Resoconto della seduta n.34 del 28/07/2021
SEDUTA N. 34 DEL 28 LUGLIO 2021

La seduta inizia alle ore 10,20

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 34 del 28 luglio 2021. Comunico che il processo verbale della seduta n. 33 del 27 luglio 2021 e quello della seduta odierna saranno distribuiti insieme e sottoposti all’approvazione dell’Assemblea legislativa regionale nella seduta del 3 agosto 2021.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.

Interrogazione n. 171
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Quale futuro per il presidio ospedaliero ‘A. Celli’ di Cagli?”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 171 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Le interroganti chiedono una visione sul futuro scenario dell’ospedale di Cagli.
Sappiamo perfettamente, come abbiamo più volte ripetuto in quest’Aula, che la nuova amministrazione ha avviato un percorso di audizione dei Sindaci e dei rappresentanti delle associazioni del territorio proprio per addivenire ad una base prospettica di modifica dell’attuale Piano socio-sanitario vigente, approvato nella precedente consiliatura, all’esito di questi incontri la Giunta regionale proporrà al Consiglio regionale una modifica. Quindi, in questa sede non è possibile rispondere ad una domanda di questa natura prospettica, di quale sarà l’esito del percorso che vede impegnata l’attuale maggioranza regionale nella modifica del Piano socio-sanitario.
Tengo tuttavia a sottolineare che il presidio di Cagli è giuridicamente un ospedale di comunità e alla luce di questa condizione giuridica presente sarà oggetto degli interventi previsti dal Piano di ripresa e resilienza. Questo Piano, più volte sottolineato nei mezzi di comunicazione di massa ed anche nella comunicazione da parte del Governo e del Parlamento, non è conosciuto nei dettagli applicativi. Non appena la Regione Marche sarà posta in condizione di conoscere i dettagli operativi degli interventi del Piano sulla missione 6.1, che riguarda la medicina del territorio e gli interventi sugli ospedali di comunità e le Case della Salute, avvierà un percorso insieme ai Consiglieri regionali, alla Giunta ed al Consiglio per addivenire all’applicazione di quelle misure che avranno una forte caratura finanziaria e di intervento su questi presidi ospedalieri.
Per quanto concerne il futuro dell’ospedale di Cagli lo stesso si misura attraverso le previsioni del Piano socio-sanitario che questa maggioranza non ha ancora abbozzato, a quel punto la Giunta, quando avrà terminato gli incontri sul territorio, lo abbozzerà e lo porterà in approvazione del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda il PNRR il calendario dei lavori prevede che gli interventi debbano essere individuati entro il mese di settembre, portati come proposta al Governo entro la fine di dicembre e nel mese di marzo 2022 procedere agli accordi di programma tra la Regione Marche e il Governo per la realizzazione degli interventi finanziari previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta, anche se sinceramente mi è sembrata abbastanza deludente.
Le dico questo Assessore perché le voglio ricordare cosa è successo nella scorsa campagna elettorale per le regionali, lei forse non è del nostro territorio, quindi non si ricorda, è venuto il leader della Lega in Piazza a Fano urlando che la Lega al governo della Regione Marche avrebbe riaperto immediatamente i 13 ospedali, lui li ha definiti chiusi, anche se sappiamo bene che questa non è la definizione corretta.
Al di là delle rassicurazioni del vostro leader nazionale, anche di diversi che oggi siedono qui, sia come Assessori, a fianco a lei, che come Consiglieri in quest’Aula, si sono profusi sia a mezzo stampa che in incontri privati in rassicurazioni di tutti i tipi.
A distanza di un anno, come sa, capisco che c’è stata l’emergenza Covid, posso anche essere disponibile a comprendere un ritardo nello stilare il nuovo Piano socio-sanitario, e su questo non ho niente da eccepire, non capisco come si possa non avere adesso un’idea di quello che volete fare, in campagna elettorale pareva che ce l’aveste molto chiara.
Le assicuro che sia gli amministratori locali del nostro territorio, come immagino quello di Cagli, che tanti comitati stanno un po’ perdendo la pazienza e di questo lei sicuramente il polso ce l’ha. Dire o coprirsi con il paravento del PNRR mi sembra, anche questo, poco corretto perché anche lì in campagna elettorale si vedevano notizie ancora più fumose rispetto ad oggi.
Sinceramente so anche che è stata mandata una richiesta dal Presidente dell’Unione montana, ricordo che è un territorio vastissimo con diversi Comuni come: Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico e Serra Sant’Abbondio, per un’estensione di circa 580 chilometri quadrati, con la presenza di 22.000 persone che per arrivare al primo pronto soccorso, che è quello di Urbino, spesso devono fare viaggi di oltre 60 minuti.
La situazione è questa, i cittadini hanno bisogno di avere risposte, è stata mandata, come dicevo, dal Presidente dell’Unione montana una richiesta molto chiara su quello che secondo loro è utile, cioè la riattivazione dei 20 posti letto di lunga degenza, la riapertura dei punti di primo intervento, il mantenimento e il potenziamento dei posti letto di riabilitazione, intensiva, ospedaliera e tutta una serie di altri servizi che sono stati tagliati. Ci si aspetta che questa amministrazione riesca a restituirli alla collettività. Grazie.

Interrogazione n. 178
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“RSA Regione Marche: ripristino attività socializzazione e riabilitazione, implementazione servizi digitali e servizio video chiamate per gli utenti ospiti, compresi gli utenti parzialmente autosufficienti e non autosufficienti’
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 178 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione si pongono ulteriori quesiti, però vorrei interloquire un momento con la Consigliera Ruggeri. L’interrogazione è uno strumento attraverso cui si fotografa la situazione esistente, non può per sua natura dire che cosa avverrà in un processo di modifica del Piano socio-sanitario. Non ho detto che non si farà quello che in campagna elettorale si è detto, ho semplicemente risposto, non potendo andare oltre, sulla base delle mie funzioni che sono quelle di applicare le norme vigenti. Ho risposto esattamente sulla condizione attuale.
Sul futuro intervento sull’ospedale di Cagli c’è un impegno preciso di questa amministrazione a far sì che quei territori siano perfettamente garantiti, tanto è vero che stiamo muovendo i primi passi per la modifica del Piano socio-sanitario e per eliminare l’accentramento degli ospedali unici, per ridare ai territori (Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro, Urbino, Pergola, Pesaro e Fano) la dignità che devono avere.
Naturalmente questa è una valutazione politica che in Aula porteremo avanti con delle norme precise che modificheranno il Piano socio-sanitario.
L’interrogazione chiedeva il futuro di un ospedale, se avessi la palla di cristallo probabilmente sarei stato in grado di rispondere oggi, ma c’è un processo politico che prevede l’intervento di Sindaci, rappresentanti del territorio, dello stesso Consiglio regionale, sarei disonesto e scorretto se in questa fase, rispondendo ad una interrogazione, dovessi delineare quello che sarà l’assetto futuro, ciò significherebbe che in questa maggioranza, che è composta da più partiti, non c’è democrazia, non c’è discussione perché sarebbe una decisione imposta dall’alto.
Le anime che formano l’attuale maggioranza sono differenti, la discussione sarà diversa e probabilmente l’oggetto dell’intervento sull’ospedale di Cagli terrà conto dei rappresentanti del territorio, a cominciare dai Sindaci.
E’ molto facile da parte di alcuni rappresentanti del territorio fare delle polemiche, il Piano socio-sanitario vigente non l’abbiamo approvato noi, è stato approvato nella precedente legislatura, ci potete contestare che potevamo avviare il processo e il percorso di modifica del Piano socio-sanitario durante la pandemia, ma è evidente che questo non era possibile. Stiamo uscendo dalla pandemia ed abbiamo cominciato da un mese ad ascoltare i territori, i Sindaci, i rappresentanti del territorio.
Credo che sia scorretto il modo di utilizzare le interrogazioni, che impegnano la Giunta regionale a rispondere sul de iure condito, sull’esistente, contestando quello che sarà. Poi i cittadini saranno in grado di valutare se le affermazioni rese dagli esponenti politici durante la campagna elettorale saranno congruenti con i fatti. Abbiamo quattro anni di consiliatura e vorrei dire a tutti …, a cominciare dai Sindaci, che anche in alcune occasioni protestano. Vorrei sapere quale Sindaco nei primi otto mesi di mandato è riuscito a raddoppiare il personale nel proprio Comune, gli investimenti sui servizi sociali, ad abbassare le tasse, ad asfaltare tutte le strade, vorrei conoscere questo fenomeno, probabilmente bisognerà ragionare su un atto di programmazione.
Stiamo partendo adesso con l’atto di programmazione perché ci siamo occupati fino ad oggi di pandemia che, se permettete, in questa regione è stata governata in modo positivo, se è vero che siamo i primi per efficienza nei vaccini, siamo i primi nel rapporto tra la popolazione ed i vaccini che sono stati somministrati e pian piano stiamo cercando di recuperare degli spazi per garantire una buona sanità.
In merito all’interrogazione 178 “RSA Regione Marche: ripristino delle attività di socializzazione e riabilitazione” ho già risposto in una precedente interrogazione.
Durante la pandemia dobbiamo ricordare che quasi tutte le Rsa e le Case di riposo sono state interessate da fenomeni di inquinamento da Covid e molti decessi si sono verificati anche per negligenza; vorrei anche ricordare che ci sono delle indagini penali per concorso omissivo in omicidio colposo da parte delle autorità giudiziarie perché chi aveva a disposizione le Case di riposo e le Rsa, secondo le ipotesi investigative, non ha adottato le necessarie precauzioni per evitare che le persone positive al Covid entrassero negli stabilimenti.
Adesso ci troviamo in presenza di una circolare del Ministero della salute, l’ordinanza dell’8 maggio 2021, in cui si stabilisce in modo chiaro che l’accesso nelle Rsa e nelle Case di riposo deve avvenire secondo criteri predefiniti, ma impone agli enti gestori di stabilire le misure necessarie per evitare l’inquinamento da Covid. E’ del tutto evidente che non può essere la Regione attraverso il suo potere regolamentare o normativo a stabilire caso per caso che cosa devono fare gli enti gestori.
Noi siamo perfettamente consapevoli che le visite nelle Rsa da parte dei familiari hanno un effetto terapeutico, soprattutto dal punto di vista psicologico, giudichiamo positivo il fatto che i familiari possono accedere alle Case di riposo, ma le misure concrete di accesso devono essere assunte sulla base delle caratteristiche di spazio e di sicurezza di ogni struttura.
Nel caso dell’interrogazione, se ci sono delle situazioni specifiche, delle fattispecie specifiche delle Rsa di una certa città piuttosto che un’altra, io sono in grado di rispondere alla richiesta se le misure che sono state adottate sono congruenti o non congruenti. In via generale posso rispondere solo che si applica la circolare dell’8 maggio 2021 che attribuisce agli enti gestori delle Rsa e delle Case di riposo le misure necessarie per contenere e per limitare la diffusione del virus.
Voglio anche aggiungere che in queste circostanze c’è anche un conflitto che ho constatato con mano, nel senso che i familiari delle persone che non hanno contratto il virus, sono molto spaventate dalla possibilità che altri familiari accedano alle Case di riposo o alle Rsa senza adeguate garanzie.
Quindi, dobbiamo trovare caso per caso la ragionevole risposta ad una circolare, quella dell’8 maggio 2021, che ha riaperto l’accesso nelle Case di riposo.
Teniamo conto che durante la pandemia le strutture gestite dall’Asur hanno visto acquistare degli strumenti telematici, tablet, attraverso cui era possibile video filmare le comunicazioni tra le persone che erano ricoverate o alloggiate in queste strutture e i rispettivi familiari.
Personalmente ritengo che il contatto fisico, il contatto dei parenti, abbia un effetto terapeutico e psicologico nei riguardi di questi ospiti che per mesi hanno avuto rapporti con persone vestite da marziani, con tute e caschi.
Le persone che sono ricoverate in questi luoghi devono, a mio giudizio, ritrovare la serenità potendo riabbracciare i loro cari, ma queste misure dipendono essenzialmente dalle condizioni di sicurezza di ciascuna Rsa e da ciascuna Casa di riposo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Questa è un’interrogazione che vede come prima firmataria la mia collega che non è presente in Aula.
Avrei anche gradito che l’Assessore fosse fermato in quanto ha usato quattro quinti del tempo a disposizione per rispondere alla mia collega e per ribattere alla mia replica, non credo che sia una cosa che il regolamento consente.
Visto che prima abbiamo fatto una deroga al regolamento, penso che si possa fare anche adesso ed utilizzo il tempo della Consigliera Lupini per dire all’Assessore che ritengo molto grave che non sappia rispondere a quelle due banali domande che ho posto, che sono quelle che si pongono tutti i cittadini che hanno votato voi, che non hanno votato me.
Lei ha detto che le interrogazioni devono restituire il dato del reale, che è sotto i nostri occhi, non c’è bisogno che lo chieda a lei, disturbandola e facendole perdere tempo.
Chiedevo semplicemente quali fossero le vostre intenzioni: il Balduzzi pone tra le sue pieghe la possibilità di deroghe previste per le zone particolarmente disagiate, vi sembra che queste deroghe possano essere comprese nel nuovo Piano socio-sanitario? Lei non mi ha risposto.
E’ chiaro, avete il bisogno di altro tempo, questo lo ha detto, per me sorprendente perché immaginavo che aveste un’idea più precisa di come riorganizzare la nostra sanità, visto che in campagna elettorale sembravate tanto sicuri degli interventi da fare.
Quali sono gli interventi di miglioramento e potenziamento dei servizi sanitari pubblici che questa amministrazione intende assicurare a quella popolazione, a quella dell’Unione montana del Catria e del Nerone? Non lo so, in previsione del nuovo Piano socio-sanitario, lo leggeremo, ma oggi mi aspettavo che lei mi dicesse qualcosa in più. Grazie.

Interrogazione n. 183
ad iniziativa del Consigliere Cesetti
“Progetto chirurgia robotica su polo Marche sud”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 183 del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. L’interrogazione del Consigliere Cesetti interviene su una materia che è stata più volte trattata anche sulla stampa in via generale e riguarda l’adeguamento tecnologico delle nostre strutture ospedaliere per acuti, con la possibilità di utilizzare delle tecnologie robotiche.
La modalità di interventi chirurgici attraverso il robot è oggetto di un progetto che ha visto concorrere le tre Aree vaste del sud delle Marche, quindi c’è un accordo, un progetto tra le Aree vaste 5, 4 e 3, quella di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, per l’impiego di questo strumento robotico. Sennonché è accaduto che lo strumento era stato ordinato, ma sulla procedura di acquisto, sulla procedura di evidenza pubblica, è intervenuta l’Anac che l’ha bloccata. Quindi quella gara è stata annullata dall’Asur sulla base delle indicazioni dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione. Tuttavia il progetto procede, quindi confermo in questa sede che lo strumento robotico e gli interventi chirurgici con il robot nelle tre Aree vaste saranno garantiti dall’acquisto di questo apparecchio, con il quale si procederà alla riorganizzazione ed alla riprogrammazione degli interventi che dovranno essere coordinati nelle tre Aree vaste.
Voglio sottolineare che in questo momento l’utilizzo di queste strumentazioni è già ampiamente garantito dal presidio ospedaliero di secondo livello di Torrette e l’impiego dello strumento robot potrà garantire un più elevato standard di intervento nei plessi nelle tre Aree vaste Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Assessore Saltamartini, ci conosciamo da una vita, anche lei si sta democristianizzando, una sorpresa questa.
Non mi ha risposto, la ringrazio per la conferma dell’acquisto del robot chirurgico per le tre Aree vaste, ma la domanda era ‘se si intende confermare la costituzione di un polo per la chirurgia robotica tra le Aree vaste 3, 4 e 5’. Questo lei me lo ha confermato e la ringrazio, però c’era anche scritto “prevedendo la collocazione fisica del sistema presso l’Area vasta 4 presidio ospedaliero di Fermo e l’utilizzo dello stesso da parte delle equipe chirurgiche delle altre aree vaste”. Si convenne all’epoca, con me e con l’ex Presidente, l’acquisto di questo robot per le tre Aree vaste che doveva essere collocato fisicamente a Fermo con equipe itineranti delle Aree vaste 4 e 5.
Questa cosa era stata confermata dall’ex Direttore dall’Area vasta 4, presente un attuale deputato della Lega, e non solo, era stata confermata dall’Assessore Saltamartini in una dichiarazione fatta alle Cronache Fermane, nella quale aveva detto: “Certo, Fermo ha qualche problema, però lo stiamo risolvendo tant’è che si prevede un’importante collocazione di un investimento tecnologico”, poi è arrivato il Direttore sanitario Asur che ha detto: “Va bene a Fermo”, ed ora lei dice “Vedremo la collocazione tra Ascoli, Fermo e Macerata”.
Si era deciso che, l’aveva confermato l’ex Direttore dell’Area vasta 4 alla presenza di un esponente della Lega e l’aveva confermato anche lei, il robot chirurgico doveva essere collocato fisicamente a Fermo e le altre equipe itineranti dovevano andare a Fermo a fare gli interventi. Anche lei Consigliere Marinangeli, che ha sostituito un esponente della Lega, deve essere garante di questo per il suo territorio, altrimenti ogni volta tornerò qua a sollevare la questione e sono convinto che l’Assessore Saltamartini, almeno con me, rispetterà l’impegno che lui stesso ha garantito,
Quindi, mi dichiaro soddisfatto soltanto in parte e confido nel rispetto del suo impegno che darebbe seguito ad uno già preso da me quando ero Assessore. Ci conto su questo, ci confido per lealtà istituzionale, altrimenti ci rimango male e se ci rimango male dopo posso diventare cattivo.

PRESIDENTE. Sono rinviate le interrogazioni n. 159, nn. 167, 191 e 233 (abbinate), n. 188 e n. 192 per la mancanza degli interroganti.


Proposta di legge n. 52
ad iniziativa della Giunta regionale
“Disposizioni di organizzazione e di ordinamento del personale della Giunta regionale”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 52 della Giunta regionale.
Da questo momento entriamo nella parte normativa del Consiglio, tornando a discutere e ad approvare gli articoli della proposta di legge n. 52.
L’ultimo articolo che abbiamo approvato è il 34, quindi, da lì dobbiamo riprendere, come ci siamo detti nel salutarci e nel chiudere il Consiglio di ieri.

Articolo 34 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 34 bis/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo l’articolo 34 è inserito il seguente:
‘34 bis Pari opportunità
1. La Regione garantisce pari opportunità tra donne e uomini nell'accesso, nello sviluppo professionale, nel trattamento del personale. In particolare:
a) adotta specifici provvedimenti per assicurare pari dignità di uomini e donne sul lavoro;
b) riserva almeno un terzo dei posti di componente delle commissioni di concorso alle donne, salva motivata impossibilità, fermo restando il principio di cui all’art. 35, comma 3, lett. e) D.Lgs. 165/01;
c) garantisce la partecipazione delle donne ai corsi di formazione e di aggiornamento professionale almeno in rapporto proporzionale alla loro presenza nelle aree organizzative interessate;
d) adotta specifiche iniziative per favorire il riequilibrio nelle unità organizzative, nelle qualifiche e nei profili professionali, tra presenza maschile e femminile.
2. La Giunta regionale adotta piani di azioni positive tendenti ad assicurare sia la rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono la piena realizzazione di pari opportunità sia la valorizzazione e lo sviluppo professionale delle donne.
3. La Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale consultano preventivamente il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni sulle tematiche generali che incidono sulla qualità dell'ambiente di lavoro, sull'organizzazione dell'attività lavorativa, nonché sugli interventi che concretizzano azioni positive a favore delle lavoratrici con particolare riferimento al reale conseguimento di condizioni di pari opportunità in ordine agli accessi, ai percorsi formativi e alle posizioni organizzative.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ieri sera a mezzanotte ci siamo lasciati con l’articolo 34 rispetto al quale obiettavo, nel votare contro, come apparisse almeno inopportuno abbinare “i destini” del personale dipendente della Giunta, delle risorse umane oggetto del codice di comportamento per i dipendenti, e del Consiglio in una legge che riguarda l’ordinamento e l’organizzazione della Giunta regionale, quindi il personale della Giunta regionale. Questo non va bene e ci ho pensato ieri sera mentre tornavo a casa, segno evidente che quando intervengo sugli emendamenti lo faccio in modo convinto, non soltanto per allungare i tempi. Mi meravigliavo di come le organizzazioni sindacali, che pure sono state opportunamente audite dal Presidente della Commissione, con le quali io mi sono relazionato per cinque anni, li sentivo quasi settimanalmente, non abbiano detto nulla in questa circostanza, mi meraviglio veramente.
Con l’articolo 34 bis interveniamo sulle pari opportunità, credo che sia importante inserire un articolo ad hoc, d’altra parte li abbiamo inseriti anche per il nulla, pensate all’articolo 32, abbiamo inserito i rapporti con le organizzazioni sindacali, che è assolutamente pleonastico, oppure sulla responsabilità dei procedimenti, ma non c’è nulla sulle pari opportunità.
Quindi, l’abbiamo previsto ed al punto 1 la Regione garantisce pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso, nello sviluppo professionale, nel trattamento del personale. In particolare decliniamo un insieme di specificità affinché non ci sia alcuna discrezionalità su questo, ma ci si debba attenere a quello che è il dettato normativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Credo che sia un emendamento importante, peraltro ben dettagliato, un articolo integrativo della proposta di legge su un tema che sta a cuore a tutti. Mi meraviglierei se la maggioranza non fosse sensibile al tema delle pari opportunità. Di recente si è insediata la Commissione ed è stata eletta la nuova Presidente nella nostra Regione.
Come ha detto il Consigliere Cesetti, questo articolo declina tutti gli aspetti relativi alle pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso e nello sviluppo professionale, nel trattamento del personale, peso che sia un emendamento da tenere in considerazione, peraltro sottolineo che di fatto riporta un articolo già contenuto nella legge regionale della Lombardia, ben dettagliato e utile per migliorare questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Il PD voterà favorevolmente questo emendamento, che introduce l’articolo 34 bis sulle pari opportunità.
Guardate, voglio dirlo, nell’articolo 34 si fa riferimento, ho detto prima che è un articolo insufficiente, al decreto legislativo 165 del 2001, bene, allora dico … Non vedo neanche la relatrice di maggioranza, o la sostituisce il Presidente …

PRESIDENTE. L’attività può andare avanti anche senza il relatore di maggioranza o di minoranza, questo è fuori discussione, ma avendo compreso l’osservazione ho richiesto di farla tornare in Aula.

Fabrizio CESETTI. Ho la necessità della relatrice di maggioranza nella speranza, ad esempio, di un’opportunità per l’articolato, perché, ripeto, a me non crea nessun patema d’animo, però credo che sia importante la sua presenza perché l’emendamento possa essere accolto in quanto si fa riferimento al D.Lgs. 165/2001.
Questo emendamento è tratto dal combinato disposto del D. Lgs. 165 del 2001, che all’articolo 57 prevede che le pubbliche amministrazioni al fine di garantire pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro e al trattamento sul lavoro, riservano alle donne, salva motivata impossibilità, almeno un terzo dei posti di componente delle commissioni di concorso, fermo restando il principio di cui all’articolo 35, e della legge regionale 7 luglio 2008 n. 20 della Regione Lombardia, guidata dalla Lega, che scrive l’articolo 85 della legge regionale 7 luglio 2008 n. 20 ‘Testo unico della legge regionale in materia di organizzazione del personale’. Richiama il D.Lgs. 165, addirittura lo fa anche la Regione Lombardia, perché non può essere accolto un emendamento di questo tipo? Si espone l’articolato ad una possibile impugnativa. Se il D.Lgs 165 ci dice questo all’articolo 57 e costituisce i principi generali a cui si deve attenere la legislazione regionale, non capisco per quale motivo non lo accogliete ed esponete questo provvedimento ad una possibile impugnativa.

PRESIDENTE. Emendamento 34 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 35.
Emendamento 35/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 35 dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: ‘2 bis. Il CUG, all’interno dell’amministrazione regionale, ha compiti propositivi, consultivi e di verifica e opera in collaborazione con la Consigliera o il Consigliere regionale di parità.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Presidente, riteniamo che questo emendamento sia necessario per rendere il testo conforme al dettato normativo nazionale.
Diciamo, l’ha letto il Presidente, che il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, all’interno dell’amministrazione regionale, ha compiti propositivi, consultivi e di verifica ed opera in collaborazione con la Consigliera o il Consigliere regionale di parità.
Questo emendamento a dimostrazione che non ho fini ostruzionistici, è tratto di sana pianta dall’articolo 57 del D.Lgs. 165 sulle pari opportunità, il comma 3 prevede: “Il Comitato unico di garanzia, all’interno dell’amministrazione pubblica, ha compiti propositivi, consultivi e di verifica ed opera in collaborazione con la Consigliera o il Consigliere nazionale di parità”, quindi, io ho presentato l’emendamento per rendere conforme l’articolato al disposto del D.Lgs. 165 al quale ci dobbiamo attenere.
Non capisco per quale motivo anche questo emendamento non debba essere accolto in quando richiama e trasporta qui di sana pianta il comma 3 dell’articolo 57 del D. Lgs. 165/2001, tutto qui. Quindi, ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Condivido l’emendamento presentato dal Consigliere Cesetti, anzi lo ringrazio per averlo proposto.
Da ex Assessore alle pari opportunità ho avuto il piacere di confrontarmi spesso con il Cug e abbiamo sostenuto dei progetti molto interessanti che sono stati apprezzati, devo dire, soprattutto dagli uomini. Avevano come obiettivo quello di sensibilizzare i dirigenti, non solo della Regione Marche, circa l’importanza delle pari opportunità anche all’interno della macchina amministrativa regionale.
Credo che sia giusto il richiamo alla Consigliera regionale di parità, che è un punto di riferimento non solo per le donne della nostra regione ma anche per le nostre dipendenti. Io stessa in passato mi sono fatta promotrice di un incontro con l’allora Consigliera di parità per la Regione Marche per aiutarla a redimere alcune questioni che erano considerate discriminatorie.
Tutto ciò premesso, credo che sia inaccettabile questo pregiudizio anche in questa sede, non pregiudizio, questa coerenza nella valorizzazione della condizione patriarcale di questa amministrazione, che non si smentisce mai. Ad esempio la relatrice di maggioranza, che è una Consigliera regionale, ha fatto parte della giuria di Miss Italia in cui ha valutato i culetti delle modelle, questa cosa è aberrante, è un insulto a tutte le donne, non era mai successo, per cui spero che questo emendamento venga accolto e invito davvero tutti i miei colleghi a rendere onore e a dare dignità al ruolo che abbiamo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Il Partito Democratico voterà a favore e, come diceva prima la Consigliera Bora, invitiamo tutti, soprattutto le donne, a farlo perché prevedere che il Cug abbia compiti propositivi e consultivi penso che possa essere d’aiuto per quella formazione che si tenta di fare anche all’interno degli uffici rispetto alle politiche di genere, quindi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. L’emendamento non è accoglibile perché in realtà all’articolo 8 di questa proposta di legge si fa già riferimento alla parità di genere. Non è accoglibile per questo motivo.

PRESIDENTE. Emendamento 35/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 35/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 35 dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: ‘2 ter. Il CUG contribuisce all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, migliorando l’efficienza delle prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ripeto, Consigliera Biondi, non accogliere l’emendamento di prima, che era una trasposizione del D.Lgs. 165 …, poi siamo noi che facciamo ostruzionismo? Il vero ostruzionismo lo state facendo voi, perché l’ostruzionismo non è soltanto il tentativo di allungare i tempi, che qui non c’è, perché noi il tempo lo spendiamo bene per argomentare le nostre ragioni e perché restino a verbale. L’ostruzionismo, va da sé, è chiusura, è scavare un baratro nel dialogo politico e nel rapporto istituzionale tra maggioranza e minoranza, nel percorso che deve concludere l’iter legislativo e quel baratro non lo abbiamo scavato noi, l’avete scavato voi con il vostro silenzio, con la vostra chiusura, con la relatrice di maggioranza che pure essendo capace di argomentare il dissenso che ci può essere non lo fa perché non vuole il dialogo. Siete voi che fate ostruzionismo, ma i destinatari non siamo noi, è il testo normativo che disciplina il vivere quotidiano, ad esempio, in questo caso, delle risorse umane che lavorano in questa istituzione, che disciplina le pari opportunità, che non possono essere soltanto annunciate, ma devono essere praticate quotidianamente. La norma deve stabilire questo, lo deve imporre, lo deve scrivere e descrivere perché i comportamenti degli uomini e delle donne anche nelle istituzioni si attengano a quel dettato legislativo. Tutti sono soggetti alla legge e tutti la devono applicare, ad esempio i dirigenti quando andranno ad operare.
Per questo sono importanti questi provvedimenti ed è incomprensibile ed inspiegabile la vostra chiusura. Siete voi che fate ostruzionismo, ma ci rimette il dettato normativo di cui voi portate la responsabilità e adesso in dichiarazione di voto spiegherò il senso di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Nessuno ha da dire nulla su un emendamento che dice che il Cug contribuisce all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, migliorando l’efficienza delle prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori, quindi, mi meraviglio che le forze sindacali sempre attente non dicano nulla rispetto alla chiusura e al baratro scavato da questa maggioranza su questi punti e anche questo emendamento …, mi rivolgo a lei, Presidente, perché, come si dice, capisco perché vogliono essere sordi, non ce la farebbero ad ascoltare, sanno che abbiamo ragione noi!
Questo secondo emendamento è tratto di sana pianta dal D. Lgs. 165 articolo 57, comma 3, secondo capoverso, che prevede che il Comitato unico di garanzia all’interno dell’amministrazione pubblica “contribuisce all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, migliorando l’efficienza delle prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principio di pari opportunità, di benessere organizzativo e dal contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori”.
L’abbiamo trascritto qui perché il D.Lgs 165 - lo ripeto per l’ennesima volta, sperando che mi ascolti anche per le prossime volte il Presidente della mia Commissione, perché se non mi ascolta neanche su questo chiedo di essere sostituito, che ci vado a fare? Neanche sul rispetto della legge! – al comma terzo ci dice che “le disposizioni del presente decreto costituiscono principi fondamentali ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, le Regioni a Statuto ordinario si attengono ad esse tenendo conto delle peculiarità dei loro ordinamenti”. Quindi, se scrivo una disposizione del D.Lgs 165, articolo 57, comma terzo, come fate a non accoglierla? Esponete il provvedimento, anche in questo caso, ad una impugnativa oltre a declinarlo come un atto ingiusto.
Dopo siamo noi che facciamo ostruzionismo, voi lo fate?
Voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Ci tengo ad intervenire anche perché la domanda suggestiva, l’interrogativo posto retoricamente dal Consigliere Cesetti merita una risposta.
L’emendamento non serve a nulla perché, lo ha detto il Consigliere Cesetti, descrive e sviluppa esattamente la definizione di Cug data dal D.Lgs. 165. Sulle funzioni del Cug è chiara ed è prescrittiva la direttiva 2 del 2019 sicché questa esplicitazione, questo emendamento, lo ha ammesso il Consigliere Cesetti, non serve a nulla. Viene inserito in una dinamica che, tuttavia, in un contesto normale avrebbe dovuto portare la maggioranza a dire non c’è nulla di male, è una tautologia, è una superfetazione, ci sta anche di concedere alla minoranza …, però questa non è una discussione normale, non è come tutte le altre, questa è una discussione – io c’ero in Commissione – in cui tutto l’architrave della posizione del Partito Democratico è volta a “criminalizzare” la figura del Segretario generale tanto da indurre, è successo in una Commissione, il Consigliere Cesetti a dire che era disponibile anche a votare questa legge.
Sono stati fatti tanti emendamenti nel corso della Commissione dalla relatrice, che ringrazio, e dal Presidente Marinelli, quindi la possibilità e la voglia di migliorare e di fare editing è stata largamente praticata, poi ad un certo momento c’è stato il patto faustiano che il Consigliere Cesetti ha provato a proporre al Consigliere Marinelli: cambiate idea sulla Segreteria generale, sulla figura del Segretario generale - l’articolo 40 è lì, fra un po’ ci arriveremo e ciascuno dirà quello che può, quello che sa, facendo anche qualche utile raffronto con ciò che accade in Italia sulla figura del Segretario generale – a quel punto l’emendamento è diventato uno strumento di ostruzionismo, legittimo. Io ho fatto una vita l’ostruzionista, una volta arrivò un Presidente della Regione che mi portò addirittura un piatto con una camomilla perché ero troppo agitato, figuriamoci se non capisco la performance del Consigliere Cesetti, fra l’altro anche ben compiuta e completa. Dico però che quando lui in maniera molto articolata dice: perché rinunciate a trasferire nell’articolato di legge – ripeto, quella che è una descrizione che è già inserita nella norma, quindi di per sé inutile - rispondiamo: perché si è creato un clima in cui l’atteggiamento super emendativo è una ritorsione e allora alla ritorsione si risponde con un atteggiamento di principio: non ci sto a subire gli effetti di quello che era un patto scellerato, di cambiare la legge nella sua funzione, nel suo elemento fra i più significativi, in cambio …, quindi non c’è niente di male.
La risposta a perché non lo approviamo è perché à la guerre comme à la guerre, se poi il Consigliere Cesetti dice che si è sbagliato, che vuole ragionare diversamente, è chiaro che con altrettanta diplomazia possiamo smarcare la legge. Io la penso così, non c’è niente di male, la risposta è che questa è una supercazzola – è un’espressione che si è ormai affermata nel linguaggio comune, però me ne scuso - anche perché sappiamo che sul tema della parità di genere abbiamo già avuto modo di confrontare le nostre scelte a quelli che sono stati i ricorsi giurisdizionali. L’estensore del ricorso era anche la Consigliera Bora, il Tar ha deciso, tra l’altro, confermando il provvedimento costitutivo della nostra Giunta, e chiarito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che qui nessuno vuole men che meno deteriorare o deprimere la funzione del genere femminile, che riteniamo decisivo e fondamentale.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Quanto appena affermato dall’Assessore Castelli merita dei chiarimenti.
L’Assessore Castelli, che è un avvocato, dovrebbe sapere che la sentenza del Tar non è definitiva e comunque quel tipo di battaglia era a mio avviso doverosa perché è una vergogna che in un momento come questo la Giunta regionale sia rappresentata da una sola donna. Non ha sostituito la battaglia politica, che oltretutto è stata avviata prima ancora dell’avvio del ricorso attraverso una proposta di legge di modifica dello Statuto che da oltre 7 mesi giace nel cassetto, a cui non è mai stato dato seguito in Commissione.
Oggi ci affrettiamo, prima della pausa estiva, ad affrontare tante questioni, il fatto che non l’avete nemmeno discussa in Commissione è la controprova di quanto vi interessa del tema delle pari opportunità.
Tutto ciò premesso, la ringrazio per aver tirato fuori la questione della sentenza del Tar, ovviamente per noi, per la cultura che abbiamo, non c’è mai stato bisogno di andare a modificare lo Statuto per comprendere quanto sia importante, quanto sia un valore aggiunto in un’Assemblea legislativa, che legifera anche per i Comuni in cui c’è l’obbligo di comporre delle Giunte paritetiche, riconoscere la parità di genere.
La ringrazio per aver tirato fuori questa questione perché mi dà l’opportunità di dire ciò che penso di quella sentenza, che ovviamente rispetto, anche se la impugnerò insieme agli altri, perché credo sia un cazzotto nello stomaco di tutte le donne e le spiego per quale motivo.
Il Tar avrebbe potuto dire, noi ne eravamo assolutamente consapevoli, che lo Statuto della Regione era blando, che andava modificato, ma quella sentenza dice altro, quella sentenza confonde la parità con la rappresentanza e dice che se c’è una sola donna in una Giunta composta da sette componenti, ma potevano essere anche 20, quella donna rappresenta tutto il genere femminile. Quella roba lì in un momento come quello che noi donne stiamo attraversando è un cazzotto nello stomaco ed io al posto suo mi sarei ben guardata dallo sventolarlo. Come ho detto prima alla Consigliera Biondi, non devo mai perdere l’occasione di sottolineare in questa sede la vostra cultura, che porta indietro le lancette dell’orologio di questa regione di oltre 100 anni e noi non ve lo consentiremo, combatteremo con tutti i nostri strumenti, con tutte le nostre forze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Voglio un attimo entrare direttamente nelle argomentazioni della Consigliera Bora, che in genere utilizza come aggettivazioni: scandaloso, vergognoso, osceno, per carità, sono tutte previste dal vocabolario della lingua italiana e qualche volta hanno anche un effetto colorito, però penso che non tutte le cose e non tutta la realtà possa essere aggettivata. Si tratta anche di scelte, a volte politiche, a volte giuridiche, per esempio il Tar Marche, uno può essere politicamente non d’accordo, ha deciso in base al diritto, ha esaminato in termini di diritto, le scelte, le decisioni del Presidente Acquaroli nella formazione della Giunta e ha detto che andava bene ma, aggiungo io, nessuno qui è così sprovveduto da non anticipare una valutazione in termini di diritto. Prima di arrivare alla nomina della Giunta un pull di avvocati, docenti universitari, il cosiddetto Comitato di valutazione, in quel caso era un Comitato di valutazione esterno alla Regione, ma era politico, aveva approfondito in maniera esaustiva quali erano i termini del diritto e quale scelta fare. Una Giunta regionale viene scelta in base alle valutazioni politiche e non si entra nel merito di un tanto al chilo, tante donne, tanti uomini, Per dire, se ci fosse stata una prevalenza femminile, oggettivamente scelta per motivazioni di competenza, curriculum politico, storia personale, eccetera, io non avrei visto niente di male se ci fossero state più donne che uomini e viceversa.
Sono stato spesso sottoposto a dure accuse per quanto riguarda la mia posizione sulla valutazione della funzione femminile e maschile all’interno del nucleo familiare, che secondo me è importantissimo per l’equilibrio dei figli.
Ritengo che le valutazioni non siano nell’ambito delle percentuali, ma sul merito, quindi se in quel momento una decisione politica di rappresentanza dei partiti, di competenza tecnica, di equilibri rispetto ad aree del territorio regionale, tra nord e sud, arrivava a quell’equazione, è quella la soluzione.
Dire sempre queste cose mi sembra fuori posto.
Se andiamo alla storia, nella mia cultura storica (2000 anni fa, la storia dell’impero romano, la storia più recente, eccetera) il ruolo delle donne è sempre stato molto importante, quindi ritengo che bisogna cercare di avere più buon senso.
Mi pongo un problema, se all’interno della vecchia amministrazione ci fosse stata una minore presenza femminile e magari qualcuno più competente forse il ricambio non avrebbe avuto lo stesso colore e forse avrebbe funzionato meglio.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.

Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Sento la necessità di respingere le accuse di arretratezza culturale proposta dalla Consigliera Bora, raccontandole un po’ della mia esperienza, per dirle che quando a Macerata nel 1997 fui eletta Sindaco purtroppo le donne che avrei voluto come Assessori con me non accettarono e mi ritrovai da sola a fare il Sindaco insieme ad una Giunta di uomini. Già all’epoca la sinistra mi attaccò dicendo che non avevo donne in Giunta e che non promuovevo la cultura della parità. E’ successo che anni dopo mi sono ritrovata Vice Presidente della Commissione regionale pari opportunità insieme ad una mia amica, Presidente all’epoca, in un consesso di donne, parlo dei primi anni 2000, con varie difficoltà. Due donne disabili, una non di sinistra e l’altra di sinistra, ci ritrovammo insieme “non in sintonia” con le altre donne che parlavano di questioni e non capivano quanto la nostra femminilità fosse più disagiata delle donne non disabili, ritrovandoci a condividere molte argomentazioni tanto che poi la Presidente lasciò la Presidenza della Commissione in contrasto con le esponenti della sua stessa parte politica.
Questo per dire, Consigliera Bora, quanto è relativo il discorso della battaglia, quanto è relativo il punto di vista della femminilità, e delle donne dal punto di vista delle donne, per cui le dico che se le donne non sanno essere solidali tra loro triste. Ci pensi bene quando appella la Consigliera Biondi, che non ha certamente bisogno della mia difesa, dicendole che ha fatto parte della Giuria di Miss Italia e questo sarebbe un elemento di cui non andare fiera. Se mettessimo meno veemenza politica e meno gioco delle parti e imparassimo a rispettarci nei ruoli e per le relative storie, forse faremo un servizio migliore ai cittadini e non faremo questo pessimo gioco delle parti, che vuole da un punto di vista politico farci ritenere sudditi non capaci di poter avviare quel processo di cambiamento che invece i cittadini marchigiani ci hanno richiesto. Su questo sappiate che non ci fermerete. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Bora, per fatto personale?

Manuela BORA. Si.

PRESIDENTE. Se mi può dire in che cosa consiste.

Manuela BORA. Mi è stato dato dell’incompetente, anzi mi è stato detto che se abbiamo perso le elezioni è perché c’ero io in Giunta.

(intervento fuori microfono)

Manuela BORA. Ha detto che era dedicato alla Consigliera Bora. Basta riascoltare. Che fa non si assume le sue responsabilità alla sua età, Consigliere Ciccioli? L’ha detto o non l’ha detto? Allora chiarisca questa cosa, così posso ribattere meglio. Fa di no con la testa! Se per una volta fa ammenda, io non perdo questa occasione per riconoscerlo.

PRESIDENTE. A mio avviso non rientra nel fatto personale.

Manuela BORA. Come no, io ho fatto parte della Giunta precedente ed ha detto che se il centro sinistra ha perso le elezioni è perché c’erano troppe donne e se c’erano più uomini non le avremmo perse, se non è fatto personale questo, Presidente.

PRESIDENTE. Chiedo innanzitutto silenzio in Aula …

Manuela BORA. Oltre al fatto che non ho ben capito perché ho dovuto riascoltare quello che mi ha detto, ma vedo che si è prenotato il Consigliere Ciccioli, ascolto quello che dirà e poi magari …

PRESIDENTE. No, non è questo il modo di procedere, lei ha chiesto per fatto personale, le premetto … Vi chiedo, per favore, il silenzio in Aula, sennò non andiamo avanti.

Manuela BORA. Ho chiesto l’intervento per fatto personale perché, come sa, ho fatto parte della Giunta precedente, sono donna e lui ha appena asserito che abbiamo perso le elezioni perché c’erano troppe donne e poi ha fatto anche una dedica alla sottoscritta. Lo ringrazio perché per certi versi mi ha dato anche una grande importanza, se è per colpa mia abbiamo perso le elezioni significa che ho avuto un ruolo molto rilevante.

PRESIDENTE. Premetto che in deroga a quello che penso concedo la replica, però, torno a dire una cosa in maniera molto chiara: il fatto personale è quando si attribuisce un comportamento o dichiarazioni false di estrema gravità …

Manuela BORA. Mi ha dato dell’incapace, Presidente, più di questo!

PRESIDENTE. L’affermazione non è dell’incapace a livello professionale o personale, è un’incapacità politica che tutti noi subiamo nel momento in cui entriamo nella corrida e nella competizione elettorale …

Manuela BORA. La ringrazio, allora darò sempre dell’incapace al Consigliere Ciccioli dal momento che poi non c’è fatto personale. Allora il Consigliere Ciccioli ….

PRESIDENTE. No, mi ascolti, purtroppo non può decidere da sola una parte o l’altra. Torno a dire che per me non c’è fatto personale, glielo concedo, così chiariamo, dopodiché l’emendamento trattava una situazione completamente diversa.
Chiuso questo emendamento sarò rigorosissimo, se si va fuori argomento, a cominciare da chi è in Giunta, e propone questa legge, per finire a chi propone gli emendamenti, sarò un censore perché nessuno di voi ha trattato l’argomento proposto all’articolo 35, lo ha fatto in battuta finale, non nell’esposizione, ma nella dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti, quindi, fuori deroga, deroga su deroga. Poi non è possibile chiedere che il Presidente applichi il Regolamento, lo si deve applicare sempre.
Detto questo, fatto personale per tre minuti, se dopo il Consigliere Ciccioli si sentirà di chiarire le sue posizioni lo farà, altrimenti andremo avanti, dopodiché stiamo sull’argomento, altrimenti toglierò la parola comunque sia, assumendomi le responsabilità perché siamo davvero su un canale completamente diverso.
E’ la dimostrazione che tutti insieme stiamo qui a non parlare delle cose che proponiamo e questo non va bene sempre ai fini di quello che lasciamo scritto ai posteri nei verbali e altro perché questa situazione vale anche per chi dirige l’Assemblea. Prego, questo non è esplicitamente rivolto a lei.
Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Avrei fatto volentieri a meno non solo di rispondere, ma di ascoltare quelle nefandezze che sono state regalate alla comunità marchigiana poco fa dal Consigliere Ciccioli ed anche da altri colleghi della maggioranza. Ne avrei fatto a meno, ma tutto questo è nato dal richiamo al Tar dell’Assessore Castelli. Se il Consigliere Ciccioli ha proferito quelle cose, che non riesco nemmeno a ripetere, credo di avere il diritto di rispondere, ma mi ha dato la parola e non solo la ringrazio, ma ne approfitto.
Scelga il Consigliere Ciccioli l’aggettivo che più l’aggrada, ma è più che un insulto a tutte le donne quello che lui ha detto. Non so come i suoi colleghi non provini vergogna di far parte di un gruppo dove c’è un uomo come lei che non perde occasione per offendere le donne. La invito a portare più rispetto

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Voglio innanzitutto chiarire, poi uno può ascoltare e anche capire. Io ho detto esattamente questo: a) che a mio parere la precedente Giunta era debole, non perché c’erano tre donne e tre uomini, perché nella scelta, secondo me, il Presidente aveva a disposizione personalità di qualsiasi genere, femminile o maschile, più forti di quelle che ha avuto in Giunta e di questo ne ha pagato le conseguenze perché poteva scegliere personalità di maggior speso specifico.
Non ho mai usato la parola incompetente, mentre la Consigliera Bora, che però perdono tranquillamente, ha usato vergognoso, scandaloso, ha detto che i miei colleghi di gruppo si dovrebbero vergognare di me, questo si che è offensivo, questo non mi tange, proprio come l’acqua fresca, non sono così vergine in politica come la Consigliera Bora, sono più abituato, ho più scorza e più corazza, ma le mie sono valutazioni squisitamente politiche.
Dico alla Consigliera Bora, e questo è un consiglio personale, onesto, corretto e per bene, attenzione perché il ridicolo danneggia molto più dell’errore. Porsi in una condizione di ridicolo, di non credibilità, è peggiore che dire una cosa sbagliata. Su questo non c’è dubbio. Non so se lei l’ha personalizzato, ma io ho detto che secondo me, e lo dedico alla Consigliera Bora che ha questo estremismo di genere, l’estremismo di genere è una stupidità, sia maschile che femminile, e di questo mi chiamo fuori.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Naturalmente sono favorevole a questo emendamento anche perché migliorare l’efficienza delle prestazioni collegate alle garanzie dell’ambiente di lavoro credo che sia una cosa di buon senso e può essere bocciata soltanto se c’è un pregiudizio.
Una chiosa rispetto alla precedente Giunta. Vorrei rappresentare che sono una donna che ha fatto parte della scorsa Giunta e sono stata la prima donna eletta nelle Marche, Consigliere Ciccioli, ed ho ottenuto più preferenze di lei, che ha molta più esperienza di me in politica e che fa parte non solo dello schieramento politico che ha vinto.
Le voglio rappresentare che l’Assessore Bora è stata rieletta e tutta la precedente Giunta è stata rieletta, quella che si è candidata, ed un altro componente è diventato Sindaco di Loreto, che non mi pare un piccolo paese.
Quando lei definisce la precedente Giunta un errore di scelta dei soggetti che ne hanno fatto parte, probabilmente dice delle cose che non sono a mio avviso corrispondenti a ciò che poi i fatti hanno dimostrato con i numeri ed evidentemente i cittadini marchigiani hanno ritenuto me, che sono una donna, che ha fatto parte di quella Giunta, più votabile – se è una cosa che si può dire, mi ricorda il potabile dell’acqua. ma non mi viene un altro termine – rispetto a lei. Quindi, quando afferma queste cose bisogna … Tra l’altro avevo un collegio molto più piccolo del suo, avevo l’Assessore Castelli, il Consigliere Antonini, avevo delle grandi e forti personalità, con un grande appeal nel territorio piceno, non era un collegio molto semplice.
Quando si parla di preferenze, Consigliere, è semplice ragionare di numeri perché si scrive il cognome, è proprio semplice, per cui quando lei dice che noi siamo stati tanto leggeri probabilmente dà un’interpretazione che non è poi così corretta, visto che lei dà sempre suggerimenti, dice quali parole dobbiamo usare, ci dà consigli per come ci dobbiamo comportare, dice anche che dobbiamo modificare la nostra modalità di essere opposizione, mi permetto di ricordarle che i numeri, seppure abbiamo perso e le motivazioni sono molto chiare e lo riconosciamo, rispetto a quello che lei ha detto dicono altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Vorrei chiedere a tutti i presenti, nel rispetto anche di chi ci ascolta da casa, di chi è qui e vorrebbe vedere i Consiglieri tutti, maggioranza e opposizione, svolgere il lavoro per il quale sono stati eletti, per il quale riceviamo anche importanti indennizzi. Un atto di responsabilità collettiva ci vuole.
Va bene ed è normale che la disputa politica possa portare a degli scontri verbali, a delle posizioni naturali, apparteniamo a dei partiti e rappresentiamo delle parti, però quando il tempo è limitato, invito tutti ad una riflessione generale di buon senso.
Ripeto quello che ho detto ieri - pur apprezzando il Consigliere Cesetti perché persona competente e lo ha dimostrato nelle sue varie fasi di attività politica, ovviamente a parti contrapposte, la stima è a prescindere dalle parti che si rappresenta - se l’ostruzionismo è finalizzato ad arrivare ad una conclusione perché c’è una scadenza, perché l’atto deve essere rinviato, allora può avere anche un suo significato ed una sua importanza parlare spesso ripetendo cose.
Ho ripensato alla giornata di ieri, intensa, sono state 14 ore, dalle 10 di mattina alle 24, con concetti spesso ripetuti, anche stamattina il Consigliere Cesetti ha detto: “Per l’ennesima volta”, sentire questo aggettivo e questo sostantivo così ripetuti, reiterati ogni volta, onestamente non mi sembra una gran bella espressione, soprattutto dopo che ieri è stato tutto molto chiaro.
Noi siamo stati qui, non siamo degli stupidi, ripetere gli stessi concetti di ieri credo che sia abbastanza inutile, in più perderci in discussioni, in confronti politici con accuse reciproche, non lo so …, penso che i cittadini marchigiani non si aspettano questo dalla maggioranza e neanche dall’opposizione, i modi e i tempi sono altri, non devo insegnare niente a nessuno, però chiedo, come ha fatto bene il Presidente, e finisco non parlo più, di cercare di rispettare tutti quanti, maggioranza e opposizione, il tema dell’ordine del giorno cercando di contenerci sapendo che ci sono tante cose che dobbiamo affrontare.

PRESIDENET. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Credo che sia pertinente, rispondo al Consigliere Antonini, che ringrazio sia per gli apprezzamenti, che sono reciproci e lui lo sa, sia per il buon senso delle sue parole, però voglio ribadire al Consigliere Antonini ed a quest’Aula che non c’è alcun intento ostruzionistico.
So bene che voi avete il diritto di approvare questo provvedimento e lo approverete, quindi, se operassi per allungare i tempi farei innanzitutto un dispetto a me stesso, questo deve essere chiaro, se avessimo voluto fare ostruzionismo l’avremmo fatto intervenendo tutti sugli emendamenti, sugli articoli aggiuntivi, sugli articoli e non avremmo finito più, ma non l’abbiamo fatto.
Quando ripeto i medesimi concetti sono costretto a farlo, Presidente, perché vengono ripetuti nella legge. Questo è un articolato molto complesso che disciplina una materia complessa, dove spesso ricorrono i concetti, quindi, sono costretto a ripetere le medesime cose perché restino a verbale.
Dico all’Assessore Castelli, è pertinente anche questo, che io non sono né suggestivo, né retorico, alla minoranza per questi motivi non deve essere concesso nulla, non può essere suggestivo e retorico chiedere di inserire due emendamenti che sono la trasposizione del D.Lgs. 165, non può essere pleonastico perché se il 165 ci dice che le disposizioni costituiscono principi fondamentali ai sensi dell’articolo 117 e le Regioni a Statuto ordinario si attengono ad esse tenendo conto della peculiarità dei rispettivi ordinamenti è evidente che nell’ordinamento vanno inseriti.
Capisco l’Assessore Castelli, ha fatto il Sindaco in una città capoluog, importantissima, secondo me l’ha fatto pure bene, però si vede che ha fatto il Sindaco e probabilmente si è dimenticato la dialettica assembleare, però non sostenga l’insostenibile. Ce lo dice questo, Presidente, che costituiscono principi fondamentali.
Anche per questi motivi noi insistiamo per l’approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 35/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 35. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi voteremo contro questo articolo perché non sono stati accolti i due emendamenti che erano importanti per le considerazioni poc’anzi esposte da me e dai Consiglieri Bora e Mastrovincenzo.
Sono costretto a fare questa dichiarazione perché resti a verbale, non c’è la ricezione dei principi stabiliti dal D.Lgs. 165 e questo non è ostruzionismo.
Nell’occasione voglio dire che, è vero, in Commissione, ma l’ho detto anche in quest’Aula, ho detto al Presidente Marinelli che se fossero stati approvati quattro/cinque emendamenti, non di più, avremmo non solo ritirato tutti gli altri, ma avremmo votato a favore di questo provvedimento. E’ ovvio, perché il ruolo del Segretario generale e dell’articolo 40, a cui arriveremo, non sono centrali perché lo dico io e perché la mia è una fissazione. Tra l’altro vi invito ad andare al resoconto della seduta 130 del 14 maggio 2019, nel mio intervento sulla figura del Segretario generale sostenevo le cose di oggi e di sempre perché sia chiaro a tutti che io non mi occupo, come non mi sono mai occupato, delle persone, mi sono sempre occupato delle istituzioni. Vi prego – me lo dovete anche per lealtà collaborativa – vi invito ad andare a leggere quell’intervento, voi non avevate vinto le elezioni, il Segretario non l’avevate nominato, io dicevo le stesse cose di oggi, che ho detto sempre, tant’è che ho fatto quella proposta, articolo 27, che voi dal vostro punto di vista avete scardinato ed io mi batto per quello dicendo le stesse cose di sempre. In quell’intervento addirittura criticavo, quello che dice l’Assessore Castelli, la legislazione precedente del 2012, le modifiche precedenti, mi sono fatto portatore senza passare per la Giunta di una iniziativa personale, quindi sono coerente con me stesso. Io non ce l’ho con qualcuno, che mi frega, è evidente che è centrale l’emendamento sul Segretario generale, ma non lo dico io, lo dice l’articolato.

PRESIDENTE. Articolo 35. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 36. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Su questo votiamo contro pur essendo un articolo accettabile, però è evidente, abbiamo votato contro tutti gli articoli, anche perché è legato a quelli precedenti. In questo caso non abbiamo presentato emendamenti, quindi non c’è la necessità di motivare il voto contrario se non la coerenza rispetto agli altri voti espressi, quindi voteremo contro.

PRESIDENTE. Articolo 36. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 37. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Votiamo contro per le stesse considerazioni di prima.
Vedete ad esempio l’evidente contraddizione, qui si dice: “Ai fini dell’attuazione della lettera t) del comma 3 dell’articolo 4 e ai sensi dell’articolo 72 del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del Comparto funzioni locali, la Giunta regionale può, previa convenzione, sostenere le iniziative di natura assistenziale e sociale a favore dei propri dipendenti ivi comprese quelle poste in essere dalle associazioni dei dipendenti medesimi, nel rispetto di specifici stanziamenti di bilancio”.
A parte la genericità fatta obiettivo, anche qui, se si richiama l’articolo 72 del contratto collettivo nazionale di lavoro personale Comparto funzioni locali non sarebbe necessario scriverlo, invece abbiamo fatto bene a riportarlo, come sarebbe stato meglio accogliere i nostri emendamenti sull’articolo precedente, quindi noi votiamo contro perché questo voto di contrarietà è coerente con tutti gli altri voti contrari.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. In realtà l’articolo ha una specifica finalità oltre quella di dare attuazione all’articolo 4 ai sensi dell’articolo 72 del CCNL, ed è quella di ricomprendere le associazioni dei dipendenti tra quei sodalizi che possono, previa convenzione, stipulare accordi con la Giunta.
E’ una specifica che consente di agire con piena legittimità rispetto ad un tema che poteva essere oggetto di valutazioni anche difformi, sono i Cral e le altre associazioni fra dipendenti che hanno una formazione spontanea.

PRESIDENTE. Articolo 37. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 38.
Emendamento 38/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo la lettera a) del comma 2 dell’articolo 38, è aggiunta la seguente: ‘a bis) direttore di dipartimento Avvocatura regionale;’”. Decaduto in quanto non sono stati approvati gli emendamenti 4/5 e 9/3.

Emendamento 38/2 a firma delle Consigliere Ruggeri, Lupini: “Al comma 3 dell'articolo 38 della proposta di legge n. 52/2021 (Disposizioni di organizzazione e di ordinamento del personale della Giunta regionale) le parole: ‘Gli incarichi di cui alle lettere a) e b) del comma 2 costituiscono incarichi dirigenziali di strutture organizzative complesse’ sono sostituite dalle seguenti: ‘L'incarico di cui alla lettera a) del comma 2 costituisce incarico dirigenziale di struttura organizzativa complessa’".
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho avuto già modo di spiegare nella mia relazione e in altri interventi questo emendamento è perfettamente in linea con quella che è la nostra filosofia, che non è stata per niente presa in considerazione dalla maggioranza, ed è quella del contenimento della spesa pubblica.
Secondo noi può essere sufficiente considerare struttura complessa i dipartimenti, quindi, chiediamo che non siano considerate strutture complesse anche le direzioni. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Pur comprendendo il senso della proposta della Consigliera Ruggeri, vorrei precisare quanto segue.
Il tema, così come anche nella relazione di minoranza è stato sviluppato, riguarda l’invarianza finanziaria, il contenimento dei costi, che è un obiettivo che ci vede particolarmente impegnati. Qual è oggi la situazione delle strutture complesse? Soprattutto, se mi è consentito, perché e cosa determina il fatto di qualificare un incarico dirigenziale in termini di complessità? Secondo l’Aran il fatto che la struttura sia complessa consente in sede di contrattazione decentrata di aumentare l’indennità di posizione.
Attualmente abbiamo questa situazione, ci sono due livelli dirigenziali, ci sono i dirigenti di servizio e le posizioni di funzione, sono tutte strutture complesse, tutte hanno una caratteristica tale che in sede di contrattazione decentrata genera questo effetto.
Il fatto di aver individuato nelle strutture complesse dipartimento e direzioni, fa sì che rispetto all’attuale situazione si determini un potenziale contenimento della spesa. Credo che l’espressione indicata dal comma 3, mi pare, determini una mitigazione o comunque una potenzialità che va nel senso auspicato dalla Consigliera Ruggeri rispetto alla situazione attuale.
Noi abbiamo tutte strutture complesse, tutti gli incarichi dirigenziali ad oggi presenti in questa amministrazione e vi sono comunque delle graduazioni che riguardano anche l’indennità di risultato, che suddivide, sempre in sede di contrattazione decentrata che io rispetto molto fra l’altro, le posizioni di direzione di servizio come titolari di due fasce stipendiali per l’indennità di risultato e le posizioni di funzione ben quattro.
Diciamo che, pur riconoscendo un grande valore, una grande efficacia, un’importantissima rilevanza alla contrattazione decentrata, andiamo nel senso di ridurre il numero massimo di potenziali e ipotizzabili strutture complesse.
Per questo chiedo che non venga approvato l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Il Partito Democratico voterà a favore per le stesse motivazioni che hanno espresso le Consigliere del Movimento 5 Stelle. Proprio perché si sta riorganizzando tutto il servizio e si deve anche tener conto della copertura economico/finanziaria, visto che non si deve seguire quello che c’è adesso, visto che si sta modificando completamente tutto l’assetto della struttura, si può non tener conto di quello che in questo momento è, cioè delle posizioni organizzative complesse oppure semplici.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore dell’emendamento che abbiamo proposto.
Non mi stupisce per nulla questo giudizio negativo anche su questo ennesimo emendamento da parte dell’Assessore e della maggioranza perché il gioco di respingere tutto è ormai evidente. Abbiamo presentato 14 emendamenti, a parte questo che è stato contestato nel merito, fino ad ora non ho avuto nessuna risposta che scendesse nel merito, quindi, almeno per questo ringrazio l’Assessore Castelli.
Gli emendamenti che avevamo proposto andavano in due direzioni, contenimento della spesa e trasparenza, entrambe dovrebbero essere nelle corde anche di questa maggioranza.
Tutti gli emendamenti sono stati respinti, non capisco questo atteggiamento anche perché non abbiamo chiesto o detto cose strane, ma i nostri emendamenti erano anche allineati alle richieste che sono pervenute per esempio da alcuni sindacati.
Quindi, l’Assessore ci rassicura che la spesa non verrà aumentata, io sono qui a fare opposizione, lo verificherò nei prossimi anni, quello che mi preoccupa, e all’Assessore l’ho detto anche privatamente e lo ripeto in Aula, è come verrà applicata questa legge in futuro, l’abbiamo lasciata a maglie troppo ampie: dieci dipartimenti, due strutture complesse, il secondo neanche contingentato, servizi vari, c’è la possibilità che cresca troppo la spesa dell’ente. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 38/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 38/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo il comma 3 dell’articolo 38, è aggiunto il seguente: ‘3 bis. Le strutture organizzative complesse sono istituite nel numero non superiore a quindici’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere breve all’interno dei minuti per l’esposizione e per la dichiarazione di voto.
Questo emendamento, è evidente, nel limitare il numero delle strutture organizzative complesse va nella direzione dell’emendamento del Movimento 5 Stelle, del contenimento della spesa pubblica.
Abbiamo più volte sostenuto, anche con l’ordine del giorno, che questa proposta di legge n. 52, che abroga e sostituisce la legge regionale 20, oltre a disciplinare la materia di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale verte prioritariamente sulla disciplina del rapporto di lavoro dirigenziale alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, sia in fase costitutiva che esecutiva.
In questo caso, però, la competenza legislativa è attribuita allo Stato perché la materia di cui al secondo comma lettera l) dell’articolo 117 della Costituzione, e questa attribuzione è evidentemente connessa alla sua funzione di regolatore della spesa pubblica dello Stato, è teologicamente volta alla salvaguardia dei beni valori della sostenibilità e dello sviluppo economico del Paese nel suo complesso, ex articolo 81 della Costituzione. Quindi, noi siamo tenuti al contenimento della spesa, anche a voler ritenere che le disposizioni contenute nella proposta di legge n. 52 attengano ad aspetti pubblicistico organizzativi della dirigenza pubblica regionale e come tali rientranti nella competenza residuale di ordinamento e organizzazione amministrativa regionale. Ancora una volta voglio ricordare che si tratta pur sempre di aspetti per i quali il legislatore statale può fissare, come ha fissato, principi generali a garanzia del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione. Anche qui voglio ricordare l’articolo 117 della Costituzione e le sentenze n. 105 del 2013 e la n. 251 del 2016.
Siamo tenuti a mettere un limite nel dettato normativo per rispettare questi principi perché diversamente andremmo ad esporre l’atto anche a rilievi di sicura illegittimità costituzionale. Anche su questo emendamento insisto per l’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Colgo l’occasione per ribadire quello che avevo già espresso in riferimento all’emendamento della Consigliera Ruggeri.
Esistono dei vincoli e dei limiti di spesa posti dalla normativa statale alla spesa del personale, che forse è la più disciplinata, la più regolata, la più contingentata tra le spese possibili. Mi ricordo che qualche anno fa il Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio ebbe a dire che fatto 100 tutto il risparmio di spesa pubblica, che in Italia si è determinato dal decreto ‘Salva Italia’ in poi, dal periodo di Monti in poi, ben il 78% di quei risparmi, dei miglioramenti dei saldi di finanza pubblica derivavano dal taglio della spesa del personale, che è stata una grande imputata per tanti anni.
I vincoli che riguardano la spesa del personale sono vincoli che anche questa nostra Regione sfiora, lo dobbiamo dire, è un tema su cui giustamente e correttamente va posto l’accento perché l’eredità che abbiamo avuto parla di una attenzione che noi condividiamo. E’ una attenzione che però non deve farci perdere di vista gli effetti che sono stati particolarmente gravi, vorrei dire drammatici, che si sono scaricati sulla macchina amministrativa per effetto della continua obsolescenza procurata di risorse umane. Va anche tenuto conto che, ad esempio, quell’altro limite davvero molto discutibile, che impone alle Regioni in materia di spesa per il personale sanitario di registrare un -1,4% rispetto alla spesa del 2004, è alla base di tante sofferenze che la comunità marchigiana registra per questa ossessiva attenzione alla riduzione del personale che si è determinata anche provocando una profonda compromissione dei servizi.
Fatta questa considerazione, oggi attraverso l’impalcato che approviamo determiniamo una potenziale riduzione delle strutture complesse, come dicevamo prima, perché oggi - anno del Signore 2021 siamo il 28 - abbiamo più di 70 strutture complesse e, lo ripeto, tutti i dirigenti di servizio e tutte le posizioni di funzione sono qualificate come struttura complessa. Noi con la nostra manovra andiamo nel senso di contingentare esattamente le strutture complesse perché fino a 10 dipartimenti … , non l’ho detto ieri, lo dico oggi, spero e penso che la mia proposta sarà di attestarci su un numero inferiore a 10, poi valgo uno nella Giunta e valgo quel che valgo in Assemblea, un numero di direzioni che in ogni caso non sarà neanche lontanamente paragonabile al numero di strutture complesse, che in sede di contrattazione decentrata, ricordo, autorizzano al superamento della indennità di posizione.
Proprio perché condivido questo richiamo, ritengo che la legge sia ben acconciata per unire efficacia e contenimento della spesa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Le considerazioni dell’Assessore Castelli sono corrette però, appunto perché sono corrette, credo che questo emendamento possa e debba essere accolto in quanto la potenziale riduzione che l’Assessore Castelli ipotizza non può essere una gentile concessione, una gentile concessione della Giunta del tutto incerta, indeterminata ed allo stato indeterminabile. Penso che il legislatore regionale debba stabilire un limite a quella che potrà essere la spesa massima, è quello che si vuole fare con questo emendamento, quello che vuole fare il legislatore regionale.
Credo che sia un dovere del legislatore regionale perché, non dimentichiamoci una cosa, qui sembra che le parti si siano invertite, sembra che ci siano un atto della Giunta che noi dobbiamo approvare, ma non è così, questa legge è una prerogativa dell’Assemblea legislativa, che deve regolare l’operato della Giunta ed attraverso il dettato normativo dice quello che può e non può fare ed anche quello che deve fare, la autorizza, dispone, la obbliga. Questa è la norma che poi la Giunta deve rispettare perché qualora non la rispettasse, ad esempio, nell’articolare le strutture dirigenziali e le strutture complesse compirebbe un atto illegittimo. Questa è la forza della legge e noi siamo i legislatori, quindi abbiamo non solo il diritto, ma il dovere di porre un limite affinché non ci sia una concessione.
L’Assessore Castelli dice, ed io gli credo, che ci sarà una potenziale riduzione, ha detto che è uno, vale uno per quanto autorevole, io di lui mi posso anche fidare, ma non mi posso fidare di chi non c’è, di chi non assume questo impegno dinanzi a quest’Aula, se l’Assessore Castelli lo assume e lo rispetta, io non mi posso fidare degli altri.
Non può essere indeterminato ed indeterminabile e non può essere una gentile concessione perché ancora una volta significa che il legislatore dà una delega in bianco alla Giunta e non può essere, quindi raccomando l’approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sono assolutamente d’accordo con il Consigliere Cesetti.
Mi rammarico delle parole che l’Assessore Castelli ha detto in questa sede ed ha ripetuto anche in Commissione, ci sarebbe da credere che sia opposizione che maggioranza hanno a cuore questo tema, ma se fosse così credo che almeno qualche emendamento si sarebbe dovuto accogliere, invece c’è stato un muro sia in Commissione che in Aula.
Quello che mi sorprende è che mentre ad inizio legislatura almeno i Consiglieri di maggioranza toccavano palla, si lavorava seriamente in Commissione e qualcosa si riusciva a far passare, questa volta neanche ci hanno pensato. Viene da credere che neanche possono intervenire sulle proposte che arrivano dalla Giunta. Non mi sembra un bel modo per cominciare o proseguire il lavoro in questo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 38/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 38. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche qui, Presidente, siamo costretti a votare contro, non solo per coerenza ma perché, bene la sua decisione di dichiarare decaduto l’emendamento 38/1, non è stato accolto l’emendamento, per le ragioni che ho detto prima.
Dall’Assessore Castelli, di cui mi fido se prende un impegno in questa Aula, avrei voluto sentir dire che le strutture organizzative complesse, istituite nel numero non superiore a 15, sono un numero sufficiente o meno. Se è un numero sufficiente dovrebbe essere accolto questo emendamento per porre un limite e non lasciare la cosa indeterminata ed indeterminabile, se non lo è poteva fare, ad esempio, un subemendamento, magari scrivere 16 ed io al limite potevo anche essere d’accordo perché comunque la Giunta ha le sue esigenze. Questo avrei voluto sentir dire, anche dall’Assemblea legislativa avrei voluto sentir dire se l’Assemblea stessa può o non può, deve o non deve decidere con la norma quale deve essere il numero massimo delle strutture complesse. Se l’Assemblea legislativa non fa neanche questo, ma che ci stiamo a fare qui dentro? A cosa serviamo se dobbiamo dare deleghe in bianco? E poi dite che io faccio ostruzionismo, l’ostruzionismo è vostro che vi appiattite sulla volontà della Giunta che vuole una delega in bianco, neanche per essa, ma per le strutture, per l’apparato organizzativo dirigenziale. So bene che questo articolato l’hanno scritto i dirigenti, che ambiscono ai vertici, ai quali è stata promessa quella posizione e loro hanno scritto questa cosa. Possiamo dare queste deleghe? E’ sbagliato! Se continuerà questo andazzo, non fregherà niente a nessuno, chiederò al Presidente della Commissione ed al mio capogruppo di essere sostituito nella I Commissione, vengo a discutere in Aula, sto solo nella Commissione del Presidente Putzu, almeno lui ascolta qualche volta la minoranza ed ha portato a casa provvedimenti all’unanimità, ma non perché sia un superman, ma perchè dimostra buon senso, che noi accogliamo e lui porta a casa provvedimenti all’unanimità, senza avere mai grossi contrasti. Preferisco stare in quella Commissione e buona notte, che stiamo a fare qua?

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Dichiaro che le cose che ha detto il Consigliere Cesetti purtroppo non corrispondono alla realtà e provo a dire e a considerare il perché. Non diciamo solo cos’è e cosa sarà la struttura complessa, diciamo in particolare ciò che non sarà la struttura complessa, ovvero tutti gli incarichi di settore.
Questa cosa, rispetto a chi ha gestito il personale fino a 8 mesi fa, determina un virtuosismo che è per tabulas, che addirittura noi sanciamo con legge, dando maggiore solidità giuridica a questo impegno, quindi, è esattamente il contrario di quello che dice il Consigliere Cesetti. Noi con la norma limitiamo i poteri della Giunta perché, rispetto al todos caballeros dell’attuale situazione, che è stata generata dalla precedente Giunta e dall’Assessore al personale Cesetti, determiniamo una riduzione delle strutture complesse in quanto non possono essere strutture complesse quelle della lettera c), questa è la realtà! Poi quello che mi sorprende del Consigliere Cesetti, visto che ieri eravamo tutti presi …, chiariamo questo punto, esistono dei vincoli che sono stabiliti espressamente dal Ministero dell’economia sulla spesa del personale, quindi se c’è un tema su cui l’autonomia delle Regioni, degli enti territoriali, è quasi pari a zero è quello della retribuzione che residua, per quanto riguarda la possibilità di un minimo di flessibilità, in capo alla contrattazione decentrata.
Addirittura abbiamo messo in legge degli elementi che forse, questo sì, il sindacato poteva dire che dovevano essere gestiti nell’atto organizzativo della Giunta, forse era la notizia, ma è esattamente il contrario, noi con la legge limitiamo la Giunta e evitiamo che sia l’atto di organizzazione a qualificare teoricamente come struttura complessa tutto quello che è il novero degli incarichi dirigenziali. Da questo punto di vista, ripeto, credo che sia anche apprezzabile che l’Assemblea elettiva attraverso una norma ponga dei limiti e determini una matematica riduzione di quella che sarà la spesa del personale relativa alla posizione di funzione, o meglio alla posizione retributiva dei dirigenti. Esattamente il contrario, ora se siamo a Scherzi a parte va bene, però non possiamo invertire la realtà, quindi penso che su questo ci sia una chiarezza che valeva la pena fare, non possiamo dare messaggi sbagliati.
Se qualcuno si può arrabbiare forse sono proprio i membri della Giunta che non potranno dire faccio come mi pare perché c’è una legge che noi abbiamo approvato dicendo che la Giunta non può dare la struttura complessa a tutti, che è esattamente lo spirito liberale e conservatore che cerchiamo di applicare anche nel nostro modo di fare politica.

PRESIDENTE. Articolo 38. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 39.
Emendamento 39/1 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo: “Al comma 1 dell’articolo 39 dopo le parole ‘concorso pubblico’ sono aggiunte le seguenti: ‘per esami, con almeno una prova scritta ed una orale’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. E’ un emendamento che ho sottoscritto, che ha predisposto il Consigliere Carancini, che ringrazio. La specificazione ‘per esami, con almeno una prova scritta e una orale’ credo che sia importante e per niente pleonastica, in particolare lo vedremo dopo sull’articolo 40. Ripeto, la figura del Segretario generale è una figura dirigenziale, poi vedremo perché.
Questo è bene scriverlo in quanto è coerente con l’articolo 97 della Costituzione, il quale dice che si accede per concorso pubblico, ed il concorso pubblico è quello in cui c’è almeno una prova scritta ed una orale. E’ bene ripeterlo di questi tempi anche perché con il Ministro della pubblica amministrazione in giro personalmente non è che mi fidi tanto. In questo caso il legislatore regionale può e deve fare qualcosa in più per uniformarsi a quello che è il dettato costituzionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per aggiungere che oltre ad allinearsi al dettato costituzionale con l’inserimento di questa specificazione doverosa, ci si allinea anche al decreto legislativo 165 e in tempi in cui servono prove preselettive per livelli B/C/D nella pubblica amministrazione è indispensabile specificare che occorrono prove orali e scritte soprattutto per diventare dirigenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Posto che il Consigliere Cesetti fa parte di un Partito che è alleato del Ministro alla pubblica amministrazione, quindi, ritengo che condivida le sue posizioni, ricordo che il Governo è alle prese con la riorganizzazione e la ridefinizione piuttosto importante e significativa delle modalità di svolgimento delle prove concorsuali, quindi eviterei di inserire un’espressione che riguarda un aspetto che sarà oggetto, e questo è quello che si sa, si legge e a cui assistiamo, di direttive statali specifiche perché il tema è che bisogna modernizzare le procedure di verifica dell’idoneità e dell’adeguatezza professionale dei dipendenti pubblici.
Da questo punto di vista, al di là di come la può pensare sul Ministro della pubblica amministrazione, ritengo che è meglio far riferimento ad un’espressione “procedure concorsuali” che è competenza della legge statale definire, normare e limitare e perimetrare così come sarà necessario.
Credo che sia opportuno, proprio per queste ragioni, lasciare ai bandi e ai regolamenti attuativi la possibilità di prevedere la migliore procedura, così come ci consentirà la legge statale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Per insistere nell’approvazione di questo emendamento perché noi ci dobbiamo uniformare ai principi generali, quelli del D.Lgs.165, non solo possiamo, ma dobbiamo scrivere che ci sia una prova scritta ed una orale.
A tal proposito voglio ricordare, e per quell’occasione lo ringrazio, il capogruppo di Fratelli d’Italia, che è il partito dell’Assessore Castelli, il Consigliere Ciccioli, che in Commissione nel trattare la Svem, che io non seguo perché è il Consigliere Biancani il relatore di minoranza, sebbene fosse stato detto che per quei concorsi ci si doveva attenere a quelli della pubblica amministrazione, ha preteso che si specificasse la modalità del concorso pubblico, le prove, ed il Consigliere Marinelli, che in quell’occasione c’era e si ricorderà, ha acconsentito.
Di questi tempi credo che questa puntualizzazione sia utile, specialmente per quanto riguarda la qualifica dirigenziale, perché si è sostenuto in alcune risposte alle interrogazioni, ad esempio - non dall’Assessore Castelli che è sufficientemente scaltro da non sostenere certe cose, infatti ha letto la risposta - che si possono svolgere le funzioni dirigenziali nella pubblica amministrazione in modo “equiparato” a funzioni dirigenziali, come se nella pubblica amministrazione si potessero svolgere funzioni dirigenziali di fatto quando è espressamente vietato dal D.Lgs. 165. Non mi ricordo l’articolo che testualmente dice che sono vietate le funzioni dirigenziali di fatto, vietate!
Questa specificazione, in particolare per le qualifiche dirigenziali è quanto mai opportuna, quindi insisto per il voto.

PRESIDENTE. Emendamento 39/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 39/2 a firma delle Consigliere Ruggeri, Lupini: “La lettera b) del comma 3 dell'articolo 39 della proposta di legge n. 52/2021 (Disposizioni di organizzazione e di ordinamento del personale della Giunta regionale) è sostituita dalla seguente: ‘b) cinque anni di comprovata esperienza professionale nella pubblica amministrazione, in enti di diritto pubblico o aziende pubbliche o private, maturati in qualifica corrispondente, per contenuto, grado di autonomia e responsabilità, alla qualifica immediatamente inferiore a quella dirigenziale.’".
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l’articolo 39, che disciplina l’accesso alla qualifica dirigenziale, con l’emendamento si vuole disciplinare in modo egualitario l’accesso per i dipendenti dei diversi enti, sia pubblici che privati, prevedendo per tutti gli enti il criterio dei cinque anni di comprovata esperienza professionale nella pubblica amministrazione, in enti di diritto pubblico o aziende pubbliche o private, maturati in qualifica corrispondente per contenuto, grado di autonomia e responsabilità alla qualifica immediatamente inferiore a quella dirigenziale, mentre l’attuale testo normativo per accedere alla qualifica dirigenziale prevede cinque anni di esperienza negli enti pubblici come funzionari mentre per le strutture private i cinque anni devono essere maturati in posizioni dirigenziali. C’è quindi un diverso criterio di accesso a seconda che l’esperienza maturata in enti pubblici o in enti privati. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Torno a dire un concetto che ho già espresso prima. La norma che riguarda il reclutamento dei dirigenti è stata interamente delegificata dall’articolo 28 del D.Lgs. 165 ed è demandata a un d.p.r.. Quindi, siamo privi di una reale possibilità di incidere su meccanismi che vengono definiti a livello nazionale e sarà un atto di natura deontologicamente regolamentare a stabilire questi termini.
Per parte sua il D.Lgs. 165, ricordo, prevede già solo prove scritte e orali, lo dicevo rispetto alla nozione di concorso pubblico.
Per quanto riguarda la ragione per la quale non riteniamo condivisibile l’emendamento è questa: ci rimettiamo a quella che sarà la codifica nazionale del d.p.r. che è stato individuato come lo strumento normativo per definire i termini di accesso alle qualifiche dirigenziali.

PRESIDENTE. Emendamento 39/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 39. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi voteremo contro perché non è stato accolto questo emendamento che non è di poco conto.
Formalmente quello che dice l’Assessore Castelli non fa una piega, ma perché è necessario? Non possiamo fare i legislatori quando ci pare, perché c’è il D.Lgs. 165 che ci dice quello che dobbiamo fare, allora è come dico io, però lo dobbiamo rispettare sempre, non solo quando ci pare, però in questo caso quello che dice l’Assessore Castelli formalmente è corretto.
Ma perché lo vogliamo specificare? Sia perché possiamo farlo sia perché dobbiamo farlo. Ripeto, nella risposta ad una interrogazione c’era scritto che quel tipo di attività è equiparabile alle funzioni dirigenziali, non solo, sa che è successo Assessore Castelli? Non sotto il suo regno, in un Governo precedente alla scorsa legislatura, è stato conferito un incarico dirigenziale giustificato sulla base di conferimenti di incarichi di natura politica a soggetti esterni alla pubblica amministrazione, questo è vietato, poi ci farò un’interrogazione anche perché non è in alcun modo addebitabile a questa amministrazione né alla precedente, ma nel lontano 2005 questo è avvenuto. E’ giusto che questa Assemblea legislativa lo sappia perché è un fatto grave, a me risulta questo, però non vorrei aver preso un abbaglio, preannuncio una interrogazione, la farò dopo la pausa estiva, per chiedere se sia vero che in quell’occasione venne conferito un incarico dirigenziale mettendo come giustificazione che le funzioni svolte erano quelle della Segreteria politica, come se la mia collaboratrice, che è collaborato con me cinque anni in Provincia e altrettanti in Regione, domani mattina la faccio nominare dirigente dall’Assessore Castelli, roba da Repubblica delle banane. Questo pare che sia avvenuto, ci farò un’interrogazione.
Quanto contenuto nell’emendamento era bene specificarlo per evitare che magari nel futuro, non da parte dell’Assessore Castelli perché sono sicuro che lui non lo farebbe mai, qualcuno possa ripetere quelle nefandezze istituzionali.

PRESIDENTE. Articolo 39. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 40.
Emendamento 40/1 a firma delle Consigliere Ruggeri, Lupini: “1. Il comma 3 dell'articolo 40 della proposta di legge n. 52/2021 (Disposizioni di organizzazione e di ordinamento del personale della Giunta regionale) è sostituito dal seguente:
‘3. L'incarico è di norma conferito a un dirigente della Regione Marche, con esperienza almeno triennale di direzione di strutture apicali. L'incarico può anche essere conferito ad esperti e professionisti estranei all'amministrazione regionale di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile fra i dirigenti dell'amministrazione, in possesso di laurea specialistica o magistrale o di diploma di laurea di durata almeno quadriennale, che abbiano svolto per almeno cinque anni attività dirigenziale apicale in organizzazioni pubbliche o private di dimensioni e complessità paragonabili all'Assemblea legislativa regionale.’".
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Questo emendamento modifica l’articolo che disciplina l’incarico di Segretario generale prevedendo che prima sia svolta una ricerca all’interno dell’ente Regione, ma può essere conferito ad esperti o professionisti esterni di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile fra i dirigenti dell’amministrazione, in possesso di laurea specialistica o magistrale o di diploma di laurea di durata almeno quadriennale, che abbiano svolto per almeno cinque anni attività dirigenziale apicale in organizzazioni pubbliche o private di dimensioni e complessità paragonabili all’Assemblea legislativa della Regione Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi siamo contrari perché questo emendamento pur comprendendone la finalità, in parte giusta, è sbagliato quando prevede che l’incarico possa essere conferito ad un dirigente della Regione Marche - questo è giusto, è quello che vogliamo anche noi - con esperienza almeno triennale di direzione in strutture apicali. Mettere questo limite non va bene perché secondo me se un dirigente ha superato un concorso pubblico, è dirigente, può bastare lì. Questa tra l’altro è la tesi che ho sostenuto a quel tempo quando mi feci promotore di quella modifica legislativa, nel maggio 2019, quando proposi e feci approvare l’attuale formulazione dell’articolo 27 della legge 2. Anche in quell’occasione sostenni questa tesi a dimostrazione della coerenza con le nostre idee che abbiamo professato e praticato da sempre.
Siamo costretti a votare contro questo emendamento che pure contiene elementi apprezzabili perché stabilisce che l’incarico debba essere conferito ad un dirigente, solo per questo voteremo contro.

PRESIDENTE. Emendamento 40/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 40/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il 3 comma dell’articolo 40, è sostituito dal seguente: ‘3. L’incarico è conferito a dirigenti regionali o a dirigenti delle pubbliche amministrazioni indicate al comma 2 dell’articolo 1 del d.lgs. 165/2001; può essere, altresì, conferito a soggetti interni o esterni di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile tra i dirigenti dell’Amministrazione, che siano in possesso di laurea ed abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Nonostante le attese sarò brevissimo su questo perché abbiamo già dibattuto, ci siamo confrontati, anche scontrati più volte, quindi le posizioni sono note ed allora sarei ripetitivo, come dice il Consigliere Antonini, ed inutilmente pedante.
Semplicemente e per brevità dico che questo emendamento ripristina integralmente l’articolo 27 della legge 20 del 2001, attualmente vigente.
L’articolo 27 venne novellato lo scorso anno in occasione di quell’intervento che vi ho invitato a leggere, so che non lo farete, ma pazienza, su mia proposta. A quel tempo sostenni le stesse cose di oggi, quindi, la nostra è una convinzione profonda, che mi portarono ad assumere la responsabilità di una modifica legislativa in solitudine, come Consigliere regionale nel caso di specie, non passando attraverso la Giunta in cui legittimamente c’erano posizioni divergenti, come sono quelle di oggi. Questo per dire che io non personalizzo mai, lungi da me, quello che ho detto in questi mesi, a partire da novembre, con le interrogazioni sull’attuale Segretario generale e sull’articolo 40, lo dicevo allora e l’ho detto sempre, quindi sono coerente con me stesso.
Ripeto, sono legittime le opinioni diverse, però secondo me non è legittima l’attuale disposizione, l’ho detto più volte, la ripeterò brevemente in dichiarazione di voto, se il Segretario è il capo supremo della struttura organizzativa, per lui non possono essere previsti, come dispone l’articolo 40, requisiti inferiori rispetto ai dirigenti che dirige e coordina. Questo è un controsenso, non è opportuno, non vale per la legittimazione dello stesso Segretario generale, non vale per la legittimazione della struttura.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Il Consigliere Cesetti ci ha più volte invitato a leggere quanto aveva detto, io l’ho fatto e, pur assonnato e opacizzato nei riflessi perché l’ottimo Cesetti ieri ci ha trattenuto, ho ricostruito tutto e devo dire al Consigliere Cesetti che ne sono uscito con la conferma delle mie opinioni.
Consiglieri, anche della maggioranza, qual è il punto centrale dell’articolo 40? Noi abbiamo ritenuto di proporre all’Assemblea un principio per quel ruolo apicale che è fuori ruolo, che è il vertice dell’amministrazione. Poniamo sullo stesso piano colui che ha avuto e ha una carriera nella dirigenza pubblica e colui che, pur avendo svolto funzioni dirigenziali viene dal mondo non pubblico. Questo è il tema, un tema politico, non giuridico formale di legittimità/illegittimità. Qquello che contesto al Consigliere Cesetti è che lui qualifica e quindi delegittima la scelta assumendo che si tratta di una scelta contraria alla legge, contra legem, così non è e vi dimostro che così non è perché nel 2012 era la regola, così non è perché nel 2017 con la legge 15 lo stesso Consigliere Cesetti confermò questa possibilità, questa facoltà, questa equiordinazione della scelta, che la politica deve fare, che può fare, se mi è consentito, una coalizione che non ha mai governato per 50 anni.
E’ un principio legittimo sul quale abbiamo cercato di verificare tutti i margini di applicabilità, non siamo soli, lo dirò su questo, sono andato a vedere quello che fanno le altre Regioni, in Lombardia “il Segretario generale è nominato dalla Giunta regionale anche fra persone esterne all’amministrazione regionale”, in Emilia-Romagna “l’incarico di direttore generale può essere altresì conferito a persone esterne all’amministrazione”, non si parla di non rinvenibile, perché l’espressione non rinvenibile, che utilizza il comma 6 dell’articolo 18 o 19 della 2665, è un requisito, è una richiesta, chi ha fatto il Sindaco lo sa, che riguarda l’assegnazione di funzioni dirigenziali ad esterni, ma riguarda il livello dirigenziale ordinario. Io sono Sindaco, so che nell’ambito del 10% della dotazione organica posso trovare anche un dirigente esterno, attenzione, prima di andare all’esterno a prendere il dirigente devo verificare che non vi sia un’altra cosa. La stessa situazione riguarda la Toscana, addirittura. Sia chiaro, sostenere che il Segretario generale può essere un soggetto esterno all’amministrazione con 5 anni almeno in funzione dirigenziale è norma praticata, legittima e possibile. Anche nella patria rossa vicina al Partito Democratico si utilizza questa formula e la stessa formula l’ha usata il Consigliere Cesetti nel 2017 quando ha proposto all’Assemblea l’approvazione di una norma che diceva esattamente le stesse cose, video meliora proboque, deteriora sequor, dico le cose più belle, ma faccio le peggiori. Questo credo che sia la chiosa che merita l’atteggiamento di chi su questo rischia di passare contraddittorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo due parole per sottolineare che l’Assessore Castelli ha citato le leggi regionali dell’Emilia-Romagna, della Toscana, Lombardia, è quello che ha fatto ripetutamente il Consigliere Cesetti in questi due giorni, ha citato norme di altre Regioni, che non sono state minimamente prese in considerazione rispetto agli emendamenti che abbiamo presentato. Ora mi fa piacere che l’Assessore Castelli le citi come buone prassi da seguire, ma solo quando fa comodo alla maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Le cose brutte, io non parlo latino, le fa l’Assessore Castelli, le ha fatte l’Assessore Castelli perché lui l’ha ricordato …, quindi è lui che ammette.
Lo ripeto per l’ennesima volta, sono l’autore, il proponente dell’articolo 27 dell’attuale legge 20 che prevede che l’incarico sia conferito a dirigenti regionali o a dirigenti delle pubbliche amministrazioni indicati al comma 2 dell’articolo 1 del D.Lgs. 165 e può essere conferito a soggetti interni o esterni di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile tra i dirigenti dell’amministrazione. Questa norma dice che l’incarico prioritariamente lo si deve dare a un dirigente regionale o a un dirigente della pubblica amministrazione, che potrebbe essere ad esempio un Segretario comunale, un dirigente di un'altra Regione, eccetera, e qualora quella comprovata qualificazione professionale, che in capo ai dirigenti si presume non sia rinvenibile, allora si, si può ricorrere all’esterno, alle funzioni dirigenziali nella sussistenza di altri requisiti. L’esempio qual è? Il Direttore generale di Confindustria, che magari ha fatto l’ambasciatore, se lo voglio portare nella mia Regione, lo posso nominare se non trovo un dirigente che abbia quella comprovata capacità professionale. E’ questo il punto!
Quando l’Assessore Castelli ha proposto l’attuale Segretario generale, di cui adesso dobbiamo parlare, ha fatto quella nomina in contrasto con l’articolo 27, che poi non sia stata rilevata …, questo è vero, allo stato nessuno ha fatto ricorso, anche perché chi lo poteva fare è stato sistemato da un’altra parte, opportunamente dal proprio punto di vista, però questo è un dato oggettivo, chi dice nulla? Infatti, mica ci sono tornato sopra, però oggi non stiamo parlando del Segretario generale, di cui non me ne frega niente, io sto parlando di una norma e la norma attuale ripristina e disciplina l’azione precedente sbagliata, che era illegittima e dimostra che quella nomina è illegittima anche se non è stata rilevata e non verrà rilevata da nessuno.
Con il mio emendamento voglio semplicemente ripristinare il comma 2 dell’articolo 27 attualmente vigente, che è stato novellato su mia proposta da quest’Aula nella scorsa legislatura, nient’altro, non c’è nulla di trascendentale né di personale su questo.

PRESIDENTE. Emendamento 40/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 40/3 a firma dei Consiglieri Bora, Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 40 comma 3 le parole ‘in funzioni dirigenziali’ sono sostituite dalle parole ‘ricoprendo un ruolo dirigenziale’.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. La Giunta nel redigere questa proposta di legge gioca con le parole, noi invece vogliamo riportare nell’alveo della discussione corretta, così come ha appena illustrato il Consigliere Cesetti, quelli che devono essere i requisiti in capo al Segretario generale che, essendo la figura apicale della Giunta regionale, che coordina tra le altre cose i dirigenti, deve averli per primo. Questo non solo a tutela della legalità delle norme, ma anche a vantaggio della qualità degli atti che vengono poi emanati.
Non è un caso, l’abbiamo notato, che dall’inizio di questa legislatura siano fioccati interpelli per figure esperte nell’area legale, cosa che è certamente utile, ma chi ha determinati requisiti previsti dalla legge li ha già naturalmente, emerge anche da questo punto di vista l’assoluta carenza dei requisiti professionali.
Questo emendamento non fa altro che porre l’accento sulla necessità di avere quei requisiti che i dirigenti per primi devono avere.
Vorrei anche cogliere questa opportunità per informare l’Assessore Castelli che il fatto che ad oggi nessuno abbia impugnato la nomina non significa assolutamente nulla, lui che è un avvocato dovrebbe sapere che ci sono 5 anni di tempo. Per quanto mi riguarda di recente ho fatto anche un accesso agli atti e molti di noi, io per prima, stiamo raccogliendo informazioni, quindi al posto suo sarei molto prudente anche nel fare affermazioni come queste che potrebbero rivelarsi … Scelga lei l’espressione che più le piace se vuole tirare in ballo streghe, cassandre, eccetera, però diciamo che sarei prudente nello spingermi fino a questo punto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio la Consigliera Bora che, dopo aver qualificato come passeggera e irrilevante una sentenza del Tar, ora sostiene anche che la mancata impugnazione non sia un indice che obiettivamente ha una sua rilevanza rispetto al si dice o al si ricostruisce.
Voglio solo ricordare che anche in questo caso il Partito Democratico smentisce se stesso perché durante la scorsa legislatura per tre volte è intervenuto sulla materia del Segretario generale e due volte con iniziative promosse dal singolo Consigliere Cesetti, poi ci torneremo se necessario. In tutte e tre queste versioni cangianti, mutevoli, che hanno caratterizzato il nomadismo giuridico sul tema dei Segretari generali da parte della Giunta regionale, c’è sempre l’espressione funzione dirigenziale, quella che oggi dovrebbe essere soppressa, funzione dirigenziale, per cui bisogna oggi inserire ‘ricoprire il ruolo dirigenziale’, è in realtà ciò che il Partito Democratico ripetutamente ha previsto nelle leggi che abbiamo citato.
Da questo punto di vista non mi viene altro che ricordare il principio secondo cui per gli amici la legge si interpreta e per i nemici si applica e credo che la fondatezza dell’emendamento sia molto modesta. Propongo all’Assemblea di bocciarlo per essere coerente con quello che ha detto il PD per tre volte consecutive durante la passata legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. L’Assessore Castelli insiste su quello che ho detto, io ho detto l’attuale formulazione dell’articolo 27, di cui sono autore.
Ora spiego perché l’emendamento della Consigliera Bora è importante ricoprendo ruoli dirigenziali, anziché funzioni dirigenziali.
E’ rilevante per voi perché il legislatore regionale vi dice quello che dovete fare e voi avete equivocato e, Assessore Castelli, non lei ma quelli che le hanno scritto le risposte alle interrogazioni, sa che cosa hanno sostenuto? Che ad esempio le funzioni di capo di gabinetto erano equiparabili alle funzioni dirigenziali e questo non può essere vero, è contro legge, l’hanno scritto. Noi che vogliamo dire con questo? Ricoprendo ruolo dirigenziale mettiamo un punto fermo, c’è di più, ho già preannunciato un’interrogazione che non riguarderà voi in alcun modo, addirittura mi risulta che in una precedente legislatura sia stata fatta una nomina a dirigente giustificata dal fatto che quel soggetto, nominato dirigente, aveva svolto compiti di dirigenza di segreteria politica. Ripeto, è come se io prendessi la mia collaboratrice, che è stata 5 anni a capo della segreteria, e la faccio nominare dirigente, roba da Repubblica delle banane.
Per questo è importante l’emendamento della Consigliera Bora, è un dovere di fronte a queste interpretazioni non dell’Assessore Castelli, che quello che dice è formalmente corretto anche perché lo dice la legge, ma per evitare che i dirigenti regionali, quelli che poi propongono gli atti, interpretino a loro modo ad esempio il concetto delle funzioni dirigenziali.
Sono convinto che se non ci fosse stata quella male interpretazione il Presidente Acquaroli e l’Assessore Castelli non avrebbero fatto certe nomine.
L’interpretazione la dobbiamo ricondurre in un percorso di certezza e questo significa che anziché dire funzioni dirigenziali, che possono essere interpretate un po’ come l’elastico, mettiamo ricoprendo ruolo dirigenziale. Cosa vogliamo dire? Che può essere nominato dirigente chi è stato dirigente, chi ha avuto un ruolo dirigenziale, un ruolo dirigenziale che può essere anche non di ruolo.

PRESIDENTE. Emendamento 40/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 40/4 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Mangialardi, Casini, Mastrovincenzo: “Dopo il comma 3 dell'articolo 40, è aggiunto il seguente:
‘3 bis. Ai fini della valutazione del quinquennio possono essere valutati esclusivamente incarichi dirigenziali di natura non politica. Sono pertanto escluse dalla valutazione medesima le funzioni di supporto/staff/Capo di Gabinetto rispetto agli organi politici, anche ove attribuite con contratti dirigenziali. Dovranno inoltre essere prioritariamente valutate esperienze professionali non solo non politiche, ma anche corrispondenti alla professionalità richiesta.’".
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il bravo Consigliere Carancini, che mi dispiace che non ci sia perché aveva assunto in precedenza un impegno, sarebbe stato utilissimo in questa Assemblea anche per la sua capacità e preparazione sul punto. Quando ha predisposto questo emendamento sembra che mi abbia letto nel pensiero, o meglio, addirittura, sia stato previgente perché anche io ho detto che risulta che una Giunta precedente, non questa, abbia conferito un incarico dirigenziale, che dovremmo accertare, sulla base di incarichi di natura politica. Questo emendamento, lo scrive, prevede che non possano essere valutati incarichi di natura politica, sono pertanto escluse le valutazioni, la funzione del supporto staff, le segreterie politiche e il capo di gabinetto. Ha fatto bene il Consigliere Carancini a specificarlo. Se
nel rispondere alle interrogazioni ci si dice che le funzioni di capo di gabinetto sono equiparabili alle funzioni dirigenziali, e questo non può essere, è illegittimo perché il capo di gabinetto, come giustamente avete scritto voi, è un incarico di natura fiduciaria, sotto la diretta responsabilità del Presidente, cosa che non è il Segretario generale. Non può essere che le funzioni di capo di gabinetto siano equiparabili alle funzioni dirigenziali, mentre il Segretario generale può essere nominato capo di gabinetto in quanto si possono anche unificare le strutture, non è possibile l’inverso perché il capo di gabinetto per essere nominato Segretario generale deve avere determinati requisiti.
Questo emendamento è necessario perchè il legislatore regionale dettagli bene quali sono i requisiti della valutazione del quinquennio delle funzioni dirigenziali, posto che in precedenza è stato respinto l’emendamento della Consigliera Bora che prevedeva che per interpretare le funzioni dirigenziali bisognava aver ricoperto il ruolo di dirigente.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Sto vivendo una sindrome di dissociazione politica perché il Consigliere Cesetti ha più volte fatto riferimento ad una turpitudine, se è successo quello che lui ha detto, avvenuta nel 2005 quanto la Giunta in carica, io c’ero, era del Partito Democratico, come il Vicepresidente, il padrone del vapore, tutti compagni, quindi, non solo la applaudiamo, ma questa volta approverei tutto perché se lei dice che il Partito Democratico trasformava il rospo in principe …, ed è successo sempre, io non so il caso specifico, ma vi assicuro che ne abbiamo viste di tutte i colori. Ieri ci siamo scaldati su questo tema, allora vi dico che, se non siamo in un recital che si fonda su qualche dramma di Pirandello, “Uno nessuno e centomila”, oggi la notizia è c’è un pentito che si aggira per il Palazzo regionale, un pentito che finalmente riconosce le nefandezze del Partito Democratico. Grazie Consigliere Cesetti di questa operazione verità perché il suo partito evidentemente era solito fare cose che fino a prova contraria la Giunta di centro-destra non ha lontanamente mai pensato di fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Dico all’Assessore Castelli che non solo non rispondo in alcun modo di quello che ha fatto quel Presidente di Giunta, attuale suo sostenitore, ma nel 2005 ero Consigliere provinciale ad Ascoli Piceno e da quel Presidente venni brutalmente giustiziato perché nell’ufficio che attualmente è del Presidente Acquaroli mi chiamò e mi disse: “Io devo andare a Roma, lei viene a fare l’Assessore perché un avvocato ci fa comodo”, tornai a casa ed andai dalla mia attuale collaboratrice che faceva l’avvocato con me e le raccontai quanto mi era stato detto, che sarei stato nominato Assessore, ma avrei dovuto smettere di fare l’avvocato, ma io non smisi di fare l’avvocato, infatti non fui nominato Assessore. Questo è stato il rapporto tra me e quel Presidente della Giunta. Pensiamo se io ne posso rispondere, attento però, Assessore Castelli, qualcuno può aver trasformato il rospo in principe, ma non vorrei che da quella interrogazione emergesse che il rospo diventò principe e poi venne fatto imperatore e non vorrei che la corona di imperatore sia stata posta su quella testa dall’Assessore Castelli, lo accerteremo con quella interrogazione che farò alla ripresa, dopo la pausa estiva.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Le espressioni esoteriche usate dal Consigliere Cesetti mi confermano che finalmente siamo di fronte ad una confessione, ha fatto outing, nel senso che il suo partito nel 2005 era rappresentato da vari Consiglieri ed usava formule alchemiche per la trasformazione.
Consigliere Cesetti, attenzione, se è vero che bisogna stare attenti ai rospi che diventano principi, bisogna stare attenti anche alle porte girevoli perché possono funzionare in tutti e due i sistemi, possono essere anche principi e principesse che passano da incarichi politici a incarichi nella sanità privata, può succedere di tutto e su tutto dobbiamo fare approfondimenti, veramente su tutto perché le porte girevoli sono roba vostra. Se dovete fare i vostri regolamenti di conti fateli, ma sappiate che noi non ci intimidiamo perché abbiamo una storia che parla per noi ,quindi interna corporis, roba vostra.

PRESIDENTE. Emendamento 40/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 40/5 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 4 dell’articolo 40, le parole: ‘con riferimento ai requisiti di cui al comma 3’ sono sostituite dalle seguenti: ‘esclusivamente nel rispetto di quanto previsto al comma 3’.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo emendamento, che è coerente con quello che è stato bocciato, secondo me, poteva anche essere dichiarato decaduto, anzi a questo punto ci rinuncio e lo ritiro perché se è stato bocciato l’emendamento 40/4, questo non può far riferimento al comma 3.
Con l’occasione dico all’Assessore Castelli che sono stato il primo a dire che lui non c’entrava nulla, però neanche io c’entro perché, ripeto, a quel tempo stavo da un’altra parte, non posso rispondere di chi non era neanche del mio partito, però ha usato lei il rospo che diventa principe ed io ho detto che il rospo divenne principe e poi imperatore, tutto qui.

PRESIDENTE. Emendamento 40/5. Ritirato.

Emendamento 40/6 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Mastrovincenzo: “All’articolo 40 comma 4, dopo le parole ‘e ai requisiti previsti’ si aggiungono le seguenti ‘dal comma 3 lettera b) dell’articolo 39 e’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Perché chiedo la soppressione di questo comma? Perchè dice che la posizione del Segretario generale non rientra nel computo della dotazione organica dei dirigenti della Giunta regionale, e perché non ci deve rientrare? L’Assessore Castelli cita le leggi dell’Emilia-Romagna, della Toscana, del Lazio, a parte che mutuo le parole del Consigliere Mastrovincenzo …

(interventi fuori microfono)

PRESIDENTE Siamo all’emendamento 40/6.

Fabrizio CESETTI. Va bene così.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per confermare il voto favorevole del gruppo PD.

PRESIDENTE. Emendamento 40/6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 40/7 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 8 dell’articolo 40 è soppresso”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Più vado avanti anziché stancarmi mi vengono le energie, come ho fatto ieri sera, non so com’è questa cosa, infatti lo faccio anche per questo, per tenermi in forma, che ci devo fare! Mi capitava quando giocavo a calcetto, quando arrivavo alla fine in campo diventavo una bestia, quindi state buoni perché vi conviene.
Perché chiedo la soppressione di questo comma? Perché dice che la posizione del Segretario generale non rientra nel computo della dotazione organica dei dirigenti della Giunta regionale e perché non ci dovrebbe entrare? Per quale motivo?
L’Assessore Castelli citava le leggi dell’Emilia-Romagna, della Toscana, gli ha risposto il Consigliere Mastrovincenzo e bene, l’Assessore Castelli non può richiamare queste leggi solo quando gli fa comodo, noi le abbiamo richiamate una infinità di volte, come abbiamo richiamato il D.Lgs 165, ma lui dice che è pleonastico, che si applica da sè, ma poi qualche volta lo richiama. Io sono andato a vedere le leggi della Toscana e dell’Emilia-Romagna, ieri le avrò citate come minimo una decina di volte con tanto di emendamenti che le copiavano, l’Assessore Castelli ha detto di no e adesso mi cita quelle leggi, ma la citazione non è pertinente perché un conto è il Direttore generale, un conto è il Segretario generale, un conto è il Segretario generale con alcune funzioni, senza che ci sia il direttore generale, un conto è il Segretario generale in assenza di direttore generale e capite perché. Un Segretario generale con la presenza del Direttore generale non ha rilevanti compiti gestionali e organizzativi, è una sorta di notaio. Io sono stato in Provincia e non ho mai nominato il Direttore generale, c’era il Segretario generale, non l’ho mai nominato sennò avrei depotenziato il ruolo del Segretario generale, che diventava di fatto un notaio, allora il richiamo non è pertinente.
Qui invece abbiamo un Segretario generale che è capo della struttura e ne parlate spesso perché in questa legge viene citato quasi in ogni articolo, non soltanto nell’articolo 40, quindi, sono costretto ad intervenire.
Questo è il motivo per cui ritengo che il Segretario debba rientrare nel computo della dotazione organica dei dirigenti della Giunta regionale. Poi sull’articolo farò una ulteriore piccola considerazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Più volte abbiamo precisato le ragioni per le quali il Segretario generale non rappresenta e non è figura assimilabile al dirigente ordinario dell’ente. E’ il D.Lgs. 39/2013 che definisce l’incarico amministrativo di vertice. Anche secondo l’Anac è una figura che non solo viene collocata fuori dalla pianta organica, non solo viene alimentata e sostenuta a livello stipendiale fuori dal fondo, ma rappresenta qualcosa di ontologicamente diverso rispetto alla figura del dirigente e questa è la ragione per la quale tra l’altro non si applica il D.Lgs. 165, per quella espressione del comma 6 articolo 19 su cui abbiamo lungamente discettato.
Il fatto che questo comma prevede e conseguentemente delinei la struttura anche dal punto di vista organico del nostro ente in rapporto al Segretario è perfettamente congruo e coerente con questa impostazione, non potrebbe che essere così e rafforziamo questa considerazione che attiene alla volontà di essere inequivoci rispetto anche a tutte le implicazioni che sul piano organico determinano la chiarificazione, una volta per tutte, di quello che vogliamo fare su questo ruolo.
Del resto torno a dire che l’ottimo Assessore Duracel Cesetti per ben tre volte è stato costretto o ha voluto, ma in parte è stato costretto, poi ne parleremo, ad intervenire su questo tema. Evidentemente c’è la necessità di modellare la norma in maniera tale che ulteriori equivoci abbiano a evitarsi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Assessore Castelli, sono intervenuto bene, lei è intervenuto con questa proposta e male. Poi c’è una differenza, l’ho detta ieri sera, è vero che all’esito di quelle modifiche normative sono stati nominati i Segretari generali, però in tutte le proposte che ho portato i Segretari generali erano dirigenti della pubblica amministrazione, uno dirigente del Ministero, l’altro Segretario comunale del Comune di Pesaro.
Quando poi è stato nominato il precedente Segretario dell’Assemblea legislativa, è vero che è stato nominato dopo quella norma, però, anche qui c’è una differenza, le nomine le abbiamo fatte dopo la legge, conformemente e coerentemente alla norma. Prima la legge e poi le nomine, mentre voi avete fatto prima le nomine e poi la legge per sanarle e questo credo che faccia una differenza sostanziale che politicamente dobbiamo dire. Tra l’altro stiamo qui, io non mi sono mai sognato, né mi sogno di fare esposti, non esiste, l’ho detto ieri sera, io faccio politica da 50 anni e non ho mai fatto in vita mia un esposto a nessuno e non ci penso minimamente a farlo nei confronti di chiunque. Io faccio politica, parlo in quest’Aula, faccio le interrogazioni, faccio le interpellanze, le mozioni, gli ordini del giorno, dibatto, ci confrontiamo, ci possiamo scrivere sulla stampa, possiamo anche polemizzare e quando dico che accerterò, lo farò attraverso le interrogazioni, mica lo chiedo alla magistratura, chi la vede la magistratura. Io faccio politica e il compito della politica è questo, poi so bene che nei miei contraddittori politici e nelle azioni c’è la consapevolezza di non violare la legge, magari avrete fatto accertamenti, quindi, chi mette in discussione questo? Però metto in discussione l’agire politico, quello sì.
L’Assessore Castelli è stato coerente, io sono stato coerente in tutte le nomine che ho portato, coerente anche nelle disposizioni che ho proposto, voi non lo siete stati, tutto qui.

PRESIDENTE. Emendamento 40/7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 40. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Devo ringraziare l’Assessore Castelli anche se a volte interviene politicamente ed argomenta dal suo punto di vista, così facendo dà dignità a questa Aula, dà dignità al dibattito, dà dignità anche all’articolato perché rispetto alle mie obiezioni e alle mie accezioni lui interviene e motiva in modo contrario. Questo da una parte dà dignità e dall’altra attesta che le mie argomentazioni non sono affatto ostruzionistiche, tant’è che lui ritiene di intervenire.
Una cosa, Assessore Castelli, me la sono riservata per la dichiarazione di voto. Voterò contro perché non sono stati accolti gli emendamenti.
Il suo ragionamento, sebbene capace, cade dinanzi a questo provvedimento che non ha scritto lei, che lei avrà visto, ma non può vedere tutto, sa dove cade? All’articolo 11 che contraddice l’articolo 40: “Articolo 11 (Attribuzioni del Segretario generale). Il Segretario generale è la figura di vertice dell’organizzazione amministrativa della Giunta regionale. Il Segretario oltre a svolgere le funzioni dirigenziali comuni di cui all’articolo 15 …”, siete voi che avete scritto che il Segretario generale è anche un dirigente e svolge funzioni dirigenziali di cui all’articolo 11, come gli altri dirigenti. Per poter svolgere funzioni dirigenziali deve essere un dirigente ai sensi dell’articolo del D.Lgs. 165/2001, è qui dove cade, e lo dico anche al Presidente Acquaroli, questa norma. Correggetela perché, ripeto, faccio politica, non farò un esposto nei confronti della legge perché sarebbe impossibile, ma scriveremo al Governo su questo.
Voi avete scritto che il Segretario generale svolge funzioni dirigenziali comuni di cui all’articolo 15, deve essere un dirigente e un dirigente lo deve essere ai sensi del D.Lgs. 165, quindi, non è come dice l’Assessore Castelli, capisco che a lui sia è sfuggita perché l’hanno scritta loro, per la verità fino ad ora era sfuggita anche a me, l’ho vista ieri sera mentre andavo a casa e l’ho segnata. Mi è sfuggita anche sotto l’articolo 11, mi è sfuggita anche in Commissione, può capitare, però credo che questa sia una contraddizione nei termini, non so come la risolverete, spiegatemelo voi se uno che non è dirigente può svolgere funzioni dirigenziali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Il Consigliere Cesetti applica un principio che era caro a Joseph Goebbels, in base al quale una bugia ripetuta più volte diventa una mezza verità, però stamattina abbiamo chiarito che non è così perché quello che lui descrive come nefandezza e turpitudine in realtà è norma praticata e normata dalla Lombardia, dal Lazio, da tutti i grandi paradisi della promessa progressista italiana, evidentemente non la Lombardia.
Detto questo, non c’è nessuna contraddizione e lo ripeto ancora una volta perché l’esercizio di funzioni dirigenziali è una cosa, la posizione dei dirigenti è un’altra e il primo Cesetti, quello del 2017, era d’accordo con me, quindi il Cesetti uno parla di funzioni dirigenziali, poi c’è il Cesetti bis cambia la norma sul Segretario, come la cambia? È vero che introduce quell’espressione a lui cara, ‘non rinvenibile’, legittima anche questa, ma non dice che quella proposta di legge, che lui ha condiviso con un altro Consigliere, è rilevante perché toglie qualcosa, in pratica toglie la comparazione, deve dirla tutta perché è vero che mette il ‘non rinvenibile’, però aggiunge anche qualcosa o meglio toglie qualcosa, elide la comparazione e nel momento in cui legittimamente dice che vuole un dirigente pubblico, deve essere coerente e valutare i dirigenti pubblici e non fare una scelta ad personam.
Questa operazione non bastò e ci fu un Cesetti ter, che propose – ho studiato, lui aumenta l’energia ed anch’io perché sono un passista scalatore – è vero, un’altra legge in quanto quella di prima non andava bene. Sapete cosa dice il Consigliere Cesetti? “La presente proposta di legge si rende necessaria per evitare che il Governo proponga impugnative dinanzi la Corte Costituzionale”, quindi, è stato un ammettere l’errore, un riconoscere il proprio limite, il dire occhio ragazzi. Altro che affermazione e ostensione del simbolo della trasparenza, no, c’era stato un problemino, perché in questa voglia di cucire esattamente, come un sarto di Filottrano, il vestitino addosso alle persone, dirigenti pubblici, magari non sempre con i cinque anni, ha cambiato la norma e se non avevano i cinque anni bisognava toglierli. C’era stato un altro problema, il Cesetti bis diceva che l’incarico poteva essere conferito a dirigenti regionali, il governo intervenne dicendo che i dirigenti erano anche quelli delle altre pubbliche amministrazioni, tanto è vero che il Cesetti ter per evitare l’impugnativa di fronte alla Corte di Cassazione prevede che l’incarico di Segretario generale possa essere conferito a dirigenti regionali o a dirigenti di altre pubbliche amministrazioni. Questo per dire.
Consigliere Cesetti, non mi scandalizzo che uno debba adattare la fantasia giuridica alle occorrenze del caso, quello che però è importante è che lei non faccia Catone il censore perché noi abbiamo fatto la nomina del Segretario generale sulla base della sua norma, l’abbiamo rispettata e fino a prova contraria è valida e legittima, tanto per essere chiari. Le funzioni dirigenziali dell’attuale Segretario sono state rappresentate da cinque anni di gabinetto fatto con 100 persone alle proprie dipendenze, con attribuzione di risorse finanziarie e umane dedicate, quindi, ritorno a dire che la norma è rispettata, abbiamo rispettato la sua ed evitato di fare il giochino di Filottrano, inteso come sartoria francese in salsa di Montegiorgio, perché il fatto di cambiare le norme per identificare i dirigenti secondo me è cosa esecrabile.

PRESIDENTE. Articolo 40. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 41.
Emendamento 41/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 5 dell’articolo 41, le parole ‘della qualifica dirigenziale’ sono sostituite con le seguenti: ‘dei dirigenti di cui all’articolo 38 comma 2 lett. a) e b)’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Lettere a) e b) significa contenere nei limiti della dotazione organica dei dirigenti di dipartimento e dei dirigenti di direzione, questo voglio dire, quindi ne raccomando l’approvazione. L’Assessore Castelli insiste, ha fatto bene a leggere le mie dichiarazioni, io ho corretto le norme, io sono andato in Aula per correggere le norme sui rilievi del Governo, per metterle al riparo dall’incostituzionalità, altrimenti il Governo le avrebbe impugnate. E’ vero, l’ho pure dichiarato, quindi di cosa parla?
Ho corretto la norma, se vogliamo ho corretto anche me stesso, però l’ho fatto ed è questo che deve fare un legislatore responsabile, ammesso che io abbia sbagliato …

(interrompe l’Assessore Castelli)

Fabrizio CESETTI. Cerchi di correggersi lei! Certo, mi sono corretto ed è quello che le vorrei far fare.
Infine, Assessore Castelli, vorrei dirle una cosa, se la faccia finita di giustificare se stesso o voi con quel che ho fatto io, perché questo non l’assolve e non vi assolve. Lei non si può giustificare sugli altri, non potete dire voi avete fatto, voi non vi potete giustificare con quello che abbiamo fatto noi perché questo non vi assolve, voi dovete giustificare quello che state facendo, lo dovete fare nei confronti di quest’Aula, lo dovete fare nei confronti della pubblica opinione, questa è la politica, lo dovrete fare dinnanzi alla Corte dei Conti quando parteciperete alle udienze di parifica dei rendiconti regionali, come l’ho fatto io, vi dovrete giustificare dinanzi al Governo se impugnerà il provvedimento, se non lo farà bene per voi, vi farò i complimenti.
Se la faccia finita di dire sempre la precedente Giunta, l’Assessore Cesetti, le cose che noi abbiamo fatto stanno lì, non si devono giustificare, anzi se abbiamo fatto qualcosa che lei ritiene fatta male, non ripeta quegli errori, li corregga, non si deve giustificare. Non faccia il bambino, è un adulto di età, di corporatura, di esperienza politica, di ruoli importanti che ha ricoperto, dia dignità a quei ruoli, dia dignità a se stesso, lo merita, non si butti via con queste giustificazioni da bambino. Cerchi di giustificare le sue azioni.

PRESIDENTE. Emendamento 41/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 41/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 7 dell’articolo 41, è sostituito dal seguente: ‘7. Il conferimento dell’incarico è disposto dalla Giunta regionale a seguito di procedura selettiva disciplinata dalla stessa.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è semplice, si dice molto chiaramente che il conferimento dell’incarico dirigenziale è disposto dalla Giunta - anche questa è un’ovvietà - a seguito di una procedura selettiva. La Giunta può stabilire quali sono le migliori modalità e quando uno è dirigente di ruolo è ovvio che la Giunta non deve rifare il concorso, però che ci sia un minimo di procedura selettiva - questo può essere utile - che la Giunta disciplina come meglio crede.
Penso che sia un emendamento che possa essere accolto.

PRESIDENTE. Emendamento 41/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 41/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 41 dopo il comma 12, è aggiunto il seguente: ‘12 bis. I provvedimenti di conferimento e di revoca degli incarichi di cui al presente articolo sono pubblicati sul bollettino ufficiale della Regione.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento molto semplice e credo che possa essere accolto perché si chiede che i provvedimenti importanti di conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali si pubblichino sul Bollettino ufficiale della Regione.
Anche questo è stato preso di sana pianta dalla legge regionale del Lazio, visto che l’Assessore Castelli ha richiamato leggi anche di altre Regioni, articolo 20 sul conferimento di incarichi dirigenziali e trattamento economico. Il comma 12 dell’articolo 20 dice infatti che i provvedimenti di conferimento e di revoca degli incarichi del presente articolo sono pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione. Come ho detto, ieri sera ho studiato leggi di altre Regioni (Emilia-Romagna, Toscana e Lazio), ho trovato questa e l’ho ritenuta utile, non è un emendamento molto rilevante, mi rendo conto, però, che può essere utile, quindi ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Emendamento 41/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 41. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Solo telegraficamente per dire che voteremo contro perché non sono stati accolti i nostri emendamenti, che potevano dare un contributo e che non avrebbero stravolto, ma migliorato questo pessimo impianto normativo.

PRESIDENTE. Articolo 41. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 42. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è un articolo che sarebbe senz’altro condivisibile perché stabilisce il principio della rotazione, però, visto che non sono stati accolti nessuno dei nostri emendamenti, anche quelli sugli incarichi dirigenziali, anche quelli di prima, purtroppo siamo costretti a votare contro per dare anche una uniformità alle nostre decisioni.

PRESIDENTE. Articolo 42. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 42 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 42 bis/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo l’articolo 42 è inserito il seguente:
‘42 bis. Comando e trasferimento
Il comando e trasferimento di dirigenti regionali presso altre amministrazioni pubbliche, nonché di dirigenti di altre amministrazioni pubbliche presso la Regione Marche, sono disposti dal Segretario generale, previo parere favorevole, rispettivamente, del direttore della struttura di appartenenza e di destinazione del dirigente interessato.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento tratto da alcuni appunti di un confronto sindacale, che ha disposto opportunamente il Presidente della Commissione, quindi, io li ho ritenuti meritevole di attenzione, li ho fatti miei, ho presentato un emendamento e ne raccomando l’approvazione.
Con l’occasione, visto che parliamo sempre di dirigenti, ad esempio all’articolo 42 comma 2, lo dico al Presidente del Consiglio, si dice che la Regione assicura altresì la massima mobilità dei dirigenti tra la Giunta regionale, il Consiglio-Assemblea legislativa regionale e gli enti strumentali, non va bene anche per quello che dicevo ieri sera, almeno andava scritto che la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa assicurano, perché bisogna dare la stessa dignità a questa Assemblea legislativa ed anche al corpo dirigenziale.
Raccomandiamo l’approvazione dell’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento 42 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 43.
Emendamento 43/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 43 dopo il comma 1, è aggiunto il seguente: ‘1 bis. Il Segretario generale, in caso di assenza temporanea o impedimento, è sostituito dal Vice segretario generale ed in caso di assenza temporanea o impedimento di quest’ultimo da un dirigente di dipartimento a tempo indeterminato designato dal Segretario generale.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Sulle funzioni vicarie il comma 2 dell’articolo 43 dice che le funzioni del Segretario generale possono essere temporaneamente attribuite in mancanza del titolare e in attesa dell’espletamento delle procedure per il conferimento del nuovo incarico e comunque per un periodo non superiore a sei mesi. Poi sopra c’è scritto che i dirigenti indicano le funzioni vicarie.
Questo emendamento dice semplicemente, lo ha letto lei, Presidente, che il Segretario generale in caso di assenza temporanea o impedimento è sostituito dal Vice Segretario generale - una figura che noi abbiamo già disciplinato in precedenza - ed in caso di assenza temporanea o impedimento di quest’ultimo da un dirigente di dipartimento a tempo indeterminato designato dal Segretario generale. Se non ci sono il Segretario ed il Vice Segretario, in caso di impedimento di quest’ultimo, c’è un dirigente di dipartimento, che non può essere, ad esempio, un dirigente di direzione o di settore, ma un dirigente di dipartimento tra l’altro designato dallo stesso Segretario generale, quindi credo che questo emendamento possa e debba essere approvato anche dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Emendamento 43/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 43/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 2 dell’articolo 43, dopo la parola ‘attribuite’ sono aggiunte le seguenti parole ‘dalla Giunta regionale al Vice segretario generale o ad un dirigente di dipartimento a tempo indeterminato,’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Nel testo normativo della proposta si dice che le funzioni di Segretario generale possono essere temporaneamente attribuite, in mancanza del titolare e in attesa dell’espletamento delle procedure per il conferimento del nuovo incarico, e comunque per un periodo non superiore a sei mesi, però non dice a chi. Noi diciamo che le funzioni del Segretario generale possono essere temporaneamente attribuite dalla Giunta regionale, perché non lo può fare il PD, al Vice Segretario o a un dirigente di dipartimento a tempo indeterminato.
Anche questo emendamento è un’opportunità, nel caso sia accolto, per migliorare il testo, altrimenti non c’è neanche il destinatario nella proposta, quindi ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Emendamento 43/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 43/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 43 dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: ‘2 bis. Il soggetto assegnatario delle funzioni vicarie e degli incarichi ad interim deve possedere gli stessi requisiti richiesti, rispettivamente, per il Segretario generale, il direttore di dipartimento, il dirigente di direzione o il dirigente temporaneamente sostituito.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche qui, diciamo che il soggetto assegnatario delle funzioni vicarie deve avere gli stessi requisiti rispetto al designante. Il Segretario deve avere gli stessi requisiti e non è difficile anche per come avete delineato l’articolo 40, un direttore di dipartimento deve essere gli stessi requisiti e così il dirigente di direzione, quindi il dirigente temporaneamente sostituito.
Con questa aria condizionata non riesco più a parlare, però mi sforzo anche per evitare che si verifichino casi particolari.
Sono tutti dirigenti, immaginate un attimo un direttore di dipartimento, così come strutturato, segreteria generale, dipartimenti, direzioni e settori, che ha sotto di sè la direzione, che ha sotto di sé un settore, che magari nomina l’ultimo della scala, prevedere gli stessi requisiti credo che possa essere una indicazione necessaria.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Emendamento 43/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 43. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 44.
Emendamento 44/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al secondo periodo del comma 2 dell’articolo 44, dopo le parole ‘nomina dei componenti del Comitato,’ sono inserite le seguenti: ‘nel rispetto del principio di genere,’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento coerente con i molti che abbiamo discusso ieri ed anche questa mattina sulla parità di genere. Specifica meglio, quindi credo che sia opportuno. E’ coerente con tutto l’articolato emendativo che abbiamo dato come contributo a questa proposta di legge del quale nulla è stato accolto, quindi ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questa specificazione la voglio dire per dimostrare da una parte la necessità e dall’altra, ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che da parte nostra c’è soltanto l’intento di cercare di migliorare il testo.
Sappiamo bene che questo provvedimento non solo lo approverete, ma avete il diritto di approvarlo, quindi, ribadisco ancora una volta che non voglio perdere tempo anche perché lo sottrarrei a me stesso, innanzitutto.
Questo emendamento nel rispetto del principio di genere l’ho preso testualmente dall’articolo 22 del D.Lgs. 165 del 2001 che prevede che “il Comitato dei Garanti i cui componenti … nel rispetto del principio di genere”, tutto qui, è la norma del 165, non mi sono inventato nulla, è un contributo per migliorare il testo, non volete coglierlo, ripeto, il problema è vostro non mio.

PRESIDENTE. Emendamento 44/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 44/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 3 dell’articolo 44, prima delle parole ‘Per la partecipazione al Comitato’ è inserito il seguente primo periodo: ‘Il Comitato resta in carica tre anni e l’incarico non è rinnovabile.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche questo è un emendamento coerente con tutto il nostro articolato emendativo, ripropone tra l’altro la disposizione del D.Lgs. 165/2001 che all’articolo 22 Comitato dei Garanti, primo comma, ultimo capoverso, dice che il Comitato dura in carica tre anni e l’incarico non è rinnovabile, quindi, ho presentato un emendamento che non è ostruzionistico, ma è la trasposizione di una norma statale alla quale la norma regionale si deve uniformare. Anche questa è un’opportunità per il testo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Votiamo favorevolmente per le motivazioni che ho esposto poc’anzi e che non ripeto per guadagnare tempo.

PRESIDENTE. Emendamento 44/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 44/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo il comma 3 dell’articolo 44, è inserito il seguente: ‘3 bis. Il parere del Comitato dei garanti viene reso entro il termine di quarantacinque giorni dalla richiesta; decorso inutilmente tale termine si prescinde dal parere.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche questo è un emendamento coerente con tutto l’articolato, che tende a specificare non solo meglio, ma a dare certezza perché specifica il tempo entro il quale il Comitato dei garanti deve rendere il parere, decorso il quale si prescinde dal parere, una sorta di silenzio assenzio.
Credo che anche questo emendamento sia utile per l’articolato, previsto dal D.Lgs. 165/2001, il quale all’articolo 22 comma 3 – ho studiato e per rispetto dell’Assemblea e dell’articolato ho dato l’opportunità all’Assessore Castelli di studiare, come ha fatto, magari di rendersi conto - dice che il parere del Comitato dei garanti viene reso entro il termine di 45 giorni dalla richiesta, decorso inutilmente tale termine si prescinde dal parere. Se è stato inserito nella norma nazionale così importante, credo che sia un’opportunità. Dovreste cogliere il fatto che una norma del genere sia “trasportata”, non dico trasfusa, nell’articolato della legge regionale. Anche questa è un’opportunità che dovreste cogliere, però se non volete farlo, ripeto, il problema è vostro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il voto del Partito Democratico è favorevole per le motivazioni esposte poc’anzi.

PRESIDENTE. Emendamento 44/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 44. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 45.
Emendamento 45/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Dopo il comma 2 dell’articolo 45, è inserito il seguente: ‘2 bis. Ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, e fino alla loro conclusione, continuano ad applicarsi le disposizioni delle leggi regionali previgenti, ancorché abrogate.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento che dà certezza alle situazioni, ai rapporti giuridici in essere. Diciamo che a tutti i procedimenti, che possono riguardare un ente così complesso come la Regione Marche, che sono in vigore all’entrata in vigore di questa legge e fino alla loro conclusione, si applicano le disposizioni regionali previgenti. Credo che questo dia certezza ai rapporti per evitare “capziose” interpretazioni, per evitare che chi ha la responsabilità dirigenziale, che poi deve adottare quegli atti di proiezione verso l’esterno, di cui dicevamo ieri, sia tentato dal dubbio, e questo capita spesso, soprattutto in un tempo in cui non solo c’è la tendenza a non assumersi le responsabilità o a passare di lato alle stesse per predisposizione personale, in un tempo in cui spesso si ha paura dell’assunzione di responsabilità, cosiddetto potere di firma. Magari qualche dirigente può aver paura dell’abuso d’ufficio, c’è anche un dibattito in questi giorni.
Queste considerazioni le facevo qualche tempo fa dinanzi alla Corte dei Conti e ancora prima, ho ritrovato un mio intervento alla Camera dei Deputati, in cui 27 anni fa sostenevo che l’abuso d’ufficio dovrebbe essere eliminato e in questo caso, ad esempio, sbaglia il mio partito ad andare dietro a quei forcaioli del Movimento 5 Stelle, non le Consigliere qua dentro che rispetto ed alle quali voglio bene, sbaglia di brutto perché quello è un reato inutile, tutte assoluzioni, è un reato terribile che determina la paura della firma, il terrore della firma, dell’assunzione di responsabilità e nello stesso tempo lo accresce. Mentre il funzionario onesto, magari poco coraggioso, ha la paura della firma, il funzionario disonesto, ma coraggioso, approfitta di quel potere, il potere fine a se stesso, per mettere magari in atto dei comportamenti disonesti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Soltanto perché voglio concludere. Anche qui ho fatto questo discorso tra l’altro di grande attualità, abbiamo visto il dibattito che c’è stato anche ieri, la riforma Cartabia, la proposta emendativa in Commissione giustizia di Forza Italia, della Lega, giusta secondo me, in cui il PD ha sbagliato ad andare dietro al Movimento 5 Stelle. Io le dico le cose, ci mancherebbe altro che io non sia sempre d’accordo con me stesso.
Faccio oggi questo ragionamento non solo perché è d’attualità, ma perché è coerente con questa disposizione e dico che ai procedimenti in corso fino alla loro conclusione continuano ad applicarsi le leggi regionali previgenti, ancorché abrogate, per dare certezza in modo che domani il funzionario che è responsabile di quel procedimento sappia quello che deve fare e che magari non dica quale si applica? Quella prima o quella dopo? Se applico quella prima o quella dopo posso incorrere magari in abuso d’ufficio? Noi diamo certezza, quindi ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Emendamento 45/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 45/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il secondo periodo del comma 8 dell’articolo 45, con le parole ‘Continuano altresì ad applicarsi, dopo la data di entrata in vigore di questa legge, gli atti di Giunta regionale adottati ai sensi delle disposizioni previgenti che risultano compatibili con le disposizioni della legge medesima’ è soppresso.”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Consigliere Assenti, speravo avesse votato a favore dell’emendamento precedente.
Quello che sostiene l’Assessore Castelli, che non ripeto, è corretto, il primo capoverso del comma 8 va bene: “Restano validi i contratti, gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi nonché i rapporti giuridici sorti sulla base di disposizioni abrogate da questa legge”. Questo è giusto perché è coerente anche con quello che ho proposto prima.
E’ stato poi approvato in Commissione un emendamento della Consigliera Biondi che prevede che “Continuano altresì ad applicarsi, dopo l’entrata in vigore di questa legge, gli atti di Giunta regionale adottati ai sensi delle disposizioni previgenti, che risultano compatibili con le disposizioni della legge medesima”. Questo vuole sanare gli atti illegittimi ma, guardate bene, lo voglio dire all’Assessore Castelli, questo non è un emendamento, sono sicuro, che ha presentato la Consigliera Biondi, ma secondo è stato ispirato dalla Giunta, che non ha alcun interesse ad un emendamento del genere perché la Giunta gli atti li adotta su proposta dei dirigenti, quindi che interesse ha? Nessuno.
Sentendo le considerazioni dell’Assessore Castelli, che ha più volte fatto in Commissione ed anche in quest’Aula, dubito che possa rendere legittimo o voglia rendere legittimo sulla base di questa legge un atto illegittimo perché sa che non si può fare, lo ha detto. Quindi, questo è stato ispirato, secondo me, dalla dirigenza, che magari ha proposto qualche atto discutibile e vuole pararsi le spalle. Questo è. L’interpretazione letterale di questo emendamento è quella, dice “Continuano ad applicarsi … gli atti di Giunta adottati ai sensi delle disposizioni previgenti che risultano compatibili con le disposizioni della legge medesima”. Questo è e dopo spiegherò il caso concreto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per dire alla maggioranza che è ad un passo dal record, 128 emendamenti dell’opposizione presentati, tutti bocciati, se boccerete anche questo siamo al completo.
Credo che non si sia mai verificata una cosa del genere perché penso che su 128 emendamenti ce ne sia stato uno che diceva una cosa interessante, utile a migliorare questa legge. Questo va contro quanto annunciato ad inizio legislatura dal Presidente Acquaroli, l’esigenza di un dialogo, di un confronto costruttivo con l’opposizione, denota invece una totale chiusura, una mancanza di dialogo ed anche una grande arroganza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Chiamato in causa dal Consigliere Cesetti non posso che ripetere quello che già più volte abbiamo considerato, ovvero che questa norma può essere pleonastica, ma certo non illegittima.
Cerco di tornare per trenta secondi su questa questione, allora, l’azione amministrativa riposa sul principio di legalità, la legittimità di un atto deriva dal fatto che quell’atto si inquadri in una norma di legge, qual è l’espediente, qual è la metodologia, in base al quale l’ordinamento giuridico regola il problema della successione delle leggi nel tempo? Siccome cambiano le leggi il principio di legalità deve poter essere disciplinato in maniera tale che non si sovverta il sistema.
Mi dispiace, lo dico in latino …, questo fatto che il latino non si possa usare …, a me piace tanto il latino, l’ho studiato, preferisco il latino agli asterischi che ora nella neo lingua vengono ad affermarsi per evitare di inserire le vocali, che dicono il genere maschile e femminile. Quando il latino aiuta non vedo perché non lo si debba scomodare, tempus regit actum, questa è la regola aurea che disciplina la successione delle leggi nel tempo, questo vuol dire che ogni atto rimane valido in relazione alla norma che disciplinava la fattispecie a quel tempo.
L’insinuazione del Consigliere Cesetti è che in questa maniera si possa in qualche modo procurare una reviviscenza, una convalescenza, una tutela ex post, della famosa nomina del Segretario generale, così non è e così non potrebbe essere, innanzitutto perché non c’è il principio della retroattività e nessuno, neanche Maga Magò, potrebbe introdurla nell’ordinamento regionale, ma quel che è più importante è che noi abbiamo nominato e fatto quella designazione sulla base della legge vigente al tempo e rivendichiamo e consideriamo del tutto corrispondente a quella fattispecie di legge la nomina fatta.
Quindi, ripeto, per ragioni di drafting, come dicono i dotti, noi abbiamo introdotto e rifinito al meglio questa norma transitoria finale, in realtà la lasciamo, ma nulla interferisce rispetto a quello che è stato fatto e che non può essere caducato se il provvedimento quando è stato adottato corrispondeva ai dettami di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. L’Assessore Castelli si deve mettere d’accordo con se stesso, è vero che questo esercizio gli sta riuscendo male perché quello che dice lui, il tempo di relazione dell’atto, è corretto, sono principi elementari. Allora perché questa norma? Mi spiegate perché questa norma?
L’Assessore Castelli dice che continuano ad applicarsi, dopo l’entrata in vigore di questa legge, gli atti di Giunta regionale adottati ai sensi ed alle disposizioni previgenti che risultano compatibili con le disposizioni di questa legge, cioè significa che non può essere revocato in dubbio, ma che stiamo scherzando? Ha parlato lui della nomina del Segretario generale, bene, supponiamo che quella nomina - lui dice legittima, io dico illegittima, non è stata rilevata tale da nessuno, per carità - sia illegittima (io dico) sulla base della legislazione vigente, articolo 27, supponiamo che sia così, sa che dice quell’atto di Giunta? Questa norma dice che quell’atto di Giunta continua ad applicarsi, quindi sopravvive, sebbene adottato ai sensi di quell’articolo 27. Se l’articolo 27 oggi risulta compatibile con la disposizione di questa legge, così come modificato, continua ad applicarsi agli atti di Giunta, quindi sana.
Sostanzialmente significa che quella nomina, sulla base dell’articolo 27 dell’attuale legge 20 - dal mio punto di vista sarebbe illegittima sulla base dell’articolo 27 - sarebbe legittima sulla base dell’attuale formulazione dell’articolo 40, quindi significa che quell’atto di Giunta adottato precedentemente sopravvive perché è compatibile con la nuova disposizione. Questo è, questo c’è scritto. Sul resto ha ragione l’Assessore Castelli, ma non è quello che sta scritto qua. Se è pleonastica eliminatela, ma ci avete fatto un emendamento ad hoc, a me com’era il comma 8 - e chi lo toccava - andava bene.
Questo è il tema, Assessore Castelli, cerchi di mettersi d’accordo con se stesso, c’entra poco il Cesetti Duracel, io sto facendo semplicemente il mio compito, cerco di farlo nel migliore dei modi possibili, cerco di studiare e di argomentare in modo accettabile come è scritto qui, lei non può arrampicarsi sugli specchi su quello che non è.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Visto che è l’ultimo emendamento mi sembra giusto lasciare l’ultima parola al Consigliere Cesetti, che ringrazio per l’impegno e la costanza con cui ha onorato l’opposizione ed i suoi compiti.

PRESIDENTE. Emendamento 45/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 45. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Prima dell’ultima dichiarazione anch’io voglio, senza tanti complimenti, ringraziare l’Assessore Castelli perché, l’ho detto questa mattina, con il suo atteggiamento, specialmente quello di oggi, ha dato dignità al dibattito, ha dato dignità a quest’Aula e se vogliamo ha dato, come è giusto che sia in questi casi, anche a noi che siamo partiti sconfitti, e lo sapevamo, l’onore delle armi. Credo che questo sia encomiabile sotto il profilo istituzionale, per questo anch’io lo voglio ringraziare.
Voteremo contro questo articolo perché, come ho detto prima, tra l’altro riduce, e l’ho detto anche ieri ad inizio seduta, questa legge ad una legge provvedimento, sostanzialmente agisce come un provvedimento in quanto si riferisce, come nel caso di specie, a destinatari determinati che regolano una situazione concreta. Se vogliamo, paradossalmente, questo emendamento fa sopravvivere la possibilità di impugnare quell’atto che nessuno ha impugnato perché, come sappiamo, le leggi provvedimento non possono essere impugnate, ma possono essere impugnati gli atti ed i provvedimenti che verranno emanati in attuazione della norma. L’atto si impugna davanti ad un giudice amministrativo ordinario e in quell’impugnazione si solleva e si può sollevare la quesitone di legittimità costituzionale della legge provvedimento per violazione dei principi di non arbitrarietà e ragionevolezza. In quel caso se un giudice ritiene rilevante e non manifestamente infondata la rimette alla Corte per la decisione ai sensi dell’articolo 134 della Costituzione.
Noi esponiamo questa legge con questo emendamento inutile, stando alle dichiarazioni dell’Assessore Castelli, e la riduciamo ad una sorta di legge provvedimento e come tale, anche per questo, la esponiamo ad un possibile sindacato di legittimità costituzionale. Voteremo contro.

PRESIDENTE. Articolo 45. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 46. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 47. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Non sono riuscito a votare sull’articolo di prima, ma avrei votato contro perché le abrogazioni, che pur essendo tante e necessarie, collidono con la necessità di disciplinare atti, fatti e procedure regionali.
Sulla disposizione finanziaria noi votiamo contro perché si dice che all’attuazione di questa legge si provvede nei limiti di risorse già descritte a legislazione vigente nello stato di previsione a spesa a carico … eccetera, poi si dice che si provvede annualmente in sede di approvazione di bilancio.
Sappiamo che non c’è invarianza finanziaria, non ci può essere su un provvedimento del genere invarianza finanziaria, quindi, noi votiamo contro, tra l’altro coerentemente con il voto contrario a tutto il provvedimento perché nessuno dei nostri emendamenti è stato accolto.

PRESIDENTE. Articolo 47. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 48 (Dichiarazione d’urgenza). Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Coerentemente con tutto l’andamento di questo iter siamo costretti a votare contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Tutti sanno e sono coscienti che per motivazioni che non appartengono a questa Assemblea e ai Consiglieri le elezioni regionali si sono svolte in ritardo, dovevano esserci nella tarda primavera dello scorso anno, si sono tenute il 19/20 settembre, questo Consiglio si è insediato il 19 ottobre, successivamente abbiamo conosciuto la nuova ondata dell’emergenza sanitaria, una serie di circostanze che hanno rallentato processi di cambiamento all’interno della Regione.
Cerchiamo di recuperare il tempo, questa dichiarazione d’urgenza è una richiesta all’Aula, maggioranza e opposizione, affinché si utilizzi anche questo periodo della pausa estiva.
Tutti noi sappiamo, ma lo dirò nella dichiarazione di voto sulla legge, che l’organizzazione regionale (reclutamento e selezione del personale, organizzazione degli uffici, dei servizi e delle funzioni) è fondamentale per un’efficace politica legislativa e di gestione regionale.
E’ una legge importantissima e su questo chiediamo l’urgenza che credo tutti i sostenitori di questa amministrazione, ma anche gli oppositori, possono capire.

PRESIDENTE. Articolo 48. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 52. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Siamo arrivati alla conclusione di questa legge rilevante per la Regione Marche, devo ringraziare per il lavoro svolto in Commissione in particolare il Consigliere Cesetti, ma vorrei ringraziare in primo luogo la relatrice di maggioranza Consigliera Biondi e la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri e tutti quelli che hanno collaborato.
Un ringraziamento particolare va all’Assessore Castelli che è stato sempre presente alle nostre riunioni, Con lui siamo riusciti insieme ai funzionari a portare avanti questa legge che reputo importantissima e fondamentale per questa legislatura. Una norma che finalmente darà la possibilità di dare un nuovo volto alla struttura e un cambio di passo a questa legislatura.
E’ stato detto che abbiamo battuto un record perché sono stati bocciati tutti gli emendamenti, in Commissione con un approccio collaborativo ne sono stati accolti alcuni, poi c’è stata una chiusura con il Consigliere Cesetti. In tre o quattro sedute di Commissione volevamo approvare l’atto, anche prima, ma ci è stato chiesto più tempo, quindi, abbiamo dato la possibilità di fare emendamenti, di approfondire, di avere incontri con la struttura per cercare di trovare delle soluzioni che potevano essere le più appropriate possibili, dopodiché c’è stato questo …, come ha detto più volte il Consigliere Cesetti, quindi, non devo dire niente, se avessimo rivisto quattro/cinque articoli avrebbero ritirato tutti gli emendamenti e votato a favore della legge, questo è. Stimando ed apprezzando quello che il Consigliere Cesetti fa, se avessimo aggiustato, tolto quei quattro articoli tutti gli altri sarebbero stati ritirati in quanto superflui, quindi, forse non erano così importanti e fondamentali per la legge.
Fatto questo, una volta fatta la verifica e un approfondimento sull’articolo 40, che era quello sul quale più si era dibattuto, siamo arrivati a questa conclusione e io sono lieto di esserci arrivato. Da oggi la Giunta potrà mettere in campo tutte quelle iniziative affinché si possa creare una squadra, un gruppo ancor più coeso. La pandemia in parte ci ha un po’ trattenuto, ma oggi speriamo che possa essere superata, andare avanti con una struttura pronta ed adeguata per poter correre ed affrontare le sfide e quello che ci aspetterà in vista anche dei finanziamenti che verranno dalle varie misure, sia europee che nazionale, che ci verranno attribuite.
Ringrazio tutti per essere arrivati ad approvare questo atto, a questo punto diamo il via alla Giunta per mettere in atto i provvedimenti conseguenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che Forza Italia voterà a favore di questa proposta di legge per la riorganizzazione del personale della Giunta.
Ringrazio il Presidente della Commissione Consigliere Marinelli per il lavoro svolto e tutto il personale che ci ha assistito, ringrazio la relatrice di maggioranza Consigliera Biondi e la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.
Vorrei fare un inciso, le Consigliere della minoranza tanto difendono le donne, però, Consigliera Bora, le voglio ricordare che ieri molte volte la Consigliera Biondi è stata non dico offesa ma quasi. Cerchiamo di essere un po’ più obiettive invece di fare tante polemiche. Ieri nessuna di voi ha preso le difese della Consigliera Biondi, questo ricordiamocelo, non so se lei era in Aula però molte volte è stata offesa. Questo per ricordarlo visto e considerato che oggi vi siete accalorati tantissimo, però nessuno è intervenuto a difesa della Consigliera. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Al Consigliere Cesetti lascio l’onore di chiudere le danze, così si diceva una volta.
Dirò delle cose, la prima è che sono molto soddisfatto di aver contribuito a portare in fondo la riforma della legge 20 del 2003. Sono passati 18 anni dalla precedente legge di organizzazione, nel frattempo sono cambiate molte leggi nazionali, norme, procedure, regolamenti europei, quindi era necessaria una revisione della legge, ce l’abbiamo fatta. L’opposizione ha svolto il proprio ruolo e ha cercato di dire che la proposta di legge potevamo farla dopo le ferie, che ci voleva tempo.
In Commissione benché si siano svolte più sedute c’era sempre un problema, siamo entrati effettivamente nel merito solo in quest’Aula e purtroppo di questo me ne dolgo perché molti emendamenti che ho visto e ascoltato nell’illustrazione avevano uno scarso impatto sulla legge, forse era possibile anche approvarli, però quando il problema viene posto e in Commissione non vengono portate avanti anche piccole …
Ho letto un paio di emendamenti che erano solo cambiamenti linguistici o riscritture dell’articolo, quindi, non c’era neanche una modifica sostanziale.
Quando una forza di maggioranza governa ha interesse anche a recepire dei contributi, però posti così sul piano politico, in maniera ridondante, diventa oggettivamente un problema politico.
Sono soddisfatto di aver concluso questa legge, ovviamente dico anch’io che bisogna ringraziare chi di più se ne è occupato, primo l’Assessore Castelli che è quello che ha portato avanti la norma, sottoponendola a molte prove, è stato fatto lo stress test, come si fa nelle banche, di questa legge attraverso l’ufficio legislativo, l’ufficio legale per capire la correttezza istituzionale. Di questo ringrazio il Presidente della Commissione Marinelli, che con grande equilibrio ha saputo portare avanti il suo compito, senza fronzoli, addirittura essenziale, e la relatrice Consigliera Biondi.
Da questa vicenda emerge significativo il fatto che questa maggioranza è molto compatta e coesa, ogni tanto leggo sui giornali che ci sarebbero tensioni, la politica è fatta di conflitti e di dialettica, ma questa è una maggioranza molto forte, si ritrova sul Presidente Acquaroli, si ritrova sui suoi Assessori in Giunta, si ritrova nei gruppi che ne fanno parte.
Devo dire che con la riforma delle procedure amministrative la dirigenza è diventata molto più importante di quello che non fosse in passato, a volte un dirigente, un capo dipartimento può contare più di un Assessore, non dovrebbe essere ma …, prima si è ricordato il famoso detto del magistrato vicino ad Andreotti, che diceva che le leggi si utilizzano e per gli amici si interpretano. Un dirigente che interpreta in un modo piuttosto che in un altro una decisione di Giunta o legislativa cambia il senso o addirittura la gestione di tutta la procedura.
Cambiare la struttura regionale e incidere sul personale è un cambiamento di passo che porterà ovviamente ad una sostanziale modifica degli assetti precedenti.
Concludo dicendo che secondo me il Partito Democratico, non voglio dare pagelle, ha sbagliato a concentrarsi su alcuni obiettivi, uno dei quali quello del Segretario generale attualmente nominato. Il problema centrale di questa legge è l’apicalizzazione, i dipartimenti che si riducono e la piramide che si allarga nelle responsabilità. Non è che c’è qualcuno che fa tutto e poi non arriva a niente, ci sono più fasce di responsabilità, di impegno, di funzioni, di organizzazione che ci permettono di declinare meglio le decisioni.
Questa legge in realtà è importante, da domani, che sarà operativa, non cambierà nulla, ma inizieranno tutte le procedure per le manifestazioni di interesse, per le candidature, per l’individuazione delle persone che dovranno svolgere i ruoli. Questo deve essere fatto in maniera trasparente perché ogni scelta non dovrà essere determinata …, non voglio dire come è stato in passato, come a volte è stato nella filiera delle amicizie o delle esigenze funzionali di qualche politico o di qualche amico, ma deve essere fatta sulla necessità perché questa Regione sia operativa appieno. Ci siamo dati un anno dalle elezioni, entro l’autunno di quest’anno dobbiamo essere totalmente a regime e questa amministrazione arriverà a regime sui provvedimenti entro l’autunno di quest’anno.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Darò un giudizio abbastanza severo, non tanto nel merito della legge, perché ne abbiamo abbondantemente parlato, ma sul metodo che è stato utilizzato.
Un metodo che si è evinto dai primi minuti di Commissione, che ha determinato secondo me un fallimento completo della politica. Non c’è stato ascolto, non c’è stata condivisione, non c’è stato dialogo, questo provvedimento era bloccato, fissato, intangibile, non si poteva cambiare una virgola, tant’è che non lo ha fatto nessuno di voi della maggioranza. Qualsiasi emendamento o proposta di buon senso che abbiamo portato in Commissione - vi assicuro che le nostre non erano dei cambi linguistici, ma delle proposte, spero che le abbiate lette sia ieri che oggi – è rimbalzato, questo è esattamente il contrario di quello che aveva annunciato, come ha detto giustamente il Consigliere Mastrovincenzo, nel suo discorso di inizio legislatura il Presidente Acquaroli.
E’ la prima volta che capita ed io non posso che stigmatizzare questo comportamento, che se sarà radicato e andrà avanti per 5 anni renderà inutile la nostra presenza in quest’Aula. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie Presidente. Non la farò lunga perché oramai le questioni sono state sviscerate.
In questa occasione credo che l’Assemblea legislativa abbia abdicato al proprio ruolo. Lo ha detto la Consigliera Ruggeri, nessun ascolto c’è stato, nessuna modifica in Commissione, se non quell’emendamento istituzionalmente vergognoso alle norme transitorie, nessun ascolto in quest’Aula, niente! L’Assemblea legislativa su una legge fondamentale, che è la legge dell’ordinamento e l’organizzazione, ha abdicato a se stessa e lo ha fatto consegnandosi nelle mani della Giunta quando si è voluto disciplinare l’organizzazione del personale e della dirigenza dell’Assemblea legislativa all’interno di un provvedimento che riguarda soltanto la Giunta, l’ho detto ieri sera, l’ho ripetuto questa mattina, e questo è gravissimo.
Credo che con questo provvedimento anche la Giunta abbia abdicato alla struttura, ad una parte della struttura, che con questo atto da una parte vuole tentare di conservare se stessa, dopo essere salita con abilità eccezionale sul carro dei vincitori, e dall’altra vuole accrescere enormemente i propri poteri.
Non credo che questo articolato possa essere il prodotto di questa Giunta. Il Presidente Acquaroli non aveva bisogno di abdicare perché ha vinto, ha vinto bene, anzi benissimo e noi abbiamo perso male, quindi, non aveva bisogno di tutto questo. I cittadini gli hanno consegnato un grande potere e una grande responsabilità, con quel risultato poteva fare quello che voleva, ovviamente nel rispetto del mandato assunto, quindi, secondo me, non si doveva abdicare a tutto questo.
Presidente Marinelli, quando le ho detto, e confermo, che saremmo stati disponibili, qualora fossero stati accolti quattro/cinque emendamenti, a ritirare tutto il resto e addirittura a votare a favore, questo era. Non che gli altri erano inutili, ma quelli che avevamo chiesto riguardavano: il richiamo specifico ai principi del D.Lgs. 165 del 2001, che avrebbe fatto decadere ex se la necessità di almeno 30/40 emendamenti perché ci bastava quello, il richiamo ai principi del D.Lgs. 165, che non c’è; la norma sulla segreteria generale, l’articolo 40; la norma transitoria ed un’altra sull’organizzazione della dirigenza, perché? Questo è un articolato …

(interventi fuori microfono)

Fabrizio CESETTI. Come si fa? Consigliere Ciccioli, che è stato nelle aule parlamentari. In questi giorni sulla giustizia il Movimento 5 Stelle ha presentato mille emendamenti, che cosa stanno facendo? Stanno trattando, anche con l’opposizione, se verrà accolto qualche emendamento verranno ritirati tutti gli altri, ma questo, Consigliere Ciccioli, che è stato in Parlamento come me, si fa dappertutto, è normale, perché è ovvio che sia il frutto di una mediazione, intorno però a principi fondamentali e fondanti di questa Assemblea legislativa.
Quella norma, l’abbiamo detto, ha ridotto …
Finito, non voglio approfittare perché tanto la nostra posizione è quella dell’ordine del giorno consegnato, respinto e che è agli atti. I miei interventi, i nostri interventi sono agli atti.
Concludo dicendo semplicemente, non ho il tempo per dire altro, che l’articolo 40 sul Segretario generale della Regione Marche insieme alla norma transitoria, con quell’emendamento, fa salvi atti legittimi, riduce questo articolato legislativo ad una legge provvedimento perché è fatto soltanto per sanare quella posizione. Questa è la verità, e lo espone al sindacato di legittimità costituzionale e vi ho detto perché. Lo espone inoltre alla violazione del D.Lgs. 165 e dei principi della Costituzione: l’articolo 117 secondo comma, lettera a), l’articolo 97 sui principi del buon andamento e dell’imparzialità e dell’accesso al pubblico impiego tramite concorso pubblico, l’81 sugli equilibri di bilancio, il 119 sul contenimento delle spese. Voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Grazie, Presidente. Tirerò le somme di questa discussione così appassionata, ma credo anche così completa, ringraziando innanzitutto tutti coloro che vi hanno partecipato, anche chi ha partecipato alla redazione della legge, quindi, voglio ringraziare i dirigenti e i funzionari perché c’è stato un lavoro tosto e certosino in Commissione. Ringrazio la Consigliera Biondi, la relatrice di minoranza ed anche il Presidente Marinelli.
In realtà abbiamo limato, modellato, sagomato, credo, portando ben 21 emendamenti, quattro anche della minoranza, questo per allontanare il sospetto di questa leggenda nera di cui il Consigliere Cesetti si è reso portatore, producendo, ripeto, un meccanismo tanto simile a quello delle streghe di Macbeth che annunciano sventure profetizzandole perché se le augurano. La strega di Macbeth di Montegiorgio ci dice: “Attenzione ci sarà la Corte Costituzionale, attenzione alla Corte dei Conti!”, questa cosa lungi dall’intimidirci ci conforta, caro Consigliere Cesetti, nella certezza che se delle cose abbiamo sbagliato ci sarà qualcuno che le correggerà e non c’è niente di male, perché questa è una buona legge che riguarda l’organizzazione degli uffici pubblici, che sono per disposto costituzionale soggetti alle riserve di legge. In realtà questa serie di norme deve comunque adeguarsi a quella che è una cornice che fortemente e correttamente vincola e limita la possibilità delle Regioni di modificare le norme che sono prevalentemente poste dallo Stato e dall’ordinamento.
Noi abbiamo voluto affrontare questa riforma, che è una grande riforma, e se questa legge mancava da 20 anni ci deve essere stato qualche motivo. Se si è preferito intervenire in maniera chirurgica sulle singole figure, sui singoli articoli ci sarà stato un motivo, invece noi abbiamo dovuto e voluto affrontarla, forti della convinzione che la pubblica amministrazione è un agente fondamentale dello sviluppo, che la Regione e la comunità regionale hanno bisogno di una pubblica amministrazione che sappia orientarsi verso principi di efficacia ed efficienza, soprattutto nelle Marche che noi abbiamo ereditato dopo che nella passata legislatura la nostra Regione è piombata nella cosiddetta fase di transizione. Io non smetterò mai di ricordarlo ed è questo il dato. Stiamo scivolando verso il sud, stiamo andando verso una transizione, quindi, abbiamo la necessità morale prima ancora che politica di invertire, questa è l’eredità giacente che abbiamo dovuto governare e ci vuole una pubblica amministrazione che funzioni.
Questa legge è l’elisir che ci consentirà di migliorare tutto e di trovare ogni soluzione? No, ovviamente, perché una legge sull’organizzazione deve rispondere a questi principi, ovvero, è stato detto, di evitare la distinzione, che chi ha bazzicato la pubblica amministrazione sa essere sempre essere fortissima, tra chi firma e chi ferma, questa è la distinzione del pubblico impiego. Noi vorremo aver acconciato ed adattato una struttura in cui chi firma sia prevalente su chi ferma. Siamo convinti che la paura del metterci la faccia possa essere in qualche modo contenuta e governata attraverso quello che possiamo fare ed è molto. Quindi, partendo da questo presupposto abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione funzionante, ne hanno bisogno più che mai le Marche, soprattutto coloro che vogliono imprimere una sterzata importante alla nostra comunità, partendo da cosa? Innanzitutto abbiamo voluto dopo 20 anni allineare tutta la produzione alluvionale che c’è stata in materia di organizzazione, ce l’ha detto nell’intervento di avvio la Consigliera Biondi, una necessità compilativa, poi abbiamo voluto fare un modello organizzativo piramidale, in cui ci sono tre livelli ed i dipartimenti e le direzioni di settore rispondono a questo concetto.
L’indirizzo politico si deve trasferire a pochi dipartimenti in modo che la funzione gestionale si sviluppi in maniera coerente internamente al sistema della pubblica amministrazione.
Abbiamo voluto una figura apicale forte, è vero, abbiamo ritenuto che fosse nostro diritto - come per chi verrà dopo di noi - attingerla in maniera paritetica dal pubblico impiego o dall’impiego privato a certe condizioni; abbiamo ritenuto anche che questa manovra e questa riforma rispettassero i principi dell’invarianza di spesa o comunque del contenimento della spesa. Non smetterò mai di ricordare che oggi abbiamo – qui, ora - più di 70 incarichi dirigenziali qualificati come struttura complessa, noi invece arriveremo a un numero di strutture complesse che non potrà mai essere, neanche lontanamente, simile al numero, anche questo torrenziale, che era stato introdotto e che attualmente regola i rapporti della dirigenza.
Non dimentichiamo che questa struttura avrà anche un compito che per i più sarà strategico e fondamentale: introdurre in maniera sistematica lo smart working nella pubblica amministrazione regionale, se vogliamo che non riveli atteggiamenti opportunistici di persone che magari credono che lo stare a casa non sia lavorare, sono pochi, non sono la maggioranza, ma ci sono, ma lavorare in maniera magari più comoda. Sappiamo che i dirigenti sono centrali, i nuovi dirigenti di dipartimento, ben pagati, dovranno capire quanto sia importante affidare obiettivi, testarli in maniera tale che lo smart working sia uno strumento che migliora complessivamente la … dei nostri dipendenti.
Grazie per quello che abbiamo fatto, ho ringraziato anche la minoranza, ci sono stati momenti anche piuttosto friccicarelli, però si sa che nella vita politica questo può accadere. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Acquaroli.

Francesco ACQUAROLI. Buongiorno a tutti, un saluto al Presidente, alla Giunta e a tutta l’Aula. Parto dai ringraziamenti per il lavoro svolto perché questa legge rappresenta un obiettivo per noi importante, strategico, un obiettivo non solo per la Giunta e per la maggioranza, ma per tutta la Regione Marche, quindi, un grande ringraziamento perché di fatto è una legge pensata.
Non a caso sono trascorsi nove/dieci mesi dal nostro insediamento, arriva dopo una lunga riflessione sulla valutazione del modello che possiamo ritenere più giusto, più adeguato per le sfide che l’ente Regione deve affrontare da qui ai prossimi anni.
Un ringraziamento va all’Assessore Castelli che in questi mesi ha approfondito una serie importante di tematiche, di modelli, si è confrontato in Giunta ed in maggioranza in maniera preventiva, si è confrontato con coloro che potevano apportare un contributo determinante per dare una linea di azione, che è quella che ieri ed oggi abbiamo discusso in Consiglio, precedentemente in Commissione, e che fra poco diventerà legge.
Un ringraziamento al Presidente Marinelli e a tutta la Commissione, un ringraziamento anche all’Aula.
Ho cercato di essere presente il più possibile e devo dire che è apprezzabile il grande lavoro che è stato svolto anche nel clima di confronto e di polemica che a volte ho notato, come è giusto che sia.
Ci sono stati tanti passaggi in Commissione, mi hanno riferito di voti che sono stati unanimi, che è sempre auspicabile, ma non sempre può essere così.
Se iniziamo a smontare questa legge, questo tema, rischiamo di smontare una visione ed una macchina che vuole nascere, almeno nella nostra idea e che ha degli obiettivi precisi.
Ha detto poco fa l’Assessore Castelli della forma piramidale, della capacità di interazione, una serie di questioni che fra poco cercherò di sviscerare. Il fatto che non ci sia stata una apertura in Aula non significa che non si siano state fatte alcune valutazioni, significa che chi ha proposto questa legge le valutazioni le ha fatte precedentemente e nel caso della macchina amministrativa andare a toccare alcuni concetti rischia di compromettere la funzionalità, per cui certe scelte sono state fatte. Non è mancanza di volontà al confronto con la minoranza in questo caso, ma è la paura di stravolgere qualcosa che è stata pensata anche da tecnici del diritto che hanno raccolto le nostre prerogative e le hanno trasformare in questa proposta.
Ci siamo un po’ affidati a qualcuno che ha potuto guidarci tecnicamente nel dare un indirizzo a quello che era un modello a cui noi aspiravamo per governare il territorio negli anni, sperando che possa dare delle risposte a 360 gradi a tutti.
Voglio fare alcune brevi considerazioni. Innanzitutto ieri è stata chiesta la sospensione del Consiglio per fare degli approfondimenti, voglio dirvi che noi gli approfondimenti li avevamo chiesti in precedenza perché non saremmo arrivati in Commissione o in Aula dopo 10 mesi senza un parere e senza il contributo di chi ha le conoscenze adeguate per guidarci nella costruzione di questa complicata legge. Sulle più importati questioni che sono state sollevate i pareri li abbiamo chiesti, anche nella giornata di ieri, nella giornata di oggi, se volete ve li potremo fornire, vi potrei leggere le risultanze che ci sono state date, mi sono state date anche pochi minuti fa, però non lo faccio perché rischio di prendere ulteriore tempo ad un dibattito che va avanti da ieri, quindi, non credo utile. Sugli articoli 15, 40 e 45, che sono stati quelli un po’ più dibattuti, c’è una relazione con un parere che ci è stato confermato dal Comitato per la legislazione, che nei due terzi è la prosecuzione del Comitato che abbiamo trovato, quindi, non sono professionisti, per capirci, e professori universitari di parte, ma sono persone che hanno delle grandi esperienze, delle grandi professionalità, ripeto, i due terzi sono stati confermati in virtù della loro professionalità e della loro capacità tecnico/giuridica. In questo senso il parere c’è, quando volete, se volete, noi ve lo possiamo dare.
Solo alcune cose molto velocemente, ho sentito dire che abbiamo confermato la vostra struttura, guardate, tante volte ho combattuto, come tutta la Giunta, l’opinione diffusa di una rivoluzione della macchina amministrativa. In realtà noi riteniamo che la macchina amministrativa non sia a servizio di qualcuno, di una parte, ma per sua natura deve essere al servizio delle istituzioni, riteniamo, anzi siamo certi, che questa macchina non può essere di uno, né dell’altro, ma deve essere di tutti i cittadini marchigiani che pagano con i loro tributi il funzionamento di un ente che deve dare risposte e garantire il futuro.
Abbiamo sposato una linea in cui crediamo fortemente, che è quella di dare una continuità a tutte quelle professionalità che possono portare un valore aggiunto, certamente assumendoci la responsabilità di cambiare laddove possiamo garantire dei miglioramenti o crediamo che alcune questioni possano essere valorizzate od esista la necessità di figure che possono valorizzare, proiettando la Regione in sfide e in appuntamenti che riteniamo centrali per il futuro dei marchigiani. Non perché pensiamo di sostituire qualcuno che non appartiene alla nostra parte politica, per mettere chi invece vi appartiene, non credo che questo sia il senso del cambiamento che i marchigiani hanno voluto, non credo sia il senso delle istituzioni alte che dobbiamo rappresentare.
Vado molto velocemente. Una legge di 20 anni fa, in questi anni la Regione è stata traghettata ai livelli che vediamo oggi, il fatto che siamo in transizione potrebbe anche derivare dal fatto che la macchina amministrativa non sia adeguata rispetto alle sfide che oggi sono richieste. In 20 anni il mondo è completamente cambiato intorno a noi, è un altro elemento che ci deve far riflettere, quindi, credo che la scelta che oggi andiamo a compiere, votando questa legge, ci fa assumere una responsabilità. Noi lo facciamo a ragion veduta, non vuole essere un’imposizione, è un modello a cui ci riferiamo, un modello non politico, ma tecnico/giuridico/organizzativo su cui il dibattito è giusto che ci sia, ma su cui è giusto che ci sia anche una assunzione di responsabilità e in questo senso ritengo che il passaggio a un sistema piramidale con dipartimenti, direzioni e settori, che prevede anche unità di progetto, sia il chiaro segnale della volontà di integrare una macchina enorme, di semplificare una macchina enorme, al cui interno molto spesso una parte non sa cosa fa l’altra parte e questo oggi non ce lo possiamo permettere. E’ un progetto ambizioso il nostro, creare maggiore sinergia, maggiore capacità di interazione, la compattezza di una macchina amministrativa che deve affrontare una miriade di sfide fondamentali, ognuna per i settori nevralgici e strategici della nostra Regione.
Tra l’altro le competenze richieste sono elevatissime a tutti i livelli nel mondo che viviamo oggi, nella fase particolarmente complicata, anche aggravata dal sisma e dalla pandemia, noi riteniamo che questo possa essere il modello migliore, lo diranno i fatti, lo diranno i mesi e gli anni che avremo davanti, se ci sarà qualcosa da correggere allora lì anche a ragion veduta potremmo farlo. Ma andare a innescare un dibattito politico su una legge che ha esplicitato una visione, che ha una natura meramente tecnica e giuridica è sbagliato, come è sbagliato pensare che tramite questa legge si possa compiere chissà quale violenza nei confronti dell’Assemblea legislativa.
Non è così, non ha significato, lo dico molto sinceramente, non abbiamo bisogno di compiere questo atto di violenza nei confronti dell’Assemblea legislativa o nei confronti di una parte dell’Assemblea legislativa perché la macchina che stiamo cercando di mettere in campo è di tutti, sono uffici, figure apicali e meno apicali che saranno a servizio delle associazioni di categoria, degli imprenditori, delle famiglie, saranno a servizio di tutti i marchigiani e sarà per noi fondamentale, non risponderanno a noi, ma alle esigenze ed alle aspettative di chi fuori da questo ambito sta aspettando. Il miglior risultato che ci aspettiamo è proprio questo. Non saremo valutati sul numero delle persone che oggi voteranno o meno questa legge, ma sulla capacità che questa avrà di dare risposte necessarie non alla Giunta, ma ai marchigiani. In questo senso abbiamo operato e in questo senso vogliamo continuare ad operare.
Ci saranno altre leggi che potranno essere discusse, tecnicamente meno complicate, che spero saranno votate con una maggioranza più ampia rispetto a quella che vedremo oggi, ma sono convinto che quando un tema è complesso e delicato come questo metterci mano in maniera sistematica rischiando di smontarlo e stravolgerlo non sarebbe stato un bel servizio per la comunità marchigiana.
Quindi, mi dispiace del fatto che tanti input non siano stati raccolti, ma è stato più per timore di creare un meccanismo che potesse creare un danno, che per la volontà di non discutere e di non approfondire una questione che è fondamentale come quella della legge che stiamo votando. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 52, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 44
ad iniziativa della Giunta regionale
“Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato marchigiano”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 44 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Finalmente arriviamo a parlare e a votare, sono sicuro, la proposta di legge n. 44, su cui abbiamo lavorato, su cui abbiamo investito energie in maniera fattiva perché riteniamo che debba essere qualcosa di decisivo per ricreare un tessuto che possa svilupparsi e tornare a crescere.
Detto questo, parto con i ringraziamenti doverosi all’Assessore Carloni ed alla Giunta, che ha lavorato su questa proposta di legge, ai componenti della II Commissione presieduta dal Consigliere Putzu, ai tecnici della II Commissione, agli uffici, al dirigente e al funzionario. Ringrazio i Consiglieri che immagino voteranno questa proposta di legge, non ultimo le categorie rappresentative con le quali abbiamo avuto un costante e interessante confronto.
La necessità di adeguare la legge 20 del 2003, di fare questo intervento nasce dalle proporzioni, dall’importanza del comparto degli artigiani, nasce dalla volontà di questa maggioranza di creare i presupposti per uno sviluppo, per quanto vogliamo sostenere la vocazione e lo spirito imprenditoriale dei marchigiani.
Voi sapete tutti, lo ricordo a me stesso, cosa rappresenta l’artigianato nella regione Marche. Parliamo del 26,1% delle aziende del tessuto marchigiano, ma l’aspetto che mi piace mettere sempre in evidenza, orgogliosamente, di questo dobbiamo essere tutti contenti e metterlo sempre davanti a tutti, è che le Marche rappresentano la prima Regione in Italia per rappresentanza di aziende artigiane rispetto alla popolazione, questo sta a dimostrare lo spirito imprenditoriale, lo spirito fattivo di costruzione, che è tipico del marchigiano. Quindi, questo è uno degli elementi per i quali abbiamo ritenuto necessario fare questo intervento. Ricordo che abbiamo una media di 2.900 imprese ogni 100.000 abitanti, questo per capire le proporzioni di questo comparto.
Sapete, il comparto abbraccia diverse categorie, dal manifatturiero alle costruzioni, dai trasporti ai servizi, un settore che ha avuto negli ultimi anni, come altri, grandi difficoltà. I numeri ci parlano che dal 2008 al 2020, su 12 anni, abbiamo perso 9.026 aziende per una media di circa 750 aziende l’anno.
I motivi per lavorare su questa legge c’erano, non solo un adeguamento normativo, ma anche per l’evoluzione che ha avuto il mondo, il tessuto produttivo, i nuovi mestieri emersi e le esigenze cambiate.
Detto questo, cerco di sintetizzare le caratteristiche sulle quali siamo intervenuti per modificare, integrare la legge 20 del 2003.
Innanzitutto abbiamo fatto un intervento nel settore dell’artigianato, in passato si parlava di un testo unico in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione, quindi, abbiamo cercato di stabilire un perimetro circoscritto alle attività artigiane, e questo è il primo intervento di carattere metodologico e di merito, abbiamo innovato lo sviluppo del tessuto degli artigiani andando a favorire la costituzione di attività artigiane in coworking, in spazi condivisi, la costituzione delle fab lab, le fabrication laboratory, piccole officine digitali, abbiamo stabilito specifici interventi per agevolare l’efficientamento energetico non solo più ancorato all’ammodernamento strutturale delle aziende, come era previsto dalla normativa vigente, interventi volti a favorire il recupero di immobili dismessi. L’altro aspetto che ci preme sostenere è quello di promuovere l’interazione, la connettività in ambito di filiera produttiva. Non ultimo il discorso del favorire l’accesso al credito con l’abbattimento degli interessi e dei costi di garanzia, nonché la digitalizzazione, perché una delle mission di questa legge sarà si l’artigiano, che rappresenta qualcosa di tradizionale, ma la sfida sarà coniugare la tradizione con l’innovazione, la possibilità di ricorrere e di utilizzare tutte quelle formule innovative che consentono alle aziende di competere nei mercati nazionali e internazionali.
Abbiamo rafforzato il ruolo della Commissione regionale per l’artigianato, organo amministrativo di rappresentanza e tutela degli artigiani, abbiamo rinnovato, e qui riconosciamo l’esperienza positiva della legge precedente, la bottega scuola con il maestro artigiano perché riteniamo che questa scelta vada nella direzione di recuperare vecchi mestieri, di tutelare la loro tradizione e la loro storia. Sicuramente può e deve rappresentare una opportunità di inserimento dei giovani, evitando la dispersione scolastica, dando la possibilità di conoscere ed imparare un mestiere, per lo più mestieri legati al territorio.
Si rafforza anche il riconoscimento dell’artigianato artistico tipico, tradizionale e storico.
Sono diverse le innovazioni che portiamo con questa legge, nella quale per l’anno 2022 abbiamo messo in campo 4.548.000 euro, quindi, massima attenzione e sostegno ad un comparto economico che riteniamo essenziale e fondamentale.
Mi preme ricordare anche il percorso che è stato fatto per arrivare alla proposta di legge n. 44, un percorso a doppio binario in cui c’è stato un costante confronto e direi anche una concertazione con le varie associazioni di categoria, che si sono dimostrate molto collaborative e con cui abbiamo instaurato, come per altre situazioni, ricordo l’atto sulle start up, una collaborazione che ci ha portato a migliorare il pacchetto di proposte. Ci sono stati i pareri favorevoli di Cal e Crel, non ultimo anche la collaborazione fattiva con le opposizioni, in questo caso con i componenti della II Commissione.
Chiudo esprimendo soddisfazione per il risultato raggiunto, per la concretezza che abbiamo dimostrato in questi nove mesi e ringrazio ancora l’Assessore Carloni, in primis, per aver portato con tempismo, efficacia e concretezza una legge che potrà essere di ripartenza e risolutiva per lo sviluppo economico delle Marche. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente. Come sa il gruppo del Partito Democratico si è astenuto in Commissione, un’astensione tecnica che aveva l’obiettivo e l’auspicio di lasciare una porta aperta, visto che in Commissione tutti i nostri emendamenti ad eccezione di uno sono stati bocciati, però nel bocciarli il relatore di maggioranza Consigliere Marinangeli si era preso l’impegno di verificare fino alla fine se c’era la possibilità di addivenire ad un accordo e questo accordo, che nelle ultimissime ore sembra essere giunto, noi lo accogliamo con grandissimo piacere.
Mi riservo di ascoltare poi il Vicepresidente Carloni nonché Assessore all’artigianato della nostra Regione prima di annunciare il voto favorevole, ma direi che anche in questo caso, mi creda Consigliere Marinangeli a me fa più piacere che a voi, ci siano tutti i presupposti per arrivare ad una votazione unanime.
In Commissione il voto è stato di astensione, non certo positivo, e lo motivo.
La proposta di legge 44, che noi oggi ci accingiamo a votare, non è altro che la revisione della legge attualmente vigente e devo dire che in alcuni aspetti risulta anche pleonastica, penso ad esempio al Titolo II, quello che definisce l’imprenditore artigiano, l’impresa artigiana, disciplina i limiti dimensionali, l’Albo imprese artigiane, aspetti questi che sono già previsti dalla legge quadro nazionale n. 443 del 1985. Inoltre questa proposta di legge disciplina nello specifico le procedure di iscrizione e di cancellazione dall’albo delle imprese artigiane, che mi sembra un aspetto più attuativo che normativo, ed anche altri aspetti, come ad esempio le procedure sia a richiesta di parte che d’ufficio. L’ha ricordato prima il Consigliere Marinangeli, “rafforza” la Commissione regionale per l’artigianato. Prima alcuni atti venivano attuati direttamente dal Presidente della Giunta, adesso altre realtà vengono approvate dalla Giunta, vengono disciplinati i ricorsi. Apprezzo l’onesta intellettuale del Consigliere Marinangeli che ha riconosciuto che alcuni vecchi pilastri della legge 20 del 2003, quella sull’artigianato - prima qualcuno ha fatto riferimento alla legge 20 del 2001 – sono ripresi, come quelli delle botteghe scuola e il marchio 1M, che adesso viene rinominato, ridefinito come contrassegno di qualità.
E’ una legge questa che, lo dico senza polemica, è il mio giudizio, trasuda burocrazia, è vero, si normano bene gli Albi delle imprese artigiane, però assomiglia più a un regolamento di condominio degli anni ’80 piuttosto che ad una legge approvata all’inizio della legislatura con tutto il quinquennio davanti per l’attuazione, in un momento di piena pandemia che ha cambiato e ridefinito il tessuto economico non solo marchigiano, ma di tutto il mondo e certamente l’artigianato non è stato meno colpito di altri. A mio avviso non occorrono titoli, piuttosto delle tappe e degli strumenti per l’artigianato che noi vorremmo tra 15 anni. Oltretutto quei titoli secondo me sono piuttosto antiquati, si parlava di direttore della struttura, non era ben chiaro se era il dirigente o il capo servizio, probabilmente si aspettava anche l’attuazione della proposta di legge 52, immagino che questi aspetti verranno in qualche modo aggiornati.
Viene ripreso, questo mi fa piacere, anche il ruolo dell’apprendistato, ma oltre alle mansioni a mio avviso andrebbero anche inserite le tipologie di apprendisti o quanto meno la tipologia di contratto che viene loro offerto.
Di questo mi rammarico molto, non è prevista ad esempio nessuna riserva per le imprese a controllo femminile, ma sono sicura che in sede di individuazione ed approvazione dei criteri premiali l’Assessore saprà sorprenderci per la sensibilità che a quanto pare altri suoi colleghi della maggioranza non perdono occasione di calpestare.
Secondo me, Consigliere Marinangeli, non rappresenta un valore aggiunto il fatto che viene inserito un perimetro all’artigianato e questo perché non vanno evidenziati i limiti, ma piuttosto le peculiarità. Comunque vi siete riempiti giustamente la bocca di parole importanti come la semplificazione che, a mio avviso è l’antitesi della proliferazione.
Questo è un mio grandissimo rammarico perché tra due terremoti e la pandemia non sono riuscita a realizzare un testo unico ed è noto, spero invece, anche se l’inizio sembra piuttosto frammentato, di avere un quadro d’insieme del tessuto economico della nostra regione. Si abbia la forza di dare una visione d’insieme perché si ha quasi la sensazione che siano provvedimenti spezzettati e dall’impronta quasi occasionale.
Un elemento positivo, questo lo riconosco, ed innovativo è quello degli spazi pubblici, i cosiddetti spazi di coworking.
Anche per dovizia di informazioni va riconosciuto che questo testo ripropone esattamente il contenuto della legge regionale 34 del 2018 della Regione Veneto, di fatto copiata quasi pedissequamente se non nella parte dedicata all’Albo, che la Regione Veneto affida alle Camere di Commercio, mentre la versione non emendata, che poi sono sicura riuscirà a trovare il nostro consenso unanime, lo gestisce internamente.
Il fatto che manchi una visione non solo di prospettiva, ma anche contezza del momento tutto particolare che stiamo vivendo mi preoccupa. Per esempio ho letto con grande interesse un articolo di maggio 2021 uscito su La Repubblica, che descriveva l’ultimo rapporto di Unioncamere e fotografava un Paese diviso da una linea netta, che non tanto distingueva i vari settori produttivi, ma divideva chi aveva digitalizzato che ripartiva, da chi invece non l’aveva fatto e nella chiosa finale evidenziava come la digitalizzazione avesse aperto i mercati ad una nuova generazione di imprese artigiane. Questa cosa ha dato molta forza, molta linfa anche al settore dell’artigianato, anche in termini di export.
Un ultimo aspetto che vorrei evidenziare, che nella relazione che accompagna il testo della legge si sottolinea, è che oggi l’artigianato si sposa con la digitalizzazione dell’economia e la proposta di legge si prefigge di rendere l’artigianato marchigiano un protagonista della trasformazione digitale, del nostro tessuto produttivo, coniugandolo con la tradizione e la storia della nostra regione.
La proposta nasce principalmente dall’esigenza di aggiornare il quadro normativo regionale alla luce delle nuove forme imprenditoriali che si sono affacciate nel comparto artigiano ed alla necessità di prevedere una forte spinta innovativa sia nella gestione dell’impresa che nella commercializzazione dei prodotti, aspetti questi che sono contemplati nella relazione, ma che non sembrano affatto essere declinati nella proposta di legge.
Va tenuto anche conto che con un’altra proposta di legge, che attualmente è all’esame della Commissione, si abroga totalmente la legge 25 del 2018 in cui, guarda caso, l’artigianato marchigiano si era reso protagonista della trasformazione digitale del tessuto produttivo regionale, proprio per utilizzare le vostre parole. Spero che, come è avvenuto oggi, in futuro possiate rivedere anche questa posizione.
Nell’ultimo bilancio della X legislatura, che abbiamo approvato, erano stati stanziati a bilancio 6.610.000 euro, la copertura attuale non solo non l’incrementa di un euro ma addirittura riduce di 2 milioni di euro, quindi lancio un appello, visto che è stata anticipata tante volte dall’Assessore Castelli in quest’Aula una manovra di bilancio, che si possano non solo recuperare queste risorse, ma incrementarle.
La legge 20 viene abrogata, ma non tutta, perché viene fatto salvo l’articolo 25 bis che è quello che riguarda le partecipazioni societarie della Regione, non vorrei che questi 2 milioni che sono stati tolti fossero destinati proprio a Cosmob e a Meccano.
Rubo qualche minuto per descrivere un po’ la filosofia dell’emendamento che poi ci ha trovato d’accordo, di questo ringrazio il Consigliere Marinangeli ed il Presidente Putzu, che come sempre è determinante, ed ovviamente anche l’Assessore Carloni, che ieri ha anticipato non solo di voler accogliere l’emendamento ma di attuarlo nei fatti, perché quello che noi abbiamo proposto è migliorare lo status quo, la burocrazia. Tutti quanti noi parliamo con le imprese e i nostri artigiani e imprenditori ci chiedono, prima ancora delle risorse, di eliminare la burocrazia.
Nella Regione Marche c’è una peculiarità che è quasi tutta nostra ed è quella di prevedere l’Albo imprese artigiane in capo alla struttura regionale e non al Registro imprese, questo comporta che le pratiche, e non parliamo di poche perché sono circa 10.000 protocolli su 102.000, con una incidenza di quasi il 10%, vengono gestite dalla Regione Marche e poi dal Registro imprese, in questo modo si introduce un ulteriore livello di burocrazia e lo si fa anche a scapito ad esempio di altre tipologie di imprenditori, penso ad esempio al settore del commercio, che non deve scontare questo doppio passo.
C’è da avviare un tavolo di lavoro con le Camere di Commercio, che sono sicura saranno ben liete di confrontarsi con la struttura regionale, c’è da valutare come realizzare questo tipo di delega, che ovviamente non può essere monodirezionale, nell’ipotesi secondo me migliore che questo Albo venga gestito non più dalla Regione Marche, ma bensì dal Registro imprese. E’ chiaro che è previsto un riconoscimento economico che a quel punto diventerebbe stabile nel tempo, è una facoltà questa, però conosco la serietà dell’Assessore Carloni, lui ha detto che si sarebbe fatto carico di trovare anche la copertura finanziaria, non devo ricordare io che per la Regione Marche è certamente un investimento perché i funzionari che attualmente si dedicano a questo potranno seguire i bandi ed anche la gestione di tante risorse che arriveranno soprattutto dall’Europa, ma non solo .
Certa delle rassicurazioni del Vicepresidente Carloni, il gruppo del Partito Democratico sarà lieto di votare favorevolmente.
Considerata la seduta piuttosto lunga di ieri e quella di oggi che non sarà da meno, abbiamo deciso insieme al relatore di maggioranza di procedere in maniera spedita alla votazione degli articoli così da dedicare tempo agli atti ispettivi, che da tanto tempo non vengono più trattati. Grazie.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bilò.

Mirko BILO’. Grazie, Presidente. Gentili colleghi, negli ultimi anni le Marche hanno vissuto una stagione di declino economico, abbiamo conosciuto il significato di fenomeni di cui non sapevamo neppure l'esistenza: il calo del prodotto interno lordo, l'aumento della disoccupazione, specialmente quella giovanile, il saldo negativo tra il numero di imprese aperte e quelle chiuse.
Il risultato è stato il declassamento delle Marche in "regione in transizione". Una classificazione certamente dovuta a fattori congiunturali come il terremoto, la crisi economica, la pandemia, ma anche al fatto che le Marche non hanno saputo interpretare i cambiamenti sempre più repentini e dinamici della società.
Qualche giorno fa, in un articolo del Corriere Adriatico, si esaminava un fenomeno fino a pochi anni fa sconosciuto: l'aumento dei marchigiani che hanno fatto le valigie e sono andati a vivere altrove.
L'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, nel dossier del sistema informativo statistico della Regione Marche ne certifica la variazione in 8 mila in più tra il 2019 e il 2020. Nello stesso sondaggio è emerso che tra i giovani che hanno deciso di voltare pagina con un volo di sola andata, soltanto il 3% è certo che prima o poi tornerà a casa. Il 97% di loro pone condizioni o, addirittura, scavano fossati tra la vecchia e la nuova vita. La partenza dei giovani e soprattutto il loro non voler tornare indietro è certamente il campanello di allarme più preoccupante perché senza giovani non c'è futuro.
Il perdurare della crisi socio economica dovuta alla crisi finanziaria del 2008 ed aggravata dalla attuale pandemia ha messo a dura prova tutto il sistema produttivo e sociale della regione. La chiusura di moltissime imprese del manifatturiero ha comportato la conseguente perdita di posti di lavoro.
In questo quadro desolante la Giunta regionale, il Presidente Acquaroli e l'Assessore alle attività economiche Carloni, consci delle difficoltà del tessuto produttivo marchigiano, hanno voluto intraprendere un percorso riformatore che, assieme al miglioramento della situazione sanitaria dovuta alla campagna vaccinale che prosegue celermente, consentirà alle imprese di cogliere le opportunità che si presenteranno con la ripresa auspicata.
Ci è ben chiaro che bisogna innanzitutto creare condizioni ideali affinché le imprese si possano insediare e sviluppare nel nostro territorio. Questa legge, infatti, rientra all'interno di una strategia.
Il quadro normativo regionale in materia di sviluppo economico risulta carente e datato e non più aderente alle necessità delle imprese marchigiane ed è per questo che la Giunta ha provveduto ad approvare i progetti di legge riguardanti oltre a quello sull'artigianato oggi in discussione, quelli relativi agli investimenti produttivi, alle start-up innovative, alle filiere produttive e al commercio.
Questo percorso vedrà come protagonisti, nella fase attuativa, le associazioni imprenditoriali, sindacali e sociali che saranno chiamate a declinare gli interventi necessari allo sviluppo del sistema produttivo marchigiano.
In questo quadro generale, l'elemento fondamentale e la spina dorsale di tutto il sistema delle piccole e medie imprese (PMI) è rappresentato dal comparto dell'artigianato.
Il lavoro artigianale è parte della nostra cultura e del DNA imprenditoriale regionale in cui si coniuga qualità, eccellenza, creatività, inventiva, passione. Questo in tanti settori nei quali le nostre imprese sono protagoniste: nel tessile, nel legno, nella ceramica dove le Marche si distinguono nelle piccole produzioni tipiche, ma per vincere le sfide occorre sempre essere dinamici, rinnovare ed innovare.
La normativa proposta in questa legge prende atto delle trasformazioni avvenute nel nostro tessuto produttivo a seguito della crisi economica che hanno fatto emergere le debolezze strutturali dell'economia marchigiana. In particolare il sempre più pressante fenomeno della globalizzazione ha intaccato pesantemente l'economia artigianale in Italia e nelle Marche poiché questa è basata su attività produttive di piccole dimensioni.
La strada che oggi giorno sembra necessario prendere è quella di una convivenza, tra l'attività artigianale e industriale, allo stesso tempo mantenere centrale l'obiettivo di rendere le attività artigianali più competitive, senza però snaturarle.
L'artigianato, non è in via di estinzione. L'artigianato non rappresenta il passato. L'artigianato rappresenta una grande opportunità per il futuro.
Occorre però favorire la trasformazione della cultura e del sapere artigianale in chiave moderna, favorendo l'innovazione e la sinergia tra competenze tradizionali e competenze innovative per consentire alle imprese artigiane di essere interpreti dei cambiamenti e dei nuovi bisogni sociali.
Oggi più che mai l'impresa artigiana crea occupazione e genera lavori in cui si coniugano creatività, abilità manuale e padronanza delle tecniche, da un lato, e innovazione, tecnologie digitali e potenzialità della rete dall'altro perché oggi l'artigianato si sposa con la digitalizzazione dell'economia.
La proposta di legge in discussione consente infatti il rafforzamento del settore dell'artigianato mediante interventi di digitalizzazione ed ammodernamento strutturale e tecnologico delle imprese esistenti.
Sono molto soddisfatto inoltre che il quadro normativo proposto ponga particolare attenzione alla semplificazione e sburocratizzazione che rappresentano da sempre uno dei problemi più pressanti per gli imprenditori al sostegno alla creazione di nuove realtà imprenditoriali, alla valorizzazione e alla trasmissione della conoscenza attraverso i "maestri artigiani" e le "botteghe scuola" che sono un collegamento perfetto tra il passato e la tradizione con il futuro e l'innovazione all'accesso privilegiato al credito
Queste azioni concrete ed incisive consentiranno alle imprese artigiane esistenti e a quelle che nasceranno, nonché a tutto il settore economico marchigiano di svilupparsi e essere più competitivo a livello nazionale e internazionale.
Non possiamo permetterci di sbagliare e di frazionare risorse economiche senza una strategia chiara e finalizzata a massimizzare sviluppo ed occupazione. Le risorse provenienti dal prossimo Por Fers, le risorse regionali e statali non saranno disperse, ma convogliate in interventi innovativi e di supporto alle imprese.
È il momento di guardare avanti verso nuovi orizzonti e nuove sfide, soprattutto alla luce del periodo di buio e declino che abbiamo vissuto a causa della pandemia, sperando di esserci lasciati dietro le spalle la stagione più dura.
Il sistema imprenditoriale marchigiano deve ritrovare la sua forza endogena intorno alle proprie imprese e attraverso la mobilitazione di tutte le risorse pubbliche e private in particolar modo quelle rivolte all'innovazione.
È la condizione indispensabile per la sopravvivenza di tante piccole e micro imprese, ma è anche lo strumento necessario per la crescita di leadership imprenditoriali.
Noi ce la metteremo tutta e sono certo che gli artigiani, che con il lavoro quotidiano sono l'anima dell'economia, faranno altrettanto.
Oggi siamo orgogliosi di mettere nel posto giusto un altro tassello di una strategia per il bene ed il futuro della nostra Regione.
Concludo ringraziando il Presidente della Commissione Putzu, i relatori di maggioranza e minoranza Consiglieri Marinangeli e Bora, gli uffici e tutti i componenti della Commissione per l’ottimo lavoro svolto in sinergia, facendo squadra nell’interesse dei nostri cittadini e delle nostre imprese, in Commissione e in Aula lo stiamo già facendo oggi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Parto da una frase che ho ascoltato dal relatore di maggioranza Consigliere Marinangeli, questa legge è importante per far si che un tessuto economico torni a crescere. Ricordo che le Marche sono la prima regione per aziende artigiane, 2.900 imprese, così come ha detto la Consigliera Bora, ogni 100.000 abitanti.
Ritengo questa legge rilevante, parliamo di una proposta che si prefigge di tutelare lo sviluppo e la promozione dell’artigianato marchigiano, io parlerei proprio di arte, si perché la nostra manifattura artigiana nel corso dei decenni è arrivata a livelli di cura e qualità che solo gli artisti dell’artigianato riescono a raggiungere. A mio avviso da questo punto di vista l’artigianato va letto, interpretato e valorizzato.
Potremmo parlare per ore e giorni di come valorizzare le nostre bellezze artistiche, l’abbiamo fatto e continueremo a farlo sempre meglio, perché non approcciarsi all’artigianato in egual misura? Cos’è che hanno reso grandi le Marche nel mondo, insieme alla sua arte, se non il suo capitale umano e sapienziale legato alle creazioni artigianali? Opere d’arte in molti casi. Certo, credo che il nostro artigianato vada incanalato in un filone, canale, di valorizzazione anche commercialmente ad hoc.
Fino ad oggi purtroppo è rimasto schiacciato, fagocitato dalla velocità e, passatemi il termine, dalla contaminazione del lato peggiore della globalizzazione. Invece la globalizzazione potrebbe, anzi dovrebbe essere il binario su cui lanciare il nostro artigianato nel mondo. Dov’è scritto che in un mondo di produzione di massa, industrializzato, che sforna prodotti standardizzati e certo di una qualità inferiore rispetto a quelli che escono dalle mani dei nostri artigiani, non possa esserci un canale riservato alla qualità marchigiana? Certo, passaggio fondamentale è la sua tutela.
La politica non può permettere che il Made sia esso italiano e in questo caso a maggior ragione marchigiano, venga snaturato fino ad essere asfissiato dalle dinamiche politico/industriali su scala internazionale. Su questo fronte dobbiamo batterci fino allo sfinimento. E nel lavorare affinché il nostro artigianato venga veramente interpretato e rispettato come un bene inviolabile, dobbiamo anche iniziare a studiare nuovi canali, nuove vie per le nostre Marche. Abbiamo come validissimo interlocutore l’associazionismo di categoria.
Fare del nostro artigianato un tesoro da rigenerare e al passo con i tempi della globalizzazione è possibile e questa proposta di legge è sicuramente un primo passo in questa direzione, ma nessuno dimentichi che la strada è ancora lunga e piena di ostacoli, anche istituzionali a livello internazionale. Ma le Marche non temono e noi che amministriamo questa splendida regione, questa splendida terra, non possiamo esimerci dalle nostre responsabilità che arrivano dalle nostre radici culturali.
Ecco che questa proposta di legge va in questa direzione, è strategica per le nostre imprese artigiane e come hanno già detto sia il relatore di maggioranza che di minoranza è un adeguamento normativo: semplificazione, digitalizzazione, favorisce anche l’accesso al credito e rafforza la Commissione per l’artigianato, quindi, è un primo passo importante per le nostre imprese artigiane e naturalmente il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo atto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma della II Commissione: “Il comma 3 dell’articolo 8 è sostituito dal seguente: ‘nell’esercizio delle funzioni inerenti la tenuta dell’Albo è svolto dalla Camera di Commercio, sulla base di apposita convenzione stipulata dalla Regione previa intesa con la Camera di Commercio medesima’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Sarò brevissimo. Formalmente è l’emendamento a firma mia ma, bisogna essere sinceri, questo è un lavoro svolto dalla Commissione, in particolare dalla Consigliera Bora che aveva fatto di questo una battaglia e grazie all’accordo fatto tra la relatrice di minoranza e il relatore di maggioranza, che ringrazio per il lavoro che hanno svolto insieme, la Commissione ha fatto diversi emendamenti, tra cui questo, per dare l’opportunità di un voto unanime all’Aula, quindi, chiedo a tutti di votare a favore.

PRESIDENTE. Emendamento 8/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 8/2 a firma del Presidente della II Commissione: “Il comma 4 dell’articolo 8 è sostituito dal seguente: ‘4. Fino all’adozione della convenzione di cui al comma 3 le funzioni inerenti la tenuta dell’Albo sono svolte dalla struttura regionale competente in materia di artigianato’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10.
Emendamento 10/1 a firma del Presidente della II Commissione: “Al comma 3 dell’articolo 10 sono aggiunti infine le seguenti parole: ‘Le altre comunicazioni di cui al comma 1, da presentare entro 30 giorni dal verificarsi dell’evento determinante la modifica o la cancellazione, devono contenere la relativa dichiarazione e producono effetti dalla data dell’evento medesimo’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento 10/2 a firma della II Commissione: “Il comma 8 dell’articolo 10 è abrogato”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 27.
Emendamento 27/1 a firma della II Commissione: “Dopo il comma 2 dell’articolo 27 è aggiunto il seguente: ‘2 bis. La Giunta regionale conclude le procedure finalizzate alla stipula della convenzione prevista al comma 3 dell’articolo 8 entro 6 mesi dall’entrata in vigore di questa legge’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 27, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Emendamento di coordinamento tecnico a firma della II Commissione: “1. Al comma 1 dell’articolo 12 le parole ‘ai commi 7 e 8’ sono sostituite dalle parole ‘al comma 7’.
2. Al comma 2 dell’articolo 25 le parole ‘al comma 8’ sono sostituite dalle parole ‘al comma 3’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Solo per sottolineare e ribadire la soddisfazione e la qualità del lavoro svolto, soprattutto un lavoro fatto non a quattro mani, ad una infinità di mani perché qui sono intervenuti l’Assessore Carloni, la Giunta, la Commissione, i Consiglieri, i tecnici che hanno lavorato sulla legge, le associazioni con le quali ci siamo costantemente confrontati.
Credo che con questa legge creiamo i presupposti per un impulso, per una ripartenza di un settore che definiamo strategico e soprattutto non ultimo.
Penso che diamo in questo breve lasso di tempo, a monte il lavoro era stato fatto e prima anche in altri contesti, un’immagine positiva di una classe dirigente che con impegno, tenacia, passione, porta avanti le proposte, si confronta, si scontra spesso, però alla fine nell’interesse generale delle categorie, in questo caso dell’artigianato, trova una sintesi e la condivisione di un’idea.
Ritengo che oggi tutti quanti ci meritiamo, lo dico con molta modestia, un plauso per come abbiamo gestito questa proposta di legge ed è quello che si aspettano i cittadini, i marchigiani, siamo qua a decidere per loro conto, quindi, concretezza e soluzioni sono quello che abbiamo fatto ed abbiamo portato avanti. Ringrazio tutti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Per riaffermare il nostro voto favorevole a questa proposta di legge strategica per il settore dell’artigianato, come ho già detto, che si prefigge di tutelare lo sviluppo e la promozione del nostro artigianato marchigiano.
Quindi bene che sia stata approvata con il voto favorevole anche della minoranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Carloni.

Mirco CARLONI. Grazie, Presidente e grazie ai Consiglieri.
Colgo l’occasione per ringraziare i relatori, i Consiglieri Marinangeli e Bora, il Presidente della Commissione Putzu e tutti i Consiglieri intervenuti, anche i componenti della II Commissione, non era affatto scontato, così come mi è gradita l’occasione per ringraziare i funzionari che ci hanno aiutato alla stesura ed alla complessa lavorazione degli atti in Commissione e poi in Aula.
Sarò molto breve, ma voglio dire qualcosa al termine di questa discussione e della votazione anche se c’è poco da aggiungere.
Questa è una legge che approvata in questo modo e con questi contenuti deve diventare cultura generale, un patrimonio collettivo delle Marche. Non può essere la legge della maggioranza, non può essere di parte, non doveva essere la norma di qualcuno, questa è la legge che riguarda le Marche. Con orgoglio dobbiamo rivendicarlo tutti quanti insieme.
La Regione Marche è la prima in Italia per attività artigianale, come ha detto prima la Consigliera Bora, riferendosi anche alla sua esperienza precedente. L’artigianato rappresenta un elemento importante di questa regione, non sto qui a raccontare i dati e le analisi che con il funzionario competente abbiamo fatto più volte analizzando il settore, ma viene da dire che questa incidenza che abbiamo, questa nostra peculiarità di essere la regione più artigiana d’Italia dobbiamo meritarcela, dobbiamo traguardare delle sfide perché oltre a questo dato, che è importante, mi pare il 31%, ne abbiamo un altro dato che è il peggiore, purtroppo, abbiamo la percentuale di mortalità di imprese artigianali più alta della media italiana, che mi pare sia al 12 e la nostra è al 18.
Questi due numeri da un lato ci fanno essere contenti, dall’altro preoccupati, perché questi trend vanno analizzati dalla politica che sa prendere decisioni e lo fa in anticipo rispetto alle grandi flessioni e questa grande flessione oggi incombe. Ci sono circa 10.000 imprese chiuse negli ultimi 10 anni, solo artigiane, dobbiamo capire quali sono i percorsi per salvare questo settore e per rilanciarlo con orgoglio.
L’artigianato è trasversale, dobbiamo esserne consapevoli, non è un settore specifico, artigianale è l’impiantista, l’autoriparatore, piuttosto che chi fa l’arredatore, chi organizza i trasporti. Chi fa la comunicazione è artigiano, è un settore trasversale.
Che cos’è l’artigianato nella nostra regione? Io lo intendo come quello che ha dimostrato di saper fare arte, di essere all’altezza di rendere di qualità la produzione, Lo dico anche nell’analisi delle altre deleghe che ho ricevuto dal Presidente Acquaroli, la nostra industria marchigiana se è riuscita ad essere flessibile, se è riuscita ad essere un’industria di qualità e capace di essere dinamica lo deve soprattutto alla genesi che ha avuto dall’artigianato, da cui è nata la competenza di chi ha prodotto, di chi ha fatto macchine, di chi ha fatto mobili, di chi ha fatto gli elettrodomestici, di chi è diventato produttore di pellami anche a livello internazionale. Tutto è nato dall’artigianato, dalla competenza di fare le cose bene, farle di qualità, quella capacità non la dobbiamo perdere, però non possiamo nemmeno pensare che nel 2021 possa essere sufficiente perché la competitività in questo settore è davvero aggressiva.
Con questa legge dobbiamo riuscire, ovviamente è una norma generale, ad affrontare dei temi nuovi, innovativi. Vorrei che fosse chiaro che la legge l’abbiamo fatta per dare una dimensione moderna al settore, non che prima non ci fosse o che mancasse completamente la normativa, lo ha ricordato la Consigliera Bora, c’era già, però serviva introdurre elementi di novità, serviva far capire come il settore è cambiato, come bisogna diventare sempre più innovativi, sempre più digitali, riuscire a sfruttare le tendenze per fare in modo che i nostri settori artigianali possano coglierle.
Abbiamo di fronte uno dei più grandi momenti storici di finanziamento pubblico e non lo possiamo sprecare non avendo le idee chiare, quindi queste settimane, questi mesi utilizzati per fare una norma torneranno utili nel momento in cui dovremo andare a fare i bandi in cui terremo conto anche delle sensibilità dette in Aula, in Commissione.
Prima la Consigliera Bora ha parlato dell’imprenditorialità femminile che va considerata come valore aggiunto, e lo ribadisco pubblicamente, così come l’artigianato artistico che pur non avendo elementi di forza deve essere presente nella nostra attività amministrativa, che seguirà, però una attività amministrativa, finanziaria e di programmazione non può partire bene se non è fatta attraverso una legge concepita insieme con le giuste dimensioni.
Non possiamo più permetterci di avere imprese che sono poco competitive, poco finanziabili, che non abbiano a che fare continuamente con la ricerca dei materiali, di innovazione di prodotto, di innovazione di processo, questi elementi oggi fanno si che anche la piccola e media impresa possa o meno vendere sui mercati. Noi dobbiamo riuscire ad aiutare con questa fase di finanziamento le piccole e medie imprese artigianali, quale che sia il settore, a diventare competitive, a studiare nuovi prodotti, a fare ricerca, ad essere più innovative possibile, sfruttando tutto quello che le Marche sanno fare perché da sole la competenza e l’arte non bastano, quindi, questa nuova sfida la dobbiamo fare insieme e il fatto che oggi diamo un cappello, una norma quadro all’unanimità credo che sia un grande valore aggiunto.
Voglio rispondere alle richieste e ringraziare la Consigliera Bora per l’apprezzamento che prima ha fatto, il passaggio del registro delle imprese alla Camera di Commercio non solo è condiviso, ma sarà oggetto di una immediata trattativa con la Camera di Commercio, che ovviamente si è detta disponibile ad un confronto. Ovviamente un passaggio di competenze a titolo oneroso come quello deve vedere un’intesa bilaterale, non può essere un atto unilaterale. Prendo l’impegno pubblicamente di trovare la copertura finanziaria per mantenere quella convenzione a titolo oneroso per questo ieri, prima di parlarne con i Consiglieri, ho fatto in modo di avere la certezza dagli uffici che ci fossero le risorse, anche fra qualche settimana, massimo qualche mese, per poter sostenere una convenzione che diventerà a quel punto una delibera di Giunta. Su questo non c’è contrarietà, quindi, troverete in me la persona che concluderà l’iter che questa Aula ha dato come mandato.
Ci tengo a dire che l’attività artigianale per molto tempo non è stata considerata di primo piano in questa regione, andavano di moda altre tendenze ed altri trend, penso invece che questa nostra grande competenza, questo nostro saper fare vada riscoperto in tutte le sue dimensioni e vada valorizzato, ma non a parole, con i fatti e questa amministrazione ha avviato subito per poter favorire lo sviluppo di queste imprese una attività di analisi sull’innovazione e sulla specializzazione intelligente, tutto un filone che riguarderà i fondi europei. Soprattutto vorremmo sfruttare due grandi marketplace virtuali che sono Amazon e Alibaba per poter aiutare le nostre piccole e micro imprese a stare sui mercati dove da sole non potrebbero arrivare. La Giunta lunedì scorso ha approvato un protocollo di intesa, che ovviamente non è stato ancora sottoscritto, però ne do notizia, con Amazon che diventerà un partner, questo per poter favorire le nostre piccole e medie imprese.
Abbiamo avuto un incontro con l’amministratore delegato di Alibaba, ci preparerà, prima regione in Italia, uno spazio, un marketplace dedicato alle Marche, finora l’unica convenzione firmata è quella con l’Ice, saremo la prima Regione nello specifico, inoltre cercheremo di essere presenti in tutte le fiere, laddove ci viene richiesto dalle imprese di fare delle manifestazioni collettive.
Abbiamo previsto un accordo quadro con Ice per sfruttare tutte le tendenze, c’è già stata una fiera virtuale molto apprezzata dai produttori, che ha avuto anche un soggetto molto significativo perché nel frattempo, così come si è evoluto questo settore, è cambiato il modo di fare impresa artigianale, è cambiata anche la rappresentanza commerciale, il Covid ci ha imposto una virtualizzazione degli scambi, dei confronti, delle fiere, che stanno avvenendo sempre più sul virtuale.
Noi possiamo aiutare le imprese non sostituendoci, ma dando loro quello stimolo, quella compartecipazione per essere presenti e per fare i giusti investimenti in digitalizzazione. Il produttore artigiano nella sua bottega, che è quello che a tutti noi viene in mente quando pensiamo all’artigiano, che è quello che ci piace pensare dei nostri artigiani, purtroppo pagherebbe un prezzo altissimo rischiando di non essere competitivo perché, pur facendo cose belle con le proprie mani, con la propria competenza e sapienza, non è in grado di stare su quei mercati ad alto valore aggiunto, virtuali, dove oggi avviene, purtroppo o per fortuna, la maggior parte degli scambi e degli acquisti.
Noi dobbiamo fare questo, dobbiamo sfruttare questa competenza, trasportandola nel 2021 e nelle sfide del futuro. Abbiamo un’esposizione internazionale il prossimo anno, abbiamo aperto un bando per fare la settimana dell’orgoglio marchigiano, dando un contributo a tutte le imprese che in quella settimana vorranno essere presenti a Dubai, anche lì daremo una compartecipazione senza essere noi ad organizzare il fuori Expo, ma diventerà un programma ed invito anche il Consiglio a preparare una rappresentanza nell’occasione di quella settimana a Dubai, in modo da poter dare visibilità alle imprese marchigiane.
Detto questo, non mi resta che dire grazie perché è la cosa migliore che potevamo fare per dimostrare che davvero crediamo nell’artigianato e che questo settore è la spina dorsale della nostra economia. Fare in modo che la classe politica possa dare un segnale all’economia, sapendo dove sta andando e su cosa vuole puntare.
Noi crediamo nell’artigianato e siamo convinti che su questo settore potrà risorgere una gran parte della nostra economia. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Bora.

Manuela BORA. Grazie, Presidente, a parte la declinazione al femminile alla quale ci tengo, Consigliera, le parole sono importanti.
Ho apprezzato l’aver mantenuto l’impegno che l’Assessore ieri si è preso con l’opposizione. Sono la relatrice di minoranza e rappresento tutta l’opposizione, quindi mi dà la possibilità di poter confermare il voto favorevole che avevo già anticipato all’inizio della discussione.
Ho apprezzato il fatto che l’Assessore non si sia tirato indietro rispetto all’aspetto economico, che non è affatto secondario. Quando ha detto che l’attività artigianale della nostra regione non è mai stata considerata una priorità, non è che mi deve dare una risposta, però non posso far finta di non aver colto questo aspetto …

(interventi fuori microfono)

Manuela BORA. Mi sembra giusto puntualizzare, ma se non si riferiva alla politica allora sono felice di votare positivamente questa legge anche a nome di tutto il Partito Democratico. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Sarò molto breve. Intervengo in qualità di Consigliere di Fratelli d’Italia per dichiarazione di voto.
Non posso che dire grazie ai due relatori di maggioranza e di minoranza, Consiglieri Marinangeli e Bora, soprattutto ai Consiglieri della Commissione, a partire da Mastrovincenzo, Rossi, Bilò, Ausili, Cesetti. Credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Di questo sono orgoglioso, soprattutto sono contento perché quando si trova la soluzione giusta per dare delle risposte, in questo caso alle imprese artigiane, è la cosa migliore, non solo per quest’Aula, ma per tutte le Marche.
In questo momento stiamo dimostrando, e per questo sono orgoglioso di essere un Consigliere regionale, di avere tutti una grande maturità politica.
Nella prima proposta di legge abbiamo visto forti scontri in questa invece, mi fa molto piacere, si è trovata una grande convergenza, ho anche visto che i Consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno votato favorevolmente i vari articoli e questo non può che rendermi orgoglioso.
Credo che questo potrebbe essere uno dei tanti punti di partenza, ovviamente gli emendamenti fatti grazie alla collaborazione della Consigliera Bora e del Consigliere Marinangeli hanno portato ad un voto unanime.
Voglio dire grazie al Vicepresidente Assessore Carloni per aver ascoltato le esigenze della Commissione, averle fatte proprie, ma soprattutto aver preso l’impegno di renderle attuabili il prima possibile. Grazie di cuore. Voglio anche ringraziarlo perchè innonda la Commissione di proposte, ogni volta ci chiama e ci dice di approvarle subito, tanto che nel prossimo Consiglio regionale avremo anche la proposta di legge sul commercio, anche lì, ad esempio, anche grazie ai relatori, in questo caso i Consiglieri Ausili e Bora, siamo riusciti ad ottenere l’unanimità all’interno della Commissione, nonostante ci fossero moltissimi articoli.
Concludo dicendo che questa proposta di legge n. 44 darà la possibilità di supportare le nostre imprese artigiane. Sappiamo bene che la Regione Marche è piena di piccole e medie imprese, ma ancor di più è piena di imprese artigiane e la qualità del nostro artigianato dovrebbe tornare in auge, per questo credo che sia importante dare l’opportunità ai tanti artigiani che abbiamo di poter far conoscere il loro prodotto non solo in giro per l’Italia, ma nel mondo.
Vedo che ci sono risorse importanti per sostenere questa legge, come vedo ad esempio la creazione di nuove aziende anche per dareunl’opportunità ai giovani di poter credere e di poter creare un’impresa artigiana. Penso che sia importante anche questo, così come i fondi sulla digitalizzazione delle imprese.
Il Covid ci deve far riflettere su come poter vendere con nuove piattaforme i nostri splendidi prodotti, fatti dai nostri artigiani, nelle Marche, dalla provincia di Pesaro fino alla provincia di Ascoli Piceno.
Concludo ringraziando tutta l’Aula per aver svolto le votazioni con velocità, Non sono intervenuto su tutti gli articoli e su tutti gli emendamenti perché veniamo da un’importante battaglia politica fatta fino a notte e poi proseguita questa mattina sulla proposta di legge del personale, soprattutto per rispetto dei dipendenti che sono qui da questa mattina e sono rimasti sempre a nostra disposizione, dipendenti che sono qui in Aula e che voglio ringraziare, come gli altri che sono a supporto. Penso che ogni tanto dovremmo renderci conto dell’importanza di coloro che ci danno una mano, del loro supporto, che vedo ogni giorno. Voglio ringraziare tutti i dipendenti, in questo caso dell’Aula, ma anche della Regione che ci hanno supportato anche sulle varie proposte di legge.
Concludo con grande soddisfazione, esprimo a nome del gruppo Fratelli d’Italia il voto favorevole a questa proposta di legge nella speranza che ce ne siano altre che possano dare un ulteriore contributo alle nostre imprese perché le Marche meritano molto.

Proposta di legge n. 44, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Nomina

Elezione di un Revisore con funzione di Presidente del Collegio Sindacale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi".
(articolo 2, comma 2, lettera a), legge regionale 24 maggio 2011, n. 11 - articolo 4, comma 5, l.r. 20 giugno 2003, n. 13) - Voto limitato ad uno

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un Revisore con funzione di Presidente del Collegio Sindacale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi". Voto limitato ad uno.
Ricordo che l’Assemblea legislativa nel votare prende atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della I Commissione assembleare e dell’accertamento relativo alle cause di ineleggibilità ed inconferibilità dei candidati.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. A nome dei gruppi di maggioranza presentiamo il Revisore dei conti XY, che è già stato Revisore dei conti del Comune di Ancona e di altri enti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Vorrei dire che le regole di questo Consiglio non possono essere, non da lei che le fa osservare, rispettate ad intermittenza. Mentre è in corso un voto segreto un capogruppo di un gruppo consiliare si permette di dire quello che ha detto il Consigliere Ciccioli, è di una gravità assoluta. Lui non può dire noi votiamo nel momento in cui c’è un voto segreto, per fortuna è stato registrato e sono contenta che lo sia.
Badate, questi sono piccoli aspetti che dimostrano, come in parte è stato anche sottolineato dal Consigliere Cesetti nelle lunghe ore in cui ha parlato della proposta di legge sulla riorganizzazione, la non considerazione dell’Assemblea legislativa regionale, un organismo che ha una sua identità ben precisa ed una sua grande dignità.
Questo è come non tenere la mascherina, la stessa cosa è dire stiamo facendo un voto segreto, a me non interessano se votiamo Tizio o Caio, lo si può fare, ma ci vuole anche il buon gusto di non dirlo al microfono.

PRESIDENTE. Nell’elezione del revisore è indicato che la votazione è a scrutinio segreto. L’intervento del Consigliere Ciccioli è stato fatto in buona fede, non l’ha fatto con l’intento di violare l’indicazione della votazione, però se apriamo un tema di questo genere rischiamo davvero di inficiare in termini oltre modo …
E’ stato un errore non determinato dalla volontà specifica di ledere l’attuazione di quello che ho letto, che è la norma di riferimento, che è la votazione a scrutinio segreto, altrimenti non ci sarebbe stata l’urna, non ci sarebbe stata la chiama dei Consiglieri e la scheda.
Ha la parola, per dichiarare qual è il fatto personale, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il fatto personale è che questa Assemblea si trasforma in seggio elettorale e questo è stabilito dal Regolamento. Da quando vivo qui dentro, ed io di tempo ce ne ho trascorso abbastanza, la proposta non è una violazione del voto segreto, in altre occasioni sono state sia la minoranza che la maggioranza a presentare la proposta di candidatura, è successo decine di volte, anzi le posso dire di più, mi ricordo anche di proposte di candidati della maggioranza, che non sono stati eletti. Mi ricordo il Presidente dell’Ente fiera della calzatura di Civitanova, la maggioranza propose un nome e mezza minoranza, tra cui io, più mezza maggioranza elessero un altro. Quindi, siamo proprio fuori strada.

PRESIDENTE. Andiamo al voto, dalla prossima volta attueremo ancora una miglior cesura tra la fase dell’applicazione dell’articolo 2 fino alle modalità di votazione.

Prego distribuire le schede.

(Il Consigliere segretario Vitri effettua la chiamata)

PRESIDENTE. Comunico i risultati della votazione:

Votanti n. 28
Schede bianche n. 2
Schede nulle n. 0
Schede valide n. 26

Hanno ricevuto voti:
Raccosta Carlo 19,
Peci Rosella 5,
Paris Marianna 1,
Bruschi Mirko 1.

Proclamo eletto Revisore con funzione di Presidente del Collegio Sindacale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria "Ospedali Riuniti Umberto I - G.M. Lancisi - G. Salesi" Carlo Raccosta.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Abbiamo ancora del tempo da utilizzare per le mozioni.
La prima è la n. 83 dei Consiglieri Cesetti, Carancini, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri, Biancani, Bora, “Coinvolgimento degli studenti del Corso di Laurea in Infermieristica a supporto della campagna di vaccinazione e apertura di un bando straordinario finalizzato ad ulteriori assunzioni”, vi è però l’assenza dell’Assessore Saltamartini, quindi, vi chiedo, poi faremo la votazione, di passare al punto 3) cioè alle mozioni nn. 95 e 97 (abbinate). Sulla mozione n. 97 c’è la richiesta di un rinvio per modifiche per cui rimane solo la mozione n. 95.
Metto in votazione il rinvio della mozione n. 83 (al suo posto la discussione della mozione n. 95), a quanto sarà presente l’Assessore Saltamartini.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Per l’ennesima volta dico che va bene, però con l’impegno che nella prossima seduta discutiamo questa mozione perché già è stata rinviata diverse volte, la prima volta su richiesta del Consigliere Cancellieri, che la voleva approfondire e adesso non c’è l’Assessore Saltamartini. Comprendo, con l’impegno, però, che la prossima seduta la discutiamo altrimenti diventa inutile in quanto tratta della campagna vaccinale, quindi lei capisce che c’è anche una certa urgenza, altrimenti l’atto diventa inutile e l’Assemblea si dovrebbe esprimere su un atto inutile e questo non va bene. Con l’impegno che la prossima volta la discutiamo, poi se la si vuole votare, la si vota, se la si vuol respingere la si respinge, vediamo.

PRESIDENTE. Preso atto, Consigliere, quindi, saltiamo la mozione 83 e andiamo alla mozione 95, mentre la mozione 97 viene scorporata e verrà trattata in un’altra seduta del Consiglio.
Rinvio della mozione n. 83. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

La mozione n. 63 ad iniziativa dei Consiglieri Bora, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini, Cesetti, Vitri, Biancani, Casini “Politiche regionali per raggiungere l'obiettivo europeo di riduzione del 55% delle emissioni di gas a effetto serra e attuazione del Patto dei Sindaci” viene sostituita con la mozione n. 119 degli stessi sottoscrittori.
Iscrizione della mozione n. 119 (in sostituzione della 63). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)

Mozione n. 95
ad iniziativa dei Consiglieri Putzu, Ciccioli, Leonardi, Ausili, Baiocchi, Assenti, Borroni
“Libere professioni”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 95 dei Consiglieri Putzu, Ciccioli, Leonardi, Ausili, Baiocchi, Assenti, Borroni.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. La mozione che abbiamo presentato da tempo nasce dall’incontro con i rappresentanti delle libere professioni.
Nei cambiamenti sociali che ci sono stati il lavoro autonomo è sempre più numeroso, mentre il 900 era caratterizzato dal lavoro dipendente, dalle grandi aggregazioni nelle fabbriche e via di seguito, adesso le libere professioni, quindi l’attività individuale o l’attività individuale organizzata diventa importante.
In realtà su questa linea all’interno di questo Consiglio c’è stata una sorta di polemica, quando abbiamo presentato la legge di revisione del Crel, il Consiglio regionale per l’economia ed il lavoro, perché da un solo rappresentante di tutti gli albi professionali, gli ordini professionali, abbiamo fatto la scelta di introdurne tre perché tre sono i filoni: giuridico economico, sanitario e un altro che riguarda le professioni tecniche, cioè ingegneri, architetti, eccetera.
Si tratta di tre filoni molto diversi tra loro, che hanno tutti non solo una loro dignità, ma un loro impatto forte nella società e nell’economia del lavoro.
Il lavoro autonomo diventa un passaggio importante, gli esercizi commerciali, le imprese, le libere professioni rappresentano una parte significativa del prodotto interno lordo e per questo noi riteniamo che ci siano degli aspetti che devono essere valorizzati.
La mozione impegna la Giunta regionale ad istituire un tavolo tecnico permanente in funzione di Osservatorio sulle libere professioni, tavolo che è stato adottato con una mozione approvata nel lontano 2019 dalla Camera dei Deputati.
La Camera dei Deputati, in appoggio alle leggi che il Parlamento fa, come valutazione delle leggi che riguardano questo settore e come incentivazione delle proposte, ha creato questo tavolo tecnico permanente per le libere professioni, la stessa cosa, a nostro parere, è importante che avvenga anche nella Regione Marche. Tra l’altro prima ho detto che i liberi professionisti contribuiscono al Pil nella misura del 12-13%, in realtà dal 2011 al 2016 è calato dello 0,4%, non ci sono dati più recenti. Il 12% del Pil rappresenta un dato importante anche dal punto di vista del numero degli addetti e degli impiegati che è in crescita. E’ diminuito il Pil, però è aumentato il numero delle persone occupate nell’ambito delle libere professioni.
Crediamo che nel futuro il lavoro organizzato sarà sempre più robotizzato, ci saranno sempre meno dipendenti nel manifatturiero perché tutto sarà più automatizzato e robotizzato, mentre le libere professioni avranno sempre più spazio per la creatività, nell’aspetto culturale, per la scienza e tutto il resto.
Questo è il senso della mozione relativa alle libere professioni, la creazione di un tavolo per dare un peso sempre più importante negli obiettivi e negli orientamenti della nostra Regione.
E’ una mozione la cui traccia centrale è questa, ma se altri gruppi, forze politiche, ritengono di integrarla con qualche passaggio, che magari non è stato valorizzato, l’atto è aperto e se la creazione di questo tavolo ottiene il consenso di tutta l’Assemblea ovviamente saluteremo con favore questi apporti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Sulla mozione che è stata presentata da parte nostra non c’è contrarietà. Il Consigliere Ciccioli ha detto che sono mozioni aperte al contributo anche delle altre forze politiche, quindi, la nostra richiesta è quella di prevedere all’interno di questo testo anche la partecipazione dei rappresentanti delle professioni, magari uno, a tavoli altrettanto importanti come possono essere la Commissione regionale lavoro e il tavolo di partenariato. Se c’è la volontà di dare spazio a questa rappresentanza ed anche a questi due tavoli, che sono importanti per quanto riguarda il lavoro, i fondi strutturali e non solo, credo che sarebbe un ulteriore bel segnale da dare.
Sotto questo aspetto basterebbe inserire una riga al testo coordinato prevedendo questo aspetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Semplicemente per dire che deve essere formalizzato con un emendamento, però i promotori del documento sono aperti ad accettarlo. Bisogna scrivere, come è scritto, che il rappresentante delle libere professioni va nel tavolo del partenariato e in altri tavoli tecnici. Siamo favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Ho specificato questi due tavoli perché so che è un’esigenza che da tempo la Confprofessioni ha manifestato, anche al Presidente Latini e a me in precedenza. In diverse situazioni ha manifestato questa esigenza.
Credo che potrebbe essere un bel segnale da parte di tutta l’Aula indicare questi due tavoli, non dico tutti i tavoli e tutti i comitati, la Commissione regionale lavoro, la cui composizione andrebbe modificata con legge, e il tavolo di partenariato. Penso che sarebbe utile per tutti quanti, basterebbe fare un emendamento, se siamo d’accordo nel farlo e nel trovare il punto in cui inserirlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Vista la proposta del Consigliere Mastrovincenzo chiedo la sospensione del Consiglio in modo da trovare la quadra sull’emendamento da aggiungere per avere l’unanimità ed andare spediti e veloci ad una soluzione utile, anche perché condividiamo di dare un’opportunità in più alle libere professioni su altri tavoli. Chiedo la sospensione della seduta per 5 minuti.

PRESIDENTE. Bene, sospendiamo l’attività dell’Aula per 5 minuti.

La seduta è sospesa alle ore 17,05

La seduta riprende alle ore 17,25

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta.
Sulla mozione n. 95 è stato presentato l’emendamento a firma dei Consiglieri Putzu, Ciccioli, Leonardi, Ausili, Baiocchi, Assenti, Borroni, Mastrovincenzo, Rossi, Marinelli, Biancani, Casini, Vitri, Marcozzi, Lupini e Santarelli, il cui contenuto è questo: “Nel dispositivo è aggiunto il seguente punto ‘a prevedere l’inserimento di un rappresentante della Confprofessioni nella Commissione regionale per il lavoro e nei Comitati di sorveglianza dei programmi cofinanziati con risorse europee’”, lo pongo in votazione

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Mozione n. 95, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. C’è la mozione n. 119 però non è presente la Consigliera Bora, quindi non si può fare.
Considerata la situazione delle presenze in Aula e del lavoro che abbiamo svolto dichiaro chiusa la seduta odierna, ci vediamo martedì 3 agosto.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,30