Resoconto della seduta n.17 del 19/01/2016
SEDUTA N. 17 DEL 19 GENNAIO 2016
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 17 del 18 gennaio 2016, do per letto il processo verbale della seduta n. 15 del 23 dicembre 2015, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la mozione n. 75, ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, concernente: “Finanziamenti ERP in continua diminuzione. Difficoltà nel reperimento di aree disponibili per l'ERP nel PRG”.
Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, comma 6, del R.I.
PRESIDENTE. Ora prima di cominciare, ha chiesto la parola, per una breve comunicazione, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Colleghi, come avrete letto dai giornali, ho appreso, tramite una semplice e-mail, che è stato attivato un procedimento di espulsione nei miei confronti avverso il quale ho la possibilità di ricorrere per far valere le mie ragioni.
Una semplice e-mail, nemmeno firmata se non genericamente: “Lo staff di Beppe Grillo”.
Questo modo di fare ai miei occhi appare irrispettoso della dignità della persona e del lavoro che ho svolto in nome e per conto del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto gravemente irrispettoso nei confronti di quei cittadini marchigiani che democraticamente mi hanno eletto in loro rappresentanza, per di più l'avvio di tale procedura è a me incomprensibile.
Pertanto, pur riconoscendomi pienamente nei principi fondanti che mi hanno spinto ad entrare nel Movimento 5 Stelle e che sono indicati nella cosiddetta Carta di Firenze, mi sembra che il Movimento 5 Stelle da quando Beppe Grillo si è fatto da parte, abbia perso di vista molti dei suoi principi, soprattutto quelli di garanzia e per questi motivi ho deciso di non avvalermi del diritto di ricorrere, ma di abbandonare il Movimento 5 Stelle.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato e sostenuto con calore in questi mesi di opposizione al Governo regionale. Ringrazio i Consiglieri Giovanni Maggi, Piergiorgio Fabbri, Peppino Giorgini e Romina Pergolesi, con i quali ho instaurato un ottimo rapporto, umano e di lavoro, e che in questi mesi mi hanno sempre sostenuto ed incoraggiato.
Dichiaro il mio passaggio al Gruppo Misto dove continuerò la mia azione nel rispetto degli impegni presi e mosso dai medesimi principi.
Chiedo scusa, ma non sono in grado di continuare la seduta per cui lascio l'Aula e vi auguro buon lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Prima che il Consigliere Bisonni lasci l'Aula ci tengo a nome mio personale, ed anche del gruppo, ad esprimergli solidarietà, una solidarietà sia umana che politica perché credo che quando si è eletti e si fa parte di un consesso democratico, ci sia anche una solidarietà politica fra colleghi.
Esprimo, e concludo, una preoccupazione delle forze democratiche di questo Paese per la piega che sta prendendo al suo interno il Movimento 5 Stelle, perché queste curve, queste epurazioni sul piano politico incrinino il funzionamento democratico, non solamente della vita politica della nostra società ma, come è dimostrato dal fatto di oggi, anche il rapporto di rappresentanza democratica che all'indomani delle elezioni si è sostanziato nei gruppi consiliari delle Assemblee legislative.
Alla solidarietà per il collega che è veramente sentita, unisco anche questa preoccupazione che credo sia utile che rimanga agli atti.
PRESIDENTE. Questa è una eccezione al Regolamento, in quanto non c'è la possibilità di replica alle comunicazioni del Consigliere Bisonni, ma lascio la parola per brevissimi interventi.
Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Sarò brevissimo, do la mia solidarietà al Consigliere Bisonni. Ho avuto modo di conoscerlo in questi pochi mesi, ne ho apprezzate le qualità umane e ritengo che ci sia un'emergenza democratica, per certi versi, per quello che sta emergendo dalla stampa.
Quello che oggi ha fatto è un atto di coraggio ma anche di verità, secondo me, perché quando si inizia in un dibattito politico a sottostare a delle regole eterodirette, cioè la parte più inquietante del Movimento 5 Stelle che io rispetto, come tutti i movimenti politici - perché non è giusto parlar male di nessuno – ma la cosa che mi inquieta di quel movimento è eterodiretto è che c'è qualcuno che decide, non c'è un confronto vero che parte dalla diversità del territorio o dalle opinioni ed è qualcosa che si sostanzia fuori dalle sedi istituzionali, fuori dalle sedi democratiche e questo è un elemento di pericolosità.
Non conosco la vicenda personale del Consigliere Bisonni, ma gli esprimo la mia personale e politica solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Noi da quando siamo stati eletti, pochissimi mesi fa, siamo stati notoriamente messi sotto attacco da una parte di attivisti che puntualmente, non con eccesso di zelo, ma addirittura, io reputo, con una caccia alle streghe, ha fatto una serie di azioni volte a farci pressioni anche politiche.
La denuncia che è venuta fuori oggi di alcuni aspetti del Movimento 5 Stelle, di alcune criticità, io mi sento di appoggiarle, non tanto perché crediamo che lo staff abbia sbagliato, anche perché ancora non siamo a conoscenza dei motivi dell'espulsione, infatti abbiamo chiesto quanto prima un incontro con lo staff per capire se effettivamente queste segnalazioni arrivate siano così gravi da chiedere l'espulsione di un membro che ormai consideravamo della famiglia, quanto perchè, per quando ci riguarda, dal primo giorno abbiamo lavorato sempre insieme, in collaborazione, abbiamo fatto squadra nei più fondanti principi del Movimento 5 Stelle.
In questi giorni così tristi abbiamo ripetutamente chiesto al Consigliere Bisonni di difendersi e di non arrendersi. Capisco anche la sua scelta di non sottoporsi ad una gogna mediatica, siamo arrivati a questo livello, eravamo il Movimento della democrazia e della trasparenza, purtroppo in questi momenti ci viene da pensare che abbiamo ancora molta strada da fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Voglio esprimere la mia simpatia e la mia solidarietà al Consigliere Bisonni perché in questi 6, 7 mesi che stiamo qui, è sotto gli occhi di tutti, il comportamento in difesa del territorio, in difesa degli interessi di chi lo ha votato.
Rimaniamo stupiti da questo modo, anche se non è competenza nostra, io devo guardare in casa del mio partito, però ci sembra imbarazzante che un movimento politico condanni un suo rappresentante liberamente eletto, lo condanni on line, su internet, senza passare per le sedi opportune. Questo è molto grave perché si sminuisce e non si dà valore a chi è stato eletto dal territorio.
Noi siamo stati eletti e rappresentiamo il territorio e il Consigliere Bisonni ha il nostro sostegno perché viene condannato, non so per quale cosa, on line. Queste cose qui si facevano 2.000 anni fa, nell'antica Roma quando nell'arena il popolo decideva se uccidere o salvare il malcapitato.
Oggi questi comportamenti sono inaccettabili. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non siamo soliti entrare nelle vicende degli altri partiti, gruppi consiliari e movimenti, ma una considerazione mi permetto di farla a conforto della vicenda personale che tocca il Consigliere Bisonni che rimane in questo Consiglio regionale, a parte per la giornata di oggi, e questo mi fa piacere ed in questo affermiamo anche un primato, Presidente, un primato di cui lei è in qualche maniera il vate, il riferimento assoluto.
Questo primato lo dobbiamo riconquistare, parlo del primato degli eletti, il primato del Consiglio regionale, il primato della democrazia popolare, che si esprime in maniera certa e inattaccabile solo nel momento in cui si vota. Non c'è altro momento superiore a questo, ce ne possono essere tanti intermedi, ma non c'è un momento superiore al voto che può mettere in discussione la legittimità di questo organo.
Purtroppo, caro Consigliere Zura Puntaroni, in questi ultimi anni le piazze sono state tante, sono perfettamente d'accordo con quello che lei ha detto, ma in questi 25 anni, parLo dal '91, '92 ad oggi sono state tante le piazze che hanno puntato a delegittimare gli organi. Anche questo è democrazia, abbiamo vissuto i tempi delle forze extraparlamentari che sono pienamente legittime in un sistema democratico, ma sono extraparlamentari, nel momento in cui diventano parlamentari o consiliari assumono e debbono assumere le logiche che la Costituzione, a garanzia di tutti, pone al di sopra di ogni persona, al di sopra di ogni movimento.
In questo senso mi sento solidale con il Consigliere Bisonni e con chiunque dovesse, al di fuori di quest'Aula, subire attacchi o pressioni che vanno contro una regola fondamentale, la regola che il popolo elegge i suoi rappresentanti e governa attraverso i suoi rappresentanti e non attraverso altri strumenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente. Come gruppo Uniti per le Marche mi unisco ai colleghi ed esprimo solidarietà al Consigliere Bisonni. Non voglio entrare nel merito, ma voglio sottolineare la correttezza e l'impegno che il Consigliere ha dimostrato fino ad oggi, per cui lo ringrazio ed ha la nostra massima solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie. Esprimo anch'io piena solidarietà al Consigliere Bisonni, non conosco le motivazioni dell'espulsione, penso che da quello che ha detto, non le conosca neanche lui ed il Movimento 5 Stelle che ha fatto della trasparenza il suo cavallo di battaglia, oggi ha dimostrato veramente l'opposto.
Un'espulsione on line, credo che non sia questa la trasparenza.
Mi fa piacere che il Consigliere Bisonni rimanga qui insieme a noi ed esprimo ancora piena solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non sono personalmente a conoscenza delle motivazioni dell'espulsione del Consigliere Bisonni e posso pensare, immaginare, che siano riconducibili a fattori esterni al suo comportamento da Consigliere regionale, di cui noi non abbiamo rilevato pecche. Saranno riconducibili a vicende personali che io non conosco e ritengo che anche gli altri, per quello che ne so, non conoscono.
Movimento 5 Stelle, la trasparenza, bé ne stiamo parlando, è trasparente, le decisioni le prendiamo con i gruppi di lavoro nel territorio, discutiamo lungamente sulle vicende, uno vale uno, portiamo il nostro contributo fattivo in tutte le forme che riusciamo ad attuare, denunciamo, siamo liberi da lobby, mi sembra che effettivamente in questo momento rappresentiamo l'unica speranza per l'Italia di poter cambiare questa deriva a cui ancora stiamo andando incontro, a mio avviso.
Siamo tra la gente, nelle piazze, io non sono uscito dal retro quando c'era la manifestazione, da nessuna parte, quindi vuol dire che effettivamente siamo ancora in mezzo alle persone e siamo un baluardo, a mio avviso.
La trasparenza, l'onestà, la legalità sono cose che si vedono nelle nostre vite e ritengo che su questo la speculazione politica si possa tranquillamente fermare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Mi unisco ai colleghi che hanno dato un appoggio personale e anche morale al Consigliere Bisonni.
Non voglio entrare nella difesa che giustamente il Consigliere Giorgini del Movimento 5 Stelle fa, perché sono problematiche interne al Movimento ed ognuno ha le sue.
Quello che voglio esprimere qui con forza è il sostegno al Consigliere perché in questi mesi abbiamo condiviso alcune battaglie, abbiamo condiviso alcune scelte politiche e mi sembra che il comportamento in Aula e il comportamento consiliare, ed il mandato che gli elettori ci hanno dato, in questa sede - quello di riportare le istanze per le quali siamo stati sostenuti, le battaglie o i provvedimenti che vengono in Aula - in questo senso non sia mai mancato.
Mi auguro che questo non sia un attacco all'istituzione, al Consigliere nel suo ruolo di Consigliere regionale, se ci sono altre motivazioni che riguardano le dinamiche interne al partito si svolgeranno all'interno di questo, reputo, però, che la dignità del ruolo che noi svolgiamo in questa assise vada sempre rispettata a meno che non emergano dei fatti gravi che in questo senso non mi risulta, in questi mesi, essere emersi a carico del Consigliere.
PRESIDENTE. A questo punto procediamo con l'ordine del giorno
Interrogazione n. 64
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Irregolarità gestione Ambito Territoriale Sociale n. 6”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 64 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Definirla un'interrogazione è difficile perché presenta 13 domande, quindi sono 13 interrogazioni e la mia tentazione, in riferimento ad un atto di questa natura, andrebbe sostanziata consegnando le 4 pagine di risposta sotto il profilo tecnico.
Anche perché l'interrogante chiede in riferimento all'Ambito territoriale sociale 6 in merito alla vicenda che ha portato alla sostituzione della responsabile delle irregolarità che vengono segnalate, nonché ad un percorso atto a recuperare gli errori affinchè non ricadessero sulle spalle degli enti locali, di chi in qualche maniera ne era vittima.
Credo che più della rimozione di un responsabile sia difficile. Credo che sia stato fatto il massimo con la segnalazione degli atti compiuti alle autorità competenti.
Tutte informazioni oltretutto potevano essere rilevabili da un normale accesso agli atti, però, per non venir meno al compito di dover corrispondere, in qualche maniera, alle domande che ci vengono poste, vi chiedo un po' di pazienza perché si rende necessaria la lettura di queste 4 pagine.
La Regione Marche è stata messa al corrente circa le irregolarità nella gestione dell'Ambito territoriale 6 in data 8 giugno 2015 a seguito di una comunicazione del Presidente del Comitato dei Sindaci dello stesso Ambito territoriale sociale con la quale veniva posto ai servizi regionali un "quesito relativo ai procedimenti da adottare nei confronti del Coordinatore di tale ambito a seguito di segnalazioni pervenute dall'organismo di controllo e da dirigenti del Comune di Fano" che è il Comune capofila dell'Ambito territoriale 6.
La nota, dopo aver illustrato la situazione di particolare delicatezza in ordine ad aspetti gestionali dell'Ambito territoriale sociale fortemente critici e segnalato possibili fatti dannosi derivanti da procedimenti amministrativi posti in essere dal Coordinatore - allegando anche documentazione prodotta dagli uffici comunali - terminava con la richiesta di informazioni su chi spettasse il potere disciplinare nei confronti della coordinatrice sussistendo, per lo stesso, i presupposti di fatto e di diritto e se occorresse, per l'esercizio di detto potere disciplinare, un apposito mandato formale al Comune di Fano da parte del comitato dei Sindaci affinché il responsabile dell'ufficio procedimenti disciplinari per la dirigenza del Comune di Fano potesse procedere alla contestazione dell'addebito.
Solo in quel momento siamo venuti a conoscenza della particolare gravità della situazione invitando l'Ambito territoriale sociale di Fano e il Comune capofila a prendere visione degli atti regionali che regolamentano tali situazioni dai quali si evince che la competenza di cui trattasi è in capo al Comune capofila dell'Ambito territoriale sociale, trattandosi di problematiche inerenti l'autonomia organizzativa degli enti locali visto che il coordinatore dell'Ambito territoriale sociale viene individuato dal comitato dei Sindaci tra gli iscritti all'elenco regionale dei Coordinatori e viene nominato con decisione adottata dal comitato dei Sindaci con procedure oggi confermate dall'art. 7, comma 3 della legge regionale 32/2014; viene formalmente assunto con le modalità contrattuali ritenute più idonee e risponde del suo operato al comitato dei Sindaci il quale ne verifica l'attivata svolta con gli strumenti a sua disposizione.
Per quanto riguarda il blocco dei trasferimenti del Fondo indistinto anno 2014 pari a 622.000 euro la questione è legata alla richiesta, fatta al Presidente del comitato dei sindaci con nota del 3 luglio 2015, di avere rassicurazioni in ordine alla regolarità delle spese sostenute dall'Ambito territoriale sociale nell'anno 2014 con i fondi in questione alla luce della delicata e critica situazione venutasi a creare presso l'Ambito così come illustrata nella nota dell'8 giugno 2015.
La risposta pervenuta in data 25 agosto 2015, a firma del coordinatore dell'Ambito territoriale sociale VI, illustrava le modalità di utilizzo del fondo specificando però che una parte di detto fondo era stato trasferito direttamente ai Comuni componenti l'Ambito territoriale sociale in contrasto con i criteri di riparto approvati dalla Regione con delibera di Giunta regionale 1373/2012 con la quale veniva invece data specifica indicazione che "a partire dall'anno 2013 gli enti capofila avrebbero gestito direttamente le risorse evitando trasferimenti agli enti locali”.
Ferma restando l'autonomia programmatoria in capo agli Ambiti territoriali sociali, da esercitarsi però entro i limiti della regolamentazione regionale al fine di valutare una ipotetica quanto eccezionale deroga, si chiedeva però all'Ambito di comunicare i motivi per cui il Comitato dei Sindaci avesse ritenuto di procedere in tal senso e l'impegno che per le prossime annualità i fondi venissero utilizzati nel rispetto delle disposizione regionali pena la revoca degli stessi. Veniva altresì chiesto un riepilogo delle spese sostenute dai singoli Comuni beneficiari del Fondo unico per poterlo confrontare con l'atto di programmazione.
Presa visione della documentazione pervenuta in data 26 novembre 2015 veniva ritenuto opportuno, trattandosi comunque di un mancato rispetto di un atto regionale specifico, di adottare un ulteriore atto regionale di deroga applicativa alla delibera di Giunta regionale 1373/2012 avvenuta poi con delibera di Giunta regionale 1134/2015 - di richiesta di parere al CAL - a seguito del quale procedere alla liquidazione delle risorse. Stiamo aspettando il parere del CAL.
Relativamente alla nomina del commissario ad acta si fa presente, come comunicato anche al Presidente del comitato dei Sindaci in data 24 settembre 2015, che: “non è previsto dalla normativa regionale un intervento del tipo di quello richiesto; l'unico obbligo richiesto è quello di fare riferimento, in sede di individuazione definitiva dell'operatore a cui affidare l'incarico di coordinatore, unicamente all'elenco regionale degli aspiranti al ruolo di coordinatore di Ambito territoriale sociale" per l'iscrizione al quale sono previsti requisiti ritenuti idonei allo svolgimento dell'incarico; non sono previste normative regionali specifiche regolanti le situazioni di particolare criticità quali quelle già illustrate dal Comune di Fano che hanno comportato fasi di transizione in attesa dello svolgimento delle procedure di individuazione del nuovo coordinatore; la gestione di tale fase è quindi rinviata alle decisioni assunte dal Comitato dei Sindaci - e applicate dal Comune capo fila - purché finalizzate alla risoluzione della fase transitoria nel più breve tempo possibile e limitatamente alle situazioni di maggiore criticità rinviando la vera e propria fase di programmazione e gestione dei servizi alla nuova figura che sarà individuata nel rispetto delle procedure regionali.
Le questioni poste nei punti 5, 6, 7 e 8 della interrogazione riguardano le singole iniziative adottate dall'Ambito territoriale sociale, competente in materia, per garantire la regolarizzazione delle procedure illegittime adottate dal precedente coordinatore e la conseguente prosecuzione dei servizi. Su questo è stata nostra premura chiedere una relazione illustrativa fermo restando l'interessamento diretto dei nostri uffici a seguire la cosa in stretta collaborazione con il coordinatore di Ambito territoriale pro tempore all'uopo nominato dal Comitato dei Sindaci con le dirigenze del Comune capofila dalla quale risulta un processo di regolarizzazione in corso.
La questione posta al punto 9 della interrogazione, relativa ad una ulteriore irregolarità rilevata in ordine alla riconferma del coordinatore dell'Ambito territoriale sociale, la questione rientra tra quelle poste dal Comune capo fila agli organi inquirenti ai quali è stata sottoposta e del cui esito siamo in attesa, come dicevo prima ci sono poi anche percorsi che riguardano le responsabilità specifiche.
Relativamente alle questioni poste nei punti dal 10 al 13 si fa presente quanto segue:
stiamo valutando la possibilità, in attuazione della legge regionale 32/2014, di modificare i criteri di selezione della figura del coordinatore di Ambito al fine di garantire una maggiore competenza amministrativa anche alla luce delle questioni che si porranno nell'anno 2016 relativamente al rispetto delle procedure di gestione dei fondi europei FSE, cioè con il passaggio negli Ambiti anche di una partecipazione ai bandi europei, a maggior ragione andrà rafforzato questo tipo di competenza anche da parte del coordinatore che è prevalentemente di tipo amministrativo;
proseguiremo il lavoro di supporto formativo ai coordinatori utilizzando la nostra scuola regionale di formazione, come ampiamente fatto in questi anni e con gli incontri mensili dei nostri uffici regionali con la "conferenza permanente dei coordinatori di Ambito territoriale sociale";
proseguiremo l'attività di supporto normativo, realizzata in questi anni in collaborazione con l'Ufficio enti locali della Regione, per la realizzazione di forme istituzionali di gestione associata dei servizi di cui all'art. 17 della legge regionale 32/2014;
si supporterà in maniera specifica l'Ambito territoriale di Fano in ordine anche all'adozione di atti organizzativi fondamentali come il regolamento di funzionamento del comitati dei Sindaci che è stato finalmente adottato dal comitato nel mese di dicembre;
il Sindaco e la Giunta del Comune capofila di Fano hanno operato con trasparenza, tempestività e incisività nella gestione politica ed amministrativa della delicata situazione avviando, ultimamente un confronto con la città, in occasione di incontri pubblici a cui gli uffici regionali hanno preso sempre parte, in ordine alla nuova organizzazione del sistema dei servizi sociali e dell'integrazione socio-sanitaria, della gestione associata, del personale necessario a seguire la programmazione europea Fondo Sociale 2014-2020. Entro breve l' Ambito territoriale sociale 6 provvederà alla pubblicazione di un bando di evidenza pubblica per individuare il nuovo coordinatore e dare termine così alla situazione di emergenza;
situazioni di tale gravità non si sono mai verificate, a questo livello, negli altri Ambiti territoriali sociale. Le criticità venutesi a creare sono state affrontate, con grande spirito di collaborazione, grazie al confronto mensile tra uffici regionali e coordinatori e al collegamento quotidiano su questioni di carattere gestionale;
i meccanismi di controllo sono strettamente connessi al giusto equilibrio dello stesso con le autonomie in capo agli enti locali in materia di politiche sociali. Meccanismi più raffinati di controllo verranno posti in essere in sede di implementazione della programmazione europea e delle procedure di integrazione socio-sanitaria con l'utilizzo dei fondi del servizio sanitario regionale da parte degli Ambiti territoriali sociale. Le stesse disponibilità finanziarie nazionali in materia di non autosufficienza e politiche sociali stanno sviluppando procedimenti di controllo e valutazione sempre più invasivi in ordine al reale utilizzo degli stessi fatto dagli Ambiti territoriali sociali.
Non solo un fatto legato alla singola vicenda, ma anche l'ampliamento di uso di strumenti finanziari, come i Fondi del Servizio sanitario regionale, nonché i Fondi europei ed i Fondi statali dedicati alla non autosufficienza, di fatto rafforzano quello che è il naturale ruolo di controllo previsto per legge da parte dell'ente nominante, quindi cambiano non solo gli strumenti ordinari, ma anche la direzione che si sta prendendo che rafforzerà ulteriormente questo spazio di controllo all'interno del sistema degli Ambiti sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, ila Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. La ringrazio Presidente per la risposta dettagliata. Mi fa piacere che finalmente si torni a chiamare le cose per quello che sono, perché non è più un fondo sociale regionale, ma è diventato un fondo sanitario regionale. quindi è bene ricordare le cose come stanno.
Vorrei far presente al Presidente che questa interrogazione fatta di 13 domande è stata presentata il 29 ottobre, quindi se lei si è trovato una risposta di 4 pagine, mi spiace per lei, però gli uffici dovrebbero essere un po' più puntuali nel rispondere ai nostri atti ispettivi.
Lei dice che il Comune ha fatto tutto quello che poteva fare, però dimentica il ruolo di controllore della Regione e ci ritroviamo di nuovo ad avere a che fare con degli uffici regionali che non espletano in maniera sufficientemente precisa il loro compito di controllo.
Per quanto riguarda la criticità, la complessità delle questioni sollevate, vorrei ricordare che non si tratta solo dell'Ambito territoriale 6, Presidente, ma lei sa benissimo, visto che era Sindaco di Pesaro, che è altrettanto scandaloso il fatto che è successo nell'Ambito territoriale 1, io non so se i Consiglieri sono già stati messi a conoscenza della segnalazione arrivata da un cittadino, consegnata al protocollo della Giunta venerdì mattina ed al protocollo del Consiglio e all'Ufficio di presidenza, in cui si denunciano e si evidenziano fatti gravissimi.
Per evitare che lei sia costretto a rispondere con 4 pagine alle nostre interrogazioni, la prossima volta faremo degli atti ispettivi a tappe proprio su questa questione. Grazie.
Interrogazione n. 88
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
"Problematiche tecnico-amministrative negli edifici Erap Marche di via C. Urbani 3/5/7/9 – Comune di Fabriano (AN)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 88 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Vorrei sollevare una questione di metodo in riferimento alle interrogazioni perché, se l'interrogazione è, come prima ha accennato per taluni aspetti il Presidente, un modo per acquisire notizie, i Consiglieri le possono avere mediante il diritto di accesso agli atti, che lo Statuto prevede, soprattutto quando si chiedono questioni tecniche, alle quali, per carità, io rispondo. Ad esempio: per quale motivo non si tiene conto dell'effettivo valore millesimale degli alloggi quando si calcola la quantità di gas che viene consumato. E' una cosa alla quale io rispondo, ma rispetto alle competenze di un Consiglio regionale mi sembra riduttivo.
Rispondo al fatto che i lavori siano stati ultimati nel 2011, perché sia cambiato il direttore dei lavori tre volte, una questione meramente tecnica, e perché non ci sia stato un progetto esecutivo. Questa domanda andrebbe fatta alla Procura della Repubblica, Consigliere Giorgini, non a me e neanche a chi lo doveva approvare perché la mancanza del progetto esecutivo è una cosa talmente grave, rispetto al codice degli appalti pubblici, decreto legislativo 163, considerato che c'è qualcuno che l'ha certificato.
Sta entrando il mio ex Sindaco, il Consigliere Celani, al quale ho fatto opposizione, forse anche antipatica, per 5 anni, però non abbiamo mai usato le interrogazioni per chiedere al Sindaco di informarsi su questioni tecniche degli uffici. Noi ci muovevamo, andavamo negli uffici, acquisivamo i dati tecnici, una volta in nostro possesso chiedevano conto delle scelte politiche.
Ora rispondo a questa interrogazione, ma vorrei che fosse verificato dove arriva il diritto di accesso agli atti in questioni meramente tecniche, perchè in questo caso di politico, rispetto a scelte tecniche, c'è poco o nulla.
Rispondo anche se sono questioni che sono state ultimate e realizzate, nel caso di questi lavori, in data 29 maggio 2011. Diciamo, quindi, che qualunque cosa sarebbe difficile, non solo, anche le affermazioni. Tra l'altro la procedura è stata esperita dal Comune di Fabriano, quindi vorrei che si capisse bene che noi non rispondiamo delle questioni di competenza dei Comuni perché non è né giusto né ammissibile. Politicamente non rispondiamo dell'operato dei Comuni.
Detto questo rispondo a quello che è stato chiesto.
Per esempio mi si chiede se è possibile ottenere un prodotto edilizio efficiente in presenza di un progetto meramente indicativo e simbolico in relazione al comparto impiantistico, non so che cosa significhi, io mi occupo di lavori pubblici da 25 anni, sinceramente simbolico è una definizione che mi sfugge, probabilmente è riferito all'impianto, perché il comparto impiantistico è una questione che riguarda più propriamente l'urbanistica che l'edilizia. Ma queste sono cose che in 25 anni devo ancora imparare.
“Per quale motivo la modalità di suddivisione delle spese fisse relative alle dotazioni e servizi comuni (gas metano) non sono in funzione di criteri di proporzionalità in base all'effettiva quota millesimale”. Se questo è il livello che raggiungiamo in questo Consiglio, per carità non succede nulla, ma gli uffici giustamente rimangono un po' perplessi quando viene richiesta roba del genere, anche perché può essere richiesto al Consigliere di recarsi nell'ufficio per assumere queste notizie, dopo di che fa l'interrogazione e chiede all'Assessore di riferimento: “Perché non hai fatto questo? Perché hai fatto questo?”
Detto questo leggo quello che hanno risposto gli uffici perché ovviamente io non sono né in grado di conoscere quello che è successo e che è finito di accadere nel 2011, tanto meno nè io nè questa Giunta ne siamo responsabili, e non mi interesso normalmente del perché vengono sostituiti i direttori dei lavori quando è competente l'Erap, in particolare è competente il Direttore dell'Erap, e non lo strumento politico. Sappiamo bene che per quello che riguarda i lavori pubblici anche l'approvazione degli esecutivi non è di competenza di organi politici, quindi figuriamoci il Consiglio.
In relazione all'interrogazione concernente, già l'oggetto lo dice da sè, "Problematiche tecnico amministrative negli edifici ERAP Marche di Via C. Urbani 3/5/7/9 - Comune di Fabriano (AN)".
1) I direttori dei lavori nel cantiere in oggetto sono stati:
- Ing. Stefano Campanelli dal 5 giugno 2008 al 30 dicembre 2008 (poi sostituito in quanto con mobilità si è trasferito ad altro Ente dal 31 dicembre 2009);
Ing. Alessia Carfagna dal 31 dicembre 2008 al 19 luglio 2009 (poi sostituita in quanto in aspettativa per maternità), e può capitare ad una donna ingegnere;
- Arch. Milco Carnevali dal 20 luglio 2009 al 9 maggio 2011 (quindi fino alla fine dei lavori).
La maggiore parte delle attività di costruzione sono state realizzate sotto la direzione lavori dell'Arch. Milco Carnevali, cioè dell'ultimo che ha assunto la direzione dei lavori.
2) II cambiamento dei direttori dei lavori non ha determinato alcuna questione nella conduzione del cantiere, come è ovvio visto che la progettazione era dell'Erap, peraltro tutti e tre i soggetti facevano parte dell'organico dell'ufficio Lavori Pubblici dell'ERAP Marche, Presidio di Ancona, e pertanto operavano già in stretta collaborazione.
3) Non è vera l'affermazione che il progetto sia meramente indicativo e simbolico in relazione al comparto impiantistico. Nel caso in questione è stato redatto un primo progetto preliminare, poi il progetto definitivo ed infine il progetto esecutivo, costituiti dagli elaborati riportati in allegato, come previsto dal decreto legislativo 163/2006.
Si fa peraltro notare che l'ERAP Marche Presidio di Ancona fin dal 2004 dispone di sistema di qualità ISO 9001 e che annualmente vengono verificate le procedure di redazione dei progetti da un organismo di certificazione TUV Italia, che non ha mai riscontrato inadempienze, e che nell'ultima visita ispettiva svolta il corrente mese di dicembre - era stata scritta nel mese scorso - per l'anno 2015 ha terminato il report di verifica con esito positivo senza rilevare alcuna non conformità. Infine si mette in evidenza che gli edifici in oggetto sono stati progettati con spiccate caratteristiche tecniche e di sostenibilità ambientale; solo per citare alcune caratteristiche sono dotati di pavimenti in legno e riscaldamento a pavimento con centrale di produzione di calore centralizzata e contabilizzazione del calore, in modo che ciascuno paghi esattamente il proprio consumo.
4) Sono stati eseguiti lavori di manutenzione ordinaria quali:
- rifacimento impermeabilizzazione ballatoi;
- sostituzione tratti di scossalina su coperture;
- spostamento pluviali con rifacimento linee acque piovane, che non vanno confuse con le acque nere, può capitare a qualcuno.
Non sono stati invece eseguiti lavori alla rete acque nere e grigie in quanto da prove di funzionamento e video ispezione si è rilevata la corretta esecuzione delle stesse, può capitare che uno scambi un pluviale per una condotta di acque nere o grigie.
5) L'intervento si è aggiudicato un finanziamento dalla Provincia di Ancona - e qui anche entriamo in un campo che non è nostro - a seguito di bando pubblico aperto anche alle imprese di costruzione, alle cooperative ed ai Comuni grazie sia alle caratteristiche progettuali citate sia in relazione al canone locativo che si sarebbe applicato; cioè il canone concordato di cui alla legge 431/98 ridotto del 20% (riduzione massima prevista dal bando ai fini del punteggio). Questo in virtù del fatto che trattasi di alloggi di edilizia residenziale pubblica agevolata e non sovvenzionata, due fattispecie completamente diverse. Terminati i lavori si è stabilito di concerto con il Comune di applicare canoni ancora più bassi, e cioè di oltre il 30% inferiori al canone concordato previsto per il Comune di Fabriano, pertanto estremamente più bassi rispetto quelle di mercato.
In allegato la tabella dei canoni da cui si evince che questi variano da 234 euro a 366 euro.
6) Suddivisione delle spese per gas, questa è la parte, e vi prego di stare attenti, che ha una valenza politica determinante:
- contatore individuale per ogni appartamento per gas uso cucina;
- riscaldamento centralizzato con contabilizzazione separata del calore in base al consumo effettivo come previsto dalla normativa.
7) Tale questione fa capo al Comune di Fabriano titolare del bando di assegnazione, quindi vi potete rivolgere al Comune di Fabriano.
8) In sede di stipula del contratto di locazione ciascun assegnatario era edotto in ordine al canone locativo da corrispondere.
9) I contratti risalgono al 2012 e come già detto i canoni applicati sono inferiori del 30% rispetto a quelli a canone concertato vigenti all'epoca della stipula del contratto.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vede Assessore Casini, io a differenza sua quando faccio le interrogazioni vado a vedere di cosa parlo. A differenza sua che sta seduta sempre sulla poltrona, mi sono resoconto...
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. No, io le rispondo come ha risposto lei, perché io non vengo dal Katonga.
Se per lei l'Erap non è un problema politico, lo dice lei, è comunque un problema dei cittadini che sono stati un mese senza riscaldamento in case dove ci sono malati e bambini. Se lei dice che non è un problema politico, lei non dovrebbe stare seduta in quella sedia!
L'ha detto lei che non è un problema politico! Dei cittadini sono stati un mese senza riscaldamento con bambini e malati, e lei dice che questo non è un problema politico?
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. L'ha detto lei adesso. Come l'interrogazione non lo chiede? Ma che significa? Se le scrivo che i riscaldamenti sono stati tagliati …
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. Come no? Sta scherzando? E' stato tagliato il riscaldamento alle palazzine n. 7 e n. 9.
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, evitiamo di interloquire, continui nella sua replica, poi se c'è bisogno di un ulteriore chiarimento daremo la parola all'Assessore.
Peppino GIORGINI. Assessore, io non l'ho interrotta quando lei ha parlato. Io sono corretto, non mi permetto di interrompere quando parla un'altra persona.
Sono andato a vedere lo stato di quelle palazzine e quando le ho viste pensavo fossero di 30 anni fa, invece sono state finite nel 2011. In quegli edifici ci piove, i garage si allagano, da dentro i bagni riviene la fogna, gli impianti non funzionano, gli ascensori sono bloccati, stiamo parlando di appartamenti che immaginavo di vedere in Afghanistan non a Fabriano.
Quando faccio le interrogazioni non le leggo dalla stampa, dai giornali, né me le passa qualcuno, io vado a vedere le cose che scrivo, caro Assessore, quindi dicendo quello che è successo, tutte le cose che ho scritto, ho voluto evidenziare un problema enorme.
Lei dice: “all'Erap ci pensano i Comuni”. No. L'Erap è un ente regionale e dovrebbe preoccuparsi di fare degli appartamenti decenti, lei fa l'architetto, non fa lo stagnino e dovrebbe sapere che degli appartamenti del 2011 dovrebbero essere fatti secondo certi criteri.
Tre persone hanno lasciato il lavoro perché non c'era un progetto esecutivo, non si sapeva quello che dovevano fare. Lì ognuno faceva come gli pareva, compresa l'impiantistica, quella che lei dice di non conoscere …
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. Lei ha detto che non sa cos'è? L'impiantistica sono gli impianti per l'energia elettrica, gli impianti di riscaldamento, gli impianti dell'acqua, cose che nelle case di cui stiamo parlando non funzionano.
Io ho parlato con molte persone che hanno eseguito i lavori, mi hanno detto che lì non ci si capiva niente, non c'erano progetti, non c'era niente, si andava alla giornata, tipo: cosa facciamo oggi? Facciamo quello? Va bene! Dopo 2 settimane la ditta non c'era più e ne veniva un'altra. Questo è il problema!
Penso che sia arrivato il momento di iniziare a ragionare come riorganizzare l'Erap, perché così com'è non funziona, ci sono 5 Erap, una centrale e 4 dislocate, non funzionano.
Visto che lei, Presidente, giustamente sta tagliando la ramaccia - noi a San benedetto la chiamiamo così, lei sa che la ramaccia è l'erbaccia? - credo che sia ora che dia uno sguardo anche all'Erap che non funziona. E' un'enorme struttura, è un elefante, un pachiderma e le abitazioni sono fatte con criteri di 40 anni fa. Questo è un consiglio che le do.
Abbiamo l'obbligo di liberare risorse per realizzare nuovi alloggi popolari che mancano, credo che questo sia un motivo, ma anche perché sono stati realizzati in maniera penosa. Le ripeto, sono stato con gli inquilini di questa zona di Fabriano e mi sono vergognato di essere un politico che sta dentro la Regione Marche, perché credo che, vedendo quegli appartamenti dove nelle camere dei bambini ci sono dei teli per coprire i letti per non farci piovere o per la muffa, chiunque vada direbbe che forse ha sbagliato nazione.
Penso che questa interrogazione, forse ho sbagliato a farla così lunga, e me ne prendo la responsabilità, forse doveva essere più concreta, la prossima volta imparerò, forse l'ho fatta un po' troppo corposa, ma a Natale ho visto queste persone, in particolare i bambini, ed ho ricevuto tutti i giorni delle telefonate perché non funzionavano i riscaldamenti che sono centralizzati. Purtroppo c'era anche chi non aveva potuto pagare il canone e il riscaldamento era stato staccato a tutte e 24 le famiglie. Queste sono state 40 giorni senza riscaldamento e senza acqua calda, solo l'acqua per cucinare perché hanno un doppio impianto, c'è quello per il riscaldamento dell'acqua e quello per cucinare, almeno hanno mangiato al freddo.
Chiedo che il problema di queste palazzine venga risolto, io ho parlato anche con il Presidente dell'Erap che è stato gentilissimo, tra l'altro mi ha detto che è pronto e disponibile a venire su perché è un problema enorme. Io sono andato a vederle altrimenti non avrei fatto l'interrogazione, perché quando faccio gli atti ispettivi vado a vedere di cosa sto parlando. Sotto Natale pensando a quella povera gente che era senza riscaldamento mi sono vergognato, ecco il motivo per il quale ho fatto questa interrogazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Voglio rendere edotti gli altri Consiglieri che lei non mi ha assolutamente detto nella sua interrogazione che c'erano problemi di muffa, non mi ha detto che c'erano persone che negli alloggi non avevano il riscaldamento. Di tutto questo l'interrogazione non ne parla. Tratta soltanto di tecnicismi che non sono assolutamente connessi con quello che lei sta dicendo, perché se mi parla delle acque nere, poi scopro che ci piove ,il problema è la coibentazione dei soffitti.
Se lei mi avesse fatto queste domande, io le avrei detto: “Ha ragione è una cosa incivile”.
Il problema dell'Erap c'è e le ricordo che non c'è un Presidente dell'Erap, quindi non so con chi lei abbia parlato, e faccio presente che c'è un Erap unico e gli altri sono soltanto dei presidi.
Sul funzionamento poi ne parleremo e ne discuteremo perché ha ragione quando dice che bisogna parlare dell'Erap, lo faremo sicuramente nelle sedi opportune, però parliamo di questioni che hanno una valenza politica.
Ha perfettamente ragione nelle cose che denuncia, le avrebbe dovuto mettere all'interno dell'interrogazione, invece di scendere in dettagli, come la direzione dei lavori, che non è importante.
Importante è risolvere queste gravi problematiche che lei mi ha detto e io farò di tutto immediatamente per farlo. Grazie.
Interrogazione n. 89
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Struttura sanitaria di Fossombrone – Mancato pieno utilizzo del Centro dialisi assistenza limitata (CAL)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 89 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Ho avuto modo di visitare la struttura di Fossombrone con questo nuovo reparto, devo dire di grande qualità, ed è previsto che rimanga nel tempo ed è fra quelle risposte di tipo territoriale che costituiscono un importante presidio e servizio soprattutto per i cittadini che abitano nell'area.
Abbiamo chiesto informazioni rispetto ai rapporti fra altre strutture e c'è stato risposto che stanno indirizzando i pazienti verso questo centro, fatto sta che, rispetto al quadro disegnato, già altre due persone sono state spostate per arrivare alla piena occupazione di questi posti, visto che, come ho detto prima, è stato rinnovato da tutti i punti di vista e rappresenta qualità e sicurezza per chi ci va ed anche un modello in termini di impostazione che fa capire quanto sia possibile offrire, anche al di fuori di quelle che sono strutture per acuti, i servizi ai cittadini del territorio.
Ben venga la sollecitazione dell'interrogazione, ce ne siamo occupati. La risposta è stata positiva, credo che in un tempo ragionevole, questa struttura che ha subìto i lavori di riqualificazione fino ad un paio di mesi fa, verrà utilizzata nella sua piena funzionalità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Sono parzialmente soddisfatto perché ho notizie concrete del fatto che i pazienti sono aumentati e spero che questa struttura possa essere utilizzata al meglio. Ha una capacità fino a 20 pazienti, quindi cerchiamo di mandare tutte le persone che gravitano intorno a Fossombrone a curarsi in questo CAL che è stato inaugurato da voi quasi di nascosto, come è scritto sulla stampa. I blitz notturni, le inaugurazioni di nascosto, questo per dire chi è in mezzo alla gente, però chiudo la nota di colore.
Queste strutture periferiche vanno utilizzate al meglio, non possono essere chiuse, non voglio aprire in questo momento questo argomento, perché poi parleremo, magari con la prossima interrogazione, dell'importanza delle strutture che non possono essere completamente centralizzate con i loro servizi, quindi, per il momento mi fermo qua.
Interrogazione n. 90
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, Ospedale di Cagli, Casa della salute”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 90 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Se uno vuole andare a vedere senza avvisare deve fare un blitz altrimenti quando vai ti apparecchiano la tavola, ci mettono il vino, eccetera. Se vuoi andare a vedere come stanno le cose bisogna fare anche queste forzature, decidere in un tempo rapido e andare.
Non parliamo di New York City, parliamo di realtà dove facilmente i cittadini si accorgono di quello che succede. E' stata anche l'occasione per parlare con la gente e questo non fa mai male. Siamo rimasti un paio di ore, al freddo, a discutere, credo che rappresenti un'ottima disponibilità, l'obiettivo non era l'incontro, era vedere le strutture, come le vede un avventore, poi con grande serenità si è aggiunto un altro aspetto.
Passiamo ai tre punti dell'interrogazione, la risposta che da Asur è corposa, però in questo caso non vorrei leggere le 14 pagine di risposta, perché sono eccessive, secondo me, rispetto alle domande che vengono poste.
Nel primo punto si chiede come mai la deliberazione n. 735 non sia stata attuata. La deliberazione n. 735 non è stata attuata nel tempo con le motivazioni più diverse, quella che veniva in modo particolare sottolineata era la mancanza dell'accordo con i medici di medicina generale che devono sostituire, come chiamo io, in un processo di accompagnamento la presenza dei medici ospedalieri dipendenti che di giorno seguono la struttura.
Questo accordo è stato raggiunto solo alla fine del 2015 e ancora non è declinato rispetto alla sua applicazione pratica. Questa mi sembra fra tutte le motivazioni quella più concreta, per cui la deliberazione n. 735 non è stata attuata. Prevedendo il passaggio una figura specifica, non essendoci un accordo con questa figura, non è stata attuata.
In realtà l'accordo non si è trovato prima di tutto perché c'era un percorso nazionale che non ha raggiunto ancora oggi il suo compimento, quello regionale è partito più tardi perché ha aspetto quello nazionale, ma quando non è arrivato, ci si è mossi visto che la scadenza del 2016 era rimasta, infatti non è stata prorogata ed è alla fine triennio del famoso accompagnamento.
Nel secondo punto si chiede se si ritiene di applicare al polo ospedaliero quanto previsto per le zone particolarmente disagiate. Qui c'è una rendicontazione che misura le distanze, come prevede il decreto ministeriale 70, lì è proprio scritto in maniera insolitamente chiara, non solo il presidio ospedaliero rispetto ai centri hub o spoke della rete, ma anche rispetto al pronto soccorso o al pronto soccorso delle Regioni vicine con le quali è possibile sviluppare un'intesa. Lo fa anche per i principali centri dell'area di riferimento dell'ospedale di Cagli, mostrando che i tempi sono tutti all'interno delle tabelle, calcolati, si, in condizioni di meteo normali, ma immaginando anche il mezzo normale, nel rispetto dei limiti di velocità, cosa che ovviamente in una rete di emergenza urgenza non si fa, non è che l'ambulanza rispetti i 50, i 90 chilometri orari, quindi rientrano come tempistiche anche rispettando i tempi con i 50 chilometri orari, quindi non ci sono i presupposti di questa natura.
In realtà se uno guarda la filosofia del decreto ministeriale 70 sulle aree disagiate, oltre al dato numerico temporale, si mette in evidenza il problema che una rete di emergenza non è in grado di garantire sulle patologie gravi tempo dipendenti: infarto, ictus e trauma, i tempi previsti dagli standard.
Il secondo aspetto che nella relazione viene sottolineato è l'investimento che è stato fatto nella rete di emergenza, come ampliamento rispetto ai parametri base, proprio per raggiungere l'obiettivo finalizzato al conseguimento di quei tempi previsti per legge. Questo rafforzamento di fatto costituisce non solo la risposta formale sulla distanza in termini di tempi, ma anche sostanziale sull'obiettivo in quanto l'impostazione delle aree disagiate deve avere risposte in termini di emergenza negli standard previsti internazionali, ministeriali, sull'emergenza nelle patologie, i tempo dipendenti che prima citavo.
Nel terzo punto si chiede delle strategie delle aree interne. Questa è una domanda molto interessante, è stata anche oggetto di un dibattito della Giunta di ieri e l'area di Cagli è nell'area sperimentale 1 per la nostra regione. E' quella più avanti in termini di progetti e c'è una collaborazione. Nella relazione vengono citati i temi, ma ripeto è molto ampia, e la lascio volentieri perché, secondo me, come tutti i documenti, aiuta chi è onesto intellettualmente ed ha voglia di guardare le cose, a capire e anche ad interloquire su un piano di parità rispetto alle informazioni disponibili.
Si stanno perseguendo tre filoni, per me quello più interessante riguarda il tema della domiciliarità, perché noi ragioniamo molto delle altre forme territoriali, strutture, organizzazioni, magari dibattiamo se un pezzo di struttura va a finire al privato, per la logica delle strutture, per mille ragioni, per la concatenazione delle leggi, e magari quando la vuoi mantenere e non hai sufficiente turn-over o altri elementi, finisce per essere sanità privata.
Negli aspetti della domiciliarità che oggi sono trascurati in termini tecnologici, organizzativi, di comunicazione, si possono avere tante risposte interessanti su diverse figure che hanno necessità di un accompagnamento rispetto a un bisogno sanitario, a maggior ragione in aree che si trovano in una distribuzione territoriale più scomoda rispetto a chi abita in un centro abitato densamente popolato. C'è quindi un lavoro fra la progettazione del percorso della politica delle aree interne e gli aspetti sanitari che sono uno dei pilastri dei contenuti da sviluppare.
Rispetto a questo percorso siamo in una fase avanzata, sono 9 milioni di euro quelli a disposizione di questa parte i quali, in una logica di rete, dovrebbero collegarsi poi con altre risorse. Risorse sanitarie che concorrono all'interno del progetto piuttosto che i fondi che riguardano i trasporti, piuttosto i fondi che dovrebbero avere le Unioni montane e, se finisce bene, la causa sul contributo dei 4 centesimi al metro cubo sulla tariffa dell'acqua, incardinata in uno dei tanti ricorsi al Tar, su cui noi confidiamo di ottenere ragione, avremmo una risorsa stabile di circa 5 milioni di euro, tutti gli anni, per le aree interne, quindi non è un progetto che cade nel nulla, ma in un quadro di relazione di risorse che può sviluppare risposte interessanti nelle quali ho sottolineato la domiciliarità, ma ce ne sono altre che parteciperanno, come previsto nella programmazione delle aree interne attraverso i bandi sui quali stanno lavorando in maniera congiunta istituzioni di tipo territoriale e le strutture sanitarie dell'Asur.
Farò avere una copia al Consigliere interrogante.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Sarò ben contento di leggere le 14 pagine che mi consegnerà così abbiamo da studiare cose aggiornate e concrete.
Voglio sottolineare alcuni fatti. La Regione sulla sanità mi sembra un po' confusa da anni, noi siamo qui da 6 mesi e mi sembra che la confusione sia aumentata.
I dati Istat dicono che la mobilità passiva interregionale a livello nazionale è del 7,6%, nelle Marche è del 12%, nelle nostre zone interne compreso Cagli è del 17% quindi il doppio della media nazionale e un terzo in più della media regionale.
A Cantiano questa mobilità passiva è del 34%, il Consigliere Traversini magari mi darà conferma, ad Apecchio il 40%, quindi abbiamo una situazione particolarmente pesante rispetto alle aree di cui stiamo trattando.
Viceversa la Regione ha larga autonomia legislativa, gestionale e organizzativa rispetto alla sanità, lo dice il decreto 70 del 2015, l'articolo 2, del comma 2, l'articolo 1 del comma 2, lo dice anche la legge 294 del 2009, grazie anche alla riforma del Titolo V della Costituzione di cui non leggo i passi. Siamo in grado di gestire fortunatamente la sanità un po' come vogliamo, finché non toglieranno di mezzo anche le Regioni, sperando che ciò non avvenga.
Detto questo la deliberazione n. 735 non è attuata perché manca l'accordo con i medici, ci accorgiamo adesso dal 2013 e questa cosa qua la dice lunga, però ci sono delle registrazioni delle scorse sedute in cui in quest'Aula lei, Presidente, ha detto che l'accordo con i medici era stato raggiunto.
Aree disagiate. Lei mi dice non ci sono i presupposti, lo so bene, però quando ci siamo visti in Urbino pochi giorni fa insieme ai Sindaci del PD, quando vi siete visti a Villa Fastiggi, avete presentato questi 7 punti che poi le sono stati trasmessi, quindi se li è fatti scrivere, se li è fatti trasmettere ed al punto 2 si chiede la verifica per vedere queste distanze come aree disagiate. A che gioco giochiamo? Facciamo finta? Ci facciamo le domande sapendo quali sono le risposte? Qualche Sindaco becca e alza la mano, perché questo è successo nella seduta di qualche giorno fa ad Urbino, non mi voglio dilungare.
Aree interne. Finalmente sono usciti fuori questi 9 milioni e mezzi. Ho avuto conferma dal post che ieri lei ha messo su facebook, finalmente abbiamo lo strumento per sbloccare la situazione cagliese. Abbiamo dimostrato che quando entriamo nel merito le cose le sappiamo e riusciamo anche a farle tutti quanti.
Sappiamo che abbiamo autonomia gestionale, sappiamo che la 1183 è stata un pasticcio, le determine successive sono state una vergogna, un abuso dei dirigenti e questa qui, caro Presidente, è un'incapacità gestionale che potrebbe avere anche estremi più gravi. Accendiamo un faro concreto su questi ospedali perché la riforma, così come tentate di propinarcela, non ci va bene, quindi un tavolo serio di confronto, tecnico, veloce, con le parti in gioco perché se no i medici non ci stanno, se no gli infermieri non ci stanno. Tra un po' discuteremo una proposta di legge fatta del maxi emendamento, nell'omnibus che dovete ritirare perché fatta senza l'accordo dei sindacati.
Fermiamoci un attimo, facciamo le cose seriamente senza colpi di maggioranza, senza prepotenze, senza menare sulla testa delle persone e dei cittadini e raddrizziamo questa sanità che nelle Marche non va, ma soprattutto non va nella provincia di Pesaro-Urbino perché abbiamo un posto letto in meno ogni 1.000 abitanti e questa è una cosa che ritengo ..., la popolazione ormai si è accorta, non accetterà, quindi le centinaia di persone che stanno manifestando in piazza in questi giorni diventeranno, spero, migliaia perché la gente muore.
Interrogazione n. 92
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Aree Protette – Fondi regionali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 92 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio il Consigliere Maggi perché mi dà l'opportunità di fare chiarezza su un tema di cui si è dibattuto e discusso molto nei giorni scorsi e nelle settimane precedenti.
Lo stato dell'arte è questo: noi abbiamo trovato zero per quanto riguarda il sistema aree protette per il 2015, abbiamo messo in assestamento di bilancio 1.200.000 euro, non è certo la cifra che si aspettavano le aree protette, ma è quella possibile per poter dare risposte almeno alle questioni più emergenziali.
Abbiamo proposto e messo 1.700.000 euro per l'anno 2016, di questo voglio ringraziare particolarmente l'Assessore al bilancio Cesetti che è stato molto sensibile rispetto a questa tematica che in Giunta abbiamo discusso più volte perché l'intenzione della Giunta non è quella di chiudere e ridimensionare le aree protette, ma bensì di rilanciarle.
Tali disponibilità potranno essere ulteriormente implementate in sede di assestamento di bilancio nel caso di ulteriori disponibilità finanziarie che si dovessero registrare.
Il reperimento di adeguate risorse finanziarie dovrà tuttavia essere accompagnato anche da una riflessione sull'organizzazione e la funzionalità dell'intero Sistema regionale delle aree protette.
A tal fine il sottoscritto nel mese di gennaio ha convocato e si terrà nei prossimi giorni il primo incontro a carattere operativo che vedrà il pieno coinvolgimento degli enti gestori delle aree protette, chiamati a discutere sulle seguenti linee azioni:
1) la centralizzazione di alcune funzioni da parte della Regione;
2) la razionalizzazione delle spese;
3) la riorganizzazione della governance;
4) il rapporto con il sistema nazionale delle aree protette.
Per quanto riguarda le opportunità offerte dai finanziamenti comunitari, pur evidenziando che questi non concorrono a sostenere i bilanci nella parte della spesa corrente, si evidenzia che la Regione ha già operativo il Piano di sviluppo rurale (PSR) di cui l'Assessore Casini è stata protagonista nei giorni scorsi, che, in diverse misure, individua gli enti gestori delle aree protette tra i beneficiari potenziali.
Relativamente al canone di 0,04 euro per metro cubo di acqua potabile a carico dei gestori del servizio idrico integrato, a titolo di compensazione ambientale, attualmente l'art. 19, comma 1 della legge regionale 18/2008 come modificato dall'art. 7, comma 1 della legge regionale 36/2014, prevede che il relativo introito confluisca nel fondo per la montagna. La Giunta intende avvalersi in parte di questo introito anche per le attività volte alla salvaguardia delle aree protette. Tuttavia al momento su detto canone grava un ricorso amministrativo da parte dei gestori del servizio idrico che non rende immediatamente utilizzabile il relativo introito. Sarà nostra premura I'utilizzo del fondo anche a vantaggio dei parchi, non appena risolto il contenzioso amministrativo che è in corso al Tar.
Ulteriori disponibilità dovranno giungere anche in riferimento al "collegato ambientale" approvato il 22 dicembre 2015 che prevede la modifica dell'art. 3, commi 24, 25 e 27 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, ovvero che il. gettito derivante dall'applicazione del tributo vada incamerato al 100% dalle Regioni e che l'intero gettito, non più il 20%, dovrà essere destinato oltre che al settore dei rifiuti, bonifiche, anche al settore delle aree protette. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti. Naturalmente le aree protette delle Marche hanno appreso con soddisfazione l'impegno nell'assestamento della Giunta per quelle che sono le funzioni vitali, nel senso che questo stanziamento darà poche possibilità alle aree protette di operare la loro funzione, ma servirà soprattutto per pagare gli stipendi, i debiti, e tutto quanto si è accumulato nel corso di questi anni.
Ci meraviglia che per le aree protette e per altri capitoli di spesa, quello che era stata salutata come una novità, per quanto riguarda nel 2013: le spese incomprimibili, è diventata una mera enunciazione per cui di incomprimibile non c'è più niente perché si taglia linearmente su tutto quello che capita o su tutto quello che conviene o conviene a qualcuno.
Questa è l'osservazione che mi sento di fare.
E' stato programmato un tavolo per il 21 gennaio, ancora non sappiamo cosa questo tavolo discuterà, noi vogliamo ricordare che avevamo chiesto un tavolo tecnico permanente per realizzare quei progetti volti ad ottenere i finanziamenti della legge europea, per cui qui non si può andare, visto che sono un marinaio, navigando a vista, qui bisogna fare una rotta precisa, segnarla e tracciarla, sia per quanto riguarda il percorso che i tempi.
Le aree protette, i parchi sono per questa Giunta un elemento essenziale per valorizzare il turismo, la bellezza, le tipicità di questa regione oppure sono una cosa per sistemare personaggi, per dare contentini politici, eccetera? Noi crediamo che le aree protette, i parchi e la valorizzazione del territorio e del paesaggio siano il futuro economico di questa nostra regione, quindi vi prego di tenere in considerazione questo e mi fa piacere che lei condivida questa impostazione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Interrogazione n. 93
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Marcozzi, Malaigia, Celani
"Accorpamento dei plessi scolastici di secondo grado. Controllo della Regione sulle regolarità delle procedure in provincia di Ascoli Piceno”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 93 dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Marcozzi, Malaigia, Celani.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie. Tra 10 minuti relazionando sulle linee guida ed il dimensionamento scolastico verranno fuori anche altri elementi oltre a questa risposta, quindi diciamo che metà della risposta è rimandata fra 10 minuti.
Rispondendo puntualmente a quello che voi chiedete, le procedure della Provincia di Ascoli Piceno, direi che questa interrogazione è stata per me la sollecitazione di un metodo che è stato attuato e sta andando avanti per tutte le province.
Ho avuto un incontro in data 18 novembre, più una serie di incontri che ci sono stati con la Provincia, con i Presidi ai quali voi fate riferimento, quindi ho preso visione di tutte le proposte che sono state fatte ad Ascoli Piceno.
Leggendo la vostra interrogazione, ho presente i punti a cui voi alludete, questo mi dà modo per una verifica a tutto tondo, di progetti, proposte, bacini di utenza, e soprattutto di una visita in loco perché questo congelare, è un termine brutto, ma questa sosta di riflessione che ci siamo dati sulla scuola secondaria superiore ha una sua ratio che, ripeto, presenterò a breve, però è nel mio modo di operare quello di rendermi conto delle singole scuole e soprattutto la scelta sarà quella che andrà bene didatticamente, andrà bene per i bacini di utenza, andrà bene per i ragazzi, andrà bene per il fabbisogno del loco.
Questa sarà la scelta e la vostra interrogazione si innesta dentro un metodo che mi porta a fare chiarezza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Assessore, non so come rispondere nel senso che fondamentalmente lei non ha risposto a nessuno dei quesiti che sono stati sottoposti con questa interrogazione, se non con un'apertura, un rinvio della decisione in merito.
Conoscevo già le richieste avanzate dai Presidi dei tre istituti che vorrebbero accorparsi, anche in coerenza con la delibera di Giunta regionale 595 del 2015, in contrasto con quanto propone la Provincia di Ascoli che accoglie, purtroppo in maniera palese sembra anche un conflitto di interessi, la proposta di un dirigente scolastico nonché Consigliere comunale di Ascoli, nonché Consigliere provinciale di Ascoli con delega alla scuola.
Quello che è evidenziato in questa interrogazione è quanto appare purtroppo chiaro, una prevaricazione di logiche partitiche e politiche rispetto ad una coerenza, rispetto alle autonomie scolastiche e anche a scelte che andrebbero in una direzione che non solo rispetta la legge, ma non metterebbe nessun altro istituto in condizione di essere un domani sottodimensionato. Soprattutto rispetterebbe una coerenza di percorsi formativi che la proposta accolta dalla Provincia di Ascoli non garantirebbe, accorpando dei licei con degli istituti tecnici.
Quello che oggi si chiedeva era di comprendere qual era la decisione della maggioranza di Governo regionale su questo tema. Se si vuole far prevalere la proposta degli istituti che rispetta una normativa e che va anche a vantaggio, ad esempio, delle eccellenze - ricordiamo che l'Istituto tecnico Umberto I ha un progetto per il quale riceva, sulla domotica, importanti finanziamenti – ed il rischio che questi finanziamenti, con un accorpamento diverso che snaturi anche la natura tecnica di quell'istituto, possano essere persi certamente non va a vantaggio di una scuola pubblica che sia di eccellenza.
Dove ci sono delle eccellenze si spinge per delle scelte che di tecnico e di scolastico hanno ben poco, ma hanno più una matrice politica.
Chiedo fortemente in questa sede che le decisioni della Giunta e dell'amministrazione regionale vadano in senso diverso, vadano nella tutela reale di questi istituti, di quelle che sono le peculiarità ed anche le eccellenze che vengono insegnate ai nostri ragazzi. Si facciano scelte coerenti con queste tematiche e non con altre.
Assessore, purtroppo oggi questa risposta non l'ho avuta, se me la vorrà dare successivamente io l'accoglierò ben volentieri, però reputo che le sollecitazioni che vengono sia dagli Istituti che dal Consiglio comunale di Ascoli, con una mozione che è stata approvata, che dagli stessi movimenti scolastici, che so essersi riuniti per appoggiare la proposta dei tre istituti tecnici, non possano essere gettate nel cestino secondo logiche che, purtroppo, e lo dico senza voler speculare, evidenziano un conflitto di interessi grosso come una casa. Questo va assolutamente rimosso e non perseguito.
Questo deve essere, se vogliamo una scuola che funzioni, dobbiamo farla operare non secondo logiche che avvantaggiano qualcuno che segue criteri partitici, ma secondo una ratio reale che aiuti ed incentivi questi istituti e soprattutto i nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve precisazione, l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. La risposta è già nell'ottica di un lavoro futuro.
Noi abbiamo fermato il dimensionamento per tante questioni, quindi non è che io non voglia risponderle, però le dico che i primi motivi che mi hanno portato a bloccare il dimensionamento sono stati didattici, quello che lei sta vedendo.
Voglio rendermi conto in loco qual è il polo economico, qual è il polo scientifico, qual è il polo tecnico, quali sono i fabbisogni del territorio.
Di questo discorso ad personam che voi state facendo, riferendovi a casi specifici, a singole persone, io so tutto. E' stato determinante a fermare il tutto la proposta didattica, i ragazzi, dopo di che la ringrazio ed analizzerò questo, ma non è stata la prima preoccupazione. Grazie.
Interrogazione n. 95
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Sanità: trasparenza sui tempi di attesa”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 95 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Rispetto alla rendicontazione nazionale sui tempi delle liste di attesa, effettivamente nella regione Marche c'era un problema perché relativamente al percorso gestito attraverso il Cup non veniva segnalata in maniera distinta se la prestazione era una prima visita, quella assoggettate al monitoraggio, o un altro tipo di visita, quindi non avendo questo dato distinto non era possibile fornire in maniera accurata l'informazione che veniva richiesta alla Regione in merito alla trasparenza sulle liste d'attesa.
Con la deliberazione di Giunta regionale 808 del 29 settembre 2015, ovvero l'atto per il rilancio delle azioni della Regione Marche sulle liste di attesa, fra i punti e i provvedimenti c'è anche quello di distinguere fra prime visite e altre prestazioni per avere il monitoraggio dei dati e corrispondere all'obiettivo dei famosi 30 giorni, 60 giorni, a seconda del tipo di visita, nei tempi previsti dalla normativa.
L'obiettivo è quello di essere a regime, i famosi 300 giorni, quindi entro aprile di quest'anno, già si sta lavorando in quel senso, i dati disponibili saranno maggiori, e dovremmo arrivare nell'obiettivo più generale della riduzione dei tempi delle liste di attesa, anche al dato indispensabile, altrimenti non sapremmo neanche su quale numero andare a rendicontare.
Il contenuto dell'interrogazione è stato affrontato parallelamente al percorso di riordino e di riduzione dei tempi delle liste di attesa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Ringrazio tutti e due i Presidenti perché credo che si possa aprire per i marchigiani un momento, un inizio, di trasparenza.
Presidente, lei ora ha comunicato all'Aula che questa funzione entrerà a regime entro aprile 2016, sono d'accordo, non le sto a dire: meglio tardi che mai, come dice il detto, però penso che questo termine debba essere rispettato davvero. Altrimenti, con la massima onestà, con la massima franchezza, sarebbe meglio dire che ci stiamo prendendo in giro, in quanto non abbiamo un punto di riferimento per liste d'attesa.
I marchigiani devono sapere che questo è uno strumento indispensabile per far si che gli stessi cittadini possano consultare i dati relativi alle liste d'attesa, per verificare con la parte politica, con l'esecutivo, con lei, se entro aprile 2017 i tempi d'attesa saranno gli stessi, altrimenti ci prendiamo in giro perché non abbiamo uno strumento di verifica.
Credo che vada dato atto a lei, che la ammette, che sta lavorando su questa discrepanza. Sappiamo che i miracoli non si fanno, però gli impegni si devono mantenere, come dice una nota trasmissione televisiva “facciamo il nodo” questa mattina al fazzoletto e vediamo se ad aprile 2016 siamo in grado di scioglierlo altrimenti, non è che non sono credibili il Consigliere Zaffiri o la Lega Nord, ma non lo è il Presidente.
Proposta di legge n. 27
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Volpini
“Disposizioni urgenti in materia sanitaria e modifica alla legge regionale 28 dicembre 2015, n. 32”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 27 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Volpini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Si tratta di una legge di un solo articolo che va a sostituire il comma 7, dell'articolo 1, della legge 32 del 28 dicembre 2015, quello che abbiamo introdotto durante la discussione sul bilancio. E' frutto anche di una serie di incontri che abbiamo avuto con le rappresentanze sindacali.
L'articolo 1 della legge 32 aveva l'obiettivo di prendere atto di una situazione di difformità tra profili professionali all'interno dell'Asur, dell'Azienda unica regionale, quindi la finalità era quella di armonizzare i contratti in modo tale che non ci fossero più queste differenze.
L'obiettivo è stato riconfermato negli incontri con le delegazioni sindacali e questo articolo di legge che sospende gli effetti permetterà di avere degli incontri con le rappresentanze sindacali aventi come scopo la contrattazione nell'ambito dell'Asur, facendo rimanere le cose attualmente come sono.
Sono stati già calendarizzati degli incontri di confronto della Commissione con il sindacato per trovare una condivisione rispetto a questo obiettivo ed anche ad altre situazioni che riguardano le relazioni sindacali.
Il primo incontro lo avremo mercoledì prossimo, domani.
L'atto è stato votato in Commissione, tutti hanno votato a favore con l'eccezione del rappresentante del Movimento 5 Stelle che quel giorno era il Consigliere Fabbri in sostituzione della Consigliera Pergolesi.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La modifica che viene portata oggi in trattazione va a sanare una mancanza evidente.
In tutta fretta, insieme all'approvazione del consultivo di bilancio si è voluta approvare una normativa in ambito di trattativa sindacale e di contrattazione collettiva che passava dalle singole Aree vaste all'Asur centrale.
A distanza di 15 giorni, quando c'era stato detto che tutto era stato concordato e tutto andava bene, abbiamo visto una sollevazione da parte dei sindacati che con un documento dell'11 gennaio hanno sancito la volontà di rivedere quella normativa e la richiesta di garantire una sospensiva dell'applicazione della legge approvata il 28 dicembre.
Devo dire che questo è un metodo che ormai sembra consolidato di questa amministrazione regionale, quello di imporre determinate scelte e di portarle avanti. L'abbiamo visto recentemente anche in ambito sanitario con la delibera 1183, con la scelta delle chiusure dei punti nascita. Si fa una forzatura e poi si torna sulle proprie scelte nel momento in cui ci sono delle proteste, magari si va a trattare singolarmente con chi ha protestato per poterlo ricondurre all'ovile oppure si ha una posizione di forza nel momento in cui la normativa è applicata, è diventata legge.
L'ho fatto anche all'interno della Commissione, non posso esimermi dal farlo oggi, quello di contestare il metodo che viene utilizzato. Non mi sembra un metodo collegiale, trasparente, non mi sembra un metodo produttivo per quello che dovrebbe essere un momento anche di conciliazione, come quello che si va a discutere oggi.
Esprimo contrarietà in merito al metodo che ha portato a questa decisione. Non si può fare dei provvedimenti, imporli in tutta fretta e poi accorgersi che creano delle problematiche o che non sono condivisi e poi tornare sempre sui propri passi. Non possiamo fare un passo avanti e tre indietro perché vanifichiamo il lavoro, rendiamo poco credibile l'attività che si svolge all'interno di questa assise, all'interno della stessa Commissione e il ruolo delle istituzioni stesse.
Reputo che una condivisione maggiore di tutti i provvedimenti possa essere auspicabile e auspicata, e mi auguro che questo sia l'ultimo episodio di questo tipo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. In merito alla proposta di legge mi trovo non solo d'accordo con la Consigliera Leonardi, Vice Presidente della Commissione sanità, ma vorrei ricordare perché ci troviamo qui a modificare una legge presentata all'ultimo momento, alla vigilia di Natale. Evidenzio anche l'iter che è stato seguito, perché la nostra non è solo una protesta di metodo, ma vuole richiamare i regolamenti che prevedono dei passaggi obbligati che garantiscano la partecipazione e la democrazia.
La questione dei sindacati è emersa perché nella stessa legge presentata alla vigilia di Natale era già previsto questo passaggio. Come è nata questa legge durante la Commissione di bilancio? E' nata perché l'Asur, quello stesso giorno, si è presentata in Commissione sanità con questa proposta di emendamento alla legge di stabilità. Noi abbiamo fatto notare che non poteva essere iscritta nella discussione della sessione di bilancio, dopo di che, in Commissione bilancio, la volta che io ho sostituito il Consigliere Maggi, abbiamo rimarcato questa tematica e, quindi, si sono visti costretti, Presidente non per sua colpa, a presentare una proposta in fretta e furia.
C'è un iter che prevede che le proposte votate in Commissione, approvate o meno, vengano iscritte all'ordine del giorno del Consiglio entro i 20 giorni successivi, quindi se si fossero rispettati i tempi probabilmente i sindacati sarebbero stati auditi prima della approvazione della proposta di legge.
Non voglio entrare nel merito perché questi articoli sono a firma del dott. Ciccarelli che prova per l'ennesima volta a mettere una toppa ad una questione che risale al 2003. Se non c'è riuscito finora, non capisco perché debba insistere e infilarcela alla vigilia di Natale, in sede di sessione di bilancio, forse pensava che noi fossimo meno attenti oppure nuovi; purtroppo per lui le cose dovranno andare diversamente, perché ci sono dei regolamenti che prevedono non solo la possibilità di entrare nel merito delle questioni con le tempistiche garantite dallo Statuto, ma nel merito anche di quelle che sono risultate, a distanza di 10 anni, delle scelte inconsiderate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Capisco l'esecutivo che è nuovo a queste cose, ma questa è l'ennesima prova che anche questa volta si è fatto prendere le mani dai dirigenti di questa Regione. Secondo me, questo è il problema di fondo, è stata fatta una cosa in quel momento inopportuna perché non c'era stato un confronto con le parti sociali, una diversificazione non solo contrattuale, ma anche normativa da territorio a territorio in quanto ci sono i contratti di area.
Politicamente è stato un bell'errore, Consigliere Volpini, questo è stato effettivamente uno “scivolone”, come si dice nel gergo, avete recuperato perché il sindacato vi ha detto che c'era stata questa cosa.
Presidente Ceriscioli, qui si apre un problema di fondo in quanto inizia anche il rischio della mobilità. Occorre stare attenti perché qui parliamo di lavoratori che possono mobilitarsi in questo nuovo contesto, questo è il problema, da Pesaro ad Ascoli o viceversa, perciò ci penseranno i miei ex colleghi nella contrattazione che faranno con voi.
Il problema è reale ed è stato visto con molta leggerezza in un momento, presi nella velocizzazione dell'approvazione. La questione del personale è un problema vero, noi sappiamo che esiste questa differenza di trattamento, lo sapevamo, non abbiamo, come gruppo Lega Nord, scoperto l'acqua calda.
Perché c'è un trattamento differenziato? Perché ci sono stati dei dirigenti che hanno usato i lavoratori per prendere i premi di risultato, e lei lo sa questo, Presidente, un dirigente fra l'altro è anche un “amico mio” ed io lo amo molto.
C'è una legge che permette ai dirigenti di portarsi a casa i premi facendo anche cose fuori dal contratto collettivo nazionale di lavoro, e lei ha l'ennesima prova non solo di questo, anche perché non sono stati applicati i contratti collettivi nazionali di lavoro agli Ospedali riuniti di Torrette, per capirci.
Queste sono le cose che credo siano scivolate, come dico io, fuori dal binario, si riprenda un percorso serio che riguarda decine di migliaia di lavoratori che girano in questa grandissima azienda che è anche la più importante di questo settore, anche se penso che bisogna star attenti a come si opera.
Adesso avrete i nuovi dirigenti, quelli che vi risolveranno tutti i problemi e lei, Assessore, su questo fronte non avrà più nessun problema di contenziosi, quindi, le auguro un buon lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato, come del resto faccio sempre, gli interventi dei colleghi e mi sento di fare due precisazioni.
La prima: formalmente siamo in presenza non di un atto dell'esecutivo, ma di una proposta di legge consiliare. La seconda: Consigliera Pergolesi io non ho visto nessun documento, nessun atto, nessuna proposta a firma del dott. Ciccarelli, se lei ne è in possesso la socializzi e, visto che siamo nella stessa Commissione, a me farebbe piacere.
Detto questo voglio salvare sia l'anima che l'intelligenza e non dico che il percorso non sia stato anomalo, perché siamo in presenza di una legge approvata una quindicina di giorni fa e oggi la stiamo modificando. Fra l'altro i colleghi della Commissione sanità sanno che io ho discusso in Commissione, fermo restando la stima nei confronti del Presidente, dei colleghi, era presente anche il Presidente del Consiglio, perché volevo che ci fosse nel ripartire coerenza fra tutti gli atti. E se il Presidente Volpini non avesse convocato la Commissione sanità per domani, con al primo punto dell'ordine del giorno l'incontro con le segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil e Fiaz per un confronto sulle modalità riguardanti la contrattazione nel comparto sanità, era presente anche il Consigliere Fabbri, non avrei votato la proposta di modifica. L'ho detto chiaramente.
Questo fatto lo considero determinante perché si salda con il penultimo comma dell'intesa firmata dal Presidente Ceriscioli, dal Presidente Mastrovincenzo e dal Presidente Volpini, laddove si dice: “le parti hanno convenuto sulla necessità di apportare modifiche alla suddetta legge, in tal senso la IV Commissione aprirà un confronto con le organizzazioni sindacali da concludersi entro il 31 marzo”.
Questo comma aprirà un confronto, si aprirà domani, si concluderà entro il 31 marzo, la riunione è già convocata, dà una risposta anche a chi dice: “Guardate che nell'ultimo comma c'è scritto che nel frattempo sarà predisposta in tempi rapidi una proposta di legge volta a sospendere gli effetti”. Nell'accordo c'è scritto “volto a sospendere gli effetti”, mentre nella proposta c'è scritto che le disposizioni di questo articolo si applicheranno a decorrere dall'1 gennaio 2017. Quindi da un lato si chiede la sospensione degli effetti, dall'altro si rinvia, ma di fatto rimane quella legge lì. No, perché nella contrattazione, nelle relazioni istituzionali e sindacali dobbiamo costruire, anche con i contenuti a cui ha fatto riferimento il Consigliere Zaffiri, una proposta che tenga conto della complessità non soltanto dell'Asur, ma del sistema sanitario regionale nel suo insieme, che possa vedere non soltanto coerenza negli atti, ma protagonismo dei territori, del mondo del lavoro e delle ragioni del mondo del lavoro perché sappiamo che la motivazione è la ragione, sempre, principale e impriscindibile, tanto più quando si ha a che fare con la difesa di un diritto fondamentale come quello della salute.
Mi sembra che al di là dell'anomalia del percorso che non nego, ma mettendo insieme la legge, l'accordo, la convocazione della Commissione per domani, riusciremo a dare una risposta certa all'avvio di relazioni sindacali che sicuramente porteranno benefici alla sanità marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sono contento che tutti sono contenti e questa vicenda per me non è per nulla scandalosa perché come ogni cosa che avviene su questa terra ha spiegazioni abbondanti, si tratta solo di andarle a cercare.
Al di là delle facili battute e delle facili polemiche, a me fa piacere, Presidente Ceriscioli, perché su questa vicenda, anche se un po' rocambolesca, anche se un po' strana, abbiamo una occasione in più per mettere in chiaro, cioè in evidenza cose di cui in 5 anni non si è mai parlato.
Quando c'è chiarezza e penso per primi ai colleghi della minoranza che oggi hanno trovato insieme a noi un comune denominatore nel sostenere la validità dell'esperienza del Consigliere Bisonni, dell'Aula, trovo il clima molto più bello, molto più disteso, molto più consono al ruolo che, ripeto, dobbiamo conquistare.
Nel riconquistare questo ruolo mi permetto anche di dire, come ha detto il Consigliere Giancarli adesso, che abbiamo fatto una legge che avendola votata ed in qualche maniera avendo già espresso su questa un parere favorevole insieme agli altri colleghi di maggioranza della Commissione, mi permetto di ricordare che in quella sede noi cercammo di capire, perché siamo tutti un po' ingenui, ma non stupidi fino a questo punto, se su un argomento così delicato il sindacato fosse stato informato e c'è stato detto di si. Mi fermo qui, se no facciamo proprio la figura dei tontarelli e l'unico che capisce è il Consigliere Zaffiri, lui può darci lezioni di sindacato, come sindacalista di sinistra ha vissuto profondamente queste vicende, ma voglio dire, Consigliere Zaffiri mio, l'abbiamo chiesto e c'è stato detto: “I sindacati sono stati sentiti”.
Anche su questo non voglio approfondire perché la stampa normalmente non è presente quando parlo, ma quando dico qualche battuta strana subito la va a registrare, secondo me c'è stata un po' di confusione all'interno del sindacato. Questo per dire che l'equivoco lo spalmiamo un po' su tutti e mi sembra paradossale che si possa arrivare ad una proposta di questo tipo senza che non ci fosse stato niente, così a freddo, non ci credo, anche perché qualche piccolo riscontro ce l'ho avuto.
La seconda considerazione riguarda il bilancio. Ritorna questo argomento.
Mi permetto di ricordare che fino ad un recente passato noi avevamo provvedimenti di accompagnamento al bilancio di qualche decina di pagine, quest'anno è stato un bilancio che nella parte normativa è stato accompagnato da 2 o 3 paginette, si è sgonfiato completamente questo fenomeno, lo dico perché era una delle cose che stava lì dentro e, secondo me, stava anche dentro una logica. Tutto sommato è vero che era una cosa grossa, è vero che andava approfondita meglio, ma sicuramente fa parte della dimensione organizzativa, economica, perché non è indifferente rispetto a questo.
Nella sostanza rimane il fatto che questa cosa c'è da farla, Presidente. Su questo, in Commissione, come maggioranza siamo stati chiari, non c'è il dubbio se dobbiamo o non dobbiamo fare questa cosa, perché è dal 2003 che le aziende dovevano procedere a questa centralizzazione della loro attività contrattuale. Mi permetto di dire che in quella sede, non in quest'ultima, ma in quella precedente, mi sono permesso di dire e sottolineare, l'ho fatto anche in Aula, che questa benedetta contrattazione, poi dirò due parole sulla gestione, perché mi sembra che lì c'è un corto circuito che va interrotto, deve essere unica regionale.
Vorrei essere chiaro su questo aspetto perché, Presidente, come ho già avuto modo di far rilevare, con la finanziaria del 2015, votata nel 2014, avevamo votato anche un emendamento da me proposto ed approvato all'unanimità da quest'Aula nel quale si diceva che i concorsi dovevano diventare unici regionali. Non so se quest'anno ha ottenuto attuazione, non ha ottenuto attuazione perché il vero problema non è che noi, la Giunta o il Consiglio governiamo a queste cose, ma occorre mettersi d'accordo con qualcuno, perché se non lo fai la legge non conta niente.
Vorrei che questo principio finisse, anche per il bene del sindacato che torna a respirare, che torna ad essere meno istituzionale, che torna ad essere più “barricarello”, che torna fare gli scioperi, deve finire questa cultura in base alla quale tutto si aggiusta prima nelle segrete stanze. Facciamo finalmente chiarezza ed ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Non dico solo l'Asur, Presidente, parlo anche delle altre aziende perché non è concepibile che queste siano delle isole dove contrattualmente ognuno se la gioca come meglio può, creando anche, mi è stato detto, delle diseguaglianze clamorose sul territorio, perché sappiamo tutti che rispetto alla parte generale della contrattazione, la parte decentrata o tutti gli accessori oggi costituiscono la parte significativa del reddito dei lavoratori e su questa c'è il rischio che non qualche decina di euro, ma qualche centinaia di euro di differenza possa maturare da un posto ad un altro dentro lo stesso tipo di qualifica.
Abbiamo sostenuto in Commissione, penso tutti d'accordo, anche se non è parte scritta, che questa benedetta contrattazione diventi del Dipartimento, chiaramente affiancata dai direttori dell'azienda e conseguentemente anche il sistema di assunzione, perché il contratto è anche assunzione, avvenga in forma unica. Vorremmo vedere dal 2016, Presidente, un unico concorso per assumere l'infermiere con la qualifica XY, così come per i medici.
Capisco che per i medici è un po' più difficile, ma questi concorsi unici potrebbero anche finire perché si aspetta qualche mese di più, si mette la stessa figura di chirurgo, invece di farne uno a Torrette, uno all'Asur 1, uno all'Asur 3 e uno a Marche Nord e si fa un concorso unico per 5 posti, alleggerendo anche la tensione su questo tipo di concorso.
L'ultima cosa, la Commissione, secondo quanto è stato detto, aprirà un confronto, anche qui dal punto di vista istituzionale vorrei essere molto chiaro, mi sembra una cosa un po' anomala che la Commissione entri in un confronto per fare una legge
La Commissione ha come modalità quella dell'audizione, perché non è titolata a prendere una decisione definitiva su una legge che vota e che propone all'Aula.
Diversa è la trattativa o il confronto che la Giunta può avviare parallelamente per dire al sindacato: “Su questa materia, in futuro, noi intenderemo comportarci in questa maniera”. E' chiaro che il contributo dell'esecutivo è fondamentale, è ovvio, altrimenti da un punto di vista strettamente legislativo per noi la legge era finita lì.
Qual è il compito del Consiglio? E' dire, per quanto attiene alla contrattazione decentrata, questa finisce e si dà esecuzione a quello già previsto nel 2003, cioè si va alla contrattazione unica d'azienda e mi auguro regionale.
Non so se è chiaro questo passaggio. Non è che noi ci mettiamo a contrattare con i sindacati, sarebbe una cosa pazzesca, creeremo un precedente istituzionale gravissimo, anche perché, ripeto, mi sembra ovvio che in Commissione, non in una sola seduta, ma due, tre, perché vorrò capirci bene, ascolteremo il sindacato per capire tutti gli addentellati di questa questione che non sono pochi in quanto immagino che le ripercussioni siano tante, fra l'altro c'è un consolidato di 13 anni, cioè sono 13 anni che si va avanti con questa prassi e oggi c'è da mettere in piedi una prassi diversa.
Questo significa che oltre a quello che deliberammo a dicembre c'è da deliberare qualcosa in più? E' questo che vorrei capire, perché se il problema è solo applicativo qual è la parte in più della nostra deliberazione? Se alla fine c'è da dire prendiamo atto di quello che c'era e finalmente si dà esecuzione e si modifica quella parte, il discorso è finito, in che cosa consiste allora il nostro ascolto del sindacato? C'è qualche aggiustamento? Non si passerà subito e direttamente alla contrattazione centralizzata? Ci sarà una fase intermedia? La legge lo deve recepire?
Questo è ancora ragionevole, ma ripeto l'obiettivo finale è che si arrivi alla contrattazione centrale, poi, come in tutte le aziende, si possono addirittura fare le contrattazioni di reparto. Ad esempio, in una grande azienda come la Fiat, reparto per reparto, si vanno a vedere i problemi specifici del settore, ma l'architrave delle norme, la possibilità, per esempio, che ci sia una mobilità un po' più aperta dell'attuale, dico un paradosso: oggi un lavoratore della sanità dell'Asur n. 2 di Ancona che sta a Cingoli in provincia di Macerata non può essere spostato se non dopo grande procedura a Macerata, cioè a distanza di 25 chilometri.
Ragazzi, la tutela è una cosa, ma prenderci in giro è un'altra. Le esigenze della sanità alle quali andremo incontro sono quelle che sono. Capisco uno che da Pesaro deve andare a lavorare a San Benedetto, questo si, allora darsi delle regole in questo senso significa essere ragionevoli intorno ad un problema che andrà sicuramente risolto.
Sui tempi, Presidente, abbiamo esagerato. Ho incontrato recentemente dei sindacalisti amici i quali mi hanno detto: “Abbiamo chiesto 3 mesi ci avete dato un anno, è la prima volta che veniamo scavalcati dalla politica. A noi bastavano 3 mesi, fino a marzo per poter chiarire queste cose”, ma come ho già detto in Commissione: meglio così, piuttosto che a fine marzo fare una proroga per altri due mesi perché le cose non sono state chiuse.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Mi ha chiamato in causa il Consigliere Giancarli che ringrazio per cotanta attenzione, ma vorrei ricordargli che forse era assente alla Commissione, mi sembra che sia arrivato dopo, ...
(interrompe il Consigliere Giancarli)
Romina PERGOLESI. Mi sto riferendo alla prima Commissione quella in cui è stata proposta la presente legge dal Signor Ciccarelli. Lei è arrivato più tardi, poi successivamente c'è stata l'altra Commissione sul bilancio, eravamo proprio agli sgoccioli della legge di stabilità. Essendo arrivato più tardi non ha visto, non ha sentito la relazione del nostro ormai fedelissimo Ciccarelli che è sempre in Commissione in cui ha esplicitamente detto che questa cosa ha provato a farla in più di una occasione.
Mi meraviglio che il Consigliere Marconi oggi l'appoggi quando nella vecchia legislatura c'eravate, quindi non afferro l'urgenza di farla alla vigilia della votazione della legge di stabilità, se bastavano 3 mesi di concertazione per l'attuazione di questa proposta di legge, non capisco perché non sia stato fatto prima. Tutto qua. Grazie.
PRESIDENTE. Preciso che non è fatto personale, questa è una precisazione, nulla le è stato attribuito personalmente, quindi è un altro discorso. E' una valutazione molto personale.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche parole perché già il Consigliere Marconi ha espresso alcune delle questioni su cui volevo intervenire.
Qui sono state poste questioni di metodo, di comunicazione che sono senza dubbio importanti, però tornerei alla sostanza delle cose che credo debba concentrarsi sulla scelta di fondo che è stata fatta che si ritiene ispirata al tema dell'equità. La scelta è quella di fare in modo che la contrattazione che viene fatta all'interno dell'Asur non discrimini, a livello territoriale, professionisti e operatori del sistema sanitario regionale con dei trattamenti diversificati.
Penso che questa sia una considerazione di buon senso, anzi ricordo che in quel dibattito abbiamo detto che questa cosa avrebbe dovuto essere estesa, nel senso che altre aziende, come l'Azienda ospedaliera, avrebbero potuto avere un raccordo nella contrattazione che veniva effettuata.
Condivido pienamente l'impostazione che il Presidente della Commissione ed anche i firmatari di questa proposta hanno dato a questo atto che ad oggi garantisce che esistano delle Rsu, che sono ancora in vigore e possono continuare a svolgere il loro lavoro fino alla fine del loro mandato.
Credo che sia utile fare emergere l'aspetto sostanziale su cui però, a quanto ne so, c'è anche un accordo dei sindacati. Immaginiamo un momento in cui il chirurgo che lavora all'ospedale di Urbino e quello che lavora nell'ospedale di Civitanova possano essere trattati nello stesso modo perché hanno un'unica contrattazione.
E' chiaro che in questa lunga fase che ha portato dal 2003 in poi alla formalizzazione dell'Asur l'aspetto della contrattazione decentrata è rimasto quello su cui meno si è pigiato l'acceleratore nella operazionalizzazione dell'Asur.
Credo che questa proposta vada benissimo perché, ripeto, consente di evitare alcuni problemi, di ristabilire alcuni aspetti di metodo, però non perdiamo di vista l'obiettivo finale che credo che sia importante.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Credo di avere troppa stima dei Consiglieri Giancarli e Marconi per dire che non credono in quello che hanno detto, li ammiro, ho apprezzato molto l'arzigogolare, in modo particolare, del Consigliere Giancarli, come quello del Consigliere Marconi quando dice che c'è questo clima sereno ed ecumenico …
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. E' vero che è l'anno della misericordia, il Giubileo, vogliamoci bene, però questo ecumenismo faccio fatica a vederlo. C'è la Santa Casa di Loreto e quando rivolgiamo lo sguardo in quella direzione, siamo tutti convinti!
Ammettere di aver sbagliato è sintomo anche di intelligenza, quindi lo si può dire, perché è vero come ha detto il Consigliere Marconi, io non ero presente nella scorsa legislatura, che a fine anno c'erano le multi proroghe e cose varie, però anche se ce ne fosse stata una soltanto e fatta in quel modo, quando stavamo in piedi senza discutere, senza capire quello che si stava facendo, con il titolo soltanto della legge, francamente si poteva evitare perché adesso la toppa non è bella e forse è più brutta del buco. Se è vero come ha detto il Consigliere Giancarli che è stato messo in piedi un percorso per la legge: un accordo fatto in Commissione, la convocazione con i sindacati, il processo poteva essere po' diverso, forse si trattava di mettersi d'accordo prima anche su questa legge, fare cioè delle convocazioni, attuare un confronto ed in sintesi modificare la norma.
Addirittura si dice che il sindacato ha chiesto 3 mesi di concertazione, noi gli abbiamo dato un anno perché sappiamo come andrà a finire, e cioè che in tre mesi non faremo nemmeno la prima convocazione. Questa non è un'immagine molto bella del Consiglio, era molto più pragmatico, politicamente molto più corretto, iniziare un confronto sereno alla fine del quale tornare in Aula per capire che cosa era stato detto e se era il caso di modificare o meno questa norma per riportare questa contrattazione a livello territoriale, anche se, come ha detto il Consigliere Marconi, mi sembra giusto, che questa perequazione sul territorio della regione venga fatta. Questa perequazione di trattamento dal punto di vista sindacale, dal punto di vista normale, va fatta.
Il percorso che è stato compiuto in questo modo lascia dei dubbi, delle perplessità per il pressapochismo, sembra quasi di voler, in qualche modo, essere alla berlina di ogni soffio di vento, mi dà tanto l'idea della piccola vedetta lombarda, oppure di quel galletto che sopra al comignolo di tanti camini gira come tira il vento e quando si ferma si vede da che parte sta. Questa non mi sembra una situazione molto corretta per cui io ero contrario alla prima legge votata, mi sembra, il 23 o il 22 dicembre, purtroppo sono contrario proprio per il metodo anche questa volta, non nella sostanza. Questo è il concetto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non riprenderò le cose che abbiamo detto, però concordo su un punto con il Consigliere Celani, tra l'altro l'ho fatto presente anche nel mio intervento, noi non dobbiamo mai offendere la nostra intelligenza, quella dell'Aula, dei colleghi, quindi da questo punto di vista siamo d'accordo, come non mi appartiene il riferimento alle persone, Consigliera Pergolesi, per le quali c'è soltanto rispetto. Semmai sono abituato a contrastare le idee, le proposte, i progetti che non condivido, non le persone, quindi mi dispiace se l'ha presa così.
Sono un componente della IV Commissione e in quella seduta per il Movimento 5 Stelle era presente il Consigliere Fabbri e credo di aver esplicitato tutte le ragioni su cui costruivamo la proposta. Non sono arrivato in ritardo in Commissione bilancio, io non ne sono componente, sono passato per caso e sono venuto in Commissione, però, ripeto, ribadisco, la proposta è consiliare, poi se in quella sede l'ha illustrata un dirigente del servizio salute, non lo so, ma è una proposta di iniziativa consiliare.
In Commissione sanità tra l'altro non era venuta dal Servizio salute ma da un altro, come il Presidente Volpini ha detto poc'anzi, figuriamoci se il problema è chi illustra l'atto, il problema è che la proposta di legge è di iniziativa consiliare, su cui abbiamo riflettuto, su cui prima del nostro c'è stato un intervento autorevole del Presidente della Giunta, del Presente del Consiglio, del Presidente della Commissione e si era stabilito un percorso, si era rimesso in qualche modo in discussione un percorso fatto, stabilendone uno nuovo.
Mi sembra che ci sia stata chiarezza e trasparenza nella formulazione degli atti e nella volontà di giungere ad una proposta condivisa con le organizzazioni sindacali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Vorrei ricordare un attimo l'iter di questa legge. Ho chiesto al Presidente di poter parlare al suo posto per dire che noi voteremo contro perché non ci si può venire a dire che una proposta presentata da un dirigente, alla vigilia di una legge di stabilità, su una legge regionale di più di 10 anni fa, sia una questione talmente urgente da surclassare l'iter di democrazia partecipativa previsto dallo stesso Statuto.
Se la proposta è venuta da un altro ufficio, è stata presentata dal dott. Ciccarelli, quindi io ci vedo sotto la sua firma, mi dispiace.
Lei non era in Commissione sanità, io successivamente sono stata anche in Comissione bilancio in sostituzione, quindi quel giorno ho partecipato a due Commissioni belle corpose, tant'è che siamo rimasti lì fino alle 9. In genere queste cose non le dimentico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Per stesse motivazioni che accennava prima il Consigliere Celani, anche noi non siamo d'accordo nel modo in cui sono state impostate le pratiche, per cui anche noi voteremo contro.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 27. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 11
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programmazione rete scolastica per l'anno scolastico 2016/2017. Deliberazione dell'Assemblea legislativa regionale 22 settembre 2015, n. 5”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 11 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. In premessa devo dire che sono relatore di questo atto anche se il relatore nello step delle linee guida e nella proposta di legge era il Consigliere Urbinati che oggi è assente per motivi legati alla sua funzione, per cui mi sento, pubblicamente, di ringraziarlo per il lavoro che ha svolto nelle precedenti fasi.
Con questa proposta di atto amministrativo si giunge al termine dell'iter previsto per il dimensionamento scolastico di cui alcuni tratti li ha già anticipati prima l'Assessore Bravi rispondendo ad un'interrogazione che toccava marginalmente questo tema.
La proposta di atto amministrativo si conclude con una proposta della Giunta che arriva al termine dell'iter previsto: le fasi dell'audizione dei vari attori interessati, le istanze che sono giunte dai vari territori e dalle varie istituzioni scolastiche, considerando una novità anche l'insediamento di una nuova Giunta, soprattutto per una maggiore e precisa valutazione di ciò che potrà essere delle varie istanze pervenute, al cospetto, diciamo, di una programmata attività di audizione. Un'apposita Commissione fin dal mese di febbraio, quindi imminente, per due volte al mese, sarà un tavolo permanente di confronto, di audizione, di esame, di tutte le varie questioni che possono essere importanti ai fini della determinazione di questo nuovo dimensionamento scolastico.
Le proposte che sono state approvate dalle varie province, riferite al dimensionamento ed all'offerta formativa delle varie istituzioni di secondo grado, sono state in poche parole sospesa. La Giunta regionale prevede la sospensione di queste varie proposte, in attesa di assumere migliori e maggiori elementi sia sotto il profilo della popolazione scolastica che sotto il profilo delle strutture scolastiche nelle quali andrebbero dislocate tali attività, con ulteriori analisi riferite all'organizzazione dei servizi di trasporto, ma forse l'aspetto principale credo possa individuarsi nella volatilità della domanda che perviene dalla società. Sappiamo che viviamo momenti in cui abbastanza frequentemente e di fretta si cambia orientamento, anche dal punto di vista dei contesti territoriali di riferimento, soprattutto per le scelte che vengono un po' condizionate dagli aspetti socio economici dei vari territori.
Credo che i punti siano tutti rilevanti, ma questo non è secondario e personalmente esprimo il mio parere favorevole a questa riflessione che la Giunta propone e che ho avuto modo di approfondire personalmente con l'Assessore Bravi, sempre disponibile a motivazioni robuste e persuasive.
Questa disponibilità ad ottenere maggiore contezza e un maggior chiarimento, affinché tutte le varie le dinamiche e tutti i vari elementi in gioco per poter addivenire a una fotografia più completa, è sicuramente importante ai fini di una scelta più stabile, perché questo ricorre nelle linee guida, lo sappiamo bene.
L'esigenza di ricorrere a una fotografia maggiormente stabile credo che giustifichi questo ulteriore periodo di tempo richiesto al fine di valutare tutte le variabili, chiamiamole così, che possono incidere in una determinazione di questa natura.
Sottolineo anche l'importanza che questo rinvio non è fine a sè stesso, ma è un rinvio attivo che godrà anche dell'appoggio di questo tavolo stabile nel quale tutti i vari attori porteranno le loro istanze ed essere motivo di confronto e di approfondimento per giungere a questa determinazione conclusiva per l'anno scolastico 2017-2018.
Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno la linea di principio che ha ispirato questa delibera di Giunta sul dimensionamento scolastico che è quella di lasciare le cose invariate al fine di acquisire ulteriori elementi nell'anno scolastico che verrà. Ulteriori conoscenze per poi procedere il prossimo anno, con elementi aggiuntivi rispetto a quelli attuali, ad una possibile rivisitazione in base alle esigenze che sono emerse dal territorio.
C''è stata la sospensione delle proposte che sono arrivate dalle Province, sospensione che serve per fare una analisi più puntuale e scientifica delle esigenze del territorio e delle potenzialità. Quest'anno occorrerà programmare una serie di incontri, così come ci hanno spiegato anche i dirigenti in Commissione, con le rappresentanze dei territori per avere una risposta puntuale. Per le scuole superiori occorrerà verificare i fabbisogni formativi delle imprese, del territorio, le potenzialità occupazionali dei territori, le potenzialità degli istituti, per una riorganizzazione. Per le scuole dell'obbligo dovrà essere condotto un approfondimento attraverso gli amministratori locali, per verificare come meglio rappresentarsi e cercare di arrivare ad una ipotesi che tenga conto di tutte le opportunità e le potenzialità.
Condivido, come ho già detto in Commissione, questo percorso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. A me dispiace essere probabilmente una voce fuori dal coro su questo argomento perché credo che quando si parla di istruzione, di scuola, si parla di territori, si parla di futuro, dobbiamo essere abbastanza precisi, puntuali e tempestivi nel dare risposte.
Credo che questa delibera/non delibera sia ancora una volta la dimostrazione dell'incapacità di dare risposte tempestive a quelle che sono le esigenze, non dico le richieste, indispensabili dei nostri territori.
Dispiace perché penso che su questo argomento non si possa perdere tempo, quello che mi rammarica, come vedremo, sono talune motivazioni che sono state inserite nell'atto amministrativo.
Questa decisione di non decidere io non la vedo positivamente, in particolare per quanto riguarda, ad esempio, la mia provincia perché già sono 2 anni che non si decide, sono due anni che il sistema della rete scolastica è a pezzi, sono 2 anni che perdiamo dirigenze, sono 2 anni che arrivano dei reggenti che non possono dare quella dovuta attenzione a quelle scuole perché ci stanno raramente. Può darsi che il Ministero non li tratti nel modo giusto, non voglio entrare nel merito, sta di fatto che in alcune province, soprattutto nel sud, da noi, nel piceno, le cose non funzionano, anzi vanno malissimo da questo punto di vista, ed io che da qualche anno non sono più nelle aule scolastiche, però le ho frequentate come insegnante per circa 19 anni, per cui credo di aver avuto qualche segnale.
Quello che più mi fa specie e che mi sembra paradossale sono le motivazioni che taluni che sono intervenuti, hanno visto come una grande novità, come un grado di attenzione particolare verso i territori. Secondo me è invece una ammissione di scarsa attenzione, di scarsa conoscenza di quelle che sono le realtà territoriali. Infatti nell'atto amministrativo che ci avete presentato a pagina 11, si dice che a seguito di questo confronto che c'è stato il 21 dicembre tra tutte le componenti, le Province, la Regione, l'Ufficio scolastico regionale, le rappresentanze sindacali, si decide di sospendere tutte le proposte approvate dalle Province, dopo dirò qualcosa su questo, al fine di istituire un tavolo permanente che a partire da febbraio si riunirà almeno due volte al mese e si indica pure il numero, per esaminare che cosa? La situazione territoriale, la consistenza della popolazione scolastica, la consistenza del patrimonio edilizio e dei laboratori, l'adeguatezza della rete dei trasporti e la definizione dei nuovi criteri per il ridimensionamento delle istituzioni scolastiche secondarie di 2° grado e per studiare il contesto territoriale da un punto di vista economico e sociale e …
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, chiedo il silenzio in Aula.
Piero CELANI. … per la definizione di nuovi criteri e proposte di offerta formativa.
Se noi siamo qui e diciamo che ancora non conosciamo la consistenza della popolazione scolastica, è un fallimento! La consistenza della popolazione scolastica ce l'abbiamo sotto gli occhi tutti, Ce l'hanno le Province, gli Uffici scolastici provinciali, l'Ufficio scolastico regionale, anzi abbiamo anche il flusso migratorio da istituto a istituto, ce l'abbiamo anno per anno, ce l'abbiamo da 10 anni a questa parte, abbiamo dei dati incredibili, tutti ce li abbiamo!
La consistenza del patrimonio scolastico, ma ragazzi scherziamo? Non sappiamo qual è la consistenza del patrimonio? La consistenza ce l'abbiamo tutti, basta chiedere all'Assessore al patrimonio di ogni singola Provincia, oppure dei Comuni ed abbiamo tutto, credo che ce l'abbia pure l'Assessorato.
Non abbiamo il discorso dell'adeguatezza o meno della rete dei trasporti scolastici? Ma di cosa parliamo? Vuol dire che siamo all'anno 0, che siamo peggio non so di quale Paese sottosviluppato. Peggio ancora quando diciamo che dobbiamo analizzare i contesti socio economici per vedere quali sono i fabbisogni formativi per l'istituzione di nuovi corsi. Questa è la prima cosa che si fa, le esigenze dei fabbisogni formativi, ma non dico chiederli all'Ufficio scolastico provinciale, perché ogni Provincia fa questo tipo di scouting sul territorio, basta chiederlo alle organizzazioni datoriali e si vedono quali sono i fabbisogni formativi.
Stiamo attenti quando scriviamo queste cose perchè, secondo me, questa è una ammissione di inadeguatezza strutturale del nostro sistema, e non è così. Io posso dire che non è così, questa non è la verità, perché lo sappiamo, lo sapete, l'Assessorato lo sa, i tecnici lo sanno, lo sanno tutti come siamo messi con la rete dei trasporti, come siamo messi con il patrimonio di edilizia scolastica, come siamo messi con il numero dei ragazzi, con i flussi migratori, dispiace perché nei territori su questo si lavora da sempre.
I problemi saranno altri, dopo li vedremo, non saranno i problemi tecnici, non diamo sempre la colpa ai tecnici, perché ormai c'è questo andazzo. Per Aerdorica si sbaglia il bando e la colpta è dei tecnici, per la sanità è colpa dei tecnici, il bilancio è tecnico, allora che ci stiamo a fare qua se tutto lo ribaltiamo sui tecnici. Non è così, c'è la politica che deve decidere, deve prendere in mano la situazione e deve capire quelle cose che vanno e quelle che non vanno e poi decidere perché ritardare la decisione di un ulteriore anno su questo aspetto significa che il prossimo anno avremo più istituti che andranno sottodimensionati con problemi ancora più seri, sia quest'anno che il prossimo perché perderemo un anno.
La prossima programmazione che faremo sarà quella del 2017-2018, questo è il problema, vi rendete conto? Questo grande entusiasmo perché abbiamo interrotto questa cosa io non lo vedo.
A me dispiace dire queste cose perché ho profonda stima dell'Assessore Bravi con cui mi sono confrontato e capisco che certe situazioni lei probabilmente le avrebbe gestite diversamente, lo dico con onestà intellettuale, non ci sono problemi da questo punto di vista. Poi dirò come voterò, proprio in virtù di questa stima che ho nei suoi confronti, però di fatto partiamo con il piede sbagliato in un settore importante come la scuola, come la formazione. Partiamo con la scarsa attenzione ai territori.
La Regione doveva prendere in mano molto prima questo discorso e richiamare all'ovile immediatamente quelle Province e quei Comuni che non si attenevano alle linee guida che la Regione in modo molto organico fa e si sforza di fare. E' inutile che poi a settembre o a luglio si deliberano le linee guida che devono essere date alle Province, quando ogni Provincia fa a proprio modo, secondo quelle che sono le esigenze o le spinte politiche per salvaguardare questa dirigenza oppure per implementare quel ciclo, per ingrandire questo istituto, dare una articolazione in più all'interno di un indirizzo o meno. Ormai dobbiamo abbandonare questo tipo di discorso.
Veniamo un attimo alla sostanza che è quella che mi interessa in modo particolare fatto questo cappello di carattere generale.
Andiamo a vedere l'esempio sistemico e lapalissiano di quello che è successo nella provincia di Ascoli dove c'è una linea guida, un atto di indirizzo che abbiamo votato qui. Molto bello, molto importante, condiviso da tutti, ne abbiamo parlato perché erano richiamati dei concetti fondamentali, quali quelli di dare stabilità a medio e lungo termine al sistema scolastico per evitare le reggenze, perché quando un istituto è dimensionato in un certo modo, ha un suo dirigente che dà le sue linee e rimane lì per almeno 3 anni, se non 5 o 6 proprio per consolidare il sistema; questo credo che l'abbiamo condiviso tutti, poi che cosa abbiamo detto? Abbiamo detto che laddove era possibile non dovevano essere aumentate le autonomie scolastiche che dovevano rimanere quelle che erano, addirittura ridurle, proprio per fare in modo che gli istituti negli anni futuri non avessero a soffrire.
Terza considerazione molto importante che deriva proprio da quello scouting che tutti noi facciamo nei territori attraverso gli enti locali, oppure attraverso le organizzazioni di categoria, è quello di capire quali sono i fabbisogni formativi e favorire la nascita o la stabilizzazione dei poli tecnico-professionali che è uno degli aspetti fondamentali per quanto riguarda la nostra regione, ma in generale per quanto riguarda l'Italia. Noi lì soffriamo moltissimo, maledettamente, perché talune professioni, talune qualifiche, taluni lavori si stanno perdendo proprio per mancanza di operatori, quindi la nascita di poli tecnici-professionali. Faccio l'esempio: ad Ascoli accade il contrario di tutto e chi governa questo procedimento …, non entro nel merito, non voglio ritornare sull'interrogazione fatta dalla Consigliera Leonardi, ma sento un po' di disagio quando certe proposte vengono da dirigenti scolastici che sono Consiglieri provinciali che hanno la delega all'istruzione, che hanno la delega all'edilizia scolastica, sono anche Consiglieri comunali che fanno proposte di razionalizzazione che riguardano l'istituto dove reggono la dirigenza.
E' inutile che stiamo qui a perdere tempo se poi la politica prevarica tutto, se prevarica il sistema, se prevarica le cognizioni di buon senso, se prevarica la legge, se prevarica la normativa, le norme di indirizzo, una cosa di questo tipo non è proprio possibile e se non si è avuto il corraggio di stoppare, in qualche modo, quella situazione …, diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, non vorrei che questo comporti un effetto trascinamento in tutte le altre province e, non potendo approvare una proposta come quella di Ascoli, che è una proposta indecente dal punto di vista normativo, contro ogni direttiva e al tempo stesso non potendo dire di no a chi l'aveva fatta, in quanto era organica ad un partito politico, transeat, si è detto: “Sospendiamo tutto, ci inventiamo questo discorso e trasciniamo tutte le altre 4 province”.
Non può andare così, certo mi direte che non è così, ripeto, ho fatto una premessa, faccio peccato a pensar male, però, caro Assessore Cesetti, a volte ci si azzecca.
Queste sono le motivazioni per cui io non sono affatto entusiasta di questo modo di procedere perché si doveva chiudere, si doveva arrivare a dare stabilità al sistema, cercando di riportare tutto, partendo in anticipo, in quelli che erano i binari che la Regione aveva trattato.
Do merito all'Assessore se è stata lei a sospendere tutto, perché ha evitato qualcosa che non stava né in cielo né in terra. Se questa fosse stata la motivazione, lo dico fin da adesso, avrei votato contro, però per un atto di fiducia che su questo aspetto do all'Assessore, le riconosco l'impegno di essere riuscita a bloccare uno scempio nella nostra provincia di Ascoli, quindi, mi asterrò dal votare. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Questa mattina, questo documento è molto strano, sembrava che determinate richieste fossero state accettate e che il rinvio fosse la cosa più ottimale per verificare con più attenzione cosa sarebbe accaduto in questo settore.
Valuto questo rinvio, che non aiuta assolutamente a risolvere i problemi del territorio, un rinvio tecnico e politico perché nei territori c'è conflittualità, in modo particolare nella sanità.
Cito il caso di Fano dove c'è una conflittualità molto accesa per l'istituto Cesare Battisti e nello stesso tempo, nello stesso territorio c'è un contrasto molto forte per quanto riguarda il problema sanitario.
E' ovvio che il Partito Democratico in questo territorio non può subire due ostilità, di questo io parlo, e allora come Ponzio Pilato si è lavato le mani e ha rinviato.
Mi dispiace per l'Assessore perché ritengo che sia una persona molto intelligente e attenta alla sensibilità dei territori. Mi dispiace, è caduta in questo tranello, però fa parte della maggioranza, quindi, la invito a guardare con più attenzione i problemi della scuola che non possono essere risolti o non affrontati ed in questo caso non si sono risolti e non si sono affrontati perché esistevano ed esistono queste conflittualità.
Noi abbiamo un problema molto difficile da risolvere che è quello della scuola. Occorre dare risposte ai nostri ragazzi su che tipo di scuola scegliere perchè magari possono trovare un'occupazione diversa rispetto a ciò che oggi seguono gran parte dei giovani. Le iscrizioni agli istituti scientifici aumentano, non agli istituti tecnici dove è possibile con facilità trovare qualche posto di lavoro, se esiste. Questo aspetto politico è il vero problema di questo rinvio. Questo, secondo me, è il passaggio importante ed il fatto che la scuola debba subire un ulteriore rinvio per non fare scelte, perché ci sono problemi di micro conflittualità sul territorio, è una questione gravissima.
Credo che questo problema non possa chiudersi con un aspetto positivo, vogliamoci bene e rinviamo, io dico che andava deciso, cito nuovamente l'esempio del Cesare Battisti di Fano, non è possibile che un territorio venga depauperato sia della scuola che della sanità. E' questo ciò che sta accadendo in quella realtà territoriale.
La politica deve fare delle scelte, deve fare delle proposte, non può accettare il rinvio che è troppo lungo, inaccettabile e fa mancare le decisioni. Ancora una volta questa Giunta si dimostra in ritardo sulle proposte e sulle risposte da dare ai marchigiani. E' l'ennesima, secondo me, bocciatura, l'abbiamo già evidenziato in altri aspetti di programmazione, scelte che questa Regione, ancora una volta, non fa per questa comunità marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Accorperò una breve dichiarazione e la dichiarazione di voto. Noi ci asterremo perché pensiamo che questa cosa non sia degna neanche della nostra opposizione, del nostro voto contrario, è veramente una proposta che delega ad altri, si lava le mani, pilatesca, come ha detto il Consigliere Zaffiri, e piratesca come ha insinuato il Consigliere Celani.
Noi siamo andati in Commissione con questo atto amministrativo che oggi stiamo discutendo, devo dire una Commissione surreale, c'erano due dirigenti della Regione che per spiegarci questo atto amministrativo ci hanno detto: “Non è cambiato nulla, è rimasto tutto come era in precedenza”. Ci siamo guardati piuttosto imbarazzati anche con i colleghi della maggioranza e abbiamo provato a fare alcune domande. Nello specifico, visto che sono stato eletto nella provincia d'Ancona, in merito all'Istituto alberghiero di Loreto che si chiama Einstein Nebbia ho chiesto: “Siccome tutto viene delegato alle Province e l'Istituto alberghiero di Loreto ha un sovradimensionamento di iscrizioni, ha un eccesso di iscrizioni, quindi si parla di fare una sezione distaccata a Porto Recanati che è fuori provincia, che cosa ci può dire, a che punto è questo decentramento?” I dirigenti hanno risposto: “Noi di questo non sappiamo nulla”.
Queste sono state la domanda e la risposta per cui adesso, con un aggettivo che io uso spesso, noi che siamo neofiti della politica, abbiamo appreso che ci sono degli intrecci e delle cose presunte che hanno portato la Regione a non decidere.
Questa prassi sta diventando preoccupante perché in un settore così importante come quello della scuola, che dovrebbe formare la dirigenza di domani, del prossimo futuro, si decide di non decidere e si preparano documenti che non hanno nessun tipo di contenuto e non hanno nessun tipo di indirizzo, per cui noi ci asterremo su questo atto amministrativo, perché, ripeto, non gli riserviamo neppure l'attenzione di votare contro perché si vota contro a dei contenuti e qui di contenuti non ce ne sono.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie. Sono favorevole a questo atto amministrativo anche perché ho avuto modo più volte di chiedere all'Assessore di modificarlo ed ha avuto la grande sensibilità a fermare un po' tutte le pressioni che sono arrivate dai vari territori, varie istanze molto diverse tra loro, vari interessi diversi tra loro. Credo che non sia stato facile.
Questa Giunta, anche se ormai sono passati diversi mesi dall'insediamento, ha trovato alcune situazioni sulle quali, diciamoci la verità, occorreva prendere delle decisioni importanti per dare stabilità alla scuola, per dare un percorso coerente all'insegnamento che la scuola deve rappresentare sul territorio.
Quelle decisioni si sarebbero scontrate con tanti piccoli interessi diversi, in modo particolare gli accorpamenti, tanto che su questa vicenda si giocava e si gioca ancora una partita molto importante.
Oggi non risolviamo il problema perché questa delibera di fatto congela lo stato attuale e lo rinvia ai prossimi anni, quello che mi auguro è che da questa approvazione ed anche da questo voto favorevole che arriva da gran parte dell'Aula, l'Assessore ne faccia l'uso che le serve, e possa darle la forza per andare nei territori, fare delle trattative, cercare di trovare la sintesi delle esigenze tenendo conto anche di certi equilibri anche di importanza territoriale. Non possono essere le Province a colpire indiscriminatamente alcune parti del loro territorio, deve esserci un equilibrio e la Regione che è un organo superiore, deve fare la sintesi tra tutti i territori. Quel potere è bene esercitato.
Assessore, l'ho fatto anch'io, come alcuni dirigenti scolastici, in quella competizione sana che vede la richiesta di iscrizioni e, in qualche modo, il superamento di quei limiti che la legge impone. Competizione sana vuol dire che le scuole si devono adoperare per raccontarsi, andare nelle scuole medie a parlare dei servizi che erogano, delle capacità di collocamento lavorativo, dei profili scolastici che riescono a realizzarsi negli studenti. Le scuole che sono al limite del numero di iscrizioni minime devono impegnarsi.
Abbiamo risolto alcuni problemi in questo territorio ed alcuni dirigenti scolastici non verranno accorpati. Le questioni si porranno fra qualche mese, quindi è bene che i dirigenti scolastici utilizzino questo tempo non per aspettare il prossimo problema o cercare di rinviarlo ulteriormente, ma dandosi da fare per trovare anche quegli iscritti che non possono essere avvicinati. Non c'è una comunicazione persuasiva nei confronti di molti studenti. Penso, quindi, che sarà un anno di opportunità e di analisi del territorio e lei da insegnante, da Assessore, saprà esercitare questo ruolo.
Personalmente ho presentato ieri un emendamento e questa mattina insieme ad altri colleghi un sub emendamento perché una cosa era sfuggita in tutto questo dibattito. Lei il 23 dicembre aveva annunciato con un comunicato stampa che per quanto riguardava gli istituti che registravano un boom di iscrizioni ed avevano necessità di aule, le Province potevano reperire spazi disponibili non utilizzati in tutto l'ambito regionale senza la necessità di chiedere ulteriori autorizzazioni alla Regione.
Credo che questo sia il suo pensiero e siccome non l'ho ritrovato nell'atto amministrativo, mi sono permesso, non da solo, ma insieme ad altri, di reintrodurlo con un sub emendamento che spero l'Aula approvi, perché credo che ci voglia anche un po' di buon senso.
Fermarsi semplicemente alla lettura scontata delle norme per non prendersi mai la responsabilità, secondo me non è un comportamento da manager della pubblica amministrazione. E' la differenza tra fare l'impiegato che alle 17,30 fa cadere la penna e il manager. Se una persona decide di fare il manager nella pubblica amministrazione, così come avviene nelle aziende private, è necessario che concorra al rischio, concorra all'efficienza, concorra all'impegno e qualche volta, anche in una lettura dogmatica delle norme, va trovato il buon senso, quindi invito non a lei ma ai funzionari che magari vedrà e contatterà di usare quel buon senso e di non fare la mera lettura enciclopedica delle norme per le quali non c'è bisogno di avere dei dirigenti ai vertici che prendono lauti stipendi. Se dobbiamo semplicemente applicare le norme, basta qualche buon segretario vecchio stile, i manager non servono nella pubblica amministrazione. In modo particolare per la Provincia di Pesaro, penso ad esempio al Cecchi, all'istituto agrario di Pesaro che ha per fortuna un'esplosione di iscrizioni ed in qualche modo ha avuto più volte la disponibilità dal Comune di Fano e di altri enti per avere delle aule non utilizzate. Buon senso significa questo. Non dobbiamo stravolgere la normativa, diamo la possibilità alle Province, ai Comuni di dare spazi idonei alla pubblica istruzione per fare corsi scolastici come l'agraria. Quella scuola magari ha tanti scritti fanesi o dell'entroterra di Fano che potrebbero essere avvantaggiati e, piuttosto che viaggiare per ore la mattina presto nell'andare in una scuola, in una classe a Pesaro, arrivare a Fano.
Cerchiamo di usare il buon senso Assessore e se possibile noi le daremo una mano nei prossimi mesi come oggi con questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Il dibattito su questo atto amministrativo è per lo meno curioso perché abbiamo sentito cose in un senso e nel senso diametralmente opposto e questo mi convince ancora di più.
Questo atto, come quello che abbiamo esaminato in sanità in questi ultimi mesi …, dovremmo modificare presto la legge elettorale e creare un collegio unico regionale in modo che chi viene eletto, venga eletto da San Benedetto a Pesaro e diventi rappresentante dell'interesse generale della regione, se no continueremo sempre, Presidente Ceriscioli, con questo equivoco dove ognuno ha il suo famoso territorio. Il territorio non è un valore, il valore è la giustizia, non il territorio. Il territorio non significa niente perché può chiedere cose giuste come può chiederle sbagliate, noi siamo qui ad ascoltare tutti, ma a prendere delle decisioni.
L'indirizzo che l'Assessore Bravi ha rappresentato, credo a nome dell'intera Giunta su questa cosa, è stato quello di non accantonare il problema, ma di una naturale riflessione perché di per sè vedo altri atti, penso a quello sul turismo, abbiamo fatto l'atto di indirizzo amministrativo annuale sul turismo e non ha parlato quasi nessuno e non ci sono state mozioni puntuali per andare dentro un problema. Perché? Perché a questo riguardo, siccome non ci sono i soldi, siccome non ci sono organizzazioni sulle quali incidere, non si parla, e non è detto che su questi atti che necessitano di una verifica anno per anno si deve per forza apportare una variazione. Può darsi che a distanza di un anno si dica: “Benissimo può rimanere così come l'anno precedente”, anche perché non mi sembra che ci sia questo grande movimento della popolazione scolastica, anzi siamo in una fase di ulteriore compressione e restringimento.
Le richieste che sono arrivate dai cosiddetti territori, riguardavano tutte la moltiplicazione dei plessi, almeno quelle che ho conosciuto io, Consigliere Carloni, apprezzo il suo intervento al riguardo, ma non è quella la strada.
Da quanto abbiamo recepito l'Assessore ha ascoltato tutti, la Commissione ha ascoltato tutti e quindi andiamo a prendere una decisione non vuota di significato, piena di significato, perché non è che una decisione è piena di significano se ogni anno si ricomincia da zero e si butta tutto per aria, semplicemente si va a prendere atto di un quadro per il quale, mi permetto di ricordare, c'era anche una prassi. Negli anni precedenti in quest'Aula. ho ascoltato modifiche che venivano fatte una, due, tre, cinque volte all'ultimo momento e non adeguatamente motivate, avevano più il sapore di soluzioni perchè nel confronto fra i Comuni e nel confronto a livello provinciale non si era divenuti a qualcosa di serio e definitivo.
Apprezzo questo atto amministrativo nella sua interezza perché in qualche maniera da quello che ho letto rinvia a questioni di carattere più generale di cui si è parlato quasi niente.
Alla fine quest'atto si riduce sempre al ragionamento su mezza scuola più in là, apertura di una sezione alberghiera da un'altra parte, e ci si ferma lì. Non ho sentito altri tipi di ragionamenti, neanche dai colleghi di minoranza, allora apriamo un confronto serio su questo, come già abbiamo detto in sede di bilancio, per esempio per quanto riguarda l'istruzione professionale che è cosa più nostra rispetto alle altre, e che può essere l'unico strumento, dal punto di vista della scuola, dal punto di vista didattico, che incrocia il mondo del lavoro che dobbiamo comunque mettere in movimento rispetto a esigenze occupazionali che toccano i nostri ragazzi.
Di questo non parliamo, ci occupiamo prevalentemente di richieste, delle intenzioni, giuste, sbagliate, che possono arrivare dai vari territori e dai vari istituti senza tener conto che da qui ai prossimi anni dovremo procedere a sostanziali accorpamenti piuttosto che ad ulteriori divisioni rispetto a quello che è stato.
Ritengo che l'atto sia ben fatto, ben meditato e che ci sia un anno, mi sembra che questa indicazione sia arrivata dal relatore di maggioranza e spero arrivi anche da lei Assessore, per continuare il dialogo senza fermarsi ad oggi, ma continui con tutte le realtà per cercare nel concreto di trovare le soluzioni specifiche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Farò un intervento brevissimo per confermare quello che è già stato detto anche dai relatori sia di maggioranza che di minoranza.
Questo atto, che prevede un momento di riflessione, credo che sia opportuno.
In queste settimane abbiamo percepito un po' di pressione da parte dei territori rispetto alla realizzazione di nuovi corsi, nuovi indirizzi, nuove scuole, ma credo che la scelta dell'Assessore di fare una analisi puntuale e scientifica rispetto alle vocazioni del territorio sia opportuna.
Non è un modo di mettere la testa sotto la sabbia, ma è un modo per andare verso una scelta forse più meditata, più approfondita e magari concertata con il territorio, cosa che peraltro non sempre è facile.
Il tema dell'offerta formativa è sicuramente importante sul quale bisogna fare un approfondimento perché nel momento in cui si vanno ad istituire nuovi corsi in alcuni territori cambia complessivamente l'offerta formativa e c'è il rischio che altri istituti o altre scuole possano andare in difficoltà. Vanno quindi valutate fino in fondo tutte le possibilità, anche tutti i pro ed i contro che queste scelte comportano, anche se non dobbiamo mai dimenticare uno dei punti essenziali: ci sono alcuni istituti che hanno un boom di iscrizioni ed in questo momento in particolare, credo che poi lo segnalerà meglio di me l'Assessore delegato, sono gli istituti alberghieri e gli istituti agrari perché siamo in un momento storico dove la complessità economica ed anche la crisi economica portano a determinate scelte verso alcuni indirizzi di tipo scolastico e se alcuni istituti oggi sono in difficoltà rispetto alle iscrizioni, non sempre dipende dalla capacità di guidare quegli istituti, a volte dipende da una crisi economica che condiziona fortemente la domanda del mercato rispetto alle professioni ed alle professionalità.
Detto questo credo che questa pausa di riflessione possa essere utile ed il fatto che riguardi tutte le Marche credo che sia opportuno nel senso che non va a prendere delle situazioni a macchia di leopardo.
Anch'io insieme ad altri colleghi ho sottoscritto l'emendamento che vorrebbe provare a risolvere, credo, un paio di problemi che ci sono nelle Marche. Uno nel territorio pesarere in quanto l'istituto tecnico agrario ha un boom di iscrizioni, potremo dire in overbooking, con difficoltà a reperire le aule per cui con questo emendamento si può risolvere il problema della scuola, non per dare una corsia privilegiata a questa offerta formativa, ma perché c'è un'esigenza particolarmente sentita dal territorio. Anche il tema dell'apertura della sede a Fano è molto sentito, è sentito da anni, ma di fatto dà una risposta anche agli studenti che vengono in particolare dalle vallate del Cesano e del Metauro che non solo devono attraversare la città di Fano, ma anche quella di Pesaro per recarsi all'attuale sede scolastica.
Qualora ci fossero le condizioni tecnico-giuridiche credo che con questo emendamento si possa consentire una possibile soluzione al problema che è molto sentito non solo dagli studenti, ma anche dalla scuola stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Vi ringrazio di questa argomentazione sulla scuola che mi trova veramente contenta perché della scuola si parla poco ed il fatto che in una sede come questa venga messo a tema qual è il passato, il presente ed il futuro della scuola, mi fa piacere anche se vi richiamo, per il lavoro che ho fatto, a stare dentro la scuola e a cercare di comprendere quali sono le problematiche, perché deviamo subito, andiamo subito alle conseguenze che vengono dopo, sono conseguenze, non in primis.
Questo atto ha avuto una storia che è andata ai territori, è andata alle Province dalle quali sono giunte le proposte che sono state condivise con gli Uffici scolastici, con gli enti locali, con le parti sociali. Io ho preso atto insieme a chi mi ha aiutato, dirigenti molto capaci, di qual era l'esito. Dalle Province sono arrivate delle grandi progettualità, assolutamente, non sono pervenute delle frizioni o tutte queste problematiche partitiche di cui ho sentito stamattina. Dalle Province sono venute delle belle proposte che io non ho voluto accantonare perché la riforma in atto nella scuola, diciamo così, deve stare nelle linee guida, dentro quello che avviene a livello nazionale. Non è la volontà di non decidere, uso una puntina di veleno, il non decidere è appartenuto al passato, alle linee guida che ho ereditato, che come si è detto ultimamente aggiungevano una classe, ne toglievano un'altra, ne mettevano due su un cocuzzolo d'una montagna sperando che quello fosse il criterio della territorialità, la territorialità è un'altra cosa, è una rete.
Non è che non si vuol decidere o si decide di non decidere, no, si decide di cambiare, quindi questo fermo ha un significato culturale, politico e didattico.
Culturale perché la scuola, com'è stato detto in molti dei vostri interventi, deve andare verso l'impresa, deve andare verso un'alternanza col mondo del lavoro, deve andare verso una progettualità a svecchiarsi.
Politica, perchè la politica è il giudizio e dice: “No, ti accontento qua, ti accontento la”, ma dice facciamo un progetto di rete territoriale basato sul fabbisogno dei ragazzi. Io non voglio doppioni, non voglio creare due alberghieri vicini, perché poi si pestano i calli l'uno con l'altro, apre uno e chiude l'altro. Se va di moda l'agrario e l'alberghiero, va bene, però creiamo delle opportunità flessibili, non costruiamo subito scuole, cerchiamo un attimo di essere ospitati da qualche parte.
Soprattutto voglio dire un'altra cosa che riguarda il discorso didattico. Noi qui parliamo di scuola e la politica è al servizio della didattica nella scuola, non è il fine, è uno strumento e a me interessa capire come nella nostra regione decidiamo le scuole. Ultimamente si parla di agrario, l'agrario è una rete fenomenale, va potenziato ovunque esso sia, questa è la prima linea per il futuro. Potenziato sulla costa, potenziato sull'entroterra perché crea una rete agro-alimentare che è una proposta per il nostro futuro.
Io non parlo di territori, perché si vuole la scuolina lì, parlo del territorio come rete che è capace di creare delle opportunità e non mi interessa il discorso che si faceva di autonomia o di reggenza, perché se io ho un progetto voglio l'autonomia anche se sono piccolo.
Non dobbiamo stare solo con i numeri, perché i numeri ci fregano, dobbiamo fare un progetto di altra natura, se andiamo dietro ai numeri, le scuole grandi avranno i presidi e le piccole la reggenza, questo un po' per spiegarsi.
Voglio dire un'altra piccola cosa, abbiamo deciso di consolidare ciò che da tempo era ben fatto e di fermarci là dove c'erano delle criticità. Cosa c'era di ben fatto? Quelle scuole che hanno una storia maggiore rispetto alla secondaria, perché la secondaria risponde alla buona scuola, a dei cambiamenti in atto molto forti, invece la scuola dell'infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado, hanno seguito in queste linee guida la loro continuità didattica, aggregate in istituti comprensivi o autonomi a seconda dei loro alunni.
Proprio questa mattina ho incontrato una scuola dell'entroterra che mi ha detto: “Noi siamo piccoli, ma vogliamo l'autonomia perché abbiamo questa progettualità”. Su questo dobbiamo lottare, non dobbiamo aver paura di un preside in più, di un preside in meno, dobbiamo guardare il progetto che c'è.
Si confermano gli istituti omnicomprensivi, attenti bene, anche qui si è detto di tutto e di più, io vorrei chiarire. Si confermano gli istituti omnicomprensivi perché al momento non possiamo ipotizzare un'altra soluzione. Gli istituti omnicomprensivi sono quelle eredità del passato recente che abbiamo e che non riusciamo a superarli e ci vuole un ragionamento per capire dove devono restare e dove no.
Li abbiamo lasciati perché metti le persone in grave difficoltà se metti l'omnicomprensivo nel 2015 e lo togli nel 2016. Quella sarebbe cattiva politica, significa che chi ha trovato una ratio, almeno per il momento, tu glielo vai a togliere in nome di chi, di che cosa? Non lo so.
Si dà parere favorevole ai corsi d'indirizzo musicale nella scuola di primo grado laddove c'è l'organico. Chiudo subito e vi dico brevemente perché queste linee guida sono state fermate nella scuola superiore di secondo grado.
Si sospendono per i seguenti motivi:
è necessaria una verifica capillare dei bacini di utenza e del reale fabbisogno, non è vero che questi dati li abbiamo così tranquilli, abbiamo dei numeri, ma non abbiamo dei numeri dentro una progettualità di scuola. Non mancavano i numeri, Consigliere Celani, mancavano dentro una progettualità, è diverso;
un coordinamento dell'offerta formativa, c'è un'integrazione tra istruzione, professionalità e mercato del lavoro, quello che è chiesto dall'articolo 138 della legge 59 del '97; noi dobbiamo lavorare in quest'ottica di alternanza scuola-lavoro, modello duale, modello alla tedesca, questo è uno dei punti che ha fermato di più il dimensionamento;
una revisione della programmazione territoriale, secondo quel concetto di territorio che ho detto poc'anzi, perché nel territorio c'è dispersione scolastica, c'è il fatto che sei piccolino, ma non sei brutto, c'è il fatto che c'è un'enorme progettualità e io, ripeto, lì sarei disposta a dare delle dirigenze autonome, non le reggenze in base ai numeri grossi e su questo ne possiamo parlare;
guardare all'orientamento giovanile: agrario, alberghiero, professionale e avviare un potenziamento di questi corsi;
la verifica dell'edilizia scolastica non è stato un motivo minore, le strutture laboratoriali, perché tu mi chiedi l'alberghiero, tu mi chiedi il professionale, ma i laboratori li hai? Ci sono i trasporti il pomeriggio? C'è un organico funzionale? Secondo me, queste sono le cose che la politica deve guardare;
l'attenzione alle normative nazionali, quindi la legge 107 “la buona scuola” non ci ha bloccato, ci ha fatto riflettere, dobbiamo lavorare in un'ottica storica di riferimento e l'ottica storica di riferimento è la 107 che avvia dei percorsi progettuali aprendo al mondo del lavoro.
Questi tavoli di concertazione, di incontro, chiamiamoli come vogliamo, sono a febbraio? No, li ho già avviati, ho già frequentato le scuole, spero di incontrare in tutte le scuole dove vado i referenti politici, economici, amministrativi, i genitori, voglio rendermi conto di quello che accade nei territori e cercare di fare una cosa: avviare delle linee guida che servano e vadano per gli alunni, essenzialmente sul discorso degli alunni. Vi ripeto è una scelta culturale, non ho voluto, mi dispiace che è stato visto questo atteggiamento pilatesco, volersene lavare le mani, ma secondo me, noi abbiamo ereditato un lavaggio di mani così grandioso che è ora di smetterla e io rispondo con la filosofia di “rimettere le mani in pasta”, come diceva qualcuno.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Sono stati presentati un emendamento ed un sub emendamento. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Non ho firmato il sub emendamento perché ero fuori, posso firmarlo ora?
PRESIDENTE. Si, può firmarlo.
Sub emendamento n. 1/1, sostitutivo, a firma dei Consiglieri Carloni, Rapa, Zura Puntaroni, Zaffiri, Leonardi, Minardi, Talè, Marcozzi.. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Carloni. Decaduto
Coordinamento tecnico, con una errata corrige rispetto all'ultima pagina che avete tutti quanti segnalato. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Prendo atto di questo coordinamento tecnico che ha reintrodotto una svista abbastanza corposa, quella di avere eliminato come punti di erogazione la Provincia di Ascoli, Ascoli Piceno e San Benedetto, perché nell'atto licenziato dalla Giunta non c'erano questi due punti, dico bene Assessore? (…) Nell'atto deliberato dalla Giunta non c'erano dopo di che sono stati reintrodotti o in Commissione o con il coordinamento tecnico, dico bene? Mi potete confermare che nel coordinamento tecnico, per quanto riguarda i famosi Cpa della provincia di Macerata, fra i punti di erogazione ci sono anche San Benedetto ed Ascoli? Me lo potete confermare? Gli atti sono diversi, quello della Giunta è uno, quello del Consiglio è un altro, io volevo presentare un emendamento e mi avete detto di no.
PRESIDENTE. Un attimo che verifichiamo. L'Assessore conferma che c'è.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Per completezza di informazione e precisione, nell'atto licenziato dalla Giunta, per mero errore, sono sfuggite queste due righe nella tabella relativa, Consigliere Celani, poi la Giunta, quando si è accorta di questa mancanza, con atto scritto ci ha chiesto di di inserirle nuovamente e noi l'abbiamo reintrodotte nel testo licenziato dalla Commissione unitamente ad altre piccole sviste che nella compilazione e composizione di un atto così, erano più di una.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Io ho già accennato come mi comporterò, però credo che l'occasione di questa dichiarazione di voto mi consenta anche di fare qualche ulteriore riflessione rispondendo a qualche collega.
Il Consigliere Marconi forse si era distratto o era uscito, io non ho parlato mai nel mio intervento di richieste dei territori, se poi vuoi cambiare la legge elettorale io sono il secondo firmatario, dopo di te, io ho parlato di esigenze dei territori, no di richieste, perché la “richiesta” volgarmente è la marchetta. Non mi appartiene, io ho parlato di esigenze del territorio e mi consenta di conoscere qualche esigenza dopo qualche anno di vita amministrativa,
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. Va bene allora chiamiamola esigenza/richiesta, le esigenze scaturiscono da indagini che uno fa sui territori, non perché uno la mattina si inventa che ci sono dei fabbisogni formativi di un certo tipo che in realtà non interessano a nessuno. Nessuno ha mai detto di aprire una nuova scuola, un nuovo corso di istruzione, una nuova articolazione, un nuovo indirizzo caro Consigliere Marconi, (…) non ci siamo proprio, perché non può difendere l'indifendibile, io ho parlato di altre cose, di altre situazioni.
Io ho parlato proprio di poli, di aggregazioni, di dare stabilità al sistema. Ho parlato di quello che è contenuto in questo atto amministrativo che noi tutti abbiamo votato a settembre, di questo ho parlato, non di fare un nuovo alberghiero, un nuovo istituto agrario o un nuovo istituto professionale, ho parlato di questo, di fare dei poli secondo quello che succede perché la migrazione scolastica noi la conosciamo benissimo, sappiamo quello che sta succedendo, non ci sono problemi da questo punto di vista, quello che sta succedendo in questo momento nelle Marche e in Italia lo sappiamo, tanto i ragazzi sono sempre gli stessi.
Ad esempio, non capisco, ho votato questo emendamento per quanto riguarda l'edilizia scolastica, ma i numeri sono gli stessi, anzi stanno scendendo, quindi non occorrono nuove scuole, occorre razionalizzare nel modo migliore quello che abbiamo. Non può esserci una lesa maestà di un dirigente perché ha un piano vuoto, ma non vuole ospitare il corso di un'altra scuola che sta a 100 metri, tra l'altro potrebbe utilizzarlo nella massima sicurezza, con ingressi separati, con tutto quello che serve. Questo è il vero problema, non chiedere nuovi locali che ha la regione. Ma stiamo scherzando? La popolazione scolastica diminuisce e noi chiediamo nuove scuole, nuovi edifici? Assolutamente, dobbiamo razionalizzare quello che abbiamo e dobbiamo fare in modo che i dirigenti scolastici facciano i dirigenti, facciano i manager, dialoghino fra loro, perché non hanno un recinto, la scuola non è una proprietà loro esclusiva, è della collettività, è dell'ente che ci rappresenta, è di tutti noi.
Questo è il vero problema, di questo abbiamo parlato, il dibattito è stato su questo, lungi da me fare discorsi diversi. L'Assessore ha detto che sono arrivate belle proposte dalle Province, senza dubbio, non tutte però, e dobbiamo essere onesti intellettualmente, e questo a lei lo riconosco.
Apprezzo molto questa sospensione perché da modo di ragionare ed evita di fare delle fesserie e, se è stata lei a proporre questa sospensione, a maggior ragione rafforza la mia convinzione che abbiamo un Assessore che sa valutare queste cose.
Il vero problema è tenere a bada i territori, i dirigenti e quant'altro per incanalare le riforme secondo i dettami degli indirizzi che noi facciamo, altrimenti qui dentro stiamo scherzando.
Perché se la Provincia deve avviare una concertazione con le forze sociali, con i sindacati, con le scuole, lo deve fare per poi rendersi conto di quello che succede, ma ne deve tener conto.
Se qui ci sono gli indirizzi per fare dei poli tecnici, ne deve tener conto, se deve dare stabilità al sistema, ne deve tener conto, non possiamo fare 100 autonomie. L'autonomia si fa se c'è un progetto, come ha detto lei, ma non possiamo fare dei progetti attraverso una accozzaglia di istituti, che progetto facciamo, la creatività? Facciamo il polo della creatività se mettiamo insieme licei, istituti professionali, ci mettiamo quello che volete ed otteniamo il polo della creatività, sono d'accordo.
Questo è il vero problema, Consigliere Marconi. Nessuno ha parlato di territori, di spinte o localismi dei territori, perché io sono in grado, volendo, di parlare anche di Ancona, di Pesaro, di Macerata, ha fatto un intervento proprio fuori …,
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. Ha sentito solo dei pezzi, sembrava che uno stesse qui a difendersi da chissà che cosa!
No, abbiamo fatto un discorso di carattere generale, solo questo, non può sempre assurgersi a questo buonismo: “Dobbiamo fare in questo modo, perché prima si faceva in quest'altro modo, adesso facciamo in tutt'altro modo ...”, non è così.
Detto questo, ripeto che su questo atto mi asterrò dalla votazione perché ritengo che si poteva fare, ma è stata messa una pezza per evitare di fare scelte sbagliate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Mi collego al volo a quanto è stato detto fino adesso, per fare delle considerazioni generali sulla scuola.
Tutte queste cose, tutti questi discorsi che abbiamo approfondito, i nostri dirigenti che tirano ognuno dalla propria parte, i nostri amati dirigenti che qualche volta per concorso, qualche volta per amicizia, qualche volta per altro, dimenticano una cosa importante: per far risorgere i nostri territori abbiamo bisogno di una scuola di qualità, perché la scuola è la prima cosa.
La Regione, secondo me, dovrebbe essere molto più incisiva e determinata per capire che scuola vogliamo, anzi auspico che in questa Aula, appena avremo un attimo di tempo, si possa fare un ampio dibattito sulla scuola per portarla nel giro di qualche decennio all'avanguardia perché l'analisi cruda che faccio io è questa: nei nostri territori le famiglie guardano con sgomento quello che succede sotto i loro occhi, chi può manda i figli a studiare fuori, quelli che non possono rimangono qui, i pochi che possono vanno nelle migliori scuole a suon di soldi perché c'è il costo della retta, del collegio, del trasporto, dell'affitto di un appartamento, qui ci rimane chi non può e, quindi, peggioriamo sempre di più la situazione.
La scuola è la cosa più importante perché sforna a 20, 22, 23, 24 anni le menti che andranno a governare la società, l'economia, la politica, l'industria, la chimica, la fisica, la visione politica.
La nostra scuola è in competizione con le altre di tutto il mondo, specialmente con quelle delle economie emergenti e, lo dico per esperienza, perché per professione mi capita di andare, parlare, guardarmi attorno, vedo che c'è una competizione spietata, sfrenata, all'ultimo sangue. Noi in confronto siamo destinati a sparire perché noi offriamo il nulla, noi offriamo uno squallore totale nella scuola, indicibile e probabilmente questo non ci permette di guardare avanti. Guardando avanti, a vent'anni, siamo persi, non abbiamo più giovani formati, abituati alla competizione sfrenata, tipo gara di moto GP, gara di Formula 1, perché oggi vivere in un contesto mondiale economico è una gara, una competizione e la Regione, che ha competenza per lo meno sulle scuole medie e medie superiori, di essere molto più incisiva.
Ho colto l'occasione forse per divagare un po' rispetto all'aspetto tecnico e dico che, faccio anche la mia dichiarazione di voto, noi ci asterremo dal votare questa proposta di atto amministrativo con l'auspicio che si prendano iniziative più incisive di quelle che sono state prese finora, perché secondo me è uno squallore. Grazie Presidente.
Proposta di atto amministrativo n. 11 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo sospendiamo.
La seduta è sospesa alle ore 14,00
La seduta riprende alle ore 15,05
Relazione n. 2
della II Commissione consiliare permanente
“Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 'E' il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione' COM (2015)610 Final del 27 ottobre 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 2 della II Commissione consiliare permanente.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Come ha annunciato noi sottoponiamo la risoluzione alla votazione del Consiglio, risoluzione che dice qual è la volontà della Commissione di questo Consiglio regionale circa i lavori da affrontare per quanto riguarda la Commissione europea.
La Commissione europea ha già presentato il programma dei lavori il 27 ottobre 2015, quindi con largo anticipo, che riguardava principalmente la questione del risanamento economico, della crisi economica principalmente legata all'occupazione, ai problemi ambientali ed ai problemi sociali. Nel 2015 sono sopraggiunte altre problematiche, la crisi greca e soprattutto la questione degli immigrati che ha travolto in maniera pesante il dibattito a livello europeo.
C'è la volontà con un nuovo programma di dare risposte per il superamento della crisi economica e dare il via alla ripresa.
In questo nuovo programma della Comunità Europea si chiede alle autonomie territoriali la loro partecipazione, principalmente alle Regioni che ne possono far parte e devono, non per forza dare parere favorevole, ma partecipare. Volontà di parteciare e dare delle opinioni circa i temi che la Commissione europea ha messo nel proprio bagaglio di lavoro.
Questi temi che sono stati espressi fanno parte di un lavoro che noi andremo a trattare, legati anche al principio di sussidiarietà che è importantissimo a livello regionale, perchè significa qualcosa di molto importante: integrazione europea, cioè far partecipare, con la nostra rappresentanza di autonomia territoriale, i cittadini alla vita politica ed alle prese di posizione a livello europeo.
Questo è un meccanismo importante, se da una parte ci dà questa possibilità di partecipare e quindi di poter dire la nostra opinione circa i vari provvedimenti, dall'altra c'è la nostra possibilità di valutare questi temi non solo sul piano europeo, ma anche sull'attività che svolgiamo a livello regionale.
I temi sono importantissimi, tra cui l'energia, il lavoro, i rifiuti e tanti altri. Sono tantissimi; quindi rapportarci a livello europeo ed allo stesso tempo vedere le cose che noi facciamo.
Su questa disponibilità noi abbiamo lavorato sin dall'inizio, se vi ricordate, in questa legislatura, a luglio, abbiamo approvato una risoluzione, un documento legato al problema dei pelagici, una discussione che si era aperta a livello europeo e noi, nei termini ed anche molto velocemente, perché poi avevamo il periodo delle ferie, siamo riusciti a dare delle risposte. Su questo abbiamo fatto un lavoro importante.
Quella di oggi è una risposta politica alla fase ascendente, la parte iniziale di questa politica europea di partecipazione che serve per continuare la strada che abbiamo già intrapreso e che ci pone come prima Regione, l'ho detto prima, a livello nazionale a dare delle risposte così velocemente.
Questo è frutto di una volontà politica e, lo devo ricordare, della Commissione che ha lavorato in maniera seria e con l'obiettivo di dare risposte su quei temi che dovremmo trattare. E' una volontà che si accompagna anche ad una disponibilità dell'apparato tecnico della Commissione, altrimenti non sarebbe stato così veloce il lavoro e devo riconoscere l'attività, estremamente importante per la Commissione, che sta facendo sin dall'inizio la dott.ssa Sardella.
Un atteggiamento propositivo di tutti i Commissari e quello della parte tecnica ci pongono in primo piano non solo a livello di Consiglio ma, in merito al lavoro, ci mettono all'avanguardia a livello nazionale.
Ritornando a quello che è il tema della risoluzione, nel programma dei lavori della Commissione europea, la Commissione ha individuato diversi temi, 11 e noi, tranne l'ultimo che è legato al terrorismo e quindi non è di nostra competenza, abbiamo detto che vogliamo entrare, commentare e dare nostre indicazioni su tutti i temi. Questo lo ritengo estremamente importante.
Nel primo tema che adesso dirò - non li leggerò tutti perché diventerebbe alquanto lungo, l'importante era individuare i temi che noi volevamo trattare e su cui volevamo lavorare - riguarda un nuovo impulso all'occupazione ed alla crescita degli investimenti. Come Commissione abbiamo già iniziato a lavorarci con le economie circolari. Sono arrivati i documenti della Commissione Pear ed entro pochi giorni, probabilmente tra due settimane sarà portata in Consiglio la risoluzione.
Spero che avremo la possibilità di arrivare, perché è un lavoro importante, ad un voto, come si è arrivati in questo caso, unanime, mettendo, aggiustando piccole cose di carattere generale perché alla fine importante è indicare i temi che andremo a trattare, non entreremo nel giudizio, daremo delle indicazioni.
Il tema dell'economia circolare è estremamente importante per arrivare ad utilizzare sempre meno materie prime, senza sprechi, quindi, tratta la questione dei rifiuti. Temi sensibili che affronteremo tra una quindicina di giorni in questo Consiglio, perché se non sbaglio, il Parlamento, quindi il Senato, entro la prima metà di febbraio dovrà mandare la propria documentazione, le proprie osservazioni alla Commissione europea.
Questo è il passaggio. Oggi con la risoluzione inviduiamo i temi che andremo ad affrontare di volta in volta in Commissione e, con il proprio lavoro, dirà quali sono le proprie osservazioni rispetto all'oggetto. La risoluzione sarà poi inviata al Senato dove verrà trattata a livello parlamentare per arrivare poi alla Commissione Europea.
Cercheremo di avere anche contatti perché è importantissimo, l'ho detto prima, il lavoro che si sta cercando di fare in merito all'integrazione europea. La partecipazione dei cittadini è molto complicata, è difficile a livello nazionale, a livello europeo lo è ancora di più, però da parte nostra c'è una volontà di espletare quella che è una nostra competenza e dall'altra parte c'è la volontà, a livello europeo, di capire che l'Europa non è solo una questione finanziaria, ma occorre sentirla, crearla, quindi è importantisimo il passaggio nel quale i cittadini possono sentire meglio la partecipazione. E' un passaggio fondamentale, questa è la nostra volontà di partecipare a questo lavoro.
Vi riassumo i 10 temi ai quali noi abbiamo aderito:
un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita ed agli investimenti, di cui farà parte, come ho detto prima, l'economia circolare che stiamo trattando;
l'attuazione della strategia del mercato unico digitale, altra cosa importantissima;
il pacchetto dell'energia, anche su questo dovremo lavorare;
il pacchetto della mobilità dei lavoratori;
il follow up della strategia del mercato unico legata al mercato unico;
le iniziative riguardanti il sistema europeo di garanzia depositi bancari;
il pilastro sui diritti sociali;
le iniziative assunte in tema di commercio internazionale. Qui è stato presentato un piccolo emendamento da parte dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, devo dire che è in linea con quello che noi abbiamo fatto anche perché abbiamo preso degli accorgimenti affinchè questa risoluzione fosse votata all'unanimità. Credo che si possa accogliere l'emendamento legato al TTIP che è in sintonia con quello che noi pensavamo. Aggiunge al punto 8 dopo la parola 'sviluppato' le parole 'diversamente da come sta procedendo nel metodo e contenuti del TTIP'. Per quanto riguarda la Commissione vi annuncio che su questo emendamento, che poi sarà votato, siamo d'accordo. Non l'abbiamo fatto in Commissione, ma l'ho visto e mi sembra di condividerlo anche per partire con un voto unitario in questa sezione di lavoro, dopo di che sulle risoluzioni future, sui vari temi, spero si potrà trovare più unicità possibile. Poi su vari documenti che andremo ad approvare, se ci saranno delle diversità saranno messe in evidenza nei prossimi dibattiti che si avranno in Consiglio;
l'agenda europea in materia di politica delle migrazioni, altro tema che dovremo affrontare e su cui daremo le nostre posizioni;
la proposta della Commissione in tema di cambiamento democratico.
Questi sono i temi, su ognuno ci sono delle precisazioni, ma adesso non possiamo aprire un dibattito perché l'indicazione fondamentale è dire quali sono le tematiche che andremo a trattare di volta in volta e su cui porteremo la risoluzione. E' chiaro che andremo a verificare le nostre posizioni, gli emendamenti e le situazioni che potranno anche essere diverse.
Chiudo ringraziando la Commissione, come ho detto prima, per il lavoro svolto in maniera seria che ha portato alla votazione unanime di questo atto.
Ricordo che tra pochi giorni cominceremo a lavorare sul tema dell'economia circolare, un lavoro di cui potremo vantarci, non solo perchè è utile, lo ribadisco nuovamente, alla partecipazione europea, ma per vedere le cose che vogliamo vengano fatte in Europa, e cercare di farle anche a casa nostra. Questo è un metro che noi dovremo usare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non riprendo l'illustrazione generale dell'atto, che il Consigliere Traversini ha illustrato con dovizia di particolari.
Ringrazio il clima di accesa discussione che a volte abbiamo avuto in Commissione, comunque siamo sempre entrati nel merito, per cui sono soddisfatto delle cose che abbiamo scritto.
Ci sono delle indicazioni all'interno di questi punti dell'ordine del giorno che mi preme un attimo sottolineare perché riteniamo che siano importanti. Ad esempio il fatto di consentire una migliore gestione dei tempi lavoro-famiglia, dando quindi all'Unione Europea un'indicazione sul sostegno che dobbiamo dare alla qualità della vita dei nuclei familiari, introdotto al primo punto; oppure sul pacchetto energia, abbiamo scritto che uno Stato può prevedere la possibilità di opporsi all'importazione nel proprio territorio di energia prodotta da fonte nucleare, in Italia abbiamo fatto anche un referendum su questo discorso; oppure per quel che riguarda il mercato unico che si possa rendere più omogeneo il contesto in cui le imprese europee operano. Occorre procedere con una maggiore standardizzazione nel campo della tutela sindacale dei lavoratori, del costo del lavoro, dell'Iva, sui prodotti e sulla protezione dell'ambiente, tra i diversi Paesi dell'Unione europea in modo da evitare questa divisione che ancora esiste tra i vari Paesi e contrastare la delocalizzazione che molte ditte, nel frattempo, operano.
Un altro spunto interessante che avevo proposto che poi, come gli altri, è stato accettato riguarda i depositi bancari. Potrebbe ipotizzarsi una disciplina che distingue le cosiddette banche di credito dalle banche finanziarie o d'affari, anche questo è un punto che è stato approvato e ci contavo che fosse stato messo alla ribalta.
Per quel che riguarda il commercio internazionale, c'è questo emendamento sul TTIP che il Consigliere Giorgini illustrerà, abbiamo chiesto la massima trasparenza dei contenuti all'interno della trascrizione di questi accordi che devono favorire la massima partecipazione da parte dei cittadini degli Stati membri. Tali accordi dovrebbero essere basati sulla condivisione dei principi fondamentali riguardanti la tutela ambientale, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la naturalità del prodotto e la qualità delle molteplici fasi di produzione dello stesso adottando lo standard più evoluto presente negli ordinamenti delle parti contraenti, al fine di garantire un processo concreto verso lo sviluppo di un'economia sostenibile e socialmente più equa. Questa è un'altra cosa che ci interessava assolutamente sottolineare.
Arriviamo anche alla difesa dell'elevato grado di biodiversità naturale che caratterizza le nostre Regioni e ad una etichettatura trasparente nella produzione del prodotto. Anche in questo campo abbiamo dato delle indicazioni su come vorremmo affrontare questi temi di cui l'Europa si occuperà nel prossimo anno.
Sulla migrazione abbiamo introdotto quest'altra osservazione che è stata accettata, sarebbe pertanto auspicabile la predisposizione di programmi specifici per Paese o per area geografica, finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita nei territori di origine dei migranti, dal punto di vista istituzionale, economico e sociale, ciò alfine di limitare le condizioni per le quali lo spostamento verso i Paesi europei si manifesta come l'unica opportunità per scappare da condizioni di vita inumane ed inaccettabili.
Chiudo il mio intervento, noi siamo soddisfatti di questo lavoro, penso che le Marche possano portare in Europa fattivamente la loro voce e i loro atti di indirizzo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Confermo che ritiro l'emendamento 10/1 riguardante i rifiuti che verranno valutati successivamente sui nuovi sistemi delle Bat per la pirogassificazione, e illustrerò il perché di questo mio emendamento contro il TTIP, che è un trattato segreto, riservatissimo, praticamente inaccessibile che se attivato cambierebbe in peggio e di molto il nostro Paese, quindi la nostra vita e quella delle future generazioni, infatti la Cina, che non credo sia più furba di noi, non l'ha firmato.
Velocemente, per non annoiarvi, vi elencherò alcuni degli ostacoli che verrebbero abbattuti, con i ringraziamenti delle lobby americane, qualora questo trattato venisse approvato.
Nessuna azienda sarà più obbligata a specificare la provenienza di un determinato prodotto, non saranno più riconosciuti doc, dop, igp e il made in Italy, quindi questi spariranno.
Gli appalti pubblici le lobby Usa avranno libero accesso a tutti gli appalti pubblici indetti negli Stati membri dell'Unione europea, distruggendo le piccole e medie imprese e danneggiando la qualità dei servizi-
Terzo punto: l'energia e le materie prime, l'ambiente sarà definitivamente sacrificato in nome del profitto, non saranno più gli Stati e i cittadini a decidere che tipo di energia adottare, ma le grandi corporation, soprattutto naturalmente quelle americane.
Quattro: le materie regolamentari, non vi saranno più divieti d'importazione di tutti quegli alimenti additivi chimici tossici per la nostra salute, gli Usa potranno esportare in Europa ogm, carni agli ormoni.
Quinto: le misure sanitarie e fitosanitarie saranno le multinazionali a decidere quanto vale la salute, quando è come sperimentare un farmaco, e quali malattie stanno per infettarci.
Sesto: i servizi. Tutti i servizi pubblici potranno essere messi in vendita e quindi privatizzati e snaturati.
Sette:, i diritti di proprietà intellettuale saranno consentiti ad un colosso privato denunciare un governo per i mancati profitti derivanti da politica sociale.
Questi sono alcuni degli ostacoli che verrebbero abbattuti con i TTIP.
Credo che noi siamo un popolo molto più avanzato degli americani, penso, quindi, che dobbiamo tenerne conto. Siamo, come ho detto prima, delle persone acculturate da 2000 anni, già nel 500 a.C. i romani facevano i gabinetti, io sono stato a New York poco tempo fa e non sono riuscito a trovarne uno, quindi credo che non possiamo paragonarci con gli americani.
Non dobbiamo fare i fessi e stare attenti a questa trappola. La maggior parte degli italiani sono abituati a mangiare pane e volpe tutti i giorni, quindi non possono venire degli indiani a dirci e a fregarci. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 10/1 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi. Ritirato.
Emendamento n. 10/2 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Risoluzione n. 10 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Nomine
Elezione di tre Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale.
(articolo 12 del Regolamento interno) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di tre Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 24
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 22...
Hanno ricevuti voti:
Giacinti Francesco n. 8
Marcozzi Jessica n. 8
Marconi Luca n. 6.
Proclamo eletti Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Marconi, Giacinti e Marcozzi.
Elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale.
(articolo 13 del Regolamento interno) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 24
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 23...
Hanno ricevuti voti:
Urbinati Fabio n. 9
Leonardi Elena n. 8
Rapa Boris n. 5
Pergolesi Romina n. 1.
Proclamo eletti Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Urbinati, Leonardi e Rapa.
Sostituzione di un componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno).
(articolo 29 Statuto Ente) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la sostituzione di un componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno). Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e incandidabilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 25
Schede bianche n. 3
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 22...
Hanno ricevuti voti:
Giovanni Starnoni n. 1
Federica Perozzi n. 21
Proclamo eletto componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno) la dott.ssa Perozzi.
Mozione n. 45
ad iniziativa del Consigliere Mastrovincenzo
"Sollecito al Ministero della Giustizia riguardo l’adozione di misure per la soluzione delle criticità nella situazione degli Istituti penitenziari delle Marche"
Interrogazione n. 78
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Rifinanziamento l.r. 28/2008 e adeguamento organico Casa Circondariale Camerino e Casa di Reclusione Fermo”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 45 del Consigliere Mastrovincenzo e l'interrogazione n. 78 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Come sapete, l'abbiamo anche verificato in parte nelle visite che stiamo facendo negli istituti penitenziari, ci sono una serie di criticità che in questa mozione sono state messe in evidenza, tra le altre:
la mancanza di un adeguato numero di educatori impegnati negli istituti carcerari,
una carenza di organico della polizia penitenziaria;
la necessità di ampliare i percorsi trattamentali;
c'è una presenza significativa di detenuti con varie forme di dipendenza;
la necessità di favorire un miglioramento delle relazioni dei detenuti con i loro familiari;
la presenza diffusa di barriere architettoniche e di problemi strutturali dei vari penitenziari.
Proseguiremo, grazie all'azione promossa dal garante dei detenuti, le nostre visite negli istituti penitenziari, oggi mettiamo in votazione questa mozione, ci sono anche 2 emendamenti che dopo farò illustrare.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Credo che sia un dovere prima ancora che una scelta, intervenire in maniera decisiva sull'attuale assetto della Casa circondariale di Camerino e quella di Fermo, fino ad oggi infatti si è riusciti a mantenere in piedi funzionanti e anche efficienti le due realtà grazie all'impegno e alla dedizione della dirigenza e del personale in servizio, in molti casi e occasioni ben al di là dei doveri istituzionali.
Purtroppo infatti il sistema carcerario marchigiano riceve dal Governo risorse assolutamente non sufficienti, nemmeno a finanziare le routinarie attività di trattamento che sappiamo tutti essere fondamentali per la quotidianità dei detenuti.
Le strutture in questione pagano anche lo scotto di essere considerate di secondo ordine rispetto a quelle più grandi, quando invece nella realtà dei fatti devono giornalmente affrontare altrettante difficoltà se non maggiori come quelle logistiche e strutturali.
Come se non bastasse è venuta meno l'assistenza sanitaria h24 e il lampante sottodimensionamento dell'organico è sempre più un fardello che da un giorno all'altro rischia di compromettere la sicurezza del personale e dei detenuti.
Doveroso dunque intervenire per garantire un diritto fondamentale di chi vi lavora e prima che la situazione sia irrimediabilmente compromessa, per questo si chiede all'amministrazione di provvedere immediatamente al rifinanziamento della legge regionale n. 28 del 2008, un'operazione assolutamente fattibile, visto che oltretutto si parla di risorse veramente irrisorie, 15.000 euro a fronte del sottodimensionamento dell'organico a cui paradossalmente corrispondono un numero di detenuti superiore rispetto alla capienza della struttura e la crescita di quelli psichiatrici.
Chiedo di intervenire subito e con decisione sul Ministero della giustizia, per garantire al personale della Casa circondariale di Camerino e quella di Fermo, condizioni occupazionali ottimali e sicurezza sul lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, anche per questa mozione a lei ed alla Consigliera Marcozzi.
Premesso che ritengo personalmente, ma anche come forza politica, che l'istituto penitenziario non sia, so di andare un po' contro corrente, il più efficace, anzi sia il meno efficace, non solo per la riabilitazione e rieducazione, ma anche ai fini della pena, perché non è educativo, non è efficiente e non lo è stato mai.
Non sono di quelli che ritengono che i delinquenti, i detenuti, vanno messi in carcere e buttata la chiave, con questo non si risolve nulla, anzi si crea una sorta di piccola centrale criminale che moltiplica i suoi effetti in maniera esponenziale nel momento in cui i detenuti escono dai penitenziari.
L'esperienza ha dimostrato invece che processi seri portano ad un serio reinserimento, considerato che chi sta in carcere per più di 5 anni, quando rientra nella società, normalmente non trova più nulla, raramente ritrova la sua famiglia, non ritrova più un posto di lavoro, è un completo isolato.
Se la società si fa carico del suo reinserimento e quindi, Presidente, parlo del dopo e non parlo solo del durante, per esperienza fatta come Assessore ai servizi sociali, ritengo che abbiamo fatto una cosa grande.
Ho visto che la legge n. 28 è quasi completamente azzerata, ma do una cattiva notizia all'Assessore se non ce l'ha come dato, non credo che bastino i 15.000 euro di cui ha parlato la Consigliera Marcozzi, forse non ci siamo capiti, ricordo che questa legge l'ho trovata nel 2010 a 450.000 euro, l'ho portata a 800.000 euro, erano tempi d'oro, dove si poteva addirittura raddoppiare questo tipo di intervento con una serie di finanziamenti che riguardavano gli ambiti territoriali sociali per il reinserimento, almeno, nel primo anno di emergenza, come trovare una abitazione.
Era anche partito un grosso progetto per quanto riguardava l'inserimento lavorativo che coinvolgeva almeno una quindicina di detenuti, tra le altre cose con un sistema premiante che metteva in moto dei comportamenti virtuosi, che ha visto Barcaglione in prima fila, ma anche Ascoli, Fermo ed altre sedi carcerarie, poi c'era il durante.
Sul durante siamo stati sempre estremamente chiari, Presidente, perché anche confrontandoci con le autorità governative periferiche non abbiamo mai ritenuto che la legge regionale dovesse andare a finanziare le cose che l'istituto deve fornire. Non dobbiamo pensare all'igiene dei detenuti, questo è un compito che riguarda il Governo. La legge 28 è nata perché ci sono cose che lo Stato non fa, quindi i percorsi teatrali, le videoteche, i giornali, tutte cose che cercano di rendere un po' interessante, meno noiosa, meno annoiante la vita all'interno del carcere.
Detto questo la mozione è largamente condivisibile, ma c'è una parte che sottolineo anche a nome del Consigliere Giancarli che mi ha lasciato a questo riguardo un appunto dovendosi assentare per cause di forza maggiore, che riguarda il nostro impegno in campo sanitario. Questo è forse l'aspetto più doloroso perché tocca l'aspetto economico dal quale non possiamo esimerci.
Io ricordo che il conto ore degli psicologi operanti nelle carceri marchigiane almeno al 2013 era di circa un'ora e mezzo a detenuto, forse 2 ore, all'anno, quindi non tutti ricorrono allo psicologo, ma ovviamente è una cifra decisamente bassa.
A questo riguardo se può aiutare, oltre a segnalare questo aspetto che riguarda il reinserimento ed il trattamento soprattutto nell'ultimo periodo, d'accordo con il Consigliere Giancarli, mi permetto anche di evidenziare la necessità, non so se facciamo in tempo a scriverla in questa mozione, ma per noi è sufficiente che sia il Presidente Mastrovincenzo a raccoglierla, dell'accesso dei volontari. Uno dei problemi del sistema in genere, marchigiano in particolare, di due ordini: la possibilità di mettere in moto le pene alternative che in questa Regione mi sembra che siano molto scarse, comunque al di sotto della media nazionale, e la possibilità dell'impiego di volontari esterni.
Capisco che il traffico di gente che entra ed esce dal carcere è un grossissimo problema, soprattutto di fronte a carenze d'organico significative, ma oggi come oggi dove già ci sono diventano fondamentali perché la struttura pubblica più di quello non è in condizione di dare, allora, per esempio, una squadra di volontari seguita da uno psicologo dell'Asur che assicura una presenza, al di là dello psicologo stesso, già sarebbe importante, penso a studenti, a personale che non ha un'altissima qualificazione dal punto di vista del titolo di studio, ma molta qualificazione sul terreno, perché c'è gente che va nelle carceri da 10, 15 anni e ne sa più di tanti psicologi.
Queste cose che sono cose di buon senso si possono fare, magari con l'ausilio del difensore civico, possono essere anche attivate insieme all'Assessorato e penso che possano far parte di un piccolo pacchetto che da qui a qualche mese possa essere ridiscusso con le autorità competenti e messo in campo.
Ribadisco le pene alternative. Soprattutto dove c'è la possibilità, penso all'entroterra marchigiano, e la disponibilità dei piccoli Comuni, dove il controllo sociale è più semplice, perchè l'obiettivo, Presidente, è quello di tenerli il più possibile lontani dalla cella, più sono lontani dalla cella e più avremo dei cittadini quasi sicuramente recuperati, altrimenti non faremo altro che spendere cifre enormi. Quanto costano le prigioni e le carceri? Per alimentare ulteriormente una delinquenza, infatti questi nostri concittadini, non ce lo dimentichiamo, non hanno perso questo titolo, una volta che avranno scontato la pena dovranno essere reinseriti.
Se non troveranno una risposta, se non avranno una fiducia, se non avranno una mano tesa una volta che usciranno dal carcere sicuramente torneranno a delinquere.
PRESIDENTE. Condivido totalmente quanto detto dal Consigliere Marconi. Condivido anche la proposta di emendamento, se vogliamo Consigliere può preparare l'emendamento, io sono disponibilissimo, anzi sono contento se riuscissimo ad emendare in tal senso la mozione.
Ora rispetto all'interrogazione della Consigliera Marcozzi risponde l'Assessore Casini, poi dopo si illustreranno, se non ci sono altri interventi, gli emendamenti.
Ha la parola l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Per quanto riguarda il finanziamento della legge 28 del 2008, punto uno della sua richiesta, nel 2016 la Giunta sta valutando, poi magari l'approfondirà l'Assessore al bilancio, le modalità di ripristino totale o parziale del fondo anche attraverso l'utilizzo del fondo sociale europeo per sostenere gli interventi trattamentali e l'inclusione sociolavorativa, borse lavoro.
Per quanto riguarda invece i punti 2, 3, 4 dell'interrogazione le materie sono di competenza dell'Amministrazione penitenziaria e il Ministero della giustizia risponde: “ad oggi la Casa circondariale di Camerino accoglie 49 detenuti comprese le donne, la Casa di reclusione di Fermo ne accoglie 62. Negli istituti penitenziari di Fermo e Camerino quasi tutte le attività trattamentali trovano finanziamento nella legge 28 del 2008. Il finanziamento della legge regionale 28 del 2008 non è stato mai utilizzato per la manutenzione ordinaria delle due strutture ma solo per progetti trattamentali. Nell'ultimo periodo ci sono stati un paio di aggressioni al personale di polizia penitenziaria a Camerino, a Fermo non risultano episodi di aggressioni, ma solamente offese e oltraggio al personale di polizia penitenziaria che rimangono nella media delle case di reclusione. Il numero dei detenuti di entrambi gli istituti è diminuito rispetto agli anni precedenti, rimangono i livelli di sovraffollamento rispetto alle capienze regolamentari, una persona 7 metri quadri, sebbene i parametri stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sono stati sempre rispettati, 1 a 3 metri quadrati - qui è 1 a 7 quindi sono rispettati perché sono capienti più del doppio - si allega prospetto delle presenze del personale di polizia penitenziaria con l'organico ministeriale”.
PRESIDENTE Ha la parola, per dichiarasi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Io non ho ancora capito se la legge regionale viene rifinanziata del 2008.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Quello che ho chiesto io è che in Giunta stiamo valutando le modalità anche tramite il fondo sociale europeo.
PRESIDENTE. Ricordo che c'è un emendamento in merito che è in linea con quanto affermato adesso dall'Assessore Casini, però sentiamo un attimo l'Assessore al bilancio.
Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Io credo che il Garante, il Presidente, i colleghi Consiglieri abbiamo fatto bene a visitare alcuni istituti di pena della nostra regione. Penso sia opportuno che questa attività continui, personalmente ho chiesto al Presidente di invitarmi perché voglio andare anch'io.
Fatta questa premessa e considerato che le competenze del Governo regionale, della Regione, in siffatta materia sono assolutamente limitate, perché è evidente che la competenza è di riserva statale.
Io oltre 20 anni fa e per ben 10 ho fatto parte della Commissione giustizia alla Camera dei Deputati del Comitato Carceri, posso dire che la situazione della nostra regione è migliorata. Per quanto si possa dire migliore una situazione all'interno degli istituti di prevenzione di pena, però è migliorata rispetto alla situazione precedente per quel che mi è dato sapere e rispetto anche ad altre realtà.
E' evidente che questo non è sufficiente perché è stato ricordato che la pena deve tendere, ce lo dice la nostra Costituzione, alla rieducazione del condannato per il suo reinserimento sociale. Non possono essere utilizzati atti, strumenti, condizioni contrari ad un trattamento umanitario, questo lo sappiamo, quindi, il nostro compito, nell'ambito delle competenze di cui disponiamo, è cercare di migliorare questa situazione.
Fermo restando, io sono convinto, credo che lo dovremmo affrontare anche qui, che il nostro Paese, tutto sommato, sia garantista, fatta eccezione per le questioni attinenti alle custodie cautelari o alla lungaggine dei processi. Questo è il tema che noi dobbiamo affrontare, io lo dico al Consigliere Marconi e condivido quasi totalmente il suo intervento, credo che oggi l'unica “pressione politica” che dobbiamo fare, la più seria, sia quella di operare una distinzione netta tra il condannato che deve espiare la pena, e questo deve essere un dato certo, altrimenti ne va dello stato di diritto - il condannato deve espiare la pena, poi all'interno del nostro sistema ordinamentale ci sono istituti premiali di cui i condannati possono usufruire, li conosciamo bene permessi, ma non mi voglio dilungare, ed è evidente che condizioni accettabili di espiazione della pena, facilitano gli stessi condannati non solo nel processo rieducativo a poter accedere a determinati istituti premiali – e coloro che sono detenuti in attesa di processo. Credo che questo sia il dramma del nostro Paese e penso che anche qui, Presidente, una distinzione vada fatta. Non è accettabile che in un Paese libero, democratico e moderno non ci sia un processo celere che dia la certezza del diritto e della pena e che eviti, salvo rarissime eccezioni, in tempi accettabili, la custodia cautelare.
Questo è il dramma del nostro Paese se proiettiamo le assoluzioni rispetto alle carcerazioni preventive. Questi sono i dati. Questo non va bene e ovviamente non affronto oggi quel che significa, perché esulerei, ma sono tanti e tali i danni prodotti nel nostro Paese.
Oggi sappiamo che sostanzialmente al di là del carcere - la faccio breve Consigliere Giacinti perché non la voglio annoiare, però questa cosa con l'occasione la voglio dire, questo succede nel nostro Paese - oramai le sentenze di condanna o la sentenza di assoluzione, quando arrivano, non interessano. Ci siamo fatti mai questa domanda? Oggi è sufficiente un avviso di garanzia perché ci sia la pubblica gogna e quindi la condanna del popolo, poi magari la vera sentenza non importa più a nessuno.
Questo è un ragionamento che credo dovremmo affrontare, non è una competenza nostra, ma penso che in questa direzione, Presidente, anche in occasione delle prossime visite, sia un argomento da trattare. Sempre raccogliendo l'invito del Presidente della Commissione Giacinti per arrivare alla sintesi, (...) sto scherzando ovviamente.
Credo di aver risposto anche dal mio punto di vista personale per quanto riguarda il finanziamento della legge.
Questa premessa serve per dire che noi neanche in questo ci possiamo sostituire allo Stato, ovvio, io mi impegno a valutare le possibilità e credo che insieme le troveremo per rifinanziare questa legge che non potrà essere in termini elevati anche perché questa legge prevede che al finanziamento degli interventi, articolo 19, si provveda mediante impiego delle risorse previste all'interno della programmazione del Fondo sociale europeo e al primo comma dice: agli interventi previsti dalla presente legge concorrono risorse finanziarie comunitarie statali e regionali.
Noi abbiamo la possibilità anche di accedere a questi fondi, ad esempio per progetti di inclusione lavorativa dei detenuti. Dobbiamo pensare ai fondi del sociale per attenuare determinate forme di disagio, quindi in questa direzione credo che insieme troveremo le modalità per finanziare gli interventi e per conseguire le finalità previste da questa legge.
PRESIDENTE. A questo punto è giunto l'emendamento preannunciato dal Consigliere Marconi.
Emendamento 45/1 a firma dei Consiglieri Leonardi, Celani, Fabbri, Giorgini, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Marcozzi, Carloni, Malaigia, Maggi, Bisonni.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ho accolto volentier l'invito, in realtà era già nelle mie intenzioni poter visitare alcuni istituti penitenziari per rendermi conto di questa realtà particolare che ovviamente è in tutti i territori.
In quella occasione – ma anche quando mi proponevo di fare questa visita - ho voluto porre l'attenzione anche sull'altra metà della popolazione che vive nei carceri, cioè la polizia penitenziaria, perché, come ha ricordato l'Assessore Cesetti, chi è in carcere, chi è detenuto, sconta una pena, quindi deve pagare il proprio debito nei confronti della società, chi lavora lì dentro spesso è posto in condizioni sociali e di vita psicologiche pesanti. Tant'è che fra le forze dell'ordine quella della polizia penitenziaria è quella con il più alto tasso di suicidi perché certamente non si vive una condizione psicologica quotidiana molto semplice.
Gli emendamenti che ho presentato a questa proposta di mozione, tenuto conto che è importante cercare di recuperare, rendere agevoli anche le condizioni all'interno del carcere attraverso delle attività che tendano a mitigare anche l'eccesso di violenza, tenendo impegnata la popolazione carceraria attraverso fasi di recupero lavorative, con corsi scolastici e non, tendono a migliorare le condizioni di vita e di servizio degli agenti di polizia penitenziaria.
Con questa mozione che oggi è in discussione si va a sollecitare il Ministro di grazia e giustizia che è competente in materia, ad adottare delle misure che non possano non tener conto dell'altra metà del cielo che opera e vive all'interno degli istituti penitenziari.
Le misure richieste non possano andare nella direzione di introdurre o promuovere azioni di amnistia e di indulto perché se è vero che uno dei problemi che andiamo a sollevare è quello del sovraffollamento delle carceri, certamente una delle problematiche alle quali bisogna porre soluzione, reputo che i provvedimenti di amnistia e indulto che purtroppo nel corso degli ultimi anni sono stati anche troppi, non vadano nella direzione corretta, perché sarebbe un abdicare, un rinunciare al ruolo di giustizia e di sicurezza che lo Stato deve garantire.
Reputo che le misure che noi sollecitiamo al Governo non possono sposare questa linea di principio, ma debbano andare in una direzione differente, quindi bene il recupero della popolazione carceraria, bene la possibilità di creare e dare delle opportunità a chi ha pagato il proprio debito con la giustizia, ma non piegare la testa nei confronti di chi delinque, di chi agisce contro la cittadinanza.
Questo lo voglio dire con fermezza perché non sono posizioni in contrapposizione, reputo che siano posizioni che si debbano necessariamente integrare al fine di garantire la sicurezza. Ci vuole una richiesta forte nei confronti del Governo e del Ministero che purtroppo nel corso degli ultimi anni hanno tagliato pesantemente le risorse ed anche il turn-over di tutte le forze dell'ordine.
Reputo che una richiesta forte in questo senso, visto che anche il problema della sicurezza porta poi la popolazione carceraria a crescere, abbia bisogno di investimenti concreti in uomini, in mezzi. Anche le risorse della legge 28 che chiediamo di ripristinare, erano, mi è stato confermato nella visita a Montacuto, destinate a fornire un servizio di supporto psicologico agli agenti di polizia penitenziaria. In questo senso reputo che entrambe le cose debbano necessariamente sposarsi e non possano andare a vantaggio solamente di una delle due categorie, cioè da chi opera e da chi è detenuto all'interno delle carceri. Grazie.
PRESIDENT. Su questo emendamento l'Assessore Cesetti propone una modifica, chiede la parola, ne ha facoltà.
Fabrizio CESETTI. Penso di poterlo dire a nome della maggioranza e del gruppo, credo che l'emendamento della Consigliera Leonardi abbia degli spunti interessanti, però la inviterei ad apportare una piccola modifica, quando al punto 2 dice: “Va aggiunta la seguente frase: i continui tagli alla spesa per i corpi di polizia”, qui dobbiamo aggiungere: operati da tutti i Governi”. Non è che i tagli ai corpi di polizia arrivano adesso, io me li ricordo da vent'anni a questa parte. Dopo la parola polizia si aggiunge “operati da tutti i Governi”.
Nella parte dispositiva che va bene, se fosse possibile, toglierei l'ultimo periodo, Faccio subito una premessa, personalmente sono contrario, questo impegna solo me, a qualsiasi ipotesi di amnistia e indulto. lo sono sempre stato, però metterlo qui mi sembra quasi una excusatio non petita, in quanto nell'emendamento lei sostiene: “Con particolare riguardo alle criticità del sistema di vigilanza e sorveglianza, impegnando anche la Regione e i soggetti che hanno un ruolo amministrativo diretto e indiretto nell'indizione di una Conferenza dei servizi per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro all'interno degli istituti penitenziari delle Marche”. Tra queste misure non potrebbe mai esserci l'amnistia e l'indulto, anche perché noi non siamo titolati ad intervenire in siffatta materia. Quindi la inviterei a togliere questa fase finale, con la premessa che ho fatto e cioè che chi parla, ripeto, la pensa esattamente come lei Consigliera Leonardi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Accolgo la parte relativa alla prima parte, in pratica l'aggiunta delle parole “operate da tutti i Governi”. Non voglio con questa mozione creare una accusa o diatriba fra il Governo di centro-destra e il Governo di centro-sinistra, chi ha fatto più o meno tagli, però nella mozione presentata dal Presidente Mastrovincenzo, noi chiediamo di sollecitare il Ministero della giustizia ad adottare le misure necessarie alla soluzione delle problematicità evidenziate e fra le problematicità il discorso della popolazione carceraria c'è ed io non vorrei sollecitare il Governo a porre in essere amnistia ed indulto. Se poi il Governo al mio sollecito dirà: per risolvere il problema della popolazione carceraria io faccio amnistia ed indulto, questo io non lo trovo confacente o soddisfacente. Sicuramente si svuotano le carceri e c'è più posto, non c'è più il sovraffollamento, ma non è la misura che io vorrei sollecitare, per questo io cito amnistia ed indulto. Se vogliamo trovare una formula differente per inserirla, perchè io voglio sottoscrivere la richiesta del Presidente Mastrovincenzo, ma non vorrei ritrovarmi ad avere il Governo che mi dice: “Ho accolto le tue problematiche e pongo delle soluzioni” e la soluzione è un provvedimento di indulto che svuota in parte le carceri.
Reputo che possa essere fattibile mettere un richiamo a questo discorso, poi il Governo attuerà le sue misure, deciderà come sempre fa in autonomia, però sollecitare e magari sentirmi rispondere: “Me lo hai chiesto tu”, francamente non mi voglio trovare in questa posizione, perché non credo che non sia quello di cui ha bisogno il sistema carcerario, il sistema penitenziario italiano, poi che ci sia una difficoltà oggettiva nessuno l'evidenzia, se vogliamo, possiamo trovare una formula differente però il senso è questo e fra le misure necessarie che noi chiediamo, essendo molto generiche, non posso pensare che ci siano queste.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Se fuori prassi stiamo dialogando direttamente sull'emendamento, credo che questo argomento ci porti lontano da quella che era l'intenzione iniziale.
Eviterei questa materia perché qui le opinioni sono differenti e andrebbero approfondite.
Diventiamo quasi ridicoli nell'andare a sollecitare il Governo riguardo a questo o a quest'altro, ma lo svuota carceri si fa con un sistema di codice penale e con reati che non producano la moltiplicazione all'infinito di carcerati, dove potrebbero essere adottate pene di natura amministrativo pecuniaria. Su questo c'è una materia amplissima, adesso non voglio citare per tutti il problema dell'immigrazione o il problema della droga, ma ci sono altre soluzioni alle matrici che portano a questo.
L'indulto e l'amnistia di fronte ad un certo tipo di reato a volte diventano quasi un atto di giustizia, quando la sensibilità sociale intorno ad un tipo di reato viene meno, l'argomento è infinito, non penso che si possa risolvere in questa maniera, quindi toglierei questa parte e starei dentro gli argomenti che ci riguardano come Consiglio regionale e che dipendono da noi. Su questo è importante assumerci una responsabilità, non tanto dire al Governo queste cose per fare un articolo sul giornale, ma non serve a niente e tra le altre cose ci divide.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Voglio ricordare al Consigliere Marconi che lui stesso ha presentato un emendamento in cui chiede di inserire la voce: “La scarsa diffusione delle pene alternative” quindi eventualmente si può …
Luca MARCONI. ... non è un invito al Governo sulle pene alternative …
Marzia MALAIGIA. Capisco, mi collegavo a quanto detto dalla Consigliera Leonardi ed integravo con quello che lei stesso ha scritto.
PRESIDENTE. Direi di fare 5 minuti di sospensione per cercare di trovare una sintesi su queste varie proposte.
La seduta viene sospesa alle ore 16,25
La seduta riprende alle ore 16,35
PRESIDENTE. Sub emendamento n. 45/1/1 a firma dell'Assessore Cesetti.
E' stato presentato un sub emendamento che sostanzialmente recita: “Al punto 2 dell'emendamento 1 presentato dalla Consigliera Leonardi, dopo la parola 'polizia' sono introdotte le parole 'operati da tutti i Governi'.
Infine dopo la parola 'Marche' è soppresso il periodo: “Tra le misure necessarie summenzionate non possono ovviamente essere considerate come soluzione i provvedimenti volti ad introdurre e promuovere azioni di amnistia e indulto”.
Sub emendamento n.45/1/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 45/1 a firma dei Consiglieri Leonardi, Celani, Fabbri, Giorgini, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Marcozzi, Carloni, Malaigia, Maggi, Bisonni, così come emendato, lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 45/1 bis a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 45/2 a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Fabbri, Giorgini, Bisonni, Pergolesi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni Leonardi.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Debbo dire che sensibile ai diritti civili è la terza volta che vado nel carcere di Montacuto, una visita ufficiale e due visite private perché volevo recarmi in carcere, sentire sia i detenuti che la polizia penitenziaria senza l'ufficialità in una discussione più informale, comunque durante la visita promossa dal nostro Presidente Mastrovincenzo sono venute fuori delle criticità che qui sono state ben evidenziate.
La criticità principale è soprattutto quella, come già detto da altri Consiglieri, del rifinanziamento della legge 28 del 2008 per quanto riguarda le attività trattamentali dentro il carcere. Le attività trattamentali dentro il carcere non riguardano soltanto i detenuti, ma anche la qualità del lavoro e della vita della polizia penitenziaria.
Alla mia domanda: “Se tutte queste attività vengono soppresse in pratica 'come ve li spupazzate' questi detenuti tutto il giorno?”, la polizia penitenziaria, la direttrice, il cappellano del carcere hanno evidenziato la difficoltà della quotidianità all'interno della Casa circondariale di Montacuto. Naturalmente questo riguarderà tutte le Case circondariale o i carceri delle Marche.
Se non volete essere sensibile ai diritti civili dei detenuti e alle condizioni della polizia penitenziaria, potrei aggiungere un argomento al quale questa maggioranza è più sensibile, ovvero quella dei quattrini, dei soldi, dei tagli lineari che si stanno operando.
Tenete presente che ogni detenuto costa 45.000 euro all'anno e nel momento in cui non si predispongono le condizioni per un reinserimento questo molte volte, lo abbiamo sentito anche delle visite, ritorna in carcere, perché non ha né arte né parte e deve vivere di espedienti che naturalmente lo portano ad infrangere la legge.
Ricordo, e forse anche quelli che hanno un'età veneranda come la mia, che le vecchie carceri ad Ancona avevano un'officina meccanica eccellente, un laboratorio di falegnameria altrettanto esemplare, ci sono anche dei casi virtuosi in Italia, di laboratori di cucina, di pasticceria, sto pensando al carcere di Padova che dà la possibilità di un reinserimento del detenuto attraverso un mestiere.
Se non si è sensibili ai diritti civili, in questo senso sicuramente si può essere sensibili al risparmio del denaro pubblico che viene investito nelle carceri, a volte in maniera poco consona alla dignità sia della polizia penitenziaria che dei detenuti.
Faccio questo appello a questa Assemblea perché prenda in considerazione questo rifinanziamento della legge 28 del 2008, non solo per quanto riguarda i diritti civili ed il diritto del lavoro della polizia penitenziaria, ma perché questa struttura deve servire all'inserimento e deve essere in funzione del sociale. Nel momento in cui questi detenuti avranno le condizioni migliori per poter essere reinseriti sicuramente costeranno meno allo Stato e ci sarà anche un abbassamento del tasso delinquenziale nel nostro Paese che in questo momento, soprattutto nei momenti di crisi economica, è un particolare problema su cui porre particolare attenzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Mi rivolgo al Consigliere Maggi come primo firmatario dell'emendamento alla mozione per chiedere questo. In più occasioni abbiamo avuto la possibilità di visitare gli istituti di pena delle Marche ed anche nell'occasione della visita che abbiamo fatto, ad esempio, al supercarcere di Fossombrone con i Consiglieri Fabbri e Talè, è stato posto il tema del rifinanziamento della legge 28.
Leggendo il testo: “A valutare il rifinanziamento della legge 28”, mi sembra un po' debole come proposta, allora mi permetterei di suggerire di rafforzare questo principio, consapevole che non si possa prevedere un obbligo, considerati i tagli che ci sono, vediamo l'Assessore Cesetti che ogni giorno combatte con le cifre del bilancio della Regione per farlo quadrare.
Rafforzare un po' la proposta, magari valutando ogni possibilità per arrivare al rifinanziamento della legge, questo senza che io presenti un sub emendamento o qualcos'altro, se siete d'accordo potete modificarla, se no, può rimanere così.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Direi che, dal mio punto di vista, “a valutare il rifinanziamento della legge 28 al fine di garantire la continuità dell'attività trattamentale negli istituti penitenziari” è comunque procedere all'applicazione di questa legge. Il punto qual è? E' ovvio che noi ci impegniamo, io mi impegno a trovare delle risorse regionali per finanziare questa legge, ma potranno essere risorse limitate, invece la legge prevede la possibilità di reperire risorse consistenti perché tra i trattamenti per i detenuti ci sono, e va nella direzione che ha detto il Consigliere Maggi, l'istruzione, il lavoro e la formazione professionale che sono fondamentali per il reinserimento sociale post-pena.
Bene, qui vengono indicate un insieme di misure sia per quanto riguarda l'istruzione che per quanto riguarda il lavoro e la formazione professionale, ma è la stessa legge, se la leggete bene, l'articolo 19 prevede al punto 1 il generico finanziamento con le risorse finanziarie comunitarie, statali e regionali, e il comma 3 dice: “Al finanziamento degli interventi con gli articoli 8 e 9 - quindi istruzione, formazione e lavoro - si provvede mediante impiego delle risorse previste all'interno della programmazione del Fondo sociale europeo”.
Penso che qui si possano reperire consistenti risorse che possano andare in quella direzione, io, sempre per citare la mia “vita precedente”, già le finanziavo da Presidente della Provincia di Fermo, ho finanziato qualche misura, figuriamoci se non è possibile farlo qua, è assolutamente possibile finanziare questi percorsi lavorativi.
Quando si parla di garantire l'effettivo esercizio del diritto al lavoro da parte dei detenuti, delle persone in esecuzione penale esterna, ex detenuti e via dicendo, sono misure indicate agli articoli 8 e 9.
Presidente, credo che facendo uno sforzo, questo si, se mi posso permettere, di approvare questi atti, ma investire di queste visite la Commissione competente - vi prego di invitarmi perché voglio venire anch'io - perché tenga acceso un faro, come io amo dire, su questa problematica e magari magari trovi anche le modalità di reperire queste risorse comunitarie che ci sono e possono essere anche rilevati.
E' evidente che il tutto, come dice tra l'altro la stessa legge, va programmato d'intesa con il Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria perché, quando si progettano attività di istruzione, di lavoro e di formazione per i detenuti è evidente che tutto va coordinato con l'Amministrazione penitenziaria, e si deve contestualizzare con le modalità di espiazione della pena.
Credo che in questa direzione si possa e si debba fare molto.
E' interessante, secondo me, coinvolgere la Commissione competente, però per quel che mi riguarda su questo emendamento non ho difficoltà.
PRESIDENTE. Prendiamo atto delle parole dell'Assessore Cesetti, concordo, quindi, con il Vicepresidente Minardi e passiamo alla votazione.
Emendamento n. 45/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 45 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. A questo punto, anche su sollecitazione di diversi Consiglieri, penso che siamo d'accordo sul fatto di rinviare i punti all'ordine del giorno non trattati alla prossima seduta.
Ricordo che martedì prossimo è prevista la seduta aperta per celebrare il giorno della memoria.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 16,50
La seduta inizia alle ore 10,40
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 17 del 18 gennaio 2016, do per letto il processo verbale della seduta n. 15 del 23 dicembre 2015, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che è stata presentata la mozione n. 75, ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia, concernente: “Finanziamenti ERP in continua diminuzione. Difficoltà nel reperimento di aree disponibili per l'ERP nel PRG”.
Comunicazioni ai sensi dell'art. 35, comma 6, del R.I.
PRESIDENTE. Ora prima di cominciare, ha chiesto la parola, per una breve comunicazione, il Consigliere Bisonni.
Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Colleghi, come avrete letto dai giornali, ho appreso, tramite una semplice e-mail, che è stato attivato un procedimento di espulsione nei miei confronti avverso il quale ho la possibilità di ricorrere per far valere le mie ragioni.
Una semplice e-mail, nemmeno firmata se non genericamente: “Lo staff di Beppe Grillo”.
Questo modo di fare ai miei occhi appare irrispettoso della dignità della persona e del lavoro che ho svolto in nome e per conto del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto gravemente irrispettoso nei confronti di quei cittadini marchigiani che democraticamente mi hanno eletto in loro rappresentanza, per di più l'avvio di tale procedura è a me incomprensibile.
Pertanto, pur riconoscendomi pienamente nei principi fondanti che mi hanno spinto ad entrare nel Movimento 5 Stelle e che sono indicati nella cosiddetta Carta di Firenze, mi sembra che il Movimento 5 Stelle da quando Beppe Grillo si è fatto da parte, abbia perso di vista molti dei suoi principi, soprattutto quelli di garanzia e per questi motivi ho deciso di non avvalermi del diritto di ricorrere, ma di abbandonare il Movimento 5 Stelle.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato e sostenuto con calore in questi mesi di opposizione al Governo regionale. Ringrazio i Consiglieri Giovanni Maggi, Piergiorgio Fabbri, Peppino Giorgini e Romina Pergolesi, con i quali ho instaurato un ottimo rapporto, umano e di lavoro, e che in questi mesi mi hanno sempre sostenuto ed incoraggiato.
Dichiaro il mio passaggio al Gruppo Misto dove continuerò la mia azione nel rispetto degli impegni presi e mosso dai medesimi principi.
Chiedo scusa, ma non sono in grado di continuare la seduta per cui lascio l'Aula e vi auguro buon lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Prima che il Consigliere Bisonni lasci l'Aula ci tengo a nome mio personale, ed anche del gruppo, ad esprimergli solidarietà, una solidarietà sia umana che politica perché credo che quando si è eletti e si fa parte di un consesso democratico, ci sia anche una solidarietà politica fra colleghi.
Esprimo, e concludo, una preoccupazione delle forze democratiche di questo Paese per la piega che sta prendendo al suo interno il Movimento 5 Stelle, perché queste curve, queste epurazioni sul piano politico incrinino il funzionamento democratico, non solamente della vita politica della nostra società ma, come è dimostrato dal fatto di oggi, anche il rapporto di rappresentanza democratica che all'indomani delle elezioni si è sostanziato nei gruppi consiliari delle Assemblee legislative.
Alla solidarietà per il collega che è veramente sentita, unisco anche questa preoccupazione che credo sia utile che rimanga agli atti.
PRESIDENTE. Questa è una eccezione al Regolamento, in quanto non c'è la possibilità di replica alle comunicazioni del Consigliere Bisonni, ma lascio la parola per brevissimi interventi.
Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Sarò brevissimo, do la mia solidarietà al Consigliere Bisonni. Ho avuto modo di conoscerlo in questi pochi mesi, ne ho apprezzate le qualità umane e ritengo che ci sia un'emergenza democratica, per certi versi, per quello che sta emergendo dalla stampa.
Quello che oggi ha fatto è un atto di coraggio ma anche di verità, secondo me, perché quando si inizia in un dibattito politico a sottostare a delle regole eterodirette, cioè la parte più inquietante del Movimento 5 Stelle che io rispetto, come tutti i movimenti politici - perché non è giusto parlar male di nessuno – ma la cosa che mi inquieta di quel movimento è eterodiretto è che c'è qualcuno che decide, non c'è un confronto vero che parte dalla diversità del territorio o dalle opinioni ed è qualcosa che si sostanzia fuori dalle sedi istituzionali, fuori dalle sedi democratiche e questo è un elemento di pericolosità.
Non conosco la vicenda personale del Consigliere Bisonni, ma gli esprimo la mia personale e politica solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Noi da quando siamo stati eletti, pochissimi mesi fa, siamo stati notoriamente messi sotto attacco da una parte di attivisti che puntualmente, non con eccesso di zelo, ma addirittura, io reputo, con una caccia alle streghe, ha fatto una serie di azioni volte a farci pressioni anche politiche.
La denuncia che è venuta fuori oggi di alcuni aspetti del Movimento 5 Stelle, di alcune criticità, io mi sento di appoggiarle, non tanto perché crediamo che lo staff abbia sbagliato, anche perché ancora non siamo a conoscenza dei motivi dell'espulsione, infatti abbiamo chiesto quanto prima un incontro con lo staff per capire se effettivamente queste segnalazioni arrivate siano così gravi da chiedere l'espulsione di un membro che ormai consideravamo della famiglia, quanto perchè, per quando ci riguarda, dal primo giorno abbiamo lavorato sempre insieme, in collaborazione, abbiamo fatto squadra nei più fondanti principi del Movimento 5 Stelle.
In questi giorni così tristi abbiamo ripetutamente chiesto al Consigliere Bisonni di difendersi e di non arrendersi. Capisco anche la sua scelta di non sottoporsi ad una gogna mediatica, siamo arrivati a questo livello, eravamo il Movimento della democrazia e della trasparenza, purtroppo in questi momenti ci viene da pensare che abbiamo ancora molta strada da fare.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Voglio esprimere la mia simpatia e la mia solidarietà al Consigliere Bisonni perché in questi 6, 7 mesi che stiamo qui, è sotto gli occhi di tutti, il comportamento in difesa del territorio, in difesa degli interessi di chi lo ha votato.
Rimaniamo stupiti da questo modo, anche se non è competenza nostra, io devo guardare in casa del mio partito, però ci sembra imbarazzante che un movimento politico condanni un suo rappresentante liberamente eletto, lo condanni on line, su internet, senza passare per le sedi opportune. Questo è molto grave perché si sminuisce e non si dà valore a chi è stato eletto dal territorio.
Noi siamo stati eletti e rappresentiamo il territorio e il Consigliere Bisonni ha il nostro sostegno perché viene condannato, non so per quale cosa, on line. Queste cose qui si facevano 2.000 anni fa, nell'antica Roma quando nell'arena il popolo decideva se uccidere o salvare il malcapitato.
Oggi questi comportamenti sono inaccettabili. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Non siamo soliti entrare nelle vicende degli altri partiti, gruppi consiliari e movimenti, ma una considerazione mi permetto di farla a conforto della vicenda personale che tocca il Consigliere Bisonni che rimane in questo Consiglio regionale, a parte per la giornata di oggi, e questo mi fa piacere ed in questo affermiamo anche un primato, Presidente, un primato di cui lei è in qualche maniera il vate, il riferimento assoluto.
Questo primato lo dobbiamo riconquistare, parlo del primato degli eletti, il primato del Consiglio regionale, il primato della democrazia popolare, che si esprime in maniera certa e inattaccabile solo nel momento in cui si vota. Non c'è altro momento superiore a questo, ce ne possono essere tanti intermedi, ma non c'è un momento superiore al voto che può mettere in discussione la legittimità di questo organo.
Purtroppo, caro Consigliere Zura Puntaroni, in questi ultimi anni le piazze sono state tante, sono perfettamente d'accordo con quello che lei ha detto, ma in questi 25 anni, parLo dal '91, '92 ad oggi sono state tante le piazze che hanno puntato a delegittimare gli organi. Anche questo è democrazia, abbiamo vissuto i tempi delle forze extraparlamentari che sono pienamente legittime in un sistema democratico, ma sono extraparlamentari, nel momento in cui diventano parlamentari o consiliari assumono e debbono assumere le logiche che la Costituzione, a garanzia di tutti, pone al di sopra di ogni persona, al di sopra di ogni movimento.
In questo senso mi sento solidale con il Consigliere Bisonni e con chiunque dovesse, al di fuori di quest'Aula, subire attacchi o pressioni che vanno contro una regola fondamentale, la regola che il popolo elegge i suoi rappresentanti e governa attraverso i suoi rappresentanti e non attraverso altri strumenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.
Boris RAPA. Grazie Presidente. Come gruppo Uniti per le Marche mi unisco ai colleghi ed esprimo solidarietà al Consigliere Bisonni. Non voglio entrare nel merito, ma voglio sottolineare la correttezza e l'impegno che il Consigliere ha dimostrato fino ad oggi, per cui lo ringrazio ed ha la nostra massima solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie. Esprimo anch'io piena solidarietà al Consigliere Bisonni, non conosco le motivazioni dell'espulsione, penso che da quello che ha detto, non le conosca neanche lui ed il Movimento 5 Stelle che ha fatto della trasparenza il suo cavallo di battaglia, oggi ha dimostrato veramente l'opposto.
Un'espulsione on line, credo che non sia questa la trasparenza.
Mi fa piacere che il Consigliere Bisonni rimanga qui insieme a noi ed esprimo ancora piena solidarietà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non sono personalmente a conoscenza delle motivazioni dell'espulsione del Consigliere Bisonni e posso pensare, immaginare, che siano riconducibili a fattori esterni al suo comportamento da Consigliere regionale, di cui noi non abbiamo rilevato pecche. Saranno riconducibili a vicende personali che io non conosco e ritengo che anche gli altri, per quello che ne so, non conoscono.
Movimento 5 Stelle, la trasparenza, bé ne stiamo parlando, è trasparente, le decisioni le prendiamo con i gruppi di lavoro nel territorio, discutiamo lungamente sulle vicende, uno vale uno, portiamo il nostro contributo fattivo in tutte le forme che riusciamo ad attuare, denunciamo, siamo liberi da lobby, mi sembra che effettivamente in questo momento rappresentiamo l'unica speranza per l'Italia di poter cambiare questa deriva a cui ancora stiamo andando incontro, a mio avviso.
Siamo tra la gente, nelle piazze, io non sono uscito dal retro quando c'era la manifestazione, da nessuna parte, quindi vuol dire che effettivamente siamo ancora in mezzo alle persone e siamo un baluardo, a mio avviso.
La trasparenza, l'onestà, la legalità sono cose che si vedono nelle nostre vite e ritengo che su questo la speculazione politica si possa tranquillamente fermare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Mi unisco ai colleghi che hanno dato un appoggio personale e anche morale al Consigliere Bisonni.
Non voglio entrare nella difesa che giustamente il Consigliere Giorgini del Movimento 5 Stelle fa, perché sono problematiche interne al Movimento ed ognuno ha le sue.
Quello che voglio esprimere qui con forza è il sostegno al Consigliere perché in questi mesi abbiamo condiviso alcune battaglie, abbiamo condiviso alcune scelte politiche e mi sembra che il comportamento in Aula e il comportamento consiliare, ed il mandato che gli elettori ci hanno dato, in questa sede - quello di riportare le istanze per le quali siamo stati sostenuti, le battaglie o i provvedimenti che vengono in Aula - in questo senso non sia mai mancato.
Mi auguro che questo non sia un attacco all'istituzione, al Consigliere nel suo ruolo di Consigliere regionale, se ci sono altre motivazioni che riguardano le dinamiche interne al partito si svolgeranno all'interno di questo, reputo, però, che la dignità del ruolo che noi svolgiamo in questa assise vada sempre rispettata a meno che non emergano dei fatti gravi che in questo senso non mi risulta, in questi mesi, essere emersi a carico del Consigliere.
PRESIDENTE. A questo punto procediamo con l'ordine del giorno
Interrogazione n. 64
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
"Irregolarità gestione Ambito Territoriale Sociale n. 6”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 64 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Definirla un'interrogazione è difficile perché presenta 13 domande, quindi sono 13 interrogazioni e la mia tentazione, in riferimento ad un atto di questa natura, andrebbe sostanziata consegnando le 4 pagine di risposta sotto il profilo tecnico.
Anche perché l'interrogante chiede in riferimento all'Ambito territoriale sociale 6 in merito alla vicenda che ha portato alla sostituzione della responsabile delle irregolarità che vengono segnalate, nonché ad un percorso atto a recuperare gli errori affinchè non ricadessero sulle spalle degli enti locali, di chi in qualche maniera ne era vittima.
Credo che più della rimozione di un responsabile sia difficile. Credo che sia stato fatto il massimo con la segnalazione degli atti compiuti alle autorità competenti.
Tutte informazioni oltretutto potevano essere rilevabili da un normale accesso agli atti, però, per non venir meno al compito di dover corrispondere, in qualche maniera, alle domande che ci vengono poste, vi chiedo un po' di pazienza perché si rende necessaria la lettura di queste 4 pagine.
La Regione Marche è stata messa al corrente circa le irregolarità nella gestione dell'Ambito territoriale 6 in data 8 giugno 2015 a seguito di una comunicazione del Presidente del Comitato dei Sindaci dello stesso Ambito territoriale sociale con la quale veniva posto ai servizi regionali un "quesito relativo ai procedimenti da adottare nei confronti del Coordinatore di tale ambito a seguito di segnalazioni pervenute dall'organismo di controllo e da dirigenti del Comune di Fano" che è il Comune capofila dell'Ambito territoriale 6.
La nota, dopo aver illustrato la situazione di particolare delicatezza in ordine ad aspetti gestionali dell'Ambito territoriale sociale fortemente critici e segnalato possibili fatti dannosi derivanti da procedimenti amministrativi posti in essere dal Coordinatore - allegando anche documentazione prodotta dagli uffici comunali - terminava con la richiesta di informazioni su chi spettasse il potere disciplinare nei confronti della coordinatrice sussistendo, per lo stesso, i presupposti di fatto e di diritto e se occorresse, per l'esercizio di detto potere disciplinare, un apposito mandato formale al Comune di Fano da parte del comitato dei Sindaci affinché il responsabile dell'ufficio procedimenti disciplinari per la dirigenza del Comune di Fano potesse procedere alla contestazione dell'addebito.
Solo in quel momento siamo venuti a conoscenza della particolare gravità della situazione invitando l'Ambito territoriale sociale di Fano e il Comune capofila a prendere visione degli atti regionali che regolamentano tali situazioni dai quali si evince che la competenza di cui trattasi è in capo al Comune capofila dell'Ambito territoriale sociale, trattandosi di problematiche inerenti l'autonomia organizzativa degli enti locali visto che il coordinatore dell'Ambito territoriale sociale viene individuato dal comitato dei Sindaci tra gli iscritti all'elenco regionale dei Coordinatori e viene nominato con decisione adottata dal comitato dei Sindaci con procedure oggi confermate dall'art. 7, comma 3 della legge regionale 32/2014; viene formalmente assunto con le modalità contrattuali ritenute più idonee e risponde del suo operato al comitato dei Sindaci il quale ne verifica l'attivata svolta con gli strumenti a sua disposizione.
Per quanto riguarda il blocco dei trasferimenti del Fondo indistinto anno 2014 pari a 622.000 euro la questione è legata alla richiesta, fatta al Presidente del comitato dei sindaci con nota del 3 luglio 2015, di avere rassicurazioni in ordine alla regolarità delle spese sostenute dall'Ambito territoriale sociale nell'anno 2014 con i fondi in questione alla luce della delicata e critica situazione venutasi a creare presso l'Ambito così come illustrata nella nota dell'8 giugno 2015.
La risposta pervenuta in data 25 agosto 2015, a firma del coordinatore dell'Ambito territoriale sociale VI, illustrava le modalità di utilizzo del fondo specificando però che una parte di detto fondo era stato trasferito direttamente ai Comuni componenti l'Ambito territoriale sociale in contrasto con i criteri di riparto approvati dalla Regione con delibera di Giunta regionale 1373/2012 con la quale veniva invece data specifica indicazione che "a partire dall'anno 2013 gli enti capofila avrebbero gestito direttamente le risorse evitando trasferimenti agli enti locali”.
Ferma restando l'autonomia programmatoria in capo agli Ambiti territoriali sociali, da esercitarsi però entro i limiti della regolamentazione regionale al fine di valutare una ipotetica quanto eccezionale deroga, si chiedeva però all'Ambito di comunicare i motivi per cui il Comitato dei Sindaci avesse ritenuto di procedere in tal senso e l'impegno che per le prossime annualità i fondi venissero utilizzati nel rispetto delle disposizione regionali pena la revoca degli stessi. Veniva altresì chiesto un riepilogo delle spese sostenute dai singoli Comuni beneficiari del Fondo unico per poterlo confrontare con l'atto di programmazione.
Presa visione della documentazione pervenuta in data 26 novembre 2015 veniva ritenuto opportuno, trattandosi comunque di un mancato rispetto di un atto regionale specifico, di adottare un ulteriore atto regionale di deroga applicativa alla delibera di Giunta regionale 1373/2012 avvenuta poi con delibera di Giunta regionale 1134/2015 - di richiesta di parere al CAL - a seguito del quale procedere alla liquidazione delle risorse. Stiamo aspettando il parere del CAL.
Relativamente alla nomina del commissario ad acta si fa presente, come comunicato anche al Presidente del comitato dei Sindaci in data 24 settembre 2015, che: “non è previsto dalla normativa regionale un intervento del tipo di quello richiesto; l'unico obbligo richiesto è quello di fare riferimento, in sede di individuazione definitiva dell'operatore a cui affidare l'incarico di coordinatore, unicamente all'elenco regionale degli aspiranti al ruolo di coordinatore di Ambito territoriale sociale" per l'iscrizione al quale sono previsti requisiti ritenuti idonei allo svolgimento dell'incarico; non sono previste normative regionali specifiche regolanti le situazioni di particolare criticità quali quelle già illustrate dal Comune di Fano che hanno comportato fasi di transizione in attesa dello svolgimento delle procedure di individuazione del nuovo coordinatore; la gestione di tale fase è quindi rinviata alle decisioni assunte dal Comitato dei Sindaci - e applicate dal Comune capo fila - purché finalizzate alla risoluzione della fase transitoria nel più breve tempo possibile e limitatamente alle situazioni di maggiore criticità rinviando la vera e propria fase di programmazione e gestione dei servizi alla nuova figura che sarà individuata nel rispetto delle procedure regionali.
Le questioni poste nei punti 5, 6, 7 e 8 della interrogazione riguardano le singole iniziative adottate dall'Ambito territoriale sociale, competente in materia, per garantire la regolarizzazione delle procedure illegittime adottate dal precedente coordinatore e la conseguente prosecuzione dei servizi. Su questo è stata nostra premura chiedere una relazione illustrativa fermo restando l'interessamento diretto dei nostri uffici a seguire la cosa in stretta collaborazione con il coordinatore di Ambito territoriale pro tempore all'uopo nominato dal Comitato dei Sindaci con le dirigenze del Comune capofila dalla quale risulta un processo di regolarizzazione in corso.
La questione posta al punto 9 della interrogazione, relativa ad una ulteriore irregolarità rilevata in ordine alla riconferma del coordinatore dell'Ambito territoriale sociale, la questione rientra tra quelle poste dal Comune capo fila agli organi inquirenti ai quali è stata sottoposta e del cui esito siamo in attesa, come dicevo prima ci sono poi anche percorsi che riguardano le responsabilità specifiche.
Relativamente alle questioni poste nei punti dal 10 al 13 si fa presente quanto segue:
stiamo valutando la possibilità, in attuazione della legge regionale 32/2014, di modificare i criteri di selezione della figura del coordinatore di Ambito al fine di garantire una maggiore competenza amministrativa anche alla luce delle questioni che si porranno nell'anno 2016 relativamente al rispetto delle procedure di gestione dei fondi europei FSE, cioè con il passaggio negli Ambiti anche di una partecipazione ai bandi europei, a maggior ragione andrà rafforzato questo tipo di competenza anche da parte del coordinatore che è prevalentemente di tipo amministrativo;
proseguiremo il lavoro di supporto formativo ai coordinatori utilizzando la nostra scuola regionale di formazione, come ampiamente fatto in questi anni e con gli incontri mensili dei nostri uffici regionali con la "conferenza permanente dei coordinatori di Ambito territoriale sociale";
proseguiremo l'attività di supporto normativo, realizzata in questi anni in collaborazione con l'Ufficio enti locali della Regione, per la realizzazione di forme istituzionali di gestione associata dei servizi di cui all'art. 17 della legge regionale 32/2014;
si supporterà in maniera specifica l'Ambito territoriale di Fano in ordine anche all'adozione di atti organizzativi fondamentali come il regolamento di funzionamento del comitati dei Sindaci che è stato finalmente adottato dal comitato nel mese di dicembre;
il Sindaco e la Giunta del Comune capofila di Fano hanno operato con trasparenza, tempestività e incisività nella gestione politica ed amministrativa della delicata situazione avviando, ultimamente un confronto con la città, in occasione di incontri pubblici a cui gli uffici regionali hanno preso sempre parte, in ordine alla nuova organizzazione del sistema dei servizi sociali e dell'integrazione socio-sanitaria, della gestione associata, del personale necessario a seguire la programmazione europea Fondo Sociale 2014-2020. Entro breve l' Ambito territoriale sociale 6 provvederà alla pubblicazione di un bando di evidenza pubblica per individuare il nuovo coordinatore e dare termine così alla situazione di emergenza;
situazioni di tale gravità non si sono mai verificate, a questo livello, negli altri Ambiti territoriali sociale. Le criticità venutesi a creare sono state affrontate, con grande spirito di collaborazione, grazie al confronto mensile tra uffici regionali e coordinatori e al collegamento quotidiano su questioni di carattere gestionale;
i meccanismi di controllo sono strettamente connessi al giusto equilibrio dello stesso con le autonomie in capo agli enti locali in materia di politiche sociali. Meccanismi più raffinati di controllo verranno posti in essere in sede di implementazione della programmazione europea e delle procedure di integrazione socio-sanitaria con l'utilizzo dei fondi del servizio sanitario regionale da parte degli Ambiti territoriali sociale. Le stesse disponibilità finanziarie nazionali in materia di non autosufficienza e politiche sociali stanno sviluppando procedimenti di controllo e valutazione sempre più invasivi in ordine al reale utilizzo degli stessi fatto dagli Ambiti territoriali sociali.
Non solo un fatto legato alla singola vicenda, ma anche l'ampliamento di uso di strumenti finanziari, come i Fondi del Servizio sanitario regionale, nonché i Fondi europei ed i Fondi statali dedicati alla non autosufficienza, di fatto rafforzano quello che è il naturale ruolo di controllo previsto per legge da parte dell'ente nominante, quindi cambiano non solo gli strumenti ordinari, ma anche la direzione che si sta prendendo che rafforzerà ulteriormente questo spazio di controllo all'interno del sistema degli Ambiti sociali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, ila Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. La ringrazio Presidente per la risposta dettagliata. Mi fa piacere che finalmente si torni a chiamare le cose per quello che sono, perché non è più un fondo sociale regionale, ma è diventato un fondo sanitario regionale. quindi è bene ricordare le cose come stanno.
Vorrei far presente al Presidente che questa interrogazione fatta di 13 domande è stata presentata il 29 ottobre, quindi se lei si è trovato una risposta di 4 pagine, mi spiace per lei, però gli uffici dovrebbero essere un po' più puntuali nel rispondere ai nostri atti ispettivi.
Lei dice che il Comune ha fatto tutto quello che poteva fare, però dimentica il ruolo di controllore della Regione e ci ritroviamo di nuovo ad avere a che fare con degli uffici regionali che non espletano in maniera sufficientemente precisa il loro compito di controllo.
Per quanto riguarda la criticità, la complessità delle questioni sollevate, vorrei ricordare che non si tratta solo dell'Ambito territoriale 6, Presidente, ma lei sa benissimo, visto che era Sindaco di Pesaro, che è altrettanto scandaloso il fatto che è successo nell'Ambito territoriale 1, io non so se i Consiglieri sono già stati messi a conoscenza della segnalazione arrivata da un cittadino, consegnata al protocollo della Giunta venerdì mattina ed al protocollo del Consiglio e all'Ufficio di presidenza, in cui si denunciano e si evidenziano fatti gravissimi.
Per evitare che lei sia costretto a rispondere con 4 pagine alle nostre interrogazioni, la prossima volta faremo degli atti ispettivi a tappe proprio su questa questione. Grazie.
Interrogazione n. 88
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
"Problematiche tecnico-amministrative negli edifici Erap Marche di via C. Urbani 3/5/7/9 – Comune di Fabriano (AN)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 88 del Consigliere Giorgini.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Vorrei sollevare una questione di metodo in riferimento alle interrogazioni perché, se l'interrogazione è, come prima ha accennato per taluni aspetti il Presidente, un modo per acquisire notizie, i Consiglieri le possono avere mediante il diritto di accesso agli atti, che lo Statuto prevede, soprattutto quando si chiedono questioni tecniche, alle quali, per carità, io rispondo. Ad esempio: per quale motivo non si tiene conto dell'effettivo valore millesimale degli alloggi quando si calcola la quantità di gas che viene consumato. E' una cosa alla quale io rispondo, ma rispetto alle competenze di un Consiglio regionale mi sembra riduttivo.
Rispondo al fatto che i lavori siano stati ultimati nel 2011, perché sia cambiato il direttore dei lavori tre volte, una questione meramente tecnica, e perché non ci sia stato un progetto esecutivo. Questa domanda andrebbe fatta alla Procura della Repubblica, Consigliere Giorgini, non a me e neanche a chi lo doveva approvare perché la mancanza del progetto esecutivo è una cosa talmente grave, rispetto al codice degli appalti pubblici, decreto legislativo 163, considerato che c'è qualcuno che l'ha certificato.
Sta entrando il mio ex Sindaco, il Consigliere Celani, al quale ho fatto opposizione, forse anche antipatica, per 5 anni, però non abbiamo mai usato le interrogazioni per chiedere al Sindaco di informarsi su questioni tecniche degli uffici. Noi ci muovevamo, andavamo negli uffici, acquisivamo i dati tecnici, una volta in nostro possesso chiedevano conto delle scelte politiche.
Ora rispondo a questa interrogazione, ma vorrei che fosse verificato dove arriva il diritto di accesso agli atti in questioni meramente tecniche, perchè in questo caso di politico, rispetto a scelte tecniche, c'è poco o nulla.
Rispondo anche se sono questioni che sono state ultimate e realizzate, nel caso di questi lavori, in data 29 maggio 2011. Diciamo, quindi, che qualunque cosa sarebbe difficile, non solo, anche le affermazioni. Tra l'altro la procedura è stata esperita dal Comune di Fabriano, quindi vorrei che si capisse bene che noi non rispondiamo delle questioni di competenza dei Comuni perché non è né giusto né ammissibile. Politicamente non rispondiamo dell'operato dei Comuni.
Detto questo rispondo a quello che è stato chiesto.
Per esempio mi si chiede se è possibile ottenere un prodotto edilizio efficiente in presenza di un progetto meramente indicativo e simbolico in relazione al comparto impiantistico, non so che cosa significhi, io mi occupo di lavori pubblici da 25 anni, sinceramente simbolico è una definizione che mi sfugge, probabilmente è riferito all'impianto, perché il comparto impiantistico è una questione che riguarda più propriamente l'urbanistica che l'edilizia. Ma queste sono cose che in 25 anni devo ancora imparare.
“Per quale motivo la modalità di suddivisione delle spese fisse relative alle dotazioni e servizi comuni (gas metano) non sono in funzione di criteri di proporzionalità in base all'effettiva quota millesimale”. Se questo è il livello che raggiungiamo in questo Consiglio, per carità non succede nulla, ma gli uffici giustamente rimangono un po' perplessi quando viene richiesta roba del genere, anche perché può essere richiesto al Consigliere di recarsi nell'ufficio per assumere queste notizie, dopo di che fa l'interrogazione e chiede all'Assessore di riferimento: “Perché non hai fatto questo? Perché hai fatto questo?”
Detto questo leggo quello che hanno risposto gli uffici perché ovviamente io non sono né in grado di conoscere quello che è successo e che è finito di accadere nel 2011, tanto meno nè io nè questa Giunta ne siamo responsabili, e non mi interesso normalmente del perché vengono sostituiti i direttori dei lavori quando è competente l'Erap, in particolare è competente il Direttore dell'Erap, e non lo strumento politico. Sappiamo bene che per quello che riguarda i lavori pubblici anche l'approvazione degli esecutivi non è di competenza di organi politici, quindi figuriamoci il Consiglio.
In relazione all'interrogazione concernente, già l'oggetto lo dice da sè, "Problematiche tecnico amministrative negli edifici ERAP Marche di Via C. Urbani 3/5/7/9 - Comune di Fabriano (AN)".
1) I direttori dei lavori nel cantiere in oggetto sono stati:
- Ing. Stefano Campanelli dal 5 giugno 2008 al 30 dicembre 2008 (poi sostituito in quanto con mobilità si è trasferito ad altro Ente dal 31 dicembre 2009);
Ing. Alessia Carfagna dal 31 dicembre 2008 al 19 luglio 2009 (poi sostituita in quanto in aspettativa per maternità), e può capitare ad una donna ingegnere;
- Arch. Milco Carnevali dal 20 luglio 2009 al 9 maggio 2011 (quindi fino alla fine dei lavori).
La maggiore parte delle attività di costruzione sono state realizzate sotto la direzione lavori dell'Arch. Milco Carnevali, cioè dell'ultimo che ha assunto la direzione dei lavori.
2) II cambiamento dei direttori dei lavori non ha determinato alcuna questione nella conduzione del cantiere, come è ovvio visto che la progettazione era dell'Erap, peraltro tutti e tre i soggetti facevano parte dell'organico dell'ufficio Lavori Pubblici dell'ERAP Marche, Presidio di Ancona, e pertanto operavano già in stretta collaborazione.
3) Non è vera l'affermazione che il progetto sia meramente indicativo e simbolico in relazione al comparto impiantistico. Nel caso in questione è stato redatto un primo progetto preliminare, poi il progetto definitivo ed infine il progetto esecutivo, costituiti dagli elaborati riportati in allegato, come previsto dal decreto legislativo 163/2006.
Si fa peraltro notare che l'ERAP Marche Presidio di Ancona fin dal 2004 dispone di sistema di qualità ISO 9001 e che annualmente vengono verificate le procedure di redazione dei progetti da un organismo di certificazione TUV Italia, che non ha mai riscontrato inadempienze, e che nell'ultima visita ispettiva svolta il corrente mese di dicembre - era stata scritta nel mese scorso - per l'anno 2015 ha terminato il report di verifica con esito positivo senza rilevare alcuna non conformità. Infine si mette in evidenza che gli edifici in oggetto sono stati progettati con spiccate caratteristiche tecniche e di sostenibilità ambientale; solo per citare alcune caratteristiche sono dotati di pavimenti in legno e riscaldamento a pavimento con centrale di produzione di calore centralizzata e contabilizzazione del calore, in modo che ciascuno paghi esattamente il proprio consumo.
4) Sono stati eseguiti lavori di manutenzione ordinaria quali:
- rifacimento impermeabilizzazione ballatoi;
- sostituzione tratti di scossalina su coperture;
- spostamento pluviali con rifacimento linee acque piovane, che non vanno confuse con le acque nere, può capitare a qualcuno.
Non sono stati invece eseguiti lavori alla rete acque nere e grigie in quanto da prove di funzionamento e video ispezione si è rilevata la corretta esecuzione delle stesse, può capitare che uno scambi un pluviale per una condotta di acque nere o grigie.
5) L'intervento si è aggiudicato un finanziamento dalla Provincia di Ancona - e qui anche entriamo in un campo che non è nostro - a seguito di bando pubblico aperto anche alle imprese di costruzione, alle cooperative ed ai Comuni grazie sia alle caratteristiche progettuali citate sia in relazione al canone locativo che si sarebbe applicato; cioè il canone concordato di cui alla legge 431/98 ridotto del 20% (riduzione massima prevista dal bando ai fini del punteggio). Questo in virtù del fatto che trattasi di alloggi di edilizia residenziale pubblica agevolata e non sovvenzionata, due fattispecie completamente diverse. Terminati i lavori si è stabilito di concerto con il Comune di applicare canoni ancora più bassi, e cioè di oltre il 30% inferiori al canone concordato previsto per il Comune di Fabriano, pertanto estremamente più bassi rispetto quelle di mercato.
In allegato la tabella dei canoni da cui si evince che questi variano da 234 euro a 366 euro.
6) Suddivisione delle spese per gas, questa è la parte, e vi prego di stare attenti, che ha una valenza politica determinante:
- contatore individuale per ogni appartamento per gas uso cucina;
- riscaldamento centralizzato con contabilizzazione separata del calore in base al consumo effettivo come previsto dalla normativa.
7) Tale questione fa capo al Comune di Fabriano titolare del bando di assegnazione, quindi vi potete rivolgere al Comune di Fabriano.
8) In sede di stipula del contratto di locazione ciascun assegnatario era edotto in ordine al canone locativo da corrispondere.
9) I contratti risalgono al 2012 e come già detto i canoni applicati sono inferiori del 30% rispetto a quelli a canone concertato vigenti all'epoca della stipula del contratto.
Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Vede Assessore Casini, io a differenza sua quando faccio le interrogazioni vado a vedere di cosa parlo. A differenza sua che sta seduta sempre sulla poltrona, mi sono resoconto...
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. No, io le rispondo come ha risposto lei, perché io non vengo dal Katonga.
Se per lei l'Erap non è un problema politico, lo dice lei, è comunque un problema dei cittadini che sono stati un mese senza riscaldamento in case dove ci sono malati e bambini. Se lei dice che non è un problema politico, lei non dovrebbe stare seduta in quella sedia!
L'ha detto lei che non è un problema politico! Dei cittadini sono stati un mese senza riscaldamento con bambini e malati, e lei dice che questo non è un problema politico?
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. L'ha detto lei adesso. Come l'interrogazione non lo chiede? Ma che significa? Se le scrivo che i riscaldamenti sono stati tagliati …
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. Come no? Sta scherzando? E' stato tagliato il riscaldamento alle palazzine n. 7 e n. 9.
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, evitiamo di interloquire, continui nella sua replica, poi se c'è bisogno di un ulteriore chiarimento daremo la parola all'Assessore.
Peppino GIORGINI. Assessore, io non l'ho interrotta quando lei ha parlato. Io sono corretto, non mi permetto di interrompere quando parla un'altra persona.
Sono andato a vedere lo stato di quelle palazzine e quando le ho viste pensavo fossero di 30 anni fa, invece sono state finite nel 2011. In quegli edifici ci piove, i garage si allagano, da dentro i bagni riviene la fogna, gli impianti non funzionano, gli ascensori sono bloccati, stiamo parlando di appartamenti che immaginavo di vedere in Afghanistan non a Fabriano.
Quando faccio le interrogazioni non le leggo dalla stampa, dai giornali, né me le passa qualcuno, io vado a vedere le cose che scrivo, caro Assessore, quindi dicendo quello che è successo, tutte le cose che ho scritto, ho voluto evidenziare un problema enorme.
Lei dice: “all'Erap ci pensano i Comuni”. No. L'Erap è un ente regionale e dovrebbe preoccuparsi di fare degli appartamenti decenti, lei fa l'architetto, non fa lo stagnino e dovrebbe sapere che degli appartamenti del 2011 dovrebbero essere fatti secondo certi criteri.
Tre persone hanno lasciato il lavoro perché non c'era un progetto esecutivo, non si sapeva quello che dovevano fare. Lì ognuno faceva come gli pareva, compresa l'impiantistica, quella che lei dice di non conoscere …
(interrompe l'Assessore Casini)
Peppino GIORGINI. Lei ha detto che non sa cos'è? L'impiantistica sono gli impianti per l'energia elettrica, gli impianti di riscaldamento, gli impianti dell'acqua, cose che nelle case di cui stiamo parlando non funzionano.
Io ho parlato con molte persone che hanno eseguito i lavori, mi hanno detto che lì non ci si capiva niente, non c'erano progetti, non c'era niente, si andava alla giornata, tipo: cosa facciamo oggi? Facciamo quello? Va bene! Dopo 2 settimane la ditta non c'era più e ne veniva un'altra. Questo è il problema!
Penso che sia arrivato il momento di iniziare a ragionare come riorganizzare l'Erap, perché così com'è non funziona, ci sono 5 Erap, una centrale e 4 dislocate, non funzionano.
Visto che lei, Presidente, giustamente sta tagliando la ramaccia - noi a San benedetto la chiamiamo così, lei sa che la ramaccia è l'erbaccia? - credo che sia ora che dia uno sguardo anche all'Erap che non funziona. E' un'enorme struttura, è un elefante, un pachiderma e le abitazioni sono fatte con criteri di 40 anni fa. Questo è un consiglio che le do.
Abbiamo l'obbligo di liberare risorse per realizzare nuovi alloggi popolari che mancano, credo che questo sia un motivo, ma anche perché sono stati realizzati in maniera penosa. Le ripeto, sono stato con gli inquilini di questa zona di Fabriano e mi sono vergognato di essere un politico che sta dentro la Regione Marche, perché credo che, vedendo quegli appartamenti dove nelle camere dei bambini ci sono dei teli per coprire i letti per non farci piovere o per la muffa, chiunque vada direbbe che forse ha sbagliato nazione.
Penso che questa interrogazione, forse ho sbagliato a farla così lunga, e me ne prendo la responsabilità, forse doveva essere più concreta, la prossima volta imparerò, forse l'ho fatta un po' troppo corposa, ma a Natale ho visto queste persone, in particolare i bambini, ed ho ricevuto tutti i giorni delle telefonate perché non funzionavano i riscaldamenti che sono centralizzati. Purtroppo c'era anche chi non aveva potuto pagare il canone e il riscaldamento era stato staccato a tutte e 24 le famiglie. Queste sono state 40 giorni senza riscaldamento e senza acqua calda, solo l'acqua per cucinare perché hanno un doppio impianto, c'è quello per il riscaldamento dell'acqua e quello per cucinare, almeno hanno mangiato al freddo.
Chiedo che il problema di queste palazzine venga risolto, io ho parlato anche con il Presidente dell'Erap che è stato gentilissimo, tra l'altro mi ha detto che è pronto e disponibile a venire su perché è un problema enorme. Io sono andato a vederle altrimenti non avrei fatto l'interrogazione, perché quando faccio gli atti ispettivi vado a vedere di cosa sto parlando. Sotto Natale pensando a quella povera gente che era senza riscaldamento mi sono vergognato, ecco il motivo per il quale ho fatto questa interrogazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Voglio rendere edotti gli altri Consiglieri che lei non mi ha assolutamente detto nella sua interrogazione che c'erano problemi di muffa, non mi ha detto che c'erano persone che negli alloggi non avevano il riscaldamento. Di tutto questo l'interrogazione non ne parla. Tratta soltanto di tecnicismi che non sono assolutamente connessi con quello che lei sta dicendo, perché se mi parla delle acque nere, poi scopro che ci piove ,il problema è la coibentazione dei soffitti.
Se lei mi avesse fatto queste domande, io le avrei detto: “Ha ragione è una cosa incivile”.
Il problema dell'Erap c'è e le ricordo che non c'è un Presidente dell'Erap, quindi non so con chi lei abbia parlato, e faccio presente che c'è un Erap unico e gli altri sono soltanto dei presidi.
Sul funzionamento poi ne parleremo e ne discuteremo perché ha ragione quando dice che bisogna parlare dell'Erap, lo faremo sicuramente nelle sedi opportune, però parliamo di questioni che hanno una valenza politica.
Ha perfettamente ragione nelle cose che denuncia, le avrebbe dovuto mettere all'interno dell'interrogazione, invece di scendere in dettagli, come la direzione dei lavori, che non è importante.
Importante è risolvere queste gravi problematiche che lei mi ha detto e io farò di tutto immediatamente per farlo. Grazie.
Interrogazione n. 89
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Struttura sanitaria di Fossombrone – Mancato pieno utilizzo del Centro dialisi assistenza limitata (CAL)”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 89 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Ho avuto modo di visitare la struttura di Fossombrone con questo nuovo reparto, devo dire di grande qualità, ed è previsto che rimanga nel tempo ed è fra quelle risposte di tipo territoriale che costituiscono un importante presidio e servizio soprattutto per i cittadini che abitano nell'area.
Abbiamo chiesto informazioni rispetto ai rapporti fra altre strutture e c'è stato risposto che stanno indirizzando i pazienti verso questo centro, fatto sta che, rispetto al quadro disegnato, già altre due persone sono state spostate per arrivare alla piena occupazione di questi posti, visto che, come ho detto prima, è stato rinnovato da tutti i punti di vista e rappresenta qualità e sicurezza per chi ci va ed anche un modello in termini di impostazione che fa capire quanto sia possibile offrire, anche al di fuori di quelle che sono strutture per acuti, i servizi ai cittadini del territorio.
Ben venga la sollecitazione dell'interrogazione, ce ne siamo occupati. La risposta è stata positiva, credo che in un tempo ragionevole, questa struttura che ha subìto i lavori di riqualificazione fino ad un paio di mesi fa, verrà utilizzata nella sua piena funzionalità.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Sono parzialmente soddisfatto perché ho notizie concrete del fatto che i pazienti sono aumentati e spero che questa struttura possa essere utilizzata al meglio. Ha una capacità fino a 20 pazienti, quindi cerchiamo di mandare tutte le persone che gravitano intorno a Fossombrone a curarsi in questo CAL che è stato inaugurato da voi quasi di nascosto, come è scritto sulla stampa. I blitz notturni, le inaugurazioni di nascosto, questo per dire chi è in mezzo alla gente, però chiudo la nota di colore.
Queste strutture periferiche vanno utilizzate al meglio, non possono essere chiuse, non voglio aprire in questo momento questo argomento, perché poi parleremo, magari con la prossima interrogazione, dell'importanza delle strutture che non possono essere completamente centralizzate con i loro servizi, quindi, per il momento mi fermo qua.
Interrogazione n. 90
ad iniziativa del Consigliere Fabbri
“Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, Ospedale di Cagli, Casa della salute”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 90 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Se uno vuole andare a vedere senza avvisare deve fare un blitz altrimenti quando vai ti apparecchiano la tavola, ci mettono il vino, eccetera. Se vuoi andare a vedere come stanno le cose bisogna fare anche queste forzature, decidere in un tempo rapido e andare.
Non parliamo di New York City, parliamo di realtà dove facilmente i cittadini si accorgono di quello che succede. E' stata anche l'occasione per parlare con la gente e questo non fa mai male. Siamo rimasti un paio di ore, al freddo, a discutere, credo che rappresenti un'ottima disponibilità, l'obiettivo non era l'incontro, era vedere le strutture, come le vede un avventore, poi con grande serenità si è aggiunto un altro aspetto.
Passiamo ai tre punti dell'interrogazione, la risposta che da Asur è corposa, però in questo caso non vorrei leggere le 14 pagine di risposta, perché sono eccessive, secondo me, rispetto alle domande che vengono poste.
Nel primo punto si chiede come mai la deliberazione n. 735 non sia stata attuata. La deliberazione n. 735 non è stata attuata nel tempo con le motivazioni più diverse, quella che veniva in modo particolare sottolineata era la mancanza dell'accordo con i medici di medicina generale che devono sostituire, come chiamo io, in un processo di accompagnamento la presenza dei medici ospedalieri dipendenti che di giorno seguono la struttura.
Questo accordo è stato raggiunto solo alla fine del 2015 e ancora non è declinato rispetto alla sua applicazione pratica. Questa mi sembra fra tutte le motivazioni quella più concreta, per cui la deliberazione n. 735 non è stata attuata. Prevedendo il passaggio una figura specifica, non essendoci un accordo con questa figura, non è stata attuata.
In realtà l'accordo non si è trovato prima di tutto perché c'era un percorso nazionale che non ha raggiunto ancora oggi il suo compimento, quello regionale è partito più tardi perché ha aspetto quello nazionale, ma quando non è arrivato, ci si è mossi visto che la scadenza del 2016 era rimasta, infatti non è stata prorogata ed è alla fine triennio del famoso accompagnamento.
Nel secondo punto si chiede se si ritiene di applicare al polo ospedaliero quanto previsto per le zone particolarmente disagiate. Qui c'è una rendicontazione che misura le distanze, come prevede il decreto ministeriale 70, lì è proprio scritto in maniera insolitamente chiara, non solo il presidio ospedaliero rispetto ai centri hub o spoke della rete, ma anche rispetto al pronto soccorso o al pronto soccorso delle Regioni vicine con le quali è possibile sviluppare un'intesa. Lo fa anche per i principali centri dell'area di riferimento dell'ospedale di Cagli, mostrando che i tempi sono tutti all'interno delle tabelle, calcolati, si, in condizioni di meteo normali, ma immaginando anche il mezzo normale, nel rispetto dei limiti di velocità, cosa che ovviamente in una rete di emergenza urgenza non si fa, non è che l'ambulanza rispetti i 50, i 90 chilometri orari, quindi rientrano come tempistiche anche rispettando i tempi con i 50 chilometri orari, quindi non ci sono i presupposti di questa natura.
In realtà se uno guarda la filosofia del decreto ministeriale 70 sulle aree disagiate, oltre al dato numerico temporale, si mette in evidenza il problema che una rete di emergenza non è in grado di garantire sulle patologie gravi tempo dipendenti: infarto, ictus e trauma, i tempi previsti dagli standard.
Il secondo aspetto che nella relazione viene sottolineato è l'investimento che è stato fatto nella rete di emergenza, come ampliamento rispetto ai parametri base, proprio per raggiungere l'obiettivo finalizzato al conseguimento di quei tempi previsti per legge. Questo rafforzamento di fatto costituisce non solo la risposta formale sulla distanza in termini di tempi, ma anche sostanziale sull'obiettivo in quanto l'impostazione delle aree disagiate deve avere risposte in termini di emergenza negli standard previsti internazionali, ministeriali, sull'emergenza nelle patologie, i tempo dipendenti che prima citavo.
Nel terzo punto si chiede delle strategie delle aree interne. Questa è una domanda molto interessante, è stata anche oggetto di un dibattito della Giunta di ieri e l'area di Cagli è nell'area sperimentale 1 per la nostra regione. E' quella più avanti in termini di progetti e c'è una collaborazione. Nella relazione vengono citati i temi, ma ripeto è molto ampia, e la lascio volentieri perché, secondo me, come tutti i documenti, aiuta chi è onesto intellettualmente ed ha voglia di guardare le cose, a capire e anche ad interloquire su un piano di parità rispetto alle informazioni disponibili.
Si stanno perseguendo tre filoni, per me quello più interessante riguarda il tema della domiciliarità, perché noi ragioniamo molto delle altre forme territoriali, strutture, organizzazioni, magari dibattiamo se un pezzo di struttura va a finire al privato, per la logica delle strutture, per mille ragioni, per la concatenazione delle leggi, e magari quando la vuoi mantenere e non hai sufficiente turn-over o altri elementi, finisce per essere sanità privata.
Negli aspetti della domiciliarità che oggi sono trascurati in termini tecnologici, organizzativi, di comunicazione, si possono avere tante risposte interessanti su diverse figure che hanno necessità di un accompagnamento rispetto a un bisogno sanitario, a maggior ragione in aree che si trovano in una distribuzione territoriale più scomoda rispetto a chi abita in un centro abitato densamente popolato. C'è quindi un lavoro fra la progettazione del percorso della politica delle aree interne e gli aspetti sanitari che sono uno dei pilastri dei contenuti da sviluppare.
Rispetto a questo percorso siamo in una fase avanzata, sono 9 milioni di euro quelli a disposizione di questa parte i quali, in una logica di rete, dovrebbero collegarsi poi con altre risorse. Risorse sanitarie che concorrono all'interno del progetto piuttosto che i fondi che riguardano i trasporti, piuttosto i fondi che dovrebbero avere le Unioni montane e, se finisce bene, la causa sul contributo dei 4 centesimi al metro cubo sulla tariffa dell'acqua, incardinata in uno dei tanti ricorsi al Tar, su cui noi confidiamo di ottenere ragione, avremmo una risorsa stabile di circa 5 milioni di euro, tutti gli anni, per le aree interne, quindi non è un progetto che cade nel nulla, ma in un quadro di relazione di risorse che può sviluppare risposte interessanti nelle quali ho sottolineato la domiciliarità, ma ce ne sono altre che parteciperanno, come previsto nella programmazione delle aree interne attraverso i bandi sui quali stanno lavorando in maniera congiunta istituzioni di tipo territoriale e le strutture sanitarie dell'Asur.
Farò avere una copia al Consigliere interrogante.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Sarò ben contento di leggere le 14 pagine che mi consegnerà così abbiamo da studiare cose aggiornate e concrete.
Voglio sottolineare alcuni fatti. La Regione sulla sanità mi sembra un po' confusa da anni, noi siamo qui da 6 mesi e mi sembra che la confusione sia aumentata.
I dati Istat dicono che la mobilità passiva interregionale a livello nazionale è del 7,6%, nelle Marche è del 12%, nelle nostre zone interne compreso Cagli è del 17% quindi il doppio della media nazionale e un terzo in più della media regionale.
A Cantiano questa mobilità passiva è del 34%, il Consigliere Traversini magari mi darà conferma, ad Apecchio il 40%, quindi abbiamo una situazione particolarmente pesante rispetto alle aree di cui stiamo trattando.
Viceversa la Regione ha larga autonomia legislativa, gestionale e organizzativa rispetto alla sanità, lo dice il decreto 70 del 2015, l'articolo 2, del comma 2, l'articolo 1 del comma 2, lo dice anche la legge 294 del 2009, grazie anche alla riforma del Titolo V della Costituzione di cui non leggo i passi. Siamo in grado di gestire fortunatamente la sanità un po' come vogliamo, finché non toglieranno di mezzo anche le Regioni, sperando che ciò non avvenga.
Detto questo la deliberazione n. 735 non è attuata perché manca l'accordo con i medici, ci accorgiamo adesso dal 2013 e questa cosa qua la dice lunga, però ci sono delle registrazioni delle scorse sedute in cui in quest'Aula lei, Presidente, ha detto che l'accordo con i medici era stato raggiunto.
Aree disagiate. Lei mi dice non ci sono i presupposti, lo so bene, però quando ci siamo visti in Urbino pochi giorni fa insieme ai Sindaci del PD, quando vi siete visti a Villa Fastiggi, avete presentato questi 7 punti che poi le sono stati trasmessi, quindi se li è fatti scrivere, se li è fatti trasmettere ed al punto 2 si chiede la verifica per vedere queste distanze come aree disagiate. A che gioco giochiamo? Facciamo finta? Ci facciamo le domande sapendo quali sono le risposte? Qualche Sindaco becca e alza la mano, perché questo è successo nella seduta di qualche giorno fa ad Urbino, non mi voglio dilungare.
Aree interne. Finalmente sono usciti fuori questi 9 milioni e mezzi. Ho avuto conferma dal post che ieri lei ha messo su facebook, finalmente abbiamo lo strumento per sbloccare la situazione cagliese. Abbiamo dimostrato che quando entriamo nel merito le cose le sappiamo e riusciamo anche a farle tutti quanti.
Sappiamo che abbiamo autonomia gestionale, sappiamo che la 1183 è stata un pasticcio, le determine successive sono state una vergogna, un abuso dei dirigenti e questa qui, caro Presidente, è un'incapacità gestionale che potrebbe avere anche estremi più gravi. Accendiamo un faro concreto su questi ospedali perché la riforma, così come tentate di propinarcela, non ci va bene, quindi un tavolo serio di confronto, tecnico, veloce, con le parti in gioco perché se no i medici non ci stanno, se no gli infermieri non ci stanno. Tra un po' discuteremo una proposta di legge fatta del maxi emendamento, nell'omnibus che dovete ritirare perché fatta senza l'accordo dei sindacati.
Fermiamoci un attimo, facciamo le cose seriamente senza colpi di maggioranza, senza prepotenze, senza menare sulla testa delle persone e dei cittadini e raddrizziamo questa sanità che nelle Marche non va, ma soprattutto non va nella provincia di Pesaro-Urbino perché abbiamo un posto letto in meno ogni 1.000 abitanti e questa è una cosa che ritengo ..., la popolazione ormai si è accorta, non accetterà, quindi le centinaia di persone che stanno manifestando in piazza in questi giorni diventeranno, spero, migliaia perché la gente muore.
Interrogazione n. 92
ad iniziativa del Consigliere Maggi
“Aree Protette – Fondi regionali”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 92 del Consigliere Maggi.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Sciapichetti.
Angelo SCIAPICHETTI. Ringrazio il Consigliere Maggi perché mi dà l'opportunità di fare chiarezza su un tema di cui si è dibattuto e discusso molto nei giorni scorsi e nelle settimane precedenti.
Lo stato dell'arte è questo: noi abbiamo trovato zero per quanto riguarda il sistema aree protette per il 2015, abbiamo messo in assestamento di bilancio 1.200.000 euro, non è certo la cifra che si aspettavano le aree protette, ma è quella possibile per poter dare risposte almeno alle questioni più emergenziali.
Abbiamo proposto e messo 1.700.000 euro per l'anno 2016, di questo voglio ringraziare particolarmente l'Assessore al bilancio Cesetti che è stato molto sensibile rispetto a questa tematica che in Giunta abbiamo discusso più volte perché l'intenzione della Giunta non è quella di chiudere e ridimensionare le aree protette, ma bensì di rilanciarle.
Tali disponibilità potranno essere ulteriormente implementate in sede di assestamento di bilancio nel caso di ulteriori disponibilità finanziarie che si dovessero registrare.
Il reperimento di adeguate risorse finanziarie dovrà tuttavia essere accompagnato anche da una riflessione sull'organizzazione e la funzionalità dell'intero Sistema regionale delle aree protette.
A tal fine il sottoscritto nel mese di gennaio ha convocato e si terrà nei prossimi giorni il primo incontro a carattere operativo che vedrà il pieno coinvolgimento degli enti gestori delle aree protette, chiamati a discutere sulle seguenti linee azioni:
1) la centralizzazione di alcune funzioni da parte della Regione;
2) la razionalizzazione delle spese;
3) la riorganizzazione della governance;
4) il rapporto con il sistema nazionale delle aree protette.
Per quanto riguarda le opportunità offerte dai finanziamenti comunitari, pur evidenziando che questi non concorrono a sostenere i bilanci nella parte della spesa corrente, si evidenzia che la Regione ha già operativo il Piano di sviluppo rurale (PSR) di cui l'Assessore Casini è stata protagonista nei giorni scorsi, che, in diverse misure, individua gli enti gestori delle aree protette tra i beneficiari potenziali.
Relativamente al canone di 0,04 euro per metro cubo di acqua potabile a carico dei gestori del servizio idrico integrato, a titolo di compensazione ambientale, attualmente l'art. 19, comma 1 della legge regionale 18/2008 come modificato dall'art. 7, comma 1 della legge regionale 36/2014, prevede che il relativo introito confluisca nel fondo per la montagna. La Giunta intende avvalersi in parte di questo introito anche per le attività volte alla salvaguardia delle aree protette. Tuttavia al momento su detto canone grava un ricorso amministrativo da parte dei gestori del servizio idrico che non rende immediatamente utilizzabile il relativo introito. Sarà nostra premura I'utilizzo del fondo anche a vantaggio dei parchi, non appena risolto il contenzioso amministrativo che è in corso al Tar.
Ulteriori disponibilità dovranno giungere anche in riferimento al "collegato ambientale" approvato il 22 dicembre 2015 che prevede la modifica dell'art. 3, commi 24, 25 e 27 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, ovvero che il. gettito derivante dall'applicazione del tributo vada incamerato al 100% dalle Regioni e che l'intero gettito, non più il 20%, dovrà essere destinato oltre che al settore dei rifiuti, bonifiche, anche al settore delle aree protette. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Ringrazio l'Assessore Sciapichetti. Naturalmente le aree protette delle Marche hanno appreso con soddisfazione l'impegno nell'assestamento della Giunta per quelle che sono le funzioni vitali, nel senso che questo stanziamento darà poche possibilità alle aree protette di operare la loro funzione, ma servirà soprattutto per pagare gli stipendi, i debiti, e tutto quanto si è accumulato nel corso di questi anni.
Ci meraviglia che per le aree protette e per altri capitoli di spesa, quello che era stata salutata come una novità, per quanto riguarda nel 2013: le spese incomprimibili, è diventata una mera enunciazione per cui di incomprimibile non c'è più niente perché si taglia linearmente su tutto quello che capita o su tutto quello che conviene o conviene a qualcuno.
Questa è l'osservazione che mi sento di fare.
E' stato programmato un tavolo per il 21 gennaio, ancora non sappiamo cosa questo tavolo discuterà, noi vogliamo ricordare che avevamo chiesto un tavolo tecnico permanente per realizzare quei progetti volti ad ottenere i finanziamenti della legge europea, per cui qui non si può andare, visto che sono un marinaio, navigando a vista, qui bisogna fare una rotta precisa, segnarla e tracciarla, sia per quanto riguarda il percorso che i tempi.
Le aree protette, i parchi sono per questa Giunta un elemento essenziale per valorizzare il turismo, la bellezza, le tipicità di questa regione oppure sono una cosa per sistemare personaggi, per dare contentini politici, eccetera? Noi crediamo che le aree protette, i parchi e la valorizzazione del territorio e del paesaggio siano il futuro economico di questa nostra regione, quindi vi prego di tenere in considerazione questo e mi fa piacere che lei condivida questa impostazione. Grazie.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
Interrogazione n. 93
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Marcozzi, Malaigia, Celani
"Accorpamento dei plessi scolastici di secondo grado. Controllo della Regione sulle regolarità delle procedure in provincia di Ascoli Piceno”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 93 dei Consiglieri Leonardi, Giorgini, Marcozzi, Malaigia, Celani.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Grazie. Tra 10 minuti relazionando sulle linee guida ed il dimensionamento scolastico verranno fuori anche altri elementi oltre a questa risposta, quindi diciamo che metà della risposta è rimandata fra 10 minuti.
Rispondendo puntualmente a quello che voi chiedete, le procedure della Provincia di Ascoli Piceno, direi che questa interrogazione è stata per me la sollecitazione di un metodo che è stato attuato e sta andando avanti per tutte le province.
Ho avuto un incontro in data 18 novembre, più una serie di incontri che ci sono stati con la Provincia, con i Presidi ai quali voi fate riferimento, quindi ho preso visione di tutte le proposte che sono state fatte ad Ascoli Piceno.
Leggendo la vostra interrogazione, ho presente i punti a cui voi alludete, questo mi dà modo per una verifica a tutto tondo, di progetti, proposte, bacini di utenza, e soprattutto di una visita in loco perché questo congelare, è un termine brutto, ma questa sosta di riflessione che ci siamo dati sulla scuola secondaria superiore ha una sua ratio che, ripeto, presenterò a breve, però è nel mio modo di operare quello di rendermi conto delle singole scuole e soprattutto la scelta sarà quella che andrà bene didatticamente, andrà bene per i bacini di utenza, andrà bene per i ragazzi, andrà bene per il fabbisogno del loco.
Questa sarà la scelta e la vostra interrogazione si innesta dentro un metodo che mi porta a fare chiarezza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Assessore, non so come rispondere nel senso che fondamentalmente lei non ha risposto a nessuno dei quesiti che sono stati sottoposti con questa interrogazione, se non con un'apertura, un rinvio della decisione in merito.
Conoscevo già le richieste avanzate dai Presidi dei tre istituti che vorrebbero accorparsi, anche in coerenza con la delibera di Giunta regionale 595 del 2015, in contrasto con quanto propone la Provincia di Ascoli che accoglie, purtroppo in maniera palese sembra anche un conflitto di interessi, la proposta di un dirigente scolastico nonché Consigliere comunale di Ascoli, nonché Consigliere provinciale di Ascoli con delega alla scuola.
Quello che è evidenziato in questa interrogazione è quanto appare purtroppo chiaro, una prevaricazione di logiche partitiche e politiche rispetto ad una coerenza, rispetto alle autonomie scolastiche e anche a scelte che andrebbero in una direzione che non solo rispetta la legge, ma non metterebbe nessun altro istituto in condizione di essere un domani sottodimensionato. Soprattutto rispetterebbe una coerenza di percorsi formativi che la proposta accolta dalla Provincia di Ascoli non garantirebbe, accorpando dei licei con degli istituti tecnici.
Quello che oggi si chiedeva era di comprendere qual era la decisione della maggioranza di Governo regionale su questo tema. Se si vuole far prevalere la proposta degli istituti che rispetta una normativa e che va anche a vantaggio, ad esempio, delle eccellenze - ricordiamo che l'Istituto tecnico Umberto I ha un progetto per il quale riceva, sulla domotica, importanti finanziamenti – ed il rischio che questi finanziamenti, con un accorpamento diverso che snaturi anche la natura tecnica di quell'istituto, possano essere persi certamente non va a vantaggio di una scuola pubblica che sia di eccellenza.
Dove ci sono delle eccellenze si spinge per delle scelte che di tecnico e di scolastico hanno ben poco, ma hanno più una matrice politica.
Chiedo fortemente in questa sede che le decisioni della Giunta e dell'amministrazione regionale vadano in senso diverso, vadano nella tutela reale di questi istituti, di quelle che sono le peculiarità ed anche le eccellenze che vengono insegnate ai nostri ragazzi. Si facciano scelte coerenti con queste tematiche e non con altre.
Assessore, purtroppo oggi questa risposta non l'ho avuta, se me la vorrà dare successivamente io l'accoglierò ben volentieri, però reputo che le sollecitazioni che vengono sia dagli Istituti che dal Consiglio comunale di Ascoli, con una mozione che è stata approvata, che dagli stessi movimenti scolastici, che so essersi riuniti per appoggiare la proposta dei tre istituti tecnici, non possano essere gettate nel cestino secondo logiche che, purtroppo, e lo dico senza voler speculare, evidenziano un conflitto di interessi grosso come una casa. Questo va assolutamente rimosso e non perseguito.
Questo deve essere, se vogliamo una scuola che funzioni, dobbiamo farla operare non secondo logiche che avvantaggiano qualcuno che segue criteri partitici, ma secondo una ratio reale che aiuti ed incentivi questi istituti e soprattutto i nostri ragazzi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per una breve precisazione, l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. La risposta è già nell'ottica di un lavoro futuro.
Noi abbiamo fermato il dimensionamento per tante questioni, quindi non è che io non voglia risponderle, però le dico che i primi motivi che mi hanno portato a bloccare il dimensionamento sono stati didattici, quello che lei sta vedendo.
Voglio rendermi conto in loco qual è il polo economico, qual è il polo scientifico, qual è il polo tecnico, quali sono i fabbisogni del territorio.
Di questo discorso ad personam che voi state facendo, riferendovi a casi specifici, a singole persone, io so tutto. E' stato determinante a fermare il tutto la proposta didattica, i ragazzi, dopo di che la ringrazio ed analizzerò questo, ma non è stata la prima preoccupazione. Grazie.
Interrogazione n. 95
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia
"Sanità: trasparenza sui tempi di attesa”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 95 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni, Malaigia.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.
Luca CERISCIOLI. Rispetto alla rendicontazione nazionale sui tempi delle liste di attesa, effettivamente nella regione Marche c'era un problema perché relativamente al percorso gestito attraverso il Cup non veniva segnalata in maniera distinta se la prestazione era una prima visita, quella assoggettate al monitoraggio, o un altro tipo di visita, quindi non avendo questo dato distinto non era possibile fornire in maniera accurata l'informazione che veniva richiesta alla Regione in merito alla trasparenza sulle liste d'attesa.
Con la deliberazione di Giunta regionale 808 del 29 settembre 2015, ovvero l'atto per il rilancio delle azioni della Regione Marche sulle liste di attesa, fra i punti e i provvedimenti c'è anche quello di distinguere fra prime visite e altre prestazioni per avere il monitoraggio dei dati e corrispondere all'obiettivo dei famosi 30 giorni, 60 giorni, a seconda del tipo di visita, nei tempi previsti dalla normativa.
L'obiettivo è quello di essere a regime, i famosi 300 giorni, quindi entro aprile di quest'anno, già si sta lavorando in quel senso, i dati disponibili saranno maggiori, e dovremmo arrivare nell'obiettivo più generale della riduzione dei tempi delle liste di attesa, anche al dato indispensabile, altrimenti non sapremmo neanche su quale numero andare a rendicontare.
Il contenuto dell'interrogazione è stato affrontato parallelamente al percorso di riordino e di riduzione dei tempi delle liste di attesa.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Ringrazio tutti e due i Presidenti perché credo che si possa aprire per i marchigiani un momento, un inizio, di trasparenza.
Presidente, lei ora ha comunicato all'Aula che questa funzione entrerà a regime entro aprile 2016, sono d'accordo, non le sto a dire: meglio tardi che mai, come dice il detto, però penso che questo termine debba essere rispettato davvero. Altrimenti, con la massima onestà, con la massima franchezza, sarebbe meglio dire che ci stiamo prendendo in giro, in quanto non abbiamo un punto di riferimento per liste d'attesa.
I marchigiani devono sapere che questo è uno strumento indispensabile per far si che gli stessi cittadini possano consultare i dati relativi alle liste d'attesa, per verificare con la parte politica, con l'esecutivo, con lei, se entro aprile 2017 i tempi d'attesa saranno gli stessi, altrimenti ci prendiamo in giro perché non abbiamo uno strumento di verifica.
Credo che vada dato atto a lei, che la ammette, che sta lavorando su questa discrepanza. Sappiamo che i miracoli non si fanno, però gli impegni si devono mantenere, come dice una nota trasmissione televisiva “facciamo il nodo” questa mattina al fazzoletto e vediamo se ad aprile 2016 siamo in grado di scioglierlo altrimenti, non è che non sono credibili il Consigliere Zaffiri o la Lega Nord, ma non lo è il Presidente.
Proposta di legge n. 27
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Volpini
“Disposizioni urgenti in materia sanitaria e modifica alla legge regionale 28 dicembre 2015, n. 32”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 27 ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Volpini.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.
Fabrizio VOLPINI. Si tratta di una legge di un solo articolo che va a sostituire il comma 7, dell'articolo 1, della legge 32 del 28 dicembre 2015, quello che abbiamo introdotto durante la discussione sul bilancio. E' frutto anche di una serie di incontri che abbiamo avuto con le rappresentanze sindacali.
L'articolo 1 della legge 32 aveva l'obiettivo di prendere atto di una situazione di difformità tra profili professionali all'interno dell'Asur, dell'Azienda unica regionale, quindi la finalità era quella di armonizzare i contratti in modo tale che non ci fossero più queste differenze.
L'obiettivo è stato riconfermato negli incontri con le delegazioni sindacali e questo articolo di legge che sospende gli effetti permetterà di avere degli incontri con le rappresentanze sindacali aventi come scopo la contrattazione nell'ambito dell'Asur, facendo rimanere le cose attualmente come sono.
Sono stati già calendarizzati degli incontri di confronto della Commissione con il sindacato per trovare una condivisione rispetto a questo obiettivo ed anche ad altre situazioni che riguardano le relazioni sindacali.
Il primo incontro lo avremo mercoledì prossimo, domani.
L'atto è stato votato in Commissione, tutti hanno votato a favore con l'eccezione del rappresentante del Movimento 5 Stelle che quel giorno era il Consigliere Fabbri in sostituzione della Consigliera Pergolesi.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La modifica che viene portata oggi in trattazione va a sanare una mancanza evidente.
In tutta fretta, insieme all'approvazione del consultivo di bilancio si è voluta approvare una normativa in ambito di trattativa sindacale e di contrattazione collettiva che passava dalle singole Aree vaste all'Asur centrale.
A distanza di 15 giorni, quando c'era stato detto che tutto era stato concordato e tutto andava bene, abbiamo visto una sollevazione da parte dei sindacati che con un documento dell'11 gennaio hanno sancito la volontà di rivedere quella normativa e la richiesta di garantire una sospensiva dell'applicazione della legge approvata il 28 dicembre.
Devo dire che questo è un metodo che ormai sembra consolidato di questa amministrazione regionale, quello di imporre determinate scelte e di portarle avanti. L'abbiamo visto recentemente anche in ambito sanitario con la delibera 1183, con la scelta delle chiusure dei punti nascita. Si fa una forzatura e poi si torna sulle proprie scelte nel momento in cui ci sono delle proteste, magari si va a trattare singolarmente con chi ha protestato per poterlo ricondurre all'ovile oppure si ha una posizione di forza nel momento in cui la normativa è applicata, è diventata legge.
L'ho fatto anche all'interno della Commissione, non posso esimermi dal farlo oggi, quello di contestare il metodo che viene utilizzato. Non mi sembra un metodo collegiale, trasparente, non mi sembra un metodo produttivo per quello che dovrebbe essere un momento anche di conciliazione, come quello che si va a discutere oggi.
Esprimo contrarietà in merito al metodo che ha portato a questa decisione. Non si può fare dei provvedimenti, imporli in tutta fretta e poi accorgersi che creano delle problematiche o che non sono condivisi e poi tornare sempre sui propri passi. Non possiamo fare un passo avanti e tre indietro perché vanifichiamo il lavoro, rendiamo poco credibile l'attività che si svolge all'interno di questa assise, all'interno della stessa Commissione e il ruolo delle istituzioni stesse.
Reputo che una condivisione maggiore di tutti i provvedimenti possa essere auspicabile e auspicata, e mi auguro che questo sia l'ultimo episodio di questo tipo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. In merito alla proposta di legge mi trovo non solo d'accordo con la Consigliera Leonardi, Vice Presidente della Commissione sanità, ma vorrei ricordare perché ci troviamo qui a modificare una legge presentata all'ultimo momento, alla vigilia di Natale. Evidenzio anche l'iter che è stato seguito, perché la nostra non è solo una protesta di metodo, ma vuole richiamare i regolamenti che prevedono dei passaggi obbligati che garantiscano la partecipazione e la democrazia.
La questione dei sindacati è emersa perché nella stessa legge presentata alla vigilia di Natale era già previsto questo passaggio. Come è nata questa legge durante la Commissione di bilancio? E' nata perché l'Asur, quello stesso giorno, si è presentata in Commissione sanità con questa proposta di emendamento alla legge di stabilità. Noi abbiamo fatto notare che non poteva essere iscritta nella discussione della sessione di bilancio, dopo di che, in Commissione bilancio, la volta che io ho sostituito il Consigliere Maggi, abbiamo rimarcato questa tematica e, quindi, si sono visti costretti, Presidente non per sua colpa, a presentare una proposta in fretta e furia.
C'è un iter che prevede che le proposte votate in Commissione, approvate o meno, vengano iscritte all'ordine del giorno del Consiglio entro i 20 giorni successivi, quindi se si fossero rispettati i tempi probabilmente i sindacati sarebbero stati auditi prima della approvazione della proposta di legge.
Non voglio entrare nel merito perché questi articoli sono a firma del dott. Ciccarelli che prova per l'ennesima volta a mettere una toppa ad una questione che risale al 2003. Se non c'è riuscito finora, non capisco perché debba insistere e infilarcela alla vigilia di Natale, in sede di sessione di bilancio, forse pensava che noi fossimo meno attenti oppure nuovi; purtroppo per lui le cose dovranno andare diversamente, perché ci sono dei regolamenti che prevedono non solo la possibilità di entrare nel merito delle questioni con le tempistiche garantite dallo Statuto, ma nel merito anche di quelle che sono risultate, a distanza di 10 anni, delle scelte inconsiderate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Capisco l'esecutivo che è nuovo a queste cose, ma questa è l'ennesima prova che anche questa volta si è fatto prendere le mani dai dirigenti di questa Regione. Secondo me, questo è il problema di fondo, è stata fatta una cosa in quel momento inopportuna perché non c'era stato un confronto con le parti sociali, una diversificazione non solo contrattuale, ma anche normativa da territorio a territorio in quanto ci sono i contratti di area.
Politicamente è stato un bell'errore, Consigliere Volpini, questo è stato effettivamente uno “scivolone”, come si dice nel gergo, avete recuperato perché il sindacato vi ha detto che c'era stata questa cosa.
Presidente Ceriscioli, qui si apre un problema di fondo in quanto inizia anche il rischio della mobilità. Occorre stare attenti perché qui parliamo di lavoratori che possono mobilitarsi in questo nuovo contesto, questo è il problema, da Pesaro ad Ascoli o viceversa, perciò ci penseranno i miei ex colleghi nella contrattazione che faranno con voi.
Il problema è reale ed è stato visto con molta leggerezza in un momento, presi nella velocizzazione dell'approvazione. La questione del personale è un problema vero, noi sappiamo che esiste questa differenza di trattamento, lo sapevamo, non abbiamo, come gruppo Lega Nord, scoperto l'acqua calda.
Perché c'è un trattamento differenziato? Perché ci sono stati dei dirigenti che hanno usato i lavoratori per prendere i premi di risultato, e lei lo sa questo, Presidente, un dirigente fra l'altro è anche un “amico mio” ed io lo amo molto.
C'è una legge che permette ai dirigenti di portarsi a casa i premi facendo anche cose fuori dal contratto collettivo nazionale di lavoro, e lei ha l'ennesima prova non solo di questo, anche perché non sono stati applicati i contratti collettivi nazionali di lavoro agli Ospedali riuniti di Torrette, per capirci.
Queste sono le cose che credo siano scivolate, come dico io, fuori dal binario, si riprenda un percorso serio che riguarda decine di migliaia di lavoratori che girano in questa grandissima azienda che è anche la più importante di questo settore, anche se penso che bisogna star attenti a come si opera.
Adesso avrete i nuovi dirigenti, quelli che vi risolveranno tutti i problemi e lei, Assessore, su questo fronte non avrà più nessun problema di contenziosi, quindi, le auguro un buon lavoro.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Ho ascoltato, come del resto faccio sempre, gli interventi dei colleghi e mi sento di fare due precisazioni.
La prima: formalmente siamo in presenza non di un atto dell'esecutivo, ma di una proposta di legge consiliare. La seconda: Consigliera Pergolesi io non ho visto nessun documento, nessun atto, nessuna proposta a firma del dott. Ciccarelli, se lei ne è in possesso la socializzi e, visto che siamo nella stessa Commissione, a me farebbe piacere.
Detto questo voglio salvare sia l'anima che l'intelligenza e non dico che il percorso non sia stato anomalo, perché siamo in presenza di una legge approvata una quindicina di giorni fa e oggi la stiamo modificando. Fra l'altro i colleghi della Commissione sanità sanno che io ho discusso in Commissione, fermo restando la stima nei confronti del Presidente, dei colleghi, era presente anche il Presidente del Consiglio, perché volevo che ci fosse nel ripartire coerenza fra tutti gli atti. E se il Presidente Volpini non avesse convocato la Commissione sanità per domani, con al primo punto dell'ordine del giorno l'incontro con le segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil e Fiaz per un confronto sulle modalità riguardanti la contrattazione nel comparto sanità, era presente anche il Consigliere Fabbri, non avrei votato la proposta di modifica. L'ho detto chiaramente.
Questo fatto lo considero determinante perché si salda con il penultimo comma dell'intesa firmata dal Presidente Ceriscioli, dal Presidente Mastrovincenzo e dal Presidente Volpini, laddove si dice: “le parti hanno convenuto sulla necessità di apportare modifiche alla suddetta legge, in tal senso la IV Commissione aprirà un confronto con le organizzazioni sindacali da concludersi entro il 31 marzo”.
Questo comma aprirà un confronto, si aprirà domani, si concluderà entro il 31 marzo, la riunione è già convocata, dà una risposta anche a chi dice: “Guardate che nell'ultimo comma c'è scritto che nel frattempo sarà predisposta in tempi rapidi una proposta di legge volta a sospendere gli effetti”. Nell'accordo c'è scritto “volto a sospendere gli effetti”, mentre nella proposta c'è scritto che le disposizioni di questo articolo si applicheranno a decorrere dall'1 gennaio 2017. Quindi da un lato si chiede la sospensione degli effetti, dall'altro si rinvia, ma di fatto rimane quella legge lì. No, perché nella contrattazione, nelle relazioni istituzionali e sindacali dobbiamo costruire, anche con i contenuti a cui ha fatto riferimento il Consigliere Zaffiri, una proposta che tenga conto della complessità non soltanto dell'Asur, ma del sistema sanitario regionale nel suo insieme, che possa vedere non soltanto coerenza negli atti, ma protagonismo dei territori, del mondo del lavoro e delle ragioni del mondo del lavoro perché sappiamo che la motivazione è la ragione, sempre, principale e impriscindibile, tanto più quando si ha a che fare con la difesa di un diritto fondamentale come quello della salute.
Mi sembra che al di là dell'anomalia del percorso che non nego, ma mettendo insieme la legge, l'accordo, la convocazione della Commissione per domani, riusciremo a dare una risposta certa all'avvio di relazioni sindacali che sicuramente porteranno benefici alla sanità marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sono contento che tutti sono contenti e questa vicenda per me non è per nulla scandalosa perché come ogni cosa che avviene su questa terra ha spiegazioni abbondanti, si tratta solo di andarle a cercare.
Al di là delle facili battute e delle facili polemiche, a me fa piacere, Presidente Ceriscioli, perché su questa vicenda, anche se un po' rocambolesca, anche se un po' strana, abbiamo una occasione in più per mettere in chiaro, cioè in evidenza cose di cui in 5 anni non si è mai parlato.
Quando c'è chiarezza e penso per primi ai colleghi della minoranza che oggi hanno trovato insieme a noi un comune denominatore nel sostenere la validità dell'esperienza del Consigliere Bisonni, dell'Aula, trovo il clima molto più bello, molto più disteso, molto più consono al ruolo che, ripeto, dobbiamo conquistare.
Nel riconquistare questo ruolo mi permetto anche di dire, come ha detto il Consigliere Giancarli adesso, che abbiamo fatto una legge che avendola votata ed in qualche maniera avendo già espresso su questa un parere favorevole insieme agli altri colleghi di maggioranza della Commissione, mi permetto di ricordare che in quella sede noi cercammo di capire, perché siamo tutti un po' ingenui, ma non stupidi fino a questo punto, se su un argomento così delicato il sindacato fosse stato informato e c'è stato detto di si. Mi fermo qui, se no facciamo proprio la figura dei tontarelli e l'unico che capisce è il Consigliere Zaffiri, lui può darci lezioni di sindacato, come sindacalista di sinistra ha vissuto profondamente queste vicende, ma voglio dire, Consigliere Zaffiri mio, l'abbiamo chiesto e c'è stato detto: “I sindacati sono stati sentiti”.
Anche su questo non voglio approfondire perché la stampa normalmente non è presente quando parlo, ma quando dico qualche battuta strana subito la va a registrare, secondo me c'è stata un po' di confusione all'interno del sindacato. Questo per dire che l'equivoco lo spalmiamo un po' su tutti e mi sembra paradossale che si possa arrivare ad una proposta di questo tipo senza che non ci fosse stato niente, così a freddo, non ci credo, anche perché qualche piccolo riscontro ce l'ho avuto.
La seconda considerazione riguarda il bilancio. Ritorna questo argomento.
Mi permetto di ricordare che fino ad un recente passato noi avevamo provvedimenti di accompagnamento al bilancio di qualche decina di pagine, quest'anno è stato un bilancio che nella parte normativa è stato accompagnato da 2 o 3 paginette, si è sgonfiato completamente questo fenomeno, lo dico perché era una delle cose che stava lì dentro e, secondo me, stava anche dentro una logica. Tutto sommato è vero che era una cosa grossa, è vero che andava approfondita meglio, ma sicuramente fa parte della dimensione organizzativa, economica, perché non è indifferente rispetto a questo.
Nella sostanza rimane il fatto che questa cosa c'è da farla, Presidente. Su questo, in Commissione, come maggioranza siamo stati chiari, non c'è il dubbio se dobbiamo o non dobbiamo fare questa cosa, perché è dal 2003 che le aziende dovevano procedere a questa centralizzazione della loro attività contrattuale. Mi permetto di dire che in quella sede, non in quest'ultima, ma in quella precedente, mi sono permesso di dire e sottolineare, l'ho fatto anche in Aula, che questa benedetta contrattazione, poi dirò due parole sulla gestione, perché mi sembra che lì c'è un corto circuito che va interrotto, deve essere unica regionale.
Vorrei essere chiaro su questo aspetto perché, Presidente, come ho già avuto modo di far rilevare, con la finanziaria del 2015, votata nel 2014, avevamo votato anche un emendamento da me proposto ed approvato all'unanimità da quest'Aula nel quale si diceva che i concorsi dovevano diventare unici regionali. Non so se quest'anno ha ottenuto attuazione, non ha ottenuto attuazione perché il vero problema non è che noi, la Giunta o il Consiglio governiamo a queste cose, ma occorre mettersi d'accordo con qualcuno, perché se non lo fai la legge non conta niente.
Vorrei che questo principio finisse, anche per il bene del sindacato che torna a respirare, che torna ad essere meno istituzionale, che torna ad essere più “barricarello”, che torna fare gli scioperi, deve finire questa cultura in base alla quale tutto si aggiusta prima nelle segrete stanze. Facciamo finalmente chiarezza ed ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Non dico solo l'Asur, Presidente, parlo anche delle altre aziende perché non è concepibile che queste siano delle isole dove contrattualmente ognuno se la gioca come meglio può, creando anche, mi è stato detto, delle diseguaglianze clamorose sul territorio, perché sappiamo tutti che rispetto alla parte generale della contrattazione, la parte decentrata o tutti gli accessori oggi costituiscono la parte significativa del reddito dei lavoratori e su questa c'è il rischio che non qualche decina di euro, ma qualche centinaia di euro di differenza possa maturare da un posto ad un altro dentro lo stesso tipo di qualifica.
Abbiamo sostenuto in Commissione, penso tutti d'accordo, anche se non è parte scritta, che questa benedetta contrattazione diventi del Dipartimento, chiaramente affiancata dai direttori dell'azienda e conseguentemente anche il sistema di assunzione, perché il contratto è anche assunzione, avvenga in forma unica. Vorremmo vedere dal 2016, Presidente, un unico concorso per assumere l'infermiere con la qualifica XY, così come per i medici.
Capisco che per i medici è un po' più difficile, ma questi concorsi unici potrebbero anche finire perché si aspetta qualche mese di più, si mette la stessa figura di chirurgo, invece di farne uno a Torrette, uno all'Asur 1, uno all'Asur 3 e uno a Marche Nord e si fa un concorso unico per 5 posti, alleggerendo anche la tensione su questo tipo di concorso.
L'ultima cosa, la Commissione, secondo quanto è stato detto, aprirà un confronto, anche qui dal punto di vista istituzionale vorrei essere molto chiaro, mi sembra una cosa un po' anomala che la Commissione entri in un confronto per fare una legge
La Commissione ha come modalità quella dell'audizione, perché non è titolata a prendere una decisione definitiva su una legge che vota e che propone all'Aula.
Diversa è la trattativa o il confronto che la Giunta può avviare parallelamente per dire al sindacato: “Su questa materia, in futuro, noi intenderemo comportarci in questa maniera”. E' chiaro che il contributo dell'esecutivo è fondamentale, è ovvio, altrimenti da un punto di vista strettamente legislativo per noi la legge era finita lì.
Qual è il compito del Consiglio? E' dire, per quanto attiene alla contrattazione decentrata, questa finisce e si dà esecuzione a quello già previsto nel 2003, cioè si va alla contrattazione unica d'azienda e mi auguro regionale.
Non so se è chiaro questo passaggio. Non è che noi ci mettiamo a contrattare con i sindacati, sarebbe una cosa pazzesca, creeremo un precedente istituzionale gravissimo, anche perché, ripeto, mi sembra ovvio che in Commissione, non in una sola seduta, ma due, tre, perché vorrò capirci bene, ascolteremo il sindacato per capire tutti gli addentellati di questa questione che non sono pochi in quanto immagino che le ripercussioni siano tante, fra l'altro c'è un consolidato di 13 anni, cioè sono 13 anni che si va avanti con questa prassi e oggi c'è da mettere in piedi una prassi diversa.
Questo significa che oltre a quello che deliberammo a dicembre c'è da deliberare qualcosa in più? E' questo che vorrei capire, perché se il problema è solo applicativo qual è la parte in più della nostra deliberazione? Se alla fine c'è da dire prendiamo atto di quello che c'era e finalmente si dà esecuzione e si modifica quella parte, il discorso è finito, in che cosa consiste allora il nostro ascolto del sindacato? C'è qualche aggiustamento? Non si passerà subito e direttamente alla contrattazione centralizzata? Ci sarà una fase intermedia? La legge lo deve recepire?
Questo è ancora ragionevole, ma ripeto l'obiettivo finale è che si arrivi alla contrattazione centrale, poi, come in tutte le aziende, si possono addirittura fare le contrattazioni di reparto. Ad esempio, in una grande azienda come la Fiat, reparto per reparto, si vanno a vedere i problemi specifici del settore, ma l'architrave delle norme, la possibilità, per esempio, che ci sia una mobilità un po' più aperta dell'attuale, dico un paradosso: oggi un lavoratore della sanità dell'Asur n. 2 di Ancona che sta a Cingoli in provincia di Macerata non può essere spostato se non dopo grande procedura a Macerata, cioè a distanza di 25 chilometri.
Ragazzi, la tutela è una cosa, ma prenderci in giro è un'altra. Le esigenze della sanità alle quali andremo incontro sono quelle che sono. Capisco uno che da Pesaro deve andare a lavorare a San Benedetto, questo si, allora darsi delle regole in questo senso significa essere ragionevoli intorno ad un problema che andrà sicuramente risolto.
Sui tempi, Presidente, abbiamo esagerato. Ho incontrato recentemente dei sindacalisti amici i quali mi hanno detto: “Abbiamo chiesto 3 mesi ci avete dato un anno, è la prima volta che veniamo scavalcati dalla politica. A noi bastavano 3 mesi, fino a marzo per poter chiarire queste cose”, ma come ho già detto in Commissione: meglio così, piuttosto che a fine marzo fare una proroga per altri due mesi perché le cose non sono state chiuse.
PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Mi ha chiamato in causa il Consigliere Giancarli che ringrazio per cotanta attenzione, ma vorrei ricordargli che forse era assente alla Commissione, mi sembra che sia arrivato dopo, ...
(interrompe il Consigliere Giancarli)
Romina PERGOLESI. Mi sto riferendo alla prima Commissione quella in cui è stata proposta la presente legge dal Signor Ciccarelli. Lei è arrivato più tardi, poi successivamente c'è stata l'altra Commissione sul bilancio, eravamo proprio agli sgoccioli della legge di stabilità. Essendo arrivato più tardi non ha visto, non ha sentito la relazione del nostro ormai fedelissimo Ciccarelli che è sempre in Commissione in cui ha esplicitamente detto che questa cosa ha provato a farla in più di una occasione.
Mi meraviglio che il Consigliere Marconi oggi l'appoggi quando nella vecchia legislatura c'eravate, quindi non afferro l'urgenza di farla alla vigilia della votazione della legge di stabilità, se bastavano 3 mesi di concertazione per l'attuazione di questa proposta di legge, non capisco perché non sia stato fatto prima. Tutto qua. Grazie.
PRESIDENTE. Preciso che non è fatto personale, questa è una precisazione, nulla le è stato attribuito personalmente, quindi è un altro discorso. E' una valutazione molto personale.
Ha la parola il Consigliere Busilacchi.
Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Poche parole perché già il Consigliere Marconi ha espresso alcune delle questioni su cui volevo intervenire.
Qui sono state poste questioni di metodo, di comunicazione che sono senza dubbio importanti, però tornerei alla sostanza delle cose che credo debba concentrarsi sulla scelta di fondo che è stata fatta che si ritiene ispirata al tema dell'equità. La scelta è quella di fare in modo che la contrattazione che viene fatta all'interno dell'Asur non discrimini, a livello territoriale, professionisti e operatori del sistema sanitario regionale con dei trattamenti diversificati.
Penso che questa sia una considerazione di buon senso, anzi ricordo che in quel dibattito abbiamo detto che questa cosa avrebbe dovuto essere estesa, nel senso che altre aziende, come l'Azienda ospedaliera, avrebbero potuto avere un raccordo nella contrattazione che veniva effettuata.
Condivido pienamente l'impostazione che il Presidente della Commissione ed anche i firmatari di questa proposta hanno dato a questo atto che ad oggi garantisce che esistano delle Rsu, che sono ancora in vigore e possono continuare a svolgere il loro lavoro fino alla fine del loro mandato.
Credo che sia utile fare emergere l'aspetto sostanziale su cui però, a quanto ne so, c'è anche un accordo dei sindacati. Immaginiamo un momento in cui il chirurgo che lavora all'ospedale di Urbino e quello che lavora nell'ospedale di Civitanova possano essere trattati nello stesso modo perché hanno un'unica contrattazione.
E' chiaro che in questa lunga fase che ha portato dal 2003 in poi alla formalizzazione dell'Asur l'aspetto della contrattazione decentrata è rimasto quello su cui meno si è pigiato l'acceleratore nella operazionalizzazione dell'Asur.
Credo che questa proposta vada benissimo perché, ripeto, consente di evitare alcuni problemi, di ristabilire alcuni aspetti di metodo, però non perdiamo di vista l'obiettivo finale che credo che sia importante.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Credo di avere troppa stima dei Consiglieri Giancarli e Marconi per dire che non credono in quello che hanno detto, li ammiro, ho apprezzato molto l'arzigogolare, in modo particolare, del Consigliere Giancarli, come quello del Consigliere Marconi quando dice che c'è questo clima sereno ed ecumenico …
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. E' vero che è l'anno della misericordia, il Giubileo, vogliamoci bene, però questo ecumenismo faccio fatica a vederlo. C'è la Santa Casa di Loreto e quando rivolgiamo lo sguardo in quella direzione, siamo tutti convinti!
Ammettere di aver sbagliato è sintomo anche di intelligenza, quindi lo si può dire, perché è vero come ha detto il Consigliere Marconi, io non ero presente nella scorsa legislatura, che a fine anno c'erano le multi proroghe e cose varie, però anche se ce ne fosse stata una soltanto e fatta in quel modo, quando stavamo in piedi senza discutere, senza capire quello che si stava facendo, con il titolo soltanto della legge, francamente si poteva evitare perché adesso la toppa non è bella e forse è più brutta del buco. Se è vero come ha detto il Consigliere Giancarli che è stato messo in piedi un percorso per la legge: un accordo fatto in Commissione, la convocazione con i sindacati, il processo poteva essere po' diverso, forse si trattava di mettersi d'accordo prima anche su questa legge, fare cioè delle convocazioni, attuare un confronto ed in sintesi modificare la norma.
Addirittura si dice che il sindacato ha chiesto 3 mesi di concertazione, noi gli abbiamo dato un anno perché sappiamo come andrà a finire, e cioè che in tre mesi non faremo nemmeno la prima convocazione. Questa non è un'immagine molto bella del Consiglio, era molto più pragmatico, politicamente molto più corretto, iniziare un confronto sereno alla fine del quale tornare in Aula per capire che cosa era stato detto e se era il caso di modificare o meno questa norma per riportare questa contrattazione a livello territoriale, anche se, come ha detto il Consigliere Marconi, mi sembra giusto, che questa perequazione sul territorio della regione venga fatta. Questa perequazione di trattamento dal punto di vista sindacale, dal punto di vista normale, va fatta.
Il percorso che è stato compiuto in questo modo lascia dei dubbi, delle perplessità per il pressapochismo, sembra quasi di voler, in qualche modo, essere alla berlina di ogni soffio di vento, mi dà tanto l'idea della piccola vedetta lombarda, oppure di quel galletto che sopra al comignolo di tanti camini gira come tira il vento e quando si ferma si vede da che parte sta. Questa non mi sembra una situazione molto corretta per cui io ero contrario alla prima legge votata, mi sembra, il 23 o il 22 dicembre, purtroppo sono contrario proprio per il metodo anche questa volta, non nella sostanza. Questo è il concetto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.
Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non riprenderò le cose che abbiamo detto, però concordo su un punto con il Consigliere Celani, tra l'altro l'ho fatto presente anche nel mio intervento, noi non dobbiamo mai offendere la nostra intelligenza, quella dell'Aula, dei colleghi, quindi da questo punto di vista siamo d'accordo, come non mi appartiene il riferimento alle persone, Consigliera Pergolesi, per le quali c'è soltanto rispetto. Semmai sono abituato a contrastare le idee, le proposte, i progetti che non condivido, non le persone, quindi mi dispiace se l'ha presa così.
Sono un componente della IV Commissione e in quella seduta per il Movimento 5 Stelle era presente il Consigliere Fabbri e credo di aver esplicitato tutte le ragioni su cui costruivamo la proposta. Non sono arrivato in ritardo in Commissione bilancio, io non ne sono componente, sono passato per caso e sono venuto in Commissione, però, ripeto, ribadisco, la proposta è consiliare, poi se in quella sede l'ha illustrata un dirigente del servizio salute, non lo so, ma è una proposta di iniziativa consiliare.
In Commissione sanità tra l'altro non era venuta dal Servizio salute ma da un altro, come il Presidente Volpini ha detto poc'anzi, figuriamoci se il problema è chi illustra l'atto, il problema è che la proposta di legge è di iniziativa consiliare, su cui abbiamo riflettuto, su cui prima del nostro c'è stato un intervento autorevole del Presidente della Giunta, del Presente del Consiglio, del Presidente della Commissione e si era stabilito un percorso, si era rimesso in qualche modo in discussione un percorso fatto, stabilendone uno nuovo.
Mi sembra che ci sia stata chiarezza e trasparenza nella formulazione degli atti e nella volontà di giungere ad una proposta condivisa con le organizzazioni sindacali.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Pergolesi.
Romina PERGOLESI. Vorrei ricordare un attimo l'iter di questa legge. Ho chiesto al Presidente di poter parlare al suo posto per dire che noi voteremo contro perché non ci si può venire a dire che una proposta presentata da un dirigente, alla vigilia di una legge di stabilità, su una legge regionale di più di 10 anni fa, sia una questione talmente urgente da surclassare l'iter di democrazia partecipativa previsto dallo stesso Statuto.
Se la proposta è venuta da un altro ufficio, è stata presentata dal dott. Ciccarelli, quindi io ci vedo sotto la sua firma, mi dispiace.
Lei non era in Commissione sanità, io successivamente sono stata anche in Comissione bilancio in sostituzione, quindi quel giorno ho partecipato a due Commissioni belle corpose, tant'è che siamo rimasti lì fino alle 9. In genere queste cose non le dimentico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Per stesse motivazioni che accennava prima il Consigliere Celani, anche noi non siamo d'accordo nel modo in cui sono state impostate le pratiche, per cui anche noi voteremo contro.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 27. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di atto amministrativo n. 11
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programmazione rete scolastica per l'anno scolastico 2016/2017. Deliberazione dell'Assemblea legislativa regionale 22 settembre 2015, n. 5”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 11 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. In premessa devo dire che sono relatore di questo atto anche se il relatore nello step delle linee guida e nella proposta di legge era il Consigliere Urbinati che oggi è assente per motivi legati alla sua funzione, per cui mi sento, pubblicamente, di ringraziarlo per il lavoro che ha svolto nelle precedenti fasi.
Con questa proposta di atto amministrativo si giunge al termine dell'iter previsto per il dimensionamento scolastico di cui alcuni tratti li ha già anticipati prima l'Assessore Bravi rispondendo ad un'interrogazione che toccava marginalmente questo tema.
La proposta di atto amministrativo si conclude con una proposta della Giunta che arriva al termine dell'iter previsto: le fasi dell'audizione dei vari attori interessati, le istanze che sono giunte dai vari territori e dalle varie istituzioni scolastiche, considerando una novità anche l'insediamento di una nuova Giunta, soprattutto per una maggiore e precisa valutazione di ciò che potrà essere delle varie istanze pervenute, al cospetto, diciamo, di una programmata attività di audizione. Un'apposita Commissione fin dal mese di febbraio, quindi imminente, per due volte al mese, sarà un tavolo permanente di confronto, di audizione, di esame, di tutte le varie questioni che possono essere importanti ai fini della determinazione di questo nuovo dimensionamento scolastico.
Le proposte che sono state approvate dalle varie province, riferite al dimensionamento ed all'offerta formativa delle varie istituzioni di secondo grado, sono state in poche parole sospesa. La Giunta regionale prevede la sospensione di queste varie proposte, in attesa di assumere migliori e maggiori elementi sia sotto il profilo della popolazione scolastica che sotto il profilo delle strutture scolastiche nelle quali andrebbero dislocate tali attività, con ulteriori analisi riferite all'organizzazione dei servizi di trasporto, ma forse l'aspetto principale credo possa individuarsi nella volatilità della domanda che perviene dalla società. Sappiamo che viviamo momenti in cui abbastanza frequentemente e di fretta si cambia orientamento, anche dal punto di vista dei contesti territoriali di riferimento, soprattutto per le scelte che vengono un po' condizionate dagli aspetti socio economici dei vari territori.
Credo che i punti siano tutti rilevanti, ma questo non è secondario e personalmente esprimo il mio parere favorevole a questa riflessione che la Giunta propone e che ho avuto modo di approfondire personalmente con l'Assessore Bravi, sempre disponibile a motivazioni robuste e persuasive.
Questa disponibilità ad ottenere maggiore contezza e un maggior chiarimento, affinché tutte le varie le dinamiche e tutti i vari elementi in gioco per poter addivenire a una fotografia più completa, è sicuramente importante ai fini di una scelta più stabile, perché questo ricorre nelle linee guida, lo sappiamo bene.
L'esigenza di ricorrere a una fotografia maggiormente stabile credo che giustifichi questo ulteriore periodo di tempo richiesto al fine di valutare tutte le variabili, chiamiamole così, che possono incidere in una determinazione di questa natura.
Sottolineo anche l'importanza che questo rinvio non è fine a sè stesso, ma è un rinvio attivo che godrà anche dell'appoggio di questo tavolo stabile nel quale tutti i vari attori porteranno le loro istanze ed essere motivo di confronto e di approfondimento per giungere a questa determinazione conclusiva per l'anno scolastico 2017-2018.
Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Condivido in pieno la linea di principio che ha ispirato questa delibera di Giunta sul dimensionamento scolastico che è quella di lasciare le cose invariate al fine di acquisire ulteriori elementi nell'anno scolastico che verrà. Ulteriori conoscenze per poi procedere il prossimo anno, con elementi aggiuntivi rispetto a quelli attuali, ad una possibile rivisitazione in base alle esigenze che sono emerse dal territorio.
C''è stata la sospensione delle proposte che sono arrivate dalle Province, sospensione che serve per fare una analisi più puntuale e scientifica delle esigenze del territorio e delle potenzialità. Quest'anno occorrerà programmare una serie di incontri, così come ci hanno spiegato anche i dirigenti in Commissione, con le rappresentanze dei territori per avere una risposta puntuale. Per le scuole superiori occorrerà verificare i fabbisogni formativi delle imprese, del territorio, le potenzialità occupazionali dei territori, le potenzialità degli istituti, per una riorganizzazione. Per le scuole dell'obbligo dovrà essere condotto un approfondimento attraverso gli amministratori locali, per verificare come meglio rappresentarsi e cercare di arrivare ad una ipotesi che tenga conto di tutte le opportunità e le potenzialità.
Condivido, come ho già detto in Commissione, questo percorso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. A me dispiace essere probabilmente una voce fuori dal coro su questo argomento perché credo che quando si parla di istruzione, di scuola, si parla di territori, si parla di futuro, dobbiamo essere abbastanza precisi, puntuali e tempestivi nel dare risposte.
Credo che questa delibera/non delibera sia ancora una volta la dimostrazione dell'incapacità di dare risposte tempestive a quelle che sono le esigenze, non dico le richieste, indispensabili dei nostri territori.
Dispiace perché penso che su questo argomento non si possa perdere tempo, quello che mi rammarica, come vedremo, sono talune motivazioni che sono state inserite nell'atto amministrativo.
Questa decisione di non decidere io non la vedo positivamente, in particolare per quanto riguarda, ad esempio, la mia provincia perché già sono 2 anni che non si decide, sono due anni che il sistema della rete scolastica è a pezzi, sono 2 anni che perdiamo dirigenze, sono 2 anni che arrivano dei reggenti che non possono dare quella dovuta attenzione a quelle scuole perché ci stanno raramente. Può darsi che il Ministero non li tratti nel modo giusto, non voglio entrare nel merito, sta di fatto che in alcune province, soprattutto nel sud, da noi, nel piceno, le cose non funzionano, anzi vanno malissimo da questo punto di vista, ed io che da qualche anno non sono più nelle aule scolastiche, però le ho frequentate come insegnante per circa 19 anni, per cui credo di aver avuto qualche segnale.
Quello che più mi fa specie e che mi sembra paradossale sono le motivazioni che taluni che sono intervenuti, hanno visto come una grande novità, come un grado di attenzione particolare verso i territori. Secondo me è invece una ammissione di scarsa attenzione, di scarsa conoscenza di quelle che sono le realtà territoriali. Infatti nell'atto amministrativo che ci avete presentato a pagina 11, si dice che a seguito di questo confronto che c'è stato il 21 dicembre tra tutte le componenti, le Province, la Regione, l'Ufficio scolastico regionale, le rappresentanze sindacali, si decide di sospendere tutte le proposte approvate dalle Province, dopo dirò qualcosa su questo, al fine di istituire un tavolo permanente che a partire da febbraio si riunirà almeno due volte al mese e si indica pure il numero, per esaminare che cosa? La situazione territoriale, la consistenza della popolazione scolastica, la consistenza del patrimonio edilizio e dei laboratori, l'adeguatezza della rete dei trasporti e la definizione dei nuovi criteri per il ridimensionamento delle istituzioni scolastiche secondarie di 2° grado e per studiare il contesto territoriale da un punto di vista economico e sociale e …
PRESIDENTE. Scusi Consigliere, chiedo il silenzio in Aula.
Piero CELANI. … per la definizione di nuovi criteri e proposte di offerta formativa.
Se noi siamo qui e diciamo che ancora non conosciamo la consistenza della popolazione scolastica, è un fallimento! La consistenza della popolazione scolastica ce l'abbiamo sotto gli occhi tutti, Ce l'hanno le Province, gli Uffici scolastici provinciali, l'Ufficio scolastico regionale, anzi abbiamo anche il flusso migratorio da istituto a istituto, ce l'abbiamo anno per anno, ce l'abbiamo da 10 anni a questa parte, abbiamo dei dati incredibili, tutti ce li abbiamo!
La consistenza del patrimonio scolastico, ma ragazzi scherziamo? Non sappiamo qual è la consistenza del patrimonio? La consistenza ce l'abbiamo tutti, basta chiedere all'Assessore al patrimonio di ogni singola Provincia, oppure dei Comuni ed abbiamo tutto, credo che ce l'abbia pure l'Assessorato.
Non abbiamo il discorso dell'adeguatezza o meno della rete dei trasporti scolastici? Ma di cosa parliamo? Vuol dire che siamo all'anno 0, che siamo peggio non so di quale Paese sottosviluppato. Peggio ancora quando diciamo che dobbiamo analizzare i contesti socio economici per vedere quali sono i fabbisogni formativi per l'istituzione di nuovi corsi. Questa è la prima cosa che si fa, le esigenze dei fabbisogni formativi, ma non dico chiederli all'Ufficio scolastico provinciale, perché ogni Provincia fa questo tipo di scouting sul territorio, basta chiederlo alle organizzazioni datoriali e si vedono quali sono i fabbisogni formativi.
Stiamo attenti quando scriviamo queste cose perchè, secondo me, questa è una ammissione di inadeguatezza strutturale del nostro sistema, e non è così. Io posso dire che non è così, questa non è la verità, perché lo sappiamo, lo sapete, l'Assessorato lo sa, i tecnici lo sanno, lo sanno tutti come siamo messi con la rete dei trasporti, come siamo messi con il patrimonio di edilizia scolastica, come siamo messi con il numero dei ragazzi, con i flussi migratori, dispiace perché nei territori su questo si lavora da sempre.
I problemi saranno altri, dopo li vedremo, non saranno i problemi tecnici, non diamo sempre la colpa ai tecnici, perché ormai c'è questo andazzo. Per Aerdorica si sbaglia il bando e la colpta è dei tecnici, per la sanità è colpa dei tecnici, il bilancio è tecnico, allora che ci stiamo a fare qua se tutto lo ribaltiamo sui tecnici. Non è così, c'è la politica che deve decidere, deve prendere in mano la situazione e deve capire quelle cose che vanno e quelle che non vanno e poi decidere perché ritardare la decisione di un ulteriore anno su questo aspetto significa che il prossimo anno avremo più istituti che andranno sottodimensionati con problemi ancora più seri, sia quest'anno che il prossimo perché perderemo un anno.
La prossima programmazione che faremo sarà quella del 2017-2018, questo è il problema, vi rendete conto? Questo grande entusiasmo perché abbiamo interrotto questa cosa io non lo vedo.
A me dispiace dire queste cose perché ho profonda stima dell'Assessore Bravi con cui mi sono confrontato e capisco che certe situazioni lei probabilmente le avrebbe gestite diversamente, lo dico con onestà intellettuale, non ci sono problemi da questo punto di vista. Poi dirò come voterò, proprio in virtù di questa stima che ho nei suoi confronti, però di fatto partiamo con il piede sbagliato in un settore importante come la scuola, come la formazione. Partiamo con la scarsa attenzione ai territori.
La Regione doveva prendere in mano molto prima questo discorso e richiamare all'ovile immediatamente quelle Province e quei Comuni che non si attenevano alle linee guida che la Regione in modo molto organico fa e si sforza di fare. E' inutile che poi a settembre o a luglio si deliberano le linee guida che devono essere date alle Province, quando ogni Provincia fa a proprio modo, secondo quelle che sono le esigenze o le spinte politiche per salvaguardare questa dirigenza oppure per implementare quel ciclo, per ingrandire questo istituto, dare una articolazione in più all'interno di un indirizzo o meno. Ormai dobbiamo abbandonare questo tipo di discorso.
Veniamo un attimo alla sostanza che è quella che mi interessa in modo particolare fatto questo cappello di carattere generale.
Andiamo a vedere l'esempio sistemico e lapalissiano di quello che è successo nella provincia di Ascoli dove c'è una linea guida, un atto di indirizzo che abbiamo votato qui. Molto bello, molto importante, condiviso da tutti, ne abbiamo parlato perché erano richiamati dei concetti fondamentali, quali quelli di dare stabilità a medio e lungo termine al sistema scolastico per evitare le reggenze, perché quando un istituto è dimensionato in un certo modo, ha un suo dirigente che dà le sue linee e rimane lì per almeno 3 anni, se non 5 o 6 proprio per consolidare il sistema; questo credo che l'abbiamo condiviso tutti, poi che cosa abbiamo detto? Abbiamo detto che laddove era possibile non dovevano essere aumentate le autonomie scolastiche che dovevano rimanere quelle che erano, addirittura ridurle, proprio per fare in modo che gli istituti negli anni futuri non avessero a soffrire.
Terza considerazione molto importante che deriva proprio da quello scouting che tutti noi facciamo nei territori attraverso gli enti locali, oppure attraverso le organizzazioni di categoria, è quello di capire quali sono i fabbisogni formativi e favorire la nascita o la stabilizzazione dei poli tecnico-professionali che è uno degli aspetti fondamentali per quanto riguarda la nostra regione, ma in generale per quanto riguarda l'Italia. Noi lì soffriamo moltissimo, maledettamente, perché talune professioni, talune qualifiche, taluni lavori si stanno perdendo proprio per mancanza di operatori, quindi la nascita di poli tecnici-professionali. Faccio l'esempio: ad Ascoli accade il contrario di tutto e chi governa questo procedimento …, non entro nel merito, non voglio ritornare sull'interrogazione fatta dalla Consigliera Leonardi, ma sento un po' di disagio quando certe proposte vengono da dirigenti scolastici che sono Consiglieri provinciali che hanno la delega all'istruzione, che hanno la delega all'edilizia scolastica, sono anche Consiglieri comunali che fanno proposte di razionalizzazione che riguardano l'istituto dove reggono la dirigenza.
E' inutile che stiamo qui a perdere tempo se poi la politica prevarica tutto, se prevarica il sistema, se prevarica le cognizioni di buon senso, se prevarica la legge, se prevarica la normativa, le norme di indirizzo, una cosa di questo tipo non è proprio possibile e se non si è avuto il corraggio di stoppare, in qualche modo, quella situazione …, diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, non vorrei che questo comporti un effetto trascinamento in tutte le altre province e, non potendo approvare una proposta come quella di Ascoli, che è una proposta indecente dal punto di vista normativo, contro ogni direttiva e al tempo stesso non potendo dire di no a chi l'aveva fatta, in quanto era organica ad un partito politico, transeat, si è detto: “Sospendiamo tutto, ci inventiamo questo discorso e trasciniamo tutte le altre 4 province”.
Non può andare così, certo mi direte che non è così, ripeto, ho fatto una premessa, faccio peccato a pensar male, però, caro Assessore Cesetti, a volte ci si azzecca.
Queste sono le motivazioni per cui io non sono affatto entusiasta di questo modo di procedere perché si doveva chiudere, si doveva arrivare a dare stabilità al sistema, cercando di riportare tutto, partendo in anticipo, in quelli che erano i binari che la Regione aveva trattato.
Do merito all'Assessore se è stata lei a sospendere tutto, perché ha evitato qualcosa che non stava né in cielo né in terra. Se questa fosse stata la motivazione, lo dico fin da adesso, avrei votato contro, però per un atto di fiducia che su questo aspetto do all'Assessore, le riconosco l'impegno di essere riuscita a bloccare uno scempio nella nostra provincia di Ascoli, quindi, mi asterrò dal votare. Grazie.
Presidenza della Vicepresidente
Marzia Malaigia
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.
Sandro ZAFFIRI. Questa mattina, questo documento è molto strano, sembrava che determinate richieste fossero state accettate e che il rinvio fosse la cosa più ottimale per verificare con più attenzione cosa sarebbe accaduto in questo settore.
Valuto questo rinvio, che non aiuta assolutamente a risolvere i problemi del territorio, un rinvio tecnico e politico perché nei territori c'è conflittualità, in modo particolare nella sanità.
Cito il caso di Fano dove c'è una conflittualità molto accesa per l'istituto Cesare Battisti e nello stesso tempo, nello stesso territorio c'è un contrasto molto forte per quanto riguarda il problema sanitario.
E' ovvio che il Partito Democratico in questo territorio non può subire due ostilità, di questo io parlo, e allora come Ponzio Pilato si è lavato le mani e ha rinviato.
Mi dispiace per l'Assessore perché ritengo che sia una persona molto intelligente e attenta alla sensibilità dei territori. Mi dispiace, è caduta in questo tranello, però fa parte della maggioranza, quindi, la invito a guardare con più attenzione i problemi della scuola che non possono essere risolti o non affrontati ed in questo caso non si sono risolti e non si sono affrontati perché esistevano ed esistono queste conflittualità.
Noi abbiamo un problema molto difficile da risolvere che è quello della scuola. Occorre dare risposte ai nostri ragazzi su che tipo di scuola scegliere perchè magari possono trovare un'occupazione diversa rispetto a ciò che oggi seguono gran parte dei giovani. Le iscrizioni agli istituti scientifici aumentano, non agli istituti tecnici dove è possibile con facilità trovare qualche posto di lavoro, se esiste. Questo aspetto politico è il vero problema di questo rinvio. Questo, secondo me, è il passaggio importante ed il fatto che la scuola debba subire un ulteriore rinvio per non fare scelte, perché ci sono problemi di micro conflittualità sul territorio, è una questione gravissima.
Credo che questo problema non possa chiudersi con un aspetto positivo, vogliamoci bene e rinviamo, io dico che andava deciso, cito nuovamente l'esempio del Cesare Battisti di Fano, non è possibile che un territorio venga depauperato sia della scuola che della sanità. E' questo ciò che sta accadendo in quella realtà territoriale.
La politica deve fare delle scelte, deve fare delle proposte, non può accettare il rinvio che è troppo lungo, inaccettabile e fa mancare le decisioni. Ancora una volta questa Giunta si dimostra in ritardo sulle proposte e sulle risposte da dare ai marchigiani. E' l'ennesima, secondo me, bocciatura, l'abbiamo già evidenziato in altri aspetti di programmazione, scelte che questa Regione, ancora una volta, non fa per questa comunità marchigiana.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Accorperò una breve dichiarazione e la dichiarazione di voto. Noi ci asterremo perché pensiamo che questa cosa non sia degna neanche della nostra opposizione, del nostro voto contrario, è veramente una proposta che delega ad altri, si lava le mani, pilatesca, come ha detto il Consigliere Zaffiri, e piratesca come ha insinuato il Consigliere Celani.
Noi siamo andati in Commissione con questo atto amministrativo che oggi stiamo discutendo, devo dire una Commissione surreale, c'erano due dirigenti della Regione che per spiegarci questo atto amministrativo ci hanno detto: “Non è cambiato nulla, è rimasto tutto come era in precedenza”. Ci siamo guardati piuttosto imbarazzati anche con i colleghi della maggioranza e abbiamo provato a fare alcune domande. Nello specifico, visto che sono stato eletto nella provincia d'Ancona, in merito all'Istituto alberghiero di Loreto che si chiama Einstein Nebbia ho chiesto: “Siccome tutto viene delegato alle Province e l'Istituto alberghiero di Loreto ha un sovradimensionamento di iscrizioni, ha un eccesso di iscrizioni, quindi si parla di fare una sezione distaccata a Porto Recanati che è fuori provincia, che cosa ci può dire, a che punto è questo decentramento?” I dirigenti hanno risposto: “Noi di questo non sappiamo nulla”.
Queste sono state la domanda e la risposta per cui adesso, con un aggettivo che io uso spesso, noi che siamo neofiti della politica, abbiamo appreso che ci sono degli intrecci e delle cose presunte che hanno portato la Regione a non decidere.
Questa prassi sta diventando preoccupante perché in un settore così importante come quello della scuola, che dovrebbe formare la dirigenza di domani, del prossimo futuro, si decide di non decidere e si preparano documenti che non hanno nessun tipo di contenuto e non hanno nessun tipo di indirizzo, per cui noi ci asterremo su questo atto amministrativo, perché, ripeto, non gli riserviamo neppure l'attenzione di votare contro perché si vota contro a dei contenuti e qui di contenuti non ce ne sono.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carloni.
Mirco CARLONI. Grazie. Sono favorevole a questo atto amministrativo anche perché ho avuto modo più volte di chiedere all'Assessore di modificarlo ed ha avuto la grande sensibilità a fermare un po' tutte le pressioni che sono arrivate dai vari territori, varie istanze molto diverse tra loro, vari interessi diversi tra loro. Credo che non sia stato facile.
Questa Giunta, anche se ormai sono passati diversi mesi dall'insediamento, ha trovato alcune situazioni sulle quali, diciamoci la verità, occorreva prendere delle decisioni importanti per dare stabilità alla scuola, per dare un percorso coerente all'insegnamento che la scuola deve rappresentare sul territorio.
Quelle decisioni si sarebbero scontrate con tanti piccoli interessi diversi, in modo particolare gli accorpamenti, tanto che su questa vicenda si giocava e si gioca ancora una partita molto importante.
Oggi non risolviamo il problema perché questa delibera di fatto congela lo stato attuale e lo rinvia ai prossimi anni, quello che mi auguro è che da questa approvazione ed anche da questo voto favorevole che arriva da gran parte dell'Aula, l'Assessore ne faccia l'uso che le serve, e possa darle la forza per andare nei territori, fare delle trattative, cercare di trovare la sintesi delle esigenze tenendo conto anche di certi equilibri anche di importanza territoriale. Non possono essere le Province a colpire indiscriminatamente alcune parti del loro territorio, deve esserci un equilibrio e la Regione che è un organo superiore, deve fare la sintesi tra tutti i territori. Quel potere è bene esercitato.
Assessore, l'ho fatto anch'io, come alcuni dirigenti scolastici, in quella competizione sana che vede la richiesta di iscrizioni e, in qualche modo, il superamento di quei limiti che la legge impone. Competizione sana vuol dire che le scuole si devono adoperare per raccontarsi, andare nelle scuole medie a parlare dei servizi che erogano, delle capacità di collocamento lavorativo, dei profili scolastici che riescono a realizzarsi negli studenti. Le scuole che sono al limite del numero di iscrizioni minime devono impegnarsi.
Abbiamo risolto alcuni problemi in questo territorio ed alcuni dirigenti scolastici non verranno accorpati. Le questioni si porranno fra qualche mese, quindi è bene che i dirigenti scolastici utilizzino questo tempo non per aspettare il prossimo problema o cercare di rinviarlo ulteriormente, ma dandosi da fare per trovare anche quegli iscritti che non possono essere avvicinati. Non c'è una comunicazione persuasiva nei confronti di molti studenti. Penso, quindi, che sarà un anno di opportunità e di analisi del territorio e lei da insegnante, da Assessore, saprà esercitare questo ruolo.
Personalmente ho presentato ieri un emendamento e questa mattina insieme ad altri colleghi un sub emendamento perché una cosa era sfuggita in tutto questo dibattito. Lei il 23 dicembre aveva annunciato con un comunicato stampa che per quanto riguardava gli istituti che registravano un boom di iscrizioni ed avevano necessità di aule, le Province potevano reperire spazi disponibili non utilizzati in tutto l'ambito regionale senza la necessità di chiedere ulteriori autorizzazioni alla Regione.
Credo che questo sia il suo pensiero e siccome non l'ho ritrovato nell'atto amministrativo, mi sono permesso, non da solo, ma insieme ad altri, di reintrodurlo con un sub emendamento che spero l'Aula approvi, perché credo che ci voglia anche un po' di buon senso.
Fermarsi semplicemente alla lettura scontata delle norme per non prendersi mai la responsabilità, secondo me non è un comportamento da manager della pubblica amministrazione. E' la differenza tra fare l'impiegato che alle 17,30 fa cadere la penna e il manager. Se una persona decide di fare il manager nella pubblica amministrazione, così come avviene nelle aziende private, è necessario che concorra al rischio, concorra all'efficienza, concorra all'impegno e qualche volta, anche in una lettura dogmatica delle norme, va trovato il buon senso, quindi invito non a lei ma ai funzionari che magari vedrà e contatterà di usare quel buon senso e di non fare la mera lettura enciclopedica delle norme per le quali non c'è bisogno di avere dei dirigenti ai vertici che prendono lauti stipendi. Se dobbiamo semplicemente applicare le norme, basta qualche buon segretario vecchio stile, i manager non servono nella pubblica amministrazione. In modo particolare per la Provincia di Pesaro, penso ad esempio al Cecchi, all'istituto agrario di Pesaro che ha per fortuna un'esplosione di iscrizioni ed in qualche modo ha avuto più volte la disponibilità dal Comune di Fano e di altri enti per avere delle aule non utilizzate. Buon senso significa questo. Non dobbiamo stravolgere la normativa, diamo la possibilità alle Province, ai Comuni di dare spazi idonei alla pubblica istruzione per fare corsi scolastici come l'agraria. Quella scuola magari ha tanti scritti fanesi o dell'entroterra di Fano che potrebbero essere avvantaggiati e, piuttosto che viaggiare per ore la mattina presto nell'andare in una scuola, in una classe a Pesaro, arrivare a Fano.
Cerchiamo di usare il buon senso Assessore e se possibile noi le daremo una mano nei prossimi mesi come oggi con questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Il dibattito su questo atto amministrativo è per lo meno curioso perché abbiamo sentito cose in un senso e nel senso diametralmente opposto e questo mi convince ancora di più.
Questo atto, come quello che abbiamo esaminato in sanità in questi ultimi mesi …, dovremmo modificare presto la legge elettorale e creare un collegio unico regionale in modo che chi viene eletto, venga eletto da San Benedetto a Pesaro e diventi rappresentante dell'interesse generale della regione, se no continueremo sempre, Presidente Ceriscioli, con questo equivoco dove ognuno ha il suo famoso territorio. Il territorio non è un valore, il valore è la giustizia, non il territorio. Il territorio non significa niente perché può chiedere cose giuste come può chiederle sbagliate, noi siamo qui ad ascoltare tutti, ma a prendere delle decisioni.
L'indirizzo che l'Assessore Bravi ha rappresentato, credo a nome dell'intera Giunta su questa cosa, è stato quello di non accantonare il problema, ma di una naturale riflessione perché di per sè vedo altri atti, penso a quello sul turismo, abbiamo fatto l'atto di indirizzo amministrativo annuale sul turismo e non ha parlato quasi nessuno e non ci sono state mozioni puntuali per andare dentro un problema. Perché? Perché a questo riguardo, siccome non ci sono i soldi, siccome non ci sono organizzazioni sulle quali incidere, non si parla, e non è detto che su questi atti che necessitano di una verifica anno per anno si deve per forza apportare una variazione. Può darsi che a distanza di un anno si dica: “Benissimo può rimanere così come l'anno precedente”, anche perché non mi sembra che ci sia questo grande movimento della popolazione scolastica, anzi siamo in una fase di ulteriore compressione e restringimento.
Le richieste che sono arrivate dai cosiddetti territori, riguardavano tutte la moltiplicazione dei plessi, almeno quelle che ho conosciuto io, Consigliere Carloni, apprezzo il suo intervento al riguardo, ma non è quella la strada.
Da quanto abbiamo recepito l'Assessore ha ascoltato tutti, la Commissione ha ascoltato tutti e quindi andiamo a prendere una decisione non vuota di significato, piena di significato, perché non è che una decisione è piena di significano se ogni anno si ricomincia da zero e si butta tutto per aria, semplicemente si va a prendere atto di un quadro per il quale, mi permetto di ricordare, c'era anche una prassi. Negli anni precedenti in quest'Aula. ho ascoltato modifiche che venivano fatte una, due, tre, cinque volte all'ultimo momento e non adeguatamente motivate, avevano più il sapore di soluzioni perchè nel confronto fra i Comuni e nel confronto a livello provinciale non si era divenuti a qualcosa di serio e definitivo.
Apprezzo questo atto amministrativo nella sua interezza perché in qualche maniera da quello che ho letto rinvia a questioni di carattere più generale di cui si è parlato quasi niente.
Alla fine quest'atto si riduce sempre al ragionamento su mezza scuola più in là, apertura di una sezione alberghiera da un'altra parte, e ci si ferma lì. Non ho sentito altri tipi di ragionamenti, neanche dai colleghi di minoranza, allora apriamo un confronto serio su questo, come già abbiamo detto in sede di bilancio, per esempio per quanto riguarda l'istruzione professionale che è cosa più nostra rispetto alle altre, e che può essere l'unico strumento, dal punto di vista della scuola, dal punto di vista didattico, che incrocia il mondo del lavoro che dobbiamo comunque mettere in movimento rispetto a esigenze occupazionali che toccano i nostri ragazzi.
Di questo non parliamo, ci occupiamo prevalentemente di richieste, delle intenzioni, giuste, sbagliate, che possono arrivare dai vari territori e dai vari istituti senza tener conto che da qui ai prossimi anni dovremo procedere a sostanziali accorpamenti piuttosto che ad ulteriori divisioni rispetto a quello che è stato.
Ritengo che l'atto sia ben fatto, ben meditato e che ci sia un anno, mi sembra che questa indicazione sia arrivata dal relatore di maggioranza e spero arrivi anche da lei Assessore, per continuare il dialogo senza fermarsi ad oggi, ma continui con tutte le realtà per cercare nel concreto di trovare le soluzioni specifiche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Farò un intervento brevissimo per confermare quello che è già stato detto anche dai relatori sia di maggioranza che di minoranza.
Questo atto, che prevede un momento di riflessione, credo che sia opportuno.
In queste settimane abbiamo percepito un po' di pressione da parte dei territori rispetto alla realizzazione di nuovi corsi, nuovi indirizzi, nuove scuole, ma credo che la scelta dell'Assessore di fare una analisi puntuale e scientifica rispetto alle vocazioni del territorio sia opportuna.
Non è un modo di mettere la testa sotto la sabbia, ma è un modo per andare verso una scelta forse più meditata, più approfondita e magari concertata con il territorio, cosa che peraltro non sempre è facile.
Il tema dell'offerta formativa è sicuramente importante sul quale bisogna fare un approfondimento perché nel momento in cui si vanno ad istituire nuovi corsi in alcuni territori cambia complessivamente l'offerta formativa e c'è il rischio che altri istituti o altre scuole possano andare in difficoltà. Vanno quindi valutate fino in fondo tutte le possibilità, anche tutti i pro ed i contro che queste scelte comportano, anche se non dobbiamo mai dimenticare uno dei punti essenziali: ci sono alcuni istituti che hanno un boom di iscrizioni ed in questo momento in particolare, credo che poi lo segnalerà meglio di me l'Assessore delegato, sono gli istituti alberghieri e gli istituti agrari perché siamo in un momento storico dove la complessità economica ed anche la crisi economica portano a determinate scelte verso alcuni indirizzi di tipo scolastico e se alcuni istituti oggi sono in difficoltà rispetto alle iscrizioni, non sempre dipende dalla capacità di guidare quegli istituti, a volte dipende da una crisi economica che condiziona fortemente la domanda del mercato rispetto alle professioni ed alle professionalità.
Detto questo credo che questa pausa di riflessione possa essere utile ed il fatto che riguardi tutte le Marche credo che sia opportuno nel senso che non va a prendere delle situazioni a macchia di leopardo.
Anch'io insieme ad altri colleghi ho sottoscritto l'emendamento che vorrebbe provare a risolvere, credo, un paio di problemi che ci sono nelle Marche. Uno nel territorio pesarere in quanto l'istituto tecnico agrario ha un boom di iscrizioni, potremo dire in overbooking, con difficoltà a reperire le aule per cui con questo emendamento si può risolvere il problema della scuola, non per dare una corsia privilegiata a questa offerta formativa, ma perché c'è un'esigenza particolarmente sentita dal territorio. Anche il tema dell'apertura della sede a Fano è molto sentito, è sentito da anni, ma di fatto dà una risposta anche agli studenti che vengono in particolare dalle vallate del Cesano e del Metauro che non solo devono attraversare la città di Fano, ma anche quella di Pesaro per recarsi all'attuale sede scolastica.
Qualora ci fossero le condizioni tecnico-giuridiche credo che con questo emendamento si possa consentire una possibile soluzione al problema che è molto sentito non solo dagli studenti, ma anche dalla scuola stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Bravi.
Loretta BRAVI. Vi ringrazio di questa argomentazione sulla scuola che mi trova veramente contenta perché della scuola si parla poco ed il fatto che in una sede come questa venga messo a tema qual è il passato, il presente ed il futuro della scuola, mi fa piacere anche se vi richiamo, per il lavoro che ho fatto, a stare dentro la scuola e a cercare di comprendere quali sono le problematiche, perché deviamo subito, andiamo subito alle conseguenze che vengono dopo, sono conseguenze, non in primis.
Questo atto ha avuto una storia che è andata ai territori, è andata alle Province dalle quali sono giunte le proposte che sono state condivise con gli Uffici scolastici, con gli enti locali, con le parti sociali. Io ho preso atto insieme a chi mi ha aiutato, dirigenti molto capaci, di qual era l'esito. Dalle Province sono arrivate delle grandi progettualità, assolutamente, non sono pervenute delle frizioni o tutte queste problematiche partitiche di cui ho sentito stamattina. Dalle Province sono venute delle belle proposte che io non ho voluto accantonare perché la riforma in atto nella scuola, diciamo così, deve stare nelle linee guida, dentro quello che avviene a livello nazionale. Non è la volontà di non decidere, uso una puntina di veleno, il non decidere è appartenuto al passato, alle linee guida che ho ereditato, che come si è detto ultimamente aggiungevano una classe, ne toglievano un'altra, ne mettevano due su un cocuzzolo d'una montagna sperando che quello fosse il criterio della territorialità, la territorialità è un'altra cosa, è una rete.
Non è che non si vuol decidere o si decide di non decidere, no, si decide di cambiare, quindi questo fermo ha un significato culturale, politico e didattico.
Culturale perché la scuola, com'è stato detto in molti dei vostri interventi, deve andare verso l'impresa, deve andare verso un'alternanza col mondo del lavoro, deve andare verso una progettualità a svecchiarsi.
Politica, perchè la politica è il giudizio e dice: “No, ti accontento qua, ti accontento la”, ma dice facciamo un progetto di rete territoriale basato sul fabbisogno dei ragazzi. Io non voglio doppioni, non voglio creare due alberghieri vicini, perché poi si pestano i calli l'uno con l'altro, apre uno e chiude l'altro. Se va di moda l'agrario e l'alberghiero, va bene, però creiamo delle opportunità flessibili, non costruiamo subito scuole, cerchiamo un attimo di essere ospitati da qualche parte.
Soprattutto voglio dire un'altra cosa che riguarda il discorso didattico. Noi qui parliamo di scuola e la politica è al servizio della didattica nella scuola, non è il fine, è uno strumento e a me interessa capire come nella nostra regione decidiamo le scuole. Ultimamente si parla di agrario, l'agrario è una rete fenomenale, va potenziato ovunque esso sia, questa è la prima linea per il futuro. Potenziato sulla costa, potenziato sull'entroterra perché crea una rete agro-alimentare che è una proposta per il nostro futuro.
Io non parlo di territori, perché si vuole la scuolina lì, parlo del territorio come rete che è capace di creare delle opportunità e non mi interessa il discorso che si faceva di autonomia o di reggenza, perché se io ho un progetto voglio l'autonomia anche se sono piccolo.
Non dobbiamo stare solo con i numeri, perché i numeri ci fregano, dobbiamo fare un progetto di altra natura, se andiamo dietro ai numeri, le scuole grandi avranno i presidi e le piccole la reggenza, questo un po' per spiegarsi.
Voglio dire un'altra piccola cosa, abbiamo deciso di consolidare ciò che da tempo era ben fatto e di fermarci là dove c'erano delle criticità. Cosa c'era di ben fatto? Quelle scuole che hanno una storia maggiore rispetto alla secondaria, perché la secondaria risponde alla buona scuola, a dei cambiamenti in atto molto forti, invece la scuola dell'infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado, hanno seguito in queste linee guida la loro continuità didattica, aggregate in istituti comprensivi o autonomi a seconda dei loro alunni.
Proprio questa mattina ho incontrato una scuola dell'entroterra che mi ha detto: “Noi siamo piccoli, ma vogliamo l'autonomia perché abbiamo questa progettualità”. Su questo dobbiamo lottare, non dobbiamo aver paura di un preside in più, di un preside in meno, dobbiamo guardare il progetto che c'è.
Si confermano gli istituti omnicomprensivi, attenti bene, anche qui si è detto di tutto e di più, io vorrei chiarire. Si confermano gli istituti omnicomprensivi perché al momento non possiamo ipotizzare un'altra soluzione. Gli istituti omnicomprensivi sono quelle eredità del passato recente che abbiamo e che non riusciamo a superarli e ci vuole un ragionamento per capire dove devono restare e dove no.
Li abbiamo lasciati perché metti le persone in grave difficoltà se metti l'omnicomprensivo nel 2015 e lo togli nel 2016. Quella sarebbe cattiva politica, significa che chi ha trovato una ratio, almeno per il momento, tu glielo vai a togliere in nome di chi, di che cosa? Non lo so.
Si dà parere favorevole ai corsi d'indirizzo musicale nella scuola di primo grado laddove c'è l'organico. Chiudo subito e vi dico brevemente perché queste linee guida sono state fermate nella scuola superiore di secondo grado.
Si sospendono per i seguenti motivi:
è necessaria una verifica capillare dei bacini di utenza e del reale fabbisogno, non è vero che questi dati li abbiamo così tranquilli, abbiamo dei numeri, ma non abbiamo dei numeri dentro una progettualità di scuola. Non mancavano i numeri, Consigliere Celani, mancavano dentro una progettualità, è diverso;
un coordinamento dell'offerta formativa, c'è un'integrazione tra istruzione, professionalità e mercato del lavoro, quello che è chiesto dall'articolo 138 della legge 59 del '97; noi dobbiamo lavorare in quest'ottica di alternanza scuola-lavoro, modello duale, modello alla tedesca, questo è uno dei punti che ha fermato di più il dimensionamento;
una revisione della programmazione territoriale, secondo quel concetto di territorio che ho detto poc'anzi, perché nel territorio c'è dispersione scolastica, c'è il fatto che sei piccolino, ma non sei brutto, c'è il fatto che c'è un'enorme progettualità e io, ripeto, lì sarei disposta a dare delle dirigenze autonome, non le reggenze in base ai numeri grossi e su questo ne possiamo parlare;
guardare all'orientamento giovanile: agrario, alberghiero, professionale e avviare un potenziamento di questi corsi;
la verifica dell'edilizia scolastica non è stato un motivo minore, le strutture laboratoriali, perché tu mi chiedi l'alberghiero, tu mi chiedi il professionale, ma i laboratori li hai? Ci sono i trasporti il pomeriggio? C'è un organico funzionale? Secondo me, queste sono le cose che la politica deve guardare;
l'attenzione alle normative nazionali, quindi la legge 107 “la buona scuola” non ci ha bloccato, ci ha fatto riflettere, dobbiamo lavorare in un'ottica storica di riferimento e l'ottica storica di riferimento è la 107 che avvia dei percorsi progettuali aprendo al mondo del lavoro.
Questi tavoli di concertazione, di incontro, chiamiamoli come vogliamo, sono a febbraio? No, li ho già avviati, ho già frequentato le scuole, spero di incontrare in tutte le scuole dove vado i referenti politici, economici, amministrativi, i genitori, voglio rendermi conto di quello che accade nei territori e cercare di fare una cosa: avviare delle linee guida che servano e vadano per gli alunni, essenzialmente sul discorso degli alunni. Vi ripeto è una scelta culturale, non ho voluto, mi dispiace che è stato visto questo atteggiamento pilatesco, volersene lavare le mani, ma secondo me, noi abbiamo ereditato un lavaggio di mani così grandioso che è ora di smetterla e io rispondo con la filosofia di “rimettere le mani in pasta”, come diceva qualcuno.
Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione. Sono stati presentati un emendamento ed un sub emendamento. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Non ho firmato il sub emendamento perché ero fuori, posso firmarlo ora?
PRESIDENTE. Si, può firmarlo.
Sub emendamento n. 1/1, sostitutivo, a firma dei Consiglieri Carloni, Rapa, Zura Puntaroni, Zaffiri, Leonardi, Minardi, Talè, Marcozzi.. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Carloni. Decaduto
Coordinamento tecnico, con una errata corrige rispetto all'ultima pagina che avete tutti quanti segnalato. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Prendo atto di questo coordinamento tecnico che ha reintrodotto una svista abbastanza corposa, quella di avere eliminato come punti di erogazione la Provincia di Ascoli, Ascoli Piceno e San Benedetto, perché nell'atto licenziato dalla Giunta non c'erano questi due punti, dico bene Assessore? (…) Nell'atto deliberato dalla Giunta non c'erano dopo di che sono stati reintrodotti o in Commissione o con il coordinamento tecnico, dico bene? Mi potete confermare che nel coordinamento tecnico, per quanto riguarda i famosi Cpa della provincia di Macerata, fra i punti di erogazione ci sono anche San Benedetto ed Ascoli? Me lo potete confermare? Gli atti sono diversi, quello della Giunta è uno, quello del Consiglio è un altro, io volevo presentare un emendamento e mi avete detto di no.
PRESIDENTE. Un attimo che verifichiamo. L'Assessore conferma che c'è.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.
Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Per completezza di informazione e precisione, nell'atto licenziato dalla Giunta, per mero errore, sono sfuggite queste due righe nella tabella relativa, Consigliere Celani, poi la Giunta, quando si è accorta di questa mancanza, con atto scritto ci ha chiesto di di inserirle nuovamente e noi l'abbiamo reintrodotte nel testo licenziato dalla Commissione unitamente ad altre piccole sviste che nella compilazione e composizione di un atto così, erano più di una.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.
Piero CELANI. Io ho già accennato come mi comporterò, però credo che l'occasione di questa dichiarazione di voto mi consenta anche di fare qualche ulteriore riflessione rispondendo a qualche collega.
Il Consigliere Marconi forse si era distratto o era uscito, io non ho parlato mai nel mio intervento di richieste dei territori, se poi vuoi cambiare la legge elettorale io sono il secondo firmatario, dopo di te, io ho parlato di esigenze dei territori, no di richieste, perché la “richiesta” volgarmente è la marchetta. Non mi appartiene, io ho parlato di esigenze del territorio e mi consenta di conoscere qualche esigenza dopo qualche anno di vita amministrativa,
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. Va bene allora chiamiamola esigenza/richiesta, le esigenze scaturiscono da indagini che uno fa sui territori, non perché uno la mattina si inventa che ci sono dei fabbisogni formativi di un certo tipo che in realtà non interessano a nessuno. Nessuno ha mai detto di aprire una nuova scuola, un nuovo corso di istruzione, una nuova articolazione, un nuovo indirizzo caro Consigliere Marconi, (…) non ci siamo proprio, perché non può difendere l'indifendibile, io ho parlato di altre cose, di altre situazioni.
Io ho parlato proprio di poli, di aggregazioni, di dare stabilità al sistema. Ho parlato di quello che è contenuto in questo atto amministrativo che noi tutti abbiamo votato a settembre, di questo ho parlato, non di fare un nuovo alberghiero, un nuovo istituto agrario o un nuovo istituto professionale, ho parlato di questo, di fare dei poli secondo quello che succede perché la migrazione scolastica noi la conosciamo benissimo, sappiamo quello che sta succedendo, non ci sono problemi da questo punto di vista, quello che sta succedendo in questo momento nelle Marche e in Italia lo sappiamo, tanto i ragazzi sono sempre gli stessi.
Ad esempio, non capisco, ho votato questo emendamento per quanto riguarda l'edilizia scolastica, ma i numeri sono gli stessi, anzi stanno scendendo, quindi non occorrono nuove scuole, occorre razionalizzare nel modo migliore quello che abbiamo. Non può esserci una lesa maestà di un dirigente perché ha un piano vuoto, ma non vuole ospitare il corso di un'altra scuola che sta a 100 metri, tra l'altro potrebbe utilizzarlo nella massima sicurezza, con ingressi separati, con tutto quello che serve. Questo è il vero problema, non chiedere nuovi locali che ha la regione. Ma stiamo scherzando? La popolazione scolastica diminuisce e noi chiediamo nuove scuole, nuovi edifici? Assolutamente, dobbiamo razionalizzare quello che abbiamo e dobbiamo fare in modo che i dirigenti scolastici facciano i dirigenti, facciano i manager, dialoghino fra loro, perché non hanno un recinto, la scuola non è una proprietà loro esclusiva, è della collettività, è dell'ente che ci rappresenta, è di tutti noi.
Questo è il vero problema, di questo abbiamo parlato, il dibattito è stato su questo, lungi da me fare discorsi diversi. L'Assessore ha detto che sono arrivate belle proposte dalle Province, senza dubbio, non tutte però, e dobbiamo essere onesti intellettualmente, e questo a lei lo riconosco.
Apprezzo molto questa sospensione perché da modo di ragionare ed evita di fare delle fesserie e, se è stata lei a proporre questa sospensione, a maggior ragione rafforza la mia convinzione che abbiamo un Assessore che sa valutare queste cose.
Il vero problema è tenere a bada i territori, i dirigenti e quant'altro per incanalare le riforme secondo i dettami degli indirizzi che noi facciamo, altrimenti qui dentro stiamo scherzando.
Perché se la Provincia deve avviare una concertazione con le forze sociali, con i sindacati, con le scuole, lo deve fare per poi rendersi conto di quello che succede, ma ne deve tener conto.
Se qui ci sono gli indirizzi per fare dei poli tecnici, ne deve tener conto, se deve dare stabilità al sistema, ne deve tener conto, non possiamo fare 100 autonomie. L'autonomia si fa se c'è un progetto, come ha detto lei, ma non possiamo fare dei progetti attraverso una accozzaglia di istituti, che progetto facciamo, la creatività? Facciamo il polo della creatività se mettiamo insieme licei, istituti professionali, ci mettiamo quello che volete ed otteniamo il polo della creatività, sono d'accordo.
Questo è il vero problema, Consigliere Marconi. Nessuno ha parlato di territori, di spinte o localismi dei territori, perché io sono in grado, volendo, di parlare anche di Ancona, di Pesaro, di Macerata, ha fatto un intervento proprio fuori …,
(interrompe il Consigliere Marconi)
Piero CELANI. Ha sentito solo dei pezzi, sembrava che uno stesse qui a difendersi da chissà che cosa!
No, abbiamo fatto un discorso di carattere generale, solo questo, non può sempre assurgersi a questo buonismo: “Dobbiamo fare in questo modo, perché prima si faceva in quest'altro modo, adesso facciamo in tutt'altro modo ...”, non è così.
Detto questo, ripeto che su questo atto mi asterrò dalla votazione perché ritengo che si poteva fare, ma è stata messa una pezza per evitare di fare scelte sbagliate. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.
Luigi ZURA PUNTARONI. Grazie Presidente. Mi collego al volo a quanto è stato detto fino adesso, per fare delle considerazioni generali sulla scuola.
Tutte queste cose, tutti questi discorsi che abbiamo approfondito, i nostri dirigenti che tirano ognuno dalla propria parte, i nostri amati dirigenti che qualche volta per concorso, qualche volta per amicizia, qualche volta per altro, dimenticano una cosa importante: per far risorgere i nostri territori abbiamo bisogno di una scuola di qualità, perché la scuola è la prima cosa.
La Regione, secondo me, dovrebbe essere molto più incisiva e determinata per capire che scuola vogliamo, anzi auspico che in questa Aula, appena avremo un attimo di tempo, si possa fare un ampio dibattito sulla scuola per portarla nel giro di qualche decennio all'avanguardia perché l'analisi cruda che faccio io è questa: nei nostri territori le famiglie guardano con sgomento quello che succede sotto i loro occhi, chi può manda i figli a studiare fuori, quelli che non possono rimangono qui, i pochi che possono vanno nelle migliori scuole a suon di soldi perché c'è il costo della retta, del collegio, del trasporto, dell'affitto di un appartamento, qui ci rimane chi non può e, quindi, peggioriamo sempre di più la situazione.
La scuola è la cosa più importante perché sforna a 20, 22, 23, 24 anni le menti che andranno a governare la società, l'economia, la politica, l'industria, la chimica, la fisica, la visione politica.
La nostra scuola è in competizione con le altre di tutto il mondo, specialmente con quelle delle economie emergenti e, lo dico per esperienza, perché per professione mi capita di andare, parlare, guardarmi attorno, vedo che c'è una competizione spietata, sfrenata, all'ultimo sangue. Noi in confronto siamo destinati a sparire perché noi offriamo il nulla, noi offriamo uno squallore totale nella scuola, indicibile e probabilmente questo non ci permette di guardare avanti. Guardando avanti, a vent'anni, siamo persi, non abbiamo più giovani formati, abituati alla competizione sfrenata, tipo gara di moto GP, gara di Formula 1, perché oggi vivere in un contesto mondiale economico è una gara, una competizione e la Regione, che ha competenza per lo meno sulle scuole medie e medie superiori, di essere molto più incisiva.
Ho colto l'occasione forse per divagare un po' rispetto all'aspetto tecnico e dico che, faccio anche la mia dichiarazione di voto, noi ci asterremo dal votare questa proposta di atto amministrativo con l'auspicio che si prendano iniziative più incisive di quelle che sono state prese finora, perché secondo me è uno squallore. Grazie Presidente.
Proposta di atto amministrativo n. 11 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo sospendiamo.
La seduta è sospesa alle ore 14,00
La seduta riprende alle ore 15,05
Relazione n. 2
della II Commissione consiliare permanente
“Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 'E' il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione' COM (2015)610 Final del 27 ottobre 2015”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione n. 2 della II Commissione consiliare permanente.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.
Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Come ha annunciato noi sottoponiamo la risoluzione alla votazione del Consiglio, risoluzione che dice qual è la volontà della Commissione di questo Consiglio regionale circa i lavori da affrontare per quanto riguarda la Commissione europea.
La Commissione europea ha già presentato il programma dei lavori il 27 ottobre 2015, quindi con largo anticipo, che riguardava principalmente la questione del risanamento economico, della crisi economica principalmente legata all'occupazione, ai problemi ambientali ed ai problemi sociali. Nel 2015 sono sopraggiunte altre problematiche, la crisi greca e soprattutto la questione degli immigrati che ha travolto in maniera pesante il dibattito a livello europeo.
C'è la volontà con un nuovo programma di dare risposte per il superamento della crisi economica e dare il via alla ripresa.
In questo nuovo programma della Comunità Europea si chiede alle autonomie territoriali la loro partecipazione, principalmente alle Regioni che ne possono far parte e devono, non per forza dare parere favorevole, ma partecipare. Volontà di parteciare e dare delle opinioni circa i temi che la Commissione europea ha messo nel proprio bagaglio di lavoro.
Questi temi che sono stati espressi fanno parte di un lavoro che noi andremo a trattare, legati anche al principio di sussidiarietà che è importantissimo a livello regionale, perchè significa qualcosa di molto importante: integrazione europea, cioè far partecipare, con la nostra rappresentanza di autonomia territoriale, i cittadini alla vita politica ed alle prese di posizione a livello europeo.
Questo è un meccanismo importante, se da una parte ci dà questa possibilità di partecipare e quindi di poter dire la nostra opinione circa i vari provvedimenti, dall'altra c'è la nostra possibilità di valutare questi temi non solo sul piano europeo, ma anche sull'attività che svolgiamo a livello regionale.
I temi sono importantissimi, tra cui l'energia, il lavoro, i rifiuti e tanti altri. Sono tantissimi; quindi rapportarci a livello europeo ed allo stesso tempo vedere le cose che noi facciamo.
Su questa disponibilità noi abbiamo lavorato sin dall'inizio, se vi ricordate, in questa legislatura, a luglio, abbiamo approvato una risoluzione, un documento legato al problema dei pelagici, una discussione che si era aperta a livello europeo e noi, nei termini ed anche molto velocemente, perché poi avevamo il periodo delle ferie, siamo riusciti a dare delle risposte. Su questo abbiamo fatto un lavoro importante.
Quella di oggi è una risposta politica alla fase ascendente, la parte iniziale di questa politica europea di partecipazione che serve per continuare la strada che abbiamo già intrapreso e che ci pone come prima Regione, l'ho detto prima, a livello nazionale a dare delle risposte così velocemente.
Questo è frutto di una volontà politica e, lo devo ricordare, della Commissione che ha lavorato in maniera seria e con l'obiettivo di dare risposte su quei temi che dovremmo trattare. E' una volontà che si accompagna anche ad una disponibilità dell'apparato tecnico della Commissione, altrimenti non sarebbe stato così veloce il lavoro e devo riconoscere l'attività, estremamente importante per la Commissione, che sta facendo sin dall'inizio la dott.ssa Sardella.
Un atteggiamento propositivo di tutti i Commissari e quello della parte tecnica ci pongono in primo piano non solo a livello di Consiglio ma, in merito al lavoro, ci mettono all'avanguardia a livello nazionale.
Ritornando a quello che è il tema della risoluzione, nel programma dei lavori della Commissione europea, la Commissione ha individuato diversi temi, 11 e noi, tranne l'ultimo che è legato al terrorismo e quindi non è di nostra competenza, abbiamo detto che vogliamo entrare, commentare e dare nostre indicazioni su tutti i temi. Questo lo ritengo estremamente importante.
Nel primo tema che adesso dirò - non li leggerò tutti perché diventerebbe alquanto lungo, l'importante era individuare i temi che noi volevamo trattare e su cui volevamo lavorare - riguarda un nuovo impulso all'occupazione ed alla crescita degli investimenti. Come Commissione abbiamo già iniziato a lavorarci con le economie circolari. Sono arrivati i documenti della Commissione Pear ed entro pochi giorni, probabilmente tra due settimane sarà portata in Consiglio la risoluzione.
Spero che avremo la possibilità di arrivare, perché è un lavoro importante, ad un voto, come si è arrivati in questo caso, unanime, mettendo, aggiustando piccole cose di carattere generale perché alla fine importante è indicare i temi che andremo a trattare, non entreremo nel giudizio, daremo delle indicazioni.
Il tema dell'economia circolare è estremamente importante per arrivare ad utilizzare sempre meno materie prime, senza sprechi, quindi, tratta la questione dei rifiuti. Temi sensibili che affronteremo tra una quindicina di giorni in questo Consiglio, perché se non sbaglio, il Parlamento, quindi il Senato, entro la prima metà di febbraio dovrà mandare la propria documentazione, le proprie osservazioni alla Commissione europea.
Questo è il passaggio. Oggi con la risoluzione inviduiamo i temi che andremo ad affrontare di volta in volta in Commissione e, con il proprio lavoro, dirà quali sono le proprie osservazioni rispetto all'oggetto. La risoluzione sarà poi inviata al Senato dove verrà trattata a livello parlamentare per arrivare poi alla Commissione Europea.
Cercheremo di avere anche contatti perché è importantissimo, l'ho detto prima, il lavoro che si sta cercando di fare in merito all'integrazione europea. La partecipazione dei cittadini è molto complicata, è difficile a livello nazionale, a livello europeo lo è ancora di più, però da parte nostra c'è una volontà di espletare quella che è una nostra competenza e dall'altra parte c'è la volontà, a livello europeo, di capire che l'Europa non è solo una questione finanziaria, ma occorre sentirla, crearla, quindi è importantisimo il passaggio nel quale i cittadini possono sentire meglio la partecipazione. E' un passaggio fondamentale, questa è la nostra volontà di partecipare a questo lavoro.
Vi riassumo i 10 temi ai quali noi abbiamo aderito:
un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita ed agli investimenti, di cui farà parte, come ho detto prima, l'economia circolare che stiamo trattando;
l'attuazione della strategia del mercato unico digitale, altra cosa importantissima;
il pacchetto dell'energia, anche su questo dovremo lavorare;
il pacchetto della mobilità dei lavoratori;
il follow up della strategia del mercato unico legata al mercato unico;
le iniziative riguardanti il sistema europeo di garanzia depositi bancari;
il pilastro sui diritti sociali;
le iniziative assunte in tema di commercio internazionale. Qui è stato presentato un piccolo emendamento da parte dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle, devo dire che è in linea con quello che noi abbiamo fatto anche perché abbiamo preso degli accorgimenti affinchè questa risoluzione fosse votata all'unanimità. Credo che si possa accogliere l'emendamento legato al TTIP che è in sintonia con quello che noi pensavamo. Aggiunge al punto 8 dopo la parola 'sviluppato' le parole 'diversamente da come sta procedendo nel metodo e contenuti del TTIP'. Per quanto riguarda la Commissione vi annuncio che su questo emendamento, che poi sarà votato, siamo d'accordo. Non l'abbiamo fatto in Commissione, ma l'ho visto e mi sembra di condividerlo anche per partire con un voto unitario in questa sezione di lavoro, dopo di che sulle risoluzioni future, sui vari temi, spero si potrà trovare più unicità possibile. Poi su vari documenti che andremo ad approvare, se ci saranno delle diversità saranno messe in evidenza nei prossimi dibattiti che si avranno in Consiglio;
l'agenda europea in materia di politica delle migrazioni, altro tema che dovremo affrontare e su cui daremo le nostre posizioni;
la proposta della Commissione in tema di cambiamento democratico.
Questi sono i temi, su ognuno ci sono delle precisazioni, ma adesso non possiamo aprire un dibattito perché l'indicazione fondamentale è dire quali sono le tematiche che andremo a trattare di volta in volta e su cui porteremo la risoluzione. E' chiaro che andremo a verificare le nostre posizioni, gli emendamenti e le situazioni che potranno anche essere diverse.
Chiudo ringraziando la Commissione, come ho detto prima, per il lavoro svolto in maniera seria che ha portato alla votazione unanime di questo atto.
Ricordo che tra pochi giorni cominceremo a lavorare sul tema dell'economia circolare, un lavoro di cui potremo vantarci, non solo perchè è utile, lo ribadisco nuovamente, alla partecipazione europea, ma per vedere le cose che vogliamo vengano fatte in Europa, e cercare di farle anche a casa nostra. Questo è un metro che noi dovremo usare. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.
Piergiorgio FABBRI. Non riprendo l'illustrazione generale dell'atto, che il Consigliere Traversini ha illustrato con dovizia di particolari.
Ringrazio il clima di accesa discussione che a volte abbiamo avuto in Commissione, comunque siamo sempre entrati nel merito, per cui sono soddisfatto delle cose che abbiamo scritto.
Ci sono delle indicazioni all'interno di questi punti dell'ordine del giorno che mi preme un attimo sottolineare perché riteniamo che siano importanti. Ad esempio il fatto di consentire una migliore gestione dei tempi lavoro-famiglia, dando quindi all'Unione Europea un'indicazione sul sostegno che dobbiamo dare alla qualità della vita dei nuclei familiari, introdotto al primo punto; oppure sul pacchetto energia, abbiamo scritto che uno Stato può prevedere la possibilità di opporsi all'importazione nel proprio territorio di energia prodotta da fonte nucleare, in Italia abbiamo fatto anche un referendum su questo discorso; oppure per quel che riguarda il mercato unico che si possa rendere più omogeneo il contesto in cui le imprese europee operano. Occorre procedere con una maggiore standardizzazione nel campo della tutela sindacale dei lavoratori, del costo del lavoro, dell'Iva, sui prodotti e sulla protezione dell'ambiente, tra i diversi Paesi dell'Unione europea in modo da evitare questa divisione che ancora esiste tra i vari Paesi e contrastare la delocalizzazione che molte ditte, nel frattempo, operano.
Un altro spunto interessante che avevo proposto che poi, come gli altri, è stato accettato riguarda i depositi bancari. Potrebbe ipotizzarsi una disciplina che distingue le cosiddette banche di credito dalle banche finanziarie o d'affari, anche questo è un punto che è stato approvato e ci contavo che fosse stato messo alla ribalta.
Per quel che riguarda il commercio internazionale, c'è questo emendamento sul TTIP che il Consigliere Giorgini illustrerà, abbiamo chiesto la massima trasparenza dei contenuti all'interno della trascrizione di questi accordi che devono favorire la massima partecipazione da parte dei cittadini degli Stati membri. Tali accordi dovrebbero essere basati sulla condivisione dei principi fondamentali riguardanti la tutela ambientale, il rispetto dei diritti dei lavoratori, la naturalità del prodotto e la qualità delle molteplici fasi di produzione dello stesso adottando lo standard più evoluto presente negli ordinamenti delle parti contraenti, al fine di garantire un processo concreto verso lo sviluppo di un'economia sostenibile e socialmente più equa. Questa è un'altra cosa che ci interessava assolutamente sottolineare.
Arriviamo anche alla difesa dell'elevato grado di biodiversità naturale che caratterizza le nostre Regioni e ad una etichettatura trasparente nella produzione del prodotto. Anche in questo campo abbiamo dato delle indicazioni su come vorremmo affrontare questi temi di cui l'Europa si occuperà nel prossimo anno.
Sulla migrazione abbiamo introdotto quest'altra osservazione che è stata accettata, sarebbe pertanto auspicabile la predisposizione di programmi specifici per Paese o per area geografica, finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita nei territori di origine dei migranti, dal punto di vista istituzionale, economico e sociale, ciò alfine di limitare le condizioni per le quali lo spostamento verso i Paesi europei si manifesta come l'unica opportunità per scappare da condizioni di vita inumane ed inaccettabili.
Chiudo il mio intervento, noi siamo soddisfatti di questo lavoro, penso che le Marche possano portare in Europa fattivamente la loro voce e i loro atti di indirizzo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.
Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Confermo che ritiro l'emendamento 10/1 riguardante i rifiuti che verranno valutati successivamente sui nuovi sistemi delle Bat per la pirogassificazione, e illustrerò il perché di questo mio emendamento contro il TTIP, che è un trattato segreto, riservatissimo, praticamente inaccessibile che se attivato cambierebbe in peggio e di molto il nostro Paese, quindi la nostra vita e quella delle future generazioni, infatti la Cina, che non credo sia più furba di noi, non l'ha firmato.
Velocemente, per non annoiarvi, vi elencherò alcuni degli ostacoli che verrebbero abbattuti, con i ringraziamenti delle lobby americane, qualora questo trattato venisse approvato.
Nessuna azienda sarà più obbligata a specificare la provenienza di un determinato prodotto, non saranno più riconosciuti doc, dop, igp e il made in Italy, quindi questi spariranno.
Gli appalti pubblici le lobby Usa avranno libero accesso a tutti gli appalti pubblici indetti negli Stati membri dell'Unione europea, distruggendo le piccole e medie imprese e danneggiando la qualità dei servizi-
Terzo punto: l'energia e le materie prime, l'ambiente sarà definitivamente sacrificato in nome del profitto, non saranno più gli Stati e i cittadini a decidere che tipo di energia adottare, ma le grandi corporation, soprattutto naturalmente quelle americane.
Quattro: le materie regolamentari, non vi saranno più divieti d'importazione di tutti quegli alimenti additivi chimici tossici per la nostra salute, gli Usa potranno esportare in Europa ogm, carni agli ormoni.
Quinto: le misure sanitarie e fitosanitarie saranno le multinazionali a decidere quanto vale la salute, quando è come sperimentare un farmaco, e quali malattie stanno per infettarci.
Sesto: i servizi. Tutti i servizi pubblici potranno essere messi in vendita e quindi privatizzati e snaturati.
Sette:, i diritti di proprietà intellettuale saranno consentiti ad un colosso privato denunciare un governo per i mancati profitti derivanti da politica sociale.
Questi sono alcuni degli ostacoli che verrebbero abbattuti con i TTIP.
Credo che noi siamo un popolo molto più avanzato degli americani, penso, quindi, che dobbiamo tenerne conto. Siamo, come ho detto prima, delle persone acculturate da 2000 anni, già nel 500 a.C. i romani facevano i gabinetti, io sono stato a New York poco tempo fa e non sono riuscito a trovarne uno, quindi credo che non possiamo paragonarci con gli americani.
Non dobbiamo fare i fessi e stare attenti a questa trappola. La maggior parte degli italiani sono abituati a mangiare pane e volpe tutti i giorni, quindi non possono venire degli indiani a dirci e a fregarci. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 10/1 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi. Ritirato.
Emendamento n. 10/2 a firma dei Consiglieri Giorgini, Maggi, Pergolesi. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Risoluzione n. 10 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Nomine
Elezione di tre Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale.
(articolo 12 del Regolamento interno) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di tre Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 24
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 22...
Hanno ricevuti voti:
Giacinti Francesco n. 8
Marcozzi Jessica n. 8
Marconi Luca n. 6.
Proclamo eletti Consiglieri regionali Revisori del conto dell'Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Marconi, Giacinti e Marcozzi.
Elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale.
(articolo 13 del Regolamento interno) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale. Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 24
Schede bianche n. 1
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 23...
Hanno ricevuti voti:
Urbinati Fabio n. 9
Leonardi Elena n. 8
Rapa Boris n. 5
Pergolesi Romina n. 1.
Proclamo eletti Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell'Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Urbinati, Leonardi e Rapa.
Sostituzione di un componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno).
(articolo 29 Statuto Ente) - voto limitato a uno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la sostituzione di un componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno). Voto limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(La Vicepresidente Malaigia effettua la chiamata)
PRESIDENTE. Ricordo che l'Assemblea legislativa nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I^ Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità e incandidabilità dei candidati.
Comunico i risultati della votazione:
Votanti n. 25
Schede bianche n. 3
Schede nulle n. 0...
Schede valide n. 22...
Hanno ricevuti voti:
Giovanni Starnoni n. 1
Federica Perozzi n. 21
Proclamo eletto componente del Consiglio di amministrazione della “Cooperativa artigiana di garanzia Giordano Kuferle società cooperativa a r.l.” (sede Ascoli Piceno) la dott.ssa Perozzi.
Mozione n. 45
ad iniziativa del Consigliere Mastrovincenzo
"Sollecito al Ministero della Giustizia riguardo l’adozione di misure per la soluzione delle criticità nella situazione degli Istituti penitenziari delle Marche"
Interrogazione n. 78
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Rifinanziamento l.r. 28/2008 e adeguamento organico Casa Circondariale Camerino e Casa di Reclusione Fermo”
(abbinate)
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 45 del Consigliere Mastrovincenzo e l'interrogazione n. 78 della Consigliera Marcozzi, abbinate.
Come sapete, l'abbiamo anche verificato in parte nelle visite che stiamo facendo negli istituti penitenziari, ci sono una serie di criticità che in questa mozione sono state messe in evidenza, tra le altre:
la mancanza di un adeguato numero di educatori impegnati negli istituti carcerari,
una carenza di organico della polizia penitenziaria;
la necessità di ampliare i percorsi trattamentali;
c'è una presenza significativa di detenuti con varie forme di dipendenza;
la necessità di favorire un miglioramento delle relazioni dei detenuti con i loro familiari;
la presenza diffusa di barriere architettoniche e di problemi strutturali dei vari penitenziari.
Proseguiremo, grazie all'azione promossa dal garante dei detenuti, le nostre visite negli istituti penitenziari, oggi mettiamo in votazione questa mozione, ci sono anche 2 emendamenti che dopo farò illustrare.
Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Credo che sia un dovere prima ancora che una scelta, intervenire in maniera decisiva sull'attuale assetto della Casa circondariale di Camerino e quella di Fermo, fino ad oggi infatti si è riusciti a mantenere in piedi funzionanti e anche efficienti le due realtà grazie all'impegno e alla dedizione della dirigenza e del personale in servizio, in molti casi e occasioni ben al di là dei doveri istituzionali.
Purtroppo infatti il sistema carcerario marchigiano riceve dal Governo risorse assolutamente non sufficienti, nemmeno a finanziare le routinarie attività di trattamento che sappiamo tutti essere fondamentali per la quotidianità dei detenuti.
Le strutture in questione pagano anche lo scotto di essere considerate di secondo ordine rispetto a quelle più grandi, quando invece nella realtà dei fatti devono giornalmente affrontare altrettante difficoltà se non maggiori come quelle logistiche e strutturali.
Come se non bastasse è venuta meno l'assistenza sanitaria h24 e il lampante sottodimensionamento dell'organico è sempre più un fardello che da un giorno all'altro rischia di compromettere la sicurezza del personale e dei detenuti.
Doveroso dunque intervenire per garantire un diritto fondamentale di chi vi lavora e prima che la situazione sia irrimediabilmente compromessa, per questo si chiede all'amministrazione di provvedere immediatamente al rifinanziamento della legge regionale n. 28 del 2008, un'operazione assolutamente fattibile, visto che oltretutto si parla di risorse veramente irrisorie, 15.000 euro a fronte del sottodimensionamento dell'organico a cui paradossalmente corrispondono un numero di detenuti superiore rispetto alla capienza della struttura e la crescita di quelli psichiatrici.
Chiedo di intervenire subito e con decisione sul Ministero della giustizia, per garantire al personale della Casa circondariale di Camerino e quella di Fermo, condizioni occupazionali ottimali e sicurezza sul lavoro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Grazie Presidente, anche per questa mozione a lei ed alla Consigliera Marcozzi.
Premesso che ritengo personalmente, ma anche come forza politica, che l'istituto penitenziario non sia, so di andare un po' contro corrente, il più efficace, anzi sia il meno efficace, non solo per la riabilitazione e rieducazione, ma anche ai fini della pena, perché non è educativo, non è efficiente e non lo è stato mai.
Non sono di quelli che ritengono che i delinquenti, i detenuti, vanno messi in carcere e buttata la chiave, con questo non si risolve nulla, anzi si crea una sorta di piccola centrale criminale che moltiplica i suoi effetti in maniera esponenziale nel momento in cui i detenuti escono dai penitenziari.
L'esperienza ha dimostrato invece che processi seri portano ad un serio reinserimento, considerato che chi sta in carcere per più di 5 anni, quando rientra nella società, normalmente non trova più nulla, raramente ritrova la sua famiglia, non ritrova più un posto di lavoro, è un completo isolato.
Se la società si fa carico del suo reinserimento e quindi, Presidente, parlo del dopo e non parlo solo del durante, per esperienza fatta come Assessore ai servizi sociali, ritengo che abbiamo fatto una cosa grande.
Ho visto che la legge n. 28 è quasi completamente azzerata, ma do una cattiva notizia all'Assessore se non ce l'ha come dato, non credo che bastino i 15.000 euro di cui ha parlato la Consigliera Marcozzi, forse non ci siamo capiti, ricordo che questa legge l'ho trovata nel 2010 a 450.000 euro, l'ho portata a 800.000 euro, erano tempi d'oro, dove si poteva addirittura raddoppiare questo tipo di intervento con una serie di finanziamenti che riguardavano gli ambiti territoriali sociali per il reinserimento, almeno, nel primo anno di emergenza, come trovare una abitazione.
Era anche partito un grosso progetto per quanto riguardava l'inserimento lavorativo che coinvolgeva almeno una quindicina di detenuti, tra le altre cose con un sistema premiante che metteva in moto dei comportamenti virtuosi, che ha visto Barcaglione in prima fila, ma anche Ascoli, Fermo ed altre sedi carcerarie, poi c'era il durante.
Sul durante siamo stati sempre estremamente chiari, Presidente, perché anche confrontandoci con le autorità governative periferiche non abbiamo mai ritenuto che la legge regionale dovesse andare a finanziare le cose che l'istituto deve fornire. Non dobbiamo pensare all'igiene dei detenuti, questo è un compito che riguarda il Governo. La legge 28 è nata perché ci sono cose che lo Stato non fa, quindi i percorsi teatrali, le videoteche, i giornali, tutte cose che cercano di rendere un po' interessante, meno noiosa, meno annoiante la vita all'interno del carcere.
Detto questo la mozione è largamente condivisibile, ma c'è una parte che sottolineo anche a nome del Consigliere Giancarli che mi ha lasciato a questo riguardo un appunto dovendosi assentare per cause di forza maggiore, che riguarda il nostro impegno in campo sanitario. Questo è forse l'aspetto più doloroso perché tocca l'aspetto economico dal quale non possiamo esimerci.
Io ricordo che il conto ore degli psicologi operanti nelle carceri marchigiane almeno al 2013 era di circa un'ora e mezzo a detenuto, forse 2 ore, all'anno, quindi non tutti ricorrono allo psicologo, ma ovviamente è una cifra decisamente bassa.
A questo riguardo se può aiutare, oltre a segnalare questo aspetto che riguarda il reinserimento ed il trattamento soprattutto nell'ultimo periodo, d'accordo con il Consigliere Giancarli, mi permetto anche di evidenziare la necessità, non so se facciamo in tempo a scriverla in questa mozione, ma per noi è sufficiente che sia il Presidente Mastrovincenzo a raccoglierla, dell'accesso dei volontari. Uno dei problemi del sistema in genere, marchigiano in particolare, di due ordini: la possibilità di mettere in moto le pene alternative che in questa Regione mi sembra che siano molto scarse, comunque al di sotto della media nazionale, e la possibilità dell'impiego di volontari esterni.
Capisco che il traffico di gente che entra ed esce dal carcere è un grossissimo problema, soprattutto di fronte a carenze d'organico significative, ma oggi come oggi dove già ci sono diventano fondamentali perché la struttura pubblica più di quello non è in condizione di dare, allora, per esempio, una squadra di volontari seguita da uno psicologo dell'Asur che assicura una presenza, al di là dello psicologo stesso, già sarebbe importante, penso a studenti, a personale che non ha un'altissima qualificazione dal punto di vista del titolo di studio, ma molta qualificazione sul terreno, perché c'è gente che va nelle carceri da 10, 15 anni e ne sa più di tanti psicologi.
Queste cose che sono cose di buon senso si possono fare, magari con l'ausilio del difensore civico, possono essere anche attivate insieme all'Assessorato e penso che possano far parte di un piccolo pacchetto che da qui a qualche mese possa essere ridiscusso con le autorità competenti e messo in campo.
Ribadisco le pene alternative. Soprattutto dove c'è la possibilità, penso all'entroterra marchigiano, e la disponibilità dei piccoli Comuni, dove il controllo sociale è più semplice, perchè l'obiettivo, Presidente, è quello di tenerli il più possibile lontani dalla cella, più sono lontani dalla cella e più avremo dei cittadini quasi sicuramente recuperati, altrimenti non faremo altro che spendere cifre enormi. Quanto costano le prigioni e le carceri? Per alimentare ulteriormente una delinquenza, infatti questi nostri concittadini, non ce lo dimentichiamo, non hanno perso questo titolo, una volta che avranno scontato la pena dovranno essere reinseriti.
Se non troveranno una risposta, se non avranno una fiducia, se non avranno una mano tesa una volta che usciranno dal carcere sicuramente torneranno a delinquere.
PRESIDENTE. Condivido totalmente quanto detto dal Consigliere Marconi. Condivido anche la proposta di emendamento, se vogliamo Consigliere può preparare l'emendamento, io sono disponibilissimo, anzi sono contento se riuscissimo ad emendare in tal senso la mozione.
Ora rispetto all'interrogazione della Consigliera Marcozzi risponde l'Assessore Casini, poi dopo si illustreranno, se non ci sono altri interventi, gli emendamenti.
Ha la parola l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Per quanto riguarda il finanziamento della legge 28 del 2008, punto uno della sua richiesta, nel 2016 la Giunta sta valutando, poi magari l'approfondirà l'Assessore al bilancio, le modalità di ripristino totale o parziale del fondo anche attraverso l'utilizzo del fondo sociale europeo per sostenere gli interventi trattamentali e l'inclusione sociolavorativa, borse lavoro.
Per quanto riguarda invece i punti 2, 3, 4 dell'interrogazione le materie sono di competenza dell'Amministrazione penitenziaria e il Ministero della giustizia risponde: “ad oggi la Casa circondariale di Camerino accoglie 49 detenuti comprese le donne, la Casa di reclusione di Fermo ne accoglie 62. Negli istituti penitenziari di Fermo e Camerino quasi tutte le attività trattamentali trovano finanziamento nella legge 28 del 2008. Il finanziamento della legge regionale 28 del 2008 non è stato mai utilizzato per la manutenzione ordinaria delle due strutture ma solo per progetti trattamentali. Nell'ultimo periodo ci sono stati un paio di aggressioni al personale di polizia penitenziaria a Camerino, a Fermo non risultano episodi di aggressioni, ma solamente offese e oltraggio al personale di polizia penitenziaria che rimangono nella media delle case di reclusione. Il numero dei detenuti di entrambi gli istituti è diminuito rispetto agli anni precedenti, rimangono i livelli di sovraffollamento rispetto alle capienze regolamentari, una persona 7 metri quadri, sebbene i parametri stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sono stati sempre rispettati, 1 a 3 metri quadrati - qui è 1 a 7 quindi sono rispettati perché sono capienti più del doppio - si allega prospetto delle presenze del personale di polizia penitenziaria con l'organico ministeriale”.
PRESIDENTE Ha la parola, per dichiarasi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Io non ho ancora capito se la legge regionale viene rifinanziata del 2008.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Casini.
Anna CASINI. Quello che ho chiesto io è che in Giunta stiamo valutando le modalità anche tramite il fondo sociale europeo.
PRESIDENTE. Ricordo che c'è un emendamento in merito che è in linea con quanto affermato adesso dall'Assessore Casini, però sentiamo un attimo l'Assessore al bilancio.
Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Io credo che il Garante, il Presidente, i colleghi Consiglieri abbiamo fatto bene a visitare alcuni istituti di pena della nostra regione. Penso sia opportuno che questa attività continui, personalmente ho chiesto al Presidente di invitarmi perché voglio andare anch'io.
Fatta questa premessa e considerato che le competenze del Governo regionale, della Regione, in siffatta materia sono assolutamente limitate, perché è evidente che la competenza è di riserva statale.
Io oltre 20 anni fa e per ben 10 ho fatto parte della Commissione giustizia alla Camera dei Deputati del Comitato Carceri, posso dire che la situazione della nostra regione è migliorata. Per quanto si possa dire migliore una situazione all'interno degli istituti di prevenzione di pena, però è migliorata rispetto alla situazione precedente per quel che mi è dato sapere e rispetto anche ad altre realtà.
E' evidente che questo non è sufficiente perché è stato ricordato che la pena deve tendere, ce lo dice la nostra Costituzione, alla rieducazione del condannato per il suo reinserimento sociale. Non possono essere utilizzati atti, strumenti, condizioni contrari ad un trattamento umanitario, questo lo sappiamo, quindi, il nostro compito, nell'ambito delle competenze di cui disponiamo, è cercare di migliorare questa situazione.
Fermo restando, io sono convinto, credo che lo dovremmo affrontare anche qui, che il nostro Paese, tutto sommato, sia garantista, fatta eccezione per le questioni attinenti alle custodie cautelari o alla lungaggine dei processi. Questo è il tema che noi dobbiamo affrontare, io lo dico al Consigliere Marconi e condivido quasi totalmente il suo intervento, credo che oggi l'unica “pressione politica” che dobbiamo fare, la più seria, sia quella di operare una distinzione netta tra il condannato che deve espiare la pena, e questo deve essere un dato certo, altrimenti ne va dello stato di diritto - il condannato deve espiare la pena, poi all'interno del nostro sistema ordinamentale ci sono istituti premiali di cui i condannati possono usufruire, li conosciamo bene permessi, ma non mi voglio dilungare, ed è evidente che condizioni accettabili di espiazione della pena, facilitano gli stessi condannati non solo nel processo rieducativo a poter accedere a determinati istituti premiali – e coloro che sono detenuti in attesa di processo. Credo che questo sia il dramma del nostro Paese e penso che anche qui, Presidente, una distinzione vada fatta. Non è accettabile che in un Paese libero, democratico e moderno non ci sia un processo celere che dia la certezza del diritto e della pena e che eviti, salvo rarissime eccezioni, in tempi accettabili, la custodia cautelare.
Questo è il dramma del nostro Paese se proiettiamo le assoluzioni rispetto alle carcerazioni preventive. Questi sono i dati. Questo non va bene e ovviamente non affronto oggi quel che significa, perché esulerei, ma sono tanti e tali i danni prodotti nel nostro Paese.
Oggi sappiamo che sostanzialmente al di là del carcere - la faccio breve Consigliere Giacinti perché non la voglio annoiare, però questa cosa con l'occasione la voglio dire, questo succede nel nostro Paese - oramai le sentenze di condanna o la sentenza di assoluzione, quando arrivano, non interessano. Ci siamo fatti mai questa domanda? Oggi è sufficiente un avviso di garanzia perché ci sia la pubblica gogna e quindi la condanna del popolo, poi magari la vera sentenza non importa più a nessuno.
Questo è un ragionamento che credo dovremmo affrontare, non è una competenza nostra, ma penso che in questa direzione, Presidente, anche in occasione delle prossime visite, sia un argomento da trattare. Sempre raccogliendo l'invito del Presidente della Commissione Giacinti per arrivare alla sintesi, (...) sto scherzando ovviamente.
Credo di aver risposto anche dal mio punto di vista personale per quanto riguarda il finanziamento della legge.
Questa premessa serve per dire che noi neanche in questo ci possiamo sostituire allo Stato, ovvio, io mi impegno a valutare le possibilità e credo che insieme le troveremo per rifinanziare questa legge che non potrà essere in termini elevati anche perché questa legge prevede che al finanziamento degli interventi, articolo 19, si provveda mediante impiego delle risorse previste all'interno della programmazione del Fondo sociale europeo e al primo comma dice: agli interventi previsti dalla presente legge concorrono risorse finanziarie comunitarie statali e regionali.
Noi abbiamo la possibilità anche di accedere a questi fondi, ad esempio per progetti di inclusione lavorativa dei detenuti. Dobbiamo pensare ai fondi del sociale per attenuare determinate forme di disagio, quindi in questa direzione credo che insieme troveremo le modalità per finanziare gli interventi e per conseguire le finalità previste da questa legge.
PRESIDENTE. A questo punto è giunto l'emendamento preannunciato dal Consigliere Marconi.
Emendamento 45/1 a firma dei Consiglieri Leonardi, Celani, Fabbri, Giorgini, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Marcozzi, Carloni, Malaigia, Maggi, Bisonni.
Ha la parola, per l'illustrazione, la Consigliera Leonardi
Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Ho accolto volentier l'invito, in realtà era già nelle mie intenzioni poter visitare alcuni istituti penitenziari per rendermi conto di questa realtà particolare che ovviamente è in tutti i territori.
In quella occasione – ma anche quando mi proponevo di fare questa visita - ho voluto porre l'attenzione anche sull'altra metà della popolazione che vive nei carceri, cioè la polizia penitenziaria, perché, come ha ricordato l'Assessore Cesetti, chi è in carcere, chi è detenuto, sconta una pena, quindi deve pagare il proprio debito nei confronti della società, chi lavora lì dentro spesso è posto in condizioni sociali e di vita psicologiche pesanti. Tant'è che fra le forze dell'ordine quella della polizia penitenziaria è quella con il più alto tasso di suicidi perché certamente non si vive una condizione psicologica quotidiana molto semplice.
Gli emendamenti che ho presentato a questa proposta di mozione, tenuto conto che è importante cercare di recuperare, rendere agevoli anche le condizioni all'interno del carcere attraverso delle attività che tendano a mitigare anche l'eccesso di violenza, tenendo impegnata la popolazione carceraria attraverso fasi di recupero lavorative, con corsi scolastici e non, tendono a migliorare le condizioni di vita e di servizio degli agenti di polizia penitenziaria.
Con questa mozione che oggi è in discussione si va a sollecitare il Ministro di grazia e giustizia che è competente in materia, ad adottare delle misure che non possano non tener conto dell'altra metà del cielo che opera e vive all'interno degli istituti penitenziari.
Le misure richieste non possano andare nella direzione di introdurre o promuovere azioni di amnistia e di indulto perché se è vero che uno dei problemi che andiamo a sollevare è quello del sovraffollamento delle carceri, certamente una delle problematiche alle quali bisogna porre soluzione, reputo che i provvedimenti di amnistia e indulto che purtroppo nel corso degli ultimi anni sono stati anche troppi, non vadano nella direzione corretta, perché sarebbe un abdicare, un rinunciare al ruolo di giustizia e di sicurezza che lo Stato deve garantire.
Reputo che le misure che noi sollecitiamo al Governo non possono sposare questa linea di principio, ma debbano andare in una direzione differente, quindi bene il recupero della popolazione carceraria, bene la possibilità di creare e dare delle opportunità a chi ha pagato il proprio debito con la giustizia, ma non piegare la testa nei confronti di chi delinque, di chi agisce contro la cittadinanza.
Questo lo voglio dire con fermezza perché non sono posizioni in contrapposizione, reputo che siano posizioni che si debbano necessariamente integrare al fine di garantire la sicurezza. Ci vuole una richiesta forte nei confronti del Governo e del Ministero che purtroppo nel corso degli ultimi anni hanno tagliato pesantemente le risorse ed anche il turn-over di tutte le forze dell'ordine.
Reputo che una richiesta forte in questo senso, visto che anche il problema della sicurezza porta poi la popolazione carceraria a crescere, abbia bisogno di investimenti concreti in uomini, in mezzi. Anche le risorse della legge 28 che chiediamo di ripristinare, erano, mi è stato confermato nella visita a Montacuto, destinate a fornire un servizio di supporto psicologico agli agenti di polizia penitenziaria. In questo senso reputo che entrambe le cose debbano necessariamente sposarsi e non possano andare a vantaggio solamente di una delle due categorie, cioè da chi opera e da chi è detenuto all'interno delle carceri. Grazie.
PRESIDENT. Su questo emendamento l'Assessore Cesetti propone una modifica, chiede la parola, ne ha facoltà.
Fabrizio CESETTI. Penso di poterlo dire a nome della maggioranza e del gruppo, credo che l'emendamento della Consigliera Leonardi abbia degli spunti interessanti, però la inviterei ad apportare una piccola modifica, quando al punto 2 dice: “Va aggiunta la seguente frase: i continui tagli alla spesa per i corpi di polizia”, qui dobbiamo aggiungere: operati da tutti i Governi”. Non è che i tagli ai corpi di polizia arrivano adesso, io me li ricordo da vent'anni a questa parte. Dopo la parola polizia si aggiunge “operati da tutti i Governi”.
Nella parte dispositiva che va bene, se fosse possibile, toglierei l'ultimo periodo, Faccio subito una premessa, personalmente sono contrario, questo impegna solo me, a qualsiasi ipotesi di amnistia e indulto. lo sono sempre stato, però metterlo qui mi sembra quasi una excusatio non petita, in quanto nell'emendamento lei sostiene: “Con particolare riguardo alle criticità del sistema di vigilanza e sorveglianza, impegnando anche la Regione e i soggetti che hanno un ruolo amministrativo diretto e indiretto nell'indizione di una Conferenza dei servizi per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro all'interno degli istituti penitenziari delle Marche”. Tra queste misure non potrebbe mai esserci l'amnistia e l'indulto, anche perché noi non siamo titolati ad intervenire in siffatta materia. Quindi la inviterei a togliere questa fase finale, con la premessa che ho fatto e cioè che chi parla, ripeto, la pensa esattamente come lei Consigliera Leonardi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Accolgo la parte relativa alla prima parte, in pratica l'aggiunta delle parole “operate da tutti i Governi”. Non voglio con questa mozione creare una accusa o diatriba fra il Governo di centro-destra e il Governo di centro-sinistra, chi ha fatto più o meno tagli, però nella mozione presentata dal Presidente Mastrovincenzo, noi chiediamo di sollecitare il Ministero della giustizia ad adottare le misure necessarie alla soluzione delle problematicità evidenziate e fra le problematicità il discorso della popolazione carceraria c'è ed io non vorrei sollecitare il Governo a porre in essere amnistia ed indulto. Se poi il Governo al mio sollecito dirà: per risolvere il problema della popolazione carceraria io faccio amnistia ed indulto, questo io non lo trovo confacente o soddisfacente. Sicuramente si svuotano le carceri e c'è più posto, non c'è più il sovraffollamento, ma non è la misura che io vorrei sollecitare, per questo io cito amnistia ed indulto. Se vogliamo trovare una formula differente per inserirla, perchè io voglio sottoscrivere la richiesta del Presidente Mastrovincenzo, ma non vorrei ritrovarmi ad avere il Governo che mi dice: “Ho accolto le tue problematiche e pongo delle soluzioni” e la soluzione è un provvedimento di indulto che svuota in parte le carceri.
Reputo che possa essere fattibile mettere un richiamo a questo discorso, poi il Governo attuerà le sue misure, deciderà come sempre fa in autonomia, però sollecitare e magari sentirmi rispondere: “Me lo hai chiesto tu”, francamente non mi voglio trovare in questa posizione, perché non credo che non sia quello di cui ha bisogno il sistema carcerario, il sistema penitenziario italiano, poi che ci sia una difficoltà oggettiva nessuno l'evidenzia, se vogliamo, possiamo trovare una formula differente però il senso è questo e fra le misure necessarie che noi chiediamo, essendo molto generiche, non posso pensare che ci siano queste.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.
Luca MARCONI. Se fuori prassi stiamo dialogando direttamente sull'emendamento, credo che questo argomento ci porti lontano da quella che era l'intenzione iniziale.
Eviterei questa materia perché qui le opinioni sono differenti e andrebbero approfondite.
Diventiamo quasi ridicoli nell'andare a sollecitare il Governo riguardo a questo o a quest'altro, ma lo svuota carceri si fa con un sistema di codice penale e con reati che non producano la moltiplicazione all'infinito di carcerati, dove potrebbero essere adottate pene di natura amministrativo pecuniaria. Su questo c'è una materia amplissima, adesso non voglio citare per tutti il problema dell'immigrazione o il problema della droga, ma ci sono altre soluzioni alle matrici che portano a questo.
L'indulto e l'amnistia di fronte ad un certo tipo di reato a volte diventano quasi un atto di giustizia, quando la sensibilità sociale intorno ad un tipo di reato viene meno, l'argomento è infinito, non penso che si possa risolvere in questa maniera, quindi toglierei questa parte e starei dentro gli argomenti che ci riguardano come Consiglio regionale e che dipendono da noi. Su questo è importante assumerci una responsabilità, non tanto dire al Governo queste cose per fare un articolo sul giornale, ma non serve a niente e tra le altre cose ci divide.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.
Marzia MALAIGIA. Voglio ricordare al Consigliere Marconi che lui stesso ha presentato un emendamento in cui chiede di inserire la voce: “La scarsa diffusione delle pene alternative” quindi eventualmente si può …
Luca MARCONI. ... non è un invito al Governo sulle pene alternative …
Marzia MALAIGIA. Capisco, mi collegavo a quanto detto dalla Consigliera Leonardi ed integravo con quello che lei stesso ha scritto.
PRESIDENTE. Direi di fare 5 minuti di sospensione per cercare di trovare una sintesi su queste varie proposte.
La seduta viene sospesa alle ore 16,25
La seduta riprende alle ore 16,35
PRESIDENTE. Sub emendamento n. 45/1/1 a firma dell'Assessore Cesetti.
E' stato presentato un sub emendamento che sostanzialmente recita: “Al punto 2 dell'emendamento 1 presentato dalla Consigliera Leonardi, dopo la parola 'polizia' sono introdotte le parole 'operati da tutti i Governi'.
Infine dopo la parola 'Marche' è soppresso il periodo: “Tra le misure necessarie summenzionate non possono ovviamente essere considerate come soluzione i provvedimenti volti ad introdurre e promuovere azioni di amnistia e indulto”.
Sub emendamento n.45/1/1. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento 45/1 a firma dei Consiglieri Leonardi, Celani, Fabbri, Giorgini, Pergolesi, Zaffiri, Zura Puntaroni, Marcozzi, Carloni, Malaigia, Maggi, Bisonni, così come emendato, lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 45/1 bis a firma del Consigliere Marconi. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 45/2 a firma dei Consiglieri Mastrovincenzo, Maggi, Fabbri, Giorgini, Bisonni, Pergolesi, Malaigia, Zaffiri, Zura Puntaroni Leonardi.
Ha la parola il Consigliere Maggi.
Giovanni MAGGI. Debbo dire che sensibile ai diritti civili è la terza volta che vado nel carcere di Montacuto, una visita ufficiale e due visite private perché volevo recarmi in carcere, sentire sia i detenuti che la polizia penitenziaria senza l'ufficialità in una discussione più informale, comunque durante la visita promossa dal nostro Presidente Mastrovincenzo sono venute fuori delle criticità che qui sono state ben evidenziate.
La criticità principale è soprattutto quella, come già detto da altri Consiglieri, del rifinanziamento della legge 28 del 2008 per quanto riguarda le attività trattamentali dentro il carcere. Le attività trattamentali dentro il carcere non riguardano soltanto i detenuti, ma anche la qualità del lavoro e della vita della polizia penitenziaria.
Alla mia domanda: “Se tutte queste attività vengono soppresse in pratica 'come ve li spupazzate' questi detenuti tutto il giorno?”, la polizia penitenziaria, la direttrice, il cappellano del carcere hanno evidenziato la difficoltà della quotidianità all'interno della Casa circondariale di Montacuto. Naturalmente questo riguarderà tutte le Case circondariale o i carceri delle Marche.
Se non volete essere sensibile ai diritti civili dei detenuti e alle condizioni della polizia penitenziaria, potrei aggiungere un argomento al quale questa maggioranza è più sensibile, ovvero quella dei quattrini, dei soldi, dei tagli lineari che si stanno operando.
Tenete presente che ogni detenuto costa 45.000 euro all'anno e nel momento in cui non si predispongono le condizioni per un reinserimento questo molte volte, lo abbiamo sentito anche delle visite, ritorna in carcere, perché non ha né arte né parte e deve vivere di espedienti che naturalmente lo portano ad infrangere la legge.
Ricordo, e forse anche quelli che hanno un'età veneranda come la mia, che le vecchie carceri ad Ancona avevano un'officina meccanica eccellente, un laboratorio di falegnameria altrettanto esemplare, ci sono anche dei casi virtuosi in Italia, di laboratori di cucina, di pasticceria, sto pensando al carcere di Padova che dà la possibilità di un reinserimento del detenuto attraverso un mestiere.
Se non si è sensibili ai diritti civili, in questo senso sicuramente si può essere sensibili al risparmio del denaro pubblico che viene investito nelle carceri, a volte in maniera poco consona alla dignità sia della polizia penitenziaria che dei detenuti.
Faccio questo appello a questa Assemblea perché prenda in considerazione questo rifinanziamento della legge 28 del 2008, non solo per quanto riguarda i diritti civili ed il diritto del lavoro della polizia penitenziaria, ma perché questa struttura deve servire all'inserimento e deve essere in funzione del sociale. Nel momento in cui questi detenuti avranno le condizioni migliori per poter essere reinseriti sicuramente costeranno meno allo Stato e ci sarà anche un abbassamento del tasso delinquenziale nel nostro Paese che in questo momento, soprattutto nei momenti di crisi economica, è un particolare problema su cui porre particolare attenzione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.
Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Mi rivolgo al Consigliere Maggi come primo firmatario dell'emendamento alla mozione per chiedere questo. In più occasioni abbiamo avuto la possibilità di visitare gli istituti di pena delle Marche ed anche nell'occasione della visita che abbiamo fatto, ad esempio, al supercarcere di Fossombrone con i Consiglieri Fabbri e Talè, è stato posto il tema del rifinanziamento della legge 28.
Leggendo il testo: “A valutare il rifinanziamento della legge 28”, mi sembra un po' debole come proposta, allora mi permetterei di suggerire di rafforzare questo principio, consapevole che non si possa prevedere un obbligo, considerati i tagli che ci sono, vediamo l'Assessore Cesetti che ogni giorno combatte con le cifre del bilancio della Regione per farlo quadrare.
Rafforzare un po' la proposta, magari valutando ogni possibilità per arrivare al rifinanziamento della legge, questo senza che io presenti un sub emendamento o qualcos'altro, se siete d'accordo potete modificarla, se no, può rimanere così.
PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Direi che, dal mio punto di vista, “a valutare il rifinanziamento della legge 28 al fine di garantire la continuità dell'attività trattamentale negli istituti penitenziari” è comunque procedere all'applicazione di questa legge. Il punto qual è? E' ovvio che noi ci impegniamo, io mi impegno a trovare delle risorse regionali per finanziare questa legge, ma potranno essere risorse limitate, invece la legge prevede la possibilità di reperire risorse consistenti perché tra i trattamenti per i detenuti ci sono, e va nella direzione che ha detto il Consigliere Maggi, l'istruzione, il lavoro e la formazione professionale che sono fondamentali per il reinserimento sociale post-pena.
Bene, qui vengono indicate un insieme di misure sia per quanto riguarda l'istruzione che per quanto riguarda il lavoro e la formazione professionale, ma è la stessa legge, se la leggete bene, l'articolo 19 prevede al punto 1 il generico finanziamento con le risorse finanziarie comunitarie, statali e regionali, e il comma 3 dice: “Al finanziamento degli interventi con gli articoli 8 e 9 - quindi istruzione, formazione e lavoro - si provvede mediante impiego delle risorse previste all'interno della programmazione del Fondo sociale europeo”.
Penso che qui si possano reperire consistenti risorse che possano andare in quella direzione, io, sempre per citare la mia “vita precedente”, già le finanziavo da Presidente della Provincia di Fermo, ho finanziato qualche misura, figuriamoci se non è possibile farlo qua, è assolutamente possibile finanziare questi percorsi lavorativi.
Quando si parla di garantire l'effettivo esercizio del diritto al lavoro da parte dei detenuti, delle persone in esecuzione penale esterna, ex detenuti e via dicendo, sono misure indicate agli articoli 8 e 9.
Presidente, credo che facendo uno sforzo, questo si, se mi posso permettere, di approvare questi atti, ma investire di queste visite la Commissione competente - vi prego di invitarmi perché voglio venire anch'io - perché tenga acceso un faro, come io amo dire, su questa problematica e magari magari trovi anche le modalità di reperire queste risorse comunitarie che ci sono e possono essere anche rilevati.
E' evidente che il tutto, come dice tra l'altro la stessa legge, va programmato d'intesa con il Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria perché, quando si progettano attività di istruzione, di lavoro e di formazione per i detenuti è evidente che tutto va coordinato con l'Amministrazione penitenziaria, e si deve contestualizzare con le modalità di espiazione della pena.
Credo che in questa direzione si possa e si debba fare molto.
E' interessante, secondo me, coinvolgere la Commissione competente, però per quel che mi riguarda su questo emendamento non ho difficoltà.
PRESIDENTE. Prendiamo atto delle parole dell'Assessore Cesetti, concordo, quindi, con il Vicepresidente Minardi e passiamo alla votazione.
Emendamento n. 45/2. Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Mozione n. 45 così come emendata. La pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
PRESIDENTE. A questo punto, anche su sollecitazione di diversi Consiglieri, penso che siamo d'accordo sul fatto di rinviare i punti all'ordine del giorno non trattati alla prossima seduta.
Ricordo che martedì prossimo è prevista la seduta aperta per celebrare il giorno della memoria.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 16,50