra una filastrocca, sembra una frase fatta, ma in realtà i territori, i nostri Sindaci, qualche volta, si sono sentiti chiamati fuori, sentiti fuori da una discussione che avrebbe dovuto considerarli primi attori, tant'è che, molto spesso, anche nei tavoli delle Conferenze di Servizio, il soggetto più debole era proprio il Sindaco di quella realtà nella quale andava istituito, costruito, realizzato, un impianto di energia rinnovabile.
Questo è il limite che politicamente io mi assumo, limite della politica, anche mio, anche nostro.
Il secondo, l'altro tema è una sensibilità anche eccessiva che molti di noi hanno mostrato, sedotti dalla chimera del consenso a tutti i costi, attraverso una adesione, qualche volta non troppo critica, rispetto ai motivi dei comitati.
I comitati sono portatori di istanze dal basso, vere, legittime, serie, molto spesso, però, c'è anche un aspetto opportunistico, c'è anche un aspetto speculativo. Anche questa sfera, questa sponda, è stata più volte gestita male, forse solo per una manciata di consensi in più, rispetto ad un tema molto complicato che parte dalla tutela del territorio, della salute e dalla necessità di produrre energia da fonti rinnovabili.
Ecco perché credo che le critiche mosse anche sul piano politico amministrativo, in parte siano da accogliere, dobbiamo cercare, in qualche modo, di aggiornare il percorso.
Credo che questa mattina si abbia da un passaggio utile, dal lavoro svolto dalla Commissione di inchiesta la palla passa alla IV Commissione rispetto al tema successivo, che è comunque una questione che riguarderà il Consiglio, perché rispetto alla cosiddetta rinnovazione delle procedure è evidente che anche qua gli aspetti che ognuno di noi dovrà tenere insieme, non dovranno essere solo aspetti di carattere politico, anzi sarà bene escluderli, perché da questo punto di vista noi, con quella legge, dobbiamo dare delle risposte complessive alle imprese che hanno già avuto le autorizzazione. Del resto, bisogna anche tener conto del fatto che alcune autorizzazioni erano carenti rispetto agli atti necessari per farle partire e sopravvivere, per cui avremo un passaggio altresì complicato, forse anche più dello stesso lavoro della Commissione d'inchiesta.
Ultimo punto, credo che, lo ricordava anche il Presidente Spacca qualche giorno fa, noi ci siamo trovati anche in difficoltà rispetto all'indicazione dell'Europa, per il fatto che questo Governo ancora non ha un Piano energetico ambientale nazionale, per la contraddizione rispetto alle norme nazionali, che non ci sono, per la nostra legge regionale, per il conflitto con le indicazioni della Comunità europea. Qualche difficoltà l'abbiamo subìta per induzione, per le negligenze forse di altri.
Credo che dobbiamo assolutamente trovare le condizioni per uscire, cercando anche, alla fine, di modificare, se possibile, il Piano energetico ambientale regionale, sul punto centrale, sul fatto che dobbiamo avere la possibilità di calcolare, nelle percentuali adeguate, un incremento di energia da fonti rinnovabili nelle Marche, così come quel Piano si era proposto di fare. Siamo troppo indietro! Ecco perché le modifiche necessarie, entro questa legislatura, dovrebbero, anzi, dobbiamo farle.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo che la Commissione abbia fatto un lavoro di recupero, anche storico, di quelli che sono stati tutti i passaggi in Consiglio regionale e in Giunta. Purtroppo non si è riusciti ad andare oltre al ripercorrere le tappe e mi sembra che questo faccia capire quello che è il problema principale in questo ambito ed in altri ambiti da parte della Regione, ovvero che il ruolo di programmazione non può essere gestito solo con dei numeri, non può essere superato solo dicendo: con il Pear o con il "burden sharing", alla fine bisogna che i numeri portino, altrimenti vuol dire che noi agiamo, in qualche modo, sotto l'obbligo di norme che ci dettano i comportamenti e non lavoriamo per programmare le strategie della nostra Regione in base alla peculiarità della stessa.
In questo campo, come precedentemente era successo per il fotovoltaico, noi eravamo già in ritardo rispetto a definire gli obiettivi del piano energetico da raggiungere e rispetto a definire il "burden sharing", cioè una quota regionale per realizzare i vari obiettivi di produzione di energia. Tanto è vero che poi siamo stati costretti a subire il "burden sharing" d'obbligo che ci è stato dato dal Governo nazionale e, nel momento in cui andavamo ad iniziare, anche aiutati dai finanziamenti europei, la produzione di energie rinnovabili da biogas e biomasse avremmo dovuto mettere al centro due questioni, qui ha sbagliato la politica nella programmazione ed hanno sbagliato i tecnici regionali.
Le due questioni da mettere al centro avrebbero dovuto prevedere, da un lato, che questa produzione energetica fosse al servizio degli agricoltori marchigiani e del territorio marchigiano, come in parte è stato anche da qualcuno accennato, prevedendo alcune valorizzazione dei residui delle gestioni dei boschi appenninici, eccetera, come ad esempio l'utilizzo di biomasse legnose su dimensioni veramente piccole, dall'altro utilizzando i residui delle lavorazioni, delle produzioni agricole.
Invece siamo andati verso progetti che comportavano l'utilizzo di produzioni agricole dedicate, cioè il sacrificio del nostro territorio regionale, e l'accelerazione di quello che io avevo evidenziato ad ottobre quando l'ex Assessore Petrini aveva aumentato la soglia da 250 chilowatt a 1 megawatt per la produzione da biomassa. Avevo detto all'Assessore che era una vergogna, perchè l'agricoltura marchigiana doveva essere dedicata alla valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, ed era una vergogna che l'Assessore dicesse che 400, 500 ettari di terreno dovessero produrre mais o altre colture dedicate, quindi 500 ettari di terreno dedicati alla produzione di 1 megawatt di energia da biomasse, senza neanche indicare, e questo ugualmente è un errore dei tecnici e della politica, che queste centrali a biomasse dovessero utilizzare al 100% l'energia termica, perché l'energia elettrica prodotta, che era del 30, 35%, buttava via il 70% di energia termica e per questo che non si otteneva nessun risultato all'interno degli obiettivi fissati dal "burden sharing" che dicevano: "Voi nelle Marche non producete niente di energia termica".
Come è possibile che i responsabili dell'Ufficio energia, l'Assessore all'agricoltura e l'Assessore all'industria e all'energia, non abbiano pensato a questo ed abbiamo messo in piedi una programmazione che prevedeva lo spreco di energia, che non prevedeva le migliori tecnologie e che, alzando la soglia, aumentava anche l'impatto con le popolazioni, perché mantenendo una soglia a 250 chilowatt ed inserendo lo screening che è richiesto dalla direttiva, anzichè la Via, saremmo partiti.
Queste sono le questioni fondamentali.
L'altra questione è quella dei procedimenti. Non è possibile che su queste questioni ci siano stati, come è successo, procedimenti lampo in cui si avvisavano i Comuni che ci sarebbe stata la Conferenza dei Servizi per una centrale a biomasse di cui i territori non sapevano niente e che, nell'arco di 20 giorni, si dovevano attrezzare per partecipare. Solo i Comuni potevano partecipare, non le associazioni dei cittadini, non i comitati, non l'Asur, non l'Arpam, con la difficoltà, addirittura, ad ottenere informazioni e dati rispetto al progetto, quindi, un'assenza proprio al limite della legge. Non dare ai territori l'informazione sui progetti, voleva dire non permettere la partecipazione ad un'interlocuzione, a portare motivazioni contrarie che, in maniera sostenibile, avrebbero potuto essere sostenute e avere effetto.
Oltretutto già a giugno il Consiglio regionale aveva richiesto che fosse tenuto in considerazione il parere dei Comuni e la partecipazione degli stessi, dell'Asur e dell'Arpam e ricordo che la settimana successiva la Giunta diede l'indicazione agli uffici di non tenere conto del pronunciamento del Consiglio regionale e di accelerare i procedimenti. A fronte di un Consiglio regionale che dice: "Teniamo conto, favoriamo la partecipazione dei Comuni, inseriamo anche valutazioni tecniche rispetto al danno" la Giunta regionale ha detto: "Acceleriamo". A settembre il Consiglio regionale disse: "Bisogna sospendere i procedimenti in autotutela e far si che ci sia l'adeguamento, in qualche modo, alla direttiva europea con la sottomissione a screening di Via", avremmo risolto i problemi e, invece, lì si decise di non decidere. La Giunta non accolse questo invito, come pure, non accolse quello successivo quando, in attesa delle linee guida, dicemmo: "Sospendiamo i procedimenti", perché secondo l'interpretazione giuridica, che pensava di tutelare la Giunta e i tecnici della Giunta, si è sempre adottato il principio di non applicare le scelte ai procedimenti avviati, per cui noi ci siamo trascinati questi procedimenti che, alla fine, sono arrivati, con la pronuncia della Corte costituzionale, ad essere invalidati.
Questo è il problema successivo da affrontare con la legge. Il problema è che la Giunta dice: "I ricorsi più pericolosi e più gustosi saranno quelle delle imprese, quindi, noi facciamo una proposta di legge che prevede che i procedimenti siano sospesi e integrati con il procedimento di Via". Anche qui, ritengo che i procedimenti che si sono costruiti in assenza di alcune valutazioni fondamentali, addirittura il pre-screening deve essere precondizione del procedimento, vanno, in qualche modo, azzerati e fatti ripartire. Questa, comunque, è una discussione che affronteremo successivamente.
Penso che queste siano le questioni ed anche la riflessione, e chiudo, che qualcuno ha inserito sul Pear non deve riguardare solo puri obiettivi matematici, ma quelle che sono le potenzialità e gli interessi del territorio marchigiano, dei cittadini marchigiani, nel rispetto della tutela della salute e della valorizzazione anche delle nostre imprese, ma imprese che lavorano sull'innovazione, sulla ricerca e sul rispetto del territorio, non che vengono a fare investimenti di tipo quasi finanziario come è successo per le biomasse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acacia Scarpetti.
Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, io ho chiesto la parola perché ho visto la presenza del Presidente Spacca, purtroppo è uscito, spero che qualcuno gli riferisca questa piccola pillola che volevo comunicargli in diretta.
Sono d'accordo con il Presidente Spacca quando spesso dice che nella sua macchina amministrativa il buco nero è il Servizio dell'ambiente, ed il buco nero non è certo per colpa dell'attuale Assessore o del precedente, magari il terz'ultimo qualche responsabilità può averla. Quel tema, quel servizio, è un buco nero e lo si vede dal 1974, quando scrissero la legge regionale n. 52, basta vedere l'articolo 7, basta vedere il tono talebano, improponibile, del suo contenuto e l'ancor più incredibile applicazione di quell'articolo, quindi, i problemi del settore ambiente marchigiano nascono da lontano. Oggi ne paghiamo le conseguenze.
Abbiamo una piantina dell'Italia dove vengono elencate le situazioni energetiche italiane e noi siamo il fanalino di coda. Siamo il fanalino di coda perché abbiamo avuto pochissimi capibastione di quel mondo che fanno un’attività a singhiozzo, quando sono liberi da vari incarichi, che prendono dalle pubbliche amministrazioni, si ricordano di fare un po' di protesta quando sono impegnati in altre cose la protesta cade. E questi sono i risultati!
Tutti parlano di questa materia, tutti fanno le pulci e creano pulci anche dove non ci sono e nessuno vede l'elefante. L'elefante è il fatto che qualsiasi impianto di combustione produce, trasforma in energia elettrica il 30-35% del potere calorifico di quello che tu gli metti. Per cui l’applicazione così nelle Marche del “burden sharing” è una contraddizione in termini, quello che dice giustamente il Consigliere Perazzoli non potrà mai essere raggiunto, perché l'aumento dell'inquinamento sarà sempre costante e irraggiungibile rispettare il “burden sharing” con le nostre centrali a biomasse e quant'altro.
Per ovviare a questa situazione grottesca, lasciatemi dire, più elegante non riesco ad essere perché si potrebbe dire di tutto e di più, nessuno s'accorge, nessuno ha il coraggio di dire quanto siamo ridicoli nelle Marche ed anche in Italia.
In verità negli altri territori la situazione è attenuata dalla sensibilità forse degli imprenditori, forse delle pubbliche amministrazioni, ma quant'è miope autorizzare impianti senza inserire l'obbligo di recupero dell'energia, altrimenti parliamo del nulla.
Bene, quella proposta c'è, giace anche oggi nell'ordine del giorno dell'Assemblea legislativa, è al punto n. 34, io non ne ho chiesto oggi la discussione insieme a questo punto, eventualmente la proporrò quando si parlerà della legge sul biogas. Posso anche capire che qualche dirigente dirà al Presidente Spacca, alla Giunta, al Consiglio intero, che le Regioni non hanno pieno potere su questo aspetto, che ce la potranno impugnare. Chi se ne frega! Facciamocelo dire, che abbiano il coraggio di dire che questa proposta non è lungimirante. Abbiamo mandato a Roma 5, 6 versioni di legge sulla caccia, ogni volta ci hanno fatto un’accezione, ce la faranno anche adesso, ci hanno fatto una accezione anche sulla ... non mi ricordo cos'era, ce ne fanno una a settimana, facciamola per una cosa nobile, per uno scopo nobile, per una proposta che nessuna mezza tacca di tecnico al mondo può attaccare, anzi potrebbe provocare soltanto complimenti per la Regione Marche e ci porrebbe ai vertici dell'intuizione, ai vertici della materia.
E’ al punto n. 34, Presidente, mi riservo di chiedere la discussione di questa proposta di legge quando si voterà anche la proposta di legge proposta dalla Giunta, grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Io parto da una affermazione che ha fatto il Presidente della Commissione, Consigliere Massi, relazione che, tra l'altro, il Gruppo Comunista voterà.
Lui ha detto che con la partita del biogas questo governo regionale, questa maggioranza, ha scritto una pagina amara e buia della Regione ed io sono perfettamente d'accordo, Presidente Massi, e mi meraviglia chi in quest’Aula dice che non dobbiamo dare un giudizio politico, aiutando, sul piano culturale, tutti coloro che fanno antipolitica. Se noi, dopo aver ascoltato, se noi, dopo aver toccato con mano quello che è avvenuto, perché questo era il compito della Commissione d'Inchiesta, dicessimo che non dobbiamo dare un giudizio politico, noi delegittimeremo noi stessi, il giudizio non può che essere politico e fortemente negativo.
Il Capogruppo del PD ha detto che, come Consiglio regionale, abbiamo un obiettivo da qui alle elezioni e che relativamente al programma di legislatura, con il quale questa maggioranza ha avuto il consenso della popolazione marchigiana, con coerenza è tranquillo perché per la maggior parte è stato già realizzato, questo è un punto in particolare.
Allora io voglio ricordare che su quel programma c'era scritto che era prioritario, per questa maggioranza, la valorizzazione del creato. Concetto molto bello, cattolico che io non condivido, non essendo un credente, però bello, di spessore, ma se questo è, questa maggioranza, questo governo ha bestemmiato tutti i giorni dalla mattina alla sera, perché abbiamo visto come è stato ridotto l'ambiente ed il territorio, sia con i pannelli fotovoltaici che adesso con le centrali a biogas. Sarebbe stata necessaria, in presenza di incentivi, veramente lucrosi e veramente appetibili, mettere in piedi una pratica politica di buon senso e di partecipazione. Bastava che l'Assessore all'agricoltura, l'Assessore alle politiche energetiche si mettessero d'accordo, convocassero le Province, i Comuni, le organizzazioni agricole, le organizzazioni degli industriali e realizzassero, anche ai fini occupazionali, una politica seria che da un lato ci facesse rispettare tutte le norme e le indicazioni dell'Unione europea, dall'altro fosse da incentivo, non solo sul piano economico, ma anche occupazionale e di coesione sociale di questa nostra regione.
Una politica con la P maiuscola di chi vuole governare.
Noi dobbiamo dirlo in estrema sintesi, questo Governo ha scelto la strada di essere dispensatore di sussidi europei e come interlocutori non sono stati scelti i Sindaci, le Province, gli agricoltori o gli artigiani. No! I soliti noti che si sono ritagliati fette consistenti di milioni di euro nel giro di 25 anni a discapito dell'ambiente, forse, non siamo sicuri, della salute, sicuramente della partecipazione democratica e della coesione sociale.
Questo è stato fatto! E per fare questo bisognava agire in fretta, allora non si è rispettato quello che diceva il Consiglio, non solo la minoranza, ma il Consiglio regionale, che decideva una cosa che la Giunta smentiva dopo 5 giorni. Certo, sempre su tempestivi pareri tecnici, ma i tecnici, si sa, fanno quello che la politica dice, altrimenti dovremmo chiedere le dimissioni di tutti e dovrebbero andare tutti a casa.
E’ scorretto dire che quello che è accaduto, è accaduto per colpa dei tecnici o per colpa della non chiarezza delle norme, c'è anche questo, ma sicuramente c'è stata una sordità incredibile nei confronti del territorio e dei suoi rappresentanti.
Guardate, questo Consiglio regionale si è fatto, uso un termine forte, calpestare quando qui veniva denunciato che un Sindaco, alla Conferenza dei Servizi ha dovuto chiamare i Carabinieri, non per affermare le proprie ragioni, ma per veder verbalizzato quello che diceva. Un rappresentante del popolo ha dovuto chiamare i Carabinieri ... allora la colpa è dei tecnici e delle norme! No, questa è ipocrisia, questa è mancanza di coraggio e di assunzione di responsabilità.
Bisogna andare veloci oppure lavorare alla chetichella e, in mezzo a tanti articoli, sulla finanziaria mettere la modifica, la ciliegina, in modo, come dire, sul piano politico oltre che scorretto, subdolo. Anche qui scegliendo con chiarezza non l'agricoltura, e l'ha fatto l'Assessore all'agricoltura, non il mondo di coloro che lavorano i campi producendo ricchezza, che tutelano l'ambiente e curano il paesaggio, no, scegliendo gli interessi di coloro che potevano investire, degli speculatori che utilizzano, come ha detto in Commissione l'ex Assessore, il lavoro degli agricoltori. Tanto è vero che in Commissione ha detto: "Io ho visto dei campi coltivati, che prima non erano coltivati ed adesso producono per le centrali". Quindi non solo neghiamo agli agricoltori di diventare artefici dello sviluppo del territorio, ma li rendiamo servi della speculazione.
Sul piano politico è questo, come non dare un giudizio? Come non dare un giudizio negativo?
Io non voglio parlare di quella che viene chiamata Via postuma, lo faremo, però questa Regione ha scritto una pagina molto brutta e se è vero che oggi il Presidente è preoccupato della richiesta di rimborso da parte degli industriali che hanno investito, non sono molti, ma hanno investito abbastanza, io mi domando come si comporterà nei confronti dei Comuni, dei Comitati, che faranno altrettanto e spero che lo facciano perché se non lo faranno, saranno anch'essi in questa bella italietta complici del fatto che i profitti si privatizzano e i disastri ambientali invece vengono socializzati.
Noi comunisti a questo gioco non ci stiamo, ecco perché voterò la relazione che mi sembra più rispondente a quanto abbiamo ascoltato e a quanto è avvenuto e che oltretutto è molto più puntuale nei compiti che sono stati ad essa affidati dal Consiglio regionale, cioè di chiedere cosa è avvenuto e di riferire al Consiglio, perché non c'è stato chiesto di consigliare alla Giunta di governare con efficienza e trasparenza, questo ci sembra l'ABC della politica, né ci è stato chiesto di affermare che la salute e l'ambiente non sono negoziabili, questo lo sappiamo da quando siamo nati, né ci è stato chiesto di dire al Consiglio che bisogna aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, questo lo sappiamo quasi da sempre. Queste sono cose che dice la relazione di maggioranza, ecco più convinto che mai, voto quella che è in minoranza come voto, ma certamente tra la popolazione, sul territorio marchigiano è di gran lunga quella di maggioranza e con questo comportamento il Governo regionale e la maggioranza, che voterà quella relazione, darà campo largo, ancora una volta, ai grillini che cresceranno e faranno bene a crescere finché voi continuerete a comportarvi così, dite una cosa sul territorio e ne dite un'altra qui!
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Malaspina.
Maura MALASPINA. Grazie Presidente.
L'inquadramento del problema biogas nella Regione Marche, anche a seguito dell'esame delle relazioni finali di maggioranza e di minoranza della Commissione d'inchiesta chiamata ad esaminare le vicende relative al rilascio di tutte le autorizzazioni sulle centrali a biogas e biomasse, che risentono molto di valutazioni politiche, dimostra un contorno ed un contesto programmatorio sostanzialmente virtuoso, minuziosamente gestito con atti, (Pear, Psr, Normativa Ambientale) e norme che hanno coinvolto nel dibattito le forze politiche e sociali e che sono state più volte condivise e discusse dalla Giunta regionale prima e da questa Assemblea legislativa.
La strategia del Piano energetico ambientale regionale delle Marche si basa sulla priorità delle fonti rinnovabili. Il Piano si articola su tre assi principali, con priorità alle fonti rinnovabili insieme a risparmio energetico e cogenerazione distribuita, al fine della copertura del deficit energetico regionale.
Al 2012 il deficit energetico regionale è pari a -3.899 GWh (-48,9%) rispetto a un fabbisogno di 7.991 GWh (dati Therna).
L'obiettivo del “burden sarin” (partecipazione agli oneri) comporta a livello europeo l'assegnazione di quote di produzione energetica da fonte rinnovabile, elettrica e termica attribuito dalla Unione europea all'Italia, con successiva ripartizione a livello regionale con una logica di federalismo energetico.
Tale ridistribuzione dei carichi energetici prodotti da fonti rinnovabili rappresenta la principale sfida dei prossimi anni, considerato anche il rischio di commissariamento connesso al mancato raggiungimento dell'obiettivo regionale assegnato.
Il “burden sharing" assegna alle Marche la quota di condivisione dell'obiettivo di produzione da fonti rinnovabili del 15,4%.
Attualmente l'obiettivo raggiunto è del 4,5, quindi, siamo molto lontani dall'obiettivo del 15,4 che dovremmo raggiungere nel 2020.
La realizzazione di impianti a biogas e biomasse costituisce una azione specifica prevista dal Pear per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: rispetto ad un obiettivo di 360 GWh previsto al 2015, gli impianti realizzati al 2012 contribuiscono per 109,7 GWh.
E' chiara la necessità di rivedere il Pear!
PRESIDENTE. Eventuali esigenze di parlare fra Consiglieri bisogna esportarle fuori dall'Aula altrimenti non si riesce a seguire, prego.
Maura MALASPINA. E' chiara la necessità di rivedere il Pear! Non è pensabile, auspicando una ripresa dell'economia, il perdurare di questa, situazione di deficit energetico che influisce pesantemente sul costo finale dell'energia penalizzando il sistema produttivo marchigiano.
PRESIDENTE. Non si può …, la grande volontà di trattare questo punto, se non si trattava morivano tutti, poi non sta a sentire nessuno, fra l'altro parla l'Assessore!
Maura MALASPINA. Posso proseguire?
PRESIDENTE. Adesso che stanno zitti prosegua.
Maura MALASPINA. E' stato avviato un aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale ricercando la massima salvaguardia della salute dei cittadini e della sicurezza ambientale attraverso l'utilizzo di tecnologie e processi di innovazione coerenti con il modello policentrico regionale.
Le Marche hanno curato con attenzione il settore delle biomasse.
Come è ben noto, le Autorizzazione Uniche, ai sensi del decreto legislativo 387 del 2003, per la realizzazione e per l'esercizio di impianti produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sono rilasciate dalla Regione e dalle Province.
In particolare la Regione Marche ha rilasciato numerose autorizzazioni per impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biomasse.
L'Ufficio regionale competente, al momento delle istruttorie, non ha previsto di assoggettare gli impianti alle procedure di valutazione di impatto ambientale in quanto tali impianti presentavano potenza inferiore rispetto alle soglie dimensionali stabilite dalla legge regionale n. 7 del 2004 e dalla legge regionale n. 3 del 2012 che l'ha sostituita.
Tali soglie dimensionali erano in linea con quelle stabilite dalla norma statale di riferimento, decreto legislativo n.152 del 2006.
Anzi, nel caso delle biomasse le leggi regionali erano molto più cautelative della norma nazionale in quanto prevedevano la sottoposizione alla procedura di verifica di assoggettabilità per impianti della potenza termica di 1 megawatt nel caso di impianto alimentato a biomasse solide e 3 megawatt nel caso di impianto alimentato da biomasse gassose.
La norma statale fissava la soglia dimensionale al di sotto della quale non erano necessarie procedure valutative a 50 megawatt termici. Adottando uno slogan, si potrebbe dire che la norma regionale in materia di biomasse era cinquanta volte più cautelativa della normativa statale.
La legge regionale n. 3 del 2012 però è stata oggetto, come sapete, di impugnativa da parte del Governo.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 93 del 2013, ha dichiarato l'incostituzionalità della legge regionale n. 3 del 20112 nella parte in cui questa prevede esclusioni dalle procedure valutative sulla base del solo criterio dimensionale.
In altre parole la Corte ha imposto alla sola Regione Marche, unica tra tutte le Regioni d'Italia, a rapportarsi direttamente con la direttiva comunitaria di riferimento ed ha di fatto azzerato tutte le soglie dimensionali previste negli allegati della legge regionale n. 3 del 2012.
Complessivamente la Regione Marche ha autorizzato 44 impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse, per un totale di circa 41megawatt di potenza elettrica istallata.
Di questi, 10 impianti, per una potenza complessiva di 12,31 megawatt utilizzano gas di discarica e pertanto sono opere connesse al corretto funzionamento di impianti di smaltimento rifiuti e debbono essere distinti dagli impianti alimentati a biomasse. Quindi gli impianti alimentati a biomasse solide, liquide e gassose, autorizzate ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2002, esclusi quelli interni ad area di discarica, sono 34 per una potenza complessiva di circa 29 megawatt elettrici.
Intendo far rilevare come la potenza complessiva degli impianti alimentati a biomasse in tutta la Regione Marche (29 megawatt pari a circa 60 megawatt termici) raggiunge di poco la potenza che, sulla base della normativa statale, impone nelle altre Regioni l'attivazione delle procedure valutative ambientali per un solo impianto.
In altre parole nella Regione Marche un impianto da 1,1 megawatt termico alimentato a biogas da biomasse era assoggettato alla procedura di Via, mentre nelle Regioni confinanti tale limite era ed è attualmente fissato in 50 megawatt termici.
Dopo la sentenza della Corte costituzionale la soglia dimensionale per la Regione Marche è stata addirittura eliminata, tanto che oggi tutti gli impianti di tipo industriale per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentate a biomasse debbono essere assoggettate alle procedure di screening.
In questo scenario va sottolineato un aspetto: con gli impianti a biomasse non c'è nessun pericolo per la salute!
Tutti gli impianti a biogas, come sapete, non possono trattare rifiuti e sostanze pericolose. Si tratta di materiale organico e vegetale che viene digerito da batteri, come un procedimento paragonabile alla digestione delle mucche.
Qualsiasi matrice tossica porterebbe al blocco produttivo ed a consistenti danni economici per chi lo gestisce.
Gli impianti di biogas sono una tecnologia sicura e collaudata a livello mondiale: in Germania ne esistono circa 7.500 e producono l'equivalente di 2 moderne centrali nucleari.
Vorrei fare una valutazione della situazione attuale di produzione di bio energia nelle Marche.
Le Marche sono ben al di sotto delle altre Regioni italiane per potenza energetica installata di biogas e biomasse.
I dati Terna dimostrano che il 2011 è stato un anno di svolta per la produzione da fonti rinnovabili a livello nazionale, grazie al contributo del Conto Energia, che ha incentivato fortemente gli impianti fotovoltaici e tale fenomeno si è registrato anche nella Regione Marche.
Nonostante ciò nel 2012 la Regione Marche con circa l'1,7% registra un dato di produzione da fonti rinnovabili tra i più bassi d'Italia, classificandosi in terz'ultima posizione insieme a Umbria e Basilicata e dopo Liguria e Molise.
All'interno di questo dato il contributo delle agro energie in senso stretto, biomasse e biogas, è limitato dovuto alle difficoltà tecnico-economiche per la raccolta di biomassa, alla bassa presenza di consistenti allevamenti zootecnici, alla normativa autorizzativa e alla presenza di ostacoli non tecnologici come il basso grado di accettabilità sociale che frenano il diffondersi di queste tecnologie tra le aziende marchigiane.
NeII'ambito del rapporto di valutazione intermedia 2012 del Psr, il valutatore evidenzia la necessità di rafforzare il ruolo delle Misure «strutturali» per rendere le aziende agricole/forestali non solo energeticamente autosufficienti, ma anche in grado di offrire servizi energetici a terzi e di definire una strategia d'insieme per il complesso delle aree marginali in relazione al comparto energetico, per dare a queste zone un ruolo importante per il soddisfacimento dei fabbisogni energetici locali attraverso impianti dedicati e condivisi.
C'è anche il problema delle emissioni di gas serra nel settore agricolo. Le principali emissioni di gas serra in agricoltura derivano dalla fermentazione enterica e dalle deiezioni degli animali allevati, dai processi fisico-chimici e biologici che avvengono nei suoli agricoli e dalla combustione dei residui agricoli, pertanto i principali gas sono il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O).
Numerose sono le tipologie di intervento che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi delle emissioni di gas serra.
Una riduzione delle quantità di CO2 emesse può essere conseguita attraverso la produzione di energia da fonte rinnovabile, cioè la realizzazione di impianti solari fotovoltaici o termici, impianti a biogas e impianti a biomassa con particolare sviluppo nel settore zootecnico e nell'utilizzazione dei residui vegetali non utilizzabili.
La produzione di CH4, infine, è legata agli allevamenti zootecnici.
Un opportuno miglioramento dei sistemi di gestione e stoccaggio dei liquami e dell'eventuale digestato può ridurre la volatilizzazione del CH4 o, addirittura trasformare questo elemento in un beneficio economico, oltre che ambientale, attraverso la produzione di biogas.
Concludo e consegno gli atti alla Commissione (Allegato A), voglio solo dire che nonostante tutto le Marche sono sempre più verdi, sono terze in Italia per buone pratiche green, non mi permetterei mai di delegittimare il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta, ma nonostante i numerosi appunti mossi a questa amministrazione e a questo ritardo nella produzione di energie rinnovabili, che ci vede relegati al nono posto, le Marche hanno una posizione di testa nella green economy, grazie alla qualità ambientale, alle produzioni biologiche, alla qualità delle acque destinate al consumo umano, alla sostenibilità delle strutture turistiche ed agrituristiche, perché le Marche sono tra le Regioni che meglio interpretano la lotta ai gas clima alteranti ed hanno più impianti fotovoltaici integrati con edifici e capannoni produttivi.
Le Marche sono sempre più verdi, quindi, non una delle meno virtuose, ma addirittura tra le più virtuose, la nostra Regione conquista la terza posizione in Italia per indici di green economy 2013 in base allo studio realizzato da Fondazione impresa e studi sulla piccola impresa.
Quello che volevo raccomandare, ho saltato anche la mia valutazione sulla proposta di legge che è in Commissione e verrà presto in Aula, è che in questo periodo di grave crisi economica, faccio un appello, si richiede alla nostra Regione, insieme a tutta l'Italia pesantemente segnata da questa crisi economica, la massima sinergia e corresponsabilità nelle scelte insieme alla certezza dei riferimenti normativi.
(n.d.r. Allegato A pubblicato in calce al resoconto della seduta odierna)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Il rispetto per l'Assessore è forte, credo abbia fatto una relazione molto, molto dettagliata per tutto quello che riguarda una serie di dati che, da quel punto vista, ci confortano, però noi oggi ci troviamo di fronte, ancora una volta, questo argomento ed una serie di difficoltà a dover discutere le due relazioni presentate una dalla maggioranza e l’altra dalla minoranza, che sono le risultanze della Commissione d'inchiesta.
Sono convinto che tutto quello che diciamo, quello che ho ascoltato, quello che continueremo a discutere in questa giornata, sarà vanificato, se oggi non prendiamo una decisione, anche se con grande ritardo, con il massimo coinvolgimento, perché, e qui apro una parentesi, molto probabilmente noi tutti, Consiglio regionale e Giunta, avremmo dovuto fare un percorso sostanzialmente diverso rispetto a ciò che è accaduto.
E’ indubbio che prima vanno fatte le leggi e poi vengono rilasciate le autorizzazioni, noi ci siamo passati, ancor prima di questa legge sulle biomasse, con il fotovoltaico. Sicuramente voi tutti ricorderete quando, a fronte di una presenza massiccia sul territorio di impianti fotovoltaici a terra, appena approvata la legge che è tuttora vigente, la richiesta di impianti fotovoltaici si è radicalmente ridotta.
Credo che qui ci sia da fare un mea culpa, tutti. Per quello che mi riguarda sicuramente in maniera minore, in quanto presentai la risoluzione insieme ad altri Consiglieri che in quest'Aula fu votata all'umanità in merito al blocco delle autorizzazioni per gli impianti a biomassa, al contrario, invece, vi fu un'accelerazione al rilascio ed oggi, al di là di tutte le normative che noi elenchiamo, che ognuno di noi dice, le varie sentenze che si sono succedute, sia quelle della Corte costituzionale ed in particolar modo quelle dei vari Tar della nostra regione, ci troviamo di fronte a una decisione difficile da prendere.
E’ altrettanto vero che se noi non azzeriamo tutto e non ripartiamo da zero il rischio è che, al di là delle nostre parole, delle nostre riflessioni, dei nostri interventi o delle nostre interpretazioni che ognuno di noi può dare, a favore o contro, sicuramente ci sarà un'ulteriore accelerazione di ricorsi e quant'altro e, ancor più una criticità per quello che riguarda, questo sì, un accanimento nei confronti della politica regionale.
Al di là di tutto, al di là delle posizioni, Assessore, qui nessuno disconosce l'importanza delle energie rinnovabili, qui nessuno è contrario a una serie di percorsi che riguardano l'energia rinnovabile, dall'eolico fino al fotovoltaico, e quant'altro, ma dobbiamo fare questi percorsi nella chiarezza e dietro un iter normativo che non può esserci dettato, e questo è stato anche un nostro errore, dalla magistratura, in questo caso dal Tar o dalle varie sentenze della Corte costituzionale.
Spero, e mi appello a questa Aula, alla Giunta, al Presidente Spacca, che questa volta, la proposta di legge che andremo a discutere, da qui a breve, questo è l'augurio, sia una proposta di legge e una legge che vada, una volta per tutte, nella direzione della chiarezza e che eviti ulteriori contenziosi.
Noi dobbiamo evitare questo, altrimenti rischiamo di ritrovarci qui, chi ci sarà il prossimo anno, dopo le elezioni regionali, a confrontarci, ancora una volta, su questo tema, ma questa volta con tutti i rischi che comporta.
Dico che non possiamo assolutamente scaricare tutte le responsabilità sui tecnici, perché io credo che la politica debba assumersi le proprie responsabilità, in quanto i tecnici fanno il loro mestiere. Ad esempio, l'Ufficio legislativo aveva detto che noi dovevamo andare avanti. Ricordo bene, fu letto un documento che diceva, con grande chiarezza, che il parere dell'Ufficio legislativo della Regione Marche era quello di andare avanti con tutti i rischi e che non c'erano preoccupazioni in quanto tutta una serie di normative davano ragione ai vari rilasci autorizzativi che erano stati dati. Poi ci siamo ritrovati con sentenze e Tar che hanno ribaltato quel parere legale.
E’ chiaro che questa volta dovrà essere la politica marchigiana, in primis la nostra maggioranza e tutto il Consiglio regionale a fare con grande chiarezza un percorso in merito a questa nuova legge che andremo a discutere che riguarda gli impianti a biomassa.
Nel rispetto dell'impegno che, nei pochi minuti, ho voluto prendere, voglio essere molto chiaro su questa questione: non possiamo più rischiare che l'immagine di questa Regione venga portata di nuovo davanti ai vari Tar, con tutte le conseguenze che conosciamo, poi sarà anche difficile, dire, ancora una volta, se è giusto pagare l’indennità agli imprenditori, oppure pagarla a chi ha fatto i vari ricorsi. Non dobbiamo più ritrovarci di fronte a questo tipo di preoccupazioni, la legge dovrà essere ben definita e, per quello che mi riguarda, in merito a queste due presentazioni, i relatori hanno cercato di evidenziare, ognuno la propria posizione, le varie opportunità che sono emerse dalla Commissione d'inchiesta, non mi soffermerei molto su questo problema, quanto sul futuro per definire con questa legge.
Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.
Giulio NATALI. Che dire, c'è da rimanere sconvolti, devo iniziare così!
L'Assessore Malaspina per un quarto d'ora, anzi venti minuti, ci ha parlato di qualche cosa che, a mio avviso, con la Commissione d'inchiesta, con questa proposta di delibera che ha istituito la Commissione d'inchiesta e con le due relazioni, non c’entra niente.
Quello di cui ci ha parlato l'Assessore Malaspina farà parte di quello di cui si discuterà il giorno in cui la Giunta regionale presenterà in questa Aula quella proposta di legge già tanto discussa informalmente. Ma qui non c'entra niente!
Questa maggioranza ha la grande fortuna di non avere, e lo dico prendendomi tutte le responsabilità, nella Regione Marche qualcuno che si coalizzi per mandarla a casa, perché verificando quello che avviene in sanità e che avviene qui, non a caso in ambiti diversi, ma di grande importanza, i comportamenti sono uguali.
Sento parlare dell'onorevole Petrini che all'epoca improvvisamente, senza che nessuno ne sapesse niente, ed il Consigliere Binci se ne accorse, in una finanziaria si inventò una cosa.
Io mi meraviglio dei Consiglieri di maggioranza, non di noi, noi siamo dei poveri imbecilli, dei Consiglieri di maggioranza perchè dentro la finanziaria sono stati inseriti degli aspetti che hanno poi portato questi risultati.
La sanità! Non vi ricordate quando è sparito Ruta in finanziaria? E che c'entrava? Si è vanificato Ruta, nessuno ricorda o fa caso, mi sembra che anche Ruta abbia un contenzioso con questa Regione per qualche euro di natura penale e di natura giuslavoristica, se non sbaglio.
Vedete? Comportamenti analoghi, uguali, e la cosa bella, la mia meraviglia, non va, quindi, a chi non riesce a mettere insieme niente, soprattutto non lavora per mettere insieme niente, politicamente per contrapporsi a una maggioranza che dal 1995 è in Regione, ma ai Consiglieri di maggioranza, alla loro dignità, alla loro dignità!
Ma come pensate di poter superare gli attacchi che sono stati fatti a un Consiglio regionale, non a noi, a voi, come pensate? Qui c'è una relazione del Consigliere Massi che io voterò, fin troppo morbida, fin troppo moderata e tenue, non dico niente dell'altra, perché qui, secondo me, vogliamo nasconderci come sempre dietro al ditino. Di fronte a tutto quello che è successo, di fronte agli Assessori che premevano - ma voi lo sapevate che gli Assessori premevano? - di fronte agli incentivi che finivano gli Assessori premevano, chiunque di noi, non perché siamo andreottiani, qualcuno sarà anche andreottiano, ma se io improvvisamente premo perché certe pratiche vadano in porto, in maniera tale che Elisabetta Foschi non perda un incentivo, potrebbe pensare che Elisabetta Foschi ed io abbiamo qualcosa in comune, qualche interesse diretto e non è mai, come dovrebbe essere, politica, perché il politico ci mancherebbe altro, fa benissimo a far questo, ma quando poi viene fuori altro, allora è come il gomitolo, si cerca sempre di ritrovare il capo.
Anche perché tutto è molto strano. Leggo un giornale, e mi scuso se leggo, io non sono abituato a leggere, quindi leggerò anche male, del 26 marzo 2013, Presidente, un giornale del 26 marzo 2013, che penso, reputo, lo leggo, ma sono sicuro che qualcuno avrà fatto delle querele per questo, sicuramente, Consigliere Bucciarelli, se avessero detto questo di lei, sicuramente lei qualcosa l'avrebbe fatta, si parla di chi è dietro al biogas, incroci societari, ordini e nomi ricorrenti, ecco la ricostruzione, a firma di Roberto Fiaccherini e Giovanni De Francesci.
Si parla di due società in cui, caso strano, compare sempre un nome, un nome che è riecheggiato più volte qui dentro quando abbiamo parlato di problemi lavorativi, forse di chi non si occupa più tanto di vendere elettrodomestici, anzi quando si parla di elettrodomestici troviamo diverse soluzioni e vorrei tanto sapere cosa dice la sinistra su questo, ma ha trovato altri sbocchi lavorativi, altri sbocchi di guadagni, non la sinistra, scusatemi, non intendevo, non volevo offendere, l'altra sinistra.
Perché c'è questa strana coincidenza qui, ed è per questo che dico che la relazione dell'Assessore Malaspina, che ci dice quello che doveva avvenire con il Pear, quello che avverrà con la prossima legge, è qualcosa che non c'entra niente. Qui c'è una Commissione d'inchiesta, Presidente, perché penso che voi, anche voi dovreste essere i primi offesi dal comportamento dei dirigenti che hanno adempiuto le vostre volontà, ed è una cosa, o hanno disatteso i vostri intendimenti.
In uno dei due casi, voi sareste le prime parti offese nei confronti di chi ha fatto cose che non poteva fare. Chiaramente capisco che lo sporgersi da questo davanzale nel dire, nell'accusare qualcuno, quando quel qualcuno potrebbe tirare fuori altro e dire come sono andate le cose, è una cosa difficile, ma la politica è questa, e quando il Consigliere Bucciarelli dice "i grillini ridono" condivido in pieno!
I grillini ridono e fanno bene a ridere, perché noi li facciamo ridere, perché di fronte a delle relazioni del genere, l'Assessore all'agricoltura che dice di quant'è il vantaggio che noi abbiamo, l'utile da difendere, perché noi siamo i migliori, è normale che i grillini ridano.
Il problema è questo! Noi non ci rendiamo conto di questo, sembra che come tanti politici, come i deputati che stanno a Roma, noi viviamo qui dentro e non sappiamo cosa succede qui fuori, a 10 metri di distanza.
Il dramma è solo questo, qui c'è una Commissione d'inchiesta che è stata messa in piedi per verificare strane coincidenze, non è una Commissione d'inchiesta che fa un'indagine penale, ci mancherebbe altro, l'indagine penale c'è chi la deve fare, la farà, troverà, non troverà. Scagliola è stato assolto ieri, pensate un po' voi, se è giustificabile il comportamento di qualcuno che, in ogni caso, dice che non sa chi gli ha comprato la casa. La politica è un'altra cosa! Rispetto al proscioglimento che chiunque può avere perché non si ravvisa l'estremo di reato.
Ma qui noi dovremmo fare politica e io non vedo, Presidente, politica da questo punto di vista, perché le deliberazioni approvate, le deliberazioni che si sono succedute, tra l'altro, vanno a vostro svantaggio, perché quando lei dice "faccio intervenire lo Stato perché lo Stato che fa tutto questo", i nostri funzionari sapevano che c'erano certe infrazioni in corso o altro e voi oggi, ve lo ripeto, siete parti offese o siete complici di chi ha accelerato certe situazioni ed oggi non ci potete venire a dire, come qualcuno ventila, che quando ci sarà la legge il grande problema sarà il risarcimento. Non ci provate a dire questo! Non ci provate! Noi siamo Consiglieri eletti e votiamo secondo la nostra coscienza, sbagliando, ma guai a chi ci dice che noi siamo sottoposti ad un qualche cosa, guai a chi ci dice questo, se ci saranno i responsabili saranno individuati in altre sedi e saranno individuati, soprattutto, al di fuori di questo Consiglio regionale. Perché questo Consiglio regionale si è espresso, già si è espresso e non può esprimersi in maniera diversa rispetto a quello che ha già detto, per cui concludo - vedo il Presidente che già mi guarda male, e non vorrei magari peggiorare la situazione, il problema dell'Assessore di sforare è un problema del suo partito, spesse volte abbiamo visto sforare i Consiglieri dell'Udc nel leggere ricostruendo delle situazioni - dicendo che il mio gruppo voterà a favore della relazione del Consigliere Massi, e attende con ansia di sapere come la Giunta vorrà muoversi su questo campo, perché la Giunta, tertium non datur, ha solo un obbligo: di chiamare a responsabilità, se non è partecipe nelle responsabilità, chi è andato molto avanti rispetto ai propri compiti istituzionali.
PRESIDENTE. Grazie Consigliere Natali, non la guardavo male, ho solo guardato l'orologio che dava la scadenza dei minuti a sua disposizione, quindi, le chiedo scusa se le ho dato questa impressione.
Ha la parola la Consigliera Foschi.
Elisabetta FOSCHI. Scusi Presidente, stavo leggendo velocemente la documentazione che in corso di discussione ci è stata consegnata in questa cartellina gialla, non ho capito se da parte del Presidente Spacca o da parte dell'Assessore, ... da parte della Giunta regionale. Ero arrivata proprio al punto in cui nelle conclusioni si scrive "la Regione Marche non può considerarsi soggetto responsabile della situazione venutasi a creare con la sentenza della Corte costituzionale che ha parzialmente annullato la legge 3 del 2012".
Non si è capito niente ancora! Nemmeno dopo la Commissione d'inchiesta, nemmeno dopo i pronunciamenti della Corte, nemmeno dopo i pronunciamenti del Tar che hanno dato ragione alla Corte, ancora la Giunta dice: "la Regione Marche non ha responsabilità?"
Ma insomma! Invece la Commissione, una relazione non vuole metterle in evidenza e l'altra si, è un altro discorso, le responsabilità e le colpe le ha individuate e ne ha individuate diverse.
Ricordo che all'inizio la direttiva europea, che la Regione Marche ha omesso di seguire, era immediatamente vincolante per gli Stati membri e precisano tutti, dal Tar alla Corte, che le Regioni sono Stati membri, la querelle a dire: "Ma noi avevamo il decreto del Governo, il 152 del 2006, quello abbiamo seguito". C'è una direttiva europea che era immediatamente vincolante per tutti gli Stati membri e la prima responsabilità sta nell'Ufficio legale, nell'Avvocatura di questa Regione che, nel momento in cui il Consiglio, ma ancora prima del Consiglio, la Commissione competente si apprestava a valutare la legge n. 3, avrebbe dovuto dire, quanto meno, che erano due le strade percorribili, per me era solo una, ma poteva dire che erano due: l'adeguamento immediato alla direttiva europea, che non sarebbe potuto essere contestato da nessuno, che prevedeva la valutazione di impatto ambientale, chiaramente da subito, o la via, la strada - non voglio generare confusione, tra valutazione di impatto ambientale e via intesa come possibilità - di seguire un percorso molto più pericoloso e l'Avvocatura l'avrebbe dovuto dire, di seguire la conformità al decreto del Governo che era già oggetto di procedure da parte della Comunità europea. Già oggetto di procedure di infrazione.
La prima responsabilità sta lì. Non l'ha detto l'Avvocatura regionale, ce l'hanno fatto presente altri, perché quando si discuteva la legge n. 3 erano arrivate tante sollecitazioni ai Consiglieri regionali, allora se è vero che nessuno deve subordinare la propria opinione a quella di un altro tout court, ma almeno si ha il dovere di approfondire i contributi che arrivano al Consigliere regionale e valutare se sono campati per aria o qualche ragione di verità, qualche fondamento di verità, ce l'hanno.
Niente! Ci si è ostinati a dire: "Andiamo avanti per questa strada perché è la strada giusta, è la strada anche di altre Regioni", ripeto, secondo me, andava detto chiaramente che c'era la possibilità di seguire una strada che nessuno avrebbe potuto eccepire, oppure di seguirne un'altra.
A nessuno dei Consiglieri è stato detto questo. Dico questo anche a tutela dei Consiglieri di maggioranza che quella legge n. 3, nella prima fase, l'hanno votata. Immagino che l'abbiano votata forti di un parere legale dell'Avvocatura regionale che dava solo quella possibilità. Io non la votai, forte allora delle convinzioni di oggi, ma immagino che i Consiglieri di maggioranza l'abbiano votata forti di quel parere, quindi, la prima responsabilità è stata lì; ma andiamo avanti con le vicende che sono state già dette, ma che mi preme ribadire.
La legge n. 3 venne impugnata, venne impugnata dal Consiglio dei Ministri, allora si pose un problema che il Consiglio regionale affrontò. Badate bene io non faccio troppe distinzioni adesso tra maggioranza o minoranza, però vorrei tutelare quello che il Consiglio regionale ha fatto nel suo insieme e individuare delle responsabilità che noi Consiglieri, a mio avviso, è bene che individuiamo, e lo dico anche al Consigliere Perazzoli, le responsabilità vanno individuate anche a tutela del lavoro svolto dal Consiglio.
Torniamo al momento in cui il Governo impugna la legge, questo Consiglio chiese, in via di autotutela, una moratoria, perché non era cosa di poco conto l'impugnativa da parte del Governo, sapendo che nel frattempo venivano rilasciate autorizzazioni e che quelle autorizzazioni, una volta date ai privati, avrebbero portato alla costruzione di impianti e sarebbe stata prevedibile la richiesta di risarcimento danni qualora le cose non fossero andate come la Regione poteva auspicare.
Chiedemmo la moratoria, ci è stato detto, addirittura, che la moratoria non era legittima, che era pericolosa, che non era assolutamente applicabile e, nonostante il Consiglio regionale votò per la moratoria, la Giunta decise di fare l'opposto, era una legge al momento impugnata, ma le cose non sono migliorate nemmeno dopo il pronunciamento della Corte. E' qui la gravità, sempre forti, anche oggi leggo che la Regione Marche è convinta di avere operato nel rispetto della legge. Si è sempre andati avanti ostinatamente, esponendo voi, la Regione Marche, alla richiesta di risarcimenti, non solo dei privati, perché qui si continua a parlare, anche nella pagina comprata, di risarcimento agli imprenditori. Da soli vi siete esposti, creando questo pasticcio, alla richiesta di risarcimento degli imprenditori, ma non c'è solo quella, non c'è solo la richiesta di risarcimento danni degli imprenditori, che forse sta più a cuore per altri motivi, ci sono tantissimi ricorsi di comitati e di cittadini che chiedono anch'essi di essere risarciti e anche questi vanno considerati, perché mi pare che mai nessuno li citi, qui preoccupa solo la richiesta di risarcimento delle imprese.
C'è anche l'altra partita che non è meno pesante, e la colpa a mio avviso è che la Regione ci si è autoesposta, tra l'altro, un breve inciso, la Via postuma, che a mio avviso non è percorribile, non vi salva da questo, perché rimane la colpa di fondo di non essersi immediatamente adeguati ad una normativa europea che era immediatamente vincolante, quindi, la Via postuma non vi salva da eventuali richieste di risarcimento danni, perché la colpa la Regione Marche c'è l'ha ed è quella di non essersi adeguata da subito. Non c'è norma successiva che vi possa tutelare di fronte alla richiesta di risarcimento danni, sempre che qualcuno la ritenga ammissibile, perché la Via, la valutazione d'impatto ambientale, è preventiva per definizione, la Via postuma è un controsenso, anche perché la Via postuma, su impianti già realizzati, visto che la valutazione d'impatto ambientale ha il compito eventualmente di valutare anche le misure compensative per equilibrare al danno che viene creato una situazione più vantaggiosa per altri aspetti, non capisco come possa essere adottata.
Tra l'altro mi stupisce anche che questa proposta di legge sia stata votata da tutti i componenti della Giunta, perché c'è un intervento alla Camera dei Deputati fatta dall'onorevole Favia, che dice, e l'ho ritrovato scritto nero su bianco: "E' bene ricordare che il decreto legislativo n. 4 del 2008 ed altri che sono integrativi del precedente decreto legislativo n. 152 del 2006 hanno di fatto vietato la possibilità e la percorribilità di una valutazione di impatto ambientale postuma, cioè ad autorizzazione rilasciata, perché la stessa costituisce parte integrante delle autorizzazioni per gli impianti che sono assoggettati a valutazione d'impatto ambientale". Vedo che qui si cambia parere a seconda delle circostanze o forse a seconda dell'Assessore che ricopre l'incarico ed ha la delega alle energie rinnovabili.
Detto questo, la Commissione le responsabilità ha avuto modo di valutarle, poi se non ha la volontà di elencarle, così come a mio avviso fa la relazione redatta dal Presidente Massi, alla quale ho contribuito con dei precisi emendamenti, se non ha la volontà di metterle nero su bianco, questo è un altro discorso.
Ritengo che la relazione del Presidente Massi indichi esattamente alcune responsabilità che, come la Commissione d'inchiesta ha il compito di fare, sono responsabilità amministrative e politiche.
L'articolo che ha letto il Consigliere Natali, vorrei ricordare, è stato anche argomento di una seduta di Commissione, di un'audizione, per cui quelle cose, non solo sono state confermate, ma se è possibile, sono state anche puntualizzate con elementi ulteriori, ma sarà la Magistratura ad approfondire quegli aspetti. Ripeto, il nostro compito era di valutare che cosa fosse successo dall'emanazione della legge n. 3 ed il modo in cui le autorizzazioni sono state rilasciate ai sensi di quella legge.
Abbiamo riscontrato tante anomalie e tanti atti di irresponsabilità dell'Ufficio legislativo da un lato e dell'ufficio che doveva rilasciare le autorizzazioni dall'altro. Abbiamo potuto appurare che non erano semplici lamentele di Sindaci, di comitati o di associazioni prive di fondamento, quello che dicevano non veniva redatto nei verbali correttamente, non si approfondiva da parte della Regione la veridicità di alcune dichiarazioni, delle fidejussioni, dell'esistenza dei campi dai quali dovevano provenire poi le biomasse da destinare a quegli impianti. Una superficialità che abbiamo registrato, riscontrato e provato e che va scritta, altrimenti la Commissione d'inchiesta che cosa fa?
Arrivo alla conclusione del mio intervento, sottolineando quello che la Commissione d'inchiesta dovrebbe assolutamente produrre, ovvero una serie di conclusioni totalmente assenti nella relazione del Consigliere Perazzoli.
Conclusioni intese come indirizzi alla Giunta sul come evitare una situazione che potrebbe addirittura peggiorare, su come mettersi al riparo davvero da eventuali complicazioni o risarcimenti, su come migliorare il pasticcio che ha creato e non peggiorarlo. Nella relazione del Consigliere Massi sono elencate, non sto a leggerle, le avrete lette, come il rifiuto della proroga di quegli impianti, che hanno avuto l'autorizzazione, ai sensi della legge dichiarata anticostituzionale, sulla quale pendono i ricorsi del Tar, dichiarazioni che il Tar pronuncerà e dichiarerà annullate, che noi dovremo procedere, subito, a dichiarare decadute, proprio per autotutelare la Regione.
Vogliamo fare l'opposto? Beh, allora, mi chiedo davvero quale sia il motivo per cui la Regione non intende tutelare se stessa e intende forse tutelare altre situazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.
Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, poche settimane fa, in uno dei recenti Consigli, il Presidente Spacca mi ha accusato di essere il suo censore. Faccio sempre da censore, due volte ha usato nel suo intervento questa parola, a dimostrazione che non ce l'ho con lei e non voglio fare il suo censore, non mi interessa proprio, oggi le faccio i complimenti, guardi un po'?
Lei è bravo Presidente Spacca, lei è bravo perché ogni giorno 100.000 marchigiani fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e vanno avanti grazie a pacchi delle Parrocchie e della Caritas, invece lei anche oggi è così bravo da sprecare i soldi della Giunta regionale per acquistare spazi pubblicitari su tre giornali della regione, per esporre la sua filosofia pro biogas, anziché pensare alla gente che sta male.
Le faccio i complimenti, fuori da ogni polemica, non sono il suo censore, le faccio i complimenti!
Stessa cosa, peraltro, l'ha fatto varie volte in questi anni, perché siamo abituati alla sua finta pubblicità istituzionale che altro non è che una pubblicità, in questo caso, politica, pro biogas, direi economica, quello che ha fatto non è la prima volta, lo ha fatto parecchie volte.
Fra l'altro non so, tra i colleghi, chi ha avuto un attimo di tempo per aprire la cartellina gialla che ci è stata consegnata poco fa. Contiene due documenti della Giunta di oggi, che sostanzialmente è l'esplosione della pagina, cioè la stessa cosa un po' più diffusa ovviamente, per cui oggi i Consiglieri apprendono dai giornali, dalla pubblicità lo stesso contenuto che, qualche ora dopo, viene consegnata ufficialmente. Meraviglioso!
Ma non basta, nella cartelletta gialla c'è anche un allegato n. 1 che nel giornale non c'è, si chiama strategia del terrore, praticamente tutti quelli che non la pensano come la Giunta sono terroristi. Complimenti per la democrazia, Presidente, anche qui, complimenti per il rispetto dell'opinione altrui.
Veniamo adesso alla relazione, mi complimento con la relazione del Presidente Massi perché so che ha fatto un enorme lavoro, sono stato sempre presente, pur non facendo parte della Commissione, il lavoro è stato enorme con documenti, audizioni e tante altre cose.
Concordo su quello che ha detto il Consigliere Natali, troppo morbida, è vero. Fin dall'inizio l'avevo notato, però non l’ho mai detto, non l'ho mai detto perché ha fatto bene a farla abbastanza morbida; nella sua utopia, lo dico perché gli voglio bene, pensava dall'inizio, auspicava, ed io infatti non ho detto nulla, mai, lo sente per la prima volta, che i compagni del PD, della maggioranza, che hanno sostenuto questa filosofia del biogas speculativo, in qualche modo, condividessero la sua impostazione. Ha fatto bene a farla così. Non le ho detto mai nulla, glielo dico adesso, pensavo fosse morbida, ma era utopia la sua e si è dimostrata, perché poche settimane fa, all'ultimo momento, è scappato fuori il copia e incolla del PD, della maggioranza e del PD e, quindi, la relazione del Consigliere Perazzoli. Che cos'è? E' un copia e incolla abbellito da qualche consulente giuridico di partito che gliel'ha un po' sistemata giuridicamente, con citazioni dottrinali e giurisprudenziali, togliendo però la parte essenziale, è questa la differenza. Togliendo che cosa? Il mandante politico. L'ha detto prima il Consigliere Bucciarelli, qui bisogna capire che ci sono dei mandanti, ci sono delle lobby economiche, che lei conosce benissimo Presidente, perché sono sue conoscenze ultra ventennali che tuttora frequenta abitualmente. Ci sono delle lobby economiche fortissime, citate anche nella relazione del Consigliere Massi, citate sui giornali da anni, quindi delle lobby economiche fortissime che voi avete sposato, ci sono dei mandanti politici e sapete benissimo chi sono, magari fra poco vi rinfresco anche la memoria, e gli uffici che cosa hanno fatto? Hanno eseguito, basta leggere tre righe.
Tutte queste relazioni potevamo ridurle in tre righe essenziali, pagina 16 della relazione del Consigliere Massi, dove cita un’affermazione dell'ingegnere Calvarese, intervista sulla stampa, citata tra virgolette, bastavano queste tre righe, c'è tutto, nelle righe che dico adesso, Calvarese scrive sulla stampa: "Gli organi politici mi dicevano di accelerare le procedure per raggiungere gli obiettivi prefissati di produzione di energie e oggi mi trovo indagato per avere accelerato le pratiche e le relative procedure".
Basta questo, qui c'è tutto, qui c'è tutto quello che serve, non solo nessuno l'ha denunciato, ma lui non ha mai smentito, lui non l’ha mai smentito e nessuno lo ha denunciato, se no ci saremmo divertiti poi, evidentemente.
Di cosa stiamo parlando? Cosa ci vogliamo dire ancora di più? Qui c'è tutto, signori, e lo sapete benissimo. Qui c'è tutto, e adesso cercate di scaricare, con il Consigliere Perazzoli che fa da martire, in questo caso, le vostre responsabilità politiche che nascono da cosa, dalle lobby economiche che vi hanno sostenuto in questo e vi sostengono tuttora. Tra l'altro sono arrabbiatissime con voi, perché le lobby economiche, e lo dice sempre la relazione del Consigliere Massi, nella pagina successiva, ce l'hanno non con i tecnici, capirai gli hanno fatto di tutto e di più, sono i comitati ed i Sindaci che ce l'hanno con l'ufficio, gli imprenditori ce l'hanno con voi, con la parte politica. Ce l'hanno con voi, lo scrive il Consigliere Massi, eccolo qua, lo scrive lui nella pagina successiva: "L'insieme delle critiche e delle proteste sollevate dai soggetti imprenditoriali che hanno puntato sulla costruzione degli impianti e sul conseguente business legato agli incentivi, essi chiamano in causa la Regione - scrive Massi - nel suo complesso e particolarmente non la struttura dirigenziale della quale non sottolineano anomalie - e ci credo gli ha fatto di tutto e di più - ma bensì la parte politica". Persino gli imprenditori dicono quello che dico io, cioè che la vostra responsabilità di tipo politico c'è tutta sulla base delle spinte delle lobby economiche che vi hanno sostenuto in questo.
Nella relazione del Consigliere Perazzoli si scarica le responsabilità politica, a me non piace mai dire "lo avevo previsto" ma, signori, in un verbale del Consiglio regionale del 20 marzo 2013 io dicevo, è scritto qua, lo leggo: "che avreste scaricato, c'è un tentativo tuttora di scaricare la responsabilità sui dipendenti regionali che avranno eventualmente responsabilità anche penali stabilite dalla Magistratura, ma di questo passo il responsabile sarà quello che ha fatto le fotocopie", ovviamente esageravo, già un anno ho detto in Consiglio che avreste scaricato la responsabilità sui tecnici ed è quello che avete fatto esattamente. Complimenti!
I mandanti politici che hanno agito sulla base delle lobby economiche che vi hanno sostenuto e vi sostengono, i mandanti politici, vogliamo cominciare dall'ex Vicepresidente della Regione, autore del famoso articolo 24 dell'assestamento di bilancio 2011? Premiato per questo e diventato parlamentare del suo partito, vogliamo cominciare da questo? Ha tirato fuori una leggina ad aziendam, ce l'avete sempre avuta voi compagni con gli interventi ad personam, qui siamo ad aziendam e nacque Corridonia in quel momento. Perché? Perché a Macerata non gli davano la Via, ecco che scappa su quella roba, la Commissione non sa niente, e nasce, benissimo, a quel punto, l'impianto di Corridonia, senza Via.
Tra l'altro, senza nulla togliere al Consigliere Binci che ha fatto un ottimo intervento, ricordo quella volta, l'ho anche rivisto, feci un emendamento che diceva: "L'articolo 24 (Assestamento di bilancio) è abrogato" naturalmente non passò, Poi l'intervento lo fece il Consigliere Binci, l’ha fatto lui, non l'ho fatto io, ma l'emendamento lo feci.
Vogliamo continuare con altri mandanti politici? L'Assessore Giannini, qui presente, non potrà dimenticare quello che lei ha fatto il 18 giugno, il 18 giugno 2012, facendo divenire carta straccia un atto approvato dal Consiglio il 12 giugno 2012, cioè 6 giorni prima. Il Consiglio ha detto: "Fermi tutti", passò per stretta maggioranza perché quella volta qualcuno stava in maggioranza, ma forse non aveva certi incarichi di poltrona e ogni tanto dava anche ragione alla minoranza, adesso purtroppo non è più così, allora passò un incarico, passò una risoluzione del Consiglio, della nuova maggioranza del Consiglio, cioè la minoranza, che ottenne e che disse: "Blocchiamo tutto", invece l'Assessore Giannini con la famosa nota a verbale della seduta scrisse sostanzialmente: "No, andiamo avanti, quello che ha scritto il Consiglio non vale niente, carta straccia". Una settimana prima lo aveva deciso il Consiglio, ma lei diede ordine agli uffici tecnici di procedere, divenne un atto di Giunta, una paginetta striminzita su carta da formaggio, 18 giugno.
Molto bravo fu l'ex Segretario, bravissimo, un grande, secondo me, perché il 21 giugno, 3 giorni dopo, l'ex Segretario generale disse: "Si applica la normativa", non disse furbamente, è un grande: "Si applica la legge n. 3 del 2012", "si applica la normativa". Allora uno in gamba potrebbe dire: "Ah si? Adesso applico quella europea direttamente applicabile", come ha ricordato la Consigliera Foschi poc'anzi, invece lui è stato un grande, senza compromettersi ha detto: "Si applica la normativa", poteva intendere anche quella europea, invece qualcun altro l'ha voluta, o meglio dovuta obtorto collo, interpretare: "Si applica anche la famosa legge n. 3 del 2012", poi cassata in gran parte dalla Corte costituzionale.
Presidente Spacca, lei frequenta abitualmente, conosce da 20 anni le principali lobby, i personaggi principali che sono a capo delle piccole società ... altre ancora per cui alla fine si arriva a meno di 10 nomi, più di 5, meno di 10, li conosce tutti e li frequenta tuttora, quindi, non ci può dire che lei non sa nulla, qualche responsabilità politica ce l'ha, anzi direi molte.
Visto, cari compagni, che discutete tutto, vi piace discutere, anche se adesso, secondo me, avete votato un Segretario nazionale che, mi sembra, ha trasformato il partito in padronale, fra poco ci siamo, quindi non potrete più dire che gli altri sono padronali e nel vostro si discute, il vostro è diventato padronale come gli altri, ma visto che ogni tanto discutete, votate, eccetera, valutate anche se non sia il caso di dare una nuova definizione al PD, non più Partito Democratico, ma partito d'affari, partito d'affari del biogas, nelle Marche questo avete dimostrato di essere.
Bisognava correre, bisognava andare di fretta perché scadevano gli incentivi, perché le lobby chissà che cosa potevano pensare. Non le avete fatte nemmeno contente anche se adesso ci provate con la Via postuma che è una contraddizione in termini, una vergogna peggiore, un rimedio peggiore del male tra l'altro.
Non avete nemmeno avuto il coraggio, la dignità politica, personale, umana, in qualche modo, di condividere una mozione non estrema, morbida, glielo devo dire Consigliere Massi, non gliel’ho mai detto, l'ho sempre pensato, non l'ho neanche scritto, che forse era morbida, ma mi andava bene, chissà che non fosse la volta buona che qualcuno di buon senso recuperasse un po' di dignità, magari in provincia di Macerata, si dice una cosa e poi qui se ne vota un'altra. E’ vero compagni di Macerata? Si fa il solito politico double face, nel territorio dico una cosa, qui ubbidisco agli ordini di Partito, alla fiducia, altrimenti il Presidente Spacca mi tira le orecchie e non solo quelle.
Ci troviamo con due relazioni, una relazione che, concludo, individua seppure in maniera soft le responsabilità politiche, sulla base delle spinte delle potenti lobby economiche, l'altra che, in maniera codarda, in maniera veramente codarda, dice: "E’ colpa dei tecnici", la parte politica è comunque esautorata da responsabilità. Vergogna signori!
Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Sarò molto breve perché non torno su quelli che sono stati gli interventi dei colleghi di opposizione qui ed in Commissione d'inchiesta.
Gira tra i banchi una proposta di risoluzione del Presidente Massi, la mia è una valutazione sulla possibilità di dare a quest'Aula una dignità nel riconoscere anche il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta, è stato un lavoro lungo, faticoso e, anche dal mio punto di vista, è riuscito a ricostruire alcuni aspetti che sono importanti da mettere al voto.
Il mio appello è un appello all'Aula affinché firmi questa proposta di risoluzione per giungere ad una definizione unitaria su questa tematica che sarà ricordata, penso, come quella più importante che abbiamo affrontato in questi cinque anni e che forse è, non ricordo gli anni in cui non ero presente, una questione che ha coinvolto la comunità marchigiana e, come non mai prima d'ora, le legislature che ci hanno preceduto.
Il mio ed il nostro, penso di parlare anche a nome dei gruppi di minoranza, è un invito all'Aula a firmare questa proposta di risoluzione, a votarla in maniera unitaria per dare un messaggio risolutivo che superi anche le parti e le contrapposizioni e che possa riconoscere la dignità dell'operato di questo Consiglio regionale in questi anni e che possa riconoscere anche una validità alla buona fede di quest'Aula, grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.
Giovanni ZINNI. Signori Consiglieri, credo che il lavoro della Commissione d'inchiesta ci abbia fornito un quadro che potremmo definire quanto meno distorto nell'utilizzo delle energie rinnovabili in questa regione.
Un uso distorto, come posso dire, una serie di fratture fra le componenti tecniche-politiche della Regione Marche, ma io mi sento di affrontare un tema che ritengo altrettanto importante, che è una distorsione che forse balza meno agli occhi di tutta la vicenda, ma che credo che sia non irrilevante.
Vorrei ricordare che i provvedimenti della Corte costituzionale hanno determinato un'individuazione chiara e netta di uno strumento a carico delle Regioni e dello Stato: la tutela dei Comuni. La condotta della Regione Marche, nel corso di questi 2, 3 anni, in cui ci si è mossi in questa maniera distorta, come è scritto nelle relazioni, di fatto ha tradito i Comuni delle Marche. C'è stato un vero e proprio tradimento. Perché? Inizialmente i Comuni quando volevano affrontare tematiche di questo tipo, immaginavano misure compensative per i propri territori, tramite strumenti di convenzione, ma nel corso del tempo questo ha determinato dei contenziosi perché i Comuni non possono assumere questo tipo di facoltà.
Non a caso le sentenze della Corte costituzionale ci hanno ribadito, con forza e con vigore, che la legge del 2004 va applicata, la legge statale, e recita testualmente: “L’adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole Regioni, prevedendo eventuali misure di compensazione di riequilibrio ambientale e territoriale”. Ora appare del tutto evidente che queste misure compensative la Regione le doveva normare, doveva individuare dei criteri ai quali chiunque affrontasse un procedimento di Via doveva sottoporsi.
Queste misure compensative da alcuni comitati vengono viste come un qualcosa di squallido, cioè a loro sembra squallido che un Comune autorizzi di fatto un impianto in base alla legge e per questo abbia qualcosa. Ma quel qualcosa, la Corte costituzionale ha anche individuato che cos'è. Non necessariamente è il denaro, inteso come un obolo, ma è un investimento in denaro finalizzato al riequilibrio territoriale e ambientale proprio laddove un impianto, superando un determinato valore energetico, determina un impatto fastidioso che può essere in termini di inquinamento ambientale di concentrazione, eccetera.
E' evidente che non tutte le energie rinnovabili si possono affrontare con gli stessi parametri, lo sappiamo. Il biogas è diverso dalle biomasse, l'eolico è un'altra cosa, eccetera, però il tradimento che ha determinato la Regione Marche è stato quello di consentire questa fretta e furia, questo uso distorto degli strumenti messi a disposizione, queste deficienze verificatesi sul piano tecnico eccetera. Ha creato un tradimento politico-istituzionale, la Regione ha tradito i suoi Comuni perché una corretta normativa avrebbe dovuto prevedere i criteri per individuare le misure di compensazione e costringere chi faceva determinati progetti non solo ad andare a Via in quanto tale, ma andare a Via perché quella procedura poteva portare quelle misure compensative a tutela dei Comuni, della serie cornuti e mazziati.
Vi invito a riflettere attentamente su questo perché al di là degli aspetti penali, giudiziari, politici, la domanda oggi sorge spontanea: chi risarcisce i Comuni di queste mancate misure compensative? Come si fa oggi a riportare la Regione Marche nel corretto rapporto istituzionale e a consentire che queste misure compensative arrivino? Su questo mi sembra di vedere da parte della Giunta un atteggiamento politico di silenzio tombale.
Attendo con ansia la discussione della vostra proposta di legge perché vorrei proprio confrontarmi su questi aspetti normativi che non sono di secondo piano, ma che sono determinanti per creare l'armonia ambientale nei territori e per garantire non solo i cittadini a livello di inquinamento ambientale, ma un determinato territorio di avere strumenti economici previsti dal legislatore, confermati dalla Corte costituzionale cui noi siamo obbligati, senza se e senza ma, a dare seguito normativo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Prima di entrare nel merito della Commissione d'inchiesta, vorrei dedicare 30 secondi al Partito Democratico.
Potrei rispondere al Consigliere Marangoni con quelli che sono i concetti che a volte esprime in quest'Aula il Consigliere Camela quando fa riferimento all'emotività ed ai macrofenomeni, ma non voglio togliere l'idea al Consigliere Camela.
Il Segretario del Partito Democratico, questo è un dato di fatto, è stato eletto alle primarie, milioni di persone hanno partecipato alle primarie, e questo Segretario, con il contributo degli organismi, perché tantissime volte si sono riunite le segreterie, le direzioni nazionali, si è riunita l'assemblea nazionale, ha dato natura e senso, direi, a quella che è la natura di un partito riformista.
Non aggiungo altro, perché non debbo rispondere al Consigliere Marangoni del Partito Democratico, però affermazioni rispetto al partito proprietario, padronale, credo che, per quanto ci riguarda, vanno respinte.
Mi associo ai ringraziamenti che ha fatto il Consigliere Massi alla struttura della Commissione, alla dottoressa Buglioni ed al dottor Ascoli, e al tempo stesso ringrazio i Consiglieri Massi e Perazzoli, come pure i colleghi, perché è stato fatto un lavoro serio di approfondimento, un lavoro sereno da cui sono scaturite, il Consigliere Zinni poc'anzi diceva "leggo nelle relazioni", ecco riconosco quell'onestà intellettuale in cui si dice "le relazioni", di fatto due relazioni che hanno, ovviamente, un'impostazione politica diversa, ma sono relazioni che non nascondono e la relazione del Consigliere Perazzoli non nasconde sicuramente nulla.
Per la verità è già intervenuta l'Assessore Malaspina, interverrà il Presidente Spacca, quindi, nei minuti che ho a disposizione non ho il tempo di fare un intervento organico, ma alcune cose voglio dirle.
Qui si è fatto riferimento più volte alla proposta di legge n. 384 della Giunta regionale, a parte che non mi risulta che questa proposta di legge sia stata votata dall'onorevole Favia, ma per quanto ci riguarda - tra l'altro il 21 dicembre, a Camerata Picena alla presentazione del libro "La buona terra" ho avuto una lettera aperta a me indirizzata e credo che nei comportamenti e anche nelle azioni che abbiamo condotto prima e dopo, abbiamo sempre detto non ci saranno blitz, anche se qualcuno li paventava - che ci sarà una partecipazione vera e per quanto mi riguarda voglio definirmi un po' un incontentabile della democrazia e, quindi, la soluzione la troveremo con una pratica continua della democrazia. Democrazia intesa come ascolto, come partecipazione, come costruzione della decisione. Questo sarà il percorso anche per quello che riguarda la proposta di legge n. 384.
Per quanto riguarda la democrazia, credo che la relazione del Consigliere Perazzoli, da questo punto di vista, non rinunci a nulla, perché la relazione è precisa, puntuale, ricostruisce e cita tutti i fatti, ricostruisce tutti i passaggi anche quelli che sono avvenuti in quest'Aula, laddove c'è stato quel confronto democratico, a cui faceva riferimento anche il Consigliere Pieroni.
Tutto è citato nella relazione, non si nasconde nulla, dovete consentircelo, la nostra è una cultura garantista, non siamo giustizialisti e non ci sostituiamo alla Magistratura, questo era il compito della Commissione d'inchiesta, una ricostruzione precisa dal punto di vista istituzionale, legislativo, politico. Poi, per quello che riguarda le responsabilità la relazione le dice in modo chiaro, addirittura aggiunge qualcosa di più perché si permette anche di produrre delle indicazioni che non possono, a mio avviso, non essere prese in considerazione da chi non rinuncia a governare questa Regione.
Il compito che abbiamo, qui sono stati fatti riferimenti al Pear, a Falconara Marittima, si, noi ci siamo assunti delle responsabilità nel corso dei mesi, voglio anche ricordare che questa maggioranza ha votato il rigassificatore, ma oggi qualcuno si sente di dire che senza quel voto in Aula pesante sul rigassificatore, la situazione a Falconara Marittima sull'occupazione, sulla ripresa della raffineria, sarebbe stata diversa da quella che è? Certo che dobbiamo assumerci delle responsabilità, ma dentro quel quadro, a cui faceva riferimento il Consigliere Perazzoli, della libertà d'impresa, ci sono, al tempo stesso, come diceva il Consigliere Bucciarelli, i punti fermi e sono i punti fermi che dobbiamo rispettare, ovvero quei principi, non negoziabili, che sono la tutela dell'ambiente o la tutela della salute.
Detto questo, credo che l'obiettivo di ridurre la dipendenza dal petrolio, dalle fonti fossili, attraverso il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili sia sicuramente una priorità. Penso al fotovoltaico, all'eolico, alle biomasse, penso al biogas, all'idroelettrico, al geotermico e così via. Una priorità è anche una sfida, c'è un valore che è economico, che è produttivo, che è occupazionale, che è tecnologico, che è industriale, che è ambientale, che è sociale e, da questo punto di vista, si continua a dire del fotovoltaico, ma la Regione Marche, anche per questo dobbiamo essere fieri di appartenere a questa comunità marchigiana e a questa Assemblea legislativa, è stata la prima in Italia che ha regolamentato gli impianti del fotovoltaico a terra, perché quel decreto legislativo, il n. 387 del 2003, ha visto la sua attuazione nel settembre 2010 e questa Assemblea, nel luglio del 2010, quindi, un mese e mezzo prima, aveva approvato una legge che andava in quella direzione. Molto probabilmente anche quella legge sarebbe stata impugnata se il 18 settembre 2010 non si fosse data attuazione, da parte del Governo, a quella proposta, a quell'atto legislativo del 2003.
Noi qui abbiamo fatto riferimento ai comitati, ma non ce li ricordiamo più i comitati sull'elettrodotto? I Sindaci sull'elettrodotto? Le preoccupazioni nel maceratese in particolare, ma ovunque, su quel tratto Fano-Teramo. Quanti Sindaci hanno protestato? Qui non debbo aggiungere nulla, ma c'è stata una presa di posizione forte del Presidente Spacca nel luglio 2013, c'è stata in Aula una dichiarazione dell'Assessore all'ambiente che ha detto che quel percorso si è chiuso e si è chiuso in modo negativo.
C'è questo aspetto, nessuno lo nasconde, e sul biogas è quello della mancata pianificazione. Le riflessioni sono state fatte in questa Aula e nella relazione del Consigliere Perazzoli sono riprese, noi siamo consapevoli che ci sono delle difficoltà anche perché abbiamo dei punti fermi, sappiamo che la terra va coltivata per produrre cibo, come diceva prima il Consigliere Binci, la terra non va coltivata per produrre energia, il paesaggio, non soltanto quello agricolo, non può subire alterazioni.
Una comunità per essere tale ha bisogno di un proprio territorio, l'ambiente va tutelato, ecco, dentro questo quadro, noi oggi concludiamo un primo percorso che è quello di una relazione e di una maggioranza aperta che sa scrivere anche le proprie responsabilità. Questo è quello che contiene la relazione del Consigliere Perazzoli, di qui sulla via della democrazia costruiremo anche proposte, percorsi e leggi che faranno uscire la nostra Regione da alcune difficoltà e che ci consentiranno di raggiungere quell'obiettivo fondamentale che è quello di ridurre la dipendenza dal petrolio, aumentare le fonti rinnovabili e garantire futuro e speranza alle giovani generazioni.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giannini.
Sara GIANNINI. Grazie Presidente. Intervengo oltre che per fatto personale anche perché su questo argomento credo che nessuno di noi possa sottrarsi a dire quello che pensa.
Respingo l'idea che dicendo quello che si pensa si diventa amici o nemici del popolo, amici o nemici degli imprenditori.
Noi siamo qui per svolgere una funzione legislativa e contemperare interessi che a volte possono anche contrastare. E' una funzione difficile che ognuno di noi assolve anche secondo il ruolo che svolge in questo momento o nel momento in cui attribuisce ed esprime la sua attività.
Sulla questione del biogas, credo si siano alimentate oltre che le opinioni dei singoli Consiglieri, dei Comitati, dei Sindaci, anche diffamazioni che riguardano l'onestà e la credibilità dei singoli esponenti politici, e mi pare che la sintesi perfetta di quello che sto dicendo sia l'intervento del Consigliere Marangoni che parla di mandanti politici, che fa riferimento a dati istituzionali pubblici che non sono certamente sottoposti né a riservo né a segreto e che attengono ad un principio che ognuno di noi, nella propria funzione, deve esercitare fino in fondo le proprie competenze.
Anch'io sono Consigliere regionale oltre che Assessore, come il Consigliere Marangoni, e so bene che le mozioni, si dice nel gergo politico, non si negano a nessuno, perché le mozioni hanno lo scopo di accontentare tutti, accontentare i Comitati a cui si dice: "Ma io ho fatto la mozione, l'ho votata, adesso è un problema della Giunta", accontentare o imbonire i proprietari dicendo: "Si, ma sai intanto è solo una mozione e non succederà niente", quindi, io la interpreto così, permettetemi di avere la mia opinione.
Proprio quel fatto che viene riportato dal Consigliere Marangoni, è un fatto specifico che attiene proprio a quella caratteristica che dicevo prima, il Consiglio regionale ha, ogni Consigliere regionale ha, la facoltà di presentare mozioni e iniziativa legislativa. L'iniziativa legislativa era eventualmente l'unico modo per bloccare tutti i provvedimenti, invece della mozione, nella quale si diceva alla Giunta di compiere un atto illegittimo, perché noi non abbiamo potestà di legge, non avremmo potuto bloccare i provvedimenti che erano incardinati secondo procedure stabilite dalle leggi, si poteva a quel punto avviare una iniziativa legislativa, con un unico articolo che avrebbe bloccato tutti i provvedimenti facendo assumere al Consiglio regionale la sua effettiva responsabilità.
Questo è il motivo per cui in Giunta ho sollevato la questione e non ho ordinato, ma ho sollevato la questione in Giunta, e i nostri avvocati hanno risposto nel modo in cui sapete. Non è scaricare le responsabilità, è affermare la verità di quello che è accaduto.
Questo Consiglio regionale di cui anch'io faccio parte, quindi, questo richiamo è prima di tutto a me stessa, avrebbe potuto svolgere quella funzione già il 13 giugno e, in quel modo, risolvere il tema dei provvedimenti legislativi. Non lo si è fatto, si è preferito percorrere la strada della mozione, sapendo che questo avrebbe incontrato i problemi che poi abbiamo avuto, cioè l'impossibilità, lo ribadisco, da parte della Giunta di bloccare i provvedimenti, delibere e atti amministrativi, che erano formati su leggi dello Stato e della Regione.
Credo che questo sia per la chiarezza, respingo, e mi spiace che il Consigliere Marangoni non sia in Aula, ma presumo che qualcuno glielo riferirà, se no si legge i verbali, che la valutazione etica e morale mia o di altri possa essere fatta da chi in 5 anni ha cambiato 3 partiti e adesso pretende di insegnare o di valutare eticamente i comportamenti di ognuno di noi.
Le nostre opinioni politiche possono differire, ma dal punto di vista della correttezza personale, io non consento a nessuno, tanto meno al Consigliere Marangoni, di richiamare l'etica mia o di chiunque altro.
E' ora che in questo Consiglio si cominci a distinguere la responsabilità politica, dal valore delle persone, che è tutt'altra cosa Consigliere Marangoni, cosa che a lei ultimamente, visti anche gli strafalcioni sulle questioni che attengono alla valutazione razzista, è un po' sfuggita. Probabilmente sarà troppo impegnato a fare il Sindaco a Recanati o almeno a tentare di candidarsi a Sindaco di Recanati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA. Sono state moltissime le riflessioni che sono state poste all'attenzione di quest'Aula ed anche del Governo regionale.
Credo che ci siano innanzitutto da ringraziare i Consiglieri per le riflessioni che sono state formulate, che sicuramente aiutano anche la Giunta ad affinare la propria sensibilità rispetto ad un tema che non si esaurisce oggi, ma che avrà altri appuntamenti di riflessione, anche più stringenti, perché riguarderanno atti che condizioneranno e organizzeranno l'attività di governo su questa materia.
Sono venuti tanti spunti positivi e propositivi che noi terremo in considerazione e che ci aiuteranno sicuramente ad uscire da questa vicenda che è estremamente contorta, lo ribadisco, sicuramente in parte anche per le interpretazioni che noi abbiamo dato alla materia, forti di pareri e di informazioni che avevamo a disposizione. Pareri giuridici ed informazioni politiche che peraltro sono state veritiere per altre Regioni d'Italia che ancora hanno in vigore la nostra stessa legge n. 3 del 2012, su cui non è intervenuta una procedura di incostituzionalità, anzi il Governo, che ha vagliato quelle proposte di legge, non ha minimamente sollevato questa questione, tant'è che queste leggi sono vigenti. Vigenti in Regioni in cui un solo impianto, come diceva l'Assessore Malaspina, ha la capacità produttiva di tutti gli impianti a biogas della Regione Marche e, non a caso, dal punto di vista della produzione di bioenergia, noi siamo tra le ultime regioni italiane.
Le decisioni che la Giunta ha assunto, non le ha assunte strada facendo con una logica pressapochistica, superficiale, ma le ha sempre assunte forte dei pareri avuti dai legali interni alla Regione ed esterni alla Regione, dai contatti che ci sono stati con il Ministero dell'ambiente, che stava intavolando delle trattative con l'Unione europea, rispetto a cui si diceva fiducioso. Essendo questa, l'ho detto anche in altre circostanze, una materia di esclusiva competenza dello Stato, noi dovevamo, in qualche modo, attenerci a quelle che erano le indicazioni che ricevevamo, ed aggiungo un'altra cosa, se voi vedete il momento in cui la Corte costituzionale ha assunto la decisione e il tempo in cui ha emanato la sentenza, un lungo tempo, credo, che la Corte costituzionale abbia lungamente riflettuto su quale fosse l'atteggiamento e la motivazione e, quindi, la sentenza da offrire alla nostra attenzione. Anche su questo abbiamo degli elementi che ci fanno comprendere che la stessa Corte costituzionale ha avuto molti dubbi rispetto a quale strada percorrere in relazione, per esempio, alla potestà di far ricorso anche ad un approfondimento presso l'Unione europea.
Dico queste cose per dire che non è stato un atteggiamento superficiale, non è stato un atteggiamento di tipo pressapochistico, ma è stata una posizione, ripeto, giuridicamente sostenuta, in maniera fermissima, dai nostri legali e i Consiglieri della maggioranza lo sanno per aver partecipato a degli incontri, per aver avuto informazioni di carattere politico che, in qualche modo, ci facevano comprendere quello che, ripeto, è avvenuto per tutte le altre Regioni.
Detto questo vorrei aggiungere che sono emersi alcune valutazioni anche di carattere personale e anche alcune riflessioni che non corrispondono a verità, quindi, mi permetto di correggerle e comincio dal Consigliere Natali. Non è vero che l'imprenditore, di cui lei non ha fatto il nome, e io non lo farò, che è stato citato in questi articoli non abbia fatto la smentita, l'ha fatta nella maniera più clamorosa, pur essendo in India e dall'India l'ha fatta, dicendo che lui non ha alcun interesse nell'attività di biogas di questa regione. E' una precisazione ufficiale che è uscita nello stesso giornale che è stato citato dal Consigliere Natali.
Per quanto riguarda l'altro articolo che lei ha citato, io stesso ho fatto la precisazione che sono nella Fondazione Marche, che viene in qualche modo interpretata come una delle cosiddette lobby entro cui risiedono i mandanti di un disegno su cui poi rifletteremo. Il Presidente della Regione Marche è nella Fondazione Marche al pari dei Rettori delle Università di Ancona, al pari del Rettore dell'Università di Camerino, per i loro ruoli istituzionali, e la finalità della Fondazione Marche è semplicemente una finalità a sostegno della crescita e dello sviluppo sociale ed economico della nostra Regione. Dalla Fondazione Marche non sono venute le risorse per studiare strategie energetiche della regione, ma sono venute le risorse su progetti di valorizzazione della cultura e della società marchigiana ed è uscito, così la cosa forse potrà essere ulteriormente nota, il progetto di formazione di 10 studenti alle più prestigiose Università americane, sulle tecnologie più evolute. Per due anni, 10 studenti della nostra regione studieranno sotto la guida di altrettanti premi Nobel nelle 10 Università più prestigiose degli Stati Uniti sui temi delle nano tecnologie, della sensoristica e della medicina molecolare. E' anche venuto il finanziamento per il film su Giacomo Leopardi ed altre iniziative che sono andate in questa direzione, quindi, lo scopo della Fondazione Marche è questo.
Che il Presidente possa avere contatti con tutti gli imprenditori della regione è cosa nota, sia perché questo faceva parte delle attività professionali prima di diventare Consigliere regionale, era nella sua attività di ricerca di carattere industriale, che per il fatto che, come sapete, ha fatto l'Assessore all'industria ed inevitabilmente ha avuto contatti con gli imprenditori di questa regione. Ma i contatti che il Presidente ha avuto con gli imprenditori sono unicamente finalizzati allo sviluppo del reddito, dell'occupazione di questa regione con il massimo della trasparenza e con il massimo del rispetto delle normative.
Che ci siano mandanti politici sulla vicenda biogas, poi lo riprenderò, credo che sia una bufala clamorosa, nel senso che lo sviluppo della strategia relativa alle bioenergie, come ha detto molto bene l'Assessore Malaspina, è una strategia che deriva dal Pear, ma prima di arrivare agli aspetti strategici e di merito in campo energetico, vorrei riprendere anche un'altra delle punzecchiature che sono arrivate dal Consigliere Massi rispetto alla stizza, allo scatto di stizza che mi viene imputato nella sua relazione.
Chiaramente se uno partecipa ad una assemblea pubblica, organizzata da lui stesso, in questo caso dal Presidente della Regione, e intende discutere tutti gli argomenti che afferiscono il territorio e viene bersagliato, per circa due ore, su un unico argomento, continuamente, con una domanda che viene ripetuta all'infinito, con un argomento che non ha né capo, né coda, perché giustamente, come qualcuno ha detto, i comitati sono portatori di una sensibilità che va rispettata e su cui ci si deve confrontare, ma qualche volta i comitati utilizzano anche delle argomentazioni che non hanno né capo, né coda, come quelli che in quella serata venivano poste sistematicamente, ovvero che l'attività di biogas e, quindi, il digestato potesse procurare, anzi aveva procurato, delle morti. Vi è stata distribuita la documentazione, 19 persone in Germania per colpa dei batteri contenuti nel digestato del biogas, notizia ripetuta, ribadita, fatta girare in tutte le assemblee, chiaramente non corrisponde a verità perché era stato chiarito da tre anni dall'Efsa (European food safety autority) che questa non corrispondeva affatto al digestato, all'attività delle centrali a biogas, ma ad un'altra questione che riguardava i semi di fieno provenienti dall'Egitto.
A parte queste cose, vorrei rientrare nell'argomento che oggi è oggetto della nostra riflessione, ovvero qualcuno ha contestato l'impostazione dell'Assessore Malaspina che io mi sento di riprendere e di rioffrire alla vostra valutazione, ovvero: su quali linee si doveva muovere la Giunta regionale, se non su quelle fondamentali della programmazione energetica approvava dal Consiglio regionale con il Piano energetico ambientale regionale che prevedeva la disincentivazione dei combustibili fossili? Cosa su cui la Giunta regionale si è mossa, disattivando le centrali turbogas di Camerata Picena, come ricordava il Consigliere Giancarli e quella di Jesi, disincentivando la nuova centrale turbogas di Falconara, una centrale turbogas utilizza combustibili fossili anche se si passa dagli oli pesanti al gas metano, non autorizzando le centrali di Corinaldo e di San Severino, e facendo venire meno immediatamente la mancata intesa, quindi, come riuscire a fronte di questo impegno a non utilizzare combustibili fossili, comunque a compensare il fabbisogno energetico della regione che, non dimentichiamolo, è la regione più industriale d'Italia? La cui occupazione dipende in grande misura dal sistema manifatturiero, se non attraverso, come poi l'Europa avrebbe detto, lo sviluppo delle energie rinnovabili?
Quando siamo partiti nel 2006 non c'era ancora la cultura di cui il Consigliere Binci oggi ci convince tutti quanti. C'era un altro tipo di cultura che anche le bioenergie dovevano, in qualche modo, contribuire, per quota parte, a quel fabbisogno energetico che serviva per l'economia della nostra regione. Poi abbiamo tutti quanti acquisito anche la cultura che la bioenergia, in modo particolare, il biogas, doveva essere limitata ad impianti di piccola dimensione legati dalla filiera agricola e tant'è che in quella direzione ci siamo mossi, ma inizialmente l'impostazione era diversa.
Questa è stata una sensibilità acquisita successivamente. Cosa doveva fare il Governo regionale se non stimolare e favorire il processo di produzione di energia rinnovabile che era la direttrice del Pear? Così è stato, ma senza bisogno di fare dietrologia, di dire che c'erano delle lobby che spingevano per le bioenergie. Era l'indicazione naturale di programmazione del Pear, noi avevamo degli obiettivi da raggiungere, che non abbiamo ancora raggiunto nel 2012, proprio rispetto alla produzione di bioenergie, e qui ha ragione il Consigliere Massi, da questo punto di vista, il Piano energetico ambientale non ha raggiunto gli obiettivi che si proponeva ed è necessaria una revisione, che fra l'altro abbiamo già avviato con il Politecnico delle Marche.
Questo non significa che il Piano energetico ambientale abbia fallito, questo significa che dobbiamo lavorare ancora di più perché gli obiettivi del Piano energetico ambientale regionale siano raggiunti, perché quel Piano energetico ambientale regionale, indipendentemente dalle norme, nella sua strategia era nelle linee e nell'indirizzo dell'Europa, andava verso le energie rinnovabili, andava verso l'obiettivo del "burden sharing" che poi c'è stato assegnato, andava in direzione di quello che è più moderno nella cultura ambientale europea, cioè città libere da carbonio e non utilizzo dei combustibili fossili che creano gas clima alteranti.
Credo che su questo piano dobbiamo sgombriamoci la testa dalle riserve mentali che qui ci sia un burattinaio che abbia guidato questo tipo di politica, perché questo tipo di politica l'ha guidato il Consiglio regionale, i Consiglieri regionali, l'Assemblea legislativa, nel momento in cui ha approvato il Piano energetico ambientale regionale ed ha fatto questa scelta di puntare sulle energie rinnovabili, sul biogas, sull'idroelettrico, sulla geotermia, e sull'eolico. Se non ci siamo riusciti è perché non siamo riusciti a combinare le azioni operative in questa direzione in maniera adeguata, anche per le contraddizioni della normativa dello Stato che da una parte ci affidava degli obiettivi, dall'altra ci impediva di farlo per le sue stesse contraddizioni.
Io non so come finirà la vicenda su cui sta indagando la Magistratura, quando ci sarà la conclusione delle indagini decideremo che cosa fare e come tutelarci come Regione Marche, abbiamo già anticipato la nostra posizione, quindi, nessuna illazione rispetto a quali saranno le posizioni della Regione Marche, se non quelle che abbiamo già dichiarato sui giornali e che sono state riscontrate anche da chi, in questo momento, è interessato dalla vicenda, saranno assunte nel momento in cui il tempo lo consentirà.
Per quanto riguarda il tema della proposta di legge, è un tema ulteriore su cui avremo modo di confrontarci anche alla luce degli argomenti che qui sono emersi, ma credo che dal punto di vista politico, istituzionale, noi ci siamo comportati nella maniera più coerente che il quadro normativo ci ha consentito nel periodo che è intercorso tra il 2010 ed il 2013. Ci siamo comportati in maniera coerente con quelli che erano gli obiettivi strategici del Piano energetico ambientale regionale e abbiamo interpretato la politica energetica ambientale regionale non in una logica formale, non in una logica soltanto di rispetto delle normative, non soltanto di trasparenza e di legalità, secondo il nostro punto di vista, sostenuto, ripeto, dall'Ufficio legale della Regione, dall'Ufficio legislativo della Regione, dalle informazioni che ci venivano trasmesse dal Ministero, ma soprattutto abbiamo cercato di interpretare la politica energetica ambientale regionale al servizio della nostra comunità per raggiungere gli obiettivi che il Pear ci aveva dato e che purtroppo non sono stati raggiunti.
PRESIDENTE. Grazie Presidente. Mi sono pervenute allo stato due proposte di risoluzione, la prima a firma del Consigliere Massi, peraltro è stato Presidente della Commissione d'inchiesta e relatore in Aula, uno dei due relatori, quello di minoranza, l'altra proposta di risoluzione, la seconda, è a firma di diversi Consiglieri, credo tutti della maggioranza: Perazzoli, Ricci, Giancarli, Traversini, Comi, Busilacchi, Eusebi, Marconi, Camela, Acacia Scarpetti, Badiali, Sciapichetti, Donati.
Metto in votazione in base all'ordine di presentazione la proposta di risoluzione ...
Ha la parola il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La mia dichiarazione di voto è in merito alle due risoluzioni che ho potuto leggere velocemente e, quindi, rimane difficile esprimere un giudizio a caldo su queste due risoluzioni in merito ad un argomento così importante.
Anticipo che il mio voto sarà di astensione su entrambe le risoluzioni e presenterò una proposta di legge che spero la Commissione possa valutare in merito alla questione biomasse e biogas.
PRESIDENTE. Metto in votazione, per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Massi, Trenta e Marangoni, la proposta di risoluzione a firma del Consigliere Massi.
Favorevoli: Acquaroli, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Carloni, D'Anna, Foschi, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Busilacchi, Camela, Canzian, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giannini, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Pieroni.
(L'Assemblea legislativa non approva)
PRESIDENTE. La proposta di risoluzione è respinta.
Metto in votazione la proposta di risoluzione a firma Perazzoli, Ricci, Giancarli, Traversini, Comi, Busilacchi, Eusebi, Marconi, Camela, Acacia Scarpetti, Badiali, Sciapichetti, Donati. Dichiaro aperta la votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 15,00.
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