Resoconto della seduta n.28 del 15/06/2021

SEDUTA N. 28 DEL 15 GIUGNO 2021

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 28 del 15 giugno 2021. Do per letto il processo verbale della seduta n. 27 dell’8 giugno 2021, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni a loro distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Proposta di legge n. 34
ad iniziativa dei Consiglieri Borroni, Assenti, Putzu, Baiocchi, Ciccioli, Leonardi, Ausili
“Modifiche e integrazioni alle leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34 ‘Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio’ e 20 aprile 2015, n. 17 ‘Riordino e semplificazione della normativa regionale in materia di edilizia’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 34 dei Consiglieri Borroni, Assenti, Putzu, Baiocchi, Ciccioli, Leonardi, Ausili.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie Presidente. La legge oggi in discussione è composta di 2 articoli che vanno nella direzione della semplificazione normativa della legge urbanistica regionale.
L’articolo 1 modifica l'articolo 15 della legge regionale 34 del 1992; va nella direzione della semplificazione normativa nella parte che riguarda le varianti non sostanziali, cioè quelle che non incidono sul dimensionamento globale del PRG, non modificano la distribuzione dei carichi insediativi e gli standard urbanistici. Viene proposto che in tali varianti i termini previsti dai commi 2 e 3 siano ridotti rispettivamente a 20 e 50 giorni.
In sede di Commissione si è deciso di tenere conto del parere dal CAL che ritiene la proposta originaria di 15 e 45 giorni troppo restrittiva per i tempi di osservazione, affermando che "la proposta costituisce un ulteriore passo verso la celerità delle procedure di approvazione delle varianti urbanistiche cosiddette minori", mentre il CREL dichiara che la proposta "appare rispettosa delle esigenze di partecipazione e pianificazione".
L’articolo 2 della legge in oggetto va a modificare la legge regionale 17/2015 all'articolo 13 (recupero dei sottotetti degli edifici esistenti).
In pratica con l'inserimento del comma 1 bis nelle zone omogenee "A e B" viene potenziata una deroga (già esistente) per il recupero dei sottotetti a falde inclinate per cui l'abitabilità viene portata da 2,40 metri con un minimo di 1,50 metri, a 2,20 metri con un minimo di 1,40 metri, mentre per le coperture piane l'altezza sarebbe di 2,20 metri.
La direzione intrapresa da questa legge "persegue un interesse ambientale apprezzabile”, come si legge nel parere CREL:
- perseguendo la riduzione del consumo di suolo mediante una migliore utilizzazione dei volumi esistenti;
- incentivando il recupero delle abitazioni nei centri più densamente abitati;
- inserendo idonee opere di isolamento termico per ottenere l'autorizzazione all'utilizzo di volumi da rendere abitabili i sottotetti, senza permettere la modifica delle sagome degli edifici;
- garantendo il rispetto delle norme igieniche e sanitarie già in vigore, sia statali che regionali.
Il recupero non deve prevedere la creazione di nuove unità immobiliari, ma solo l’ampliamento di quelle già esistenti.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che gli enti locali gioverebbero di un incasso economico dovuto ai cambi di destinazione d'uso autorizzati (incasso degli oneri), oltre della facoltà di subordinare la realizzazione degli interventi previsti al reperimento degli spazi a parcheggio privato dettati dalla legge Tognozzi del 1989 o della loro monetizzazione (articolo 3 bis della legge all’ordine del giorno).
In generale questa norma tende a dare la possibilità ai proprietari di abitazioni in zone omogenee A e B di poter ampliare l'abitabilità senza limiti preordinati seguendo un principio di semplificazione normativa.
I pareri del Cal e del Crel sono favorevoli alla proposta di legge n. 34. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. La prima cosa che vorrei sottolineare è che il Cal e il Crel non hanno dato parere favorevole perché il Crel ritiene che la modificazione dei termini di cui all’articolo 1, che modifica l’articolo 15 della legge 34, sia una riduzione di trasparenza perché l’articolo 1 non modifica il tempo del procedimento, che anzi rimane indeterminato, ma viene ridotto soltanto il tempo dedicato alle osservazioni, sia dei Comuni, che dei cittadini, che della Provincia territorialmente competente.
Si è persa a nostro avviso l’occasione – e su questo abbiamo presentato un emendamento – di prevedere una data entro la quale il procedimento deve essere concluso, che è la carenza dell’articolo 30 della legge 34/1992, come dicono sia il Cal che il Crel si riducono soltanto i tempi dedicati alle osservazioni.
Si sarebbe potuto essere più coraggiosi fino ad arrivare ad eliminare completamente, per esempio, il parere della Provincia. Oggi può succedere, ed è questa la reale carenza della norma, che può essere adottata una variante o un piano attuativo - guardate bene, gli articoli 15 e 30 si riferiscono anche alle procedure dei piani attuativi conformi agli strumenti urbanistici – si possono acquisire le osservazioni, ma non esiste un tempo entro il quale il Comune competente deve approvare. Per assurdo, oggi si possono adottare delle varianti che non saranno mai approvate perché non esiste un termine entro il quale farlo. Questa è la modifica della legge urbanistica.
Per quello che riguarda la modifica dell’articolo 13 della legge 17/2015 si è preso spunto da una legge della Regione Lazio, che ha ridotto l’altezza media o minima dei sottotetti, che possono essere trasformati a destinazione abitativa. Modifica normativa confortata da una recente sentenza della Corte Costituzionale, la n. 34 del 2021 che in merito alla legge della Regione Veneto (identica alla legge attuale della Regione Marche), che prevede minimo 2,40 metri e 2,20 per i connettivi, stabilisce un principio, ovvero che il d.m. del 1975, che contiene i criteri igienico–sanitari per le unità immobiliari residenziali, non prevede la fattispecie, come non prevede i sottotetti, quindi le Regioni possono avere competenza in merito alla definizione dei requisiti dei sottotetti.
E’ chiaro che questa sentenza apre un mondo e apparentemente lascia libere le Regioni, ma la stessa sentenza dice che devono essere comunque rispettati i requisiti igienico-sanitari, e questo viene anche inserito nella novella che esaminiamo oggi.
Pongo questa domanda ai colleghi Consiglieri: può essere destinata una parte o un sottotetto, ad esempio, a camera da letto per la quale il d.m. prevede requisiti chiari sia dal punto di vista illuminotecnico che dal punto di visto delle superfici, dando per scontata l’altezza di 2,70, quindi i termini volumetrici?
Questi dubbi rimangono aperti perché la legge non impone ai Comuni di considerare i sottotetti abitabili e quindi la loro trasformazione anche a 2,20 metri, la norma prevede che i Comuni possono di fatto intervenire, quindi li tratta in maniera diversa. Ogni Sindaco, ogni Consiglio comunale può decidere autonomamente cosa fare e questo crea una discrezionalità territoriale che può portare ad avere, a seconda della iniziativa delle amministrazioni, cittadini di serie A e cittadini di serie B.
Detto questo, torniamo alla modifica prevista nel comma 1 bis: l’intervento di recupero deve prevedere idonee opere di isolamento termico e assicurare prestazioni analoghe a quelle derivanti dall’applicazione di norme igienico-sanitarie statali - si riferisce al d.m. - e regionali e non può comunque determinare la creazione di unità immobiliari autonome, e questo era già stabilito nell’articolo 6 della legge vigente, quindi di fatto, da un lato diciamo ai cittadini che possono derogare ai criteri del d.m. del 1975, dall’altro che devono rispettare le norme igienico-sanitarie. Questo a nostro avviso può creare dei dubbi interpretativi. Nel merito siamo d’accordo, è giusto, è un po’ anomalo che una norma di legge contenga una dicitura tipo “al fine di contenere il consumo di suolo mediante un efficace riutilizzo dei volumi” perché questo è più da relazione tecnica che non da norma, si poteva partire con “i Comuni possono consentire direttamente”, ma il “possono”, cioè le finalità del non consumo di suolo e la possibilità per i cittadini di utilizzare i sottotetti sono condivisibili, riteniamo che siano giuste, però ci preoccupa un po’ il fatto che siano norme indeterminate, che possono essere nei rapporti tra terzi impugnate mettendo in difficoltà il singolo cittadino.
C’è poi la questione dei parcheggi. Le norme alle quali si è ispirata questa novella della legge n. 17, sono due, quelle della Regione Lazio e della Regione Veneto, che è stata impugnata e considerata costituzionale dalla Corte con la sentenza n. 54 del 2021. Entrambe le leggi contengono il rispetto della legge Tognoli, in particolare dell’articolo 9, che prevede che per ogni 10 metri cubi di volume residenziale si debba reperire un metro quadrato di superficie a parcheggi privati.
Questa legge negli anni 90 ha modificato l’approccio rispetto alla necessità del reperimento di parcheggi, perché è vero che da un lato noi vogliamo ridurre tutti il consumo di suolo, e questa è una cosa sacrosanta, però l’altra problematica, soprattutto nelle zone A e B, è quella di non avere parcheggi, anche parcheggi pertinenziali. Essendo una norma tutt’oggi vigente noi abbiamo presentato come gruppo Partito Democratico un emendamento in Commissione che ci è stato parzialmente accolto, nel senso che la Commissione, che ringrazio per il lavoro fatto, introduce l’articolo 3 bis che stabilisce che resta salva la facoltà del Comune di subordinare la realizzazione degli interventi previsti nell’articolo al reperimento delle superfici a parcheggio, quindi, rende questa fattispecie possibile e discrezionale, secondo noi invece è un obbligo di legge, quindi, le due modifiche evitano che ci sia una discrezionalità interpretativa, che potrebbe essere potenzialmente dannosa anche in questo caso per i diritti di terzi.
Una cosa che un po’ ci preoccupa è che la norma potrebbe essere contraddittoria per come è stata scritta, come dice anche l’Anci che non esprime un parere favorevole, dovremmo raccontare i pareri per quelli che sono.
Rispetto al dubbio che abbiamo avuto in relazione alla duplice lettura dell’articolo, nel parere dell’analisi tecnico normativa espresso dai nostri tecnici si dice: “la proposta di legge, richiedendo in generale che l’intervento edilizio in oggetto assicuri comunque prestazioni analoghe a quelle derivanti dall’applicazione di norme igienico sanitarie statali e regionali, nonché imponendo il divieto di realizzare nuove unità immobiliari autonome, non sembra prestare il fianco a future censure governative”, in pratica dicono che proprio perché e stata introdotta la necessità di essere coerenti e conformi all’applicazione delle norme igienico sanitarie nazionali (d.m. del 75) e regionali …, come sapete in edilizia urbanistica noi andiamo avanti con norme che vanno dal 1968 al 1980. Anche questa nota dell’Ufficio legislativo ci fa dubitare sulla certa interpretazione della norma. Noi pensiamo, ed abbiamo anche presentato degli emendamenti, che ci siano queste due criticità nella norma
Inoltre non viene modificato dell’articolo 13 il comma 1, dove c’è la data del 30 giugno 2014 per l’ultimazione dei sottotetti che possono essere trasformati in abitazione, credo che questa cosa sia sfuggita, anche se mi risulta che gli uffici avevano fatto notare che sarebbe stato il caso, forse, visto che la legge era del 2015 e faceva riferimento al 2014 … Si sarebbe potuta ampliare la platea dei soggetti che possono trasformare i sottotetti in abitazione per immobili realizzati fino al 2020, infatti non capisco perché non sia stata consentita questa opportunità, di fatto sottraendo la possibilità ai soggetti che sono proprietari di abitazioni realizzate tra il 2014 e il 2020.
Abbiamo presentato due emendamenti, dei quali parleremo dopo entrando nel merito, che ci sembrano rendere la norma da un lato più certa, per quello che riguarda i parcheggi, dall’altro non possiamo accettare la riduzione dei tempi dedicati proprio ai cittadini. Bene la riduzione dei tempi della burocrazia, bene la certezza di una data definitiva entro la quale il procedimento deve essere concluso, male la riduzione dei tempi (10 giorni) nei quali i cittadini hanno la possibilità di intervenire. E’ anche brutto che si riducano i termini che ha la Provincia per esprimere le proprie osservazioni, che sono importanti proprio per migliorare le varianti proposte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Oggi portiamo questa legge, così come spiegata dal Consigliere di maggioranza Borroni e dalla Consigliera di minoranza Casini. Un buon lavoro fatto secondo me in III Commissione, intervenuta parecchie volte sull’argomento, nella quale si è prodotto una discussione, un dibattito anche nel merito importante e in senso specifico sicuramente aperto.
Sul discorso del recupero dei sottotetti questa maggioranza vuole iniziare a sdoganare un concetto diverso dal solito, dovuto dalle solite restrizioni in materia urbanistica ed edilizia, per facilitare il recupero in determinate zone, classe omogenee A e B, di alcune unità immobiliari, evitando il cosiddetto consumo di suolo. Siamo sempre psicologicamente pronti a dichiararlo, poi però nei fatti bisogna iniziare a dimostrarlo perché il consumo di suolo significa evitare di atterrare metri cubi da una parte cercando di riutilizzare, in questo caso recuperare, metri cubi da un’altra. Quindi, questa è la ratio della norma che riguarda il recupero dei sottotetti.
Noi vogliamo in determinate fasce, a parità di condizioni e di unità immobiliari, perché di questo si tratta, non si creano nuove unità immobiliari, anche per evitare una applicazione atipica del 110 che poi vedremo in seguito … Noi questa cosa la scongiuriamo e andiamo a recuperare quei metri quadrati e cubi che danno una sorta di ausilio, una agevolazione a quelle famiglie, che purtroppo di fatto, ad oggi, dal ’75 in poi, l’Italia ne è piena. Quindi, cerchiamo di sistemare delle posizioni e delle porzioni dando loro una legittimazione.
Per quanto riguarda la riduzione dei termini, la prima parte è quella più prettamente urbanistica, è vero quello che dice la Consigliera Casini perché inizialmente i termini erano ridotti della metà, invece qui abbiamo una sorta di identificazione numerica, da 15 a 45 giorni, è vero che si riduce il termine per le osservazioni, ma è pur vero che parliamo di una riduzione per andare verso quel procedimento di accelerazione burocratica, anzi sburocratizziamo per arrivare ad una accelerazione nel merito e nella sostanza.
Per quanto riguarda l’articolo 2 bis, penso che la sentenza n. 54 del 31 marzo 2021 della Corte Costituzionale faccia un po’ da faro, ci illumina il percorso. Inizialmente si era espressa sul discorso della Regione Lazio ed in questo caso effettivamente ci dà un termine di paragone ed individua la zona dei sottotetti come degna di tutela, quindi c’è un’altezza media e minima da applicare e possiamo andare in riduzione dei 2,40 metri tecnicamente e dei 2,20 metri che abbiamo inserito nella proposta di legge, sia a falde inclinate che come piano lineare. Innovativa, altrimenti non avremmo avuto l’appiglio tecnico giuridico legale che ci consentisse e permettesse di provare a prevedere un recupero dei sottotetti.
Legalmente parlando, anche in termini urbanistici ed edilizi, c’è una sorta di blindatura e da questo punto di vista non dobbiamo farci trarre in inganno ed in errore perché siamo tranquilli. Come tranquilli siamo sul discorso dell’emendamento parzialmente accolto per quanto riguarda l’applicazione della legge Tognoli: la monetizzazione degli standard, un metro quadrato ogni 10 metri cubi, perché andiamo a recuperare delle zone, ad esempio nei centri storici, prive di parcheggi. E’ facoltà del Comune concedere la monetizzazione dello standard, se il parcheggio non ce l’ho, non faccio nuove unità immobiliari, tecnicamente quei 10 metri li pago a discrezione comunale e faccio salva sia l’unità immobiliare che la partita.
Penso che da questo punto di vista questa sia una prova, un primo passo verso il vero consumo di suolo zero, verso quelle norme che devono tutelare tutti i soggetti che sono proprietari di unità immobiliari in determinate zone della città, e sono comunque limitate, che possono avere delle risposte chiare e concrete.
C’è la facoltà ovviamente riconosciuta ai Comuni, perché poi sui termini ci facciamo le case, quindi i Comuni possono consentire, le parole ‘possono consentire’ sono indicative, nel senso che è facoltà del Comune, che può o non può concedere, però in questo caso è una sorta di richiesta che viene avanzata da un privato cittadino e ci sarà una sorta di applicazione del regolamento interno comunale che può prevedere una cosa oppure no, quindi, una possibilità che noi diamo a fronte di una richiesta non meglio definita, numerica, di aventi diritto e c’è una facoltà, una possibilità, che il Comune può concedere.
Penso che dai lavori che sono usciti in Commissione c’è una sorta di condivisione del pensiero e della proposta, credo che questa sia una proposta positiva per tutte le parti politiche perché non si atterrano metri cubi in più, non c’è consumo. Quindi, c’è una sorta di condivisione, poi vedremo quello che sarà l’emendamento e ragioneremo anche su quello per quanto riguarda i termini perché, se ho capito bene, il problema è dare un termine perentorio al procedimento in sé, non tanto alla singola fase. Su questo il ragionamento lo possiamo fare, ma sicuramente i termini che vengono ridotti vanno in una chiave di semplificazione e di apertura per sburocratizzare quel procedimento amministrativo comunale, regionale e statale che altrimenti non si farebbe mai.
Ultima cosa in riferimento alle norme illuminotecniche, questo Consiglio regionale in passato ha già aumentato da un ottavo a un dodicesimo la grandezza delle finestre, non mi azzardo ad andare oltre, questo sta a significare che c’è una chiara interfaccia con la parte tecnica legale che va a tutela della legge, quindi non penso che dovremmo incorre in impugnative o riserve varie.
Mi riservo di intervenire successivamente per gli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.

Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Il lavoro della Commissione secondo me è stato portato avanti con attenzione, tenendo conto anche di alcune mie iniziali perplessità che avevo fatto presenti al Consigliere Borroni quando mi parlò di questa iniziativa che si voleva mettere in campo, mie iniziali perplessità non sul testo scritto, ma sull’idea di proporre qualcosa di questo genere, sull’impatto complessivo di questi interventi diffusi sul territorio e sulla vivibilità ed igienicità degli spazi.
Questo è stato il primo impatto verbale quando ne parlammo in Consiglio regionale settimane fa, da lì poi è stata presentata questa iniziativa che ovviamente con grande attenzione è stata riportata in termini non diversi da come era stata impostata, perché non c’era stata un’impostazione, ma diversi da come li avevo inizialmente immaginati.
La cosa più importante, che è pregnante in tutto questo, è che vale e viene applicata per le zone A e le zone B, non complessivamente sui territori, come io avevo temuto in un primo momento, ma nessuno me l’aveva detto. Era stato il mio pensiero nell’immediatezza del confronto, non mi era stata data questo tipo di impostazione, me l’ero immaginata io, per questo ero dubbioso.
Poi sul fatto che venga portata avanti una iniziativa che incoraggia la permanenza dei centri storici …, perché oggi una delle situazioni di maggior difficoltà che abbiamo in urbanistica è la vivibilità dei centri storici, soprattutto nei piccoli centri, che tendenzialmente si spopolano, vengono abbandonati, non utilizzati a pieno, quindi, vanno incoraggiate quelle forme che invece consentono la permanenza e la vivibilità delle persone, delle famiglie e delle attività al loro interno.
Questo secondo me è un atto che incoraggia molto e agevola questa tipologia di intervento, di attività, cioè quella di ridare vita o consentire una migliore e maggiore permanenza e vivibilità nei centri storici delle città.
Sono norme che sono già in vigore in diverse Regioni italiane anche se in maniera parzialmente diversa le une dalle altre, parlo della Toscana, del Lazio e di altre. E’ chiaro che si riduce il consumo di suolo, e su questo non c’è dubbio, invece di andare a cercare un miniappartamento da qualche altra parte si crea il possibile utilizzo di un immobile già esistente.
La cosa che è fondamentale e quindi positiva è che questo non consente di creare nuove unità abitative, il mio dubbio iniziale era stato proprio questo, andiamo ad incentivare ulteriori appartamenti all’interno dei centri storici e portiamo più persone laddove non ci sono parcheggi, non c’è viabilità, invece no, questo è solo un modo per consentire di vivere “meglio” a chi già ci abita.
Faccio due esempi classici, nasce un figlio ad una coppia che vive in un piccolo appartamento, è costretta ad andare da un’altra parte, in questo caso possono creare, perché no, camere da letto – per rispondere alla Consigliera del PD – dipende da come è predisposta l’abitazione, caso per caso. Può esserci una abitazione più adatta o meno a questo tipo di utilizzo, ma nel momento in cui si richiede un permesso ed una abitabilità con tanto di pagamento di oneri, ci sarà anche una verifica delle condizioni di vivibilità all’interno, anzi, vi dirò di più, questa è un’altra motivazione di plauso perché può essere anche un modo per “sanare” utilizzi già in corso. Chi dice che le nostre soffitte non siano già utilizzate in modo “improprio”? Nel senso che non sapendo dove mettere a dormire il bambino, o il nonno, o la badante, lo metto in soffitta.
Quando ero Sindaco a Colli del Metauro ho fatto fare un controllo in una casa gestita da una cooperativa in cui dentro c’erano 25 extracomunitari, 18 di questi vivevano nella soffitta che aveva un’altezza di un metro, vivevano di fatto incassati sotto il tetto. Questo ovviamente è un caso estremo che è stato denunciato alla Prefettura, ma è un esempio, anche stupido, però ci sono utilizzi diffusi delle soffitte per le quali non sono stati pagati oneri o ufficializzate quali abitazioni.
Questo è un modo per non utilizzare nuovo suolo, per mantenere uniti e ampliare i nuclei familiari, anche per i servizi, per consentire l’attività di bed & breakfast o altro all’interno dei centri storici, più che mai preziosi. E’ un modo complessivo per dare una risposta.
Quindi, apprezzo il lavoro che è stato portato avanti, apprezzo che sono state ascoltate anche alcune mie “raccomandazioni” e iniziali perplessità, faccio un plauso alla Commissione per come ha condotto questo percorso e per il risultato che porta, che io definisco buono, come quello della riduzione dei tempi di presentazione per questo tipo di varianti non sostanziali. Lo ritengo opportuno perché un conto è un piano regolatore per il quale occorre un tempo di studio e di approfondimento, un conto è una variante di questo genere, tendenzialmente possono bastare meno giorni anche se qui ho visto che la norma è stata mitigata rispetto alla proposta iniziale, che giudico comunque positiva.
Per quel che riguarda i parcheggi, è vero che nei centri storici scarseggiano, ma è anche vero che in questo caso non si realizzano nuovi appartamenti con un incremento “enorme” di persone che andrebbero a vivere lì. In questo caso permettiamo di vivere meglio a chi già lì ci abita e non è detto che ciò comporti l’arrivo di una auto in più perché forse c’era già, anzi in questo caso, ufficializzando questa permanenza e rendendola alla luce del sole, con una monetizzazione anche parziale, consentiamo magari al Comune di intervenire per l’aumento dei parcheggi se non nell’immediatezza dell’immobile magari nelle aree circostanti.
Vi dico che secondo me è una iniziativa positiva, opportuna, che la Commissione ha portato avanti con attenzione, tenendo conto di una serie di sensibilità, io non posso votarla ma lo farei volentieri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Intervengo per chiarire un passaggio della III Commissione, è vero che il parere del Cal era vincolato in un certo senso al cambiamento, però è anche vero che nel frattempo noi abbiamo parzialmente accettato l’indicazione.
La prima indicazione era la riduzione di 15 giorni, noi invece, anche ascoltando la proposta del Cal, l’abbiamo spostata – a seguito anche della proposta del Consigliere Borroni – a 20 giorni ed alla fine i giorni necessari alla partecipazione, per la presentazione di osservazioni o posizioni, sono stati ridotti da 60 a 50 giorni, questo è tutto il percorso e la riduzione di 10 giorni non va a compromettere la partecipazione dei soggetti interessati, anzi, come ha poc’anzi detto il Consigliere Assenti, è un invito a sburocratizzare, semplificare e velocizzare in generale, anche per quanto riguarda quello che deve fare la Provincia, certamente va verso una riduzione che non comprime lo spazio, i giusti tempi di cui si ha bisogno, non comprime la partecipazione perché se fosse stata la metà del tempo, 30 giorni, sarebbe stata una compressione della capacità e della possibilità partecipativa, ma 10 giorni secondo me vanno nel senso di mantenere la capacità partecipativa e di sburocratizzare, semplificare e accelerare il procedimento.
La III Commissione ha lavorato, sono diverse settimane che discute su questa proposta del Consigliere Borroni, che è stata generalmente accolta.
Anche gli emendamenti proposti sono importanti, riguardano una differente interpretazione, ma non nell’essenza, nel contenuto profondo della legge, bensì in alcuni suoi aspetti che indubbiamente, per quanto riguarda i proponenti, vanno nel verso di migliorarne il contenuto. Ognuno poi ha la sua visione differente, ma siamo qui anche per questo, rappresentiamo parti e visioni diverse su come affrontare e risolvere determinate problematiche, però diciamo che il senso è condiviso.
La Commissione, complessa dal punto di vista delle tematiche che affronta, sta lavorando su diversi fronti, ad esempio voglio ricordare il coinvolgimento dell’Anci, con la Presidente che è intervenuta in audizione per trattare anche questo argomento, c’è stato quindi una sorta di coinvolgimento.
In merito al contenuto condivido anch’io, come tutti i Consiglieri della Commissione ed i proponenti, l’importanza di questo atto, nell’aspetto sottolineato da chi mi ha preceduto, nella riduzione del consumo di suolo che mi sembra, dai diversi interventi, un’indicazione che dal punto di vista urbanistico stiamo condividendo in maggioranza e credo, mi sembra, anche con la minoranza. Questo mi fa molto piacere, è un tracciato che potremmo percorrere insieme in questi anni di amministrazione e questo è un aspetto che va verso questa strada.
Per quanto riguarda l’altro emendamento, ci sarà magari l’occasione per approfondire, mi sento di sostenere più che altro l’aspetto che gli eventuali parcheggi privati, per quelli pubblici c’è l’obbligo di legge, siano obbligatori solo per gli edifici di nuova costruzione e non si applichino invece per il recupero del patrimonio edilizio esistente, come quello dei sottotetti, pur capendone l’intenzione diciamo che non c’è un obbligo, un vincolo di legge da parte nostra.
Anche qui rimane la visione personale, però credo che la proposta generale fatta dal Consigliere Borroni e discussa in queste settimane in Commissione sia la migliore che si poteva presentare sull’argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Voglio intervenire partendo dall’intervento della Consigliera Casini. Sul non consumo di suolo e sulla possibilità di recuperare i sottotetti noi siamo favorevoli perché si consente alle famiglie, che magari danno al figlio la possibilità di abitare nella stessa casa, di essere in regola. Sappiamo tutti che spesso i sottotetti vengono utilizzati e questa legge non dà la possibilità di regolarizzare la situazione, perché questa non è una norma retroattiva, un condono o una sanatoria, ma rende abitabili anche i sottotetti fino all’altezza media di 2,20 metri o minima di 2,20 metri nel caso di tetti piani.
In merito all’articolo 1 c’è da dire che, alla luce del fatto che i tempi sono stati modificati, corretti rispetto alla proposta iniziale, invece di correggere questa tempistica, riducendola di 10 giorni, era meglio lasciare i tempi già previsti, anche perché quando si modifica una legge per renderla più elastica o la si elimina o la si rende completamente elastica sennò si crea confusione rispetto all’impatto sulla procedura che, come ha detto la Consigliera Casini, non dipende dai 30 o 60 giorni della Provincia, ma dalle amministrazioni comunali che molto spesso, per un motivo o per un altro, impiegano anni o mesi prima di chiudere. Quindi, restringere i tempi nei quali i cittadini, o qualsiasi altro soggetto, possono fare le proprie osservazioni, mi sembra inutile, alla luce del fatto che sono stati ridotti di pochi giorni, tanto valeva lasciarli com’erano.
Altra cosa da annotare sono le parole: “i Comuni possono consentire”, cosa vuol dire? Se io abito a Pesaro e la Consigliera Ruggeri abita a Fano, entrambi nel centro storico, ed il Comune di Pesaro adotta questo tipo di possibilità, io posso trasformare e la Consigliera Ruggeri che abita a Fano non può farlo? Abitiamo nella stessa regione e quando si fa una norma questa deve mettere nelle stesse condizioni di partenza tutti i cittadini, a prescindere dal Comune di residenza.
La stessa cosa con l’articolo 1 bis rispetto al tema dei parcheggi privati, presumo che nel momento in cui uno non li possa garantire, possano essere monetizzati, anche qui, ad esempio la Consigliera Ruggeri non paga ed io a Pesaro pago. Secondo me una legge regionale deve dare degli indirizzi chiari alle amministrazioni comunali, senza lasciare aperta la possibilità che ogni Consiglio decida se far pagare o no, se si può o non si può.
Se siamo convinti di quello che facciamo modifichiamo la norma e rendiamo abitabili i sottotetti ed i relativi pagamenti a prescindere dal Comune di residenza.
Ho voluto evidenziare queste criticità e mi sembra importante farlo, ci sono norme giustamente delegabili ai Comuni, ma non norme di questo tipo, che disciplinano la possibilità o meno di recuperare i sottotetti, di solito le norme urbanistiche non danno possibilità di scelta, si fa come dice la legge, poi tu lo fai o no.
Rispetto ai tempi, ripeto, secondo me è opportuno e giusto lasciarli invariati, sapendo tutti che le Province, purtroppo, nel corso degli anni hanno mantenuto tutte le competenze, ma hanno perso gran parte del personale, quindi necessitano di tempi congrui ogni qual volta vengono chiamate a dare pareri perché a forza di correre è probabile che sfugga qualcosa, quindi si crea solo confusione rispetto al reale risultato che ci siamo proposti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie Presidente. Parto dalle parole dell’Assessore Aguzzi, durante la Commissione siamo stati aiutati, magari i Consiglieri meno esperti, dai Consiglieri Borroni e Casini ad entrare nel merito di una legge che sembra semplice, ma che contiene delle complessità.
I lavori fatti in Commissione sono stati portati avanti con maturità ed approfondimento e qui mi aggancio alle parole dei Consiglieri Casini e Biancani: “riordino e semplificazione”. Se andiamo nell’ottica di riordinare e di dare una mano anche ai cittadini delle Marche portiamo un contributo non solo specifico, ma anche generalizzato per il miglioramento della qualità della vita di alcune famiglie. L’Assessore Aguzzi, ex Sindaco, ha portato un contributo con le sue esperienze dirette e queste sono le cose buone che noi dobbiamo inserire nelle leggi, che a volte si scrivono, ma con una visione circoscritta.
L’impatto è generalizzato, può migliorare o peggiorare la qualità della vita dei nostri cittadini e quando una legge, nei vari punti, sia con il discorso dei tempi che con l’impatto che ha sui parcheggi, va a riordinare ed a semplificare è una cosa buona.
Ho visto anche gli emendamenti che hanno sottoscritto i Consiglieri del Partito Democratico ed ora, prima di dare un giudizio, posso solo dire che in Commissione abbiamo lavorato bene, abbiamo lavorato con maturità, i contributi di oggi hanno aggiunto altri elementi positivi, aspettiamo gli emendamenti prima di dare un giudizio. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie Presidente. L’intervento per ribadire la bontà dell’iniziativa di questa legge. Di fatto andiamo ad abbassare di 20 centimetri l’altezza media dei sottotetti. Ricordo che diversi anni fa è stato fatto un piano casa dall’allora Giunta di centro-sinistra, che tra l’altro ho condiviso come Assessore all’urbanistica di Porto San Giorgio, che dava la possibilità di trasformare i sottotetti, che non erano superfici utili lorde, in superfici utili lorde, con conseguenti cambiamenti di scenari perché di fatto, nel concreto, si andava ad aumentare le unità abitative, si andava nella direzione della necessità effettiva di reperire parcheggi. Oggi, al contrario, la portata di questa proposta di legge non va ad impattare come ha fatto il piano casa, qui stiamo parlando di migliorare l’esistente, non ci sono nuove unità abitative, non ci sono incrementi di superficie utile lorda (Sul), non ci sono aggressioni di nuove aree su cui costruire, recuperiamo un patrimonio edilizio, andiamo a migliorare le condizioni abitative e lo facciamo per delle esigenze che ci sono sui territori. Sicuramente sarà un modo anche per regolarizzare alcune situazioni, sarà una legge che consentirà di favorire la permanenza soprattutto nei centri storici, quindi, risponde anche alla logica di questa maggioranza che va nella direzione di favorire e rilanciare i borghi, i centri storici. Trovo condivisibile il fatto che i Comuni possono dare la possibilità e non impongono l’obbligo di adeguarsi a questa legge, al contrario del Consigliere Biancani che dice che dovrebbe essere una cosa uguale per tutti, una sorta di imposizione.
Credo che dobbiamo garantire nell’ottica delle linee guida stabilite dalla Regione dal punto di vista urbanistico in questo caso, ma dobbiamo garantire ai Comuni la libertà di scelta e di governare il proprio territorio, ecco la motivazione per la quale crediamo di non imporre questa scelta, questa legge va proprio in questa direzione.
E’ chiaro che vogliamo farla per la semplificazione e per la velocizzazione delle procedure, stiamo cercando di dare delle soluzioni a dei problemi che ci sono.
Per quanto riguarda la monetizzazione degli standard credo che sia un’ulteriore opportunità per i Comuni qualora volessero ricorrere a questa proposta di legge, reperire risorse per migliorare gli standard di certi quartieri perché di fatto, e questo deve essere chiaro, non c’è un incremento degli insediamenti delle famiglie, che rimangono le stesse, quindi, il quadro rimane invariato, ma la possibilità di monetizzare permetterà ai Comuni di lavorare, investire, reperire parcheggi, aree verdi e quello che prevedono gli standard in altre zone magari della città.
Quindi siamo d’accordo su questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Conclusa la discussione generale, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Innanzitutto ringrazio l’Aula per il bellissimo dibattito che si è svolto su questa proposta di legge proposta da me e sottoscritta da tutto il gruppo di Fratelli d’Italia. Sono d’accordo con diverse sfumature portate avanti dall’intervento della Consigliera Casini riguardo la salubrità degli ambienti e le garanzie che devono essere date per l’illuminotecnica e l’areazione, siamo d’accordo, quindi abbiamo mantenuto un dodicesimo di rapporto che la legge regionale porta avanti.
Premesso questo, l’unico appunto che vorrei fare è quello riguardante la legge Tognoli del 1989 che riguarda le nuove edificazioni, quindi la possibilità anche di scomputare gli oneri economici ai Comuni. Se noi andiamo ad applicare questa legge nei centri storici, dove presumibilmente non sussistono gli spazi per fare dei parcheggi privati, è ovvio che mettiamo un freno all’idea di questa legge ed anche alle persone che vogliono fare interventi del genere, magari frenate anche dall’aspetto economico qualora questa norma fosse obbligatoria. Ci troviamo di fronte ad un ibrido sotto alcuni aspetti perché la legge Tognoli riguarda le nuove edificazioni, qui non parliamo di nuove edificazioni, ma di cambio di destinazione di volumi, nuovi volumi abitabili, ma comunque esistenti, è un ibrido, diamo la possibilità ai Comuni volta per volta di verificare la fattibilità o meno dell’applicazione della Tognoli. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Grazie per il bel dibattito che c’è stato, quando si parla di questi temi sono sempre felice di ascoltare anche pensieri diversi dai miei. Sono materie che si prestano ad interpretazioni, come per esempio quella dei nuovi volumi residenziali, se siano essi nuova costruzione, intesa solo come nuova costruzione, o siano determinati da cambi di destinazione d’uso o anche da ampliamenti volumetrici da ristrutturazioni edilizie.
C’è un dibattito aperto su questo tema, ci sono molte sentenze, di fatto la legge regionale delle Marche e il d.m. 1444/68 stabiliscono che 120 metri cubi di volume residenziale corrispondono ad un abitante teorico e su quello vanno calcolati gli standard urbanistici. Infatti nella modifica che voi avete proposto e che stiamo esaminando sono previsti gli standard urbanistici, che probabilmente il Consigliere Marinangeli confonde con i parcheggi Tognoli, che non sono standard urbanistici, sono due cose completamente diverse.
Il fatto che ci sia il richiamo all’obbligatorietà dello standard urbanistico, Consigliere Borroni, significa che voi avete valutato un ampliamento volumetrico residenziale, altrimenti non si capirebbe il perché della necessità di reperire lo standard. Se dite che è necessario lo standard è perché c’è un aumento di volume residenziale, quindi non diciamo che non c’è, c’è e tanto è vero che si deve trovare lo standard urbanistico.
Oltre allo standard urbanistico, immaginiamo ogni 120 metri cubi di volume residenziale nuovo, anche se nuovo non è, un abitante, e moltiplichiamoli per tutti i sottotetti, è vero che non aumenta l’unità immobiliare, però è anche vero, come ha detto l’Assessore Aguzzi nel suo intervento, che si consente ad una famiglia di allargarsi e di fatto una famiglia di due persone può diventare di tre, magari i nonni possono andare ad abitare lì, quindi c’è la possibilità di implementare il numero dei componenti del nucleo familiare, e su questo noi siamo perfettamente d’accordo.
Vorrei che si capisse che il Partito Democratico è convinto della necessità di non utilizzare suolo e di andare incontro ai cittadini, tanto è vero che esiste la legge 17 del 2015 che all’articolo 13 stabilisce che possono essere riutilizzati i sottotetti, esiste già questa norma, che prevede già, lo vorrei chiarire, al comma 6, ma abbiamo fatto bene a ribadirlo ulteriormente, che non si possono fare frazionamenti o nuove unità immobiliari. Questa è una cosa giusta e condivisibile, tanto è vero che si riferisce soltanto ai frazionamenti, ma è chiaro che non c’è la possibilità di avere modifica di unità immobiliare.
Sugli oneri concessori prima si è fatto un passaggio, nella legge del Veneto e forse anche in quella del Lazio c’è un passaggio sugli oneri concessori rispetto ai quali i Comuni possono anche decidere di aumentare o raddoppiare il contributo, questo potrebbe essere importante.
I parcheggi della Tognoli, è chiaro che nelle zone A, in particolare, non possono essere individuati spesso e volentieri, non possono essere non monetizzati, abbiamo utilizzato una frase diversa dalla parola monetizzazione, l’abbiamo declinata in maniera diversa perché non sarebbero monetizzabili quelli della Tognoli, ma viene richiesto al proprietario di dare un contributo equivalente ad ogni metro quadrato di superficie necessaria, con l’obiettivo che il Comune ci possa reperire spazi pubblici.
Quindi l’obiettivo è quello di dire: sappiamo bene che nelle zone A e spesso purtroppo anche nelle zone B non ci sono parcheggi privati sufficienti a coprire il fabbisogno, per questo chiediamo il pagamento di un contributo che sia finalizzato ad implementare la dotazione di parcheggi di queste aree che ne sono carenti. Tutto questo va sempre letto a prescindere dalla necessità dell’applicazione della Tognoli nell’alzare il livello della qualità dei residenti e della qualità della vita, in particolare nei centri storici dove i parcheggi, ma penso anche nelle zone B …, guardo il Consigliere Assenti e penso al lungomare di San Benedetto del Tronto dove non si trova un parcheggio, quindi è chiaro che anche lì si è tenuto poco conto in quanto dell’edilizia, che è precedente alla legge Tognoli, e del tema dei parcheggi che è importante. Ricordo a tutti che il d.m. 1444 è del 1968 c’era una macchina ogni quattro famiglie, oggi è esattamente il contrario, abbiamo tre macchine per ogni famiglia, quindi la dotazione di parcheggi pro capite è certamente insufficiente.
Noi abbiamo presentato due emendamenti che hanno due obiettivi, uno, di ripristinare la fase delle osservazioni, magari si trovasse una soluzione per determinare la lunghezza del procedimento e quindi accelerare, nel senso che potremmo introdurre un termine entro il quale il Comune deve chiudere il procedimento, che ovviamente non esiste, tenendo conto dei 60 e dei 30 giorni a disposizione; l’altro riguarda l’obbligatorietà del reperimento dei parcheggi della legge 122/1989.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per illustrazione, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Noi proponiamo di ripristinare l’attuale contenuto dell’articolo 30. Si parla dell’articolo 15, ma fa riferimento dal punto di vista della procedura all’articolo 30 della legge 34 del 1992, anche perché riteniamo che i tempi per le osservazioni non vadano toccati, viceversa i termini del procedimento se ridotti o se individuati, perché in questo caso non sono individuati, ci vedrebbero favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Velocemente perché la questione è già stata dibattuta ampiamente durante la discussione in Aula.
Rimango favorevole a quello che è in linea con il parere del Crel, che ritiene che la suddetta variazione non è irrispettosa delle esigenze di partecipazione e pianificazione.
E’ ovvio che l’auspicio fatto anche dalla Consigliera Casini di rivedere ulteriormente, di mettere le mani sulla legge, magari in Commissione in un futuro, magari nella prossima legge urbanistica regionale, che spero questo Consiglio varerà, lo terremo presente, lo capisco, lo approvo, anche perché queste varianti spesso e volentieri sono solo adottate e rimangono appese, come molte volte è capitato anche nel Comune in cui sono stato Assessore.
Nonostante questo il parere che ho maturato nell’ascoltare la discussione è che questo emendamento non possa essere accolto, altrimenti andrebbe a stravolgere il principio di semplificazione che invece guida questa maggioranza, soprattutto per la costituzione di una nuova legge urbanistica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Chiedo a questa Assemblea di valutare con attenzione gli emendamenti proposti dal gruppo del Partito Democratico perché c’è da parte nostra la volontà di perseguire gli obiettivi a cui la legge tende. Propongono la semplificazione, il consumo zero del territorio, l’utilizzo al meglio nella rigenerazione urbana, la ricomposizione degli assetti delle nostre abitazioni.
Abbiamo dato un grande contributo in Commissione, però dal dibattito importante che è emerso oggi vediamo da una parte i limiti e dall’altra le preoccupazioni, perché l’unica cosa che non dovrebbe capitare e quella che espone il cittadino, il tecnico, il Comune al periglio di atti impugnati sia a livello costituzionale che in via incidentale.
Il contributo che la Consigliera Casini ha messo a disposizione in Commissione, che in parte è stato recepito, sottolineato nuovamente dall’Anci, non è un tema di cui non dobbiamo tener conto. Sappiamo, qui abbiamo fatto tutti gli amministratori, quanto sia importante per la posizione dei Comuni tener conto di quel parere.
La riduzione dei tempi della partecipazione, lo dico a voi, ampliamo le Commissioni nei soggetti perché vogliamo maggiore partecipazione e poi ci troviamo davanti una norma dove l’unico paletto che andiamo ad introdurre è quello della riduzione del termine della partecipazione del cittadino e non mettiamo un limite massimo per approvare la modifica dell’Nta, che invece sarebbe determinante ed è quella che ci interessa.
Non so se oggi con un subemendamento possiamo recuperarla, vi dico di ragionare rispetto ai temi che sono stati sottoposti, continueremo a farlo con gli emendamenti, forse solo nostri, e di valutare una correzione di questo percorso.
Inoltre, perché limitarle alle zone A e B? Perché non ad esempio alle zone E, lo dico recuperando una valutazione dell’Assessore Aguzzi, stiamo strutturando un bel percorso, forse per fretta, forse perché non abbiamo trovato sintesi, ci andiamo a chiudere su delle possibili soluzioni che sono lì, come quella del parcheggio sulla Tognoli. La proposta che facciamo è preservante la proposta stessa perché vogliamo evitare di esporre il cittadino a possibili ricorsi.
Capite qual è lo scenario che si può determinare? Può accadere che, con il “possono” che abbiamo introdotto, i Comuni in via prudenziale non applichino questa norma, proprio per paura di esporre i funzionari e i tecnici a quel tipo di provvedimento.
Quindi noi diciamo: verifichiamolo nei passaggi, non è una bandierina, non vuol essere nemmeno un pretesto, sono valutazioni serie che abbiamo fatto sentendo gli ordini professionali, non so se ci sono state audizioni in Commissione, però sono elementi che emergono dai professionisti, dai tecnici, che ci hanno sottolineato questo tipo di difficoltà che potrebbe essere corretta nemmeno con troppo impegno.
Verifichiamo se si possono introdurre in questa Assise, altrimenti valutare, lo dico al Presidente della Commissioni, di rifare un passaggio in Commissione per correggere e mettere nelle condizioni di preservare un bel percorso fatto, perché, ripeto, il Partito Democratico è convinto che ci sia la necessità di una norma che ci permetta di recuperare volumi senza l’incremento di unità abitative. Lo sappiamo, l’abbiamo scritto ed abbiamo dato anche il nostro contributo, però ragioniamo per evitare che ci siano atti impugnativi che in questo momento, tra l’altro con risorse importanti rispetto al 110, potrebbero esporre il soggetto attuatore, il tecnico firmatario e mettere in grande difficoltà la struttura comunale che dovesse aderire. Ripeto, diamo tempi certi perché modificare le norme tecniche di attuazione non basta, come ha detto il Consigliere Assenti prima, una sorta di regolamento interno, no, vanno modificate le norme tecniche, quindi vanno pubblicate con il percorso di tipo tradizionale. Se potessimo introdurre un tempo limite in quel tipo di percorso faremo una cosa di maggiore efficacia, di maggiore incidenza all’interno dei percorsi che avete individuato con questa proposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. La valutazione che mi viene da fare, sentito il Consigliere Mangialardi, è che c’è un grande spirito di collaborazione, c’è stato in Commissione, c’è oggi, e penso anche che ci sarà per altre questioni tecnico urbanistiche, da come mi è parso di capire, per altre proposte di legge. Lo spirito è questo, dire le cose candidamente in faccia in Commissione e cercare di trovare quella che potrebbe o dovrebbe essere la soluzione ideale, l’optimum, per tutti.
Questa riduzione dei termini non impatta sull’iter amministrativo, però diamo un principio nuovo, un nuovo percorso burocratico che potrebbe essere foriero e dettare la prima genitura di modifica degli iter amministrativi, cioè i 15 giorni (da 60 a 45). Non stupriamo le osservazioni proposte dalla Provincia oppure dai cari Comuni, limitiamo, accorciamo i termini anche perché voi sapete meglio di me che per una semplice pratica …, tutti ci lamentiamo, diciamoci la verità, dei termini che sono lunghi su una variante non sostanziale. Una variante urbanistica ordinaria dura un anno e mezzo, la non sostanziale dura sei mesi, se per fare un cambio di destinazione velocissimo, non impattante, dobbiamo perdere sei mesi di tempo, neanche con l’applicazione di una monetizzazione classica, perché il termine è corretto, sarebbe improprio, ma parliamo di contributo straordinario, ex articolo 16 Tue, signori non arriviamo alla fine. Cerchiamo di alleggerire dove possiamo, è una prova, se poi riuscissimo a trasformare questa prova da singolo pezzo, iter amministrativo, a una classificazione definitiva, quindi ad un termine perentorio di tutto l’iter, come suggeriva il Crel, secondo me oggi, in questa seduta, potrebbe essere azzardato prevederlo, però, l’inserimento della zona E o avere una classificazione temporale definitiva, lo possiamo sicuramente riapprofondire, anche vista la conseguenza degli atti che si genereranno da qui a sei mesi. Penso che ne avremo, molti non saranno di facile applicazione e attuazione, però in determinati casi potremmo fare una sorta di prova pilota.
Quindi andiamo in medius e non penso sia una cosa peggiorativa e chiedo, vista la bontà dei rapporti e dello studio approfondito, di provare a ripensare a questa abrogazione che proponete, magari fissiamo un ulteriore sessione di Commissione una volta approvata questa per un ragionamento definitivo sull’iter.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Relativamente alle osservazioni della Provincia esiste già il silenzio assenso, nel senso che quei termini sono termini perentori, dopodiché il Comune approva se vuole la variante senza il contributo della Provincia, sia per i piani attuativi conformi ai Prg sia per le varianti ex articolo 15.
Quindi il problema di questo procedimento è a valle del parere e della riduzione che avete introdotto, che va bene, anche se non la condividiamo nel merito perché riduce i tempi a disposizione dei cittadini, non tanto quelli della Provincia, rispetto ai quali il Comune può prescindere, cioè il silenzio assenso, che la norma già prevede.
Se si potesse mettere un termine finale del procedimento si farebbe una cosa buona e si sanerebbe un vuoto normativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Confesso che non facendo parte della Commissione non ho seguito il provvedimento, ne abbiamo parlato ieri, la Consigliera Casini, che ringrazio, lo ha spiegato molto bene ed ha proposto questi emendamenti correttivi molto importanti.
Però vorrei cogliere l’occasione dell’intervento del Consigliere Assenti, che dice approviamo questo provvedimento poi vedremo eventuali miglioramenti, per dire che questa proposta è dal mio punto di vista condivisibile, anzi sacrosanta, però deve essere un provvedimento legislativo efficace, che possa dispiegare tutti quegli effetti positivi che immagino i proponenti abbiano ravvisato. Perché questo sia è assolutamente necessario mettere al riparo questo provvedimento legislativo da eventuali impugnative da parte del Governo, qui c’è il Segretario generale che ci potrà anche aiutare su questo, perché, ad esempio, immagino che lo sappiate meglio di me, su un analogo provvedimento della Regione Veneto, se non sbaglio, il Governo pose la questione di illegittimità costituzionale per contrasto con gli articoli 3, 9, 32, 117 secondo comma, lettera s) e terzo comma della Costituzione nonché con il principio di leale collaborazione.
Astrattamente c’è questa possibilità, però questo non sarebbe il male peggiore, perché se il provvedimento venisse impugnato si potrebbe correggere dopo, però il tema è che se approviamo questa legge, giusta e sacrosanta, ed il Governo non lo impugna, può succedere in futuro che la questione di legittimità costituzionale potrà essere sollevata in via incidentale in un eventuale giudizio, che magari potrebbe promuovere un contro interessato nei confronti di un cittadino che utilizza questa norma per adeguare la propria unità abitativa. Quindi, noi esponiamo la nostra comunità, i cittadini ai quali vogliamo dare una mano, ad un rischio e ad una incertezza.
Che cosa propongo? Perché non vedete in Commissione di apportare tutte quelle integrazioni, quegli aggiustamenti, quelle correzioni che mettano a riparo questa legge regionale da eventuali eccezioni, che potrebbero essere sollevate sotto il profilo dell’illegittimità costituzionale? Secondo me, ripeto, prendo spunto da quello che ha detto il Consigliere Assenti, la cosa migliore sarebbe quella, adesso però, non dopo, di rinviare questo atto in Commissione, la settimana prossima la Commissione lo esamina, anche con qualche esperto sotto il profilo della questione della legittimità costituzionale, e poi torna in Aula ed io una volta messo a riparo da quelle eccezioni, il tentativo della Consigliera Casini con i propri emendamenti, io lo voterei favorevolmente. Oggi, ad esempio, lo voglio dire subito, non me la sento per una ragione semplice, non perché il provvedimento non sia giusto, anzi, è giusto e necessario, ma esporrebbe i nostri cittadini, le nostre comunità ad una incertezza che secondo me può essere emendata attraverso un passaggio in Commissione, in una settimana di tempo, non credo che sia un fatto grave, penso che sia un passaggio assolutamente necessario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Il mio intervento segue quello del Consigliere Cesetti, la sua preoccupazione sinceramente noi l’abbiamo sempre in Commissione per ogni atto che andiamo a votare, a proporre all’Aula. Fin dalle prime proposte di legge c’è sempre stata una discussione approfondita e da un po’ di tempo, da quando di fatto si è costituito il Comitato tecnico giuridico, che è a servizio della Giunta, noi facciamo riferimento ai dirigenti competenti per le tematiche che portiamo in Commissione proprio per avere delle rassicurazioni in tal senso, posto che ogni atto può essere impugnato in qualsiasi momento. Non è detto che l’impugnazione sia di per sè una condanna, diciamo anche questo, però noi abbiamo cura di non arrivare a questo rischio perché comunque è un passo falso, è un intralcio a quello che dovrebbe essere un iter naturale di un procedimento normativo. Cerchiamo di tutelarci attraverso il coinvolgimento diretto dei tecnici, quindi, vale per gli atti che abbiamo già portato in Aula, parlo ovviamente come III Commissione, e vale per i prossimi. Fra un po’ ci sarà un bel dibattito in Aula perché porteremo il regolamento degli alloggi popolari, vi vedo già pronti al confronto, però già sapete che abbiamo cercato, laddove era possibile, di limitare qualsiasi rischio di impugnazione e di incostituzionalità della norma, questo l’abbiamo come principio sul quale si fonda il nostro iter procedurale all’interno della Commissione. Quindi, come abbiamo fatto in precedenza, lo faremo successivamente, l’abbiamo fatto anche per questa proposta di legge.
Volevo rassicurare il Consigliere Cesetti che già questo passaggio è stato fatto attraverso i tecnici e se siamo qui è perché abbiamo già preso, ripeto, chiunque può impugnare, ma non è una condanna già scritta, le dovute informazioni e i pareri in tal senso.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Il gruppo Lega vota favorevolmente l’articolo 1.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Intervengo per annunciare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico e anticipo la richiesta formale, in forza dell’articolo 100, comma 1, di rinvio in Commissione della proposta per i motivi che abbiamo cercato di argomentare nel dettaglio e per evitare che si possano esporre in una fase così delicata, con risorse importanti che possono essere intercettate, penso al 110, i nostri cittadini, i tecnici, i nostri Comuni, quindi, faccio richiesta formale di rinvio in Commissione che poi andrò ad argomentare in maniera più puntuale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Apprezziamo lo sforzo che si è fatto in Commissione per semplificare ed agevolare la normativa urbanistica, accorciando i tempi di approvazione delle varianti e dei piani regolatori e ampliando la previsione del recupero dei sottotetti, ma ci sono alcune questioni che ci lasciano una certa preoccupazione, riguardo l’articolo 1, i tempi in un primo momento sono stati dimezzati e poi di nuovo modificati in 20 e 50 giorni.
La riduzione dei termini a 20 giorni per le osservazioni dei cittadini non ci vede d’accordo in quanto deve essere dato un congruo termine per poter esercitare i loro diritti.
Per quanto riguarda l’osservazione della Provincia, avremmo preferito il dimezzamento a 30 giorni in luogo dei 50 giorni, pertanto il nostro voto risulterà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Trovo il richiamo all’articolo 100 un po’ pretestuoso. Consigliere Mangialardi, però è una sua facoltà.
Il Consigliere Cesetti parla di rischio, secondo me il rischio maggiore è proprio nel prevedere un termine unico non adeguatamente testato e siccome questa è una sorta di prova di iter amministrativo sburocratizzato penso questo caso potrebbe essere un test, una prova.
Il mio richiamo a future valutazioni è sulla base di uno storico che si concretizzerà, quindi partiamo con questo chiaro riferimento, il taglio è minimo, non inficia la procedura, l’impugnazione è stata già valutata dagli uffici.
Inizialmente in Commissione eravate anche favorevoli, mi rendo conto che con gli approfondimenti si fanno tante valutazioni, tant’è che il termine è stato adeguatamente riportato dalla metà a giorni diversi, quindi, su questo articolo il voto di Fratelli d’Italia è favorevole.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta del gruppo PD di rinviare in Commissione il testo della proposta di legge dico che non è possibile farlo perché la richiesta è fuori termine, il comma 2 dello stesso articolo prevede che sia fatta prima della chiusura della discussione, per chiusura si intende ovviamente il termine massimo delle relazioni di replica dei relatori di maggioranza e di minoranza, quindi, purtroppo, la richiesta non può essere accolta.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Chiedo di intervenire in dissenso e sono sicuro che il mio capogruppo mi autorizzerà in tal senso, Mi asterrò sul voto di questo articolo, mi asterrò sugli altri e mi asterrò sul voto finale, la mia è una astensione tecnica perché questo provvedimento lo ritengo giusto ed opportuno, ma doveva e poteva essere rinviato in Commissione. Una settimana di tempo per fare tutte le valutazioni necessarie all’esito degli emendamenti presentati dal gruppo del PD, che vedono come prima firmataria la Consigliera Casini, che sono giusti ed opportuni , avrebbero potuto mettere a riparo il provvedimento da eventuali impugnative. Una settimana non avrebbe di sicuro fatto male, questo non l’avete voluto, al di là della tardività della richiesta che è stata formalizzata se lo si vuole lo si può fare, ci poteva ad esempio essere anche un passaggio in I Commissione, che tra l’altro è deputata a pareri su queste materie. Non è stato fatto, quindi, non me la sento di votare contro un articolo ed un provvedimento, mi astengo, ma secondo me avete perso, abbiamo perso un’occasione perché gli emendamenti della Consigliera Casini dovevano essere affrontati ed esaminati all’interno della Commissione anche con i tecnici perché utili a mettere a riparo il provvedimento da eventuali questioni di legittimità.

Articolo 1. Lo pongo in votazione per appello nominale (ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lettera c) del Regolamento interno).
Favorevoli: Acquaroli, Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Leonardi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Serfilippi.
Contrari: Biancani, Carancini, Casini, Lupini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Ruggeri, Vitri.
Astenuti: Cesetti, Santarelli.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. E’ molto semplice, quella che è una possibilità per il Comune, noi la mettiamo obbligatoria, quindi gli interventi di recupero dei sottotetti sono subordinati al reperimento degli spazi per parcheggi pertinenziali o in subordine al pagamento di una somma equivalente al valore delle aree destinate a parcheggi, come ho detto in questo caso abbiamo volutamente evitato la parola monetizzazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.

Andrea ASSENTI. Questo è l’esatto contrario di quello che ha detto il Consigliere Cesetti. Noi andiamo esclusivamente a normare in via monodirezionale, quindi la previsione obbligatoria del recupero standard è prevista, 1 metro quadrato ogni 10 metri cubi, ed è stabilita anche dalla legge 54/2021 della Regione Veneto tant’è che la parte iniziale era stata già accolta in Commissione, proposta anche dalla Consigliera Casini.
La previsione è corretta, secondo me dovremmo lasciare la finestra aperta sulla possibilità del Comune perché diamo una doppia possibilità, il Comune può recuperare standard, ma nel caso in cui ciò non accadesse c’è la possibilità di monetizzare ove le unità immobiliari siano prive e carenti di standard.
L’esempio classico del figlio che si sistema nel sottotetto di casa, che sta in centro storico, non riesce ad avere parcheggi, il Comune non riesce a trovarli, può monetizzarli. Altra cosa è il discorso del costo di costruzione, che dicevamo prima, e della monetizzazione impropria che viene chiamata contributo straordinario, ma alla fine c’è la facoltà aperta ai Comuni. Metterlo esclusivamente in via monotematica e direzionale potrebbe essere una limitazione della previsione del recupero standard da parte del Comune, la mia domanda è: perché andiamo solo in un senso? Apriamolo a tutti e due.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Consigliere Assenti invece è proprio come dice la Consigliera Casini sotto l’aspetto sostanziale e come dico io sotto il profilo formale, perché se lei dà questa possibilità, che potrebbe costituire una violazione di legge, il vicino del proprietario del sottotetto potrebbe impugnare l’atto relativo e sollevare la questione di legittimità costituzionale, è semplice! Io dico potrebbe e lei espone i cittadini ad una situazione di incertezza, quindi sotto il profilo sostanziale è come dice la Consigliera Casini, ed è giusto il suo emendamento, sotto il profilo formale o tattico la mia preoccupazione è valida. Questo emendamento giustamente lo voto in quanto l’ho firmato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Sono dispiaciuto molto per l’applicazione dell’articolo 100, io mi ero prenotato, poi il Presidente aveva frainteso la mia prenotazione come un nuovo intervento, ma non cambia nella sostanza.
Dico che il passaggio in Commissione era necessario, lo dico perché noi tutti, compreso il lavoro che ha fatto il gruppo del Partito democratico, per esempio, non abbiamo posto il tema dell’articolo 13 della legge 17 che vede gli interventi solo negli edifici fino al 2014, questo è un elemento da correggere immediatamente perché io posso avere un edificio del 2015 e non posso intervenire. Rientriamo nella casistica che più volte ha sottolineato il Consigliere Cesetti, la norma è del 2015 e fa riferimento agli edifici costruiti entro l’anno precedente, ma oggi andiamo ad aggiornare la norma e nessuno di noi si è accorto che si doveva anche modificare la data della conclusione degli edifici. Tutti quelli che si sarebbero trovati nelle condizioni di applicare la norma che andiamo a licenziare oggi e che si trovano nella fattispecie dal 2014 al 2021 aprono oggettivamente un fronte pericoloso.
Vi vedo molto tranquilli, invece c’era la possibilità di correggere, non l’abbiamo potuto fare in Aula perché non c’era un emendamento di appoggio e non si poteva fare un subemendamento, ritengo che il passaggio in Commissione fosse opportuno anche per correggere e dare la possibilità a chi è proprietario di un edificio costruito e concluso nel 2020 di fruire di questa norma che, ribadisco, riteniamo opportuna, ma che nell’approfondimento dimostra delle lacune che potevamo correggere se fossimo stati un po’ più disponibili ai suggerimenti che sono venuti in Commissione, che ho visto sono stati recepiti e che avevamo la possibilità di correggere e migliorare anche con il contributo dato in Aula. Voto favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente, Ringraziamo del lavoro fatto in Commissione e del contributo importante che è venuto da tutti i Commissari del gruppo del Partito Democratico, con emendamenti, con proposte e con la volontà di migliorare una norma di cui condividiamo il principio. Ci dispiace, avremmo voluto votare a favore e sarebbe bastato veramente poco perché c’erano le condizioni.
Le proposte pervenute dal gruppo andavano nella direzione di tutelare i proprietari, i cittadini, i tecnici, di permettere ai Comuni di assumere una norma che avesse il carattere della semplificazione vera, della cogenza e dell’efficacia immediata, così purtroppo non è stato, quindi il voto sarà di astensione perché ci sono degli errori che sono delle distrazioni che abbiamo commesso e che potevano essere recuperate con un semplice passaggio, perché non ne chiedevamo la riscrittura. Le sollecitazioni non sono venute dal sottoscritto, ma dai tecnici, dagli ordini che ci hanno evidenziato, forse lo hanno fatto anche con voi, le difficoltà che erano emerse. Ritengo che stiamo commettendo un errore perché rischiamo di esporre …, quindi il voto del Partito democratico sarà di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Ringrazio il capogruppo Consigliere Marinelli per avermi lasciato questa dichiarazione di voto.
Il gruppo Lega vota favorevolmente questa proposta di legge, le motivazioni le abbiamo già illustrate precedentemente, ma brevemente è giusto ricordare che viene rispettato il principio dell’intervento urbanistico sull’esistente e non vi è il concetto del consumo di suolo. E’ una linea di principio che condividiamo come amministrazione e come governo di questa Regione.
Si va verso una semplificazione, una riduzione dei tempi e una sburocratizzazione, anche questo è un altro principio che ci siamo imposti sin dall’inizio nel metodo di gestione in generale delle varie leggi, in modo particolare dell’urbanistica, che sappiamo, essendo composta da tanti aspetti e vincoli normativi, necessita di interventi precisi per rendere la legge più fruibile da parte dei cittadini, certe volte invece sembra che avvenga il contrario.
Come Presidente di Commissione ribadisco, forse prima non mi sono spiegato bene, che i rischi di incostituzionalità e di impugnazione sono già stati affrontati da parte dei tecnici della struttura. Su ogni legge che andiamo a proporre e ad approvare in Commissione per portarla in Aula, chiediamo in maniera specifica una attenzione particolare a qualsiasi passaggio in tal senso.
Ho ricordato prima la proposta di legge che porteremo in Aula sugli alloggi popolari, non solo, forse da questo punto di vista abbiamo fatto un lavoro ancora più importante sull’altra che precederà quella sugli alloggi popolari, ovvero la cosiddetta rigenerazione urbana, anche lì parliamo ed affrontiamo temi che sono costantemente a rischio di impugnazione, però noi come precondizione poniamo sempre una verifica da parte degli uffici competente sui rischi di incostituzionalità.
Quindi il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.

Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Faccio questo veloce intervento per ringraziare il capogruppo Consigliere Ciccioli che mi ha concesso di fare la dichiarazione di voto, devo ringraziare anche il Presidente della Commissione Consigliere Antonini che è ha gestito i lavori in maniera encomiabile. Abbiamo fatto diverse sedute, diversi incontri, un lavoro costruttivo supervisionato dall’Assessore Aguzzi, che ha dato del suo su questa proposta rendendola legittima, buona e auspicabile.
Sono contento di aver sentito che il Consigliere Mangialardi avrebbe voluto votare favorevolmente insieme a noi, lo prendo come un auspicio per il futuro, per i prossimi lavori che potremo fare ancora in Commissione in quanto tutto è perfettibile, quindi, anche i consigli e le indicazioni che ci ha dato la Consigliera Casini sono da tenere in considerazioni.
Mi auguro che questa Aula continui a fare il buon lavoro che ha fatto sotto le due principali stelle polari che questa maggioranza intende avere di novità rispetto a qualche anno fa, che sono: la libertà delle persone. almeno dentro la loro casa di decidere che fare dei propri spazi, e la semplificazione, che è un faro portante della maggioranza che ha espresso il Presidente Acquaroli come segno distintivo di questo nuovo Consiglio regionale.
Annuncio il voto favorevole del gruppo Fratelli d’Italia sottoscrittore della proposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Il voto del gruppo Movimento 5 Stelle su questa proposta di legge sarà di astensione. Abbiamo già specificato il nostro voto contrario all’articolo 1, per i tempi previsti dalla proposta, mentre ci siamo astenute sugli interventi di recupero dei sottotetti e sulla quesitone della non obbligatorietà dei Comuni a prevedere gli interventi e sul fatto che si prevedano solo per le zone A e B.
Siamo preoccupate che si crei un diverso trattamento da Comune a Comune e una discriminazione rispetto alle zone C ed E, allo stesso modo ci lascia interdetti la modifica delle altezze già previste da un’altra legge regionale e la facoltà concessa ai Comuni per i parcheggi, secondo noi si doveva opportunamente prevederne l’obbligatorietà, pertanto ribadiamo la nostra astensione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Voto favorevole. Un plauso al proponente Consigliere Borroni, al gruppo di Fratelli d’Italia ed alla III Commissione che ha lavorato a questa proposta di legge che va verso lo snellimento consapevole delle procedure burocratiche. È quello che la gente vuole, per questo il gruppo Civici Marche vota a favore.

Proposta di legge n. 34. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 66
ad iniziativa dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Incarichi professionali presso Azienda Ospedali Riuniti di Ancona”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 66 dei Consiglieri Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie Presidente. Da nove anni uno dei legali dell’Azienda ospedaliera Ospedali riuniti di Ancona è l’attuale Presidente del Consiglio regionale avv. Latini.
I suoi incarichi risalgono ad una attività professionale di nove anni ed il 21 luglio 2020, a seguito di un ricorso giudiziario di un dipendente, è stato chiamato a difendere l’Azienda ospedaliera in materia di assenza dal servizio per congedo straordinario per Covid. Il procedimento di udienza e discussione si è tenuto il 23 luglio e il 31 luglio è stata emessa l’ordinanza.
Sempre nell’anno 2020, esattamente il 13 agosto, in materia di conflitti con i lavoratori afferenti la richiesta di congedo straordinario, l’avv. Latini ha ricevuto mandato di assistere l’Azienda ospedaliera con l’emissione di un’ordinanza il 9 settembre.
Nell’ottobre del 2020 la stessa persona che aveva chiesto e non aveva ottenuto il congedo straordinario ha chiesto alla stessa Azienda di essere autorizzato ad assentarsi dal servizio per aspettativa, l’azienda gli conferisce intuitu personae l’incarico di difenderla nel procedimento iscritto davanti al Giudice ordinario e successivamente il 10 novembre l’avv. Latini riceve l’incarico di proporre reclamo verso un provvedimento non soddisfattivo per l’Azienda.
Il 3 novembre 2020, sempre per una lite concernente il riconoscimento del congedo straordinario, l’avv. Latini riceveva analogo incarico per un altro dipendente.
Su tutte queste vicende avvenute nell’anno 2020 i preventivi per le spese legali, che l’avv. Latini aveva presentato all’Azienda, sono stati tutti ridotti ai minimi tariffari ed era consigliato di conferirgli l’incarico traendo il suo nome da un elenco di professionisti chiamati ad espletare questo tipo di attività difensiva per l’Azienda ospedaliera medesima.
Invece per i procedimenti di ottobre/novembre 2020 l’avv. Latini non ha mai presentato note di proforma e non ha mai percepito compensi professionali e successivamente con Pec del 10 gennaio 2021 ha rinunciato agli incarichi e quindi ai compensi.
Detto questo in punto di fatto, adesso facciamo alcune argomentazioni in punto di diritto.
L’incompatibilità dei Consiglieri regionali risulta disciplinata dalla legge 154 del 1981 che non prevede in questi casi un particolare conflitto ed una condizione di incompatibilità, in realtà questi criteri sono stati rivisti dalla legge 165 del 2004, che non è mai stata recepita nella nostra Regione, quindi sarebbe opportuno che il legislatore regionale si adeguasse ai nuovi criteri previsti dalla legge 165 del 2004.
Si ritiene conclusivamente che non sussiste questa incompatibilità, né sotto l’aspetto normativo ordinamentale, né in astratto e neppure in concreto poiché l’avv. Latini è il Presidente imparziale di questa Assemblea legislativa, ha potere di presenziare l’Assemblea legislativa, ma non di interferire nell’attività amministrativa aziendale.
Detto questo, si conclude la risposta a questa interrogazione sollecitando l’Assemblea regionale a prevedere un atto normativo che possa conformarsi per quanto riguarda l’incompatibilità alla legge 165 del 2004. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. La prima riflessione che mi viene è che ci saremmo aspettati che il Presidente della Giunta regionale avesse avuto rispetto dell’Aula perché questa interrogazione non dispone di questioni sanitarie, e lei lo sa bene.
Certo è che l’Assessore Saltamartini nella risposta non le ha fatto un gran servizio, Presidente, per le risibili, sconclusionate e avulse argomentazioni utilizzate.
A nome del Partito Democratico cerco di approfondire questo tema non tecnico, partendo dai rapporti tra la politica e l’etica che devono suscitare costantemente un comportamento tale da non produrre danni nel rapporto - Presidente Latini, mi rivolgo a lei che certamente merita parole - fra cittadini e politica, tra amministratori ed amministrati.
Lei sa meglio di me che è il nostro Presidente rappresenta istituzionalmente tutte le Marche, indipendentemente dal colore che qui ognuno di noi rappresenta e ogni sua azione pubblica coinvolge in termini etici tutti noi.
Noi crediamo che il suo comportamento sia stato grave, primo, perché la sua rinuncia ai mandati è avvenuta dopo che già circolavano notizie su questa vicenda, negare ciò sarebbe ipocrita, io so che lei non è figura ipocrita, secondo, perché, e qui l’Assessore Saltamartini, l’uomo del tutto, se ne lava le mani, l’ente che le ha conferito l’incarico, signor Presidente, avrebbe dovuto comunicarle, dopo la sua elezione, che pur dando atto della continuità e della sua competenza quel rapporto andava interrotto per un’incompatibilità deontologica.
Presidente, mi rivolgo a lei per dirle che ha sbagliato, ha sottovalutato il ruolo che ricopre, lei fuori da qui è tutti noi, allora le dico che questa sottovalutazione, purtroppo, rischia di ripercuotersi sulla reputazione della politica che certo appare valore lontano, ma lontano non è.
Il gruppo del PD, Presidente, in questa vicenda ha voluto tenere in questi mesi un profilo serio, rispettoso della sua persona e del suo ruolo, calendarizzando l’interrogazione in una fase non problematica come quella del Covid, soprattutto lontano dalla gogna mediatica, lei comprende meglio di me che si sarebbe potuto agire in maniera differente.
Nello stesso tempo le vogliamo dire, come lei sa per sua natura e valore, che nella vita si sbaglia, si figuri se non possiamo sbagliare nella nostra attività quotidiana. In una qualche maniera vogliamo riconoscere che il suo gesto è stato di superficialità, si sarebbe potuto immaginare altro, la volontà di agire contro le regole, che noi crediamo non ci sia stata, o addirittura interessi personali, noi crediamo che sia stato un passaggio di superficialità.
Cosa si aspetta il PD da questa vicenda? Continuiamo a riconoscerla come Presidente e nel suo passaggio, confidando nella sua onestà intellettuale, di riconoscere l’errore che è stato compiuto, le chiediamo di rafforzare l’indipendenza del suo ruolo, nelle varie fasi della sua attività a garanzia di questa Assemblea.
In questo mi viene da dire che l’esperienza vissuta nei 5 anni precedenti da chi ha occupato quello scranno dal 2015 al 2020, da me non vissuta direttamente, ma raccolta a destra, a sinistra, al centro, ci racconta di un esercizio del ruolo rigoroso, indipendente, garante di quella bandiera bianco verde che sventola davanti a questo palazzo.
Non c’entrano nulla le risorse poche o tante che lei ha ricevuto, i minimi, non c’entra niente il rinunciare al compenso, come lei comprende meglio di me, è un atto che mette in discussione i rapporti fra la politica e l’etica. Non abbiamo nessuna voglia di mettere nel mirino nessuno, noi crediamo che i comportamenti, le azioni di chi ha responsabilità politiche debbano essere informati, costituiti alla massima correttezza e limpidezza.
Presidente, potremmo fare le migliori leggi possibili, utilizzare le parole al meglio, ma se i nostri comportamenti disattendono la partecipazione ad una credibilità ed affidabilità, naturalmente viene messa in discussione, non certo solo lei, ma l’intera politica ed io sono certo che di questo sia perfettamente consapevole. Grazie.

PRESIDENTE. Terrò conto delle parole che sono state formulate dal replicante per quanto riguarda la mia posizione.
Ho fatto quello che ritenevo giusto senza tener conto delle conseguenze che potevano derivare da chi vedeva la cosa da più distante, ma non è mio compito rispondere alle interrogazioni, anzi chiedo scusa di questa deroga.

Interrogazione n. 130
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Grave emergenza sanitaria nella Provincia di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 130 del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione è piuttosto datata e fa riferimento ai fatti che sono avvenuti presso l’ospedale di Fermo all’inizio di quest’anno. In realtà che cosa è accaduto? Alla fine del mese di gennaio il plesso ospedaliero di Fermo è stato interessato da un’epidemia che ha riguardato i medici e gli infermieri, questo problema è stato risolto adottando misure adeguate di contrasto alla pandemia in particolare mettendo in quarantena il personale sanitario interessato.
A distanza di mesi oggi possiamo fare una fotografia dell’ospedale di Fermo che prevede in questo momento 10 ricoverati nella palazzina del reparto malattie infettive, mentre non c’è nessun paziente nel reparto di terapia intensiva, che è stato completamente svuotato dal Covid e sanificato.
Le sedute del blocco ospedaliero che erano state bloccate sono state così ripartite, sedute settimanali: 1 per otorino, 2 per ginecologia, 3 per ortopedia, 3 per urologia e 2 per chirurgia.
Se il processo di vaccinazione proseguirà come è stato avviato nella nostra regione, ci misureremo semplicemente con il ripristino delle liste d’attesa e delle attività che sono state rinviate.
Sappiamo perfettamente che c’è un appuntamento molto importante che è relativo all’attivazione del nuovo ospedale, che sarà costruito per la fine dell’anno 2022, inizio anno 2023, quindi, la provincia di Fermo si appresta ad utilizzare una struttura nuovissima, che dobbiamo misurare ad organizzare affinché sia efficiente e soprattutto disponibile non solo per i cittadini dell’Area vasta 4 ma, con le professionalità che in questo momento esprime, per tutta la sanità regionale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Assessore, l’interrogazione è datata, ma ha i suoi elementi di attualità, con questo atto si chiedevano i provvedimenti urgenti per ovviare ad una situazione in cui si era venuto a trovare l’ospedale Murri di Fermo ed alla conseguente emergenza sanitaria in tutta la provincia.
Considerato che l’ospedale Murri è l’unica struttura specialistica con caratteristiche di primo livello, secondo il d.m. 70 del 2015, a causa dell’emergenza sanitaria veniva interrotta ogni attività programmata e d’urgenza per malati che fossero no Covid. Quindi, si sollecitavano dei provvedimenti, che tra l’altro avevamo già sollecitato con una prima risoluzione il 9 novembre e poi con un’interrogazione il 14 gennaio, che si imponevano. Lo stesso Direttore di Area vasta si trovava nell’impossibilità di fronteggiare quell’emergenza tanto che denunciava, cito testuali parole: “Una situazione veramente critica e peggiore di un anno fa, il sistema ha fallito”, ricorderà l’Assessore Saltamartini quelle parole.
Provvedimenti che tra l’altro venivano sollecitati dalle testate giornalistiche locali, anche qui cito testualmente: “Murri, abbandonato a se stesso, rianimazione piena, chirurghi spostati al pronto soccorso ed anche i Sindaci gridavano: la Regione ci aiuti”.
Provvedimenti che tra l’altro si imponevano perché - l’Assessore Saltamartini sa come io sia a lui legato da sentimenti di stima e per certi versi anche di amicizia lontana - nel suo primo trimestre di insediamento si manifestavano i limiti della capacità di programmazione ed ad esempio non veniva aggiornato il piano pandemico per affrontare l’emergenza che sarebbe sopraggiunta a breve, ampiamente prevista e prevedibile.
Lo stesso Assessore tra l’altro, per certi versi anche onestamente, anche se in modo un po’ “drammatico”, rilasciava alcune dichiarazioni il 26 marzo 2021 e con una sorta di excusatio non petita diceva di essere appena arrivati al governo delle Marche e dichiarava che il fermano meritava un’attenzione particolare, cito testualmente, tanto che nella sua testa ci sarebbe stata un’idea precisa del fermano senza però dirci quale, declinava che nel fermano c’erano investimenti in corso, senza ricordare che erano stati tutti disposti dalla precedente Giunta, tra questi, lo ricordava anche lui, il finanziamento dell’ospedale di Fermo con 70 milioni stanziati con il primo bilancio approvato dalla precedente Giunta, che porta la mia firma, e 30 milioni inseriti con l’ultimo bilancio approvato dalla precedente Giunta, anche quel provvedimento porta la mia firma, nell’intermezzo 11 milioni per la viabilità di adduzione, che porta la firma dell’Assessore Casini e la mia come Assessore al bilancio, il finanziamento dell’ospedale di Amandola, il finanziamento di 4,1 milioni porta la mia firma per l’ammodernamento dell’ospedale di Montegiorgio, per le cure intermedie dell’ospedale di comunità, abbiamo in quel territorio attuato la riforma, c’è stata la riconversione delle strutture di Sant’Elpidio a Mare e di Montegiorgio con le cure intermedie, una riforma tra l’altro, l’ha detto anche lei, e su questo concordo, “Fermo sarà un punto di riferimento di tutta la sanità regionale” certo, perché l’ospedale nuovo che si andrà a realizzare ha la caratteristiche del primo livello. Di fatto in quel territorio abbiamo attuato quella riforma che poi è quella declinata dalla missione 6 del Recovery Fund di Draghi, abbiamo aumentato i posti letto con delibera di Giunta, quella precedente, tant’è che abbiamo fatto una variante all’ospedale, abbiamo avviato i percorsi per l’emodinamica e per la radiologia interventistica e poi il super robot chirurgico, però questi sono investimenti che abbiamo fatto noi, decisioni che abbiamo preso noi. Assessore, un po’ contraddicendo l’affermazione che il fermano meritava una attenzione particolare, che cosa è successo? Da una parte il Direttore di Area vasta è stato di fatto indotto alle dimissioni, basta vedere la Commissione di indagine che è stata inviata al Murri, e ancora non è stato nominato il nuovo.
Anziché disegnare il miglioramento a Fermo la situazione che si è aggravata, vediamo cardiologia e pronto soccorso, è stata messa in discussione ad esempio la costituzione del polo per la chirurgia interobotica, che deve essere collocato a Fermo, nelle Aree vaste 3, 4 e 5. Assessore, lei ha detto che a Fermo ci sarebbe stato un importante macchinario.
La Direttrice generale dell’Asur, che stimo, non si può permettere di dire: “Adesso vedremo dove metterlo” se non c’è un input politico, il super robot chirurgico deve stare a Fermo fisicamente, questi erano gli impegni che anche lei ha riconfermato.
Termino dicendo ci sono state anche altre interrogazioni su questi punti, che abbiamo presentato come gruppo, sia questa l’occasione per ribadire le imminenti necessità del fermano, prima su tutte la nomina del Direttore di Area vasta. Faccia presto, Assessore, perché quel territorio non può essere lasciato a sè stesso. E’ evidente che con tutta la buona volontà il Direttore generale dell’Asur non può sopperire alle esigenze di quel territorio, poi dia disposizioni per l’istituzione della struttura di emodinamica con la rimodulazione di cardiologia perché quel territorio ne ha assolutamente bisogno e diritto.

Interrogazione n. 136
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Saldo fatturazione Asur Marche da parte dell’Assessore alla sanità”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 136 dei Consiglieri Carancini, Casini, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’interrogazione concerne un fatto del tutto particolare, che riguarda una persona abitante nel Comune di Recanati. Questa persona il 22 gennaio 2020 fu ricoverata presso l’ospedale di comunità di Recanati e il 23 marzo è stata sottoposta a tampone ed è risultata positiva al Covi, ha chiesto poi di poter effettuare la quarantena presso l’ospedale di Recanati, da cui veniva dimessa il 6 maggio. Per questa quarantena espletata presso l’ospedale di Recanati, l’Asur chiedeva il pagamento della quota alberghiera, pagamento contestato dall’interessato, che a mezzo di procuratore contestava la pretesa creditizia. La lettera del suo avvocato non riceveva nessuna risposta da parte dell’Asur. A quel punto il signore esponeva delle mutande all’esterno della sua abitazione e questo fatto veniva ripreso dagli organi di stampa.
Venuto a conoscenza di questo fatto, verificavo che questa persona non poteva non aver avuto diritto all’assistenza ospedaliera fino al 6 maggio e pertanto in prima analisi ritenevo, prima di avviare un più opportuno accertamento, di pagare personalmente la quota pretesa dall’Asur e contestualmente di chiedere spiegazioni all’Azienda in merito a questa vicenda.
L’Asur riteneva che la sua pretesa era fondata sul fatto che a distanza di due mesi dal suo ricovero il cittadino interessato fosse già portatore della patologia Covid, secondo l’Asur questa persona aveva già al 22 gennaio questa patologia, e pertanto non vi era stata una modifica della ragione per la quale era stato ricoverato e quindi era tenuto al pagamento delle spese per le cure intermedie.
Ritenendo, come ho già spiegato, che non appariva evidente il nesso eziologico tra l’assunzione del Covid e la malattia per cui era stato ricoverato, ritenendo anche leso il principio di partecipazione previsto dalla legge fondativa della legge 502/92 che all’articolo 14, comma 5, prevede che sono ammesse osservazioni, denunce, reclami e che l’amministrazione deve decidere in via definitiva e comunque deve provvedere entro 15 giorni. In nuce il principio di partecipazione al procedimento risulta poi consacrato anche dalla legge 241/1990.
La fattura era di circa 2.000 euro che ho provveduto a pagare personalmente con bonifico.
Ritengo che chi ha l’alto onore di prestare servizio per una pubblica amministrazione, secondo l’articolo 54 della Costituzione, con dignità e onore, possa utilizzare anche la sua indennità per garantire il completamento o comunque l’effettività del mandato amministrativo che ha ricevuto. Dico questo perché questa vicenda si collega alla mia precedente esperienza, per esempio lo scorso anno la mia indennità di Vice Sindaco l’ho impiega per intero per acquistare mascherine per i nostri concittadini.
Voglio sottolineare che non ho mai fornito alla stampa l’informazione relativa al pagamento del bonifico, che non conosco, né conoscevo, né ho mai conosciuto questo cittadino di Recanati e ritengo che l’attività pubblica, ripeto, l’attività politica, si possa connotare anche di quelle caratteristiche capaci di dare dei segnali di buon senso, etici e di effettività della funzione svolta ai cittadini di questa regione.
Questo comportamento da me tenuto non solo l’anno scorso e quest’anno, ma sin dall’inizio della mia attività politica, che risale al 2009. In tutti questi anni ho impiegato diverse decine di migliaia di euro della mia indennità e questo perché ritengo possa completare un profilo etico che evidentemente spetta ai cittadini giudicare, non certo all’opposizione stabilire quali sono i comportamenti etici del personale politico.
L’ho voglio dire perché ho ritenuto di spiegare in quest’Aula le motivazioni del mio agire, l’attività ispettiva si colloca nell’attività ispettiva dell’agire amministrativo, non dell’agire personale dei soggetti interessati.
Concludo la mia replica a questa interrogazione segnalando che continuerò a comportarmi in questo modo e ad impiegare la mia indennità, in questo caso di Consigliere regionale, anche per risolvere tutti quei problemi che in via amministrativa non possono essere risolti, sia per divieto normativo o per altri problemi che riguardano l’amministrazione.
Infine dico che il mio Assessorato si sta impegnando perché la norma prevista dalla legge riguardo al riscontro di tutte le osservazioni critiche che giungono all’Asur deve trovare puntuale riscontro. Ritengo che i cittadini siano titolari di diritti, quindi, sto cercando di rafforzare il Cup per le prenotazioni e l’Ufficio relazioni con il pubblico perché a differenza dell’organizzazione che abbiamo trovato la pubblica amministrazione deve dare conto del proprio agire e deve dare conto soprattutto ai cittadini di tutte quelle disfunzioni che gli stessi possono registrare.
In questo senso ho ritenuto di dover intervenire per pagare la retta di questo cittadino perché pur essendosi addirittura rivolto ad un legale non aveva ricevuto nessun riscontro, ma solamente l’ingiunzione a pagare.
Ritengo che questo possa essere fatto nei Paesi non democratici e nei Paesi democratici deve essere garantita la piena cittadinanza dei cittadini e questo l’ho voluto fare prima pagando il prezzo di questa prestazione, che ritengo non dovuta, in seconda analisi l’ho fatto intervenendo sui meccanismi dell’amministrazione sanitaria regionale affinché dia le risposte che sono previste dall’ordinamento e che una pubblica amministrazione di un Paese democratico deve fornire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Assessore Saltamartini, lei è un bugiardo e si dovrebbe vergognare!

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. No, no.

(interventi fuori micofono)

Romano CARANCINI. Consigliere Ciccioli, silenzio!

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. L’ordine nell’Aula lo stabilisce il Presidente. Ogni motivazione ed ogni affermazione deve essere giustificata altrimenti subentra il fatto personale. Continui Consigliere.

Romano CARANCINI. Adesso gliela spiego, le pare che lo dico a caso!

PRESIDENTE. Prego.

Romano CARANCINI. Assessore Saltamartini, lei è un bugiardo politico perché ha dichiarato il 30 dicembre sul Corriere Adriatico che aveva fatto questo regalo dentro un chiaro atto di clientelismo politico e non cita la comunicazione che le è arrivata il 28 dicembre da parte della sua figlioccia politica, Direttrice dell’Area vasta 3, nella quale le spiegava analiticamente che cosa era capitato.

(l’Assessore Saltamartini e parte della maggioranza escono dall’Aula)

Romano CARANCINI. Presidente, se se ne va, io interrompo …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE. Lei può continuare o può fermarsi, è una sua libera scelta non dettata dai comportamenti altrui a meno che non si verifichino degli schiamazzi o delle situazioni che interrompono il suo intervento in Aula.

Romano CARANCINI. E’ naturale che se ne vada?

PRESIDENTE. Possono uscire dall’Aula, questo non impedisce di continuare fino a che qualcuno non chiede la verifica del numero legale.

Romano CARANCINI. Prendiamo atto che l’Assessore Saltamartini e l’intera maggioranza, salvo qualcuno, non vogliono sentirsi dire come stanno le cose.
L’Assessore Saltamartini si vanta attraverso questo articolo di venir meno agli errori fatti dalla sua struttura, smentendola e pagando, nonostante fosse stato informato delle ragioni per le quali era stato richiesto il pagamento a questo signore.
E’ evidente che c’è una delegittimazione della struttura sanitaria perché non è affatto naturale che un Assessore regionale decida di pagare un compenso ad un utente nonostante la sua struttura tecnica gli spieghi e motivi perché lo ha chiesto.
E’ un atto di una gravità assoluta, signor Presidente, lo dico a tutti i cittadini, e il fatto che l’Assessore Saltamartini non sia disponibile ad ascoltare e ad accettare ovviamente le critiche politiche che lo riguardano la dice tutta.
Penso esattamente l’opposto del Consigliere Cesetti, c’è una fortissima e fondamentale disistima politica, incapace di guidare questa Regione sotto il profilo sanitario in questa fase così difficile. Ma non siamo nuovi a questi atteggiamenti dell’Assessore Saltamartini, il quale non perde occasione per staccare la propria responsabilità dalla infrastruttura, dalle persone, dai dirigenti che lo associano e che lo aiutano nell’attività.
Una figura non all’altezza rispetto a tutto questo, di fatto lui ha scambiato un favore politico disinteressandosi di quello che la sua struttura gli spiegava e del perché aveva chiesto a questo signore il pagamento.
Dove è andata a finire la sua attività ispettiva? Che cosa ha fatto? Delle due l’una: o l’Assessore Saltamartini ha sbagliato e allora dovrebbe venire in Aula a dirlo perché la sua struttura gli ha dimostrato che l’Asur aveva un credito, ovvero, qualora ciò non fosse avvenuto, o lui non lo ritenesse, dovrebbe assumere le decisioni nei confronti di chi ha fatto questa richiesta di pagamento.
In realtà sotto a tutto ciò c’è il favore politico, c’è la necessità dell’Assessore Saltamartini di poter rilasciare, un giorno si e uno no e la notte pure, interviste e sputtanare l’intera struttura sanitaria rispetto alle responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Il Consigliere Carancini sarà querelato e dovrà rispondere di fronte al Giudice ordinario di quello che dice, non solo di quello che ha detto oggi, ma nel corso dei precedenti mesi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho un eccellente rapporto con il Consigliere Carancini, ma qualche volta la pensiamo in modo diverso, riconfermo ad esempio che l’Assessore Saltamartini gode della mia stima politica e anche di una sorta, da diverso tempo, sebbene non frequente, amicizia personale. Questo non toglie ovviamente le mie critiche sulla sua gestione della sanità regionale, che ci sono state più volte come atti ispettivi.
L’Assessore Saltamartini gode della mia stima e vorrei ricordare in questa sede che querelare il Consigliere Carancini, non perché lo debba difendere, non ha motivo d’essere perché il Consigliere Carancini credo che abbia espresso un giudizio politico, lui ha parlato di bugiardo politico, quindi, è un giudizio politico che ci sta tutto. Poi l’Assessore Saltamartini sa che il Consigliere Carancini ha espresso queste opinioni, sebbene abbastanza forti, in questa Aula e quindi nell’esercizio delle sue funzioni e delle sue prerogative e come tale non è perseguibile. Ricordo l’articolo 122, comma 4, della Costituzione, quindi, evitiamo queste cose.
Assessore Saltamartini, le dico, nel riconfermare la mia stima personale, che in questo caso ha sbagliato, ha sbagliato di brutto nel fare quel bonifico ed ha sbagliato anche nella sua risposta in quest’Aula. Le fa onore il fatto che lei abbia devoluto la sua indennità di Sindaco per acquistare le mascherine, lei ha fatto una donazione, le fa onore se lei destina parte della sua indennità per fare del bene, questo le fa un grande onore, però non le fa onore pagare una fattura dell’Asur.
Assessore Saltamartini, lei è un’istituzione come Assessore e lo sono io come Consigliere, come lo sono stato da Assessore, lei è un’istituzione prevista tra l’altro dalla nostra Carta Costituzionale e quando lei rappresenta questa istituzione non può agire come soggetto privato, lei può fare sì una donazione, ma non può pagare una fattura Asur perché delle due l’una, o quel cittadino aveva ragione e allora non gli doveva essere chiesto il corrispettivo di quella prestazione e andavano adottati provvedimenti nei confronti di coloro che gliel’avevano chiesta o quel cittadino aveva torto e allora doveva pagare, altrimenti passa il principio che basta appendere un paio di mutande su un filo per avere non il soddisfacimento di un diritto, ma la soddisfazione di un arbitrio.
Questo non può essere e non solo perché si costituisce un pericoloso precedente, ma perché non è giusto. Lei rappresenta una istituzione e le istituzioni sopravvivono alla vita degli uomini, però portano con loro i gesti che gli uomini che le rappresentano compiono e questo gesto non fa onore all’istituzione.


Interrogazione n. 144
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Rispetto delle finalità e delle priorità riguardo l'utilizzo del Fondo per il sostegno e il ruolo di cura del caregiver familiare come da Decreto 27 ottobre 2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 144 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Riguardo alla necessità di sostenere i bisogni dei caregiver familiari, nella nostra Regione si è ritenuto di intervenire prioritariamente a carattere sperimentale nei riguardi dei familiari di persone in condizione di disabilità gravissima, così come definita dall’articolo 3 del decreto 26 settembre 2016 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed è stata indicata come prima priorità, così come delineata dall’articolo 1, comma 2 del decreto 27 ottobre 2020.
Nella proposta presentata al Ministero e condivisa con i coordinatori degli ambiti territoriali sociali e con le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità, sono state stabilite le procedure per ottenere il contributo da parte di tutti i caregiver di persone con riconoscimento della condizione di disabilità gravissima ottenuta dalla Commissione sanitaria provinciale.
Questa valutazione ha consentito di poter intervenire immediatamente attraverso l’erogazione di un contributo economico di 1.200 euro, essendo i beneficiari dell’intervento di disabilità gravissima facilmente identificabili.
Nella prossima settimana verrà convocata la Consulta della disabilità e con tutte le associazioni rappresentative verranno concordate ulteriori modalità di intervento al fine di garantire che il decreto sui caregiver del 27 ottobre 2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri sia spalmato secondo i bisogni emergenti e secondo le necessità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta nella quale ho sentito parlare di priorità e di una certa progettualità.
Ho insistito un po’ su questo tipo di interrogazione, ne avevamo fatta una il 22 marzo, perché non avevo ottenuto in risposta alla prima interrogazione una menzione a tali criteri, che invece sono stati presi in considerazione. Ho persistito perché si rischia, se non abbiamo una proposta con una buona progettualità basata sulle linee guida e sugli indirizzi dati dal Ministero, che alla valutazione dell’apposito comitato questi fondi non vengano assegnati.
Mi sembra che possiamo rassicurare i caregiver e chi ha molto bisogno di questi aiuti e di questi supporti, la proposta emanata dalla Regione Marche, mi corregga Assessore se sbaglio, sarà non solo un contributo economico, ma avrà una progettualità al suo interno, quindi posso dire che ci riteniamo rassicurati.
Tra le priorità più importanti troviamo coloro che non hanno avuto accesso alle strutture a causa del Covid e un rinforzo alle alternative dell’istituzionalizzazione. Mi sembra che andiamo in linea e comunque seguiremo bene la distribuzione dei fondi e mi ha fatto piacere sentire che sono stati fortemente coinvolti anche gli ambiti territoriali, che sono quelli che conoscono meglio i disabili, le loro famiglie, le istanze dei territori e questo tipo di utenza che ci sta particolarmente a cuore. Grazie.

Interrogazione n. 107
ad iniziativa della Consigliera Ruggeri
“Strada complanare di collegamento tra gli svincoli di Pesaro e Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 107 della Consigliera Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.

Francesco BALDELLI. Grazie, Presidente. Un’interrogazione abbastanza complessa a cui cercherò sinteticamente di dare risposte. Si chiede: se è tuttora valida la prescrizione per la realizzazione della complanare Fano/Pesaro, scaturita dalla Conferenza dei servizi del 7 luglio 2006 e dal decreto del Ministero delle infrastrutture del 21 dicembre dello stesso anno, qual è la situazione del casello Fano nord e quali iniziative intende intraprendere la Giunta regionale.
Nel merito rappresento quanto segue. Dalla documentazione tecnico amministrativa risulta che l’intervento per la realizzazione di opere compensative nel Comune di Fano nell’ambito del progetto di ampliamento a tre corsie dell’Autostrada A14 era stato richiesto dal Comune di Fano con delibere di Consiglio comunale n. 92 del 26 aprile 2006, n. 106 del 16 maggio 2006, poi modificate e sostituite con la delibera di Consiglio comunale n. 135 del 14 giugno 2006.
La richiesta delle opere compensative è stata fatta propria dalla Regione Marche con le delibere di Giunta regionale n. 583 del 15 maggio 2006 e n. 735 del 19 giugno 2006 funzionali alle Conferenze dei servizi tenutesi nelle sessioni dei giorni 19 maggio 2006, 23 maggio 2006, 7 luglio 2006, poi perfezionata con decreto del Ministero delle infrastrutture del 21 dicembre 2006.
Nel corso della predetta Conferenza dei servizi le amministrazioni territoriali coinvolte hanno condiviso il progetto di ampliamento a tre corsie dell’Autostrada A14 nel tratto Cattolica/Fano, presentato da Autostrade per l’Italia, prescrivendo ad Autostrade la realizzazione di alcune opere compensative – mi segua bene Consigliera Ruggeri perché nell’ordine degli atti queste opere vengono poi modificate - in particolare il Comune di Fano ha richiesto la realizzazione della nuova bretella sud di raccordo alla strada statale 16 in Comune di Fano e l’adeguamento dello svincolo con la strada Fano/Grosseto e del raccordo alla viabilità comunale attraverso un sistema di rotatorie.
Punto b) realizzazione del nuovo casello di Fano in località Fenile, migliorando il sistema di relazioni con la provinciale Flaminia, attraverso apposite rotatorie, il tratto di ricucitura con Via Campanella.
Punto c) progettazione della strada complanare di collegamento tra gli svincoli di Pesaro e di Fano con funzione di variante alla strada statale 16 con utilizzo della esistente galleria autostradale di Novilara. Qui rilevo che la progettazione non è stata mai richiesta, almeno non risulta agli atti, dal Comune di Pesaro.
Successivamente con delibera di Consiglio del Comune di Fano n. 40 del 24 febbraio 2010, sono state approvate le scelte di progetto e l’esatta localizzazione delle opere, modificando le precedenti richieste scaturite dalla Conferenza dei servizi del 2006, precisamente è stato chiesto lo snodo di Fano nord in località Fenile, la bretella sulla strada provinciale 45 di Caregnano e la strada provinciale 3 Flaminia, la bretella sulla strada provinciale 3 Flaminia Via Campanella, il nuovo assetto viabilistico di collegamento tra la superstrada, la strada statale 73 bis Fano/Grosseto, svincolo autostradale di Fano esistente e la bretella sud di Fano.
Quindi in data 1 agosto 2013 Autostrade per l’Italia per le opere complementari ha richiesto al Ministero la conformità urbanistica.
In data 11 settembre 2013 il Ministero ha attivato il procedimento di accertamento della conformità urbanistica delle su citate opere complementari finalizzato al raggiungimento dell’intesa Stato/Regione Marche.
Con delibera di Giunta regionale 1577 del 25 novembre 2013 la Regione Marche in riferimento alle opere compensative nel Comune di Fano ha espresso parere favorevole alla realizzazione dell’intervento ai fini dell’intesa Stato/Regione Marche di cui al d.p.r. 616/77.
In data 20 febbraio 2014 si è tenuta la seduta di Conferenza dei servizi relativa alle opere complementari che si è conclusa positivamente in data 7 aprile 2014 con emissione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del provvedimento finale di intesa Stato/Regione Marche del 17 giugno 2014, determinando così la variazione degli strumenti urbanistici.
Il Comune di Fano con deliberazione del Consiglio comunale 163 del 4 agosto 2016 ha approvato lo schema di accordo per l’esecuzione delle opere compensative, come indicato nel decreto direttoriale del 2014.
La Regione Marche con delibera di Giunta regionale n. 933 dell’8 agosto 2016 ha approvato lo schema di convenzione da sottoscrivere con la Provincia di Pesaro-Urbino, il Comune di Fano e la società Autostrade.
Infine con la sottoscrizione della convenzione tra Regione Marche, Comune di Fano, Provincia di Pesaro-Urbino e Autostrade avvenuta il 28 ottobre 2016, le parti hanno stabilito espressamente: “il Comune, la Provincia e la Regione danno atto che con la realizzazione da parte di Autostrade per l’Italia delle opere complementari, si intendono pienamente assolte da parte di Autostrade le prescrizioni dettate nella Conferenza dei servizi del 7 luglio 2006”.
Pertanto, per condivisa volontà delle parti coinvolte, la prescrizione di cui alla Conferenza dei servizi del 7 luglio 2006, relativa alla sottoscrizione di un protocollo di intesa e successivo accordo di programma al fine di realizzare una strada complanare di collegamento tra gli svincoli di Pesaro e Fano con funzione di variante alla strada statale 16, è stata rimodulata dagli atti deliberativi successivi, nonché dalle decisioni sottoscritte nella Conferenza dei servizi tenuta dal Ministero delle infrastrutture il 20 febbraio 2014 e dal relativo decreto ministeriale n. 4605 del 17 giugno 2014 nonché dalla convenzione sottoscritta il 28 ottobre 2018.
Alla luce di queste considerazioni svolte in merito al primo quesito, che lei ha posto, gli enti sottoscrittori della convenzione del 28 ottobre 2016, tra cui la Regione Marche, hanno fatto venire meno la rilevanza giuridica degli impegni sulla progettazione della complanare Fano/Pesaro.
Ad oggi la bocciatura del ricorso al Tar promosso dal Comune di Fano per quanto riguarda invece la domanda al punto 3), secondo la visione della Regione Marche, non esclude la titolarità in capo alla società Autostrade della realizzazione del progetto del nuovo svincolo di Fano nord in località Fenile, il cosiddetto casello a Fenile, dal momento che l’individuazione della predetta opera risulta sancita nel decreto direttoriale del 2014 e ne è stabilita la realizzazione a carico di Autostrade. Resta però la necessità di riproporre il progetto.
Già da fine gennaio 2021 l’attuale amministrazione regionale si è attivata per riprendere il dialogo per la realizzazione dello svincolo di Fano nord, sia con il Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibile che con la società Autostrade, infatti a fine febbraio, metà marzo e metà maggio si sono tenuti incontri sia con la Direzione generale per le strade e le autostrade e l’alta sorveglianza sulle infrastrutture stradali e la vigilanza sui contratti concessori autostradali del Mims, sia con l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia SpA e i suoi collaboratori.
Il nuovo svincolo, questa è consapevolezza della Giunta regionale, garantirebbe alle comunità di Fano e di Pesaro e non, un collegamento funzionale e veloce, alternativo alla strada statale 16 Adriatica, spesso congestionata, soprattutto nel periodo estivo. Per tali motivi detto svincolo è stato inserito come nodo strategico nel master plan delle infrastrutture della Regione Marche recentemente approvato dalla Giunta regionale.
Concludo dicendo che proprio ieri abbiamo fatto un sopralluogo con Società Autostrade a cui ho partecipato personalmente, così come a tutte le riunioni che le ho indicato dall’insediamento della nuova Giunta regionale, per la realizzazione dello svincolo in località Fenile perché è il punto di partenza per la realizzazione di una reale complanare tra Fano e Pesaro che risolverebbe gli attuali problemi di traffico e di sicurezza della strada statale Adriatica senza avventurarsi in altre opere che non potrebbero rappresentare in concreto una alternativa alla viabilità della statale 16.
La ringrazio Consigliera Ruggeri per questa interrogazione che porta chiarezza sull’argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta. Da quello che lei dice mi sembra che la nostra ricostruzione nell’interrogazione, fatta su atti che faticosamente abbiamo recuperato presso vari enti, sia giusta. Anche lei ripercorre gli stessi atti e dà più o meno la stessa lettura che gli avevamo dati noi, ma noi non abbiamo un ruolo come il suo, quindi, abbiamo ritenuto fosse il caso che la Regione, nella sua persona, si esprimesse in proposito per darci convincimento che abbiamo dato un’interpretazione giusta.
Senza rifare tutto il percorso che lei ha fatto, è evidente che è una data importante per la città di Fano e per la città di Pesaro quello che lei dice, che la città di Pesaro non abbia mai fatto richiesta per una progettazione della complanare lo trovo abbastanza grave, ancora più grave trovo che il 28 ottobre 2016 il Comune di Fano abbia accettato di firmare questa convenzione insieme ad Autostrade, Provincia di Pesaro-Urbino e la Regione in cui, come lei ha letto, sono pienamente assolte da parte di Autostrade per l’Italia tutte le cose che erano richieste precedentemente e si fa riferimento alla Conferenza dei servizi del 2006 in cui invece si parlava, oltre che delle bretelle che sono state realizzate nella mia città, dello svincolo di Fano nord che era stato messo tra parentesi e che ad oggi non è ancora stato realizzato.
A noi sta a cuore la questione della complanare, avremmo potuto avere queste opere gratuitamente realizzate da Autostrade nel 2016, responsabilità grossa penso che l’abbia l’attuale Sindaco di Fano, che ha deciso che bastava quel poco che avevamo avuto.
Questa è una cosa che ritengo molto grave e da quello che lei dice mi sembra anche di capire che, ed era la seconda domanda che ho posto, la Giunta regionale non intende farsi promotrice dell’elaborazione e sottoscrizione di tale protocollo d’intesa, a cui abbiamo fatto riferimento precedentemente, tra Anas, Ministero ed altri enti, perché lo considera decaduto con quell’atto famoso del 2016, almeno mi sembra di avere capito questo da quello che lei ha detto.
Ora la domanda è: il famoso casello di Fano nord sarà gratis? Lei mi dice di si, ci fa piacere che non si debba pagare, ma non lo riteniamo una soluzione idonea per il congiungimento delle due città di Fano e Pesaro, un ulteriore casello non può essere la sola via che percorre l’autostrada e la statale 16 che, come lei ha detto precedentemente, non può collegare due città di questa importanza, soprattutto con l’organizzazione sanitaria che abbiamo adesso e forse con quella futura.
La settimana scorsa avrà letto che ci sono stati ben due incidenti che hanno bloccato il traffico per un po’ di tempo, quindi, quello che ci auguriamo è che si riesca a realizzare la complanare anche se abbiamo perso una grossa occasione e chi è responsabile ne dovrà rispondere davanti ai cittadini. Grazie.

Interrogazione n. 187
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mastrovincenzo, Vitri
“Verifiche sull’affidabilità ed integrità della ditta aggiudicataria del servizio di trasporto scolastico in alcuni Comuni delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 187 dei Consiglieri Biancani, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Già in un’altra circostanza ci eravamo intrattenuti su problematiche riguardanti questa società, sempre a cura del Consigliere Biancani, che ringrazio perché ci consente di fare il punto sui temi riguardanti l’affidabilità e l’integrità della ditta ai fini dell’aggiudicazione del servizio per il trasporto scolastico, che è stata disposta con decreto della Suam regionale che lo scorso 26 giugno 2020 ha disposto l’aggiudicazione per il servizio di trasporto per i Comuni della regione Marche ed alcuni lotti alla ditta.
Ai sensi dell’articolo 32 del codice degli appalti, come è noto, l’aggiudicazione diventa efficace dopo che si sono verificati tutti i requisiti generali e speciali prescritti dal codice stesso. Per la verifica del possesso dei requisiti auto-dichiarati in sede di gara, si è proceduto – questo riferisce la responsabile della Suam – come da disposizione di legge. In particolare per quanto concerne i requisiti generali sono stati controllati: la regolarità contributiva, la regolarità fiscale, l’ottemperanza, la legge 68/99, il certificato del casellario giudiziario per le sanzioni amministrative dipendenti da reato e tutti gli altri certificati riguardanti il casellario informatico dell’Anac, il casellario giudiziario di tutti i soggetti previsti dall’articolo 80, il certificato del Tribunale della sezione fallimentare e l’informativa antimafia. Quindi, la Suam ha proceduto a tutte queste verifiche e il 21 luglio dell’anno scorso all’esito positivo di questa verifica ha dichiarato l’efficacia dell’aggiudicazione.
C’è stato un ricorso contro l’aggiudicazione della ditta, che è stato presentato al Tar Marche nel luglio dell’anno scorso da parte di un’altra concorrente. Il Tar Marche con una sentenza dello scorso gennaio, siamo già nel nuovo anno e con la nuova legislatura, ha affermato che “dall’istruttoria condotta dalla Regione Marche, evincibile dalla documentazione versata agli atti, - è emerso che l’aggiudicataria risulta in regola con le prescrizioni di legge volte a tutelare il diritto al lavoro dei disabili, non ha iscrizioni nel casellario giudiziario né all’Anagrafe”, segue il dispositivo della sentenza che non leggo, ma che sarà possibile ottenere con la copia della risposta stessa.
Come è riportato, prosegue la Dirigente del Servizio Suam, che ha provveduto a redigere la risposta, anche nel suddetto provvedimento giudiziario, al momento dell’aggiudicazione la ditta non è risultata carente dei requisiti morali e speciali che sono previsti dal codice dei contratti, tuttavia la Suam, che a conoscenza della situazione di difficoltà della ditta, ha richiesto prima della stipula del contratto/convenzione un ulteriore approfondimento all’Agenzia delle entrate.
Quindi, verifica formale di tutte le certificazioni, sentenza del Tar Marche e ulteriore accertamento presso l’Agenzia delle entrate competente, che non ha restituito informazioni debitorie per quanto riguarda la ditta menzionata.
Vista la sentenza favorevole di I° grado, in data 16 marzo 2021, la Suam ha provveduto alla stipula della convenzione/contratto con la ditta, quindi l’ha fatto dopo aver ottenuto tutte queste conferme.
Contro la sentenza del Tar Marche è stato tuttavia proposto appello al Consiglio di Stato il 6 aprile 2021, sempre da parte della ditta concorrente, ed è stata fissata l’udienza per la discussione nella data del prossimo 1 luglio, quindi la Suam all’esito ed a seguito della proposizione del gravame ha inviato una nota il 15 aprile ai Comuni interessati dai lotti aggiudicati alla ditta, rendendoli edotti della situazione giudiziaria in atto ed invitandoli ad attendere gli esiti, almeno della richiesta cautelare perché la ditta concorrente ha anche proposto richiesta di sospensiva.
Considerando che il periodo migliore per effettuare il cambio appalto nel servizio del trasporto scolastico in vista dell’avvio del nuovo anno sono i mesi di sospensione del trasporto stesso, cioè da giugno a settembre, la Suam ha anche inviato una esplicita richiesta all’Avvocatura regionale affinché la stessa presenti una richiesta di anticipo dell’udienza di discussione della cautelare al Consiglio di Stato. E’ evidente che sarebbe utile sapere se vi sarà sospensiva quanto prima possibile perché sono parecchi i Comuni che ci chiedono notizie sia per quanto riguarda questa specifica problematica, sia più in generale per l’aggravio di costi di cui abbiamo anche parlato, il reperimento dei 500.000 euro di cui abbiamo fatto già cenno, anzi aggiungo che mercoledì o giovedì faremo anche un incontro con il coordinamento piccolo dei Comuni dell’Anci proprio per parlare di queste problematiche.
Cerco di stringere così che si possa dare spazio anche alla replica, dicendo che sempre nell’ottica di monitorare costantemente la situazione societaria della ditta la Suam il 25 maggio 2021 ha trasmesso ai Comuni interessati al lotto 9 (Pesaro, Fano e Vallefoglia) la richiesta di informazioni riguardo alla ditta stessa in quanto attuale contraente del servizio di trasporto scolastico a seguito di precedente autonoma gara svolta dai Comuni stessi. E’ stato richiesto di venire a conoscenza del comportamento tenuto dal fornitore nell’esecuzione delle pregresse obbligazioni contrattuali nonché dei rischi inerenti la questione dei mancati pagamenti, ricordo che il Consigliere Biancani aveva parlato anche di interlocuzioni in Prefettura con la ditta stessa.
Il 31 maggio scorso il Comune di Pesaro ha rilevato tre criticità che riguardano il pagamento delle retribuzioni e due situazioni specifiche di inadempienze contrattuali, quindi, effettivamente l’esito anche di questo plus di valutazione che è stato condotto non consente di rilevare problematiche del servizio svolto presso l’utenza, ma una serie di circostanze che sono state dettagliate.
Il Comune di Vallefoglia ha riscontrato che la ditta non sempre ha tenuto un comportamento corretto nell’esecuzione delle obbligazioni contrattuali, per cui questa verifica effettivamente ha prodotto la conferma di situazioni che meritano attenzione e per le quali ringrazio il Consigliere Biancani.
Anche il Comune di Fano riscontra che i dipendenti della ditta affidataria della gestione del servizio, in particolare per quanto riguarda la questione dei pagamenti, sono stati tutti soddisfatti pur se con ritardo, in particolare a seguito della sospensione del servizio del trasporto avvenuta nel periodo marzo/giugno 2020 a causa della pandemia ed all’avvenuta ripresa del servizio a decorrere dal settembre 2020 le organizzazioni sindacali avevano richiesto al Comune di Pesaro, Fano, Petriano, Fermignano, Vallefoglia, Monteciccardo l’intervento in surroga per il pagamento delle spettanze dei dipendenti impiegati nel servizio trasporto.
Insomma, ci sono una serie di allert che meritano attenzione anche se non hanno compromesso la possibilità, a mente di codice degli appalti, di confermare l’affidamento salvo chiaramente quello che accadrà in sede di sospensiva al Consiglio di Stato.
Chiudo dicendo che da questa verifica fatta con i Comuni emerge che ci sono state delle criticità nel rapporto con le maestranze, con i dipendenti, mentre il servizio non ha manifestato particolari criticità.
Dai suddetti riscontri pervenuti da parte dei Comuni, come sopra detto, per i quali l’attuale gestore del servizio trasporto è lo stesso che fornirà il servizio con la convenzione attivata, si rileva che, ancorché il servizio non venga gestito in maniera fluida, non risultano allo stato attuale le condizioni per effettuare il recesso dal contratto/convenzione a causa del venir meno dell’affidabilità del contraente, pur rimanendo in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato.
I problemi ci sono, sono stati valutati dalla Suam come non idonei a determinare una revoca dell’affidamento, ma si resta in attesa dell’esito della sospensiva al Consiglio di Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Grazie Assessore per la risposta, dopo prendo volentieri copia che mi consentirà di approfondire anche quegli aspetti che non c’è stato di modo di analizzare durante la risposta.
In effetti il tema vero è che questa società probabilmente ha dei bravi dipendenti, nel senso che anche se non vengono pagati con regolarità garantiscono un buon servizio in quanto sono loro che vanno a prendere i ragazzi a casa o a scuola per riportarli a casa. La ditta è fortunata perché ha dei dipendenti che anche di fronte a diverse problematiche (assenze, scioperi, eccetera) anche se qualche diritto l’avrebbero, continuano a lavorare con dedizione.
Non so se questi dati che sono emersi alla luce di queste due interrogazioni, che avevo fatto e alle quali lei Assessore ha sempre dato risposta precisa, è possibile metterli a disposizione del Consiglio di Stato, le risposte che noi abbiamo ricevuto dai vari Comuni, perché oggi noi siamo interlocutori dei Comuni e del Consiglio di Stato. I Comuni sono nostri interlocutori, penso che un soggetto terzo, che deve decidere rispetto anche a questi atti, debba essere messo nelle condizioni di avere tutti i documenti necessari.
Rimango perplesso non perché la Regione Marche si sia comportata male e non abbia fatto quello che doveva fare, ma che nel nostro Paese tutto sia in regola perché se si chiede a chi gestisce il servizio questo risponde che in realtà ci sono dei problemi e non è tutto in regola. Questo alla luce del fatto che oggi siamo nella fase in cui dovremmo rinnovare anche per i prossimi anni, sapendo che abbiamo una ditta che probabilmente non ha quella solidità per riuscire a garantire le necessità ed anche i contratti con i dipendenti. Pensavo che questo fosse uno dei motivi per poter rivedere la cosa.
Con la ditta non ho rapporti personali di nessun tipo, mi hanno sollecitato i dipendenti, che continuano a farmi presente che hanno difficoltà ad avere gli stipendi tanto che a volte sono dovuti intervenire i Comuni, anche se devo dire che quando i Comuni sono stati convocati in Prefettura o si è paventata la possibilità di intervenissero in sostituzione la ditta ha pagato.
Non è possibile che ogni mese i dipendenti stiano con il fiato sospeso per sapere se arriva lo stipendio oppure no, alla luce del fatto che il lavoro lo fanno e lo fanno bene.
Assessore, la ringrazio e le chiedo di continuare a presidiare specialmente gli uffici e di mettere anche a disposizione degli altri enti (Tar, Consiglio di Stato) le risposte avute direttamente dai Comuni. Grazie.

Mozione n. 75
ad iniziativa dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Ricostruzione, detrazione IVA da parte di imprese soggette a regime ordinario ai fini della medesima imposta”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 75 dei Consiglieri Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. La questione che poniamo è quella inerente la possibilità di detrarre l’Iva ed il riconoscimento o meno di tale imposta come costo e quindi come importo da aggiungere al contributo per la ricostruzione da parte delle imprese che sono soggette a regime ordinario ai fini della medesima imposta.
In materia di ricostruzione produttiva, parliamo di ricostruzione da terremoto e dell’applicazione dell’Iva per le attività produttive, l’articolo 6, comma 2, lettera e) del decreto legge 189/2016, convertito poi in legge, stabilisce che il diritto al contributo spetta ai titolari di attività produttive, ovvero a chi per legge o per contratto o sulla base di altro titolo giuridico è tenuto a sostenere le spese per la ristrutturazione e per la ricostruzione delle attività strumentali danneggiate dal sisma.
Possono beneficiare dei contributi previsti dall’articolo 1, comma 2 dell’ordinanza commissariale 13 del 2017 le imprese appartenenti a tutti i settori.
Non tutte le imprese hanno la stessa aliquota, pensiamo ad esempio alle imprese agricole, che hanno un’Iva al 4%, che si trovano a dover anticipare nel caso di ricostruzione una aliquota del 22%, c’è quindi una grande difficolta delle ditte beneficiarie del contributo ad anticipare l’Iva, tanto che questo sta ritardando la presentazione delle istanze o, qualora presentate il blocco dei cantieri perché le imprese esecutrici dei lavori si trovano remunerate solo per la parte imponibile coperta dal finanziamento agevolato e non per l’intero importo, che è fatto anche dell’Iva, e questo è un pregiudizio a nostro avviso incolmabile.
Alle difficoltà di anticipazione dell’Iva si accompagna anche la complessità di usufruire della relativa detrazione, anche questo è un tema, in relazione ai tempi di compensazione in contabilità, che di norma sono molto lunghi, nonché la concreta capacità di recupero di alcune imprese collegata al fatturato dell’impresa che magari in questi anni non ha fatturato, quindi, si aggiunge a questo l’impossibilità nella maggior parte dei casi di riuscire ad ottenere un rimborso, ripeto, soprattutto per quello che riguarda le aziende agricole.
Nelle aziende agricole c’è un’altra fattispecie perché a volte i terreni o i beni sono assoggettati e vengono utilizzati in virtù di contratti di affitto, ovvero di comodato anche al di fuori del comparto agricolo, per cui le spese di ristrutturazione sono in capo a soggetti diversi, a soggetti locatari che sono passivi nei casi del titolo di locazione.
Il meccanismo dell’Iva si fonda principalmente sul principio di neutralità, che deve operare sugli scambi intermedi, la cosiddetta neutralità interna, nel senso che il tributo deve risultare neutrale nei confronti di coloro che, come soggetti passivi d’Iva, sono chiamati ad applicare il tributo (imprenditori, artisti, eccetera), che hanno un rapporto diretto con il titolare dal lato attivo del rapporto obbligatorio di imposta.
La neutralizzazione dell’imposta deve prevedere il diritto a detrazione, che è quindi funzionale alla sua neutralità, che nei casi delle aziende agricole non esiste.
Noi abbiamo ascoltato il territorio e le imprese che si sono trovate in difficoltà, cantieri fermi o progetti che non sono stati presentati perché l’azienda non riesce ad anticipare il 22% del contributo per la ristrutturazione e per la messa in sicurezza dei propri immobili.
Avendo letto dai giornali che il Commissario si sta muovendo presso il Governo centrale per riuscire a risolvere questa problematica, che non è affatto semplice, ci rendiamo conto, chiediamo un impegno della Giunta regionale a farsi anch’essa promotrice a fianco del Commissario per una modifica normativa che preveda il riconoscimento dell’Iva per i contributi alle imprese connessi alla ricostruzione, come costo nel caso di rinuncia alla detrazione, ovviamente l’impresa dovrà rinunciare alla possibilità della detrazione dell’Iva. Questo ci sembra un contributo ed un aiuto a tutte quelle imprese che sono in sofferenza e che ci auguriamo ripartano immediatamente, vessarle con un contributo così importante …, ripeto, nel caso dell’agricoltura così differente dalla possibilità recuperare l’anticipazione, ci sembra un modo anche per aiutare quello che il Commissario, da quello che abbiamo letto dai media, sta facendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo tema che, come dice la Consigliera Casini, è interessante, importante e crea difficoltà a molte categorie di imprese.
Diciamo che è una misura che poteva da tempo essere già prevista in quanto ormai sono passati quasi 5 anni dal sisma.
Nella mozione si dice che la ricostruzione rimarrà bloccata, io dico che non sono tantissimi coloro che si trovano in questa situazione, non per questo devono essere trascurati, anche se in minima parte possono essere considerati.
La Consigliera Casini fa riferimento all’agricoltura dove essendo l’Iva al 4% ed incassando poco o niente dagli affitti è difficile fare grossi investimenti, ma posso dire anche di altre situazioni, magari di fondazioni che gestiscono beni, musei, dove gli incassi sono talmente pochi, l’attività è bloccata, e si trovano in grosse difficoltà per poter fare interventi, che in determinate strutture sono ampi e pesanti che diventa impossibile intervenire per cui andremmo a sottrarre alla nostra comunità delle opere d’arte e ricchezze che non possono essere messe a nudo.
Era un provvedimento che doveva essere già fatto da tempo, però questo non ci fa tornare indietro, anzi, insieme con il Commissario … Nella mozione non è scritto, ma la Consigliera Casini ha detto che anche il Commissario sta lavorando su questo, magari fare pressione sul Commissario e individuare quelle categorie di soggetti …, chi fa un fatturato secondo me non può approfittare di queste agevolazioni perché in un paio di mesi riesce a recuperare quanto ha versato d’Iva.
Diciamo che siamo d’accordo sulla cosa, se possibile estenderla anche, ad esempio, alle fondazioni ed in generale a tutte le imprese e a tutte quelle tipologie che non versando l’Iva a debito non ricevono quella a credito e si trovano in difficoltà, quindi, sollecitare il Commissario e la Giunta ad intervenire su questo.
Ripeto, era una cosa da fare prima, nel mio Comune c’è un’opera ferma da un paio di anni proprio perché c’è questo problema, figuriamoci se non siamo d’accordo, anche se siamo in difficoltà sulle premesse perché sembra che tutta la ricostruzione sia bloccata a causa di questo o perlomeno tutte le attività, invece sono pochissime, marginali, però questo non significa che non devono essere attenzionate.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Consigliere Marinelli. La mozione non si riferisce alle sole attività agricole, io ho fatto l’esempio più eclatante, ma ci sono anche tante fattispecie, come lei diceva, che hanno difficoltà ad anticipare l’Iva e che non potrà essere recuperata, questa è l’ingiustizia.
E’ vero, come ha detto lei, che c’è chi se lo può permettere, le grandi aziende o le imprese che hanno la capacità di poter di recuperare l’Iva non hanno difficoltà a farlo, infatti nella mozione noi impegniamo la Giunta a chiedere al Governo una modifica normativa che preveda il riconoscimento dell’Iva per i contributi alle imprese connessi alla ricostruzione, quindi tutti i tipi di imprese, come costo nel caso di rinuncia alla detrazione. Quindi, rinuncerà alla detrazione chi è più piccolo e non può permettersi di recuperarla, sennò nella grande impresa non c’è un vantaggio, preferisce recuperare l’Iva ovviamente.
Non è che tutta la ricostruzione produttiva non sia ripartita, ha perfettamente ragione, sono convinta come lei che sia ripartito molto, soprattutto dopo le ultime ordinanze, però questo è un caso che, come lei ha detto, non può essere lasciato indietro perché riguarda i soggetti più fragili.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Anche noi concordiamo con il testo della mozione che coglie un aspetto condivisibile, che produce una obiettiva disparità di trattamento e più in generale una criticità in favore di alcuni soggetti. Sono state elencate in primis le attività agricole ed anche coloro che sono soggetti Iva, ma svolgono la loro attività in immobili non di proprietà.
E’ una casistica che obiettivamente merita l’attenzione che la mozione evidenzia e da questo punto di vista può essere utile sapere che d’intesa con la struttura commissariale abbiamo predisposto degli emendamenti al decreto sostegni bis il cui esito dovrebbe essere prossimo alla definizione. Sono stati segnalati da un po’ tutti i gruppi consiliari, ci siamo fatti parte diligente perché tutti i gruppi, nessuno escluso, potessero fare proprio questo tema e dargli forza in vista dell’approvazione.
La Giunta concorda con quanto richiesto e sollecitato dai firmatari della mozione, riteniamo anche di aver corroborato questa istanza con un’azione congiunta fatta con la struttura commissariale.
In particolare, se può essere utile, voglio ricordare che oltre a questa tematica abbiamo sollecitato, sempre in via emendativa, altre questioni che così, giusto per informazione dell’Assemblea regionale voglio ricordare: la proroga del credito d’imposta per investimenti delle imprese, perché come sappiamo al 31 dicembre 2020 si è esaurito il termine temporale che lo consentiva; la proroga e l’aumento dei quantitativi per siti autorizzati a deposito macerie, è un altro tema che è stato recentemente sollecitato, come è noto il 31 dicembre 2020 è spirato il termine e non è stato ulteriormente prorogata la norma che consentiva di abbancare in misura superiore al 50% dei limiti autorizzati macerie per le lavorazioni del caso; abbiamo anche chiesto al Parlamento di esprimersi sull’aumento delle spese di funzionamento degli Usr. Come è noto siamo entrati in una fase in cui vi sarà, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, una grande attenzione alle procedure di affidamento dei lavori, per scuole, municipi ed altro.
Recentemente con l’Usr abbiamo assunto una ventina di avvocati circa che dovranno trovare collocazione adeguata nelle diverse sedi dell’Usr, ce ne sono alcune che sono, come quella di Castelraimondo, in previsione di nuova costituzione, proprio perché c’è bisogno di dotazioni strumentali e di risorse per gli affitti, fino adesso era pari ad 1 milione la spesa che complessivamente la struttura commissariale metteva a disposizione delle quattro Regioni, abbiamo chiesto, d’intesa con il Commissario, di aumentare la dotazione a 5 milioni, si è sviluppata una azione concorde che auspico voglia confermarsi in questa sede con l’approvazione della mozione della Consigliera Casini.

PRESIDENTE. Mozione n. 75. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 82
ad iniziativa dei Consiglieri Rossi, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinelli, Putzu “Sblocco dei visti turistici per i cittadini russi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 82 dei Consiglieri Rossi, Ciccioli, Latini, Marcozzi, Marinelli, Putzu.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Questa mozione riguarda una tematica importante che coinvolge in primis i nostri operatori turistici oltre che i cittadini russi, sostanzialmente chiede alla Giunta regionale di attivarsi presso il Governo italiano affinché siano sbloccate le procedure per il rilascio del visto per i turisti russi, per permettere la programmazione delle loro vacanze in Italia e nello specifico nella nostra regione.
Premettiamo che nella nostra regione, dai dati del 2019, abbiamo ospitato circa 70.000 russi, molti dei quali sono anche biggest spender, gente con disponibilità economica notevole, gente che viene qua, fa turismo e spende nelle nostre attività commerciali; tutti conosciamo il grande giro di affari che muove il turismo proveniente dalla Russia.
In Italia il vaccino Sputnik 5, con il quale si sono vaccinati i cittadini russi, non è riconosciuto dall’Agenzia Ema ed Aifa e per questo i cittadini russi non possono venire. Una contraddizione grossissima anche perché sappiamo che gli amici di San Marino si sono vaccinati in massa con lo Sputnik e sappiamo gli effetti positivi che il vaccino ha portato loro. Per analogia non dovremmo permettere di far uscire i cittadini da San Marino, c’è una grossa contraddizione.
Siamo in un momento in cui la nostra regione sta puntando al turismo russo, anche con l’apertura di nuove tratte aeree nel nostro aeroporto e di questo tra l’altro ringrazio l’Assessore competente e anche il Consigliere Putzu che si è prodigato negli scorsi mesi. Lavoriamo per farli venire qua, ma purtroppo per questo cavillo burocratico, che credo sia un cavillo piuttosto geopolitico, russo fobico, l’Italia non può ospitare questi turisti e di conseguenza nemmeno le Marche.
Sappiamo qual è la natura della nostra regione, noi non abbiamo mai fatto nemici e distinguo, la nostra è una regione accogliente, la regione di Padre Matteo Ricci, di Padre Tranquillo di Apecchio, grandi missionari, la regione dei grandi diplomatici come Ottaviano Ubaldino e San Giacomo della Marca, quindi, non vogliamo stare a queste logiche che non appartengono al campo sanitario, né al campo istituzionale, noi vorremmo che siano aperte le frontiere ai turisti russi vaccinati affinché possano tornare nella nostra regione per creare reddito alle nostre imprese turistiche.
Tra l’altro per questa mozione ho ricevuto molti plausi dalle associazioni di categoria.
Di questa iniziativa ne ho parlato con i capigruppo della minoranza e della maggioranza, mi sono confrontato con loro, tra l’altro la mozione porta la firma di tutti i capigruppo di maggioranza, più quella del Consigliere Putzu, a dimostrazione dell’importanza della cosa, in qualità di Presidente della Commissione che si occupa di turismo.
L’atto chiede una cosa sacrosanta, chiesta a gran voce anche dalle altre Regioni italiane, non ultima dalla Sicilia.
Chiudo il mio intervento facendo un appello al voto e rivolgo un saluto agli amici della Federazione russa, che sono sempre ben voluti, lasciatemi questa licenza perché so che questo video sarà visto anche da loro: “Amici russi siete i benvenuti nella regione Marche”.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sono firmatario insieme ad altri Consiglieri di questa mozione che ritengo importante per le Marche. Potrebbe essere uno dei tanti atti che si approva con un auspicio verso Paesi stranieri o situazioni internazionali.
In realtà questo è un atto che riguarda fortemente le Marche che, come abbiamo visto, ospitano pochi cittadini stranieri da un punto di vista turistico, il 78% delle presenze sono turisti italiani, il 22% stranieri, di questo 22% una quota di possibile espansione è dovuta ai cittadini russi, quindi, tutto ciò che ostacola l’espansione di questo afflusso è una cosa negativa per la nostra regione, che è particolarmente apprezzata.
Tutti sanno che per anni ci sono stati cittadini russi che hanno fatto acquisti nella nostra regione organizzandosi in gruppi, in particolare per l’abbigliamento e le calzature, ma non solo. Tra i Paesi dell’est quello che può fornire il maggior numero di presenze disponibili a spendere è proprio la Russia. Con il cambiamento socio-economico dopo la caduta del comunismo, dopo il 1989, si è formata una classe medio alta di cittadini che hanno grandi possibilità di spesa e le Marche hanno fame di questi cittadini.
Il turismo marchigiano non è di massa, è un turismo di fasce di popolazione, tra le quali quella russa è particolarmente interessante, quindi, dobbiamo lavorare per le Marche.
Gli ostacoli, il blocco dei visti turistici da parte dei Consolati è un grave errore, non dimentichiamo che nella regione Marche, non in tutte, c’è un Consolato onorario russo, a Jesi, con recapito ad Ancona, la sede operativa è a Jesi, lavora da tanti anni, ha portato avanti iniziative culturali importanti fatte in alcune chiese della Vallesina, quindi c’è tutto un meccanismo, una relazione a cui noi dobbiamo guardare.
Chiedo a tutti i Consiglieri di esaminare con attenzione questa mozione, capire come è possibile superare le normative, che sono ovviamente importanti, di prevenzione del rischio Covid, che però in questo caso, è di basso livello.
Se facciamo una valutazione e guardiamo il rischio dovuto ai clandestini che sbarcano in Sicilia e in Calabria e ai cittadini russi che vengono regolarmente in Italia non c’è equilibrio e rapporto.
Se doverosamente applichiamo le norme umanitarie del salvamento delle persone, dei profughi, di coloro che cercano con l’arrembaggio di conquistarsi una vita diversa, percorso dubbio, ma che dobbiamo rispettare, altrettanto dobbiamo rispettare la possibilità di contatti che tra l’altro erano fino a poco tempo fa in essere.
Ritengo che con questo spirito di estremo equilibrio questo Consiglio regionale debba approvare questa mozione per sbloccare i visti turistici da parte della nostra Ambasciata nei Paesi della Confederazione russa, viene citato San Pietroburgo, ma non è solo San Pietroburgo, dobbiamo far presente che in tutte le città, in parecchie Regioni e Stati della Confederazione russa esistono rappresentanti onorari italiani che possono svolgere questa funzione, quindi è importante che sia un messaggio per il nostro Ministero degli esteri, che deve essere operativo per sbloccare questa situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Non sono firmatario della mozione, però sono favorevole anche e soprattutto perché a giorni verrà un gruppo importante di tour operator dalla Russia, circa 80 persone, per un’iniziativa della Regione Marche, che rientra all’interno della promozione per far conoscere il nostro territorio, la nostra regione, per la conferma e la creazione di nuovi itinerari turistici.
Sappiamo che fra poco si ripartirà, con i tempi dovuti, con tutte le attività del nostro territorio, sappiamo quanto il turismo sia fondamentale per la nostra regione, tra l’altro da poco abbiamo approvato il piano triennale del turismo ed abbiamo individuato negli stranieri un obiettivo fondamentale.
Sappiamo che nella regione Marche i turisti stranieri rappresentano il 22% del totale, siamo altamente al di sotto della media nazionale, in tutte le località turistiche si raggiunge il 50%, le Marche sono ben al di sotto di questa media ed il turista straniero rappresenta il 22%. Quindi, è fondamentale puntare su questi flussi che vengono da fuori, sappiamo che il turismo russo ha dei legami profondi con la nostra regione, ricordati da chi mi ha preceduto, l’occasione del 24 giugno è fondamentale ed importante, occorre dare un segnale attraverso questa mozione, di volontà, di accoglienza, di collegamento, di ulteriori rapporti fondamentali tra le Marche e la Russia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Anch’io mi associo all’iniziativa anche se non sono firmatario della mozione, per fare i complimenti e sostenere questo atto in maniera importante.
Quando ero Sindaco a Numana, 2004/2009, avevo istituito il premio alla carriera città di Numana e proposi l’Ambasciatore della Federazione russa in Italia, oggi Ambasciatore in Francia, quindi, i rapporti con la Russia erano e sono importanti, forti e integrati nella regione Marche e credo che debbano essere sostenuti sia per le imprese, per i rapporti, per il turismo e per favorire gli scambi.
Ringrazio il Consigliere Rossi, tutti i firmatari di questa mozione, che deve essere sostenuta all’unanimità da tutta l’Assemblea.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Per esprimere il punto di vista della Giunta che ha ben presente la problematica e vuole ricordare che l’attuale normativa per il rilascio dei visti, in relazione alla condizione dei cittadini russi in viaggio per l’Italia, è prevista nell’ambito della normativa europea e nazionale in merito alla sicurezza dei viaggi in dipendenza dell’emergenza Covid.
Si condividono le motivazioni rappresentante in quanto si esprime grave preoccupazione per la ricaduta negativa sui flussi turistici provenienti dalla Russia per effetto di una normativa nazionale attualmente restrittiva nei confronti di vaccinati con prodotti di fatto efficaci, ma non riconosciuti a livello nazionale ed europeo.
La Regione non può procedere in via autonoma a disciplinare la materia per ragioni di natura costituzionale, ma sicuramente verranno attivate tutte le azioni possibili per lo sblocco delle procedure per il rilascio dei visti ai cittadini russi, tutelando nel contempo la sicurezza sia degli stessi turisti che di chi li dovrà accogliere nel rispetto delle normative europee e nazionali vigenti. Quindi, la Giunta esprime sostegno alle ragioni ricondotte alle valutazioni del primo firmatario e della mozione stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.

Giorgio CANCELLIERI. Anch’io condivido la mozione presentata dal Consigliere Rossi ed intervengo per sostenerla scientificamente. In che senso? In Europa abbiamo un problema, non viene autorizzata la commercializzazione del vaccino Sputnik, è commercializzato a San Marino, come ben sappiamo, ma né l’Aifa in Italia, né l’Ema in Europa hanno autorizzato la commercializzazione di questo vaccino perché siamo nella fase dell’ispezione dei siti, dove questo vaccino viene prodotto, però a breve sicuramente avremo l’approvazione. Una volta controllati i siti sia l’Aifa che l’Ema andranno verso l’approvazione della commercializzazione di questo vaccino in Europa ed in Italia.
Lo Sputnik è un vaccino a vettore virale, molto simile ad Astrazeneca, che è un adenovirus di scimpanzé modificato, invece il vaccino Sputnik è costruito con adenovirus umano ricombinante, si fa in due dosi, nella prima viene utilizzato l’adenovirus 26 e nella seconda l’adenovirus 5.
L’adenovirus 26 è lo stesso vettore virale che viene utilizzato per il vaccino Johnson, commercializzato in Italia e in Europa, che ho somministrato anch’io. Se il problema è la qualità del vaccino Sputnik, che l’Aifa e l’Ema hanno problemi ad autorizzare, dico che in contemporanea è stato autorizzato il vaccino Johnson, in una unica dose, assolutamente uguale alla prima dose dello Sputnik e simile ad Astrazeneca.
Per dire di tirar via a sbloccare l’utilizzo di questo vaccino in Europa, così che il visto per i cittadini russi diventi conseguente e giusto.
Solo per dare un contributo scientifico, per sapere di cosa stiamo parlando, quindi, assolutamente a favore di questa mozione che sostengo con forza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Ci tengo a ringraziare il Consigliere Rossi per la mozione che ha portato oggi in Aula, firmata da tutti i capigruppo e dal Consigliere Putzu.
Parla di un problema sentito che riguarda tutta la nostra regione ed anche fuori regione, ad esempio il Sindaco di Rimini, che è una personalità importante, testimonia quanto sia sentito dai nostri territori per cui va risolto.
Con questa mozione andiamo ad impegnare il governo affinché si attivi per sbloccare le procedure di rilascio dei visti per i turisti russi.
Il Consigliere Cancellieri ci ha fatto anche una cronistoria del vaccino, abbiamo anche apprezzato l’intervento perché ci ha ragguagliato sugli aggiornamenti del vaccino Sputnik V, quindi, mi auguro che questa mozione venga approvata all’unanimità perché il turismo ha bisogno delle persone, se non possono venire nella nostra regione vanno da un’altra parte, non stanno ferme a casa.
L’intervento è solamente per ringraziare il Consigliere Rossi e tutti coloro che hanno sottoscritto la mozione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò breve perché già gli altri Consiglieri hanno avuto modo di illustrare la mozione.
Ringrazio il Consigliere Rossi che ha posto un problema importante perché questa regione punta molto sul turismo dalla Russia, tanto che avremo a breve una educational per i gli operatori russi. La prima volta che la Regione Marche si mette seduta con una compagnia aerea russa per organizzare un’educational e questo credo sia fondamentale per dare un segnale non solo al turismo, ma anche al commercio, alle nostre imprese, alle piccole e medie imprese, all’artigianato, per far ripartire un po’ la nostra economia.
Proprio vicino a noi c’è San Marino, che i russi riescono a raggiungere più facilmente, anche per legami politici con la Russia e questo potrebbe creare uno squilibrio a livello turistico.
Questa mozione, per dare la possibilità ai turisti russi di venire nella nostra regione, cerca di sbloccare le procedure per il rilascio del visto, ma c’è anche un problema politico tra l’Italia, l’Europa e la Russia – prima ho ascoltato con interesse l’intervento del Consigliere Cancellieri - però noi dobbiamo essere sinceri, io sono indignato ed arrabbiato perché gli italiani potrebbero andare in Russia a farsi il vaccino, ma in Italia non possono farsi lo Sputnik, ma dirò di più, nella vicina Serbia, che è un Paese forse più arretrato dell’Italia, i cittadini possono scegliere fra cinque tipi di vaccino. Questo ci deve far capire che a volte questo Governo potrebbe fare di più perché più vaccini abbiamo a disposizione più è semplice poter ripartire anche perché come regione a volte abbiamo difficoltà con l’arrivo dei vaccini dal Governo centrale.
Il Governo nazionale avrebbe potuto fare con un atto di coraggio un accordo con l’Europa per far arrivare anche lo Sputnik, questa non era una cosa tanto difficile anche perché avremmo avuto più dosi, più tipi di vaccini a disposizione e l’economia poteva partire prima, anche quella legata al turismo.
Ringrazio ancora i Consiglieri firmatari, in primis il Consigliere Rossi che si è impegnato molto, con il quale ho avuto anche modo di confrontarmi sulla missione che ho fatto in qualità di Presidente di Commissione, nella quale ho avuto l’onore di rappresentare la nostra regione presso l’Ambasciata, cosa che mi ha dato un grande orgoglio.
Credo che questa mozione possa rappresentare per tutti noi quell’unione che a volte la politica deve offrire alla maggioranza ed all’opposizione. Penso che l’intero Consiglio regionale possa votare favorevolmente questa mozione e sono contento e felice perché, come dico sempre, il turismo non ha colore politico e la nostra bandiera è quella della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Solo per sottolineare che il voto del Partito Democratico sarà positivo a questa mozione e mi limito esclusivamente a sostenere che in realtà, al di là dell’aspetto economico, credo che il primo firmatario sappia quanta affinità culturale ci sia fra il popolo russo e il popolo italiano, una sensibilità che porta a ripetute colleganze e collaborazioni dal punto di vista culturale e in particolare musicale.
Voglio ricordare che da questo punto di vista, proprio per le difficoltà che non sono esclusivamente legate alla questione del vaccino, anche nel passato i visti per l’Italia erano centellinati, è un problema antico, che purtroppo non riesce a superare le soglie della diffidenza politica e delle “ritorsioni” politiche.
Penso che cercare di approfondire e sottolineare quanto vi possa essere in termini di sviluppo, di collaborazione, soprattutto dal punto di vista culturale, può certamente portare ad un incremento di quella parte di turismo che non potrebbe che portare benefici alla regione Marche.
Ricordo, non certamente per semplici affermazioni, ma per l’esperienza, che il Macerata Opera Festival ha fatto in questi anni … Proprio in conseguenza di una grande collaborazione con il teatro di San Pietroburgo negli anni scorsi chi veniva in città ad una delle rappresentazioni dell’opera c’era la possibilità di avere il visto per l’Italia.
Questo per far comprendere come talvolta lo strumento culturale, la manifestazione culturale, l’affinità e la sensibilità che va ben oltre la lingua, avvicinino spontaneamente la storia, in particolare la musica ed l’arte possono diventare strumenti tra i due Paesi
Ci sembra una mozione meritevole di voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Nell’impegno rivolto al Presidente della Giunta oltre alle parole: “nell’attivarsi presso il Governo italiano affinché siano sbloccate le procedure per il rilascio di visti per i turisti russi e quindi permettere la programmazione delle loro vacanze in Italia e nello specifico nella nostra regione” c’è tanto di più.
Vedo l’intento dei firmatari, in particolare del Consigliere Rossi, che ha approfondito la questione, nel portare avanti questa azione politica, vedo di più di un semplice visto, vedo che il nostro turismo ha bisogno di essere sostenuto. In passato questa intuizione venne portata avanti da un’area a nord delle Marche, la Romagna, ricordo i voli diretti su Rimini che portavano non solo turismo, ma anche cultura e amicizia tra i popoli.
La Russia è un grande Paese, molto più grande l’Italia, come in passato le Marche sono state attenzionate dal turismo americano - siamo stati oggetto dell’attenzione di un grande sindacato dei pensionati americani che aveva visto alcuni nostri territori, in particolare il distretto del fermano, come un luogo eccellente per trascorrere le vacanze - è giusto con questa facilitazione dei visti fare arrivare nelle Marche i turisti russi, che sicuramente apprezzeranno tutte le bellezze della nostra regione, che sono da scoprire, da sostenere. Quindi, bene questa mozione che vede il nostro plauso ed il nostro sostegno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Condivido l’annunciato voto favorevole del nostro gruppo, però voglio ribadire il mio voto, come ho anticipato al Consigliere Rossi già da molto tempo, perché ritengo che questa mozione sia giusta. D’altra parte i cittadini russi vengono nella nostra regione non soltanto per il turismo, ma anche per ragioni economiche, io che vengo dalla zona del fermano, dalla zona calzaturiera, so bene quanto siano importanti le relazioni e le occasioni di incontro con quella particolare realtà.
Il fatto che il vaccino Sputnik utilizzato in Russia non venga riconosciuto dalle agenzie sanitarie Ema ed Aifa mi sembra risibile perché dopo tutti i casin” che hanno fatto con i vaccini in Italia, Astrazeneca e via dicendo, ci manca che si mettano a dare queste patenti. Voterò a favore.

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi, ha la parola, per replica, il Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Voglio ringraziare tutti i gruppi consiliari che hanno capito l’importanza di questa mozione, ognuno ha portato il proprio contributo e credo che fuori si dia una bella immagine della nostra Regione, unita nel difendere un settore importante come quello del turismo e del commercio. Una regione aperta all’accoglienza.
Mi hanno già comunicato dalla Federazione russa che questa notizia sarà ripresa dalle maggiori agenzie di stampa, credo, quindi, che la nostra unità e volontà siano una bella vetrina per tutta la nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Come annunciato dal Consigliere Carancini e replicato dal Consigliere Cesetti ci sarà il voto positivo del gruppo assembleare del Partito Democratico, un voto convinto.
Lo dico per il proponente, noi siamo un gruppo laico e valutiamo nel merito le questioni, non sempre ci facciamo condizionare dagli interventi degli altri. Ci sono state dichiarazioni abbastanza imbarazzanti quando sono stati comparati gli investitori russi, facoltosi, come ha detto il Consigliere Rossi, vaccinati con lo Sputnik, con le modalità che il Consigliere Cancellieri ci ha ricordato, con la pericolosità delle persone che scampano al più grande cimitero d’Europa. Penso che questa sia una cosa imbarazzante che ci dovrebbe far riflettere. Siamo a condannare quel tipo di ragionamento, ma siamo nel merito delle questioni, questa Regione negli ultimi anni ha instaurato un rapporto importante con la Russia, soprattutto, come ha detto il Consigliere Carancini, in ambito culturale.
Le Marche hanno partecipato alla settimana della cultura di San Pietroburgo con ruoli importanti, è stata la Regione con più iniziative e maggiormente riconosciuta al mondo. Ci siamo stati con Macerata, con la mostra della fotografia e tanto altro, tanto da essere invitati, grazie al grande lavoro del Console onorario, di interfaccia e di costruzione di rapporti importanti, alla giornata della Festa nazionale in Ambasciata a Roma con l’Ambasciatore Sergey Razov e a quella del Vaticano con l’Ambasciatore Alexsandr Avdeev, che poi venne ad inaugurare tante iniziative nella nostra regione, articolate per temi, dalla danza alla musica, dalla fotografia alla pittura. A seguito poi anche tanti rapporti di carattere economico, la nostra regione è ovviamente appetita su tanti aspetti, dall’investimento nelle infrastrutture alla possibile collaborazione con quella importante nazione. Dopodiché è ovvio il Covid ha congelato tutto.
Buona la mozione che dice di riaprire e facilitare, lo facciamo stando dentro percorsi suggellati anche dal contributo scientifico del Consigliere Cancellieri. Ci rimettiamo alle valutazioni che Aifa ed Ema metteranno in campo ed anche a qualche precauzione assunta visto che alla pari di Astrazeneca ci sono stati momenti altalenanti rispetto all’efficacia, alla pericolosità ed alla costruzione, non sempre con dati messi a piena disposizione del mondo scientifico internazionale. Il Consigliere Cesetti prima ha fatto riferimento all’imbarazzo che alcune volte abbiamo sui vaccini, c’è un vaccino partito per primo, quello cinese, del quale non parla nessuno, ma da ottobre scorso si vaccinano tutti, quello era un altro grande tema, però la mozione che impegna il Presidente e la Giunta ad attivarsi al fine di facilitare i percorsi di riconoscimento del vaccino Sputnik e di conseguenza anche la facilità dell’accesso in Italia e in questa regione penso che trovi il nostro voto e ringraziamo il proponente per aver messo questa mozione a disposizione di questa assise. Grazie.

PRESIDENTE. Mozione n. 82. La pongo in votazione.

(interventi fuori microfono)

Ripetiamo l’operazione di voto. Mozione n. 82. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 73
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Interventi a sostegno del comparto economico del ‘wedding’”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 73 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Alla fine siamo riusciti a discutere questa mozione in un giorno particolare ed importante per il wedding perché, come sapete tutti, da oggi potranno ricominciare a svolgersi i banchetti.
Dal punto di vista nazionale c’è stata un po’ di confusione, prima con la notizia della necessità che ci fosse un Covid manager, poi smentita. Comunque dovrà essere presentato un certificato verde o un Covid pass per le persone che sono guarite, per quelle che hanno fatto la vaccinazione o per chi si è sottoposto 48 ore prima al tampone. Oltre a questo, il coprifuoco si, coprifuoco no, le zone gialle o le zone bianche, l’incertezza sulla data in cui questi momenti si sarebbero potuti riattivare hanno creato nel settore disagio oltre al disagio.
Perché dico oltre al disagio? Come sapete tutti dal lockdown del marzo 2020 oggi si cominciano a fare queste celebrazioni e queste feste. Il comparto del wedding ha avuto delle perdite di fatturato fino all’80% nel 2020 e del 100% nel 2021. Questo ambito è molto particolare, come sapete raggruppa un sacco di lavoratori, alcuni studi di settore hanno dimostrato che nel comparto ci sono circa 65 codici Ateco che non sono stati tutti sufficientemente ristorati, alcune volte per niente,, sia dai ristori previsti dai numerosi dpcm che si sono susseguiti che dai ristori previsti dalla piattaforma 210.
E’ un comparto composito in cui ci sono coloro che confezionano, vendono abiti da sposa e da cerimonia, bomboniere, addobbi floreali, servizi fotografici, intrattenimento musicale, parrucchieri, estetisti, ristorazione, catering, pasticceria, viaggi di nozze, servizi di consulenza e pianificazione delle cerimonie, capite bene che mondo a volte sommerso e complesso ci sia dietro le cerimonie.
In tempi ordinari questo comparto occupa circa 1 milione di addetti ed ha un fatturato annuale di 10 miliardi di euro.
La situazione l’ho spiegata, è una realtà di grande crisi per tutto il comparto e noi abbiamo immaginato e vorremmo suggerire delle misure specifiche che abbiamo pensato facendo diversi incontri con le più grandi associazioni del settore.
Abbiamo previsto tre azioni: la prima misura la trovate nel dispositivo al punto 1), è pensata proprio per agevolare la ripresa delle cerimonie, quindi immaginare per le coppie di sposi, di cui uno dei due residenti nelle Marche, un contributo per le spese connesse al matrimonio che deve essere contratto nel nostro territorio regionale; la seconda misura è quella di un confronto con le imprese del wedding per la predisposizione di misure a sostegno del comparto; la terza misura prende atto di quello che già c’è, e questa è una cosa che abbiamo giudicato favorevolmente, all’interno del piano triennale del turismo perché alla misura 16 c’è un cluster apposito, Marche wedding, in cui si prevede che le associazioni e le imprese regionali del settore che forniscono alla Regione i relativi disciplinari possono essere inserite in questo cluster e rese pubbliche nel sito della Regione Marche, quindi, chiediamo che sia adeguatamente promosso questo cluster proprio per aiutare tutta la filiera del wedding che, come abbiamo visto adesso, è particolarmente composita. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per condividere quanto detto dalla Consigliera Ruggeri in quanto chi opera nel settore del wedding ha avuto dei forti contraccolpi, quindi va sostenuto.
Voglio ricordare che la Giunta in parecchie situazioni è già intervenuta a sostegno di operatori economici, magari quello che potremmo valutare è di integrare e vedere tutte quelle situazioni che ad oggi non sono state ristorate per potervi prevedere.
Nella mozione ci sono tre punti, secondo noi sarebbe da stralciare sia il primo che l’ultimo perché prevedere una misura specifica a sostegno delle coppie sarebbe un sostegno al matrimonio, questa è una misura particolare che non riteniamo opportuna. Finanziare adeguatamente la promozione internazionale è qualcosa che sia nel piano del turismo che in quello della cultura c’è già, è previsto e noi vogliamo promuovere non solo questo tipo di cluster, ma tutto il turismo. Stiamo investendo molto sul turismo nei borghi, quindi è superfluo.
Siamo d’accordo nel confrontarci con le imprese che operano nel settore del wedding e dell’organizzazione di cerimonie in generale per la predisposizione di misure a sostegno del comparto, che sarà possibile mobilitare con le risorse derivanti dalla manovra di assestamento di bilancio in programma, e conseguentemente valutare l’adozione di misure specifiche per il sostegno del settore. Questa è una implementazione che abbiamo fatto in modo da venire incontro alle esigenze … Poi nella mozione ci sono situazioni che non sono state menzionate, faccio riferimento anche a coloro che fanno i fuochi d’artificio, tre o quattro aziende nelle Marche che non hanno avuto nessun ristoro, quindi, valutare sia i settori che sono stati inseriti che altri che magari ad oggi non hanno avuto nessun ristoro. Questo ci deve servire per andare a sanare tutte quelle situazioni che sono rimaste scoperte.
Su questo c’è disponibilità, non so se i proponenti sono d’accordo nel ridisegnare in questo modo la mozione, penso di sì, ma aspetteremo la loro risposta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.

Micaela VITRI. Grazie, Presidente. Devo dire che apprezzo l’iniziativa delle Consigliere del Movimento 5 Stelle perché questo è uno dei settori che più ha subìto la pandemia, però sono anche intervenuta per ricordare, non solo alle proponenti, ma a tutta l’Aula, che il 29 dicembre noi Consiglieri del PD abbiamo chiesto la stessa identica cosa in fase di bilancio e ci era stato risposto da due Consiglieri della maggioranza che entro marzo sarebbero arrivate delle risorse, non solo per il comparto del wedding, ma anche per gli altri che nello stesso identico modo avevano subìto gli effetti devastanti della pandemia. Ad esempio, il Consigliere Marinelli ha parlato dei fuochi d’artificio, io mi riferisco a tutta la ristorazione, a tutti i servizi di somministrazione di alimenti e bevande in genere, ma non solo, perché la filiera è lunga quando si parla di matrimonio. Pensiamo alla sartoria che confeziona gli abiti da sposa, alle calzature, a tutte quelle attività produttive che non hanno avuto ancora nulla.
C’era stato detto entro marzo e ad oggi (siamo a metà giugno) non è arrivato un euro, non solo per il wedding.
Soprattutto vorrei ricordare che da dicembre ad oggi sono passati 6 mesi, nel caso della prima ondata Covid invece, non per elogiare la Giunta precedente perché non ne facevo parte, ma proprio per riconoscere ciò che è stato fatto, in 20 giorni sono stati messi in campo 210 milioni di euro, la famosa piattaforma 210, rinominata “bazooka”.
In questa seconda ondata, 6 mesi, ancora le imprese, come tutte quelle del wedding, non hanno visto un euro, è un’eternità per chi lavora e sono tempi che possono decidere il futuro, la sopravvivenza o la chiusura di un servizio di catering, di una sartoria, di un fotografo autonomo a partita Iva, di qualunque impresa.
Quindi, bene la proposta, sono la prima a chiedere contributi per tutto il comparto wedding, ma mi sembra riduttivo e soprattutto non si tengono in considerazione tutti gli altri settori che davvero hanno subìto le sorti della pandemia, poiché la seconda ondata è stata ancora più forte della prima, gli effetti sono stati all’ennesima potenza proprio perché tutti gli ambiti erano già provati dall’anno precedente.
Avrei voluto vedere mettere in campo no la piattaforma 210, ma la piattaforma 420 ed aver avuto nei 6 mesi precedenti risorse, contributi per tutti i comparti che hanno subìto perdite, come giustamente ha detto la Consigliera Ruggeri, 65 codici Ateco nel comparto wedding.
Mi auguro che arrivino contributi sia per loro che per tutti gli altri operatori economici ed attività produttive, che a dicembre hanno avuto con un piccolo bando solo 900 euro di contributo da richiedere in due settimane a ridosso del Natale e ovviamente chi non aveva un commercialista pronto ad occuparsi solo di lui non ha potuto nemmeno presentare la domanda, per 900 euro a prescindere dalle perdite.
Bene l’iniziativa, ma mi pare che se dovessero arrivare adesso i finanziamenti per il wedding sarebbe quasi un’umiliazione ed un insulto per tutti gli altri comparti che ancora non hanno visto un euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sottolineo come positiva la presentazione di questo documento da parte di una forza di opposizione che dà un contributo all’attività legislativa ed amministrativa di questo Consiglio.
Debbo rilevare però che la chiave di lettura non è sempre “è stato fatto/non è stato fatto/si doveva fare/eccetera”. Dico che è facile parlare dopo, però il panico della pandemia, la gestione nevrotica della pandemia ha fatto dei danni aggiuntivi. Questo è stato. Ricordo l’atteggiamento illogico nella gestione della pandemia da parte del Governo nazionale, a mio parere, da parte talvolta delle amministrazioni locali. Un conto è stata la prudenza necessaria che ci voleva sin dall’inizio, anche se il Sindaco di Pesaro e il Segretario del PD si presentavano con le spillette no-panico, andavano a fare i brindisi a Milano, a Brera - quello era veramente imprudente, incauto e purtroppo ha implicato grandi danni – un conto, contrapposto a quel comportamento imprudente ed incauto, è stato l’atteggiamento che ha congelato la vita sociale, civile e l’economia, purtroppo, per circa un anno e mezzo, tranne una piccola parentesi estiva, e adesso per la prima volta da quel terribile febbraio 2020 ricominciamo un po’ a rilanciare le attività, le imprese, la socializzazione. Anche oggi talvolta in maniera esagerata ed imprudente, talvolta in maniera ancora illogica, tanto è vero che alcuni provvedimenti tuttora vigenti sono illogici mentre altri che forse sarebbe più prudente attivare sono lasciati al caso.
E’ vero che a lunghi periodi di crisi e disagio seguono sempre il boom economico e momenti di ripresa imprevedibili, che non fanno parte della gestione razionale della nostra vita, provvedimenti razionali, ma sono aspetti psicologici ed emotivi che determinano queste decisioni. E’ un po’ come la borsa che non segue nessun criterio logico e razionale, ma improvvisamente esplode in maniera positiva o crolla del tutto imprevedibilmente.
E’ un dato che alcuni settori hanno sofferto più di altri, pensiamo che le società di distribuzione alimentare hanno visto un incremento dal 30 al 40% dei propri fatturati perché la gente è stata più a casa, ha acquistato più nei supermercati, ha acquistato più nei centri commerciali, mentre c’è stato un crollo, ad esempio, nel settore della moda, in tutti i settori cosiddetti effimeri e tra questi troviamo quello delle cerimonie. Una cerimonia implica addobbi floreali, intrattenimento musicale, servizi fotografici, la ristorazione con i suoi servizi, tutto inibito e bloccato. Migliaia di cerimonie sono state annullate a partire da quelle pubbliche, istituzionali, fino a quelle civili, come i matrimoni, le cresime, le comunioni o i semplici festeggiamenti di compleanni, di anniversari, eccetera.
C’è da riprendere, sono settori molto fluidi, difficili anche da quantificare, leggevo nella mozione che non esiste il codice Ateco per questo tipo di attività, ci sono tanti codici diversi che non sono unificabili, quindi è difficile ricomprendere tutto. Certamente ognuno deve fare uno sforzo.
Riflettevo sulla misura che è stata presa da noi, che abbiamo condiviso e che io ho votato, quella del ristoro a coloro che nel mondo dello spettacolo hanno perso ogni tipo di attività perché tutti gli spettacoli sono stati chiusi, ma tra un ristoro passato e la possibilità magari di investire di più subito per poter dare la possibilità di fare delle cose il punto di equilibrio non lo conosce nessuno. Ad esempio a me piacerebbe molto, più che il dare il reddito di cittadinanza, dare dei lavori socialmente utili, perché il reddito di cittadinanza è uno strumento di assistenzialismo, mentre i lavori socialmente utili sono il sostegno delle persone, agganciato ad attività che vengono svolte, che magari sono anche di formazione.
Detto questo, mi sento di dire che in generale il contenuto di questa mozione è condivisibile, ci sono alcune misure che dovranno essere prese e che dal punto di vista tecnico è il Governo regionale che deve prendere, mentre il Consiglio ha il compito di indirizzare, di orientare l’azione di Governo, poi l’azione di gestione deve essere ovviamente decisa in conformità alle risorse e alle possibilità oggettive che ci sono per quanto riguarda sia l’erogazione che la quantificazione del danno ed eventualmente la possibilità di sostegno a nuove attività.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. La pandemia ha creato danni economici, probabilmente questo è stato un settore più di altri fortemente colpito.
Ho reperito dei numeri che arrivano da stime di Federcongressi&eventi che parlano di un meno 67% del fatturato, esattamente 43 miliardi, parlano di un numero di eventi sceso dell’83%. Quindi, di fatto ci troviamo dinanzi a situazioni di blocco totale e ha detto bene la Consigliera Ruggeri oggi è un giorno importante perché si riparte e di questo dobbiamo dire grazie al Governo, dobbiamo dire grazie alla Lega, che probabilmente più di altri ha spinto verso questa direzione, l’ha sollecitata più volte.
Oggi è sicuramente un gran giorno, però voglio anche ricordare la tipologia di queste attività, non è come l’interruttore della luce, spingiamo il bottone e abbiamo la stanza illuminata, in questa tipologia di attività la programmazione è fondamentale, questo vuol dire che da oggi si può ripartire, ma ci vorrà del tempo per vedere gli effetti benefici di questa scelta perché - sicuramente è l’elemento essenziale per restituire fiducia, per tornare a parlare di lavoro e di sviluppo – si parla oggi di organizzare un evento, una cerimonia, che poi si farà fra sei mesi o un anno.
Questo per dire che abbiamo davanti un settore che più di altri dobbiamo considerare e aiutare, parliamo anche di 569.000 posti di lavoro, sintetizzati in circa 26 categorie differenti. Quindi la nostra attenzione in questo senso è massima. Diciamo pure che queste aziende oggi hanno una situazione di debito e soprattutto di mancanza di liquidità, questi sono i problemi. Occorrono misure per le quali noi faremo la nostra parte, ma servono interventi anche a livello centrale, necessari, come quelli della rimodulazione dei debiti con il fisco, la possibilità di accedere a finanziamenti con preammortamenti di almeno due anni, l’accesso agevolato al credito con garanzia statale. Le possibilità sono diverse e dovranno essere attuate, ad esempio penso alla possibilità di ridurre l’Iva per questa tipologia di imprese. Una scelta ed un sostegno vanno fatti perché dobbiamo restituire fiducia e entusiasmo e oggi un po’ di slancio dobbiamo averlo perché riparte per quel mondo la possibilità di tornare a lavorare.
Per quanto riguarda la mozione presentata dalle Consigliere del Movimento 5 Stelle diciamo che sul punto 3 già ci siamo espressi con il piano triennale del turismo, con il cluster Marche wedding, è qualcosa che abbiamo già considerato ed evidenziato; per quanto riguarda il punto due, in cui si chiede un sostegno al comparto, la Giunta provvederà ad adottare alcune misure di sostegno che chiaramente non saranno solo verso questo mondo, ma verso tutte quelle aziende che hanno avuto forti ed importanti danni dalla pandemia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò breve perché già i Consiglieri di maggioranza, che mi hanno preceduto, si sono espressi sull’argomento, sul quale anche in Commissione per il piano triennale del turismo si è parlato.
Credo che le Marche siano una delle prime Regioni in Italia a puntare sul wedding, tanto che, come è già stato detto, abbiamo inserito il cluster wedding destination per dare la possibilità a tutte le aziende che operano nel settore di attrarre turisti stranieri, e questa credo che sia una novità importante rispetto alle scorse legislature.
Qui parliamo di supporti economici al comparto economico del wedding, che non è solo legato ad iniziative, ma anche a sostegni e sono certo che la Giunta saprà dare una risposta in merito a questo.
Apprezzo questa mozione perché va nel senso giusto, quello di dare supporto ad un comparto che è stato messo in ginocchio, come il settore del turismo che ha subìto un forte calo, si parla dell’80-90% del fatturato.
Anche noi che facciamo politica ci rendiamo conto che il nostro tessuto economico ha avuto una grave crisi dovuta alla pandemia, ma di certo oltre ai sostegni, che sono importanti, dobbiamo fare delle politiche attive per proporre al settore del wedding determinate iniziative e percorsi politici per valorizzarlo.
Ho visto che su alcuni punti della mozione c’è da rivedere qualcosa, il Consigliere Marinelli farà una proposta perché credo che tutta l’Aula debba trovare una convergenza in merito a questo tema.
Sono dispiaciuto per le polemiche della Consigliera Vitri, a differenza del Movimento 5 Stelle dal quale arrivano proposte, forse non ricorda che nella prima ondata della pandemia governava il suo partito, non so se ha verificato se il settore del wedding dalla Regione Marche ha avuto un centesimo. Nonostante governava il suo partito, nonostante avete speso milioni di euro con il “bazooka”, non avete dato nulla al settore del wedding, non a caso oggi ci troviamo qui a riflettere, ma soprattutto ad ascoltare la proposta del Movimento 5 Stelle perché questo ambito è stato colpito anche dalla prima ondata della pandemia quando governava il Partito Democratico.
Capisco che volete dimenticare gli ultimi 5 anni disastrosi che vi hanno portato alla sconfitta, però mi piace anche avere delle proposte utili per trovare tutti insieme una soluzione per questo importante settore. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. La Giunta ovviamente non può che prendere atto dell’evidenza che correttamente le presentatrici della mozione hanno voluto dare ad un comparto che, come è stato detto, ha pagato un prezzo davvero enorme alla crisi sanitaria, che di fatto ha messo in crisi un mondo, un settore, un ambito che anche nelle Marche, almeno fino al 2019, registrava un trend crescente di agenzie, anche straniere, attive nell’organizzazione di matrimoni, specializzate nell’accoglienza dei gruppi. Ci sono Comuni che si sono distinti come Comuni dei matrimoni, c’è Petritoli in cui è stata sviluppata una azione sistemica volta ad evidenziare il talento, il prestigio dei nostri borghi in relazione a quella esperienza indicibile che è il matrimonio, fino a prova contraria, e che ciascuno vuole celebrare secondo crismi di decoro, che ovviamente portano anche alla spesa ed al consumo. Quindi, nulla quaestio circa la necessità di intervenire con la sollecitudine del caso, ma anche con la precisione del caso rispetto alle esigenze di questo comparto.
Il punto 2, come mi pare già evidenziato dal Consigliere Marinelli, rappresenta e sintetizza forse lo spirito della mozione che intendiamo intercettare, non senza preannunciare - visto che ci siamo, ringrazio anche la Consigliera Vitri che ha voluto chiedere e stimolare la Giunta rispetto alla necessità di un intervento importante – che in questi giorni stiamo valutando con esattezza le dimensioni della manovra che vorremmo effettuare e sviluppare per il contrasto al Covid, l’indirizzo che stiamo valutando è, e su questo poi chiameremo a raccolta l’Assemblea, quello di puntare più su contributi e finanziamenti che vadano nel senso di stimolare la ripresa più che il ristoro. Tutte le agenzie, tutti gli osservatori, anche tenuto conto di quello che ha fatto il Governo nazionale, è in corso la discussione del decreto ristori bis, cercano di suscitare una reazione di parte pubblica tendente a sostenere gli sforzi per aumentare i fatturati, per sollecitare i consumi.
In questa ultima coda della pandemia, speriamo di poterla definire ultima, l’intendimento che la Giunta vorrebbe proporre al Consiglio è quello di rafforzare l’impegno futuro che implicitamente ristora anche almeno pro quota del passato.
Lo stiamo valutando con attenzione e stiamo procedendo anche ad una analisi accurata dell’impatto che la pandemia ha avuto sui diversi settori perché questa seconda o terza fase della pandemia ha colpito in maniera diseguale, anzi, ci sono settori che hanno reagito meglio, altri invece ancora navigano nel profondo rosso e proprio in questa seconda decade di giugno ci sarà la relazione di Banca d’Italia che sarà chiamata, come è nelle finalità di questo sodalizio, a compitare, a precisare esattamente quali sono i target e i bersagli da colpire con questa azione.
Diceva la Consigliera Vitri che avremmo dovuto e si era ipotizzato di farlo in questa seconda fase, a marzo, in realtà per una serie di motivi siamo ora alle viste di questa iniziativa, però più che presto io prediligo il bene, anche perché si parla molto spesso, ma lo dico, absit iniuria verbis, senza volontà polemica, della piattaforma 210 e già in una occasione ebbi modo di ricordare che la piattaforma in questione doveva essere ribattezzata piattaforma 160 perché almeno 50 milioni di quelli preventivati non furono destinati alle categorie che inizialmente erano state individuate per una serie di problematiche proprie di una costruzione inevitabilmente frettolosa per certi versi o molto più semplicemente chiamata a intercettare criticità normative quale quella, ad esempio, che impediva di ristorare coloro che non erano in regola con il Durc, cosa che ha determinato una imperfetta possibilità di assegnazione di risorse dovute al fatto …, ma non è una critica politica è una considerazione oggettiva.
Quindi, noi vorremmo essere capaci di procedere ad una manovra che abbia soprattutto il pregio della tempestività, ma anche della precisione e dell’accuratezza, sapendo che, se come sembra saremo zona bianca, se come sembra il nostro Pil regionale e italiano dà segni di ripresa, si tratta di correggere quanto più possibile le tendenze negative dell’ultima congiuntura sanitaria con una azione precisa.
Ripeto, vorremmo anche intervenire in parte per quanto possibile sulle entrate, sempre segmentando e settorializzando, ad esempio, rispetto ad alcuni comparti che hanno più diretta attinenza ad alcune entrate, penso al bollo auto, ma stiamo studiando, non voglio anticipare misure che sono nel nostro paniere di idee e di intendimenti assecondare. Ripeto, non senza però curare l’effettività del provvedimento più che il sensazionalismo.
Concludo su questo, proprio in questi giorni andando a perlustrare tutto il sistema delle entrate regionali ho notato come ad esempio nel 2015 la precedente Giunta avesse annunciato con particolare solennità l’intenzione di esonerare dall’Irap le nuove imprese e le imprese di nuova costituzione, furono preventivati minori gettiti di entità importante, in particolare quella manovra fiscale che era stata evidenziata, e penso con ottime intenzioni dall’allora Giunta, doveva prevedere stanziamenti di fatto superiori ai 4 milioni, andando a vedere cosa è successo negli anni di imposta 2016/2017/2018 il costo di questa minore entrata Irap non è stata superiore a 250.000/300.000 euro, questo vuol dire che gli effetti anticiclici delle azioni pubbliche devono poter essere sorretti da analisi adeguate, pena il rischio che una volta superato l’enfasi e il clamore dell’annuncio il contribuente o il beneficiario si trovi nella condizione di estrema disillusione rispetto all’azione pubblica. Lo vogliamo evitare e speriamo con il contributo dell’Assemblea di esserne capaci.

PRESIDENTE. Ha la parola per replica la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Alla fine parlando e confrontandomi con il Presidente della I Commissione Consigliere Marinelli siamo giunti ad una risoluzione che vedrà anche la sottoscrizione di alcuni Consiglieri di maggioranza. Questa cosa non ci dispiace perché, come giustamente ha detto il Consigliere Putzu, su temi del genere bisognerebbe andare avanti insieme.
Nello stesso tempo, soprattutto dopo aver ascoltato le parole dell’Assessore Castelli e la filosofia che pone alla base della prossima manovra di assestamento, che è la stessa che abbiamo adottato per fare questa mozione, ci sorprende un po’ che ci sia stato chiesto di depennare un sacco di passaggi. Il primo punto l’abbiamo accettato, un compromesso un po’ al ribasso, però non capisco il senso, lo dico senza polemica, visto che andava nell’ordine di agevolare una ripresa, dare alle coppie una possibilità di spesa all’interno di questo settore vuol dire muovere l’economia, non c’è alcun dubbio. Avete chiesto di stralciarlo ed un po’ a malincuore lo faremo.
Per il terzo punto è lo stesso, era il riconoscimento di qualcosa che già giustamente avete sottolineato e l’avevamo riconosciuto già nel piano del turismo, in cui c’è il cluster di Marche wedding, destination wedding è importantissimo, è fondamentale. Pensate che ogni coppia di stranieri che si sposa in una delle nostre città spende dai 100 ai 120 mila euro che restano quasi totalmente nel nostro territorio, quindi è chiaro che la promozione forte delle Marche come luogo di destinazione per matrimoni è fondamentale. Anche questo avete preferito toglierlo, resta il classico ristoro, per carità ben venga, di tutti quei codici Ateco che, ripeto, attraverso i ristori previsti dai dpcm e attraverso i ristori avuti dalla Regione, compresa la piattaforma 210 di cui abbiamo parlato prima, sono stati interessati solo in parte perché il wedding ha più di 65 codici Ateco e non tutti sono stati ristorati, né dallo Stato né dalla Regione, e sicuramente gli importi che hanno ricevuto non sono stati sufficienti.
Torno a ripetere che questo è un settore composito, complesso, non può avere risposte semplici, mi auguro che l’Assessore con gli uffici faccia questa ricognizione e che le risorse siano destinate a quei settori che ne hanno bisogno. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Ruggeri, Lupini, Marinelli, Marinangeli, Bilò, Putzu, Ciccioli, Rossi.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ci sarà inevitabilmente un voto positivo da parte del nostro gruppo, lo dico con grande rammarico, lo dico con difficoltà, perché qui sono tutti permalosi anche quando si riporta la verità, si piccano e riprendono la posizione dell’antagonismo tipico della campagna elettorale, che è imbarazzante per chi è qui dentro, lo è per chi sta fuori, lo è per chi non ha avuto i ristori e per chi ha difficoltà a ripartire, come ha detto la Consigliera Vitri che ha fotografato solo un percorso.
Ci siamo dimenticati del wedding, possibile? Non nella sua interezza, perché l’amministrazione precedente per la ristorazione aveva messo qualcosa come 12 milioni di euro, per i bar gelaterie 5 milioni, per le parrucchiere estetiste altri 6,5 milioni, si era fatta un’operazione chiamata 210 - non elettorale perché da quel provvedimento sono state zero le ricadute elettorali – che è stata molto scientifica, tecnica, molto poco empatica, ma volta a cercare di sostenere i settori, l’abbiamo centrati tutti? No, ovvio, non si poteva, non lo ha fatto il Governo e non lo ha fatto nemmeno la Regione.
Oggi c’è una proposta a petalo di margherita perché ne prendiamo un pezzettino importante, bistrattato, non riconosciuto dai sussidi del Governo, né da quelli della Giunta precedente, né da quelli del Governo dopo, e vogliamo dargli una dignità che è indispensabile per tutte le cose che ogni volta ci riparliamo addosso, come se venissimo dalla luna e non sapessimo come la crisi ha inciso in quel settore. Penso alle palestre, al settore dello spettacolo dal vivo, ma ne potremmo citare tanti altri.
La Consigliera Vitri ha detto una cosa: guardate che avevamo fatto noi una mozione che, come tutto il resto, come tutte le altre, è stata rigettata perché, e ringrazio l’Assessore Castelli che dice che vuole fare piano e bene, si aspettava il bilancio di previsione 2021/2023, ci avete detto che quello era un bilancio tecnico e che ad aprile si sarebbe fatta la variazione di bilancio, in cui doveva essere contenuta la visione della gestione innovativa di questa Regione e tutti abbiamo aspettato con attenzione e prontezza per migliorare la proposta che sarebbe arrivata. Non è arrivato nulla, nemmeno a sostegno delle imprese, lo dico guardandovi perché lo sappiamo, sono 10 milioni di euro, nell’altra variazione 5 milioni, ma non c’è niente di sostanza, non ci sono le risorse, l’ha detto l’Assessore Castelli, almeno impegnare i 50 milioni non utilizzati, se è vero, della quota d’avanzo dei 210 milioni precedenti.
Poi siete bravissimi e farete la variazione ad ottobre e sarà perfetta, non ho dubbi, abbiamo solo fotografato il percorso che ci avete delineato, che non è stato rispettato. L’Assessore dice che hanno approfondito, che ha bisogno di ulteriore tempo, che vuole fare meglio, non vuole dare solo sostegno, ma investire nelle politiche attive, tutte cose che hanno una logica, ma vi sottolineiamo che in 8 mesi avete fatto zero.
Rimane fuori il wedding? Lo recuperiamo con la mozione, bene, lo dico per le proponenti, oggi approviamo la mozione, poi vedremo anche quando, perché voi siete sempre un po’ assoggettate a questi richiami sirenici al rovescio. No, forse siete voi che vi incantate, quando si produrrà l’effetto a quel settore importante che aveva bisogno già da febbraio di un sostengo vero? Da settembre/ottobre come ha detto la Consigliera Vitri prima. Quando?
A differenza di quello che fate voi noi le votiamo queste mozioni, le nostre che bocciate avrebbero prodotto effetti e lo vedete quando le recuperiamo pezzo a pezzo, questa la votiamo tutti insieme, produrrà zero oppure produrrà in un tempo quando non servirà più a nessuno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ritengo che un po’ del fascino della politica sia l’imprevedibilità, le cose sono sempre imprevedibili, si dicono delle cose, ma poi ne succedono altre.
Anche quando sono aspro cerco sempre di essere ironico, mai offensivo e qui applico, lo dico con ironia, un vecchio proverbio delle campagne marchigiane: “Il bue dice cornuto all’asino”. Mi riferisco all’intervento della Consigliera Vitri, mia moglie dice che sono insopportabile, forse ha ragione, perché sono un po’ cattivello e vado a guardare le cifre, su 210 milioni del cosiddetto “bazooka” della precedente Giunta, grazie a Dio, perché questo ci ha consentito di fare un tesoretto, 70 milioni non sono stati distribuiti, sono rimasti alla nuova Giunta che, con i 70 milioni più altre risorse che siamo riusciti a rastrellare, è riuscita a fare un nuovo provvedimento.
Vedete come sono complicate le cose? Il precedente Governatore aveva annunciato: “Darò 210 milioni di ristori”, ma quando al 31 dicembre, a due mesi dall’insediamento, abbiamo fatto la verifica dei 210 milioni 70 se ne sono andati in cavalleria e ce li siamo presi noi perché servono, con altri fondi, per fare nuovi provvedimenti, il che significa che la velocità di spesa delle istituzioni in generale è sempre molto complicata, la velocità di spesa della Regione Marche è particolarmente rallentata, anche quando si vuole sparare con il bazooka.
Quindi, quello che mi sento di dire è questo: certamente le buone intenzioni ci sono, la mozione presentata dalle Consigliere Ruggeri e Lupini, che poi è diventata risoluzione di tutto il Consiglio, è nella via delle buone intenzioni e noi ce la metteremo tutta, se dovessimo mettere un cartello sarebbe quello dei grandi lavori, delle strade, stiamo lavorando per voi marchigiani, però poi sulla strada delle buone intenzioni qualche volta ci sono alcune cose … Adesso sto guardando dei provvedimenti storici delle vecchie Giunte, riproposti dal Servizio sanità che non riusciamo a spendere. Cose vecchie, riconfermate, che la struttura pubblica non riesce ad erogare, significa che ci sono dei problemi molto complicati, che la realtà è molto più difficile delle intenzioni, che sono buone, ma poi realizzarle è più complicato, è la differenza tra la realtà e l’idealizzazione, quindi l’idealizzazione è una cosa e la realtà un’altra.
Con questo spirito noi votiamo la risoluzione che essendo ampiamente condivisa speriamo che trovi la più ampia applicazione possibile.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione sulla mozione n. 73. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 66
ad iniziativa del Consigliere Santarelli
“Covid-19, trattamento accessorio per le condizioni di lavoro”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 66 del Consigliere Santarelli, che ha la parola per illustrarla.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Con questa mozione vogliamo tenere alti i fari su chi ancora è all’interno del percorso della pandemia, ne stiamo uscendo da pochi giorni grazie anche al lavoro fatto dall’Assessorato ed alle azioni poste in essere.
Premesso che nella prima fase della pandemia era stato disposto l’aumento dei fondi contrattuali destinati a remunerare le condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria dell’area della sanità e i fondi contrattuali per le condizioni di lavoro e incarichi del personale comparto sanità, articolo 1 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, convertito dalla legge del 24 aprile 2020 e successivi interventi; preso atto che il Servizio sanità della Regione Marche ha dato disposizioni per continuare per il 2021 il pagamento dell’indennità di malattie infettive, di terapie intensiva e sub-intensiva dovute per l’operatività delle aree Covid 19 nonché delle indennità e compensi dovuti in relazione alle misure aggiuntive di pronta disponibilità, utilizzando esclusivamente i fondi contrattuali senza l’aumento economico, diversamente da come era avvenuto per il 2020; considerando che tale scelta per il 2021 comporta certamente un aggravio economico che potrebbe portare allo splafonamento del fondo specifico con ripercussioni in negativo dei relativi fondi dedicati al salario accessorio degli stessi lavoratori della sanità; impegna la Giunta regionale a intervenire con un proprio atto per reperire risorse aggiuntive da impiegare per il pagamento dei lavoratori della sanità poiché nel 2021 sono stati impegnati ad affrontare come nel 2020 le successive fasi della prima pandemia.
Voglio ricordare ai Consiglieri che il personale che si trova oggi nella nostra sanità deve ancora porre in essere il piano ferie 2020, che è saltato al 2021. A questi operatori andiamo a chiedere sacrifici su sacrifici, quindi, occorrerebbe farsi carico anche con un piccolo gesto, andando in profondità, cercando delle risorse economiche, come già poste in essere nel 2020, penso che possa essere nelle nostre corde. Ora una possibilità è quella di ispezionare con un discorso nazionale perché alla fine quello che ci viene detto a livello regionale spesso non coincide con il nazionale.
La mozione ha proprio lo scopo di mettere al centro gli operatori della sanità di tutte le categorie, sia del comparto che della dirigenza medica, questo lo dobbiamo fare adesso perché bisogna rilanciare l’economia e quello che è successo nella fase pandemica più acuta, anche nel periodo autunnale e invernale 2020/2021, ci mette nella condizione di dover attenzionare, di non dimenticare tutti i sacrifici, quindi, di sostenere anche economicamente, attraverso un incentivo, attraverso un sostegno economico, tutti quegli operatori che forse oggi vedono la luce in fondo al tunnel. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. La mozione presentata dal Consigliere Santarelli tocca un tasto di reale portata, nel senso che per il 2021 non sono previsti incentivi tesi a remunerare le prestazioni e alcune tipologie di voci stipendiali del personale della sanità, che sono stati remunerati nell’anno 2020.
La ragione dei problemi che si frappongono al riconoscimento di questi benefici e di questi emolumenti risiede nell’articolo 23, comma 2 del d.lgs. 75 del 2017, meglio noto come Legge Madia, che impone un vincolo al tetto remunerativo del personale che risulta invalicabile, quindi, anche se la Regione volesse stanziare dei trattamenti aggiuntivi, questi non potrebbero essere corrisposti in virtù di questo vincolo.
Si tenga conto che a parità di prestazioni con lo stesso rischio Covid nel 2020 sono stati liquidati dei compensi, che nel 2021 non sono stati riconosciuti. Con il decreto legge 18 del 2020 furono stanziati dallo Stato 6.422.000 euro e con un successivo provvedimento, il decreto legge 104 del 2020, a quell’ammontare finanziario complessivo furono aggiunti altri 12.845.000 euro.
Si tenga conto che queste risorse sono state corrisposte al personale con 2 protocolli d’intesa, a cui a monte erano state poste due delibere di Giunta regionale, la n. 663 del 2020 approvata dalla precedente amministrazione e la n. 1522 del 2020 approvata dall’amministrazione in carica.
A queste risorse con la legge 178 del 2020 è stato aggiunto 1 milione di euro, quindi al personale della sanità della nostra regione sono stati corrisposti circa 17/18 milioni aggiuntivi.
Queste risorse non solo non sono state stanziate per questo anno, ma, ripeto, se la Regione volesse stanziarle per remunerare le prestazioni del personale della sanità non potrebbe farlo in forza del vincolo previsto dalla legge Madia, che riposa nei limiti imposti dalle norme internazionali sul rapporto tra debito pubblico e spesa corrente pubblica.
Ciò premesso, nel ringraziare il Consigliere Santarelli, sarebbe opportuno che il Consiglio regionale delle Marche approvasse questa mozione che dovrebbe essere riformulata chiedendo al Governo che sia rimosso per il 2021 il vincolo alla corresponsione di questi trattamenti, che non possono non essere corrisposti con lo stesso importo previsto nel 2020. A forzìori l’omessa rimozione di questo vincolo potrebbe anche portare il giudice del lavoro a condannare la pubblica amministrazione anche se è irragionevole una legge che vieta la corresponsione di emolumenti a parità di prestazione e nel corso di una stessa pandemia.
Quindi, chiedo al presentatore, al Consigliere Santarelli e ai Consiglieri di maggioranza di riformulare la mozione per vederla accolta, chiedendo al Governo ed al Parlamento la rimozione di quei vincoli che impediscono la corresponsione ed il riconoscimento dei trattamenti remunerativi del personale della sanità.
Concludo dicendo che non ha senso dire che sono degli eroi, molte di queste persone sono anche decedute, se addirittura non si riconoscono le loro prestazioni. Stiamo parlando di emolumenti di qualche centinaia di euro di trattamento aggiuntivo, deve essere chiaro a chi non conosce l’ammontare complessivo dei trattamenti.
Credo che sia un segnale di questo Consiglio regionale delle Marche ed anche del Parlamento e del Governo che deve essere recapitato direttamente al personale, questi gloriosi lavoratori della sanità che sono riusciti anche a salvare tantissime vite. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per confermare quanto detto dall’Assessore, inoltre vorrei ringraziare tutti gli operatori sanitari per il servizio che stanno svolgendo a tutti i livelli, dai medici agli infermieri ed anche coloro che supportano la loro attività.
Vorrei dar luogo a quanto ha detto l’Assessore sulla possibilità di procedere ad una risoluzione con la quale impegnare la Giunta regionale ad intervenire con proprio atto diretto a chiedere al Governo ed al Parlamento la rimozione del vincolo del tetto di spesa di cui all’articolo 23, comma 2 del decreto legislativo 75/2017 al fine di reperire nel 2021 risorse per il pagamento ai lavoratori della sanità delle indennità corrisposte nel 2020, di pari importo.
Se siamo d’accordo, se il proponente concorda, chiedo di poter condividere tutti insieme questo atto che è importante per dare il minimo di indennità a coloro che stanno dando il massimo per risolvere questa situazione di difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per l’approfondimento.
Questa mozione non ha lo scopo di mettere la mia persona anche perché, come ha detto l’Assessore, io nel 2020 ero presente, ho visto in busta paga quali sono stati gli emolumenti, quando parliamo di contrattazioni sindacali o di lavoro la busta paga la so leggere bene e queste voci sono arrivate solo alla fine del 2020.
Questo anno, vista l’esperienza dello scorso anno, l’importante è arrivare ad un obiettivo che sia un segnale di vicinanza, di presenza.
Gli operatori sanitari con questi denari non si arricchiscono e neanche vanno in vacanza, è solo un momento di vicinanza, anche se piccolo, di responsabilità, non per dire grazie, ma per evidenziare che noi facciamo il nostro mestiere, qui in Consiglio regionale facciamo le cose per bene e se possiamo dare una mano con un contributo lo facciamo. Se la risoluzione prende la strada del Governo, perché lì ci sono questi denari, l’importante è che si arrivi all’obiettivo, anche con un piccolo gesto, che alla fine testimonia attenzione.
Sono passati diversi mesi da quando ho scritto questa mozione, rimane però sempre attuale perché in questo momento gli operatori iniziano il piano ferie estivo e se arriva un piccolo contributo … Faccio una battuta perché non hanno bisogno dei nostri denari per vivere un momento conviviale, magari pensano al Consiglio regionale che a volte si ferma - oggi c’è l’emergenza economica bisogna far ripartire le attività - 5 minuti, trova il sistema, anche attraverso una risoluzione, per vedere. Ci sono anche dei sanitari che oggi escono dal tunnel e se vedono un contributo della Regione penseranno anche al prossimo autunno con la speranza che non ci sia nulla e ci sarà una vita normale come prima. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.

Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il Consigliere Santarelli per la presentazione di questa mozione che ci ha dato l’opportunità di parlare di questo tema e l’Assessore Saltamartini per aver spiegato gli ostacoli che impediscono di poter dare attuazione a quella che io reputo sia una volontà legittima, che credo possa unire l’intero Consiglio regionale.
Penso che questi riconoscimenti aggiuntivi siano qualcosa non solo di dovuto, ma anche di significativo a livello simbolico rispetto ad uno sforzo che è stato fatto da tutta la macchina sanitaria e da tutti colo che hanno agito in questo periodo per contrastare la pandemia.
Ovviamente mi sembra di capire anche dal proponente che c’è la volontà di andare verso una risoluzione che possa unirci nei confronti di una richiesta che consenta di poter utilizzare le risorse, cosa che oggi non è possibile per i vincoli della spesa dettati dalla legge Madia.
Reputo che sarebbe non solo un segnale importante anche perché problemi analoghi a quelli che vivono le Marche possono trovarsi anche in altre Regioni, quindi, sarebbe opportuno dare avvio anche ad un cambio normativo che vada incontro, lo abbiamo visto durante la pandemia, anche al superamento di alcuni vincoli che hanno purtroppo nel corso di questi anni creato quegli ostacoli che in sanità hanno reso più difficile contrastare la pandemia e che sono legati molto spesso alle carenze di personale, alla possibilità di fare spesa in questa parte essenziale della nostra sanità. Se sono importanti le attrezzature, i farmaci e i macchinari particolari, il fattore umano e la presenza di personale qualificato è certamente la chiave di volta e il cuore pulsante di ogni servizio, in particolar modo di quello sanitario.
Annuncio la volontà di sottoscrivere questa risoluzione, mi auguro che lo facciano tutti, in modo da approvarla all’unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Visto e considerato che la questione è molto delicata e soprattutto importante, ringrazio il Consigliere Santarelli per averla proposta e, dopo aver ascoltato l’Assessore Saltamartini che ha evidenziato i vincoli della legge Madia, c’è la volontà vera di intervenire per quello che si può fare anche su piccole cose, come si è detto, e di dare un segnale in questo momento particolare.
A volte ci riempiamo la bocca dicendo le forze dell’ordine, i medici, gli infermieri per quello che in un anno di pandemia hanno fatto e stanno facendo, per il loro impegno.
E’ vero, stiamo ragionando e l’amministrazione regionale, gli Assessori e la Giunta si stanno impegnando con il Governo per la ripartenza, ma noi dobbiamo dire grazie a questi signori, a queste migliaia di infermieri e medici che ci hanno permesso in questo anno difficilissimo di affrontare questa pandemia e di ripartire tutti insieme.
Quindi, mi associo a questa risoluzione, un atto importante che può stimolare il Governo a sciogliere questi vincoli per essere vicini e di sostegno a queste categorie che da anni sono con i contratti fermi, un segnale importante da questa Assemblea.
Grazie al Consigliere Santarelli ed all’Assessore Saltamartini per quello che potranno fare nei confronti del Governo.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione a firma dei Consiglieri Santarelli, Marinelli, Leonardi, Rossi, Mangialardi, Ruggeri.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. E’ stato accolto il punto di vista della Giunta che si trova nello snodo di condividere la proposta, ma di non avere gli strumenti tecnico giuridici per poter dare una risposta perché la sanità è un settore fortemente vincolato, sottoposto a vincoli stringenti che riguardano i vari comparti di spesa. In particolare la spesa del personale è contingentata, molto spesso nelle risposte alle interrogazioni dell’opposizione ed anche dei territori si è costretti a condividere la necessità dell’assunzione di nuovo personale, ma di fatto non poterlo assumere perché si superano i tetti di spesa previsti da appositi vincoli. Nelle norme stringenti fatte nel passato c’è questa caratteristica: se tu spendi e rispetti i vincoli hai i fondi ulteriori aggiuntivi premiali, se tu non rispetti i vincoli di spesa per il personale hai addirittura tagli. Tutti possono capire che è una morsa terribile perché fare i turni nei servizi sanitari, nei servizi ospedalieri, anche nei servizi territoriali, significa avere risorse di personale disponibile.
Ci sono delle strutture ospedaliere che adoperano tutto il personale solo per completare secondo le norme i turni di servizio, il che significa che gestisce solo le urgenze e le emergenze e non riesce a svolgere una programmazione adeguata, così per la giusta remunerazione del personale che si applica, che talvolta fa ore aggiuntive e tiene in piedi con il proprio impegno l’attività quotidiana, non c’è alcuna possibilità di fondi aggiuntivi per progetti speciali, cose che sarebbero normali se si fa funzionare un servizio sanitario, quale la radiologia o le camere operatorie o gli ambulatori per l’abbattimento delle liste d’attesa, o per evitare la mobilità passiva verso strutture private o strutture fuori regione. Occorre in qualche modo investire ma, se non ci sono i fondi per l’investimento perché c’è il tetto di spesa, se si deborda si hanno dei tagli e non si conquistano ulteriori fondi premiali del Ministero, è un cane che si morde la coda.
Noi crediamo che sia importante la valorizzazione del documento presentato dal Consigliere Santarelli che nella sostanza è ampiamente condiviso con la richiesta al Governo di poter operare perché se abbiamo le mani legate, anche se siamo motivati ad agire nel migliore dei modi, di fatto non possiamo agire.
Con questo spirito voteremo favorevolmente la risoluzione che abbiamo sottoscritto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santerelli.

Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Mi allaccio all’intervento fatto dal Consigliere Ciccioli, che sulle spalle ha una quarantina d’anni di servizio e di presenza nelle strutture sanitarie, io ne ho un po’ di meno, ma mi sono trovato al tempo a dover vivere non solo provvedimenti ministeriali, ma anche leggi regionali.
Il Consigliere Ciccioli ha fatto riferimento allo smaltimento delle liste d’attesa, negli anni ’90 si era trovata una soluzione per sostenere gli operatori anche da un punto di vista economico proprio per abbatterle con modalità anche intelligenti.
Questa mozione non vuole essere la panacea di nessun male, nel senso che quando l’ho scritta l’idea era quella di porre l’attenzione, di tenere vivo in questa Aula il ricordo dei sacrifici degli operatori. Se oggi ci prendiamo carico di questa situazione, magari chi ci ascolta ha la serenità di lavorare bene perché pensa che questa Aula avrà attenzione anche in futuro con delle azioni.
Ho appena letto l’a-mail che segnala l’inizio delle audizioni sul piano socio sanitario futuro, questa è una grande occasione perché noi possiamo dare un contributo sia come maggioranza che come minoranza su quello che sarà il futuro piano socio-sanitario. Lì possiamo dare una mano ai territori e con la nostra presenza e la nostra capacità fare degli approfondimenti per il futuro piano socio-sanitario.
Mi rivolgo anche al Consigliere Ciccioli, abbiamo la grande occasione nel prossimo piano socio-sanitario di rimodulare e affinare quello che è già esistente perché questa pandemia ci ha insegnato alcune cose, una delle lezioni che ci ha dato è quella di migliorare il territorio a partire da alcune figure, io parlo sempre dell’infermiere di famiglia, ma ce ne sono altre sul territorio, compresi gli operatori socio sanitari - abbiamo votato una legge recentemente - che ci danno attenzione per cercare di coprire quell’inefficienza che c’è stata in passato, cercando di migliorare, e lo possiamo fare tutti insieme, ma servono sacrifici, presenza, lavoro e studio.
Ho visto che a breve inizieranno le audizioni per il piano socio-sanitario e lì si vedranno le persone che hanno a cuore le Marche. anche negli angoli più remoti della regione perché è facile andare in audizione dove ci sono 4.000 dipendenti, come a Torrette, e fare la passerella, è più difficile andare nei territori che sono più in difficoltà.
C’è in itinere una legge sulle farmacie per i territori più disagiati, quindi, bene questa risoluzione, ringrazio i colleghi che l’hanno sottoscritta, lavoriamo tutti insieme, e questo è il nostro intento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno compartecipato alla stesura ed alla realizzazione di questo documento, che verrà votato fra poco, precisando che il vincolo ai tetti di spesa, che impediscono riconoscimenti ai trattamenti di cui abbiamo parlato, rendono illegittimi gli eventuali atti predisposti dai dirigenti. Voglio dire che c’è l’impossibilità di rendere legittimi gli atti ove questi benefici venissero riconosciuti, questo lo sottolineo perché è in corso un’interlocuzione con le organizzazioni sindacali, domani c’è un incontro, quindi i tavoli sono aperti per spiegare queste argomentazioni.
Voglio anche riferire che la sollecitazione che giunge dall’Assemblea legislativa regionale arriva dopo quelle che la Regione Marche ha fatto nella Conferenza Stato/Regioni, infatti questo tema è stato portato nell’ambito della Conferenza Stato/Regioni e quindi è giunto anche sul tavolo del Ministro della funzione pubblica e del Ministro deputato ai rapporti con le Regioni.
C’è da aggiungere un’ultima considerazione, se avessimo avuto queste risorse saremmo stati in grado, come è stato sottolineato, di riavviare un percorso virtuoso per l’eliminazione delle liste d’attesa. Il fatto che non vengono corrisposti questi emolumenti a distanza di sei mesi, con prestazioni che sono equivalenti a quelle remunerate nell’anno 2020 comporta oggettivi problemi.
Credo che l’atto di una Assemblea legislativa, la Conferenza Stato/Regioni e il peso che avranno le organizzazioni sindacali rappresentative del personale possono raggiungere l’obiettivo perché, ripeto, stiamo parlando di somme che non incidono sui grandi bilanci dello Stato e del personale pubblico, tanto più per il fatto che stiamo parlando di personale, lo voglio ricordare a me stesso, che lavora di notte, la domenica, in condizioni di estremo disagio. Immaginate cosa significa assistere una persona malata di Covid con una tuta e con le temperature estive senza potersi spogliare.
Dobbiamo riconoscere effettivamente la gravosità della prestazione lavorativa e l’altissima professionalità che questa richiede a rischio addirittura della propria incolumità personale. Detto questo, vi ringrazio e concludo il mio intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Vorrei fare questa dichiarazione di voto molto semplice, dicendo che il voto è favorevole se non fossimo in un teatrino quasi imbarazzante per tutti, da chi propone, a chi avanza la proposta di risoluzione, perché la memoria è un fatto importante sempre e noi veniamo visti, veniamo valutati e veniamo anche giudicati, ahimè, anche negativamente rispetto alle scelte che facciamo.
Ricordo i 20 milioni di euro messi lo scorso anno, i vincoli che sappiamo, le risorse assegnate alle aree vaste per la contrattazione decentrata e la difficoltà per le risorse che non sono arrivate a quel personale sanitario che stiamo elogiando e che sappiamo meriterebbe molto di più, di essere preservato, difeso, aiutato e riconosciuto, ne abbiamo fatto oggetto non solo di una fase, ma anche dopo, ricordo articoli di giornale, a dicembre abbiamo detto: “Abbiamo oggi liquidato le somme destinate” e voi non siete stati nemmeno in grado di fare quella cosa.
Oggi, lo dico per il Consigliere Santarelli che propone la mozione e per tutti noi che sottoscriviamo la risoluzione, abbiamo le mani legate, la settimana scorsa abbiamo detto che dovevamo cambiare il decreto 70 altrimenti non avremmo potuto fare tante cose in ambito sanitario, compreso le assunzioni, gli investimenti, gli sforamenti, la medicina del territorio, ci siamo appellati nella nostra incapacità o nel nostro limite d’azione alle modifiche della legge nazionale ed oggi cosa facciamo? La stessa identica cosa, non possiamo distribuire risorse a chi lo meriterebbe, imbrigliati, e allora in maniera un po’ ipocrita e falsa ci appelliamo al Governo dicendo: “Cambiateci la legge, sennò non possiamo fare nulla”.
Ecco, in maniera ipocrita e falsa, votiamo tutti insieme la risoluzione che ci avete proposto.

PRESIDENTE. Proposta di risoluzione sulla mozione n. 66. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,55