Resoconto della seduta n.183 del 20/01/2015
SEDUTA N. 183 DEL 20 GENNAIO 2015

La seduta inizia alle ore 11,05

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, dichiaro aperta la seduta n. 183 del 20 gennaio 2015. Do per letto il processo verbale della seduta n. 182 del 13 gennaio, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Comunico che:
è stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
- n. 465 in data 13 gennaio, ad iniziativa dei consiglieri Perazzoli, Romagnoli, Traversini, Marangoni, Eusebi, Ortenzi, concernente: “Riordino della disciplina relativa al Collegio dei revisori dei conti della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione assembleare in sede referente, alla II Commissione assembleare per il parere di cui all'articolo 69 del Regolamento Interno e trasmessa alla VI Commissione assembleare ai sensi dell'articolo 68, comma 1 bis del Regolamento Interno;
sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 762 del consigliere Pieroni “Fondi destinati all'attività sportiva anno 2015”;
- n. 763 del consigliere Pieroni “Fondo garanzia giovani”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Traversini.

Comunicazione ai sensi dell'art. 35, VI comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Nei giorni scorsi c’è stata una mega inaugurazione della Serravalle-Foligno ma, sia sulla stampa che in tv, non ho visto la sua figura, Presidente Solazzi, né quella degli Assessori regionali competenti, fatta eccezione per un paio di consiglieri regionali.
Vorrei sapere se Quadrilatero, l'Anas e Regione Marche hanno provveduto a fare qualche invito perché la Regione Marche è parte importante.
Con tutto il rispetto per il Presidente Spacca, che rappresenta tutti, vorrei capire perché non sono stati fatti gli inviti o, se sono stati fatti, perché non sono arrivati. Se non sono stati fatti penso che sia una mancanza di rispetto, perché non penso che invitare 40 persone che hanno dato un importante contributo ad una vicenda del genere, che ha visto scontrarsi in quest'Aula i vari gruppi politici, maggioranza, opposizione, che ha visto un ricorso al TAR di chi non voleva….Era giusto che il Presidente Spacca fosse presente perché a livello istituzionale rappresenta la Giunta, però voglio capire perché lei, Presidente Solazzi, non era presente e non c’era nemmeno un suo delegato.
Non è un chiarimento, è una richiesta che non ho fatto per iscritto che mi ero riproposto di fare questa mattina, ma se non sono stati fatti gli inviti, vorrei che lei, Presidente, a nome del Consiglio regional, scrivesse una lettera all'Anas e alla Quadrilatero - non so se ha una responsabilità anche la Regione – per far sì che venga fatta chiarezza.

Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Grazie Presidente. Come ho chiesto alla Conferenza dei Capigruppo consiliari chiedo l’anticipo del punto n. 11 all’ordine del giorno: una mozione e tre interrogazioni sulla vicenda Indesit Whirpool.
Credo che sia giunto il momento che il Presidente Spacca dica al Consiglio regionale ciò che conosce relativamente alla sorte di questi dipendenti che sono in fermento e fortemente preoccupati.
Propongo l’anticipo del punto n. 11.

PRESIDENTE. Al primo punto prima delle interrogazioni? (…) Per un fatto importante abbiamo iniziato la seduta con grave ritardo, se l’aula è d'accordo trattiamo questo punto subito, saltiamo le interrogazioni e …(…) No! Allora questa mozione la mettiamo al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta.
Iniziamo con le interrogazioni o passiamo direttamente al punto 2?
C’è la proposta di anticipare il punto 2 e di fare poi le interrogazioni, se l’Aula è d’accordo passiamo subito al punto 2. Va bene!

Elezione di tre Consiglieri regionali che partecipano all'elezione del Presidente della Repubblica
(Articolo 83, secondo comma, della Costituzione - articolo 49, terzo comma del Regolamento Interno) Voto limitato a uno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la designazione di tre Consiglieri regionali che partecipano all'elezione del Presidente della Repubblica. Voto limitato ad uno.
Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Il Gruppo di Forza Italia nella riunione preparatoria a quest'incontro ha dato un’indicazione nel senso della logica istituzionale che nella precedente votazione era prevalsa come significato e senso della questione, e sono andati il Presidente Spacca, il Presidente del Consiglio Solazzi ed il Vicepresidente Bugaro.
Forza Italia, mantenendo il suo impegno istituzionale, al di là di qualsiasi riflessione postuma e di diversa sensibilità, chiede che venga confermato dall’Aula, proprio come segno di grande spessore istituzionale e sensibilità per le figure istituzionali di questo Consiglio, un voto unanime per il Presidente Spacca, il Presidente del Consiglio Solazzi ed il Vicepresidente Bugaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Per dire quello che ho già detto nella riunione dei Capigruppo, do la mia disponibilità a partecipare in rappresentanza della Regione.

PRESIDENTE. E' un autocandidatura.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Due questioni. Prima: prendo atto delle decisioni che Forza Italia prende da sola, evidentemente convinta e sicura che ci sia ancora il PdL, ma il PdL, purtroppo o per fortuna, non c’è più. Prendiamo atto di queste autodecisioni.
La seconda questione è questa, Presidente, vorrei un chiarimento sulle modalità del voto, anzi, vorrei che fossero ricordate a tutti. La garanzia della minoranza esiste in questa votazione o no? Prima di votare è forse il caso che tutti i Consiglieri regionali abbiano chiaro questo aspetto. Possono uscire anche tre Consiglieri di maggioranza? Poi lei mi dirà maggioranza, quale maggioranza, neo maggioranza, ex maggioranza, però è il minimo per conoscere il tavolino su cui giochiamo questa partita.
Poi, chiaramente, chiederò cinque minuti di sospensione per una verifica. Prima però vorrei sapere da lei sul discorso della tutela della minoranza.

PRESIDENTE. Per quanto è di mia conoscenza, al di là della garanzia sulla rappresentanza, con la previsione del voto limitato uno, credo che sia obbligo di legge, se non addirittura previsto dalla Costituzione, il fatto che debba essere rappresentata la minoranza. Chiedo alla dott.ssa Santoncini di approfondire questa cosa. E’ come dico io? (…) Perfetto! E' scritto nell’articolo 83 della Costituzione italiana, quindi la minoranza deve essere comunque garantita. Peraltro il voto limitato uno è comunque garanzia.

Giulio NATALI. A questo punto, sulla base di quello che ci ha detto, chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo se sia prevista e se ci sarà una rappresentanza di genere, visto che ci sono tre candidati uomini.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, né la Costituzione né nessuna legge prevede in questo caso di votazione la rappresentanza di genere. Nel governare quest’Aula applico le leggi.
Rispetto alla domanda che ha fatto il Consigliere Natali la risposta è stata chiara, rispetto a quella che fa lei no, non c’è una previsione di rappresentanza di genere. Poi sta alla sensibilità, al convincimento, al credo, a tutto quello che vuole, il fatto che si voti uno o l’altro candidato.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Per una dichiarazione di voto ed un messaggio ai colleghi Consiglieri.
Il fatto che il Presidente Spacca rappresenti tutta la Regione, anche chi non l’ha votato, rende quasi doveroso inviarlo come grande elettore per il Presidente della Repubblica. Dopodiché credo che il Consiglio debba fare anche un ragionamento più politico.
Non è sufficiente che la Costituzione non ci obblighi a votare una donna per farlo, sembrerebbe quasi che il Consiglio regionale faccia solo quello che deve. Credo che tra i nostri doveri ci sia quello di tener conto di quello che ormai si sta sempre di più affermando anche in Italia, fortunatamente. La Presidente Boldrini ne ha dato esempio anche poco tempo fa, quindi, considerato che, a mio avviso, il Presidente Spacca debba rappresentare le Marche come grande elettore, io voterò una donna. Voterò Letizia Bellabarba chiedendo ai Consiglieri di votarla.
Guardate, non è un gran teatro quello a cui assistiamo. In nome delle minoranze potrei parlare anch’io, pensate un po' noi abbiamo l’1% dei voti, andranno 1.000 grandi elettori e non ci sarà un comunista.
Potremmo ragionare su questo tema partendo da 1.000 punti, i comunisti pentiti, tanti, sicuro, comunisti pentiti e riconvertiti tanti, però di sicuro, ripeto, non ci sarà un comunista nell’emiciclo.
Non è in nome delle minoranze, credo che noi dobbiamo dare un messaggio, altro che telefonate: votiamo questo, votiamo quello! Quello che sentiamo oggi è una cordata per far saltare questo candidato, l’altro, oppure sempre quelli che ci vanno.
Diamo un segnale forte, io una proposta la faccio: voterò e vi invito a votare Letizia Bellabarba, che rappresenta la maggioranza e può rappresentare anche la minoranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Di fronte ad una richiesta di sospensione, visto che ci sono argomenti che hanno creato non poche polemiche nei giorni scorsi, credo che sia inopportuno bloccare i lavori in questa fase.
Ci sono argomenti che necessitano di essere discussi e hanno creato non pochi problemi, un'eventuale sospensione dei lavori creerebbe grosse difficoltà sull’andamento dei lavori, quindi, se il Consigliere Natali si vuole incontrare con i Capigruppo e con qualche consigliere di maggioranza lo può fare tranquillamente, ma per quanto mi riguarda una sospensione dei lavori è inopportuna per i motivi che ho detto.
Riguardo alla proposta del Consigliere Bucciarelli, non ho capito se sta in maggioranza o in opposizione e visto che ha votato per i sei assessori penso che oramai sia integrato nella maggioranza. Se la maggioranza recepisce, noi siamo opposizione e non possiamo fare mezzo uomo e mezza donna. Visto che hanno la possibilità (…) Consigliere Bucciarelli, lei ha la Boldrini che a livello istituzionale rappresenta tutto il mondo! Non ha grossi problemi ad essere rappresentato a Roma! Ha la Boldrini, che è una donna! Quindi è già soddisfatto sotto questo aspetto perché la Boldrini voterà per il Presidente della Repubblica. Purtroppo si può votare una persona, a meno che non cambi sesso, sopra uomo e sotto donna o sopra donna e sotto uomo…

PRESIDENTE. Consigliere Brini….

Ottavio BRINI. Rispondo con una battuta al Consigliere Bucciarelli!
Se sta in minoranza o all’opposizione si preoccupi di dare indicazioni alle opposizioni, non penso che possano andare a Roma tre componenti della maggioranza.
Riguardo la sospensione la ritengo inopportuna, se il Consigliere Natali vuole un incontro con i consiglieri di maggioranza …., se c’è un ritardo sulle leggi ognuno si assumerà le proprie responsabilità perché giochi e giochetti penso che oramai siano superati.

PRESIDENTE. Se non c’era questa obiezione, avrei sospeso la seduta, invece sono costretto a mettere ai voti la proposta di sospensione.
Proposta di sospensione fatta dal Consigliere Natali, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è sospesa per un quarto d’ora.

La seduta è sospesa alle ore 11,20.

La seduta riprende alle ore 11,55.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta, prego distribuire le schede.
Ha la parola il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Vorrei sapere se ci sono degli interventi.

PRESIDENTE. No, non c’è nessuna richiesta d’intervento.

Giulio NATALI. Prima le ho fatto una domanda procedurale a cui lei ha risposto, ora chiedo di intervenire anche perché, a mio avviso, vanno motivate le scelte che oggi si fanno in questo consesso. C’è l’esigenza di un chiarimento anche perché da quando siamo arrivati qui, dal 2010 ad oggi, non è cambiato un mondo, ne sono cambiati di più.
Il Gruppo che io presiedo rende noto che voterà scheda bianca per un motivo semplice, perché non ritiene di potersi schierare sic et simpliciter in un raggruppamento di minoranza, con tutta la stima per il Vicepresidente Bugaro, per un qualcosa che politicamente andrà a rappresentare al Quirinale quello che sarà, quello che è stato definito e quello che va riempiendosi con i contenuti del famoso patto del Nazzareno. Noi siamo contro.
Abbiamo la presunzione di poter essere contrari agli accordi istituzionali, tra molte virgolette istituzionali, i cui effetti li vediamo ogni giorno con tutti i corpi intermedi che vengono in Regione per protestare per quello che si sta facendo.
Se quegli accordi prevedono la nomina di un Presidente della Repubblica, possibilmente allargata, ma con la stessa logica di quelle che sono le riforme istituzionali che si stanno facendo, riforme che tutti voi vedete quanto male stanno facendo, pensiamo alle Province, senza alcuna riflessione su altri fatti ben più gravi, riteniamo che sia politicamente necessario un determinato distinguo da parte di chi, due anni fa, ha fatto delle scelte politiche non comode, sicuramente non personali, per cambiare un certo tipo di politica.
Sono intervenuto per esigenza di chiarezza, perché sappiamo tutti come avvengono le votazioni in una situazione come questa. Sappiamo come sono avvenute nell'ultima occasione, quindi riteniamo di dover chiarire questo voto, di specificarlo e motivarlo in questo senso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Intervengo anch'io per chiarire la posizione del Gruppo NCD, e per dichiarare quanto segue. Può interessare a qualcuno, meno ad altri, però ieri c’è stato finalmente un incontro in cui, per fortuna, si è sentito parlare anche in Italia del Partito popolare europeo. Si sa la nostra appartenenza; abbiamo sentito parlare di Partito popolare europeo e meno di traditori, tradimenti e voltagabbana. Per fortuna si ritorna sui filoni tradizionali della politica, lo dico con stima anche nei confronti di quelli che in Europa sono i nostri avversari, di chi aderisce al Partito socialista europeo in primis, come partito più grande, insieme al Partito popolare europeo.
Ieri in Lombardia c’è stato un incontro nel quale si è parlato di costruire in Italia quest’area, di rafforzamento di quest'area, non si è parlato più di tradimento nei confronti di chi verso il governo del Paese ha assunto, come nel caso di NCD, un obbligo preciso di responsabilità e partecipazione. Non è la difesa di una poltrona, ma è l'interesse del Paese in questa fase contingente, sicuramente provvisoria, che spero possa costruire delle basi stabili.
Soddisfatti di quello che ieri è echeggiato per noi come un valore, è chiaro che il nostro voto oggi sarà di conseguenza a favore del rappresentante che può portare quella votazione – certo mi rendo conto che sono motivi contrapposti a quelli che legittimamente il collega Natali ha illustrato – nella direzione di un dialogo forte che in questo momento c'è, nell'interesse del Paese tra quelli che rappresentano il Partito socialista europeo e il Partito popolare europeo.
E' chiaro che il nostro voto oggi è orientato a chi va a rappresentare il Partito popolare europeo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Per chiarezza, come ho già concordato nella riunione di Gruppo, pur condividendo le motivazioni e anche le esigenze di differenziazione che il mio Presidente Natali ha indicato - per me la differenziazione da un certo modo di fare politica del centro-destra è avvenuta addirittura qualche anno prima - ritengo di poter dare fiducia istituzionale nonché personale al Consigliere Bugaro che saprà sicuramente differenziarsi e agire per il meglio anche nel voto del Presidente della Repubblica.
Non voglio caricare di eccessiva valenza politica la cosa. Come votai nel 2013, ritengo che questa sia una soluzione oltreché di stima personale, anche istituzionale che posso tranquillamente ripetere.
Il mio voto sarà per Giacomo Bugaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Grazie Presidente. All’apertura dei lavori ho dato un’indicazione molto chiara, i vertici della Regione Marche nelle persone del Presidente Gian Mario Spacca, del Presidente del Consiglio Vittoriano Solazzi e del Vicepresidente Giacomo Bugaro.
Dico questo perché nel momento in cui deve starci a cuore la governance del Paese, prendo anche atto della riflessione del capogruppo dell'NCD, Consigliere Massi. Rispetto la riflessione profonda che non ha una scaturigine semplice, episodica e irrazionale, ma ben ponderata del Capogruppo Natali. Pertanto confermo nuovamente l'invito all'Aula affinchè il Consiglio regionale delle Marche dia un esempio di importanza straordinaria, ripeto, un voto contro la partitocrazia, il clientelismo partitico e contro la nomenclatura.
Concludo dicendo e riproponendo all’Aula questo invito chiaro e forte sulla governance e sullo spessore istituzionale dei nostri Presidenti. Ripeto: Spacca, Solazzi e Bugaro.

PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento cominciamo con la chiama.

(Il Consigliere Segretario Pieroni effettua la chiama dei Consiglieri)

(I Consiglieri Segretari Pieroni e Romagnoli procedono allo scrutinio)

PRESIDENTE. Do l'esito della votazione: votanti n. 42, bianche n. 3, nulle nessuna.
Ottengono voti:
Mirco Ricci 14,
Gian Mario Spacca 11,
Giacomo Bugaro 11,
Letizia Bellabarba 3.
Risultano designati il Presidente della Giunta Spacca, il Consigliere Ricci ed il Vicepresidente Bugaro.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora si pone un problema: vogliamo riprendere dalle interrogazioni o andiamo avanti con la trattazione del punto all'ordine del giorno che riguarda l'adozione della variante al Piano di gestione integrata delle aree costiere?
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Prima avevamo deciso che avremmo fatto la votazione e poi saremmo tornati alle interrogazioni. Ho un’interrogazione che è al primo punto da un mese!

PRESIDENTE. Se, ripeto, l’Aula è d’accordo, non c’è problema.
Vedo che l’Aula non è tutta compatta, quindi sono costretto ad appellarmi all'Aula. Cosa devo fare? C'è chi mi dice ...

Massimo BINCI. Ma c’è un ordine del giorno! Abbiamo semplicemente anticipato.

PRESIDENTE. La prima operazione è stata quella di anticipare il punto 2, ora qualcuno mi propone di superare le interrogazioni, quindi lo metto al voto.

Massimo BINCI. Chi l’ha proposto?

PRESIDENTE. L’hanno proposto in diversi! Va bene, passiamo alle interrogazioni, non c’è problema.(…)

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Ripeto, possiamo partire dalla discussione del punto 1, dalle interrogazioni. Facciamo in modo ufficiale: c’è qualcuno contrario a questo? (…)
Propongo all’Aula di anticipare il punto 3 e poi proseguire con i punti successivi, dichiaro aperta la votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 92
ad iniziativa della Giunta regionale
“Adozione definitiva della variante al Piano di gestione integrata delle aree costiere. Legge regionale 5 settembre 1992, n. 46”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 92 ad iniziativa della Giunta regionale.
La discussione è aperta. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. La ringrazio Presidente e la ringrazio anche per le dichiarazioni che ha voluto fare la scorsa settimana all'Ansa rispetto al lavoro della IV Commissione su questo atto all'ordine del giorno.
Vorrei partire, anche se non intendo farla molto lunga, da quello che è il Piano di gestione integrata delle aree costiere della Regione Marche. Piano approvato nei primi mesi del 2005 che ha visto un interesse notevole dell'economia marchigiana, non soltanto degli operatori balneari. Piano su cui si sono rese necessarie da tempo alcune modifiche. Quel Piano era un momento di promozione della tutela e della razionale utilizzazione della zona costiera e delle sue risorse, aveva l'obiettivo di difendere il litorale dall'erosione marina, c'era al centro il ripascimento degli arenili, c'era lo scopo di difendere le infrastrutture, il patrimonio ambientale, il rilancio delle attività turistiche e di mantenere in efficienza le opere già realizzate.
Quando parlo di imprese, quando parlo di economia blu, di economia del mare, mi riferisco anche a quello che significa questo settore in termini di occupazione, in termini di capacità d'impresa, in termini di valore di PIL prodotto nella regione Marche.
In questa legislatura, dal momento in cui ci siamo insediati, abbiamo posto il problema di una verifica puntuale dell’attuazione di quel Piano, dei suoi punti di forza e dei suoi punti di debolezza.
La Commissione di cui ho la responsabilità si è occupata continuamente in questi anni di questo tema, come se n'è occupata più volte quest’Aula, con mozioni, interrogazioni che sono venute da tanti colleghi e dai Gruppi consiliari qui presenti.
La stessa Commissione si è riunita nelle località marine. Ci siamo riuniti a San Benedetto del Tronto, a Senigallia, nel nord e nel sud della nostra regione. Addirittura siamo stati per un sopralluogo durante la stagione balneare a Portonovo, come recentemente, anche se abbiamo discusso un altro tema, siamo stati a Potenza Picena.
Rispetto a questa sollecitazione continua venuta dal Consiglio, siamo in presenza di questo atto che è stato approvato dalla Giunta regionale e di cui oggi chiedo l'approvazione all’Aula.
Questo atto di cui provvederò anche se sinteticamente ad illustrarne il merito - debbo farlo perché ne chiedo l'approvazione, la chiedo nella sua interezza, la chiedo oggi - costituisce una variante al Piano del 2 febbraio 2005, a cui ho fatto riferimento poc'anzi. Tra l'altro è stato redatto da un gruppo di lavoro interno e voglio ringraziare i tecnici del Servizio: l'ingegner Pompei, l’ingegner Filomena, il dottor Diotallevi e l’ingegner Bartoli.
La variante è stata inizialmente adottata dalla Giunta regionale con l'atto n. 868 del luglio 2014, in via definitiva nel novembre 2014 ed è stata trasmessa all'Assemblea legislativa e alla IV Commissione a fine novembre.
Rispetto all'atto proponiamo una modifica costruita con determinazione, ma al tempo stesso con cautela perché abbiamo avuto la consapevolezza, da subito, che la modifica dell'atto avrebbe comportato ritardi. Quindi abbiamo scritto chiaramente nei lavori della commissione del 22 dicembre: “Si ritiene altresì opportuno rinviare ad un successivo atto integrativo della presente variante, da adottare non oltre i tempi tecnici necessari, la definizione delle misure di protezione nel tratto del litorale del Comune di Porto Sant'Elpidio, compreso tra la foce del fiume Chienti e la foce del fiume Tenna, della lunghezza di circa 7 chilometri anche in relazione ai recenti eventi meteo-marini 2013/2014 che hanno accentuato il fenomeno erosivo”.
Questa mattina abbiamo fatto nuovamente la riunione della Commissione e aggiungiamo, proprio perché ci sono state richieste interessanti, quelle del Comune di Grottammare.
La variante si è resa necessaria per alcuni aspetti.
Primo, la problematica relativa alla mancanza cronica di apporto solido fluviale per il naturale ripascimento della fascia litoranea, già evidenziata nel Piano del 2004, non avendo trovato negli ultimi 10 anni - qui c’è una relazione puntuale del Servizio - una efficace soluzione per un’inversione di tendenza, sta accentuando la riduzione della spiaggia emersa e sommersa della regione Marche. Lo stesso monitoraggio ha messo in evidenza la necessità di “ritarare gli interventi da realizzare”.
Ovviamente quando parliamo di apporto solido fluviale occorrerebbe il tempo di un convegno, non di una relazione in quest’Aula, per fare un ragionamento rispetto alla gestione dei corsi d’acqua, alla gestione del reticolo idrografico minore, alla cura dei boschi, alla nostra agricoltura, alla riduzione dei tempi di correlazione, al fatto stesso che i fiumi non producono quello che dovrebbero produrre proprio per il cambio dell'ecosistema.
Anche se da questo punto di vista, ci tengo a dirlo, in questa legislatura, l'Assemblea legislativa nelle Marche ha fatto tutto quanto doveva fare perché sono state approvate le due leggi sulla gestione dei corsi d'acqua, sono state approvate le linee guida e addirittura, saluto con soddisfazione questo fatto, c’è stata l’adesione al contratto di fiume.
Voglio ringraziare l’Assessore Giorgi per questo fatto dell'adesione al contratto di fiume e anche questo percorso che abbiamo iniziato deve portare ulteriori successi ed ulteriori traguardi.
L’altro aspetto è quello dell’accentuazione dei fenomeni erosivi - ritorno alle ragioni della variante - in determinati tratti di litorale critici per la presenza di centri abitati e infrastrutture e la segnalazione della Rete Ferroviaria Italiana (RFI) di ripetuti danneggiamenti alla linea ferroviaria (infrastrutture) causati dai fenomeni erosivi litoranei in specifici paraggi con diverso ordine di priorità. Ci sono state anche segnalazioni dei Comuni costieri.
E’ stata fatta un'analisi della linea di costa nel periodo 1999/2012 al fine dell'individuazione di interventi di variante, oltre alle motivazioni di cui ho parlato poc'anzi. E’ stata eseguita un'analisi critica degli avanzamenti e degli arretramenti della linea di costa nel periodo 1999/2012, tenendo conto anche delle esondazioni di origine marina, di cui alla Direttiva Alluvioni 2007/60 della Comunità europea.
Per eseguire la suddetta analisi sono stati utilizzati 782 transetti costieri già individuati dall’attuale Piano per caratterizzare la sedimentologia della spiaggia emersa e sommersa dell’intero litorale marchigiano. I transetti sono stati presi come riferimento base sia per l’analisi critica dello stato del litorale che per l’individuazione degli interventi.
L'analisi temporale poi tiene conto delle linee della costa nei tre periodi: 1999/2008, 1999/2010 e 1999/2012 e sono tutti dati acquisiti dalla Regione Marche per il monitoraggio dell'intera fascia costiera. I risultati ottenuti hanno permesso di individuare tratti litorali critici rappresentati da costanti arretramenti medi annuali dovuti all'erosione.
Come ho detto nell'analisi è stata considerata anche la fascia costiera con riferimento alla Direttiva Alluvioni e trattato il tema delle inondazioni marine. La scelta degli interventi prioritari di variante all’attuale Piano ha inoltre tenuto conto del rischio di inondazione delle aree costiere con tempo di ritorno di 100 anni, evidenziando per ogni transetto gli elementi strutturali e infrastrutturali, dalle abitazioni alle ferrovie, alla strada, alle concessioni demaniali, alla spiaggia libera, ai parchi, alle aree protette, alle infrastrutture, agli impianti sensibili.
In relazione a queste problematiche ora descritte, la decisione di proporre la variante all’attuale Piano, indicando sette interventi ritenuti prioritari al fine di contenere i ripetuti danneggiamenti ai centri abitati, alle infrastrutture, derivanti da fenomeni erosivi, e contestualmente salvaguardando l'ambiente e la fascia costiera.
Questa variante modifica gli elaborati tecnici dell’attuale Piano nelle seguenti unità fisiografiche: la n. 6 dal porto di Fano alla foce del fiume Metauro; la n. 7 dalla foce del fiume Metauro alla foce del fiume Cesano; la n. 10 dal porto di Senigallia alla foce del fiume Esino; la n. 16 dalla foce del fiume Musone alla foce del fiume Potenza; la n. 17 dalla foce del fiume Potenza al porto di Civitanova Marche; la n. 21 dalla foce del fiume Tenna a Porto San Giorgio.
In riferimento alla copertura finanziaria degli interventi si mette in evidenza - questo è emerso in tutti gli incontri che abbiamo fatto, rispetto alle preoccupazioni che abbiamo sollevato, rispetto alla mole degli investimenti che un atto come questo richiede - la disponibilità di non molte risorse. Si evidenzia anche che negli incontri tra la Regione Marche e la Rete ferroviaria italiana dedicati alle problematiche dell'erosione costiera, che interessa il nastro ferroviario in vari tratti del litorale marchigiano, siamo in presenza della Lecce-Milano, la società ha manifestato l'interesse alla partecipazione finanziaria degli interventi ritenuti necessari alla protezione della linea ferroviaria, e per questo motivo possiamo sperare in alcune risorse e in altre che già ci sono.
Devo dire che abbiamo ascoltato anche la disponibilità di alcuni Sindaci ad essere parte integrante anche dal punto di vista finanziario nella realizzazione di alcuni progetti. Ovviamente sappiamo quelle che sono le risorse delle istituzioni locali.
In questa variante, come in tutte le scelte tecniche fatte seriamente, si prevedono uno studio sullo stato di fatto, un'analisi degli squilibri, delle indicazioni progettuali dell'attuale Piano, le motivazioni e le indicazioni progettuali della variante, i costi, le planimetrie, ed ogni area di intervento è stata rappresentata da un'apposita cartografia.
Come ho detto prima, l'unità di base per identificare i tratti del litorale marchigiano è il transetto, come previsto nel Piano vigente. Tale riferimento permetterà di confrontare nel tempo i vari parametri, come la forma della costa e le caratteristiche dei sedimenti.
Non aggiungo altro dal punto di vista tecnico, tecnico-istituzionale, perché non voglio proprio sostituirmi ai tecnici. Ho voluto dire queste cose perché siamo chiamati ad esprimere un voto e, quindi, anche per i colleghi che non hanno seguito questa vicenda ho voluto riassumere quello che è stato fatto, Presidente Ortenzi, dal 2005.
Personalmente posso testimoniare, perché sono arrivato qui nel 2010, quello che è stato fatto nel 2010, gli Assessori che sono stati alla guida di questo Assessorato, l'Assessore Giorgi che ha seguito nell'ultima fase e per tanta parte il lavoro della variante, ma è presente e sono certo che interverrà.
Per quanto mi riguarda, Assessore, una collaborazione sempre leale. L’abbiamo avuta anche sui fiumi, momenti in cui abbiamo avuto la possibilità di lavorare insieme, l'abbiamo fatto in modo veloce, approfondito, verificando il da farsi. Per quanto mi riguarda non sono abituato promettere, vorrei far parlare i fatti, e non prometto anche perché poi non sarei, culturalmente, nelle condizioni di depistare le promesse infrante.
C’è stata una grande partecipazione, ho ricordato le riunioni della Commissione fatte nel territorio, le discussioni fatte qui, anche il confronto con le organizzazioni turistiche, con le organizzazioni turistico culturali, con quelle ambientalistiche, con le associazioni degli artigiani, dei commercianti, con i Sindaci, con tanti colleghi. L'ultima ieri con la Consigliera Bellabarba che ha seguito questo atto molto da vicino e con il Consigliere Perazzoli rispetto a Grottammare, ricordavo che Porto Sant'Egidio sarà inserito.
Per correttezza voglio dire - so che le cose cambiano e che le persone vengono spostate - che questo atto l’ho seguito con l’allora Capo di Gabinetto onorevole Favia che più volte mi ha descritto le posizioni via via assunte nel corso del tempo.
Grande è stato il contributo degli operatori, ci sono stati molti confronti spontanei e meno spontanei, organizzati e non organizzati. C'è stato il momento ufficiale e tra l'altro c'è la registrazione dell'audizione.
Oggi registriamo il parere favorevole del Consiglio delle autonomie locali e il parere favorevole del Consiglio regionale dell'economia del lavoro.
Accade raramente che nel momento in cui si fa un’audizione si licenzia anche l’atto. L’abbiamo fatto con la consapevolezza dell'urgenza e con la sensibilità che questo settore merita.
Se vogliamo entrare anche nei giorni, se non consideriamo i giorni in cui non lavora nemmeno la redazione di Repubblica o del Corriere della Sera, ovvero il 24 e il 31 dicembre, la Commissione ha impiegato - abbiamo atteso 18 mesi che l'atto arrivasse, perché questo problema era stato posto nel 2010ed i colleghi sanno che la Regione è stata chiusa dall'1 al 6 gennaio - cinque giorni, cinque, perché questo atto non l’abbiamo voluto inficiare con degli emendamenti, con delle proposte, ma abbiamo voluto costruirlo in modo serio affinché arrivasse in Aula per essere licenziato.
Tra l'altro voglio ricordare, per questo l'ho ringraziato all'inizio, che il Presidente Solazzi ha ristabilito la verità rispetto a questo atto, che abbiamo inoltrato al Consiglio, io stesso, nel momento in cui, il 7 gennaio, ovvero il primo giorno del 2015, la Regione era aperta. Il giorno successivo, perché non potevamo farlo nello stesso giorno, abbiamo chiesto la riduzione dei tempi a disposizione del Cal e del Crel.
Si poteva benissimo dire, visto che era il 22, la Commissione si aggiorna al 6, al 7 o all’8, e riesamina l’atto. No, abbiamo voluto farlo lo stesso giorno. L’abbiamo fatto in fretta e per questa ragione oggi ne chiedo l'approvazione. La chiedo con la coerenza e con la determinazione, con il lavoro che è stato fatto dalla Commissione. Con la trasparenza che la Commissione ha sempre praticato e con la consapevolezza che vogliamo privilegiare il fare. Vogliamo privilegiare le persone che lavorano, le persone che rischiano anche le loro risorse ed i loro capitali e che mettono a disposizione della comunità imprenditoriale e della comunità marchigiana risorse finanziarie e intelligenza.
Se c'è un dubbio che solleviamo è quello di lavorare seriamente affinchè questo atto possa avere la copertura finanziaria, non soltanto quella di cui oggi disponiamo, e per far sì che questo voto, che auspico l’Assemblea legislativa delle Marche darà, possa tradursi concretamente in realtà. Anche qui con la stessa coerenza, non parole ma fatti.

Presidenza della Vicepresidente
Rosalba Ortenzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente. Dopo questa relazione del Consigliere Giancarli è piuttosto difficile aggiungere, ed io non sono abituato a ripetere pur di intervenire.
Il mio contributo lo voglio dare più che altro da consigliere di opposizione, un’opposizione che vuole e deve riconoscere il lavoro svolto dalla IV Commissione. Un lavoro svolto non solo in tempi record, ma compiuto con particolare zelo, non solo limitatamente a questo atto amministrativo, tutt’altro.
Il Consigliere Giancarli ha fatto ottimamente la cronistoria di quella che è stata la sensibilità della IV Commissione non solo in questo tema, ma soprattutto in questo tema.
Mi sono divertito a recuperare gli atti perché gli atti parlano chiaro.
L’Assessore Giorgi, che non è Assessore da moltissimo, dovrebbe sapere, perché è anche Consigliera, quale e quanta documentazione la IV Commissione ed i singoli Consiglieri hanno raccolto e hanno accumulato negli anni su questa materia, cioè sulla tutela della costa.
Sono andato a ritroso, ho visto le numerose interrogazioni, anche una mia mozione che era stata approvata all’unanimità da quest’Aula nel 2011 sull’applicazione dell’attuazione di un'intesa, la cosiddetta progettazione Arstel, per non trascurare la mozione con cui i colleghi di maggioranza e opposizione il 9 marzo 2012 ad hoc sollecitavano la Giunta.
E' stata talmente tanta e importante, mirata e circostanziata, l’attenzione della Commissione che, in qualche modo, poi doveva produrre un atto ufficiale, un atto risolutivo. Perché dico questo? Perché in realtà in questi anni abbiamo assistito a dei cosiddetti atti tampone. Interventi che andavano a fronteggiare o tendevano a fronteggiare le emergenze di quel posto, senza una visione complessiva della questione della costa marchigiana.
Finalmente riusciamo ad apprezzare l'arrivo in Aula di una variante a quel Piano, che in realtà aveva una fotografia ormai datata che andava migliorata, rivisitata e attualizzata con le prerogative e le aspettative del territorio.
Ben venga la sicurezza del territorio, assolutamente, l'attenzione alle categorie produttive, quelle che operano sulla costiera, la messa in sicurezza e, come se non bastasse, la collaborazione delle Ferrovie dello Stato per garantire i servizi.
Arriviamo al dunque. Come vedete non mi sono prestato e non ho partecipato a quella un po’ stucchevole vicenda del rimbalzo di responsabilità, perché non serviva assolutamente a nulla. Bene ha fatto il Presidente Giancarli a sottolineare quanto sia importante la politica del fare. Ebbene, la politica del fare porta oggi a dare una risposta concreta al territorio, l'ha fatto nel laboratorio della Commissione, lo potrà fare oggi in quest'Aula, perché è il territorio che ce lo chiede, sono i cittadini che ce lo chiedono. Soprattutto ce lo chiede il ruolo che un’istituzione come la Regione deve avere rispetto al territorio e cioè la certezza delle regole e la trasparenza.
Prima ho fatto riferimento ai cosiddetti interventi tampone. Gli interventi tampone, purtroppo, sono stati attuati dando appalti a soggetti terzi che hanno coinvolto indirettamente, per carità, la Regione in situazioni poco piacevoli. Faccio riferimento a una situazione piuttosto spiacevole che si è registrata a Montemarciano dove sono stati coinvolti dei soggetti con delle responsabilità piuttosto pesanti. Parliamo di associazione a delinquere, turbativa d’asta, disastro ambientale. Questo modo di operare non poteva perdurare oltremodo perché la Regione non solo non dava una risposta al territorio, ma veniva coinvolta indirettamente in situazioni poco chiare, per non dire peggio.
La politica del fare: variante al Piano, tutela del territorio e messa in sicurezza, risposte al territorio in termini concreti. Quello che ovviamente deve dare un'istituzione come la nostra è la certezza della regola. Lo strumento utile ai nostri operatori e ai nostri cittadini che chiedono la cosa più semplice, un governo che faccia la normale amministrazione e sappia essere in grado di fare la straordinaria, quando gli eventi della natura obbligano a farla.
Non voglio aggiungere altro perché, ripeto, il Consigliere Giancarli ha enunciato bene e in modo esaustivo le caratteristiche principali di questo atto amministrativo, e non sono abituato a ripetere.
Credo che per quel che sarà il dibattito, senza tralasciare quelle parti che sono state discusse anche in sede di Commissione il 22-23 dicembre, per cui c’è una parte di costa che lamenta la non inclusione all’interno di questa variante, la Commissione si farà parte dirigente per integrare la variante o comunque migliorare un Piano che sostanzialmente non può oltremodo vedere ritardi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Stiamo parlando della costa marchigiana, 180 chilometri di costa di cui il 75% è protetto da scogliere, più o meno mantenute.
Questa costa marchigiana di 180 chilometri per il 58% è sparita sotto il cemento, 98 chilometri di costa trasformati ad uso urbani e industriali, risultano liberi dall’urbanizzazione 26 chilometri ricadenti nelle aree protette, 28 chilometri di aree agricole e 14 chilometri di aree disponibili.
Questo è l’oggetto di cui stiamo parlando.
Riceviamo dalla IV Commissione il documento denominato: "Variante al Piano di gestione integrata delle aree costiere”, che prende le mosse da un Piano esistente e ne propone le modifiche.
Intendo dichiarare la mia stima al Presidente, al Vicepresidente e ai componenti della IV Commissione che so hanno lavorato attentamente a questo documento rispetto agli intendimenti della Giunta e dell’Assessore, e stimo il Servizio preposto.
Voglio evidenziare una sostanziale differenza culturale nell’approccio a questo tipo di problema e di problematiche.
Il Piano esistente varato dall’Assemblea consiliare nel febbraio del 2005 si proponeva, con la condivisione che posso esprimere oggi, perché allora non c’ero, dei semplici principi:
- la considerazione che la mancanza di una visione complessiva dell'ambiente costiero avesse generato una trasformazione dell'ambiente stesso;
- le trasformazioni indotte facevano sempre seguito a periodi emergenziali di arretramento della linea di costa;
- per intervenire bisognava avere uno strumento scientifico e conoscitivo che guidava le scelte:
- le parole d'ordine del Piano erano: la conservazione dell'ambiente naturale laddove non era ancora intervenuta la trasformazione, la mediazione su tutti gli aspetti, ambientale, economico, culturale, per ogni intervento da effettuare;
- la consapevolezza che il Piano era perfettamente in linea con le direttive comunitarie approvate, il Piano riporta la data dell'ultima Direttiva UE del 2002, ma ancor più con quelle in corso di approvazione, nel frattempo diverse ce ne sono state, mai recepite;
- il Piano prevedeva una spesa di 167 milioni di euro da investire in 10 anni.
Questa è la premessa sul Piano esistente che mi sento di fare.
Sulla variante presentata:
- la motivazione addotta per presentare la variante è la necessità di provvedere a progettare interventi di difesa costiera laddove eventi di mareggiate più o meno eccezionali hanno provocato arretramenti;
- la necessità di protezione della linea ferroviaria;
- la segnalazione dei Comuni costieri;
- il costo della variante sembra ammontare a circa 67 milioni di euro.
Cosa dire sulla variante presentata.
L'esame che ho cercato di fare del documento riguarda diversi aspetti.
Gli aspetti ambientali.
Il documento ambientale appositamente redatto alla pagina 138 riconosce che la variante presentata prende in considerazione solamente gli aspetti di sicurezza e difesa delle infrastrutture. Con questa impostazione a me sembra che si ritorni ad una vecchia cultura, propria degli anni ‘80, che ha proposto le trasformazioni che abbiamo tutti noi sotto gli occhi e che aveva come fondamento l'esclusiva soluzione e realizzazione di opere rigide. Cosa che ci viene riproposto anche in questo caso per almeno il 90% degli interventi.
Gli aspetti normativi.
La variante non accoglie alcuna trasformazione normativa, tanto che mi verrebbe da dire, per rispetto della premessa che ho fatto prima nei cenni di stima che ho rivolto ai vari soggetti coinvolti, che potrei votare contro questo atto non tanto per quello che contiene, ma per quello che non contiene. Il recepimento di alcune normative comunitarie è una di queste.
Una su tutte è la mancanza nell’elencazione normativa - in cui dovrebbe esserci a mio giudizio un adeguamento - del Protocollo di Barcellona redatto nel 2008, firmato dagli Stati membri nel 2011 ed entrato in vigore nello stesso anno.
All’articolo 5 di questo Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo, di cui in altre occasioni abbiamo parlato, ci sono sei obiettivi che cito brevemente: lo sviluppo sostenibile delle zone costiere attraverso una pianificazione razionale delle attività, quelle attività a cui si cerca di offrire una difesa, ma non è documentato quanto regga nel tempo; la preservazione delle zone costiere; lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali; la preservazione degli ecosistemi e dei paesaggi del litorale, che ci rimanda a quel dato che ho dato prima, cioè 180 chilometri di costa e il 75% interessato da scogliere; la prevenzione e la riduzione delle catastrofi naturali e del cambiamento climatico, cosa curiosa che mi rimanda al documento del CAL dove si dice: “La stessa Comunità europea ci impone di approfondire le tematiche riguardanti soprattutto l’innalzamento del livello medio marino che se avvenisse, secondo le previsioni legate all’aumento della temperatura globale, potrebbe far sparire le nostre spiagge basse. Per fortuna i modelli di previsione hanno un forte margine di errore”. Credo che se uno volesse fare delle battute: è come si stanno dimostrando le tesi negazioniste rispetto ai cambiamenti climatici. Per anni si è giocato su questo aspetto e apprendo che anche il CAL fa questo tipo di scommessa.
Sempre nel Protocollo, se fosse stato recepito, ci sono due articoli, il 21 e 22 che potrebbero offrire una chance importante sul medio e lungo periodo. Questi due articoli ci danno l’idea della forza normativa che il semplice recepimento ci permetterebbe e che sinteticamente rappresento come: politica fondiaria di acquisizione, trasferimento, adozione di strumenti economici compensativi. Niente è dato per sempre. Un danno si può risolvere nel medio-lungo periodo e non soltanto con dei sistemi di tamponaggio.
Politica fondiaria di acquisizione. La Comunità europea dà la possibilità agli Stati membri e di conseguenza alle Regioni di prevedere trasferimenti e di poter avere degli strumenti economici compensativi, questo lavorando sia con le risorse comunitarie, semmai ci fossero, che con le risorse nazionali o regionali. Questo tipo di interventi non sarebbero classificati come aiuti di Stato.
All’articolo 20 si dice: “A tal fine, per garantire la gestione sostenibile del suolo pubblico e privato delle zone costiere, le parti possono, in particolare, adottare meccanismi per l’acquisizione, la cessione, la donazione o il trasferimento di superfici al demanio pubblico e istituire servitù sulle proprietà”.
Un altro aspetto su cui mi sono soffermato sono le aree ambientali da salvaguardare. Non c’è menzione! Non viene citato il Conero, né il San Bartolo, né la Sentina.
Gli strumenti finanziari.
Il costo degli interventi parziali sull'intero territorio marchigiano ammonta, da una mia stima, a 67 milioni di euro. Di tali risorse manca totalmente il riferimento all’acquisizione delle stesse.
Le risorse naturali.
La cosiddetta variante oltre ad impegnare notevoli risorse finanziarie impegna anche notevoli risorse naturali, quali materiale di costruzione. Sorge una domanda spontanea: di fronte ad una massiccia previsione di scogli e di massi cosa pensiamo di fare? Apriamo nuove cave? E se non apriamo cave dove li troviamo questi materiali? Dobbiamo ricorrere come nella costruzione del MOSE alle cave della Croazia? E' lecito un qualche sospetto su tale sfruttamento massiccio fuori dall’Unione europea?
Ultimo aspetto la correttezza amministrativa.
L'elencazione delle mancanze di adeguamento alle normative comunitarie espone nuovamente l'Amministrazione al rischio concreto che portatori di interessi legittimi ricorrano nelle opportune sedi per l'annullamento degli atti approvati. Già la Corte Costituzionale si è espressa sul mancato recepimento delle norme comunitarie e penso che questo atto ne ripresenti la stessa mancanza.
In conclusione, il documento presentato ignora completamente la Direttiva comunitaria del Protocollo di Barcellona; gli interventi proposti riguardano esclusivamente interventi emergenziali che, a mio giudizio, non dovrebbero stare dentro un Piano come questo che è un Piano di sviluppo; non è dimostrata sostenibilità ambientale o meglio quella per lo sviluppo sostenibile; non si hanno previsioni sulle altre zone non coperte da intervento; vengono ignorate le aree di pregio ambientale; la risorsa economica prevista è ingente; vengono consumate risorse naturali; non vengono previsti strumenti normativi finanziari per la delocalizzazione; manca ogni riferimento a potenziali rischi indotti da fenomeni di inondazione costiera; espone l’Amministrazione al rischio di contenziosi per il mancato adeguamento alla normativa comunitaria.
In conclusione mi verrebbe da dire, per parlare un linguaggio molto franco, che il mare va lasciato stare, i beni difendibili come le ferrovie vanno protetti con delle scogliere, ma su tutto il resto va fatta un’opera di alleggerimento che gli strumenti comunitari potrebbero consentire, un lavoro impegnativo sicuramente, ma che darebbe dei risultati diversi.
Come il fiume, visto che il Presidente Giancarli ha citato la legge che abbiamo approvato poco tempo fa, anche le coste vanno rinaturalizzate, questo è il mio pensiero, questo è il pensiero di chi cerca di pensare con una mente ecologica, perché è l’unico intervento che può dare risultati duraturi nel medio e lungo periodo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marconi.

Luca MARCONI. Grazie Presidente. Cercherò di far guadagnare tempo a un dibattito interessante e non inutile sul quale grava la relazione ponderosa del Presidente Giancarli che non ha tralasciato nulla, nel senso che ha esplicitato tutte le questioni.
Ognuno di noi poi è libero di essere favorevole o contrario, ma diciamo che è stato un buon notaio rispetto al lavoro fatto in Commissione che sui giornali ha molto interessato l’opinione pubblica marchigiana.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori, chi voleva fare, chi non voleva fare, chi accelerava, chi ritardava. E da parte sua ha sempre sostenuto che le cose che abbiamo fatto sono state, nella tempistica, le più ragionevoli e possibili e ne è la dimostrazione il fatto che oggi abbiamo l’atto in Consiglio regionale. Lo dico perché penso che i giornali perdano tempo a scrivere queste stupidaggini, perde tempo chi le dichiara e perde tempo chi le legge. Penso che le cose vadano dette, io non ho grandi sostenitori nella stampa marchigiana, né io né il mio partito, per cui posso parlare con una certa libertà.
La realtà è questa, colleghi Consiglieri e cittadini che mi ascoltate, la realtà è che l’atto è stato prodotto, in tempi non normali, perché normalmente un atto così ponderoso, più di 200 pagine, avrebbe impiegato molto più tempo. Non si è perso tempo e si è cercato di dare una risposta, non dico la più giusta, ma sicuramente la più veloce che potesse essere messa in campo.
Il primo argomento che grava su tutto questo, come se fosse una scusa alla situazione in cui ci troviamo, lo voglio demolire subito, è che abbiamo i problemi dovuti al clima mondiale che è stravolto e cambiato. Questo non è un problema della costa marchigiana, come di nessuna costa, perché quando è stata costruita la ferrovia adriatica non c’erano questi problemi. La ferrovia è stata posta a poche decine di metri dal mare, non dalla spiaggia, e non c’erano i problemi del riscaldamento globale che, secondo me, è un’altra stupidaggine, come diceva bene il Consigliere Cardogna, e cito una fonte che su questa materia insiste molto, sembra che il sole si stia un po’ eccitando ed una piccola eccitazione del sole fa quanto 100 mila centrali termoelettriche. E’ inutile navigare su questi terreni, prendiamo atto che da più di un secolo sulla costa si sono fatte cose che non dovevano essere fatte. Punto!
L’ultimo atto è la casa a sud di Porto Recanati, all'inizio di Porto Potenza Picena, costruita tra la ferrovia e il mare. E’ un miracolo che abbia resistito fino ad oggi. Mi ricordo fin da ragazzino questa casa. Come può resistere una casa messa in quella posizione? E’ ovvio che non può resistere!
Questa variante al Piano urbanistico ambientale della costa è una cosa realistica? Questa è la domanda che mi interessa venga chiarita in questa sede, perché qui nessuno ha la soluzione, diciamocelo chiaro. Da anni si gira intorno a tante ipotesi, ma non c’è una soluzione prevalente. Questo Piano è una risposta e lo dicono chiaramente sia il Consiglio delle autonomie locali che il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, anche se quest’ultimo è un po’ più critico e, a parte la centralità del progetto che non voglio interpretare, dice che “si apre il versante della libertà agli approfondimenti progettuali”. Questa frase che poteva essere scritta forse più in italiano, indica un’idea semplice, cioè che non avendoci una soluzione prevalente, bisogna essere elastici e capire che più soluzioni possono e debbono essere adottate. Per questo il Piano è intelligente.
E’ un Piano di buonsenso e mette in conto una cosa che incontra un altro provvedimento che quest’Aula ha votato con grande fatica, una constatazione ovvia, questa sì, relativo al riscaldamento. Uno dei motivi, caro Consigliere Cardogna, che ha portato ad un aumento della vegetazione su tutto l’emisfero nord, in particolare nel nord Europa, è proprio il maggior caldo. Essendoci più vegetazione, c’è meno dilavamento di colline e di montagne, quindi scende meno sedimento. Inoltre l’acqua non arriva più con quella regolarità con cui arrivava fino a qualche decennio fa, abbiamo improvvisi acquazzoni, addirittura inondazioni, e meno sedimento sulle spiagge.
Facciamo incontrare queste due cose che abbiamo già deciso, da una parte i fiumi vanno puliti con mille precauzioni, con progetti, con verifiche fatte da più organi, però cominciamo a spendere i soldi in questa direzione perché, è ovvio, con questo andiamo incontro al corso naturale che non c’è più. Quindi mettiamo rimedio a questo, come ce lo chiedono tutti, sia il Cal che il Crel.
Non scandalizziamoci per altre soluzioni. Io sono rammaricato, Presidente Giancarli, perché le uniche cose che ho visto funzionare sulla costa di Porto Recanati – lo dico da recanatese – a costi bassissimi, sono le stelle di Ferrucci, cioè dei pali in cemento con una punta a tre stelle. Ci dicono che per un motivo estetico non possono essere più posizionate, ma abbiamo tratti di costa dove non c’è più la spiaggia, dove magari c’è da proteggere solo la ferrovia, potremmo metterle lì visto che non ci va nessuno e risparmiare qualche soldo.
Ecco perché sostengo che la linea della libertà progettuale è fondamentale. Non sono escluse, le hanno segnalate all’interno della relazione, ma non l’hanno escluse. Non capisco chi sposa solo una soluzione, vanno tenute in conto tutte e studiata, caso per caso, quella che può essere più conveniente.
Faccio anche riferimento a un’ovvietà che il Consiglio delle autonomie locali segnala: non ci sono i finanziamenti. Abbiamo approvato da poco un bilancio in cui abbiamo tagliato per 240-250 milioni decine e decine di leggi, interi settori della pubblica amministrazione regionale non hanno più finanziamenti, figuriamoci poter mettere in campo quello che qui sarebbe necessario, tra pennelli, scogliere, stelle, ripascimento e quant’altro, la stima va dai 50 ai 60 milioni di euro. Quindi è ovvio che non abbiamo le risorse ed è per questo che bisogna essere aperti a soluzioni diverse.
Quali sono gli interessi in gioco, sui quali dovremmo tentare una sintesi? La difesa della costa per gli abitanti, il mantenimento della spiaggia per le attività turistico commerciali, non violare ulteriormente l’ambiente. Credo che quest’ultimo interesse, caro Consigliere Cardogna, sia già tutelato, perché violare più di quello che abbiamo fatto è impossibile. Quindi su questo possiamo anche astenerci. In prossimità delle foci dei fiumi, che sono le uniche aree ancora relativamente protette, anche se parliamo di poche centinaia di metri a nord e a sud delle foci, non penso che qualcuno penserà di fare cose strane. Mentre la difesa della costa per gli abitanti, non sempre, ma spesso, incrocia anche il mantenimento delle spiagge, sono due cose sulle quali lavorare seriamente.
Non dico che dobbiamo essere orgogliosi di questo atto perché non stiamo facendo niente di straordinario rispetto all'ordinaria amministrazione e all’ordinaria attività legislativa, ma sicuramente questo passaggio è stato preparato dai tecnici con grande attenzione e vede da parte della politica la scelta fondamentale, cioè quella di non chiudersi le porte dietro, di non fare discorsi che ci porti a dire “questa cosa non si può far più”. Continuiamo a vigilare, a verificare, a studiare, anche ad approvare, ma manteniamo aperte le porte verso tutto.
Per questo, a nome anche dell’intero Gruppo dell’UDC, dichiaro un voto favorevole, convintamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ha ragione il collega Marconi, una delle poche cose che ha funzionato sono le stelle di Ferrucci, ex maestro di Recanati che nel 1976 le inventò con il finanziamento pubblico. Per lo meno quelle a sud hanno funzionato, mentre quelle a nord non sono state completate a dovere per opposizioni che vennero fuori all’ultimo momento. Effettivamente non sono belle, bisogna riconoscere che forse a quell’epoca i canoni estetici non erano quelli di oggi e, quindi, non sono riproponibili.
Finalmente interveniamo con questo atto, e siamo soddisfatti, per tamponare una situazione grave, una situazione che si è creata in molti tratti della costa marchigiana. Infatti l’atto amministrativo riguarda ben 8 interventi da nord a sud, e parliamo del problema dell’erosione della costa.
A mio avviso interveniamo tardi, interveniamo molto tardi su un problema che esiste da anni e che si è aggravato nel tempo.
Dobbiamo ammettere che per troppi anni abbiamo avuto come Regione soltanto la capacità di buttare soldi in mare, con inutili ripascimenti che ad ogni forte mareggiata, non alla prima, ma alla seconda, rivelavano la loro inconsistenza e la loro inefficacia. Venivano fatte fuori queste facili barriere che altro non erano che sabbia messa nei sacchi o senza sacchi.
Prima di questa variante esisteva un Piano di gestione integrata che nell’analisi degli squilibri e nelle indicazioni progettuali prevedeva già una serie di interventi, in parte realizzati, di tutela alla costa. Dobbiamo ricordare, senza voler inveire su questo, che ci sono vicende giudiziarie ancora aperte. Ci sono state e ci sono.
Se questi interventi fossero stati fatti a suo tempo o se fossero stati fatti nel modo corretto, forse oggi non saremmo qui a parlare di questi temi.
Mi concentrerò sulle zone che conosco meglio e, quindi, sugli interventi 4 e 5 che riguardano la zona di Porto Recanati e Porto Potenza Picena. Voglio ricordare che queste zone soffrono da molti anni, ed in particolare, dallo scorso inverno, sono stati terribili i danni subìti dalla costa. Abbiamo perso degli chalet: Palm beach, Mauro, Masai, Massi. Altri hanno avuto danni minori. Abbiamo perso spiagge intere nella zona Scossicci, a nord di Porto Recanati, e ancor di più nella zona di via delle Nazioni a sud della pineta di Porto Recanati dove sei stabilimenti balneari non hanno più la spiaggia.
Apprezziamo il lavoro che ha fatto l’Assessore Giorgi, apprezziamo anche la velocità inusuale, seppur dovuta visto la situazione creatasi, della IV Commissione, però è anche vero che il lavoro dell’Assessorato, dell’Assessore e della Commissione è stato necessitato dall’emergenza e dall’urgenza, cioè dal dramma economico, umano ed anche personale che le famiglie degli operatori balneari coinvolti hanno vissuto e stanno tuttora vivendo. Ci sono state proteste e perfino un blocco della litoranea. Salutiamo nel frattempo il probabile candidato alla presidenza che è impegnato in trattative elettorali. Tiremm innanz, come disse Amatore Sciesa di fronte al plotone di esecuzione. Assessore buongiorno! Assessore Marcolini! Voteremo per lei al congresso! Il nuovo che avanza è molto attento all’erosione della costa!

PRESIDENTE. Marangoni, per cortesia continui il suo intervento.

Enzo MARANGONI. Il saluto penso competa alla buona educazione di tutti.
Questa velocità dopo anni di disastri dell’Assessore e della IV Commissione è stata necessitata dalle difficoltà e dal dramma vissuti da queste famiglie, dai problemi che ci sono stati e anche dalle proteste.
Ho sollecitato con tanti atti, nell’ordine del giorno, al punto 7, ci sono 7 mie mozioni su questo tema ed un’interpellanza al punto 17. E' un anno e mezzo che questa cosa ha assunto toni drammatici nella zona di Porto Recanati e Porto Potenza Picena, ed io mi sono attivato, e credo che anche questo abbia spinto l’Assessore ad impegnarsi per portare finalmente, dopo tanti anni di attesa, questo atto amministrativo.
Secondo me nel frattempo la burocrazia ha lavorato male, perché ci sono state soltanto delle risposte burocratiche con problemi a non finire sulla richiesta dei blocchi di cemento che gli operatori balneari anche a spese loro erano e sono disposti a porre in attesa dell’approvazione di questo Piano. In attesa che i lavori inizino e finiscano, perché noi non sappiamo in realtà, ed è questo un limite di questo atto, quando inizieranno i lavori perché c’è una burocrazia successiva importante per cui non sappiamo quando finiranno.
Sarà difficile che la prossima estate, solo fra 5-6 mesi, la spiaggia in quelle zone possa essere utilizzabile. Ricordo che Porto Recanati non è una città balneare qualsiasi, è la terza città per turismo balneare delle Marche, ha 1 milione e 200 mila presenze l’anno.
C’è un’economia in crisi, un turismo in crisi, un livello occupazionale in notevole difficoltà, quindi, il tema è quando inizieranno e quando finiranno i lavori?.
Per questo motivo ho presentato una serie di emendamenti. Auspicavo, nei colloqui intercorsi poco fa, di poterli ritirare perché hanno avuto un iter un po’ strano, sia con gli uffici tecnici molti mesi fa che con la Commissione. Sono stato costretto a ripresentarli, ma li posso ritirare visto che non c’è consenso. Mi auguravo che ci fosse consenso almeno sull’ordine del giorno, ma ho capito che forse c’è qualche problema, non mi pare per volontà politica, ma per la solita burocrazia. O la politica fa la politica oppure è schiava della burocrazia ed onestamente mi chiedo cosa ci stia a fare.
Torniamo all’incapacità della politica di fare pianificazione. La Regione Marche è ormai ridotta a deliberare piani di gestione, ma in realtà si tratta di gestire vere e proprie emergenze. Oppure interviene solo a rischio di avvio di procedura di infrazione da parte dell’Unione europea. Siamo alla gestione dell’emergenza, non alla prevenzione. Parliamoci chiaro, questa Regione ha perso completamente la capacità di pianificare.
Sono d’accordo sul fatto che non dobbiamo dare la colpa ai cambiamenti climatici o al fatto che diminuiscano gli apporti dei fiumi.
Giocando sulle parole, proprio perché mi viene in mente l’incapacità della Regione di pianificare, forse PD significa pianifico dopo, cioè pianifico mai, nel frattempo l’emergenza cade e ci penso dopo. Il PD in certi casi può essere il partito d’affari, per esempio nel biogas, oppure può essere pianifico dopo, ma non pianifica mai, e poi corre con l’aspirina per curare un tumore. Perché è questo che stiamo facendo. Attenzione!
Adesso siamo tutti contenti perché variamo questo atto, con l’impegno di tutti, con la fretta, talmente tanta fretta che la Commissione non si è nemmeno ricordata di valutare gli emendamenti, presentati a tempo debito. Questa è l’incapacità di questa Regione di pianificare. Facciamo poche leggi e neanche pianifichiamo! E questa variante ne è l’esempio lampante.
Ho presentato un ordine del giorno perché dobbiamo uscire da questa situazione. Credo che sia importantissimo perché tra quando inizieremo a lavorare a quando questo grande cantiere finirà, passerà almeno un anno ed il punto è: che facciamo nel frattempo? Vogliamo fare qualcosa di semplice, ma efficace, di temporaneo per dare almeno la possibilità, come prevedo nell’ordine del giorno, agli operatori balneari di mettere dei grandi massi a tutela, non solo delle loro proprietà, ma di quello che sta immediatamente dietro, cioè della strada, delle infrastrutture sotto la strada, della ferrovia. Oramai l’acqua sia in zona Scossicci che al lido delle nazioni di Porto Recanati ha scavato sotto, non c’è più la strada.
Nel momento in cui proteggiamo gli chalet privati, come è accaduto a Porto Sant’Elpidio, proteggiamo anche il bene pubblico, e questo è molto importante.
E' un invito, se siamo persone serie, a dare applicazione all'ordine del giorno, se no siamo dei quaquaraquà. Ha ragione chi dice che gli archivi della Regione sono pieni di ordini del giorno, questa è la nostra ennesima colpa politica, non attuare le cose che diciamo, che scriviamo e che votiamo.
Credo che sia importante superare questa empasse che si è creata, non voglio, non è mio compito entrare nel merito di chi è la colpa, dei Comuni piuttosto che della Regione, però abbiamo assistito a un totale e continuo ping pong che è durato mesi; sta durando troppo a danno dell’economia, del turismo. Occorre che ci mettiamo a lavorare, auspico e invito l’Assessore a ragionare insieme all’autorità locale, al Sindaco di Porto Recanati, per trovare una sintesi. Dobbiamo fare, non dobbiamo assolutamente giocare a ping pong, dobbiamo risolvere un problema.
L’invito che faccio è quello di approvare l’ordine del giorno, naturalmente voterò a favore dell’atto anche se ho detto che denota l’incapacità di pianificare e la capacità di correre dietro ai problemi in ritardo.
Auspico una soluzione positiva anche dell’emergenza proprio perché ci abbiamo messo troppi anni per affrontare questo problema che andava pianificato prima.

Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Questa mattina stiamo affrontando un problema fermo dal 2005.
Mi ricordo che ero relatore di opposizione quando è stato approvato questo Piano e dopo 10 anni ci troviamo a discutere ancora un problema che purtroppo ha delle criticità che oggi fortunatamente trovano uno sbocco e non per scarsa volontà politica amministrativa, non me ne voglia il Consigliere Marangoni, trovano uno sbocco solo oggi, nonostante l’impegno di tutti, perchè l'atto è stato trasmesso il 26 novembre alla Commissione.
Non riesco a capire, dal 2005, cosa è stato fatto! Si è solo parlato, scritto, evidenziato, ma il problema è rimasto tale e quale e nessuno ha posto la parola fine.
Un ringraziamento va a chi mi ha preceduto in questa Commissione, Francesco Acquaroli, il quale non solo si è impegnato prima di me, ma dal mese di luglio ad oggi, ha seguito passo passo e attentamente tutta la problematica con il Consigliere Silvetti, Vicepresidente della Commissione, affinché si ponesse la parola fine a questo annoso problema.
Quando si parla di incapacità della politica, si perde di vista, di fronte ad un'emergenza così grave, la sana politica che, come ha detto il Presidente Giancarli, in cinque giorni lavorativi ha portato a termine questo atto per essere approvato, senza blaterare, senza andare sulla stampa, senza fare proclami ed interviste.
Mi dispiace che in questo provvedimento, lo dico da maceratese, non possono entrare i Comuni di Porto Sant'Elpidio e di Grottammare per il semplice fatto che se fossero inserite queste due realtà il Piano slitterebbe di sei mesi. Queste cose bisogna dirle, bisogna evidenziarle.
La Consigliera Ciriaci ha detto: “Perché noi?” Purtroppo se inseriamo queste due realtà salta l'approvazione della variante ed i tempi si allungano sensibilmente, e quelle realtà che oggi hanno una situazione drammatica vedrebbero allungarsi i tempi e non troverebbero una soluzione.
Ristabilita la verità, poi ognuno fa l'analisi e le considerazioni che ritiene opportune, questo atto, dal 2005, oggi è in Aula e verrà approvato. Che significa? Poteva essere approvato prima? So che nel mese di luglio sono state presentate alcune osservazioni, ma se fossero state accolte avrebbero rimesso in discussione tutto il Piano.
Bisogna capire e spiegare agli operatori balneari che in questo momento non si cerca una visibilità politica, io di visibilità purtroppo ne ho anche troppa, mi interessa ristabilire la verità e non seguire l’onda del malcontento, disinformando gli operatori e dando notizie distorte.
Se la politica è in ritardo bisogna dare le responsabilità a chi le ha, non sparare sul mucchio e dire sono tutti uguali, ma oggi è un nostro dovere, se non un obbligo, approvare questo atto.
Il 22 dicembre ci siamo riuniti per discutere questo atto e va ringraziato il Presidente che ha voluto, in quella sede, approvarlo impegnandosi e impegnando la Commissione a valutare tutto per portarlo il prima possibile in Consiglio regionale.Se oggi non ci fossero stati i pareri favorevoli del CAL o del CREL avremmo deliberato questo atto, vista la drammaticità non si poteva più aspettare.
Riguardo agli emendamenti, i tecnici ci hanno detto che se ne venissero accolti alcuni il Piano andrebbe ridiscusso. Ciò significa che se oggi accogliamo alcuni emendamenti non possiamo approvare questa variante.
Le contraddizioni che vengono poste sulla stampa oggi, purtroppo per essa, trovano la parola fine. Oggi viene approvata la variante e c’è una questione aperta, non entro nel merito perché non è mia facoltà, in merito alle competenze del Sindaco e del Presidente della Regione che non fanno altro che palleggiarsi le responsabilità. Sicuramente uno dei due è in torto: il Sindaco di Porto Recanati o il Presidente Spacca.
Come commissione avevamo il compito di approvare immediatamente questo atto e così abbiamo fatto.
Ripeto, mi dispiace per gli operatori di Porto Sant’Elpidio, di Grottammare e per quelli che hanno difficoltà analoghe e non sono stati inseriti in questa variante. Porto Sant’Elpidio è stato inserito nel Piano con l’impegno da parte del Consiglio di rivedere quanto prima questa soluzione ed il Presidente Giancarli questa mattina, a nome della IV Commissione, ha presentato un emendamento per Grottammare.
La drammaticità esiste anche a Potenza Picena, a Porto Recanati, quindi è bene deliberare oggi questo atto, però si faccia immediatamente chiarezza su chi deve intervenire e su chi deve ripristinare una situazione che allo stato attuale è in stallo.
Ho visto che il Consigliere Marangoni ieri ha presentato degli emendamenti, il giorno prima della Commissione, e il Consigliere Pieroni ne ha presentato addirittura uno questa mattina. Gli emendamenti del Consigliere Marangoni li abbiamo esaminati, ma purtroppo non abbiamo potuto accoglierli, anche se noi, colleghi del Consigliere Marangoni, avremmo voluto. Mentre non abbiamo avuto la possibilità di discutere quello del Consigliere Pieroni.
Non mi dilungo, invito ancora una volta il Presidente dell’Abat …, nella mia vita non ho mai cercato la visibilità, ho cercato sempre di dire la verità anche se a volte può creare qualche problema. Se ho detto qualcosa che non dovevo, chiedo scusa, ma di una cosa sono certo, le cose sono andate come ho detto e, quindi, pur essendo di Forza Italia non posso che ringraziare il Presidente Giancarli. Potevo speculare politicamente sui ritardi, sulle incongruenze, sulle divergenze con l’Assessore Giorgi, ma al Presidente vanno riconosciuti la coerenza, la serietà, l'impegno di portare immediatamente questo atto in Consiglio regionale. Ho fatto parte di molte Commissioni, ma la serietà e la coerenza del Presidente Giancarli vanno al di là degli schieramenti politici.
Ho avuto un precedente con il Presidente Giancarli e ringrazio iddio perchè ancora mi rivolge la parola. E’ una persona che riesce a recepire e capire quando uno fa veramente politica e non cerca di demolire una persona a livello personale. Le battaglie si fanno a livello politico e amministrativo.
Questo atto, ripeto, chiude una problematica, ne lascia aperte altre che riguardano altri Comuni, però penso che il buonsenso, la serietà e la celerità .., qui mi riferisco anche agli uffici, i tempi per le osservazioni, per le integrazioni, non si possono accelerare. La tempistica è quella che è, non dipende da voi, ma voi state nel tritacarne come ci siamo noi. Una cosa non va? La colpa è dell’ingegner Pompei. C’è un ritardo? La colpa è della politica. Si fa tutto un calderone e poi….
Concludo invitando l’Assessore Giorgi, affinché faccia definitiva chiarezza tra le competenze e le responsabilità del Presidente Spacca e quelle del Sindaco Montali.
Non rientra, Presidente Giancarli, nelle nostre competenze, non perché ci vogliamo chiamare fuori, però un invito glielo posso fare, il Consigliere Marangoni parlava di ping pong, allora perché non facciamo un'audizione con il Sindaco di Porto Recanati e il Presidente Spacca ed in quella sede vediamo come stanno le cose? Penso che sia una cosa molto corretta e possiamo farla in tempi brevissimi. Lei ci convoca tutte le settimane, chiama il Presidente Spacca compatibilmente con i suoi impegni, il Sindaco Montali, e si discute della problematica di Porto Recanati. Noi possiamo solo fare da trait d’union perché non abbiamo la competenza per entrare nel merito.
Per quanto mi riguarda annuncio il voto favorevole all’atto che trovo giusto e finalmente risolve alcune problematiche.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bellabarba.

Letizia BELLABARBA. Grazie Presidente. Anch'io concordo sul fatto che l'emergenza ci porta giustamente oggi a votare questa variante al Piano della costa perché ci sono i Comuni, i cittadini e le attività economiche che aspettano delle risposte urgenti ed è nostro dovere dare queste risposte e farlo in fretta, seppur lo facciamo con qualche criticità sia di merito che di metodo.
Per quel che riguarda il merito voglio sottolineare anch'io che la visione data da questa variante al Piano torna ad essere quella di dare priorità ad opere rigide. Ben sei interventi su sette prevedono opere rigide, sapendo che, credo che ormai ne siamo tutti consapevoli, non rappresentano le soluzioni migliori.
Ripeto, capisco che l'emergenza e anche la scarsità di risorse ci guidano in questo momento verso queste soluzioni, ma noi dobbiamo imporci una riflessione, non solo più approfondita, ma anche coraggiosa. Coraggiosa nelle scelte tecniche da adottare e coraggiosa nella difesa ambientale.
E’ stato già ricordato che abbiamo fatto un passo avanti con il lavoro intrapreso sui fiumi, con l'adesione della Regione Marche ai contratti di fiume - tra l'altro mi fa particolarmente piacere perché è arrivata successivamente ad una mozione che vedeva la sottoscritta come prima firmataria - però dobbiamo sicuramente fare molto di più e prendere questo tema come una nostra priorità.
Riguardo alla scelta di alcuni interventi rispetto ad altri è stata già evidenziata l'esigenza di portare in evidenza situazioni che non sono state ricomprese in questa variante del Piano. Sono stati citati i Comuni di Porto Sant’Elpidio, Grottammare e, con un mio ordine del giorno, porto all'attenzione anche la questione di Marina Palmense, seppure con motivazioni diverse e senz'altro specifiche che riguardano un progetto già in essere per il quale, con questo ordine del giorno, chiedo che venga ripreso in considerazione e portato a termine.
Per questi Comuni, in particolare Porto Sant’Elpidio e Grottammare, si è concordato di fare un atto integrativo. Di questo voglio ringraziare anch’io il Presidente Giancarli che è stato attento ed ha svolto, come sua consuetudine, una grande opera di ascolto, di confronto e di mediazione con la Giunta.
Siamo arrivati a pensare, e spero che venga attuato in fretta, ad un atto integrativo che ricomprenda e accolga le richieste di questi Comuni che non sono state considerate urgenti e quindi accoglibili, anche se ritenute necessarie. Lo stesso Assessore Giorgi ha ritenuto accoglibile l'atto integrativo.
Quello che sembra costituire un elemento importante nella definizione da parte della Giunta delle priorità d'intervento è anche il cofinanziamento da parte delle Ferrovie. Credo che forse avrebbe potuto avere altrettanta considerazione il cofinanziamento da parte dei Comuni, qualora ci fosse stato, come nel caso di Porto Sant'Elpidio. Invece a questo aspetto non è stata data nessuna rilevanza. La volontà economica del Comune di voler contribuire non è stata presa in considerazione, non ha costituito elemento al fine della valutazione delle priorità d'intervento.
Dal punto di vista del metodo, pur sottolineando di nuovo l'emergenza e l'urgenza, ringrazio ancora una volta il Presidente Giancarli per aver portato il Piano in fretta in Consiglio regionale, diciamo che l’atto è arrivato sia in Commissione che in Consiglio blindato, senza alcuna possibilità di apportare modifiche significative oltre a quelle già richiamate, altrimenti, come già ricordato. avremmo dovuto ricominciare da capo con le procedure e questo avrebbe fatto perdere ulteriore tempo e ritardato le risposte di cui prima ho parlato.
So bene che ci sono stati dei giorni a disposizione per fare delle osservazioni, ma permettere una seppur breve discussione approfondita all'interno della competente Commissione forse avrebbe contribuito ad arricchire il Piano e forse avrebbe permesso l’accoglimento di alcune delle osservazioni che ha fatto il Consigliere Cardogna. Forse dovrebbe esserci una Commissione permanente dedicata a questo tema perchè penso che oltre a rappresentare un’emergenza e un’urgenza, rappresenti anche una priorità e una necessità assoluta e, l'Europa, da questo punto di vista, potrebbe essere un faro importante sia in termini di normative che in termini di risorse, anche se prima di tutto dovremmo, anzi dobbiamo avere, come ente, un percorso chiaro in testa ed un obiettivo certo per il futuro della Regione in modo che questo settore contribuisca al futuro del Paese, alla salvaguardia non solo della costa, ma più in generale dell'ambiente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Oggi siamo tutti contenti, brindiamo a questa variante che riguarda le località che hanno avuto, in questi anni, gravissimi danni provocati dall'erosione marina. Però questa festa non può farci scordare le macchie indelebili che abbiamo vissuto negli ultimi cinque anni, da quando mi sono insediato.
Se fossimo una Regione normale, il materiale di dragaggio sarebbe usato per il ripascimento prima che diventi fango, come purtroppo avviene in tutti i porti delle Marche. Abbiamo tonnellate di sabbia - perché prima che diventi fango è sabbia - che stanno lì per anni, anni e anni, diventano fango e non sappiamo nemmeno dove metterlo! Se fossimo una Regione normale, come la Romagna, dragando costantemente i porti avremmo tanto di quel materiale da ripascere tutte le nostre spiagge, sicuramente quelle meno esposte all’erosione. Questa, quindi, è una gravissima pecca strategica, politica, forse dovuta anche ad interessi economici, perché sappiamo che i materiali di draga costano, costa il trasporto e costa il materiale di riporto. Se fossimo una Regione normale la tematica dell'erosione marina si sarebbe adattata alle modifiche del clima, prima, non adesso!
Una Regione deve essere attenta all'innovazione e mi accorgo del perché la Regione Marche alla fine ha sempre i bilanci che sono abbastanza equilibrati. Certo, spende poco e male i soldi che ha per le problematiche serie. Certo, son buoni tutti! Si sono spesi malissimo i soldi dei nostri cittadini sul tema della protezione della costa. Ricordiamolo, l'80% del turismo delle Marche è sulla costa! E’ chiaro, puntiamo anche alla diversificazione con gli agriturismi, con le nostre colline, le nostre montagne, però il risultato è che l'80% dei turisti va al mare.
Ci presentiamo come la Regione capofila della nuova Macroregione Adriatico-Ionica, dove la blu economy è praticamente il tema fondamentale, però non sappiamo gestire le cose del mare. Come si fa la blue economy se non draghiamo i porti? Per il porto di Fano siamo andati da Nencini. Abbiamo fatto di tutto e di più, ma non siamo stati capaci di trovare dei soldi che rispetto al bilancio sono veramente briciole. E’ una volontà politica quella di colpire le attività come quella della marineria, soprattutto fanese, oppure ditemi voi cos’è?
Se dobbiamo essere la Regione capofila della blue economy, della Macroregione Adriatico-Ionica, dobbiamo capire e studiare anche con innovazioni perché la costa non è tutta uguale, va studiata. Non so se i tecnici sono all’altezza, se hanno il tempo, se sono costantemente attrezzati per seguire le innovazioni che avvengono in tutto il mondo, perché il mare esiste dovunque. In Australia ed anche nei Mari del Nord, dove sicuramente le onde sono più forti che da noi, usano certe tecniche.
Guardiamoci in faccia, cosa abbiamo fatto fino adesso?
Brindiamo per questa variante perché vediamo che tutte le problematiche sono elencate, sono contento, grazie all’impegno di tutti noi che abbiamo fatto battaglie su queste tematiche anche a livello locale, però da qui in avanti vogliamo un'inversione di tendenza, bisogna far capire che ci vuole la professionalità nel gestire le cose, se no è fuffa, sono cose per motivi elettorali. Adesso si corre perché tutto diventa urgente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Innanzitutto dobbiamo ringraziare l'Assessore e soprattutto la Commissione consiliare che in poco tempo hanno rispettato una serie di impegni, come quello di portare in Aula la variante al Piano delle aree costiere.
Questo è un atto importante, un atto che in prospettiva potrebbe dare e darà delle risposte a tutta la costa marchigiana. Ma è giusto, perché questa è la sede opportuna, ricordare questi ultimi 10 anni, se non 15, di scellerate operazioni che hanno riguardato la costa a tutto tondo, da Pesaro sino a San Benedetto.
Ricordo ad esempio le problematiche legate alla città di Fano-Sassonia, gli interventi di ripascimento che sembravano risolutivi di tutti problemi della zona di Montemarciano, 1 milione di euro circa per il ripascimento nella zona del Conero. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, andando giù a Porto Recanati, Porto Sant'Elpidio, Porto San Giorgio. Quasi tutte località sono state toccate da problematiche importanti, chi più chi meno, da mareggiate, da erosione, eventi che hanno creato danni anche agli stabilimenti balneari. Ricordo solo gli ultimi due episodi che hanno toccato la città e la costa di Porto Recanati.
E’ chiaro che qualcuno, in questi ultimi 10 anni, si è reso responsabile di questi interventi milionari che non hanno sortito nessun effetto di mantenimento delle nostre coste, anzi, sicuramente hanno aggravato.
Vogliamo dare le responsabilità alla parte tecnica? Diamo la responsabilità ai tecnici, però credo che la politica che ha amministrato la Regione Marche in questi ultimi 10-15 anni e la Giunta di questi ultimi 10 anni un minimo di responsabilità se la devono prendere, se no rischiamo che nessuno è responsabile di niente ed i danni che ci sono stati nascono solo dalle responsabilità dei tecnici, mentre la politica ne esce tranquilla. Credo che qualche responsabile ci sia anche ai massimi vertici della nostra Regione.
E’ indubbio che l'atto che oggi viene portato in Aula, grazie all'impegno dell'Assessorato e della Commissione, è importante, ma approviamo un atto di indirizzo per quello che riguarda la variante delle aree costiere.
A chi come me ha avuto modo di leggere e approfondire alcuni numeri nascono delle preoccupazioni perché leggo che per il “Litorale a sud del porto, Viale Ruggeri, Sassonia” - parliamo della zona del fanese - a fronte di un intervento di 2 chilometri e mezzo circa, sono previsti interventi per quasi 9 milioni di euro. Sono cifre messe a chilometri. Andando giù non può sfuggire l'impegno più grosso che riguarda la costa di Porto Recanati, zona Scossici, dove tra un intervento e un altro, scogliere emerse o campo pennelli, parliamo di circa 17 milioni di euro o 15 milioni di euro a seconda della tipologia di intervento. Subito dopo l’altro grande intervento riguarda il tratto di fiume Potenza e fosso Pilocca e Civitanova. Parliamo di decine e decine di milioni euro.
La domanda che pongo prima di tutto a me stesso, poi al Consiglio e anche all'Assessore, che sono certo potrà toglierci anche questo dubbio, è se su questi 60 milioni di euro c'è un progetto di fattibilità di intervento a stralci o quant'altro che possa essere sviluppato nei prossimi cinque anni tramite finanziamenti europei, regionali, ministeriali e comunali? Oppure oggi noi discutiamo soltanto di una variante che nel tempo darà delle risposte tecniche, ma nella sostanza degli interventi non avrà una immediatezza o un medio respiro di intervento.
Assessore, lei lo sa meglio di me, qui non si possono dare responsabilità. C’è sempre uno scaricabarile tra la Regione e i Comuni. Chiaramente i Comuni si trovano sempre in mezzo, i Sindaci sono sempre sotto pressione perché sono il front office dei cittadini e di tutti gli operatori turistici e balneari. Alla fine credo che occorra trovare sempre il giusto equilibrio tra le responsabilità e le opportunità da dare.
Credo che una volta definito come vengono recepite e utilizzate le cifre qui scritte e capito quali possono essere i tempi …, ci sono delle zone della nostra costa che hanno una necessità impellente e che sono conosciute da tutti, dai Consiglieri, dai tecnici, dalla Giunta. Secondo me queste zone dovrebbero avere una priorità di intervento, altrimenti riparte la stagione e ci ritroviamo, come sempre, i bagnini che protestano, gli operatori turistici e i Sindaci che vengono qui, giustamente pressati dai loro concittadini, a chiedere una serie di risposte.
Ho presentato un sub emendamento all’emendamento del Consigliere Marangoni con il quale chiedo che una parte di finanziamenti, per quello che riguarda la zona di Scossicci ed il fiume Potenza e Fosso Pilocco, possa essere utilizzata in maniera diversa rispetto all'appalto fatto, per intervenire immediatamente e far sì che la stagione non sia un'ulteriore stagione di criticità.
Credo che su questo la Regione abbia la capacità e la possibilità di dare delle deroghe, se lo vuole, anche ai Sindaci, in modo che possano attuare e dare delle risposte ai concittadini.
Questo atto fa intraprendere e intravedere un percorso nuovo, diverso da come era stato congegnato fino ad oggi con i ripascimenti. Sappiamo cos'è successo, quali sono state le problematiche, non soltanto tecniche, legate al ripascimento e le vicissitudini amministrative fuori dal contesto della Regione e degli enti locali. Spero che una volta per tutte ci siano delle attenzioni forti per cominciare a mettere mano ad un problema che non è di questa legislatura consiliare, Consigliere Zaffini, ma è un problema che ormai questa Regione si trascina da più di 15 anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Siamo partiti da un'emergenza, ma mi sembra che la soluzione che viene posta, la modifica della variante al Piano di gestione integrata delle aree costiere, porti ad un arretramento rispetto a quelle che sono le politiche delle aree costiere. Un conto è prevedere l'elasticità e la difesa delle infrastrutture, cosa che è già prevista dalla normativa vigente - dove c'è pericolo per le residenze, per la vita umana o un'urgenza per gli operatori economici è possibile fare interventi ed eventualmente una variante in zone puntuali - un altro, che non condivido, è lo stravolgimento della filosofia alla base della programmazione del precedente Piano di gestione.
Con questa variante si creano un incremento generalizzato dell'intervento di difesa rigida della costa ed un impegno di spesa nella direzione dell'emergenza, perché rispetto alla difesa della costa l'intervento con le scogliere è un intervento di emergenza e qui si generalizza. Un conto è dire che si vuole intervenire in un punto a difesa della ferrovia, a difesa di due stabilimenti, un conto è intervenire con 65 milioni di euro di investimenti di risorse regionali. Andiamo a irrigidire il bilancio per i prossimi 10 anni nella direzione dell'emergenza, anziché nella direzione della prevenzione.
Ricordo che non c'è stato alcun investimento per la prevenzione del dissesto idrogeologico negli ultimi 10 anni, perché, essendo lo stesso capitolo di spesa, la difesa della costa ha assorbito tutte le risorse per il dissesto idrogeologico creando un serpente che si morde la coda, in quanto non curando i nostri fiumi diminuisce la naturalità dell'apporto di ghiaia.
E' sbagliato investire così tante risorse in maniera indiscriminata su tutta la costa per situazioni di emergenza e non investire sull'adeguamento ai cambiamenti climatici, come le direttive europee definiscono e come ha detto giustamente il Consigliere Cardogna.
Una parte di questi 65 milioni di euro dovrebbero finanziare l'arretramento. Faccio l'esempio di una situazione, dell'area di Portonovo, dove questo sarebbe possibile, ma non si fa perché gli operatori hanno detto che non hanno le risorse. Il Piano particolareggiato della costa di Portonovo prevede lo spostamento e l'arretramento di alcuni stabilimenti balneari, iniziamo a finanziarli, altrimenti ci troveremo a dover difendere ..., bastano quattro interventi della stampa populista, quella che oggi va di moda, ed un bel temporale d'inverno, perchè parta un tam tam, tanto che lo scorso anno abbiamo rischiato di mettere le barriere rigide addirittura davanti ai nostri parchi naturali, a Pesaro, a San Benedetto, ad Ancona.
Secondo me delle risorse vanno previste per fronteggiare ed adeguarsi ai cambiamenti climatici e non solo per l'emergenza.
In merito ai 65 milioni di euro, chiedo che, come minimo, vengano ridotti del 50% e vengano messi su un Piano ..., a giugno c'è stata una mozione del Consiglio regionale che impegnava gli uffici a fare progetti per la Giunta affinché si facesse un Piano pluriennale di gestione del dissesto idrogeologico entro ottobre. Siamo a gennaio e non c'è stata presentata alcuna proposta da parte della Giunta, non c'è un nessuno che parli di Piano pluriennale per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Ad alcuni amici che mi hanno chiesto se mi sarei candidato, ho risposto: “No, non mi ricandido perché ho fatto 10 anni il Consigliere regionale e dopo 10 anni i consigli sono sempre quelli ed inizio a ripetermi”, forse in questi 10 anni li ho esauriti, ma qualcuno non ha neanche iniziato a fare il proprio lavoro.
Ho dato dei consigli sulla funzione di programmazione che qualcuno doveva fare, l'Assessore, il Presidente della Giunta, i dirigenti regionali, pagati anche loro profumatamente come me, ma non mi sembra che abbiano dato frutti.
Non c’è la programmazione sanitaria. Non c’è la programmazione della gestione del territorio, non c’è la programmazione della difesa, non c’è la programmazione sui trasporti pubblici, ci mancano le risorse, siamo alla preistoria e c'è un bilancio negativo di questa esperienza per quanto riguarda la valutazione delle competenze di chi doveva produrre atti e programmare.
Il dogma di questa Regione è adeguarsi alle richieste, andare incontro, fare pressioni, e solo in questo modo si ottengono leggi, interventi, finanziamenti. Con tutto il rispetto, questo caso non è riferito ai bagnini o agli operatori turistici che lavorano sul proprio territorio e chiedono adeguamenti. Però ho visto situazioni in cui veniva chiesta una nuova difesa rigida, cioè una scogliera del costo di diverse centinaia di migliaia di euro, solo perché lo stabilimento balneare non voleva delocalizzarsi. In certe situazioni bisogna anche intervenire se c'è lo spazio, come è stato detto, se ci sono le risorse europee, perchè nelle zone in cui è più evidente l’innalzamento e la modificazione delle scogliere dovuta alle correnti che erodono maggiormente ...Se c’è un Piano andiamo a vedere dove è possibile difendere con le scogliere, ma anche dove è possibile adeguarsi con degli spostamenti, con una nuova programmazione degli spazi turistici. Tutto questo, se c’è un Piano di gestione, deve essere affrontato.
Per tutti questi motivi voterò contro questo Piano, perché va contro il criterio della programmazione e, seppur affronta alcune esigenze reali, di fatto, secondo me, spreca tante risorse sull'emergenza che potrebbero andare sulla prevenzione.

PRESIDENTE. Ha parola l’Assessore Giorgi, dopodiché passeremo all’esame degli emendamenti.

Paola GIORGI. Finalmente, dopo molte volte che quest'Aula ha discusso il tema dell'erosione costiera e della difesa della costa con mozioni e interrogazioni, giunge un atto che è una variante al Piano integrato di gestione della costa. Un atto molto atteso sul quale l'Assessorato, per quel che mi concerne, appena insediato, ha iniziato immediatamente a lavorare.
Voglio fare subito una precisazione prima di entrare nel merito e rispondere alle mille sollecitazioni che sono venute dall’Aula.
Nel 2005 quest’Aula ha approvato il Piano integrale della difesa costiera e devo dire che, da un confronto che abbiamo avuto mercoledì scorso al Ministero dell’ambiente con tutte le altre Regioni sul tema della difesa della costa, la Regione Marche è risultata quella con la normativa più avanzata.
Quel Piano è stato redatto nel 2005 ed è naturale che dopo 10 anni venga fatto un aggiornamento e l’aggiornamento del Piano generale di difesa è partito proprio con la pubblicazione nel BUR a dicembre 2014.
L’atto di cui stiamo parlando oggi e che viene approvato, è una variante che si inserisce nelle more della revisione generale del Piano integrale della difesa della costa. Questo non era stato evidenziato e mi sembra opportuno dirlo anche per stabilire di cosa stiamo parlando.
Un atto che è stato reso necessario specificatamente per alcune parti della nostra costa. Come già detto sono stati individuati sette interventi che presentano delle caratteristiche specifiche e soprattutto l'esigenza di intervenire per situazioni di emergenza.
Anch’io voglio fare dei ringraziamenti. Credo che questo atto sia stato portato avanti con una grandissima velocità. Nasce nel febbraio 2014 con una comunicazione in Giunta da parte dell'Assessore, la sottoscritta, con la quale si chiede la condivisione, condivisione che c'è stata subito con la Giunta regionale, nelle more della revisione del Piano generale della costa, per intervenire nei punti dove c’erano situazioni di maggiore urgenza ed emergenza. Ottenuta questa condivisione da parte della Giunta, ringrazio anche i tecnici che hanno lavorato molto e cercato di fare nel più breve tempo possibile - questo è un atto molto complesso che prevede molti passaggi di condivisione anche esterna - dopo lunghi approfondimenti tecnici per la redazione, la Giunta l'ha approvato a luglio, dopo di che c'è stata la fase pubblica delle osservazioni ed è ritornato in Giunta a novembre per la seconda approvazione ed è stato poi trasmesso alla IV Commissione consiliare.
Devo dire che ho fatto pressione al Presidente Giancarli affinché l’atto venisse approvato immediatamente e lo voglio veramente ringraziare. Ringrazio anche i commissari che sono stati disponibili, perché in una giornata sono state fatte le audizioni e l'atto è stato approvato. Intendo ringraziare il Presidente Solazzi perché ha dato un’accelerata finale affinchè questo atto arrivasse oggi in Aula per l’approvazione.
Con l’ingegner Pompei ci eravamo dati, conoscendo i tempi di un atto così complesso, come data di approvazione finale il mese gennaio, secondo noi sarebbe stato un record, e ci siamo rientrati con il contributo di tutti. Con il contributo degli enti locali che hanno mandato le loro osservazioni, con il contributo degli operatori balneari che si sono interessati a questo atto per difendere il proprio lavoro, con il contributo di Ferrovie dello Stato, come è stato detto più volte.
Questo atto è una strategia che l’Assessorato ha posto in essere per la difesa della costa, perché oltre ad intervenire con un atto come questo, che è un atto di programmazione, Consigliere Binci, siamo intervenuti riattivando una vecchia collaborazione che era dormiente con le Ferrovie dello Stato. E’ importantissima perché con le Ferrovie dello Stato condividiamo la necessità di difendere la costa. Loro devono difendere la loro infrastruttura ferroviaria che corre lungo la costa, noi dobbiamo difendere il nostro litorale per altre motivazioni. Abbiamo riagganciato i rapporti, abbiamo avuto numerosi interventi tecnici, abbiamo individuato interventi comuni di difesa lungo tutto il tratto costiero, soprattutto abbiamo condiviso la volontà di RFI di compartecipare alle spese laddove riusciremo a fare interventi comuni. Il tema finanziario non è un tema secondario, anzi, è uno dei principali, credo che questo accordo con le Ferrovie dello Stato sia uno dei punti importanti della strategia che l’Assessorato ha posto in essere.
Terzo punto, il tema delle risorse su cui poi tornerò in maniera più approfondita alla fine dell’intervento.
Non vado ad illustrare tecnicamente i sette interventi, sono stati già descritti dal relatore di maggioranza Consigliere Giancarli, posso solo dire che si va ad intervenire nei luoghi dove ci sono situazioni tecniche che sono state vagliate in base a una storicità. Chiaramente quando si mette mano ad un atto del genere si fanno degli approfondimenti e degli studi storici. Questo è un atto di programmazione e può solo ed esclusivamente essere portato avanti così.
Voglio soffermarmi su alcune sollecitazioni che sono venute dall’Aula.
Ho detto prima del tema delle risorse. Nel nostro POR-FERS, parlo della programmazione europea 2014/2020, abbiamo attivato, una scelta della Giunta regionale condivisa dall’Aula, l'obiettivo tematico 5 inerente al contrasto del dissesto idrogeologico, attivando la possibilità di investire sia per quanto concerne la manutenzione dei fiumi che per quanto riguarda la difesa della costa. Abbiamo stabilito anche che queste opere di intervento sul POR-FERS saranno attivate obbligatoriamente con la compartecipazione sia pubblica che privata. Con pubblico chiaramente ci si riferisce agli enti locali, c'è qualche Comune che comincia a mettere in bilancio delle risorse per la difesa della costa e quando parliamo del privato l’occhio va alle Ferrovie dello Stato con le quali si sta portando avanti una strategia condivisa che si protrae su più punti. Quindi le risorse ci sono.
Abbiamo in corso un accordo di programma con il Ministero dell'ambiente e quando il Consigliere Binci parla di mancata programmazione sul dissesto idrogeologico rispondo immediatamente con 33 milioni di euro che sono al momento attivi sul nostro territorio. Mancano 6 milioni perché il Ministero ce li deve trasferire.
Sono interventi finalizzati a contrastare il dissesto di cui due a difesa della costa. Un intervento è nella zona di Fano, non è ancora partito perché il finanziamento è arrivato nel 2014, ma siamo in fase di valutazione progettuale e pertanto a breve partirà ed il Comune, quale stazione appaltante, provvederà a fare il bando per trovare la ditta per portare avanti i lavori. L'altro intervento in corso riguarda l'accordo di programma di Porto Recanati che era partito tempo fa perché era stato finanziato, ma ci tornerò perché ho sentito diversi interventi in merito.
Per quanto riguarda le risorse, abbiamo a disposizione quelle dell'accordo di programma, specificatamente per questi due interventi per la difesa della costa, e quelle che abbiamo inserito sul FERS.
C’è un’altra possibilità che si è aperta e alla quale abbiamo risposto immediatamente presentando dei progetti. A dicembre c'è stato un incontro a Roma alla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, presente il Ministero dell’ambiente, l’ISPRA, la Protezione civile e tutti coloro che si occupano della tematica, e il Governo ha comunicato alle Regioni la possibilità, entro il 2015, di riattivare un nuovo accordo di programma per mettere in campo nuove risorse contro il dissesto, anche per la difesa della costa.
C'è stato detto che entro pochissimo tempo dovevano essere presentati i progetti. Noi che avevano le progettazioni, perché la programmazione la facciamo, abbiamo inserito diversi progetti di difesa costiera ed anche un progetto del quale in quest’Aula avevamo parlato e vi voglio rendere conto dei passi in avanti che sono stati fatti.
Avevamo parlato di questa azione, intrapresa dall'Assessorato, di condividere un intervento di difesa costiera con la Regione Emilia Romagna e con la Regione Abruzzo. Un intervento comune Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Quando si lavora in maniera integrata, in maniera sinergica, si ottengono molti risultati sulla valorizzazione delle risorse. Questo tipo di intervento è stato progettato ed inserito in questo sistema che raccoglie i vari progetti, si chiama ReNDis, ed è al Ministero proprio per essere finanziato. Questo per dire che la programmazione la stiamo facendo e le strade che abbiamo battuto le portiamo avanti con determinazione fino alla fine, perché parliamo di un tema assolutamente importante.
C’è un altro elemento che è emerso mercoledì scorso al Ministero dell'ambiente. Sono state convocate tutte le Regioni perché finalmente il Ministero si è accorto che non esiste un Piano di gestione integrata nazionale delle coste e soprattutto non esiste una normativa nazionale specifica alla quale adeguarsi. Ogni Regione ha normato in base alle proprie esigenze. In quel confronto è emerso che con il nostro Piano del 2005 siamo una delle Regioni più avanzate per come è stato ideato e pensato. In quel contesto abbiamo portato anche il tema dei canoni demaniali. Devo dire che ne avevo già parlato quella mattina in un altro appuntamento, però l’ho portato anche all’attenzione del Ministero ed è stato condiviso da tutte le Regioni. Questa è una battaglia importante che dobbiamo portare avanti noi come Regione ma, trattandosi di una normativa nazionale, anche chi ci rappresenta ad altri livelli istituzionali, chiaramente mi riferisco al Parlamento.
Dal nostro territorio partono delle quantità di risorse economiche che derivano proprio dalle attività balneari, dalle attività che insistono all’interno delle aree portuali, canoni demaniali che vanno al Ministero. Nella Regione Marche ne rimane una percentuale bassissima, quindi abbiamo chiesto a gran voce che venga rivista questa normativa e che queste risorse che partono dal territorio ritornino al territorio per interventi specifici sia sulle coste che per la manutenzione dei porti.
Anche a livello nazionale ci stiamo muovendo moltissimo per modificare le normative in corso perché per molto tempo siamo stati un po' tutti troppo silenti, magari ci siamo puntati le dita uno contro l’altro - giocare a ping pong, l'ho sentito più volte dire, io non gioco a ping pong, è uno sport che odio e nemmeno in politica gioco a ping pong - ma per stroncare queste situazioni bisogna muoversi ad altri livelli.
Un appunto voglio farlo sull’emendamento che è stato presentato dalla IV Commissione, per quanto concerne la possibilità di avviare, sempre nelle more della revisione generale del Piano della costa di cui vi ho detto all'inizio, un intervento specifico per un'altra parte nel nostro territorio, cioè per Porto Sant'Elpidio, oggi ampliato anche a Grottamare. Sono situazioni che conosco benissimo, ma non avevano delle caratteristiche tali da essere inserite in questa variante, una variante che ha delle specifiche tecniche molto puntuali.
La Commissione non ha fatto altro che accogliere e scrivere un'indicazione che era emersa in un incontro che c’è stato con il Sindaco di Porto Sant’Elpidio e con gli operatori balneari - chiaramente sempre presenti i nostri tecnici regionali - all'indomani di una recente mareggiata, nel quale avevo detto che l'unica cosa da fare era attivare un altro atto integrativo, e questa è stata l'osservazione raccolta dalla IV Commissione.
Ho visto gli ordini del giorno che sono stati presentati. Voglio dire alla Consigliera Bellabarba che, lei ha presentato un ordine del giorno in merito ad un intervento su Marina Palmense. Su Marina Palmense, nel Comune di Fermo, c’è un intervento che nasce da un contributo straordinario concesso dalla Regione Marche nel 2011. Contributo attivato perché il Comune di Fermo aveva presentato una progettualità specifica alla quale, da un punto di vista finanziario, compartecipava il Comune stesso ed il privato, quindi questo tipo di progettualità aveva dei criteri che hanno permesso alla struttura tecnica di fare una scelta piuttosto che un'altra.
Ora i lavori sono fermi, nel senso che, in maniera parziale, si è proceduto a quella progettualità iniziale, anche se devo dire che i progetti, soprattutto sulla tematica dell’erosione costiera, devono essere portati sempre a termine altrimenti i progetti parziali rischiano di portare più danni che benefici.
Abbiamo fatto 4-5 incontri con il Comune che continuava a dirci: “Vorremmo, diremmo, faremmo” e nell'ultimo incontro, lo scorso 15 gennaio, quindi cinque giorni fa, abbiamo nuovamente detto: “Va bene, l’importante è che venite qui con un progetto”. Credo che la politica debba parlare per atti specifici, non per idee o congetture. Pertanto va benissimo questa cosa che chiede la Consigliera Bellabarba, però bisogna che il Comune di Fermo arrivi alla struttura regionale con un progetto specifico per poter valutare la possibilità di metterlo in campo, altrimenti non si può fare una scelta senza avere studiato dei progetti specifici.
L’intervento di Porto Recanati di cui si è parlato, è stato inserito nell’accordo di programma stipulato il 25 novembre 2010 tra Regione Marche e Ministero dell’ambiente. All'inizio erano previsti 38 milioni di euro, poi il Ministero ha tolto delle risorse, quindi sono stati attivati 33 milioni di euro grazie anche ad una compartecipazione regionale di 6 milioni di euro. E’ un tipo di intervento nell'ambito dell'accordo che ha una gestione commissariale. All'inizio c'era un commissario, poi, come sapete, nel corso del 2014 il nuovo Ministro dell'ambiente ha fatto delle modifiche per rendere più snello questo tipo di intervento, anche se, devo riconoscere, che noi con il precedente commissario non abbiamo mai avuto alcun problema. Il Ministro ha ritenuto opportuno, anche per esperienze maturate in altre Regioni, modificare questa normativa e ha nominato commissari degli accordi di programma i Presidenti delle Regioni. Ad oggi il commissario dell’accordo di programma Regione Marche-Ministero dell’ambiente nell’ambito del quale è inserito l’intervento di Porto Recanati è il nostro Presidente. Chiaramente sono stati fatti degli atti per individuare la struttura tecnica che seguisse, da un punto di vista tecnico, tutti i vari interventi sull’accordo. Inoltre c’è una tempistica da rispettare nell'ambito di questo intervento.
Quali sono i ruoli? Il soggetto attuatore - e questo vale per tutti gli interventi dell'accordo di programma che sono oggi attivi nel nostro territorio - cioè colui che ha la responsabilità di fare un bando di gara e gestire anche i rapporti con le imprese che devono eseguire i lavori, è l’ente locale, in questo caso il Comune di Porto Recanati.
A Porto Recanati c'è una stasi, nel senso che c'è un intervento che in realtà non è mai partito, e c'è una difficoltà di dialogo, sembra, con l'impresa. Una difficoltà di comunicazione che, visto i ruoli che ognuno ha, può essere, a questo punto, solo superata da un dialogo, da un rapporto reale tra la stazione appaltante che è l'ente locale, in questo caso il Comune, e l’impresa. Lo stato dell'arte è questo.
Pochi giorni fa è pervenuta da parte del commissario dell'accordo di programma, che è il Presidente di ogni Regione, una richiesta a sollecitare i tempi, perché è stato dato un tempo alla stazione appaltante per prendere una decisione, altrimenti c'è il grave rischio che siano revocate le risorse. Domani abbiamo un incontro presso la struttura di missione a Roma per parlare di questo intervento. Vi anticipo che con noi ci saranno anche le Ferrovie dello Stato.
Non avrei voluto parlare di cose puntuali, però l’Aula le ha stimolate e, visto che le questioni aperte ci sono e l’attività che l'Assessorato sta facendo sul territorio è veramente tantissima, è utilissimo condividerle.
Tornando all’atto che andiamo ad approvare oggi, grande soddisfazione, permettetemelo, mi è piaciuta moltissimo questa condivisione. L’Aula più volte aveva espresso questa necessità e in tempi veramente rapidi siamo riusciti a portarla a termine. Adesso parte l’altra sfida, quella più grande, quella che riguarda la variante generale del Piano integrato della costa, per arrivare al termine della quale occorreranno circa 15-20 mesi di lavoro perché il lavoro è molto più complesso.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

Emendamento 01 a firma della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento 1 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. A pagina 35 dell’atto si dice che su una parte del tratto ci sono delle protezioni. Non è così! Solo su una parte di questo tratto ci sono delle opere di difesa. Sembra un fatto banale, ma se le protezioni fossero ovunque, non si spiegherebbe il motivo per cui alcuni chalet di quella zona, parliamo di Scossicci, sono caduti: Palm Beach e Massi. Non si spiegherebbe come mai gran parte della spiaggia non c'è più.
In realtà l’atto dice cose non vere e la dimostrazione sta nello stato dei luoghi che è completamente trasformato. Se tutta la zona fosse protetta da opere non avremmo avuto l'erosione. Questa è la situazione!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Rispetto all’emendamento n. 1 del Consigliere Marangoni - tra l'altro sono emendamenti che hanno anche delle peculiarità di carattere tecnico, quindi, ringrazio ancora una volta il Servizio per la collaborazione prestata anche nella risposta agli stessi - la situazione è questa: il tratto di litorale considerato dall'emendamento, ovvero i transetti dal 492 al 494, è protetto da opere di difesa costiera quali, da nord verso sud: pennelli radenti, opere sperimentali, scogliere sommerse, scogliere emerse, identificate nel sistema informativo territoriale della costa, ovvero SIT Costa, quindi, esprimo il voto contrario a questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)
Emendamento 2 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Stessa cosa di prima. Ripeto, non è vero, è falso, è sbagliato, non è così, non è vero che tutto il tratto è protetto. E’ parzialmente protetto. Una parte è protetta da opere di difesa, un'altra no, altrimenti non avremmo avuto, per 200-300 metri, la "scomparsa" di due metri di spiaggia in altezza ed il crollo degli chalet.
La dimostrazione che l'atto dice cose non vere è proprio l’erosione che è avvenuta. Gli chalet sono caduti, i metri di spiaggia non ci sono più sia in altezza che in lunghezza. E’ palese, la zona la conosco palmo a palmo, è un atto sbagliato e l’ho scritto sei mesi fa, non adesso! L’ho scritto agli uffici tecnici che non si sono degnati di una risposta perché non rispondono. L’ho scritto in Commissione uno, due mesi fa, ma la velocità ha impedito di esaminarlo. L’ho riscritto ieri mattina quando ho presentato per la terza volta lo stesso emendamento presentato sei mesi fa.
Non è così! Voi votate rosso perché dovete votare rosso, perché ve l’hanno scritto, però è sbagliato, è sbagliato nei fatti. Dopodiché votate come vi pare, tanto siete voi i padroni.

PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 3 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Anche qui, stessa cosa. Parliamo della strada litoranea che conosco perfettamente, palmo palmo, Porto Recanati-Marcelli di Numana. E' prioritario difendere questa strada per motivi economici, logistici, strategici. E' l'unica via di collegamento, oppure si deve passare sopra il monte per il Taunus, qui ci vogliono opere di salpamento accanto ai marciapiedi perché l'acqua, in certi punti, è arrivata sotto. Adesso il Consigliere Giancarli dirà che è tutto posto, ma non è vero!
Abbiamo analizzato i transetti dal 489 al 494, non è come voi dite ed anche qui chiedo un intervento. Votate rosso perché tanto quello che dico non serve.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Il fatto stesso che il Consigliere Marangoni abbia, per me è un fatto importante, la relazione di cui io dispongo come relatore di maggioranza, come relatore di un atto, è la dimostrazione della trasparenza con cui ci muoviamo e con cui si muove il Servizio.
Stiamo ragionando su aspetti che sono più di carattere tecnico che istituzionale e comunque qui c'è scritto che la copertura con opere rigide dell'intero paraggio dal transetto 483 al 500 è prevista sia con le previsioni del Piano vigente che con la variante proposta, quindi, credo, che da questo punto di vista ci sia il massimo della chiarezza e della determinazione.
Per quanto mi riguarda sono per seguire la linea tecnica che c'è stata fornita, anche perché, Assessore Giorgi, se c'è la necessità di un ulteriore sopralluogo - sono state avanzate delle proposte, come quella del Consigliere Brini - non credo che il voto dell'atto chiuda un percorso.
Chiude un iter di carattere amministrativo-legislativo, ma l'attività continua, quindi, quel tipo di verifiche tecniche e quegli incontri di carattere istituzionale, come quello proposto, Comune-Regione, possono trovare compimento perché il confronto può arricchire ulteriormente il percorso e far sì che, come ho detto questa mattina, l'atto si traduca concretamente in realtà.
Anche qui voto contrario, ma con questo percorso molto aperto, democratico, costruttivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Presidente. Conosco il Presidente Giancarli e la Commissione ed ho fiducia nell'onestà intellettuale nel recepire le indicazioni della relazione, ma per chi come me, il Consigliere Marangoni, il Consigliere Marconi ed altri, conosce bene quella zona perché la frequenta nel periodo estivo - e voglio portare questa esperienza all'attenzione dei Consiglieri - sa bene che l'emendamento del Consigliere Marangoni non è così peregrino.
Presidente Giancarli, Consiglieri tutti, nel novembre scorso la mareggiata ha superato la strada provinciale che collega Porto Recanati alla foce del fiume Musone. Il mare è andato sopra la strada e in alcuni punti ha scavato sotto, senza parlare dei crolli degli stabilimenti balneari.
Credo che, al di là dei rapporti tecnici, chi fa queste relazioni debba far capire all'Assessore, al Presidente della Commissione, a tutti i Consiglieri della Commissione, cosa sta succedendo in questa strada. Non so se lo sa, Presidente, ma circa un anno fa, nella stessa zona, di fronte al locale che si chiama Mia, quindi, lungo la strada provinciale, è stato fatto un ripascimento che non ha tenuto niente - questo ripascimento una volta va da una parte, sembra che si sposti sempre, sicuramente sarà così - e non ha risolto i problemi.
Credo che questo emendamento sia una tutela e dia un percorso politico, amministrativo, istituzionale, all'Assessore, al Presidente, che giustamente si devono avvalere dei tecnici che hanno le capacità per risolvere questi problemi, però se noi, Presidente Giancarli, oggi approviamo questo intervento per la zona di Scossicci, sa cosa ci diranno i tecnici fra un anno? Il Consiglio, la Commissione, hanno votato questo, quindi noi dovevamo seguire queste direttive.
Stiamo tutti attenti perché le responsabilità non finiscono oggi. Coloro che operano per le amministrazioni si ritroveranno e verranno da noi e ci diranno: voi avete approvato quell'atto per quello specifico spazio.

Emendamento 3. Lo pongo in votazione.

(Voci fuori microfono)

PRESIDENTE. Qual è il problema? Scusi quando è il contrario non lo devo fare ed invece... Consigliere Natali, sono presenti in Aula, come faccio a non rifare la votazione? Sono tutti qui!
Ripetiamo la votazione.
Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 4 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 5 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 6 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 7 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Sub emendamento 8/1 a firma del Consigliere Pieroni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 8 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 9 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento 10 a firma del Consigliere Marangoni. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Ordine del giorno 92/1 a firma della Consigliera Bellabarba, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno 92/2 a firma del Consigliere Marangoni, ha chiesto la parola, ne ha facoltà.

Enzo MARANGONI. Questo ordine del giorno in sintesi dice tre cose. Dice che per porre fine a questo ping-pong, l'ho chiamato così nell'intervento generale, tra la Regione e il Comune, impegna il Presidente della Giunta regionale, nonché il Presidente dell'Assemblea legislativa a fare tre cose, uno: ad invitare il Sindaco di Porto Recanati ad autorizzare, in veste di massima autorità locale per la protezione civile e la tutela della salute pubblica, ad emettere specifica ordinanza di sua competenza per la posizione di grandi massi o blocchi di cemento a protezione degli chalet e delle infrastrutture lineari prossime al litorale, così come ha fatto il Sindaco di Porto Sant'Elpidio.
Punto due: in ragione del punto precedente, che si adottino atti nei confronti della dirigenza della P.F. servizio trasporti affinché non si pongano in essere ulteriori vincoli all'apposizione di massi o blocchi a tutela temporanea degli chalet, a condizione che non creino danni ad infrastrutture pubbliche e private. Questa parte è rivolta alla Regione.
Terzo punto: a sbloccare la situazione di stallo in cui ci si trova al fine di programmare velocemente gli interventi di tutela della costa anche nel periodo invernale durante le giornate di mare calmo.
Qual è il punto? E' che negli emendamenti che avete bocciato era prevista una data di inizio lavori, avevo scritto di cominciare almeno entro marzo, avete bocciato anche quello, praticamente stiamo approvando un atto, anzi lo abbiamo già approvato, che non prevede né una data di inizio né una data di fine lavori.
Con questo emendamento diciamo che per le cose urgentissime e con carattere temporaneo e transitorio si possono predisporre dei massi grandi o dei blocchi di cemento temporanei, transitori, concordati. Tra l'altro ci sono dei preventivi per i quali gli operatori balneari si accollano quasi tutta la spesa, c'è una compartecipazione possibile perfino delle Ferrovie dello Stato e c'è la disponibilità del Comune di Porto Recanati a mettere qualcosa nei limiti di quello che ha. Senza spese per la Regione. Alla fine vogliamo almeno dare la possibilità, in qualche modo, di salvare quel poco che è ancora salvabile, in attesa di riuscire a fare queste scogliere, questi prelievi e questi futuri ripascimenti?
E' un modo per, diciamo così, tirare avanti e consentire a loro di fare una stagione, quella del 2015, altrimenti compromessa, sia a Scossicci che a sud di Porto Recanati, terza città turistica delle Marche, questo è l'obiettivo di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ordine del giorno 92/2, lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cardogna.

Adriano CARDOGNA. Faccio una brevissima dichiarazione di voto soltanto per non coinvolgere colleghi a cui non ho chiesto la disponibilità per la richiesta del voto nominale e ribadisco quanto ho detto prima in modo molto semplice.
Ritengo che, come ho detto, il mare vada lasciato stare, questa non è una mia convinzione è la conclusione di studi commissionati dall'Unione Europea negli ultimi anni.
I beni difendibili come le ferrovie vanno protetti con le scogliere, ma su tutto il resto va fatta un'opera di alleggerimento che l'Unione europea declina in politica fondiaria di acquisizione, politiche di trasferimento, politiche di adozione di strumenti economici compensativi, come i fiumi anche le coste vanno rinaturalizzate. Questi sono gli unici interventi che possono dare dei risultati duraturi nel medio e lungo periodo e di questo non trovo traccia in questo atto di programmazione per cui a nome dei Verdi che qui mi hanno espresso dichiaro il mio voto contrario all'atto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Cortesemente, formalizzo al Presidente Giancarli se, in una delle prossime Commissioni che faremo, si possa fare un'audizione con il Presidente Spacca ed il Sindaco di Porto Recanati, compatibilmente con i loro impegni, vista l'urgenza, in modo da risolvere il problema e superare queste difficoltà e la burocrazia che esiste.

Proposta di atto amministrativo n. 92, così come emendata, la pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Colleghi era l'ultimo atto, ci vediamo la prossima settimana.

La seduta termina alle ore 14,55