Resoconto della seduta n.147 del 11/02/2014
Seduta aperta
Celebrazione Giornata del ricordo

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri dichiaro aperta la seduta n. 147 che, come sapete, nella prima parte prevede la Celebrazione, da parte di quest'Aula, della Giornata del ricordo.
Sapete tutti che la Giornata del ricordo individuata nel 10 di febbraio di ogni anno è stata istituita con legge nazionale nel 2004, peraltro la nostra stessa Assemblea legislativa nel 2012 ha approvato una legge regionale che prevede, così come stiamo facendo, una celebrazione ufficiale in Aula di questa data.
In un Consiglio regionale precedente abbiamo ricordato un'altra pagina buia del '900, affidando il ricorso ai ragazzi ed ai giovani, coinvolgendo le istituzioni scolastiche, parlo della Shoah.
Oggi un altro Consiglio regionale inizia coinvolgendo le istituzioni scolastiche, i ragazzi come giusto che sia, in ricordo di un’altra pagina buia, triste, drammatica della nostra storia recente, perché in fondo non sono passati molti anni, parliamo del secondo dopoguerra, parliamo di una vera e propria pulizia etnica, parliamo di 350.000 italiani costretti all'esodo, parliamo della necessità, soprattutto, di non dimenticare questa ulteriore pagina buia della nostra storia.
La celebrazione, come ho detto in occasione della Giornata della memoria, l'occasione ufficiale del ricordo in un'Aula, nelle istituzioni, sarebbe inutile se esaurisse la sua forza del ricordo e del monito, in un tempo, in uno spazio che sono contenuti.
Per questo che l'Ufficio di Presidenza su questi temi decide di prendere l’iniziativa, di assumerla e di affidarla, soprattutto con il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, perché sappiamo benissimo che la funzione primaria della scuola non è quella …, certo è anche quella, come dicevano i pedagogisti un tempo, di imparare ai ragazzi a leggere ed a scrivere ed a fare di conto, certo che è così, ma il ruolo primario, principale, straordinariamente impegnativo e di grande responsabilità è quello di formare uomini e donne, donne e uomini.
Non è possibile svolgere una attività formativa adeguata se, purtroppo, come spesso accade in questo nostro tempo, viviamo nella esasperazione della velocità del presente, dell'attenzione formidabile sul quotidiano, della velocità dell'esistere che ci costringe molto spesso ad essere un po' superficiali, ma soprattutto viviamo un tempo in cui quasi tutti perdiamo la memoria, non abbiamo il culto del ricordo.
E’ chiaro che una celebrazione, come questa, una legge che prevede che una data ricordi, stigmatizzi, crei un monito, un segnale, può essere “celebrata”, secondo me, nel modo migliore se c'è il coinvolgimento delle istituzioni che hanno il compito, lo ripeto, primario di formare donne e uomini che non possono essere formati alla cultura dell'effimero, alla cultura della gestione del contingente, del quotidiano, ma debbono fare del ricordo, della memoria, della storia, un bagaglio da portarsi dietro perché un fatto è certo: alcune pagine buie della storia dell'umanità non si possono dire chiuse per sempre, in nessun luogo, da nessuna parte, tanto più, questo è vero, quando pagine oscure della storia dell'umanità sono ancora presenti in parti del mondo, nemmeno molto distanti da noi. Pagine buie con gradualità diverse, ma quando si calpestano i diritti delle persone, quando si negano le libertà individuali o collettive, quando si calpestano persone per ragioni di religione, di razza, di fede politica, di convincimento religioso è una pagina buia ed anche in questo nostro tempo non c'è da ricordare, perché oltre che da ricordare c'è da essere attenti sul fatto che alcune pagine ancora vengono scritte con l'inchiostro della disumanità, del calpestare i diritti delle persone.
Una data non deve servire a celebrare, ma a ricordare, ad essere attenti a ciò che accade vicino o distante da noi in questo nostro tempo.
La storia delle Foibe, la storia di 350.000 persone costrette all'esodo, è una pagina che va ricordata, va conosciuta ed ecco perché questa iniziativa in Consiglio.
Detto questo, ci sono i relatori che meglio di me sapranno dire queste cose, abbiamo organizzato, questa prima parte dei lavori del Consiglio insieme alla Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia ed è qui con me, e gli lascerò la parola fra poco, Franco Rismondo, Presidente dell’Associazione marchigiana. Lo ringrazio di aver accolto il nostro invito, peraltro è presente nello spazio riservato al pubblico anche una delegazione di questa Associazione. Dopo di che, un po’ i protagonisti sono i ragazzi, in modo particolare quelli delle classi III D e III E del Liceo Scientifico Luigi di Savoia di Ancona ed è qui con me il professor Giuliano Piccini che ha curato il progetto che è la realizzazione di un DVD fatto dagli alunni, in particolare, se mi sbaglio poi facciamo qualche rettifica, realizzato dagli alunni della III D attuale, all'epoca II D, sotto l'egida, anzi sotto la costruzione di un percorso, dovuto all'indizione di un concorso nazionale da parte del Miur e del Touring.
L'istituto di Ancona ha vinto il primo premio su 660 partecipanti con la realizzazione di questo DVD che verrà presentato e che peraltro descrive il viaggio che è stato fatto nel maggio 2013 da questi ragazzi presso la Foiba di Basovizza, il centro di raccolta profughi di Padriciano e la risiera di San Sabba.
Come sempre, devo dire grazie ad un rapporto molto proficuo che si è instaurato fra l'Assemblea legislativa e l'Ufficio scolastico regionale, anche in questa occasione abbiamo collaborato insieme, saluto e ringrazio anche della presenza la referente di questo progetto dell'Ufficio scolastico regionale che era presente anche nell'altra occasione, la dottoressa Prapotnich, sono sempre in difficoltà nella pronuncia del nome, mi faccia un segno di assenso se stavolta ci ho preso, … bene, la saluto e ringrazio della disponibilità l'Ufficio scolastico regionale.
Faccio ancora i complimenti e do il benvenuto ai ragazzi nell’Assemblea legislativa delle Marche, l'ho detto in molte occasioni, al di là di questa scadenza, il rapporto delle istituzioni pubbliche con quelle scolastiche, con gli istituti scolastici, è assolutamente doveroso, perché viviamo un tempo che oltre a scontare tanti fattori sfavorevoli, ne sconta uno terribilmente negativo che è la difficoltà di un rapporto corretto e di conoscenza fra i cittadini e le istituzioni.
Ci sono molti motivi talvolta per indignarsi, talvolta per non essere d'accordo su comportamenti e quant'altro, ma mai, per carità, cari ragazzi, allontanarsi dalla conoscenza, dalla consapevolezza di come funzionano le istituzioni, come si accede alle istituzioni, che cosa fanno le istituzioni. E’ fondamentale perché qualsiasi istituzione, dal livello che vi è più vicino, da quello comunale a quello provinciale, da quello regionale a quello nazionale, assume determinazioni, fa scelte, prende provvedimenti, vara leggi che inevitabilmente si ripercuotono sul governo di una comunità e, quindi, la partecipazione è sempre un fatto assolutamente utile.
Detto questo, sperando di non aver dimenticato niente, darei la parola al dottor Franco Rismondo, Presidente regionale dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che ci dirà qualche cosa su questo dramma riguardo alle Foibe ed all'esodo.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Come abbiamo concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo, faccio presente che per nostra iniziativa, iniziativa del Centro Destra Marche, abbiamo ritenuto di onorare questa giornata anche con un simbolo, questa coccarda tricolore è a disposizione di tutti i Consiglieri regionali, di tutti gli Assessori, di tutto il Consiglio, di tutti quelli che la vorranno indossare.
C'è qualcosa in più nella coccarda, c'è un ricordo, questo simbolo, questo nastro giallo, è un qualche cosa che noi facciamo per ricordare i nostri marò che sono tuttora in India e noi vorremmo sapere che cosa dovranno subìre.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Natali.
Ha la parola il Presidente Rismondo Prego.

Franco RISMONDO. Ringrazio il Presidente Solazzi per le parole che ha detto, di sicuro parla meglio ed ha espresso meglio di me il tema di questa giornata.
Diciamo che se il 27 gennaio è la data in cui in Polonia le truppe dell'Armata Rossa aprirono i cancelli di Auschwitz e liberarono gli ebrei, il 10 febbraio è la data in cui, sul confine orientale, si chiusero i confini di tante Province italiane, le Province di Pola, di Fiume, di Zara e di gran parte delle Province di Trieste e di Gorizia.
Questa è la parte della storia d'Italia che dobbiamo ricordare con tutte le sue vicende, le foibe, l'esodo e le più complesse vicende del confine orientale.
La legge che ha istituito il giorno del ricordo risale a 10 anni fa, se vogliamo fare un breve bilancio di questi 10 anni, 10 anni di commemorazioni, ricordiamo le tante intitolazioni di strade, parchi, giardini, intitolati alle vittime delle foibe, dal primo giardino a Pongelli di Ostra Vetere, fino alla prossima strada che sarà inaugurata a Falconara, forse quest'anno, sono pagine di storia nella toponomastica cittadina che rimangono a ricordo di un passato che a volte si dimentica.
Ci sono state tante iniziative delle Amministrazioni comunali e provinciali delle Marche, da Pesaro a Macerata, da Fermo ad Ascoli Piceno, fatte in piena autonomia, con la partecipazione della nostra Associazione soltanto dove, il nostro limitato numero, poteva garantire una presenza e dare una testimonianza, ma la maggioranza di queste Amministrazioni comunali o provinciali hanno preso delle iniziative spontanee.
Pur continuano ancora, nonostante tutto, sporadici episodi di contestazione, inevitabili, il clima di apertura al dialogo si sta espandendo, sia sull'altra sponda che su questa. Sull'altra sponda abbiamo segnali positivi, perché la secolare presenza italiana non è vista più come il predominio di Venezia e l'invasione dei veneti sulla popolazione slava, ma è vista come una parte essenziale della storia e della cultura croata perché anche l’attuale Presidente della Croazia ha detto che senza la componente italiana la storia della Dalmazia e della Croazia sarebbe stata diversa.
Questa apertura al dialogo si verifica anche in Italia perché c'è stato recentemente un Convegno a Padova fra la nostra Associazione e l'Anpi e l'Anpi ha partecipato ufficialmente in collaborazione con le nostre Associazioni alle cerimonie ed alle manifestazioni del Giorno del Ricordo a Venezia, quindi, un progresso si è fatto in questi 10 anni e speriamo continui.
Alla sensibilità della Regione Marche dobbiamo l'istituzione della legge regionale che prevede questa commemorazione in Consiglio, per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso le scuole di ogni ordine e grado, e dei fondi.
Una diffusione che, in questo primo anno e per la nostra inesperienza, è stata particolarmente difficile da gestire e difficile da programmare, perché i programmi dell'anno scolastico vanno fatti a settembre, ottobre, al massimo a novembre e la certezza della disponibilità dei fondi ci è arrivata dopo la metà di dicembre, le spese devono essere affrontate a gennaio, i pagamenti vengono fatti a fine agosto e non avendo esperienza di queste tempistiche, in cui la volontà dell'Assemblea è in contrasto con le necessità dell'amministrazione, ci siamo trovati in una certa difficoltà.
Con questi limiti l'anno scorso abbiamo affrontato l'acquisto di una mostra approvata dal Miur che abbiamo proposto ad Ancona e che quest'anno, ieri, è stata riproposta al Liceo Classico Rinaldini che ha un bacino di utenza di un migliaio di studenti ed essendo aperta anche ad altre scuole prevediamo che avrà una maggiore affluenza di pubblico.
Sempre con i fondi della Regione l'anno scorso le due classi del Liceo scientifico Luigi di Savoia hanno partecipato a quel viaggio di istruzione di cui vi riferiranno direttamente ed anche per quest'anno intendiamo promuovere analoghi viaggi nei luoghi che hanno visto gli orrori della Shoah e delle Foibe, nella stessa zona e nello stesso contesto, perché per quanto le due tragedie dello scorso secolo non siano assolutamente paragonabili per dimensioni e motivazioni, tuttavia hanno tanti punti di contatto e non solo i luoghi, le persone o le centinaia di triestini, fiumani e dalmati di fede ebraica delle Sinagoghe di Trieste, Fiume e Spalato, per questo il prossimo viaggio, come quello dell'anno scorso, visiterà la Foiba di Basovizza, il campo profughi di Patriciano, la risiera di San Sabba. Sono tragedie che hanno tanto in comune, se vogliamo scherzare diciamo che nel 70 dopo Cristo l'Imperatore Tito distrusse Gerusalemme e 70 anni fa il Maresciallo Tito distrusse le nostre città, ma è una battuta.
Per le scuole alle quali non possiamo garantire il sostegno di un viaggio daremo la possibilità di ascoltare dalla voce di Luca Violini la lettura di quella grande lapide bianca che suscitò tanta commozione nella Sala della Lupa a Montecitorio.
Sappiamo che spesso più che la voce di un insegnante preparato, di uno storico o di un bravo attore, a far presa sui giovani può essere la voce di un artista, di un cantante in uno spettacolo che trascina, coinvolge e trasmette emozioni, per questo il recital di quest'anno “Magazzino 18” di Simone Cristicchi sta raccogliendo un successo tanto meritato quanto imprevedibile nei giorni antecedenti alla sua prima a Trieste. Era stato contestato sia da destra che da sinistra, da una parte perché nell'ambito del problema, della tragedia delle foibe e dell'esodo ci metteva anche una bambina slovena che parlava di campi di concentramento di Gonars e dell'isola di Arbe, dall’altra parte è stato contestato ed accusato di essere revanscista o altro, però sono contestazioni che hanno ceduto di fronte allo spettacolo ed alla fine è stato una standing ovation, un applauso generale, uno spettacolo apprezzato da tutti, l'ultima volta a Roma Ochetto è uscito piangendo di commozione per una tragedia che non conosceva, diciamo che non poteva non conoscere, ma forse se ne era dimenticato o era stata dimenticata per tanti anni.
Non avendo potuto affrontare la presenza di Cristicchi ad Ancona con i limiti del finanziamento regionale di quest'anno, pensiamo o speriamo che, per lo meno, lo avremo nel capoluogo marchigiano con la prossima stagione lirica delle Muse.
Ancona arriverebbe in ritardo perché è stata già preceduta da San Benedetto, da Corinaldo, da Potenza Picena. Per le altre città della regione contiamo sul sostegno dei membri di questo Consiglio nell'opera di sensibilizzazione delle rispettive amministrazioni locali, perché è uno spettacolo, non è l'asettica lezione di uno storico, è l'interpretazione delle vicende viste con gli occhi di chi le ha vissute e cerca comunque di essere imparziale. La Radio Televisione di Stato lo ha trasmesso ieri sera alle 23,55, uno spettacolo che è durato fino all'1,40, non so quanti possano averlo visto.
Concluderei dicendo che, se vogliamo di nuovo alleggerire l'argomento, in questi 10 anni si è parlato di questo, l'abbiamo visto da Fazio, dove due comici che ridevano sulle leggi che volevano abolire le Province e le Regioni si chiedevano: “Ma abbiamo ancora la Corsica? Abbiamo ancora l'Istria?”. E’ stata nominata l'Istria. Bonolis ha detto: “A come Ancona, Z come Zara”, sono episodi di livello infinitesimale, però è un segnale che qualcosa, dopo 10 anni, della nostra storia è entrato ed entra nella coscienza collettiva. Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE. Grazie al dottor Franco Rismondo, Presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia delle Marche.
Do la parola, per la presentazione del DVD e del percorso, al professor Giuliano Piccini. Prego Professore.

(Applausi)

Giuliano PICCINI. Ringrazio il Presidente Solazzi, la Giunta della Regione Marche ed i Consiglieri tutti.
Direi che il Presidente Solazzi ed il capitano Rismondo hanno già detto quasi tutto, ma voglio riprendere il discorso che ha fatto il Presidente riguardo all'importanza di trasmettere questo messaggio nelle scuole. Come insegnante mi sento coinvolto in prima persona in questo, nella duplice veste di insegnante e di esule istriano.
Questo è anche un lato debole della conoscenza di questa storia perché io porto avanti questo discorso, questa esperienza di conoscenza del Giorno del ricordo perché sono esule istriano, ma purtroppo nelle scuole in cui non ci sono dei testimoni, c'è una mancata conoscenza di questa storia ed un silenzio assordante, come viene detto, durato 60 anni, sui media, sulle televisioni, sui giornali e pensate sui libri di testo. I libri di testo non parlano di questa storia.
E' una tragedia che riguarda 350.000 connazionali, fino a qualche anno fa non ne sapeva niente nessuno o solo pochi, quelli che l'hanno vissuta o gli storici.
E' una lacuna che va colmata, cerco nel mio piccolo di colmarla, da qualche anno portiamo avanti un'esperienza di conoscenza della memoria, il 27 di gennaio, e del ricordo, il 10 di febbraio. Nell'ambito di questa esperienza, grazie alla Regione Marche ed alla legge della Regione Marche ed ai fondi della Regione Marche, abbiamo iniziato due anni fa, come scuola partner della mostra che è stata allestita alla Mole Vanvitelliana: "Il confine più lungo", forse qualcuno di voi l'avrà anche vista, l'Istituto Savoia-Benincasa è stata scuola partner, tutte le classi sono andate in visita, abbiamo avuto visite da tutte le scuole della regione Marche.
Nel proseguo di questa esperienza l'anno scorso siamo andati in visita a Trieste nei luoghi del ricordo e della memoria, quindi la Foiba di Basovizza, il Campo profughi sopra Trieste, c'è un campo profughi dove sono allestite le situazioni che i profughi hanno vissuto per anni e anni in quei campi, ce n'erano tanti in tutta Italia, e la risiera di San Sabba che è l'unico campo di concentramento in territorio italiano.
Pochi sanno che la risiera di San Sabba nel dopoguerra è stata a sua volta un campo profughi per gli esuli istriani. Abbiamo vissuto questa esperienza per colmare le lacune di conoscenza e auspico che in tutte le scuole vengano fatte simili esperienze.
Ho visto un entusiasmo enorme da parte dei ragazzi che chiedono, sono curiosi, vogliono sapere perché poi dietro a questa conoscenza, a questa curiosità c'è una sincerità che spesso non si evidenzia nelle persone grandi come siamo noi, c'è una sensibilità che è particolare proprio per le sofferenze. Questo mi ha riempito di gioia come esule e come insegnante.
Abbiamo visitato questi luoghi e nel frattempo abbiamo anche elaborato, i ragazzi hanno realizzato, cito Michele Panariello e Domizio Luca che ne sono stati i veri artefici, un video che ha partecipato ad un concorso indetto dal Miur e dal Touring Club e sono risultati vincitori, quindi, siamo stati nuovamente invitati a Trieste con grande gioia degli studenti, a ricevere un premio.
Riprendo le parole del Presidente, memoria, ricordo non per desiderio di vendetta ma per conoscenza, conoscenza, quindi, consapevolezza perché queste situazioni non appartengono al passato, possono ripresentarsi in qualsiasi istante. Genocidi, persecuzioni, abbiamo visto in Ruanda, in Sudan, in Siria, c'è bisogno di consapevolezza, perché solo con la consapevolezza si può diagnosticare con largo anticipo quando può arrivare il seme dell'odio. E’ questo il messaggio che io mando.
Ringrazio i miei studenti ai quali io insegno, ma che mi insegnano tante cose con la loro sincerità e con il loro entusiasmo. Grazie a tutti.

(Applausi)

Giuliano PICCINI. Possiamo mandare il video. I ragazzi hanno preparato un sunto del loro video nel quale c’è una delle principali canzoni della rappresentazione di Cristicchi e una poesia di Umberto Saba che rappresenta un po' l'atmosfera di Trieste e di tutta l'Europa in generale.

(proiezione DVD “Un viaggio nei luoghi del ricordo e della memoria”
realizzato dagli alunni della II D del Liceo scientifico Luigi di Savoia di Ancona
premiato nel 2013 al concorso nazionale del Touring e del Miur
sezione Viaggio nella civiltà istriano-dalmata)

PRESIDENTE. A nome dell'intera Assemblea legislativa saluto i ragazzi protagonisti di questo lavoro, mi complimento con loro, saluto i ragazzi presenti ed i loro insegnanti in Aula, in modo particolare la III D e la III E del Liceo scientifico Luigi di Savoia di Ancona e a ricordo, a testimonianza di questa giornata, del lavoro che avete svolto, consegno al professor Piccini e, quindi, in generale al Liceo scientifico, un attestato da parte dell'Assemblea legislativa delle Marche.

(Applausi)

PRESIDENTE. Bene, saluto anche il Presidente Franco Rismondo e continuiamo con l'ordine del giorno della seduta.

SEDUTA N. 147 DELL'11 FEBBRAIO 2014

La seduta inizia alle ore 11,00

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Dichiaro aperto la seduta ordinaria n. 147 dell'11 febbraio 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 146 del 4 febbraio 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 391 in data 7 febbraio 2014, ad iniziativa del Consigliere Marangoni, concernente: “Modificazioni alla legge regionale 3 aprile 2002 n. 5: “Integrazioni della legge regionale 26 dicembre 1983, n. 41 sulle provvidenze economiche in favore della popolazione di Ancona colpita dalla frana del 13 dicembre 1982” e alla legge regionale 26 dicembre 1983, n. 41: “Norme in attuazione della L. 2 maggio 1983 n. 156 concernente: "Provvidenze economiche in favore della popolazione colpita dal movimento franoso del 13 dicembre 1982”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno;
n. 392 in data 3 febbraio 2014, ad iniziativa del Consigliere Trenta, concernente: “Riconoscimento, salvaguardia e valorizzazione della Quintana di Ascoli”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e alla II Commissione assembleare per il parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno;
n. 393 in data 3 febbraio 2014, ad iniziativa del Consigliere Solazzi, concernente: “Disciplina degli interventi di tutela, sviluppo e valorizzazione delle produzioni biologiche marchigiane”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento Interno, al Consiglio dell'Economia e del Lavoro ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1bis del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
n. 73 in data 7 febbraio 2014, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Legge regionale n. 31/2012 articolo 2 comma 3 - Linee guida per l'elaborazione dei progetti generali di gestione dei corsi d'acqua”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell'articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 615 della Consigliera Ciriaci “Sicurezza litorale fermano e insediamento della nuova Questura della Provincia di Fermo”;
n. 616 dei Consiglieri Natali, Romagnoli, Acquaroli, Zinni “Nomina direttore Servizio salute”;
n. 617 del Consigliere Massi “Riforma del Titolo V della Costituzione: la riforma del Senato espressione delle Regioni”;
n. 618 del Consigliere Solazzi "Soppressione e accorpamento Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria delle Marche".
Hanno chiesto congedo gli Assessori Canzian e Giannini.

Interrogazione n. 1261
ad iniziativa del Consigliere Natali
“Budget Asur anno 2012”

Interrogazione n. 1473
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Impiego degli stanziamenti relativi al budget Asur Marche 2012 e sul blocco operatorio dell'Ospedale Carlo Urbani di Jesi"

Interrogazione n. 1562
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
"Ospedale Carlo Urbani di Jesi"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1261 del Consigliere Natali, l'interrogazione n. 1473 del Consigliere Giancarli e l'interrogazione n. 1562 del Consigliere Giancarli, abbinate. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Riguardo al primo punto relativo al budget si precisa che fino all'approvazione della deliberazione di Giunta regionale n. 1797 del 28 dicembre 2012 l'Asur, così come gli altri Enti del Servizio Sanitario regionale, era autorizzata alla gestione di un budget provvisorio con un tetto di spesa assegnato pari a 2.286.431.447 euro, di cui 8,958 milioni per accantonamenti per la medicina convenzionata, determinato in via provvisoria in attesa della definizione delle quote di finanziamento da parte del livello nazionale per quanto riguarda la contabilizzazione della mobilità passiva e l'applicazione della legge n. 118 del 2011.
In attesa di tale definizione, l'Asur, con determina 640 del 2012, ha assegnato il budget provvisorio alle singole Aree Vaste per un totale di 2.241.575.182 euro per la spesa corrente più 4,7 milioni di euro per gli investimenti con fondi correnti, sulla base dei costi direttamente gestiti dalle stesse e trattenendo invece le quote sostenute in nome e per conto delle Aree Vaste nella Direzione Centrale, per complessivi 40,156 milioni di euro.
Con la deliberazione di Giunta regionale n. 1797 del 2012 è stato approvato il budget degli Enti del Servizio Sanitario regionale e per l'Asur il budget è stato pari a quanto assegnato con deliberazione di Giunta regionale n. 1750 del 2011 aumentato di 37,6 milioni di Euro relativi alle maggiori risorse necessarie per la contabilizzazione della mobilità extraregionale dell'anno 2012, per 7,2 milioni di euro, e risorse necessarie per la contabilizzazione della maggiore mobilità passiva degli anni precedenti rispetto a quella registrata nei relativi bilanci, pari a 10,9 milioni di euro di sopravvenienze passive, e terzo, risorse necessarie all'applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo n. 118/2011 rispetto agli investimenti effettuati con risorse correnti, pari a 19,5 milioni di euro.
Sulla base di quanto assegnato in via definitiva, con successiva Determina 223 del 2013, l'Asur ha assegnato definitivamente i Budget alle Aree Vaste distribuendo alle stesse risorse per la spesa corrente pari a 2.255.321.175 milioni di euro e trattenendo in Direzione centrale i costi di pertinenza delle Aree Vaste per 65,215 milioni di euro, quali le risorse necessarie per la contabilizzazione della maggiore mobilità passiva degli anni precedenti, l'applicazione del decreto legislativo n. 118/2011 in termini di maggiori aliquote di ammortamento, gli accantonamenti per imposte, l'autoassicurazione, nonché le spese connesse al funzionamento della Direzione centrale, pari a 3,2 milioni di euro.
Per quanto attiene la possibilità di utilizzo di risorse per investimenti previsti nel budget dell'anno 2012 si precisa che il Bilancio d'esercizio Asur anno 2012 risulta chiuso, così come confermato ed approvato dalla deliberazione di Giunta regionale Marche n. 1118 del 22 luglio 2013. Nessun movimento contabile, quindi, potrà essere eseguito salvo specifici accantonamenti.
Con deliberazione n. 176 del 2008 la Giunta regionale Marche ha determinato, in base al Piano sanitario regionale 2007-2009, la necessità di una logica di assistenza che privilegi la funzione piuttosto che la struttura ed i posti letto. Le Unità Operative, pertanto, vanno dimensionate e caratterizzate, sul piano della funzionalità e della economicità, in relazione ad un bacino d'utenza utile a garantire la qualità dei risultati.
Per quanto concerne l'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi è operativo dal 2005, e questa operatività è garantita attraverso il graduale trasferimento dei dipartimenti/servizi dal nosocomio "Murri".
Nel 2008 la Direzione della ex Zona territoriale n. 5 di Jesi ha accettato, da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la donazione di un blocco operatorio da installare presso il Presidio Ospedaliero Carlo Urbani attraverso il finanziamento di complessivi 2.900.000 euro.
II progetto iniziale di "ospedale modello", previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 176/2008, prevedeva la realizzazione di sei sale operatorie di cui una autonoma e dedicata alle emergenze. Di queste sei sale operatorie, cinque risultano complete e perfettamente operative, mentre l'ultima risulta essere completa nell'allestimento, ma mancano ancora delle attrezzature quali la scialitica, il tavolo operatorio, pensile e stazione di anestesia, per cui si sta procedendo all'acquisizione.
In merito a quanto rappresentato dal Presidente Giancarli nell'interrogazione relativa ai lavori di realizzazione del nosocomio jesino, i lavori stanno procedendo con la massima celerità.
Come rappresentato dal resoconto dell'ufficio tecnico di Jesi i lavori edili delle sale operatorie dovrebbero essere completati entro la fine del mese di marzo, ma potranno essere operative quando siano state completate anche le opere impiantistiche interconnesse con quelle esistenti del resto dell'ospedale e siano stati espletati i necessari collaudi sia delle opere strutturali che impiantistiche.
Nel contratto stipulato tra la Fondazione e la ditta appaltatrice, così come previsto dal Codice degli appalti, è stata apposta specificala clausola di applicazione di penali nel caso di consegna dei lavori in ritardo rispetto al termine contrattuale. Allo stato attuale, però, i lavori stanno procedendo nei termini contrattualmente previsti, quindi, non si prevede quindi debba farsi ricorso all'applicazione delle clausole suddette.
Relativamente al trasferimento degli altri reparti, mi riferisco al pronto soccorso, rianimazione, blocco parto-ostetricia e ginecologia, area disciplina chirurgica, del servizio diagnostico, del laboratorio analisi e della centrale di sterilizzazione al Carlo Urbani, si evidenzia che lo stesso non è legato solamente all'ultimazione delle sale operatorie ma dipende anche dal completamento dei lavori e dalla fornitura di attrezzature, arredi e beni strumentali indispensabili per lo svolgimento dell'attività. Tali beni saranno recuperati, ove possibile, dalla struttura ospedaliera del Viale della Vittoria mentre i restati, per i quali è necessario procedere a nuovo acquisto, è già stata espletata specifica gara di appalto e verranno consegnati compatibilmente con i termini previsti dalla normativa vigente.
I reparti già trasferiti al Carlo Urbani, invece, sono stati in gran parte già allocati nella sede di destinazione definitiva, solamente numero tre reparti, invece, sono collocati in ambienti provvisori e verranno trasferiti definitivamente in sintonia con la riorganizzazione attualmente in corso così da rendere completamente operativo l'intero nosocomio al termine del periodo estivo.
Il trasferimento di tutti i reparti e, conseguentemente, la completa operatività dell'ospedale Carlo Urbani è prevista, allo stato, al termine del periodo estivo; per ridurre il disagio all'utenza, invero, il trasferimento è stato programmato facendolo coincidere con il periodo di ferie estivo, notoriamente noto perché caratterizzato da una diminuzione di attività.
Per quanto riguarda la necessità di procedere all'adeguamento delle risorse umane alla nuova struttura ed alle attività che dovranno essere implementate e garantite nel nuovo nosocomio, si rappresenta che, anche in questa Area Vasta, così come nelle altre quattro Aree Vaste dell'ASUR, si sta procedendo, proprio in ottemperanza alle Linee di indirizzo delle Reti Cliniche e nel rispetto dei vincoli nazionali e regionali sul turnover, ad effettuare assunzioni mirate a garantire i servizi sanitari all'utenza secondo i nuovi modelli assistenziali.
Da ultimo, per quanto riguarda la richiesta di sistemazione del parcheggio, degli arredi urbani e del parco del Carlo Urbani, si rappresenta che già nel progetto iniziale era previsto l'indispensabile per la completa funzionalità del nuovo nosocomio; qualsiasi ulteriore attività di recupero della "Cittadella Sanitaria" sarà valutata in seguito all'attivazione dello Stabilimento ospedaliero e nel rispetto dei vincoli economici e di destinazione delle risorse impartiti.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Assessore, ho abbinato queste interrogazioni del budget, del blocco operatorio e dell'ultimazione del Carlo Urbani, perché a mio avviso il legame è nei fatti. Sono stati fatti degli investimenti, anche significativi e, magari, per mancanza di qualche decina di migliaia di euro quegli investimenti o quelle tecnologie non possono essere utilizzate al massimo o, magari, non sono sufficienti le risorse per alcuni arredi che invece sono indispensabili, quindi, è opportuno a mio avviso, che delle risorse siano destinate - parlo di non molte decine di migliaia di euro, forse qualche centinaia di migliaia di euro - a far si che un investimento massiccio, di decine e decine di milioni, possa rendere al massimo della funzionalità. Sarebbe, ripeto, un peccato se per alcune centinaia di migliaia di euro non si riuscisse ad utilizzare al massimo le tecnologie e i nuovi arredi.
Ora non voglio affrontare la partita della dotazione organica perché sono certo che da questo punto di vista ci sarà il massimo dell'attenzione.
Fra l'altro non ho coinvolto il Consigliere Badiali, a cui va il mio ringraziamento per aver sempre seguito questa vicenda, perché ho una mia posizione: non riesco a concepire il fatto che nel 2008 di fronte a tanti investimenti fatti dalla Regione Marche non sia stato previsto quell'investimento di 3 milioni di euro per il blocco operatorio. Avrei preferito che la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi avesse destinato quelle risorse per qualche cosa in più, per qualcosa di aggiuntivo, per qualcosa che facesse la differenza. Poi se debbo parlare come Consigliere regionale direi che avrei preferito che la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi avesse seguito di più le sorti della Banca Marche piuttosto che occuparsi di sanità, ma questa è un'altra partita.
Detto questo, Assessore, mi dispiace, perché voglio mantenere uno stile, vorrei veramente ringraziarla, ma lei sa come me, anzi meglio di me, non soltanto perché è l'Assessore, ma perché si era pronunciato, che questo ospedale doveva essere completato entro il 31 dicembre 2013.
Oggi lei, nell'interrogazione, dice "dopo il periodo estivo", a parte questo termine, periodo estivo, noi che amiamo il turismo, siamo abituati, vorremmo la stagionalità, quindi, diciamo ottobre, ma credo che da dicembre ad ottobre, 10 mesi non siano accettabili. Per quanto mi riguarda 10 mesi non sono accettabili.
Probabilmente quella risposta nasce non so da cosa, mi permetto di dire e mi scuso per quello che sto per dire, che magari non sono stati ponderati a sufficienza, siamo anche in un momento di passaggio, i diversi atti, le diverse scelte, le diverse problematiche aperte, però, ripeto, 10 mesi sono inaccettabili rispetto a quella data che era stata pronunciata.
Mi sembra di capire che il gioco si sta facendo duro e, quindi, come diceva John Belushi, forse è il momento che i duri comincino a giocare.
Assessore, sono paziente, credo di poter dire anche educato, io aspetto qui, aspetto qui anche oggi pomeriggio, non importa se l'Assemblea finisce - anche moderato dice il Consigliere Perazzoli - se vuole aspetto anche fino a domani, però vorrei una data certa per la conclusione e per la messa in funzione del Carlo Urbani e la data non può essere il dopo le ferie o dopo la primavera o durante l'autunno.
Vorrei una data certa che fosse compatibile con quello che finora lei ha detto, ovvero la messa in funzione, con il gennaio del 2014, si è detto poi che si doveva ritardare qualche mese perché il blocco operatorio andava un pochino in là, ma credo che ottobre sia veramente inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Capisco relativamente perché queste tre interrogazioni, due del Consigliere Giancarli ed una mia, siano state accorpate.
Faccio presente che un'interrogazione di questo tipo che chiede come vengono impiegati i soldi dell'Asur, pende dall'11 giugno 2013, basterebbe questo per avallare John Belushi, qui si vive nell'approssimatezza più grande, Assessore.
Spero che lei mi dia la sua relazione perché quando uno riesce a vedere gli atti di questa sanità, non è molto facile Assessore, lei lo sa, non è facile avere gli atti ed io devo capire perché è così difficile. Un giorno lei mi dovrà spiegare se ci sono pochi amministrativi nell'Asur Marche, così pochi che ci mettono tanto tempo per consegnarci gli atti o se si tenta di stancare chi chiede gli atti perché alla fine uno se ne scorda. Con me si sbagliano, Assessore, le garantisco che si sbagliano perché quando vedo che 2.324.035.863, una cifra difficile da pronunciare, è lo stanziamento per l'Asur Marche, e l'Asur Marche trasferisce alle Aree Vaste quella somma, meno di 82 milioni di euro, 82 milioni di euro, non stiamo ragionando su altro, e che per avere questi documenti ci vogliono mesi, per avere la sua risposta ce ne sono voluti otto, mi deve far capire come questa Assemblea eletta dai territori, con persone che ci hanno votato dandoci la loro fiducia, non perché eravamo amici di qualcuno, dovrebbe rispondere a queste persone? Perché parlano con noi, chiedono a noi, penso che nel suo territorio parlino anche con lei Assessore di queste cose.
Lei mi ha fatto un discorso, e le ripeto vorrei la sua relazione, 82 milioni di euro che avanzano, 82 milioni di euro, ribadisco, sono serviti su tutto, un discorso di mobilità attiva e passiva e le domando: quando riterrà di venire a parlare di queste cose in Consiglio regionale? Ma è normale, ribadisco riprendendo un suo articolo di oggi, 11 febbraio, che nell'Area Vasta 1 per frenare la mobilità passiva nel 2003, quella dove è stata creata Montefeltro Salute, non so se qualcuno ne sa qualcosa, un'operazione fantastica dove il pubblico si spoglia del pubblico e diventa socio di un privato, ma io so che il pubblico quando una cosa la porta avanti e la porta avanti bene, la continua, non fa guadagnare il privato. Il privato deve servire, e ribadisco questo concetto, a coadiuvare il pubblico, dove il pubblico non arriva. E' una cosa diversa! Allora nel 2003 facciamo questo, nel 2009 facciamo l'azienda, Assessore, nel 2012 l'Area Vasta 1 ha 32 milioni di euro di mobilità passiva, ma di che parliamo?
Vuole venire qui a dirci qual è la politica sanitaria delle Marche?
Nell'Area Vasta 5, la mia, l'Area Vasta dell'Abruzzo del nord, dove non è stata fatta l'Azienda, abbiamo una mobilità attiva di 25 milioni di euro, 20 milioni di euro per altro sono assorbiti da tre strutture private convenzionate, ne vogliamo parlare?
Io vorrei parlare con il Direttore generale dell'Asur, per dirgli ma se tu sai che nell'Area Vasta 5 tre strutture sanitarie riescono ad intercettare della mobilità attiva in questo modo perché non rafforzi i presidi ospedalieri che ci sono del pubblico per intercettarla?
Questo è il vostro disegno, voi dovete giustificare a chi vi vota, a chi vi sostiene e soprattutto a chi vi ha votato che il vostro obiettivo è una strategia chiara: privatizzare la sanità marchigiana, dovete avere il coraggio di dire questo lo deve dire lei insieme all'Assessore al bilancio.
Lei l'altra settimana non c'era e l'Assessore al bilancio si era dichiarato disponibile a leggere quello che lei ci ha letto oggi, ci è sembrata una cosa veramente poco simpatica, perché dopo aver aspettato otto mesi, caro Assessore - lo so che lei ci legge un qualcosa a cui noi dovremo andare dietro e ci vorranno mesi per avere i documenti e per avere il confronto per verificare quelle cifre che lei ci ha dato, questa è la vostra democrazia, questo è il vostro concetto di democrazia - voleva leggerla l'Assessore al bilancio che, secondo noi, secondo me per lo meno, è il vero Assessore alla sanità, perché nella V Commissione noi più volte dovremmo dire: "Viene l'Assessore al bilancio che ci dice i soldi che ci sono”, perché poi da quello che lei dice in questa sua intervista, non sa neanche lei quando, per esempio, l'ospedale unico del suo territorio sarà fatto, dice al Consigliere Giancarli: prima delle ferie, dopo le ferie, prima di Natale, durante la settimana bianca, ma come l'amministrate la sanità?
E’ per questo motivo, vi dico, che Grillo prende i voti, Chi vuole rafforzare Grillo si comporta così! Qui è necessario un dibattito tra tutti i Consiglieri regionali sulla sanità, ma di sanità se ne parla solo quanto c'è un'interrogazione che noi facciamo e lei ha il coraggio di venirci a rispondere dopo sei mesi!
Non esiste questo, è il vostro modo di gestire la sanità, ecco diciamo bene, gestire, è la parola più esatta su una cosa santa, è una cosa che ognuno di noi sa che cosa significa la sanità, voi la gestite, peccato che la gestite male, da soli e visto quello che fate, noi vorremmo una risposta anche su questo, avevate un Direttore generale che era compatibile, che era il miglior manager che esisteva al mondo, che aveva gestito la sanità migliore d'Italia, l'avete levato!
Vorremmo sapere il perché, lei ci doveva fare una relazione per lo meno sulle nuove nomine, o lei o il Governatore. No, noi le dobbiamo solo leggere sui giornali, voi avete un rapporto con il Consiglio di questo tipo, pensate, purtroppo, pensate bene ancora, che qualcuno vi dia ancora retta, sappiate che di fuori, tira un'aria molto diversa ed è un'area molto preoccupante. Grazie.

Interrogazione n. 1094
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Situazione canile di Ostra Vetere"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1094 ad iniziativa del Consigliere Latini. Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. E' un’interrogazione abbastanza datata.
Consigliere Natali non è che dipende da me, quando me le mettono all'ordine del giorno, io ne parlo, sono sempre qui a rispondere, tra l'altro questa è anche stata più volte rinviata per l'assenza del Consigliere Latini.
Si fa riferimento a questa interrogazione con la quale il Consigliere regionale Latini interroga la Giunta Regionale e ci chiede se un canile della nostra regione può ospitare cani provenienti da altre regioni e qualora fosse possibile, se Il prezzo da applicare è quello in vigore nella nostra regione in applicazione di una nostra deliberazione del 15 settembre 2012 o accettare altri prezzi senza incorrere in sanzioni o revoche di contributi regionali in base alla deliberazione sopracitata.
Al riguardo, dico preliminarmente che si ritiene opportuno precisare quanto recita testualmente il comma 1 bis dell'articolo 3 della legge regionale n. 10 del 1997 quella che regola le norme in materia di animali da affezione e prevenzione dal randagismo: “Il numero massimo dei posti autorizzati complessivamente nei canili e nei rifugi per ogni Comune, a prescindere dal numero degli impianti, deve tener conto del numero di abitanti del Comune stesso o dei Comuni marchigiani singoli o associati per cui le strutture possono svolgere il servizio in ragione di un coefficiente massimo di 5 ogni 1.000 abitanti. Eventuali deroghe rivolte esclusivamente alle strutture pubbliche, dovranno essere debitamente motivate da parte delle competenti Zone territoriali dell'Asur, sentite le associazioni animaliste iscritte all'albo regionale.
Dalla succitata normativa, si può quindi dedurre che le strutture canili o rifugi devono essere autorizzati dai Comuni per il soddisfacimento delle loro necessità.
Tuttavia la normativa regionale nulla dice in merito alla possibilità che un canile possa ospitare cani provenienti da altre regioni.
In merito poi alle tariffe, il Dirigente della P.F. Veterinaria sicurezza alimentare con nota del 29 gennaio 2013 ha chiesto, all’Ufficio legislativo della Giunta regionale se i Comuni e le Comunità Montane di altre Regioni, che si avvalgono delle strutture ubicate nel territorio della nostra Regione siano tenuti al rispetto delle previste dalla legge regionale del 20 gennaio 1997, n.20.
La risposta, in riscontro a questo quesito, avvalendosi della collaborazione del Comitato tecnico, dà un’interpretazione rispetto alla normativa vigente che viene condivisa peraltro dalla P.F. Veterinaria e sicurezza alimentare e cioè che: le tariffe relative alle spese per il mantenimento sono fissate esclusivamente in funzione dello stato di salute degli animali ricoverati entro i limiti minimi e massimi stabiliti dalla Giunta regionale e aggiornati ogni quattro anni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4 bis, legge regionale n.10 del 1997. Il regolamento regionale del 2001, all'articolo 2, comma 13, specifica poi che le tariffe riguardano le spese di mantenimento quotidiane relative a ciascun animale catturato i cui oneri finanziari sono a carico dei Comuni. La legge regionale inoltre ha previsto il divieto di applicare tariffe inferiori a quelle fissate con propria deliberazione dalla Giunta regionale all'articolo 2, comma 4 ter della legge del 1997 introdotta dall'articolo 21, della legge del 27 dicembre del 2012 n. 27.
Nella deliberazione di Giunta regionale del 15 settembre 2012, la Giunta Regionale ha infine stabilito l'esclusione dai finanziamenti regionali di quegli enti locali che stipuleranno nuove convenzioni o che rinnoveranno convenzioni già in atto senza rispettare le tariffe fissate dalle delibere medesima per il mantenimento dei cani randagi ricoverati presso le strutture sia pubbliche che private.
Sulla base di queste norme richiamate si può innanzitutto rilevare che la fissazione di un limite minimo e massimo delle tariffe relative agli animali ricoverati assolve alla duplice esigenza di garantire un trattamento dignitoso agli animali e di non gravare al contempo oltre misura i bilanci degli enti locali della Regione tal chè sono previsti appositi finanziamenti regionali.
Del caso dei servizi di ricovero, custodia e mantenimento degli animali randagi di Comuni non compresi nel territorio della Regione resta ferma solo l'esigenza di salvaguardare un ricovero dignitoso agli animali ricoverati in tali strutture e pertanto è ragionevole ritenere che le strutture di ricovero situate nel territorio regionale, anche nella stipula dei contratti e delle convenzioni con gli enti non marchigiani, siano sempre vincolate al rispetto delle tariffe minime fissate dalla Giunta regionale.
Nel tempo stesso non potendo beneficiare di finanziamenti regionali con riguardo agli animali ricoverati da enti non marchigiani, si deve ritenere che le medesime strutture di ricovero possano invece applicare nei confronti di tali enti tariffe anche superiori a quelle massime previste dalla nostra delibera regionale del 15 settembre 2012.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie, brevemente una premessa, il ritardo nell’effettuazione di questa interrogazione è dovuto indubbiamente alla mia assenza, ma anche prima, senza fare nessuna polemica incresciosa, ne avevo sollecitato lo svolgimento perché si riferiva ad un fatto specifico e, quindi, contestualizzato nel tempo.
Il richiamo che ha fatto l'Assessore alle norme è puntuale, ma il dato di fondo che riguarda l'oggetto dell'interrogazione si svolge su un binario diverso e sostanzialmente il fatto è che con almeno 50 cani provenienti da un Comune degli Abruzzi verso il canile Federico I di Ostra Vetere, si sarebbe superato quel limite stabilito dalla legge del '97 indipendentemente poi dall'applicazione della tariffa per ogni singolo animale preso in custodia.
L'interrogazione aveva questa finalità che nella risposta non è stata in qualche modo soddisfatta perché la deroga per quanto riguarda il numero dei cani provenienti da altre regioni è stabilita ed il rispetto di questo in teoria è venuto meno ed in considerazione di questo salta anche l'applicazione della deliberazione di Giunta regionale n. 1314 del 15 settembre 2012.
Il tutto in funzione di quelle associazioni animaliste che tengono necessariamente in cura gli animali e nel caso specifico la questione non era derivata, come causa iniziale, dal rispetto o meno della deroga, ma dal fatto che gli animali che sono arrivati dal vicino Abruzzo portavano tutti una specifica malattia che era contagiosa per gli altri cani presenti nel canile Federico I di Ostra Vetere e in un altro canile che è stato praticamente utilizzato per questa situazione. Grazie.

Interrogazione n. 1482
ad iniziativa del Consigliere Binci
"Attuazione della legge 194/78 in materia di tutela sociale della maternità, diritto alla procreazione cosciente e responsabile ed interruzione volontaria di gravidanza"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1482 del Consigliere Binci. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a questa interrogazione si fa una descrizione di quanto avviene nelle nostre Aziende, cioè negli Ospedali Riuniti Marche Nord.
Questa Azienda ospedaliera prevede 4 interventi programmati a settimana e il Presidio Ospedaliero di Fano 3 interventi programmati a settimana per 2 volte al mese.
L'applicazione della legge in questione è assicurata inoltre dall'adozione, ormai consolidata nel tempo, di percorsi integrati ospedale-territorio che garantiscono la presa in carico della donna, fino alla sua dimissione.
Non è stato necessario ricorrere alla mobilità del personale poiché entrambi i presìdi hanno un numero idoneo di personale.
Nell'Azienda universitaria ospedali riuniti di Ancona l'attività dedicata all'interruzione volontaria di gravidanza viene garantita all'interno del Presidio Salesi in sala operatoria.
Vengono effettuati di norma 3 casi di interruzione alla settimana di cui 2 inviati dai consultori del territorio, mentre il terzo viene gestito internamente all'ospedale. In aggiunta a questi 3 casi, vengono effettuati senza limiti di programmazione, tutte le interruzioni oltre i 90 giorni di gestazione e le interruzioni delle minorenni.
L'Azienda non ha fatto ricorso alla mobilità del personale in quanto dotata di personale sufficiente per l'espletamento della funzione.
Per l'Asur si fornisce lo schema che leggerò brevemente delle interruzioni di gravidanza che sono state effettuate presso gli ospedali dell'Asur stessa, nel primo semestre del 2013 ciò in quanto la programmazione settimanale presenta una estrema variabilità sul territorio.
Per quanto riguarda l'Ospedale della Misericordia di Urbino, in questo tempo, sono state effettuate 103 interruzioni, 234 a san Severino Marche, 42 a Fabriano, 94 a Recanati, 1 a Civitanova, 78 a Macerata, 17 a Jesi, 71 a San Benedetto, 213 all'Ospedale Manzoni di Ascoli Piceno, 76 a Senigallia.
Relativamente al secondo quesito, che pone il Consigliere, si esplicita che le strutture interpellate non hanno fatto ricorso alla mobilità del personale ai sensi dell'articolo 9 della legge 194 del '78.
L'Asur ha promosso i consultori familiari, luoghi per attuare gli interventi preventivi a tutela della salute globalmente intesa nei riguardi della famiglia, della donna, dell'adolescenza e delle relazioni di coppia, la prevenzione, l'informazione, l'educazione alla salute ed il sostegno alla genitorialità.
I consultori della regione registrano un'accresciuta percentuale di accessi di donne straniere, che hanno comportato una riqualificazione degli stessi attraverso un doveroso adattamento per gli operatori alle nuove esigenze e a nuove capacità di risposta e soddisfazione delle stesse. La popolazione immigrata presenta una necessità di informazione: da una parte mirata alla presenza, disponibilità e modalità di accesso ai servizi, dall'altra finalizzata alla promozione della procreazione responsabile ed alla prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza.
Si sono, inoltre, concretizzate azioni volte a sostenere attività di comunicazione interculturale a favore dei cittadini stranieri, attraverso l'utilizzo di diversi strumenti come ad esempio l'utilizzo di video plurilingue, l'utilizzo di altro materiale informativo, sempre plurilingue, e l'impiego del servizio di mediazione interculturale.
A fronte di quanto sopra descritto l'attività dei consultori è in gran parte rivolta ad attività di sostegno alla popolazione femminile straniera per quanto riguarda la contraccezione e l'elevata percentuale di richiesta di interruzione volontaria di gravidanza, verso la gravidanza, la nascita e il puerperio; alla condizione dell'adolescente, soprattutto all'interno di famiglie fragili; al fenomeno di maltrattamento e violenza intra ed extra familiare.
Per quanto riguarda, infine, il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza si evidenzia che nelle diverse Aree Vaste, laddove il personale dipendente risulta essere obiettore di coscienza, sono state messe in atto misure specifiche, assunzione di personale dedicato e convenzione con associazioni, per garantire il predetto diritto.
In relazione all'emanazione delle linee guida per la somministrazione della RU486 che permette l'aborto farmacologico, si precisa che la Regione Marche sta procedendo alla stesura finale della delibera di recepimento delle "Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine", emanate dal Ministero della Salute.
Si riporta poi di seguito la tabella in cui viene indicata la percentuale di obiettori di coscienza per categoria professionale (medici, anestesisti ed infermieri) presenti nelle strutture regionali.
La RU 486 viene somministrata nei presidi in cui viene erogato il servizio di interruzione volontaria di gravidanza e acquisita tramite il relativo servizio farmaceutico, su espressa richiesta del medico ginecologo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Non mi ritengo soddisfatto della risposta dell'Assessore perché la realtà è molto diversa.
I nostri consultori hanno difficoltà ad essere punto di riferimento per quello che la legge prevede essere le loro funzioni, cioè adempiere ai servizi di prevenzione e tutela della salute, della sessualità della donna, della maternità cosciente e responsabile.
Questo è un problema che è stato posto anche in fase di approvazione del Piano sanitario tra le necessità: aumentare quelli che sono i servizi sul territorio, tra questi fondamentale è quello dei consultori.
Altra questione è quella dei viaggi e degli spostamenti che le donne marchigiane sono costrette a fare quando si trovano nella situazione di dover ricorrere all'interruzione di gravidanza.
E’ un bisogno reale che l'Asur faccia il monitoraggio di quella che è la disponibilità del personale alle interruzioni di gravidanza, altrimenti si lede un diritto previsto per legge. E’ tutelato il diritto all'obiezione di coscienza, ma è altresì tutelato il diritto della donna, in caso di necessità, di poter ricorrere all'interruzione di gravidanza all'interno delle strutture sanitarie, senza dover girare tutte le strutture marchigiane. Quindi, l'Asur deve monitorare sempre, in tempo reale, quella che è la realtà e attivare quello che la legge stessa, la n. 194, prevede che è appunto la possibilità di mobilità del personale.
Per ultimo, in merito alla somministrazione del RU486 che permette l'aborto farmacologico ho fatto un’interrogazione nel 2010 e mi è stato risposto che le linee guida non erano state fatte, che si stavano scrivendo, siamo a febbraio 2014 e ancora le linee guida si stanno scrivendo. Questo è un modo per dire che si vuole, in qualche maniera, superare quello che è ancora una volta un diritto previsto per legge, cioè il diritto delle donne di poter interrompere la gravidanza, in questo caso, senza ricorrere ad un intervento chirurgico, ma attraverso un intervento meno invasivo e meno pesante quale la possibilità di ricorrere all'aborto farmacologico. Questo di fatto viene bloccato da non si capisce da quali remore visto che la legge lo prevede.
Rimangono tutte queste problematiche ben vive, per ultima anche la gestione dei rapporti con donne che richiedono l'interruzione della gravidanza all'interno dei consultori. E’ andato alla ribalta delle cronache, anche giornalistiche, il fatto che all'interno dei consultori i riferimenti per le donne sono spesso i centri per la vita e non le psicologhe e le assistenti sociali del consultorio. Secondo me, chi va in un consultorio deve incontrare il personale della sanità pubblica e le associazioni possono svolgere benissimo il loro compito in altri modi, non nascondendosi all'interno delle strutture pubbliche, facendo la loro proposta pubblicamente, non all'interno delle strutture pubbliche, credo.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

Interrogazione n. 1502
ad iniziativa del Consigliere Acquaroli
"Accordo tra l'Assessorato alla salute, Asur Marche ed Associazioni di volontariato aderenti alla Croce Rossa Italiana, Anpas, Misericordie e Marche pubbliche assistenze"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1502 del Consigliere Acquaroli. Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione va completamente aggiornata nel senso che la risposta fa riferimento ad un accordo che avevamo stipulato con tutte le Associazioni delle Croci del febbraio 2013, che avevano sottoscritto tutte, ma che è stato aggiornato dopo una serie di incontri che sono intercorsi anche alla luce delle sentenze che sono state emesse un po' in giro per l'Italia.
Quell'accordo è stato rivisto ed è stato discusso in una riunione a cui hanno partecipato tutte le Associazioni. In quella riunione si erano dette d'accordo a siglare sia l'accodo che l'addendum che era stato aggiunto. Per l'Anpas partecipavano il Direttore ed il Vicepresidente, non era presente il Presidente che, quando si è andati a stipulare l’accordo, non lo ha siglato.
Tuttavia, nella Giunta di ieri, noi abbiamo recepito quell'accordo, questo consente di dare corso a tutti i pagamenti delle Croci, compresi gli associati dell'Anpas, con l'impegno a discutere, a ridefinire fino in fondo, con l'Anpas stesso, quei punti che sono rimasti in sospeso e che loro non hanno firmato.
Non è una vicenda completamente chiusa proprio perché sono stati rimessi in discussione, da parte dell'Anpas, dei punti che si davano per superati e che erano dentro l’accordo che anche loro avevano siglato a febbraio 2013.
Nell'ultima riunione che abbiamo fatto per l'aggiornamento di quest'accordo chi era presente si è detto favorevole, ma poi non so per quale ragione il Presidente non ha siglato quell'accordo.
Tuttavia abbiamo deciso di andare avanti con il recepimento in Giunta perché altrimenti, avendo i fondi, non potevamo pagare nemmeno quello che avevamo concordato con tutte le Croci oltre che naturalmente con l'Anpas.
Questo è lo stato delle cose, proseguiremo nel rapporto con l'Anpas proprio per cercare di apportare le eventuali piccole modifiche che serviranno per arrivare alla sigla anche con loro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente, da quello che sono riuscito a sentire, perché la sua voce è bassa e il vociferare di quest’Aula non ha reso chiari tutti i passaggi della risposta, mi dichiaro insoddisfatto perché i tempi degli accordi precedentemente presi si sono dilazionati nel tempo mettendo in una situazione imbarazzante le istituzioni regionali nei confronti delle Croci e dell'Anpas.
Il fatto poi che solo ieri si sia giunti ad una fase dirimente della questione, tra l'altro non superando tutte le criticità, è altrettanto negativo, quindi, non posso far altro che prendere atto e in qualche maniera sollecitare l'Assessorato nei confronti di queste problematiche che sono importanti perché riguardano il trasporto sanitario, riguardano il sociale, riguardano degli ambiti centrali della vita di ogni uomo, della nostra regione, ma soprattutto riguardano le fasce più deboli, più in difficoltà della nostra regione.
Chiediamo il rispetto degli accordi e chiediamo, in tempi brevi, di dirimere queste questioni affinché si diano delle certezze a dei soggetti che rivestono ruoli centrali, nevralgici e fondamentali, che hanno anche la dignità di chi, in qualche maniera, si mette a disposizione degli altri.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Proposta di legge n. 211 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Disciplina in materia di politiche integrate di sicurezza e ordinamento della polizia locale"

Proposta di legge n. 177
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Disciplina della polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza"

Proposta di legge n. 116
ad iniziativa dei Consiglieri Zinni, Natali, D'Anna
"Disposizioni in materia di politiche regionali di sicurezza integrata e ordinamento della polizia locale"
(abbinate)

(Nuova titolazione) "Disciplina in materia di ordinamento della polizia locale"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 211 della Giunta regionale, la proposta di legge n. 177 del Consigliere Latini, la proposta di legge n. 116 dei Consiglieri Zinni, Natali e D'Anna, abbinate.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Colleghi, aspetterei un attimo affinché tutti i colleghi si siedano, perché credo che il Consigliere Massi che è relatore di minoranza ...

PRESIDENTE. Consigliera Ortenzi prima che lei inizi, sul sindacato ispettivo, dico al tavolo tecnico di togliere, perché sono d'accordo, l'interpellanza n. 57 perché la risposta è stata consegnata a mano all'interpellante Consigliere Marangoni, quindi, l'iter è concluso. Prego Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Direi di aspettare un attimo affinchè l'Aula si possa, non dico riempire, però adeguatamente ricostituire perché questa è una proposta di legge, un progetto di legge, sul quale si sta lavorando da tanto tempo e credo che sia interessante non solo per questa Assemblea legislativa, ma per tutta la comunità marchigiana, in particolare per le nostre amministrazioni che concorrono con noi a promuovere un sistema integrato per la sicurezza del territorio. Vogliamo aspettare un attimo Presidente, oppure vado avanti ... vado?
Illustro una legge che, come ho detto, rappresenta un percorso, o la fine di un percorso, di elaborazione e di studio da parte di tutta la Commissione.
Voglio ringraziare in primis il Presidente della I Commissione, tutti i componenti e soprattutto il Consigliere Zinni che ci ha confortato con la sua competenza e con una presenza che ha, sicuramente, prodotto un testo che se approvato a larga maggioranza, io spero all'unanimità dall'Assemblea, sarà un bene per tutta la comunità marchigiana.
E' una legge che aggiorna la disciplina in materia di polizia locale e promuove un sistema integrato di sicurezza per tutto il territorio, quindi, vengono individuate in maniera puntuale le funzioni della Regione e degli enti locali, definendo un quadro omogeneo all'interno del quale si può dare attuazione alla riforma delle funzioni assegnando ai Comuni il compito di organizzare lo svolgimento delle loro competenze istituzionali.
Viene in questa legge promossa la gestione dei servizi in forma associata, del resto già prevista in tanti altri in settori, con l'intenzione, con l'intento, di rispondere a situazioni particolarmente problematiche che sono, come ben sapete, frequenti nei piccoli Comuni. Questo è stato un aspetto, un'attenzione che abbiamo sviluppato perché l'abbiamo ritenuta particolarmente pregnante.
Sono diversi gli ambiti che abbiamo affrontato nel provvedimento, prima di tutto gli aspetti organizzativi ed operativi per renderli più omogenei possibile sul territorio regionale. In secondo luogo l'ordinamento della polizia locale, con riferimento all'istituzione dei corpi e dei servizi. Anche qui c'è stata una bella discussione e un bel pensiero tra tutti, per cui abbiamo cercato di fare il meglio possibile per le funzioni sia dei corpi che dei servizi e consentire una maggiore autonomia ai Comuni. Poi l'indicazione degli strumenti operativi e la formazione, l'aggiornamento professionale ed infine la costituzione del Comitato tecnico consultivo che ha una funzione di supporto e di verifica dell'attuazione delle politiche in materia di polizia locale. Abbiamo anche previsto l'istituzione della giornata della Polizia Locale.
Un lavoro che in Commissione, ripeto, è stato complesso.
Questa comunità si aspetta da tempo, si aspettava da tempo, anche perché, negli anni, sono state presentate diverse proposte di legge, parlo di anni molto lontani, ma non si è mai arrivati ad una definizione, noi abbiamo cercato di dare risposte congruenti ed adeguate alle problematiche poste dai diversi attori istituzionali.
In Commissione c'è stato un confronto serrato con il Cal, con i rappresentanti del personale e con l'Anci, perché la preoccupazione principale era quella di rispondere al meglio alle esigenze del territorio e degli operatori che lavorano in questo ambito, in questo settore e, soprattutto, dei cittadini.
Dal punto di vista finanziario si è ritenuto utile incrementare di poco il finanziamento rispetto alla norma vigente. Abbiamo proposto di utilizzare le risorse provenienti dalla legge regionale che è stata abrogata e in parte quelle previste per le politiche di sicurezza e di legalità, in relazione anche al progetto di approvare in Commissione quanto prima, e questo è un impegno che ci siamo presi, un nuovo provvedimento in materia di sicurezza e legalità che sostituisca quello attualmente in vigore.
Credo che il lavoro prodotto sia veramente notevole, è un lavoro di studio, di elaborazione, con tanti innesti di competenze che sono stati opportunamente sviluppati, per arrivare alla votazione di un testo condiviso anche in questa Assemblea, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Sono riuscito dopo tre legislature a vedere la luce di questa legge, essendo qui dal 2000, speriamo che non mi senta Renzi, ho visto le prime proposte depositate nell'ottobre del 2000, proposte che si sono perse in questi anni forse per contrasti non solo degli amministratori ma anche, possiamo dirlo, sindacali, di categoria, contrasti tra rappresentanti dei lavoratori della polizia municipale, dal comandante, ai vicecomandante, agli agenti, sindacati più o meno tradizionali, autonomi, in triplice, in unicum, insomma un iter travagliato.
Siamo arrivati, dopo 13 anni di attenzione su questo argomento, alla legge.
Condivido la soddisfazione della Consigliera Ortenzi, per questo risultato, ma anche per il lavoro svolto in Commissione, giustamente citando anche i colleghi che in questi anni hanno arricchito il testo con diversi emendamenti che credo abbiano praticamente perfezionato questa legge. Non sarà la perfezione però è uno strumento che abbiamo per la nostra polizia municipale.
Voglio sottolineare su quali valori ci siamo ritrovati, mezzi e strumenti di cui oggi la legge si fa portatrice nell'organizzazione di un servizio che è a contatto con il cittadino. Sottolineiamolo, la polizia municipale è uno strumento che oggi non ha solo un ruolo tradizionale, che magari, in qualche modo, al cittadino può rimanere antipatico, ma anche di collegamento con le forze dell'ordine, con Polizia e Carabinieri, anche per prevenire reati e malavita.
Questo credo che sia un appunto molto importante di cui dobbiamo essere soddisfatti.
Velocemente, si fa chiarezza che i corpi di polizia municipale dipendono dal Sindaco, questo credo che tutti ce lo chiedevano e questo abbiamo dato nella nostra normativa. Secondo: nella direzione tecnica della polizia municipale ci si concentra sulle capacità, le competenze e le esperienze, lo dico anche per quello che era un po' il mio lavoro, come Segretario comunale troppe volte ho visto che la polizia municipale poteva dipendere anche dal responsabile dell'anagrafe. E' successo anche questo nei nostri Comuni.
Oggi si puntualizza che per dirigere, anche dove non c'è il corpo di polizia municipale, anche dove le dimensioni sono ridotte, ci vuole competenza, capacità, professione, esperienza e questo lo dovevamo ai nostri operatori.
Si uniformano anche formalmente segni distintivi, per questo diciamo è uno spirito di corpo? Si, è anche questo per la polizia municipale della nostra regione.
Si dà la possibilità di associare, quanti sono i nostri piccoli Comuni che non possono dare un servizio notturno, festivo, estivo a causa delle ridotte dimensioni del personale, quindi, incentivo all'associazione dei servizi.
Si innova anche sugli strumenti. Quante discussioni sul gas urticante o sul manganello che tiene a distanza, forse ci siamo lasciati spesso condizionare dai termini, però penso che alla fine abbiamo imparato, anche dagli altri Paesi europei, dove civilmente una volta il vigile di quartiere, una volta il vigile di contrada, riesce in qualche modo a dialogare con il cittadino anche imprimendo valori e sollecitando valori sulla disciplina, la convivenza e la tolleranza.
Si collabora con il volontariato. Anche questa è una cosa che ci ha coinvolto tutti, è importante, nessuna preclusione. Al volontariato si chiede naturalmente specificità, competenza, perché anche questo non può essere un servizio improvvisato.
Ultimo, e a mio avviso molto importante, è che si fa formazione. Ricordo che nei tanti bandi dei nostri Comuni, troppo spesso, si chiedevano per il reclutamento requisiti per fare l'autista dello scuolabus ed anche altre capacità, ci può essere anche il resto, però chi fa la polizia municipale deve avere capacità, formazione ed esperienza, perché quella divisa, quel segno distintivo, è un'autorità che interloquisce con i nostri cittadini e, non dimentichiamoci mai, non me ne abbiano i colleghi delle città più grandi, questo servizio è essenziale, vitale, nei Comuni dell'entroterra, nei Comuni piccoli in particolar modo.
Credo che la nostra Commissione, maggioranza, minoranza, abbia assolutamente lavorato con questa sensibilità e con la volontà di cogliere gli obiettivi di valore e, soprattutto, dopo 13 anni, è un approdo importante.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Innanzitutto mi associo sul dato positivo che finalmente si va normare e ad aggiornare la normativa attinente le ex polizie municipali e le polizie locali.
Mi sento in dovere di ringraziare i Consiglieri Ortenzi e Perazzoli, nelle vesti, in tempi diversi, di Presidente di Commissione per l'eccellente lavoro svolto insieme a tutti i Commissari.
Tantissime audizioni, probabilmente questa è stata la proposta di legge, in assoluto, più approfondita di tutta questa legislatura, e questo non può che essere un dato positivo, soprattutto se si considera che oggi va in approdo, rispetto a tante leggi che si approfondiscono, ma ristagnano in Commissione.
Devo dire un lavoro onesto e autentico quello della Commissione, però entrando un attimo nel merito mi sento di dire alcune cose.
La prima è che quando presentai la proposta di legge, a onor di cronaca redatta e sottoscritta anche dai Consiglieri Natali e D'Anna, lo feci soprattutto per uno scopo, per una finalità ben precisa, c'è una tesi, lo dico senza infingimenti, molto politica, come può un territorio fare la sua parte nella lotta alla criminalità, alla microcriminalità, nel crescente problema della mancanza di sicurezza? Io sono uno di quelli che sostiene che all'eccezionale, meraviglioso, lavoro svolto dalle nostre forze dell'ordine statali, Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Penitenziaria, Corpo forestale dello Stato, andasse affiancato un lavoro maggiore delle polizie locali, vale a dire le polizie municipali, le polizie provinciali.
Un lavoro da considerarsi di ausilio e non sostitutivo o paritetico, a) perché questo è previsto dalla legge; b) perché nei fatti la grande capacità acquisita di esperienza negli anni dalle tradizionali forze dell'ordine, non si improvvisa e non si ritrova facilmente, devo dire che da questo punto di vista la precedente legislatura parlamentare ha visto la proposta di legge Saia incagliarsi nei mille rivoli di pensiero del Parlamento e non prendere una direzione per le polizie locali.
Noi abbiamo ancora, in Italia, questa specie di vuoto normativo, per cui le nostre polizie locali sono un incredibile ibrido da un punto di vista giuridico, da un lato esse hanno caratteristiche tipicamente attinenti gli enti locali e aspetti tipicamente attinenti le macchine amministrative decentrate, dall'altro hanno caratteristiche peculiari delle forze dell'ordine, vale a dire qualifiche di polizia giudiziaria, di pubblica sicurezza, pertanto, questo ibrido giuridico tende spesso a pendere dal lato dell'amministrazione di appartenenza, rispetto al grande potenziale che può avere dal punto di vista di forza di polizia.
Ovviamente esiste una storia ed è anche la storia del personale delle polizie locali che spesso vede molti appartenenti scettici nell'affrontare un salto di livello, da un punto di vista tecnico, sul versante della polizia giudiziaria e della pubblica sicurezza.
Credo, senza tanta ipocrisia, che oggi ci siano una serie di reati e di situazioni in cui indubbiamente anche il controllo ed il radicamento nel territorio diventano condizioni essenziali ai fini preventivi, come non immaginare un ruolo più protagonista delle nostre polizie locali.
Il lavoro svolto dalla Commissione ha parzialmente deviato quello che era un po' lo scopo della mia proposta di legge, che era principalmente incentrata sulla sicurezza. La Commissione ha deciso di scindere il tema della sicurezza, dal tema del riordino delle polizie locali e so che la Giunta lavorerà sul tema della sicurezza in un secondo momento.
Vado a dire rapidamente alcune criticità.
Sul riordino delle polizie locali, fermo restando, lo ripeto, che è impossibile riuscire a superare la normativa nazionale o meglio il vuoto che ha lasciato la normativa nazionale, credo che si potesse essere un po' più audaci nel cercare di far sì che questa normativa - vorrei ricordare che è parzialmente una normativa che disciplina, ma è anche parzialmente una normativa manifesto, cioè una normativa di principio, di ispirazione, perché noi tutti sappiamo che la legge regionale non può minare l'autonomia dei Comuni, l'autonomia delle Province, per quello che riguarda le proprie competenze statutarie - fosse un po' più audace in quella parte della legge manifesto, quella che lancia dei principi ispiratori, proprio sul versante di essere più forti come forze di polizia.
Tenete presente che ci sono esperienze in Italia acquisite che hanno anche funzionato, come non citare la legge regionale della Lombardia, ma anche quella dell'Emilia Romagna che, tutto sommato, pur essendo un'amministrazione politica dai colori simili a quella marchigiana ha fatto dei passi in avanti considerevoli, in maniera minore, ovviamente, rispetto all'impostazione della Lombardia.
In conclusione, in questa legge sarei stato più audace su che cosa? Sul cercare di spingere i Comuni a fare più servizi di perlustrazione esterna, a cercare, e questa è la parte positiva che già c'è, ottimo il ragionamento, di premiare chi associa, i Comuni che associano i servizi. Io avrei cercato anche, ed ho fatto un emendamento in questo senso, di prevedere l'istituzione di un centro, di una centrale unica di pronto intervento regionale, di coordinamento, con un numero unico perché credo che questo sia un'opera di semplificazione per il cittadino. Il cittadino oltre al 112, al 113, può chiamare un numero dietro al quale ci deve essere un'organizzazione ed un servizio. Sia chiaro, non era e non è certo un numero attivabile in queste condizioni, ne sono ben consapevole, ma prevedere la possibilità nel tempo anche di una cosa di questo tipo può essere di stimolo a organizzare ancora meglio le nostre polizie locali.
Fermo restando che esprimo la mia più totale solidarietà a tutti gli appartenenti alle polizie locali per il fatto che, per taluni servizi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di polizia giudiziaria, non hanno le indennità, le coperture assicurative e quant'altro che hanno le tradizionali forze dell'ordine, quindi, comprendo anche parte dello scetticismo di chi ne fa parte.
Ultimissima considerazione che, secondo me, non è meno importante: attenzione all'uso che si fa del Comitato tecnico, perché il Comitato tecnico deve essere un luogo snello che agevola il compito dei Comuni, delle Province e della Regione, non deve diventare lo sfogatoio litigioso di tutte le componenti che operano e ruotano attorno alle polizie locali. Il comparto dirigenti deve avere la possibilità della massima snellezza propositiva mentre il compito dei sindacati, io lo immagino, lo interpreto ed è un invito, è di controllo e di raffronto partecipativo a che il tutto non diventi un luogo solo di gazzarra.
Sono convinto che tutte le componenti avranno il buon senso e la capacità di operare in questo senso, pertanto concludo il mio intervento dicendo che a differenza, e lo dico con bonaria differenziazione, non credo molto all'impostazione del centro-sinistra che tendenzialmente ha ancora molta paura ad accelerare sull'aspetto polizia giudiziaria e pubblica sicurezza per le polizie locali. Però non posso non apprezzare il lavoro fatto, ripeto, dalla Commissione.
Ho presentato degli emendamenti che cercano di spingere un po' di più sulla speranza di implementare i servizi nel territorio delle forze di polizia locale, sempre in ausilio e mai in sostituzione delle tradizionali forze dell'ordine, e pertanto se saranno accolti il mio voto sarà favorevole, altrimenti sarà di astensione, come riconoscimento di un lavoro serio e intelligente, ma a mio avviso ancora non del tutto sufficiente per il miglior funzionamento dei corpi di polizia locale. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Questa proposta di legge è molto importante perché va ad incidere in maniera determinante sull'ordinamento e la sicurezza dei nostri Comuni.
Vorrei partire dal protettore che è stato scelto per questo corpo e dalla festa che è stata istituita. San Sebastiano ha un'iconografia alquanto pregnante, è trafitto da tre frecce. In questo momento, queste frecce più che addosso ai vigili urbani, le vedo infilate nei nostri cittadini, costato e tre punti vitali, che in questi anni, sono continuamente soggetti a furti, rapine, pestaggi, stupri, truffe. Siamo in una situazione veramente drammatica e sappiamo, come tutti diciamo, che fino a 10 anni fa, 15 anni fa, potevamo stare con la chiave di casa nella porta, ora ci dobbiamo barricare, con grande soddisfazione di quelli che vendono, forse sono le uniche ditte che in questo momento lavorano, gli antifurto e le barriere antintrusione. Questo per dire della situazione.
Mi vorrei concentrare sull'immagine che hanno i vigili urbani, Ma voi sentite cosa dicono i cittadini? Secondo voi i cittadini vedono i vigili urbani come una spalla sicura, vicina, per poter vivere in maniera tranquilla? No, i vigili urbani sono quelli che hanno l'autovelox, sono quelli che fanno la multa perché stai cinque minuti a prendere un pacchetto di sigarette, ma non ci sono quando in quello stesso parcheggio ci sono decine di negri, che oltre a dover pagare il tassametro per il parcheggio, ti chiedono un euro per poter controllare la tua macchina. Questo deve fare il vigile, deve essere al fianco dei cittadini. Ci sono quelli che ti prendono il carrello della spesa con un euro, due euro dentro, questo stalking deve finire, è uno stalking, mi lasci parlare, quando va in un parcheggio a Senigallia, ma adesso anche a Fano, ed entra con la macchina si vede attorniata da tre, quattro negri, minimo, alti un metro e novanta di cui io ho subìto ... stiamo parlando di sicurezza dei nostri cittadini! Ma di cosa stiamo parlando! Infatti da questa legge, nella nuova titolazione, sono scomparse le parole sistema integrato di sicurezza, perché questa è solo un ordinamento della polizia. E' un qualcosa di burocratico che non sta a sentire nemmeno ..., ci sono state disquisizioni dei sindacati che si intromettono ... come? Non posso dire la parola negro qua in Aula? Ma cosa stiamo a dire? Scherziamo, come li devo chiamare? Diversamente bianchi? Come li devo chiamare? Mi dica lei ... ci assaltano quando parcheggiamo le macchine e vogliono un euro se no ce la rigano.
Dico solo che l'immagine dei vigili deve essere non forte con i deboli e debole con i forti, deve essere un'immagine diversa da quella che abbiamo, se no vanno a fare i fiorai, vanno a vendere i fiori.
Ci vuole un corpo di polizia locale con le palle, come ce l'hanno in tutti gli Stati europei ...

PRESIDENTE. Collega Zaffini, stigmatizzo il suo lessico, per cortesia ...

Roberto ZAFFINI. Con i testicoli ...

PRESIDENTE. Per cortesia Consigliere Zaffini! Collega Bellabarba, per cortesia, lei faccia la Consigliera, faccia il suo mestiere che io faccio il mio, lei Consigliere Zaffini si attenga ad un grado di educazione consono al rango che ricopre, forse lei non se ne rende conto!

Roberto ZAFFINI. Cercherò di essere il più buono possibile, ma mi si vieta anche di parlare di negri, come lo devo dire!

PRESIDENTE. Ma vada avanti!

Roberto ZAFFINI. No, mi blocca, perché non riesco a dire di uno che ha il colore ... non lo dico!

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, si blocca per poco, vada avanti!

Roberto ZAFFINI. ... ritornando all'immagine che hanno i vigili urbani, questa è la chiave di lettura di una legge che non dà queste risposte, ripeto, abbiamo un polso ancora debole, non sono vicini ai cittadini dove sono necessari e con questa legge si fa un po' di chiarezza dal punto di vista della normativa, dal punto di vista dell'ordinamento ma, come accennava il Consigliere Zinni, è poco audace. Se siete stati negli altri Stati europei avrete visto la differenza che c'è tra la polizia austriaca, tedesca, belga, se fai qualche cosa ce li hai subito dietro. Da noi si!
Ci vogliono sicuramente anche dei corsi adeguati perché le persone non possono solo prendere uno stipendio. Questo a dire degli stessi vigili, ho sentito che molti non sono nemmeno in grado di stare per strada, non sono in grado, perché non hanno le qualità per fare un mestiere che non è adatto a tutti, è un mestiere particolare, che non è adatto a tutti, questo sicuramente è una mancanza in questa legge.
Vi riporto una notizia che è uscita sul giornale, tre ragazzi di Macerata sono sbarcati nell'aeroporto di New York, avevano il permesso turistico e gli hanno trovato degli abiti da cuoco, non li hanno fatti entrare, anzi li hanno messi tre giorni in prigione con i messicani, poi gli hanno detto di andare via e di non tornare per dieci anni in America, perché volevano truffare, entravano con un passaporto turistico ed invece volevano lavorare. Noi facciamo entrare cani e porci, guardate la Svizzera, la Svizzera due giorni fa ha votato un referendum democraticamente ....

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Consigliere Bucciarelli per cortesia!

Roberto ZAFFINI. ... noi condividiamo, si certo, non vogliono nemmeno gli italiani, non importa, democraticamente la Svizzera ha fatto parlare i suoi cittadini. La parola democratica è nel vostro simbolo, ma siete completamente l'opposto di questa parola per certi temi, su certi temi siete completamente contrari a questa parola, democratico non vi sta addosso.
I cittadini svizzeri hanno detto stop a queste immigrazioni. E' giusto perché non viviamo più, ma se avessimo la sicurezza, degna di tale parola, si potrebbe anche prevedere l'immigrazione, ma dato che siamo lassisti, siamo tremendamente buonisti, qui può entrare chiunque, noi facciamo le leggi, ma questi capirai ..., uno che ha l'ergastolo se ne fotte di questa legge. Capirai!
Un altro tema che voglio portare all'opinione pubblica è quello dei cosiddetti sorvegliati speciali, i pentiti che in ogni città abbiamo, a Fano so che ce ne sono più di trenta, questi si portano dietro le famiglie, continuano ad esercitare la loro missione, anche questi sono sicuramente dei temi da affrontare in maniera determinante.
Questa legge sicuramente farà bene per l'ordinamento interno, ma è ancora una legge buonista che non dà nessun messaggio di polso duro rispetto a quello che i cittadini subìscono, quindi, io ho presentato degli emendamenti che potrebbero leggermente tendere ad un polso un po' più duro per chi deve far rispettare la sicurezza e le leggi nei confronti di chi non si comporta bene nelle nostre città. Vedrò come li voterete ed io mi adeguerò al voto che darete su questi miei emendamenti, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie Presidente. Nell'ambito della proposta di legge che stiamo discutendo sono stati inseriti alcuni tratti, credo andranno in votazione, alcuni spunti anche della mia proposta di legge, presentata in data 31 gennaio 2012 che costituisce, insieme a quella dei colleghi Zinni, Natali e D'Anna ed al testo base della Giunta regionale, la proposta che stiamo per deliberare e successivamente emanare.
Ritengo che un dato importante che questa legge porta a casa, al di là delle valutazioni critiche o positive che comporta l'esame e l'approvazione della stessa, è quello di colmare non solo un vuoto legislativo, ma di deliberare e di emanare la stessa in un vuoto legislativo nazionale, e soprattutto di adeguare ai tempi attuali una situazione operativa che riguarda una branca fondamentale degli organi amministrativi che sono ormai, come si usa dire, front-line, cioè gli enti locali.
Noi abbiamo i regolamenti del Corpo di polizia municipale, dei Vigili urbani e della Polizia annonaria, mortuaria e quant'altro, fermi ad un periodo che si avvicina agli anni 60-70, con qualche piccola integrazione per i Comuni più importanti, emanati in forza di leggi che riguardano gli enti locali del 1904 e 1915.
E’ ovvio che in presenza di una situazione del genere, qualsiasi Corpo di polizia municipale, pur dotato della più forte volontà e della più innovativa capacità di compiere altri servizi, che nel corso del tempo, soprattutto nel corso degli ultimi 20 anni si sono affastellati e assegnati alla polizia municipale vigili urbani, sarebbe in grado di compiere, mi riferisco, per esempio, ad un dato che non è stato ancora citato: l'80% dei rilievi dei sinistri stradali, ormai in tutti i Paesi e, quindi, in tutti i Comuni, anche delle Marche, vengono rilevati, che non significa soltanto andare a constatare e a fare il sopralluogo al momento del sinistro, dal Corpo della polizia municipale. Un dato importantissimo per paralizzare i Comuni che hanno uno, due vigili urbani che devono, allo stesso tempo, fare molte altre funzioni, molti altri compiti.
In più c'è tutto l'aspetto della prevenzione e della sicurezza che è stato introdotto sia dal Consigliere Zinni che dal Consigliere Zaffini, seppur con due profili diversi, che sempre più viene, in qualche modo, chiesto a gran voce dai cittadini e le risposte che i Comuni possono dare sono molto limitate anche per l'incapacità, dal punto di vista regolamentare, di inquadrare servizi di prevenzione positivi e servizi di socialità o interventi legati ai servizi sociali della polizia municipale nell'ambito delle norme e dei regolamenti che ci sono.
Credo che sia davvero importante, come diceva il Consigliere Massi, che dopo tre legislature, dopo circa 15 anni, si possa addivenire ad una proposta di legge che marca, e su questo credo che rischiamo di fare una valutazione non dico zoppa, ma sicuramente non completa, quelli che sono i bisogni della polizia municipale in generale. Marca molto più l'aspetto della formazione, dell'organizzazione amministrativa, delle modalità, in qualche modo, di interrelazione fra i vari Corpi di polizia municipale, ma è deficitaria su due punti fondamentali: quello della prevenzione e sicurezza che, a mio avviso si inquadra nel tema più grande della sicurezza, come l'esplicazione di alcuni servizi sociali importantissimi. Basta toccare tutto il tema dei rifugiati che quando arrivano in un Comune sono sistemati, custoditi e collocati, fino a che non intervengono gli organi di giustizia, dalla polizia municipale, Un compito davvero straordinario che noi dimentichiamo di segnalare, come il tema dei canoni di affitto, dei canoni di locazione in nero che oggi sono straordinariamente in gran numero in ogni nostra città.
Marca e sconta, però, anche l'altro aspetto fondamentale, che non è stato toccato, l'assenza di dotazione finanziaria.
Noi facciamo una legge, per un certo verso e sotto un profilo, bellissima, ma ancora una volta non la dotiamo di quelle necessità fondamentali per far si che un Corpo di polizia municipale di una città media, di medie dimensioni o di un’Unione di Comuni o di una associazione di Comuni, specificamente effettuata ed organizzata per questi servizi, abbia anche da parte della Regione quella dotazione finanziaria in grado, non soltanto di avere il vestiario o alcuni aspetti che sono più, non dico estetici, ma visibili agli occhi di tutti, ma quegli strumenti importantissimi, di natura digitale e quant'altro, che permettano loro di essere in contatto continuo con tutte le altre amministrazioni, le pubbliche amministrazioni, in particolar modo con gli organi della polizia giudiziaria, per arrivare a quelli di natura sociale e consentire interventi immediati.
Se noi non facciamo questo, questa legge oltre ad essere priva di uno spicchio importante che dovrà essere prima o poi colmato, speriamo quanto prima, la rendiamo anche incapace di essere attuata, purtroppo come molte altre leggi che vengono emanate, e fare, compiere una promessa che nell'arco di pochissimo tempo diventerà incompiuta.
L’esigenza è che anche nel prossimo bilancio regionale ci sia un impegno di tutti affinché questa legge diventi effettivamente efficace e funzionante e si dia priorità a delle situazioni, a degli obiettivi stabiliti sulla base della legge stessa, dotandola di quel finanziamento che ritornerà, dal punto di vista dei servizi, anche per la Regione Marche tutta, grazie.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi. Io non ho altri iscritti a parlare. Il Consigliere Perazzoli chiede di intervenire? Solo un attimo così organizziamo i lavori, chiude l'Assessore Giorgi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, solo alcune osservazioni che credo questo testo di legge meriti, perché non è un testo banale, non è una leggina che va a modificare qualche cosa, ma è un testo organico che tocca complessivamente un settore che, come diceva il Consigliere Zinni, va anche al di là di quella che era la sua originaria intenzione come presentatore, cioè più concentrata sugli aspetti della sicurezza e dell'ordine pubblico.
Credo che questa legge possa essere, come tutte, letta da due punti di vista, può essere letta dalla parte del principe, cioè dell'organizzazione del potere, e dalla parte del popolo.
Tutte e due parti sono necessarie perché una legge non è solo fatta per gli amministrati, ma deve essere anche ragionevole, applicabile dalla parte degli amministratori. Da parte degli amministrati è sicuramente, Assessore, una legge quasi regolamento, nel senso che è molto lunga, molto esaustiva, tocca un po' tutti gli argomenti che possono interessare questo settore e, quindi, è già in gran parte applicabile.
Su questo, con l'occhio anche qui dalla parte del principe, cioè dalla parte dell'amministratore locale, a cui sostanzialmente la legge è indirizzata, dico che dovrebbe essere particolarmente monitorata, ero tentato di presentare un emendamento, anzi più di uno, ma non li ho fatti più perché mi piaceva prima avere il tempo per poter ragionare, cosa che non ho avuto. L'emendamento sarebbe stato, Assessore, all'articolo 6, comma 3, punto a) perché il Comitato tecnico che è un comitato consultivo, per carità, che deve garantire la sicurezza integrale della polizia locale e che ha come finalità l'individuazione delle politiche regionali in materia di polizia locale, quindi, l'individuazione delle politiche regionali, a mio modestissimo parere, anche come già Assessore di questa amministrazione, dovrebbe essere presieduto dall'Assessore e non dal Direttore tecnico. Direi che su questo il Direttore di dipartimento chiaramente ci sta, chiaramente sostituisce l'Assessore quando non è presente, io non so se c'è qualche emendamento a questo articolo, potremo fare anche un sub emendamento al momento, però credo che questa cosa, magari in via di fatto, possa essere superata.
Dico questo Assessore perché leggi di questo tipo se non vengono costantemente monitorate, da chi ha una funzione politica e amministrativa, rischiano di essere le leggi per gli operatori del settore e non funzionano. Questa deve essere la legge che la Regione Marche fa per i Sindaci e per le popolazioni e deve avere come sfondo due sostanziali caratteristiche. La prima è che a parità di risorse, questo è un problema che abbiamo in ogni settore, dovremo fare più sicurezza e più vigilanza e questo significa ottimizzare tutto quello che già c'è e, quindi, in merito alla previsione della gestione associata, che so bene essere un limite che ci viene imposto dalla legge nazionale, sarei stato tentato di scrivere in tutti quegli articoli piuttosto che "la Regione promuove", "la Regione decide", "la Regione fa". Su questo so non ci siamo riusciti per la legge del testo unico del sociale che segnalo alla Presidenza giace in V Commissione da quattordici, quindici mesi, senza trovare nessuna possibilità d'uscita. Non scriverò più sui giornali perché poi si dice che non lavoriamo, quindi, è meglio che non dico queste cose, però voglio dire, viva Dio, sedici mesi che un testo unico giace lì, senza vedere la luce, credo che debba ricevere un adeguato impulso.
Invece per questa legge qualche cosa si comincia a fare e, nella parte relativa alla premialità, ero ugualmente tentato di presentare degli emendamenti. Credo che da qui a due anni, a chi ci sarà, potremo segnalare questo problema, cioè la premialità oggi è l'unico strumento che abbiamo per favorire progetti che vengono fatti in forma associata. La legge un po' lo dice, ma deve essere ancora più categorica, per esempio la previsione di percentuali, 50% dei progetti finanziati va a chi li fa in forma associata.
Butto là Assessore, ma è un ragionamento, per carità, anche per i Consiglieri e per la Commissione proponente, qui si parla di banca dati, io immagino una banca dati che funziona, dopo tanti anni, la città di New York, la polizia di dipartimento di New York ha un’unica banca dati, prima le aveva per settori e per dipartimenti, gestisce l'ordine pubblico di una delle città più complicate del mondo con circa 11, 12 milioni di persone nell'area metropolitana. Non credo che nelle Marche sia così impossibile mettere insieme una banca dati con Recanati, con Pievetorina, con Fano e con Acquasanta Terme, penso che sia quasi ovvio, anche se può avere la sua complicatezza perché parte da 239 potenziali banche dati, ma dico di più, incrociate, come diceva il Consigliere Zinni, con le forze dell'ordine.
Ricordo che da Sindaco, agli inizi degli anni '90, era un problema dare le stesse radio frequenze alla pattuglia dei vigili urbani che girava di notte insieme all'unica pattuglia dei Carabinieri, quella che girava nella zona di Civitanova, Recanati, l'unica pattuglia della Polizia. Non si poteva fare, io non so se questi problemi sono stati superati, so che sono nati molti coordinamenti fra Comuni e forze dell'ordine attraverso la Prefettura, ma credo che sia una strada obbligata, allora superammo il problema, visto che cominciavamo ad averli, dando i cellulari, però, voglio dire, siamo a dei veri e propri paradossi.
Dico questo e lo dico ex parte populi, cioè dalla parte del popolo perché alla fine questa dovrebbe essere la nostra preoccupazione fondamentale e questa preoccupazione è nello sfondo, è nelle proposte presentate da parte del Consiglio ed è in gran parte accolte da quello che la Giunta dice. Deve rimanere il fine ultimo, ribadisco e chiudo, della legge, Assessore, è deve essere garantito dalla sua presenza e dalla sua persona in rappresentanza, in termini esecutivi, di quello che oggi il Consiglio delibera, altrimenti questa rischia, come tante leggi, di avere l'applicazione per quella parte che riguarda le stellette, gli avanzamenti di grado, l'organizzazione strutturale e sindacale, ma non l'efficacia sul piano della finalità che è quello che desideriamo. Per esempio qui si parla di formazione, giustamente le forze di polizia locale non possono avere in assoluto funzioni di ordine pubblico, ma è anche vero, e segnalo l'aspetto pratico, che per esempio nella mia città, qualche anno fa, quando ero Assessore ai vigili urbani, dovevo mandare in giro una pattuglia che se composta anche da una donna, non essendo abilitata a determinati servizi, doveva avere per forza insieme due uomini, quindi, la pattuglia notturna che poteva essere di due persone dovevo farla di tre, poi se c'era un arresto e la persona pesava più di 70, 80 chili dovevano chiamare qualcuno che era capace di caricarlo dentro una macchina, dico una battuta, ma me la spiegavano così, cioè nel senso che non erano abbastanza grossi, abbastanza attrezzati, abbastanza robusti per procedere a fare l'arresto. E’ ovvio che sia così, perché un vigile urbano non parte con l'idea che deve affrontare un delinquente, quindi, deve chiamare la forza dell'ordine che interviene.
L'integrazione, ecco qui raccomanderei qualche soldino in più perché c'erano tanti progetti per quanto riguarda la vigilanza. Sappiamo che la vigilanza e la prevenzione sono il il 90, 95% dell'ordine pubblico, considerato che abbiamo tanti anziani, pensionati delle forze dell'ordine, associazioni di carabinieri in congedo, che sono a disposizione per queste attività di vigilanza, soprattutto d'estate e soprattutto nei fine settimana, dove oggettivamente per i vigili urbani è impossibile coprire il territorio comunale, basterebbero pochissimi soldi, Assessore, veramente pochissimi soldi perché sono tutti volontari, hanno solo bisogno di un po' di attrezzatura, potrebbero essere realizzati, magari, nei centri comunali superiori a 15.000, 20.000 abitanti, fino ai più piccoli e restaurare, per quello che possibile, il controllo sociale in questo senso,
Chiudo veramente segnalando la mia presenza a nome del Presidente e sua all’inaugurazione di un bellissimo progetto che è stato fatto su Porto Recanati, con un intervento di 100.000 euro da parte della Regione. In quell’occasione erano presenti tutte le forze dell'ordine della provincia di Macerata, abbiamo potuto dire una cosa fondamentale, Porto Recanati è una città molto particolare sul piano dell'ordine pubblico, avendo 2.800 stranieri su 12.000 abitanti, e necessita di un’attenzione speciale. E' vero che anche negli altri Comuni questa attenzione va restaurata attraverso un'opera di educazione sociale, quello che era il controllo da parte dei singoli cittadini, dico degli adulti rispetto ai giovani, che oggi è venuto in gran parte meno e che è il primo strato, il primo tessuto che evita il piccolo teppismo, la piccola delinquenza, che segnala chi delinque con troppa facilità.
Tutto questo, è chiaro, non fa parte di una legge che riguarda la polizia locale perché non è norma di legge, è un fatto più educativo e culturale, però negli aspetti formativi che i corpi dei vigili urbani riescono molto bene a promuovere ci può stare anche questo, ci può stare un contatto con la società civile, con le organizzazioni di volontariato, con le chiese, dico le chiese perché non vogliamo come cattolici nessuna esclusiva, che metta in moto questi processi di autoresponsabilizzazione che possono raggiungere le famiglie come le associazioni, grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Come è già stato detto, è stato un percorso utile, lungo e faticoso e oltre a ringraziare i Consiglieri della Commissione ma anche extra Commissione, colgo l'occasione per ringraziare il personale sia del Consiglio che della Giunta perché ci ha assistito egregiamente in un’azione che non era facile. Quando ci vuole tanto tempo significa che la materia è delicata, in questo caso coinvolge aspetti che riguardano compiti specifici della polizia locale, ma riguardano anche sentimenti di sicurezza che vanno ben oltre i compiti della polizia locale.
Si confrontano e si sono confrontati in questa materia, da una parte le esigenze di sicurezza dei cittadini, dall'altra le spinte del personale che si sente figlio di un Dio minore, che vorrebbe avere lo status della Polizia di Stato avendo la divisa, i gradi, eccetera. Dall'altra ancora le esigenze delle amministrazioni che avendo sempre meno risorse fanno fatica ad avere quella presenza ottimale che, siamo tutti consapevoli, sarebbe necessaria, ma che nella pratica non è possibile, non solo per la mancanza di soldi, ma spesso anche per impedimenti nazionali e questo è stato un elemento molto significativo.
Noi abbiamo fatto un’operazione, ci siamo concentrati sulla polizia locale ed abbiamo sganciato tutta la parte della sicurezza, che va a parte con un disegno di legge che è in corso di discussione e oggi pomeriggio, dopo il Consiglio, ci sarà un confronto a cui abbiamo invitato i dirigenti della Magistratura, delle Prefetture, per avere un contributo anche da parte loro per far crescere l'esigenza della sicurezza, la consapevolezza della sicurezza che ci deve vedere, non solo come soggetti che la rivendicano ad altri, ma pensando che ognuno di noi può dare un contributo al rispetto delle leggi, che non riguarda solo le forze dell'ordine, ma riguarda anche noi. Pensiamo all'evasione fiscale che è un reato grave, pensiamo a quante volte sottaciamo le voci che circolano sull'usura, sul riciclaggio, insomma sono tutte cose che avrebbero bisogno anche di una maggiore consapevolezza e di una maggiore conoscenza per capire quando ci si trova di fronte a questi fenomeni.
Abbiamo raggiunto un equilibrio utile e credo che oggi delle modifiche attraverso gli emendamenti rischierebbero di modificare quest'equilibrio e farebbero perdere efficacia e consenso ad una legge che da tanto tempo auspichiamo. Voglio dire a qualcuno di ritirare gli emendamenti, perché tolto uno, mi pare, gli altri modificano cose che abbiamo discusso e ridiscusso per molto tempo.
Voglio dire con chiarezza che qui si è molto parlato di sicurezza, mi sembrava di stare in Parlamento quando si discute delle forze dell'ordine nazionali, perché la polizia locale ha compiti più specifici e in Italia, lo voglio dire forte e chiaro, non è che mancano le forze dell'ordine, ce ne sono tante, troppe. Dei vari Paesi europei conosco meglio la Francia ed in Francia c'è solo la Gendarmerie Nationale, una, che fa tutto, compreso il traffico locale. Sono pochissimi i Comuni che hanno la propria polizia locale. In Italia, per ogni cosa, abbiamo un corpo, pensate a quanto personale sprechiamo in funzioni di segreteria.
Mi ha fatto impressione l'altro giorno vedere un servizio sul numero unico della Polizia, il 112, mi pare, non so se è stato attivato, da più di dieci anni, da un Governo Prodi o da un Governo Berlusconi, il primo esperimento in provincia di Salerno fallì miseramente, poi con il Ministro Maroni si è partiti con la sperimentazione nella provincia di Varese ed oggi, dopo tanti anni, si è ancora nella fase di sperimentazione in quasi tutte le province lombarde. In tutta Italia non c'è neanche questo e noi stiamo parlando del numero unico dei Comuni della polizia locale che ha altri orari, altre cose, altri prefissi telefonici, la vedo molto dura e difficile però l'abbiamo lasciato, in un articolo è previsto, quindi, strada facendo lo possiamo fare, non occorre adesso rimetterlo con un emendamento.
Più che militarizzare la polizia locale andrebbe spinto con più forza, a livello nazionale, il raccordo, se non la fusione, dei vari corpi di sicurezza dello Stato. Fu tentato anni fa, poi quando diventò Ministro l'attuale Presidente della Repubblica, Napolitano, questa bandiera della sinistra tramontò e rimase tutto uguale.
Un’altra questione è l’effettiva parità di diritti e doveri dei cittadini a prescindere da dove abitano. E’ del tutto evidente la disparità tra un cittadino che abita in una città che ha il corpo di polizia municipale che segue il commercio, i reati edilizi, i reati ambientali, e un cittadino che abita in un Comune dove ci sono uno o due uomini della polizia locale che qualche volta portano pure lo scuolabus.
E’ chiaro che non c'è parità di diritti, né parità di doveri per i cittadini di quei Comuni, allora abbiamo spinto, però dipende dalle scelte che faremo ogni anno nei bilanci, di incentivare l'associazionismo dei Comuni. Solo mettendo insieme i Comuni, per arrivare a 15.000, 20.000 abitanti, quindi per vallate, si può avere un servizio che sia in grado di soddisfare le varie esigenze che gravano sulla polizia locale.
Ho fatto il Sindaco come molti di voi e so benissimo che gli uomini e le donne della polizia locale, sono invocati quando non ci sono e sono maledetti quando ci sono, perché quando ci sono devono intervenire e, quindi, si va dalla multa per divieto di sosta, per l'eccesso di velocità, per il conferimento dei rifiuti fuori dall'orario, per tante ragioni. E’ un'esigenza, pensiamo soprattutto nell'orario notturno, non possono sostituirsi ai corpi di polizia, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Finanza, quella di raccordarli tutti, ogni tanto le Prefetture fanno riunioni di questo tipo, soprattutto in previsione dell'estate e nei centri principali.
L'ultima cosa, io ho insistito, da ultimo il Consigliere Marconi proponeva che a dirigere il Comitato tecnico fosse un Assessore, a parte che già la proposta della Giunta parte con questo indirizzo molto tecnico, ma c'è stata una discussione in Commissione se aggiungere o meno la presenza di rappresentanti del sindacato, del sindacato dei lavoratori dei Comuni ed io sono uno di quelli che più ha insistito. Perché? Lo voglio dire con molta chiarezza, c'è un aspetto che ogni tanto devia verso atteggiamenti un po' corporativi da parte delle associazioni professionali degli uomini in divisa, tanto è vero che quando i Comuni li hanno mandati a rappresentarli, ci hanno fatto deviare il dibattito in una direzione molto ... poi quando abbiamo sentito i Sindaci abbiamo dovuto raddrizzare perché non erano per niente d'accordo con i propri Comandanti.
I sindacati italiani per cultura, per storia, il più delle volte hanno una concezione più generale che mette insieme varie cose, quindi, non solo l'aspetto visto da un'ottica di chi guarda la propria divisa, il proprio lavoro, ma anche nell'ottica di dare un servizio ai cittadini.
Concludo, la relatrice Consigliera Ortenzi ci inviterà a votare in un modo o nell'altro come abbiamo deciso, perchè gli emendamenti andrebbero a modificare l'equilibrio faticosamente raggiunto, per cui l'invito al Consiglio è di respingerli quasi tutti, mi pare che uno del Consigliere Zinni sia accoglibile, quello sul regolamento che prevede il passaggio in Commissione e nel Comitato, quindi, invito a votare in questo modo.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente, innanzitutto voglio ringraziare anch'io per il dibattito che c'è stato in Aula, ma anche per il grande lavoro che si è svolto in Commissione.
Precedentemente ho fatto parte della I Commissione che si è occupata per lungo tempo di questa proposta di legge e devo dire che c'è stata molta passione nel confronto e nel lavoro, segno tangibile di quanto sia importante e sentito il tema della sicurezza.
Credo che le scelte che alla fine sono state fatte in questo lungo lavoro partecipato, lavoro positivo, in Commissione siano assolutamente condivisibili.
Gli interventi hanno spiegato quali sono le caratteristiche di questa proposta di legge, sono entrati nel merito, quindi, non voglio assolutamente ripetermi, voglio solo fare un po' la cronistoria del perché la Regione va a legiferare un po' in ritardo su questa materia.
Con la riforma del Titolo V le Regioni hanno un ruolo anche nel tema della sicurezza, però tanto è stato detto e, quindi, non voglio entrare nel merito, se non sottolineare alcuni fattori positivi più di altri di questa proposta di legge: l'istituzione del Comitato tecnico consultivo, al di là del fatto della presenza o meno dell'Assessore che, come ricordava il Consigliere Perazzoli, era stata la proposta della Giunta che non prevedeva la presenza politica essendo un Comitato tecnico, credo che sia giusto così e lo dico da Assessore.
Metto in evidenza anch'io, l’ha fatto il Consigliere Massi, le forme di collaborazione con il volontariato perché questo rientra, e mi aggancio un po' anche a quello che ha detto il Consigliere Marconi, nel tema della cultura perché poi su questo noi potremmo legiferare, ma in altre direzioni e in altri contesti, non con una legge che va a disciplinare il funzionamento, l'ordinamento della polizia locale o comunque le politiche integrate di sicurezza.
Su altri temi potremo dare indicazioni, ma quando si parla di sicurezza alla base ci deve essere sempre un tema culturale e, Consigliere Zaffini, quando si parla di sicurezza si deve sempre parlare ed iniziare dal tema del rispetto perché è fondamentale per strutturare qualsiasi cultura di sicurezza. Potremmo fare tutte le leggi che possiamo, le migliori leggi del mondo, però se alla base non c'è la volontà culturale del rispetto, da cui chiaramente consegue anche una sensazione, un sentimento di sicurezza più forte e condiviso, non andremo da nessuna parte.
Questo appunto l'ho fatto parlando chiaramente del ruolo che può avere, da un punto di vista anche culturale, la collaborazione con il volontariato.
Altre cose, la formazione è stata sottolineata, altro elemento importante perché se parliamo di sicurezza, se parliamo di contatto, di specifici ruoli che anche la polizia locale va a svolgere, non ci si può improvvisare, la formazione è fondamentale in ogni aspetto della vita pubblica e della vita privata, ancora di più in un aspetto come quello della sicurezza.
Secondo me è importante avere un riconoscimento, un cameo, diciamo così, si è istituita la Giornata della polizia locale, il 20 gennaio ricorrente San Sebastiano, proprio per dare ancora rilievo a questo atto che ha avuto un iter molto lungo, ma credo che alla fine sia assolutamente positivo.
Mi è piaciuto un po' questo duplice aspetto come l'ha sottolineato il Consigliere Marconi parlando dalla parte del principe e dalla parte del popolo, credo che questa proposta di legge sia alla fine un'ottima integrazione che tiene presente il punto di vista del principe, e non so se lo intendeva in tema machiavellico, oppure il principe di Shakespeare nel "Romeo e Giulietta", comunque il ruolo è sempre quello, ed è il tema dell'attenzione ai cittadini, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma del Consigliere Zinni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Questo emendamento lo voglio spiegare, perché la risposta del Consigliere Perazzoli di non turbare l'equilibrio in questo caso non c'è, anche perché, e mi rifaccio all'intervento del Consigliere Latini, l'avrei fatto in dichiarazione di voto ma lo riprendo adesso, è evidente che questa legge ha un forte problema di copertura economica. Su questo dobbiamo essere molto franchi e molto chiari, è una legge che regolamenta e consentirà delle opportunità laddove, con la prossima finanziaria, la Regione ci metterà i soldi e, a questo proposito, nella mia proposta di legge, prevedevo che l'istituzione di un numero unico di emergenza delle polizie locali fosse un dato di fatto.
In questo emendamento, Consigliere Perazzoli, metto "può istituire" perché, faccio un piccolo passo indietro, non mi piace prendere in giro la gente, se noi dobbiamo parlare ai Comuni e agli operatori di polizia, è inutile che gli diciamo che facciamo una legge che prevede strumenti meravigliosi e poi non ci sono i soldi, però se vogliamo fare una normativa all'avanguardia, ed io Consiglieri di maggioranza vi invito seriamente ad approvare questo emendamento, si può prevedere l'istituzione di un numero unico, perché non è un vincolo che violenta le autonomie comunali, è una facoltà, non è un obbligo ed in secondo luogo, paradosso dei paradossi, se domani mattina il Parlamento si sbloccasse e decidesse di normare finalmente le polizie locali e decidesse che le polizie locali sono a tutti gli effetti forze di polizia, che facciamo la nostra normativa regionale che è un'opera di modernità la teniamo retrograda su delle opzioni?
Io non credo che sia un buon modo di normare quello di dire "siccome non si sa che …, non prevediamo lo strumento", quindi, vi invito a votare l’emendamento perché è innocuo, nel senso che laddove la Regione mette i soldi e vuole progettare in questo versante, la legge prevede di poterlo fare e laddove non ci sono i fondi è evidente che non verrà fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Metterci a discutere sulla fattibilità del numero unico è superfluo perché voglio ricordare al Consigliere Zinni che all'articolo 13 è già previsto, è, quindi, inutile riapprovarlo un'altra volta.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Ritirato.

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento prevede la costituzione di un tavolo con gli operatori del commercio, della ristorazione e dei locali prettamente, diciamo, stagionali, nei Comuni superiori a 5.000 abitanti, questo soprattutto per quello che si legge nei giornali: le varie movide giovanili, le varie esuberanze ed il bullismo.
Potrebbe essere un giusto rapporto con chi gestisce i locali, può fornire, per la sicurezza, l’indicazione di certi comportamenti, quindi un connubio, un tavolo con queste forze e con la rappresentanza del commercio è opportuno per poter dirimere soprattutto queste problematiche giovanili.

PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3/2 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo è semplice, sono d'accordissimo sull'appalto unico per le forniture di materiali, però sono un po' più titubante sui servizi, anche perché, in questo caso, non mi è ben chiaro cosa possa comprendere la parola servizi, quindi, sono un po' titubante ed ho previsto di sopprimerla.

PRESIDENTE. Emendamento 3/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4bis/1 che introduce l'articolo 4bis a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo emendamento l'ho preso paro paro dalla Regione Friuli, dalla legge approvata sulla disciplina della materia delle polizie locali che, nel rispetto della normativa statale, riconosce agli enti locali la possibilità di avvalersi, previa stipula di apposite condizioni con gli istituti di vigilanza privata …, perché dico questo? Forse voi non lo sapete, io vi parlo della mia provincia, nella provincia di Pesaro-Urbino, adesso grazie alla crisi sono un po' diminuite, ma fino a poco tempo fa c'erano 35 auto di vigilanti che giravo nel territorio della provincia di giorno e soprattutto di notte, 35 occhi che giravano sul territorio, che di fatto contribuivano ad informare l'arma della Polizia, dei Carabinieri quando avevano dei sospetti. Facevano un lavoro notevolissimo, anche di più di quello che è il loro compito, quindi, secondo me, questa formula non vincola nessuno, ma dà la possibilità di avvalersene in situazioni anche particolari. E’ una porta aperta che altre Regioni hanno già, mi sembra che anche il Lazio stia lavorando su questa linea, quindi questo mi sembra che non sia niente di ..., è qualcosa che rafforza il controllo del territorio, grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 4bis/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5. lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento 6/1 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente, qui chiedo che partecipino al Comitato tecnico, oltre ai Sindaci dei capoluogo, anche quelli con più di 50.000 abitanti, dato che la responsabilità della sicurezza è in capo ai Sindaci, penso che le città con più di 50.000 abitanti debbano avere una voce in capitolo, grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 6/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/2 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/3 a firma del Consigliere Zinni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Questo emendamento fissa un principio molto semplice e prego di prestare attenzione soprattutto ai colleghi della maggioranza.
Sapete che nel Comitato tecnico l'ipotesi della partecipazione dei rappresentanti sindacali non è stata, come posso dire, gratis, è stata oggetto di polemica, di conflittualità perché ci sono le associazioni dei dirigenti che ritengono non idonea questa partecipazione. La Giunta con la normativa esistente l’aveva prevista, ma poi non c’è stata la convocazione. Il Comitato tecnico è luogo molto delicato da un punto di vista procedurale e, a mio avviso, è bene non sconfinare, non solo verso la politica, ma nemmeno verso la politica sindacale.
Cosa vuol dire? Il mio emendamento invece di prevedere i rappresentanti sindacali degli enti locali, prevede i rappresentanti sindacali delle polizie locali, sono due cose completamente diverse. Un conto è che io faccio venire il Segretario territoriale di un sindacato che mi fa un ragionamento di tipo politico, un conto è avere i rappresentanti degli operatori che hanno competenze tecniche ed esperienze vissute. Se vogliamo essere seri, su questo, lo dico già da adesso, dipende molto l'esito finale del mio voto alla legge, su questo non scherziamo, se il Comitato tecnico è un luogo che deve tirar fuori la sostanza è bene che ci siano i rappresentanti sindacali delle polizie.
Concludo dicendo che prima il Consigliere Marconi ha detto: "Noi non dobbiamo fare una legge solo per chi fa parte della polizia locale" giusto, ma noi non dobbiamo neanche fare una legge che accontenti solo i Sindaci, soprattutto quando qualcuno di questi fa dei soprusi eccessivi nei confronti degli appartenenti alle polizie locali. Signori, questo tipo di problema c'è, esiste, qualcuno si sveglia la mattina da Sindaco e pensa di essere lo sceriffo di Nottingham e decide cosa deve fare la polizia locale, quando invece è previsto dalla legge.
Il consiglio che do, mi sembra di buon senso, è quello di mettere come rappresentanti sindacali chi viene dal corpo della polizia locale e non facciamo del Comitato tecnico un luogo di dibattito politico, ma facciamone un luogo di dibattito tecnico.

PRESIDENTE. Emendamento 6/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ripetiamo la votazione? Io lo faccio solo se me lo chiede il proponente dell’emendamento. Ok, va bene. Rivotiamo l'emendamento 6/3 per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Zaffini. (…) Lei addirittura mi ha chiesto la votazione per appello nominale …

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Quanto era il risultato? (…) 14 a 13 hanno dichiarato che non ha preso il voto due Consiglieri, quindi sarebbe 14 a 15 e viene respinto, se lei vuole che si rivoti bene, se no è respinto 14 a 15. (…) Rivotiamo.
Emendamento 6/3, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Zaffini.

Favorevoli: Acquaroli, Bugaro, Carloni, D'Anna, Foschi, Latini, Marangoni, Marinelli, Massi, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini,
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/4 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6/5 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8/2 a firma del Consigliere Zinni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento 9/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/2 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9/3 a firma del Consigliere Zinni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Poiché trattasi di legge che riordina la polizia locale, non possiamo far finta che non ci sono le esperienze esistenti già all'interno delle polizie locali e le richieste che sono state fatte dagli operatori.

PRESIDENTE. C'è un po' di movimento, stiamo valutando che respinto il 9/2 del Consigliere Marangoni dovrebbe decadere il 9/3, comunque va bene, vada avanti.

Giovanni ZINNI. L'illustrazione è molto semplice, all'interno della polizia locale, gli inquadramenti sono previsti in un duplice binario, uno è quello contrattuale, normativo, che riguarda l'inquadramento del dipendente in seno al Comune e, quindi il livello, eccetera, dall'altro essendo utilizzata un’uniforme ed essendoci una terminologia ricalcata sulle forze di polizia vengono utilizzate delle qualifiche che devono corrispondere a quelle contrattualistiche normative. Attualmente in ogni Comune esiste il sottufficiale, che è colui che sostanzialmente ha un ruolo di quadro organizzativo, esiste l'agente che è l'impiegato semplice, esiste il dirigente o il Comandante.
Io chiedo ...

PRESIDENTE. Consigliere Zinni, l’emendamento è decaduto, però può concludere il ragionamento.

Giovanni ZINNI. Presidente, se è decaduto ...

PRESIDENTE. Si è decaduto.

Giovanni ZINNI. Allora rivotiamo anche quello prima, io sto parlando prima di quello prima. Di fatto questo è. Lei giustamente per l'economia dei lavoro va veloce, però credo che per il bene di questa legge ...

PRESIDENTE. Senta guardi, facciamo così, lei finisca il ragionamento ed io metto ai voti l’emendamento, non c'è nessun problema.

Giovanni ZINNI. Suggerirei di valutarlo attentamente visto che queste qualifiche sono già previste nei Comuni.

PRESIDENTE. Va bene.

Giovanni ZINNI. Non è che domani mattina facciamo una legge e andiamo al Comune di Tre Castelli, cito il Comune di Tre Castelli, questo Comune nuovo che piace tanto alla sinistra, e a quello che era il maresciallo del Comune di Ripe o del Comune di Monterado gli diciamo: "Tu da oggi non lo sei più". Non lo possiamo fare, allora suggerisco di fare proprio questo emendamento perché potrebbe essere l’occasione di qualche polemica successiva, quantomeno teniamo lo status quo di quella che è l'esperienza acquisita.

PRESIDENTE. Emendamento 9/3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Al comma 8 bis si prevede l'impiego di armi convenzionali, quali: spray urticanti, casco protettivo, distanziatore, giubbotto antiproiettile. Dico che uno strumento essenziale per l'arresto sono le manette, mi sembra una mancanza, non è un’arma, ma se uno deve essere arrestato, come lo arresti? Quindi, aggiungere le manette.

PRESIDENTE. Emendamento 10/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10/2 a firma del Consigliere Zaffini, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Questo è importantissimo, prevede l'istituzione nei Comuni con più di 25.000 abitanti, all'interno dei vigili urbani, di un corpo speciale per svolgere un'azione deterrente soprattutto nei turni notturni.
Un corpo speciale con lo scopo di girare per la città. Vigili urbani, non ronde di cittadini, quelli che noi paghiamo per proteggerci e per fare sicurezza.
Un corpo speciale che abbia questo impegno particolare, addestrato anche per le eventuali deterrenze.

PRESIDENTE. Emendamento 10/2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11.
Emendamento 11/1 a firma del Consigliere Marangoni. Se non dovesse essere approvato decade l'11/2. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente, illustro la problematica. Qui parliamo di responsabile del servizio, Comandante del corpo, anche qui la politica.
Questo emendamento è un emendamento anti clientela, lo dico francamente, è un emendamento anti clientela, dobbiamo farcela finita di assistere ad una politica che si sveglia la mattina e in un Comune decide, attraverso una selezione non meglio precisata, che una persona che non si è mai occupata nella sua vita di polizie locali possa fare il Comandante di polizia.
Questa cosa succede, può accadere, per carità, magari vince un’alta professionalità, magari un dirigente della Questura in congedo o quant'altro, ma può anche accadere che un dirigente, che può essere un ottimo dirigente del servizio ragioneria o del servizio lavori pubblici, si ritrovi a fare il comandante della polizia locale.
Se vogliamo che la polizia locale funzioni, è evidente che dobbiamo avere come responsabile di quel servizio uno che proviene dalle polizie locali che ha non solo i titoli, ma anche le competenze.
E’ un emendamento che dice che chi vuole fare nella vita il dirigente del servizio ragioneria, non il poliziotto, faccia il dirigente del servizio ragioneria.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Richiamerei i Consiglieri perché c'è un chiacchiericcio, prima abbiamo detto che è una legge importante, questo è un emendamento importante, io non parlo per me, lo dico ai Consiglieri che quando votano devono sapere quello che votano. Tutto qua.
Primo: l’emendamento andrebbe a cancellare la possibilità per i piccoli Comuni - dove non c'è il corpo di polizia municipale e sono pochi - perché il responsabile dell'ufficio avrebbe solo quel compito, cosa materialmente impossibile. E’ uno dei punti su cui i Sindaci hanno fatto più opposizione.
Secondo: è un emendamento corporativo, perché impedisce a persone che hanno la medesima formazione, anche in un'altra parte, di partecipare e di svolgere questo ruolo, quindi, va respinto nettamente.

PRESIDENTE. Emendamento 11/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 11/2 a firma del Consigliere Zinni. Decaduto

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14.
Emendamento 14/1 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15.
Emendamento 15/1 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 15/2 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento 16/1 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 16/2 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 16/3 a firma del Consigliere Zaffini. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Soppresso.

Emendamento 18bis/1, istitutivo dell’articolo 18 bis, a firma del Consigliere Zinni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Questa vuole essere una disposizione transitoria e di indirizzo, leggo testualmente: "La Regione promuove per quanto nelle sue facoltà il maggior numero di servizi esterni delle polizie locali ai fini della prevenzione". E’ evidente che è una norma generica perché resta la facoltà della Giunta di programmare qualunque tipo di progetto in questo senso, è una norma aperta, ed in secondo luogo è una norma che non prefigge un impegno diretto economico se non quello progettuale.
E' una norma che non fa danno a nessuno, non reca problemi ai Comuni, ma fissa il principio politico che la Regione si assume delle responsabilità sulla sicurezza e cerca di intervenire al massimo che può per aumentare i servizi esterni delle polizie locali. Vuol dire ciò che diceva il Consigliere Perazzoli, cioè controllare meglio gli incidenti stradali, ma vuol dire anche prevenire il crimine, eccetera.
E’ una norma che fissa il principio di impegnarsi, il che non vuol dire, ripeto, prendere in giro nessuno, né fare miracoli laddove i soldi non ci sono.

PRESIDENTE. Emendamento 18bis/1, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Zinni.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE: Si è bloccato, siamo in fase emergenziale, annulliamo tutto.
Emendamento 18bis/1, lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Acquaroli, Natali, Zinni.
Favorevoli: Acquaroli, Bugaro, Carloni, Ciriaci, D'Anna, Donati, Foschi, Latini, Marangoni, Marconi, Marinelli, Natali, Romagnoli, Silvetti, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Cardogna, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Astenuti: Nessuno.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento 20/1 a firma del Consigliere Marangoni, se non passa decade il 20/2 che è identico.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. A cosa serve questo emendamento? Serve per ribadire il concetto premiante dei Comuni o delle Unioni dei Comuni o delle Province che celermente danno un seguito a questa legge, approvando il regolamento, l'adeguamento delle uniformi. Pertanto riprendo il ragionamento del Consigliere Latini, laddove non ci sono soldi ed un Comune dimostra di non avere un interesse concreto ad investire sulla polizia locale, e questo passa attraverso l'adozione del regolamento, attraverso la volontà di entrare in questo sistema integrato delle polizie locali, l'emendamento si prefigge l'obiettivo di escludere quei Comuni non virtuosi che snobbano il problema della sicurezza.

PRESIDENTE. Emendamento 20/1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 20/2 a firma del Consigliere Zinni. Decaduto.

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 a firma della Consigliera Ciriaci, dovreste averlo tutti sul vostro tavolo, se siete d'accordo, lo metto in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Arriviamo alla fine di questo iter e mi sento di ribadire l'elemento positivo della giornata e cioè che l'Assemblea legislativa delle Marche approva un testo di legge più moderno rispetto a quello esistente che tra le sue positività ha sicuramente quella di dare un seguito importante a chi farà gestioni associate in materia di polizia locale.
Dal dibattito purtroppo continuano ad emergere i soliti vizi, le solite storture di una parte della sinistra che continua a considerare la polizia locale quello che non è. Leviamoci dalla testa che i dipendenti siano paragonabili a qualunque altro dipendente comunale, non lo sono, non lo possono essere, la normativa europea, la normativa italiana, l'insieme delle normative, per quanto ancora incerte e indefinite in talune sue caratteristiche, dicono chiaramente un dato di fatto: le forze di polizia locali sono forze di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza in via sussidiaria allo Stato, pertanto qualunque normativa che continua a lasciare vuoti per quello che è attinente il maggior utilizzo costruttivo possibile delle forze di polizia locali rischia di essere un freno alla lotta alla criminalità e alla prevenzione sulla sicurezza.
Pertanto il Gruppo Centro Destra Marche si astiene sul testo definitivo, ripeto, positivo tutto il lavoro, positivo l'adozione, ma non è sufficiente.
Per noi si può fare di più, si può dare ancora di più, soprattutto non ci sentiamo di votare in bianco a favore laddove, per il futuro, non c'è un preciso impegno di spesa da parte della Giunta, quando vedremo, nella finanziaria regionale, adeguate risorse per questa legge, ci convinceremo della vostra buona fede, per adesso abbiamo visto un buon lavoro di partenza, per noi non è un lavoro definitivo, per noi il meglio deve ancora venire.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Annuncio il voto favorevole per le motivazioni espresse prima in sede di relazione di minoranza.
Voglio ricordare il lavoro della Commissione, ringrazio, non l'ho fatto prima, il Presidente Perazzoli per la pazienza con cui ha tessuto la tela e naturalmente la Consigliera Ortenzi e i colleghi: Zinni, Marangoni, Zaffini ed altri che hanno cercato con i loro punti di vista di arricchire questa legge.
Voglio dire una cosa, senza fare grandi sovrastrutture mentali sul ruolo della polizia municipale, è un servizio essenziale per il cittadino, facciamo finalmente chiarezza sul fatto che dipende dal Sindaco, sul fatto che deve essere guidato da persone nel settore, del servizio di competenza, ed è già tantissimo, le altre cose le possiamo ancora perfezionare, questo lo ha ammesso anche il Consigliere Zinni, che siamo finalmente partiti bene, ricordiamoci, questo è un po' uno smacco per i Consiglieri regionali, che sono tredici anni che non abbiamo una legge organica su questo settore.
Aggiungo una cosa sola, una mia visione di riforma della legge Bassanini, non si arrabbino i collegi del PD, io sono per una profonda riforma della legge Bassanini, lo dico con sarcasmo ed autoironia, è una legge che è servita solo ai Segretari comunali per cui io professionalmente lo ringrazio a vita, ma per tutto il resto ho dei grossi dubbi che sia servita a questo Paese.
Ritengo che delle competenze debbano, per esempio, tornare ai Consigli comunali, senza pensare a nuove ingessature, blocchi amministrativi e via di seguito.
Il prossimo passo, a mio avviso, con o senza la riforma Bassanini, dovrà essere, in ogni Comune, la scelta e l'individuazione del responsabile del corpo di polizia municipale dove c'è, o dove non c'è il corpo il responsabile del servizio che deve passare attraverso il Consiglio comunale.
La gestione della polizia municipale non è uno staff del Sindaco, anche se qui giustamente lo abbiamo messo sotto al Sindaco, è una scelta per la comunità. Negli Stati Uniti votano lo sceriffo, qualcuno prima ne parlava, non votiamo lo sceriffo comandante della polizia municipale, ma che sia il Consiglio comunale a scegliere di affidare la responsabilità alla tale persona, credo che sia un passo successivo che dobbiamo fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente, non avevo dubbi sulla sua sensibilità, annuncio che il Gruppo Forza Italia esprime parere favorevole precisando che grazie all'ordine del giorno alla proposta di legge a firma della Consigliera Ciriaci, votato all'unanimità, ci sarà quel riequilibrio finanziario in dotazione alla legge che sembra cosa giusta e doverosa. Per il resto niente da aggiungere, buona legge.

Proposta di legge n. 211 (testo base), così come emendata, la pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Zinni, Natali, Acquaroli.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Bugaro, Busilacchi, Camela, Cardogna, Carloni, Ciriaci, Comi, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Latini, Luchetti, Malaspina, Marinelli, Massi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Trenta.
Contrari: Zaffini.
Astenuti: Acquaroli, D'Anna, Natali, Romagnoli, Zinni.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 618
ad iniziativa del Consigliere Solazzi
"Soppressione e accorpamento Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria delle Marche"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 618 ad iniziativa del Consigliere Solazzi.
C'è l'esigenza di trattare, se la ritenete opportuna - io ho fatto distribuire il testo, chi vuole apporre la propria firma può farlo, il primo firmatario è il sottoscritto, ma va bene la firma di tutti - una mozione contro la soppressione e l'accorpamento del Provveditorato regionale dell'amministratore penitenziaria delle Marche.
Non so se avete letto il testo, se non lo avete letto, lo leggo: "l'Assemblea legislativa delle Marche preoccupata dalle notizie riguardanti la proposta del Capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di sopprimere il Provveditorato regionale delle Marche per accorparlo alle Regioni Abruzzo e Molise, consapevole dell'esperienza virtuosa, esistente nella regione Marche, in merito all'attenzione ....". Capisco che c'è una condivisione da parte di tutti, quindi, votiamo.
Mozione n. 618. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00.