Resoconto della seduta n.170 del 14/07/2020
SEDUTA N. 170 DEL 14 LUGLIO 2020

La seduta inizia alle ore 10,35

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 170 del 14 luglio 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 169 del 9 luglio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. C’è la richiesta del Consigliere Marconi di poter anticipare la sua mozione, la n. 692, se l'Aula non ha nulla in contrario, la inseriamo al punto 2 bis, dopo la mozione n. 610 del Consigliere Fabbri.
Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Come ho anticipato alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, chiedo il rinvio al prossimo Consiglio della mozione n. 681, vista l'assenza dell'Assessore Bora, che avrebbe piacere ad essere presente alla discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Se l’Aula non ha obiezioni, la mozione n. 681 è rinviata al prossimo Consiglio.
Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Il Consigliere Fabbri oggi è assente, quindi tutti gli atti che lo riguardano dovrebbero essere rinviati. Grazie.

PRESIDENTE. Vengono rinviate l’interrogazione 1048 e le mozioni nn. 610, 706, 663, 677, tutte a firma del Consigliere Fabbri.

Interrogazione n. 1041
ad iniziativa del Consigliere Busilacchi
“Recepimento nomenclatore nazionale per protesi acustiche ai bambini affetti da ipoacusia grave”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1041 del Consigliere Busilacchi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Rispondo a nome e per conto del Presidente Ceriscioli.
In relazione all’interrogazione in oggetto si evidenziano gli elementi di seguito riportati.
Il DPCM 12 gennaio 2017 "Nuovi livelli essenziali di assistenza-LEA" ha introdotto una serie di modifiche per quanto concerne la tematica dell'assistenza protesica ivi compresa la riformulazione del nuovo nomenclatore con le prestazioni e le tipologie di dispositivi erogabili dal Servizio sanitario nazionale.
Con delibera di Giunta regionale 716/2017 la Regione Marche ha recepito il DPCM LEA fornendo agli Enti del servizio sanitario nazionale le prime indicazioni applicative, in attesa del Decreto ministeriale con cui verranno fissate le nuove tariffe. Subito dopo, con Decreto del Dirigente della P.F. territorio e integrazione ospedale-territorio, la Regione Marche ha istituito la Commissione regionale per l'assistenza protesica, composta da professionisti dell'Asur esperti in materia, con l'obiettivo di declinare con successivi atti le modalità attuative del DPCM LEA in materia protesica.
Il lavoro della Commissione è esitato nella redazione di due distinte delibere di Giunta regionale, approvate in data 13 luglio 2020, concernenti: 1) l'istituzione dell'elenco regionale dei fornitori di protesi, ortesi ed ausili; 2) la definizione delle Linee di indirizzo regionali per l'assistenza protesica, ortesica e fornitura di ausili tecnologici: percorsi organizzativi e clinico assistenziali.
Relativamente al nomenclatore attualmente in vigore presso la Regione Marche esso è quello della precedente normativa, ovvero il DM 332/99, in cui non sono presenti gli stessi dispositivi riportati nel nomenclatore di cui al DPCM Lea 2017.
Inoltre, con la prima delibera di Giunta regionale delle due approvate il 13 luglio 2020 è stato dato mandato all'Asur, entro il termine del 30 settembre 2020, di avviare le procedure pubbliche di acquisto dei dispositivi di cui agli elenchi 2A e 2B del DPCM 12 gennaio 2017, al fine di rendere operativo il nomenclatore per i predetti elenchi. Attualmente, per i presidi protesici non espressamente indicati nel nomenclatore vigente, occorre fare riferimento a quanto indicato nell'articolo 1 del DM 332/99 rispettivamente ai commi 5 e 6:
- comma 5: "Qualora l'assistito scelga un tipo o un modello di dispositivo non incluso nel nomenclatore allegato al presente regolamento, ma riconducibile, a giudizio dello specialista prescrittore, per omogeneità funzionale a quello prescritto ai sensi dell'articolo 4, comma 2, l'Azienda Usl di competenza autorizza la fornitura e corrisponde al fornitore una remunerazione non superiore alla tariffa applicata o al prezzo determinato dalla stessa azienda per il dispositivo incluso nel nomenclatore e corrispondente a quello erogato";
- comma 6: "In casi particolari, per i soggetti affetti da gravissime disabilità, l'azienda Usl può autorizzare la fornitura di dispositivi non inclusi negli elenchi del nomenclatore allegato, sulla base dei criteri fissati dal Ministro della Sanità, d'intesa con la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, relativi alle condizioni dei soggetti, alle modalità di prescrizione e di controllo e alla tipologia di dispositivi che possono essere autorizzati".
Pertanto, come esplicitato nella Determina Asur n. 269 del 13 aprile 2015, relativamente al comma 5 si stabilisce che spetta allo specialista prescrittore definire la riconducibilità di un presidio protesico non presente nel nomenclatore vigente ad uno di quelli presenti, con l'unico vincolo della omogeneità funzionale. In questo specifico caso la prescrizione deve essere accompagnata da un'adeguata relazione tecnica e funzionale. Nel caso in cui la riconducibilità non venga accettata in sede di verifica sarà cura del Direttore di distretto inviare specifica comunicazione e relativa motivazione al prescrittore ed all'utente.
Relativamente al comma 6 la determina Asur stabilisce che spetta al Direttore di Area Vasta autorizzare la fornitura del dispositivo protesico, sulla base della richiesta del Direttore di distretto corredata da una relazione di specialisti competenti per patologia, menomazione e disabilità, che ne certificano l'effettiva necessità ed appropriatezza.
In conclusione, sulla base delle procedure sopra richiamate (articolo 1, comma 5 e 6 DM 332/99 e Determina Asur n. 269 del 13 aprile 2015), si conferma che il Servizio sanitario nazionale garantisce anche l'erogazione delle protesi acustiche ai bambini affetti da ipoacusia grave prelinguale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, le chiedo di lasciarmi la risposta perché è molto articolata e ci sono vari passaggi.
Questa interrogazione mi è stata sollecitata da una singola famiglia, un caso sintomatico della necessità di far funzionare al meglio la nostra pubblica amministrazione, perché è chiaro che quando si ha un bambino con disabilità e il nomenclatore nazionale riconosce la possibilità di avere accesso gratuitamente alle protesi necessarie al bambino per interagire - che altrimenti sarebbero a carico della famiglia e non sono nemmeno cose molto economiche - è bene che la macchina amministrativa regionale funzioni al meglio e recepisca subito le norme nazionali.
Se ho capito bene dalla sua conclusione con la delibera, che c’è stata l'altro ieri, poi leggerò meglio questa risposta così articolata, dovremmo essere nella condizione di poter garantire alle famiglie questi dispositivi gratuitamente, così come riconosciuto dal nomenclatore nazionale.
Credo che sia un singolo caso, ma rappresentativo del fatto che è bene che la nostra macchina amministrativa funzioni al meglio, specie per le persone che hanno maggiori difficoltà. Grazie.

Interrogazione n. 1044
ad iniziativa del Consigliere Celani
“DGR n. 741 del 15 giugno 2020 - Mancata concessione di contributi straordinari alla città di San Benedetto del Tronto ed altre località “Covid”, al fine del rilancio dell'immagine cittadina”

Interrogazione n. 1049
ad iniziativa del Consigliere Giorgini
“Misure straordinarie ed urgenti connesse all’emergenza Covid 19 per la ripartenza delle Marche - Settore Cultura: interventi speciali a favore dei Comuni di Pesaro e di Civitanova Marche”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1044 del Consigliere Celani e l’interrogazione n. 1049 del Consigliere Giorgini, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Con le misure di intervento finanziate con i fondi dell'Emergenza da Covid-19 (legge regionale n. 20 del 3 giugno 2020) la Regione ha inteso sostenere le categorie di lavoratori e professionisti dei vari settori economici tra cui quelli del turismo e della cultura al fine di agevolare le attività produttive e la ripartenza delle Marche.
In particolare con la delibera della Giunta regionale n. 741 del 15 giugno 2020 sono state approvate le misure di intervento a sostegno dei lavoratori del settore cultura, concedendo contributi a fondo perduto per far fronte alla crisi delle imprese e degli operatori della cultura marchigiani.
A queste misure sono stati aggiunti due specifici interventi destinati rispettivamente al Comune di Pesaro e al Comune di Civitanova Marche a seguito di richieste avanzate alla Regione Marche dalle due Amministrazioni, in quanto in queste due località più che in altre si sono verificate delle condizioni particolari, pur riconoscendo che numerosi sono stati i comuni che fin dall'insorgere dei primi casi di Covid-19 hanno contribuito con professionalità ed efficienza e capacità - attraverso gli ospedali del loro territorio - a porre un argine all'espandersi della malattia.
Il Comune di Pesaro e il territorio limitrofo sono stati i più colpiti delle Marche dalla pandemia Covid, sia in termini di malati che di deceduti. La città pertanto è stata duramente provata e ha visto offuscare l'immagine di fiorente centro culturale che essa rappresenta a livello nazionale ed internazionale sia come città Unesco della musica che per il prestigioso Rossini Opera Festival. E' fondamentale quindi anche per la popolazione riacquistare fiducia e rilanciare la città attraverso la cultura con eventi importanti di alto livello già programmati a partire da una serie di eventi culturali già previsti.
Il Comune di Civitanova Marche, invece, si è distinto in questo drammatico ed intenso momento di crisi legato all'emergenza epidemiologica, per aver positivamente risposto alla creazione del Covid Hospital presso la Fiera. Tale scelta ha però determinato il verificarsi di una rilevante perdita economica, anche in termini di indotto, sia attuale che potenziale, poiché connessa all'annullamento di eventi ed attività già calendarizzati, nonché in fase di programmazione avendo concesso gli spazi della Fiera e pertanto necessita di fondi per allestire ex novo spazi e attività destinati all'animazione territoriale e culturale della città.
In base alle risorse che saranno disponibili, la Regione cercherà di sostenere altre località al fine di supportarle nella fase di ripartenza a beneficio anche delle attività turistiche e culturali.
Va precisato che numerosi sono i bandi del settore cultura che sono stati pubblicati di recente o stanno per essere pubblicati che si rivolgono ai Comuni e alle associazioni culturali per sostenerli maggiormente in questa fase di ripresa: bando per il sostegno degli eventi espositivi di rilievo regionale, per la valorizzazione dei poli museali urbani, per festival, rassegne e premi di interesse regionale, per l'editoria culturale, le biblioteche e gli archivi, per progetti di teatro amatoriale, per attività culturali legate alle arti visive contemporanee. Sono inoltre riconosciute tra le spese ammissibili al finanziamento anche le misure di sanificazione e di messa in sicurezza per l'emergenza in atto, sono state aumentate le quote di finanziamento a carico della Regione abbassando nel contempo i tetti di spesa previsti per l'ammissibilità al finanziamento dei progetti.
Aggiungo, perché questa risposta è stata preparata alcuni giorni fa, e posso anche impegnarmi su questo, che dal bando dedicato alle strutture ricettive, la misura Covid, finanziamenti a fondo perduto per il sistema del turismo, ci sono dei fondi che sono avanzati rispetto alla previsione fatta, questo positivamente ci ha permesso di garantire tutte le domande che sono arrivate, e visto che c'è un avanzo, come definito nella risposta all'interrogazione, sarà impegno della Giunta, di questa maggioranza, cercare di coniugare tutte le città che responsabilmente hanno dato molto e si sono impegnate. Penso ad Ascoli Piceno e anche ad altre realtà dove ci sono state le strutture Covid, Fano, San Benedetto del Tronto, ora non sto a elencarle perché non vorrei dimenticarne qualcuna, però l'impegno è quello di aggiungere ulteriori finanziamenti, visto che c'è stato un avanzo, entro pochi giorni, su eventi che possono avvenire in quei territori, magari eventi culturali che hanno una valenza turistica.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Grazie anche all'Assessore Pieroni perché credo che abbia colto il senso della mia mozione. La cosa importante è che in tutto questo pandemonio il settore più penalizzato, l'abbiamo detto tutti, e quello che soffrirà anche nel prossimo futuro sarà il turismo, quindi, è necessario che ci si adoperi per sostenere quelle località che non dico vivevano, ma si sostenevano con il turismo.
Quando ho visto che la delibera metteva sotto i riflettori e gratificava soltanto la parte nord della regione, Pesaro, e Civitanova Marche per il fatto che aveva avuto il Covid Hospital, che potevano avere un'immagine offuscata all'esterno, quindi si volevano rispolverare attraverso dei finanziamenti per le attività culturali, mi sono chiesto perché mai il sud nelle Marche non fosse stato trattato allo stesso modo.
San Benedetto del Tronto ha dato un contributo notevolissimo, da questo punto di vista, la struttura ospedaliera è stata un Ospedale Covid, una valvola di sfogo per tutte quelle necessità che si sono verificate, non soltanto nel nord della regione Marche, ma anche al di fuori. Ha ospitato anche malati provenienti da altre regioni e sappiamo benissimo che già la Riviera delle Palme stava soffrendo per una serie di problematiche connesse alle attività economiche in crisi, perché c'è in atto anche il recupero, la ristrutturazione del sistema della ricettività, mancano fondi che adesso, apprendo dall'Assessore, saranno rimpinguati per il recupero delle attività ricettive.
Ho fatto questa interrogazione per capire se c’era l’intenzione da parte della Giunta di racimolare dei fondi da destinare a questo comune, a San Benedetto del Tronto, probabilmente ce ne saranno altri nelle Marche, risorse che attraverso manifestazioni a carattere prevalentemente culturale e ludiche potranno riaccendere i riflettori su questo territorio e far da catalizzatori per nuove forme di turismo.
Ringrazio l'Assessore che mi sembra abbia risposto positivamente, prendendo l’impegno di vedere se c’è ancora qualcosa tra i residui delle somme disponibili e magari interfacciarsi con il Comune per vedere se ha dei progetti degni di essere finanziati. Assessore, mi auguro che con il suo Assessorato possa intercettare il Comune di San Benedetto del Trono per chiedere cosa ha in mente, cosa vuole fare, concertare e finanziare progetti che possono essere esecutivi, che possono essere messi in campo, non soltanto fondi a pioggia, che magari non vengono utilizzati per raggiungere il fine per cui in sono effettivamente predisposti. Grazie, aspettiamo che questo impegno diventi concretezza. Grazie.

PRESIDENTE. Comunico che è stato richiesto da parte del capogruppo Marconi il rinvio dell'interrogazione n. 1022.
Ha la parola, per la risposta all’interrogazione n. 1049, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Giorgini, naturalmente l'interrogazione, anche se si inserisce nella risposta precedente, è più diretta, più mirata sulla città di San Benedetto del Tronto, quindi, credo che sia giusto rispondere.
E’ indubbio che, come abbiamo detto nell'interrogazione precedente, il percorso che ha ispirato l'amministrazione regionale su questi due finanziamenti era legato a valutazioni collegate al Covid, per Civitanova Marche, a cui abbiamo occupato la Fiera bloccando le iniziative programmate, come ad esempio l’evento dedicato al Motor Show.
Faccio un intervento a caldo rispetto alle riflessioni riportate nell'interrogazione dal Consigliere Giorgini e all'intervento fatto dal Consigliere Celani, sto valutando, e ne parlerò in Giunta, di intervenire con degli interventi non a pioggia, ma con progetti mirati e condivisi con il territorio - utilizzando eventuali residui - e con le amministrazioni in cui c’è stata l‘emergenza Covid, anche perché in questo modo si riuscirebbe a creare un percorso virtuoso su tutto il territorio marchigiano, quindi anche su San Benedetto del Tronto dove, come sappiamo, i numeri delle presenze sono altissimi e comunque risentirà di questa emergenza.
Approfitto per lanciare una serie di dati che sono arrivati dall'Osservatorio turistico, i quali ci dicono che rispetto a un mese, un mese e mezzo fa, dove tutti noi, tutto il sistema del comparto turistico e culturale, eravamo preoccupatissimi, oggi possiamo dire che c'è una ripresa turistica, non soltanto costiera, ma in particolar modo nelle aree interne, nelle aree montane. Sicuramente la promozione spesa, le iniziative fatte e condivise con tutte le associazioni di categoria e con tutti gli operatori del turismo marchigiano, hanno fatto si che i dati confortassero la nostra regione. Le presenze che abbiamo nelle nostre strutture ricettive sono continuamente in crescita, sono convinto che lo sforzo fatto dai privati, dalla Regione Marche e dagli enti locali tutti darà alla fine dei risultati positivi per il sistema del turismo e a fine stagione potremmo anche avere delle risposte importanti.
L’impegno è questo, la risposta è duplice sia per il Consigliere Giorgini che per il Consigliere Celani, preparare questa misura che interverrà con finanziamenti dedicati al turismo, risorse residue dei contributi a fondo perduto per le strutture ricettive, coinvolgendo le amministrazioni su progetti mirati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa cosa fatta dalla Giunta è di un’iniquità incredibile, ancora una volta, verso il Piceno e verso il sud delle Marche. Non so se questo è voluto, ma noi che facciamo parte del profondo sud ogni volta dobbiamo discutere. Sono 5 anni che parlo del profondo sud, sono 5 anni che parlo di iniquità, iniquità significa anche ingiustizia, non è solo una parola che ha un senso compiuto differente da equità, si ripete sempre, non ho più parole per far capire a una Giunta orba, perché di questo si tratta, che quando si fanno le cose si devono fare, giustamente, con giustizia, con equità e non prendendo a caso, per qualsiasi motivo.
Amartya Sen, premio Nobel per l'economia nel 1998, ha detto delle parole straordinarie: “Identificare le iniquità che si possono correggere non è soltanto lo stimolo che ci induce a riflettere su giustizia e ingiustizia, è anche un fattore centrale nella teoria della giustizia”.
Quando si tratta del Piceno, come ho detto prima e come dico da parecchio tempo, vedo che la Giunta ha qualche problema di vista, di vedute. Nel dispositivo che assegna i contributi straordinari a favore delle città di Pesaro e Civitanova si dice che questo contributo straordinario è “quale aiuto per il rilancio e il sostegno dell'immagine delle due città costiere - e mi sta benissimo - che sono state maggiormente coinvolte nell'emergenza Covid 19”. A questo punto parlo di una Giunta orba, San Benedetto del Tronto non è stata colpita e danneggiata dall'emergenza Covid? Per quale motivo si è tenuta nascosta, laterale, non è stata presa in considerazione? San Benedetto del Tronto ha subìto un grave danno con l'emergenza Covid 19, non solo ha avuto il blocco di tutte le attività ordinarie dell'ospedale, ancora sono da ripristinare, badate bene, ancora l'ospedale deve tornare alla sua funzionalità primaria, ma anche il blocco di tutte le attività culturali, così come per le altre due città, quindi, non si capisce il motivo per cui siano state scelte Civitanova Marche e Pesaro, con tutto rispetto per loro che avevano facoltà a ricevere questi contributi, ma per quale motivo è stata lasciata fuori San Benedetto del Tronto, che come presenze turistiche è pari a Pesaro e rispetto a Civitanova Marche è maggiore di 4, 5 volte?
Ringrazio l'Assessore per le parole che ha detto, ma non ha risposto ai 4 quesiti che ho posto. Credo che questa iniquità debba essere immediatamente risolta e debbano essere presi provvedimenti per fare giustizia, perché iniquità significa mancanza di giustizia. Penso che anche San Benedetto del Tronto meriti questo contributo, lo stesso contributo che è stato dato a Civitanova Marche e a Pesaro. A pensar male si sbaglia, ma spesso ci si azzecca: a Pesaro c’è il Presidente della Regione e a Civitanova Marche c'è il capogruppo del PD. A pensar male …, non vorrei andare oltre, quindi diamoci una regolata, … No, è così, è inutile che lo nascondete, Assessore, ho rimpianto il Consigliere Urbinati, magari se lui era il Capogruppo i soldi sarebbero arrivati a San Benedetto del Tronto anziché a Civitanova Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Sono stato chiamato in causa, quindi, vorrei dire una cosa perché qui mi sembra di stare nella favola del brutto anatroccolo. Vorrei ricordare che nelle ultime 2, 3 settimane, con le variazioni di bilancio che abbiamo fatto per il Piceno, sono stati finanziati 180 mila euro per la legge su Sisto V e altri 50 mila euro per il festival “Futura” di Ascoli Piceno, in questi giorni. Fondi ben più alti di quelli previsti per il Covid che poi arriveranno con l'Assessore Pieroni.
Capisco che siamo in campagna elettorale, ma diciamo le cose come stanno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per fatto personale, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Il Consigliere Giorgini dimentica che mentre lui ha presentato un’interrogazione, io ho presentato una mozione che è stata già votata martedì scorso, evidentemente è sfuggita al voto del Consigliere Giorgini, con la quale chiedevo esattamente le stesse cose e argomentavo allo stesso modo.
Sul contributo di Civitanova Marche non ci ho messo bocca, è stato un accordo preso dal Presidente con l'amministrazione locale, poi, a titolo personale, come avrà visto, sono più i danni che mi ha creato che non i vantaggi, anche perché l'amministrazione comunale di Civitanova ha pensato bene di sperperare quel contributo investendo le risorse in una manifestazione che l'Assessore Pieroni ha definito un grande evento, ma in realtà parliamo di una marchetta elettorale, perché di questo si tratta, spesa dall'amministrazione comunale. Grazie.

Interrogazione n. 950
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Tavolo regionale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza amministrativa”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Punto 1. Ai sensi dell'articolo 1, comma 2 del Protocollo d'Intesa, il Tavolo è coordinato dal Prefetto di Ancona che lo convoca e lo presiede.
La prima riunione di insediamento si è tenuta il 5 febbraio 2020 presso la Prefettura di Ancona.
In tale occasione la Prefettura ha messo a disposizione dei componenti del Tavolo una tabella relativa all'andamento delle denunce di particolari categorie di reati contro la pubblica amministrazione, elaborata dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Ancona, di cui si riferisce al successivo punto 3.
Inoltre ciascun componente ha riferito in merito alle iniziative assunte con riferimento all'oggetto del Protocollo.
Punto 2. Le Prefetture e le Province hanno un ruolo di primo piano nel supporto ai piccoli comuni, in considerazione delle funzioni ad esse espressamente attribuite dalla legge e dalle indicazioni di Anac. Ci si riferisce, in particolare:
- all'articolo 1, comma 6 secondo periodo della legge 190/2012 (c.d. legge Severino) che recita: "Ai fini della predisposizione del piano triennale per la prevenzione della corruzione, il Prefetto, su richiesta, fornisce il necessario supporto tecnico e informativo agli enti locali, anche al fine di assicurare che i piani siano formulati e adottati nel rispetto delle linee guida contenute nel Piano nazionale approvato dalla Commissione";
- alle indicazioni del Piano nazionale anticorruzione 2016 che prevede, nell'ambito dell'approfondimento dedicato ai piccoli comuni, che l'analisi di contesto "potrà svilupparsi in modo unitario considerando come riferimento l'intero territorio dell'unione ed essere svolta anche con il supporto tecnico e informativo della Prefettura competente, oltre che della Provincia, in quanto ente territoriale di area vasta che esercita funzioni di assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, ai sensi dell'articolo 1 commi 85, lettera d, e 88 legge 56/2014".
Il ruolo della Regione, nel coordinamento della Rete dei responsabili della prevenzione della corruzione e trasparenza, deve tener conto di tale assetto di competenze, pertanto il Protocollo prevede che il Tavolo sia coordinato dalla Prefettura, ad esso partecipino le Province e gli enti locali e sia proprio il Tavolo a fornire gli indirizzi per l'attuazione delle azioni dallo stesso contemplate.
Le iniziative finora messe in atto dalla Regione attengono sostanzialmente all'ambito della formazione per gli enti locali. Nell'ambito dei seminari informativi rivolti ai dipendenti pubblici, finanziati con le risorse del Por Marche Fsee 2014/2020 priorità 11.1 tipologia di azione 11.1.G, di cui alla delibera di Giunta regionale 1644/2019, è stato inserito un intero ambito tematico AT.1 concernente "Trasparenza, privacy ed anticorruzione" ed uno AT.4 relativo a "Appalti e affidamenti".
I seminari informativi sono rivolti prioritariamente al personale degli enti locali aventi sede nel territorio della Regione Marche e sono gratuiti.
Di ciò si è riferito ai rappresentanti degli enti locali in occasione della riunione di insediamento del Tavolo, fornendo le indicazioni per la partecipazione ed auspicando che i rappresentanti di Anci diano la massima diffusione ai comuni.
Le informazioni dettagliate sono disponibili sul sito istituzionale al link http ://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Enti-Locali-e-Pubblica-Amministrazione/Formazione-EELL-e-PA
La realizzazione di una vera e propria rete di responsabili della prevenzione della corruzione e trasparenza potrà essere avviata a seguito di una condivisione di obiettivi e modalità di funzionamento da parte del Tavolo.
Punto 3. La Prefettura ha illustrato i dati messi a disposizione dalla Procura generale presso la Corte di Appello di Ancona, relativi all'andamento delle denunce di particolari categorie di reato contro la pubblica amministrazione nel territorio della regione Marche nel periodo 2015-2019, da cui si evidenzia una crescita consistente delle denunce per corruzione, peculato e malversazione.
Punto 4. Il progetto Marlene prevede due piattaforme:
- Marlene, che è pubblica e dunque accessibile a tutti senza necessità di autorizzazione. In essa è presente un corso denominato "Anticorruzione ed etica aziendale" messo a disposizione dal 2015 di cui hanno fruito, ad oggi, 124 utenti. Il sistema non consente di identificare se si tratta di dipendenti pubblici o utenti privati.
- Marlene scuola, che è fruibile mediante autorizzazione della Scuola regionale di formazione. In essa sono messe a disposizione, tra il 2016 e il 2018, 4 edizioni di un corso anticorruzione di cui hanno fruito dipendenti della Giunta regionale, del Consiglio regionale e dell'Agenzia Regionale Sanitaria, degli Ersu di Urbino, Macerata, Ancona e Camerino e dell'Agenzia per i Servizi nel settore agroalimentare delle Marche (Assam)
Per gli enti locali la formazione messa a disposizione è quella di cui alla delibera di Giunta regionale 1644/2019 di cui si è detto al punto 2, erogata tramite lezioni frontali.
Punti 5 e 6. L'attività di programmazione delle misure di prevenzione della corruzione e le risultanze della strategia regionale sono contenute, come previsto dalla legge, all'interno dei Piani triennali di prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT) e nelle Relazioni di cui all'articolo 1, comma 14 della legge 190/2012, regolarmente pubblicate nella sottosezione Amministrazione Trasparente al link http://www.regione.marche.it/Amministrazione-Trasparente/Altri-contenuti/Prevenzione-dellacorruzione
L'ultimo PTPCT è stato approvato con delibera di Giunta regionale 43 del 27 gennaio 2020, integrata con delibera di Giunta regionale 98 del 3 febbraio 2020. Le misure generali e specifiche sono descritte nel PTPCT e sintetizzate negli allegati D e D1 che precisano le strutture competenti, la tempistica e gli indicatori di realizzazione.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Grazie Assessore per risposta. Parliamo tutti in politica e nei dibattiti quasi quotidiani, che troviamo anche sulla stampa e sui giornali, dell'incidenza che la corruzione ha nel malgoverno, quanto faccia perdere in termini, non solo economici, ma occasioni e opportunità nella pubblica amministrazione.
Per questo mi è sembrato importante mettere, ormai siamo arrivati alla fine della legislatura, un punto focale sul tema, chiedendo conto prioritariamente delle misure realizzate, dopo un protocollo per la costituzione di questo tavolo regionale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza amministrativa, insieme alle Prefetture, al Difensore civico, alla Suam, all’Anci, eccetera, istituito con una delibera del 2 luglio 2018, quindi a due anni.
Devo dire che nella sua risposta, ora leggerò quello che lei ha già enunciato, noto alcune parti mancanti. E’ certamente positiva la parte relativa ai corsi di formazione, alla divulgazione della cultura e della conoscenza della prevenzione e delle misure. Devo dire che oggettivamente, riguardo al supporto fornito e a quanto fatto dalla Regione, la sua risposta è stata un po' carente, anche nell'ultima parte lei mi rimanda ad andare a leggere il piano, ma a me sarebbe piaciuto invece sentire misure un po' più concrete, capire nella realtà dei fatti, perché fare dei corsi, che sono utili, ai quali magari qualcuno si iscrive e qualcuno no, può essere poco incisivo.
L'unico dato che leggo positivo è quello che si riferisce, per la maggior parte, al periodo precedente alla formazione di questo tavolo, perché lei mi ha parlato del periodo dal 2015 al 2019, la delibera per la costituzione del tavolo è del 2018, la prima riunione lei si è svolta nel 2020, per cui lei mi ha fornito i dati del 2015, che emergono dalle Prefetture e dalle realtà del quinquennio precedente. E’ positivo riscontrare delle denunce, una sensibilità e un supporto che immagino sia stato forte anche da parte delle forze dell'ordine. Mi sarebbe piaciuto capire un po' di più quello che sta facendo la Regione in maniera attiva rispetto a questo problema perché credo che non se ne possa sempre e solo parlare in termini giustamente negativi, come incidenza nelle pubbliche amministrazioni, e poi non dare quella marcia in più quando ci si attiva per fare qualcosa in merito. Grazie.

Interrogazione n. 1018
ad iniziativa della Consigliera Marcozzi
“Protocollo sicurezza - Strappo con gli industriali”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1018 della Consigliera Marcozzi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Rispondo a nome dell’Assessore Bora.
Alla interrogazione della Consigliera Marcozzi circa l'esclusione della rappresentanza degli industriali per la condivisione del Protocollo sulla sicurezza approvato con la delibera di Giunta regionale 581 del 15 maggio 2020, si fa presente che non è prassi della Regione Marche stabilire esclusioni a priori di alcuna organizzazione di rappresentanza, tanto più se di primaria importanza come Confindustria Marche.
L'assenza di tale organizzazione dalla sigla del Protocollo sulla sicurezza è stata dovuta ad una presa di posizione rispetto ai contenuti proposti nel protocollo stesso, condivisi peraltro da tutte le altre rappresentanze imprenditoriali e sindacali.
Certamente la presa di posizione di Confindustria era legittima, ma isolata rispetto a quella di tutti gli altri soggetti coinvolti. Peraltro, il protocollo è stato approvato in una fase acuta della diffusione della pandemia, la quale richiedeva ancora di mantenere la massima prudenza e precauzione nei luoghi di lavoro.
In ogni caso la Regione si è sempre attenuta alle disposizioni nazionali, ma con la massima attenzione a favorire la ripresa dell'attività economica al fine di non aggravare ulteriormente il quadro economico e occupazionale regionale, garantendo al tempo stesso la sicurezza dei lavoratori e degli altri utenti, come dimostrato dai numerosi protocolli settoriali che sono stati approvati per accompagnare la ripresa delle attività.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie Presidente. Grazie Assessore. Per quanto riguarda la risposta non sono assolutamente soddisfatta perché ritengo grave il fatto che nella concertazione l'amministrazione regionale abbia totalmente ignorato le rappresentanze degli imprenditori industriali delle Marche, creando un grave precedente e una pericolosa forzatura in quella che dovrebbe essere la regolare ed equa concertazione con le parti sociali.
Assessore, il Presidente ha fatto una richiesta di incontro alla quale non è seguita nessuna risposta, è stata completamente disattesa. Questa mattina ho richiamato Fermo Confindustria per avere la conferma di quanto già sapevo, il Presidente ha chiesto un incontro, che è stato disatteso. Credo che questo non sia assolutamente il modo di operare.
Penso che la sua risposta sia inefficace e non sono soddisfatta. Un comportamento del genere non me lo sarei mai aspettato da questa amministrazione regionale, un Presidente chiede un incontro e non gli viene data alcuna risposta, in pratica l’incontro non c’è stato e la risposta alla richiesta di incontro non è avvenuta.
Dopo aver mandato una e-mail con la richiesta di un incontro, il Presidente non ha avuto la possibilità di incontrare l’amministrazione regionale. Mi dica se questo è normale. Credo che sia assurdo che non si sia data una risposta per incontrare l'associazione.

Interrogazione n. 1043
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Potenziamento rete ospedaliera per emergenza Covid-19 in attuazione D.L. 19 maggio 2020 n. 34. Mancato incremento posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva nella struttura ospedaliera di Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1043 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Rispondo a nome e per conto del Presidente Ceriscioli. La risposta a questa interrogazione è la seguente.
Il Sistema sanitario regionale, comprensivo di tutta la rete ospedaliera e territoriale, è stato duramente impegnato durante l'emergenza da Covid 19, sia per la gestione dei pazienti positivi al virus sia per la gestione di quelli negativi con problematiche sanitarie di altra natura, ma pur sempre altrettanto meritevoli di una presa in carico appropriata ed efficace.
L'Ospedale di Urbino è stato classificato, con delibera di Giunta regionale 320/2020, come struttura No Covid, prevedendosi di gestire gli infetti presso la struttura di Pesaro dell'Azienda Ospedaliera Marche Nord, peraltro dotata di U.O. di Malattie Infettive. L'evolversi dell'epidemia, e il successivo sviluppo in pandemia, ha portato al grave ed imprevedibile coinvolgimento della Provincia di Pesaro-Urbino; in particolare la struttura di Urbino ha fatto fronte con propri mezzi ed il proprio personale, aggiungendosi efficacemente alla "prima linea" creata per contenere e sconfiggere il virus. Ad oggi, terminata la situazione eccezionale, la struttura di Urbino sta ritornando progressivamente alla normale gestione di tutte le attività in esso presenti prima dell'inizio dell'emergenza da Covid 19, con l'obiettivo di occupare il posto di Struttura Ospedaliera "indenne da Covid 19".
Le linee di indirizzo organizzative ministeriali prevedono, per la fase di riorganizzazione e potenziamento della rete ospedaliera per emergenza Covid 19, l'individuazione di strutture/stabilimenti a destinazione e trattamento esclusivo di patologie Covid 19 connesse, specificamente dotate di attività specialistiche in malattie infettive, assistenza respiratoria, terapia intensiva e reparti o aree con impianto di erogazione di ossigeno, aria compressa e vuoto (AO Marche Nord, AOU Riuniti di Ancona, Asur-Fermo). Il Piano di riorganizzazione, e pertanto la distribuzione dei posti letto, elaborato dai Direttori Generali degli Enti del servizio sanitario regionale e approvato con delibera di Giunta regionale n. 751/2020, vuole rendere strutturale la risposta all'aumento significativo della domanda di assistenza legata al prosieguo della situazione infettivologica Covid 19, ai suoi esiti e ad eventuali ed ulteriori emergenze epidemiche, secondo le indicazioni fornite dal livello centrale, le esperienze organizzative della fase Covid e le caratteristiche tecnico-strutturali degli stabilimenti ospedalieri. Tale pianificazione non prevede, per la struttura di Urbino, la presa in carico di malati Covid, ma piuttosto una funzione suppletiva, finalizzata a vicariare le attività che, in fase emergenziale, la struttura di Pesaro, dedicata ai pazienti Covid positivi, potrebbe non essere in grado di garantire, soddisfando pertanto i bisogni di salute che la popolazione deve continuare a trovare disponibili anche in caso di una nuova evidenza epidemica. Il ruolo di Urbino, quindi, sarà strategico in ambito provinciale, per la presa in carico di patologie gravi ed evolutive che, in situazioni eccezionali, potrebbero non trovare spazio presso altre strutture provinciali Covid dedicate che opereranno il migliore trattamento dei pazienti, tramite il previsto aumento di posti letto di terapia intensiva e la riqualificazione dei posti letto di area semi-intensiva.
Il decreto legge n. 34 prevede la necessità di consolidare la separazione dei percorsi in emergenza-urgenza presso tutti i Presidi ospedalieri, compreso quello di Urbino, con l'obiettivo di creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi, che garantiscano i criteri di isolamento, biocontenimento e sicurezza. La delibera di Giunta regionale n. 751/2020 ha previsto uno specifico impegno finanziario per il potenziamento del Pronto Soccorso, al fine di mettere in atto misure per la riduzione del rischio di contagio intra-ospedaliero da Coronavirus, strutturando percorsi separati e aree distinte per i pazienti, anche Covid positivi, che ivi si dovessero recare spontaneamente.
Inoltre, sempre presso la struttura di Urbino, è previsto l'adeguamento di aree attualmente sotto-utilizzate, proprio al fine di garantire la funzione di ospedale di riferimento per i pazienti no Covid dell'area interna della provincia di Pesaro Urbino. Tale adeguamento sta avvenendo secondo criteri architettonici e funzionali atti a ottimizzare le attività di degenza, secondo principi di igiene ospedaliera e con modalità tali da favorire la creazione di zone di isolamento per malati sospetti. Tale azione sarà estremamente utile in caso di ripresa epidemica, ma anche in costanza delle ordinarie attività di ricovero, stante la circolazione nella comunità di altre tipologie di infezione e la conseguente necessità di gestire al meglio la funzione di ricovero.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Solo per dire che dopo quanto successo pensavo, anche a seguito del dibattito che si è sviluppato nel corso degli anni in questa Regione, che si desse un po' più di attenzione alla medicina del territorio e agli ospedali minori, si avesse la possibilità di filtrare i casi Covid prima che arrivassero ai grandi ospedali, come quelli di Pesaro, di Ancona, di Civitanova Marche.
Ora apprendo che Urbino diventa strategico soltanto per altre patologie e per la terapia semi intensiva, però rimango un po' dubbioso su questo aspetto e questa scelta non la condivido perché siamo in territori interni, che in questo momento soffrono, sono svantaggiati, non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista economico, per cui prevedere in questi territori anche la presenza di una struttura ospedaliera Covid, per fronteggiare un’eventuale emergenza epidemiologiche che potrebbe ripresentarsi, sarebbe stato un atteggiamento molto più coscienzioso, molto più guardingo.
Prendo atto che non si ritiene di attuare una revisione della delibera 751, mi auguro che la Regione nell'interesse dei cittadini marchigiani abbia ragione, però, se avessimo avuto nei territori una migliore distribuzione dei posti di terapia intensiva, molto probabilmente avremmo gestito questa epidemia in modo diverso. Forse ancora questa tragedia non ha insegnato che la medicina va distribuita equamente nei territori, la medicina territoriale ha una funzione che non può essere sostituita dai grandi centri, soprattutto in territori, in regioni, come la nostra, che hanno una morfologia e una condizione economica, sociale e geografica molto diversa dalle altre, però ne prendo atto. Se potete datemi la risposta scritta. Grazie.

Interrogazione n. 969
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Avviso pubblico per la candidatura a Direttore Artistico della Form - Fondazione Orchestra regionale delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 969 del Consigliere Zaffiri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione del Consigliere Zaffiri, in relazione al quesito di cui al punto A ovvero: sulla scelta di non prevedere l'affidamento della direzione artistica ad un direttore d'orchestra di chiara fama, opzione prevista dalla legge regionale 2/99 si precisa quanto segue.
Lo statuto della fondazione (articolo 12) prevede che il direttore artistico è scelto tra i direttori d'orchestra di chiara fama o tra persone dotate di specifica e comprovata esperienza nel settore dell'organizzazione musicale e della gestione di enti consimili. Quest'ultima ipotesi è stata alla base dell'indirizzo e dell'orientamento del consiglio d'amministrazione dal momento che lo statuto della Form assegna al direttore artistico funzioni attinenti sia alla produzione artistica che alla gestione delle attività con mansioni ben specifiche in questo senso (al pari sostanzialmente di un sovrintendente). Così recita infatti l’articolo 12 “II direttore artistico: dirige e coordina in autonomia, nel rispetto dei programmi di attività approvati dal consiglio di amministrazione e del vincolo di bilancio, la produzione artistica della Fondazione e le attività connesse e complementari”.
Non a caso l'attuale contratto del direttore prevede:
1.predisposizione dei programmi di produzione musicale da sottoporre all'approvazione del Consiglio d'Amministrazione della Fondazione e coordinamento delle attività legate alla produzione svolta presso o in collaborazione con altri Enti;
2. cura della effettiva realizzazione della programmazione artistica nel rispetto dei budget di spesa deliberati dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione nell'ambito del bilancio di previsione;
3. cura dell'attività artistica dell'orchestra e delle relazioni con i collaboratori esterni ospiti;
4. assistenza e consulenza alla elaborazione e redazione finale della domanda ministeriale finalizzata all'ottenimento del finanziamento del Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus) nonché di tutte le istanze di finanziamento inoltrate a soggetti pubblici e privati;
5. cura della realizzazione di specifiche azioni previste dal piano strategico sulla base delle indicazioni e delle priorità definite dal C.d.A;
6. supporto alle attività di negoziazione con le OO.SS, anche in relazione alla verifica e all'aggiornamento del nucleo stabile;
7. definizione e progettazione artistica di attività da sostenere mediante Art Bonus.
In ogni caso il bando non esclude che possano inviare la manifestazione di interesse anche coloro che svolgono attività di direzione d'orchestra.
In relazione al quesito di cui al punto B ovvero: sulla criticità di non aver sentito in merito il parere degli orchestrali e se invece questo fosse successo nel caso delle precedenti nomine di direttori artistici si precisa quanto segue.
Lo statuto della Fondazione (articolo 14) assegna alla c.d. assemblea degli orchestrali (organismo mai costituitosi peraltro) la funzione di esprimere pareri sulla nomina e sulla revoca del Direttore Principale o Musicale che è figura del tutto diversa dal direttore artistico. Il direttore principale in questo caso è un direttore d'orchestra di riferimento per la Form. Sino allo scorso anno il direttore principale è stato XY. Attualmente la Form non ha un direttore principale, ma sono al vaglio alcune ipotesi in tal senso. Gli orchestrali dunque non hanno alcuna competenza o ruolo in relazione alla scelta del direttore della fondazione, rimane una scelta non vincolante.
In relazione al quesito di cui al punto C ovvero: se relativamente alla nomina del direttore artistico per il biennio settembre 2020-agosto 2022 il Cda della Form sentirà il parere degli orchestrali considerato che nell'avviso non se ne fa menzione si rimanda alla risposta fornita al punto B, ma credo che debba essere fatto e quindi su questo mi impegnerò a far fare un passaggio anche se è un parere non vincolante direttamente soprattutto per ascoltare gli orchestrali.
Il contratto con l'attuale direttore scade a fine agosto. Nel caso in cui dovesse essere individuato un direttore diverso dall'attuale, è assolutamente necessario che vi sia un periodo adeguato per il passaggio delle consegne nell'interesse della Fondazione. Tale periodo dunque giustificava l'uscita della manifestazione di interesse con (in realtà ben pochi) mesi di anticipo rispetto alla scadenza del contratto del direttore uscente. Emanare il bando successivamente avrebbe messo evidentemente a rischio la continuità e l'efficienza dell'attività della Fondazione. È superfluo far notare come tutti gli Enti di livello pari a quello della Form emanano i bandi per la selezione delle figure apicali in largo anticipo rispetto alla scadenza dei contratti in corso.
Si precisa che le procedure di selezione e nomina del direttore sono in fase di espletamento e non ancora concluse.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Grazie Assessore, di questa lunga esposizione per una cosa che non credevo avesse tutta questa enfasi, perché la domanda che mi sono posto nel momento di presentare l'interrogazione era molto semplice. A marzo del 2020 si è fatto il bando, poi purtroppo è arrivato il Covid che ha salvato tutto e salva anche l’interrogazione perché a marzo 2020 scadeva il bando per un posto che si doveva attivare nell'XI legislazione, questo mi ha spinto a presentare l’interrogazione perché è chiaro che si è alla fine della X legislatura e tra qualche mese all’inizio dell’XI, allora si potrebbe dire che c'azzecca? Questa era ed è la perplessità contenuta nell'interrogazione, la cui risposta non fuga i dubbi, assolutamente, Assessore.
Sono stati talmente celeri che hanno anticipato i tempi e si sono attrezzati per il futuro, questo è evidente, come lei poc'anzi ha evidenziato, è vero che è un consenso e non una decisione, però qualche perplessità nasce.
L’altra motivazione che ha spinto me e il mio partito a fare questa interrogazione è che nella Form ci sono dei professionisti, la Fondazione orchestra regionale delle Marche è l’immagine della nostra regione che in giro non solo per l'Italia, ma nel mondo, potrebbe essere un mezzo per presentare la nostra regione, per farla conoscere. La Form può essere uno strumento pubblicitario della nostra regione, è composta da molti maestri, da molti professionisti, che operano nell’orchestra.
Credo che politicamente questo aspetto sia sottovalutato, io non ho niente contro il direttore artistico attuale, ma un cambio, non solo per l’innovazione, ma per dare un’impronta diversa è quanto sostengo perché la Form è uno strumento di pubblicità e di conoscenza della nostra realtà territoriale che, purtroppo, caro Assessore, ancora manca e non si vede all'orizzonte. Grazie.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1007 del Consigliere Rapa è superata in quanto il Consigliere ha già avuto le risposte dall’Assessorato, quindi la riteniamo ritirata.

Interrogazione n. 1024
ad iniziativa del Consigliere Celani
“Iniziative a sostegno delle edicole area cratere”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1024 del Consigliere Celani.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Credo che sia un tema di grande sensibilità, soprattutto dal punto di vista sociale più che dal punto di vista pratico, in quanto ormai come amministrazione, in stretto rapporto con l’Assessore Sciapichetti, che ha la delega ai trasporti, ormai da alcuni mesi, stiamo cercando di trovare la forma ottimale per dare il giusto riconoscimento a questi comuni, in particolar modo Visso, Ussita e Castelsantangelo.
La preoccupazione è che il distributore possa, vista la scarsissima richiesta di acquisto di giornali, anche in altri Comuni, valutare la possibilità di non consegnarli più.
Noi ci siamo confrontati con il responsabile della società distributrice e devo dire che in questi ultimi giorni abbiamo trovato, credo, il giusto equilibrio, tant'è che ieri, dietro comunicazione mia e dell'Assessore Sciapichetti, la Giunta ha preso atto di un percorso intrapreso: il distributore ha accettato di fare un passaggio e di arrivare a Pieve Torina, ultimo punto del trasporto dei giornali, da lì punto la Regione Marche incarica una struttura, adesso vedremo, l'orientamento era quello di incaricare la … . Il progetto deve essere perfezionato in base a una serie di passaggi e normative, quindi con del personale addetto e con un mezzo dedicato farà fatta la distribuzione nelle rivendite dei giornali, nei comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo, poi saranno ripresi per riportare indietro il reso, per cui saranno due passaggi, uno il mattino e l’altro la sera.
Stiamo definendo anche la cifra, ma l'obiettivo, è questa la cosa più importante, è che da qui, al massimo tra 7, 10 giorni, possiamo cominciare con la distribuzione, per un periodo che va dal 20 luglio fino al 15/20 gennaio. In questo momento, Consigliere Celani, è strategico, sia per i cittadini, che giustamente devono fruire dei giornali come tutti i marchigiani, che per i turisti che arriveranno, ci sono già varie presenze e saranno implementate, persone che soggiornano e soggiorneranno in questi territori, quindi, come Regione Marche dobbiamo dare un servizio.
Abbiamo individuato questo periodo, fino al 15/20 gennaio, perché ci sembra giusto superare le festività natalizie, arrivare fino a metà gennaio.
Il vero problema è che noi stiamo facendo, lo dico in quest'Aula, un'azione che non è di competenza della Regione, altri soggetti sarebbero competenti, penso al Commissario, a dare stabilità a questo tipo di servizio. La Regione Marche se ne fa carico proprio perché, al di là del terremoto, ha questa ulteriore emergenza e criticità.
In questo periodo, in questi 6 o 7 mesi, fino alla metà di gennaio, dovremmo tutti lavorare per far si che chi ha la competenza specifica definisca questa la situazione e faccia rimanere questo servizio per sempre, al di là del fatto che il distributore fa i suoi conti, fa i suoi calcoli, legittimamente, e valuta che ci sono pochi acquisti, ma il servizio va dato anche se c’è un unico cittadino di quei comuni che vuole leggere il giornale, che fino ad oggi non ha mai avuto.
L’amministrazione generale ha fatto un percorso in questi 5, 6 mesi, anche durante il periodo Covid, per trovare degli accordi e degli equilibri con il distributore, però nei mesi da settembre fino a gennaio dobbiamo tutti insieme lavorare per definire, mettere in sicurezza e strutturare questo tipo di servizio che non può per normative rimanere a carico della Regione, che non ha competenze dirette.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Prendo atto di questo sforzo che Regione ha fatto, d'altra parte noi l’avevamo chiesto, sia incontrando i responsabili della stampa, alcuni giornalisti, alcuni responsabili delle testate regionali, che attraverso una mozione votata ad aprile all’unanimità perché tutti abbiamo ricevuto delle sollecitazioni in tal senso.
Mi auguro che questo discorso, che è stato fatto per il versante maceratese, venga ripreso anche per quello ascolano, ancora non è stato chiesto, però l’esigenza c’è anche lì. Il versante di Montegallo, Arquata, Acquasanta soffre allo stesso modo di Pieve Torina, Ussita e Castelsantangelo. Ritengo che sia una cosa fondamentale perché il giornale è un elemento di aggregazione nei locali pubblici e la sua assenza fa si che l'avventore passa e se ne va velocemente. Non è soltanto un servizio per chi risiede, ma anche per chi arriva da situazioni diverse. Quindi, mi auguro che possiate trovare la soluzione definitiva, strutturata, come diceva, perché non è compito della Regione, degli editori e dei distributori, ma in questo momento di difficoltà possono farsene carico e magari il Commissario straordinario per la ricostruzione potrà trovare forme di finanziamento per attività “economiche” di questo tipo. Grazie.

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Sono pronto a rispondere alle interrogazioni del Presidente Ceriscioli, ma, caro Presidente, voglio farlo in condizioni di sicurezza e con questo freddo rischio di ammalarmi e non lo voglio perché devo fare la campagna elettorale, quindi non devo ammalarmi, pertanto adesso e fino a quando non si alza la temperatura io esco dall'Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Io la campagna elettorale non la devo fare, però oggi qui dentro non ci si riesce a stare, se si può spegnere l’impianto di areazione facciamo risparmiare anche un po’ alla Regione. Grazie.

PRESIDENTE. Va bene, spegniamo tutto e vediamo cosa succede.
Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Lo dico alla Presidenza e anche come Assessore all’organizzazione e al patrimonio, credo che la Presidenza di questo Consiglio farebbe cosa buona se sospendesse i lavori in attesa che chi è deputato alla manutenzione, che noi paghiamo, immagino, capisca che qui deve garantire una temperatura adeguata, altrimenti è un inadempimento.

PRESIDENTE. Questo è un problema che solleviamo da tempo, però l’Assessore dovrebbe coordinare l’aspetto tecnico.
Questo è un palazzo della Giunta, non è del Consiglio, quindi la manutenzione, la gestione, tutto il discorso del benessere qui dentro fa capo alla Giunta.
Noi più di questo non possiamo fare.
Ha la parola il Consigliere Carloni.

Mirco CARLONI. Mi sembra che la cosa si stia trasformando in un dibattito surreale, Assessore. Credo che sia una metafora di questa legislatura il fatto che in 5 anni non siate riusciti in questo Palazzo che è di proprietà della Giunta regionale, di cui lei fa parte, a mettere a posto l’impianto di areazione. Penso che questa sia la metafora della legislatura e non capisco con chi se la prende, potevate metterlo a posto, sono 5 anni che discutiamo dell'aria condizionata, ma i problemi dei marchigiani sono ben diversi da questi.

Interrogazione n. 1046
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Miasmi inquinanti provenienti dal ciclo produttivo della ditta Stam sita nel comune di Colonnella, in provincia di Teramo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1046 del Consigliere Urbinati.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Il Consigliere Urbinati, che ringrazio, ha fatto una interrogazione relativa al tema del ciclo produttivo della ditta Stam sita nel comune di Colonnella, che è stata già oggetto di visita da parte del sottoscritto, sua e degli uffici, che in merito all’interrogazione rispondono quanto segue.
Premesso che fino al ricevimento della nota inviata dal Comune di Colonnella con prot. 3991 del 15 giugno 2020, a firmata anche dei Sindaci dei Comuni marchigiani di San Benedetto del Tronto, Monsampolo del Tronto e Monteprandone, non si era a conoscenza della problematica in questione.
Dalla lettura della nota sembrerebbe infatti che, sebbene la problematica persista da alcuni anni, solo recentemente abbia interessato anche i Comuni marchigiani di San Benedetto del Tronto, Monsampolo del Tronto e Monteprandone.
L'Assessorato all'ambiente si è prontamente attivato e con nota prot. 0671340 del 29 giugno 2020 ha chiesto al Presidente della Regione Abruzzo e al Presidente della Provincia di Teramo informazioni ed eventuale documentazione de quo al fine di acquisire i necessari riscontri a quanto segnalato ed avere un quadro esaustivo del contesto; si evidenzia che ad oggi non è pervenuta alcuna notizia.
L'ufficio regionale competente in materia ha prontamente chiesto al Dipartimento provinciale Arpam di Ascoli Piceno se fosse a conoscenza di tale problematica, se siano pervenute segnalazioni da parte di Amministrazioni pubbliche o privati cittadini e se, eventualmente, siano stati fatti approfondimenti, analisi o controlli in relazione ai suddetti fenomeni lamentati.
A riscontro Arpam, Dipartimento provinciale di Ascoli Piceno, ha comunicato di essere a conoscenza della problematica sollevata dai Sindaci e di aver ricevuto in passato segnalazioni da parte di privati cittadini. Il Direttore generale Arpam ha avviato una collaborazione con Arta Abruzzo per affrontare il fenomeno di diffusione di cattivi odori che interessa anche il territorio marchigiano. Nell'ambito di tale collaborazione, in data 6 luglio 2020, è stato effettuato, come dicevo, un sopralluogo congiunto presso la ditta STAM Srl, ubicata nel comune di Colonnella, Contrada Vallecupa.
Nel corso dell'ispezione sono stati esaminati il ciclo produttivo ed i biofiltri a servizio delle emissioni convogliate in atmosfera; inoltre, sono state acquisite informazioni in merito alle caratteristiche dei sistemi di abbattimento e alle modalità di campionamento delle emissioni in fase di autocontrollo. Di seguito si riassume quanto rilevato:
• i locali del capannone erano saturi di materiale, sia di quello in ingresso da avviare alla lavorazione che di prodotto finito. A tal proposito il titolare ha dichiarato che l'attività agricola in questo periodo non richiede l'utilizzo del fertilizzante prodotto dalla ditta, ma a breve saranno ripristinate le normali condizioni di esercizio;
• le emissioni derivanti dalle fasi produttive vengono aspirate per mezzo di bocche posizionate sul soffitto del capannone e convogliate ai sistemi di abbattimento. I condotti e gli aspiratori sono tutti all'esterno. Per ciascuna fase è presente un punto di emissione dotato di scrubber ad acqua e biofiltro;
• all'interno del capannone, in tutte le zone dedicate alle singole fasi del ciclo di lavorazione, gli odori caratteristici dell'attività erano molto intensi. Invece, nell'area esterna ed in corrispondenza dei biofiltri non si avvertivano forti odori.
Sono stati programmati controlli analitici presso l'azienda. L'Arpam, Dipartimento di Ascoli Piceno, contribuirà eseguendo indagini sull'aria ambiente.
In merito alle iniziative di collaborazione messe in campo, è stato pubblicato un articolo su AmbienteInforma.
Questo è quanto l’ufficio ha fatto appena ricevute le segnalazioni, ovviamente la situazione è sotto monitoraggio, la responsabilità e la competenza non è delle Marche perché l’azienda risiede in provincia di Teramo, quindi sotto l’egida della Regione Abruzzo, però come Arpam ci siamo detti disponibili a collaborare e a prestare tutte le informazioni e strumentazioni necessarie per dare una risposta in termini concreti ad una popolazione che giustamente protesta per i miasmi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Grazie Assessore Sciapichetti. Era necessario portare questo argomento nell'Assemblea legislativa delle Marche, Assessore la ringrazio e devo dire che la Regione Marche appena interessata dai Sindaci del nostro territorio, in particolare parlo dei comuni della vallata del Tronto, Monsanpolo del Tronto, Monteprandone e San Benedetto del Tronto, si è attivata subito. Abbiamo fatto un incontro nel Comune di Monteprandone, in collegamento con l'ente regionale per i controlli ambientali della Regione Abruzzo, l’Arta. Ringrazio anche l'Arpam che si è attivata collaborando con l'ente abruzzese. Sono già stati effettuati dei sopralluoghi, l'ultimo è avvenuto nella giornata di ieri, ma purtroppo, qualche ora fa, nuovamente tutta la bassa vallata del Tronto avverte i miasmi di questa azienda.
Io sono stato interessato su questo tema circa 5, 6 mesi fa, abbiamo approfondito, abbiamo verificato, abbiamo fatto tutto, siamo andati anche incontro alle esigenze dei comuni della regione Abruzzo. Voi sapete che il fiume divide le regioni Marche e Abruzzo e lì il problema è molto accentuato, da circa due anni, ma c'è da dire in maniera chiara che negli ultimi mesi la situazione è sensibilmente peggiorata e questi miasmi, vi assicuro, sono insostenibili. Non so se qualcuno ha avuto modo, o chi abita in quella zona, di frequentare il sud delle Marche, in particolare la bassa vallata del Tronto, non si può aprire una finestra, abbiamo famiglie e aziende che sono in difficoltà per il disagio che questa ditta sta creando.
Circa 10 giorni fa ho partecipato ad un'iniziativa a Colonnella, con tutte le norme Covid rispettate e devo dire che ho visto gente davvero esasperata, che non ce la fa più. Ci sono problemi sia nella parte marchigiana che in quella abruzzese, tante sono state le iniziative dei comitati ma, come abbiamo visto fino ad oggi, poco si è mosso
Assessore Sciapichetti, insisterei con la regione Abruzzo affinché ci fornisca la documentazione, secondo me è inaudito che la Regione Marche si è mossa negli ultimi 20 giorni, tutto è accaduto appena ci siamo interessati, ci siamo mossi. Sono stati fatti due sopralluoghi, dei campionamenti, che tra qualche giorno daranno i primi risultati, ma noi chiediamo lo stesso un impegno da parte della Regione Abruzzo, perché, vedete, quando c'è un problema del genere non si possono considerare i confini regionali, anzi, è la Costituzione che obbliga alla collaborazione tra enti e questo è quello che noi faremo.
C'è un'altra cosa che garantisce la nostra Costituzione, ci sono dei diritti non derogabili, i cittadini non possono sopportare determinate condizioni e noi la chiarezza, oltre a chiederla agli enti pubblici, ai comuni interessati, in particolare a quello di Colonnella, alla Regione Abruzzo, la chiediamo anche all'azienda.
Molte volte in quest'Aula abbiamo detto che qualsiasi ditta ha risvolti sociali importanti, ma la Stam Srl cosa sta facendo per questo problema?
A me sembra inaudito che non ci si renda conto della gravità, non tutto può essere lasciato a dei meri controlli, a delle mere verifiche, ma l'azienda ha la volontà di collaborare con le istituzioni e con la cittadinanza?
La situazione è davvero insostenibile, se alla fine dovesse venir fuori dai controlli che tutto è in regola, che tutto è nella normalità …, io non credo che sia così e non lo credo perché i cittadini non possono sopportare una realtà di disagio. Se tutto sarà a norma, sarà la norma a non essere adeguata, perché non si può in un territorio, sia quello abruzzese che quello marchigiano, che sta ripartendo con grandissima fatica dopo il Covid, aggravare la stagione turistica con queste problematiche, siamo in un'area che ha più di 100 mila abitanti, credo che sia il momento di agire.
Chiediamo lo stesso impegno alla Regione Abruzzo, domani ci sarà un atto anche nell'Assemblea legislativa della Regione Abruzzo, noi faremo tutto il possibile e forniremo subito i dati dei controlli che sono stati fatti da Arta e Arpam nella giornata di ieri. Vogliamo la massima trasparenza da tutti, anche dall'azienda che non può trincerarsi dietro al silenzio, dice di avere tutto in regola, ma questa situazione non è più accettabile. Grazie, Assessore Sciapichetti.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Interrogazione n. 1050
ad iniziativa dei Consiglieri Giancarli, Volpini, Leonardi
“Rivalutazione offerta posti letto convenzionati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1050 dei Consiglieri Giancarli, Volpini, Leonardi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Grazie Presidente. Nel 2018 con la delibera di Giunta regionale n. 1115, la Regione Marche ha ampliato il percorso di riqualificazione delle residenze protette per anziani, che prevedeva un convenzionamento minimo del 60% sui posti letto autorizzati e che ha portato il numero dei posti letto convenzionati delle residenze protette per anziani non autosufficienti ad una percentuale pari al 66% nelle Aree vaste 1, 2, 3 e ad una percentuale del 100% nelle Aree vaste 4 e 5.
Già nel 2018 con un atto abbiamo preso questa decisione ed è stata la scelta più ampia perché in realtà la regione aveva una situazione estremamente frastagliata, con residenze protette che avevano zero posti convenzionati, pur avendo vent'anni di storia e altre, che magari erano di fianco, con il 100% dei posti letto convenzionati. Da non comprendere oggettivamente quale fosse il criterio per cui in un territorio, in una struttura, si convenzionano tutti i posti e in un’altra nessuno, è fuori da qualunque logica, chiamiamola, pubblica.
Dopo un confronto con i soggetti abbiamo deciso di fare un percorso che gradualmente portasse tutti al 100%, gradualmente perché ogni volta che alziamo questa percentuale è chiaro che c’è un investimento importante da parte della Regione. Vorrei sottolineare che è anche una delle scelte per cui non abbiamo modificato il regime tariffario in quanto ci è sembrato prioritario andare a coprire i posti letto non convenzionati rispetto ad aumentare la tariffa a quelli che i posti convenzionati già ce l’avevano, magari al 100% delle loro capacità.
L’abbiamo fatto senza ridurre ovviamente chi era 100%, abbiamo detto portiamo tutti ..,. ecco perché con una soglia del 60% abbiamo portato al 66% la percentuale di posti letto convenzionati, perché c’era chi era al 100% e non è stato ridotto.
Nelle Aree vaste 4 e 5, sempre in una valutazione di rapporto per singolo distretto fra posti di R.P. disponibili e popolazione, abbiamo fatto la scelta di portarli tutti al 100%, perché avevamo un numero di posti letto convenzionati per abitante più basso degli altri territori e con gli atti successivi abbiamo incentivato la realizzazione di nuove strutture per aumentare l'offerta perché poi gli anziani ci sono dappertutto.
Con la delibera n. 1672 del 2019 la Giunta regionale ha continuato la propria programmazione socio-sanitaria ampliando la capacità dell'offerta, passando da un convenzionamento minimo del 66% a quello attuale del 75%, con l'obiettivo di proseguire negli anni successivi, raggiungendo l’80% nel 2021 e l'85% nel 2022, con un impianto triennale con l’obiettivo alla fine di arrivare tutti al 100%, facendo gradualmente questo percorso.
Il sistema della residenzialità protetta per anziani autosufficienti, non avendo ancora una regolamentazione legata all'effettivo fabbisogno di posti letto necessari all’interno di ogni distretto sanitario dell’Asur Marche, aveva bisogno - nelle more applicative dell'atto di fabbisogno e solo dopo la pubblicazione dei nuovi manuali di autorizzazione e accreditamento - di un punto fermo di riferimento.
C'è poi la parte chiamiamola più significativa e l’abbiamo rimandata anche ai percorsi di autorizzazione dei manuali che si stia completando anche perché la Commissione ha licenziato tutti gli atti.
La risposta dice: “La prossima pubblicazione dei nuovi manuali di autorizzazione dell’area extra ospedaliera, permetterà di attivare la rilevazione di compatibilità dell'offerta, con l'effettiva necessità riscontrata”. Qual è il cammino che abbiamo davanti? Una volta approvati i manuali, rendere ancora più aderente l'offerta richiesta alla Regione in base al fabbisogno, quindi si conferma quel percorso che veniva auspicato nell'interrogazione di arrivare gradualmente al 100%, si sottolinea che lo si vuol fare considerando anche il punto di partenza, cioè una valutazione oggettiva del fabbisogno: siamo partiti dalla stranezza di avere una forte disomogeneità fino ad arrivare ad un lavoro che vuol portare a un rapporto omogeneo il territorio regionale.
Voglio aggiungere rispetto all'interrogazione che con i soggetti gestori di queste strutture stiamo portando avanti diverse iniziative per venire incontro alle difficoltà che hanno avuto nel periodo Covid. Sulla piattaforma 210 ci sono 10,5 milioni di euro già stabiliti in termini di sostegno e nel rapporto con Asur ci sono ulteriori risorse.
Una delle ipotesi che abbiamo già valutato è anche quella di anticipare la crescita di posti letto convenzionati, quindi di dare un'accelerazione ulteriore a questo percorso come forma, anche questa, di sostegno nel momento in cui si continua a gestire questo servizio con determinate tutele e cautele che comportano oneri particolari nei confronti delle aziende.
Oltre al percorso definito e alle tappe programmate, che già assegnano un forte incremento della disponibilità di posti convenzionati nel territorio regionale, la sottolineatura di obiettivi di sostegno in questa fase difficile. Credo che l'accordo sia stato raggiunto sugli strumenti che renderemo quanto prima operativi.


PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intanto ringrazio il Presidente Ceriscioli, poi mi sembra doveroso fare una precisazione: l'interrogazione non è firmata soltanto da me e dal Consigliere Volpini, ma anche dalla Consigliera Leonardi.
Presidente, sono d'accordo con quello che lei dice, so che c'è stato questo sforzo, so che c'era questa situazione frastagliata, che l'atto del 2018 ha contribuito in larga parte a colmare, ci sono un insieme di provvedimenti che vanno in direzione dell'ampliamento dell'offerta a quanto ho sentito.
Noi ovviamente parliamo di una struttura di qualità, non soltanto perché è certificata, ma da un sopralluogo fatto anche recentemente dall'Asur si riconosce che è un istituto in cui sono state adottate tutte le prevenzioni Covid previste dalle normative regionali e nazionali ed è stata sottolineata la qualità delle prestazioni erogate. Questo è scritto in un verbale di un nostro sopralluogo.
C’è soltanto un punto, Presidente, che dovremo risolvere, perché il percorso che lei indica è interessante, giusto ed efficace, ma se continuiamo ad agire sull'aumento rispetto ai posti convenzionati, in percentuale rispetto ai posti convenzionati, non riusciremo a risolvere il problema. C'era già stato nell'agosto del 2018 un ampliamento significativo di quella struttura, quindi dovremmo fare in modo che i posti futuri non siano legati soltanto al numero di quelli convenzionati, ma alla realtà effettiva dell’istituto.
Vedo, e non avevo dubbi, che lei Presidente capisce immediatamente e questo è il punto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Le date di fatto vengono costantemente portate avanti per quello che si realizza nel frattempo o per chi amplia l’offerta Isostruttura.
E’ evidente che le tappe rispondono anche a questa esigenza perché di volta in vota si riconosce quello che a una certa data è stato realizzato.
Nella risposta volevo includere anche questo pensiero.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Ringrazio ancora il Presidente.

Interrogazione n. 1040
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Avvio progetto osteopatia per bambini cardiopatici a Torrette”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1040 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Il progetto ha subìto nel tempo una serie di modifiche collegate alla figura professionale dell'osteopata.
A tal fine lo sforzo della Giunta e del Consiglio regionale di affrontare e risolvere tale carenza, sfociato nell'adozione di una specifica legge regionale, ha visto l'intervento successivo della Corte costituzionale con intervento abrogativo della legge.
Tale situazione ha sostanzialmente bloccato lo sviluppo del progetto che è stato modificato e riorientato verso una figura tipica, ovvero quella del fisioterapista con il possesso anche del diploma di osteopata.
La ripresentazione del progetto e avvenuta a fine febbraio 2020, all'inizio dell'emergenza Covid 19; tale circostanza ha determinato una pausa connessa alla sospensione delle procedure amministrative e sanitarie in conseguenza della pandemia.
L'iter progettuale è ripreso a fine maggio 2020 con l'invio dello stesso all'apposito Comitato delle associazioni (attraverso il Nucleo di Coordinamento) che insistono su Torrette, Comitato preposto alla valutazione di tutte le attività progettuali.
Nei giorni scorsi è stata esaminato il Progetto con la formulazione di alcune osservazioni e rilievi e con la richiesta, avvenuta in data 9 luglio, al Comitato Etico di pronunciarsi sull'attività ritenuta potenzialmente sperimentale.
Il Presidente del Comitato etico nei giorni immediatamente successivi, nel confermare la tipologia sperimentale del progetto, ha tuttavia suggerito la possibilità alla Direzione di proporre un progetto di fattibilità che non avesse natura sperimentale al fine di inserire tale pratica in un determinato intervallo temporale in ambiente ospedaliero. Quindi il Comitato delle associazioni ha girato la richiesta al Comitato etico perché se una procedura è sperimentale deve avere l’avallo del Comitato, il quale ha suggerito che invece di impostarla come sperimentazione di ridefinirla in modo da evitare questo iter perché ovviamente richiede una impostazione molto più pesante fra mettere una persona, stabilire un progetto di ricerca sperimentale su una attività, quindi mi sembra un buon suggerimento.
Quando potrà essere operativa? Alla luce della risposta alla prima domanda, si forniscono elementi anche sul secondo quesito.
In via generale si premette che nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica e congenita non potrà operare un osteopata, ma un fisioterapista che possegga anche competenze osteopatiche. La sua operatività potrà avvenire solo sotto la diretta responsabilità del Direttore della struttura e previo esplicito consenso informato dei genitori.
Per poter consentire tutto questo, proprio in questi giorni, la Direzione generale sta provvedendo, in adesione all'invito del Presidente del Comitato etico, a convocare e condividere una specifica riunione organizzativa per avviare tale attività con la convocazione della Direzione medica di presidio, il Nucleo di Coordinamento delle associazioni, il Direttore della cardiochirurgia pediatrica.
Circa la tempistica la stessa non potrà che sovrapporsi a quella di tutte le altre figure professionali operanti nei presidi di Torrette e Salesi in connessione con le disposizioni nazionali e regionali in materia, di accesso alle strutture pubbliche, allo stato la stessa è fissata per il primo agosto 2020.

(interrompe il Consigliere Maggi)

Luca CERISCIOLI. Sicuramente c’è la volontà di farla con grande qualità e precisione, questo è evidente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Presidente la ringrazio della risposta che mi sembra che ha avuto più o meno l'iter del progetto: non c'è, arriva ...
E’ insoddisfacente, lo dico con molta onestà, su questa cosa ci siamo confrontati diverse volte, anche nelle ultime settimane, dopo che c'è stata la richiesta di rinviare il progetto al nucleo di valutazione fatta da gruppi di altre associazioni di volontariato, procedura mai attivata per nessun altro tipo di progetto, nucleo mai costituito.
Il nucleo è stato costituito e giustamente le altre associazioni hanno detto: perché dobbiamo dare un avallo o meno a un progetto, lo mandiamo al Comitato etico, quindi, come nel gioco dell'oca, si ritorna alla casella di partenza, a due anni fa, perché il progetto, come lei sono certa sa, era già passato per il Comitato etico e la scelta di farlo come sperimentale era venuta dal confronto con la struttura e con il Comitato perché l'applicazione dell'osteopatia in reparto non è codificata e con la progettazione sperimentale si poteva dare avvio alla procedura.
Dopo due anni di rimpalli e ulteriori rimpalli, ci troviamo al punto di partenza, ora viene suggerita un’altra nuova procedura, forse chi le ha scritto la risposta ha messo un nuovo paletto più in là, fissando la data di partenza ad agosto. Devo dire che, purtroppo, sono demoralizzata, certamente lo sono di più i genitori di questi bambini che hanno avviato un progetto proprio perché non si riusciva a fare la sperimentazione in reparto. L'hanno iniziato con le loro forze, con la contribuzione dei privati, hanno aperto un ambulatorio fuori dal reparto ed hanno ottenuto, nel trattamento di 50 bambini che avevano subìto un’operazione nel reparto di cardiochirurgia pediatrica, la tempestività dell'intervento è ottimale, dei risultati molto positivi, il 62% dei genitori riscontra degli effetti positivi nell'alimentazione. Ricordo che la maggior parte di questi bambini sono neonati che vengono operati appena nati, i benefici di questi trattamenti si possono vedere da alcuni fattori, come l'alimentazione e il sonno, il 68% di risultati positivi nel sonno e il 75% nella ripresa dei movimenti perché rammento che nell’operazione a cuore aperto viene aperto lo sterno.
Secondo me, è inconcepibile e inaccettabile che ci troviamo nuovamente con dei rimpalli, da due mesi ad oggi, per la questione del Covid, mi permetta di dire che da gennaio a marzo sono passati già due mesi senza che … Quando vi siete incontrati lei ha detto: “Partirà” e ha fatto con l’Asur un bel comunicato, anche insieme al Comitato, che diceva: “Partiamo, partiamo”, sembrava che si dovesse partire il giorno successivo, chiavi in mano, ma è passato del tempo da quella dichiarazione ed erano già due anni che si andava avanti con vari tentativi per cercare di portare un beneficio, che non va in tasca a nessuno, se non a questi bambini che sono in difficoltà.
Sono insoddisfatta, continuo a vigilare, continuo a seguire la vicenda, sono vari atti che faccio sull’argomento, gliel’ho detto faccia a faccia e lei lo sa, perché non c'è bisogno di fare necessariamente … Questi sono atti che arrivano perché con le procedure corrette, le proposte di leggi, i tentativi attraverso il Comitato etico, con tutto quello che veniva richiesto, la questione non va mai in porto e sembra proprio che ci sia una volontà contraria, mi permetta. Siamo a fine legislatura, dopo due anni abbondanti di esperienze ho raccolto il grido dei genitori che pensano che ci sia purtroppo una volontà contraria, che non voglia portare avanti un progetto che ha dei benefici certificati sui minori. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Ho un piccolo commento da fare, perché la cosa è molto carina. Questo è un privato che entra in ospedale, giusto? Io so che tra la sanità privata e quella pubblica voi fate un po’ di confusione qualche volta, quello che entra è un privato perché o è un dipendente pubblico o è un privato, quindi è un privato che entra in ospedale.
La normativa sulle sperimentazioni che passava per la Giunta è stata portata avanti da questo Consiglio? No, è stata fatta una grande guerra contro il privato che sarebbe entrato e le sperimentazioni le ha portate avanti l'azienda, come si fa. Abbiamo salvato il progetto che riguardava l’ingresso di una fondazione, che si occupa di gravi situazioni, di patologie legate a malattie degenerative neurologiche, il progetto Nemo, perché è entrato in un percorso fatto dall'Azienda, anziché dagli atti della Giunta, questo va avanti con gli atti dell'Azienda.
Capisco, sono d'accordo al 99,9% con tutte le cose che ha detto, però nell'assumersi le responsabilità …, se si è deciso che queste sperimentazioni le fanno le Aziende per proprio loro, i risultati qualche volta sono anche questi.
Non si è voluto, diciamo, fare un certo percorso sulle sperimentazioni perché erano brutte e cattive, sulla proposta di legge 145 ci avete fatto una testa così a tutti quanti, il fatto è che poi rimangono altre strade, dove il ruolo della politica è un'ingerenza nei confronti dell’Azienda. Lo dico perché magari inizia a prendere qualche coordinata, ma dopo non si può lamentare con me, che sono quello che ha voluto e ha firmato la legge che permetteva alla Giunta di promuovere sperimentazioni, giusto?

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Presidente, le do atto che lei si è impegnato, quando c’era la mozione l’ha firmata di suo pugno qui, su questo banco, il Comitato ha una Presidente che viene dal suo territorio ...
La Consigliera Leonardi ha spiegato benissimo il dramma di queste famiglie che hanno dei bambini, anche neonati, con malformazioni cardiache che vengono operati, chiuda la sua legislatura con un atto veramente ….

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Intervengo sulle ultime parole del Governatore, la proposta di legge n. 145 sulle sperimentazioni gestionali non era una innovazione perché le sperimentazioni gestionali esistono a livello di normativa nazionale, per cui se la strada da indicare a questi genitori due anni fa, tre anni fa, era quella di dire procediamo con la sperimentazione gestionale, come con l'associazione Nemo - mi sembra che fosse l'altra che ha fatto il progetto, che è andata avanti – si poteva seguire quel canale senza una sperimentazione gestionale che faceva gestire pezzi interi, reparti interi, ospedali interi pubblici al privato, sono due cose diverse.
Le sperimentazioni gestionali esistono e tutt'oggi sono normate da una legge nazionale, se la strada era quella ci si poteva agganciare a quella senza suggerire una serie di percorsi, fra cui quello del Comitato a cui oggi si è tornati e non la sperimentazione a cui oggi si dice che non va bene. Si sarebbe accorciato l’iter e si sarebbe proseguito, però non c'entra la legge fermata perché le sperimentazioni gestionali sono normate e lo sono nella legge nazionale, soprattutto nei confronti delle associazioni senza scopo di lucro. Grazie.

Interrogazione n. 1052
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Giancarli
“Modalità di funzionamento delle Unità operative sociali e sanitarie (UOSeS)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1052 dei Consiglieri Pergolesi, Giancarli.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. L’interrogazione è una richiesta sullo stato di avanzamento del monitoraggio delle UOSeS.
La rilevazione, giunta alla quarta edizione, è l'ultima inerente il periodo aprile 2018-giugno 2019.
Il monitoraggio è effettuato con la collaborazione dei Distretti Sanitari e gli Ambiti Territoriali Sociali, titolari della organizzazione e del funzionamento delle UOSeS.
Se in tutti i territori sono stati definiti e rinnovati dopo il triennio di vigenza gli Accordi per la costituzione dell'UOSeSm così come previsto dalla delibera di Giunta regionale 110/2015.
Gli Accordi di programma per la costituzione delle 13 UOSeS sono stati approvati in tutti i territori Ambito Territoriale Sociale e Distretto Sanitario delle Marche o con Determina di Area Vasta o con Delibera del Comitato dei Sindaci.
Con quali modalità organizzative, con quali aspetti emergenti?
Il Coordinamento Territoriale Istituzionale composto dal Presidente del Comitato dei Sindaci per la parte sociale e dal Direttore di Area Vasta per la parte sanitaria è l'organismo cui afferisce la responsabilità istituzionale dell'area territoriale di competenza e attualmente è stato costituito in 9 UOSeS, quindi in termini organizzativi in 9 su 13 UOSeS è stato costituito il coordinamento.
La responsabilità organizzativo/gestionale delle UOSeS ricade sul Direttore del Distretto Sanitario e sui Coordinatori di ATS.
In n. 8 UOSeS c’è la coincidenza tra Distretto Sanitario e Ambiti Territoriali Sociali in 5 invece ci sono più coordinatori con la stessa UOSeS, quindi con lo stesso distretto, mentre i distretti coincidono.
L'operatività dell'UOSeS è svolta dalla Segreteria operativa che dipende dal Direttore di Distretto Sanitario e dal/dai Coordinatori di Ambito Territoriale Sociale, dall'ultimo monitoraggio emerge che è composta da figure sociali, sanitarie e amministrative ed ha personale formalmente assegnato in 11 UOSeS, nelle altre vi è una certa variabilità nella composizione.
I Tavoli permanenti previsti sono:
• il Tavolo per l'integrazione socio-sanitaria con funzioni di concertazione tra Asur, area vasta, distretto sanitario e ATS;
• i Tavoli tematici, per aree di intervento, con funzioni di proposta e consultazione rispetto alla programmazione integrata sociosanitaria e all'organizzazione e gestione dei servizi e degli interventi territoriali.
Il Collegio di vigilanza ha il compito di vigilare sul corretto svolgimento degli interventi previsti dall'Accordo di programma. E' composto dal Presidente del Comitato dei Sindaci con la funzione di Presidente e dal Direttore Asur o dal Direttore di Area Vasta. Dal report risultava attivato in 8 UOSeS.
Il Punto Unico di Accesso ai servizi sociosanitari integrato è presente in tutti i territori, risulta formalizzato in 6 UOSeS mentre nelle altre vi sono modalità operative non formalizzate.
L'Unità di Valutazione Integrata è stata formalizzata in 6 UOSeS. Nelle altre sono presenti modalità operative di collaborazione tra sanità e sociale non ancora formalizzate.
Il Piano Assistenziale Integrato è stato formalizzato in 4 UOSeS. Nelle altre sono attive modalità operative non formalizzate di collaborazione tra sanità e sociale.
Il prossimo monitoraggio sarà avviato entro l'anno corrente, previo aggiornamento del questionario, per il periodo luglio 2019 - giugno 2020.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. La funzione e l'istituzione delle UOSeS (unità operative sociali e sanitarie) è un passo avanti per una migliore organizzazione, quello che lascia un po' perplessi è che dalla loro istituzione nel 2015, a distanza di diversi anni, ancora, in alcuni contesti non hanno, per esempio, del personale assegnato formalmente. Questo dà instabilità nell'organizzazione e nel lavoro delle UOSeS e visto che il Servizio sanità e il Servizio politiche sociali della Regione Marche hanno poteri di vigilanza, mi chiedo se forse è il caso di incentivare un potenziamento del lavoro di queste UOSeS, considerato che, come lei ha detto nella risposta alla mia interrogazione, alcuni territori sono scoperti, proprio perché, specie dopo l'emergenza Covid la funzione dell’UOSeS è ancora più delicata per dare risposte concrete ai cittadini rispetto a prima.
Mi auguro che ci sia la volontà da parte sua di chiedere uno sforzo in più sia al servizio sanità che a quello delle politiche sociali per migliorare questo tipo di servizio e soprattutto per garantire del personale stabile e a tempo determinato una continuità assistenziale. Grazie.

Interrogazione n. 1053
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Tariffa residenza protetta Villa Fastiggi - Pesaro. Determina Asur 179/2020”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1053 della Consigliera Pergolesi.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Per quale motivo la tariffa giornaliera nella RP di "Villa Fastiggi" viene fissata in 85 euro, con un aumento di circa il 30% rispetto a quella vigente per tutte le residenze protette?
Sulla base di quanto relazionato da Asur si rappresenta quanto segue.
La determina del Direttore Generale Asur Marche del 24 aprile 2020 riporta espressamente nel documento istruttorio la motivazione relativa alla tariffa applicata.
"In merito alla tariffazione dei posti letto riferiti al modulo R.3.2-RPA, va precisato che si tratta di utenti Covid 19 positivi dimessi da reparti ospedalieri post intensivi o comunque strutture sanitarie, non riconducibili alla normale tipologia di anziani richiedenti volontariamente l'accesso alla struttura e non altrimenti curabili a domicilio. Pertanto, le prestazioni rese, pur assimilabili a moduli R.3.2. RPA vanno definite in modo personalizzato alla tipologia di utenti Covid 19 positivi. Per tale motivo l'area vasta 1, visto il contesto emergenziale e le indicazioni fornite dalla Direzione Generale, si fa carico dell'intera tariffa prevista dalla delibera n. 1331/2004, nelle more di una successiva valutazione sulla eventuale ripartizione di costi che potrebbe coinvolgere gli Ambiti Territoriali Sociali e/o anche i Comuni di residenza degli utenti stessi".
Quanto sopra esposto e riportato in evidenza pone il fatto che la convenzione oggetto di determina nasceva dall'esigenza di trasferire pazienti Covid positivi, stabilizzati, dagli ospedali e altre strutture sanitarie alla suddetta struttura di Villa Fastiggi, poiché prematura e non opportuna una dimissione a domicilio, stante la necessità di fornire assistenza in struttura idonea ed anche la fine di non espandere i contagi.
Vi era, inoltre, la necessità di liberare gli ospedali e le strutture sanitarie utilizzate per il ricovero dei pazienti Covid positivi al fine di permettere un graduale ritorno alla gestione delle attività sanitaria ordinaria, anche di emergenza e garantire accessi sicuri per evitare i contagi.
Va da sé, come ben specificato in determina, che tali prerogative di pubblico interesse non potevano ricadere economicamente sui pazienti trasferiti presso la struttura di Villa Fastiggi perché normalmente un paziente che sta in RP paga.
Per ciò che concerne la tariffa applicata, si rappresenta che lo stato emergenziale ha imposto nei confronti dei suddetti pazienti un'assistenza maggiore rispetto a quelle che veniva erogata in regime ordinario, rappresentato nelle delibere di Giunta di riferimento.
Quindi, la tipologia di servizio che è stata fatta all’interno di questa struttura non è quella di una RP anziani, ma prevedeva una serie di misure e di caratteristiche di natura particolare, partendo addirittura dalla valutazione che il paziente non poteva seguire le cure a domicilio, ben diversa da una RP dove è volontaria la scelta di andarci, non c’è il ricovero in una residenza protetta, è un cittadino che sceglie di andare in residenza protetta, quindi c’era anche un aspetto coattivo rispetto alla libera scelta del cittadino. Ecco perché la particolarità di una tariffa diversa, di un servizio diverso e anche il fatto della non compartecipazione legata alla determinazione di un percorso in una fase di contagio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Avrei preferito avere come risposta una rassicurazione sul fatto che anche per le altre residenze protette, dove magari sono stati trasferiti i pazienti Covid a seguito del loro ricovero ospedaliero, fossero in atto convenzioni per aumentare il budget da parte della Regione attribuibile ai posti letto.
Diciamo che allo stato attuale non ci sono standard assistenziali aggiuntivi specifici …

(interrompe il Presidente Ceriscioli)

PRESIDENTE. Sono andati a finire tutti a Villa Fastigggi?

(intervento del Presidente Ceriscioli)

Romina PERGOLESI. Non lo so, sto chiedendo. Prego, Presidente, lo dica al microfono.

(intervento del Presidente Ceriscioli)

Romina PERGOLESI. Immagino che anche per altri ospedali ci siano dei pazienti, che a seguito di dimissioni dall'ospedale siano stati ricoverati in strutture, è da verificare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Ci sono due guarigioni, c’è una guarigione clinica, la stabilizzazione dei parametri clinici, per cui il paziente può essere mandato a casa, o in una RP, o in un Covid hotel, poi c’è la guarigione biologica che dipende dalla negativizzazione dei tamponi. A Villa Fastiggi credo che ci siano pazienti che non hanno ancora raggiunto la guarigione clinica e che continuano una sorta di processo terapeutico all'interno della struttura.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. No, non so pazienti dimessi, però tutto questo era per incentivare l’aumento delle tariffe, anche per le altre residenze protette, perché, come sappiamo benissimo, anche nella Regione Marche ci sono delle difficoltà nella gestione, nell’organizzazione e nell’economicità del personale rispetto ai servizi e alle prestazioni che dovrebbero essere erogate.
Mi fa piacere che il Consigliere Volpini sia intervenuto perché mi ha chiarito le idee su questa assistenza aggiuntiva che viene fatta a Villa Fastiggi e Campofilone. Vedremo se in futuro la convenzione verrà rinnovata con la stessa tariffa o diminuita o se magari verranno aumentate le tariffe delle altre residenze protette per migliorare l'assistenza e l'economicità del personale addetto e idoneo. Grazie.

Interrogazione n. 1054
ad iniziativa dei Consiglieri Minardi, Traversini
“Potenziamento dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino in qualità di presidio di qualificazione e coesione dell'intero territorio, che va dalla costa alle aree interne, anche alla luce dell'esperienza del Covid 19”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1054 dei Consiglieri Minardi, Traversini.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Ceriscioli.

Luca CERISCIOLI. Tornando all’interrogazione della Consigliera Pergolesi, penso che Villa Fastiggi a regime non sarà neanche una RP, ma una RSA, una struttura dedicata ai risvegli, con una tariffa più alta per servizi in più che oggi già paghiamo con pazienti che stanno fuori regione.
Punto 1) Per ciò che concerne l'ospedale di Urbino è stato disposto l'avvio di una serie di investimenti idonei a potenziare il Pronto Soccorso, al fine di una riduzione della diffusione e il rischio di contagio da Covid 19, mediante la possibilità di strutturare percorsi separati, con individuazione di aree distinte di permanenza per pazienti sospetti Covid 19 o potenzialmente contagiosi in attesa di diagnosi. Questo è un tipo di investimento che abbiamo fatto per molti pronto soccorso con la delibera dei 39 milioni, che ha una delle tre voci proprio in questo e riguarda ovviamente tutti gli ospedali.
A ciò si aggiunge l'attuazione della terapia sub intensiva, con il potenziamento delle tecnologie e del personale necessario, indispensabili per lo svolgimento delle attività assistenziali indipendentemente dalla pandemia, c’è un secondo punto, è un’esigenza che si è rivelata con la pandemia perché prima probabilmente era rimasta sotterranea, si è visto il valore dei posti di sub intensiva, però questo è un fatto organizzativo in termini di potenziamento della struttura (i materiali c’erano già perché sono frutto delle donazioni che hanno avuto durante la pandemia, il monitor, eccetera è già tutto disponibile), quindi più organizzativo che investimento vero e proprio.
Detti potenziamenti vanno ad aggiungersi ai numerosi lavori che hanno interessato l'Ospedale di Urbino nel corso degli ultimi anni, tra i quali l'efficientamento energetico, l’ampliamento del pronto soccorso, la ristrutturazione del reparto ginecologia/ostetricia, l’adeguamento sismico Blocco D, la realizzazione di nuovi locali per risonanza magnetica, la ristrutturazione del reparto piano 2° corpo D e F e a questi si aggiungono i previsti adeguamenti dello sviluppo della Cardio TAC e Gamma Camera oltre al progetto relativo al metodo Osna che permette l'analisi del linfonodo sentinella durante l'intervento chirurgico per tumore al seno, cioè questi investimenti stanno in un bel treno importante di investimenti che hanno riguardato molti reparti dell’ospedale di Urbino.
Punto 2) La pandemia da Covid19 ha confermato ancor di più la necessità di potenziare la rete sanitaria territoriale la quale, sebbene con la propria organizzazione, ha saputo fronteggiare un'emergenza senza precedenti. Si ritiene che il territorio venga potenziato, nell'ambito dei servizi domiciliari e alla persona ed alla continuità assistenziale attraverso un sistema di attività programmata sulla base della tipologia e della fragilità della popolazione.
Posso testimoniare che per la prima volta ho avuto la difficoltà a trovare le guardie mediche, cosa molto semplice 5 anni fa, non perché le abbiamo fisicamente eliminate, ma perché sono cresciuti i servizi in cui sono impiegate le figure della continuità assistenziale, quindi per l’estate, per le continuità assistenziali aggiuntive per le località turistiche, per la prima volta, si è tardato in alcuni casi di qualche settimana perché non era reperibile la continuità assistenziale, a testimonianza che c’è un impegno diverso sul territorio anche di queste figure.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, al Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Grazie al Presidente Ceriscioli per la risposta che ha dato all'interrogazione sul potenziamento dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino.
Tutti sappiamo che l'Ospedale di Urbino, durante il periodo dell'emergenza sanitaria, durante il periodo della pandemia, era stato individuato come ospedale No Covid, dopodiché nella fase straordinaria dell'emergenza una serie di pazienti che, presumibilmente, si sono recati al pronto soccorso hanno probabilmente contagiato altri pazienti per cui all'interno dell'ospedale si è verificata una situazione in cui i pazienti positivi erano numerosi e anche il personale medico e sanitario è risultato in larga parte contagiato.
Questo vuol dire che c'è stato un lavoro rilevante fatto dall'Ospedale di Urbino, tenuto conto che è una struttura che svolge un’opera di straordinaria importanza perché copre tutta una fascia dell'area interna della provincia di Pesaro-Urbino, che va da nord a sud, ovvero dal Montefeltro alla vallata del Cesano.
L'ospedale svolge un ruolo determinante e centrale in tutto il sistema sanitario dell'area interna della provincia di Pesaro-Urbino ed ha svolto anche un ruolo di supporto rispetto alla struttura Marche Nord, che come ospedale Covid ha vissuto una fase emergenziale particolarmente straordinaria. Quindi, tenuto conto che in questo momento c'è bisogno di avere una fase di riorganizzazione di tutta l'attività ospedaliera e, come diceva il Presidente, anche di tutti i servizi sul territorio, ritengo quanto mai utile ed indispensabile, in attesa, speriamo scongiurata, di una possibile recrudescenza di un'ondata di ritorno dell'emergenza sanitaria da Covid 19, che tutti debbano essere particolarmente pronti nell’affrontarla, ovviamente anche l'ospedale di Urbino, che ha svolto un ruolo centrale insieme a tutti gli altri, senza nulla togliere a nessuno, per carità, a partire da quello della nostra provincia, Marche Nord, che ha vissuto una situazione di emergenza straordinaria.
E’ chiaro che l’Ospedale di Urbino deve essere pronto ad affrontare una fase di recrudescenza del contagio, anche in considerazione del fatto che essendo stato individuato come ospedale No Covid dovrà assistere tutti i pazienti che non potranno trovare le adeguate prestazioni negli ospedali Covid, perché come ben tutti sappiamo le patologie non si fermano durante la gestione dell'emergenza sanitaria.
Sono convinto che l'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino debba essere valorizzato e potenziato, non solo per quello che ha saputo dare durante la pandemia e per le prestazioni di qualità che eroga quotidianamente nella rete dei servizi sanitari del territorio, ma soprattutto per quello che sarà chiamato a sostenere in eventuali situazioni di maggiore criticità.
E’ importante che l'Ospedale di Urbino possa rimanere un ospedale “pulito”, però c'è sicuramente bisogno, come è stato anche detto, di rafforzare e di reperire il personale sanitario, di sanare la carenza di organico e di fare degli investimenti, soprattutto dal punto di vista delle tecnologie, anche se devo dare atto al Presidente Ceriscioli, onestamente, che in questi anni sull'ospedale di Urbino ne sono stati tanti, per un totale di circa 17 milioni di euro.
Detto questo, mi ritengo soddisfatto con la convinzione che gli investimenti che devono essere fatti non tarderanno ad arrivare, tenuto conto che stiamo parlando anche di posti letto di terapia non intensiva, ma sub intensiva, in grado di fronteggiare eventuali realtà che dovessero derivare da situazioni di emergenza per le patologie ordinarie, quotidiane, quindi il personale, le tecnologie innovative e i posti letto di terapia sub intensiva sono la risposta al ruolo che l'Ospedale di Urbino deve avere sul territorio della nostra provincia, perché, come dicevo, ricopre un ruolo strategico e centrale tenuto conto anche dell'ampiezza della zona.
Se c'è una lamentela, che registriamo nelle aree interne, è la difficoltà di raggiungere questo presidio ospedaliero perché la viabilità non è delle migliori, almeno nel momento in cui si arriva nel presidio ospedaliero è possibile trovare servizi di qualità, personale preparato, anche numericamente superiore a quello attuale, tecnologie moderne per dare delle risposte alle esigenze di sanità che ci chiedono i cittadini. Grazie.

Mozione n. 692
ad iniziativa del Consigliere Marconi
“Per nuove iniziative del Governo italiano e dell’Unione europea verso il Governo cinese”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 692 del Consigliere Marconi, che ha la parola per illustrarla.

Luca MARCONI. Grazie, Presidente. Non voglio tediare il Consiglio e aprire una discussione di politica estera, voglio stare, come ho sempre fatto, dentro i confini della nostra Regione, la quale, per molti aspetti, ha grandi rapporti con la Cina.
La mia mozione nasce dal fatto che questi rapporti sono stati esaltati negli ultimi anni e adesso, per carità, ringraziare è un atto dovuto, anche per i 100 mila euro di mascherine che dovrebbero arrivare dalla Cina, ma bisogna forse non esagerare.
Dico questo perché è evidente che l'Italia deve avere rapporti con tutto il mondo, anche con Paesi che non hanno alcun rispetto dei diritti civili e politici, ma una cosa mi ha indotto a questa mozione, anzi, sostanzialmente tre, ma tutte di un unico genere, l'atteggiamento sempre più oppressivo del Governo cinese nei confronti della piccola Hong-Kong, come la dichiarazione del Premier cinese: “Ogni spinta autonomistica sarà ridotta in polvere o spezzata”, e non faceva riferimento solo ad Hong-Kong, ma anche ad altre aree del Paese, e naturalmente l'atteggiamento avuto nella questione del Covid.
Dico due fatti, non faccio illazioni, non credo a tutte le ipotesi, come che il virus sia di laboratorio e che sia stato diffuso apposta, a me sembrano cose, che non potendo essere dimostrare sono soltanto, appunto, illazioni, ma due fatti sono avvenuti, le autorità cinesi devono chiedere scusa e ritornare sui loro passi nei confronti del giovane medico cinese, che per primo aveva scoperto il Covid e che per mesi è rimasto assolutamente inascoltato, anzi, addirittura, è stato minacciato, se avesse insistito nelle sue affermazioni, nei suoi allarmi, nelle sue denunce. L’altra cosa ridicola è che alla fine di tutta la vicenda, la Cina, che ha messo in quarantena centinaia di milioni di persone, dichiarava 3.200 morti e di fronte alla fragorosa risata che si è levata da ogni angolo della terra ha detto: “Si, ci siamo sbagliati, i morti sono 4.300”.
Dalla testimonianze arrivate da quel Paese sappiamo che sono partite vagonate di cassettine con le urne cinerarie dei morti, sicuramente non solo per Covid, ma si parla di decine di migliaia di deceduti ed è anche comprensibile. Forse è vero che la Cina in percentuale può aver avuto meno decessi dell'Italia, anche per il fatto che ha una popolazione giovane, molto più della nostra, e si sa il Covid colpisce meno i giovani, ma è anche vero che il virus è arrivato in Europa ed è stato più recrudescente rispetto a quello cinese, ma 4.300 morti sono una barzelletta insopportabile.
A queste aggiungiamo altre considerazioni di natura economica, sul piano politico è così e, ripeto, non ho nessuna intenzione, neanche come forza politica, di dire che non dobbiamo avere rapporti con la Cina, per decenni abbiamo avuto rapporti con l'Unione Sovietica, in piena guerra fredda, rapporti commerciali che l'Unione Sovietica ci imponeva avvenissero solo attraverso le cooperative legate al partito comunista e questo veniva fatto alla luce del sole, quindi il realismo porta a dire che dialogare con tutti, anche con chi non si comporta troppo bene con i propri concittadini, è necessario per sopravvivere e forse tante volte dal dialogo, anche con quelli che sono così diversi da noi da un punto di vista democratico, ma anche dal punto vista economico … Ringraziando Dio, l'Italia non è un Paese a capitalismo sfrenato, come lo sono gli Stati Uniti, la Russia e la Cina, ma è un Paese dove l'economia sociale di mercato ha ormai dettato la sua regola. La Germania, l’Italia e gli altri paesi dell’Unione hanno una visione economica molto più umana e molto più legata al personalismo comunitario, ma al di là di quello chiedo di mandare una voce, una piccola voce, che sarà inascoltata da parte del Governo, alla quale potrebbero unirsi anche altre, per cui si apra, io dico, un contenzioso, in termini di dialogo, di confronto, di scontro, se necessario, sia commerciale che diplomatico, nei confronti della Cina per avere una cosa: nessun vantaggio, ma neanche nessun svantaggio, un principio di reciprocità nell'applicazione delle regole del libero commercio internazionale e nel caso in cui questo non avvenga l’Unione Europea prenderà tutti i provvedimenti necessari perché abbiamo aperto per più di vent'anni ai prodotti cinesi, che hanno fatto una concorrenza terribile a quelli del nostro Paese e il saldo non è ancora positivo, nel senso che la Cina importa molto meno di quello che noi diamo a loro, soprattutto nel settore manifatturiero piccolo, di poco valore aggiunto, rispetto magari a grandi commesse che possono riguardare i
grandi investimenti e questo piccolo manifatturiero è quello che più di tutti tocca le nostre imprese.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 692. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal capogruppo Marconi.
Favorevoli: Celani, Leonardi, Malaigia, Marconi, Minardi, Zura Puntaroni.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Micucci, Urbinati.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 615
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Realizzazione Ferrovia turistica Fano-Urbino”

Interrogazione n. 1032
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Progetto di fattibilità per arretramento ferrovia adriatica”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 615 del Consigliere Zaffiri e l’interrogazione n. 1032 del Consigliere Rapa, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Sull’argomento di questa mozione ci sono state molte discussioni ed anche altre mozioni; ci sono state anche proposte relativa alla situazione della Fano-Urbino, su quella tratta, fra l'altro, voglio ricordare da ex ferroviere, fu sospeso il servizio dall’allora Ministro dei trasporti. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e oggi si riparla delle ferrovie secondarie, ci sono dei ragionamenti molto interessanti e tra questi quello che fa più riflettere come proposta, come indicazione, è che le ferrovie possono diventare anche ferrovie turistiche. Voglio ricordare ai colleghi di questa regione che negli anni ’80 quando si iniziò a parlare della Ascoli-Ancona sembrava una cosa impossibile da fare, ma l'insistenza delle organizzazioni sindacali, che hanno creduto in quel progetto, alla fine degli anni ’70 inizio anni ’80, ha fatto si che si realizzasse. Nelle Marche è stato possibile fare questi collegamenti, ad esempio tra il capoluogo di Regione, come in questo caso, e il capoluogo di provincia si è concretizzata una cosa molto interessante, l'elettrificazione della Ascoli-San Benedetto del Tronto, e oggi per il popolo e la comunità di Ascoli Piceno raggiungere in treno il capoluogo di Regione è possibile e questo è un grandissimo risultato.
Ci sono idee diverse, proposte diverse, sappiamo che attorno a questo ragionamento ed alla proposta della Fano-Urbino ci sono ipotesi alternative e, credo, difficili da attuare, anche perché bisogna mettere in sicurezza le gallerie, il tracciato, se si vuol fare un percorso alternativo rispetto ai binari.
Credo che se non è zuppa è pan bagnato, è la stessa cosa, mettere in sicurezza quel tracciato e magari togliere i binari e farci altre cose. Noi non la pensiamo in questo modo, la pensiamo in modo diverso rispetto a questo progetto, noi vogliamo mettere in sicurezza e realizzare la strada ferrata, lasciare i binari che possono e devono collegare Urbino con il capoluogo della regione Marche, ottenere le stesse condizioni che siamo riusciti ad avere sulla tratta a sud delle Marche, Ascoli-Ancona, si può e si deve fare anche per il collegamento Urbino-Ancona. Sarebbe una cosa estremamente interessante avere dei collegamenti con il capoluogo di Regione perché si potrebbe alleggerire qualche bus e qualche trasporto su gomma, nello stesso tempo si rivitalizzerebbe un'intera vallata perché intorno alle strade e alla ferrovia, tutti sanno e tutti sappiamo, si crea la valorizzazione del territorio. È questo l'altro passaggio estremamente importante. Ecco perché siamo convinti che questo percorso si possa intraprendere, è soltanto la volontà di crederci per poter arrivare al risultato finale.
Penso che questa sia un'occasione anche alla fine della X legislatura, un contributo positivo che diventa un indirizzo, una guida per l'XI legislatura perché la validità della mozione non finisce o termina domani mattina, si dovrà avere del tempo per attuarla, perché bisogna crederci, bisogna realizzare l'opera nella sua interezza.
Se c’è la volontà politica di quest'Aula, che qualche volta è stupenda e qualche altra volta ragiona per posizioni prese…, penso che, come dico da tantissimo tempo, occorra ragionare con il buonsenso e stare vicino alle comunità, a chi crede in quest'opera e la sostiene da tantissimo tempo, anche diverse organizzazioni sindacali parlano di questa cosa, la chiedono, come le comunità e come tantissimi cittadini che vedono la possibilità di realizzare l'opera.
Ecco perché abbiamo presentato la mozione, per essere vicini a tantissime persone, a comunità intere, alle organizzazioni sindacali, ci sentiamo in dovere di sostenerle e di chiedere un ragionamento di buonsenso su questa proposta che potrebbe diventare una cosa molto interessante per l'XI legislatura, ma l’indirizzo politico deve essere approvato da questa perché in futuro possa essere preso in considerazione.
E’ una cosa estremamente importante non solo per una vallata, non solo per questa zona, ma può servire ad un territorio che soffre, anche perché, lo voglio ricordare, mi sembra di non sbagliarmi, alle ore 20,00 termina il collegamento pubblico con Urbino e un ragazzo che frequenta l'università e che rimane a Pesaro dopo quell’ora non ha mezzi pubblici per tornare alla comunità urbinate.
Questo è un problema e c’è anche la necessità di affrontarlo in modo laico e con buonsenso, credo che esistano le condizioni per far sì che per una città stupenda come Urbino, con tutto il suo patrimonio, sia presa in considerazione un’organizzazione del trasporto diversa rispetto alla sola gomma. Non vedo l'Assessore Sciapichetti, ma qualcuno gli riferirà che va rivisto anche il collegamento su gomma per Urbino, perché questo tipo di servizio manca e va senz’altro recuperato.
Capisco che siamo a fine legislatura, non so se si voterà il 20 settembre, io lo auspico, ma in questo contesto le cose non vanno, mi piacerebbe essere un cattivo profeta, ma credo che occorra ripristinare una vivacità di proposte per il territorio, per cercare di migliorare il nostro entroterra. Una cosa estremamente importante e indispensabile anche dopo la catastrofe del terremoto e del coronavirus, perciò chiedo all'Aula di ragionare con pragmaticità su questa cosa, lasciare da una parte le proposte pregiudiziali e prendere in considerazione l'ipotesi della ferrovia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Mi scuso con il Consigliere Rapa del ritardo.
La Regione Marche si è attivata in merito al progetto di fattibilità per l'arretramento della linea adriatica e in particolare ha chiesto:
- con propria nota prot. 238759 del 27 febbraio 2019, all'allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di avviare le azioni finalizzate all'analisi di fattibilità degli interventi ritenuti più significativi non solo per il nostro territorio, ma per tutta l'Italia centro - meridionale, tra cui quello dell'arretramento della Linea Ferroviaria Adriatica;
- con nota del 10 luglio 2019 ha inviato il proprio contributo al Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in merito all'aggiornamento 2018-2019 del Contratto di Programma parte investimenti 2017-2021 Mit - RFI, rinnovando l'interesse ad affrontare nell'ambito degli studi di fattibilità anche l'arretramento della linea nel tratto marchigiano;
- stesse richieste sono state avanzate in sede di un incontro tenutosi il 22 luglio 2019 con i Parlamentari della Regione Marche affinché fossero inserite nell'aggiornamento del contratto di programma.
Si condivide tale impostazione ed è già in fase di predisposizione apposita richiesta a firma del Presidente, da inviare al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Chi ha scritto questa interrogazione ignora che abbiamo avuto un incontro con il Ministro delle infrastrutture nel quale abbiamo sollecitato la necessità di predisporre uno studio di fattibilità dell’arretramento della linea ferroviaria. Chi ha risposto probabilmente non sapeva e non poteva saperlo che c’erano stati dei contatti istituzionali rispetto a questo obiettivo.
Riguardo allo stato di avanzamento dei progetti di barriere antirumore presentati da RFI ai fini della loro approvazione con l'intesa Stato-Regione, ai sensi del DPR n. 383/94, si fa presente che:
• la Regione Marche, con delibera di Giunta regionale n. 787 del 2 luglio 2019, ha espresso in sede di Conferenza dei Servizi del 9 luglio 2019 parere contrario sul progetto di installazione di barriere acustiche nel Comune di Mondolfo (l’unico arrivato); su tale progetto la competenza, allo stato attuale, è in capo unicamente al Ministero delle Infrastrutture e trasporti (Mit) che potrebbe decidere se proseguire nel procedimento di competenza, ossia proporre l’approvazione del progetto (sentita la commissione interparlamentare per le questioni regionali) con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro o dei Ministri competenti per materia. Alla data odierna non è arrivata alcuna comunicazione in tal senso;
• alla data attuale il Mit non ha convocato ulteriori conferenze di servizio riguardanti i progetti di RFI presentati alla Regione, probabilmente visto il parere contrario espresso dalla Regione sul progetto di Mondolfo e considerate le motivazioni che lo hanno determinato. Nell’incontro con il Ministro si è affrontato anche il problema delle barriere e lì abbiamo ribadito la nostra contrarietà ad assumere atteggiamenti o posizioni diverse da quelle dei Comuni e che quindi avremmo dato parere contrario tutte le volte che un comune avesse ritenuto di non accettare le barriere, anche se in taluni casi posso essere accettate perché risolvono alcune questioni legate all’impatto acustico;
• relativamente alla richiesta da avanzare ai Ministeri della cultura e del turismo e delle infrastrutture e trasporti, la Regione Marche confermerà la contrarietà alla realizzazione delle barriere acustiche, anche ai fini della tutela del paesaggio. Il problema della tutela del paesaggio, come il Consigliere sa, è risolvibile con delle autorizzazioni paesaggistiche, con delle mitigazioni, la problematica seria riguarda l'acustica, che è un tema di salute pubblica, quindi, il punto è l'acustica non soltanto il paesaggio, che pure è una motivazione importantissima. Un altro problema che creano le barriere è la non possibilità di reazione. Questo è quanto, anche dal punto di vista sanitario, noi abbiamo evidenziato nel nostro parere contrario, che, come ripeto, è stato espresso e non è stata data l'intesa su questa procedura.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Ringrazio l’Assessore per la risposta e mi ritengo soddisfatto. Vorrei sottolineare che sul progetto dell'arretramento bisogna tenere alta l'asticella, perché è a lungo termine, ma importante per tutto il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Do soltanto degli elementi di giudizio.
Come ho già illustrato la Regione si è attivata per la realizzazione della ferrovia turistica e per quando riguarda la ciclovia turistica del Metauro è importante precisare che la medesima è finanziata con i fondi di sviluppo e coesione 2014/2020, approvati con delibera CIPE n. 98 del 22 dicembre 2017, Addendum 2. asse tematico E), per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro; l’intento dell'amministrazione è quello di realizzare un'infrastruttura per la mobilità dolce totalmente compatibile con la linea ferroviaria esistente, al fine di consentire l'utilizzo contemporaneo di entrambe.
Il progetto della ciclabile non contempla in alcun modo la modifica del tracciato della ferrovia, bensì consentirà il possesso degli spazi ferroviari che la progressiva urbanizzazione del territorio ha fortemente eroso a tal punto che l'attuale sedime in più punti corre a stretto contatto con le abitazioni.
Il progetto permetterà la salvaguardia del tracciato ferroviario dalla vegetazione spontanea che ha invaso completamente la zona interessata e la riconversione delle stazioni a fini turistici, quindi rimarrà la ferrovia e la pista ciclabile sarà affiancata. Questo per far capire cosa sta facendo la Regione rispetto a questa infrastruttura.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Mi limito, rispettando il regolamento, ad intervenire sulla mozione del Consigliere Zaffiri, parlo di regolamento perché stimolante sarebbe stato intervenire sull'arretramento della ferrovia, sia per quanto scritto nell'interrogazione del Consigliere Rapa, sia per la risposta data dalla Vicepresidente Casini. Non dico nulla, ma una parola si, tenere alta la guardia è un obiettivo molto ambizioso e da questo punto di vista ci sono anche studi e progetti di fattibilità, come abbiamo avuto modo di dire anche nel piano della logistica delle infrastrutture del 2012, tanto che abbiamo inserito questa indicazione.
La mozione del Consigliere Zaffiri, se non ho capito male …, intanto facciamo bene a porre in ogni seduta di questo Consiglio l'attenzione alle ferrovie, perché attraverso la mobilità ferroviaria, sia di merci che di persone, diamo un bel contributo alla rete ferroviaria, alla modernizzazione del Paese. E’ qualcosa di quanto più lungimirante e innovativo ci possa essere, non ci sono altre forme di trasporto innovative come quella del ferro. La volta scorsa abbiamo parlato della San Benedetto del Tronto-Ascoli Piceno, dell’elettrificazione che è stata fatta, dei miglioramenti apportati e dell'aumento del numero dei passeggeri, abbiamo parlato della Civitanova Marche-Macerata-Matelica-Fabriano, ho riferito all'Assessore Sciapichetti anche della Pergola-Fabriano, tra l'altro con un'attenzione… Ricordo che una volta ho partecipato ad una manifestazione per far si che la ferrovia Fabriano-Pergola arrivasse a Sant'Arcangelo di Romagna, recuperando un pezzo che era stato abbandonato durante la seconda guerra mondiale e l'obiettivo era: Pergola-Fermignano-Sant'Arcangelo di Romagna, sulla linea Rimini-Bologna-Milano.
Sulla mozione del Consigliere Zaffiri, se non ho capito male il punto – Vicepresidente, abbiamo detto che ormai noi ci capiamo e siamo in sintonia piena, quindi è difficile che possa aver capito male - la Vicepresidente dice: “Noi su questo ci siamo già attestati”, ovvero a proteggere la ferrovia Fano-Urbino, salvaguardando il tracciato ferroviario, le sue opere d'arte, come previsto dalla legge, e attivando la realizzazione della ferrovia turistica, incrementando i finanziamenti. Su questo c'è condivisione, la pista ciclabile è un ulteriore elemento e credo di poter dire che quando c’è la ferrovia c’è un'attenzione perché io ho questa convinzione culturale, tra l'altro siamo in sintonia anche con quanto fatto.
Non faccio la dichiarazione di voto perché la farà il capogruppo, comunque si è capita la mia posizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Intervengo per due questioni, intanto faccio una raccomandazione alla Vicepresidente per quello che sarà l'ultimo scorcio di legislatura, di tenere il massimo livello di attenzione sul tema dell'arretramento della ferrovia adriatica, perché è un obiettivo a cui dobbiamo insieme tendere.
Avere una linea ferroviaria a ridosso della costa, in mezzo alle città, comporta qualche difficoltà, qualche problematica, è vero che non è semplicissimo spostare la linea ferroviaria, che significherebbe a volte realizzarla a pochi chilometri con viadotti, gallerie e a volte con costi quasi improbabili, però se vogliamo bene alla nostra regione, credo che dovremmo tendere come obiettivo strategico futuro all'arretramento della ferrovia, penso che sia una cosa positiva anche per arrivare alla possibilità di avere l'alta velocità perché oggi abbiamo un’alta velocità tra virgolette, non è quella della Milano-Salerno, è ridotta. Questo è un obiettivo a cui dobbiamo tendere tutti quanti come un'opportunità per la nostra comunità e per la nostra regione.
Sono d’accordo, Consigliere Zaffiri, a proteggere la linea Fano-Urbino, considerando il progetto che è stato varato dalla Regione Marche che prevede un finanziamento di 4,5 milioni per la realizzazione della pista ciclabile a fianco della linea ferroviaria, quindi non sopra. Ricorderete tutti che c'è stata una discussione negli anni molto lunga: “La facciamo sopra i binari o la facciamo di fianco ai binari? Se la facciamo sopra i binari rischiamo di compromettere la ferrovia”. Erano state individuate anche possibili soluzioni per la pista ciclabile, un bellissimo tracciato senza compromettere la massicciata e i binari. Una eventuale scelta che in pochissimo tempo può ripristinare le condizioni precedenti della ferrovia.
A dir la verità, lo studio che è stato fatto dai tecnici del nostro servizio ha portato ad una soluzione che ci permette di realizzare la pista ciclabile che diventa un corridoio fra i Comuni della vallata ed attraversa anche diversi quartieri. Già il primo tratto finanziato arriva fino a Tavarnelle, attraversa nel comune di Fano diversi quartieri (San Lazzaro, Vallato, Sant’Orso, Rosciano), il ponte Morello di Cartoceto, poi i Comuni di Cartoceto, Calcinelli, Tavarnelle di Serrungarina per arrivare alle porte di Fossombrone. Credo che sia una cosa importante perché diventa una pista ciclabile apprezzabile, che fa parte della rete di piste ciclabili varata dalla Regione e dalla Giunta regionale. Per questo devo ringraziare il Presidente Ceriscioli, per la sensibilità che ha dimostrato, guardando con molta attenzione alla mobilità sostenibile.
Siamo Regione capofila della ciclovia Adriatica, da nord a sud, ovvero dal Veneto alla Puglia e due settimane fa abbiamo inaugurato a Mondolfo un altro tratto, di quelli finanziati, della ciclovia Adriatica. E’ stato varato anche un programma, un progetto di ciclovie a pettine che prevede degli interventi su tutte le vallate, Foglia, Metauro, Cesano e giù fino al sud delle Marche. Sono 13 gli assi trasversali che si collegano alla ciclovia Adriatica, che sono a ridosso di un’asta fluviale. Questa rete di piste ciclabili è composta da circa 500 chilometri, di cui una metà finanziata con circa 50 milioni di euro. Il tracciato della ciclovia del Metauro è a fianco della ferrovia Fano-Urbino, finanziato per 4,5 milioni da Fano a Tavarnelle, io credo che sia una risposta importante. Questo, lo dico al Consigliere Zaffiri, per non compromettere la possibilità dello sviluppo della ferrovia turistica che in futuro potrà anche diventare un'occasione dal punto di vista turistico per il territorio, opportunità che non si è concretizzata, ad onor del vero, in questi 31 anni di chiusura della ferrovia che, se non vado errato, è stata chiusa nel 1989.
Una linea ferroviaria alla quale sono particolarmente legato perché mio padre e mia madre hanno lavorato lungo il tratto ferroviario, quindi per me c’è un legame, ci ho trascorso gli anni della mia infanzia e lo conosco bene come le mie tasche.
Dico questo perché credo che la mozione, che è stata presentata dal Consigliere Zaffiri, nel momento in cui non si compromette la possibilità di un difficile, ma possibile ripristino del tracciato ferroviario, sia pleonastica e superflua.
Siamo d'accordo nel proteggere la linea ferroviaria, ma faccio fatica a pensare, dopo quello che è stato fatto, di realizzare la pista ciclabile a fianco della ferrovia proprio per salvaguardarla, di tornare all'idea di fare una ciclabile naturalistica lungo gli argini del fiume Metauro. Per carità, sono favorevole, Consigliere Zaffiri, al fatto che si possa realizzare una pista ciclabile lungo il fiume Metauro, figuriamoci, io sono uno che tende a tutelare l'ambiente, l’asta fluviale del fiume è straordinariamente bella e va tutelata, ma nel contempo se ci sarà la possibilità di realizzare anche una pista ciclabile, ben venga, però non ripartiamo daccapo con l'idea di non realizzare la ciclovia del Metauro a fianco della ferrovia Fano-Urbino perché ripartiremo ancora una volta da zero.
Per concludere, sono d'accordo che la linea ferroviaria sia preservata e protetta, che possa avere domani una possibilità di sviluppo turistico, o di metropolitana di superficie, o quello che si vorrà realizzare mettendoci anche i finanziamenti, perché le cose si fanno con le risorse finanziarie e con i denari, ma nel contempo sono convinto che la ciclabile, già programmata, progettata e prossima alla realizzazione a fianco della ferrovia, diventerà una metropolitana per la bicicletta, che attraverserà diversi quartieri di una città e che si allungherà lungo la vallata fino a Tavernelle di Serrungarina-Colli al Metauro per poi proseguire a Fossombrone, Fermignano, Urbino. Capite bene cosa significa realizzare una ciclabile che parte da una città romana e arriva alla città rinascimentale per eccellenza, che è Urbino, la città di Raffaello.
Concludo per dire che questa ciclovia può essere una bella opportunità, anche dal punto di vista dello sviluppo turistico, utilizzando le stazioni come punto di ristorazione, di aggregazione lungo il territorio, senza compromettere il tracciato della ferrovia. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 615. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 691
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Utilizzo del MES nella regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 691 del Consigliere Urbinati, che ha la parola per illustrarla.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Andiamo a toccare un tema importantissimo, perché l’emergenza Covid appena trascorsa, mi auguro, ha fatto venire a galla dei problemi di cui in questi 5 anni abbiamo parlato, sia in questo consesso che in tutta Italia.
Con l’emergenza sanitaria sono emerse le problematiche che questo Paese ha, di cui negli ultimi 10, 15 anni non si è tenuto conto, forse il Servizio sanitario nazionale aveva bisogno di una profonda riforma, i nodi sono arrivati al pettine perché tutti i Governi, dalla metà degli anni ‘90 fino ad oggi, non hanno dato risposte adeguate, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti ed abbiamo capito quanto sono importanti nel settore sanitario nel quale c'è una crescente innovazione tecnologica, per fortuna. Se stiamo al dettato della nostra Costituzione, il cittadino in Italia, qualsiasi cittadino, la Costituzione dice “qualsiasi individuo”, non fa nessuna differenza di razza e di nazionalità, deve avere in tutte le zone del Paese lo stesso diritto a curarsi, quindi la Costituzione prevede il diritto di cura con le migliori tecnologie.
Ci sono delle linee di pensiero che convergono tutte in un punto, che è quello della mancanza di investimenti, su cui c'è una discussione in atto. Tante volte abbiamo parlato in questo consesso - c’è qui il Consigliere Volpini, che come medico è stato un rappresentante molto utile anche per la sua esperienza personale – della diversità che deve esserci, della distinzione che bisogna fare tra la medicina ospedaliera e la medicina del territorio, più aumenta la tecnologia, più gli ospedali sono tecnologicamente avanzati, più c'è bisogno di assistenza sul territorio. Negli ultimi anni su questo sono state date pochissime risposte.
L’avanzamento dell'età media degli italiani, per fortuna viviamo tutti meglio, viviamo più a lungo, vivono di più anche coloro che hanno determinate disabilità, questa è anche una sfida per la medicina e per la scienza, però bisogna potenziare il territorio, questo è un’altra particolarità che è venuta fuori.
L’altro aspetto, di cui do atto al Presidente Ceriscioli, l’abbiamo fatto con la consapevolezza …, sapendo che quando si parla di determinate cose si può andare incontro anche ad una certa impopolarità, ma quando si amministra bisogna guardare alle generazioni future, noi non vogliamo elevarci ai grandi statisti a cui viene attribuita questa frase, ma dobbiamo porci il problema di quello che accadrà tra 20, 25 anni nella nostra regione, come sarà il sistema sanitario, come saranno le nostre strutture.
Nessuno si immaginava l'emergenza appena trascorsa, come quella del Covid, non se l’aspettava nessuno, pensavamo di essere immuni, non l’applicazione che sta entrando in funzione in questi giorni, da ogni pestilenza, tanto che davamo il nome di pestilenza a qualsiasi epidemia, è nell’immaginario comune. Sembra che la peste non ci sia più, dicono alcuni scienziati, perché l’uomo ormai ha in sé tutti gli anticorpi, ma, come vediamo, un pipistrello magari nella foresta amazzonica o in estremo Oriente può fermare tutto mondo per diversi mesi. Ancora oggi stiamo affrontando questo problema, che in alcune parti del mondo ha dei numeri crescenti, veramente impressionanti.
Nessuno immaginava questo, è accaduto ed ha messo prepotentemente in evidenza le problematiche, le debolezze del nostro sistema sanitario, una è quella del territorio, l’altra è la carenza del personale medico. Non solo mancanza di investimenti, ma spesso nei nostri pronto soccorso carenza di medici specializzati nell’emergenza/urgenza, anche nelle Marche, anche in altre specialistiche molto particolari e uno dei problemi potrebbe essere il numero chiuso dell'università. Anche su questo ci sarebbe da aprire una discussione.
Credo che non possiamo perdere l’occasione, per questo ritengo importante il Mes. Il Partito Italia Viva, attraverso la nostra rete regionale, ha ritenuto opportuno che la discussione riguardante il Mes, il meccanismo europeo di stabilità, non dovesse interessare solo il Governo perché nel nostro Paese la sanità è una competenza regionale. Ha ritenuto opportuno che ogni Consiglio regionale si esprimesse su questo tema perché alla fine siamo noi quelli che sul campo applichiamo le riforme o perlomeno il titolo V della Costituzione dice ancora questo.
Credo che il MES sia una grandissima opportunità per come è stato riformato nel mese di aprile, tutti lo sappiamo, eravamo già in emergenza Covid, adesso non ci sono più le condizioni della Grecia, che qualcuno richiamava impropriamente ed in maniera errata, oggi il Mes è un prestito della Comunità europea, che viene dato a dei tassi quasi azzerati rispetto al passato, un tasso infinitamente inferiore al costo di un buono pluriennale del tesoro, di cui, se non ricorriamo al Mes, il Governo italiano dovrà per forza di cose avvalersi per potersi finanziare e sappiamo quando questo incida sul debito pubblico.
Queste risorse, a differenza del Recovery Fund, che è un altro discorso, va bene anche quello, se ne sta discutendo in questi giorni, possono essere utilizzate solo per il Servizio sanitario nazionale e sappiamo quanto sia importante per le Regioni e quando potrà esserlo per le Marche. Si valuta, con dei conti fatti a spanne, che alla Regione Marche dovrebbero arrivare non meno di 900 milioni, 1 miliardo di euro, parliamo di cifre importantissime che potranno essere utilizzate per la ristrutturazione e per la realizzazione dei nostri ospedali, perché abbiamo parlato di nosocomi nuovi anche in questo consesso e abbiamo visto che c'è uno strumento, che è il project financing, che può funzionare, ma, purtroppo, nel nostro Paese e anche nella nostra Regione spesso non ha funzionato. Molti cittadini sono titubanti da questo punto di vista.
Noi abbiamo approvato un piano sanitario nuovo che sulla realizzazione o sulla ristrutturazione di strutture sanitarie già esistenti dà un indirizzo molto chiaro: bisogna partire da una relazione costi-benefici, altrimenti non si parla di nulla.
Detto questo, il Mes potrebbe essere un'ulteriore opportunità che abbiamo per realizzare nuove strutture o riqualificare quelle esistenti, con fondi pubblici, senza ricorrere al privato che, sappiamo, oltre a creare incertezza nei cittadini, a creare dei dubbi, porta a delle problematiche che abbiamo affrontato tante volte in quest'Aula, come, ad esempio, il fallimento di aziende o problematiche relative agli appalti, ma su questo ci possiamo fare poco perché non siamo noi che abbiamo fatto la legge sugli appalti.
Chiedo all'Aula di pronunciarsi su questo aspetto, alcune Regioni l’hanno già fatto, la Liguria in particolare ha dato il via libera e sappiamo che non è amministrata dal centrosinistra, quindi, mi auguro che ci sia un impegno della Giunta regionale e del Consiglio. Noi non siamo estranei a questo discorso, è giusto che le Regioni, che hanno gestito l'emergenza Covid, che hanno gestito la sanità negli ultimi vent'anni e dovranno farlo in futuro, a meno che non cambi il titolo V della nostra Costituzione, si pronuncino su questo aspetto, non lasciamo solo al Parlamento questa decisione. Grazie.

PRESIDENTE. Ricordo ai Consiglieri che non è impedito loro di parlare in Aula, ma se tutti parlano a voce alta, si fa più fatica ad ascoltare e a parlare, se tutti quanti parliamo sottovoce non sarebbe male.
Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Credo che la mozione presentata dal Consigliere Urbinati sia molto importante perché impone a tutti una presa di coscienza, che è quella di come dovremmo organizzare il sistema sanitario nazionale, chiaramente per quello che ci compete alla luce di quello che è success e dei fondi che potrebbero arrivare, che lo stesso Governo italiano ha messo a disposizione delle Regioni.
Penso al decreto “Rilancio Italia”, l'articolo 1 prevede investimenti e stanziamenti di risorse soprattutto per potenziare il territorio, fa cenno alle reti e a queste nuove figure professionali che dovrebbero ripopolare o meglio popolare il territorio sguarnito. Penso agli infermieri di comunità, agli assistenti sociali, ad una serie di nuovi attori dell'assistenza all'interno del territorio che, come ripeto da sempre, sono importanti, utili e fondamentali nei casi di malattie infettive, epidemie, pandemie, e sono altrettanto utili per dare risposte assistenziali rilevanti alle grandi emergenze che ci troviamo di fronte.
Il Consigliere Urbinati ricordava l'allungamento della vita media, la transizione demografica, la transizione epidemiologica, la maggior parte delle persone arriva ad un'età avanzata, ma ci arriva in condizioni patologiche, con un carico di patologie gravi, quindi si tratta di non lavorare su cose speciali o cose nuove perché quello che dovremmo fare trova la sua radice, la sua ispirazione culturale, la sua ispirazione programmatica, nella legge di 40 anni fa, nella riforma sanitaria che parlava di prevenzione, di riabilitazione, dell'importanza del territorio e noi quel messaggio, se non tradito, l’abbiamo via via negli anni annacquato, soprattutto, l’ha ricordato e ha fatto bene il Consigliere Urbinati, a partire dagli anni ‘90 in poi, tutti i Governi che si sono succeduti, quelli tecnici, quelli a guida centrosinistra, quelli a guida centrodestra, hanno avuto un fil rouge che li ha caratterizzati ed è stato il costante definanziamento del sistema sanitario nazionale, che si fonda sulla fiscalità generale, ecco, quindi, la tragedia, l'immane emergenza sanitaria che abbiamo affrontato e che non abbiamo alle spalle. Approfitto di questo intervento per ricordare a tutti che abbiamo superato la fase acuta, ma dobbiamo ancora mantenere alta la guardia, prova ne sono i circa 600 focolai che anche nel nostro Paese si sono attivati, nei confronti dei quali dobbiamo agire con quella nuova organizzazione territoriale in grado di circoscrivere e di isolare.
Un definanziamento costante del sistema ha fatto si che ci sia stata difficoltà negli organici degli ospedali e anche nelle strutture territoriali, penso a quella che più volte ho chiamato la desertificazione dei servizi di prevenzione dei nostri distretti, con un impoverimento delle apparecchiature tecnologiche, che questa Regione, per esempio, ha saputo tamponare grazie a risorse che aveva nel cassetto.
Ricordo che in Commissione stiamo discutendo da diverso tempo, da diverse sedute, la legge sui rimborsi per i malati oncologici, che in realtà doveva riguardare coloro che si sottoponevano alla radioterapia al di fuori della regione o all'interno della regione, in queste discussioni più volte ho ricordato come le nostre radioterapie, Pesaro, Ancona, Macerata, abbiano rinnovato le loro apparecchiature tecnologiche ed hanno a disposizione macchine e mezzi di ultima generazione, assolutamente all'altezza. Questo vale per Torrette che si è dotata per la prima volta, il primo ospedale pubblico, di una TAC multislide che riesce a fare un esame in pochissimi secondi, riducendo di molto le radiazioni al paziente. Potrei fare tanti altri esempi, sarebbe delittuoso non approfittare di questa opportunità, per queste ragioni e anche per altre, per cui credo che questa mozione debba essere votata e votata con convinzione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 691. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 683
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Urgenti i protocolli di sicurezza per la riapertura degli ippodromi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 683 della Consigliera Malaigia, che ha la parola per illustrarla.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Mi scuso se prima non ero in Aula, ma ero fuori in quanto le condizioni climatiche non mi consentono di stare sotto il bocchettone dell’aria condizionata ed ogni tanto mi devo assentare.
Questa mozione sembrerebbe superata in quanto con l'ultimo decreto del Presidente gli ippodromi sono stati riaperti a partire dal 10 luglio. Tuttavia, nel mio atto ho posto due questioni: l'immediata riapertura degli ippodromi con tutti i criteri di sicurezza previsti per assicurare la salute di chi lavora e di chi frequenta questi luoghi e l’impegno che venga chiarito una volta per tutte se il settore dell'ippica è da inquadrare come afferente allo sport, allo spettacolo o all'agricoltura. Il problema è questo, gli ippodromi sono stati riaperti, ma sono state date disposizioni unicamente per il settore delle scommesse e per il pubblico che interviene ai vari eventi, ma non sono state date direttive per le attività legate alla cura e all'allevamento dell’animale ed il settore, non avendo ancora un proprio codice Ateco, è un po’ in un limbo. Finora non sono state date risposte a chi lavora dietro, nelle scuderie, nelle stalle.
Ho parlato anche con il Presidente della I Commissione, Consigliere Giacinti, che notoriamente è un esperto in materia e ci siamo trovati d'accordo su questo, quindi chiederei chiarimenti in merito dal momento che il Ministero delle politiche agricole qualifica le corse come attività agricola.
La normativa non è disciplinata bene perché fa riferimento a diverse fonti normative, dando una gestione schizofrenica del tutto; alcune leggi si riferiscono all'ambito agricolo, altre all'ambito sportivo-agonistico, altre ancora al settore del turismo e dello spettacolo. Quindi chiederei, anche in accordo con il Presidente Giacinti, la sola votazione del secondo punto affinché sia chiarito una volta per tutte se il settore dell'ippica è inquadrato come afferente a sport, spettacolo o agricoltura, per poter dare delle direttive più precise, non al settore delle scommesse, ma a chi lavora dietro, ai lavoratori che stanno a contatto con gli animali. Ci sono delle incongruenze, ad esempio, i proprietari dei cavalli possono entrare uno alla volta in scuderia, determinando anche degli equivoci e dei disagi tra gli artieri e tutti quelli che lavorano, che devono mantenere il distanziamento anche laddove non è possibile per determinate attività.
Chiedo che venga votata questa parte della mozione per agevolare chi lavora nel settore, chiedo all'Assemblea e al Presidente la possibilità di votare il punto 2 della mozione.

PRESIDENTE. La votazione per parti separate non è prevista, eventualmente può chiedere con il consenso del firmatario, che è lei, la modifica del testo.
Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Posso tranquillamente modificare il testo togliendo il primo impegno perché superato, ma il secondo resta attuale e riguarda le numerose sollecitazioni che provengono dal mondo dell'ippica, che è un settore che era in affanno in periodo pre Covid e adesso, in questo momento di ripartenza, è necessario che venga supportato, anche ai fini di una movimentazione turistica è bene che venga inquadrato come merita.

PRESIDENTE. Nel frattempo diamo per scontato che il punto 1 della mozione è eliminato. Passiamo alla votazione.
Emendamento 683/1 a firma della Consigliera Malaigia. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 683, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 712
ad iniziativa dei Consiglieri Rapa, Minardi, Giancarli, Pergolesi
“Candidatura del Carnevale di Fano a patrimonio culturale immateriale dell'Unesco”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 712 dei Consiglieri Rapa, Minardi, Giancarli, Pergolesi.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Con questa mozione si impegna la Regione a farsi promotrice, insieme ai vari enti, Comune di Fano, la Carnevalesca e tutte le istituzioni che credono in questo progetto, per inserire la candidatura del Carnevale di Fano nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco.
Il patrimonio culturale non è costituito solo da monumenti e collezioni di oggetti, ma anche da tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri padri, dagli antenati, come le espressioni orali, il linguaggio, le arti e lo spettacolo, l’artigianato, le pratiche sociali, come riti, feste e tradizioni. La lista dell'Unesco nasce per valorizzare questo patrimonio culturale di fronte alla globalizzazione e prevede, come requisiti:
- l'essere trasmesso di generazione in generazione;
- essere costantemente ricreato dalla comunità e dai gruppi in stretta collaborazione con l'ambiente circostante e con la sua storia;
- promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana;
- diffondere l'osservanza e il rispetto dei diritti umani e della sostenibilità dello sviluppo di ciascun paese.
Tutti requisiti a cui il Carnevale di Fano risponde: è uno dei più antichi carnevali d'Italia, le prime notizie risalgono al 1347, è un evento inclusivo per tutta la cittadinanza, per la regione, per il quale si lavora di generazione in generazione nel corso di tutto l'anno.
Considerando questi elementi e come la Regione Marche persegue la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, storici e ambientali del proprio territorio, ritengo opportuno che la Giunta prenda un impegno serio per far inserire il Carnevale di Fano nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco. In questo non verrebbe solo dato un giusto riconoscimento a una delle tradizioni più antiche della nostra regione, ma una ulteriore visibilità internazionale a tutto il nostro territorio.
E’ un importante viatico per quello che riguarda la cultura, l’economia del territorio ed il turismo ed io penso che riuscire ad ottenere ed intraprendere questo percorso porti tanti benefici alla collettività e al territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Ringrazio il Consigliere Rapa, primo firmatario di questa mozione, che ha come obiettivo, come è stato detto, di far si che la Giunta regionale diventi soggetto promotore al fine di inserire il Carnevale di Fano nella lista Unesco, che riguarda e rappresenta il patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Il Carnevale di Fano è, come è stato detto, il più antico d'Italia, rappresenta una storia, una tradizione lunga a livello nazionale, è uno dei punti di riferimento a livello nazionale non solo nella storia dei Carnevali d'Italia, ma uno degli eventi principali dal punto di vista sia culturale che turistico.
A Fano è maturata negli anni anche la tradizione della cartapesta, oggi si lavora prevalentemente la vetroresina, ma la cartapesta ha rappresentato un percorso, una storia di lavorazione, fatta dai maestri carristi che hanno fatto delle vere e proprie opere d'arte, che peraltro sono state riportate all’attualità da una collana di volumi, che negli anni aveva ripreso i maestri carristi, uno ad uno, e ha fatto per ognuno di loro una pubblicazione. Questa collana, che è stata portata anche al Salone del libro di Torino, rappresenta un modo per creare l'identità del carnevale, legata ai maestri carristi che negli anni hanno fatto delle vere e proprie opere d’arte.
Alle spalle del carnevale c'è un lavoro, perché non è soltanto una manifestazione trasgressiva, se volete, del periodo gennaio-febbraio, come quando c’era il divertimento prima della Quaresima e un po’ più di libertà, ma è una grande occasione dal punto di vista storico, culturale e turistico e negli anni il carnevale è cresciuto tanto ed ha portato nella città, nelle tre sfilate che si svolgono prima della Quaresima, decine di migliaia di visitatori che solitamente vengono da fuori, che quindi sono un'opportunità per i pubblici esercizi, per i negozi, non solo per la festa e per l’evento carnevalesco. Peraltro, in questi anni, negli ultimi, il carnevale ha sempre un tema su cui ci si sofferma, diventa, quindi, anche momento di riflessione culturale rispetto a quanto si vuole mettere in campo per l'evento, anno dopo anno.
Credo che sia un’opportunità quella di dare al Carnevale di Fano questo riconoscimento per poter arricchire il patrimonio della nostra regione, un'opportunità, sia culturale che turistica, in un periodo di bassa stagione in cui i negozi, i pubblici esercizi e tutte le attività hanno esigenza di lavorare. Un importante volano di sviluppo, soprattutto grazie all’attività ed al lavoro dell'intera comunità e per l'indotto che è in grado di genere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Plaudo all’iniziativa fatta dal Consigliere Rapa che ha posto all'attenzione di questo consesso e della Giunta un tema che ormai va affrontato, la candidatura del Carnevale di Fano a patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Un bel messaggio se questa mozione, se siamo tutti convinti, verrà approvata all'unanimità, lo diamo non soltanto per la città di Fano, questo ci tengo a precisarlo, ma per tutto il sistema culturale, sia materiale che immateriale Unesco della nostra regione. Un percorso che come Consiglio regionale e come Giunta regionale stiamo attuando per portare avanti tutte le varie situazioni che sono già partite, ricordo le altre richieste, come la richiesta al patrimonio culturale Unesco dedicata all’ambiente e al paesaggio, soprattutto nell'area dei Sibillini e altro.
Sulla proposta di avviare l’iter di candidatura del Carnevale di Fano, quale patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, è chiaro che la Regione Marche non può che esprimere pieno apprezzamento, in coerenza con le politiche attuate in questi anni per la tutela e la valorizzazione dell'immenso patrimonio dei beni culturali, storici, ambientali del territorio marchigiano, comprese le manifestazioni storico-culturali e folcloristiche che per unicità ed attrattività costituiscono un deciso attrattore turistico nazionale e internazionale.
Il Carnevale di Fano con la sua storia e la sua tradizione vanta il primato di essere il più antico e popolare d’Italia ed uno dei più antichi del mondo, risale al 1347 il primo documento storico noto, nel quale sono descritti i festeggiamenti nella città della tradizione carnevalesca, a tutt’oggi uno dei più famosi e rinomati.
I documenti storici presenti, la realtà viva di questa manifestazione, che rappresenta una delle eccellenze della cultura polare della regione, i personaggi della cultura legata al Carnevale di Fano, a partire da Federico Seneca fino a Dario Fo, l’indiscutibile valenza turistica della stessa, ogni anno porta in questa regione migliaia di turisti, italiani e stranieri, per assistere alle manifestazioni carnevalesche. Il valore strategico dell’evento anche per gli aspetti economici legati all’indotto generato, i soggetti che lavorano intorno al progetto culturale del Carnevale durante tutto l’anno, sono elementi che possono essere motivo di stimolo per avviare un progetto e per arrivare all'avvio della candidatura del Carnevale di Fano all'Unesco.
Il Carnevale di Fano rappresenta, per quanto sopra, espressione dell'identità culturale collettiva quale sua testimonianza immateriale, si ritiene che possa avere tutte le caratteristiche e le condizioni per essere inserito nella lista Unesco rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità, al pari di quanto deliberato dal Comitato intergovernativo nella seduta in Corea del Sud il 7 dicembre 2017 per il carnevale di Basilea.
Come Assessorato e come Assessore al turismo della Regione Marche mi dichiaro disponibile a sostenere il Comune di Fano, che formalmente dovrebbe avviare la procedura prevista dal protocollo Unesco, come partner istituzionale necessario allo sviluppo del progetto culturale, alla base della proposizione della candidatura e del relativo iter procedurale previsto, anche con appositi finanziamenti economici.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Rapa e tutti gli altri sottoscrittori della mozione alla quale con piacere ho aderito perché la candidatura del Carnevale di Fano come patrimonio immateriale dell'Unesco è uno dei tanti obiettivi e progetti che proseguono nel lavoro e nel percorso di rilancio del turismo della Regione Marche, specialmente dopo l'emergenza, non solo sanitaria ma anche economica e sociale del Covid.
Questo è un forte segnale per rilanciare il turismo nella Regione Marche, partendo da uno degli eventi al quale ogni marchigiano ha avuto modo di aderire o di vedere. Mi auguro che ci sia una votazione favorevole a questa mozione, anche da parte delle opposizioni, perché si tratta di rilanciare la regione Marche ed il turismo marchigiano. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 712. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 471
ad iniziativa del Consigliere Zaffiri
“Interventi nelle aree portuali di competenza regionale”

Mozione n. 695
ad iniziativa del Consigliere Urbinati
“Soluzioni definitive per il dragaggio del Porto di San Benedetto del Tronto”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 471 del Consigliere Zaffiri e la mozione n. 695 del Consigliere Urbinati, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Questa è una mozione presentata nel febbraio del 2019, però meglio tardi che mai, in un momento particolare per il porto di Porto San Giorgio, quando l'ingresso era ostacolato dalla sabbia, che le mareggiate avevano depositato e c’erano delle difficoltà nell’uscire. Penso che questo atto sia sempre valido anche perché i nostri porti, di queste dimensioni, hanno tutti delle problematiche, quindi, vale per gli altri, anche se ho preso a riferimento il porto di Porto San Giorgio.
Assessore, abbiamo questo problema nei porti non di interesse regionale e credo che dovremmo mettere mano seriamente al loro dragaggio.
È vero che sui dragaggi ci sono dei problemi relativi al materiale rimosso, se non si trovano soluzioni diverse rispetto alla normativa attuale ed i costi sono onerosi perchè la sabbia, come tutti sanno, deve essere ripresa, riciclata e pulita.
Credo che questo sia l'aspetto più importante. Mi sembra di aver letto che ci sono delle nuove tecniche che dovrebbero entrare in funzione e che permetterebbero di fare con più facilità il dragaggio dei porti. A prescindere da questa cosa, ritengo che la questione tecnica sia un problema reale, che la Regione Marche deve affrontare per trovare una soluzione, anche perché, come ho detto, non c'è solo Porto San Giorgio, ma tanti altri porti in cui occorre intervenire perché da tantissimo tempo non si fanno più i lavori e gli operatori, i nostri pescatori che svolgono attività di pesca, hanno difficoltà ad uscire in mare con facilità e rischiano di rimanere bloccati all'interno del porto.
La mozione ha questo senso: impegnare la Giunta a crederci per poter intervenire e rimuovere questo ostacolo che il più delle volte limita l’ingresso nel porto, perché diminuiscono il fondale e l’acqua ed aumenta la sabbia ed è chiaro che le imbarcazioni non riescono ad andare al largo.
Non so se è il Servizio che deve valutare con molta attenzione e lavorare per trovare soluzioni diverse, anche tecnologicamente all'avanguardia, ma ci sono imprese che fanno questo lavoro, a queste bisogna dedicare attenzione affinché si possano trovare soluzioni tecniche ad un costo minore, interventi più rapidi ed anche più veloci. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Grazie Presidente. Torniamo nuovamente sulla questione, purtroppo ormai annosa, dell’insabbiamento dell’imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto. Il problema non riguarda solamente l’imboccatura, ma l’interno del bacino.
Qualche giorno fa è stato annunciato da parte del Comandante della Capitaneria di Porto un nuovo spostamento delle sabbie, che avverrà all'interno del bacino portuale, che non saranno portate fuori. Per quanto mi riguarda, ma questo conta poco perché è una mia opinione personale, questi interventi, oltre che essere dei palliativi, non mi convincono conoscendo le dinamiche del bacino portuale, soprattutto le dinamiche di insabbiamento della nuova darsena turistica.
Torniamo su questo argomento, l’avevamo già toccato un paio di mesi fa, avevo fatto un'interrogazione e mi era stato risposto che nell’Accordo di programma del 2008, poi riscritto nel 2016, non c'era spazio per le sabbie del porto di San Benedetto del Tronto in quanto non è un porto regionale, ma non è così. 70 mila metri quadrati della darsena turistica di San Benedetto del Tronto sono in capo alla Regione Marche che ogni anno finanzia, e ho qui alcune determine, il bacino portuale di San Benedetto, la parte regionale. Opere che possono essere fatte anche, oltre che per le varie manutenzioni e gestione rifiuti, per le operazioni preliminari o le operazioni di dragaggio dei porti.
Soprattutto ci fu, e quanto detto mi ha lasciato un po' stupito, il famoso passaggio alla vasca di colmata di San Benedetto del Tronto delle sabbie del porto di Senigallia, che nel 2009 era totalmente bloccato. Ripeto, San Benedetto del Tronto era l'unico porto che aveva un piano regolatore approvato che prevedeva un terzo braccio aggiuntivo che terminava con una diga foranea per evitare l'insabbiamento dell'ingresso a nord del porto.
Quella fu un'operazione di grande solidarietà che la città si accollò, che la marineria si accollò, non senza polemiche, ce ne furono, ma vennero date ampie rassicurazioni che poi quei metri cubi, come minimo, sarebbero stati recuperati dalla vasca di colmata di Ancona, allora in progettazione, che dipendeva dal Genio Civile opere marittime, c'era di mezzo la vecchia Autorità Portuale e non c'era ancona l'Autorità di sistema portuale.
Purtroppo nel 2016 in quell’accordo non fu inserito San Benedetto del Tronto, che credo per la parte regionale potesse essere compreso, ma prevede anche l'Autorità portuale di Ancona, quindi un porto statale c’è.
Vorrei portare in Aula due documenti molto importanti dell’epoca, la Regione fu avvisata e doveva avere, secondo me, nel momento della riapertura di quell'atto, le indicazioni che arrivavano dalla Capitaneria di porto di San Benedetto del Tronto per conto del Ministero delle infrastrutture. C'è una relazione della Conferenza dei servizi, che è una missiva alla Regione Marche, dell'allora Comandante della Capitaneria, che chiedeva spazio nella vasca di colmata di Ancona, che allora era in realizzazione.
Noi non eravamo ancora arrivati, parlo prima che avvenisse l’accordo, il Comune di Senigallia, forse legittimamente, recentemente ho avuto modo di parlarne con l'allora Sindaco, oggi nostro candidato alla Presidenza della Regione Marche, che ricorda benissimo questa vicenda, uscì dall’accordo, che prevedeva il versamento di una quota parte da ogni comune, Civitanova Marche, Numana, Fano e via dicendo, non versando alcun contributo, ma non è questo, il problema è che oggi il porto di San Benedetto del Tronto, come gli altri che ha indicato poco fa il Consigliere Zaffiri, ha dei problemi urgenti, ha bisogno di un dragaggio indifferibile ed io chiedo la disponibilità ad aprire un tavolo, incontrarsi e vedere quello che si può fare con l'Autorità Portuale, perché, a mio avviso, c'è spazio, uno spazio che ci spetta di diritto nell'attuale vasca di colmata di Ancona, poi per i futuri dragaggi si vedrà.
Abbiamo dato solidarietà ed oggi la mia marineria, e posso dirlo con cognizione di causa, chiede questo intervento, già finanziato per 1,7 milioni di euro. Sappiamo che quello delle sabbie è il problema prioritario, non c'è più tempo da attendere, è venuto fuori e mi dispiace perché quello delle infrastrutture è un settore che io considero positivamente e ritengo che la Regione Marche stia sul pezzo e sia soprattutto all'avanguardia, un settore che sta sui problemi, mi dispiace che siano sfuggiti questi documenti molto importanti che avrebbero fatto chiarezza già nel 2016, ma se mi fosse stato chiesto, allora, a memoria, avrei ricordato tutti questi passaggi che vi ho appena detto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Alcuni elementi di giudizio. In primis, Consigliere, il tavolo esiste, forse lei non lo sa ma esiste, esiste un tavolo dove c'è la Regione, esiste un tavolo dove c’è l'Arpam, esiste un tavolo dove c’è l'Autorità portuale e la Capitaneria di San Benedetto del Tronto. Ci siamo riuniti molte volte dal punto di vista tecnico e amministrativo, quindi c’è un tavolo che attenziona, che ha anche incontrato la marineria in più occasioni ed i lavori che si stanno facendo a San Benedetto del Tronto sono stati condivisi.
Al tavolo hanno partecipato i nostri esperti del Servizio ambiente che si interessano di caratterizzazioni, di valutazione di impatto ambientale e di tutte le problematiche che attengono alle questioni ambientali e nel caso del porto di San Benedetto, non so se questa è cosa nota, si sta facendo una sperimentazione sulle caratterizzazioni per modificare il decreto nazionale. Questo studio si sta facendo insieme ad Ispra, magari è una cosa che si può non sapere, però è così.
In riferimento all'affermazione che la Capitaneria di San Benedetto del Tronto avrebbe chiesto successivamente e con fermezza di avere un posto nella vasca di colmata, probabilmente il Consigliere si riferisce ad un piccolo paragrafo che viene riportato nel verbale della Conferenza dei servizi, nel quale effettivamente questo accenno c'è, ma da questo accenno alla volontà del Comune di San Benedetto a partecipare ad un accordo, che tra l'altro è oneroso, ce ne passa.
Detto questo, do delle indicazioni al Consigliere Zaffiri, che chiedeva di affrontare con tempestività il problema del porto di Porto San Giorgio e la questione delle sabbie, lo rassicuro, le sabbie sono tutte di tipo A, lei avrà piena contezza della differenza tra le sabbie A, B, C, sono le più pulite, per intenderci, come prassi non vengono lavate ed hanno ubicazioni particolari a seconda della caratterizzazione, nel caso di specie sono sabbie A, quindi possono essere usate, come saranno usate, il progetto lo prevede, per il ripascimento.
La Giunta regionale ha già assunto apposite iniziative per permettere l'immediata transitabilità, in sicurezza, del canale di ingresso del porto di Porto San Giorgio. Infatti l’8 marzo 2019 si è concluso l'intervento di spostamento dei sedimenti in ambito portuale che ha permesso lo spostamento di 2.000 mc di tale sedimento, determinando un rialzo medio del fondale in quell'area di circa 40 cm. L'area di escavo del canale di accesso ha uno sviluppo di circa 100 m di lunghezza e 13 m di larghezza; la profondità media ottenuta nel tratto interessato è di circa -2,50 m Livello Medio Marino (LMM).
L'intervento è stato finanziato da questa Amministrazione con decreto n. 53 del 25 marzo 2019 per un importo di 19.600 euro.
Inoltre, come dettagliato di seguito, per il Comune di Porto San Giorgio è stato destinato un contributo a valere sui fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) di 250.000 euro, oltre ai 196.000 euro regionali, al fine di risolvere in maniera più "strutturale" l'insabbiamento dell'imboccatura. Con tali risorse il Comune, avvalendosi per la progettazione e Direzione Lavori del Provveditorato alle OO.PP. delle Marche, ha predisposto un progetto, già sottoposto a verifica di assoggettabilità a VIA, consistente nel ripascimento di un tratto della spiaggia sommersa del comune di Fermo, in corrispondenza dei transetti n. 652, 653 e 654 individuati dal Piano di Gestione delle Zone Costiere della Regione Marche (DACR n. 104/2019).
Il ripascimento verrà effettuato con i sedimenti provenienti dall'escavo parziale dell'imboccatura del porto di Porto San Giorgio, per un quantitativo totale di circa 38.000 mc; tali sedimenti sono stati già preventivamente caratterizzati e classificati ai sensi del DM 173/2016 per verificarne la compatibilità, con l'opzione di gestione, per il ripascimento.
La caratterizzazione e classificazione effettuate hanno permesso di rilevare la presenza di materiale di classe A, compatibile con il ripascimento, come dicevo prima le sabbie sono le più pulite perché la lettera A indica il materiale più pulito.
La consegna dei lavori è avvenuta in data 19 maggio 2020; successivamente i lavori sono stati sospesi dalla Regione con autorizzazione in data 31 maggio 2020 su richiesta del Comune. L'intervento dovrà riprendere alla conclusione della stagione balneare come da decreto della PF valutazioni e autorizzazioni ambientali n. 80/2020.
La volumetria dragata nella prima fase dei lavori, sulla base dei rapporti giornalieri prodotti dalla ditta, risulta pari a 11.900 mc.
La Regione si è attivata con rapidità mettendo a disposizione del Comune di Porto San Giorgio, come dicevo prima, risorse pari a 196.000 euro di fondi regionali di cui 19.600 già erogati e 250.000 euro di fondi FSC al fine di permettere un ottimale intervento di dragaggio dell'aerea portuale.
Per quanto riguarda il secondo quesito la Giunta regionale proprio nel rispetto della normativa vigente - legge regionale 17 maggio 1999 n. 10 articolo 60 - provvede a svolgere funzioni amministrative concernenti la programmazione e la pianificazione degli interventi di costruzione, la bonifica e la manutenzione dei porti di rilievo regionale ed interregionale, nonché delle opere a servizio delle attività portuali. A tal proposito provvede annualmente ad effettuare trasferimenti di risorse regionali ai comuni per la manutenzione, riparazione e illuminazione dei porti, escavazione dei porti di 2^categoria dalla seconda alla quarta classe.
Per il triennio 2019/2021, a favore dei porti marchigiani, sono state stanziate risorse pari a 2.000.000 euro per spese di investimento liquidabili a partire dal 2019 i cui criteri di riparto, individuati da questa Amministrazione, sono stati approvati dalla Giunta regionale con propria delibera n. 733 del 5 giugno 2018.
Nello svolgimento del proprio ruolo, inoltre, la Regione Marche ha sottoscritto apposite convenzioni con il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti ed i Comuni di Fano, Senigallia, Numana, Civitanova Marche, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, con le quali vengono dettate le regole per il finanziamento della messa in sicurezza dei porti regionali, per un importo complessivo di 4.000.000 euro a valere sugli FSC Infrastrutture 2014/2020.
In definiva l'importo assegnato al Comune di Porto San Giorgio per i lavori di dragaggio, che sono stati sospesi su richiesta per consentire le attività di balneazione estiva da giugno fino a settembre, e manutenzione straordinaria è pari a 446.000 euro.
Per quanto riguarda San Benedetto del Tronto, premesso che:
• in base all'accordo di programma rimodulato nel 2016 nella vasca di colmata sono già stati conferiti i fanghi dragati del porto di Fano e i fanghi dragati del porto di Numana;
• è imminente il conferimento degli ulteriori fanghi stoccati a terra dei porti di Fano e Numana in quanto l'Autorità di Sistema ha già redatto il progetto;
• l'Autorità di Sistema ha incaricato un'impresa specializzata per l'esecuzione del rilievo batimetrico dell'imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto, da cui è emerso che non vi è un sostanziale aggravamento della situazione del fondale rispetto da quando è stato effettuato lo spostamento sommerso in ambito portuale nell'ottobre/novembre 2019; tuttavia, in accordo con la Capitaneria di porto locale, è stato deciso di eseguire uno spostamento in ambito portuale nel mese di agosto 2020, per garantire la navigabilità in sicurezza dei natanti, approfondendo i fondali fino a -4 mt LMM(Livello Medio Marino);
• l'Autorità di Sistema avvierà, dopo l'estate, una campagna di caratterizzazione ambientale propedeutica alla redazione del progetto di escavo del porto di San Benedetto del Tronto;
• la decisione di posticipare ad ottobre/novembre 2020 la caratterizzazione ambientale dell'area portuale nasce dal fatto che l'Autorità di Sistema, in considerazione delle criticità riscontrate nell'applicazione del nuovo Regolamento DM 173/2016, ha sottoscritto una Convenzione tra Arpam, Ispra e I'Università politecnica delle Marche, a cui ho fatto riferimento prima, al fine della corretta applicazione del DM stesso, di cui si stanno attendono gli esiti.
L'Accordo di Programma, sottoscritto nell'anno 2008, e la successiva rimodulazione del 2016 erano destinati solo ed esclusivamente ai porti di competenza regionale sui quali la Regione Marche ha, in virtù della legge regionale 10/99, proprie funzioni pianificatorie, mentre il porto di San Benedetto non è un piano di interesse regionale se non per la parte del porto turistico, che infatti rientra nell’altra convenzione.
I quantitativi dei materiali da conferire in vasca di colmata sono stati determinati in relazione alle esigenze e in percentuale alle risorse finanziarie messe a disposizione dai Comuni. Prima mi riferivo al fatto che il Comune avrebbe dovuto chiedere di partecipare a questo accordo, che comporta delle risorse finanziarie importanti che gli altri comuni hanno messo, quindi il Comune, con il suo rappresentante, non so se l’Assessore competente o il Sindaco, avrebbe dovuto chiedere di essere inserito, considerando che ci sono anche delle risorse finanziarie.
Rimodulare l'accordo di programma comporterebbe ridurre le capacità di stoccaggio a discapito dei porti di Ancona e/o di Civitanova Marche, che hanno già versato le rispettive quote economiche di compartecipazione, ma non hanno predisposto il progetto di conferimento.
La Regione Marche, una volta acquisite le risultanze analitiche della caratterizzazione dei materiali da dragare, si farà promotrice di un incontro con l'Autorità di Sistema oggi competente per i porti di Ancona e San Benedetto del Tronto e con la Capitaneria di San Benedetto per valutare le possibili soluzioni del problema.
Questi incontri ci sono frequentemente, sono stati ampiamente condivisi anche con la Capitaneria, soprattutto con quella di San Benedetto del Tronto che è quella che ha maggiori contatti con le Capitanerie e da quello che ci diceva il Comandante tutte sono rese edotte della procedura che si sta effettuando anche perché essere i primi a sperimentare una lettura diversa delle caratterizzazioni determinate dalla modifica del 173, ci fa essere sotto gli occhi di tutte le altre Autorità portuali di Sistema d’Italia, quindi il lavoro che si sta facendo a San Benedetto è per noi un vanto, che ci permetterà di interpretare in maniera diversa alcune limitazioni del 173 che non sono coerenti con il reale stato delle sabbie dei nostri porti, segnatamente per il porto di San Benedetto del Tronto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Io ho un emendamento.

PRESIDENTE. Le lascio la parola prima del voto. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Vorrei solo dire due parole sul discorso del dragaggio, che impegna sempre delle risorse molto consistenti. Parliamo di interventi di centinaia di migliaia di euro per porto, che poi si ripetono negli anni perché questo fenomeno, ovviamente, si ripresenta periodicamente e ogni volta bisogna tornare ad intervenire per liberare il porto dalle sabbie.
Vorrei dire due cose, la prima, la Commissione ambiente ha lavorato molto anche su questa tematica, sono state evidenze ed inserite nel nuovo piano della costa anche delle tecniche innovative di dragaggio per la pulitura sul sito delle sabbie eventualmente inquinate. Non mi sembra che sia stato dato seguito a queste nuove tecniche ed è un peccato, perché, ripeto, sono delle innovazioni tecnologiche molto importanti che risolverebbero una serie di problematiche ambientali di notevole interesse.
La seconda cosa che voglio dire è che ogni anno, ripeto, per ogni porto, vengono impiegati centinaia di migliaia di euro per i dragaggi. Nel 2016 suggerii all'Assessore Casini di utilizzare questi soldi per acquistare delle draghe da dare ai Comuni, in modo tale da renderli autonomi, indipendenti. Mi fu detto che era impossibile, però ogni anno tornano queste spese ingenti. Sarebbe auspicabile riuscire a trovare un accordo, una soluzione, la forma amministrativa la potrebbero vedere gli uffici, per ridurre considerevolmente i costi, fermo restando che la caratterizzazione delle sabbie va sempre fatta, è un costo ineludibile, importante, ma non è il principale, un costo rilevante è sicuramente quello del dragaggio, quindi, sinceramente, non capisco perché non si proceda in questa direzione e si continuano a fare questi interventi molto costosi, necessari. N
Non voglio essere frainteso però i mancati investimenti, chiamiamoli così, e la mancata adozione di nuove tecniche innovative, secondo me, ci penalizzano molto a livello regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente.

(interrompe il Consigliere Bisonni)

Anna CASINI. Faccio parte della Giunta e lei ha detto che l’altra volta le avevo risposto …

PRESIDENTE. Il rappresentante della Giunta può intervenire, quando lo richiede.

Anna CASINI. Sono l’Assessore competente, quando lo sarà lei, interverrà lei., ma se vuole non le rispondo.
Vorrei soltanto dare alcune indicazioni. Il piano di gestione della costa non interessa i porti, quindi mi meraviglio che lei possa fare affermazioni così gravi nel dire che avete deciso dove mettere le sabbie, anche il lavaggio delle sabbie. Il piano di gestione della costa è un atto di programmazione della costa, quindi dubito che ci sia - o ignorantemente mi sfugge - un capitolo, un paragrafo, un articolo, un comma, che stabilisca come si lavano le sabbie, anche perché è una procedura che viene effettuata così.
Dare in mano ai Comuni delle draghe per poter dragare i porti è un'azione che non si può fare perché ci sono delle norme, non si può fare in alcuni porti, perché ci sono porti di competenza comunale, regionale, come quello di Porto San Giorgio, e porti di competenza dell'Autorità Portuale, che fino a 2017 erano di competenza statale. Ognuno ha le proprie competenze, non puoi dare una draga ad un comune per farlo dragare per suo conto perché la costa è condizionata dalle correnti e da quello che si frappone alle correnti e al mare, se si tocca in maniera puntuale un qualunque elemento di un porto o della costa inevitabilmente si condizionano insabbiamento ed erosione a valle o a monte, a nord o a sud, per intenderci, a seconda delle correnti. Quindi, dare in mano il dragaggio ai Comuni significa, uno, abbandonarli, due, non so se lei lo sa, il problema del dragaggio dei porti è un tema nazionale, come quello della caratterizzazione delle sabbie degli scavi perché l'interpretazione del d.m. 173 è un problema nazionale. Faccio parte della Commissione nazionale delle autorità portuali, quindi le posso dire che ho un minimo di esperienza, anche ascoltando gli altri Presidenti delle Autorità Portuali, io non lo sono, ma partecipo come rappresentante della Conferenza delle Regioni, nominata dalla Conferenza delle Regioni, il tema del dragaggio dei porti è un tema nazionale, come lo sono le caratterizzazioni delle sabbie e degli escavi e l’interpretazione del d.m. 173. Quindi dire che possiamo risolverlo dando una draga ad ogni comune non mi sembra una soluzione percorribile, poi magari potrebbe anche esserlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Urbinati.

Fabio URBINATI. Io cerco certezze, Presidente, qui gli argomenti sono stati ben dibattuti e soprattutto c'è una documentazione. Mi dispiace, ma credo che quanto esposto dall'Assessore manchi di qualche pezzo perché non c'è solamente il verbale della Conferenza dei servizi dell'epoca, di quando ci fu lo spostamento delle sabbie dal porto di Senigallia alla vasca di colmata appena costruita di San Benedetto del Tronto. Forse l'Assessore si riferisce ad un verbale che io ho fornito alla Regione, ma poi sarà stato ritrovato tra gli archivi della Regione Marche, che è del maggio 2009, quindi parliamo di più di 11 anni fa, e l'allora Vice Comandante della Capitaneria di San Benedetto, fino a poco tempo fa Comandante del Porto di Ortona, nella Conferenza dei servizi ha chiesto spazio per le future operazioni di escavo del porto, ma non ci si è fermati lì, e mi dispiace che agli uffici sia sfuggito anche questo, c'è anche una lettera a nome del Ministero delle infrastrutture, da parte dell'allora Comandante della Capitaneria di San Benedetto, che in maniera chiara …, questo è un documento che avevo sin dalla notte dei tempi, perché all'epoca, quando accaddero queste vicende, ero Assessore a San Benedetto del Tronto. La lettera, dopo aver fatto tutta la relazione su quello che stava accadendo, dopo aver indicato i 35.000 metri cubi che da Senigallia sarebbero stati portati a San Benedetto del Tronto, dice: “Pertanto, considerato che l'attuale intervento dovrebbe saturare tale capacità - si riferisce a 35.000 metri cubi - con la presente si chiede l'assunzione del formale impegno da parte delle amministrazioni coinvolte, ed in particolare della Regione Marche, affinché venga assicurato che, in caso di prossime prevedibili esigenze di escavo del porto di San Benedetto del Tronto e laddove dovesse rendersi necessario il deposito smaltimento delle sabbie non adatte al ripascimento, venga adottata ogni percorribile soluzione al fine di garantire la possibilità di smaltire un quantitativo equivalente”.
Non voglio fare polemica a fine legislatura, queste informazioni le ho fornite io alla Regione, non so se le aveva in archivio. Assessore, spesso abbiamo litigato su questa cosa, ma credo che se nel 2016, quando ha riaperto l'accordo, avesse avuto queste missive, la situazione sarebbe stata diversa perché sarebbe stata al corrente che c'era un porto che aveva bisogno. Vede, se noi avevamo spazio nella vasca di colmata di Ancona, che stando ai documenti ci spetta, ancora oggi ci spetta, il porto sarebbe stato dragato, tutt'al più entro la fine del 2017 e avremmo aggiunto anche quella operazione di escavo che è stata fatta nel 2018, se non vado errato, che è stata l'ultima operazione che ha messo più o meno in sicurezza l’imboccatura del porto. Oggi il porto si regge, sta peggiorando sensibilmente, ma si regge grazie a quell'intervento, questa però è una mia convinzione, potrei sbagliare e spero di essere smentito, e non dipende dagli spostamenti delle sabbie che stiamo facendo.
Chiedo che la soluzione venga trovata al più presto perché i soldi ci sono, ci sono 1,7 milioni di euro presso l’Autorità Portuale, quindi è un’operazione che si può fare con grande velocità. Assessore, i tavoli ci sono, ma abbiamo bisogno dell'intervento. Sabato mattina ho incontrato la marineria, quasi tutta, e non mi ha detto le stesse cose che ha detto lei, la marineria è molto agitata perché si sa che in autunno la situazione peggiora. Fortunatamente l'anno passato le mareggiate ci sono state, ma non hanno compromesso l’imboccatura, una mareggiata classica con vento da nord-ovest nel medio Adriatico potrebbe comportare grandissimi problemi, perché ormai è provato che si crea un vortice all'interno dell'area portuale, che addirittura porta le sabbie dell’imboccatura verso fuori e poi, leggermente, con la risacca le riporta dentro.
Questo è quello che ci tengo a dire, mi dispiace che agli uffici siano sfuggite queste comunicazioni, non del Comune, a quell’epoca c’ero io e poteva poco su questo argomento, sappiamo che non ha nessuna competenza sul porto, soprattutto sulla parte statale, mentre nella darsena regionale si poteva intervenire e polemizzai anche con l'ex Sindaco, che era il mio Sindaco, perché devo ammettere ahimè - ne facevo parte anch’io - che l'amministrazione non si è tutelata come doveva. Se togliamo la conferenza dei servizi, ci ha tutelato di più la Capitaneria, che chi non era presente in quella sede, questo mi dispiace dirlo, ma, vedete, quando si amministra ci si assume delle responsabilità e se si sbaglia si sbaglia. Si sbaglia nella vita, si sbaglia anche quando si amministra, io ho sempre ammesso i miei errori perché è giusto che se qualcuno sbaglia ne risponda ufficialmente, soprattutto quando ritiene di doversi presentare in futuro.
Spero, Assessore, che nel giro di qualche settimana possa avere qualche risposta in più, anche perché l'Autorità Portuale si è impegnata direttamente. Assessore, io voglio dare una mano su questa cosa, non voglio creare problemi, vediamoci al più presto per trovare una soluzione alternativa alla vasca di colmata di Ancona, dobbiamo trovarla almeno per mettere in sicurezza l’imboccatura perché l'Autorità Portuale insieme alla Regione ha fatto una grandissima opera, ha dato uno spazio alla portualità, alla cantieristica, dove stiamo facendo manutenzione, addirittura, a yacht molto importanti che arrivano dagli Emirati Arabi, che arrivano da compagnie russe, che arrivano da compagnie internazionali di noleggio. La cantieristica ha un indotto pazzesco, che è quasi uguale a quello dell'edilizia ed è importante per questo.
Nella scorsa legislatura abbiamo fatto, come amministrazione, un’opera meritoria, il nuovo scalo di alaggio, che è in grado di alare imbarcazioni fino a 3.000 tonnellate, ma rischiamo di non avere l’imboccatura e non poter arrivare allo scalo di alaggio perché il porto è insabbiato.
Credo che con la buona volontà, entro le elezioni, entro settembre, potremmo riuscire a dare una risposta certa alle marinerie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Rispetto alla mozione del Consigliere Zaffiri, è vero che, come lui stesso ha detto, è datata, di oltre un anno fa, però mi pare che su questo tema, che è assolutamente delicato, che coinvolge ciclicamente e cronicamente i porti della regione Marche, l'amministrazione regionale non è mai stata con le mani in mano, nel senso che nei porti di competenza regionale si è sempre attivata per risolvere le problematiche, attraverso fondi europei e propri.
Mi pare una mozione, diciamo, sui massimi sistemi, che però incide poco, è un tema generale sul quale ci si è già mossi ed attivati e non in un'unica occasione. Ripeto, ciclicamente purtroppo negli imbocchi dei porti, soprattutto quelli che non sono strutturalmente protetti dalle correnti marine, si verifica un’eccessiva presenza di sabbia che rende inagibile e difficoltoso l'ingresso, soprattutto per gli scafi di grossa stazza.
Su questo, ripeto, posso dire che l'amministrazione regionale si è mossa, salvo in quei porti, l’ha detto adesso il Consigliere Urbinati, di competenza non regionale, nel senso che i grandi porti delle Marche, Ancona, San Benedetto del Tronto, usufruiscono il vantaggio, passatemi il termine, di essere porti nazionali e ricevono risorse ingenti dall'Autorità Portuale, dal Ministero, che hanno permesso loro, nel corso degli anni e dei decenni, di avere investimenti strutturali importanti, che i porti più piccoli, di competenza regionale, non possono avere. E’ chiaro che non si può chiedere alla Regione Marche di suddividere quelle poche risorse che ha a disposizione per i piccoli porti anche per i grandi.
Ben venga la sollecitazione che ha fatto adesso il Consigliere Urbinati di attivare i tavoli, di attivare l'Autorità Portuale, anche se dalla risposta dell'Assessore Casini mi pare di poter dire che i tavoli si sono attivati, se c'è necessita di integrarli, di sollecitarli, di spingerli, facciamo tutto quello che possiamo, che è in nostro potere, ma dire, come leggo nel deliberato della mozione, di ripartire le risorse, ripeto, che sono destinate a quei porti, diciamo, di impatto regionale, mi sembra francamente eccessivo.
Troviamo una soluzione che mi pare già ci sia, nell'impegno che l'Assessore Casini si è presa, che sta già nelle cose dei mesi e degli anni scorsi, cioè sollecitare tutte le autorità che devono, in qualche modo, intervenire.
La mozione così come è impostata, soprattutto nel deliberato, mi sembra difficilmente votabile, perlomeno da parte mia, da parte nostra, per i motivi che ho detto. Se si trova una formula più soft di impegnare la Giunta a sollecitare un intervento statale dell'Autorità Portuale, che è competente in maniera preponderante sul porto di San Benedetto, ben venga.
Adesso, indipendentemente dal porto, che sia San Benedetto del Tronto o un altro, il problema è che l'Autorità Portuale, il Governo, ha risorse superiori a quelle della Regione Marche, quindi, non andiamo a sfibrare le poche risorse che ha per porti sui quali non ha una competenza diretta, perché è vero che c'è una parte del porto di San Benedetto del Tronto che è di competenza regionale, però è di minore impatto rispetto alla competenza statale. E’ un porto di dimensioni importanti e proprio per questo caratterizzato da una competenza nazionale.
L'invito, anche se mi rendo conto che è fatto all’ultimo momento, è quello di rivedere la mozione con un impegno che credo possa essere più generico nella struttura, per dare maggiore possibilità di intervento alla Giunta regionale, che non sia solo quello di rivedere le risorse sulle quali, lo ripeto per l'ennesima volta, mi pare ci sia poco da discutere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Chiedo di conoscere l'articolo del Regolamento interno che prevede che un Consigliere possa parlare due volte durante la discussione di una mozione. Come mi scrive adesso la dirigente, non esiste articolo di regolamento, ma una prassi.

PRESIDENTE. Articolo 63: i presentatori delle mozioni possono intervenire due volte.

Sandro BISONNI. Ma chi ha presentato la mozione?

PRESIDENTE. Il Consigliere Zaffiri e il Consigliere Urbinati.

Sandro BISONNI. Allora perché l’Assessore Casini ha parlato due volte?

PRESIDENTE. Perché è l’Assessore competente, non so più come dirlo, adesso concluda per cortesia.

Sandro BISONNI. Se c’è un articolo che permette ad un Assessore di parlare due volte vorrei sapere qual è. Se non c’è l’Assessore ha lo stesso diritto di parola dei Consiglieri.
Detto questo, mi dispiace che l’Assessore Casini sia uscita, non è che non volevo che parlasse, ma le volevo evitare una figuraccia perché è ignorante, nel senso che ignora, il fatto che nelle norme attuative del piano di difesa della costa è stato inserito un capitolo apposta sulle tecniche innovative di lavaggio delle sabbie e il fatto che l’Assessore lo ignori è grave e dimostra anche una certa incompetenza in materia perché se non si conoscono le cose poi non si possono nemmeno applicare.
Mi dispiace molto di questa cosa, mi sarei aspettato che dopo 5 anni ci fosse una attenzione diversa da parte degli Assessorati competenti su determinate tematiche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Credo che su questa materia si siano buttati via dei soldi, del tempo. Poteva essere evitato il sistema di dragaggio con le benne bivalve, che è antiquato e potrebbe essere paragonato a togliere i denti con le tenaglie, è la stessa identica cosa.
Nel piano della costa è stata inserita una mia mozione, che quindi ha valore di norma, nel quale si parla di nuove tecnologie innovative ecosostenibili, che costano di meno e l’intervento dura molto di più rispetto a quello con le benne bivalve. Parliamo ancora dei dragaggi vecchia maniera, quando ci potrebbero essere nuovi sistemi che risolverebbero migliaia di problemi.
Ho presentato un emendamento - parliamo di febbraio - perché per risolvere il problema, capite bene, occorre una modifica di 4 righe con la quale aggiungere l’articolo 2 bis al codice dell'ambiente, dopo il comma 2 dell'articolo 109. Qual è il problema per rendere esecutivo questo sistema di ecodragaggio? Purtroppo non si possono lavorare le sabbie sopra un pontone, mentre è possibile con le benne bivalve caricarle, portarle dentro la cassa di colmata, o buttarle oltre le 3 miglia, ma non si possono lavorare sopra un pontone per bonificarle perché sarebbe bonifica di rifiuti. Che cosa ho fatto? Dall'approvazione del piano della costa mi sono mosso, facendo queste 4 righe, sono proprio 4, con il Ministero dell'ambiente per inserire questo emendamento in qualche omnibus o in qualche legge che riguardasse il tema ambientale. Cosa dice questo articolo? “Le eventuali operazioni di separazione meccanica e/o idrodinamica, senza l'impiego di additivi chimici, successiva all'escavo dei materiali di cui al comma 1 lettera a) e prodromiche all'immersione in mare o in ambito ad esso contigui, quali spiagge, lagune, stagni, salmastri e terrapieni, non costituiscono attività di trattamento rifiuti”.
E’ un anno che sto cercando di far passare questo emendamento, sono andato due volte al Ministero dell'ambiente, una cosa incredibile, questo risolverebbe tutti i problemi.
Ho presentato un emendamento alla mozione che cambia tutto il dispositivo oltre a generalizzare, quindi non interessa solo il porto di Porto San Giorgio, ma ogni altra infrastruttura portuale delle Marche. Quello che dice il Consigliere Zaffiri è rivolto a tutto il sistema delle Marche, perché è un problema universale, regionale, ormai strutturale, che nessuno riesce a risolvere, nonostante tutti i milioni di euro buttati ogni anno, letteralmente buttati. Ho inserito nel secondo punto di valutare l’utilizzo delle tecnologie disponibili, però, ripeto, mi sono bloccato su questo sistema, su questo comma, e forse da solo non ce la faccio. Il PD potrebbe darmi una mano ad inserire questo piccolo emendamento, piccolissimo, io non ci sono ancora riuscito, l’ho dato alla Commissione, l’ho dato ai nostri parlamentari, l’ho dato a un senatore, l’ho inviato direttamente, non ci sono riuscito, quindi chiedo a tutti i Consiglieri del PD, se possono, di darmi una mano ad inserire queste poche righe nel codice dell'ambiente, nella legge 152/2006, così si potrebbe partire con la sperimentazione degli ecodragaggi, che sono una cosa straordinaria della quale non vi rendete conto.
Nel piano della costa è stata inserita la mia mozione, una delle poche che hanno valenza normativa perché inserita in un piano, si parla anche di banca delle sabbie, infatti con questo sistema potremmo lavorare le sabbie e accumularle secondo la granulometria a disposizione per i ripascimenti, sarebbe una cosa straordinaria ed innovativa che ha fatto in Toscana e stanno facendo a Ravenna, noi nel centro Italia saremo i primi. Manca questo benedetto emendamento perché, purtroppo, le norme dicono che se si trattano questi materiali sopra al pontone è lavorazione di rifiuti. Questo è quanto volevo dire e quanto scritto nell'emendamento alla mozione del Consigliere Zaffiri vuole sensibilizzare sul fatto che dobbiamo prendere un altro percorso. Stiamo discutendo di auto ibride elettriche e ancora parliamo di benne bivalve? Ma per favore. Grazie.

Emendamento 471/1 a firma dei Consiglieri Giorgini e Zaffiri. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Da marinaio ho ascoltato con molto interesse la discussione su questa mozione, mi meraviglio che nessuno abbia messo in questo atto le dighe foranee le quali sono una barriera all'insabbiamento dei porti. Ad Ancona la diga foranea non solo ha ridotto notevolmente l'insabbiamento del porto, sia quello commerciale che turistico, ma nell’attracco il traghetto si mette dietro la diga foranea, riducendo notevolmente venti e correnti, e può attraccare in porto con il carico di camion, Tir, auto e persone.
Un'altra raccomandazione, voteremo a favore di questa mozione, abbiamo votato anche a favore della mozione del Consigliere Giorgini, anche se devo dire che se va al porto turistico di Ancona c’è una benna bivalve che sta dragando il fondo. Sono d’accordo con lei, questa nuova mentalità, queste nuove tecnologie non sono entrate e siamo sempre un po’ indietro rispetto al progresso.
Un'altra cosa, poi finisco perché è una dichiarazione di voto, devo dire che in molte progettazione dei porti delle Marche non sono state considerate le correnti per cui le imboccature del porto sono un accesso privilegiato alle correnti e alle maree, è un difetto di progettazione del porto, per cui l’insabbiamento dei porti è inevitabile.
Mi auguro che tutto questo, visto che le Marche sono una regione a vocazione marinara - San Benedetto del Tronto, non so se lo è ancora, è il primo porto peschereccio dell'Adriatico - vada fatto, vada tenuto in considerazione e i provvedimenti non vanno fatti quando i buoi sono già scappati dalla stalla, anche se con il mare i buoi non c'entrano niente. Grazie.

Mozione n. 471, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 695. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. La mozione n. 654 è stata ritirata dal proponente, la n. 663 è stata rinviata. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Chiedo che la mozione n. 670 possa essere posticipata.

Mozione n. 671
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, Carloni
“Test sierologici nelle strutture pubbliche”

Interrogazione n. 998
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni Carloni
“Sperimentazione dell’impiego del plasma iperimmune nella cura dei pazienti positivi al Covid 19”

Interrogazione n. 1006
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, Carloni
“Stop alla sperimentazione del plasma nelle Marche”

Interrogazione n. 1009
ad iniziativa della Consigliera Leonardi
“Chiarimenti in merito alla sospensione, nella regione Marche, alla sperimentazione della terapia al plasma per i malati di Covid”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 671, l’interrogazione n. 998, l’interrogazione n. 1006 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, Carloni, l’interrogazione n. 1009 della Consigliera Leonardi, abbinate.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. La mozione n. 671 impegna la Giunta regionale a fare i test per vedere se tra i nostri cittadini, oltre a quelli già contagiati, che si sono dovuti purtroppo recare presso l'ospedale, ci sono altre persone che hanno contratto il virus e magari non sono state individuate.
Sappiamo che nelle Marche già a fine dicembre girava un “strana” influenza, quindi il test servirebbe per capire come sta la nostra comunità. E’ chiaro che fare il test, che è privato e molti hanno usufruito della possibilità di farlo, serve anche per capire quante persone potrebbero essere state contagiate.
Credo che sia un passaggio estremamente importante, di conoscenza, scientificamente indispensabile, di questo ne siamo convinti, ecco perché chiediamo un impegno da parte dell'Assessorato per fare dei test, per sapere se qualcosa di diverso rispetto a quello che sappiamo è accaduto anche nella nostra comunità.
E’ una cosa molto semplice, nello stesso tempo la mozione impegna economicamente la Regione, però credo che, in considerazione dei flussi finanziari statali per il Covid, sia estremamente importante verificare la realtà.
Questa è una mozione che non ha nessun colore, serve per conoscere se questo maledetto virus ha girato anche prima di quanto si pensa. E’ un passaggio estremamente importante che andrebbe recepito dall'Aula per conoscere, sapere e verificare se c'è questa opportunità scientifica per un ulteriore approfondimento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Rispondo a nome e per conto del Presidente Ceriscioli alle interrogazioni n. 998 e n. 1006 dei Consiglieri Zaffiri, Malaigia, Zura Puntaroni, Carloni e n. 1009 della Consigliera Leonardi, abbinate.
Facendo seguito a quanto relazionato dal Direttore generale Azienda ospedali riuniti con nota prot. n. 39452 del 19 maggio 2020, in riscontro all'atto in oggetto che interroga il Presidente della Giunta, "per quale ragione a distanza di un mese dalla comunicazione dell'adesione al protocollo sperimentale, nella Regione Marche, non risulta ancora attiva la sperimentazione per la cura dei pazienti in fase critica con polmonite da SARS-Cov2 attraverso l'impiego del plasma iperimmune", si precisa quanto segue.
Al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini, preliminarmente all'attivazione di una qualsiasi sperimentazione clinica è necessario presentare al Comitato etico regionale, restando in attesa del relativo parere, una scheda completa del protocollo in esame che contenga inoltre specifiche attestazioni in merito ai consensi informati, all'analisi dei costi correlati allo studio, all'eventuale coinvolgimento del personale di assistenza, oltre che all'assunzione di responsabilità da parte dello Sperimentatore responsabile dello studio e del Direttore della struttura. E' stato inoltre necessario effettuare, sempre al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e dei donatori, verifiche preliminari per la fattibilità "tecnica" della attuazione e della sperimentazione da parte dei centri trasfusionali.
Poi si chiedeva " Quali motivazioni sono alla base della decisione del Comitato Etico della Regione Marche di sospendere l'attuazione, per quali ragioni il Comitato etico regionale ha bloccato la sperimentazione e se il Presidente ed Assessore alla sanità ritenga opportuno accelerare l’iter”.
Si precisa che il protocollo è stato approvato dal Comitato etico regionale in data 12 maggio 2020, quindi le interrogazioni risultano per la verità datate, e la sperimentazione poi è partita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. La discussione di questa interrogazione, per quanto mi riguarda, arriva dopo che la questione è già stata chiarita. Avevo richiesto, e c'è stato un passaggio immediato anche all’interno della Commissione sanità, di audire quali erano le esigenze legate a questo stop, che arrivava in un periodo in cui la pericolosità e l'incidenza del virus erano ancora alti ed aveva creato un comprensibile allarme sociale, visto che le Marche all'inizio erano fra le regioni che avevano aderito a questo protocollo sperimentale, salvo poi leggere che c'era stato un primo stop da parte del Comitato etico. Stop, c'è stato spiegato anche durante l'audizione in Commissione, dettato dalla richiesta di ulteriori approfondimenti e allargamenti, rispetto alle previsioni del Protocollo. Ad esempio, era stata citata la questione delle donne incinta, ricordiamo, credo tutti, come una mamma colpita dal Covid sia stata salvata extra protocollo proprio dall'uso di questa terapia.
La risposta, giustamente, arriva quando di fatto l'interrogazione, per quanto mi riguarda, è superata dai fatti ed ero già soddisfatta dell’interlocuzione che c’era stata in IV Commissione, evidentemente i successivi passaggi hanno quasi immediatamente sbloccato quella situazione, chiarendo quali erano state le motivazioni dello stop.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Credo che su questa cosa l’impegno politico purtroppo è venuto a mancare, c’è stato un gran protagonismo ed impegno dei tecnici e dei dirigenti, questo l’ho già detto e ne do atto, se non c’erano i nostri dirigenti credo che le cose sarebbero state drammatiche.
Penso che la politica non sia stata sempre presente, è arrivata in ritardo e in alcune circostanze senza l'opposizione che ha più volte sollevato questi problemi, probabilmente le cose sarebbero andate molto peggio. L’opposizione ha cercato di pungolare la parte politica, l'Assessorato …
L’Assessore oltre a questo ruolo ricopre anche quello di Presidente della Regione e queste due cose insieme, ormai ce ne sono accorti tutti, non hanno funzionato. C'è una situazione che non va bene ed in qualche circostanza è addirittura drammatica.
Credo che la valutazione politica sulla risposta a questa interrogazione sia negativa, perciò rimaniamo nel nostro giudizio sfavorevole su quanto è accaduto. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 671. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 710
ad iniziativa dei Consiglieri Pergolesi, Maggi
“Istituzione piattaforma regionale di Mappatura delle emissioni degli impianti insalubri presenti nella regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 710 dei Consiglieri Pergolesi, Maggi.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Innanzitutto voglio ringraziare una persona con la quale ho avuto modo di confrontarmi, che ha portato avanti, assieme al Comune di Ancona e all'Assessore Sciapichetti, un bellissimo progetto nel porto di Ancona di monitoraggio delle emissioni, l’ho apprezzato moltissimo, sono andata alla sua presentazione e mi auguro che venga ampliato a tutta la regione Marche.
Da qui che nasce la mia mozione, anzi, la nostra mozione, con il Consigliere Maggi, per l'istituzione di una piattaforma regionale di mappatura delle emissione degli impianti insalubri presenti nella regione Marche perché questo a seguito di alcune accessi agli atti che ho fatto, presso gli uffici competenti, alla domanda se fosse presente una mappa delle emissioni, anche dichiarate dagli stessi proponenti di questi impianti, mi è stato risposto che, purtroppo, non esisteva nulla del genere, anzi si auguravano che fosse istituita, quindi, come sono solita mi sono subito attivata.
Con questa mozione vogliamo ribadire quanto previsto dallo Statuto della Regione Marche, all'articolo 5, commi 1 e 2 che recita: “la Regione si impegna a rendere effettivo il diritto costituzionale alla salute, ad assumere iniziative volte a garantire, in particolare, la tutela della maternità, dell'infanzia, degli anziani e delle persone disabili, predispone piani, adotta interventi per la prevenzione e l'eliminazione delle cause di inquinamento e per garantire la salubrità dell'ambiente, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la sicurezza alimentare e in generale la qualità della vita. Inoltre, la Regione promuove la salvaguardia, la valorizzazione e la fruizione dell'ambiente, del paesaggio e della natura, quale sistema su cui convergono azioni umane e processi naturali, assumendoli quali beni strategici per le generazioni future, salvaguardia, altresì, il patrimonio faunistico regionale e promuove la cultura del rispetto degli animali, affermando il principio di una loro corretta convivenza con gli esseri umani”.
Alcune tipologie di insediamento industriale e attività, a causa delle emissioni prodotte e della pericolosità delle sostanze detenute, possono determinare danni alla salute pubblica, necessitano di particolari strumenti preventivi che possono essere in parte espressi con la classificazione di attività insalubre. Ci sono anche disposizioni nel testo unico delle leggi sanitarie che prevede che il Ministero della sanità …, in particolare lo stato di salute della popolazione, specie a seguito della recente emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, debba rimanere di prioritaria importanza nelle scelte politiche e nell'attività della Regione Marche.
Per questo, con questa mozione, impegniamo la Giunta ad attivarsi con ogni mezzo e in ogni sede opportuna, anche attraverso collaborazioni con altri enti e organismi, come avvenuto per il progetto presentato nel Comune di Ancona, per predisporre la realizzazione e il puntuale aggiornamento di una piattaforma regionale di mappatura dell'emissione di impianti insalubri presenti nella nostra regione, un modello interattivo pubblico che consenta ai cittadini ed agli enti locali di localizzare facilmente il numero, la tipologia e i dati delle emissioni reali o se non disponibili quelle dichiarate durante la fase di autorizzazione degli impianti attivi sul territorio marchigiano.
Mi auguro che su questa mozione e questo intento si trovi la più ampia convergenza Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Ringrazio la Consigliera Pergolesi, mi pare una cosa molto utile, tra l’altro anch’io apprezzo il lavoro di quel medico che da moltissimi anni nella nostra regione si sta battendo su questo tema. E’ stato a lungo, adesso è in pensione, un allergologo di fama nazionale, quindi il suo lavoro può essere un riferimento, è stato anche consulente del Presidente su questo progetto, quindi, credo che quando abbiamo delle competenze che si mettono a disposizione vadano sfruttate.
La questione è sicuramente importante, quindi voterò a favore di questa mozione.
Credo che il tema del monitoraggio della condizione di salute e della prevenzione sia sempre sottovalutato, soprattutto quello della prevenzione è un tema sminuito nella sanità. Come spesso ci diciamo, vedo anche il Consigliere Volpini, troppo a lungo ci si concentra sulle acuzie e poco sull’assistenza territoriale e in particolare sulla prevenzione.
Non vorrei sbagliare, ma credo che siamo un Paese che spende molto poco per la prevenzione rispetto ad altri, invece come diceva un vecchio adagio “prevenire è meglio che curare”, speriamo di ricordarcene sempre di più, soprattutto in una fase così drammatica per il Paese. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Approfitto anche per dichiarare il mio voto favorevole a questa mozione e anch’io mi unisco ai ringraziamenti.
Questo è un tema spesso e volentieri sottovalutato e purtroppo mi sono fatto la convinzione che le persone tendono a sottovalutare quello che in genere non si vede, quindi un’emissione in atmosfera che va in aria, se i fumi non sono scuri, ma trasparenti, viene poco considerata e non viene avvertita come un problema.
Ricordo una battaglia che feci a suo tempo per far chiudere l’inceneritore del Cosmari di Tolentino, le persone si preoccupavano giustamente e molto di più, ad esempio, dei cattivi odori che non erano generati dall’inceneritore, ma dall’impianto di compostaggio, che, però, al di là del fastidio non creava particolari problematiche né ambientali né verso la salute, se non il disagio che ovviamente c’era e c’era tutto, mentre non riuscivano a percepire il pericolo che veniva dal camino, che quasi sempre emetteva dei fumi trasparenti e spesso e volentieri anche sostanze pericolose, registrate dall’Arpam con tanto di verbali.
E’ questo il punto, quello che non si vede si tende a sottovalutarlo, quindi questa mozione mi sembra di grande utilità perché penso che possa essere uno strumento utile ed efficace per avere una serie di dati, per monitorare il sistema, capire, fotografare la situazione e su quei dati iniziare a ragionare per cercare di capire come migliorare la situazione, come prevenire determinati comportamenti e come eventualmente valutare il dislocamento, ad esempio, di alcune industrie che spesso e volentieri si trovano nei centri urbani delle nostre città.
Uno strumento di grande utilità per il quale ringrazio i Consiglieri che l’hanno proposto ed io annuncio sin da ora il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Anch’io sono d’accordo su questa piattaforma anche perché la valutazione e la quantificazione delle emissioni in atmosfera nella regione Marche c’è da tanto tempo.
L’ultimo aggiornamento è stato fatto nel giugno del 2019 dalla Politecnica delle Marche, Dipartimento ingegneria industriale e scienze matematiche, c’è un elenco completo di tutte le emissioni che ci sono, di qualsiasi tipo, pregio o difetto che sia.
Ho sottomano tutti gli elenchi, vanno dal micro settore 1 al micro settore 11, ci sono anche le mappe di intensità di emissione per i Comuni, quindi, c’è uno studio completo fatto nel 2016, aggiornato nel 2019, che però non ha una sua collocazione in quanto è solo un documento nel quale sono stati inseriti questi dati di rilevamento che sono presi in parte dall’Arpam, in parte dalle centraline e in parte dal Noe. Uno studio importantissimo che rimane solo in un documento, non c’è un portale ad hoc per poter quantificare e vedere subito una determinata situazione in un luogo o in una zona. Quindi, il mio voto sarà favorevole alla mozione della Consigliera Pergolesi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Non a caso questa mozione viene dai Consiglieri di un territorio martoriato dal punto di vista della salubrità e chiede la mappatura delle zone insalubri. Sembra quasi un argomento scontato, ma non è così perché spesso e volentieri la politica e gli interessi industriali hanno cercato di nascondere i risultati che venivano fuori dalle poche indagini e dalle poche mappature che ci sono state. Voglio citare un caso eclatante, l’indagine epidemiologica che è stata fatta nel periodo 1994/2003 dall’Istituto nazionale tumori di Milano, pensate, pagata 150.000 euro dalla Regione, i cui dati non sono stati pubblicati se non quando i Comitati cittadini, in una assemblea partecipatissima in un cinema di Falconara Marittima, hanno portato esperti e uno dei ricercatori dell’Istituto di Milano ha illustrato i dati. In sintesi dimostravano che si parlava non tanto di tumori, quanto di leucemie e linfomi, coloro che lavoravano fuori erano meno interessati a queste malattie rispetto a chi rimaneva a casa, dato che respiravano meno i miasmi nocivi che insistevano su quella città, che dal punto di vista della salute non si fa mancare niente, perché tutte le sfighe del mondo ce l’ha Falconara.
Ribadire ancora che c’è necessità di salvaguardare la salute non è ozioso, non è retorico. Interessi privati e interessi della politica, asserviti ad interessi privati, hanno spesso cercato di nascondere questa realtà che attenta alla salute dei cittadini.
Ecco perché invito, a seguito di quello che ha detto la Consigliera Pergolesi, a prendere in considerazione questa mozione e a votarla convintamente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Intervengo rapidamente per dichiarare il voto favorevole del gruppo, soprattutto per l’importanza dell’argomento trattato.
Vedete, i determinanti della salute sono diversi, non molti, sono i geni imprescindibili del nostro patrimonio genetico, gli stili di vita, le condizioni socio-economiche e in minima parte, noi ne parliamo spesso in quest’Aula, i sistemi sanitari e le organizzazioni sanitarie, invece una parte determinante ce l’ha l’ambiente e la qualità dell’aria, quindi, diciamo che questa mozione intercetta un’esigenza reale che condiziona lo stato di salute dei singoli e delle comunità.
Ringrazio anch’io la Consigliera Pergolesi per averla presentata, per darci questa opportunità, il mio grazie è doppio perché ormai da anni sono iscritto ad una associazione chiamata “Medici per l’ambiente” che hanno come mission, come finalità, quella di essere attenti ai temi dell’inquinamento ambientale, dell’inquinamento dell’aria e qualche volta anche dell’inquinamento sanitario.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Intervengo anch’io per precisare che sono d’accordo e voterò convintamente la mozione, ma vorrei anche rimarcare che a seguito della stipula dell'accordo di collaborazione tra la Regione Marche, l'Università Politecnica della Marche e l'Università degli Studi di Urbino (delibera di Giunta regionale 1406/2017), la Regione si è dotata di un inventario regionale delle fonti emissive, in cui sono state georeferenziate le principali sorgenti puntuali, oltre che le principali sorgenti lineari come le strade e le principali sorgenti areali quali aree urbane e industriali.
E' stata inoltre messa a punto una catena modellistica che permette di valutare la diffusione degli inquinanti atmosferici in relazione alle condizioni meteorologiche.
Per gli obiettivi prefissati dall'accordo, l'inventario e la modellistica sono realizzati ad una scala regionale con un dettaglio a scala comunale.
Questo lavoro ha visto il coinvolgimento anche dell’Arpam ed è, attualmente, nella sua fase conclusiva.
Ciò detto, l'Amministrazione regionale sta valutando la possibilità di addivenire ad una nuova collaborazione con le Università marchigiane che, a partire dai risultati del lavoro fin qui effettuato, consenta di impostare e implementare una catena modellistica diffusiva con cui valutare, in modo più preciso ed a maggiore risoluzione, le immissioni dovute principalmente alle sorgenti puntuali di natura industriale con particolare attenzione alle sostanze odorigene e sviluppare possibilmente anche un sistema di valutazione di rischio sanitario-ambientale.
Gli obiettivi derivanti da tale attività sono:
- utilizzare le informazioni sulle emissioni degli inquinanti e la loro concentrazione in atmosfera per stimare l'esposizione a tali inquinanti della popolazione e valutarne gli effetti in termini di aumento del rischio sanitario ambientale;
- approfondire lo studio di determinate classi di inquinanti al fine di approfondire le correlazioni tra l'esposizione a sostanze odorigene e gli effetti sanitari sulla popolazione.
Nell'ambito della suddetta collaborazione saranno sicuramente considerati ed inseriti tutti i dati disponibili da parte degli uffici regionali relativi alle autorizzazioni e valutazioni ambientali di competenza dell'ente.
Va ricordato però che le competenze autorizzative e valutative ambientali sono ripartite tra la Regione e le Province. In particolare quest'ultime gestiscono un numero rilevante di processi ed autorizzazioni e sono in possesso di un patrimonio di dati e conoscenze che sarebbe necessario acquisire al fine di poter elaborare un modello complessivo adeguato alla situazione reale.
Parimenti, anche il contributo dell'Arpam sarebbe, altresì, necessario, quale ente di supporto alle pubbliche amministrazioni e deputato alle verifiche ed ai controlli in materia ambientale.
Naturalmente il percorso dovrà estendersi anche all'implementazione dei sistemi informativi territoriali quale strumento a disposizione della cittadinanza per la consultazione dei dati, per esempio sulla Raffineria di Falconara negli ultimi mesi abbiamo messo a disposizione un sistema che tutti i cittadini possono utilizzare, è un app con la quale si possono segnalare sia le emissioni odorigene che altri fenomeni, serve per implementare anche la banca dati e per tenere sotto controllo un impianto che purtroppo abbiamo trovato e per il quale abbiamo fatto più volte degli incontri anche con il Ministero, Nell’ultimo incontro che abbiamo fatto, presenti anche i Comitati, è venuto fuori che tutto quello che la Regione Marche ha fatto per quel tipo di raffineria e per quel tipo di impianto sono attività all’avanguardia che il Ministro ci ha dato atto ed ha riconosciuto.
La mozione e l’impegno proposto dalla mozione rappresentano un obiettivo condivisibile, ma per non nasconderci dietro un dito dico anche che per realizzarla occorre che nei prossimi bilanci ci sia un investimento finanziario conseguente, sennò si fa difficoltà a perseguire quegli obiettivi che sono importantissimi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Pergolesi.

Romina PERGOLESI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome dei Consiglieri Maggi, Pergolesi, Busilacchi. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 710. La pongo in votazione per appello nominale.
Favorevoli: Bisonni, Busilacchi, Casini, Celani, Cesetti, Giacinti, Giancarli, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Micucci, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 701
ad iniziativa del Consigliere Bisonni
“Un albero per ogni marchigiano”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 710 del Consigliere Bisonni, che ha la parola.

Sandro BISONNI. Presidente, se la Consigliera Leonardi è d’accordo chiederei il rinvio alla prossima seduta consiliare.

PRESIDENTE. Va bene, se non ci sono obiezioni rinviamo.

Mozione n. 702
ad iniziativa del Consigliere Rapa
“Intitolazione nuovo ospedale Inrca ad Aurelio Paolinelli”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 702 del Consigliere Rapa, che ha la parola per illustrarla.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Oggi grazie al lavoro di tantissimi operatori della sanità e del sociale, all’opera della Regione Marche e delle altre istituzioni l’Istituto Inrca è una realtà di livello nazionale riconosciuto anche a livello internazionale per la qualità delle prestazioni, per la grande attività di ricerca e innovazione in geriatria.
Questa grande istituzione sanitaria e sociale è nata dalla tenacia e dalla lungimiranza di tanti amministratori locali e nazionali, dalla passione di tanti operatori sociali e sanitari, dal grande lavoro e dalla passione di Aurelio Paolinelli a cui si deve la costituzione e lo sviluppo dell’Inrca, istituto, possiamo dire, unico per la ricerca e la cura dell’anziano nel panorama italiano, che da Ancona ha accresciuto la sua attività. Nelle Marche e in tutta Italia sono ben 9 ospedali e 8 centri di prevenzione geriatrica sparsi per tutta la penisola, da Torino a Cagliari fino a Cosenza.
Proprio la figura di Aurelio Paolinelli appare meritevole di essere ricordata, come esempio, dalle attuali e dalle future generazioni ed è per questo che, visto e considerato che è attualmente in costruzione la nuova e più moderna sede ospedaliera dell’Inrca, con la mozione si chiede che venga intitolata ad Aurelio Paolinelli.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 702. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 670
ad iniziativa dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni
“Ospedale Bartolomeo Eustacchio di San Severino Marche - Riattivazione del Pronto Soccorso”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 670 dei Consiglieri Zaffiri, Zura Puntaroni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Abbiamo presentato questa mozione che riguarda questo territorio e questa struttura dopo una riflessione molto attenta nata in seguito al Coronavirus.
Gli ospedali si sono riempiti di malati affetti dal virus e abbiamo dovuto cercare tutti gli spazi disponibili per dare una risposta. Siamo arrivati ad oltre 180 posti letto per cure intensive e ci siamo accorti che le strutture ospedaliere del nostro territorio sono tutte importanti, quelle che sono a tutt’oggi aperte. Sono tutte importanti perché rispondono alle difficoltà del territorio, perché chiudere o diminuire i servizi in un ospedale, avere delle infrastrutture che sono in difficoltà o non ci sono, è una situazione pesante.
La problematica delle infrastrutture fra l’altro non è stata ancora recepita dalla Regione, dalla maggioranza, sono uno strumento importante da inserire nei piani di ricostruzione del terremoto. Speriamo che questo cambiamento possa avvenire in merito alla progettazione, alla realizzazione e al potenziamento delle infrastrutture nell’entroterra che sono estremamente importanti, che possono e devono collegare queste comunità più velocemente, con più sicurezza. Oltre a questo non possiamo far mancare il servizio di assistenza sul territorio!
Con questa mozione si chiede la riattivazione del Pronto Soccorso di San Severino Marche che risponde ad una logica territoriale molto rilevante, anche dopo il passaggio di Cingoli nel territorio maceratese, perché da Cingoli si arriva direttamente a San Severino Marche dove, guarda caso, c’è un problema infrastrutturale. Il collegamento San Severino Marche-Cingoli è carente e non credo che questo territorio si debba allungare in un’altra valle, per arrivare verso Camerino, ed avere ancora difficoltà infrastrutturali.
Il binomio infrastrutture-servizi ospedalieri sul territorio è una cosa estremamente importante, ecco perché cerchiamo di sensibilizzare la Giunta a rivedere i suoi piani in merito al problema sanitario nel territorio. Ci rendiamo conto che occorre una certa professionalità, una certa struttura per poter rispondere anche alle esigenze del pronto soccorso, però dobbiamo dare una risposta ai territori, altrimenti si rischia di depauperarli ulteriormente a livello di popolazione, che se non trova i servizi, se ha difficoltà, come ho cercato di evidenziare, se non trova risposte, li abbandona.
L’esperienza negativa di questi mesi permette di fare una nuova valutazione, un ragionamento logico di buon senso per verificare se esistono le condizioni per modificare queste strutture. Abbiamo presentato questa mozione per far ragionare la Giunta, in modo particolare l’Assessore alla sanità, per vedere se è possibile che l’ospedale di San Severino Marche diventi patrimonio di tutta la regione Marche e per dare una risposta alla comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Questo documento era stato presentato durante l’epidemia e viene discusso adesso a emergenza teoricamente passata.
L’analisi da fare, al di là del discorso del Pronto Soccorso a San Severino, è più profonda, nel senso che in questi ultimi Consigli si è discusso in maniera molto incisiva del problema di una costa sovraffollata, tutti avete preso atto che bisogna trovare soluzioni per organizzare la costa, che di mese in mese diventa sempre più affollata, e quando un posto diventa invivibile perché troppo affollato, come un formicaio, ecco che occorrono la terza corsia, le infrastrutture, gli investimenti.
Forse sarebbe più saggio immaginare la nostra regione da qui a qualche anno riequilibrata verso l’interno e se vogliamo farlo dobbiamo dare una vivibilità minima a quei territori. Tutti quanti sapete benissimo, perché se ne è discusso qui fino alla noia più assoluta, cosa significa mettere in condizione qualsiasi persona di avere, non dico le stesse aspettative, qualità, opportunità di chi sta lungo la costa, ma di averne almeno un 50%, che già sarebbe tanto. Il 50% di possibilità, di vivibilità, passa innanzitutto attraverso la sanità, ipotizzare un pronto soccorso che funziona nelle aree interne a distanza equilibrata per tutti, con le stesse possibilità, significa investire, ed è un investimento al minimo, rendere operativo l’ospedale Bartolomeo Eustacchio di San Severino Marche con un pronto soccorso è un impegno minimo che questo Consiglio dovrebbe prendere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Mi pare che in questi ultimi Consigli, perché siamo a fine legislatura, c’è un’aria di smobilitazione, stiamo votando quasi tutte le mozioni che vengono presentate, forse anche con poca attenzione, a volte, al merito delle stesse.
Credo che il limite, per lo meno per me, non so se anche per il gruppo, è quello di non prendere in giro gli elettori, i cittadini, perché se arrivassimo a votare delle mozioni che hanno come unico obiettivo quello di prendere in giro i cittadini, credo che dovremmo fermarci e astenerci dal votare.
Questa mi pare che sia una di queste mozioni, almeno dal mio punto di vista. L’abbiamo detto ripetutamente, ognuno deve rendere conto al proprio singolo comune, al proprio singolo territorio, per cui presenta la mozione sull’ospedale, sull’ambulanza, sulla situazione specifica di quel territorio, neanche di un territorio, ma di un singolo comune.
Credo che nella situazione italiana in cui c’è una carenza atavica di medici, soprattutto nell'emergenza, dire: “Dobbiamo riaprire anche altri pronti soccorso”, in questa fase storica, per carità, diciamolo, io direi di riaprirlo a Corridonia, a Recanati, a Matelica, non so se c'era qualche altro ospedale della zona, però stiamo prendendo in giro i cittadini, almeno la mia coscienza mi riporta così, bisogna dirlo.
Non ci sono i medici di pronto soccorso, non ci sono le risorse, ma questo è un altro tema, perché in questa fase, forse tutti allarmati dal Covid, dal Mes, forse le risorse si potrebbero trovare, non c’è il personale, anzi rischiamo, a forza di dire che dobbiamo riaprire tutti gli ospedali di creare l'effetto opposto, quello di avere un'emergenza destrutturata nel nostro territorio e di rendere molto più insicuri i nostri cittadini perché con pochi medici non si riesce a garantire la turnistica neanche negli ospedali più grandi, figuriamoci se riapriamo tutti i pronto soccorso di cui dite. Oltre al fatto che poi dovremmo ragionare perché se porto un paziente in un pronto soccorso devo essere sicuro che in quella struttura può avere tutte le cure necessarie e indispensabili. Quindi, occorre vedere cosa c'è dietro il front office del pronto soccorso e se deve essere solo uno smistamento pacchi, perché la struttura ospedaliera non ha servizi idonei a garantire la sicurezza del paziente che arriva con l'ambulanza, credo che faremo un danno a quella persona.
Nella zona montana mi risulta che ancora è pienamente funzionante l'ospedale di Camerino, che è collegato strettamente all'ospedale di San Severino Marche, penso che non ci sia una carenza in quel territorio, o a meno che non si voglia dire che l'ospedale di San Severino Marche dà risposte migliori in termini di logistica rispetto a quello di Camerino, allora bisogna dirlo e allora presentate tutte le normative, tutte le leggi del caso, perché fare sempre più uno non funziona se non per prendere in giro i cittadini.
Con questa storia della costa che vi sento dire, però, in tutta la costa, tolti gli ospedali di San Benedetto del Tronto, Fermo, Macerata, Ancona, c'è quello di Civitanova che serve questa parte e l'ospedale di Macerata, che è il più grande e serve tutta la provincia, non serve sola la costa. Ci sono poi gli ospedali di Camerino, di San Severino Marche, di Cingoli e di Tolentino, che al momento ha un problema che non è dipeso da noi e c’è un progetto di ricostruzione.
Mi dovete dire se le risorse che vengono spese per la sanità sulla costa, nella provincia di Macerata, che è più o meno un terzo, quasi metà della provincia, sono paragonabili a tutte le risorse che vengono impegnate da Macerata in su, ed è giusto, che quelle risorse vengano impegnate perché c'è un tema di difficoltà territoriale, di infrastrutture, non sto rivendicando ulteriori risorse sulla costa, ma ogni volta non devo sentire una pletora che dice: “Sulla costa, sulla costa, sulla costa”, perché è una stupidaggine questa della costa, ma non lo dico io, lo dicono i dati, poi c’è il nuovo ospedale, se e quando verrà realizzato verrà costruito sopra Macerata, non sotto.
Ripeto, non mi sento preso in giro, nel senso che ho le spalle larghe a sufficienza per ascoltare i vostri discorsi, ma evitiamo di prendere in giro i cittadini che stanno di fuori, continuando a dire queste cose che sono inattuabili, non è che non le vorremmo, magari ci fosse un altro ospedale da rinforzare, magari ci fossero le risorse umane ed economiche per fare 13 ospedali come erano in passato nella provincia di Macerata, facciamone anche 14 se c'è una possibilità, ma non mi pare che stiamo parlando in maniera realistica.
Credo che sia bene attivarsi per risolvere realisticamente i problemi di tutta la cittadinanza, in particolare di quella che giustamente sottolineate voi, che in questi anni è stata molto oppressa anche dal sisma che ha devastato quelle aree, però mi pare che anche da questo punto di vista, ripeto, avendo investito risorse enormi in quei territori, anche da un punto vista sanitario, per cercare di tenere aperto tutto quello che era possibile tenere aperto, la Regione Marche rispetto alle ambulanze medicalizzate ha un numero superiore rispetto a quello previsto dal DM 70; si stanno realizzando una serie di elisuperfici, soprattutto vicino agli ospedali, ne abbiamo inaugurate due pochi giorni fa, a Camerino e a San Severino Marche, guarda caso, che permettono l'utilizzo, quando sarà finalmente disponibile, dell'elicottero, anche in notturna, ma non per portare via i cittadini, per dare una risposta immediata ed urgente alle persone del posto, laddove sarà possibile dare una risposta in termini di salute, perché a me non importa che il medico, se dovessi star male, mi porti per forza all'ospedale di Civitanova, perché è il mio ospedale, e magari ci muoio pure, io mi auguro che il medico mi porti in un ospedale e mi salvi la vita. Questo dovrebbe essere un tema caro a tutti, però noto che è più importante raccattare qualche voto e dire che bisogna riaprire tutto. Riapriamo tutto, io non ho problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Questa mozione riapre, a mio avviso, uno quei nodi cruciali sui quali ci siamo trovati a dibattere lungamente, varie volte, in questi 5 anni. Se è vero che risponde a un'esigenza nata dal territorio e gridata a più riprese, nell'ultima occasione, che è quella legata all'emergenza Covid, anche dall'amministrazione comunale e dagli stessi cittadini, è pure vero che il tema della perdita di una serie di servizi, in particolar modo nell'entroterra, ha causato e sta causando una serie di disagi a quelle popolazioni ed è uno di quei nodi cruciali.
L’ho detto in altre occasioni, lo voglio ripetere oggi, l’emergenza Covid ci deve insegnare qualcosa, tutti adesso parliamo della medicina territoriale, a dare risposte al territorio, essere vicini nella risposta ai cittadini, poi di fatto abbiamo visto che in questi 5 anni si è proceduto in una direzione diversa da quella che oggi tutti auspicano. Non è facile, è complessa, si devono recuperare una serie di chiusure e la mancanza di medici che sono a monte di una programmazione sbagliata, dal numero chiuso delle università, ad altre situazioni che, evidentemente, nessuno con la bacchetta magica può recuperare.
Queste cose ce le dobbiamo dire. Questa mozione sulla riapertura del pronto soccorso dell'ospedale di San Severino Marche nasce da un bisogno che in tante, tantissime situazioni, è stato portato avanti. Non mi sembra che siamo riusciti in maniera compiuta a dare una risposta a questi bisogni, né che si sia intervenuti a livello nazionale rispetto ad una normativa che di tutta evidenza non è calibrata in maniera eguale su territori nazionali diversi. Uno schema vuole gli ospedali unici provinciali, o come li volete chiamare, sulla base di una popolazione che non può essere uguale per Milano, che ha una densità abitativa, e per le Marche, che ha 1,5 milioni di abitanti ed ha una densità abitativa completamente diversa, che ha un entroterra e che a livello infrastrutturale ha delle particolarità, per non dire delle criticità.
Non credo che possa considerarsi sufficiente la risposta data dalle piazzole di atterraggio dell’elisoccorso, anche in notturna, perché è evidente che queste richieste sono state ascoltate per soddisfare una criticità e un bisogno reali, che poi le risorse vadano usate bene, vadano razionalizzate, credo che questo lo vogliano tutti, anche perché risorse da dissipare non ce ne sono.
Porre il problema, come credo che questa mozione faccia, e riaprire un nodo che è rimasto non sciolto, che è quello dell'esigenza territoriale del bisogno di sanità, penso che sia giusto e corretto, tanto più che in questa emergenza sono emersi o emersi nuovamente quei punti critici che per 5 anni sono stati oggetto di lunghe discussioni in Aula, in Commissione, anche fuori, negli incontri con i cittadini e con le sollecitazioni che tutti abbiamo avuto, indipendentemente dal fatto di ricoprire ruoli di maggioranza o di minoranza.
Ritengo che il tema ci sia e vada rivisto alla luce anche del post emergenza, che ha aperto una breccia rispetto ad una esigenza di sanità territoriale, per cui le politiche messe in campo, ad oggi non hanno saputo dare una risposta, anzi sono andate probabilmente nel senso contrario alle richieste di territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Spero di non essere frainteso e quindi faccio una premessa importante, personalmente sono 5 anni che affermo che il mio modello di sanità è più territoriale, salvaguardia del territorio e che dovrebbe tener conto di come è fatto il nostro territorio, che non è l'Emilia-Romagna. Sono un attento ed ostinato difensore dell'entroterra e dei servizi che ad esso devono essere garantiti.
Detto questo, devo evidenziare che questa mozione è del tutto demagogica perché non tiene conto di una serie di fattori, lo dico qui e lo ripeto. Lo ha detto anche il Consigliere Micucci, chi non vorrebbe un pronto soccorso a San Severino Marche, chi non vorrebbe un pronto soccorso a Tolentino, chi non vorrebbe un pronto soccorso a Matelica, a Cingoli? La cosa più importante, che qui non vedo scritta perché non può essere scritta, è che se avessimo in teoria un pronto soccorso senza avere alle spalle i reparti salvavita, che servono al pronto soccorso per fare il proprio mestiere, è chiaro che non si reggerebbe in piedi, senza la rianimazione, la cardiologia, la chirurgia particolare. Se trovassimo le risorse e il personale, allora si che potremmo mettere anche il pronto soccorso, che io desidero e lo sottolineo perché non voglio che il mio discorso sia strumentalizzato, ma se diciamo solo che vogliamo il pronto soccorso, nella consapevolezza che tutto il resto manca, prendiamo in giro i cittadini.
Questa mozione è demagogica, parla alla pancia dei cittadini, che ovviamente desiderano il pronto soccorso, chi non lo vorrebbe, io sono il primo a sottoscriverlo, ma se qui non dite tutto quello che sto dicendo io e affermate di volere solo il pronto soccorso, state ingannando i cittadini, state facendo una mozione che serve solo a fini elettorali, per parlare alla pancia delle persone, per racimolare qualche voto. E’ un discorso duro da fare questo, però è la verità.
Ripeto, sono favorevole affinché la sanità dei prossimi 5 anni, quella che è stata scritta anche nel piano regionale sanitario, abbia un'attenzione particolare verso l'entroterra, sviluppi una sanità territoriale diversa rispetto a quella che c'è stata fino adesso, ma non possiamo fare una mozione dicendo: “Vogliamo il pronto soccorso”, quando poi manca quello che c'è dietro il pronto soccorso, come il personale per l'emergenza sanitaria.
Se questa mozione fosse stata scritta chiedendo anche tutti quei servizi avrebbe avuto un senso, ma scritta così è pura demagogia, sola e pura demagogia. Mi spiace perché io posso capire un cittadino che dice: “Voglio il pronto soccorso”, ma mi dispiace prendere nota di questa posizione della Lega che dopo 5 anni di Consiglio, non sono arrivati a questo tipo di ragionamento e a questo tipo di correttezza nei confronti della popolazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Capisco che quando si parla di sanità nell’entroterra ci sono sempre difficoltà, nella comunicazione, nel comprendere, nell'ascoltare. Io ho motivato questo atto, non solo con questa richiesta, ma chiedendo di dare una risposta al territorio con le infrastrutture.
Ho sentito parlare di infrastrutture e non è un problema della minoranza, è di chi governa questo territorio da 25. Senza demagogia e qualcuno che ha parlato sono 5 anni che fa demagogia e che in continuazione salta.
C’è un problema reale nell'entroterra: le infrastrutture e i servizi mancano. Questo è il problema di fondo, cari compagni e cara maggioranza, rispetto a questa situazione bisogna dare una risposta e avere il coraggio perché la politica è avere il coraggio di fare delle scelte. Non si può dire che i soldi non ci sono, sappiamo cosa serve dietro ad un pronto soccorso, caro Consigliere Bisonni, lo sappiamo, non siamo tonti come lei pensa, ha capito? Questo è il problema di fondo, sappiamo cosa c'è dietro, ci devono essere delle strutture, certo, però non si può andare avanti per altri 10, 15, 20 anni senza dare le risposte all’entroterra, è una difficoltà che va affrontata, questa è la drammaticità della cosa, altro che menare il can per l'aria!
Chiedo con forza al Partito Democratico di votare questa mozione, allora si dà una risposta all'entroterra, con coraggio, non solo con dei pezzi di carta scritti 25 anni fa e rimasti dentro una bacheca in qualche autorevole e importante monastero di questa regione. Questa è la verità, cari compagni, altro che demagogia, ma quale demagogia, bisogna dare una risposta!
Come Lega siamo pronti al confronto e l’ho detto prima quando ho detto che non si ascolta. Si passa l’intervalliva, si scende verso Cingoli, si va a San Severino Marche e se non c’è a San Severino Marche si deve andare a Camerino, passare un’altra intervalliva, altra mezz’ora di tempo per 10 minuti di percorrenza, perché i paesi sono distanti soltanto 8/10 chilometri l’uno dall'altro, ma ci si impiega più di mezz'ora per raggiungerli.
Questi sono i problemi che vanno affrontati e credo che questo sia il senso della mozione, del coraggio, è il senso con cui affrontare i problemi che riguardano l'entroterra.
Non abbiamo nient’altro da aggiungere, dobbiamo soltanto, se il Presidente lo decide, mettere in votazione la mozione, che non è una presa in giro per i cittadini, assolutamente no, è un problema da affrontare, o si affronta con gli ospedali o si affronta con le infrastrutture, non possono mancare le due cose. Della situazione delle infrastrutture ne abbiamo già parlato per questo la mozione ha un senso politico altissimo, di riconoscimento di un territorio che ha bisogno di servizi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Consigliere Zaffiri, se ambite a governare questa Regione, credo che dovreste imparare che gli atti hanno un significato, riconosco anche che quello che lei dice ha un fondamento di verità rispetto ad alcune carenze, in quanto sottolinea problemi veri e reali, che non si risolvono con una mozione che non dice nulla. Confermo e ribadisco che aiuta solo a prendere in giro i cittadini.
A me pare che questa amministrazione - parlo degli ultimi 5 anni, dei quali dobbiamo rendere conto ai cittadini, sugli anni precedenti rendiamo conto in maniera lata, come se io le venissi a chiedere dei 49 milioni della Lega, non è una cosa sua, quindi non posso chiedere a lei o renderla responsabile di una vicenda più ampia - se lei parla di infrastrutture sanitarie, nelle mille difficoltà del terremoto, nelle mille difficoltà economiche, nelle mille difficoltà logistiche, abbia fatto degli investimenti idonei per le carenze dei servizi, poi uno potrebbe dire: “Ce ne vorrebbero di più”, certo che si, ma questo vale per l'entroterra, per la costa, per Macerata, per Ancona. Penso che qualsiasi cittadino marchigiano, di qualsiasi colore politico, alla domanda “Sono sufficienti gli investimenti sanitari?” risponda: “No”, perché ovviamente vorrebbe di più, ma se ragioniamo in termini di numeri ed in rapporto alla popolazione, credo che gli investimenti, in termini di personale e di infrastrutture sanitarie, siano stati idonei.
Se invece parliamo di infrastrutture, diciamo, più ampie, penso che mai come in questi 5 anni gli investimenti e il reperimento di risorse, che ancora non sono tutte ricadute su quel territorio, ma sono state individuate e accantonate, siano stati così mai così alti. Li abbiamo detti più volte: 100 milioni sulla banda larga, che vanno a ricadere quasi esclusivamente sui territori della montagna, la strada Quadrilatero, che dà un servizio enorme non solo a quei territori, ma anche a loro, qualche decina di milioni di euro individuati per l’intervalliva Tolentino-San Severino Marche, poi si discuterà sul tracciato, su quello che impatta di più. Se lei avesse ascoltato il mio intervento lo scorso martedì avrebbe sentito che anche la costa ha un'esigenza di “intervalliva”, nel senso di varianti alla statale 16, che ormai è diventata una stradina di quartiere ed ho detto che questo tema l’ho portato alla fine della legislatura anche perché non volevo intercettare le risorse di un territorio importante come è quello dell'entroterra, che ha una carenza di mezzi economici. Ci voleva poco a dire che sull’intervalliva San Severino Marche-Tolentino la cittadinanza in termini numerici è minore rispetto a quella che intercetta la costa, rispetto al traffico che c'è sulla costa, rispetto alle esigenze, e che quei soldi non erano necessari su quel territorio, ma su un altro. Anche noi abbiamo a cuore quel territorio, ci rendiamo conto che l’intervalliva è una necessità indispensabile, un collegamento migliore di quello che c'è oggi, però, non è che le colpe sono tutte dell'amministrazione e quando ci sono i meriti sono tutti dei Consiglieri dell'opposizione di quel territorio che perorano la causa. Certamente l'impegno dei Consiglieri del territorio è stato molto alto, ma le risorse, fino a prova contraria, le ha trovate la Giunta e l'amministrazione regionale non le hanno trovate i Consiglieri di opposizione, quindi, credo che va dato merito e atto a questa amministrazione, sia a chi ha perorato la causa che a chi non ha posto ostacoli nel lavorare per trovare delle soluzioni, anche infrastrutturali, per quel territorio.
Penso che da questo punto di vista i temi che lei ha posto siano centrali e importanti e lo saranno anche per i prossimi anni, però mi pare che delle risposte siano state date e non occorre una mozione che dice: “Rimettiamo il pronto soccorso” per dare risposta a tutti questi temi, ripeto, importanti, ma che nulla ci azzeccano con questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Noi, come è ovvio, voteremo a favore di questa mozione. Sono abituato a vedere i fatti per come accadono e in riferimento a quanto ho ascoltato, ho preso un appunto: la Quadrilatero mi sembra che sia stata fatta da un Viceministro dell’Economia e delle finanze nato a Macerata. Consigliere Micucci stia calmo, le racconto la storia della Quadrilatero perché lei probabilmente non la conosce bene, il Presidente del Consiglio era Berlusconi, allora non venda la pelle dell'orso ammazzato da altri. La Quadrilatero non è stata realizzata interamente perché il Partito Democratico non ha appoggiato il precedente Presidente della Giunta, questo è successo, siete talmente forti che l’avete dovuta ingoiare perché eravate contro la Quadrilatero e il Presidente pro tempore ve l’ha imposta e voi l'avete un po' tagliata. Questi sono i fatti.
Per quando riguarda i soldi nostri, è un nostro problema perché noi li ridaremo, non si preoccupi, pensi piuttosto al territorio, che è messo in queste condizioni anche se lei dice che sono stati fatti progetti ed opereyg, no, io ho anche detto che non si è saputo gestire la disgrazia del terremoto, magari per completare il progetto Quadrilatero, che se si completasse sarebbe già una grande cosa per i marchigiani.
Credo che questa mozione vada votata proprio per dare quelle risposte in contro tendenza rispetto a quello che è successo purtroppo in questo territorio negli ultimi vent'anni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Per maggiore chiarezza ribadisco per l'ennesima volta che il sottoscritto condivide le preoccupazioni che sono state espresse in merito alla carenza di servizi dell'entroterra, sono favorevole ad un potenziamento di questi servizi, soprattutto quelli sanitari. Ripeto, sono convinto della carenza delle infrastrutture, in generale, che riguardano l'entroterra, e sono un fautore convinto del fatto che bisogna andare a potenziarle. Detto questo, però, penso che una forza che si propone di governare la Regione per i prossimi 5 anni dovrebbe avere, a mio avviso, un po' di serietà in più perché non si risolve il problema del pronto soccorso di San Severino Marche con una mozione, tra parentesi, datata 8 maggio, si impegna la Giunta che in un mese di tempo dovrebbe fare che cosa? Anche la data della mozione svela il fatto che sia pura demagogia, è stata fatta solo per parlare alla pancia delle persone e far credere quello che non è. Se lei pensa che un pronto soccorso si faccia con una mozione, beh, allora … Non credo che, ripeto, una forza che si propone di governare questa Regione possa pensare una roba del genere, questo significa ingannare i cittadini, fare demagogia pura, ma questo non significa, lo sottolineo nuovamente, che i problemi che sono stati sollevati relativi all'entroterra non siano più che condivisibili anche dal sottoscritto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Zura Puntaroni.

Luigi ZURA PUNTARONI. Mi ha incuriosito il Consigliere Micucci, guardi che di elettorale non c'è niente, perché tutto è crollato, non serve andare a raccattare qualche voto perché lì è chiuso, c’è stata un’epoca, 5 anni, in cui la gente si è schifata di tutto, quindi c’è un cambiamento irreversibile in atto, tutto questo ping pong non serve a niente.
Solo una precisazione sui 98 milioni di euro per l’intervalliva Tolentino-San Severino Marche, la Regione ci ha messo 10 milioni di fondi coesione e sviluppo gli altri 88 li ho cercati io in dieci anni, non la maggioranza. Non mi prenda in giro Consigliere Micucci e le dico di più, in questa legislatura sono sempre stato zitto, mi sono estraniato da fare opposizione per ottenere un risultato, poi i suoi amici hanno tradito per compiacere i grilli canterini e si perso tutto, è finito tutto, non serve parlare più di niente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 670. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Mozione n. 711
ad iniziativa della Consigliera Pergolesi
“Contrasto alle infezioni ospedaliere della Regione Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 711 della Consigliera Pergolesi, che ha la parola per illustrarla.

Romina PERGOLESI. Grazie Presidente. Il crescente bisogno di salute espresso dalla popolazione si sposa con la necessità di garantire il diritto alla salute del singolo cittadino, offrendo servizi sanitari sempre più sicuri, appropriati e di alta qualità. La sicurezza delle cure è diventata un obiettivo primario di tutte le organizzazioni sanitarie, oltre che un'esigenza immanente della società civile; tra i diversi rischi associati all'assistenza sanitaria e socio sanitaria c'è quello infettivo, ovvero la possibilità per pazienti e operatori di contrarre un’infezione nel corso di episodi assistenziale, o in ambito lavorativo, che occupa un posto particolare in ragione delle sue dimensioni, della complessità dei determinanti e del trend epidemiologico in aumento.
Si definisce infezione ospedaliera, infine, un'infezione contratta dai pazienti ospedalizzati che non è presente né in incubazione né al momento del ricovero, ma che si manifesta durante o dopo il ricovero ed è da questo determinata.
Le infezioni ospedaliere rappresentano un serio problema di salute pubblica e costituiscono un indicatore della qualità del servizio sanitario offerto ai pazienti ricoverati in strutture nosocomiali, esse, inoltre, hanno un consistente e spesso sottovalutato impatto sulla spesa sanitaria, generando notevoli costi a livello umano ed economico.
In proposito l'OMS ha reso noti alcuni dei dati dai quali è emerso che le infezioni ospedaliere colpiscono ogni anno più di 4 milioni di pazienti nell'Unione europea e comportano 16 milioni di giornate di ospedalizzazione supplementari, con ciò determinando un impatto economico annuale sui costi dei sistemi sanitari di circa 7 miliardi.
La circolare del Ministero della sanità n. 52 del 1985 sul presupposto che l'azione maggiormente efficace per il contrasto di infezioni ospedaliere sia la sorveglianza mirata, intesa come raccolta continua informazione, analisi dei dati, applicazione di misure di controllo e valutazione dell’efficacia delle stesse, ha disposto l'istituzione in ogni presidio ospedaliero o in aggregati di ospedali di piccole dimensioni, di una Commissione tecnica responsabile della lotta contro le infezioni ospedaliere.
E’ importante definire la strategia di lotta contro le infezioni ospedaliere (ad esempio mediante misure di prevenzione, organizzazione di un sistema di sorveglianza, coinvolgimento appropriato dei servizi di laboratorio, informazione al personale ospedaliero sull'andamento delle infezioni). Riguardo alle infezioni in ambiente ospedaliero decisivo è il ruolo degli strumenti e delle politiche preventive, la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza ospedaliera deve quindi essere un obiettivo non solo di chi ha la responsabilità di gestione dell'azienda sanitaria, ma anche del singolo operatore.
Per questo, con questa mozione impegniamo il Presidente e la Giunta regionale a predisporre l'efficientamento di puntuali e dettagliati piani e programmi regionali di prevenzione delle infezioni ospedaliere, attraverso cui perseguire l'obiettivo della progressiva riduzione del tasso di infezioni registrate nelle strutture sanitarie della regione Marche, ad implementare gruppi di approfondimento tecnico su specifiche problematiche, favorendo il confronto tra Asur, Aziende ospedaliere, Inrca, sulle azioni adottate, risultati e criticità verificate, ad istituire, inoltre, e rafforzare i sistemi di sorveglianza attiva delle infezioni nosocomiali, anche attraverso l'utilizzo di specifici indicatori mirati al monitoraggio dei programmi regionali di prevenzione e al controllo del rischio infettivo in ambito assistenziale, infine, ad assumere iniziative affinché le strutture ospedaliere inviino periodicamente alla Regione Marche, una relazione consultiva sugli eventi avversi verificatisi interno dell'ospedale e sulle conseguenti iniziative messe in atto dalla struttura. Questo perché riteniamo che il miglioramento del servizio sanitario passa anche attraverso la verifica e l'aggiustamento di eventuali indicatori di criticità nei servizi erogati dalla Regione Marche e mi auguro che anche l'opposizione, visto che si sono spesi così tanto per l'ospedale di San Severino Marche, votino a favore di questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 711. La pongo in votazione per appello nominale chiesto dal Consigliere Maggi.
Favorevoli: Bisonni, Celani, Cesetti, Giancarli, Giorgini, Maggi, Malaigia, Micucci, Minardi, Pergolesi, Rapa, Sciapichetti, Traversini, Volpini, Zaffiri.
Contrari: Nessuno.
Astenuti: Nessuno.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 716
ad iniziativa della Consigliera Malaigia
“Abbattimento delle barriere della comunicazione e maggiore inclusione sociale dei soggetti non udenti”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 716 della Consigliera Malaigia, che ha la parola per illustrarla.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Questa mozione ha avuto origine, come molte mie azioni, dalla sollecitazione di soggetti non udenti, che in particolare, in questo periodo di lock down, sono stati completamente emarginati da qualsiasi tipo di informazione, da qualsiasi tipo di intrattenimento, da qualsiasi tipo di comunicazione verso l'esterno.
Una cosa a cui non si pensa è che non tutti i non udenti utilizzano la LIS, la lingua dei segni, specialmente chi è diventato non udente dopo un incidente, dopo una malattia e vive questa condizione di disabilità in maniera improvvisa.
Io ho avuto la sollecitazione da parte di una signora non udente che aveva estrema difficoltà ad essere informata sulle direttive riguardanti il Covid, non riusciva a seguire i telegiornali, non riusciva ad avere qualsiasi informazione, i programmi televisivi, che non erano sottotitolati le erano completamente preclusi, per cui era impossibilitata anche a seguire le indicazioni riguardo agli spostamenti e non sapeva a chi rivolgersi. Quante volte diciamo: “Quando ci vediamo, te lo dico a voce”, quante frasi di questo genere diciamo, in un mondo che è sempre meno propenso alla scrittura, che è determinate per alcune disabilità e che dovrebbe venire in supporto.
Nello specifico con la discussione di questa mozione, che non può essere nemmeno messa a conoscenza dei diretti interessati cosa chiediamo? Anche in quest'Aula, nonostante abbiamo il sistema Concilium, che sarebbe in teoria abilitato per mettere i sottotitoli sotto gli interventi dei Consiglieri, quello che viene detto non è portato a conoscenza se non viene trascritto.
Io ho cercato di approfondire, oltre alla legge 104 che sancisce il pieno rispetto dei diritti, delle libertà e delle autonomie delle persone portatrici di handicap, considerato che non tutti i soggetti non udenti conoscono e utilizzano la lingua dei segni, anche il contratto nazionale del servizio pubblicitario, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nel 2018, tra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI, l'articolo 1 sancisce che per le persone con disabilità la RAI è tenuta a sottotitolare almeno l'85% della programmazione delle reti generaliste, tra le 6 e le 24 ore, cosa che puntualmente non avviene, ed ho visto che non si arriva al 30% dei programmi sottotitolati.
Qual è stata nel periodo del Covid l'unica possibilità di comunicazione per chi restava in casa? Chi faceva video in diretta, chi spiegava ricette di cucina, chi cantava sul balcone, per un non udente che non utilizza la lingua dei segni l'unica possibilità per essere a contatto con il mondo era leggere i messaggi, cosa che spesso non accadeva, per cui la televisione per molti non udenti era l'unica finestra sul mondo, quindi con questa mozione chiedo che la Regione, un conto che questa cosa venga richiesta dalle categorie o dai diretti interessati, si faccia portavoce di una richiesta sacrosanta, intervenga in sede di Conferenza Stato-Regioni perché la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi richieda alla RAI di individuare le azioni efficaci per incrementare nel minor tempo possibile l'utilizzo dei sottotitoli, non solo per canali RAI, ma anche per i canali delle tv private e per tutti i sistemi di comunicazione. Questo è quanto spero che l'Assemblea comprenda perché è un'esigenza che va a favore dei diritti di persone con disabilità particolare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio ricordare che questo è un tema molto importante che a me sta anche molto a cuore, quindi condivido in toto quanto la Consigliera Malaigia ha detto e le preoccupazioni che ha espresso.
La non attivazione di taluni servizi esclude dalla comunicazione una fetta di cittadini numerosa e voglio anche ricordare che questa Assemblea ha approvato in questi anni un atto di grande civiltà, il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni. Addirittura non avevamo il riconoscimento di lingua ufficiale, una lingua a cui poter far riferimento per far si che nei territori, attraverso gli ambiti territoriali sociali, si abbia almeno un interprete della lingua dei segni, certo, non basta perché ci vorrebbero anche interpreti del labiale, ma non basta, occorrerebbe anche che la comunicazione passasse attraverso i canali più importanti, attraverso le sottotitolazioni.
Comunque questa Assemblea il problema se lo è posto, cosa che non è accaduta negli anni precedenti e quindi qualche risultato l’abbiamo portato a casa. Proprio in queste settimane ho avuto modo di parlare col Presidente regionale dell'Ente nazionale sordi perché i fondi che abbiamo messo a disposizione con la legge di riconoscimento della LIS vengano utilizzati per fare dei corsi di formazione, sia per gli insegnanti e interpreti che per gli ambiti sociali, per cui qualcosa abbiamo fatto, però quanto dice la Consigliera Malaigia credo che sia estremamente importante e significativo e il problema è venuto fuori e con tutta la sua importanza è deflagrato nel periodo di lock down dove l'unico strumento di collegamento con l'esterno, molto spesso, era il canale comunicativo della televisione e delle radio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 716. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 721
ad iniziativa del Consigliere Micucci
“Riconoscimento professionale della figura degli O.S.S.”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 721 del Consigliere Micucci, che ha la parola per illustrarla.

Francesco MICUCCI. Velocemente, non vorrei rubare il lavoro al Consigliere Zaffiri, ma è una mozione un po' sindacale, nel senso che la normativa sugli OSS, su queste figure socio-sanitarie ormai istituite da diversi anni, come su tutte le nuove figure, è un work in progress per l’adattamento, per definire le mansioni e gli aspetti contrattuali. C’è una norma che è stata approvata dal Parlamento nel 2018, che come sempre ha una fase attuativa particolarmente lenta.
Di fatto queste figure socio-sanitarie ancora ballano, da una parte vengono trattate come figure sociali, dall'altra si cerca di dare loro delle mansioni molto più sanitarie che non sociali, quindi c'è un dibattito in corso.
La mozione chiede semplicemente - siccome si rischia di arenare e di lasciare questa cosa nel limbo, io invece credo che vada data pari dignità a questi lavoratori, che sono circa 300.000 in Italia, una quota consistente - che vengano riconosciute le mansioni, che effettivamente possono svolgere, e pari riconoscimento contrattuale. Penso che sarebbe un'iniezione di nuove mansioni, anche per tutta la parte ospedaliera del sanitario, sia pubblica che privata, che ha caricato la figura degli OSS di una buona parte di responsabilità, senza nulla togliere a tutte le altre figure, in particolare a quelle degli infermieri che hanno un ruolo primario all'interno della scala ospedaliera, ma che hanno necessità del sostegno anche di questa figura.
E’ solo una mozione a sostegno per cercare di riattivare un po’ il dibattito nazionale su questo tema.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. Annunciando il voto favorevole a questa mozione, vorrei far presente che in questo periodo ci sono alcune scuole, alcuni enti accreditati alla formazione degli OSS che, pur avendo completato tutto l'iter della formazione, avendo già formato delle persone, da maggio stanno posticipando e rinviando gli esami per la conclusione e per l'acquisizione della qualifica di OSS.
Capisco che la Regione non ha responsabilità su questo, però può comunque controllare le strutture accreditate e sollecitare perché abbiamo una squadra di operatori pronti che hanno fatto e pagato la loro formazione e che sono in attesa di un esame che ogni 15 giorni viene rinviato con le scuse più assurde.
Sono d'accordo con la mozione, però ci dovrebbe essere un sollecito della Regione perché questo percorso di formazione abbia finalmente un termine e noi possiamo avvalerci di queste figure di estremo sostegno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Voglio dire qualcosa pure io. Credo che le motivazioni alla base di questa mozione siano giuste perché urge definire il profilo degli operatori socio-sanitari il più rapidamente possibile, in modo tale che queste figure possano essere inserite nell'ambito del sistema sanitario, anche se è pur vero che deve essere ridefinito il mansionario per poter arrivare prima possibile al riconoscimento totale, sperando che sia fatto il più velocemente possibile.
Un altro discorso riguarda il fatto che molto spesso coloro che si avvicinano a questa professione devono sostenere degli oneri non indifferenti per partecipare ai corsi di formazione, quando la Regione potrebbe, attraverso la sua formazione professionale, farli utilizzando i fondi del Fse e far risparmiare queste persone. Si tratta di costi molto elevati che vanno dai 2/3 mila ai 4 mila euro, necessari per accedere a questi corsi di formazione professionale.
Mi auguro che per la formazione, non c’è l’Assessore Bravi, anche se siamo alla fine di questo percorso, nella prossima consiliatura ci siano i fondi necessari, e con l’Fse ci sono sempre, per organizzare in modo capillare, in tutti i territori della regione, corsi di formazione professionale di questo tipo, utilizzando fondi nostri. Gli istituti accreditati, che fanno un ottimo lavoro, devo dire, potrebbero occuparsi di altre formazioni e lasciare questa alla Regione, che poi potrebbe avvalersi anche delle strutture sanitarie, dovendo ridefinire i profili, facendo fare esperienza all'interno delle strutture sanitarie, comunque, sono favorevole alla mozione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 721. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,00