Resoconto della seduta n.173 del 30/07/2020
SEDUTA N. 173 DEL 30 LUGLIO 2020

La seduta inizia alle ore 11,05

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 173 del 30 luglio 2020. Do per letto il processo verbale della seduta n. 172 del 28 luglio 2020, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Comunico che, al termine di questa seduta, che rappresenta l'ultima della X legislatura, si procederà all'approvazione del processo verbale della seduta odierna.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora dobbiamo votare l'inserimento di alcuni atti all'ordine del giorno di oggi.
Iscrizione delle proposte di legge nn. 143 e 152, abbinate. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione delle proposte di legge nn. 373, 375 e 378. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di legge n. 377. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di legge n. 380. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di legge n. 383. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di atto amministrativo n. 81. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione della proposta di atto amministrativo n. 82. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Vorrei solo dire di inserire alla fine, ma ormai abbiamo votato, le proposte che sono state iscritte ora, sennò una proposta non iscritta viene trattata prima di una già prevista. Volevo solo evidenziare questo, siccome ci sono delle cose che erano già all’ordine del giorno, non capisco perché quelle inserite stamattina devono essere discusse prima rispetto a quelle che erano già all’ordine del giorno. Solo questo.

PRESIDENTE. E’ un ordine che già avevamo discusso e deciso alla Conferenza dei capigruppo, questa è l'impostazione che ci siamo dati. Visto che la II Commissione è riunita, cominciamo con il secondo punto all'ordine del giorno.

Proposta di legge n. 225
ad iniziativa dei Consiglieri Leonardi, Busilacchi, Volpini, Pergolesi
“Diffusione delle tecniche salvavita di disostruzione pediatrica e rianimazione cardiopolmonare”

Nuova titolazione: “Diffusione delle tecniche salvavita di disostruzione in età pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare nonché delle tecniche di primo soccorso”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 225 dei Consiglieri Leonardi, Busilacchi, Volpini, Pergolesi.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Inizia l'ultima seduta di questa legislatura con una proposta di legge rivolta ai bambini e questo credo che sia un fatto importante, perché una società a misura di bambino è anche una società a misura di adulto.
E’ una proposta di legge che in realtà porta prevalentemente la firma e l'apporto della Consigliera Leonardi che poi farà la relazione di minoranza, è stata in Commissione per diverso tempo, ci abbiamo riflettuto, in parte è stata modificata e resa coerente con l’obiettivo che l’atto si pone, che è quello di diffondere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso, soprattutto delle tecniche di disostruzione delle vie aeree in ambito pediatrico e anche delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
Le ostruzioni delle vie aeree in ambito pediatrico sono un'evenienza non rara, ma relativamente frequente al punto che una apposita Commissione ministeriale le ha considerate un problema di sanità pubblica, soprattutto nei bambini dai 6 ai 24 mesi.
Capite che è un'urgenza medica molto importante perché se non si interviene con delle tecniche apposite, di cui la legge prevede la formazione, comporta seri problemi al bambino, che vanno da disturbi di natura anossica, cioè mancanza d'ossigeno, fino addirittura alla morte, chiaramente la causa principale è rappresentata dall'introduzione di corpi estranei in trachea, il più delle volte cibo, quindi ci vuole anche un’attenzione da questo punto di vista.
Poi ci sono le due tecniche di rianimazione cardiopolmonare, quella base e quella con defibrillatore.
A chi è rivolta la legge? Prevalentemente alle famiglie che hanno dei minori in casa ed è rivolta al mondo della scuola di ogni ordine e grado, soprattutto al personale che lavora all'interno della scuola, sia personale docente che non docente.
Come si realizza l’addestramento dei soggetti che dovrebbero applicare queste tecniche? Attraverso delle convenzioni, con accordi con l’Asur in principal modo, ma anche con il mondo del terzo settore, penso ad esempio alla Croce Rossa, che è da sempre tra i promotori dei corsi di rianimazione cardiopolmonare, ma anche all’associazioni di medici, in particolare all’associazione di medici pediatri, un problema che riguarda la formazione e anche l'informazione della popolazione è sempre in capo alle istituzioni.
Come tutte le leggi anche questa soffre di una mancanza di fondi, che sono relativamente insufficienti, questi 20 mila che sono stati trovati servono per partire con la speranza che quelli che verranno dopo, riusciranno a rimpinguare e a rimpolpare il capitolo perché torno a ripetere che anche questa è una legge di civiltà. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Sono orgogliosa di arrivare in questa ultima giornata del Consiglio regionale delle Marche a discutere di una proposta di legge a cui tengo molto, che riguarda la tutela dei minori, ma in particolar modo la salvaguardia della vita dei nostri bambini.
Nel proporre questa proposta di legge sono partita da alcuni dati che ho ritenuto sconvolgenti, perché da fonti Istat ho visto che il 27% delle morti accidentali per soffocamento nei bambini da 0 a 4 anni è causato dall'inalazione di cibo e di piccoli corpi estranei, come giocattoli, monete, qualsiasi cosa che i bambini sono portati giustamente a mettere in bocca.
Partendo da questi dati e dal fatto che secondo la società italiana pediatrica solamente il 5% della popolazione italiana conosce le manovre di disostruzione pediatrica delle vie aeree occluse e le manovre salvavita di rianimazione cardiopolmonare, purtroppo quando c'è l’ostruzione delle vie aeree, manca l’ossigeno ed il minore va in arresto cardiocircolatorio e una volta liberate le vie aeree i bambini vanno anche animati. Ripeto, ho trovato questi dati drammatici e sconvolgenti rispetto alla tutela della vita dei minori, quindi ho pensato, con questa proposta di legge, di incentivare e valorizzare la conoscenza di tecniche che possono fare la differenza fra salvare una vita, oppure no.
Sono partita da un ragionamento che mettesse a sistema tutti i mondi che ruotano attorno al minore, partendo dalla famiglia (genitori, nonni), per poi allargare ai luoghi in cui i bambini passano la maggior parte del tempo, l'ambiente scolastico ed ho pensato a cosa potesse fare la Regione per aiutare la diffusione di queste tecniche salvavita nei minori.
Devo fare subito un ringraziamento al Presidente Volpini, ma anche agli altri Consiglieri della Commissione che hanno sottoscritto il testo, il Consigliere Busilacchi e la Consigliera Pergolesi, che hanno voluto apporre, insieme al Presidente della Commissione il Consigliere Volpini, la loro firma alla mia proposta di legge. Voglio ringraziare anche tutta la Commissione, compreso il personale, che ha lavorato per rendere ancora più efficace, fruibile e completa la mia proposta di legge.
La Regione ha la finalità di promuovere la massima diffusione e conoscenza delle tecniche salvavita, quali la disostruzione pediatrica delle vie aeree in età pediatrica, per prevenire la morte da soffocamento e incentivare la conoscenza delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare attraverso gli specifici protocolli BLS e BLS-D. Attraverso corsi e percorsi formativi e informativi e campagne di comunicazione la Regione promuove queste tecniche salvavita.
Gli interventi, come dicevo, sono rivolti prioritariamente a tutto ciò che gravita intorno al mondo dei minori, alle famiglie, ma anche al personale docente e non docente delle scuole, delle scuole per l'infanzia, dei servizi socio-educativi e delle scuole primarie e secondarie.
Abbiamo anche pensato alle scuole di secondo grado, di incentivare la possibilità di attivare, attraverso la Regione, sempre in accordo e d'intesa con le istituzioni scolastiche, corsi sulle tecniche di disostruzione pediatrica delle vie aeree di rianimazione rivolti agli studenti dell'ultimo anno in modo da consentire anche ai giovani, che hanno una maturità maggiore, di entrare a conoscenza di queste tecniche salvavita, in un contesto familiare in cui magari ci sono fratelli maggiori, zii, che possono essere importanti anche loro in questa formazione per la salvaguardia dei minori.
Abbiamo pensato ad un coinvolgimento diretto dell’Asur anche attraverso la possibilità di stringere protocolli di intesa con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con gli enti del terzo settore - il Presidente ha citato la Croce Rossa, ma pensiamo a tutte le Croci che sono abilitate a fare questi corsi di formazione per la disostruzione delle vie aeree e per la rianimazione cardiopolmonare - con le associazioni dei medici pediatrici, con i comuni per creare un sistema che, partendo dal basso, dalle realtà locali, possa dare, insieme alla Regione, ampia divulgazione e fruizione di queste importantissime tecniche salvavita.
Abbiamo pensato che per le scuole ci potesse essere anche l'opportunità di una premialità. Per quelle scuole che decidono di investire nella formazione del proprio personale docente e non docente nella formazione di queste tecniche salvavita possono essere previste dalla Regione delle premialità, riguardanti, quindi, gli istituti che decidono di investire, piuttosto che in altri tipi di formazione, in queste tecniche salvavita.
Crediamo che sia un messaggio importante proprio perché sono tecniche tutto sommato anche abbastanza semplici da conoscere, ma devono necessariamente passare per un percorso formativo qualificato, per una formazione che prevede delle manovre pratiche, che possono essere un richiamo continuo alla formazione e all'addestramento.
Abbiamo voluto anche istituire una Giornata regionale dedicata alla diffusione della conoscenza delle tecniche di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare e abbiamo deciso, per semplificare e non raddoppiare le realtà nazionali, di farla coincidere con la data nazionale del 23 aprile. Credo che questo sia un appuntamento importante che coinvolge direttamente le scuole, ma anche uno strumento partecipato, attraverso un coinvolgimento diretto dei comuni, delle Croci o realtà locali, che mettendosi a sistema con gli istituti o le scuole del territorio, con il comune, e con chi si dedica e ha la competenza nella formazione, di creare dei momenti territoriali importanti che possano facilitare, incrementare e coinvolgere la popolazione su queste tecniche essenziali.
Sarà poi la Giunta a stabilire i criteri per l'erogazione di questi contributi, noi abbiamo immaginato, come dicevo, un percorso dal basso, per cui la realtà locale, attraverso un coinvolgimento, una compartecipazione, una rete che fa forza a livello territoriale può creare occasioni di diffusione e contatto diretto con chi ha a casa dei minori ed è coinvolto nell'educazione e nella gestione degli stessi.
Arriviamo fortunatamente alla fine della legislatura con una proposta che è stata approvata in Commissione e mi auguro fortemente che possa trovare da parte dell'Aula lo stesso calore che ha trovato nella discussione in Commissione sanità per arrivare ad una approvazione unanime.
L’unica nota dolente è quella economica perché sono previste solamente 20 mila euro per quest’anno, seppure è vero che arriviamo ad un'applicazione negli ultimi mesi del 2020, ma vedendo come sono state reperite le risorse economiche per altre finalità resta una un filo di rammarico. Sono però orgogliosa di chiudere con questo atto il mio mandato in Consiglio regionale, con un'attenzione alle nuove generazioni e ai più fragili. Credo che anche attraverso queste cose, che possono sembrare piccole, si possa fare da questo Consiglio regionale la differenza per moltissime persone. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Per esigenze di Aula sarò necessariamente breve, anche perché i due relatori hanno introdotto questa discussione in modo molto esaustivo e competente.
Ci tengo a ringraziare la Consigliera Leonardi e il Presidente e tutta la Commissione sanità perché nella scorsa legislatura, proprio in chiusura, avevo presentato una proposta di legge analoga, che per ragioni di fine legislatura non era andata in porto, quindi sono contento che oggi, invece, su questo tema riusciamo, auspico nel modo più ampio possibile, ad approvare delle norme importanti.
Molto spesso in quest'Aula abbiamo parlato di interventi sulla sanità dal punto di vista dell'offerta sanitaria pubblica o talvolta privata, degli operatori e delle strutture, ma un pezzo fondamentale, penso, di una buona politica sanitaria si fa anche attraverso la promozione della cultura sanitaria nei cittadini e nella diffusione della conoscenza delle tecniche salvavita. Diffondere la conoscenza degli interventi di primo soccorso, diffondere queste nozioni, può salvare molte vite umane, a partire dal tema della disostruzione delle vie aeree, che è molto importante, della rianimazione cardiopolmonare ed altre tecniche di primo soccorso.
Anch’io avevo chiesto che fosse istituita la Giornata regionale, penso che sarebbe molto importante, come già la legge prevede, che l'iniziativa passi nelle scuole, ogni anno ci dovrebbe essere un corso per i ragazzi, aperto anche ai loro insegnanti. Io stesso ho avuto l'occasione, quando mio figlio faceva il nido, di partecipare ad un corso organizzato privatamente dall'asilo sul tema della disostruzione e devo dire che è stato molto frequentato, ma l’iniziativa non va lasciata alle singole strutture.
Spero che questa legge verrà applicata e auspico che nella prossima legislatura ci sia attenzione e possa trovare applicazione, questo sarebbe un segnale importante di questa legislatura, un segnale importante per la salute dei cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Voglio ringraziare anch'io la Consigliera Leonardi e tutti i firmatari della IV Commissione per la sensibilità a questo problema, che è molto sentito e naturalmente molto grave.
Molto spesso ci sono oggetti in cui è scritto: “Attenzione non consegnatelo ai minori”, nei sacchetti di plastica è riportato: “Attenzione, possono provocare soffocamento” ma nessuno dice, nel momento in cui i bambini sfuggono all'attenzione dei genitori, di coloro che ne prendano cura, cosa bisogna fare per rianimarli.
Io che sono una persona curiosa avevo letto tanto tempo fa un opuscolo proprio su questo, ecco perché i 20 mila euro sono una sciocchezza, come del resto lo scarso finanziamento di cose importanti come questa. Si poteva pensare ad un opuscolo segnato da distribuire in tutte le scuole, materne, elementari, a tutte le famiglie che hanno bambini, sarebbe stato un intervento serio ed utile. Ripeto, in certe proposte di legge diventa quasi ridicolo e offensivo uno stanziamento di risorse così basso per cose così importanti. Ricordo che questo opuscolo, di cui ho parlato, non so se delle Marche o di qualche altra Regione, dava dei consigli in caso di difficoltà respiratorie dei minori. Una volta ero al ristorante ed un bambino per un boccone stava per soffocare, una cosa grave, non riusciva più a respirare, avrà avuto tre, quattro anni, e grazie a questa cultura dell'educazione sono intervenuto, ho rovesciato il bambino, l’ho preso per i piedi e gli ho dato delle botte ed il bambino con un colpo di tosse ha buttato fuori il boccone, se non avessi letto quella cosa, se non avessi avuto quella indicazione, probabilmente ci sarebbe stato qualcun altro, però è stata una cosa importantissima. Non vi dico i ringraziamenti dei genitori.
Rovesciare un bambino e dargli dei colpi per fargli buttar fuori il boccone è una cosa che uno deve sapere, non te la puoi inventare, per cui voterò convintamente questa proposta di legge che mi sembra, a chiusura di questa legislazione, come ha detto la Consigliera Leonardi, una cosa importantissima per le nuove generazioni. E’ un problema, come ha detto il Consigliere Busilacchi, di cultura e civiltà quindi voterò questa proposta di legge e mi auguro che la sensibilità che hanno avuto la Consigliera Leonardi e i componente della IV Commissione sia diffusa in tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 225. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora dovremmo passare alla proposta di legge n. 346. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Il Consigliere Celani mi ha posto una questione ed io ho chiesto al Servizio di venire qui per un confronto tra me e il Consigliere Celani, quindi, chiedo di rinviare di qualche minuto la trattazione di questa proposta di legge per poter approfondire meglio la questione, sennò sono costretto a non accogliere quanto il Consigliere Celani propone e siccome è una norma abbastanza delicata vorrei approfondire.

PRESIDENTE. Va bene andiamo avanti con l’ordine del giorno.

Proposta di legge n. 373
ad iniziativa dei Consiglieri Micucci, Giacinti, Volpini, Casini
“Disposizioni in materia di disturbi del comportamento alimentare”

Proposta di legge n. 375
ad iniziativa dei Consiglieri Talè, Pergolesi
“Organizzazione e disciplina della presa in carico delle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DA)”

Proposta di legge n. 378
ad iniziativa del Consigliere Talè
“Disposizioni relative alla presa in carico delle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

Testo unificato: “Disposizioni relative alla presa in carico delle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione o del comportamento alimentare”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 373 dei Consiglieri Micucci, Giacinti, Volpini, Casini, la proposta di legge n. 375 dei Consiglieri Talè, Pergolesi, la proposta di legge n. 378 del Consigliere Talè, abbinate.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Sarò breve, nonostante l'argomento sia di grandissima importanza ed estremamente complesso.
Questa proposta di legge è frutto di un testo unificato di Commissione, scaturito da 3 proposte di legge. E’ un tema che seguo da tre anni ed è molto particolare e sentito tra le famiglie marchigiane, disciplina la presa in carico delle persone con disturbi della nutrizione, dell'alimentazione e del comportamento alimentare cosiddetto DCA (disturbi del comportamento alimentare).
È un problema di salute molto diffuso negli adolescenti e nei giovani adulti in tutti i paesi industrializzati, sia nella forma di anoressia nervosa, che di bulimia nervosa, ma anche attraverso una serie di disturbi intermedi, talora combinati tra loro, spesso di difficile classificazione. Nella sola regione Marche si stima una presenza di malati per queste patologie di oltre 40 mila unità. Va anche rilevato che i disturbi della nutrizione, dell'alimentazione e del comportamento alimentare non sono più connotabili dal punto di vista epidemiologico come un disturbo di genere, infatti, fino a circa vent'anni fa il rapporto maschi e femmine, era pari a 1 a 10 o addirittura 1 a 15. I dati più recenti evidenziano molti più casi anche nella popolazione maschile. Pure l'età di esordio sta mutando e non può più essere considerata solo quella adolescenziale, seppure preminente, in quanto si riscontrano casi fin dalla prima infanzia, addirittura 8, 10 anni.
I casi in cui la manifestazione è sintomatologica si presentano solo in età adulta. Per affrontare questi disturbi in modo efficace ed evitare un andamento cronico costellato di pericolose ricadute occorre un trattamento precoce ed adeguato, ma soprattutto, avendo fatto parte del tavolo tecnico per 3 anni, precoce, deve essere un trattamento precoce.
Nella regione Marche, fino a oggi, la materia è disciplina dalla delibera di Giunta regionale 247 del 2015, che dettava linee di indirizzo per la realizzazione di una rete integrata di servizi per la prevenzione e la cura dei disturbi del comportamento alimentare, una buona delibera, ma ancora in parte disattesa, a cominciare dagli organici dei 3 ambulatori specialistici di Pesaro, Jesi e Fermo che dovrebbero essere dotati ciascuno di un'équipe multidisciplinare composta da due psicologi, un medico neuropsichiatra infantile, un medico psichiatra, un infermiere, un dietista, un educatore e un OSS.
Per questo motivo, nell'ambito del tavolo tecnico di coordinamento regionale dei disturbi del comportamento alimentare, a cui, come dicevo, lavoro e partecipo da oltre due anni, è scaturita la proposta di dare maggior forza a tutto il sistema di presa in carico dei malati del DCA, attraverso una legge specifica. Il testo in questione è condiviso da tutti gli attori del tavolo, compresi i referenti dell'associazione dei familiari dei malati dei disturbi del comportamento alimentare.
Ci tengo a precisare che proprio queste associazioni hanno voluto con forza che presentassimo la legge.
La proposta di legge all'articolo 1 definisce come sua finalità quella di garantire precocità di diagnosi, omogeneità di trattamento, continuità assistenziale, equità di accesso, appropriatezza e qualità delle cure, attraverso una rete integrata che operi secondo un modello multidimensionale e multiprofessionale.
L'articolo 2 stabilisce l'articolazione della rete integrata regionale per la presa in carico delle persone con DCA, composta da medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, dai servizi ambulatoriali specialistici, dalle strutture ospedaliere per il ricovero in fase acuta, dalle strutture residenziali, dalle strutture semiresidenziali, dagli enti del terzo settore, ed ultima, naturalmente, l’Asur, il presidio ospedaliero di altra specializzazione Salesi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, con funzione di presa in carico dei minori con disturbi del comportamento alimentare, l'azienda Ospedali Riunite Marche Nord, con funzione di ricovero per adulti che hanno questo disturbo.
Nei successivi articoli vengono declinati nel dettaglio i livelli di assistenza, la dotazione di personale della rete e le relative formazioni e, inoltre, la composizione del tavolo tecnico denominato Centro di coordinamento regionale.
Trattandosi di una legge che interviene in maniera puntuale su una problematica di salute estremamente seria e diffusa mi auguro che tutta l'Aula, all'unanimità, la voti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Una legge molto importante, lo ha ricordato adesso il Consigliere Talè, che ringrazio per l’attività di cucitura che ha fatto e che ha portato avanti in questi anni. Il lavoro non riusciva ad emergere e a venir fuori e in qualche modo con i colleghi del Partito Democratico abbiamo un po' spinto e sollecitato, poi la cosa si è risolta, fortunatamente bene, nel senso che c'è stata una ricucitura, grazie alla disponibilità del Presidente di Commissione Consigliere Volpini, la nostra e quella del Consigliere Talè, che è il relatore di questa legge.
L’ha detto bene lui, è un tema molto delicato e importante, che purtroppo questa nostra società malata per alcuni aspetti sta facendo emergere ogni giorno di più, soprattutto nelle nuove generazioni. Credo che, oltre a quello che prevediamo nella legge, cioè tutta la rete medico-sanitaria, un lavoro dovrà essere necessariamente fatto a monte, anche da un punto di vista sociale, con l’intervento delle famiglie, di tutti gli educatori, perché queste forme di malattia, come veniva giustamente ricordato, emergono soprattutto nei paesi industrializzati qualche punto interrogativo sull'educazione e sulle modalità educative che stiamo dando alle nuove generazioni, credo che ce lo dovremmo porre e forse modificare alcuni nostri comportamenti, magari alcuni nostri valori che hanno scalzato quelli storici educativi, già presenti nella nostra società, forse si stanno evidenziando non sani e positivi per le nuove generazioni.
Veniva ricordato che questo nasceva più come un problema di genere, diversi anni fa, oramai purtroppo la parità di genere avviene anche da questo punto di vista, quindi non c'è più distinzione o è molto labile tra uomini e donne, tra ragazzi e ragazze, tra bambini e bambine, che vengono coinvolti in questa problematica. E’ chiaro che essendo un problema vivo, oltre a tutto un lavoro di prevenzione che dovremo necessariamente intensificare, non possiamo tapparci gli occhi e la Regione Marche deve dotarsi di una struttura organizzativa che dia sostegno alle famiglie, che spesso si trovano spaesate e sconcertate perché non sempre trovano un punto di riferimento.
Devo dire che negli anni, anche questo è stato ricordato, la Regione Marche è intervenuta attraverso una delibera di Giunta regionale che, da quello che mi dicono gli esperti del settore, è una delle migliori presenti sul panorama nazionale perché prevede una serie di interventi, tutta questa rete, però, come in altre occasioni abbiamo fatto, una legge può intervenire a maggiore tutela e copertura burocratica di quanto previsto dalla delibera di Giunta regionale. E’ chiaro che la legge regionale si deve intersecare con tutta la normativa nazionale sul tema dei Lea, degli interventi, delle unità operative complesse, e questo rientra nel lavoro di ricucitura che è stato fatto. Credo che sia un buon testo, mi auguro che non ci siano interlocuzioni successive, anche se, come tutti i temi che coinvolgono più livelli decisionali e più livelli legislativi, è un'opera delicata.
Auspico che questo testo sia un testo completo, che possa dare una copertura significativa, mi pare che sia le associazioni di familiari, che gli uffici hanno concordato sulla stesura di questo testo, eventualmente, dico nella peggiore delle ipotesi, la prossima legislatura, visto che mi spero che questo testo possa essere licenziato all'unanimità, apporrà i correttivi necessari.
Stiamo dando oggi una risposta che già c'era, e questo mi piace sottolinearlo, non partiamo da zero, la Regione Marche non parte da zero e questo è un ulteriore passo che facciamo all'interno di un percorso già avviato, mi auguro che questa legge possa essere da supporto a tutta la rete di sanitari, di operatori e di famiglie che stanno da anni combattendo su questo settore, che possa dare un'ulteriore spinta per essere ancora di più un'eccellenza sanitaria, anche nei confronti dei DCA. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Intervengo perché sono molto contenta di questa legge, ringrazio il Consigliere Talè, il Presidente Volpini e il Consigliere Micucci. I Consiglieri Volpini, Micucci e Giacinti ed io abbiamo presentato una proposta, quindi mi fa piacere che siamo riusciti a portare a sintesi tutto il lavoro perché c’è interesse sia per i pazienti che per le famiglie.
Quello che mi piace di questa norma, non entro nel merito perché non è le competenze - ho vissuto sempre questo fenomeno dalla parte dei genitori o dei pazienti, quindi non mi permetterei mai di dare giudizi o di dare indicazioni dal punto di vista sanitario - è che si prevede una rete, rete, multidisciplinarietà e soprattutto ricovero ospedaliero sono tre parole importantissime perché in questo momento nelle Marche non possiamo ricoverare e questo crea dei problemi, anche perché questa è una malattia, non solo fisica, ma prevalentemente psicologica.
Il fatto poi che ci sia una visione multidisciplinare della patologia è importantissimo, come tutto il capitolo che riguarda la formazione, perché l'approccio è rilevante, spesso ai medici di base, essendo questa una malattia molto subdola, può sfuggire, o ai pediatri, addirittura, si parlava proprio dello sviluppo in età molto precoce. Questo è quello che mi piace di questa legge e mi fa ben sperare, soprattutto per quello che riguarda l'appropriatezza diagnostica e la possibilità di avere dei percorsi differenziati che prendono in carico il paziente o la paziente subito, con diagnosi precoce e percorsi diversi, anche con il ricovero ospedaliero, anche con la semi residenzialità. Tutto quello che serve perché ogni episodio, da quello che ho potuto vedere sempre dall'esterno e da osservatore ignorante in materia, è ogni caso diverso dall'altro ed ha bisogno di una assistenza che sia cucita su misura, quindi, sono molto contenta, voterò a favore e ringrazio tutti quelli che si sono impegnati, a cominciare dal Consigliere Talè.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Brevemente, perché gli interventi che mi hanno preceduto hanno inquadrato chiaramente il problema e ne hanno descritto anche le dimensioni, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Questa legge arriva a fine della legislatura, tra l'altro con 3 proposte di legge abbinate, che fortunatamente hanno trovato una sintesi. Ci siamo prodigati che arrivasse in Aula e l’abbiamo fatto, è questo il senso del mio intervento, con un grande atto di fiducia, perché, come è stato più volte ricordato, la Regione Marche ha fatto, tra l’altro appartiene alla legislatura precedente, quindi non c'è nemmeno una sorta di autocelebrazione, una delibera a cui si fa riferimento e dal punto di vista culturale era ineccepibile. I contenuti di questa proposta di legge ricalcano e riprendono quelli della delibera, che era da prendere ad esempio, tra l’altro ispirata da una delle migliori scuole nell’ambito di questa patologia, quella di Todi, con la quale la Regione Marche ha delle convenzioni per alcuni servizi che non è riuscita ad attivare, si pensi alla semi-residenzialità.
Quindi, mi auguro con tutto il cuore che, proprio per la complessità del problema e per la sua dimensione, come è stato ricordato non interessa più soltanto alcune fasce di età e, soprattutto, non interessa più le giovani donne, ma addirittura comincia ad essere un problema anche nel sesso maschile, l’approccio multidisciplinare, che è necessario in una patologia come questa che ha tante sfaccettature, possa essere la spinta per dare anche ai nostri pazienti le risposte appropriate, consone alla complessità della patologia, che è fatta di acuzie, di ricovero, di residenzialità, di semi-residenzialità e di presa in carico, fatta chiaramente da personale competente, qualificato, che soprattutto lavori in regime di multidisciplinarietà, quindi, è un grande atto di fiducia. Mi auguro che la legge riesca dove la delibera, purtroppo, non è riuscita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Un breve intervento per salutare con favore e con soddisfazione questa legge, un grazie al relatore di maggioranza Consigliere Talè che ha fatto un lavoro di cucitura, l'ha ricordato il mio capogruppo. C’è anche un testo di legge di cui sono firmatario insieme al capogruppo, alla Vicepresidente Casini e al Presidente Volpini, ma al di là di questo aspetto, quello che è più importante è che l'Aula nell'ultima seduta si prenda carico di questa proposta di legge, quindi, mi associo all'auspicio di fiducia che il Presidente Volpini ha fatto presente.
Senza ripetermi nei concetti che già sono stati espressi negli interventi che mi hanno preceduto, voglio solo sottolineare che si stimano casi nella nostra Regione dell'ordine di decine di migliaia di soggetti interessati da questa malattia, da questa problematica, con risvolti innegabili che esistono per tutte le famiglie. E’ un atto di sensibilità e di avanguardia da un punto di vista medico, psicologico nei confronti di una tematica così delicata ed importante ed io credo che oggi diamo un segno tangibile di ulteriore attenzione perché, come ha ricordato bene il Consigliere Micucci, già c'era una delibera regionale che cercava di disciplinare al meglio questa casistica, ha fatto anche scuola, mi suggerisce il Presidente Volpini e non ho motivo di dubitarne, però una legge ad hoc, specifica, da una maggiore dignità, un maggiore risalto, una maggiore attenzione. Ecco l'auspicio è proprio questo e io credo che questa regione meritava, soprattutto per rispetto delle famiglie e dei soggetti che devono misurarsi con una difficoltà di questo tipo, un'attenzione che va nella direzione di dare un sostegno a tutti i soggetti interessati, siano essi i pazienti, perché di questo si tratta, che le famiglie che hanno vissuto e vivono esperienze veramente tragiche. Ho avuto la possibilità di ascoltare il genitore di un ragazzo che aveva subìto un po' i rigori di questa casistica, impressionante l'esperienza vissuta in ambito familiare per una malattia di questo tipo, quindi, una grande soddisfazione perché noi siamo un'istituzione che ha il dovere di legiferare guardando a tutta la comunità regionale, senza interessi particolari e circoscrivibili magari a particolari settori, questo è un settore primario e ci fa onore poter approvare una legge di questo stampo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Brevemente, userò questo intervento per dichiarare il voto favorevole di Fratelli d'Italia. Credo sia stato importante per la presentazione di questa proposta di legge l’iter accelerato che abbiamo fatto in Commissione per riuscire a portarla all'approvazione almeno in questa ultima seduta assembleare perché i problemi della disturbi del comportamento alimentare sono, purtroppo, non solo in crescita, ma sono subdoli, colpiscono fasce di età sempre più basse e si stanno diffondendo in un generale clima di poca conoscenza, forse, al di fuori di quelle famiglie che ne vengono colpite, anche fortemente provate in quelle che sono le dinamiche interne, come la capacità di gestire e di relazionarsi all'interno del nucleo familiare.
Purtroppo ci sono casi che portano addirittura alla morte di chi è colpito da questi disturbi, per cui è importantissimo ed è stato importantissimo il fatto di aver voluto, ringrazio i proponenti, portare all'attenzione del Consiglio un tema così delicato, così sensibile, sul quale certamente è fondamentale che tutta l'Aula dia testimonianza e che tutti cerchino di intervenire in maniera corposa e cospicua a fianco di queste famiglie e in particolar modo dei giovani colpiti. Grazie.

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Innanzitutto ringrazio tutti i firmatari di questa legge perché mi sembra un bel provvedimento, che voterò favorevolmente.
Vorrei sottolineare che sarebbero importanti anche le assunzioni, sennò facciamo leggi che poi nessuno riesce ad applicare.
Ho avuto modo anch'io di seguire la cosa, nel corso di questi anni ho fatto anche diverse interrogazioni in considerazione delle quali era stato promesso da parte dei servizi dell’Asur la predisposizione di concorsi per assumere le figure professionali necessarie, ad oggi non è stato assunto nessuno, anzi sta andando in pensione la gente e i servizi rimangono scoperti. Quindi, bene la legge, è sicuramente un bel segnale, ma se non si avviano i concorsi, le persone che hanno disturbi della legge ci fanno poco. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Non sono potuto intervenire prima perché ho avuto una chiamata esterna. Ringrazio tutti i firmatari delle 3 proposte di legge, che costituiscono questo testo unico, perché in questa ultima seduta assembleare, come la precedente proposta di legge della Consigliera Leonardi, si guarda alla salute dei ragazzi, visto che gli interventi sono previsti con gli operatori sanitari, la popolazione e le scuole.
Un'educazione sanitaria e una cultura sanitaria essenziali ed importanti, anche perché come passata generazione mi sento un po' responsabile della mancanza di cultura alimentare, siamo stati presi dalla frenesia di una vita che ha guardato soprattutto alla marginalità e non alle cose importanti ed essenziali, come l’alimentazione, e naturalmente poi è prevalsa, soprattutto sul tema dell’alimentazione, la logica del profitto, hanno messo dentro delle schifezze perché i prezzi dovevano rimanere bassi e non si tenuto conto dei danni che poteva subire la nostra salute, soprattutto non abbiamo dato un'adeguata cultura e educazione alle generazioni future, ai nostri figli, ai nostri nipoti, questa è la generazione delle merendine. E’ importante che un'istituzione come la Regione si prenda carico di questa aberrazione alimentare generale, che porta a disfunzioni e a comportamenti gravi, per cui annuncio il voto convinto su questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Talè.

Federico TALE’. Grazie Presidente. Soltanto per ringraziare l'Aula che questa mattina ha dimostrato tanta sensibilità sul tema. Anch’io ho conosciuto delle famiglie che sono distrutte, letteralmente, dal problema che hanno i loro figli, basti pensare che nel 2018 in Italia sono morti 3.370 giovani per questa malattia, è la prima causa di morte tra i ragazzi tra i 12 e i 25 anni, dopo gli incidenti. Quindi, ringrazio l'Aula per la sensibilità dimostrata.

PRESIDENTE Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Sono stato stimolato dal Consigliere Maggi, non sarei intervenuto perché già in Commissione abbiamo discusso ed è stato un po' complicato perché sembrava difficile dialogare con le associazioni delle famiglie, in realtà è proprio il punto nodale, secondo me, di questa legge perché tutto quello che potremmo fare a livello sanitario …, soprattutto si tratta di un comportamento e, come diceva giustamente il Consigliere Maggi, di una educazione, ha fatto anche un mea culpa ed io mi unisco a lui, ho provato a fare l’educatore, ma non è facile perché combatti contro il cibo facile, adesso non nomino ditte per non fare pubblicità negativa, ma si dovrebbe fare, non basta solo la denuncia, il punto è questo.
L’abbiamo già detto con l’azzardopatia, con il bullismo, il punto non è quello che può fare il pubblico che dà una assistenza sanitaria a chi già è incappato, ma come non arrivare a tutto questo, quindi un’educazione alimentare adeguata.
La legge ne fa qualche cenno, ma il pubblico potrebbe intervenire sulle famose diete nelle mense scolastiche, quello sarebbe già il primo passaggio fondamentale per abituare, dico una cosa semplice, alla verdura, all’articolazione del cibo, a quella che giustamente chiamiamo dieta mediterranea, che rimane insuperabile.
Questo passaggio fondamentale riguarda anche un dato che non riusciamo ancora a concepire: l’educazione è anche un po’ di costrizione perché se ai nostri ragazzi non siamo capaci di dire “mangia e stai zitto”, come ce lo dicevano a noi quando eravamo piccoli, non si combina niente. Se un bambino di 6 anni viene essere messo liberamente di fronte all’alternativa se prendere il panino da McDonald o mangiarsi un piatto di fagiolini, è chiaro che prenderà sempre il panino da McDonald.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. A me ha fatto piacere ascoltare il Consigliere Talè, non soltanto nel merito della proposta, ma quando sottolineava la sensibilità dell’Aula, è importante che su un tema delicatissimo, che ha a che fare soprattutto con le giovani generazioni, ci sia attenzione.
Questo è un fatto umano che colgo, tra l’altro ringrazio il Consigliere Talè perché ha lavorato in questi ultimi mesi su questi temi anche per la responsabilità che gli era stata assegnata dal Presidente.
La ragione per cui sono intervenuto, oltre questa, sta in quanto ha detto il Consigliere Maggi, ci sono alcune leggi, questo non lo faccio per piaggeria né per adulazione, per cui credo sia doveroso ringraziare il Presidente Volpini, in quanto, in questo ultimo anno soprattutto, l’Aula ha approvato provvedimenti molto importanti che lasciano il segno in questa legislatura, che poi dovranno essere attuati negli anni a venire. Penso al Piano sanitario e al Piano sociale, ma anche a queste ultime due proposte, quella della diffusione delle tecniche salvavita di disostruzione pediatrica e di rianimazione cardiopolmonare e a questa sulle disposizioni relative alla presa in carico delle persone con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e del comportamento alimentare.
Mi sembra doveroso, ripeto, non per piaggeria o per adulazione, che la sensibilità del Presidente Volpini sia evidenziata, tra l’altro siamo all’ultima seduta, quindi dovevamo farlo.

PRESIDENTE. Testo unificato sulle proposte di legge nn. 373, 375 e 378. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 143
ad iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, Marconi, Rapa, Talè, Giacinti, Mastrovincenzo, Biancani, Traversini, Giancarli, Urbinati, Micucci, Minardi, Volpini
“Sostegno all’inserimento lavorativo e interventi per l’occupabilità”

Proposta di legge n. 152
ad iniziativa dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi
“Disposizioni regionali sul reddito minimo garantito”

Testo unificato: “Indirizzi per la programmazione delle politiche regionali in materia di inclusione sociale, sostegno al lavoro e lotta alla povertà”
(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 143 dei Consiglieri Busilacchi, Marconi, Rapa, Talè, Giacinti, Mastrovincenzo, Biancani, Traversini, Giancarli, Urbinati, Micucci, Minardi, Volpini e la proposta di legge n. 152 dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini, Pergolesi, abbinate.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Per questo testo unificato, molto breve, di due soli articoli, voglio ringraziare per il contributo importante la Segretaria della II Commissione, coadiuvato dai Consiglieri e dagli uffici della Giunta.
Il testo unificato integra due proposte di legge, che riguardano il tema del reddito minimo, la n. 143 ad iniziativa del sottoscritto e dei colleghi della maggioranza e la n. 152 a firma dei Consiglieri Fabbri, Maggi, Giorgini e Pergolesi.
Quando le due proposte sono nate, nel 2017, il quadro degli interventi contro la povertà in Italia era molto diverso, a quell’epoca era stato varato il Rei che però non era ancora una misura universalistica di contrasto alla povertà, ma era rivolta solamente ad alcune categorie, quindi, il sottoscritto ed i colleghi, anche un po’ sulla scorta di quanto era stato fatto in Emilia-Romagna, abbiamo avuto l’idea di integrare la misura del Rei per le categorie che non erano coperte dalla misura nazionale. Sono andato più volte a Roma a parlare con il Direttore generale del Ministero del lavoro, che poi è venuto anche in audizione in II Commissione, si era fatto un lavoro molto importante, che era quasi approdato in Aula, quando è stato varato il reddito di cittadinanza, dopo il cambio di Governo.
Il reddito di cittadinanza rende inutili tutte le disposizioni regionali, fortunatamente e giustamente, per il reddito minimo perché è una misura universalistica - il cosiddetto universalismo selettivo - rivolta a tutti i poveri e non solamente ad alcune categorie di poveri. Tra l’altro è anche una misura relativamente generosa per alcune categorie di poveri, in particolare per le persone sole, anzi, questo è un po’ un limite del reddito di cittadinanza, sarà contento il Consigliere Marconi se dico che una delle vere modifiche che dovremo fare per il reddito di cittadinanza è di prevedere una maggiore generosità per le famiglie numerose che invece sono poco sostenute da questa misura. Questo era il quadro.
Avremmo potuto semplicemente ritirare le nostre proposte di legge, però, dopo l’ultimo colloquio che ho avuto con il Direttore generale del Ministero del lavoro e visti alcuni limiti applicativi del Rei per quanto attiene soprattutto al funzionamento delle politiche di inserimento lavorativo, dei centri per l’impiego, e pensando che abbiamo una straordinaria possibilità nei fondi europei, l’idea è stata quella di stralciare la parte delle proposte di legge che prevedeva delle risorse di bilancio per il trasferimento monetario alle famiglie non coperte dal Rei e di mantenere una cosa che io avevo individuato nella proposta originaria e cioè di convogliare gli interventi europei a sostegno della misura nazionale. Quindi, questa breve proposta di legge di tre articoli, sostanzialmente due perché uno è l’invarianza finanziaria, prevede che, nella prossima programmazione comunitaria che verrà discussa nei prossimi mesi, tutte le misure che prevedono il sostegno al reddito e il reinserimento lavorativo prioritariamente dovranno sostenere l’implementazione del reddito di cittadinanza.
E’ una legge, spero che l’approveremo in modo ampio, molto importante, intanto come metodo consente un buon funzionamento in una logica multilivello, le misure regionali sono inserite dentro e a sostegno di una misura nazionale, consentono di evitarne una dispersione. In questi anni, ad esempio, abbiamo avuto borse lavoro che magari un anno erano per alcune categorie, invece dobbiamo indirizzarle e sostenere la misura nazionale.
Credo che potremo da questo punto di vista essere capofila in Italia di una misura importante che, secondo me, potrà utilizzare la programmazione comunitaria per sostenere una legge dello Stato, quindi, sebbene sia una piccola legge, quasi una legge manifesto, spero che trovi una applicazione nella prossima programmazione, per cui la saluto con grande favore e ringrazio tutti coloro che anche in Commissione l’hanno sostenuta.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Mi ricollego a quanto ha detto il Consigliere Busilacchi, erano i tempi del Rei, poi sono arrivati i tempi del reddito di cittadinanza e finalmente abbiamo trovato questa sintesi, dopo essere stati anche a Roma al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per avere un confronto. La nostra preoccupazione era quella di individuare una modalità più concreta per sinergizzare l’attività statale e quella regionale per il potenziamento del reddito di cittadinanza.
Ritengo che questi due articoli siano abbastanza chiari e molto potenti perché in coerenza con i principi ed i valori della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea la Regione promuove interventi integrati di sostegno al reddito e di inclusione sociale ed occupazionale finalizzati all’attivazione degli individui, quindi non parliamo di assistenzialismo, ma di stimolare e accompagnare le persone a dare il meglio, alla valorizzazione delle competenze, all’occupabilità, come strumento principale per promuovere l’autonomia economica e contrastare la povertà. Al centro di questa legge c’è la persona, c’è il cittadino.
La programmazione europea è particolarmente importante, noi sappiamo che nel settennio che si va piano piano concludendo le Marche hanno gestito 1,5 miliardi e nel prossimo settennio probabilmente i fondi aumenteranno perché purtroppo siamo rientrati in parametri inferiori, siamo considerati nuovamente una regione che ha dei margini di sviluppo, quindi avremo dei fondi in più anche per le infrastrutture.
Questa legge è una proposta che consente di esaltare la sinergia fra Stato e Regioni in merito all’applicazione del reddito di cittadinanza, la proposta si basa sull’idea che lo Stato con il reddito di cittadinanza sostiene il reddito del cittadino in cerca di occupazione e la struttura, come i centri per l’impiego, per esempio, che facilitano l’incontro domanda/offerta di lavoro, mentre la Regione spinge per un utilizzo coordinato dei fondi europei, soprattutto Fse e Fesr.
La nuova programmazione 2021/2027 magari scivolerà di un anno o due perché abbiamo visto come il Covid ha rallentato il processo di messa a punto del nuovo settennio, però l’Fse+ introduce degli investimenti sulle persone a sostegno della realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali, quindi avremmo l’Fse+ che comprenderà gli attuali fondo sociale europeo e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, il fondo di aiuto europei agli indigenti, il Fead, l’occupazione e innovazione sociale, l’Easi, e il programma per la salute, quindi un Fse molto rafforzato.
Anche il Fesr nella nuova programmazione avrà delle linee per il sostegno delle attività di istruzione, formazione e apprendimento permanente, sappiamo poi che il Fesr è più collegato alle imprese e dispone anche di fondi cospicui.
C’è un documento recente molto interessante che la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le politiche di coesione ha messo a punto di concerto con le Regioni ed è “La programmazione della politica di coesione 2021/2027 - del gennaio 2020 - Tavolo 4: un’Europa più sociale”, sintesi degli esiti del confronto.
Le Regioni stanno lavorando insieme al Ministero ed all’Europa per questa programmazione e nell’ambito dell’occupazione abbiamo ben tre assi dell’Fse e del Fesr che vanno a sinergizzare, proprio quello che la legge regionale chiede di fare.
L’OS1 Fse+ dice: “Migliorare l’accesso all’occupazione di tutte le persone in cerca di lavoro, in particolare i giovani e i disoccupati di lungo periodo, e delle persone inattive - noi abbiamo anche moltissimi giovani che non fanno niente, non cercano lavoro, non studiano, i net - promuovendo il lavoro autonomo e l’economia sociale”; anche l’OS Fesr al punto D.1 dice di “Rafforzare l’efficacia dei mercati del lavoro e l’accesso ad una occupazione di qualità, mediante lo sviluppo dell’innovazione sociale e delle infrastrutture sociali”; l’OS2 Fse+ prevede di: “Modernizzare le istituzioni e i servizi del mercato del lavoro per valutare e anticipare le esigenze in termini di competenze e garantire un’assistenza e un sostegno tempestivi e su misura nel contesto dell’incontro della domanda e dell’offerta, delle transizioni e della mobilità nel mercato del lavoro”; questo per l’occupazione, inoltre per l’istruzione/formazione e competenze abbiamo l’OS5 Fse+ dice: “Promuovere la parità di accesso e di completamento di un’istruzione e una formazione di qualità, in particolare per i gruppi svantaggiati, dall’educazione e assistenza prescolare, attraverso l’istruzione e la formazione generale e professionale, fino al livello terziario e all’istruzione e all’apprendimento in età adulta, anche agevolando la mobilità ai fini di apprendimento per tutti”. Per l’inclusione e protezione sociale all’OS7 Fse+ prevede: “Incentivare l’inclusione attiva per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva e migliorare l’occupabilità” infine l’OS10 Fse+ stabilisce di: “Promuovere l’integrazione sociale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, compresi gli indigenti e i bambini”.
Sono almeno sei i punti caratterizzanti della nuova programmazione europea che possono essere messi a sistema per potenziare questo aspetto fondamentale su cui il Movimento 5 Stelle si è sempre speso da anni, e finalmente ha sfondato, con il quale ci rimettiamo fortunatamente al passo con il resto d’Europa perché eravamo una delle pochissime nazioni che aveva un sistema stile quello del reddito di cittadinanza, che non dava dignità a tutte le persone, soprattutto ai più deboli.
Questa normativa chiede alla Regione di sfruttare tutti gli strumenti che la nuova programmazione metterà in campo e sappiamo che a livello europeo parliamo di diversi miliardi e di centinaia di milioni a livello marchigiano per dare una svolta a questi aspetti, che purtroppo la pandemia Covid, e speriamo di non essere soggetti ad una seconda ondata autunnale, esaspera con la crisi economica/occupazionale che dobbiamo purtroppo registrare in queste settimane, quindi, disporre di uno strumento chiaro, potente, sinergico, coordinato nell’utilizzo dei fondi europei, come questa legge da noi proposta chiede in maniera molto chiara, sarà importantissimo per contrastare la crisi che si sta pesantemente affacciando.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire perché il favore a questa proposta di legge è totale, sono però stato sollecitato dal Consigliere Busilacchi che ha detto che il gruppo si è diviso, giustamente, però i principi in cui mi sono riconosciuto sono rimasti, sono le divergenze con le linee politiche di alcune scelte fatte da alcune persone.
Vorrei dire un paio di cose velocissime, la prima, il reddito di cittadinanza nella recente indagine dell’Istat ha diminuito sensibilmente la povertà in Italia. Vorrei anche puntualizzare che nel reddito di cittadinanza, e se lo dimenticano tutti, c’è anche la pensione di cittadinanza, un parametro minimo che la normativa individua per il reddito di cittadinanza fa sì che anche i pensionati, che sono al di sotto di quel parametro possono adeguare la loro pensione. Questo è molto importante perché, come ha detto una volta il Segretario nazionale del Movimento 5 Stelle, il reddito di cittadinanza non è un provvedimento assistenziale, ma è un’opportunità per la ricerca del lavoro, la pensione di cittadinanza invece è un riconoscimento dignitoso per coloro che hanno concluso la loro vita lavorativa.
Volevo puntualizzare questo, i principi, il reddito di cittadinanza è stato un principio fondante del Movimento, quindi, rimangono nella mia convinzione ancora più forti ed efficaci per cui annuncio, anche come dichiarazione di voto, un voto convinto a questa proposta di legge in questo momento particolare perchè, come ha detto il Consigliere Fabbri, adesso non ce ne rendiamo conto, non tanto per l’eventuale ritorno dell’epidemia, a settembre in autunno la condizione economica del nostro Paese e della nostra regione in particolare assumerà contorni drammatici, per cui mi auguro che anche l’indicazione di questa legge possa servire a risollevare e a riprendere l’economia e la vita delle famiglie marchigiane.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Testo unificato delle proposte di legge nn. 143 e 152. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 346
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 4 gennaio 2018, n. 1 ‘Nuove norme per le costruzioni in zone sismiche nella Regione Marche’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 346 del Consigliere Biancani.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. La proposta di legge n. 346 apporta modifiche alla recente legge regionale n. 1/2018, che riguarda ‘Norme per le costruzioni in zone sismiche,’ per rispondere ad una duplice esigenza, da una parte era necessario adeguare questa disciplina regionale in materia di costruzioni in zone sismiche in quanto con il dpr n. 380/2001 il decreto “sblocca cantieri”, convertito in legge 55/2019, sono state apportate alcune modifiche, tale decreto ha infatti snellito le procedure di presentazione e deposito delle pratiche edilizie in zona sismica sostituendo l’obbligo di acquisire una preventiva autorizzazione scritta per realizzare qualsiasi costruzione in zona sismica con regime differente basato sulla rilevanza del tipo di intervento.
Infatti con il dpr 380/2001 il nuovo articolo 94 bis classifica gli interventi edilizi in tre tipologie: interventi rilevanti nei riguardi della pubblica incolumità, interventi di minor rilevanza sempre nei confronti della pubblica incolumità, interventi privi di rilevanza.
Attualmente l’articolo 94 bis del dpr 380/2001, come modificato dallo “sblocca cantieri”, richiede una preventiva autorizzazione sismica del competente ufficio tecnico regionale, solamente per realizzare interventi definiti rilevanti per la pubblica incolumità, disponendo espressamente al comma 3 che tale autorizzazione non è necessaria per altre tipologie di interventi in riferimento alle quali le Regioni possono istituire controlli successivi con modalità a campione.
La proposta di legge che stiamo esaminando, la n. 346, ha quindi riscritto completamente gli articoli 7 e 8 della legge regionale n. 1, che prevedevano che in ogni caso era necessaria la preventiva autorizzazione scritta.
La nuova disciplina introdotta con questa pdl richiede il rilascio della preventiva autorizzazione sismica solamente per realizzare interventi rilevanti per la pubblica incolumità e chiede il deposito dei progetti con successivo controllo a campione solamente per realizzare interventi di minor rilevanza ed infine la mera denuncia dei lavori per realizzare quelli privi di rilevanza.
Con le nuove procedure, quindi, nella nostra regione, in cui l’intero territorio viene classificato come sismico, il sistema dei controlli preventivi sui lavori da autorizzare preventivamente è passato dal 100% - previsto dalla legge 1/2018 - a circa il 10% in quanto classificabili come interventi rilevanti per la pubblica incolumità.
Di fronte quindi all’impossibilità sotto il profilo organizzativo delle strutture tecniche regionali a garantire un sistema di controllo preventivo in merito a tutte le specifiche sismiche pervenute con la legge 1/2018, avevamo ritenuto opportuno trasferire tutte le competenze ai comuni, quindi con la legge 1/2018 il controllo preventivo l’abbiamo trasferito ai comuni, era previsto dall’articolo 2, in modo da evitare un aggravio dei procedimenti della Regione, ricordo che tale trasferimento non è partito perché previsto da febbraio 2021.
Lo snellimento della procedura, a seguito del nuovo decreto “sblocca cantieri”, giustifica la scelta della Regione di riprendere questa competenza, si riappropria della funzione relativa al rilascio della preventiva autorizzazione sismica ed agli interventi derivanti per la pubblica incolumità, anche al fine di superare le perplessità che i comuni avevano già evidenziato nel momento dell’approvazione della legge 1/2018 che stabiliva che le funzioni sarebbero state svolte dalle amministrazioni comunali.
La proposta di legge in esame riconosce la Regione come ente competente a gestire il procedimento, il deposito del progetto e il successivo controllo a campione su una percentuale che si aggira intorno al 5% per gli interventi di minor rilevanza. Inoltre, nel periodo successivo all’entrata in vigore della legge regionale n. 1, la Regione aveva provveduto ad assumere, nei limiti delle risorse disponibili, alcune figure professionali specializzate che sono state collocate negli uffici del Genio Civile, ed ha anche attivato il sistema Domus, uno degli obiettivi che ci eravamo dati con la legge regionale predetta, idoneo a garantire un adeguato supporto tecnologico per la gestione informatizzata dei procedimenti legati alle pratiche sismiche, ai sensi dell’articolo 94 del dpr 380 del 2001, quindi, viene previsto e posto in capo alla Giunta, con l'articolo 11, l’onere di predisporre entro 90 giorni dall'entrata in vigore di questa disciplina regionale l’elenco delle 3 tipologie di interventi, cioè la Giunta dovrà definire gli interventi rilevanti, di minor rilevanza e privi di rilevanza, in coerenza con le linee-guida che sono previste dal Ministero, questo è importante anche per uniformare le modalità e le procedure a livello regionale.
Con la proposta di legge n. 346 viene mantenuta in capo ai Comuni, con l'articolo 1, solamente la funzione relativa all'accertamento delle violazioni con eventuale sospensione dei lavori e le funzioni in materia sismica relative agli interventi privi di rilevanza, quindi, quelli rilevanti e di minor rilevanza tornano di competenza della Regione, quelle prive di rilevanza invece saranno di competenza comunale.
Nell’articolo 2 viene anche precisato che nelle zone del cratere sismico la Giunta regionale può prevedere specifiche modalità dirette ad accelerare il processo di ricostruzione conseguente agli eventi sismici del 2016.
Nell'articolo 9 si chiarisce che la vigilanza a carico dei comuni dovrà essere conforme all'articolo 103 del dpr 380 del 2001, sarà ovviamente un controllo grafico del progetto, in quanto molti comuni non hanno le professionalità adatte per verificare i calcoli dei progetti, ma potranno utilizzare le strutture tecniche regionali per le verifiche più approfondite.
Si tratta di una norma importante che c’è stata chiesta dagli ordini professionali. In questi mesi abbiamo fatto un lavoro di confronto con il mondo delle imprese, con gli ordini professionali ed anche con i comuni. Da una parte i comuni erano preoccupati di non essere in grado e di avere delle difficoltà nel verificare queste pratiche, dall'altra gli ordini professionali hanno ribadito più volte l’opportunità che questa competenza tornasse direttamente alla Regione. E’ una norma importante che semplificherà le procedure, si avrà, quindi, una riduzione dei tempi e dei costi a carico dei cittadini. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge recepisce le nuove procedure di presentazione e deposito delle pratiche edilizie nelle zone sismiche, introdotte dalla legge 55 del 2019, cosiddetta “sblocca cantieri”, che ha sostituito l'obbligo di acquisire una preventiva autorizzazione scritta per la realizzazione di costruzioni in zone sismiche (articolo 94 del dpr 380/2001), distinguendo la procedura autorizzatoria in base alla rilevanza dell'intervento strutturale da realizzare.
Il nuovo articolo 94 bis del dpr 380 (inserito dall'articolo 3 della citata legge 55/2019) classifica gli interventi edilizi in tre tipologie in base alle quali occorre rispettare delle norme specifiche:
1) Interventi rilevanti nei riguardi della pubblica incolumità: gli interventi di adeguamento e miglioramento sismico di costruzioni esistenti nelle località sismiche ad alta sismicità (zona 1 e zona 2 limitatamente a valori di accelerazioni compresi fra 0,20 g e 0,25 g) in pratica è l'accelerazione sismica che deciderà quali saranno gli interventi classificati rilevanti di minore rilevanza o prive di rilevanza;
2) Interventi di minore rilevanza nei riguardi della pubblica incolumità: gli interventi di adeguamento o miglioramento sismico di costruzioni esistenti nelle località sismiche a media sismicità, (zona 3 e zona 2 limitatamente a quelli che hanno dei valori di accelerazioni compresi tra lo 0,15 g e lo 0,20 g), quindi inferiori a quelli che sono classificati rilevanti;
3) Interventi privi di rilevanza che per le loro caratteristiche intrinseche e per destinazione d'uso, non costituiscono pericolo per la pubblica incolumità.
Su queste cose ci sarebbero molte discussioni e molte valutazioni da fare, ma ci saranno comunque delle linee guida per l'individuazione dal punto di vista strutturale degli interventi, nonché delle varianti di carattere non sostanziale, per le quali occorre il preavviso scritto allo sportello unico.
Il decreto 55 del 2019, di cui parlavo prima, lo “sblocca cantieri”, prevede la preventiva autorizzazione sismica del competente ufficio tecnico regionale, solamente per la realizzazione degli interventi rilevanti per la pubblica incolumità.
L'autorizzazione, invece, non è necessaria per le altre tipologie di lavoro da eseguire per le quali le Regioni possono istituire controlli successivi con modalità a campione, cioè con questa legge su molte cose ed in certe situazioni si ritorna ad una legge che la Regione Marche e altre applicavano circa vent'anni fa.
Questa proposta di legge si è resa necessaria, quindi, per modificare la legge regionale n. 1/2018, di cui sono stato uno dei promotori, che in linea di formulazione richiedeva, in ogni caso, per iniziare i lavori nelle zone dichiarate sismiche la preventiva autorizzazione scritta, disciplinandone il relativo procedimento. Qui si fa un passo indietro perché, come spiegherò dopo, basare tutto sulla accelerazione sismica e visto che i dati dell'Ingv sono aggiornati al 2006 …, adesso non è una cosa perfettamente corretta, speriamo che l’Ingv con le microzonazioni sismiche non di primo livello, ma di secondo e terzo livello, si adegui a questa legge, quindi, avremo in Italia una situazione, in quelle zone in cui ci sono più problematiche sismiche, un po' più corretta e aggiornata, ad esempio, con questi valori il terremoto dell'Emilia-Romagna, per l'accelerazione che aveva, sarebbe stato dichiarato privo di rilevanza, invece, sappiamo tutti cosa è successo in quelle zone in seguito al sisma di qualche anno fa.
E’ chiaro che la Regione deve ottemperare a quanto previsto dal decreto “sblocca cantieri”, quindi l'inizio dei lavori è subordinato all'autorizzazione preventiva, che vuol dire che vengono presentati i calcoli di quello che vuoi fare e poi si verifica se quei calcoli sono a norma nel contesto in cui si vuole costruire o aggiornare un fabbricato, si verifica e poi si dà l'autorizzazione preventiva a costruire. Questa procedura per due di questi percorsi non è più necessaria, quindi, si procederà ad accertare solamente le due varianti; “minore rilevanza” e “prive di rilevanza”, una percentuale pari al 5% o 3% delle denunce presentate nel mese precedente al controllo successivo, con metodo a campione da parte della struttura tecnica regionale competente, rimane comunque salva la possibilità per la struttura tecnica regionale competente di svolgere attività diretta di controllo in cantiere. Questo rimane, ma solo scritto sulla carta.
I comuni, anche per interventi di sanatoria, eseguono controlli diretti per accertare la regolarità e conformità dell'opera e redigono verbale da inviare alla struttura regionale competente. Questo credo che sia più fattibile come tempi, ma tutti sappiamo che i comuni non hanno le competenze necessarie per valutare se una costruzione sia adeguatamente fatta secondo le regole sismiche o no.
Devo fare un passo indietro e ritornare alla legge che avevo presentato e che riguardava la preventiva autorizzazione, devo far notare a quest'Aula che di tutte le pratiche presentate e controllate a campione, di quel 10% controllato, secondo la legge - non quella che abbiamo approvato in quest'Aula, la legge n. 1del 2018, ma quella precedente – il 90% era irregolare. Ci trovavamo in una situazione emergenziale in cui le costruzioni venivano fatte secondo criteri che non avevamo nessun rapporto con la legge nazionale, il dpr 380/2001 prevedeva quello che ho spiegato precedentemente e che io ho corretto con la mia legge che prevedeva che tu professionista mi presentavi i calcoli, io li verificavo e poi davo l'autorizzazione preventiva a costruire, questa cosa è stata reinserita, ma vale solo per gli interventi rilevanti nelle zone che hanno l'accelerazione sismica fra lo 0,20 g e lo 0,25 g.
Su questa legge ci saranno le stesse problematiche che c'erano in quella vecchia, perché tutte le pratiche presentate relative ai soli interventi rilevanti, verranno naturalmente valutate, per gli altri è ovvio che la percentuale dei controlli preventivi diminuirà del 90%, quindi la Regione Marche è in grado di operare, attraverso i propri uffici, sia nella fase autorizzatoria che di controllo a campione.
Queste procedure verranno gestite attraverso il sistema informativo regionale integrato Domus, mettendo in interconnessione tutti i soggetti, pubblici e privati, coinvolti nei procedimenti delle pratiche sismiche.
Per migliorare un po' questa legge, che è figlia di una legge non perfetta, fatta dal Parlamento, quindi non è la Regione che ha legiferato in modo sbagliato, ma ha recepito solo quello che hanno fatto a Roma e devo dire che uno dei relatori è stato un Senatore del Movimento 5 Stelle. Io ho evidenziato tutte queste incongruenze perché, come sapete, il percorso di una legge regionale, recependo una legge nazionale, può essere migliorata, non può essere peggiorata. Per questo motivo al Presidente Biancani ho presentato 10 emendamenti e alcuni di questi sono stati recepiti, quelli che la Commissione ha ritenuto possibili sono stati recepiti.
Resta il fatto importante che il nostro Paese è completamente sismico, dobbiamo prenderne atto, il 70% delle costruzioni nel nostro Paese sono antecedenti al 1970 e gran parte di queste non sono a norma sismica.
Questa legge, che recepisce una legge nazionale, semplifica molto la messa a norma di un edificio perché anche se ci sarà l'asseverazione dei tecnici professionisti, ingegneri soprattutto, resta il fatto che l'Ingv, la classificazione sismica italiana, della regione è datata 2006, quindi speriamo che quando verranno fatte le linee guida l’Ingv venga aggiornato, soprattutto dovrà recepire dai comuni la classificazione sismica che nelle zone terremotate stanno facendo, magari ne sapremo di più con questi dati. Resta il fatto che questa proposta di legge allenta moltissimo le maglie per il rilascio dell’autorizzazione preventiva ed in un Paese come il nostro, dove per 20 anni si sono avuti migliaia di morti e migliaia di abitazioni distrutte, in questo momento si poteva evitare.
Resta il fatto, e concludo, che questo è un atto dovuto per recepire questa legge, che abbiamo cercato con il Presidente in tutti i modi di migliorare, forse ci siamo riusciti, forse no, però l'intervento in questo momento su questa legge e sulle linee guida dell'Ingv, secondo il mio modo di vedere, è fondamentale perché abbiamo, ad esempio, nelle zone del cratere, in tutti i Comuni, la microzonazione sismica addirittura di terzo livello, quindi, se si facessero le microzonazione sismiche di terzo livello nei Comuni più a rischio avremo una situazione per dire: “In quelle zone dobbiamo, indipendentemente dall'accelerazione sismica, dichiarare tutti gli interventi rilevanti” perché il pericolo di crolli e di distruzione qualora ci fossero altri terremoti è molto probabile.
Mi auguro che l’Ingv intervenga su questa legge per dare un senso logico a quello che è stato fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Velocemente, credo che ci sia poco da dire, se non rammaricarsi un po’ perché facciamo leggi per tornare sempre indietro.
Non entro nel merito scientifico perché non è questo il luogo per parlare di situazioni scientifiche, di Ingv, di accelerazioni sismiche di base, dico soltanto a chi ci ascolta, anche magari dall'esterno, che l'Italia è stata costruita fino al 2000, tutte le strutture, gli edifici, le costruzioni che hanno strutture in cemento armato, in legno e in acciaio, utilizzando una normativa che, seppur vecchia, ha consentito di realizzare edifici in estrema sicurezza, tant'è vero che quelle che sono crollate a causa del sisma erano state costruite male, non progettate male. Sono state tutte costruire quando dell'accelerazione sismica non si aveva nemmeno sentore, le analisi sismiche si facevano in modo statico e se l’edificio era costruito bene, se si rispettavano le normali regole delle costruzioni, quelle che noi chiamiamo le modalità di costruzione a regola d'arte, stava in piedi, per cui io non mi picco assolutamente sui valori della accelerazione sismica di base che non hanno assolutamente senso, il problema sono le modalità costruttive.
Detto questo, dico che qualcuno ha dimenticato che in Italia ci sono degli ordini professionali che danno una valenza giuridica molto forte, per cui quando un professionista severa di aver fatto una cosa in un certo modo, non ci sono controlli ulteriori se non a campione, come dice la norma, per evitare che ci siano digressioni, ma si deve basare sulla valenza del professionista che firma. Non si può tornare ogni volta indietro e fare l'esame al professionista quando progetta, per cui torniamo dall'attestazione di deposito all'autorizzazione sismica per le opere rilevanti, ma lasciamo perdere, sono tutte rilevanti, perché se io faccio il miglioramento sismico è sempre rilevante l’opera, quindi, al di là di quelle che non hanno valore, tipo il muro di cinta, il palo per metto l’insegna, quelle sono irrilevanti, noi passiamo all'autorizzazione sismica e andremo a complicare ancora una volta, imponiamo delle lungaggini per avere tutti i certificati finali.
Ricordo che prima che entrasse in vigore la norma sull'attestazione dell'avvenuto deposito, passavano dai 6 agli 8 mesi per avere l'autorizzazione sismica dall’allora Genio Civile, anche se il dpr 380/2001 parla di 60 giorni, in questo modo, attraverso le interlocuzioni degli uffici, torneremo a quegli anni, che io ritengo bui, una cosa incredibile, hai voglia a fare decreti di semplificazione, il 76 e quant’altro, torneremo ancora indietro.
Questa è una società, è un Paese, che si arrovella con le leggi, pensa che più leggi si fanno più si snellisce, più norme si fanno e peggio si viaggia, questo è il vero guaio in Italia, lo abbiamo dimostrato anche in questa consigliatura, io l’ho detto l'ultima volta, si pensa che un Consiglio regionale lavori bene quando sforna un certo numero di leggi, no, è quando le cancella, è quando riordina quelle che ci sono, allora si che un Consiglio regionale e un Parlamento lavorano bene, non si può continuare a legiferare per normare anche lo spostamento del granello di sabbia, arriveremo in futuro a regolamentare come spostare, ad esempio, in un cantiere, un granello di sabbia, quali sono le condizioni di sicurezza, i mezzi che si devono adoperare, come ci si deve approcciare a questo aspetto.
Non sono entusiasta di questa norma, tutt’al più noto, ad esempio, delle incongruenze, la voterò, non ci sono problemi da questo punto di vista, ma l’articolo 1 prevede di trasferire ai comuni alcune competenze, quali trasferiremo? Quelle di cui agli articoli 69 e 70 relative a vigilanza e sanzione, e va bene il comune fa questo, lo fa in materia di urbanistica quando va lì e controlla anche la normativa sismica, mi sembra abbastanza semplice. Quello che non capisco sono i contenuti dei commi 3 e 4 dell'articolo 1, noi partiamo dal presupposto che dobbiamo snellire i procedimenti amministrativi e si istituì lo sportello unico proprio per questo, attraverso il quale il cittadino acquisiva le autorizzazioni che erano previste nel procedimento - l'autorizzazione del comune, urbanistica e edilizia, l'autorizzazione del Genio Civile, le autorizzazioni ambientale, idrogeologica, acustica, qualora il bene fosse vincolato ai sensi del decreto 42 - con un'unica procedura, un unico percorso. Le autorizzazioni si acquisivano anche con le conferenze di servizi, che non hanno mai funzionato, perché nella conferenza dei servizi siedono innumerevoli enti che non sono stati mai cancellati e ognuno dice qualcosa per dimostrare che esiste altrimenti si chiede: “Io che ci sto a fare?” La conferenza dei servizi ingarbuglia ancora di più, con gli enti non sono stati eliminati, per cui all’interno della stessa troviamo gli stessi enti che avevamo 10 anni fa, non è cambiato nulla, però tutto si allunga, però, tornando ai commi 3 e 4 leggo: “i comuni che hanno istituito lo sportello unico provvedono ad indicare all'interno del sito istituzionale web il collegamento al sistema informativo integrato regionale per gli adempimenti previsti agli articoli 65, che sarebbero quelli relativi alla legge n. 1086/71, e 93, quelli relativi alla legge n. 64/74 seguenti del dpr 380/2001 e da questa legge. Questo significa che i Comuni hanno l’obbligo di collegare lo sportello unico, quelli che ce l’hanno, al sistema informativo integrato regionale, questo comporta che nel momento in cui io professionista, io committente, presento una pratica, automaticamente deve essere trasmessa, attraverso questo collegamento web, al sistema informativo integrato principale. Va bene? Siamo d'accordo, mi sembra, questo dovrebbe essere uno snellimento anche se francamente poteva benissimo rimanere legato alla piattaforma del Genio Civile che funziona tanto bene. Vado poi al comma 4 e trovo scritto: “E’ facoltà dello sportello unico comunale sostituirsi al committente per trasmettere, tramite il sistema informativo integrato regionale, la documentazione ai fini degli adempimenti previsti agli articoli 65 e 93 (di cui sopra)”.
Delle due una, o vale il comma 3 o vale il comma 4. Se al comma 3 il comune in qualche modo deve provvedere ad indicare questo collegamento, automaticamente significa che questa pratica passa dal comune al Genio Civile, ma poi al comma 4 si dice che è facoltà dello sportello unico comunale sostituirsi al committente. Delle due l'una, vale il comma 3, o vale il comma 4? Se vale il comma 4 non abbiamo snellito nulla, significa che devo caricare la pratica due volte. Questa è una disfunzione che ho fatto rilevare, ho fatto alcuni emendamenti, ma ormai: “Cosa fatta capo ha”, vedremo in futuro come funzionerà. Si dice danneggeremo i comuni piccoli, ma i comuni piccoli non hanno lo sportello unico in proprio, se ce l'hanno ce l’hanno in forma consorziata, se non ce l’hanno non ce l’hanno, non la possono trasmettere tramite lo sportello unico. Quindi è un falso problema. Io non capisco come si riesca a semplificare questa cosa, il problema lo pongo, però, ripeto, non chiedo nemmeno che venga modificato, chi vivrà vedrà come funzionerà l'articolo 1, in modo particolare i punti 3 e 4. Chi sarà in questa Aula ad ottobre provvederà probabilmente a cambiare il tutto, alla luce delle cose che effettivamente non funzioneranno.
Per quanto riguarda gli interventi, la classificazione esiste già nel dpr 380/2001 per gli interventi rilevanti, non rilevanti e privi di rilevanza per quanto riguarda l’incolumità pubblica, perché, appunto, ripeto, il dpr 380 dal 2001 è stato rivisto tantissime volte e adesso è diventato un’accozzaglia di dichiarazioni, autocertificazioni e robe varie. Mi auguro che il Parlamento ci metta mano per rifarlo completamente, snellendo il più possibile, decentrando e facendo assumere ai territori le responsabile, soprattutto a chi lavora, prendendo esempio anche dalle altre nazioni europee, dove si lavora con le autocertificazione, in asseverazioni, laddove ci sono delle pratiche che sono ascritte a professionisti che appartengono a professioni ordinistiche. Il problema è tutto lì, gli ordini non sono stati mai cancellati, quindi un professionista iscritto all'ordine una volta che assevera una cosa assume la responsabilità in toto, non ha bisogno di un ulteriore esame da parte del funzionario pubblico che riguarda la pratica, che rivede i calcoli, cosa ne sa di come funziona un calcolo, quale programma è stato adoperato, se il programma è certificato, come fa a mettere becco. Purtroppo in talune Regioni succede questo, nelle Marche non succedeva fino adesso. Mi auguro che non accada quello che succede in talune Regioni vicine nelle quali si discute anche su come è stato inserito un dato e l’autorizzazione sismica arriva non dopo due mesi, ma dopo due anni, il che sarebbe un guaio. Ormai il settore delle costruzioni viaggia soltanto con gli incentivi, altrimenti ci sarebbe il fermo totale perché l'economia ristagna ed è allucinante un discorso di questo tipo.
Voterò questa proposta di legge, non con entusiasmo perché ci sono tante disfunzioni. Mi auguro che all'esito di una valutazione, qui non è prevista la clausola della valutazione delle politiche, i territori riescano a far arrivare dei report, dopo 6 mesi, un anno di applicazione della normativa per rivederla ed eliminare alcune disfunzioni che ho in parte citato, delle altre vi faccio venia di emendarle. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Vorrei introdurre un ragionamento su questa legge e su tante altre che sono state parzialmente modificate da questo Consiglio. Mi sento di fare l’esempio di un atleta che per raggiungere il traguardo, lungo il percorso, deve superare una serie di ostacoli, perché di questo stiamo parlando, per quanto riguarda la ricostruzione post sisma ci sono ostacoli insuperabili.
Oggi demoliscono una casa che sta lì da cinquant'anni e non la posso ricostruire, questo è il dramma della ricostruzione nel nostro territorio, finché ci sarà questo ostacolo insuperabile noi potremo fare tutto quello che volete, anche mettere pannicelli caldi ad una cosa che non funziona. Questa è la drammaticità, è quello che a me fa inquietare perché mettiamo la testa sotto la sabbia come per dire che non esiste il problema, facciamo una cosina, piccolina, no, non c'è nulla da fare, bisogna avere il coraggio di dire quello che è stato fatto precedentemente, con decreti farlocchi come il 190, che non dà la possibilità di ricostruire, questa è la drammaticità, con molte probabilità inseriamo altra burocrazia con le modifiche alla legge.
Questa norma non ci entusiasma per niente, questo è un lavoro inutile perché la politica non ha avuto il coraggio di mettersi seriamente per traverso, contestare quei provvedimenti emanati dal Governo centrale, che non funzionano, manca il protagonismo del territorio.
Intendo dire che manca la responsabilità del territorio. I Commissari che vengono da Marte non servono perché c'è il territorio, ci sono i sindaci e il Presidente di Regione. Perché nel 1997 ha funzionato? Questa è la domanda a cui nessuno vuole rispondere, nel 1997 ha funzionato perché c'era la presenza del territorio.
Adesso ci sono grandi scienziati, grandi luminari della politica regionale, interregionale, nazionale, che vengono messi a capo della ricostruzione post sisma e poi qualche Consiglio regionale mette una pezza come questa.
Credo che la sostanza sia proprio alla radice, questa è una legge che in questa regione, ancora una volta, non serve a nulla e prego Dio che non peggiori le situazioni attuali. Questo è il dato di fatto, l'analisi politica, poi uno la vota, non la vota, non è questo il problema. Qualcuno dirà perché l'hanno votata, qualcun altro dirà che forse serviva e quello a cui complica le cose chiederà: “Perché hanno votato pure questa?”, mentre magari ad un altro l’aiuta a superare l'ostacolo che ho detto prima, ma non l'ostacolo gigante perchè è insuperabile, ostacolino che si trova lungo la strada. Credo che l'analisi politica, l'analisi di fondo di questi provvedimenti … Si legge: “Norme per le costruzioni in zone sismiche”, ma quali costruzioni in zone sismiche? Quando ci sarà la risposta e dopo la demolizione potrò costruire allora avremmo fatto un servizio alla comunità marchigiana, fino a che non ci sarò la possibilità di demolire e ricostruire non abbiamo fatto un buon servizio per le nostre comunità che sono state colpite dalla catastrofe nel 2016.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Qui siamo in presenza di più elementi, evito un ragionamento di carattere organico e faccio due o tre considerazioni.
La prima, parto dall'analisi che ha fatto il Consigliere Zaffiri sulla ricostruzione post terremoto 1997 che ha colpito le Marche e l'Umbria, mi sento di dire, per rispetto suo ed anche dell'Aula, qualcosa su questo perché nel 1998 sono stato eletto Presidente della provincia di Ancona. All’interno avevamo molti comuni colpiti dal sisma e quella formula ha funzionato perché c’è stato il protagonismo, come ha detto il Consigliere Zaffiri, dei territori, delle istituzioni locali delle Regioni Marche e Umbria, dei comuni, delle province, adesso non voglio parlare di storia, ma di sussidiarietà. C’è stato il protagonismo degli enti locali e anche forti azioni di volontariato. L'istituto tecnico agrario di Fabriano è stato progettato gratuitamente per la ristrutturazione a seguito dei danni del sisma, dall'ordine degli ingegneri di Torino, che ha messo a disposizione gratuitamente per la provincia di Ancona il progetto per il recupero dell’Istituto tecnico agrario, come la provincia di Salerno aveva messo a disposizione il progetto per i licei e così via. Forti azioni di solidarietà anche nella progettazione, nel momento in cui magari poteva esserci la corsa per avere qualche incarico, invece hanno prevalso queste forme di volontariato, non soltanto la solidarietà tra i cittadini, ma anche di pezzi importanti delle professioni. Mi fermo qui, con il protagonismo dei territori, delle istituzioni locali, delle imprese. Faccio un altro esempio, c'era un accordo che prevedeva un sopralluogo unico nei cantieri - non vari sopralluoghi dato che c’erano più enti che avevano la responsabilità del controllo - a cura delle forze del Ministero, della Polizia, delle istituzioni locali per controllare eventuali irregolarità, non soltanto dal punto di vista degli appalti, ma della sicurezza nei luoghi di lavoro e del rispetto dei contratti e così via.
Una ricostruzione, quella del terremoto del 1997, nelle Marche e nell'Umbria che ha visto il protagonismo dei territori e delle istituzioni locali, che ha dato un risultato, però, ripeto, se mi dilungassi parlerei di storia, invece non voglio.
Sul resto perché intervengo? Questa proposta dal punto vista politico l’ha illustrata bene il Presidente Biancani, mentre il Consigliere Giorgini, relatore di minoranza, anche critico, ha dimostrato ancora oggi la sua onestà intellettuale, quando ha fatto riferimento al Senatore relatore di maggioranza di questo Governo, se non ricordo male giallo rosso. Noi avevamo una proposta di legge, anche l'altra era stata modificata, che era stata criticata dal Consigliere Giorgini, fortemente criticata, poi la legge è stata approvata, c'è stato un ulteriore approfondimento, ci sono state difficoltà nell'attuazione, quindi l’abbiamo posticipata, ma nel frattempo è cambiata la legge nazionale, ma queste cose sia il Consigliere Biancani che il Consigliere Giorgini le conoscono meglio di me, quindi, si cambia di nuovo la procedura e si torna ad una situazione non come quella di partenza, perché non si torna mai allo stesso punto, ma in una situazione completamente diversa rispetto al punto di arrivo che era stato previsto.
L'ultimo aspetto che voglio affrontare, a me appassionano molto le cose che ha detto il Consigliere Celani perché resto convinto che il futuro sia costruire sul costruito, allora c’è bisogno di grandi professionalità, non soltanto di chi progetta, dove i progettisti svolgono un ruolo importante e fondamentale, per carità, architetti, ingegneri, ma insieme ai geologi, ai geometri, alle tante professioni che ruotano attorno al mondo dell'edilizia ed anche al saper fare dei tecnici, degli operai, dagli impiantisti ai muratori, queste sono cose molto importanti altrimenti come facciamo a riqualificare, a rigenerare, ad arrivare alla riqualificazione urbana necessaria in termini di aggregazione e di qualità della vita?
Non ho capito una cosa, il Consigliere Celani ha detto: “Potrei fare degli emendamenti perché vedo delle contraddizioni”, mi permetto di dire che è vero che è l'ultima seduta e i tempi sono stretti, ma se non ho capito male, la III Commissione dovrà riunirsi per altri aspetti e se ci sono 3 emendamenti che sono condivisi … Il Presidente Biancani all'inizio ha chiesto di rinviare la trattazione della proposta di legge perché voleva dare una risposta al problema posto dal Consigliere Celani, quindi, su questo aspetto, vedete voi, ma se c'è la necessità, anche perché dire la votiamo a fine luglio per modificarla ad ottobre, come ho sentito dire in quest'Aula, non mi sembra …

(interventi fuori microfono)

Enzo GIANCARLI. Se fosse così non avrebbe senso, scusate, ma è bene che ci si chiarisca perché noi dobbiamo sempre, nonostante le difficoltà e condivido, fare il possibile per produrre atti che siano di facile attuazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per una precisazione, il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Ringrazio il Consigliere Giancarli per questo invito, però, ho perso un po’ di stimolo da questo punto di vista perché, ripeto, ci stiamo incartando con queste normative.
Il Consigliere Giancarli ha detto che non si torna mai indietro, noi stiamo invece tornando a metà strada, non proprio indietro, ma a metà, non abbiamo avuto la capacità e il coraggio di una svolta forte e non riusciamo a tenere il passo con gli altri, questo è il vero problema, ma non è soltanto delle Marche, di questa Italia che preoccupa.
Ho fatto quattro considerazioni prima col Presidente Ceriscioli ha proposito di alcuni fondi che potranno arrivare per l'ammodernamento della sanità, ma se non ci saranno delle norme straordinarie quei fondi con la norma di attuale li impiegheremo fra 10 anni, una cosa assurda. Questo è l’aspetto, tutte queste norme si vanno ad accavallare, ad arrovellare, la normativa nazionale, la normativa regionale, torniamo come se la classe dirigente de professionisti, di cui ha detto il Consigliere Giancarli, non fosse mai cresciuta in Italia, noi abbiamo una classe di professionisti, a tutti i livelli, da quella medica a quella tecnica, di grande qualità rispetto all'Europa e mentre nelle altre Nazioni si fa tutto con le asseverazioni, le prese di responsabilità, noi torniamo ai controlli minimali, cose che non hanno senso.
Vi racconto un’esperienza professionale che non si dovrebbe mai ripetere, non immaginate la mole di carta che deve presentare un tecnico per fare un modesto edificio dove, supponiamo, ci sono cinque, sei, sette unità immobiliari, se poi queste carte sono dematerializzate è uguale perché se non produci carta, produci documenti dematerializzati, come fai è la stessa cosa. Ho avuto un'esperienza qualche anno fa con un costruttore italo/americano, tornato in Italia, che mi ha fatto vedere il progetto di un edificio di 27 piani, ha portato come elaborato progettuale un foglio A1, 3 volte un A3, per chi ha dimestichezza con la carta, su quello c'era tutto perché il progettista aveva asseverato tutto, l'autorizzazione era arrivata in una settimana, da noi, faccio riferimento alle nostre Marche, due anni. Dov'è la differenza? La differenza è che da noi, dopo che hai aspettato due anni per avere le autorizzazioni, poi in cantiere facciamo un po’ come vogliamo, dalle altre parti se sbagli a mettere un mattone e lo metti per traverso la casa non costruisci più, i controlli. Questa è la verità. E’ inutile che noi facciamo queste leggi, leggine, regolamenti, prima ho fatto l'esempio è inutile che facciamo leggi anche per regolamentare lo spostamento di un granello di sabbia se poi non c'è l'elemento finale, che è quello del controllo, oppure di una presa di coscienza che certe cose vanno fatte in un certo modo.
Per cui, ripeto, uno perde pure voglia e entusiasmo nel vedere certe cose, ripeto, quando leggo i commi 3 e 4 dell'articolo 1, dico che qui non snelliamo niente, stiamo di nuovo rimpallando le competenze con i Comuni, se possono o non possono, devono trasmette, ma a chi lo trasmettono? Il comune no, il committente no, il professionista …, un minimo di coraggio da questo punto di vista, però: “Cosa fatta capo ha”, quindi andiamo avanti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 346. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Vorrei sapere quando è prevista la sospensione perché dobbiamo fare la I che la III Commissione.

PRESIDENTE. Facciamo il prossimo punto e poi sospendiamo.

Proposta di legge n. 358
ad iniziativa dei Consiglieri Marconi, Traversini, Malaigia, Celani, Fabbri, Rapa, Busilacchi, Talè, Urbinati
“Interventi straordinari a favore delle aree montane disagiate”

Nuova titolazione: “Interventi a favore delle aree montane disagiate”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 358 dei Consiglieri Marconi, Traversini, Malaigia, Celani, Fabbri, Rapa, Busilacchi, Talè, Urbinati.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Prima di parlare di questa legge, è bene centrare un po’ l’argomento rispetto a quello che questo provvedimento mette in evidenza: le problematiche delle aree montane. Abbiamo parlato in questo Consiglio in maniera abbastanza diffusa, anche 15 giorni fa circa, dei problemi delle aree montane che sono alla base delle motivazioni per cui si è arrivati a questa piccola proposta, ma significativa ed importante.
Quando si parla di aree montane o aree interne bisogna capire che parliamo di oltre il 50% del territorio della regione Marche, che è abitato da 1/5 della popolazione, da 300 mila abitanti circa, numero in forte diminuzione, questo è il vero problema della aree interne, una diminuzione confermata dai dati, l'ho detto tante volte, è importante che questi dati vengano ricordati perché dal dopoguerra ad oggi, già prima della questione del terremoto, questi comuni delle aree interne, collocati nelle zone montane, avevano perso oltre il 50% dei propri abitanti.
Questo significa che nel tempo la situazione è diventata ancora più grave, tra 15/20 anni in questi territori non ci sarà più la possibilità di governare il territorio interno, che non solo è ricco dal punto di vista naturalistico e di bellezze naturali, ma è ricco edi cultura e di storia che con il resto compongono il nostro patrimonio.
E’ un problema che non riguarda solo ed esclusivamente chi abita in quei territori, ma è di carattere generale perché la perdita dell'amministrazione attenta di quei territori è un danno enorme, con spese e situazioni di grande difficoltà che riguardano tutto il territorio regionale, non riguarda solo la Regione Marche, ma tutto l'Appennino centrale, l'Umbria, il Lazio, l’Abruzzo con situazioni, se vogliamo, ancora più pesanti.
Questa legge parte dalla volontà di cercare di diminuire lo spopolamento di questi territori, il disagio di vivere nei territori montani è dovuto al fatto che in alcune località non ci sono più i servizi fondamentali, che sono i semplici, di questo mondo, dall’acquistare il giornale a un bene di prima necessità, come pagare o ricevere denaro attraverso gli sportelli automatici.
Anche se in maniera non sufficiente, la Regione sta lavorando su questo, si è messo in piedi un lavoro forte, a livello nazionale, che è quello delle strategie delle aree interne, rafforzate dai ragionamenti che non ripeto, come il Mab Unesco, che rimette al centro dell'attenzione il problema della montagna e il disagio che si vive nella montagna, che va risolto con provvedimenti di carattere non solo di ricostruzione post terremoto, ma di rilancio dell'economia stessa, dando la possibilità ai giovani che vivono in questi territori di creare la propria vita.
Questa legge ci dà la possibilità di rimettere sul tavolo della discussione questo tema, però, oltre a prendere coscienza, ancora una volta, di quello che sta succedendo, si cerca di dare risposte ai cittadini, ma non solo, anche ai visitatori che frequentano quei luoghi bellissimi, ma che non trovano nessun servizio, le attività minime che c'erano e davano piccoli servizi sono scomparse.
Tutto questo, in qualche modo va riorganizzato ed ecco la legge, 5 articoli, molto semplici, che mirano principalmente a sostenere le attività commerciali ed a rispondere alle richieste dei servizi minimi indispensabili a quei territori.
La legge mira a questo, a creare un luogo dedicato al commercio, ai servizi, per dare risposte utili ai cittadini per mantenere la loro presenza sul territorio, ma servono anche ai turisti che frequentano, soprattutto in alcuni periodi, questi luoghi. Luoghi e località con meno di 1.500 abitanti, che significa dedicare uno spazio immenso per dare risposte, dove c'è necessità, ai vari luoghi.
L’articolo 5 prevede un finanziamento alle Unioni montane di 200 mila euro, che non è cosa di poco conto. Con queste risorse si vanno a finanziare le nuove Comunità montane per creare in ogni Unione montana un centro polifunzionale nel quale attivare questi servizi.
L'Unione montana è l'interprete di questa legge, farà convenzioni con il privato, che dovrà prendere sovvenzioni e contributi per queste attività e dare una garanzia di almeno 3 anni agli esercizi.
Questa è la portata, semplice, ma efficace per le esigenze di un territorio che presenta grandissime problematiche, alle quali bisogna continuare a dare risposte per non avere problemi di carattere generale su tutta l'amministrazione del territorio regionale.
Per il lavoro fatto su questo tema, oltre ai pareri positivi che sono stati dati, devo ringraziare il promotore e primo firmatario di questa legge, il Consigliere Marconi, e tutta la II Commissione che se ne è fatta carico ed ha visto l'importanza di questo messaggio, porre nuovamente sul tavolo questa problematica.
La Commissione ci ha lavorato molto, modificandola, correggendola, cercando di migliorare tutti i vari aspetti, ed è stato fatto un ottimo lavoro. Quindi rinnovo i ringraziamenti a tutti anche per essere riusciti a completare il lavoro, trovando una disponibilità finanziaria che non era neanche così semplice reperire. Un ringraziamento va fatto anche alla struttura della Commissione che dal punto di vista giuridico ha lavorato molto bene.
Su questa legge, per problemi che sono legati all'aspetto della montagna dal punto di vista turistico, ci sono due emendamenti presentati e votati dalla Commissione, uno è legato ad una norma che abbiamo presentato e approvato circa un mese fa concernente le guide naturalistiche e le guide alpine, se vi ricordate. Per il problema della sicurezza avevamo deciso che le guide naturalistiche non potessero accompagnare nei percorsi attrezzati, dove c'è bisogno di attrezzatura alpina, che era scontato, ma anche in quelli per escursionisti esperti, percorsi in cui la sicurezza è un aspetto fondamentale. Abbiamo visto che farlo in maniera così repentina e forte, anche se il problema esiste, metteva in difficoltà una situazione che si è creata da 15 anni ormai nella gestione delle escussioni, anche se non sono tantissime, la percentuale dei percorsi non è così elevata, però è importante. Ci sono situazioni che vengono portate avanti da anni e non è mai successo nulla, non significa che il problema della sicurezza non debba essere posto, tant'è che noi con questo emendamento diamo la possibilità di continuare l’attività alle guide naturalistiche, senza nessun problema, fino a gennaio 2022, però nel frattempo devono seguire un corso indetto dalla Regione, entro sei mesi, altrimenti perderanno il diritto di accompagnare in questi percorsi. Il corso riguarderà soprattutto il problema della sicurezza, che esiste, non è solo legato alla regione Marche, ma all’intero territorio nazionale e sarebbe bene che se ne parlasse in maniera più approfondita e accurata e fosse fatta una norma di carattere nazionale perché credo che ce ne sia bisogno.
L'altro emendamento è legato al testo unico del turismo, avevamo messo il divieto di omonimia per alcune attività, a livello centrale c’è stato fatto rilevare che questa è una competenza dello Stato, non della Regione, quindi dobbiamo togliere il divieto che avevamo introdotto.
Questi sono due piccoli emendamenti che migliorano un po' la situazione.
Ritornando all'atto principale, riteniamo che sia un modo per parlare e dare anche una risposta perché riuscire a finanziare per ogni Unione montana un centro nel quale, si spera, mettere in moto un meccanismo dove alcuni servizi fondamentali possono essere erogati per continuare a far vivere, rispondendo alle loro esigenze, gli abitanti di quei territori così importanti, credo che sia una cosa che va sottolineata.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie Presidente. C'è poco da aggiungere a quanto detto dal Presidente Traversini, in quanto questa proposta di legge è stata largamente discussa in Commissione, seguita e condivisa.
Ringrazio anch'io il primo proponente il Consigliere Marconi, che ha dato l'avvio a questo iter così condiviso.
Noi sappiamo che la disparità che c'è fra aree interne e zone costiere è un dato che conosciamo già da prima dell’inizio di questa legislatura e che stiamo cercando di affrontare, tanto più che la disparità si è accentuata, soprattutto dopo gli eventi legati al sisma e ad altre calamità naturali, non ultimo il Covid.
Noi abbiamo delle zone montane, che sono dei veri piccoli gioielli che rischiano di morire, di scomparire. Stiamo assistendo ad un depauperamento del tessuto locale, un tessuto fatto di piccoli negozi, piccole attività commerciali, questo è un vero e proprio processo di emarginazione commerciale, economica e sociale, di tutte le zone montane. Lo registrano i numeri, ogni giorno ci sono misure di riduzione di numerosi servizi, come sportelli bancari, postali e altri, specialmente per quanto riguarda la sanità, la pubblica istruzione, che hanno reso sempre più difficile la vita in questi piccoli borghi.
Noi dovremmo vedere il commercio di vicinato come un vantaggio, ma non solo per i commercianti, per tutti i residenti, come possibilità di rimettersi in gioco, un valore aggiunto per un territorio che non solo deve ripartire, ma deve essere promotore per tutto il territorio regionale.
La proposta di legge, come già anticipato e illustrato ampiamente, consentirà di concedere contributi, anche importanti, alle Unioni montane per garantire la presenza nel territorio comunale e nelle piccole frazioni di bancomat polifunzionali, inoltre sarà possibile per le Comunità montane avere finanziamenti per stipulare convenzioni per l'erogazione di servizi necessari, ridurre gli oneri di urbanizzazione per la destinazione d'uso commerciale, concedere a titolo gratuito e per un periodo convenuto l'uso di immobili in disponibilità ad aziende commerciali che ne facciano richiesta, stabilendo le modalità d'uso, la gestione, la manutenzione, la restituzione e l’applicazione di esenzioni ai tributi di propria competenza. Nelle zone montane più svantaggiate la permanenza di attività indispensabili, come i negozi alimentari, l'ufficio postale, il dispensario farmaceutico, è possibile solo con l'intervento pubblico, senza adeguati contributi ed agevolazioni la progressiva scomparsa dei pubblici esercizi e di tutte le attività commerciali nelle zone più isolate diventerà inevitabile.
Sappiamo benissimo che quando chiudono i negozi, gli sportelli, i servizi anche gli ultimi abitanti, per quanto attaccati al territorio, finiscono per andarsene, specialmente le nuove generazioni.
Importante è anche l'intervento che è stato aggiunto dalla Commissione, riguardante l'attività escursionistica, con un occhio particolare alla sicurezza. Nelle escursioni nelle nostre bellissime montagne sarà possibile avere un'ampia offerta di tutti i soggetti coinvolti, di quelli che fanno parte della categoria.
Come l'ultima seduta posso dire di essere alquanto soddisfatta di aver contribuito a dare, anche firmando questa proposta di legge, un piccolo contributo a delle zone bellissime che stanno soffrendo, continuano a soffrire, ma che grazie a questa proposta di legge avranno la possibilità, una piccola possibilità, di ripartenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. La legge è stata dettagliatamente presentata dai due gentili colleghi di maggioranza e di minoranza. Vorrei sottolineare e dire chiaramente che questa legge non avrebbe visto la luce se il Presidente della Commissione non si fosse impegnato come se fosse sua, poi lo è diventata perché mi ha chiesto subito di sottoscriverla - il Consigliere Traversini è uno di quei Consiglieri che avrebbe meritato di restare nella prossima legislatura anche perché la sua presenza non è stata neutrale in quest’Aula - e l’ha fatto per amore delle aree interne.
Questa legge nasce nel pesarese, degli amministratori locali del pesarese, che conosce bene anche lei, mi hanno sollecitato. Ho capito perché è partita da lì, perchè questa legge offre un tipo di servizio che va bene per chi non ha delle valli significative, il nostro sterminato territorio arriva ai confini con la Toscana, non ha valli, non è l’Esino per cui l’area interna dell’anconetano è Fabriano e qualcosa che sta a nord di Fabriano, come Sassoferrato Arcevia, non è neanche il maceratese che ha un'area interna molto sviluppata, ma ha tre valli decorosamente servite, una addirittura con una superstrada che arriva in Umbria.
Il dato dell'isolamento dei nostri comuni, a parte quelli della Val Nerina, i tre più disastrati dal terremoto, è meno sentito di quanto possa essere sentito nell'urbinate e solo chi non lo conosce, non capisce cosa significa farsi dal confine sud di Ancona al confine nord di Pesaro, ci vuole una giornata in camper, io l’ho fatto più di una volta, ci vuole una giornata perché si fanno strade di colli e colline che risalgono e ridiscendono, quindi è chiaro che lì il dato dello spopolamento è dovuto anche all'assenza dei servizi, il primo dato è dovuto all'assenza del lavoro, senza del quale non si sopravvive in un territorio. Uno potrebbe sopravvivere con un lavoro da pendolare perché ama il suo piccolo comune, la sua piccola città, ed è disposto a fare il pendolare su Urbino, Fossombrone, o su Macerata, o su Fermo ed Ascoli Piceno, nelle altre province, però deve avere i servizi, può rimanerci anche da pensionato, ma devono esserci i servizi. E’ chiaro che il primo servizio che viene reclamato da questi territori è quello sanitario, non a caso sono stati i più agitati sulla questione sanitaria, perché sentono più di altri l’isolamento.
L'altro problema è legato a tanti piccoli servizi che abbiamo voluto individuare in questa legge e mi piace elencarli perché è importante che tutti i nostri concittadini sappiano di che cosa soffrono questi territori.
La creazione di centri servizi polifunzionali non è un'idea nostra, non è originale, altre realtà, soprattutto nell'area alpina, li hanno messi in conto perché nelle Alpi l’assenza di popolazione è ancora più forte che sui nostri territori, solo i comuni ad alta frequentazione turistica riescono a resistere, il resto è completamente abbandonato, da noi questo stato totale di abbandono ancora non c'è, ma ci stiamo avvicinando.
Bene, si parla di uffici postali, di edicole, di esercizi commerciali, di ristoranti, di tabaccherie, di spazi messi a disposizione dagli enti locali o da associazioni, di bancoposta, di servizi della spesa a domicilio, di servizi di biglietteria e trasporto per i mezzi pubblici, tutto quello che normalmente noi abbiamo a portata di mano nelle nostre città di collina e della costa e che qui diventano oggettivamente un grosso problema.
Come fare a organizzare questi servizi? L'ente pubblico non può costringere le Poste a tenere aperto un ufficio in un comune di 300 abitanti, un medico a stare lì per su un’utenza minima di 800/1.000 persone, noi incentiviamo, attraverso questa legge, la creazione di un centro, di un luogo, un ambiente fisico all'interno del quale ci sono delle turnazioni. Ad esempio le abbiamo viste in IV Commissione con la legge sui servizi farmaceutici, la farmacia apre ad orari durante la settimana, la stessa cosa potrebbe essere fatta per altri servizi pubblici, o per altri servizi di natura privata. Un centro che sia di diretta competenza dell'Unione montana, ed ecco la cifra, mi sembra Presidente Traversini che le Unioni montane siano una decina, quindi abbiamo pensato ad una cifra ragionevole, non ad una legge bandiera, l'hanno ricordato anche il Presidente Traversini e la Consigliera Malaigia. Abbiamo previsto 20 mila euro, anche perché temevamo l’osservazione critica del Consigliere Maggi che avrebbe detto che è una bella legge però non ci sono i soldi, giustamente, dato che è un controllore dell'efficacia della legge. A me come a lui non piacciono le leggi bandiera, di cui i cittadini non vedranno mai nessun serio effetto, che può esserci perché con 20 mila euro l'anno, con tutta una serie di rigide prescrizioni per ottenere il contributo e per mantenerlo, non si fa una cosa da 6 mesi, il servizio deve nascere e deve continuare per un certo numero di anni. 20 mila euro per un centro, un affitto, una struttura da affittare e dotare di tutte le attrezzature informatiche e mobilio necessari per farlo funzionare.
Certo nella prospettiva noi immaginiamo che questi centri, uno per ogni Comunità montana, possano aumentare, soprattutto nelle Unioni montane del pesarese, del maceratese, che hanno più difficoltà ad avere questo tipo di servizi, però intanto cominciamo con questi in maniera seria.
Ringrazio la Commissione perché insieme ai funzionari e agli uffici ha completamente stravolto i termini letterali la legge e quando una legge viene presentata in Aula tutta in neretto significa che quello che avevo scritto faceva schifo, quindi è chiaro che andava rifatta completamente, ma io sono contento di questo, a me piacciono le leggi di principio, però giustamente la Commissione l’ha rifatta e bene e questo ha consentito che superasse il severo vaglio della I Commissione, dell’implacabile Presidente Giacinti, e arrivasse in Aula con un finanziamento completamente diverso da quello che avevo immaginato. Il mio era un finanziamento bipartisan perché prendevo sia dal Papa che da Gramsci, non offendevo nessuno, l’Assessore Pieroni quando l’ha saputo stava per scannarmi, però alla fine sono state trovate due missioni più compatibili con la situazione e non è stata toccata la tabella C, che invece investiva su queste altre cose, anche se penso, Presidente Ceriscioli, che su quelle voci faremo risparmi perché immagino che la visita del Papa che non ci sarà a Loreto, non produrrà risparmi in questo senso, manterremo questi soldi fino a fine anno per cosa? Quando non sarà necessario rispetto ai contributi assegnati.
Credo di aver detto tutto e ringrazio per l'attenzione.

PRESIDENTE. Rassicuro il Consigliere Marconi che la legge è stata vissuta, vivisezionata, ha dato adito ad una seria discussione in Commissione, per cui è stata rivisitata. Inoltre, oltre il corpo lo spirito va nutrito per cui penso che quei fondi sarà difficile risparmiarli, lo spirito bisogna pure nutrirlo, per cui …
Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Colleghi Consiglieri, questa legge è molto interessante, ma sin dalla sua presentazione da parte del Consigliere Marconi non mi erano sfuggite alcune particolarità.
La prima è che tutte le risorse venivano dall'Istituto Gramsci, dall'Anpi e da un fondo per Loreto, dai simboli della spiritualità e della democrazia marchigiana, poi questo aspetto, grazie all'intervento del Consigliere Marconi e del Presidente Traversini, è stato corretto.
Un’altra è che, a mio avviso, rappresenta un limite i 1.500 abitanti, che è rimasto, quindi, tutti i componenti della Commissione hanno firmato e approfondito la legge, avranno avuto le loro ragioni, dal mio punto di vista, ripeto, in montagna 1.500 abitanti sono tanti, ma se fosse stato possibile elevare il limite sarebbe un dato migliore.
Il Consigliere Traversini ha riferito le problematiche prima della legge e uno dei momenti a cui ha fatto riferimento, quello centrale a mio avviso, ma credo per lui, non lo voglio interpretare, è quello della forte diminuzione della presenza umana, della popolazione, nelle aree montane. Ha ragione quando dice che in quest'Aula più volte abbiamo affrontato questi aspetti, anche 15 giorni fa con quella legge sulle Unioni montane, ma anche in altri momenti, quante volte abbiamo parlato della Carta di Fonte Avellana e di altri provvedimenti? Quante volte abbiamo parlato del Patto per la ricostruzione, che tra l'altro tocca più di tutti l'Appennino marchigiano? E’ vero, ne abbiamo parlato tante volte, ma io resto convinto che oramai non c'è più un problema delle aree interne, c’è un problema dell’area Marche e nel nostro caso dell’area Appennino nel suo insieme visto dal sistema Paese. All’inizio, ad esempio, quando volevo sottolineare l'unitarietà del territorio, dicevo dal mare all'Appennino, poi ho capito, una volta mi hanno invitato a partecipare ad un dibattito al porto turistico di Senigallia, con molti soggetti del mare, pur non essendo anconetano come il Consigliere Maggi e non essendo marinaro come lui, che bisogna dire “con il mare fino all'Appennino” perché c'è tanta vita anche nel mare, quindi, non “dal mare”, ma “con il mare fino all'Appennino”, un ampliamento del territorio, perché, ripeto, è limitativo dire “dal mare all'Appennino”, ma “con il mare fino all'Appennino”.
Voglio partire da uno spunto che ha dato il Consigliere Fabbri 15 giorni fa, quando ha parlato degli ecosistemi, non so se si riferisse soltanto a quelli montani, allora parto da qui, un percorso nella direzione di una rivalutazione degli ecosistemi montani, intesi come monti, boschi e foreste, l'importanza di queste rivalutazioni riceve peraltro continue conferme nelle sedi internazionali, si pensi a quanto convenuto nelle conferenze sui cambiamenti climatici, quindi, sul ruolo degli alberi, dei boschi, della foresta, sul contenimento dei gas serra, di strada ne è stata fatta da quando l'ONU ha proclamato l'anno internazionale della montagna tempo fa, ma non tantissimi anni fa, c'è stato l'anno internazionale della montagna.
I tempi sono maturi per discutere in modo organico ed unitario della pluralità di funzioni che il bosco assume, funzioni sociali, ambientali, economiche e culturali, il bosco e le aree montane, è tempo anche ripensare il rapporto fra gli ecosistemi montani, rurali e l'ambiente urbano, in un mondo in cui le varie parti manifestano una interdipendenza. Voglio sottolineare questo concetto di interdipendenza, sempre più accentuata a cui prima ho fatto riferimento dicendo: “Adriatico mare Appennino”, il bosco e la città non possono più essere pensati come ambienti antitetici, ma come realtà complementari. Ecco, nel terzo millennio lo sforzo e l'azione devono essere finalizzate senza ombra di dubbio a ricomporre, non pensare, se qualcuno ha ritenuto che ci dovesse essere, ad una contrapposizione fra natura e cultura, ma riconciliare l'uomo con l'ambiente, così le stesse politiche di sviluppo territoriale potranno dirsi davvero sostenibili.
Penso all'economia, all'ecologia, penso alle caratteristiche dell'Appennino, alle risorse, alle condizioni favorevoli per realizzare questa grande sfida contemporanea della crescita sostenibile, si deve però pensare, questa mattina ne parlavamo in sede facendo riferimento alla legge sismica, alla rigenerazione territoriale, alla sostenibilità ambientale, alla necessità di costruire sul costruito.
Il problema principale è quello che ha detto il Presidente Traversini, ed ha ragione a mio avviso, contrastare il rischio di impoverimento, sempre più reale, socio-demografico ed economico delle aree interne, delle aree montane. Il problema non è costituito dalla debolezza materiale di queste aree, lo sottolineava la relatrice di minoranza, poi mi dispiace non aver ascoltato il Consigliere Marconi, penso di non aver perso un suo intervento in questi 10 anni, me lo leggerò con attenzione, quindi il problema non è costituito dalla debolezza materiale di queste aree, si pensi, appunto, al patrimonio ambientale, storico, artistico, che sottolineava anche la Consigliera Malaigia, quanto alla capacità di mantenere ed attrarre persone, quello che viene chiamato “il capitale umano di qualità”, perché chi ha maggiore livello di istruzione tende a muoversi verso i luoghi nei quali si trovano migliori opportunità.
Ci sono alcuni casi in cui si verifica il contrario, in qualche caso c’è il ritorno, come non riconoscerlo, noi che questi territori li frequentiamo e ci stiamo sappiamo che c'è anche questo, ma sono pochi casi, delle eccezioni.
E’ vero che qui abbiamo parlato del riordino delle Unioni montane, abbiamo parlato della legge n. 1102/1971, facendo riferimento ai 50 anni del Consiglio e a quel Consigliere che ci ha parlato delle consultazioni che fece per istituire le Comunità montane, abbiamo parlato della legge n. 97/1994 sulla multifunzionalità, abbiamo parlato della strategia nazionale delle aree interne, soprattutto della prima istituita, quella del basso Appennino pesarese e di parte dell'Appennino anconetano, per capirci da Apecchio, Cantiano fino a Sassoferrato ed Arcevia, ed accanto a questi momenti la legge sui parchi, che non è incisiva come dovrebbe essere sulle aree interne, e la legge sui piccoli comuni, che dovrebbero essere incisive rispetto a queste aree. Voglio citare un famoso sociologo italiano: “Se si salvano le aree interne e montane, se si salva l’Appennino, si salva l'Italia”.
Ecco il punto, è il futuro delle persone che vivono in queste aree, soprattutto quello dei giovani e in particolare quello dei giovani di talento. Questo comporta non soltanto sinergie, ma idee, strategie, visioni, scelte, priorità, chiedersi, quindi, quali attività produttive, quali tipologie, quali insediamenti di popolazioni è possibile ipotizzare per l'Appennino, per le aree interne. Gli insediamenti di oggi sono il risultato di diverse stratificazioni storiche, quante volte abbiamo ripercorso, letto, studiato, ascoltato nei convegni questi approfondimenti storici, in epoca romana gli insediamenti erano prevalentemente nel fondovalle, in luoghi facilmente accessibili, perché quello era l'aspetto principale, poi il Medioevo ha privilegiato l'alta collina, la montagna, i colli, perché dovevano essere facilmente difendibili, negli ultimi secoli c’è stata una diffusione di borghi, insediamenti isolati al fine di sfruttare le possibilità offerte dall'agricoltura, dal pascolo, dalle attività artigianali, dall'utilizzo dei boschi e oggi ci troviamo un reticolo di città, paesi, borghi, castelli, insediamenti sparsi. Oggi dobbiamo fare i conti con le funzioni e le esigenze diverse da quella storia: dalla viabilità al trasporto pubblico locale, dalla possibilità di arrivare in una stazione ferroviaria all'aeroporto nella grande rete della viabilità, dai servizi dell'infanzia a quelli degli anziani, quante volte abbiamo parlato di Case della salute, di telemedicina, del servizio di emergenza/urgenza, dal raggiungimento, di questi servizi alla garanzia del diritto alla salute oppure al superamento del digital device.
Allora reinserisco un elemento che ho sottolineato 15 giorni fa, che è quello che in questi territori, oltre alla cultura, a questo ricco patrimonio, al turismo, alle attività legate al bosco, che sono importantissime, è necessario avere un po' di manifatturiero perché dobbiamo consolidare e sviluppare le attività produttive in alcuni insediamenti e non dobbiamo e non possiamo contare soltanto sulla domanda turistica, ma conservare tutto così com'è, ma c'è un problema di servizi, c'è un problema di economia, perché se pensiamo di conservare tutto così com'è, immaginiamo un futuro di spopolamento e declino.
Noi questo non lo vogliamo, noi vogliamo tutti i servizi, tutti, con le specificità che questi territori richiedono, ma è necessario che ci sia una pari opportunità affinché si possa decidere liberamente di rimanere in questi territori, quindi, dall'istruzione … Facevo riferimento, adesso per brevità non la cito, a quella sperimentazione che è stata fatta con la legge n. 97/1994 sugli istituti comprensivi, che è diventata patrimonio della scuola del Paese, ma potrei parlare di altri servizi, il diritto alla salute è fondamentale, come è pensabile un green new deal senza dare risposte a questi territori? E’ una visione di modernizzazione del Paese, di chi pensa ad una crescita sostenibile, di qualità, dobbiamo fare in modo che tutto questo si possa realizzare.
Questa legge è un altro tassello che andiamo a mettere anche a dimostrazione di un’attenzione verso questi territori, ma occorrono misure che vadano in profondità, che sappiano incidere e creare le condizioni perché le persone possano rimanere a vivere nelle aree interne e montane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sono d'accordo con questa proposta di legge, però può essere un momento di transizione verso una trasformazione strutturale dei piccoli comuni di 1.500/2.000 abitanti, altrimenti diventa soltanto un contributo assistenziale.
Ormai tutto è stato sacrificato in funzione del mercato, abbiamo sacrificato tutto in funzione del mercato, lavorando nella comunicazione, che fa parte del marketing e quindi significa mercato, si è lavorato tutti … Anche la politica è andata verso il mercato, per cui le aziende pubbliche hanno esternalizzato i servizi, le poste sono diventate private, le banche sono diventate private, anche la Banca d'Italia è diventata privata, le strutture che dirigono la sanità si chiamano aziende, per cui l'economia di mercato ha impedito ai piccoli comuni di continuare a vivere, di mantenere la popolazione che avevano, ormai è tutto diverso, un negozio di alimentari, anche quelli che si associano alla Margherita, si associano alla Conad, alla Coop, nel momento in cui non c'è un bacino di mercato che consente un'economia al camion che arriva a rifornire il negozio di prossimità, chiude, quindi, questo aiuto deve essere un sostegno di transizione verso un cambiamento strutturale.
Comuni come Fabriano, Arcevia, Sassoferrato sicuramente non vivono questi problemi, ma i piccoli comuni si, e allora? C'è una trasformazione in senso turistico? Nei piccoli comuni e in quelli più suggestivi sulla fascia montana collinare, come ha fatto prima la Toscana, poi l’Umbria adesso sta facendo le Marche, ci sono le seconde case, anche degli stranieri, che non hanno bisogno del negozio di alimentari o del servizio perché hanno una mobilità molto accentuata, se ne vanno dove meglio credono a rifornirsi di derrate alimentari o a proporre i loro servizi. Tutto questo va considerato.
Mi sembra che la politica abbia assecondato il mercato anche perché è una tendenza mondiale, per cui è difficile fare provvedimenti anacronistici, che tagliano fuori dall'economia alcuni pezzi importanti del Paese. Una riforma strutturale del nostro entroterra, delle nostre montagne, è necessaria e la politica fa bene a fare questo tipo di legge in aiuto dei piccoli comuni della montagna o dell'entroterra, ma deve essere una fase di transizione verso una riforma strutturale di questi luoghi, che alla fine possono diventare il cibo dell'anima di coloro che ci vanno a vivere, a passare le vacanze, ma le vecchie generazioni, che ovviamente soffrono di più di questo isolamento, della mancanza dei servizi, dell'approvvigionamento, anche dei momenti di socializzazione, verranno piano piano a scomparire ed i giovani non rimarranno nei piccoli comuni, quelli montani.
I piccoli Comuni devono avere una destinazione diversa, ma perché devono averla? Quello che non va persa è questa peculiarità di bellezza, di storia, di tradizione, di aria buona, di ecosostenibilità, non va persa, ma è una battaglia persa in partenza se si vuol cercare di mantenere un'economia che non è più quella. Quando vado in Croazia in barca, vado nei piccoli centri, fuori dalle rotte turistiche e lì c’è il bazar, quello che c'era una volta, che vende gli alimentari, il giornale, le lampadine, il cachet se ti fa male la testa, ancora su scaffali di legno c'è l'odore che sentivamo quando da piccoli entravamo dentro i negozi di alimentari, quell'odore tipico, diverso, tra sapone e cose da mangiare, quello è l’ultimo baluardo di un'economia che non c'è più, forse è cercare di fare un po' di romanticismo, ma in maniera quasi anacronistica.
Bisogna trasformare strutturalmente l'entroterra perché la vita è cambiata e le rispondenze a livello sociale ed economico non sono più quelle che noi intendiamo, quelle che noi abbiamo vissuto, non è un processo che si ferma, ma ancora va avanti e si estremizza.
Questa legge si vota, deve essere un momento di transizione verso un'economia diversa, questo non vuol dire rinunciare alle peculiarità del nostro entroterra che sono splendide, bellissime, dopo la Toscana e l'Umbria gli stranieri stanno venendo qui perché c'è una qualità della vita, una qualità dell'aria, una vegetazione e una natura, una produzione biologica, che forse non esiste in nessun'altra regione. Queste sono le ricchezze che bisogna potenziare, non si può rimanere attaccati alla vecchia concezione, forse un po' romantica, che tutte queste cose che si stanno facendo sono velleitarie perché non si può fermare il progresso, il regresso, chiamatelo come volete.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ricordo quando abbiamo iniziato a leggere questa proposta del Consigliere Marconi in II Commissione, il grande interesse che ha suscitato da parte mia e dei Consiglieri Traversini, Celani, che abbiamo approfondito e, come ha detto il Consigliere Marconi, stravolto, ma sicuramente l’abbiamo arricchita perché il concetto nella proposta era chiaro: assicurare i servizi minimi indispensabili. Questa è la cifra, questa è la cartina tornasole, il vero significato di questa legge: nelle aree interne non sono assicurati i servizi minimi indispensabili ed è un aspetto drammatico.
E’ una presa di coscienza da parte delle istituzioni, di una politica che è stata latitante per decenni verso questi territori, tant’è che nella declinazione specifica che abbiamo voluto dare all'articolo 2, che vi voglio leggere, emerge tutta la drammaticità della situazione ed una legge deve specificare le cose che ora vi indico: “La Regione concede contributi alle Unioni montane per garantire la presenza sul territorio di servizi polifunzionali, attraverso gli uffici postali, le edicole, gli esercizi commerciali, i ristoranti, le tabaccherie e anche con spazi appositi messi a disposizione dagli enti locali o da associazioni”. Qualsiasi cosa esista noi abbiamo la necessità di valorizzarla, non parliamo di comuni, ma di Unioni montane e questo letto sul retro della medaglia vuol dire che i piccoli comuni montani da soli non ce la fanno a sopravvivere. Occorre un'aggregazione. Dove non esiste il privato, il pubblico ci deve mettere una pezza per cui qualsiasi locale, può essere adibito anche dalle associazioni, deve essere utilizzato per questa polifunzionalità.
I centri multiservizi garantiscono il mantenimento e l'incremento dell'offerta dei servizi minimi indispensabili, fra i quali rientrano il commercio di prodotti alimentari e non alimentari, di prodotti sanitari e di farmaci da banco, i servizi per la spesa a domicilio, la tabaccheria, l’edicola, i servizi bancari e postali anche per il pagamento di utenze e tributi, i servizi pubblici per il trasporto e la relativa biglietteria, la gestione pratica e on line, il servizio di informazioni turistiche, i servizi per la promozione del territorio, anche il commercio elettronico dei prodotti locali, quindi l'abc del servizio deve essere assicurato nelle aree interne.
Non mi voglio dilungare sulle aree interne perché ne abbiamo parlato due settimane fa e mi sono molto scaldato sull'argomento dato che vivo ai confini di un'area interna, ma riprendo il bel discorso, che come sempre ha fatto il Consigliere Giancarli, a cui faccio presente che non parlavo di ecosistemi, ma di servizi ecosistemici che è una quantificazione anche economica della ricchezza che l'entroterra dal punto di vista naturalistico può assicurare all'intera collettività.
Noi dobbiamo culturalmente capire che la sola costa non può gestire l'intero territorio e se l'Italia abbandona le aree interne degli Appennini perde il 30% del territorio, perde il 20% della popolazione e perde la relativa ricchezza, per cui avremmo inondazioni, smottamenti e problemi legati alla mancanza di cura del territorio che impoverirà tutta la società. Questo il cambiamento culturale che dobbiamo fare: le aree interne devono essere parte integrante dell'attenzione di tutta la comunità, di tutti i cittadini, di tutte le istituzioni e questa legge, in questo momento, che io ho firmato con grande piacere, ho studiato, modificato, implementato insieme a tutta la II Commissione, è un grido di allarme e di aiuto che tutte le aree interne lanciano all'intera regione, mancano i servizi minimi indispensabili e con questa legge tentiamo di cercare una persona che in un piccolo borgo sia disposta a fare di tutto pur di dare i servizi minimi indispensabili alla propria comunità, che vive all'interno.
Detto questo, le legge l'abbiamo scritta e la votiamo con grande piacere, penso che l'importanza di questa normativa sia quella di mettere a nudo la situazione reale delle alle interne e iniziare ad invertirne il decadimento che in questi decenni hanno subito e di risvegliare l'attenzione del prossimo Consiglio, applicando e potenziando questa normativa proprio per rilanciare, inevitabilmente, la buona qualità della vita che, valorizzandola, i cittadini delle aree interne hanno diritto di vivere, né più e né meno, come quelli delle conurbazioni molto più importanti che sono sulla costa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Intervengo per dare il mio apprezzamento a questa proposta di legge e ringrazio gli estensori e a chi, in particolare la II Commissione, ci ha lavorato, chi l’ha sottoscritta e in qualche modo l’ha migliorata e ampliata, perché, è vero, condivido molte delle parole che sono state dette fino ad ora, il tema delle aree interne, soprattutto dei piccoli comuni, è centrale, ed io lo sostengo da tempo, o le nostre province, i nostri territori si integrano e diventano complementari tra loro, oppure nessuno si salva da solo, non c'è una città forte, una costa forte che si può reggere se non c'è anche un'area interna, un'area montana e collinare che contempera le proprie attività. Faccio l'esempio del turismo che è quello, forse, più facilmente comprensibile, che viviamo quotidianamente, il turista non viene a Civitanova Marche perché c'è il mare più bello del mondo, viene a Civitanova Marche, o a Senigallia, o a San Benedetto del Tronto, o dove volete voi, perché trova il mare ma contemporaneamente trova un paesaggio montano da visitare, dei borghi belli, delle attività culturali da poter svolgere nell'arco della sua visita, quindi è chiaro che ci deve essere una compenetrazione e laddove, lo abbiamo detto più volte pensando agli investimenti sulla fibra che stiamo facendo in maniera massiccia nell'entroterra, non arriva l'economia di mercato è chiaro che in qualche modo il pubblico si deve far carico di uno sforzo economico per salvaguardare la residenzialità e la resilienza di quei territori, quindi, ben venga una legge che dà un sostegno alle attività commerciali che oggi come oggi sono dei servizi pubblici, prima si pensava come servizio pubblico essenziale alla posta o alla farmacia, oggi oltre a questi, che ovviamente permangono, sono altri i servizi pubblici essenziali, quelli che permettono ad un cittadino di andare a risiedere in quei territori ed è chiaro che noi dobbiamo andarli a sostenere.
Qui mi pare di capire che i contributi vengono dati alle Comunità montane, mi auguro che gli amministratori di queste abbiano la lungimiranza, come diceva qualche collega prima, di non utilizzarli a mo’ di elargizione momentanea e di beneficenza, che tra l'altro non sono proprio minimali, ma di impiegarli per sviluppare delle nuove forme di aggregazione, di commercio, perché oggi la tecnologia e le modalità di interazione ci permettono di avere delle forme miste di commercio e di attività, che per quei territori sono fondamentali, una forma di integrazione tra più soggetti, tra negozi e attività che aprono, magari, contemporaneamente, con una gestione simile in Comuni limitrofi, permettendo anche una sorta di piccola economia di scala, accentuando ed implementando delle forme di collaborazione. Questi contributi non sono dei semplici aiuti di stato, per cui io sto bello seduto, mi prendo il mio contributo e continuo a fare quello che facevo prima, senza far evolvere minimamente quel territorio e sono certo - lo dico come augurio - che questo accadrà e se non dovesse accadere dovremmo essere tutti bravi nella prossima legislatura a controllare che questo sia l'obiettivo principale e che i territori sappiano utilizzare i finanziamenti che sono assolutamente doverosi per incentivare queste forme. Sono certo che se questo avverrà metteremo a frutto quello che ho detto prima, un'integrazione vera e reale, perché è chiaro che non possiamo pensare di portare tutto …, la costa non potrà mai avere la bellezza di alcuni passaggi e di alcuni panorami e d'altra parte, non possiamo pensare, sarebbe utopistico, che quei territori potranno avere tutti i servizi e al massimo livello come sono presenti in altri territori, ma dare il minimo indispensabile dell'uno e dell'altro credo che sia un dovere assoluto e precipuo della nostra attività politico/amministrativa.
Ancora una volta un plauso a chi ha presentato la proposta di legge e a chi ci ha lavorato, mi auguro che potrà proseguire nel suo sostegno anche nei prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie, Presidente. Intervengo complimentandomi con i firmatari di questa legge “Interventi straordinari a favore delle aree montane disagiate”, anche alla luce della mozione che abbiamo discusso alcune settimane fa, che aveva come obiettivo quello di rafforzare le aree interne anche dal punto di vista dell'incremento abitativo.
Tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza che le aree interne devono essere e sono una opportunità, lo dicevo ad un incontro qualche sera fa, non esiste la costa senza l’entroterra, non esiste l'entroterra senza la costa, tutti devono avere le pari opportunità, che significa pari occasioni, a partire dai servizi e quando parliamo di servizi parliamo di tutti i servizi di cui il cittadino può aver bisogno: scolastici, sanitari, trasporto pubblico locale.
Noi in questi anni abbiamo fatto uno straordinario lavoro: non abbiamo tolto servizi dal punto di vista dei trasporti alle aree interne, abbiamo incrementato gli investimenti sulle scuole con il piano dell'edilizia scolastica, che ha visto centinaia di milioni di euro di investimenti nella nostra regione, che riguardano non solo ma prevalentemente i piccoli comuni delle aree interne, ne conosco molti anche della mia provincia, del mio territorio, che hanno avuto l'opportunità di realizzare e costruire nuove scuole o di metterle a norma o di migliorarne le condizioni da poter essere meglio fruibili dagli studenti.
Detto questo, anche alla luce della pandemia e dell'emergenza sanitaria che abbiamo vissuto avremo la necessità di rivisitare il piano socio-sanitario per dare maggior forza e implementare la parte relativa ai servizi sanitari, perché i servizi socio-sanitari, a mio avviso, sono ben coperti nelle aree interne, e su questo ci scontriamo un po’ con le questioni che riguardano le norme di carattere nazionale, il DM 70, il decreto Balduzzi, che impone delle regole e dei vincoli da rispettare, penalizzandoti se non lo fai nell'opportunità di sostituire il personale con il turnover e addirittura con tagli importanti ai trasferimenti dello Stato.
Ecco, quindi, che per tenere i conti in ordine, per dare dei servizi sanitari di qualità, siamo stati obbligati a seguire il modello del DM 70, che oggi dopo la pandemia non funziona più, non è che non funziona più nelle Marche, non funziona più in tutto il Paese ed è per questo che il piano socio-sanitario, che abbiamo approvato, abbiamo anche previsto, ricordo, l'emendamento che ho firmato insieme al Consigliere Traversini che prevedeva un medico h24 nei piccoli ospedali per garantire l'urgenza/emergenza, in aggiunta al medico dell'ambulanza medicalizzata, ed è comunque un presidio sanitario importante. Tutto il sistema sanitario territoriale andrà rivisto nel suo complesso, non nelle Marche, ma in tutt'Italia.
Questa legge da una serie di risposte, se dobbiamo garantire il servizio di trasporto, migliorare il servizio sanitario, garantire la presenza delle scuole, non possiamo farlo con le enunciazioni, ma con dei fatti e delle azioni concreti e questa legge è un atto tangibile per i piccoli Comuni fino a 1.500 abitanti, infatti dà la possibilità di mantenere l'insediamento di attività commerciali all'interno dei piccoli comuni, anche prevedendo la possibilità di concedere in convenzione gli immobili di proprietà delle Unioni montane.
Sono previsti dei finanziamenti, quindi, credo che sia un'opportunità su cui dovremo aggiungere sempre di più, chi sarà presente nella prossima XI legislatura avrà di fronte questo tema da affrontare, magari di fare una legge complessivamente organica che guardi alle aree interne come un'opportunità, prevedendo una serie di investimenti che siano finalizzati ai servizi sanitari, al trasporto scolastico, alla scuola, ai servizi educativi, dal nido fino alla scuola primaria di secondo grado, che permettano ai cittadini di poter rimanere in questi luoghi, creando anche le condizioni di investimento per favorire il lavoro. Se dai la possibilità di fare insediare le aziende, queste creano posti di lavoro e con i posti di lavoro c'è la possibilità che i cittadini residenti in queste aree rimangano, quindi, incentivi per le aziende da una parte e, senza consumare ulteriore suolo, per chi vuole ristrutturare delle abitazioni e portare la residenza in questi territori.
Concludo ringraziando i relatori, il Consigliere Traversini di maggioranza e la Consigliera Malaigia di minoranza, penso che sia una legge importante, che crea grandi occasioni, grandi opportunità.
Chiudo con una frase con cui ho aperto l'intervento: “I cittadini della nostra regione devono essere messi nella condizione di avere tutti le stesse opportunità, sia che abitino nell'Appennino, sia che abitino nella costa e per fare questo, soprattutto nelle aree interne, non bisogna solo avere delle attenzioni, ma fare degli investimenti e delle azioni concrete. Sono convinto che la prossima programmazione dei fondi 2021/2027 debba e possa creare incentivi, opportunità e mettere a disposizione delle risorse per quello che ho detto, quindi, ripopolamento, incentivi per l'insediamento delle aziende e, da parte pubblica, creazioni di condizioni affinché i servizi rimangono sui territori e possano essere un'opportunità per i cittadini, per rimanere e non per allontanarsi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare anch’io il Presidente Traversini per l'impegno profuso e membri della Commissione perché su questa legge ci abbiamo creduto tutti quanti, siamo tutti figli di queste terre, più o meno, anche chi abita nelle città della costa, che possiamo chiamare metropolitane per le Marche, sicuramente ha una provenienza dell'entroterra.
Credo che i due interventi fatti dei Consiglieri Giancarli e Maggi abbiano fatto sintesi di quello che noi abbiamo discusso, dato che all’interno della Commissione abbiamo fatto un discorso di carattere antropologico, come quello che ha fatto il Consigliere Giancarli. Abbiamo guardato all'aspetto sociale, alla vivibilità di quei luoghi, ai servizi da dare a chi rimane all'interno, a chi ha il coraggio in questo momento di rimanere ed ha il diritto di avere gli stessi servizi degli altri territori.
Lo stesso discorso l’abbiamo fatto anche sulle tematiche del Consigliere Maggi, sul fatto che queste zone non possono continuare a vivere solo di servizi, quelli legati soprattutto all'accoglienza e al turismo, ma hanno bisogno, anche e soprattutto, di una strategia di investimento in attività produttive, perché è così che si catalizza l'economia, è così che si fa ricrescere l’economia, poi ovviamente i servizi vengono da soli.
Noi ci auguriamo che questa legge vada in questo senso, intanto diamo (tra virgolette) la sopravvivenza, garantiamo equità di servizi a quelli che ci stanno e al tempo stesso siamo in attesa di elaborare un piano strategico per queste aree che ormai, com’ è stato detto prima, interessano 2/3 della nostra regione, di cui non possiamo fare assolutamente a meno.
La mancata soluzione dei problemi dell'entroterra produrrà notevoli squilibri e grandissimi problemi per i territori della costa, per quel fenomeno di urbanesimo che ovviamente e necessariamente continuerà ad esserci, anzi si rinnoverà dando problemi irrisolvibili ad una zona che ormai è satura, perdendo una ricchezza dal punto di vista naturalistico, ambientale, paesaggistico, storico, architettonico, che le città della costa non possono dare, belle che siano, che non possono dare perché molto spesso tutto si è sviluppato dal punto di vista storico-culturale a difesa di quei luoghi, attraverso insediamenti culturali molto significativi e importanti, non per niente le abbazie, le rocche, le torri, sono situate in quelle zone a difesa di un territorio di grande valenza paesaggistica.
Questa legge ci consente inoltre di sistemare anche il discorso relativo alle guide e poi, come ha accennato il Presidente Traversini, ne parleremo con l'emendamento, che è molto importante perché queste aree hanno bisogno di qualcuno che illustri le loro magnificenze e le guide naturalistiche ambientali, una volta formate, insieme alle guide alpine possono fare un ottimo servizio nell'evidenziare la qualità di questo importante nostro territorio.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 04 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 04 bis/1 a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis.
Emendamento 4 bis/1 a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 5 bis/1 a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento di coordinamento tecnico/1 a firma della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 358, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Come d’accordo sospendiamo la seduta per il lavoro delle Commissioni.

La seduta è sospesa alle ore 15,00

La seduta riprende alle ore 16,15

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Come richiesto dal Consigliere Minardi, pongo in votazione l’anticipo del punto 10 riguardante la proposta di atto amministrativo n. 82.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 82
ad iniziativa del Consigliere Minardi
“Modifiche ed integrazioni alla deliberazione dell'Assemblea legislativa 6 dicembre 2019, n. 104 concernente: 'Piano di gestione integrata delle zone costiere (Piano GIZC), ai sensi della lettera a) del comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 14 luglio, n. 15’”
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 82 del Consigliere Minardi.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Grazie Presidente. Sono stato nominato relatore di questo atto in contumacia, lo dico scherzando al Presidente della Commissione, però ci sta anche perché è un atto che ho presentato io e che è stato poi integrato con un'altra modifica.
La proposta di atto amministrativo n. 82 di fatto modifica il Piano di gestione integrata delle zone costiere approvato recentemente dall'Assemblea legislativa e apporta sostanzialmente due modifiche: in primo luogo viene modificato l'articolo 13 relativo alle norme tecniche di attuazione, che definisce i piani particolareggiati di spiagge, individuandone il contenuto. Com'è noto i piani particolareggiati di spiaggia disciplinano gli interventi da realizzare nelle aree di demanio marittimo nel rispetto delle disposizioni concernenti la gestione integrata delle zone costiere, stabilendo criteri uniformi per la realizzazione e l'arredo delle strutture poste sull'arenile, al fine di salvaguardare il decoro e l'immagine del litorale. Poiché alcune Amministrazioni comunali non hanno ancora approvato il piano particolareggiato di spiaggia, ovvero, pur avendo provveduto in tal senso hanno lasciato tratti di costa non regolamentati - e ci sono casi in questo senso - diversi soggetti privati in quelle aree si ritrovano bloccati nello sviluppo delle loro attività economiche, anche se le loro proposte di realizzare piccoli interventi edilizi sono rispettose dei criteri e delle limitazioni contenute nel piano di difesa della costa. Lo voglio sottolineare perché questi interventi, che sono previsti nel primo punto di modifica, sono fattibili rispetto alle previsioni urbanistiche, non sono nei piani particolareggiati, ma sono conformi al piano di difesa della costa.
Risulta quindi necessario supportare le attività economiche agevolando modesti investimenti che, pur incidendo in modo poco significativo nel contesto ambientale, consentono lo svolgimento ed il miglioramento di piccole attività economiche, senza eludere la finalità primaria del piano di difesa della costa, introducendo forme di semplificazione procedurale per la realizzazione di piccoli interventi edilizi conformi alle disposizioni del suddetto piano, che poi dovranno essere comunque sottoposti allo sportello unico per le attività produttive, che prevede due passaggi in Consiglio comunale. In assenza dei piani particolareggiati di spiaggia approvati o adottati dai comuni, possono essere attuati gli interventi edilizi previsti dall'articolo 22 del piano della difesa della costa, purché gli stessi non comportino la realizzazione di volumetria superiori a 50 metri cubi - questo è un dato importante, non si possono realizzare volumetrie superiori a 50 metri cubi, che significa circa 15 metri quadrati - e rispettino tutti i criteri di cui all'articolo 13, comma 4, ovvero il limite di superficie, l'altezza e altro.
Il titolo abilitativo, necessario per la realizzazione di interventi edilizi in questione, verrà rilasciato nell'ambito del procedimento unico previsto dall'articolo 8 del dpr 160/2020 attivato dal Suap, sportello unico per le attività produttive, resta comunque ferma l'acquisizione di tutti gli atti di assenso previsti dalla normativa vigente in materia, che verranno acquisiti nell'ambito della Conferenza dei servizi attivata dal Suap, quindi alla fine la decisione finale è sempre e comunque quella del comune, del Consiglio comunale, che poi è lo stesso soggetto che poi approva il piano particolareggiato dell'attività lungo le zone demaniali.
L'altra modifica riguarda l'articolo 22 delle norme tecniche di attuazione che regolamenta gli interventi edilizi realizzabili all'interno della fascia di rispetto che indica le zone soggette a esondazioni marine, con tempi di ritorno di 100 anni, a partire dalla linea di battigia. Il suddetto articolo 22 all'interno della suddetta fascia di rispetto, consente gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e nuova costruzione, secondo le modalità indicate in modo dettagliato nelle tabelle 1 e 2, quindi l'articolo 22, di fatto, già prevede la possibilità di realizzare interventi edilizi e anche nuove costruzioni.
Alcuni comuni hanno segnalato la necessità di mutare la destinazione d'uso delle volumetrie, già considerate potenzialmente edificabili, in base alle previsioni dei propri strumenti urbanistici vigenti mediante approvazione di varianti urbanistiche, allo stato attuale, tali varianti, secondo il dispositivo dell'articolo 26 delle norme tecniche di attuazione, in quanto adottate e approvate in vigenza del piano di difesa della costa, non beneficiano dell'esenzione contenuta in tale disposizione normativa e, quindi, non potrebbero essere adottate o approvate.
Per soddisfare le esigenze di questi comuni la proposta di atto amministrativo 82 introduce un nuovo comma nell'articolo 22, il comma 9 bis, in base al quale si considera possibile il cambio di destinazione d'uso, ma già previsto nelle norme urbanistiche dei comuni stessi, delle volumetrie potenzialmente edificabili in base alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, a condizione che il potenziale edificatorio di essi previsto, sia in termini di volumetria complessiva che di superficie coperta, venga ridotto del 10%. Se si fa una variante urbanistica, la capacità edificatoria viene ridotta.
Qualora dalla destinazione derivi un incremento dell'esposizione a rischio di alluvione marina la variazione di destinazione d'uso è ammessa a condizione che il suddetto potenziale edificatorio venga ridotto almeno del 25%, sostanzialmente per dirlo in due parole, le previsioni urbanistiche si possono realizzare se c'è un cambio di destinazione d'uso e ci deve essere una diminuzione delle volumetrie del 10% o del 25% a seconda dei casi in questione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Avete anticipato la discussione di questo atto, qual era il problema? Avevate paura che non c'erano i Consiglieri a sufficienza per poterlo approvare? Non capisco, era stato messo all’ultimo, insieme alle altre due proposte di atto amministrativo, ma l’avete anticipata, va bene.
Premesso che, per quanto riguarda questa proposta di atto amministrativo, la direttiva alluvioni prevede all’inizio consumo di suolo zero, da quando iniziammo il piano della costa, che purtroppo non è stato rispettato; premesso che quest'Assemblea ha votato all'unanimità un atto di indirizzo politico, una mozione, nel quale si affermava, vista la situazione nelle Marche, soprattutto nelle coste, tragica, di non consumare più suolo; premesso che la disposizione nell'articolo 22 dell'attuale piano dalla costa (Disciplina della fascia di rispetto) prevede di fare salvi i piani e i programmi adottati prima dell'entrata in vigore del piano - questo risponde a un preciso principio della salvaguardia, garanzia e tutela dei diritti acquisiti al momento dell'approvazione di nuovi strumenti di pianificazione e programmazione, nel caso di specie, il piano di gestione integrata delle zone costiere - debbo dire però che questa, chiamiamola spudorata, modifica è figlia di un modo di fare politica obsoleto perché per l'ennesima volta ci si piega ai voleri delle lobby del cemento, dimenticandosi completamente dei beni comuni.
E’ il solo e unico motivo per cui si vuole estendere tale tipo di esenzione anche a nuove varianti urbanistiche, denominate, badate bene, potenzialmente edificabili -straordinarie parole, la politica riesce a creare parole che nella vita normale difficilmente si avrebbero - che andrebbero ad aumentare sensibilmente il carico urbanistico della delicata e già compromessa zona litoranea. Avrei da parlare un'ora, ma sono talmente svogliato, abbattuto che non mi va più nemmeno di contestare le marchette che passano l'ultimo Consiglio di questa legislatura.
Questa modifica del piano comporterebbe di fatto il venir meno della finalità, dei principi e degli obiettivi alla base del piano della costa, in particolare, la riduzione del consumo dell'ulteriore suolo e la salvaguardia dell'equilibrio idrodinamico del litorale, ritorno su queste due parole.
La dizione “volumetrie potenzialmente edificabili in base alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti” risulta talmente vaga e indeterminata che potrebbe essere un via libera ad edificare nella fascia di rispetto e dar luogo ad un indiscriminato ricorso a varianti parziali a solo fini speculativi al di fuori di qualsiasi programmazione e inquadramento all'interno di una pianificazione generale, l'unica atta a garantire un ordinato e sostenibile sviluppo.
Avrei da leggere altre due pagine, ma non ne ho voglia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Sinceramente mi ritrovo un po’ nello stato d'animo del Consigliere Giorgini. Parto da una piccola premessa, uno dei lavori più grandi che è stato fatto dalla III Commissione in questa legislatura ha riguardato il piano della costa, un lavoro ciclopico, molto complicato, complesso, consistente, che ha richiesto da parte degli uffici anni ed anni di studio, consultazioni pubbliche, confronti, osservazioni, poi tutto questo iter autorizzativo è arrivato in Commissione, la quale ci ha dedicato, credo, minimo 6 mesi per discutere nel dettaglio il piano della costa e tutti i vari aspetti.
Aggiungo che rispetto al lavoro egregio che hanno fatto gli uffici regionali, la politica, purtroppo, in Commissione era già intervenuta pesantemente e in senso peggiorativo, comunque, alla fine si era trovato una sorta di equilibrio che conciliava il buon governo della costa, dettato dagli uffici regionali, che alcuni interessi provenienti dal territorio, ma poi in quella sede il piano è stato aggredito pesantemente dalla politica.
Ora succede che dopo tutto questo lavoro di mediazione si arriva a gamba tesa, a fine legislatura, con una modifica che è parecchio impattante perché prevede nelle fasce superiori a TR100, ossia nella fascia dove gli eventi possono ripetersi con una probabilità superiore a 100 anni …, attenzione, questa fascia in alcuni punti della costa marchigiana è abbastanza arretrata rispetto alla costa, rispetto al bagnasciuga per capirci, ma in altri punti è in prossimità del bagnasciuga, quindi non è così lontano dalla linea immaginaria che ognuno ha nella propria mente, ci sono tante situazioni diverse.
Ebbene, in questa fascia di rispetto, il piano della costa prevede che non si possano fare modifiche, cambi di destinazione d'uso. Faccio un esempio, se ero stato autorizzato a costruire un capannone industriale, o faccio quel capannone o non posso farci niente altro e siccome sappiamo che per una serie di congiunture economiche negative negli ultimi anni di capannoni industriali - ho fatto questo esempio ma ne potrei fare tanti altri - se ne sono fatti pochi, è chiaro che probabilmente dove già non si è costruito, difficilmente si andrà a costruire, perché chi voleva costruire l'ha già fatto o non lo farà più.
Se passa questa proposta, invece, chi ha quel volume potrà cambiare la destinazione d'uso e fare che ne so un villaggio turistico, per dire, oppure un centro commerciale, o qualsiasi altra cosa.
Questo, significa, alla fine di tutti i discorsi, che voi andrete - perché io voterò contro, lo annuncio subito - a modificare la norma in senso peggiorativo, quindi, la nostra costa, la costa marchigiana, che come dice l'Ispra è una delle più edificate d’Italia, avrà un ulteriore carico urbanistico e daremo la possibilità di realizzare volumi superiore a quelli esistenti.
Non vale il ragionamento che qualcuno ha fatto in Commissione: “Ma io quel volume già ce l'avevo”, se quel volume ce l'avevi e lo volevi utilizzare l'avresti già fatto, se non l'hai fatto è perché probabilmente non costruirai più. Così, invece, diamo la possibilità di cementificare ulteriormente la costa a chi aveva abbandonato l'idea. Giusto? Sbagliato? Dipende dai punti di vista.
Se uno guarda solo l'aspetto economico potrebbe essere anche giusto dire: “Perché non dare agli imprenditori la possibilità”, ma dal un punto di vista dell'antropizzazione della costa marchigiana è un obbrobrio.
Questa norma, secondo il sottoscritto, va bocciata per i motivi che ho detto, perché noi siamo già in una condizione di elevata urbanizzazione della costa e aggiungo che, purtroppo, la Commissione ambiente ha aspettato tantissimo - non è collegata direttamente, però la voglio agganciare - una legge sulla riforma urbanistica complessiva che doveva provenire dalla Giunta e che non è mai arrivata. Ricordo a tutti che c'è anche una legge di iniziativa popolare che è ferma dalla legislatura precedente, non è stata mai discussa, che prevedeva volumi zero, tanto per dirne una. Quella legge di iniziativa popolare non è stata mai discussa, la Giunta una legge quadro su questa materia non l’ha voluta mai fare, o comunque non è arrivata in Commissione, a questo si aggiunge questa ulteriore modifica che va, a mio parere, ad aggravare ulteriormente la situazione già critica, secondo il mio giudizio, questa è una norma a cui dobbiamo dire assolutamente no.

Presidenza del Vicepresidente
Renato Claudio Minardi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. È un peccato, abbiamo iniziato questo Consiglio con proposte di legge alte, che aiutavano la popolazione, le persone più deboli, che esaltavano la sensibilità di questo Consiglio e di tutti i Consiglieri, invece questo provvedimento è di natura elettorale, dopo che si è parlato tante volte di arretramento della ferrovia, di sfruttamento zero del terreno, viene fuori alla vigilia delle elezioni.
Tenete conto che il Piano di gestione integrata delle zone costiere è stato approvato dall'Assemblea legislativa dopo un iter che è durato tre anni, con notevoli passaggi in III Commissione, con svariate audizione e molti emendamenti, per arrivare ad una situazione di compromesso e ad una soluzione accettabile da tutti.
Ora, a fine legislatura, viene presentato questo atto che ha come effetto l'ampliamento degli interventi ammessi all'interno della fascia demaniale, che corrisponde a quella sottoposto al rischio più alto, come detto negli interventi che mi hanno preceduto.
La proposta in oggetto apporta due modiche sostanziali con l'introduzione del comma 8 bis all'articolo13 e del comma 9 bis all'articolo 22 delle Norme tecniche di attuazione del Piano di gestione integrata delle zone costiere, nell’ultima Assemblea di questa legislatura, questa è una cosa preoccupante.
Entrambi gli articoli citati apportano modifiche non da poco al Piano approvato anche perché incidono direttamente sulla cosiddetta "fascia di rispetto", che per intenderci è la fascia demaniale che corrisponde indicativamente ai primi 100 metri della costa.
Nello specifico il comma 9 bis all'articolo 22 consentirebbe il cambio di destinazione d'uso delle volumetrie potenzialmente edificabili in base alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, cioè già previsti nella pianificazione comunale.
C'è da far notare che se pur comprensibile dal punto di vista di chi ha già in corso un iter di approvazione della pratica in tal senso in Comune, si ricorda che stiamo parlando della fascia di rispetto (circa 100 metri) e di un conseguente aumento dell'esposizione al rischio di persone. Il punto è proprio questo. Si parla di esposizione al rischio che non è facilmente calcolabile visto che le zone interessate potrebbero essere, per fare un esempio estremo, anche zone che potrebbero passare da agricole a centri commerciali al di là della ferrovia, ma sempre in fascia demaniale, o altri edifici adibiti ad un certo numero di persone.
La seconda modifica con l'introduzione del comma 8 bis all'articolo 13 consente invece di realizzare manufatti fino a 50 metri cubi anche laddove non ci siano i Piani particolareggiati di spiaggia e quindi non siano previsti da nessun piano.
I Piani particolareggiati di spiaggia sono strumenti urbanistici attuativi che sono previsti dall'articolo 10 delle Norme tecniche di attuazione dello stesso Piano di gestione integrata delle zone costiere che cita testualmente: “La realizzazione delle opere sulle aree del demanio marittimo, ad esclusione degli interventi di somma urgenza di cui al comma 3 dell'articolo 4, deve avvenire nel rispetto delle disposizioni dei piani particolareggiati di spiaggia e previo rilascio dei titoli abilitativi, quali il titolo demaniale, e quelli previsti dalla vigente normativa urbanistico-edilizia, paesaggistica e ambientale”.
Andare in deroga alla normativa prevista, tra l'altro in una fascia demaniale, cioè statale, senza tener conto del Codice della navigazione, ma anche dello stesso Piano della costa regionale precedente, ci ha sollevato non pochi dubbi che stiamo esponendo qui in Aula. Senza considerare che, pur trattandosi di interventi di modesta cubatura, si crea un precedente che potrebbe in seguito essere ulteriormente ampliato, visto che non è collocato preventivamente all'interno dello strumento urbanistico attuativo preposto per legge, cioè nel Piano particolareggiato di spiaggia. Questo fatto crea un precedente ed io che sono anconetano lo vedo nella zona di Portonovo dove piccolissime cubature di ristoranti sono diventate gigantesche costruzioni con centinaia di posti a sedere, costituendo modifiche con murature e con riempimenti. Il cambiamento delle correnti e del sedimento della spiaggia ha creato danni non indifferenti. Proprio per questo abbiamo chiesto formalmente il parere del Comitato tecnico per la legislazione, non tanto per entrate nel merito tecnico, ma giuridico-amministrativo, anche in considerazione delle possibili situazioni discriminanti che si potrebbero creare tra chi costruisce con titolo edilizio abilitativo regolarmente autorizzato, secondo gli strumenti urbanistici vigenti preposti, e chi usufruirebbe di una deroga all'interno della fascia di rispetto demaniale, quindi sicuramente una sperequazione, al fine di tutelare gli enti coinvolti (come i Comuni) e consentire ai Consiglieri regionali dell'Assemblea legislativa di votare secondo scienza e coscienza l'atto amministrativo in oggetto.
Per tutti questi motivi riteniamo che questo argomento richieda ulteriori approfondimenti, soprattutto per quanto riguarda gli effetti, perché noi Consiglieri vogliamo e dobbiamo votare consapevolmente visto che questo Piano, ripeto, è il frutto di anni di lavoro degli uffici coinvolti, di contributi arrivati da più parti, di audizioni con tutti i soggetti interessati, sottoposto a molte sedute della III Commissione che lo ha sviscerato in ogni sua parte, con l'ausilio costante dei competenti tecnici regionali.
Chiediamo dunque la sospensiva ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento interno in attesa di un parere formalmente espresso dal Comitato Tecnico per la Legislazione, per poter votare questo atto in scienza e coscienza perché non era assolutamente un provvedimento da inserire nell’ultima seduta del Consiglio regionale, all'ultimo momento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Onestamente, forse per mia incapacità, ho letto soltanto adesso le modifiche e per motivi contrari rispetto a quelli che ho sentito fino adesso non sono favorevole, nel senso che queste modifiche apportate sono del tutto inefficaci, sono sostitutive dei Piani di spiaggia, che hanno invece una loro valenza.
Trovo incomprensibile ed immotivato la modifica relativa ai 50 metri cubi, quindi ai 15 metri quadrati, perché sarebbero interventi puntuali e sostitutivi di una procedura che ritengo ugualmente non idonea, che è quella dello sportello unico per le imprese, che sovente viene applicato in zone dove la necessità di un piano particolareggiato di spiaggia ha una valenza completamente diversa dall'urbanistica, posto che le volumetrie non si dovrebbero realizzare.
La questione del cambio di destinazione d'uso, è esattamente il contrario di quello che è stato detto fino adesso, nel senso che non è vero affatto che un cambio di destinazione d'uso può essere potenzialmente realizzato da un proprietario in qualunque situazione, anche perché è sempre l'organo preposto che ha la competenza a decidere se un cambio di destinazione d'uso può essere consentito o meno in campo urbanistico, e questo è il Consiglio comunale e questa Assemblea non ha nessun diritto di imporre o di sostituirsi ad un Consiglio comunale, a mio avviso, neanche di fare la morale o commenti etici rispetto alle decisioni che può assumere perché è libero di fare quello che crede all'interno delle sue competenze. Quindi, la parte etica la ritengo veramente risibile, anche perché il cambio di destinazione d'uso in variante può essere volto a realizzare un ulteriore carico urbanistico o a diminuirlo e molto spesso è necessaria la VAS, o lo screening di VAS, che è una procedura finalizzata a stabilire quale sia l'impatto ambientale, economico e sociale, su una determinata area, determinato da un aumento potenziale del carico urbanistico. Tutto questo è di competenza comunale, per cui non lo vedo da questo punto di vista.
Invece vedo negativamente dal punto di vista urbanistico applicare percentuali riduttive del 10% o del 25% senza considerare le varie situazioni nei vari ambiti territoriali, cosa che, ripeto, possono fare soltanto i comuni. Solo un comune può stabilire di modificare una destinazione d'uso, per esempio da capannone a centro per gli anziani, da capannone a asilo, il cambio di destinazione d'uso può essere di qualunque genere, non lo vedo con una devianza preconcetta, verso il male per una volumetria residenziale. La volumetria residenziale può non essere il male se ben realizzata, penso all'edilizia residenziale pubblica.
Poi vorrei spiegare che “potenzialmente edificabile” è una dicitura scientifica, ad esempio significa che nella zona C, essendo all'interno di un ambito di tutela, si può parzialmente edificare, quindi la volumetria, pur essendo esplicitata ed espressa da una parte della superficie, può essere realizzata soltanto nella parte franca da vincoli. Significa questo, è una dicitura che ha un senso importante, non ha un’accezione, come dire, losca, come può essere intesa.
Credo che queste norme non risolvano il problema che è molto più ampio della fascia TR100, che non viene assolutamente normato in questo caso e del quale mi dispiaccio molto. E’ tutto il tema degli interrati e dei seminterrati, che non significano volumetria residenziale e non è vero che in una zona soggetta a tempi di ritorno non possano essere realizzati con tecnologie che non sono neanche all'avanguardia interrati o seminterrati che possono essere destinati, per esempio, a parcheggi, a garage, che sono del tutto necessari in zone ipertrofiche come la nostra costa.
Vedo questa modifica veramente miope, puntuale e limitata e mi permetto di dire che è talmente puntuale e limitata che non la voto proprio per questa motivazione.

PRESIDENTE. Ai sensi dell’articolo 60 del Regolamento interno il Consigliere Maggi ha posto la questione pregiudiziale sospensiva, quindi su questo si deve esprimere il Consiglio regionale, facendo intervenire un oratore a favore ed uno contro.
A favore ha parlato il Consigliere Maggi, ha la parola il Consigliere Biancani come oratore contro.

Andrea BIANCANI. Grazie Presidente. Appena ho visto la lettera della Consigliera Pergolesi ho convocato la Commissione anche perché ho chiesto al Segretario generale se il Comitato, in qualche modo, c’era.
Il Comitato tecnico non è riuscito nei tempi a dare questo parere, ovviamente, abbiamo verificato con gli uffici tecnici ed il legislativo e non sussiste nessun problema rispetto alla modifica normativa che viene proposta, ovviamente se ci fossero stati i tempi avremmo fornito la relazione che i Consiglieri chiedevano, quindi, ritengo che sia possibile andare avanti.

PRESIDENTE. Questione pregiudiziale sulla proposta di atto amministrativo n. 82. La pongo in votazione per alzata di mano.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 377
ad iniziativa dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni, Sciapichetti, Giancarli, Giacinti, Pergolesi, Maggi
“Giornata Carlo Urbani”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 377 dei Consiglieri Mastrovincenzo, Minardi, Celani, Rapa, Carloni, Sciapichetti, Giancarli, Giacinti, Pergolesi, Maggi.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Questa proposta di legge è importante per le Marche, non a caso porta la firma del Presidente del Consiglio Mastrovincenzo, dell'intero Ufficio di Presidenza, dell'Assessore Sciapichetti, del Presidente della Commissione Consigliere Giacinti, mia e dei Consiglieri Maggi e Pergolesi. Ci sono molte firme e voglio sottolineare che è importante che ci siano quelle dell'intero Ufficio di Presidenza, a partire dal Presidente Mastrovincenzo, perché questa è una proposta di legge che intende promuovere la conoscenza e la divulgazione dell'opera e della vita del medico marchigiano Carlo Urbani.
Carlo Urbani è stato un grande uomo, generoso, prima che uno scienziato, una persona che ha pagato con la vita propria la coerenza di salvare le vite degli altri. Ha scoperto il ceppo di Coronavirus che provocò la Sars, dedicandosi anche alla ricerca, alla cura, fino a morirne il 29 marzo 2003, in conseguenza della contrazione del virus.
Con particolare evidenza all'impegno profuso nella lotta alle diseguaglianze nell'accesso alle cure mediche - era una persona molto generosa - ha dedicato la sua vita alle azioni di contrasto alla diffusione delle pandemie, alla solidarietà internazionale in campo sanitario.
Grazie al dottor Carlo Urbani è stato possibile adottare tempestivamente appropriate misure di contenimento sanitario che hanno impedito la diffusione dei contagi e reso possibile il salvataggio di molte vite umane.
Le finalità della proposta di legge trovano concretizzazione nell'istituzione della Giornata a Carlo Urbani, da celebrarsi il 29 marzo di ogni anno, in coincidenza dell'anniversario della sua morte. La proposta di legge è composta da 3 articoli che passo ad illustrare.
Articolo 1, la Regione promuove la conoscenza e la divulgazione dell'opera e della vita del medico marchigiano Carlo Urbani, quale figura emblematica della lotta alle diseguaglianze nell'accesso alle cure mediche, delle azioni di contrasto alla diffusione delle pandemie, della solidarietà internazionale in campo sanitario.
L'articolo 2, per le finalità indicate nell'articolo 1, è istituita la Giornata regionale Carlo Urbani, da celebrarsi il 29 marzo di ogni anno, volta a ricordare le azioni del medico marchigiano in campo umano, professionale e scientifico. Nella giornata del 29 marzo sono previste iniziative ed incontri che partendo dalla memoria della figura del medico marchigiano, promuovano azioni di sensibilizzazione ed educazione sui temi che ne hanno caratterizzato la vita, in particolare: sulle misure per garantire parità di accesso ai farmaci e alle cure mediche, con specifico riferimento alle aree a basse risorse, su modelli di sviluppo che contrastino la diffusione di epidemie e sulle metodologie per contenerle, sulle buone pratiche adottate per garantire accesso alla salute, alle popolazioni sfavorite. La Giornata è celebrata con iniziative promosse sul territorio, dalla Giunta regionale, dall'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa Consiglio regionale delle Marche.
Sono previste anche risorse finanziarie.
Questa legge stabilisce, perché credo che sarà sicuramente approvata, per le Marche le celebrazioni per ricordare Carlo Urbani, per promuoverne la conoscenza e la divulgazione dell'opera e della vita di questo grande uomo, di questo grande medico, di questa grande persona.
Voglio anche ricordare che nel Parlamento italiano, già approvata in un ramo dello stesso, si sta lavorando per istituire la Giornata dei camici bianchi, nella proposta approvata dal Parlamento si fa riferimento alla giornata del primo malato di Covid a Cologno, noi marchigiani, noi Assemblea regionale, perché c'è stata una mozione approvata all'unanimità, abbiamo proposto che la celebrazione dell'istituenda Giornata nazionale dei camici bianchi non sia fatta nella ricorrenza del primo malato di Covid, ma nel giorno della morte di Carlo Urbani. Quindi, accanto a questa legge, che sicuramente l'Assemblea legislativa approverà, noi continueremo a lavorare.
Nel dibattito per l'approvazione della mozione avevamo chiesto l'intervento non soltanto dei Presidenti delle Giunte regionali, dei nostri momenti nazionali, ma anche dei parlamentari marchigiani e non soltanto perché accanto, ripeto, alla legge marchigiana ci possa essere questa riconoscenza nazionale, la Giornata dei camici bianchi coincidente con la giornata della morte di Carlo Urbani.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Non voglio aggiungere altro a quello che ha detto il Consigliere Giancarli, con grande serietà, che la circostanza e soprattutto l'uomo e lo scienziato richiedono.
Carlo Urbani era un medico microbiologo che, come ha detto il Consigliere, ha identificato e classificato per primo il virus della Sars. Era nato a Castelplanio, un marchigiano, ed è morto nel 2003 in Vietnam, non è stato detto che dal 1999 era il Presidente della sezione italiana di medici senza frontiere, che proprio quell'anno prese il premio Nobel per la pace, è stato consulente dell'organizzazione mondiale della sanità.
Se pensiamo ad uno scienziato chiuso nel proprio laboratorio con le provette e il microscopio sbagliamo perché Carlo Urbani era una persona di grande fantasia, di grande intuito, suonava benissimo il pianoforte, amava la musica, si lanciava col deltaplano, scriveva poesie e faceva il fotografo con grande passione, quindi, un uomo a tutto tondo, un grande rigore scientifico e una grande fantasia che hanno caratterizzato questo carattere solare, aperto, per cui sono veramente commosso e ho la pelle d'oca nel pensare che in questo ultimo Consiglio si valorizza quest'uomo, oltre che uno scienziato, Carlo Urbani, e si faccia questa legge per ricordarlo a noi e a tutti quelli che verranno come esempio, per cui un voto favorevole, convinto, con grande passione ed entusiasmo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie, Presidente. Stiamo discutendo in questo momento di una figura estremamente importante per la nostra comunità marchigiana, probabilmente un po' sottovalutata nei contesti nazionali, per non parlare di quelli internazionali-
La nostra è una comunità piena di energie, piena di valori ed in questo caso stiamo discutendo di valori, stiamo parlando di una persona che nel mondo ha rischiato la propria vita per il bene della società, per il bene dell'uomo, che ha cercato di curare ed assistere delle persone per il mondo.
Ci sono altri marchigiani che sono stati impegnati e sono ancora impegnati nel mondo, sono più fortunati anche se rischiano la vita per quello che gira e ancora oggi, come poco tempo fa, rischiano purtroppo la salute, la vita per cercare di curare le persone.
La nostra è una comunità molto viva, in Consiglio poche ore fa abbiamo riconosciuto il valore ad alcuni giovani, che lo esprimono in giro per il mondo, è una comunità che ha valori, una comunità di persone, che cerca di trasmettere nel mondo le proprie eccellenze.
Credo che Carlo Urbani rientri in questa mia riflessione perché uno che dà, si impegna e cerca di aiutare il prossimo è un bell’insegnamento da trasmettere alla società che oggi, purtroppo è meno società, è un'altra cosa, c'è una faciloneria diffusa, una semplificazione delle cose, c'è la sottovalutazione, che credo non ci aiuti e non ci fa guardare avanti.
Penso che questi casi, queste eccellenze che sono presenti e lavorano, quelle che sono venute a mancare, bisogna farli conoscere e farne cultura tra i nostri giovani, perché così ricordano, così imparano e così valutano le cose buone da quelle che sono frivole, cose buone che ogni società deve assolutamente recuperare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Mi associo a quanto detto dai colleghi perché credo che figure non possono che celebrare la nostra regione, una regione operosa, che ha dato molto alla socialità, allo sviluppo, non soltanto socio-economico, ma alla sicurezza ed al discorso della sanità. Una persona che ha rinunciato a tante possibilità che aveva nel suo settore, nella sua terra, per andare a sviluppare in altre terre le sue conoscenze, messe a disposizione della mondialità intera.
Non possiamo che essere orgogliosi di questo uomo e di quanto ha fatto, quindi, anche noi di Forza Italia, ma credo questo consesso in generale, siamo fieri di quanto stiamo facendo, forse poteva essere fatto prima, però non è mai troppo tardi, come diceva un detto.
Queste figure le dobbiamo additare come esempio alle giovani generazioni, a coloro che sono attratti da una società troppo individualista. Dobbiamo metterci a disposizione, metterci in gioco e quel poco che sappiamo fare metterlo a disposizione degli altri. Questa è la cosa fondamentale e Carlo Urbani può rappresentare un riferimento molto importante, uno stimolo, perché in questa società non abbiamo bisogno di grandi sermoni, non abbiamo bisogno di fare ai nostri giovani grandi prediche, se non stimolarli attraverso l’esempio. Partiamo da Carlo Urbani, da questa giornata che vogliamo dedicargli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Volpini.

Fabrizio VOLPINI. Grazie Presidente. Molto rapidamente, anch'io Consigliere Maggi sono commosso, ma allo stesso tempo anche un po' deluso e parto dal motivo della delusione.
Primo, in Aula non c’è nessuno, poi perché nessuno mi ha detto di questa iniziativa? La mia firma non c’è e questo mi dispiace molto, se fosse possibile, regolamento alla mano, vorrei apporla.
Mi dispiace e sono commosso perché sono stato 6 anni compagno di banco di Carlo Urbani presso l'università di Ancona, ci siamo laureati nello stesso giorno e non solo, ha iniziato insieme a me l'attività di medico, abbiamo mosso i primi passi nella professione a Senigallia, in una attività nota come la guardia medica turistica, poi naturalmente le strade si sono divise, lui ha fatto il percorso che ha ricordato anche il Consigliere Giancarli nella presentazione.
Mi piace ricordare una cosa, è stato anche Presidente della sezione italiana di Medici senza frontiere, che ha ricevuto il premio Nobel per la pace, ma perché voglio ricordare, perché voglio attualizzare questo fatto? Nel bel mezzo della pandemia che ha colpito la nostra regione, la moglie di Carlo Urbani mi ha chiamato dicendomi che le equipe di Medici senza frontiere, che avevano lavorato a Lodi e a Codogno, avrebbero voluto aiutare le Marche e il territorio marchigiano, che ha dato i natali a Carlo Urbani, quindi Jesi e la Provincia di Ancona, allora ho chiamato il Presidente dicendogli che c’era questa possibilità, questi sono esperti in pandemie (SARS e MERS), hanno combattuto su diversi fronti le malattie infettive e trasmissibili, quindi mi sembrava positivo non solo cogliere questa proposta, ma farlo anche rapidamente.
Questa cosa è stata fatta, c’è stata una convenzione con l’Asur e queste equipe hanno lavorato prevalentemente sul territorio, aiutando le nostre residenze protette, aiutando le nostre case di riposo, soprattutto il personale che ci lavora, facendo formazione su come utilizzare i sistemi di protezione, quali percorsi mettere in piedi per dividere i percorsi puliti da quelli sporchi. Sono state molto utili, hanno lavorato nelle residenze protette di Senigallia, di Ancona, di Jesi e dei comuni della Vallesina, con una sorta quasi di risarcimento per quella grande figura che è stata Carlo Urbani.
L'iniziativa è ottima, sarei molto contento se potessi apporre anche la mia firma su questa proposta di legge e mitigherebbe la mia delusione.

PRESIDENTE. Per chiarire, la proposta è nata dall’Ufficio di Presidenza, dopodiché durante la discussione sulla mozione del Consigliere Giancarli ho annunciato che avremmo proposto come Ufficio di Presidenza questa proposta di legge ed alcuni Consiglieri si sono fatti avanti per sottoscriverla, non li abbiamo cercati noi.
Rimane a processo verbale e a resoconto integrale della seduta la ferma volontà del Presidente Volpini di sottoscrivere ed essere tra i proponenti della proposta di legge, questo rimane agli atti formalmente.
Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Mi unisco al coro per la soddisfazione di approvare una legge del genere, come questa che ci accingiamo ad approvare, manifesto una grande ammirazione per una figura di grande valore, di grande spessore umano e professionale, com'è stato ricordata, bastano poi le parole del Presidente Volpini che è stato compagno di scuola del compianto Carlo Urbani.
Voglio dire che in un momento come questo nell'Aula istituzionalmente più solenne della Regione, ovvero l'Aula dell'Assemblea legislativa delle Marche, ricordiamo grazie ad una legge una figura di straordinario valore, in una regione di straordinario valore.
Mi spiace però che qualche banco, un po' troppi, siano vuoto, seppur siamo nell'ultimo giorno di scuola, ma quando si celebrano figure del calibro e del valore di Carlo Urbani, con tutta sincerità, è preferibile una presenza maggiore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Anch'io mi unisco a questo coro che reputo non formale, ma sostanziale, per ricordare questa grande figura. Anch’ io come il Consigliere Volpini mi iscrivo alla lista dei sottoscrittori di questa giustissima iniziativa e mi permetto di aggiungere un piccolissimo aneddoto personale perché Carlo Urbani è stato allievo di mio nonno. Corrado Fuà è stato primario di malattie infettive all'ospedale di Ancona e fino al 1985 Carlo Urbani è stato suo allievo insieme ad altri di quella generazione, ho un ricordo dai racconti di mio nonno di questa persona che lui stimava molto. Mi sia consentito questo piccolo ricordo ed è molto bello che Consiglierei di diversi territori, di diversa estrazione politica, siano legati per varie ragioni, oltre alla stima, al ricordo di questa grande figura. Penso che dobbiamo esserne fieri e ringrazio coloro che hanno promosso questa iniziativa, che mi sembra davvero molto meritevole, sarebbe utile su queste figure fare delle iniziative nelle scuole, per le generazioni più giovani, che possano essere prese a modello e ad esempio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Mi dispiace ripetere quello che ho già sentito dagli altri Consiglieri, personalmente ricordavo di averla sottoscritta, ma abbiamo controllato e così non è, questo per dire che condivido in pieno la proposta di legge, quindi, la firmo idealmente anch'io insieme agli altri colleghi.
Su Carlo Urbani è stato già detto tanto, penso che ci sia poco da aggiungere se non ricordare questa figura che è di esempio per tutti noi, la firmo idealmente, la condivido in pieno e la voterò con moltissima convinzione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Solo due parole, mi ero prenotato prima che decidesse di intervenire il Presidente Mastrovincenzo, quindi ho mantenuto la prenotazione anche se il mio intervento non serve più perché il Presidente Mastrovincenzo ha descritto in modo puntuale come si sono svolti i fatti.
Debbo dire che sono dispiaciuto, ricordo che chiesi al Consigliere Volpini di firmare la mozione, lui per la sua riservatezza, queste cose le ho già dette in Aula quando abbiamo approvato quell’atto, disse che l’aveva conosciuto bene ed aveva avuto un tipo di relazione, quindi preferiva in qualche modo …, poi in quel dibattito dissi che non era un fatto personale, ma un riconoscimento pubblico che chiediamo e quindi firmò.
Credo che questa proposta di legge, con lo stesso approccio, con la stessa passione, con la stessa convinzione, di cui ha parlato il Presidente Mastrovincenzo e questo vale anche per gli altri colleghi che si sono pronunciati in tal senso, al di là delle firme iniziali che porta, nei fatti e nel cuore ha la firma di tutti i colleghi dell'Assemblea legislativa, a partire dal Presidente Volpini.

PRESIDENTE. Questo è un concetto giusto e corretto.
Ora mi auguro che rientrino i Consiglieri che sono fuori dall’Aula perché sarebbe importante che questa proposta di legge venga approvata da un numero congruo di Consiglieri regionali, chiedo anche personale, per favore, di chiamare Consiglieri. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 377. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 380
ad iniziativa del Consigliere Biancani
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 2 agosto 2017, n. 25 ‘Disposizioni urgenti per la semplificazione e l'accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016, così come modificata dalla legge regionale 28 maggio 2020, n. 19’"

Nuova titolazione. “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 (Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile) e alla legge regionale 2 agosto 2017, n. 25 (Disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016), così come modificate dalla legge regionale 28 maggio 2020, n. 19”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 380 del Consigliere Biancani.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. E’ una proposta di legge molto semplice, che si riferisce ad una legge ed in seguito ad un'osservazione del Ministero dei beni culturali ci è stato indicato di scrivere meglio gli articoli relativi al fatto di garantire il rispetto dei beni culturali e del paesaggio. È questa la modifica che con questa proposta di legge andiamo ad cogliere in virtù del suggerimento del Ministero dei beni culturali, avente ad oggetto un'attenzione al rispetto sia dei beni culturali che del paesaggio, intesi come beni comuni di tutta la collettività.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Non ho altro da dire sono quattro parole, che ha già detto il Consigliere Giacinti.

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Sa perché le voglio dire due parole? Perché secondo me chi ha fatto questa opposizione ha preso un grande granchio, nel senso che l'articolo 146 del D.Lgs. 42/2004 è obbligatorio, non sarebbe possibile pensare ad una delocalizzazione che non sia conforme a tutte le norme e a tutti i piani sovraordinati, quindi al Piano regolatore adeguato al Ppar. Noi non abbiamo un Ppar adeguato al D.Lgs. 42/2004 in Regione Marche, tra l'altro lo dovrebbe sapere chi scrive questa roba, non noi, loro, ovviamente non parlo delle Marche in questo caso, soprattutto non è possibile per la delocalizzazione nella regione Marche e in Italia non tener conto di tutti gli altri vincoli, ivi incluso il D.Lgs. 42/2004, che non è tra l'altro un vincolo di divieto, ma assoggetta le opere all'autorizzazione paesaggistica, appunto, di cui all’articolo 146, quindi di ci hanno fatto un'osservazione che a mio modo di vedere è pleonastica.
Difendo la scelta che questo Consiglio aveva già fatto, perché secondo me era corretta, questa è una specifica, ma sono certa che tutti i comuni delle Marche avrebbero preteso l'autorizzazione paesaggistica ai sensi dell'articolo 146 del D. Lgs. 42/2004.

PRESIDENTE. Ha anticipato l’intervento che volevo fare, francamente non si capisce che tipo di osservazione abbiano fatto, sarebbe interessante leggerla perché è ovvio che nel momento in cui andiamo a delocalizzare …, noi abbiamo introdotto la possibilità di delocalizzare, non abbiamo detto in deroga, ma abbiamo introdotto il concetto di possibilità di delocalizzare.
Nella scia di quanto abbiamo detto prima, soprattutto per quanto riguarda le aree interne, perché situazioni di questo tipo le abbiamo soprattutto nell'entroterra, nella scia di questa apertura che abbiamo fatto, di questo grande impegno che abbiamo preso a tutela delle aree interne, abbiamo concesso la delocalizzazione, ma ciò non significa che lo abbiamo fatto in deroga, ma nel rispetto delle norme vigenti per la tutela sia paesaggistica che vincolistica sui beni che abbiamo.
Francamente, chi dal Ministero fa queste osservazioni dovrebbe vedere meglio quello che le Regioni fanno, altrimenti si prendono delle prese di posizione che sono anacronistiche.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 380. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 383
ad iniziativa della Giunta regionale
“Variazione generale al bilancio di previsione 2020/2022 ai sensi del comma 1 dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 - (I Provvedimento)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 383 della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Trattasi di una proposta di legge in progress perché è frutto di alcuni emendamenti di natura tecnica provenienti dai relativi servizi che hanno ispirato le varie questioni e che trovano allocazione nel bilancio.
E’ anche il frutto della parte finale di attività, anche convulsa, relativamente alla grande manovra di 210 milioni di euro, che questo Consiglio ha varato poco tempo fa. Molte questioni derivano anche dall'aggiustamento e dalla corretta allocazione dei capitoli discendenti da quella manovra.
Nello specifico questa proposta di legge è composta da 5 articoli.
L'articolo 1, va ad apportare le modifiche richieste dai responsabili dei servizi ai singoli interventi delle autorizzazioni di spesa delle tabelle C, D e E della legge 41 del 2019, ovvero del bilancio, e alla tabella A della legge 42, cioè la legge di stabilità. Queste modifiche sono conseguenza diretta delle tabelle, così come richieste dai responsabili dei singoli interventi.
L'articolo 2 autorizza le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e della spesa che vengono complessivamente effettuate per 3.121.980,45, una serie di variazioni compensative anch’esse frutto di richieste da parte dei dirigenti, per le quali è necessario, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di bilancio, procedere con legge di variazione e all'uopo è arrivato anche il parere dei Revisori dei conti.
L'articolo 3 autorizza il riconoscimento di un debito fuori bilancio di esiguo ammontare, parliamo di 1.274 euro relativi ad un lavoro sul lastrico solare di competenza della Regione, ma la cui fattura era pervenuta verso la fine dell'esercizio e non era stato realizzato l'impegno relativo. Ecco, quindi, che tecnicamente si forma il debito fuori bilancio, perché non c'era stato il relativo impegno.
Con l'articolo 4, questa disposizione specifica va ad autorizzare nuovi oneri per circa 2.843.000 euro, la cui copertura è garantita da risorse di pari importo, che erano iscritte al titolo III e relative al recupero delle somme erogate al Comune di Falconara, ai sensi della legge n. 12 del 2007. In poche parole, in base a questa legge del 2007 il comune doveva fare dei lavori, che non è stato possibile farli fino ad oggi ed allora si utilizza - per motivi non dipendenti, dice articolo, dalla volontà della Regione quindi per sopravvenuta impossibilità - lo stesso importo e viene riscritto al fine di garantire lo stesso intervento in un prossimo futuro.
L'articolo 5 è la dichiarazione d'urgenza, così da poter rendere immediatamente eseguibile questa proposta di legge.
Sono arrivati gli emendamenti che sono il frutto di un lavoro pregresso, forse l’importanza maggiore sta più in questi per chiudere il cerchio e rendere esecutivi a tutto tondo alcuni aspetti della manovra da 210 milioni, che tutti noi conosciamo e che mi sento ancora di salutare con il favore di tutta l'Aula, visto e considerato che riguarda ingenti risorse a favore di tutta la comunità regionale per il periodo successivo al Covid, e i cui effetti, ahimè, sono ancora visibili e speriamo di allontanarli, ma i dubbi ci sono.
E’ di qualche giorno fa l'audizione al Senato di un Dirigente dell’Istat, che ha tracciato uno scenario non certo roseo. Il 38,8% delle imprese italiane successivamente agli effetti Covid rischia la chiusura, così recitavano i titoli dei giornali ed anche i loro contenuti e c’era una disamina anche statistica delle difficoltà del mondo imprenditoriale che ci prende un po' male in questo momento perché sappiamo bene quando ne risente l'economia, il mondo delle imprese, a cascata l'occupazione, il mondo del lavoro, a cascata tutti i rapporti sociali, la coesione sociale a cui questa Regione, come tutte, tiene molto.
Ecco l'importanza di rendere eseguibile in toto gli aspetti legati alla manovra di 210 milioni di euro, sono arrivato qui passando per questa strada, per cui quando arriveremo agli emendamenti li illustrerò di volta in volta.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Maggi.

Giovanni MAGGI. Grazie Presidente. Sarò brevissimo come relatore di minoranza, quello che c'era da dire su questa proposta di legge l’ha detto il Presidente della mia Commissione Consigliere Giacinti.
L'essenza di questo atto sta negli emendamenti, che il Presidente illustrerà mano a mano che passeranno sotto gli occhi dei Consiglieri.
Quello che voglio dire è che anche all'ultimo Consiglio una prassi consolidata non è stata smentita nel senso che è rimasta uniforme ed omogenea a tutta la consigliatura, il Presidente Giacinti ha chiesto nella Commissione convocata d'urgenza, prima di questo Consiglio, circa un'ora fa, le spiegazioni degli emendamenti ai funzionari competenti, personalmente non metto in dubbio le dichiarazioni del personale e dei tecnici della Regione, ma mi corre l'obbligo come Consigliere di approfondire quello che è stato detto e di documentarmi. Nel momento in cui si è votato un documento così importante, il tempo purtroppo non c'era, quindi, l’atto non l’ho votato in Commissione e non lo voterò neanche in Aula perché conosco gli emendamenti, non voterò contro perché ci sono delle cose importanti, come i circa 2 milioni di euro che non sono stati spesi dal Comune di Falconara e che vengono restituiti. Cito un esempio esemplificativo per tutti.
Nell'ultima seduta voglio essere coerente col mio mandato e votare con coscienza e scienza, cosa che non mi è stata permessa in Commissione per cui mi sono astenuto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma della I Commissione. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. L'emendamento 1/1 è una variazione alla tabella 1, un'ulteriore variazione intervenuta per delle sistemazioni compensative, infatti, vedete, il saldo è nullo nelle varie poste in maniera da soddisfare esigenze nel frattempo sopravvenute.
L’emendamento 1/2 prevede ulteriori modifiche necessarie per correggere ad esempio una dicitura, che mi ha sollecitato l’Assessore Sciapichetti. Un’altra importante sposta la somma di 400 mila euro per investimenti per le aree di crisi e vengono presi da un accordo di programma dello stesso servizio, anche questa è una misura compensativa.
Sono tutte modifiche tecniche che ci sono pervenute dagli uffici e che danno la possibilità di sistemare delle esigenze sorte nel frattempo, oltre a quello che ho detto prima, che fa parte del corpo della proposta di legge.
C’è poi l’emendamento 2/1 rilevante perché viene dalla struttura competente, dal Servizio industria, si tratta di una modifica che recupera somme inutilizzate di precedenti stanziamenti, pari a 3 milioni di euro, quelle somme erano state affidate al Confidi e c’era un vincolo per ridestinarle alle piccole imprese del settore dell’industria, del commercio e dei servizi, ma non era contenuta una specificazione. Con la legge 20 si è specificato che queste risorse potevano essere utilizzate per spese di investimento, mentre oggi con l’emendamento andiamo a specificare che possono essere utilizzate non solo per spese di investimento, ma anche per le spese correnti.
Passiamo all’emendamento 4 bis/1, che è importantissimo e che ha a che fare con le ulteriori risorse che nella legge di manovra dei 210 milioni avevamo messo a disposizione del Confidi per ripetere l’esperienza fatta in precedenza, 22 milioni di euro a favore di tutte le imprese marchigiane, attraverso il meccanismo del Confidi, agevolazione al credito e finanziamenti alle imprese, però è necessario inserire il comma 2 dell’articolo 4 perché nella fretta di confezionare l’atto, a suo tempo, mancava la specificazione che si applicavano le disposizioni della legge n. 13/2020, ovvero quella relativa alle misure urgenti per il sostegno alle attività produttive ed al lavoro autonomo a seguito dell’emergenza Covid. Quindi, per replicare nella stessa maniera quella questione viene specificato meglio perché obiettivamente era stato tralasciata questa precisa indicazione.
Con l’emendamento di coordinamento tecnico si modifica la titolazione di tutta la proposta di legge perché in fondo diventa una variazione generale al bilancio rispetto alla precedente titolazione che era: ‘Misure straordinarie e urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19’.
Questi sono gli emendamenti.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 1/2 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis (articolo aggiuntivo).
Emendamento 4 bis/1 a firma della I Commissione. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento di coordinamento tecnico/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 383, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti dei gruppi, che deve esprimere il parere sull’iscrizione all’ordine del giorno di un provvedimento pervenuto dalla Giunta regionale e licenziato dalla Commissione.

La seduta è sospesa alle ore 18,00

La seduta riprende alle ore 18,05

Presidenza del Vicepresidente
Piero Celani

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei gruppi ha espresso parere favorevole in merito all’iscrizione all’ordine del giorno delle proposte di atto amministrativo nn. 83, 84 e 85, ora procediamo con le votazioni.

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Non solo il mio voto sarà favorevole all’iscrizione di questi atti, ma credo che, al di là del voto, quello che contano sono anche le presenze ed io sarò qui fino alle ore 21, 22, 23, fino a quando non terminerà il Consiglio. Tra l’altro questa mattina il Consigliere Rapa ha chiamato me, il Consigliere Bisonni e il Presidente Mastrovincenzo per farci una foto in quanto siamo i Consiglieri che hanno garantito il 100% della presenza, come pure avevo garantito il 100% di presenze nella legislatura precedente.
Voglio però sottolineare un fatto nel rispetto di questa Assemblea e dei marchigiani, in questa legislatura siamo stati in vita 4 mesi in più, purtroppo per l’epidemia che ha colpito il Paese, che ha colpito il mondo, per questo fatto pesantissimo che ha visto tante persone malate e anche tanti morti.
Nemmeno nell’altra legislatura era accaduto che nell’ultima giornata ci fossero così tanti atti così, siamo stati 4 mesi in più e ci accorgiamo nell’ultima giornata, quindi, voto favorevolmente, ancora una volta voglio dimostrare la mia buona volontà nei confronti dell’Assemblea legislativa e delle Marche, ma questo metodo non è sicuramente dei migliori fra quelli che si possono praticare.

PRESIDENTE. Iscrizione all’ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 83. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione all’ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 84. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Iscrizione all’ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 85. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Proposta di atto amministrativo n. 81
ad iniziativa dei Consiglieri Giacinti, Cesetti
“Modifiche ed integrazioni alla deliberazione dell'Assemblea legislativa 26 gennaio 2010, n.145, concernente: ‘Piano di tutela delle acque (PTA). Decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, articolo 121’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 81 dei Consiglieri Giacinti, Cesetti.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Su questa proposta di atto amministrativo ci abbiamo lavorato tanto tempo, seppur arriva nell’ultima seduta consiliare, però è più di un anno e mezzo che gli stiamo dietro ed ho avuto un confronto costante con il Dirigente che si occupa delle specifiche questioni.
Una breve introduzione per delineare il contesto di riferimento in cui questa proposta di atto amministrativo si va a collocare, altrimenti si rischia di non intuire bene di che cosa parliamo. Fra l’altro è una materia anche un po’ ostica in quanto è molto tecnica e non so se sarò in grado, molto modestamente, di poter illustrare bene.
Qual è il contesto di riferimento? Nella nostra regione non esiste un grande numero di impianti che svolgono attività di trattamento di tipo biologico e/o chimico o fisico di rifiuti speciali liquidi, di questo parliamo, provenienti dalle molte aziende marchigiane, sia pubbliche che private, che spesso e volentieri sono costrette a rivolgersi per la loro ubicazione, le loro dimensioni, a terzi per lo smaltimento di queste acque industriali. Parliamo di scarichi industriali.
Tali impianti svolgono una attività importante per tutto il tessuto economico della nostra regione, spesso costituito, come ben sappiamo, da piccole e medie imprese, soprattutto piccole, che non hanno la capacità di costruire autonomamente impianti in seno alle loro realtà produttive, per cui si affidano a questi impianti. C’è anche un altro discorso da fare per essere coerenti, questi impianti spesso e volentieri sono il frutto di investimenti pubblici che ha visto anche la nostra Regione essere protagonista e molte risorse pubbliche sono andate a costituire questo patrimonio che ha come finalità ultima e più nobile, la salvaguardia ambientale, attraverso un attento esame di autorizzazioni relative al conferimento dei rifiuti di acque industriali.
Spesso e volentieri succede che gli impianti con capacità residua consistente, per il fatto che nella nostra regione esistono dei parametri, dei limiti, un po’ restrittivi rispetto ad altre regioni limitrofe, non potevano conferire tali scarichi, quindi, con la modifica contenuta nella proposta di atto amministrativo si va ad eliminare alcuni parametri restrittivi per consentire …
Ricordiamoci bene perché sta qui tutto il discorso, altrimenti sembrerebbe una deregulation fuori dalla logica, non è così, assolutamente, questi parametri troppo restrittivi sono eliminati per consentire agli impianti che hanno una capacità residua di accoglimento di certi scarichi industriali, quelli di cui parliamo, di poter accogliere tali rifiuti per il trattamento, prima di essere convogliati nelle fognature e di andare al depuratore.
Questo è l’iter che avviene per questo tipo di attività. Non concedendo questa possibilità e mantenendo i limiti più alti si obbligava certe imprese ad affidarsi al trasporto fuori regione di queste acque reflue, che contribuivano, anche ad essere aderenti alla realtà, ad un maggiore inquinamento per raggiungere altre regioni, che non prevedono limiti. Facciamo l’esempio dell’Emilia-Romagna a noi confinante, spesso citata a paragone per molte altre questioni, in questo caso non sussistono limitazioni, ma attraverso deroghe e autorizzazioni, che di volta in volta possono dare le autorità d’ambito di concerto con i gestori dei servizi idrici integrati, la Provincia, previo parere dell’Arpam. Si arriva, quindi, ad una autorizzazione che mantiene precipuamente il suo carattere pubblico/pubblicistico. Ribadisco che gli ambiti territoriali ottimali unitamente alle Province e con il parere dell’Arpam e dei Comuni, possono dare deroghe a questi parametri, in quei casi in cui c’è una capacità residua da utilizzare negli impianti di riferimento.
Quest’autorizzazione può essere concessa andando incontro a tutto il tessuto economico produttivo della nostra regione.
Ci sono stati incontri, è stata fatta una sintesi fra l’input di Confapi, di Confindustria, di Conservizi, è stata trovata una mediazione, quindi è stato riscritto l’articolo 30, relativo agli scarichi industriali in fognatura, che era previsto originariamente per quegli impianti in cui non c’erano gli scolmatori. Con la modifica si uniscono a questa possibilità gli impianti con scolmatori. Con l’articolo 31 si eliminano i parametri, a cui ho fatto riferimento poc’anzi, per rendere possibile, laddove ricorrono certe condizioni (capacità residua dell’impianto di trattare quei rifiuti), speciali deroghe concesse da un iter rigoroso che ha come finalità quella di salvaguardare l’ambiente.
In tutto questo discorso, se è sfuggito, ribadisco che i valori standard previsti dalla normativa nazionale non sono toccati, quei valori restano un baluardo, se così vogliamo chiamarlo, della tutela ambientale.
Tra quei valori il livello non viene assolutamente toccato e nella norma che attualmente è in vigore nella nostra regione, era previsto un ulteriore restringimento, un ulteriore abbassamento della capacità di conferimento in quegli impianti di trattamento, che creava questo disagio.
Questo provvedimento va visto soprattutto nell’ottica di salvaguardare l’ambiente, prima di tutto, perché non vengono superate quelle normative nazionali che sono inderogabili, parliamo di acque reflue industriali, non parliamo di rifiuti nocivi e pericolosi che hanno tutto un altro trattamento.
Ecco l’incentivo alle piccole imprese, ecco l’istanza che è nata da Confapi inizialmente, poi raccolta anche da Confindustria e mediata con il nostro Servizio regionale.
Paradossalmente, giusto per chiudere la relazione, può sembrare che eliminando alcuni limiti si possa essere di manica più larga o più generosi, eliminare questi limiti, Assessore Cesetti, significa in virtù del particolare iter autorizzativo che è alla base della concessione dell’eventuale deroga, ottenibile solo se la capacità residua dell’impianto di trattamento è tale, il particolare rigore dell’iter autorizzativo, fatto da autorizzazione dell’Ato competente, dal Comune competente che verifica di volta in volta le possibilità di deroga, se non ci sono queste, i limiti sarebbero ulteriori, ancora più rigidi di quelli che attualmente ci sono perché se non ricorrono verte condizioni non verrebbe data mai l’autorizzazione, quindi capiamo bene il senso di questa proposta di atto amministrativo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Ho cercato di ascoltare con attenzione il relatore di maggioranza, però devo dire la verità non mi ha convinto molto perché è un provvedimento che non affronta il problema.
Ci hanno detto che sul trattamento dei rifiuti liquidi c’è una sorveglianza speciale da parte del Servizio della Regione, che, devo dire la verità, personalmente mi ha stupito, non solo per la professionalità, ma anche per come si pone rispetto a questo problema, con molta attenzione.
Rispetto ad una modifica generale, credo che la risposta non possa essere questa, perché se il tema doveva essere affrontato seriamente, andava valutato in termini generali per risolvere un problema all’interno, perché questo è. Noi invece con questo atto amministrativo affrontiamo un problema che sta all’interno e non la problematica di carattere generale.
E’ una cosa monca, ecco perché il relatore non mi ha convinto. Credo che questo atto non doveva arrivare nell’ultimo Consiglio di questa X legislatura proprio perché la materia è molto delicata. Parliamo di acque che poi si riversano nelle nostre coste, a prescindere da tutto, perché non si beve e non viene distrutta, si riversa nelle nostre coste. Si dice che non si superano i valori nazionali, ma se io sto un po’ meglio mi devo far dispetto e devo raggiungere un livello più alto?
Ecco perché la cosa non mi convince, so che in questa regione ci sono dei problemi, c’è chi raccoglie le acque e poi le va a pulire fuori regione. Questo metodo non va bene perché sono sempre acque che poi si riversano nei mari e credo che questo sia un aspetto estremamente delicato.
Penso che questa legge non vada votata perché potrebbe creare dei problemi l’acqua depurata che viene riversata nel mare. Il ragionamento serio di una maggioranza era quello di prendere in mano questo problema del quale non ce ne siamo accorti che oggi a fine legislatura. Chi dice questa cosa riferisce una fesseria e dice bugie, perciò è un Pinocchio. Era un problema da prendere in esame prima della fine della legislatura, valutarlo con più attenzione, ragionare ancora più seriamente con il servizio della Regione, che probabilmente è stato preso per il collo perché interpellato all’ultimo momento.
Queste perplessità e preoccupazioni sono molto serie, l’atto amministrativo va ad intaccare l’ambiente e a dare una risposta diversa rispetto alla situazione attuale. Quando si toccano i valori, si toccano i numeri, si provoca comunque un effetto, positivo o negativo. In questo contesto i valori più bassi creeranno una realtà negativa, di questo sono sicuro perché i numeri danno questi risultati.
Credo che questo atto amministrativo non debba essere votato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Con il Consigliere Giacinti abbiamo parlato in Commissione e sappiamo tutti che questa è una modifica di una legge importante, fatta ad personam, sappiamo che questo non doveva succedere, sta succedendo. Adesso spiegherò i motivi per cui non doveva essere fatta in nessun modo.
Una premessa però è doverosa e necessaria, nel luglio del 2019 la Commissione Europea ha notificato allo Stato italiano l’ennesimo parere motivato, che cos’è il parere motivato? E’ la seconda fase per l’infrazione. In questo caso è arrivato il parere motivato (sono interessate 13 Regioni comprese le Marche), quindi scatterà l’infrazione, dove? Proprio sui trattamenti e sui scarichi urbani.
La modifica determina un notevole peggioramento della qualità dei corpi idrici in relazione agli obiettivi di qualità fissati dall’Unione Europea, ecco il parere motivato mandato allo Stato italiano, e presenta evidenti violazioni delle norme europee anche perché in pochi anni, fino al 2019, l’Italia ha pagato ben 548 milioni di euro per il mancato rispetto di normative comunitarie.
In tutto questo casino, milioni di euro che fioccano come caramelle, cosa si fa? Si modifica una legge che riguarda gli scarichi in pubblica fognatura di particolari settori industriali per chi ha gli impianti di trattamento dei rifiuti. Proprio a fine legislatura e con sopra la testa un’altra probabile, come ho detto prima, infrazione che costerebbe milioni di euro.
Ma vediamo la modifica parlando in senso generale, non voglio entrare nel merito dei tecnicismi. In sostanza la legge precedente limitava, giustamente, la possibilità di dare deroghe molto pericolose, come abbiamo visto, soprattutto per i parametri:
- COD e BOD5, che riguardano la domanda chimica di ossigeno e rappresentano la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione per via chimica dei composti organici e inorganici presenti nei campioni dell’acqua;
- Cloruri, composti chimici che si combinano con altri elementi;
- Ammoniaca, sostanza gassosa e tossica che ha un odore nauseabondo.
Questi sono i componenti di cui si chiede la deroga e sono i parametri caratteristici del percolato di discarica, che è un rifiuto molto abbondante, sia in quelle post mortem che in quelle ancora attive, per cui le discariche hanno enormi difficoltà a smaltire senza deroghe. Negli impianti di trattamento, ad esempio, si potrebbero fare nuovi investimenti con le nuove tecnologie, le cosiddette BAT, ma succede che i gestori, soprattutto ci sono i privati di mezzo, preferiscono risparmiare questi investimenti, portano fuori a trattare il percolato, che costa 30 euro a tonnellata, e adesso chiedono ai componenti della Giunta regionale di fare una legge in modo da risparmiare pure questa cifra, 30 euro a tonnellata, ed aumentare il guadagno. Poi certi signori vanno in giro con le Porsche e i Cayenne e noi stiamo qui a tribolare per trovare i soldi da dare a chi non può mangiare, a chi ha difficoltà a finire la giornata e a chi ha difficoltà anche a curarsi.
Ecco perché ritengo queste cose non accettabili dal punto di vista sociale, economico e politico.
L’eliminazione di alcuni capoversi consentirà di mantenere ed ampliare tale possibilità di deroga e ciò, dal mio punto di vista, è ingiusto per l’ambiente perché in pubblica fognatura potranno transitare anche reflui con concentrazioni di Cod, Ammoniaca e Cloruri molto elevate.
Per quanto riguarda gli impianti di fognatura dei Comuni ricordo che sono pochi quelli che hanno la fognatura separata, quindi in condizioni di pioggia o di rotture di fognature, questi reflui non trattati o trattati male o poco finirebbero nei fiumi e poi direttamente in mare, il nostro unico prezioso bene, che ancora abbiamo.
A riprova di quello che sto dicendo, il legislatore sia italiano che europeo (europeo recepito dal legislatore italiano), ci ricorda che è fatto divieto assoluto di diluizione di tutti gli scarichi e che le norme tecniche prevedono il trattamento, il recupero ed eventualmente la messa in riserva di rifiuti generati direttamente nei luoghi di produzione e nelle discariche con le nuove tecnologie, però, come ho detto prima, gli imprenditori non chiedono questi favori alla politica perché non riescono ad andare avanti, si, ce ne sarà qualcuno, ma per aumentare ed introitare ancora di più il guadagno, è lì il business. Il problema è che questa politica, questo sistema, li asseconda, qui è l’errore grosso, qui è l’errore gravissimo.
Una soluzione possibile per evitare di inquinare ulteriormente i nostri fiumi e i nostri mari era quella di autorizzare le Province a concedere autorizzazioni per trattare direttamente in sito i percolati in discarica, smaltendo il concentrato stesso nella discarica, ma purtroppo il business è business.
Nell’ultima parte dell’articolo si afferma che l’autorizzazione allo scarico è cosa subordinata all’acquisizione del parere obbligatorio e vincolante del gestore dei servizi idrici integrati, certo, questa cosa potrebbe farci ben sperare, ma sappiamo benissimo che le lobby che girano intorno ai rifiuti non sempre sono di natura normale. Nell’ambito dei rifiuti ci sono anche associazioni delinquenziali, c’è la mafia, ne usufruiscono tutti, e quelli che hanno messo in piedi questa modifica faranno ulteriori azioni di pressione sui gestori per ottenere anche il parere favorevole.
Per concludere, se c’è un problema tecnico non si risolve con la tecnica, non si salvaguarda l’ambiente, ma si forgia e modifica il regolamento in barba all’ambiente, che è l’unica risorsa che noi dobbiamo tutelare, perché non è rinnovabile, dal riscaldamento climatico alla modificazione della flora e della fauna dei nostri fiumi, soprattutto dei nostri mari. Questo esempio di malapolitica è 40 anni che ci viene spalata nelle nostre Aule, sia regionali e, fino a poco tempo fa, nazionali.
Non ho nulla contro il Consigliere Giacinti, lui ha una visione della politica che è diversa dalla mia, il suo modo di vedere la politica è di 40 anni fa, il mio è vedere la politica al futuro, non al passato, dal passato bisogna imparare le cose sbagliate per non ripeterle, invece questa politica sta facendo l’esatto contrario, guarda al passato le cose sbagliate e le perpetua ancora.
Credo che questa proposta di atto amministrativo non debba essere votata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Qui mi preme spiegare un po’ di cose. Partiamo intanto da cosa dice la norma perché non so se si è capito.
Questa norma, se approvata, permette alle attività produttive provviste di sistemi - dice il testo - preferibilmente automatizzati, quindi non “obbligatoriamente” automatizzati, ma preferibilmente automatizzati, di blocchi degli scarichi in presenza di scolmatori di scaricare in fogna acque reflue da impianti di rifiuti liquidi o provenienti da discariche.
Con la soppressione del comma c bis dell’articolo 31 queste attività potranno scaricare in fogna in deroga alla norma dello Stato, senza limite alcuno sulle concentrazioni degli inquinanti. Stiamo parlando, se non si è capito, delle acque reflue provenienti dalle discariche, cioè il percolato.
Una domanda che dobbiamo porci è: quante aziende nelle Marche godrebbero di questa norma?
Le aziende in tutte le Marche che ad oggi godrebbero di questa norma sono due, una è di un privato nella stessa provincia dei proponenti, Fermo, che gestisce la discarica e un impianto di trattamento delle acque reflue, un’altra è il gestore della discarica di Fano, di Monteschiantello, potremmo dire, se mi permettere, che è una norma “ad dittam” perché due ditta su tutte le Marche …
Cos’ è successo in Commissione? Intanto dobbiamo dire che all’inizio c’è stata venduta dal proponente, ora ce lo dirà lui, come una norma in soccorso ad alcune aziende che rischiavano il fallimento perché poverine erano costrette a portare le loro acque reflue a trattare fuori regione e ci ha fatto anche l’esempio dei prosciuttifici, ma come ho detto prima si tratta di sole due aziende, quindi i prosciuttifici non c’entrano niente. Entrambe le aziende gestiscono discariche e perché portano le acque fuori regione? Perché non hanno, come dovrebbe essere corretto, al loro interno degli impianti capaci di trattare questi inquinanti, o ce li hanno parzialmente. Siccome non li vogliono fare, chiedono di poter scaricare le acque reflue nella pubblica fognatura in modo tale che poi arrivano al depuratore pubblico.
In Commissione è successa pure un’altra cosa, ancora più grave, è stata fatta una audizione, ma è stata sentita solo una categoria specifica di portatori di interesse, ossia gli industriali e i gestori dei rifiuti. Ad esempio io avevo chiesto, siccome tutte queste acque alla fine di tutto il processo arrivano al mare, perché vanno al mare, non vanno da altre parti, di sentire gli albergatori, oppure i bagnini, le associazioni ambientaliste, nemmeno a parlarne, i sindaci dei Comuni delle città balneari, tutte queste categorie, ma non c’è stato il tempo, diciamo così, di convocarle, gli industriali si.
C’è stato spiegato inoltre in Commissione dal tecnico della Regione, persona veramente disponibile e super qualificata, ci tengo a dirlo, che con questa norma si inquinerà di più. Perché? Adesso ve lo spiego a parole mie. Se non ci sono più limiti nelle concentrazioni degli inquinanti di queste acque, che potranno essere scaricate in fogna, è chiaro che a parità di volumi andranno più chili di porcherie. Facciamo un esempio numerico, supponiamo che su 10 metri cubi di acque ci sia una determinata concentrazione relativa ad un chilo di porcherie, siccome il depuratore pubblico depura circa il 90% di queste porcherie, vuol dire che a mare finirà lo 0,1 chilo di questi inquinanti, ma se noi permettiamo in deroga di scaricare in fogna senza limiti sulle concentrazioni, nello stesso volume di acque, ad esempio, andranno a finire 10 chili di porcherie, il depuratore depurerà sempre il 90%, ma il 90% di 10 chili non è più lo 0,1 come prima, ma un chilo, quindi un chilo di questi inquinanti finirà in mare.
Hai voglia alle bandiere blu, gli effetti di questa deregulation sugli scarichi e sulle discariche si faranno presto sentire. I Sindaci delle città balneari l’hanno capito? Se fossero stati invitati in Commissione glielo avrei spiegato volentieri, ma, ripeto, a loro questa possibilità è stata negata.
Voglio correggere delle imprecisioni che ho sentito dire, come quella che il parere è vincolato dal Comune e da altri. Basta leggere la norma, non ci vuole tanto, il comma 7, dell’articolo 30 dice: “L’autorizzazione allo scarico in pubblica fognatura è in ogni caso subordinato all’acquisizione del parere obbligatorio e vincolante del gestore”, di quale Comune parliamo? Il gestore! Il gestore, ad esempio, di Fermo è un privato, il gestore della discarica è un privato, il gestore del sistema integrato è pubblico.

(interventi fuori microfono)

Sandro BISONNI. Nelle Marche ci sono due imprese che usufruiscono di questa norma e sono le imprese che gestiscono due discariche.
La tabella C - altra imprecisione che è stata data - non è stata toccata, questo è vero, non viene toccata ma, attenzione, perché la tabella C disciplina l’ordinario non la deroga, noi qui stiamo parlando di andare in deroga alla tabella C senza alcun limite.
Quindi i valori della tabella C non c’entrano nulla, in quanto disciplina l’ordinario, mentre noi stiamo parlando di concedere una deroga senza limiti di concentrazioni.
Questa a mio avviso è una norma veramente vergognosa, non trovo altre parole e mi meraviglio dell’Assessore Cesetti che qualche anno fa militava nei Verdi, forse tanti anni fa, allora io chiedo, mi dispiace che sia l’ultima seduta avrei voluto evitare, ai firmatari di ritirare questa legge perché è vergognosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Devo intervenire per forza considerati i toni del Consigliere Bisonni, ma anche per rientrare su alcune questioni degli interventi precedenti.
Gli interventi che hanno preceduto queste mie brevi parole sono accomunati da un’ottica di pregiudizio, che viene fuori ed emerge in maniera inequivocabile dalla terminologia usata. Ho sentito parlare di porcherie, di inquinamento, di legge “ad dittam. Se ce ne sono due, innanzitutto una precisazione linguistica, è un plurale allora sarebbe stato “dittas”, perché è la terza declinazione, ma al di là delle battute questa visione acceca tutta la vicenda e porta a delle confusioni clamorose.
Consigliere Bisonni, mi dispiace smentirla clamorosamente, lei fa riferimento a due imprese, non so quali siano queste due, ma lei confonde i gestori del servizio idrico.
L’autorizzazione prevista in questa proposta di modifica dell’atto amministrativo di cui parliamo, l’ho scritta insieme al Funzionario, una parte, il comma 7 dell’articolo 30 l’abbiamo scritto insieme su suo suggerimento, poi è vero, io e l’Assessore Cesetti in questa proposta siamo andati oltre, sull’eliminazione di quel limite dell’articolo 31, ma sono limiti non in deroga a quelli nazionali, erano restrittivi ed erano la causa delle difficoltà delle imprese. Anche qui un’ulteriore clamorosa confusione, sono imprese che non operano nel settore ambientale, quelle a cui lei ha fatto riferimento nel suo intervento, sarebbero le presunte due “dittas”. Parliamo delle imprese del mondo industriale, ecco l’esempio del prosciuttificio. Il prosciuttificio vuole scaricare le sue acque industriali in un impianto di trattamento, che ha capacità residua di trattamento, previa autorizzazione, che deve dare la società di gestione del servizio idrico integrato, che è pubblica, previo parere dell’Arpam, timbro finale della Provincia e del Comune dove è situato l’impianto, ecco l’iter autorizzativo. Vogliamo dire che questo iter autorizzativo non è all’insegna di una massima attenzione e rigore pubblicistico rispetto agli interessi di un imprenditore privato? Vogliamo dire questo? Questo succede.
Modifica degli articoli 30 e 31, nell’articolo 30 sarà la Giunta a stabilire la possibilità di controllare gli impianti muniti di scolmatori con modalità che stessa andrà individuare. Se la Giunta individua delle modalità che mettono a repentaglio la certezza della immissione di certi rifiuti in fognatura, chiaramente lo saprà fare. Questa Regione è stata sempre attenta alla dinamica ambientale, se certi impianti esistono è proprio per questo motivo, perché c’è una attenzione particolare.
Allora non si capisce attenzione particolare da un lato e limiti un po’ troppo eccessivi dall’altro che penalizzano il mondo ed il tessuto economico di tutte le imprese che hanno a che fare con scarichi industriali, ma di quale tipologia? Non inquinanti, parliamo di CO2, di Azoto, una tipologia di rifiuti industriali che non ha nulla di inquinante o di pericoloso. Categoria e fattispecie per le quali c’è una normativa a parte quella dei rifiuti speciali pericolosi, qui parliamo di rifiuti speciali industriali. Facciamo un esempio classico, se nell’impianto di trattamento di San Benetto del Tronto, che ha una capacità residua notevole, frutto di un investimento che lo ha portato ad avere una capacità superiore agli abitanti, al bacino d’utenza che se ne fruisce, per quale motivo l’industria del settore agroalimentare non dovrebbe prendere quei rifiuti e trattarli nell’impianto di trattamento prima di mandarli in fognatura e poi al depuratore?
Questo è il senso vero di questa norma, ma certamente se uno la guarda ed usa già una terminologia che di per sé va ad infangare tutto l’impianto, per considerarlo solo nocivo o che fa gli interessi di qualcuno, siamo veramente fuori strada, ma mi vergognerei io di farlo in questa sede. Questo è il vero senso.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Telegraficamente, ho condiviso l’atto insieme al Consigliere Giacinti, il merito l’ha spiegato lui come ha spiegato l’opportunità di questo atto amministrativo, lo ha fatto con competenza e determinazione, quindi mi esime dall’intervenire su questo.
Voglio dire al Consigliere Bisonni che non si deve meravigliare di me perché per quanto attiene alla tutela dell’ambiente, dei territori, caro Consigliere, la mia storia mi precede. Sono epiche e note le mie battaglie da Presidente della Provincia di Fermo a tutela dei territori e dell’ambiente, Se sono diventato a quel tempo Presidente della Provincia di Fermo - tra tanti incarichi istituzionali che io ho ricoperto è quello che amo di più, probabilmente è quello che “mi fa ricordare meglio”, sono stato il primo e l’ultimo ad essere eletto direttamente dai cittadini, un incarico che mi ha consentito di costruire dal niente quella provincia - è perché in tempi non sospetti, da semplice Consigliere provinciale della Provincia di Ascoli Piceno, feci una scelta drastica contro le centrali a biomasse e contro il fotovoltaico nei nostri territori, assumendo degli impegni, firmando delle petizioni, neanche immaginavo di potermi candidare, poi mi ripagò quella scelta coraggiosa. Da Presidente della Provincia ho fatto battaglie epiche contro le biomasse, con contenziosi inenarrabili nel mio territorio, nessuna centrale a biomasse si è mai insediata nella realtà di Campiglione nella quale ne era prevista una enorme. Oggi in quel territorio sta nascendo un ospedale di rete, è nato un importante polo logistico di un importante imprenditore come Nero Giardini, alias Bracalente, e dovevano esserci i camini fumanti delle centrali a biomasse.
Nella splendida valle dell’Aso dove ci sono stupende colline, non ci sono gli impianti fotovoltaici perché l’allora Presidente della Provincia di Fermo Cesetti si assunse la responsabilità di un atto amministrativo che modificava il piano territoriale e ne impedì l’insediamento, come in tante altre situazioni, ma non le ricordo, quindi non devo dimostrare nulla.
Questo atto amministrativo è giusto ed opportuno perché riconsegna il potere alla politica e alle istituzioni e lo sottrae dalle mani, molto spesso sapienti, ma molto più saccenti dei pubblici funzionari, che talvolta esercitano il potere della firma.
Questo dà il potere alla politica, all’amministrazione con un atto amministrativo all’interno di un percorso di trasparenza perché quest’atto è all’esito di un confronto serrato con gli uffici preposti, con l’Assessore Sciapichetti, che ringrazio, all’interno di un confronto serrato ed assolutamente trasparente dove non c’entra nulla la cosiddetta “ad dittam” perché, a sua ammissione, Consigliere Bisonni, le ditte sarebbero due. Quei soggetti che sarebbero interessati - è avvenuto tutto alla luce del sole - sono stati tra l’altro protagonisti di quel confronto, apertamente, negli uffici regionali con i funzionari regionali, anche in queste stanze, all’insegna della più assoluta trasparenza e si consegna la sovranità della decisione a quest’Aula attraverso l’adozione di un atto amministrativo. Di che ci vogliamo lamentare? Credo che mai un percorso sia stato così trasparente, forse troppo se vogliamo.
L’ho condiviso con il Consigliere Giacinti, che tra l’altro ha studiato ed approfondito la tematica sicuramente complessa, io sono orgoglioso che questo provvedimento oggi venga all’attenzione di quest’Aula, ne raccomando l’approvazione che, ripeto, “sottrae” in senso positivo il potere e lo riconsegna nelle mani della politica e dell’amministrazione. Di questo si tratta.


PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Intervengo non nel merito perché è già stato spiegato ampiamente. Credo che ci siano stati dei tecnici che hanno firmato il parere di regolarità tecnica di questo atto, quindi se lo hanno firmato dei dirigenti mi meraviglio molto che ci siano dei funzionari che vanno esprimendo le loro opinioni all’interno delle Commissioni. I funzionari le loro opinioni, se non sono tecniche, le esprimono a casa loro.
Questa è la prima cosa che voglio dire alla fine di questo mandato, le questioni tecniche le esprimono a casa loro. Poi vorrei dire che nel decreto legislativo 152/2006, il Testo Unico dell’ambiente, la parola porcherie non viene usata perché tale parola si usa a casa e non quando si parla di questioni tecniche. Se uno vuole parlare di questioni tecniche usa dei vocaboli che sono tecnici, oppure sta al bar e usa la parola porcherie.
L’articolo che noi andiamo a modificare, non è una modifica del D.Lgs. 152/2006 o ad esso non conforme, noi modifichiamo l’articolo 30 del PTA, che è un piano di tutela delle acque di competenza regionale, modifichiamo una nostra norma di pianificazione che titola “Scarichi di acque reflue industriali che recapitano in pubblica fognatura”. Una cosa che si può fare e non c’entra assolutamente nulla mischiare il ciclo integrato delle acque che nelle Marche, viva Dio, è gestito da enti pubblici partecipati, al 100% pubblici. Non va bene che si mischino le questioni sottintendendo che c’entrano le discariche, le discariche con le acque reflue non c’entrano assolutamente niente, io ho sentito parlare di percolati, i percolati con le acque reflue e con l’articolo 30 non c’entrano niente e dire queste cose è millantare.
E’ millantare o è essere ignoranti, ma basta leggere quello che c’è scritto nella norma e basta leggere che alla fine chi decide è il gestore del ciclo integrato delle acque, che gestisce tutto insieme alla Provincia, non è un soggetto privato che decide, ma è un soggetto pubblico, non entro nel merito delle AUA perché quando si scarica nella fognatura pubblica non si scarica così, ci sono delle norme, delle regole, ci sono delle autorizzazioni uniche ambientali, che sono obbligatorie e che vengono rilasciate, quelle si, da un punto di vista tecnico perché lì il tecnico deve verificare parametri, tipologie e qualità delle acque.
Chi in quest’Aula dice: “Dopo ci diamo le bandiere blu” o le certificazioni, fa un danno alla nostra costa perché il solo pensare o dire che le nostre acque non sono balneabili o non sono cristalline, come sono e come vengono certificate dall’Arpam, è un danno di immagine alla nostra regione. O ci sono dei requisiti chimico fisici che dimostrano che le nostre acque sono inquinate e ci sono delle sanzioni comunitarie, come si diceva prima, oppure stiamo facendo un danno di immagine alle Marche.
Si confondono i rifiuti con le acque reflue, con le acque industriali. Il tema ambientale è molto serio e il D.Lgs 152/2006 è uno dei testi unici migliore d’Europa, infatti per approvarlo c’è voluto molto tempo, se vi ricordate, c’è stato un tira e molla sull’approvazione di questo decreto per inserire all’interno delle obbligatorietà la valutazione ambientale strategica, cosa della quale io mi occupo nella vita, ad esempio, quindi qualche norma la conosco.
Quando non si distingue la questione dei rifiuti, dalla questione delle acque, dalla questione delle autorizzazioni, dall’aria, ma si fa solo una gran confusione per accreditarsi il primato dell’ambientalista, questa mi sembra una speculazione, che fa soltanto danno ai cittadini e alle imprese perché questa norma serve alle piccole imprese industriali, non serve ai grandi colossi, questa è la grande differenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Caro Consigliere Giacinti, pregiudizio? No, non ci sono pregiudizi, questa modifica è stata chiesta da qualcuno che ha interessi per guadagnare di più. Non c’è altro motivo. Non sono entrato nel merito tecnico perché non serve entrarci, l’ho spiegato.

(interventi fuori microfono)

Peppino GIORGINI Esatto, caro Consigliere Giacinti, l’articolo 122 della Costituzione dice che i consiglieri non sono imputabili per quello che dicono in quest’Aula, su qualsiasi cosa.
Ho detto che non sono entrato nel merito tecnico, ho 6 pagine qui, avrei potuto parlare per sei ore e mezzo per spiegare questa modifica, che è la stessa del Piano della costa, che è la stessa di quell’altra sull’Erap, dopo arriveremo a quella e faremo parlare l’Assessore Casini che ha una buona “ciarla” ma non canta e le cose che dice le può raccontare a chi non la conosce, a me non me le può raccontare e non mi può convincere con la sua parlantina.
Ho voluto parlare politicamente e non sono sceso nei termini tecnici perché non serve. Ho chiesto: qual è il problema? Per prima cosa non si può fare una modifica del genere l’ultimo Consiglio utile, questo è il primo punto politico, il secondo è che non si può non tenere conto di quello che dice la Commissione Europea. Abbiamo un parere motivato per lo scarico delle acque e il trattamento, siamo in infrazione e noi modifichiamo la legge aumentando la possibilità degli inquinanti sugli scarichi in pubblica fognatura, ma state scherzando? Non so se io ragiono in maniera sbagliata, è possibile, mica dico di no, ma la Commissione Europea sta per notificare l’infrazione allo Stato italiano perché dice che ci sono irregolarità degli scarichi nei corpi idrici. Ha da qualche anno obiettivi di qualità molto rigorosi, sono norme europee che vanno recepite dall’Italia e dalle Regioni, quindi, quanto detto dall’Assessore Casini, che la norma è regionale, non ha nessun senso d’esistere, tutte le norme regionali riprendono le norme nazionali che a loro volta sono riprese dalle norme europee.
Mi permetta, Consigliere Giacinti, ha fatto un esempio che non esiste, ha parlato del depuratore di San Benedetto del Tronto che proprio da Goletta Verde è stato contestato per gli scarichi nel 2019, sia per il depuratore di Acquaviva, che nella Sentina per il depuratore di Via Brodolini, che ha trovato valori superiori. Lei ha detto che il depuratore è per 150.000 abitanti e ce ne sono 50.000, ma le ricordo che i depuratori servono per quando quattro mesi all’anno ci sono milioni di presenze nella zona turistica, quindi lei non deve fare il calcolo degli abitanti, lei deve fare il calcolo dei mesi estivi quando ci sono milioni di presenze ed il depuratore non ce la fa a trattare i liquami delle abitazioni. Quello che lei ha detto non ha nessun senso.
Detto questo, fate quello che credete opportuno politicamente, io giustamente sono all’opposizione e devo fare il mio dovere, non posso dirvi bravi, avete cambiato una legge sugli scarichi idrici che è sotto infrazione della Commissione Europea. All’ultimo Consiglio utile vi devo dire che siete dei fenomeni? Questo è il punto, avete la possibilità di farlo, fatelo, ve la cuocete e ve la mangiate, su questo non posso fare nulla, avete l’autorità di farlo, ma per questo motivo il nostro voto sarà nettamente contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Intervengo anche per fatto personale, ma è la stessa cosa. Intanto vorrei dire che una legge che va a incidere su due ditte delle Marche provoca un danno enorme su tutto il resto della regione. Faccio una previsione, ci sarà la corsa delle altre aziende a montare le valvole di blocco, si tratta di montare una valvola, non si tratta di fare chissà quali cose.
State facendo un danno enorme e trasparentemente, vista che è stata chiamata in causa la trasparenza, volete dare una deroga senza limiti sulle concentrazioni degli inquinanti, che sono delle porcherie ambientali, a due gestori di discariche, ce ne sono solo due.
Parliamo di percolati, siamo in infrazione su tantissimi siti, Assessore Casini, lei forse non lo sa, e poi le dico una cosa in conclusione di legislatura, io l’ho sempre sopravalutata, ma scopro che lei su determinate tematiche è profondamente ignorante, nel senso che ignora, parla senza conoscere, come quando dice: “Confonde tutto, mischia le cose”. Qui si tratta di percolati che vengono trattati in impianti e da questi impianti escono acque reflue che provocano percolati, chiaro? Vuole insegnare la messa al prete lei?
Lei è ignorante su tante cose e parla senza conoscere e mi dispiace d’averla sopravalutata in questi 5 anni. Pensavo che fosse più preparata, quindi le dico che ha detto una serie di imprecisioni, per non usare altri termini, e questa legge trasparentemente, ripeto, vuole permettere di inquinare, di scaricare, in fogna delle acque reflue in deroga ai limiti della tabella 3, senza limiti sulle concentrazioni.
Questa è una legge vergognosa, mi sarei vergognato a firmare una legge del genere, rinnovo l’invito a ritirarla.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Per dichiarazione di voto non posso che ribadire dal mio punto di vista la validità di questo atto amministrativo, non mi vergogno assolutamente di averlo presentato perché coerentemente con l’incipit e l’inizio di queste istanze che abbiamo raccolto, ci siamo confrontati per oltre un anno e mezzo con gli uffici di riferimento, fino a giungere per una parte a trovare una scrittura di un articolo in maniera condivisa. Dopo aver dato il giusto inquadramento alla vicenda, abbiamo trattato la possibilità di derogare laddove ricorrono certe condizioni, per certe tipologie di rifiuti, ribadisco, non rifiuti nocivi e inquinanti, come la terminologia che viene usata per aggravare e far sembrare il provvedimento in piena deregulation.
E’ invece un provvedimento che va incontro al tessuto economico, soprattutto di tutta la regione che ha la possibilità di poter addurre in impianti di trattamento specifici, prima della immissione in fognatura, queste acque reflue, una possibilità che altrimenti viene data, guarda caso, dalle regioni limitrofe tipo l’Emilia-Romagna o l’Abruzzo dove questi limiti non sono presenti, con aggravio di costi, con aggravio di spese per le aziende. Ecco dove nascono i maggiori oneri per queste imprese ed ecco l’aiuto che si vuole dare soprattutto al mondo produttivo, non per le due presunte aziende che sono state citate come destinatarie di questo provvedimento. E’ tutto il mondo economico delle piccole aziende marchigiane che produce acque reflue a beneficiare di un provvedimento di questo tipo, a non essere penalizzato da una soluzione alternativa che è quella di trasportare fuori regione, con aggravio di costi e con tariffe rivisitate in questa direzione.
Questo è il vero senso, poi, scusatemi e chiudiamo, parliamo spesso di andare incontro alle imprese, secondo l’Istato il 38,8% delle imprese nazionali rischiano la chiusura per quello che si è verificato dopo il Covid e noi nel rispetto delle norme ambientali, perché le normative nazionali non sono state toccate e modificate, ci facciamo lo scrupolo di prevedere la possibilità di agevolare le imprese? Credo che siamo proprio fuori strada, anche nell’incardinare il contesto di riferimento di un atto amministrativo come questo.
Comunque faccio l’invito a votare favorevole di questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo alla verifica del numero legale.
Presenti: Biancani, Micucci, Marconi, Minardi, Rapa, Giancarli, Giacinti, Sciapichetti, Cesetti, Mastrovincenzo, Traversini, Casini, Busilacchi, Bora, Bisonni.
Assenti: Zaffiri, Volpini, Pergolesi, Pieroni, Urbinati, Talè, Marcozzi, Carloni, Celani, Ceriscioli, Fabbri, Giorgini, Leonardi, Maggi, Malaigia, Zura Puntaroni.

PRESIDENTE. Il numero legale non c’è. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Il conto del numero legale è stato fatto, però proporrei alla ripresa dei lavori, di iniziare dagli altri punti all’ordine del giorno, perché se su questo serve un approfondimento …

PRESIDENTE. Verificata l’assenza del numero legale, rinvio la seduta alle ore 20,25 di questa sera.

La seduta è sospesa alle ore 19,25

La seduta riprende alle ore 20,25

Presidenza del Presidente
Antonio Mastrovincenzo

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Passiamo alla votazione della proposta di atto amministrativo n. 81.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 81. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 83
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 9 dicembre 2014, n. 115: ‘Piano regionale di edilizia residenziale (triennio 2014/2016). Legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36’ come modificata dalla deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 27 dicembre 2016, n. 45”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 83 della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Assessore Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Questa è una proposta molto semplice per quanto sia stata complessa la stesura. In realtà in questo momento per poter acquistare degli immobili Erap si può fare in maniera diretta nei comuni con popolazione superiore ai 25.000 abitanti, mentre per gli altri è necessario che siano d'accordo tutti i comuni degli ambiti territoriali sociali. Questo ha creato dei problemi, perché non si sono messi d'accordo i Comuni degli ambiti, si sono messi d'accordo solamente i comuni degli ambiti del pesarese, questa richiesta viene sia dall'Erap che da alcuni comuni con popolazione inferiore a 25.000 abitanti, è semplicemente uno snellimento ed una opportunità per i comuni più piccoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giorgini.

Peppino GIORGINI. Grazie Presidente. Ne parlavo prima, credo che questa proposta di modifica è l'indegna conclusione di fine legislatura, che per l’edilizia residenziale pubblica e le case popolari si è caratterizzata per il poco e male prodotto dalla Giunta regionale.
In questa legislatura non è stata fatta nessuna programmazione dell'edilizia residenziale pubblica. La Giunta ha cercato solamente di mettere delle pezze, di correggere ed aggiustare, non so con quali scopi, la programmazione fatta nella legislatura precedente.
Oggi parliamo di ciò che di male si vuole ancora fare, parliamo del piano 2014/2016 e ciò è ridicolo. Un'amministrazione in scadenza, che non ha dato corso alla programmazione successiva 2017/2019 e nemmeno a quella 2020/2022, era suo dovere fare entrambe.
Oggi prima di esalare l'ultimo respiro, ne abbiamo visto il penultimo poco fa, la Giunta regionale vuole modificare le regole a proprio uso e consumo con un ultimo colpo di coda.
Leggo ciò che dice la modifica: elimina l'obbligo di concordare le politiche abitative in sede d'ambito sociale introdotta per elevare l'edilizia residenziale pubblica al rango di politica sociale, facendo perdere di senso il richiamo agli ambiti stessi; determina disponibilità di alloggi a beneficio delle poche famiglie residenti in un unico piccolo comune, lasciando senza possibilità di aspirare all'assegnazione di alloggi tutte le famiglie bisognose dei piccoli Comuni limitrofi; crea disparità di trattamento tra le famiglie di comuni diversi perché stabilisce un punteggio soglia (4 punti) che vengono determinati sulla base di regolamenti comunali autonomi, che prevedo anche punteggi diversificati. In pratica alla situazione familiare che in un comune determina l'attribuzione del punteggio minimo pari a 4 previsto, può corrispondere ad una situazione a cui si attribuisce un punteggio inferiore o superiore in un altro comune.
La cosa strana, in questa situazione, ma tutte le cose strane succedono nel nostro territorio, chissà perché, è che la legge, che rimette le decisioni ai vari ambiti sociali, ha funzionato per tutti e 4 i dipartimenti e su circa 8,5 milioni ne sono stati usati circa 7,5.
Ha funzionato in tutti e 4 i dipartimenti meno che in quello di Ascoli Piceno, come al solito, essendo poi le risorse attribuite all’Erap Marche per questa linea di intervento già completamente utilizzate nelle province di Pesaro-Urbino, Macerata e Fermo. La nuova formulazione, serve esclusivamente per utilizzare in maniera probabilmente clientelare alcune economie registrate in Ancona (oltre ad essere risorse che il presidio di Ascoli Piceno vuole reperire) per circa 1,25 milioni di euro di acquisti nella provincia di Ascoli Piceno e, nello specifico, nei comuni di Offida, Roccafluvione e Maltignano. Le norme si fanno prima e poi si applicano, non il contrario!
Qui è successo il contrario. Chiaramente è un'utopia quella che sto dicendo, vi chiedo di non votare questa decisione, che serve solo a far comprare all’Erap i seguenti alloggi già elencati con la delibera n. 110 del 15 luglio 2020, che ho qui e che potete vedere anche sul sito dell’Erap.
Evito di dire i nomi delle ditte, parlo solo dei costi, del luogo e dei metri quadri:
Maltignano mq. 100 - 156.671 euro,
Roccafluvione mq. 94,34 - 204.154 euro, a Roccafluvione si paga per un appartamento di mq. 94 204 mila euro, Roccafluvione sapete dove sta?
Maltignano mq. 94,15 - 173.800 euro,
Offida mq. 91,13 - 154.000 euro,
Offida mq. 91,13 - 154.000 euro,
Roccafluvione mq. 90,03 - 222.000 euro,
Roccafluvione mq. 90,00 - 198.951 euro.
Siccome questo Dipartimento ha messo in preventivo di comprare immobili, ma non lo poteva fare, adesso cambia la legge, sennò non può acquistare questi immobili. Questa è la realtà.
Certamente spetta al Consiglio decidere se avallarla nell'ultimo giorno, proprio come abbiamo fatto prima con quella sul percolato da scaricare in pubblica fognatura, rendendo possibile un’operazione che altrimenti sarebbe vietata perché in altri tempi non sarebbe mai passata una cosa del genere.
L'approvazione di questa proposta di atto amministrativo, informo i colleghi, comporta una serie di responsabilità molto importanti. State attenti a quello che fate, metteteci bene la testa, perché credo che questa non sia una cosa totalmente regolare.
Concludo dicendo che pensavo, sinceramente, di averle viste tutte all’Erap, ma questa mi mancava, quindi chiudo il filone. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 83. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 84
ad iniziativa della Giunta regionale
“L. 14/2006, articolo 6. Approvazione del Por Fse 2014/20, riprogrammato per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid 19”

Nuova titolazione: “L. 14/2006, articolo 6. Approvazione del Por Fse 2014/20, riprogrammato per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid 19 - Revoca della deliberazione amministrativa n. 84 del 2018”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 84 della Giunta regionale.
La discussione generale è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Velocemente, un atto di riprogrammazione e di modifica del Por Fse che arriva oggi in Consiglio, in Commissione c’è stato consegnato praticamente questa mattina, per il semplice fatto che sembrava non dovesse passare in Consiglio, in realtà è un atto di modifica che va portato all'attenzione ed all’approvazione del Consiglio.
Ci sono delle modifiche che riguardano l’Fse per 11,5 milioni di euro e per quanto riguarda il Fesr per 26 milioni di euro, in realtà sono risorse legate al Covid e fanno parte di una programmazione trattata a livello nazionale con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Modifiche su cui non c'è grandissimo spazio di manovra politica dovute al discorso Covid. Per quanto riguarda l’Fse gli 11,5 milioni vengono riprogrammati, legati sempre alla questione del Covid, come legate all’emergenza sanitaria sono le risorse del Fesr per 19 milioni di euro per le imprese, forma trattata a livello nazionale con il Ministro, e altri 7 milioni di euro per altre situazioni sempre condizionate dalla vicenda Covid. Si tratta semplicemente di un qualcosa di cui prendere atto, che non dà spazio a grosse manovre dal punto di vista politico, se poi l’Assessore Bora vuole intervenire … Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Credo che non ci sia altro da aggiungere a quanto ha detto il Consigliere Traversini, non è certamente un provvedimento tecnico come all'inizio si poteva pensare, è una riprogrammazione che ha molto poco di politico. Riguarda il problema Covid e soprattutto a me interessa che con l’Fse si dà di nuovo spazio a tutti coloro che per ragioni collegate all'epidemia non hanno potuto portare a termine una serie di progettualità sui territori, quindi si rimettono in moto delle provvidenze che erano state interrotte, quali borse lavoro, tirocini e altro, addirittura alcuni non erano nemmeno partiti e si attiveranno magari a settembre, quindi una riprogrammazione in questo senso.
Lo stesso dicasi, ma non abbiamo visto molto in Commissione, per il Fesr, ma credo che sia sempre la stessa cosa collegata all’epidemie per cui abbiamo dato via libera a questa riprogrammazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Bora.

Manuela BORA. Grazie Presidente. Molto brevemente solo per dire che per quanto riguarda il fondo europeo di sviluppo regionale si è tenuto conto della mozione approvata in Aula, a maggio, la destinazione sarà rivolta unicamente al rifinanziamento della legge regionale n. 13 del 2020, quella a sostegno della liquidità, totalmente rivolta a questo, così come indicato da quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 84. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Comunicazioni ai sensi dell’articolo 55, comma 4, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Grazie Presidente. Un po' di emozione, visto che sarà probabilmente il mio ultimo intervento in quest'Aula, non c'entra niente con questo atto volevo salutare, dopo 10 anni, questa Aula, tutte le persone e i dipendenti che in questi anni sono stati con noi, hanno reso il nostro lavoro e la nostra attività più bella, più facile, spero che sia stato per voi come per noi un momento utile e proficuo, è stato veramente bello servire le istituzioni e vi voglio ringraziare.


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Celani.

Piero CELANI. Grazie Presidente. Siamo ai titoli di coda e non potevamo dopo queste scaramucce non salutare anche noi. Il Consigliere Busilacchi ha detto che probabilmente sarà il suo ultimo intervento, ma per tutti noi è l’ultimo, poi si vedrà quello che accadrà, per lui c’è una certezza perché non si ricandida, per noi c’è l’incertezza del futuro.
Ho fatto diverse esperienze amministrative, da Sindaco, da Presidente di Provincia, ero abituato alla gestione, qui invece mi sono appassionato alla programmazione ed ho trovato al di là delle scaramucce dei colleghi molto preparati, precisi e puntuali.
Un plauso al personale che ci ha seguiti, anche nei momenti difficili della gestione, con rapidità, con puntualità, magari uno ha chiesto le cose velocemente perché il giorno dopo c'era l'Aula, la sera prima non aveva nemmeno documenti e loro sono rientrati ed hanno fatto pervenire il tutto, con grande senso di appartenenza alle istituzioni. Noi vi salutiamo e ci auguriamo di rivederci, del futuro non c’è certezza, diceva qualcuno, noi comunque prendiamo contezza, come ho detto l'altro giorno, di quello che è stato e senza dubbio è stata una cosa positiva, augurandoci, naturalmente, di aver fatto un minimo di bene per la nostra collettività. Probabilmente non sempre ci siamo riusciti, ma credo che tutti noi, le 31 persone che sono state in quest’Aula, hanno lavorato con senso di responsabilità e buona volontà nell'interesse della comunità. Se non ci siamo riusciti chiediamo scusa e venia a tutti i marchigiani. Grazie e buon lavoro a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Grazie Presidente. Non garantisco di non emozionarmi, ho sentito anche nella voce del Consigliere Busilacchi una certa emozione, il che ci sta anche perché con lui e con altri siamo alla seconda legislatura, in pratica ho fatto 10 anni di Consiglio regionale, non sarò ricandidato, quindi per me è l’ultimo, come lo è per il Consigliere Busilacchi, forse lui vista l'età potrà ritornare in questa Assemblea, non lo so, glielo auguro.
E’ stata un'esperienza di 10 anni, tra questa e la precedente, per me estremamente positiva. Credo che si sia lavorato molto, si è cercato di fare, come ha detto chi mi ha preceduto, il possibile per gli interessi generali delle Marche, è questo l'obiettivo di chi amministra, di chi ricopre un ruolo istituzionale, fare interessi di carattere generale, quello che ho cercato di fare.
Voglio ringraziare i Consiglieri, ho avuto buoni rapporti con tutti, con qualcuno anche ottimi basati sulla fiducia, sulla stima reciproca, in maniera particolare con chi ho frequentato di più, è chiaro che è più facile avere relazioni più forti, mi riferisco in particolare a quelli della mia Commissione con cui ho lavorato per 5 anni, devo ringraziarli per il modo istituzionale con cui hanno portato avanti il lavoro, serio, divisioni ci sono state, ci mancherebbe altro, però in maniera molto corretta si è lavorato bene.
Non posso dimenticare che la struttura ha dipendenti di capacità, sia delle Commissioni che del Consiglio, credo che questo vada ricordato.
Abbiamo una serie di persone che stanno dietro, ci hanno supportato, ci hanno dato aiuto in tutta la fase amministrativa per questo vanno ringraziate, quindi, mi sento di farlo. E’ un saluto e un ringraziamento tutti voi del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Grazie Presidente. Anch'io mi unisco al saluto finale, per me è stata un'esperienza molto formativa, non avevo mai fatto politica prima, mi sono trovato catapultato in Regione senza aver avuto precedenti esperienze.
Questi 5 anni sono stati molto formativi, io ho cercato di mettere il massimo impegno in tutte le cose che ho fatto, nei valori in cui credo, servendo con onestà, dignità ed orgoglio i marchigiani, ho cercato di farlo al meglio, a volte ci sono riuscito bene altre volte ci sono riuscito meno bene, però da parte mia c'è stato il massimo impegno nell'approfondimento e nello studio degli atti.
Grazie a tutti quanti, ripeto, sono contento di aver fatto questa esperienza che mi onora. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffiri.

Sandro ZAFFIRI. Grazie Presidente. Credo che sia un passaggio estremamente importante e indispensabile ringraziare tutto il personale che ha lavorato al gruppo, per la professionalità e per l'ospitalità che ci ha dato subito, sin dall'inizio, Consiglieri appena eletti che non avevamo mai frequentato quest'Aula.
Un grazie di tutto cuore a nome del nostro partito va ai dirigenti e al Segretario generale per la professionalità dimostrata verso noi Consiglieri.
Un saluto particolare ai colleghi Consiglieri, come Lega ho tentato, non so se ci sono riuscito, di fare un'opposizione all’attuale maggioranza da avversario politico, perlomeno ho cercato di comportarmi in questo modo, mi hanno insegnato che un conto è la politica e un conto è il rapporto personale, perciò ho avuto rapporti personali con le persone e con i colleghi Consiglieri, che sono avversari politici, ma una cosa è l'avversario politico, una cosa è il rapporto personale. Con qualcuno mi sono permesso anche di scherzare e di fare qualche battuta, perciò grazie a tutti e vedremo l’XI legislatura perché credo che bisogna dare delle risposte alla nostra stupenda comunità. Certo, si cerca sempre di fare il meglio e qualche volta ci si riesce, altre volte no
Questo è il mondo della politica, delle azioni quotidiane.
Ritorno al personale che ringrazio.
A prescindere da chi ci sarà il ruolo del Consiglio è un mio pallino che fin dal 2015 ho sempre manifestato, quindi è un messaggio che lascio a chi verrà, occorre dare al Consiglio il proprio ruolo istituzionale perché chi ha frequentato per altri motivi, come nel caso mio, il Consiglio ricorda che negli anni ’80 fino agli anni ’90 aveva un ruolo istituzionale molto alto e dopo questa X legislatura probabilmente qualche riflessione bisognerebbe farla, con molta attenzione.
Il ruolo della politica è prioritario, bisogna trasmetterlo anche alle nuove generazioni, è un passaggio estremamente importante, non solo per la vita del Paese, per la vita delle istituzioni, ma credo in una politica seria che possa dare delle risposte alle nostre comunità.
Grazie di nuovo e scusate se l’ho fatta un po' troppo lunga, auguro un buon lavoro e un augurio a tutti.
Un grazie soprattutto, di nuovo, allo staff e ai collaboratori della Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Grazie Presidente. Ho rimesso lo stesso completo del primo Consiglio, di 5 anni fa, e per fortuna ci sono rientrato dentro perché a distanza di tempo non sono ingrassato, mi avete stressato e lo stress non fa ingrassare.
Il primo Consiglio istituzionalmente ha avuto su di me, che ero nuovo, ma penso su tutti, un certo impatto anche perché si esponeva il programma, ma non c'è un’equivalente chiusura istituzionale, di questo mi dispiace perché la concitazione della giornata odierna ci ha portato alle ore 21,00 a darci due minutini così, sembra che sia una cosa scontata, invece, sarebbe stato interessante, ed è anche previsto dal regolamento, Presidente Mastrovincenzo, sapere dal Presidente cosa ha fatto in questi 5 anni rispetto al mandato di Governo. E’ stata fatta una bella conferenza stampa, ci sono state decine di slide, eravamo in lockdown, l’ho seguita su zoom, però questa cosa a livello istituzionale ci doveva essere e non c'è stata e me ne dispiace molto.
Detto questo, come Movimento 5 Stelle, non vedo il Consigliere Maggi in questo momento, abbiamo sempre combattuto sui temi, se andassimo a studiare le percentuali vedrete quanti atti abbiamo sposato, sia dell'opposizione che della maggioranza, e questo penso che sia il tratto caratterizzante del Movimento 5 Stelle in questa legislatura, abbiamo combattuto sui temi, io ed i Consiglieri Giorgini, Pergolesi, Maggi, Bisonni, all'inizio, abbiamo studiato tecnicamente quello che dovevamo votare a favore dei cittadini, da noi non avete visto marchette di nessun tipo in 5 anni.
Gli avversari sono avversari politici, non sono nemici personali, lo ha ricordato il Consigliere Zaffiri, che potrebbe essere il mio “Babbo” politicamente parlando, a parte anagraficamente. Questo è importante, bisogna saper distinguere la persona dall'azione politica e non sempre questo purtroppo avviene. Non si riesce a vivere bene come persone se non si ha questa maturità di scindere, e lo dico soprattutto a tanti attivisti del movimento che da questo punto di vista devono crescere.
Mi permetto, come ultima cosa, di dire grazie al personale degli uffici, delle Commissioni, della Giunta, c'è gente preparata, con un po' di ritardo mi sono approcciato ai vari dirigenti dei vari uffici, le persone preparate vanno valorizzate e non sempre questo avviene.
Ultima cosa, ci sono state a mio avviso delle cadute di stile da parte di questo Consiglio. C'è la necessità di recuperare una dignità del Consigliere, anche nei confronti della pressione della Giunta, che non si deve permettere di imporre un atto alla maggioranza in 30 minuti, non va bene, gli atti di questa sera potevano essere studiati, digeriti e il 4 o il 5 agosto fare un altro Consiglio per parlarne nel merito. E’ un appello ai miei colleghi Consiglieri, e l'ha già introdotto il Consiglieri Zaffiri, ricordo che uno dei primissimi atti che il Movimento 5 Stelle ha fatto è stato quello di chiedere ai Sindaci di indire un referendum per ridurre il potere della Giunta nella materia sanitaria. I Sindaci non hanno avuto coraggio, il referendum non è stato indetto, ma questo dislivello di potere tra Giunta e Consiglio, a mio avviso, è balzato all'occhio di chiunque.
Vi ringrazio, chiudo questo periodo della mia vita, che ho messo a disposizione della società in questa modalità, ritorno alla mia vita precedente che è assolutamente bella come quella che ho vissuto in questi 5 anni.
Ringrazio tutti, ho conosciuto delle persone anche molto simpatiche, che mi hanno arricchito.
Spero che nella prossima legislatura si riporti all'ordine del giorno, in maniera pressante, meno gestione di potere e più aspetto positivo per il cittadino, con il coraggio di dare una svolta alla nostra società, perché siamo un po' impantanati e un po’ seduti, su questo il Covid nel bene e nel male ci potrebbe aiutare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Micucci.

Francesco MICUCCI. Grazie Presidente. Come molti avranno capito ho un altro impegno e dovrei scappare per questo ho chiesto di anticipare, ma non pensavo di dover fare questo intervento, però, visto che in molti l’hanno fatto … Io non sono un tipo da saluti e da addii, anche perché, come molti altri, sono già impegnato nel cercare di ritornare qui tra qualche settimana, quindi probabilmente c’è anche uno spirito diverso col quale mi approccio.
E’ opportuno, l’avete fatto in molti, anche per il ruolo che ricopro, ringraziare il personale e in particolare i colleghi che già sono intervenuti, che sono qui da più tempo di me, vedo l’Assessore Sciapichetti ed i Consiglieri Giancarli, Traversini e Busilacchi, anche altri, ma con loro ho fatto un percorso all'interno del gruppo, ovviamente ho un legame maggiore perché in qualche modo hanno fatto da balia al nostro gruppo, che di fatto era composto da Consiglieri nuovi e poco esperti. Devo dire che sono stati una bella chioccia, ci hanno aiutato in questo percorso, quindi, mi sento di ringraziarli personalmente, anche tutti gli altri.
È vero quello che ha detto il Consigliere Fabbri, sarebbe stato bello dedicare un Consiglio, a parte questi riti di saluto, ad un rendiconto perché è giusto che una Giunta e un Consiglio rendano conto anche ai cittadini di quello che è stato fatto. Purtroppo questo non è stato possibile. Credo che in qualche modo lo potremmo recuperare nella campagna elettorale, io, a differenza sua, non c'è nessuna vena polemica, credo che il vestito sia diverso da quello di 5 anni fa, è stato un percorso naturale e di crescita per ognuno di noi, siamo diversi da come siamo entrati, in meglio, me lo auguro, forse abbiamo fatto degli errori, però in questa evoluzione è giusto anche avere dei vestiti nuovi in senso figurativo ed anche di esperienza, però certamente sono più strutturato, più fortificato rispetto a quando sono entrato qui.
Chiudo qui, non voglio essere eccessivamente lungo, vi saluto, purtroppo non posso esprimere il mio voto favorevole sull’ultimo atto.
Spero con chi non sarà più in Consiglio di vederci in altre situazioni, mi auguro, per me ed anche per voi, di poterci incontrare con molti fra qualche settimana, di nuovo qui in Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Malaigia.

Marzia MALAIGIA. Grazie, Presidente. Sono un'insegnante di scuola primaria, abituata ogni 5 anni a concludere un ciclo e a iniziarne uno nuovo, quindi, per me ogni volta è salutare 5 anni di vita e ricominciare un po' nel buio, non sapendo quello che sarà il domani, quello che mi spetterà.
In questi 5 anni, non avrei mai pensato di doverlo dire, ringrazio tutti per l'esperienza che ho vissuto, che sicuramente mi ha fatto crescere. Quello che ricordo dei primi giorni è la mia angoscia, che in parte ancora ho, per essermi trovata in un ambiente completamente nuovo e non consueto per me. Ero abituata a stare in un ambiente dove nuotavo molto bene, invece qui a volte mi sono trovata a nuotare fra pesciolini del branco, a volte fra squali, tuttavia sono ancora viva.
Non so quello che mi riserverà il futuro, ho tanti ringraziamenti da fare, in primis al mio tutor, al mio capogruppo che mi ha consentito e mi ha accompagnato a capire tante cose che non riuscivo a comprendere, alcuni termini, addirittura, non mi vergogno a dirlo, li cercavo sul dizionario perché non mi erano consueti, ringrazio il Presidente Mastrovincenzo con cui nella prima parte della legislatura sono stata in Ufficio di Presidenza, ringrazio tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza, ringrazio il Consigliere Volpini della IV Commissione, che mi ha vista presente nella prima fase della legislatura ed il Presidente Traversini, che in questa seconda parte mi ha accolto nella sua produttiva Commissione, Commissione delle attività veramente produttive, posso dire.
Quello che ho notato appena venuta in quest'Aula è la grande distanza che c'è tra la politica e la vita reale, io venivo dalla vita reale, ho visto che qui si viveva molto spesso di formalismi, di titoli, le persone non venivano chiamate per nome, ma Presidente, erano tutti Presidenti, chi di Commissione, chi di Aula, chi di qualsiasi cosa, mentre invece nella vita reale si è persone.
Io ho cercato di portare la politica più vicina possibile a coloro che molto spesso non si avvicinano alla politica perché la vedono lontana. Le prime cose che mi dicevano quando le persone mi chiamavano erano: “Ma tu hai richiamato, non mi è mai capitato di essere richiamato, non mi è mai capitato di essere ascoltato, non mi è mai capitato di aver la possibilità di parlare con un Consigliere”, come se fosse chissà cosa.
Non so cosa mi riserverà il futuro, comunque sia sarà sicuramente positivo, sia che io debba rientrare in quest'Aula, sia che debba rientrare in un'altra aula, che in definitiva sono un po' la stessa cosa. Io mi sono trovata qui, come a scuola, ci sono anche qui, anche nel mio gruppo, i Consiglieri un po' discoli, un po' più freddi, Consiglieri con i quali, pur nella divergenza di opinioni, si ha maggiore affinità, o perlomeno maggiore possibilità di confronto.
Posso dire che questa è stata un'esperienza positiva, spero che chi verrà dopo di noi continui almeno nelle intenzioni il percorso che abbiamo cercato di tracciare, spero che da quest'Aula arrivino proposte sempre più vicine ai cittadini marchigiani, perché lo meritano.
Da ultimo, vorrei ringraziare il personale della segreteria del gruppo, riporto un'espressione del Consigliere Zura Puntaroni che oggi purtroppo non è presente, le nostre sgallettate senza le quali, come gruppo consiliare, non avremmo dato niente di tutto quello che abbiamo dato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giacinti.

Francesco GIACINTI. Grazie Presidente. Visto che ormai tutti si accingono a fare un saluto, mi sembra doveroso farlo, cercando in poche parole di riassumere 5 anni di un'esperienza molto bella, formativa, anche pregnata di tanti momenti e di un impegno verso tutta la collettività e la comunità marchigiana, che ci ha 5 anni fa dato un grande onore, ma anche una grande responsabilità.
Sicuramente abbiamo fatto anche degli errori, ma non volendo, ovviamente, e con il massimo impegno abbiamo cercato di dare le risposte, non sempre riuscendoci, alle varie problematiche che si sono avvicendate nel corso di questi 5 anni, che ricorderemo per tanti motivi.
Voglio partire nel ringraziare prima di tutto il personale, dai dirigenti agli uscieri di Aula per la loro vicinanza, il loro apporto, lo faccio indistintamente, perché poi non si riuscirebbe, e sarebbe troppo lungo, a toccare tutte le varie professionalità e figure con cui abbiamo avuto a che fare.
Ringrazio i colleghi per il rapporto professionale e politico e anche di amicizia, in alcuni casi, che ha particolarmente reso proficuo questo quinquennio di impegno in quest'Aula.
Voglio, però, alla fine, ringraziare il Presidente Mastrovincenzo nella sua figura di Presidente di questo consesso, sono stati 5 anni in cui Presidente ha espresso il valore di quest'Aula, gliene sono grato.
Un ultimo saluto e, mi dispiace che non ci sia ma, nel contempo, sono contento perché forse sarebbe stato anche più difficile, un abbraccio al mio Presidente, il Presidente Ceriscioli, che saluto qui anche se oggi non ce, ha rappresentato un po' il simbolo della mia candidatura di 5 anni fa, di questa avventura, che tutti noi ci ha visto partecipi, noi della maggioranza, ma in ogni caso tutta l'Aula. Il Presidente della Giunta è la figura con la quale 5 anni fa mi sono candidato. Ecco, colgo l'occasione per ringraziarlo anche per la vicinanza e per la lezione che in più occasioni ho sentito che mi ha dato, tutto serve nella vita per accrescere la propria esperienza, il proprio bagaglio professionale, personale e di esperienze, anche di umanità e di storie di vita da poter raccontare.
Mi fermo qui. Un saluto e un ringraziamento a tutti di nuovo in ogni caso sono stati 5 anni densi e da ricordare, anche un impegno nobile e questo doveva essere nelle aspettative di chi ci ha investito di questa grande responsabilità 5 anni orsono. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Grazie Presidente. Anch'io voglio partire dal salutare il Presidente dell'Assemblea legislativa Mastrovincenzo e il Presidente della Giunta regionale Ceriscioli, come pure saluto gli Assessori Cesetti e Sciapichetti, che sono qui in Aula, debbo dire che sono quasi sempre presenti e saluto tramite loro l'intera Giunta e tutti i colleghi Consiglieri.
L’ha ricordato il Consigliere Traversini, 7 di noi hanno fatto due legislature, alcuni hanno deciso di non ripresentarsi, atri si ripresentano come l’Assessore Pieroni per un’altra esperienza, quale quella Sindaco di Loreto, mentre ci sono anche colleghi che vengono dalla IX legislatura, come noi, come i Consiglieri Carloni e Marconi, che invece sono impegnati per una nuova esperienza, a loro e a tutti i colleghi ed a tutte le colleghe di questa legislatura un in bocca al lupo, un augurio profondo per la loro rielezione.
Chiudo una lunga esperienza istituzionale, lunga, però in tutto il mio percorso politico istituzionale ho avuto una caratteristica: non sono mai stato nominato, anche perché difficilmente mi avrebbero nominato, sono stato sempre eletto, sono stato eletto come Sindaco, come Presidente della Provincia di Ancona, sono stato eletto due volte in questo Consiglio regionale, quindi, ovviamente, chiudo questa esperienza, ma la passione rimane e non si interrompe.
Oltre a salutare, come ho fatto prima, i colleghi, la Giunta, il Consiglio, voglio salutare e ringraziare le persone del Consiglio e della Giunta, sono state, è stato già ricordato, di una collaborazione utilissima e preziosa, qui in quest'Aula, nelle Commissioni, nell'attività ordinaria della vita della Regione. Rispetto sia alle persone che lavorano in questa istituzione, sia alle persone che hanno ricoperto e che ricoprono responsabilità politiche, è stato già sottolineato, si è discusso comunque, è stata citata la parola avversari, è venuta fuori, ha fatto parte del ragionamento di alcuni di voi intervenuti prima di me, credo di poter dire, proprio per questa lunga esperienza, di essere a lato di questo concetto e di questa parola e posso dire oggi che ci sono persone che la pensano diversamente da me o io la penso diversamente da loro, il confronto non può che essere sui valori, sulle strategie, sulle visioni, sui programmi, ovviamente c’è una dignità da difendere, lo faceva ben presente il Consigliere Fabbri, la nostra dignità e la dignità della popolazione marchigiana che rappresentiamo è un fatto molto importante. Credo di poter dire con convinzione profonda e con coerenza che sia gli apprezzamenti che le critiche le ho sempre fatte in quest’Aula, alla luce del sole, in modo trasparente e nel rispetto delle persone perché credo che questo sia uno dei valori importanti delle istituzioni di cui abbiamo la responsabilità.
Chiudo dicendo che, come cercavo di dire due giorni fa quando ci ha salutato la Consigliera Pergolesi, spero che siamo riusciti non soltanto a tenere alta quella dignità a cui faceva riferimento il Consigliere Fabbri, ma a restituire alla parola “politica” il suo valore semantico, ovvero quel luogo, quel bene in cui si decide, in questa Assemblea legislativa noi decidiamo per il bene comune, credo che questa sia stata la nostra azione prevalente in questi anni, poi ci sono stati dei momenti in cui ci possono essere stati, qui è stata usata questa parola, una caduta di stile, però credo che il nostro compito e soprattutto di chi verrà dopo di noi …, anche perché c’è la necessità di recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica, sarà un compito difficile, arduo, ma sono certo, ad esempio, per i colleghi e le colleghe che si ricandidano che sapranno rappresentare al meglio i marchigiani nel Consiglio regionale e nella Assemblea legislativa delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie Presidente. Anch’io voglio innanzitutto ringraziare le persone che in questa mia esperienza amministrativa mi hanno dato un contributo che mi ha aiutato a crescere, mi ha aiutato a fare un servizio migliore per i marchigiani e mi hanno supportato in quel compito non semplice di cercare di migliorare le condizioni dei marchigiani e della nostra regione.
Se guardo a 5 anni fa da una parte mi sembra che il tempo sia voltato molto velocemente, mi sembra un’epoca fa con tutte le cose che sono successe alla nostra regione, con tutte le problematiche che ancora purtroppo sono da risolvere.
Mi auguro di essere riuscita a rappresentare degnamente non solo il mio partito, essendo stata l’unica eletta di Fratelli d’Italia, ma ho cercato di ascoltare tutto il territorio marchigiano, quindi non solamente il mio collegio elettorale, non solamente la mia provincia, ho cercato di essere capace e di portare in quest’Aula i problemi e le esigenze di tutta la regione.
A chi mi ha supportato, il personale della Regione - questa sera vi facciamo fare forse l’ora più tarda di tutti questi 173 Consigli di questa legislatura - che il personale della mia segreteria che mi ha aiutato nel non semplice compito di districarmi fra le normative, tra un ruolo che pur venendo da un’esperienza amministrativa comunale certamente è diverso perché diventare legislatori, affrontare problematiche così ampie e così diverse, da una parte è sicuramente un arricchimento personale, di conoscenza, ma dall’altra è anche una difficoltà perché mi piace ricordare sempre che il politico non è un tuttologo, ma ha bisogno di affiancarsi a persone che lo aiutino e lo supportino a tradurre in atti concrete le proprie idee o le esigenze che arrivano dai territori.
Spero di essere riuscita a svolgere questo compito in maniera degna perché il rispetto che dobbiamo avere di questa istituzione, dobbiamo in primis averlo verso il ruolo della regione, verso il ruolo del Consiglio, perché poi anche i cittadini ce lo riconoscano. Quindi, dare un valore al lavoro che si fa, dare un valore al ruolo che ricopriamo che non vuol dire vantarsi, o gloriarsi di ricoprire una posizione, ma vuol dire cercare con il proprio operato di essere degni della fiducia che i marchigiani ci hanno dato.
Mi auguro di essere riuscita con alcuni provvedimenti ad essere, pur dai banchi della minoranza, incisiva e di aiuto per tante questioni. In questi giorni come è accaduto a molti di noi che chiudono un percorso o che pensano di rimettersi in gioco per ridiscuterlo, si è guardato indietro a questi 5 anni, ai tanti atti fatti, alcuni quasi non li ricordo perché sono tanti, in questa legislatura poi ci sono stati problemi immensi dal terremoto all’emergenza Covid, che ci ha travolto negli ultimi mesi, per cui tante cose guardando indietro ci sembrano di un’epoca passata.
In conclusione, in questa legislatura ho avuto l’opportunità di conoscere persone molto valide, con le quali indipendentemente dal credo e dall’idea politica si è instaurato un rapporto di grande rispetto e di grande collaborazione, che per me è una delle cose più importanti rispetto a questo mandato.
Grazie ancora a tutti, mi sento di chiudere come ho iniziato, con un grazie perché nessuno di noi è qui da solo, né c’è arrivato, perché siamo arrivati con il supporto e con la fiducia che ci è stata data, né nel lavoro e per questo credo che sia importante un grazie di cuore a tutta la macchina dell’amministrazione regionale, a tutto il personale, anche ai colleghi perché nel confronto, a volte aspro, quando è stato necessario, si è creato spesso qualcosa di molto positivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Sciapichetti.

Angelo SCIAPICHETTI. Grazie Presidente. Siamo ormai ai titoli di coda, anch’io vorrei cogliere l’occasione per ringraziare innanzitutto il personale della struttura, il personale della Giunta, il personale del Consiglio.
Vorrei ringraziare i colleghi di Giunta, tutti i Consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, un grazie e un saluto particolare al Presidente del Consiglio Mastrovincenzo che ha garantito ed ha presieduto con equilibrio e con imparzialità in 5 anni anche alcuni momenti difficili.
Ho fatto insieme ad altri la IX e la X legislatura, debbo dire che questa potrà essere e sarà ricordata come la legislatura delle emergenze.
Noi abbiamo avuto il privilegio, tutti, maggioranza e opposizione, l’onore e l’onere di rappresentare la comunità marchigiana, ognuno di noi ha fatto del proprio meglio, ci ha messo tutto quello che poteva, anche nel confronto debbo dire che mi avete trasmesso ed insegnato tutti qualcosa, a voi voglio dire grazie e a voi voglio chiedere anche scusa per qualche passaggio aspro della vita del Consiglio, c’è stato qualche momento in cui abbiamo alzato i toni, ho alzato i toni, ma c’è stato sempre quel rispetto in quest’Aula che si deve a persone che la pensano in maniera diversa. Questo credo che sia l’insegnamento più grande, finisce un periodo importante della mia vita, 10 anni passati in quest’Aula e se Paolo VI diceva che la politica era la più alta forma di carità, credo che ognuno di noi, laici o cattolici, in questi mesi e in questi anni ha fatto il possibile per servire la comunità marchigiana. A voi voglio esprimere tutta la mia riconoscenza e dirvi grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rapa.

Boris RAPA. Grazie Presidente. Anch’io voglio ringraziare tutto il personale per la grande professionalità che ha dimostrato e soprattutto per la grande disponibilità data ad ogni richiesta.
Soprattutto volevo ringraziare ognuno di voi perché avete scritto una pagina della mia vita, un percorso fatto insieme in cui ho sentito, nonostante le posizioni diverse, che ci stanno, una grande umanità e soprattutto un grande rispetto e penso che siano queste le cose che mi porterò dentro dopo questo percorso.
Siamo stati insieme 5 anni, un percorso difficile soprattutto per quello che ha attraversato la nostra comunità, però penso che abbiamo dimostrato grande rispetto e grande dignità, per cui sono convinto che chi proseguirà questo percorso avrà tutta la nostra riconoscenza e le capacità per farlo perché ognuno di voi ha dimostrato grandi qualità.
Io vi ringrazio, ringrazio il Presidente Mastrovincenzo, il Presidente Ceriscioli, tutti gli Assessori, ma, ripeto, voglio ringraziare ognuno di voi perché avete scritto una pagina importante della mia vita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Velocemente soltanto per un saluto e per ringraziare tutti quanti del lavoro che in questi 5 anni abbiamo svolto insieme. Voglio ringraziare prima di tutto la struttura, il Segretario generale al quale faccio la preghiera di rivolgere questo ringraziamento a tutto il personale della struttura, dirigenti, funzionari, al personale che ci ha assistito sia in Aula che nel Palazzo delle Marche all’interno del quale abbiamo lavorato per 5 anni.
Abbiamo fatto tutti un lavoro difficile, sono passati per 5 anni complessi, forse una tra le legislature più difficili tra quelle che ci hanno preceduto, dal terremoto, alla crisi di Banca Marche, alla pandemia che ha messo l’ultimo tassello in una situazione complessa e difficile per tutta la nostra comunità marchigiana, però in tutto questo dobbiamo dire una cosa: abbiamo lavorato tutti per il bene della comunità marchigiana a prescindere dalle idee, a prescindere dalle posizioni, a prescindere dalle divergenze anche di vedute, a volte abbiamo discusso, abbiamo anche litigato, ma sempre per il bene dei cittadini per i quali siamo punti di riferimento perché siamo degli eletti, Credo che fra di noi ci sia stata, anche nei momenti più difficili, anche nei momenti più aspri, grande stima perché ognuno di noi rappresenta un pezzo di società e nel momento in cui lo rappresentiamo dobbiamo avere il rispetto anche nella diversità di vedute delle idee e del pensiero degli altri. Grande rispetto anche nelle differenze e nelle divergenze, credo che in questi anni lo abbiamo dimostrato tutti l’un l’altro, come Vicepresidente ho cercato di ricoprire al meglio questa carica che mi avete affidato cercando di garantire l’Aula nel suo complesso, quindi, pure essendo espressione della maggioranza ho cercato di ricoprire questo ruolo sapendo che ogni Consigliere ha il diritto di esprimersi e quindi nel rispetto del Regolamento ho cercato di essere garante di tutta l’Assemblea.
Concludo con l’auspicio che tutti quanti possiate fare, quelli che si ricandideranno, una bella campagna elettorale con l’auspicio che l’XI legislatura possa essere importante per chi ci sarà con la consapevolezza che siamo qui perché la gente ci ha dato fiducia e la fiducia non deve mai essere tradita dato che tutti quanti lavoriamo, io perlomeno l’ho fatto in questi anni, in mezzo alla gente, per la gente, cercando di dare risposte alla gente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Da parte mia come Assessore al bilancio, personale e tante altre deleghe un saluto a tutti voi e a tutti noi, si conclude una fase, una legislatura è un periodo lungo nella vita delle istituzioni, è un periodo lungo anche nella vita degli uomini e delle donne che hanno l’onore e l’opportunità di rappresentare le istituzioni stesse. Sono stati anni difficili, è stato ricordato, dove la nostra comunità e, quindi, le sue istituzioni si sono dovute misurare con sfide inedite, le varie crisi: il terremoto, il Covid 19. Penso che ce l’abbiamo messa tutta, io perlomeno ce l’ho messa tutta nell’ambito delle mie competenze, sono consapevole di aver fatto più l’Assessore che il Consigliere e penso di averlo fatto anche con il vostro aiuto e con i vostri stimoli con equità, giustizia ed imparzialità.
Ci siamo stati, credo che non abbiamo fatto altro che il nostro dovere, però lo abbiamo fatto, quindi è con questa consapevolezza che personalmente termino questa X legislatura nel Consiglio regionale delle Marche.
Vi saluto e ringrazio ognuno di voi, il mio collega Sciapichetti e gli altri colleghi di Giunta, il Presidente Mastrovincenzo e l’Ufficio di Presidenza, i capigruppo con i quali io mi sono rapportato anche per conto della Giunta in questi lunghi 5 anni. Ad ognuno di voi, ad ognuno di noi, i migliori auguri per un futuro ancora più roseo.

PRESIDENTE. Da parte mia un saluto, abbiamo ricordato tutti genericamente il personale, i collaboratori, mi sembra giusto al di là dei singoli nomi, impossibile ricordarli tutti, ma quanto meno l’area del loro impegno va ricordata.
Ringrazio tutte le collaboratrici ed i collaboratori dell’Aula, le collaboratrici ed i collaboratori della Segreteria del Consiglio, le collaboratrici ed i collaboratori delle Commissioni, le collaboratrici ed i collaboratori dell’Ufficio di Presidenza, le collaboratrici ed i collaboratori dei gruppi consiliari, il Gabinetto del Presidente, i giornalisti e le giornaliste dell’Ufficio stampa, i tecnici informatici, tutti i dirigenti e tutti i dipendenti del Consiglio regionale; ringrazio la Segretaria Generale che ci ha sempre supportato in questi anni con la sua professionalità, tutti, perché in tutti questi anni non ho mai trovato nessuno privo di professionalità, competenza e passione per il lavoro svolto nei nostri uffici. Grazie per il supporto che avete dato a me personalmente e a tutto l’Ufficio di Presidenza e a tal proposito ringrazio i miei colleghi della prima parte della legislatura e della seconda che hanno fatto parte dell’Ufficio di Presidenza.
Infine ringrazio tutti i Consiglieri perché questa è stata per me un’esperienza impegnativa, intensa e nello stesso tempo coinvolgente, ringrazio loro perché se ho portato avanti questo ruolo, questo compito, l’ho fatto anche grazie al supporto, all’aiuto, e alla correttezza ed al rispetto che generalmente c’è sempre stato in quest’Aula.
Un augurio particolare ed affettuoso ai Consiglieri ed agli Assessori che non si ripresenteranno alle prossime elezioni ed un augurio a tutti coloro che invece si presenteranno alle elezioni del 20 settembre con l’auspicio di ritrovarci tutti in quest’Aula.
Un saluto a tutti. Grazie.

Proposta di atto amministrativo n. 85
ad iniziativa della Giunta regionale
“L. 14/2006, articolo 6. Approvazione del Por/Fesr 2014/20 riprogrammato per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid 19”

Nuova titolazione: “L. 14/2006, articolo 6. Approvazione del Por/Fesr 2014/20, riprogrammato per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid 19 - Revoca della deliberazione amministrativa n. 101/2015 e successive modifiche ed integrazioni”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 85 della Giunta regionale. Passiamo alla votazione.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 85. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Per quanto riguarda le interrogazioni chiederò alla Giunta di rispondere in forma scritta agli interroganti così che tutti gli interroganti possano avere una risposta.
Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Permettetemi una battuta, quando abbiamo modificato la legge elettorale avevo chiesto di modificare gli anni da 5 a 10, ma l’emendamento non me lo avete approvato, se votavate il mio emendamento eravamo qui per altri 5 anni. Scherzo ovviamente, volevo un po’ smorzare i toni.
Intervengo per dire che è pervenuto rispetto all’atto amministrativo n. 82 il parere del Comitato tecnico dell’Assemblea legislativa, perché quello della Giunta non è stato ancora fatto. Quindi, il parere c’è, dobbiamo valutare se procedere con la votazione o meno. Questo lo devo perché il parere mi è arrivato e quindi dovrei capire cosa dobbiamo fare. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bisonni.

Sandro BISONNI. Chiedo, siccome non siamo riusciti a leggere il parere, se il Consigliere Biancani può leggerlo o riassumerlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Il parere è lungo due pagine, non so se sia più corretto che lo riassuma la …

(interventi fuori microfono)

Andrea BIANCANI. Io ho evidenziato che c’è il parere, dobbiamo decidere se procedere o meno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. E’ un punto all’ordine del giorno che è già stato trattato e archiviato, quindi in questa Assemblea non penso che a termini di regolamento possa essere riesumato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Pensavo di aver fatto l’ultimo intervento invece …
Ero contento perché questa mattina sono venuto in Aula e pensavo di commuovermi e non mi sono commosso, alla fine ero contento perché poi mi sono commosso, ma adesso torno a non commuovermi.
Credo che di tutte le cose bisogna cogliere il senso e in questo momento il senso delle cose ci dovrebbe dire che il momento politico e istituzionale si è concluso, quindi chiederei al Presidente Mastrovincenzo di leggerci la formula di rito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Io ho detto che è arrivato il parere, non dico che bisogna andare avanti, faccio presente che il parere è arrivato, adesso deciderà l’Aula se andare avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Visto che il parere è arrivato vorrei che l’Aula si esprimesse per concludere questo atto amministrativo, che in Commissione c’è stato.
Se l’Aula è d’accordo nell’andare avanti, andiamo avanti, se non è la chiudiamo lì.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Scusate, stavo leggendo l’articolo 60 del Regolamento (Questioni pregiudiziali sospensive), il comma 3 prevede: “In caso di approvazione di una questione sospensiva l’Assemblea decide anche sulla scadenza. Noi abbiamo prima votato la questione sospensiva …

PRESIDENTE. Era una pregiudiziale, non sospensiva.

Piergiorgio FABBRI. Era una pregiudiziale, allora non è applicabile il comma 3, perché l’articolo le abbina, ma il comma 3 parla di sospensiva e non di pregiudiziale.

(interviene il Consigliere Busilacchi fuori microfono)

PRESIDENTE. Non lo posso fare io, c’è una richiesta formale a meno che non venga ritirata.
Ha la parola il Consigliere Minardi.

Renato Claudio MINARDI. Se questa cosa deve provocare un problema istituzionale …, francamente non lo vedo perché le ragioni non stanno sempre dalla stessa parte, comunque, siccome sono una persona di buon, senso ritiro la richiesta di procedere, però, caro collega, non può essere una specie di minaccia quella che rivolge ad un Consigliere che ha fatto una legittima richiesta all’Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Fabbri.

Piergiorgio FABBRI. Verifichiamo il numero legale.

PRESIDENTE. No, abbiate un attimo di pazienza e poi chiudiamo con un saluto.
Do per letto ed approvato il resoconto della seduta odierna, la n. 173 del 30 luglio 2020, contenente gli interventi e le votazioni dei seguenti atti: le proposte di legge nn. 225, 373, 375, 378, 143, 152, 346, 358, la proposta di atto amministrativo n. 82, la proposta di legge n. 377, le proposte di legge nn. 380 e 383, le proposte di atto amministrativo nn. 81, 83, 84 e 85.
Detto questo, un saluto davvero affettuoso a tutti e un augurio a rivederci la prossima legislatura.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 21,50