Resoconto della seduta n.160 del 17/06/2014
SEDUTA N. 160 DEL 17 GIUGNO 2014

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 160 del 17 giugno 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 159 del 10 giugno 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 415 in data 11 giugno, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica alla legge regionale 22 aprile 2013, n. 6 (Disposizioni urgenti in materia di trasporto pubblico locale)”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui all'articolo 11, comma 2, lettera b), della legge regionale n. 4/2007, al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 416 in data 11 giugno, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Ortenzi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli, concernente: “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 “Finanziamento dell'attività dei gruppi consiliari”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 417 in data 11 giugno, ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Ortenzi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli, concernente: “Disposizioni per l'attuazione degli articoli 14, comma 1, lettere b) e f) e 47 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni). Modifiche alla legge regionale 17 dicembre 2012, n. 41 (Norme per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei componenti gli organi della Regione, dei titolari di cariche in Istituti regionali di garanzia e di cariche direttive in enti o società)”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 691 del Consigliere Zinni: “Rivalutazione posizione all'interno della riforma della Pubblica amministrazione dei Segretari comunali”;
n. 692 dei Consiglieri Busilacchi, Cardogna, Marconi: “Creazione dell'Area protetta del Conero”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Mezzolani.

Sull'ordine del giorno

Comunico che in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi abbiamo deciso di trattare al punto 6 bis la mozione n. 692 ed al punto 6 ter l'altra ..., no, quella sui Segretari comunali abbiamo deciso di iscriverla fra i primi punti della prossima seduta.
Ci sono richieste di intervento?
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Scusi Presidente, non a caso ho riscritto la sua mozione sui Segretari comunali. Mi sono permesso questa cosa, perché mi riferiscono che è in sede di approvazione governativa il provvedimento attinente il documento del Governo che prevede l'abolizione del ruolo dei Segretari comunali.
Chiederei a lei ed all'Aula di discuterla e votarla oggi, altrimenti, il segnale della Regione Marche, se vuole partecipare a questo dibattito, rischia di essere politicamente tardivo.

PRESIDENTE. Guardi Consigliere Zinni, l'altra volta abbiamo rinviato la mozione ed abbiamo demandato al Presidente della I Commissione consiliare di rivederla per poterla condividere.
Il Presidente Perazzoli ha fatto questo lavoro, fra l'altro il testo mi è stato sottoposto, quindi, non avrei nulla in contrario. C'è un testo condiviso, non so se lei ha visto quello presentato dal Presidente della Commissione ...
Scusate, se siete d'accordo - non era stata ritirata, era stata rinviata ad una successiva seduta per modificarla e condividerla - possiamo fare così: o l'iscriviamo al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta oppure mettete insieme i due testi, li guardate e come ultimo atto della mattinata prendiamo l'impegno di portare una risoluzione in Aula.
Se date, in modo particolare agli estensori delle due mozioni, quella del Consigliere Perazzoli al Consigliere Zinni e viceversa, possono confrontarsi su un testo condiviso, così prima dello scioglimento della seduta lo approviamo o comunque lo portiamo al voto, dopo di che se verrà approvato o no, si vedrà. Se siete d'accordo direi di procedere così.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente. Come mi sono ripromesso ogni seduta dell'Aula riproporrò l'anticipazione della mozione 632, quella riguardante il distacco dei Comuni …
Oggi si parlerà di un altro referendum, voglio ricordare che il referendum relativo al distacco dei Comuni di Sassofeltrio e Montecopiolo si è svolto nel lontano 2007 e la Regione ancora decide di non decidere, anche con un voto negativo.
Sono convinto che molti indizi fanno un colpevole, fanno una prova, la prova di colpevolezza.
Penso che chi deve saprà giudicare anche su questa vostra non volontà di discutere questa mozione.
Chiedo di mettere al primo punto la mozione 632 sul distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio.

PRESIDENTE. E' chiarissima la richiesta del Consigliere Zaffini.
La mettiamo ai voti quando abbiamo finito le questioni preliminari.
Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, per far notare che ancora una volta l'Assessore Mezzolani è assente.
Nel momento in cui si deve parlare degli indirizzi alla Giunta regionale per il governo delle liste d'attesa, oltre alle liste d'attesa per le visite, i cittadini devono subìre anche la lista d'attesa della visione dell'Assessore.
Tutte le volte che c'è un problema importante che dobbiamo affrontare, l'Assessore, in un modo o nell'altro, non è presente.
Voglio denunciare ancora una volta l'assenza dell'Assessore dal momento che la discussione era stata rinviata alla giornata odierna, e considerato che nella seduta precedente, ancora una volta, l'Assessore era assente.

PRESIDENTE. Consigliere D'Anna convengo con lei che il tema è di grande importanza, di grande attualità, però l'assenza dell'Assessore Mezzolani è dovuta a ragioni di salute, mi dicono, quindi, non posso nemmeno sindacare l'opportunità. E' evidente.
Non so se il proponente, Consigliere Busilacchi, intende, sia pure in assenza dell'Assessore, portare avanti l'atto oppure richiedere il rinvio ad una seduta in cui sarà presente l'Assessore. Questo lo lascio alla vostra decisione.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Visto che citava giustamente questo aspetto, sarei per affrontare oggi questo tema considerando che la questione è molto importante.
Ricordo che la scorsa seduta il motivo principale del rinvio era legato anche al fatto che era tarda mattinata e si preannunciava un'ampia discussione, questa volta è tra primi punti all'ordine del giorno, quindi, manterrei il dibattito.
Le segnalerei al contempo che al punto 13 dell'ordine del giorno è iscritta una mozione bipartisan su un progetto che non richiederà, credo, discussione …

PRESIDENTE. A che punto Consigliere?

Gianluca BUSILACCHI. Al punto 13, la mozione 684, un progetto che riguarda le famiglie di bambini affetti da autismo. Ha una certa urgenza perché l'iniziativa ad essa collegata inizia tra qualche settimana, sarebbe un bel segnale ...

PRESIDENTE. Va bene metterla al punto 6 ter? Abbiamo già iscritto al 6 bis la mozione del Consigliere Cardogna, quindi, possiamo anticipare al 6 ter la mozione n. 684. Va bene? Se non ci sono altre questioni pregiudiziali direi di mettere in votazione la richiesta del Consigliere Zaffini che mi pare, in estrema sintesi è quella di portare al primo punto la sua mozione relativa ai Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei mettere in votazione, anche a seguito degli interventi, il rinvio della discussione sulla questione delle liste d'attesa perché risolvere le liste d'attesa è una questione già individuata nel piano sanitario, quello che dovremmo fare è una discussione su come andare avanti, per cui è necessaria, secondo me, la presenza dell'Assessore.

PRESIDENTE. Consigliere Binci ne ha la facoltà, nel senso che, di solito, se c'è l'accordo non mettiamo al voto le varie proposte, però mi pare che sia su quella presentata dal Consigliere Zaffini che sull'altra all'ordine del giorno, su cui c'è stato un orientamento di Busilacchi, non ci sia l'accordo, quindi, le metteremo in votazione.
Pongo in votazione la proposta del Consigliere Zaffini di anticipare al primo punto la mozione n. 632.

(L'Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei invitare i Consiglieri regionali a valutare questa discussione sulle liste d'attesa e far si che ci sia la presenza dell'Assessore o comunque del Presidente Spacca, perché è una questione che si trascina da 8, 9 anni, da quando è stato pensato il piano sanitario. Era una delle priorità, dovevano esserci, addirittura, all'interno dei programmi di Area vasta, gli interventi per fronteggiare le liste d'attesa.
Diciamo che tutto quello che è indicato nella risoluzione è già scritto, addirittura, negli atti di questa Regione. A questo punto quello che serve è la volontà politica della Giunta, quindi, il confronto con la Giunta è necessario.
Penso che rimandando di una settimana non aggraveremo nessuna situazione, anzi faremo una discussione che potrà servire a qualche cosa, altrimenti avremmo fatto un dibattito sul quale non si può ritornare e sul quale non ci si può confrontare con la Giunta.

PRESIDENTE. Chiarissimo Consigliere Binci, quindi mettiamo in votazione la proposta, fermo restando che c'è la volontà del Presidente della V Commissione di andare avanti.
Prendiamo atto della proposta del Consigliere Binci e la mettiamo in votazione.
La sua richiesta è di rinviarla, quindi votiamo … è evidente perché la proposta è all'ordine del giorno, possiamo solo votare il rinvio proposto dal Consigliere Binci.
Pongo in votazione la proposta del Consigliere Binci di rinviare alla prossima seduta il tema della relazione presentata dalla V Commissione consiliare.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 633
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Binci, Silvetti, Donati, Ricci, Acquaroli
"Aeroporto Ancona-Falconara"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 633 dei Consiglieri Giancarli, Binci, Silvetti, Donati, Ricci, Acquaroli.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente. Colleghi Consiglieri il 20 febbraio 2014 la IV Commissione, questa mozione è dei componenti della IV Commissione, ha incontrato il nuovo Consiglio di amministrazione dell'Aerdorica, al fine di conoscere la situazione attuale della società, le prospettive di crescita, ripeto, situazione attuale, prospettive di crescita e futuro dell'aeroporto delle Marche.
Dall'analisi effettuata dal Presidente del Consiglio di amministrazione è emerso che Aerdorica S.p.A si trova attualmente in una grave situazione debitoria, in particolare risultano a suo carico 37 milioni di euro di indebitamento, a fronte di un fatturato di circa 10 milioni di euro.
Non voglio riprendere dati che sono stati pubblicati anche non molto tempo fa, anche da quotidiani nazionali, da quotidiani locali. Ho sottomano un articolo firmato da un giornalista che vuole bene alle Marche, ma questo giornalista mette in evidenza ad esempio alcune spese che non ho difficoltà a definire facili che in quella struttura si sono verificate. Si parla delle famose sei Audi, cinque A3 ed una A7, si parla di carte di credito, ma quello che è più pesante in questo articolo, non so se questa mattina è presente l'Assessore che segue l'Aeroporto, può anche darsi che questa nota scritta sia stata smentita, se non è stato fatto, spero che si faccia e che si possa fare, è che il Direttore percepisce la cifra di 556.000 euro lordi l'anno.
Se fosse vero, non ho difficoltà a dire che è una vergogna!
Detto questo, sono cose importantissime che non solo sono legate alla crescita, al futuro, ma hanno valore etico, il Presidente del Consiglio d'amministrazione ha dichiarato che la preoccupazione prioritaria del nuovo management, per l'anno 2014, è quella di perseguire una politica rigorosa, di razionalizzazione dei costi sotto molteplici profili ed ha illustrato, quindi, voglio ringraziare il Presidente, il nuovo Presidente, in modo analitico la strategia da attuare per riuscire a raggiungere, per la fine dell'anno corrente, un equilibrio di bilancio, riducendo in primis l'eccessivo costo del lavoro che incide per circa 4.800.000 euro con particolare riferimento alle figure apicali ed alle fasce alte.
Nella mozione diciamo che, pur condividendo le prospettive di risanamento finanziario del nuovo consiglio d'amministrazione, vogliamo evitare, parlando ad esempio del lavoro, bene sugli apicali, di colpire le fasce più deboli dei lavoratori della società aeroportuale.
A nostro avviso, il punto centrale è che il nuovo management per risolvere la preoccupante situazione in cui versa la società deve perseguire una politica che oltre ad essere diretta a ridurre i costi, deve aumentare i ricavi della società medesima, quindi, il numero dei voli; sfruttare appieno le capacità operative di questo scalo delle Marche, ripeto, ad oggi utilizzate solo in parte, questo tra l'altro significa anche aumentare i proventi; mantenere inalterato il sistema dei costi fissi.
E' necessario che la strategia di sviluppo dell'aeroporto, che il nuovo Consiglio di amministrazione attuerà nel prossimo futuro, attribuisca una rilevanza strategica all'aumento del traffico, sia per quanto riguarda i passeggeri che le merci. Senza tale incremento la cosiddetta stagionalità dell'aeroporto, tipica degli aeroporti italiani, non è in grado di compensare i costi di gestione complessivi.
Per aumentare la competitività dell'aeroporto Raffaello Sanzio appare necessario sviluppare maggiori sinergie tra i soggetti costituenti la cosiddetta piattaforma logistica delle Marche: il porto di Ancona, l'aeroporto, l'interporto, ma anche collaborazioni con la società Autostrade e la rete ferroviaria italiana.
Tra l'altro l'aeroporto Raffaello Sanzio riveste un ruolo di fondamentale supporto all'economia industriale e turistica della regione. Nell'ambito del riassetto nazionale degli aeroporti italiani è tra gli scali di interesse nazionale soprattutto per il segmento cargo ed avamposto commerciale rispetto ai Paesi ed ai mercati dell'est.
Pochi giorni fa ho partecipato al Congresso regionale della Uil Marche Trasporti, Congresso regionale che si è tenuto proprio nello scalo falconarese, presente il Vice Ministro delle infrastrutture Nencini, l'ho ascoltato con le mie orecchie, era presente anche l'Assessore Viventi, ed in modo pacato, argomentato, ma anche determinato, ha detto: “E' vero, manteniamo per il 2014 la possibilità anche dei voli notturni”, queste sono sue parole, “ma questo aeroporto lo teniamo sotto vigilanza”. E' un aeroporto sotto vigilanza, parole del Vice Ministro, perché c'è la necessità di una crescita, di aumentare i voli, di aumentare le potenzialità, pari a ciò che l'aeroporto può esprimere, tra l'altro, permettetemi anche di contestualizzare, questa infrastruttura marchigiana è dentro la rete europea perché le Marche oggi sono dentro la rete europea.
Vi ricordate, ne abbiamo parlato più volte in quest'Aula, abbiamo lavorato per allungare il corridoio baltico adriatico, almeno lungo la dorsale marchigiana. Il nostro obiettivo era lungo la dorsale adriatica. Quando abbiamo visto che quel corridoio doveva fermarsi in Istria ed era già arrivato a Ravenna e non era possibile prolungarlo ulteriormente, abbiamo corretto la strategia ed abbiamo fatto si che attraverso il corridoio Helsinki-la Valletta ci fosse la diramazione su Ancona e, quindi, sulle Marche. Oggi noi possiamo dire che siamo dentro la rete europea attraverso la linea ferroviaria Bologna-Rimini-Ancona e siano nel corn network con vocazione allo sviluppo dell'intermodalità, quindi, piattaforma logistica delle Marche, per quello che riguarda il porto, l'aeroporto, l'interporto. Una piattaforma logistica ed anche una piattaforma della sostenibilità.
Cosa chiediamo con questa mozione? Potrebbe pure essere emendata, ma non voglio perdermi nei distinguo, nei particolari, potrebbe essere pure emendata perché è passato del tempo rispetto a quando è stata presentata, ma quello che conta è la sostanza e l'indirizzo. L'indirizzo è il risanamento e la crescita, quindi, chiediamo con questa mozione alla Giunta regionale, quale socio di maggioranza dell'Aerdorica, di assumere ogni efficace ed utile iniziativa affinché, oltre agli aspetti a cui facevo riferimento prima, il nuovo Consiglio d'amministrazione nel piano industriale dia spazio e garantisca allo scalo dorico effettive prospettive di crescita ed un aumento dei ricavi prodotti dal numero dei voli sia per i passeggeri che per le merci.
Inoltre chiediamo una strategia diretta al consolidamento finanziario della società aeroportuale offrendo garanzie di tutela nei confronti delle persone che vi lavorano, in particolare alle fasce più deboli, ed anche una reale integrazione tra il sistema dell'industria e della piccola industria marchigiana, il sistema della logistica, il sistema dei trasporti, al fine di aumentare la capacità competitiva delle nostre imprese. Questo sotto due profili: quello dell'economia e quello dell'ambiente.
Una forte sinergia, come dicevo poc'anzi, non soltanto con l'interporto ed il porto, ma anche una stretta collaborazione con la Società autostrade, con la rete ferroviaria italiana al fine di rendere veramente concreta questa piattaforma logistica, in quanto, voglio ripeterlo, è l'unica piattaforma dell'Italia centrale. E' la piattaforma sull'Adriatico che si collega con la piattaforma del Tirreno anche in vista, ormai è un dato di fatto, della realizzazione della Macroregione Adriatico-Ionica, della programmazione europea del prossimo sessennio che questa Aula presto affronterà. Quindi su questi aspetti di carattere marchigiano, ma in un quadro europeo e, perché no, mondiale, dobbiamo fare in modo che questo scalo torni a garantire quello che di fatto un aeroporto deve assicurare, ovvero una crescita della capacità competitiva del nostro sistema industriale, del nostro sistema ambientale, ma soprattutto la possibilità per i marchigiani di utilizzare questo scalo per recarsi all'estero e per tutti coloro che vogliono venire nelle Marche ed utilizzare i voli su Falconara Marittima.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dichiaro subito che voterò a favore di questa mozione, non senza fare alcune riflessioni.
E' l'ennesima volta che torniamo, come Consiglio regionale, su questo argomento. Ormai non si contano più quante occasioni abbiamo avuto per parlare di porto, di aeroporto, di interporto, di questa piattaforma dell'Italia centrale che dovrebbe essere, sul piano occupazionale, il luogo che offre maggiore occupazione a questa nostra popolazione marchigiana e, sul piano dell'importanza, non lo dico io, ma l'ha detto l'Unione europea a dicembre, l'interporto Marche e di conseguenza anche il porto ed l'aeroporto sono stati inseriti nel cuore delle strategie dei trasporti trans europei.
Oggi parliamo dell'aeroporto. Tra l'altro dopo l'ennesima mozione ho presentato un’interrogazione per capire bene alcune cifre, per esempio, con chiarezza, vorrei sapere come si è chiuso il bilancio consuntivo del 2013 perché i dati ce li ha dati il Presidente Giancarli, ma ce li ha dati l'Amministratore delegato in sede di incontro con la Commissione. Tra l'altro sarebbe bene aprire l'ennesima discussione su questo famoso partner che è sempre stato promesso, dagli armeni agli argentini, ai fantomatici acquirenti di cui mai abbiamo avuto notizie concrete, e di cui sempre si parla con una stampa compiacente.
Abbiamo un volo in più, quindi l'aeroporto ha superato tutti i problemi. Arriva l'argentino, quindi, saranno superati tutti i problemi. Resta il fatto che ci sono 37 milioni di euro da pagare dai marchigiani, ma non sappiamo con precisione come si sia chiuso il bilancio 2013 e degli acquirenti, dei nuovi partners niente!
Quello che è peggio, credo, è l'assenza totale della direzione politica del Presidente e dell'Assessore, per quanto riguarda la gestione della piattaforma del centro Italia. Sembra quasi che il Presidente, non me ne voglia, non ci sia e si diverta a fare un po' come il comandante della compagnia quando da militari dava i compiti alle reclute: "Lei sa scrivere bene? Si, Allora prenda la ramazza e pulisca il cortile".
Sta avvenendo questo con le deleghe, tanto è vero che siamo in presenza di una, io non so più neanche come qualificarla, assenza totale di direzione politica di tutta la logistica marchigiana.
Abbiamo approvato all'unanimità una mozione con cui si chiedeva alla Giunta di svolgere un ruolo di coordinamento tra porto, aeroporto, interporto, affinché, in uno scenario internazionale modificato: la Macrorgione europea, le possibilità di sviluppo occupazione, turistiche, la Regione Marche dirigesse, sul piano politico, tutto questo processo. Non è successo niente! Tanto è vero che il sottoscritto è intervenuto nei confronti del Presidente Spacca per farlo incontrare con il Presidente dell’interporto che non aveva interlocutori.
Eppure l’interporto nelle sue azioni vede la partecipazione maggioritaria della Regione Marche, c’è quindi una carenza di iniziativa politica, una quasi non volontà, una sordità alle richieste che vengono dal territorio e che vengono dal Consiglio regionale.
Eppure l'occasione è ghiotta! L’occasione è importante! Questa Macroregione Adriatica, riconosciuta ormai dall'Unione europea, deve essere un momento di confronto importante tra i soggetti economici che possono generare occupazione a livello regionale. Questo è anche internazionalizzazione. Non si fa solo precedendo il bullo di Pontassieve in Vietnam, nelle fabbriche di Merloni che sono anni che stanno lì. L'internazionalizzazione non si fa solo agevolando le stesse famiglie a Mosca o dintorni. L'internazionalizzazione si fa pure facendo concorrenza al moribondo aeroporto di Rimini che organizzava charter per la stagione concertistica di Pesaro, si fa organizzando charter per lo Sferisterio, si fa facendo concorrenza a Perugia che sta incrementando il suo aeroporto.
L’internazionalizzazione si fa proponendoci al mondo come soggetti, ma non con quattro spot, tessendo, curando, relazioni politiche, sociali, economiche, istituzionali.
La settimana scorsa, c'è stato il Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio a Corfù, chi era presente della Regione Marche? Chi c'è stato? Chi interloquisce con le trentasei Camere di Commercio della zona dei Balcani e di mezza Italia? Quale ruolo vuole svolgere questa Regione? E' presente? Che riverbero ha la sua azione? Di certo sappiamo che viene richiesta, da parte dei responsabili di queste importantissime strutture, una presenza più attiva, tanto è vero che mi sono fatto portavoce nei confronti dei Presidenti della III e della IV Commissione di organizzare una seduta congiunta presso l’interporto Marche perché sta morendo l'iniziativa politica. Non c'è! E’ una palude, eccetto alcune iniziative spot che servono più a far propaganda che a cambiare la realtà delle cose di cui i marchigiani hanno bisogno.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Bucciarelli. Ricordo che gli interventi possono essere massimo di 5 minuti.
Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente. Se la situazione non fosse davvero grave, questa mozione farebbe quasi tenerezza. Perchè dico questo? Perché politicamente non è che la situazione sia molto più avanzata, politicamente portavo i pantaloni corti e facevo il consigliere provinciale quando il Presidente della Giunta provinciale era Giancarli e discutevamo di questo problema.
Non da oggi denunciavamo la mancanza di una strategia politica da parte dei soci, denunciavamo l'inadeguatezza dei vari manager che si sono succeduti e delle metodologie messe in campo per la loro selezione. Di fianco alla critica sapevamo anche indicare quella che poteva essere una giusta strategia di crescita. Ci tornerò su questo punto.
Il Consigliere Giancarli può essere testimone di questa cosa, correva l'anno 1998, l'amministratore era un certo Amicucci, lo ricordate? I conti dell'aeroporto erano già in difficoltà, ma vennero coperti dalla casualità della storia, dal fatto che l'aeroporto di Falconara vendeva cherosene per le truppe che facevano avanti e indietro con il Kossovo. Ce lo ricordiamo tutti! Appena crollò quel tipo di business emerse, in tutta la sua drammatica rappresentazione, la vicenda aeroporto.
Vennero poi altri nuovi amministratori "E vola via". Ce lo ricordiamo! Una strategia dei voli low cost e milioni di milioni di euro dei nostri concittadini buttati in un fondo nero, in un buco nero, un certo Vendler che non so dove lo avete pescato.
Oggi la società, diciamocelo, è tecnicamente fallita, perché una società che ha 10 milioni di euro di fatturato e 37 milioni di euro di indebitamento è una società tecnicamente fallita. Non fallisce perché c'è il socio Regione Marche, ovvero i cittadini, ovvero Pantalone, che ogni volta mette le mani in tasca e, a suon di 3-4 milioni di euro all'anno, ripiana le casse.
Questo è il paradigma del fallimento della politica dei trasporti della Giunta regionale delle Marche che è in carica da nove anni. Gian Mario Spacca fa il Presidente della Giunta regionale da nove anni e dal 1990 è seduto in quest'Aula. Prima ha fatto anche il Vicepresidente della Giunta regionale, ce lo vogliamo dimenticare? No! Questo è bene che ce lo ricordiamo ogni tanto, perché sull'aeroporto e sul sistema dei trasporti, si sta consumando la mancanza di una strategia seria, al di là di come la stampa, spesso asservita alla Giunta regionale, la vuole dipingere.
Diceva il Consigliere Bucciarelli, mi dispiace non sia in Aula ad ascoltarmi, quante volte abbiamo sentito: arrivano gli argentini, arrivano i cinesi, ogni volta arriva il Messia e puntualmente non arriva, arrivano solamente i soldi dei marchigiani, ma perché tutto questo? Perché di fondo non si vuole capire qual è la missione di questo aeroporto. Non è la missione dei passeggeri, colleghi, non potrà mai esserlo, ma continuate a parlare di porto, aeroporto, interporto. Benissimo! Sappiate che l'aeroporto di Falconara e l'interporto di Monsano che stanno a 5 chilometri l'uno dall'altro, in vent'anni, non si sono scambiati una fattura, non ci sono rapporti. Di cosa vogliamo parlare? Ma dove eravate? I vari Assessori che si sono succeduti ..., cosa è stato fatto fino ad oggi? Non è un elemento di critica il mio, è una constatazione drammatica, cruda, fredda, ma è una constatazione.
In quest'Aula un anno fa dissi: "C'è uno studio che stabilisce in maniera efficace che da Bari fino a Rimini noi possiamo essere i padroni dell'Adriatico per quanto riguarda i voli cargo". I voli cargo, siccome mi è stato risposto in maniera impropria, non sono i Fedex, l'UPS, quelli non sono cargo, quelli sono corrieri. Il cargo significa che un'azienda che produce un frigorifero, lo carica nella pancia di un aereo, lo spedisce a Dubai, piuttosto che a Shanghai, piuttosto che in Cina, piuttosto che in America, questo è cargo. Il pacchettino che io spedisco è una cosa diversa.
I volumi che si possono generare da Bari, che non ha vocazione cargo, a Rimini, che è la frontiera nord - perché Rimini è baricentrica, ve l'ho già detto, rispetto a Bologna che ha un interporto e un aeroporto funzionante e collegati tra loro, sta a 100 chilometri, con la differenza che noi non abbiamo i problemi del traffico della tangenziale, quindi, tutte le merci che vengono prodotte da Rimini, barriera dei Sibillini fino a Bari, fino al tacco d'Italia, possono essere convogliate su Falconara, questa è la nostra missione. Settantasettemila tonnellate di merci, questa è la nostra missione e va da sé che dove si creano ponti commerciali, si creano anche ponti naturali, quindi, voli passeggeri.
Vorrei e potrei dire tante altre cose, Presidente Giancarli, mi auguro che sia l'ultima volta che il fallimento delle politiche dei trasporti delle Giunte che si sono succedute approdi in quest'Aula, ma ho dei dubbi, perché il criterio con il quale, ed io ho parlato con loro e quindi mi sono fatto un'idea, è stato scelto questo Consiglio d'amministrazione è solamente improntato sul fronte finanziario, senza nessuna competenza di carattere logistico, tecnico logistico. Temo, quindi, che ritorneremo su questo argomento perché il fallimento continuerà ad andare avanti e i marchigiani continueranno a pagare ed i servizi da quell'aeroporto non ci saranno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. Capisco il Consigliere Bugaro che ha iniziato l'intervento dicendo che questa mozione fa quasi tenerezza a fronte dei grandi problemi che attanagliano ormai l'aeroporto da ..., non ci ricordiamo nemmeno più quanto tempo, ma questa mozione è stata presentata in un momento molto particolare e stava più che altro a cuore ai Commissari della IV Commissione la messa in sicurezza di una infrastruttura così importante che, in realtà, non aveva chiarezza nemmeno sui numeri.
Sappiamo benissimo che sono passati otto mesi da quando l'aeroporto di Falconara, l'aeroporto marchigiano, è stato decapitato, per varie vicissitudini, non voglio entrare nel merito sulle fattispecie indecorose che sono emerse, quelle sono indagini che non ci riguardano e non ci devono riguardare, a quelle ci penserà la magistratura, ma è chiaro che il problema politico che ci poniamo oggi è un problema autentico. Se dovessi valutare questa mozione, che ho sottoscritto, direi che è una mozione che serve a salvaguardare il presente, il contingente.
Ci sono alcune cose che abbiamo chiesto al Commissario che sono ancora lettera morta, sappiamo benissimo che i dipendenti sono in ritardo di tre mensilità, tre mensilità, non una, tre!
Il piano industriale. Abbiamo assistito più che altro ad un abbozzo di un'idea di quello che è il piano industriale e ovviamente registriamo, ancora col passare degli anni, l'incremento dell'indebitamento. Infatti il bilancio 2013, credo, registrerà ancora un segno negativo.
Un segno negativo dovuto anche ad alcune partite di bilancio che l'attuale Presidente ha definito azzardate, se non improprie, per cui i bilanci che venivano votati ed approvati, si fondavano su numeri non corretti, profondamente scorretti che deviavano anche quello che era sostanzialmente il volere del socio.
Noi votavamo o comunque davamo il nostro assenso ad un bilancio di un'impresa, di una ditta, di un'azienda così importante, della quale siamo soci di maggioranza, questo deve essere ben chiaro. Nel 2004 avvallammo un aumento di capitale, nonostante le perdite avessero superato di gran lunga il terzo, ed oggi c'è anche un fatto che l'attuale Consiglio di amministrazione deve valutare, venne denunciato, si passò oltre, ma questo fatto deve essere valutato una volta per tutte.
Per cui va bene parlare di competitività dell'aeroporto, va benissimo cercare di capire qual è la prospettiva che vogliamo dare all'aeroporto, questa però è una mozione che cerca, in qualche modo, di salvaguardare il presente perché, come giustamente il collega diceva, non si è ancora capito quale sia la prospettiva, la programmazione, la progettualità politica che la Regione vuole dare a questo aeroporto.
Non ci dobbiamo meravigliare se due soggetti così importanti, l'aeroporto e l'interporto, non si scambiavano una fattura, la realtà era un'altra, questi due soggetti erano concorrenti l'uno dell'altro, erano in contrapposizione. In quel momento la politica è mancata: la Regione, noi tutti, quindi, gli amministratori. Il legislatore è mancato nella proposta politica perché non è riuscito a creare la fusione, l'interazione fra soggetti che offrono un servizio, che offrono posti di lavoro e che costituiscono parte importante del tessuto sociale imprenditoriale della nostra regione.
E' vero questa è una mozione che qualcuno può definire anche modesta, ma è una mozione che comunque doveva essere fatta. La Commissione trasporti non poteva non farla, ovviamente noi chiediamo agli amministratori attuali della società di prendersi carico di alcuni piccoli aspetti. Se il posto di lavoro, lo stipendio, è un piccolo aspetto, noi dobbiamo farci carico anche di questo, perché se il ritardo continua ad essere costate, permanente, tre mensilità, il problema ce lo dobbiamo pur porre.
Prima di parlare di competitività oltre che di messa in sicurezza della società, non possiamo non tener conto che da quest'Aula, la proposta deve arrivare dalla Giunta, può arrivare la proposta e la programmazione di quello che vogliamo dare a questa infrastruttura così importante e fondamentale che è prodromica di fronte a ogni tipo di aspettativa europea, di corridori. Se non siamo noi i primi a capire e a capirci su quella che è la progettualità che vogliamo dare all'aeroporto marchigiano, è inutile parlare di competitività, di infrastrutture, di piattaforme logistiche, perché se è vero che la presenza di queste infrastrutture ci ha garantito il collegamento e l'aggancio all'Europa, è anche vero che se queste stanno lì, passive, ferme ai blocchi di partenza, non rappresentano una reale ricchezza per il territorio, perché, ripeto, oltre al trasporto del passeggero o al presunto cargo che dovrebbe transitare su Falconara, noi dobbiamo capire, e voglio capire, che cosa questa maggioranza oggi propone al territorio e chiamo anche i colleghi dell'opposizione a capire quale controproposta possiamo offrire.
Credo che questa votazione sia assolutamente fondamentale per risolvere un problema del presente, ma sono diversi i punti interrogativi che rimangono aperti a cui dobbiamo dare una risposta e farlo sotto campagna elettorale sinceramente risulta poco credibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, molto rapidamente, molto semplicemente, per dire che una mozione del genere ci testimonia un disagio da parte della maggioranza di questo Consiglio regionale. Se i Consiglieri della maggioranza nel luogo più idoneo per farlo, cioè la Commissione competente, sentono la necessità di riportare in Aula, più volte, questo argomento è perché il fronte aeroporto, il fronte piattaforma logistica, il fronte infrastrutturale, sono il vero biglietto da visita negativo, complessivo, del centro-sinistra marchigiano.
In questi anni, lo hanno già detto altri Consiglieri non mi dilungo, il deficit da questo punto di vista è stato abnorme rispetto ad altre Regioni e gli effetti negativi di questo si stanno manifestando in tutta la loro drammaticità.
Non so se la mozione faccia tenerezza o sia una manifestazione di disagio politico, conoscendo il Consigliere Giancarli sicuramente c'è buona fede politica, ma è evidente che al secondo punto, chiede qualcosa che purtroppo è già accaduto in negativo. L'aeroporto sta mandando via i lavoratori, sta mandando via i dipendenti e, mi sembra di capire, sta mandando via i dipendenti che sarebbero più utili alla redazione di un piano industriale e lascia la manodopera probabilmente più idonea al mantenimento ed al funzionamento dell'aeroporto struttura.
Al primo punto chiediamo giustamente un piano industriale ed è il minimo sindacale, politico, che un Consiglio regionale possa chiedere ad un aeroporto perchè l'unica cosa che ha fatto, in questi anni, nei confronti del Consiglio regionale, è stata quella di chiedere coperture a bilancio.
Noi non sappiamo nulla dello sviluppo industriale dell'aeroporto, nulla! Questo è inaccettabile! Un Consiglio regionale dovrebbe dare degli indirizzi, indirizzi che sono già stati dati con altre mozioni, lo diceva il Consigliere Bucciarelli, altre volte è stato votato qualcosa.
Se dovessi guardare allo scopo di questa mozione, al primo punto chiediamo giustamente un piano industriale, al secondo punto di tutelare i lavoratori che di fatto sono in corso di licenziamento - procedure di mobilità, trattative, non so bene cosa, poi c'è il solito refrain, il solito rimando, a questa filiera delle infrastrutture - al secondo e terzo punto dovrei votare contro, perché votare a favore vorrebbe dire una bugia o di più bugie collegate. Effettivamente il primo punto della mozione è quello centrale. Di fronte a tutto quello che è accaduto, di fronte a una nuova governance tecnico amministrativa è ora di affrontare il problema di un piano industriale che, francamente non sarà facile, sia sostenibile, coerente e possibile, perché è inutile raccontarci quello che non c'è e se non c'è un piano industriale faccio fatica a capire questo Consiglio regionale di che cosa deve parlarle.
Voteremo a favore di questa mozione nella speranza che sia l'ultima e che semmai si affronti, insieme alla Giunta, l'analisi tecnica del piano industriale. Se questo è, il Consiglio regionale avrà compiuto il suo dovere, ma se questa è l'ennesima mozione di un piano industriale che non arriverà mai in quest'Aula, è inutile prenderci in giro, il futuro dell'aeroporto è l'agonia.

PRESIDENTE. Ho iscritti a parlare, poi chiudo la richiesta degli interventi, i Consiglieri Marinelli, Trenta, Marconi, Pieroni, Latini, ... Bene, con la sua richiesta si chiude. Ultimo intervento del Consigliere Zaffini.
Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Grazie Presidente. A me fa piacere che i Consiglieri Giancarli, Binci, Silvetti, Donati, Ricci, Acquaroli abbiano presentato questa mozione.
In questa Assemblea legislativa siamo pieni di mozioni, molte delle quali non verranno neanche discusse, altre sono state discusse e sono rimaste così ..., ma questa è una mozione sulla quale tutti noi siamo interessati. Non può essere diversamente e sulla quale convergeremo con il nostro voto positivo perché amiamo le nostre Marche, perché siamo preoccupati del nostro unico aeroporto, della nostra piccola regione: un milione e mezzo di abitanti, un unico aeroporto, un aeroporto che ha difficoltà a decollare, scusate il termine, e che necessita di una critica costruttiva.
Consigliere Giancarli, è necessario essere sereni come lei lo è stato nella descrizione di questa mozione, e come noi lo siamo stati quando abbiamo parlato in III Commissione con il Presidente Badiali.
Vorrei ricordare che la prima interrogazione presentata dal sottoscritto e dai Consiglieri Bugaro e Massi è datata 12 maggio 2010, si dicevano le stesse cose.
Ci sono voluti quattro anni per portare in Aula una mozione e la preoccupazione per una gestione politica fallimentare.
Lo diceva il Consigliere Bugaro, è un aeroporto che non decolla, che non parte, che non va, sono sempre stato tacciato di essere catastrofico, ma basta ricordare come il collegamento per Milano è stato ovviato grazie alle ferrovie, ad Italo, alla Freccia Rossa, mentre il collegamento con Roma è stato un'avventura, prima Carpatair poi Darwin, il collegamento per Roma spesso non è decollato. Una serie di difficoltà evidenti, l'ultima, la chicca, un buco di 37 milioni di euro in un bilancio di poco più di 10.
Mi chiedo: dove stava la politica? Come mai non si è accorta? Perché non è intervenuta in maniera decisa? Sono stato sempre critico e in difficoltà nel porre determinate osservazioni, ma non può essere diversamente. Chiaramente l'amministrazione, la Giunta è intervenuta. Ora ci sono voli nuovi, adesso sono partiti i voli per Palermo, Cagliari, Trapani, Olbia, Catania, Monaco, ma quante persone verranno nel nostro aeroporto, Assessore? Non verrà nessuno!
Quando la Regione ha speso fior di soldi per Dustin Hoffman, quanti americani sono venuti? Nessuno! Per quale motivo? Perché non c'era il collegamento da Milano e da Roma. Non ci portiamo in giro perché tutta la legislatura siamo stati portati in giro con questo gruppo armeno, argentino, che doveva venire e che non è venuto, e che sta ponendo le proprie attenzioni agli aeroporti di Livorno e di Firenze.
Una politica seria prende atto della situazione. Dovrebbe fare un esame di coscienza di come ha ereditato questo aeroporto nel 2010 e di come lo lascia, ma qui c'è una responsabilità maggiore perché già precedentemente il Presidente Spacca ha gestito questo aeroporto.
Indipendentemente dalle critiche che sono giuste, sacrosanti, lineari, evidenti, credo che dobbiamo essere più incisivi e determinati su un aeroporto che non può avere vocazione turistica. E' un aeroporto che porta via, porta in quelle località che ho citato. E' un aeroporto che deve impegnarsi più sul cargo e forse avrà uno sviluppo maggiore nel settore turistico come centro della Macroregione. Questo lo vedo in maniera positiva. Il resto credo che sia stata un'inutile perdita di tempo con i marchigiani penalizzati perché sono più le persone che utilizzano questo aeroporto per andare che non per venire.
Come si sposa la famosa politica del turismo, come veicolo economico insieme alla cultura, con un aeroporto che non dà delle risposte a delle esigenze?
Credo che la politica seria, e un'espressione ne è il Presidente Giancarli, debba interrogarsi e debba intervenire in maniera costruttiva e critica. Noi siamo critici, ma siamo d'accordo su questa mozione, non possiamo non votarla con determinazione e, permettetemi, anche con un po' di disappunto e rabbia per questi quattro anni passati inutilmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Sinceramente credevo che fosse un monologo del centrodestra nel puntualizzare alcune evidenti ed imbarazzanti situazioni amministrative che riguardano una grande infrastruttura come quella del nostro aeroporto regionale.
Cosa voglio evidenziare con questo? Capisco l'imbarazzo del PD, l'imbarazzo del centrosinistra su una ventennale, ormai credo, situazione deficitaria nell'amministrazione di una cosa che ha valenza pubblica, quindi, il buon amministrare è ben distante da queste situazioni.
Il super Assessore al bilancio Marcolini forse in questi 20 anni si è distratto, perché avrebbe potuto portare i conti ben prima, ne ha capacità, ne ha professionalità e soprattutto intelligenza politica, però evidentemente queste cose dovevano, caro Assessore, andare avanti così, il perché non lo sapremo mai.
E' ora di fare una linea, una linea non di rosso, di profondo rosso, caro Assessore, caro Presidente Spacca. Riguardo al nostro amico Consigliere Bucciarelli quando parla di internazionalizzazione, esiste un'internazionalizzazione low cost nel senso che è finalizzata in una direzione che ha un volo molto corto.
Caro Presidente, lei dovrebbe esortare, visto il suo notevole spessore politico, quindi, Presidente di tutto il Consiglio regionale, di tutti i Consiglieri regionali, alla puntualizzazione, alla programmazione.
Qui manca la programmazione, oggi abbiamo dei signori che sono in Aula, qualcuno ha detto e lo anticipo perché inerente al costo della buona amministrazione, che il Gruppo di Forza Italia forse non è favorevole, noi siamo, caro Presidente, tranquilli e la nostra è una decisione opposta a quella del PD, quindi, di questo problema, se lo portiamo in Aula, noi possiamo considerare l'aspetto politico e non strumentalmente politico, però perdere pezzi della Regione Marche significa non aver capito bene che cos'è la programmazione infrastrutturale.
C'è sempre una ragione di fondo che muove le critiche, non possono essere solo delle critiche prese in maniera negativa, ma in maniera propositiva, caro Presidente, noi le sollecitiamo, e questo è nella sua figura istituzionale, di chiedere razionalizzazione delle spese dell'aeroporto e di tutto ciò che riguarda la componente di quella infrastruttura importante che è la Macroregione centrale.
Qualcuno ha parlato di Macroregione Ionica Adriatica, Presidente, non voglio ricordare l'annoso problema che si porta avanti dal 2003, quando si parlava di Macroregione mediterranea. Non si può copiare, prendere a pezzi e pensare di risolvere con una cavalcata. E' vero che internazionalizzare significa andare ad individuare risorse importanti da fare entrare nella Regione Marche ed a vantaggio della Regione Marche, quindi, anche a sostegno di quell'aeroporto che non è una semplice cavalcata, che costa un tot per un'immagine.
Una buona spesa è quella di Marcorè per quanto riguarda l' individuazione della Regione Marche in una certa ottica di premialità quale ritorno di spese folli.
Consigliere Marinelli, non è vero che nelle Marche non sono venuti gli americani, lei si sbaglia, ne è venuto uno che c'è costato quando mezza America, Dustin Hofman.
Presidente, smettiamola con le spese pazze mi dia retta, razionalizziamo le spese, andiamo nel dunque dei bilanci e facciamo uscire i bilanci degli istituti di credito che operano nella regione Marche, che non sia poi un dover riparare questioni come Banca delle Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Molto brevemente, innanzitutto per sottolineare che aprire il Consiglio regionale con questo argomento e destinare un tempo ragionevole a una mozione che, è vero, non risolverà nulla, ma mette in evidenza una situazione di crisi profonda, penso sia stata una scelta estremamente opportuna che non mette in difficoltà, almeno questa parte della maggioranza.
E' vero che gli interventi dell'opposizione, Consigliere Trenta, sono stati molti, ma arriveranno anche quelli della maggioranza. Con il Presidente Giancarli - manca la mia firma, penso per un "errore di sbaglio", come diceva Totò - in Commissione c'eravamo tutti e per ben due volte, se non in coda anche una terza volta, è stato messo a nudo il problema.
Vorrei non replicare, ma confortare i colleghi della minoranza che hanno lasciato quasi intendere che ci fosse una difficoltà nell'affrontare questo argomento, ma da parte nostra, come credo da parte di tutti i firmatari di maggioranza e di minoranza, nessuna difficoltà, anzi l'evidenza dei dati, l'evidenza drammatica del dato, la dice lunga sul fatto che nessuno sta cercando di mettere la testa sotto la sabbia, al contrario si cercano soluzioni.
Questa è una tematica estremamente complessa e dovrebbe indurre tutti ad un bagno di umiltà, io lo faccio a nome del mio gruppo, come lo ha già fatto il Presidente Giancarli, per dire che qui siamo di fronte ad una situazione non nuova, ma ricorrente. Lo abbiamo detto anche in un altro dibattito, adesso non ricordo, mi sembra che qualche mese fa abbiamo parlato di questa cosa, quindi, non è vero che è una problematica che non viene affrontata.
Credo che da quando è nato questo aeroporto, lo ricordo da ragazzo, questa difficoltà ci sia sempre stata. Accentuata, in questi ultimi anni, dal fatto che nel Paese è mancata una seria programmazione.
C'è stata la cultura della moltiplicazione sui territori, non ha riguardato solo gli aeroporti, ricordo quando in Senato si è discusso, nel 2007, del quarto, quinto, aeroporto in Puglia. Ho avuto colleghi, anche del mio partito, che hanno firmato mozioni per fare l'aeroporto a Taranto, l'aeroporto a Lecce, a Foggia, a Brindisi, a Bari. In Puglia un aeroporto per provincia, una regione che poteva anche giustificare un rafforzamento del servizio visto che è il tacco d'Italia ed aveva questa necessità di collegamento, ma era ridicolo in presenza del fatto che già gli aeroporti di Bari e di Brindisi soffrivano da un punto di vista economico, magari non nei termini percentuali di Falconara, ma soffrivano.
Questa stessa cosa è avvenuta per le Province, ne abbiamo fatte 25, 30, di più di quelle che erano. E' successo per le Università.
Non facciamo gli ipocriti, dietro queste moltiplicazioni, che erano moltiplicazioni di spesa, ci sono stati tutti, i governi di centro-destra, come i governi di centro-sinistra, amministrazioni locali di centro-destra, come amministrazioni locali di centro-sinistra. Tutti hanno sostenuto questa scellerata politica del territorio, cioè l'idea che i territori dovessero comunque avere risposte, perché questo creava occupazione, ma questa occupazione e questa falsa illusione economica hanno portato ad un aumento della spesa pubblica e nel momento in cui la spesa pubblica non è stata più possibile, si sono fermate.
Questo è lo stato delle cose. Su questo bisogna ragionare per partire e fare l'inversione di rotta.
Ragionando in positivo, la mozione mette in evidenza un dato, questo che ho detto non lo dice, ma credo che sia la premessa culturale, direi quasi l'humus all'intero del quale va individuata.
Dall'altra parte la geografia ci dà ragione, perché se è vero come è vero che la regione Marche è in una posizione mediana, seppure alta rispetto al resto d'Italia - è evidente che gli altri aeroporti hanno fatto o stanno facendo fini ingloriose, penso a Forlì, penso allo stesso Rimini, penso a Pescara - è pur vero che è penalizzata dal fatto non avere territorio, perché l'aeroporto ha bisogno di un territorio, un territorio vicino all'aeroporto, parlo di 30 chilometri e di qualche centinaio di migliaio di abitanti. Il territorio non ce l'ha, è un dato oggettivo, l'altro dato, non solo per il cargo, ma anche per i passeggeri, potrebbe essere quello di mettere in evidenza che se questa Macroregione Adriatica o medio Adriatica ha un senso è quello di far nascere in questa regione dei servizi, e quale servizio essenziale e principale in un rapporto internazionale è più rappresentato dell'aeroporto?
Questo è un dato inconfutabile, intorno a questo, io non sono né un tecnico né uno specialista, ho sentito tante osservazioni, molte più competenti della mia, fatte da colleghi che magari sono entrati nell'argomento, ma do un'indicazione di natura strategica. E' questo il dato strategico sul quale noi dovremmo cominciare a lavorare, poi tutto quello che si vuole: sul management, sull'azienda, su come deve essere condotto, per carità, ma intanto dobbiamo aver chiaro il respiro. C'è questo respiro? Bene, si va avanti, non c'è, è inutile proseguire.
Credo che il respiro ci sia ed su questo la scommessa va condotta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni. Non lo vedo in Aula.
Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie Presidente. Aggiungo molto poco al dibattito che si è sviluppato sul tema della mozione presentata dal Consigliere Giancarli ed altri.
Vorrei segnalare un dato che non è stato portato all'evidenza, il ripianamento che ogni anno la Regione è costretta a fare, toglie spazio a molte attività che sono determinanti per le strategie e gli obiettivi della Regione stessa in altri settori. In particolar modo nel settore sociale o di tutela dei lavoratori. Quindi, uno degli obiettivi che ci dovremmo porre, che non è scritto in questa mozione, che non voglio certamente cambiare, ma che dico a voce essere uno dei presupposti di quel tavolo di trattative o di quelle prescrizioni che la Regione deve dare al Cda dell'aeroporto, della società aeroportuale, è quello di evitarci ogni anno di intervenire con riparamenti sostanziosi. Farlo ripetutamente significa che il soggetto che lavora con la formula del diritto civile, della società privata, non ha svolto le sue funzioni e se pur vere le accuse mosse dal Presidente Giancarli ai componenti del Comitato di gestione, circa le somme dei compensi e quant'altro, quello che è rilevante e, dal punto di vista politico, assolutamente inconcepibile, contestabile e da giudicare in senso negativo, è che il Cda o i Cda passati - a fronte di questi compensi o a fronte di tutte quelle che sono state le carenze effettuate o attuate, anche per il mancato controllo che noi come Regione abbiamo compiuto nei confronti del Cda - non hanno svolto quell'opera essenziale a cui erano stati chiamati, cioè mettere nella giusta considerazione l'aeroporto di Falconara nel circuito nazionale ed internazionale.
Dobbiamo prendere atto, come diceva il Consigliere Bugaro, di quello che può essere il corn business dell'aeroporto stesso, che non è soltanto, come noi pensiamo, collegare qualche città in più o in meno dove andare in gita o pensare che qualche gruppo turistico europeo, olandese o americano, possa venire a visitare le Marche, e dargli quella giusta collocazione dal punto di vista dei trasporti e delle comodità per raggiungere le Marche stesse, è si questo, ma in una percentuale molto minima perchè, rispetto a tutta la zona centrale e centrale meridionale per la costa adriatica, l'aeroporto doveva, da molto tempo, avere la capacità di raccogliere tutte le relazioni industriali in un sistema globale e del commercio internazionale o comunque europeo per far si che le ditte marchigiane, umbre, abruzzesi, avessero un riferimento rapido ed efficace.
Altro punto e chiudo. Il Cda è stato, in qualche modo, nominato soltanto per svolgere, permettetemi di dirlo, più le vesti di Commissario liquidatore della società che per avere un piano strategico, perché se noi andiamo a leggere le relazioni dell'insediato Cda, prendiamo atto che questa mozione ha il sapore non di un pannicello caldo, ma ha il sapore di arrivare molto in ritardo su quello che già lo stesso nuovo Cda ci dice: non abbiamo possibilità di fare investimenti finanziari, il circuito nazionale ed il piano del trasporto aereo ci include in una categoria di terza fascia o serie C. La Regione non ci dà le indicazioni, soprattutto non ci dà lo sviluppo economico e finanziario per poter lanciare quelle che sono le nostre prospettive e noi, per evitare di essere colpiti dal punto di vista delle responsabilità economiche e finanziarie e, quindi, penali, facciamo soltanto l'attività, non di ordinaria amministrazione, di semplice routine.
Se tutta la mozione poi è costruita per arrivare al secondo punto: salvaguardare la manodopera, le maestranze, entriamo in uno discorso di tutela certamente importante, come lo è per tutte le imprese in crisi, ma è anche vero che dobbiamo ripensare alla radice non tanto del piano industriale del Cda, ma a quale sia la funzione e se sia davvero necessario che la società aeroportuale delle Marche abbia come socio di maggioranza una pubblica amministrazione.
Torno a ribadire quella che è stata la mia proposta avanzata anche sui giornali nei momenti della calda polemica della sostituzione di Morriale ed altri del Cda.
Noi dobbiamo svecchiarci da questa situazione e pensare di privatizzare al massimo, rendere le responsabilità alla società aeroportuale ed avere una partecipazione della pubblica amministrazione solo di controllo. Da un lato eviteremo di impegnare soldi pubblici annualmente e potremmo destinarli, soprattutto in tempi di vacche così magre, ad altre caratterizzazioni proprie della Regione, dall'altra lasceremo una libertà di concorrenza così forte che nel campo del trasporto aereo, voi vedete, ogni giorno, si rinnova. Nessuna pubblica amministrazione per quanto forte, per quanto dotata di soldi a disposizione, sarà mai in grado di competere con quelle compagnie non solo low cost che fanno proprio gli scali di terza fascia, per aggredirli con facilità e renderli automaticamente un up di piccole dimensioni per le scelte che sono più necessarie alle compagnie stesse.
Ovviamente voto a favore della mozione, ma questa mia presa di posizione vuole segnalare che arriviamo tardi rispetto a quello che già ci ha detto il Cda.
Se vogliamo andare avanti, la mozione deve essere solo un presupposto per farne un'altra o fare un atto amministrativo o una proposta di legge che vada totalmente nella versione che diceva il Consigliere Bugaro, ed anche nella sostanza della società stessa. Grazie.

PRESIDENTE. Dopo il Consigliere Zaffini la parola andrà all'Assessore Giorgi che chiuderà la discussione.
Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente. Intervengo perché ho visto che sono intervenuti solo i Consiglieri di Ancona, qualcuno della provincia di Macerata e di Ascoli. Come Consigliere della provincia di Pesaro voglio anch'io parlare di questo aeroporto che, come abbiamo visto, impegna 37 milioni di euro, soldi di tutti i cittadini, quindi, anche dei cittadini della provincia di Pesaro Urbino che si vedono prendere dalle tasche tanti soldi per un'infrastruttura che non ha mai funzionato.
Abbiamo visto una gestione allegra, il passato non va scordato perché ci sono sicuramente delle responsabilità ed è ora che chi sbaglia, paghi! Nel mondo futuribile dei renziani, spero ci sia, anche qui nella nostra regione, una revisione e chi sbaglia, paghi. Questo è il minimo che ci può gratificare. Speriamo nell'avvento di una nuova onda nel PD.
Questo perché? Perché 37 milioni di euro sono quello che spende la mia provincia per la mobilità passiva nella sanità. In un anno, noi pesaresi spendiamo per andarci a curare fuori dalle strutture marchigiane questa cifra e questa somma ci potrebbe servire per ripristinare, nella quasi sua totalità, il percorso della ferrovia Fano-Urbino. Per noi, per il turismo, è una tratta fondamentale, spero che dopo l'avvento di Sgarbi e con le sue provocazioni ci sia un rilancio del nostro territorio. Abbiamo veramente una grande possibilità se Urbino rinasce come polo turistico, come culla del Rinascimento, come catalizzatore turistico e culturale della nostra provincia e di tutte le Marche. Da questo non può che trarne vantaggio tutta la regione.
L'aeroporto delle Marche, l'aeroporto di tutta la regione, sicuramente ci rimettiamo tutti di tasca nostra, con le nostre tasse, deve essere gestito sicuramente con un altro tipo di programmazione.
Non si può pensare di rilanciare l'aeroporto, com'è stato fatto per anni, con il turismo in uscita.
Questa regione manca di identità, non molti sanno che esistono le Marche. Bisogna investire in maniera fondamentale perché non abbiamo la capacità di attirare il turismo verso la nostra regione. Cosa diversa per la Romagna. La Romagna ha usato l'aeroporto in sinergia con la sua struttura alberghiera, ... è fallito si, ma lavorava solo sei mesi l'anno.
Noi abbiamo un'opportunità. Il passato non lo dobbiamo scordare, uno spreco indecente della cosa pubblica, se non ci fosse stata la Regione a ripianare, questo aeroporto sarebbe fallito, come sono falliti gli altri.
La Regione ha deciso di finanziarlo, allora si facciano programmi seri, iniziando a chiamare una stazione Ancona-aeroporto. Ci sia un collegamento diretto almeno dai Capoluoghi delle Province verso l'aeroporto. Questo è il minimo che una Regione che vuole rilanciare un aeroporto deve fare. Siamo scollegati, non c'è il vantaggio di prendere un aereo all'aeroporto di Falconara. Si faccia un lavoro di immagine, di infrastrutture serie, partendo proprio dalle banalità, cose che purtroppo questa Regione non riesce nemmeno a vedere. Una stazione si deve chiamare Ancona-aeroporto, è semplice, basta per dare l'immagine di un aeroporto che è collegato con l'intera regione. Queste sono le cose minime.
Fare poi una sinergia vera con il turismo, perché quello che manca alle Marche è l'accoglienza. Parliamo sempre anche di questo, ma non esiste, io dico basta copiare. Copiamo la Romagna, copiamo la Toscana. Spesso le copiamo per leggi inutili, copiamole per le cose serie.
Il passato non si deve scordare perché sono tanti i soldi dei nostri cittadini ed il futuro ci può essere, ma solo se fatto con delle menti protese verso lo sviluppo di questa regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Vorrei subito dire che stiamo parlando di una mozione, come giustamente ha ricordato anche il Presidente Giancarli, depositata il 12 marzo e visto il primo punto, il primo dispositivo della mozione, voglio dare una notizia che, dagli interventi che ho sentito, mi sembra essere sfuggita, eppure è stata notevolmente, non solo promossa, comunicata, ma condivisa, parlo dell'approvazione del piano industriale di Aerdorica che è stato approvato dal Consiglio di amministrazione l'11 aprile 2014, quindi, un piano industriale c'è e so che è presente anche in Commissione, quindi, volendo, si può fare un approfondimento relativamente ai contenuti del piano industriale.
Un'altra cosa che voglio mettere in evidenza, ancora una volta, è che quando parliamo di Aerdorica, sento sempre declinare i verbi al passato come se l'attività che viene posta in essere in questi giorni, in questi momenti, non sia minimamente tenuta in considerazione.
Sento sempre dire del valore di un'infrastruttura come quell'aeroportuale, ho sentito molto parlare di turismo, ho sentito parlare di necessità di investire nel turismo in maniera intelligente, attivando tra l'altro fondi che sono specifici per questa direzione, come i fondi europei, poi ho sentito qualcun altro dire che buttiamo via i soldi. Mettetevi d'accordo, poi ne possiamo parlare!
Vorrei parlare non sempre al passato. Vorrei parlare di ciò che è cambiato da quando è stato introdotto un nuovo Consiglio di amministrazione di Aerdorica.
Il piano industriale è stato approvato, come dicevo, l'11 aprile 2014. E' un piano industriale complesso che presenta delle linee di sviluppo sull'area passeggeri, sull'area cargo e anche molto importante sull'area no avio, molto importante perché va ad intersecarsi con il tema della piattaforma logistica di cui anche qui ho sentito parlare con delle informazioni poco attuali, poco aggiornate. Sono successe molte cose, l'abbiamo anche detto in quest'Aula, è stato anche riconosciuto da chi qui dentro ha detto l'esatto contrario di ciò che aveva affermato in un dialogo ad personam.
In linea molto generale, chiaramente se volete vi leggo tutto il piano industriale, ma non credo ci siano i tempi, i punti caratterizzanti il piano industriale 2014/2018, approvato ad aprile, comprendono per l'area passeggeri: intensificazione delle frequenze dei collegamenti dell'up di Fiumicino fino a quattro voli giornalieri, fatto, in vigore; identificazione frequenze giornaliere dell'up di Monaco di Baviera fino a due voli giornalieri, fatto - sottolineo Monaco perché è il collegamento diretto con un up internazionale, il volo su Monaco dà la centralità da un punto di vista infrastrutturale al nostro aeroporto, quindi Monaco non va citato in coda, buttato via, ma è un elemento distintivo; recupero delle rotte balcaniche alle quali si sta lavorando anche nella visione della strategia della Macroregione che è stata nominata un miliardo di volte; attivazione di nuovi collegamenti verso le capitali europee di Berlino e Dusseldorf, fatto; attivazione di nuovi voli charter stagionali, la stagione è appena iniziata sta partendo e l'incremento del traffico di aviazione generale è del 75%. Il piano di Aerdorica 2014/2018 prevede un insieme di collegamenti che consentiranno un incremento del volume dei passeggeri superiore a 265 unità.
Di altrettanto rilievo, e probabilmente ancora più importante per la struttura del nostro aeroporto, è lo sviluppo dell'area business cargo che comprenderà l'apertura dell'air cargo center a partire dalla seconda metà del 2015.
Il piano industriale detta dei crono programmi precisi, le cose non si fanno in un giorno, considerato che sono cose importanti e che si vanno ad innestare in un contesto economico non semplice per nessuno, nemmeno per l'aeroporto di Ancona-Falconara.
L'apertura di air cargo center è in stretto coordinamento con la piattaforma logistica delle Marche. In merito voglio ricordare, l'avevo già detto, che è già attivo un tavolo di confronto partito circa 3 mesi fa dall'Assessorato alle infrastrutture fra porto, aeroporto ed interporto. Il primo incontro è arrivato lì, ci sono stati molti incontri ed il livello di collaborazione tra l'aeroporto e l'interporto è veramente molto elevato, non solo per la vicinanza, ma per esempio per la disponibilità di aree che l'interporto può mettere a disposizione per lo sviluppo dell'area cargo. Questo di cui sto parlando adesso è importante e a tal proposito voglio anche ricordare che è già stato istituito un tavolo di lavoro avente come obiettivo la realizzazione di una piattaforma logistica attraverso lo strumento della rete di impresa che è un accordo in fase di definizione da un punto di vista formale.
Dire che porto, aeroporto e interporto non parlano è, scusate, una bugia, non so come altro definirla.
Sempre sul tema dello sviluppo dell'area business cargo abbiamo l'attivazione dei voli combi, tratti di Roma, Mosca e principali scali europei; attivazione voli air cargo per la Russia, est-asiatico e Nordamerica, questo chiaramente è in linea ed è importante per tutto il tema dell'internazionalizzazione e dell'esportazione dei nostri prodotti; ingresso di un nuovo corriere espresso internazionale ed ulteriori voli legati all'apertura della air cargo center e poi, vi dicevo, c'è tutta quella parte relativa al no avio.
Ho sentito per l'ennesima volta e non mi stancherò di ripeterlo, perché se qualcuno continua a portarlo avanti, continuerò a ripeterlo e a dare delle giuste informazioni, che la questione di Eurnekian entra nel tema dell'interesse che il nostro aeroporto suscita. Per l'ennesima volta, l'interesse di Eurnekian rispetto al nostro aeroporto è venuto meno perché l'interesse di Eurnekian, argentino, era strutturale su una serie di aeroporti europei che sono pian piano venuti meno, tutti, quindi la presenza dell'aeroporto di Ancona-Falconara era strategica in un contesto. Venuta meno la strategia è venuto meno anche l'interesse, interesse che in realtà c'è ancora attraverso un fondo diretto e collegato con Eurnekian.
Ci sono interessi verso il nostro aeroporto da fondi nazionali e internazionali e il nuovo Consiglio di amministrazione, devo dire, sta lavorando, grazie anche al Presidente, in maniera molto seria e con risultati e sta valutando le manifestazioni di interesse che ci sono nei confronti del nostro aeroporto per capire quali possono essere i percorsi da attivare e da portare a beneficio del nostro aeroporto.
Si è fatto qualche esempio rispetto ad altre attività di aeroporti limitrofi, voglio ricordare che gli aeroporti limitrofi hanno le carte in tribunale e sono chiusi, quindi, prenderli come esempio non mi sembra assolutamente importante, si possono trarre esempi positivi, ma portarli come bandiera non mi sembra veramente il caso.
Il piano industriale la Commissione ce l'ha, si può visionare perché non è un segreto, è stato approvato ormai da mesi, c'è una forte volontà da parte della Giunta regionale di sviluppare e incrementare la funzionalità dell'aeroporto in un sistema logistico generale. C'è stato un cambio di passo e, permettetemi, nel cambio di passo insistono anche le persone che ci lavorano. Abbiamo avuto la fortuna di avere una serie di persone che sono andate a ricoprire dei ruoli con la volontà specifica di lavorare per lo sviluppo e per implementare la strategia del nostro aeroporto e di tutto il nostro sistema infrastrutturale.
Non ho ancora detto sul tema del personale, un passaggio evidenziato nella mozione, il Consiglio di amministrazione di Aerdorica ha fatto un piano rispetto al personale, piano d'accordo che è stato sottoscritto dalle rappresentanze sindacali. Questa è la forza, la garanzia di tutela dei lavoratori, ma anche il fatto che ci siano delle persone impiegate che lavorano per il bene dell'aeroporto. Grazie.

PRESIDENTE. Si è interrotto il sistema? Va bene, quindi, dobbiamo votare per alzata di mano.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Voglio ancora una volta far prevalere la lealtà, la collaborazione e la correttezza istituzionale. Non voglio manifestare alcuna perplessità o alcuna polemica rispetto alle vicende di questa infrastruttura che considero strategica per la nostra regione.
Annuncio che proporrò al Vice Presidente Silvetti ed ai Commissari tutti un incontro quanto prima con il Consiglio di amministrazione dell'Aerdorica e con l'Assessore competente in modo che possiamo, rispetto anche alla discussione che oggi c'è stata, verificare il percorso fatto, gli obiettivi da raggiungere, come ci ha detto l'Assessore, ormai siamo a Monaco e da Monaco c'è l'up che ci porta nel mondo. Passi avanti sono stati fatti, anzi voli sono stati fatti nei nostri cieli.
In modo molto tranquillo, sono del PD, non voglio dire sereno Consigliere Marinelli, ma in modo tranquillo e pacato approfondiremo nella sede dovuta e riferiremo poi a quest'Aula quello che insieme vogliamo costruire per le infrastrutture strategiche della regione Marche.

PRESIDENTE. Mozione n. 633, la pongo in votazione per alzata di mano.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 682
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Natali, Pieroni, Badiali, Perazzoli, Bugaro, Comi, Eusebi, Foschi, Ortenzi, Bellabarba
"Riconoscimento del profilo professionale dell'odontotecnico"
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 682 dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Natali, Pieroni, Badiali, Perazzoli, Bugaro, Comi, Eusebi, Foschi, Ortenzi, Bellabarba. Se c'è un accordo da parte di tutti, la metterei in votazione.
Mozione n. 682, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 679
ad iniziativa del Consigliere Binci
"Istituzione Commissione speciale di indagine e studio sul dissesto idrogeologico ai sensi dell'articolo 98 del Regolamento interno del Consiglio"

Mozione n. 676
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
"Alluvione territorio marchigiano del 3 maggio 2014"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 679 del Consigliere Binci e la mozione n. 676 del Consigliere Pieroni, abbinate.
Ha la parola, per l'illustrazione, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo importante questa mozione, perché si istituisce, annuncio che ho presentato un emendamento, non una Commissione speciale di indagine, ma per la necessità di un approfondimento tecnico, un gruppo di lavoro. L’emendamento dice: "Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico di indagine e studio sul dissesto idrogeologico".
Utilizziamo le risorse tecniche delle nostre strutture per iniziare ad approfondire la questione del dissesto idrogeologico sotto il profilo della prevenzione, come da più parti è stato indicato e come lo stesso Presidente Spacca ha auspicato. Questo al fine di fornire informazioni necessarie affinchè la Giunta presenti - e qui c'è l'altro emendamento che ho presentato - “non entro il 30 settembre”, perché il Presidente Spacca ha detto che il termine era troppo ristretto, ma entro il 31 ottobre 2014, su indicazione di questo gruppo di lavoro, proposte che permettano di adeguare gli strumenti di programmazione regionale del territorio: Pai, Ppar, eccetera.
Abbiamo visto che in seguito alla modifica delle condizioni climatiche e meteorologiche e alle cadenze sempre più ravvicinate, nuove zone del territorio sono interessate da questi eventi e sono mutate rispetto a quanto previsto nel Pai, redatto nel 2004.
Ci sono nuove zone, soprattutto ci sono zone che erano classificate a basso rischio, come per esempio a Senigallia, che sono state alluvionate. C’è, quindi, da adeguare gli strumenti di programmazione alla nuova realtà, alla ciclicità e all'intensità che i mutamenti climatici hanno portato in questo periodo. Questo anche al fine di predisporre o modificare le norme per la gestione del territorio. Se si parla di prevenzione, questa dovrebbe essere rafforzata nelle norme - questo lo deciderà il gruppo di studio - anche attraverso gli interventi sui suoli agricoli, perché è stato detto da più parti che un diverso uso del suolo e una diversa manutenzione dei suoli agricoli ridurrebbero la portata delle bombe d'acqua. Si è parlato di eccessiva cementificazione, quindi, occorre anche verificare se c'è la necessità di un adeguamento delle norme urbanistiche e di una diversa delineazione delle aree a rischio da cui escludere l'urbanizzazione e ogni altro intervento volto a rafforzare le politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e ad aumentare i livelli sicurezza dei cittadini, anche in adeguamento alla direttiva alluvioni 2007/2060.
La mozione chiede una cosa semplicissima: l'istituzione di un gruppo di lavoro tecnico di indagine e di studio che formuli proposte per adeguare gli strumenti, per cambiare le leggi e indicare alla Giunta strumenti e interventi per aumentare la sicurezza del territorio e la sicurezza dei cittadini, migliorando l'assetto del territorio. Questo entro il 31 ottobre, affinchè la Giunta predisponga i primi interventi. Perché il 31 ottobre? Il 31 ottobre è precedente al bilancio preventivo 2015, quindi la Giunta può stabilire risorse al fine del rafforzamento della prevenzione e della sicurezza del territorio, su proposte fatte dal gruppo di lavoro, ed anche una programmazione pluriennale perché all'interno del bilancio preventivo c'è anche il piano pluriennale dei lavori pubblici in cui vengono programmate le risorse anche per gli anni successivi, quindi, la Giunta può, se vuole, iniziare un percorso di programmazione pluriennale sulla prevenzione di questo territorio.
Chiudo dicendo che lo stesso Presidente Spacca si era detto favorevole affinché iniziasse questo percorso sullo studio degli interventi di prevenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. La mozione da me presentata, subito dopo le drammatiche vicende legate alle alluvioni del 3 maggio, nasceva dalla volontà di stimolare la Giunta regionale, questo Consiglio, ad impegnarsi fortemente nei confronti del Governo, affinché questa problematica potesse in tempi brevi essere discussa.
In tutta onestà, debbo dire che in questo mese e mezzo c'è stato un grande impegno da parte delle istituzioni, sia locali, in particolar modo della città, dell'amministrazione di Senigallia, che regionali, per ripristinare la situazione prima dell'inizio della stagione estiva.
E' chiaro che in poco più di un mese è stato fatto tanto, ma ancora molto c'è da fare, sia per creare le condizioni per gli aspetti pubblici che per la tutela dei privati.
Questa mia mozione vuole essere uno stimolo, se questa Assemblea lo vuole, può trasformarla in una risoluzione con la quale impegnare il Governo a decretare lo stato di emergenza per la regione Marche e in particolar modo per le città fortemente colpite da quel drammatico nubifragio che, voglio ricordarlo, ha provocato anche alcuni morti.
Per quello che mi riguarda c'è la disponibilità ad una modifica, anche tramite una risoluzione, del dispositivo finale dove si impegna la Giunta ad attivare le procedure per avere in maniera celere una risposta definitiva da parte del Governo per il superamento dell'emergenza.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Questa è una mozione condivisibile anche se credo che arrivati a questo punto più che di mozione e di risoluzioni sarebbe opportuno parlare di provvedimenti.
Ricordo che nella scorsa legislatura, esattamente nel 2008, presentai un’interrogazione la quale, in modo chiaro, diceva, seguendo uno studio di Legambiente del Dipartimento della Protezione civile sul rischio idrogeologico, che l'82% dei Comuni marchigiani aveva abitazioni in aree esposte al pericolo ed oltre il 70% rappresentava in tali aree, addirittura, fabbricati industriali con grave rischio per i dipendenti, anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti.
Era il 2008, questa è un’interrogazione che feci nel 2008, sapere che, a sei anni di distanza, si fanno delle mozioni invece che prendere dei provvedimenti per ridurre quell'82% dei Comuni marchigiani a rischio, mi sembra molto superficiale, anche se è apprezzabile l'intento.
Voterò a favore della mozione, però qui si tratta di prendere dei provvedimenti. Non possiamo continuare a fare mozioni nelle quali chiediamo lo stato di calamità, dobbiamo prevenire ove possibile, visto che c'è un monitoraggio del territorio che ci dice quali sono i punti deboli. Dobbiamo intervenire! E' chiaro che non possiamo fare tutto insieme. E’ chiaro che è necessario prevedere dei fondi, ma è altrettanto chiaro che se non facciamo prevenzione andremo avanti per decenni a fare mozioni con le quali chiederemo alla Regione ed allo Stato di intervenire, ma il disagio continueranno ad averlo i cittadini.
Si programmi un recupero del territorio che, anche attraverso una Commissione snella, veloce, si basi su dei fondi certi e non su delle fantasie, perché il tempo, il clima, sta cambiando in modo evidente e non possiamo più rincorrere, dobbiamo necessariamente, perlomeno nei punti di maggiore pericolo e difficoltà, intervenire.
D'accordo con la mozione, ma l'invito alla Giunta è quello di prendere dei provvedimenti per recuperare quel territorio che sta andando letteralmente in malora a partire dall'entroterra che viene continuamente spogliato in virtù di scelte politiche, amministrative e anche sanitarie che tendono a portare lungo la costa le popolazioni. Le questioni legate alla sanità, alle infrastrutture, alla presenza sul territorio, lo dimostrano.
Dobbiamo necessariamente fare in modo che l'entroterra non si spogli e per fare questo, dobbiamo creare delle infrastrutture, dobbiamo lasciare dei servizi, che stiamo spostando lungo la costa, ed intervenire sul territorio.
La presenza dell'uomo sul territorio è fondamentale anche per sua difesa.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Io non so se il disinteresse che vedo, che registro dentro quest'Aula, su un tema così grave, significa che si ritiene la proposta di una Commissione del tutto inopportuna, insignificante, inutile, perché qui di ben altro abbiamo bisogno che di una Commissione d'indagine, (…) allora è una cosa diversa, perché su questo argomento non so se sono più le gocce d'acqua che piovono dal cielo o le lacrime da coccodrillo che ognuno di noi lascia cadere dai propri occhi quando ci sono disastri.
Un gruppo di lavoro tecnico ha un senso, perché noi abbiamo, in questi anni, messo mano ad un sistema, abbiamo smantellato un meccanismo che, in qualche modo, presidiava il territorio, che faceva capo a strutture statali, a soggetti privati, come i consorzi di bonifica, e siamo arrivati alla concezione che bisognava unificare tutti i soggetti pubblici che non avevano risorse per il presidio del territorio.
Ora abbiamo apportato una correzione perché quello che devono fare i privati, lo devono fare loro, non lo può fare un soggetto pubblico, se no saremmo, con decenni di ritardo, come le democrazie popolari dell'est, in cui il pubblico doveva fare tutto, ma poi non lo faceva. Abbiamo ridato forza al consorzio di bonifica perché dobbiamo risistemare, da un punto di vista idraulico, il nostro territorio alla luce delle profonde modificazioni dell'agricoltura e dei sistemi di lavorazione ed anche delle profonde e ancora più gravi modifiche che ci sono state rispetto al territorio naturale con gli insediamenti umani, siano essi residenziali, ma soprattutto industriali ed altro.
Questo va ripensato. E’ un lavoro che non ha bisogno di poche settimane o di pochi mesi, è un lavoro molto complesso che ha bisogno di una progettazione che coinvolge tanta gente in tutto il territorio.
Abbiamo previsto anche la reintroduzione delle imprese di presidio, perché abbiamo bisogno di tante sentinelle che guardino prima che i fatti avvengano. Abbiamo bisogno di tante risorse e abbiamo un’occasione, prima di quella che ha detto il Consigliere Binci, abbiamo il piano di utilizzo delle risorse comunitarie e credo che le risorse previste nel Psr debbano essere un'occasione da sfruttare bene perché lì ci sono risorse ingentissime per risistemare i boschi la cui manutenzione è fondamentale e, alla luce della legge che abbiamo approvato, ci vogliono risorse per risistemare i boschi e farli diventare un momento utile anche per la produzione di energia, con le biomasse. Tutelare il territorio per evitare di pagare tanto per i danni conseguenti.
Se da Commissione diventa gruppo di lavoro, bene, sarebbe il caso di fare una risoluzione in cui si elimini la parte della premessa che è così negativa che per molti di noi diventa difficile …. La riveda, faccia una risoluzione.

PRESIDENTE. Vsto che siamo in presenza di due mozioni presentate da soggetti distinti e che non c'è una risoluzione - cosa che normalmente avviene quando siamo in presenza di diverse mozioni – avverto, prima di chiudere la discussione con l’intervento dell'Assessore Giorgi, che metterò in votazione le due mozioni in modo distinto.
Faccio riferimento anche all'intervento che ha fatto il Presidente Perazzoli per dire che su spinta o indicazione o auspicio, come volete voi, del Presidente Perazzoli - scusi Consigliere Binci, dopo dobbiamo ricominciare da capo - se volete, potete mettervi al lavoro per una possibile risoluzione e rinviamo la votazione dopo il punto successivo.
Se questo non è, non ho problemi a far votare sulle due distinte mozioni.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che una risoluzione non abbia senso, perché nella mia mozione si parla di istituire un gruppo di lavoro tecnico, d'indagine, che lavori per la Giunta, nell’altra si impegna il Presidente a richiedere il riconoscimento dello stato di emergenza. Sono temi differenti che possono essere approvati separatamente.

PRESIDENTE. Perfetto, va benissimo.
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente. Sono d'accordo con lei e con il Consigliere Perazzoli.
Consigliere Binci, per cortesia, in questo senso, mi è sembrato di capire che durante l'intervento del Consigliere Perazzoli, lei di fatto condividesse l'impostazione sul gruppo di lavoro, quindi, anche senza una risoluzione, ma con un emendamento, può darsi che abbiamo lo stesso pensiero, non la chiamiamo Commissione speciale, istituiamo un gruppo di lavoro e mi sembra che cogliamo ...

PRESIDENTE. Lei può parlare, l'importante è che non interrompa il Consigliere Giancarli.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Solo per precisare che ho fatto un emendamento ed il titolo è sostituito dal seguente: "istituzione di un gruppo di lavoro tecnico di indagine, di studio sul dissesto idrogeologico".

PRESIDENTE. Mi faccia capire, questo è un emendamento che propone alla sua mozione?

Massimo BINCI. Si, è l'emendamento ...

PRESIDENTE. Scusate, se viene approvato questo emendamento si ritira l'altra mozione?

Massimo BINCI. Quale?

PRESIDENTE. Consigliere Binci ...

Massimo BINCI. Quale altra mozione, io ho fatto ...

PRESIDENTE. Va bene, ha sbagliato, forza ...

Massimo BINCI. Ho presentato un emendamento alla mia mozione che dice di sostituire il titolo "Istituzione di una Commissione speciale" con "Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico, di indagine, di studio sul dissesto idrogeologico".

PRESIDENTE. Vorrei sapere se questo è in grado di assorbire l'altra mozione oppure no ...

Massimo BINCI. La mozione del Consigliere Pieroni? No!

PRESIDENTE. Va bene, allora le metto in votazione separatamente.
Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sarò velocissimo, glielo assicuro. Intervengo per dichiarazione di voto.
Sulla mozione del Consigliere Pieroni non ho difficoltà, sulla mozione del Consigliere Binci, anche se emendata, voto contro, perché il gruppo di studio e di lavoro …, a prescindere dal fatto che c'è una Commissione presieduta in maniera egregia, se vi andate a rileggere gli atti, le proposte in tutte le fasi, il gruppo di lavoro ha già prodotto risultati. Parlate con Roberto Oreficini, con Mario Smargiasso, con Mario Pompei, il gruppo di lavoro c'è, le proposte ci sono, quel che manca, come diceva saggiamente l'amico e collega Marconi, sono i quattrini.
Perdiamo tempo a fare Commissioni di indagine e di studio, ci sono già gli atti, si sa già cosa si deve fare, purtroppo non sempre i soldi a disposizione sono sufficienti, o meglio, mai i soldi a disposizione sono sufficienti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.
In gran parte l'argomento è stato anticipato dal Consigliere Eusebi.
Ci asterremo non perché siamo contrari o perché non vogliamo essere ..., riteniamo questa cosa lodevole, ma questo gruppo di lavoro dovrebbe riunirsi, Consigliere Binci, un giorno, un giorno semplicemente per raccogliere, come diceva il Consigliere Eusebi, elementi che sono in nostro possesso da anni.
L'unica mozione che dobbiamo fare, l'unico gruppo di lavoro che dobbiamo fare, secondo me, dovrebbe essere presieduto dall'Assessore Marcolini il quale, una volta che il Consiglio e la Giunta hanno deciso che sul dissesto idrogeologico c'è, caro Consigliere Perazzoli, la massima attenzione, perché c'è la massima attenzione in quest'Aula e questa massima attenzione, da parte della maggioranza come della minoranza, si traduce in un intervento di tipo economico, come del resto abbiamo detto tante volte in Commissione, Consigliere Binci.
Questo intervento economico si fa con il soggetto che può aiutarci, è stato nominato, si chiama Pietro Marcolini che in vista del bilancio 2015 ci dice: troviamo 20 milioni di euro, dico una cifra a caso, potrebbero essere 50. Troviamo 20 o 30 milioni di euro? Questi dobbiamo trovare, perché le cose da fare le sappiamo da una vita.

PRESIDENTE. L’Assessore Marcolini declina la Presidenza e dà la risposta immediatamente, credo!
In questo contesto è meglio non dare la parola all’Assessore Marcolini che, giustamente, non la chiede.
Il Consigliere Binci ha presentato alla sua mozione un emendamento e lo abbiamo. Dopo l’intervento dell'Assessore voteremo l'emendamento.
Anche il Consigliere Pieroni ha presentato un emendamento alla sua mozione, glielo farei illustrare e poi chiudiamo il dibattito con l'intervento dell'Assessore Giorgi.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Il mio emendamento vuole essere un contributo. Viste anche le problematiche, la mia proposta è quella di togliere nel dispositivo, le ultime due righe dove c'è scritto "se non si ritiene opportuno anticipare detti aiuti con fondi a carico del bilancio regionale". Dico questo perché mi sembra chiaro che la Regione Marche sta già facendo un grande sforzo per tenere alta l'attenzione e impegnarsi sull'aspetto che riguarda questa drammatica alluvione ed è anche giusto, per onestà intellettuale, non sovraccaricare in questo momento le situazioni visto anche che nel bilancio ci sono una serie di difficoltà.

PRESIDENTE. Va bene, l’emendamento del Consigliere Pieroni è chiarissimo, se lo trasmette alla Presidenza … Bene, chiudiamo il dibattito con l'Assessore Giorgi che in modo succinto tirerà le fila.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. Fa piacere raccogliere tutto questo interesse sul tema dell'assetto idrogeologico della nostra regione che è stata classificata come una delle più fragili a livello del territorio, perfettamente in linea poi con le attività che la Giunta regionale sta portando avanti.
Giustamente il Consigliere Eusebi ha ricordato che già ci sono gruppi di lavoro attivi.
Voglio ricordare subito - entro nel tema che è stato trattato in maniera specifica dal Consigliere Binci, è un tema importante - che quando si parla di assetto idrogeologico, si parla del Pai, del Piano di assetto idrogeologico, di cui è in corso l'aggiornamento. E’ stato costituito il gruppo di lavoro che sta lavorando all'aggiornamento del Pai ed è stato già convocato il comitato istituzionale. Chiaramente su questo tema siamo già attivi da tempo e stiamo procedendo verso quella strada, nella direzione auspicata dalla mozione del Consigliere Binci.
Voglio ricordare che anche in questa Aula sono stati approvati, su proposta della Giunta, degli atti, mi riferisco ad atti approvati in questi ultimi mesi. Abbiamo approvato una modifica alla legge che concerne la manutenzione dei fiumi, tema fondamentale, che va a snellire, se vogliamo, le attività rimanendo nel tema del rispetto dell'ambiente, laddove non ci sono delle posizioni talebane. Abbiamo trovato, devo dire grazie al lavoro svolto in IV Commissione e ai Commissari presenti, ma tutta l'Aula l'ha poi approvata, una strada che ci permette di poter fare questi interventi anche valorizzando il materiale. Tema non secondario, perché mi sembra che la problematica delle risorse si sia evidenziata in tutto il dibattito del Consiglio ed è questo il tema centrale. Abbiamo approvato i criteri per quanto concerne la compatibilità idraulica.
Abbiamo approvato i criteri alla legge di cui parlavo prima, quindi, le linee guida per l'elaborazione di progetti generali dei corsi d'acqua.
I gruppi di lavoro che operano ci sono e da tempo i tecnici che portano davanti studi ed approfondimenti, quindi, non sono cose che attiviamo in quest'ultimo periodo ...

PRESIDENTE. Però scusate, abbiate pazienza, fate le domande, le mozioni, le interrogazioni, ma quando l'Assessore spiega, non sta a sentire nessuno.

Paola GIORGI. In merito alle questioni economiche, c'è in corso, è ancora aperto, un accordo di programma che è stato sottoscritto il 25 novembre 2010 con il Ministero dell'ambiente, nel quale sono previsti moltissimi interventi in difesa del suolo e della manutenzione dell'assetto idrografico del territorio.
Come sapete, è un tema degli ultimi tempi, del quale la Giunta ha parlato molto, mancano all'appello per portare a termine tutti gli interventi previsti dall'accordo di programma 17 milioni di euro che devono essere trasferiti alla Regione Marche da parte del Ministero dell'ambiente.
Questo non è un tema secondario. A febbraio abbiamo inviato al Ministero una rimodulazione degli interventi, perché alcuni, previsti nel 2010, erano stati effettuati magari con altre risorse che avevamo trovato. In realtà il tema delle risorse è prioritario e c'è sempre grande attenzione per recuperarle, quindi, già a febbraio la Giunta ha deliberato ed inviato al Ministero un’integrazione di quell'atto che abbiamo ulteriormente rivisto in questi giorni e rinviato il 10 giugno al Ministero dopo gli episodi dell'ultima alluvione del 3 maggio scorso.
Nonostante le interlocuzioni continue, politiche, tecniche, tutto ciò che possiamo, una presenza direi quasi fastidiosa da parte della Regione verso il Ministero, non sono arrivate risorse, anche se c'è un interesse del Ministero dell'ambiente in questo senso, e lo condivido con voi.
I fondi di sviluppo e coesione che avrà a disposizione il Ministero dell'ambiente andranno per l'80% alle Regioni del sud, quindi, noi, con il nostro 20%, ci troviamo in difficoltà, però il Ministero sta cercando, attraverso dei fondi, con delle economie, di soddisfare le richieste delle Regioni. Questo l'abbiamo chiesto direttamente al Ministro Galletti quando è venuto a Senigallia, lo abbiamo anche reiterato altre volte in questi 15 giorni con appuntamenti al Ministero. Su questo versante grande attenzione e grande pressing da parte della Giunta regionale.
C'è un altro strumento che è stato citato, ieri abbiamo approvato in Giunta i tre Por della prossima programmazione comunitaria 2014-2020: il Por-Fesr, il Por-Fse ed il Feasr, ed è quello che viene poi declinato in ambito regionale come Psr.
C'è stata la scelta precisa e specifica da parte della Giunta regionale di destinare specifici interventi proprio su questa tematica. Per quanto concerne il Fesr, il 7% delle risorse sono collocate nell'obiettivo tematico 5, che è proprio la difesa del suolo e dell'assetto idrogeologico, con attenzione alla difesa della costa, altro tema ampiamente dibattuto. Anche il Feasr presenta delle percentuali importanti e nelle fasi propedeutiche alla stesura dei documenti abbiamo fatto anche incontri specifici per capire quali tipi di interventi sul reticolo idraulico si possono fare con un fondo rispetto ad un altro.
Ha ragione il Consigliere Perazzoli, tutto il tema dell'agricoltura sul reticolato minore è assolutamente fondamentale, quindi, in questo periodo, questo lavoro è stato portato avanti con attenzione dalla Giunta proprio per arrivare poi a definire una possibilità di finanziamento. Possibilità reale, che sia assolutamente idonea alle difficoltà che abbiamo, quindi, è quello che dobbiamo portare avanti.
Rispetto a quanto emerso, voglio dire che la Giunta sta facendo una grande attività in questa direzione.
In merito alla mozione presentata dal Consigliere Pieroni, giustamente l'ha presentata in tempi rapidissimi, il 5 maggio il Presidente ha chiesto al Consiglio dei Ministri il riconoscimento dello stato d'emergenza in tempi celeri. E’ stata fatta la raccolta dei danni ed il sopralluogo dei tecnici della Protezione civile per valutare i danni che la regione intera ha subìto nel corso dell'alluvione del 2 maggio. Sabato scorso a Senigallia, in occasione dell'Endurance, il Ministro Lupi, era presente al forum dell'Endurance, ha pubblicamente detto che venerdì il Consiglio dei Ministri dovrà deliberare il riconoscimento dello stato di emergenza.
Questo è lo stato dell'arte. Credo che questa sia una notizia positiva, pertanto possiamo anche istituire un comitato di lavoro, un gruppo di lavoro che va ad affiancarsi ad un gruppo di lavoro che già opera, titolato, le stesse persone. In realtà già esiste, sta lavorando da tempo e sta producendo anche risultati.
Ho voluto fare una revisione dello stato dell'arte perché mi sembra importante e perché passi avanti nell'ultimo periodo sono stati fatti in maniera significativa.

PRESIDENTE. Grazie Assessore. Cominciamo dalla mozione n. 679 del Consigliere Binci.
Sub emendamento 679/1/1 del Consigliere Binci, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Massimo BINCI. Si cambia il titolo, da "istituzione di una commissione di studio" a "istituzione di un gruppo di lavoro tecnico a sostegno della Giunta".

PRESIDENTE. No, un momento, il sub emendamento che mettiamo in votazione non è questo, cambia la data Consigliere.

Massimo BINCI. Il prodotto del gruppo di lavoro deve essere dato entro il 31 ottobre. Dal 30 settembre è spostato al 31 ottobre.

PRESIDENTE. Perfetto, benissimo, con il sub emendamento si sposta la data.
Emendamento 679/1/1, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Emendamento 679/1 del Consigliere Binci, è quello che ha annunciato prima, il contenuto è: "istituzione di un gruppo di lavoro tecnico di indagine e studio sul dissesto idrogeologico" e "al fine di fornire informazioni necessarie alla Giunta per presentare all'Assemblea entro il 31 ottobre proposte, eccetera ...".
Ha la parola l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Come ho detto nell'intervento, il gruppo di lavoro è già esistente e sta già lavorando. Il Consigliere Binci mi ha detto "si è lo stesso", lo ha detto fuori microfono, con le stesse persone ...
C'è già uno strumento, andarne a creare un altro mi sembra una perdita di tempo, una sovrapposizione (…) sono quelli che stanno facendo, perché quando parliamo di Pai parliamo di quello.

PRESIDENTE. Emendamento 679/1, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 679/2 del Consigliere Binci, lo pongo in votazione..

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione 679, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE, Adesso passiamo alla mozione n. 676 presentata dal Consigliere Pieroni.
Ha già illustrato l’emendamento alla mozione.
Emendamento 676/1 del Consigliere Pieroni, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 676, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 77
ad iniziativa popolare
"Distacco della frazione di Marotta dal Comune di Fano e incorporazione nel Comune di Mondolfo. Mutamento delle rispettive circoscrizioni comunali"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 77 ad iniziativa popolare.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente, si chiude con la discussione in Aula l'iter della proposta di legge n. 77 ad iniziativa popolare per il distacco della frazione di Marotta di Fano e incorporazione nel Comune di Mondolfo.
L'iter è iniziato con il trasferimento della proposta legge alla Commissione nel novembre 2011, quindi, un iter, una discussione c'è stata. Un lavoro lungo nel tempo.
L'iter è regolamentato oltre che dalla legge nazionale, dall'articolo 10 della legge regionale 10 del 1995, che prevede, prima di tutto, che la Commissione valuti il valore della presentazione della legge, dia il proprio parere e la propria approvazione.
La Commissione da subito si è messa al lavoro, ha ascoltato, audizioni, con ampia partecipazione ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. No, vi prego di non fare così, altrimenti sono costretto a fare una cosa che non voglio fare. E poi in questo modo ..., si, se serve lo faccio, perché uno che è di Marotta o non è di Marotta non è autorizzato a calpestare le norme che ci sono.
Lei a casa sua fa quello che vuole, qui no!
Vi prego, non mi costringete a prendere provvedimenti che non ho voglia di prendere. Va bene? Poi su questa vicenda c'è poco da aggiungere.
Prego Consigliere Traversini.

(Dissenso del pubblico)

Gino TRAVERSINI. Mi presi, per ampliare il dibattito e le audizioni, anche la responsabilità, come relatore di maggioranza, di fare ascoltare, questo creò anche qualche disagio, il parroco della frazione di Marotta di Fano, proprio perché c'era un ragionamento legato al discorso del sociale in cui la chiesa aveva il suo valore.
C'è stata un'ampia audizione, sono stati chiesti i pareri dei Comuni, non solo, ma anche dell'amministrazione provinciale e devo sottolineare che il parere dell'amministrazione provinciale è stato importante in tutto questo, nel senso che ci sono stati documenti che hanno parlato a favore del referendum e che hanno posto il problema della questione di Marotta, del disagio che viveva la frazione di Marotta. Anche su questo credo che sia corretto ricordare il processo che ha accompagnato ... quindi, istituzione, associazione e comitati che allora erano costituiti.
La legge regionale prevede il passaggio in Aula per la determinazione dei territori che dovevano andare a votare. Non ripercorro le motivazioni, le problematiche, in questi due passaggi abbiamo discusso ampiamente dell'individuazione del territorio. Non devo ritornare indietro perché se la Commissione ha valutato favorevolmente vuol dire che questa discussione, legata a un problema ventennale, c'è stata sia in Aula che all'interno della Commissione. Ricordiamo che non è un caso configurabile con altri perché è un problema che si trascina da tantissimi anni, lo sapete benissimo, anche con un vecchio referendum.
Nel primo passaggio c'è stata una deliberazione amministrativa ed abbiamo deciso che a votare fossero solo ed esclusivamente gli elettori del territorio soggetto al distacco. Questo perché venivamo da un'esperienza per cui la nostra Regione, per lo stesso principio, ha perso 7 Comuni. Avevamo questa esperienza e sulla base di questo abbiamo chiesto lo stesso metodo.
Ci fu il ricorso del Comune di Fano, il Tar diede la sospensiva, nella sospensiva si invitava il Consiglio regionale ad allargare la zona interessata ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Sono dispiaciuto di questo atteggiamento, però ho capito una cosa, lei stamattina la vuole buttare in rissa, sta provocando una mia reazione. Provocazione per provocazione, io la reazione ce l'avrò ed ad un nuovo intervento chiederò di farla allontanare dall'Aula. Questa non è democrazia specialmente su un tema in cui non ci sono problemi particolari: si sono espressi i cittadini, c'è stato un referendum, ci sono state le votazioni, tutto il percorso è stato fatto ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Questa la dice lunga sul rispetto delle regole. Complimenti! Consigliere Traversini, prego.

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. La Provincia ha detto di sì con l'unico atto valido ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Per favore, Consigliere Traversini continui.

Gino TRAVERSINI. Provo ad andare avanti, se non perdo il filo del ragionamento.
Siamo tornati in Consiglio con la nuova indizione del referendum che è, ripeto, una deliberazione amministrativa ed abbiamo deciso di allargare il territorio interessato sia verso Fano che verso Marotta di Mondolfo.
Su questo le opinioni possono essere diverse.
Questa è stata la decisione di questo Consiglio regionale, nei confronti della quale è stato presentato nuovamente ricorso al Tar.
Il Tar questa volta non ha dato la sospensiva. Il Comune di Fano non ha fatto ricorso al Consiglio di Stato come poteva fare.
Questi sono i dati della cronistoria, Siamo andati avanti con l'indizione del referendum che si è effettuato il 9 marzo.
Sulla scelta del territorio non ci ritorno perché è stato un ragionamento discusso a cui il Tar non ha fatto opposizione come aveva fatto la volta precedente nella quale aveva detto di allargare la zona interessata.
Questa è la cronistoria. Non ritorno su quelli che sono gli elementi di valutazione, noi siamo qui ad approvare la legge in base al risultato elettorale del referendum.

(Dissenso del pubblico)

Gino TRAVERSINI. Innanzitutto è un referendum consultivo, quindi, non c'è quorum, anche se ci fosse stato ha raggiunto il 57% dei votanti, quindi, ha superato quello che normalmente è il quorum. Ricordo che per molto meno abbiamo perso i Comuni della Valmarecchia. Abbiamo approvato fusioni per molto meno, nel senso che ci sono state consultazioni con la percentuale di partecipazione sotto il 50%, quindi, da questo punto di vista e con onestà posso dire che il risultato è stato ottenuto. Chiaramente riferito al territorio che questo Consiglio ha individuato.
Sui dati ognuno può dare un’interpretazione, però ci sono due dati fondamentali che secondo me vanno considerati. Uno è il dato complessivo perché questo Consiglio regionale ha detto quale era il territorio chiamato a votare ed in quel territorio ha votato il 57% ed il 63% di chi ha votato era favorevole del distacco. Questo è il primo dato. Il dato generale.

(Dissenso dal pubblico)

Gino TRAVERSINI. E’ chiaro che ci sono dei sottodati che però non fanno parte di un ragionamento, li devi valutare. Se prendete la zona di Fano e basta vince il NO ...

(Dissenso del pubblico)

Gino TRAVERSINI. Se si prendono solo i dati di Fano vince il NO. Se si prendono i dati di Mondolfo vince il SI.
Un legislatore serio e chi siede qui deve avere due dati, uno per il territorio che è stato chiamato, quello generale che non è il più importante, dove vince il SI ed il secondo dato, non lo dico io, ma lo dice la Corte costituzionale - lo sapevamo prima tant'è che il Presidente Perazzoli era per far votare tutti, lo ricordo, ne abbiamo discusso e non c'era problema perché il discorso era che Fano è grande, Mondolfo è piccolo, se si vota tutti insieme Fano schiaccia – è che è prevalente la votazione del territorio che si deve distaccare. Questo non sarebbe stato un problema, abbiamo fatto un’altra scelta ed io comunque dico che quello che conta è il voto degli elettori di quel territorio che è soggetto al passaggio.

(Dissenso del pubblico)

Gino TRAVERSINI. Se noi prendiamo le due sezioni che sono interamente nel territorio di Marotta di Fano abbiamo una percentuale di votanti del 68% e un voto a favore del 66%, quindi, ripeto …

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. E' l'ultimo avvertimento che le do, o la smette ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. La conosco da tempo e so che lei è un provocatore. La conosco, lei è venuto qua non per risolvere un problema che non è risolvibile, ma per provocare. Solo per provocare.
Loro hanno votato.

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Credo che state dando uno spettacolo che passerà alla storia. Fortunatamente tutto è registrato anche con le immagini ed ognuno si assume le proprie responsabilità.
Non si può fare così, lo so che lo sta facendo per provocare, lo so, però non è un bell'esempio. Comunque tutto viene registrato e va agli atti.
Anzi, prego le forze dell'ordine, la Digos che è presente di valutare tutto quello che sta accadendo.
E' una Assemblea legislativa, in piazza si può fare tutto, qua no!
Lo so che lei cerca questo! Lo so!
Prego Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Presidente faccio una parentesi su quello che sta succedendo.
Devo dire che mi dispiace particolarmente anche a livello personale perché oltre ad aver sempre dichiarato quello che sto dicendo, quindi, non ho mai nascosto quale fosse il mio pensiero, in tutto questo periodo mi sono reso disponibile ad incontrare sia Marotta di Fano che Marotta di Mondolfo per accompagnare questo processo che capisco delicato, ma questo è un processo democratico, e se oggi siamo in queste condizioni non è per colpa delle decisioni di questo Consiglio regionale, ma probabilmente della politica che non ha saputo dare risposte.
Accusare il relatore ed i Consiglieri di altri problemi, secondo me, è sbagliato.
La disponibilità nei passaggi è sempre stata piena, della Commissione, dei Consiglieri e degli Assessori di questa Regione.
Finisco dicendo che quello che ha detto la Corte Costituzionale è molto importante: chi vota nel territorio oggetto di passaggio ha un valore assoluto. Nei due seggi completamente nel Comune di Marotta di Fano la percentuale è rilevante: il 68% ha votato ed il 66% ha detto SI. E’ anche vero che ci sono altri seggi, sezioni che hanno votato NO, dove ci sono parti di quel territorio, ma non è così rilevante perché non è intero.
I Consiglieri sanno valutare, i dati li hanno visti, le due sezioni interamente nel Comune di Marotta di Fanno hanno dato quei risultati, gli altri sono da estrapolare, però quelli sono i dati rilevanti.
Con piena onestà per quello che penso, come fanno tutti i Consiglieri, ed anche per il percorso che abbiamo fatto - sono pesarese perciò vedo Marotta da molto lontano e anche con un certo distacco, questo mi permette di essere ancora più libero - chiedo all’Aula di votare questa legge, se si vuole rispettare un processo democratico, come quello che abbiamo portato avanti, credo che il risultato sia questo.
La legge è di tre articoli, è molto semplice, non ci sono divisioni legate al catasto perché si è previsto un canale come confine, poi i Comuni in sei mesi dovranno prevedere i passaggi delle proprietà, poi se non c'è l'accordo interverrà la Regione.
Concludo con l'invito ad approvare la legge. Dico che quello che sta succedendo, lo dico con molto dispiacere, è un difetto della politica perché quando la politica non si mette intorno ad un tavolo e non dà risposte nei tempi dovuti, nei momenti opportuni e lascia iniziare un processo democratico come quello del referendum, che è correttissimo, per avere un ritorno, poi si accettano i risultati e non si interferisce. Invece la politica prima non risolve i problemi e poi scarica sugli altri le tensioni, anche dentro queste posizioni ci sono strumentalizzazioni di chi la politica non la fa in maniera seria. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Sarò breve e non certo per il clima che se vuol essere intimidatorio, non lo è per niente e mi indurrebbe a parlare qualche ora, a fare ostruzionismo come si faceva una volta perché le interruzioni certe volte sortiscono l'effetto contrario, ma per due altre ragioni cercherò di essere breve.
La prima è che potremmo liquidare la questione con i risultati, i risultati sono stati lampanti ed è per questa ragione che la legge è pervenuta poi in Consiglio.
Seconda cosa, credo che questa vicenda ci abbia occupato anche troppo. Con tutto il rispetto per tutti, sono anni che la Commissione, e mi piace parlare a difesa dell'operato della Commissione, va dietro a questa vicenda con estremo zelo, svolgendo addirittura il compito in loco perché ha fatto addirittura dei sopralluoghi ed anche grazie al Presidente, ma ovviamente all'apporto di tutti, è stata aperta a tutte le audizioni. Tutti hanno potuto tranquillamente partecipare. Più volte ha convocato le istituzioni comportandosi come il notaio, come garante della legalità in questa situazione, perché altro che garantire la legalità e la corretta procedura degli articoli 133 e 117 della Costituzione, lo dico anche per chi sta ascoltando dagli spalti, la Commissione non poteva fare. Il Consiglio non può che prendere atto della regolarità dello svolgimento dell'escursus costituzionale, tanto più costituzionale da quando, con la riforma del Titolo V, le modifiche delle circoscrizioni comunali, Presidente, sono esclusivamente di competenza della Regione.
Prima non era così e c'era un doppio parere, un doppio iter, quindi, la Regione è pienamente competente su questa situazione. La Commissione per questo ha svolto, controllato e vigilato, lo dico anche per i Consiglieri che magari hanno meno conoscenza della cosa, anche in pendenza di ricorsi giurisdizionali perché il Tar è stato audito più volte, il Consiglio di Stato lo stesso, si è avvalsa delle sentenze della Corte costituzionale più importanti in materia che hanno detto come e di quanto allargare le cosiddette popolazioni interessate - perché poi è stato quello il vulnus che si lamentava da parte soprattutto dell'amministratore comunale di Fano ed è stato quello che ci ha occupato per più tempo e su questa questione abbiamo studiato di più - ha ritenuto, proprio in base alle sentenze che qui menziono e ricordo, le più importanti in tal senso sono quelle della Corte costituzionale ... va bene, le due sentenze che conoscete, sopratutto quella del 2006 mi pare o del 2007, ha ritenuto di estendere e di considerare popolazioni interessate anche non quelle strettamente interessate al cambiamento, allargando per buona parte su Fano anche se non tutta Fano ovviamente e allargando per buona parte su Mondolfo.
Riteniamo per questo che il risultato sia abbastanza schiacciante perché il 65% è la ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Stanno tentando la provocazione estrema, andiamo avanti, Consigliera Romagnoli.

(Dissenso del pubblico)

Franca ROMAGNOLI. Il risultato è abbastanza univoco ed il 65% deriva peraltro dalla media di sezioni che hanno votato al 95% e di altre che invece hanno votato sfavorevolmente, quindi, con un dato che in Commissione, è tutto agli atti, ci eravamo prefissi di interpretare, perché è verissimo ...

(Dissenso del pubblico)

Franca ROMAGNOLI. Credo che prima di decidere in quale Comune si voglia andare, si debbano spolverare i primordi dell'educazione, della civiltà e della cittadinanza, prima di essere cittadini di Mondolfo o di Fano bisogna essere cittadini.
Qui non vedo cittadini per lo meno quelli che urlano e sbraitano dopo di che ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Complimenti, state delegittimando un'intera città con questo comportamento. Complimenti! Continuate pure, rimane tutto agli atti.

Franca ROMAGNOLI. Dopo di che consapevoli che il referendum è consultivo e che non obbligava a nessuna deliberazione, abbiamo interpretato i dati e in base a tutte le considerazioni che abbiamo fatto ed in base al dato numerico che non è l'unico, perché il dato numerico derivava da voti di un particolare tenore, di una certa zona e da voti diversi delle zone limitrofe, ma pur sempre voti favorevoli a questa unificazione, abbiamo deciso di andare avanti. Ma proprio per quanto la Commissione si sia fatta ed abbia avuto degli scrupoli ed abbia compiuto il cammino in maniera ponderata, ha rinviato tutto a dopo le elezioni proprio per far si che questa annosa vicenda non diventasse prepotentemente materia esclusivamente elettorale, come già in parte lo era diventata anche perché per i ricorsi che ha avuto al Tar, siamo arrivati un po' al limite delle elezioni.
Deciso di rimandare a dopo le elezioni, siamo oggi al primo Consiglio utile dopo i ballottaggi, credo che il voto sarà libero, ovviamente, ma credo che l'indicazione ed il parere che la Commissione ha dato, siano sacrosanti perché, ripeto, prendono atto di tutti gli dati giuridici che ha esaminato.
Mi permetto di aggiungere una cosa, abbiamo anche noi ricevuto delle lettere da una parte e dall'altra, sta nella logica delle parti però a chi oggi eccepisce che c'è un nuovo Sindaco, non entro nel merito, posso dire anche rassicurando il nuovo, che il precedente Sindaco ha fatto tutto quello che doveva fare per mantenere Marotta a Fano, addirittura facendo i ricorsi. Abbiamo avuto più stop da parte del Sindaco Aguzzi proprio perché ha interloquito, ha partecipato, ha difeso, a tratti anche in maniera, come dire, strumentale, ma è chiaro che un Sindaco non può dare il consenso a perdere una parte di territorio. E’ stato presente sia in Commissione che giudiziariamente con i ricorsi giurisdizionali, che ai sopralluoghi, Ha fatto, posso dire, tutto quello che un Sindaco anche con troppo zelo poteva fare per mantenere.
Non ho ovviamente sentito il nuovo di Sindaco ma credo che le eccezioni sia da un punto di vista ..., perché sono state svolte? Perché nulla c'è di nuovo rispetto a quello che il Sindaco Aguzzi ha fatto in precedenza e di tutto quello che il Sindaco Aguzzi ha detto ed interloquito la Commissione ha preso conoscenza, ha fatto le sue valutazioni e sono contenute nel parere e nella decisione della deliberazione.

(Applausi)

Franca ROMAGNOLI. Lo dico per rassicurare, per rasserenare gli animi e soprattutto per continuare a difendere il ruolo di garante e di notaio che la Commissione ha svolto, perché davvero ha sentito tutti, poi se pro tempore prima c'era un Sindaco ed ora ce n'è un altro, mi pare che la posizione sia la stessa perché il Sindaco di prima ed il Sindaco di oggi chiedono che questa frazione non venga meno e la Commissione anche in questo senso ha dato e ha dato in maniera scrupolosa.

(Dissenso del pubblico)

Franca ROMAGNOLI. Ribadendo il fatto che di questa vicenda le istituzioni se ne sono occupate anche troppo, a mio modesto parere, credo che Abu Mazen e Shimon Peres abbiano avuto, nonostante le guerre secolari, più civiltà nel parlare e soprattutto meno attenzioni di quante la Regione Marche ne ha dedicate alla divisione o all'unificazione di Marotta, chiamatela come volete. Credo che la Commissione più che consegnare questo atto con l'indicazione di parere favorevole, non possa e non poteva fare.

(Applausi)

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Grazie Presidente. Se si rileggono anche le mie dichiarazioni ogni qualvolta quest'Aula è stata chiamata a dibattere in merito, relativamente all'indizione del referendum e alla scelta dei territori chiamati a votare, si vedrà sempre la mia coerenza relativamente a più punti.
Da un lato circa l'inopportunità di far indire un referendum poco prima delle elezioni amministrative, perché dal mio punto di vista tutto sarebbe stato inquinato dalla questione referendaria e così è stato.
Le amministrative di Fano hanno necessariamente fatto leva anche sulle istanze di secessione o di non secessione. Non è un caso che oggi il nuovo Sindaco di Fano invii una lettera in cui fa proprie quelle valutazioni che erano anche del Sindaco Aguzzi e che erano del comitato del NO alla secessione che però il PD prima non manifestava affatto, perché devo dire con onestà che il PD ha voluto strumentalizzare fortemente questa questione, utilizzandola a fini elettorali durante le amministrative. Promettendo, come si capisce bene oggi, alla parte contraria alla secessione che avrebbe garantito il proprio impegno per far sì che la Commissione prima e il Consiglio dopo cambiassero parere.
Questo è stato un comportamento da parte del PD disonorevole ...

(Applausi)

Elisabetta FOSCHI. ...se n'era parlato, avevamo detto che questo era il rischio, se il PD aveva una posizione era giusto che la esprimesse prima in modo che il dibattito sulle amministrative non venisse intaccato in questa maniera. Questo non è avvenuto perché ...

(Dissenso del pubblico)

Elisabetta FOSCHI. ... infatti i nodi vengono al pettine adesso.
Questo tema è stato usato durante le amministrative, non ne fa mistero il neo Sindaco Seri che nella lettera che invia al Presidente dell'Assemblea, al Presidente della Giunta ed al Presidente della Commissione affari istituzionali, dice che il suo successo è stato conseguito in forza degli impegni assunti con i suoi concittadini e condivisi dalla coalizione di centro sinistra che lo ha sostenuto, tra l'altro in maniera anche poco corretta, perché scrivendo a dei Presidenti che rivestono una veste istituzionale parlare di coalizione di centro-sinistra che l'ha sostenuto o meno, non mi sembra molto corretto. Il Sindaco parla a nome di tutti e non soltanto di chi l'ha sostenuto.
Detto questo, oggi denuncio fortemente quello che avevo palesato e quella che era la mia forte preoccupazione e cioè che il tema della secessione e del distacco di Fano, di una parte di Fano verso Mondolfo, sarebbe stato usato strumentalmente in campagna elettorale. Così è avvenuto ed oggi i cittadini si rendono conto che chi aveva promesso, aveva fatto promesse non mantenibili, perché va dato atto di una cosa, la posizione il PD, la maggioranza di centro-sinistra e i vari componenti della Commissione, l'avevano già assunta, si è trattato di aspettare a dopo le elezioni ma l'avevano già ...

(Dissenso del pubblico)

Elisabetta FOSCHI. ... certo sarà un voto di libera coscienza, ma la decisione era già assunta, quindi, ribadisco l'atteggiamento davvero disonorevole, poco rispettoso dei cittadini, di chi ha voluto non dire esattamente quale sarebbe stata la decisione. Non dirla solo perché faceva comodo non dirla, solo perché consentiva di illudere, solo perché consentiva di avere il voto del 60% dei cittadini che erano contrari alla secessione.
Questo è avvenuto e oggi si palesa manifestamente.

(Applausi)

Elisabetta FOSCHI. Detto questo, sono sempre stata convinta che il referendum non andasse svolto, sicuramente non in quel contesto temporale, e che a doversi esprimere non dovessero essere se non i territori fanesi, in quanto sono i territori fanesi chiamati a spostarsi.

(Applausi)

Elisabetta FOSCHI. Per i territori di Mondolfo non cambia nulla, sono i cittadini fanesi che cambieranno Comune, che cambieranno residenze, che cambieranno tutto e quant'altro ne consegue, per gli altri non cambia niente, quindi, i cittadini fanesi dovevano essere chiamati.
Condivido anche le valutazioni che il Sindaco Seri scrive che poi erano quelle di Aguzzi. Per me va bene audirlo, lo dico, fermo restando che non è che cambiando il colore di un Sindaco .... Il Sindaco è una figura istituzionale sempre, prima e dopo, quindi, in continuità con quella che era la richiesta del Sindaco di Fano prima, per me va bene anche un'audizione, va bene anche un rinvio di questa discussione, un approfondimento, però non prendiamo in giro nessuno, non andiamo in giro a dire che la posizione potrebbe essere rivista se un partito ottiene una percentuale piuttosto che un'altra. Questo non sarebbe onorevole per i componenti di un'Assemblea legislativa che non si fanno condizionare da un esito elettorale, ma si esprimono in base a convinzioni assunte a seguito di approfondimenti e di studi quali sono stati fatti.
Sono contraria al passaggio della parte di Fano sotto Mondolfo.

(Applausi)

Elisabetta FOSCHI. Lo sanno benissimo anche i cittadini di Marotta di Fano favorevoli al passaggio. Non ho mai assunto posizioni poco chiare in merito, sono sempre stata molto palese su quelle che erano le mie convinzioni, se non altro ... si esatto, se non altro perché il referendum, a mio avviso, non era così chiaro ed esplicito come qualcuno intende, perché la parte predominante dei SI è sotto il territorio di Mondolfo e la parte di Fano ...

(Applausi)

Elisabetta FOSCHI. ... consideriamo anche che la percentuale di persone che sono andate al voto non è elevatissima, non è favorevole al passaggio sotto Mondolfo.
Fermo restando che referendum è consultivo, è l'Assemblea regionale a dover fare le sue valutazioni, non è che siamo qui a dire: "Ha votato il 57%, nella somma passa con il 65%". Noi dobbiamo fare le valutazioni, se è opportuno o meno che ci sia un distacco di un territorio verso un altro, sapendo benissimo che questo crea anche un precedente pericoloso.
Mi rivolgo a quei Consiglieri che non sono della mia provincia, che sono di altri territori che oggi magari non si sentono coinvolti da questo dibattito, ma che potrebbero esserlo domani perché magari una situazione analoga potrebbe accadere in altre province, in altri territori ed allora vi sentirete più coinvolti di quanto non lo siete oggi.
Il distacco e il cambiamento di confine di un territorio non è cosa da prendere alla leggera, è cosa che va ponderata attentamente.

(Applausi)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Grazie Presidente, poche parole, purtroppo non è la prima volta che ci troviamo di fronte a situazioni del genere, quando c'è un referendum che sposta i confini le polemiche e le lacerazioni sono automatiche e normali.
Lo abbiamo già vissuto due, tre anni fa, lo riviviamo oggi, però io ci tengo a dire che la responsabilità deve essere un fatto assoluto per chi fa politica, di fronte a tutti, in un consesso come questo, evitando furbizie, evitando tentativi di acchiappare qua e la qualche consenso in più, qualche adesione in più, questa purtroppo, anche nei limiti notevoli che ci sono nella procedura, è una strada che è stata tracciata.
Do atto al Consigliere Traversini ed alla relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli per il coraggio di aver riferito su un tema del genere, sono stati interrotti e questo, qualche volta, sconvolge l'unitarietà dell'intervento, confonde le idee, però quella strada è arrivata qui tracciata nel percorso da una Commissione, discutibile quanto si vuole, ma tracciata. Le lacerazioni ci sono ...

(Dissenso del pubblico)

Mirco RICCI. Fatemi finire per piacere. Riferisco semplicemente un'altra cosa. Questa mattina, siccome mi sono reso conto che sarebbe finta così, ho tentato, questo lo voglio dire perché tra noi bisogna essere corretti, ai Capigruppo di chiedere di accompagnare l'esito finale di questa legge in Aula, con una richiesta di rinvio, stante il lavoro fatto dalla Commissione. Attenzione questo va sottolineato! Devo dire la verità, ai Capigruppo dopo di me, per ricevere quanto meno un minimo di solidarietà e per far capire al Capogruppo del PD che poteva passare in Aula, non ha parlato nessuno e nessuno ha dato solidarietà.
In queste situazioni per evitare le furbizie, c'è la semplice responsabilità del voto dell'Aula che ognuno di noi, di fronte all'Aula e di fronte a chi oggi assiste, si prende e si assume. Fine!
Il tentativo estremo per decantare un po' il clima, per 10-15 giorni, per stemperare gli animi, si è tentato. Non ci sono stati da parte di altri gruppi, ovviamente io rappresentavo il mio, cenni di solidarietà per tentare un'opzione di rinvio.
Questo è stato fatto, quindi, le furbizie, i richiami al passato, contano poco.
Ora che il rinvio non c'è stato, conta l'Aula, questa legge è composta di tre articoli, si vota ed ognuno si assume le proprie responsabilità.
Il tentativo estremo è stato fatto questa mattina ai Capigruppo chiedendo ripetutamente al Presidente Solazzi, che è anche il Presidente dei Capigruppo e dei Consiglieri, di ascoltare il Sindaco appena eletto. E' stato fatto un incontro riservato, un'opportunità è stata data, ma sicuramente non sufficiente.
Ecco il tema qual è! Si poteva fare qualcosa in più, ma, ripeto, questa legge ha avuto il percorso in Commissione ed oggi è arrivata in Aula.
Il percorso è compiuto per cui oggi siamo qua ed ognuno di noi deve scegliere come votare, in maniera trasparente, senza furbizie ed in maniera responsabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Si è passati all'offesa personale nei confronti dei Consiglieri, addirittura ho sentito parlare di terreni, nei confronti di qualcuno.
E' tutto registrato, comunque chiedo alle Forze dell'ordine di vigilare perché c'è un limite a tutto. Chiaro?
Prego Consigliere Carloni

Mirco CARLONI. Sinceramente, Presidente, non immaginavo che ...

PRESIDENTE. Non avete reso un gran vantaggio alla vostra causa venendo qui stamattina ... si, in modo trasparente.
Prego Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Presidente, non immaginavo che l'epilogo di questa vicenda fosse questo, per una ragione molto semplice, perché tutta questa battaglia su Marotta unita era iniziata, per lo meno a me fanese mi era stata raccontata, come una battaglia per unire un quartiere, per unire una frazione che storicamente era divisa nel mezzo.
Ho sempre percepito questa battaglia come qualcosa che doveva servire ad unire un popolo, un quartiere.
Voglio solo fare cinque secondi di cronistoria perché, secondo me, come diceva giustamente il Consigliere Ricci, in questo momento la cosa peggiore è vedere chi è felice di veder litigare i marottesi tra di loro, di vedere chi magari viene in Aula ad additare i Consiglieri regionali, ancorché consapevoli delle loro dichiarazioni di voto già da tempo. Vi voglio dire soltanto alcuni passaggi.
Nel 2007, c'è la stampa per fortuna a ricordarlo, eravamo tutti marottesi. Nel 2010 abbiamo tutti raccolto le firme perché Marotta fosse unita, anche coloro che oggi sono contrari hanno firmato quel referendum. Non mi vergogno a dirlo, ...mi scusi, abbia la correttezza, visto che per quattro volte mi ha additato dal pubblico chiedendomi di vedere quello che farò, lo sto dicendo, me lo faccia dire anche perché io faccio il Consigliere regionale, sono stato eletto a 28 anni, si figuri se ho paura di dire quello che penso. Io sono stato eletto dai miei cittadini per dire quello che penso, magari, non sarò più rieletto Consigliere regionale, questo lo metto in conto, non c'è nessun problema, anche perché ho capito che lei è venuto qua proprio per attaccare me, quindi, evidentemente l'hanno mandata per questo. Ma non importa, sinceramente le dico che mi dispiace perché vedo una parte di popolazione aizzata, questo mi dispiace, mi dispiace proprio, perché questa cosa doveva servire ad unire, non a dividere.
Nel 2010, dicevo, abbiamo raccolto le firme, c'è chi ha firmato anche tra coloro che oggi fanno i furbi e che dicono di essere sempre stati contrari. Perché? Perché la risposta a quella divisione popolare era l'unione di Marotta. E' chiaro che l'unione di Marotta doveva essere fatta in un unico soggetto giuridico, un nuovo Comune, ... la verità è che doveva essere fatta un'unione sotto un unico Comune. Questa era la cosa giusta da fare.
Se chi ha voglia di leggere la storia prendesse le mie dichiarazioni, da quando è stato deciso il referendum, vedrebbe che ho sempre detto che la cosa giusta da fare era l'unione sotto un unico Comune, nuovo. Purtroppo la legge non lo consente e chi ha raccolto le firme le ha raccolte chiedendo come quesito referendario di annettere una parte di popolazione di Marotta di Fano nel Comune di Mondolfo. Il quesito posto ai cittadini chiamati a votare era chiaro.
Voglio far notare, anche perché mi pare necessario ricostruire i percorsi perché non so quello che possono aver raccontato e quindi mi fa piacere dirlo direttamente, che io sono uno dei 40 Consiglieri che oggi votano. Non ho nessun potere in più degli altri colleghi, non voglio condizionare nessuno, vi dico quello che faccio, assumendomene tutte le responsabilità. Nel 2012 inizia l'iter in Commissione, io non sono mai andato in Commissione, non ho mai partecipato ad una riunione per chiedere ad altri colleghi di votare questi passaggi, ma in tutti questi passaggi che la Presidenza dell'Assemblea legislativa ha fatto, ha rispettato le norme di fronte ad una richiesta legittima di cittadini autenticata per indire un referendum. Una volta la deliberazione è stata modificata su sentenza del Tribunale amministrativo regionale, la seconda volta è stata ammessa l'indizione del referendum. Mi ricordo quello che ho detto in quest'Aula: "Sono rispettoso della democrazia e dell'autodeterminazione dei cittadini. Un potere che la Costituzione afferisce al Consiglio regionale è quello di modificare i confini, articolo 133 della Costituzione, se i cittadini legittimamente decideranno di modificare la propria residenza sotto un altro Comune, io rispetterò quella volontà". Questa è stata la mia dichiarazione quando abbiamo deciso di far fare il referendum, abbiamo fatto spendere soldi pubblici per fare il referendum, oggi sarebbe impensabile non rispettare quella volontà espressa democraticamente nei seggi.
Dopo di che io ho grande rispetto, Presidente, per tutte le opinioni, capisco anche che chi ha perso quel referendum, chi si è trovato coinvolto in questo passaggio oggi sia arrabbiato, lo capisco proprio, perché è comprensibile ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Vada avanti Consigliere, vada avanti.

Mirco CARLONI. E' comprensibile che ci sia chi ha subìto quel referendum ed oggi si trova a dover cambiare Comune.
Questo lo comprendo e mi dispiace che questa decisione, mi dispiace veramente, faccia arrabbiare i cittadini ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Vada avanti Consigliere.

Mirco CARLONI. ....però, credo che con grande onestà intellettuale, se dall'altra parte c'è un minimo di onestà intellettuale, e lo dico guardandola in faccia, come lei ha fatto prima, quando ci siamo visti le ho espresso quella che era la mia posizione che è stata coerente dall'inizio alla fine. Non faccio il buffone qui per prendere quattro voti. Ho sempre detto che ero a favore dell'unificazione dei cittadini di Marotta, lo ribadisco questa mattina in modo coerente, senza condizionare nessuno, ognuno qui vota quello che vuole, fa quello che vuole, però non mi piace questo atteggiamento che dice: "Voglio vedere cosa fate"! Cosa significa?
Noi siamo stati eletti, se c'è una cosa che possiamo fare, è parlare, se c'è una cosa che possiamo fare, siamo deputati a parlare, se viene un cittadino su un milione e mezzo in Aula a intimidire i Consiglieri regionale è un fatto gravissimo, Presidente ...

(Dissenso del pubblico)

Mirco CARLONI. Sono venuto a chiedere i voti e tutte le volte che c'è stata l'occasione ho ribadito quella che era la mia posizione.
Non mi nascondo, perché non sono abituato a nascondermi mai di fronte a nessun pericolo, figuriamoci di fronte a lei.
Vi dico con sincerità che mi dispiace perché questa unificazione doveva servire ad unificare Marotta ed io voto a favore soltanto per dare seguito e rispettare i cinque anni di attività legislativa fatta qua dentro e per rispettare la maggioranza che ha votato il referendum. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dico subito che intervengo con un po' di distacco emotivo non essendo residente nella provincia di Pesaro, né nei Comuni di Fano o di Marotta, però ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi e in particolare quello della Consigliera Foschi.
Noi ci troviamo di fronte ad un provvedimento che tutto sommato prende atto di una divisione di un popolo anche se di due frazioni, di due Comuni diversi.
Credo che la politica qualche ragionamento, qualche riflessione debba farla.
Primo: si è giunti ad un referendum consultivo, io ho sempre creduto che i referendum non siano l'esempio più evidente di democrazia, perché non credo nella democrazia diretta, il referendum c'è quando c'è un grande scontento di popolazione o quando la politica fallisce.
Ha detto bene il Consigliere Traversini, in questo caso la politica ha fallito, perché se è vero che questo non è l'ultimo referendum, ne sono stati fatti altri, almeno uno, e da decenni questo problema esiste, i due Sindaci, le due amministrazioni comunali, i partiti che hanno governato questi Comuni hanno fallito, non hanno risolto un problema. Questo è evidente!
Noi abbiamo stanziato centinaia di migliaia di euro per unire i Comuni, per le fusioni dei Comuni, prendiamo atto che c'è una parte che viene divisa. Dico questo come riflessione, il non funzionamento è l'incapacità della politica di gestire e governare un territorio regionale e la maggioranza di questo ha la responsabilità maggiore, altrimenti non sarebbe la maggioranza, questo a me pare evidente.
Sinceramente questa mattina parlando con il capogruppo del PD gli ho detto che se proponeva il rinvio ero d'accordo, l'avrei votato. Perché?

(Applausi)

Raffaele BUCCIARELLI. Perché credo che un eccesso di savoir faire istituzionale nei confronti del nuovo Sindaco non sarebbe stato male. C'è un Sindaco che ancora non è insediato perché ... eravamo in due, lo so, però non c'è battaglia peggiore di quella persa senza essere fatta.
Detto questo però, non mi convince il fatto che il Sindaco sia stato ascoltato in forma, come ha detto il Consigliere Ricci, quasi privata. Le audizioni si fanno in forma ufficiale. C'è la Conferenza dei Presidenti dei gruppi, si accoglie il nuovo Sindaco, tra l'altro era Assessore alla Provincia di Pesaro, sentiamo cosa dice, e noi che dobbiamo decidere, decidiamo.
Questa è già una contraddizione, l'ho detto è una riflessione che faccio, perché comunque vadano le cose, questo è un iter che deve essere portato a compimento e siccome dobbiamo portarlo a compimento, la Commissione ha lavorato, i referendum ci sono stati, ci sono stati ricorsi, c'è chi ha lavorato pro e chi ha lavorato contro, alla fine la democrazia è anche decisione, non possiamo rimanere nel vago.
C'è stata una correttezza procedurale, io dico, perché la Commissione ha lavorato e noi come Consiglio regionale non possiamo che prendere atto del lavoro che è stato fatto.
Io non credo, vedete anche questo è contraddittorio, ma a volte la vita e anche la politica ci portano nelle contraddizioni evidenti a dover prendere decisioni, quindi, dispiace sentire questi stati d'animo eccessivamente, per me, riscaldati. Li capisco, spero proprio, questo è il significato, che chi ha più responsabilità degli altri, perché ha più voti, perché ha più peso politico, eviti in futuro che si riproduca una scena avvilente come questa di oggi, perché comunque vadano le cose non avremo scritto una bella pagina della democrazia regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. Intervengo come terzo chiamato in causa perché abbiamo lasciato ampia decisione ai nostri rappresentanti territoriali per venire a capo di questa questione.
Oggi, caro Presidente, il capogruppo del PD, Consigliere Ricci, alla riunione dei Capigruppo, come mi ha riferito la nostra delegata, ha chiesto un rinvio tattico.
Caro Consigliere Ricci, veniva in Aula, prima dell'inizio della seduta e chiedeva il rinvio. Era legittimo, era da prendere in considerazione, ma non cercare di passare una palla avvelenata ai gruppi consiliari. Questo è un vostro problema interno e lo mando a dire anche al candidato Sindaco Seri, no, Consigliere Ricci, Seri, homen nomen, provvedimenti seri. Seri significa ... amico mio, non ci provi perché l'intelligenza e la cultura istituzionale del Presidente Solazzi, al di là del fatto oggettivo, ha detto no al rinvio, per ovvi motivi, per l'iter della legge sulla quale noi abbiamo il compito istituzionale di dover decidere e decideremo.
Già le dico che posso dire un no chiaro per quello che mi riguarda.
Perché dico questo? Voi non siete mai stati capaci di aggiungere una parola seria ad un discorso serio. Avete giocato prima, state giocando adesso e giocherete anche domani, perché questo è il vostro stile, il vostro modo di fare politica ...

(Dissenso del pubblico)

Umberto TRENTA. Si ricorderanno, ma siccome io non vivo mai di ricordi, ma di realtà concreta anche in seduta stante, le dico come la penso.
Devo prendere atto che il Sindaco Seri è contrario e chiede un'audizione. Giusto? L'ha detta così? L'ha sussurrata all'orecchio? No, io parlo con il Capogruppo del PD, perché capisco che chi si candida Sindaco in quel posto deve chiedere il voto a questa gente e voi siete abituati a fare il gioco delle tre carte. Però noi non siamo una regione come la Campania. siamo nelle Marche e lei capogruppo del PD, che si fa distrarre dal Consigliere Marconi, fa finta di ..., mi guardi negli occhi, perché è negli occhi che si dicono queste cose. No, non ci provi, si assuma le sue responsabilità. Voleva un rinvio? Veniva in Aula all'inizio della seduta e del rinvio si discuteva. Poi vada da Seri e parli con lui.
Peccato che il caro Seri prima fosse Assessore provinciale di una provincia che era favorevole al distacco. Non ci ha mai chiesto un'audizione, quindi, mi deve spiegare questo passaggio, caro Capogruppo regionale del PD, ancora una volta mi deve dire come intende risolvere il problema. Se vuole può farlo adesso, è in tempo, e sarebbe un atto di giustizia istituzionale anche per le parole pronunciate adesso dal Consigliere Bucciarelli. Come sempre io ed il Consigliere Bucciarelli stiamo in parti diverse, ma stranamente, caro Consigliere Bucciarelli, devo dire che spesso alla sintesi della verità che è una ed è assoluta ci troviamo d'accordo.
Adesso, caro Capogruppo del PD, dia una soluzione a questa questione, ha messo l'intero Consiglio in grande imbarazzo, cerchiamo di dare soddisfazione per la legge della proporzione inversa a quella che è una votazione, un'equazione politica che non sta in piedi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Nel romanzo di esordio di Carofiglio si riprende un proverbio cinese che dice, vado a memoria: "Tutto quello che vediamo è dietro i nostri occhi", per dire che spesso la verità che noi vediamo è condizionata da un nostro pregiudizio. Non esiste la verità assoluta, salvo per chi ha fede, per il resto tutto è molto relativo.
Ora quella che stiamo discutendo e affrontando con tanta passione non è l'unica situazione delle Marche, lo sviluppo urbano in molte realtà ha creato situazioni simili, alcune sono state risolte negli anni passati, ma nessuna è stata vissuta con tale partecipazione come quella di Marotta di Mondolfo.
Ora vorrei chiarire che qui si è fatto riferimento anche a fusioni di Comuni, alla opportunità di aggregare Comuni, ma qui noi non stiamo decidendo di costituire un nuovo Comune, si sta decidendo se dare risposta alla richiesta dei cittadini di spostarsi in un altro Comune già esistente.
Capisco lo stato d'animo di alcuni Consiglieri, ma parlare di atteggiamento disonorevole, è un'accusa che può essere un boomerang, in quanto noi abbiamo deciso di non votare prima delle elezioni, sono stato un sostenitore accanito, ho anche polemizzato con alcuni perché, non essendoci il tempo tecnico per procedere allo spostamento degli elettori della realtà di Marotta al nuovo Comune, era scorretto, era sbagliato, che quei cittadini potessero partecipare con un ruolo che poteva essere determinante per l'elezione di un Comune che, era già stato deciso, doveva essere abbandonato.
Un fatto di responsabilità, di visione corretta delle questioni, senza fretta e senza opportunismi.
Non mi sorprendono gli animi accesi, è normale quanto si va ad un referendum in cui la risposta può essere SI o NO. E' normale che si creino fazioni, che si creino partecipazioni anche emotive, che vediamo, ma a noi questo deve portarci ad un ragionamento e a degli atti che siano coerenti.
Da quando ho assunto il ruolo di Presidente, abbiamo ascoltato tutti quelli che hanno chiesto di essere ascoltati, abbiamo interloquito, abbiamo deciso di effettuare un sopralluogo perché era difficile procedere a delle decisioni e a delle discussioni senza avere la consapevolezza e la conoscenza dei luoghi. Per questo abbiamo concordato con i due Sindaci di allora, il Sindaco Aguzzi ed il Sindaco di Mondolfo, i sopralluoghi per conoscere la realtà. Lì ci siamo fatti una determinazione, un convincimento.
Ora la novità è che le elezioni ci sono state, anche per il mio trascorso di Sindaco ho molta attenzione al rapporto con i Comuni e con i Sindaci, ma strumentalizzare il fatto che c’è un nuovo Sindaco, che non può portare nessun elemento, questo si sarebbe disonorevole. Se dovessimo cambiare opinione solo perché il Sindaco è espressione di una parte politica vicina alla nostra, questo sarebbe disonorevole. Siccome non c'è possibilità di apportare tanto, è vero che nella lettera si richiamano argomenti detti e ridetti più volte, io non metto in discussione nessuno, ognuno può avere il proprio convincimento, ma in democrazia contano i pronunciamenti dei cittadini.
Discutendo, avevo posto il problema, proprio in questa sede, che essendo un referendum consultivo, non esisteva un quorum, però era evidente che bisognava pesare la partecipazione e la percentuale dei SI e dei NO.
Questo abbiamo fatto, ma non sulla base delle convinzioni e delle convenienze di ognuno di noi, ma sulla base di pronunciamenti chiari, univoci e ribaditi dalla Corte costituzionale che ha riaffermato, più volte, che le Regioni nel valutare definitivamente il risultato di questi referendum, devono valutare, in modo particolare, il pronunciamento dei cittadini interessati direttamente al quesito. Tanto è vero che ero, l’hanno detto anche altri, per far votare, per eliminare questa discussione che ci ha paralizzato per mesi, di quale parte ..., io ero per far votare tutti, poi tanto vale alla fine questo ...non avrebbe cambiato il risultato, perché il risultato è quello scaturito dal referendum.
La parte dei cittadini interessati non è plebiscitaria, ma è largamente favorevole allo spostamento. Questi sono i fatti.
Credo che per queste ragioni, oggi questo Consiglio debba concludere questa procedura che ha visto una discussione ed una partecipazione ampia dei cittadini. Credo che, d'altra parte, sono realtà confinanti, non parliamo di spostarsi da un paese ricco ad uno povero. Sono realtà dello stesso questo tipo, quindi mi pare ..., fra qualche anno ricorderemo questa fase con minore entità.
Io ho vissuto per quasi 50 anni nella frazione di Porto d'Ascoli che faceva parte del Comune di Monteprandone, nel 1936 fu spostata da Monteprandone a San Benedetto, lì per lì ci furono tentativi di referendum, dopo di che oggi, credo, siamo contenti. Sono contenti quelli di Monteprandone, siamo contenti tutti e la questione è morta e sepolta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Camela.

Valeriano CAMELA. Un brevissimo intervento che su questo argomento ha visto, nella seduta scorsa del 22 ottobre 2013, esprimere tutti noi del Gruppo UdC insieme a pochi altri Consiglieri, un voto contrario alla deliberazione approvata in quella sede.
La posizione derivava da nostre forti perplessità sulle procedure seguite, in particolare sul non coinvolgimento al voto dell'intera comunità fanese.
Penso che ogni comunità debba essere considerata nella sua interezza, come una famiglia e ogni famiglia deve poter decidere del destino di un proprio figlio.
Permangono queste perplessità pur prendendo oggi atto dell'ufficializzazione di un esito referendario che ha dato una certa risposta, ma tuttavia, anche in considerazione che è in corso un ricorso inoltrato al Tar Marche dal Comune di Fano, assumiamo per coerenza una posizione di astensione, anche perché siamo in attesa di conoscere le valutazioni di merito che verranno da questo ricorso.
Se emergeranno delle situazioni di rinvio del dibattito per un approfondimento, per un rispetto istituzionale, ufficiale, noi siamo d'accordo e siamo aperti ad ogni possibile soluzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, taglio la testa al toro e dico immediatamente che voterò a favore di questa proposta di legge.

(Dissenso del pubblico)

Giancarlo D'ANNA. ... il Sindaco di Fano è Massimo Seri, io sono un Consigliere regionale e prendo la mia decisione ... Voleva sapere cosa ne pensavo ed io le ho detto cosa penso, non c'è nessun problema.
Questo processo è iniziato con una raccolta di firme, al mare, ai monti, dove volete voi. A quella raccolta di firme hanno partecipato anche alcuni Consiglieri, nella fattispecie, ... no, ricostruiamo la storia perché se no …, a questa raccolta di firme parteciparono il Consigliere Carloni, il sottoscritto Consigliere D'Anna, la Consigliera Foschi e il Consigliere Zaffini, tanto per essere chiari anche sul percorso, quindi, da tempo abbiamo espresso quella che poteva essere la nostra posizione o disponibilità.
C'è stato un referendum che ha avuto un risultato del quale è doveroso prendere atto ...

(Dissenso del pubblico)

Giancarlo D’ANNA. ... va bene, hanno cambiato le regole per far vincere, perfetto, c'è un ricorso al Tar e il Tar dirà se quella cosa è sbagliata o meno, quando il Tar dirà che quella cosa è stata fatta male o che non abbiamo rispettato le regole, ne prenderemo atto e chiederemo anche scusa, però …, Presidente, io vorrei parlare, perché se gli altri si fanno interrompere ... francamente l'ho detto prima, se dovevano fischiare o insultare lo potevano fare ...

PRESIDENTE. Consigliere D'Anna purtroppo questo è il loro modo di manifestare.

Giancarlo D'ANNA. Siccome quel referendum ha comunque dato un risultato, come diede un risultato un precedente referendum in cui votò tutta la città di Fano e la città di Fano fu assente nel momento in cui si votò il precedente referendum …, no, la storia bisogna anche conoscerla e farla, quando votò tutta la città di Fano non si raggiunse nemmeno il quorum. Bisogna essere corretti ed onesti in questa cosa e ricostruire la storia per quello che è. E' giusto che oggi ci siano delle persone che protestano per questo passaggio, è comprensibile, però se si viene a dire che la città di Fano è tutta a favore della permanenza di quel territorio, si dice una cosa inesatta, perché nel precedente referendum la risposta fu molto chiara: il totale disinteresse.
Onore al merito a chi per 50 anni ha avuto la costanza ed il coraggio di portare avanti una battaglia, che può essere condivisibile o non condivisibile, però prima si diceva che le battaglie perse sono quelle che non si fanno, qui c'è qualcuno che l'ha fatta e forse la vincerà.
E’ chiaro che da fanese non sono felice che una parte della città ...

(Dissenso del pubblico)

Giancarlo D'ANNA. ... io lo dico ... non c'è nessun problema ... prendo atto di quello che è successo.
Ci sono stati due referendum, in uno c'è stato un risultato, cioè la città di Fano non ha partecipato, nell’altro la parte che ha votato ha espresso la sua contrarietà, però quando si accettano le regole del gioco, bisogna accettare anche i risultati. Queste regole sono state accettate, altrimenti il Comune di Fano avrebbe fatto ricorso al Consiglio di Stato cosa che non è avvenuta.
Questa mattina, ad onore del vero, il Presidente del Gruppo consiliare del Partito Democratico ha chiesto un rinvio, nessuno ha proferito parola, confermo quello che ha detto prima, ma stamattina nessuno ha chiesto il rinvio in Aula. In apertura dei lavori si poteva fare benissimo, non è stato fatto, quindi, le sceneggiate per passare da un fronte all'altro a me, francamente, non piacciono.
So che è una decisione non condivisa da tutti. Quando si deve scegliere tra una situazione e l'altra questo può accadere, l'ho fatto in coscienza e vi posso dire con tutta tranquillità che fino a ieri sera non ero sicuro al 100%, ma l'atteggiamento di questa mattina in Aula di alcune persone sicuramente non ha favorito, ... guardate, io ho amici da una parte e dall'altra, conoscenti sia da una parte che dall'altra e, francamente, non ho subìto né pressioni né intimidazioni come stamattina. Il modo francamente non aiuta la vostra causa, non aiuta assolutamente la vostra battaglia.
Con molta serenità, confermo il mio si.

PRESIDENTE. Intervento del Consigliere Pieroni, poi c'è la replica, mi pare, del relatore di maggioranza e chiudiamo.
Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Per quello che mi riguarda il mio voto sarà, lo anticipo, contrario alla proposta di legge.
E’ chiaro che oggi c'è stato uno scarica barile da parte delle varie posizioni, delle varie forze politiche di quest'Assemblea per cercare di accreditarsi più o meno le persone, i cittadini, che oggi sono presenti.
Credo che ognuno di noi abbia maturato, sia per propria coscienza che per percorso politico fatto, una propria posizione visto che da più mesi se ne parla.
Scaricare sull'attuale Sindaco di Fano responsabilità che tutti noi sappiamo non esserci, perché di questo si tratta …, credo che la risposta più forte sia stata data dal Sindaco entrante, Massimo Seri, quando con grande chiarezza ha posto tra le principali priorità la problematica legata all'approvazione di questo referendum.
Per quello che mi riguarda, come ho già detto all'inizio del mio intervento, voterò contro la proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Velocemente per una semplice battuta. Intanto voglio esprimere un disagio nel ruolo di Consigliere per quello che sta succedendo in Aula. Credo che una pressione, un’attenzione così forte non si sia registrata se non in Consigli dove si parlava di temi molto drammatici come l'occupazione, il lavoro, la famiglia. Credo che questo sia un elemento da sottolineare, dopodiché vorrei tornare sul fatto che questo clima probabilmente non è naturale, è stato creato da un lavoro politico e ribadisco che questo non è altamente corretto.
Su questo vorrei ricordare quello che si è detto in campagna elettorale e su cui si è speculato, in realtà la I Commissione - lo abbiamo già detto in maniera molto chiara, difendo il Presidente per il lavoro che ha fatto - appena si è svolto il referendum, ha pensato di andare subito in Aula per chiarire, per togliere ogni dubbio rispetto a speculazioni che potevano essere legate alla campagna elettorale e per far chiarezza nel caso si dovesse decidere su chi dovesse andare a votare.
Abbiamo fatto quello che era giusto, abbiamo sentito le Prefetture, abbiamo interpellato il Ministero che ci ha detto, quindi la nostra volontà era chiara, che fino a dopo le elezioni le liste elettorali non si potevano toccare.
La decisione della I Commissione è stata quella di rinviare a dopo le elezioni perché non si poteva far nulla e si dava possibilità libera ai Consiglieri di approfondire la situazione e toglierla dalla campagna elettorale.
Pensate a come poteva andare a finire vista la pressione che abbiamo oggi, un Consiglio così animato dopo 15-20 giorni dalla campagna elettorale, immaginate durante la campagna elettorale.
Abbiamo fatto più che bene e la cosa che mi fa pensare, mi ricollego alla pressione che non è naturale, è che la disponibilità della Commissione, del sottoscritto, di tutti i componenti, è stata piena, tranne qualcuno che ho tranquillamente incontrato, quelli che oggi urlano sugli spalti, non hanno né telefonato né chiesto incontri a cui ho partecipato. La cosa che mi lascia ancora più perplesso è che ci sono stati due passaggi fondamentali in Aula, il primo, il 15 gennaio 2013 dove abbiamo individuato l'area che doveva andare a votare, non c'è stata nessuna frizione, c'è stato un dibattuto tranquillo, e anche nell’altro passaggio fondamentale, quello del 17 ottobre 2013, dove abbiamo deciso che a votare andava non solo la parte del distacco ma anche la parte di Fano di Marotta, tutte queste pressioni animate non ci sono state. Guarda caso a 10 giorni dalle elezioni, trovo un altro teatrino. Significa che qualcuno ci sta lavorando.
Credo che per il benessere di Marotta - parliamo di Europa unita, di gestione del territorio, dopo un processo democratico di cui io ho preso atto con molta onestà e lo difendo, il referendum è un passaggio democratico - il distacco da un punto di vista istituzionale va fatto. E’ chiaro che da domani bisogna ricostruire il tessuto sociale e chi ha animato i passaggi, e si capisce, deve farla finita.

(Applausi)

PRESIDENTE. Mi pare che ci sia la richiesta di voto per appello nominale, Mi ripetete i nomi per favore? (…) Ciriaci, Foschi, Trenta.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Voglio fare una dichiarazione molto rapida e sintetica per dire che io non sono entrato nel merito della questione, almeno negli ultimi mesi, quando è stata investita la Commissione.
Non voglio fare processi politici a nessuno, da osservatore esterno devo dire che forse, faccio ammenda di questo e mi prendo la colpa, un Consigliere regionale è giusto che sia competente e coinvolto da Porto d'Ascoli fino a Gabicce, quindi, mi scuso, anche come Capogruppo, con i cittadini interessati perché probabilmente non sono entrato prima nel merito di queste vicende.
Da osservatore esterno mi prendo la responsabilità di dare questo giudizio e probabilmente, non so chi, per come, a quali livelli, non me ne voglia nessuno dei colleghi pesaresi o fanesi, credo di avvertire un disagio perché in questa vicenda è mancata la politica. Non so perché, ognuno di noi può essere simpatizzante o meno per una posizione, però credo che precedentemente sia mancata la politica in una mediazione che si poteva fare. Primo.
Secondo: voglio dichiarare la stessa cosa, lo stesso concetto, lo stesso ideale, che ha enunciato il Consigliere Carloni e cioè che anch'io ho pensato all'inizio di questa vicenda, almeno quando ne siamo stati investiti, Presidente Perazzoli, in Commissione, che qui si lavorasse per unire una comunità. Mi sono accorto nel procedere della situazione che purtroppo la comunità si divideva in maniera lacerante.

(Applausi)

Francesco MASSI. Dichiaro che da quando sono in Regione questo è il voto che mi provoca una particolare lacerazione ed un dolore. Non mi nascondo, confesso che fin dall'inizio ho aderito alla posizione che il Consigliere Carloni ha preso. Questa posizione non la rinnego, però è un voto che esprimo con grande dolore. Voto a favore anche per come ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Per favore concluda Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Sono uno che ha vissuto nel diritto, c'è un atto che in questo momento rispecchia il diritto pur con tutti i limiti, perché il diritto non è la giustizia divina, purtroppo, è una giustizia parziale per cui, per questo motivo, con disagio, voto nella stessa posizione che ha espresso il Consigliere Carloni.

PRESIDENTE. Mettiamo in votazione l'articolo ...

(Dissenso del pubblico)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente mi perdoni, intervengo per dichiarazione di voto per confermare, visto che ho preso un impegno politico già da un po' di tempo, che voterò contro questo atto.
Devo dire la verità, non mi piace fare marcia indietro e pertanto mantengo questo impegno a votare contro, posizione politica concordata con i referenti del mio partito del Comune di Fano, quindi, non voterò a favore del responso del referendum che sostanzialmente dice il contrario.
Non essendo residente nella provincia di Pesaro vivo veramente male, in maniera fastidiosa, questo tipo di percorso che abbiamo intrapreso, perché non è mai piacevole dover mettere il becco negli altri territori in questo modo.
Devo dire che credo molto nelle consultazioni popolari, credo un po' meno quando le consultazioni popolari si intersecano in questo modo, in percorsi che di fatto sono a responsabilità politica. Il Consigliere Bucciarelli, per esempio, ha detto: "Non vedo troppo di buon occhio tutti questi referendum", io invece non vedo di buon occhio che si debba andare a sindacare dopo che si è fatto un referendum consultivo, non è un buon modo di porci.
Oggi forse qualcuno non ha fatto una buon figura, ma neanche noi ne usciamo bene come istituzione, se non altro per il fatto che c'è chi dice che dobbiamo prenderne atto e c'è chi dice che tutto è stato corretto. Di fatto ci sono le spaccature politiche e, da questo punto di vista, diventa veramente difficile far si che il proprio voto sia costruttivo.
Ho preso l'impegno di votar contro e voto contro, detto questo, spero, dico spero, che tutto quello che è accaduto oggi non abbia un seguito e che si trovi il miglior modo possibile per riavvicinare la comunità nel territorio.
Il mio è un voto personale che non ha nulla a che vedere con la scelta del Gruppo che non c’è stata, anzi ringrazio la Consigliera Romagnoli per l'ottimo lavoro svolto in Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ciriaci, Foschi e Trenta.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giorgi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Zaffini.
Contrari: Ciriaci, Foschi, Marangoni, Pieroni, Trenta, Zinni.
Astenuti: Camela, Marconi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ciriaci, Foschi e Trenta.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Giorgi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Zaffini.
Contrari: Ciriaci, Foschi, Marangoni, Pieroni, Trenta, Zinni.
Astenuti: Camela, Marconi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ciriaci, Foschi e Trenta.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giorgi, Marinelli, Massi, Natali, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Traversini, Zaffini.
Contrari: Ciriaci, Foschi, Marangoni, Pieroni, Trenta, Zinni.
Astenuti: Camela, Marconi.

(L'Assemblea legislativa approva)

In sede di coordinamento tecnico gli uffici dovranno correggere le dizioni degli allegati che contengono i riferimenti alla proposta di legge che una volta approvata dall'Aula diverrà legge.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ciriaci, Foschi e Trenta.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Donati, Eusebi, Giorgi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini, Zaffini, Zinni.
Contrari: Ciriaci, Foschi, Marangoni, Pieroni, Trenta.
Astenuti: Camela, Marconi.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 77. La pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Ciriaci, Foschi e Trenta.
Favorevoli: Badiali, Bellabarba, Bucciarelli, Bugaro, Canzian, Cardogna, Carloni, Comi, D'Anna, Eusebi, Giorgi, Marinelli, Massi, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Romagnoli, Sciapichetti, Silvetti, Solazzi, Traversini, Zaffini.
Contrari: Ciriaci, Foschi, Marangoni, Pieroni, Trenta, Zinni.
Astenuti: Camela, Marconi, Natali.

(L'Assemblea legislativa approva)

(Applausi)

Se il Consiglio è d'accordo, dichiaro chiusa la seduta e ci aggiorniamo a martedì prossimo.

La seduta termina alle ore 14,15.