Resoconto della seduta n.163 del 08/07/2014
SEDUTA N. 163 DELL'8 LUGLIO 2014

La seduta inizia alle ore 10,30

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 163 dell'8 luglio 2014.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 426 in data 1 luglio, ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Bellabarba, Sciapichetti, Bucciarelli, Traversini, Eusebi, Mezzolani, Ricci, Badiali, Comi, Busilacchi, Marconi, Acacia Scarpetti, Ortenzi, Solazzi, Luchetti, concernente: “Modifica alla deliberazione legislativa approvata nella seduta assembleare dell'1 luglio 2014 concernente: Disposizioni per l'attuazione delle politiche regionali per la promozione della cultura e della legalità”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente;
n. 427 in data 27 giugno, ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Badiali, Bugaro, Comi, Eusebi, Foschi, Natali, Perazzoli, Pieroni, Bellabarba, concernente: “Disposizioni in materia di disturbi dello spettro autistico”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno;
n. 428 in data 4 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica dell'articolo 1 della legge regionale 21 dicembre 2012, n. 44: Individuazione del limite demografico minimo delle Unioni dei Comuni e modifica alla legge regionale 1° luglio 2008, n. 18: Norme in materia di Comunità Montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
n. 83 in data 4 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Articolo 22, legge regionale n. 18/2008: Programma di riordino territoriale”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente e trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’art. 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 15/2008;
n. 84 in data 4 luglio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Zonizzazione e classificazione del territorio regionale delle Marche ai fini della valutazione della qualità dell'aria ambiente (decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 artt. 3 e 4)”, assegnata alla IV Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio delle Autonomie locali per l’espressione del parere di cui all’articolo 11, comma 4 della legge regionale n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per il parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), della legge regionale n. 15/2008.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 697 del Consigliere Marangoni “Dichiarazione per la libertà dei semi, per la tutela della biodiversità genetica vegetale nazionale”;
n. 698 del Consigliere Acacia Scarpetti “Istituzione della figura di infermiere domiciliare”;
n. 699 del Consigliere Acacia Scarpetti “Sanità: stazione unica appaltante”.
Comunico inoltre che ho provveduto con decreto n. 21 del 4 aprile 2014 al rinnovo del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) – assegnazione agli ambiti provinciali dei seggi spettanti ai Comuni di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c) della legge regionale n. 4/2007.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Canzian e Giannini.

Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, VI comma, del R.I.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente, mi rivolgo a lei come garante del Consiglio per il rispetto delle regole, ruolo che ha sempre svolto benissimo nei 4 anni di questa legislatura, soprattutto per quanto riguarda la minoranza.
Voglio segnalarle e lo segnalo anche agli Assessori presenti che oggi ho in mano 14 interrogazioni a risposta scritta, alcune di due anni fa, altre di un anno ed il Regolamento prevede che venga data risposta scritta entro 20 giorni.
Ne ho qui 14, quindi, le chiedo di sollecitare gli Assessori presenti ed assenti di dare risposta nei tempi previsti dal Regolamento, per lo meno non fare aspettare un anno o due, come per quelle che ho in mano.
Poi magari ne approfitto per distribuire le interrogazioni pendenti agli Assessori presenti. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene, verrà fatto nei confronti degli Assessori.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Presidente, come sempre la ringrazio per il suo intervento puntuale, cortese e deciso che ha fatto sull'Asur Marche, peraltro la devo avvertire che anche il suo intervento non ha avuto il giusto ..., o non è stato ritenuto di peso, allora non so più a chi rivolgermi, o ancora non è stato riscontrato. Mi dica lei ...

PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio, ci aggiorniamo perché mi pare giusto concedere qualche altro giorno rispetto alla lettera, dopo di che provvederò di nuovo in modo diverso.

Gilio NATALI. D'accordo. Grazie Presidente.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Presidente, come già detto ai Capigruppo, chiedo l'iscrizione d'urgenza della proposta di legge n. 426 che ha proposto la I Commissione sulla scorta del dibattito dell'ultimo Consiglio per tornare al testo originario, così come era uscito dalla Commissione, fatto salvo l'emendamento del Consigliere Zaffini, per cui è l'abrogazione semplice dell'articolo scaturito dall'emendamento del Consigliere Zaffini.
Chiedo l'iscrizione d'urgenza, sperando che ci siano i due terzi dei votanti che rendano possibile questa iscrizione, per appello nominale a nome dei Consiglieri Ricci, Comi e Badiali.

PRESIDENTE. A che punto la mettiamo, al 2bis?

Mirco RICCI. Presidente, al primo punto, se il dibattito, così come auspico, non sarà consistente e sostanzioso, possiamo votarla subito.

PRESIDENTE. Al 2bis la proposta di legge n. 426.
Un momento, ci sono altre richieste sull'ordine del giorno? Se non ci sono, pongo in votazione la proposta del Consigliere Ricci di iscrivere al punto 2bis dell'ordine del giorno la proposta di legge n. 426.
Favorevoli: Acacia Scarpetti, Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Luchetti, Malaspina, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Spacca, Traversini.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Brini.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza qualificata dei due terzi dei votanti)

PRESIDENTE. La proposta di legge n. 426 viene iscritta al punto 2bis dell'ordine del giorno.

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale e del Presidente dell'Assemblea legislativa concernenti: "Incontro con il Governatore della Banca d'Italia in merito a Banca delle Marche

PRESIDENTE. Prima di iniziare con la trattazione canonica dell'ordine del giorno, in riferimento al documento che è stato votato da questo Consiglio regionale nell'ultima seduta e che demandava alla rappresentanza della Giunta regionale e del Consiglio l'incontro previsto con il Governatore della Banca d'Italia, sul problema, più volte affrontato in questa stessa Aula, della situazione di Banca Marche, comunico che l'incontro è stato fatto con la partecipazione del Presidente Spacca e mia.
Invito il Presidente Spacca a relazionare sull'andamento dell'incontro che c'è stato venerdì 4 luglio a Roma presso la sede della Banca d'Italia.
Prego Presidente.

Gian Mario SPACCA. Grazie Presidente, così come ha detto il Presidente Solazzi c'è stato l'incontro con il Governatore della Banca d'Italia e con una delegazione che è risultata ancora più ristretta di quella che noi avevamo indicato come Consiglio regionale, nel senso che da parte dei vertici di Banca d'Italia si è voluto dare a questo incontro una caratteristica esclusivamente di confronto istituzionale e territoriale, per cui non c'è stata la presenza del rappresentante del Governo, che pure aveva accettato di partecipare, e l'incontro si è svolto unicamente nell'approfondimento delle questioni che riguardano la nostra comunità marchigiana.
L'incontro è stato molto aperto, molto cordiale, ma sicuramente è stato un incontro di cortesia per le ragioni che poi dirò, nel senso che c'è stato un approfondimento delle variabili macro che hanno portato anche alla crisi ed alle difficoltà di Banca delle Marche.
L'approfondimento ha riguardato la situazione dell'economia della nostra regione seguita con particolare attenzione dall'ufficio studi e dai vertici di Banca d'Italia. Una situazione che, come voi sapete, a seguito della crisi che è iniziata nel 2007, della crisi finanziaria internazionale, ma soprattutto dell'avvio di un processo recessivo che ha riguardato il nostro Paese e che è ancora in corso, ha penalizzato la nostra regione molto più di altre a causa della configurazione della nostra economia che è un'economia fortemente manifatturiera.
Queste cose ce le siamo dette tante volte, per cui non le ripeto, sono condivise. C'è questa consapevolezza che la crisi e la recessione hanno toccato le economie reali in maniera molto più profonda che nel resto del Paese, che nel resto di altre economie e, in qualche modo, al di là di ogni altra valutazione che non è stata fatta e su cui, come abbiamo detto, ci saranno le analisi che riguarderanno comportamenti di carattere personale in relazione a possibili forme di malversazione o deviazione che non sono state oggetto di valutazione, comunque limitandosi ad un'analisi di tipo macroeconomico a fronte di questa situazione di criticità, c'è stato un orientamento strategico di istituto verso una strategia di tipo finanziario che si è rivolta prevalentemente sull'immobiliare che, invece di alleviare la situazione dettata dalla crisi del sistema manifatturiero e dell'economia reale, ha aggravato ulteriormente la situazione della banca.
Diciamo che rispetto a questo le indicazioni che Banca d'Italia aveva dato erano opposte a quelle che il management e la governance dell'istituto hanno poi seguito, quindi, in qualche modo, abbiamo compreso che c'è stato anche un early warning che da parte dell'istituto, sempre sul piano dei comportamenti di tipo manageriale e strategico, non è stato seguito.
Direi che l'incontro, al di là delle analisi di tipo macro economico, è stato particolarmente utile perché oggi abbiamo un quadro di riferimento che è di orientamento per ciascuno di noi e anche per la comunità regionale.
Perché l'incontro è stato di cortesia? Perché né noi né la Banca d'Italia, in questo momento, siamo interlocutori del percorso di risoluzione della crisi di Banca Marche.
Questo percorso di risoluzione di crisi di Banca Marche è giuridicamente definito, lo è anche in modo molto sostanziale, ed il soggetto con cui doversi interfacciare sono i commissari a cui è stato demandato proprio il compito di trovare una soluzione che porti al superamento della crisi di Banca Marche.
La cosa più significativa, ve la dico subito, è che da parte dei commissari esiste un intendimento a generare e percorrere una strada che porti al superamento di questa criticità e a dare una soluzione che valorizzi tutti gli apporti che il territorio è in grado di offrire.
Credo che questo sia il cuore di tutta la discussione che insieme al Presidente Solazzi abbiamo fatto, lui poi potrà intervenire e ulteriormente allargare e approfondire il senso di questa riflessione.
Credo che sia questo il centro della comunicazione, non c'è una strategia orientata alla penalizzazione dell'istituto, non c'è una strategia pregiudiziale che è orientata alla liquidazione dell'istituto.
Probabilmente, ma questa è una mia interpretazione, se noi ci fossimo trovati in una situazione come quella che ci sarà tra un anno, quando cambierà il regime normativo che presidierà i comportamenti degli istituti di credito e delle banche, avrebbemmo potuto avere un altro tipo di percorso e sarebbe stato possibile anche un processo orientato alla liquidazione dell'istituto.
Ma oggi non è così, l'orientamento che i commissari stanno perseguendo è quello di cercare, ripeto, il superamento della crisi di Banca Marche perché continui a svolgere la sua funzione di banca del territorio, di banca regionale a sostegno dell'economia regionale con tutti gli apporti che il territorio stesso sarà in grado di offrire alla soluzione che determinerà il superamento di questa crisi che comunque è in essere.
Voi ricorderete che noi ci siamo dati, come Consiglio regionale, quattro obiettivi, quelli che ho citato anche nell'ultimo incontro prima del meeting con il Governatore della Banca d'Italia.
I quattro obiettivi che noi ci siamo dati erano essenzialmente questi: salvaguardare l'occupazione, perché comunque è una occupazione significativa, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, 3.000 dipendenti non sono soltanto dipendenti della rete di distribuzione dei prodotti e dei servizi di Banca Marche, ma ci sono anche circa 750 dipendenti, mi pare siano, nel complesso centrale che fanno servizio, organizzano strategie e sono la testa pensante dell'istituto, quindi c'è il problema di preservare l'occupazione.
C'è il secondo problema che è quello di sostenere l'economia della nostra regione, l'80% delle imprese delle Marche sono sostenute da Banca delle Marche e, quindi, c'è la necessità, soprattutto in una fase come quella che abbiamo definito di forte criticità del sistema manifatturiero regionale, di sostenere con adeguata liquidità il processo di investimenti o comunque l'attività di queste imprese, e questo era il secondo obiettivo che ci siamo dati.
Il terzo era quello di non disperdere il patrimonio che comunque dentro Banca Marche esiste. Non disperdere il patrimonio delle fondazioni, al di là dei comportamenti o delle eventuali inadempienze delle fondazioni. Di fatto le fondazioni hanno la maggioranza oggi del capitale di Banca Marche, hanno un patrimonio che ricade sul nostro territorio e rafforza la coesione sociale della nostra comunità. Sono risorse le rendite che derivano dal capitale che vanno a sostenere la nostra sanità, vanno a sostenere le attività sociali, culturali, del nostro territorio. E' chiaro che se ci fosse un abbassamento o addirittura un azzeramento del patrimonio delle fondazioni questa azione di coesione non ci sarebbe più, quindi la necessità di sostenere anche questo asset. Come pure salvaguardare, per quello che è possibile, i 44 mila piccoli azionisti che sono all'interno del capitale dell'istituto.
Il quarto obiettivo che ci eravamo dati era quello di non scaricare il credito deteriorato sul mercato, ovvero tutta quella massa di criticità che oggi pesa sul bilancio di Banca Marche che è costituita dal suo impegno verso l'immobiliare e che oggi è il peso più grande che l'istituto ha, perchè porterebbe ad una fortissima criticità di tutto il mercato immobiliare, con un ritorno in termini di pesantezza sugli asset della nostra stessa regione. Voi sapete che, in questo momento, in una fase di forte difficoltà finanziaria, noi stiamo cercando di alienare il patrimonio della Regione anche per finanziare delle operazioni, come quelle che riguardano gli ospedali attraverso la vendita del nostro patrimonio. E' chiaro che se una massa così grande, come quella che Banca Marche oggi possiede in pancia, venisse scaricata immediatamente sul mercato regionale, ai prezzi possibili oggi offerti dal mercato immobiliare, si determinerebbe una situazione grave per lo stesso mercato immobiliare e per gli imprenditori ed anche per noi. Questo era il quarto obiettivo che ci eravamo dati.
La conclusione molto semplice qual è? E' che quanto maggiore sarà l'apporto da parte della comunità regionale al processo di ricapitalizzazione dell'istituto e, quindi, al superamento della criticità che in questo momento Banca delle Marche registra, tanto maggiori saranno le possibilità di raggiungere, non dico tutti gli obiettivi nella loro complessità, ma di raggiungere gran parte di questi obiettivi sia pur in misura parziale, o definire un equilibrio tra questi obiettivi, secondo un ordine di priorità che è quello che ho elencato a partire dalla salvaguardia dell'occupazione e dalla salvaguardia delle nostre imprese.
L'altra consapevolezza è che l'azione che è stata fatta da parte nostra, da parte del Consiglio regionale, l'azione che è stata fatta da parte della Commissione, l'azione che è stata messa in campo anche dal Governo regionale, è un'azione particolarmente utile che, però, non può essere più un'azione di moral suasion come abbiamo fatto noi, e per questo non siamo interlocutori di questo percorso che va verso il superamento della criticità di Banca Marche, ma deve entrare in campo, a questo punto, chi è in grado di presentare in maniera concreta le proposte che vanno nella direzione auspicata, ovvero che definiscono gli apporti concreti che il territorio è in grado di offrire.
Voi sapete che esistono diverse ipotesi che in questo periodo di tempo hanno operato a diversi livelli: accademico, professionale, imprenditoriale. Diversi soggetti sono andati alla ricerca di possibili forme di sostegno con cui si definisce questo apporto. Ci sono state disponibilità da parte di imprenditori, ma non soltanto in una forma, in più forme, ci sono state disponibilità verificate da parte di fondi internazionali soprattutto americani a partecipare a questo percorso, a questo processo. Ci sono stati contatti con banche che avevano la caratteristica di essere banche territoriali, più di una banca, e sono stati avviati per verificare le manifestazioni di interesse.
A questo punto è opportuno che questi soggetti, se sono in grado di comporre un progetto strategico finalizzato alla salvaguardia complessiva dell'istituto di credito, si facciano avanti, sia nella loro combinazione strategica, se sono stati in grado di costituirla, oppure singolarmente in funzione di dare concretezza a quell'apporto di risorse che il territorio è in grado di offrire e che sarà determinante per completare quel percorso che porta alla risoluzione della crisi e, quindi, al rilancio della banca nella funzionalità e negli obiettivi che noi auspichiamo.
Direi che l'appello che al termine di questo confronto possiamo fare è che imprenditori, fondi, banche, che in questo momento sono interessati al processo di ricapitalizzazione di Banca Marche, prendano contatto con i commissari che sono gli interlocutori per avviare insieme a loro questo disegno strategico operativo che porti al processo di risanamento.
In questo momento non c'è un'ipotesi prevalente. Ci sono alcune ipotesi, c'è un percorso avviato. I commissari anche sotto l'egida e l'indicazione di Banca d'Italia hanno questo mandato di verificare concretamente tutte le opportunità che sono in campo e di trovare una soluzione che sia in equilibrio rispetto agli obiettivi che noi stessi ci siamo dati e che portino, lo ribadisco ancora una volta, al superamento della crisi di Banca Marche.
Questa è l'essenza del lungo colloquio che noi abbiamo avuto, vorrei anche aggiungere alcune considerazioni che reinterpretano anche certe riflessioni che sono state prodotte nell'Aula del Consiglio regionale.
Non credo ci sia un atteggiamento pregiudiziale e vessatorio nei confronti di Banca delle Marche da parte dei commissari e, quindi, anche da parte del mandato che essi hanno ricevuto. Nel senso che qui si è parlato di accantonamenti che sarebbero stati fatti con una logica penalizzante nei confronti dell'istituto rispetto ad altri istituti di credito. La valutazione che emerge, facendo un approfondimento proprio di queste poste, è che non tutti i crediti sono uguali e che gli accantonamenti sono stati fatti con l'attenzione a non penalizzare l'istituto e non al contrario, proprio per aiutare questo processo di risanamento e, quindi, di sostegno alla banca stessa.
La seconda cosa che credo sia particolarmente importante, e questa mette ancora in gioco il ruolo che noi possiamo svolgere, ma non soltanto il ruolo dell'Assemblea legislativa regionale, ma anche il ruolo degli stakeolder, delle persone che sono intorno a questo istituto, anche degli stessi mezzi di comunicazione, è che se questa banca è riuscita a fare un tratto di strada, in un momento di crisi molto profonda e forse più grave di quella che noi stessi avevamo immaginato, è perchè intorno alla banca non è venuto meno il rapporto di fiducia con la comunità.
E' proprio questo rapporto di fiducia che è stato preservato e che fa si che oggi la raccolta che Banca delle Marche è in grado di realizzare nella comunità regionale è analoga a quella del periodo precedente la crisi. Siamo intorno ai 13 miliardi di euro di raccolta. Il fatto che Banca Marche sia ancora il riferimento per l'80% delle imprese regionali, il fatto che gli azionisti abbiano mantenuto la loro presenza all'interno dell'istituto, senza far venir meno la loro attenzione e la loro fiducia, credo sia una cosa fondamentale nella lettura di quei soggetti che saranno chiamati a quella ricapitalizzazione necessaria per risanare la banca.
Se oggi c'è ancora una grande attenzione che può fare sperare positivamente in un completamento di questo percorso di risanamento, è per la fiducia che c'è intorno a questo istituto, quindi, diventa importante non rompere questo clima di fiducia, non accendere fuochi intorno a questa fiducia perché sarà proprio la valutazione, è la valutazione di quello che è accaduto in questo periodo di crisi, il rapporto forte che c'è tra questo istituto e la comunità, il senso di partecipazione che la comunità regionale ha dimostrato nei confronti di questo istituto, a far si che gli interessi che al di fuori della nostra regione si potranno manifestare da parte di altri istituti di credito che avranno la responsabilità gestionale di fronte a Banca d'Italia del percorso di risanamento, siano essi i nomi che sono girati o altri - sapete quali nomi sono girati, non li ripeto - si tratta di banche legate moltissimo all'attività della micro e piccola impresa, non si tratta di grandi istituti finanziari, ci sarà e ci potrà essere questa attenzione nella misura in cui questo rapporto di fiducia non si interromperà e proseguirà.
Credo che questo sia il nostro maggior contributo che potremmo offrire a questo percorso che è avviato e rispetto a cui ci auguriamo che i soggetti che abbiamo ascoltato in questo periodo di tempo, che abbiamo sollecitato in questo periodo di tempo, siano concretamente disponibili a dimostrare il loro interesse non a noi, non a Banca d'Italia, al Governatore, ma ai commissari che in questo momento stanno costruendo il progetto operativo di risanamento dell'istituto con una grandissima fiducia e determinazione.
Credo che il risultato possa essere considerato positivo al termine di questa visita, questa è la mia valutazione. Nel senso che il timore che avevamo e che è aleggiato anche negli organi di informazione, di una possibile liquidazione dell'istituto, ad oggi non c'è. Non c'è un disegno strategico che porti ad una ripartizione dell'istituto in tante parti per cui si perde l'efficacia di confronto con l'economia regionale, C'è un disegno che dà ancora molto credito alle forze presenti sul territorio, che dà credito a tutti, dà credito agli azionisti, alle fondazioni, agli imprenditori, dà credito a banche che vogliono realizzare un percorso di governance focalizzato su un'economia reale di micro e piccola impresa.
La cosa fondamentale, ripeto, è non rompere il clima di fiducia che è stato mantenuto anche nel periodo più difficile che oggi ha portato Banca Marche ad essere un istituto ancora critico, ma non certamente più critico di altre banche del nostro Paese, per cui è possibile realizzare percorsi analoghi a quelli di istituti di credito che hanno trovato ed hanno saputo raggiungere un equilibrio per continuare a svolgere il loro ruolo istituzionale.
Non so se il Presidente che era insieme a me all'incontro vuole aggiungere altre cose, credo che questa sia la sensazione e la valutazione che da parte mia è stata interpretata in un colloquio che non è stato facile, è stato cortese, ma non è stato sicuramente facile perché animato da una forte discrezione e, quindi, molte di queste cose che ho detto sono frutto anche di un'interpretazione e non soltanto di una esplicitazione, ma credo che sia un'interpretazione fortemente corretta. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie Presidente. Direi proprio che non debbo aggiungere nulla perché con la sua dovizia di particolari ha espresso quello che è avvenuto ed anche le sensazioni che abbiamo ricavato dall'incontro.
Faccio solo una sottolineatura perché rispetto al quadro che ha fatto, anche se lo ha già detto, non sono indifferenti i tempi, Nel senso che Banca d'Italia è consapevole del fatto che nel quadro delle cose a cui faceva riferimento il Presidente Spacca, e cioè di una soluzione non precostituita, ma della disponibilità da parte dei commissari a valutare qualsiasi tipo serio di piano di rilancio dell'impresa, considera i tempi non indifferenti.
Lo ha detto bene il Presidente Spacca, il clima di fiducia, nonostante ciò che è apparso sulla stampa, nonostante quello che è accaduto in questi mesi, le notizie e quant'altro, per lo meno rispetto alla clientela dell'istituto, ai depositanti, è rimasto tale ed ha garantito all'istituto di essere punto di riferimento della comunità.
E' evidente che, da quello che ne ho ricavato come impressione, proprio per l'importanza della questione, per la rilevanza di questo istituto nell'economia di questa nostra regione, i tempi non sono una variabile indipendente. Nel senso che questa apertura a valutare qualsiasi tipo di offerta e a non chiudersi su un'offerta precostituita, deve coniugarsi, a mio avviso, per quello che ne ho ricavato, con la celerità di proposte che siano complete, che siano proposte di piani industriali di rilancio dell'istituto e che avvengano in tempi non lunghi.
Non è nemmeno un'aggiunta, è una sottolineatura, anche perché quando parliamo di possibilità di proposte la sottolineatura che faccio, ancora una volta e mi ripeto, è che i tempi non sono indifferenti.
Chi ha proposte importanti, interessanti, serie, di un piano di rilancio dell'istituto deve sapere che per l'importanza della questione stessa e di quello che rappresenta l'istituto per l'economia e per i valori che esprime, i tempi non possono e non saranno a mio avviso lunghi.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Detto questo, prima di passare alla trattazione dell'ordine del giorno, comunico che in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi, in relazione al lavoro svolto dalla III e dalla VI Commissione per quanto riguarda i fondi europei, si rende necessario convocare un Consiglio regionale, per stare entro i tempi di trasmissione degli atti al Governo, non nella giornata canonica di martedì 15 ma, per poter disporre di tutto il tempo da parte degli uffici che interloquiscono con Bruxelles, nella giornata di giovedì 17.
Ricordo ai Consiglieri che martedì 15 luglio non era previsto il Consiglio.
Non possiamo convocarlo per martedì, perché non saremo in grado di portare all'attenzione gli atti, d'altra parte non possiamo andare oltre il 17, perchè gli atti devono pervenire a Bruxelles entro la data del 22, se ricordo bene, quindi, siamo in qualche modo obbligati a convocare il Consiglio regionale per giovedì 17 alle ore 10,00.
Detto questo passiamo alla trattazione dell'ordine del giorno.

Interrogazione n. 1511
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Obiettivi Burden Sharing"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1511 del Consigliere Cardogna.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. In relazione all'interrogazione n. 1511 del 16 dicembre 2013, a risposta orale, del Consigliere Cardogna, avente per oggetto "Obiettivi Burden Sharing", si rappresenta quanto segue.
L'interrogazione in oggetto è finalizzata a conoscere lo stato di attuazione della deliberazione amministrativa dell'Assemblea regionale n. 62/2013 "Adeguamento del Piano energetico ambientale regionale alla normativa burden sharing e individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti a biomasse e a biogas".
La deliberazione amministrativa dell'Assemblea regionale n. 62/2013 recepisce quanto disposto dal decreto ministeriale 15 marzo 2012 (cosiddetto decreto ministeriale Burden Sharing) e in particolare richiama gli obiettivi, intermedi e finali che vengono attribuiti alla Regione Marche dall'articolo 3, comma 2, Tabella A dello stesso decreto ministeriale, demandando poi al complessivo adeguamento del Piano Energetico Ambientale Regionale la necessaria specificazione.
E' doveroso precisare che gli obiettivi intermedi, come indicato all'articolo 3, comma 1, dello stesso decreto ministeriale, "hanno valore indicativo e di orientamento in particolare ai fini della programmazione delle Regioni e delle Province autonome" e che, ai sensi dell'articolo 5, il relativo monitoraggio spetta al Ministero dello Sviluppo Economico a decorrere dal 2013 e comunque solo successivamente alla approvazione delle metodologie di cui all'articolo 40, commi 4 e 5 del decreto legislativo 28/2011. Inoltre si osserva che il monitoraggio per la verifica del raggiungimento degli obiettivi regionali dovrà realizzarsi secondo modalità coordinate e condivise tra Stato e Regioni nell'ambito del tavolo nazionale "Osservatorio burden sharing" (istituito ai sensi dell'articolo 5, comma 5 del decreto ministeriale "burden sharing" e insediatosi il 5 febbraio 2013) di cui la Regione Marche è membro. L'Osservatorio costituisce organismo permanente paritetico di consultazione e confronto tecnico. In seno all'Osservatorio sarà valutato il grado di raggiungimento degli obiettivi in ciascuna Regione, individuate le cause degli scostamenti e proposte le azioni ritenute idonee al superamento delle circostanze impeditive. Attualmente il metodo di valutazione per il raggiungimento degli obiettivi non è stato ancora approvato dal Ministero; esiste solo uno schema di decreto ministeriale che al momento si trova all'esame dell'Osservatorio.
Si rappresenta, inoltre, che il nuovo Pear, per il quale attualmente è stata avviata la procedura di VAS attraverso l'elaborazione del rapporto ambientale preliminare e lo svolgimento delle consultazioni con i soggetti con competenze in materia ambientale (SCA), ha individuato tra le strategie per il perseguimento dell'obiettivo 2020 l'incremento della produzione/consumo di energia da fonte rinnovabile e la riduzione di consumi finali di energia. Per entrambe le strategie, considerato il nuovo contesto normativo, economico ed energetico e i risultati raggiunti fino a questo momento, il Pear evidenzia la necessità di investire maggiormente sul settore non elettrico, richiedendo, da un lato un maggiore incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili (pompe di calore, solare termico, biomasse) rispetto alla produzione di energia elettrica (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico) e dall'altro una riduzione maggiore dei consumi di energia non elettrica, rispetto sempre all'elettrica, nei settori trasporti, domestico, industria, terziario, agricoltura.
Le azioni per perseguire tali strategie vengono delineate dal nuovo Pear in conformità agli indirizzi forniti dal decreto burden sharing e dall'Accordo di Partenariato sui fondi comunitari 2014-2020; esse prevedono interventi di efficienza energetica sugli edifici e sulle strutture pubbliche o ad uso pubblico residenziale, segnalando la necessità di privilegiare le ristrutturazioni rispetto alle nuove edificazioni, sulla pubblica illuminazione, nelle strutture e nei cicli produttivi, la promozione delle reti di teleriscaldamento, la diffusione di fonti energetiche rinnovabili, con particolare attenzione all'autoconsumo e alla sostenibilità ambientale; criteri, quest'ultimi, che richiedono una dimensione degli impianti commisurata ai fabbisogni energetici.
Per rispondere, poi, più puntualmente a quanto richiesto dall'interrogazione in oggetto - punto 4, si evidenzia che l'area montana viene individuata dal nuovo Pear come un'area ottimale per lo sviluppo della produzione/consumo di energia termica da biomassa nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. In particolare, il modello delineato dal Pear in materia prevede di sostenere la messa in rete delle imprese agro-forestali con gli Enti pubblici locali e/o con utenti finali privati tramite la creazione di filiere, in cui l'impresa agro-forestale, oltre a fornire la biomassa legnosa, realizzi l'impianto e venda calore alle utenze pubblico/private, anche attraverso le imprese di servizi (es. ESCO). Tale modello risulterebbe compatibile con lo sviluppo socio-economico del comparto forestale, in quanto in grado di generare i seguenti benefici: creazione di nuovi posti di lavoro, riduzione dei costi energetici per le amministrazioni locali, corretta gestione del bosco, riduzione del rischio di incendio e di dissesto idrogeologico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Grazie Presidente, intervengo per dire che ritengo la risposta dell'Assessore assolutamente soddisfacente, soprattutto alla luce del fatto che è stata scritta prima che fosse noto l'accordo di Partenariato che regola i nuovi fondi comunitari. La risposta tra l'altro è anche coerente con la nuova programmazione, quindi, grazie Assessore e grazie per la risposta esauriente che ci ha dato.

Interrogazione n. 1561
ad iniziativa della Consigliera Ciriaci
"Celiachia - sensibilizzazione nelle scuole primarie e secondarie"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1561 della Consigliera Ciriaci.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Si fa riferimento a questa interrogazione con la quale la Consigliera Ciriaci chiede di sapere se si intende promuovere corsi di formazione per diffondere informazioni sulla celiachia e chiarire i corretti comportamenti alimentari da osservare in presenza di questa condizione indirizzati al personale docente, agli operatori delle mense scolastiche ed al personale non docente impegnato nella refezione scolastica.
La legge 4 luglio 2005, n. 123 contiene le "Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia", riconosce la malattia come malattia sociale e prevede interventi posti in essere dalle Regioni e dalle articolazioni del Servizio sanitario nazionale diretti a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia.
Al fine di perseguire in maniera più efficace gli obiettivi indicati nella succitata legge, la P.F. veterinaria e sicurezza alimentare dell'Agenzia regionale sanitaria ha costituito, con decreto n. 52 del 28 febbraio 2008, un apposito gruppo di lavoro chiamando a far parte di esso, soggetti che operano alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale che professionalmente si occupano della materia e soggetti in rappresentanza dell'Associazione italiana celiaci.
In attuazione del 2° comma, dell'articolo 5, della legge n. 123/2005, che testualmente recita: "Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano provvedono all'inserimento di moduli informativi sulla celiachia nell'ambito di formazione e aggiornamento professionali rivolte a ristoratori e albergatori", il succitato gruppo di lavoro ha predisposto un progetto di "Formazione sulla celiachia per gli operatori della ristorazione".
Detto progetto è stato presentato ai Dirigenti del Servizio igiene, alimenti e nutrizione, dei Dipartimenti di Prevenzione delle zone territoriali dell'Asur. In particolare il progetto riguardava le modalità di come effettuare le attività di formazione e l'aggiornamento professionale nei confronti dei ristoratori e degli albergatori.
In merito alla categoria dei ristoratori si ritiene opportuno precisare che i Dirigenti del Servizio SIAN, dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aree Vaste dell'Asur hanno considerato nella succitata categoria sia gli operatori delle mense scolastiche e sia gli operatori delle mense pubbliche, come ospedali, case di cura, eccetera).
Attualmente i corsi di formazione e aggiornamento sulla celiachia agli operatori della ristorazione vengono svolti annualmente dai Servizi SIAN dei Dipartimenti di Prevenzione dell'ASUR.
Relativamente poi alla formazione che potrebbe essere indirizzata ai docenti in merito ad alcune attività/ludico didattiche, praticate all'interno delle scuole, si precisa che recentemente i Dirigenti delle PP.FF. Prevenzione e promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro e veterinaria e sicurezza alimentare dell'Agenzia regionale sanitaria, hanno inviato una nota al Responsabile dell'Ufficio scolastico regionale delle Marche e per conoscenza ai Direttori del Dipartimento di prevenzione delle Aree vaste dell'Asur. Nella nota in parola i succitati Dirigenti, nel prendere atto che è sempre più frequente nel mondo della scuola, l'utilizzo nella didattica di strumenti che possono agevolare la rapportualità con i ragazzi e tra ragazzi, ricorrendo ad attività comuni e/o di laboratorio con l'utilizzo di vari presidi, in particolare hanno evidenziato che i materiali utilizzati potrebbero contenere: farine o comunque sostanze o composti con glutine che, qualora ingeriti anche in minime quantità, potrebbero scatenare gravi complicanze in soggetti affetti da celiachia, e hanno invitato il Responsabile dell'Ufficio Scolastico a contattare i Dipartimenti di Prevenzione dell'Asur per approfondire ed allargare il campo delle informazioni in questa direzione.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore per la risposta e la celerità in quanto la sollecitazione è pervenuta dai genitori e, in base alla legge n. 123 che prevede la protezione, il riconoscimento e la prevenzione, evidenzivano la mancanza di questi tre requisiti proprio nei rapporti con i ragazzi,
Tutto ciò che è stato avviato, ovviamente Assessore, è assolutamente in linea, ma molto probabilmente abbiamo bisogno di più efficacia affinché arrivi all'utente, ossia ai ragazzini e, in maggior modo, visto che riguarda le scuole primarie, ai genitori.
Ringrazio l'Assessore per la celerità, però mi trovo assolutamente non soddisfatta del risultato del lavoro svolto dall'organizzazione messa in atto. Grazie.

Interrogazione n. 1419
ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Giancarli
"Attuazione della legge regionale 2 maggio 2012, n. 11 'Disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità'"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1419 dei Consiglieri Badiali, Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. Il regolamento applicativo della legge regionale 11/2012 è stato predisposto in una versione non definitiva dalla struttura regionale col supporto tecnico-scientifico dell'Istituto nazionale di economia agraria (INEA). La definizione finale dei contenuti del Regolamento sta andando di pari passo con la definizione dei contenuti del PSR 2014-2020.
Come noto, infatti, la legge regionale 11/2012 non ha una propria dotazione finanziaria. Essa quindi non potrà trovare attuazione se non nell'ambito del PSR 2014-2020.
Ciò rende indispensabile rendere coerenti i contenuti del Regolamento con quanto verrà definito nel PSR 2014-2020, su aspetti quali: l'identificazione delle zone rurali, la natura giuridica dei soggetti promotori, ecc. e sulla sovrapponibilità/coerenza tra i concetti di filiera e quello di distretto agroalimentare di qualità e tra i Progetti Integrati Locali (PIL) che si intende finanziare col futuro PSR e i distretti rurali.
Si sta al contempo "testando" la rispondenza dei criteri ipotizzati nell'attuale versione del regolamento, ad esempio in termini di superficie minima e massima, numero di imprese agricole, eccetera, con le caratteristiche dei territori che in qualche misura già si sono candidati a diventare futuri distretti o di distretti individuati già prima dell'approvazione della legge, come il distretto rurale di qualità del Gai Colli Esini. In particolare attraverso il progetto BIOREG curato dall'Università della Tuscia inerente i distretti biologici si sono già organizzati incontri nei territori che hanno manifestato interesse, ad aprile a Isola del Piano e a maggio a Pievebovigliana, con la partecipazione dei Sindaci, dei rappresentanti dei GAL e degli altri soggetti interessati come i rappresentanti del settore biologico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Vorrei ringraziare l'Assessore anche a nome del Consigliere Badiali perché siamo in presenza di una buona legge e di un atto lungimirante di programmazione che tra l'altro si sta costruendo con il contributo dell'Assessorato, dell'Assessore ed anche della III e VI Commissione.
Sono politiche molto concrete che consentono da un lato di dare attuazione ad una legge e dall'altro di affermare sempre più la nostra agricoltura come agricoltura di qualità. Grazie Assessore.

Interrogazione n. 1538
ad iniziativa dei Consiglieri Natali, Acquaroli, Romagnoli
"Montefeltro Salute"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1538 dei Consiglieri Natali, Acquaroli, Romagnoli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a questa interrogazione la Regione Marche con la deliberazione n. 937 del 30 giugno 2003, ha autorizzato l'avvio di un progetto di sperimentazione gestionale, ai sensi dell'articolo 9-bis del decreto legislativo n. 502/1992, nell'Azienda Usl n. 2 di Urbino.
Il progetto prevedeva, originariamente, la costituzione di una società mista per la gestione, presso la sede ospedaliera di Sassocorvaro, delle attività di day-surgery e relative attività ambulatoriali correlate, per le discipline di ortopedia, oculistica e chirurgia flebologica e di ogni ulteriore attività nel settore sanitario compatibile con gli obiettivi assistenziali periodicamente individuati dalla programmazione, incluse promozione e sviluppo di attività assistenziali innovative.
A tali fini è stata costituita la società Montefeltro Salute s.r.l., a maggioranza pubblica, tra i soci: Azienda Unità Sanitaria Locale n. 2 di Urbino* (31%), Comunità Montana del Montefeltro (20%), Comune di Sassocorvaro (9%) e la società Servizi Medici Avanzati s.a.** (40%), (*nell'anno 2003 l'Asur, istituita ai sensi della legge regionale n. 13/2003, è subentrata nei rapporti giuridici correnti tra la Montefeltro Salute s.r.l. e la ex Azienda Udl n. 2); (** nell'anno 2011 SMA Srl di San Marino ha ceduto il ramo d'azienda a Servizi Medici Avanzati Srl con sede in Piazza Martiri di Belfiore, 2 , a San Marino.
La sperimentazione poi è stata, questo non c'è scritto nell'interrogazione però vado a memoria, ripetuta nell'anno 2010, credo, ed ha avuto la validazione del Ministero che, su 120 proposte in tutta Italia, ne ha validate, credo, 10 o 12, tra cui questa, quindi, ha avuto anche la validazione ministeriale ed è entrata di fatto nel circuito del sistema sanitario regionale delle Marche.
Per quanto attiene in particolare la mobilità passiva extra regionale di cui si chiede, che effettivamente per l'Area Vasta n. 1 registra numeri significativi anche se non sono i 38 che si dice, ma è attorno a quella cifra lì, parliamo di 35, 36, parlo del 2012 a cui si fa riferimento, bisogna affrontare un discorso per quanto riguarda la mobilità, la questione è un po' più complessa, nel senso che il discorso è molto più ampio e non soffermarsi al mero apporto che dà e che può dare la Montefeltro Salute alla quale per effettuazione di prestazioni per i residenti della regione Marche e per i residenti delle altre regioni ha un tetto di spesa complessivo ed invalicabile di circa 3,5 milioni di euro, quindi difficile comprendere come sia pensabile che con tre milioni di budget si possa combattere un mobilità che sta sui 30 milioni. Per dire che non è solo questo, vanno presi in considerazione altri elementi.
La mobilità passiva extra regionale è generata da diversi fattori, in primo luogo dalla vicinanza con la Regione Emilia Romagna che, negli anni, ha provveduto, anche con i propri professionisti in libera professione, ad effettuare azioni finalizzate a dirottare sulle proprie strutture l'utenza extraregionale. Oltre a questo, la negoziazione del budget della struttura, sottoposta necessariamente a vincoli determinati da normative nazionali, non incentiva la riconduzione nel territorio dei cittadini in fuga nonostante la competenza e la professionalità dei professionisti che stanno nell'Area Vasta 1 e dell'Azienda Ospedaliera ospedali riuniti Marche nord che non hanno nulla da invidiare ad altre competenze fuori dai nostri confini.
Per quanto riguarda le prestazioni in mobilità attiva effettuata dalla Montefeltro Salute, nell'evidenziare che le stesse, proprio come specificato nel nome, non sono a favore dei residenti della regione Marche - finalità primaria del Fondo Sanitario regionale della Regione Marche -, ma sono svolte a favore dei cittadini di regioni limitrofe, senza cioè alcun diretto beneficio ai marchigiani, si rappresenta che la stessa è stata effettuata nel limite economico imposto e quindi remunerato dall'Azienda. Qualsiasi sovra produzione su detto settore, così pure nelle prestazioni per i residenti, non comporta il pagamento per I'Asur di alcun corrispettivo.
Il socio privato della Montefeltro Salute Sri, è la Servizi Medici Avanzati Srl con sede legale ed amministrativa a Roma, Piazza Martiri di Belfiore 2, si è trasferita, ho sbagliato prima a dire che era a San Marino - inizialmente era a San Marino poi trasferita a Roma - tale società è una società operativa, che opera in pareggio di bilancio destinando, l'utile d'impresa per iniziative sociali atte alla valorizzazione e al sostentamento dell'entroterra del Montefeltro.
Ovviamente è assoggettata totalmente alla normativa civilistica e tributaria italiana (...) l'utile dell'azienda viene ripartito sul territorio, su questo ne siamo certi, ai Comuni che fanno parte della comunità montana del Montefeltro, chiaro? Questo glielo assicuro perché li conosco, la invito ad andare a vedere se mai le forniamo i bilanci, per cui ...
Naturalmente la società è assoggettata totalmente alla normativa civilistica e tributaria italiana e non ha mai effettuato operazioni intragruppo con la propria casa madre. I propri bilanci sono depositati e sono ovviamente a disposizione presso la Camera di Commercio e visibili con semplice richiesta di visura.
Socio Unico della Servizi Medici Avanzati Srl è S.M.A. Srl, con sede in Dogana (Repubblica di San Marino), Via 3 Settembre 11, iscritta in data 24 febbraio 1995 al n. 971-6268 del Registro delle Società della Repubblica di San Marino con un codice operatore economico 04215, esercente l'attività di gestione di un poliambulatorio specialistico oltre ad offrire consulenze e servizi per organizzazione e riorganizzazione di strutture sanitarie.
Soci della S.M.A. Srl sono i signori Alberto Paolo Zamboni e Luigi Morri. Anche questi dati, compresi i bilanci, sono depositati e sono a disposizione presso il Tribunale commissariale della Repubblica di San Marino e visibili con richiesta di visura.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Avrei voluto Assessore, le chiederò ovviamente copia della relazione che lei ha letto, un suo giudizio politico su tutto questo, perché dal 2003 va avanti una situazione del genere
Assessore, mandi il dirigente, lei che viene a fare qua! Mi risponde lei, ma basterebbe un dirigente che legge quello che viene trasmesso dall'Area vasta n. 1. Facciamo una cosa molto più veloce, potrebbe anche essere.
Avrei voluto un suo giudizio politico perché dal 2003 avviene questo.
Lei ha omesso di dire che nel 2003, quando è cominciata questa situazione, fino al 2011, anzi fine 2011 ..., lei ha detto che ha sviluppato un accordo tra l'Asur Marche ed una società che aveva sede a San Marino. Invito tutti voi, anche oggi, ad aprire un conto a San Marino, anche se oggi è normale e lecito, invito qualcuno di voi a domandare a qualcuno che ha aperto qualche conto a San Marino nel 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, se era regolare aprire il conto a San marino o avere rapporti con determinati istituti di credito di San Marino o altro.
Noi avevamo rapporti, l'Asur Marche, creata da questa regione aveva rapporti con una società che aveva sede a San Marino, nessuno di voi se ne è accorto, ma la cosa bella è che questa società è nata, e questo rapporto è nato, perché dovevamo abbattere la mobilità passiva.
Su questo avrei voluto, Assessore Mezzolani, il suo giudizio, perché noi non abbiamo abbattuto la mobilità passiva, anzi si è sviluppata in misura notevole, abbiamo però fatto si che la mobilità attiva dell'Area vasta n.1, quel poco di mobilità attiva, fosse intercettata proprio da Montefeltro Salute.
Allora io mi domando (...) Assessore mio, glielo dico subito quello che ha, la mobilità attiva del 2012 dell'Area Vasta n. 1 è di 2.687.664 euro, questi sono i vostri dati, penso che siano veri - ormai io non credo più, altro che San Tommaso, qui ci vuole il commercialista di San Tommaso, notaio e commercialista di San Tommaso - Sassocorvaro e Cagli di questi 2.687.664 euro intercettano da soli 1.700 euro e sarebbe Montefeltro salute.
Domando all'Assessore, veramente lo domando a tutti voi, ma che senso ha? Posso capire che l'Asur, il pubblico si spogli di qualche cosa perché non è reddituale, ma che significa avere il 60%, tenersi il 60% e dare il 40% ad un privato, al di là che l'azienda è a San Marino. Che significa?
La domanda che mi faccio è questa! Voi dovreste rispondermi su questo, qual è la filosofia che avete? Capisco che la sanità è quello che è, mi sono trovato nei giorni scorsi ad interpretare una determina dell'Asur Marche, dove un fortunato, oggi non è meglio nascere fortunati che figli di re, è meglio nascere con amici fortunati che figli di re, perché mi sono trovato un fisioterapista che faceva il fisioterapista ad Ascoli Piceno ed al termine di una serie di salti, il trapezista di Darix Togni gli fa una bibita, ha preso un incarico da 109.000 euro all'Asur Marche.
I soldi non ci sono, giustamente, noi non abbiamo le sponde in cardiologia, le sponde del letto, stiamo risparmiando, stiamo tagliando, stiamo razionalizzando perché siamo virtuosi, ma c'è un fenomeno che si è beccato 109.000 euro.
Non è un reato, sa però, caro Consigliere Latini, era un ex Assessore del Comune di Ascoli Piceno, che faceva il fisioterapista al Mazzoni, poi è stato comandato all'Asur Marche perché evidentemente, forse, a fare il fisioterapista ..., dopo due anni di comando gli hanno dato, intanto si era iscritto all'Albo degli psicologi, un incarico dirigenziale di tre anni, poi altri tre anni, un incarico dirigenziale per 60.000 euro all'anno, un anno non ha avuto niente, ma ha continuato a lavorare all'Asur, pensate un po' voi e caro Assessore se gli cadeva una mattonella in testa! E poi il 13 giugno, puff! Sembra Assessore, perché poi a pensare male si fa peccato, che sia stato il segno della grande pax ascolana nel PD, perché improvvisamente sono finite le critiche feroci di una parte verso l'altra parte del PD ascolano.
Sono contento che litigano meno, ma 109.000 euro ..., hai voglia sponde di letto, Assessore! Dico questo perché qui parleremo di queste cose, perché ci farò una storia, la farò a puntate, perché è simpatica, rientra nello stesso meccanismo, voi risparmiate su quello su cui non si deve risparmiare, su quello su cui dovreste incatenarvi per non togliere i servizi e scialate danaro per le cose che vi interessano.
Assessore mio, la mobilità passiva passa attraverso la riduzione delle liste d'attesa, perché è normale che un paziente nel momento in cui ha delle risposte a lungo termine si rivolga fuori regione, butti i soldi dove vuole, ma per superare questo è inutile farlo fare alle nostre strutture private convenzionate che intercettano, non abbassano la mobilità passiva del nostro territorio, ma incassano la mobilità attiva degli altri territori. Allora è facile e bello quello che lei mi dice su chi sono i soci di certe società. Beh, siamo tutti maggiorenni e vaccinati! Non credo che se mi venisse in mente di fare un'operazione del genere tra i soci comparirebbe Giulio Natali, non credo. Ci arriviamo tutti!
Stiamo molto attenti però su queste cose perché sono queste cose, Assessore, io glielo dico con tanto affetto ..., lei si ricorderà, come qualcuno di noi, quando nel ‘93 scoppiò quello che scoppiò, sa perché è scoppiato, in tanti non se lo ricordano, perché Mario Chiesa non volle dare l'aumento del contributo alimentare mensile alla moglie. Se lo ricorda? La moglie fece un 710, per chi fa l’avvocato, chiese di più e questo disse: “Non se ne parla, anzi ti do di meno” e la moglie disse: “Ah si, va bene, allora troviamo i soldi” e i soldi si trova. Allora prima di leggere quelle relazioni, Assessore, la invito ad accertare certe cose e soprattutto ad intervenire per il suo bene. Grazie.

Interrogazione n. 1658
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Legittimità della vendita dei boschi marchigiani a favore di privati provenienti da altre regioni"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1658 del Consigliere Cardogna.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. Anticipo che la risposta sarà un po’ articolata, cercherò di non uscire fuori dai tempi consentiti.
In merito agli argomenti dell'interrogazione 1658/2014 si è proceduto, con nota del 24 febbraio 2014, prot. n. 292679, a richiedere notizie alle Comunità montane in virtù dell'attuale competenza sui procedimenti relativi alla legge regionale n. 6/2005 (autorizzazione dei tagli boschivi) ed alla legge 1766/1927 e sulla vigilanza degli enti che amministrano terre civiche assegnate dalla Regione Marche. Dalle risposte fornite, ci sono degli allegati a disposizione dell’interrogante, si evidenzia quanto di seguito riportato:
la Comunità Montana Ambito 1 (del Montefeltro) non ha rilasciato autorizzazioni al taglio nelle ultime 5 stagioni silvane agli enti che amministrano usi civici;
alla Comunità Montane Ambito 2A (Alto e Medio Metauro) non risultano usi civici di competenza;
la Comunità Montana Ambito 2B (del Catria e Nerone) non ha rilasciato autorizzazioni al taglio di boschi soggetti ad uso civico nelle ultime 5 stagioni silvane a ditte provenienti da altre regioni;
la Comunità Montana Ambito 3 (dell'Esino-Frasassi) ha rilasciato 6 autorizzazioni al taglio di boschi soggetti ad uso civico nelle ultime 5 stagioni silvane, di cui 4 (2 nel 2009, 1 nel 2010 e 1 nel 2013) ad uso domestico e commerciale, alla Comunanza Agraria Tre Parrocchie nel Comune di Genga per un totale di ettari 8,90, e 2 ad uso commerciale, nel 2009, alle Comunanze agrarie di Bastia e Vallina in Comune di Fabriano; per le stesse non sono state fornite indicazioni in merito alla produzione legnosa; tutte le autorizzazioni sono state rilasciate senza la presenza di un progetto forestale; per tutte è stato effettuato un sopralluogo preventivo; negli allegati sono desumibili informazioni sulla forma di governo, il tipo di trattamento, la specie prevalente e le prescrizioni impartite; per le stesse non è stata condotta una verifica delle residue disponibilità di legname per il soddisfacimento del diritto di legnatico degli utenti, non si riferisce delle procedure seguite dagli enti civici per la vendita in piedi dei boschi e, infine, non sono state riferite notizie in merito a verbali di illecito elevati dal Corpo forestale dello Stato;
la Comunità Montana Ambito 4 (Alte valli del Potenza e dell'Esino) ha rilasciato le seguenti n. 4 autorizzazioni al taglio per la vendita di boschi soggetti ad uso civico nelle ultime 5 stagioni silvane:
con progetto di taglio del bosco ceduo e relativa valutazione di incidenza, alla Comunanza Agraria di Elcito per ettari 20 totali (solo 5 tagliati al momento) acquistato all'asta da una ditta boschiva locale;
alla Comunanza Agraria di Pioraco-Costa per un taglio annuale di ettari 5 acquistato da una ditta boschiva locale;
alla Comunanza Agraria di Poggio Laverino per un taglio annuale di ettari 4 acquistato da alcune ditte locali o da utenti della Comunanza;
al Comune di Esanatoglia per la vendita nel 2014 di ettari 5 ad una ditta boschiva locale.
Per le stesse non sono state fornite indicazioni.
La Comunità Montana Ambito 5 (Marca di Camerino) ha rilasciato 19 (4 nel 2009, 4 nel 2010, 5 nel 2011, 1 nel 2012, 4 nel 2013 e 3 nel 2014) autorizzazioni al taglio di boschi per la vendita in piedi soggetti ad uso civico nelle ultime 5 stagioni silvane, di cui 5 DIL. In totale sono stati autorizzati al taglio ettari 205 circa; per 11 delle stesse sono state fornite indicazioni in merito alla produzione legnose; le autorizzazioni sono state rilasciate con la presenza di un progetto forestale solo in 3 casi; per tutte è stato effettuato un sopralluogo preventivo; le informazioni sulla forma di governo riferiscono della quasi totalità di ceduo, con trattamento prevalentemente a ceduo matricinato (raramente con avviamento ad alto fusto), e delle diverse specie prevalenti oltre alla presenza di prescrizioni impartite in quasi tutti i casi (solo in 4 casi non presenti); per le stesse non è stata condotta una verifica delle residue disponibilità di legname per il soddisfacimento del diritto di legnatico degli utenti, non si riferisce delle procedure seguite dagli enti civici per la vendita in piedi dei boschi e, infine, si informa della presenza, in 4 casi, di verbali di illecito elevati dal Corpo forestale dello Stato.
La Comunità Montana Ambito 6 (dei Monti Azzurri) riferisce di non aver rilasciato autorizzazioni al taglio di boschi concernenti la vendita in piedi a terzi di boschi per uso commercio.
La Comunità Montana Ambito 7 (dei Sibillini) ha rilasciato 32 autorizzazioni al taglio di boschi ad enti che amministrano diritti di uso civico. In totale sono stati autorizzati al taglio ettari 44,4189; in nessun caso si è trattato di uso commercio in quanto tutte rilasciate per l'uso civico di legnatico.
La Comunità Montana Ambito 8 (del Tronto) ha rilasciato, ad enti che amministrano terre civiche, le seguenti n. 2 autorizzazioni al taglio per la vendita in piedi di boschi per "uso commercio" nelle ultime 5 stagioni silvane: alla Comunanza Agraria di Pistrino e alla Comunanza Agraria di Forca.
Di fatto la vendita ad uso commercio può dirsi confinata a 3 sole aree: quelle relative alle superfici boscate gestite dalle comunanze agrarie sottoposte alla vigilanza delle Comunità Montane degli ambiti 4, 5 e 8.
Dalle informazioni fornite nell'Ambito 8 risultano espletate le procedure di evidenza pubblica mentre le Comunità Montane degli ambiti 4 e 5 non riferiscono delle procedure seguite da parte degli enti che amministrano terre civiche.
In tutte le situazioni riferite non risultano effettuate le verifiche delle residue disponibilità di legname degli altri boschi di proprietà al fine di definire se vi sia garanzia del soddisfacimento del diritto di legnatico degli utenti per un numero di anni pari almeno al turno medio dei cedui a regime.
In conclusione può essere richiesta, e se necessario sarà richiesta, una maggiore attenzione da parte delle Comunità Montane alle verifiche relative ai diritti essenziali degli utenti civici oltre che alle procedure di vendita in piedi dei soprassuoli messe in atto dagli enti civici, agli elementi dì rilievo e progettazione forestale necessari a seconda dell'estensione, del tipo di taglio e delle masse in gioco, alla capacità tecnico-economica delle ditte esecutrici del taglio autorizzato, coinvolgendo nell'istruttoria delle richieste il competente Comando stazione del Corpo forestale dello Stato.
A sua disposizione sono qui gli allegati per ulteriori informazioni.

Interrogazione n. 1574
ad iniziativa del Consigliere Natali
"Comando psicologo Area vasta 5"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1574 del Consigliere Natali.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La ricostruzione contenuta nella premessa che il Consigliere Natali fa in questa interrogazione è incompleta. Credo che sia necessario riportare l'esatta sequenza cronologica di quelli che sono stati gli iter concorsuali distinti per ex Zone Territoriali:
- con deliberazione n. 938 del 14 luglio 2008 la Giunta regionale ha approvato il protocollo d'intesa fra l'Assessorato alla Salute e le Organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa (SPTA) concernente le linee di indirizzo per la riduzione dei contratti di lavoro flessibili nelle aziende ed enti del servizio sanitario regionale;
- l'obiettivo regionale, nell'ottica di conferire al sistema certezza di obiettivi, stabilità organizzativa e sostenibilità economica, è stato ed è, tutt'ora, quello di procedere alla graduale assunzione di personale a tempo indeterminato per tutte quelle funzioni istituzionali, relative a fabbisogni permanenti, ricoperte da personale con rapporti di lavoro flessibile;
- le ex Zone territoriali n. 12 e 13, ora Area Vasta n. 5, hanno proceduto, sulla base dei criteri generali indicati dalla Regione Marche nel suddetto protocollo, all'individuazione delle funzioni relative ai fabbisogni permanenti in relazione alle necessità organizzative aziendali, predisponendo il programma di revisione della consistenza del personale e della dotazione organica, approvato con determina del Direttore generale Asur n. 960 del 17 dicembre 2008 avente ad oggetto: "Variazioni di dotazione organica per le Aree della Dirigenza" e successive modifiche ed integrazioni;
- con deliberazione n. 750 del 5 maggio 2009 la Giunta regionale ha approvato le variazioni di dotazione organica, di cui alle richiamate determine dell'Asur, la n. 960/2008 e la n. 377/2009, finalizzate alla riduzione dei rapporti di lavoro flessibile per il personale della Dirigenza, contenenti anche l'istituzione di:
- n. 5 posti di Dirigente Psicologo per l'ex Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto di cui:
n. 2 per il Dipartimento di salute mentale;
n. 1 per il Servizio territoriale dipendenze patologiche;
n. 1 per il Distretto San Benedetto del Tronto - UMEE ;
n. 1 per il Distretto San Benedetto del Tronto - Consultorio
- n. 7 posti di Dirigente Psicologo per l'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno di cui:
n. 2 per il Dipartimento di salute mentale;
n. 2 per il Servizio territoriale dipendenze patologiche;
n. 1 per i Servizi territoriali UMEE/UMEA;
n. 1 per il Servizio di promozione ed educazione alla salute - Dipartimento di prevenzione;
n. 1 per il Servizio di Igiene e sanità pubblica - Dipartimento di prevenzione.
Procedure indette da ex Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto:
- con determina n. 625 del 30 dicembre 2008 dell'ex Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto è stato indetto pubblico concorso finalizzato alla riduzione dei rapporti di lavoro flessibili per la copertura di n. 5 posti di Dirigente Psicologo da destinare:
n. 2 per il Dipartimento di salute mentale;
n. 1 per il Servizio territoriale dipendenze patologiche;
n. 1 per il Distretto San Benedetto del Tronto - UMEE;
n. 1 per il Distretto San Benedetto del Tronto - Consultorio.
Procedure indette da ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno:
- con determina n. 523 del 14 giugno 2010 dell'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno è stato indetto pubblico concorso finalizzato alla riduzione dei rapporti di lavoro flessibili per la copertura di:
n. 2 posti di Dirigente Psicologo da destinare al Dipartimento di salute mentale.
- con determina n. 782 del 28 settembre 2011 dell'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno è stata indetta procedura di mobilità e di pubblico concorso, per titoli ed esami, finalizzato alla riduzione dei rapporti di lavoro flessibili per la copertura di n. 5 posti di Dirigente Psicologo da destinare:
n. 2 per il Servizio territoriale dipendenze patologiche;
n. 1 per i Servizi territoriali UMEE/UMEA;
n. 1 per il Servizio di promozione ed educazione alla salute;
n. 1 per il Servizio di igiene e sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione.
- con determina n. 497 dell'Area vasta 5 del 29 dicembre 2011 si è provveduto all'ammissione di n. 2 candidate, in possesso dei requisiti previsti dal bando di mobilità emesso in data 21 ottobre 2011.
E' necessario ricordare che dall'1 ottobre 2011 è intervenuta una modifica dell'assetto organizzativo dell'Asur Marche derivante dall'entrata in vigore della legge regionale n. 17/2011, che ha comportato l'eliminazione delle Zone territoriali e l'istituzione delle Aree vaste e che è tuttora in corso il riordino di tutte le funzioni svolte dal Servizio sanitario regionale. Tale processo ha pertanto influito sull'espletamento delle procedure concorsuali e di mobilità.
La Direzione generale dell'Asur a seguito dell'istituzione delle Aree vaste ha emanato una direttiva prot. n. 22873 del 28 ottobre 2011. In particolare ha stabilito, in merito all'espletamento delle procedure di reclutamento del personale, quanto di seguito riportato:
a) entro il 31 dicembre 2011 potranno essere ultimate le procedure di reclutamento (concorsi ed avvisi pubblici) che alla data dell'1 ottobre 2011, data di avvio delle Aree vaste, le singole Zone territoriali stavano portando a compimento e che siano finalizzate alla copertura dei posti approvati nei rispettivi piani occupazionali 2011. Tutto ciò a condizione che si tratti di procedure per le quali le singole ex Zone territoriali abbiano già provveduto ad espletare e concludere le procedure di mobilità. In difetto si dovrà procedere alla revoca dei concorsi banditi ed all'indizione degli avvisi di mobilità in Area vasta. Le procedure di reclutamento si considerano ultimate con l'approvazione della graduatoria. La nomina dei vincitori costituisce una fase ulteriore la cui effettuazione spetta al Direttore di Area vasta sulla base delle disposizioni relative al budget del costo del personale;
b) a partire dall'1 ottobre 2011 le procedure di reclutamento saranno effettuate in Area vasta precedute dai percorsi di mobilità in Area vasta interna ed esterna così come contenute nei protocolli di intesa già sottoscritti e che saranno inviati quanto prima;
c) le graduatorie attualmente in corso di validità, potranno essere utilizzate limitatamente alla copertura dei posti previsti nei piani occupazionali 2011 e per i quali sussistano le condizioni di compatibilità economica, così come stabilito da questa Direzione con nota n. 19283 del 9 settembre 2011 in applicazione della delibera di Giunta n. 1161/2011 nonché di quanto previsto dalla delibera di Giunta n. 1160/2011;
d) le graduatorie di concorso attualmente in corso di validità aventi già valenza in Area Vasta in quanto frutto di procedure di reclutamento unificate, mantengono pienamente la loro validità sino alla relativa scadenza;
e) dovranno essere pubblicati entro il 31 dicembre 2011 i bandi relativi a procedure di concorso riferite ai processi di riduzione dei contratti di lavoro flessibile del personale dirigente riferite a situazioni ancora pendenti; le assunzioni conseguenti ai processi di stabilizzazione del comparto ed alla riduzione dei contratti di lavoro flessibile del personale dirigente dovranno essere programmati entro il 31 dicembre 2012 nel rispetto delle normative vigenti.
Le direttive della Giunta regionale (deliberazioni nn. 528/2012 e n. 1696/2012) e dell'Asur di contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria hanno impedito la completa definizione della procedura di mobilità emanata con determina n. 782 del 28 settembre 2011 dall'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno.
Tenuto conto delle disposizioni intervenute dell'Asur Marche, le candidate che hanno partecipato all'avviso di mobilità di cui alla determina n. 782 del 28 settembre 2011 dell'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno sono state informate della impossibilità di dare corso alla procedura avviata con determina del Direttore dell'ex Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno n. 782 del 28 settembre 2011.
E' stata riavviata invece la procedura relativa al pubblico concorso, indetto con determina n. 625 del 30 dicembre 2008 dell'ex Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto, che è si è conclusa con determina n. 1298 dell'Area vasta 5 del 6 dicembre 2013 con cui sono stati approvati gli atti nonché la relativa graduatoria finale di merito, che potrà essere utilizzata limitatamente ai posti messi a concorso, in coerenza con le indicazioni fornite dal Servizio Attività normative legali della Regione Marche prot. n. 4831375 del 17 febbraio 2012 e della nota prot. n. 3656 del 22 febbraio 2012 del Responsabile dell'Area dipartimentale politiche del personale ASUR da cui si evince chiaramente l'obbligo di assumere per i soli posti messi a concorso. Le assunzioni dei vincitori del suindicato concorso verranno inserite nel Piano occupazionale 2014 compatibilmente con i vincoli e le risorse assegnate attraverso la contrattazione del budget, tenuto conto degli oneri già sostenuti da questa Area vasta relativi all'esistenza dei contratti di lavoro autonomo.
In riferimento al punto 3) dell'interrogazione si precisa che nelle more della definizione delle procedure di riduzione dei rapporti di lavoro flessibile sopra descritti, presso l'ex Zona territoriale n. 13 è cessata dal servizio presso il Servizio territoriale dipendenze patologiche di Ascoli Piceno, a far data dall'1 settembre 2013, una Dirigente Psicologa che si è trasferita per mobilità presso l'Area vasta 1 di Fano e contemporaneamente è giunto a scadenza l'incarico a progetto non rinnovabile "Implementazione Sert e supporto carcere".
Il Direttore dell'Area vasta n. 5, al fine di non interrompere la continuità assistenziale dei pazienti accolti presso la Casa circondariale di Marino del Tronto, stante l'obbligatorietà di detta assistenza, in assenza di figure specifiche da dedicare alla predetta attività e in attesa dell'espletamento delle procedure di reclutamento a tempo indeterminato in essere ed in considerazione dei tempi tecnici necessari (minimo sette mesi) per l'indizione di un avviso a tempo determinato, ha ritenuto opportuno ricorrere all'istituto contrattuale del comando, per l'acquisizione temporanea limitata a dodici mesi, di un Dirigente Psicologo in possesso della richiesta esperienza lavorativa all'interno del Servizio territoriale dipendenze patologiche, stante la dichiarata disponibilità, agli atti dell'amministrazione, di detto Dirigente Psicologo.
Questa è la risposta, spero esaustiva.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Non vorrei iniziare con un "Mi consenta ...", ma a fronte di questo profluvio di cifre, frasi, rimango travolto. Questo è un vestitino caro Assessore ... che ci vuol fare Consigliere Perazzoli, lei è il duca, lei è un noto duca ... che vuole fare ognuno ha i suoi presidi, eh caro Assessore, questo è un vestitino cucito da un sarto, non molto bravo e con della stoffa non molto buona, è un vestitino venuto male.
Vede Assessore, lei si tira fuori, si astrae dalla situazione, peccato che le persone interessate siano persone note nell'Area vasta 5, Zona territoriale 13, con parenti buoni, con parenti tosti, con buoni agganci, diciamo. Lei ci dovrebbe spiegare perché a fronte di questo profluvio di cifre e di frasi, a un certo punto, l'unica motivazione che c'è è che il carcere di Ascoli rimaneva senza questa possibilità.
Allora ci dovrebbe dire, da quando il carcere di Ascoli era privo di questi requisiti? Da quando aveva chiesto che qualcuno andasse, l'ufficio, la struttura di Ascoli se e da quanto tempo aveva chiesto tutto questo.
Perché vede Assessore, a fronte di due graduatoria aperte, non voglio dire puzza, non mi piace il termine, ma sa un po' di stantio, diciamo, il fatto che improvvisamente non si attinga dalla graduatoria, ma si trovi, andando contro anche le esigenze lavorative, perché lei Assessore sa benissimo che in un momento come questo, senza fare piaceri a nessuno, ma facendo scorrere una graduatoria, si sarebbe consentito a qualcuno che aveva partecipato a quei due concorsi a San Benedetto e ad Ascoli, di andare a lavorare. Invece si è preferito un comando a qualcuno, Assessore, che se non sbaglio, viene dalla Asl di Forlì. Dove, sempre se non sbaglio, non vedo più il duca di San Benedetto del Tronto, c'è stata una trasmigrazione anche di altri funzionari in quest'ultimo periodo. Forse questo comandato è stato un passe-partout per far sì che da Forlì discendessero in Ascoli, anzi non in Ascoli, ma nella nostra Asur altri funzionari.
Che so, noi abbiamo saputo, Assessore, che abbiamo acquisito grosse professionalità. Se non altro abbiamo saputo, proprio in questi mesi, che la mobilità attiva era un problema per la Regione Marche, per la sanità della Regione Marche, anche lì Assessore se mi ascolta, l'orientamento proveniva da Forlì, per cui la mobilità attiva era un problema e tutti siamo rimasti piuttosto sconvolti. Questo orientamento veniva da Forlì, parlo con il Consigliere D'Anna, Forlì è un luogo che ci ricorda tante cose, non abbiamo niente contro lo zuccherificio, altre cose, ma sapere che improvvisamente Forlì diventa la pietra miliare della sanità marchigiana, sia a livello di Asur che nella nostra ex Zona territoriale 13, ora Area vasta 5, è cosa che ci preoccupa parecchio.
Anche in questo caso, le chiederò la sua lunga relazione con cui hanno infarcito un pacco di numeri e di notizie, non so quanto attinenti al caso, cui la soluzione, purtroppo, il problema è stato quello di voler cucire un abitino con lana di scarso pregio e con un sarto di poco valore.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Sull'ordine dei lavori, c'è un'interrogazione abbastanza urgente, l'ho vista tra i primi punti ed ho pensato non servisse sollecitarla, è quella che riguarda la Scuola di agraria di Monte Giorgio e Fermo ...

PRESIDENTE. Quale numero è?

Graziella CIRIACI. E' la 1715, chiedo, considerando l'urgenza, di trattarla, se è possibile oggi, ma se non è possibile di metterla all'ordine del giorno ...

PRESIDENTE. Collega le dico che la sua interrogazione è dopo due interrogazioni, rispettivamente dei Consiglieri Bellabarba e Latini, siccome è arrivata in cima all'ordine del giorno, penso che la prossima seduta sarà sicuramente trattata. Mi sembrerebbe di fare un torto agli altri colleghi facendola avanzare.

Graziella CIRIACI. Va bene, grazie Presidente.

Proposta di legge n. 426
ad iniziativa dei Consiglieri Perazzoli, Bellabarba, Sciapichetti, Bucciarelli, Traversini, Eusebi, Mezzolani, Ricci, Badiali, Comi, Busilacchi, Marconi, Acacia Scarpetti, Ortenzi, Solazzi, Luchetti
"Modifica alla deliberazione legislativa approvata nella seduta assembleare dell'1 luglio 2014,concernente: 'Disposizioni per l'attuazione delle politiche regionali per la promozione della cultura della legalità"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 426 dei Consiglieri Perazzoli, Bellabarba, Sciapichetti, Bucciarelli, Traversini, Eusebi, Mezzolani, Ricci, Badiali, Comi, Busilacchi, Marconi, Acacia Scarpetti, Ortenzi, Solazzi, Luchetti.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Grazie Presidente. E' una proposta molto semplice che tutti conosciamo anche perché si è dato molto risalto a questa legge anche in termini mediatici e si è ritenuto a larga maggioranza di riportare questa proposta in Aula per modificare quanto era stato già stabilito con il voto dell'Assemblea, quindi, per ripristinare la situazione prima del voto dell'ultimo Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Velocemente. La mia è una censura un po' al modo con cui questo bisogno è stato rappresentato dal Consigliere Zaffini, la scrittura e le frasi usate nell'emendamento hanno lasciato un po' a desiderare, ma di sicuro una collaborazione strutturale e seria con i privati è da prendere in esame. E' la legge nazionale che, come ieri giustamente ricordava il Consigliere Marangoni, lo chiede ed è una cosa che una Regione seria può benissimo prendere in considerazione, magari ragionandoci con più calma, senza creare l'effetto di corpo estraneo in una legge organica e strutturata diversamente come quella della legalità.
Questa è la ragione della cancellazione, almeno per quanto mi riguarda e per quanto riguarda anche altri colleghi della minoranza presenti in Commissione, più per il modo in cui questa cosa è irrotta nella legge e per alcune frasi usate nella descrizione dei gruppi ausiliari.
Resta il principio della collaborazione con i privati, è sacrosanto, e resta la necessità di vigilare, in particolare su certe zone e in certi momenti della giornata o meglio della notte più che in altri, quindi, il problema, seppur con l'irruenza tipica del Consigliere Zaffini, è stato posto e questa Assemblea, mi risulta che ci sono anche altri emendamenti, può ragionare su questo pur passando l'emendamento galeotto della scorsa volta.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Dico subito che voterò a favore di questa proposta di legge che ripristina una cultura che è quella che noi conosciamo essere quantomeno marchigiana.
Voglio fare alcune riflessioni, se il Consiglio regionale nella maggioranza data in quel momento ha votato l'emendamento Zaffini e se il Consigliere Zaffini ha presentato quell'emendamento, credo che non sia solo un incidente di percorso.
Certo risponde ad una cultura che non è la nostra, non è la mia, del gruppo che rappresento, quello dei comunisti, né quella dei marchigiani, credo, però, è evidente che un problema di sicurezza c'è.
Noi sappiamo che il problema di garantire la sicurezza, in alcuni luoghi, in alcuni momenti della giornata, esiste. E' vero, credo però che sia lo Stato che deve garantire, nei modi e nelle forme date, la convivenza civile, la garanzia minima, che è quella della sicurezza, per vivere in un territorio.
I Sindaci, i Comuni, non possono essere ridotti, come sono oggi, a ragionieri da decreti del Governo centrale che ha sposato una politica neoliberista, per cui tutto si misura in euro, tutto viene misurato dal capitale finanziario, anche la sicurezza dei cittadini.
Non si può sposare questa cultura, perché questa cultura porta alla legge della giungla, il più forte vince, la prepotenza vince, chi non si adegua, chi non è abbastanza dotato per resistere soccombe.
I Sindaci debbono essere rimessi nelle condizioni di poter garantire la sicurezza dei loro cittadini. Si parla di zone e di ore notturne, se ci sono zone degradate, e ci sono, debbono essere recuperate con mezzi pubblici alla civile convivenza, debbono essere recuperate in termini di servizi, debbono essere recuperate in termini urbanistici, debbono essere assicurati adeguati finanziamenti e la possibilità di avere organici idonei in ogni periodo della giornata per garantire la sicurezza.
Questo è, e allora dico ai colleghi di maggioranza, è vero che oggi ripristiniamo in forma di strumento legislativo la cultura marchigiana, però non sarebbe male, colleghi Consiglieri del PD che vi vedo abbastanza disattenti, far sentire la vostra voce, gridare al bullo di Pontassieve che non parli a Strasburgo di valori e poi tagli i finanziamenti alla sanità, alla scuola, alla sicurezza in Italia.
Delle due l'una, o si sposa quella cultura o quella cultura deve essere combattuta altrimenti si predica al vento e si vende fumo. Vi chiedo questo, fate sentire, voi che fate parte dello stesso partito, la vostra voce, fate sentire la diversità dei marchigiani rispetto ad una cultura che sta facendo diventare sempre più violenta la nostra società e, quindi, anche la nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Sono contento che anche dall'estrema sinistra arrivino delle note di appoggio alla sicurezza del nostro territorio.
Ogni giorno sui giornali se ne vedono di tutti i colori e, quindi, come minimo è necessaria un'attenzione a questi temi.
Ribadisco, assolutamente, la bontà della legge che è stata approvata, a prescindere dal mio emendamento, perché incide sull'educazione e sulla prevenzione, quindi, sulla parte più teorica della questione.
Il mio emendamento andava a modificare non la legge che è stata approvata, ma la legge del 17 febbraio 2014, la n. 1, che modificava la disciplina in materia di ordinamento della polizia locale, era questa la mia intenzione, abbiamo una legge che è a dir poco moscia e siccome non sono politicamente corretto, uso dei termini un po' pesanti ..., a parte il fatto che non pensavo effettivamente che l'emendamento passasse, se no sarei stato anche bravo a limare un po' i termini, si può fare tutto pur di ottenere lo scopo.
Voglio ribadire che non sono ronde e qui mi inserisco nel discorso del Consigliere Bucciarelli che invoca i Sindaci, invoca lo Stato, ma la polizia municipale è un organo pubblico e io, in questo mio emendamento, non chiamavo in causa i cittadini, nemmeno i vigilantes privati, era solo per dare un segnale alle polizie locali che sono capaci di assumere le ciccione, le grassone che sono buone solo a fare le multe, ma per far fronte a certi interventi bisogna anche una prestanza fisica e avere il fiato per poter fare la rincorsa ...

PRESIDENTE. Scusi collega, c'è un brusio di fondo che rende impossibile sentire bene quello che dice.

Roberto ZAFFINI. Potrei fare il giocatore di basket, secondo voi? Posso fare il giocatore di basket? Sono alto 1 metro e 61 centimetri, allora, santo cielo, se io non posso fare il giocatore di basket, un vigile che si chiama vigile urbano, che deve rispondere ai cittadini sulla sicurezza, deve avere delle caratteristiche, è inutile dirlo. Penso che sia una cosa banale, sono esterrefatto che questa cosa dell'idoneità fisica abbia scatenato gli ariani, le S.S.. Ma cosa? Ma dove? Qui si parla di un corpo che deve girare per la città e se deve inseguire un marocchino che pesa 45 chili, deve potergli stare dietro, ma se uno pesa 100 o 80 chili, è chiaro che il marocchino rimane impunito e fugge.
E' questo, è nella concretezza dei termini che io voglio agire, dico, quindi, che questo pandemonio che è venuto fuori, è veramente assurdo, perché io agisco nell'ambito pubblico, non ho chiesto ronde di cittadini, di ultras del calcio, di partiti di estrema destra. No! Ho chiesto una possibilità in alcune città. A parte il Procuratore generale Macrì, quelli sono livelli alti di mafia, abbiamo visto a Pesaro, io parlo delle cose che sono accadute, dove l'altro ieri, un ragazzo per sedare una rissa, ha preso una coltellata nel fegato e rischiava di morire, si è salvato per il rotto della cuffia.
Questo voglio dire, se ci fossero delle persone nella pubblica polizia che vengono addestrate per il controllo del territorio, non sarebbe la fine del mondo. Non è un ripristino delle leggi non so di che, per me è una cosa banale e mi dispiace che con questa legge voi lo togliate, perché veramente, al contrario di voi, ho avuto grandi complimenti per questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. I dubbi sulla possibilità di dialogo su questa legge sono stati cancellati in maniera estremamente intelligente e graziosa dal Consigliere Zaffini, il quale non aveva alcuna preoccupazione che il suo emendamento passasse, la sua sola preoccupazione era quella di raccogliere qualche centinaio di voti fuori dall'Aula usando questi argomenti. Forse anche migliaia, anche decine di migliaia, non è un problema, ma ha fatto la sua parte politica, infatti questo ha citato.
Mi dispiace per il resto del centro destra che si accoda su questa posizione con l'argomentazione da parte del proponente. Certamente è una bella soluzione, la scriverei in una legge: vigilesse muscolose e non trippone, vigilesse basse e compatte e non con le cosce grosse. Questo è il tipo di proposta di legge che il Consigliere Zaffini avanza, ma, Consigliere Zaffini, siamo sempre nel campo dello scherzo, perchè sul piano della serietà non possiamo fare leggi sull'ordine pubblico.
Questa proposta di legge nasce da una grandissima confusione, la legge che è stata presentata è una legge che riguarda l'aspetto educativo, è la prima e fondamentale opera che può essere fatta sul piano della prevenzione. Questo è quello che la Regione può promuovere. Non può promuovere altro e questo deve essere estremamente chiaro, quindi, non ha neanche senso il primo emendamento presentato perché non fa altro che richiamare leggi che già ci stanno e che fa lo Stato.
Andiamo alla sostanza, le coltellate al fegato, caro Consigliere Zaffini, ce le avremo sempre. Gli Stati Uniti d'America sono pieni di poliziotti, di ronde, di muscolosi e di muscolose che vanno in giro con i manganelli senza essere neanche autorizzati perché l'America è un paese libero e non ce n'è bisogno. Non c'è bisogno di una legge per dire alla gente di farlo. E' il paese con il più alto tasso di delinquenza, è il paese con centinaia di migliaia di persone nelle galere, molti, ma molti di più rispetto a quelli che abbiamo noi, quindi, il vero problema non è questo, è il controllo sociale. Chi sposta il problema sulla sicurezza, evidentemente, non ha mai fatto neanche il Consigliere comunale. Io ho fatto il Sindaco e l'Assessore alla polizia urbana per tanti anni e nel mio Comune ho fatto un'altra scelta, Consigliere Zaffini, invece che fare le sagre e le marchette elettorali, ho fatto portare l'organico dei vigili urbani della mia città quasi al massimo dei posti disponibili perché questo si può fare. Si può aumentare, se si vuole più prevenzione, più sicurezza e la presenza dei vigili urbani sul territorio.
Un'altra cosa potremmo fare, ma non noi, lo Stato, potremmo organizzare meglio le numerose Forze dell'ordine che abbiamo a disposizione. Siamo uno dei Paesi che ne ha più di tutti e l'Italia è un Paese dove c'è meno delinquenza proprio perché abbiamo più intelligence, non più repressione.
Siamo stati i migliori nei momenti delle grandi crisi, ad esempio nel periodo del terrorismo nazionale ed internazionale, perché avevamo molta intelligence, forse anche troppa concorrenza fra Guardia di finanza, Polizia e Carabinieri, troppa concorrenza che però ha prodotto risultati eccezionali. Noi riuscivamo a sapere prima che i reati venivano commessi, nonostante siamo stati uno dei Paesi più attaccati sia da destra che da sinistra, terrorismo rosso e nero, siamo stati anche il Paese che è riuscito più di tutti e meglio a venirne fuori.
Non disperiamo, Consigliere Zaffini, io sono con lei e con tutti quelli che sostengono questa tesi perché nessuno vuole più delinquenza, ma dovremo partire forse e in maniera più decisa con quanto è stato messo in questa legge.
La mia raccomandazione, rivolta all'Assessore Giorgi che sarà deputata a seguire e ad applicare quella disposizione che abbiamo approvato la settimana scorsa, è quella di mettere in conto con i Comuni un'azione seria, perché per esempio sul piano della conoscenza si può fare di tutto, abbiamo delle associazioni, non c'è bisogno di nominare i civici assistenti, abbiamo tanta gente che ha fatto il poliziotto, che ha fatto il carabiniere, disposta a svolgere attività di questo tipo, ma non con l'idea del personaggio armato, muscoloso, che deve intervenire, quello lo deve fare la polizia e per quello ci vuole una grandissima professionalità. Ho visto pattuglie della polizia non intervenire quando trovavano una persona ubriaca, quando trovavano una persona che stava facendo danni alla loro stessa macchina, questo può far scandalo a qualcuno, chiudo Presidente, ma è un modo intelligente di fare. Ho anche visto, in altre parti, agire la polizia e faccio riferimento alla città di San Diego, dove il marinaio ubriaco esce dal locale, da fuori da matto, la polizia interviene e la prima cosa che fa spara. La Polizia italiana non fa questo. La polizia italiana ha un'altissima professionalità perché la prima cosa che fa non è quella di dare manganellate e sparare, ma cercare di contenere il danno e cercare di salvare le vite umane. Questo fa la differenza fra la civiltà e una presunta richiesta di sicurezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Nel giorno in cui le pagine dei giornali regionali sono piene dell'efferato omicidio avvenuto a San Severino, omicidio che fa dire al Procuratore Generale di Ancona, Macrì, che c'è un salto di qualità nell'ambito della strategia, se così si può chiamare, della criminalità organizzata, assistiamo in quest'Aula a quella che è una vera e propria malattia, purtroppo non è una malattia rara, è una malattia diffusa, è una malattia diffusa della sinistra e che sento, dal recente intervento, pervadere anche altre persone.
La malattia è l'orticaria della sicurezza che pervade l'intera sinistra e non solo, ahimè! Sento addirittura dire che chi si occupa di sicurezza, come il Consigliere Zaffini, non ha fatto neanche il Consigliere comunale o provinciale, beh, io ho fatto sia l'uno che l'altro e sono molto attento al tema della sicurezza, diversamente da qualcuno che ha parlato poco fa.
Credo che questa malattia che state perpetuando vada ribadita, perché nella legislazione nazionale ed anche in molte legislazioni regionali, che ho citato nell'emendamento che spiegherò dopo, non c'è questo approccio aprioristico del tutto preconcetto, non c'è.
Avete visto il diavolo, dove il diavolo non c'è. Avete visto il diavolo in quell'emendamento che non parlava e non parla di ronde. Vi siete precipitati in maniera isterica a sospendere il Consiglio martedì scorso, avete urlato al diavolo delle ronde. Nel pomeriggio avete fatto subito la Commissione pretendendo di votare immediatamente, cosa a cui mi sono opposto. La Commissione, l'abbiamo fatta ieri, tra l'altro leggo dalla stampa che io mi sarei astenuto, non è così, io ho votato contro la soppressione dell'emendamento del Consigliere Zaffini. Ho votato contro, caro amico Presidente, e questo approccio del tutto preconcetto da malattia, da orticaria che avete sulla sicurezza è veramente preoccupante e cozza contro il salto di qualità che oggi viene riportato dai giornali nel caso del povero commerciante di San Benedetto trucidato a San Severino.
Gli episodi fortunatamente non sono sempre così drammatici, anche se i piccoli episodi che accadono in tutte le città, lo ha ricordato il Consigliere Zaffini a Fano, ci devono far alzare il livello di attenzione anziché abbassarlo, anche se parliamo di norme di tipo preventivo e culturale, come la legge che abbiamo approvato e su cui siamo comunque tutti d'accordo.
Quando voteremo l'emendamento lo presenterò meglio.
Voglio fare davvero i complimenti alla Commissione, i complimenti ai compagni e a quelli che hanno la malattia dell'orticaria, che invito a farsi curare, per la velocità. Voi avete avuto il turbo, dormite decine di anni su leggi fondamentali, perché vi fa comodo dormire, perché avete una serie di interessi, non voi, ma le vostre parti politiche, dormite comodamente da anni e anni e poi avete il turbo e siete così veloci che in una settimana tirate fuori una legge che dimostra tutto il vostro feticismo, le vostre fissazioni, la vostra orticaria nei confronti di quello che è un valore fondamentale, che dovrebbe essere il primo, ed è la sicurezza delle persone. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente. Chiedo scusa al Consiglio regionale se mi abbasso un attimo al livello del Consigliere Zaffini, ma da uno che fa parte di un partito il cui slogan è stato per anni "ce l'ho duro", parlare di moscismo è quasi un paradosso, caro Consigliere Zaffini, anche se da un Consigliere maschilista che appartiene a un partito maschilista non potevo aspettarmi nient'altro.
Andando al punto della questione, e poi torno sul Consigliere Zaffini naturalmente, voglio dire alcune cose.
Vede Consigliere Marangoni, lei parla di vedere il diavolo, qui la questione non è che noi abbiamo visto il diavolo, ma è riaffermare alcuni principi che vanno nella direzione opposta a quell'emendamento. Noi non siamo contrari alla sicurezza, anzi tutt'altro, ma la sicurezza non è dotare i cittadini di una pistola, non è farsi giustizia da soli o attivare un corpo fisicamente idoneo che giri di notte a caccia di delinquenti per farsi giustizia da solo.
Non è questa la nostra visione ed è per questo che oggi vogliamo affermare l'esatto contrario, che va nella direzione dell'intervento del Consigliere Marconi ed anche nella direzione dell'articolo che lei citava in merito all'intervento del Procuratore generale Macrì. Lei ha citato una parte del suo intervento, una parte essenziale dice: "Non basta colpire i terminali della criminalità, perché questo porta solo ad un ricambio della manovalanza" ed è esattamente questo che la nostra legge vuole fare. Legalità, prevenzione, cultura, questo bisogna fare, non dotare corpi speciali di armi o addirittura dotare i cittadini di armi per potersi fare giustizia da soli.
Questo è quello in cui noi crediamo ed è questa la sicurezza che vogliamo. Anche il fatto dei vigili urbani nella legge c'è, c'è il potenziamento di quelle attività che svolgono i vigili urbani nelle nostre città e nei nostri Comuni.
Non serve un corpo speciale, addirittura fisicamente idoneo, e guardate, potrei dire davvero tante cose, perché è veramente squallido continuare a sentirsi giudicate come donne solo in base all'aspetto fisico. Che lei voglia mettere una caratteristica fisica e che utilizzi questo linguaggio così becero e così maschilista nell'Aula dell'istituzione più importante, che è quella del Consiglio regionale, è inqualificabile. Aggiungo e concludo che lei chiede caratteristiche per i vigili urbani, ma io penso che bisognerebbe rispettare anche dei criteri per fare i Consiglieri regionali e per rappresentare le istituzioni, perché il suo linguaggio, e non è la prima volta, non è consono ad un'Aula di questo genere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Abbiamo ascoltato questa lezioncina di moralità, che fa sempre piacere. Penso che per i vetero comunisti, come siete voi, tutto è basato sull'ideologia, sul rancore, mai sul confronto e sulla dialettica. Io ho firmato un emendamento, io sono stato sempre un democristiano non pentito, sempre contro i comunisti, su questo non c'è ombra di dubbio ed anche oggi sono ancora più convinto dopo gli interventi che ho ascoltato, mai mi ha sfiorato la mente ... Penso che lei morirà democristiano, io no! La differenza tra me e lei è che lei forse non si è accorto che c'è un monocolore democristiano a Roma ... l'ho già dato ... noi eravamo chi di sinistra, chi di destra, chi di centro, però sempre democristiani eravamo.
Entrando nel merito dell'emendamento, a parte le battute e le lezioncine che abbiamo avuto, il Consigliere Marconi si scandalizza, è stato Sindaco di Recanati, città dove si va a vedere Leopardi, dove si fanno le passeggiate sul colle dell'Infinito, se avesse fatto il Sindaco sulla costa non penso avrebbe avuto questi problemi.
Lo spirito di questo emendamento, come l'ho interpretato io, né ronde, né violenza, serve solo a sensibilizzare, perché i poteri non ce l'hanno quegli enti che purtroppo oggi non stanno facendo niente sotto questo aspetto.
Ho avuto la fortuna di essere Assessore alla Polizia municipale per 5 anni con Erminio Marinelli, per 5 anni, ho fatto l'Assessore alla polizia municipale e si occupava di sinistri, perché i Carabinieri e la Polizia erano impegnati e non ci potevano andare, delle scuole, di controlli sul commercio. Però c'è un problema serio che nessuno vuole affrontare, nemmeno oggi, soprattutto chi ha fatto il Sindaco sulla costa sa la gravità che c'è dopo la mezzanotte, con il bullismo, con l'alcol, chiamatelo come volete, c'è anche chi parte da alcune zone per litigare, succede anche questo, non possiamo negarlo.
Allora perché non fare una legge che se uno è alto 1 metro e 58 centimetri può portare la moto della Polizia municipale? Se fa un concorso viene scartato che sia uomo o donna. L'altezza! Se è bravo, ma non è alto, non è idoneo, non può partecipare, quindi, non dobbiamo, e concludo perché già ne abbiamo parlato l'altra volta, fare una speculazione politica tra i puri e i duri. Poi questa insofferenza che avete quando la gente parla, lo stato d'animo insofferente che avete, non siete tranquilli, ma state tranquilli, state sereni. Dov'è il problema!
L'abbiamo detto anche l'altra volta, abbiamo sentito molta teoria e poca pratica, alla gente insegniamo cosa fare, l'educazione, però va in giro con i coltelli a serra manico e se parli o magari pesti qualcuno in discoteca ti dà una coltellata, o se dai una spinta ad uno in un bar ti spacca una bottiglia in testa, ma non sono i vigili o la Polizia municipale che risolvono questi problemi, però se si fa una legge che dà la facoltà di armare la Polizia municipale, una facoltà non un obbligo (...) No! A Civitanova non c'è la possibilità di approvare il Regolamento, è stato Sindaco ..., non c'è un Regolamento che dà la facoltà di armare, sono andati anche dal Prefetto, ... lasci perdere Falconara, io vengo da Civitanova, certo a Falconara c'è un buon Sindaco ...
Concludo, non abbiate rancore dentro. Fascisti, non fascisti, ronde, non ronde, diamo un segnale di maturità senza rancore, senza astio. Diamo la possibilità a tutti di intervenire serenamente e tranquillamente perché nessuno, nemmeno voi, è portatore di verità, come non lo siamo noi. Quando uno cerca il dialogo, per ideologia chiudete subito le porte, per ideologia non volete parlare.
Presidente, si può inserire, se non volete, non lo fate, la facoltà o l'invito ai Sindaci a verificare, anziché rivolgersi al Prefetto, perché la Polizia municipale non fa il servizio notturno, è capitato a noi, si rifiuta di fare il servizio notturno perché non è armata (...) Come?

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Consigliere Brini lei presenti un sub emendamento. Se vuole inserire qualche cosa provveda.

Ottavio BRINI. Io vorrei che, come siete stati rapidi a fare una Commissione in 24 ore, a riproporre la legge in 24 ore ...

PRESIDENTE. Abbiamo fatto tutto secondo Regolamento.

Ottavio BRINI. Si, però l'altra volta lei, Presidente, era sconvolta, per poco sveniva, adesso andrà a casa serena, tranquilla, avete approvato questa legge e abbiamo risolto tutti i problemi della sicurezza delle Marche. Complimenti!

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Consigliere Brini, dovremmo tutti fuggire da posizioni ideologiche, tutti, ma questo non significa e non deve significare, a mio avviso, non rimanere ancorati a idealità, a valori, a principi.
Rispetto ai toni usati dal Consigliere Brini, vorrei usare le parole di Don Mazzolari che ha detto che è importante stare a destra, stare a sinistra, ma ancora più importante è stare in alto. Stare in alto in un'Aula di un Consiglio regionale significa, per tutti noi, mantenere non soltanto una capacità di ascolto, di dialogo, di confronto, tra l'altro credo che questo sia quello che vogliono i marchigiani che ci hanno eletto, ma credo anche etica, stile, e soprattutto correttezza, lealtà istituzionale, collaborazione istituzionale.
Questo dovrebbe essere il modo. Non so se ci riesco e se ci riusciamo, per quanto mi riguarda vorrei che fosse così, non so se con coerenza riesco a praticare questo modo, però credo che questo debba essere per tutti noi il modo di essere istituzione.
Intervengo senza nessuna posizione ideologica, ci mancherebbe, tra l'altro non so se il Consigliere Brini lo sa, ma io sono stato Sindaco ... per cosa? ... al mare? ... mai! Mai Consigliere Brini! Guardi ..., ah si, invece non c'ero proprio stato. Si ricorda aveva detto che avevo preso una macchina di servizio, invece non c'ero nemmeno stato.
Devo dire che lei non è molto serio, quindi, non c'è solo un problema di stile, c'è un problema di serietà, ha fatto bene a ricordarlo. Si, volevo denunciarla, è vero, poi dopo lei ha corretto dicendo ..., si, si, va bene, anche questo bene, però io voglio rimanere nel tema, ... Io non ho mai utilizzato la macchina e tanto più lei diceva ... ma io non c'ero stato, però se lei ha detto forse ... Va bene.

PRESIDENTE. Consigliere Giancarli, avanti. Forse, Consigliere Brini, una denuncia preventiva ci stava, cautelare.

Enzo GIANCARLI. Torno al tema, ho detto che ho fatto il Sindaco e la Polizia Municipale del mio Comune, anche perché è un Comune di montagna ed i servizi sono effettuati anche nelle ore notturne, aveva ed ha le armi, quindi, nessuna posizione ideologica, perché va tenuto conto delle situazioni, delle particolarità, delle specificità, dei momenti storici.
Detto questo, credo che la sicurezza sia un diritto che, a mio avviso, va garantito attraverso l'inclusione sociale, attraverso quegli aspetti sociali a cui ha fatto riferimento il Consigliere Marconi, tra l'altro l'ha fatto con grande passione ed anche con grande profondità e questo è anche il modo in cui vive la politica, ma accanto a questi aspetti sociali, a mio avviso, c'è la necessità - tra l'altro mi fido ciecamente delle Forze di polizia, dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato per altri aspetti, della vigilanza di altre istituzioni, della Polizia municipale - della certezza della pena, qui molti hanno richiamato la durezza, ma questa parola la vorrei sostituire, rispetto alla sicurezza, con certezza della pena, perché credo che sia un fatto molto efficace anche la certezza della pena.
Da questo punto di vista, penso ad un adeguamento, in questa Aula ci sono degli avvocati, ad esempio, del codice penale che deve prevedere e colpire i nuovi reati. Faccio solo un esempio: il furto nell'appartamento, dentro l'abitazione di una persona, di una famiglia, è considerato reato contro il patrimonio, mi corregga avvocato Natali se sbaglio, non reato contro la persona. Noi abbiamo ancora questo tipo di codice ed è chiaro che il furto che avviene in un campo coltivato che arreca un danno a quel coltivatore, che arreca un danno a quelle colture è un danno al patrimonio, ma il furto che avviene dentro l'abitazione, indipendentemente se la persona è in casa o meno, è un reato contro la persona.
Credo che da questo punto di vista ci voglia molta tranquillità e anche molta determinazione, è un problema di risorse, è un problema di cultura, ma è un problema di legalità e di costruzione vera di una politica della sicurezza.
Da questo punto di vista, credo che dentro la via maestra che c'è data dalla nostra Costituzione italiana, dalle leggi dello Stato, con quegli adeguamenti ad alcuni codici a cui facevo riferimento, sia possibile trovare risorse e risposte. E' ovvio, e chiudo qui, che non debbo dirlo a voi che tra l'altro conoscete come me la questione, la sicurezza è un nuovo diritto e credo che con coerenza dobbiamo muoverci per garantirlo a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Devo dire che la tentazione italica di parlare di tutto e di più in un'Aula viene sempre fuori ed anche in questa occasione si è incredibilmente sconfinato. Oltre ai simpatici scambi di battute fra i Consiglieri, anche in questa occasione si è sconfinato da quello che è il tema e, a mio avviso, forse il Consigliere Brini ha provato a rientrarci.
Forse è il caso di fare una piccola ricostruzione veritiera altrimenti sottovalutiamo sempre, al di là della nostra volontà di apparire sui giornali, spesso singolarmente o come partiti, qual è il messaggio comunicativo che esce di un ente, di una istituzione. Su questo argomento credo che l'unica cosa che sia emersa chiaramente è che nessun cittadino ha capito cosa stavamo facendo la volta scorsa, la volta precedente e cosa facciamo oggi.
Oggettivamente parlando il messaggio sulla sicurezza è stato imprigionato in una gabbia vetero ideologica, neanche tanto ideologica ma di prassi, in cui la sicurezza è un tema ammorbidito. Perché? Non solo perché siete di centro sinistra come maggioranza, ma perché si è riscontrato nell'iter di formazione delle leggi ..., vorrei ricordare al Consigliere Brini che è arrivato da poco, così gli faccio il riassunto delle puntate precedenti, che ho presentato una proposta di legge sul riordino della Polizia locale - come Consigliere regionale sa che è un tema che si è incagliato nelle precedenti legislature - che prevedeva una serie di possibili competenze, lo dico all'amico e Consigliere Marconi a cui il Consigliere Perazzoli ha fatto i complimenti perché nel ragionamento ha colto la parte di sinistra, ma in realtà il Consigliere Marconi ha detto anche un'altra cosa: "Da Sindaco ho portato al massimo la pianta organica della Polizia municipale", l'ha fatto non perché volesse fare del clientelismo, spero, ma perché voleva occuparsi di sicurezza e non solo, però c'è un problema di fondo, ... bravo! Questo è sicuramente di destra per sensibilità e per non essere un ragionamento ideologico ... No! Questo è nei fatti ed è dimostrato, le Regioni che sono state amministrate dal centrodestra, le Polizie locali, ricordo a tutti che non si chiamano più Vigili urbani, fanno i poliziotti, ma no perché lo dice la Regione, lo dice la legge nazionale, caro Consigliere Marconi quando parla di ordine pubblico è una cosa e sono d'accordo con lei, noi non possiamo normare l'ordine pubblico, ma possiamo declinare la pubblica sicurezza che è un'altra cosa, perché la competenza della pubblica sicurezza la dà lo Stato alle Polizie locali, qui non è discutibile, so che ci sono anche forze sindacali di sinistra nelle Polizie municipali che si oppongono fermamente a questa cosa, ma è già decisa, non è in discussione, sono poliziotti! Punto!
Da questo punto di vista, con questa legge noi avevamo un'occasione ed era quella di lavorare sulla prevenzione anche culturale, nella mia proposta di legge era inserito e qui è stato sviluppato a latere. Perché è stato sviluppato a latere con una seconda legge? Perché la prima legge, sostanzialmente, non doveva decidere nulla e non doveva mettere nelle condizioni la Regione di rompere troppo le scatole a quei Comuni che utilizzano la Polizia municipale per fare tutt'altro rispetto alle proprie competenze. Questo non va bene, noi abbiamo perso un'occasione concreta, non ideologica, di dare degli strumenti di supporto alle Polizie locali, per fare che cosa? Quello che lo Stato gli dice di fare. Qui dentro forse ci siamo dimenticati, e questo è colpa, mi dispiace lo dico al Consigliere Zaffini, sia dell'eccesso di federalismo della Lega che dell'ultraregionalismo della sinistra che hanno portato, nel corso del tempo, le Regioni a sconfinare dalle proprie competenze. Infatti vorrei ricordare il numero di leggi impugnate della Regione Marche dal Ministero competente. Il paradosso è che non andiamo ad aiutare quelle che sono le competenze decise dallo Stato che però vanno declinate. Le Polizie municipali per combattere il crimine hanno bisogno di soldi, per la formazione, per la benzina per mandare le macchine in strada, per comprare le armi consentite dalla legge statale per fare il servizio notturno, soldi che il Comune deve utilizzare per pagare le indennità, perché ci vogliono le indennità per fare il servizio di notte. Il servizio notturno non viene fatto perché si paga.
Se noi non facciamo tutto questo, noi facciamo finta, questa operazione 'sicurezza', come alla fine l'avete voluta confezionare è una simulazione. Abbiamo simulato, ditelo al Procuratore Macrì, noi abbiamo simulato una grande operazione sulla sicurezza addirittura con due leggi, di cui una è stata ridimensionata al minimo e alla fine serve per dire: "Fatevi le divise tutte uguali" e l'altra è una questione minimale, sarete d'accordo, visto che qualcuno ha detto: "Voliamo alto", e se vogliamo volare alto, il problema della Polizia locale è come fare i servizi notturni nei Comuni sopra i 25.000 abitanti, altrimenti di cosa parliamo?
Infine ricordiamo l'ultima gaffe, gaffe politica. La maggioranza, proprio perché non gliene frega niente di questo tema, era a passeggio, era in giro ed è passato l'emendamento provocatorio. Questo è un dato di fatto, era scritto male, lui lo sa e l'ha detto, molto onesto, molto leale nei confronti dell'Aula il Consigliere Zaffini, oggettivamente non declinava bene, era un po' ambiguo, ma sostanzialmente voleva dire alla Polizia locale: datti una strutturata per fare queste cose, scritto male ovviamente.
Noi oggi avevamo una grande occasione che era quella non di fare il derby sui due emendamenti, concludo e per oggi taccio, uno che non dice niente, come al solito, sulla sicurezza e l'altro cerca di riparare "la gaffe linguistica" che peraltro era risolvibile con il coordinamento tecnico. Vorrei ricordare che potevamo fare a meno di una votazione, perché abbiamo persone qualificate che avrebbero saputo desumere, perché quello che conta in una votazione è la volontà dell'Aula, non il lessico, ed il coordinamento tecnico serve per correggere le nostre ignoranze che oggettivamente ci sono, vale per tutti, non solo per chi ha fatto l'emendamento in questa circostanza.
Concludo, avevamo l'occasione di dire che cosa? Che inserivamo all'interno della legge l'invito alle pubbliche amministrazioni, agli enti locali, ad implementare i servizi di perlustrazione attinenti la pubblica sicurezza, ma ci voleva tanto?
Non so cosa riporterà l'amica dell'Ansa, cosa pubblicheranno i giornali, è normale, la libertà di stampa ognuno la interpreta come gli pare, vista anche la variegata quantità di informazioni che noi diamo, di ogni tipo, ma è evidente che la storia è questa, avevamo l'occasione di dire: cerchiamo di fare uno sforzo per combattere la criminalità nei territori. La risposta è: il problema è il Consigliere Zaffini, allora risolvetela da soli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Con estrema onestà intellettuale, a differenza di chi ha problemi ideologici, ho detto subito che non approvo questa cosa e, quindi, sono per l'eliminazione, però due cose le dico e non le avrei dette se non ci fosse stato l'intervento della Consigliera Bellabarba, alla quale mi sento di dirle, come Segretaria dell'Ufficio di Presidenza, visto che credo competa all'Ufficio di Presidenza anche un po' vigilare sul decoro e sulle offese che i Consiglieri regionali ricevono, che il Consigliere Zaffini fa le sue provocazioni, ma non offende mai nessuno. La Consigliera Bellabarba quando esordisce dicendo: “Chiedo scusa all'Aula perché mi abbasso al livello del Consigliere Zaffini” è offensiva e mostra quella supponenza fuori luogo della sinistra che deve un attimo rimettersi a posto, perché i fatti hanno dimostrato che non avete di che vantarvi e che su certi temi avete fatto dei grandi scivoloni. Grazie a babbo Renzi state rimediando con i numeri, però non è un periodo felice. Quella supponenza etico, morale, culturale, pedagogica, educativa, è veramente fuori luogo ed è stata sprezzante nei confronti di un collega che ha fatto una provocazione e, con estrema onestà e correttezza, è stato il primo a riconoscerla.
Mi scusi, ma quale modello di donna ha in mente, quale donna si può offendere dalle parole dell'emendamento del Consigliere Zaffini! E’ una donna che ha una minus haben. E’ una cultura di genere che sta riducendo, sta spezzettando la donna, sminuendola e siamo noi donne le prime a fare le spese di questa cultura che sta spezzettando la persona che sta soprattutto togliendoci delle prerogative. Più andiamo avanti così e meno ce ne avremo.
Una donna che si sente sminuita da una frase che parla, più o meno in maniera, per carità, se pur provocatoria o non adeguata, di forma fisica, è una donna che non mi appartiene e credo che chi si offende mostra tutto il complesso di questa situazione più che dimostrare la difesa di qualcosa che, credo, deve essere ricondotta a ben altro.
Mi dispiace che questo avvenga e avvenga con certi toni, se c'è stata ideologia, lo dico al Consigliere Giancarli, che ha fatto anche lui il suo sermone. A chi? Solo davanti? Il sermone lo faccia anche dietro, perché la mancanza di rispetto c'è stata in primis da parte della Consigliera Bellabarba nei confronti del Consigliere Zaffini che con la sua estrema seraficità, perché è ammirevole, supera e manda dietro le spalle. Però questa cosa mi sento di doverla evidenziare ed anche censurare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Non voglio fare il puritano o quello che ne sa più degli altri su questo punto, però torno al principio della legge per cui è stata proposta e che credo con queste ultime battute e questi ultimi interventi rischiamo di perdere.
Il dato di fatto è che le Marche, come noi tutti sappiamo, non sono più un'isola felice e che il Consiglio regionale riesca a progettare una legge che riguardi non tanto gli aspetti dell'attivazione degli strumenti necessari, su cui ogni parte ha un suo modo di vedere, ma ripensi il tema della sicurezza in una logica davvero nuova e più contemporanea rispetto a quella che è di ordine preventivo o repressivo che è tradizionale in tutti noi, sia aventi principi di destra o di sinistra, rappresenta il punto più alto della proposta di legge stessa.
Questa serviva, per la prima volta, credo, soprattutto da parte di un Consiglio regionale ad emanare, unica in Italia, una proposta di legge che desse un indirizzo nella contemporaneità dei fatti ad una realtà territoriale, con l'auspicio che attraverso alcune chiare disposizioni normative regionali si desse quel passaggio in più per prevenire in futuro, con i mezzi che noi abbiamo e che possiamo avere, che era quello di una divulgazione, di una tutela della legalità, non più legata o comunque non più strutturata sui vecchi parametri della difesa della Costituzione, del principio di legalità e quant'altro, ma introducesse la compartecipazione, per la prima volta, anche di quelle forze che noi riteniamo essere solo di giustizia. Per questo la Procura della Repubblica o comunque alcuni organi avevano valutato come davvero innovativa la proposta stessa.
Ritengo che noi dovremmo tornare a concepire l'atto normativo che voteremo nel suo emendamento in questa direzione, perché, ripeto non voglio cadere dalle nuvole o pensare che tutto quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto da una e dall'altra sponda non sia vero, perché è vero e sono realtà di una stessa fattispecie che non si vanno ad incastrare, non è tanto quello che potrà essere attuato con diversi o contrastanti mezzi per la finalità da raggiungere, quanto quello di mettere in moto un meccanismo che si è perso. Perché se le Marche sono aggredite sempre di più dalla grande criminalità, quella che ha strumenti molto sofisticati e cruenti per raggiungere gli obiettivi, come l'ultimo caso di due giorni fa, significa che noi dobbiamo pensare che la base su cui lavorare sia ad armi pacifiche, cioè senza impegni di strumenti repressivi in diverso modo, e credo che la legge coglieva questo.
Invito, in qualche modo, le parti a cessare le armi sulle ronde, non ronde, gli strumenti e quant'altro, perché capisco e condivido, ripeto, le varie posizioni, ma qui il passaggio è di un livello non dico superiore, ma di un quadro normativo molto più ampio su cui poi si potranno inserire, a seconda delle diverse sensibilità, modalità innovative da un lato o tradizionali dall'altro, per catalogare, soprattutto concretizzare quello che questi principi ci danno.
Dobbiamo tener conto che questa legge non riguarda noi, le nostre parti politiche, il nostro modo di pensare a livello politico, riguarda l'intera comunità e riguarda tutti quegli organi che devono, se non attuare dal punto di vista prescrittivo questa legge, parametrarsi per rendere più forte l'azione di contrasto alla criminalità. Se lo vogliamo fare, dobbiamo ritornare a quel nucleo centrale della legge che a me piace molto, lo condivido, non perché sia di destra o di sinistra o riguardi il tema della sicurezza, ma perché rappresenta un salto di qualità nel modo di pensare dei Consigli regionali rispetto ad un tema, che non li riguarda, ma le cui riflessioni, le cui ricadute, toccano la comunità marchigiana come toccano le comunità di tutti i Consigli regionali.
L'invito è di ritornare al dibattito che non può certo finire con l'emanazione della legge e renderlo attuale a partire da quegli organi di giustizia a cui noi ci richiamiamo fino all'ultimo strumento che non è solo la Polizia municipale, ma tante altre forme rappresentative come i Consigli di quartiere e quant'altro, ognuno mette quello che vuole, per far sì che quei 4 principi, perché sono 4, che questa legge ci dice, siano comodamente condivisi come noi li riteniamo e diano un'impostazione diversa per una battaglia contro la criminalità che si fa davvero molto pesante. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1/1 a firma dei Consiglieri Marangoni e Zaffini. Ritirato.

Emendamento n. 1/2 a firma dei Consiglieri Marangoni, Zaffini, Natali, Romagnoli, Ciriaci, Silvetti, Marinelli, Brini.
Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie. E' un emendamento, se vi togliete gli occhiali della preconcetta avversione verso la sicurezza potreste votarlo come maggioranza, di pacificazione anche nell'ottica dell'intervento appena concluso del Consigliere Latini che ho molto apprezzato. E' stato un intervento alto, direi, nei contenuti che richiama lo spirito originario della legge che è di prevenzione e cultura della sicurezza.
Propongo di sostituire il cosiddetto emendamento del Consigliere Zaffini sul corpo speciale con persone fisicamente idonee, con il seguente: "Tutelare i cittadini marchigiani contro le azioni di violenze, atti vandalici e bullismo, soprattutto nelle ore notturne, individuando figure di assistenti civici per la sicurezza che supportino le Forze dell'ordine nell'attività di monitoraggio contro il degrado sociale, spetta alla Giunta regionale adottare il relativo regolamento per la promozione di un sistema integrato di sicurezza attingendo anche ad esperienze in atto presso altre Regioni".
Gli assistenti civici per la sicurezza non li hanno inventati né i Consiglieri Marangoni e Zaffini, né la Lega Nord o altre figure a cui con il solito preconcetto di sinistrorsi voi state già pensando, ma li hanno inventati i vostri compagni dell'Emilia Romagna. Sappiamo, svolgendo l'attività di Consiglieri regionali, che le Regione a cui guardiamo un po' tutti quanti, guardate voi, quando fate i lavori preparatori sono sempre, chissà perché, l'Emilia Romagna e la Toscana, non vi è mai capitato di andare a vedere cosa fa, che so, la Calabria, la Campania, il Veneto, la Lombardia, cito Regioni a caso del nord e del sud, non certo a voi vicine.
L'Emilia-Romagna prevede gli assistenti civici per la sicurezza nei termini in cui li ho sinteticamente descritti, ha fatto una legge nel 2003 che si chiama: "Disciplina della Polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza" dove l'articolo 8 prevede: l'utilizzazione del volontariato in temi di assistenti civici per la sicurezza, e li descrive, parla proprio di questo, parla di utilizzo a supporto della Polizia locale con il fine di promuovere l'educazione alla convivenza ed il rispetto alla legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, l'integrazione e l'inclusione sociale, parola che vi è tanto cara, e descrive queste figure che non sono armate, sono volontari, fanno corsi di formazione e sono a supporto della Polizia locale.
La Regione Emilia Romagna che vi è tanto simpatica e vicina, subito dopo ha fatto il Regolamento della legge che ho citato, con una deliberazione regionale del 2005 di 6 pagine, dove descrive queste figure e conclude dicendo che si faranno convenzioni con gli enti Comuni, ed il solerte Comune della civilissima Bologna, a voi tanto cara, fa il Regolamento e prevede gli assistenti civici. Se andate a Bologna li vedete e funzionano benissimo.
Non ho proposto una cosa di estrema destra né un corpo speciale, ma ho proposto una cosa che la Regione a voi più cara, il Comune a voi più caro, fanno.
Se vi togliete le lenti dei preconcetti sinistrorsi della sinistra, non dovreste avere difficoltà a votare, anche perché siamo nell'ottica dello spirito della legge che è di prevenzione e di cultura della legalità.
Vediamo adesso come votate, chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Trenta, Foschi, Marangoni e Zaffini, uno in più.

Emendamento n. 1/2. Lo pongo in votazione per appello nominale chiesto a nome dei Consiglieri Trenta, Foschi e Marangoni.
Favorevoli: Brini, Ciriaci, Foschi, Latini, Marangoni, Marinelli, Natali, Romagnoli, Trenta, Zaffini, Zinni.
Contrari: Badiali, Bellabarba, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, Cardogna, Comi, Donati, Eusebi, Giancarli, Giorgi, Luchetti, Marconi, Mezzolani, Ortenzi, Perazzoli, Pieroni, Ricci, Sciapichetti, Solazzi, Traversini.
Astenuti: Bugaro, Carloni, Silvetti.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 426. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 407 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Comi, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, D'Anna, Eusebi, Latini, Trenta, Marinelli, Natali, Pieroni, Ricci, Silvetti, Zaffini, Badiali, Perazzoli, Bellabarba
"Disposizioni in materia di terapie complementari: terapia del sorriso e pet therapy"

Proposta di legge n. 221
ad iniziativa dei Consiglieri Cardogna, Marinelli, Malaspina, Silvetti, Marangoni, Latini, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni, Busilacchi, Ricci, Eusebi
"Disposizioni in materia di terapie complementari: terapia del sorriso"

Proposta di legge n. 262
ad iniziativa del Consigliere Marangoni
"Disposizioni sulla pet therapy"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 407 dei Consiglieri Cardogna, Comi, Binci, Bucciarelli, Busilacchi, Camela, D'Anna, Eusebi, Latini, Trenta, Marinelli, Natali, Pieroni, Ricci, Silvetti, Zaffini, Badiali, Perazzoli, Bellabarba, la proposta di legge n. 221 dei Consiglieri Cardogna, Marinelli, Malaspina, Silvetti, Marangoni, Latini, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni, Busilacchi, Ricci, Eusebi e la proposta di legge n. 262 del Consigliere Marangoni, abbinate.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie Presidente, cercherò di essere breve anche per rendere onore al lavoro della Commissione che è stato collettivo e soprattutto condiviso.
Questa proposta di legge nasce dall'iniziativa di diversi Consiglieri di maggioranza e di minoranza, i quali tutti, anche attraverso proposte distinte, hanno inteso e sollecitato l'Assemblea legislativa a disciplinare due trattamenti di supporto e di integrazione delle cure clinico/terapeutiche, come sono distintamente: la terapia del sorriso e la pet therapy e alla fine di questo dibattito nella Commissione le diverse proposte di legge sono state riunite insieme.
Voglio ringraziare il Consigliere Cardogna che è stato il primo a sollecitare la proposta e poi i Consiglieri Marinelli, Malaspina, Silvetti, Marangoni, Latini, Binci, D'Anna, Zaffini, Bucciarelli, Pieroni, Busilacchi, Ricci, Eusebi, Badiali, Perazzoli, Bellabarba, tutti i Consiglieri che hanno contribuito a questa proposta.
Ora, con questa proposta di legge che abbiamo votato insieme, discipliniamo non due terapie complementari, perché il nostro compito, quello del legislatore, non è quello di definire l'approccio scientifico/terapeutico di due trattamenti di supporto sanitario che sono ampiamente definiti e chiariti dalla letteratura scientifica, dalla prassi e dalla pratica medica quotidiana, è quello di assicurare attraverso una disciplina normativa, attraverso regole ben chiare, che alcuni trattamenti che sono largamente diffusi nel nostro territorio regionale siano praticati da operatori adeguatamente formati, riconosciuti dal sistema sanitario, dentro strutture e servizi adeguati. Cioè il nostro compito non è quello di sindacare sulla qualità, sulla bontà, sull'efficacia, della pet therapy o della terapia del sorriso, ma di assicurarci che il cittadino utente, consumatore, non sia tratto in inganno e come lui anche l'ente pubblico o privato che si avvale di queste terapie, penso ai Comuni, da operatori che sono improvvisati e non dotati dell'adeguata formazione.
Ci tengo a chiarire, oltre a questa premessa, che il compito del legislatore regionale non è propriamente quello di entrare nel merito della formazione, questa è una materia di pertinenza, di competenza, non concorrente, ma esclusiva del legislatore ordinario, pertanto qualunque cosa noi scriviamo, qualunque cosa noi discipliniamo in merito alle professioni, al lavoro, alla formazione, rappresenta un mero atto di indirizzo, quindi, l'obiettivo non è quello di autorizzare l'esercizio di questa professione, non è quello di escludere alcuni operatori, non ce lo possiamo permettere, non lo possiamo fare, sia chiaro, ma l'obiettivo è quello di mettere nelle condizioni l'utente cittadino, il consumatore di un servizio, di riferimenti legislativi che certifichino che gli interlocutori ai quali si affida siano seri e formati adeguatamente.
Per cui noi, con questa legge, primo: definiamo che cos'è la pet therapy, secondo: definiamo che cos'è la terapia del sorriso, avendo la consapevolezza che sono due trattamenti separati, distinti ed autonomi, poi affidiamo alla Giunta regionale, sentito il parere della Commissione, la definizione attraverso due atti distinti, perché si tratta di due cose diverse, dei criteri e delle modalità per l'introduzione e l'utilizzo della terapia del sorriso e della pet therapy dentro il sistema sanitario e al tempo stesso introduciamo degli elenchi separati, distinti, che verranno resi pubblici e trasparenti, attraverso i quali il cittadino utente può verificare e sindacare la qualità dell'operatore. Mettiamo chiaramente dei requisiti di accesso per questi elenchi che sono di carattere temporale, di carattere professionale e che saranno definiti dalla Giunta e dalla Commissione, quindi dal Consiglio. Al tempo stesso mettiamo a disposizione criteri formativi per gli operatori, nel rispetto della legge regionale n. 16 del 1990.
Ci tengo a chiarire rispetto alle numerose sollecitazioni che ci sono arrivate e a concludere perché non voglio essere lungo, la discussione si è consumata in modo dettagliato, meditato e consapevole dentro la Commissione, con questa legge fatta di pochi articoli noi non entriamo nel merito di pratiche complementari, terapeutiche che sono state riconosciute, noi andiamo semplicemente a tutelare il cittadino, a certificare la qualità dell'offerta, a censire attraverso elenchi qualificati i soggetti ed i professionisti che potranno esercitarla e ad investire sulla formazione degli stessi.
Averle messe insieme poi corrisponde ad un altro bisogno, quello di semplificare il quadro legislativo. Nella nostra regione abbiamo centinaia di leggi sulla materia sanitaria, troppe leggi, sarebbe un grande merito per questo Consiglio, la Commissione sanità lo ha iniziato, lo sta concludendo grazie al suo Presidente, se riuscisse a fare una unica legge, un testo unico, attraverso un unico atto legislativo, che mette insieme le diverse eterogenee leggi che disciplinano la materia socio sanitaria, semplificando ed abrogando quelle che sono state superate ed anche aggiornandole per tutto quello che oramai è incompatibile con le nuove normative che abbiamo adottato.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Brevemente perché è chiaro che c'è stata condivisione da parte della Commissione, tra l'altro sono uno dei firmatari di tutte e due le proposte di legge, sicuramente è un passo avanti che va anche nella direzione di una continuità di un lavoro che è stato svolto in Commissione e a questo proposito voglio ringraziare tutto il personale per la disponibilità e la professionalità.
C'è solo un piccolo appunto che vorrei sottolineare e per il quale chiedo al Presidente della Commissione ed alla Commissione di prendere un impegno magari di una piccola modifica senza fare oggi degli emendamenti. Come audito abbiamo avuto una dottoressa, medico veterinario comportamentalista, che ha dato alcuni suggerimenti, alcuni sono stati recepiti, altri importanti, forse non c'è stato il tempo per chiudere tutto il discorso, sono stati trascurati, quindi, sono favorevole e condivido quanto ha detto il Consigliere Comi, però chiedo anche al Presidente Busilacchi, magari in un secondo momento, una maggiore attenzione alla necessità della tutela sia degli operatori, degli animali e dei fruitori, come appunto ci indicava la dottoressa.
Da questo punto di vista, con questo impegno, il voto sarà positivo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. Il 16 ottobre 2012 ho presentato la proposta di legge n. 262, unico firmatario: "Disposizioni sulla pet therapy" ancora prima, il 29 giugno 2012, ho presentato la proposta di legge n. 221 insieme ad altri Consiglieri sulla terapia del sorriso: "Disposizioni in materia di terapie complementari: terapia del sorriso".
Della mia proposta di legge non ho saputo niente per due anni, vuoto assoluto, ma siamo abituati, noi miseri tapini Consiglieri di minoranza sappiamo che le nostre proposte di legge vengono messe in frigorifero, quindi, non è una sorpresa non aver avuto nessun tipo di risposta. Siamo abituati, avvezzi, ormai ci abbiamo fatto il callo, salvo, un paio di mesi fa, constatare che, senza nemmeno avere l'educazione, il buon gusto di contattarmi, le due proposte di legge sono state compattate in un unico testo, credo dagli uffici tecnici, non so da chi, su input politico, non lo so, va bene questo ci può stare, ma ancor peggio tutto quello che era, a mio avviso, buono nella mia proposta originaria dedicata esclusivamente alla pet therapy è scomparso. E' per questo che, pur essendomi stato richiesto, non ho firmato la proposta di legge n. 407, unificata, che adesso andiamo a votare. Spiego perché non ho potuto, voluto firmarla.
Ho apprezzato l'intervento del Consigliere Comi che mi sembra abbia già messo le mani avanti sapendo quelle che sarebbero state le mie obiezioni che ho riferito anche in Commissione, quando sono stato all'ultimo momento, tardivamente, a giochi fatti coinvolto.
Lui dice non è compito del legislatore fare l'approccio scientifico, non è compito del legislatore regionale entrare nel merito, allora vorrei capire qual è il compito del Consiglio regionale? Un suo collega l'altra volta, preso da isteria sull'emendamento di cui abbiamo parlato anche troppo poco fa, se ne è uscito dicendo: veniamo eletti Consiglieri regionali per legiferare, poi aggiunse, non per stare fuori ed essere distratti quando si vota. Io dico che siamo noi Consiglieri regionali, no la Giunta, perchè la Giunta è esecutiva e mette in pratica ciò che il Consiglio legifera.
Questa legge è unificata male. Primo, non dice quasi niente; secondo, non da risorse finanziarie. Quando si fa una legge e non le si attribuisce dei soldi è meglio non farla, si fa solo brutta figura. Né alla terapia del sorriso né alla pet therapy si danno soldi. Terzo, su tutti i punti qualificanti si rimanda alla Giunta, sentito il parere della Commissione. Ma è un'altra cosa! Qui c'è un'inversione dei ruoli, siamo abituati in questi anni, ci avete abituati, ormai abbiamo una Giunta che legifera, anziché applicare le leggi del Consiglio regionale. Avete passato alla Giunta l'intera, quasi tutta direi, legislazione su queste due materie. Cosa stiamo legiferando adesso? Una cambiale in bianco alla Giunta. Non diamo i soldi per queste cose, non li stabiliamo e avete snaturato completamente un lavoro che mi sembrava di averlo fatto in modo, non lo dico per vantarmi, dignitoso, più che dignitoso, tra l'altro coinvolgendo gli operatori seri del settore, persone professionalmente preparate, associazioni impegnate in questo, compresa la dottoressa medico veterinario comportamentale, citata un paio di volte dal relatore di minoranza.
Su questo nessuno mi ha interpellato, tra l'altro per i contenuti ho preso ad esperienza, pur avendo studiato le legislazioni regionali, la migliore che in questo caso non era l'Emilia Romagna, scusatemi, ma il Veneto. Questo è stato il faro di riferimento ed è andata a finire così, per cui c'era nella proposta di legge n. 261, nella mia proposta di legge, una regolamentazione piuttosto precisa, ma mi sento dire dal Consigliere Comi che noi non dobbiamo legiferare nel merito e che ci penserà la Giunta e che comunque lo vedremo in Commissione, ma che sistema è? Cosa ci stiamo a fare? Soprattutto perché vi arrabbiate, quando vi fa comodo, se siamo qui per legiferare?
Non va bene questo modo di fare, non va bene perché si salta una serie di principi, tra l'altro i principi della Carta di Modena vengono solo leggermente sfiorati dalla vostra, perché a questo punto non è più la mia, proposta di legge.
Non si fa la differenza tra attività assistita dagli animali e terapie assistite dagli animali. Non è la Giunta che deve farla, siamo noi, quindi, mi sembra un modus operandi assolutamente scorretto, anche da parte della Commissione direi, nei miei confronti e anche verso gli operatori che a questo punto pendono dalla mera volontà della Giunta sia sulla terapia del sorriso che sulla pet therapy. Peraltro a questi operatori non viene garantita nessuna speranza economica, perché non c'è la dotazione economica.
Cosa stiamo varando? Una buona intenzione, sperando che la Giunta faccia del suo meglio? Potevamo evitare, a questo punto tanto valeva dire alla Giunta fai tu la proposta di legge. L'avete fatto per tante cose importanti, quando vi fa comodo, e noi puri esecutori "schiaccia bottoni", come direbbero in un'altra zona dell'Italia, ci limitiamo ad approvare quello che la Giunta fa, perché questo è il senso di questa legge.
Sono deluso dal comportamento che la Commissione ha avuto rispetto allo sforzo che ho cercato di mettere soprattutto sulla pet therapy. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Latini.

Dino LATINI. Grazie, sarò molto breve. La proposta di legge, anche se in ritardo, porta un passaggio importante di inserimento di quelle che sono ormai chiamate le potenziali cure non palliative, ma le potenziali cure di terapie assistite a quelle tradizionali.
In Italia attualmente non esiste una legge che riguarda gli interventi di pet therapy, la terapia assistita degli animali, e di terapia del sorriso.
L'esigenza legislativa regionale di prevedere la possibilità di introdurre nelle strutture sanitarie queste terapie è un importante passaggio, non di modernità, intesa quale forzatura che la società civile ci impone o ci ragguaglia come urgenza, così come aveva accennato il relatore Consigliere Comi, ma di valutazione e di migliore inquadramento di quelle che sono state le forti connotazioni di una legge regionale che noi dimentichiamo essere la 22/2002 che porta a far sì che la pet therapy si inquadri nelle strutture che riguardano i disabili, gli anziani e i bambini, quelli dell'età pediatrica affetti da gravi patologie.
Il dato fondamentale è che i risultati, ma questo non lo dice certamente chi parla, i dati scientifici considerano la pet therapy come le altre, una terapia assistita che può costituire una co-terapia per quanto riguarda gli sviluppi progressivi delle cure e della assistenza. Su questo va portata tutta la possibile attenzione di quella che è la struttura amministrativa regionale, perché anche in questo caso, come nel caso precedente della legge che abbiamo approvato sulla sicurezza o sulla disciplina dell'uso delle misure contro la criminalità, va tenuto conto che senza interventi finanziari non si ha la possibilità nemmeno di inquadrare quelle che saranno le grandi strutture apicali o i medici o le altre strutture del Servizio sanitario regionale da deputare alla sperimentazione e comunque all'inquadramento delle terapie assistite.
Il passaggio legislativo va, però, segnalato, va segnalato anche chi, come il Consigliere Marangoni, prima di altri, ha in qualche modo introdotto l'Assemblea legislativa a questo argomento e va tenuto conto che per la formazione, lo studio e l'aggiornamento degli operatori del settore è necessario non una deroga/delega alla Giunta regionale, ma è necessario che sia la Giunta regionale a definire i criteri e le modalità per l'utilizzo di tutta la pratica nell'ambito della loro applicabilità. Solo chi ha in mano l'inquadramento generale del Servizio sanitario, e quindi della struttura complessiva della sanità, può meglio di altri stabilire quelle che sono le applicazioni concrete di questa proposta di legge.
Il mio voto sarà, quindi, del tutto positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Per l'economia dell'Aula non sarei intervenuto perché la relazione dei due relatori di maggioranza e di minoranza nel merito aveva detto tutto, però il Consigliere Marangoni che ha dato un contributo importante con la sua proposta, ha chiamato in causa la V Commissione, lo ringrazio per il suo intervento perché mi dà l'opportunità di intervenire.
Tra l'altro vorrei ricordare, sul piano del metodo dei lavori, al Consigliere Marangoni che non solo è stato convocato quando abbiamo affrontato questo tema, ma visto che quel giorno non poteva venire, abbiamo persino aspettato la sua presenza ed abbiamo posticipato la Commissione, era un atto non dovuto, però c'è sembrato giusto che la discussione potesse avvenire in sua presenza e della tecnica che era stata chiamata in causa.
I punti fondamentali sono due e sarò veramente telegrafico. Il primo aspetto riguarda il ruolo della legge. Noi stiamo provvedendo ad una operazione di semplificazione normativa delle tante leggi che concernono il tema sanitario e socio sanitario, pensare ad una legge unica che possa accorpare due terapie complementari non vuol dire mischiarle dal punto di vista del merito, ma vuole dire dare delle linee di indirizzo, cosa che una legge regionale deve fare, rispetto alle quali saranno poi gli atti applicativi successivi, che non sono leggi regionali, ad entrare nel merito. Questi atti passeranno in Commissione, quindi avremo possibilità, dando parere su quegli atti, di entrare negli aspetti specifici che venivano richiamati come quello della tutela degli animali.
Segnalo infine che alcune delle questioni puntuali e specifiche, come per esempio il prevedere nuove professionalità e normare nuove professionalità, non è compito, come i colleghi sanno, della legge regionale, è compito della legge statale, quindi, il pezzo di articolato che interveniva su quell'aspetto sarebbe stato certamente impugnato, quindi eliminarlo è servito per rendere la legge non solo più chiara e più semplice, ma anche più idonea alla divisione dei ruoli tra Stato e Regioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Grazie Presidente. Intervengo telegraficamente per annunciare il nostro voto favorevole in quanto riteniamo la terapia del sorriso e la pet therapy due importantissimi strumenti che dovevano fare dei significativi passi in avanti.
Esprimiamo tutta la nostra perplessità sul fatto che non siano previsti dei fondi, non tanto per fare gli Albi, quanto per aiutare queste onlus, queste attività di volontariato, questo servizio socio-sanitario a radicarsi.
Ci ripromettiamo di affrontare seriamente la questione in sede di finanziaria per comprendere anche le intenzioni della Giunta.
Ci associamo alla relazione svolta dal Consigliere D'Anna e voteremo volentieri in modo favorevole.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Soppresso.

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 407. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 78
ad iniziativa della Giunta regionale
"Piano per le attività cinematografiche anno 2014. Legge regionale 31 marzo 2009, n. 7"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 78 ad iniziativa della Giunta regionale. Segnalano che in Commissione non ci sono stati rilievi e credo che ci siano un paio di emendamenti.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di maggioranza Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Grazie Presidente. Questa proposta, questo piano per le attività cinematografiche è uno strumento attuativo della legge n. 7 del 2009, quindi, individua le strategie e le priorità per il sostegno del cinema e dell'audiovisivo, soprattutto indica i criteri per realizzare gli interventi che sono previsti dalla legge.
Nell'anno in corso c'è stato un taglio del 40% in tanti settori dell'attività regionale ed anche il Piano per le attività cinematografiche risente di questa situazione per cui c'è stata, anche se lieve, una diminuzione del fondo per le attività cinematografiche del 10%. Ad esempio la quota destinata al sostegno della Fondazione Marche Cinema Multimedia ha avuto un taglio abbastanza sostanzioso, non parliamo di cifre molto larghe, ma passa dai 300.000 euro del 2013 a 270.000 di quest'anno, un calo del 10%.
Per quello che riguarda questa situazione mi auguro che possa esserci un integrazione in sede di assestamento di bilancio, perché ritengo che il lavoro della Fondazione Marche Cinema Multimedia debba essere considerato e sostenuto anche per gli effetti positivi che possono ricadere sull'indotto economico e, ci auguriamo, anche creare occupazione, oltre ad una ricaduta positiva, come abbiamo visto e toccato con mano, per l'immagine della Regione e per la promozione turistica.
A questo proposito vorrei ricordare che oltre al Piano che discutiamo stamattina c'è il progetto Impresa Cinema, sistema cinema e imprenditoria nelle Marche, che è stato inserito tra i progetti di iniziativa regionale del distretto culturale, voluto e elaborato da Marche Film Commission della Fondazione Marche Cinema Multimedia, è un progetto che ha l'obiettivo di creare una sorta di filiera cinematografica locale che potrà operare in maniera continuativa per arrivare ad essere un'industria audiovisiva in senso più stretto.
Complessivamente il Piano passa da uno stanziamento di 562.000 euro dello scorso anno agli attuali 460.000, con una riduzione in percentuale sotto il 20%.
Le misure previste nel Piano sono quattro, come per l'anno precedente, anche se con un'articolazione diversa, in azioni differenti. Per esempio sul punto B "sostegno ai soggetti autorizzati all'attività dell'esercizio cinematografico" tutte le risorse, 70.000 euro, vengono destinate al sostegno delle mono sale cinematografiche a differenza dell'anno scorso, dove una parte dei 100.000 euro di questa voce era orientata al sostegno delle multisale.
Credo di non dover dire altro, poi la Consigliera Romagnoli potrà integrare.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Grazie Presidente. Colleghi ho poco da aggiungere perché c'è stata una sostanziale condivisione di questo Piano in Commissione, bene illustrato dagli uffici ed anche dalla dirigenza della Fondazione Marche Cinema Multimedia. Piano che prosegue l'attuazione di una legge che anch'essa fu condivisa e le cui linee guida, i principi, vengono puntualmente ogni anno rispettati nella promozione della nostra Regione, anche attraverso i sistemi audiovisivi cinema, cosa che se pur da pochi anni la Fondazione Marche Cinema Multimedia sta svolgendo al meglio, nonostante il taglio di fondi. Sappiamo come era partita la Film Commission, appoggiata presso uffici della Regione, devo dire che si è sviluppato un buon lavoro, in particolare in termini di sostegno e di promozione per le attività che promuovono la nostra Regione. Abbiamo anche un report che la Commissione ci ha sottoposto, condivisibile anche nel consuntivo, nonostante i numeri vengano a scendere. Insomma ha fatto davvero dei progressi.
Per il resto, come dicevo, si prosegue nell'attuazione della legge che in particolare sulle sale cinematografiche chiedeva di privilegiare le mono sale e quest'anno abbiamo predisposto, proprio stamane, un emendamento della Commissione con il quale finanzieremo anche le multisale che, lo chiarisco, sono da due a quattro, non sono le multiplex, le sale grandi possono, a nostro avviso, ben finanziarsi da sole e soprattutto non svolgono quel ruolo di promozione e di sostegno ai centri storici, ai piccoli Paesi che attribuiamo alle mono sale o a queste multi sale, ripeto, più piccole, che è lo spirito, uno degli aspetti e dei temi fondamentali che la legge sul cinema cercava di affrontare e che sta cercando di portare anche se con fondi non illimitati.
Un atto che sostanzialmente è stato condiviso ed anche bene approfondito in Commissione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La relazione di maggioranza e di minoranza mi evita il lavoro di sottolineatura dell'importanza dell'atto che il Consiglio si accinge ad approvare.
Sono particolarmente contento che le due relazioni abbiano messo in evidenza il rapporto collaborativo con gli uffici e con la Fondazione Marche Cinema Multimedia perché di fatto è il rinnovamento profondo di una linea di attività. Forse è il caso, magari in Commissione, con il Presidente Perazzoli, di fare anche una comunicazione su questo organismo che ha allargato il proprio ambito di attività con risultati fertili che vanno dall'intreccio con il turismo, alla politica culturale intrecciata con l'economia.
Tornando al cinema devo dire che, lo dicevano già le due relatrice, la riduzione delle risorse ha colpito anche questo settore, quindi abbiamo inizialmente proceduto ad una riduzione nel circuito delle sale cinematografiche, temporanea riduzione del finanziamento delle multisale, mi pare che l'emendamento proposto vada nella direzione giusta, rimane un finanziamento simbolico che però segnala una non discriminazione tra mono sala e multi sala.
Quello che noi vogliamo affermare, anche con la digitalizzazione, è che il cinema può essere considerato un servizio paragonabile a un livello essenziale di vivibilità in una città, in modo particolare, nei centri storici, come nel caso in ispecie indicato. Questa prevalenza noi la riconosciamo e interveniamo anche a mezzadria con il Servizio industria e con l' Assessore Giannini.
Su questo versante c'è la possibilità di valorizzare il lavoro delle mono sale, ma anche di non considerare terra demoniaca quella delle multisale che, quindi, può essere "bonificata" a un uso che va dallo spettacolo dell'azione o del film, alla moda prevalente, fino al cinema storico ed al cinema del sè. Alcune multisale in proposito hanno aperto una linea di attività che riguarda, per esempio, le giornate centrali come il mercoledì, qualcuno il martedì, con un accesso a prezzo diminuito proprio riferito al cinema del sè.
Il cinema vede nelle Marche una delle più grandi e più importanti rassegne storiche con Pesaro, mantiene un circuito delle sale cinematografiche distribuito per la regione capillare che è in difficoltà e che dobbiamo sostenere. Insieme a questo non siamo ciechi rispetto alla modernizzazione dell'uso del digitale e della complessità della gestione indirizzata al risparmio e alla concentrazione delle utenze in un territorio disperso come quello marchigiano per quello che riguarda le multi sale.
Un ringraziamento alle relatrici, un ringraziamento al Presidente della Commissione e anche a quelli che ci lavorano costantemente del servizio cultura e della Fondazione Marche Cinema Multimedia.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 ad iniziativa della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 ad iniziativa della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 78, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Grazie, ci vediamo la prossima settimana, mi sembra giovedì, giusto? La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,50