Resoconto della seduta n.165 del 09/06/2020
SEDUTA N. 165 DEL 9 GIUGNO 2020
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, riprendiamo le sedute in presenza. Dichiaro aperta la seduta n. 165 del 9 giugno 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 164 del 29 maggio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Durante la riunione dei Capigruppo è stata chiesta l’iscrizione di alcune mozioni, lascio, quindi, la parola al Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Chiedo all’Aula, vista la discussione e l’urgenza dell’argomento, di inserire nell’ordine del giorno di oggi la mozione 696 del Consigliere Giorgini e 697 del Consigliere Fabbri che riguardano la terapia intensiva. Grazie.
PRESIDENTE. Oltre alla richiesta del Consigliere Maggi, ce n’è un'altra del Consigliere Urbinati, che non vedo in Aula, che nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi ha chiesto l’iscrizione della mozione 698 “Chiarimenti in merito alla prosecuzione delle attività ricettive nel caso che un turista risulti positivo al Covid durante il soggiorno”. I Capigruppo hanno dato parere favorevole, quindi, se non ci sono obiezioni, inseriamo le mozioni nn. 697 e 697 (abbinate), n. 698, in fondo all’ordine del giorno, dopo il punto 13, così come inseriamo l'interrogazione 1025 del Consigliere Biancani in coda alle interrogazioni, avendo la Giunta dato il parere favorevole all'iscrizione.
Proposta di legge n. 339
ad iniziativa della Consigliera Bora
“Interventi per la promozione dell'educazione alla cittadinanza globale ed alla cultura della sostenibilità”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 339 della Consigliera Bora.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Voglio esprimere il piacere di ritornare in Consiglio regionale perché significa che si stanno riprendendo nel migliore dei modi le varie attività, le cose stanno andando discretamente bene, anzi positivamente. Ho letto questa mattina i dati legati al Covid e non c'è nessun caso positivo registrato. E’ particolarmente piacevole aprire i lavori di questo Consiglio che ritorna in Aula, anche perché sono 3 mesi che non esco dai confini del mio comune.
Sono qui ad illustrare la legge che dovremmo votare stamattina, presentata dall'Assessore Bora, che riguarda “Interventi per la promozione dell’educazione alla cittadinanza globale e alla cultura della sostenibilità”.
Prima di parlare di questa legge va inquadrato il lungo lavoro portato avanti nel tempo, sia a livello internazionale che nazionale, a cui chiaramente la Regione Marche ha partecipato ed ha aderito attivamente e a cui oggi dà una forma più completa attraverso l'approvazione.
Il quadro generale di riferimento dell’educazione alla cittadinanza globale trova il suo riferimento nell’Organizzazione internazionale delle Nazioni Unite, ONU, ed in particolare nell'Unesco, i principi fondamentali che vengono trattati sono: la comprensione, la cooperazione, la pace internazionale, l’educazione ai diritti umani e le libertà fondamentali.
In questo ambito si muove la legge, tant'è che una parte fondamentale della norma fa riferimento ad un atto approvato dall'Assemblea nazionale generale delle Nazioni Unite nel 2015, che è l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. E’ un atto importante tanto che nell'articolo 1 della proposta di legge si fa riferimento al rispetto dei principi fondamentali dell'Agenda 2030.
Ci sono poi una serie di atti, di situazioni che generano il quadro in cui si muove questa legge, tra cui la Carta sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani adottata da 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa nel 2010, con cui è stata data una struttura ai principi fondamentali.
Nel 2003/2004 il Miur ha costituito un Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti, anche per la mobilità Erasmus, che noi conosciamo benissimo e che ha rappresentato una crescita a livello europeo nell'interscambio tra i vari Stati.
Uno dei passaggi rilevanti che va sottolineato in maniera determinata e importante è che la materia dell’educazione civica, introdotta in Italia nel 1958, nell’anno scolastico 2010/2011 ha cambiato nome assumendone un altro: “Cittadinanza e Costituzione”. Questo per dare un significato, per formare i cittadini italiani e nello stesso tempo i cittadini d'Europa e del mondo. Credo uno dei passaggi più importanti per la formazione della cultura della cittadinanza globale.
Altri passaggi che vanno riferiti, riguardano il lavoro delle Università, che hanno promosso la Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (RUS), coordinamenti degli atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale.
La legge nazionale 125 del 2014 promuove la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile ed emerge in maniera chiara che il lavoro deve essere fatto attraverso il coordinamento tra vari livelli di governo (internazionale, nazionale, locale).
Il coordinamento tra il Ministero dell'istruzione ed il Ministero dell'ambiente ha portato all’approvazione della Carta di intenti, passaggio determinante per questo percorso e per arrivare a una cultura della sostenibilità e della cittadinanza globale.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel 2016 ha assunto una posizione comune sull’ECG nel documento “Educazione alla cittadinanza globale”.
Importante è anche l’attività svolta dalle OSC (organizzazioni della società civile) che a livello nazionale lavorano e collaborano per la cooperazione e la solidarietà.
Passaggio determinante nel raccontare un po’ questa storia, che dà il quadro generale in cui interviene la legge, è l'approvazione da parte del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo della Strategia italiana per l’educazione alla cittadinanza globale (ECG). La Strategia deve essere portata avanti a vari livelli di governo, non solo internazionale, europeo, nazionale, ma anche territoriale attraverso piani di intervento che riguardano le Regioni, le associazioni e gli enti locali.
La Regione Marche ha messo nel piano triennale l’educazione alla cittadinanza globale, ormai da anni lavora su questi temi, tant’è che è stata capofila di progetti importanti per diversi milioni di euro, soprattutto legati all'Erasmus, che è una parte di rilievo nella fase di costruzione della cittadinanza globale. Oltre ad essere capofila di progetti importanti a livelli nazionali ed europei, l’Assemblea legislativa ha approvato il Piano triennale integrato per l'internalizzazione e la promozione all'estero, la cooperazione internazionale, la cooperazione territoriale europea e la strategia Adriatico ionica Eusair, temi in linea con la creazione della cittadinanza globale.
Non solo questo, a livello locale operano:
- Marche solidali (network di associazioni e ONG), una trentina di ONG che lavorano in questi settori;
- Centro servizi volontari delle Marche;
- Università della Pace, che è stata istituita nel 2002. Ricordo i dibattiti fatti in questo Consiglio, nella passata legislatura, in particolare ricordo un Consigliere di Forza Italia che quando ne parlava aumentava la produzione di adrenalina per l’impegno che metteva su questi temi.
Ecco il quadro in cui si inseriscono le Marche con questa proposta dell’Assessore Bora, che noi abbiamo trattato in Commissione. Un lavoro in cui la nostra Regione porta avanti una parte importante, uno “scacchetto” per costruire la cittadinanza globale e la cultura della sostenibilità.
La legge è composta da 13 articoli, quindi non è corposissima ed è molto semplice dal punto di vista della struttura. In Commissione abbiamo appena ritoccato due, tre passaggi, che poi spiegherò, per il resto è stata approvata a grande maggioranza, mi sembra con un solo astenuto, tutti favorevoli ad un'operazione di carattere generale riferita alla Carta, il documento approvato dalle Regioni all'unanimità, su cui c’è già un consenso a livello nazionale.
L'articolo 1 è legato alle finalità, nel quale si enuncia l'Agenda 2030, approvata dall'Assemblea generale delle Nazione Unite.
L'articolo 2 delinea l'ambito degli interventi, su questo abbiamo fatto una piccola, ma importante correzione, legata alla revisione dei curricula scolastici, dove c'era scritto “inserire” noi abbiamo messo “consolidare”, nel senso che già la scuola ha avviato la formazione rispetto a questi percorsi ed è giusto dire “consolidare” e non “inserire” come se fosse qualcosa di nuovo.
L'articolo 3, importante, riguarda il Programma per le politiche integrate di educazione alla cittadinanza globale, che deve essere stilato.
Le modalità di intervento sono previste nell'articolo 4, mentre l'articolo 5 elenca i soggetti che lavorano nel tema dell'educazione alla cittadinanza globale, si mette in risalto e si evidenzia l’importanza dell'ambito produttivo.
L'articolo 6 istituisce la Consulta per l’educazione alla cittadinanza globale, organismo importante di consulenza e di proposta alla Giunta per l’ approvazione del programma, un lavoro di raccordo, la Consulta deve mettere insieme tutti i pezzi che partecipano all'attività di questo settore. Nelle diverse componenti noi abbiamo aggiunto un rappresentante delle Università marchigiane, nominato dalla Conferenza dei Rettori della regione Marche, quindi abbiamo allargato alle Università, che in tutto questo lavoro hanno una parte sicuramente importante.
L'articolo 7 prevede i compiti della Consulta, che sono quelli di concordare, come ho detto prima, le varie parti; i soggetti promotori che agiscono e che sono elencati nell'articolo 8.
L'articolo 9 riguarda la Giornata regionale sull’educazione alla cittadinanza globale, che verrà organizzata ogni due anni.
L'articolo 10 (Struttura regionale per le politiche e l’educazione) riguarda le strutture della Giunta e le proprie competenze.
L’articolo 11 (Clausola valutativa), ogni due anni la Giunta relaziona al Consiglio sull’attuazione della legge e dei risultati ottenuti.
L'articolo 12 riguarda le disposizioni finanziarie. Negli articoli 12 e 13 siamo intervenuti in quanto era previsto un finanziamento a bilancio di 153.000 euro, ma sia per i tempi, sia perché entro l’anno andremo a votare, sia perché c'è da nominare la Consulta e da far partire il piano, considerate anche le difficoltà del momento per le quali occorre reperire tutti i fondi possibili, quest'anno le risorse potranno essere destinate ad altre funzioni. 100.000 euro sono previsti nel bilancio 2021/2022, la legge viene approvata oggi ma, considerato che c’è da nominare la Consulta e la questione finanziarie, partirà dal prossimo anno. Questo ci sembrava opportuno.
L'articolo 13 in maniera molto chiara prevede che il programma di lavoro verrà approvato entro 60 giorni dall'approvazione del bilancio 2021/2023. Quindi oggi approviamo la legge, siamo in linea con un lavoro di carattere internazionale, si sancisce il lavoro che sta facendo la Regione Marche, ma di fatto la partenza si avrà nel 2021.
L'ultima cosa che voglio dire è che questa proposta di legge ha avuto il parere favorevole sia del Cal che del Crel, altro elemento sicuramente positivo di una legge che può sembrare semplice, ma in realtà non lo è, è inserita in un contesto di grande discussione, sia a livello nazionale che europeo ed internazionale, quindi le Marche si allineano a questa logica facendo la propria parte. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non riprendo quanto illustrato dal Consigliere Traversini perché ha fatto una disamina attenta di tutti gli argomenti e degli articoli che compongono la normativa.
La normativa è molto lineare nella stesura, sottolineo soltanto l’altezza dei contenuti, perché questa legge vuole far alzare la cultura, il sentimento, la coscienza dei cittadini, contrastando approcci coloniali, xenofobi, razzisti, sessisti, discriminatori. Abbiamo in questi giorni l'esempio di cosa sta succedendo negli Stati Uniti, giusto per riportare un fatto eclatante di cronaca. E’ a favore della coscienza ambientale, dell'inclusione, della responsabilità sociale delle imprese. Propri in questi giorni occorrerebbe approfondire il tema dei diritti umani, dei beni comuni e della non violenza, quindi auspico che questa normativa possa essere applicata in maniera stringente, che la Consulta lavori con le Università e le Scuole in modo da poter preparare dei programmi di formazione per i nostri ragazzi e per la cittadinanza attiva.
Esprimiamo il voto favorevole alla norma.
L'aspetto finanziario, per il finanziamento di questa legge si prevedeva 50.000 euro all'anno a partire da quest'anno, ma dato che siamo in un momento in cui si rastrellano tutti i fondi possibili, dato che siamo in emergenza Covid, abbiamo deciso di emendare questo aspetto ed abbiamo stornato i 50.000 euro mettendoli a disposizione del bilancio generale, questa legge verrà finanziata dal 2021, con 50.000 euro per gli anni successivi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Un caro saluto a tutti i colleghi e grazie per aver calendarizzato questa proposta di legge, grazie anche per avermi dato la possibilità di illustrarla personalmente anche se da remoto, considerata la contingenza del momento che sto vivendo.
Ci tenevo ad illustrarla anche se devo dire che i Consiglieri Traversini e Fabbri lo hanno già fatto in maniera egregia. Ci tengo anche a ringraziare le associazioni di categoria e gli uffici che in questi mesi hanno davvero dato il massimo affinché la nostra Regione, con il voto unanime di oggi, possa diventare la prima Regione in assoluto a dotarsi di una normativa di questo genere che, come ha ricordato il Consigliere Fabbri, è quanto mai attuale, in un periodo che è diventato anche emergenziale e dove le speech e le fake news sono diventate la normalità e non l’eccezionalità.
La Regione Marche, come sapete, in questi anni ha mantenuto elevata l’attenzione alle attività di cooperazione internazionale e territoriale, non nascondendo la limitatezza delle risorse che ogni anno abbiamo comunque cercato di assicurare.
Abbiamo lavorato con i network marchigiani e le singole associazioni, unendo risorse regionali ai cofinanziamenti delle associazioni marchigiane ed alle risorse numerose, come ha ricordato il Consigliere Traversini, provenienti dall’Unione europea, ma anche dall’AICS e dal Ministero dell’Interno e da questo punto di vista ricordo un bellissimo progetto: “Professioni Senza Frontiere”.
Tale lavoro, svolto tutti insieme, ha permesso di mantenere un sistema territoriale di cooperazione internazionale attivo e pronto alle sfide globali pre e post COVID-19 per il contributo della comunità marchigiana agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030.
Dal punto di vista della programmazione, come ha anticipato anche il Consigliere Traversini, ricordo che è in vigore il piano triennale di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale 2019-2021, nel quale è emersa la necessità di avviare un percorso nuovo a livello territoriale relativo all’educazione alla cittadinanza globale.
Questo percorso ha portato ad inserire come priorità l’educazione alla cittadinanza globale ed a favorire programmi e progetti volti a creare un sistema locale. E’ una sensibilità che nasce da lontano, dal 2008 ad oggi la Regione Marche si è trovata a gestire da capofila e da partner numerosi progetti europei e nazionali finanziati da EuropeAID, Erasmus+, AICS, Ministero dell’interno per un totale di 1,5 milioni di euro direttamente gestiti a fronte di oltre 10 milioni di euro di fondi pubblici movimentati dai progetti e dai vari partenariati. Questo percorso svolto negli anni ha portato a definire tra le priorità del piano triennale 2019-2021, l’educazione alla cittadinanza attiva e globale.
Nel piano si ribadisce che è necessario sviluppare azioni su scala locale, nazionale ed internazionale che supportino la realizzazione di iniziative di educazione alla cittadinanza globale in attuazione della Strategia nazionale approvata a febbraio 2018, che consolidino il ruolo delle Marche come attore nazionale ed internazionale in tale settore.
A livello locale numerose sono le iniziative e gli attori, che non hanno mai mancato di dare il loro contributo, ricordo, ad esempio:
- le attività pregevoli di Marche Solidali, il network di Associazioni ed ONG operanti nella cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale delle Marche che ad oggi conta oltre 30 aderenti, stimolando un maggiore impegno nelle istituzioni a favore della solidarietà internazionale e cittadinanza globale,
- le attività dell’Università per la Pace, costituitasi nel 2002, che ha saputo con grande maestria interpretare i segni di una società e di un’epoca che cambiano;
- il Seminario nazionale ed internazionale di Educazione Interculturale promosso dalla ONG marchigiana CVM da diversi anni;
- il protocollo di intesa per una società inclusiva, multietnica e multiculturale e per un sistema regionale, chiamato a supportare l’educazione alla cittadinanza globale partendo dai contenuti dell’Agenda Onu 2030, i cui sottoscrittori sono: Consiglio regionale delle Marche, 4 Università (Ancona, Camerino, Macerata ed Urbino), CVM, Rete di scuole marchigiane e Università per la Pace; con questo protocollo si confermano le Marche come comunità coesa, aperta, solidale ed inclusiva.
La presenza di numerosi attori ed iniziative rende opportuno adottare una specifica normativa di riferimento sul tema dell’educazione alla cittadinanza globale.
La necessità di approvare la legge nasce dall’esigenza di attuare la strategia nazionale ed anche per distinguerci nel panorama nazionale rispetto alla sensibilità e solidarietà del nostro Consiglio regionale, che credo sia quanto mai opportuno ribadire.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Abbiamo preso in esame in Commissione questa proposta di legge, che nelle intenzioni chiaramente è più che condivisibile, perché sfido chiunque a dire che le finalità non debbano essere promosse in qualsiasi ambiente educativo, ma di fronte a questa, più che condivisibile proposta di legge, le domande da porsi sono sostanzialmente due.
La domanda principale è: la scuola, gli istituti scolastici, gli istituti educativi possono esimersi dal perseguire determinate finalità? Si può fare lezione dicendo il contrario e non educando alla cittadinanza globale? E’ proprio la parola educazione che prevede di promuovere la collaborazione, gli atteggiamenti di cooperazione ed anche la costruzione di un mondo migliore.
La Regione riconosce l'educazione alla cittadinanza globale, così come promossa dall'agenda ONU 2030, per lo sviluppo sostenibile della strategia nazionale, eccetera, ma poteva non farlo? Questa è la domanda che pongo. Si potrebbe non aderire a queste finalità? Penso proprio di no, quindi vado direttamente e brevemente alla seconda domanda che mi pongo: è stata vista l'esigenza di proporre ora qualcosa che innegabilmente a scuola va fatto ed è stato sempre fatto? Tant'è vero che, mi sembra, l'articolo 2 prevede la revisione dei curricola scolastici, finalizzata a consolidare competenze, segno che è già stato fatto e che bisogna continuare a fare, ma c’è oggi l'esigenza di presentare questa proposta di legge soltanto per inserire delle risorse, risorse che sono pari a 100.000 euro nei prossimi due anni.
Quello che avevo chiesto in Commissione, venendo da un ambiente scolastico, conoscendo le problematiche quotidiane, più che quotidiane, che si presentano in una scuola e che ultimamente ha visto amplificare le difficoltà che già aveva è: come verranno utilizzate queste risorse?
In realtà una risposta dalle audizioni in Commissione non l'ho avuta, quindi questa proposta di legge, come tante altre, è da votare a scatola chiusa, noi intanto destiniamo le risorse e poi vedremo in sede di regolamento come inserirle.
La scuola ha bisogno di risorse dirette quando si fanno dei progetti, saranno impiegate per gli istituti scolastici? Ad esempio per l’acquisto di materiali di facile consumo, di sussidi, o piuttosto saranno destinate per la pubblicazione estemporanea di qualche opuscoletto, oppure per i lavori gestionali della Consulta o altre spese gestionali non specificate? Non sappiamo come saranno impiegate queste risorse.
È importante saperlo in questo momento perché abbiamo visto che la scuola era già in difficoltà, abbiamo sempre avuto problemi di classi pollaio, abbiamo sempre avuto tagli nella scuola, che ultimamente sono stati ampliati dal periodo Covid. Stiamo facendo un salto nel buio perché non sappiamo in realtà ancora adesso le scuole in cui è mancata la carta igienica, io stessa dovevo recuperare le fotocopie vecchie per fare la fotocopia e, stando in questo ambiente, vedo tante volte lo spreco di carta che si fa, mentre noi la centelliniamo. Non ci sono le risorse e qui si parla di banchi, di plexiglass, di mascherine e di altro, quanti di questi 100.000 euro andranno veramente alle scuole, se non altro per comprare i fogli su cui i bambini faranno quei bei disegni che vengono proposti ogni anno dall'Università della Pace, che non fa altro, anno dopo anno, che proporre nella Giornata della pace il solito e medesimo concorso di disegni destinato a tutte le scuole. Questo è l’aiuto per le scuole?
Non sappiamo nemmeno come ripartiremo, se ripartiremo, è stato detto soltanto che i bambini dovranno tornare a scuola, dai 6 anni in su con le mascherine, il che significa che in prima elementare una parte della classe avrà le mascherine, chi ha compiuto 6 anni, e una parte no. Il distanziamento …, i banchi li segheremo a metà, non lo so.
Questi sono i problemi reali a cui andremo incontro già da settembre e capisco perché ci si affretta a decidere una data per le elezioni regionali prima dell'inizio della scuola, perché con la scuola scoppierà il bubbone, attenzione, perché le famiglie non sapranno come gestire, gli insegnanti non sapranno come gestire, i presidi non sapranno come gestire la situazione. Abbiamo aule che sono state sempre insufficienti, non adeguate, manca addirittura la carta igienica e non lo dico per dire, o per sentito dire, perché da dove vengo io mancava la carta igienica, dovevo comprare i fazzolettini di carta, ho sempre dovuto portare il disinfettante, i bidelli compravano i detersivi perché ad un certo punto dell'anno scolastico non ce n'erano più ed io vengo da una realtà eccelsa, vengo dalla bellissima scuola che aveva regalato Diego Della Valle, vengo dal top del top, figuriamoci le altre!
Vanno bene le finalità, ma come impiegheremo le risorse? Andranno direttamente nelle scuole o le insegnanti dovranno continuare a mettere la mano in tasca per comprare le risme, le cartucce di inchiostro, per fare questi bei progetti?
Lo voglio sapere prima perché a scatola chiusa non voto più niente.
Ecco, questa è la dichiarazione di voto del mio gruppo, che non si astiene nemmeno, vota contro questa modalità, vota contro un qualcosa che non si sa, che potrebbe essere condivisibilissima. Voi pensate, io sono un’insegnante, che abbia insegnato valori contrari a quelli che sono nelle finalità di questa proposta di legge? Trovatemi la prova, un giorno, un minuto della mia carriera scolastica in cui abbia fatto io o altri insegnanti, qualcosa di diverso, quindi, condivisibili le finalità, ma gli stanziamenti voglio sapere fino all'ultimo centesimo dove vanno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Da un lato do merito alla Consigliera Malaigia di aver centrato un po' quello che è l’obiettivo di questa proposta di legge, un'educazione che parte dalle scuole, dai ragazzi, dalle nuove generazioni, perché riteniamo che purtroppo anche sul fronte delle nuove generazioni ci sia un grande bisogno di promuovere questa attività di educazione alla cittadinanza globale, crediamo che investire nelle nuove generazioni sia assolutamente efficace.
Dall'altro lato ho temuto che l’intervento della Consigliera Malaigia fosse confuso, invece ho la sensazione che tutto il tema della carta igienica, della mancanza di fondi delle scuole, per le quali nutro un profondo rispetto e sicuramente c’è da fare di più, sia forse un pretesto per dire che la Lega si dissocia da attività di sensibilizzazione di questo tipo. Lo poteva fare magari in maniera più esplicita, senza tanti panegirici, però capisco anche l'imbarazzo di dover dire che si rappresenta un partito in cui la coesione e la solidarietà non sono dei valori.
Rispondendo nel merito alla domanda che lei pone, intanto parto da un altro presupposto, se un’Assemblea legislativa vuole fare una proposta di legge che sia seria, che non rimanga un libro dei sogni, non può prescindere da uno stanziamento di risorse, e come lei sa è uno stanziamento iniziale che può essere rivisto sia in aumento che in diminuzione attraverso strumenti che noi abbiamo (approvazione di bilancio e manovre di variazioni), come ha ricordato benissimo il Consigliere Traversini, di fatto la disponibilità delle risorse avverrà a partire dal 2021, quando speriamo che l’emergenza Covid sia rientrata.
Una stragrande maggioranza di queste risorse …, è una domanda che noi abbiamo già posto perché lei oggi ha detto che non voterà più niente a scatola chiusa, io personalmente non l’ho mai fatto e non intendo farlo, come credo tanti miei colleghi di maggioranza. Ovviamente a noi sta molto a cuore sapere come vengono spese le risorse pubbliche, quindi la valutazione delle risorse non è frutto di una stima un tot al chilo, ma l’abbiamo fatta sulla base di alcune interlocuzioni che abbiamo avviato con le associazioni di categoria in sede di Consulta.
E’ evidente che sarà la Consulta poi a disciplinare meglio attività e costi connessi, dovranno esserci meno costi, ad esempio, perché non sarà più possibile organizzare iniziative o dovremmo farle in maniera più contenuta, sono comunque certa che quelle risorse non verranno sprecate, magari verranno impiegate l’anno successivo, però le confermo che l'attività di sensibilizzazione nelle scuole rappresenterà l’attività preponderante di questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Intervengo perché questa proposta, pur essendo una legge di indirizzo molto importante, è stata molto dibattuta in Commissione e, se mi è consentito dal Presidente Traversini, è stata migliorata.
Assessore, questa proposta di legge non era partita molto bene, capisco anche la forte contrarietà della Consigliera Malaigia, perché quando si fanno leggi di indirizzo che toccano le comunità, soprattutto le comunità dei giovani, bisogna stare molto attenti, molto tranquilli e soprattutto centellinare cosa si dice.
Dico questo perché non l’ho apprezzata assolutamente, come la Commissione, posso dirlo anche a nome dei colleghi, questa norma è nata e partita malissimo, basta analizzare l’articolo 2. La prima stesura di questa legge prevedeva che la Regione Marche individuasse la scuola quale elemento di formazione e centro educativo nella quale tutti gli attori si dovevano riconoscere. Ma ragazzi, io dico, speriamo che nessuno legga la proposta di legge della Giunta, speriamo che nessuno la legga: “la Regione Marche individua la scuola come elemento centrale dell'educazione dei nostri ragazzi, dove tutte le componenti - dai genitori, agli alunni , ai bidelli a chicchessia - partecipano al progetto educativo”. Scherziamo? Dopodiché è stata derubricata in “promuove”, state attenti quando fate le leggi, interpellate anche il sistema, perché si fa solo brutta figura, e ringraziate Dio che non abbiamo voluto fare polemica, Assessore, su questo aspetto, altrimenti avremmo potuto farla e non sarebbe finita mai. La Regione dopo cinquant'anni di esistenza si accorgeva che era la scuola l'elemento fondamentale, in cui doveva esserci la concertazione di tutti gli elementi per avviare il processo educativo dei nostri giovani. Siamo alla frutta, lasciamo perdere.
Bontà della II Commissione, bontà dal Presidente Traversini, si è fatto rilevare questa cosa - e parlo di cose avvedute, prendete dalla prima stesura - dove abbiamo detto: “guardate che promuove, non individua”, ma non ce n'è bisogno di ribadirlo perché da che mondo è mondo in quest'Aula, vedo anche illustri colleghi che vengono dal mondo della scuola, nelle Marche, grazie a Dio, questa concertazione, questo lavoro all'interno delle istituzioni, coinvolgendo tutti gli attori, si fa da sempre.
Va bene, non si può dire di no ad una legge che, come ha detto il Consigliere Fabbri, ha dei principi ispiratori molto solenni, non si può dire di no ad una cosa di questo tipo, però adesso bisogna costruirli questi percorsi e bisogna pur capire se i 100 mila euro, 50 mila più 50 mila, sono destinati al piccolo convegno, al piccolo cabotaggio, oppure a fare il solito “concorsetto” che facciamo da tanti anni, e chi vi parla, parla a ragion veduta, perché ho insegnato per quasi vent'anni, quindi non sono uno che viene da Marte, so come funziona la scuola, so come si fanno certe cose. Credo che le risorse debbano essere utilizzate per progetti specifici, tipo le borse di studio, non facciamo un discorso di dottorati di ricerca perché per i dottorati di ricerca oltre alle istituzioni, Regione ed enti locali, ci sono le Università, c’è lo Stato e ci sono anche i privati, che molto spesso li finanziano all'interno delle proprie aziende, facendo cose magnifiche perché fanno lavorare questi ragazzi, bravissimi, che fanno ricerca su temi specifici per il miglioramento della nostra comunità, sia a livello economico, a livello industriale, che a livello sociale.
Impegniamo le risorse in un discorso molto più basso, andiamo a vedere cosa succede in periferia, dove ci sono delle scuole molto belle, eccellenti, che fanno educazione, nelle quali le maestre sono il cardine dell'educazione. Rivendico questa cosa, facevo l'insegnante di scuola superiore, ma ho sempre detto che dobbiamo fare dei monumenti alle maestre perché, vuoi o non vuoi, se arriva il ragazzino di 12/13 anni che non è formato perbene dalla scuola primaria, è difficile poi aggiustare il tiro. Un monumento alle maestre e poi andiamo a lavorare lì dentro per vedere di fare dei progetti specifici per incentivare il loro lavoro e per gratificare le famiglie su determinati temi, arrivare ai ragazzi attraverso le famiglie. Poi una volta fatto questo passiamo a livelli superiori.
Dico che l’indirizzo generale va bene, la legge è stata aggiustata, e lo rivendico a nome della Commissione, non mio personale, non perché l'ho detto io, non perché ho visto la discrasia che denotava una scarsa conoscenza, sarebbe stato molto grave se fosse nata una polemica su questo aspetto.
I percorsi che devono fare queste leggi di indirizzo sono molto accidentati, se si sbaglia, se non si sceglie la strada giusta, il bivio giusto, rimangono lettera morta, nascono come dichiarazione di intenti, seppur fondamentali, seppur nobili, ma non portano a nulla. Quindi mi raccomando che questi 100 mila euro, 50 mila più 50 mila, vengano utilizzati nel modo migliore per fare progetti specifici, che non vadano ai soliti noti, questo è il discorso, che non si faccia politica spicciola su queste tematiche, sulle quali occorre fare una politica nobile, come ha detto il Consigliere Fabbri. Ovviamente sono favorevole, ma la critica su questo aspetto andava fatta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Con l'occasione faccio gli auguri di buon compleanno al nostro collega che compie pochissimi anni, è sotto i 50, una cosa quasi vergognosa, un bambino. Vorrei anche ricordare ai colleghi che oggi è il novantunesimo giorno dall'inizio dell'emergenza sanitaria, dalla prima chiusura, il settimo della terza fase, e noi fra le prime Regioni in Italia facciamo il Consiglio regionale in diretta, dopo averne fatti molti in remoto, e di questo voglio rendere pubblicamente merito al nostro Presidente Mastrovincenzo che ha faticato in questi tre mesi a mediare fra me e il Consigliere Zaffiri che volevamo il ritorno in Aula immediato e altri colleghi più prudenti e timorosi che volevano andare avanti ancora per altro tempo in remoto. Grazie Presidente per questa sua sensibilità, per questo lavoro, anche perché l'Aula è stata prontamente preparata ad accoglierci per ritornare ad una condizione di democrazia reale, per quanto mi riguarda, e non virtuale.
Nel merito del provvedimento in linea di principio potrebbe andare bene tutto, invece per me non va bene niente, in linea di principio non va bene niente di questo atto, a livello pratico potrebbe essere anche interessate. Rovescio il ragionamento fatto dal Consigliere Celani, un po’ buonista per l'occasione, lo scavalco a destra, non al centro.
Trovo una difficoltà su due punti, uno è il comma 2, dell'articolo 2, punto 3, nel quale viene ripetuto questo patetico elenco di tutti i mali del mondo, nel quale ne mancano tanti. Quando si fa un elenco dei mali, che sono mali, nessuno mette in discussione che non lo siano, ma ho qualche difficoltà sul sessismo anche perché sono stato definito da un Consigliere nell'ultima seduta di marzo “sessista”, quindi faccio fatica a votare una cosa su cui dovrei essere educato. Questo mi dà veramente fastidio da autentico cristiano e liberale, a me dà fastidio l'idea che bisogna educare i cattivi, io sono convinto che lo Stato non debba svolgere questo tipo di funzioni, questo fa parte, lo sappiamo bene, di una tradizione culturale che la sinistra ha sempre sposato, anche la destra in altri tempi, in altre circostanze. Non so se il Presidente Ceriscioli la pensa come me, in questi 5 anni mi ha dato l'impressione di avere una grande libertà culturale riguardo a questa materia e su questo argomento colgo l'occasione per ringraziarlo perché su questioni estremamente delicate da un punto vista etico ha dimostrato una libertà rispetto alla sua maggioranza, ha tenuto la Giunta fuori da queste diatribe, quindi, come in altre occasione, Presidente Ceriscioli, le dò merito di questo e di tante altre cose, ma ritengo che lo Stato non debba fare questa cosa.
C’è poi un aspetto pratico che avevamo già visto a suo tempo con il Consigliere Maggi in occasione di un’altra legge, tutto addosso alla scuola, questa è una cosa che non è più possibile, la scuola è intasata, non riesce a fare bene i propri programmi, non sollevo le questioni pratiche che sollevava la Consigliera Malaigia, ma non riesce a far bene le sue cose. Avevamo una scuola semplice, che finiva alle 12,30/13,30, adesso abbiamo una scuola con 6 ore di 52 minuti, di 55 minuti, di 57 minuti, siamo scesi nel ridicolo come in tante altre circostanze, una scuola dominata dai burocrati e non dai maestri. La scuola deve essere governata dai maestri, abbiamo cancellato anche questa terminologia “maestro”, uno che ha la pretesa e la responsabilità di una educazione a tutto tondo, invece abbiamo fatto una scuola di specialisti, sezionando il sapere siamo andati a dare informazioni più che formazione, e questo non va bene.
La scuola italiana era superiore, decisamente, alla debolissima capacità educativa e formativa della scuola statunitense, per esempio ne cito una extraeuropea, perché noi non davamo quell’educazione specifica che danno alle medie inferiori e superiori negli Stati Uniti d'America, tutta sezionata in particolari, ma davamo una conoscenza più ampia e articolata e l'Università era il completamento di questo quadro.
Ci siamo piegati alla cultura neocapitalista che vuole dare un'educazione di tipo settoriale perché alla fine quello che dobbiamo fare è creare delle persone che devono produrre, che devono guadagnare e far guadagnare, e questo non mi piace e non mi piace questo disperato tentativo di recuperare rispetto a personalità frazionate, che poi diventano violente, diventano xenofobe, diventano sessiste, diventano incitatrici d’odio. E’ la conseguenza di una mancata formazione di carattere universalista, quindi lascio l'Aula alla sua decisione, non interferisco nel bene e nel male, tanto il trentunesimo voto non sarebbe servito a nulla in questa occasione, come in altre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Anch'io mi aggiungo a quanto poc'anzi è stato detto in quest'Aula, la ringrazio e ringrazio anche il suo staff e la Segretaria generale di questo Consiglio per aver operato per far sì che questa riunione, questo Consiglio, si svolgesse in Aula, per riprendere un contatto tra le persone, che è uno degli aspetti più importanti della vita quotidiana. C'era e c’è chi la pensa diversamente, ma credo che il ruolo della democrazia sia anche quello di essere presenti e di parlare tra di noi, per questo ringrazio di nuovo il Presidente, la Segretaria generale ed il suo staff.
Credo che su questa legge abbia ragione la Consigliera Malaigia, abbiamo leggi di indirizzo che vengono prodotte, approvate e nella sostanza non hanno riscontro, perché una legge è un progetto, secondo me, un progetto per realizzare determinati obiettivi. Evidenzio che di queste leggi ne abbiamo approvate molte in questa Aula, il più delle volte rimangono lì o servono soltanto per fare qualche iniziativa di facciata, io le chiamo iniziative di facciata perché non si entra in problemi particolari.
Parliamo di una realtà molto delicata, del mondo della scuola, che ha visto negli ultimi decenni dei passaggi estremamente difficili e in questo momento è sotto una campana ed ha dei problemi importanti da risolvere. Credo che questo sia il problema.
Per quanto ci riguarda vengono fatte delle affermazioni del tutto gratuite, che noi come Lega rimandiamo al mittente. Ci si dice che prendiamo a pretesto queste osservazioni perché siamo lontani dal mondo della coesione e della solidarietà, ma da che pulpito viene questa affermazione! Credo che questa sia la debolezza del progetto, la debolezza della proposta che abbiamo ascoltato, non dai Consiglieri Zaffiri o Malaigia, ma da altri.
Penso che si debba fare una riflessione molto attenta, ci sono dei problemi, che trovano riscontro nel mondo della programmazione, degli indirizzi. E’ facile fare gli indirizzi, ma poi bisogna applicarli, bisogna dare concretezza alle cose per far diventare efficiente una proposta di legge. Con questa oggi registriamo l’ennesima presa in giro perché si fanno le enunciazioni e non c'è un contenuto concreto, questo è l'aspetto della legge che come Lega vogliamo sottolineare.
Le osservazioni che ho ascoltato sono del tutto pretestuose, le rimandiamo al mittente perché si potrebbe creare una proposta di legge che sia di contenuti e dia delle risposte alla nostra comunità, questa purtroppo non le dà. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Capisco che quando ci si avvicina alle elezioni tutto diventa molto più complicato e delicato nell'affrontare i temi.
Al di là delle votazioni fatte, vorrei ricordare, come ha già fatto ampiamente il Consigliere Celani ed altri, che il lavoro fatto dalla Commissione è stato quello di migliorare la proposta di legge, anche se l’ha ritoccata in poche parti, ma fondamentali.
L'ho detto all'inizio della mia relazione, tutta la legge riporta alla Carta dei principi di carattere generale del 2018, ma soprattutto all'accordo nazionale di tutte le Regioni, un lavoro positivo.
Ripeto, abbiamo deciso di togliere le cifre di quest'anno per metterle a disposizione delle esigenze legate alla situazione che stiamo vivendo, poi il prossimo anno, nel momento in cui la legge partirà, dopo aver nominato la Consulta, ci sarà da iniziare il lavoro e la programmazione. Ci sono 50 mila euro ed altri 50 mila euro che potranno essere aumentati, cambiati, se ne parlerà il prossimo anno dopo le elezioni.
Rimane un lavoro in linea con un discorso di carattere nazionale ed internazionale a cui le Marche partecipano, avendo anche la possibilità di essere tra le prime ad organizzare in maniera diretta quello che è un tema fondamentale, è stato ribadito, di una società che parla di diritti fondamentali, che dice no al razzismo, all'antisemitismo, una serie di concetti fondamentali su cui le Marche vogliono continuare a lavorarci in maniera attiva. Tutto qui.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Come Forza Italia voteremo favorevolmente questa proposta di legge, nonostante le critiche mosse dal Consigliere Celani sul testo iniziale, che poi è stato modificato e migliorato.
Ritengo che in una società sempre più globalizzata qualsiasi iniziativa tesa a fornire utili strumenti ai nostri giovani per essere al passo con i tempi sia ben vista, certo è che troppo spesso le istituzioni a tutti livelli trascurano l'educazione civica che oggi è diventata globale pensando sia qualcosa di trascurabile.
Questo ambito così importante assume una rilevanza non indifferente nella formazione culturale, ma non solo, anche caratteriale dei nostri giovani, che chiamati ad esperienze internazionali devono avere strumenti e percorsi a loro disposizione in grado di fornire delle basi per analizzare con oggettività e trasparenza le dinamiche europee ed internazionali che inevitabilmente incidono sul loro presente ed anche sul loro futuro. Solo così potremo dire di aver contribuito alla formazione di uomini di domani, uomini con un senso pieno di globalità, che va oltre le mere dinamiche economiche, su cui gli aspetti sociali e culturali incidono in maniera determinante. I nostri ragazzi non possono essere mandati allo sbaraglio tra coetanei di tutto il mondo, troppo spesso molto più preparati in questo ambito.
L'augurio è che questa proposta di legge non sia una delle tante che rimangono inapplicate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Non fa niente Presidente, non ne vale la pena. Grazie.
Proposta di legge n. 339. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 362
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 ‘Garante regionale dei diritti della persona’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 362 ad iniziativa del Consigliere Giacinti.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Sulla legge pongo …, non ricordo se per il regolamento è una questione pregiudiziale o sospensiva, però ritengo bizzarro il fatto che in una legge sul Garante sia stata inserita una modifica della legge elettorale contravvenendo a diverse norme.
Quando vedo all'ordine del giorno iscritta una legge sul Garante e magari quella legge mi interessa relativamente non partecipo alla Commissione, se fosse stata iscritta la legge elettorale avrei partecipato.
Ricordo che nella Conferenza dei Presidenti di gruppo all'unanimità, ed è a verbale, abbiamo deciso alcuni mesi fa che una volta che la legge elettorale fosse andata in Aula non avremmo fatto altre modifiche, se non discusse e valutate nella Conferenza stessa.
La legge elettorale è materia non di parte, ma di tutta l'Aula, tra l'altro il Consiglio d'Europa ci ricorda che non vanno fatte modifiche alla legge elettorale nell'imminenza del voto, le elezioni potrebbero persino essere impugnate ed escluderei questa ipotesi, anche perché la modifica in questione viene ad intervenire nel momento in cui alcuni candidati Presidente hanno già fatto la loro scelta ed impedire loro di candidarsi a Consigliere è una cosa che mi pare inopportuna in questo momento.
Questa modifica dovrebbe essere approvata insieme ad altre modifiche elettorali, comunque a partire dalla prossima legislatura. Abbiamo sempre tenuto un comportamento corretto e personalmente non ci sto a concludere la mia esperienza di Consigliere regionale in questa Aula con una polemica di questo genere, fatta su singole persone che ovviamente verrebbero coinvolte.
Credo che questo non sia opportuno per il buon funzionamento dell'Aula che lei, Presidente, ha sempre cercato di conservare, ed essendo il Presidente della Conferenza dei gruppi ricorderà quella scelta che tutti insieme prendemmo.
Chiedo che questa parte venga stralciata, o ritorni in Commissione, o venga discussa insieme ad altre proposte di legge elettorale che sono ancora pendenti, sulle quali dico fin da ora che sono contrario, perché le modifiche alle leggi elettorali non si fanno a un mese dal voto. Se si vogliono fare valgono per la prossima legislatura, non per quella attuale quando la fase elettorale di fatto è già iniziata.
PRESIDENTE. Leggo il regolamento sulla pregiudiziale: “Hanno facoltà e possono intervenire, oltre a colui che ha posto la pregiudiziale, un Consigliere a favore ed uno contro per non più di 3 minuti”, articolo 60 del Regolamento interno.
Vedo troppe prenotazioni, è evidente che bisogna scegliere tra i Consiglieri che si sono prenotati, quindi il Consigliere Fabbri a favore ed il Consigliere Bisonni contro, poi si vota per alzata di mano sulla richiesta del pregiudiziale avanzata dal Consigliere Busilacchi.
Ha la parola il Consigliere Fabbri (oratore a favore).
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. A parte la discussione sulla pregiudiziale, c'è anche l’articolo 100 del Regolamento che consente, su richiesta di 3 Consiglieri, di passare ad una votazione per alzata di mano e rinviare l'argomento in Commissione, quindi propongo che ci si avvalga anche della facoltà di questo articolo.
L'articolo 99 del Regolamento consente la presentazione di un ordine del giorno per non procedere alla discussione e alla votazione della proposta di legge, io ed il Consigliere Giorgini abbiamo già presentato e depositato questo ordine del giorno che avremmo illustrato nella discussione generale.
Prego, quindi, la Presidenza di tenere conto di queste due richieste per applicare al meglio il Regolamento: articolo 100, 3 Consiglieri chiedono di votare per rinviare in Commissione la discussione della proposta di legge per approfondimenti, articolo 99, discussione dell'ordine del giorno per non procedere alla discussione e votazione dell'atto, ordine del giorno che io ed il Consigliere Giorgini abbiamo già firmato e depositato.
Detto questo, giusto per fare chiarezza su come, a mio avviso, va gestita questa fase pregiudiziale. Abbiamo altri due passi per poter finalizzare.
Sono a favore della questione pregiudiziale perché, ribadendo quello che ha detto il Consigliere Busilacchi, c'erano una decina di proposte sulla modifica alla legge elettorale, a ottobre ne sono state prese 4, c'era stata polemica e si era detto che in Commissione si sarebbe ripreso l'esame delle altre, questo non è avvenuto, ora sotto le mentite spoglie di una legge che tratta un argomento diverso si è introdotto un emendamento, improvvisamente e praticamente di nascosto, che svilisce il compito istituzionale di questo Consiglio in una materia così importante.
Dobbiamo ricordarci che siamo ai tempi supplementari di questa legislatura e siamo in carica per risolvere la problematica suscitata dalla pandemia, dal Covid, altre cose non le dovremmo trattare. In questo modo penso che dal punto di vista istituzionale sia scandaloso procedere alla discussione della legge elettorale dentro un'altra norma.
L’articolo 89 del Regolamento prevede che leggi di uguale tematica debbano - il regolamento è chiaro - essere discusse in maniera abbinata, questa discussione non c'è stata, ed anche questo è un altro elemento che sottolinea come questo iter non sia a norma. Questo colpo di mano politicamente susciterebbe, lo dico per voi perché la mia posizione è chiara, un vespaio, giustamente, e l’indignazione di tutti i cittadini in quanto si vanno a modificare ai tempi supplementari le regole del gioco, ma non una regola qualsiasi, le regole del gioco, quelle che dovrebbero vedere non i sondaggi al primo posto, ma la rappresentanza dei cittadini.
Se si andrà alla discussione vedremo come questa legge penalizza tutte le minoranze ed un centro-sinistra che si dice paladino, storicamente, da secoli, delle minoranze, voglio vedere con quale faccia politica voterà questa cosa.
Scusate, il discorso ha sforato leggermente perché ho fatto il preambolo, però le posizioni e l'iter di questa normativa mi sembrano scandalosamente chiari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci (oratore contro).
Francesco MICUCCI. Onestamente non mi sembrava un tema da suscitare tutto questo dibattito, sollevando temi di principio scandali su un articolo che sposta penso il nulla o poco più del nulla.
Un argomento che, tra l'altro, ripeto, nonostante il mio pensiero, che ho già espresso, ha anche motivi di correttezza e di giustizia, Penso che la presentazione del candidato Presidente, che ovviamente ha una sovraesposizione rispetto a tutti i candidati Consiglieri, metta il candidato Presidente in una posizione non paritaria rispetto a tutti gli altri candidati Consiglieri della sua lista, quindi, se vogliamo fare discorsi di principio, di democrazia su temi aulici e forbiti, credo che questo sia il punto basilare e alla difesa della democrazia vada rapportato anche questo elemento.
Forse ho sottovalutato il tema, ma ho visto che l’atto era stato discusso in Commissione e, mi pare, se ho visto bene, non credo di essermi sbagliato, non ci siano stati voti contrari per cui ho pensato che fosse una cosa assolutamente votabile e lo penso tuttora.
Non voglio creare allarmismi e condizioni, chiederei al Presidente, se è possibile, 5 minuti di sospensione, vista anche le modalità in cui ci siamo sovrapposti, con la difficoltà di confrontarci, per fare in modo che i Consiglieri, almeno quelli di maggioranza ed eventualmente anche gli altri, possano un attimo raffrontarsi su un tema che, ripeto, secondo me, non deve sollevare alcuna polemica e quella che ho sentito mi sembra strumentale al rovescio, però, volendo togliere ogni dubbio ed ogni discussione, se fosse possibile, Presidente, chiedo 5 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. C’è la richiesta di sospensione, se siamo d’accordo diamo la possibilità a tutti di confrontarsi. Tra dieci minuti riprendiamo.
La seduta è sospesa alle ore 12,00
La seduta riprende alle ore 13,10
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ha la parola al Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ho saputo dal Consigliere Giacinti che la I Commissione si è riunita ed ha stralciato l'articolo in questione, quindi ritiro la questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto a tutti i colleghi.
Dopo che in Commissione abbiamo soppresso l'articolo 2 bis, tramite un emendamento che ho presentato come Presidente della Commissione, restano da discutere due articoli della proposta di legge n. 362 che, in poche parole, vanno a modificare la precedente legge regionale n. 11 del 2020 “Garante regionale dei diritti alla persona”, perché in sede di controllo, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, era emersa l'opportunità di introdurre alcuni chiarimenti e precisazioni al testo approvato.
In particolare il controllo del Governo ha evidenziato la necessità di chiarire, in maniera più chiara ed esplicita, che l’istituto della revoca del Garante per i diritti della persona, per gravi violazioni di legge, deve avvenire nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, previa contestazione degli addebiti e contraddittorio con l'interessato. Quindi l'articolo 1 tratta di questa specificazione, che si è resa necessaria per rendere la legge più aderente ai principi giuridici che regolano la materia.
Con l'articolo successivo si estende a tutti i soggetti domiciliati o dimoranti nella Regione, la possibilità di rivolgersi al Garante delle vittime di reato per i reati già precedentemente indicati nella legge regionale 11/2020, vale a dire i delitti contro la persona, soggetti individuali in condizioni di fragilità, ad esempio, a causa di usura, di maltrattamenti familiari, di estorsione, rapina, sequestro, nonché per tutti gli altri reati che vedono potenzialmente esposti una pluralità di soggetti, strage, disastro ferroviario, epidemia, avvelenamento di acque e sostanze alimentari, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate, commercio somministrazione di medicinali guasti, commercio di sostanze alimentari nocive
Si chiarisce ulteriormente che la definizione di vittima di reato è effettuata per circoscrivere le funzioni del Garante dei diritti della persona, stabilendo che allo stesso può rivolgersi qualsiasi persona offesa dal reato, che, se minore, interdetta per infermità di mente o inabilitata, ovvero se deceduta, è sostituita ex lege dai soggetti indicati dall'articolo 90 del Codice di procedura penale, ovvero i genitori, il tutore, il coniuge, il convivente, eccetera.
Queste sono le modifiche che si sono rese necessarie in seguito al controllo governativo, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, sulla legge n. 11 del 2020, che abbiamo approvato in precedenza, così facendo si sono chiarite tutte le questioni che erano rimaste sub iudice, proprio il caso di dire nell'evenienza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Dirò più o meno le stesse cose che ha detto il Presidente della I Commissione, ma come relatore di minoranza.
Questa è la modifica di una legge che noi abbiamo approvato quest’anno, nel 2020, che riguarda una figura molto importante, secondo me, e poco valorizzata anche dalla politica, che è quella del Garante che si occupa di minori, di detenuti, di immigrati, di persone molto fragili, quindi la sua funzione è estremamente delicata e rilevante.
Abbiamo approvato all’unanimità la legge n. 11 del 2020, la proposta di legge è venuta da una concertazione dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonomie, a cui il nostro Garante aveva partecipato ed aveva dato un contributo importante.
Nel momento in cui abbiamo discusso in I Commissione la proposta di legge, abbiamo audito il nostro Garante, gli abbiamo fatto le nostre domande e abbiamo dato delle indicazioni che sono contenute in questa legge, poi, come ha detto il Consigliere Giacinti, in sede di controllo governativo è emersa l’opportunità di introdurre delle precisazioni, dei chiarimenti, al testo che avevamo approvato, ripeto, all'unanimità.
Il risultato è il chiarimento, in maniera più tempestiva e precisa, che la revoca del Garante dei diritti alla persona, per gravi violazioni di legge, avverrà nel rispetto, come ha detto il Consigliere Giacinti, dell'ordinamento, non il licenziamento in tronco, ma previa contestazione degli addebiti e contraddittorio con l'interessato.
Le precisazioni riguardano soggetti che sono dimoranti, non solo domiciliati, nel territorio regionale e la possibilità di rivolgersi come vittime del reato. Ricordo che precedentemente era stata discussa una proposta, mi sembra, del gruppo dei socialisti, che poi è stata inserita in questa perché il Garante alle domande precise che la Commissione ha fatto, ha risposto che questa funzione poteva svolgerla, sia personalmente che con la struttura che aveva. E’ una funzione quasi simile al difensore d'ufficio, sicuramente molto più rapida, tempestiva e raggiungibile.
Questa funzione è stata precisata meglio con particolare riferimento ai reati, come ha detto il Presidente Giacinti, contro la persona, strage, disastro ferroviario, epidemia, avvelenamento delle acque, e contro gli individui in condizione di grande fragilità, usura, maltrattamenti familiari, estorsione, rapina, eccetera. Stabilendo al tempo stesso che qualsiasi persona, come ha concluso il Presidente della I Commissione, offesa dal reato, anche se minore, se interdetta per qualsiasi motivo, inabile, addirittura se deceduta, può essere sostituita ex lege da soggetti quali: i genitori, il tutore o il coniuge convivente.
Queste in sintesi sono le indicazioni che precisano meglio questa figura, che, secondo me e secondo il mio gruppo, è importante, a cui va dato maggiore risalto e una pluralità di funzioni che le spettano. Personalmente e come gruppo voteremo questa legge, che non è nuova, ma è la modifica di una norma che era stata approvata all'unanimità precedentemente. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2 bis.
Emendamento 2 bis/1 (soppressivo dell’articolo) a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento di Coordinamento tecnico. Decaduto.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 362, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 363
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Modifiche alla legge regionale 18 febbraio 2020, n. 4 ‘Norme in materia di compostaggio della frazione organica dei rifiuti nella regione Marche’ e alla legge regionale 5 marzo 2020, n. 9 ‘Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 363 del Consigliere Biancani.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. L'intervento normativo in esame è diretto a superare i rilievi critici formulati dal Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase di esame governativo compiuto, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, con riferimento alla legge regionale 18 febbraio 2020, n. 4 e alla legge regionale 5 marzo 2020, n. 9.
Per quanto attiene alla recente disciplina regionale sul compostaggio aerobico è stata contestata l'introduzione (articolo 4, comma 1) della possibilità dei Comuni di estendere la tassa dovuta per la gestione rifiuti organici anche alle utenze che praticano il compostaggio locale, in contrasto con l'articolo 180, comma 1 septies del decreto legislativo 152/2006 che, invece, ammette tale agevolazione solo per le forme dell'autocompostaggio e del compostaggio di comunità.
Per quanto attiene alla normativa relativa all'utilizzo dei prodotti fitosanitari, il Governo ha eccepito il contrasto con l'articolo 94 del suddetto decreto 152/2006, laddove all’articolo 1 la legge regionale 9/202 ammette l'utilizzo di certi pesticidi, senza la preventiva approvazione di un piano regionale di utilizzazione che tenga conto della natura del suolo, delle culture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche.
La proposta di legge si compone di 3 articoli.
L'articolo 1 contiene le modifiche alla legge 4/2020 nel senso sopra precisato.
L'articolo 2 novella la legge regionale 9/2020 prevedendo la preventiva approvazione dell'atto pianificatorio regionale sopra descritto:
L’articolo 3 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
Si tratta di un adeguamento alle richieste di costituzionalità del Governo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Dirò le stesse parole che ha appena detto il Consigliere Bisonni perché la proposta di legge in oggetto apporta delle modifiche a due precedenti leggi approvate dall'Assemblea legislativa nel 2020, la legge regionale 4, che riguarda ‘Norme in materia di compostaggio della frazione organica dei rifiuti nella Regione Marche’ e la legge regionale 9, ‘Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari’.
Le modifiche si sono rese necessarie a seguito di rilievi critici formulati dal Dipartimento degli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase di esame governativo compiuto in base all'articolo 127 della Costituzione.
Nello specifico per quanto riguarda la prima legge, ovvero quella sul compostaggio della frazione organica, la Regione Marche ha previsto forme incentivanti ed agevolazioni anche per le utenze che praticano il compostaggio di prossimità ed il compostaggio di comunità, oltre naturalmente per l'autocompostaggio, ma a seguito di questo esame ministeriale, di cui ho parlato prima, è emerso che, secondo l'orientamento del Governo, la previsione di agevolazioni nei confronti dell'utenza che conferisce ai sistemi di compostaggio di prossimità, si pone in contrasto con l'articolo 180 comma 1 septies, del codice dell'ambiente (Prevenzione della produzione dei rifiuti), la legge quadro 152/2006, che invece ammette tale agevolazione solo per le forme di autocompostaggio e di compostaggio di comunità.
Ecco perché si è resa necessaria la modifica del testo, per renderlo congruo a quanto rilevato dal Dipartimento degli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase del controllo governativo.
In merito alla seconda legge in esame, ovvero quella sull'utilizzo dei fitosanitari, le osservazione al Governo ribadiscono quanto già previsto dalla normativa nazionale, l'articolo 94, comma 4, lettera C del codice dell'ambiente, decreto legislativo 152/2006, che non può essere derogata dalla normativa regionale in questione, infatti, alla lettera C del comma 4 dell'articolo 94, sempre del decreto legislativo 152/2006, si legge letteralmente: “spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione - che non c'è, non esiste - che tenga conto della natura dei suoli, delle culture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche”.
L'entrata in vigore della legge regionale approvata non può essere anteriore all'approvazione di uno specifico piano regionale di utilizzazione dei suoli, come stabilito dal decreto legislativo 152. Per questo è stato necessario modificare il testo e dare un nome vago al compostaggio che inquadri generalmente tutti i tipi e in pratica la modalità dei fitosanitari rimane in stand-by, aspettando che ci sia redatto il piano regionale di utilizzazione dei suoli, che in pratica non c'è. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Velocemente per due aspetti che ritengo importanti.
Il primo, l'indicazione della Regione sulla legge del compostaggio è quella di favorire il compostaggio anaerobico in piccoli impianti, soprattutto nei comuni dell'entroterra. Quindi invito le Province, le Ata, i gestori e la Regione stessa ad applicare questa normativa, evitando di fare pochi e grandi impianti anaerobici che trattino a livello provinciale e oltre provinciale i rifiuti, perché sappiamo che la sostenibilità della gestione dei rifiuti va verso il discorso di non produrli e soprattutto di gestirli a chilometro zero. Questo è un invito agli uffici e alle Ata a predisporre i piani d'ambito, in modo che l'entroterra sia autarchico nella gestione dei rifiuti e soprattutto della porzione organica.
Sul fatto dei pesticidi, il piano regionale va fatto quanto prima, l'utilizzo del suolo va definito al meglio, siamo la regione con la maggiore estensione percentuale di biologico, bisogna che rafforziamo questa tendenza. Il Covid ci ha insegnato anche questo, se l'uomo un attimo ritrae la sua impronta ecologica tutto l'ecosistema, quindi l'uomo stesso, ne trae beneficio. Questo è il mio augurio, tra virgolette, la mia richiesta, valutare nei prossimi mesi ed anche nella prossima legislatura l'applicazione puntuale e decisa di queste normative.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 363. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Nomine
Elezione del Revisore unico dell’Ente regionale per il diritto allo studio (Erdis)
(articolo 12, comma 5, della legge regionale 20 febbraio 2017, n. 4) - voto limitato ad uno
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina del Revisore unico dell’ente regionale per il diritto allo studio (Erdis), voto limitato ad uno.
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che l'Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie, contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e di inconferibilità dei candidati. Indìco la votazione a scrutinio segreto.
Prego distribuire le schede.
(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)
Conclusa la votazione, ne comunico l’esito:
Votanti n. 22
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 19
Hanno ricevuto voti:
Ferrigno Fabio n. 9
Renier Enrico Maria n. 4
Taviani Marco n. 3
Ruffini Patrizia n. 1
Biekar Andrea n. 1
Gitto Antonio n. 1
Proclamo eletto Revisore unico dell’Ente regionale per il diritto allo studio (ERDIS) Ferrigno Fabio.
Elezione di un Consigliere regionale nel Consiglio direttivo dell’Associazione “Università per la Pace”
(articolo 15, comma 5, della legge regionale 18 giugno 2002, n. 9 - articolo 12 dello Statuto Ente - deliberazioni dell’Assemblea legislativa nn. 125/2009, 23/2011 e 36/2011) - voto limitato ad uno
PRESIDENTE. Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome, prego distribuire le schede.
(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
Conclusa la votazione, ne comunico l’esito:
Votanti n. 20
Schede bianche n. 4
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 15
Hanno ricevuto voti:
Cesetti Fabrizio n. 6
Pergolesi Romina n. 3
Rapa Boris n. 2
Carloni Mirco n. 2
Bisonni Sandro n. 1
Minardi Renato Claudio n. 1
Proclamo eletto Consigliere regionale nel Consiglio direttivo dell’Associazione “Università per la pace” Cesetti Fabrizio.
Interrogazione n. 1026 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Trasmissione Linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid-19”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione 1026 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Rispondo in nome e per conto del Presidente e Assessore alla sanità.
In merito all’interrogazione in oggetto presentata dal Consigliere Fabbri, la risposta è la seguente.
Le linee di indirizzo organizzative ministeriali prevedono, per la riorganizzazione e il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid 19 (articolo 2 d.l. 19 maggio 2020, n. 34), l’individuazione di strutture/stabilimenti a destinazione e trattamento esclusivo di patologie Covid 19 connesse, specificatamente dotate di attività specialistiche in malattie infettive, assistenza respiratoria, terapia intensiva e reparti o aree con impianto di erogazione di ossigeno, aria compressa e vuoto (AO Marche Nord, AOU Riuniti di Ancona, Asur Fermo). Solo in casi eccezionali, laddove non risulti possibile la separazione degli ospedali dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid 19 da quelli non Covid 19, i percorsi clinico-assistenziali e il flusso dei malati devono, comunque, essere nettamente separati, al fine di ridurre quanto più possibile il rischio di diffusione virale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Non mi reputo soddisfatto di questa risposta, il 17 devono essere inviate dalla Regione al Ministero le linee guida, dopo avremo modo di approfondire, ci sono due mozioni che trattano al riguardo.
Ritengo che il valore aggiunto che ci ha insegnato questa pandemia, questa disgrazia, sia il fatto che dobbiamo potenziare la preparazione, la capacità operativa delle strutture che alla prova dei fatti sono servite praticamente tutte, si è dovuto addirittura chiedere sussidio e aiuto al privato, perché il pubblico non era in grado di far fronte.
Selezionare adesso in maniera troppo rigida alcune strutture rispetto ad altre, per potenziale ed adeguarle, è un errore. Bisogna potenziare e adeguare le strutture dal punto vista dell'hardware e dal punto di vista delle procedure, per separare all'interno della stessa struttura il percorso sporco, il percorso pulito, il percorso Covid e il percorso Covid free, perché quando arriverà la prossima ondata sappiamo che i pronto soccorso sono di libero accesso ed ogni struttura dovrà essere in grado di trattare il paziente al meglio.
Se proseguiamo nel lasciare indietro alcune strutture rispetto ad altre, privilegiando soltanto quelle di maggiori dimensioni, ricadiamo nel solito errore di favorire gli ospedali unici provinciali anziché fare una efficace strategia e politica sanitaria di polifunzionalità e di policentrismo delle strutture. Poi avremo modo di approfondire questo tema. Grazie.
Interrogazione n. 1027 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Lavori sulla Fano - Grosseto e sulla Statale 16 e disagi per il traffico ordinario e turistico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1027 - a risposta immediata - del Consigliere Minardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Si rappresenta che, come comunicato da Anas SpA, è stato già riaperto a doppio senso di circolazione il Ponte Metauro lungo la Strada Statale 16, con limitazione ad un carico massimo di 19 tonnellate. Inoltre è stata di recente inaugurata da parte di Autostrade SpA la viabilità alternativa a monte della S.S.16.
Lungo la E 78, nel tratto Fossombrone est-galleria del Furlo, sono in corso dei lavori, inerenti la sicurezza stradale, sulla pavimentazione e sui giunti tecnici dei viadotti.
Verranno presi contatti con Anas SpA per verificare le possibili soluzioni, quanto più idonee, per ridurre i disagi al traffico veicolare durante i periodi di maggiore afflusso turistico della stagione estiva e sarà mia premura farle avere la comunicazione rispetto a quello che Anas ci dirà.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Assessore, grazie per le informazioni che mi ha dato, in effetti confermo che da sabato mattina le verifiche statiche sul ponte sul fiume Metauro sono state sospese o ultimate, non so bene, e nel frattempo è stata aperta la nuova strada alternativa che fa parte delle opere compensative realizzate in occasione della realizzazione della terza corsia della A14.
In verità il problema rimane, quindi ringrazio per l'intervento che la Giunta regionale farà nei confronti di Anas, perché la competenza è di Anas, relativamente ai lavori che si stanno svolgendo lungo il tracciato della Fano-Grosseto, in particolare nel tratto che va da Fossombrone est oltre la galleria del Furlo.
Sono lavori che sono necessari ed importanti, ma in questo particolare momento creano un grande disagio, non solo ai cittadini che si muovono per motivi di lavoro dalla costa all'entroterra e dall'entroterra alla costa, ma in particolare nei fine settimana, quando i turisti, che vengono nella riviera di Fano, Torrette e Marotta in particolare, sono costretti a fare delle lunghe file con il rischio di dover scegliere strade alternative che dall’Umbria li porterebbero in tutt'altre zone, probabilmente con la Quadrilatero andrebbero nella zona di Civitanova, quando fino ad oggi il tratto di Fano, Torrette e Marotta è sempre stato privilegiato da parte dei turisti che vengono in particolare dall'Umbria, ma anche dalla Toscana.
In questo particolare momento è ovvio che dobbiamo fare di tutto, Assessore, per fare in modo che Anas riapra almeno le 4 corsie nei fine settimana, se i lavori non si possono sospendere fino a settembre, perché dopo il lockdown, dopo la chiusura, gli operatori turistici e gli operatori balneari stanno facendo un grande sforzo per rimettere in campo una stagione che comunque sarà segnata dall'emergenza sanitaria del Coronavirus e non possono rischiare di perdere una parte della clientela a causa di lavori che si sarebbero potuti svolgere sicuramente in altri momenti e che in questa fase di ripartenza rischiano di mettere ulteriormente in difficoltà gli operatori economici, ma anche le persone che transitano quotidianamente in quella strada.
La cosa che bisognerebbe segnalare ad Anas, e vado alla conclusione, è che quella arteria è strategica ed importante per il periodo estivo e ridurre da 4 a 2 corsie del traffico rischia di penalizzare tantissimo i flussi turistici.
Se possibile sarebbe meglio programmare questi lavori durante il periodo primaverile/autunnale, se non si possono fare in inverno, ma non nei mesi di giugno, luglio, agosto, fino alla prima decade o quindicina di settembre, per evitare rischi di ricadute negative sul turismo in questo particolare momento, in cui tutti gli operatori stanno facendo uno sforzo per ripartire dopo la chiusura, dopo l'emergenza, che abbiamo tutti dovuto subire.
Ringrazio l’Assessore con l’appello di insistere tantissimo su Anas affinché non solo per quest'anno sospenda i lavori, quanto meno nei fine settimana riapra le 4 corsie, almeno dal venerdì sera fino alla domenica sera, e per il futuro non riprogrammi i lavori durante il periodo estivo perché creano un disagio, cosa che purtroppo abbiamo dovuto affrontare anche negli anni precedenti. Grazie.
Interrogazione - a risposta immediata n. 1029
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Pesantissimi disservizi del Centro Unico Prenotazione post emergenza Covid”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione 1029 - a risposta immediata - della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. In merito all'interrogazione della Consigliera Leonardi si precisa quanto segue. Nel corso dell'emergenza Covid la Regione, pur con tutte le enormi difficoltà che hanno interessato le strutture sanitarie durante l'emergenza pandemica ancora non superata, ha garantito a tutti i cittadini l'accesso alle prime visite ed esami diagnostici strumentali urgenti (categoria U, da eseguire in 72 ore) e brevi (categoria B, da eseguire in 10 giorni) mentre erano state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni). A fine aprile si è stabilito di riattivare a partire da giugno le prestazioni tipo D e P, insieme con il percorso di presa in carico previsto dalle delibere di Giunta regionale per le patologie croniche. Si è quindi richiesto ai professionisti (cardiologi, oncologi, neurologi, eccetera) di richiamare i propri pazienti i cui follow-up, se non urgenti, che erano stati sospesi nella progettazione dei servizi attuata per far fronte all'emergenza.
A partire dalla flessione della curva dei contagi, da fine aprile, l'impegno delle aziende del Servizio sanitario regionale si è, pertanto, concentrato sul ripristino delle agende (prenotazioni e presa in carico) e sulla messa in opera delle liste di garanzia che in questi giorni si sta sperimentando sul campo. La decisione è stata assunta dai tecnici della sanità e dal Gores di concerto con le direzioni generali aziendali degli enti del Servizio sanitario regionale e con le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori ed unici interlocutori competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico ed automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate.
Ci si poteva infatti trovare di fronte a diverse situazioni: pazienti le cui indagini cliniche erano state comunque evase nei 3 mesi precedenti, registrate al Cup come D o P, ma che poi, per il lungo trascorrere del tempo ed il bisogno assistenziale emergente si sono trasformate in urgenti (U) o brevi (B); pazienti Covid 19 positivi che hanno avuto bisogno di ricoverarsi ed i cui approfondimenti diagnostici anche non direttamente legati al Covid sono stati effettuati nel corso del ricovero; pazienti non Covid 19 che hanno avuto bisogno di ricoverarsi per problemi clinici emergenti e urgenti, anche legati al motivo per cui era stata richiesta la prestazione ambulatoriale; pazienti che, precedentemente prenotati come P, oggi potrebbero avere la necessità di essere riclassificati diversamente in termini di priorità. Quindi è proprio per il bene del cittadino che si è ritenuto opportuno che venissero riesaminate le condizioni di salute del cittadino, per stabilire nuove ed eventuali necessità di effettuare prestazioni ambulatoriali con la prescrizione della classe di priorità più appropriata rispetto alla situazione clinica attuale del cittadino.
Siamo consapevoli delle difficoltà del Cup, tenendo conto che le telefonate dall’inizio di giugno sono quadruplicate ma, oltre alle possibilità di prenotare tramite app e online, sono state introdotte ulteriori opportunità di prenotazione, grazie all'accordo con tutte le farmacie, capillarmente distribuite su tutto il territorio della regione, che dal mese di luglio saranno tutte in grado di prenotare, e grazie all'accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che sperimenteranno la prescrizione e la immediata prenotazione delle prestazioni nei loro studi, garantendo al cittadino di avere tempestivamente e senza ulteriori attese, o spesso inutili passaggi, l'appuntamento per le necessarie visite ed esami diagnostici previsti dal proprio medico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Non sono soddisfatta della risposta che è stata data e non so se leggendola, Assessore, si sia reso conto dell'assurdità della risposta.
Ci sono persone che stanno attendendo da 12/14 mesi, forse qualcuno anche di più, per avere una prestazione e dopo questo lasso di tempo non è necessario che facciano un nuovo passaggio dal proprio medico per capire se quella prestazione è ancora necessaria. Dopo 3 mesi di blocco per il Covid diventa imprescindibile tornare dal proprio medico, azzerare l’attesa di mesi o più di un anno, per ricominciare tutto da capo.
Io non so se vi rendete conto, ma non c'è l'opportunità e la possibilità di prenotare perché il Cup non risponde e i poliambulatori dove si poteva prenotare sono chiusi per non creare l'assembramento delle persone, quindi non si capisce come si dovrebbero riprenotare la prestazione. E’ di due giorni fa l'accordo con le farmacie e non si capisce perché in farmacia si possa prenotare, mentre nelle strutture che lo facevano in precedenza no.
L'assurdità di questa cosa è che è per il bene dei cittadini, senza ammettere invece che c'è un caos, una difficoltà. E’ un prendere in giro chi ha bisogno e ha già aspettato mesi e mesi per avere delle prestazioni per le quali reputo assurdo oggi, dopo 3 mesi, invece che dare il servizio, ricalendarizzarle. Abbiamo perso 3/4/5/6 mesi, verranno ricalendarizzate tutte? No, le persone dovranno aspettare magari un altro anno, rifare tutta la trafila da capo, quando hanno già aspettato magari 16 mesi, io lo trovo assurdo e contro la salute dei cittadini, perché costringete chi può ad andare magari dal privato perché riesce ad ottenere un appuntamento e create un disservizio nel disservizio.
Chiedo fortemente di tornare indietro, di rivedere questa decisione, perché è più corretto ridare il pacchetto di quelle prestazioni che è slittato. Ve lo dico anche per esperienza personale, ho sentito i messaggi del Cup che quando annullava le prenotazioni diceva: “Sarete richiamati e vi verrà dato il nuovo appuntamento”, ma il Cup richiama in queste settimane dicendo che non verrà dato nessun appuntamento e che occorre tornare dal medico. Sentirsi anche dire che è per il bene dei cittadini, credo che sia una presa in giro assoluta. Non sono soddisfatta.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. L'argomento si presta a facili demagogie, è di questi giorni ed è anche tema di campagna elettorale, però bisogna dare le informazioni giuste ai cittadini, altrimenti si prendono in giro.
Sono state sospese durante il periodo del Covid le prestazioni di tipo D, che sono quelle che debbono essere fatte in 30 giorni per le visite e in 60 giorni per gli esami diagnostici, e le prestazioni di tipo P, che sono quelle che debbono essere effettuate entro 180 giorni, le altre sono state effettuate.
Bisogna capire di cosa parliamo e non mettere tutto sullo stesso piatto in un momento drammatico. E’ chiaro ed è sotto gli occhi di tutti che durante il periodo Covid sono state fatte solo le urgenze, quelle che sono classificate con categorie U da eseguire in 72 ore e breve B in 10 giorni, le altre sono state per forza rimandate.
Fare demagogia su questo significa voler continuare a gettare fumo negli occhi ai marchigiani, però, è tutto legittimo, ci mancherebbe altro, ognuno fa la sua parte, non la condivido, ma capisco la parte dell'opposizione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Non le consento, Assessore, di fare speculazione sulla pelle dei marchigiani e dire che la speculazione la fanno altri, è una cosa vergognosa, come dire che non ridare una prestazione a un cittadino che l’aspetta da 12, 15, 16 mesi è nel suo interesse, è una bufala.
Queste cose vanno dette e non è campagna elettorale, è rispetto dei cittadini e le faccio un esempio, caro Assessore …
(interrompe l’Assessore Sciapichetti)
Elena LEONARDI. Le sembra normale, Presidente, che ogni volta che interviene l’opposizione l'Assessore non deve far parlare …
Sono cose verissime e non le consento di darmi della bugiarda, lei deve limitare le offese ai Consiglieri, si deve ricordare di portare rispetto a chi siede in quest’Aula anche se è dalla parte che lei considera avversaria, perché io parlo con cognizione di causa e trovo ingiusto e assolutamente scorretto dire ….
(interrompe l’Assessore Sciapichetti)
Elena LEONARDI. No, è lei che prende in giro i marchigiani e la smetta cortesemente di interrompere perché il diritto di parola qui dentro è sacrosanto.
Ci siamo abituati in questi 5 anni che quando lei risponde alle interrogazioni su qualcosa che non le piace, poi non lascia libertà di parola, vuole l'ultima parola ed interrompe sempre, ormai l’abbiamo capito, soprattutto quando è in difficoltà, il comportamento è questo, ma è scorretto.
Persone che aspettavano da mesi la prestazione non se la vedono riassegnata, è scorretto, non è demagogia, è una vostra mancanza e dire che lo si fa per il bene di marchigiani è assolutamente falso.
Interrogazione n. 1028 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Iniziative della Regione a garanzia della protezione sociale e del lavoro dei dipendenti del sito di Osimo della Xpo Logistics che gestiva la distribuzione nei punti vendita ex Auchan”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1028 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Come ricordato dal Consigliere, questo Assessorato, nell'ambito dei numerosi passaggi con le parti sociali, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e con i rappresentanti sia di Conad che di XPO di Osimo, ha più volte ribadito che la grave situazione che si è creata nel passaggio da Auchan a Conad va gestita mettendo in campo tutti gli strumenti indirizzati ad una soluzione non traumatica.
L'Assessorato ha garantito per tutti i lavoratori in esubero un piano di politiche attive, finalizzato alla massima ricollocazione delle maestranze, ma questo solo dopo che gli stessi lavoratori abbiano beneficiato degli strumenti di ammortizzatori sociali che la normativa mette a disposizione.
Al fine di individuare un tavolo di discussione a livello nazionale, in data 29 aprile 2020, abbiamo inviato una lettera al Ministro dello sviluppo economico, con la quale abbiamo rappresentato tutta la nostra preoccupazione per le sorti della piattaforma logistica XPO, la cui cessazione, prevista per il 31 dicembre 2020, comporterebbe un esubero di circa 100 unità. Nella stessa lettera abbiamo chiesto anche l'istituzione di un tavolo nazionale nella convinzione che la trattativa portata a quel livello, possa trovare maggiore visibilità e attenzione.
In data 6 maggio 2020 il Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che Margherita Distribuzione e le organizzazioni sindacali nazionali in data 2 aprile 2020 hanno sottoscritto un accordo per la CIG straordinaria e contestuale accordo per la ricollocazione, nonché momenti di verifica tra le parti a livello locale. Inoltre ci è stato garantito che prossimamente verremo convocati per un nuovo tavolo di confronto.
Ad ogni modo, per lo stabilimento di Osimo le organizzazioni sindacali chiedono uno strumento, come la CIG straordinaria per cessazione di attività, che consenta, con un orizzonte temporale più vasto, la verifica anche con i player locali e la possibilità per i lavoratori di ricollocarsi sul territorio nello stesso settore o in altri similari.
Purtroppo Conad rimane ferma sulle sue posizioni per la piattaforma logistica di Osimo, di cessare ogni attività ed ogni rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2020. Nell'interlocuzione che a breve avremo con l'azienda, tutti i nostri sforzi saranno tesi a convincere Conad a riconsiderare la sua decisione.
Ringrazio il Consigliere Giancarli per questa interrogazione che mi dà l'opportunità di informare. Le dico anche che proprio in queste ore aspettiamo di essere convocati con Conad, con l'ingegnere di PWC. Al contempo abbiamo anche fatto due incontri con il Presidente Ceriscioli e le parti sociali, li abbiamo fatti ad aprile, maggio e li faremo anche nei prossimi giorni.
Vorrei solo aggiungere che la Regione non si è posta solo come politiche attive e cassa integrazione, ma ha ribadito la necessità di riconsiderare la logistica e di avere una visione per la XPO che non sia quella di svuotamento, come avviene in questi giorni, ma di riconsiderare il luogo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore Bravi, intanto voglio ringraziarla per la sensibilità con cui sta seguendo queste pesanti situazioni, non soltanto per il ruolo istituzionale, ma anche per la sensibilità umana.
Lei ha riassunto le azioni della Regione, gli incontri, la lettera al Ministro dello sviluppo economico, la comunicazione del Sottosegretario di Stato, gli strumenti da mettere in campo.
Perché la ringrazio per la sensibilità? Perché noi qui parliamo di beni preziosi, parliamo di persone e parliamo di lavoro, parliamo di questo diritto fondamentale che, a mio avviso, è anche diritto alla libertà. Ho sempre pensato che non ci può essere libertà piena, sostanziale, se non c'è lavoro, che è fondamentale.
Siamo in presenza di questo diritto, siamo nella necessità di scongiurare i licenziamenti o comunque di ricollocare, quindi, bene questa visione strategica della logistica, dobbiamo garantire da un lato protezione sociale e dall'altro politiche attive.
Sono tutte questioni importanti che dette in questa Aula e dette in un confronto sono rilevanti. Mentre uno pronuncia queste parole pensa alle persone che sono in quella situazione, viene spontaneo pensare che questi momenti, se non trovano la sensibilità, le risposte, l'impegno, sono difficilissimi, quindi dovremmo avere, e credo che ce l'abbiamo, lei ce l'ha sicuramente e spero anch’io, la forza di metterci nelle vesti e nei panni di chi vive queste situazioni, perché questo ci dà ancora più forza per cercare di costruire una soluzione rispetto a queste difficoltà.
Importante è il tavolo istituzionale, di cui ha parlato, noi dobbiamo fare in modo, e so che lo state facendo, di tenere insieme i rapporti con il Ministero, con l'azienda, con le istituzioni locali, con i sindacati, con i lavoratori, dobbiamo seguire queste vicende da vicino, perché sono quelle che hanno con forza a che fare con la vita delle persone. Grazie.
Interrogazione n. 1030 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Interventi della Regione volti a monitorare i maltrattamenti subiti dai minori ospiti di case famiglia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1030 - a risposta immediata - della Consigliera Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione della Consigliera Malaigia, si precisa quanto segue.
Le funzioni di controllo, sulla base della normativa nazionale e regionale in materia sono delegate ai servizi territoriali competenti.
Parallelamente in questi ultimi mesi la Regione ha lavorato costantemente ed intensamente alla stesura di una nuova disciplina in materia di comunità per i minorenni nelle quali sono state affrontate con molta attenzione anche le questioni concernenti la qualità e l'organizzazione interna dei servizi erogati nelle comunità per minori. L'articolato percorso volto all'approvazione della nuova normativa sta per concludersi, avendo il giorno 4 giugno ultimo scorso, ottenuto anche il parere favorevole della IV Commissione consiliare.
E’ importante sottolineare che l'attività di regolamentazione di cui trattasi (contenuta nella delibera di Giunta regionale 1104/19 che verrà integrata in base ai rilievi posti dalla IV Commissione consiliare) presenta come particolare alcuni punti di forza:
1. Il servizio deve assicurare la supervisione dell’équipe degli operatori da parte di un professionista esterno con esperienza specifica;
2. Presenza di un piano annuale di formazione e aggiornamento del personale, che prevede: a) un responsabile della formazione; b) il sistema di monitoraggio della formazione; c) la partecipazione ad un minimo di 20 ore annuali di formazione per il personale educativo, sociale ed ausiliario;
3. Revisione e miglioramento di quello che potrebbe essere definito il principale strumento di controllo, ossia della Carta dei Servizi che, con la massima trasparenza, deve essere messa a disposizione e portata a conoscenza di tutti i soggetti interessati (Servizi invianti, minore ospitato, famiglia del minore, eccetera).
Nella Carta dei Servizi devono essere resi noti:
- i riferimenti valoriali, le radici storiche e la cultura appartenenza del Servizio alla persona;
- gli aspetti metodologici generali che si riferiscono all'approccio pedagogico, educativo, socio-assistenziale di intervento sui minori accolti;
- obiettivi, metodi, gli standard applicati, criteri di scelta e formazione del personale, monitoraggio, il diritto all'informazione, alla tutela dei diritti e della privacy dei minori, alfine di assicurare che gli scopi che ci si è dati siano rispettati;
- le fasce d'età di riferimento dell'accoglienza, ai fini di una maggiore efficacia e omogeneità d’intervento, dell'appropriatezza degli inserimenti e della facilitazione dello sviluppo di relazioni equilibrate all'interno della Comunità;
- l’organizzazione del Servizio: modalità di accesso ai Servizi, eventuale gestione dei tempi di attesa, modalità e regole di accoglienza e permanenza degli ospiti, organizzazione e regole della vita comunitaria, modalità e tempi di accesso alla documentazione personale, modalità della presentazione e gestione dei reclami;
- organigramma con indicazione delle figure responsabili; le modalità di lavoro in équipe; la compresenza degli operatori in determinate fasce orarie; l’organizzazione dei turni di servizio;
- eventuali quote di compartecipazione al pagamento della retta a carico degli ospiti, con modalità di pagamento e procedure di rimborso;
- polizze assicurative in essere;
- descrive le modalità di collegamento e coordinamento con la rete dei servizi e delle risorse del territorio (servizi invianti, enti pubblici, servizi e agenzie del pubblico e del privato);
- indica le procedure per l'informazione del minore e i suoi familiari sui diritti e le responsabilità connesse alla ospitalità in Comunità;
- descrive i criteri e le modalità di partecipazione della famiglia;
- descrive le modalità relative alle visite di parenti e conoscenti degli ospiti;
- somministrazione di pasti personalizzati in relazione alle eventuali specifiche esigenze nutrizionali e dietetiche degli ospiti o di diversi regimi alimentari;
- nominativo del responsabile della Struttura ed i giorni/orari in cui lo stesso (o un suo delegato) è presente presso la Struttura stessa;
- modalità informative verso eventuali Servizi invianti, il Comune, l’Ambito Territoriale Sociale, la Struttura sanitaria dell'Asur, l’Autorità Giudiziaria, la Regione;
- la Carta dei Servizi deve essere aggiornata o confermata ogni anno.
Infine il tavolo interistituzionale di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nella tutela minori (Asur, Ambiti Territoriali Sociali, Autorità giudiziaria) ha terminato il percorso attraverso la produzione di un documento condiviso tra Regione Marche ed Asur, nel quale sono state identificate le aree di competenza sociale, sanitaria e di integrazione socio-sanitaria, con relativa individuazione degli operatori necessari sia dell'area consultoriale che dei servizi sociali dei Comuni/ATS, in ordine alla presa in carico dei minori fragili da sostenere nell'ambito familiare (laddove possibile), da orientare all’affidamento a scopo educativo o, in ultima istanza, da indirizzare a strutture socio-educative.
Il documento doveva essere presentato nei primi giorni di marzo ai tavoli istituzionali regionali tematici (Tavolo affido, Tavolo Comunità e Tavolo Prevenzione) costituiti ormai da tempo e composti da soggetti pubblici e privati competenti, al fine di sostenere politiche specifiche in materia.
Il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria ha temporaneamente interrotto il processo di condivisione che è, ad oggi, in fase di riavvio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Grazie Assessore della risposta.
Rimango allibita per lo sforzo enorme nel mettere in fila parole su parole, però purtroppo non è stata data una risposta alla mia interrogazione, io ho chiesto che cosa fa la Regione per evitare che si possano verificare maltrattamenti nelle case famiglia.
Sei giorni fa si è appreso a mezzo stampa, per questo ho presentato questa interrogazione a risposta immediata, che in una struttura, in una casa famiglia di Porto San Giorgio, si sarebbero verificati dei maltrattamenti su bambini dai 2 ai 15 anni da parte del responsabile della struttura. Ora è tutto da verificare, per carità, però se fosse confermato … Quello che ho chiesto è cosa fa la Regione, dal momento che anche il Garante più volte ha evidenziato il fatto che in questo periodo di lockdown i controlli diretti sulle strutture non sono stati effettuati, e questa è una cosa gravissima, perché, come per i disabili e come per tante altre categorie più deboli, nel lockdown i primi ad essere abbandonati, i primi ad essere dimenticati, sono stati i più indifesi, in questo caso i bambini.
Cosa significa? Che dietro alla chiusura che c'è stata, in un periodo di emergenza, si è andati verso l’anarchia? La mancanza di controllo? Cosa significa? Durante il lockdown si era liberi di andare a rubare o a fare qualsiasi altra cosa? Questo è un crimine, se venisse confermato!
Non ci possono essere periodi vuoti, periodi in cui un bambino non possa essere difeso, è questa la risposta che avrei voluto e quando il Garante, ed oggi si è parlato di questa figura che deve avere un peso, qua le parole tante, chiede di svolgere il suo compito, cosa significa?
Vorrei ritornare un po' indietro, a quando presentai una mozione sull'installazione delle telecamere a circuito chiuso nelle strutture dove sono presenti minori, disabili o anziani, che andrebbero a sopperire ai controlli che non si possono fare in periodi di emergenza.
Abbiamo avuto un’emergenza epidemiologica, abbiamo avuto il terremoto, periodi di difficoltà nel controllo diretto ci possono essere anche perché arrivano senza preavviso, molto spesso. Perché non mettere le telecamere? Mi aspettavo magari un ripensamento da parte della Regione: “Si ammettiamo che non c'è stato controllo”, controllo che è sempre a tutela dei minori ed anche degli operatori, perché un bambino per nascondere un rimprovero potrebbe anche dire, e lo so per esperienza, che è stata l'insegnante che l’ha picchiato, magari per coprire una sua marachella. Un anziano che magari soffre di demenza senile potrebbe anche dire: “Qui mi trattano male”, quindi è l'operatore stesso che con le telecamere dovrebbe sentirsi tutelato, non solo le fasce più deboli.
Non sono affatto soddisfatta della risposta perché mi aspettavo un impegno maggiore, proprio perché alcune categorie non sono capaci, non sono in grado di difendersi e speriamo che quello che si è appreso a mezzo stampa non sia vero, speriamo davvero, perché l'orologio non può essere messo indietro e quei minori che hanno subìto violenza, anche se da oggi in poi dovessero vivere una vita meravigliosa in una struttura … Una struttura che avrebbe dovuto proteggerli, che dovrebbe essere migliore della famiglia problematica che hanno, ma come, portiamo via dei minori da una famiglia perché la riteniamo problematica e li inseriamo in un contesto sconosciuto dove vanno a subire delle violenze ulteriori? Ma lasciamoli nelle famiglie, preferisco ricevere uno schiaffo da mio padre, da mia madre, piuttosto che da uno sconosciuto.
È questa la riflessione che dobbiamo fare, perché non possa succedere più, perché una violenza subìta lascia una cicatrice che rimane a vita. Grazie.
Interrogazione n. 897
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Impossibilità di prenotare, attraverso il centro unico prenotazione CUP della Regione Marche, l'appuntamento per un esame di TC DENTALSCAN (tomografia computerizzata in 3D)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 897 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In riferimento all’interrogazione della Consigliera Pergolesi si relaziona quanto segue.
Al punto 1 chiedeva “se corrisponde a vero il fatto che non sia possibile prenotare un esame di TC DENTALSCAN in tutta la regione Marche a causa dell'assenza di un’agenda specifica ed eventualmente per quale motivo”.
Rispetto a questo punto, quanto dichiarato non risponde al vero perché l’esame di cui trattasi è normalmente prescrivibile da Catalogo regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e ordinariamente prenotabile a CUP regionale con le seguenti tre prestazioni, poi le darò la risposta e troverà lo schema.
Dalla estrazione dati da cruscotto CUP emerge che per le agende per primo accesso nel mese di gennaio 2020 era disponibile la seguente offerta, che poi leggerà nella risposta.
Ad ulteriore riprova si sottolinea che:
- nel corso del 2018 sono state erogate 953 prestazioni di tomografia computerizzata DENTALSCAN di cui 835 in regime istituzionale e 118 in libera professione
- nel corso del 2019 (a tutto ottobre) sono state erogate 737 prestazioni di TC DENTALSCAN di cui 666 in regime istituzionale e 71 in libera professione.
Al punto 2 chiedeva “quali sono le strutture pubbliche e private nella nostra regione ed in quelle limitrofe che sono in grado di erogare tale servizio”.
Di seguito troverà la tabella nella quale sono elencate le strutture pubbliche e private regionali che nel corso degli anni 2018-2019 hanno erogato tali prestazioni.
Sono specificate area vasta per area vasta: Asur - area vasta 1 Urbino, Pergola, Fossombrone, area vasta 2 Senigallia, Jesi, Cingoli, Fabriano, area vasta 3 Civitanova, Macerata, Camerino, Recanati, area vasta 4 Fermo, Amandola, Inrca Ancona, Azienda Ospedali Marche Nord Pesaro, Fano, Azienda Ospedali Riuniti di Ancona; privati convenzionati area vasta 5: Villa Anna, Casa di Cura San Benedetto e Casa di Cura Villa San Marco.
Non sono altresì disponibili dati circa il dettaglio degli erogatori delle regioni limitrofe.
A punto 3 chiedeva “in che modo la Regione e/o le strutture competenti sono in grado di dare riscontro ai cittadini che necessitano di un esame di questo genere”.
In considerazione di quanto sopra illustrato si ritiene che l'accesso alla prestazione di TC DENTALSCAN sia normalmente possibile ai cittadini marchigiani attraverso gli ordinari canali di prenotazione CUP.
Si sottolinea inoltre che, non trattandosi di prestazione monitorata, nell'ambito del Programma nazionale governo liste di attesa, non godendo di specifici percorsi di tutela, occasionalmente possono determinarsi indisponibilità dei posti per completamento delle agende.
Nello specifico caso in questione risulta che l'utente, dopo avere avviato una procedura di reclamo, è stato tempestivamente contattato confermando la presa in carico della richiesta.
A successivo contatto l'utente ha infine comunicato di aver nel frattempo effettuato una ordinaria prenotazione telefonica tramite call-center CUP. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti, mi fa piacere perché la segnalazione che ci è pervenuta dimostra che in alcuni casi ci possono essere delle difficoltà nel prenotare, però il servizio ordinario di prenotazione del CUP funziona.
Ritornando all'interrogazione che è stata presentata poc'anzi, sulla difficoltà di chi aveva visto sospese le proprie prenotazioni, la criticità maggiore è che una persona vada a finire in coda a chi ha prenotato dopo di lei.
Da questo punto di vista va verificato un attimo con il CUP per evitare che questo succeda, per non discriminare quei cittadini che si sono visti sospesa la prestazione e ora magari si devono rimettere in coda a chi ha prenotato dopo il loro.
Mi fa piacere sapere che in regime istituzionale vengono fatte la gran parte delle prestazioni ed a livello privato molto meno, una percentuale bassissima, mi fa piacere che questo tipo di prestazione venga erogata nello specifico nella regione Marche e non si invogli il ricorso alla mobilità passiva.
Ringrazio l’Assessore e ringrazio anche chi ha risposto, puntualizzando quelle che sono le percentuali di regime istituzionale e privato, cosa che non avevo chiesto nella mia interrogazione, quindi ho un ulteriore dettaglio in più.
Questa mia interrogazione, questo caso specifico, richiamando anche quanto discusso poc'anzi, forse dovrebbe far emergere una maggiore sensibilizzazione non solo da parte delle strutture, ma anche delle aziende, sulla possibilità per i cittadini di prenotare.
Sono assolutamente sicura che anche l'accordo con le farmacie, sul quale ho fatto la mia parte, anche durante la discussione del piano socio-sanitario, sia finalizzato a consentire una maggiore agevolazione nel prenotare le prestazioni. Sarebbe opportuno calzarci anche mediaticamente, perché così si danno risposte a quei cittadini in un momento particolare e difficoltoso, come quello che abbiamo passato negli ultimi 3 mesi, che questa modalità possa in qualche modo dare ristoro rispetto a tutte le altre criticità. Quindi mi auguro che la Regione si impegni ancor di più nel comunicare le varie possibilità di prenotazione e anche dove poterlo fare. Grazie.
Interrogazione n. 925
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Convenzione tra Regione Marche e Province regionali per la disciplina delle attività di vigilanza e controllo di Polizia Provinciale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 925 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Questa è una interrogazione interessante, ma molto tecnica, quindi darò anche numeri e altro.
“Quante unità di personale di Polizia Provinciale, diviso per le province regionali, hanno svolto le funzioni previste nella convenzione di cui alle deliberazioni n. 307 e 1039 del 2016?”.
Ancona 10 unità, Ascoli Piceno 11 unità, Fermo 3 unità, Macerata 12 unità, Pesaro-Urbino 14 unità.
“Qual è stato il corrispettivo economico omnicomprensivo riconosciuto alle province regionali, diviso per provincia negli anni 2017 e 2018?”
Ancona, 10 unità, nel 2017 385 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Ascoli Piceno, 11 unità, nel 2017 454 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Fermo, 3 unità, nel 2017 127 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Macerata, 12 unità, nel 2017 418 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Pesaro-Urbino, 14 unità, nel 2017 521 e nel 2018 altrettanto.
A questi importi devono essere sommati i proventi delle sanzioni in materia di caccia e pesca nelle acque interne, incassati della Provincia quale rimborso delle spese di gestione del servizio. Gli introiti delle sanzioni rimanevano alle Province.
“Le Province regionali hanno rispettato il termine del 31 gennaio di ogni anno per la trasmissione delle relazioni sulle attività svolte dalla Polizia regionale?”
Le relazioni, su richiesta della Regione, sono state trasmesse, nel 2017 su base trimestrale e nel 2018 su base semestrale e a seguito delle stesse si è proceduto alle rispettive liquidazioni dei compensi come da convenzione.
Anche relativamente all’anno 2019 le Province hanno provveduto a trasmettere le suddette relazioni.
“Viste la deliberazioni di Giunta regionale inerenti la convenzione tra Regione e Province, risulta ad oggi, di fatto, scaduta la convenzione stessa iniziata l’1 aprile 2016 e avente durata triennale?”
Si, la convenzione è terminata il 30 aprile 2019, quindi circa un anno fa, in seguito, l'attività di vigilanza svolta dalle Provincie è comunque proseguita e contemporaneamente si sono svolte diverse riunioni al fine di comprendere meglio le diverse esigenze delle Provincie.
“Come intende dunque la Regione organizzare il prosieguo delle attività svolte dalla Polizia Provinciale in assenza di nuova convenzione?”
La Regione è sempre stata intenzionata a svolgere l’attività di vigilanza venatoria e piscatoria avvalendosi delle Polizie Provinciali, tant'è che, con delibera di Giunta dell'11 maggio 2020, n. 563, è stato approvato il nuovo schema di convenzione che accoglie le richieste delle Provincie, quindi naturalmente a favore della Polizia provinciale, tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità di ciascun territorio. Le Province marchigiane hanno sottoscritto questo accordo tramite le convenzioni.
“La Regione Marche intende dunque affidarsi ancora alle Province e alla Polizia Provinciale per l'espletamento delle attività che erano previste in convenzione o se vi siano intenzioni di eventuali ‘spacchettamenti’ tra ciò che concerne le funzioni legate alle attività venatorie e ambientali e quelle di polizia stradale, viabilità, pubblica sicurezza ed altro?”
La nuova convenzione dimostra che l'intenzione della Regione è quella di proseguire il percorso e come priorità avvalersi per quello che riguarda le competenze specifiche della Polizia provinciale, cioè la caccia e la pesca nelle acque interne, percorso già avviato attraverso la convenzione approvata nel 2016. Infatti lo schema di convenzione allegato alla delibera dell'11 maggio 2020, n. 563, e sottoscritta da tutte le Province, prevede che il personale impiegato per l'attività di vigilanza venatoria e piscatoria possa essere impiegato (in misura non prevalente) anche per l'espletamento delle seguenti funzioni:
a. servizi di polizia stradale;
b. funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza;
c. funzioni di polizia giudiziaria;
d. attività di polizia per la protezione dell'ambiente in genere.
“Risulta veritiero che le Province regionali hanno sollecitato, anche per iscritto la Regione Marche a fornire chiarimenti circa la continuità delle funzioni previste in Convenzione nel periodo in cui appunto la convenzione stessa è scaduta?”
Si, in particolare vedi nota UPI Marche del 16 ottobre 2019 e riscontro dell'Assessore Cesetti del 20 novembre 2019.
“Risulta veritiero che tra Regione Marche e Province regionali vi siano problemi inerenti il pagamento da parte della Regione Marche dei corrispettivi economici?”
Alle Province sono stati liquidati, o messi in compensazione, tutti gli importi previsti dalla convenzione di cui alle delibere di Giunta n. 307 e n. 1039 del 2016, fino al 30 aprile 2019.
Relativamente al periodo 1° maggio 2019 - fino alla scadenza della convenzione (31 dicembre 2020) la delibera di Giunta regionale dell’11 maggio 2020, n. 563, cioè l'ultima delibera che ha compreso la firma degli accordi e quant'altro, prevede che siano riconosciuti a ciascuna Provincia il costo del personale effettivamente impiegato nelle attività di vigilanza di cui alla legge regionale 7/1995 e alla legge regionale 11/2003 e i costi di gestione del servizio (ammortamento/noleggio automezzi, carburante, divise, eccetera) come proposto/richiesto dalle stesse Province. Ovviamente le risorse economiche sono già disponibili.
Qualora le Province evidenziassero ulteriori esigenze/problematiche saremo pronti ad incontrare i loro Presidenti e a cercare di trovare soluzioni. I fondi sono stati garantiti anche con questa ultima delibera.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Assessore. Quando ho presentato questa interrogazione era il 7 gennaio e mi era stato segnalato il fatto che la convenzione per questi servizi con le Province era scaduta da otto-nove mesi e non si comprendeva quale fosse la volontà della Regione in merito ai servizi da mantenere e quali erano stati i costi sostenuti dalle Province per lo svolgimento degli stessi.
Dalla risposta comprendo che c'è stato un ulteriore stop da gennaio a giugno, rispetto anche ovviamente alla criticità della pandemia, vedo però che questa convenzione è stata nuovamente stipulata, ci si è anche attivati con mesi di ritardo, però la volontà della Regione rimane quella.
Dalle ultime dichiarazioni che ha fatto anche le problematiche economiche relative ad alcune situazioni, che restavano scoperte, sono state risolte, per cui da quello che mi dice mi sembra che il quadro si sia definito positivamente. Grazie.
Interrogazione n. 927
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Conferimento incarico quinquennale di direttore di struttura complessa della UOC “Radiodiagnostica” Presidio Ospedaliero Unico Area Vasta 3”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 927 del Consigliere Pieroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. A nome e per conto del Presidente, Assessore alla sanità, rispondo all’interrogazione del Consigliere Pieroni.
La delibera di Giunta regionale n. 1503 del 4 novembre 2013 recante indirizzi agli enti del servizio sanitario regionale per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, prevede la possibilità di attribuire gli incarichi medesimi anche al secondo, al terzo classificato della terna predisposta dalla Commissione proposta alla selezione, con obbligo in capo al direttore d’area, di motivare analiticamente la scelta compiuta.
Tale orientamento ricalca la previsione di legge in materia ed è stato seguito in esito a numerose selezioni in ambito regionale, neurologia dell’Inrca, dermatologia dell’area vasta 2, nefrologia dell'area vasta 3, anestesia, ginecologia dell’area vasta 4, oncologia dell’area vasta 5.
Con determina n. 5 dell’area vasta 3 del 3 gennaio 2020, l'area vasta 3 ha disposto il conferimento dell'incarico di direttore dell'Unità operativa complessa di radiodiagnostica, secondo classificato nella relativa terna a motivo delle specifiche esigenze cliniche e gestionali dell'unità operativa complessa di radiodiagnostica del presidio di Macerata, rispetto alle quali il candidato prescelto evidenza un profilo particolarmente appropriato per le competenze specialistiche diversificate acquisite nel settore della radiodiagnostica ai fini dell'organizzazione dei processi produttivi di rete, tenendo altresì conto, attesa la natura tipicamente gestionale dell'incarico, dell'esperienza di responsabilità di una struttura organizzativa semplice maturata in contesto di simili caratteristiche.
La decisione assunta in esito alla procedura in questione risulta pertanto coerente con le disposizioni normative vigenti sopra richiamate, considerato che la scelta è stata ampiamente motivata. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Ringrazio l’Assessore Sciapichetti ed il Presidente e prendo atto della comunicazione.
Interrogazione n. 945
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Contributo per autonoma sistemazione anche per i dimoranti fuori Regione”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 945 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A questa interrogazione rispondo a mio nome. Come lei ha avuto modo di anticipare, questo tema, che è oggetto della sua interrogazione, è stato ampiamente risolto perché il Presidente della Regione ed il sottoscritto sono intervenuti non appena hanno saputo la questione che creava dei casi di grande difficoltà e discriminazione all'interno della popolazione terremotata.
Siamo intervenuti con il Capo Dipartimento della protezione civile, che ha emanato una nuova ordinanza in data 28 aprile 2020, che ha modificato il dettato normativo dell'articolo 1 comma 1, lettera e), sostituendo le parole “al di fuori del territorio regionale”, con le parole “al di fuori del territorio delle regioni Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria”, tutelando così il diritto a mantenere il CAS per i nuclei temporaneamente trasferiti nel territorio delle regioni confinanti con la regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Assessore. Avevo già preannunciato che la situazione era risolta, la mia interrogazione era del 10 febbraio, nel momento in cui stava per scadere il termine per poter ripresentare la domanda per avere la proroga del CAS e tutte queste famiglie, che vivono ai confini regionali, sarebbero state costrette a spostarsi, non tanto per evitare di allontanarsi da quello che io ho chiamato il centro gravitazionale dei loro interessi, ma rischiavano di non prendere più questo aiuto economico importante, dunque, grazie per l'impegno.
Interrogazione n. 984
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Attuazione della legge regionale n. 4/2019 ‘Valorizzazione dei mulini storici ad acqua delle Marche’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 984 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. La legge n. 4/2019 (articoli 1 e 2) della Regione Marche prevede la valorizzazione dei “mulini storici ad acqua” realizzati in data antecedente al 1900, distinguendo quelli funzionanti da quelli inutilizzati.
In tale contesto, viene disposto (articolo 4) che la Giunta effettui il censimento dei mulini storici ad acqua e - previo parere della competente Commissione assembleare - individui le linee di intervento della programmazione utili per l'attuazione delle finalità della legge stessa, con l'indicazione delle eventuali risorse (regionali ed europee) disponibili. La stessa Giunta regionale, con cadenza annuale, dovrà trasmettere (articolo 5) all'Assemblea legislativa una relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge.
In particolare, all'articolo 6, viene autorizzata, a valere sulle risorse regionali, una spesa massima di 30 mila euro per l'anno 2020 e di 100 mila euro per l'anno 2021, destinata al finanziamento degli interventi previsti all'articolo 4.
Da quanto esposto, appare evidente la necessità di acquisire un'aggiornata conoscenza relativa alla consistenza numerica, alla localizzazione e allo stato in essere di beni da valorizzare, prima di procedere con qualsiasi azione concreta di sostegno al mantenimento dei singoli manufatti.
A tal fine la P.F. beni e attività culturali ha svolto una primissima ricerca rilevando che la più completa ricognizione storico-documentaria sul tema, contenuta negli elenchi provinciali degli “Opifici e corsi d'acqua industriali” ricompresi nella “Carta Idrografica d'Italia Umbria e Marche” (Roma 1893) del Ministero dell'agricoltura, industria e commercio. A riguardo, si specifica che da tali elenchi storici emergono complessivamente: n. 1067 “opifici” molitori, di cui n. 322 in provincia di Pesaro-Urbino, n. 215 in provincia di Ancona, n. 333 in provincia di Macerata, n. 197 in provincia di Ascoli Piceno. Ad essi vanno senz'altro aggiunti - solo nel caso fossero stati esclusi per inattività degli elenchi in parola - i molini fortificati a torre di impianto quattro-cinquecentesco, ad oggi superstiti in non poche realtà comunali di tutte le province.
Pertanto è stata elaborata una proposta nell'ambito del Piano di settore della Cultura - con delibera di Giunta regionale n. 258 del 2 marzo 2020 - di seguito descritta, relativa all'effettuazione di una ricognizione su consistenza effettiva e stato di conservazione dei mulini storici ad acqua nelle Marche, da affidare a professionisti di comprovata esperienza nel settore e/o Università: la spesa complessiva - da calibrare in fase di predisposizione di un più dettagliato programma delle attività di censimento - vista e considerata l'estensione del patrimonio da censire, comporterebbe con buona probabilità l'utilizzo dell'intero ammontare delle risorse regionali iscritte a carico del bilancio di previsione 2020/2021.
A tale proposito è opportuno evidenziare che il suddetto stanziamento di complessivi 130 mila euro è stato considerato, a livello di bilancio, quale “contributo agli investimenti dei Comuni” (Fondo straordinario per il mantenimento in funzione dei mulini idraulici ancora esistenti); pertanto l’utilizzo di tali risorse resta vincolato a tale destinazioni. Ne consegue che, per procedere al suo utilizzo ai fini del “censimento” sopra richiamato, è necessario modificare le “caratteristiche” di detto capitolo di bilancio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio l'Assessore Pieroni e siccome conosco la sua concretezza, il suo pragmatismo, il suo dinamismo, direi di mettere stand-by la risposta che mi è stata fornita, perché, ad esempio, se prendiamo il numero degli opifici e dei mulini che da lì risulta le somme a disposizione verrebbero 30 euro a mulino, si e no un sacco di farina.
Questa legge l'abbiamo fatta io ed i Consiglieri Traversini, Zaffiri, Celani, per rimettere in funzione dal punto di vista istituzionale quelle attività che già erano presenti nel territorio, creare una sinergia fra istituzioni, il valore culturale, il valore sociale e il valore dell'attività produttiva, che ogni titolare cerca di portare avanti anche perché ne trae un reddito.
Adesso non entro nei numeri, ma quelli che sono realmente in funzione e che svolgono attività produttiva, che macinano, che producono farina, sono pochissimi nella regione, ma purtroppo tutti incontrano delle difficoltà, chi per il prelievo delle acque, chi perché, come a Cingoli, è vicino ad una diga ed ha subito anche dei danni.
Assessore, mi permetto di suggerire questo proprio perché conosco il suo pragmatismo, secondo me è opportuno che il Servizio cultura si relazioni con l'attuale direzione dell'ex Genio Civile che sta seguendo anche questi aspetti, per fare in modo …
Parlo dell'ex Genio Civile, Assessore Casini, perché al di là degli aspetti culturali e del censimento, che sono cose importanti, non a caso l'abbiamo scritto nella legge, c'è anche la necessità, almeno in questa fase, di facilitare l'attività e la vita di quelli che stanno portando avanti questo mestiere, perché, ripeto, anche pochi giorni fa ci siamo incontrati con il Funzionario ingegnere competente e ci sono difficoltà nel rinnovo delle concessioni.
A volte gli stessi beni demaniali si intrecciano con la concessione e diventano in qualche modo patrimonio dell'imprenditore privato, ma poi dal punto di vista formale non è così, anzi, debbo dire che il Funzionario ingegnere, per quello che conosco io, è persona disponibile, però dobbiamo fare in modo che questa legge sia applicata, perché qualche risorsa c’è, già ci potrebbero essere, e se oltre per i censimenti fossero utilizzate per le briglie sarebbe già qualcosa di importante, però, non voglio sostituirmi ai tecnici e all'Assessorato, ma credo che ci sia la necessità di dar corso a quello che è stato un voto del Consiglio regionale.
Interrogazione n. 1023
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini
“Situazione lavori completamento tratto marchigiano della E78 Fano-Grosseto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1023 dei Consiglieri Biancani, Traversini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. In riferimento all’interrogazione in oggetto si premette che i rappresentanti della Regione Marche hanno effettuato numerosi incontri sul tema del completamento del tratto marchigiano della E78 Fano-Grosseto presso i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Consiglio Superiore dei lavori pubblici unitamente ad Anas SpA nelle seguenti date - ricordo che anch’io ero presente - 14 novembre 2018 incontro con Direttore strade Mit e Anas; 20 marzo 2019 incontro con Direttore strade Mit e Presidente Consiglio Superiore dei lavori pubblici (questo in particolare per la Guinza); 16 aprile 2019 incontro con Direttore strade Mit e Anas SpA; 3 settembre 2019 incontro con Direttore strade Mit e Anas; 2 ottobre 2019 incontro con la Ministra e Mit, 21 novembre 2019 incontro con Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporto, Sottosegretario allo sviluppo economico, Direttore strade Mit e Presidente Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
Inoltre la Regione su richiesta di Anas al fine di rendere agevole l’iter organizzativo, ha coordinato i lavori della Conferenza dei Servizi del progetto di fattibilità del Lotto 4 “Adeguamento a due corsie del tratto Mercatello sul Metauro Ovest-Mercatello sul Metauro Est” ed ha effettuato e coordinato la pre-conferenza interna sul progetto definitivo dei Lotti 2, 3 tratto Selci Lama-Santo Stefano di Gaifa, relativi ai tratti della galleria della Guinza Lotto 2 e del tratto Guinza-Mercatello Ovest Lotto 3.
In riferimento invece ai quesiti dell’interrogazione e cioè se il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia individuato e stanziato risorse richieste …, si rappresenta che la Regione Marche in data 27 gennaio 2020 ha inviato una nota al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e ad Anas SpA con cui si chiedeva di stanziare:
- 10 milioni di euro per finanziare l’avvio dei progetti della seconda canna della galleria della Guinza, che è in attesa da molto tempo di essere esaminata dalla Commissione gallerie, anche se la soluzione si è condivisa ancora il parere non c’è stato;
- di prevedere nel prossimo contratto di programma 2021/2025 la somma di 300 milioni per il finanziamento dell’opera di cui sopra, come sapete i contratti di programma possono essere modificati ma iso risorse;
- di stanziare ulteriori 10 milioni per finanziare l’avvio del progetto del Lotto 10 variante di Canavaccio - collegamento tra bivio Borzaga e Santo Stefano di Gaifa.
Anche Anas ha chiesto formalmente al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il finanziamento dei tre punti sopra richiamati, quindi, abbiamo congiuntamente inviato le richieste.
Da informazioni apprese dai rappresentanti di Anas e dagli uffici competenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la richiesta è ancora in fase di valutazione da parte della Direzione generale strade del Ministero delle infrastrutture e trasporti.
Sarà cura dell’Ufficio continuare a monitorare e sollecitare il riscontro alle note di cui sopra con gli Uffici competenti del Mit.
Si evidenzia che per quanto riguarda il progetto della seconda canna della galleria della Guinza l’Anas dispone di indagini geognostiche e di uno studio di massima già realizzati negli anni passati, in concomitanza della redazione del progetto originario a doppia canna della galleria della Guinza, ovviamente tale progetto dovrà essere aggiornato alle normative di settore vigenti. Per chi conosce la realtà della Guinza, la canna esistente può essere resa conforme, secondo gli approcci avuti con la Commissione gallerie, all’interno di un progetto che prevede anche la realizzazione della seconda canna, quindi può essere per un periodo dato consentito il transito a senso alternato.
Si rappresenta che la società Anas ha consegnato a fine novembre 2019 il progetto alla Commissione gallerie, nel mese di gennaio 2020 il progetto è stato presentato e illustrato da parte di Anas alla Commissione stessa. Da informazioni avute dal Presidente della Commissione gallerie il parere sarà rilasciato entro il mese di luglio 2020.
Successivamente il progetto sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici. In buona sostanza è stato già esaminato dal punto di vista istruttorio, ma deve essere acquisito il parere favorevole perché è propedeutico al parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
Per fortuna il Presidente della Commissione gallerie è anche uno dei membri del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, quindi abbiamo una interlocuzione diretta.
In merito alla variante di Mercatello Lotto 4 l’iter di progettazione è il seguente: nel mese di dicembre 2019 è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico/economica, attualmente è in corso la stipula del contratto con la società di progettazione per la redazione del progetto definitivo, contratto applicativo di un accordo quadro già affidato, quindi siamo molto più veloci, è in corso di affidamento il piano di indagine geognostica ambientale, è stato inoltre approvato dalla Sovrintendenza archeologica belle arti e paesaggio il piano delle indagini archeologiche.
In merito alla variante di Urbania da informazioni apprese dai rappresentanti di Anas, si comunica che il progetto definitivo è stato avviato a dicembre, attualmente è in corso l’attività per l’affidamento delle indagini geognostiche ambientali per il completamento del progetto e l’avvio delle procedure autorizzative.
Si rappresenta che in occasione dell’incontro tenutosi in data 8 novembre 2018 tra una delegazione e la Regione Marche con l’allora Ministro delle infrastrutture, si era avanzata la richiesta di finanziamento della Pedemontana Fabriano-Cagli ed il collegamento Cagli-Cantiano-Gubbio.
Successivamente durante un incontro nel mese di ottobre 2019 tra i rappresentanti della Regione Marche e l’attuale Ministro alle Infrastrutture, è stato richiesto oltre al finanziamento di tutti i Lotti funzionali della E 78 Fano-Grosseto da completare, anche il finanziamento della Pedemontana tratto Sassoferrato-Cagli della lunghezza di 35 chilometri per 525 milioni di euro e il finanziamento della Pedemontana tratto Sassoferrato-Fabriano di 12 chilometri di lunghezza per 100 milioni.
Sarà cura dell’ufficio continuare a monitorare e richiedere l’inserimento degli interventi sopra richiamati nell’accordo di programma del 2021/2025 perché prima del 2021 non potremmo inserirlo se non ad iso risorse.
La Regione al fine di portare a conoscenza dei rappresentanti del Mit lo stato dei luoghi si attiverà per effettuare un sopralluogo congiunto unitamente ai rappresentanti stessi di Anas presso il cantiere della galleria della Guinza. Loro hanno piena contezza delle condizioni della galleria della Guinza, come ha piena contezza anche la Commissione gallerie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Innanzitutto voglio ringraziare l’Assessore per la risposta e siccome siamo ormai a fine legislatura voglio evidenziare il grande lavoro fatto in questi 5 anni sia dal Presidente Ceriscioli che dall’Assessore Casini, sollecitando il più possibile il Ministero affinché una delle più grandi incompiute a livello nazionale, la Fano-Grosseto, in particolare la Guinza, non rimanesse tale.
Se questa opera è stata inserita nel contratto di programma lo dobbiamo soprattutto all’azione continuativa che è stata fatta in questi anni da parte della Regione Marche. Ricordo che non era mai stata finanziata, almeno i tratti di cui stiamo parlando, ed ora è inserita nel contratto di programma.
La mia interrogazione ha due finalità, la prima è quella di evidenziare il ruolo della politica regionale di questi 5 anni e tutto il lavoro che è stato fatto; la seconda vuole denunciare una sorta di lassismo da parte dei tecnici del Ministero. Ricordo che il Consiglio superiore dei lavori pubblici è fatto in gran parte dagli stessi tecnici del Ministero, siamo in un Paese in cui l’Anas, che è la società che fa i lavori per il Governo e per il Ministero, deve essere giudicata da altri tecnici del Ministero, è solo un problema burocratico.
Questo Paese se vuole ripartire, deve togliere tutti questi lacci e laccioli che si è messo.
Parliamo di una galleria che è nata a senso unico ed oggi al senso unico alternato è stato dato parere negativo, deve essere aperta solo a senso unico ed io dico che a questo punto può firmare anche un postino l’apertura di una galleria a senso unico quando è nata a senso unico. Nonostante tutto è quasi un anno che il Consiglio superiore dei lavori pubblici e la Commissione gallerie non sono in grado di autorizzare questa cosa, scusatemi se sono ironico, ma questa è la classica favola all’italiana dove i tecnici non sono in grado di approvare un progetto che hanno presentato altri tecnici che lavorano per i tecnici del Ministero, quindi l’apoteosi.
Ho fatto questa interrogazione perché le imprese in questa ed anche in altre zone del territorio regionale hanno una grande difficoltà ad andare avanti. Parliamo di zone dell’entroterra, ho firmato questa interrogazione insieme al Consigliere Traversini, in cui ci sono fabbriche tra le più importanti a livello regionale, costrette a fare 100 chilometri per andare a prendere l’autostrada, e non so perché continuano a stare lì.
Per questa realtà e per il turismo penso che questa sia un’infrastruttura importante, la mia richiesta - compatibilmente alla disponibilità - è quella di invitare direttamente il Ministro affinché i tecnici la smettano di non approvare i progetti e far capire loro quanto sia semplice autorizzare questo progetto anche perché in questi giorni si parla di “rilancio dell’Italia” attraverso le infrastrutture.
Dico sempre: ma che fondi europei? Di fondi ne abbiamo molti, la Fano-Grosseto è finanziata con 350 milioni di euro grazie all’azione della Regione già da 4 anni, ma sono fermi e in questo lasso di tempo i tecnici non sono stati in grado di approvare un progetto preliminare, di andare avanti con il definitivo e fare le gare. Vogliamo mettere ancora soldi? Questo è un Paese che ha soldi a manetta, il problema è che non è in grado di spenderli. Chiudo qui sennò esagero.
Ringrazio nuovamente l’Assessore perché in questi anni si è data da fare e ha messo tra le priorità questa infrastruttura. Il problema non è la Regione, né la politica, anche se probabilmente dovrebbe fare norme più semplici, ma è l’apparato tecnico che si diverte a non portare avanti i lavori. Grazie.
Mozione n. 568
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Agenzia Entrate di Ascoli Piceno e Fermo”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 568 dei Consiglieri Giorgini, Maggi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa mozione è importante perché ha lo scopo principale di evidenziare l'ennesima iniquità che caratterizza da tempo i territori del sud delle Marche, e nello specifico la situazione delle sedi dell'Agenzia delle entrate di Ascoli Piceno e di Fermo.
Nella regione Marche, oggi, due capoluoghi di provincia, ovvero Ascoli Piceno e Fermo, nonostante la loro rilevanza, sia per cittadinanza che per imprese e categorie produttive insediate, non sono adeguatamente presidiate dalla Agenzia di riscossione, visto che in loco sono aperti, rispettivamente, due punti informativi allocati presso la Camera di Commercio sede di Ascoli Piceno e l'Agenzia delle Entrate di Fermo.
Nelle altre sedi regionali gli uffici dell'Agenzia delle Entrate sono aperti 5 giorni a settimana, nelle due sedi, di Ascoli Piceno e Fermo, sono aperte solo 2 giorni alla settimana e solo come punti informativi, inoltre, l'Agenzia territoriale più vicina al cratere è quella di San Benedetto del Tronto, che dista decine di chilometri, uno di Montemonaco per arrivarci deve fare 50/60 chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno.
Questa situazione, insieme all'insufficiente resa del servizio, ha creato enormi problemi ai cittadini e ai terremotati, già gravati dai loro tanti problemi. Nei due giorni di apertura ci sono lunghe code ed attese snervanti, nonostante non sia certo in discussione l'impegno profuso dagli addetti agli sportelli che fanno quel che possono per ovviare ai disagi derivanti da questa limitata apertura dell'Agenzia territoriale.
Il caos è totale, le categorie produttive, i professionisti ed anche gli enti pubblici devono avere a che fare non solo con i problemi burocratici del terremoto, che sono tantissimi e sappiamo quanto sono complessi, ma anche con tutte le situazioni, come ad esempio quelle che riguardano il decreto legge 119 detto “pace fiscale”, che hanno portato un enorme lavoro alle Agenzie delle Entrate. Il decreto legge avrebbe lo scopo di sfoltire migliaia di contenziosi giacenti, ma come può essere efficace se materialmente non si tengono aperti gli uffici?
Inoltre si è pensato ai provvedimenti che verranno, come il decreto legge 34, detto “decreto rilancio”, e alla situazione relativa ai tributi sospesi, visti che andranno a caricare ulteriormente l'ente di un'altra problematica importante che riguarda anche e soprattutto i cittadini del cratere ricadenti nel territorio di Ascoli Piceno.
Com'è possibile che non si considerino questi aspetti quando si prendono decisioni sull'efficienza di una sede periferica?
Gli uffici della pubblica amministrazione in questa situazione così delicata per la nostra economia regionale e per l'economia del Paese non possono essere allontanati, ma devono essere avvicinati al pubblico, non è possibile in questo momento avallare questi disservizi senza nessuna ragione apparente, che creano solo confusione e malcontento tra i cittadini impegnati a percorrere decine di chilometri per raggiungere gli uffici di Ascoli Piceno e Fermo nei soli due giorni, purtroppo, in cui sono aperti.
Si deve consentire agli utenti di usufruire in modo immediato e diretto dei servizi necessari senza dover ricorrere a file ed attese estenuanti, senza penalizzare ulteriormente un territorio già provato dalla crisi economica e dagli eventi calamitosi legati al terremoto e ora, dobbiamo aggiungere, anche alla pandemia da Covid 19.
Pertanto, si deve necessariamente rivedere l'orario di apertura dei suddetti presidi territoriali, questa richiesta necessaria e legittima porterebbe beneficio ai cittadini e ai territori e permetterebbe anche di favorire maggiori entrate come gettito fiscale, con tutti i vantaggi che si possono bene immaginare. Per questo vi chiedo di prendere in considerazione questa mozione, che in pratica chiede che le due sedi, al pari delle altre sedi regionali, siano aperte al pubblico per 5 giorni e eventualmente potenziate, come sta succedendo per altre, vista la situazione in cui versa il territorio ascolano e fermano, prima con la crisi economica, poi con il terremoto, ora con l'emergenza Covid.
Vorrei che gli egregi colleghi prendessero in seria considerazione questa mozione, perché al nostro territorio serve come il pane. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Mi sento di condividere tutto quanto la mozione, presentata dal Consigliere Giorgini, chiede e recita.
Su questo argomento ero già intervenuto qualche mese fa, e caro Consigliere Giorgini, dobbiamo andare oltre, nel senso che in questo momento quei due sportelli danno solo informazioni, non sono un vero sportello dell'Agenzia delle entrate, che resta, come sempre, come lei sa, a San Benedetto del Tronto e tutte le pratiche vengono fatte lì.
Noi dovremmo chiedere di più, quegli uffici devono andare oltre l'informazione, non soltanto essere aperti per dare informazioni, magari giustamente 5 giorni a settimana, ma deve esserci un vero sportello di riscossione, perché è impensabile, come dice la mozione - ripeto, sono già intervenuto sullo stesso argomento e la gente da Montemonaco ad Ascoli, anche per mezza vallata, fino a Maltignano e Castel di Lama preferisce, ovviamente, venire verso Ascoli Piceno - che non ci sia la possibilità di utilizzare tutti i servizi che si potrebbero avere.
Qualcuno a San Benedetto del Tronto si è risentito dicendo che vogliamo portare via pure questo, non è questo il senso, vogliamo dare un servizio, non si toglie qualcosa al territorio, vogliamo implementarlo, soprattutto in questa fase, per cui io sono favorevole a questa mozione ed aggiungerei che gli sportelli dell'Agenzia delle Entrate oltre a dare informazioni possano fare tutte le pratiche fino in fondo, senza depotenziare ovviamente quello che già esiste. Si tratta di implementare con nuovo personale che dia informazioni e dia al cittadino dell'Appennino un servizio, soprattutto in virtù di tutto quello che succederà da qui alla fine dell'anno con la ripresa dei pagamenti, di tutti i balzelli che erano stati sospesi, e prima già eravamo in crisi netta, in conseguenza del terremoto, adesso c’è pure il Covid, quindi potete immaginare i disagi che esistono, per cui mi auguro che la mozione venga approvata, ecco, con questa raccomandazione: l'Agenzia delle Entrate, attraverso il Ministero, può non solo ampliare e potenziare gli uffici, ma renderli un vero sportello dell'Agenzia delle Entrate, titolati a fare tutte le operazioni, quindi, se il Consigliere Giorgini vuole aggiustare qualcosa lo può fare solo lui.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole perché le due province non possono essere sempre le solite Cenerentole della regione con servizi dimezzati. Ancora non si sa se la provincia di Fermo sia una provincia o la succursale di Ascoli Piceno, anche perché molte volte alcuni servizi non hanno le stesse potenzialità delle altre province.
E’ giusto che sia così, è giusto che i cittadini abbiano le stesse opportunità degli altri delle altre province, quindi, quello che si chiede è di non togliere niente, di non fare una riorganizzazione, ma un’implementazione perché tutti i cittadini di questa regione abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Intervengo per fare una precisazione. Io ho detto che lo sportello deve essere potenziato perché è solo un centro informazioni, ma devo precisare che nulla verrà toccato a San Benedetto del Tronto.
Noi chiediamo che in questo momento gravissimo per il nostro Paese, in cui si presume che ci saranno 30, 40 mila cantieri aperti per la ricostruzione, proprio nelle zone del territorio ascolano, ci sia un'Agenzia delle Entrate perché non è possibile che uno debba fare 100 chilometri per avere un servizio reale ed effettivo.
Chiedo questo, che non venga tolto il punto informativo, ma che sia potenziato ed effettivo, che sia aperto per 5 giorni, poi se c'è da fare un cambiamento non lo so, adesso il dispositivo non lo ricordo, però ho scritto “potenziato”, che significa renderlo effettivo, ma se c'è qualcosa che può essere male interpretata io sono pronto a modificarla, non è un problema. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Leggo il dispositivo del Consigliere Giorgini “ad attivarsi con ogni possibile iniziativa presso il Governo e le istituzioni competenti, allo scopo di sollecitare la modifica dell’orario di apertura al pubblico dello sportello di riscossione, dagli attuali due giorni la settimana ai cinque auspicati, sia nella sede di Ascoli Piceno sia nella sede di Fermo, le quali pertanto non andrebbero in alcuna maniera depotenziate, anzi, integrandone le caratteristiche di meri punti informativi”. Ci può aggiungere il discorso del potenziamento, facendo in modo che diventi un vero e proprio sportello dell'Agenzia delle Entrate e non soltanto un punto informativo, magari è un po’ più esplicito, perché così, infatti, si parla soltanto di integrare le caratteristiche di mero punto informativo, tutto qui, poi è lei il presentatore.
PRESIDENTE. Mentre il Consigliere Celani collabora con il Consigliere Giorgini per la presentazione di un emendamento, proviamo ad andare avanti con la mozione n. 573 del Consigliere Urbinati, annuncio anche il rinvio alla prossima seduta della mozione n. 620.
Mozione n. 573
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora
“Libero accesso alle donne negli stadi e nelle strutture sportive”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 573 dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questa è una mozione che purtroppo per parecchi mesi non siamo riusciti a discutere. Fu fatta volutamente e successivamente alla decisione della Federcalcio tedesca che vietava la partecipazione a qualsiasi tipo di torneo in tutti quei Paesi che non consentivano l'accesso allo stadio alle donne. Purtroppo, questi paesi sono tantissimi, l’abbiamo visto anche in recenti eventi sportivi, tra cui, se non vado errato, una finale di super Coppa, un evento internazionale importantissimo e ricordo che la Federazione europea puntò i piedi per l'accesso alle donne solo in un certo settore, Secondo me hanno fatto peggio, la pezza è stata peggiore del buco.
Questo è un invito che credo possa essere condiviso a tutte le federazioni sportive italiane affinché si neghi la partecipazione delle nostre atlete, delle nostre nazionali, non solo femminili ma anche maschili, in tutti quei Paesi dove viene negato l'accesso allo stadio alle donne, che, ripeto, sono tantissimi.
E’ un segnale anche per sensibilizzare l'opinione pubblica di quei Paesi, perché non sembra, ma anche in quei luoghi qualche passetto avanti verso i diritti delle donne viene fatto, anche se sono molte di più le notizie tragiche che spesso arrivano che non le notizie di qualche diritto in più conquistato, quindi, invito tutti a sostenere questa mozione Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Vorrei suggerire ai sottoscrittori di questa mozione una modifica. Alla fine c’è scritto: “in tutti i settori dello stadio”, questa frase è particolarmente inquietante perché va contro tradizioni che noi accettiamo, sto pensando alla sinagoga degli ebrei, dove le donne sono separate dagli uomini.
Sono d'accordissimo su quanto ha esposto il Consigliere Urbinati, su questo diritto che deve essere riconosciuto non solo a parole, ma anche nei fatti concreti, come ha detto, però toglierei la dicitura finale “in settori dedicati alle donne” perché in alcune tradizioni molto importanti, che noi condividiamo, alcune popolazioni e alcuni credo religiosi dividono le donne dagli uomini, quindi non si può fare questa distinzione che offenderebbe la coscienza e le tradizioni di alcuni. Questo è quanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Se ho capito bene il senso della modifica, voglio dire che abbiamo valutato questo aspetto, però non vorrei che succeda quanto accaduto ad inizio legislatura, quando con il Consigliere Busilacchi firmai una mozione contro il massacro in Turchia del popolo curdo e ci fu addirittura l'Ambasciata turca in Italia che si risentì, fu un caso diplomatico nazionale.
Ci può essere una tradizione, ma un conto è andare in chiesa - questa è una tradizione religiosa, un'usanza, un uso, un costume - un conto è andare ad una manifestazione sportiva internazionale. Vietare, dedicare o privare una famiglia, magari, di andare insieme allo stadio, non credo che sia una buona cosa, non lo so, è un aspetto molto delicato anche dal punto di vista …
(interrompe il Consigliere Maggi)
Fabio URBINATI. Non credo che sia vincolante per il senso della mozione, va bene, la modifichiamo togliendo l’ultima dicitura, quindi chiedo agli uffici, se possono, di preparare la modifica che è molto semplice. Grazie.
PRESIDENTE. Anche su questa mozione c'è un emendamento, direi di andare avanti, dopodiché voteremo gli emendamenti e gli atti relativi.
Mozione n. 574
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Celani, Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi, Carloni
“Richiesta stato di emergenza e calamità naturale”
Mozione n. 685
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Maggi, Pergolesi, Malaigia, Mastrovincenzo, Minardi, Micucci, Marcozzi, Celani
“Richiesta stato di emergenza e calamità naturale Maltempo maggio 2020”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 574 dei Consiglieri Malaigia, Celani, Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi, Carloni e la mozione n. 685 dei Consiglieri Leonardi, Maggi, Pergolesi, Malaigia, Mastrovincenzo, Minardi, Micucci, Marcozzi, Celani, abbinate.
Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Questa mozione era già stata presentata in Aula ed era stata rinviata perché, mi sembra di ricordare, il giorno stesso della sua presentazione fu chiesto dalla Regione lo stato di calamità naturale, a questo punto chiedo lo stato delle cose.
Ricordo che questa mozione venne già in Aula e mi sembra di ricordare che era superata in quanto la Regione, nella stessa data del protocollo dell’atto, aveva presentato la richiesta di stato di calamità, quindi vorrei essere aggiornata sullo stato delle cose.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Anche per aggiornare l'Aula, con delibera del Consiglio dei Ministri del 2 dicembre 2019 sono stati estesi gli effetti dello stato di emergenza, dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 2019, ai territori colpiti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, interessate agli eventi meteorologici verificatisi nel mese di novembre.
Come nostro soggetto attuatore delegato dal Presidente è stato nominato il Dirigente del Servizio Tutela, gestione e assetto del territorio e nello specifico segue l'istruttoria la Dirigente della P.F. tutela delle acque e difesa del suolo e della costa a cui si rimanda per un approfondimento.
E’ già riconosciuto, quindi ritengo, Consigliera Malaigia, che la mozione sia stata superata dai fatti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 685, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Intervengo sulla mozione n. 685 che è relativa ad un’altra situazione di maltempo, che si è verificata nella nostra regione il 20 maggio. Questa è prettamente in tema e riguarda forti grandinate e piogge che si sono verificate in diverse zone della nostra regione, che hanno causato gravi danni, in particolar modo all’agricoltura. Chiedo che la Regione si attivi con la richiesta al Governo dello stato di emergenza o di calamità naturale per i Comuni più colpiti, oppure si impegni, con tutti i mezzi che ritiene più opportuni, anche propri, a ristorare gli agricoltori e i produttori che hanno subito danni dovuti al maltempo e che metta in campo tutti gli strumenti necessari per sostenerli.
L’abbiamo visto purtroppo dalla stampa ed ho avuto diverse segnalazioni relative a produzioni agricole rovinate dal maltempo per le quali, credo, sarebbe utile e urgente, considerato anche il contesto di difficoltà nel quale ci troviamo, poter intervenire a ristoro e a supporto dei produttori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Prima di fare l’intervento, come ho fatto già in privato, chiedo la possibilità di sottoscrivere questa mozione, perché ho visto che è del 22 maggio. Come è comprensibile la maggioranza presenta mozioni se immagina l’esito positivo, sennò è ovvio che non c’è la volontà di presentare mozioni su attività che non possono essere poi seguite, viceversa la minoranza giustamente svolge il proprio ruolo e quindi sollecita.
Avendo verificato con l’Assessorato e la Giunta la disponibilità non solo a seguire, come giustamente chiede la Consigliera Leonardi, e a sollecitare il Governo per l’indizione dello stato di calamità nei confronti della calamità nazionale, avendo verificato la disponibilità di un fondo regionale di recente istituzione e la possibilità eventualmente di attingere per le risorse disponibili nel bilancio regionale anche a questo fondo, c’è la disponibilità a votare questo atto avendo verificato la fattibilità, non certo l’importanza che era già nelle cose, e la possibilità di concretizzare quanto chiesto.
Quindi, ripeto, se c’è disponibilità, chiedo di sottoscriverla e indipendentemente dalla sottoscrizione annuncio fin da ora il voto favorevole, ma sarebbe una presa di posizione e di coscienza positiva l’apertura della Consigliera e dell’opposizione nel permettermi di sottoscrivere la mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Voglio ringraziare la Consigliera Leonardi a dimostrazione che tra me e lei non c’è assolutamente nulla, se non qualche eccesso ogni tanto dovuto al carattere che forse è lo stesso. Il più delle volte ci becchiamo in Consiglio, ma ho sempre rispetto e stima nei suoi confronti, anzi chiedo scusa per aver alzato i toni nell’intervento di prima.
Su questo argomento gli uffici della protezione civile regionale si sono mobilitati subito ed hanno fatto dei sopralluoghi sui territori, ci sono due province coinvolte a cavallo tra Macerata e Fermo, ci sono diversi comuni colpiti sia del fermano che del maceratese, che hanno subìto notevoli danni, sia per le coltivazioni agricole che per altre strutture, anche la viabilità minore è stata colpita.
Noi sappiamo ormai per esperienza, detto tra noi, che se dovessimo chiedere al Governo nazionale, e lo chiederemo se ci sono le condizioni, i numeri minimi, stiamo facendo i rilevamenti, lo stato di emergenza e di calamità, difficilmente lo riconoscerà per questo evento, ma dalla riforma della Protezione Civile, che è stata fatta l’anno scorso, lo stato di calamità e di emergenza può essere riconosciuto anche a livello regionale, ovviamente con risorse proprie. I fondi che abbiamo in bilancio sono pochi, però credo che potremmo sopperire alla mancanza del riconoscimento nazionale con il riconoscimento regionale e dare mandato ai nostri uffici per fare in modo che ci sia questo ristoro nei limiti del possibile, nei limiti dell’esponibilità che la Regione ha in questo momento nei confronti dei colpiti dall’evento calamitoso, che c’è stato il 20 maggio.
Sono d’accordo, in qualche modo dovremo ristorare gli operatori agricoli e non solo, invito, quindi, l’Aula a votare favorevolmente questa mozione. Grazie
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo anche per fare la mia dichiarazione di voto, ovviamente favorevole.
Sono d’accordo alla sottoscrizione della mozione da parte del Consigliere Micucci e ringrazio anche per la sensibilità dimostrata dalla componente politica e dagli uffici nell’attivarsi rispetto a questa emergenza, anche con risorse proprie della Regione, per intervenire a ristoro di queste realtà, che purtroppo hanno subìto gravi danni. Alcune aziende hanno perso completamente la produzione che avevano in corso, quindi sicuramente un’emergenza.
Spesso non si riesce ad ottenere dal Governo lo stato di emergenza e calamità naturale se non riguarda ampissime zone ed in questo caso è giusto che possa intervenire con proprie risorse la Regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Vorrei dire all’Assessore Sciapichetti che nel 2019, non so se si ricorda, c’è stata un’enorme grandinata nel pesarese, che aveva devastato tantissime imprese e tantissime fabbriche, era stata riconosciuta, ma lo Stato non ha dato una lira! Non so se l’Assessore Bravi ha presente la ditta Berloni, ha dovuto rifare i tetti e le aziende agricole hanno dovuto rifare le serre, soprattutto quelle in vetro.
Voto molto volentieri questa mozione perché quando c’è un danno bisogna stare vicini a tutti i territori, però ricordo che la Regione non ha messo un soldo, quindi se trova qualcosa per la grandinata del 2019 …
Assessore, glielo dico con il sorriso, il riconoscimento c’è stato, ma non è arrivato un soldo, quindi se c’è qualcosa si ricordi anche della grandinata che si è avuta nel nostro territorio. Non parlo a nome mio, ma di tantissimi agricoltori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Vorrei sottoscrivere anch’io la mozione, anche se avevo presentato un’interrogazione che non è stata abbinata, è possibile farlo?
PRESIDENTE. La facciamo sottoscrivere ai Consiglieri Micucci e Marcozzi.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Anch’io ed il Consigliere Maggi vogliamo sottoscrivere la mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Chiedo anch’io di firmarla, avendo chiesto anche per la calamità precedente …
PRESIDENTE. Va bene, anche la Consigliera Malaigia la sottoscrive.
Passiamo alla votazione.
Mozione n. 685. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 578
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Situazione critica negli SPSAL (Servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 578 del Consigliere Giorgini, che ha la parola per illustrarla.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Parliamo di un altro grande problema che riguarda la sicurezza dei lavoratori nelle Marche.
Prima vorrei spiegare che cos’è lo SPSAL, il Servizio di prevenzione infortuni, e far capire perché ci sono queste problematiche, che già avevo portato in quest’Aula quando avevo presentato un emendamento ad una mozione del Consigliere Rapa.
La situazione si è complicata e ultimamente si è aggravata moltissimo perché i morti e gli incidenti continuano ad aumentare.
Il servizio effettuato dallo SPSAL è stato istituito allo scopo di tutelare per prima cosa la sicurezza dei lavoratori e non ha come principale attività l’azione di servizio di medicina sul lavoro in quanto tale attività è da considerarsi minimale, cioè -20% dei servizi complessivi.
La domanda che pongo da sempre è: perché a capo dei Servizi prevenzione infortuni troviamo medici e non ingegneri? Nessuno riesce a spiegarmi il motivo di questa incongruenza nella direzione dello SPSAL.
Tale anomalia è stata fatta più volte notare anche dal Consiglio nazionale degli ingegneri presso il Ministero di giustizia, con lettere rivolte a tutti gli Ordini degli Ingegneri e nelle Marche anche agli ordini provinciali e alla Giunta regionale.
Cosa succede? Quando arriva il rapporto tecnico complicato di un incidente mortale se a capo dello SPSAL c’è un medico cosa ci capisce? Lo SPSAL va in tilt, quindi, sono pochissime le pratiche che si riescono ad evadere perché tutti gli incidenti, tutte le problematiche, tutti i morti, hanno bisogno di una pratica che sia visionata da tecnici.
Questo servizio è di vitale importanza, ma non interessa a nessuno, tranne quando si devono inserire negli organi delle persone compiacenti, magari dietro collegamenti politici, allora si che va bene.
Credo che questo servizio sia essenziale, ma non viene preso nella giusta considerazione dalla politica, quello che ci sentiamo di suggerire è che non venga riformato inserendo tecnici secondo criteri meritocratici, ma che vengano creati due reparti separati, uno per i servizi sanitari e uno per i servizi tecnici.
Questo è il problema che vogliamo portare all’attenzione di quest’Aula ed anche degli interessati visto che non si riesce, poi darò dei dati, a risolvere questa situazione, perché la politica vuole mettere dei medici nel Servizio di sicurezza sul lavoro. che è prettamente tecnico, per l’80%, allora facciamo due servizi uno tecnico e uno sanitario.
Per questo vale la pena ricordare che i compiti assegnati a tale servizio sono importanti ed hanno lo scopo fondamentale di combattere la piaga degli incidenti sul lavoro perché infortuni e decessi oggi, ancora inaccettabili, sono in continua crescita.
Cosa fa questo ente? Lo SPSAL definisce il rischio del lavoro, predispone le bonifiche tecniche, la verifica dell’esistenza dei requisiti essenziali di sicurezza, le richieste di infortuni negli ambienti lavorativi, la gestione di verifica e controllo delle norme tecniche, il controllo delle macchine, i requisiti tecnici. Possiamo parlare per ore di quello che fa, ma sono tutti lavori tecnici.
Questi i motivi che ho elencato, ma devo dire in tutta franchezza che i SPSAL nelle Marche versano in totale fallimento in merito alla loro azione di controllo e di vigilanza proprio per il fatto che la Direzione è stata sempre affidata a medici e non a ingegneri ed i medici non possono entrare nel merito di questioni tecniche.
La dotazione organica complessiva negli SPSAL d’Italia è complessivamente sproporzionata nei confronti dei dirigenti medici rispetto ai dirigenti tecnici e la Regione Marche che non fa eccezione, ci sono: 25 dirigenti medici e 1 ingegnere, nell’area vasta 1: 5 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 2: 9 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 3: 4 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 4: 3 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 5: 4 medici e 1 ingegnere.
La situazione nell’ultimo anno, espressa dai dati al 31 dicembre 2019, è peggiorata, nel 2019 le denunce per infortuni sul lavoro nella nostra regione sono state 19.011, in aumento di ben quasi 400 unità rispetto al 2018, tra cui c’è Ancona con 277 infortuni, Pesaro con 69 e Ascoli Piceno con 64.
I morti nel 2019 nelle Marche sono stati 33, 50% in più rispetto al 2018, ogni anno aumentano del 50%, dati Inail su elaborazione Cgil Marche.
Vado a concludere, cosa succederà quando apriranno i circa 30.000 cantieri per la ricostruzione post sisma e gli altri in vista del bonus 110% vista la lentezza dei controlli? I controlli nelle Marche dovrebbero essere almeno 7.000, se ne fanno poco meno della metà, quindi viaggiamo con i controlli ispettivi dello SPSAL al 50% del minimo previsto, perché manca chi li fa funzionare.
Credo che sia una situazione da capovolgere in fretta perché i morti aumentano ogni anno in conseguenza degli incidenti sul lavoro, anche nelle Marche, come ho detto, i morti al 31 dicembre 2019 sono il 50% in più del 2018, quindi non ci possiamo permettere di scherzare.
Non dico che devono essere tutti ingegneri, ma neanche ci devono essere tutti medici, perché lo SPSAL è all’80% è un servizio tecnico che compete agli ingegneri e non ai medici, spero che questa volta sia ascoltato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. La mozione del Consigliere Giorgini mette in evidenza un problema importante anche dal punto di vista dei dati che ha dato, che hanno portato ad un ragionamento con il Comitato di sicurezza anche con una maggiore argomentazione, nel senso che sono cambiati i motivi del rischio. Naturalmente non c’è solo il rischio nel mondo del lavoro che causa incidenti, ma c’è un malessere nato dalla carenza di lavoro che implica anche una ferita psicologica, e questo è stato messo in evidenza in maniera forte.
Detto questo, ho la risposta che mi è stata fornita dal Servizio sanità perché tutta la faccenda che lei ha evidenziato riguarda la prevenzione e la promozione della salute nei luoghi di lavoro, quindi ne risponde la sanità ed il Comitato fa capo alla sanità.
Io le do la risposta anche se sono certa che quello che lei ha posto vada rivisto, posso essere d’accordo nel rivedere la struttura intera, però voglio dirle che per me risponde la sanità.
Il Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro è inquadrato nell’ambito del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria unica regionale, così come disciplinato dalla legge 502/1992.
L’attività assegnata ai servizi di sicurezza dalla normativa nazionale e dagli atti regionali è molto articolata e spazia in settori pubblici e privati, in tematiche sanitarie, finalizzate alla prevenzione ed alla sicurezza negli ambienti di lavoro, attività per cui sono richieste capacità e competenze pluridisciplinari.
Si tratta di competenze molto ampie che trovano la loro declinazione nel DPCM 12 gennaio 2017 che definisce i nuovi Lea e sostituisce integralmente il DPCM del 29 novembre 2001.
L’allegato 1 di tale DPCM per la prevenzione individua 7 aree di intervento, tra cui l’area della sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro:
- sorveglianza epidemiologica finalizzata alla diffusione informativa alle istituzioni, ai cittadini e alle parti sociali;
- cooperazione con altre istituzioni per la realizzazione di programmi intersettoriali;
- prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro;
- promozione del miglioramento della salute e della sicurezza;
- prevenzione delle malattie lavoro correlate e promozione degli stili di vita sani;
- sorveglianza degli ex-esposti a cancerogeni e a sostanze chimiche.
Questi programmi sono orientati alla tutela della salute negli ambienti di lavoro utilizzando sempre di più gli strumenti per l’individuazione, l’accertamento e il controllo dei fattori di nocività, quindi sono molto puntati sulla prevenzione.
La carenza della figura dell’ingegnere nei dipartimenti di prevenzione regionali è in parte motivata da quanto è accaduto nella regione Marche nel 1997, a seguito della ripartizione delle competenze afferenti alla normativa di prevenzione dei rischi per la sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro.
La legge regionale 60/1997 ha affidato ad Arpa Marche, mediante l’istituzione di un servizio impiantistico antinfortunistico, l’organizzazione e la gestione di alcune funzioni più squisitamente tecniche che, in altre regioni, sono state invece mantenute nell’ambito delle funzioni svolte dai dipartimenti di prevenzione, e questo potrebbe essere l’aggancio a quello che lei diceva.
La direzione di tali servizi dell’Arpa Marche è correttamente affidata a figure con profilo tecnico di ingegnere, attualmente l’Arpa Marche garantisce il supporto all’Asur con i propri dirigenti tecnici ingegneri in caso di tematiche afferenti all’istituto e integrate con quella di competenza SPSAL.
Quindi, a proposito delle figure tecniche, soprattutto della dirigenza ingegneristica, pur considerandole utili nei servizi, in numero superiore all’attuale, va precisato che dovrebbero avere un indirizzo in ambito edile o meccanico con l’obiettivo di supportare il direttore del servizio nell’affrontare tematiche pertinenti e specifiche di elevata complessità.
Per quanto riguarda la creazione dei due servizi separati, come lei chiedeva, una duplicazione delle strutture contrasterebbe con le prescrizioni di riduzione delle medesime ai fini dell’adeguamento degli standard stabiliti dal Comitato Lea del 26 marzo 2012.
Per quanto riguarda gli organici dei servizi delle aree vaste è stato approvato il 15 maggio scorso il Protocollo “lavoro-sicurezza” con l’accordo tra la Regione Marche, Asur, Anci, Sindacati e parti sociali, tale protocollo, volto a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro nel presente stato emergenziale in coerenza con il protocollo nazionale della sicurezza condiviso dal Governo il 14 marzo 2020, e stato aggiornato in data 24 aprile 2020.
Il protocollo prevede il potenziamento degli organici dei servizi SPSAL delle aree vaste Asur e si terrà conto anche delle attività di ricostruzione post sisma che necessitano di adeguato supporto e di adeguata vigilanza.
Questa risposta Consigliere Giorgini gliela do perché mi sembra molto dettagliata a livello tecnico, mentre a livello politico credo che la sua problematica necessiti di essere affrontata maggiormente perché la mia esperienza in questi 5 anni è che su questo fronte non basta mai, se c’è da rivedere qualcosa dobbiamo essere i primi e la ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore. Io non ho detto che non servono i medici, io ho detto che c’è una sproporzione, su 5 aree vaste ci sono 25 medici e 1 solo ingegnere, qual è il problema? Il procuratore Guariniello dice che è proprio questo il problema, ho l’intervista qui davanti, sono mancate le capacità tecniche ed i servizi di prevenzione e sicurezza del lavoro sono tutti intasati.
Se un muratore cade dall’ottavo piano e muore non ci va il medico a fare le rilevazioni, ci va un tecnico che fa la relazione, e poi se la trova davanti un Dirigente medico che non capisce niente.
Sto lottando da 5 anni per dire: benissimo, la prevenzione è nel servizio sanitario, non si possono fare due servizi separati, almeno riequilibriamo un po’. Non dico, almeno 1 o 2 ingegneri per area vasta mettiamoceli! E’ vero, qualcuno mi ha detto che quelli sono medici del lavoro, però nella sanità pubblica mancano i medici e noi li mettiamo nel Servizio sicurezza e prevenzione del lavoro. C’è qualcosa che non funziona, a questo punto mettiamo gli ingegneri nella sanità pubblica, se il mondo deve funzionare al rovescio, facciamolo. Abbiamo tutti questi medici, qualcuno sarà capace di stare in corsia o negli ospedali e ci sono centinaia di ingegneri, laureati, che hanno menti sopraffine, che sono in grado di far ….
Il problema dei controlli, Assessore, è che i SPSAL sono tutti complicati ed e ogni pratica di morte richiede molto, molto lavoro, mentre ci sono poche persone competenti per risolvere e districare le problematiche.
Credo che la regione Marche dovrebbe dire: “Signori, prendiamo sia i medici che gli ingegneri perché gli SPSAL devono funzionare”, altrimenti i morti aumenteranno perché i controlli sono un optional, lo dice Guariniello a chiare righe sulla Stampa. Non ce la fanno, non ce la fanno perché le procedure sono complesse.
Ecco il mio è un disappunto, non è una critica, quando faccio le cose le faccio costruttive e se avete buone orecchie – questa seconda volta – dovete ascoltare. Grazie, Assessore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non potevo non intervenire, non a difesa della categoria, ma perché ritengo che la mozione fatta dal Consigliere Giorgini vada nel verso giusto.
Questo è un problema che va avanti da tanti anni, ci sono state polemiche, addirittura ci sono stati interventi del Consiglio nazionale degli ingegneri, dalla rete delle professioni tecniche perché il mondo del lavoro si è evoluto moltissimo, non soltanto per quanto riguarda le mansioni, ma anche per le tecnologie. Non dico che gli aspetti tecnici hanno preso il sopravvento, però hanno acquisito un'importanza sempre più grande rispetto ad altri aspetti, che sono anche quelli sanitari.
E’ chiaro che all'interno di una struttura sanitaria, parliamoci chiaro, si cerca di difendere la posizione sanitaria e non si vede il cambiamento che c'è stato, un cambiamento molto importante. La tecnologia è avanzata moltissimo.
Quando c'è un incidente sul lavoro e nascono le contestazioni, delle vere e proprie controversie, cause per infortuni gravi, talmente gravi che possono arrivare fino alla morte del lavoratore, l'aspetto tecnico, la ricostruzione dell'evento, non può essere lasciata a chi non è un esperto del settore, a farla deve essere per forza di cose un tecnico, anche perché le conclusioni nel dibattimento le deve tessere chi effettivamente ha fatto il rilievo, chi ha capito come ha funzionato la cosa, per accertare le responsabilità che sono sempre molto gravi e che possono portare a sentenze impattanti sul responsabile di un cantiere, sul titolare dell'impresa, sull’operaio stesso.
Questo è il senso che ho captato della mozione fatta dal Consigliere Giorgini e su questo tema, che effettivamente esiste, mi sono confrontato con l'unico ingegnere che c’è nel SPSAL di Ascoli.
Mi auguro che, senza spezzare le due situazioni, senza fare due strutture parallele, ci sia una perfetta integrazione in cui sia potenziato l'aspetto tecnico, non soltanto nel numero, cioè 4, 5 o 10, ingegneri, ma soprattutto nella responsabilità che il tecnico deve avere nell'accertamento del danno, nell’accertamento dell'incidente di lavoro, perché spesso mi sono trovato in Tribunale, per mestiere, per professione mi occupo anche di queste cose, e ci sono delle sentenze che non c'azzeccano nulla, perché partono da presupposti che sono completamente errati. Si guarda l'aspetto sanitario e non si valuta quello tecnico, perché? Perché non c'era il tecnico a fare il rilievo, non c’era il tecnico a fare le giuste e doverose considerazioni.
Mi auguro che questa rivisitazione possa essere fatta nel più breve tempo possibile all'interno del servizio, lasciamo perdere l’Arpam e altro, quindi, sono favorevole a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 578. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Torniamo alla mozione n. 573
Emendamento 573/1 a firma dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora, Maggi, Pergolesi, che è stato distribuito e che prevede la soppressione delle parole “in tutti i settori dello stadio”, come richiesto. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 573, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 951
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Situazione realizzazione progetto Banda Ultra Larga ed in particolare nei comuni di Fano e Mondolfo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 951 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. La Regione Marche, com'è noto, ha approvato il Piano banda ultra larga, con delibera dell'Assemblea legislativa n. 31 del 2016. Tale piano si inserisce nel progetto nazionale “Piano strategico banda ultra larga” con l'obiettivo di azzerare del digital divide che caratterizza i territori della nostra regione classificati come “aree bianche”.
Il Piano in questione riguarda la totalità dei comuni della nostra regione con riferimento alle aree classificate come “aree bianche”, ovvero le aree del territorio considerate a fallimento di mercato in cui è necessario l’intervento pubblico per garantire la copertura del servizio a banda ultra larga.
La classificazione delle aree del territorio nazionale deriva dalla consultazione pubblica effettuata da Infratel Italia Spa, società in house del Mise, con gli operatori di telecomunicazioni, in accordo ai principi contenuti nel documento “Strategia italiana per la banda ultra larga” del marzo 2015 in coerenza con la comunicazione 2013/C 25/01 “Orientamenti dell'Unione Europea per l'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda ultra larga”.
Ai fini della consultazione, il territorio nazionale è stato diviso in 94.000 sotto-aree omogenee (accorpamenti di aree censuarie Istat) che a seguito di consultazione pubblica sono state classificate in 4 cluster A, B, C e D, in base alla numerosità di operatori di telecomunicazione presenti nelle aree; i cluster C e D corrispondono alle “aree bianche” a fallimento o a fallimento di mercato, che costituiscono le aree di intervento previste dal Piano banda ultra larga della Regione Marche.
Il Piano banda ultra larga della Regione Marche intende allinearsi a quanto richiesto dalla Commissione Europea con l'Agenda Digitale è quanto definito dalla strategia nazionale banda ultra larga, raggiungendo il duplice obiettivo minimo:
- a copertura del 100% della popolazione con servizi a banda ultra larga pari ad almeno 30 Mbps;
- a copertura dell'85% della popolazione con servizi a banda ultra larga pari ad almeno 100 Mbps.
La realizzazione del Piano banda ultra larga a livello nazionale è stata gestita da Infratel, in qualità di stazione appaltante, mediante procedure di gare pubbliche, la Regione Marche è stata inserita nella gara n. 2, ed è stata aggiudicata al concessionario Open Fiber SpA nel settembre 2017.
Successivamente all'aggiudicazione il Comitato di monitoraggio costituito da Regione Marche, Infratel e Mise ha approvato il Piano Tecnico che riporta per ciascun comune della regione le quantità a Piano in termini di popolazione servita. Unità locali raggiunte ad almeno 100 Mbit/s, unità locali aggiunte ad almeno 30 Mbit/s, sedi di pubblica amministrazione.
In particolare per i comuni di Mondolfo e Fano i dati del Piano banda ultra larga risultano i seguenti: il piano originario per il Comune di Mondolfo prevedeva di collegare 7.432 unità locali (abitazioni più unità locali) con una velocità maggiore ai 100 Mbit/s, 698 unità locali con una velocità di almeno 30 Mbit/s e 21 sedi di pubblica amministrazione alla massima velocità.
Mentre per il Comune di Fano il Piano prevedeva di collegare 7.663 unità locali con una velocità maggiore di 100 Mbit/s, 657 unità locali con una velocità di almeno 30 Mbit/s mentre le sedi di pubblica amministrazione alla massima velocità.
A seguito dell'aggiudicazione della gara gli uffici della Regione Marche hanno fornito tutto il supporto necessario per agevolare i processi di autorizzazioni propedeutico all'avvio dei lavori nei comuni del territorio, la Regione Marche ha individuato la modalità delle conferenze dei servizi, che aggrega più comuni quale strumento per agevolare il rilascio dell'autorizzazione da parte degli enti preposti, tra cui Sovrintendenza, Province, Parchi, Rete ferroviaria italiana, Anas, Autostrade, uffici regionali.
In particolare il comune di Mondolfo è stato inserito nella conferenza di servizi n. 1 avente come comune capofila il Comune di Vallefoglia, la prima seduta della Conferenza dei servizi è stata effettuata il 19 luglio 2018 e si è chiusa il 7 marzo 2019 con determina del Comune di Vallefoglia n. 33.
Va sottolineato che nell'iter di rilascio dell'autorizzazione per il Comune di Mondolfo si sono incontrate notevoli difficoltà di autorizzazione da parte dell'ente Autostrade per una parte del progetto che interessava l’area di un sottopasso della rete autostradale, che hanno comportato lungaggini nel rilascio delle autorizzazioni, tale criticità è stata superata con la collaborazione del Concessionario che ha apportato modifiche progettuali tali da escludere le aree di pertinenza di Autostrade.
L'iter di rilascio dei permessi si è concluso con determina n. 33 del Comune capofila.
Si evidenzia inoltre che i lavori relativi al progetto del Comune di Mondolfo risultano avviati in data 24 ottobre 2018, in quanto il Concessionario ha avviato le attività relative di posa della fibra mediante utilizzo di infrastrutture esistenti in modalità IRU e che non sono oggetto di autorizzazione da parte di enti partecipanti alla Conferenza di servizi.
Secondo quanto indicato dal Concessionario allo stato attuale risulta la fine lavori per la posa illuminazione pubblica in tutto il comune, i lavori di scavo in zona Mondolfo risultano completati per un 50%.
Si evidenzia che il progetto Mondolfo/Marotta risulta comunque molto esteso.
Open Fiber ha comunicato che Mondolfo risulta tra i comuni per i quali si prevede di raggiungere un avanzamento consistente a fine anno 2020. Il Comune è servito da due PCN di cui uno soltanto ricade all'interno del territorio del Comune di Mondolfo.
Il comune di Fano è stato inserito nella conferenza dei servizi n. 12 avente come comune capofila il comune di Fano stesso, la prima seduta della Conferenza dei servizi 12 è stata effettuata il 19 settembre 1019 e si è conclusa, l’1 ottobre 2019 con determina del comune di Fano n. 1889.
Si informa, inoltre, che i lavori relativi al progetto del Comune di Fano risultano avviati in data 5 dicembre 2019.
Le strutture tecniche regionali hanno provveduto in vari modi a sollecitare Open Fiber sull'attuazione del progetto nella nostra regione, coinvolgendo Infratel e il sottoscritto ha ritenuto opportuno evidenziare alcune criticità relative al progetto Bul, inviando in data 25 novembre 2019 una nota al coordinamento Commissione speciale Agenda Digitale, a seguito di informazioni di stampa circa il progetto Cassiopea iniziativa dell'operatore Tim che si inserisce nella attuazione delle disposizioni emergenziali, con particolare riferimento all'articolo 82 del decreto “cura Italia” per l'emergenza Covid 19 all'ordinanza della Presidenza del Consiglio e alle misure urgenti di Agicom riguardanti i servizi a banda larga e ultra larga, per facilitare il lavoro agile si rileva che il Comune di Fano e di Mondolfo risultano tra i comuni interessati da tale progettualità.
Questa risposta l’avevo già inviata al Consigliere Rapa, se non sbaglio, qualche settimana fa, questo è quanto. Aggiungo che personalmente da ultimo ho avuto anche una videoconferenza con Infratel e con l'amministratore di Open Fiber in cui ho avuto modo di sollecitare i lavori e di denunciare i ritardi che ci sono nella nostra Regione che, sebbene inferiori a quelli delle altre Regioni, solo non compatibili con l'affidamento che noi avevamo fatto per l'esecuzione dei lavori, che dovevano essere ultimati tutti nel 2020 e così non sarà. Su questo c'è stata poi una videoconferenza anche con il Ministro competente, da ultimo, sappiamo anche che la stessa trasmissione Report ha denunciato il ritardo di Open Fiber nell'esecuzione di questi lavori, nel nostro Paese ed anche in alcune zone della nostra regione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Ringrazio l'Assessore per la risposta. Mi ritengo soddisfatto, è un tema molto importante che spero si continui a seguire mantenendo l'asticella alta dell’attenzione.
Mozione n. 611
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Introduzione dell’insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado della materia Prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 611 del Consigliere Minardi, che ha la parola per illustrarla.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Ho presentato questa mozione prima dell’emergenza pandemica, con la consapevolezza che la sicurezza sul lavoro, tra l'altro ne abbiamo discusso prima con la mozione del Consigliere Giorgini, sia un tema che deve coinvolgere tutta la comunità, tutta la società, a partire dalle istituzioni.
Non è ovviamente più accettabile che nelle Marche, come in Italia, ci siano infortuni sul lavoro, sempre crescenti, anche con decessi che, purtroppo, sono troppo elevati.
Secondo i dati Inail nel 2018 il totale delle denunce di infortuni è stato pari a 539.966 leggermente inferiore rispetto al 2017, mentre gli infortuni con esito mortale sono stati 1.035, il 7,37% in più rispetto al 2017.
I dati Inail ci indicano come in Italia la mancanza di sicurezza abbia dei costi sociali molto elevati, che si aggirano intorno ai 30 miliardi di euro, circa il 3% del Pil, capite bene che cosa vuol dire, oltre ai decessi, oltre alle persone che rimangono mutilate ed invalide.
Nelle Marche, sempre secondo il rapporto Inail, nel periodo gennaio-ottobre 2019 le denunce di infortunio sono state 15.806, più 1,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, gli incidenti mortali sono stati 26, 10 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Quindi, è importante affrontare il tema della sicurezza sul lavoro per cui si devono costruire dei percorsi che siano legati alla diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione.
Negli anni precedenti abbiamo fatto il regolamento attuativo della legge 7 del 2014, che riguarda la prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall'alto. Questo regolamento che aspettava da alcuni anni è stato deliberato dal Consiglio regionale ed io lo considero un atto estremamente importante rispetto all'obiettivo che è quello di diminuire gli incidenti sul lavoro.
E’ chiaro che il lavoro da fare è ancora tanto, uno degli obiettivi che dobbiamo porci è che l'educazione scolastica diventi determinante nell'impostare negli individui i comportamenti adeguati, gli stili di vita sani e di responsabilità sociale e civile.
La scuola, quindi, rappresenta un punto di forza e se volete anche di svolta, tenendo conto che i lavoratori più giovani sono più soggetti a infortuni sul lavoro rispetto ai colleghi più anziani. Le cause di tale fenomeno sono da ricercare nelle seguenti motivazioni: minore conoscenza dell'ambiente di lavoro, minore esperienza nello svolgimento dell'attività lavorativa e nell'utilizzo delle attrezzature e dei macchinari, tendenza a seguire gli esempi negativi dei lavoratori più esperti, timore nel chiedere informazioni sui rischi a cui sono esposti, svolgimento di lavori fisicamente più pesanti.
L'obiettivo è l'integrazione della materia salute e sicurezza del lavoro nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, in particolare nelle scuole secondarie di secondo grado, l’intento è quello di passare da un approccio che prevede interventi sporadici e disorganizzati ad un approccio sistemico.
Il fine che si pone questa mozione è quello di far crescere una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, a partire dai primi anni di scuola, la sicurezza non è un costo, la sicurezza, dobbiamo esserne tutti convinti, è un investimento, quindi, il diritto di lavoro in sicurezza deve rendere capaci i lavoratori di valutare le situazioni di rischio.
Da una parte abbiamo i lavoratori, dall'altra i datori di lavoro, insieme devono andare avanti perché la sicurezza è un obiettivo comune.
Dobbiamo avere la consapevolezza che la salute, nostra e di chi ci sta intorno, è un bene prezioso che deve essere salvaguardato, tra l'altro, la sicurezza e la tutela della salute è, ricordiamoci, un obiettivo della nostra Carta Costituzionale: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” perché la cultura e la sicurezza del lavoro devono essere un obiettivo che dobbiamo perseguire.
Gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali, anche gli incidenti domestici, sembrano argomenti lontani dal mondo della scuola, in verità, è proprio dall'educazione dei giovani che si deve partire se si vuol fare una vera prevenzione e promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro.
Dobbiamo costruire uno strumento di amplificazione e diffusione di buone prassi tra i docenti delle scuole e gli addetti al settore. Educare alla sicurezza, alla cultura della sicurezza, rappresenta l'altra faccia dell'educazione alla salute, che diventa un valore.
Credo che l'obiettivo che ci poniamo, che passa anche attraverso la sottoscrizione di un protocollo fra la Regione Marche e l’Anmil, sottoscritto lo scorso anno, per la diffusione della cultura della sicurezza, sia importante.
Dobbiamo continuare insieme questa battaglia di prevenzione e diminuzione del numero degli incidenti, con l'obiettivo, che deve essere per tutti noi, di azzerarli e per farlo dobbiamo porci il tema della formazione, della prevenzione, del controllo e anche del contrasto al lavoro irregolare.
Credo che su questo obiettivo comune possiamo ritrovarci assolutamente tutti perché nessuno deve morire sul posto di lavoro, è inconcepibile e assurdo morire sul lavoro, dobbiamo porre fine a queste tragedie perché i morti e gli incidenti sul lavoro non ci siano e non si ripetano mai più.
Per concludere, la mozione si pone come obiettivo quello di progettare metodologie, con materiali, contenuti, per la formazione e la sensibilizzazione anche degli insegnanti, nonché per la formazione degli studenti dei diversi gradi e ordine delle scuole della regione Marche.
L'invito è affinché la Giunta regionale promuova iniziative volte alla sensibilizzazione, giornate di studio e confronto, attività didattiche, ma in particolare sostenga, nelle sedi più opportune, l’introduzione nelle scuole secondarie di secondo grado dell'insegnamento della materia “prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro” e metta in campo tutte le azioni possibili affinché la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro siano al centro dell'attività formativa della Regione.
Concludo, non aggiungo altro perché credo che la cultura della prevenzione significhi anche affrontare il problema alla radice e non possiamo abituarci al fatto che tutti gli anni dobbiamo registrare dei numeri che sono delle vere e proprie stragi, sia per infortuni che per morti bianche.
Il Protocollo che è stato sottoscritto nel 2018 dalla Regione Marche per il lavoro sicuro è un ottimo punto di partenza. Se ci poniamo l'obiettivo, attraverso l'approvazione di questa mozione, che il Ministero metta nella pianificazione delle materie scolastiche e della didattica scolastica anche il tema della sicurezza sul lavoro, sicuramente avremmo svolto un lavoro che porterà alla tutela dei lavoratori, alla diminuzione degli gli incidenti, alla diminuzioni delle morti, per far si che coloro che entrano nei luoghi di lavoro si sentano tutelati da un obiettivo comune, che non può essere soltanto del datore di lavoro o del lavoratore, deve essere perseguito da entrambi, da una parte c'è l’investimento sulla sicurezza, dall'altro il rispetto delle regole che, a volte, purtroppo, capita, vengono sottovalutate.
Se questo è l'obiettivo, attraverso la formazione di una cultura che nasce dal basso, nasce dei giovani, nasce da una formazione dal punto vista culturale, sono convinto che avremo fatto del bene alla nostra comunità e alla nostra società e non dovremmo celebrare più, la seconda domenica di ottobre, la giornata dell'Anmil, che passerebbe nel dimenticatoio perché non ci saranno più incidenti e non ci saranno più morti bianche.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Anche qui è condivisibile l'intento, però sul tema della sicurezza nelle scuole andrei a monte. La problematica che può sorgere è innanzitutto chi saranno i formatori per l'introduzione di questa nuova “disciplina”? Gli insegnanti? Degli operatori? C'è da fare un investimento?
Seconda cosa, in tema di sicurezza nelle scuole, non dimentichiamoci che parecchi dei nostri istituti scolastici non sono a norma, poco tempo fa, prima dell'emergenza, ho avuto modo di rivisitare il liceo classico Annibal Caro, che ho frequentato a Fermo, la struttura è stata riadattata nel corso dei decenni, ma sostanzialmente è rimasta quella di quando andavo a scuola io, con le scale troppo basse. Addirittura c’è una scala rotta che era rotta quando andavo a scuola io, aveva una particolare crepa, che noi studenti avevamo imparato ad evitare, perché la conoscevamo, quindi prima di insegnare la sicurezza nei posti di lavoro, metterei i posti di lavoro in sicurezza, almeno come struttura, altrimenti è inutile insegnare quando abbiamo le strutture stesse che non sono adeguate e a norma. I percorsi di evacuazione sono spesso tortuosi, come nel caso del mio liceo classico e di alcune scuole, che in caso di emergenza sono pericolosi essi stessi.
Si, le finalità sono condivisibili, però non vedo la motivazione per votare a favore di questa mozione, pertanto personalmente mi astengo e penso che anche il mio gruppo consiliare farà altrettanto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei dividere, anche se siamo rimasti in pochi, il discorso in due, perché secondo me vanno fatte delle considerazioni realiste perché credo che le mozioni debbano stare dentro la realtà e vorrei spiegare una cosa.
Innanzitutto, cosa fa la Regione su questo fronte? Questo secondo me va detto. La Regione su questo fronte lavora molto, perché c’è la piattaforma Marlene, salute e sicurezza, Scuola.2, c'è un'intesa con l’Ufficio scolastico regionale, con l'Inail, con l'Agenzia regionale sanitaria, l'orientamento.
Noi facciamo molte ore insieme su questo progetto che è attivo dal 22 novembre 2016 e ha 14.888 iscritti formati e se volete posso anche dire su cosa li formiamo: formazione generale dei preposti, dei dirigenti, dei lavoratori dell'istruzione, ce ne sono tante di queste cose. Alla fine dirò su questo che cosa penso.
In ambito informativo il protocollo di intesa sottoscritto dalla Regione Marche e dall'Anmil firmato il 4 dicembre 2019 dal Presidente della Regione Marche e dal Presidente nazionale Anmil - su questo c’è la delibera della Giunta regionale n. 1523 - è già stato oggetto di discussione in una recente riunione tenutasi presso Ars alla presenza dei rappresentanti dell'Anmil, dei sindacati, dell'Asur, dell’Inail, anche per l'emergenza Covid.
I componenti del tavolo hanno condiviso l'importanza strategica del coinvolgimento della scuola nella formazione di individui fin dalla giovane età, per la quale è tuttavia necessario interessare direttamente il Miur, e qui vengo al secondo punto.
Ci sono competenze della Regione e competenze del Miur, non so, e la dico come la penso, fino a che punto possiamo intervenire sulla scuola e dire di aggiungere ore.
Scusate se sono polemica, ma sto facendo da due mesi una lotta sull'organico per non chiudere le scuole, quello che vi chiedo è una mozione di sostegno a questa lotta, sennò parliamo del corollario senza vedere il teorema, scusate, ma certe cose non riesco a mandarle a dire.
Qui stanno chiudendo le scuole, stanno chiudendo i presidi, Cessapalombo ha 5 bambini e stiamo lottando per mantenerla aperta, per non parlare da Tolentino fino a Urbino con 34 persone. Chiedo che la lotta politica abbia il senso della realtà, scusate se alzo i toni, però non posso andare in piazza solo con i sindacati e tutti si ritirano per il politicamente corretto, a me va bene chiedere tutto all’Asur, ma prima chiediamo il pane e poi il companatico.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Per essere chiaro, Assessore Bravi, in questa mozione non c'è alcuna obiezione al lavoro che sta facendo la Regione rispetto all'attività scolastica e alla formazione, assolutamente no.
La mozione, se l’ha letta, impegna la Giunta regionale a sostenere nelle sedi più opportune l'introduzione, nelle scuole secondarie di secondo grado, dell'insegnamento della materia prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo è un appello alla Giunta regionale a far si che sui tavoli dove si prendono queste decisioni - e so bene che non sono i tavoli della Regione, quindi non è una critica al suo lavoro, ci mancherebbe altro, se così fosse stata intesa - si sostenga l’obiettivo di inserire, nelle scuole secondarie di secondo grado, l'insegnamento della materia “prevenzione degli infortuni sul lavoro”. E’ chiaro che non è una competenza della Regione, ma del Miur, dopodiché sulla questione delle scuole sono assolutamente d'accordo con lei. Ho presentato una mozione anche su questo, risale a febbraio, quando il problema della chiusura delle scuole e della riduzione degli organici ancora non era acclarato.
La mozione risale al 20 febbraio, prima dell'emergenza sanitaria ed è stata anche condivisa con l’Anmil che ha molto apprezzato il Protocollo, che sia io che lei abbiamo citato, Protocollo firmato il 4 dicembre 2019 con il Presidente nazione dell'Anmil, che dimostra questa sensibilità da parte della Regione Marche su questo tema, su questa problematica, ovviamente l'obiettivo, come ho detto, deve essere quello di sensibilizzare sempre di più una cultura che ha come scopo la sicurezza del lavoro ed anche la responsabilità da parte di giovani.
Questa sensibilità può crescere soltanto attraverso delle azioni didattiche che nella mia ottica possono essere anche quelle di provare, perché poi, ripeto, non dipende direttamente dalla Regione Marche, a sostenete nelle sedi più opportune, l'introduzione della prevenzione di infortuni e sicurezza nei luoghi di lavoro per far si che diventi un obiettivo importante per tutti quanti noi, per la nostra società, per la nostra comunità, con la consapevolezza che la Regione Marche ha già fatto e sta facendo molto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Lungi da me dire al Consigliere Minardi che non è buona la mozione, però credo che la politica debba avere la capacità di dare un giudizio, questo io rivendico.
A scuola c’è l'alternanza scuola lavoro, ci sono le ore per la sicurezza, si fanno a scuola! C'è una piattaforma, quanti milioni si buttano per questo, per la didattica a distanza ed io non darò un euro per questo, per quel che mi riguarda, e neanche un sostegno di idea - Consigliere Minardi, capisca quello che voglio dire - a chi fa cose che non servono a mantenere la scuola, l'educazione e i presìdi.
Il problema, Consigliere Minardi, mi permetto di dire …, poi a me va benissimo, chiediamo pure, questo è un di più, non è un di meno, mi raccomando chiediamolo pure, però secondo me la questione è mal posta perché la formazione sulla sicurezza c'è a scuola, altrimenti i ragazzi non potrebbero fare l’alternanza e per la formazione dei docenti ci sono un sacco di risorse, la didattica a distanza hanno avuto più di 2 milioni di euro, poi se la vogliamo buttare -… Io sono convinta che ogni idea va di pari passo con l’investimento economico, quello che manca è il ruolo.
La Regione sulla formazione ci mette fior di quattrini, come lei ha detto, e forma ragazzi, apprendistato, ITS, l'unica cosa che dico è che in questo momento, chiediamo pure di aumentare le ore, ma chiediamo di mantenere i banchi dove sedersi. Solo questa è la provocazione. Mi permetta questa provocazione perché la scuola non è una succursale della politica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Il tema è particolarmente interessante e meriterebbe una lunghissima discussione. Apprezzo molto quanto è stato detto e la riflessione fatta anche dall'Assessore Bravi.
La Regione ha delle competenze e negli anni passati le ha sviluppate nel modo migliore nelle proprie scuole di formazione professionale.
Non dimentichiamo che la Regione, fino alla passata legislatura, prima che un disegno politico scellerato cancellasse le Province, aveva delegato - perché la materia è regionale - alle Province la gestione delle scuole di formazione professionale e al loro interno, proprio perchè c'era il canale dedicato a questo tipo di discorso, l’insegnamento della sicurezza e prevenzione degli incidenti nei luoghi di lavoro era fatto.
Direi che nelle scuole e possiamo dire nella società dobbiamo toglierci un bavaglio, un lembo di ipocrisia, quando si dice che la sicurezza non è un costo, assolutamente, la sicurezza è un costo, dobbiamo però far capire ai nostri giovani, ai nostri ragazzi, a tutti quanti, che è un costo che va sostenuto dalla collettività. Questo è il concetto, altrimenti non ne veniamo fuori.
La sicurezza non è una cosa strana, non la possono fare tutti, dentro la scuola è difficile insegnare la sicurezza a un ragazzo di 14, 15 anni. È importante invece che il ragazzo stia in un ambiente estremamente sicuro e gli si fa notare che la società ha investito, che la collettività ha investito risorse per farlo stare in sicurezza. Poi ognuno sceglie la propria scuola, il proprio percorso, però diventa paradossale - fermo restando, ripeto, che apprezzo moltissimo la discussione che c'è stata e l'attenzione che su questo tema ha posto il Consigliere Minardi, che è difficile - e non vorrei dire una parola strana, ipocrita, andare ad insegnare sicurezza in un luogo che non lo è.
Su 10 scuole ne abbiamo 8 che non hanno i certificati di prevenzione incendi, ma questo sarebbe il meno, non l’abbiamo nemmeno noi per il Palazzo delle Marche!
Noi parliamo di queste cose, firmiamo protocolli, facciamo di tutto, e non l’abbiamo nemmeno noi, poi mandiamo gli ispettori nelle aziende private a tartassare, a menare, a fare verbali, giustamente, ma vorrei vedere qualcuno che prima o poi viene nel Palazzo delle Marche e fa un verbalino, semplice, quindi, è la cultura che dobbiamo cambiare su questo tema.
La sicurezza è un costo che tra l’altro non è trattabile, tant'è vero che in un appalto pubblico ci sono i costi per la lavorazione e i costi per la sicurezza, i costi per la lavorazione sono soggetti a ribasso d'asta, nell’eventualità di un’asta pubblica, i costi della sicurezza non sono ribassabili perché significa che è qualcosa a cui dobbiamo necessariamente tenere. Questo è un concetto che dobbiamo far capire a tutti, partendo dai ragazzi, i quali devono, qualora la scuola sia in sicurezza, mantenerla per tutto il corso dei loro studi, perché quello è un costo su cui la collettività ha investito.
Questi sono gli atteggiamenti che mancano nella scuola, consentitemi di dirlo. Anch'io vengo dal mondo della scuola e questo va ripetuto e gli investimenti vanno fatti per far vedere ai ragazzi che noi ci teniamo e che la collettività, la comunità spende per far sì che quell'obiettivo sia raggiunto.
Credo che questo concetto debba essere in qualche modo tenuto in considerazione, approfondito, fermo restando che il cambio culturale c’è stato. Con l'entrata in vigore del d.p.r. 81 del 2008 molte cose sono cambiate, ma c’era già stato anche un d.r.p. negli anni ’50.
L'Italia non è sprovveduta da questo punto di vista, ma quello che manca è questo concetto, negli anni passati è mancato, si pensava che la sicurezza fosse demandata al buonsenso di tutti, che bisognava stare attenti a non cadere dall'impalcatura, nella buca e altro e non si è voluto capire o vedere che la sicurezza è un costo, non si discute, che dobbiamo sostenere, poi da lì possono partire tutti gli altri impegni, insegnamenti e altro, ma prima questo concetto deve entrare nella testa di ciascuno di noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziare l'Assessore Bravi perché ha alzato la palla, dal punto di vista politico, del dibattito su questa interessante mozione.
Interessante perché affronta un tema delicatissimo, un tema di dignità e di civiltà, che presenta molti aspetti.
Una precisazione, so che non è il pensiero del Consigliere Celani, ma la formazione e il lavoro non erano funzioni delegate, ma erano funzioni proprie, quindi, si è espresso …
(interrompe il Consigliere Celani)
Enzo GIANCARLI. Funzioni proprie delle Province …
(interrompe il Consigliere Celani)
Enzo GIANCARLI. Dico questa cosa perché sulle province, poi chiudo, ….
(interrompe l’Assessore Cesetti)
Enzo GIANCARLI. No, non è questo, penso che in un Paese normale, di fronte ad una scelta condivisibile o meno, io non la condividevo - fatta prima dal Governo Monti, poi riproposta dagli altri Governi e sottoposta a referendum popolare - nel momento in cui il referendum popolare non ha approvato quella decisione, le province dovevano ritornare nelle loro funzioni. Partivo da qui per dire delle province.
Rispetto alla mozione del Consigliere Minardi, brevemente perché a quest'ora non voglio farla lunga, evidenzio che in Italia ci sono stati rispetto al mondo del lavoro due momenti storici: uno con il Ministro Brodolini e con lo Statuto dei lavoratori e l’altro, l’ha ricordato il Consigliere Celani, con il decreto 81, con il Ministro del lavoro Cesare Damiano. Noi rispetto a questi momenti, lo Statuto prima e il decreto sicurezza poi, se allarghiamo il campo ed inseriamo come materia di insegnamento la prevenzione degli infortuni sul lavoro e la sicurezza nei luoghi di lavoro va benissimo, perché su questo non sarà mai sufficiente l'attenzione, la sensibilità, gli investimenti, la spesa, la sicurezza. Il Consigliere Celani ha detto che è un costo ed è vero, però dobbiamo garantirle, quindi, sulla mozione mi ritrovo pienamente.
Adesso l'Assessore è partita, io sono d'accordo anche con le cose che ha detto, credo che tutti siamo d'accordo e se nella prossima seduta del Consiglio l'Assessore porta qui un documento in cui mette in evidenza le difficoltà, le resistenze che incontra per potenziare la scuola marchigiana, non solo la sosterremo, ma diventa un motivo di impegno ideale e politico. Adesso deleghiamo l'Assessore Sciapichetti, che le siede vicino, a riferire questo all’Assessore Bravi, che adesso è andata via. Lei giustamente ha posto il problema delle difficoltà che incontra nella scuola, se nella prossima, io dico la prossima, ma lo decideranno i capigruppo, sottoporrà al voto, come supporto, come sostegno, come momento di lotta, un documento che dà atto del lavoro e soprattutto degli obiettivi che si pone, da parte mia, ma credo anche dei colleghi, non ci sarà difficoltà a sostenerlo e a votarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Come sempre il Consigliere Giancarli ha toccato un argomento fondamentale, lui che viene dalla trincea delle Province, il problema che velatamente, ma non tanto, l’Assessore Bravi ha illustrato io ve lo riassumo in due numeri.
La tragedia del terremoto nelle Marche e nell’Umbria ha reso inagibili 696 scuole, devo dire che sono arrivati fondi a iosa, a distanza di 4 anni ne sono state messe in sicurezza 14 su 696, per le restanti 682 non vedo prospettive da qui a 10 anni, ecco la sicurezza.
I costi, l'impegno, la burocrazia, la volontà di incidere in un determinato settore per poi portarlo all'attenzione dei nostri giovani, dei nostri ragazzi, come elemento prioritario degli investimenti che una collettività, una comunità fa, è questo l’aspetto. Lei ha parlato di banchi, io parlo di mura, è la stessa cosa, siamo a questi livelli, c’è da rifare e rifondare un po' tutto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 611. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ora torniamo alla mozione n. 568
Emendamento 568/1 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Celani, Cesetti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 568, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 665
ad iniziativa ad iniziativa del Consigliere Talè
“Linee guida applicative del Regolamento n. 853/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sull'igiene dei prodotti di origine animale e caseifici artigianali - Estensione vendita dei prodotti dei caseifici artigianali in tutta la regione Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 665 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Velocemente, vista l’ora. Questa è una mozione che ho presentato il 7 maggio in piena pandemia, quando ho scoperto che i nostri caseifici artigianali, ne abbiamo tanti e producono un prodotto eccezionale, non possono commercializzare il loro prodotto in tutta la regione Marche, ma soltanto nella loro provincia e in quelle confinanti. Ad esempio, un caseificio artigianale della provincia di Pesaro può vendere il proprio prodotto a Montevarchi in provincia di Arezzo, perché confina con quella provincia, quindi a 180 chilometri, ma non a Porto Recanati, ricordo che Montevarchi è a 180 chilometri e Porto Recanati è a 80 chilometri. Per andare a Montevarchi ci vogliono 2,5/3 ore di macchina, per andare a Porto Recanati da Fano ci vogliono 50/55 minuti.
E’ una limitazione fortemente penalizzante per i nostri caseifici artigianali che molto spesso rappresentano delle vere eccellenze e devono senza meno poter distribuire il loro prodotto, come ho detto, in tutte le Marche, anche perché il limite alla commercializzazione dei prodotti dei caseifici artigianale nel territorio della provincia di appartenenza e in quelle contermini rappresenta una restrizione eccessiva per regioni di dimensioni piuttosto piccole, contenute, come la nostra e non costituisce certamente il criterio più appropriato per garantire la presenza di un legame diretto tra l'azienda di origine, quindi il produttore, e il consumatore, come auspicato, invece, dalla stessa normativa europea.
Per tali ragioni, impegniamo con questa mozione il Presidente e la Giunta regionale a promuovere presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni un'iniziativa finalizzata a modificare le linee guida indicate in oggetto, al fine di rendere la vendita dei prodotti dei caseifici artigianali maggiormente rispondente alle finalità di valorizzare il rapporto tra consumatore finale e territori di origine del prodotto medesimo, consentendone la vendita in tutto il territorio regionale, specie in regioni come le Marche, appunto, con un’estensione piuttosto limitata.
Impegniamo altresì il Presidente e la Giunta regionale a farsi portavoce, nelle more di un'intesa in Conferenza Stato-Regioni per la modifica delle linee guida, presso il Governo italiano affinché sia adottato un provvedimento urgente di deroga ai limiti territoriali indicati in premessa, che consenta, in particolare, la vendita di prodotti in tutto il territorio della Regione, in considerazione della grave crisi economica e sociale connessa con la pandemia da coronavirus.
PRESIDENTE Passiamo alla votazione.
Mozione n. 665. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 696
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Piano di potenziamento rete ospedaliera regionale per fronteggiare emergenze epidemiche”
Mozione n. 697
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Coronavirus Covid-19: Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in modo diffuso sul territorio”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 696 del Consigliere Giorgini e la mozione n. 697 del Consigliere Fabbri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Il 17 giugno, ecco l'urgenza, la Regione deve inviare al Ministero il piano di ristrutturazione dei posti letto di terapia intensiva e semi intensiva.
Le linee guida danno 38 milioni complessivamente a disposizione della Regione anche per implementare la rete di emergenza-urgenza, assumere del personale e per le ambulanze.
Come decidiamo di ripartire il potenziamento delle terapie intensive? Le linee guida indicano dei parametri, ad esempio, il paragrafo 3.1 “Dotazione di posti letto “dice: “la rete di offerta attivata nella prima fase emergenziale del Covid 19 va ridefinita e integrata”, quindi bisogna partire dalla rete che durante l'emergenza è stata attivata, poi dice ancora: “anche al fine di ottimizzare l'utilizzo di strutture idonee a riassorbire l'attività ordinaria, prevedendo meccanismi di riconversione tra le due diverse tipologie di attività e garantendo la rigorosa separazione dei percorsi”, quindi, chiede flessibilità al sistema, in modo che in base all'andamento epidemiologico si possano aumentare o diminuire i posti letto necessari per far fronte alla pandemia, se dovesse ripresentarsi. Prosegue poi: “al fine di fronteggiare l'accresciuta domanda assistenziale, una quota parte di posti-letto di area medica, di acuzie e post-acuzie, devono essere resi disponibili per la gestione dei pazienti Covid 19, nel rispetto della separazione dei percorsi, sia ordinari, sia in regime di trattamento infettivologico per assistenza comprendente le diverse metodiche non invasive di somministrazione di ossigeno”. Quindi, ribadiscono a più riprese il fatto che occorre separare i flussi di gestione dei Covid e dei Covid Free.
Il paragrafo 3.2 “Rete di emergenza-urgenza ospedaliera’ riporta: “Durante la fase acuta dell'emergenza i pronto soccorso, con particolare riferimento ai Dea di II e I livello, hanno subito un importante afflusso di accessi non adeguatamente differenziati - ecco ancora la necessità di separare i percorsi. A tal fine per far fronte alle successive fasi dell’emergenza dovranno essere riorganizzati e ristrutturati i pronto soccorso con l’obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza.
Vi ho letto esclusivamente dei passi delle linee guida, non c’è una sola parola mia qui dentro.
Sappiamo che prima della pandemia avevamo 115 posti, sappiamo che ne dobbiamo creare altri 105 di terapia intensiva, sappiamo che dobbiamo crearne ulteriori 107 di semi intensiva.
Come si è gestita la pandemia in queste settimane? Giusto per renderci conto di cosa stiamo parlando. Alla fine si sono resi necessari 169 posti di terapia intensiva, 299 di terapia semi intensiva, poi si sono creati dei posti polmone in diverse strutture (11) di terapia non intensiva, 492 posti:
Marche Nord: 35 posti di intensiva, 116 di semi intensiva;
Torrette: 43 posti di intensiva, 97 di semi intensiva;
Senigallia: 8 posti di intensiva e 6 di semi intensiva:
Fermo: 14 posti di intensiva, 14 di semi intensiva;
Civitanova Marche: 12 posti di intensiva, 5 di semi intensiva;
Jesi: 15 posti di intensiva, 18 di semi intensiva;
Urbino: 8 posti di intensiva, 14 di semi intensiva;
Camerino: 12 posti di intensiva e 7 di semi intensiva;
San Benedetto del Tronto: 11 posti di intensiva, 13 di semi intensiva;
Macerata: 2 posti di intensiva e 2 di semi intensiva.
Ora noi dobbiamo andare a potenziare i Dea di primo livello.
I Dea di primo livello, il Dea di secondo livello è solo Torrette, sono stati utilizzati in questa distribuzione sono quelli di: Pesaro connesso a Fano, Urbino, Jesi, Senigallia, Macerata e Civitanova, Fermo e San Benedetto del Tronto. Ascoli Piceno è Dea di primo livello, ma è rimasto Covid Free, Camerino è un pronto soccorso, ma è stato implementato per avere 12 + 7, Fabriano non è stato impegnato, se non con un solo ricoverato di non intensiva e Fano mi sembra che sia rimasta libera la struttura, tranne la medicina di urgenza.
Sembra che a tre riprese il pronto soccorso di Pesaro sia andato in difficoltà, dove è stato distribuito l’overflow del pronto soccorso? In Urbino sono arrivate in quattro riprese 171 + 45 + 48 + 38 = 302 pazienti, quindi Urbino ha assorbito questo overflow. Contemporaneamente Senigallia ha assorbito 130 + 28 + 2 = 160 pazienti e Fano ha assorbito 107 + 50 + 32 = 189 pazienti.
L’esperienza di questi mesi ci ha dimostrato che la struttura sanitaria deve essere flessibile e distribuita sul territorio, cosa che noi chiediamo? E’ una battaglia che stiamo facendo da 5 anni, chiediamo una struttura policentrica, evitiamo i grandi ospedali perché se salta qualcosa rimaniamo sguarniti. Abbiamo visto che molte infezioni si sono propagate all’interno degli ospedali perché non avevano i percorsi ben separati, abbiamo visto che la singola struttura non può far fronte al picco.
Il piano pandemico del 2007 faceva una simulazione in cui nella settimana di picco c’erano 300 afflussi in terapia intensiva, noi saremo sotto quello scenario che era particolarmente virulento, 35%, ed ipotizzava tra i 2.000 e i 3.000 morti e noi siamo sotto i 1.000, però stiamo andando al ribasso.
Prendiamo l’occasione per dire rinforziamo tutti i Dea di primo livello, quelli che già si sono sperimentati sul campo utilizziamoli, cementiamo le esperienze, attrezziamoli, ammoderniamoli, in modo che abbiamo una struttura flessibile in cui la buona gestione faccia crescere le competenze e la pratica degli operatori, evitiamo di concentrare i posti in solo 3, 4 strutture, distribuiamoli costa e entroterra, distribuiamoli per province, mettiamone due per provincia, più Torrette, facciamo in modo di potenziare al meglio questa flessibilizzazione del sistema perché i soldi lo Stato ce li dà, non creiamo i soliti accentramenti che poi se vanno in crisi mandano completamente fuori standard mettendo a repentaglio la vita delle persone.
La mozione chiede semplicemente di presentare la prossima settimana al Ministero una ripartizione dei posti di emergenza urgenza, venga anche discussa con i Sindaci che fanno parte delle assemblee di area vasta e con la Commissione competente, portiamola di corsa anche in Assemblea, magari ritarderemo due, tre giorni l’emanazione e l’invio al Ministero, però faremo una cosa concordata.
Ci siamo salvati grazie al fatto che la pandemia si è malauguratamente diffusa da nord a sud e Ancona, Senigallia e le altre strutture fuori provincia hanno assorbito il colpo che la provincia di Pesaro-Urbino ha avuto.
Chiedo nel dispositivo di coinvolgere le conferenze di area vasta, la Commissione competente e portare in Assemblea legislativa questo piano perché parliamo di 38 milioni.
Seconda cosa, chiedo di suddividere i presidi ospedalieri in cui rafforzare l’intensiva, la semi intensiva nelle strutture pubbliche, considerando la distribuzione della popolazione servita per ogni struttura, nel rispetto dell’equa distribuzione a livello provinciale e costa/entroterra, cose che già sono state più o meno fatte in maniera emergenziale ed intuitiva perché abbiamo visto che Camerino, Urbino, Fermo, sono state attivate, anche perché la costa da sola non poteva assolutamente reggere il colpo. Assicurare la separazione dei percorsi Covid e Covid free è il vero valore aggiunto da lasciare in maniera strategica permanente all’interno delle strutture.
Chiedo di ristrutturare e ammodernare la rete di emergenza urgenza in tutte le strutture sanitarie pubbliche esistenti, compresi gli ospedali di comunità, realizzando percorsi separati ed incrementando il numero dei mezzi di trasporto, ci danno i soldi anche per far questo.
Abbiamo visto che la gente non può non rivolgersi al pronto soccorso o al punto di primo intervento o a qualsiasi struttura di urgenza che c’è sul territorio, che deve essere attrezzata. Anche il personale deve essere attrezzato per gestire la persona che arriva, non sapendo se ancora sia Covid o Covid free, è una cosa che a questo punto va assolutamente distribuita su tutti i punti.
Mi raccomando, l’ultimo punto dell’impegno chiede di assumere il personale sanitario, di formarlo e di aggiornarlo su tutto quello che serve, niente di speciale, con una attenzione alla equa ripartizione dei posti nelle varie strutture, che ha già dimostrato le settimane scorse di essere indispensabile alla corretta gestione del discorso. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ha detto tutto il Consigliere Fabbri.
Le mozioni sono praticamente uguali, abbiamo avuto la stessa idea, nello stesso momento, per incentivare la Regione a presentare questo programma, che scade fra pochi giorni e ci sono circa 40 milioni in ballo, soldi già stanziati. E’ un’occasione unica, da non perdere.
La circolare del Ministero, la n. 11254, dà tutti i dettagli, quindi non vogliamo fare nulla di straordinario, se non ricordare il fatto che questa emergenza probabilmente si trascinerà per molto tempo, anche negli anni a venire, quindi, credo che occorra in via generale potenziare tutte le strutture, anzi riaprirne qualcuna che è stata chiusa e non depauperarne altre di ricovero ospedaliero anche minori, tener conto anche delle strutture minori che possono tornare utili.
Quella che occorrerebbe potenziare è la medicina e l’assistenza territoriale, quella che ha fatto la differenza in alcune regioni, che è stata l’arma vincente e noi da lì dobbiamo imparare e prenderne atto. Potenziarla il più possibile perché più l’assistenza territoriale è forte e potente e meno ci sono problemi per gli ospedali, meno problematiche con i medici, con gli ospedali, con i pronto soccorso, eccetera.
L’arma vincente del futuro è la medicina territoriale, di questi soldi facciamone buon uso, oltre a investirli su ciò che serve.
Queste sono cose che ho aggiunto al discorso che ha fatto il Consigliere Fabbri, in pratica cosa chiedo? Di approvare con urgenza il piano di potenziamento della rete ospedaliera regionale, richiesta dalla normativa nazionale, salvaguardare prioritariamente i posti letto attivati ed individuare gli ospedali Covid nelle strutture già dotate di reparti di pneumologia e malattie infettive - questi due reparti sono fondamentali per la lotta al Covid e magari, speriamo di no, ad altri futuri virus. Bisogna, quindi, potenziarli, renderli effettivi al 100% in modo che siamo pronti per la prossima battaglia - e di altri reparti internistici adeguati che sono stati bypassati e dimenticati.
Aggiungo che occorre aggiornare il piano pandemico regionale, già il Consigliere Fabbri l’aveva detto in un’altra mozione, ma io l’ho riportato giusto per la cronaca.
Spendiamo questi soldi su ciò che abbiamo e su ciò che dobbiamo potenziare: la medicina territoriale, i medici di famiglia, i medici pediatri, in modo che siamo pronti alla battaglia che ci riserverà il futuro vicino e magari lontano.
Non ho altro da dire perché ha già detto tutto il Consigliere Fabbri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Come premessa l’assist è troppo goloso per non sottolineare la presentazione di due mozioni, una appresso all’altra, di due esponenti dello stesso gruppo consiliare, di cui francamente non ne comprendo le motivazioni tenendo conto che parlano della stessa tematica.
Ho ascoltato l’intervento del Consigliere Giorgini, una lunga difesa, giusta e corretta della medicina del territorio, sono andato a leggere l’impegno della mozione e non c’è mezza riga sulla medicina del territorio, si parla solo ed esclusivamente del potenziamento della rete ospedaliera: 1) ad approvare con urgenza il Piano di potenziamento della rete ospedaliera, 2) a salvaguardare la priorità dei posti letto, strumentazione assegnata ai presidi ospedalieri, 3) ad individuare gli ospedali Covid 19 nelle strutture.
A parte questo, sulla medicina territoriale chiudo subito nel senso che condivido il ragionamento fatto tant’è che ne abbiamo parlato per diversi mesi in IV Commissione, vedo i colleghi che ne fanno parte insieme a me, nella discussione del Piano sanitario, poi la stampa si è più concentrata sui piccoli posti letto, i pronto soccorso, però il dibattito in realtà è stato molto attivo sulla medicina del territorio e sulle soluzioni possibili perché è vero, è un dato di fatto, la medicina territoriale nelle Marche, ma non solo, segna il passo rispetto alla medicina ospedaliera e non perché c’è stata una mancanza, io lo valuto così, da parte della Giunta o delle Giunta che si sono susseguite, ma la coperta è corta date quelle risorse e avendo una rete ospedaliera molto presente sul territorio, o si tira da una parte o si tira dall’altra., Ben vengano le risorse aggiuntive del Governo e ben venga un impegno che, per la verità, già c’è stato nella fase emergenziale da parte della Giunta attraverso l’individuazione delle Usca, grazie alle Usca, ma non solo, che in qualche modo hanno dato un incentivo alla medicina territoriale e questo ci ha permesso di avere dei risultati positivi, se così si può dire, in un’emergenza assolutamente straordinaria, anche dal punto di vista della medicina territoriale.
Sono d’accordo con l’intervento del Consigliere Giorgini, non bisogna disperdere questo patrimonio, è una iniziativa che va continuata attraverso le possibilità che la norma ci dà e attraverso le risorse che il Governo ci dà. Io dico anche attraverso le collaborazioni contrattuali che la norma nazionale dovrebbe dare perché gran parte della medicina territoriale si basa sulla disponibilità dei medici di base e della medicina delle guardie mediche che, come voi sapete, non sono dipendenti del sistema sanitario nazionale, ma sono convenzionati e ogni volta che c’è da spostare qualcosa sul tavolo della medicina del territorio c’è da aprire mille trattative sindacali. Nuove risorse su base volontaria, con tutte le difficoltà del caso di questa cosa, quindi lo Stato, secondo me, proprio perché la normativa dipende se non in maniera minimale dalle Regioni, ma molto dai contratti nazionali, dovrebbe intervenire per sostenere questa battaglia della medicina del territorio e siccome c’è una discussione in atto in Commissione, a seguito di un dibattito molto forte fatto sul Piano sanitario, credo non sia opportuno andare a toccare questo tema, che è assolutamente importante, con le mozioni.
Sul tema ospedaliero invece trovo nelle mozioni presentate molte contraddizioni perché bisogna avere chiaro chi ha la parte organizzativa che la legge affida non tanto al Consiglio regionale quanto alla Giunta, che credo si sia già ampiamente attivata da questo punto di vista.
E’ vero che bisogna potenziare, come è stato fatto in questa fase emergenziale, gli ospedali, che principalmente hanno reparti di pneumologia e reparti di terapia intensiva, ma questo va in contrasto con le altre affermazioni. Ho sentito dire di riaprire vecchi ospedali che non hanno nulla e quelli che sono ancora aperti hanno reparti di medicina non idonei a svolgere quest’altra attività, soprattutto parliamo di strutture vecchie.
Non comprendo come si possa cassare tutto il dibattito che c’è stato in questi anni, e che viene confermato dagli investimenti del Governo, su nuove strutture ospedaliere. Quando parliamo di modelli di altre regioni cogliamo solo l’aspetto che ci interessa, non notando e non sottolineando che le altre regioni, grazie al fatto che sono più grandi, grazie al fatto che hanno maggiori risorse, hanno fatto grossi investimenti negli anni precedenti su nuove strutture ospedaliere. Non devo fare il professore, però penso che come me avete girato per le altre regioni, in particolare quelle a nord rispetto alle Marche, e avrete visto strutture ospedaliere più nuove rispetto a quelle che purtroppo abbiamo noi e questo secondo me è molto importante per poter dare delle risposte e per avere l’elasticità a cui fate cenno nella riorganizzazione degli spazi, perché di questo parliamo. Tutta la polemica che c’è stata tra le tante sul Covid Hospital di Civitanova parte da questo assunto: una struttura molto snella, molto aperta e molto operativa dà la possibilità di una gestione e di una riorganizzazione molto più immediata, che strutture fisicamente vecchie non possono dare.
In questi giorni il caso ha voluto che parallelamente all’inaugurazione della struttura di Civitanova ci fosse la riapertura del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Macerata, che proporzione posti letto/costo è esattamente identica a quella dell’ospedale della Fiera di Civitanova, per chiudere ogni polemica sui costi lievitati, quasi al singolo euro, esattamente lo stesso, per realizzare 8 posti di terapia intensiva, tolta tutta la parte che viene prima dell’estensione del bando, quindi tutta la parte organizzativa da parte degli uffici, la ditta è stata più brava di quello che prevedeva il bando e ci ha messo 10 mesi con risorse che sono state esattamente le stesse, di questo parliamo quando si lavora su strutture vecchie. Ripeto, la volontà c’è stata, i soldi ci sono stati, l’impresa è stata brava, abbiamo fatto tutto in regola, ma ci sono voluti 10 o 11 mesi, questi sono i tempi e i dati.
Va tutto bene quello che avete detto perché bisogna potenziare quello che già c’è, laddove è possibile, dico io, perché un conto è la poesia che facciamo, un conto è vedere queste strutture che sono già sature di servizi. Si possono potenziare ulteriormente, si possono fare, ma probabilmente i posti letto che riusciremo a ricavare da quelle strutture sono limitati. Un ragionamento in base al Piano previsto, che prevede questi 300 posti letto, dovrà necessariamente trovare delle soluzioni alternative, che mi pare la Giunta abbia trovato in questa fase.
Tocco l’ambito dell’ospedale di Civitanova un po’ perché l’ho seguito da vicino, un po’ perché molte sono state le polemiche. Tra tutte le scempiaggini che ho sentito in queste settimane, anche da chi si presume essere tecnico e presume di aver gestito la sanità negli anni passati, il tema vero ed oggettivo che ha creato problemi oggettivi è quello del personale. Non è un problema dell’ospedale della Fiera o della sanità marchigiana, è un problema nazionale, lo sapete meglio di me, non si trova personale medico e reperirlo in poco tempo per una struttura nuova è stato oggettivamente difficoltoso, tant’è che in periodi di vera emergenza (marzo-aprile) abbiamo dovuto far fronte attraverso nuovi inserimenti, attraverso la possibilità di far lavorare specializzandi senza nessuna esperienza, attraverso l’utilizzo di personale proveniente dall’Ucraina, dall’Albania, dall’esercito, questa è stata la soluzione.
Rispetto al tema del personale è meglio una soluzione che, come dite voi, sparpaglia, quindi riapriamo tutto in tutte le parti, 3 posti qua, 5 posti là in maniera amplificata o forse, non dico tutti, ma una parte di questi posti letto dovrebbero essere trovati in strutture in cui si concentrano queste necessità per poter, con minor personale, dare una risposta maggiore in termini di posti letto?
Questa è la domanda a cui queste mozioni non danno risposta perché anch’io dico che bisogna assumere e che i soldi ci sono - la Regione Marche in questi mesi ha assunto - ma se per assumere in più devo rivolgermi a specializzandi senza minima esperienza, a un personale medico che purtroppo è carente per scelte passate - sulle quali adesso non sindachiamo - evidentemente poco oculate da parte di tutti, credo che sia inutile dire assumiamo di più e andare dietro a quella che, ripeto, mi sembra più una poesia che non la realtà dei fatti.
Credo che su questo vada bene aprire il dibattito, è giusto pungolare la Giunta, però mi pare che queste mozioni non vadano esattamente, se non parzialmente, nella direzione auspicata e, ripeto, mi pare che sulle cose che sono condivise la Giunta si sia già attivata, grazie a quegli investimenti sta mettendo in atto, un Piano di risistemazione dei posti letto. Per altre cose mi sembra onestamente che le risposte che vengono proposte non sono condivisibili.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Più che altro per delle precisazioni, visto che il Consigliere probabilmente non ha letto per niente la delibera, mentre io l’ho letta tutta, dall’inizio alla fine, altrimenti non avrebbe fatto quelle affermazioni.
E’ chiaro che al collega devo spiegare come ho fatto la mozione. La circolare del Ministero parla di linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliere, parla di rete ospedaliera, siccome io so che quei 38 milioni …, perché ho parlato della medicina territoriale? Per dire: stiamo attenti, investiamo sulla rete ospedaliera, benissimo, soprattutto nei reparti che hanno già a mezzo servizio …, nelle Marche i reparti di malattie infettive e pneumologia, caro Consigliere Micucci, se ci sono, sono depauperati o dimezzati, ce ne sono pochi efficienti al 100%, quindi ho detto benissimo, diamo le priorità, un buon padre di famiglia cosa fa? Prima dà delle priorità. Cosa facciamo con i 38 milioni? Vediamo dove ci sono i reparti di pneumologia e di malattie infettive e lì potenziamo la terapia intensiva e semi intensiva, abbiamo due fronti e lì investiamo i soldi e, prima di fare altre cose che dovrebbero essere fatte, pensiamo alla medicina territoriale perché magari un po’ di soldi anche lì potremmo usarli perché qui in realtà non c’è. Ecco perché non l’ho potuto mettere nel dispositivo, avrei messo una cosa che non rispecchia la circolare del Ministero.
In realtà ho criticato quello che ha detto prima il Consigliere Micucci su Civitanova Marche, ho detto che ci sono buone idee che però vengono applicate male perché lo si sapeva precedentemente che non c’erano i medici. I medici mancano negli ospedali pubblici, non ci sono e se si fa un nuovo ospedale d’emergenza Covid è chiaro che non li trovi. Poi mi sembra strano …, Macerata ha fatto 60 posti letto di terapia intensiva? Un posto letto di terapia intensiva costa 140.000 euro, per spendere 8,5 milioni deve averne fatti 60.
Comunque non è questo il punto, io volevo precisare quello che io avevo detto. Diamo delle priorità prima, piazziamo i posti letto dove c’è pneumologia e malattie infettive perché lì servono, c’è il 30% di malati cronici, quelli che escono dal Covid hanno un problema di malattie croniche. Abbiamo bisogno di questi reparti, poi vedremo dove investire gli altri soldi, i 38 milioni, anche nella medicina territoriale che non ho potuto mettere nel dispositivo perché purtroppo la circolare del Ministero non ne parla. Volevo chiarire solo questo punto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ho fatto la presentazione, questa è la discussione, ma sarò abbastanza conciso.
Consigliere Micucci il suo intervento è completamente fuori centro, di medicina territoriale nella mia mozione non si parla, perché le linee guida dicono esattamente dove mettere i soldi, ed indica i parametri dove mettere quei soldi.
Del Covid Hospital di Civitanova Marche, che è un errore nazionale, siete sui giornali per l’errore fatto, in questa mozione non se ne parla perché io voglio distribuire i posti fissi e non quelli mobili. Quindi la parte del suo discorso su questi due aspetti non c’entra niente con la mia mozione.
Le linee guida dicono di distribuire i posti sui Dea di secondo e di primo livello, allora io le chiedo Pesaro e Fano sono un’unica entità con Dea di primo livello? Fano ha salvato Pesaro assorbendo 189 persone quando Pesaro è andato in overflow, Fano la vogliamo potenziare un po’? Mi dica si o no che così lo andiamo a dire ai fanesi, Urbino ha salvato…, ed è un Dea di primo livello perché ha assorbito 302 pazienti in overflow da Pesaro, Urbino la vogliamo potenziare un po’ no oppure no? Lo andiamo a dire in piazza in Urbino se lei non vuole potenziarla. Senigallia vi ha salvato assorbendo 160 persone, è un Dea di primo livello, lo volete potenziare oppure no? Stiamo parlando di un paio di strutture che avete già utilizzato e che nero su bianco dovete dire se lo volete potenziare oppure no.
Se invece lei vuole potenziare Torrette, Pesaro e non so cosa, San Benedetto del Tronto, Fermo, parliamone, per me è un gravissimo errore perché questa pandemia le ha dimostrato che con 14 giorni di incubazione lei non può gestire in anticipo chi si presenta, quindi ogni struttura dovrebbe essere in grado di avere il doppio percorso ed è proprio nel doppio percorso che le persone crescono professionalmente in procedura e in capacità manuale/professionale. E’ dimostrato, e lo dice la gestione, che lei ha dovuto far riferimento a 16 strutture e recuperare 1.115 posti letto, questi posti li vuole ammassare in tre strutture o ha bisogno di distribuirle sul territorio?
Questo chiede la mia mozione, una cosa che entro la prossima settimana va stabilita e non ritengo che la Commissione, le aree vaste e l’Assemblea siano esautorate da questo, tant’è che uno dei primissimi interventi politici che il Movimento ha fatto appena ci siamo entrati 5 anni fa è stato quello di indire un referendum per diminuire il potere esclusivo della Giunta in materia sanitaria, che è uno dei gravissimi mali che vi siete portati dietro per un quinquennio e che probabilmente vi farà perdere le elezioni.
La mia richiesta è semplice ed aderente a quello che dicono le linee guida e la sua risposta è evasiva, quindi sono doppiamente deluso.
Ho fatto l’interrogazione urgente ed il Presidente Ceriscioli, come sempre, quando c’è qualcosa di spinoso, non era presente in Aula e non mi ha risposto. I marchigiani si devono rendere conto semplicemente di questo, di com’è gestita la sanità nella regione Marche, siamo lo zimbello d’Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Pensavo che fosse una discussione seria, ma ho visto che è scemata velocemente nella scarsa serietà della proposta. Come ho detto non mi permetto di dare giudizi sulla serietà o meno, ma la discussione non è un tema da campagna elettorale, quindi, caro Consigliere Fabbri, mi pare che le ultime riflessioni siano fuori quadro. Non capisco perché parla solamente degli ospedali pesaresi, quando tutti gli ospedali marchigiani hanno contribuito a dare una risposta assoluta …, allora mi erano sfuggiti, ho sentito molta enfasi fino a Fano e Urbino, poi la voce è andata calando, quindi, ho inteso un minore interesse per gli altri ospedali che, pure avendo un numero assolutamente inferiore di pazienti rispetto a quello del nord delle Marche, hanno dato una risposta eccezionale da questo punto di vista. Parlo con cognizione di causa della mia provincia, che ha dato una risposta con tutti e tre gli ospedali e addirittura ci ha messo pure l’aggiunta con un ospedale ulteriore.
Da questo punto di vista è chiaro che va potenziata la rete ospedaliera, quindi la sua domanda è fuorviante, io ho detto già che la Giunta ci sta ragionando, poi bisognerà capire, perché a parlare siamo tutti bravi, se le risorse messe a disposizione sono sufficienti per potenziare tutti gli ospedali di cui ha fatto l’elenco.
Verifichiamolo poi, mi verrebbe anche da dirle che, proprio perché siamo così bravi a Roma, che forse quella potrebbe essere un’esperienza da ripetere anche nelle Marche e magari potremo confrontarci in maniera più approfondita, invece vedo che queste riflessioni quando si tratta di salvaguardare le poltrone romane vanno bene, ma quando si tratta di ragionare su nuovi progetti, che esulano dai precedenti, sui quali nessuna critica può essere lesinata, vedo molta rigidità da parte del Movimento 5 Stelle, quindi anche questo mi risulta poco comprensibile.
Sto parlando con lei di queste cose perché è un alto esponente del suo Movimento e faccio fatica a comprendere queste cose.
Sulla mozione ho già detto prima, se per lei non è sufficiente o non condivide il mio ragionamento, mi dispiace, però la invito a non mettermi in bocca cose che non ho detto perché nessuno contesta il fatto che vadano potenziati quegli ospedali, però nell’illustrazione avete parlato di questo, avete parlato della riapertura di ospedali che sono chiusi, avete parlato della medicina del territorio, tutte cose che non si trovano nell’atto, quindi, mi sono permesso di sottolineare alcune proposte che, ripeto, sono tutte belle da dire ed anche condivisibili, però su queste mozioni non ci sono.
Annuncio il mio voto contrario e quello di tutto il Partito perchè gli impegni che chiedete, secondo me, sono fasi che oltre a non essere tutte condivisibili allungherebbero ulteriormente i tempi rispetto alle decisioni ed a quello che prevede la norma. Lei ha detto: “Abbiamo proposto il referendum” però la norma prevede una cosa e, secondo me, questi passaggi ulteriori non sono condivisibili e allungherebbero semplicemente il brodo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire su questa mozione perché aspettavo il momento per votarla favorevolmente, per un motivo molto semplice, è ennesima prova in questa regione che i disastri li deve gestire sempre la Giunta, questo, compagni, è il problema.
Qui è stato posto il problema del ruolo del Consiglio in merito ad un intervento straordinario sulla sanità nella nostra regione, non sapevo che 1,5 milioni di marchigiani sono dipendenti della Giunta, non lo sapevo, questa sera mi è stato confermato dal Partito Democratico.
E’ un problema della Giunta, non del Consiglio, che tipo di sanità e che risposte dare al territorio perché quando si corre dentro l’ospedale entrano sia i codici bianchi che quelli rossi, questa è la drammaticità della cosa.
Credo che il Consigliere Fabbri abbia posto un problema molto serio, potremmo discuterne a casa del Consigliere Zaffiri e della Lega, ma no, tutto deve essere demandato alla Giunta, anche un intervento di 35/37 milioni sulla sanità. Ma che scherziamo? Fra l’altro chi ha gestito la sanità in questo momento particolare? L’ha gestita la politica o i tecnici della Regione? L’hanno gestita i tecnici che dobbiamo ringraziare, i direttori sanitari, i direttori dell’Asur, questo è accaduto e bisogna dirlo forte, forse ci vuole ancora più voce per dirlo.
Questo è il problema vero, la politica era da un’altra parte, non c’è stato l’intervento della politica, chi ha cercato i posti nelle strutture sanitarie sono stati i nostri dirigenti. Questa è la verità dei fatti.
Credo che per l’ennesima volta si stia celebrando …, noi siamo contenti, non siamo dispiaciuti perché vediamo che si continua sulla stessa strada, io alzo le mani, in questa discussione ci sono stato portato dentro per i capelli. Dichiaro di votare positivamente questa mozione per i fatti che ho appena evidenziato, quelli essenziali.
Credo che il problema sanitario in questa situazione sia difficile, non uso parole pesanti, perché abbiamo determinate strutture e dobbiamo dare una risposta, adesso, non fra 10 anni, quando ci saranno se ci saranno i nuovi ospedali. Qualcuno doveva essere già consegnato, così mi è stato detto, così è stato detto nel territorio e ancora quell’ospedale è fermo, con qualche baracca, che qualche volta lavora. L’abbiamo alle porte di Ancona, meglio non dire da quanti anni è in costruzione e se tutto va bene ce ne vorranno altri 6 o 7.
Credo che questo sia un problema da mettere da parte, c’è n’è un altro immediato, il Governo vuole determinati posti letto, lo sapevamo, però la discussione è dentro quest’Aula, la volete fare in un’altra stanza? Fatela, perché la democrazia è bella, ognuno può fare quello che vuole, ma credo che i marchigiani, ha ragione il Consigliere Fabbri, devono sapere se le cose non funzionano e di chi è la responsabilità. E’ di chi governa questo territorio e l’ha governato da 25 anni, le conseguenze sono queste. Credo che i marchigiani non possano non valutare di chi sono le responsabilità.
Penso che questa mozione sia buon senso, che parla di problemi drammatici, non è solo il ruolo della Regione, ma anche del Consiglio.
Noi della Lega voteremo a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Il Consigliere Maggi chiede la verifica del numero legale.
Procediamo alla verifica del numero legale.
Presenti: Busilacchi, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Zaffiri.
Assenti: Biancani, Bisonni, Bora, Carloni, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Leonardi, Marconi, Marcozzi, Minardi, Pieroni, Talè, Volpini, Zura Puntaroni.
Presenti 16, possiamo proseguire con le votazioni.
Mozione n. 696. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 697. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 698
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Chiarimenti in merito alla prosecuzione delle attività ricettive nel caso che un turista risulti positivo al Covid durante il soggiorno”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 698 del Consigliere Urbinati, che ha la parola per illustrarla.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Ci tengo a presentare questo atto perché nel Consiglio di oggi solo nelle ultime due mozioni abbiamo parlato di Covid 19 e siamo tornati con la memoria a qualche settimana fa, mentre fortunatamente nella prima parte, anche grazie ai dati epidemiologici della nostra regione, abbiamo trattato tanti altri argomenti importanti per le Marche.
Questa è una mozione che parla di una categoria, l’abbiamo sempre detto, tra le più colpite, anzi a quanto sembra è la categoria per eccellenza che ha subìto danni dal Coronavirus e continuerà a subirli soprattutto nella stagione estiva. Parliamo di turismo, del settore ricettivo ed alberghiero, del settore che per le restrizioni soffrirà fino alla fine di questa estate.
Ci sono stati molti incontri in queste settimane perché è vero che altre categorie sono state penalizzate, penso ad esempio alla somministrazione di cibi e bevande, al settore del benessere, ai parrucchieri ed estetiste, ma nel settore ricettivo c’è un problema in più, è molto evidente e si sta cercando di risolverlo anche con la collaborazione dell’autorità sanitaria ed è il fatto di trovare un paziente positivo, un ospite di una struttura ricettiva positivo al Coronavirus e vedersi applicare tutto il protocollo sacrosanto che scatta nel caso in cui venga identificata una persona infetta.
Gli albergatori sono molto preoccupati perché questo potrebbe portare, nonostante il rispetto di tutte le procedure di sicurezza (distanziamento sociale, disinfettanti, distanziamento dei tavoli nei luoghi comuni) – e noi vorremmo scongiurarla ad ogni costo - alla quarantena per tutta la struttura, compreso il personale.
La Regione Marche come il Ministero ha emesso delle linee guida per la riapertura delle strutture ricettive, le nostre imprese le stanno rispettando, crediamo che siano molto restrittive, ma possono dare degli ottimi risultati ed è per questo che dobbiamo essere vicini a queste imprese anche perché abbiamo puntato tantissimo su questo settore, quest’anno eravamo la regione best in travel di Lonely Planet, questo l’abbiamo detto tantissime volte, ma purtroppo ci siamo ritrovati con il Covid 19.
Questo atto di indirizzo ha un obiettivo molto preciso, io ne ho già parlato con l’Assessore Pieroni, ne ho parlato con l’Assessore Cesetti, che sono i due Assessorati interessati da questo aspetto, quello di prevedere una quota una tantum, che bisognerà definire nel caso in cui, noi vogliamo scongiurarlo, lo ripeto, venga trovato un ospite positivo all’interno di una struttura ricettiva, che successivamente verrà messa in quarantena, che significa chiuderla per tutta l’estate. In quel caso la Regione contribuirà con un ulteriore indennizzo perché già nella manovra di 220 milioni abbiamo fatto il possibile per andare incontro a queste imprese.
Prevedere da un lato un’ulteriore mano da dare a questi imprenditori che decidono di riaprire e dall’altro è importante e fondamentale che l’ospite positivo sia tale con assoluta certezza perché d’estate capita che in una struttura ricettiva, per una insolazione o un raffreddamento qualsiasi, un turista possa avere la febbre, una semplice patologia non riconducibile al Covid 19.
La verifica va fatta velocemente e l’indicazione che arriva anche dai primari, dai medici, dagli Usca, dai medici delle nostre strutture territoriali, ed è quella del test rapido. Tutti i primari di pronto soccorso stanno richiedendo alla Regione la fornitura dei test rapidi che, mi hanno detto, riscontrano la positività intorno alla percentuale del 98%. Capite, quindi, che è di estrema importanza, avendo un ospite con la febbre, avendolo portato al pronto soccorso, nel giro di due ore verificare se è positivo o meno, soprattutto nel caso in cui positivo non è. Visti i dati dei contagi nelle Marche possiamo essere fiduciosi, si sono sentite tante cose in questi giorni sulla stampa, ma anche in radio e TV, abbiamo già parecchie prenotazioni di turisti italiani che verranno nella nostra regione, di questo siamo contenti e siamo contenti che una parte importante arrivi anche dal nord, in particolare dalla Lombardia. Siamo una regione ospitale lo siamo anche in una condizione difficile e complicata come questa perché sinceramente alcuni appelli, alcune chiusure di altre regioni, per lo meno a noi di Italia Viva, non sono assolutamente piaciute.
Benvenuti a tutti coloro che verranno nella regione Marche, cercheremo di farli stare tranquilli anche da questo punto di vista per quanto riguarda purtroppo il Covid 19.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Procediamo con la verifica del numero legale.
Presenti: Rapa, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Maggi, Pergolesi, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Assenti: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Leonardi, Marconi, Marcozzi, Pieroni, Zaffiri, Talè, Volpini, Zura Puntaroni.
Presenti 15, assenti 16.
Numero legale assente, quindi, non possiamo proseguire la seduta. Dichiaro chiusa la seduta.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,10
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, riprendiamo le sedute in presenza. Dichiaro aperta la seduta n. 165 del 9 giugno 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 164 del 29 maggio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Durante la riunione dei Capigruppo è stata chiesta l’iscrizione di alcune mozioni, lascio, quindi, la parola al Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Chiedo all’Aula, vista la discussione e l’urgenza dell’argomento, di inserire nell’ordine del giorno di oggi la mozione 696 del Consigliere Giorgini e 697 del Consigliere Fabbri che riguardano la terapia intensiva. Grazie.
PRESIDENTE. Oltre alla richiesta del Consigliere Maggi, ce n’è un'altra del Consigliere Urbinati, che non vedo in Aula, che nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi ha chiesto l’iscrizione della mozione 698 “Chiarimenti in merito alla prosecuzione delle attività ricettive nel caso che un turista risulti positivo al Covid durante il soggiorno”. I Capigruppo hanno dato parere favorevole, quindi, se non ci sono obiezioni, inseriamo le mozioni nn. 697 e 697 (abbinate), n. 698, in fondo all’ordine del giorno, dopo il punto 13, così come inseriamo l'interrogazione 1025 del Consigliere Biancani in coda alle interrogazioni, avendo la Giunta dato il parere favorevole all'iscrizione.
Proposta di legge n. 339
ad iniziativa della Consigliera Bora
“Interventi per la promozione dell'educazione alla cittadinanza globale ed alla cultura della sostenibilità”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 339 della Consigliera Bora.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Voglio esprimere il piacere di ritornare in Consiglio regionale perché significa che si stanno riprendendo nel migliore dei modi le varie attività, le cose stanno andando discretamente bene, anzi positivamente. Ho letto questa mattina i dati legati al Covid e non c'è nessun caso positivo registrato. E’ particolarmente piacevole aprire i lavori di questo Consiglio che ritorna in Aula, anche perché sono 3 mesi che non esco dai confini del mio comune.
Sono qui ad illustrare la legge che dovremmo votare stamattina, presentata dall'Assessore Bora, che riguarda “Interventi per la promozione dell’educazione alla cittadinanza globale e alla cultura della sostenibilità”.
Prima di parlare di questa legge va inquadrato il lungo lavoro portato avanti nel tempo, sia a livello internazionale che nazionale, a cui chiaramente la Regione Marche ha partecipato ed ha aderito attivamente e a cui oggi dà una forma più completa attraverso l'approvazione.
Il quadro generale di riferimento dell’educazione alla cittadinanza globale trova il suo riferimento nell’Organizzazione internazionale delle Nazioni Unite, ONU, ed in particolare nell'Unesco, i principi fondamentali che vengono trattati sono: la comprensione, la cooperazione, la pace internazionale, l’educazione ai diritti umani e le libertà fondamentali.
In questo ambito si muove la legge, tant'è che una parte fondamentale della norma fa riferimento ad un atto approvato dall'Assemblea nazionale generale delle Nazioni Unite nel 2015, che è l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. E’ un atto importante tanto che nell'articolo 1 della proposta di legge si fa riferimento al rispetto dei principi fondamentali dell'Agenda 2030.
Ci sono poi una serie di atti, di situazioni che generano il quadro in cui si muove questa legge, tra cui la Carta sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani adottata da 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa nel 2010, con cui è stata data una struttura ai principi fondamentali.
Nel 2003/2004 il Miur ha costituito un Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti, anche per la mobilità Erasmus, che noi conosciamo benissimo e che ha rappresentato una crescita a livello europeo nell'interscambio tra i vari Stati.
Uno dei passaggi rilevanti che va sottolineato in maniera determinata e importante è che la materia dell’educazione civica, introdotta in Italia nel 1958, nell’anno scolastico 2010/2011 ha cambiato nome assumendone un altro: “Cittadinanza e Costituzione”. Questo per dare un significato, per formare i cittadini italiani e nello stesso tempo i cittadini d'Europa e del mondo. Credo uno dei passaggi più importanti per la formazione della cultura della cittadinanza globale.
Altri passaggi che vanno riferiti, riguardano il lavoro delle Università, che hanno promosso la Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (RUS), coordinamenti degli atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale.
La legge nazionale 125 del 2014 promuove la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile ed emerge in maniera chiara che il lavoro deve essere fatto attraverso il coordinamento tra vari livelli di governo (internazionale, nazionale, locale).
Il coordinamento tra il Ministero dell'istruzione ed il Ministero dell'ambiente ha portato all’approvazione della Carta di intenti, passaggio determinante per questo percorso e per arrivare a una cultura della sostenibilità e della cittadinanza globale.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel 2016 ha assunto una posizione comune sull’ECG nel documento “Educazione alla cittadinanza globale”.
Importante è anche l’attività svolta dalle OSC (organizzazioni della società civile) che a livello nazionale lavorano e collaborano per la cooperazione e la solidarietà.
Passaggio determinante nel raccontare un po’ questa storia, che dà il quadro generale in cui interviene la legge, è l'approvazione da parte del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo della Strategia italiana per l’educazione alla cittadinanza globale (ECG). La Strategia deve essere portata avanti a vari livelli di governo, non solo internazionale, europeo, nazionale, ma anche territoriale attraverso piani di intervento che riguardano le Regioni, le associazioni e gli enti locali.
La Regione Marche ha messo nel piano triennale l’educazione alla cittadinanza globale, ormai da anni lavora su questi temi, tant’è che è stata capofila di progetti importanti per diversi milioni di euro, soprattutto legati all'Erasmus, che è una parte di rilievo nella fase di costruzione della cittadinanza globale. Oltre ad essere capofila di progetti importanti a livelli nazionali ed europei, l’Assemblea legislativa ha approvato il Piano triennale integrato per l'internalizzazione e la promozione all'estero, la cooperazione internazionale, la cooperazione territoriale europea e la strategia Adriatico ionica Eusair, temi in linea con la creazione della cittadinanza globale.
Non solo questo, a livello locale operano:
- Marche solidali (network di associazioni e ONG), una trentina di ONG che lavorano in questi settori;
- Centro servizi volontari delle Marche;
- Università della Pace, che è stata istituita nel 2002. Ricordo i dibattiti fatti in questo Consiglio, nella passata legislatura, in particolare ricordo un Consigliere di Forza Italia che quando ne parlava aumentava la produzione di adrenalina per l’impegno che metteva su questi temi.
Ecco il quadro in cui si inseriscono le Marche con questa proposta dell’Assessore Bora, che noi abbiamo trattato in Commissione. Un lavoro in cui la nostra Regione porta avanti una parte importante, uno “scacchetto” per costruire la cittadinanza globale e la cultura della sostenibilità.
La legge è composta da 13 articoli, quindi non è corposissima ed è molto semplice dal punto di vista della struttura. In Commissione abbiamo appena ritoccato due, tre passaggi, che poi spiegherò, per il resto è stata approvata a grande maggioranza, mi sembra con un solo astenuto, tutti favorevoli ad un'operazione di carattere generale riferita alla Carta, il documento approvato dalle Regioni all'unanimità, su cui c’è già un consenso a livello nazionale.
L'articolo 1 è legato alle finalità, nel quale si enuncia l'Agenda 2030, approvata dall'Assemblea generale delle Nazione Unite.
L'articolo 2 delinea l'ambito degli interventi, su questo abbiamo fatto una piccola, ma importante correzione, legata alla revisione dei curricula scolastici, dove c'era scritto “inserire” noi abbiamo messo “consolidare”, nel senso che già la scuola ha avviato la formazione rispetto a questi percorsi ed è giusto dire “consolidare” e non “inserire” come se fosse qualcosa di nuovo.
L'articolo 3, importante, riguarda il Programma per le politiche integrate di educazione alla cittadinanza globale, che deve essere stilato.
Le modalità di intervento sono previste nell'articolo 4, mentre l'articolo 5 elenca i soggetti che lavorano nel tema dell'educazione alla cittadinanza globale, si mette in risalto e si evidenzia l’importanza dell'ambito produttivo.
L'articolo 6 istituisce la Consulta per l’educazione alla cittadinanza globale, organismo importante di consulenza e di proposta alla Giunta per l’ approvazione del programma, un lavoro di raccordo, la Consulta deve mettere insieme tutti i pezzi che partecipano all'attività di questo settore. Nelle diverse componenti noi abbiamo aggiunto un rappresentante delle Università marchigiane, nominato dalla Conferenza dei Rettori della regione Marche, quindi abbiamo allargato alle Università, che in tutto questo lavoro hanno una parte sicuramente importante.
L'articolo 7 prevede i compiti della Consulta, che sono quelli di concordare, come ho detto prima, le varie parti; i soggetti promotori che agiscono e che sono elencati nell'articolo 8.
L'articolo 9 riguarda la Giornata regionale sull’educazione alla cittadinanza globale, che verrà organizzata ogni due anni.
L'articolo 10 (Struttura regionale per le politiche e l’educazione) riguarda le strutture della Giunta e le proprie competenze.
L’articolo 11 (Clausola valutativa), ogni due anni la Giunta relaziona al Consiglio sull’attuazione della legge e dei risultati ottenuti.
L'articolo 12 riguarda le disposizioni finanziarie. Negli articoli 12 e 13 siamo intervenuti in quanto era previsto un finanziamento a bilancio di 153.000 euro, ma sia per i tempi, sia perché entro l’anno andremo a votare, sia perché c'è da nominare la Consulta e da far partire il piano, considerate anche le difficoltà del momento per le quali occorre reperire tutti i fondi possibili, quest'anno le risorse potranno essere destinate ad altre funzioni. 100.000 euro sono previsti nel bilancio 2021/2022, la legge viene approvata oggi ma, considerato che c’è da nominare la Consulta e la questione finanziarie, partirà dal prossimo anno. Questo ci sembrava opportuno.
L'articolo 13 in maniera molto chiara prevede che il programma di lavoro verrà approvato entro 60 giorni dall'approvazione del bilancio 2021/2023. Quindi oggi approviamo la legge, siamo in linea con un lavoro di carattere internazionale, si sancisce il lavoro che sta facendo la Regione Marche, ma di fatto la partenza si avrà nel 2021.
L'ultima cosa che voglio dire è che questa proposta di legge ha avuto il parere favorevole sia del Cal che del Crel, altro elemento sicuramente positivo di una legge che può sembrare semplice, ma in realtà non lo è, è inserita in un contesto di grande discussione, sia a livello nazionale che europeo ed internazionale, quindi le Marche si allineano a questa logica facendo la propria parte. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non riprendo quanto illustrato dal Consigliere Traversini perché ha fatto una disamina attenta di tutti gli argomenti e degli articoli che compongono la normativa.
La normativa è molto lineare nella stesura, sottolineo soltanto l’altezza dei contenuti, perché questa legge vuole far alzare la cultura, il sentimento, la coscienza dei cittadini, contrastando approcci coloniali, xenofobi, razzisti, sessisti, discriminatori. Abbiamo in questi giorni l'esempio di cosa sta succedendo negli Stati Uniti, giusto per riportare un fatto eclatante di cronaca. E’ a favore della coscienza ambientale, dell'inclusione, della responsabilità sociale delle imprese. Propri in questi giorni occorrerebbe approfondire il tema dei diritti umani, dei beni comuni e della non violenza, quindi auspico che questa normativa possa essere applicata in maniera stringente, che la Consulta lavori con le Università e le Scuole in modo da poter preparare dei programmi di formazione per i nostri ragazzi e per la cittadinanza attiva.
Esprimiamo il voto favorevole alla norma.
L'aspetto finanziario, per il finanziamento di questa legge si prevedeva 50.000 euro all'anno a partire da quest'anno, ma dato che siamo in un momento in cui si rastrellano tutti i fondi possibili, dato che siamo in emergenza Covid, abbiamo deciso di emendare questo aspetto ed abbiamo stornato i 50.000 euro mettendoli a disposizione del bilancio generale, questa legge verrà finanziata dal 2021, con 50.000 euro per gli anni successivi. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Un caro saluto a tutti i colleghi e grazie per aver calendarizzato questa proposta di legge, grazie anche per avermi dato la possibilità di illustrarla personalmente anche se da remoto, considerata la contingenza del momento che sto vivendo.
Ci tenevo ad illustrarla anche se devo dire che i Consiglieri Traversini e Fabbri lo hanno già fatto in maniera egregia. Ci tengo anche a ringraziare le associazioni di categoria e gli uffici che in questi mesi hanno davvero dato il massimo affinché la nostra Regione, con il voto unanime di oggi, possa diventare la prima Regione in assoluto a dotarsi di una normativa di questo genere che, come ha ricordato il Consigliere Fabbri, è quanto mai attuale, in un periodo che è diventato anche emergenziale e dove le speech e le fake news sono diventate la normalità e non l’eccezionalità.
La Regione Marche, come sapete, in questi anni ha mantenuto elevata l’attenzione alle attività di cooperazione internazionale e territoriale, non nascondendo la limitatezza delle risorse che ogni anno abbiamo comunque cercato di assicurare.
Abbiamo lavorato con i network marchigiani e le singole associazioni, unendo risorse regionali ai cofinanziamenti delle associazioni marchigiane ed alle risorse numerose, come ha ricordato il Consigliere Traversini, provenienti dall’Unione europea, ma anche dall’AICS e dal Ministero dell’Interno e da questo punto di vista ricordo un bellissimo progetto: “Professioni Senza Frontiere”.
Tale lavoro, svolto tutti insieme, ha permesso di mantenere un sistema territoriale di cooperazione internazionale attivo e pronto alle sfide globali pre e post COVID-19 per il contributo della comunità marchigiana agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030.
Dal punto di vista della programmazione, come ha anticipato anche il Consigliere Traversini, ricordo che è in vigore il piano triennale di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale 2019-2021, nel quale è emersa la necessità di avviare un percorso nuovo a livello territoriale relativo all’educazione alla cittadinanza globale.
Questo percorso ha portato ad inserire come priorità l’educazione alla cittadinanza globale ed a favorire programmi e progetti volti a creare un sistema locale. E’ una sensibilità che nasce da lontano, dal 2008 ad oggi la Regione Marche si è trovata a gestire da capofila e da partner numerosi progetti europei e nazionali finanziati da EuropeAID, Erasmus+, AICS, Ministero dell’interno per un totale di 1,5 milioni di euro direttamente gestiti a fronte di oltre 10 milioni di euro di fondi pubblici movimentati dai progetti e dai vari partenariati. Questo percorso svolto negli anni ha portato a definire tra le priorità del piano triennale 2019-2021, l’educazione alla cittadinanza attiva e globale.
Nel piano si ribadisce che è necessario sviluppare azioni su scala locale, nazionale ed internazionale che supportino la realizzazione di iniziative di educazione alla cittadinanza globale in attuazione della Strategia nazionale approvata a febbraio 2018, che consolidino il ruolo delle Marche come attore nazionale ed internazionale in tale settore.
A livello locale numerose sono le iniziative e gli attori, che non hanno mai mancato di dare il loro contributo, ricordo, ad esempio:
- le attività pregevoli di Marche Solidali, il network di Associazioni ed ONG operanti nella cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale delle Marche che ad oggi conta oltre 30 aderenti, stimolando un maggiore impegno nelle istituzioni a favore della solidarietà internazionale e cittadinanza globale,
- le attività dell’Università per la Pace, costituitasi nel 2002, che ha saputo con grande maestria interpretare i segni di una società e di un’epoca che cambiano;
- il Seminario nazionale ed internazionale di Educazione Interculturale promosso dalla ONG marchigiana CVM da diversi anni;
- il protocollo di intesa per una società inclusiva, multietnica e multiculturale e per un sistema regionale, chiamato a supportare l’educazione alla cittadinanza globale partendo dai contenuti dell’Agenda Onu 2030, i cui sottoscrittori sono: Consiglio regionale delle Marche, 4 Università (Ancona, Camerino, Macerata ed Urbino), CVM, Rete di scuole marchigiane e Università per la Pace; con questo protocollo si confermano le Marche come comunità coesa, aperta, solidale ed inclusiva.
La presenza di numerosi attori ed iniziative rende opportuno adottare una specifica normativa di riferimento sul tema dell’educazione alla cittadinanza globale.
La necessità di approvare la legge nasce dall’esigenza di attuare la strategia nazionale ed anche per distinguerci nel panorama nazionale rispetto alla sensibilità e solidarietà del nostro Consiglio regionale, che credo sia quanto mai opportuno ribadire.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Abbiamo preso in esame in Commissione questa proposta di legge, che nelle intenzioni chiaramente è più che condivisibile, perché sfido chiunque a dire che le finalità non debbano essere promosse in qualsiasi ambiente educativo, ma di fronte a questa, più che condivisibile proposta di legge, le domande da porsi sono sostanzialmente due.
La domanda principale è: la scuola, gli istituti scolastici, gli istituti educativi possono esimersi dal perseguire determinate finalità? Si può fare lezione dicendo il contrario e non educando alla cittadinanza globale? E’ proprio la parola educazione che prevede di promuovere la collaborazione, gli atteggiamenti di cooperazione ed anche la costruzione di un mondo migliore.
La Regione riconosce l'educazione alla cittadinanza globale, così come promossa dall'agenda ONU 2030, per lo sviluppo sostenibile della strategia nazionale, eccetera, ma poteva non farlo? Questa è la domanda che pongo. Si potrebbe non aderire a queste finalità? Penso proprio di no, quindi vado direttamente e brevemente alla seconda domanda che mi pongo: è stata vista l'esigenza di proporre ora qualcosa che innegabilmente a scuola va fatto ed è stato sempre fatto? Tant'è vero che, mi sembra, l'articolo 2 prevede la revisione dei curricola scolastici, finalizzata a consolidare competenze, segno che è già stato fatto e che bisogna continuare a fare, ma c’è oggi l'esigenza di presentare questa proposta di legge soltanto per inserire delle risorse, risorse che sono pari a 100.000 euro nei prossimi due anni.
Quello che avevo chiesto in Commissione, venendo da un ambiente scolastico, conoscendo le problematiche quotidiane, più che quotidiane, che si presentano in una scuola e che ultimamente ha visto amplificare le difficoltà che già aveva è: come verranno utilizzate queste risorse?
In realtà una risposta dalle audizioni in Commissione non l'ho avuta, quindi questa proposta di legge, come tante altre, è da votare a scatola chiusa, noi intanto destiniamo le risorse e poi vedremo in sede di regolamento come inserirle.
La scuola ha bisogno di risorse dirette quando si fanno dei progetti, saranno impiegate per gli istituti scolastici? Ad esempio per l’acquisto di materiali di facile consumo, di sussidi, o piuttosto saranno destinate per la pubblicazione estemporanea di qualche opuscoletto, oppure per i lavori gestionali della Consulta o altre spese gestionali non specificate? Non sappiamo come saranno impiegate queste risorse.
È importante saperlo in questo momento perché abbiamo visto che la scuola era già in difficoltà, abbiamo sempre avuto problemi di classi pollaio, abbiamo sempre avuto tagli nella scuola, che ultimamente sono stati ampliati dal periodo Covid. Stiamo facendo un salto nel buio perché non sappiamo in realtà ancora adesso le scuole in cui è mancata la carta igienica, io stessa dovevo recuperare le fotocopie vecchie per fare la fotocopia e, stando in questo ambiente, vedo tante volte lo spreco di carta che si fa, mentre noi la centelliniamo. Non ci sono le risorse e qui si parla di banchi, di plexiglass, di mascherine e di altro, quanti di questi 100.000 euro andranno veramente alle scuole, se non altro per comprare i fogli su cui i bambini faranno quei bei disegni che vengono proposti ogni anno dall'Università della Pace, che non fa altro, anno dopo anno, che proporre nella Giornata della pace il solito e medesimo concorso di disegni destinato a tutte le scuole. Questo è l’aiuto per le scuole?
Non sappiamo nemmeno come ripartiremo, se ripartiremo, è stato detto soltanto che i bambini dovranno tornare a scuola, dai 6 anni in su con le mascherine, il che significa che in prima elementare una parte della classe avrà le mascherine, chi ha compiuto 6 anni, e una parte no. Il distanziamento …, i banchi li segheremo a metà, non lo so.
Questi sono i problemi reali a cui andremo incontro già da settembre e capisco perché ci si affretta a decidere una data per le elezioni regionali prima dell'inizio della scuola, perché con la scuola scoppierà il bubbone, attenzione, perché le famiglie non sapranno come gestire, gli insegnanti non sapranno come gestire, i presidi non sapranno come gestire la situazione. Abbiamo aule che sono state sempre insufficienti, non adeguate, manca addirittura la carta igienica e non lo dico per dire, o per sentito dire, perché da dove vengo io mancava la carta igienica, dovevo comprare i fazzolettini di carta, ho sempre dovuto portare il disinfettante, i bidelli compravano i detersivi perché ad un certo punto dell'anno scolastico non ce n'erano più ed io vengo da una realtà eccelsa, vengo dalla bellissima scuola che aveva regalato Diego Della Valle, vengo dal top del top, figuriamoci le altre!
Vanno bene le finalità, ma come impiegheremo le risorse? Andranno direttamente nelle scuole o le insegnanti dovranno continuare a mettere la mano in tasca per comprare le risme, le cartucce di inchiostro, per fare questi bei progetti?
Lo voglio sapere prima perché a scatola chiusa non voto più niente.
Ecco, questa è la dichiarazione di voto del mio gruppo, che non si astiene nemmeno, vota contro questa modalità, vota contro un qualcosa che non si sa, che potrebbe essere condivisibilissima. Voi pensate, io sono un’insegnante, che abbia insegnato valori contrari a quelli che sono nelle finalità di questa proposta di legge? Trovatemi la prova, un giorno, un minuto della mia carriera scolastica in cui abbia fatto io o altri insegnanti, qualcosa di diverso, quindi, condivisibili le finalità, ma gli stanziamenti voglio sapere fino all'ultimo centesimo dove vanno. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.
Manuela BORA. Grazie Presidente. Da un lato do merito alla Consigliera Malaigia di aver centrato un po' quello che è l’obiettivo di questa proposta di legge, un'educazione che parte dalle scuole, dai ragazzi, dalle nuove generazioni, perché riteniamo che purtroppo anche sul fronte delle nuove generazioni ci sia un grande bisogno di promuovere questa attività di educazione alla cittadinanza globale, crediamo che investire nelle nuove generazioni sia assolutamente efficace.
Dall'altro lato ho temuto che l’intervento della Consigliera Malaigia fosse confuso, invece ho la sensazione che tutto il tema della carta igienica, della mancanza di fondi delle scuole, per le quali nutro un profondo rispetto e sicuramente c’è da fare di più, sia forse un pretesto per dire che la Lega si dissocia da attività di sensibilizzazione di questo tipo. Lo poteva fare magari in maniera più esplicita, senza tanti panegirici, però capisco anche l'imbarazzo di dover dire che si rappresenta un partito in cui la coesione e la solidarietà non sono dei valori.
Rispondendo nel merito alla domanda che lei pone, intanto parto da un altro presupposto, se un’Assemblea legislativa vuole fare una proposta di legge che sia seria, che non rimanga un libro dei sogni, non può prescindere da uno stanziamento di risorse, e come lei sa è uno stanziamento iniziale che può essere rivisto sia in aumento che in diminuzione attraverso strumenti che noi abbiamo (approvazione di bilancio e manovre di variazioni), come ha ricordato benissimo il Consigliere Traversini, di fatto la disponibilità delle risorse avverrà a partire dal 2021, quando speriamo che l’emergenza Covid sia rientrata.
Una stragrande maggioranza di queste risorse …, è una domanda che noi abbiamo già posto perché lei oggi ha detto che non voterà più niente a scatola chiusa, io personalmente non l’ho mai fatto e non intendo farlo, come credo tanti miei colleghi di maggioranza. Ovviamente a noi sta molto a cuore sapere come vengono spese le risorse pubbliche, quindi la valutazione delle risorse non è frutto di una stima un tot al chilo, ma l’abbiamo fatta sulla base di alcune interlocuzioni che abbiamo avviato con le associazioni di categoria in sede di Consulta.
E’ evidente che sarà la Consulta poi a disciplinare meglio attività e costi connessi, dovranno esserci meno costi, ad esempio, perché non sarà più possibile organizzare iniziative o dovremmo farle in maniera più contenuta, sono comunque certa che quelle risorse non verranno sprecate, magari verranno impiegate l’anno successivo, però le confermo che l'attività di sensibilizzazione nelle scuole rappresenterà l’attività preponderante di questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Intervengo perché questa proposta, pur essendo una legge di indirizzo molto importante, è stata molto dibattuta in Commissione e, se mi è consentito dal Presidente Traversini, è stata migliorata.
Assessore, questa proposta di legge non era partita molto bene, capisco anche la forte contrarietà della Consigliera Malaigia, perché quando si fanno leggi di indirizzo che toccano le comunità, soprattutto le comunità dei giovani, bisogna stare molto attenti, molto tranquilli e soprattutto centellinare cosa si dice.
Dico questo perché non l’ho apprezzata assolutamente, come la Commissione, posso dirlo anche a nome dei colleghi, questa norma è nata e partita malissimo, basta analizzare l’articolo 2. La prima stesura di questa legge prevedeva che la Regione Marche individuasse la scuola quale elemento di formazione e centro educativo nella quale tutti gli attori si dovevano riconoscere. Ma ragazzi, io dico, speriamo che nessuno legga la proposta di legge della Giunta, speriamo che nessuno la legga: “la Regione Marche individua la scuola come elemento centrale dell'educazione dei nostri ragazzi, dove tutte le componenti - dai genitori, agli alunni , ai bidelli a chicchessia - partecipano al progetto educativo”. Scherziamo? Dopodiché è stata derubricata in “promuove”, state attenti quando fate le leggi, interpellate anche il sistema, perché si fa solo brutta figura, e ringraziate Dio che non abbiamo voluto fare polemica, Assessore, su questo aspetto, altrimenti avremmo potuto farla e non sarebbe finita mai. La Regione dopo cinquant'anni di esistenza si accorgeva che era la scuola l'elemento fondamentale, in cui doveva esserci la concertazione di tutti gli elementi per avviare il processo educativo dei nostri giovani. Siamo alla frutta, lasciamo perdere.
Bontà della II Commissione, bontà dal Presidente Traversini, si è fatto rilevare questa cosa - e parlo di cose avvedute, prendete dalla prima stesura - dove abbiamo detto: “guardate che promuove, non individua”, ma non ce n'è bisogno di ribadirlo perché da che mondo è mondo in quest'Aula, vedo anche illustri colleghi che vengono dal mondo della scuola, nelle Marche, grazie a Dio, questa concertazione, questo lavoro all'interno delle istituzioni, coinvolgendo tutti gli attori, si fa da sempre.
Va bene, non si può dire di no ad una legge che, come ha detto il Consigliere Fabbri, ha dei principi ispiratori molto solenni, non si può dire di no ad una cosa di questo tipo, però adesso bisogna costruirli questi percorsi e bisogna pur capire se i 100 mila euro, 50 mila più 50 mila, sono destinati al piccolo convegno, al piccolo cabotaggio, oppure a fare il solito “concorsetto” che facciamo da tanti anni, e chi vi parla, parla a ragion veduta, perché ho insegnato per quasi vent'anni, quindi non sono uno che viene da Marte, so come funziona la scuola, so come si fanno certe cose. Credo che le risorse debbano essere utilizzate per progetti specifici, tipo le borse di studio, non facciamo un discorso di dottorati di ricerca perché per i dottorati di ricerca oltre alle istituzioni, Regione ed enti locali, ci sono le Università, c’è lo Stato e ci sono anche i privati, che molto spesso li finanziano all'interno delle proprie aziende, facendo cose magnifiche perché fanno lavorare questi ragazzi, bravissimi, che fanno ricerca su temi specifici per il miglioramento della nostra comunità, sia a livello economico, a livello industriale, che a livello sociale.
Impegniamo le risorse in un discorso molto più basso, andiamo a vedere cosa succede in periferia, dove ci sono delle scuole molto belle, eccellenti, che fanno educazione, nelle quali le maestre sono il cardine dell'educazione. Rivendico questa cosa, facevo l'insegnante di scuola superiore, ma ho sempre detto che dobbiamo fare dei monumenti alle maestre perché, vuoi o non vuoi, se arriva il ragazzino di 12/13 anni che non è formato perbene dalla scuola primaria, è difficile poi aggiustare il tiro. Un monumento alle maestre e poi andiamo a lavorare lì dentro per vedere di fare dei progetti specifici per incentivare il loro lavoro e per gratificare le famiglie su determinati temi, arrivare ai ragazzi attraverso le famiglie. Poi una volta fatto questo passiamo a livelli superiori.
Dico che l’indirizzo generale va bene, la legge è stata aggiustata, e lo rivendico a nome della Commissione, non mio personale, non perché l'ho detto io, non perché ho visto la discrasia che denotava una scarsa conoscenza, sarebbe stato molto grave se fosse nata una polemica su questo aspetto.
I percorsi che devono fare queste leggi di indirizzo sono molto accidentati, se si sbaglia, se non si sceglie la strada giusta, il bivio giusto, rimangono lettera morta, nascono come dichiarazione di intenti, seppur fondamentali, seppur nobili, ma non portano a nulla. Quindi mi raccomando che questi 100 mila euro, 50 mila più 50 mila, vengano utilizzati nel modo migliore per fare progetti specifici, che non vadano ai soliti noti, questo è il discorso, che non si faccia politica spicciola su queste tematiche, sulle quali occorre fare una politica nobile, come ha detto il Consigliere Fabbri. Ovviamente sono favorevole, ma la critica su questo aspetto andava fatta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Con l'occasione faccio gli auguri di buon compleanno al nostro collega che compie pochissimi anni, è sotto i 50, una cosa quasi vergognosa, un bambino. Vorrei anche ricordare ai colleghi che oggi è il novantunesimo giorno dall'inizio dell'emergenza sanitaria, dalla prima chiusura, il settimo della terza fase, e noi fra le prime Regioni in Italia facciamo il Consiglio regionale in diretta, dopo averne fatti molti in remoto, e di questo voglio rendere pubblicamente merito al nostro Presidente Mastrovincenzo che ha faticato in questi tre mesi a mediare fra me e il Consigliere Zaffiri che volevamo il ritorno in Aula immediato e altri colleghi più prudenti e timorosi che volevano andare avanti ancora per altro tempo in remoto. Grazie Presidente per questa sua sensibilità, per questo lavoro, anche perché l'Aula è stata prontamente preparata ad accoglierci per ritornare ad una condizione di democrazia reale, per quanto mi riguarda, e non virtuale.
Nel merito del provvedimento in linea di principio potrebbe andare bene tutto, invece per me non va bene niente, in linea di principio non va bene niente di questo atto, a livello pratico potrebbe essere anche interessate. Rovescio il ragionamento fatto dal Consigliere Celani, un po’ buonista per l'occasione, lo scavalco a destra, non al centro.
Trovo una difficoltà su due punti, uno è il comma 2, dell'articolo 2, punto 3, nel quale viene ripetuto questo patetico elenco di tutti i mali del mondo, nel quale ne mancano tanti. Quando si fa un elenco dei mali, che sono mali, nessuno mette in discussione che non lo siano, ma ho qualche difficoltà sul sessismo anche perché sono stato definito da un Consigliere nell'ultima seduta di marzo “sessista”, quindi faccio fatica a votare una cosa su cui dovrei essere educato. Questo mi dà veramente fastidio da autentico cristiano e liberale, a me dà fastidio l'idea che bisogna educare i cattivi, io sono convinto che lo Stato non debba svolgere questo tipo di funzioni, questo fa parte, lo sappiamo bene, di una tradizione culturale che la sinistra ha sempre sposato, anche la destra in altri tempi, in altre circostanze. Non so se il Presidente Ceriscioli la pensa come me, in questi 5 anni mi ha dato l'impressione di avere una grande libertà culturale riguardo a questa materia e su questo argomento colgo l'occasione per ringraziarlo perché su questioni estremamente delicate da un punto vista etico ha dimostrato una libertà rispetto alla sua maggioranza, ha tenuto la Giunta fuori da queste diatribe, quindi, come in altre occasione, Presidente Ceriscioli, le dò merito di questo e di tante altre cose, ma ritengo che lo Stato non debba fare questa cosa.
C’è poi un aspetto pratico che avevamo già visto a suo tempo con il Consigliere Maggi in occasione di un’altra legge, tutto addosso alla scuola, questa è una cosa che non è più possibile, la scuola è intasata, non riesce a fare bene i propri programmi, non sollevo le questioni pratiche che sollevava la Consigliera Malaigia, ma non riesce a far bene le sue cose. Avevamo una scuola semplice, che finiva alle 12,30/13,30, adesso abbiamo una scuola con 6 ore di 52 minuti, di 55 minuti, di 57 minuti, siamo scesi nel ridicolo come in tante altre circostanze, una scuola dominata dai burocrati e non dai maestri. La scuola deve essere governata dai maestri, abbiamo cancellato anche questa terminologia “maestro”, uno che ha la pretesa e la responsabilità di una educazione a tutto tondo, invece abbiamo fatto una scuola di specialisti, sezionando il sapere siamo andati a dare informazioni più che formazione, e questo non va bene.
La scuola italiana era superiore, decisamente, alla debolissima capacità educativa e formativa della scuola statunitense, per esempio ne cito una extraeuropea, perché noi non davamo quell’educazione specifica che danno alle medie inferiori e superiori negli Stati Uniti d'America, tutta sezionata in particolari, ma davamo una conoscenza più ampia e articolata e l'Università era il completamento di questo quadro.
Ci siamo piegati alla cultura neocapitalista che vuole dare un'educazione di tipo settoriale perché alla fine quello che dobbiamo fare è creare delle persone che devono produrre, che devono guadagnare e far guadagnare, e questo non mi piace e non mi piace questo disperato tentativo di recuperare rispetto a personalità frazionate, che poi diventano violente, diventano xenofobe, diventano sessiste, diventano incitatrici d’odio. E’ la conseguenza di una mancata formazione di carattere universalista, quindi lascio l'Aula alla sua decisione, non interferisco nel bene e nel male, tanto il trentunesimo voto non sarebbe servito a nulla in questa occasione, come in altre. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Anch'io mi aggiungo a quanto poc'anzi è stato detto in quest'Aula, la ringrazio e ringrazio anche il suo staff e la Segretaria generale di questo Consiglio per aver operato per far sì che questa riunione, questo Consiglio, si svolgesse in Aula, per riprendere un contatto tra le persone, che è uno degli aspetti più importanti della vita quotidiana. C'era e c’è chi la pensa diversamente, ma credo che il ruolo della democrazia sia anche quello di essere presenti e di parlare tra di noi, per questo ringrazio di nuovo il Presidente, la Segretaria generale ed il suo staff.
Credo che su questa legge abbia ragione la Consigliera Malaigia, abbiamo leggi di indirizzo che vengono prodotte, approvate e nella sostanza non hanno riscontro, perché una legge è un progetto, secondo me, un progetto per realizzare determinati obiettivi. Evidenzio che di queste leggi ne abbiamo approvate molte in questa Aula, il più delle volte rimangono lì o servono soltanto per fare qualche iniziativa di facciata, io le chiamo iniziative di facciata perché non si entra in problemi particolari.
Parliamo di una realtà molto delicata, del mondo della scuola, che ha visto negli ultimi decenni dei passaggi estremamente difficili e in questo momento è sotto una campana ed ha dei problemi importanti da risolvere. Credo che questo sia il problema.
Per quanto ci riguarda vengono fatte delle affermazioni del tutto gratuite, che noi come Lega rimandiamo al mittente. Ci si dice che prendiamo a pretesto queste osservazioni perché siamo lontani dal mondo della coesione e della solidarietà, ma da che pulpito viene questa affermazione! Credo che questa sia la debolezza del progetto, la debolezza della proposta che abbiamo ascoltato, non dai Consiglieri Zaffiri o Malaigia, ma da altri.
Penso che si debba fare una riflessione molto attenta, ci sono dei problemi, che trovano riscontro nel mondo della programmazione, degli indirizzi. E’ facile fare gli indirizzi, ma poi bisogna applicarli, bisogna dare concretezza alle cose per far diventare efficiente una proposta di legge. Con questa oggi registriamo l’ennesima presa in giro perché si fanno le enunciazioni e non c'è un contenuto concreto, questo è l'aspetto della legge che come Lega vogliamo sottolineare.
Le osservazioni che ho ascoltato sono del tutto pretestuose, le rimandiamo al mittente perché si potrebbe creare una proposta di legge che sia di contenuti e dia delle risposte alla nostra comunità, questa purtroppo non le dà. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Capisco che quando ci si avvicina alle elezioni tutto diventa molto più complicato e delicato nell'affrontare i temi.
Al di là delle votazioni fatte, vorrei ricordare, come ha già fatto ampiamente il Consigliere Celani ed altri, che il lavoro fatto dalla Commissione è stato quello di migliorare la proposta di legge, anche se l’ha ritoccata in poche parti, ma fondamentali.
L'ho detto all'inizio della mia relazione, tutta la legge riporta alla Carta dei principi di carattere generale del 2018, ma soprattutto all'accordo nazionale di tutte le Regioni, un lavoro positivo.
Ripeto, abbiamo deciso di togliere le cifre di quest'anno per metterle a disposizione delle esigenze legate alla situazione che stiamo vivendo, poi il prossimo anno, nel momento in cui la legge partirà, dopo aver nominato la Consulta, ci sarà da iniziare il lavoro e la programmazione. Ci sono 50 mila euro ed altri 50 mila euro che potranno essere aumentati, cambiati, se ne parlerà il prossimo anno dopo le elezioni.
Rimane un lavoro in linea con un discorso di carattere nazionale ed internazionale a cui le Marche partecipano, avendo anche la possibilità di essere tra le prime ad organizzare in maniera diretta quello che è un tema fondamentale, è stato ribadito, di una società che parla di diritti fondamentali, che dice no al razzismo, all'antisemitismo, una serie di concetti fondamentali su cui le Marche vogliono continuare a lavorarci in maniera attiva. Tutto qui.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 9. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 10. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 11. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 12. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Come Forza Italia voteremo favorevolmente questa proposta di legge, nonostante le critiche mosse dal Consigliere Celani sul testo iniziale, che poi è stato modificato e migliorato.
Ritengo che in una società sempre più globalizzata qualsiasi iniziativa tesa a fornire utili strumenti ai nostri giovani per essere al passo con i tempi sia ben vista, certo è che troppo spesso le istituzioni a tutti livelli trascurano l'educazione civica che oggi è diventata globale pensando sia qualcosa di trascurabile.
Questo ambito così importante assume una rilevanza non indifferente nella formazione culturale, ma non solo, anche caratteriale dei nostri giovani, che chiamati ad esperienze internazionali devono avere strumenti e percorsi a loro disposizione in grado di fornire delle basi per analizzare con oggettività e trasparenza le dinamiche europee ed internazionali che inevitabilmente incidono sul loro presente ed anche sul loro futuro. Solo così potremo dire di aver contribuito alla formazione di uomini di domani, uomini con un senso pieno di globalità, che va oltre le mere dinamiche economiche, su cui gli aspetti sociali e culturali incidono in maniera determinante. I nostri ragazzi non possono essere mandati allo sbaraglio tra coetanei di tutto il mondo, troppo spesso molto più preparati in questo ambito.
L'augurio è che questa proposta di legge non sia una delle tante che rimangono inapplicate.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Non fa niente Presidente, non ne vale la pena. Grazie.
Proposta di legge n. 339. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 362
ad iniziativa del Consigliere Giacinti
“Modifica alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 23 ‘Garante regionale dei diritti della persona’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 362 ad iniziativa del Consigliere Giacinti.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Sulla legge pongo …, non ricordo se per il regolamento è una questione pregiudiziale o sospensiva, però ritengo bizzarro il fatto che in una legge sul Garante sia stata inserita una modifica della legge elettorale contravvenendo a diverse norme.
Quando vedo all'ordine del giorno iscritta una legge sul Garante e magari quella legge mi interessa relativamente non partecipo alla Commissione, se fosse stata iscritta la legge elettorale avrei partecipato.
Ricordo che nella Conferenza dei Presidenti di gruppo all'unanimità, ed è a verbale, abbiamo deciso alcuni mesi fa che una volta che la legge elettorale fosse andata in Aula non avremmo fatto altre modifiche, se non discusse e valutate nella Conferenza stessa.
La legge elettorale è materia non di parte, ma di tutta l'Aula, tra l'altro il Consiglio d'Europa ci ricorda che non vanno fatte modifiche alla legge elettorale nell'imminenza del voto, le elezioni potrebbero persino essere impugnate ed escluderei questa ipotesi, anche perché la modifica in questione viene ad intervenire nel momento in cui alcuni candidati Presidente hanno già fatto la loro scelta ed impedire loro di candidarsi a Consigliere è una cosa che mi pare inopportuna in questo momento.
Questa modifica dovrebbe essere approvata insieme ad altre modifiche elettorali, comunque a partire dalla prossima legislatura. Abbiamo sempre tenuto un comportamento corretto e personalmente non ci sto a concludere la mia esperienza di Consigliere regionale in questa Aula con una polemica di questo genere, fatta su singole persone che ovviamente verrebbero coinvolte.
Credo che questo non sia opportuno per il buon funzionamento dell'Aula che lei, Presidente, ha sempre cercato di conservare, ed essendo il Presidente della Conferenza dei gruppi ricorderà quella scelta che tutti insieme prendemmo.
Chiedo che questa parte venga stralciata, o ritorni in Commissione, o venga discussa insieme ad altre proposte di legge elettorale che sono ancora pendenti, sulle quali dico fin da ora che sono contrario, perché le modifiche alle leggi elettorali non si fanno a un mese dal voto. Se si vogliono fare valgono per la prossima legislatura, non per quella attuale quando la fase elettorale di fatto è già iniziata.
PRESIDENTE. Leggo il regolamento sulla pregiudiziale: “Hanno facoltà e possono intervenire, oltre a colui che ha posto la pregiudiziale, un Consigliere a favore ed uno contro per non più di 3 minuti”, articolo 60 del Regolamento interno.
Vedo troppe prenotazioni, è evidente che bisogna scegliere tra i Consiglieri che si sono prenotati, quindi il Consigliere Fabbri a favore ed il Consigliere Bisonni contro, poi si vota per alzata di mano sulla richiesta del pregiudiziale avanzata dal Consigliere Busilacchi.
Ha la parola il Consigliere Fabbri (oratore a favore).
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. A parte la discussione sulla pregiudiziale, c'è anche l’articolo 100 del Regolamento che consente, su richiesta di 3 Consiglieri, di passare ad una votazione per alzata di mano e rinviare l'argomento in Commissione, quindi propongo che ci si avvalga anche della facoltà di questo articolo.
L'articolo 99 del Regolamento consente la presentazione di un ordine del giorno per non procedere alla discussione e alla votazione della proposta di legge, io ed il Consigliere Giorgini abbiamo già presentato e depositato questo ordine del giorno che avremmo illustrato nella discussione generale.
Prego, quindi, la Presidenza di tenere conto di queste due richieste per applicare al meglio il Regolamento: articolo 100, 3 Consiglieri chiedono di votare per rinviare in Commissione la discussione della proposta di legge per approfondimenti, articolo 99, discussione dell'ordine del giorno per non procedere alla discussione e votazione dell'atto, ordine del giorno che io ed il Consigliere Giorgini abbiamo già firmato e depositato.
Detto questo, giusto per fare chiarezza su come, a mio avviso, va gestita questa fase pregiudiziale. Abbiamo altri due passi per poter finalizzare.
Sono a favore della questione pregiudiziale perché, ribadendo quello che ha detto il Consigliere Busilacchi, c'erano una decina di proposte sulla modifica alla legge elettorale, a ottobre ne sono state prese 4, c'era stata polemica e si era detto che in Commissione si sarebbe ripreso l'esame delle altre, questo non è avvenuto, ora sotto le mentite spoglie di una legge che tratta un argomento diverso si è introdotto un emendamento, improvvisamente e praticamente di nascosto, che svilisce il compito istituzionale di questo Consiglio in una materia così importante.
Dobbiamo ricordarci che siamo ai tempi supplementari di questa legislatura e siamo in carica per risolvere la problematica suscitata dalla pandemia, dal Covid, altre cose non le dovremmo trattare. In questo modo penso che dal punto di vista istituzionale sia scandaloso procedere alla discussione della legge elettorale dentro un'altra norma.
L’articolo 89 del Regolamento prevede che leggi di uguale tematica debbano - il regolamento è chiaro - essere discusse in maniera abbinata, questa discussione non c'è stata, ed anche questo è un altro elemento che sottolinea come questo iter non sia a norma. Questo colpo di mano politicamente susciterebbe, lo dico per voi perché la mia posizione è chiara, un vespaio, giustamente, e l’indignazione di tutti i cittadini in quanto si vanno a modificare ai tempi supplementari le regole del gioco, ma non una regola qualsiasi, le regole del gioco, quelle che dovrebbero vedere non i sondaggi al primo posto, ma la rappresentanza dei cittadini.
Se si andrà alla discussione vedremo come questa legge penalizza tutte le minoranze ed un centro-sinistra che si dice paladino, storicamente, da secoli, delle minoranze, voglio vedere con quale faccia politica voterà questa cosa.
Scusate, il discorso ha sforato leggermente perché ho fatto il preambolo, però le posizioni e l'iter di questa normativa mi sembrano scandalosamente chiari.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci (oratore contro).
Francesco MICUCCI. Onestamente non mi sembrava un tema da suscitare tutto questo dibattito, sollevando temi di principio scandali su un articolo che sposta penso il nulla o poco più del nulla.
Un argomento che, tra l'altro, ripeto, nonostante il mio pensiero, che ho già espresso, ha anche motivi di correttezza e di giustizia, Penso che la presentazione del candidato Presidente, che ovviamente ha una sovraesposizione rispetto a tutti i candidati Consiglieri, metta il candidato Presidente in una posizione non paritaria rispetto a tutti gli altri candidati Consiglieri della sua lista, quindi, se vogliamo fare discorsi di principio, di democrazia su temi aulici e forbiti, credo che questo sia il punto basilare e alla difesa della democrazia vada rapportato anche questo elemento.
Forse ho sottovalutato il tema, ma ho visto che l’atto era stato discusso in Commissione e, mi pare, se ho visto bene, non credo di essermi sbagliato, non ci siano stati voti contrari per cui ho pensato che fosse una cosa assolutamente votabile e lo penso tuttora.
Non voglio creare allarmismi e condizioni, chiederei al Presidente, se è possibile, 5 minuti di sospensione, vista anche le modalità in cui ci siamo sovrapposti, con la difficoltà di confrontarci, per fare in modo che i Consiglieri, almeno quelli di maggioranza ed eventualmente anche gli altri, possano un attimo raffrontarsi su un tema che, ripeto, secondo me, non deve sollevare alcuna polemica e quella che ho sentito mi sembra strumentale al rovescio, però, volendo togliere ogni dubbio ed ogni discussione, se fosse possibile, Presidente, chiedo 5 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. C’è la richiesta di sospensione, se siamo d’accordo diamo la possibilità a tutti di confrontarsi. Tra dieci minuti riprendiamo.
La seduta è sospesa alle ore 12,00
La seduta riprende alle ore 13,10
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ha la parola al Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ho saputo dal Consigliere Giacinti che la I Commissione si è riunita ed ha stralciato l'articolo in questione, quindi ritiro la questione pregiudiziale.
PRESIDENTE. La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un saluto a tutti i colleghi.
Dopo che in Commissione abbiamo soppresso l'articolo 2 bis, tramite un emendamento che ho presentato come Presidente della Commissione, restano da discutere due articoli della proposta di legge n. 362 che, in poche parole, vanno a modificare la precedente legge regionale n. 11 del 2020 “Garante regionale dei diritti alla persona”, perché in sede di controllo, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, era emersa l'opportunità di introdurre alcuni chiarimenti e precisazioni al testo approvato.
In particolare il controllo del Governo ha evidenziato la necessità di chiarire, in maniera più chiara ed esplicita, che l’istituto della revoca del Garante per i diritti della persona, per gravi violazioni di legge, deve avvenire nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, previa contestazione degli addebiti e contraddittorio con l'interessato. Quindi l'articolo 1 tratta di questa specificazione, che si è resa necessaria per rendere la legge più aderente ai principi giuridici che regolano la materia.
Con l'articolo successivo si estende a tutti i soggetti domiciliati o dimoranti nella Regione, la possibilità di rivolgersi al Garante delle vittime di reato per i reati già precedentemente indicati nella legge regionale 11/2020, vale a dire i delitti contro la persona, soggetti individuali in condizioni di fragilità, ad esempio, a causa di usura, di maltrattamenti familiari, di estorsione, rapina, sequestro, nonché per tutti gli altri reati che vedono potenzialmente esposti una pluralità di soggetti, strage, disastro ferroviario, epidemia, avvelenamento di acque e sostanze alimentari, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate, commercio somministrazione di medicinali guasti, commercio di sostanze alimentari nocive
Si chiarisce ulteriormente che la definizione di vittima di reato è effettuata per circoscrivere le funzioni del Garante dei diritti della persona, stabilendo che allo stesso può rivolgersi qualsiasi persona offesa dal reato, che, se minore, interdetta per infermità di mente o inabilitata, ovvero se deceduta, è sostituita ex lege dai soggetti indicati dall'articolo 90 del Codice di procedura penale, ovvero i genitori, il tutore, il coniuge, il convivente, eccetera.
Queste sono le modifiche che si sono rese necessarie in seguito al controllo governativo, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, sulla legge n. 11 del 2020, che abbiamo approvato in precedenza, così facendo si sono chiarite tutte le questioni che erano rimaste sub iudice, proprio il caso di dire nell'evenienza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Dirò più o meno le stesse cose che ha detto il Presidente della I Commissione, ma come relatore di minoranza.
Questa è la modifica di una legge che noi abbiamo approvato quest’anno, nel 2020, che riguarda una figura molto importante, secondo me, e poco valorizzata anche dalla politica, che è quella del Garante che si occupa di minori, di detenuti, di immigrati, di persone molto fragili, quindi la sua funzione è estremamente delicata e rilevante.
Abbiamo approvato all’unanimità la legge n. 11 del 2020, la proposta di legge è venuta da una concertazione dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonomie, a cui il nostro Garante aveva partecipato ed aveva dato un contributo importante.
Nel momento in cui abbiamo discusso in I Commissione la proposta di legge, abbiamo audito il nostro Garante, gli abbiamo fatto le nostre domande e abbiamo dato delle indicazioni che sono contenute in questa legge, poi, come ha detto il Consigliere Giacinti, in sede di controllo governativo è emersa l’opportunità di introdurre delle precisazioni, dei chiarimenti, al testo che avevamo approvato, ripeto, all'unanimità.
Il risultato è il chiarimento, in maniera più tempestiva e precisa, che la revoca del Garante dei diritti alla persona, per gravi violazioni di legge, avverrà nel rispetto, come ha detto il Consigliere Giacinti, dell'ordinamento, non il licenziamento in tronco, ma previa contestazione degli addebiti e contraddittorio con l'interessato.
Le precisazioni riguardano soggetti che sono dimoranti, non solo domiciliati, nel territorio regionale e la possibilità di rivolgersi come vittime del reato. Ricordo che precedentemente era stata discussa una proposta, mi sembra, del gruppo dei socialisti, che poi è stata inserita in questa perché il Garante alle domande precise che la Commissione ha fatto, ha risposto che questa funzione poteva svolgerla, sia personalmente che con la struttura che aveva. E’ una funzione quasi simile al difensore d'ufficio, sicuramente molto più rapida, tempestiva e raggiungibile.
Questa funzione è stata precisata meglio con particolare riferimento ai reati, come ha detto il Presidente Giacinti, contro la persona, strage, disastro ferroviario, epidemia, avvelenamento delle acque, e contro gli individui in condizione di grande fragilità, usura, maltrattamenti familiari, estorsione, rapina, eccetera. Stabilendo al tempo stesso che qualsiasi persona, come ha concluso il Presidente della I Commissione, offesa dal reato, anche se minore, se interdetta per qualsiasi motivo, inabile, addirittura se deceduta, può essere sostituita ex lege da soggetti quali: i genitori, il tutore o il coniuge convivente.
Queste in sintesi sono le indicazioni che precisano meglio questa figura, che, secondo me e secondo il mio gruppo, è importante, a cui va dato maggiore risalto e una pluralità di funzioni che le spettano. Personalmente e come gruppo voteremo questa legge, che non è nuova, ma è la modifica di una norma che era stata approvata all'unanimità precedentemente. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2 bis.
Emendamento 2 bis/1 (soppressivo dell’articolo) a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento di Coordinamento tecnico. Decaduto.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 362, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 363
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Modifiche alla legge regionale 18 febbraio 2020, n. 4 ‘Norme in materia di compostaggio della frazione organica dei rifiuti nella regione Marche’ e alla legge regionale 5 marzo 2020, n. 9 ‘Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari’”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 363 del Consigliere Biancani.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. L'intervento normativo in esame è diretto a superare i rilievi critici formulati dal Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase di esame governativo compiuto, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, con riferimento alla legge regionale 18 febbraio 2020, n. 4 e alla legge regionale 5 marzo 2020, n. 9.
Per quanto attiene alla recente disciplina regionale sul compostaggio aerobico è stata contestata l'introduzione (articolo 4, comma 1) della possibilità dei Comuni di estendere la tassa dovuta per la gestione rifiuti organici anche alle utenze che praticano il compostaggio locale, in contrasto con l'articolo 180, comma 1 septies del decreto legislativo 152/2006 che, invece, ammette tale agevolazione solo per le forme dell'autocompostaggio e del compostaggio di comunità.
Per quanto attiene alla normativa relativa all'utilizzo dei prodotti fitosanitari, il Governo ha eccepito il contrasto con l'articolo 94 del suddetto decreto 152/2006, laddove all’articolo 1 la legge regionale 9/202 ammette l'utilizzo di certi pesticidi, senza la preventiva approvazione di un piano regionale di utilizzazione che tenga conto della natura del suolo, delle culture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche.
La proposta di legge si compone di 3 articoli.
L'articolo 1 contiene le modifiche alla legge 4/2020 nel senso sopra precisato.
L'articolo 2 novella la legge regionale 9/2020 prevedendo la preventiva approvazione dell'atto pianificatorio regionale sopra descritto:
L’articolo 3 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
Si tratta di un adeguamento alle richieste di costituzionalità del Governo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Dirò le stesse parole che ha appena detto il Consigliere Bisonni perché la proposta di legge in oggetto apporta delle modifiche a due precedenti leggi approvate dall'Assemblea legislativa nel 2020, la legge regionale 4, che riguarda ‘Norme in materia di compostaggio della frazione organica dei rifiuti nella Regione Marche’ e la legge regionale 9, ‘Norme in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari’.
Le modifiche si sono rese necessarie a seguito di rilievi critici formulati dal Dipartimento degli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase di esame governativo compiuto in base all'articolo 127 della Costituzione.
Nello specifico per quanto riguarda la prima legge, ovvero quella sul compostaggio della frazione organica, la Regione Marche ha previsto forme incentivanti ed agevolazioni anche per le utenze che praticano il compostaggio di prossimità ed il compostaggio di comunità, oltre naturalmente per l'autocompostaggio, ma a seguito di questo esame ministeriale, di cui ho parlato prima, è emerso che, secondo l'orientamento del Governo, la previsione di agevolazioni nei confronti dell'utenza che conferisce ai sistemi di compostaggio di prossimità, si pone in contrasto con l'articolo 180 comma 1 septies, del codice dell'ambiente (Prevenzione della produzione dei rifiuti), la legge quadro 152/2006, che invece ammette tale agevolazione solo per le forme di autocompostaggio e di compostaggio di comunità.
Ecco perché si è resa necessaria la modifica del testo, per renderlo congruo a quanto rilevato dal Dipartimento degli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la fase del controllo governativo.
In merito alla seconda legge in esame, ovvero quella sull'utilizzo dei fitosanitari, le osservazione al Governo ribadiscono quanto già previsto dalla normativa nazionale, l'articolo 94, comma 4, lettera C del codice dell'ambiente, decreto legislativo 152/2006, che non può essere derogata dalla normativa regionale in questione, infatti, alla lettera C del comma 4 dell'articolo 94, sempre del decreto legislativo 152/2006, si legge letteralmente: “spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione - che non c'è, non esiste - che tenga conto della natura dei suoli, delle culture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche”.
L'entrata in vigore della legge regionale approvata non può essere anteriore all'approvazione di uno specifico piano regionale di utilizzazione dei suoli, come stabilito dal decreto legislativo 152. Per questo è stato necessario modificare il testo e dare un nome vago al compostaggio che inquadri generalmente tutti i tipi e in pratica la modalità dei fitosanitari rimane in stand-by, aspettando che ci sia redatto il piano regionale di utilizzazione dei suoli, che in pratica non c'è. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Velocemente per due aspetti che ritengo importanti.
Il primo, l'indicazione della Regione sulla legge del compostaggio è quella di favorire il compostaggio anaerobico in piccoli impianti, soprattutto nei comuni dell'entroterra. Quindi invito le Province, le Ata, i gestori e la Regione stessa ad applicare questa normativa, evitando di fare pochi e grandi impianti anaerobici che trattino a livello provinciale e oltre provinciale i rifiuti, perché sappiamo che la sostenibilità della gestione dei rifiuti va verso il discorso di non produrli e soprattutto di gestirli a chilometro zero. Questo è un invito agli uffici e alle Ata a predisporre i piani d'ambito, in modo che l'entroterra sia autarchico nella gestione dei rifiuti e soprattutto della porzione organica.
Sul fatto dei pesticidi, il piano regionale va fatto quanto prima, l'utilizzo del suolo va definito al meglio, siamo la regione con la maggiore estensione percentuale di biologico, bisogna che rafforziamo questa tendenza. Il Covid ci ha insegnato anche questo, se l'uomo un attimo ritrae la sua impronta ecologica tutto l'ecosistema, quindi l'uomo stesso, ne trae beneficio. Questo è il mio augurio, tra virgolette, la mia richiesta, valutare nei prossimi mesi ed anche nella prossima legislatura l'applicazione puntuale e decisa di queste normative.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di legge n. 363. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Nomine
Elezione del Revisore unico dell’Ente regionale per il diritto allo studio (Erdis)
(articolo 12, comma 5, della legge regionale 20 febbraio 2017, n. 4) - voto limitato ad uno
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina del Revisore unico dell’ente regionale per il diritto allo studio (Erdis), voto limitato ad uno.
Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome e che l'Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie, contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e di inconferibilità dei candidati. Indìco la votazione a scrutinio segreto.
Prego distribuire le schede.
(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)
Conclusa la votazione, ne comunico l’esito:
Votanti n. 22
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 19
Hanno ricevuto voti:
Ferrigno Fabio n. 9
Renier Enrico Maria n. 4
Taviani Marco n. 3
Ruffini Patrizia n. 1
Biekar Andrea n. 1
Gitto Antonio n. 1
Proclamo eletto Revisore unico dell’Ente regionale per il diritto allo studio (ERDIS) Ferrigno Fabio.
Elezione di un Consigliere regionale nel Consiglio direttivo dell’Associazione “Università per la Pace”
(articolo 15, comma 5, della legge regionale 18 giugno 2002, n. 9 - articolo 12 dello Statuto Ente - deliberazioni dell’Assemblea legislativa nn. 125/2009, 23/2011 e 36/2011) - voto limitato ad uno
PRESIDENTE. Ricordo che ciascun Consigliere può votare un solo nome, prego distribuire le schede.
(Il Consigliere Segretario Rapa effettua la chiamata)
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
Conclusa la votazione, ne comunico l’esito:
Votanti n. 20
Schede bianche n. 4
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 15
Hanno ricevuto voti:
Cesetti Fabrizio n. 6
Pergolesi Romina n. 3
Rapa Boris n. 2
Carloni Mirco n. 2
Bisonni Sandro n. 1
Minardi Renato Claudio n. 1
Proclamo eletto Consigliere regionale nel Consiglio direttivo dell’Associazione “Università per la pace” Cesetti Fabrizio.
Interrogazione n. 1026 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Trasmissione Linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid-19”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione 1026 - a risposta immediata - del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Rispondo in nome e per conto del Presidente e Assessore alla sanità.
In merito all’interrogazione in oggetto presentata dal Consigliere Fabbri, la risposta è la seguente.
Le linee di indirizzo organizzative ministeriali prevedono, per la riorganizzazione e il potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid 19 (articolo 2 d.l. 19 maggio 2020, n. 34), l’individuazione di strutture/stabilimenti a destinazione e trattamento esclusivo di patologie Covid 19 connesse, specificatamente dotate di attività specialistiche in malattie infettive, assistenza respiratoria, terapia intensiva e reparti o aree con impianto di erogazione di ossigeno, aria compressa e vuoto (AO Marche Nord, AOU Riuniti di Ancona, Asur Fermo). Solo in casi eccezionali, laddove non risulti possibile la separazione degli ospedali dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da Covid 19 da quelli non Covid 19, i percorsi clinico-assistenziali e il flusso dei malati devono, comunque, essere nettamente separati, al fine di ridurre quanto più possibile il rischio di diffusione virale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Non mi reputo soddisfatto di questa risposta, il 17 devono essere inviate dalla Regione al Ministero le linee guida, dopo avremo modo di approfondire, ci sono due mozioni che trattano al riguardo.
Ritengo che il valore aggiunto che ci ha insegnato questa pandemia, questa disgrazia, sia il fatto che dobbiamo potenziare la preparazione, la capacità operativa delle strutture che alla prova dei fatti sono servite praticamente tutte, si è dovuto addirittura chiedere sussidio e aiuto al privato, perché il pubblico non era in grado di far fronte.
Selezionare adesso in maniera troppo rigida alcune strutture rispetto ad altre, per potenziale ed adeguarle, è un errore. Bisogna potenziare e adeguare le strutture dal punto vista dell'hardware e dal punto di vista delle procedure, per separare all'interno della stessa struttura il percorso sporco, il percorso pulito, il percorso Covid e il percorso Covid free, perché quando arriverà la prossima ondata sappiamo che i pronto soccorso sono di libero accesso ed ogni struttura dovrà essere in grado di trattare il paziente al meglio.
Se proseguiamo nel lasciare indietro alcune strutture rispetto ad altre, privilegiando soltanto quelle di maggiori dimensioni, ricadiamo nel solito errore di favorire gli ospedali unici provinciali anziché fare una efficace strategia e politica sanitaria di polifunzionalità e di policentrismo delle strutture. Poi avremo modo di approfondire questo tema. Grazie.
Interrogazione n. 1027 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Lavori sulla Fano - Grosseto e sulla Statale 16 e disagi per il traffico ordinario e turistico”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1027 - a risposta immediata - del Consigliere Minardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. Si rappresenta che, come comunicato da Anas SpA, è stato già riaperto a doppio senso di circolazione il Ponte Metauro lungo la Strada Statale 16, con limitazione ad un carico massimo di 19 tonnellate. Inoltre è stata di recente inaugurata da parte di Autostrade SpA la viabilità alternativa a monte della S.S.16.
Lungo la E 78, nel tratto Fossombrone est-galleria del Furlo, sono in corso dei lavori, inerenti la sicurezza stradale, sulla pavimentazione e sui giunti tecnici dei viadotti.
Verranno presi contatti con Anas SpA per verificare le possibili soluzioni, quanto più idonee, per ridurre i disagi al traffico veicolare durante i periodi di maggiore afflusso turistico della stagione estiva e sarà mia premura farle avere la comunicazione rispetto a quello che Anas ci dirà.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Assessore, grazie per le informazioni che mi ha dato, in effetti confermo che da sabato mattina le verifiche statiche sul ponte sul fiume Metauro sono state sospese o ultimate, non so bene, e nel frattempo è stata aperta la nuova strada alternativa che fa parte delle opere compensative realizzate in occasione della realizzazione della terza corsia della A14.
In verità il problema rimane, quindi ringrazio per l'intervento che la Giunta regionale farà nei confronti di Anas, perché la competenza è di Anas, relativamente ai lavori che si stanno svolgendo lungo il tracciato della Fano-Grosseto, in particolare nel tratto che va da Fossombrone est oltre la galleria del Furlo.
Sono lavori che sono necessari ed importanti, ma in questo particolare momento creano un grande disagio, non solo ai cittadini che si muovono per motivi di lavoro dalla costa all'entroterra e dall'entroterra alla costa, ma in particolare nei fine settimana, quando i turisti, che vengono nella riviera di Fano, Torrette e Marotta in particolare, sono costretti a fare delle lunghe file con il rischio di dover scegliere strade alternative che dall’Umbria li porterebbero in tutt'altre zone, probabilmente con la Quadrilatero andrebbero nella zona di Civitanova, quando fino ad oggi il tratto di Fano, Torrette e Marotta è sempre stato privilegiato da parte dei turisti che vengono in particolare dall'Umbria, ma anche dalla Toscana.
In questo particolare momento è ovvio che dobbiamo fare di tutto, Assessore, per fare in modo che Anas riapra almeno le 4 corsie nei fine settimana, se i lavori non si possono sospendere fino a settembre, perché dopo il lockdown, dopo la chiusura, gli operatori turistici e gli operatori balneari stanno facendo un grande sforzo per rimettere in campo una stagione che comunque sarà segnata dall'emergenza sanitaria del Coronavirus e non possono rischiare di perdere una parte della clientela a causa di lavori che si sarebbero potuti svolgere sicuramente in altri momenti e che in questa fase di ripartenza rischiano di mettere ulteriormente in difficoltà gli operatori economici, ma anche le persone che transitano quotidianamente in quella strada.
La cosa che bisognerebbe segnalare ad Anas, e vado alla conclusione, è che quella arteria è strategica ed importante per il periodo estivo e ridurre da 4 a 2 corsie del traffico rischia di penalizzare tantissimo i flussi turistici.
Se possibile sarebbe meglio programmare questi lavori durante il periodo primaverile/autunnale, se non si possono fare in inverno, ma non nei mesi di giugno, luglio, agosto, fino alla prima decade o quindicina di settembre, per evitare rischi di ricadute negative sul turismo in questo particolare momento, in cui tutti gli operatori stanno facendo uno sforzo per ripartire dopo la chiusura, dopo l'emergenza, che abbiamo tutti dovuto subire.
Ringrazio l’Assessore con l’appello di insistere tantissimo su Anas affinché non solo per quest'anno sospenda i lavori, quanto meno nei fine settimana riapra le 4 corsie, almeno dal venerdì sera fino alla domenica sera, e per il futuro non riprogrammi i lavori durante il periodo estivo perché creano un disagio, cosa che purtroppo abbiamo dovuto affrontare anche negli anni precedenti. Grazie.
Interrogazione - a risposta immediata n. 1029
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Pesantissimi disservizi del Centro Unico Prenotazione post emergenza Covid”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione 1029 - a risposta immediata - della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. In merito all'interrogazione della Consigliera Leonardi si precisa quanto segue. Nel corso dell'emergenza Covid la Regione, pur con tutte le enormi difficoltà che hanno interessato le strutture sanitarie durante l'emergenza pandemica ancora non superata, ha garantito a tutti i cittadini l'accesso alle prime visite ed esami diagnostici strumentali urgenti (categoria U, da eseguire in 72 ore) e brevi (categoria B, da eseguire in 10 giorni) mentre erano state sospese le prestazioni di tipo D (30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici) e le P (visite ed esami da effettuare entro 180 giorni). A fine aprile si è stabilito di riattivare a partire da giugno le prestazioni tipo D e P, insieme con il percorso di presa in carico previsto dalle delibere di Giunta regionale per le patologie croniche. Si è quindi richiesto ai professionisti (cardiologi, oncologi, neurologi, eccetera) di richiamare i propri pazienti i cui follow-up, se non urgenti, che erano stati sospesi nella progettazione dei servizi attuata per far fronte all'emergenza.
A partire dalla flessione della curva dei contagi, da fine aprile, l'impegno delle aziende del Servizio sanitario regionale si è, pertanto, concentrato sul ripristino delle agende (prenotazioni e presa in carico) e sulla messa in opera delle liste di garanzia che in questi giorni si sta sperimentando sul campo. La decisione è stata assunta dai tecnici della sanità e dal Gores di concerto con le direzioni generali aziendali degli enti del Servizio sanitario regionale e con le principali organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale. Le scelte relative ai tempi di ripartenza e alle misure organizzative, effettuate con i principali prescrittori ed unici interlocutori competenti, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, sono state compiute con la finalità di evitare un atteggiamento burocratico ed automatico di rimessa in coda delle situazioni sospese, valutando caso per caso i pazienti per verificare se nel periodo Covid le necessità assistenziali fossero cambiate.
Ci si poteva infatti trovare di fronte a diverse situazioni: pazienti le cui indagini cliniche erano state comunque evase nei 3 mesi precedenti, registrate al Cup come D o P, ma che poi, per il lungo trascorrere del tempo ed il bisogno assistenziale emergente si sono trasformate in urgenti (U) o brevi (B); pazienti Covid 19 positivi che hanno avuto bisogno di ricoverarsi ed i cui approfondimenti diagnostici anche non direttamente legati al Covid sono stati effettuati nel corso del ricovero; pazienti non Covid 19 che hanno avuto bisogno di ricoverarsi per problemi clinici emergenti e urgenti, anche legati al motivo per cui era stata richiesta la prestazione ambulatoriale; pazienti che, precedentemente prenotati come P, oggi potrebbero avere la necessità di essere riclassificati diversamente in termini di priorità. Quindi è proprio per il bene del cittadino che si è ritenuto opportuno che venissero riesaminate le condizioni di salute del cittadino, per stabilire nuove ed eventuali necessità di effettuare prestazioni ambulatoriali con la prescrizione della classe di priorità più appropriata rispetto alla situazione clinica attuale del cittadino.
Siamo consapevoli delle difficoltà del Cup, tenendo conto che le telefonate dall’inizio di giugno sono quadruplicate ma, oltre alle possibilità di prenotare tramite app e online, sono state introdotte ulteriori opportunità di prenotazione, grazie all'accordo con tutte le farmacie, capillarmente distribuite su tutto il territorio della regione, che dal mese di luglio saranno tutte in grado di prenotare, e grazie all'accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che sperimenteranno la prescrizione e la immediata prenotazione delle prestazioni nei loro studi, garantendo al cittadino di avere tempestivamente e senza ulteriori attese, o spesso inutili passaggi, l'appuntamento per le necessarie visite ed esami diagnostici previsti dal proprio medico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Non sono soddisfatta della risposta che è stata data e non so se leggendola, Assessore, si sia reso conto dell'assurdità della risposta.
Ci sono persone che stanno attendendo da 12/14 mesi, forse qualcuno anche di più, per avere una prestazione e dopo questo lasso di tempo non è necessario che facciano un nuovo passaggio dal proprio medico per capire se quella prestazione è ancora necessaria. Dopo 3 mesi di blocco per il Covid diventa imprescindibile tornare dal proprio medico, azzerare l’attesa di mesi o più di un anno, per ricominciare tutto da capo.
Io non so se vi rendete conto, ma non c'è l'opportunità e la possibilità di prenotare perché il Cup non risponde e i poliambulatori dove si poteva prenotare sono chiusi per non creare l'assembramento delle persone, quindi non si capisce come si dovrebbero riprenotare la prestazione. E’ di due giorni fa l'accordo con le farmacie e non si capisce perché in farmacia si possa prenotare, mentre nelle strutture che lo facevano in precedenza no.
L'assurdità di questa cosa è che è per il bene dei cittadini, senza ammettere invece che c'è un caos, una difficoltà. E’ un prendere in giro chi ha bisogno e ha già aspettato mesi e mesi per avere delle prestazioni per le quali reputo assurdo oggi, dopo 3 mesi, invece che dare il servizio, ricalendarizzarle. Abbiamo perso 3/4/5/6 mesi, verranno ricalendarizzate tutte? No, le persone dovranno aspettare magari un altro anno, rifare tutta la trafila da capo, quando hanno già aspettato magari 16 mesi, io lo trovo assurdo e contro la salute dei cittadini, perché costringete chi può ad andare magari dal privato perché riesce ad ottenere un appuntamento e create un disservizio nel disservizio.
Chiedo fortemente di tornare indietro, di rivedere questa decisione, perché è più corretto ridare il pacchetto di quelle prestazioni che è slittato. Ve lo dico anche per esperienza personale, ho sentito i messaggi del Cup che quando annullava le prenotazioni diceva: “Sarete richiamati e vi verrà dato il nuovo appuntamento”, ma il Cup richiama in queste settimane dicendo che non verrà dato nessun appuntamento e che occorre tornare dal medico. Sentirsi anche dire che è per il bene dei cittadini, credo che sia una presa in giro assoluta. Non sono soddisfatta.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. L'argomento si presta a facili demagogie, è di questi giorni ed è anche tema di campagna elettorale, però bisogna dare le informazioni giuste ai cittadini, altrimenti si prendono in giro.
Sono state sospese durante il periodo del Covid le prestazioni di tipo D, che sono quelle che debbono essere fatte in 30 giorni per le visite e in 60 giorni per gli esami diagnostici, e le prestazioni di tipo P, che sono quelle che debbono essere effettuate entro 180 giorni, le altre sono state effettuate.
Bisogna capire di cosa parliamo e non mettere tutto sullo stesso piatto in un momento drammatico. E’ chiaro ed è sotto gli occhi di tutti che durante il periodo Covid sono state fatte solo le urgenze, quelle che sono classificate con categorie U da eseguire in 72 ore e breve B in 10 giorni, le altre sono state per forza rimandate.
Fare demagogia su questo significa voler continuare a gettare fumo negli occhi ai marchigiani, però, è tutto legittimo, ci mancherebbe altro, ognuno fa la sua parte, non la condivido, ma capisco la parte dell'opposizione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Non le consento, Assessore, di fare speculazione sulla pelle dei marchigiani e dire che la speculazione la fanno altri, è una cosa vergognosa, come dire che non ridare una prestazione a un cittadino che l’aspetta da 12, 15, 16 mesi è nel suo interesse, è una bufala.
Queste cose vanno dette e non è campagna elettorale, è rispetto dei cittadini e le faccio un esempio, caro Assessore …
(interrompe l’Assessore Sciapichetti)
Elena LEONARDI. Le sembra normale, Presidente, che ogni volta che interviene l’opposizione l'Assessore non deve far parlare …
Sono cose verissime e non le consento di darmi della bugiarda, lei deve limitare le offese ai Consiglieri, si deve ricordare di portare rispetto a chi siede in quest’Aula anche se è dalla parte che lei considera avversaria, perché io parlo con cognizione di causa e trovo ingiusto e assolutamente scorretto dire ….
(interrompe l’Assessore Sciapichetti)
Elena LEONARDI. No, è lei che prende in giro i marchigiani e la smetta cortesemente di interrompere perché il diritto di parola qui dentro è sacrosanto.
Ci siamo abituati in questi 5 anni che quando lei risponde alle interrogazioni su qualcosa che non le piace, poi non lascia libertà di parola, vuole l'ultima parola ed interrompe sempre, ormai l’abbiamo capito, soprattutto quando è in difficoltà, il comportamento è questo, ma è scorretto.
Persone che aspettavano da mesi la prestazione non se la vedono riassegnata, è scorretto, non è demagogia, è una vostra mancanza e dire che lo si fa per il bene di marchigiani è assolutamente falso.
Interrogazione n. 1028 - a risposta immediata
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Iniziative della Regione a garanzia della protezione sociale e del lavoro dei dipendenti del sito di Osimo della Xpo Logistics che gestiva la distribuzione nei punti vendita ex Auchan”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1028 - a risposta immediata - del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Come ricordato dal Consigliere, questo Assessorato, nell'ambito dei numerosi passaggi con le parti sociali, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e con i rappresentanti sia di Conad che di XPO di Osimo, ha più volte ribadito che la grave situazione che si è creata nel passaggio da Auchan a Conad va gestita mettendo in campo tutti gli strumenti indirizzati ad una soluzione non traumatica.
L'Assessorato ha garantito per tutti i lavoratori in esubero un piano di politiche attive, finalizzato alla massima ricollocazione delle maestranze, ma questo solo dopo che gli stessi lavoratori abbiano beneficiato degli strumenti di ammortizzatori sociali che la normativa mette a disposizione.
Al fine di individuare un tavolo di discussione a livello nazionale, in data 29 aprile 2020, abbiamo inviato una lettera al Ministro dello sviluppo economico, con la quale abbiamo rappresentato tutta la nostra preoccupazione per le sorti della piattaforma logistica XPO, la cui cessazione, prevista per il 31 dicembre 2020, comporterebbe un esubero di circa 100 unità. Nella stessa lettera abbiamo chiesto anche l'istituzione di un tavolo nazionale nella convinzione che la trattativa portata a quel livello, possa trovare maggiore visibilità e attenzione.
In data 6 maggio 2020 il Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che Margherita Distribuzione e le organizzazioni sindacali nazionali in data 2 aprile 2020 hanno sottoscritto un accordo per la CIG straordinaria e contestuale accordo per la ricollocazione, nonché momenti di verifica tra le parti a livello locale. Inoltre ci è stato garantito che prossimamente verremo convocati per un nuovo tavolo di confronto.
Ad ogni modo, per lo stabilimento di Osimo le organizzazioni sindacali chiedono uno strumento, come la CIG straordinaria per cessazione di attività, che consenta, con un orizzonte temporale più vasto, la verifica anche con i player locali e la possibilità per i lavoratori di ricollocarsi sul territorio nello stesso settore o in altri similari.
Purtroppo Conad rimane ferma sulle sue posizioni per la piattaforma logistica di Osimo, di cessare ogni attività ed ogni rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2020. Nell'interlocuzione che a breve avremo con l'azienda, tutti i nostri sforzi saranno tesi a convincere Conad a riconsiderare la sua decisione.
Ringrazio il Consigliere Giancarli per questa interrogazione che mi dà l'opportunità di informare. Le dico anche che proprio in queste ore aspettiamo di essere convocati con Conad, con l'ingegnere di PWC. Al contempo abbiamo anche fatto due incontri con il Presidente Ceriscioli e le parti sociali, li abbiamo fatti ad aprile, maggio e li faremo anche nei prossimi giorni.
Vorrei solo aggiungere che la Regione non si è posta solo come politiche attive e cassa integrazione, ma ha ribadito la necessità di riconsiderare la logistica e di avere una visione per la XPO che non sia quella di svuotamento, come avviene in questi giorni, ma di riconsiderare il luogo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Assessore Bravi, intanto voglio ringraziarla per la sensibilità con cui sta seguendo queste pesanti situazioni, non soltanto per il ruolo istituzionale, ma anche per la sensibilità umana.
Lei ha riassunto le azioni della Regione, gli incontri, la lettera al Ministro dello sviluppo economico, la comunicazione del Sottosegretario di Stato, gli strumenti da mettere in campo.
Perché la ringrazio per la sensibilità? Perché noi qui parliamo di beni preziosi, parliamo di persone e parliamo di lavoro, parliamo di questo diritto fondamentale che, a mio avviso, è anche diritto alla libertà. Ho sempre pensato che non ci può essere libertà piena, sostanziale, se non c'è lavoro, che è fondamentale.
Siamo in presenza di questo diritto, siamo nella necessità di scongiurare i licenziamenti o comunque di ricollocare, quindi, bene questa visione strategica della logistica, dobbiamo garantire da un lato protezione sociale e dall'altro politiche attive.
Sono tutte questioni importanti che dette in questa Aula e dette in un confronto sono rilevanti. Mentre uno pronuncia queste parole pensa alle persone che sono in quella situazione, viene spontaneo pensare che questi momenti, se non trovano la sensibilità, le risposte, l'impegno, sono difficilissimi, quindi dovremmo avere, e credo che ce l'abbiamo, lei ce l'ha sicuramente e spero anch’io, la forza di metterci nelle vesti e nei panni di chi vive queste situazioni, perché questo ci dà ancora più forza per cercare di costruire una soluzione rispetto a queste difficoltà.
Importante è il tavolo istituzionale, di cui ha parlato, noi dobbiamo fare in modo, e so che lo state facendo, di tenere insieme i rapporti con il Ministero, con l'azienda, con le istituzioni locali, con i sindacati, con i lavoratori, dobbiamo seguire queste vicende da vicino, perché sono quelle che hanno con forza a che fare con la vita delle persone. Grazie.
Interrogazione n. 1030 - a risposta immediata
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Interventi della Regione volti a monitorare i maltrattamenti subiti dai minori ospiti di case famiglia”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1030 - a risposta immediata - della Consigliera Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione della Consigliera Malaigia, si precisa quanto segue.
Le funzioni di controllo, sulla base della normativa nazionale e regionale in materia sono delegate ai servizi territoriali competenti.
Parallelamente in questi ultimi mesi la Regione ha lavorato costantemente ed intensamente alla stesura di una nuova disciplina in materia di comunità per i minorenni nelle quali sono state affrontate con molta attenzione anche le questioni concernenti la qualità e l'organizzazione interna dei servizi erogati nelle comunità per minori. L'articolato percorso volto all'approvazione della nuova normativa sta per concludersi, avendo il giorno 4 giugno ultimo scorso, ottenuto anche il parere favorevole della IV Commissione consiliare.
E’ importante sottolineare che l'attività di regolamentazione di cui trattasi (contenuta nella delibera di Giunta regionale 1104/19 che verrà integrata in base ai rilievi posti dalla IV Commissione consiliare) presenta come particolare alcuni punti di forza:
1. Il servizio deve assicurare la supervisione dell’équipe degli operatori da parte di un professionista esterno con esperienza specifica;
2. Presenza di un piano annuale di formazione e aggiornamento del personale, che prevede: a) un responsabile della formazione; b) il sistema di monitoraggio della formazione; c) la partecipazione ad un minimo di 20 ore annuali di formazione per il personale educativo, sociale ed ausiliario;
3. Revisione e miglioramento di quello che potrebbe essere definito il principale strumento di controllo, ossia della Carta dei Servizi che, con la massima trasparenza, deve essere messa a disposizione e portata a conoscenza di tutti i soggetti interessati (Servizi invianti, minore ospitato, famiglia del minore, eccetera).
Nella Carta dei Servizi devono essere resi noti:
- i riferimenti valoriali, le radici storiche e la cultura appartenenza del Servizio alla persona;
- gli aspetti metodologici generali che si riferiscono all'approccio pedagogico, educativo, socio-assistenziale di intervento sui minori accolti;
- obiettivi, metodi, gli standard applicati, criteri di scelta e formazione del personale, monitoraggio, il diritto all'informazione, alla tutela dei diritti e della privacy dei minori, alfine di assicurare che gli scopi che ci si è dati siano rispettati;
- le fasce d'età di riferimento dell'accoglienza, ai fini di una maggiore efficacia e omogeneità d’intervento, dell'appropriatezza degli inserimenti e della facilitazione dello sviluppo di relazioni equilibrate all'interno della Comunità;
- l’organizzazione del Servizio: modalità di accesso ai Servizi, eventuale gestione dei tempi di attesa, modalità e regole di accoglienza e permanenza degli ospiti, organizzazione e regole della vita comunitaria, modalità e tempi di accesso alla documentazione personale, modalità della presentazione e gestione dei reclami;
- organigramma con indicazione delle figure responsabili; le modalità di lavoro in équipe; la compresenza degli operatori in determinate fasce orarie; l’organizzazione dei turni di servizio;
- eventuali quote di compartecipazione al pagamento della retta a carico degli ospiti, con modalità di pagamento e procedure di rimborso;
- polizze assicurative in essere;
- descrive le modalità di collegamento e coordinamento con la rete dei servizi e delle risorse del territorio (servizi invianti, enti pubblici, servizi e agenzie del pubblico e del privato);
- indica le procedure per l'informazione del minore e i suoi familiari sui diritti e le responsabilità connesse alla ospitalità in Comunità;
- descrive i criteri e le modalità di partecipazione della famiglia;
- descrive le modalità relative alle visite di parenti e conoscenti degli ospiti;
- somministrazione di pasti personalizzati in relazione alle eventuali specifiche esigenze nutrizionali e dietetiche degli ospiti o di diversi regimi alimentari;
- nominativo del responsabile della Struttura ed i giorni/orari in cui lo stesso (o un suo delegato) è presente presso la Struttura stessa;
- modalità informative verso eventuali Servizi invianti, il Comune, l’Ambito Territoriale Sociale, la Struttura sanitaria dell'Asur, l’Autorità Giudiziaria, la Regione;
- la Carta dei Servizi deve essere aggiornata o confermata ogni anno.
Infine il tavolo interistituzionale di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nella tutela minori (Asur, Ambiti Territoriali Sociali, Autorità giudiziaria) ha terminato il percorso attraverso la produzione di un documento condiviso tra Regione Marche ed Asur, nel quale sono state identificate le aree di competenza sociale, sanitaria e di integrazione socio-sanitaria, con relativa individuazione degli operatori necessari sia dell'area consultoriale che dei servizi sociali dei Comuni/ATS, in ordine alla presa in carico dei minori fragili da sostenere nell'ambito familiare (laddove possibile), da orientare all’affidamento a scopo educativo o, in ultima istanza, da indirizzare a strutture socio-educative.
Il documento doveva essere presentato nei primi giorni di marzo ai tavoli istituzionali regionali tematici (Tavolo affido, Tavolo Comunità e Tavolo Prevenzione) costituiti ormai da tempo e composti da soggetti pubblici e privati competenti, al fine di sostenere politiche specifiche in materia.
Il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria ha temporaneamente interrotto il processo di condivisione che è, ad oggi, in fase di riavvio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Grazie Assessore della risposta.
Rimango allibita per lo sforzo enorme nel mettere in fila parole su parole, però purtroppo non è stata data una risposta alla mia interrogazione, io ho chiesto che cosa fa la Regione per evitare che si possano verificare maltrattamenti nelle case famiglia.
Sei giorni fa si è appreso a mezzo stampa, per questo ho presentato questa interrogazione a risposta immediata, che in una struttura, in una casa famiglia di Porto San Giorgio, si sarebbero verificati dei maltrattamenti su bambini dai 2 ai 15 anni da parte del responsabile della struttura. Ora è tutto da verificare, per carità, però se fosse confermato … Quello che ho chiesto è cosa fa la Regione, dal momento che anche il Garante più volte ha evidenziato il fatto che in questo periodo di lockdown i controlli diretti sulle strutture non sono stati effettuati, e questa è una cosa gravissima, perché, come per i disabili e come per tante altre categorie più deboli, nel lockdown i primi ad essere abbandonati, i primi ad essere dimenticati, sono stati i più indifesi, in questo caso i bambini.
Cosa significa? Che dietro alla chiusura che c'è stata, in un periodo di emergenza, si è andati verso l’anarchia? La mancanza di controllo? Cosa significa? Durante il lockdown si era liberi di andare a rubare o a fare qualsiasi altra cosa? Questo è un crimine, se venisse confermato!
Non ci possono essere periodi vuoti, periodi in cui un bambino non possa essere difeso, è questa la risposta che avrei voluto e quando il Garante, ed oggi si è parlato di questa figura che deve avere un peso, qua le parole tante, chiede di svolgere il suo compito, cosa significa?
Vorrei ritornare un po' indietro, a quando presentai una mozione sull'installazione delle telecamere a circuito chiuso nelle strutture dove sono presenti minori, disabili o anziani, che andrebbero a sopperire ai controlli che non si possono fare in periodi di emergenza.
Abbiamo avuto un’emergenza epidemiologica, abbiamo avuto il terremoto, periodi di difficoltà nel controllo diretto ci possono essere anche perché arrivano senza preavviso, molto spesso. Perché non mettere le telecamere? Mi aspettavo magari un ripensamento da parte della Regione: “Si ammettiamo che non c'è stato controllo”, controllo che è sempre a tutela dei minori ed anche degli operatori, perché un bambino per nascondere un rimprovero potrebbe anche dire, e lo so per esperienza, che è stata l'insegnante che l’ha picchiato, magari per coprire una sua marachella. Un anziano che magari soffre di demenza senile potrebbe anche dire: “Qui mi trattano male”, quindi è l'operatore stesso che con le telecamere dovrebbe sentirsi tutelato, non solo le fasce più deboli.
Non sono affatto soddisfatta della risposta perché mi aspettavo un impegno maggiore, proprio perché alcune categorie non sono capaci, non sono in grado di difendersi e speriamo che quello che si è appreso a mezzo stampa non sia vero, speriamo davvero, perché l'orologio non può essere messo indietro e quei minori che hanno subìto violenza, anche se da oggi in poi dovessero vivere una vita meravigliosa in una struttura … Una struttura che avrebbe dovuto proteggerli, che dovrebbe essere migliore della famiglia problematica che hanno, ma come, portiamo via dei minori da una famiglia perché la riteniamo problematica e li inseriamo in un contesto sconosciuto dove vanno a subire delle violenze ulteriori? Ma lasciamoli nelle famiglie, preferisco ricevere uno schiaffo da mio padre, da mia madre, piuttosto che da uno sconosciuto.
È questa la riflessione che dobbiamo fare, perché non possa succedere più, perché una violenza subìta lascia una cicatrice che rimane a vita. Grazie.
Interrogazione n. 897
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Impossibilità di prenotare, attraverso il centro unico prenotazione CUP della Regione Marche, l'appuntamento per un esame di TC DENTALSCAN (tomografia computerizzata in 3D)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 897 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. In riferimento all’interrogazione della Consigliera Pergolesi si relaziona quanto segue.
Al punto 1 chiedeva “se corrisponde a vero il fatto che non sia possibile prenotare un esame di TC DENTALSCAN in tutta la regione Marche a causa dell'assenza di un’agenda specifica ed eventualmente per quale motivo”.
Rispetto a questo punto, quanto dichiarato non risponde al vero perché l’esame di cui trattasi è normalmente prescrivibile da Catalogo regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e ordinariamente prenotabile a CUP regionale con le seguenti tre prestazioni, poi le darò la risposta e troverà lo schema.
Dalla estrazione dati da cruscotto CUP emerge che per le agende per primo accesso nel mese di gennaio 2020 era disponibile la seguente offerta, che poi leggerà nella risposta.
Ad ulteriore riprova si sottolinea che:
- nel corso del 2018 sono state erogate 953 prestazioni di tomografia computerizzata DENTALSCAN di cui 835 in regime istituzionale e 118 in libera professione
- nel corso del 2019 (a tutto ottobre) sono state erogate 737 prestazioni di TC DENTALSCAN di cui 666 in regime istituzionale e 71 in libera professione.
Al punto 2 chiedeva “quali sono le strutture pubbliche e private nella nostra regione ed in quelle limitrofe che sono in grado di erogare tale servizio”.
Di seguito troverà la tabella nella quale sono elencate le strutture pubbliche e private regionali che nel corso degli anni 2018-2019 hanno erogato tali prestazioni.
Sono specificate area vasta per area vasta: Asur - area vasta 1 Urbino, Pergola, Fossombrone, area vasta 2 Senigallia, Jesi, Cingoli, Fabriano, area vasta 3 Civitanova, Macerata, Camerino, Recanati, area vasta 4 Fermo, Amandola, Inrca Ancona, Azienda Ospedali Marche Nord Pesaro, Fano, Azienda Ospedali Riuniti di Ancona; privati convenzionati area vasta 5: Villa Anna, Casa di Cura San Benedetto e Casa di Cura Villa San Marco.
Non sono altresì disponibili dati circa il dettaglio degli erogatori delle regioni limitrofe.
A punto 3 chiedeva “in che modo la Regione e/o le strutture competenti sono in grado di dare riscontro ai cittadini che necessitano di un esame di questo genere”.
In considerazione di quanto sopra illustrato si ritiene che l'accesso alla prestazione di TC DENTALSCAN sia normalmente possibile ai cittadini marchigiani attraverso gli ordinari canali di prenotazione CUP.
Si sottolinea inoltre che, non trattandosi di prestazione monitorata, nell'ambito del Programma nazionale governo liste di attesa, non godendo di specifici percorsi di tutela, occasionalmente possono determinarsi indisponibilità dei posti per completamento delle agende.
Nello specifico caso in questione risulta che l'utente, dopo avere avviato una procedura di reclamo, è stato tempestivamente contattato confermando la presa in carico della richiesta.
A successivo contatto l'utente ha infine comunicato di aver nel frattempo effettuato una ordinaria prenotazione telefonica tramite call-center CUP. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti, mi fa piacere perché la segnalazione che ci è pervenuta dimostra che in alcuni casi ci possono essere delle difficoltà nel prenotare, però il servizio ordinario di prenotazione del CUP funziona.
Ritornando all'interrogazione che è stata presentata poc'anzi, sulla difficoltà di chi aveva visto sospese le proprie prenotazioni, la criticità maggiore è che una persona vada a finire in coda a chi ha prenotato dopo di lei.
Da questo punto di vista va verificato un attimo con il CUP per evitare che questo succeda, per non discriminare quei cittadini che si sono visti sospesa la prestazione e ora magari si devono rimettere in coda a chi ha prenotato dopo il loro.
Mi fa piacere sapere che in regime istituzionale vengono fatte la gran parte delle prestazioni ed a livello privato molto meno, una percentuale bassissima, mi fa piacere che questo tipo di prestazione venga erogata nello specifico nella regione Marche e non si invogli il ricorso alla mobilità passiva.
Ringrazio l’Assessore e ringrazio anche chi ha risposto, puntualizzando quelle che sono le percentuali di regime istituzionale e privato, cosa che non avevo chiesto nella mia interrogazione, quindi ho un ulteriore dettaglio in più.
Questa mia interrogazione, questo caso specifico, richiamando anche quanto discusso poc'anzi, forse dovrebbe far emergere una maggiore sensibilizzazione non solo da parte delle strutture, ma anche delle aziende, sulla possibilità per i cittadini di prenotare.
Sono assolutamente sicura che anche l'accordo con le farmacie, sul quale ho fatto la mia parte, anche durante la discussione del piano socio-sanitario, sia finalizzato a consentire una maggiore agevolazione nel prenotare le prestazioni. Sarebbe opportuno calzarci anche mediaticamente, perché così si danno risposte a quei cittadini in un momento particolare e difficoltoso, come quello che abbiamo passato negli ultimi 3 mesi, che questa modalità possa in qualche modo dare ristoro rispetto a tutte le altre criticità. Quindi mi auguro che la Regione si impegni ancor di più nel comunicare le varie possibilità di prenotazione e anche dove poterlo fare. Grazie.
Interrogazione n. 925
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Convenzione tra Regione Marche e Province regionali per la disciplina delle attività di vigilanza e controllo di Polizia Provinciale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 925 della Consigliera Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Questa è una interrogazione interessante, ma molto tecnica, quindi darò anche numeri e altro.
“Quante unità di personale di Polizia Provinciale, diviso per le province regionali, hanno svolto le funzioni previste nella convenzione di cui alle deliberazioni n. 307 e 1039 del 2016?”.
Ancona 10 unità, Ascoli Piceno 11 unità, Fermo 3 unità, Macerata 12 unità, Pesaro-Urbino 14 unità.
“Qual è stato il corrispettivo economico omnicomprensivo riconosciuto alle province regionali, diviso per provincia negli anni 2017 e 2018?”
Ancona, 10 unità, nel 2017 385 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Ascoli Piceno, 11 unità, nel 2017 454 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Fermo, 3 unità, nel 2017 127 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Macerata, 12 unità, nel 2017 418 mila euro, nel 2018 altrettanto;
Pesaro-Urbino, 14 unità, nel 2017 521 e nel 2018 altrettanto.
A questi importi devono essere sommati i proventi delle sanzioni in materia di caccia e pesca nelle acque interne, incassati della Provincia quale rimborso delle spese di gestione del servizio. Gli introiti delle sanzioni rimanevano alle Province.
“Le Province regionali hanno rispettato il termine del 31 gennaio di ogni anno per la trasmissione delle relazioni sulle attività svolte dalla Polizia regionale?”
Le relazioni, su richiesta della Regione, sono state trasmesse, nel 2017 su base trimestrale e nel 2018 su base semestrale e a seguito delle stesse si è proceduto alle rispettive liquidazioni dei compensi come da convenzione.
Anche relativamente all’anno 2019 le Province hanno provveduto a trasmettere le suddette relazioni.
“Viste la deliberazioni di Giunta regionale inerenti la convenzione tra Regione e Province, risulta ad oggi, di fatto, scaduta la convenzione stessa iniziata l’1 aprile 2016 e avente durata triennale?”
Si, la convenzione è terminata il 30 aprile 2019, quindi circa un anno fa, in seguito, l'attività di vigilanza svolta dalle Provincie è comunque proseguita e contemporaneamente si sono svolte diverse riunioni al fine di comprendere meglio le diverse esigenze delle Provincie.
“Come intende dunque la Regione organizzare il prosieguo delle attività svolte dalla Polizia Provinciale in assenza di nuova convenzione?”
La Regione è sempre stata intenzionata a svolgere l’attività di vigilanza venatoria e piscatoria avvalendosi delle Polizie Provinciali, tant'è che, con delibera di Giunta dell'11 maggio 2020, n. 563, è stato approvato il nuovo schema di convenzione che accoglie le richieste delle Provincie, quindi naturalmente a favore della Polizia provinciale, tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità di ciascun territorio. Le Province marchigiane hanno sottoscritto questo accordo tramite le convenzioni.
“La Regione Marche intende dunque affidarsi ancora alle Province e alla Polizia Provinciale per l'espletamento delle attività che erano previste in convenzione o se vi siano intenzioni di eventuali ‘spacchettamenti’ tra ciò che concerne le funzioni legate alle attività venatorie e ambientali e quelle di polizia stradale, viabilità, pubblica sicurezza ed altro?”
La nuova convenzione dimostra che l'intenzione della Regione è quella di proseguire il percorso e come priorità avvalersi per quello che riguarda le competenze specifiche della Polizia provinciale, cioè la caccia e la pesca nelle acque interne, percorso già avviato attraverso la convenzione approvata nel 2016. Infatti lo schema di convenzione allegato alla delibera dell'11 maggio 2020, n. 563, e sottoscritta da tutte le Province, prevede che il personale impiegato per l'attività di vigilanza venatoria e piscatoria possa essere impiegato (in misura non prevalente) anche per l'espletamento delle seguenti funzioni:
a. servizi di polizia stradale;
b. funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza;
c. funzioni di polizia giudiziaria;
d. attività di polizia per la protezione dell'ambiente in genere.
“Risulta veritiero che le Province regionali hanno sollecitato, anche per iscritto la Regione Marche a fornire chiarimenti circa la continuità delle funzioni previste in Convenzione nel periodo in cui appunto la convenzione stessa è scaduta?”
Si, in particolare vedi nota UPI Marche del 16 ottobre 2019 e riscontro dell'Assessore Cesetti del 20 novembre 2019.
“Risulta veritiero che tra Regione Marche e Province regionali vi siano problemi inerenti il pagamento da parte della Regione Marche dei corrispettivi economici?”
Alle Province sono stati liquidati, o messi in compensazione, tutti gli importi previsti dalla convenzione di cui alle delibere di Giunta n. 307 e n. 1039 del 2016, fino al 30 aprile 2019.
Relativamente al periodo 1° maggio 2019 - fino alla scadenza della convenzione (31 dicembre 2020) la delibera di Giunta regionale dell’11 maggio 2020, n. 563, cioè l'ultima delibera che ha compreso la firma degli accordi e quant'altro, prevede che siano riconosciuti a ciascuna Provincia il costo del personale effettivamente impiegato nelle attività di vigilanza di cui alla legge regionale 7/1995 e alla legge regionale 11/2003 e i costi di gestione del servizio (ammortamento/noleggio automezzi, carburante, divise, eccetera) come proposto/richiesto dalle stesse Province. Ovviamente le risorse economiche sono già disponibili.
Qualora le Province evidenziassero ulteriori esigenze/problematiche saremo pronti ad incontrare i loro Presidenti e a cercare di trovare soluzioni. I fondi sono stati garantiti anche con questa ultima delibera.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Assessore. Quando ho presentato questa interrogazione era il 7 gennaio e mi era stato segnalato il fatto che la convenzione per questi servizi con le Province era scaduta da otto-nove mesi e non si comprendeva quale fosse la volontà della Regione in merito ai servizi da mantenere e quali erano stati i costi sostenuti dalle Province per lo svolgimento degli stessi.
Dalla risposta comprendo che c'è stato un ulteriore stop da gennaio a giugno, rispetto anche ovviamente alla criticità della pandemia, vedo però che questa convenzione è stata nuovamente stipulata, ci si è anche attivati con mesi di ritardo, però la volontà della Regione rimane quella.
Dalle ultime dichiarazioni che ha fatto anche le problematiche economiche relative ad alcune situazioni, che restavano scoperte, sono state risolte, per cui da quello che mi dice mi sembra che il quadro si sia definito positivamente. Grazie.
Interrogazione n. 927
ad iniziativa del Consigliere Pieroni
“Conferimento incarico quinquennale di direttore di struttura complessa della UOC “Radiodiagnostica” Presidio Ospedaliero Unico Area Vasta 3”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 927 del Consigliere Pieroni.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. A nome e per conto del Presidente, Assessore alla sanità, rispondo all’interrogazione del Consigliere Pieroni.
La delibera di Giunta regionale n. 1503 del 4 novembre 2013 recante indirizzi agli enti del servizio sanitario regionale per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, prevede la possibilità di attribuire gli incarichi medesimi anche al secondo, al terzo classificato della terna predisposta dalla Commissione proposta alla selezione, con obbligo in capo al direttore d’area, di motivare analiticamente la scelta compiuta.
Tale orientamento ricalca la previsione di legge in materia ed è stato seguito in esito a numerose selezioni in ambito regionale, neurologia dell’Inrca, dermatologia dell’area vasta 2, nefrologia dell'area vasta 3, anestesia, ginecologia dell’area vasta 4, oncologia dell’area vasta 5.
Con determina n. 5 dell’area vasta 3 del 3 gennaio 2020, l'area vasta 3 ha disposto il conferimento dell'incarico di direttore dell'Unità operativa complessa di radiodiagnostica, secondo classificato nella relativa terna a motivo delle specifiche esigenze cliniche e gestionali dell'unità operativa complessa di radiodiagnostica del presidio di Macerata, rispetto alle quali il candidato prescelto evidenza un profilo particolarmente appropriato per le competenze specialistiche diversificate acquisite nel settore della radiodiagnostica ai fini dell'organizzazione dei processi produttivi di rete, tenendo altresì conto, attesa la natura tipicamente gestionale dell'incarico, dell'esperienza di responsabilità di una struttura organizzativa semplice maturata in contesto di simili caratteristiche.
La decisione assunta in esito alla procedura in questione risulta pertanto coerente con le disposizioni normative vigenti sopra richiamate, considerato che la scelta è stata ampiamente motivata. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.
Moreno PIERONI. Ringrazio l’Assessore Sciapichetti ed il Presidente e prendo atto della comunicazione.
Interrogazione n. 945
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Contributo per autonoma sistemazione anche per i dimoranti fuori Regione”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 945 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. A questa interrogazione rispondo a mio nome. Come lei ha avuto modo di anticipare, questo tema, che è oggetto della sua interrogazione, è stato ampiamente risolto perché il Presidente della Regione ed il sottoscritto sono intervenuti non appena hanno saputo la questione che creava dei casi di grande difficoltà e discriminazione all'interno della popolazione terremotata.
Siamo intervenuti con il Capo Dipartimento della protezione civile, che ha emanato una nuova ordinanza in data 28 aprile 2020, che ha modificato il dettato normativo dell'articolo 1 comma 1, lettera e), sostituendo le parole “al di fuori del territorio regionale”, con le parole “al di fuori del territorio delle regioni Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria”, tutelando così il diritto a mantenere il CAS per i nuclei temporaneamente trasferiti nel territorio delle regioni confinanti con la regione Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Assessore. Avevo già preannunciato che la situazione era risolta, la mia interrogazione era del 10 febbraio, nel momento in cui stava per scadere il termine per poter ripresentare la domanda per avere la proroga del CAS e tutte queste famiglie, che vivono ai confini regionali, sarebbero state costrette a spostarsi, non tanto per evitare di allontanarsi da quello che io ho chiamato il centro gravitazionale dei loro interessi, ma rischiavano di non prendere più questo aiuto economico importante, dunque, grazie per l'impegno.
Interrogazione n. 984
ad iniziativa del Consigliere Giancarli
“Attuazione della legge regionale n. 4/2019 ‘Valorizzazione dei mulini storici ad acqua delle Marche’”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 984 del Consigliere Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.
Moreno PIERONI. La legge n. 4/2019 (articoli 1 e 2) della Regione Marche prevede la valorizzazione dei “mulini storici ad acqua” realizzati in data antecedente al 1900, distinguendo quelli funzionanti da quelli inutilizzati.
In tale contesto, viene disposto (articolo 4) che la Giunta effettui il censimento dei mulini storici ad acqua e - previo parere della competente Commissione assembleare - individui le linee di intervento della programmazione utili per l'attuazione delle finalità della legge stessa, con l'indicazione delle eventuali risorse (regionali ed europee) disponibili. La stessa Giunta regionale, con cadenza annuale, dovrà trasmettere (articolo 5) all'Assemblea legislativa una relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge.
In particolare, all'articolo 6, viene autorizzata, a valere sulle risorse regionali, una spesa massima di 30 mila euro per l'anno 2020 e di 100 mila euro per l'anno 2021, destinata al finanziamento degli interventi previsti all'articolo 4.
Da quanto esposto, appare evidente la necessità di acquisire un'aggiornata conoscenza relativa alla consistenza numerica, alla localizzazione e allo stato in essere di beni da valorizzare, prima di procedere con qualsiasi azione concreta di sostegno al mantenimento dei singoli manufatti.
A tal fine la P.F. beni e attività culturali ha svolto una primissima ricerca rilevando che la più completa ricognizione storico-documentaria sul tema, contenuta negli elenchi provinciali degli “Opifici e corsi d'acqua industriali” ricompresi nella “Carta Idrografica d'Italia Umbria e Marche” (Roma 1893) del Ministero dell'agricoltura, industria e commercio. A riguardo, si specifica che da tali elenchi storici emergono complessivamente: n. 1067 “opifici” molitori, di cui n. 322 in provincia di Pesaro-Urbino, n. 215 in provincia di Ancona, n. 333 in provincia di Macerata, n. 197 in provincia di Ascoli Piceno. Ad essi vanno senz'altro aggiunti - solo nel caso fossero stati esclusi per inattività degli elenchi in parola - i molini fortificati a torre di impianto quattro-cinquecentesco, ad oggi superstiti in non poche realtà comunali di tutte le province.
Pertanto è stata elaborata una proposta nell'ambito del Piano di settore della Cultura - con delibera di Giunta regionale n. 258 del 2 marzo 2020 - di seguito descritta, relativa all'effettuazione di una ricognizione su consistenza effettiva e stato di conservazione dei mulini storici ad acqua nelle Marche, da affidare a professionisti di comprovata esperienza nel settore e/o Università: la spesa complessiva - da calibrare in fase di predisposizione di un più dettagliato programma delle attività di censimento - vista e considerata l'estensione del patrimonio da censire, comporterebbe con buona probabilità l'utilizzo dell'intero ammontare delle risorse regionali iscritte a carico del bilancio di previsione 2020/2021.
A tale proposito è opportuno evidenziare che il suddetto stanziamento di complessivi 130 mila euro è stato considerato, a livello di bilancio, quale “contributo agli investimenti dei Comuni” (Fondo straordinario per il mantenimento in funzione dei mulini idraulici ancora esistenti); pertanto l’utilizzo di tali risorse resta vincolato a tale destinazioni. Ne consegue che, per procedere al suo utilizzo ai fini del “censimento” sopra richiamato, è necessario modificare le “caratteristiche” di detto capitolo di bilancio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Ringrazio l'Assessore Pieroni e siccome conosco la sua concretezza, il suo pragmatismo, il suo dinamismo, direi di mettere stand-by la risposta che mi è stata fornita, perché, ad esempio, se prendiamo il numero degli opifici e dei mulini che da lì risulta le somme a disposizione verrebbero 30 euro a mulino, si e no un sacco di farina.
Questa legge l'abbiamo fatta io ed i Consiglieri Traversini, Zaffiri, Celani, per rimettere in funzione dal punto di vista istituzionale quelle attività che già erano presenti nel territorio, creare una sinergia fra istituzioni, il valore culturale, il valore sociale e il valore dell'attività produttiva, che ogni titolare cerca di portare avanti anche perché ne trae un reddito.
Adesso non entro nei numeri, ma quelli che sono realmente in funzione e che svolgono attività produttiva, che macinano, che producono farina, sono pochissimi nella regione, ma purtroppo tutti incontrano delle difficoltà, chi per il prelievo delle acque, chi perché, come a Cingoli, è vicino ad una diga ed ha subito anche dei danni.
Assessore, mi permetto di suggerire questo proprio perché conosco il suo pragmatismo, secondo me è opportuno che il Servizio cultura si relazioni con l'attuale direzione dell'ex Genio Civile che sta seguendo anche questi aspetti, per fare in modo …
Parlo dell'ex Genio Civile, Assessore Casini, perché al di là degli aspetti culturali e del censimento, che sono cose importanti, non a caso l'abbiamo scritto nella legge, c'è anche la necessità, almeno in questa fase, di facilitare l'attività e la vita di quelli che stanno portando avanti questo mestiere, perché, ripeto, anche pochi giorni fa ci siamo incontrati con il Funzionario ingegnere competente e ci sono difficoltà nel rinnovo delle concessioni.
A volte gli stessi beni demaniali si intrecciano con la concessione e diventano in qualche modo patrimonio dell'imprenditore privato, ma poi dal punto di vista formale non è così, anzi, debbo dire che il Funzionario ingegnere, per quello che conosco io, è persona disponibile, però dobbiamo fare in modo che questa legge sia applicata, perché qualche risorsa c’è, già ci potrebbero essere, e se oltre per i censimenti fossero utilizzate per le briglie sarebbe già qualcosa di importante, però, non voglio sostituirmi ai tecnici e all'Assessorato, ma credo che ci sia la necessità di dar corso a quello che è stato un voto del Consiglio regionale.
Interrogazione n. 1023
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Traversini
“Situazione lavori completamento tratto marchigiano della E78 Fano-Grosseto”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1023 dei Consiglieri Biancani, Traversini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Casini.
Anna CASINI. Grazie Presidente. In riferimento all’interrogazione in oggetto si premette che i rappresentanti della Regione Marche hanno effettuato numerosi incontri sul tema del completamento del tratto marchigiano della E78 Fano-Grosseto presso i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Consiglio Superiore dei lavori pubblici unitamente ad Anas SpA nelle seguenti date - ricordo che anch’io ero presente - 14 novembre 2018 incontro con Direttore strade Mit e Anas; 20 marzo 2019 incontro con Direttore strade Mit e Presidente Consiglio Superiore dei lavori pubblici (questo in particolare per la Guinza); 16 aprile 2019 incontro con Direttore strade Mit e Anas SpA; 3 settembre 2019 incontro con Direttore strade Mit e Anas; 2 ottobre 2019 incontro con la Ministra e Mit, 21 novembre 2019 incontro con Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporto, Sottosegretario allo sviluppo economico, Direttore strade Mit e Presidente Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
Inoltre la Regione su richiesta di Anas al fine di rendere agevole l’iter organizzativo, ha coordinato i lavori della Conferenza dei Servizi del progetto di fattibilità del Lotto 4 “Adeguamento a due corsie del tratto Mercatello sul Metauro Ovest-Mercatello sul Metauro Est” ed ha effettuato e coordinato la pre-conferenza interna sul progetto definitivo dei Lotti 2, 3 tratto Selci Lama-Santo Stefano di Gaifa, relativi ai tratti della galleria della Guinza Lotto 2 e del tratto Guinza-Mercatello Ovest Lotto 3.
In riferimento invece ai quesiti dell’interrogazione e cioè se il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia individuato e stanziato risorse richieste …, si rappresenta che la Regione Marche in data 27 gennaio 2020 ha inviato una nota al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e ad Anas SpA con cui si chiedeva di stanziare:
- 10 milioni di euro per finanziare l’avvio dei progetti della seconda canna della galleria della Guinza, che è in attesa da molto tempo di essere esaminata dalla Commissione gallerie, anche se la soluzione si è condivisa ancora il parere non c’è stato;
- di prevedere nel prossimo contratto di programma 2021/2025 la somma di 300 milioni per il finanziamento dell’opera di cui sopra, come sapete i contratti di programma possono essere modificati ma iso risorse;
- di stanziare ulteriori 10 milioni per finanziare l’avvio del progetto del Lotto 10 variante di Canavaccio - collegamento tra bivio Borzaga e Santo Stefano di Gaifa.
Anche Anas ha chiesto formalmente al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il finanziamento dei tre punti sopra richiamati, quindi, abbiamo congiuntamente inviato le richieste.
Da informazioni apprese dai rappresentanti di Anas e dagli uffici competenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la richiesta è ancora in fase di valutazione da parte della Direzione generale strade del Ministero delle infrastrutture e trasporti.
Sarà cura dell’Ufficio continuare a monitorare e sollecitare il riscontro alle note di cui sopra con gli Uffici competenti del Mit.
Si evidenzia che per quanto riguarda il progetto della seconda canna della galleria della Guinza l’Anas dispone di indagini geognostiche e di uno studio di massima già realizzati negli anni passati, in concomitanza della redazione del progetto originario a doppia canna della galleria della Guinza, ovviamente tale progetto dovrà essere aggiornato alle normative di settore vigenti. Per chi conosce la realtà della Guinza, la canna esistente può essere resa conforme, secondo gli approcci avuti con la Commissione gallerie, all’interno di un progetto che prevede anche la realizzazione della seconda canna, quindi può essere per un periodo dato consentito il transito a senso alternato.
Si rappresenta che la società Anas ha consegnato a fine novembre 2019 il progetto alla Commissione gallerie, nel mese di gennaio 2020 il progetto è stato presentato e illustrato da parte di Anas alla Commissione stessa. Da informazioni avute dal Presidente della Commissione gallerie il parere sarà rilasciato entro il mese di luglio 2020.
Successivamente il progetto sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici. In buona sostanza è stato già esaminato dal punto di vista istruttorio, ma deve essere acquisito il parere favorevole perché è propedeutico al parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici.
Per fortuna il Presidente della Commissione gallerie è anche uno dei membri del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, quindi abbiamo una interlocuzione diretta.
In merito alla variante di Mercatello Lotto 4 l’iter di progettazione è il seguente: nel mese di dicembre 2019 è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico/economica, attualmente è in corso la stipula del contratto con la società di progettazione per la redazione del progetto definitivo, contratto applicativo di un accordo quadro già affidato, quindi siamo molto più veloci, è in corso di affidamento il piano di indagine geognostica ambientale, è stato inoltre approvato dalla Sovrintendenza archeologica belle arti e paesaggio il piano delle indagini archeologiche.
In merito alla variante di Urbania da informazioni apprese dai rappresentanti di Anas, si comunica che il progetto definitivo è stato avviato a dicembre, attualmente è in corso l’attività per l’affidamento delle indagini geognostiche ambientali per il completamento del progetto e l’avvio delle procedure autorizzative.
Si rappresenta che in occasione dell’incontro tenutosi in data 8 novembre 2018 tra una delegazione e la Regione Marche con l’allora Ministro delle infrastrutture, si era avanzata la richiesta di finanziamento della Pedemontana Fabriano-Cagli ed il collegamento Cagli-Cantiano-Gubbio.
Successivamente durante un incontro nel mese di ottobre 2019 tra i rappresentanti della Regione Marche e l’attuale Ministro alle Infrastrutture, è stato richiesto oltre al finanziamento di tutti i Lotti funzionali della E 78 Fano-Grosseto da completare, anche il finanziamento della Pedemontana tratto Sassoferrato-Cagli della lunghezza di 35 chilometri per 525 milioni di euro e il finanziamento della Pedemontana tratto Sassoferrato-Fabriano di 12 chilometri di lunghezza per 100 milioni.
Sarà cura dell’ufficio continuare a monitorare e richiedere l’inserimento degli interventi sopra richiamati nell’accordo di programma del 2021/2025 perché prima del 2021 non potremmo inserirlo se non ad iso risorse.
La Regione al fine di portare a conoscenza dei rappresentanti del Mit lo stato dei luoghi si attiverà per effettuare un sopralluogo congiunto unitamente ai rappresentanti stessi di Anas presso il cantiere della galleria della Guinza. Loro hanno piena contezza delle condizioni della galleria della Guinza, come ha piena contezza anche la Commissione gallerie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Innanzitutto voglio ringraziare l’Assessore per la risposta e siccome siamo ormai a fine legislatura voglio evidenziare il grande lavoro fatto in questi 5 anni sia dal Presidente Ceriscioli che dall’Assessore Casini, sollecitando il più possibile il Ministero affinché una delle più grandi incompiute a livello nazionale, la Fano-Grosseto, in particolare la Guinza, non rimanesse tale.
Se questa opera è stata inserita nel contratto di programma lo dobbiamo soprattutto all’azione continuativa che è stata fatta in questi anni da parte della Regione Marche. Ricordo che non era mai stata finanziata, almeno i tratti di cui stiamo parlando, ed ora è inserita nel contratto di programma.
La mia interrogazione ha due finalità, la prima è quella di evidenziare il ruolo della politica regionale di questi 5 anni e tutto il lavoro che è stato fatto; la seconda vuole denunciare una sorta di lassismo da parte dei tecnici del Ministero. Ricordo che il Consiglio superiore dei lavori pubblici è fatto in gran parte dagli stessi tecnici del Ministero, siamo in un Paese in cui l’Anas, che è la società che fa i lavori per il Governo e per il Ministero, deve essere giudicata da altri tecnici del Ministero, è solo un problema burocratico.
Questo Paese se vuole ripartire, deve togliere tutti questi lacci e laccioli che si è messo.
Parliamo di una galleria che è nata a senso unico ed oggi al senso unico alternato è stato dato parere negativo, deve essere aperta solo a senso unico ed io dico che a questo punto può firmare anche un postino l’apertura di una galleria a senso unico quando è nata a senso unico. Nonostante tutto è quasi un anno che il Consiglio superiore dei lavori pubblici e la Commissione gallerie non sono in grado di autorizzare questa cosa, scusatemi se sono ironico, ma questa è la classica favola all’italiana dove i tecnici non sono in grado di approvare un progetto che hanno presentato altri tecnici che lavorano per i tecnici del Ministero, quindi l’apoteosi.
Ho fatto questa interrogazione perché le imprese in questa ed anche in altre zone del territorio regionale hanno una grande difficoltà ad andare avanti. Parliamo di zone dell’entroterra, ho firmato questa interrogazione insieme al Consigliere Traversini, in cui ci sono fabbriche tra le più importanti a livello regionale, costrette a fare 100 chilometri per andare a prendere l’autostrada, e non so perché continuano a stare lì.
Per questa realtà e per il turismo penso che questa sia un’infrastruttura importante, la mia richiesta - compatibilmente alla disponibilità - è quella di invitare direttamente il Ministro affinché i tecnici la smettano di non approvare i progetti e far capire loro quanto sia semplice autorizzare questo progetto anche perché in questi giorni si parla di “rilancio dell’Italia” attraverso le infrastrutture.
Dico sempre: ma che fondi europei? Di fondi ne abbiamo molti, la Fano-Grosseto è finanziata con 350 milioni di euro grazie all’azione della Regione già da 4 anni, ma sono fermi e in questo lasso di tempo i tecnici non sono stati in grado di approvare un progetto preliminare, di andare avanti con il definitivo e fare le gare. Vogliamo mettere ancora soldi? Questo è un Paese che ha soldi a manetta, il problema è che non è in grado di spenderli. Chiudo qui sennò esagero.
Ringrazio nuovamente l’Assessore perché in questi anni si è data da fare e ha messo tra le priorità questa infrastruttura. Il problema non è la Regione, né la politica, anche se probabilmente dovrebbe fare norme più semplici, ma è l’apparato tecnico che si diverte a non portare avanti i lavori. Grazie.
Mozione n. 568
ad iniziativa dei Consiglieri Giorgini, Maggi
“Agenzia Entrate di Ascoli Piceno e Fermo”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 568 dei Consiglieri Giorgini, Maggi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa mozione è importante perché ha lo scopo principale di evidenziare l'ennesima iniquità che caratterizza da tempo i territori del sud delle Marche, e nello specifico la situazione delle sedi dell'Agenzia delle entrate di Ascoli Piceno e di Fermo.
Nella regione Marche, oggi, due capoluoghi di provincia, ovvero Ascoli Piceno e Fermo, nonostante la loro rilevanza, sia per cittadinanza che per imprese e categorie produttive insediate, non sono adeguatamente presidiate dalla Agenzia di riscossione, visto che in loco sono aperti, rispettivamente, due punti informativi allocati presso la Camera di Commercio sede di Ascoli Piceno e l'Agenzia delle Entrate di Fermo.
Nelle altre sedi regionali gli uffici dell'Agenzia delle Entrate sono aperti 5 giorni a settimana, nelle due sedi, di Ascoli Piceno e Fermo, sono aperte solo 2 giorni alla settimana e solo come punti informativi, inoltre, l'Agenzia territoriale più vicina al cratere è quella di San Benedetto del Tronto, che dista decine di chilometri, uno di Montemonaco per arrivarci deve fare 50/60 chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno.
Questa situazione, insieme all'insufficiente resa del servizio, ha creato enormi problemi ai cittadini e ai terremotati, già gravati dai loro tanti problemi. Nei due giorni di apertura ci sono lunghe code ed attese snervanti, nonostante non sia certo in discussione l'impegno profuso dagli addetti agli sportelli che fanno quel che possono per ovviare ai disagi derivanti da questa limitata apertura dell'Agenzia territoriale.
Il caos è totale, le categorie produttive, i professionisti ed anche gli enti pubblici devono avere a che fare non solo con i problemi burocratici del terremoto, che sono tantissimi e sappiamo quanto sono complessi, ma anche con tutte le situazioni, come ad esempio quelle che riguardano il decreto legge 119 detto “pace fiscale”, che hanno portato un enorme lavoro alle Agenzie delle Entrate. Il decreto legge avrebbe lo scopo di sfoltire migliaia di contenziosi giacenti, ma come può essere efficace se materialmente non si tengono aperti gli uffici?
Inoltre si è pensato ai provvedimenti che verranno, come il decreto legge 34, detto “decreto rilancio”, e alla situazione relativa ai tributi sospesi, visti che andranno a caricare ulteriormente l'ente di un'altra problematica importante che riguarda anche e soprattutto i cittadini del cratere ricadenti nel territorio di Ascoli Piceno.
Com'è possibile che non si considerino questi aspetti quando si prendono decisioni sull'efficienza di una sede periferica?
Gli uffici della pubblica amministrazione in questa situazione così delicata per la nostra economia regionale e per l'economia del Paese non possono essere allontanati, ma devono essere avvicinati al pubblico, non è possibile in questo momento avallare questi disservizi senza nessuna ragione apparente, che creano solo confusione e malcontento tra i cittadini impegnati a percorrere decine di chilometri per raggiungere gli uffici di Ascoli Piceno e Fermo nei soli due giorni, purtroppo, in cui sono aperti.
Si deve consentire agli utenti di usufruire in modo immediato e diretto dei servizi necessari senza dover ricorrere a file ed attese estenuanti, senza penalizzare ulteriormente un territorio già provato dalla crisi economica e dagli eventi calamitosi legati al terremoto e ora, dobbiamo aggiungere, anche alla pandemia da Covid 19.
Pertanto, si deve necessariamente rivedere l'orario di apertura dei suddetti presidi territoriali, questa richiesta necessaria e legittima porterebbe beneficio ai cittadini e ai territori e permetterebbe anche di favorire maggiori entrate come gettito fiscale, con tutti i vantaggi che si possono bene immaginare. Per questo vi chiedo di prendere in considerazione questa mozione, che in pratica chiede che le due sedi, al pari delle altre sedi regionali, siano aperte al pubblico per 5 giorni e eventualmente potenziate, come sta succedendo per altre, vista la situazione in cui versa il territorio ascolano e fermano, prima con la crisi economica, poi con il terremoto, ora con l'emergenza Covid.
Vorrei che gli egregi colleghi prendessero in seria considerazione questa mozione, perché al nostro territorio serve come il pane. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Mi sento di condividere tutto quanto la mozione, presentata dal Consigliere Giorgini, chiede e recita.
Su questo argomento ero già intervenuto qualche mese fa, e caro Consigliere Giorgini, dobbiamo andare oltre, nel senso che in questo momento quei due sportelli danno solo informazioni, non sono un vero sportello dell'Agenzia delle entrate, che resta, come sempre, come lei sa, a San Benedetto del Tronto e tutte le pratiche vengono fatte lì.
Noi dovremmo chiedere di più, quegli uffici devono andare oltre l'informazione, non soltanto essere aperti per dare informazioni, magari giustamente 5 giorni a settimana, ma deve esserci un vero sportello di riscossione, perché è impensabile, come dice la mozione - ripeto, sono già intervenuto sullo stesso argomento e la gente da Montemonaco ad Ascoli, anche per mezza vallata, fino a Maltignano e Castel di Lama preferisce, ovviamente, venire verso Ascoli Piceno - che non ci sia la possibilità di utilizzare tutti i servizi che si potrebbero avere.
Qualcuno a San Benedetto del Tronto si è risentito dicendo che vogliamo portare via pure questo, non è questo il senso, vogliamo dare un servizio, non si toglie qualcosa al territorio, vogliamo implementarlo, soprattutto in questa fase, per cui io sono favorevole a questa mozione ed aggiungerei che gli sportelli dell'Agenzia delle Entrate oltre a dare informazioni possano fare tutte le pratiche fino in fondo, senza depotenziare ovviamente quello che già esiste. Si tratta di implementare con nuovo personale che dia informazioni e dia al cittadino dell'Appennino un servizio, soprattutto in virtù di tutto quello che succederà da qui alla fine dell'anno con la ripresa dei pagamenti, di tutti i balzelli che erano stati sospesi, e prima già eravamo in crisi netta, in conseguenza del terremoto, adesso c’è pure il Covid, quindi potete immaginare i disagi che esistono, per cui mi auguro che la mozione venga approvata, ecco, con questa raccomandazione: l'Agenzia delle Entrate, attraverso il Ministero, può non solo ampliare e potenziare gli uffici, ma renderli un vero sportello dell'Agenzia delle Entrate, titolati a fare tutte le operazioni, quindi, se il Consigliere Giorgini vuole aggiustare qualcosa lo può fare solo lui.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole perché le due province non possono essere sempre le solite Cenerentole della regione con servizi dimezzati. Ancora non si sa se la provincia di Fermo sia una provincia o la succursale di Ascoli Piceno, anche perché molte volte alcuni servizi non hanno le stesse potenzialità delle altre province.
E’ giusto che sia così, è giusto che i cittadini abbiano le stesse opportunità degli altri delle altre province, quindi, quello che si chiede è di non togliere niente, di non fare una riorganizzazione, ma un’implementazione perché tutti i cittadini di questa regione abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Intervengo per fare una precisazione. Io ho detto che lo sportello deve essere potenziato perché è solo un centro informazioni, ma devo precisare che nulla verrà toccato a San Benedetto del Tronto.
Noi chiediamo che in questo momento gravissimo per il nostro Paese, in cui si presume che ci saranno 30, 40 mila cantieri aperti per la ricostruzione, proprio nelle zone del territorio ascolano, ci sia un'Agenzia delle Entrate perché non è possibile che uno debba fare 100 chilometri per avere un servizio reale ed effettivo.
Chiedo questo, che non venga tolto il punto informativo, ma che sia potenziato ed effettivo, che sia aperto per 5 giorni, poi se c'è da fare un cambiamento non lo so, adesso il dispositivo non lo ricordo, però ho scritto “potenziato”, che significa renderlo effettivo, ma se c'è qualcosa che può essere male interpretata io sono pronto a modificarla, non è un problema. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Leggo il dispositivo del Consigliere Giorgini “ad attivarsi con ogni possibile iniziativa presso il Governo e le istituzioni competenti, allo scopo di sollecitare la modifica dell’orario di apertura al pubblico dello sportello di riscossione, dagli attuali due giorni la settimana ai cinque auspicati, sia nella sede di Ascoli Piceno sia nella sede di Fermo, le quali pertanto non andrebbero in alcuna maniera depotenziate, anzi, integrandone le caratteristiche di meri punti informativi”. Ci può aggiungere il discorso del potenziamento, facendo in modo che diventi un vero e proprio sportello dell'Agenzia delle Entrate e non soltanto un punto informativo, magari è un po’ più esplicito, perché così, infatti, si parla soltanto di integrare le caratteristiche di mero punto informativo, tutto qui, poi è lei il presentatore.
PRESIDENTE. Mentre il Consigliere Celani collabora con il Consigliere Giorgini per la presentazione di un emendamento, proviamo ad andare avanti con la mozione n. 573 del Consigliere Urbinati, annuncio anche il rinvio alla prossima seduta della mozione n. 620.
Mozione n. 573
ad iniziativa dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora
“Libero accesso alle donne negli stadi e nelle strutture sportive”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 573 dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Questa è una mozione che purtroppo per parecchi mesi non siamo riusciti a discutere. Fu fatta volutamente e successivamente alla decisione della Federcalcio tedesca che vietava la partecipazione a qualsiasi tipo di torneo in tutti quei Paesi che non consentivano l'accesso allo stadio alle donne. Purtroppo, questi paesi sono tantissimi, l’abbiamo visto anche in recenti eventi sportivi, tra cui, se non vado errato, una finale di super Coppa, un evento internazionale importantissimo e ricordo che la Federazione europea puntò i piedi per l'accesso alle donne solo in un certo settore, Secondo me hanno fatto peggio, la pezza è stata peggiore del buco.
Questo è un invito che credo possa essere condiviso a tutte le federazioni sportive italiane affinché si neghi la partecipazione delle nostre atlete, delle nostre nazionali, non solo femminili ma anche maschili, in tutti quei Paesi dove viene negato l'accesso allo stadio alle donne, che, ripeto, sono tantissimi.
E’ un segnale anche per sensibilizzare l'opinione pubblica di quei Paesi, perché non sembra, ma anche in quei luoghi qualche passetto avanti verso i diritti delle donne viene fatto, anche se sono molte di più le notizie tragiche che spesso arrivano che non le notizie di qualche diritto in più conquistato, quindi, invito tutti a sostenere questa mozione Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Vorrei suggerire ai sottoscrittori di questa mozione una modifica. Alla fine c’è scritto: “in tutti i settori dello stadio”, questa frase è particolarmente inquietante perché va contro tradizioni che noi accettiamo, sto pensando alla sinagoga degli ebrei, dove le donne sono separate dagli uomini.
Sono d'accordissimo su quanto ha esposto il Consigliere Urbinati, su questo diritto che deve essere riconosciuto non solo a parole, ma anche nei fatti concreti, come ha detto, però toglierei la dicitura finale “in settori dedicati alle donne” perché in alcune tradizioni molto importanti, che noi condividiamo, alcune popolazioni e alcuni credo religiosi dividono le donne dagli uomini, quindi non si può fare questa distinzione che offenderebbe la coscienza e le tradizioni di alcuni. Questo è quanto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.
Fabio URBINATI. Se ho capito bene il senso della modifica, voglio dire che abbiamo valutato questo aspetto, però non vorrei che succeda quanto accaduto ad inizio legislatura, quando con il Consigliere Busilacchi firmai una mozione contro il massacro in Turchia del popolo curdo e ci fu addirittura l'Ambasciata turca in Italia che si risentì, fu un caso diplomatico nazionale.
Ci può essere una tradizione, ma un conto è andare in chiesa - questa è una tradizione religiosa, un'usanza, un uso, un costume - un conto è andare ad una manifestazione sportiva internazionale. Vietare, dedicare o privare una famiglia, magari, di andare insieme allo stadio, non credo che sia una buona cosa, non lo so, è un aspetto molto delicato anche dal punto di vista …
(interrompe il Consigliere Maggi)
Fabio URBINATI. Non credo che sia vincolante per il senso della mozione, va bene, la modifichiamo togliendo l’ultima dicitura, quindi chiedo agli uffici, se possono, di preparare la modifica che è molto semplice. Grazie.
PRESIDENTE. Anche su questa mozione c'è un emendamento, direi di andare avanti, dopodiché voteremo gli emendamenti e gli atti relativi.
Mozione n. 574
ad iniziativa dei Consiglieri Malaigia, Celani, Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi, Carloni
“Richiesta stato di emergenza e calamità naturale”
Mozione n. 685
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Maggi, Pergolesi, Malaigia, Mastrovincenzo, Minardi, Micucci, Marcozzi, Celani
“Richiesta stato di emergenza e calamità naturale Maltempo maggio 2020”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 574 dei Consiglieri Malaigia, Celani, Zaffiri, Zura Puntaroni, Leonardi, Marcozzi, Carloni e la mozione n. 685 dei Consiglieri Leonardi, Maggi, Pergolesi, Malaigia, Mastrovincenzo, Minardi, Micucci, Marcozzi, Celani, abbinate.
Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Questa mozione era già stata presentata in Aula ed era stata rinviata perché, mi sembra di ricordare, il giorno stesso della sua presentazione fu chiesto dalla Regione lo stato di calamità naturale, a questo punto chiedo lo stato delle cose.
Ricordo che questa mozione venne già in Aula e mi sembra di ricordare che era superata in quanto la Regione, nella stessa data del protocollo dell’atto, aveva presentato la richiesta di stato di calamità, quindi vorrei essere aggiornata sullo stato delle cose.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Anche per aggiornare l'Aula, con delibera del Consiglio dei Ministri del 2 dicembre 2019 sono stati estesi gli effetti dello stato di emergenza, dichiarato con delibera del Consiglio dei Ministri del 14 novembre 2019, ai territori colpiti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto, interessate agli eventi meteorologici verificatisi nel mese di novembre.
Come nostro soggetto attuatore delegato dal Presidente è stato nominato il Dirigente del Servizio Tutela, gestione e assetto del territorio e nello specifico segue l'istruttoria la Dirigente della P.F. tutela delle acque e difesa del suolo e della costa a cui si rimanda per un approfondimento.
E’ già riconosciuto, quindi ritengo, Consigliera Malaigia, che la mozione sia stata superata dai fatti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione della mozione n. 685, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Intervengo sulla mozione n. 685 che è relativa ad un’altra situazione di maltempo, che si è verificata nella nostra regione il 20 maggio. Questa è prettamente in tema e riguarda forti grandinate e piogge che si sono verificate in diverse zone della nostra regione, che hanno causato gravi danni, in particolar modo all’agricoltura. Chiedo che la Regione si attivi con la richiesta al Governo dello stato di emergenza o di calamità naturale per i Comuni più colpiti, oppure si impegni, con tutti i mezzi che ritiene più opportuni, anche propri, a ristorare gli agricoltori e i produttori che hanno subito danni dovuti al maltempo e che metta in campo tutti gli strumenti necessari per sostenerli.
L’abbiamo visto purtroppo dalla stampa ed ho avuto diverse segnalazioni relative a produzioni agricole rovinate dal maltempo per le quali, credo, sarebbe utile e urgente, considerato anche il contesto di difficoltà nel quale ci troviamo, poter intervenire a ristoro e a supporto dei produttori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Prima di fare l’intervento, come ho fatto già in privato, chiedo la possibilità di sottoscrivere questa mozione, perché ho visto che è del 22 maggio. Come è comprensibile la maggioranza presenta mozioni se immagina l’esito positivo, sennò è ovvio che non c’è la volontà di presentare mozioni su attività che non possono essere poi seguite, viceversa la minoranza giustamente svolge il proprio ruolo e quindi sollecita.
Avendo verificato con l’Assessorato e la Giunta la disponibilità non solo a seguire, come giustamente chiede la Consigliera Leonardi, e a sollecitare il Governo per l’indizione dello stato di calamità nei confronti della calamità nazionale, avendo verificato la disponibilità di un fondo regionale di recente istituzione e la possibilità eventualmente di attingere per le risorse disponibili nel bilancio regionale anche a questo fondo, c’è la disponibilità a votare questo atto avendo verificato la fattibilità, non certo l’importanza che era già nelle cose, e la possibilità di concretizzare quanto chiesto.
Quindi, ripeto, se c’è disponibilità, chiedo di sottoscriverla e indipendentemente dalla sottoscrizione annuncio fin da ora il voto favorevole, ma sarebbe una presa di posizione e di coscienza positiva l’apertura della Consigliera e dell’opposizione nel permettermi di sottoscrivere la mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Voglio ringraziare la Consigliera Leonardi a dimostrazione che tra me e lei non c’è assolutamente nulla, se non qualche eccesso ogni tanto dovuto al carattere che forse è lo stesso. Il più delle volte ci becchiamo in Consiglio, ma ho sempre rispetto e stima nei suoi confronti, anzi chiedo scusa per aver alzato i toni nell’intervento di prima.
Su questo argomento gli uffici della protezione civile regionale si sono mobilitati subito ed hanno fatto dei sopralluoghi sui territori, ci sono due province coinvolte a cavallo tra Macerata e Fermo, ci sono diversi comuni colpiti sia del fermano che del maceratese, che hanno subìto notevoli danni, sia per le coltivazioni agricole che per altre strutture, anche la viabilità minore è stata colpita.
Noi sappiamo ormai per esperienza, detto tra noi, che se dovessimo chiedere al Governo nazionale, e lo chiederemo se ci sono le condizioni, i numeri minimi, stiamo facendo i rilevamenti, lo stato di emergenza e di calamità, difficilmente lo riconoscerà per questo evento, ma dalla riforma della Protezione Civile, che è stata fatta l’anno scorso, lo stato di calamità e di emergenza può essere riconosciuto anche a livello regionale, ovviamente con risorse proprie. I fondi che abbiamo in bilancio sono pochi, però credo che potremmo sopperire alla mancanza del riconoscimento nazionale con il riconoscimento regionale e dare mandato ai nostri uffici per fare in modo che ci sia questo ristoro nei limiti del possibile, nei limiti dell’esponibilità che la Regione ha in questo momento nei confronti dei colpiti dall’evento calamitoso, che c’è stato il 20 maggio.
Sono d’accordo, in qualche modo dovremo ristorare gli operatori agricoli e non solo, invito, quindi, l’Aula a votare favorevolmente questa mozione. Grazie
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Intervengo anche per fare la mia dichiarazione di voto, ovviamente favorevole.
Sono d’accordo alla sottoscrizione della mozione da parte del Consigliere Micucci e ringrazio anche per la sensibilità dimostrata dalla componente politica e dagli uffici nell’attivarsi rispetto a questa emergenza, anche con risorse proprie della Regione, per intervenire a ristoro di queste realtà, che purtroppo hanno subìto gravi danni. Alcune aziende hanno perso completamente la produzione che avevano in corso, quindi sicuramente un’emergenza.
Spesso non si riesce ad ottenere dal Governo lo stato di emergenza e calamità naturale se non riguarda ampissime zone ed in questo caso è giusto che possa intervenire con proprie risorse la Regione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Vorrei dire all’Assessore Sciapichetti che nel 2019, non so se si ricorda, c’è stata un’enorme grandinata nel pesarese, che aveva devastato tantissime imprese e tantissime fabbriche, era stata riconosciuta, ma lo Stato non ha dato una lira! Non so se l’Assessore Bravi ha presente la ditta Berloni, ha dovuto rifare i tetti e le aziende agricole hanno dovuto rifare le serre, soprattutto quelle in vetro.
Voto molto volentieri questa mozione perché quando c’è un danno bisogna stare vicini a tutti i territori, però ricordo che la Regione non ha messo un soldo, quindi se trova qualcosa per la grandinata del 2019 …
Assessore, glielo dico con il sorriso, il riconoscimento c’è stato, ma non è arrivato un soldo, quindi se c’è qualcosa si ricordi anche della grandinata che si è avuta nel nostro territorio. Non parlo a nome mio, ma di tantissimi agricoltori. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Vorrei sottoscrivere anch’io la mozione, anche se avevo presentato un’interrogazione che non è stata abbinata, è possibile farlo?
PRESIDENTE. La facciamo sottoscrivere ai Consiglieri Micucci e Marcozzi.
Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Anch’io ed il Consigliere Maggi vogliamo sottoscrivere la mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Chiedo anch’io di firmarla, avendo chiesto anche per la calamità precedente …
PRESIDENTE. Va bene, anche la Consigliera Malaigia la sottoscrive.
Passiamo alla votazione.
Mozione n. 685. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 578
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Situazione critica negli SPSAL (Servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 578 del Consigliere Giorgini, che ha la parola per illustrarla.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Parliamo di un altro grande problema che riguarda la sicurezza dei lavoratori nelle Marche.
Prima vorrei spiegare che cos’è lo SPSAL, il Servizio di prevenzione infortuni, e far capire perché ci sono queste problematiche, che già avevo portato in quest’Aula quando avevo presentato un emendamento ad una mozione del Consigliere Rapa.
La situazione si è complicata e ultimamente si è aggravata moltissimo perché i morti e gli incidenti continuano ad aumentare.
Il servizio effettuato dallo SPSAL è stato istituito allo scopo di tutelare per prima cosa la sicurezza dei lavoratori e non ha come principale attività l’azione di servizio di medicina sul lavoro in quanto tale attività è da considerarsi minimale, cioè -20% dei servizi complessivi.
La domanda che pongo da sempre è: perché a capo dei Servizi prevenzione infortuni troviamo medici e non ingegneri? Nessuno riesce a spiegarmi il motivo di questa incongruenza nella direzione dello SPSAL.
Tale anomalia è stata fatta più volte notare anche dal Consiglio nazionale degli ingegneri presso il Ministero di giustizia, con lettere rivolte a tutti gli Ordini degli Ingegneri e nelle Marche anche agli ordini provinciali e alla Giunta regionale.
Cosa succede? Quando arriva il rapporto tecnico complicato di un incidente mortale se a capo dello SPSAL c’è un medico cosa ci capisce? Lo SPSAL va in tilt, quindi, sono pochissime le pratiche che si riescono ad evadere perché tutti gli incidenti, tutte le problematiche, tutti i morti, hanno bisogno di una pratica che sia visionata da tecnici.
Questo servizio è di vitale importanza, ma non interessa a nessuno, tranne quando si devono inserire negli organi delle persone compiacenti, magari dietro collegamenti politici, allora si che va bene.
Credo che questo servizio sia essenziale, ma non viene preso nella giusta considerazione dalla politica, quello che ci sentiamo di suggerire è che non venga riformato inserendo tecnici secondo criteri meritocratici, ma che vengano creati due reparti separati, uno per i servizi sanitari e uno per i servizi tecnici.
Questo è il problema che vogliamo portare all’attenzione di quest’Aula ed anche degli interessati visto che non si riesce, poi darò dei dati, a risolvere questa situazione, perché la politica vuole mettere dei medici nel Servizio di sicurezza sul lavoro. che è prettamente tecnico, per l’80%, allora facciamo due servizi uno tecnico e uno sanitario.
Per questo vale la pena ricordare che i compiti assegnati a tale servizio sono importanti ed hanno lo scopo fondamentale di combattere la piaga degli incidenti sul lavoro perché infortuni e decessi oggi, ancora inaccettabili, sono in continua crescita.
Cosa fa questo ente? Lo SPSAL definisce il rischio del lavoro, predispone le bonifiche tecniche, la verifica dell’esistenza dei requisiti essenziali di sicurezza, le richieste di infortuni negli ambienti lavorativi, la gestione di verifica e controllo delle norme tecniche, il controllo delle macchine, i requisiti tecnici. Possiamo parlare per ore di quello che fa, ma sono tutti lavori tecnici.
Questi i motivi che ho elencato, ma devo dire in tutta franchezza che i SPSAL nelle Marche versano in totale fallimento in merito alla loro azione di controllo e di vigilanza proprio per il fatto che la Direzione è stata sempre affidata a medici e non a ingegneri ed i medici non possono entrare nel merito di questioni tecniche.
La dotazione organica complessiva negli SPSAL d’Italia è complessivamente sproporzionata nei confronti dei dirigenti medici rispetto ai dirigenti tecnici e la Regione Marche che non fa eccezione, ci sono: 25 dirigenti medici e 1 ingegnere, nell’area vasta 1: 5 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 2: 9 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 3: 4 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 4: 3 medici e 0 ingegneri, nell’area vasta 5: 4 medici e 1 ingegnere.
La situazione nell’ultimo anno, espressa dai dati al 31 dicembre 2019, è peggiorata, nel 2019 le denunce per infortuni sul lavoro nella nostra regione sono state 19.011, in aumento di ben quasi 400 unità rispetto al 2018, tra cui c’è Ancona con 277 infortuni, Pesaro con 69 e Ascoli Piceno con 64.
I morti nel 2019 nelle Marche sono stati 33, 50% in più rispetto al 2018, ogni anno aumentano del 50%, dati Inail su elaborazione Cgil Marche.
Vado a concludere, cosa succederà quando apriranno i circa 30.000 cantieri per la ricostruzione post sisma e gli altri in vista del bonus 110% vista la lentezza dei controlli? I controlli nelle Marche dovrebbero essere almeno 7.000, se ne fanno poco meno della metà, quindi viaggiamo con i controlli ispettivi dello SPSAL al 50% del minimo previsto, perché manca chi li fa funzionare.
Credo che sia una situazione da capovolgere in fretta perché i morti aumentano ogni anno in conseguenza degli incidenti sul lavoro, anche nelle Marche, come ho detto, i morti al 31 dicembre 2019 sono il 50% in più del 2018, quindi non ci possiamo permettere di scherzare.
Non dico che devono essere tutti ingegneri, ma neanche ci devono essere tutti medici, perché lo SPSAL è all’80% è un servizio tecnico che compete agli ingegneri e non ai medici, spero che questa volta sia ascoltato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. La mozione del Consigliere Giorgini mette in evidenza un problema importante anche dal punto di vista dei dati che ha dato, che hanno portato ad un ragionamento con il Comitato di sicurezza anche con una maggiore argomentazione, nel senso che sono cambiati i motivi del rischio. Naturalmente non c’è solo il rischio nel mondo del lavoro che causa incidenti, ma c’è un malessere nato dalla carenza di lavoro che implica anche una ferita psicologica, e questo è stato messo in evidenza in maniera forte.
Detto questo, ho la risposta che mi è stata fornita dal Servizio sanità perché tutta la faccenda che lei ha evidenziato riguarda la prevenzione e la promozione della salute nei luoghi di lavoro, quindi ne risponde la sanità ed il Comitato fa capo alla sanità.
Io le do la risposta anche se sono certa che quello che lei ha posto vada rivisto, posso essere d’accordo nel rivedere la struttura intera, però voglio dirle che per me risponde la sanità.
Il Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro è inquadrato nell’ambito del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria unica regionale, così come disciplinato dalla legge 502/1992.
L’attività assegnata ai servizi di sicurezza dalla normativa nazionale e dagli atti regionali è molto articolata e spazia in settori pubblici e privati, in tematiche sanitarie, finalizzate alla prevenzione ed alla sicurezza negli ambienti di lavoro, attività per cui sono richieste capacità e competenze pluridisciplinari.
Si tratta di competenze molto ampie che trovano la loro declinazione nel DPCM 12 gennaio 2017 che definisce i nuovi Lea e sostituisce integralmente il DPCM del 29 novembre 2001.
L’allegato 1 di tale DPCM per la prevenzione individua 7 aree di intervento, tra cui l’area della sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro:
- sorveglianza epidemiologica finalizzata alla diffusione informativa alle istituzioni, ai cittadini e alle parti sociali;
- cooperazione con altre istituzioni per la realizzazione di programmi intersettoriali;
- prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro;
- promozione del miglioramento della salute e della sicurezza;
- prevenzione delle malattie lavoro correlate e promozione degli stili di vita sani;
- sorveglianza degli ex-esposti a cancerogeni e a sostanze chimiche.
Questi programmi sono orientati alla tutela della salute negli ambienti di lavoro utilizzando sempre di più gli strumenti per l’individuazione, l’accertamento e il controllo dei fattori di nocività, quindi sono molto puntati sulla prevenzione.
La carenza della figura dell’ingegnere nei dipartimenti di prevenzione regionali è in parte motivata da quanto è accaduto nella regione Marche nel 1997, a seguito della ripartizione delle competenze afferenti alla normativa di prevenzione dei rischi per la sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro.
La legge regionale 60/1997 ha affidato ad Arpa Marche, mediante l’istituzione di un servizio impiantistico antinfortunistico, l’organizzazione e la gestione di alcune funzioni più squisitamente tecniche che, in altre regioni, sono state invece mantenute nell’ambito delle funzioni svolte dai dipartimenti di prevenzione, e questo potrebbe essere l’aggancio a quello che lei diceva.
La direzione di tali servizi dell’Arpa Marche è correttamente affidata a figure con profilo tecnico di ingegnere, attualmente l’Arpa Marche garantisce il supporto all’Asur con i propri dirigenti tecnici ingegneri in caso di tematiche afferenti all’istituto e integrate con quella di competenza SPSAL.
Quindi, a proposito delle figure tecniche, soprattutto della dirigenza ingegneristica, pur considerandole utili nei servizi, in numero superiore all’attuale, va precisato che dovrebbero avere un indirizzo in ambito edile o meccanico con l’obiettivo di supportare il direttore del servizio nell’affrontare tematiche pertinenti e specifiche di elevata complessità.
Per quanto riguarda la creazione dei due servizi separati, come lei chiedeva, una duplicazione delle strutture contrasterebbe con le prescrizioni di riduzione delle medesime ai fini dell’adeguamento degli standard stabiliti dal Comitato Lea del 26 marzo 2012.
Per quanto riguarda gli organici dei servizi delle aree vaste è stato approvato il 15 maggio scorso il Protocollo “lavoro-sicurezza” con l’accordo tra la Regione Marche, Asur, Anci, Sindacati e parti sociali, tale protocollo, volto a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro nel presente stato emergenziale in coerenza con il protocollo nazionale della sicurezza condiviso dal Governo il 14 marzo 2020, e stato aggiornato in data 24 aprile 2020.
Il protocollo prevede il potenziamento degli organici dei servizi SPSAL delle aree vaste Asur e si terrà conto anche delle attività di ricostruzione post sisma che necessitano di adeguato supporto e di adeguata vigilanza.
Questa risposta Consigliere Giorgini gliela do perché mi sembra molto dettagliata a livello tecnico, mentre a livello politico credo che la sua problematica necessiti di essere affrontata maggiormente perché la mia esperienza in questi 5 anni è che su questo fronte non basta mai, se c’è da rivedere qualcosa dobbiamo essere i primi e la ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ringrazio l’Assessore. Io non ho detto che non servono i medici, io ho detto che c’è una sproporzione, su 5 aree vaste ci sono 25 medici e 1 solo ingegnere, qual è il problema? Il procuratore Guariniello dice che è proprio questo il problema, ho l’intervista qui davanti, sono mancate le capacità tecniche ed i servizi di prevenzione e sicurezza del lavoro sono tutti intasati.
Se un muratore cade dall’ottavo piano e muore non ci va il medico a fare le rilevazioni, ci va un tecnico che fa la relazione, e poi se la trova davanti un Dirigente medico che non capisce niente.
Sto lottando da 5 anni per dire: benissimo, la prevenzione è nel servizio sanitario, non si possono fare due servizi separati, almeno riequilibriamo un po’. Non dico, almeno 1 o 2 ingegneri per area vasta mettiamoceli! E’ vero, qualcuno mi ha detto che quelli sono medici del lavoro, però nella sanità pubblica mancano i medici e noi li mettiamo nel Servizio sicurezza e prevenzione del lavoro. C’è qualcosa che non funziona, a questo punto mettiamo gli ingegneri nella sanità pubblica, se il mondo deve funzionare al rovescio, facciamolo. Abbiamo tutti questi medici, qualcuno sarà capace di stare in corsia o negli ospedali e ci sono centinaia di ingegneri, laureati, che hanno menti sopraffine, che sono in grado di far ….
Il problema dei controlli, Assessore, è che i SPSAL sono tutti complicati ed e ogni pratica di morte richiede molto, molto lavoro, mentre ci sono poche persone competenti per risolvere e districare le problematiche.
Credo che la regione Marche dovrebbe dire: “Signori, prendiamo sia i medici che gli ingegneri perché gli SPSAL devono funzionare”, altrimenti i morti aumenteranno perché i controlli sono un optional, lo dice Guariniello a chiare righe sulla Stampa. Non ce la fanno, non ce la fanno perché le procedure sono complesse.
Ecco il mio è un disappunto, non è una critica, quando faccio le cose le faccio costruttive e se avete buone orecchie – questa seconda volta – dovete ascoltare. Grazie, Assessore.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Grazie Presidente. Non potevo non intervenire, non a difesa della categoria, ma perché ritengo che la mozione fatta dal Consigliere Giorgini vada nel verso giusto.
Questo è un problema che va avanti da tanti anni, ci sono state polemiche, addirittura ci sono stati interventi del Consiglio nazionale degli ingegneri, dalla rete delle professioni tecniche perché il mondo del lavoro si è evoluto moltissimo, non soltanto per quanto riguarda le mansioni, ma anche per le tecnologie. Non dico che gli aspetti tecnici hanno preso il sopravvento, però hanno acquisito un'importanza sempre più grande rispetto ad altri aspetti, che sono anche quelli sanitari.
E’ chiaro che all'interno di una struttura sanitaria, parliamoci chiaro, si cerca di difendere la posizione sanitaria e non si vede il cambiamento che c'è stato, un cambiamento molto importante. La tecnologia è avanzata moltissimo.
Quando c'è un incidente sul lavoro e nascono le contestazioni, delle vere e proprie controversie, cause per infortuni gravi, talmente gravi che possono arrivare fino alla morte del lavoratore, l'aspetto tecnico, la ricostruzione dell'evento, non può essere lasciata a chi non è un esperto del settore, a farla deve essere per forza di cose un tecnico, anche perché le conclusioni nel dibattimento le deve tessere chi effettivamente ha fatto il rilievo, chi ha capito come ha funzionato la cosa, per accertare le responsabilità che sono sempre molto gravi e che possono portare a sentenze impattanti sul responsabile di un cantiere, sul titolare dell'impresa, sull’operaio stesso.
Questo è il senso che ho captato della mozione fatta dal Consigliere Giorgini e su questo tema, che effettivamente esiste, mi sono confrontato con l'unico ingegnere che c’è nel SPSAL di Ascoli.
Mi auguro che, senza spezzare le due situazioni, senza fare due strutture parallele, ci sia una perfetta integrazione in cui sia potenziato l'aspetto tecnico, non soltanto nel numero, cioè 4, 5 o 10, ingegneri, ma soprattutto nella responsabilità che il tecnico deve avere nell'accertamento del danno, nell’accertamento dell'incidente di lavoro, perché spesso mi sono trovato in Tribunale, per mestiere, per professione mi occupo anche di queste cose, e ci sono delle sentenze che non c'azzeccano nulla, perché partono da presupposti che sono completamente errati. Si guarda l'aspetto sanitario e non si valuta quello tecnico, perché? Perché non c'era il tecnico a fare il rilievo, non c’era il tecnico a fare le giuste e doverose considerazioni.
Mi auguro che questa rivisitazione possa essere fatta nel più breve tempo possibile all'interno del servizio, lasciamo perdere l’Arpam e altro, quindi, sono favorevole a questa mozione. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione 578. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Torniamo alla mozione n. 573
Emendamento 573/1 a firma dei Consiglieri Urbinati, Talè, Bora, Maggi, Pergolesi, che è stato distribuito e che prevede la soppressione delle parole “in tutti i settori dello stadio”, come richiesto. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 573, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Interrogazione n. 951
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Situazione realizzazione progetto Banda Ultra Larga ed in particolare nei comuni di Fano e Mondolfo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 951 del Consigliere Rapa.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. La Regione Marche, com'è noto, ha approvato il Piano banda ultra larga, con delibera dell'Assemblea legislativa n. 31 del 2016. Tale piano si inserisce nel progetto nazionale “Piano strategico banda ultra larga” con l'obiettivo di azzerare del digital divide che caratterizza i territori della nostra regione classificati come “aree bianche”.
Il Piano in questione riguarda la totalità dei comuni della nostra regione con riferimento alle aree classificate come “aree bianche”, ovvero le aree del territorio considerate a fallimento di mercato in cui è necessario l’intervento pubblico per garantire la copertura del servizio a banda ultra larga.
La classificazione delle aree del territorio nazionale deriva dalla consultazione pubblica effettuata da Infratel Italia Spa, società in house del Mise, con gli operatori di telecomunicazioni, in accordo ai principi contenuti nel documento “Strategia italiana per la banda ultra larga” del marzo 2015 in coerenza con la comunicazione 2013/C 25/01 “Orientamenti dell'Unione Europea per l'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda ultra larga”.
Ai fini della consultazione, il territorio nazionale è stato diviso in 94.000 sotto-aree omogenee (accorpamenti di aree censuarie Istat) che a seguito di consultazione pubblica sono state classificate in 4 cluster A, B, C e D, in base alla numerosità di operatori di telecomunicazione presenti nelle aree; i cluster C e D corrispondono alle “aree bianche” a fallimento o a fallimento di mercato, che costituiscono le aree di intervento previste dal Piano banda ultra larga della Regione Marche.
Il Piano banda ultra larga della Regione Marche intende allinearsi a quanto richiesto dalla Commissione Europea con l'Agenda Digitale è quanto definito dalla strategia nazionale banda ultra larga, raggiungendo il duplice obiettivo minimo:
- a copertura del 100% della popolazione con servizi a banda ultra larga pari ad almeno 30 Mbps;
- a copertura dell'85% della popolazione con servizi a banda ultra larga pari ad almeno 100 Mbps.
La realizzazione del Piano banda ultra larga a livello nazionale è stata gestita da Infratel, in qualità di stazione appaltante, mediante procedure di gare pubbliche, la Regione Marche è stata inserita nella gara n. 2, ed è stata aggiudicata al concessionario Open Fiber SpA nel settembre 2017.
Successivamente all'aggiudicazione il Comitato di monitoraggio costituito da Regione Marche, Infratel e Mise ha approvato il Piano Tecnico che riporta per ciascun comune della regione le quantità a Piano in termini di popolazione servita. Unità locali raggiunte ad almeno 100 Mbit/s, unità locali aggiunte ad almeno 30 Mbit/s, sedi di pubblica amministrazione.
In particolare per i comuni di Mondolfo e Fano i dati del Piano banda ultra larga risultano i seguenti: il piano originario per il Comune di Mondolfo prevedeva di collegare 7.432 unità locali (abitazioni più unità locali) con una velocità maggiore ai 100 Mbit/s, 698 unità locali con una velocità di almeno 30 Mbit/s e 21 sedi di pubblica amministrazione alla massima velocità.
Mentre per il Comune di Fano il Piano prevedeva di collegare 7.663 unità locali con una velocità maggiore di 100 Mbit/s, 657 unità locali con una velocità di almeno 30 Mbit/s mentre le sedi di pubblica amministrazione alla massima velocità.
A seguito dell'aggiudicazione della gara gli uffici della Regione Marche hanno fornito tutto il supporto necessario per agevolare i processi di autorizzazioni propedeutico all'avvio dei lavori nei comuni del territorio, la Regione Marche ha individuato la modalità delle conferenze dei servizi, che aggrega più comuni quale strumento per agevolare il rilascio dell'autorizzazione da parte degli enti preposti, tra cui Sovrintendenza, Province, Parchi, Rete ferroviaria italiana, Anas, Autostrade, uffici regionali.
In particolare il comune di Mondolfo è stato inserito nella conferenza di servizi n. 1 avente come comune capofila il Comune di Vallefoglia, la prima seduta della Conferenza dei servizi è stata effettuata il 19 luglio 2018 e si è chiusa il 7 marzo 2019 con determina del Comune di Vallefoglia n. 33.
Va sottolineato che nell'iter di rilascio dell'autorizzazione per il Comune di Mondolfo si sono incontrate notevoli difficoltà di autorizzazione da parte dell'ente Autostrade per una parte del progetto che interessava l’area di un sottopasso della rete autostradale, che hanno comportato lungaggini nel rilascio delle autorizzazioni, tale criticità è stata superata con la collaborazione del Concessionario che ha apportato modifiche progettuali tali da escludere le aree di pertinenza di Autostrade.
L'iter di rilascio dei permessi si è concluso con determina n. 33 del Comune capofila.
Si evidenzia inoltre che i lavori relativi al progetto del Comune di Mondolfo risultano avviati in data 24 ottobre 2018, in quanto il Concessionario ha avviato le attività relative di posa della fibra mediante utilizzo di infrastrutture esistenti in modalità IRU e che non sono oggetto di autorizzazione da parte di enti partecipanti alla Conferenza di servizi.
Secondo quanto indicato dal Concessionario allo stato attuale risulta la fine lavori per la posa illuminazione pubblica in tutto il comune, i lavori di scavo in zona Mondolfo risultano completati per un 50%.
Si evidenzia che il progetto Mondolfo/Marotta risulta comunque molto esteso.
Open Fiber ha comunicato che Mondolfo risulta tra i comuni per i quali si prevede di raggiungere un avanzamento consistente a fine anno 2020. Il Comune è servito da due PCN di cui uno soltanto ricade all'interno del territorio del Comune di Mondolfo.
Il comune di Fano è stato inserito nella conferenza dei servizi n. 12 avente come comune capofila il comune di Fano stesso, la prima seduta della Conferenza dei servizi 12 è stata effettuata il 19 settembre 1019 e si è conclusa, l’1 ottobre 2019 con determina del comune di Fano n. 1889.
Si informa, inoltre, che i lavori relativi al progetto del Comune di Fano risultano avviati in data 5 dicembre 2019.
Le strutture tecniche regionali hanno provveduto in vari modi a sollecitare Open Fiber sull'attuazione del progetto nella nostra regione, coinvolgendo Infratel e il sottoscritto ha ritenuto opportuno evidenziare alcune criticità relative al progetto Bul, inviando in data 25 novembre 2019 una nota al coordinamento Commissione speciale Agenda Digitale, a seguito di informazioni di stampa circa il progetto Cassiopea iniziativa dell'operatore Tim che si inserisce nella attuazione delle disposizioni emergenziali, con particolare riferimento all'articolo 82 del decreto “cura Italia” per l'emergenza Covid 19 all'ordinanza della Presidenza del Consiglio e alle misure urgenti di Agicom riguardanti i servizi a banda larga e ultra larga, per facilitare il lavoro agile si rileva che il Comune di Fano e di Mondolfo risultano tra i comuni interessati da tale progettualità.
Questa risposta l’avevo già inviata al Consigliere Rapa, se non sbaglio, qualche settimana fa, questo è quanto. Aggiungo che personalmente da ultimo ho avuto anche una videoconferenza con Infratel e con l'amministratore di Open Fiber in cui ho avuto modo di sollecitare i lavori e di denunciare i ritardi che ci sono nella nostra Regione che, sebbene inferiori a quelli delle altre Regioni, solo non compatibili con l'affidamento che noi avevamo fatto per l'esecuzione dei lavori, che dovevano essere ultimati tutti nel 2020 e così non sarà. Su questo c'è stata poi una videoconferenza anche con il Ministro competente, da ultimo, sappiamo anche che la stessa trasmissione Report ha denunciato il ritardo di Open Fiber nell'esecuzione di questi lavori, nel nostro Paese ed anche in alcune zone della nostra regione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Ringrazio l'Assessore per la risposta. Mi ritengo soddisfatto, è un tema molto importante che spero si continui a seguire mantenendo l'asticella alta dell’attenzione.
Mozione n. 611
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Introduzione dell’insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado della materia Prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 611 del Consigliere Minardi, che ha la parola per illustrarla.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Ho presentato questa mozione prima dell’emergenza pandemica, con la consapevolezza che la sicurezza sul lavoro, tra l'altro ne abbiamo discusso prima con la mozione del Consigliere Giorgini, sia un tema che deve coinvolgere tutta la comunità, tutta la società, a partire dalle istituzioni.
Non è ovviamente più accettabile che nelle Marche, come in Italia, ci siano infortuni sul lavoro, sempre crescenti, anche con decessi che, purtroppo, sono troppo elevati.
Secondo i dati Inail nel 2018 il totale delle denunce di infortuni è stato pari a 539.966 leggermente inferiore rispetto al 2017, mentre gli infortuni con esito mortale sono stati 1.035, il 7,37% in più rispetto al 2017.
I dati Inail ci indicano come in Italia la mancanza di sicurezza abbia dei costi sociali molto elevati, che si aggirano intorno ai 30 miliardi di euro, circa il 3% del Pil, capite bene che cosa vuol dire, oltre ai decessi, oltre alle persone che rimangono mutilate ed invalide.
Nelle Marche, sempre secondo il rapporto Inail, nel periodo gennaio-ottobre 2019 le denunce di infortunio sono state 15.806, più 1,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, gli incidenti mortali sono stati 26, 10 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Quindi, è importante affrontare il tema della sicurezza sul lavoro per cui si devono costruire dei percorsi che siano legati alla diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione.
Negli anni precedenti abbiamo fatto il regolamento attuativo della legge 7 del 2014, che riguarda la prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall'alto. Questo regolamento che aspettava da alcuni anni è stato deliberato dal Consiglio regionale ed io lo considero un atto estremamente importante rispetto all'obiettivo che è quello di diminuire gli incidenti sul lavoro.
E’ chiaro che il lavoro da fare è ancora tanto, uno degli obiettivi che dobbiamo porci è che l'educazione scolastica diventi determinante nell'impostare negli individui i comportamenti adeguati, gli stili di vita sani e di responsabilità sociale e civile.
La scuola, quindi, rappresenta un punto di forza e se volete anche di svolta, tenendo conto che i lavoratori più giovani sono più soggetti a infortuni sul lavoro rispetto ai colleghi più anziani. Le cause di tale fenomeno sono da ricercare nelle seguenti motivazioni: minore conoscenza dell'ambiente di lavoro, minore esperienza nello svolgimento dell'attività lavorativa e nell'utilizzo delle attrezzature e dei macchinari, tendenza a seguire gli esempi negativi dei lavoratori più esperti, timore nel chiedere informazioni sui rischi a cui sono esposti, svolgimento di lavori fisicamente più pesanti.
L'obiettivo è l'integrazione della materia salute e sicurezza del lavoro nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, in particolare nelle scuole secondarie di secondo grado, l’intento è quello di passare da un approccio che prevede interventi sporadici e disorganizzati ad un approccio sistemico.
Il fine che si pone questa mozione è quello di far crescere una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, a partire dai primi anni di scuola, la sicurezza non è un costo, la sicurezza, dobbiamo esserne tutti convinti, è un investimento, quindi, il diritto di lavoro in sicurezza deve rendere capaci i lavoratori di valutare le situazioni di rischio.
Da una parte abbiamo i lavoratori, dall'altra i datori di lavoro, insieme devono andare avanti perché la sicurezza è un obiettivo comune.
Dobbiamo avere la consapevolezza che la salute, nostra e di chi ci sta intorno, è un bene prezioso che deve essere salvaguardato, tra l'altro, la sicurezza e la tutela della salute è, ricordiamoci, un obiettivo della nostra Carta Costituzionale: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” perché la cultura e la sicurezza del lavoro devono essere un obiettivo che dobbiamo perseguire.
Gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali, anche gli incidenti domestici, sembrano argomenti lontani dal mondo della scuola, in verità, è proprio dall'educazione dei giovani che si deve partire se si vuol fare una vera prevenzione e promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro.
Dobbiamo costruire uno strumento di amplificazione e diffusione di buone prassi tra i docenti delle scuole e gli addetti al settore. Educare alla sicurezza, alla cultura della sicurezza, rappresenta l'altra faccia dell'educazione alla salute, che diventa un valore.
Credo che l'obiettivo che ci poniamo, che passa anche attraverso la sottoscrizione di un protocollo fra la Regione Marche e l’Anmil, sottoscritto lo scorso anno, per la diffusione della cultura della sicurezza, sia importante.
Dobbiamo continuare insieme questa battaglia di prevenzione e diminuzione del numero degli incidenti, con l'obiettivo, che deve essere per tutti noi, di azzerarli e per farlo dobbiamo porci il tema della formazione, della prevenzione, del controllo e anche del contrasto al lavoro irregolare.
Credo che su questo obiettivo comune possiamo ritrovarci assolutamente tutti perché nessuno deve morire sul posto di lavoro, è inconcepibile e assurdo morire sul lavoro, dobbiamo porre fine a queste tragedie perché i morti e gli incidenti sul lavoro non ci siano e non si ripetano mai più.
Per concludere, la mozione si pone come obiettivo quello di progettare metodologie, con materiali, contenuti, per la formazione e la sensibilizzazione anche degli insegnanti, nonché per la formazione degli studenti dei diversi gradi e ordine delle scuole della regione Marche.
L'invito è affinché la Giunta regionale promuova iniziative volte alla sensibilizzazione, giornate di studio e confronto, attività didattiche, ma in particolare sostenga, nelle sedi più opportune, l’introduzione nelle scuole secondarie di secondo grado dell'insegnamento della materia “prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro” e metta in campo tutte le azioni possibili affinché la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro siano al centro dell'attività formativa della Regione.
Concludo, non aggiungo altro perché credo che la cultura della prevenzione significhi anche affrontare il problema alla radice e non possiamo abituarci al fatto che tutti gli anni dobbiamo registrare dei numeri che sono delle vere e proprie stragi, sia per infortuni che per morti bianche.
Il Protocollo che è stato sottoscritto nel 2018 dalla Regione Marche per il lavoro sicuro è un ottimo punto di partenza. Se ci poniamo l'obiettivo, attraverso l'approvazione di questa mozione, che il Ministero metta nella pianificazione delle materie scolastiche e della didattica scolastica anche il tema della sicurezza sul lavoro, sicuramente avremmo svolto un lavoro che porterà alla tutela dei lavoratori, alla diminuzione degli gli incidenti, alla diminuzioni delle morti, per far si che coloro che entrano nei luoghi di lavoro si sentano tutelati da un obiettivo comune, che non può essere soltanto del datore di lavoro o del lavoratore, deve essere perseguito da entrambi, da una parte c'è l’investimento sulla sicurezza, dall'altro il rispetto delle regole che, a volte, purtroppo, capita, vengono sottovalutate.
Se questo è l'obiettivo, attraverso la formazione di una cultura che nasce dal basso, nasce dei giovani, nasce da una formazione dal punto vista culturale, sono convinto che avremo fatto del bene alla nostra comunità e alla nostra società e non dovremmo celebrare più, la seconda domenica di ottobre, la giornata dell'Anmil, che passerebbe nel dimenticatoio perché non ci saranno più incidenti e non ci saranno più morti bianche.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Anche qui è condivisibile l'intento, però sul tema della sicurezza nelle scuole andrei a monte. La problematica che può sorgere è innanzitutto chi saranno i formatori per l'introduzione di questa nuova “disciplina”? Gli insegnanti? Degli operatori? C'è da fare un investimento?
Seconda cosa, in tema di sicurezza nelle scuole, non dimentichiamoci che parecchi dei nostri istituti scolastici non sono a norma, poco tempo fa, prima dell'emergenza, ho avuto modo di rivisitare il liceo classico Annibal Caro, che ho frequentato a Fermo, la struttura è stata riadattata nel corso dei decenni, ma sostanzialmente è rimasta quella di quando andavo a scuola io, con le scale troppo basse. Addirittura c’è una scala rotta che era rotta quando andavo a scuola io, aveva una particolare crepa, che noi studenti avevamo imparato ad evitare, perché la conoscevamo, quindi prima di insegnare la sicurezza nei posti di lavoro, metterei i posti di lavoro in sicurezza, almeno come struttura, altrimenti è inutile insegnare quando abbiamo le strutture stesse che non sono adeguate e a norma. I percorsi di evacuazione sono spesso tortuosi, come nel caso del mio liceo classico e di alcune scuole, che in caso di emergenza sono pericolosi essi stessi.
Si, le finalità sono condivisibili, però non vedo la motivazione per votare a favore di questa mozione, pertanto personalmente mi astengo e penso che anche il mio gruppo consiliare farà altrettanto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie Presidente. Vorrei dividere, anche se siamo rimasti in pochi, il discorso in due, perché secondo me vanno fatte delle considerazioni realiste perché credo che le mozioni debbano stare dentro la realtà e vorrei spiegare una cosa.
Innanzitutto, cosa fa la Regione su questo fronte? Questo secondo me va detto. La Regione su questo fronte lavora molto, perché c’è la piattaforma Marlene, salute e sicurezza, Scuola.2, c'è un'intesa con l’Ufficio scolastico regionale, con l'Inail, con l'Agenzia regionale sanitaria, l'orientamento.
Noi facciamo molte ore insieme su questo progetto che è attivo dal 22 novembre 2016 e ha 14.888 iscritti formati e se volete posso anche dire su cosa li formiamo: formazione generale dei preposti, dei dirigenti, dei lavoratori dell'istruzione, ce ne sono tante di queste cose. Alla fine dirò su questo che cosa penso.
In ambito informativo il protocollo di intesa sottoscritto dalla Regione Marche e dall'Anmil firmato il 4 dicembre 2019 dal Presidente della Regione Marche e dal Presidente nazionale Anmil - su questo c’è la delibera della Giunta regionale n. 1523 - è già stato oggetto di discussione in una recente riunione tenutasi presso Ars alla presenza dei rappresentanti dell'Anmil, dei sindacati, dell'Asur, dell’Inail, anche per l'emergenza Covid.
I componenti del tavolo hanno condiviso l'importanza strategica del coinvolgimento della scuola nella formazione di individui fin dalla giovane età, per la quale è tuttavia necessario interessare direttamente il Miur, e qui vengo al secondo punto.
Ci sono competenze della Regione e competenze del Miur, non so, e la dico come la penso, fino a che punto possiamo intervenire sulla scuola e dire di aggiungere ore.
Scusate se sono polemica, ma sto facendo da due mesi una lotta sull'organico per non chiudere le scuole, quello che vi chiedo è una mozione di sostegno a questa lotta, sennò parliamo del corollario senza vedere il teorema, scusate, ma certe cose non riesco a mandarle a dire.
Qui stanno chiudendo le scuole, stanno chiudendo i presidi, Cessapalombo ha 5 bambini e stiamo lottando per mantenerla aperta, per non parlare da Tolentino fino a Urbino con 34 persone. Chiedo che la lotta politica abbia il senso della realtà, scusate se alzo i toni, però non posso andare in piazza solo con i sindacati e tutti si ritirano per il politicamente corretto, a me va bene chiedere tutto all’Asur, ma prima chiediamo il pane e poi il companatico.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Per essere chiaro, Assessore Bravi, in questa mozione non c'è alcuna obiezione al lavoro che sta facendo la Regione rispetto all'attività scolastica e alla formazione, assolutamente no.
La mozione, se l’ha letta, impegna la Giunta regionale a sostenere nelle sedi più opportune l'introduzione, nelle scuole secondarie di secondo grado, dell'insegnamento della materia prevenzione degli infortuni sul lavoro e sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo è un appello alla Giunta regionale a far si che sui tavoli dove si prendono queste decisioni - e so bene che non sono i tavoli della Regione, quindi non è una critica al suo lavoro, ci mancherebbe altro, se così fosse stata intesa - si sostenga l’obiettivo di inserire, nelle scuole secondarie di secondo grado, l'insegnamento della materia “prevenzione degli infortuni sul lavoro”. E’ chiaro che non è una competenza della Regione, ma del Miur, dopodiché sulla questione delle scuole sono assolutamente d'accordo con lei. Ho presentato una mozione anche su questo, risale a febbraio, quando il problema della chiusura delle scuole e della riduzione degli organici ancora non era acclarato.
La mozione risale al 20 febbraio, prima dell'emergenza sanitaria ed è stata anche condivisa con l’Anmil che ha molto apprezzato il Protocollo, che sia io che lei abbiamo citato, Protocollo firmato il 4 dicembre 2019 con il Presidente nazione dell'Anmil, che dimostra questa sensibilità da parte della Regione Marche su questo tema, su questa problematica, ovviamente l'obiettivo, come ho detto, deve essere quello di sensibilizzare sempre di più una cultura che ha come scopo la sicurezza del lavoro ed anche la responsabilità da parte di giovani.
Questa sensibilità può crescere soltanto attraverso delle azioni didattiche che nella mia ottica possono essere anche quelle di provare, perché poi, ripeto, non dipende direttamente dalla Regione Marche, a sostenete nelle sedi più opportune, l'introduzione della prevenzione di infortuni e sicurezza nei luoghi di lavoro per far si che diventi un obiettivo importante per tutti quanti noi, per la nostra società, per la nostra comunità, con la consapevolezza che la Regione Marche ha già fatto e sta facendo molto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Lungi da me dire al Consigliere Minardi che non è buona la mozione, però credo che la politica debba avere la capacità di dare un giudizio, questo io rivendico.
A scuola c’è l'alternanza scuola lavoro, ci sono le ore per la sicurezza, si fanno a scuola! C'è una piattaforma, quanti milioni si buttano per questo, per la didattica a distanza ed io non darò un euro per questo, per quel che mi riguarda, e neanche un sostegno di idea - Consigliere Minardi, capisca quello che voglio dire - a chi fa cose che non servono a mantenere la scuola, l'educazione e i presìdi.
Il problema, Consigliere Minardi, mi permetto di dire …, poi a me va benissimo, chiediamo pure, questo è un di più, non è un di meno, mi raccomando chiediamolo pure, però secondo me la questione è mal posta perché la formazione sulla sicurezza c'è a scuola, altrimenti i ragazzi non potrebbero fare l’alternanza e per la formazione dei docenti ci sono un sacco di risorse, la didattica a distanza hanno avuto più di 2 milioni di euro, poi se la vogliamo buttare -… Io sono convinta che ogni idea va di pari passo con l’investimento economico, quello che manca è il ruolo.
La Regione sulla formazione ci mette fior di quattrini, come lei ha detto, e forma ragazzi, apprendistato, ITS, l'unica cosa che dico è che in questo momento, chiediamo pure di aumentare le ore, ma chiediamo di mantenere i banchi dove sedersi. Solo questa è la provocazione. Mi permetta questa provocazione perché la scuola non è una succursale della politica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Il tema è particolarmente interessante e meriterebbe una lunghissima discussione. Apprezzo molto quanto è stato detto e la riflessione fatta anche dall'Assessore Bravi.
La Regione ha delle competenze e negli anni passati le ha sviluppate nel modo migliore nelle proprie scuole di formazione professionale.
Non dimentichiamo che la Regione, fino alla passata legislatura, prima che un disegno politico scellerato cancellasse le Province, aveva delegato - perché la materia è regionale - alle Province la gestione delle scuole di formazione professionale e al loro interno, proprio perchè c'era il canale dedicato a questo tipo di discorso, l’insegnamento della sicurezza e prevenzione degli incidenti nei luoghi di lavoro era fatto.
Direi che nelle scuole e possiamo dire nella società dobbiamo toglierci un bavaglio, un lembo di ipocrisia, quando si dice che la sicurezza non è un costo, assolutamente, la sicurezza è un costo, dobbiamo però far capire ai nostri giovani, ai nostri ragazzi, a tutti quanti, che è un costo che va sostenuto dalla collettività. Questo è il concetto, altrimenti non ne veniamo fuori.
La sicurezza non è una cosa strana, non la possono fare tutti, dentro la scuola è difficile insegnare la sicurezza a un ragazzo di 14, 15 anni. È importante invece che il ragazzo stia in un ambiente estremamente sicuro e gli si fa notare che la società ha investito, che la collettività ha investito risorse per farlo stare in sicurezza. Poi ognuno sceglie la propria scuola, il proprio percorso, però diventa paradossale - fermo restando, ripeto, che apprezzo moltissimo la discussione che c'è stata e l'attenzione che su questo tema ha posto il Consigliere Minardi, che è difficile - e non vorrei dire una parola strana, ipocrita, andare ad insegnare sicurezza in un luogo che non lo è.
Su 10 scuole ne abbiamo 8 che non hanno i certificati di prevenzione incendi, ma questo sarebbe il meno, non l’abbiamo nemmeno noi per il Palazzo delle Marche!
Noi parliamo di queste cose, firmiamo protocolli, facciamo di tutto, e non l’abbiamo nemmeno noi, poi mandiamo gli ispettori nelle aziende private a tartassare, a menare, a fare verbali, giustamente, ma vorrei vedere qualcuno che prima o poi viene nel Palazzo delle Marche e fa un verbalino, semplice, quindi, è la cultura che dobbiamo cambiare su questo tema.
La sicurezza è un costo che tra l’altro non è trattabile, tant'è vero che in un appalto pubblico ci sono i costi per la lavorazione e i costi per la sicurezza, i costi per la lavorazione sono soggetti a ribasso d'asta, nell’eventualità di un’asta pubblica, i costi della sicurezza non sono ribassabili perché significa che è qualcosa a cui dobbiamo necessariamente tenere. Questo è un concetto che dobbiamo far capire a tutti, partendo dai ragazzi, i quali devono, qualora la scuola sia in sicurezza, mantenerla per tutto il corso dei loro studi, perché quello è un costo su cui la collettività ha investito.
Questi sono gli atteggiamenti che mancano nella scuola, consentitemi di dirlo. Anch'io vengo dal mondo della scuola e questo va ripetuto e gli investimenti vanno fatti per far vedere ai ragazzi che noi ci teniamo e che la collettività, la comunità spende per far sì che quell'obiettivo sia raggiunto.
Credo che questo concetto debba essere in qualche modo tenuto in considerazione, approfondito, fermo restando che il cambio culturale c’è stato. Con l'entrata in vigore del d.p.r. 81 del 2008 molte cose sono cambiate, ma c’era già stato anche un d.r.p. negli anni ’50.
L'Italia non è sprovveduta da questo punto di vista, ma quello che manca è questo concetto, negli anni passati è mancato, si pensava che la sicurezza fosse demandata al buonsenso di tutti, che bisognava stare attenti a non cadere dall'impalcatura, nella buca e altro e non si è voluto capire o vedere che la sicurezza è un costo, non si discute, che dobbiamo sostenere, poi da lì possono partire tutti gli altri impegni, insegnamenti e altro, ma prima questo concetto deve entrare nella testa di ciascuno di noi.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Voglio ringraziare l'Assessore Bravi perché ha alzato la palla, dal punto di vista politico, del dibattito su questa interessante mozione.
Interessante perché affronta un tema delicatissimo, un tema di dignità e di civiltà, che presenta molti aspetti.
Una precisazione, so che non è il pensiero del Consigliere Celani, ma la formazione e il lavoro non erano funzioni delegate, ma erano funzioni proprie, quindi, si è espresso …
(interrompe il Consigliere Celani)
Enzo GIANCARLI. Funzioni proprie delle Province …
(interrompe il Consigliere Celani)
Enzo GIANCARLI. Dico questa cosa perché sulle province, poi chiudo, ….
(interrompe l’Assessore Cesetti)
Enzo GIANCARLI. No, non è questo, penso che in un Paese normale, di fronte ad una scelta condivisibile o meno, io non la condividevo - fatta prima dal Governo Monti, poi riproposta dagli altri Governi e sottoposta a referendum popolare - nel momento in cui il referendum popolare non ha approvato quella decisione, le province dovevano ritornare nelle loro funzioni. Partivo da qui per dire delle province.
Rispetto alla mozione del Consigliere Minardi, brevemente perché a quest'ora non voglio farla lunga, evidenzio che in Italia ci sono stati rispetto al mondo del lavoro due momenti storici: uno con il Ministro Brodolini e con lo Statuto dei lavoratori e l’altro, l’ha ricordato il Consigliere Celani, con il decreto 81, con il Ministro del lavoro Cesare Damiano. Noi rispetto a questi momenti, lo Statuto prima e il decreto sicurezza poi, se allarghiamo il campo ed inseriamo come materia di insegnamento la prevenzione degli infortuni sul lavoro e la sicurezza nei luoghi di lavoro va benissimo, perché su questo non sarà mai sufficiente l'attenzione, la sensibilità, gli investimenti, la spesa, la sicurezza. Il Consigliere Celani ha detto che è un costo ed è vero, però dobbiamo garantirle, quindi, sulla mozione mi ritrovo pienamente.
Adesso l'Assessore è partita, io sono d'accordo anche con le cose che ha detto, credo che tutti siamo d'accordo e se nella prossima seduta del Consiglio l'Assessore porta qui un documento in cui mette in evidenza le difficoltà, le resistenze che incontra per potenziare la scuola marchigiana, non solo la sosterremo, ma diventa un motivo di impegno ideale e politico. Adesso deleghiamo l'Assessore Sciapichetti, che le siede vicino, a riferire questo all’Assessore Bravi, che adesso è andata via. Lei giustamente ha posto il problema delle difficoltà che incontra nella scuola, se nella prossima, io dico la prossima, ma lo decideranno i capigruppo, sottoporrà al voto, come supporto, come sostegno, come momento di lotta, un documento che dà atto del lavoro e soprattutto degli obiettivi che si pone, da parte mia, ma credo anche dei colleghi, non ci sarà difficoltà a sostenerlo e a votarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Come sempre il Consigliere Giancarli ha toccato un argomento fondamentale, lui che viene dalla trincea delle Province, il problema che velatamente, ma non tanto, l’Assessore Bravi ha illustrato io ve lo riassumo in due numeri.
La tragedia del terremoto nelle Marche e nell’Umbria ha reso inagibili 696 scuole, devo dire che sono arrivati fondi a iosa, a distanza di 4 anni ne sono state messe in sicurezza 14 su 696, per le restanti 682 non vedo prospettive da qui a 10 anni, ecco la sicurezza.
I costi, l'impegno, la burocrazia, la volontà di incidere in un determinato settore per poi portarlo all'attenzione dei nostri giovani, dei nostri ragazzi, come elemento prioritario degli investimenti che una collettività, una comunità fa, è questo l’aspetto. Lei ha parlato di banchi, io parlo di mura, è la stessa cosa, siamo a questi livelli, c’è da rifare e rifondare un po' tutto.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 611. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ora torniamo alla mozione n. 568
Emendamento 568/1 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Celani, Cesetti. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 568, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 665
ad iniziativa ad iniziativa del Consigliere Talè
“Linee guida applicative del Regolamento n. 853/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sull'igiene dei prodotti di origine animale e caseifici artigianali - Estensione vendita dei prodotti dei caseifici artigianali in tutta la regione Marche”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 665 del Consigliere Talè, che ha la parola per illustrarla.
Federico TALE’. Grazie Presidente. Velocemente, vista l’ora. Questa è una mozione che ho presentato il 7 maggio in piena pandemia, quando ho scoperto che i nostri caseifici artigianali, ne abbiamo tanti e producono un prodotto eccezionale, non possono commercializzare il loro prodotto in tutta la regione Marche, ma soltanto nella loro provincia e in quelle confinanti. Ad esempio, un caseificio artigianale della provincia di Pesaro può vendere il proprio prodotto a Montevarchi in provincia di Arezzo, perché confina con quella provincia, quindi a 180 chilometri, ma non a Porto Recanati, ricordo che Montevarchi è a 180 chilometri e Porto Recanati è a 80 chilometri. Per andare a Montevarchi ci vogliono 2,5/3 ore di macchina, per andare a Porto Recanati da Fano ci vogliono 50/55 minuti.
E’ una limitazione fortemente penalizzante per i nostri caseifici artigianali che molto spesso rappresentano delle vere eccellenze e devono senza meno poter distribuire il loro prodotto, come ho detto, in tutte le Marche, anche perché il limite alla commercializzazione dei prodotti dei caseifici artigianale nel territorio della provincia di appartenenza e in quelle contermini rappresenta una restrizione eccessiva per regioni di dimensioni piuttosto piccole, contenute, come la nostra e non costituisce certamente il criterio più appropriato per garantire la presenza di un legame diretto tra l'azienda di origine, quindi il produttore, e il consumatore, come auspicato, invece, dalla stessa normativa europea.
Per tali ragioni, impegniamo con questa mozione il Presidente e la Giunta regionale a promuovere presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni un'iniziativa finalizzata a modificare le linee guida indicate in oggetto, al fine di rendere la vendita dei prodotti dei caseifici artigianali maggiormente rispondente alle finalità di valorizzare il rapporto tra consumatore finale e territori di origine del prodotto medesimo, consentendone la vendita in tutto il territorio regionale, specie in regioni come le Marche, appunto, con un’estensione piuttosto limitata.
Impegniamo altresì il Presidente e la Giunta regionale a farsi portavoce, nelle more di un'intesa in Conferenza Stato-Regioni per la modifica delle linee guida, presso il Governo italiano affinché sia adottato un provvedimento urgente di deroga ai limiti territoriali indicati in premessa, che consenta, in particolare, la vendita di prodotti in tutto il territorio della Regione, in considerazione della grave crisi economica e sociale connessa con la pandemia da coronavirus.
PRESIDENTE Passiamo alla votazione.
Mozione n. 665. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Mozione n. 696
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Piano di potenziamento rete ospedaliera regionale per fronteggiare emergenze epidemiche”
Mozione n. 697
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Coronavirus Covid-19: Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in modo diffuso sul territorio”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 696 del Consigliere Giorgini e la mozione n. 697 del Consigliere Fabbri, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Il 17 giugno, ecco l'urgenza, la Regione deve inviare al Ministero il piano di ristrutturazione dei posti letto di terapia intensiva e semi intensiva.
Le linee guida danno 38 milioni complessivamente a disposizione della Regione anche per implementare la rete di emergenza-urgenza, assumere del personale e per le ambulanze.
Come decidiamo di ripartire il potenziamento delle terapie intensive? Le linee guida indicano dei parametri, ad esempio, il paragrafo 3.1 “Dotazione di posti letto “dice: “la rete di offerta attivata nella prima fase emergenziale del Covid 19 va ridefinita e integrata”, quindi bisogna partire dalla rete che durante l'emergenza è stata attivata, poi dice ancora: “anche al fine di ottimizzare l'utilizzo di strutture idonee a riassorbire l'attività ordinaria, prevedendo meccanismi di riconversione tra le due diverse tipologie di attività e garantendo la rigorosa separazione dei percorsi”, quindi, chiede flessibilità al sistema, in modo che in base all'andamento epidemiologico si possano aumentare o diminuire i posti letto necessari per far fronte alla pandemia, se dovesse ripresentarsi. Prosegue poi: “al fine di fronteggiare l'accresciuta domanda assistenziale, una quota parte di posti-letto di area medica, di acuzie e post-acuzie, devono essere resi disponibili per la gestione dei pazienti Covid 19, nel rispetto della separazione dei percorsi, sia ordinari, sia in regime di trattamento infettivologico per assistenza comprendente le diverse metodiche non invasive di somministrazione di ossigeno”. Quindi, ribadiscono a più riprese il fatto che occorre separare i flussi di gestione dei Covid e dei Covid Free.
Il paragrafo 3.2 “Rete di emergenza-urgenza ospedaliera’ riporta: “Durante la fase acuta dell'emergenza i pronto soccorso, con particolare riferimento ai Dea di II e I livello, hanno subito un importante afflusso di accessi non adeguatamente differenziati - ecco ancora la necessità di separare i percorsi. A tal fine per far fronte alle successive fasi dell’emergenza dovranno essere riorganizzati e ristrutturati i pronto soccorso con l’obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza.
Vi ho letto esclusivamente dei passi delle linee guida, non c’è una sola parola mia qui dentro.
Sappiamo che prima della pandemia avevamo 115 posti, sappiamo che ne dobbiamo creare altri 105 di terapia intensiva, sappiamo che dobbiamo crearne ulteriori 107 di semi intensiva.
Come si è gestita la pandemia in queste settimane? Giusto per renderci conto di cosa stiamo parlando. Alla fine si sono resi necessari 169 posti di terapia intensiva, 299 di terapia semi intensiva, poi si sono creati dei posti polmone in diverse strutture (11) di terapia non intensiva, 492 posti:
Marche Nord: 35 posti di intensiva, 116 di semi intensiva;
Torrette: 43 posti di intensiva, 97 di semi intensiva;
Senigallia: 8 posti di intensiva e 6 di semi intensiva:
Fermo: 14 posti di intensiva, 14 di semi intensiva;
Civitanova Marche: 12 posti di intensiva, 5 di semi intensiva;
Jesi: 15 posti di intensiva, 18 di semi intensiva;
Urbino: 8 posti di intensiva, 14 di semi intensiva;
Camerino: 12 posti di intensiva e 7 di semi intensiva;
San Benedetto del Tronto: 11 posti di intensiva, 13 di semi intensiva;
Macerata: 2 posti di intensiva e 2 di semi intensiva.
Ora noi dobbiamo andare a potenziare i Dea di primo livello.
I Dea di primo livello, il Dea di secondo livello è solo Torrette, sono stati utilizzati in questa distribuzione sono quelli di: Pesaro connesso a Fano, Urbino, Jesi, Senigallia, Macerata e Civitanova, Fermo e San Benedetto del Tronto. Ascoli Piceno è Dea di primo livello, ma è rimasto Covid Free, Camerino è un pronto soccorso, ma è stato implementato per avere 12 + 7, Fabriano non è stato impegnato, se non con un solo ricoverato di non intensiva e Fano mi sembra che sia rimasta libera la struttura, tranne la medicina di urgenza.
Sembra che a tre riprese il pronto soccorso di Pesaro sia andato in difficoltà, dove è stato distribuito l’overflow del pronto soccorso? In Urbino sono arrivate in quattro riprese 171 + 45 + 48 + 38 = 302 pazienti, quindi Urbino ha assorbito questo overflow. Contemporaneamente Senigallia ha assorbito 130 + 28 + 2 = 160 pazienti e Fano ha assorbito 107 + 50 + 32 = 189 pazienti.
L’esperienza di questi mesi ci ha dimostrato che la struttura sanitaria deve essere flessibile e distribuita sul territorio, cosa che noi chiediamo? E’ una battaglia che stiamo facendo da 5 anni, chiediamo una struttura policentrica, evitiamo i grandi ospedali perché se salta qualcosa rimaniamo sguarniti. Abbiamo visto che molte infezioni si sono propagate all’interno degli ospedali perché non avevano i percorsi ben separati, abbiamo visto che la singola struttura non può far fronte al picco.
Il piano pandemico del 2007 faceva una simulazione in cui nella settimana di picco c’erano 300 afflussi in terapia intensiva, noi saremo sotto quello scenario che era particolarmente virulento, 35%, ed ipotizzava tra i 2.000 e i 3.000 morti e noi siamo sotto i 1.000, però stiamo andando al ribasso.
Prendiamo l’occasione per dire rinforziamo tutti i Dea di primo livello, quelli che già si sono sperimentati sul campo utilizziamoli, cementiamo le esperienze, attrezziamoli, ammoderniamoli, in modo che abbiamo una struttura flessibile in cui la buona gestione faccia crescere le competenze e la pratica degli operatori, evitiamo di concentrare i posti in solo 3, 4 strutture, distribuiamoli costa e entroterra, distribuiamoli per province, mettiamone due per provincia, più Torrette, facciamo in modo di potenziare al meglio questa flessibilizzazione del sistema perché i soldi lo Stato ce li dà, non creiamo i soliti accentramenti che poi se vanno in crisi mandano completamente fuori standard mettendo a repentaglio la vita delle persone.
La mozione chiede semplicemente di presentare la prossima settimana al Ministero una ripartizione dei posti di emergenza urgenza, venga anche discussa con i Sindaci che fanno parte delle assemblee di area vasta e con la Commissione competente, portiamola di corsa anche in Assemblea, magari ritarderemo due, tre giorni l’emanazione e l’invio al Ministero, però faremo una cosa concordata.
Ci siamo salvati grazie al fatto che la pandemia si è malauguratamente diffusa da nord a sud e Ancona, Senigallia e le altre strutture fuori provincia hanno assorbito il colpo che la provincia di Pesaro-Urbino ha avuto.
Chiedo nel dispositivo di coinvolgere le conferenze di area vasta, la Commissione competente e portare in Assemblea legislativa questo piano perché parliamo di 38 milioni.
Seconda cosa, chiedo di suddividere i presidi ospedalieri in cui rafforzare l’intensiva, la semi intensiva nelle strutture pubbliche, considerando la distribuzione della popolazione servita per ogni struttura, nel rispetto dell’equa distribuzione a livello provinciale e costa/entroterra, cose che già sono state più o meno fatte in maniera emergenziale ed intuitiva perché abbiamo visto che Camerino, Urbino, Fermo, sono state attivate, anche perché la costa da sola non poteva assolutamente reggere il colpo. Assicurare la separazione dei percorsi Covid e Covid free è il vero valore aggiunto da lasciare in maniera strategica permanente all’interno delle strutture.
Chiedo di ristrutturare e ammodernare la rete di emergenza urgenza in tutte le strutture sanitarie pubbliche esistenti, compresi gli ospedali di comunità, realizzando percorsi separati ed incrementando il numero dei mezzi di trasporto, ci danno i soldi anche per far questo.
Abbiamo visto che la gente non può non rivolgersi al pronto soccorso o al punto di primo intervento o a qualsiasi struttura di urgenza che c’è sul territorio, che deve essere attrezzata. Anche il personale deve essere attrezzato per gestire la persona che arriva, non sapendo se ancora sia Covid o Covid free, è una cosa che a questo punto va assolutamente distribuita su tutti i punti.
Mi raccomando, l’ultimo punto dell’impegno chiede di assumere il personale sanitario, di formarlo e di aggiornarlo su tutto quello che serve, niente di speciale, con una attenzione alla equa ripartizione dei posti nelle varie strutture, che ha già dimostrato le settimane scorse di essere indispensabile alla corretta gestione del discorso. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani
PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ha detto tutto il Consigliere Fabbri.
Le mozioni sono praticamente uguali, abbiamo avuto la stessa idea, nello stesso momento, per incentivare la Regione a presentare questo programma, che scade fra pochi giorni e ci sono circa 40 milioni in ballo, soldi già stanziati. E’ un’occasione unica, da non perdere.
La circolare del Ministero, la n. 11254, dà tutti i dettagli, quindi non vogliamo fare nulla di straordinario, se non ricordare il fatto che questa emergenza probabilmente si trascinerà per molto tempo, anche negli anni a venire, quindi, credo che occorra in via generale potenziare tutte le strutture, anzi riaprirne qualcuna che è stata chiusa e non depauperarne altre di ricovero ospedaliero anche minori, tener conto anche delle strutture minori che possono tornare utili.
Quella che occorrerebbe potenziare è la medicina e l’assistenza territoriale, quella che ha fatto la differenza in alcune regioni, che è stata l’arma vincente e noi da lì dobbiamo imparare e prenderne atto. Potenziarla il più possibile perché più l’assistenza territoriale è forte e potente e meno ci sono problemi per gli ospedali, meno problematiche con i medici, con gli ospedali, con i pronto soccorso, eccetera.
L’arma vincente del futuro è la medicina territoriale, di questi soldi facciamone buon uso, oltre a investirli su ciò che serve.
Queste sono cose che ho aggiunto al discorso che ha fatto il Consigliere Fabbri, in pratica cosa chiedo? Di approvare con urgenza il piano di potenziamento della rete ospedaliera regionale, richiesta dalla normativa nazionale, salvaguardare prioritariamente i posti letto attivati ed individuare gli ospedali Covid nelle strutture già dotate di reparti di pneumologia e malattie infettive - questi due reparti sono fondamentali per la lotta al Covid e magari, speriamo di no, ad altri futuri virus. Bisogna, quindi, potenziarli, renderli effettivi al 100% in modo che siamo pronti per la prossima battaglia - e di altri reparti internistici adeguati che sono stati bypassati e dimenticati.
Aggiungo che occorre aggiornare il piano pandemico regionale, già il Consigliere Fabbri l’aveva detto in un’altra mozione, ma io l’ho riportato giusto per la cronaca.
Spendiamo questi soldi su ciò che abbiamo e su ciò che dobbiamo potenziare: la medicina territoriale, i medici di famiglia, i medici pediatri, in modo che siamo pronti alla battaglia che ci riserverà il futuro vicino e magari lontano.
Non ho altro da dire perché ha già detto tutto il Consigliere Fabbri.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Come premessa l’assist è troppo goloso per non sottolineare la presentazione di due mozioni, una appresso all’altra, di due esponenti dello stesso gruppo consiliare, di cui francamente non ne comprendo le motivazioni tenendo conto che parlano della stessa tematica.
Ho ascoltato l’intervento del Consigliere Giorgini, una lunga difesa, giusta e corretta della medicina del territorio, sono andato a leggere l’impegno della mozione e non c’è mezza riga sulla medicina del territorio, si parla solo ed esclusivamente del potenziamento della rete ospedaliera: 1) ad approvare con urgenza il Piano di potenziamento della rete ospedaliera, 2) a salvaguardare la priorità dei posti letto, strumentazione assegnata ai presidi ospedalieri, 3) ad individuare gli ospedali Covid 19 nelle strutture.
A parte questo, sulla medicina territoriale chiudo subito nel senso che condivido il ragionamento fatto tant’è che ne abbiamo parlato per diversi mesi in IV Commissione, vedo i colleghi che ne fanno parte insieme a me, nella discussione del Piano sanitario, poi la stampa si è più concentrata sui piccoli posti letto, i pronto soccorso, però il dibattito in realtà è stato molto attivo sulla medicina del territorio e sulle soluzioni possibili perché è vero, è un dato di fatto, la medicina territoriale nelle Marche, ma non solo, segna il passo rispetto alla medicina ospedaliera e non perché c’è stata una mancanza, io lo valuto così, da parte della Giunta o delle Giunta che si sono susseguite, ma la coperta è corta date quelle risorse e avendo una rete ospedaliera molto presente sul territorio, o si tira da una parte o si tira dall’altra., Ben vengano le risorse aggiuntive del Governo e ben venga un impegno che, per la verità, già c’è stato nella fase emergenziale da parte della Giunta attraverso l’individuazione delle Usca, grazie alle Usca, ma non solo, che in qualche modo hanno dato un incentivo alla medicina territoriale e questo ci ha permesso di avere dei risultati positivi, se così si può dire, in un’emergenza assolutamente straordinaria, anche dal punto di vista della medicina territoriale.
Sono d’accordo con l’intervento del Consigliere Giorgini, non bisogna disperdere questo patrimonio, è una iniziativa che va continuata attraverso le possibilità che la norma ci dà e attraverso le risorse che il Governo ci dà. Io dico anche attraverso le collaborazioni contrattuali che la norma nazionale dovrebbe dare perché gran parte della medicina territoriale si basa sulla disponibilità dei medici di base e della medicina delle guardie mediche che, come voi sapete, non sono dipendenti del sistema sanitario nazionale, ma sono convenzionati e ogni volta che c’è da spostare qualcosa sul tavolo della medicina del territorio c’è da aprire mille trattative sindacali. Nuove risorse su base volontaria, con tutte le difficoltà del caso di questa cosa, quindi lo Stato, secondo me, proprio perché la normativa dipende se non in maniera minimale dalle Regioni, ma molto dai contratti nazionali, dovrebbe intervenire per sostenere questa battaglia della medicina del territorio e siccome c’è una discussione in atto in Commissione, a seguito di un dibattito molto forte fatto sul Piano sanitario, credo non sia opportuno andare a toccare questo tema, che è assolutamente importante, con le mozioni.
Sul tema ospedaliero invece trovo nelle mozioni presentate molte contraddizioni perché bisogna avere chiaro chi ha la parte organizzativa che la legge affida non tanto al Consiglio regionale quanto alla Giunta, che credo si sia già ampiamente attivata da questo punto di vista.
E’ vero che bisogna potenziare, come è stato fatto in questa fase emergenziale, gli ospedali, che principalmente hanno reparti di pneumologia e reparti di terapia intensiva, ma questo va in contrasto con le altre affermazioni. Ho sentito dire di riaprire vecchi ospedali che non hanno nulla e quelli che sono ancora aperti hanno reparti di medicina non idonei a svolgere quest’altra attività, soprattutto parliamo di strutture vecchie.
Non comprendo come si possa cassare tutto il dibattito che c’è stato in questi anni, e che viene confermato dagli investimenti del Governo, su nuove strutture ospedaliere. Quando parliamo di modelli di altre regioni cogliamo solo l’aspetto che ci interessa, non notando e non sottolineando che le altre regioni, grazie al fatto che sono più grandi, grazie al fatto che hanno maggiori risorse, hanno fatto grossi investimenti negli anni precedenti su nuove strutture ospedaliere. Non devo fare il professore, però penso che come me avete girato per le altre regioni, in particolare quelle a nord rispetto alle Marche, e avrete visto strutture ospedaliere più nuove rispetto a quelle che purtroppo abbiamo noi e questo secondo me è molto importante per poter dare delle risposte e per avere l’elasticità a cui fate cenno nella riorganizzazione degli spazi, perché di questo parliamo. Tutta la polemica che c’è stata tra le tante sul Covid Hospital di Civitanova parte da questo assunto: una struttura molto snella, molto aperta e molto operativa dà la possibilità di una gestione e di una riorganizzazione molto più immediata, che strutture fisicamente vecchie non possono dare.
In questi giorni il caso ha voluto che parallelamente all’inaugurazione della struttura di Civitanova ci fosse la riapertura del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Macerata, che proporzione posti letto/costo è esattamente identica a quella dell’ospedale della Fiera di Civitanova, per chiudere ogni polemica sui costi lievitati, quasi al singolo euro, esattamente lo stesso, per realizzare 8 posti di terapia intensiva, tolta tutta la parte che viene prima dell’estensione del bando, quindi tutta la parte organizzativa da parte degli uffici, la ditta è stata più brava di quello che prevedeva il bando e ci ha messo 10 mesi con risorse che sono state esattamente le stesse, di questo parliamo quando si lavora su strutture vecchie. Ripeto, la volontà c’è stata, i soldi ci sono stati, l’impresa è stata brava, abbiamo fatto tutto in regola, ma ci sono voluti 10 o 11 mesi, questi sono i tempi e i dati.
Va tutto bene quello che avete detto perché bisogna potenziare quello che già c’è, laddove è possibile, dico io, perché un conto è la poesia che facciamo, un conto è vedere queste strutture che sono già sature di servizi. Si possono potenziare ulteriormente, si possono fare, ma probabilmente i posti letto che riusciremo a ricavare da quelle strutture sono limitati. Un ragionamento in base al Piano previsto, che prevede questi 300 posti letto, dovrà necessariamente trovare delle soluzioni alternative, che mi pare la Giunta abbia trovato in questa fase.
Tocco l’ambito dell’ospedale di Civitanova un po’ perché l’ho seguito da vicino, un po’ perché molte sono state le polemiche. Tra tutte le scempiaggini che ho sentito in queste settimane, anche da chi si presume essere tecnico e presume di aver gestito la sanità negli anni passati, il tema vero ed oggettivo che ha creato problemi oggettivi è quello del personale. Non è un problema dell’ospedale della Fiera o della sanità marchigiana, è un problema nazionale, lo sapete meglio di me, non si trova personale medico e reperirlo in poco tempo per una struttura nuova è stato oggettivamente difficoltoso, tant’è che in periodi di vera emergenza (marzo-aprile) abbiamo dovuto far fronte attraverso nuovi inserimenti, attraverso la possibilità di far lavorare specializzandi senza nessuna esperienza, attraverso l’utilizzo di personale proveniente dall’Ucraina, dall’Albania, dall’esercito, questa è stata la soluzione.
Rispetto al tema del personale è meglio una soluzione che, come dite voi, sparpaglia, quindi riapriamo tutto in tutte le parti, 3 posti qua, 5 posti là in maniera amplificata o forse, non dico tutti, ma una parte di questi posti letto dovrebbero essere trovati in strutture in cui si concentrano queste necessità per poter, con minor personale, dare una risposta maggiore in termini di posti letto?
Questa è la domanda a cui queste mozioni non danno risposta perché anch’io dico che bisogna assumere e che i soldi ci sono - la Regione Marche in questi mesi ha assunto - ma se per assumere in più devo rivolgermi a specializzandi senza minima esperienza, a un personale medico che purtroppo è carente per scelte passate - sulle quali adesso non sindachiamo - evidentemente poco oculate da parte di tutti, credo che sia inutile dire assumiamo di più e andare dietro a quella che, ripeto, mi sembra più una poesia che non la realtà dei fatti.
Credo che su questo vada bene aprire il dibattito, è giusto pungolare la Giunta, però mi pare che queste mozioni non vadano esattamente, se non parzialmente, nella direzione auspicata e, ripeto, mi pare che sulle cose che sono condivise la Giunta si sia già attivata, grazie a quegli investimenti sta mettendo in atto, un Piano di risistemazione dei posti letto. Per altre cose mi sembra onestamente che le risposte che vengono proposte non sono condivisibili.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Più che altro per delle precisazioni, visto che il Consigliere probabilmente non ha letto per niente la delibera, mentre io l’ho letta tutta, dall’inizio alla fine, altrimenti non avrebbe fatto quelle affermazioni.
E’ chiaro che al collega devo spiegare come ho fatto la mozione. La circolare del Ministero parla di linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliere, parla di rete ospedaliera, siccome io so che quei 38 milioni …, perché ho parlato della medicina territoriale? Per dire: stiamo attenti, investiamo sulla rete ospedaliera, benissimo, soprattutto nei reparti che hanno già a mezzo servizio …, nelle Marche i reparti di malattie infettive e pneumologia, caro Consigliere Micucci, se ci sono, sono depauperati o dimezzati, ce ne sono pochi efficienti al 100%, quindi ho detto benissimo, diamo le priorità, un buon padre di famiglia cosa fa? Prima dà delle priorità. Cosa facciamo con i 38 milioni? Vediamo dove ci sono i reparti di pneumologia e di malattie infettive e lì potenziamo la terapia intensiva e semi intensiva, abbiamo due fronti e lì investiamo i soldi e, prima di fare altre cose che dovrebbero essere fatte, pensiamo alla medicina territoriale perché magari un po’ di soldi anche lì potremmo usarli perché qui in realtà non c’è. Ecco perché non l’ho potuto mettere nel dispositivo, avrei messo una cosa che non rispecchia la circolare del Ministero.
In realtà ho criticato quello che ha detto prima il Consigliere Micucci su Civitanova Marche, ho detto che ci sono buone idee che però vengono applicate male perché lo si sapeva precedentemente che non c’erano i medici. I medici mancano negli ospedali pubblici, non ci sono e se si fa un nuovo ospedale d’emergenza Covid è chiaro che non li trovi. Poi mi sembra strano …, Macerata ha fatto 60 posti letto di terapia intensiva? Un posto letto di terapia intensiva costa 140.000 euro, per spendere 8,5 milioni deve averne fatti 60.
Comunque non è questo il punto, io volevo precisare quello che io avevo detto. Diamo delle priorità prima, piazziamo i posti letto dove c’è pneumologia e malattie infettive perché lì servono, c’è il 30% di malati cronici, quelli che escono dal Covid hanno un problema di malattie croniche. Abbiamo bisogno di questi reparti, poi vedremo dove investire gli altri soldi, i 38 milioni, anche nella medicina territoriale che non ho potuto mettere nel dispositivo perché purtroppo la circolare del Ministero non ne parla. Volevo chiarire solo questo punto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ho fatto la presentazione, questa è la discussione, ma sarò abbastanza conciso.
Consigliere Micucci il suo intervento è completamente fuori centro, di medicina territoriale nella mia mozione non si parla, perché le linee guida dicono esattamente dove mettere i soldi, ed indica i parametri dove mettere quei soldi.
Del Covid Hospital di Civitanova Marche, che è un errore nazionale, siete sui giornali per l’errore fatto, in questa mozione non se ne parla perché io voglio distribuire i posti fissi e non quelli mobili. Quindi la parte del suo discorso su questi due aspetti non c’entra niente con la mia mozione.
Le linee guida dicono di distribuire i posti sui Dea di secondo e di primo livello, allora io le chiedo Pesaro e Fano sono un’unica entità con Dea di primo livello? Fano ha salvato Pesaro assorbendo 189 persone quando Pesaro è andato in overflow, Fano la vogliamo potenziare un po’? Mi dica si o no che così lo andiamo a dire ai fanesi, Urbino ha salvato…, ed è un Dea di primo livello perché ha assorbito 302 pazienti in overflow da Pesaro, Urbino la vogliamo potenziare un po’ no oppure no? Lo andiamo a dire in piazza in Urbino se lei non vuole potenziarla. Senigallia vi ha salvato assorbendo 160 persone, è un Dea di primo livello, lo volete potenziare oppure no? Stiamo parlando di un paio di strutture che avete già utilizzato e che nero su bianco dovete dire se lo volete potenziare oppure no.
Se invece lei vuole potenziare Torrette, Pesaro e non so cosa, San Benedetto del Tronto, Fermo, parliamone, per me è un gravissimo errore perché questa pandemia le ha dimostrato che con 14 giorni di incubazione lei non può gestire in anticipo chi si presenta, quindi ogni struttura dovrebbe essere in grado di avere il doppio percorso ed è proprio nel doppio percorso che le persone crescono professionalmente in procedura e in capacità manuale/professionale. E’ dimostrato, e lo dice la gestione, che lei ha dovuto far riferimento a 16 strutture e recuperare 1.115 posti letto, questi posti li vuole ammassare in tre strutture o ha bisogno di distribuirle sul territorio?
Questo chiede la mia mozione, una cosa che entro la prossima settimana va stabilita e non ritengo che la Commissione, le aree vaste e l’Assemblea siano esautorate da questo, tant’è che uno dei primissimi interventi politici che il Movimento ha fatto appena ci siamo entrati 5 anni fa è stato quello di indire un referendum per diminuire il potere esclusivo della Giunta in materia sanitaria, che è uno dei gravissimi mali che vi siete portati dietro per un quinquennio e che probabilmente vi farà perdere le elezioni.
La mia richiesta è semplice ed aderente a quello che dicono le linee guida e la sua risposta è evasiva, quindi sono doppiamente deluso.
Ho fatto l’interrogazione urgente ed il Presidente Ceriscioli, come sempre, quando c’è qualcosa di spinoso, non era presente in Aula e non mi ha risposto. I marchigiani si devono rendere conto semplicemente di questo, di com’è gestita la sanità nella regione Marche, siamo lo zimbello d’Italia.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.
Francesco MICUCCI. Pensavo che fosse una discussione seria, ma ho visto che è scemata velocemente nella scarsa serietà della proposta. Come ho detto non mi permetto di dare giudizi sulla serietà o meno, ma la discussione non è un tema da campagna elettorale, quindi, caro Consigliere Fabbri, mi pare che le ultime riflessioni siano fuori quadro. Non capisco perché parla solamente degli ospedali pesaresi, quando tutti gli ospedali marchigiani hanno contribuito a dare una risposta assoluta …, allora mi erano sfuggiti, ho sentito molta enfasi fino a Fano e Urbino, poi la voce è andata calando, quindi, ho inteso un minore interesse per gli altri ospedali che, pure avendo un numero assolutamente inferiore di pazienti rispetto a quello del nord delle Marche, hanno dato una risposta eccezionale da questo punto di vista. Parlo con cognizione di causa della mia provincia, che ha dato una risposta con tutti e tre gli ospedali e addirittura ci ha messo pure l’aggiunta con un ospedale ulteriore.
Da questo punto di vista è chiaro che va potenziata la rete ospedaliera, quindi la sua domanda è fuorviante, io ho detto già che la Giunta ci sta ragionando, poi bisognerà capire, perché a parlare siamo tutti bravi, se le risorse messe a disposizione sono sufficienti per potenziare tutti gli ospedali di cui ha fatto l’elenco.
Verifichiamolo poi, mi verrebbe anche da dirle che, proprio perché siamo così bravi a Roma, che forse quella potrebbe essere un’esperienza da ripetere anche nelle Marche e magari potremo confrontarci in maniera più approfondita, invece vedo che queste riflessioni quando si tratta di salvaguardare le poltrone romane vanno bene, ma quando si tratta di ragionare su nuovi progetti, che esulano dai precedenti, sui quali nessuna critica può essere lesinata, vedo molta rigidità da parte del Movimento 5 Stelle, quindi anche questo mi risulta poco comprensibile.
Sto parlando con lei di queste cose perché è un alto esponente del suo Movimento e faccio fatica a comprendere queste cose.
Sulla mozione ho già detto prima, se per lei non è sufficiente o non condivide il mio ragionamento, mi dispiace, però la invito a non mettermi in bocca cose che non ho detto perché nessuno contesta il fatto che vadano potenziati quegli ospedali, però nell’illustrazione avete parlato di questo, avete parlato della riapertura di ospedali che sono chiusi, avete parlato della medicina del territorio, tutte cose che non si trovano nell’atto, quindi, mi sono permesso di sottolineare alcune proposte che, ripeto, sono tutte belle da dire ed anche condivisibili, però su queste mozioni non ci sono.
Annuncio il mio voto contrario e quello di tutto il Partito perchè gli impegni che chiedete, secondo me, sono fasi che oltre a non essere tutte condivisibili allungherebbero ulteriormente i tempi rispetto alle decisioni ed a quello che prevede la norma. Lei ha detto: “Abbiamo proposto il referendum” però la norma prevede una cosa e, secondo me, questi passaggi ulteriori non sono condivisibili e allungherebbero semplicemente il brodo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire su questa mozione perché aspettavo il momento per votarla favorevolmente, per un motivo molto semplice, è ennesima prova in questa regione che i disastri li deve gestire sempre la Giunta, questo, compagni, è il problema.
Qui è stato posto il problema del ruolo del Consiglio in merito ad un intervento straordinario sulla sanità nella nostra regione, non sapevo che 1,5 milioni di marchigiani sono dipendenti della Giunta, non lo sapevo, questa sera mi è stato confermato dal Partito Democratico.
E’ un problema della Giunta, non del Consiglio, che tipo di sanità e che risposte dare al territorio perché quando si corre dentro l’ospedale entrano sia i codici bianchi che quelli rossi, questa è la drammaticità della cosa.
Credo che il Consigliere Fabbri abbia posto un problema molto serio, potremmo discuterne a casa del Consigliere Zaffiri e della Lega, ma no, tutto deve essere demandato alla Giunta, anche un intervento di 35/37 milioni sulla sanità. Ma che scherziamo? Fra l’altro chi ha gestito la sanità in questo momento particolare? L’ha gestita la politica o i tecnici della Regione? L’hanno gestita i tecnici che dobbiamo ringraziare, i direttori sanitari, i direttori dell’Asur, questo è accaduto e bisogna dirlo forte, forse ci vuole ancora più voce per dirlo.
Questo è il problema vero, la politica era da un’altra parte, non c’è stato l’intervento della politica, chi ha cercato i posti nelle strutture sanitarie sono stati i nostri dirigenti. Questa è la verità dei fatti.
Credo che per l’ennesima volta si stia celebrando …, noi siamo contenti, non siamo dispiaciuti perché vediamo che si continua sulla stessa strada, io alzo le mani, in questa discussione ci sono stato portato dentro per i capelli. Dichiaro di votare positivamente questa mozione per i fatti che ho appena evidenziato, quelli essenziali.
Credo che il problema sanitario in questa situazione sia difficile, non uso parole pesanti, perché abbiamo determinate strutture e dobbiamo dare una risposta, adesso, non fra 10 anni, quando ci saranno se ci saranno i nuovi ospedali. Qualcuno doveva essere già consegnato, così mi è stato detto, così è stato detto nel territorio e ancora quell’ospedale è fermo, con qualche baracca, che qualche volta lavora. L’abbiamo alle porte di Ancona, meglio non dire da quanti anni è in costruzione e se tutto va bene ce ne vorranno altri 6 o 7.
Credo che questo sia un problema da mettere da parte, c’è n’è un altro immediato, il Governo vuole determinati posti letto, lo sapevamo, però la discussione è dentro quest’Aula, la volete fare in un’altra stanza? Fatela, perché la democrazia è bella, ognuno può fare quello che vuole, ma credo che i marchigiani, ha ragione il Consigliere Fabbri, devono sapere se le cose non funzionano e di chi è la responsabilità. E’ di chi governa questo territorio e l’ha governato da 25 anni, le conseguenze sono queste. Credo che i marchigiani non possano non valutare di chi sono le responsabilità.
Penso che questa mozione sia buon senso, che parla di problemi drammatici, non è solo il ruolo della Regione, ma anche del Consiglio.
Noi della Lega voteremo a favore di questa mozione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Il Consigliere Maggi chiede la verifica del numero legale.
Procediamo alla verifica del numero legale.
Presenti: Busilacchi, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Urbinati, Zaffiri.
Assenti: Biancani, Bisonni, Bora, Carloni, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Leonardi, Marconi, Marcozzi, Minardi, Pieroni, Talè, Volpini, Zura Puntaroni.
Presenti 16, possiamo proseguire con le votazioni.
Mozione n. 696. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 697. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Mozione n. 698
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Chiarimenti in merito alla prosecuzione delle attività ricettive nel caso che un turista risulti positivo al Covid durante il soggiorno”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 698 del Consigliere Urbinati, che ha la parola per illustrarla.
Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Ci tengo a presentare questo atto perché nel Consiglio di oggi solo nelle ultime due mozioni abbiamo parlato di Covid 19 e siamo tornati con la memoria a qualche settimana fa, mentre fortunatamente nella prima parte, anche grazie ai dati epidemiologici della nostra regione, abbiamo trattato tanti altri argomenti importanti per le Marche.
Questa è una mozione che parla di una categoria, l’abbiamo sempre detto, tra le più colpite, anzi a quanto sembra è la categoria per eccellenza che ha subìto danni dal Coronavirus e continuerà a subirli soprattutto nella stagione estiva. Parliamo di turismo, del settore ricettivo ed alberghiero, del settore che per le restrizioni soffrirà fino alla fine di questa estate.
Ci sono stati molti incontri in queste settimane perché è vero che altre categorie sono state penalizzate, penso ad esempio alla somministrazione di cibi e bevande, al settore del benessere, ai parrucchieri ed estetiste, ma nel settore ricettivo c’è un problema in più, è molto evidente e si sta cercando di risolverlo anche con la collaborazione dell’autorità sanitaria ed è il fatto di trovare un paziente positivo, un ospite di una struttura ricettiva positivo al Coronavirus e vedersi applicare tutto il protocollo sacrosanto che scatta nel caso in cui venga identificata una persona infetta.
Gli albergatori sono molto preoccupati perché questo potrebbe portare, nonostante il rispetto di tutte le procedure di sicurezza (distanziamento sociale, disinfettanti, distanziamento dei tavoli nei luoghi comuni) – e noi vorremmo scongiurarla ad ogni costo - alla quarantena per tutta la struttura, compreso il personale.
La Regione Marche come il Ministero ha emesso delle linee guida per la riapertura delle strutture ricettive, le nostre imprese le stanno rispettando, crediamo che siano molto restrittive, ma possono dare degli ottimi risultati ed è per questo che dobbiamo essere vicini a queste imprese anche perché abbiamo puntato tantissimo su questo settore, quest’anno eravamo la regione best in travel di Lonely Planet, questo l’abbiamo detto tantissime volte, ma purtroppo ci siamo ritrovati con il Covid 19.
Questo atto di indirizzo ha un obiettivo molto preciso, io ne ho già parlato con l’Assessore Pieroni, ne ho parlato con l’Assessore Cesetti, che sono i due Assessorati interessati da questo aspetto, quello di prevedere una quota una tantum, che bisognerà definire nel caso in cui, noi vogliamo scongiurarlo, lo ripeto, venga trovato un ospite positivo all’interno di una struttura ricettiva, che successivamente verrà messa in quarantena, che significa chiuderla per tutta l’estate. In quel caso la Regione contribuirà con un ulteriore indennizzo perché già nella manovra di 220 milioni abbiamo fatto il possibile per andare incontro a queste imprese.
Prevedere da un lato un’ulteriore mano da dare a questi imprenditori che decidono di riaprire e dall’altro è importante e fondamentale che l’ospite positivo sia tale con assoluta certezza perché d’estate capita che in una struttura ricettiva, per una insolazione o un raffreddamento qualsiasi, un turista possa avere la febbre, una semplice patologia non riconducibile al Covid 19.
La verifica va fatta velocemente e l’indicazione che arriva anche dai primari, dai medici, dagli Usca, dai medici delle nostre strutture territoriali, ed è quella del test rapido. Tutti i primari di pronto soccorso stanno richiedendo alla Regione la fornitura dei test rapidi che, mi hanno detto, riscontrano la positività intorno alla percentuale del 98%. Capite, quindi, che è di estrema importanza, avendo un ospite con la febbre, avendolo portato al pronto soccorso, nel giro di due ore verificare se è positivo o meno, soprattutto nel caso in cui positivo non è. Visti i dati dei contagi nelle Marche possiamo essere fiduciosi, si sono sentite tante cose in questi giorni sulla stampa, ma anche in radio e TV, abbiamo già parecchie prenotazioni di turisti italiani che verranno nella nostra regione, di questo siamo contenti e siamo contenti che una parte importante arrivi anche dal nord, in particolare dalla Lombardia. Siamo una regione ospitale lo siamo anche in una condizione difficile e complicata come questa perché sinceramente alcuni appelli, alcune chiusure di altre regioni, per lo meno a noi di Italia Viva, non sono assolutamente piaciute.
Benvenuti a tutti coloro che verranno nella regione Marche, cercheremo di farli stare tranquilli anche da questo punto di vista per quanto riguarda purtroppo il Covid 19.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. Procediamo con la verifica del numero legale.
Presenti: Rapa, Celani, Fabbri, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Malaigia, Mastrovincenzo, Micucci, Minardi, Maggi, Pergolesi, Sciapichetti, Traversini, Urbinati.
Assenti: Biancani, Bisonni, Bora, Busilacchi, Carloni, Casini, Ceriscioli, Cesetti, Leonardi, Marconi, Marcozzi, Pieroni, Zaffiri, Talè, Volpini, Zura Puntaroni.
Presenti 15, assenti 16.
Numero legale assente, quindi, non possiamo proseguire la seduta. Dichiaro chiusa la seduta.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 18,10