Resoconto della seduta n.169 del 23/09/2014
SEDUTA N. 169 DEL 23 SETTEMBRE 2014

La seduta inizia alle ore 10,45

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 169 del 23 settembre 2014. Do per letto il processo verbale della seduta n. 168 del 16 settembre 2014, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 728 dei Consiglieri Giancarli, Sciapichetti, Bellabarba: “Esenzione della tassa automobilistica per motoveicoli ed autoveicoli aventi interesse storico e collezionistico”;
n. 729 del Consigliere Marangoni: “Impianto a biogas di Corridonia. Valori di alcuni inquinanti atmosferici nove volte più alti della soglia limite. Piano di spegnimento stranamente inattuato. La Regione non faccia lo scaricabarile ma si impegni nel definitivo spegnimento per la tutela della salute dei residenti”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la legge regionale:
n. 22 dell'11 settembre 2014 “Modifiche alla legge regionale 23 dicembre 2013, n. 49 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione. Legge finanziaria 2014”.
Hanno chiesto congedo il Consiglieri Badiali e l'Assessore Giorgi.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, una richiesta un po' extra regolamento, data la grave situazione economica del territorio, anche della provincia di Ancona, so che c'è stato un incontro attinente un'importante azienda, la "Gatto", con l'Assessore Luchetti ed i lavoratori per analizzare il caso. Chiederei, qualora fosse presente in corso di seduta, che l'Assessore Luchetti relazioni brevissimamente in Consiglio sull'esito di questo incontro. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene, non vedo l'Assessore Luchetti però appena arriva ce lo ricordiamo. Peraltro ci doveva essere oggi una comunicazione da parte dell'Assessore Mezzolani rispetto all'interrogazione proposta dal Vicepresidente Bugaro che riguarda la vicenda del black-out di Torrette, l'Assessore mi ha detto che la risposta è pronta, però ha un impegno istituzionale, appena rientra è disponibile a dare questa comunicazione.
La prima interrogazione è dell'Assessore Mezzolani, e lo abbiamo detto, alla seconda interrogazione deve rispondere l'Assessore Malaspina, ma non la vedo, la terza e la quarta sono dell'Assessore Malaspina, la quinta e la sesta dell'Assessore Mezzolani. Come? Non ho capito Consigliere Marconi … è contemporanea, lo credo, però oltre alla contemporaneità dovrebbe rispondere alle interrogazioni. Possiamo, non so, mandarla a prendere dalle forze dell'ordine …
Sono costretto a non fare nessuna interrogazione perché non è presente nessun Assessore. Assessore Canzian, lei non deve rispondere e neanche l'Assessore Viventi, vi ringrazio per la vostra disponibilità, però è pressoché inutile rispetto al tema.
Passiamo al punto n. 3.

Proposta di legge n. 428 (testo base)
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 44 'Individuazione del limite demografico minimo delle unioni dei Comuni e modifica alla legge regionale 1 luglio 2008, n. 18 'Norme in materia di Comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali'";

Proposta di legge n. 424
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Individuazione del limite demografico minimo delle unioni dei Comuni e delle relative convenzioni. Modifica alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 44 'Individuazione del limite demografico minimo delle unioni dei Comuni e modifica alla legge regionale 1 luglio 2008, n. 18 'Norme in materia di Comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali'"

Proposta di legge n. 80
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Modalità di esercizio associato di funzioni e servizi comunali da parte delle Comunità montane e delle unioni di Comuni. Modifiche alla legge regionale 1 luglio 2008, n. 18 'Norme in materia di Comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali'"
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 428 ad iniziativa della Giunta regionale, la proposta di legge n. 424 del Consigliere Latini, la proposta di legge n. 80 del Consigliere Latini, abbinate.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35. VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Qui mancano degli Assessori, basta poco per non rispondere alle interrogazioni, uno non viene e senza colpo ferire passiamo al punto successivo dell'ordine del giorno.
Pretendo che lei sospenda questo Consiglio regionale, richiami questi personaggi che lasciano la giacca, oddio se ci fosse stato qualcos'altro oltre la giacca cambierebbe poco, però lei capisce che questo non è possibile.

PRESIDENTE. Consigliere Natali mi consenta, non ho detto che superiamo, ma guadagniamo tempo, se ce lo consente anche il relatore di maggioranza, altrimenti non sospendo, ma sciolgo la seduta.
Aspetto un minuto dopo di che sciolgo la seduta.
L'obiettivo era, per non perdere tempo, quello di fare subito la proposta di legge e ritornare poi alle interrogazioni quando arriveranno gli Assessori,

Giulio NATALI. Presidente, le sembra possibile? Io pretendo che lei faccia un richiamo specifico su queste cose. Lei a tutela dei Consiglieri regionali deve fare questo!

PRESIDENTE. Consigliere Natali mi pare che l'abbia fatto.

Giulio NATALI. Forse non a sufficienza.

Discussione generale

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. La proposta di legge che andiamo ad approvare è una modifica di due articoli, ma di fatto un solo articolo importante per quanto riguarda la vita dei Comuni e l'organizzazione degli stessi.
Si inserisce in un percorso di riforma del sistema delle autonomie locali passato attraverso le fusioni, attraverso la riforma delle unioni montane e adesso con questo passaggio attraverso i limiti demografici, senza dimenticarci che tra un po' in Consiglio dovremmo discutere la proposta di legge che riguarda gli ambiti ottimali per i servizi associati.
La grande partita della stagione delle riforme delle autonomie locali si chiuderà con la proposta di legge che riguarderà le competenze delle Province, in fase di fine legislatura, questo è un passaggio intermedio, ma importante per quella che è la riforma del riassetto delle autonomie locali della regione.
La proposta di legge tratta dei limiti demografici per quanto riguarda le associazioni dei Comuni, dei servizi associati, ed è un obbligo stabilito dalla legge nazionale che impone ai Comuni sotto i 5.000 abitanti e sotto i 3.000, se appartenenti o appartenuti a comunità montane, di associare dieci funzioni fondamentali entro il 31 dicembre 2014.
Tre dovevano essere associate entro il 31 dicembre 2013, tre entro il 30 giugno, prorogato al 30 settembre, ecco il motivo dell'urgenza, le restanti quattro funzioni entro la fine dell'anno, associate o come forma di unione comunale, unione dei Comuni o convenzione.
Il limite minimo demografico per la forma associativa è fissato alla legge nazionale di quest'anno in 10.000 per i Comuni sotto 5.000 abitanti e in 3.000 per quelli montani, dando competenza alla Regione di abbassare questo limite nel caso in cui ci siano delle condizioni particolari.
C'è stata una richiesta da parte dell'Anci regionale, l'Anci dei piccoli Comuni, di abbassare il limite per i Comuni sotto i 5.000 abitanti a 3.000 proprio per le particolarità della Regione Marche. La Giunta ha recepito questa richiesta con una proposta di legge che è stata assegnata in Commissione per la discussione.
In Commissione abbiamo fatto una profonda valutazione, audizioni, abbiamo anche portato avanti, con i Comuni, iniziative di ascolto sul territorio e ci siamo resi conto che, probabilmente, il limite demografico così basso, di 3.000, è in contro tendenza con la volontà generale di associare il più possibile i Comuni.
Se il limite di 10.000, che è la proposta nazionale, per la realtà marchigiana poteva essere troppo alto, 3.000 rischiava di parcellizzare troppo l'associazionismo dei Comuni, salvo restando che per i Comuni sotto i 3.000 abitanti, i Comuni montani, c'è una salvaguardia.
Il ragionamento che abbiamo fatto è stato quello di porre l'asticella a 5.000 abitanti, quindi, associazione fino a 5.000 abitanti, anche in virtù del fatto che alla fine del 2012 siamo intervenuti, come Consiglio regionale, nell'abbattimento del limite demografico per quanto riguarda le unioni comunali. Alla fine del 2012 le unioni comunali erano fissate, a livello nazionale a 10.000 abitanti, ed entro il 31 dicembre la Regione doveva fare la stessa cosa e dire se i limiti potevano essere abbassati; siccome nelle Marche avevamo unioni comunali di 7-8.000 abitanti che entro la fine dell'anno sarebbero diventate illegittime, abbiamo abbassato il limite a 5.000. Facemmo quel ragionamento in virtù delle difficoltà del sistema dei Comuni marchigiani, piccoli Comuni, e dell'ascolto che avevamo fatto.
Devo dire che la maggioranza dei Comuni sentiti vuole il limite demografico a 5.000 abitanti e la parte restante, non per paradosso, ma in base alla propria realtà, è favorevole ad aumentare a 10.000 e più perché vuole associarsi, per questo si è detto che 5.000 è il limite minimo, ma niente impedisce di fare unioni comunali o associazioni con un più alto numero. Chi chiede di più, può farlo, il problema da risolvere è quello per i piccoli Comuni.
Il limite di 3.000 abitanti, l'ho detto prima, sembrava parcellizzare un po' troppo anche perché abbiamo in itinere, in Commissione, gli ambiti ottimali e l'ambito ottimale per quanto riguarda la parte geografica sarà, dal punto di vista del numero dei cittadini, abbastanza elevato, parte da 30.000 a 70.000 abitanti, quindi, il territorio marchigiano sarà diviso in tanti ambiti ottimali. La volontà è quella di aggregare su grande scala, quindi, parcellizzare sarebbe stato un errore.
Il limite di 5.000 abitanti in questa prima fase è un limite minimo accettabile per risolvere i problemi dei Comuni e per dare una risposta all'idea di associazionismo anche perché c'è chi dice che bisogna alzare di più, non rendendosi conto del problema dei piccoli Comuni delle Marche che sono tanti, comunque c'è un fatto molto semplice: nessuno impedisce di farli più grandi, ma alzare troppo e imporre con legge la riforma può essere sbagliato.
Queste riforme vanno aiutate gradualmente, con la convinzione degli amministratori, perché mettere insieme per forza Comuni che non vogliono stare insieme sarebbe comunque un fallimento, mentre creare i presupposti per una crescita culturale dei Comuni nello stare insieme credo che sia il percorso più giusto.
Questi due articoli, in realtà uno, perché il secondo è l'urgenza, visto che il termine scade il 30 settembre, tratta di porre il limite demografico a 5.000 abitanti per la formazione dei servizi associati. Rimane intatta, come previsto dalla legge nazionale, la possibilità per i Comuni montani fino a 3.000 abitanti di associarsi, questo lo stabilisce la legge nazionale, non abbiamo cambiato nulla.
Questa è una norma, va detto, sulla quale c'è stato il parere positivo da parte del Cal, favorevole con dei suggerimenti che, purtroppo, sentiti gli uffici, non è stato possibile accogliere. Era macchinoso, quindi, va bene al Cal il limite dei 5.000 abitanti, non va bene al Crel che proponeva 10.000, come la legge nazionale.
In virtù dei ragionamenti che ho fatto, la Commissione all'unanimità propone il numero di 5.000 abitanti come tetto del limite demografico per l'associazionismo.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Confermo che questo atto è stato votato e costruito in Commissione all'unanimità, quindi, ci siamo ritrovati sulle stesse linee di indirizzo, peraltro non nuove nella discussione di questo Consiglio.
Aggiungo poco nel merito a quanto ha detto il Consigliere Traversini se non qualche riflessione di programmazione più ampia, per quello che riguarda la governance dei territori della nostra comunità regionale.
Questo è un passaggio importante, come è stato quello delle unioni montane, ed oggi possiamo dire che si sta aggregando, per lo meno, una forza di Comuni montani importante, tranne qualcuno che pecca un po' di protagonismo e pensa di frazionare questo possibile nuovo ente che, come sappiamo, prenderà l'avvio l'1 gennaio 2015.
Rilancio ancora, ai colleghi di tutti i gruppi e di tutti i partiti, per quello che i partiti possono, in questo momento, influenzare i propri rappresentanti amministratori, questo messaggio di unità perché nelle comunità dell'entroterra piccoli e frazionati non si va da nessuna parte. Sono debolezze che si scindono ulteriormente e viene a mancare la forza contrattuale. E' un appello accorato che faccio!
La norma di oggi dà possibilità realistiche per il territorio marchigiano, segnalando l'aggregazione per le convenzioni a 5.000 abitanti, il Crel ci dava 10.000, lo sappiamo e concettualmente può essere quella la misura possibile nei prossimi anni, ma non credo alle rivoluzioni che sconvolgono tutto e una crescita del concetto di gestione associata e servizi può essere soltanto graduale e non traumatica.
Terza cosa, qui cari colleghi, ce lo diciamo adesso, il 12 ottobre celebreremo le elezioni per le nuove Province, ci siamo un po' tutti divertiti ad assistere con la necessaria ironia a cosa succedeva nei territori; gli assetti di governance li conoscete, le competenze pure, anche se si stanno ancora discutendo le competenze specifiche delle Province, ma le unioni montane, i nostri Comuni, quelli che hanno le unioni o quelli che si apprestano, ai sensi della nostra normativa di oggi, alle convenzioni, aspettano dalla Regione quell'atto di programmazione sulla gestione delle risorse umane, Vicepresidente Canzian, di tutto quel personale che oggi è alle dipendenze delle Province.
Credo che, Presidente Perazzoli, noi dobbiamo accelerare questo atto di programmazione perché occorre capire quanto di quel personale oggi alla Provincia dovrà tornare alla Regione e per quali servizi, e quanto di quel personale andrà indirizzato, incentivato, sollecitato, no lo so lo vedremo dall'atto, verso i territori comunali, i servizi comunali o i servizi ex provinciali che diventeranno comunali. Credo che su questo ci dobbiamo mettere subito al lavoro. Una volta chiamavamo, lo dico agli amministratori di più lungo corso, l'individuazione dei servizi ed il personale che occorreva, i carichi di lavoro, vi ricordate? Una accezione ormai consegnata alla preistoria della nostra burocrazia amministrativa, però di fatto è così. Quanto serve sul territorio, quanto ritorna e serve alla Regione?
Penso che questo sia urgente. Ci sono quattro Province che ormai stanno per cambiare gli assetti della propria governance, ad eccezione di Macerata, lo ribadisco, non se ne abbiano a male i colleghi dell'UdC, voglio sottolineare solo questo, che durerà fino al 2016 e lì ci sono 400 dipendenti che aspetteranno il 2016.
Se noi facciamo partire, come già avverrà alla fine del 2014, me lo auguro, Vicepresidente e Presidente della Commissione, questo tipo di programmazione è chiaro che la Provincia di Macerata rimarrà per ultima, i dipendenti della Provincia di Macerata arriveranno dopo, quando le mobilità volontarie o incentivate o sollecitate per tutti gli altri dipendenti delle quattro Province si saranno attivate.
Mi fermo qui perché siamo al confine tra il sindacale ed il politico, però è così, noi dobbiamo entro la fine di questo anno fare questo atto di programmazione.
Mi scuso se ho divagato, ma anche su questo atto che votiamo oggi, Consigliere Traversini, i Comuni legittimamente chiedono: "Quanto personale avremo per la ristrutturazione delle Province?" Credo che molti aspettino questa risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. A differenza di altri punti all'ordine del giorno, di altri dibattiti, credo che questo alla fine appassionerà il Consiglio regionale e porterà molti interventi.
Assessore Canzian, questo è un argomento fondamentale, è uno dei pochi nei quali l'autonomia regionale si esplicita rispetto ai confini sempre più ristretti che la legge nazionale ci impone, finanche siamo in un rapporto con lo Stato del ricatto: siete liberi di decidere quello che volete, penso ai cosiddetti costi della politica, però se spendete quella cifra, Assessore Marcolini, vi toglieremo i fondi del bilancio. Questo è il modo in cui ultimamente lo Stato centrale disciplina i propri rapporti con le Regioni. Le Regioni sono cattive, spendono troppo.
In questo caso finalmente possiamo dire la nostra e la stiamo dicendo in una logica molto regionale o regionalistica che vede, come hanno detto il relatore di maggioranza e di minoranza, la necessità di tenere presente che il nostro territorio ha una diffusione coriandolesca di Comuni, ne abbiamo una manciata, 230, che coprono il nostro territorio.
Io non ho presentato emendamenti, Consigliere Traversini, semplicemente perché sarebbero stati una provocazione, li avrei votati io e pochi intellettuali di questa Aula, non mi piace fare l'intellettuale, mi piace essere popolare, sinceramente apprezzo tutti gli sforzi di mediazione, ma approfitto di questa occasione per dire che stiamo ragionando con queste cifre intorno a un condominio di Shanghai. Un condominio di Shanghai è di 2.500, 3.000 persone e noi lo vediamo nell'area montana come l'ipotesi di unione, non di frazione, di unione e questo con un ritardo culturale impressionante. Lo faccio, non lo faccio mai in quest'Aula, per denunciare un'oggettiva difficoltà, uno scarto, uno iato, fra noi e la realtà che è impressionante.
Non in quest'Aula fisicamente, in un altro luogo, già tra il 1970 e il 1972, in occasione della relazione dello Statuto, si discuteva della creazione nelle Marche di 50 Comuni, se andiamo a prendere gli atti addirittura era stata scritta la proposta, stava nello Statuto regionale, il numero dei Comuni veniva fissato, perché già allora si ragionava, erano poco più di 240, sull'idea che i Comuni si concentrassero. Allora la forza, anche elettorale, dell'area montana era molto elevata in termini di rappresentanza e di quella cosa non se ne è fatto nulla.
I danni di quelle mancate concentrazioni li abbiamo visti tutti. In questo sollecito, per quello che è possibile, gli organi di stampa che magari sottolineano i 50, i 100, i 200 euro di spreco, sarebbe interessante fare un conto quanto questa mancata programmazione nella concentrazione amministrativa, non dico la concentrazione dei gonfaloni, i gonfaloni potevano rimanere anche 250, c'è costata. Da uno studio fatto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Macerata, per quanto riguarda la mia valle, la valle del Potenza, risulta che sono stati spesi centinaia di miliardi, il fatto è che in quella valle che raccoglie poco più di 100.000 abitanti, diluiti in 23 Comuni, tutti separati, noi, per 23 Comuni, abbiamo moltiplicati i servizi, abbiamo creato 23 aree industriali. Adesso cominciamo a ragionare, Presidente Giancarli, dei Pisi, adesso dopo 45 anni, cominciamo a ragionare della concentrazione dei piani regolatori, non solo, dato che nelle Marche, nello stesso Comune, si vive in collina, ma si vive anche nella valle e sulla costa, abbiamo fatto i doppi Comuni, abbiamo Treia e Passo di Treia, abbiamo Porto Potenza e Potenza Picena, abbiamo moltiplicato: due uffici anagrafe, due sedi di vigili urbani, due sedi dell'ufficio tecnico. Questi sono gli sprechi che moltiplicati per 45 anni hanno fatto centinaia di miliardi di lire e miliardi di euro di spesa che hanno dovuto supportare le nostre popolazioni.
Popolazioni consapevoli di questo perché i loro rappresentanti ancora, caro Consigliere Traversini, insistono sul fatto che dobbiamo essere così piccoli, quando Comuni ben più grossi di 3.000 abitanti, parlo di Comuni di 25, 30, 40 mila abitanti denunciano difficoltà gestionali impressionanti. Anche qui uno studio di qualche anno fa, noi commissioniamo questi studi e poi non li teniamo mai presenti, diceva che per le Marche l'ideale sarebbe un Comune di 30.000 abitanti per ottimizzare i costi. Per esempio non ha senso in un Comune come il mio, di 22.000 abitanti, avere un servizio di trasporto pubblico urbano, perché costa una cosa esagerata, va integrato, vanno trovate forme diverse, non si può applicare lo stesso modulo del trasporto urbano che c'è a Roma o a Milano a Recanati.
I Comuni fra i 30 ed i 40 mila abitanti sono ottimali, già un Comune di 50 o di 60 mila abitanti ha qualche problema in più perché non è né troppo piccolo né troppo grande, ci sono studi in questo senso che dovremmo tenere presente.
Pensavo che la legge nazionale fosse un po' più coraggiosa, che arrivasse all'ipotesi obbligatoria delle fusioni, invece avremo dei processi anche costosi perché l'unione dei servizi amministrativi comporterà organismi che dovranno riunirsi. Abbiamo abolito le comunità montane, ma di fatto le ricreiamo attraverso le unioni montane.
Sono riflessioni ormai della legislatura che verrà e non so quanti di noi, penso una sparuta minoranza, saranno ancora presenti in questa Aula visto che già 12 Consiglieri ne abbiamo cancellati per legge, quindi, saranno una piccola dimensione.
Abbiamo già oggi degli esempi virtuosi che ci dicono, per esempio e chiudo, che nelle Marche abbiamo organizzato da anni nel più assoluto silenzio e, quindi, nella più assoluta efficienza, 23 Comuni sociali. Ho vissuto questa esperienza da Assessore, e posso dire che funzionano, pensate che in provincia di Macerata ben tre ambiti territoriali sociali, che mettono insieme più di 100.000 abitanti sono gestiti dallo stesso coordinatore d'ambito. La stessa persona riesce a fare il coordinatore d'ambito di ben 3 ambiti sociali, quindi, ci si può organizzare con pochissima spesa, e questi 23 Comuni gestiscono la parte più consistente della spesa, tolta la sanità sia della Regione che dei Comuni, perché la spesa sociale di Comuni e Regione messi insieme ammonta in questa regione a quasi 400 milioni di euro e viene gestita attraverso gli ambiti territoriali sociali che o gestiscono i fondi della Regione attraverso i bandi o gestiscono in proprio quelli dei Comuni, e funzionano anche con realtà di 17, 20, 22 Comuni.
L'ultima battuta, e chiedo scusa Presidente per essermi prolungato, ma ho visto che gli interventi non sono tanti, riguarda quello che ha detto il Consigliere Massi relativamente alla Provincia, io non so, ho già sentito questa sua osservazione da altre parti, però anche qui, Consigliere Massi, è paradossale, abbiamo difeso tanto le Province, abbiamo la fortuna almeno in provincia di Macerata di averla più a lungo possibile a dispetto di tutte le altre realtà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Grazie ai Consiglieri Traversini e Massi perché questa proposta di legge, mi sento di dire, pur dentro a quel quadro a cui ha fatto riferimento il Consigliere Marconi, è una proposta di legge costruita con il territorio e con i Comuni, in quanto c'è stata una modifica della proposta di legge della Giunta regionale, ci sono stati incontri nei territori, e in questi incontri i Sindaci si sono espressi, hanno potuto contribuire ad un dibattito interessante sui temi dell'autonomia.
Ad esempio, per quello che riguarda alcuni territori, quelli a cui sono più legato, ho partecipato ad alcune iniziative, lo stesso orientamento viene definito di ragionevolezza e viene stabilito anche nei numeri e nelle indicazioni della Commissione che spero l'Aula faccia proprie.
Certo una considerazione deve essere fatta, credo che in questi anni il costo maggiore sostenuto dai Comuni è dato dal rispetto dei parametri, dal rispetto del patto di stabilità, da un costo eccessivo che non ha dato la possibilità, alle istituzioni locali, di investire nemmeno risorse proprie, quindi, non si sono fatti investimenti anche con la disponibilità di risorse, non si sono fatti investimenti come pure si sono ridotti i servizi.
E' chiaro che qui una riorganizzazione si rende necessaria. Nel 2014 i Comuni in Italia sono più di 8.000, dall'inizio del 2014 ne sono stati istituiti 24 a seguito di fusioni di territorio che hanno portato alla soppressione di 57 Comuni, quindi, 57 soppressi, 24 istituiti.
Guardavo i dati che mi sono stati forniti dall'Anci: nel 1861, anno dell'unità d'Italia, i Comuni erano 7.720, dopo 150, 160 anni siamo lì, 7.720-8.000, addirittura il maggior numero dei Comuni, 9.195, si è registrato nel censimento del 1921, mentre il valore minimo raggiunto è stato nel 1931, quando forse le fusioni non venivano fatte con la stessa partecipazione di oggi, e si è passati da 9.195 a 7.311.
Nella stessa regione, quando parliamo di Comuni sotto i 5.000 abitanti, parliamo di quasi i tre quarti dei Comuni, perché sono soltanto 24 quelli sopra i 15.000 abitanti, e sono 42 quelli dai 5.000 in su.
Il Vicepresidente Canzian su questi temi si è già pronunciato, credo che ci sia la necessità di un'accelerazione perché una riorganizzazione, anche con le considerazioni che non riprendo, che condivido, che ha fatto nell'intervento il Consigliere Marconi, deve essere fatta. Come una riflessione deve essere fatta su quello che è la regionalizzazione in questo Paese.
Sostengo da tempo che una regionalizzazione vera non c'è mai stata, non voglio entrare nella discussione dei costi della politica, ma parlo proprio della capacità di incidere rispetto alle trasformazioni dei territori, perché una regionalizzazione vera avrebbe portato ad una piena autonomia, e piena autonomia avrebbe significato piena responsabilità del territorio, mentre in questo Paese di fatto lo Stato centralista ancora resiste. Qui si parla di semplificazione, ma continua a prevalere la burocrazia, si parla di partecipazione, ma continua a prevalere il dirigismo.
C'è un altro aspetto che voglio citare, e poi chiudo, ed è quello della stessa rispondenza geografica delle regioni. Credo che questo problema ce lo dobbiamo porre.
Bene facciamo ad approvare questo provvedimento. Le modifiche che sono state fatte dall'Aula tengono conto del dibattito che c'è stato nel territorio e dobbiamo avere la consapevolezza forte che sicuramente in questa Aula c'è: l'efficienza della pubblica amministrazione non è qualcosa che si muove in modo astratto rispetto ai bisogni, rispetto all'economia, ma è esattamente il contrario. L'efficienza della pubblica amministrazione ha direttamente a che fare con la competitività di un territorio, con la competitività di una Regione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 (Dichiarazione d'urgenza), ci vuole la maggioranza qualificata, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 428 (testo base). La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Se si sono create le condizioni riprenderei il punto 1. Siete d'accordo? Va bene? Cominciamo con la prima interrogazione, anzi la seconda.

Interrogazione n. 1420
ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Giancarli
"Attuazione delle politiche agricole regionali in materia di organismi geneticamente modificati (OGM)"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1420 dei Consiglieri Badiali, Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. Prima di rispondere all'interrogazione vorrei fare delle precisazioni ai colleghi Consiglieri.
Innanzitutto mi scuso se spesso non sono presente in Aula, ma questo è dovuto al fatto che ho diversi incarichi, diversi Assessorati, e spesso ho impegni istituzionali concomitanti e improrogabili.
Al Consigliere Trenta che, mi hanno riferito, la scorsa settimana ha fatto notare la mia assenza, lui che si considera un grande conoscitore dei regolamenti, spiego che se un Assessore o un Consigliere è assente o ha delle giuste motivazioni oppure gli vengono detratti circa 300 euro. Io ero assente giustificata perché ero all'estero a rappresentare il Governo regionale. Questo era quanto dovevo ai colleghi Consiglieri.
Ora rispondo all'interrogazione,
In relazione all'interrogazione n. 1420, a risposta orale, dei Consiglieri Giancarli e Badiali, si rappresenta quanto segue: successivamente all'emanazione della deliberazione di Giunta regionale n. 982 del 15 giugno 2009 non sono pervenute richieste per un "accordo volontario tra agricoltori operanti in zone specializzate in una data filiera di produzione di coltura non transgeniche".
Si ricorda che detta deliberazione era stata emanata in occasione della Conferenza di Urbino del 18 e 19 giugno 2009 organizzata dalla Rete delle Regioni Europee OGM-Free . In tale sede le Organizzazioni professionali, in particolar modo la Coldiretti regionale, hanno chiarito di non voler aderire all'accordo volontario cui si era fatto promotore il Comune di Urbino. Constatata la posizione delle Organizzazioni professionali non sono state attuate iniziative per incentivare gli agricoltori in tal senso.
Si ricorda quindi che successivamente a detta deliberazione sono intervenuti diversi aggiornamenti normativi, in parte richiamati nelle premesse della presente interrogazione, tra cui la Raccomandazione del 13 luglio 2010 n. 2010/C 200/01, con particolare riferimento al punto 2.4. Misure atte ad escludere la coltivazione di OGM da vaste aree (zone senza OGM), che ha sostituito la precedente Raccomandazione del 23 luglio 2003 n. 2003/556/CE che era il riferimento giuridico della deliberazione di Giunta regionale 982/2009.
L'Assessorato Agricoltura si è attivato per rafforzare e potenziare la linea politica della nostra Regione in materia di contrasto agli OGM. A livello regionale si è provveduto ad emanare la deliberazione di Giunta regionale 272 del 10 marzo 2014 concernente "Deliberazione di Giunta regionale 1265/03. Approvazione del Piano complessivo: delle attività necessarie per la prevenzione e l'intervento di contrasto in materia di organismi geneticamente modificati campagna di semina 2014" in esito alla quale il Corpo forestale dello Stato ha provveduto finora a raccogliere n. 15 campioni di sementi di mais, risultati tutti negativi agli OGM.
Per detta attività è stato emanato anche un comunicato stampa congiunto con il Corpo forestale dello Stato incentrato sulla convinzione che prevenzione e repressione debbano coesistere sinergicamente per ottimizzare il valore aggiunto del sistema agroalimentare marchigiano, ricco di produzioni agricole tradizionali di elevata qualità, importanti sia dal punto di vista ambientale che economico, in quanto contribuiscono a rappresentare il made in Italy in ambito internazionale.
A livello nazionale in data 7 aprile 2014 la Commissione politiche agricole ha approvato la sostituzione della Provincia Autonoma di Bolzano con la Regione Marche quale Regione capofila in materia di OGM all'interno della stessa Commissione. Detto importante riconoscimento è stato motivato con l'impegno costante e pressante della Regione Marche nel contrasto agli OGM anche a livello europeo in considerazione della Presidenza della Rete delle Regioni Europee OGM-Free. In questa nuova veste a livello nazionale la Regione Marche ha quindi partecipato alle riunioni del Comitato Interministeriale per gli Affari Comunitari (CIACE) a Roma, in rappresentanza delle Regioni italiane, per modifiche ed emendamenti alla proposta di modifica della Direttiva 2001/18 presentata durante la Presidenza greca.
A livello europeo in qualità di Presidenza della Rete delle Regioni Europee OGM-Free è stata attivata un'azione tesa ad affermare il contrasto agli OGM a livello europeo. Sono stati quindi riuniti diversi Steering Committee (Comitato di Direzione) presso gli uffici della Regione Marche in Bruxelles in data 29 gennaio 2014, 10 aprile 2014 e 22 maggio 2014, allargando il numero delle Regioni ora aderenti alla Rete a n. 62 (ultimi ingressi le Regioni tedesche di Baviera Assia) nonché firmando un position paper , documento rivolto principalmente ai partecipanti del Consiglio Ambiente che si tenuto lo scorso 12 giugno, con il quale si sottolinea che l'approccio della Rete sin dal 2003, si basa su quattro principi guida:
1) principio di sussidiarietà;
2) principio di precauzione;
3) principio che chi inquina paga;
4) principio di libertà di scelta per tutti.
Viene quindi riportato che "La Rete prende atto del voto favorevole del Coreper del 28 maggio 2014 sulla proposta di compromesso della Presidenza greca che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. La Rete resta d'accordo sulle conclusioni del Consiglio adottate il 4 dicembre 2008, e del Parlamento europeo del 5 luglio 2011, in particolare sui criteri socio-economici e su una più rigorosa valutazione del rischio da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Il documento evidenzia la necessità che gli Stati membri confinanti collaborino nella condivisione delle informazioni per prevenire qualsiasi diffusione transfrontaliera. Viene, quindi, espressa preoccupazione sul versante della sufficiente certezza del diritto qualora gli atti degli Stati membri vengano poi impugnati dinanzi alla Corte di giustizia europea.
Durante lo Steering Committee del 10 aprile 2014 è stata già decisa una rotazione della Presidenza della Rete dalla Regione Marche alla Regione tedesca Nord Reno Westfalia, rotazione, cambio di presidenza che è già avvenuto circa 15 giorni fa; Regione Marche e Regione Alta Austria avranno la carica di Vice Presidente con il compito di affiancare i sostenere la nuova Presidenza. Abbiamo fatto questo passaggio e ad oggi abbiamo già incontrato il nuovo Presidente tedesco in Europa. Grazie.

(interviene fuori microfono il Consigliere Trenta)

PRESIDENTE. Cosa c'è? Il fatto personale adesso non centra nulla, stiamo discutendo un'interrogazione, gli unici abilitati ad intervenire sulla risposta dell'Assessore sono gli interroganti che nella fattispecie sono i Consiglieri Giancarli e Badiali.
Prego? Ogni volta che lei parla per me è una lezione di vita oltre che politica, si figuri se le negherei questo diritto, però adesso sentiamo il Consigliere Giancarli che è l'interrogante, dopo di che le passo la parola per la questione personale, però non interrompiamo il flusso che sulle interrogazioni così difficilmente siamo riusciti a stabilire in Aula stamattina.
Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Debbo dire che il flusso è stato interrotto e, quindi, parto da questa considerazione.
La ringrazio Assessore perché non si è fatta distrarre dal Consigliere Trenta, ma ha dato una risposta lunga e soprattutto complessa, e se potesse farmene avere una copia le sarei grato.
Detto questo, si ribadisce il ruolo della Regione Marche come Regione OGM Free e soprattutto come Regione che ha un sistema agroalimentare di elevata qualità. Dobbiamo essere gelosi di questo sistema agroalimentare e valorizzarlo, fare la promozione necessaria, investire, innovazioni anche opportune.
Voglio anche sottolineare la soddisfazione per il fatto che i prelievi eseguiti dal Corpo forestale dello Stato, se non ho capito male, 15, hanno dato tutti esito negativo.
Un punto per chiarezza, Assessore, perché ad un certo momento si parla del ruolo del Comune di Urbino, per carità, città stupenda, un fiore all'occhiello di questa nostra Regione, si parla del ruolo delle Organizzazioni professionali, ma mi viene spontaneo chiedermi: dove era la Regione? Questo però è un dettaglio, credo di poter dire che la risposta che mi ha dato ... la leggerò in modo approfondito quanto me la farà avere. Grazie.

Interrogazione n. 1668
ad iniziativa del Consigliere Massi
"Chiusura del presidio Enel di Sarnano, conseguente penalizzazione dell'entroterra maceratese"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1668 del Consigliere Massi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. Le circostanze e le criticità accuratamente illustrate nelle premesse dell'interrogazione, che qui non sto a rileggere per motivi di tempo, pongono all'Assemblea un problema fortemente sentito dalla comunità interessata da questa decisione dell'Enel.
Sappiamo che vari Comuni e la stessa Comunità montana dei Monti Azzurri hanno espresso con atti delle rispettive Giunte la ferma contrarietà a questa riorganizzazione aziendale dell'Enel.
Francamente, sfugge la reale convenienza di questa scelta, che si è concretizzata dai primi giorni di aprile; come evidenziato dal Consigliere Massi, sussistevano, e risultano ancora sussistere, alternative fattibili per evitare che il fisiologico disagio di un territorio difficile, come quello montano, si aggravi per problemi di gestione di infrastrutture primarie come gli elettrodotti.
E' evidente che sul piano formale e istituzionale la Regione non ha strumenti diretti per chiedere ad Enel di recedere da una decisione organizzativa autonoma. Tuttavia la Giunta non si sottrarrà all'invito del Consigliere Massi, di cui sono condivisi lo spirito e la finalità, per operare ogni tentativo utile a ripristinare la situazione precedente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Ringrazio l'Assessore perché ha, vorrei dire, confessato la situazione, cioè l'Enel va per conto suo, nei Comuni montani chiude i presidi.
Non capisco cosa ci guadagni e cosa risparmi, perché poi gli interventi vengono fatti da più lunghe distanze, quindi, deve pagare più missioni, più trasferte di tecnici, mentre parliamo di un presidio con due dipendenti su un territorio molto vasto e difficile come quello dei pre-Sibillini.
Cosa dire, Assessore? Credo che l'autorità della Regione, finché rimane costituzionalmente garantita, debba intervenire con forza, almeno per chiedere un confronto. Quante volte lo abbiamo detto, anche prima, abbiamo parlato dell'entroterra che va presidiato nei servizi ed è chiaro che le disfunzioni e i disservizi che ci sono, aumentano quando si tolgono questi presidi. Secondo me aumentano anche i costi, parlo ad un Assessore che ha un'esperienza amministrativa anche della fascia dell'entroterra, quindi, non gli faccio scoprire nulla, credo che occorra una pressione quotidiana con l'Enel, come con altri servizi, poi ne parleremo altre volte, perché non si sguarnisca il territorio.

Presidenza del Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

Interrogazione n. 1699
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Opportunità di effettuare il controllo numerico dei cinghiali mediante uso di armi da fuoco all'interno della Riserva naturale statale Gola del Furlo"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1699 del Consigliere Cardogna.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Probabilmente la risposta ce l'ha l'Assessore Giorgi e, quindi, dovremmo aspettare.

Interrogazione n. 1692
ad iniziativa della Consigliera Foschi
"Contributo a persone affette da SLA"

Interrogazione n. 1006
ad iniziativa della Consigliera Foschi
"Interventi a favore di malati SLA"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1692 e n. 1006 della Consigliera Foschi, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Il contributo mensile di 300 euro per il sostegno alle famiglie delle persone affette da Sla è erogato in tempi certi dalla Regione Marche, attraverso le Aree vaste ed i distretti territoriali, alle famiglie che ne hanno fatto richiesta. L'erogazione avviene senza interruzione a partire dalla data di certificazione della malattia.
Il fondo regionale dedicato all'uopo ammonta a 300 mila euro annui, a cui si aggiungono, dal 2012, 2.643.300 euro provenienti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza.
I criteri di attuazione dell'intervento relativo al finanziamento regionale sono approvati ogni anno dalla Giunta, generalmente entro il mese di marzo. Dopo la deliberazione sono indicate con decreto le modalità di accesso e contestualmente viene erogato all'Asur il finanziamento.
Per quanto riguarda il contributo statale, i criteri di accesso sono stabiliti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 453 del 2 aprile 2012 e sono analoghi a quelli previsti per il fondo regionale.
Le famiglie che ne fanno richiesta, se rispondenti ai criteri previsti, possono ricevere un importo mensile aggiuntivo di 533 euro per i familiari affetti da Sla non tracheotomizzati e di 700 euro per quelli che invece lo sono.
I soggetti coperti da finanziamento sono attualmente 115, ma dall'integrazione della banca dati dell'ente con i dati della scheda di dimissione ospedaliera (SDO), farmaceutica e Asur risultano 150 richiedenti.
In effetti fino al 2012 lo stanziamento regionale è stato sufficiente a coprire tutte le richieste, mentre nel 2013 l'Asur ha comunicato di aver fatto fronte alle nuove domande con alcune economie interne, segnalando che per il 2014, per quest'anno, si potrebbero dover reperire fondi aggiuntivi.
Sarà pertanto necessario rivalutare la situazione per un'eventuale riorganizzazione delle disponibilità dei fondi regionali e statali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Io sono profondamente insoddisfatta, innanzitutto per il ritardo con cui si risponde a queste interrogazioni, una è del 5 novembre 2012, e oggi l'Assessore Viventi mi dice che i soldi del contributo all'uopo destinati dallo Stato vengono regolarmente erogati.
Viva Dio, siamo nel 2014, l'interrogazione quella volta chiedeva come mai ci fosse stato un ritardo così grande nel passaggio, definiamolo in questi termini, di soldi dallo Stato alla Regione, avvenuto nel novembre del 2011, e un anno dopo i pazienti malati di Sla non avevano ancora avuto quei fondi che direttamente dovevano andare loro assegnati per una legge dello Stato.
La risposta alla prima interrogazione è tutt'altro che soddisfacente, ci mancherebbe che nel 2014 la Regione Marche non avesse provveduto ad erogare un finanziamento destinato solo ed esclusivamente ai malati di Sla.
La risposta alla seconda interrogazione è altrettanto insoddisfacente perché si chiedeva di aumentare, di trovare il modo di aumentare i 300 euro. Ho avuto modo di sentire, anche in Commissione sanità, dirigenti e funzionari del Servizio fare un discorso fondamentalmente sbagliato perché parlando di disabilità generale, pongono la questione della Sla come una condizione di agevolazione o favoreggiamento rispetto ad altre situazioni. Questo poi è sempre non particolarmente elegante, senza tener conto che, momentaneamente, i malati di Sla usufruiscono di un contributo aggiuntivo rispetto ai 300 euro che, vorrei sottolinearlo, sono una delle somme più basse tra tutte le Regioni italiane.
Credo che la Regione Marche debba fare uno sforzo in questo senso, non limitarsi solo a rispondere che ai malati di Sla va un contributo aggiuntivo, perché quella è una questione a parte, hanno avuto una legge ad hoc, ... va bene, ma lei non risponde all'interrogazione. Lei mi dice, è un dato di fatto, dei 300 euro, lo so anch'io che prendono 300 euro, le cifre precise gliele ho citate nell'interrogazione, non c'era bisogno che lei mi dicesse che prendono 300 euro, so quello che prendono, le domande erano ben altre e la Giunta continua a non rispondere su quale può essere l'impegno politico che si vuole assumere.

Luigi VIVENTI. ... dico che c'è la disponibilità ad avere fondi aggiuntivi per venire a queste richieste. Come fa a dire che non le ho risposto, se lei parte dal principio che deve essere insoddisfatta per forza, sia insoddisfatta, però io le ho risposto.

Interrogazione n. 1577
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
"Consorzio Marche Teatro"

Interrogazione n. 1600
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
"Consorzio Marche Teatro: profili di danno erariale a discapito della Regione Marche e stabilizzazione iniqua del personale"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1577 e n. 1600 del Consigliere Bugaro, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Sono due interrogazioni collegate fra di loro, proverò a rispondere secondo l'ordine degli interrogativi avanzati.
La prima domanda era: quali sono le specifiche del contratto di affitto/gestione di azienda del Teatro stabile delle Marche al Consorzio Marche Teatro citate nella lettera inviata al Dipartimento Spettacolo dal Vivo e da quale organo sono state quantificate.
Vorrei dire che le specifiche del contratto di affitto/gestione di azienda del Teatro Stabile delle Marche sono esito di una complessa trattativa condotta tra il soggetto cedente (Fondazione Teatro Stabile - Le Città del Teatro, contenuti approvati con determina del Commissario straordinario) e il soggetto affittuario (Consorzio Marche Teatro, contenuti approvati con delibera del consiglio di amministrazione dell'ente).
La Regione non ha partecipato direttamente alla definizione di tali specifiche in quanto non siede nel Consiglio di amministrazione del nuovo Consorzio Marche Teatro, mentre il Consiglio di amministrazione del Teatro stabile, che prevederebbe la partecipazione di un rappresentante regionale, è sciolto con decreto di commissariamento ed è sotto commissariamento, quindi, direttamente non abbiamo una partecipazione ed un coinvolgimento se non riferito.
La Regione, sarebbe sciocco dirlo, è stata informata delle linee generali su cui veniva condotta la trattativa dal Commissario, che nello svolgimento della sua funzione ha approvato la proposta ritenendola utile nell'interesse dell'ente e coerente con la prospettiva di riorganizzazione e costituzione del Polo teatrale regionale prevista dall'articolo 36 della legge regionale 37/2012.
La seconda domanda riguardava: in relazione all'erogazione di parte del contributo straordinario previsto dalla legge regionale 37/2012, a quanto corrispondono le somme già erogate dal Teatro Stabile delle Marche e quali atti volti al risanamento e ristrutturazione dell'azienda - che non appaiono esistere, secondo l'interrogante - sono stati presentati a supporto di tali esborsi che appaiono gravemente illegittimi e in violazione della norma autorizzatoria.
La parte del contributo straordinario, su indicazione del Consiglio regionale, è stata pari a 500.000 euro ed è avvenuta tramite due distinti decreti dirigenziali: il primo per euro 450.000,00 a titolo di acconto, pari al 50% dell'importo, secondo i criteri generali che i programmi annuali di settore prevedono per i contributi ordinari in ambito cultura e subordinatamente all'avviarsi delle due condizioni previste nel decreto: l'impegno del Comune di Ancona a supporto di forme di concorso nella ricapitalizzazione/risanamento e il progetto di ottimizzazione/razionalizzazione delle attività delle Fondazioni teatrali del Comune di Ancona. Gli atti considerati all'atto del decreto sono la mozione del Consiglio Comunale di Ancona n. 108 del 17 dicembre 2012 e la deliberazione della Giunta comunale del 20 dicembre 2012, nonché la relazione del Commissario straordinario del 18 aprile 2013. Tale decreto recepiva anche una 'articolazione' del contributo (300+500+100), facendo propria la deliberazione dell'Assemblea del soci del Teatro stabile del giugno 2012.
L'altro è il decreto n. 263 per 50.000,00 euro, secondo l'articolazione di cui al precedente decreto, a titolo di ulteriore anticipo, connesso all'attuazione del progetto straordinario di attività 2012.
Si precisa in proposito che entrambe le due erogazioni erano connesse a comunicazioni del Commissario Straordinario che, informando sul procedere del progetto di Costituzione del Polo teatrale regionale, sottolineava l'assoluta urgenza di procedere a supporto del progetto in quanto la forte crisi di liquidità dell'ente impediva la rendicontazione e quindi la riscossione di contributi legati a progetti diversi, compromettendo definitivamente la possibilità di sussistenza della stessa Fondazione e dello stesso progetto di risanamento e di fusione in vista della costituzione del Polo regionale, che è il progetto 'obiettivo' voluto dalla legge regionale 37/12, ad oggi in fase avanzata di attuazione.
Il contributo straordinario, interamente impegnato nel 2012 con decreto del Dirigente della posizione funzione Cultura verrà erogato a saldo a seguito del verificarsi delle condizioni previste per la completa erogazione del contributo, che prevedono un solido e strutturato progetto di gestione sostenibile, in un quadro più generale di revisione delle funzioni e dell'organizzazione del settore.
In tal senso si precisa che il contributo straordinario previsto dalla legge regionale 37/12, pari a 900.000 euro, era "finalizzato in concorso con gli altri soci al risanamento e alla ristrutturazione dell'ente quali azioni necessarie alla costruzione di un Polo produttivo teatrale regionale, al fine di consolidare le funzioni stabili di produzione della prosa così come individuate, sostenute dal Ministero".
La Regione, attraverso la misura sopra richiamata, ha inteso promuovere la costituzione di un polo teatrale a valenza regionale in grado di ottimizzare le risorse dedicate alla produzione teatrale, sia attraverso una rinnovata sinergia organizzativa ed interistituzionale tra i principali soggetti operanti nel campo dello spettacolo dal vivo nell'ambito del territorio, sia attraverso la creazione di un modello più efficiente ed economico di gestione, continuando a garantire il riconoscimento della Stabilità Ministeriale.
La legge ha come finalità quella di salvaguardare la funzione pubblica della produzione della prosa secondo i parametri Mibac, il cui rispetto garantisce requisiti di qualità e un significativo contributo pubblico.
Non si è mai pensato che fosse imprescindibile salvare gli enti in sé, quanto piuttosto la funzione svolta, e che a ciò andasse finalizzata la ristrutturazione degli enti o dell'ente volto all'attuazione di detta funzione.
In questo senso si è sempre lavorato, nelle linee di politica regionale, come nel Consiglio di amministrazione del Teatro stabile, ad ipotesi di fusione che rendessero sostenibili le gestioni in tempo di crisi ed il 'Polo produttivo teatrale regionale' prefigurato dalla legge non può che essere un punto di sintesi, che riunifica, riorganizza, semplifica e rilancia altre preesistenti esperienze.
Progetti e forme di fusione passano inevitabilmente per ristrutturazioni, anche dolorose, ricapitalizzazioni e progetti di risanamento. Lo sappiamo perfettamente in materia di crisi industriali, lo sappiamo purtroppo anche nel caso di aziende dello spettacolo.
Proprio in tale ottica nel giugno del 2012 il Consiglio di amministrazione e l'Assemblea dei Soci della Fondazione hanno deliberato un piano di ristrutturazione e conseguente risanamento dell'ente, propedeutico ad una fusione/accorpamento con la Fondazione Muse, certi che solo una gestione unitaria del massimo teatro cittadino avrebbe assicurato le condizioni minime di sostenibilità di un ente di produzione teatrale.
Sulla base di dette ragioni non si ritiene che tali atti siano stati illegittimi, né prodotti in 'violazione della norma autorizzatoria'.
La terza domanda riguardava: qualora si arrivasse alla messa in liquidazione del Teatro Stabile delle Marche, con il conseguente trasferimento della stabilità al neo consorzio, in cui la Regione non ricopre nessun ruolo e non ha nessuna rappresentanza, come si giustificherebbe l'esborso delle somme, a cui ho fatto riferimento.
Un'eventuale messa in liquidazione dell'ente Teatro Stabile che avvenga nel quadro dell'innesco di un progetto che assicuri, renda sostenibile e rilanci lo svolgimento della Funzione di produzione teatrale stabile non è considerata incoerente con il contributo straordinario previsto per legge, né con la reale utilità pubblica dell'intero processo, cui il contributo era finalizzato.
Analoga a quella della Regione è d'altro canto la comunicata e asseverata posizione del Ministero che ha avallato il 'trasferimento' del requisito di stabilità, con continuità artistica, da un ente all'altro per il 2014.
Si precisa, inoltre, che con i nuovi criteri, in vigore per il 2015, non è previsto il ruolo della Regione come ente socio ai fini del riconoscimento del contributo per la produzione teatrale: la norma anche nazionale, nonché la politica culturale regionale intendono privilegiare per l'ente 'Regione' le funzioni di ente programmatore, di monitoraggio e verifica, piuttosto che quelle di diretta gestione.
Io sottolineo ancora questo ruolo, il contributo straordinario che il Consiglio regionale ha voluto dare al teatro di Ancona riguardava la funzione regionale di produzione teatrale e per questo l'Assemblea ha deliberato straordinariamente risorse aggiuntive.
Ciò non è incompatibile con funzioni di sostegno anche importanti per progetti di rilievo regionale, come già accade nel caso del Rof o dello Sferisterio, enti di cui la Regione non è socio e non intende esserlo. Noi vogliamo uscire sistematicamente da tutti i Consiglio di amministrazione e dalla responsabilità attiva di gestione degli enti che sosteniamo. Partecipiamo a definire un quadro programmatico, accompagniamo la rendicontazione nella maniera più rigorosa, valutiamo i risultati e finanziamo programmaticamente l'attività, ma non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo, essere coinvolti nella gestione.
La quarta domanda ed ultima riguardava: quali atti formali, che non appaiono sussistere, sono stati approvati per autorizzare l'Assessore ad avallare una tale anomala situazione in maniera così informale ed illegittima.
Vorrei sottolineare che tutti gli atti formali adottati dalla Regione sono connessi alla diretta attuazione della legge regionale 37/12, quelli del decreto, dei nostri servizi, quelli del commissariamento e degli atti del Commissario che seguendo i propri criteri realizzativi sono stati rendicontanti.
Gli atti di commissariamento dell'ente sono stati approvati con delibere della Giunta regionale e il sottoscritto ha di volta in volta relazionato alla Giunta regionale o in Consiglio, come in questi casi, con apposite comunicazioni e condiviso con la stessa l'avanzamento dell'intero processo, per quanto di volta in volta riguardava direttamente la Regione.
Se il Presidente ed anche l'interrogante consentono, procederei anche alla seconda interrogazione in modo da dare una risposta unica e lineare.
La seconda interrogazione chiedeva quale organismo avesse deciso la cessione del ramo d'azienda della Fondazione Le Città del Teatro - Teatro Stabile delle Marche ed il conseguente smembramento dello stesso e quale procedura ha assunto la Giunta regionale in merito.
La cessione del ramo d'azienda è esito di una complessa trattativa condotta tra il soggetto cedente (Fondazione teatro stabile - Le città del teatro, contenuti approvati con determina del Commissario straordinario) e il soggetto affittuario (Consorzio Marche teatro, contenuti approvati con delibera del consiglio di amministrazione dell'ente).
La Regione pur avendo sempre incentivato aggregazioni e fusioni, non ha partecipato direttamente alla definizione con le specifiche ..., però se mi consentite vorrei richiamare il primo punto della risposta che sostanzialmente si intreccia con questo, il progetto di riorganizzazione degli enti teatrali in vista della costituzione del Polo teatrale regionale è stato approvato dal Comune di Ancona, lo ripetevo prima, sarebbe una ripetizione, ha già avuto una risposta nel primo punto.
Secondo quesito: le somme specifiche erogate dalla Regione alla Fondazione Le città del Teatro - Teatro Stabile delle Marche in base legge regionale 37/12 e le modalità che si vogliono attivare per ottenere l'immediata restituzione delle somme, decisione doverosa conseguente al venir meno delle finalità previste dall'intervento, il che comporta evidenti profili di danno erariale nei confronti della Regione Marche.
Il contributo straordinario, interamente impegnato nel 2012 con decreto del Dirigente della Posizione di funzione Cultura è stato erogato in parte, per complessivi 500.000,00 euro con atti connessi al verificarsi delle prime condizioni e delle prime fasi di avviamento del progetto.
Come dicevo prima il saldo saldo verrà erogato a seguito del verificarsi delle condizioni previste per la completa erogazione del contributo. E' questo il motivo che ci ha fatto trattenere 400 dei 900.000 euro di contributo. Quello che si prevede è un solido e strutturato progetto di gestione sostenibile, in un quadro più generale di revisione delle funzioni e dell'organizzazione del settore.
Non mi pare che si possa configurare un venir meno delle finalità dell'intervento, che ad oggi è ancora in fase di attuazione e su cui peraltro il Comune ha ufficialmente preso posizione più di una volta pubblicamente.
Terzo quesito: quali criteri sono stati seguiti per la stabilizzazione del personale con l'esclusione di 3 unità già presenti nella Fondazione Teatro Stabile delle Marche con la loro esperienza e professionalità.
Il trasferimento del personale, in seguito alle condizioni approvate col contratto di affitto del ramo di azienda, è esito di una programmazione concertata tra i due enti, che non ci ha visto partecipare ad alcuna fase dell'elaborazione del progetto, al fine della costituzione del Polo teatrale regionale.
II criterio per il passaggio del personale è stato quello del passaggio o meno di determinate funzioni dall'ente preesistente al nuovo Consorzio.
Laddove ci fosse stata una persistenza dell'utilità di quel profilo è stata confermata, in assenza della persistenza di quella funzione il personale non è stato purtroppo confermato.
La Regione ritiene purtroppo di non aver titolo per entrare nello specifico di questa trattativa, pur riservandosi di valutare insieme al Consiglio, se lo ritenete opportuno, di valutare eventuali approfondimenti sulla vicenda mano mano che si manifestano.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie. Le risposte sono articolate, quindi, vorrei analizzarle meglio in forma scritta e se è possibile avere la copia, oppure chiedo lo stenografico agli uffici, così da poter approfondire meglio la questione, perché, come ho detto, è molto articolata, complessa ed intreccia varie problematiche, quindi, per dare un giudizio compiuto mi riservo di approfondire la questione.

PRESIDENTE. Un attimo che controlliamo la situazione perché non vedo l'Assessore Mezzolani che credo sia ancora in conferenza stampa. Prego? ... Questa è una considerazione soggettiva che la prego di non avanzare nemmeno per scherzo.
Per l'interrogazione di Banca Marche, mi dice l'Assessore Marcolini, di aspettare che rientri anche il Presidente.
Colleghi, nell'attesa che arrivi l'Assessore Mezzolani, credo sia il caso di aspettare un attimo. Prego ...

(interviene fuori microfono il Consigliere Zinni)

PRESIDENTE. Se l'Assessore Luchetti è d'accordo ...
Consigliere Zinni, credo che ci siano delle situazioni che non possiamo modificare, come le conferenze stampa ed altre circostanze che sono intervenute.

(interviene fuori microfono il Consigliere Natali)

PRESIDENTE. Mi sembra che l'Assessore Luchetti sia favorevole alla richiesta del Consigliere Zinni.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Sono ben lieto che l'Assessore riferisca sull'azienda Gatto, detto questo però, siccome abbiamo dato l'impressione, in qualche modo, di avallare il fatto delle conferenze stampa, dico che non si dovrebbero fare il giorno dell'Assemblea legislativa delle Marche.

PRESIDENTE. Lei sicuramente può aver ragione, io però devo procedere con i lavori e il Consigliere Zinni ha gentilmente chiesto, e l'Assessore consente, di parlare della situazione della ditta Gatto.

Comunicazioni della Giunta regionale
concernenti: "Vertenza ditta Gatto"

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Signor Presidente, signori Consiglieri, la vertenza che ieri abbiamo trattato con il sindacato per l'azienda Gatto è una vertenza molto complessa.
La situazione dell'azienda è problematica, non nasce certamente oggi, sono anni che l'azienda è in cattive acque sul piano della liquidità e anche sul piano del mercato, tant'è che si sono utilizzati, negli ultimi cinque anni, tutti i 36 mesi di ammortizzatori sociali tra cassa ordinaria e cassa straordinaria.
E' in corso dal maggio scorso un contratto di solidarietà finalizzato alla riduzione dell'orario e alla salvaguardia del reddito: si lavora meno, si prende un po' di meno ma, in qualche modo, c'è un'integrazione che consente ai lavoratori di avere un salario decente.
In costanza di un contratto di solidarietà, negli ultimi due mesi e mezzo non sono stati pagati gli stipendi ai lavoratori, nonostante questa situazione, diciamo, di maggior favore. Questo deriva da una situazione che si è in qualche modo aggravata sul piano della liquidità perché l'azienda è esposta da un punto di vista del credito nei confronti delle banche, per diversi milioni di euro, esattamente quasi 17 milioni di euro - non è una cosa di poco conto - a questo si è aggiunto il fatto che negli ultimi tempi c'è stata una scarsa liquidità e le banche hanno imposto all'azienda di rientrare delle proprie disponibilità creditizie.
Oggi l'azienda si trova con un azzeramento quasi totale delle disponibilità del credito, per cui, direi, è in una situazione bloccata sul piano aziendale. A questo fa riscontro una situazione che sembrerebbe quasi in controtendenza, l'azienda infatti ha una prospettiva di diverse commesse che potrebbero, in qualche modo, far sperare, ma quelle commesse, a questo punto, sono difficilmente gestibili, perchè, qualora venissero verificate - fino a luglio di quest'anno c'era una commessa per l'Algeria che avrebbe risolto un sacco di problemi, il problema è che non si è concretizzata - c'è il problema che la ditta non ha disponibilità per pagare i fornitori per le materie prime e i semilavorati. E' una situazione imballata.
Si parla di un'azienda con 112 lavoratori, che ha una tradizione lunghissima, sono sessant'anni, più di sessant'anni che vive a Camerano, ha un marchio di notevole portata, la questione del crollo del mercato interno è stata essenziale.
L'azienda, in questo periodo, in questi ultimi mesi, sta cercando anche commesse all'estero, ci sono commesse in vista, però il problema rimane questo: ancorché queste commesse arrivassero, sarebbe in una condizione piuttosto delicata per mettere in funzione i macchinari e riprendere la produzione.
Tenete conto che la ditta Gatto è un'azienda che ha 25.000 metri quadrati di capannoni, una certa obsolescenza dei macchinari e delle difficoltà registrate anche negli ultimi tempi, per esempio, nell'ultimo inverno non c'è stato il riscaldamento, proprio perché non c'era la liquidità neanche per sistemare la caldaia. Occorrevano circa 40.000 euro, non sono state reperite, per cui i lavoratori, quelli che hanno lavorato, si sono trovati anche al freddo.
Questo è un quadro piuttosto delicato.
Qual è la ipotesi che si profila?
L'azienda sta riorganizzando, ristrutturando il debito, probabilmente si presenterà un concordato in bianco per sbloccare la situazione debitoria. Probabilmente le banche e i fornitori accetteranno questo compromesso della ristrutturazione del credito, perché non hanno speranza, probabilmente passerà e questo comporterà la possibilità di definire un nuovo soggetto che, prendendo in affitto l'azienda, potrebbe, in qualche modo, fare da interfaccia per quelle commesse di cui parlavo prima e tentare di riprendere un minimo di produzione. Il tutto si gioca sul marchio perché il marchio è credibile, se arrivassero le commesse, se ci fosse una riorganizzazione produttiva che facesse perno su una nuova società di commercializzazione e ad un indotto che è sul territorio, le vendite e l'attività produttiva potrebbero riprendersi.
Questa proposta, di cui si è parlato ieri, deve corrispondere a un piano industriale che passa attraverso il concordato e che, in qualche modo, dimostri la possibilità di ripresa.
Le conclusioni dell'incontro di ieri sera sono queste: entro il 13 ottobre l'azienda si è impegnata a presentarci questo piano industriale e a definire in maniera chiara la ristrutturazione del debito facendo il concordato.
Sappiamo che ha già depositato una nuova compagine sociale, con una nuova ragione sociale che potrebbe fare questo tipo di operazione, questa è la strada, l'unica strada che abbiamo davanti in vista di un futuro migliore.
Intanto portiamo a casa il piano industriale, qualche decina di lavoratori dovrebbe salvarla, ma parliamo di lavoratori impegnati soprattutto nella commercializzazione, non nella produzione.
Veniamo ora alle maestranze. I dipendenti sono 112, in larga parte, la maggioranza, ovviamente, sono lavoratori impegnati nella produzione, gente specializzata e sono due mesi e mezzo che non percepiscono reddito, per cui ieri abbiamo discusso anche con i sindacati, a fronte del piano industriale, su cosa fare per dare una risposta ai lavoratori che si trovano in questa condizione, indubitabilmente una situazione che si regge con molta difficoltà, com'è facile capire.
In costanza del piano industriale, per salvare qualche decina di lavoratori, abbiamo pensato di aprire subito una mobilità volontaria perché diverse decine di lavoratori hanno già espresso la volontà di firmarla e, per circa tre anni, i più anziani sarebbero salvati, diciamo, avrebbero un riparto attraverso la mobilità, ed alcuni, diversi, sarebbero accompagnati verso il pensionamento.
Con l'azienda abbiamo chiarito anche la possibilità di una ricollocazione nell'indotto, qualora partisse il piano industriale. Si farà di tutto, questo è un impegno che l'azienda si sente di prendere, e nel momento in cui conferissero commesse con il marchio Gatto si potrebbe, in qualche modo, anche reimpiegare alcuni lavoratori.
Fino a che non vedo nero su bianco è difficile poter dire e fare previsioni di questo tipo, però mi pare che altre strade, a questo punto, non ci siano.
Per la verità, detto questo, l'unica possibilità molto remota, ma la stiamo battendo, perché le tentiamo tutte, considerata la credibilità del marchio a livello nazionale e internazionale e determinate altre condizioni - che la fabbrica possa, attraverso la ristrutturazione del debito, essere appetibile - è quella di un compratore straniero. Abbiamo attivato, per quanto le nostre conoscenze ci consentono di farlo, alcuni contatti, lo dico con molta franchezza, non so l'esito che daranno, però parliamo di imprenditori stranieri del settore e non è detto che possano essere interessati ad un marchio del genere.
Questo è il quadro. L'appuntamento è per il 13 ottobre con il piano industriale e anche per capire, a quel punto, quello che è meglio fare per la tutela dei lavoratori, tenendo conto che se riusciamo a fare un accordo prima della fine dell'anno, ovviamente, rientreremo nella normativa prevista dalla 223, mentre nel 2015 scatta la legge Fornero che significa che i tempi della mobilità si accorciano, per cui se dobbiamo dare delle coperture è meglio darle in questa fase, ed il 13 ottobre faremo il punto.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Nomina

Elezione di un componente con funzioni di Presidente del Collegio Sindacale dell'Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi"
(articolo 2, comma 2, lettera a), l.r. 24/5/2011, n. 11 - art. 4, comma 5, l.r. 20/6/2003, n. 13)
Voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la nomina di un componente con funzioni di Presidente del Collegio Sindacale dell'Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi.
Voto limitato ad uno.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. La prego di inoltrare i miei profondi ringraziamenti all'educazione dell'Assessore Mezzolani, la prego, glielo dico da fascista, come lei sa, etichettato da persona dell'Assessore Mezzolani, vicino all'Assessore Mezzolani e, nonostante abbia questo pedigree, penso che la democrazia sia una cosa seria. La vostra democrazia è questa ed è soprattutto mancanza di educazione.
La prego di esternare questo mio problema, non nei miei confronti, ma nei confronti di un Consiglio regionale in cui non si parla di sanità e non si risponde volontariamente alle interrogazioni. Questo era doveroso, mi dispiace di doverlo far presente a lei che non c’entra, ma lei, capisce, ci rappresenta in tutto e per tutto, quindi la prego di fargli capire che l'educazione è una cosa che viene prima della politica. Grazie.

PRESIDENTE. ... Consigliere Brini, lei è presente, ma non è che tutto questo contributo l'ho visto aleggiare in questa sala, la presenza non è sinonimo di ...
Con la misura che mi distingue convengo che, purtroppo, molto spesso ci sono difficoltà, però avendo fatto anche il mestiere dell'Assessore so che molte situazioni, diversamente dal ruolo di Consigliere, si intersecano ...

(Interrompe il consigliere Natali)

PRESIDENTE. Questo purtroppo è un insegnamento al quale non ha aderito nessuno, perché teoricamente non si dovrebbero fare nemmeno le Commissioni, ed invece si fanno, e neanche le conferenze.
Ad ogni modo, Consigliere Natali, l'esperienza non manca. Sapevo che l’Assessore sarebbe arrivato per cui ho proceduto alla trattazione del punto 4 - ci sarebbe voluto solo un quarto d'ora - sapevo che lei sarebbe intervenuto e nel mentre, l'Assessore è apparso in tutto il suo splendore pronto a recepire le sue istanze e ad esaurirle con una risposta che, sicuramente, la soddisferà a pieno.
Procediamo con la distribuzione delle schede.

(Il Consigliere Segretario Pieroni effettua la chiamata)

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 37
Schede bianche n. 5
Schede nulle n. 1
Schede valide n. 31

Hanno ricevuto voti: Piergiorgio Dini n. 10, Serenella Barbaresi n. 6, Antonio Gitto n. 3, Stefano Quarchioni n. 3, Benedetta De Franceschi Manzoni n. 2, Luciano Arcangeli n. 2, Debora Cozza n. 1, Vinicio Zarletti n. 1, Stefano Tonucci n. 1, Francesca Catena n. 1, Paolo Serafini n. 1.

Proclamo eletto componente con funzioni di Presidente del Collegio Sindacale dell'Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi il dottor Piergiorgio Dini.

Interrogazione n. 1785
ad iniziativa del Consigliere Bugaro
"Blackout del 28 agosto u.s. presso l'Ospedale regionale di Ancona"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1785 del Consigliere Bugaro.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Rispondo per le conoscenze che abbiamo nel senso che, voi sapete o meglio non tutti lo sanno, sono ancora in atto indagini da parte dei Nas e sta lavorando anche la Commissione d'inchiesta, istituita dall'Azienda per verificare gli avvenimenti, approfondirli e qualora emergessero definire le responsabilità.
Lo dico perché è del tutto evidente che alla luce di questo lavoro, che è ancora in atto, l'oggetto dell'interrogazione sarà un po' la verifica dei fatti così come si sono svolti e naturalmente prendo a riferimento anche ciò che è stato detto in V Commissione nell'audizione che si è tenuta con la Direzione dell'azienda.
Mi limiterò a questo, prendendo anche l'impegno, nel momento in cui sarà terminato sia il lavoro dei Nas che della Commissione, di puntualizzare ed aggiornare le comunicazioni o di rispondere alle interrogazioni che ne deriveranno.
La Commissione si è riunita più volte, ed io ho chiesto sia al plenum che ai componenti, in base alle specifiche competenze, proprio per approfondire le tematiche, di verificare se e quali possono essere le responsabilità che stanno dietro agli eventi che si sono succeduti.
Torno a ripetere che sono parallelamente in corso indagini da parte del Comando Carabinieri Nas di Ancona e che c'è stata un’audizione del Direttore generale il 18 settembre.
Per quanto riguarda la cronologia degli eventi: il fatto è avvenuto il 28 agosto 2014, c'è stata una interruzione di energia elettrica al presidio di Torrette causata quasi sicuramente o probabilmente dalla improvvisa rottura di un condensatore dell'UPS4, Questo è avvenuto alle 22,06 del 28 agosto.
Un minuto dopo, cioè alle 22,07, c’è stata l'attivazione automatica di tutti i gruppi elettrogeni. Scambio rete-gruppo effettuato in automatico nella cabina 4. Nelle cabine 1 e 3, cabina 2 e cabina di consegna scambio bloccato a causa del guasto, quindi, c'è stato l'avvio dello scambio manuale.
Alle 22,23 termine dell'attivazione manuale dello scambio rete-gruppo dei gruppi elettrogeni nella cabina 2, nelle cabine 1 e 3. Ripristino delle linee di emergenza.
Alle 23,00 c'è stata l'attivazione del by-pass manuale dei gruppi di UPS di cabina 2. Il ripristino dell'alimentazione della linea elettrica attestata sull'UPS guasto mediante gruppo elettrogeno.
Alle 23,31 c’è stato il ripristino della centrale telefonica "fissi" con effettuazione della prima telefonata dopo il guasto.
Questo il giorno 28. Venerdì 29 agosto alle 4,00 del mattino è arrivo il tecnico specializzato della ditta fornitrice del gruppo UPS interessato dal guasto.
Alle 7,35 c'è stato il ripristino completo della funzionalità della cabina UPS con esclusione dell'apparato guasto.
Alle 7,51 il ripristino della linea elettrica ordinaria.
Ll'interruzione generale dell'energia elettrica ha interessato solo una parte dell'ospedale. L'interruzione è stata di circa 15 minuti. Per alcuni reparti l'interruzione si è protratta sulla linea di continuità per circa 50 minuti. Durante le operazioni di pronto intervento da parte dei manutentori per la riparazione del guasto e la riattivazione della fornitura energetica in tutto l'ospedale, nel reparto di rianimazione sono state attivate le ordinarie procedure di trattamento e monitoraggio diretto dei pazienti ricoverati, compresa la cosiddetta procedura della ventilazione 'a mano'.
L’ulteriore interruzione energetica, parziale ed 'a zona', che ha interessato alcuni ambienti ospedalieri nelle successive 6-8 ore, senza causare alcun particolare disagio all'utenza ed al personale, è stata dovuta alla scelta, del tutto precauzionale, dei manutentori di procedere a test mirato, ambiente per ambiente, del funzionamento in sicurezza di tutta la rete di distribuzione elettrica, al fine di scongiurare ogni pericolo alla sicurezza (corti circuiti remoti, pericolo di incendio), si tratta in tutta evidenza di una procedura da attuarsi necessariamente al fine di verificare la sicurezza degli impianti in funzione ogni qual volta si verifica un evento di gravità particolare quale il guasto all'alimentazione occorso e che il manutentore ha scelto di non rinviare, atteso che le operazioni di test degli impianti, con conseguente interruzione pilotata 'a zone' dell'alimentazione elettrica, si sarebbero svolte nella stessa notte tra il 28 ed il 29 in cui non erano programmate attività nel gruppo operatorio o nei reparti e stante il perfetto funzionamento delle strutture e reparti emergenziali che non sono stati interessati dall'evento occorso.
La cabina di regia è stata immediatamente coinvolta proprio dall'interruzione elettrica per cui ha cessato di funzionare. In ogni caso le funzioni assolte da quest'ultima risultano ininfluenti rispetto all'intervento emergenziale di ricerca del guasto occorso, che è stato da subito individuato nelle unità UPS interessate e su cui è immediatamente intervenuto per il ripristino del funzionamento il personale tecnico specializzato addetto alla manutenzione e al controllo h24.
Eventuali responsabilità riferibili ai manutentori ovvero alla ditta fornitrice e manutentrice esclusiva, o con sistema di telecontrollo e regia h24 dei gruppi UPS che hanno originato il guasto, potranno essere valutate solo all'esito della conclusione degli approfondimenti e delle indagini in corso, sia ad opera del Gruppo Nas dei Carabinieri che della Commissione interna istituita.
Alimentazione dei gruppi elettrogeni.
I gruppi elettrogeni, partiti automaticamente, sono entrati in funzione appena aperto l'interruttore della cabina di consegna (fornitura Enel).
Il serbatoio che contiene il gasolio per alimentare i 3 gruppi elettrogeni di cabina 2, per il carburante in esso presente e l'assorbimento dei carichi rilevato in periodo notturno, avrebbe consentito il funzionamento dei gruppi per un minimo di dieci ore.
Il gasolio nella cisterna per cabina 1 consentiva almeno 30 ore di funzionamento.
Il gasolio nella cisterna per cabina 3 consentiva almeno 40 ore di funzionamento.
Il gasolio nella cisterna per cabina di consegna consentiva almeno 28 ore di funzionamento.
Per quanto concerne il capitolato, la scelta di prevedere la presenza di un gestore unico di tutte le strutture ed impianti ospedalieri (elettrici, termici, idraulici eccetera) è stata operata dalla Commissione di esperti costituita dal Commissario ad acta regionale nell'anno 2007. Tale scelta è stata operata evidentemente allo scopo di evitare i problemi di organizzazione, coordinamento e comunicazione interna cui avrebbe dato luogo la frammentazione del servizio in più appalti, in luogo di un appaltatore ed interlocutore unico per la stazione appaltante.
Il capitolato generale di appalto non è stato modificato nel corso dell'esecuzione del contratto né, tanto meno, ovviamente, al momento dell'aggiudicazione del servizio all'esito della gara pubblica.
Per ciò che concerne la cabina di regia, non è stata disattivata. La gestione era precedentemente affidata in appalto ad un ditta esterna che, rilevata la segnalazione automatica di malfunzionamento, si limitava a richiedere l'intervento della ditta cui era affidata la manutenzione. Dal 2008 le funzioni della cabina di regia, sono state inglobate ed implementate dal servizio energia, attualmente in appalto alla ditta Manutencoop. In particolare, per le apparecchiature strategiche che necessitano di un monitoraggio più frequente è stato anche attivato un ulteriore sistema parallelo che segnala su telefono mobile gli allarmi (es. cabine elettriche, altri punti elettrici, UPS), così come sono riportati su telefono gli allarmi di anomalie della centrale di cogenerazione e termica.
Per i 4 UPS di cabina 2, di recente fornitura, il gestore ha attuato un sistema h24 di remotizzazione allarmi con segnalazione su telefono mobile del presidiante h24. Infatti è presente un operatore elettrico nel presidio di Torrette h24 che periodicamente controlla i terminali sui quali vengono segnalate le anomalie, operando direttamente in cabina di regia per la regolazione o la verifica degli impianti che necessitano di variazioni. II sistema di allarme incendio afferisce anch'esso in cabina regia, dove raccoglie i segnali di più centrali di allarme recenti o meno recenti, ma ha un'altra centrale di raccolta allarme negli uffici del gestore e un video ed un telefono su cui giungono gli allarmi in portineria presidiata h24 da personale dell'Azienda ospedaliera, che deve attivare le procedure in caso di allarme.
Non vi è stata dunque alcuna scelta di "disattivazione" della cabina di regia e, tanto meno, una scelta intesa al risparmio del costo dell'affidamento della relativa gestione ad una ditta esterna. Infatti la spesa precedentemente sostenuta per l'appalto della conduzione della sola cabina di regia è stata inglobata nella spesa complessiva per l'appalto "servizio energia", appalto che, rispetto al precedente contratto di servizio manutenzione impianti, ha visto un sensibile incremento della spesa aziendale proprio in relazione al potenziamento ed ulteriore miglioramento delle procedure e sistemi di controllo e rilevazione anomalie funzionante h24.
Nel 2012, l'Azienda ospedaliera ha anche investito ulteriori risorse nella acquisizione di nuovi UPS, sensibilmente sovradimensionati rispetto a quelli precedentemente installati, il cui controllo h24 è gestito dalla stessa ditta che ne è produttrice.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Grazie Presidente. Penso che questa risposta sconti chiaramente e dolorosamente l'andamento delle indagini rispetto a un fatto che è di per sé molto grave ed assume una particolare gravità per un secondo aspetto che tra poco tratterò.
E' grave perché dentro una struttura così complessa e delicata come quella di un ospedale, e con gli investimenti che sono stati fatti sull'impiantistica e sulla sicurezza, un fatto del genere non dovrebbe mai e poi mai avvenire. Ma diventa ancora più grave, ed è questo il secondo aspetto, perché siamo sotto gara per il nuovo affidamento del servizio.
Quello che le chiedo, Assessore, è di valutare la possibilità di sospendere la gara, e lo dico perché si possono creare due situazioni. Se la colpa venisse individuata nell'attuale gestore è evidente che il codice degli appalti lo porterebbe ad essere escluso dalla gara, ma cosa avverrebbe se la gara fosse già aggiudicata e se l’aggiudicasse l'attuale manutentore?
Secondo aspetto, se ci fosse stato del dolo, questo potrebbe inficiare il risultato della gara?
Le questioni che si intrecciano sono diverse, io ho ascoltato molto attentamente quello che lei ha detto, non tanto la parte in cui si è rotto quello, si è sistemato quell'altro, quanto la sua affermazione che ci sono due indagini parallele in corso.
Fermiamo da questo punto di vista le bocce, come si suol dire, mettiamo un punto, aspettiamo che le indagini producano una responsabilità, perché una responsabilità rispetto a un fatto del genere dovrà necessariamente venir fuori. Non è che può passare all'italiana, come spesso si dice, a tarallucci e vino, ci siamo sbagliati, è saltato un impianto elettrico di un ospedale, una notte hanno sofferto un attimo, fortunatamente non c'è stata nessuna conseguenza sulla salute dei cittadini, quindi, va bene, è passata la nottata.
No! Qui deve essere individuata una responsabilità, perché rispetto al funzionamento di alcuni impianti questi non hanno risposto come avrebbero dovuto e siccome le macchine sono comandate dall'uomo, l'uomo ne è responsabile.
Essendo in procedura di gara, essendo i risultati delle indagini compromettenti, potrebbero essere compromettenti ai fini della gara, al fine di garantire, Assessore, la massima trasparenza ed anche elementi di garanzia rispetto al general contractor che adesso c'è, anche a garanzia sua perché potrebbe essere o no responsabile, perché io sono un garantista e lo sono sempre, sospendiamo la procedura se è possibile così che si riattiva ...

(interrompe l’Assessore Mezzolani)

Giacomo BUGARO. Il dolo, esattamente quello che intendo io, il dolo potrebbe essere stato causato da un soggetto esterno che avrebbe l'interesse a penalizzare l'attuale società che gestisce il servizio, così da poter modificare l'esito della gara. Lei ha colto precisamente, quindi, vede che il ventaglio delle soluzioni e delle ricadute di questa vicenda che, se analizzata asetticamente, riguarda solamente un blackout, ma in costanza di una gara di così vasta importanza e rilevanza economica, può far aprire un ventaglio di ipotesi e lasciare uno strascico di dubbi. Se sgombriamo il campo dalla gara e andiamo ad analizzare, i soggetti deputati vanno ad analizzare le responsabilità, accertate quelle, perché non ci vorrà mica tanto tempo, nel frattempo si va in prorogatio, ritengo che avremmo da una parte individuato le responsabilità e dall'altra parte garantita la massima trasparenza ed equilibrio nella valutazione dell’assegnazione della gara. Questo è quello che dico.
In questa fase non mi interessa più andare a vedere se il gruppo di continuità si è rotto, perché si è rotto, se la centrale di controllo era attiva o non era attiva, oggi noi sappiamo solo che c'è una Commissione interna e ci sono i Nas dei Carabinieri, aspettiamo i risultati di queste due indagini, le confronterete, verrà trovata una risultanza finale, ma avremo la sicurezza, sospesa la gara, che non ci sia una macchinazione dietro ovvero il paradosso che si assegna la gara a colui che poi, magari, scopriremmo essere, dopo mesi, responsabile del disservizio, per cui sarà automaticamente escluso e bisognerà rifare la gara.
Sgombreremo il campo a 360 gradi. Penso che sia un elemento di ragionevolezza, di buon senso e di attenzione, che dovrebbe essere quanto mai colto in una situazione che, come ho detto, è assai difficile, ma penso di aver dimostrato con parole semplici, che potrebbe, non è da escludere, avere anche secondi fini.

Interrogazione n. 1682
ad iniziativa del Consigliere Natali
"Incompatibilità dipendenti SSR"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1682 del Consigliere Natali.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La Montefeltro Salute, l'incompatibilità, mi pare che in passato c’è già stata un'interrogazione, quindi è un aggiornamento di quella.
Bisogna precisare che la Montefeltro Salute S.r.l è attuazione di una sperimentazione gestionale istituita ai sensi dell'art. 9 bis del decreto legislativo n. 502/92, è composta per la maggior parte da capitale pubblico. La natura giuridica e strutturale della Montefeltro, invero, oltre a vedere l'Asur Marche all'interno della stessa compagine societaria, basa la modalità di svolgimento dell'attività attraverso una sinergia tra pubblico e privato. Per le caratteristiche peculiari la Montefeltro Salute non può essere assimilata e/o paragonata a nessun'altra struttura pubblica o privata che opera in rapporto con il servizio sanitario regionale. Come evidenziato negli atti costitutivi della società, e come ribadito nel Piano delle prestazioni che tutti gli anni viene sottoscritto tra le parti, le prestazioni vengono erogate presso l'Ospedale Lanciarini di Sassocorvaro, o in altre strutture dell'Area vasta n. 1, da personale individuato ed assunto dalla Montefeltro Salute e da personale dell'Asur Marche. Tale collaborazione è disciplinata anche da un punto di vista economico, basti ricordare che le prestazioni effettuate dalla Montefeltro Salute, non vengono corrisposte applicando semplicemente il tariffario regionale, come potrebbe avvenire per qualsiasi privato accreditato, ma vengono valorizzate sulla base dei costi di produzione e dell'apporto del pubblico. L'apporto pubblico consiste sia nelle spese per l'immobile, che si ricorda essere di proprietà dell'Area vasta n. 1, sia nelle spese per l'apporto del personale pubblico dipendente coinvolto nel processo, nonché nelle spese per lavanolo e pulizie.
Per quanto riguarda il personale del comparto addetto alle attività assistenziali (infermieri e oss) che lavora nei reparti di sala operatoria e day surgery interessati dalle attività di Montefeltro Salute, lo stesso svolge la propria attività in orario di servizio. II relativo costo è sostenuto dall'Area vasta n.1, tuttavia lo stesso viene quantificato all'interno del Piano delle prestazioni e viene portato in abbattimento del costo sostenuto dall'Area vasta n. 1 stessa per le prestazioni erogate rispetto alla tariffa DRG.
Il personale dell'assistenza sopra delineato percepisce dei compensi aggiuntivi mensili, erogati dall'Area vasta, ma a carico di Montefeltro salute, verso la quale vengono emesse delle fatturazioni periodiche. I compensi sono riconosciuti per la flessibilità di orario garantita dal personale, rispetto al modello standard, per il particolare modello organizzativo adottato, ad esempio: programmazione delle sedute operatorie, programmazione delle ferie subordinata alle primarie esigenze di Montefeltro Salute. I compensi vengono erogati a titolo di produttività collettiva in conformità agli istituti contrattuali vigenti, art. 38, comma 4, lettera A del CCNL del 7 aprile 1999.
Qualora ve ne sia la necessità, Montefeltro Salute può richiedere l'effettuazione di orario straordinario al personale del comparto dell'Area vasta. I compensi per lo straordinario vengono erogati sul cedolino dell'Area vasta e tengono conto delle relative tariffe fissate dal contratto nazionale di lavoro del personale del Comparto della Sanità. Il costo è sostenuto da Montefeltro Salute verso la quale vengono emesse periodiche fatture per il rimborso degli oneri sostenuti dall'Area vasta n. 1.
Per quanto riguarda il personale medico, esso non presta attività a favore di Montefeltro Salute in orario di servizio. I medici anestesisti dell'Area vasta n. 1 prestano la loro attività per le sedute operatorie di Montefeltro Salute fuori orario di servizio e sono remunerati tramite gettone di presenza con costi a carico di Montefeltro Salute. I compensi sono riconosciuti sul cedolino dell'Area vasta n. 1, ma sono rimborsati da Montefeltro Salute, dietro presentazione di fattura, in conformità agli istituti contrattuali vigenti fissati dal contratto nazionale di lavoro dell'area medico veterinaria del Comparto Sanità.
Si aggiunge infine che, per quanto a conoscenza del Direttore di Area vasta, non esistono le relazioni di parentela o affinità evidenziate e si rappresenta inoltre che la normativa vigente in materia pone lo specifico obbligo per ogni dirigente di rilasciare una "dichiarazione di assenza di causa di incompatibilità". E' quindi onere e responsabilità dei singolo di dichiarare, ed eventualmente rimuovere, le eventuali cause di incompatibilità. L'Area vasta ha pubblicato, al fine di rispettare la normativa vigente, sul proprio sito internet le dichiarazioni dei singoli dirigenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. E' da trasecolare, del tipo "Che ora è?" ed uno ti risponde "Che ora ti serve?" Lei ha risposto ed io le chiedo quello che lei ha letto! Se fossi in lei cercherei l'autore di questo tomo della Treccani con cui si dice: "Che ora è? Che ora ti serve?"
Si la Treccani! Tre cani anche quattro, di cani ne abbiamo tanti, cani con la ‘c’ grande. I cani sono animali molto intelligenti, onesti, fedeli, qui stiamo parlando di altro! Magari avercene di quadrupedi!
Lei non ha risposto alla domanda! La domanda era, sulla base della premessa di 8 righe, se quanto esposto in premessa risponde al vero; in caso positivo, se quello che le dicevo in premessa rispondeva al vero, se tale situazione era coerente con la legge 190/2012.
La risposta doveva essere, penso, di 7-8 secondi e basta!
Lei ci ha narrato le vicende di Montefeltro Salute, tra l'altro nell’altra interrogazione abbiamo saputo che investe sul territorio. Stiamo attendendo di sapere gli investimenti che fa, forse con qualche vettura farà gli investimenti! Da questo punto di vista!
Lei nel 2003 ce l'ha trovata, lo ha detto lei, lei me l'ha detto: "Io ce l'ho trovata", certo che nel 2014 un Assessore che viene a dire ad un Consigliere "Io ce l'ho trovata" ed ancora non l'ha tolta, si giudica da solo. Io questo farei! Non sono una lingua biforcuta, riferisco quello che lei ha detto: "Ce l'ho trovata".
Ma la domanda bella, che fa capire, e mi rivolgo ai Consiglieri regionali, è quella dell'altra volta con cui le ho chiesto i dati della mobilità attiva e passiva e alla fine è uscita fuori una boutade, sfornata, uno di quei partorimenti del terzo tipo, non naturale o cesareo, i dati della mobilità si danno ogni due anni.
Allora io, povero fascista di campagna, vado a rileggere le richieste che avevo fatto per avere i dati. Assessore mio, ad aprile, dopo la mia prima richiesta, il Direttore generale dell’Asur Marche poteva rispondermi: "Ma che vai cercando, i dati si danno ogni due anni". Mi risponde il Direttore generale, Assessore, lei lo ha nominato, non io, "Si comunica che i dati di mobilità attiva e passiva per l'anno 2013 - quelli che abbiamo richiesto il Consigliere Marinelli ed io - saranno resi noti dall'Ars in via definitiva con la chiusura del bilancio 2013 e non sono ad oggi disponibili in quanto la scadenza del bilancio - siamo ad aprile - è stata posticipata al 31 maggio". Non parla di biennalità, il Direttore generale non né parla, non è che non né parlo io o i Consiglieri Zinni, D'Anna.
Ma più bello ancora è che il 28 agosto, un altro lume, nume e lume della sanità marchigiana, che non nomino per motivi di decenza, mi dice: "Egregio Consigliere in allegato le invio i dati sulla mobilità sanitaria dell'anno 2012 - quelli che già avevo - quelli del 2013 essendo ancora provvisori, incompleti e in fase di consolidamento non hanno ancora avuto la definitiva ufficializzazione del livello centrale. Le confermo che non appena disponibili sarà nostra premura comunicarglieli".
Lei ci deve dire Assessore, chi le ha detto che i dati ce li danno ogni due anni? Lei è collegato con il Direttore generale e con tale dottor che non nomino? Perché questi dicono questo! ...

(interrompe l’Assessore Mezzolani)

Giulio NATALI. Ogni due anni. Assessore, le dico: connettetevi, mettetevi insieme, parlatevi, che devo dire? Fate in modo tale che la politica che è lei, perché lei è la politica, non venga smentita, non oralmente, ma per iscritto, da quelli che la politica nomina. Va bene che è gente da 150.000 euro all'anno, ce li possiamo permettere in epoca di spending review? Sono quisquilie che la Regione Marche può dare, ma lei capisce che quello che fate sulla mobilità attiva fa il pari con la risposta che lei mi ha dato su queste eventuali incompatibilità di cui le ho chiesto notizie.
Lei non mi ha risposto: se è vero che nell'Area vasta n. 1 operano dipendenti che sembrano prestare servizio anche nella S.p.A. privata convenzionata Montefeltro Salute. Non c'è risposta.
Lei mi deve dire a chi lo devo domandare o sono cose così segrete nell'Area vasta n. 1, che è la sua poi, se parlassi di un'altra Area vasta potrei capire che lei non abbia un collegamento diretto, ma penso che con l'Area vasta n. 1 lei un collegamento ce l'ha, come devo dire, più che diretto, è sua emanazione, no?
Non è possibile questo! Non è immaginabile che lei mi dia una risposta di questo genere, anche perché Assessore le chiedo di averla subito, se no la leggerò nel resoconto.
Sapete l'epoca Renzi porta tanti voti, ma porta tanti rischi, avete visto che l'epoca Renzi porta i rischi. Fino a poco tempo fa, c'era qualcuno che sulle cose che si facevano guardava solo da un parte, adesso sembra che, come i fari che stanno sulle coste, gira a 360 gradi e guarda tutto. Addirittura si arrivano ad ipotizzare bancarotte fraudolente per uno che ha venduto una società nel 2010. Le mie non sono minacce sono solo chiarificazioni.
Davanti a queste risposte, quando la politica non dà risposte su domande precise di interpello, non ci sono altre soluzioni, perché noi di fronte a questo siamo disarmati. Siamo solo in grado di dire: "Guardate voi, fate voi e vedete voi". Renzi è un grosso raccoglitore con tanti annessi e connessi però li abbiamo visti, li abbiamo già visti sparsi in tutt'Italia.
Per cui dico a chi si interessa di queste cose: leggetevi questa l'interrogazione, leggetevi la risposta e poi ditemi qual è il nostro ruolo, al di là di maggioranza e minoranza, e quello che dovremmo rispondere ai nostri territori.

Interrogazione n. 1568
ad iniziativa del Consigliere Zinni
"Criticità della sanità marchigiana"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1568 del Consigliere Zinni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa è una interrogazione che pone l'accento su diverse criticità alle quali vediamo di rispondere anche sulla base del lavoro degli atti che sono stati fatti.
Una delle cose su cui il Consigliere Zinni fa una puntualizzazione, riguarda le liste d'attesa che naturalmente è uno dei temi più critici, più forti, anche più sensibili rispetto ai cittadini, all'opinione pubblica, ma non riguarda solo la Regione Marche, ma anche la Regione Marche. Su questo problema l'attenzione del nostro sistema è forte e riguarda anche l'impostazione di un lavoro specifico che è stato fatto e che si sta facendo e sul quale abbiamo prodotto atti che troveranno un adeguato adempimento nella riforma del sistema e lungo la riforma del sistema.
Il problema delle liste d'attesa non è un bottone che si pigia e si risolve, ma è un intero cruscotto che va messo in sintonia e le azioni sinergiche dei vari punti di questo cruscotto possono produrre, in qualche modo, alla fine, l'attenuazione delle criticità che esistono, che ci sono e che, ripeto, non sono solo della nostra regione, anche se questo non deve assolutamente consolarci.
Dietro a questo c'è, a parte una valutazione mia personale, anche un cambiamento di mentalità e di cultura da parte di tutti noi.
E’ chiaro che il tema attiene: alla necessità di adeguamento delle strutture sanitarie; al potenziamento dell'attività nei settori critici; all'adeguamento tecnologico dei sistemi di diagnostica per immagini e dei blocchi operatori; e, naturalmente, anche al reclutamento di quel personale che deve essere orientato alla qualificazione e all'aumento dell'offerta in quei settori con maggiori problematiche sui tempi di attesa. Cosa che ben sapete è stata fortemente messa in discussione dai tagli che ci sono stati nel corso di questi anni, il blocco stesso del turn over e via dicendo.
Nella contrattazione del budget alle aziende, il governo delle liste di attesa è tra gli obiettivi dati alle nostre Direzioni e costituiscono oggetto di valutazione dell'operato degli stessi Direttori generali. Si fa presente che per quelle prestazioni a maggior rischio di superamento dei tempi di attesa è stata attivata anche, in ogni Azienda, con oneri a totale carico del bilancio aziendale, l'attività aggiuntiva.
Il Servizio sanitario regionale da sempre assicura, in ogni punto di erogazione, le prestazioni urgenti ed urgenti differibili e da sempre sono garantiti i percorsi di presa in carico dei pazienti oncologici, cardiopatici e il percorso nascita ecc.
Tuttavia l'incremento delle risorse a favore del potenziamento dell'offerta, come spesso richiesto, comporta l'aumento dei consumi e l'inappropriatezza nell'uso della risorsa specialistica pertanto si è ritenuto di attuare ulteriori provvedimenti di carattere regionale in grado di raggiungere gli obiettivi di una maggiore facilità di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie e di tempi adeguati ai bisogni.
Con deliberazione di Giunta regionale n. 1/2014 sono stati presi ulteriori provvedimenti oltre quelli che già c'erano:
1) e' stato istituito un tavolo di monitoraggio regionale che ha i seguenti compiti:
- esaminare e valutare i dati relativi alle tempistiche d'attesa per l'erogazione delle prestazioni ambulatoriali;
- evidenziare le situazioni di criticità e formulare proposte e strategie finalizzate al tempestivo superamento delle stesse comprese iniziative per incentivare o sanzionare i professionisti inadempienti;
- analizzare e concordare le misure da mettere in atto al fine di facilitare l'accesso dei cittadini alle prestazioni rese dal Servizio sanitario regionale e razionalizzare i processi di prescrizione e di erogazione;
- predisporre il format per la reportistica da mettere a disposizione nel rispetto delle norme sulla trasparenza.
II Tavolo di lavoro regionale è composto in questo modo:
- Dirigente della PF Assistenza Ospedaliera, emergenza, urgenza, ricerca e formazione e da un suo collaboratore;
- Direttori sanitari dei quattro Enti del Servizio sanitario regionale;
- 3 rappresentanti nominati tra i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ospedalieri e territoriali, rappresentanti della dirigenza;
- 1 rappresentante dei cittadini (eletto tra le Associazioni di volontariato e i consumatori); nello specifico partecipa il Tribunale per i diritti del Malato della regione Marche a testimonianza che naturalmente la situazione, la complessità dentro la quale va calato questo lavoro necessita di un apporto vasto di partecipazione.
2) Responsabilizzazione dei prescrittori - cosa che renderebbe difficile, se non legata a questa problematica, la risoluzione dei temi:
- razionalizzazione e differenziazione delle tempistiche per prime visite/primi accessi e follow up, la cosiddetta separazione delle agende. Il nostro territorio è diviso a macchia di leopardo, laddove queste agende sono già separate, la separazione tra l'urgenza e la routine, da tempi molto più bassi, dove questo non avviene e si sommano è chiaro che il rischio concreto di allungare i tempi dell’attesa è del tutto evidente. Questo lavoro di separazione aiuta e può aiutare molto rispetto ai temi posti relativamente alle liste;
- rispetto dell'appropriatezza prescrittiva: sono state individuate delle classi di priorità e l'utilizzo differenziato delle strumentazioni di qualità più elevata per le patologie ad alta complessità, anche la selezione di queste strumentazioni è uno degli elementi che può aiutare nel momento in cui vengono prescritte correttamente dai prescrittori;
- prescrizione diretta con contestuale prenotazione per i pazienti cronici sottoposti a follow-up e in post dimissione.
Per i pazienti cronici in cura presso specialisti di settore vanno garantite forme di prenotazione diretta. In alcune realtà regionali e per specifiche discipline tale attività è già stata intrapresa ed è il concetto che ho detto prima.
3) Necessità dell'efficientamento del sistema:
- riduzione della frammentazione dei punti di erogazione e differenziazione di offerta per i pazienti ricoverati e non;
- utilizzo massimale delle strumentazioni.
Per quanto attiene la diagnostica strumentale l'utilizzo massimale delle attrezzature sanitarie, per almeno 12 ore giornaliere, consente anche di offrire una qualità più elevata delle prestazioni medesime; in particolare per le grandi apparecchiature medicali fino a 18 ore giornaliere, cioè l'estensione dei cosiddetti turni di lavoro.
- CUP: i tempi di attesa della prestazioni di specialistica sottoposti al controllo per la nostra regione coerentemente con l'avvio del CUP sono di carattere regionale e sono espressi nel sito della Agenzia regionale sanitaria aggiornati a scadenza semestrale come previsto dal Ministero.
Altro tema è il progetto del riordino che prevede, congiuntamente con il riordino del sistema dell'emergenza urgenza, la riconversione dei piccoli ospedali in "Casa della Salute", recentemente deliberata e che vede un lavoro progressivo di adeguamento e di trasformazione concreto in Case della Salute, questa rimodulazione farà si che al termine della riforma le cure primarie assumano sempre più una articolazione organizzativa e funzionale tale da configurarsi come punto di presa in carico della cronicità, di primo soccorso e di prevenzione.
Per quanto riguarda, invece, il rilievo fatto dal Consigliere Zinni in merito all'assenza di strumenti partecipativi, si evidenzia che l'Asur ha svolto, di recente, una ricognizione circa lo stato dell'arte dell'applicazione dell'articolo 24 (organismi di partecipazione dei cittadini, di cui alla legge regionale 20 giugno 2003) e che l'esito, dichiarato dai Coordinatori URP di ogni Area Vasta, risulta il seguente: … Consigliere Zinni se lei è d'accordo eviterei di leggere i particolari per Area vasta, avrai modo di leggerli dettagliatamente, altrimenti andiamo per le calende greche.
Da questa ricognizione emerge che l'Asur Marche è in grado di riavviare quanto prima i percorsi relativi ai Comitati di partecipazione nelle Aree vaste, in sostituzione di quelli relativi alle ex zone - qui si è trascinato il problema proprio perché in questa trasformazione, dentro la transizione, abbiamo avuto difficoltà a mettere d'accordo un po' tutti - che, comunque, rimangono subordinati alla pubblicazione da parte della Regione Marche dell'Albo aggiornato delle Associazioni accreditate presso la stessa; ciò al fine d'individuare e coinvolgere tutte le Associazioni che, ad oggi, risultano averne diritto. Attualmente è in fase di attuazione una nuova ricognizione più puntuale.
Infine, in merito allo stato di realizzazione della riorganizzazione delle "Reti Cliniche" si evidenzia che la Direzione generale dell'Asur Marche ha avviato nel novembre 2013 un percorso aziendale finalizzato all'implementazione delle stesse così come son state definite nella deliberazione di Giunta regionale 1345/2013.
Il percorso di implementazione è stato costruito avendo come fulcro principale il coinvolgimento attivo dei professionisti dell'Asur, sia a livello professionale, sia a livello manageriale e si è sviluppato lungo due dimensioni:
- dimensione strutturale;
- dimensione clinica e organizzativa.
In questo percorso di implementazione avviato dall'Asur è inoltre da evidenziare il ruolo dei professionisti che hanno avuto un rilievo fondamentale in entrambe le dimensioni, strutturale e clinico-organizzativa. In concreto questo ruolo è stato declinato nel modo seguente:
a) Per quanto riguarda la dimensione strutturale è stato affidato ai Direttori di Dipartimento di tutte le aree vaste, con il supporto delle rispettive Direzioni mediche di presidio, il mandato di definire, secondo i criteri definiti dalla deliberazione che sopra ho citato, per ciascuna rete clinica afferente al proprio Dipartimento, ed è stato dato il mandato di definire quanto segue:
- le sedi delle strutture complesse e delle strutture semplici dipartimentali;
- le linee di attività, distinte per attività di ricovero ordinario, attività di day hospital/day surgery, attività ambulatoriale, che potrà essere svolta in ciascuna delle sedi di erogazione della rete, anche quelle prive di struttura complessa o struttura semplice dipartimentale;
- la nuova dotazione organica dirigenziale per ciascuna struttura complessa e struttura semplice dipartimentale, dotazione che deve essere coerente con le attività definite;
- il numero e la sede delle strutture semplici da prevedere per il proprio Dipartimento.
Queste proposte predisposte dal Direttore di Dipartimento collegialmente con i Direttori di struttura complessa e di struttura semplice dipartimentale di ciascuna rete clinica, sono state presentate e consegnate al rispettivo Direttore di Area vasta.
Il percorso così realizzato ha attribuito ai Direttori di Dipartimento un ruolo effettivo e significativo, in quanto richiesto di mettere al servizio di una fase decisiva della programmazione e dell'organizzazione dell'Area vasta e dell'Azienda non solo le proprie competenze clinico-professionali, ma soprattutto quelle manageriali, a partire da quelle di leadership e di valorizzazione delle competenze e capacità presenti all'interno del proprio Dipartimento.
b) Per quanto riguarda la dimensione clinico-organizzativa è stato affidato a tutti i Direttori di struttura complessa e di struttura semplice dipartimentale dell'Asur per ciascuna rete clinica il mandato di:
- individuare i principali percorsi critici che allo stato attuale ed in previsione dell'attivazione della rete necessitano di una definizione, standardizzazione o implementazione;
- definire le modalità di organizzazione correlate al progressivo rispetto dei volumi minimi di attività per le patologie e procedure indicate nella deliberazione di Giunta regionale 1345/2013;
- definire gli obiettivi di miglioramento della rete per quanto riguarda gli esiti, l'appropriatezza, l'efficienza, l'economicità, la mobilità passiva per linee di attività;
- definire per le varie linee di attività le prestazioni che la rete aziendale non è in grado di svolgere e che quindi dovranno entrare nella committenza verso le Aziende oOspedaliere e l'IRCCS;
- gli indicatori che dovranno essere utilizzati per effettuare il monitoraggio e la valutazione del raggiungimento degli obiettivi della Rete.
Inoltre la Direzione generale dell'Asur ha ritenuto di destinare un finanziamento ad hoc all'informatizzazione unica, contemporanea e completa dei blocchi operatori di tutte le sedi ospedaliere dell'Asur. Questa informatizzazione, il cui avvio avverrà entro l'anno 2014, supporterà in modo significativo l'implementazione di tutte le reti per le discipline chirurgiche in particolare per i seguenti motivi:
- l'attivazione di agende di prenotazione informatizzate delle sale operatorie, che saranno in rete tra le diverse sedi strutturali consentendo di governare in tempo reale i flussi dei pazienti verso i nodi della rete;
- la semplificazione del work flow per i professionisti, medici ed infermieri, delle discipline chirurgiche, che in caso di equipe itineranti utilizzeranno in ogni sede un unico applicativo per il quale saranno stati opportunamente formati;
- la possibilità di avere in un unico database informatizzato dati omogenei e confrontabili, in un'ottica di benchmarking, sull'utilizzo dei diversi blocchi operatori, sulla loro efficienza, ma anche su alcuni indicatori di qualità e sicurezza, come il consenso informato e l'applicazione della check list di sala operatoria. Questa disponibilità di dati sarà anche utilizzata nella misurazione e valutazione degli obiettivi delle diverse reti chirurgiche.
Nel marzo 2014 un percorso analogo è stato avviato dal Coordinamento degli Enti del Servizio sanitario regionale, dal Servizio salute e dall'Azienda sanitaria regionale Marche che hanno affidato ai Direttori sanitari degli Enti del Servizio sanitario il compito di sviluppare le Reti anche su un livello regionale interaziendale con l'obiettivo di definire in ambito regionale:
- i principali percorsi critici che necessitano di una definizione, standardizzazione o implementazione;
- le modalità di organizzazione correlate al progressivo rispetto dei volumi minimi di attività per le patologie e procedure indicate nella deliberazione di Giunta regionale 1345/2013 e le sedi di tali attività e la relativa committenza tra Enti;
- gli obiettivi di miglioramento della rete per quanto riguarda gli esiti, l'appropriatezza, l'efficienza, l'economicità, la mobilità passiva per linee di attività e gli indicatori che peraltro dovranno essere utilizzati per effettuare il monitoraggio e la valutazione del raggiungimento degli obiettivi della Rete.
Di fronte ai problemi di sostenibilità per tutto il sistema, l'orientamento generale complessivo deve necessariamente rivolgersi ad una sempre maggiore razionalizzazione delle risorse in ragione di vincoli economici sempre più stringenti; al fine di garantire la sostenibilità dell'intero sistema sanitario, diventa inevitabile l'adozione di manovre strutturali e di recupero dell'efficienza che non devono penalizzare, ma comunque garantire la qualità dei servizi e delle prestazioni erogate e riallineare le risorse a disposizione con i lea da erogare.
Questo per dire che quelle criticità che qui venivano elencate sono reali, dovute anche ai tempi che corriamo, ma quelle criticità si possono superare, non solo con gli interventi che abbiamo già fatto per salvaguardare la tenuta economica del sistema, ma spingendo in avanti anche la riforma di razionalizzazione che abbiamo introdotto. E’ chiaro che l'organizzazione fa il paio con la sostenibilità economica e solo cercando di reperire le risorse che non vengono più dallo Stato centrale, garantendole con questo passaggio di riforma, si può sostenere la qualità anche del servizio che diamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Non so se questa risposta era la conferenza stampa di prima e ce l'ha riportata integralmente, però credo che forse l'Assessore non abbia ben colto il senso dell'interrogazione che vorrei ripristinare.
Innanzitutto l'interrogazione non era tanto mia, io ho fatto da megafono per il Tribunale della Salute delle Marche, che come voi sapete è una nota associazione che si occupa …
(interrompe l’Assessore Mezzolani)

Giovanni ZINNI. … ed il senso è quello di riportare alla partecipazione, alla concertazione, al confronto questa Giunta regionale ed il mondo dell'associazionismo che da sempre tutela i malati. Credo che il Tribunale della Salute sia un'associazione inconfutabilmente seria.
Il tono della lettera del Tribunale della Salute, che spero i Consiglieri abbiano letto, che era allegata all'interrogazione, era fortemente polemico e politico, al di fuori di una normale analisi tecnica che ogni anno l'associazione ha offerto e prestato alla politica regionale.
Vorrei ricordare che questa lettera è datata 14 febbraio e, la sua prolissa risposta, mi sia consentita la vera polemica, leggermente in politichese, leggermente confezionata ad arte per rendere soporifero l'argomento anche al più grande giornalista che avrebbe la resistenza di ascoltare questo discorso - anche il giornalista più tenace che voleva cogliere da questa interrogazione qualcosa, ritengo che, al momento, stia combattendo con le sue cellule del cervello per rimanere sveglio - mi sento di dirle, con questa vena polemica, ma lei li ha mai convocati quelli del Tribunale della Salute a seguito della lettera di febbraio per confrontarsi intorno a una tavola rotonda, punto per punto, quello che lei ha cercato di relazionare a me e che tutto sommato difficilmente mi convince. Le chiedo: quando il suo Assessorato e la sua governance sanitaria farà quel lavoro importante di cerniera col territorio, con il popolo attraverso queste associazioni che svolgono un volontariato concreto?
Il Tribunale della Salute è una di quelle associazioni che quando qualcuno ha un contenzioso, magari con un'amministrazione sanitaria, va a metterci il becco e, quindi, è normale, credo, in una democrazia partecipata che ci siano momenti di confronto.
L'ha fatto? Credo di no e non credo che si possa ridurre a qualche Comitato di un'Area vasta la possibilità per queste associazioni di partecipare e dire qualcosa. Perché queste associazioni, giustamente, rappresentano innanzitutto una serie di istanze che, come ha detto anche lei, sono problematiche a livello nazionale, figuriamoci se il problema è solo di Sassotetto o di Canicattì.
In definitiva, Assessore, credo che lei abbia voluto rispondere come al solito, facendo vedere che fate, ovviamente a me quel "fate" non mi convince, faccio un banale esempio, anzi due, uno l’ha citato prima il Consigliere Natali ed è che il dato della mobilità passiva è un dato esorbitante per una regione piccola come le Marche. Ma ne cito un altro che era insito nella lettera, le nostre liste d'attesa sono allucinanti, quando una donna che teme di avere un cancro al seno va a richiedere una mammografia gliela danno dopo un anno e mezzo. Fa prima ad andare a Medjugorje o a Lourdes e pregare assiduamente il Signore e la Madonna. Loreto non basta perché potrebbe incontrare l'Assessore Mezzolani, questa cosa potrebbe suscitare del nervosismo, ma in quel caso avverrebbe il miracolo. Noi adesso giustamente sdrammatizziamo, però è evidente, parliamoci chiaramente, abbiamo un sistema di liste d'attesa che è fuori dalla grazia di Dio.
La invito ufficialmente, non perché io sia il portavoce, lo dico chiaramente, e non voglio mettere il cappello sul Tribunale della Salute anche perché la comunicazione che io ho fatto mia in questa interrogazione è stata mandata a tutti i Consiglieri, in maniera corale ad aprire un serio focus con associazioni, come il Tribunale della Salute, per garantire, quanto meno, il rispetto della democrazia all'interno dei procedimenti sanitari che, vorrei ricordare, sono: la nostra attività più responsabile da fare, la più costosa da dover ottemperare, la più finanziata dalle tasse del popolo che purtroppo, per colpa anche del Governo recentissimo Renzi, stanno nettamente aumentando nel saldo. Ti do 80 e te ne chiedo 200. Il saldo è negativo, la gente non ne può più.
E’ un suo preciso dovere, Assessore, non dedicare 30 minuti al Consigliere Zinni in quest'Aula per una risposta un po' fumosa e politichese, ma dedicare un paio d'ore al Tribunale della Salute.

PRESIDENTE. Chiuderei qui e ci aggiorniamo a martedì prossimo, arrivederci.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,35.