Resoconto della seduta n.176 del 18/11/2014
SEDUTA N. 176 DEL 18 NOVEMBRE 2014

La seduta inizia alle ore 10,55

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi buona giornata, dichiaro aperta la seduta n. 176 del 18 novembre 2014.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
n. 456 in data 14 novembre, ad iniziativa del Consigliere Busilacchi, concernente: “Disposizioni in materia di libera professione da parte del personale delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica”, assegnata alla V Commissione assembleare in sede referente, trasmessa al Consiglio regionale dell'Economia e del Lavoro per l'espressione del parere di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) della l.r. n. 15/2008 e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno;
n. 457 in data 14 novembre, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Partecipazione della Regione al Consorzio per la salvaguardia e la valorizzazione delle zone di interesse turistico del Comune di Genga (Consorzio Frasassi)”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno;
n. 458 in data 14 novembre, ad iniziativa del Consigliere Giancarli, concernente: “Disposizioni urgenti in materia di OMG”, assegnata alla III Commissione assembleare in sede referente e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
n. 747 dei Consiglieri Marconi, Giancarli, Binci, Ricci, Silvetti, Donati, Cardogna: “Linea trasporto pubblico extraurbano Recanati - Porto Recanati - Porto Potenza Picena - Civitanova Marche (Ospedale Civile)”;
n. 748 del Consigliere D'Anna: “Il tartufo, un prodotto di eccellenza dell'Italia e delle Marche, penalizzato dalla normativa e dalla tassazione nazionale”;
n. 749 dei Consiglieri Cardogna, Binci: “Impugnazione avanti la Corte Costituzionale degli artt. 37 e 38 della legge di conversione del D.L. 133/2014, cosiddetto “Sblocca Italia”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ciriaci e Marinelli.

Interrogazione n. 1614
ad iniziativa del Consigliere Zaffini
"Emolumenti nuovo C.d.A Aerdorica SpA"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1614 del Consigliere Zaffini.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Giorgi.

Paola GIORGI. Grazie Presidente. In merito all'interrogazione 1614 ad iniziativa del Consigliere Zaffini, il Presidente del CdA di Aerdorica, Dott. Belluzzi, informa questo spettabile Consiglio regionale che il Presidente del Consiglio di amministrazione percepisce 2 compensi, il primo legato alla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione in misura pari a 18.000 euro annui, è un importo esente da IVA, e come amministratore delegato il Prof. Belluzzi ha un compenso variabile calcolato sullo specifico tariffario professionale in base all'effettiva presenza in azienda.
Tale compenso è inoltre comprensivo del costo dello staff composto da tre figure professionali in materia di consulenza strategica ed economica, consulenza commerciale e marketing e consulenza contabile.
Rispetto alla precedente organizzazione che prevedeva 5 figure apicali, non più presenti, l'assetto attuale permette un risparmio annuo di circa 800.000 euro.
Per quanto riguarda il secondo punto dell'interrogazione non è prevista, per ora, la carica di direttore generale, quindi non c'è nessun compenso.
Per quanto riguarda il compenso del consiglio di amministrazione, ad eccezione del Presidente, gli altri due consiglieri non percepiscono emolumenti né rimborsi spese. Non esiste una segreteria particolare, attualmente il Presidente si avvale della collaborazione della direzione legale societaria di Aerdorica.
Non esiste alcuna forma di benefit a favore di alcun dipendente, non esistono carte di credito emesse a favore di personale dipendente, ma esistono solo due carte di credito per l'utilizzo operativo della biglietteria dell'aeroporto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Grazie Presidente. Stando a queste cifre ci dovremmo congratulare, però sono poco fiducioso di quello che è stato testé detto. Che il Presidente prenda 18.000 euro l'anno è uno specchietto per le allodole e la parte che viene compensata secondo la presenza in azienda non è stata comunicata, quindi, non possiamo dire di quanto si avvale.
Ho dei dati che sono molto differenti nei quali si parla di notevoli soldi. Si parla di compensi di alto, altissimo livello, e dopo tutto quello che è successo, non ci si può scordare, perché lo sappiamo, che i contenziosi e i debiti di questa azienda sono veramente tantissimi, sono 37 milioni di euro.
Noi dobbiamo spendere giustamente, forse, per l'Aerdorica questa montagna di soldi, però mi voglio legare al problema delle infrastrutture e se si parla di infrastrutture mi voglio ricollegare ad altre infrastrutture che sono carenti nelle Marche.
Io sono qui anche per difendere l'infrastruttura del porto di Fano. Il porto di Fano vive un dramma. Anche questa mattina un peschereccio per uscire ha dovuto fare avanti e indietro per creare la “buga”, come si dice in fanese, altrimenti non può lavorare.
Di fronte a tutti questi soldi che noi mettiamo nell'Aerdorica, saranno anche giusti perché è un aeroporto regionale che può acquistare più mercato, anche dopo la dismissione che è quasi certa di Rimini, ed accaparrarsi la parte di turismo russo, sicuramente importante, ma noi abbiamo delle infrastrutture importanti nella provincia di Pesaro-Urbino, ad esempio la ferrovia.
La nostra è l'unica provincia che non ha un'infrastruttura che collega la costa con l'entroterra, questo è uno scandalo, allora per rammentarvi questi due compiti tiro fuori una paletta per ricordare che dovete dragare il porto di Fano perché c'è gente che ci lavora, e con il vostro comportamento vergognoso non fate nulla per questi lavoratori, e vi ricordo anche la ferrovia di Fano perchè serve, anche nella nostra provincia, un'infrastruttura che colleghi la costa all'entroterra. Queste cose (una paletta ed un modellino di locomotiva) le consegno al tavolo della Giunta.

PRESIDENTE. Consigliere Zaffini, la sfiducia degli italiani nella politica lei l'alimenta in modo encomiabile. Complimenti!
Credo che dobbiamo ..., guardate non è un fatto moralistico, nulla di tutto questo - bene Consigliere Marangoni gli dia anche il bacio, va benissimo, continuiamo così - non è un fatto di retorica, però i modi per sostenere le questioni, per prendere posizione, per criticare, per opporsi, sono tanti ma, secondo me, le sceneggiate indeboliscono la portata e la forza delle cose che si vogliono esprimere, le indebolisce, non le enfatizza.
Non è una retorica, è un consiglio che le do. Mi creda, con comportamenti di questo tipo lei non dà forza alle lotte per le quali giustamente, legittimamente, si impegna, anzi. Peraltro si crea un po' di discredito nei confronti di tutta l'istituzione.
Nella società civile queste cose, come dire, tra persone per bene non avvengono, avvengono laddove si può fare di tutto perché si ha la presunzione di impunità morale.
Io questa impunità non la do a lei, come non la do a nessun altro, fosse anche a me particolarmente vicino, non è questo il modo, comunque andiamo avanti.

Interrogazione n. 1761
ad iniziativa del Consigliere Natali
"Nefrologia AV5"

Interrogazione n. 1425
ad iniziativa del Consigliere Latini
"Chiusura nefrologia Ascoli Piceno"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1761 del Consigliere Natali e l'interrogazione n. 1425 del Consigliere Latini, abbinate.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In base alla deliberazione di Giunta regionale n. 1345/2013 sono state definite le reti cliniche in base a quella che è stata una metodologia abbastanza rigida e rigorosa. Sono stati utilizzati a riferimento gli standard dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.Na.S.) a cui sono stati affiancati gli standard previsti nell'Accordo Stato-Regioni, nell'intesa che c'è stata.
A questo si affianca lo sviluppo dei Presidi Unificati di Area vasta, quale struttura in grado di rispondere ai requisiti delle strutture ospedaliere definiti negli standard ospedalieri e, quindi ai bisogni della popolazione assistita e si basa sull'integrazione delle discipline specialistiche; tale processo è stato avviato da tempo tra le due strutture ospedaliere dell'Area vasta 5 ed ha investito anche l'ambito della nefrologia.
La nota pervenuta dalla Direzione Asur rileva, per quanto attiene la dotazione medica, un forte sbilanciamento tra le due strutture e una forte disomogeneità nei modelli di organizzazione del lavoro che anche in tale ambito devono rispondere al principio di massima efficienza organizzativa e uniformità in una prospettiva necessariamente di Area vasta.
D'altra parte il vincolo relativo alla riduzione della spesa per il personale ha impattato anche nella nefrologia a seguito di collocamenti a riposo o cessazioni per trasferimento.
Il percorso avviato non è legato ad una azione di riduzione dell'offerta, ma di riorganizzazione dell'offerta stessa che una Unità operativa di nefrologia deve erogare, superando attività non essenziali e omogeneizzando l'organizzazione dell'assistenza programmata a favore dei pazienti in carico, sulla base di standard di offerta legati alla popolazione assistita. Naturalmente il processo di riorganizzazione sarebbe stato gestito in modo più progressivo se non si fossero realizzate le diverse cessazioni impreviste che si sono avute nei primi mesi di quest'anno.
Relativamente alla questione dei posti letto è necessario premettere che il modello di ospedale, che la programmazione regionale ha individuato, come nelle esperienze più avanzate in Italia, si basa su un assetto per intensità di cura e complessità assistenziale e, quindi nel superamento del posto letto legato ad una specifica disciplina.
In merito al ricovero presso la nefrologia del Presidio Madonna del Soccorso si precisa che viene garantito il ricovero ai pazienti in carico al servizio di emodialisi, mentre per i nuovi casi si è indicato il trasferimento nello stabilimento ospedaliero sede dei posti letto dedicati nella logica propria del Presidio unificato di Area vasta.
Circa il caso segnalato lo stesso è stato gestito nell'ambito dei posti letto della medicina d'urgenza nella notte e la mattina successiva al piccolo intervento e si è ritenuto, anche perché si trattava di una paziente nota, che le condizioni cliniche consentissero una dimissione a domicilio.
Inoltre come spesso discusso anche in sede di Commissione nefrologica regionale, il dato dei posti letto di nefrologia nel presidio Mazzoni era storicamente sovradimensionato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Apprezzo il Consigliere Latini che si occupa dell'Area vasta n. 5 facendo un’interrogazione anche sulla nefrologia, sui problemi della rete nefrologica correlati all'Area Vasta n. 5. Ho avuto la dabbenaggine anch’io di interessarmene, Duca, l'Area vasta n. 5 è la nostra ed ho visto che il Consigliere Latini da Osimo …, poi non lo trovo, non so cosa significhi tutto questo, lo lascio a voi.
Detto questo Assessore Mezzolani, lei ci dovrebbe dire, dovrebbe rendere noto chi sono, quali professionisti avrebbero provocato questi problemi perché lei ci ha parlato del riordino della rete, del riordino delle reti cliniche, di tutta una teoria generale del diritto per poi dire che i problemi che si sono verificati sarebbero accaduti a causa del pensionamento di qualcuno.
Se così fosse, lei dovrebbe avere la cortesia di spiegarci come, quando e perché, dato che nell'interrogazione chiedevo, al di là del fatto che non si intenda modificare la riorganizzazione delle reti cliniche su cui lei risponde, e se non si intenda assumere almeno un medico nefrologo per garantire l'assistenza presso il Madonna del Soccorso.
Lei ci risponde implicitamente, pur non dicendoci i nomi, che sarebbe necessario e che, al di là di quanto previsto dal riordino delle reti cliniche, non si è riusciti a sostanziare tutto questo in quanto sono andate in pensione delle persone. Sbaglio Assessore? Sbaglio? Perché se è così dobbiamo capire cosa attende per supplire ad assumere qualcuno al Madonna del Soccorso di San Benedetto.
Questa è la domanda che io le faccio ed è la domanda a cui le fanno rispondere che la paziente, di cui io parlavo, avrebbe subìto un piccolo intervento. Per una paziente dializzata che fa un accesso vascolare in Ancona, a Torrette di Ancona e viene riportata dalle nostre parti, questo piccolo intervento, è qualcosa che definisce lei come piccolo intervento ... Lo vedo, la ringrazio Assessore per come mi sta seguendo.
Come ultima raccomandazione le faccio questa: al di là di tutto, il reparto di nefrologia, in specie del Mazzoni, ha funzionato sempre alla perfezione, non facendo funzionare quello di San Benedetto, stiamo riuscendo a creare dei problemi anche al reparto di nefrologia dell'ospedale di Ascoli Piceno.
Se questo vuol dire procedere verso una razionalizzazione o verso una appropriatezza delle cure, Assessore, significa che il vostro concetto di sanità è diverso da quello che per fortuna hanno i pazienti, i professionisti e quelli che vi operano.
Concetto molto diverso perché quello che fate voi è solo un taglio che lei ha confessato, ed il fatto che lei nel dire quello che ha detto, non dice quando avverranno le assunzioni, dimostra che per voi l'unico problema è tagliare i servizi.

Interrogazione n. 1617
ad iniziativa del Consigliere Cardogna
"Deliberazioni di Giunta regionale n. 1011/2013 e 1195/2013. Atti conseguenti alla risoluzione dell'Assemblea legislativa regionale n. 86/2013"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1617 del Consigliere Cardogna.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. La risoluzione n. 86/2013 approvata all'unanimità dall'Assemblea regionale nella seduta del 3 dicembre 2013, con la quale si impegnava la Giunta a "revocare le deliberazioni nn. 1011 del 9 luglio 2013 e 1195 del 2 agosto 2013 o, in subordine, a sospenderne l'applicazione al fine di aprire un tavolo di concertazione con le associazioni del settore, i familiari dei pazienti e i gestori delle strutture, volto a recepirne le istanze per giungere ad una riorganizzazione condivisa", ha avuto, come seguito effettivo, quanto richiesto pur nel rispetto degli adempimenti comunicati e approvati dal Ministero della salute relativamente all'utilizzo dei fondi LEA.
Con deliberazione di Giunta regionale n. 1260 del 9 settembre 2013 è stato istituito un tavolo di confronto sul "modello assistenziale integrato per la residenzialità dell'area sanitaria extra ospedaliera e socio-sanitaria nei settori anziani, disabili e salute mentale" a cui sono stati chiamati a far parte rappresentanti di enti gestori di residenze sia pubblici che privati, degli ordini professionali, delle associazioni di rappresentanza degli utenti.
Il tavolo ha iniziato immediatamente, tra l’altro questa interrogazione è datata, c’è stata un’evoluzione perché si è addivenuti ad un accordo finale, ma riepilogo un po' tutto il percorso che è stato fatto.
Il tavolo ha iniziato i lavori, ci sono stati numerosi incontri con un’ampia discussione sulle due deliberazioni di Giunta che sono oggetto di questa interrogazione e sui documenti di integrazione socio-sanitaria relativi all'atto di fabbisogno del sistema residenziale, alla nuova regolamentazione in materia di autorizzazione e accreditamento dell'offerta residenziale, alle linee guida sul governo della domanda.
Ci sono state poi successivamente altre deliberazioni di Giunta regionale, la n. 1742 del 27 dicembre 2013 e i lavori del tavolo, la cui conclusione era stata fissata al 31 dicembre 2013, sono stati prorogati al 30 giugno 2014 data la complessità delle questioni sottoposte e le ricadute possibili sul territorio regionale, quindi un lavoro molto delicato.
In quella sede è stato ribadito, in più occasioni, l’impossibilità di procedere ad azioni di revoca degli atti approvati dalla Giunta per motivi inerenti prima di tutto la valutazione positiva data agli stessi dal Ministero della Salute in sede di adempimenti annuali - voi sapete che il famoso tavolo Massicci non può prescindere da quelli che sono impegni che le amministrazioni regionali devono assumere sul quel tavolo - evitando le relative penalizzazioni economiche che ne deriverebbero e che comporterebbero la revoca del 3% del trasferimento del fondo sanitario nazionale attribuito alla Regione Marche.
I contenuti degli atti inoltre sono stati adeguatamente spiegati ai componenti del tavolo nelle parti considerate dagli stessi di maggiore criticità, nei numerosi interventi e documenti prodotti dalle associazioni e pervenuti al servizio regionale apportando da parte degli uffici chiarimenti ritenuti accoglibili da una parte dei componenti del tavolo e nello stesso tempo valutando da parte degli uffici possibili modifiche o integrazioni tecniche da recuperare nei successivi atti.
A fronte dell'approfondito dibattito è stata presa la decisione di produrre, nell'immediato, comunicazioni all'Asur che fossero esplicative circa le modalità di applicazione dei contenuti degli atti, in modo tale da tenere conto degli impatti sulla popolazione e sulle strutture, fermo restando l'impegno di andare avanti nella loro applicazione pur nell'ambito di quanto verrà deciso in sede di approvazione degli atti di riordino in materia socio-sanitaria a cui il tavolo è chiamato a dare un contributo tecnico importante.
Relativamente alla deliberazione di Giunta regionale n. 1195/2013 è stata inviata in data 16 gennaio 2014 una nota ufficiale al Direttore generale dell'Asur con la quale l'Azienda veniva invitata a mantenere nei contratti/convenzioni da avviare nel 2014 la stessa percentuale di compartecipazione indicata in quelli stipulati nell'anno 2013 riportando però, nel punto specifico degli stessi, a questa dedicato, una clausola di allineamento alle indicazioni regionali quando, una volta avviata l'applicazione effettiva del decreto governativo sull'Isee, verrà istituito il fondo di solidarietà, quantificato l'importo e definiti i criteri di gestione dello stesso.
E' stato avviato un gruppo tecnico-finanziario assieme all'Asur il quale sta analizzando la situazione di tutte le strutture che saranno oggetto di variazione nella percentuale di compartecipazione con conseguente maggior onere per i cittadini quantificandone l'impatto che verrà sostenuto dai fondi di solidarietà. Si sta altresì lavorando affinché venga applicato su tutto il territorio regionale il calcolo Isee nelle modalità indicate nel nuovo decreto per accedere e per compartecipare alla retta anche nel caso dell'offerta residenziale attualmente in fase di rivisitazione nelle modalità illustrate.
Relativamente alla deliberazione di Giunta regionale n. 1011/2013 è stata inviata in data 9 aprile 2014 una nota ufficiale al Direttore generale dell'Asur nella quale è stato chiarito che la deliberazione di Giunta regionale interviene sostanzialmente solo sulla definizione degli standard minimi di assistenza diretta per livello di intensità assistenziale. Di conseguenza non vengono fornite disposizioni sugli standard strutturali e organizzativi, come quello della possibilità di ospitare diverse tipologie di utenza, i quali saranno definiti con l'aggiornamento delle leggi regionali nn. 20/2000 e 20/2002, previo confronto con tutti i portatori di interesse. Intendimento dell'atto è quindi unicamente quello di garantire un livello di uniformità regionale in ordine agli standard di assistenza diretta per livello di intensità assistenziale, da intendersi come minimo regionale, eventualmente da incrementare nel caso delle piccole strutture residenziali, fino al livello necessario per consentire la chiusura dei turni.
Faccio il punto dicendo che essendo questa, ripeto, un’interrogazione datata, il lavoro è andato avanti e si sono chiusi anche gli accordi con le parti interessate.

PRESIDENTE. L'interrogante Consigliere Cardogna non intende intervenire.

Interrogazione n. 1752
ad iniziativa del Consigliere Acacia Scarpetti
"Azienda Marche nord - Trasferimento personale in riferimento alla DGR 1200/2013: Disposizioni per la riorganizzazione territoriale del sistema di allarme sanitario"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1752 del Consigliere Acacia Scarpetti.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a questa interrogazione la risposta è calibrata in base alle relazioni inviate dalla Direzione dell'Azienda ospedaliera e dalla Direzione dell'Asur Marche.
La Direzione Marche nord ha risposta il 20 ottobre 2014 e l'Asur il 19 agosto 2014, sono due relazioni che portano queste date.
Con una deliberazione di Giunta regionale n. 1200/2013 si è prevista la cessione del ramo d'Azienda della centrale operativa 118, gestita dall'Azienda ospedaliera Marche nord, all'Asur, che deve subentrare quale cessionario nella generalità dei rapporti attivi e passivi facenti capo all'ente cedente. La procedura di determinazione delle competenze del ramo di azienda era quasi terminata all'epoca dell'interrogazione. Nel mese di novembre l'Azienda ospedaliera Ospedali Marche Nord formalizzerà, con proprio atto, la cessione.
In attesa della formalizzazione delle procedure di scorporo della centrale operativa 118 e del conseguente passaggio all'Asur Marche dell'Area vasta n. 1 previsto per l'1 gennaio 2015, le due Aziende hanno concordato l'attivazione del comando presso l'Asur Area vasta n. 1 con decorrenza 1 agosto 2014, del seguente personale della centrale operativa 118 dell'A.O. Ospedali Riuniti Marche Nord, individuato secondo le modalità che sono state esposte: 1 dirigente medico direttore di unità operativa complessa centrale operativa 118, 1 infermiere coordinatore, 11 infermieri, 6 operatori tecnici radio e 1 operatore socio sanitario.
Il comando è disposto ai sensi dell'articolo 20 del Ccnl 20 settembre 2001 integrativo del Ccnl del personale del comparto santità stipulato il 7 aprile 1999 e dell'art. 21 Cvnl dell'8 giugno 2000 Area Dirigenza Medica e Veterinaria, per il periodo dall'1 agosto 2014 al 31 dicembre 2014, nel rispetto della categoria, profilo professionale e disciplina ove previsto.
Gli oneri relativi al comando, ai sensi della normativa contrattuale, sono a carico dell'Azienda di destinazione che provvederà al rimborso all'Azienda Marche nord.
L'attivazione del comando è stato comunicato ai dipendenti interessati con nota prot. 15.446 del 14 luglio 2014 ed alle organizzazioni sindacali con nota prot. 8.769 del 23 aprile 2014. Il comando non prevede oneri economici aggiuntivi.
Si precisa che con determina n. 890 del 5 dicembre 2013 era già stato disposto il comando parziale del Dott. Bernardi Alessandro presso Asur Area Vasta n. 1 dall'1 dicembre 2013 al 31 dicembre 2014. Per quanto riguarda gli autisti in forze presso l'Azienda Marche nord, che non saranno necessari al momento dello scorporo definitivo, si sono prorogati i contratti, si tratta di personale a tempo determinato, in essere fino alla fine dell'anno, per quelli a cui era possibile applicare la proroga, per permettere il passaggio delle attività con la maggiore continuità possibile.
L'attuale organizzazione, con il personale in comando, sarà mantenuta fino alla formalizzazione degli atti di scorporo previsti per l’1 gennaio 2015.
Per quanto riguarda il riferimento all'organizzazione dei trasporti sanitari dell'Area vasta n. 1 ai soggetti privati si precisa che, allo stato attuale, il servizio di trasporti sanitari e trasporti prevalentemente sanitari e non prevalentemente sanitari è garantito nell'Area vasta n. 1, così come in tutto il resto dell'Asur, mediante il ricorso a soggetti terzi, non dipendenti dell'Azienda, associazioni di volontariato e/o ditte private. In pendenza della conclusione della procedura di gara e degli interpelli indetti per l'individuazione di nuovi operatori economici e di associazioni di volontariato da parte della Direzione generale Asur, nel rispetto del tetto di spesa di cui alla delibera di Giunta regionale n. 968/2013 come declinato per l'Area vasta n. 1 nella determina n. 800/2013, la stessa Area vasta n. 1 sta procedendo in uno stato di proroga tecnica della fornitura in corso.
L'Azienda ospedaliera Ospedali Marche nord utilizza le attività della centrale operativa anche per trasporti persone inter ospedalieri, e per questo collabora e continuerà a collaborare con la centrale operativa dell'Asur, almeno economicamente. Sono previsti circa 2.000 trasporti annui di questa tipologia.
In questa fase in cui si vuole mantenere la massima continuità possibile la sostituzione degli autisti che non possono essere prorogati è svolta con il personale dell'Asur attraverso un'apposita convenzione, di cui alla propria determina n. 666 del 23 settembre 2014. Si tratta di una fase assai limitata, circa due mesi, alla quale poi subentreranno i rapporti con i fornitori di entrambe le aziende coinvolte per le rispettive competenze.
Sulla cessione del ramo d'Azienda della centrale operativa 118, sono stati informate e consultate le organizzazioni sindacali negli incontri tenutesi in data 20 maggio 2014 presso la sede dell'Azienda Marche nord a Pesaro e in quello congiunto Marche nord e Area vasta n. 1 in data 27 giugno 2014 presso la sede di quest'ultima a Fano.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Grazie Presidente, per evidenziare che a fronte di questo fiume di parole, molto bene esposte dall'Assessore, rimane violato un principio che è quello che se c'è un trasferimento di un’attività, di un ramo di azienda, chiamiamolo come vogliamo, da un ente all'altro i lavoratori devono essere garantiti sempre, non fino al 31 dicembre.
A fronte di un'eventuale condotta in questi termini la Regione rischia, l'Asur rischia, l'Azienda Marche Nord, adesso non so esattamente di chi sarà la responsabilità, fortissime sanzioni in tema giudiziario perché le persone che si vedono scippato il posto di lavoro non penso che stiano ferme ed inermi senza reagire. E' un diritto sacrosanto, sancito dal DPR nazionale per cui io spero che ci sia la giusta sensibilità di chi ha preso questo servizio di continuare il rapporto con i vecchi lavoratori, altrimenti andremo sicuramente incontro a delle sentenze molto pesanti per l'ente pubblico.

Interrogazione n. 1681
ad iniziativa del Consigliere Natali
" Impegnative laboratori analisi"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1681 del Consigliere Natali.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento a questa interrogazione si riferisce che il budget regionale per l'acquisto di prestazioni della branca di laboratorio analisi, erogate dalle strutture private accreditate e con rapporto contrattuale con il servizio sanitario regionale, ammonta a 7.200.000 euro circa con gli abbattimenti previsti dal decreto sulla spending review.

Come noto, il decreto legge 98/2011 reintroduce la quota fissa di 10,00 euro a ricetta disposta dalla legge finanziaria 2007 la quale prevedeva la possibilità per le Regioni - fermo restando l'importo della manovra - di individuare altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie, alternative all'applicazione della quota fissa, equivalenti sotto il profilo del mantenimento dell'equilibrio economico-finanziario e del controllo di appropriatezza.
L'applicazione delle misure alternative individuate dalle Regioni era subordinata alla stipula di uno specifico accordo con i Ministeri della salute e dell'economia e finanze. La Giunta regionale con la deliberazione n. 1174 dell'8 agosto 2011 ha individuato le misure alternative di compartecipazione alla spesa sanitaria, rinviando ad una successiva deliberazione, una volta sottoscritto l'accordo con i due Ministeri interessati, gli aspetti organizzati e la decorrenza dell'applicazione delle suddette misure.
L'accordo con i Ministeri non è stato raggiunto, pertanto nella Regione Marche viene applicata la disposizione nazionale, ovvero si applicano i 10,00 euro a ricetta, da qui la mancata verifica del reddito degli utenti.
Relativamente all'affermazione che si invitino gli utenti ad effettuare le prestazioni a pagamento si evidenzia che il budget assegnato alle strutture private viene ampiamente raggiunto, e che, una volta superato, le strutture private possono operare in regime libero professionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Questa interrogazione è solo mia o anche del Consigliere Latini?

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 1681 è sua Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Mi era venuto un dubbio …

PRESIDENTE. Non avevo capito che c'era dell'ironia!

Giulio NATALI. Assessore, non so proprio se quello che le fanno leggere, quello che gli propinano ..., lei dice che la deliberazione di Giunta n. 1174 dell'8 agosto 2011 della Regione Marche non è stata seguita da un accordo con la legge dello Stato per cui non è in funzione, ed il ticket di 10 euro è per tutti.
Al di là della profonda porcata per cui, senza entrare nelle fasce di reddito, si fanno pagare 10 euro di ticket a tutti, al di là di questo, avviene, e io ne ho le prove, che quando uno va dal privato convenzionato questo gli dice: “Scusa, ma questa analisi costa 5 euro, strappa la ricetta, io te la faccio a 5 euro e tu risparmi 5 euro”. Questa è evasione fiscale. Ci siamo?
Lei come risposta a questo mi dice che non è una tesi, che in ogni caso i laboratori arrivano ampiamente al budget ad ottobre, a settembre, ma lei è sicuro che questa metodologia sia posta in essere a settembre, ottobre, dopo che è stato raggiunto il budget?
Quando le scrivono queste cose, pensano di prendere in giro lei o pensano che lei può prendere in giro 40 persone, al di là di me che faccio questa interrogazione a cui lei risponde? Si rende conto di questo? Qui c'è un invito all'evasione fiscale! E' un invito!
Lei sa meglio di me in quanti privati convenzionati avvengono queste cose e avvengono il 2, il 5 gennaio, quando il budget non è raggiunto da nessuno. Il privato convenzionato fa il suo lavoro per quel costo, per quella redditualità, diciamo, e l'utente che potrebbe essere uno che guadagna 300.000 euro all'anno o 500.000 euro all'anno non paga il ticket. Vi sembra una cosa normale?
Lei dovrebbe porre in essere dei controlli su questo. Quando parla qui si riempie la bocca di “appropriatezza”, io vorrei sapere cosa significa appropriatezza per voi, perché io ho l'impressione che questo termine per voi abbia un altro significato rispetto a quello delle persone normali, a quelli che stanno fuori da questo palazzo.
Appropriatezza significa controllare queste cose, quindi, a chi le manda una relazione del genere con cui lei ci dice questo, se fossi in lei, gli manderei una diffida precisando quando si sarebbe esaurito il budget in ogni struttura privata convenzionata di laboratorio analisi. Quando sarebbe stato esaurito? A gennaio, a febbraio, a marzo o a ottobre, poi torneremo sull'argomento. Grazie.

Interrogazione n. 1823
ad iniziativa del Consigliere Binci
"Sospensione cartelle esattoriali del Consorzio unico regionale di bonifica"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1823 del Consigliere Binci.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Malaspina.

Maura MALASPINA. Grazie Presidente. L'emissione dei giorni scorsi degli avvisi di pagamento per il ruolo ordinario a carico degli immobili agricoli ricadenti nel comprensorio di bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, è dovuta all'attività che il consorzio ha svolto nel 2013.
Gli avvisi di pagamento pertanto non vanno riferiti all'attività e ai debiti pregressi del Consorzio di bonifica delle Marche, operativo a partire dall'1 gennaio 2014 nella forma di amministrazione straordinaria.
Le modalità di pagamento sono determinate in seguito all'approvazione:
- del Piano di classifica, effettuata con delibera di Giunta regionale n. 941/2012 che ha approvato, per altro, le previsioni della delibera Commissariale n. 89 del 10 marzo 2011 sulla scorta delle competenze che la normativa di settore riserva direttamente ai Consorzi di Bonifica: in particolare, nell'ambito della bonifica, quelle relative alla manutenzione e l'esercizio delle opere di bonifica (vedi articoli 17 e 18 del R.D. 215/33 e art. 1 della legge 183/1942) e, nell'ambito delle opere idrauliche, in cui i Consorzi di Bonifica sono legittimati ad operare se debitamente autorizzati, quelle relative all'esecuzione e manutenzione delle opere di quarta categoria (art. 9 del R.D. 523/1904) e all'esecuzione e manutenzione delle opere riguardanti i corsi d'acqua minori e non classificati (art. 12 del R.D. 523/1904);
- del Piano di riparto della contribuenza ordinaria di bonifica, effettuata con delibera di Giunta regionale n. 147512013, per gli anni 2011-2012-2013 del Consorzio di bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera di Macerata adottato con decreto del Commissario Straordinario n. 115 del 29 luglio 2013.
La stessa delibera di Giunta regionale n. 941/2012 ha adottato, per altro, le linee di indirizzo e le direttive per i Piani di classifica e di riparto delle spese dei Consorzi di Bonifica delle Marche (ora unico consorzio ai sensi della delibera di Giunta regionale n. 1715/2013) in relazione alle attività che gli stessi sono chiamati a svolgere a seguito delle disposizioni delle norme fondamentali in materia di bonifica, difesa del suolo e difesa idraulica (R.D. 523/1904, R.D. 215/33 e art. 868 del codice civile a cui la legge regionale 13/2013 ha solo fatto riferimento).
Il valore della cartella è commisurato all'effettivo beneficio, ancorché potenziale o generale, derivante dagli interventi di manutenzione (mitigazione del rischio idraulico) effettuati dal Consorzio di bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, sull'argomento, ancorché su casi simili, è intervenuta anche la Commissione Tributaria Provinciale di Macerata respingendo tutti i ricorsi mossi contro il Consorzio di bonifica sull'emissione di ruoli degli anni precedenti, se vuole a disposizione ho la sentenza n. 252/2/13.
L'intervento di sospensione della riscossione dei ruoli risulta pertanto immotivato e lesivo degli equilibri di bilancio che il Consorzio è tenuto a rispettare. Ciò comporterebbe, per altro, ammanchi che potrebbero essere oggetto di rilievi da parte della magistratura contabile.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi ritengo insoddisfatto per un solo motivo, perché nella risposta si evidenzia quanto avevo paventato nell'interrogazione e cioè che nonostante abbiamo istituito il Consorzio unico regionale di bonifica si mandano cartelle esattoriali riferite ad ambiti che non esistono più, per attività riferite agli anni 2011, 2012 e 2013, anni precedenti al vecchio consorzio di bonifica, in contrasto con quanto abbiamo stabilito.
Noi abbiamo stabilito che c'è un unico Consorzio regionale di bonifica e che questo Consorzio regionale dovrà mandare le cartelle esattoriali, presuppongo che nello spirito della legge non ci deve più essere riferimento ai vecchi Consorzi anche se c'è una suddivisione per ambiti e si devono imputare solo gli investimenti realmente fatti.
Quando si dice: è intervenuta la Commissione tributaria che ha respinto i ricorsi degli anni precedenti, erano ricorsi fondati sull'esistenza dei vecchi Consorzi di Bonifica.
Penso che i ricorsi attuali possono avere valore proprio perché non ci sono più i vecchi Consorzi, ma c'è il Consorzio unico regionale.
Bisogna che la Giunta, che ha funzioni di controllo, faccia una delibera che dica i debiti pregressi vanno assegnati al nuovo Consorzio, io non penso che questo sia giusto, o se ne debba far carico, se c'è una liquidazione, il Commissario che si occupa della liquidazione dei vecchi Consorzi, oppure la Giunta.
L'altra questione è che, secondo me, va sospesa l'emissione delle cartelle in considerazione del fatto che la Giunta regionale non ha ancora definito i criteri e gli indirizzi previsti dalla legge per la definizione del valore delle cartelle esattoriali e non è stato redatto alcun piano degli interventi di bonifica, quindi, senza un piano di interventi di bonifica non si riescono ad emettere le cartelle esattoriali in base agli interventi effettuati, perché gli interventi effettuati devono essere determinati dal piano degli investimenti e dal piano di bonifica. Senza un piano di bonifica non c'è un piano degli investimenti, quindi le cartelle esattoriali sono fatte su interventi fatti a caso da parte dei Consorzi di Bonifica. Il risultato qual è? E' che noi per efficientare, ma anche per far si che l'intervento del Consorzio di bonifica svolga una reale funzione ..., ricordo che noi abbiamo inserito tra le funzioni dei Consorzi di Bonifica anche il controllo e gli interventi sul reticolo idrografico minore, questo è molto importante ed è il motivo per cui la legge non ci ha permesso di sopprimerli ed il costo del mantenimento in buono stato del reticolo idrografico minore è un costo che permette di evitare il dissesto idrogeologico nella nostra regione. Proprio per questi motivi è necessario che ci sia un piano, una programmazione, il Consorzio attuerà gli interventi previsti da quel piano e distribuirà i costi tra gli aderenti allo stesso che, ricordo, sono tutti i cittadini marchigiani e le imprese che non sono allacciati agli acquedotti e alle fognature.
Ritengo che la Giunta debba prendere in mano questa questione per evitare quello che è successo nel passato e che i cittadini abbiano la sensazione reale che il Consorzio di bonifica sia un altro livello di tassazione e non, come previsto dalla legge che abbiamo approvato in Consiglio regionale, un ente che gestisce il territorio in maniera programmata e con il controllo della Giunta regionale.
Chiedo alla Giunta di intervenire con forza e soprattutto di informare i cittadini del modo in cui vengono inviate le cartelle, secondo me, in questo momento non è giusto inviarle, perché non c'è una programmazione regionale e si va contro quanto previsto dalla legge regionale.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Interrogazione n. 1707
ad iniziativa del Consigliere Zinni
"Comune di Loreto: progetto costruzione forno crematorio"
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1707 del Consigliere Zinni.
Ha la parola, per la risposta, l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento a questa interrogazione con la quale si ponevano alcuni quesiti: "Se si era a conoscenza della volontà del Comune di Loreto di costruire un forno crematorio; se, in caso affermativo, tale impianto fosse conforme alle caratteristiche delle strutture destinate alla cremazione e se è stata deliberata, da parte della Regione Marche, adeguata pianificazione sulla allocazione di tali impianti" si fa presente che a tutt'oggi non si è a conoscenza del fatto che il Comune di Loreto abbia espresso la volontà di costruire un forno crematorio.
Relativamente al fatto che la Regione Marche abbia adottato, o meno, un atto relativo alla pianificazione sulla allocazione di impianti crematori in rapporto alla popolazione, alla viabilità, alla presenza di nosocomi, si precisa che sulla base dell'articolo 6, comma 1, della legge regionale 1 febbraio 2005, n. 3 "Norme in materia di attività e servizi necroscopici funebri e cimiteriali" prevede che "L'autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto dei principi e delle modalità di cui alla legge 30 marzo 2001, n. 130, pertanto nella Regione Marche le disposizioni relative alla cremazione sono disciplinate dalle norma nazionale.
La Legge 30 marzo 2001, n. 130 "Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri", dìicui sopra, prevede in materia di impianti di cremazione:
- all'art. 6 "entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le Regioni elaborano piani regionali di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei Comuni, anche in associazione tra essi, tenendo conto della popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale, prevedendo, di norma, la realizzazione di almeno un crematorio per Regione";
- all'art. 8 "entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sono definite le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione".
Dalla lettura degli articoli sopra riportati si deduce che prima dell'adozione da parte della Regione di un piano di coordinamento per la realizzazione di impianti crematori da parte dei Comuni, dovevano essere definite le norme tecniche per la esecuzione degli stessi da parte del Ministero della Salute di concerto con i Ministeri che ho prima citato, tali norme tecniche non sono state, ad oggi, emanate.
Risulta, pertanto, necessario che vengano emanate le norme tecniche dagli Enti competenti e che le stesse siano definite dallo Stato al fine di avere un'uniformità su tutto il territorio nazionale.
Si ritiene, inoltre, utile precisare che l'ubicazione degli impianti di cremazione è già prevista in maniera puntuale all'articolo n. 78 del D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 "Approvazione del regolamento di polizia mortuaria" che recita testualmente: "I crematori devono essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e sono soggetti alla vigilanza dei Sindaco".

PRESIDENTE. Il Consigliere Zinni si dichiara soddisfatto.

Proposta di legge n. 444
ad iniziativa della Giunta regionale
"Modifiche alla legge regionale 26 marzo 2012, n. 3: Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale - VIA"
(Discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 444 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Solo per segnalare che l'articolo 66 del Regolamento prevede che: "Le proposte di legge o di regolamento aventi oggetto identico strettamente connesso sono poste congiuntamente all'ordine del giorno della Commissione competente". Con lo stesso titolo della proposta di legge che stiamo esaminando, che esamineremo di qui a poco, c'è una proposta di legge, la n. 242 del 19 settembre 2012, che non è stata abbinata, non è stata valutata in Commissione. Vorrei capirne i motivi. Era una proposta di legge del tutto trasversale, recava la firma anche dei Consiglieri Giorgi, Eusebi, Traversini, Comi e mi pare fosse doveroso abbinarla al testo in discussione oggi.

PRESIDENTE. Rilevo la sua segnalazione, mi dicono che questa cosa doveva essere evidenziata in Commissione, probabilmente ... è stato fatto? ... Probabilmente il testo era diverso rispetto a questo, non lo so, se i relatori di maggioranza e minoranza possono darci un conforto, perché mi viene segnalato che in Commissione è stata fatta questa disamina.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Credo che dobbiamo cogliere la proposta nel merito che è di una semplicità disarmante, c'è soltanto un articolo su questo testo ...

PRESIDENTE. Adesso me la faccio portare Consigliera Foschi.

Enzo GIANCARLI. ... c'è soltanto un articolo ed è la ...

PRESIDENTE. Scusi, la proposta di legge è la numero?

Elisabetta FOSCHI. 242.

PRESIDENTE. Prego Consigliere Giancarli nel frattempo che mi portano la legge lei può illustrarla.

Enzo GIANCARLI. Faccio presto perché siamo in presenza di un'infrazione europea, abbiamo una necessità e tra l'altro c'è stata una corrispondenza fra l'Europa e il Ministero, il Ministero e la Regione e questo testo è formato soltanto da un articolo che recita: "La lettera b) del comma 5 dell'articolo 3 della legge regionale 26 marzo 2012 n. 3 - quella della disciplina della VIA - è abrogata".
Cosa dice questa lettera b)? "Opere a carattere provvisorio di durata certa e limitata nel tempo, e comunque per un periodo non superiore a 180 giorni, e che non comportano modifiche permanenti allo stato dei luoghi", quindi, siamo in presenza di una norma semplicissima che, ripeto, se non andiamo ad abrogare, non teniamo conto di un'esigenza che è quella di adeguare, entro l'anno corrente, la norma regionale alla direttiva 2011/92 dell'Unione europea che non prevede, contrariamente a quanto scritto in quel comma b), l'esclusione a priori della verifica di assoggettabilità della VIA di opere a carattere provvisorio.
Questa non conformità alla legge è stata rilevata, come dicevo, dalla stessa Direzione generale ambiente della Commissione europea, è stata trasmessa una nota dall'Europa al Dipartimento politico europeo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed a seguito di tutta questa corrispondenza la Regione Marche ha risposto ed ha assunto un formale impegno ad adeguare la norma regionale a questa direttiva entro il 31 dicembre. E' tutto qui, ripeto, nel merito si tratta di stabilire che anche le opere provvisorie di durata massima di 180 giorni possono essere soggette a VIA.
Quello che dice la Consigliera Foschi merita attenzione, un approfondimento e, per quanto mi riguarda, anche un ascolto, però siamo in presenza di questo fatto: c'è una definizione in sede statale della normativa per le procedure di verifica di assoggettabilità alla VIA e queste norme pongono l'obiettivo di superare la procedura di infrazione perché, come sapete, la legge statale, quella che ha trascinato la legge della Regione Marche, ovvero la 152 del 2006, è sotto procedura di infrazione per non corretto recepimento della direttiva.
Che cosa ha fatto lo Stato italiano? C'è stato un dibattito sull'articolo 15, ne ha parlato più volte il Presidente Spacca in Aula, c'è stata una corrispondenza fra il Presidente ed i parlamentari, ma quello è altro aspetto, mentre lo Stato, con la conversione del decreto n. 91 nella legge 11 agosto 2014, la n. 116, ha integrato la lettera c) del comma 7, dell'articolo 6 del decreto legislativo 152 del 2006 con la previsione di un decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che definisca i criteri e le soglie da applicare per l'assoggettamento dei progetti, il famoso allegato n. 4, alla procedura di cui all'articolo 20 dei criteri stabiliti anche dall'allegato n. 5.
Questo decreto fornirà tutte le disposizioni circa le modalità con cui le Regioni e le Province adegueranno i criteri e le soglie alle specifiche situazioni ambientali e territoriali, c'è già un percorso iniziato, è iniziato da tempo, l'ultima riunione tecnica è prevista per dopodomani, per il 20 novembre, una riunione a livello tecnico per l'esame di questo schema. Dopo di che, è già stabilito il percorso, ci sarà il parere delle Commissioni e poi questo decreto.
Dobbiamo essere attenti al merito, alle scelte, ai contenuti di un doppio binario, quello della tutela ambientale e quello dell'efficacia amministrativa e della pubblica amministrazione, nel momento in cui dobbiamo adeguare la nostra legge, perché oggi in Italia siamo tutti alla pari, è accaduto a noi con la sentenza della Corte Costituzionale, mentre per le altre Regioni quella situazione è stata decisa, assunta dalla legge dello Stato, quindi oggi in Italia siamo tutti allo stesso livello e pertanto dovremmo fare quella legge appena ci sarà questo decreto.
Questa mattina, la mia è una relazione particolare, e di fronte alla domanda della Consigliera Foschi mi sento in dovere, non solo di ascoltare, ma anche di dare una risposta, quindi, ripeto che la legge che oggi è in discussione è un semplice articolo per un impegno assunto dalla Regione Marche per non incorrere nella procedura di infrazione, l'altro percorso, quello vero, nel merito, sarà fatto non appena ci sarà il decreto ministeriale.
Forse c'è un punto, ma questo non sta a me chiarirlo, anche se per quanto mi riguarda posso farlo, ma ognuno fa i propri approfondimenti, questa materia non è materia di competenza regionale, non siamo in presenza di una legislazione concorrente, è materia dello Stato, quell'adeguamento è materia dello Stato e, quindi, noi non possiamo, dal mio punto di vista, forzare, tant'è quello che è accaduto in passato: noi ci siamo adeguati alla legge dello Stato, ma la procedura di infrazione non si è aperta perché ci siamo adeguati alla legge dello Stato, è la legge dello Stato che era sotto procedura di infrazione, questo è il punto vero, la legge dello Stato era sotto procedura di infrazione e lo Stato nel corso degli anni, forse con una visione centralista, non so, di fatto non l'ha detto.
Io sono per ribadire questo concetto, è semplice il provvedimento che, a mio avviso, l'Aula dovrebbe approvare, poi mi rimetto alla volontà dell'Aula, ci mancherebbe, tra l'altro non potrei fare diversamente.
Altra cosa è un percorso serio, approfondito, partecipato, ricco, con tutte le questioni di merito che la Consigliera Foschi ha posto oggi, ma anche la settimana scorsa, e che in quest'Aula ho sentito più volte anche sottolineare da diversi colleghi, quindi, scinderei i due momenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. In premessa non posso che dirmi d'accordo con quanto detto dal Presidente relatore di maggioranza Consigliere Giancarli sul fatto che in realtà la proposta di legge è assolutamente elementare per quello che ci induce a fare oggi qui in Aula.
E' uno stralcio quasi dovuto, tant'è che in Commissione si è parlato di intervento chirurgico all'interno della legge, mi viene da dire più che altro che è l'ennesima bonifica che facciamo su un terreno minato, perché tale è stata la legge n. 3 del 2012.
Ma non voglio sminuire sostanzialmente l'importanza di quello che è un percorso che ha delle aspettative piuttosto vicine: linee guida, approfondimento, un approfondimento che potrebbe addirittura stravolgere la legge 3 o addirittura modificarla completamente.
Oggi siamo chiamati a capire che cosa fa la Regione Marche, non quello che succederà fra 5-6 mesi. Oggi dobbiamo stralciare quella parte, quel comma della legge che è stato dichiarato incostituzionale. Dall'altra ci sono degli emendamenti che si ritengono doverosi a fronte del fatto che c'è una legge che continua a produrre effetti sul territorio. Ci sono degli aggiustamenti? Si. Ci sono delle correzioni? Assolutamente si. Peraltro alcuni emendamenti prendono lo spunto dalla proposta di legge famosa che dicevamo poco fa, che è stata citata dalla Consigliera Foschi, sottoscritta da lei in primis, la n. 242 del 2012.
Ho chiesto dei chiarimenti in Commissione, agli uffici tecnici ed all'ufficio normativo. Le risposte mi sono arrivate ieri pomeriggio, da parte degli uffici tecnici sono arrivate delle osservazioni di carattere generale, sull'opportunità o no di accogliere o di votare, di approfondire questi emendamenti; da parte dell'ufficio normativo c'è stato un tentativo di capire perché questa legge giacesse, perché se uno consulta il sito della Regione questa proposta di legge è datata 2012, cioè la 242 giace dal 2012. In Commissione ho sollevato la questione del perché fosse ancora giacente e del perché non fosse stata abbinata e gli approfondimenti hanno dato una risposta approssimativa nel pomeriggio di ieri.
E' chiaro che se dobbiamo, di comune accordo, dire va bene, stralciamo perché non vogliamo più essere sottoposti ad una responsabilità in termini di infrazione, tagliamo e stralciamo, rimandiamo sine die la questione, oppure decidiamo oggi di approfondire questi emendamenti, di capire perché, oppure decidere di abbinare la 242 che entra nel merito di alcune questioni.
La proposta di legge n. 242, per chi non lo ricordasse, nel proprio testo elencava, quasi vaticinava, quello che poi è accaduto, cioè la dichiarazione di illegittimità, i ricorsi, le impugnative. Quello che è accaduto nei mesi successivi.
Una proposta di legge che viene dalla minoranza è sempre indigesta alla maggioranza, ma poneva delle questioni oggettive, faceva delle valutazioni che erano non solo di buon senso, ma poggiavano su una serie di considerazioni di carattere normativo, assolutamente equilibrate, assolutamente al di fuori da ogni strumentalizzazione politica.
Chiedo agli uffici se le proposte di legge dovevano essere o no abbinate, la 242 alla 444 e di tornare di nuovo in Commissione, se così non fosse, viceversa, chiedo che vengano discussi gli emendamenti in Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Non sono soddisfatta, non ho neanche ben capito le motivazioni che hanno portato a non discutere in Commissione la proposta di legge 242 nel momento in cui la Commissione è stata chiamata a valutare la 444 che reca, ripeto, lo stesso titolo.
Come ricordava il Consigliere Silvetti la 242 giace dal 2012 e riguarda una legge, la legge 3, che sappiamo quale tormento ha dato a questa Regione, a questo Consiglio. Sottolineerei che il tormento è stato quasi voluto e cercato e si vede se si ripercorre tutta la strada che ha portato all'approvazione della legge 3 ed alle sue successive modifiche, tutte obbligate da terzi e mai assunte responsabilmente da quest'Aula per motivazioni proprie. Se la Regione avesse preferito allora seguire i dettami della direttiva europea e non addentrarsi in scelte del tutto discutibili che poi sono state contestate, se avesse voluto sin dall'inizio adeguarsi alla normativa europea, cosa che poteva fare, Presidente Giancarli, perché la competenza è anche delle Regioni, si parla di competenza non esclusiva dello Stato, ma concorrente delle Regioni, tanto che si precisa che gli Stati membri e le Regioni sono chiamati ad adeguarsi alla normativa europea, se lo avesse fatto subito si sarebbero evitati tanti impicci accaduti successivamente. Ormai penso che qui dentro ci siamo fatti le idee chiare sul perché si sia voluto nel 2012 scegliere una determinata strada, piuttosto che un'altra.
Mi fa specie che oggi a conclusione della legislatura si decida di perseverare in quell'errore. All'inizio dell'approvazione della legge 3 non avete voluto prendere in considerazione quello che era un criterio obbligatorio della normativa europea, quello della partecipazione che voi avete ridotto solo a contributi istruttori di alcuni enti. Perseverate in questo, oggi non c'è la possibilità di farlo, siamo costretti, altrimenti ci sono le sanzioni, ed interveniamo chirurgicamente su una proposta di legge. E' dal 2012 che siamo chiamati ad intervenire ed a modificare la legge 3, per anni non si è voluto fare, per motivi di opportunità vostra ed oggi mi si dice che non c'è il tempo perché dobbiamo intervenire esclusivamente su quello. A me queste motivazioni non stanno assolutamente bene, qui si perde ulteriormente la possibilità di correggere una legge fatta male. Non mi stupisce che dovrà essere modificato tutto al tavolo della Conferenza Stato-Regioni, però questa legge continua a rimanere in vigore. Penso che per la maggioranza e per la Giunta poteva essere la possibilità di chiudere la legislatura dando un segnale a tutti quegli enti locali che la legge 3 ha bistrattato, perché non li ha coinvolti come andavano coinvolti, ma li ha ridotti a meri enti che hanno dato un contributo istruttorio mai tenuto in considerazione. Penso che poteva essere dato un messaggio diverso a quelle associazioni, a quei comitati, che la normativa europea dichiara importanti e che questa Regione ritiene dei rompiscatole.
Nel momento in cui si va a correggere una legge, non lo si fa negli aspetti che si possono correggere, ma lo si fa solo dove non possiamo fare diversamente e dobbiamo farlo di corsa altrimenti ci arrivano le sanzioni. Ma siamo un'Assemblea legislativa, non siamo il tappabuchi di chi ci sanziona dall'esterno, perché c'è una legge fatta male ed io lo risottolineo.
Mi stupisco dell'atteggiamento di un'Aula e di una Commissione che evitano di guardare alcune situazioni modificabili senza alcun problema, e se creano problemi si dica quali problemi creano e non "adesso non c'è il tempo di esaminarli" o "prima non sono stati esaminati per altra ragione".
Sono totalmente insoddisfatta, non entro nel merito, Presidente Giancarli, dell'articolo della proposta di legge della 444, non dico che sono contraria a quell'articolo perchè questa cosa siamo obbligati a farla. Ci mancherebbe, sono anch'io favorevole, però dico che doveva essere l'occasione, e mi rivolgo di nuovo alla Giunta, alla maggioranza, per la Regione Marche di dare su questo argomento un segnale di apertura, di distensione e di correzione di quelli che sono stati atteggiamenti sbagliati che hanno portato in questa Regione un caos normativo, un contenzioso mai visto prima, un'assenza di risultati. Sappiamo benissimo quello che questa legge ha procurato: un ammasso di ricorsi, una serie di rischi di risarcimenti danni sia da parte di chi quelle opere le ha richieste, ha avuto le concessioni e non può costruirle, che da parte di chi si è opposto a quelle opere per la mancanza di valutazione di impatto ambientale. Un caos totale, una scarsa realizzazione di strutture capaci di produrre energie alternative nonostante si sia sempre detto che questa è una Regione che andava a favore delle energie alternative. La madre di tutti i mali è la legge 3, pensavo e penso tuttora che si possa dare un messaggio diverso e correggere quegli aspetti contenuti negli emendamenti ed anche nella proposta di legge 242 che, ripeto, reca la firma trasversale di diversi componenti di questo Consiglio regionali, in primis del Segretario regionale del Partito Democratico, nonché dell'attuale Assessore Giorgi, del Consigliere Eusebi ed altri, adesso non ricordo tutti i nomi, però era trasversale, non era solo dell'opposizione.
Nel merito dell'articolo della proposta di legge 444 sono d'accordo, però chiedo che vengano esaminati e posti in votazione gli emendamenti nella logica di correggere gli aspetti sbagliati di una legge che comunque rimane in vigore, anche se da domani, dopodomani, si affronterà a livello nazionale o in Conferenza Stato-Regioni, ma la legge 3 rimane la legge della Regione Marche fino a quando non ce ne sarà un'altra.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Per quanto mi riguarda, dal mio punto di vista, sono oltre la Via, ma voglio fare un ragionamento di carattere metodologico nel rispetto dei principi di democrazia e di trasparenza.
Quest'Aula ha approvato la legge 3 del 2012, questa legge è stata impugnata e nel momento dell'impugnazione la Giunta ha deciso di ricorrere e non c'è stato un ulteriore pronunciamento dell'Aula.
Per quello che riguarda il biogas c'è stata una Commissione d'inchiesta che non voglio ripercorrere qui e che si è chiusa con delle relazioni di maggioranza e di minoranza, ma rispetto a quella legge, ripeto, c'è stato prima un voto, poi l'opposizione del Governo e l'impugnativa.
Nel settembre 2012 noi non ci siamo trovati a discutere un provvedimento relativo alla Via, ma il provvedimento riguardava l'individuazione delle aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da biomasse e biogas. Questo era il punto del settembre 2012!
In Aula abbiamo fatto di più, con due emendamenti firmati da me, ma per conto della Commissione, abbiamo modificato anche il titolo, tant'è che siamo passati dalla individuazione delle aree non idonee alla modifica della legge di Via, l'abbiamo fatto in Aula e le proposte di legge non abbinate sono rimaste fuori.
Oggi siamo in presenza di una proposta della Giunta regionale costruita su un percorso di un certo tipo e siccome la Consigliera Foschi solleva questioni e, per quello che riguarda il merito di una proposta di legge, posso sostenere le stesse opinioni o opinioni diverse con un collega, ma per quello che riguarda i principi di democrazia e trasparenza credo che non ci debbano essere deroghe, allora per quanto riguarda la Commissione di cui io ho la responsabilità non mi sento di dire andiamo avanti perché stiamo rispondendo ad una procedura di infrazione, dico prendiamoci una settimana, se serve modifichiamo tutto, chiedo all'Assessore all'ambiente, non la presenza in Aula perché sarebbe troppo, ma la presenza in Commissione.

PRESIDENTE. Se capisco bene, sospendiamo la trattazione del punto? (...) Perfetto se siamo tutti d'accordo la rinviamo al prossimo Consiglio. Benissimo.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Colleghi per cortesia, è già stabilito. Non c'era nessuno contrario! E' un rinvio in Commissione, se siamo tutti d'accordo sulla proposta Giancarli non c'è bisogno di votare, la rinviamo in Commissione e poi in Aula. Va bene? Deliberato.

Proposta di atto amministrativo n. 90
ad iniziativa della Giunta regionale
"Riserva naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito. Approvazione del Piano regolamento con prescrizione. Legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 articolo 19. Deliberazione dell'Assemblea legislativa regionale n. 138 dell'1 dicembre 2009"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 90 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Poche parole per dire che questo atto è stato raccolto dalla Commissione esattamente così come largamente condiviso nei mesi precedenti dagli enti locali interessati alla Riserva naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito.
A titolo di curiosità, per chi non lo sapesse, questa riserva in provincia di Macerata è particolarmente graziosa, soprattutto per la presenza di un abitato che è quello di El Cito, è anche una riserva che funziona, nel senso che qui la comunità montana competente, l'Alta Val Potenza è particolarmente attiva e presente in questa organizzazione. L'area è al confine con la provincia di Ancona.
Come dicevo prima si tratta di atto dovuto, nel senso che l'atto amministrativo non fa che recepire un lungo elenco di documenti, dal regolamento a tutte le tavole, che ne sancisce e ne consacra in via definitiva l'esistenza anche su un piano strettamente operativo.
Voglio tranquillizzare il Consiglio sul fatto che questo atto è stato largamente condiviso. La Commissione lo ha esaminato in maniera decisamente superficiale, come è giusto che sia, nel senso che non deve entrare nei meandri, ma ne ha condiviso lo spirito e soprattutto le garanzie da un punto di vista ambientale che sono le prime che naturalmente accompagnano un atto di questo tipo che viene fatto perché tutto questo avvenga.
Non si tratta di un'area di grande antropizzazione, non c'è presenza umana significativa, quindi non ci scontriamo con attività economiche diffuse, insediamenti abitativi ed industriali, per cui la riserva è stata anche per questo largamente condivisa dalle popolazioni locali e vista come un reale ed interessante strumento, non dico una cosa grandiosa, non stiamo parlando del Parco nazionale dello Stelvio, né di quello dell'Abruzzo, di sviluppo economico per quel turismo se si vuole marginale, ma estremamente significativo per piccole comunità come quelle interessate da questa area, oltre naturalmente al valore in sè, al fatto di preservare e di organizzare ambientalmente un'area di questo tipo, è una cosa buona che lasciamo alle future generazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa Assemblea l'1 dicembre 2009 ha istituito la Riserva naturale regionale orientata del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, individuata come sistema omogeneo di aree da tutelare. E' stata istituita allo scopo di conservare l'associazione vegetale sia nel demanio che nelle aree floristiche del San Vicino, dei Piani di Canfaito, nel sito di importanza comunitaria Sic del Monte San Vicino, nelle Zps del Monte San Vicino e Monte Canfaito ed è stata istituita per: conservare i biotopi di eccezionale interesse geologico, paesaggistico e naturalistico come la Gola di Jana, salvaguardare i valori antropologici, archeologici (grotte, eccetera, abitate sin dalla preistoria); conservare le specie animali presenti, in particolare: il lupo, il gatto selvatico, il gufo reale, il falco pellegrino, lo sparviere, il lanario, il gheppio, il picchio rosso; conservare gli habitat idonei agli anfibi; favorire la reintroduzione del gambero di fiume; salvaguardare il patrimonio storico monumentale presente in particolare nell'Abbazia di Santa Maria di Rotis; salvaguardare i valori storici presenti nell'area, ricordando in particolare la resistenza opposta al nazifascismo dai gruppi partigiani di Roti e di Valdiola attivi nell'area durante il secondo conflitto mondiale.
Questo atto che andiamo ad approvare - assieme approviamo il piano del Parco ed il regolamento per la riserva naturale - permette, dopo alcuni anni di rodaggio, di mandare a pieno ritmo e organizzare sotto tutti i punti di vista la riserva naturale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito.
Successivamente il confronto con la realtà permetterà di fare degli aggiustamenti perché questo è un territorio a forte valenza ambientale e certamente qualcosa si dovrà riadeguare.
Fin da adesso dico che sosterrò due degli emendamenti, uno è presentato dal Consigliere Marangoni e riguarda il fatto che va mantenuto l'apporto minimo vitale per i corpi idrici che sono presenti all'interno della Riserva, l'altro dice che, in qualche modo, il regolamento e il piano assorbono gli obblighi rispetto alle Zps e alle Sic, questo non permette di andare sopra a quelli che sono i vincoli comunitari previsti per le Sic e le Zps. Il Piano interviene anche sulle Sic e le Zps, ma non contro le direttive comunitarie, quindi il piano ha un valore se è maggiormente restrittivo, e non ha valore nel momento in cui non tutela in maniera conforme alle direttive comunitarie le Sic e le Zps. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. La valutazione che esprimo in generale sul piano è sicuramente positiva, va bene, ci mancherebbe, mi dispiace aver sentito il relatore di maggioranza, anche se lo capisco nella sua affermazione, dire che la Commissione l'ha esaminato in modo superficiale perché c'è stata la condivisione degli enti locali. Lo capisco, ma non lo giustifico, non va bene. Ci sono degli aspetti che dobbiamo approfondire, che la Commissione dovrebbe probabilmente approfondire un po' di più proprio perché siamo un'Assemblea legislativa e non possiamo prendere atto semplicemente di una condivisione degli enti locali che comunque è una premessa necessaria, ma non sufficiente, a mio avviso.
Apprezzo quanto ha detto il relatore di minoranza sulla condivisione di uno o forse due emendamenti da me presentati, lo ringrazio per questo, si tratta dell'attuazione di un piano che parte dal Regolamento che interessa soprattutto alcune aree di 4 Comuni della provincia di Macerata: Matelica, San Severino, Gagliole e Apiro. Una zona molto bella sul piano naturalistico e paesaggistico veramente interessante seppure poco conosciuta.
Ho approfondito questo piano soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti sia naturalistici che economici, cominciamo da questo che forse è l'aspetto più importante.
Nell'emendamento n. 5 chiedo che venga introdotto l'articolo 40 bis a tutela delle attività produttive economiche e a tutela di chi vive stabilmente in quelle zone, di chi ha la casa, di chi ci abita. Cosa accade quando c'è una riserva naturale? E' tanto bello perché sicuramente preserva il patrimonio naturalistico che è la cosa fondamentale, poi agevola un certo tipo di turismo e va benissimo, ma a volte accade che chi ci abita e chi esercita anche una minima attività economica, che ha un capannone eccetera, diventa un po' vittima della riserva, dei parchi perché per aggiustare il tetto della casa spende di più se ci sono delle prescrizioni. Se deve fare un piccolo investimento economico per ampliare o migliorare la sua attività economica ha delle difficoltà, questo lo abbiamo visto anche nel parco del Conero, a Numana, a Sirolo, e anche altrove purtroppo.
Quello che io chiedo nell'emendamento 5, forse è il più importante sul piano economico, non sul piano naturalistico, è che si tenga conto di queste cose, che ci sia un sostegno, un sostegno alle attività economiche soggette alle restrizioni dovute alla tutela della natura. Attività economiche e abitazioni di chi risiede in queste zone, per quanto riguarda le zone omogenee: B, C e D ovviamente, esclusa la A che è la zona di riserva integrale, ci mancherebbe. Chi sta nelle zone B, C e D, quindi, quelle attorno, ha bisogno di un minimo di aiuto, altrimenti non gli diamo un gran vantaggio, forse gli facciamo anche un piccolo o grande danno. Pensiamo alle attività economiche. Questo è quello che chiedo.
Altro tema su cui ho sentito che c'è la condivisione del relatore di minoranza è la tutela della risorsa acqua. E' un emendamento che tiene conto di questa esigenza, non si può accettare la predazione delle captazioni dell'acqua, assolutamente.
Le captazioni indiscriminate, che ci sono, non lasciano nemmeno un rivolo di acqua per la vita delle specie animali e vegetali, devono essere assolutamente bandite, ma invece accadono, l'ha detto anche il WWF nell'atto, l'ha scritto, ma non ne abbiamo tenuto conto, la Commissione non ne ha tenuto conto, poteva essere più attenta su questo. Un rivolo d'acqua bisogna lasciarlo altrimenti le specie animali e vegetali ne possono risentire.
Questi sono gli emendamenti principali, poi magari in separata sede approfondirò e spiegherò.
Ho trovato un aspetto demagogico, perché un piano si dovrebbe limitare, come in effetti si è limitato, all'ambiente fisico e geologico, perché di questo parliamo, su 236 pagine non c'è nulla che vada al di là dell'ambiente fisico e geologico, salvo ricordarsi in una paginetta degli aspetti storici che, per carità, sono importanti, ma ce ne sarebbero tanti altri, ben più importanti da ricordare, quindi non capisco la demagogia e la partigianeria di una pagina del Piano, veramente partigiana, fuori luogo in questo contesto, quindi, con l'emendamento chiedo di cassare questa parte. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha la facoltà.

Enzo MARANGONI. 236 pagine, questo è il piano, di regolamento e tutte sostanzialmente riguardano l'ambiente fisico e geologico, c'è una sola pagina, una, che parla di un fatto storico, di fatti storici accaduti nel 1944.
In questo piano ci potrebbero essere, se vogliamo fare dei riferimenti storici, migliaia e migliaia di fatti storici, stiamo parlando del Comune di Matelica, qui abbiamo anche un Assessore che è originario di quella zona, città picena, fondata dai piceni e poi romana, abbiamo San Severino, bellissima, una delle più belle, secondo me, città delle Marche, città romana anche questa. I fatti di tipo storico sono migliaia e migliaia, però in un piano di 236 pagine che riguarda l'ambiente fisico e geologico, chi sa perché, ci si ricorda solo di un fatto storico, scelto a caso naturalmente, stragi che per carità condanniamo, ci mancherebbe altro, stragi avvenute in quella zona da parte dell'esercito nazista, e tutte le altre? O togliamo questo fatto o ne mettiamo tanti altri, magari ci comprendiamo anche qualche strage di partigiani fatta anche in questa zona, ma non vorrei confondere le cose, limitiamoci all'ambiente fisico e geologico, di questo stiamo parlando, se no parliamo della San Severino romana, parliamo della Matelica picena e poi romana.
Non capisco perché si faccia demagogia inserendo cose che nulla c'entrano, inserendo questo tipo di ricordo veramente non oggettivo, veramente partigiano ed a questa parola do un senso negativo perché è di parte.

Presidente. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Il motivo è semplicissimo Consigliere, tra gli scopi istitutivi della riserva c'è quello di ricordare i luoghi dove c'è stato il sacrificio di partigiani, tanto è vero che tra i promotori della riserva c'è l'Anpi di quel territorio per onorare la memoria e i luoghi della resistenza e ...

(interrompe il Consigliere Marangoni)

Massimo BINCI. La riserva è stata istituita allo scopo - è quello che ho letto al punto h) - di salvaguardare i valori storici presenti nell'area ricordando in particolare la resistenza dei partigiani di Roti e di Valdiola. Questo nome era addirittura nell'atto istitutivo della riserva, in quella sede, ma in base alla discussione, non è più presente, però rimane ancora tra gli scopi dell'istituzione della riserva quello di preservare quei luoghi e quelle memorie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Dopo l'intervento del Consigliere Binci c'è poco da aggiungere, chiedo solo che la discussione di questo emendamento riporti un po' all'attenzione del Consiglio la necessità di valorizzare i nostri territori con tutte le loro ricchezze, ivi compresa quella più grande che noi abbiamo e che viene citata espressamente nella Costituzione italiana, e cioè che la Costituzione italiana è antifascista, nata dalla resistenza, dalla guerra di liberazione, ed il fatto che il Consiglio regionale delle Marche abbia inteso tutelare sia sul piano paesaggistico che sul piano botanico, faunistico una riserva naturale inserendola in uno dei luoghi della memoria antifascista nazionale, credo debba essere motivo di vanto.
Capisco chi culturalmente, pur non dichiarandolo, si reputi fascista e contro i partigiani che hanno lottato per la nostra libertà, lo capisco, ma fortunatamente non ha spazio, né penso lo avrà in futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Per ordine tecnico tengo a precisare che confermo sul piano istituzionale e procedurale l'esame necessariamente superficiale di un atto come questo che, a mio modesto punto di vedere, non dovrebbe neanche venire in Consiglio regionale perché dovremo fare tanti atti amministrativi di controllo, per esempio, sull'attività della sanità, e non ne abbiamo fatto 1 in 5 anni, mentre ci dobbiamo occupare di 280 pagine di regolamento e tante tavole che riguardano un po' di prati e qualche pianta. Credo che l'esame fatto dalla Giunta, da un punto di vista tecnico, sia di estrema garanzia.
Sul piano politico ribadisco che la garanzia è data dal fatto che, in maniera intelligente e largamente partecipata, le comunità locali e la comunità montana ci hanno lavorato per mesi, questo per ribadire che non avremmo messo mano come Commissione a questo atto amministrativo anche se chiaramente ogni Consigliere, ogni componente della Commissione, ha avuto tutto il tempo per poterlo esaminare e presentare osservazioni. L'ha fatto il Consigliere Marangoni.
Un attimo di attenzione almeno sul piano generale, perchè non presento il parere della Commissione che non si è riunita su questi emendamenti, ma il confronto tecnico che ho fatto e il confronto con il Presidente Giancarli conduce, a parte il primo emendamento su cui dirò la mia e sul quale ovviamente ogni Consigliere potrà esprimere il parere che vuole, perché non si tratta di emendamento tecnico, ma politico, siamo per accogliere gli emendamenti numeri 2, 3 e 4, respingere l'emendamento numero 5, ma solo perché già garantito dall'articolo 35 dell'elaborato del piano del regolamento della riserva al punto C1, previsto nell'articolo 7 della legge 394 del '91, legge nazionale e della legge regionale 15/'94, già tre atti dicono quello che c'è scritto qui, di carte ne scriviamo tante, credo che aggiungere non abbia senso.
Accogliamo il numero 6. Ribadisco: respinto l'emendamento numero 5, accolti il 2, 3, 4 e 6, praticamente tutti.
Riguardo all'emendamento numero 1 ribadisco che ognuno può pensare come vuole ed esprimo anche la mia opinione, per onorare Matelica voto contro questo emendamento proprio per onorare un grande partigiano come Enrico Mattei, capo di formazioni partigiane cattoliche. Alla stessa maniera, pur rifiutando qualsiasi forma di retorica su questo argomento e pur essendo stato equanimemente antifascista e anticomunista per tutta la mia vita, ripeto, che l'esperienza fascista che abbiamo avuto in Italia è stata un'esperienza assolutamente disastrosa e qualsiasi cosa possa aiutare a ricordare queste esperienze in senso negativo va colta.
Penso che sia estremamente utile il fatto che nel parco si ricordi questo fatto, tra le altre cose poco conosciuto, io l'ho conosciuto per tradizione di famiglia, perché mi è stato raccontato, per il resto potremmo ricordare anche le guerre tra Guelfi e Ghibellini che si sono svolte intorno al castello di El Cito, ma credo che siano meno importanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi, poi seguirà il Consigliere Brini. Ricordo che sull'emendamento il tempo è limitato a 5 minuti.
Prego Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Intervengo ora così non intervengo dopo per dire che concordo con la relazione del relatore Consigliere Marconi. Ho vissuto fin dall'inizio questa proposta, la prima proposta è venuta dall'Anpi ed ho partecipato a diverse iniziative tra Gagliole e Matelica, e parte da un ricordo e dalla volontà di tramandare alcuni valori e alcuni messaggi. Su questo si innesta anche una tutela ambientale sulla quale mi ritengo assolutamente d'accordo e posso capire, dopo aver sentito l'intervento del Consigliere Marangoni, la volontà di portare su questo atto altri argomenti.
Questo atto, come ha ricordato il Consigliere Marconi, è nato e cresciuto su una proposta iniziale di valore sulla quale concordo, condivisa dai Comuni e anche dalla comunità montana per cui ritengo che istituzionalmente l'iter sia giusto.
C'è una vasta condivisione e voglio ricordare al Consigliere Marangoni, con assoluta moderazione, che lui appartiene ad un Gruppo che si rifà al Partito Popolare Europeo e questo atto, se fossimo a Strasburgo, lo approverebbe ad occhi chiusi, senza nessuna riserva, ecco perchè le riserve avanzate adesso dal Consigliere Marangoni mi lasciano un po' perplesso. Sono convinto che il PPE a Strasburgo questo atto lo approverebbe in un secondo e se Forza Italia appartiene al PPE lo deve approvare senza alcuna riserva, poi la discussione che ha aperto il Consigliere Marangoni su altre vicende si può fare, ma non su questo atto.
Preannuncio che il Gruppo Nuovo Centro Destra è d'accordo su questa proposta.

PRESIDENET. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il Consigliere Massi ha perfettamente ragione, il PPE a livello europeo avrebbe votato questa proposta di legge, però il Consigliere Massi si è dimenticato di dire che dall'intervento dei Consiglieri Binci e Bucciarelli c'è una esaltazione alla resistenza antifascista.
Qui si sta parlando di una riserva naturale, il Consigliere Binci ha parlato degli uccellini, io mi rapporto al Consigliere Marconi, noi siamo sempre stati antifascisti e anticomunisti, quindi se si parla di uccelletti è una cosa, se si parla di esaltazione della resistenza, non me ne vogliano i camerati, ma noi siamo stati sempre antifascisti ed anticomunisti, loro si vantano di essere fascisti, quindi il problema non esiste.
Vi do un consiglio a tutti e due, fate un emendamento per metterci una falce ed un martello. Alla cittadella di Budapest ci sono andato e ne ho vista una di tre metri, d'oro, bella, i compagni si inginocchiavano, quando siamo ritornati l'hanno tolta, questo a significare che siete ancora un po' indietro con l'evoluzione se parlate ancora di fascisti e non fascisti, ricordi non ricordi, qui si parla di uccelletti, Consigliere Binci.
Fatevela finita di voler esasperare la politica a tutti i costi.

(interrompe il Consigliere Binci)

Ottavio BRINI. Non l'ho letto, quando questa proposta è venuta in Commissione lei non ce l'ha detto, perché ha parlato di uccelletti, non ha parlato di falce e martello. Nemmeno il PD ce l'ha più la falce e il martello. Rivediamo un attimo e sdrammatizziamo questa situazione.
Consigliere Massi il PPE avrebbe votato ...

(interrompe il Consigliere Binci)

Ottavio BRINI. Lasci perdere, il fascismo ed il comunismo sono morti tutti e due.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 2 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Grazie Presidente. Ringrazio i colleghi che hanno espresso consenso sulla maggior parte degli emendamenti di tipo ambientalista che ho presentato e cioè sul 2, sul 3 ...

PRESIDENTE. Li illustra tutti insieme, da quello che ho capito, giusto?

Enzo MARANGONI. Si, facciamo così. Sensibilità sull'ambientalismo al 2, al 3, al 4 e al 6, se ho ben capito, quindi grazie per la condivisione.
Mi dispiace per il 5 che forse era quello più importante e che introduce ... no, non lo ritiro affatto, anzi dirò alle comunità locali di quelle zone che non l'avete votato, perché prevede un sostegno alle attività economiche e ai proprietari di abitazioni soggetti a restrizioni dovute alla tutela della natura e alla presenza di attività nelle zone omogenee B, C e D della riserva.
Lo dirò fortemente alle popolazioni che se dovranno sborsare, quelle di Matelica, di San Severino, di Gagliole, di Apiro, dei soldi in più per potenziare o migliorare o semplicemente per manutenere le attività economiche e le loro abitazioni sarà per la sinistra che ha votato contro il mio emendamento. Questo lo dirò!
Per quanto riguarda, e qui rispondo anche ai colleghi che sono intervenuti sul fascismo, antifascismo, quelle cose lì, l'emendamento 1 che avete bocciato non è un emendamento politico è un emendamento tecnico, io in sede politica su questi temi sono intervenuto enne volte ricordando, e ve l'ho detto tante volte, le stragi naziste e le stragi dei partigiani fatte in tutte le Marche. In questo caso è tecnico perché non c'entra nulla, come dice simpaticamente il Consigliere Brini, parliamo di uccelletti, di aspetti che nulla hanno a che fare con la politica, ma hanno a che fare con l'ambiente, la valorizzazione dell'ambiente e del territorio, quindi non c'entra nulla infilarci in maniera demagogica questo aspetto. Capisco il suggerimento dell'Anpi, perché chi ha preso 4 milioni di euro in 20 anni questi soldi deve pure spenderli. Ecco il significato, l'emendamento era tecnico e non politico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Credo che il passaggio: non c'è peggior sordo di chi non vuole intendere ..., per i colleghi della maggioranza che voteranno contro l'emendamento 5, ribadisco che le comunità locali alle quali il Consigliere Marangoni vorrà rivolgersi da domani, non hanno chiesto nulla perché sanno già che questi contributi, come ho già detto, sono previsti in tre specifici atti legislativi, quindi il regalo del Consigliere Marangoni non c'è. Non c'è bisogno del regalo perché questi provvedimenti nei limiti dei fondi che ci stanno, l'Assessore sa bene che i fondi sono estremamente limitati, sono già previsti e questi canali di finanziamento possono essere attivati.
Per la tranquillità di chi voterà contro, dico che non c'è, nel modo più assoluto, bisogno.

PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 3 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 4 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 5 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 90 così come emendato. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Relazione n. 25/14
della VI Commissione assembleare permanente
"Partecipazione della Regione Marche al meccanismo di "Allarme rapido - Early warning" ai sensi del protocollo n. 2 del Trattato sull'Unione europea e sul funzionamento dell'Unione europea - Dialogo politico con le Camere del Parlamento italiano in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Orientamenti sull'applicazione delle misure per collegare l'efficacia dei fondi strutturali e d'investimento europei a una sana gestione economica conformemente all'articolo 23 del Regolamento UE 1303/2013 - COM (2014) 494 final del 30 luglio 2014"
(Discussione votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. L'articolo 23 del Regolamento UE 1303/2013 del Parlamento europeo recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (regolamento quadro) disciplina la condizionalità macroeconomica, attraverso la quale viene data compiuta attuazione all'articolo 175 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea; questa norma "salda" la politica di coesione con la politica economica degli Stati membri, stabilendo il principio in base al quale anche le scelte di politica economica poste in essere da ciascuno Stato devono essere coordinate al fine di raggiungere gli obiettivi propri della politica di coesione, enunciati all'articolo 174 TFUE, volti a rafforzare la "coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione" e a "ridurre divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite".
La condizionalità macroeconomica, alla quale le Regioni italiane avevano manifestato la loro contrarietà in quanto ritenuta eccessivamente penalizzante, è un meccanismo proposto dalla Commissione e condiviso dal Parlamento europeo in sede di approvazione definitiva del regolamento quadro, nonché lo strumento al quale è affidato il compito di collegare l'efficacia dei fondi europei (Fondi strutturali e di investimento europei) ai contenuti delle Raccomandazioni adottate nell'ambito delle azioni finalizzate ad accompagnare le politiche economiche degli Stati membri, al fine di "prevenire e correggere" gli eventuali squilibri macroeconomici.
Questa relazione, caro Presidente Bugaro o facente funzione, visto che ormai siamo la maggioranza del futuro, va anche posta in relazione ad un fatto ben preciso che in data odierna si sta svolgendo in Europa, a Bruxelles, una delle missioni strategiche più importanti per la Regione Marche relativa al fatto di internazionalizzare la politica della regione, quindi la macroeconomia, e grazie al Presidente Spacca, che mi auguro sarà anche il nostro Presidente, possiamo dire di aver svolto per le Marche un importante lavoro, così come la VI Commissione.
Non è un caso al riguardo, che la prima osservazione formulata a luglio 2014 dalla Commissione europea sulla seconda proposta di Accordo di Partenariato inviato dal Governo italiano ad aprile 2014 sia proprio un invito rivolto alle "Autorità italiane a verificare che l'analisi e le strategie proposte siano pienamente in linea con le pertinenti raccomandazioni specifiche per paese del 2014, programma nazionale di riforma, il quadro strategico comune e le indicazioni espresse nel position paper della Commissione (che risale alla fine del 2012 e che individua le principali sfide e criticità che ogni paese UE avrebbe dovuto affrontare con la nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020); ecco perché questo è strategico e ben augurante per la politica macroregionale Europa 20-20. Esse avrebbero dovuto spiegare più adeguatamente in che modo sono state prese in considerazione le lezioni dei precedenti periodi di programmazione, in particolare quelle concernenti le regioni in maggiore ritardo di sviluppo (Italia meridionale) e alcuni settori e temi specifici (energia, ambiente, sostegno alle imprese, sviluppo urbani) caratterizzati da gravi mancanze a livello attuativo".
E' anche a fronte di queste considerazioni quindi, che va letta oggi la condizionalità macroeconomica, attraverso la quale sono previste eventuali modifiche all'Accordo di partenariato ed ipotizzate anche momentanee sospensioni di pagamenti della quota di cofinanziamento europeo qualora un paese non sia in grado di rispondere in modo soddisfacente ai rilievi mossi con gli strumenti relativi alla convergenza macroeconomica.
All'atto dell'adozione del regolamento quadro la Commissione europea ha rilasciato una dichiarazione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE riguardante l'articolo 23 sopra richiamato.
La Comunicazione in oggetto contiene gli orientamenti preannunciati dalla Commissione. E' di tutta evidenza, pertanto, quanto sia significativo conoscere questo processo e quanto sia rilevante adottare misure affinché l'applicazione dell'articolo 23 sia scongiurata. Per questo noi siamo sottoposti a rischio, perché la macroeconomia che detta solo in una direzione, che è quella alamannica, condizione economica di riferimento, Deutsche Bank per l'esattezza, il riferimento è preciso, quindi in autotutela la Regione Marche deve sostenere necessariamente il tipo di lavoro svolto nella VI Commissione.
Tenuto conto, infine, che le modifiche dell'Accordo di partenariato e le eventuali sospensioni dei pagamenti avrebbero un'incidenza diretta sui programmi operativi regionali e sulla loro concreta attuazione, risulta indispensabile che il Governo tenga costantemente informate le amministrazioni regionali degli sviluppi dell'applicazione dell'articolo 23 oltre a renderle pienamente associate rispetto alle scelte effettuate per dare seguito alle politiche di convergenza macroeconomica.
Tutto ciò premesso la VI Commissione ha ritenuto opportuno esprimersi e sottoporre all'Aula per l'approvazione la proposta di risoluzione.
Dico questo, signori miei, perchè questo è un atto indispensabile, confido, quindi, nella vostra cultura istituzionale, in quanto è un atto che il Senato aspetta. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma del Consigliere Cardogna, in qualità di Presidente della VI Commissione assembleare, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,00.