Resoconto della seduta n.36 del 04/08/2021
SEDUTA N. 36 DEL 4 AGOSTO 2021
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 36 del 4 agosto 2021. Comunico che il processo verbale della seduta n. 35 del 3 agosto 2021 sarà distribuito e sottoposto all’approvazione dell’Assemblea legislativa regionale nella prossima seduta del 14 settembre 2021.
Sull’ordine dei lavori
Alle ore 10,30 sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti alla proposta di legge n. 40 (punto 2 dell’ordine del giorno) ed alla proposta di atto amministrativo n. 14 (punto 3 dell’ordine del giorno), mentre per quanto riguarda la proposta di atto amministrativo n. 17 ad iniziativa della Giunta “Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 4 febbraio 2020”, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti scade alle ore 12,00 di oggi, poi passeremo alle interrogazioni n. 181 e 185 che ieri non sono state svolte e che abbiamo rimandato alla seduta odierna.
Prima di iniziare, sottopongo all’Aula la possibilità di fare una votazione unica per l’iscrizione degli atti che ho elencato, un’unica votazione per l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge n. 40 e delle proposte di atto amministrativo n. 14 e n. 17, nonché l’iscrizione delle mozioni nn. 119, 100, 96, 91, 62, 74 e 83.
Ci sono interventi, uno a favore ed uno contro, per sostenere la proposta deliberata ieri sera dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi?
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Credo che sia utile per questa Assemblea dare certezza delle norme, in particolare sul tema dell’urgenza, se interpreto male le norme sono disponibile a fare un passo indietro, la mia richiesta è cercare di capire quali sono i presupposti per portare in Aula dei provvedimenti che sono urgenti, in particolare quelli di cui stiamo discutendo. Che cosa voglio dire? Per correttezza, capire cosa è urgente e cosa non lo è, secondo me è dirimente, altrimenti gli ordini del giorno vengono predisposti all’ultimo minuto e da questo punto di vista può esserci l’annullamento del concetto di urgenza, che può essere utilizzato evidentemente dalla Giunta.
Non sono per votare tutto insieme, è inconcepibile votare tutto insieme in rapporto all’urgenza, credo che sia corretto votare ogni proposta di legge, di atto amministrativo e considerare insieme le mozioni, votare quindi per categoria di atti.
Questo Presidente e signori Consiglieri non certo per interdire o porre in essere atti ostruzionistici, quanto piuttosto per dare certezza del concetto di urgenza.
Ribadisco, se dio vuole abbiamo altri quattro anni, che questo sia un principio di rispetto di tutti i Consiglieri, che va rispettato.
PRESIDENTE. Intervengo per dare risposta, poi eventualmente darò la parola al Consigliere Ciccioli.
L’ordine del giorno della seduta odierna deriva dai punti che sono stati indicati dalla Giunta e da parte dei relatori di maggioranza, le mozioni invece sono state concordate nella Conferenza dei capigruppo di ieri sera.
Ci atteniamo all’articolo 48, commi 1, 2, 3 e 4, di conseguenza ho proposto l’iscrizione dei punti dal n. 2 al n. 11 per la seduta odierna.
Nulla questio invece per quanto riguarda la votazione punto per punto per l’inserimento degli stessi, tenendo conto che la proposta di una votazione unitaria nasceva dal fatto che ieri sera non ci sono state opposizioni ed è stata approvata l’indicazione che ho testé detto, quella di mettere all’ordine del giorno i punti che ho precisato.
Per ricapitolare, la norma di riferimento è l’articolo 48, la Conferenza dei capigruppo di ieri sera, post seduta del Consiglio regionale, ha deliberato quello che vi ho riportato questa mattina ed ho sottoposto alla vostra attenzione.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli, oratore a favore.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Carancini non ha partecipato alla riunione dei Presidenti dei gruppi in quanto il suo gruppo è rappresentato da un altro Consigliere.
Le motivazioni di urgenza per cui è stata richiesta dai gruppi di maggioranza l’iscrizione di alcune proposte di legge sono le seguenti:
- proposta di legge n. 40 “Istituzioni del servizio di psicologia scolastica”, si cerca di approvarla ora perché, come è noto, l’anno scolastico inizia il 15 settembre. In genere tutte le attività scolastiche extra curricolari incominciano all’inizio di novembre, quindi è necessario approvarla adesso per poter iniziare tra il 15 settembre e il 15 ottobre a realizzarla, ad esplicarla nella prima parte dell’anno, approvandola dopo andrebbe a finire all’anno successivo, al 2022. L’urgenza è mettere in condizioni le istituzioni scolastiche di avere una legge certa all’inizio dell’anno scolastico, il 15 settembre. La proposta è passata in Commissione addirittura all’unanimità, sono state fatte sette/otto audizioni, è un’urgenza che ha alle spalle un lungo iter;
- la proposta di atto amministrativo n. 14 “Programma quinquennale per le aree protette”, è una richiesta forte arrivata dalle amministrazioni dei parchi e delle riserve naturali che hanno esaurito i fondi a bilancio e rimarrebbero con zero euro di dotazione in un periodo importante come quello estivo. Hanno chiesto un rifinanziamento, è un atto molto semplice, mettiamo gli enti parco e le riserve naturali nelle condizioni di avere dei soldi, delle dotazioni economiche in questa fase e non ad ottobre, a fine esercizio;
- la proposta di atto amministrativo n. 17 ha avuto un lungo iter in Commissione, riguarda la modifica del Piano socio-sanitario relativamente agli ospedali. Tutti sanno i problemi delle costruzioni dei nuovi ospedali, ospedali unici, è un atto importante, propedeutico per fare i provvedimenti successivi. Anche questo è un atto che è stato più volte in Commissione, è conosciuto, dietro c’è l’esigenza di dar vita ad altre procedure amministrative per poter passare all’esecuzione delle opere attraverso la progettualità e altro.
Guadagnare più di un mese, un mese e mezzo, il prossimo Consiglio regionale è il 14 settembre, è utile per tutte le procedure burocratiche e ordinarie. Non si tratta di un tentativo della maggioranza di scippare il Consiglio della sua attività, essendo stata svolta a lungo l’attività propedeutica nelle Commissioni.
Crediamo sia anche un atto di buona volontà di tutto il Consiglio per la Regione Marche.
PRESIDENTE. Iscrizione della proposta di legge n. 40 (al punto 2). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione della proposta di atto amministrativa n. 14 (al punto 3). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione della proposta di atto amministrativa n. 17 (al punto 4). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione delle mozioni n. 119 (punto 5), n. 100 (punto 6), n. 96 (punto 7), n. 91 (punto 8), n. 62 (punto 9), n. 74 (punto 10) e n. 83 (punto 11). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Interrogazione n. 181
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Incarico di consulenza a titolo gratuito per attività di supporto al Presidente in materia di sviluppo turistico nazionale e internazionale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 181 dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. In relazione all'interrogazione in oggetto, si fa presente quanto segue.
Dal curriculum agli atti del Gabinetto del Presidente, come indicato nel decreto del Presidente n. 37/2021, si evince una pluriennale e significativa esperienza formativa e professionale del consulente nel settore del turismo. In particolare il consulente ha conseguito la laurea in Economia e gestione delle aziende turistiche ed ha svolto attività di consulenza per diverse Amministrazioni pubbliche.
L'incarico è stato conferito ai sensi dell'articolo 21, comma 3 bis, della legge regionale n. 20/2001 seguendo le linee guida approvate dalla Giunta con deliberazione n. 1137 del 27 settembre 2016, che prevedono che i consulenti siano individuati senza obbligo di selezione, su scelta del Presidente che decide intuito personae. Questo è un aspetto importante perché secondo questa delibera, che non è stata approvata dalla nostra Giunta, c’è una discrezionalità del Presidente sull’individuazione della figura, che deve supportarlo nella capacità di valutare, di comprendere e di confrontarsi rispetto a quello che è il programma. E’ una delibera, come dicevo, votata dalla Giunta il 27 settembre 2016.
Riguardo alla gratuità dell'incarico, la legge regionale n. 20/2001 prevede tale opportunità che non incide sulla qualità della prestazione e sui relativi risultati.
In merito alla scelta di un esperto non marchigiano, si ritiene che l'esperienza del consulente maturata in realtà territoriali diverse da quella marchigiana possa costituire un valore aggiunto allo sviluppo turistico del nostro territorio, anzi tengo a precisare che per il tipo di carenza che abbiamo e per la specificità del supporto che richiedo, ho individuato una figura che può sostenerci nella creazione di un percorso fuori dalla nostra regione.
Il settore turistico marchigiano soffre molto la mancata presenza di figure e di turisti a livello internazionale, credo che siamo una delle ultime Regioni per presenza di turisti stranieri, in questo senso penso che sia opportuna una figura che possa aiutarmi in tal senso, con un’esperienza, che fra poco citerò, nella creazione di informazioni e di relazioni per far crescere la nostra regione sul turismo estero.
Tali competenze sono state già dimostrate anche concretamente, ad esempio supportando la Regione nelle relazioni bilaterali con le Ferrovie svizzere e tedesche per finalità di promozione turistica e nel progetto "Marche-Federazione Russa" per lo sviluppo turistico regionale nel mercato russo nelle seguenti attività:
- ricerca di una primaria compagnia aerea russa disposta a progettare un collegamento di linea permanente con le Marche, basato essenzialmente sui flussi turistici dalla Russia verso le Marche;
- costruzione dei rapporti di cooperazione commerciale e di partenariato con le istituzioni pubbliche russe e diplomatiche italiane, in ordine al progetto di cui sopra;
- progettazione di un educational tour per operatori turistici e giornalisti russi che ha portato nelle Marche, per cinque giornate, dal 24 al 28 giugno u.s,. oltre 70 soggetti con ricadute estremamente positive per lo sviluppo delle relazioni future, così come inizialmente ipotizzate e confermate dai 50 operatori turistici delle Marche che hanno avviato con i loro partner russi importanti collaborazioni.
Vorrei specificare che in questo fine settimana sono apparse sui più importanti giornali turistici russi prime pagine che parlano e raccontano delle Marche, credo che già un effetto importante si stia vedendo con questa azione che abbiamo messo in piedi. Vorrei ricordare che quando abbiamo messo in piedi questa operazione era il mese di febbraio/marzo, sotto zona rossa, con circa 1.000 positivi al giorno.
In questo contesto siamo stati in grado di organizzare, anche per il grande supporto che mi è stato dato dal mio consulente, questo tipo di operazione. A breve farò avere ad ognuno di voi i riscontri sui più importanti giornali turistici russi, con le copertine di questo fine settimana.
Relativamente ai rapporti futuri con I'ATIM si specifica che il consulente continuerà a svolgere la propria azione di supporto nella forma già in essere, non avrà una relazione con ATIM, ma supporterà l’Assessore al turismo, che sono io, rispetto ad alcune tematiche, per le sue esperienze, per il valore aggiunto che perché negli anni ha accumulato una serie di relazioni, di esperienze, di conoscenze, che possono sostenere me nelle scelte ed indirettamente la nostra Regione rispetto alla capacità di costruire dei percorsi che migliorano le nostre performance turistiche.
Vorrei specificare una cosa sulla gratuità, il fatto che il consulente faccia un’esperienza a titolo gratuito credo che possa essere un valore aggiunto, non una cosa che ci penalizza. Se una figura decide di dare un supporto gratuitamente sicuramente non gli si può muovere una critica per questo. Ritengo che sia un valore per la nostra Regione, come già determinato con quanto è accaduto con l’educational tour con la Russia ed anche con le relazioni che stiamo intraprendendo con le Ferrovie sia svizzere che tedesche.
Vi ricordo in particolare che le Ferrovie tedesche arrivano a Rimini, non nelle Marche, non ci sono mai arrivate, precludendo una crescita importante, che è richiesta da tutte le città marchigiane. Addirittura ho ricevuto una telefonata dal Sindaco di Riccione che mi pregava di costruire questo tipo di opportunità perché vede preclusa la possibilità di una fermata delle ferrovie tedesche, visto che nelle Marche non sono mai venute.
Invece di chiedere perché il consulente gratuitamente ci dà una mano, chiediamoci per quale motivo le Ferrovie tedesche finora non sono mai arrivate nelle Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Ovviamente non sono soddisfatto, anzi, debbo dire che le risposte creano ulteriori dubbi sulle sue affermazioni.
Nulla da dire circa il fatto che formalmente questa scelta sia utilizzabile attraverso uno strumento tecnico esistente, nessun dubbio, però quando parla del curriculum vitae di questo signore lei non dice il vero perché ce l’abbiamo sotto mano e non c’è una sola esperienza in grado di poter legittimare … Questo signore svolge dal 2021 una attività di supporto alla Regione Sicilia, dal 2020 è componente di un Osservatorio regionale del turismo, dal 2017 è amministratore unico di un albergo, dal 2016 è stato Consigliere comunale di Fratelli d’Italia nel Municipio di Roma, e poi ci torneremo, nello stesso anno ha fatto parte di una attività di management per il Gruppo Hotel Domus, dal 2009 al 2010 componente Consigliere del Comitato scientifico per lo sport, nel 2008 faceva attività Matrimoniando Srl, nel 2004/2005 Consigliere del Comune di Ardea, le risparmio altro, arrivo alla fine, dal 1995 al 2017 è stato un dipendente alberghiero. Ora, se per lei questo è un curriculum vitae di una persona idonea ad affiancare il Presidente, l’Assessore al turismo della Regione Marche, abbiamo concetti di professionalità completamente opposti. Quindi, non ha un curriculum!
Mi chiedo come mai non sia stato fatto, e questo è un fattore culturale, un avviso pubblico per cercare di capire se nella Regione Marche non ci fosse gratuitamente un’altra figura, se del caso anche giovane, che potesse rivestire quel ruolo.
L’aspetto della gratuità è un’offesa alla dignità perché un primo consigliere del Presidente della Regione che svolge la sua attività gratuitamente legittima sospetti, se ci aggiungiamo poi che è il responsabile del Dipartimento di Fratelli d’Italia a Roma, capisce come tutto questo si salda dentro una logica.
Lei è una persona equilibrata, non riesco a capire, non ha spiegato perché non ha fatto un avviso pubblico e se non c’era nella Regione Marche uno straccio di giovane o di esperto che potesse consigliarla o affiancarla, penso che possa esserci anche vicino alle sue idee.
Lei ha motivato tutto questo cercando di coprire la figura del consulente, dicendo che ha già fatto cose inenarrabili, ha portato operatori turistici dalla Russia nelle Marche, ma lei sa quanti tour turistici ci sono stati non solo della Russia, ma dell’Europa del Nord, della Cina, portati dal Dirigente nelle Marche? Ce ne sono stati a bizzeffe, le assicuro che ce ne sono stati anche per esperienza diretta e le garantisco che le strutture dirigenziali del turismo nel passato hanno lavorato molto bene, peraltro trasversalmente rispetto al turismo, anche per la realtà socio-economica.
Mi chiedo: perché dobbiamo accettare che il primo consulente dell’Assessore al turismo … Sono tra quelli che l’avrebbe voluta solo Presidente perché so bene che cosa vuol dire rivestire un ruolo apicale, addirittura da Presidente della Regione rispetto ai temi, è evidente che lei non potrà e non sarà in grado di far fronte a tutto, mi rendo conto perché è impossibile, però nel suo equilibrio, che spesso le riconosco, avrebbe dovuto fare un gesto di grande attenzione e di rispetto verso la Regione a cui appartiene. Ancora confido, Presidente, perché la conosco e so quanto è equilibrato. Il suggerimento lei lo metterà nel secchio dell’immondizia, le dico di non essere prigioniero del suo partito, non sia prigioniero del poltronificio, non sia prigioniero dei ricatti che le vengono fatti rispetto ai ruoli, rispetto al consulente, la cui scelta è evidentemente un ricatto politico di appartenenza.
Interrogazione n. 185
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi
“Realizzazione Nuovo ospedale di Fermo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 185 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie Presidente. Grazie Consigliere per questa interrogazione che ci permette di portare un po’ di chiarezza su alcune vicende ricostruite in maniera, da quanto risulta dagli atti, non corretta su alcuni articoli di stampa.
In riferimento alla sua interrogazione, che riassumo nella volontà di verificare se c’erano le coperture economiche per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo, ho chiesto il deposito di una relazione perché rimanesse agli atti degli uffici della Regione Marche e le rispondo anche in relazione all’analisi di quegli atti che mi sono stati forniti, in merito ai quali ho chiesto puntuale chiarezza su alcuni aspetti che erano citati dalla stampa e che in alcuni casi apparivano già infondati per le procedure che la pubblica amministrazione richiede per la formazione degli iter amministrativi di cui stiamo discutendo.
A fronte delle notizie apparse sulla stampa locale, secondo le quali le procedure per l'affidamento dei lavori per la realizzazione dell'Ospedale di Fermo presenterebbero dei vizi e risulterebbero prive della necessaria copertura finanziaria si rappresenta che le stesse, dall'acquisizione degli atti, risultano non fondate e si precisa quanto segue.
L'accordo di programma Stato/Regione del 2010 ha previsto un finanziamento di 70.000.000 euro, dei quali 39.056.763,83 euro a carico dello Stato e 30.943.236,17 euro a carico della Regione Marche. La gara per l'appalto integrato della nuova struttura ospedaliera di Fermo è stata indetta con decreto dirigenziale n. 164 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 17 dicembre 2012 con il quale si attestava la copertura finanziaria per l'affidamento della progettazione esecutiva e dei lavori, le prestazioni e le forniture necessarie alla compiuta e funzionale realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Fermo. Con decreto dirigenziale n. 30 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 24 giugno 2016 è stata dichiarata l'aggiudicazione efficace della gara di appalto per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera in parola. Con lo stesso atto è stata attestata la copertura finanziaria dell'intero intervento, al netto delle prestazioni già erogate (liquidazione, progettazione preliminare e definitiva e spese relative agli espropri).
Gli ulteriori 30 milioni di euro sono stati essenziali per ottenere la copertura economica, per approvare la perizia di variante necessaria per effetto dell'aumento di posti letto per acuti (da 312 a 362), dei numerosi ritrovamenti archeologici, dell'adeguamento alle norme tecniche di costruzione 2018 (anche a seguito degli eventi sismici del 2016 che evidentemente hanno inciso anche sulla procedura), dell'adeguamento della normativa impiantistica, esigenze finalizzate al miglioramento dell'opera (tutto ben dettagliato nella perizia di variante approvata con DDPF 74 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 7 luglio 2020 e trasmessa all'ANAC nei tempi previsti).
Infine con DDPF n. 82 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 20 luglio 2020 si è proceduto ad approvare il progetto esecutivo aggiornato, successivo alla verifica effettuata dalla società Rina Check.
L'affidamento relativo ai lavori complementari di collegamento tra la nuova struttura ospedaliera di Fermo e la strada provinciale n. 219 è avvenuto ai sensi dell'articolo 57, comma 5, lett. a) del D.Lgs 163/2006, che di per sé è una procedura di affidamento prevista dal codice degli appalti citato.
Con nota prot. n. 0186004 del 19 febbraio 2021 è stato dato riscontro all'ANAC in merito alla richiesta di informazioni preliminari (fasc. ANAC 5454/2020), avviata a seguito di un esposto, trasmettendo una relazione dettagliata dell'iter tecnico/amministrativo e dell'intervento e relativi documenti a corredo della stessa.
In aggiunta con nota prot. n. 0187306 del 19 febbraio 2021 è stato dato riscontro all'ANAC in merito ad una ulteriore richiesta (fasc. ANAC 540/2020) di informazioni ex articolo 213 del D.Lgs. 50/2016, trasmettendo la relazione riepilogativa dell'iter di avanzamento dei lavori e relativi documenti a corredo della stessa. Ciò premesso, agli uffici non risultano indagini in corso.
Stando ai fatti e per quanto esposto si ritiene privo di fondamento quanto rilevato nella recente rassegna stampa in merito ai lavori di esecuzione del nuovo ospedale di Fermo, essendo stato condotto tutto il procedimento, così risulta dagli atti depositati presso questa Regione, nel pieno rispetto della vigente normativa in materia.
Qui finisce la ricostruzione tecnica sulla base degli atti, però vorrei informarla di qualcosa di più di ciò che ho verificato anche facendo sopralluoghi diretti e impegnandomi per velocizzare laddove possibile il cantiere in corso.
I lavori procedono in linea con il cronoprogramma, anzi siamo in un anticipo, questo ci permette anche di passare tranquillamente, anche per le maestranze, questo periodo estivo, continuando ad accelerare nel prossimo futuro la conclusione dei lavori. Non voglio anticipare nulla, ma diciamo che possiamo rimanere all’interno del cronoprogramma, quindi un ottimo esempio di funzionamento di un cantiere.
Lei chiede che cosa si intende fare per tutelare l’immagine della Regione Marche, nel mio stile le dico che la tutela migliore sarà consegnare la struttura alla comunità di Fermo, e dico anche di Amandola perché abbiamo una parte montana che ha diritto a vedere tutelato il proprio diretto alla salute, e migliorare i servizi. Procedere il più velocemente possibile alla consegna alle comunità di quei lavori sarà la migliore risposta ad ogni possibile tipo di strumentalizzazione o notizia fuorviante che è apparsa e appare sulla stampa.
La ringrazio, Consigliere, perché è stato il modo di fronte all’Assemblea legislativa di sottolineare come la correttezza degli atti porti anche ad una velocizzazione dei cantieri, che spesso, come avvenuto in altre esperienze, non sempre capita in Italia. E’ l’esempio, almeno da quanto risulta da tutti gli atti e dalle verifiche sui cantieri, di un procedimento che si sta sviluppando in maniera corretta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Lei sa con quanta forza ho voluto quella struttura per il mio territorio, noi l’abbiamo finanziata e la voglio ringraziare, l’ho scritto nell’interrogazione, perché lei ha fatto un sopralluogo, ha sostenuto quella struttura, come era suo dovere, ma non era scontato, e ha dato un bel segnale, di questo gliene do atto.
Ho fatto questa interrogazione perché non si poteva tacere di fronte a quello che è apparso sulla stampa ad opera di un improbabile giornalista d’assalto che poi scivola sulle bucce di banana, che non riesce neanche a guardare preso dal proprio delirio.
Se lei vede, quegli articoli sono una cosa delirante rispetto ai quali non si può tacere perché dietro a quelle accuse ci sono donne e uomini, come i funzionari e i dirigenti regionali, che hanno lavorato, lavorano e meriterebbero un encomio, secondo me.
Su questa struttura, lei pensi, non c’è stata una controversia, un ricorso, niente, tanto è puntuale e allora non si può tacere di fronte a quello che è stato scritto. Qui non ho il tempo di ripeterlo, ma quello che è più grave non è tanto l’opera di questo improbabile giornalista d’assalto, tra l’altro farò io … E’ vero che la migliore risposta è consegnare quell’opera, però è grave quello che è stato fatto, quindi, se ci saranno le condizioni, ripeto per l’ennesima volta che non ho mai fatto una denuncia in vita mia e non la farò mai, chiederemo i danni a quel giornale e a quel giornalista, lo voglio dire e spero che mi senta, se ci saranno le condizioni il ristoro dei danni verrà ovviamente devoluto in beneficienza.
Quello che è grave è un’altra cosa, e termino, lei ha confermato che c’è stato un esposto che poi si è rivelato infondato, tant’è che non ci sono le indagini. Gli esposti quando sono calunniosi, Assessore, non possono restare impuniti, gli esposti all’Anac o alle autorità non possono e non devono restare impuniti e la cosa più grave è che in questa vicenda il giornalista ha scritto e persone, esponenti politici, hanno dato credito a quelle insinuazioni. Lo ha fatto in modo sbagliato, e lo voglio dire, il Sindaco di Fermo, Presidente della Conferenza dei Sindaci, che subito da uomo coraggioso, da capitano coraggioso, non ha difeso gli uomini e le donne della Regione o la Regione, oggi l’amministrazione siete voi, ma ha detto che l’inchiesta non riguardava fatti del Comune di Fermo, la cosiddetta excusatio non petita accusatio manifesta per gli altri. Quindi, ha dato credito a quello ed esponenti della Lega hanno fatto una conferenza stampa in cui hanno dato credibilità a quell’inchiesta, e ci sono gli articoli di giornale. Questo non va bene, non va bene per i dirigenti e funzionari regionali che operano con diligenza per la realizzazione di quell’opera, non va bene neanche per lei che oggi, per volontà del popolo sovrano, ha raccolto l’eredità di quella che io definisco una delle più grandi opere pubbliche della Regione Marche d’inizio secolo, di cui lei per volontà ha raccolto l’eredità e le debbo dare atto che la sta gestendo molto bene e di questo la voglio ringraziare.
Proposta di legge n. 40
ad iniziativa dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Santarelli
“Istituzione del servizio di psicologia scolastica”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 40 dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Santarelli.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. L’approvazione della proposta di legge n. 40, oggi in discussione, che permetterà l’attivazione del servizio di psicologia all’interno degli istituti scolastici marchigiani, rappresenta una importante innovazione nel nostro sistema educativo, soprattutto è una risposta concreta della politica che mette al centro il benessere psicologico degli studenti e investe sullo sviluppo delle risorse del sistema educativo.
L’esperienza della pandemia nel suo drammatico impatto sulla salute sia fisica che mentale è stata per la scuola una vera emergenza nell’emergenza, che ha portato i ragazzi, anche i docenti, il personale scolastico, le famiglie a riadattare le proprie esistenze alle nuove regole dell’emergenza e a fare i conti con nuove paure, nuove lontananze ed isolamenti domestici, privandoli di quella componente della socialità che vede nella scuola una funzione importante, di crescita personale e relazionale, oltre che di apprendimento.
Studi sulla popolazione di preadolescenti e adolescenti hanno evidenziato la crescita del disagio con diffusione di livelli di ansia e depressione, ma anche difficoltà di concentrazione, noie, irritabilità, senso di solitudine, con un incremento dell’uso problematico dei social network.
L’approvazione di questa legge va allora nella direzione di fornire un aiuto concreto ai giovani ragazzi con la necessaria finalità di supporto alla dirigenza scolastica, al personale docente, non docente ed alle famiglie, non solo per la presa in carico delle difficoltà, di quelle situazioni di fragilità che se non intercettate aumentano le distanze sociali, ma secondo una logica preventiva di promozione del benessere e di pieno sviluppo della comunità scolastica.
Auspichiamo infatti che questa legge sia solo l’inizio di un percorso finalizzato al perseguimento di un maggior benessere psicologico in tutte le componenti del sistema scolastico, a partire dai ragazzi, ovviamente arrivando fino alle famiglie e a tutto il mondo che ruota intorno alla scuola.
Prima di entrare nel merito del testo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, dal Consigliere Ausili, che è il primo firmatario della proposta e con il quale abbiamo lavorato per tradurre in legge un bisogno forte che ci arrivava da molte parti, a tutti i membri della Commissione, al personale, alla Segretaria della Commissione, alla Dirigente ed anche all’ordine degli psicologi per la preziosa collaborazione e il confronto, oltre a tutti gli uffici regionali.
Un ultimo un ringraziamento voglio farlo anche ai ragazzi di Gioventù nazionale per avermi coinvolta nell’affrontare questa delicata ed importante tematica.
Un riferimento importante sul quale ci siamo mossi viene anche dal protocollo di intesa che è stato stipulato fra il Ministero dell’istruzione e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi alla fine del 2020, per favorire il supporto psicologico a seguito della pandemia e per il perdurare del periodo emergenziale legato non solo ai ragazzi, ma anche al personale scolastico, alle famiglie ed agli studenti.
Entriamo ora nel merito dell’articolato del nostro testo normativo.
La Regione istituisce con le finalità di questa legge il servizio di psicologia scolastica che si configura come un insieme coerente di attività psicologiche integrate e coordinate fra loro relative a tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola.
Il servizio di psicologia scolastica opera in coordinamento e collegamento con altri protocolli e progetti attivi, con gli interventi degli altri professionisti e dei CIC, ricordati prima. Il protocollo di intesa che ha fatto si che alcuni istituti anche marchigiani potessero attivare questo tipo di procedura, c’è già la presenza da diversi anni dei Cic all’interno delle scuole che però sono focalizzati sulla prevenzione ed il contrasto delle dipendenze, hanno un focus ben preciso. All’interno della Commissione abbiamo potuto vedere come questa tipologia di interventi vada a coprire purtroppo solamente il 40-45% degli istituti marchigiani.
Quindi, un servizio che si coordina con ciò che già il territorio offre, fatte salve le rispettive competenze e provvedendo nel caso si presenti la necessità di effettuare invii ai servizi pubblici competenti. Abbiamo la presa in carico che deve essere fatta ovviamente da parte delle strutture sanitarie presenti nella nostra regione.
Il servizio di psicologia scolastica è finalizzato alla promozione della salute e del benessere psicofisico di allievi, genitori, insegnanti, dirigenti, personale ATA ed educativo che opera all’interno del sistema scolastico, contribuisce al miglioramento della vita scolastica; consolida ed accresce la qualità dei percorsi formativi; supporta le istituzioni scolastiche e le famiglie nello svolgimento delle loro funzioni educative, ognuno per le proprie competenze; programma anche attività di formazione rivolta alle varie aree del nostro sistema scolastico.
Il servizio di psicologia può essere previsto, sempre d’intesa con le istituzioni scolastiche, nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Il focus, i compiti, le attività verso cui si rivolge questo servizio riguardano tre diverse tipologie: interventi rivolti agli allievi, che riguardano sportelli di ascolto, attività di sostegno all’orientamento, sviluppo delle competenze, sostegno allo sviluppo cognitivo, affettivo ed emotivo, contrasto al bullismo e al cyberbullismo, attività che purtroppo sappiamo essere in crescita all’interno del nostro sistema scolastico; interventi rivolti agli insegnanti, ai dirigenti, al personale ATA ed educativo per promuovere e valorizzare il ruolo e la professione, dare anche un supporto nella gestione dei bisogni educativi speciali; infine, interventi rivolti alle famiglie per chiudere un quadro sinergico dei soggetti coinvolti, con la promozione delle competenze genitoriali e della partecipazione delle famiglie in ordine alla corresponsione educativa.
I criteri che abbiamo voluto individuare per l’organizzazione del servizio di psicologia scolastica fanno capo alla struttura del Servizio istruzione della Regione, che lo organizza d’intesa con l’Asur, con le istituzioni scolastiche e con il supporto e la collaborazione del Comitato tecnico scientifico, che è stato predisposto nei seguenti articoli.
La Giunta regionale ha 120 giorni, dopo l’approvazione di questa legge, per adottare un regolamento attuativo per l’organizzazione del servizio. Il regolamento dovrà organizzare il servizio territorialmente tramite la realizzazione di convenzioni con psicologi con specifiche competenze e iscritti all’ordine. A tal fine sarà la Giunta a predisporre un elenco attraverso una procedura di evidenza pubblica.
Le scuole possono richiedere ulteriori attività rispetto a quelle convenzionate e programmate assumendo a proprio carico la spesa aggiuntiva.
Il Comitato tecnico è istituito sempre presso il Servizio regionale istruzione ed è rappresentato e composto dalle seguenti figure: un rappresentante dell’Asur, un rappresentante degli studenti, un rappresentante degli insegnanti, un rappresentante della dirigenza scolastica, un rappresentante del personale tecnico o amministrativo e ATA, un rappresentante degli educatori professionali, tre psicologi esperti in psicologia scolastica e un dipendente della struttura regionale competente, che è quella dell’istruzione. Il Comitato si riunisce semestralmente o quando se ne presenti la necessità.
La Giunta regionale invia alla Commissione competente una relazione annuale sugli effetti e sul monitoraggio della legge che, abbiamo detto, ha una durata sperimentale di tre anni.
Abbiamo voluto inserire, e ringrazio la Commissione, la clausola valutativa per monitorare gli effetti della legge nel corso degli anni.
Sono questi i criteri che la Commissione ha voluto prevede e che abbiamo recepito.
Verranno monitorati: il numero complessivo degli istituti scolastici presenti nel territorio che hanno previsto di istituire il servizio di psicologia scolastica, divisi per tipologia; il numero complessivo degli utenti che si rivolgono al servizio all’interno del mondo scolastico; l’ammontare delle risorse stanziate nel periodo di riferimento, infine la Giunta renderà accessibili i dati e le informazioni raccolte per l’attività valutativa e il Consiglio regionale renderà pubbliche le risultanze di questa fase sperimentale, stabilita all’articolo 5.
La durata di questa sperimentazione è prevista per un triennio, un tempo utile per organizzare il servizio e poter trarre anche un numero congruo di dati per valutare l’incidenza del servizio stesso.
Alla parte finale, che è quella finanziaria, voglio dedicare alcune riflessioni. Abbiamo previsto per l’anno 2021 una dotazione finanziaria di 50.000 euro, sono le risorse che siamo riusciti a reperire nel momento in cui abbiamo presentato la proposta di legge. Ringrazio anche l’Assessore al bilancio Castelli con il quale ci siamo confrontati, nella consapevolezza che queste risorse non sono certamente sufficienti a dare le risposte ad un bisogno così importante che riguarda molti soggetti.
Oggi abbiamo voluto l’iscrizione d’urgenza anche perché il lavoro fatto in Commissione serve per avviare un percorso che noi reputiamo non solo virtuoso, ma importante e necessario. Lo facciamo aggiungendo quella che voglio definire una goccia nel mare delle altre attività che ho elencato prima, quelle dei Cic, del Ministero con l’accordo con l’ordine degli psicologi, per andare a coprire una realtà che oggi purtroppo è rimasta scoperta a fronte di una impennata della necessità e della criticità che c’è anche del nostro sistema.
In Commissione abbiamo fatto uno dei primi approfondimenti sulla salute mentale, certamente c’è un bisogno che penso venga riconosciuto all’unanimità anche dalla componente della Commissione sanità. E’ un punto di partenza, ma sappiamo che verranno dedicate ulteriori risorse. Questo è un impegno che abbiamo preso e che ci vedrà partire con i progetti che potranno essere finanziari con i 50.000 euro all’inizio dell’anno scolastico, alla fine del nostro anno solare, del bilancio, certamente ci potrà essere un incremento economico. Nel proseguo dell’anno scolastico e nel prossimo anno solare si potranno incrementare le risorse e così attivare nuovi progetti in ulteriori istituti.
Credo nell’importanza della sinergia, che è nata all’interno di questa proposta di legge sia con le componenti che hanno apportato un contributo che con il mondo che opera all’interno della scuola.
Ritengo che questa sia una legge importante, auspico un’approvazione all’unanimità perché il bisogno è stato riconosciuto da tutti come impellente.
Questo atto ci pone come una delle prime Regioni che interviene in questo senso, dando un segnale importante e virtuoso di attenzione ad un bisogno e ad una fragilità che purtroppo la pandemia ha accresciuto, ma che è tipica di una età in evoluzione e di coloro che ne sono a contatto.
Penso che facciamo un servizio importante alla nostra comunità con questo primo importante passo verso il benessere psicofisico degli studenti ed anche di tutto il mondo che ruota attorno a queste nuove generazioni, che sono il futuro delle Marche e dell’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. La proposta di legge sulla psicologia scolastica, di cui discutiamo oggi, ha sicuramente un’ambizione molto importante, trasformare il ruolo dello psicologo a scuola, da quello dell’occupante occasionale di uno sportello a una figura …
PRESIDENTE. Chiedo silenzio in Aula, altrimenti diventa difficile seguire l’intervento.
Simona LUPINI. Con questa proposta auspichiamo la trasformazione dello psicologo scolastico, che oggi è un po’ una figura non solo occasionale e che va a progetto, ma distribuita in modo non uniforme sul territorio regionale, in una figura che vive in maniera organica nella comunità scolastica, che può anche diventare, cosa che sarebbe davvero auspicabile, un punto di riferimento per tutto il mondo della scuola, insegnanti, personale amministrativo, educatori, personale ATA, soprattutto per i ragazzi e le ragazze. Potrebbe essere un elemento che lavora e agisce costantemente per supportare lo sviluppo e affiancare le famiglie nella crescita dei nostri futuri cittadini e cittadine.
Prima di essere una donna in politica, sono una psicologa, oggi rivesto una moltitudine di ruoli e proprio per questo devo riconoscere con piacere che si tratta di un segnale di attenzione importante da parte di questa maggioranza sia per la scuola, e mi sembra necessario visto anche quello che ha dovuto vivere in questi due anni di pandemia, che per il benessere psicofisico e la salute mentale, che ci stanno particolarmente a cuore.
E’ vero che il Covid ha sottolineato fortemente il disagio, ma è pur vero che chi ha lavorato tanti anni nelle strutture pubbliche sa che la collaborazione tra enti ed istituti è quanto meno necessaria, anche prima del Covid. Se la pandemia e i problemi possono insegnare qualcosa questa è l’occasione, in questa Assemblea, per imparare quanto sia fondamentale investire nel benessere biopsicosociale, credo che sia un’occasione importante nonostante tutte le difficoltà della scuola.
Tuttavia dobbiamo essere onesti, come lo siamo stati in Commissione in cui, più volte l’abbiamo detto, c’è una grande possibilità di confronto e si lavora in modo davvero serio e di questo diamo merito alla Presidente, però, come ho già fatto presente, sono necessarie, al di là del segnale d’attenzione, le risorse. La Presidente riconosce che in questo momento, non è la prima volta che lo fa, 50.000 euro possono essere solo un inizio, noi però vorremmo un impegno formale rispetto ai due anni che ci attendono perché questo possa diventare un servizio strutturato nella scuola, fruibile per tutti gli istituti scolastici di tutta la regione, anche per i paesi delle aree più interne, delle aree montane o delle aree per qualche motivo disagiate che forse finora hanno avuto minore facilità di fruizione dei servizi.
Dobbiamo assicurare che questo tipo di servizio possa coprire effettivamente tutta la regione, dobbiamo stare molto attenti a non sovrapporre l’idea di una riforma, di una proposta di legge, ad un bel progetto pilota che se non finanziato potrebbe rimanere fine a se stesso, un bel tentativo. Qui stiamo parlando di una riforma, di una proposta di legge che andrà a favore anche di chi verrà nel futuro nel mondo della scuola.
Il tema del disagio giovanile è stato sottolineato anche nelle audizioni in Commissione, che sono state molteplici e con tanti rappresentanti del mondo che ruota attorno alla scuola, tutti hanno ribadito la necessità di combatterlo. I nostri giovani e giovanissimi lo stanno manifestando con delle buone armi, dobbiamo combattere questa guerra rispetto al disagio, alla sofferenza, ai problemi di salute mentale dei nostri giovani, con le giuste armi, dobbiamo essere molto attrezzati e questo può essere uno degli strumenti.
Cosa si può fare con un buon servizio di psicologia scolastica? Ci tengo molto ad entrare un po’ nel merito perché non vorrei che si facesse confusione tra la cura e l’intervento di primo livello, che comunque è fondamentale per il mondo della scuola. Si può lavorare molto contro l’abbandono scolastico, che sappiamo essere una piaga delle nostre realtà scolastiche degli ultimi tempi, dobbiamo ostacolare il fenomeno dei neet. Chi si occupa di salute mentale sa che è uno dei problemi che chi amministra si trova a dover affrontare. Quali sono le azioni? Si può lavorare con il gruppo classe e credo che sia bene sottolineare quanto sia importante non lavorare solo sul singolo, ma sulla classe come gruppo e in questo uno psicologo esperto …, perché gli psicologi devono essere selezionati in base alle competenze specifiche, rispetto alla psicologia scolastica, che non è cosa da poco, ci vuole una buona esperienza ed una buona preparazione proprio perché possiamo coadiuvare gli insegnanti, che hanno un ruolo ben specifico, ma fanno un altro mestiere - ci tengo a non sovrapporre le competenze e le professionalità che sono e nascono in modo distinto - nella gestione delle dinamiche del gruppo classe, andando ad ostacolare fenomeni di bullismo, cyberbullismo e tutto quello che comportano. Qui abbiamo anche degli insegnanti che sanno bene di cosa sto parlando, la Consigliera Ruggeri viene proprio da quel mondo e penso che in questo momento stia pensando a quanto può essere utile un servizio del genere se ben fatto e ben strutturato.
Possiamo andare a lavorare anche con le famiglie, non lavorando con una famiglia alla volta, laddove dovesse emergere una problematica specifica, con dei progetti di supporto alla genitorialità e di confronto con le famiglie sulle tematiche emergenti. Ci tengo particolarmente a evidenziare che intercettare dei casi problematici, che poi necessitano di cura e di presa in carico, non è l’unico fine di questo intervento, di questa proposta di legge.
Noi abbiamo la buona esperienza dei Cic, un servizio che è già in alcune scuole, non in tutte purtroppo, che fa capo al Dipartimento per le dipendenze patologiche ed ha già una conoscenza sul campo. Dall’audizione dei Cic abbiamo appreso che diventa difficile una volta intercettato il caso singolo fare un invio curato perché, come diciamo sempre, nei servizi pubblici non ci sono il numero sufficiente e la modalità sufficiente di utilizzo dei professionisti della salute mentale. Su questo anticipo che il gruppo del Movimento 5 Stelle depositerà un ordine del giorno perché vorrei fare un approfondimento specifico sull’eventuale presa in carico e cura.
La faccio breve, ma ci tenevo ad entrare nel merito perché il lavoro di equipe è qualcosa sulla quale io e la mia collega crediamo tantissimo, ogni professionalità se inserita nella giusta equipe può dare il massimo e i nostri ragazzi e ragazze, insegnanti e famiglie potrebbero avere un buon servizio, chiaro, per offrirlo a tutti i territori e non creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B, e questo lo sottolineeremo sempre, ci vogliono le risorse. Quindi, noi aspetteremo di capire quali garanzie ci possono essere date e si possono dare ai nostri ragazzi e ragazze per gli anni della sperimentazione. Direi che la fase sperimentale deve essere piuttosto breve perché abbiamo delle realtà virtuose che conosciamo bene, ne cito solo una, quella di Fermo che ha 10 anni di esperienza di psicologia scolastica, che credo possa fare da buona prassi da distribuire in modo omogeneo su tutto il territorio.
Aspettiamo di vedere nel bilancio cosa la Giunta ci propone per coprire questo servizio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Credo che questa proposta di legge sia molto importante. Iniziamo a concepire il sostegno psicologico come parte integrante della formazione, soprattutto in un periodo storico in cui i nostri ragazzi sono stati sottoposti a fortissime pressioni psicologiche, con limitazioni e stravolgimenti della quotidianità.
Penso che integrare lo psicologo scolastico nel sistema educativo possa rappresentare un valore aggiunto nella formazione dei ragazzi e migliorare la condizione di lavoro del personale scolastico tutto, a partire dai docenti. Questo di riflesso favorisce anche una maggiore integrazione fra il sistema scuola e la famiglia, non dimentichiamo infatti che i nostri ragazzi sono bersagliati da rischi e pressioni, alcune delle quali, come il bullismo, si verificano anche tra i muri scolastici.
Quindi, il gruppo di Forza Italia è favorevole a questa proposta di legge e prossimamente quando faremo il bilancio di previsione o l’assestamento dovremo dedicare a questo atto risorse importanti, così come ha detto la Consigliera Lupini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Mi farebbe piacere se fosse presente la relatrice di maggioranza soltanto per uno scambio …
Presidente, quando ero Assessore la scorsa legislatura alcuni psicologi delle Marche mi chiesero da valutare se ci fossero le condizioni per una legge molto simile a questa, poi passò del tempo e non se ne fece più nulla.
Una legge che ha indubbiamente i suoi elementi di interesse, il servizio di psicologia scolastica specialmente di questi tempi è quanto meno opportuno, però noi dobbiamo valutare un aspetto. Io non anticipo quello che sarà il mio voto, che ovviamente sarà coerente con le decisioni del mio gruppo, dico però che questa legge ha indubbiamente degli elementi di interesse, il problema però è valutare, lo dico alle due relatrici, se questa legge invade competenze altrui, la competenza delle istituzioni scolastiche e dello Stato in siffatta materia.
La riforma costituzionale n. 3 dell’ottobre 2001 ha delineato un nuovo sistema delle competenze e per quanto riguarda l’istruzione dobbiamo sapere, colleghi, che c’è una competenza funzionale della scuola in sé, dell’istituzione scolastica, prevista dalla Costituzione. Ad esempio il comma terzo parla di legislazione concorrente tra Stato e Regione, questo è un passaggio delicato, ma decisivo, si parla di istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Pensate che qui c’è proprio una attribuzione, che si chiama autonomia funzionale alle istituzioni scolastiche, che non può essere invasa e sappiamo perché.
La scuola è autonoma per eccellenza, l’insegnamento è autonomo per eccellenza e la Costituzione ci dice che c’è questa autonomia e indipendenza, è evidente che questo attiene anche alla competenza perché se sono autonomo in una funzione e mi viene invasa, la mia autonomia va a farsi friggere.
C’è poi un altro aspetto, la materia dell’istruzione è riservata allo Stato. Ai sensi dell’articolo 117 lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: “n) norme generali sull’istruzione”, qui lo dico anche all’Assessore al lavoro dove la Regione ha competenze in materia di formazione professionale, e “m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Perché dobbiamo legare la lettera n) con la lettera m)? E’ evidente che il benessere psicofisico degli alunni, definiamolo così, è un diritto civile e sociale e su questa materia può legiferare esclusivamente lo Stato insieme all’istruzione. Dove può legiferare la Regione? In materia di istruzione concorrente, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Nelle materie di istruzione concorrente la potestà legislativa spetta alle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, che è riservata alla legislazione dello Stato.
C’è addirittura un’altra norma di chiusura, lo dico anche all’altro Assessore, l’articolo 116, terzo comma, ci dice che ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie dell’articolo 117, possono essere attribuite alle Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata. Questa è la norma di chiusura, perché, che cosa dice? Il 117 prevede che in certe materie può legiferare solo lo Stato, prevede poi le materie concorrenti, salvo i principi generali dello Stato e qualora la Regione voglia una legislazione esclusiva la può avere, ma deve chiedere e deve esserle attribuita con legge dello Stato.
Tutto questo ambaradan lo evidenzio perché ancora una volta non ci possiamo trovare, stiamo attenti, a legiferare su una materia riservata alla competenza dello Stato, una materia che può invadere altre competenze, come l’autonomia dell’istituzione scolastica, ad esempio l’Ufficio scolastico regionale ha una sua autonomia, come gli insegnanti.
Che dire? Stiamo attenti, ho fatto questa premessa, lo dico ai due relatori, perché stamattina, chiedo scusa, in fretta e furia, visto che ieri siamo stati impegnati con la Svem e l’altro giorno con un’altra proposta di legge, ho presentato degli emendamenti che vanno nella direzione - prego i relatori di vederli bene, poi li spiegherò - di attenuare questo possibile contrasto, per me quasi certo, altrimenti rischiamo che anche questa legge possa essere impugnata per violazione dell’articolo 117 lettere n) e m).
Ad esempio c’è un emendamento soppressivo all’articolo 2, comma 1, lettera b). Tra le attività: interventi rivolti agli allievi, interventi rivolti agli insegnati, ai dirigenti, al personale ATA ed educativo, viene indicata la promozione e valorizzazione del ruolo e della professione, ma stiamo scherzando? Lo dico all’Assessore, non si può, su questi temi c’è l’autonomia per eccellenza, l’insegnamento è autonomo e indipendente, non si può scrivere una cosa del genere perché invade, come in questo caso, l’autonomia dell’insegnamento. Allora, presento degli emendamenti correttivi, che poi spiegherò, che dal mio punto di vista, se mi posso permettere, rendono il testo più accettabile in quanto, ripeto, il testo e le finalità sono di indubbio interesse.
Valutiamoli bene, ovviamente alla fine in base all’esito e all’atteggiamento su questi emendamenti esprimerò il mio voto, che sarà, lo dico fin d’ora, coerente con quelle che sono le decisioni del mio gruppo al quale appartengo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, le osservazioni e le considerazioni che si possono fare su questa proposta di legge sono diverse, però voglio ribadire, lo dico alla Presidente, ai Consiglieri ed anche alla Vicepresidente, che è stata protagonista indiscussa di questo lavoro, quello che abbiamo detto in Commissione, Presidente Leonardi, e che mi trova concorde con il Consigliere Cesetti che mi ha anticipato.
L’idea di una legge sulla psicologia è un’ambizione di questo Consiglio regionale e un obiettivo accettabile. Le ragioni sono evidenti, in precedenza, già prima del Covid 19 c’era un quadro sul sistema di prevenzione dell’aspetto psicologico che riguarda: le sostanze stupefacenti, l’alcol, il grave tema dei ragazzi che vengono coinvolti e affogati all’interno del sistema delle macchine elettroniche per il gioco, la ludopatia. Aspetti psicologici che anche prima del Covid 19 erano problematici non solo in questa regione, ma direi nell’intero Paese. Su questo purtroppo la sanità complessivamente non è stata adeguata, non ha risposto in maniera appropriata e su queste criticità la vicenda del Covid è arrivato come un ciclone, come un tornado. Chi ha la fortuna e l’opportunità di famiglie con ragazzi giovanissimi può aver sperimentato quotidianamente quello che ha prodotto.
L’idea dei presentatori della legge che, se interpreto bene, si pone il tema di affrontare la questione, la patologia, la psicologia dei ragazzi giovani, uso termini impropri, ma credo comprensibili, è assolutamente condivisibile. Certo che una Regione, una Assemblea legislativa che ha questo ambizioso progetto, deve avere anche l’ambizione, almeno secondo la mia opinione, di fare una legge seria, non perché questa non lo sia, che affronti le criticità e i nodi che una scelta legislativa come questa comporta.
Uno lo ha accennato il Consigliere Cesetti e lo ricordo anche nelle audizioni, noi entriamo in una competenza non nostra, allora questo rapporto va regolato, disciplinato, sciolto, concordato, gestito insieme a chi la competenza ce l’ha, il Ministero attraverso l’Ufficio regionale.
La seconda criticità, lo dico perché il Consigliere Cesetti ha accennato a questo, è che noi abbiamo già un servizio che dovrebbe occuparsi di questo, della psicologia dei giovani, è il Cic, il centro informazione e consulenza, attraverso le attività delle Aree vaste e dei relativi responsabili.
Noi abbiamo audito in Commissione, con molta attenzione, i responsabili dei Cic, che ci hanno segnalato problematiche, accanto ad evidenti risultati positivi. E’ chiaro che c’è un tema di risorse, un tema di gestione successiva rispetto all’attività di supporto. Che cosa voglio dire? Se proviamo a spogliarci di una situazione di appartenenza, bisogna capire esattamente qual è il percorso, la filiera che porta dalla segnalazione del disagio psicologico alla cura, all’intervento rispetto al giovane. Oggi i Cic ci dicono che da questo punto di vista abbiamo delle lacune, ma c’è un elemento, l’attività della Regione, la competenza regionale, si innesta rispetto alla competenza funzionale in relazione all’attività dei Cic. Questi sono due aspetti estremamente importanti da coordinare e da integrare.
Il terzo elemento riguarda l’entità del finanziamento. Una legge che ha l’ambizione, per me riconosciuta, con lo spirito sperimentale, io stesso ho usato questo termine in Commissione, di prendersi cura, di farsi carico, di essere protagonista … Su questo tema il legislatore deve essere serio, non può fare secondo me leggi di bandiera, perché questa così com’è è una legge di bandiera. Lo dico con rispetto perché il fondamento, Presidente Leonardi, glielo ribadisco, poi si è tradotto in una mia proposta …, perché una legge seria e la volontà di poter andare a incidere veramente, soprattutto dopo il Covid, vuol dire scegliere di investire su questa attività qualcosa di importante. E’ una scelta politica, signori Consiglieri, che si trasforma concretamente in una scelta di risorse destinate a quello. La domanda che mi farei se fossi al Governo della Regione Marche sarebbe: vogliamo essere seri nei confronti dei cittadini e dei giovani marchigiani e delle famiglie oppure no?
Se siamo seri scegliamo - questo è necessario per chi governa - qualche volta occorre fare scelte, di investire 500.000 euro, non dico una cosa a caso, e di rafforzare il settore della cura, della presa in carico dei giovani. E’ una scelta, i 500.000 euro si debbono trarre dal … Questa è la scelta forte dal punto di vista politico e mi avrebbe trovato d’accordo.
Il secondo elemento, Presidente, Consiglieri e componenti della Commissione, è il coordinamento perché noi non possiamo rischiare di sovrapporre e confondere rispetto a questo. Cito il nostro caro Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, rappresentante del Ministero, e lo cito non certo perché condivido quello che ha detto, ha fatto un intervento in audizione inconcepibile perché ha detto: “Scusate, ma che volete, questa attività la fa già la scuola”. Non solo, nel vostro articolo 1 ha evidenziato che si presuppone la presenza di docenti, che non sono autorizzati a partecipare. Questo per farvi capire. Io non condivido quella impostazione, lui ha messo un muro rispetto a questo ragionamento, che è sbagliato, ma seppure sbagliato l’intervento che chiude come un muro, noi dobbiamo essere capaci di raccordare, coordinare e coinvolgere, questo sì. L’intervento del Consigliere Cesetti è stato estremamente puntuale rispetto alle competenze funzionali, queste sono un po’ le mie ...
C’è un’altra considerazione che voglio fare, che peraltro ci dobbiamo porre se vogliamo affrontarla seriamente, che riguarda l’attività corporativa - anche gli avvocati sono corporativi - degli psicologi. Lo dico perché in audizione ho ascoltato con molto interesse l’intervento del Consigliere Pasqui, che in un’ottica non polemica, propositiva, di conoscenza ha detto perché gli psicologi e non i pedagogisti? Guardate, non è un’osservazione banale o ingiustificata, è un’osservazione puntuale nell’approfondimento del tema, a questa domanda, direi un po’ semplicemente e rapidamente, non si è risposto: “Cosa sta dicendo!”, ma insomma …
C’è una legge della Lombardia su questo tema che fa riferimento anche ai pedagogisti, ovviamente lo dico per mettere non elementi di criticità o di polemica, lo dico perché l’impressione che noi abbiamo, per chi ha vissuto l’approfondimento di questo tema, attiene al coordinamento. Attenerlo, riguardarlo, connetterlo al coordinamento vuol dire chiedersi da un lato quando si prende in carico il giovane, chi lo prende in carico e cosa succede dopo. Questi sono i tre passaggi, il primo coinvolge i probabilmente i docenti, che sono il front office dei giovani, poi gli psicologici che vengono coinvolti e in terza battuta …, non è chiaro e questa è una lacuna della legge, cosa avviene dopo? E qui si innescano una serie di dubbi e altro.
Il secondo elemento chiave è il coordinamento, che cosa fa il Cic? Che cosa fa questa legge? Che cosa fanno i progetti ministeriali? A mio modesto parere credo che un elemento fondamentale per affrontare seriamente questa legge sarebbe stato quello di capire, coordinare, uso questo termine, Presidente Leonardi, e maturare meglio questa scelta. Ecco perché avevo chiesto ai componenti della Commissione di prendere del tempo, paradossalmente in contrasto … Sono d’accordo con le sollecitazioni del Consigliere Ciccioli circa il fatto che questa legge potrebbe aiutare a partire, non ci riusciremo se la voterete. In ogni caso credo che per una legge migliore, per una legge che affronti i temi che secondo me esistono sulla base di quelle osservazioni che ho svolto, avremmo dovuto essere più ambiziosi, soprattutto lavorare di più sui contenuti riconducibili alle criticità, che avevo segnalato. Ecco perché a mio modesto parere questa norma suscita tantissime perplessità nella scelta, poi maturata, che è venuta a cadere nella legge, saremmo riusciti a fare meglio se ci fossimo presi quel tempo necessario per fare una legge al servizio dei giovani. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Come primo firmatario sottoscrivo totalmente quello che è stato detto dalla Presidente relatrice di maggioranza Consigliera Leonardi e anche dalla relatrice di minoranza Consigliera Lupini, sono invece deluso da quello che ho sentito negli interventi dei Consiglieri del Partito Democratico. Sicuramente non penso che quelle osservazioni siano state mosse da un certo rimorso per non essere riusciti al tempo ad addivenire ad un risultato simile, non lo penso.
Credo che ci siano delle autentiche argomentazioni comprensibili, ma non condivisibili, alle quali proveremo a rispondere con delle controargomentazioni. Mi auguro che alla fine prevalga qualcos’altro rispetto allo spirito di parte, prevalga il senso etico, l’impegno politico, sociale, affinché la Regione possa dare nella maniera più condivisa possibile il proprio contributo, che è sicuramente limitato perché è inevitabile che lo sia, ma che è pur sempre un contributo nel tentativo di rispondere ad alcuni processi che sono generali e che sul nostro territorio allungano delle ferite notevolissime. Mi sto riferendo ad esempio a ciò su cui si fonda questa proposta, al fatto che noi viviamo anche nella nostra comunità, nel nostro territorio, una evidente crisi educativa alla quale bisogna rispondere urgentemente. Una crisi educativa che affonda le sue radici nella crisi di quelli che sono gli istituti tradizionalmente vocati all’educazione, penso alla crisi che sta attraversando la famiglia, la scuola, che non fa solo istruzione, ma può e deve fare anche educazione. L’educazione passa attraverso uno sviluppo completo dei giovani, che riguarda l’aspetto emotivo, affettivo, sociale, cose che si sono andate perdendo in questi anni, soprattutto negli ultimi mesi a causa di una emergenza sanitaria che ci richiama ad un intervento di emergenza. Altro che rifiutare l’urgenza di questo atto determinata dal fatto che sono state prese delle scelte discutibili.
La didattica a distanza, ad esempio, ha compromesso questa forma di sviluppo sociale, Giorgio Agamben, per citare un filoso contemporaneo, parla in una sua recente pubblicazione di abolizione dello spazio pubblico e dei rapporti sociali in questi ultimi mesi, altro che assenza di urgenza.
Quello che ci deve far riflettere è l’esito del protocollo, che è avvenuto negli scorsi mesi tra Miur e Cnop, citato dalla Presidente Leonardi, ovvero tra Ministero dell’istruzione e Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi. In questi giorni è uscito un report di questa attività, che rileva come anche nel nostro territorio ci siano dei segnali davvero tremendi, ansia e stress rilevati in maniera sempre crescente. Quello che più ci spinge a preoccuparci, che spero spinga tutta l’Aula, è la difficoltà a relazionarsi come prima, il fatto che in questi mesi possa essere comparso uno spartiacque tra un prima e un dopo è davvero qualcosa di terribile sul quale noi dobbiamo dare urgentemente il nostro contributo.
Il rischio, come avverte il Cnop, è che alcuni disagi si strutturino in realtà nel tempo, che possano consolidarsi e determinare una frattura tra un prima e un dopo, che politicamente dobbiamo affrontare nelle nostre possibilità, con le nostre competenze, senza dubbio.
Mi auguro che alla fine, nonostante le osservazioni, si possa credere in questo strumento, che sicuramente può essere migliorato, attraverso il quale possiamo fare bene insieme all’intera comunità scolastica, scuole pubbliche e scuole paritarie, comunità scolastica nella sua interezza perché parliamo di alunni, insegnanti, dirigenti, personale ATA ed educativo e finanche di famiglie.
Veniamo alle osservazioni. Sulle competenze, Consigliere, possiamo rispondere così, il servizio di psicologia scolastica è assai consolidato nella normativa italiana, numerose sono le leggi regionali che vanno in questo senso. La Regione Marche con questa proposta di legge sarà una tra le prime, è vero, a istituire un servizio del genere, ma già altre Regioni lo hanno istituito da tempo e questo servizio sta funzionando senza particolari rischi, senza particolari inciampi. Oltretutto sul tema della psicologia scolastica è venuto il sostengo del Miur nel momento in cui è andato a stilare quel protocollo, a cui ho fatto riferimento prima, con l’ordine nazionale degli psicologi.
Competenze professionali, non credo, noi dobbiamo ricordare sempre, lo dico da insegnante, che nella scuola la centralità non la deve avere l’insegnante, ma l’alunno, se ricordiamo questo possiamo ben capire quanto importante sia il concorso di competenza affinché quell’alunno possa essere sostenuto in tutta la molteplice strutturazione della sua personalità, quindi, l’ingresso di figure professionali diverse è sicuramente dal nostro punto di vista arricchente.
La sovrapposizione rispetto ad altri servizi, questo è un tema in realtà di cui abbiamo dibattuto a lungo, come a lungo abbiamo dibattuto in questi mesi di tutti i temi per addivenire ad una legge seria e matura. A questo punto mi tocca ripetere quello che abbiamo detto tante volte, la sovrapposizione è un falso rischio perché siamo davanti ad una diversità di servizio. Il servizio di psicologia scolastica è qualcosa di particolarissimo ed è rivolto ad una platea, come dicevo prima, molto vasta, che ha a che fare con l’intera comunità scolastica, non si risolve in uno sportello per gli alunni, ma si rivolge alle famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale. Il richiamo a non provocare alcuna sovrapposizione, oltretutto, è finanche nel testo normativo detto a chiare lettere.
Se per un momento usciamo dalla nostra comprensibile, ma non condivisibile, dialettica politica ed entriamo nella realtà delle cose, vediamo come è davvero impossibile immaginare una sovrapposizione nel momento in cui nella stragrande maggioranza degli istituti scolastici della nostra regione non c’è alcun servizio ed il fatto che non ci sia alcun servizio spero spinga qualcuno a meditare sull’urgenza di questo intervento e sul fatto che debba essere in qualche modo sostenuto.
Condivido, come abbiamo condiviso sempre, Consigliere, il richiamo a maggiori risorse, devo dire che quando le forze di minoranza insistono su questo punto ci fa piacere perché è evidente che se vogliono più soldi in una legge vuol dire che l’approvano e questo ci riempie di orgoglio.
Per quanto riguarda la controargomentazione è veramente ridondante ripetere ancora quello che è stato detto, pochissimi minuti fa la Presidente Leonardi ha detto che c’è un impegno importante nei prossimi atti di bilancio, aiutateci, se vorrete, a verificare che sia un impegno, che verrà preso in considerazione e realizzato. Su questo non abbiamo dubbi, le risorse intercettate in questa fase sono quelle destinate ai primissimi progetti dei primissimi mesi dell’anno scolastico, che poi andranno ad essere più numerosi e spero che insieme riusciremo a renderli sempre più numerosi nel corso del tempo.
Arrivato a questo punto ringrazio l’Assessore Latini per aver seguito e sostenuto questa nostra idea, l’Assessore Castelli per la disponibilità, la Presidente Leonardi per aver condotto i lavori in Commissione in maniera molto positiva, la relatrice di minoranza Consigliera Lupini. Ringrazio il Consigliere Santarelli che ha sottoscritto questa proposta di legge, come ringrazio tutti i componenti della IV Commissione, il Consigliere Pasqui sicuramente. Vede, Consigliere Carancini, lei si è perso le puntate seguenti, con il Consigliere Pasqui siamo riusciti a arricchire questa proposta con il giusto richiamo ad altre figure professionali, come lui ci aveva esortato a fare.
Ringrazio l’ordine degli psicologi che sicuramente ispira un intervento del genere, come ringrazio Gioventù Nazionale che ha dato ampio supporto a questa nostra idea.
Detto ciò, mi auguro, se proprio non vogliamo essere vittime dello spirito di parte o della bandierina cosiddetta, come voi dite, di ammainare le bandierine e di votare all’unanimità un intervento che è sicuramente migliorabile, ma che è un primo piccolo grande passo nel tentativo di rispondere a dei processi emergenziali, urgenti e importantissimi. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Anch’io parto dai ringraziamenti, ringrazio il Consigliere Ausili del mio gruppo, primo firmatario, che ha accolto con sensibilità uno stimolo proveniente dall’ordine degli psicologi delle Marche, la Presidente di Commissione Leonardi che con tenacia, come è solita fare, ha portato avanti questo intervento. Devo dire, anche all’opposizione perché ragionare tra noi non è che mettersi a nudo, che anch’io all’inizio ho avuto delle perplessità perché questa norma era stata proposta nella scorsa legislatura dal PD e non era stata efficace. Poi le mie perplessità sono state vinte dall’idea che è sempre meglio fare qualcosa che non fare niente, l’ho detto in Commissione, lo diceva Machiavelli: meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi, quindi meglio tentare di fare. Non aver fatto è un’angoscia più forte.
Adesso vi prego per pochi minuti di pensare che io non sia un Consigliere del gruppo Fratelli d’Italia, non sia un Consigliere della maggioranza, ma sia semplicemente un medico psichiatra esperto nel settore, che negli ultimi otto anni ha diretto l’area, quindi sono testimone e non dico cose che non sono frutto di ragionamenti, ma riferisco come è la realtà e cerco di essere sintetico.
La necessità, perché intervenire nelle scuole con un provvedimento che non è medico? La psicologia non è direttamente medica è area sanitaria, ma non medica, in un settore molto delicato.
Ve lo dico da medico, quando nei servizi sia ambulatoriali che ospedalieri abbiamo a che fare con persone in crisi, quando andiamo a ricostruire l’anamnesi, sempre, dico sempre, se lo facciamo con cura, notiamo che le prime manifestazioni di disagio, che non sono ancora patologia, sono nell’area scolastica, La storia clinica di una persona evidenzia che a scuola si era trovata male, aveva abbandonato gli studi, aveva avuto dei provvedimenti disciplinari, c’è sempre una prima traccia in epoca scolastica, sempre. Significa che lì si può cogliere dal punto di vista della prevenzione, quindi del percorso successivo, il primo dato, nell’infanzia, ma soprattutto sottolineo che i primi dati sono nell’adolescenza, che è un’età critica, in cui innanzitutto c’è una tempesta ormonale, un cambiamento forte dell’asse ormonale che incide sui comportamenti e su tutto il resto. C’è la crescita del corpo, quindi un aspetto biologico, il corpo cresce, c’è un adattamento diverso da un corpo piccolo ad un corpo grande e c’è una maturazione psichica. Tutte le fasi di maturazione e di cambiamento sono a rischio.
Grazie a Dio l’adolescenza in genere è una fase che viene fortemente recuperata, è una fase critica in cui tutti quanti si sono ribellati, per conquistare l’autonomia si sono contestati la famiglia, le istituzioni scolastiche, il nostro ambiente, tutto quello che ci pare.
Se questo accade mettiamo per un X%, anche basso di situazioni di disagio, che poi si struttureranno in un’area clinica, intervenire non è una cosa sbagliata.
Seconda cosa, abbiamo le circostanze. Nelle banche l’Europa ha inventato lo stress test, non c’è stato stress test più forte per il disagio giovanile che il Covid, che è stato uno stress test fortissimo, perché c’è stato l’isolamento e si sono scompensate tante persone. Tutte le persone che presentavano rischi o fragilità si sono scompensate, che è successo? Ci sono quelle che si sono chiuse in casa, quelle che hanno acquisito una fortissima dipendenza da internet o dalla televisione, quelle che hanno invertito il ciclo notte giorno, stavano tutta la notte su internet o a guardare la televisione e poi il giorno dormivano e non seguivano le lezioni a scuola. Si sono sviluppati comportamenti sia ossessivi che compulsivi, frequenti gli attacchi di panico, non in misura limitatissima come extra Covid, ma nell’arco del Covid una parte significativa della popolazione scolastica ha presentato questi aspetti. Poi c’è l’abbandono, molti non hanno più seguito le lezioni in dad, a distanza, e via di seguito.
Cosa raccontano gli insegnanti? Ho detto che faccio la telecronaca, gli insegnanti a me personalmente, ai mie collaboratori e al mio staff raccontavano due cose: prima, siamo soli. Significa che se colgono nella loro classe una o due persone con disagio hanno due scelte: cercare di emarginare i comportamenti a rischio, le situazioni a rischio, e seguire il resto della classe, oppure seguire i due o tre che presentano disagio e trascurare il resto della classe. Siamo soli, questo lo dicono i dirigenti scolastici nei casi più gravi che arrivano al dirigente scolastico, lo dicono gli insegnanti.
Quello che ha detto il Consigliere Ausili sui processi educativi è estremamente vero, nella scuola dovrebbero passare, oltre le nozioni, i processi educativi, invece noi abbiamo osservato che oggi le scuole diventano sempre più contenitori di competenza, cioè di nozioni, e sempre meno di processi educativi. Gli insegnanti sono sempre meno educatori, e questo è un dato.
Come è noto la parola educatore viene da educator, colui che conduce da una situazione di infanzia, adolescenza, ad una situazione di maturità. Questa funzione di condurre, di prendere per mano il ragazzo è sempre più assente e tutte le agenzie educative, cominciando dalle parrocchie, non esistono quasi più, le società sportive spingono soprattutto alla competizione e non all’educazione sportiva, alla disciplina ed alle regole all’interno di uno schema sportivo.
L’ho detto ieri sulla legge sul divertimento in sicurezza, c’è una vera e propria emergenza educativa, sulla quale alcuni hanno fatto anche una battaglia politica, parliamo di movimenti e non di partiti politici, per esempio Comunione e Liberazione dell’emergenza educativa ha fatto un vero e proprio manifesto di politica in senso alto, non in senso …
Questi processi educativi vengono disturbati. Quali sono i disturbi più frequenti che vediamo nelle scuole e che vengono trascurati? Quelli più frequenti sono: i disturbi alimentari, soprattutto nell’area femminile, i disturbi di adattamento, i disturbi antisociali, qui c’è una discriminazione: in un adolescente è un disturbo o un brutto comportamento? I disturbi antisociali sono: il bullismo, il cyberbullismo, oggi molto frequente in quanto la maggior parte dei ragazzi fa bullismo attraverso la rete, è noto, il disturbo da isolamento sociale, frequentissimo, il ritiro sociale legato soprattutto alla comparsa nello scenario mondiale delle nuove tecnologie. La nuova tecnologia, adesso non vorrei entrare nel dettaglio clinico, è una sorta di super io rispetto all’io del soggetto, tu stai dentro quella rete e le nuove tecnologie ti inducono a non uscire più di casa, a non avere più relazioni reali, ma virtuali.
C’è il disturbo da abuso, frequentissimo nelle scuole, di birra e di vino, “facciamo serata” è lo slogan di alcuni gruppi tra il venerdì e il sabato con ritorno il lunedì.
Su tutto questo dobbiamo essere ciechi? Secondo me non è accettabile, io l’ho detto, guardatemi come operatore del settore, non come esponente politico.
Tutti hanno ragione quando dicono che 50.000 euro sono una sorta di cip che si mette, ma siamo a fine anno, nel bilancio preventivo 2022 non potranno essere 50.000 euro, abbiamo chiesto l’anticipazione perché questa cosa è efficace se si parte dal 15 settembre, all’apertura dell’anno scolastico. Negli ultimi due mesi ci sono le vacanze di Natale, più o meno il 20 dicembre, quindi, possiamo andare grosso modo dal 20 ottobre al 20 dicembre, un microprogramma che poi si sviluppa nell’anno successivo, comunque avere una legge è la base di tutto.
Per quanto riguarda i Cic, tra l’altro l’organizzazione provinciale dell’Area vasta 2 la dirigevo io, ha mezzo milione di abitanti ed è la più grande, sono formati prevalentemente da sociologi e non da psicologi perché fanno una prevenzione generale di primo livello riguardo le classi, l’informazione, i consigli agli insegnanti, quindi, sono quest’ultimi che poi agiscono sugli alunni. I Cic hanno una loro missione che però è limitata a questo spazio qua.
I servizi è l’altro aspetto. Si è detto: ma come, non ci sono già i servizi? I servizi ci sono, assolutamente, ma sono nominali. La Consigliera Lupini, che ha lavorato a lungo nei consultori familiari e nei servizi distretti, sa che la richiesta è 100 e le risorse sono 20, circa un quinto delle casistiche si riescono a gestire in maniera così.
Vi racconto una cosa dei servizi affinché la sappiano tutti, mi dispiace che non ci sia l’Assessore Saltamartini, io ho un occhio particolarmente attento nei confronti del carcere, nel carcere di Ancona, Montacuto, che ho seguito personalmente, su 450 detenuti 150 presentano disturbi di personalità, o disturbi da abuso, o disturbi psichiatrici veri e propri. Per legge ci devono andare, perché i reati collegati all’abuso sono tantissimi, i medici del Sert coadiuvati dai medici della psichiatria, sapete quante volte va nel nostro carcere un medico psichiatra del Dipartimento salute mentale? 2 volte al mese, i detenuti sono 450 e 150 quelli a rischio. La stessa cosa è nelle scuole. Se non fossi io che sono particolarmente strano, uso questo termine, anche nelle scuole dell’area, che ho diretto io, ho imposto di andare e tranne due o tre dirigenti scolastici che si sono opposti, tutti con entusiasmo hanno accettato la presenza dei sociologi e psicologi del Sert, ma ci vanno 4 ore a settimana, questo è il punto. Niente, se non facciamo un servizio dedicato non arriveremo mai.
Mi fermo qui, credo di aver spiegato abbondantemente le motivazioni per cui questa proposta di legge che diventerà legge, pur limitata … Se uno chiedesse: “Avete fatto una cosa perfetta?” No, assolutamente, ma pur limitata è l’inizio di una storia e poi chi amministra dovrà mettere risorse, personale e migliorare tutto il resto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Velocemente su questa proposta di legge che è stata molto discussa in Commissione sanità e che all’inizio mi ha visto un po’ perplesso, anche alla luce dei servizi di psicologia, rispetto alla presenza di sociologi e psicologi già all’interno degli istituti scolastici, che insieme agli insegnanti danno un supporto psicologico abbastanza importante in alcuni istituti, infatti mi è stato riferito da tanti insegnanti che nelle loro scuole questo servizio di psicologia scolastica già si fa.
Ragionando poi all’interno della Commissione, ho pensato che un servizio specifico ancora più pertinente, più competente e più presente, riuscendo a coprire più scuole in tutta la nostra regione, avrebbe avuto la sua rilevanza, tanto è vero che questa proposta di legge sulla psicologia scolastica è presente in almeno tre Regioni in Italia, mi pare, se non vado errato, in Abruzzo, Puglia e Friuli Venezia Giulia.
Quindi, anch’io ho maturato l’idea dell’importanza di questa legge e per questo voglio ringraziare il primo firmatario Consigliere Ausili, che si è impegnato molto e che ha dato parecchio affinché questa legge fosse discussa e ragionata in Commissione, la Presidente Consigliera Leonardi e la Vicepresidente Consigliera Lupini, che è psicologa e ci ha potuto dire tante cose insieme al Consigliere Ciccioli che su questi temi ci dona sempre tanta competenza.
Dopodiché aggiungo che il bisogno della psicologia e dello psicologo in termini scolastici, oltre che sul disagio giovanile, lo vedo anche nei confronti non solo degli insegnanti, ma soprattutto della genitorialità perché molto spesso il disagio giovanile è secondario alla crisi della famiglia e alla crisi educativa della genitorialità. Questo ci tengo a dirlo, parliamo sempre di ragazzi, del bisogno e del supporto psicologico dei ragazzi, è vero, ma molto spesso hanno dietro un supporto educativo non così forte dei genitori e della famiglia e quelli più fragili vanno incontro al disagio giovanile con più facilità. Giustamente mi è stato detto, da chi ha vissuto anche l’associazionismo, che non si può pretendere che i nostri giovani siano supportati psicologicamente ed educati dall’allenatore della squadra di calcio, dalla parrocchia, dall’associazione di volontariato e dagli insegnanti all’interno delle scuole. La formazione della struttura dell’anima di ogni ragazzo è legata molto anche all’imprinting educativo dei genitori e della famiglia, quindi, credo che questa legge oltre che aiutare in maniera diretta i ragazzi, serva per aiutarli in maniera indiretta, aiutando la genitorialità che vedo in questo momento storico profondamente in crisi.
Il gruppo della Lega è d’accordo nel sostenere questa legge, per tutte le implicazioni che ho detto, speriamo in futuro di metterci più risorse perché i progetti per diventare capillari in tutta la regione hanno bisogno di più risorse.
Condivido il pensiero degli altri Consiglieri che hanno detto queste cose, siamo a favore, andiamo avanti e speriamo che la ricaduta pratica di questa legge nel nostro territorio abbia una sua cogenza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno, saluto lei, saluto il Presidente Acquaroli, la Giunta e i colleghi.
Intervengo come componente della IV Commissione nella quale, devo riconoscere, è stato fatto un lavoro importante, con la Presidente nonché relatrice di maggioranza, con il primo firmatario Consigliere Ausili, che è stato sempre presente, e con la relatrice di minoranza Consigliera Lupini.
Un lavoro importante, di approfondimento, di coinvolgimento, con audizioni. Sono state indubbiamente colte delle necessità, dobbiamo dirlo in maniera molto chiara, prima il Consigliere Ausili ha detto perché non l’avete fatta prima, lo spartiacque del Covid è un elemento determinante perché il mondo, anche quello della scuola, è totalmente mutato. Parlo all’insegnante, al professore Consigliere Ausili, nessuno mai avrebbe pensato di entrare con la dad e trovarsi isolato per due anni perché questo è quello che di fatto è successo.
Una fragilità della società, come abbiamo ricordato - sapete, non ripeto mai quello che ci diciamo in sedi diverse - che poi si riverbera nella famiglia, che ricade nella scuola e poi ritorna all’esterno. E’ ovvio che si ha bisogno di sostegni, di puntelli, i momenti acuiti dal Covid devono trovare per forza un momento di riflessione e di approfondimento diverso. Tutti si devono mettere in discussione, lo deve fare il Miur, i rappresentanti regionali del Miur, lo deve fare la scuola nella sua autonomia, capendo che quel modello che avevamo non può essere oggi ripetuto.
Dico che la legge che viene proposta in questa assise ha indubbiamente uno spirito ed un obiettivo importantissimi, dico pure che è stato fatto un grande lavoro, ritengo che quegli elementi che abbiamo sottolineato già in Commissione siano da prendere in considerazione.
Chiedo al primo firmatario e alla Presidente di valutare con attenzione gli emendamenti che abbiamo presentato perché da una parte forse chiariscono qualche passaggio o magari l’emendamento offre l’occasione per chiarire l’impostazione, forse qualche termine non adeguato può essere recuperato. Dall’altra, se vogliamo dare un valore a questa proposta di legge, lo dico al primo firmatario - questo è stato il tema che abbiamo rimarcato in ogni passaggio, in una situazione così evidente, di cui tutti siamo consapevoli a parti diverse ed anche a competenze diverse - non può partire come modello sperimentale. Quindi, un impegno vero ve lo chiediamo e ha ragione il Consigliere Ausili quando dice di riconoscere la necessità ed anche l’opportunità della norma, però bisogna metterci le risorse, come ha detto il Consigliere Carancini, che pongono, a fronte di una scelta, una copertura finanziaria adeguata, sennò diventa solo testimonianza. Tutto vorremmo meno che, vista quella fragilità, non venisse messa in campo un’operazione che va a rispondere a quel tipo di bisogno, ma se diventa sperimentale non risponde al bisogno. Noi invece dobbiamo fare un’operazione importante, che riguarda l’intero territorio marchigiano, l’intero comparto scolastico di questa regione. Non ci possiamo permettere in un sistema intaccato e indebolito di creare situazioni supportate e abbandonate, non ce lo possiamo permettere e l’abbiamo detto.
Capisco che le risorse sono 50.000 euro ed il Consigliere Ciccioli da professionista ha fatto il calcolo di quanti progetti si potrebbero attivare, ma non possiamo pensare di farli in 10 istituti, non possiamo pensare di farli in 10 città oppure in una città e 10 istituti, quindi, lo sforzo che dobbiamo mettere in campo è indubbiamente quello. L’accelerazione che c’è stata - noi abbiamo stigmatizzato l’elemento delle risorse, si sarebbe potuto migliorare o trovare maggiori risorse - è relativa alla sincronizzazione con il prossimo anno scolastico, però sappiamo che questo non sarà, perché i Pof vengono approvati i primi di settembre ed oggettivamente non ci sono le condizioni.
Vi chiedo di valutare questo percorso, legato soprattutto al reperimento delle risorse perché i progetti devono essere radicati, diffusi e contaminanti nel territorio regionale.
Per il resto vi chiediamo di valutare gli emendamenti che il gruppo del Partito Democratico sottopone al giudizio dell’Aula perché …, meglio ancora, se ci sono chiarimenti da portare rispetto alle valutazioni che abbiamo messo in campo in modo da poter arrivare ad una proposta più efficace, maggiormente aderente alle necessità delle nostre nuove generazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Latini.
Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Intervengo adesso perché è una proposta di legge importante per le scuole, per i nostri ragazzi e sono contenta che sia stata accolta da tutte le forze politiche in maniera positiva, anche se ci sono ovviamente delle valutazioni migliorative che sono state fatte sulla forma. Quello che si può migliorare si migliora.
E’ una proposta di legge che si incardina nell’ambito del protocollo che è stato sottoscritto tra il Ministero della pubblica istruzione e il Consiglio dell’ordine degli psicologi, quindi seguiamo questa disposizione che a livello nazionale ha già portato a dei risultati importanti.
Il protocollo nazionale ha degli obiettivi ben specifici, che sono quelli di:
- fornire un supporto psicologico su tutto il territorio al personale scolastico, agli studenti ed anche alle famiglie per rispondere ai traumi ed ai disagi derivanti dall’emergenza che ci ha toccato e che ancora purtroppo prosegue;
- mirare ad avviare un sistema di assistenza e supporto per prevenire anche forme di disagio e malessere psicofisico tra gli studenti, che sappiamo essere stati presenti anche prima della pandemia, l’ha ricordato qualche Consigliere, i vari disagi adolescenziali che conosciamo. Diciamo che questa misura non deve essere prevista solamente in capo all’emergenza, ma per tutelare, per prevenire i disagi giovanili che sappiamo essere presenti, dall’uso delle sostanze stupefacenti al discorso del bullismo.
Penso che delle figure possono sostenere i nostri ragazzi, gli insegnanti e soprattutto le famiglie perché anche le famiglie stanno attraversano delle situazioni di criticità, soprattutto dopo questa pandemia. Ritengo che sia un intervento necessario.
Vorrei sottoporre all’Aula alcuni dati di una ricerca che è stata fatta recentemente, ad esempio nel 25% dei casi la principale fonte di stress deriva e scaturisce proprio dall’emergenza pandemica e tra la fascia dei ragazzi tra i 13 e i 26 anni circa la metà si dichiara di essere ottimista per il futuro. Il lockdown ha comportato di non pensare al futuro in maniera positiva e l’uso prolungato della tecnologia unito al distanziamento sociale sono dei fattori che danneggiano tanto i giovani, le nuove generazioni. Quindi, dobbiamo tenere sempre di più in forte considerazione il fatto che queste figure siano fondamentali per sostenere i nostri ragazzi.
Il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi rileva che almeno un italiano su due sente di avere bisogno di un supporto psicologico per affrontare stati depressivi, ansie, preoccupazioni, difficoltà nel riprendere la propria attività quotidiana. Questi sono dei dati allarmanti, parliamo di un italiano su due, significa che la pandemia ed il lockdown hanno danneggiato seriamente la nostra società da un punto di vista psicologico.
Vorrei anche sottoporvi dei dati ministeriali positivi e incoraggianti, che dicono che oltre il 69% delle istituzioni scolastiche hanno attivato il servizio di supporto psicologico, quindi su 5662 istituzioni 3178 l’hanno attivato ex novo. Ritengo che siano dei risultati molto incoraggianti e penso che le Regioni attraverso queste leggi possano portare un contributo positivo, soprattutto creare una sorta di accelerazione importante per sostenere le famiglie, per gestire il benessere psicologico nell’ambito scolastico.
Voglio ringraziare tutti i Consiglieri che hanno sostenuto questa proposta di legge, la Presidente, il primo firmatario, tutti i gruppi che hanno dato il loro contributo per migliorarla.
Questo è un primo passo importantissimo e la Giunta prenderà in considerazione anche il sostegno economico di questa legge per far sì che sia diffusa nell’ambito del nostro territorio regionale.
Vi ringrazio nuovamente e vi lascio al proseguimento dei lavori.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Intervengo per fare alcune osservazioni rispetto al dibattito che abbiamo fatto in Commissione e alle perplessità che abbiamo avuto. Ne ha dato atto il Consigliere Ciccioli.
Voglio evidenziare che in IV Commissione cerchiamo di fare una discussione la più possibile scevra da posizioni di parte, cercando di sviscerare i problemi in un’ottica di interesse pubblico, in maniera costruttiva.
Anch’io avevo delle perplessità e nel corso delle audizioni sono emerse le preoccupazioni del mondo della scuola o addirittura dei Cic su possibili sovrapposizioni. In questo senso si è detto chiaramente, ed è stato ribadito nel corso del dibattito, che questo servizio è sperimentale e la sua istituzione, è fin troppo evidente, può essere un elemento di aiuto in un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo. La pandemia ha certamente aggravato una situazione di crisi di tutte le agenzie formative, anche della famiglia. Quindi, non può che essere utile un servizio che va a sostegno del mondo della scuola nel senso più ampio del termine.
Ci è stato detto a rassicurazione delle preoccupazioni che questo servizio dovrebbe integrare un po’ le realtà che sono prive di una attività di sostegno psicologico, in questo senso non può che andare a completare un quadro variegato del territorio, andando a coprire delle carenze che a tutt’oggi esistono, senza la volontà di imporre a nessuno nulla, in un’ottica costruttiva all’interno del mondo della scuola e non come imposizione che può creare più divisioni che elementi di aiuto.
Mi sembra di aver visto un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle sulla tanto annosa questione della copertura delle figure psicologiche nelle varie realtà, in tutti i luoghi. Nelle Umee e in tuti i servizi è un tema che è stato più volte dibattuto e sul quale abbiamo volte insistito. Ora è assente l’Assessore, ma credo che nel corso del dibattito anche dell’ordine del giorno collegato alla legge per certi versi devo sollevare la questione per chi vuole non solo con la bacchetta magica dire …, e su questo magari l’Assessore ci porterà degli elementi di maggiore chiarezza, lo ha già fatto in molte occasioni, anche in dibattiti sulla sanità, abbiamo quel benedetto tetto di spesa che è un problema per i servizi sanitari in generale ed io mi auguro che questo Governo nel post pandemia e tutti quanti insieme possiamo incidere su un elemento che è un grosso limite per la nostra regione, anche perché sarebbe veramente amaro e triste dover dire se assumiamo gli psicologi non possiamo prendere i medici o viceversa.
Mi auguro che potremo essere uniti anche a livello nazionale affinché il limite del fabbisogno del personale non costituisca un impedimento per integrare dei servizi dei quali tutti riconosciamo la necessità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Sarò velocissimo, solo per precisare che da parte nostra non c’è stata alcuna posizione di parte, nessuna bandierina che dovremmo ammainare. I contributi dei colleghi che sono intervenuti sono stati costruttivi nell’ottica dell’importanza del tema. Lo ripeto anch’io, un tema importante, apprezzabile anche l’intento di prevedere una proposta di legge su questo argomento per la rilevanza della questione. Su questo abbiamo chiesto e ripetuto anche in Aula che fossero previste più risorse. Prendiamo atto dell’impegno che è stato assunto dalla maggioranza, ovviamente vedremo se sarà rispettato. Proprio per l’importanza del tema, soprattutto in questo periodo, personalmente anche in campagna elettorale avevo manifestato l’intenzione di presentare una proposta di legge su questo argomento, ecco perché ritengo apprezzabile l’intento, anche se l’avrei fatta in maniera diversa.
Aggiungo a tutte le cose che hanno detto i miei colleghi, che condivido, solo un aspetto. Mi sembra che manchi una logica di sistema, è tutto molto frammentato, è stato inserito in seconda battuta il coinvolgimento dell’Asur, in parte quello della scuola, sono state inserite con l’emendamento della Commissione, che andremo a discutere, anche delle professionalità con cui si dovrebbe collaborare. La domanda è: chi le paga?
Manca completamente un tassello che è quello del sociale, non è previsto nulla sul coinvolgimento del servizio politiche sociali della Regione, come non è previsto nulla per quanto riguarda i rapporti con gli ambiti sociali, che credo siano un elemento importantissimo in questo quadro generale, così come non è previsto nulla nel rapporto con un’altra legge importante, che impatta fortemente sul tessuto giovanile, approvata nella scorsa legislatura all’unanimità, sulla lotta contro il cyberbullismo e il bullismo, la legge 32/2017. Credo che una relazione con questa normativa sarebbe stata necessaria prevederla.
Nel complesso, ripeto, credo che sia carente una logica di sistema che invece avrebbe migliorato in modo molto marcato questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Dopo l’intervento del Consigliere Serfilippi, vorrei richiedere, ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno, il rinvio dell’atto in Commissione.
PRESIDENTE. Allora, ascoltiamo l’intervento del Consigliere Serfilippi, va bene? Altrimenti lei è libero di fare la richiesta anche adesso, non c’è bisogno di farla al termine della discussione, l’importante è che si faccia nell’arco del dibattito.
La prego di formalizzarla.
Fabrizio CESETTI. Presidente, pur ribadendo il giudizio positivo sulle finalità che si prefigge l’intervento legislativo, anche a nome dei Consiglieri Carancini e Mastrovincenzo chiedo il rinvio dell’atto in Commissione, ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno.
PRESIDENTE. Bene, a nome dei Consiglieri Cesetti, Carancini e Mastrovincenzo, si sottopone all’Aula la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge.
A questo punto, come abbiamo fatto all’inizio della seduta, un intervento a favore e uno contro sulla richiesta avanzata dai tre Consiglieri.
Ha la parola il Consigliere Cesetti, oratore a favore.
Fabrizio CESETTI. Ribadiamo il giudizio positivo sulle finalità che si prefigge l’intervento legislativo, che per essere pienamente efficace deve essere messo al riparo da possibili impugnative e/o vuoti applicativi. Invero, la Costituzione ripartisce le competenze legislative nel campo dell’istruzione determinando un complesso intrecciarsi di fonti diverse, una prima tipologia di interventi spetta allo Stato e riguarda la definizione delle norme generali sull’istruzione, articolo 117, comma 2, lettera n), dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, e articolo 117, comma 2, lettera m) e dei principi fondamentali in materia concorrente.
La riserva statale in questi campi fa da contraltare al notevole rafforzamento delle autonomie territoriali e funzionali e si fonda sull’esigenza di garantire su tutto il territorio nazionale l’uniforme soddisfacimento del diritto costituzionale all’istruzione.
La potestà regionale assume una diversa conformazione potendo risolversi nell’esercizio della competenza concorrente in materia di istruzione salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il primo dato da considerare è che l’autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche è oggi presidiata da una esplicita garanzia costituzionale come esito di quell’evoluzione legislativa che ha portato a riorganizzare il sistema scolastico proprio intorno al baricentro dell’autonomia.
Dalla costituzionalizzazione del principio dell’autonomia scolastica si traggono una serie di importanti corollari, innanzitutto la centralità delle scuole nell’organizzazione e nella gestione del servizio pubblico dell’istruzione – il titolo e le finalità di questa legge rientrano a pieno titolo qui - conseguentemente il riconoscimento di un rilevante spazio di autogoverno delle istituzioni scolastiche di cui lo Stato e le Regioni devono prendere atto e rispetto al quale sono tenuti a calibrare i propri interventi legislativi, cioè l’intervento legislativo regionale deve essere coerente e compatibile con l’autonomia e la riserva dello Stato in così fatta materia e con l’autonomia funzionale di cui all’articolo 117 della Costituzione per le autorità scolastiche, che non può essere in alcun modo invasa.
Ribadiamo il giudizio positivo sulle finalità che la legge si prefigge, ma l’intervento legislativo deve essere messo a riparo da possibili impugnative e/o vuoti applicativi, quindi, appare quanto meno opportuno, se non necessario, acquisire il parere del Comitato tecnico per la legislazione. Torniamo in Commissione, acquisiamo il parere del Comitato tecnico per la legislazione, eventualmente apportiamo qualche correzione rispetto alle quali ho presentato pure degli emendamenti che possono dare una mano e poi torniamo in Aula. Per quel che mi riguarda una volta depurato da questi profili di possibili illegittimità costituzionali non ho nessuna difficoltà a votare a favore di questo atto, però è evidente che ho qualche perplessità a votare una proposta di legge, poi potrò farlo se ci saranno delle correzioni, che va ad invadere l’autonomia funzionale delle autorità scolastiche, che è prevista esplicitamente dalla Carta costituzionale.
Non faccio il costituzionalista, ma in qualità di legislatore so bene che il primo dovere è quello di rispettare il dettato costituzionale. Per questo parlo, non ho mai ambito a fare il docente universitario, però come legislatore ho l’obbligo di rispettare il dettato costituzionale, me lo impone l’articolo 127 della Costituzione.
Qualora con un atto invadiamo la competenza riservata ad altri questo può essere impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale, tutto qui.
Questa è la motivazione, per cui chiedo il rinvio dell’atto in Commissione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi, oratrice contro.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Respingiamo la richiesta di rinvio in Commissione e voglio fare anche per contezza del lavoro che è stato fatto, anche grazie al supporto dei tecnici della Regione rispetto ai profili di legittimità.
La riprova sta non solo del richiamato protocollo d’intesa fra il Ministero e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi che ha istituito nel 2020, l’anno scorso, un protocollo similare a quello che stiamo approntando oggi all’interno della Regione, ma anche dal fatto, l’ha citato anche qualche Consigliere del suo gruppo, che altre Regioni hanno già legiferato in questo senso e non ci risulta che leggi analoghe abbiano subito una impugnativa da parte del Governo.
Respingiamo, pertanto, la proposta perché ribadiamo le motivazioni di urgenza rispetto a un provvedimento che deve vedere la luce il prima possibile per andare a implementare quella risposta che, attraverso il protocollo del Ministero, attraverso i Cic, si sta parzialmente cercando di dare all’interno del nostro mondo scolastico, senza nessuna prevaricazione di competenza, senza nessuna imposizione da parte della Regione verso l’autonomia del mondo della scuola, ma solo attraverso una collaborazione fra funzioni e competenze diverse, come sono quelle che svolgono i docenti, il personale Ata e i dirigenti scolastici e quello che può svolgere una figura professionale come quella dello psicologo. Grazie.
PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 40, a nome dei Consiglieri Cesetti, Carancini e Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Non volevo intervenire anche perché non faccio parte della Commissione, però i Consiglieri Menghi e Cancellieri mi hanno stimolato e condivido completamente i loro interventi. Mi hanno anche convinto a votare a favore di questa legge perché il problema nelle scuole è importante e come Regione possiamo intervenire, attivando un servizio di psicologia scolastica insieme agli altri attori scritti nella legge (Asur, Ufficio scolastico regionale, rappresentanti degli studenti) cercando di coinvolgere più persone possibili per far si che già dal prossimo anno scolastico si riesca ad inserire la figura dello psicologo all’interno delle scuole. Un supporto maggiore per tutti coloro che ruotano nell’ambito della scuola, che è stato duramente colpito in questo ultimo anno e mezzo dall’emergenza Covid, quindi le famiglie, gli insegnanti, tutte le istituzioni scolastiche ed anche il personale Ata, che comunque hanno bisogno di un supporto.
Se come Regione possiamo preparare, intavolare un progetto pilota, come è citato nella legge nelle norme transitorie, un progetto sperimentale è una cosa utile e buona, quindi superare le perplessità a livello costituzionale, come è stato anche citato nella relazione allegata alla delibera.
Ci tengo a ringraziare il primo firmatario Consigliere Ausili e la Presidente della Commissione Consigliera Leonardi e l’Assessore Latini, che hanno condiviso questo progetto e tutta la Commissione che ha lavorato in maniera importante su questo argomento.
Ringrazio anche la relatrice di minoranza Consigliera Lupini che è sul pezzo, lo vive in prima persona da professionista qual è.
Mi auguro che riusciremo a implementare il budget messo a disposizione perché 50.000 euro per tutte le Marche sono pochi, però intanto partiamo e poi vedremo di migliorare il tiro strada facendo, questo mi viene da dire.
Ben venga questa nuova legge che riguarda gli psicologi e ringrazio anche l’ordine degli psicologi delle Marche per il contributo fattivo che ha dato per l’approvazione di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sarò velocissima perché i contributi numerosi che già ci sono stati penso che siano in larga parte condivisibili, l’intervento della Consigliera Lupini ed anche quello della Presidente della Commissione. Ho apprezzato particolarmente quanto detto dal Consigliere Ciccioli che ha focalizzato, e lo so bene da insegnante, le problematiche che quotidianamente viviamo all’interno delle classi.
Noi salutiamo con favore questa proposta di legge, sapete qual è la nostra biografia e la nostra professione, non ci sentiamo di fare altro, certo è perfettibile, vedremo di sistemarla insieme se possibile nel prossimo futuro, soprattutto staremo molto attente al fatto che vengano stanziate nella prossima manovra di bilancio le risorse necessarie per renderla efficace e operativa.
Come insegnante potrei raccontarvi tante questioni ed episodi, evito di farlo perché la sensibilità che avete dimostrato dimostra che non ce n’è bisogno, io ho la fortuna di aver lavorato in diverse scuole in cui - pur se pagato dalle scuole stesse, questo non è possibile in tutti gli istituti, solo in quelli dove ci sono più iscritti e dove la scuola ha più fondi - il supporto psicologico anche se insufficiente già c’è e vi assicuro che è indispensabile, soprattutto per la prevenzione ed è importante che sia istituito come supporto per le famiglie ed anche per i docenti. Quindi, il nostro voto sarà favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 1 dell’articolo 1 è sostituito dal seguente: ‘La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Dicevo alla Consigliera Leonardi che ho sostituito il comma 1 perché, oltre che, dal mio punto di vista, essere scritto meglio in italiano, chiarisce quello che si fa: La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola, così facendo, oltre ad essere secondo me scritto meglio, evitiamo di invadere quelle competenze di cui dicevo prima. Se invece è configurato come l’insieme coerente di attività psicologiche integrate e coordinate tra loro relative a tematiche problematiche proprie del mondo della scuola, allora c’entrano anche le tossicodipendenze e tutte quelle altre materie dove c’è la funzione dello Stato e l’autonomia funzionale dell’autorità scolastica. Come l’ho scritto io limita, dice che il servizio di psicologia scolastica … D’altra parte è questo che noi vogliamo, tra l’altro è il titolo della legge, in cui c’è scritto, l’avete scritto voi, istituzione del servizio di psicologia scolastica. Che cosa scrivo nell’articolato? L’articolo 1 non può ampliare surrettiziamente il testo della legge, dico semplicemente che la Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica - è scritto qui - per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola. L’avevate scritto voi, vi ho fatto la cortesia di trasferirlo nel testo, che per come era scritto, l’aspetto dell’italiano e della tecnica legislativa, non si capiva, poi voi mi direte che i tecnici regionali vi hanno detto … Direbbe Sgarbi che l’articolo 1 sotto il profilo della tecnica legislativa è stato scritto da una capra, è scritto male, va scritto come ho detto, è riportato nel titolo della legge e non invade la competenza di altri.
Mi scaldo perché vorrei votare a favore di questo provvedimento, non lo voglio bloccare, allora vi prego di ragionare perché io non ho fatto altro che scrivere il titolo della legge nell’articolo 1. Converrete con me che deve essere trasportato nell’articolo 1, non può andare in contraddizione e l’articolo 1 non può ampliare surrettiziamente il titolo e la finalità della legge, voluntas legis.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. La modifica che propone, per la quale dichiariamo il non accoglimento, non cambia la sostanza. E’ una riscrittura che accorcia i termini, però non c’è una surrettizia volontà di ampliamento, c’è una stesura diversa e più completa, secondo noi, dell’articolo 1, che però rimane nella sostanza quella del titolo e anche quella che lei vorrebbe modificare.
La sua proposta non è in contrasto, ma reputiamo che così come è scritta sia più completa e più esaustiva della sola indicazione che riporta il titolo. Per questo motivo respingiamo l’emendamento, non perché lei dica una cosa diversa.
Cercherò di spiegare tutti gli approfondimenti sugli emendamenti che ci porteranno a bocciare ed eventualmente ad approvare quello che reputeremo consono come apporto.
Comprendo che non avendo avuto l’opportunità di partecipare ai lavori della Commissione, non sa che molti temi sono stati anche approfonditi in quella sede e magari il ragionamento lo avremmo potuto già farlo, ma riteniamo che questo emendamento non cambi, ma restringa. Reputiamo più corretta una formulazione più ampia dello stesso comma. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Cercando di convincere i presentatori della legge sulle buone ragioni che porta questo emendamento.
Ribadisco quello che ripeto da tempo sulle attenzioni che dobbiamo avere come legislatori nella scrittura delle norme che ovviamente ricadono sul significato.
La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica configurato, si scrive nel testo, come l’insieme coerente di attività psicologiche. Se vogliamo entrare nel significato: servizio di psicologia coerente con le attività psicologiche - non si sa di cosa si parli - integrate e coordinate tra loro - credo che il tema della psicologia sia uno - relative a tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola, a me pare da questo punto di vista sovrabbondante ed ambiguo.
Sintetizzarlo per quella che è la proposta di legge mi sembra una proposta equilibrata, per questo voterò l’emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Consigliera Leonardi, per fortuna che non sono venuto in Commissione perché questo mi consente, converrà con me, un giudizio freddo, come deve avere il legislatore.
Io qui sono un legislatore e il giudizio freddo mi evidenzia, non ho doti particolari se non quella dell’attenzione, il titolo della legge e conseguentemente lo trasferisco lì. Invece tutte quelle cose le può scrivere uno psicologo, io ho una nipote a cui voglio tanto bene che è una bravissima psicologa, quello lo può scrivere uno psicologo, ma la legge … Uno dei migliori testi legislativi è il codice penale scritto da Rocco, prima che arrivassero i grillini perché poi è arrivato il loro Ministro alla giustizia e gli articoli che erano di dieci parole e massimo tre righe sono diventati dei poemi perché per giustificare la forca occorre metterci un po’ di filosofia e di psicologia dentro. Non le possiamo trasferire qui, insisto, perché il comma 1 dell’articolo 1 va scritto come lo abbiamo scritto noi nell’emendamento, va scritto così, si vede ictu oculi. Insistiamo.
PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 1/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 2 dell’articolo 1 le parole ‘fatte salve le rispettive competenze provvedendo, nel caso si presenti la necessità di effettuare invii ai sevizi pubblici competenti’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho detto prima alla Presidente Leonardi che la voglio ringraziare sia per l’impegno che ci mette nell’attività che fa, sia per la disponibilità a dialogare, un po’ meno per la capacità di ascolto perché non ascolta, però che ci posso fare? Presidente, avevo dato la mia disponibilità alla Consigliera Leonardi a ritirare questo emendamento se fosse stato accolto l’altro che delineava bene il campo delle competenze, che era appunto il servizio di psicologia scolastico. Oggi deve restare, perchè la soppressione? Che significa “il servizio di psicologia scolastica opera in coordinamento e collegamento con altri protocolli e progetti attivi, con gli interventi degli altri professionisti e dei Cic previsti dpr - perché a riserva di competenza statale – fatte salve le rispettive competenze - ci mancherebbe altro! - provvedendo nel caso si presenti la necessità ad effettuare invii ai servizi pubblici competenti? A parte che anche questo è scritto male perché tu non puoi dire quello che deve fare, quasi che il dettato normativo prenda per mano lo psicologo, no, la legge deve dire quello che si può e non si può fare, deve essere secca nella sua impostazione.
Credo che questo vada tolto perché, ripeto, è l’invasione di competenze altrui. Non so cosa vi ha detto il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, però io sarei saltato sulla sedia, quindi insisto su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Purtroppo non sono veloce come Marcel Jacobs perché nell’ultima mezz’ora ho corso dietro all’ex Assessore Cesetti per parlare degli emendamenti e siamo riusciti solo a farne una metà.
Ho spiegato e spiegherò le motivazioni della bocciatura di questo emendamento perché, come ho detto nella spiegazione, nella scuola ci sono già alcuni servizi, che solo alcune scuole hanno attivato, come i Cic che sono legati alle dipendenze, oppure il protocollo stipulato fra il Ministero e l’Ordine degli psicologi, a cui alcune scuole hanno aderito ed hanno questo supporto psicologico.
L’esigenza di mettere un coordinamento è necessaria, fatte salve le rispettive competenze perché noi potremmo trovarci in un istituto che al suo interno ospita più di un progetto, è ovvio che l’auspicio è che la gran parte degli istituti che non ha né il Cic né il protocollo ministeriale possa attingere ed avere un suo supporto psicologico, ma se si dovesse andare nello stesso istituto ed avere queste realtà che operano un coordinamento sarebbe necessario.
L’ultima parte, devo dire che mi stupisce la richiesta di annullarla perché “provvedendo, nel caso si presenti la necessità, ad effettuare in via i servizi pubblici competenti” è quella clausola che ribadisce il ruolo e l’importanza del servizio sanitario regionale con la presa in carico, qualora ci siano delle cure che evidentemente non vengono fatte all’interno dell’istituto scolastico. Spazza via anche quel dubbio che qualcuno dalla minoranza ha ventilato, che si voglia dare una corsia preferenziale al privato, qui noi mettiamo nero su bianco il ruolo della presa in carico fuori dalla scuola da parte del pubblico, toglierla secondo noi stravolge completamente il significato di questa legge, per questo reputiamo che l’emendamento non possa essere accolto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente Leonardi, non è così perché i Cic vengono previsti con decreto del Presidente della Repubblica, il testo unico delle leggi in materia di sostanze stupefacenti. E’ una materia di cui si occupano i Cic, riservata alla competenza dello Stato ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, secondo comma lettera m) sub voce livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Quindi, c’è una riserva statale e questa competenza non può essere invasa, né sostituita da altri, questo è il tema che io pongo. Per questo lo voglio togliere, nient’altro, e questa mi sembra una ovvietà.
Ripeto, vorrei votare a favore di questa legge, però se continuate così mi è difficile perché oggettivamente questo è. Che significa poi invia, su che? Ci arriveremo più tardi, faccio un esempio banale, lo dico adesso per rifletterci, gli psicologi che fanno parte di questo servizio sono pubblici ufficiali o no? Questo è il tema, perché il dipendente dell’ufficio prevenzione dell’Asur che va lì ha la qualifica di pubblico ufficiale, qualcun altro può essere incaricato di un pubblico servizio, ma questo che va lì che competenza ha? E’ un pubblico ufficiale o deve rispondere limitatamente al codice deontologico? Se è un pubblico ufficiale ha l’obbligo di riferire alle autorità ai sensi del codice di procedura penale, se è pubblico ufficiale e viene a conoscenza di una notitia criminis deve relazionare alle autorità, se non è un pubblico ufficiale non lo deve fare, perché se io cittadino …, anzi, c’è di più - e mi viene adesso perché io ho il dono dell’istinto – collide. Da una parte se è pubblico ufficiale deve fare rapporto alle autorità, ma se è uno psicologo ha il segreto professionale. Come si coniugano queste due contrapposte situazioni? Da un lato l’obbligo di riferire e dall’altro il segreto professionale. E’ come se noi dicessimo al prete di fronte ad uno che si va a confessare che deve fare la denuncia alle autorità se confessa di aver tradito la moglie. Sono ovvietà, ma noi siamo legislatori, non stiamo scrivendo un regolamento condominiale.
PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 1/3 a firma della IV Commissione: “Dopo il comma 4 aggiungere il seguente: 4 bis. Lo psicologo scolastico, allo lo scopo di svolgere il progetto di psicologia scolastica affidatagli, può attivare rapporti di collaborazione con pedagogisti, logopedisti, neuropsicomotricisti, nutrizionisti o altre figure professionali”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Questa è la riprova che il percorso di questo testo è stato lungo, ampiamente discusso, condiviso con tutti i Consiglieri di qualsiasi parte politica.
Questo preciso emendamento sorge dalle sollecitazioni che sono venute anche in maniera molto comprensibile e condivisibile dal Consigliere Pasqui, che hanno trovato accoglimento con questa formulazione che ci vede tutti d’accordo.
Come dicevamo prima la centralità nella scuola ce l’ha l’alunno, che beneficia del concorso delle varie competenze professionali che possono concorrere all’interno di una scuola per il raggiungimento del miglior livello di sviluppo. Pensiamo che con questo emendamento la proposta si vada ad arricchire.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Voterò favorevolmente questo emendamento, però, Consigliere Ausili, non ci faccia credere cose che non stanno in piedi.
La sollecitazione del Consigliere Pasqui è avvenuta in Commissione e ve ne siete un po’ infischiati, giustamente in Aula l’eventuale defezione di un Consigliere di maggioranza …, e avete fatto bene.
Il vero problema però, che rafforza le argomentazioni che sono state usate, attiene al finanziamento, voi mantenete il finanziamento di 50.000 euro che riguarderà una percentuale banale rispetto al 45% delle scuole che oggi sono investite di questo servizio ed in realtà riducete ancora di più la possibilità di efficacia dei progetti perché nell’ambito di un progetto sull’attività psicologica, lo psicologo, come voi puntualmente prevedete, può chiamare il logopedista, il neuropsicomotricista o il nutrizionista o altre figure professionali. Voi in realtà spezzettate, riducete, balcanizzate un servizio che ha a disposizione 50.000 euro.
Se non si comprende questo o si finge di approvare una legge che non avrà efficacia, lo dico al Consigliere Ciccioli che prima ha motivato questi 50.000 euro dicendo che siamo ad agosto, a settembre cominciano le scuole, per tre mesi …, ma si dà il caso che la scuola cominci a settembre e finisca a giugno. Questo cosa vorrà dire? Che i 50.000 euro saranno interrotti l’1 gennaio 2022 perché i progetti devono avere un respiro più ampio
Dico e ribadisco i concetti espressi nell’intervento, la finalità è buona, ma non avete il coraggio di fare una scelta su questa proposta di legge, semplicemente questo, non avete il coraggio di stornare, peraltro avete anche i parametri perché voi sapete quanto costa il 45% dell’investimento sul Cic, avete anche la possibilità di misurare esattamente le risorse necessarie da investire in un anno.
La cosa seria sarebbe stata dire intendiamo coprire l’altra metà del mondo rispetto al quale siamo scoperti, la rendiamo identica per tutte le scuole, in maniera diffusa. Fra un anno faremo il punto e cercheremo di capire se questo sarebbe stato un atteggiamento serio. Non c’è bisogno di milioni, ma di qualche centinaio e migliaio di euro che avrebbe dato serietà alla vostra proposta legislativa. Comunque per le ragioni voto questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Rapidamente solo perché rimanga nei testi di quello che è stato detto e fatto.
E’ noto che questi progetti hanno bisogno di qualche giorno per essere messi insieme, è noto che si formano le classi il 15 settembre e con la nomina delle supplenze per quanto riguarda i posti vacanti, le scuole entrano a regime non prima dei primi di ottobre, quindi questi progetti, cerco di essere ottimista, se tutto va bene, partiranno il 20 ottobre per il 20 dicembre, 60 giorni in alcune scuole, poche, ma questo significa una sperimentazione che ci può permettere già a gennaio a fare altri progetti, anche in continuità.
Su queste cose ci lavoravo, i progetti scolastici del Cic erano due bilanci diversi, cominciavano in un anno e finivano in quello seguente, facevamo delle cose che in continuità venivano finanziate con il bilancio successivo, quindi, lo stesso progetto può andare avanti l’anno successivo.
Noi dobbiamo darci il messaggio di partire, di cominciare, se le cose cominciamo e funzionano poi le implementeremo ed andranno meglio, come tutte le leggi di assistenza, visto che siamo insieme in Commissione sanità, per quanto riguarda la disabilità, il sostegno alle famiglie. Sono progetti in working progress, in sviluppo, qui alziamo una bandiera di cui, tra l’altro, ne era convinto anche il PD e il Consigliere regionale riconfermato Mastrovincenzo. Non c’è il problema della bandierina nostra, facciamo questo servizio, questo è quello che penso, dovremmo ovviamente perfezionarlo, vedremo come. Riuscire ad arrivare in molte più scuole non è semplice, ci sono poi dei dirigenti scolastici estremamente collaboranti, propositivi, attivi e facilitanti, altri invece chiusi, che non vogliono nessuno, non vogliono esterni dentro la scuola, danno loro fastidio. Sono cose che solo l’operatività riesce a risolvere.
Ricordo una scuola importante della città di Ancona, finché non è andato in pensione il dirigente scolastico non c’è stato niente da fare, andato in pensione lui tutto ha funzionato meravigliosamente, meglio di altre scuole dove già il progetto era avviato, quindi, dico di fare, di non porci molti problemi, se qualcosa non funziona la rivedremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questa è la dimostrazione che questo testo doveva andare in Commissione per un ulteriore approfondimento ai fini della sua applicazione in quanto non ha la minima copertura finanziaria quando si dice che lo psicologo scolastico, qui mi rivolgo al Consigliere Ciccioli che su queste cose è molto attento ed anche molto competente, allo scopo di svolgere i progetti di psicologia scolastica affidati, può attivare rapporti, no, lo psicologo scolastico non può, ma deve attivare rapporti quando se ne presenta la necessità perché all’articolo 1 comma 3 noi diciamo che il servizio di psicologia scolastica è finalizzato alla promozione della salute e del benessere psicofisico degli allievi.
A parte che, ripeto ancora una volta, invadiamo una competenza altrui, ma nel momento in cui questo fosse possibile, c’è una sorta di “presa in carico” e quando lo psicologo prende in carico l’allievo che ha qualche disagio non è che può attivare rapporti di collaborazione, è obbligato a farlo perché se quel ragazzo all’esito di quel disagio avrà qualche “conseguenza” ne risponde anche sotto l’aspetto civilistico per danni. Guardate, queste cose le dovete considerare, non si può prevedere una cosa del genere giusta senza la minima copertura finanziaria, questi mica faranno gratis l’attività, non è una facoltà dello psicologo, diventa un dovere di fronte all’esigenza. Dovete ragionare su questo, non possiamo fare una legge che da una parte ha una finalità, ribadisco, giustissima ed encomiabile e dall’altra non solo non può essere applicata, ma rischiamo che crei un danno agli operatori da una parte e false aspettative per gli utenti dall’altra.
Su questo emendamento, pur ritenendolo giusto e necessario, mi astengo perché non c’è la minima copertura finanziaria e non potrà mai essere applicato.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Rispetto a tutta la discussione che è stata fatta mi sento di sottolineare che c’è un codice deontologico preciso, che va a normare la condotta del professionista.
Nell’emendamento parliamo di tante figure, in particolare di quella dei pedagogisti, su cui ci siamo già confrontati in Commissione, che è preziosissima per la scuola italiana. Sicuramente c’è un’apertura ad un’idea, un’ottica di equipe integrata e sarebbe auspicabile che in ogni scuola italiana ci fosse un servizio di equipe multidisciplinare con tutte le professioni preziose, ognuno con la propria competenza. Non è difficile non sovrapporre le competenze perché sono mestieri completamente differenti, alcuni sanitari, alcuni di altra natura e ognuno è normato dal proprio codice deontologico.
Non credo che in questo emendamento sia ben rappresentata l’equipe perché rimane lo psicologo il soggetto, che può essere tradotto come il case manager, frase che si usa moltissimo adesso in sanità, che poi attiva diverse collaborazioni, ma non avendo i pedagogisti, i logopedisti e i neuropsicomotricisti, potremmo metterne tantissimi, tutti preziosi ed utili, non ravvedo la possibilità, come dicevano i colleghi, di coprire con risorse economiche adeguate. Questo lo vedremo nel prossimo bilancio, magari ci fossero le risorse.
Darei più un’idea di equipe integrata, senza attivare poi eventuali collaborazioni perché dovremmo fare delle convenzioni apposite con ogni figura. Mi sembra un’ottima apertura l’idea di equipe, forse da strutturare in modo più dettagliato, per questo dichiaro il voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Velocemente per confermare quello che ho detto prima, il testo in linea di massima è condivisibile, servirebbe più una logica di equipe integrata, premesso che la legge non sarà attuata di fatto, nella migliore delle ipotesi, prima del prossimo anno, non prima di ottobre, lo dico con dispiacere perché l’obiettivo, ripeto, è importante.
Credo che la coperta sia corta, 50.000 euro per tutta la legge con tutti gli impegni che ci possiamo prendere … Evidentemente non bastano per coprire tutte le esigenze a cui questa legge deve corrispondere, soprattutto, questo è un aspetto importante, prevedere rapporti di collaborazione con altri professionisti. E’ evidente che è completamente scoperta dal punto di vista finanziario.
PRESIDENTE. Emendamento 1/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. E’ una dichiarazione di voto contraria su questo articolo, non sono stati accolti gli emendamenti che avrebbero contribuito a migliorare l’impostazione, a renderla più leggibile ed a introdurre un percorso.
Quello che si nota, al di là dei contenuti, e lo dico con chiarezza, è questo attaccamento ossessivo, senza dare la minima disponibilità all’ascolto quando gli emendamenti vanno nella stessa direzione, ovviamente in ipotesi tendenti a migliorare il testo.
Ora voi potete fare quello che vi pare, approvarvi tutto e non ascoltare per nulla, a differenza dell’opposizione che sui vostri emendamenti è anche disponibile, però credo che questo sia un modo sbagliato di andare avanti.
Non so se posso dirlo a nome di tutti, ma io voterò contro l’articolo 1.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. La posizione è diversa anche se le motivazioni che ha portato il Consigliere Carancini sono tutte legittime in quanto non è stato accolto l’emendamento proposto dal Consigliere Cesetti, che avrebbe dato un bel contributo, lo dico alla Presidente Leonardi, ed avrebbe chiarito e forse ci avrebbe messo a riparo da possibili situazioni di contraddizione della norma.
Lei garantisce che l’ha verificata, ma il nostro voto su questo articolo è di astensione.
PRESIDENTE. Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale (ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lett. c) del Regolamento interno).
Favorevoli: Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Leonardi, Lupini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Serfilippi.
Contrari: Carancini.
Astenuti: Mangialardi.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 la parola ‘chiave’ è soppressa”.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ritiro questo emendamento perché il chiarimento che mi ha fornito la Presidente Leonardi è stato per me esaustivo.
Con l’occasione chiederei alla Consigliera Leonardi, anche se ormai il danno è fatto, un atteggiamento più propositivo, se mi posso permettere, perché il non accoglimento dei nostri emendamenti sull’articolo 1, che erano decisivi, ci crea qualche problema perché noi …, personalmente avrei voluto votare a favore di questo provvedimento che, ripeto, nelle finalità ritengo giusto, lo ripeto per l’ennesima volta, penso che lo sforzo poteva essere fatto. Comunque l’emendamento è ritirato.
PRESIDENTE. Chiedo conferma anche agli altri sottoscrittori, se non vi sono opposizioni, l’emendamento 2/1 è ritirato.
Subemendamento 2/2/1 a firma dei Consiglieri Ausili, Leonardi: “Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 le parole ‘rapporto con’ sono sostituite con le seguenti ‘iniziative finalizzate ad affrontare’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Nell’esaminare gli emendamenti proposti dal Partito Democratico l’emendamento 2/2 sostituiva “rapporto con” con “prevenzione di”. Voglio leggere il periodo e spiegare la motivazione del subemendamento perché secondo noi il concetto di prevenzione è già espresso nella frase precedente, che dice prevenzione di comportamenti a rischio per la salute psicologica e l’ultima frase, quella che si chiedeva di modificare, rapporto con eventuali situazioni di emergenza.
Questo rapporto non è la prevenzione perché riguarda situazioni particolari, magari affrontare un disagio in conseguenza di una situazione dovuta al terremoto, un evento non prevedibile, o la tragedia della Lanterna Blu che abbiamo ricordato ieri. ‘Rapporto con’ può essere sostituito con ‘prevenzione di’. Vogliamo parzialmente accogliere la puntualizzazione che fatto il Partito Democratico sostituendo il concetto, che forse con la parola rapporto si comprendeva poco, con iniziative finalizzate ad affrontare situazioni di emergenza.
Non è la prevenzione, che è già prevista fra i compiti per cui sono destinati degli interventi a favore dei ragazzi. Stiamo parlando dei tre interventi: ragazzi, famiglie e personale. Per quanto riguarda i ragazzi la parte della prevenzione già c’è, questo rapporto deve andare a codificare e prevedere in qualche modo queste cose, pensiamo, con queste iniziative finalizzate ad affrontare eventuali situazioni di emergenza, di dare una risposta più specifica ai dubbi che con l’emendamento il Consigliere Cesetti ed il Partito Democratico hanno sollevato.
Spiego anche perché non può essere prevenzione, perché riguarda eventi drammatici di emergenza, ma dopo che sono successi, per l’impatto che possono avere sugli studenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Leonardi è stata esaustiva anche questa volta perché questa mattina leggendo questo testo un po’ in fretta per la verità non ci avevo capito nulla, anche perché è scritto male. Ad esempio non avevo compreso che fa riferimento, ma credo come me molti altri, alle situazioni di stato di emergenza, ad un’emergenza come la pandemia. Si fa riferimento a questo o sbaglio? Terremoti, alluvioni, se è così la spiegazione è esaustiva, però secondo me andrebbe scritta meglio, iniziative finalizzate ad affrontare situazioni di emergenza, forse andrebbe scritta meglio.
Per me va bene, voto questo emendamento perché la spiegazione è giusta.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Intervengo per dire che questa modifica è utile per migliorare il testo e per spiegare meglio il significato che peraltro nella finalità era ben interpretabile. Non sono state usate, secondo me, le parole congeniali, perfette, per meglio comprendere, anche se nel senso si comprendeva.
Comunque iniziative finalizzate ad affrontare l’emergenza certamente migliora il testo che era stato licenziato dalla Commissione, quindi, per me voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. A nome del gruppo del Partito Democratico dichiaro che c’è il voto favorevole a questo subemendamento proposto dalla Presidente Leonardi.
PRESIDENTE. Subemendamento 2/2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri. Decaduto.
Emendamento 2/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 2, le parole ‘promozione e valorizzazione del ruolo della professione’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questo mi sembra un emendamento soppressivo quasi ovvio.
Il servizio di psicologia scolastica attivato dalla Regione Marche con questa legge non può fare, negli interventi rivolti agli insegnanti e ai dirigenti, promozione e valorizzazione del ruolo e della professione, ma stiamo scherzando?
La professione dell’insegnante è autonoma per eccellenza, oltre ad invadere un’autonomia vera, non è solo l’autonomia funzionale dell’istituzione scolastica, non è soltanto la riserva statale, invadiamo l’autonomia dell’insegnante in sé. Ve lo immaginate uno psicologo insediato dalla Regione Marche che promuove e valorizza il ruolo e la professione di un insegnante? Faccio difficoltà anche a trovare la parole, quindi, raccomando l’approvazione e il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Colgo l’occasione per esprimere la mia delusione nell’ascoltare i toni del Consigliere Cesetti che in un colpo solo offende, non dico noi perché ci potrebbe anche stare, tutti coloro che hanno concorso alla scrittura di questo testo, quindi anche i tecnici e gli uffici, offende anche molte altre leggi ed Assemblee legislative di altre Regioni perché in buona parte questi contenuti sono stati ripresi, anche con le medesime formulazioni evidentemente condivise.
Tralasciando questo, noi voteremo contrariamente a questo emendamento perché riteniamo che la professione dell’insegnante, come tante, sia estremamente difficile. Sappiamo quanto possa essere necessario un sostegno per addivenire al maggior benessere possibile dell’insegnante e qualora lo chiederà avrà chi potrà prestargli un sostegno, che conseguentemente produrrà una valorizzazione del suo operato e della sua figura professionale, che risulterà arricchita ed avvantaggiata. Quindi, il voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non so se il Consigliere Ausili sa bene quello che ha detto perché se dice che il Consigliere Cesetti ha offeso qualcuno penso che non abbia capito o faccia finta di non capire.
Il Consigliere Cesetti suggerisce un emendamento avulso dal contesto della legge, perché la lettera b), cioè la finalità della lettera b), dell’attività di psicologia, che ha indirizzo esclusivamente sui giovani, allarga le competenze, secondo il vostro testo, agli insegnanti, promuovendo e valorizzando il ruolo della professione. Con chi? Per chi? Per loro? Io mi chiedo: “supporto nella gestione dei bisogni educativi speciali”, ma vi rende conto che invadete competenze che non sono nostre? Vi chiedo quale sia l’offesa.
Il suggerimento di un testo nulla ha a che fare con le finalità della legge, che ribadiamo positive e che guardano all’attenzione, all’integrazione dell’attività del docente all’interno del sistema scuola. Una sorta di affiancamento, così almeno lo pensavamo, un’integrazione progettuale.
Qui addirittura allargate e prevedete il sostegno nell’affrontare le diverse funzioni nella gestione del gruppo classe, ma vi rendete conto cosa è scritto? Poi, collaborazione nella gestione del dialogo tra le culture. Penso che il sistema degli insegnanti, o meglio dei dirigenti, si rivolterà.
Voi scrivete, avete le orecchie, ma non ascoltate e siccome intendete andare avanti, andate avanti, ma è giusto che il Consigliere Cesetti abbia fatto notare questo aspetto. Chi ha buona volontà interpreta il ruolo dell’opposizione non certo contro, per le tante ragioni positive che abbiamo detto, fa una riflessione e si chiede se questo è una competenza che può assumere un progetto specifico della Regione sul sistema psicologico, sul sistema scolastico con trazione psicologica, credo che voi, che comprendete come noi, lo capiate.
Questo apre, lo dico anche alla Consigliera Lupini, un altro argomento, diciamo, penoso ed antipatico, attraverso questa legge si vuole favorire un ordine, non fate un servizio positivo all’ordine degli psicologici. Comunque mi pare che non vi sia disponibilità ed io voterò favorevolmente l’emendamento del Consigliere Cesetti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Gianluca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Non volevo intervenire, però dopo gli ultimi due interventi dei Consiglieri di opposizione non posso non parlare.
Voi con questo emendamento state insultando gli insegnanti, non l’avete letto l’emendamento che avete scritto?
La norma punta a supportare, a promuovere e a valorizzare il ruolo della professione degli insegnanti, voi avete fatto un emendamento per togliere il supporto degli psicologi, che daranno grazie a questa nuova norma regionale, che noi ci accingiamo a votare.
Credo che ci sia anche un modo per fare opposizione, potete presentare anche mille emendamenti per bloccare, ostruire un’azione di Governo, della maggioranza, l’abbiamo visto in questa ultima settimana, è un vostro diritto, però farlo in questo modo, mettendo in mezzo gli insegnanti … Magari presentatelo senza aggiungere parole in più, va bene, perdiamo 15/20 minuti, ma non ricamateci sopra dicendo che noi stiamo andando contro gli insegnanti, ma cosa state dicendo? Io sono sempre abbastanza buono, tranquillo e calmo, però dopo un po’, onestamente, quando ne sento troppe, non posso non intervenire. Stiamo qui anche fino alle 2 di notte però noi con questa proposta di legge, ringrazio i firmatari, diamo un supporto anche agli insegnanti. Sì, anche gli insegnanti possono avere bisogno di un supporto psicologico per quello che hanno vissuto, per quello che stanno vivendo, per le sfide e per come rapportarsi con i ragazzi, per promuovere anche la loro professionalità perché ci sono tanti professionisti insegnanti che si sentono un po’ sviliti nella loro professione, quindi assolutamente sì, uno dei ruoli dello psicologo è anche quello di aiutarli nel fare emergere ancora di più la loro professionalità.
Mi dispiace, mi auguro che nel voto dell’emendamento una parte del PD, che ho visto molto più comprensibile, nel cercare di mediare sulle posizioni per giungere ad un compromesso, si estranei dagli ultimi due interventi che onestamente non hanno senso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Farò un intervento politico che esula minimamente dalla proposta per il servizio di psicologia scolastica, però il mio intervento è di consulenza psicologica.
Quando c’è una situazione di difficoltà e di stato confusionale per il ruolo che uno ha, mi riferisco al PD, ci sono due modi di uscirne: fare ancora più confusione o mettersi un attimo a riflettere e ripartire bene. Invito, per il bene di tutti, per il bene della maggioranza della Regione ed anche del PD, a staccare un attimo quando le cose non funzionano bene, sennò si va a motivazioni capziose, quasi ridicole e si fa autogol.
Questo servizio è di appoggio agli insegnanti, che mantengono il loro ruolo specifico nella scuola, che è quello di trasmettere il sapere ed essere educatori.
Una volta si diceva: si ragiona sull’esistenza di Dio, significa che tutto viene messo in discussione! Che ci sia la volontà di supportare lo studente e sostenerlo attraverso gli insegnanti, la psicopedagogia, gli psicologi e altro, è un ragionamento di fondo, se questo serve strumentalmente a migliorare le cose è lo scopo della legge, per cui la posizione è chiara.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico all’emendamento presentato.
PRESIDENTE. Emendamento 2/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 2, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Dichiaro il voto di astensione del gruppo rispetto a questo articolo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto in dissenso al gruppo, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Ancora una volta in dissenso, il mio voto è contrario su questo articolo. Voglio dire al Consigliere Ciccioli che dopo il suo suggerimento che mi ha dato un po’ di mesi fa di andare da uno psicologo, ci sono andato, lo sa che mi ha detto? Faccia visitare quello che glielo ha suggerito, se vuole le do il nome. Così per far decantare la situazione.
C’è un voto negativo, è evidente dal mio punto di vista perché le ragioni in particolare sull’ultimo emendamento, quello a cui ha fatto riferimento il Consigliere Cesetti, quello dell’assoluta incompatibilità con la lettera b) … Il fatto che ci sia un contrasto fra la finalità della legge, il supporto psicologico per i giovani, con l’introduzione della finalità del supporto psicologico, come mi pare abbia detto anche il Consigliere Serfilippi nei confronti degli insegnanti, credo che non sia coerente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto in dissenso al gruppo, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Voglio chiarire una cosa, non esprimerò questo voto per una ragione molto semplice, non posso astenermi sulla pessima disposizione dell’articolo 2 per quanto ha detto il Consigliere Carancini.
Guardate, capisco il tono greve del Consigliere Ausili, io non mi sogno di offendere nessuno, io sono un legislatore come lui ed esprimo dei giudizi, è mio dovere esprimerli e quando una legge è scritta male non offendo nessuno, lo dico semplicemente. Non so neanche chi l’ha scritta, tra l’altro ho fatto dei rilievi, e li ho motivati, di legittimità costituzionale e insisto.
Questo disposto in primo luogo, come ha detto il Consigliere Carancini, è in contraddizione innanzitutto con il titolo stesso della legge “Istituzione del servizio di psicologia scolastica”; secondo, se parliamo di attività ed interventi rivolti agli insegnanti, ribadisco, andiamo ad invadere una competenza che da una parte è riservata alla legislazione statale, dall’altra alle legislazioni concorrenti, ma con principi generali che deve stabilire lo Stato. Andiamo ad invadere una autonomia funzionale che è costituzionalizzata nell’articolo 117, comma 3, andate a leggerlo, che prevede la legislazione concorrente, i principi generali dell’istruzione allo Stato, stabilisce altresì che è materia di legislazione concorrente quella relativa all’istruzione, salva l’autonomia dell’istituzione scolastica e l’insegnante è un’istituzione scolastica, è parte dell’istituzione scolastica, ma come ve lo devo spiegare? Io non offendo nessuno, lo dico in modo costruttivo.
Quindi, Presidente, non parteciperò al voto, non esprimerò il mio voto perché questo articolato non è votabile, bisognerebbe votare contro, non lo faccio perché non voglio votare in dissenso dal gruppo.
PRESIDENTE. Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale (ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lettera c) del Regolamento interno).
Favorevoli: Acquaroli, Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Leonardi, Lupini, Marinangeli, Marinelli, Menghi Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Santarelli, Serfilippi.
Contrari: Carancini.
Astenuti: Biancani, Bora, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera b) del comma 3 dell’articolo 3, le parole ‘con specifiche competenze’ sono sostituite dalle seguenti ‘esperti in psicologia scolastica’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Spero che questo emendamento venga accolto perché è un’opportunità.
All’articolo 3 si dice che il regolamento tiene conto dei seguenti criteri: realizzazione del servizio tramite convenzioni tra psicologi con specifiche competenze iscritti al relativo ordine professionale, ma come si scrive? Poi, Consigliere Ausili, io non posso criticare una legge? Nell’emendamento prevedo ‘esperti in psicologia scolastica’, dove l’ho preso? Non l’ho inventato, ho studiato, cosa che non hanno fatto quelli che l’hanno scritto perché l’articolo 4, lettera g), scritta da voi, parla di tre esperti di psicologia scolastica, quindi, non ho fatto altro che trasferire una cosa che avete scritto.
Se sta nell’articolo 4, comma 1, lettera g) perché non deve stare nell’articolo 3, comma 3, lettera b)? Come lo spiegate? Mi pare un’ovvietà, una correzione che appare opportuna anche questa ictu oculi, che vi devo dire!
Se poi pensate che questi siano emendamenti ostruzionistici fate voi, ma non mi pare.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per ribadire che l’esame degli emendamenti che il Consigliere Cesetti ed il Partito Democratico hanno presentato questa mattina è stato fatto senza una contrarietà a prescindere da chi li presentava.
Reputiamo questo emendamento accoglibile, specifica ciò che restava magari sottointeso, quindi, è corretto inserirlo laddove non stravolge l’impianto della normativa, ovviamente in quei casi abbiamo respinto le proposte che arrivavano, quindi voto favorevole all’emendamento 3/1.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ovviamente per confermare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico rispetto a questo emendamento e soddisfazione anche per le valutazioni che ha fatto la Presidente Leonardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi, ai funzionari ed alla Giunta tutta. Voto favorevole all’interno della Commissione sanità, che ha visto il gruppo Rinasci Marche presente anche negli approfondimenti, che sono stati fatti in maniera puntuale.
Questo emendamento arricchisce la legge scritta dai firmatari e tra questi ci sono anch’io come gruppo Rinasci marche, quindi, voto favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 3/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 3 bis dell’articolo 3 è soppresso”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. L’emendamento soppressivo parla da sé, noi pensiamo che in questo caso la lettera b) così come emendata sia sufficiente. Realizzazione del servizio tramite convenzioni tra psicologi iscritti all’ordine professionale è sufficiente, per quale motivo c’è la necessità di prevedere che gli psicologi previsti alla lettera b) del comma 3 siano scelti tra quelli inseriti in un elenco predisposto dalla Giunta regionale a seguito di procedura di evidenza pubblica? Vogliamo fare un altro “poltronificio?”
Gli psicologi li prendiamo tra quelli iscritti all’ordine esperti in psicologia, si prendono dal Consiglio dell’ordine, nell’elenco che c’è, a rotazione, perché dobbiamo fare un elenco predisposto a parte? Questo è sbagliato. E’ vero pure, ad esempio, che si fa per gli avvocati, forse anch’io da Assessore ho fatto un elenco, però in questo caso credo che sia sbagliato perché c’è l’elenco al Consiglio dell’ordine, ci sono gli esperti di psicologia scolastica, è sufficiente quello, secondo me. Quindi, insisto per l’approvazione di questa soppressione, tra l’altro il comma è stato inserito dalla Commissione rispetto al testo originario, se non vado errato, per cui può tranquillamente essere soppresso e chiedo un voto favorevole su questo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Molto velocemente per spiegare le ragioni per le quali reputiamo di respingere questa richiesta emendativa.
L’introduzione di una procedura di evidenza pubblica è codificata per scelta anche del protocollo ministeriale, quindi non sarà nessun tipo di poltronificio, anzi, l’evidenza pubblica garantirà che gli psicologi, che vorranno fornire alle scuole questo servizio, potranno fare domanda sulla base dei criteri, così come ha previsto il Ministero, e chi li ha entrerà nell’elenco dal quale poi le scuole potranno autonomamente e liberamente scegliere. Reputo che saranno ovviamente psicologi non solo iscritti all’Albo da tot anni, ma magari avranno un’esperienza specifica nel campo.
E’ una garanzia ulteriore, messa nero su bianco dalla pubblicità e dall’evidenza pubblica.
Per noi è una garanzia che ci ha chiesto di inserire, e che abbiamo voluto accogliere, un Consigliere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Le considerazioni della Consigliera Leonardi, che oltre alla necessità di esperti di discipline scolastiche, c’è la necessità che siano settoriali, anche per la considerazione che c’è il Ministero, mi hanno convinto, ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. Ritiro dell’emendamento, gli altri firmatari sono d’accordo.
Emendamento 3/2. Ritirato.
Articolo 3, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Dichiaro il voro favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 2 dell’articolo 4, la parola ‘semestralmente’ è sostituita dalle seguenti parole ‘ogni tre mesi’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Credo che questo emendamento possa essere accolto perché sappiamo bene che la scuola dura 9 mesi, prevedere che il Comitato si riunisca semestralmente mi sembra un po’ poco, facciamo ogni tre mesi perché semestralmente di fatto si riunisce una volta sola. Ripeto, credo che possa essere utile, tutto qui.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. La scelta di mettere ogni 6 mesi - che dovrebbe capitare nell’arco di una annualità scolastica almeno un paio di volte e non di più, ma mettendo la possibilità “quando se ne presenti la necessità”, potrebbe riunirsi anche 10 volte - è per evitare di ingessare il Comitato stesso, lasciando un’obbligatorietà di 2 volte l’anno e la libertà al Comitato di riunirsi qualora reputi importante farlo.
Ogni trimestre può creare una difficoltà anche per le cose che erano emerse dal dibattito in Commissione con il personale docente, il personale ATA, la dirigenza, per cui reputiamo che la finalità che il Consigliere Cesetti pone sia soddisfatta dalla dicitura “quando se ne presenti la necessità”.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Chiedo un voto favorevole proprio per le considerazioni che ha detto la Consigliera Leonardi, prevedendo ogni tre mesi di fatto si riunirebbe due volte, credo che possa costituire un elemento utile. “Prevedere quando se ne presenta la necessità”, chi lo stabilisce? Il Comitato.
Prevedere, se vogliamo, che il Comitato si riunisca ogni tre mesi, quindi due volte all’anno, magari per fare il punto della situazione anche sull’andamento delle attività, credo che possa essere utile, specialmente nella fase iniziale, poi nella parte successiva può essere ridotto.
Ritengo che sia un’opportunità anche per vedere l’andamento di tutto questo.
PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 4/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al quinto comma, dell’articolo 4, la parola ‘triennale’ è sostituita dalla seguente parola: ‘biennale’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Per la stessa considerazione, indire una Conferenza regionale con cadenza triennale di fatto vuol dire farne una, per quando si parte, anche per la mancanza di copertura, se ne parla di fatto nel 2022, anche perché non abbiamo neanche 4 anni davanti.
Mantenendo la cadenza triennale se ne fa una, con biennale c’è anche l’opportunità per verificare da parte di questa Assemblea legislativa l’andamento perché la Conferenza regionale aperta al mondo della scuola, eccetera, invia all’Assemblea legislativa regionale la valutazione dei risultati conseguiti dal servizio di psicologia scolastica. Se la cadenza la facciamo biennale abbiamo il tempo di valutare questi risultati ed anche di poter indicare elementi correttivi, anche perché si partirà nella migliore delle ipotesi nel 2022, biennale, siamo nel 2024. Se facciamo triennale rischiamo di andare, anzi di sicuro, contro la scadenza della legislatura.
Credo che sia utile anche questo, se non si vuole fare una legge manifesto.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Ringrazio per il lavoro che ha fatto il Consigliere Cesetti, spiego perché il triennio. Anche la sperimentazione, voi poi intervenite anche sull’emendamento successivo, ha una cadenza triennale, quindi, facciamo partire la sperimentazione di questa progettualità con una cadenza che vedrà il 2021 nella fase finale perché l’atto diventa legge nel 2021 e coinvolgerà gli anni 2021/2022/2023, un triennio. Crediamo che sia il tempo utile minimo, visto che la legge arriva ad approvazione e potrà essere esecutiva alla fine di questo anno, per poter avere dei dati significativi che ci parlino delle risultanze di questo progetto.
Respingiamo l’emendamento non perché non vogliamo fare la conferenza regionale, ne faremmo anche una all’anno, magari anche fuori da questo contesto con incontri e confronti con la scuola e con tutto il mondo che vi ruota intorno, ma reputiamo che per poter avere dei dati significativi questo sia il tempo minimo, poste le condizioni che ho detto prima, che l’approvazione di questa legge, anche con l’accelerata che abbiamo cercato di dare sia in Commissione che oggi in Aula, arriverà a produrre gli effetti alla fine di quest’anno, avremo fine 2021 e 2022/2023 per la raccolta dei dati e la sperimentazione, così come è previsto dalla legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Insisto per quello che ha detto la Consigliera Leonardi. Se i dati significativi arriveranno e saranno disponibili fuori tempo massimo, ed è probabile, perderanno di qualsiasi significato e di utilità, quindi, accorciare i tempi va in questa direzione. Avere un tempo minimo di due anni può essere sufficiente perché sono due esercizi scolastici, è sufficiente, e nel contempo c’è “il tempo” per questa Assemblea legislativa, per lo stesso Comitato di cui all’articolo 4, di poterli esaminare in un tempo congruo e dare anche eventuali indicazioni correttive, suggerimenti, quindi, ripeto, insisto per la sua approvazione.
PRESIDENTE. Emendamento 4/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 4. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Voto di astensione da parte del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 1 dell’articolo 5 la parola ‘triennio’ è sostituita dalla seguente: ‘biennio’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento coerente con quello precedente e, se vogliamo, la bocciatura di quello precedente lo rende ancora più necessario perché il Comitato, di cui all’articolo 4, nel triennio di prima sperimentazione valuta e seleziona alcuni progetti, immagino che poi li trasmetta alla Giunta - ha tre anni di tempo - la quale sempre nel triennio, dopo che li ha ricevuti, indice la Conferenza regionale aperta al mondo della scuola e all’esito invia all’Assemblea legislativa regionale la valutazione dei dati. Secondo voi si fa in tempo a fare tutto questo? Non lo so, neanche se suoniamo le trombe! Abbiate pazienza! Se ci sono tre anni se li può prendere tutti, seleziona i progetti, ci vuole un po’ di tempo, li invia alla Giunta che promuove la Conferenza regionale, immagino che lì ci saranno interventi, partecipazioni, che all’esito invierà all’Assemblea regionale la valutazione dei risultati conseguiti, anche qui ci vorrà un po’ di tempo e quando arriviamo noi? Non lo so, i posteri, le legislature successive!
Questo dimostra che cosa? La mancata volontà di accogliere questi emendamenti, che di fatto sono tecnici perché accorciano i tempi. Dimostra da una parte la volontà di non tenere in alcuna considerazione i suggerimenti, credo giusti, dell’opposizione e dall’altra parte che questa è una legge “manifesto”, che non ha una copertura finanziaria, che sarà inattuata perché invade la competenza di altri, la competenza dello Stato, e l’autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche. Non potrà essere attuata perché c’è questa invasione, addirittura non ci sono i tempi per le relazioni, diventa una legge manifesto.
PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Rispetto al capitolo di bilancio, l’abbiamo espresso fin dal primo momento, la cifra che è stata indicata non è sufficiente per avviare un progetto, nemmeno sul piano sperimentale, quindi, su questo articolo ci sarà il voto negativo del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Mi sembra importante come gruppo Movimento 5 Stelle astenerci dal votare questo articolo per ribadire la necessità di trovare risorse aggiuntive e congrue al progetto ambizioso che questa proposta di legge vuole portare avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, Il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Pur avendo firmato questa legge, il gruppo Rinasci Marche si asterrà su questo articolo perché all’interno dell’impianto le risorse sono solo 50.000 euro e l’abbiamo anche sottolineato durante gli approfondimenti in Commissione.
Il monito è quello di trovare delle risorse adeguate perché 50.000 euro sono solo un primo passo, una goccia in un grande vaso, il grande vaso da riempire è quello dei nostri giovani, dei nostri ragazzi.
Oggi abbiamo avuto l’opportunità di avere una lectio magistralis di medicina dal dr. Ciccioli, che ha portato in questa Aula l’esperienza del suo lavoro, che in parte oggi noi ritroviamo nei nostri giovani perché la fase adolescenziale è quella su cui dovremmo investire, soprattutto risorse per la prevenzione.
Se questi 50.000 euro sono una goccia, in futuro diventeranno di più, questa sarà la nostra missione, aumentare le risorse, quindi, su questo punto ci asterremo.
L’astensione è un monito per il futuro, per cercare di trovare quelle risorse perché in questa legge si inseriscono solo 50.00 euro.
Sono stato tra quelli che ha indicato con la Consigliera Leonardi la clausola valutativa perché all’interno del Comitato per la valutazione delle politiche, di cui sono componente, questa legge va seguita, va valutata, va affiancata in quanto la norma apre le porte all’inserimento di una figura importante, non familiare, e lo psicologo di fatto diventa un sostegno importante in una fase, come ha detto il Consigliere Ciccioli, prepatologica. Non bisogna arrivare alla patologia perché quando ci si arriva è troppo tardi, bisogna prevenire, la prevenzione è fatta anche di piccoli passi.
Credo che questa legge metta in evidenza un’attenzione perché il Covid ha messo in seria difficoltà i nostri giovani che si sono trovati senza educatori, senza quel sostegno, spesso nella fragilità delle famiglie in cui questo sostegno non ce l’hanno. La famiglia ha una funzione, la scuola ne ha un’altra e il sostegno in questo caso dello psicologo ha un’altra funzione ancora.
Questo è il mio concetto e per questo ci sarà il voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. In merito all’argomento trattato è stata presenta ed acquisita agli atti una proposta di ordine del giorno a firma delle Consigliere Lupini e Ruggeri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Chiedo un impegno pubblico alla Giunta, legato alla discussione di questa proposta di legge e all’importanza di prendersi cura degli aspetti psicologici della nostra cittadinanza tutta, a partire dai ragazzi che sono il nostro futuro, ed all’Assessore Saltamartini, a porre in essere opportune e tempestive azioni per provvedere alle forti carenze di psicologi e neuropsichiatri infantili nei Distretti sanitari. In particolare mi sembra questa una occasione in cui è doveroso, se parliamo di attenzione della maggioranza nei confronti della salute psicologica, citare anche il socio-sanitario, quindi, nei Distretti sanitari abbiamo i Consultori, le Umee, che si occupano di età evolutiva, e l’Umea, che si occupa di disabilità dell’adulto, ed i servizi pubblici come Dipartimenti di salute mentale, i servizi per l'utenza affetta da disturbi del comportamento alimentare, i Dipartimenti per le dipendenze patologiche e unità operative di oncologia, che lamentano da tanto tempo delle forti carenze di personale e poco c’entra il piano occupazionale perché quello è chiaro che non è una competenza regionale. Sicuramente dobbiamo rimettere in sesto le piante organiche, sostituire i professionisti mancanti, alcuni, come i neuropsichiatri infantili, in questo momento sono necessari perché abbiamo una crisi incredibile dei giovanissimi. Parlo di ragazzi in età preadolescenziale e nella prima adolescenza, che necessitano addirittura, e questo non lo dico io, ma è su tutti i giornali, di ricoveri in strutture. Dobbiamo creare dei servizi ad hoc per questo tipo di utenza, i concorsi sono andati a vuoto, non abbiamo neuropsichiatri infantili.
Ho fatto diversi atti su questo e diverse interrogazioni e oggi sono qui a sottolineare l’urgenza di occuparci, tanto più che c’è la redazione di un nuovo piano socio-sanitario, di questo tipo di servizi, psicologi e neuropsichiatri infantili. Parlo di queste due figure ed aggiungerei anche gli assistenti sociali e tutti gli operatori che si occupano di questa utenza fragile. Dobbiamo occuparci dei buchi lasciati nel nostro sistema socio-sanitario e credo che questa sia una occasione importante perché va benissimo, io sono la prima ad essere contenta, se istituiamo un servizio di psicologia scolastica, ma gli psicologi dobbiamo metterli laddove mancano, vale a dire nel servizio pubblico. C’è un articolo in questa proposta di legge che parla di invio ai servizi pubblici su cui anche il Consigliere Cesetti ha disquisito.
Come hanno detto anche i colleghi che lavorano ed operano nei Cic, quando individuiamo e intercettiamo i casi di minori con disagio psicologico nelle scuole poi a chi li inviamo? Non possiamo certo chiedere, nell’ordine del giorno è specificato in modo molto chiaro, uno sforzo economico alle famiglie visto il momento storico che stiamo vivendo, vista la crisi economica, sono costi che non tutti possono permettersi, non tutti riescono ad individuare un professionista nel proprio territorio, pensiamo ai paesini di montagna più interni, non ci sono sempre dei professionisti specializzati in questa fascia d’età e non possiamo costringere le famiglie a scegliere tra la salute psicologica dei propri cari e il budget.
Chiedo a questa Assemblea di porre in modo inequivocabile l’attenzione a questo tipo di intervento nel piano socio-sanitario, anche con l’Asur.
Non vado oltre perché credo di aver espresso in modo chiaro qual è l’intenzione, ho toccato nell’ordine del giorno diversi ambiti e diversi tipi di disagio ed il collegamento con la discussione sulla psicologia scolastica credo che sia stato espresso in modo chiaro dalle mie parole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Intervengo per dire che l’ordine del giorno presentato dalle Consigliere Lupini e Ruggeri è puntuale, lo condivido in pieno. La Consigliera Lupini è anche persona che lavora nelle strutture sanitarie, ci ha lavorato a lungo fin quando non è entrata in Regione e sa benissimo come stanno le cose. Io sono un altro testimone di questo.
C’è stata in questi anni la desertificazione delle strutture sul territorio, soprattutto nell’area sensibile e delicata della neuropsichiatria infantile, di tutto ciò che gira intorno alla fragilità dei minori, l’Umee, l’Umea, che non sono per minori, ma per adulti, i consultori familiari, che sono esfoliati di personale ed hanno per oggetto soprattutto i minori in situazioni familiari difficili. Non c’è personale, si limita ormai a fare solo le relazioni che richiede il Tribunale dei minori, gli accertamenti e le valutazioni genitoriali.
Questa è la sanità, mi sento di dire la sanità che noi abbiamo ereditato, da cui sarà difficile risalire. Non è semplice per niente perché le strutture per anni sono state esfoliate di personale e di risorse, tornare indietro è difficilissimo in un momento tra l’altro in cui, purtroppo, l’errata programmazione nazionale fa si che non ci siano possibilità di reclutare neuropsichiatri infantili. Ci sono alcune figure professionali che non esistono, l’unica cosa che stiamo facendo in tutta la Regione … Dopo anni di rinvii, mi sento di attribuirlo a me perché mi sono imputato sul ricovero dei minori, con l’Azienda ospedaliera di Torrette siamo riusciti a fare un reparto che, con i ritardi degli appalti, eccetera, è stato finito in questi giorni e sarà inaugurato a settembre, ci saranno 5 posti letto per le emergenze per i minori, togliendo dei letti alla clinica psichiatrica, incuneati tra il reparto Sert e il reparto …
Grazie a Dio è finito in questi giorni, ma questo è un reparto che era stato deciso di farlo dentro le strutture dell’Asur, 4 anni fa e in 4 anni non si era riusciti a fare un reparto per le emergenze.
La comunità terapeutica per i minori in difficoltà affidati ai servizi, che sta in provincia di Macerata, a Caccamo, è tollerata sul territorio, ci sono state proteste, c’è una situazione difficilissima. Non posso fare altro che dire che ciò che viene descritto in questo ordine del giorno è assolutamente corretto e giusto, dobbiamo cercare di recuperare il prima possibile, chiunque è in buona fede non può non votare questo documento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, voterò favorevolmente ed esprimo un giudizio molto positivo, anzi lusinghiero, su questo ordine del giorno non perché sia in buona fede, ma perché è un atto competente e pertinente, che guarda avanti, che non invade competenze altrui, che dice che il mondo della scuola necessita di professionisti per accogliere ed integrare tutti gli studenti e le studentesse, non i professori. Esigenze che diventano ancora più evidenti anche in sede di avvio dell’istituendo servizio di psicologia scolastica.
E’ un ordine del giorno che guarda avanti, che raccoglie un’esigenza e una necessità, è coerente con l’impostazione che noi volevamo dare per migliorare quella pessima legge, che così non migliorate.
Quindi, personalmente, dopo aver sentito il mio capogruppo, voterò a favore di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Leggendo attentamente l’ordine del giorno presentato dalle Consigliere Ruggeri e Lupini si evince che al suo interno ci sono delle esperienze che sono frutto di un lavoro fatto sul territorio dalla Consigliera Lupini, non me ne voglia la Consigliera Ruggeri, che in parte rappresenta la mia esperienza professionale, che mi vede operatore da 30 anni nei servizi sanitari, in particolare nell’Azienda ospedali riuniti di Ancona.
Quello che abbiamo sempre detto come gruppo consiliare è che questa Assemblea deve porre in essere le azioni per il bene collettivo, compito della buona politica, perché le istituzioni, noi oggi che stiamo legiferando, appartengono a tutti e abbiamo il dovere di vigilare, di colmare il distacco che si è formato tra noi e i cittadini.
Ebbene, in questo ordine del giorno ci sono tutti quei temi che abbiamo dichiarato ad ottobre al momento dell’insediamento in Consiglio regionale. La Consigliera Lupini ha portato avanti quello di sua competenza, lo ha fatto con una azione politica presente in questo ordine del giorno, che si sposa bene anche con le politiche che porta avanti il gruppo Rinasci Marche, anche con la visione di garantire omogeneità sul territorio, che è mancata. Soprattutto sono mancati gli investimenti, i pensionamenti, i posti vacanti. Tutto quello che accade nel territorio mette in difficoltà la famiglia, le famiglie fragili.
Porto un’esperienza personale, siamo dovuti da un punto di vista sanitario, proprio per queste tematiche, emigrare in Veneto, che ha delle competenze, in particolar modo sulla neuropsichiatria infantile e sulla gestione multidisciplinare di famiglie fragili con minorenni. Molto più competente e soprattutto efficace rispetto alle Marche. Un ritardo che la Regione ha da alcuni anni, che viene visto da molti cittadini come un gettare la spugna. Quando tu hai una fragilità, quando hai una problematica in famiglia, la prima cosa che fai è non gettare la spugna, magari ti impoverisci e ricerchi quella disponibilità, come ha detto la Consigliera Lupini, anche togliendo delle risorse economiche alla famiglia.
Con il Covid si è visto, come ha sottolineato il Consigliere Ciccioli, che molte ragazzine hanno avuto problemi di disturbo alimentare, altri giovani purtroppo si sono messi nel tunnel delle patologie legate agli strumenti informatici, spesso lasciati soli. Quindi è nostro compito, anche attraverso questo ordine del giorno, impegnare la Giunta a far sì che ponga in essere tempestive azioni per provvedere alle forti carenze. La Consigliera ha sottolineato la parte della neuropsichiatria infantile, dei Consultori, delle Umee perché spesso le famiglie si trovano davanti solo burocrati che danno un assegno economico, ma hanno anche bisogno di un sostegno, di una presenza.
Bene questo ordine del giorno, noi lo voteremo con convinzione e ringrazio di nuovo le Consigliere per aver posto in essere questa azione politica seria e puntuale.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Brevemente, per rafforzare e riprendere l’intervento che ho fatto prima sulla proposta di legge sul servizio di psicologia scolastica.
E’ un dato di fatto, tutti sappiamo qual è la situazione nei distretti sul territorio, una realtà della quale bisogna farsi carico ed evitare, come ho detto prima quando ho fatto un appello a tutte le forze politiche che siedono al governo, di fare e di produrre dichiarazioni di intenti privi di efficacia concreta perché tutti oggi sappiamo che c’è la questione del tetto delle assunzioni, quindi, dobbiamo essere consapevoli e responsabili che al momento occorre fare i conti con quel tetto di spesa.
Questo lo evidenzio perché in quest’Aula, tranne il partito di Fratelli d’Italia, tutti siedono al governo nazionale, lo dico come auspicio e come richiamo di responsabilità perché non siamo un Consiglio comunale, siamo un Consiglio regionale e produciamo atti che sono importanti ed hanno un’efficacia che deve avere una ricaduta concreta. Di auspici sinceramente e personalmente non so che farmene. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Senza entrare troppo nel merito, non credo che sia giusto ed opportuno in questo momento impegnare la Giunta su un tema importante, che riguarda i neuropsichiatri infantili all’interno dei Distretti sanitari, nella revisione del prossimo Piano socio-sanitario.
Mi regolerò sul voto, che deciderà il gruppo in autonomia, insieme al resto della maggioranza.
E’ un tema importante, però onestamente non vedo tutte queste analogie con la proposta di legge che andiamo a votare, che riguarda l’istituzione del servizio di psicologia scolastica. Per carità, ognuno può presentare un ordine del giorno, però se ne presentiamo uno per ogni problematica relativa al nuovo Piano socio-sanitario dovremmo farne a decine perché le carenze di medici e infermieri nelle strutture ospedaliere e nelle strutture territoriali sono un altro importante servizio da portare avanti, da potenziare. Abbiamo bisogno di assumere tanti medici e tanti infermieri, sappiamo anche che c’è un tetto di spesa, quindi, personalmente non mi sento di dire si o no sulla tematica specifica degli psicologi e dei neuropsichiatri infantili nei Distretti sanitari, Consultori, Umee, Umea, nei servizi pubblici, come i Dipartimenti di salute mentale e i servizi all’utenza affetta da disturbi di comportamento alimentare, Dipartimenti per le dipendenze patologiche, Unità operative di oncologia.
Sappiamo bene che il Movimento 5 Stelle, in particolar modo le Consigliere Lupini Ruggeri, è da sempre molto sensibile su questi temi.
Condivido che dobbiamo metterci mano e potenziare anche questo servizio, però non mi sento in questo momento di impegnare la Giunta regionale su questa problematica, visto che abbiamo aperto la discussione sul nuovo Piano socio-sanitario in tutto il territorio marchigiano. Stiamo ascoltando tutte le categorie (medici, infermieri, sindaci, sindacati), è iniziato un percorso importante da condividere con tutti gli stakeholder e mi viene da dire che questo momento non è quello giusto per presentare un ordine del giorno così, rimarrei sulla proposta di legge, senza esprimermi su questo atto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. La dichiarazione di voto è favorevole rispetto all’ordine del giorno, per il quale ringrazio le proponenti. Ne condividiamo tutto il contenuto, non faccio nessun tipo di polemica rispetto alle azioni che riserveremo perché poi avremo un bel dibattito.
E’ passato quasi un anno, chiedo alla proponente: quante assunzioni sono state fatte? Non ci possiamo sempre appellare al decreto Balduzzi, che c’è sempre stato. Se c’era la necessità di assumere e le piante organiche lo consentivano dopo un anno avremmo potuto assumere un quinto, se fosse stato possibile, del mandato precedente. Abbiamo fatto zero.
Molto interessante l’ordine del giorno a supporto della legge giunta in Aula, voto positivo del gruppo del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Non è proprio una dichiarazione di voto, ma vorrei proporre di ritirare questo ordine del giorno per discuterlo in un secondo momento. Ci dispiace, sul merito è sicuramente giusto, ma abbiamo il problema, che il Consigliere Serfilippi e la Consigliera Menghi hanno detto con estrema chiarezza, del tetto di spesa, dobbiamo vedere quanto risorse abbiamo.
Abbiamo esigenze più grandi nel reperire medici e personale infermieristico per una sanità più diffusa sul territorio, vorremmo ragionarci con calma e non vorremmo associare questo ordine del giorno con la proposta di legge sulla psicologia sociale.
Questa è la proposta che voglio fare alle Consigliere Lupini e Ruggeri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Intervengo volentieri anche per spiegare meglio, forse nel mio intervento ho dato per scontato alcune cose, per abitudine, per mestiere.
E’ emerso chiaramente nelle audizioni della Commissione rispetto a questa proposta di legge sull’istituzione del servizio di psicologia scolastica che laddove ci sono dei soggetti individuati come problematici e bisognosi c’è la necessità della presa in carico da parte del servizio pubblico ed è stato detto chiaramente da chi ci ha già lavorato, che c’è una difficoltà a reperire chi di dovere nel servizio pubblico, quindi psicologi e neuropsichiatri infantili. Quindi, non trovo momento migliore perché è emerso in modo prepotente che manca la presa in carico ed i servizi pubblici hanno bisogno di rimpolpare le piante organiche.
La richiesta è semplicemente quella di lavorare tutti insieme in modo trasversale, come sono abituata a proporre e a fare, per rendere appetibile il nostro territorio da un punto di vista socio-sanitario. Non ho la bacchetta magica, né la soluzione qui, oggi, però l’attenzione deve essere massima perché se mettiamo un buon servizio di psicologia scolastica nelle scuole, avremmo poi bisogno di un’accoglienza del disagio psicologico. Non trovo momento migliore, vedo che c’è un grande fermento oggi in Aula e non credo che sia per questo ordine del giorno, che mi sembra nel merito condividiate tutti, capisco che oggi è una giornata particolare, però è talmente collegato il mondo da cui provengo che non può aspettare ancora l’impegno, per cui non ritiriamo l’ordine del giorno.
PRESIDENTE. La proposta del Consigliere Cancellieri è stata sottoposta all’esame delle proponenti, che hanno detto non intendono ritirare l’ordine del giorno.
Proposta di ordine del giorno, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Chiedo 5 minuti di sospensione dei lavori per un incontro del gruppo per una decisione sul voto alla proposta di legge.
PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta per 5 minuti.
La seduta è sospesa alle ore 15,12
La seduta riprende alle ore 15,26
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ha la parola, per dichiarazioni di voto la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. A nome di Fratelli d’Italia voto favorevole, anche interpretando il volere della maggioranza che si è espressa positivamente, non solo per il lavoro che è stato fatto da tutti all’interno della Commissione, ma anche e soprattutto per quel bisogno che è emerso e al quale stiamo cercando di dare delle risposte. Un’esigenza che è emersa trasversalmente, un bisogno al quale, con la proposta in discussione oggi, si può iniziare a dare non solo un’importanza, ma anche un riconoscimento che questo problema c’è, sul quale si vuole intervenire, anche con delle soluzioni operative concrete all’interno del mondo della scuola e delle fragilità, che purtroppo la pandemia ha acuito.
So che ci sono delle posizioni differenti, ci sono state delle discussioni, ma continuo ad auspicare che questa proposta di legge, che reputo buona, possa trovare - proprio per dare un segnale forte a chi questo bisogno ce l’ha – il voto unanime dell’Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Anticipo subito il voto che sarà di astensione rispetto alla proposta, un’astensione che apprezza la proposta ed il percorso.
Devo ringraziare la Presidente della Commissione Consigliera Leonardi, che ha fatto un grande lavoro, la relatrice di minoranza, che tra l’altro ci ha messo a disposizione anche un ordine del giorno importante, il primo firmatario Consigliere Ausili e tutti gli altri, compreso il Consigliere Santarelli.
Una legge che risponde alle necessità, anche innovativa rispetto al quadro nazionale e in qualche maniera anche resiliente perché tocca dei temi che prima del Covid ovviamente ricadevano quasi esclusivamente nell’ambito sanitario.
Abbiamo evidenziato, lo dico soprattutto guardando la Presidente della IV Commissione, degli elementi. In questa astensione in positivo, non è una astensione che legge il dato negativamente perché in effetti l’abbiamo condivisa, ci sono due elementi determinanti, intanto alcune contraddizioni che potevano essere ulteriormente corrette accogliendo degli emendamenti. Sappiamo che potevamo farli prima, ma sarebbe stato un percorso di maggiore condivisione se la proposta di legge fosse stata rinviata in Commissione.
Legittimamente c’è stata un’accelerazione perché si vuole tentare di arrivare ad un risultato per l’apertura dell’anno scolastico, lo facciamo con un grande limite perchè, uno, non ci arriveremo, poi andremo a verificare, ma non lo faccio con il tag di chi vuole negativizzare le cose fatte, sarà oggettivamente molto complicato e articolato per la scarsità delle risorse. 50.000 euro costringono a mettere in campo bandi con criteri molto stringenti e inevitabilmente le graduatorie, le modalità che dovranno permettere agli istituti di partecipare avranno anche una tempistica non sincrona con l’attività scolastica ed inevitabilmente arriveremo al prossimo anno. Allora conveniva attendere un momento in più e trovare risorse adeguate.
Un voto di astensione, abbiamo dato il nostro bel contributo, che penso sia stato molto utile, una legge che se fosse stata migliorata anche con gli emendamenti che il Consigliere Cesetti ha messo a disposizione avrebbe trovato un voto unanime. Avremo modo di verificarla.
Siamo d’accordo sul principio, condividiamo le finalità, purtroppo ci sono stati questi due passaggi, anche per responsabilità non oggettive vostre, ma del tempo e delle variazioni di bilancio, che non ci permettono di assecondare le nostre richieste. Dichiaro, quindi, l’astensione del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Semplicemente per esprimere il voto favorevole della Lega per tutte le ragioni che ci siamo detti in Commissione e per quelle che abbiamo ribadito oggi in questa seduta. Grazie.
Proposta di legge n. 40 così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 14
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma quinquennale per le aree protette (PQUAP) 2021-2025. Legge regionale 28 aprile 1994, n. 15, articolo 7”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 14 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Sarò veloce anche perché i tempi si sono allungati.
La programmazione degli interventi relativi al settore delle aree naturali protette è demandata al programma quinquennale per le aree protette. L’articolo 7 della legge regionale 28 aprile del 1994 ne stabilisce i contenuti e le modalità di approvazione, in particolare il piano: può procedere all’individuazione di nuove aree, ma non lo fa, prevede l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli obiettivi del programma, parla della gestione degli obiettivi.
A pagina 2 c’è un breve indice dove sono racchiusi tutti i punti.
La Commissione ha audito i rappresentanti delle aree protette e si è evinto chiaramente che ci sono delle gestioni diversificate, c’è chi gestisce meglio i bilanci, chi gestisce meglio/peggio il discorso degli animali nocivi, c’è chi ha un rapporto migliore o peggiore con il territorio, ma complessivamente è maturata la riflessione sulla necessità di iniziare a vedere i parchi non solo come bolle di vetro per gli ambientalisti da salotto, come piace chiamarli a me, ma come aree vive che devono far fruttare le loro risorse – non essere sostenute solo dalla Regione - con l’esigenza di gestire meglio il discorso degli animali invasivi e delle specie alloctone.
Ci sono state delle modifiche al piano relative al passaggio dei due Comuni in Emilia Romagna, quelli dell’alto Montefeltro, modifiche che riguardano il territorio dei parchi.
Sono stati proposti degli emendamenti dal Consigliere Ausili, recepiti dalla Commissione, dal sottoscritto e dai Commissari di maggioranza della III Commissione, che discuteremo dopo.
Vado veloce, al punto 1. “Il sistema delle aree naturali protette”, c’è questo cambio, che potete vedere in neretto, che riguarda il territorio, poi è riportata la nuova planimetria e l’elenco dei vari soggetti gestori delle aree protette, che nella nostra regione rappresentano il 10% del territorio, ma con Rete Natura 2000 addirittura si arriva al 14% di aree tutelate.
Abbiamo una regione in cui non c’è un’ulteriore necessità di aree protette, ma di sostenere quelle già in essere.
Tengo a precisare, tra l’altro, che oltre il 14% di Sic Zps rientrante nell’area Natura 2000, ci sono tante aree agro-silvo-pastorali, che da secoli sono protette dai proprietari e dai portatori e interlocutori di quella che io chiamo la cultura rurale, quindi, gli agricoltori, gli allevatori, i cacciatori.
Nella nostra regione ricadono due parchi nazionali, quattro parchi regionali, tre riserve statali e quattro riserve regionali, non ultima la Riserva regionale del bosco di Tecchie in Comune di Cantiano che, se non erro, è di circa tre ettari.
Al punto 3 si parla dei 25 anni di programmazione regionale, fino al 2015, programmi di durata triennale, poi si è deciso con buon senso di farli diventare quinquennali.
Vado avanti, al punto 4 si parla della pianificazione delle aree naturali protette, che è diversa secondo la tipologia della riserva. A pagina 11 è spiegato l’iter dei piani di gestione delle aree protette, molti dei quali conclusi, alcuni ancora in corso, come quello del Parco nazionale dei Sibillini, ed altri da avviare come nel caso della Riserva naturale del bosco di Tecchie.
Vado ancora veloce per non sottrarre tempo, a pagina 13 c’è uno schema che riguarda le risorse che la Regione dà ai Parchi, nel quadriennio 2016/2020 sono stati trasferiti quasi 2 milioni di euro per gli investimenti e 10 milioni di euro per le spese di funzionamento. Emerge un dato significativo che nel tempo dovrà andare per forza aggiustato, le spese e il costo del funzionamento dei parchi sono pari all’84,2% delle risorse trasferite, la maggior parte delle risorse sono destinate al personale e solo lo 0,4%, e questo ci tengo a dirlo, per gli investimenti riguardanti la gestione delle specie animali problematiche per le attività economiche.
Vado al punto 6, ho presentato degli emendamenti che vi vado a leggere molto velocemente: il piano quinquennale intende agire con ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, con particolare riferimento alla soluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale. Abbiamo voluto mettere l’inciso su questa esigenza.
Al punto 6.2 c’è un altro mio emendamento che recita così: nell’arco della programmazione 2021/2025 la Regione intende valutare la comprimibilità delle spese obbligatorie delle aree protette, tramite l’utilizzo di personale proprio o favorendo forme di comando per i parchi di competenza regionale. Per comprimere le spese del personale si apre la possibilità, che già c’è, di utilizzare personale interno e qualificato della nostra Regione.
Sulle azioni di rete ci sono gli interventi del Consigliere Ausili che al punto 2.1 comma 6 dà la possibilità di svolgere azioni di monitoraggio della fauna selvatica con il coinvolgimento delle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale. Credo che questa sia una cosa molto importante perché le associazioni venatorie sono le prime a volere il rispetto della fauna e dell’ambiente. Al punto k bis) si parla di prove e di attività cinotecnica organizzate dalle strutture periferiche dell’Ente nazionale della cinofilia italiana o autorizzate dalle medesime, nel rispetto, e qui deve essere chiaro, delle norme e principi diretti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale.
Non ci vedo niente di male, c’è un emendamento del PD che vuol cassare questo punto, perché le prove cinofile, dove possono essere fatte, non sono niente di invasivo, anche in accordo con gli stessi parchi.
Vorrei ricordare che in tanti parchi europei addirittura è aperta la caccia, solo nella nostra Italia ancora si vede il parco come una bolla di vetro da tutelare, dove fare entrare questi ambientalisti con le pantofole e dove magari continuare un certo tipo di “magna magna” generalizzato.
Credo che sia un buon piano che riprende in larga parte le cose positive dei precedenti. C’è la richiesta dei parchi di confermare i fondi, si confermeranno, ma vogliamo ampliare una visione più attiva di queste aree protette.
Vorrei ringraziare l’Assessore Aguzzi e il Consigliere Antonini Presidente della III Commissione per il lavoro di approfondimento che è stato fatto anche con le associazioni, con i parchi e con le riserve.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie Presidente. Parto da dove ha finito il Consigliere Rossi, dai ringraziamenti. Devo ringraziare la minoranza per avermi dato l’opportunità di fare la relazione sulla proposta di atto amministrativo n. 14 ad iniziativa della Giunta regionale, in particolar modo la Consigliera ex Assessore Casini, che è molto più competente e capace di me, ma mi ha dato fiducia e mi ha detto di preparare questa relazione. Spero di essere all’altezza di questo compito che sarà un approfondimento sull’atto.
La predisposizione e presentazione da parte della Giunta regionale di questo piano all’Assemblea legislativa per l’approvazione in Aula è un adempimento necessario, essendo scaduta lo scorso dicembre la precedente programmazione relativa alle aree naturali protette.
La durata della programmazione prevista dalla vigente normativa regionale, legge regionale 15/994, così come modificata dall’articolo 32 della legge regionale 3/2015, è infatti di 5 anni ed è necessaria l’approvazione del nuovo piano affinché gli interventi relativi alle aree protette regionali possano proseguire.
Con la precedente programmazione 2016/2020 si sono chiusi i primi 25 anni di programmazione regionale per le aree naturali protette, un traguardo importante per una regione come la nostra particolarmente ricca dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
Nel corso degli ultimi 5 anni di programmazione è stato raggiunto l’obiettivo di tutelare almeno il 10% del territorio regionale, infatti con l’istituzione nel corso del 2020 della Riserva naturale regionale bosco di Tecchie, ricadente nel Comune di Cantiano, i parchi e le riserve naturali coprono il 9,61% del territorio regionale, che andrà ad essere leggermente limato perché, purtroppo, a noi dispiace, alcuni Comuni, come Sassofeltrio e Montecopiolo, sono andati nella Regione Emilia-Romagna.
Con la delibera di Giunta regionale n. 707 del 7 giugno 2021 la Giunta regionale ha proposto al Consiglio regionale il presente programma quinquennale per le aree protette, che prevede tre linee di programmazione. La prima, l’individuazione di nuove aree di riferimento di interesse naturalistico. Queste nuove aree come previsto dalla normativa regionale devono interessare quei territori che pur non essendo parchi o riserve naturali per la loro elevata naturalità ed eccezionalità dal punto di vista paesaggistico sono vocati a divenire aree naturali protette.
La seconda, l’istituzione di nuovi parchi o riserve naturali nel territorio marchigiano che offre numerosi ambiti di eccellenza dal punto di vista ambientale, potenzialmente deputati a diventare nuove aree naturali protette. Affinché questa possibilità possa concretizzarsi è necessaria la previsione di adeguate risorse finanziarie.
La terza, la legge regionale 15/1994 stabilisce che alla previsione di nuove aree protette debba corrispondere un adeguato aumento di risorse finanziarie. Nell’ultimo periodo di programmazione, i trasferimenti regionali al sistema delle aree protette sono stati pari a 1.938.772 euro per spese di investimento e 10.485.000 euro per spese di funzionamento con modeste variazioni da un anno all’altro per quanto riguarda le spese correnti e una forte riduzione per quelle degli investimenti.
Sottolineo che dal 2001 ad oggi il numero delle aree protette è passato da 7 a 11, ma le risorse disponibili non sono proporzionalmente aumentate, soltanto nel 2020 gli stanziamenti in conto capitale hanno assunto dimensioni comparabili con quelle dei precedenti periodi di programmazione e hanno consentito l’assegnazione di contributi significativi per l’implementazione di progetti ed interventi volti alla conservazione della natura, alla valorizzazione, promozione e fruizione dei territori, al recupero del patrimonio storico e architettonico, alla manutenzione del patrimonio infrastrutturale.
In particolare dal programma si rileva che il budget necessario per le spese correnti si aggira sui 2,2 milioni euro per un ammontare complessivo di 11 milioni al netto di entrate, contributi finanziari di altri enti e vendita di prodotti e servizi, che nel corso degli ultimi anni, in particolare in questo periodo pandemico, sono progressivamente diminuite.
Le spese correnti incomprimibili, ovvero quelle spese che garantiscono la funzionalità dei soggetti gestori delle aree naturali protette, comprendono spese obbligatorie e quindi necessarie per coprire il costo dei vari organi (Presidente, direttivo, eccetera), spese funzionali (utenze, manutenzioni, collaborazioni, eccetera), che sono determinate in relazione alla complessità della gestione della singola area e vengono ripartite in base ai criteri legati alla superficie interessata, alla popolazione residente, all’utenza turistica, alla presenza di beni storico/culturali.
In continuità con quanto stabilito dalle precedenti programmazioni, le risorse finanziarie di parte corrente trasferite dalla Regione sono assegnate secondo i seguenti criteri: una quota fissa relativa alle spese per organi e personale, una quota variabile relativa alle spese funzionali, altre spese secondo valori di riferimento standardizzati.
Al fine di contenere le spese di gestione il programma quinquennale promuove iniziative volte a coordinare unitariamente alcune attività, tra le quali la prevenzione e la gestione dei danni causati dalla fauna selvatica, la sorveglianza ambientale, la comunicazione, la razionalizzazione, l’ottimizzazione della gestione di risorse umane, la sorveglianza ambientale attraverso una convenzione con il Ministero delle politiche agricole, che definisce ambiti e modalità di collaborazione con i Carabinieri forestali nelle materie di competenza regionale.
Per quanto attiene alla spesa in conto capitale essa è indispensabile per valorizzare delle azioni in termini di obiettivi da perseguire e risultati da raggiungere, per questi motivi è necessario che siano garantiti stanziamenti significativi nel bilancio regionale, in continuità con i precedenti.
La programmazione di questo piano quinquennale è incentrata su due linee principali: le azioni di rete e le azioni da sviluppare nelle singole aree protette.
Le azioni di rete prevedono una serie di iniziative che coinvolgono l’intero sistema delle aree naturali protette sotto il coordinamento di un soggetto gestore, che opera in sinergia con la struttura regionale competente.
Le azioni da sviluppare nelle singole aree protette riguardano invece le necessità delle singole aree.
Gli obiettivi da raggiungere anche con questo piano quinquennale, sia con le azioni di rete che con le altre, sono assunti come strategici per la Regione nell’ambito della programmazione comunitaria e regionale poiché i fondi previsti dal presente piano quinquennale sono in linea con quelli degli anni precedenti.
Al fine di una migliore e più attenta valorizzazione di queste aree come Rinasci Marche e come minoranza auspichiamo che già dal prossimo bilancio regionale le risorse possano essere adeguatamente implementate in relazione al maggior numero di aree protette presenti nella nostra regione, anche per una maggiore valorizzazione delle stesse, in quanto risultano essere un volano per il rilancio di un settore strategico della nostra Regione come quello del turismo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buonasera, colleghi. In Commissione è stato discusso il programma quinquennale per le aree protette 2021/2025, devo dire, come spesso accade, non per merito del sottoscritto, con una collaborazione fattiva da parte di tutti i Commissari componenti, sia della maggioranza che dell’opposizione, anche dei servizi e della Segreteria della Commissione, che ogni volta vengono coinvolti o ci coinvolgono rispondendo sempre con altissima professionalità. Anche in questo caso abbiamo cercato di svolgere il lavoro per il meglio, lavoro che ci è stato affidato dalla Giunta regionale, che ci ha chiesto un parere e l’approvazione di questo programma.
Abbiamo coinvolto i vari soggetti portatori di interesse diretto, i gestori dei parchi naturali regionali e delle riserve naturali, e abbiamo anche approfittato sia per una analisi della proposta che per un confronto sullo stato attuale delle aree protette, soprattutto su quelle che sono le prospettive, le problematiche ed eventualmente anche le soluzioni da loro stessi suggerite.
Alla fine di questo incontro e di un confronto tra tutti abbiamo anche inviato a nome della Commissione una lettera ad Aguzzi, in qualità di Assessore competete, per chiedere un paio di elementi che erano emersi da questo incontro e dal dibattito.
Il primo in assoluto da parte dei gestori delle riserve e dei parchi è una collaborazione, un aiuto, un contributo da parte del Governo regionale, da parte un po’ di tutti i Consiglieri, anche della Commissione per quanto di competenza, rispetto ad una facilità di accesso a fondi ulteriori, soprattutto in chiave di risorse europee per cercare di incrementare le casse, le attività all’interno dei parchi, che sappiamo si dividono in spese di gestione del personale, soprattutto, e spese della gestione ordinaria, più quelle relative alle attività che i parchi producono annualmente, che tra l’altro sono indicate nel piano quinquennale che andiamo ad approvare.
Ci siamo fatti carico di questa esigenza dei gestori, ma sarebbe anche auspicabile un’ulteriore collaborazione dell’Assessore Aguzzi. In prospettiva non sarebbe male cercare con la Commissione le soluzioni più adeguate. Non sarebbe affatto male partire e prevedere delle ulteriori e specifiche azioni, anche con un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per reperire ulteriori fondi, per cercare di dare come Regione un sostegno concreto attraverso fondi e risorse europee nelle varie misure che si andranno ad alternare da qui ai prossimi 6/7 anni.
L’altra cosa emersa, tra l’altro con un confronto ed una richiesta parziale dell’Ufficio ambiente, è la necessità di rivedere i confini, a seguito del distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche, del Parco Simone e Simoncello. Sappiamo che questa frammentazione si è prodotta per una parte del territorio del Parco naturale interregionale, ma abbiamo dovuto lasciare a favore dell’Emilia-Romagna anche il territorio dei Parchi della Regione Marche.
Allora, la richiesta che noi abbiamo ulteriormente fatto è che venga anche rivista in proporzione la percentuale di contribuzione della Regione Marche sul Parco, che prima era proporzionata al territorio di pertinenza, 70% Marche e 30% Emilia-Romagna, adesso è 50 e 50, quindi occorre una revisione anche delle quote di partecipazione.
Altri elementi che sono emersi sono, ad esempio, l’esigenza di formazione del personale, cercare di venire incontro a certe esigenze coinvolgendo anche discipline e materie che non riguardano strettamente il settore dell’ambiente e delle aree protette, magari interessando la formazione attraverso dei percorsi specifici per cercare di aggiornare e in qualche modo di dare anche più qualità e competenza al personale stesso. Queste esigenze sono emerse nel confronto con i vari gestori.
Per il resto non ci sono particolari elementi, anche nuovi, rispetto al passato.
Abbiamo accettato ed approvato il piano con assoluta serenità, sono emersi alcuni elementi rispetto a una proposta che è arrivata in corsa durante gli approfondimenti in Commissione, ovvero l’inserimento di alcuni obiettivi da aggiungere a quelli già previsti, su uno di questi è arrivato un emendamento del Partito Democratico, che chiedeva la soppressione … Vorrei dire, anticipando un po’ quelli che saranno l’argomento e la risposta, che la possibilità di inserire all’interno dei parchi delle attività cinofile, con il coinvolgimento di una associazione di settore, lo dico per chiarezza estrema, è qualcosa che anche nel sottoscritto ha creato delle perplessità, che sono state poi ben spiegate ed illustrate nel momento in cui il Consigliere Ciccioli ha ben detto che non sono attività obbligatorie, anche se non è scritto in maniera chiara, però, per consuetudine ormai accertata in questi vari anni, dopo che i piani sono stati approvati e attuati non c’è alcun un controllo, una ricognizione rispetto al raggiungimento e al soddisfacimento di tutte le attività inserite nel piano. Ciò significa che l’ente gestore può a propria totale discrezione esercitare il diritto di non accogliere eventuali proposte se non ritenute in linea coerente con la politica che attua ed esercita all’interno del parco o riserva, quindi area protetta.
Non c’è nessun vincolo di obbligatorietà, ma una discrezionalità nel poter mettere in essere eventuali proposte o meno. Questo credo che possa tranquillizzare tutti, anche i più scettici mrispetto ad un eventuale uso ipotetico, in proprio, del parco con delle attività diverse e innovative.
L’ultimo aspetto è quello dei cinghiali, che è un problema serio. Alcuni casi sono stati risolti in una certa maniera, in altri invece la questione esiste. In generale invito anche l’Assessore, come abbiamo fatto anche in Commissione, a cercare, laddove sia più possibile, pur nel rispetto delle diversità perché ogni parco e ogni area hanno gestioni diversi, in certi casi è il Comune, in altri un ente privato, in altri ancora un ente parco nato appositamente, in altri l’Unione montana, di favorire per quanto di nostra competenza una certa omogeneità, non dico tanto nella gestione, ma in alcune modalità, in alcuni servizi, in alcune attività in modo tale che si possa operare con più facilità e valorizzare qualcosa di molto importante che come Regione abbiamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Ritengo opportuno fare alcune osservazioni sull’approvazione del Programma quinquennale per le aree protette, considerando soprattutto l’aggiunta di piccole, ma importantissime azioni tese all’implementazione migliorativa dello stesso.
Il lavoro svolto in III Commissione insieme ai Consiglieri Ausili, Assenti ed a tutti i componenti del centro-destra che hanno collaborato alla valutazione del piano, rappresenta oggettivamente non solo una precisa e concreta recensione delle competenze gestionali da parte degli enti preposti, bensì una lodevole e lungimirante svolta nelle politiche di sostenibilità e collaborazione tra tutte le realtà interessate.
Nel dettaglio validissime e a mio avviso irrinunciabili attività sono quelle destinate agli studi di ricerca e monitoraggio della fauna selvatica anche attraverso il coinvolgimento di associazioni settoriali e specializzate, ne sono un esempio le associazioni venatorie, dal momento che con questa linea di indirizzo si pongono le basi per una diretta collaborazione tra le parti, un benefico confronto fra le tecniche utilizzate ed una sicura e potenziale efficacia nella realizzazione delle stesse.
Le conoscenze su consistenze e distribuzione di alcuni selvatici sono mirate al fine di migliorare il quadro conoscitivo e la gestione della specie oggetto di studio, l’acquisizione di tali dati di presenza, distribuzione e abbondanza su quei territori. L’indice che poi è possibile ottenere può essere impegnato per valutare l’andamento dei selvatici e può quindi rappresentare un’informazione di base utile per una gestione sostenibile.
Tale protocollo è stato applicato anche in altre realtà regionali e subregionali con il fine di fornire uno strumento di indirizzo per enti e amministrazioni pubbliche interessate. In particolare la scelta di incentivare il monitoraggio all’interno delle aree protette nasce dalla necessità di fotografare con buona attendibilità anche la popolazione svernante al netto delle perdite dovute all’esterno per il prelievo venatorio e alla potenziale alterazione del comportamento degli animali a causa del disturbo. Importante e meritevole di menzione è quindi l’attività cinofila e cinotecnica nelle aree interessate con il coinvolgimento dell’ente nazionale cinofilia italiana (Enci).
Al di là dei pregiudizi e dei limiti di applicazione, questa particolare attività proposta dà indirettamente benefici e lustri ai territori interessati, mi riferisco ad esempio al turismo, nonché alla possibilità di evocare le azioni di illustri personaggi del passato nati e vissuti proprio in quei luoghi, uno tra tutti, ad esempio, lo scrittore Giorgio Gramignani che nelle sue opere scritte descrive le particolarità di quei territori dove oggi ad esempio sussiste il Parco del Conero. Grazie.
PERSIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Anch’io ritengo che sia stato fatto un buon lavoro in Commissione, di questo ringrazio il Presidente e gli altri componenti, ringrazio il Vicepresidente Santarelli che nella sua relazione mi ha fatto dei complimenti che non merito.
Vorrei far capire all’Aula che stiamo trattando una fetta delle aree protette della Regione Marche, nel senso che ci sono i parchi nazionali, che non vengono trattati in questo caso, poi ci sono i parchi e le riserve regionali e rimane fuori tutto il mondo dei Sic Zps che è un’altra forte componente delle aree protette della Regione Marche, che in questo caso trattiamo. Trattiamo una parte importantissima del territorio che in questi anni è arrivata al 9,56% di superficie rispetto al territorio delle Marche, una parte importante che prevalentemente è ubicata nelle aree interne, con talune eccezioni, penso al Conero, al Sentina, al San Bartolo.
Il tema è anche quello che è stato accennato, quello degli ungulati, un problema serio e spesso problematico da risolvere sia perché interessa le aree interne sia perché a volte la sopravvivenza di queste specie è difficile da conciliare con la sopravvivenza dell’uomo e con delle azioni antropiche che sono determinanti e importanti all’interno dei parchi. L’azione antropica all’interno dei parchi non va assolutamente demonizzata, anzi l’uomo è un animale del parco, senza alcuni interventi dell’uomo …. Penso per esempio al pascolo ed alla permanenza delle aree a pascolo, al non avanzamento delle aree a bosco, che è un effetto negativo perché aumenta i tempi di corrivazione a valle e crea dei problemi di dissesto idrogeologico, quindi la presenza dell’uomo all’interno di queste aree è giusta e va incentivata.
Va anche ricordato che queste aree, che vengono gestite tramite dei piani di gestione, come si diceva prima, hanno dei gestori diversi, enti diversi e non tutte hanno le stesse caratteristiche, perché noi pensiamo ad un’area protetta e ci immaginiamo l’area boscata, un’area particolare dal punto di vista botanico vegetazionale o faunistico, in realtà ci sono delle aree che sono differenti, per esempio le zone umide. La regione Marche dal punto di vista paesaggistico è molto variegata, è una nostra caratteristica peculiare, abbiamo aree che sono completamente diverse.
Si è fatto riferimento agli emendamenti presentati, credo di aver fatto anch’io un po’ di confusione e non ho capito se il Consigliere Bilò si riferiva agli emendamenti che sono stati approvati dalla Commissione, perché ce ne sono alcuni che sono già stati inseriti, o a quelli presentati oggi. Per chiarezza dico che una parte, che non erano emendamenti, sono stati inseriti dalla Commissione nella proposta di legge che oggi avete trovato, poi ce ne sono altri tre, per lo meno quelli che ho visto io, che sono stati presentati fuori dalla Commissione.
In relazione all’emendamento, non so se ne vogliamo parlare subito, vorrei fare una chiosa, ha fatto bene il Consigliere Rossi a parlare anche degli emendamenti e di quello che ha proposto lui, nel merito sono d’accordo, c’è poco personale nelle aree protette, ci sono scarse risorse. Ricordo a tutti che nel 2015/2016, la vecchia Giunta si insediò a fine luglio 2015, non era prevista una lira sulle aree protette, non c’erano risorse, non erano state previste e noi ci siamo trovati anche con la difficoltà di ripartire da zero. Ringrazio ancora l’ex Assessore competente per essersi sempre impegnato per queste aree.
In merito all’utilizzo di personale si potrebbero favorire forme di comando per i parchi di competenza regionale, che sono quelli di cui ci stiamo occupando, sia riserve o parchi - degli altri non ci possiamo occupare essendo una competenza nazionale - il problema è che le spese del comando sono a carico del parco, mentre il personale proprio operante nei parchi naturali, Consigliere Rossi, lo vediamo, è 6, 6, 3, 3, veramente poco.
Condivido l’esigenza di aumentare il personale dei parchi perché ritengo che siano una grande risorsa anche dal punto di vista turistico ricettivo e quindi economico, però il suo emendamento non mi sembra risolutivo perché le spese obbligatorie le possiamo anche comprimere, ma il personale proprio evidentemente già lo si paga, se invece si favorisce il comando lo si deve pagare, non può essere la Regione a pagare, ma l’onere ricade sull’ente per il quale la persona comandata lavora.
Per quello che riguarda le specie invasive sono d’accordo, prima si è fatto riferimento ad una differenza chiara tra le specie alloctone e quelle autoctone. Le specie alloctone vanno considerate tali e bisogna avere il coraggio di farlo e quindi di prevedere un loro contenimento. Mi riferisco sempre alle stesse, mi riferisco ai cinghiali, ai caprioli, agli istrici in particolare. Da questo punto di vista sulle specie, che non possiamo definire genericamente invasive, siamo d’accordo.
Non siamo invece d’accordo per quello che riguarda la lettera k ter che è stata inserita e di cui abbiamo discusso, come giustamente diceva il Presidente in Commissione. Non condividiamo perché, sono sicura che lo conoscerete, l’accordo per la collaborazione sottoscritto con l’Ente nazionale della cinofilia italiana nel 2018 stabilisce che l’Ente nazionale per la cinofilia italiana e la Regione Marche, Servizio caccia e pesca, avrebbero individuato delle aree idonee cinotecniche per l’addestramento dei cani e non è un caso se in questo accordo non si citano mai le aree Natura 2000 perché sono quelle che hanno delle particolari caratteristiche, dove non è detto che non si possa andare con i cani, si può andare purché si faccia una valutazione d’incidenza di quanto quell’azione possa interferire con l’oggetto di tutela, che può essere diverso, che va dal rospo smeraldino della Sentina, di cui il Consigliere Assenti ha piena contezza, alle aquile, piuttosto che specie botanico vegetazionale come la famosa genziana. Quando beviamo la genziana attenzione perché nella maggior parte delle volte stiamo bevendo un liquore fatto con una radice che non può essere raccolta ed estirpata. Non credo che si possa decidere con un programma, che tra l’altro non è neanche un Piano di gestione, una cosa così, quando già esiste un accordo per l’individuazione di queste aree.
Noi voteremo contro perché non entriamo nel merito di qualcosa che tra l’altro è ancora in vigore. Non so se il Presidente o il presentatore dell’emendamento sia a conoscenza dell’accordo tra l’Ente nazionale della cinofilia italiana e la Regione Marche, sottoscritto nel 2018 e tuttora vigente, in cui si parla di aree idonee, non si parla di zone protette perché quelle hanno una normativa molto diversa. Non si può stabilire che le aree siano tutte uguali perché in alcune è possibile …, magari può essere indifferente in alcuni periodi dell’anno, per esempio periodi nei quali non c’è la cova, nei quali non c’è la riproduzione, nei quali non c’è il passaggio delle specie che migrano, ci sono dei periodi e dei momenti, poi però ci sono delle zone dove non è assolutamente possibile, penso per esempio alle faggete che sono tutelate e dove credo non sia possibile fare alcuna azione.
Io non metterei su un Piano una possibilità del genere, la lascerei ad ogni singola realtà, posto che esiste un accordo tra l’Assessorato caccia e pesca e l’Ente della cinofilia italiana, quindi, o questo accordo deve essere revocato, oppure loro hanno già in mano la possibilità di individuare delle aree per delle attività cinotecniche.
Per il resto noi diciamo che se verrà stralciato …, ci auguriamo che verrà stralciata questa possibilità perché ci sembra che sia in contrasto con gli atti che ci sono ed anche di difficile realizzazione.
Per quello che riguarda l’emendamento del Consigliere Rossi siamo d’accordo, però c’è da sistemare la questione economico-finanziaria nel senso che se c’è un comando qualcuno bisogna che lo paghi e lo deve pagare l’ente per il quale il soggetto lavora, quindi, è un costo che deve sostenere la Riserva o il Parco. Se risolviamo questo problema .., certo siamo d’accordo tutti che vanno implementate le risorse.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Mi fa piacere che si sia arrivati oggi a parlare e spero ad approvare questo atto importante perché noi siamo attualmente fermi con i contributi a favore delle aree protette proprio perché manca questo piano, che oggi è in approvazione. Ci si è dilungati di qualche settimana per una giusta e necessaria discussione che si è protratta in Commissione nel massimo rispetto dei ruoli, però è bene approvarlo altrimenti tra pausa agostana e tutto andremo a finire ad elargire i contributi un po’ in ritardo e mi dispiacerebbe.
Questo non è il primo problema, il primo obiettivo è quello di dare un piano quinquennale innovativo, anche inedito, su alcuni punti di vista ed approvarlo in questa giornata.
Mi fa piacere questa discussione, un piano quinquennale non riguarda solo i finanziamenti sui quali torno, è anche prevedere eventualmente nuove aree e nuove perimetrazioni, definire la ripartizione e la suddivisione dei finanziamenti a seconda delle attività che nei parchi si svolgono, quantificare l’ammontare delle somme suddivise, non tanto per quanto un parco è più o meno importante, ma per le attività che mette al suo interno, il personale che occupa e altro.
Poi c’è una serie di finalità che sono tendenzialmente suddivise per parchi, un parco o una riserva non ha lo stesso fine rispetto ad un altro. Prima, ad esempio, è stata citata la Sentina, è un’area a me molto cara, è la più piccola area protetta delle Marche, è unica nelle sue specificità, è l’unica area umida retrodunale tra il parco del delta del Po e Lesina, è l’unica area a metà Adriatico, è preziosissima, tant’è che, vi dico di più, è mia intenzione, se ne avremo la possibilità e la capacità, di proteggerla anche via mare con delle scogliere, ci stiamo ragionando, altrimenti rischiamo di perderla. Ognuna ha una sua specificità, ha un suo valore che va valorizzato, rispettato e garantito.
Non si prevedono in questo piano nuove aree, noi sfioriamo il 10%, che è comunque una percentuale non secondaria, non tutte le Regioni hanno il 10% di aree protette, quindi le Marche sono indubbiamente all’avanguardia, comunque nella media nazionale.
Noi cosa finanziamo? La Consigliera Casini prima ha detto solo i parchi regionali, non è esattamente così, noi abbiamo quattro tipologie di parchi e riserve in questa regione: parchi nazionali, parchi regionali, riserve regionali e riserve statali. Sui parchi nazionali non incidiamo finanziariamente, sui parchi regionali invece incidiamo quasi al 100% sia sulle spese correnti di attività che si svolgono che per il personale, garantiamo tutte le attività, mentre nelle riserve regionali e riserve statali non garantiamo le spese del personale, ma di funzionamento, compresi gli uffici. La Consigliera Casini prima ha detto una cosa, sulla quale ho voluto precisare perché non è esattamente come l’aveva interpretata, per cui abbiamo su tutte un ruolo molto importante.
Noi oggi con questo piano prevediamo, poi vi dirò alcune altre cose, uno stanziamento complessivo per spese ordinarie, non di investimento, di 1.742.000 euro, quindi siamo a circa 200.000 euro sotto a quanto stanziato lo scorso anno. Se vi ricordate quando abbiamo stanziato questa spesa erano previsti 200.000 euro in più che volutamente, proprio su un emendamento della Giunta, abbiamo stralciato per poter finanziare il bando per lo smaltimento dell’amianto, che oggi è in corso. L’impegno era quello di rimettere i 200.000 euro con l’avanzo di amministrazione, impegno che oggi non è qui racchiuso perché ancora non abbiamo approvato il bilancio consuntivo, ma l’impegno rimane tutto ed è non solo mio, ma di tutto il Consiglio regionale, quindi la spesa sarà rimpinguata di 200.000 euro.
Vi dirò di più e lo dico con piacere, non solo con orgoglio, alla fine del 2020, dopo molti anni, su mia iniziativa abbiamo rifinanziato con 200.000 euro la sistemazione dei percorsi dei parchi per chi ha difficoltà motorie, è stato fatto un bando, sono stati già assegnati i 200.000 euro, che alla fine dello scorso anno non erano previsti a bilancio preventivo, l’abbiamo rimpinguato noi e quest’anno li abbiamo reinseriti, il bando è già stato espletato e in questo momento stanno arrivando i progetti.
Al di là della spesa ordinaria noi abbiamo rimesso anche i 200.000 euro per la miglioria dei percorsi per chi ha difficoltà motorie. Ci tengo a dire che, non pretendo che mi crediate sulla parola, non è all’interno del piano, al di là dei 200.000 euro per i percorsi protetti, al di là dei 200.000 per i quali ci siamo impegnati a rimpinguare il capitolo delle spese, ho già parlato con l’Assessore Castelli per l’eventualità di avere, spero tanto e credo di riuscirci, ulteriori 200.000 euro per la spesa corrente, per particolari piani e progetti che i parchi potranno proporre di anno in anno. Quindi, non spesa corrente per il personale, ma piani specifici, che non è detto che tutti gli anni avvengano. Ad esempio il parco del Conero ha proposto una situazione che secondo me è molto interessante, la valuteremo, il parco Simone Simoncello ne ha proposta un’altra. Con 200.000 euro eccezionalmente potremmo di anno in anno andare a stimolare l’attività di questi parchi anche per ricerche, valorizzazioni ed attività culturali al loro interno, con riferimenti specifici a personalità del passato che vivevano ed operavano in quei territori, per incentivare anche dal punto di vista turistico queste attività.
Su questo andremo ad impegnare, mantenendo quegli impegni che non sono qui racchiusi perché non abbiamo i fondi a disposizione finché non ci sarà l’avanzo di amministrazione approvato, 2.374.000 euro, ben 400.000 euro più dello scorso anno, che non è poco. Ci tengo a dirlo, altrimenti non trovandoli si potrebbe pensare che c’è stato un taglio della spesa, invece non è e non sarà così, anzi vorrei incentivarla nei limiti del possibile.
Per gli investimenti discorso a parte, cerco di farla breve, noi abbiamo avuto negli ultimi 5 anni per gli investimenti sulle aree protette 2016/2017/2018 zero, nel senso che i tre bilanci non prevedevano nulla per le attività di intervento strutturale, cioè gli investimenti. E’ stato parzialmente reinserito un capitolo nel 2019 con 200.000 euro per poi fare il botto nel 2020 dove è stato messo 1.600.000 euro; non dico perché c’erano le elezioni, non lo so, ma la battuta mi è venuta quasi spontanea. Nel 2020 sono stati sbloccati dei fondi che erano vincolati da anni, che dovevano essere impegnati per gli investimenti, sono stati impegnati, erano fermi da 4 anni, quindi si è un po’ recuperato il periodo nel quale non si è operato.
Se la media la spalmiamo sui 5 anni è di circa 350.000 euro l’anno, nel piano noi mettiamo 336.000 euro, non andiamo ad aumentare, però ci rimettiamo nel solco della ricostruzione storica degli ultimi 5 anni in cui la media è stata di circa 350.000 euro sugli investimenti e noi questo anno prevediamo quella cifra.
Ho precisato il perché di questa differenza tra lo scorso anno e questo, altrimenti sembrava che mettessimo molto meno, invece siamo nella media degli ultimi 5 anni, questo non vuol dire che se ci saranno le condizioni non potremmo fare di più perché effettivamente c’è necessità di interventi anche maggiori.
Mi soffermo al volo sul personale, noi oggi abbiamo 6 persone al Parco del Conero (c’è stato un pensionamento che penso verrà recuperato dall’ente), 6 persone alla Gola della Rossa, 3 al San Bartolo e 3 al parco Simone Simoncello, parlo dei parchi di nostra diretta competenza sui quali interveniamo come spesa.
Apprezzo l’idea che ha avuto il Consigliere Rossi nel presentare l’emendamento, però è vero quello che ha detto la Consigliera Casini, di fatto la spesa va comunque sul parco, ma potrebbe anche succedere che all’interno delle economie complessive della Regione Marche possano esserci delle persone disponibili a spostarsi negli enti parchi, è vero che la spesa ricade sull’ente parco ma, se mi permettete, la spesa complessiva dell’ente pubblico non va ad aggravarsi ulteriormente. E’ un’opportunità che possiamo avere, invece di far fare una ricerca al parco può essere una ricollocazione di qualcuno che già opera all’interno dell’ente pubblico, ma questa è una possibilità, non è detto che debba essere così.
Io ho fatto una botta di conti, credo che un paio di figure in più rispetto all’attuale assetto, all’interno delle spese che noi stiamo prevedendo, potrebbero venir fuori e poi vedremo anche dove e come. Secondo me le esigenze maggiori sono al Parco Simone Simoncello, uno dei più grandi, dove il personale è pochissimo, però adesso non mi fate spendere su questo perché non sta a me decidere dove e quando si assumerà.
C’è questa possibilità e quella suggerita dal Consigliere Rossi con il suo emendamento può essere un’opportunità in più per dislocare personale già presente all’interno dell’amministrazione.
Sul parco Simone Simoncello la precisazione è già stata fatta anche da altri Consiglieri nelle premesse, se si va a ridefinire anche la spesa oltre al perimetro avremo un risparmio di circa 20.000 euro l’anno, ci potrebbe uscire un’eventuale assunzione. Avendo perso due Comuni si è anche persa una parte di territorio, quindi, si dovrebbe ridefinire la spesa con la regione Emilia-Romagna, che è cogestore insieme alla Regione Marche di quel Parco interregionale.
Mi soffermo e chiudo sulle proposte che sono state, se non sbaglio, già prese in considerazione in Commissione, che ha fatto secondo me un ottimo lavoro. Una è quella di aver l’ausilio anche delle associazioni venatorie nello studio, nell’approfondimento, nella gestione e nel contenimento di specie invasive, io le chiamo invasive perché effettivamente lo sono sotto alcuni punti di vista. Dico questo perché già si fa, non inventiamo qualcosa di nuovo, sembra sempre che il parco debba essere il luogo dell’associazione ambientalista, ma tutti siamo ambientalisti, con tutte le nostre specificità e vedute diverse. Oggi I cacciatori e le associazioni venatorie svolgono un’azione fenomenale all’interno dei parchi. Quando qualcuno mi dice: ma perché si caccia. Rispondo: ma sapete dove si caccia tutto l’anno, giorno e notte ed anche nei periodi di caccia chiusa? Solo nei parchi. Nelle Marche si caccia solo nei parchi 365 giorni all’anno, giorno e notte, e si commercializza anche la carne, cosa che in genere non si potrebbe fare, perché c’è un’invasività di cinghiali, purtroppo, ahinoi, che produce molti danni al funzionamento ed alla sicurezza dei parchi, di conseguenza lì le nostre associazioni venatorie fanno un’opera di grande prestigio. Pensate nel Sasso Simone e Simoncello sono stati 540 i cinghiali abbattuti lo scorso anno, 360 nel Parco del Conero in mezzo alle case, se non ci fossero i cacciatori chi li abbatterebbe? Peter Pan? Di conseguenza abbiamo fatto bene ad inserire questa specificità nella gestione. L’inanellamento degli uccelli migratori, chi meglio dei cacciatori può farlo, sono loro che conoscono perfettamente le consuetudini, le abitudini, le stagionalità, i periodi di nidificazione, quelli di svernamento, quelli di passaggio, sono un’enciclopedia. Su questo potremmo parlare fino a domani.
Mi fa molto piacere questo stimolo che si è voluto portare avanti.
Concludo ringraziando la Commissione ed i Consiglieri regionali per il lavoro che hanno svolto.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale, ha la parola, per replica, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Non ho altro da dire se non il fatto che l’Assessore ha ben spiegato qual è il principio del mio emendamento e l’opportunità che vuol dare in termini di risparmio. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Rossi, Antonini, Borroni, Assenti, Baiocchi, Bilò, Serfilippi: “Al capitolo - 6 paragrafo 6.1 (Fabbisogni e criteri di riparto) dopo il terzo capoverso, dopo le parole ‘occupazione diretta’ è inserito il seguente capoverso: ‘Nell’arco della programmazione 2021/2025 la Regione intende valutare la comprimibilità delle ‘spese obbligatorie’ delle aree protette, tramite l’utilizzo di personale proprio o favorendo forme di comando per i parchi di competenza regionale’”.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Questo emendamento è già stato esposto prima, quindi, per me è sufficiente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Abbiamo già espresso prima il nostro pensiero, nel senso che siamo d’accordo sul fatto che deve essere implementato il personale delle aree protette perché, come è stato detto anche prima dall’Assessore, i numeri sono davvero molto bassi, però rimaniamo perplessi, dal punto di vista normativo, sulla possibilità di utilizzare personale della Regione, che lavori nel parco a spese della Regione. Il comando sarebbe una spesa per il parco e non per la Regione.
Ci asterremo perché nel merito siamo perfettamente d’accordo, ma il metodo non ci pare percorribile.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Subemendamento 2/1 a firma del Consigliere Rossi: “L’emendamento 2 è sostituito dal seguente: ‘Il capitolo 6 - paragrafo 6.2 (indirizzi per l’attività del sistema regionale), il primo capoverso è così sostituito: ‘Il piano 2021/2025 intende agire con un’ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, soprattutto alla risoluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il subemendamento è solo per specificare meglio, quindi sostituiamo le parole “con particolare riferimento”. Credo che anche dal punto di vista grammaticale sia migliore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Alloctono è una di quelle parole che se uno non si occupa di queste materie è difficile che …
Dal punto di vista del merito siamo d’accordo, però non ne comprendiamo il senso. Il programma intende agire con ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, soprattutto alla risoluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale. La biodiversità è locale, detto questo, non si capisce come ciò si faccia. Anche prima l’Assessore ha spiegato bene che le aree naturali protette sono zone in cui maggiormente si caccia, le cosiddette zone A, dove la caccia è aperta in molti periodi dell’anno, anche se di selezione, quindi non capiamo che cosa significhi. Ci asteniamo per evitare di prendere una posizione.
PRESIDENTE. Subemendamento 2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Rossi, Antonini, Borroni, Assenti, Serfilippi, Baiocchi, Bilò. Decaduto.
Emendamento 3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini: “Al paragrafo 6 (Il programma quinquennale aree protette 2021/2025) punto 6.2.2 (Azioni da sviluppare nelle singole aree protette) la lettera K ter è soppressa”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. In questo caso, l’ho già spiegato prima e non mi vorrei ripetere, c’è un accordo di collaborazione tra l’Assessorato e l’Ente nazionale della cinofilia italiana che è ancora in vigore, con il quale si stabilisce di individuare le aree idonee per l’addestramento dei cani, non solo, nell’accordo non si mettono in evidenza, anzi non si citano affatto, le aree protette. Capisco che i cani devono imparare a lavorare in modalità diverse, non soltanto per la caccia, in aree che hanno delle particolari sensibilità, devono essere addestrati a questo e non è un caso che nell’accordo tra i compiti dell’Enci venga prevista una collaborazione con la Regione Marche per individuare le aree cinotecniche caratterizzate da buona diversità e densità faunistica. E’ chiaro che esiste già una censura per dire di non arrivare fino alle aree naturali protette, ma andare in aree che hanno però una densità faunistica e una buona diversità, in cui non è presente una biodiversità forte, ma c’è una densità faunistica e una buona diversità dal punto di vista botanico vegetazionale.
Mi pare che questo emendamento sia un po’ una captatio e non si capisce per quale motivo venga fatto, posto che esiste già un accordo con il quale possono già scegliere le aree che vogliono.
Voteremo contro questo emendamento perché non ha senso da nessun punto di vista, soprattutto perché nel merito ogni area, come dicevamo prima, ha una sua caratteristica peculiare, lo ha detto anche l’Assessore, per cui viene tutelata e valutata con la valutazione di incidenza. Ogni azione può essere incidente o non incidente rispetto agli obiettivi di tutela che sono stabiliti nei piani di gestione. Ci sembra un po’ un azzardo visto che già esiste un atto.
PRESIDENTE. Lei Consigliera ha espresso una valutazione contraria a quanto già inserita nel testo, ma favorevole all’emendamento.
Emendamento 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Prima come Partito Democratico abbiamo ringraziato la Commissione per il lavoro fatto, ringraziamo anche gli uffici, che sono stati molto presenti, in maniera molto tecnica e puntuale, hanno non solo redatto il programma, ma hanno dato anche un supporto importante alla Commissione per ogni dubbio.
Anche se ci permangono quelle perplessità, che abbiamo evidenziato, sulle questioni che sono state osservate con gli emendamenti, riteniamo che l’obiettivo sia alto e proprio per questa motivazione il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo programma.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Lega vota a favore.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche voterà a favore per il lavoro svolto in Commissione. Ringrazio la Segretaria per il sostegno che ci ha dato, il Presidente e il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.
Durante la giornata odierna abbiamo avuto un ulteriore approfondimento in merito alle azioni che sono state messe in essere dall’Assessore Aguzzi, per tutti questi motivi e anche per il futuro della nostra regione dal punto di vista turistico - credo che oggi la pandemia abbia messo a nudo la necessità di dare un turismo diverso, un turismo sostenibile, un turismo legato alle aree protette - il voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per esprimere il voto favorevole del gruppo di Forza Italia. E’ già intervenuto l’Assessore Aguzzi che si è espresso in maniera molto chiara sull’atto, quindi voteremo favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Innanzitutto devo dire che siamo molto contenti del lavoro svolto in Commissione e della collaborazione che c’è stata. E’ stato un bel lavoro e si è arrivati alla realizzazione di un programma quinquennale importante.
Siamo anche contenti che molte proposte del gruppo Fratelli d’Italia siano state accolte all’interno di questo Piano, proposte innovative che guardano ad una gestione oculata e ambientalista in collaborazione con tutte le associazioni del territorio.
Il nostro voto è convintamente positivo nei confronti del punto. Grazie.
Proposta di atto amministrativo n. 14, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 17
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 4 febbraio 2020, n. 107, concernente: “Piano socio-sanitario regionale 2020-2022. Il cittadino, l’integrazione, l’accessibilità e la sostenibilità”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 17 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questo è un atto essenzialmente tecnico, che ci permette di andare avanti nella programmazione ospedaliera.
La delibera approvata in Giunta recepisce nella continuità gli aspetti già decisi dalle amministrazioni precedenti, non solo l’ultima, ma anche la penultima. Si parla del nuovo ospedale di Fermo, dell’Inrca, che purtroppo ha un ritardo ormai decennale, e del Salesi, all’interno degli Ospedali Riuniti di Ancona, tutti progetti già avviati, cantierizzati, in corso d’opera e purtroppo, abbiamo dovuto rilevare, che presentano dei limiti per cui sono necessari nuovi investimenti sia per l’ospedale di Fermo che per l’Inrca ed anche una rivalutazione di alcuni aspetti progettuali del Salesi. Comunque sono progetti già avviati e l’impegno dell’amministrazione regionale è quello di accelerare per poterli consegnare nel minor tempo possibile, per dare una prospettiva di breve periodo all’organizzazione sanitaria locale. Invece nello sviluppo della programmazione noi chiudiamo il capitolo del progetto di finanza relativo all’ospedale di Pesaro, un ospedale unico, un capitolo che dal punto di vista dell’equilibrio economico, delle risorse che assorbiva, era sfavorevole per la Regione Marche.
Andiamo nella direzione di dire che il nuovo ospedale è necessario nella città di Pesaro, un ospedale ovviamente di primo livello, consono ad un capoluogo di provincia, la stessa cosa facciamo per Macerata, anche lì l’ospedale per quanto più moderno ha dei limiti strutturali e normativi di inadeguatezza. Quindi le due città di Pesaro e di Macerata avranno il nuovo ospedale, con un notevole risparmio economico rispetto alle prospettive passate.
Terza programmazione: l’ospedale di San Benedetto del Tronto. Per gli ospedali di Macerata e di Pesaro è garantito totalmente il finanziamento con le leggi ordinarie e straordinarie relative al piano di ripresa e resilienza, quindi andiamo in una direzione di certezze assolute, mentre per quanto riguarda San Benedetto del Tronto andiamo nella direzione e nella prospettiva di un nuovo ospedale, che andrà a sostituire una struttura che è stata posizionata in un’area urbana che presenta delle difficoltà di accesso e di sosta ed alcuni padiglioni sono al limite della normativa vigente. Questo ospedale è tutto da fare, occorre la localizzazione, la progettualità e tutto il resto. Nell’ambito delle leggi di finanziamento dello Stato, il piano annuale che c’è, e nelle risorse regionali per quanto riguarda i finanziamenti straordinari andiamo nella direzione di una decisione forte che da qui ad alcuni anni darà risposta a questi territori.
E’ chiaro che noi siamo nella prospettiva della riscrizione del Piano socio-sanitario regionale che però necessità di tempi più lunghi, abbiamo già avviato le consultazioni sul territorio con i Sindaci, con le associazioni e con il personale medico, propedeutiche alle decisioni che andremo a prendere perché prima bisogna ascoltare e poi prendere le decisioni. L’ottica è quella del superamento dell’ospedale unico in una rete ospedaliera regionale, ovviamente sinergica.
Tenete presente che siamo in una fase di incertezza nel senso che il vigente piano sanitario nazionale verrà superato ed è già in discussione. Personalmente ho parlato con un docente universitario che fa parte della Commissione, le regole dei decreti Balduzzi saranno riviste, anche le regole dei posti letto, attualmente sono 3,5% per acuti e 1% lungo degenza, circa 4,5% con i vari ritocchi.
L’esperienza Covid ha dimostrato che questo numero di posti letto … In passato l’orientamento è stato quello di ridurre al minimo i posti letto e nell’arco degli anni, a seconda delle nazioni europee, si è andati da 9 per mille posti letti, a 8 per mille, a 7 per mille, fino ad arrivare alla cifra ottimale di 4,5 per mille posti letto.
L’emergenza Covid ha creato finanche nella organizzatissima Germania un deficit di posti letto, nuove previsioni non sono state ancora prese, ma andranno nella direzione dell’aumento dei posti letto di riserva, norme già previste per i decreti Covid. Anche nelle Marche abbiamo prospettato l’aumento dei posti letto in rianimazione, in malattie infettive, già finanziati con il decreto nazionale sul Covid, in parte già realizzati, in parte in corso di realizzazione.
Tutto questo dovrà portare tutte le forze politiche in base ai nuovi parametri, in base ai nuovi fabbisogni - in genere le decisioni si prendono sul fabbisogno - a rivedere l’organizzazione sanitaria tenendo presente la necessità di un recupero della rete sanitaria territoriale, che negli ultimi anni è stata degradata (il territorio non ha risposto alle esigenze), delle realtà che gli ospedali devono essere in grado di affrontare, anche imprevedibili, magari la vicenda Covid si estingue da qui a un anno, da qui a due anni come tutte le grandi pandemie nel mondo nei secoli passati, però potremmo sempre trovarci di fronte ad una nuova emergenza e non possiamo farci trovare questa volta impreparati.
La revisione della rete è anche in questa direzione: sanità territoriale e efficientamento con budget certi e risorse attribuite, aziende ospedaliere organizzate in grado di far fronte anche ad emergenze, ma garantendo l’ordinaria gestione sanitaria. Uno dei limiti grossi che abbiamo visto in questa fase della pandemia è che per far posto all’emergenza i normali trattamenti ordinari non sono stati fatti, se non circa il 30-40%, si sono create lunghissime liste d’attesa, non sono state date risposte immediate a patologie molto gravi, dall’oncologia, all’urologia, dalle chirurgie ai trattamenti terapeutici, questo non può più accadere.
Questa esperienza ci deve far maturare e far capire quali sono i fabbisogni e quali sono i contenitori di emergenza che devono essere sempre presenti.
Ripeto, è un atto tecnico, che serve per le successive procedure progettuali, per gli ospedali di Pesaro e Macerata immediatamente e in prospettiva, in tempi brevi a quello di San Benedetto del Tronto.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, credo che sia una buona opportunità, Assessore Saltamartini, mi fa piacere che ci siano il Presidente Acquaroli ed anche i Consiglieri di maggioranza, primo fra essi il Consigliere Ciccioli, per tentare di fare un salto di qualità nella discussione su questo tema così delicato. Voglio premettere in fase di relazione di minoranza che si sbaglierebbe se si interpretasse questo tema come appartenente a qualcuno, appartiene ai cittadini, quindi su questo, almeno in fase di relazione, spero anche negli altri interventi che si susseguiranno nella discussione generale, l’attenzione e a motivazione sono quelle di fare un ragionamento aperto e senza alcuna pregiudiziale.
Il primo capitolo che voglio toccare brevemente cerca di fotografare la scelta della maggioranza, in particolare dell’Assessore Saltamartini, su questa modifica.
Il Consigliere la definisce un atto tecnico, certo è abbastanza strano perché la carica che l’Assessore Saltamartini gli attribuisce è tutt’altra. Basta leggere le ultime dichiarazioni in cui riconosce questo provvedimento come un atto politico fortissimo, ma su questo poi diremo, però è giusto che le persone sappiano di cosa ci stiamo occupando.
C’è una revisione del Piano socio-sanitario regionale? Assolutamente no, lo ha detto il Consigliere Ciccioli. C’è una revisione del Piano socio-sanitario funzionale? Si è inteso andare verso la modifica di una parte funzionale, logica del Piano socio-sanitario? Assolutamente no. C’è la revisione del Piano socio-sanitario che ha come fondamento il Covid e tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno e mezzo? Neppure.
Oggi che cosa facciamo? Modifichiamo 18 righe di un Piano socio-sanitario composto di oltre 200 pagine, modifichiamo 18 righe, non lo evidenzio retoricamente, lo sottolineo perché è parte di un capitolo dedicato alla rete ospedaliera e all’emergenza/ accettazione.
La domanda che chiude questo primo capitolo è: perché modifichiamo questa parte così piccola, che cosa c’è dentro questa parte così piccola che legittima un intervento di urgenza così impattante dal punto di vista politico, secondo l’interpretazione dell’Assessore Saltamartini? La contraddizione fortissima oggi arriva dal relatore di maggioranza che dice che è un atto tecnico.
Al Consigliere Ciccioli direi: scusi, per definizione il Piano socio-sanitario è un atto di programmazione, non c’è nessuna norma, non c’è nessuna decisione che è propedeutica ad un atto attuativo, se vogliamo raccontarci le cose come stanno e vogliamo parlare orizzontalmente in maniera trasparente. Quindi, la cosa che mi chiedo è: perché si è voluto modificare questo pezzetto del Piano socio-sanitario? Poi lo andremo a vedere e proveremo ad analizzarlo fuori da ogni interpretazione.
C’è un ultimo elemento che mi piace dire, che ribadirò, è un tema a cui per esperienza amministrativa sono molto legato e che secondo me diventa decisivo indipendentemente da chi governa una Regione, il concetto di partecipazione. Seppure si intendeva modificare 18 righe di un Piano socio-sanitario così corposo, Consigliere Ciccioli, si doveva fare un passaggio partecipativo, in quale modo? Semplicemente coinvolgendo le conferenze di area vasta che sono interessate alla modifica.
Questo non è stato fatto, è una scelta ben precisa, non voglio aprire polemiche sulla conferenza di area vasta, che è stata convocata addirittura dal Direttore, siamo davvero allo stracciamento delle regole.
Secondo elemento, proviamo a capire per mettere a disposizione dei cittadini cosa accade con questa modifica. Nel Piano socio-sanitario approvato a febbraio 2020 le famose 18 righe si occupavano di tre argomenti: il primo, quello della previsione dei cosiddetti ospedali nella programmazione, si faceva riferimento ovviamente al materno infantile di Ancona, a Marche Nord, all’Inrca di Osimo, al nuovo ospedale di area vasta 3 di Macerata e al nuovo ospedale di area vasta 5 e si indicava in maniera puntuale come con quella programmazione si intendeva rispettare l’indirizzo del piano Balduzzi che, come sapete meglio di me, stabilisce un criterio tra ospedali di base, ospedali di primo e di secondo livello.
C’era un secondo elemento in quel Piano importante rispetto alle 18 righe, si prevedeva un accordo fra Pesaro e Fano per le evidenti problematiche che poi si replicavano anche negli altri territori, per il fatto che nel passato non si era scelto di rispettare, ovviamente sto raccontando grezzamente, la territorialità di Fano rispetto al proprio ospedale e si individuava un protocollo che sarebbe stato necessario in una qualche maniera ad integrare e a supportare quella scelta. Qui finiscono gli elementi essenziali di quelle famose 18 righe, nulla di più, una sorta di programmazione.
Adesso vi indico quello che c’è scritto nelle 18 righe, sostanzialmente si prevedono anche qui tre/quattro elementi, quelli centrali, e si afferma che si supera il modello dell’accentramento della rete ospedaliera secondo i dettati del Balduzzi, il decreto 70/2015. Guardate, poi lo diremo, è una contraddizione perché il Balduzzi è lo strumento tecnico giuridico che articola razionalmente sul territorio i vari ospedali per intensità di cura.
Secondo elemento, si fa riferimento in questa modifica alle direttrici del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dico all’Assessore Saltamartini senza alcuna polemica che questo argomento avrebbe dovuto essere esclusivamente oggetto di questo intervento modificativo, perché, per quale ragione? Per la semplice ragione che il Covid ha modificato l'oggetto degli interventi, della percezione e dell’attuabilità, quindi su questo …, ma lo dice lasciando sul tetto i valori perché, poi vedremo, lui non fa riferimento a tutte quelle che sono oggi le opportunità e le indicazioni che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dà. Fa riferimento, questo è l’elemento finale, al famoso ospedale di San Benedetto del Tronto. Stamattina leggo sul giornale, e queste sono le dichiarazioni del Sindaco, che c’è già un accordo scritto perché quello sia l’ospedale di primo livello. Il Sindaco di San Benedetto del Tronto non è di sinistra, lo evidenzio senza polemica, per farvi capire dove siete arrivati, e dice che c’è già un accordo scritto con la Regione perché quello sia l’ospedale di primo livello. Non so se questo è vero o non è vero, ma sta scritto nelle dichiarazioni del Sindaco.
Aggiungo che oggi il Consigliere Ciccioli ci svela in realtà che quello è l’ospedale farlocco, che viene dato in pasto alle persone per far credere che lì ci sarà un nosocomio ma non è finanziato.
Lo voglio dire perché in politica c’è il primato della parola, la parola non manipolata, se voi fate campagna elettorale credo che sbagliate, se volete andare in quella direzione andateci, anche ammesso che intendiate fare l’ospedale di San Benedetto del Tronto, l’errore fondamentale è che andava concordato, andava coinvolto il territorio, è evidente che se si fa un ospedale a San Benedetto del Tronto deve essere di primo livello.
Terzo elemento, alla prima domanda che mi sono posto durante l’articolazione dell’intervento mi ha risposto il Consigliere Ciccioli, è un ospedale farlocco, non ci sono finanziamenti, l’abbiamo messo nella programmazione da qui all’eternità, e va bene. Assessore Saltamartini, il ghigno non lo fa a me, è contro i cittadini, le faccio una domanda, spero che sia in grado di rispondermi: dire che si supera il modello dell’accentramento e affermare allo stesso tempo che c’è una norma del Balduzzi, che va rispettata, non è una contraddizione in termini? Deve essere chiaro su questo, glielo chiedo per chiarezza.
Aggiungo, Assessore, che quando parla, lo dico anche alla maggioranza, di superamento o di accentramento … Voglio dirvi che attualmente, ed sono critico sul Piano territoriale della Giunta precedente, ci sono nel territorio marchigiano, per chi non lo sapesse, 14 stabilimenti di ospedali e 11 case della salute, se noi dividiamo il numero degli abitanti delle Marche in rapporto con tutte le strutture, con tutti gli stabilimenti, c’è un ospedale ogni 9.000 abitanti, aggiungo che accanto a questo vi sono altresì 164 strutture ambulatoriali e 121 strutture private convenzionate, se le dividiamo rispetto al territorio e agli abitanti abbiamo una struttura ogni 5.000 persone. Quindi, affermare che nel territorio delle Marche c’è un accentramento è una bugia, sarebbe più serio, e sono d’accordo, affermare che forse sono organizzate male, ma non che nella regione Marche vi è un accentramento o addirittura la questione di modificare l’ospedale unico. Non è assolutamente vero perché ci sono i dati, queste fonti non me le invento, ce le ha consegnate la Direttrice generale dell’Asur in audizione. Quindi da questo punto di vista non esiste - lo dico se vogliamo con la mia relazione proporre e ragionare - il tema dell’accentramento, non è mai esistito ed io vi sfido seriamente ad indicarci qual è stata la struttura ospedaliera chiusa dalla Giunta precedente. Diteci quali sono le strutture ospedaliere chiuse dalla Giunta precedente.
E’ un racconto diverso della realtà, che non corrisponde al vero e allora cosa si sarebbe potuto fare? Lo dirò nel prossimo intervento, anche attraverso gli emendamenti.
Voglio fare un ultimo accenno rispetto alle indicazioni del Consigliere Ciccioli, Consigliere, non è un atto tecnico, l’Assessore Saltamartini è venuto in audizione - ecco perché sono un po’ disorientato dalle sue parole, ho la registrazione - e alla precisa domanda: qual è la ragione dell’ospedale diffuso piuttosto che altro, ci ha detto che niente era vero, come a dire che erano battage pubblicitarie, di marketing, in realtà l’ospedale unico avrebbe continuato ad esistere.
Ora, ripeto, ognuno fa le proprie valutazioni, magari non si è espresso bene, ognuno di noi fa errori, dice cose e può sbagliare, però il primato della parola e la non manipolazione nella politica è fondamentale, Assessore.
Lasciatemi dire un’ultima parola su Macerata, poi ci saranno gli interventi, la violenza esercitata, lo dico alla responsabilità, attraverso la previsione della Regione è inaudita. Lì c’è una decisione della Conferenza di area vasta che dopo 50 anni ha deciso di realizzare, in coerenza con il dm 70/2015, un ospedale di primo livello, le acuzie. Voi sapete bene meglio di me quello che il buon Dio, cioè il Consigliere Cesetti, ha fatto a Fermo, quello che sta in tutti gli altri territori, ebbene lì c’è una violenza. La conferenza dei Sindaci di area vasta, non io, del territorio …, c’era pure il mio caro collega, amico, persona rispettabilissima, Francesco Acquaroli, che aggiungo mi aveva dato pure una mano in quell’occasione a convincere l’attuale Sindaco di Civitanova Marche della buona azione politica, lo dico non polemicamente perché se il Presidente si spoglia dell’appartenenza è un uomo di grande equilibrio, questo ci tengo a sottolinearlo. In quel passaggio l’area vasta decise unanimemente di avere un ospedale unico di primo livello, è un diritto dei cittadini e la politica lo può cancellare perché in quell’ospedale attraverso la riorganizzazione della struttura, attenzione non le reti cliniche, il personale sarà razionalizzato in un unico contesto, ovviamente quella parte, le reti cliniche saranno riorganizzate e i cittadini verranno curati meglio.
Questa cosa che arriva un gerarca e decide che l’ospedale non si fa è davvero un atto di violenza, si approfitta anche di una vana resistenza, addirittura della compiacenza di un Sindaco che purtroppo è silenzioso, è silente, non riesce a testimoniare un diritto, una conquista, non nostra, perché quel percorso – e c’era anche il buon ex Sindaco di Castelraimondo - non è stato scelto da una persona, è stato un percorso partecipato nella scelta di un territorio, attraverso una sorta di indicazione plurima giunta con il criterio fondamentale: va collocato dove si arriva più velocemente, un concetto elementare.
Concludo con spirito positivo, purtroppo è una modifica del piano socio-sanitario che ha contraddizioni, ho citato il presidio unico e il dm 70. Ambigua, non l’ho citata prima, seppur forse non condivisa, la scelta su Fano, su cui oggi non sappiamo nulla.
Una modifica che non assume responsabilità, è una scelta dirigistica, non di partecipazione, è una scelta, lo dirò negli emendamenti, che non tiene conto del fattore più importante, Presidente Acquaroli, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci sono 20 miliardi a disposizione delle Regioni italiani, 15 miliardi del Pnrr, 3 miliardi del React-EU e altri 2 miliardi di un fondo complementare, queste sono risorse che andranno spese entro il 2026, è nel Piano socio-sanitario. Quella avrebbe dovuto essere la modifica, migliorare tutta la struttura del territorio interno sanitario, quello sarebbe stato davvero un intervento.
Spero che questa discussione possa portare ad un miglioramento, lo faremo attraverso la proposizione di un paio di emendamenti, forse qualcuno di più.
So che sarà difficile, anche se non si capisce perché, ma noi siamo disponibili a discutere con voi sul tema della sanità, pensando di non essere i padroni del vapore. Ho letto analiticamente parola per parola il programma del Presidente Acquaroli, non c’è una sola parola che dica che si deve andare contro il decreto Balduzzi oggi vigente, fino a prova contraria, soprattutto si rispetti il principio della continuità amministrativa. Da un ex Senatore, se non vado errato, come Filippo Saltamartini, ci si sarebbe aspettati che il principio di continuità amministrativa fosse rispettato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Subito voglio dire al Consigliere Carancini che la bocciatura del concetto di ospedale unico non viene da nessun gerarca, ma dal popolo marchigiano che ha votato in maniera chiara ed inequivocabile una volontà politica espressa e condivisa sul territorio in fase di proposizione di progetti proposti una volta eletti. Quindi, la bocciatura non viene da nessun gerarca, non sono decisioni prese dall’alto, ma sono state condivise in campagna elettorale attraverso un mandato, attraverso una proposta chiara, inequivocabile che ha visto tutti i Consiglieri, anche i non eletti, raccogliere sul territorio consensi su questa proposta politica, ovvero guardare il territorio in modo diverso: la sanità, una medicina diffusa sul territorio, integrata, in cui il concetto di ospedale unico doveva essere superato.
Questa delibera che oggi andiamo a votare, proposta dall’Assessore Saltamartini, è condivisibile perché il punto chiaro ed inequivocabile è proprio questo e vi ricordo che nella seconda o terza seduta in questa Aula consiliare fu votata una risoluzione che riguardava solamente la provincia di Ascoli Piceno, ma di fatto il concetto si è poi esteso in breve tempo un po’ in tutta la regione, ovvero il superamento del concetto di ospedale unico.
Questo per cercare di mettere immediatamente le cose in chiaro. Ovviamente mi voglio focalizzare di più sul mio territorio perché ci sono delle situazioni diverse. Ogni Consigliere conosce e giustamente pone all’attenzione dal punto di vista politico e progettuale le esperienze e le situazioni della propria provincia e del proprio territorio.
Dato che il Consigliere Carancini ha citato l’ospedale di San Benedetto del Tronto, considerandolo un progetto vuoto o qualcosa del genere, voglio innanzitutto che sia chiaro che, quando riporta le parole del Sindaco di San Benedetto del Tronto che avrebbe detto che accordo è, il Piano socio-sanitario del 2012/2014 già prevedeva un’integrazione dell’area vasta 5 su due stabilimenti equiordinati di primo livello. Parliamo in sostanza degli ospedali di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto, per la probabilmente particolarità di essere una provincia di confine, un’area vasta che confina con una regione come l’Abruzzo che ha una mobilità attiva molto importante, l’unica della nostra regione così forte e per questo motivo è stata …, ed è tuttora vigente anche perché il decreto Balduzzi, al quale il Consigliere Carancini fa riferimento, sono alcuni anni che esiste e sta lì. Viene tanto sbandierato, per carità, però è anche interpretabile, sennò delle scelte sarebbero già state fatte 10 anni fa.
La posizione è esattamente questa in maniera chiara anche perché il primo cittadino di San Benedetto del Tronto giustamente fa il Sindaco di una città e come ogni Sindaco chiede - credo che questo non sia politica, ma normalità - che il proprio ospedale abbia un riconoscimento, lo difende, lo tutela, lo vuole valorizzare, a me parrebbe strano il contrario, è normale che dica determinate cose.
La realtà è molto semplice, ci sono due stabilimenti che sono esattamente equiordinati di primo livello, quindi l’ospedale di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto hanno questa integrazione, questo è il discorso, altri ad oggi non esistono. Noi cosa abbiamo fatto nel frattempo? Abbiamo sventato la sciagurata ipotesi di un ospedale unico in una zona centrale tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto che avrebbe portato alla lenta e inesorabile chiusura o alla trasformazione e chiusura dei due ospedali. La gente si è espressa con valanghe, quintalate di voti contro questa ipotesi perché le persone non sono stupide. Avrebbero chiuso anche il pronto soccorso perché tre pronto soccorso tra Ascoli Piceno, Pagliare e San Benedetto del Tronto nel giro di 30 chilometri oggettivamente è una cosa che non esiste sulla faccia della terra, quindi, voi avreste chiuso gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Diciamole queste cose una volta per tutte! Questo era il vostro obiettivo e noi vi abbiamo colpito nel punto - non è vero dei gerarchi sono sbarcati chissà da dove - incontrando i cittadini, facendo una campagna elettorale, prima di ascolto, cercando di capire quali erano le vere esigenze, che non erano certamente l’ospedale unico di una fantomatica efficienza tutta da dimostrare, ma la vicinanza. La vicinanza è dare delle risposte rilevanti, che noi daremo grazie anche a quello che sta facendo l’Assessore Saltamartini, che ringraziamo, insieme al Presidente Acquaroli, tra l’altro con il coinvolgimento reale non di Sindaci, che per carità sono fondametali, ma se facciamo riferimento, come ha fatto il Consigliere Carancini, al voto ponderato … Mi dispiace dirlo, con tutto il rispetto per i piccolissimi Comuni, il Sindaco del Comune di Palmiano, lo cito perché lo conosco bene, non ha neanche 200 abitanti, ma ha la stessa importanza di voto del Sindaco di Ascoli Piceno, di San Benedetto del Tronto nella decisione, ad esempio, di dove localizzare l’ospedale unico. Lei capisce che c’è qualcosa che non porta, uno che rappresenta 200 abitanti ha lo stesso peso specifico di due Sindaci che ne rappresentano 50.000 a testa, queste sono le cose che non hanno funzionato, proprio per questo motivo.
Quindi la risposta da dare è sugli argomenti importanti che riguarderanno oltre la struttura … E qui apro una parentesi, su San Benedetto del Tronto sinceramente il Consigliere Ciccioli si è spinto un po’ oltre, io parlo da ascolano, ma siamo tutti d’accordo che il territorio ha bisogno di una attenzione particolare, che non ha avuto in questi ultimi decenni. Sinceramente l’attenzione non l’ha avuta tutta la provincia di Ascoli Piceno nonostante abbia avuto dei bravi politici in altri settori, rappresentanti ed amministratori. Onestamente sulla sanità devo dire che non c’è stata quella difesa e valorizzazione del territorio che un piceno avrebbe voluto avere o avrebbe voluto che il proprio amministratore mostrasse a livello istituzionale regionale, ed è un dato di fatto che stiamo indietro su molte cose, come sanità e Area vasta 5, oggettivamente. Questa rivalità tra i due ospedali, totalmente inutile e senza senso, è stata alimentata proprio da chi vuole che tutto il territorio non possa crescere, non possa richiedere le giuste …, non voglio dire …, diciamo le sperequazioni che ci sono state.
L’Area vasta 5 ha una mobilità attiva di 30 milioni di euro e non ha la possibilità anche gestionale di poter parzialmente riavere una parte di quelle fondamentali risorse per poter determinare una politica sanitaria di qualità sul proprio territorio. Questo è quanto interessa, avere dei servizi importanti, dei reparti all’avanguardia, delle attrezzature. L’edificio, il luogo della costruzione in sé per sé dell’ospedale va bene, ma fino ad un certo punto perché la parte più rilevante è il contenuto piuttosto che il contenitore.
Credo che San Benedetto del Tronto giustamente dovrà avere, ripeto, una attenzione particolare perché è stata la parte un po’ dimenticata in questi ultimi anni, però è anche vero che decidere quando si parla di nuovo … Nuovo non significa solamente andare a creare nuove cubature da qualche parte, nuovo potrebbe anche significare demolire, ricostruire, rinnovare, però è una scelta che non deve essere calata dall’alto in maniera così, quasi cogente, deve essere fatta attraverso un confronto con il territorio, anche con uno studio di fattibilità da cui si possa capire cosa effettivamente dove conviene creare, disegnare, anche da un punto di vista economico, finanziario, tecnico. Un percorso per capire dove è meglio per la cittadinanza, per le casse della Regione, per una visione generale che bisogna avere sulla sanità, se è meglio fare un ospedale nuovo o se è meglio intervenire sull’esistente. Credo che questo sia un percorso che deve partire, l’importante è che noi abbiamo fin da ora deciso che ci sarà giustamente un’attenzione particolare su San Benedetto del Tronto e che il primo livello sarà per gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto perché equiordinati su due stabilimenti.
Queste sono le cose chiare, fondamentali ed è il pensiero da noi condiviso.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Visto che la campagna elettorale è finita possiamo ricominciare a parlare di atti amministrativi specialmente in questa sede, quindi, quando si afferma che nel Piano socio-sanitario approvato dalla precedente Giunta era previsto un ospedale unico si dice una grande menzogna perché nella delibera che abbiamo tutti sotto gli occhi, e stiamo approvando proprio oggi, alla pagina 2 viene citato lo stralcio di quanto previsto a pagina 56 del vigente Piano socio-sanitario regionale, le famose 21 righe di cui parlava il Consigliere Carancini, che vengono sostituite dalle 18, e che io vi leggo: “Nuovo ospedale materno infantile Salesi di Ancona, nuovo ospedale Marche Nord, ospedale unico Ancona sud Inrca Ancona-Osimo, nuovo ospedale di Fermo, nuovo ospedale area vasta 3, nuovo ospedale area vasta 5”. Non c’era scritto da nessuna parte nel vecchio piano che si trattava di un ospedale unico, ci avete fatto la campagna elettorale, l’avete comunicato bene, mi complimento, perché alla fine la questione è passata.
Ora che cosa era previsto nel vecchio piano socio-sanitario? A parte il fatto che era stato redatto in coerenza con il famoso decreto legge Balduzzi, il 70/2015, che ancora è vigente, sul quale il Piano nazionale di resilienza è stato pensato, mi riferisco all’asse 6, che è in linea con il decreto Balduzzi, quindi lì ci saranno le risorse. Prevedeva un accentramento delle acuzie, quindi, un ospedale di primo livello non un ospedale unico, che nel caso della provincia di Ascoli Piceno sarebbe stato, così come scelto dall’Assemblea dei Sindaci e non dalla Regione Marche, in maniera condivisa e concertata in tre sedute dalla Conferenza dei Sindaci, ubicato in località Spinetoli perché era baricentrica. Tutti avevano scelto nel rispetto delle aree interne e nella considerazione che nel Piceno abbiamo due ospedali vecchi, che sono stati progettati prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, che sono entrati in funzione prima che esistessero le Tac, le risonanze magnetiche, l’emodinamica e tante altre modalità, che prevedono dei percorsi all’interno dell’ospedale sia diagnostici che per le acuzie completamente diversi, per non parlare delle patologie tempo dipendenti.
Si era pensato di applicare il Balduzzi e lo si era fatto, quindi, un ospedale di primo livello, due ospedali, uno ad Ascoli Piceno e uno a San Benedetto del Tronto con funzioni territoriali, e la rete territoriale perché nella nostra logica, nella logica del piano, il paziente non dovrebbe arrivare in ospedale, ma dovrebbero essergli fornite le prestazioni appropriate sul territorio. I pronto soccorso sono oberati perché la maggior parte delle richieste sono inappropriate, ma non è colpa del paziente che vi si reca, è che non c’è e va creato il soddisfacimento del bisogno nel territorio.
Come farlo? Le modalità sono nel piano che noi abbiamo scritto, sono nel decreto Balduzzi, ma soprattutto sono nel Piano nazionale di resilienza e ci sono le risorse per poterlo fare.
Ora io dico che quando si gioca sul primo livello, è chiaro, come è stato detto prima, che il Sindaco di San Benedetto del Tronto … , si vota, il Consigliere Assenti mi guarda e ride, ha ragione, pure io farei credere – no, io forse non lo farei perché sono sempre stata piuttosto seria quando ho parlato di questi temi – che esiste un ospedale di primo livello ma quello che dice il Sindaco è grave, cioè dice ed è virgolettato: “Io parlo con gli atti e c’è una delibera, nero su bianco, in cui viene specificato che il nuovo ospedale dovrà essere di primo livello”.
(interventi fuori microfono)
Anna CASINI. Detto questo, a prescindere da quello che dice il Sindaco di San Benedetto del Tronto, che fa la sua strategia, non c’è mai stato un ospedale unico, si è sempre pensato ad un ospedale di primo livello, con altri due ospedali con funzioni territoriali, così come prevede il Balduzzi, e con tutte le declinazioni territoriali.
Ora neanche voi scrivete di primo livello perché questa storia dei due presidi non funziona e non potrà più funzionare, è una presa in giro per i cittadini e innanzitutto ci penalizza. Quando si dice che chiuderà il punto nascite di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto è perché le nascite non vengono calcolate e sommate come un ospedale unico, vengono divise, quindi, non è vero che viene considerato un presidio unico. Rischiamo di chiudere tutti e due i punti nascita. Abbiamo già avuto l’esperienza della chirurgia, avevamo due primari chirurghi tra i più bravi d’Italia, se ne sono andati entrambi perché con 200.000 abitanti si contendevano le appendiciti e questo sapete che non è possibile, per avere una qualità della prestazione sanitaria ci vogliono i numeri, più alti sono più si ha la prestazione. L’esempio classico, se hai un infarto nella provincia di Ascoli Piceno devi andare ad Ascoli Piceno, se hai un ictus la Stroke è a San Benedetto del Tronto, quindi devi pregare il Signore che se ti viene una patologia tempo dipendente devi essere vicino casa. Come la storia del cantante che a San Benedetto del Tronto ha avuto un problema cardiaco grave ed è stato portato all’ospedale dove gli hanno detto: qui da noi se hai un ictus, sennò devi andare via, e l’hanno portato ad Ascoli Piceno. E’ chiaro che i pazienti vengono stabilizzati e non rischiano nulla, ma l’ideale sarebbe avere tutte le acuzie e la loro soluzione in un unico presidio perché è la cosa più sicura per il cittadino.
Noi avevamo immaginato un ospedale dove nessuno doveva andare, nel senso che, ripeto, i bisogni dei pazienti dovevano essere soddisfatti nei due ospedali rimanenti, che non sarebbero stati chiusi, e nel territorio, per arrivare nei casi particolari in ospedale, che doveva essere ad alta specializzazione.
Mi auguro che questo rimanga e che si decida dove si deve fare. Io sono italiana, sono marchigiana, sono della provincia di Ascoli Piceno, sono ascolana, se devo operarmi, se mia figlia deve partorire, se un mio genitore si deve operare per una questione chirurgica seria, se devo andare da un urologo, a me interessa poco fare 20 chilometri in più o in meno, è una stupidaggine!
Consigliere Assenti, tutte le ascolane, quando è nato mio figlio negli anni ’90, partorivano a San Benedetto del Tronto, il padre di mio figlio lavorava come medico ad Ascoli, quindi, io non mi sono potuta spostare, ma sono andate tutte a San Benedetto del Tronto. Sapete bene che molte donne da Ascoli vanno a partorire a Sant’Omero. Domandiamoci per quale motivo molte donne vengono a partorire ad Ancona, e questo lo sappiamo. E’ vero che c’è una mobilità attiva nel piceno, ma facciamo due conti e verifichiamo se questa mobilità passiva è pubblica o privata, perché la maggior parte della mobilità attiva è mobilità del privato, non è tanto nostra perché noi stiamo perdendo i numeri.
Mi auguro che adesso con il nuovo chirurgo a San Benedetto del Tronto si riesca a ricostruire.
Voi sapete che i concorsi per i pronto soccorso di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sono andati deserti? Non c’è gente che vuole venire, i medici sono pochi, c’è il numero chiuso, le specialità sono a numero chiuso e ancora più selettive. Noi non è veniamo scelti da chi può scegliere e da chi è di alta qualità perché siamo appetibili, no, non è appetibile lavorare con le ambulanze che fanno su e giù tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Parlate con gli operatori, spesso e volentieri il paziente nell’ascolano, di cui non parla mai nessuno, ma io ne vorrei parlare perché è al centro di tutto quello che stiamo discutendo, è costretto a fare su e giù in continuazione perché alcuni reparti sono ad Ascoli Piceno ed altri a San Benedetto del Tronto, se fossero in un luogo comune … Io non mi straccio le vesti per Spinetoli, mi interessa realisticamente poco, ma un ospedale di primo livello il più possibile baricentrico, senza dimenticare le aree interne, secondo me sarebbe importante, con tutte le specialità per poi ragionare sul territorio. Credo che applicheremmo il Balduzzi, in questo caso non lo si fa e soprattutto quello che mi dispiace è che è stato deciso senza convocare la Conferenza dei Sindaci, questa è una cosa gravissima e antidemocratica, hai voglia a parlare di incontri. Siamo bravi tutti quando si vuole fare la concertazione e la partecipazione finta, è facile, chiami un sacco di gente che non capisce niente del problema, la fai sfogare dopodichè decidi quello che ti pare. No, la Conferenza è dei Sindaci, per rispetto istituzionale andava fatta e non è un caso che quando è venuto l’Assessore Saltamartini ci fossero soltanto 5 Sindaci dell’ex zona 13 presenti, non dirò quali Comuni c’erano perché potremmo fare i calcoli, come prima qualcuno ha fatto sul numero degli abitanti.
Credo che queste cose, come diceva prima nella sua relazione ben più tecnica il Consigliere Carancini, si debbano discutere con la base e la base sono i Sindaci ed è quello che è stato fatto dalla nostra Giunta. I Sindaci hanno deciso l’ubicazione e se fosse continuato il processo avrebbero deciso anche che cosa, come e che tipo di progetto realizzare, non c’è stato il tempo, ma questo era l’obiettivo. Prima si individua urbanisticamente il terreno e poi si costruisce le casa, questo a casa mia, non viceversa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. A fronte del percorso fatto all’interno della Commissione sia in questa legislatura che della scorsa, di cui voglio portare anche l’esperienza fatta, voglio chiarire due cose, forse dei passaggi che non sono stati ben compresi o non si vogliono comprendere.
Il percorso per la revisione generale e la scrittura del nuovo Piano socio-sanitario necessita di un tempo importante, ricordo che nella scorsa legislatura ci fu messo almeno un anno e mezzo, e indispensabilmente di alcuni passaggi formali che saranno fatti. Se non ricordo male due attuali membri del Consiglio regionale, i Consiglieri Mangialardi e Carancini vennero in audizione in rappresentanza della Conferenza dei Sindaci delle rispettive zone ed immagino che fossero stati auditi, probabilmente, prima dalla Giunta. Questo percorso sarà lungo ed abbiamo voluto anticiparlo attraverso degli incontri che stiamo svolgendo con l’Assessore e con il Presidente sul territorio.
La realizzazione delle strutture ospedaliere ha ovviamente tempi diversi, in parte alcuni percorsi sono stati avviati e non vogliamo rischiare di perdere determinati finanziamenti statali, che già sono stati reperiti, oltre al reperimento di nuove strutture, a fronte di una decisione che la Giunta regionale ha messo ben in evidenza, che è quella del superamento del project financing per realizzare questi ospedali che chiamiamo provinciali. Ricordo all’Assessore Casini che - forse firmò la delibera del Piano socio-sanitario senza leggerlo perché era un bel volume - quando il Piano socio-sanitario deliberato dalla precedente Giunta arrivò in Commissione sanità c’era scritto ospedali unici, poi si fece all’interno della Commissione un cambio stilistico di parola, lasciando il concetto invariato, e se la Commissione sanità non fosse intervenuta noi avremmo oggi all’interno di questa delibera scritto ospedali unici.
Non giochiamo sulla nostra campagna elettorale perché noi abbiamo svelato la realtà della pianificazione della Giunta, di cui anche l’Assessore faceva parte, e il concetto è quello a fronte …
(interventi fuori microfono)
Elena LEONARDI. Mi scusi, Consigliera Casini, non riesco a sentirla se parlo, l’ho ascoltata prima e cerco di rispondere puntualmente a quello che lei ha asserito, lanciando delle accuse che io mi permetto di smentire perché ero presente a quel percorso, ero presente quando in Commissione è arrivata la delibera della precedente Giunta in cui era scritto ‘ospedali unici’. Ero presente nel percorso di audizioni ed incontri molto ampio, che ovviamente sarà fatto anche dalla Commissione che io presiedo.
A fronte di questo percorso che ci porterà a ridisegnare una sanità, certamente nei confini normativi che oggi però stanno cambiando, il Pnrr, che è stato citato, è una novità alla quale dovremmo fare riferimento, ma lì facciamo prioritariamente riferimento non solo alla normativa, per cui dobbiamo mantenere determinati confini, ma anche a quello che a noi e ad altri era già chiaro, soprattutto ai cittadini marchigiani, ma che la pandemia ha rilevato, levando quel velo molto sottile, una sanità territoriale impoverita nel corso degli anni, un’incapacità a fornire risposte adeguate a tutti i territori della nostra regione, da quelli sulla costa a quelli nell’entroterra. E’ purtroppo un problema al quale noi siamo stati chiamati ed io reputo che prioritariamente su questo i cittadini si siano espressi quando hanno bocciato l’ennesima proposta del Partito Democratico. E’ evidente che quando non riesci ad avere dei servizi, quando non riesci a garantire determinate …. Mi rammarico, Consigliera Casini, che le dispiaccia sentire queste cose, ma le dicono anche i cittadini. Lei non mi scimmiotti quando parlo …, Presidente Latini, le chiedo di mantenere un comportamento consono perché ogni volta fanno la reprimenda ai Consiglieri di maggioranza e poi si permettono di scimmiottare quando una persona parla dicendo la realtà.
Consigliera, quando era Assessore avete deliberato ospedali unici, mi dispiace, si vada a riguardare quella delibera, si vede che era distratta quel giorno in Giunta, abbia pazienza!
Noi andiamo a ridisegnare una sanità dentro una marea di difficoltà che ci portiamo da decenni e non potete pensare che in un giorno cambiamo. I cittadini lo hanno capito e girando ed ascoltando gli amministratori e il personale sanitario troviamo un confronto schietto, che è molto chiaro ed apprezzato per questo. Ci muoviamo sui territori, andiamo ad ascoltare le persone perché vogliamo capire dai Sindaci, che rappresentano quei territori, e da chi lavora quotidianamente all’interno della nostra sanità, quali sono le criticità, senza fare promesse irraggiungibili, senza promettere la luna, ma con la serietà di sapere che ci muoviamo in un percorso difficile. Per questo c’è stata data la fiducia e se il percorso è lungo noi lo vogliamo impostare con le basi migliori. Per non perdere la strada per la realizzazione dei nuovi ospedali sulla nostra regione, noi dobbiamo apportare questa puntuale modifica che è una infinitesima parte, ma ci consente di superare quella visione, la strada del project financing che avrebbe indebitato le future generazioni non so per quanti anni, con uno sperpero di soldi che noi abbiamo voluto bloccare. Una visione che ci consente anche di andare avanti con le risorse statali, con le risorse che troveremo e con un modello organizzativo che stiamo ridisegnando.
Si parla tanto del superamento del Balduzzi, io me lo auguro e contino ad invitare anche i Consiglieri a sollecitare i propri rappresentanti perché, se è vero, e questo non lo contesta nessuno, che l’esperienza aiuta nella pratica in tutte le professioni, anche nella realizzazione di interventi molto delicati come sono quelli in sanità, è pur vero che una codificazione schematica fatta su dei numeri non è applicabile al pari di una metropoli come Roma o come Milano ad un territorio come il nostro, che è ampio, diffuso e per alcune aree scarsamente popolato, con una difficoltà orografica e di collegamenti che non renderebbe eguale l’accesso, lo abbiamo visto, alle cure sanitarie.
In questo percorso a ostacoli noi ci muoviamo con le migliori intenzioni, soprattutto con un mandato forte da parte dei cittadini, su questo auspico una collaborazione, ma
vedo che c’è, per carità, un naturale punto di frattura e probabilmente c’è anche la difesa, giustamente, del proprio operato nella precedente legislatura.
Mi sembra e sono convinta che dicano anche a voi che le cose non vanno, ne sono fortemente convinta, allora su questo è nostro dovere intervenire per dare una mano alla nostra sanità, ai nostri sanitari e soprattutto ai pazienti per avere una risposta idonea alle esigenze.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ascoltando il dibattito odierno sono convinto che ancora non abbiamo capito, ed è confermato dal provvedimento che arriva in Aula. Vedete, potevamo criticare il metodo, lo diceva prima il relatore di minoranza Consigliere Carancini, perchè è un provvedimento arrivato di trafugo in Commissione. La Presidente come al solito ha messo a disposizione l’atto, abbiamo provato ad approfondirlo con le sedute, c’è stata l’audizione. Un atto che ha tutto, tranne che essere tecnico, e che quindi aveva bisogno … Possiamo dire che non c’è stato un percorso di confronto, l’ha detto il Consigliere Carancini prima, i Sindaci della nostra regione non sono stati formalmente …, non contano gli incontri amicali, in cui tra l’altro si invita chi vuole e ci vanno i Consiglieri chiamati e non quelli che hanno un ruolo istituzionale. Ricordo che nella Conferenza di area vasta 2 c’era un Sindaco che faceva problemi perché non applicavamo il regolamento in maniera adeguata e non stavamo lì a premere e a sollecitare la Regione in funzione dell’obbligo del parere espresso vincolante. Ricordo che nel regolamento era scritto che ci voleva il parere vincolante.
Facciamo una modifica di questa portata e mi piacerebbe continuare a parlare, ma continuare a parlare vuol dire che non abbiamo capito, perché continuiamo a parlare di ospedali, tutti si scaldano sull’ospedale, e continuiamo a rimettere al centro della nostra azione l’ospedale, tutto lì! Dov’è quello di Ascoli, dov’è quello di Fano, dov’è quello di Pesaro? Ne facciamo uno, due. Tutto lì!
Invece il provvedimento che doveva arrivare oggi doveva parlare della vera difficoltà che il Covid ci ha stigmatizzato, abbiamo visto che il territorio ha annaspato, è quello contenuto nella mozione della Consigliera Lupini che va evidenziato. Quel territorio che non ha interessato mai nessuno, nemmeno i Sindaci, quanto mai c’è stata la sottolineatura all’interno dell’area vasta perché non funzionava un distretto? No, noi ci occupavamo delle unità operative complesse, che stiracchiavamo tra un ospedale e l’altro, come diceva prima la Consigliera Casini, con le specialistiche da una parte o dall’altra. Il territorio non ha interessato niente e nessuno e noi oggi qui facciamo la stessa identica cosa, continuiamo a parlare degli ospedali.
Ho sentito in un intervento che il Balduzzi può essere interpretato, il Balduzzi non si interpreta, si applica, non ci sono dei programmi che ti danno il tempo per applicarlo, va applicato. Noi invece del territorio non ce ne occupiamo, quel territorio che ha dimostrato fragilità mostruose in alcune regioni, penso alla Lombardia che era stata abbandonata completamente, che ha risposto nel modo che sappiamo rispetto al Covid. Quel territorio, guardate un po’, è al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che mette al centro quello, non gli ospedali, anzi, sugli ospedali ci continua a dire di razionalizzare, non dice un’altra cosa, e di mettere al centro il territorio.
Tra l’altro pensavo, lo dico per il Presidente, che arrivassimo qui adeguando il Piano anche dal punto di vista terminologico perché è quello al quale dobbiamo fare riferimento quando parliamo degli ospedali di comunità, della casa di comunità, dei centri operativi territoriali, dell’assistenza domiciliare, della telemedicina. Dobbiamo parlare della casa come primo luogo di cura per il cittadino, questo dovremmo fare. Invece continuiamo paradossalmente dentro quel dibattito che c’è stato, che era anche facile da comunicare.
Devo dare atto al Presidente - un anno fa stavamo più insieme noi che …– di non aver speculato sull’ospedale unico, però tutto intorno era quello. Avete fatto un piano: chiudiamo, quello lo apriamo, ne facciamo uno unico, qualche volta nemmeno il coraggio di dire dove doveva essere fatto l’ospedale di primo livello, che è quello che qui dentro andiamo a recuperare, quando facciamo gli atti che impegnano il Presidente a far cambiare il Balduzzi, perché se non cambia il Balduzzi lo dobbiamo applicare. Ed è un errore …, guardate, ve lo dico, per fortuna non ho il bagaglio di chi deve difendere nulla, non l’ho fatto nemmeno nella campagna elettorale dello scorso anno, non ho difeso tutto perché almeno nel linguaggio c’erano tante cose sbagliate, nelle modalità ancora peggio, nel coinvolgimento non ve lo dico, era così, ma ci sono dei percorsi che sono inevitabili.
Oggi, Presidente, dovevamo arrivare qui non con un atto che potevamo fare il 20 novembre dello scorso anno, perché questa cosa che qui che portate, fatta di corsa, fatta in agosto, fatta di nessun incipit, poteva essere fatta il 20 novembre e avremmo fatto contento immediatamente il Movimento 5 Stelle, che aveva già preparato la mozione, anzi l’ha fatta, l’ha pure fatta votare e voi tutti a dire: bravi, siamo contentissimi, finalmente ritorniamo a fare non la medicina del territorio, ma due ospedali. Se avessimo tradotto immediatamente quello in una modifica del Piano - eravamo nella coda della campagna elettorale, dell’agone, con l’idea di poter far tutto come da impegno preso e come dal grande consenso ottenuto - avrebbe avuto una logica, ma oggi no, perché oggi abbiamo delle indicazioni precise di quello che dobbiamo fare e non basta cercare di arrabattarsi con un master plan a fianco dove non andiamo ancora una volta a indicare quelle che sono le soluzioni. Dobbiamo fare 32 casei di comunità, è scritto lì, nel Piano sono scritte quante ne dobbiamo fare, è quella la risposta che andava data.
Sugli ospedali, che era l’ultima cosa alla quale dovevamo pensare, io l’ho chiesto all’Assessore, stavamo insieme nell’area vasta 2, di essere onesti con i cittadini perché noi trasformiamo due ospedali di primo livello in un’area vasta di primo livello, che è una cosa completamente diversa. Tradotta in termini, noi facciamo un primo livello su due stabilimenti, quindi su due presidi, ma i flussi, lo diceva prima la Consigliera Casini, partono, almeno che non abbiate fatto modifiche che non sono nella nostra disponibilità, da ogni stabilimento e la somma degli interventi nelle specialità non può essere ridistribuita in funzione dell’obiettivo dato da quel percorso. Se, così almeno parlo dei miei, a Senigallia ci sono 800 nascite, lo stesso a Jesi e 300 a Fabriano non è che si divide per tre, Fabriano chiude! Non è un altro meccanismo.
Ve lo dico perché ci sembra che complessivamente stiamo rincorrendo l’idea di cancellare quello che era stato fatto, senza tener conto che poi ci sono le norme che impongono quel tipo di percorso. Lo facciamo così ed è sbagliato perché vuol dire che nemmeno una parolina abbiamo preso dal Piano nazionale, mentre dovevamo essere resilienti davvero.
Ora mi fermo e riprenderò dopo, abbiamo preparato un emendamento che ha questo contenuto, quindi avrò modo di intervenire, però continuo a dire che stiamo parlando di un argomento che non tiene conto di quello che è accaduto e di quello che l’Europa ci ha riconosciuto per cambiare indirizzo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Intervengo anch’io, così chiudo il ciclo degli eletti della provincia di Ascoli Piceno: i Consiglieri Antonini, Casini, Mangialardi, il quarto eletto, l’Assessore Castelli ed io che sono subentrato.
Mi corre l’obbligo di intervenire a chiusura di una provincia, di un comparto, anche perché tirato più e più volte il nome della città di San Benedetto del Tronto e del nuovo ospedale su questa delibera, che giustamente la vede per questa volta protagonista.
Io inizierei da una attenta lettura di quello che l’Assessore Saltamartini, insieme a tutta la Giunta e alla maggioranza, ha inserito in questa proposta: la riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera marchigiana, che viene realizzata in base ad un modello organizzativo strutturale, che supera quello di accentramento dei servizi ospedalieri e che si svilupperà sempre nell’ottica di un adeguamento al dm 70, secondo direttrici che si inseriscono nell’ambito delle recenti disposizioni nazionali emerse a seguito degli eventi pandemici in termini di posti letto, specializzazione dei servizi offerti, e delle indicazioni contenute nel Pnrr.
Tale obiettivo, sintetizzo, verrà realizzato attraverso la revisione del sistema ospedaliero sulla base del livello organizzativo, l’adeguamento della dotazione dei posti letto, il potenziamento della strumentazione tecnologica avanzata, l’integrazione e il potenziamento dei sistemi informativi, strumenti per la gestione del sovraffollamento nelle strutture di pronto soccorso, il coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura e non ultimo la realizzazione di nuovi ospedali a Pesaro, Macerata e San Benedetto del Tronto, tenendo conto dei finanziamenti statali già previsti e del superamento del modello dell’ospedale unico in una logica di rete ospedaliera integrata sul territorio.
Secondo me è un ottimo elaborato, lo sintetizziamo per sommi capi, innanzitutto parla del piano pandemico, che ci ha spiegato esattamente, e troverà poi applicazione nel Pnrr, le criticità, le emergenze e le urgenze rilevate, parla anche di cosa? A marzo in questo consesso regionale abbiamo votato una mozione, votata da tutta la maggioranza, con la quale chiedevamo il superamento dell’ospedale unico di vallata a Spinetoli, questo è un atto. Anzi, più volte ci è stato chiesto di ratificare quell’atto o meglio di sostanziarlo all’interno del Piano socio-sanitario, altrimenti privo di efficacia secondo parte della minoranza. Questo è oggi una parte di quel discorso che andiamo a colmare e a fare.
E’ stato anche detto dell’atto del Sindaco di San Benedetto del Tronto che prevederebbe un ospedale di primo livello, quell’atto, citato dalla Consigliera Casini, è una mozione di indirizzo del Consiglio comunale a seguito di una manifestazione chiamata “Salviamo il Madonna del Soccorso”, alla quale hanno partecipato tutte le forze politiche, che hanno votato all’unanimità la stessa mozione. Quindi parte del PD, ovviamente quelli di San Benedetto del Tronto, ha votato questo deliberato, questo atto, che non è strumentale, è la rappresentazione della volontà popolare di quello che la città sta vivendo e chiede a gran voce da tanto tempo. Per di più in questa mozione più e più volte è stata tirata in ballo la Conferenza dei Sindaci, che aveva individuato per l’ospedale la località di Spinetoli con il project financing, come area di confine tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Dobbiamo però ribadire con più forza - lo diciamo sempre, ma non lo facciamo mai, quindi dovremmo mettere rimedio anche a questa cosa - che nella Conferenza dei Sindaci, penso che sia l’unico caso che si faccia in area vasta, la maggioranza si prende esclusivamente per testa e non per maggioranza ponderata. Questa è una valutazione fondamentale, da inserire nel progetto di riqualificazione dello studio della sanità, questa non è una cattiveria o una valutazione di incidenza negativa nei confronti dei Sindaci che hanno minori abitanti, ma non è possibile equiparare il voto del Sindaco di San Benedetto del Tronto con quello del Sindaco di Palmiano, con tutto il rispetto per il Sindaco di Palmiano, che è anche un amico.
Questa è una valutazione. Allora sì ha ragione la Consigliera Casini quando dice che all’incontro dell’Assessore Saltamartini non sono venuti tutti i Sindaci, ne erano presenti 5, certo, ci credo, per “ordine” gli altri 28 non sono venuti all’incontro, perché gli si assegna un potere troppo importante rispetto a quella che è la valutazione di incidenza sul territorio, e questo è un tema, altrimenti non saremmo mai arrivati a quella determinazione di Spinetoli, project si o project no, altro tema.
Chiudo con una battuta per la Consigliera Casini, quando dice che San Benedetto del Tronto non è più attrattiva perché i concorsi sono andati deserti, nessuno viene perché nel comparto dell’area vasta 5 San Benedetto del Tronto non è appetibile, è colpa nostra? Signori, qui non parliamo di colpe, parliamo di attrattività, ma sicuramente il processo mentale, il procedimento di eliminazione mentale che scatta per chi vuole partecipare ad un concorso non è stato progettato e pensato da noi, perché purtroppo o per fortuna da troppo poco tempo sediamo su questi scranni. La valutazione non deve essere fatta ex post, ma ex ante, quindi, il ragionamento è molto complesso.
Sull’ospedale nuovo di San Benedetto del Tronto, più e più volte, è vero, è stato detto di ripartire dai Sindaci e dal territorio, ma sul nuovo ospedale possiamo fare un ragionamento molto chiaro, molto franco, molto onesto fra noi: Ascoli Piceno non ha un problema di ospedale nuovo, ha un vecchio comparto, che è l’ospedale Mazzoni, che sta bene dove sta, ovviamente necessita di alcuni interventi, così come l’abbiamo sempre detto e scritto, ma il ragionamento si sposta su quello di San Benedetto del Tronto ed è una valutazione attenta per tabulas, con le carte, se è più conveniente fare un ragionamento su una ristrutturazione o spostare completamente l’ospedale in un altro sito e costruirlo ex novo.
Questo ragionamento, come è stato ben scritto nella delibera, visto che Pesaro e Macerata sono completamente finanziati, mentre San Benedetto del Tronto no, necessita di un approfondimento di carte, dovremo fare una sorta di esame di prefattibilità, individuazione eventualmente dell’area, rapporto costi/benefici, viabilità, valutazione antropica della zona, sono tutti atti da fare che ci permettono e ci permetteranno di prendere una decisione serena sulla migliore cosa da fare.
Addirittura scopriamo pure che con l’ospedale di Spinetoli si faceva il nuovo comparto e rimanevano Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto! A questo punto la considerazione mi viene spontanea: se andava bene Spinetoli, lasciare Ascoli Piceno e fare una nuova struttura a San Benedetto del Tronto non andava bene, colleghi di minoranza? E’ una valutazione che viene.
Penso che sul tema sanità necessariamente dobbiamo parlare di ospedali, necessariamente dobbiamo parlare di primariati, necessariamente dobbiamo parlare del perché siamo stati per troppo tempo abbandonati e lasciati a noi stessi, necessariamente dobbiamo parlare di aree vaste o di un loro ipotetico superamento o rafforzamento, i temi sono sul tavolo. Perché facciamo questo stralcio e non andiamo sulla valutazione di un nuovo piano socio-sanitario, che sicuramente faremo? I tempi sono diversi e per avere un’incidenza immediata, presente, fattiva era necessario questo piano stralcio per sgombrare il campo di alcuni pensieri, quali quello dell’ospedale unico. Noi non siamo per gli ospedali unici, penso che lo abbiamo dimostrato, lo stiamo dimostrando con questo ulteriore atto e adesso valuteremo tutte quelle che sono le soluzioni e le strategie migliori per arrivare ad un pieno rafforzamento del comparto dell’area vasta 5.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho deciso di intervenire anche perché quello di cui stiamo parlando è un tema molto importante e questo non è un atto amministrativo come gli altri. Parlare di sanità vuol dire parlare della salute delle persone, della vita e della morte delle persone, quindi la politica dovrebbe far di tutto per capire quali possono essere le scelte migliori per andare realmente incontro alle esigenze dei nostri cittadini marchigiani.
Io sono abituato a parlare normalmente con gli atti, quindi, con le norme che regolano in questo caso la sanità e capire quelle che sono le norme nazionali che danno delle indicazioni, ma non per sentito dire, che prevedono come si devono comportare le Regioni rispetto all’organizzazione, in questo caso delle strutture ospedaliere.
La modifica che è stata fatta, secondo me e come diceva il Consigliere Carancini, parte da una contraddizione in termini, dicendo che si supera l’accentramento dei servizi ospedalieri nell’ottica dell’adeguamento del decreto Balduzzi. Il decreto si chiama Balduzzi e non si chiama Biancani, non si chiama Ceriscioli o Baiocchi, e definisce come le Regioni devono organizzare le strutture ospedaliere stabilendo sui presidi ospedalieri: ospedali di base, da 80.000 a 150.000 abitanti, di primo livello, da 150.000 a 300.000, di secondo livello, da 600.000 a 1.200.000 - leggo questo decreto perché secondo me non tutti l’hanno letto – prevede anche, in base al numero di abitanti per ogni territorio a livello regionale, quanti reparti si possono tenere aperti.
Qual è la logica che lo Stato ci indica? E’ quella di fare in modo che i servizi siano razionalizzati ed efficienti. Cosa manca nella sanità? Il personale e per quanto riguarda il personale noi siamo in grado di trovare medici dietro l’angolo? Possiamo fare concorsi e prendere altri mille chirurghi, mille anestesisti, mille dite voi chi? No, perché ci dicono che dobbiamo razionalizzare? Perché il personale non c’è! Abbiamo fatto delle mozioni anche in quest’Aula con le quali ci raccomandavamo - una l’ho presentata io e l’abbiamo votata tutti insieme ed ho già ringraziato, ma ho visto che ci sono anche altri Consiglieri sensibili - di stoppare il numero chiuso alle università, sia per diventare medico che per tutte le specializzazioni che ci sono. Stop al limite delle specializzazioni perché noi siamo un Paese che non solo pensiamo di far fare a poche persone questo corso di laurea, ma ad ancora meno rispetto a quelli che lo fanno consentiamo di prendere la specializzazione. Prendiamo ad esempio il corso di infermieristica, possiamo far laureare tutti? No, ha il numero chiuso anche quello!
Dopodiché, quanto ci vuole per avere un medico preparato, che sia in grado di mettere le mani oltre che nel cartellino anche nel proprio lavoro? Per diventare medico ci vuole tempo, è una professione delicata, ci vogliono 10/15 anni.
Quindi, noi oggi su cosa dobbiamo batterci? Sul fatto che, se non sblocchiamo questa situazione, negli ospedali possiamo mettere le persone. ma poi non c’è chi le cura, chi fa una diagnosi e definisce la cura.
La razionalizzazione del decreto Balduzzi va in questa direzione, rafforzamento del territorio – non il Balduzzi, ma quella che è la linea generale – facendo sì che quelli che sono gli ospedali per acuti siano concentrati.
Questa non è la volontà del Consigliere Biancani o Carancini o dell’Assessore Saltamartini, è la volontà dello Stato che definisce cosa dobbiamo fare.
Dopo cosa succede? Si continua a parlare di ospedale unico nella provincia di Pesaro, ma io dico che uno che parla dell’ospedale unico nella provincia di Pesaro o altro non sa cosa vuol dire unico o ha qualche problema.
Nel Piano previsto dal precedente Presidente non solo si parla dell’ospedale Marche Nord, ma si fa proprio riferimento al fatto che - unico caso in cui dice che questo esempio bisogna riportarlo in altra realtà - l’ospedale di Fano rimane aperto, integrato con l’ospedale di Pesaro, c’è scritto che è chiuso? Io vado con quello che c’è scritto, non con quello che si dice al bar. Qualcuno ha detto che voleva chiudere l’ospedale di Urbino? Non mi risulta. Qualcuno ha detto che voleva chiudere l’ospedale di Pergola? Non mi risulta, anzi sto recuperando i dati, di quanti investimenti sono stati fatti sia sull’ospedale di Urbino che su quello di Pergola. Non sono sufficienti ed è giusto proseguire, ma nessuno ha detto di chiudere quegli ospedali, E’ inutile che uno dica che non è vero, dove è scritto che non è vero? Io vado avanti, ripeto, con gli atti.
Sul tema della provincia di Pesaro-Urbino, noi avevamo un investimento di 240 milioni che è diventato di 140 milioni. Erano 240 milioni perché l’ospedale era fatto in una certa maniera, quindi, meno 100 milioni. Sulla stampa non si capisce se l’Azienda Marche Nord rimarrà in piedi o se si vuole chiuderla, non si capisce dove si vuole fare, non si capisce quanti posti letto, non si capisce praticamente niente. Si, si farà l’ospedale a Pesaro, ma come sarà? Sarà un ospedale da 400 posti? Da 600 posti? Da 100 posti? Si farà a Muraglia? Rimarrà l’Azienda? Si faranno addirittura tre ospedali di primo livello nella provincia di Pesaro? Cioè Pesaro, Fano e Urbino?
Vi dico io come andrà a finire: Urbino perderà di potenzialità, per forza, se mantieni aperti Pesaro e Fano! Ad Urbino ancora non hanno capito che la struttura sarà tra le prime che chiuderà. Questa roba non sta in piedi, non per Biancani, non sta in piedi per il decreto Balduzzi, non sta in piedi perché non si sa chi mettere dentro a lavorare.
Qual è il tema? Abbiamo un’alta complessità, qui si parla dell’ospedale di Pesaro, rimane l’Azienda? I reparti di alta complessità rimangono o no? Pesaro rimane l’alter ego di Ancona? Quei reparti di alta complessità che possono avere due sedi è possibile portarli avanti sulla base del decreto Balduzzi, non della volontà del Consigliere Biancani? Se fai la volontà di Biancani a Pesaro ci fai l’ospedale più grande del mondo, ma non è quello che voglio io, è quello che si può fare, allora rimangono queste robe o no?
Io voglio queste risposte, non chiedo altro, non ho nessuna pregiudiziale, se voi fate bene e riuscite a fare bene, magari! Perché parliamo di tematiche fondamentali per la vita e la salute delle persone. Penso che se sia voluto fare un percorso, se voi state individuando un altro percorso, per carità, l’importante è che sia sostenibile, la mia preoccupazione è che non lo sia.
Nella nostra provincia Pesaro rimaneva aperto, Fano rimaneva aperto, Urbino veniva rafforzato e Pergola rimaneva aperto, di che ospedale unico parliamo? Ospedale unico provinciale cosa vuol dire? Vuol dire che gli altri chiudevano? Ma chi lo ha mai detto? Qual è l’atto che prevedeva la chiusura?
Io vado avanti con gli atti, l’atto unico che viene menzionato come esempio da portare avanti a livello regionale … Poi abbiamo sbagliato, abbiamo perso le elezioni, è sotto gli occhi di tutti ovviamente, che abbiamo perso le elezioni …
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. Il tema è se è passato o non è passato per area vasta, il tema che è passato è che facevamo l’ospedale unico e che per la provincia di Pesaro rimaneva un ospedale. Sto dicendo un’altra cosa, l’ospedale della provincia di Pesaro è unico? No, erano almeno quattro, e quello che chiedo è di capire.
Ho presentato degli emendamenti, che spiegherò dopo, che non sono faziosi e non vogliono creare chissà quale scompiglio, ma chiarire quello che la struttura di Marche Nord rappresenta, capire se nel futuro continuerà a rappresentare un riferimento regionale, anche perché vi ricordo che la mobilità passiva, se noi non rafforziamo soprattutto i territori di confine, ci porta – non so se ricordo male, se sbaglio l’Assessore Saltamartini mi correggerà – intorno ai 40 milioni di euro all’anno, solo da noi, e la gente continua ad andare dall’altra parte perché non trova i servizi che si aspetta nel nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho talmente tante cose da dire che non so se mi basterà il tempo, spero e cerco di andare diretta e di essere comprensibile anche se non sarò organica.
Parto facendo i complimenti a questa Giunta, all’Assessore Saltamartini, con cui su l’altro mi sono anche recentemente battibeccata un po’, però siete partiti dal tetto, anzi dalle fondamenta e non dal tetto, perché non si può sinceramente pensare di riorganizzare la sanità senza prima fare l’atto numero uno, che non poteva che essere questo che dice il contrario, non so che cos’altro guardi.
La prima cosa è quella che è stata chiesta attraverso una nostra mozione, che è stata approvata all’inizio del mandato, e cioè: accartocciare la possibilità di un project financing, che ci sarebbe costato 1 miliardo di euro in 30 anni, e lo abbiamo fatto, accantonare finalmente l’idea degli ospedali unici, che non era un’idea campata per aria, lo ricordo al Consigliere Biancani, perché ci sono fior fiore di dichiarazioni dei precedenti Assessori alla sanità che dicevano, basta ricercarle, che volevano fare un ospedale unico per provincia, cinque ospedali unici, chiudendo tutto il resto. Ed hanno iniziato a farlo perché l’errore fondamentale non è stato neanche immaginare e architettare gli ospedali unici, è stato distruggere quello che esisteva prima di costruire l’ospedale unico. La Consigliera Casini chiede: atti, soldi, finanziamenti, adesso c’è il master plan, l’hanno appena fatto, dei soldi li abbiamo visti. Comunque vorrei ricordare che sono 20 anni che sento parlare di ospedale unico e non ci ho mai visto, se non qualche mese fa, l’odore dei soldi. Quindi, voi avete fatto un errore gravissimo e mi dispiace che non lo riconosciate perché quando lo riconoscerete forse si potrà partire, potrete ripartire con un passo diverso.
Innanzitutto non è il decreto Balduzzi, il decreto ministeriale 70 è stato firmato dalla Ministra Lorenzin, si dice che le parole sono importanti, quindi, iniziamo ad usarle bene tutti. Le parole costruiscono mondi falsi, questo lo sanno gli scrittori, i poeti ed anche i politici. In quell’atto, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, nel primissimo atto, si parlava di ospedali unici, l’aggettivo è stato cambiato in ospedali nuovi, ma non dice niente perché alla fine di unico si trattava e questo lo dico non perché mi fido della parolina o non mi fido, ma perché parlano i numeri.
Oggi Marche Nord ha 592 posti letto, il nuovo ospedale previsto nella mia provincia, ne parlo perché è quella che conosco meglio, prevedeva 612 posti letto, a cui si dovevano aggiungere i 50 posti letto sulla carta della clinica privata di Fano e siamo già a 662 posti letto contro i 592 che ci dimezziamo tra Pesaro e Fano, mi potete rispondere, questo l’ho chiesto dal precedente Presidente in giù, quanti posti letto avrebbe avuto di Fano? Io penso zero, nessuno mai mi ha dato un numero.
Questo ci fa dire, e non è propaganda, che volevate fare un ospedale unico, e quello di Fano sarebbe rimasto come specchietto per le allodole. Mi dispiace che il Consigliere Carancini parli di un protocollo sottoscritto da precedente Presidente della Giunta e dal Sindaco di Fano, forse senza averne colto l’essenza, una presa in giro per tutti i cittadini sia di Fano che delle due vallate del fiume Metauro e del fiume Cesano. Una presa in giro per oltre 100.000 abitanti perché Fano sarebbe rimasta una scatola vuota con un po’ di diagnostica. C’era stato anche detto che avrebbe mantenuto un pronto soccorso H24 senza reparti dietro, sfido chiunque di voi in caso di emergenza ad andare volentieri a curarsi in un pronto soccorso di quel tipo.
E’ stato un protocollo che da subito è stato contestato da tutti, comitati, cittadini, movimenti politici, quindi citarlo come un obiettivo raggiunto è un errore, secondo me, strategico molto forte.
L’accentramento per fortuna l’abbiamo separato, quindi siamo tutti contenti. Abbiamo sentito 20 anni di parole sull’ospedale unico, adesso finalmente si vedono alcuni soldini. La partecipazione – l’hanno detto bene i Consiglieri di maggioranza, io sono all’opposizione, che hanno avuto un mandato chiaro dagli elettori - è questa.
L’Assemblea di area vasta, non so da quanti anni chiediamo che venga convocata, i Sindaci del PD potrebbero farlo, ma non lo fanno, alla fine non è l’Assessore regionale che può convocare l’Assemblea di area vasta, a me non risulta, deve essere il Sindaco che ne è a capo. Se le Assemblee non vengono fatte non credo che possa essere addebitato, almeno questo, all’Assessore Saltamartini, magari gli addebiteremo altre responsabilità, ma questa sicuramente no.
Tornando alla partecipazione, questa è un’altra cosa, una chicca che vi voglio raccontare, così capiamo. Tante volte abbiamo invitato l’ex Presidente della Giunta a partecipare ai Consigli comunali di Fano, lui arrivava in pompa magna, faceva il suo discorso poi, quando era ora del confronto in cui noi Consiglieri potevamo prendere la parola, lui usciva, questa era la partecipazione portata avanti dall’ex Presidente della Regione. Questa volta ho partecipato ad un solo incontro, unico, a Sassocorvaro, c’era mezza Giunta, eravamo tanti Consiglieri, compresi quelli di opposizione e tutti hanno avuto diritto di parola, siamo stati lì un paio di ore, abbiamo ascoltato fino all’ultimo cittadino che ha chiesto la parola, non sarà l’Assemblea di area vasta, per carità, ma mi sembra un buon modo per cominciare, in modo concertato, la revisione del nuovo Piano socio-sanitario.
Penso di aver detto abbastanza, magari non tutto.
Il PD ha presentato degli emendamenti, mi riservo di intervenire anche dopo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Intervengo brevemente perché sinceramente vorrei evitare di dover rispondere di ciò che è avvenuto in passato semplicemente per una appartenenza al partito. Mi spiace che non venga riconosciuto che in campagna elettorale molti di noi hanno anche ammesso qualche errore commesso in precedenza, soprattutto per ciò che riguardava la sanità e questo ambito.
Vorrei partire dalle ultime parole della Consigliera Ruggeri, da Sassocorvaro, anch'io ero presente ed ho subìto un durissimo attacco, che tra parentesi mi è anche scivolato addosso, quindi non è stato un problema, su ciò che era stato fatto in precedenza, ma voglio anche ricordare che proprio in quella occasione si è parlato di come saranno i servizi offerti alla cittadinanza e questa è la cosa principale.
Le Consigliere che attaccano il PD hanno messo in evidenza che vogliono fare in modo che la sanità rimanga pubblica e chi si è reso paladino della sanità pubblica in quell’occasione non ha colto invece una risposta importante, significativa da parte dell’Assessore Saltamartini. Eravamo a Sassocorvaro e lui stesso ha ammesso davanti a tutti i Sindaci presenti che avrebbe dovuto ricorrere al privato con delle convenzioni, lì a Sassocorvaro, per poter offrire servizi alla cittadinanza. Riporto parole che abbiamo ascoltato tutti, non ho sentito una piega, una protesta, nulla da chi si fa paladino della sanità pubblica.
Da questo piccolo particolare voglio partire semplicemente per fare delle osservazioni.
Ho notato che in questo atto amministrativo n. 17 in realtà non c’è nulla su come verranno effettivamente offerti i servizi ai cittadini, vengono modificate solo queste 18 righe del Piano socio-sanitario 2020/2022, solo 18 righe! Non c’è nulla ad esempio sulle case della salute, ed è stato un organismo autonomo come il Crel ad evidenziarlo.
In campagna elettorale tutti si sono tanto impegnati a fare promesse, dicendo che la medicina del territorio sarebbe stata una priorità, ma a noi in realtà non sembra perché nei giorni scorsi è stato presentato questo master plan dell’edilizia sanitaria che purtroppo, mi auguro di no, rischia di creare in alcuni casi anche qualche contenitore vuoto. Non è stato mai detto nulla su eventuali convenzioni e sul potenziamento del personale. Faccio per esempio riferimento alla casa della salute di Vallefoglia, un territorio che conosco benissimo, con un bacino di oltre 50.000 residenti, è dall’inizio di questa legislatura che chiedo di intervenire per dare sostegno ad attivare eventualmente delle convenzioni per la medicina sportiva, medicina del lavoro, terapia del dolore. Non è stato fatto nulla e in questo atto amministrativo non si fa nessun riferimento alle case della salute.
Altro dettaglio che voglio evidenziare riguarda l’ospedale di Fano, anche il Sindaco ha messo in evidenza la propria delusione perché se nel Piano socio-sanitario precedente si faceva riferimento - non parlo di ciò che è stato fatto o detto in precedenza, ma leggo l’atto - al presidio ospedaliero di Fano e c’era scritto esattamente: “In previsione della realizzazione delle nuove strutture, facendo riferimento al nuovo ospedale Marche Nord, fermo restando la titolarità della competenza in tema di sanità in capo alla Regione, occorre prevedere una riorganizzazione della rete ospedaliera di concerto con i territori coinvolti”, c’è scritto, invito tutti a rivederlo al capitolo 6.3, “occorre prevedere la riorganizzazione, in particolare lo schema di protocollo previsto dalla delibera di Giunta per il presidio del Santa Croce di Fano che prevede che lo stesso svolgerà funzioni sanitarie integrate con la nuova struttura e con la restante rete”, questo è sparito completamente.
Quindi, ora mi auguro che si possa provvedere a porre rimedio, altrimenti nell’atto che la maggioranza
presenta non c’è più nulla sull’ospedale di Fano.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Mi ero riproposto di non intervenire, ma dopo l’intervento del Consigliere Biancani non posso esimermi.
La ricostruzione operata dalla Consigliera Ruggeri è pressoché perfetta, ora si cerca di ricostruire un percorso, una storia che è diversa da quello che in realtà è successo in questi anni.
Sono passati 30 anni e in questo lasso di tempo non siete riusciti a stabilire dove fare l’ospedale, come farlo, con che strumenti, e adesso, dopo che i cittadini hanno espresso in maniera inequivocabile la loro idea di ospedale unico o non unico, cercate addirittura di cambiare i termini. Non abbiamo mai parlato di ospedale unico, ma di ospedale nuovo, anche i bambini sanno che per 10 anni voi ne avete parlato, poi vi siete accorti che forse era un termine da non usare, allora avete ben pensato di dire cambiamolo, mettiamo nuovo al posto di unico, ma la sostanza non è cambiata perché i numeri sono impietosi. Come ha detto giustamente la Consigliera Ruggeri, se pensi di fare un ospedale di 612 posti più 50 posti a Fano, sai benissimo che l’ospedale di Fano e quello di Urbino non avrebbero più senso di esistere. Quindi, si sta arrampicando sugli specchi di un grattacielo di 50 piani. Io ho difficoltà a pensare che possa non cadere di fronte a questo argomento perché almeno la Consigliera Vitri ha fatto un’osservazione che rispetto ed apprezzo, ha detto che in campagna elettorale molte volte si è dissociata dal comportamento tenuto da coloro che l’hanno preceduta a differenza sua, pure essendo compagni di banco e compagni di ticket elettorale.
E’ apprezzabile quello che dice, però sinceramente farci credere che tutto quello che c’è stato non sia successo, che l’ospedale unico non sarebbe stato un ospedale da 600 posti, che avrebbe sicuramente comportato la chiusura di altri, è un insulto all’intelligenza di queste persone e di tutte quelle che hanno coscientemente e scientemente deciso per uno strumento piuttosto che un altro, tralasciando l’idea del project che, tutti sappiamo, è un progetto fantasmagorico e di spesa che avrebbe impegnato il futuro di questa regione per i prossimi 30 anni.
Quindi, bene questo provvedimento, un primo passo importante, e se il Consigliere Biancani dopo 9 mesi, e sappiamo benissimo che c’è stato il Covid, sappiamo tutti quello che è successo in questi mesi, non ha ancora risposte per il futuro, per ciò che riguarda l’azienda unica, la collocazione, la localizzazione dell’ospedale, gli chiedo gentilmente di avere un po’ di pazienza perché quello che abbiamo fatto noi in 9 mesi voi non lo avete fatto in 30 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Anch’io sarò telegrafico perché nel territorio ci vivo e ben conosco la sanità: com’era 30 anni fa, com’è adesso e in questi anni … Consigliere per 40 anni ci siete stati sempre voi al governo di questa Regione.
Io ho assistito, credo, a tutte le assemblee di area vasta svolte ad Urbino, ho seguito dalla A alla Z tutto quello che è avvenuto, anche insieme ai comitati, ho vissuto i discorsi del precedente Presidente della Giunta regionale, degli algoritmi sopra la salute delle persone, i discorsi del tipo: vi veniamo a prendere con l’elicottero se vi prende un infarto, e tanti altri, ho seguito ed ero nei pullman di quelle proteste, di quella sollevazione popolare che si è scatenata senza precedenti nei vostri confronti.
Avete demolito, tra l’altro, un partito che nelle nostre zone aveva circa il 70%. Dovreste spiegarci, Consigliere Biancani, la cartina delle elezioni di settembre dove nella provincia di Pesaro per la prima volta in 70 anni il colore rosso è sparito e non è sparito per chissà cosa, ma per la cattiva gestione sanitaria e mi sembra strano che nonostante tutto quello che è successo non abbiate ancora capito la lezione e veniate qui farci credere che prima c’era un sistema sanitario vicino ai cittadini e che adesso noi andremo a fare chissà cosa.
Io dico questo, i cittadini non sono fessi, lo hanno e ve lo hanno dimostrato, diamo tempo al nostro Assessore perché chiaramente ha ereditato una situazione disastrosa, di cui tutti siamo a conoscenza. Soprattutto il suo mandato è iniziato nel bel mezzo di una pandemia, la cui gestione nella nostra regione è stata tra le migliori in Italia.
Mi sembra un po’ offensivo per la sua intelligenza, Consigliere Biancani, che lei ancora riesca a sostenere determinate cose e a difendere ancora un sistema che è stato bocciato dai cittadini, soprattutto dai cittadini della nostra provincia.
Non scendo in un’ulteriore polemica, però mi sembrava giusto intervenire perché io ho perso giornate e giornate di lavoro per seguire tutto quello che è stato il precedente Piano sanitario. Penso di essere venuto ad Ancona 10/20 volte con i cittadini e non per caso, non siamo venuti così in vacanza, un motivo c’era.
Non offenda la sua intelligenza perché è oramai un’istituzione all’interno di questa realtà, quindi cancelliamo quello che è stato fatto e vi invito a darci una mano per migliorare la situazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Solo un minuto per intervenire sul personale. Avevo già fatto una relazione tempo fa, febbraio/marzo.
Parliamo di personale, l’ospedale di Fermo ha perso 50 medici nel giro di 10/15 anni e ricordo che gli ultimi 3/4 anni si sono licenziati due medici del reparto di ortopedia, ma non perché avessero un altro posto in una clinica privata, no, si sono licenziati.
Adesso ci siamo noi, cercheremo di risolvere la situazione del personale, ma non dateci lezioni per cortesia. Andate a vedere i dati di Fermo relativi al personale medico che si è licenziato dalla struttura pubblica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Non volevo intervenire, ma la Consigliera Marcozzi mi ha chiamato all’intervento. Sul tema condivido totalmente, ho firmato gli emendamenti, l’intervento del Consigliere Carancini, quello che ha già fatto e quello che farà.
D’altra parte Fermo, lo ha detto anche lui, credo che sia l’unica provincia che è coerente con il decreto Balduzzi, è l’unica provincia che è coerente con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non solo è coerente, ma sono in corso investimenti importanti che vanno in quella direzione.
A Fermo si sta realizzando, è quasi ultimato, l’ospedale di rete di primo livello, si sta realizzando l’ospedale in Amandola, gli investimenti in queste strutture sono stati, come abbiamo visto questa mattina in risposta alla mia interrogazione, confermati da questa Giunta e non poteva essere diversamente. Tra l’altro con questa variante al piano, con queste 18 righe, si conferma l’ospedale di Fermo insieme al Salesi e all’Inrca Osimo/Ancona Sud. Si conferma, non potrebbe essere diversamente, l’ospedale di Amandola, nel fermano c’è l’ospedale di comunità a Montegiorgio per le cure intermedie e a Sant’Elpidio a Mare c’è il distretto di Porto San Giorgio. Nel fermano è la realtà, c’è il rispetto e la fotografia del Balduzzi, che ovviamente la Consigliera Marcozzi non conosce, c’è la filosofia del Balduzzi, c’è la filosofia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che ci dice il Presidente del Consiglio, che l’organizzazione sanitaria si delinea negli ospedali Dea, dipartimenti di emergenza e urgenza, ospedali di secondo e primo livello, 281 a livello nazionale, uno ogni 215.000 abitanti, ci sono poi le case di comunità e gli ospedali di comunità, noi a Fermo lo stiamo facendo e lo abbiamo già fatto.
L’ospedale di primo livello, che si sta realizzando, è stato finanziato come ci ha ricordato l’Assessore Baldelli questa mattina, dalla precedente Giunta di cui io facevo parte, ero Assessore al bilancio. Un finanziamento di 70 milioni quando siamo arrivati nel 2015, un altro di 30 milioni prima di andarcene, quando per quell’ospedale il finanziamento inizialmente previsto era stato “eliminato”, soppresso dalla Giunta precedente, di cui il Presidente è stato sostenuto dalla Consigliera Marcozzi nella campagna elettorale del 2015. Lei lo ha sostenuto, è stata eletta, non so se il candidato Presidente sia arrivato quarto. Ha vinto Ceriscioli, poi il Movimento 5 Stelle, terzo è arrivato Acquaroli e la Consigliera Marcozzi è stata eletta sostenendo Spacca con una buona dose di fortuna perché Forza Italia prese due seggi, scattarono in Ascoli Piceno e a Fermo, quindi la Consigliera Marcozzi è stata fortunata …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Una fortuna che ha replicato in questa occasione perché pur avendo vinto Forza Italia ha eletto solo due rappresentanti, Macerata con Pasqui e Fermo con la Marcozzi che ha una dose di fortuna di proporzioni cosmiche. Questa è la verità.
Poi che è successo? Acquaroli, che all’epoca era sostenuto, non so, da Fratelli d’Italia, penso di si, e dalla Lega, fece una bella performance, che ha ripetuto per la verità anche questa volta, però lì era contro il Presidente uscente, che arrivò quarto.
Che succede, che fa questa maggioranza? La Consigliera Marcozzi insieme ad Acquaroli? Riporta, replica, tutto quello che aveva fatto Spacca, tant’è che si porta nella massima carica della struttura organizzativa il deus ex machina delle politiche di Spacca, l’allora capo di Gabinetto, se l’è portato qua e la Consigliera Marcozzi oggi viene a lamentare che a Fermo si sono dimessi i medici, come se la colpa fosse la nostra. No, la colpa è di quelle politiche che oggi vengono replicate. Qui c’è il buon Assessore Saltamartini che ha risposto ad una mia interrogazione, tant’è vero che - no, Consigliere Borroni, è inutile che faccia così perché questa è la verità, io le dico i fatti - si era deciso che il robot chirurgico doveva stare fisicamente a Fermo, l’avevamo deciso con la Giunta precedente. Mi raccomando, Consigliere Marinangeli, gli stia sopra a questi perché la Consigliera Marcozzi non ne è capace e lo ha dimostrato, lei invece è un giovane abbastanza serio, intelligente, gli stia sopra perché il robot chirurgico si decise che sarebbe stato fisicamente collocato a Fermo con l’equipe itinerante delle aree vaste 5 e 3, che dovevano venire a Fermo ad utilizzarlo.
Oggi questo si mette in discussione ed all’Assessore Saltamartini ho chiesto tramite un’interrogazione di darmi la risposta se intende confermare la collocazione fisica del robot chirurgico a Fermo, così per l’emodinamica. Fermo è l’unica realtà che non ha l’emodinamica. Noi avevamo deciso, e lo ha confermato l’ex Direttore dell’Area vasta 4, che è stato fatto fuori, che l’emodinamica doveva insediarsi anche a Fermo - tanto è vero che nel vostro master plan di oggi c’è scritto che vengono previste due sale per l’emodinamica – e nel bando di concorso per sostituire il dottore che è andato a Roma, segno evidente che noi avevamo nominato bravi primari - Consigliere Marinangeli mi segua, se dico fesserie non le ascolti, altrimenti si dia da fare perché sta in maggioranza e lei, ripeto, è molto attento - tra i requisiti richiesti c’era la capacità di fare interventi in emodinamica. Il nuovo direttore dell’Area vasta 4, un nome che è uscito fuori adesso, ha cambiato i requisiti, questo non c’è più, segno evidente che l’emodinamica non ce la vuole portare. Anche su questo oggi ho depositato un’interrogazione, con la quale chiedo del robot chirurgico e di questo.
Consigliera Marcozzi, questa è la verità, anziché sparare fesserie a raffica sulla sanità di Fermo, oltre a sparare fesserie a raffica e a farsi le foto … Vi ricordate quello che si metteva sempre davanti le telecamere quando la telecamera inquadrava? La Consigliera Marcozzi fa come Paolini! Quindi, non spari fesserie in quest’Aula!
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Marcozzi, ma è già intervenuta.
Jessica MARCOZZI. Vorrei intervenire per fatto personale perché ha detto che sono un’incapace e poi ha detto …
(interrompe il Consigliere Cesetti)
Jessica MARCOZZI. No, non è un giudizio politico questo. Lei è un avvocato e allora non capisce nulla. Qquando lei parla …, io non l’ho mai offesa, primo, l’educazione la deve avere anche in Aula, purtroppo, Presidente, è avvezzo a fare queste cose.
PRESIDENTE. Le concedo il fatto personale perché è entrato nella tematica delle fesserie ed altro.
Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Prima di tutto non rispondo perché è un maleducato, quindi, non merita risposta. Poi le dico anche un’altra cosa, ha detto che sono un giullare, che mi metto dietro, ascolti, quando arriva un Sottosegretario, un Commissario da Roma mi chiamano, giusto per informazione, forse lei non sa come funziona. Replico solo a questo.
Per il resto ho ascoltato anche ieri gli attacchi e le offese all’Assessore Castelli, caro Consigliere Cesetti, non mi deve più nominare perché lei è un grandissimo maleducato e come tale dovrebbe uscire dall’Aula e vergognarsi.
Io ho parlato del personale, con fatti, dei medici che si sono dimessi, uno ha chiamato la sottoscritta e lei che sta a Fermo non lo sa. Si deve vergognare, io ho parlato del personale, non l’ho mai attaccata, non ho parlato dell’ospedale di Fermo, ho parlato di personale che si è dimesso, allora lo vada a dire al Presidente … Sono degli incapaci anche loro, perché i dati me li hanno forniti loro e lei è un grandissimo maleducato, ma questo lo sappiamo tutti e quando offende significa che non ha argomenti, che offende per il divertimento. Allora sa che cosa le dico? Che mi fa una gran pena, glielo dico veramente. Dov’è la Consigliera Bora che difende, ma difende che cosa?
Poi un’altra cosa, le dico questo, sull’ospedale di Fermo non ho mai detto nulla. Dico che questo signore qui non solo è un incapace, ma ha perso le elezioni, la percentuale, a Fermo uno ne avete preso,io sono fortunata e lei che cos’è? Se io sono un’incapace lei lo è altrettanto, anzi peggio, avete dimezzato i voti e un motivo ci sarà e, ripeto, io non l’ho attaccata, io ho detto dei dati. Questa persona, persona per dire, non mi deve più nominare, Presidente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Marcozzi ha diritto di dire che sono un incapace, è un giudizio politico, come io esprimo il mio, ma se la Consigliera Marcozzi non ha il fisico per stare in Aula …
PRESIDENTE. No, adesso applico la sanzione disciplinare, è la prima volta che lo faccio, non si può alludere in nessun modo, quindi la richiamo ai sensi dell’articolo 72 e poi intervengo in maniera ancora più pesante. Lei ha diritto a tre minuti per chiarire ai sensi dell’articolo 61 le sue dichiarazioni, non sconfini oltre, se vuole replichi alle affermazioni che ha fatto a livello personale.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Marcozzi è la capogruppo di Forza Italia, quindi ho il diritto di esprimere un giudizio politico, quando dico …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Quando la Consigliera Marcozzi - io stavo fuori - dice che sono impazzito è un’offesa che può fare tranquillamente in quest’Aula, dice che si sono dimessi dei medici, certo che i medici si sono dimessi, come si è dimesso l’ex Direttore dell’Area vasta 4, li avete fatti dimettere voi non mettendoli nelle condizioni di lavorare. Questo è il punto.
Per il resto, Presidente, ho espresso semplicemente un giudizio politico, ho detto che per quanto riguarda la tutela di quel territorio le azioni politiche della Consigliera Marcozzi denotano una incapacità politica di proporzioni cosmiche, che è un giudizio, se poi questo giudizio non si può fare perché è una donna! Lei è la capogruppo di Forza Italia, io sto parlando con una “esponente politica” non sto parlando con la dott.ssa Marcozzi, come lei non parla con l’avv. Cesetti. Quindi, ho diritto in quest’Aula di esprimere dei giudizi politici e quando dico che lei si mette dietro la telecamera esprimo un giudizio politico, una critica politica, se vogliamo, anche aspra, ma che c’è. Come quando si dice che a Fermo si sono dimessi i medici, lì si dimettono tutti, quello non è un giudizio? Quello sì, Presidente, è un giudizio su una struttura perché si fa perdere credibilità a quell’ospedale quando si dice in quest’Aula, e lo dice una capogruppo di maggioranza, che a Fermo si dimettono i medici, si attacca la credibilità di quella struttura. Presidente, ho espresso un giudizio politico e lo mantengo.
PRESIDENTE. Il fatto è, non voglio riaprire la polemica, che è stata censurata la condotta che va al di là anche del giudizio politico sull’attività e la funzione svolta dalla Consigliera Marcozzi, così l’ho interpretata per il fatto personale.
Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Solo per fare chiarezza in merito alle accuse, secondo me ingiuste, che la Consigliera Marcozzi ha subìto.
Dispiace, più volte abbiamo avuto modo di sentire dai banchi del Partito Democratico gridare allo scandalo quando magari c’è stato un dibattito tra un uomo della maggioranza e una donna dell’opposizione. Ricordo che noi, è già capitato più volte, Consigliere Cesetti, siamo stati zitti ad esempio quando è capitato alla Consigliera Biondi sulla legge sul personale, a volte alla Consigliera Leonardi, mentre quando c’è un dibattito tra il Consigliere Ciccioli e la Consigliera Bora si urla sempre allo scandalo.
Questa volta avrei auspicato che le Consigliere del Partito Democratico avessero fatto la stessa cosa, magari dando solidarietà alla Consigliera Marcozzi in questo caso, perché credo che sia giusto ristabilire l’ordine.
Non sono un tipo che ama ristabilire l’ordine, però ringrazio il Presidente dell’Assemblea per aver fatto rispettare il Regolamento e per essersi fatto rispettare, però invito il Consigliere Cesetti ed anche gli altri a non utilizzare più parole scomode nei confronti delle donne, che siano di centro destra o di centro sinistra, perché questo dispiace.
Io sono dispiaciuto e sono uno che nel dibattito politico non si tira mai indietro, sono uno che nel dibattito politico se devo fare una battuta la faccio, sono uno che nel dibattito politico se devo fare un’accusa politica la faccio, non è un problema. Non voglio fare il professore, né l’insegnante, però questo mi dispiace perché non mi sembra giusto e accettabile. L’altra volta è successo alla Consigliera Biondi, oggi alla Consigliera Marcozzi, credo che questo non sia opportuno.
Chiedo al Consigliere Cesetti da uomo intelligente di scusarsi per queste accuse e di chiarirsi perché non credo che il dibattito politico in quest’Aula debba andare sul personale, questo dispiace molto.
Chiedo scusa a tutti, ci tenevo a fare questo intervento perché non mi sembra giusto l’attacco che è stato fatto nei confronti della Consigliera Marcozzi. E’ passato quando era stato fatto alla Consigliera Biondi, però le ho messe tutte insieme, non ce l’ho personalmente con il Consigliere Cesetti, che politicamente dà un giro a tutti qui, però in questo caso, vista la sua esperienza e viste le sue capacità, chiedo se possibile di scusarsi perché penso che l’aspetto personale non c’entri nulla. Non siamo nel Consiglio di un asilo, siamo nell’Aula del Consiglio regionale, quindi credo sia opportuno scusarsi con la Consigliera Marcozzi e magari anche con la Consigliera Biondi per quanto successo, auspicando che queste cose non accadano più.
Esprimo la mia solidarietà alla Consigliera Marcozzi e colgo anche l’occasione, visto che la scorsa volta sulla legge del personale non sono intervenuto, per esprimerla alla Consigliera Biondi.
Quando c’è stato uno scontro personale tra uomo e donna, se siete per le pari opportunità, se avete fatto battaglie per la Giunta e vi siete strappati i capelli, dimostrate che questo lo fate, qualora non si chieda scusa, per opportunismo politico e non perché ci credete veramente. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Devo dire che ascoltando la Consigliera Ruggeri mi è comparso davanti Di Maio, quando ha detto di aver abolito la povertà. Lo stesso tipo di dichiarazione, si affacciò al balcone di Palazzo Chigi e ad urbi et orbi disse: “Abbiamo abolito la povertà”. Oggi la Consigliera Ruggeri, maggiordomo 5 Stelle della maggioranza, dice: “Grazie , all’Assessore Saltamartini abbiamo ricostruito l’ospedale di Fano”.
Intanto dico alla Consigliera Ruggeri che non sono 20 o 15 anni, il decreto Balduzzi, che prende il nome dal tecnico che ha elaborato prima del 2015 tutto lo studio riguardante la riforma sanitaria, quindi è lei che dovrebbe essere più precisa da questo punto di vista, si richiama per queste ragioni.
Non è evidentemente vero che sono 20 anni, così come hanno detto altri, che su questo tema si parla di ospedale unico …
(interventi fuori microfono)
Romano CARANCINI. No, neanche della sua provincia, perché non sa, lo dico io perché ero Sindaco, che il primo a parlare di questa possibile riforma è stato il Presidente Spacca, e lo dico per fatto, nel mandato tra il 2010 e il 2015 ed avviò sulla base dello studio Balduzzi un approfondimento con tutti i territori, non sull’ospedale unico, ma sull’articolazione della rete ospedaliera: casa della salute, ospedale di comunità. Questa è la realtà, questi sono i fatti per Gigino Di Maio marchigiano e da questo punto di vista vanno ricostruite bene le cose. Poi si può pensare anche in maniera diversa, ma la propaganda davvero da lei non me l’aspettavo su questo.
Intanto voglio dire alla Consigliera Leonardi che preparare un piano socio-sanitario necessita di tempo ed io sono d’accordo, anzi, penso che l’attività che è stata fatta in questi mesi possa essere propedeutica rispetto a questo. Nessuno ha contestato il tempo necessario per il piano socio-sanitario, io non sono per la velocità sul tema sanitario, sono per la serietà - ripeto, poi ci possiamo confrontare - e aggiungo, lo abbiamo scritto anche in un emendamento, che non siamo avvinghiati allo strumento per costruire gli ospedali (project, appalto integrato, appalto). Tra l’altro l’Assessore ci ha detto in più occasioni ‘appalto integrato’, io credo che sia un ottimo strumento, però vi invito a ragionare, non certo per parteggiare per quello strumento, sul project e su quello che era l’impostazione che si può criticare. Il project, al costo attuale del denaro e con la traslazione del rischio tutta sull’impresa, è una opzione, si può non condividere, benissimo, i rischi per queste grandi opere sono grandi perché bene o male saranno grandi e l’eventuale fallimento di un soggetto può determinare il blocco.
Il decreto Balduzzi è superato? Non lo so, a me sembrano invenzioni, le poche dichiarazioni che vengono dal Governo in questo momento sono totalmente aderenti a quella impostazione perché evidentemente - e lo dico in un’ottica di confronto anche con i Consiglieri Antonini e Assenti ai quali dirò qualcosa - dire oggi Balduzzi è dire ospedali di primo livello, vuol dire un pezzo di sanità, l’altro pezzo è la sanità del territorio.
La sanità del territorio è quella che il Presidente del Consiglio e direi che l’intera Europa, dopo il lockdown, ha immaginato come può essere lo sviluppo determinate e decisivo in tema sanitario. E’ evidente che è necessario uno spostamento, non ricordo chi l’ha detto, forse il capogruppo o la Consigliera Casini o qualcuno di voi, il centro della sanità non è l’ospedale, l’ospedale di acuzie, è il residuo, l’ultimo passaggio, quello in cui deve arrivare il minor numero di soggetti, è la sanità del territorio che, e lo dico all’Assessore Saltamartini e anche agli altri Consiglieri, sta scritta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ci sono le risorse, ci sono i temi specifici, quanti soldi devono andare per l’ospedale di comunità, quanti per le case della comunità, quanti per la digitalizzazione, voi sapete meglio di me che due grandi capitoli suddividono da un lato 7 miliardi e dall’altro 8 miliardi, poi ci sono ulteriori risorse, quelle per gli interventi immediati.
Quindi, mi ricollego alla Presidente Leonardi, quello che ci saremmo aspettati, Presidente, è che la Giunta su questo fosse intervenuta con schede progettuali e ci avesse detto: intendiamo fare il fascicolo elettronico, intendiamo fare gli ospedali di comunità in quel luogo, intendiamo fare le case della comunità in quel luogo, intendiamo sviluppare la sanità domiciliare in questo modo ed avremmo potuto approfondire tutto il tema della ricerca. Questo era l’intervento di modificazione di un Piano socio-sanitario regionale serio, perché ci saremmo misurati sulla sanità del territorio, non in un …
PRESIDENTE. Prego di fare silenzio in Aula, per favore.
Romano CARANCINI. Quindi, da questo punto di vista ci saremmo attesi questo intervento, non un intervento che non è prodromico a nulla.
Faccio qualche considerazione anche sugli interventi dei Consiglieri Assenti e Antonini. Intanto il Consigliere Antonini ha detto, ed io credo a questo punto, almeno ascoltata da lui, che la linea sia quella, utilizzando le parole con il valore tecnico, che oggi voi immaginate di realizzare il presidio unico, diciamo il presidio di primo livello, che è più corretto, suddiviso per unità operative complesse su diversi stabilimenti. Questa è la tesi.
San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno si divideranno le unità operative complesse del presidio unico di area … Scusi, Presidente …
PRESIDENTE. Non si può creare confusione a chi svolge la propria relazione, prego.
Romano CARANCINI. Dicevo dell’impostazione, quindi presumo, da quello che si comprende, che questo avverrà forse anche a Macerata perché l’impressione è questa, ma credo che non si possa fare per i nuovi ospedali, non ho le certezze, perché un nuovo ospedale, la realizzazione fisica di un nuovo ospedale, deve rispettare l’impostazione del dm, quindi, forse formale. Secondo, lo dico al Consigliere Antonini, in un contesto come questo nel quale il personale è l’elemento determinante e la variabile indipendente, se non c’è il personale possiamo aprire 200/300 ospedali, costruire un ospedale in ogni casa, ma non riusciremo a curare i cittadini.
Il presidio di primo livello ha anche questa importante funzione, quella di razionalizzare - è brutto come termine – e di coinvolgere in un’unica struttura evidenti vantaggi economici, di cui non ce ne importa niente, ma soprattutto funzionali.
Allora, la domanda che faccio è: voi pensate – lo dico perché l’ho vissuto – che sia meglio, rispetto al segmento residuo dell’ospedale, quindi della fase di acuzie, farsi condizionare dal campanilismo piuttosto che dare una cura più appropriata? Perché questo è il tema.
Non arrivo neanche, seppure mi pare anche logico, al tema dei dati, che dicono - voi sapete meglio di me che Fabriano su questo è stata purtroppo penalizzata – che se gli stabilimenti non integrano i numeri fatti, questo riguarda San Benedetto del Tronto o Macerata o Civitanova Marche, non hanno i numeri non possono avere una serie di unità operative complesse. La concentrazione dell’ospedale di area vasta, non degli altri ospedali, favorisce il cittadino in termini di appropriatezza delle cure ed il miglioramento delle unità operative complesse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Io mi fermo all’essenziale, su alcune cose che sono state dette e che credo che in qualche modo si debbano riprendere.
Uno è il tema della partecipazione, è stato detto più volte, ma la partecipazione delle partecipazioni è il risultato elettorale, lì davvero votano tutti e il risultato elettorale di settembre 2020 non è stato equivoco, è stato totale e credo che abbia influito, l’hanno detto gli elettori, l’hanno detto gli esponenti dei partiti vincitori e perdenti, la sanità.
IlPiano precedente ha determinato la sconfitta elettorale e la voglia di cambiamento, conseguentemente cerchiamo con onestà intellettuale e con le difficoltà dei cambiamenti di scrivere una pagina nuova. La pagina nuova è che quel Piano, per la verità qui do ragione agli esponenti del PD che l’hanno citato, che viene da lontano, non ha prodotto i risultato che volevano, per due motivi. Uno per le prestazioni da erogare, c’è un fabbisogno, ci sono delle prestazioni, c’è stata un’ampia fuga di persone verso prestazioni esterne, se non sbaglio l’hanno scorso 200 milioni di prestazioni sono state fatte fuori regione, questo è un dato forte. Con quei 200 milioni quanto personale, quante cose potevamo fare in più? Quel piano evidentemente non dava le prestazioni, ci sono degli elementi storici che qui non possiamo … Pensiamo alla costruzione del nuovo ospedale Ancona Sud Inrca, è stato progettato nel 2010 e nel 2020, in 10 anni, siamo ancora a livello poco più delle fondamenta, per fortuna negli ultimi 6/8 mesi sta crescendo. 10 anni in cui un’ipotesi di cambiamento non ha trovato soluzione e successo.
Gli ospedali di Fermo grazie a Dio stanno andando avanti, dobbiamo però introdurre altre risorse, come sa benissimo il Consigliere Cesetti, una parte è stata messa, una parte ulteriore la dobbiamo mettere, quindi mi sembra che la situazione non sia così … Stessa cosa per il Salesi, dovremmo rivedere il progetto. Qualche settimana fa sono stato a Torrette, dove ho lavorato tanto tempo, ho parlato con l’ufficio tecnico e ci sono delle cose che non vanno e bisognerà introdurre altri soldi ed altre cose. Quindi, non mi sembra questo grande successo.
A me sembra che questo discorso politicamente non viene neanche dai marchigiani, viene dalla storia, viene addirittura dalla sinistra cattolica degli anni ’70, in cui si diceva che le Marche erano una regione policentrica. Una cosa largamente condivisa dalla classe politica, ci ha studiato sopra l’Università di Urbino, la Facoltà di economia. La regione non risponde a modelli di accentramento, non abbiamo grandi città, ne abbiamo di medio piccole, la nostra città tipo, quella più significativa, ha 40/50 mila abitanti, noi dobbiamo dare risposte alla popolazione accentrata in questi poli.
Pensiamo che ci sia la necessità di un solo ospedale regionale di secondo livello perché non ce ne possiamo permettere di più, ovviamente deve essere scritto nel Piano con tutte le cose; pensiamo che ci debbano essere ospedali di primo livello identificabili uno per area vasta e poi una rete di ospedali che deve dare servizi al territorio. Questo è uno schema che, se non ci fosse lo scontro politico, non politico, perché politico è una parola alta, lo scontro tra i gruppi politici, sarebbe un progetto ampiamente condivisibile dalla maggior parte dei marchigiani. Eventualmente l’interrogativo è: si riuscirà a farlo con le difficoltà degli appalti, della burocrazia, delle risorse economiche? Questo è il tema e su questo dovremmo giocarci anche la grande carta dei fondi straordinari che ci vengono dall’Europa e sul Piano nazionale per quanto riguarda la sanità.
Quali saranno per esempio le funzioni di Fano? Una domanda che è stata posta, lo vedremo organicamente nel Piano, perché noi dobbiamo scegliere …, e mi sento di parlare più da operatore sanitario che da esponente politico, noi dovremmo fare delle funzioni integrate. E’ ovvio che nella nostra mappa delle prestazioni sanitarie dovremmo mettere insieme le funzioni integrate, quali sono? Tutti non potranno avere tutto e su questo non ci piove perché non ci saranno le risorse, ognuno dovrà caratterizzarsi, ogni polo, per le funzioni di base che vogliamo dare uniformemente a tutti i cittadini e per quelle specialistiche limitate, che a seconda delle equipe mediche operative ci saranno. Alcune chirurgie saranno dedicate ad alcune casistiche, altre chirurgie ad altre, in modo da assicurare la base a tutti e l’oltre per territori. Questo è quello che dovrebbe essere il piano.
Mi sento di dire due cose e chiudo. Non voglio insultare nessuno e prendo due grandi autori, a me piace la musica, purtroppo ormai quella vecchia, quella di Vasco Rossi, che non è certo uno di destra, anche se ultimamente ha detto delle cose che francamente fanno pensare. La canzona “Stupendo” dice: erano i giorni di gran sogni, erano vere anche le utopie, non mi dire che è proprio così, non mi dire che sono ancora quelli lì - dopo un po’ dice – stupendo, mi viene il vomito. Battiato invece scriveva altre cose, “Bandiera bianca”, che non è proprio una canzone di destra, Bandiera Bianca è una canzone un po’ così, è quella di mister tamburino, dice: avete voglia di mettervi profumi e deodoranti, siete come sabbie mobili e tirate giù. C’è chi si mette gli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico potere - poi continua - che squallide figure che attraversano il paese, come è misera la vita negli abusi di potere. Sul ponte sventola bandiera bianca - e poi - quante stupide galline che si azzuffano per niente, minime …
Ecco, vorrei con queste due fotografie di Vasco Rossi e Battiato, che non sono io, evitare di fotografare quest’Aula del Consiglio regionale.
Ovviamente credo che l’atto, e concludo, sia essenziale. E’ evidentemente una scelta politica, un taglio politico e su questo mi sento assolutamente allineato con le prospettive dell’Assessore.
Questo è un atto propedeutico a degli atti essenziali, che dobbiamo fare. Questo atto di fatto non risolve niente, è il presupposto per altri che riguarderanno il nuovo ospedale di Pesaro, non più ospedale unico, il nuovo ospedale di Macerata, non ospedale unico, che avranno degli ospedali satelliti perché sia Pesaro che Macerata, mica siamo sciocchi, saranno i capofila di una rete sul territorio. La stessa cosa dobbiamo fare ad Ascoli Piceno. Sulle decisioni successive della provincia di Ascoli Piceno vedremo e valuteremo, ma anche in quell’ospedale, come in quelli di Pesaro e di Macerata, siamo ai limiti della norma. Credo che anche la vecchia amministrazione, sono atti della passata legislatura, si era resa conto che si era ai limiti della norma. Anche con l’ospedale di San Benedetto del Tronto siamo ai limiti della norma, dobbiamo guardare al futuro, su questo moduleremo le risorse che saranno indirizzate, che ci saranno perché ogni anno la legge nazionale 20 … Purtroppo, anche qui, sono stato relatore nella Commissione sanità della Camera della piccola parte del bilancio che riguardava le risorse sanitarie, all’epoca erano 108 miliardi, e degli stanziamenti dell’edilizia ospedaliera. Ogni anno avremo un rifinanziamento dell’edilizia ospedaliera, avremo ogni anno dei fondi, per quanto riguarda l’Europa 2021/2027 e da quello che si capisce la fruibilità dei fondi saranno solo dal …, i primi due anni sono di progettazione, gli altri 5 di realizzazione, quindi li avremo grosso modo dal 2023 al 2027, proprio sul piano dell’utilizzazione delle risorse, Assessore mi corregga, mi sono letto le cose, un conto è la fase progettuale, un conto sono le risorse.
Dobbiamo fare bene, i tre ospedali che sono ormai avviati, Salesi, Inrca e Fermo, li completeremo con ulteriori stanziamenti perché i fondi non basteranno, bisognerà fare altre cose. Se facciamo partire Macerata e Pesaro con i soldi che ci sono, e sono lì, dovremmo far presto perché prima facciamo e meglio è, andiamo a sostituire i vecchi ospedali, ci teniamo l’ultima fase per mettere tutti i presupposti per San Benedetto del Tronto. Noi abbiamo fatto quasi un miracolo, anzi se questo sarà, faremo un miracolo.
In questo quadro c’è il problema del Piano sanitario regionale nuovo che ovviamente dobbiamo costruire, stiamo ascoltando, però non ci possiamo dare 5 anni, io mi do come scadenza la fine del 2022, massimo la primavera del 2023, ma non vorrei passare il 2022, noi dobbiamo approvarlo. Poi i tre anni successivi ci serviranno per attuarlo e fare delle scelte anche coraggiose per quanto riguarda l’allocazione, uso questo termine, delle specialistiche perché mentre la base di un ospedale è strettissima (la medicina, la chirurgia, il pronto soccorso, eccetera), le specialistiche dovremmo caratterizzarle zona per zona per far quadrare il piano economico, anzi si dice industriale, e far tornare i conti.
Se recuperiamo quei 200 milioni della mobilità passiva … Addirittura in provincia di Ascoli Piceno, e non come succede nella provincia di Pesaro, dove è stato fatto l’ospedale Marche Nord e ci sono 48 milioni di mobilità passiva, c’è un’attrazione dall’Abruzzo, se riuscissimo a fare l’attrazione autofinanzieremo il miglioramento dei servizi sul territorio.
Avendo un’esperienza interna le idee chiare ce le ho, sono assolutamente allineato con l’Assessore Saltamartini e con il progetto di revisione dell’Asur, delle aziende ospedaliere e altro, io ho voglia di fare queste cose anche perché non avrò in futuro molte altre occasioni.
Chiudo qui dicendo che sono soddisfatto dell’approvazione di questo atto.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE. No, non può intervenire, è intervenuto prima il relatore di minoranza, ho dichiarato chiusa la discussione.
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, lei ha fatto prima il suo intervento, cercavo di spiegarglielo, poi le ho dato la parola e sono passato al relatore di maggioranza
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, ha l’occasione di farlo nell’emendamento …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha fatto due interventi, come relatore di minoranza con la relazione e come replica …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Dopo che abbiamo chiuso la discussione, mi sono confrontato per sapere se era chiusa oppure no, glielo assicuro …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Consigliere, gliela avrei data …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha avuto diritto, lo ha espletato prima del relatore di maggioranza, glielo assicuro …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Abbiamo chiuso la discussione e cercavo di spiegare che il suo intervento era in replica, lo ricontrolliamo, se mi sbaglio le assicuro che chiederò venia, ma in assoluto è andata in questo modo …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha diritto di parlare sugli emendamenti …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha già parlato. Lei mi deve lasciar concludere, abbiamo chiuso la discussione, lei si si è prenotato, stavo dicendo che non aveva diritto come situazione di intervento, ma le ho concesso la parola come relatore di minoranza, dopodiché è venuto il Vicepresidente per spiegarmi ed io ho riconfermato la parola, quindi le assicuro che glielo avrei concesso se all’interno di una procedura regolamentare …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Guardi è stato esplicitato di tutto e di più, è un ripetersi ed è una deroga alla procedura che francamente, dopo aver chiuso la discussione, non vorrei questa sera utilizzare in nessun modo perché non ci sono le condizioni né i presupposti di urgenza.
Ci sono quattro emendamenti …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, assolutamente, io non ho problemi di andare a casa, io ho problemi che …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, quando lei ha chiesto la parola la discussione era chiusa, ho aspettato anche i classici 5 secondi ed anche di più per altri interventi, poi lei mi ha chiesto la parola ed io ho cercato di spiegarle che lei ne aveva diritto come relatore di minoranza, poi è intervenuto il Vicepresidente Biancani e gliel’ho ridata in questo senso, glielo assicuro. Ha la possibilità di intervenire tranquillamente sugli emendamenti.
Entrando nella valutazione dell’atto ci sono quattro emendamenti, quindi per ciascuno potranno intervenire tutti i sottoscrittori, a cominciare da lei.
Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Vitri, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, lo do per letto.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. L’emendamento tende a ristabilire nell’ambito della modifica del piano socio-sanitario i temi che abbiamo trattato. Il primo riguarda la continuità amministrativa, purtroppo le modifiche apportate non tengono conto dei percorsi amministrativi già avviati. Faccio l’esempio dell’ospedale di area vasta di primo livello di Macerata, che aveva avuto anche da parte della Regione Marche l’individuazione della collocazione temporale a seguito della scelta della Conferenza area vasta.
Riaffermare il principio di continuità amministrativa credo che sia un principio rispettoso dell’istituzione, naturalmente utile a portare avanti il disegno generale. Su questo non posso non aggiungere il tema relativo alla pandemia e aggiungo infine, come non si è parlato in alcuna maniera, quello delle aree interne per gli ospedali delle aree disagiate. Secondo me in questa modifica, in questo intervento, si sarebbe potuto affrontare il tema di alcune realtà cliniche, faccio l’esempio di Fabriano, che avrebbero potuto in questo passaggio meritare l’attenzione e una posizione diversa rispetto al passato, che viene molto criticato.
Ribadisco quello che avevo già espresso sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, voglio ricordare a tutti che le risorse che sono messe a disposizione non sono evidentemente della Regione, sono risorse europee che provengono dai finanziamenti della Next Generation EU, peraltro gran parte per molto tempo osteggiata dal partito di Fratelli d’Italia, il quale aveva evidentemente negato l’importanza dei finanziamenti europei rispetto al Covid.
E’ un quadro che ristabilisce anche il tema relativo alla medicina del territorio con i vari interventi, purtroppo questa modifica non riesce a sostenerla, neppure la tiene in considerazione, sta di fatto che a breve avremo la necessità di avere schede di progetto che purtroppo in questa occasione non sono state messe a disposizione, non sono state discusse nel Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi troviamo questo emendamento irricevibile, parlo soprattutto con il primo firmatario che continua quando è in difficoltà - pensa che io sia qui come un fantoccio, senza linea politica, senza aver studiato, senza aver approfondito - a dileggiare me principalmente. Io non voglio neanche scendere a certi livelli, non ho chiesto neanche il fatto personale, vado avanti perché ho un sacco di argomenti per cui trovo questo emendamento irricevibile, come ho trovato irricevibile negli anni passati la linea sulla sanità portata avanti dal PD.
Questo emendamento recupera l’iter dell’ex Presidente della Giunta su Muraglia, per noi non è ricevibile, parla dell’ospedale di Pesaro di primo livello come azienda ospedaliera e lo fa in palese violazione del decreto ministeriale 70, che dice di voler rispettare rigorosamente. Ecco una contraddizione, mentre fino adesso avete additato contraddizioni negli atti degli altri.
E’ irricevibile perché dice di valorizzare le case della salute già esistenti, condannando gli ospedali riconvertiti a non recuperare le funzioni ospedaliere, quindi, per noi non è pensabile questa posizione politica. Inoltre è irricevibile perché parla del protocollo di cui ho anticipato qualcosa prima, del Presidente della precedente Giunta regionale, che in effetti ha smontato l’ospedale di Fano, volendo ridurlo a poco più di un cronicario.
Per questi argomenti, ma ne potrei tirare fuori tanti altri, noi voteremo contro questo emendamento e non tanto perché ci va di appoggiare una maggioranza debole, anche se mi sembra che abbia i numeri per votarsi i propri atti e per respingere quelli dell’opposizione, ma sono convinta che questa nuova linea politica, che è stata votata dai cittadini, è molto più vicina alla nostra rispetto a quella passata. Quindi, mi viene da chiedere: come mai quando voi appoggiate gli atti della maggioranza siete responsabili e quando lo facciamo noi siamo dei fantocci? Rifletteteci un attimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non so a cosa faccia riferimento quando usa il termine fantocci. Ricordo alla Consigliera Ruggeri che c’è stata solo una valutazione politica richiamando Di Maio rispetto alla precisione un po’ da maestrina che sbagliavamo a chiamarlo Balduzzi.
Che voi non avreste ricevuto questa argomentazione era scontato, lo sappiamo oramai da 11 mesi. Contenta lei che su Fano oggi non ci sia nulla! Non c’è un’idea, non c’è una impostazione, non c’è una previsione, magari l’avrà avuta personalmente dall’Assessore, sta di fatto che nero su bianco non c’è una parola.
Presumo che lei abbia avuto certezze dall’Assessore in camera caritatis, altrimenti davvero mi pare che non abbia senso ma, ripeto, non ci aspettavamo certamente da questo …
Le voglio dire che non rinunciamo a far valere le nostre opinioni da questo punto di vista, non saranno certo le lezioncine che ci date o pensate di darci rispetto a una linea che ovviamente noi riteniamo perfettamente coerente con il decreto Balduzzi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. L’emendamento che abbiamo presentato è coerente rispetto alla relazione che è stata fatta dal Consigliere Carancini e agli interventi che abbiamo fatto, che rimettono al centro la sanità territoriale, esattamente come prevede il Piano nazionale per il quale riceviamo un’importante messe di risorse. L’abbiamo fatto così e ristabilisce in funzione del decreto ministeriale 70/2015 le ricadute territoriali di quelle previsioni perché ad oggi nulla è mutato.
Noi siamo convinti che ripartire dal territorio e ricalibrare le strutture per acuzie, secondo le indicazioni di necessaria riforma che anche il Pnrr ci impone, sia un atto opportuno per dare prospettive, quindi il voto è favorevole.
Io sono fuori dal dibattito e dalle considerazioni personali, non mi appartengono mai, quindi non mi permetto …, forse pensando a chi ci guarda le dovremmo sempre evitare perché si rischia di non far valere le proprie ragioni e la gran parte delle considerazioni, che però sono sul piano politico, mai sul piano personale. Questo tipo di atteggiamento può aiutare noi tutti anche in futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo emendamento perché è contrario a quella che è la nostra battaglia politica principe, che portiamo avanti da più di 10 anni.
Mi sorprende che qualcuno pensi che sia una battaglia fresca di 11 mesi, non è così! Se sono seduta su questi scranni è perché mi sono tanto battuta contro l’ospedale unico, naturalmente della mia provincia, quindi la nostra linea politica era chiara, è chiara da tempo e non è assolutamente accettabile un emendamento di questo tipo che vuol riproiettare il tutto al passato, un passato che sinceramente vorremmo restasse alle spalle. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Rapidissimo. Sono d’accordo che questo, come ha detto il Consigliere Mangialardi, è un emendamento coerente con l’impostazione del suo gruppo, però non è coerente con la nostra logica, è incoerente perché questa è la continuità, è una riproposizione aggiornata del vecchio Piano, con cui noi siamo in discontinuità, non possiamo votarlo, sarebbe una contraddizione.
Questa è una pretesa assurda, una contraddizione irricevibile, come possiamo riportare le cose quanto portarle significa che c’è qualcosa che non va dentro di noi? Noi vogliamo invece trasformare ed ovviamente respingiamo questo emendamento nella sua totalità e nella sua coerenza dal punto di vista vostro.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti Mastrovincenzo: “Dopo le parole ‘e, non ultimo, la realizzazione di nuovi ospedali a Pesaro’ sono inserite le seguenti ‘(Nuovo ospedale Marche Nord come azienda ospedaliera di alta complessità in grado di accogliere le unità complesse di ogni specialità di cui ci fosse necessità oltre a quelle già presenti ad integrazione di quelle garantite dall’azienda ospedali riuniti di Ancona’)”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho presentato questo emendamento per fotografare il ruolo che riveste oggi l’ospedale Marche Nord, il quale fa parte dell’azienda ospedaliera Marche Nord. E’ un ospedale di primo livello, in cui c’è un’alta complessità, oggi sono presenti 6 alte complessità, può ospitare quelle specialità che possono essere doppie a livello regionale ed affiancare quelle che ha l’ospedale di Ancona, che quindi possono essere fatte anche all’ospedale di Pesaro. Qui ovviamente non parlo di project, non parlo di niente perché per quanto riguarda la modalità di attuazione ….
Nell’intervento di prima mi sono dimenticato, se si vuole fare l’appalto integrato o qualsiasi altro tipo di modalità con il quale si vuol fare il nuovo ospedale non è quello che ci troverà a fare le battaglie per avere o no il project, però mi sembra opportuno che venga specificato che l’ospedale di Pesaro comunque rappresenta un ospedale di primo livello con alta complessità, che può affiancare l’ospedale di Ancona, quando è possibile avere due specialità di tipo complesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Penso che questo emendamento del PD constati che il re è nudo. Ho sentito tante parole sull’ospedale di Fano, che volevate tenere aperto, sull’ospedale di Pesaro, che era unico, che secondo voi non andava chiuso l’ospedale di Fano, invece noi in nove mesi abbiamo smontato pezzo per pezzo quello che avevate costruito attraverso il Piano socio-sanitario, attraverso un protocollo di intesa che era una beffa verso tutti i cittadini di Fano e della vallata del Metauro, della vallata del Cesano, siccome parlate di partecipazione, firmato dal Sindaco di Fano e dal Presidente della Regione Marche. Quella convenzione l’ho fortemente criticata perché è irrispettosa verso tutti gli altri Sindaci del territorio e non solo. Purtroppo quella convenzione permetteva, e possiamo dircelo chiaramente, uno scambio politico per la quale Pesaro avrebbe preso l’ospedale unico con 650 posti e Fano i 20 milioni famosi per la strada di Gimarra, che doveva condurre all’ospedale unico di Muraglia.
Noi oggi cambiamo radicalmente questa visione e mi fa piacere la delibera che la Giunta ha approvato venerdì scorso, che l’Assessore Baldelli ha presentato sul master plan. Vengono destinati 11,8 milioni di euro all’ospedale Santa Croce di Fano, che pertanto è salvo, rimarrà con i suoi 200 posto, ma vedremo nel nuovo Piano socio-sanitario quanti posti riusciremo ad ottenere come vallata perché Fano non rappresenta solamente la città, che comunque ha più di 60.000 abitanti, ma tutto l’hinterland che va fino a Fossombrone, è un ospedale fondamentale. Abbiamo avuto tante eccellenze che purtroppo sono scappate via per una politica che non ha saputo decidere. Mi ricordo quando provavate a convincerci che l’ospedale unico di Pesaro avrebbe sicuramente, come dicevate, ridotto la mobilità passiva, avrebbe fatto sì che i fanesi si sarebbero spostati a Pesaro per avere una sanità d’eccellenza, mentre io credo che la sanità d’eccellenza la faccia il personale, le strutture, le infrastrutture tecnologiche e sicuramente anche una bella struttura.
Voglio ringraziare tutti coloro che lavorano in questo momento nei tre presidi ospedalieri di Muraglia, San Salvatore e di Fano perché in questi anni, l’ho sempre detto, hanno sopperito alle mancanze della politica, che non ha saputo decidere.
Noi abbiamo una visione chiara, il nuovo ospedale di Pesaro con meno posti servirà a frenare la mobilità passiva dei tanti pesaresi e non solo che vanno in Romagna, ridurrà anche la mobilità passiva dei fanesi perché tante persone si rivolgono all’estero, penso a Cotignola, per altri servizi, quindi la sfida vera si aprirà con il nuovo Piano socio-sanitario e questo sarà l’impegno da portare avanti, che avrà l’Assessore Saltamartini insieme al resto della Giunta.
Concludo dicendo che finalmente abbiamo salvato l’ospedale Santa Croce di Fano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Qui sono un po’ stupito, il PD, che ci ricorda sempre, ed è giusto, che noi dobbiamo anche fare i conti economici con le risorse del personale, con le risorse di strumentazione e via di seguito, ribadisce il problema di Pesaro.
L’ipotesi di Pesaro, azienda ospedaliera di Pesaro, è stata costruita nell’ottica di evitare la mobilità passiva dalla provincia di Pesaro verso la Romagna, che era molto attrattiva. Dopo quasi 10 anni da 50 milioni euro circa di mobilità passiva siamo passati a 48,5 milioni, evidentemente questo progetto non ha tenuto, mentre abbiamo perso sempre da quella provincia, da altre aree geografiche, cittadini e utenti che si sono rivolti altrove. Quindi, dobbiamo riqualificare il sistema provinciale di Pesaro, questo è l’obiettivo.
Concordo pienamente con il Consigliere Serfilippi, nelle Marche con 1,5 milioni di abitanti, fatta salva l’idea che possiamo essere attrattivi per altre regioni, dalla limitrofa Umbria, dove abbiamo un po’ di mobilità attiva, dall’Abruzzo ed anche dal sud, dalla Puglia, possiamo permetterci una sola azienda ospedaliera di secondo livello su cui dobbiamo puntare tutto, dare risorse, cercare di evitare che i marchigiani, da Ascoli Piceno fino a Pesaro e l’entroterra, per determinate prestazioni di eccellenza vadano fuori, altrove. Questo è il progetto. Una grande e qualificatissima struttura di secondo livello e una rete ospedaliera diffusa che dia a tutto il territorio eque prestazioni sanitarie.
Questa è la riproposizione di una cosa che, ahimè, purtroppo, poteva anche andare, ma che non ha avuto successo, quindi il nostro voto è negativo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare che l’Azienda Marche Nord è stata istituita in vista della realizzazione dell’ospedale unico, avendo superato l’idea dell’ospedale unico, a mio modesto parere, è anche giusto fare una bella riflessione su quello che può essere il futuro dell’Azienda Marche Nord e a questo proposito vorrei ricordare che qualche mese fa avevo proprio fatto una interrogazione.
Detto questo, per noi l’Azienda non è un dogma, quindi voteremo contro questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non è vero che venne fatta per poter essere funzionale all’ospedale unico, è vero quello che dice il Consigliere Ciccioli, che l’Azienda ospedaliera di Marche Nord venne concepita per rafforzare sotto il profilo della rete clinica la concorrenza all’Emilia-Romagna.
Raccolgo con ottimismo le parole del Consigliere Ciccioli, perché è tra quelli che sostengono che oggi c’è una totale diseguaglianza delle risorse che ricadono sul territorio dal punto di vista sanitario, ci sarà occasione per dimostrarlo con i numeri. Questo strabismo tra aziende e aree vaste fa sì che da un lato vi sia un’inappropiatezza dei costi, per esempio gli ospedali riuniti di Ancona assorbono prestazioni che dovrebbero non essere assunte, come ci hanno detto gli stessi amministratori, perché fare o avere il compito di rispondere alle acuzie di secondo livello, quindi alle unità operative complesse, presuppone la serietà rispetto all’accesso in quella struttura. Per esempio, lo dico sempre in un’ottica non polemica, non si parla dell’ospedale di primo livello dell’area di Ancona, qual è l’ospedale di primo livello dell’area di Ancona? Silenzio assoluto, a me pare uno scandalo perché tutti i soldi che avrebbe diritto di avere l’ospedale di primo livello del territorio di Ancona, che ha diritto come tutti gli altri nell’ottica della ripartizione funzionale delle reti cliniche, naturalmente non ci sono, in questo intervento sono totalmente assenti.
Rispetto alle parole del Consigliere Ciccioli è che ora che venga fatta una rivoluzione e che tutti i territori, se non li consideriamo provinciali in base alle 5 province, possano avere una propria azienda in grado di avere autonomia giuridica, che possa scegliere nell’ambito di una politica sanitaria la possibilità e l’indipendenza di svolgere la propria attività in un’ottica di rispetto del cittadino di Macerata, di Civitanova Marche rispetto a quello di Ancona, piuttosto che di Pesaro o degli altri territori.
Su questo dico che l’emendamento del Consigliere Biancani è ragionevole, anzi, perfettamente condivisibile.
PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 3 a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo: “Dopo le parole: ‘ed il nuovo ospedale di Fermo dovranno completare la loro realizzazione in tempi rapidi.’, sono aggiunte le seguenti: ‘La dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati per acuti e post acuzie va garantita in misura pari al 3,7 per mille abitanti, in conformità al dm 2 aprile 2015 n. 70, e comunque in egual proporzione al numero degli abitanti per ogni area vasta territorialmente intesa, ad esclusione di Ancona che ha assolve a funzioni regionali.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. L’emendamento è semplicissimo, in un italiano penso corretto, basta leggerlo. Fa riferimento al fatto che il dm 70 prevede sino ad un massimo del 3,7 per mille di posti letto per area vasta, in base al numero degli abitanti. Chiedo che venga rispettata questa previsione e se al limite non si riesce ad arrivare a 3,7 comunque che i posti letto siano in proporzione con il numero di abitanti per ogni area vasta. Poi ho inserito: ad esclusione di Ancona, riconoscendole un ruolo, per cui i posti letto necessari sono sicuramente superiori rispetto a 3,7.
Nella relazione che ha fatto prima il Consigliere Ciccioli, nella prima fase, nell’illustrazione dell’atto, ha fatto riferimento alla percentuale del 4,6, ma gli ricordo che 4,6 ce l’ha solamente Ancona, mentre le altre aree vaste hanno numeri molto inferiori, quasi la metà. Parzialmente è anche la risposta che volevo dare alla Consigliera Ruggeri, basta riequilibrare i posti letto a livello regionale e si capisce dove si possono prendere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questo emendamento l’ho letto con attenzione e non sarei pregiudizialmente contrario perché nella provincia di Fermo in effetti c’è una fuga di persone verso altre aree vaste, pur rimanendo nella regione, quindi, bisogna permetterle di avere un ruolo, ma questo è un compito del nuovo Piano sanitario regionale, in cui rimetteremo l’indice dei fabbisogni, che secondo me nel Piano nazionale sarà leggermente aumentato, il numero dei posti letto non sarà più 4,5 di lungo degenza (4,5 complessivamente, 3,5 o 4,6), ma sarà rivisto al rialzo, quindi avremo la possibilità, avendo una previsione nazionale al rialzo di posti letto per mille abitanti, di implementare le zone che sono state in qualche modo più penalizzate nel passato - questo va detto - ridando loro una capacità di prestazioni.
Aggiungo, per esempio, che ad Ancona c’è questo uso promiscuo dell’ospedale di Torrette, che sarebbe di secondo livello, quindi c’è l’eccellenza, ma ci sono anche prestazioni ordinarie, perché il famoso ospedale Ancona Sud che doveva dare delle risposte di primo livello alla città di Ancona Sud-Osimo dal 2010 non è stato ancora costruito, siamo nel 2021 …, speriamo che entro il 2023 sia consegnato e che assuma le funzioni di primo livello per la zona di Ancona, lasciando liberi dei posti letto per implementare le eccellenze. Ci sono reparti ospedalieri/universitari che vorrebbero fare prestazioni di livello più alto, ma non hanno la disponibilità dei posti letto perché - qui ha ragione - sono occupati da prestazioni ordinarie, che dovrebbero essere svolte nell’ospedale di primo livello della zona di Ancona. Ma queste cose le abbiamo trovate, non è che …
Questa mattina abbiamo parlato della psicologia nelle scuole, finalmente si avranno a Torrette 5 posti letto per adolescenti con disturbi del comportamento, della condotta. Abbiamo rubato dei posti letto alla clinica psichiatrica che spesso sono utilizzati per prestazioni ordinarie, che dovrebbero andare invece nella nuova sede di Ancona Sud, però queste cose le abbiamo trovate, non è che la maggioranza è così …, le abbiamo trovate.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi in linea di massima sulla filosofia di questo emendamento siamo anche d’accordo perché sono tanti anni che chiediamo, anche all’epoca c’era l’amministrazione PD, un riequilibrio dei posti letto.
La risposa che mi dà il Consigliere Biancani mi sembra un po’ tardiva perché nel nuovo Piano socio-sanitario, noi l’abbiamo chiesto tante volte, non c’è scritto da nessuna parte, tanto che ha dovuto presentare oggi un emendamento, quindi non è così matematico dire: la risposta alla Consigliera Ruggeri è in questo emendamento, la risposta purtroppo all’epoca non è arrivata.
Voglio dire che le due aree vaste che ci andrebbero a guadagnare in un riordino dei posti letto sono Pesaro e Fermo, andrebbero a perdere Macerata ed Ascoli Piceno. Sinceramente un calcolo così delicato …, l’area vasta 1 ad oggi ha 2,97, l’area vasta 2 ha 4,42, perché c’è l’ospedale di secondo livello ed è anche una clinica universitaria, l’area vasta 3 ha 3,79, l’area vasta 4 ha 2,95, l’area vasta 5 ha 3,76 per arrivare alla Regione Marche che ha il 3,7 così come richiede il decreto Balduzzi.
La filosofia la comprendiamo, però ci sembra un modo forse un po’ troppo facile per intervenire su una tematica così delicata perché andremo a cambiare gli equilibri in tutte le province. Forse richiederebbe avere le idee molto chiare e soprattutto predisporre una tabella fatta bene, come è quella attuale nel vigente Piano socio-sanitario, quindi nel merito, alla fine, ci asterremmo su questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Sarò brevissimo, La logica è quella di cui hanno parlato sia il Consigliere Ciccioli che la Consigliera Ruggeri, nel senso che l’obiettivo è che, qualora ci fossero nuovi posti letto, questo è il nuovo Piano sanitario per i prossimi anni, andranno ripartiti e l’obiettivo sarà di arrivare a 3,7 per mille in tutte le aree vaste, ma fino a quando non si arriverà al 3,7 per mille vanno ripartiti sulla base di quelle che sono le percentuali.
Io non voglio rubare posti letto a nessuno, ma vorrei che nel momento in cui ci fossero nuovi posti letto questi siano indirizzati, allocati nelle aree vaste dove sono inferiori. Ritengo che il punto in cui metterli e il momento siano questi.
Stiamo modificando il Piano sanitario, stiamo modificando la parte che si occupa della rete ospedaliera, se prima non è stato inserito è stato un errore, doveva essere messo anche prima, mi sono accordo di questo errore, io faccio il Consigliere regionale, mi sono accorto che prima non c’era e l’ho chiesto. Secondo me è l’ABC, fare in modo che tutte le aree vaste puntino ad avere lo stesso numero i posti letto sulla base di quelli che sono i residenti. Oggi non è così. Ripeto, l’obiettivo dell’emendamento non è andare a prendere posti letto dalle aree vaste che ne hanno di più, ma fare in modo che se arrivano 100 posti letto in più vadano allocati nelle aree vaste che ne hanno di meno.
PRESIDENTE. Emendamento 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 4 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Vitri, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo: “Nel deliberato della proposta di atto amministrativo dopo le parole ‘il nuovo Ospedale Materno Infantile Salesi di Ancona, l’Ospedale Ancona Sud INRCA Ancona-Osimo ed il nuovo ospedale di Fermo dovranno completare la loro realizzazione in tempi rapidi’, sono aggiunte le seguenti ‘Analogamente alla virtuosa sinergia sanitaria tra Regione Marche e Università di Ancona, che trova nella costituita Azienda Ospedaliera degli Ospedali Riuniti di Ancona un riferimento di eccellenza sanitaria, non solo regionale, proprio a seguito della drammatica vicenda della pandemia da Covid-19, delle implicazioni sanitario-farmaceutiche, della necessità di affrontare preventivamente futuri scenari da rischi pandemici, appare maturo il tempo di considerare, per le Marche, il valore strategico e la presenza sul territorio delle Università di Camerino ed Urbino, con specifico riferimento alla vocazione e al prestigio accumulato dalle facoltà scientifico-farmaceutiche dei due atenei. In concreto, la Regione Marche assume la responsabilità di approfondire la fattibilità dell’ipotesi di un’azienda ospedaliera regionale che riunisca i due atenei di Camerino ed Urbino, i presidi ospedalieri di Camerino ed Urbino con possibile partecipazione di imprese private interessate all’investimento – comunque rispettando rigorosamente la prevalenza pubblica – nell’ambito di un progetto che costituisca sede naturale del fondamentale rapporto tra ricerca, sperimentazione, applicazione e produzione’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Debbo dire che ho mutuato e preso spunto per questo emendamento dai tanti confronti in Aula, stimolato proprio dall’Assessore Saltamartini nel pieno della pandemia.
Credo che le Marche, in un’ottica funzionale e dedicata, debbano immaginare di realizzare, ovviamente anche nella prospettiva, tenendo conto della presenza di due Università prestigiose, come quella di Camerino e quella di Urbino, una sorta di, la chiamiamo così, tanto che nel mio emendamento c’è un’ipotesi di approfondimento, non c’è un impegno diretto, per far sì che anche questa Regione abbia una sorta di centro di ricerca, ma non solo. Ovviamente le Università sarebbero il traino, il motore determinante, sarebbe secondo me una buona ipotesi, anche di esempio per altre Regioni rispetto alla possibile sinergia che tutto questo può determinarsi in rapporto anche all’investimento socio imprenditoriale del territorio. Quindi, proprio per effetto della vicenda del Covid, nell’ottica a cui ho fatto riferimento in precedenza, che questi interventi in questa fase avrebbero avuto una ragione, tenendo conto di ciò che è accaduto in questo anno e mezzo e purtroppo dei rischi che vengono paventati, questa secondo me può essere davvero una buona opportunità per avere una prospettiva di ricerca, perché quelle due università hanno certamente il talento e la possibilità di collaborare insieme, naturalmente nell’ottica di coinvolgere chi vuole investire, avendo naturalmente il collante dell’istituzione, che evidentemente non potrebbe che far bene.
Aggiungo che questa ipotesi valorizza anche due territori delle aree interne come Camerino ed Urbino, che hanno una forza di formazione e di ricerca difficilmente rintracciabili in altre regioni e che, ripeto, potrebbero essere messe a servizio di un progetto ambizioso, secondo me anche interessate, e soprattutto istituzionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Cerco sempre di leggere fra le righe. Questo è un emendamento molto confuso, primo, per un motivo di realismo, nel senso che è già difficilissimo far convivere la sanità regionale con l’unica facoltà che esiste di medicina nelle Marche, la facoltà di medicina dell’Università di Ancona. Riuscire a tenere in equilibrio corretto la facoltà di Medicina e i reparti universitari dell’ospedale di Torrette, con le divisioni ospedaliere dell’ospedale di Torrette, è’ una cosa da equilibristi, e lo sanno le precedenti amministrazioni, lo sapevano i precedenti Assessori alla sanità, perché ci sono esigenze, interessi, che sono talvolta in competizione.
Mettere dentro un progetto l’Università di Camerino, con la facoltà di farmacia e chimica farmaceutica, e l’Università di Urbino, con la facoltà di farmacia e chimica farmaceutica, diventa complicatissimo. Si fa la convenzione con un’azienda speciale mista pubblico/privato? Una roba che non è prevista dal Piano sanitario.
Secondo me la cosa non è un’idea da buttar via, si fanno le convenzioni. Faccio un esempio riferendomi al mio trascorso professionale, per ottenere delle prestazioni dall’Università di Macerata, in cui c’è un istituto di medicina legale che ha una storia antica e molto importante, ho fatto fare una convenzione tra l’Asur area vasta 2 per quanto riguarda la tossicologia - dalla psichiatria transitai al dipartimento dipendenza patologiche e le dipendenze patologiche hanno bisogno di esami, di prestazioni, che fa solo l’Università di Macerata all’Istituto di medicina legale - e la medicina legale della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Macerata. Così si fa un lavoro sinergico.
La stessa cosa si potrebbe fare con l’Università di Camerino, facoltà di farmacologia o biologia, lì c’è una facoltà di scienze, ad Urbino c’è la facoltà di scienze che già fa delle cose, allora questo ha un senso, sono convenzioni, ma creando un’azienda ci andiamo a complicare la vita facendo una cosa che non va.
Sarà valutato il sistema delle convenzioni nel nuovo Piano sanitario regionale, sicuramente è un aspetto di cui tener conto, ma non in questo documento che noi andiamo ad approvare ora, quindi, parere negativo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Francamente credevo che il Consigliere Ciccioli avesse un’ambizione diversa. Dire che è confuso è un’opinione che rispetto, ma in realtà non lo è, lo dimostrano le sue parole, quando dice di sostituire un’ipotesi di azienda con le convenzioni, in realtà afferma che questa può essere un’idea.
Secondo me, per esempio, la convenzione non dà la forza istituzionale ad un investimento della Regione Marche rispetto alla ricerca e ad una collaborazione piena con gli atenei. Da questo punto di vista - l’illusione che ci potesse essere un’apertura, evidentemente non a favore di qualcuno, tenendo conto delle parole che si lamentavano nel corso della pandemia, quando si diceva che eravamo sprovvisti in materia di ricerca, che pensavamo di autoprodurci - non si coglie l’opportunità, lo dico ad una maggioranza che starà qui per altri 4 anni, forse anche di più, di avviare un progetto ambizioso, sperimentale, quasi da modello rispetto alle altre Regioni, alcune delle quali già lo hanno, peraltro, secondo me, è un’opportunità che mi pare non vogliate cogliere.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche noi siamo contro questo emendamento perché siamo contrari alla creazione di una terza Azienda ospedaliera, che tra l’altro avrebbe al proprio interno la possibilità di una partecipazione del privato.
Tornando un attimo a quanto detto prima, vorrei dire al Consigliere Carancini che di solito se le cose non le so sto zitta e se parlo è perché ne ho cognizione di causa, quindi, sono andata a ripescarmi l’atto dell’Azienda ospedali riuniti Marche Nord che a fine pagina 5 recita quando sto per leggere: “L’integrazione strutturale e la conclusione dell’intero processo di riorganizzazione si realizzerà nella sua massima espressione con la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera in piena aderenza agli specifici programmi e direttive regionali”, e fin qui ci siamo e poi procede: “In ogni caso l’unificazione strutturale rappresenta la soluzione di riferimento essenziale e sostenibile per garantire appropriatezza, efficacia, sicurezza, qualità” e tutti i bla bla che abbiamo sentito in questi tanti anni di vostra propaganda. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Molto brevemente per ringraziare l’Assessore Saltamartini per come ha condotto questi 10 mesi di sanità, che si è dimostrata essere un’eccellenza per la nostra regione. Ringrazio tutta la Giunta e il Presidente per questo atto importante che oggi abbiamo portato in Consiglio perché dà una svolta, che fa partire delle nuove progettualità.
Siamo sulla strada giusta, quindi il gruppo Lega è pienamente soddisfatto di quanto è stato realizzato fino ad ora e in merito all’atto che è proposto oggi l’invito è di proseguire su questa strada che darà dei buoni frutti per la sanità regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che il gruppo Forza Italia voterà a favore di questo atto.
Ringrazio anch’io, come ha fatto il Consigliere Marinelli, l’Assessore Saltamartini e tutta la Giunta perché questo atto è importante e dà una svolta non solo alle Marche, ma anche ai marchigiani in ambito sanitario. Finalmente un atto vero per la nostra Regione, fatti e non chiacchiere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Ringraziamento doveroso all’Assessore, al Presidente ed a tutta la Giunta, anche dal gruppo Civici. Avanti con il cambiamento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto convintamente favorevole di Fratelli d’Italia. Con questo atto insieme ad altri posti in essere dalla Giunta si inizia concretamente a mettere in piedi quel cambiamento sulla sanità marchigiana che i marchigiani attendevano da tempo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il nostro è un voto convintamente contrario, come abbiamo avuto modo di esprimere già in Commissione.
Devo ringraziare la Presidente per averci messo nelle condizioni di riapprofondire un tema che era facile per come è stato presentato. Un atto tecnico quasi, come ha ricordato più volte il Consigliere Ciccioli, invece un dato politico che capiamo, che si spiega anche molto bene all’esterno. Era molto più difficile parlare di case di comunità, ospedali di comunità, centri operativi territoriali, assistenza domiciliare, telemedicina, era complicato capire e spiegare al cittadino che la presa in carico a casa con il sistema sanitario vicino alle sue necessità risponde con appropriatezza e adeguatezza alle sue esigenze.
Si dice lasciamo gli ospedali così come sono, nessuno fa distinguo fra un ospedale, un presidio, nessuno dirà mai che c’è un ospedale distinto su due opifici, quindi, avete scelto la strada comunicativa, forse anche di coerenza elettorale, più facile.
Sono dispiaciuto, lo devo dire, per il Presidente, lo dico perché anche in campagna elettorale non aveva avuto mai questo tipo di atteggiamento, lo capiamo, ci ritroveremo quando il personale non ci sarà, quando a tante promesse non si riuscirà a dare seguito. Capisco che questa modalità forse in un periodo breve, magari anche nella prossima elezione, può dare un riscontro ma, come sempre, chi non mette al centro le future generazioni e guarda solo al contingente forse può fare un danno enorme.
Siamo convinti che questo sia un provvedimento che ha queste caratteristiche, quindi il voto contrario e convinto di tutto il gruppo assembleare del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Vorrei fare un piccolo discorso perché in Commissione sanità ho già dibattuto con i miei colleghi commissari le mie perplessità rispetto all’atto, tant’è che mi sono astenuta. Chiaramente ci siamo sempre confrontate sull’argomento perché è una delle battaglie centrali del Movimento 5 Stelle da tanti anni, L’atto mi sembrava un po’ riduttivo perché non teneva conto di tutto il territorio regionale, delle aree interne, delle aree che tanto avevano sofferto a livello sanitario.
E’ chiaro che questo è un atto limitato, poi le mie perplessità sono state in parte risolte dal master plan, che ho accuratamente esaminato appena è stato pubblicato, tant’è che avevo anche pensato di presentare altri atti. Oggi ho la fissazione degli ordini del giorno, però devo dire che sono stati superati da questo che chiaramente è un impegno.
Insieme alla mia collega sarò molto severa nel controllare che tutti gli impegni dichiarati in quest’Aula diventino fatti perché le promesse devono essere chiaramente mantenute.
Oggi sull’atto che andiamo ad esaminare non possiamo che esprimere un voto favorevole, però ci riserviamo di presentare degli atti di dettaglio, più avanti, in tempi chiaramente più opportuni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Una giornata fondamentale quella di oggi per la maggioranza, per i marchigiani che hanno votato questa maggioranza, soprattutto perché parte un percorso molto importante e dopo questa votazione consegneremo la palla all’Assessore Baldelli per l’edilizia di due nuovi grandi ospedali, l’ospedale di Pesaro e di Macerata, entrambi di primo livello, con Dea di primo livello.
Sono state dette tante cose, sono stati scritti fiumi di articoli sulla stampa, è stato sottaciuto però un elemento rilevante, cioè che la nostra Regione secondo il Piano sanitario vigente ha diversi ospedali, plessi ospedalieri di primo livello, tra questi la città di Macerata ha attualmente un plesso ospedaliero di primo livello, con Dea di primo livello. Questo non solo perché è scritto negli atti della Regione, la delibera 139 del 2016, ma anche perché l’ospedale di Macerata ha le specializzazioni previste per essere un presidio ospedaliero di primo livello. Anche qui c’è stato un mercato di notizie, di informazioni non precise, non dettagliate, sintomo che molto spesso si fa politica senza approfondire, senza studiare, dando poi la patente agli altri di incompetenza, di incapacità e così via.
Vedete, noi compiamo un significativo passo in avanti nel modo di fare politica, nel modo di gestire la cosa pubblica. Le precedenti amministrazioni, lo voglio sottolineare, dopo 25 anni di governo del PD, pensavano di investire solo a Pesaro circa 800/900 milioni di euro per i prossimi 25 anni; l’edificio di Pesaro che doveva costare 220 milioni sarebbe costato oltre 400, la stessa cosa a Macerata, immaginate se nell’economia della nostra regione spendere 2 miliardi per due città avrebbe consentito a tutte le altre di avere una sanità appropriata e consona ai programmi di cui sentiamo qua.
Con questo atto garantiamo il plesso ospedaliero di primo livello con Dea di primo livello ad Urbino, a Pesaro, soprattutto a Fano, che è la più grande città non capoluogo di provincia. Garantiamo alle città di Senigallia, Jesi e Fabriano un plesso ospedaliero Dea di primo livello e garantiamo la stessa misura alla più grande città della provincia di Macerata, che è Civitanova Marche, che con l’ospedale unico avrebbe avuto forse un ospedale di base.
Quindi, proseguendo, non è vero che a Fermo è stata scoperta l’acqua calda, Fermo mantiene l’esistenza di un ospedale, un plesso ospedaliero di primo livello con le sue altissime specializzazioni e la stessa cosa avviene per la città di Ascoli Piceno.
Ci sono da aggiungere, e poi interverrà l’Assessore Baldelli, alcune questioni fondamentali, importanti, per giorni e per mesi si è detto che Macerata rivendicava l’ospedale di primo livello, Macerata non solo ha l’ospedale di primo livello, ma ha qualcosa in più perché aggiunge la medicina nucleare ed altre specializzazioni.
L’ospedale di Pesaro, lo dico al Vicepresidente, ha delle specializzazioni, come la neurochirurgia o la neonatologia, che aggiungono qualcosa perché sono specializzazioni di un ospedale di secondo livello. Confermiamo che ospedale di secondo livello c’è solo Torrette, l’Azienda specialistico/universitaria e confermiamo che tutto il territorio ha ospedali di primo livello, a cominciare, ripeto, dall’importante città di Fano, dall’importante città di Urbino, dall’importante città di Senigallia, di Fabriano, di Jesi, di Civitanova Marche, di Camerino, di Fermo, di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno.
Questo è il piano socio-sanitario approvato dalle precedenti amministrazioni e validato dal Ministero della salute, quindi, non ci sono problemi di congruenza con il decreto ministeriale 70 del 2015.
Abbiamo il compito di governare, non abbiamo il tempo di polemizzare, i cittadini ci giudicheranno nella misura in cui riusciremo a garantire una sanità migliore di quella che abbiamo ereditato, per il momento ci avviamo a costruire due nuovi ospedali nella nostra regione, non era mai accaduto credo che il Consiglio regionale deliberasse la realizzazione di nuovi ospedali in un'unica seduta. Ringrazio per questo i Consiglieri di maggioranza, i colleghi di Giunta e il Presidente Acquaroli.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Molto velocemente. Ho ascoltato la parte finale degli interventi in questa Assemblea legislativa e sono rimasto perplesso su alcune affermazioni, che significano non avere la conoscenza degli atti.
Nel dibattito ho sentito affermare che il partito che governava prima della Giunta Acquaroli non aveva chiuso alcun ospedale. Io vengo dalla provincia di Pesaro e dico che il 13 dicembre 2016 sono stati chiusi tre ospedali, sono stati riconvertiti tre ospedali, iniziando dal Montefeltro, che perde pezzi a favore della Romagna, Sassocorvaro, scendendo su Cagli, poi Fossombrone. Gli altri sono stati ripotenziati e a questi si sono aggiunti altri 10 ospedali riconvertiti nella nostra regione. Non si ha vergogna, io dico, quando si affermano queste cose in una Assemblea legislativa di fronte ai marchigiani, che anche durante la pandemia hanno sofferto una riforma sanitaria che ha negato ad ampie parti del territorio marchigiano il diritto alla salute? Quando il diritto alla salute lo si nega alla montagna ed all’entroterra, lo si nega anche alle città della costa.
Ho trovato una situazione strutturale indecente nell’ospedale di Senigallia, così come l’ho trovata in altre strutture ospedaliere. Sapete perché? Perché si era deciso di costruire quegli ospedali unici che ora qualcuno in questa Assemblea legislativa nega. Perché si era deciso di costruire quegli ospedali unici? L’italiano ha un significato, nel piano sanitario 2012/2014, portato alle estreme conseguenze dalla Giunta che ci ha preceduto, era scritto che nella provincia di Pesaro, ed era il modello pilota, si sarebbe realizzata una struttura capace di garantire il livello minimo di assistenza a livello di area vasta, che non sono le eccellenze, livello minimo di assistenza a livello di area vasta, ossia su tutta la provincia. In italiano, utilizzando queste espressioni, significa semplicemente un’unica struttura ospedaliera che di fatto ha chiuso le altre e stava chiudendo e depotenziando progressivamente anche le ultime due rimaste, cioè Pergola e Urbino. Se tu depotenzi i servizi per far fare numeri ad altre strutture ospedaliere, che non riuscivano ad averli, significa chiudere le strutture ospedaliere del territorio e non garantire il diritto alla salute ai marchigiani.
Sono orgoglioso di appartenere a questa Assemblea legislativa ed a questa maggioranza, sono orgoglioso di essere Assessore della Giunta Acquaroli, con l’Assessore Saltamartini, per questo mandato che ci date. E’ vero, il percorso sarà lungo e difficile perché chi ci ha preceduto ha scelto un modello di politica sanitaria lontana dalle esigenze dei cittadini marchigiani, che orograficamente non si possono permettere ospedali unici, ma hanno bisogni ospedali che possono servirli con le eccellenze. Quelle eccellenze che avete cancellato facendo fuggire i professionisti, non dando loro i budget necessari per poter esercitare le loro capacità, non dando loro le strutture qualitativamente elevate. C’è anche la necessità di ospedali filtro, che filtrino le esigenze minori per non intasare i centri maggiori, che devono garantire anche il diritto alla salute ai nostri concittadini che abitano sulla costa dove demograficamente c’è una maggiore concentrazione.
Voi con le vostre riforme avete negato il diritto alla salute anche a quei cittadini, quando a Pesaro, a Senigallia o in nostri altri ospedali i cittadini sono costretti a rimanere ore nei pronto soccorso prima di essere assistiti.
Questo è il frutto delle vostre politiche, si, ci metteremo tempo, faremo fatica, anche perché se i medici non li troviamo è perché voi non avete investito nelle scuole di specializzazione medica, non avete creato i medici, che mancano nei pronto soccorso, che mancano per la medicina territoriale, i pediatri che mancano nei nostri centri, dall’entroterra alla costa, ecco l’eredità che ci avete lasciato in mano.
Sono orgoglioso del Presidente Acquaroli perché è il primo mandato che ci ha dato, cominciamo a ricostruire passo dopo passo il diritto alla salute dei marchigiani, faremo fatica ma almeno con determinazione risponderemo a quelle esigenze per cui i cittadini marchigiani ci hanno dato il mandato. Sì, ci mettiamo la faccia, quella faccia che non avete avuto il coraggio di mettere voi, anzi, leggendo gli emendamenti che oggi ci avete presentato, vorreste perseverare nella linea di costruzione degli ospedali unici. Ci avete proposto con un emendamento di creare delle aziende ospedaliere con la partecipazione addirittura del privato. Abbiamo capito da che parte sta la maggioranza di centro-destra in questa Assemblea legislativa, abbiamo capito da che parte sta la minoranza rappresentata dal PD in questa Assemblea, che ancora una volta non si schiera dalla parte dei cittadini e delle loro esigenze. Ancora una volta vi schierate dalla parte di chi vuole distruggere la sanità pubblica di questa regione.
Grazie Presidente Latini, grazie Presidente Acquaroli per la sua azione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Grazie a tutti per il dibattito. Sono state due giornate molto intense e oggi chiudiamo con un atto che credo importante, molto importante.
Sono d’accordo con gli Assessori Saltamartini e Baldelli, un atto che non è la riforma del sistema sanitario, non è il nuovo Piano socio-sanitario della nostra regione, ma individua una precisa linea di direzione su cui noi vogliamo dirigerci in maniera chiara.
Non voglio tornare su alcuni temi che sono stati sollevati e che mi hanno indirettamente toccato perché dovrei innescare un meccanismo lungo di risposta e non mi va, però alcune cose voglio dirle. Innanzitutto quando è iniziato il percorso dell’ospedale unico io ero Sindaco, c’erano delle esigenze, degli obiettivi, c’era stato raccontato un modello che di fatto smentiva se stesso perché è impensabile andare a ridurre l’operatività della sanità in alcuni territori a meno dell’essenziale. Sono opinioni, sto dicendo la mia valutazione di quando ero Sindaco, era una valutazione imparziale.
Non discuto sul nuovo ospedale di Macerata, che era poi quello di pertinenza della mia provincia e del ruolo istituzionale che ricoprivo, dico semplicemente che nell’ospedale costiero in un bacino di utenza reale di otre 100.000 abitanti noi non avremmo lasciato neanche un pronto soccorso. Non credo che questo sia il tipo di sanità a cui aspirare e penso che la pandemia, se ce ne fosse oggi la necessità, lo conferma.
Oggi diamo una direzione chiara rispetto agli investimenti, che tra l’altro sono indispensabili, su tante strutture. Parliamo anche di investimenti per l’adeguamento sismico, investimenti rispetto all’efficientamento energetico, investimenti importanti che vanno a migliorare le strutture esistenti e mettono un punto imprescindibile su un modello di sviluppo che andiamo ad individuare per la sanità del territorio. Individuare due nuove strutture ospedaliere significa in sostanza individuare un modello su cui poi basare lo sviluppo anche della medicina del territorio, che non si chiude in questa fase. Questo è un atto propedeutico e specifico ad individuare un percorso, un percorso che va scandito fase dopo fase, che continuerà con il confronto sul territorio, con gli operatori, con gli interlocutori essenziali del territorio e che continuerà nella sede competente delle Commissioni e dell’Assemblea legislativa.
E’ chiaro che questo è un passaggio importante perché va ad individuare un modello di sviluppo complessivo. Ho sentito prima il Consigliere Antonini nel suo intervento raccontare un po’ la vicenda di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto con l’individuazione della struttura. In campagna elettorale, guardo il Consigliere Mangialardi, sappiamo quanto nel pesarese abbiamo sentito l’impatto di una scelta che era incompresa a tanta, a larghissima parte del territorio della provincia.
Noi qui mettiamo un punto fermo. Se la sanità è una grande parte del bilancio della nostra Regione è chiaro che nel voto delle elezioni regionali dello scorso mese di settembre si è andati a chiedere quale era il modello di riferimento, che con chiarezza noi avevamo espresso. Non è stato solo un voto sulla elezione della Giunta, ma anche un referendum sul tipo di sanità che si voleva e credo che i marchigiani in questo senso abbiano dato un segnale. Questo atto è la conseguenza di quel segnale che i marchigiani hanno dato votando per questo Governo.
Chiaramente è una responsabilità a cui noi non ci vogliamo sottrarre, il tempo è stato necessario perché ogni scelta va compiuta a ragione veduta, fatte tutte le valutazioni. Ho parlato di due strutture ospedaliere, prima qualcuno ha detto – non ricordo chi – 2 miliardi, vorrei che magari studiassimo da dove vengono quelle cifre, dove avrebbero dovute essere investite e l’impatto sulla sanità regionale e sui servizi di tutto il territorio regionale, con una prospettiva da qui a 20 anni, a 25 anni, mi corregge l’Assessore Saltamartini.
Credo che siano aspetti che vadano sviscerati, quindi non abbiamo avuto la volontà di correre per dare un segnale il giorno dopo, perché quell’atteggiamento non dovrebbe appartenere a scelte che vanno ponderate, non sulla spinta emotiva di dare una risposta a una tifoseria politica, ma con la ragione che cerchiamo di portare nelle valutazioni che devono sempre innescare processi costruttivi e che alla fine riescono a dare delle risposte a tutti.
Credo che ci saranno altre occasioni, anzi sono certo che ci saranno per tornare su questi temi, per parlare anche del modello sanitario da costruire nelle politiche della medicina del territorio, la telemedicina, altre sfide che insieme potremo e dovremo scrivere, Intanto questa sera mettiamo una parola chiara al modello delle strutture sanitarie essenziali per poi andare a dare i servizi ai nostri cittadini.
Ci sono strutture che sono fatiscenti, non lo diciamo noi, lo dicono gli operatori del settore sanitario, i medici, i primari, i direttori, gli infermieri, gli OSS, che denunciano un livello molto basso.
Credo che per la nostra sanità quella di oggi sia una giornata importante, non per una parte della politica regionale, ma per tutti, perché con questa scelta noi andremo a migliorare tante strutture, soprattutto individuiamo alcune nuove strutture che saranno rilevanti per consentire ai professionisti di scegliere le Marche, le strutture delle Marche e una politica che le Marche vogliono intraprendere. Penso che questo sia un obiettivo.
Come sempre a me piace ricordare che non è di una parte, ma di tutti, dispiace sinceramente che non ci sia l’unanimità, comprendo però le motivazioni politiche, ma a me piacerebbe che nella fase successiva ci si impegnasse in maniera costruttiva a scrivere insieme un Piano sanitario che renda la sanità nella nostra regione un orgoglio per tutti. Questa è la sfida su cui mi piacerebbe vedere impegnato tutto il Consiglio regionale perché ritengo che la sanità in una fase come quella che viviamo oggi può essere la più grande sfida di rilancio della nostra regione, un sistema sanitario in grado di attrarre, in grado di dare risposte ai territori, in grado di supportare le Marche in un rilancio, in una transizione, questa volta positiva, che possa farci recuperare competitività e posizioni, anche come capacità di attrarre persone che magari si dirigono verso il nord per avere delle risposte ai loro problemi.
In questo senso la porta è sempre aperta e spero che si possa costruire un dialogo costruttivo perché la sfida segnerà i prossimi anni e non solo questa legislatura. In queste sfide credo nella responsabilità di tutti, nella capacità di tutti di dare un contributo e di riuscire a trovare le giuste sinergie. La giusta quadra deve responsabilizzarci singolarmente. Se riuscissimo a fare questo nelle prossime sedute, nel prossimo anno, daremmo un grande servizio alla nostra regione.
Grazie agli Assessori che si sono impegnati, grazie a chi in Commissione, nelle sedute e nei lavori svolti ha dato un contributo importante, grazie a coloro che ci consentono oggi di scrivere, quindi a tutti i Consiglieri che voteranno questo atto, la pagina che hanno scelto per una volta i cittadini marchigiani.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 17, emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 20,55
La seduta inizia alle ore 10,30
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 36 del 4 agosto 2021. Comunico che il processo verbale della seduta n. 35 del 3 agosto 2021 sarà distribuito e sottoposto all’approvazione dell’Assemblea legislativa regionale nella prossima seduta del 14 settembre 2021.
Sull’ordine dei lavori
Alle ore 10,30 sono scaduti i termini per presentare gli emendamenti alla proposta di legge n. 40 (punto 2 dell’ordine del giorno) ed alla proposta di atto amministrativo n. 14 (punto 3 dell’ordine del giorno), mentre per quanto riguarda la proposta di atto amministrativo n. 17 ad iniziativa della Giunta “Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 4 febbraio 2020”, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti scade alle ore 12,00 di oggi, poi passeremo alle interrogazioni n. 181 e 185 che ieri non sono state svolte e che abbiamo rimandato alla seduta odierna.
Prima di iniziare, sottopongo all’Aula la possibilità di fare una votazione unica per l’iscrizione degli atti che ho elencato, un’unica votazione per l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge n. 40 e delle proposte di atto amministrativo n. 14 e n. 17, nonché l’iscrizione delle mozioni nn. 119, 100, 96, 91, 62, 74 e 83.
Ci sono interventi, uno a favore ed uno contro, per sostenere la proposta deliberata ieri sera dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi?
Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Credo che sia utile per questa Assemblea dare certezza delle norme, in particolare sul tema dell’urgenza, se interpreto male le norme sono disponibile a fare un passo indietro, la mia richiesta è cercare di capire quali sono i presupposti per portare in Aula dei provvedimenti che sono urgenti, in particolare quelli di cui stiamo discutendo. Che cosa voglio dire? Per correttezza, capire cosa è urgente e cosa non lo è, secondo me è dirimente, altrimenti gli ordini del giorno vengono predisposti all’ultimo minuto e da questo punto di vista può esserci l’annullamento del concetto di urgenza, che può essere utilizzato evidentemente dalla Giunta.
Non sono per votare tutto insieme, è inconcepibile votare tutto insieme in rapporto all’urgenza, credo che sia corretto votare ogni proposta di legge, di atto amministrativo e considerare insieme le mozioni, votare quindi per categoria di atti.
Questo Presidente e signori Consiglieri non certo per interdire o porre in essere atti ostruzionistici, quanto piuttosto per dare certezza del concetto di urgenza.
Ribadisco, se dio vuole abbiamo altri quattro anni, che questo sia un principio di rispetto di tutti i Consiglieri, che va rispettato.
PRESIDENTE. Intervengo per dare risposta, poi eventualmente darò la parola al Consigliere Ciccioli.
L’ordine del giorno della seduta odierna deriva dai punti che sono stati indicati dalla Giunta e da parte dei relatori di maggioranza, le mozioni invece sono state concordate nella Conferenza dei capigruppo di ieri sera.
Ci atteniamo all’articolo 48, commi 1, 2, 3 e 4, di conseguenza ho proposto l’iscrizione dei punti dal n. 2 al n. 11 per la seduta odierna.
Nulla questio invece per quanto riguarda la votazione punto per punto per l’inserimento degli stessi, tenendo conto che la proposta di una votazione unitaria nasceva dal fatto che ieri sera non ci sono state opposizioni ed è stata approvata l’indicazione che ho testé detto, quella di mettere all’ordine del giorno i punti che ho precisato.
Per ricapitolare, la norma di riferimento è l’articolo 48, la Conferenza dei capigruppo di ieri sera, post seduta del Consiglio regionale, ha deliberato quello che vi ho riportato questa mattina ed ho sottoposto alla vostra attenzione.
Ha la parola il Consigliere Ciccioli, oratore a favore.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Il Consigliere Carancini non ha partecipato alla riunione dei Presidenti dei gruppi in quanto il suo gruppo è rappresentato da un altro Consigliere.
Le motivazioni di urgenza per cui è stata richiesta dai gruppi di maggioranza l’iscrizione di alcune proposte di legge sono le seguenti:
- proposta di legge n. 40 “Istituzioni del servizio di psicologia scolastica”, si cerca di approvarla ora perché, come è noto, l’anno scolastico inizia il 15 settembre. In genere tutte le attività scolastiche extra curricolari incominciano all’inizio di novembre, quindi è necessario approvarla adesso per poter iniziare tra il 15 settembre e il 15 ottobre a realizzarla, ad esplicarla nella prima parte dell’anno, approvandola dopo andrebbe a finire all’anno successivo, al 2022. L’urgenza è mettere in condizioni le istituzioni scolastiche di avere una legge certa all’inizio dell’anno scolastico, il 15 settembre. La proposta è passata in Commissione addirittura all’unanimità, sono state fatte sette/otto audizioni, è un’urgenza che ha alle spalle un lungo iter;
- la proposta di atto amministrativo n. 14 “Programma quinquennale per le aree protette”, è una richiesta forte arrivata dalle amministrazioni dei parchi e delle riserve naturali che hanno esaurito i fondi a bilancio e rimarrebbero con zero euro di dotazione in un periodo importante come quello estivo. Hanno chiesto un rifinanziamento, è un atto molto semplice, mettiamo gli enti parco e le riserve naturali nelle condizioni di avere dei soldi, delle dotazioni economiche in questa fase e non ad ottobre, a fine esercizio;
- la proposta di atto amministrativo n. 17 ha avuto un lungo iter in Commissione, riguarda la modifica del Piano socio-sanitario relativamente agli ospedali. Tutti sanno i problemi delle costruzioni dei nuovi ospedali, ospedali unici, è un atto importante, propedeutico per fare i provvedimenti successivi. Anche questo è un atto che è stato più volte in Commissione, è conosciuto, dietro c’è l’esigenza di dar vita ad altre procedure amministrative per poter passare all’esecuzione delle opere attraverso la progettualità e altro.
Guadagnare più di un mese, un mese e mezzo, il prossimo Consiglio regionale è il 14 settembre, è utile per tutte le procedure burocratiche e ordinarie. Non si tratta di un tentativo della maggioranza di scippare il Consiglio della sua attività, essendo stata svolta a lungo l’attività propedeutica nelle Commissioni.
Crediamo sia anche un atto di buona volontà di tutto il Consiglio per la Regione Marche.
PRESIDENTE. Iscrizione della proposta di legge n. 40 (al punto 2). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione della proposta di atto amministrativa n. 14 (al punto 3). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione della proposta di atto amministrativa n. 17 (al punto 4). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Iscrizione delle mozioni n. 119 (punto 5), n. 100 (punto 6), n. 96 (punto 7), n. 91 (punto 8), n. 62 (punto 9), n. 74 (punto 10) e n. 83 (punto 11). La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei votanti)
Interrogazione n. 181
ad iniziativa dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Incarico di consulenza a titolo gratuito per attività di supporto al Presidente in materia di sviluppo turistico nazionale e internazionale”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 181 dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie Presidente. Buongiorno a tutti. In relazione all'interrogazione in oggetto, si fa presente quanto segue.
Dal curriculum agli atti del Gabinetto del Presidente, come indicato nel decreto del Presidente n. 37/2021, si evince una pluriennale e significativa esperienza formativa e professionale del consulente nel settore del turismo. In particolare il consulente ha conseguito la laurea in Economia e gestione delle aziende turistiche ed ha svolto attività di consulenza per diverse Amministrazioni pubbliche.
L'incarico è stato conferito ai sensi dell'articolo 21, comma 3 bis, della legge regionale n. 20/2001 seguendo le linee guida approvate dalla Giunta con deliberazione n. 1137 del 27 settembre 2016, che prevedono che i consulenti siano individuati senza obbligo di selezione, su scelta del Presidente che decide intuito personae. Questo è un aspetto importante perché secondo questa delibera, che non è stata approvata dalla nostra Giunta, c’è una discrezionalità del Presidente sull’individuazione della figura, che deve supportarlo nella capacità di valutare, di comprendere e di confrontarsi rispetto a quello che è il programma. E’ una delibera, come dicevo, votata dalla Giunta il 27 settembre 2016.
Riguardo alla gratuità dell'incarico, la legge regionale n. 20/2001 prevede tale opportunità che non incide sulla qualità della prestazione e sui relativi risultati.
In merito alla scelta di un esperto non marchigiano, si ritiene che l'esperienza del consulente maturata in realtà territoriali diverse da quella marchigiana possa costituire un valore aggiunto allo sviluppo turistico del nostro territorio, anzi tengo a precisare che per il tipo di carenza che abbiamo e per la specificità del supporto che richiedo, ho individuato una figura che può sostenerci nella creazione di un percorso fuori dalla nostra regione.
Il settore turistico marchigiano soffre molto la mancata presenza di figure e di turisti a livello internazionale, credo che siamo una delle ultime Regioni per presenza di turisti stranieri, in questo senso penso che sia opportuna una figura che possa aiutarmi in tal senso, con un’esperienza, che fra poco citerò, nella creazione di informazioni e di relazioni per far crescere la nostra regione sul turismo estero.
Tali competenze sono state già dimostrate anche concretamente, ad esempio supportando la Regione nelle relazioni bilaterali con le Ferrovie svizzere e tedesche per finalità di promozione turistica e nel progetto "Marche-Federazione Russa" per lo sviluppo turistico regionale nel mercato russo nelle seguenti attività:
- ricerca di una primaria compagnia aerea russa disposta a progettare un collegamento di linea permanente con le Marche, basato essenzialmente sui flussi turistici dalla Russia verso le Marche;
- costruzione dei rapporti di cooperazione commerciale e di partenariato con le istituzioni pubbliche russe e diplomatiche italiane, in ordine al progetto di cui sopra;
- progettazione di un educational tour per operatori turistici e giornalisti russi che ha portato nelle Marche, per cinque giornate, dal 24 al 28 giugno u.s,. oltre 70 soggetti con ricadute estremamente positive per lo sviluppo delle relazioni future, così come inizialmente ipotizzate e confermate dai 50 operatori turistici delle Marche che hanno avviato con i loro partner russi importanti collaborazioni.
Vorrei specificare che in questo fine settimana sono apparse sui più importanti giornali turistici russi prime pagine che parlano e raccontano delle Marche, credo che già un effetto importante si stia vedendo con questa azione che abbiamo messo in piedi. Vorrei ricordare che quando abbiamo messo in piedi questa operazione era il mese di febbraio/marzo, sotto zona rossa, con circa 1.000 positivi al giorno.
In questo contesto siamo stati in grado di organizzare, anche per il grande supporto che mi è stato dato dal mio consulente, questo tipo di operazione. A breve farò avere ad ognuno di voi i riscontri sui più importanti giornali turistici russi, con le copertine di questo fine settimana.
Relativamente ai rapporti futuri con I'ATIM si specifica che il consulente continuerà a svolgere la propria azione di supporto nella forma già in essere, non avrà una relazione con ATIM, ma supporterà l’Assessore al turismo, che sono io, rispetto ad alcune tematiche, per le sue esperienze, per il valore aggiunto che perché negli anni ha accumulato una serie di relazioni, di esperienze, di conoscenze, che possono sostenere me nelle scelte ed indirettamente la nostra Regione rispetto alla capacità di costruire dei percorsi che migliorano le nostre performance turistiche.
Vorrei specificare una cosa sulla gratuità, il fatto che il consulente faccia un’esperienza a titolo gratuito credo che possa essere un valore aggiunto, non una cosa che ci penalizza. Se una figura decide di dare un supporto gratuitamente sicuramente non gli si può muovere una critica per questo. Ritengo che sia un valore per la nostra Regione, come già determinato con quanto è accaduto con l’educational tour con la Russia ed anche con le relazioni che stiamo intraprendendo con le Ferrovie sia svizzere che tedesche.
Vi ricordo in particolare che le Ferrovie tedesche arrivano a Rimini, non nelle Marche, non ci sono mai arrivate, precludendo una crescita importante, che è richiesta da tutte le città marchigiane. Addirittura ho ricevuto una telefonata dal Sindaco di Riccione che mi pregava di costruire questo tipo di opportunità perché vede preclusa la possibilità di una fermata delle ferrovie tedesche, visto che nelle Marche non sono mai venute.
Invece di chiedere perché il consulente gratuitamente ci dà una mano, chiediamoci per quale motivo le Ferrovie tedesche finora non sono mai arrivate nelle Marche. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Ovviamente non sono soddisfatto, anzi, debbo dire che le risposte creano ulteriori dubbi sulle sue affermazioni.
Nulla da dire circa il fatto che formalmente questa scelta sia utilizzabile attraverso uno strumento tecnico esistente, nessun dubbio, però quando parla del curriculum vitae di questo signore lei non dice il vero perché ce l’abbiamo sotto mano e non c’è una sola esperienza in grado di poter legittimare … Questo signore svolge dal 2021 una attività di supporto alla Regione Sicilia, dal 2020 è componente di un Osservatorio regionale del turismo, dal 2017 è amministratore unico di un albergo, dal 2016 è stato Consigliere comunale di Fratelli d’Italia nel Municipio di Roma, e poi ci torneremo, nello stesso anno ha fatto parte di una attività di management per il Gruppo Hotel Domus, dal 2009 al 2010 componente Consigliere del Comitato scientifico per lo sport, nel 2008 faceva attività Matrimoniando Srl, nel 2004/2005 Consigliere del Comune di Ardea, le risparmio altro, arrivo alla fine, dal 1995 al 2017 è stato un dipendente alberghiero. Ora, se per lei questo è un curriculum vitae di una persona idonea ad affiancare il Presidente, l’Assessore al turismo della Regione Marche, abbiamo concetti di professionalità completamente opposti. Quindi, non ha un curriculum!
Mi chiedo come mai non sia stato fatto, e questo è un fattore culturale, un avviso pubblico per cercare di capire se nella Regione Marche non ci fosse gratuitamente un’altra figura, se del caso anche giovane, che potesse rivestire quel ruolo.
L’aspetto della gratuità è un’offesa alla dignità perché un primo consigliere del Presidente della Regione che svolge la sua attività gratuitamente legittima sospetti, se ci aggiungiamo poi che è il responsabile del Dipartimento di Fratelli d’Italia a Roma, capisce come tutto questo si salda dentro una logica.
Lei è una persona equilibrata, non riesco a capire, non ha spiegato perché non ha fatto un avviso pubblico e se non c’era nella Regione Marche uno straccio di giovane o di esperto che potesse consigliarla o affiancarla, penso che possa esserci anche vicino alle sue idee.
Lei ha motivato tutto questo cercando di coprire la figura del consulente, dicendo che ha già fatto cose inenarrabili, ha portato operatori turistici dalla Russia nelle Marche, ma lei sa quanti tour turistici ci sono stati non solo della Russia, ma dell’Europa del Nord, della Cina, portati dal Dirigente nelle Marche? Ce ne sono stati a bizzeffe, le assicuro che ce ne sono stati anche per esperienza diretta e le garantisco che le strutture dirigenziali del turismo nel passato hanno lavorato molto bene, peraltro trasversalmente rispetto al turismo, anche per la realtà socio-economica.
Mi chiedo: perché dobbiamo accettare che il primo consulente dell’Assessore al turismo … Sono tra quelli che l’avrebbe voluta solo Presidente perché so bene che cosa vuol dire rivestire un ruolo apicale, addirittura da Presidente della Regione rispetto ai temi, è evidente che lei non potrà e non sarà in grado di far fronte a tutto, mi rendo conto perché è impossibile, però nel suo equilibrio, che spesso le riconosco, avrebbe dovuto fare un gesto di grande attenzione e di rispetto verso la Regione a cui appartiene. Ancora confido, Presidente, perché la conosco e so quanto è equilibrato. Il suggerimento lei lo metterà nel secchio dell’immondizia, le dico di non essere prigioniero del suo partito, non sia prigioniero del poltronificio, non sia prigioniero dei ricatti che le vengono fatti rispetto ai ruoli, rispetto al consulente, la cui scelta è evidentemente un ricatto politico di appartenenza.
Interrogazione n. 185
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi
“Realizzazione Nuovo ospedale di Fermo”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 185 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Grazie Presidente. Grazie Consigliere per questa interrogazione che ci permette di portare un po’ di chiarezza su alcune vicende ricostruite in maniera, da quanto risulta dagli atti, non corretta su alcuni articoli di stampa.
In riferimento alla sua interrogazione, che riassumo nella volontà di verificare se c’erano le coperture economiche per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo, ho chiesto il deposito di una relazione perché rimanesse agli atti degli uffici della Regione Marche e le rispondo anche in relazione all’analisi di quegli atti che mi sono stati forniti, in merito ai quali ho chiesto puntuale chiarezza su alcuni aspetti che erano citati dalla stampa e che in alcuni casi apparivano già infondati per le procedure che la pubblica amministrazione richiede per la formazione degli iter amministrativi di cui stiamo discutendo.
A fronte delle notizie apparse sulla stampa locale, secondo le quali le procedure per l'affidamento dei lavori per la realizzazione dell'Ospedale di Fermo presenterebbero dei vizi e risulterebbero prive della necessaria copertura finanziaria si rappresenta che le stesse, dall'acquisizione degli atti, risultano non fondate e si precisa quanto segue.
L'accordo di programma Stato/Regione del 2010 ha previsto un finanziamento di 70.000.000 euro, dei quali 39.056.763,83 euro a carico dello Stato e 30.943.236,17 euro a carico della Regione Marche. La gara per l'appalto integrato della nuova struttura ospedaliera di Fermo è stata indetta con decreto dirigenziale n. 164 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 17 dicembre 2012 con il quale si attestava la copertura finanziaria per l'affidamento della progettazione esecutiva e dei lavori, le prestazioni e le forniture necessarie alla compiuta e funzionale realizzazione della nuova struttura ospedaliera di Fermo. Con decreto dirigenziale n. 30 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 24 giugno 2016 è stata dichiarata l'aggiudicazione efficace della gara di appalto per la realizzazione della nuova struttura ospedaliera in parola. Con lo stesso atto è stata attestata la copertura finanziaria dell'intero intervento, al netto delle prestazioni già erogate (liquidazione, progettazione preliminare e definitiva e spese relative agli espropri).
Gli ulteriori 30 milioni di euro sono stati essenziali per ottenere la copertura economica, per approvare la perizia di variante necessaria per effetto dell'aumento di posti letto per acuti (da 312 a 362), dei numerosi ritrovamenti archeologici, dell'adeguamento alle norme tecniche di costruzione 2018 (anche a seguito degli eventi sismici del 2016 che evidentemente hanno inciso anche sulla procedura), dell'adeguamento della normativa impiantistica, esigenze finalizzate al miglioramento dell'opera (tutto ben dettagliato nella perizia di variante approvata con DDPF 74 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 7 luglio 2020 e trasmessa all'ANAC nei tempi previsti).
Infine con DDPF n. 82 dell’edilizia sanitaria ospedaliera del 20 luglio 2020 si è proceduto ad approvare il progetto esecutivo aggiornato, successivo alla verifica effettuata dalla società Rina Check.
L'affidamento relativo ai lavori complementari di collegamento tra la nuova struttura ospedaliera di Fermo e la strada provinciale n. 219 è avvenuto ai sensi dell'articolo 57, comma 5, lett. a) del D.Lgs 163/2006, che di per sé è una procedura di affidamento prevista dal codice degli appalti citato.
Con nota prot. n. 0186004 del 19 febbraio 2021 è stato dato riscontro all'ANAC in merito alla richiesta di informazioni preliminari (fasc. ANAC 5454/2020), avviata a seguito di un esposto, trasmettendo una relazione dettagliata dell'iter tecnico/amministrativo e dell'intervento e relativi documenti a corredo della stessa.
In aggiunta con nota prot. n. 0187306 del 19 febbraio 2021 è stato dato riscontro all'ANAC in merito ad una ulteriore richiesta (fasc. ANAC 540/2020) di informazioni ex articolo 213 del D.Lgs. 50/2016, trasmettendo la relazione riepilogativa dell'iter di avanzamento dei lavori e relativi documenti a corredo della stessa. Ciò premesso, agli uffici non risultano indagini in corso.
Stando ai fatti e per quanto esposto si ritiene privo di fondamento quanto rilevato nella recente rassegna stampa in merito ai lavori di esecuzione del nuovo ospedale di Fermo, essendo stato condotto tutto il procedimento, così risulta dagli atti depositati presso questa Regione, nel pieno rispetto della vigente normativa in materia.
Qui finisce la ricostruzione tecnica sulla base degli atti, però vorrei informarla di qualcosa di più di ciò che ho verificato anche facendo sopralluoghi diretti e impegnandomi per velocizzare laddove possibile il cantiere in corso.
I lavori procedono in linea con il cronoprogramma, anzi siamo in un anticipo, questo ci permette anche di passare tranquillamente, anche per le maestranze, questo periodo estivo, continuando ad accelerare nel prossimo futuro la conclusione dei lavori. Non voglio anticipare nulla, ma diciamo che possiamo rimanere all’interno del cronoprogramma, quindi un ottimo esempio di funzionamento di un cantiere.
Lei chiede che cosa si intende fare per tutelare l’immagine della Regione Marche, nel mio stile le dico che la tutela migliore sarà consegnare la struttura alla comunità di Fermo, e dico anche di Amandola perché abbiamo una parte montana che ha diritto a vedere tutelato il proprio diretto alla salute, e migliorare i servizi. Procedere il più velocemente possibile alla consegna alle comunità di quei lavori sarà la migliore risposta ad ogni possibile tipo di strumentalizzazione o notizia fuorviante che è apparsa e appare sulla stampa.
La ringrazio, Consigliere, perché è stato il modo di fronte all’Assemblea legislativa di sottolineare come la correttezza degli atti porti anche ad una velocizzazione dei cantieri, che spesso, come avvenuto in altre esperienze, non sempre capita in Italia. E’ l’esempio, almeno da quanto risulta da tutti gli atti e dalle verifiche sui cantieri, di un procedimento che si sta sviluppando in maniera corretta. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Lei sa con quanta forza ho voluto quella struttura per il mio territorio, noi l’abbiamo finanziata e la voglio ringraziare, l’ho scritto nell’interrogazione, perché lei ha fatto un sopralluogo, ha sostenuto quella struttura, come era suo dovere, ma non era scontato, e ha dato un bel segnale, di questo gliene do atto.
Ho fatto questa interrogazione perché non si poteva tacere di fronte a quello che è apparso sulla stampa ad opera di un improbabile giornalista d’assalto che poi scivola sulle bucce di banana, che non riesce neanche a guardare preso dal proprio delirio.
Se lei vede, quegli articoli sono una cosa delirante rispetto ai quali non si può tacere perché dietro a quelle accuse ci sono donne e uomini, come i funzionari e i dirigenti regionali, che hanno lavorato, lavorano e meriterebbero un encomio, secondo me.
Su questa struttura, lei pensi, non c’è stata una controversia, un ricorso, niente, tanto è puntuale e allora non si può tacere di fronte a quello che è stato scritto. Qui non ho il tempo di ripeterlo, ma quello che è più grave non è tanto l’opera di questo improbabile giornalista d’assalto, tra l’altro farò io … E’ vero che la migliore risposta è consegnare quell’opera, però è grave quello che è stato fatto, quindi, se ci saranno le condizioni, ripeto per l’ennesima volta che non ho mai fatto una denuncia in vita mia e non la farò mai, chiederemo i danni a quel giornale e a quel giornalista, lo voglio dire e spero che mi senta, se ci saranno le condizioni il ristoro dei danni verrà ovviamente devoluto in beneficienza.
Quello che è grave è un’altra cosa, e termino, lei ha confermato che c’è stato un esposto che poi si è rivelato infondato, tant’è che non ci sono le indagini. Gli esposti quando sono calunniosi, Assessore, non possono restare impuniti, gli esposti all’Anac o alle autorità non possono e non devono restare impuniti e la cosa più grave è che in questa vicenda il giornalista ha scritto e persone, esponenti politici, hanno dato credito a quelle insinuazioni. Lo ha fatto in modo sbagliato, e lo voglio dire, il Sindaco di Fermo, Presidente della Conferenza dei Sindaci, che subito da uomo coraggioso, da capitano coraggioso, non ha difeso gli uomini e le donne della Regione o la Regione, oggi l’amministrazione siete voi, ma ha detto che l’inchiesta non riguardava fatti del Comune di Fermo, la cosiddetta excusatio non petita accusatio manifesta per gli altri. Quindi, ha dato credito a quello ed esponenti della Lega hanno fatto una conferenza stampa in cui hanno dato credibilità a quell’inchiesta, e ci sono gli articoli di giornale. Questo non va bene, non va bene per i dirigenti e funzionari regionali che operano con diligenza per la realizzazione di quell’opera, non va bene neanche per lei che oggi, per volontà del popolo sovrano, ha raccolto l’eredità di quella che io definisco una delle più grandi opere pubbliche della Regione Marche d’inizio secolo, di cui lei per volontà ha raccolto l’eredità e le debbo dare atto che la sta gestendo molto bene e di questo la voglio ringraziare.
Proposta di legge n. 40
ad iniziativa dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Santarelli
“Istituzione del servizio di psicologia scolastica”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 40 dei Consiglieri Ausili, Assenti, Baiocchi, Borroni, Ciccioli, Leonardi, Putzu, Santarelli.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. L’approvazione della proposta di legge n. 40, oggi in discussione, che permetterà l’attivazione del servizio di psicologia all’interno degli istituti scolastici marchigiani, rappresenta una importante innovazione nel nostro sistema educativo, soprattutto è una risposta concreta della politica che mette al centro il benessere psicologico degli studenti e investe sullo sviluppo delle risorse del sistema educativo.
L’esperienza della pandemia nel suo drammatico impatto sulla salute sia fisica che mentale è stata per la scuola una vera emergenza nell’emergenza, che ha portato i ragazzi, anche i docenti, il personale scolastico, le famiglie a riadattare le proprie esistenze alle nuove regole dell’emergenza e a fare i conti con nuove paure, nuove lontananze ed isolamenti domestici, privandoli di quella componente della socialità che vede nella scuola una funzione importante, di crescita personale e relazionale, oltre che di apprendimento.
Studi sulla popolazione di preadolescenti e adolescenti hanno evidenziato la crescita del disagio con diffusione di livelli di ansia e depressione, ma anche difficoltà di concentrazione, noie, irritabilità, senso di solitudine, con un incremento dell’uso problematico dei social network.
L’approvazione di questa legge va allora nella direzione di fornire un aiuto concreto ai giovani ragazzi con la necessaria finalità di supporto alla dirigenza scolastica, al personale docente, non docente ed alle famiglie, non solo per la presa in carico delle difficoltà, di quelle situazioni di fragilità che se non intercettate aumentano le distanze sociali, ma secondo una logica preventiva di promozione del benessere e di pieno sviluppo della comunità scolastica.
Auspichiamo infatti che questa legge sia solo l’inizio di un percorso finalizzato al perseguimento di un maggior benessere psicologico in tutte le componenti del sistema scolastico, a partire dai ragazzi, ovviamente arrivando fino alle famiglie e a tutto il mondo che ruota intorno alla scuola.
Prima di entrare nel merito del testo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, dal Consigliere Ausili, che è il primo firmatario della proposta e con il quale abbiamo lavorato per tradurre in legge un bisogno forte che ci arrivava da molte parti, a tutti i membri della Commissione, al personale, alla Segretaria della Commissione, alla Dirigente ed anche all’ordine degli psicologi per la preziosa collaborazione e il confronto, oltre a tutti gli uffici regionali.
Un ultimo un ringraziamento voglio farlo anche ai ragazzi di Gioventù nazionale per avermi coinvolta nell’affrontare questa delicata ed importante tematica.
Un riferimento importante sul quale ci siamo mossi viene anche dal protocollo di intesa che è stato stipulato fra il Ministero dell’istruzione e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi alla fine del 2020, per favorire il supporto psicologico a seguito della pandemia e per il perdurare del periodo emergenziale legato non solo ai ragazzi, ma anche al personale scolastico, alle famiglie ed agli studenti.
Entriamo ora nel merito dell’articolato del nostro testo normativo.
La Regione istituisce con le finalità di questa legge il servizio di psicologia scolastica che si configura come un insieme coerente di attività psicologiche integrate e coordinate fra loro relative a tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola.
Il servizio di psicologia scolastica opera in coordinamento e collegamento con altri protocolli e progetti attivi, con gli interventi degli altri professionisti e dei CIC, ricordati prima. Il protocollo di intesa che ha fatto si che alcuni istituti anche marchigiani potessero attivare questo tipo di procedura, c’è già la presenza da diversi anni dei Cic all’interno delle scuole che però sono focalizzati sulla prevenzione ed il contrasto delle dipendenze, hanno un focus ben preciso. All’interno della Commissione abbiamo potuto vedere come questa tipologia di interventi vada a coprire purtroppo solamente il 40-45% degli istituti marchigiani.
Quindi, un servizio che si coordina con ciò che già il territorio offre, fatte salve le rispettive competenze e provvedendo nel caso si presenti la necessità di effettuare invii ai servizi pubblici competenti. Abbiamo la presa in carico che deve essere fatta ovviamente da parte delle strutture sanitarie presenti nella nostra regione.
Il servizio di psicologia scolastica è finalizzato alla promozione della salute e del benessere psicofisico di allievi, genitori, insegnanti, dirigenti, personale ATA ed educativo che opera all’interno del sistema scolastico, contribuisce al miglioramento della vita scolastica; consolida ed accresce la qualità dei percorsi formativi; supporta le istituzioni scolastiche e le famiglie nello svolgimento delle loro funzioni educative, ognuno per le proprie competenze; programma anche attività di formazione rivolta alle varie aree del nostro sistema scolastico.
Il servizio di psicologia può essere previsto, sempre d’intesa con le istituzioni scolastiche, nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Il focus, i compiti, le attività verso cui si rivolge questo servizio riguardano tre diverse tipologie: interventi rivolti agli allievi, che riguardano sportelli di ascolto, attività di sostegno all’orientamento, sviluppo delle competenze, sostegno allo sviluppo cognitivo, affettivo ed emotivo, contrasto al bullismo e al cyberbullismo, attività che purtroppo sappiamo essere in crescita all’interno del nostro sistema scolastico; interventi rivolti agli insegnanti, ai dirigenti, al personale ATA ed educativo per promuovere e valorizzare il ruolo e la professione, dare anche un supporto nella gestione dei bisogni educativi speciali; infine, interventi rivolti alle famiglie per chiudere un quadro sinergico dei soggetti coinvolti, con la promozione delle competenze genitoriali e della partecipazione delle famiglie in ordine alla corresponsione educativa.
I criteri che abbiamo voluto individuare per l’organizzazione del servizio di psicologia scolastica fanno capo alla struttura del Servizio istruzione della Regione, che lo organizza d’intesa con l’Asur, con le istituzioni scolastiche e con il supporto e la collaborazione del Comitato tecnico scientifico, che è stato predisposto nei seguenti articoli.
La Giunta regionale ha 120 giorni, dopo l’approvazione di questa legge, per adottare un regolamento attuativo per l’organizzazione del servizio. Il regolamento dovrà organizzare il servizio territorialmente tramite la realizzazione di convenzioni con psicologi con specifiche competenze e iscritti all’ordine. A tal fine sarà la Giunta a predisporre un elenco attraverso una procedura di evidenza pubblica.
Le scuole possono richiedere ulteriori attività rispetto a quelle convenzionate e programmate assumendo a proprio carico la spesa aggiuntiva.
Il Comitato tecnico è istituito sempre presso il Servizio regionale istruzione ed è rappresentato e composto dalle seguenti figure: un rappresentante dell’Asur, un rappresentante degli studenti, un rappresentante degli insegnanti, un rappresentante della dirigenza scolastica, un rappresentante del personale tecnico o amministrativo e ATA, un rappresentante degli educatori professionali, tre psicologi esperti in psicologia scolastica e un dipendente della struttura regionale competente, che è quella dell’istruzione. Il Comitato si riunisce semestralmente o quando se ne presenti la necessità.
La Giunta regionale invia alla Commissione competente una relazione annuale sugli effetti e sul monitoraggio della legge che, abbiamo detto, ha una durata sperimentale di tre anni.
Abbiamo voluto inserire, e ringrazio la Commissione, la clausola valutativa per monitorare gli effetti della legge nel corso degli anni.
Sono questi i criteri che la Commissione ha voluto prevede e che abbiamo recepito.
Verranno monitorati: il numero complessivo degli istituti scolastici presenti nel territorio che hanno previsto di istituire il servizio di psicologia scolastica, divisi per tipologia; il numero complessivo degli utenti che si rivolgono al servizio all’interno del mondo scolastico; l’ammontare delle risorse stanziate nel periodo di riferimento, infine la Giunta renderà accessibili i dati e le informazioni raccolte per l’attività valutativa e il Consiglio regionale renderà pubbliche le risultanze di questa fase sperimentale, stabilita all’articolo 5.
La durata di questa sperimentazione è prevista per un triennio, un tempo utile per organizzare il servizio e poter trarre anche un numero congruo di dati per valutare l’incidenza del servizio stesso.
Alla parte finale, che è quella finanziaria, voglio dedicare alcune riflessioni. Abbiamo previsto per l’anno 2021 una dotazione finanziaria di 50.000 euro, sono le risorse che siamo riusciti a reperire nel momento in cui abbiamo presentato la proposta di legge. Ringrazio anche l’Assessore al bilancio Castelli con il quale ci siamo confrontati, nella consapevolezza che queste risorse non sono certamente sufficienti a dare le risposte ad un bisogno così importante che riguarda molti soggetti.
Oggi abbiamo voluto l’iscrizione d’urgenza anche perché il lavoro fatto in Commissione serve per avviare un percorso che noi reputiamo non solo virtuoso, ma importante e necessario. Lo facciamo aggiungendo quella che voglio definire una goccia nel mare delle altre attività che ho elencato prima, quelle dei Cic, del Ministero con l’accordo con l’ordine degli psicologi, per andare a coprire una realtà che oggi purtroppo è rimasta scoperta a fronte di una impennata della necessità e della criticità che c’è anche del nostro sistema.
In Commissione abbiamo fatto uno dei primi approfondimenti sulla salute mentale, certamente c’è un bisogno che penso venga riconosciuto all’unanimità anche dalla componente della Commissione sanità. E’ un punto di partenza, ma sappiamo che verranno dedicate ulteriori risorse. Questo è un impegno che abbiamo preso e che ci vedrà partire con i progetti che potranno essere finanziari con i 50.000 euro all’inizio dell’anno scolastico, alla fine del nostro anno solare, del bilancio, certamente ci potrà essere un incremento economico. Nel proseguo dell’anno scolastico e nel prossimo anno solare si potranno incrementare le risorse e così attivare nuovi progetti in ulteriori istituti.
Credo nell’importanza della sinergia, che è nata all’interno di questa proposta di legge sia con le componenti che hanno apportato un contributo che con il mondo che opera all’interno della scuola.
Ritengo che questa sia una legge importante, auspico un’approvazione all’unanimità perché il bisogno è stato riconosciuto da tutti come impellente.
Questo atto ci pone come una delle prime Regioni che interviene in questo senso, dando un segnale importante e virtuoso di attenzione ad un bisogno e ad una fragilità che purtroppo la pandemia ha accresciuto, ma che è tipica di una età in evoluzione e di coloro che ne sono a contatto.
Penso che facciamo un servizio importante alla nostra comunità con questo primo importante passo verso il benessere psicofisico degli studenti ed anche di tutto il mondo che ruota attorno a queste nuove generazioni, che sono il futuro delle Marche e dell’Italia. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. La proposta di legge sulla psicologia scolastica, di cui discutiamo oggi, ha sicuramente un’ambizione molto importante, trasformare il ruolo dello psicologo a scuola, da quello dell’occupante occasionale di uno sportello a una figura …
PRESIDENTE. Chiedo silenzio in Aula, altrimenti diventa difficile seguire l’intervento.
Simona LUPINI. Con questa proposta auspichiamo la trasformazione dello psicologo scolastico, che oggi è un po’ una figura non solo occasionale e che va a progetto, ma distribuita in modo non uniforme sul territorio regionale, in una figura che vive in maniera organica nella comunità scolastica, che può anche diventare, cosa che sarebbe davvero auspicabile, un punto di riferimento per tutto il mondo della scuola, insegnanti, personale amministrativo, educatori, personale ATA, soprattutto per i ragazzi e le ragazze. Potrebbe essere un elemento che lavora e agisce costantemente per supportare lo sviluppo e affiancare le famiglie nella crescita dei nostri futuri cittadini e cittadine.
Prima di essere una donna in politica, sono una psicologa, oggi rivesto una moltitudine di ruoli e proprio per questo devo riconoscere con piacere che si tratta di un segnale di attenzione importante da parte di questa maggioranza sia per la scuola, e mi sembra necessario visto anche quello che ha dovuto vivere in questi due anni di pandemia, che per il benessere psicofisico e la salute mentale, che ci stanno particolarmente a cuore.
E’ vero che il Covid ha sottolineato fortemente il disagio, ma è pur vero che chi ha lavorato tanti anni nelle strutture pubbliche sa che la collaborazione tra enti ed istituti è quanto meno necessaria, anche prima del Covid. Se la pandemia e i problemi possono insegnare qualcosa questa è l’occasione, in questa Assemblea, per imparare quanto sia fondamentale investire nel benessere biopsicosociale, credo che sia un’occasione importante nonostante tutte le difficoltà della scuola.
Tuttavia dobbiamo essere onesti, come lo siamo stati in Commissione in cui, più volte l’abbiamo detto, c’è una grande possibilità di confronto e si lavora in modo davvero serio e di questo diamo merito alla Presidente, però, come ho già fatto presente, sono necessarie, al di là del segnale d’attenzione, le risorse. La Presidente riconosce che in questo momento, non è la prima volta che lo fa, 50.000 euro possono essere solo un inizio, noi però vorremmo un impegno formale rispetto ai due anni che ci attendono perché questo possa diventare un servizio strutturato nella scuola, fruibile per tutti gli istituti scolastici di tutta la regione, anche per i paesi delle aree più interne, delle aree montane o delle aree per qualche motivo disagiate che forse finora hanno avuto minore facilità di fruizione dei servizi.
Dobbiamo assicurare che questo tipo di servizio possa coprire effettivamente tutta la regione, dobbiamo stare molto attenti a non sovrapporre l’idea di una riforma, di una proposta di legge, ad un bel progetto pilota che se non finanziato potrebbe rimanere fine a se stesso, un bel tentativo. Qui stiamo parlando di una riforma, di una proposta di legge che andrà a favore anche di chi verrà nel futuro nel mondo della scuola.
Il tema del disagio giovanile è stato sottolineato anche nelle audizioni in Commissione, che sono state molteplici e con tanti rappresentanti del mondo che ruota attorno alla scuola, tutti hanno ribadito la necessità di combatterlo. I nostri giovani e giovanissimi lo stanno manifestando con delle buone armi, dobbiamo combattere questa guerra rispetto al disagio, alla sofferenza, ai problemi di salute mentale dei nostri giovani, con le giuste armi, dobbiamo essere molto attrezzati e questo può essere uno degli strumenti.
Cosa si può fare con un buon servizio di psicologia scolastica? Ci tengo molto ad entrare un po’ nel merito perché non vorrei che si facesse confusione tra la cura e l’intervento di primo livello, che comunque è fondamentale per il mondo della scuola. Si può lavorare molto contro l’abbandono scolastico, che sappiamo essere una piaga delle nostre realtà scolastiche degli ultimi tempi, dobbiamo ostacolare il fenomeno dei neet. Chi si occupa di salute mentale sa che è uno dei problemi che chi amministra si trova a dover affrontare. Quali sono le azioni? Si può lavorare con il gruppo classe e credo che sia bene sottolineare quanto sia importante non lavorare solo sul singolo, ma sulla classe come gruppo e in questo uno psicologo esperto …, perché gli psicologi devono essere selezionati in base alle competenze specifiche, rispetto alla psicologia scolastica, che non è cosa da poco, ci vuole una buona esperienza ed una buona preparazione proprio perché possiamo coadiuvare gli insegnanti, che hanno un ruolo ben specifico, ma fanno un altro mestiere - ci tengo a non sovrapporre le competenze e le professionalità che sono e nascono in modo distinto - nella gestione delle dinamiche del gruppo classe, andando ad ostacolare fenomeni di bullismo, cyberbullismo e tutto quello che comportano. Qui abbiamo anche degli insegnanti che sanno bene di cosa sto parlando, la Consigliera Ruggeri viene proprio da quel mondo e penso che in questo momento stia pensando a quanto può essere utile un servizio del genere se ben fatto e ben strutturato.
Possiamo andare a lavorare anche con le famiglie, non lavorando con una famiglia alla volta, laddove dovesse emergere una problematica specifica, con dei progetti di supporto alla genitorialità e di confronto con le famiglie sulle tematiche emergenti. Ci tengo particolarmente a evidenziare che intercettare dei casi problematici, che poi necessitano di cura e di presa in carico, non è l’unico fine di questo intervento, di questa proposta di legge.
Noi abbiamo la buona esperienza dei Cic, un servizio che è già in alcune scuole, non in tutte purtroppo, che fa capo al Dipartimento per le dipendenze patologiche ed ha già una conoscenza sul campo. Dall’audizione dei Cic abbiamo appreso che diventa difficile una volta intercettato il caso singolo fare un invio curato perché, come diciamo sempre, nei servizi pubblici non ci sono il numero sufficiente e la modalità sufficiente di utilizzo dei professionisti della salute mentale. Su questo anticipo che il gruppo del Movimento 5 Stelle depositerà un ordine del giorno perché vorrei fare un approfondimento specifico sull’eventuale presa in carico e cura.
La faccio breve, ma ci tenevo ad entrare nel merito perché il lavoro di equipe è qualcosa sulla quale io e la mia collega crediamo tantissimo, ogni professionalità se inserita nella giusta equipe può dare il massimo e i nostri ragazzi e ragazze, insegnanti e famiglie potrebbero avere un buon servizio, chiaro, per offrirlo a tutti i territori e non creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B, e questo lo sottolineeremo sempre, ci vogliono le risorse. Quindi, noi aspetteremo di capire quali garanzie ci possono essere date e si possono dare ai nostri ragazzi e ragazze per gli anni della sperimentazione. Direi che la fase sperimentale deve essere piuttosto breve perché abbiamo delle realtà virtuose che conosciamo bene, ne cito solo una, quella di Fermo che ha 10 anni di esperienza di psicologia scolastica, che credo possa fare da buona prassi da distribuire in modo omogeneo su tutto il territorio.
Aspettiamo di vedere nel bilancio cosa la Giunta ci propone per coprire questo servizio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Credo che questa proposta di legge sia molto importante. Iniziamo a concepire il sostegno psicologico come parte integrante della formazione, soprattutto in un periodo storico in cui i nostri ragazzi sono stati sottoposti a fortissime pressioni psicologiche, con limitazioni e stravolgimenti della quotidianità.
Penso che integrare lo psicologo scolastico nel sistema educativo possa rappresentare un valore aggiunto nella formazione dei ragazzi e migliorare la condizione di lavoro del personale scolastico tutto, a partire dai docenti. Questo di riflesso favorisce anche una maggiore integrazione fra il sistema scuola e la famiglia, non dimentichiamo infatti che i nostri ragazzi sono bersagliati da rischi e pressioni, alcune delle quali, come il bullismo, si verificano anche tra i muri scolastici.
Quindi, il gruppo di Forza Italia è favorevole a questa proposta di legge e prossimamente quando faremo il bilancio di previsione o l’assestamento dovremo dedicare a questo atto risorse importanti, così come ha detto la Consigliera Lupini. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Mi farebbe piacere se fosse presente la relatrice di maggioranza soltanto per uno scambio …
Presidente, quando ero Assessore la scorsa legislatura alcuni psicologi delle Marche mi chiesero da valutare se ci fossero le condizioni per una legge molto simile a questa, poi passò del tempo e non se ne fece più nulla.
Una legge che ha indubbiamente i suoi elementi di interesse, il servizio di psicologia scolastica specialmente di questi tempi è quanto meno opportuno, però noi dobbiamo valutare un aspetto. Io non anticipo quello che sarà il mio voto, che ovviamente sarà coerente con le decisioni del mio gruppo, dico però che questa legge ha indubbiamente degli elementi di interesse, il problema però è valutare, lo dico alle due relatrici, se questa legge invade competenze altrui, la competenza delle istituzioni scolastiche e dello Stato in siffatta materia.
La riforma costituzionale n. 3 dell’ottobre 2001 ha delineato un nuovo sistema delle competenze e per quanto riguarda l’istruzione dobbiamo sapere, colleghi, che c’è una competenza funzionale della scuola in sé, dell’istituzione scolastica, prevista dalla Costituzione. Ad esempio il comma terzo parla di legislazione concorrente tra Stato e Regione, questo è un passaggio delicato, ma decisivo, si parla di istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Pensate che qui c’è proprio una attribuzione, che si chiama autonomia funzionale alle istituzioni scolastiche, che non può essere invasa e sappiamo perché.
La scuola è autonoma per eccellenza, l’insegnamento è autonomo per eccellenza e la Costituzione ci dice che c’è questa autonomia e indipendenza, è evidente che questo attiene anche alla competenza perché se sono autonomo in una funzione e mi viene invasa, la mia autonomia va a farsi friggere.
C’è poi un altro aspetto, la materia dell’istruzione è riservata allo Stato. Ai sensi dell’articolo 117 lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: “n) norme generali sull’istruzione”, qui lo dico anche all’Assessore al lavoro dove la Regione ha competenze in materia di formazione professionale, e “m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Perché dobbiamo legare la lettera n) con la lettera m)? E’ evidente che il benessere psicofisico degli alunni, definiamolo così, è un diritto civile e sociale e su questa materia può legiferare esclusivamente lo Stato insieme all’istruzione. Dove può legiferare la Regione? In materia di istruzione concorrente, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Nelle materie di istruzione concorrente la potestà legislativa spetta alle Regioni, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, che è riservata alla legislazione dello Stato.
C’è addirittura un’altra norma di chiusura, lo dico anche all’altro Assessore, l’articolo 116, terzo comma, ci dice che ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie dell’articolo 117, possono essere attribuite alle Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata. Questa è la norma di chiusura, perché, che cosa dice? Il 117 prevede che in certe materie può legiferare solo lo Stato, prevede poi le materie concorrenti, salvo i principi generali dello Stato e qualora la Regione voglia una legislazione esclusiva la può avere, ma deve chiedere e deve esserle attribuita con legge dello Stato.
Tutto questo ambaradan lo evidenzio perché ancora una volta non ci possiamo trovare, stiamo attenti, a legiferare su una materia riservata alla competenza dello Stato, una materia che può invadere altre competenze, come l’autonomia dell’istituzione scolastica, ad esempio l’Ufficio scolastico regionale ha una sua autonomia, come gli insegnanti.
Che dire? Stiamo attenti, ho fatto questa premessa, lo dico ai due relatori, perché stamattina, chiedo scusa, in fretta e furia, visto che ieri siamo stati impegnati con la Svem e l’altro giorno con un’altra proposta di legge, ho presentato degli emendamenti che vanno nella direzione - prego i relatori di vederli bene, poi li spiegherò - di attenuare questo possibile contrasto, per me quasi certo, altrimenti rischiamo che anche questa legge possa essere impugnata per violazione dell’articolo 117 lettere n) e m).
Ad esempio c’è un emendamento soppressivo all’articolo 2, comma 1, lettera b). Tra le attività: interventi rivolti agli allievi, interventi rivolti agli insegnati, ai dirigenti, al personale ATA ed educativo, viene indicata la promozione e valorizzazione del ruolo e della professione, ma stiamo scherzando? Lo dico all’Assessore, non si può, su questi temi c’è l’autonomia per eccellenza, l’insegnamento è autonomo e indipendente, non si può scrivere una cosa del genere perché invade, come in questo caso, l’autonomia dell’insegnamento. Allora, presento degli emendamenti correttivi, che poi spiegherò, che dal mio punto di vista, se mi posso permettere, rendono il testo più accettabile in quanto, ripeto, il testo e le finalità sono di indubbio interesse.
Valutiamoli bene, ovviamente alla fine in base all’esito e all’atteggiamento su questi emendamenti esprimerò il mio voto, che sarà, lo dico fin d’ora, coerente con quelle che sono le decisioni del mio gruppo al quale appartengo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, le osservazioni e le considerazioni che si possono fare su questa proposta di legge sono diverse, però voglio ribadire, lo dico alla Presidente, ai Consiglieri ed anche alla Vicepresidente, che è stata protagonista indiscussa di questo lavoro, quello che abbiamo detto in Commissione, Presidente Leonardi, e che mi trova concorde con il Consigliere Cesetti che mi ha anticipato.
L’idea di una legge sulla psicologia è un’ambizione di questo Consiglio regionale e un obiettivo accettabile. Le ragioni sono evidenti, in precedenza, già prima del Covid 19 c’era un quadro sul sistema di prevenzione dell’aspetto psicologico che riguarda: le sostanze stupefacenti, l’alcol, il grave tema dei ragazzi che vengono coinvolti e affogati all’interno del sistema delle macchine elettroniche per il gioco, la ludopatia. Aspetti psicologici che anche prima del Covid 19 erano problematici non solo in questa regione, ma direi nell’intero Paese. Su questo purtroppo la sanità complessivamente non è stata adeguata, non ha risposto in maniera appropriata e su queste criticità la vicenda del Covid è arrivato come un ciclone, come un tornado. Chi ha la fortuna e l’opportunità di famiglie con ragazzi giovanissimi può aver sperimentato quotidianamente quello che ha prodotto.
L’idea dei presentatori della legge che, se interpreto bene, si pone il tema di affrontare la questione, la patologia, la psicologia dei ragazzi giovani, uso termini impropri, ma credo comprensibili, è assolutamente condivisibile. Certo che una Regione, una Assemblea legislativa che ha questo ambizioso progetto, deve avere anche l’ambizione, almeno secondo la mia opinione, di fare una legge seria, non perché questa non lo sia, che affronti le criticità e i nodi che una scelta legislativa come questa comporta.
Uno lo ha accennato il Consigliere Cesetti e lo ricordo anche nelle audizioni, noi entriamo in una competenza non nostra, allora questo rapporto va regolato, disciplinato, sciolto, concordato, gestito insieme a chi la competenza ce l’ha, il Ministero attraverso l’Ufficio regionale.
La seconda criticità, lo dico perché il Consigliere Cesetti ha accennato a questo, è che noi abbiamo già un servizio che dovrebbe occuparsi di questo, della psicologia dei giovani, è il Cic, il centro informazione e consulenza, attraverso le attività delle Aree vaste e dei relativi responsabili.
Noi abbiamo audito in Commissione, con molta attenzione, i responsabili dei Cic, che ci hanno segnalato problematiche, accanto ad evidenti risultati positivi. E’ chiaro che c’è un tema di risorse, un tema di gestione successiva rispetto all’attività di supporto. Che cosa voglio dire? Se proviamo a spogliarci di una situazione di appartenenza, bisogna capire esattamente qual è il percorso, la filiera che porta dalla segnalazione del disagio psicologico alla cura, all’intervento rispetto al giovane. Oggi i Cic ci dicono che da questo punto di vista abbiamo delle lacune, ma c’è un elemento, l’attività della Regione, la competenza regionale, si innesta rispetto alla competenza funzionale in relazione all’attività dei Cic. Questi sono due aspetti estremamente importanti da coordinare e da integrare.
Il terzo elemento riguarda l’entità del finanziamento. Una legge che ha l’ambizione, per me riconosciuta, con lo spirito sperimentale, io stesso ho usato questo termine in Commissione, di prendersi cura, di farsi carico, di essere protagonista … Su questo tema il legislatore deve essere serio, non può fare secondo me leggi di bandiera, perché questa così com’è è una legge di bandiera. Lo dico con rispetto perché il fondamento, Presidente Leonardi, glielo ribadisco, poi si è tradotto in una mia proposta …, perché una legge seria e la volontà di poter andare a incidere veramente, soprattutto dopo il Covid, vuol dire scegliere di investire su questa attività qualcosa di importante. E’ una scelta politica, signori Consiglieri, che si trasforma concretamente in una scelta di risorse destinate a quello. La domanda che mi farei se fossi al Governo della Regione Marche sarebbe: vogliamo essere seri nei confronti dei cittadini e dei giovani marchigiani e delle famiglie oppure no?
Se siamo seri scegliamo - questo è necessario per chi governa - qualche volta occorre fare scelte, di investire 500.000 euro, non dico una cosa a caso, e di rafforzare il settore della cura, della presa in carico dei giovani. E’ una scelta, i 500.000 euro si debbono trarre dal … Questa è la scelta forte dal punto di vista politico e mi avrebbe trovato d’accordo.
Il secondo elemento, Presidente, Consiglieri e componenti della Commissione, è il coordinamento perché noi non possiamo rischiare di sovrapporre e confondere rispetto a questo. Cito il nostro caro Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, rappresentante del Ministero, e lo cito non certo perché condivido quello che ha detto, ha fatto un intervento in audizione inconcepibile perché ha detto: “Scusate, ma che volete, questa attività la fa già la scuola”. Non solo, nel vostro articolo 1 ha evidenziato che si presuppone la presenza di docenti, che non sono autorizzati a partecipare. Questo per farvi capire. Io non condivido quella impostazione, lui ha messo un muro rispetto a questo ragionamento, che è sbagliato, ma seppure sbagliato l’intervento che chiude come un muro, noi dobbiamo essere capaci di raccordare, coordinare e coinvolgere, questo sì. L’intervento del Consigliere Cesetti è stato estremamente puntuale rispetto alle competenze funzionali, queste sono un po’ le mie ...
C’è un’altra considerazione che voglio fare, che peraltro ci dobbiamo porre se vogliamo affrontarla seriamente, che riguarda l’attività corporativa - anche gli avvocati sono corporativi - degli psicologi. Lo dico perché in audizione ho ascoltato con molto interesse l’intervento del Consigliere Pasqui, che in un’ottica non polemica, propositiva, di conoscenza ha detto perché gli psicologi e non i pedagogisti? Guardate, non è un’osservazione banale o ingiustificata, è un’osservazione puntuale nell’approfondimento del tema, a questa domanda, direi un po’ semplicemente e rapidamente, non si è risposto: “Cosa sta dicendo!”, ma insomma …
C’è una legge della Lombardia su questo tema che fa riferimento anche ai pedagogisti, ovviamente lo dico per mettere non elementi di criticità o di polemica, lo dico perché l’impressione che noi abbiamo, per chi ha vissuto l’approfondimento di questo tema, attiene al coordinamento. Attenerlo, riguardarlo, connetterlo al coordinamento vuol dire chiedersi da un lato quando si prende in carico il giovane, chi lo prende in carico e cosa succede dopo. Questi sono i tre passaggi, il primo coinvolge i probabilmente i docenti, che sono il front office dei giovani, poi gli psicologici che vengono coinvolti e in terza battuta …, non è chiaro e questa è una lacuna della legge, cosa avviene dopo? E qui si innescano una serie di dubbi e altro.
Il secondo elemento chiave è il coordinamento, che cosa fa il Cic? Che cosa fa questa legge? Che cosa fanno i progetti ministeriali? A mio modesto parere credo che un elemento fondamentale per affrontare seriamente questa legge sarebbe stato quello di capire, coordinare, uso questo termine, Presidente Leonardi, e maturare meglio questa scelta. Ecco perché avevo chiesto ai componenti della Commissione di prendere del tempo, paradossalmente in contrasto … Sono d’accordo con le sollecitazioni del Consigliere Ciccioli circa il fatto che questa legge potrebbe aiutare a partire, non ci riusciremo se la voterete. In ogni caso credo che per una legge migliore, per una legge che affronti i temi che secondo me esistono sulla base di quelle osservazioni che ho svolto, avremmo dovuto essere più ambiziosi, soprattutto lavorare di più sui contenuti riconducibili alle criticità, che avevo segnalato. Ecco perché a mio modesto parere questa norma suscita tantissime perplessità nella scelta, poi maturata, che è venuta a cadere nella legge, saremmo riusciti a fare meglio se ci fossimo presi quel tempo necessario per fare una legge al servizio dei giovani. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Come primo firmatario sottoscrivo totalmente quello che è stato detto dalla Presidente relatrice di maggioranza Consigliera Leonardi e anche dalla relatrice di minoranza Consigliera Lupini, sono invece deluso da quello che ho sentito negli interventi dei Consiglieri del Partito Democratico. Sicuramente non penso che quelle osservazioni siano state mosse da un certo rimorso per non essere riusciti al tempo ad addivenire ad un risultato simile, non lo penso.
Credo che ci siano delle autentiche argomentazioni comprensibili, ma non condivisibili, alle quali proveremo a rispondere con delle controargomentazioni. Mi auguro che alla fine prevalga qualcos’altro rispetto allo spirito di parte, prevalga il senso etico, l’impegno politico, sociale, affinché la Regione possa dare nella maniera più condivisa possibile il proprio contributo, che è sicuramente limitato perché è inevitabile che lo sia, ma che è pur sempre un contributo nel tentativo di rispondere ad alcuni processi che sono generali e che sul nostro territorio allungano delle ferite notevolissime. Mi sto riferendo ad esempio a ciò su cui si fonda questa proposta, al fatto che noi viviamo anche nella nostra comunità, nel nostro territorio, una evidente crisi educativa alla quale bisogna rispondere urgentemente. Una crisi educativa che affonda le sue radici nella crisi di quelli che sono gli istituti tradizionalmente vocati all’educazione, penso alla crisi che sta attraversando la famiglia, la scuola, che non fa solo istruzione, ma può e deve fare anche educazione. L’educazione passa attraverso uno sviluppo completo dei giovani, che riguarda l’aspetto emotivo, affettivo, sociale, cose che si sono andate perdendo in questi anni, soprattutto negli ultimi mesi a causa di una emergenza sanitaria che ci richiama ad un intervento di emergenza. Altro che rifiutare l’urgenza di questo atto determinata dal fatto che sono state prese delle scelte discutibili.
La didattica a distanza, ad esempio, ha compromesso questa forma di sviluppo sociale, Giorgio Agamben, per citare un filoso contemporaneo, parla in una sua recente pubblicazione di abolizione dello spazio pubblico e dei rapporti sociali in questi ultimi mesi, altro che assenza di urgenza.
Quello che ci deve far riflettere è l’esito del protocollo, che è avvenuto negli scorsi mesi tra Miur e Cnop, citato dalla Presidente Leonardi, ovvero tra Ministero dell’istruzione e Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi. In questi giorni è uscito un report di questa attività, che rileva come anche nel nostro territorio ci siano dei segnali davvero tremendi, ansia e stress rilevati in maniera sempre crescente. Quello che più ci spinge a preoccuparci, che spero spinga tutta l’Aula, è la difficoltà a relazionarsi come prima, il fatto che in questi mesi possa essere comparso uno spartiacque tra un prima e un dopo è davvero qualcosa di terribile sul quale noi dobbiamo dare urgentemente il nostro contributo.
Il rischio, come avverte il Cnop, è che alcuni disagi si strutturino in realtà nel tempo, che possano consolidarsi e determinare una frattura tra un prima e un dopo, che politicamente dobbiamo affrontare nelle nostre possibilità, con le nostre competenze, senza dubbio.
Mi auguro che alla fine, nonostante le osservazioni, si possa credere in questo strumento, che sicuramente può essere migliorato, attraverso il quale possiamo fare bene insieme all’intera comunità scolastica, scuole pubbliche e scuole paritarie, comunità scolastica nella sua interezza perché parliamo di alunni, insegnanti, dirigenti, personale ATA ed educativo e finanche di famiglie.
Veniamo alle osservazioni. Sulle competenze, Consigliere, possiamo rispondere così, il servizio di psicologia scolastica è assai consolidato nella normativa italiana, numerose sono le leggi regionali che vanno in questo senso. La Regione Marche con questa proposta di legge sarà una tra le prime, è vero, a istituire un servizio del genere, ma già altre Regioni lo hanno istituito da tempo e questo servizio sta funzionando senza particolari rischi, senza particolari inciampi. Oltretutto sul tema della psicologia scolastica è venuto il sostengo del Miur nel momento in cui è andato a stilare quel protocollo, a cui ho fatto riferimento prima, con l’ordine nazionale degli psicologi.
Competenze professionali, non credo, noi dobbiamo ricordare sempre, lo dico da insegnante, che nella scuola la centralità non la deve avere l’insegnante, ma l’alunno, se ricordiamo questo possiamo ben capire quanto importante sia il concorso di competenza affinché quell’alunno possa essere sostenuto in tutta la molteplice strutturazione della sua personalità, quindi, l’ingresso di figure professionali diverse è sicuramente dal nostro punto di vista arricchente.
La sovrapposizione rispetto ad altri servizi, questo è un tema in realtà di cui abbiamo dibattuto a lungo, come a lungo abbiamo dibattuto in questi mesi di tutti i temi per addivenire ad una legge seria e matura. A questo punto mi tocca ripetere quello che abbiamo detto tante volte, la sovrapposizione è un falso rischio perché siamo davanti ad una diversità di servizio. Il servizio di psicologia scolastica è qualcosa di particolarissimo ed è rivolto ad una platea, come dicevo prima, molto vasta, che ha a che fare con l’intera comunità scolastica, non si risolve in uno sportello per gli alunni, ma si rivolge alle famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale. Il richiamo a non provocare alcuna sovrapposizione, oltretutto, è finanche nel testo normativo detto a chiare lettere.
Se per un momento usciamo dalla nostra comprensibile, ma non condivisibile, dialettica politica ed entriamo nella realtà delle cose, vediamo come è davvero impossibile immaginare una sovrapposizione nel momento in cui nella stragrande maggioranza degli istituti scolastici della nostra regione non c’è alcun servizio ed il fatto che non ci sia alcun servizio spero spinga qualcuno a meditare sull’urgenza di questo intervento e sul fatto che debba essere in qualche modo sostenuto.
Condivido, come abbiamo condiviso sempre, Consigliere, il richiamo a maggiori risorse, devo dire che quando le forze di minoranza insistono su questo punto ci fa piacere perché è evidente che se vogliono più soldi in una legge vuol dire che l’approvano e questo ci riempie di orgoglio.
Per quanto riguarda la controargomentazione è veramente ridondante ripetere ancora quello che è stato detto, pochissimi minuti fa la Presidente Leonardi ha detto che c’è un impegno importante nei prossimi atti di bilancio, aiutateci, se vorrete, a verificare che sia un impegno, che verrà preso in considerazione e realizzato. Su questo non abbiamo dubbi, le risorse intercettate in questa fase sono quelle destinate ai primissimi progetti dei primissimi mesi dell’anno scolastico, che poi andranno ad essere più numerosi e spero che insieme riusciremo a renderli sempre più numerosi nel corso del tempo.
Arrivato a questo punto ringrazio l’Assessore Latini per aver seguito e sostenuto questa nostra idea, l’Assessore Castelli per la disponibilità, la Presidente Leonardi per aver condotto i lavori in Commissione in maniera molto positiva, la relatrice di minoranza Consigliera Lupini. Ringrazio il Consigliere Santarelli che ha sottoscritto questa proposta di legge, come ringrazio tutti i componenti della IV Commissione, il Consigliere Pasqui sicuramente. Vede, Consigliere Carancini, lei si è perso le puntate seguenti, con il Consigliere Pasqui siamo riusciti a arricchire questa proposta con il giusto richiamo ad altre figure professionali, come lui ci aveva esortato a fare.
Ringrazio l’ordine degli psicologi che sicuramente ispira un intervento del genere, come ringrazio Gioventù Nazionale che ha dato ampio supporto a questa nostra idea.
Detto ciò, mi auguro, se proprio non vogliamo essere vittime dello spirito di parte o della bandierina cosiddetta, come voi dite, di ammainare le bandierine e di votare all’unanimità un intervento che è sicuramente migliorabile, ma che è un primo piccolo grande passo nel tentativo di rispondere a dei processi emergenziali, urgenti e importantissimi. Grazie.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Anch’io parto dai ringraziamenti, ringrazio il Consigliere Ausili del mio gruppo, primo firmatario, che ha accolto con sensibilità uno stimolo proveniente dall’ordine degli psicologi delle Marche, la Presidente di Commissione Leonardi che con tenacia, come è solita fare, ha portato avanti questo intervento. Devo dire, anche all’opposizione perché ragionare tra noi non è che mettersi a nudo, che anch’io all’inizio ho avuto delle perplessità perché questa norma era stata proposta nella scorsa legislatura dal PD e non era stata efficace. Poi le mie perplessità sono state vinte dall’idea che è sempre meglio fare qualcosa che non fare niente, l’ho detto in Commissione, lo diceva Machiavelli: meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi, quindi meglio tentare di fare. Non aver fatto è un’angoscia più forte.
Adesso vi prego per pochi minuti di pensare che io non sia un Consigliere del gruppo Fratelli d’Italia, non sia un Consigliere della maggioranza, ma sia semplicemente un medico psichiatra esperto nel settore, che negli ultimi otto anni ha diretto l’area, quindi sono testimone e non dico cose che non sono frutto di ragionamenti, ma riferisco come è la realtà e cerco di essere sintetico.
La necessità, perché intervenire nelle scuole con un provvedimento che non è medico? La psicologia non è direttamente medica è area sanitaria, ma non medica, in un settore molto delicato.
Ve lo dico da medico, quando nei servizi sia ambulatoriali che ospedalieri abbiamo a che fare con persone in crisi, quando andiamo a ricostruire l’anamnesi, sempre, dico sempre, se lo facciamo con cura, notiamo che le prime manifestazioni di disagio, che non sono ancora patologia, sono nell’area scolastica, La storia clinica di una persona evidenzia che a scuola si era trovata male, aveva abbandonato gli studi, aveva avuto dei provvedimenti disciplinari, c’è sempre una prima traccia in epoca scolastica, sempre. Significa che lì si può cogliere dal punto di vista della prevenzione, quindi del percorso successivo, il primo dato, nell’infanzia, ma soprattutto sottolineo che i primi dati sono nell’adolescenza, che è un’età critica, in cui innanzitutto c’è una tempesta ormonale, un cambiamento forte dell’asse ormonale che incide sui comportamenti e su tutto il resto. C’è la crescita del corpo, quindi un aspetto biologico, il corpo cresce, c’è un adattamento diverso da un corpo piccolo ad un corpo grande e c’è una maturazione psichica. Tutte le fasi di maturazione e di cambiamento sono a rischio.
Grazie a Dio l’adolescenza in genere è una fase che viene fortemente recuperata, è una fase critica in cui tutti quanti si sono ribellati, per conquistare l’autonomia si sono contestati la famiglia, le istituzioni scolastiche, il nostro ambiente, tutto quello che ci pare.
Se questo accade mettiamo per un X%, anche basso di situazioni di disagio, che poi si struttureranno in un’area clinica, intervenire non è una cosa sbagliata.
Seconda cosa, abbiamo le circostanze. Nelle banche l’Europa ha inventato lo stress test, non c’è stato stress test più forte per il disagio giovanile che il Covid, che è stato uno stress test fortissimo, perché c’è stato l’isolamento e si sono scompensate tante persone. Tutte le persone che presentavano rischi o fragilità si sono scompensate, che è successo? Ci sono quelle che si sono chiuse in casa, quelle che hanno acquisito una fortissima dipendenza da internet o dalla televisione, quelle che hanno invertito il ciclo notte giorno, stavano tutta la notte su internet o a guardare la televisione e poi il giorno dormivano e non seguivano le lezioni a scuola. Si sono sviluppati comportamenti sia ossessivi che compulsivi, frequenti gli attacchi di panico, non in misura limitatissima come extra Covid, ma nell’arco del Covid una parte significativa della popolazione scolastica ha presentato questi aspetti. Poi c’è l’abbandono, molti non hanno più seguito le lezioni in dad, a distanza, e via di seguito.
Cosa raccontano gli insegnanti? Ho detto che faccio la telecronaca, gli insegnanti a me personalmente, ai mie collaboratori e al mio staff raccontavano due cose: prima, siamo soli. Significa che se colgono nella loro classe una o due persone con disagio hanno due scelte: cercare di emarginare i comportamenti a rischio, le situazioni a rischio, e seguire il resto della classe, oppure seguire i due o tre che presentano disagio e trascurare il resto della classe. Siamo soli, questo lo dicono i dirigenti scolastici nei casi più gravi che arrivano al dirigente scolastico, lo dicono gli insegnanti.
Quello che ha detto il Consigliere Ausili sui processi educativi è estremamente vero, nella scuola dovrebbero passare, oltre le nozioni, i processi educativi, invece noi abbiamo osservato che oggi le scuole diventano sempre più contenitori di competenza, cioè di nozioni, e sempre meno di processi educativi. Gli insegnanti sono sempre meno educatori, e questo è un dato.
Come è noto la parola educatore viene da educator, colui che conduce da una situazione di infanzia, adolescenza, ad una situazione di maturità. Questa funzione di condurre, di prendere per mano il ragazzo è sempre più assente e tutte le agenzie educative, cominciando dalle parrocchie, non esistono quasi più, le società sportive spingono soprattutto alla competizione e non all’educazione sportiva, alla disciplina ed alle regole all’interno di uno schema sportivo.
L’ho detto ieri sulla legge sul divertimento in sicurezza, c’è una vera e propria emergenza educativa, sulla quale alcuni hanno fatto anche una battaglia politica, parliamo di movimenti e non di partiti politici, per esempio Comunione e Liberazione dell’emergenza educativa ha fatto un vero e proprio manifesto di politica in senso alto, non in senso …
Questi processi educativi vengono disturbati. Quali sono i disturbi più frequenti che vediamo nelle scuole e che vengono trascurati? Quelli più frequenti sono: i disturbi alimentari, soprattutto nell’area femminile, i disturbi di adattamento, i disturbi antisociali, qui c’è una discriminazione: in un adolescente è un disturbo o un brutto comportamento? I disturbi antisociali sono: il bullismo, il cyberbullismo, oggi molto frequente in quanto la maggior parte dei ragazzi fa bullismo attraverso la rete, è noto, il disturbo da isolamento sociale, frequentissimo, il ritiro sociale legato soprattutto alla comparsa nello scenario mondiale delle nuove tecnologie. La nuova tecnologia, adesso non vorrei entrare nel dettaglio clinico, è una sorta di super io rispetto all’io del soggetto, tu stai dentro quella rete e le nuove tecnologie ti inducono a non uscire più di casa, a non avere più relazioni reali, ma virtuali.
C’è il disturbo da abuso, frequentissimo nelle scuole, di birra e di vino, “facciamo serata” è lo slogan di alcuni gruppi tra il venerdì e il sabato con ritorno il lunedì.
Su tutto questo dobbiamo essere ciechi? Secondo me non è accettabile, io l’ho detto, guardatemi come operatore del settore, non come esponente politico.
Tutti hanno ragione quando dicono che 50.000 euro sono una sorta di cip che si mette, ma siamo a fine anno, nel bilancio preventivo 2022 non potranno essere 50.000 euro, abbiamo chiesto l’anticipazione perché questa cosa è efficace se si parte dal 15 settembre, all’apertura dell’anno scolastico. Negli ultimi due mesi ci sono le vacanze di Natale, più o meno il 20 dicembre, quindi, possiamo andare grosso modo dal 20 ottobre al 20 dicembre, un microprogramma che poi si sviluppa nell’anno successivo, comunque avere una legge è la base di tutto.
Per quanto riguarda i Cic, tra l’altro l’organizzazione provinciale dell’Area vasta 2 la dirigevo io, ha mezzo milione di abitanti ed è la più grande, sono formati prevalentemente da sociologi e non da psicologi perché fanno una prevenzione generale di primo livello riguardo le classi, l’informazione, i consigli agli insegnanti, quindi, sono quest’ultimi che poi agiscono sugli alunni. I Cic hanno una loro missione che però è limitata a questo spazio qua.
I servizi è l’altro aspetto. Si è detto: ma come, non ci sono già i servizi? I servizi ci sono, assolutamente, ma sono nominali. La Consigliera Lupini, che ha lavorato a lungo nei consultori familiari e nei servizi distretti, sa che la richiesta è 100 e le risorse sono 20, circa un quinto delle casistiche si riescono a gestire in maniera così.
Vi racconto una cosa dei servizi affinché la sappiano tutti, mi dispiace che non ci sia l’Assessore Saltamartini, io ho un occhio particolarmente attento nei confronti del carcere, nel carcere di Ancona, Montacuto, che ho seguito personalmente, su 450 detenuti 150 presentano disturbi di personalità, o disturbi da abuso, o disturbi psichiatrici veri e propri. Per legge ci devono andare, perché i reati collegati all’abuso sono tantissimi, i medici del Sert coadiuvati dai medici della psichiatria, sapete quante volte va nel nostro carcere un medico psichiatra del Dipartimento salute mentale? 2 volte al mese, i detenuti sono 450 e 150 quelli a rischio. La stessa cosa è nelle scuole. Se non fossi io che sono particolarmente strano, uso questo termine, anche nelle scuole dell’area, che ho diretto io, ho imposto di andare e tranne due o tre dirigenti scolastici che si sono opposti, tutti con entusiasmo hanno accettato la presenza dei sociologi e psicologi del Sert, ma ci vanno 4 ore a settimana, questo è il punto. Niente, se non facciamo un servizio dedicato non arriveremo mai.
Mi fermo qui, credo di aver spiegato abbondantemente le motivazioni per cui questa proposta di legge che diventerà legge, pur limitata … Se uno chiedesse: “Avete fatto una cosa perfetta?” No, assolutamente, ma pur limitata è l’inizio di una storia e poi chi amministra dovrà mettere risorse, personale e migliorare tutto il resto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Velocemente su questa proposta di legge che è stata molto discussa in Commissione sanità e che all’inizio mi ha visto un po’ perplesso, anche alla luce dei servizi di psicologia, rispetto alla presenza di sociologi e psicologi già all’interno degli istituti scolastici, che insieme agli insegnanti danno un supporto psicologico abbastanza importante in alcuni istituti, infatti mi è stato riferito da tanti insegnanti che nelle loro scuole questo servizio di psicologia scolastica già si fa.
Ragionando poi all’interno della Commissione, ho pensato che un servizio specifico ancora più pertinente, più competente e più presente, riuscendo a coprire più scuole in tutta la nostra regione, avrebbe avuto la sua rilevanza, tanto è vero che questa proposta di legge sulla psicologia scolastica è presente in almeno tre Regioni in Italia, mi pare, se non vado errato, in Abruzzo, Puglia e Friuli Venezia Giulia.
Quindi, anch’io ho maturato l’idea dell’importanza di questa legge e per questo voglio ringraziare il primo firmatario Consigliere Ausili, che si è impegnato molto e che ha dato parecchio affinché questa legge fosse discussa e ragionata in Commissione, la Presidente Consigliera Leonardi e la Vicepresidente Consigliera Lupini, che è psicologa e ci ha potuto dire tante cose insieme al Consigliere Ciccioli che su questi temi ci dona sempre tanta competenza.
Dopodiché aggiungo che il bisogno della psicologia e dello psicologo in termini scolastici, oltre che sul disagio giovanile, lo vedo anche nei confronti non solo degli insegnanti, ma soprattutto della genitorialità perché molto spesso il disagio giovanile è secondario alla crisi della famiglia e alla crisi educativa della genitorialità. Questo ci tengo a dirlo, parliamo sempre di ragazzi, del bisogno e del supporto psicologico dei ragazzi, è vero, ma molto spesso hanno dietro un supporto educativo non così forte dei genitori e della famiglia e quelli più fragili vanno incontro al disagio giovanile con più facilità. Giustamente mi è stato detto, da chi ha vissuto anche l’associazionismo, che non si può pretendere che i nostri giovani siano supportati psicologicamente ed educati dall’allenatore della squadra di calcio, dalla parrocchia, dall’associazione di volontariato e dagli insegnanti all’interno delle scuole. La formazione della struttura dell’anima di ogni ragazzo è legata molto anche all’imprinting educativo dei genitori e della famiglia, quindi, credo che questa legge oltre che aiutare in maniera diretta i ragazzi, serva per aiutarli in maniera indiretta, aiutando la genitorialità che vedo in questo momento storico profondamente in crisi.
Il gruppo della Lega è d’accordo nel sostenere questa legge, per tutte le implicazioni che ho detto, speriamo in futuro di metterci più risorse perché i progetti per diventare capillari in tutta la regione hanno bisogno di più risorse.
Condivido il pensiero degli altri Consiglieri che hanno detto queste cose, siamo a favore, andiamo avanti e speriamo che la ricaduta pratica di questa legge nel nostro territorio abbia una sua cogenza. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Buongiorno, saluto lei, saluto il Presidente Acquaroli, la Giunta e i colleghi.
Intervengo come componente della IV Commissione nella quale, devo riconoscere, è stato fatto un lavoro importante, con la Presidente nonché relatrice di maggioranza, con il primo firmatario Consigliere Ausili, che è stato sempre presente, e con la relatrice di minoranza Consigliera Lupini.
Un lavoro importante, di approfondimento, di coinvolgimento, con audizioni. Sono state indubbiamente colte delle necessità, dobbiamo dirlo in maniera molto chiara, prima il Consigliere Ausili ha detto perché non l’avete fatta prima, lo spartiacque del Covid è un elemento determinante perché il mondo, anche quello della scuola, è totalmente mutato. Parlo all’insegnante, al professore Consigliere Ausili, nessuno mai avrebbe pensato di entrare con la dad e trovarsi isolato per due anni perché questo è quello che di fatto è successo.
Una fragilità della società, come abbiamo ricordato - sapete, non ripeto mai quello che ci diciamo in sedi diverse - che poi si riverbera nella famiglia, che ricade nella scuola e poi ritorna all’esterno. E’ ovvio che si ha bisogno di sostegni, di puntelli, i momenti acuiti dal Covid devono trovare per forza un momento di riflessione e di approfondimento diverso. Tutti si devono mettere in discussione, lo deve fare il Miur, i rappresentanti regionali del Miur, lo deve fare la scuola nella sua autonomia, capendo che quel modello che avevamo non può essere oggi ripetuto.
Dico che la legge che viene proposta in questa assise ha indubbiamente uno spirito ed un obiettivo importantissimi, dico pure che è stato fatto un grande lavoro, ritengo che quegli elementi che abbiamo sottolineato già in Commissione siano da prendere in considerazione.
Chiedo al primo firmatario e alla Presidente di valutare con attenzione gli emendamenti che abbiamo presentato perché da una parte forse chiariscono qualche passaggio o magari l’emendamento offre l’occasione per chiarire l’impostazione, forse qualche termine non adeguato può essere recuperato. Dall’altra, se vogliamo dare un valore a questa proposta di legge, lo dico al primo firmatario - questo è stato il tema che abbiamo rimarcato in ogni passaggio, in una situazione così evidente, di cui tutti siamo consapevoli a parti diverse ed anche a competenze diverse - non può partire come modello sperimentale. Quindi, un impegno vero ve lo chiediamo e ha ragione il Consigliere Ausili quando dice di riconoscere la necessità ed anche l’opportunità della norma, però bisogna metterci le risorse, come ha detto il Consigliere Carancini, che pongono, a fronte di una scelta, una copertura finanziaria adeguata, sennò diventa solo testimonianza. Tutto vorremmo meno che, vista quella fragilità, non venisse messa in campo un’operazione che va a rispondere a quel tipo di bisogno, ma se diventa sperimentale non risponde al bisogno. Noi invece dobbiamo fare un’operazione importante, che riguarda l’intero territorio marchigiano, l’intero comparto scolastico di questa regione. Non ci possiamo permettere in un sistema intaccato e indebolito di creare situazioni supportate e abbandonate, non ce lo possiamo permettere e l’abbiamo detto.
Capisco che le risorse sono 50.000 euro ed il Consigliere Ciccioli da professionista ha fatto il calcolo di quanti progetti si potrebbero attivare, ma non possiamo pensare di farli in 10 istituti, non possiamo pensare di farli in 10 città oppure in una città e 10 istituti, quindi, lo sforzo che dobbiamo mettere in campo è indubbiamente quello. L’accelerazione che c’è stata - noi abbiamo stigmatizzato l’elemento delle risorse, si sarebbe potuto migliorare o trovare maggiori risorse - è relativa alla sincronizzazione con il prossimo anno scolastico, però sappiamo che questo non sarà, perché i Pof vengono approvati i primi di settembre ed oggettivamente non ci sono le condizioni.
Vi chiedo di valutare questo percorso, legato soprattutto al reperimento delle risorse perché i progetti devono essere radicati, diffusi e contaminanti nel territorio regionale.
Per il resto vi chiediamo di valutare gli emendamenti che il gruppo del Partito Democratico sottopone al giudizio dell’Aula perché …, meglio ancora, se ci sono chiarimenti da portare rispetto alle valutazioni che abbiamo messo in campo in modo da poter arrivare ad una proposta più efficace, maggiormente aderente alle necessità delle nostre nuove generazioni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Latini.
Giorgia LATINI. Grazie, Presidente. Intervengo adesso perché è una proposta di legge importante per le scuole, per i nostri ragazzi e sono contenta che sia stata accolta da tutte le forze politiche in maniera positiva, anche se ci sono ovviamente delle valutazioni migliorative che sono state fatte sulla forma. Quello che si può migliorare si migliora.
E’ una proposta di legge che si incardina nell’ambito del protocollo che è stato sottoscritto tra il Ministero della pubblica istruzione e il Consiglio dell’ordine degli psicologi, quindi seguiamo questa disposizione che a livello nazionale ha già portato a dei risultati importanti.
Il protocollo nazionale ha degli obiettivi ben specifici, che sono quelli di:
- fornire un supporto psicologico su tutto il territorio al personale scolastico, agli studenti ed anche alle famiglie per rispondere ai traumi ed ai disagi derivanti dall’emergenza che ci ha toccato e che ancora purtroppo prosegue;
- mirare ad avviare un sistema di assistenza e supporto per prevenire anche forme di disagio e malessere psicofisico tra gli studenti, che sappiamo essere stati presenti anche prima della pandemia, l’ha ricordato qualche Consigliere, i vari disagi adolescenziali che conosciamo. Diciamo che questa misura non deve essere prevista solamente in capo all’emergenza, ma per tutelare, per prevenire i disagi giovanili che sappiamo essere presenti, dall’uso delle sostanze stupefacenti al discorso del bullismo.
Penso che delle figure possono sostenere i nostri ragazzi, gli insegnanti e soprattutto le famiglie perché anche le famiglie stanno attraversano delle situazioni di criticità, soprattutto dopo questa pandemia. Ritengo che sia un intervento necessario.
Vorrei sottoporre all’Aula alcuni dati di una ricerca che è stata fatta recentemente, ad esempio nel 25% dei casi la principale fonte di stress deriva e scaturisce proprio dall’emergenza pandemica e tra la fascia dei ragazzi tra i 13 e i 26 anni circa la metà si dichiara di essere ottimista per il futuro. Il lockdown ha comportato di non pensare al futuro in maniera positiva e l’uso prolungato della tecnologia unito al distanziamento sociale sono dei fattori che danneggiano tanto i giovani, le nuove generazioni. Quindi, dobbiamo tenere sempre di più in forte considerazione il fatto che queste figure siano fondamentali per sostenere i nostri ragazzi.
Il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi rileva che almeno un italiano su due sente di avere bisogno di un supporto psicologico per affrontare stati depressivi, ansie, preoccupazioni, difficoltà nel riprendere la propria attività quotidiana. Questi sono dei dati allarmanti, parliamo di un italiano su due, significa che la pandemia ed il lockdown hanno danneggiato seriamente la nostra società da un punto di vista psicologico.
Vorrei anche sottoporvi dei dati ministeriali positivi e incoraggianti, che dicono che oltre il 69% delle istituzioni scolastiche hanno attivato il servizio di supporto psicologico, quindi su 5662 istituzioni 3178 l’hanno attivato ex novo. Ritengo che siano dei risultati molto incoraggianti e penso che le Regioni attraverso queste leggi possano portare un contributo positivo, soprattutto creare una sorta di accelerazione importante per sostenere le famiglie, per gestire il benessere psicologico nell’ambito scolastico.
Voglio ringraziare tutti i Consiglieri che hanno sostenuto questa proposta di legge, la Presidente, il primo firmatario, tutti i gruppi che hanno dato il loro contributo per migliorarla.
Questo è un primo passo importantissimo e la Giunta prenderà in considerazione anche il sostegno economico di questa legge per far sì che sia diffusa nell’ambito del nostro territorio regionale.
Vi ringrazio nuovamente e vi lascio al proseguimento dei lavori.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Intervengo per fare alcune osservazioni rispetto al dibattito che abbiamo fatto in Commissione e alle perplessità che abbiamo avuto. Ne ha dato atto il Consigliere Ciccioli.
Voglio evidenziare che in IV Commissione cerchiamo di fare una discussione la più possibile scevra da posizioni di parte, cercando di sviscerare i problemi in un’ottica di interesse pubblico, in maniera costruttiva.
Anch’io avevo delle perplessità e nel corso delle audizioni sono emerse le preoccupazioni del mondo della scuola o addirittura dei Cic su possibili sovrapposizioni. In questo senso si è detto chiaramente, ed è stato ribadito nel corso del dibattito, che questo servizio è sperimentale e la sua istituzione, è fin troppo evidente, può essere un elemento di aiuto in un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo. La pandemia ha certamente aggravato una situazione di crisi di tutte le agenzie formative, anche della famiglia. Quindi, non può che essere utile un servizio che va a sostegno del mondo della scuola nel senso più ampio del termine.
Ci è stato detto a rassicurazione delle preoccupazioni che questo servizio dovrebbe integrare un po’ le realtà che sono prive di una attività di sostegno psicologico, in questo senso non può che andare a completare un quadro variegato del territorio, andando a coprire delle carenze che a tutt’oggi esistono, senza la volontà di imporre a nessuno nulla, in un’ottica costruttiva all’interno del mondo della scuola e non come imposizione che può creare più divisioni che elementi di aiuto.
Mi sembra di aver visto un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle sulla tanto annosa questione della copertura delle figure psicologiche nelle varie realtà, in tutti i luoghi. Nelle Umee e in tuti i servizi è un tema che è stato più volte dibattuto e sul quale abbiamo volte insistito. Ora è assente l’Assessore, ma credo che nel corso del dibattito anche dell’ordine del giorno collegato alla legge per certi versi devo sollevare la questione per chi vuole non solo con la bacchetta magica dire …, e su questo magari l’Assessore ci porterà degli elementi di maggiore chiarezza, lo ha già fatto in molte occasioni, anche in dibattiti sulla sanità, abbiamo quel benedetto tetto di spesa che è un problema per i servizi sanitari in generale ed io mi auguro che questo Governo nel post pandemia e tutti quanti insieme possiamo incidere su un elemento che è un grosso limite per la nostra regione, anche perché sarebbe veramente amaro e triste dover dire se assumiamo gli psicologi non possiamo prendere i medici o viceversa.
Mi auguro che potremo essere uniti anche a livello nazionale affinché il limite del fabbisogno del personale non costituisca un impedimento per integrare dei servizi dei quali tutti riconosciamo la necessità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Sarò velocissimo, solo per precisare che da parte nostra non c’è stata alcuna posizione di parte, nessuna bandierina che dovremmo ammainare. I contributi dei colleghi che sono intervenuti sono stati costruttivi nell’ottica dell’importanza del tema. Lo ripeto anch’io, un tema importante, apprezzabile anche l’intento di prevedere una proposta di legge su questo argomento per la rilevanza della questione. Su questo abbiamo chiesto e ripetuto anche in Aula che fossero previste più risorse. Prendiamo atto dell’impegno che è stato assunto dalla maggioranza, ovviamente vedremo se sarà rispettato. Proprio per l’importanza del tema, soprattutto in questo periodo, personalmente anche in campagna elettorale avevo manifestato l’intenzione di presentare una proposta di legge su questo argomento, ecco perché ritengo apprezzabile l’intento, anche se l’avrei fatta in maniera diversa.
Aggiungo a tutte le cose che hanno detto i miei colleghi, che condivido, solo un aspetto. Mi sembra che manchi una logica di sistema, è tutto molto frammentato, è stato inserito in seconda battuta il coinvolgimento dell’Asur, in parte quello della scuola, sono state inserite con l’emendamento della Commissione, che andremo a discutere, anche delle professionalità con cui si dovrebbe collaborare. La domanda è: chi le paga?
Manca completamente un tassello che è quello del sociale, non è previsto nulla sul coinvolgimento del servizio politiche sociali della Regione, come non è previsto nulla per quanto riguarda i rapporti con gli ambiti sociali, che credo siano un elemento importantissimo in questo quadro generale, così come non è previsto nulla nel rapporto con un’altra legge importante, che impatta fortemente sul tessuto giovanile, approvata nella scorsa legislatura all’unanimità, sulla lotta contro il cyberbullismo e il bullismo, la legge 32/2017. Credo che una relazione con questa normativa sarebbe stata necessaria prevederla.
Nel complesso, ripeto, credo che sia carente una logica di sistema che invece avrebbe migliorato in modo molto marcato questa proposta di legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Dopo l’intervento del Consigliere Serfilippi, vorrei richiedere, ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno, il rinvio dell’atto in Commissione.
PRESIDENTE. Allora, ascoltiamo l’intervento del Consigliere Serfilippi, va bene? Altrimenti lei è libero di fare la richiesta anche adesso, non c’è bisogno di farla al termine della discussione, l’importante è che si faccia nell’arco del dibattito.
La prego di formalizzarla.
Fabrizio CESETTI. Presidente, pur ribadendo il giudizio positivo sulle finalità che si prefigge l’intervento legislativo, anche a nome dei Consiglieri Carancini e Mastrovincenzo chiedo il rinvio dell’atto in Commissione, ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno.
PRESIDENTE. Bene, a nome dei Consiglieri Cesetti, Carancini e Mastrovincenzo, si sottopone all’Aula la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge.
A questo punto, come abbiamo fatto all’inizio della seduta, un intervento a favore e uno contro sulla richiesta avanzata dai tre Consiglieri.
Ha la parola il Consigliere Cesetti, oratore a favore.
Fabrizio CESETTI. Ribadiamo il giudizio positivo sulle finalità che si prefigge l’intervento legislativo, che per essere pienamente efficace deve essere messo al riparo da possibili impugnative e/o vuoti applicativi. Invero, la Costituzione ripartisce le competenze legislative nel campo dell’istruzione determinando un complesso intrecciarsi di fonti diverse, una prima tipologia di interventi spetta allo Stato e riguarda la definizione delle norme generali sull’istruzione, articolo 117, comma 2, lettera n), dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, e articolo 117, comma 2, lettera m) e dei principi fondamentali in materia concorrente.
La riserva statale in questi campi fa da contraltare al notevole rafforzamento delle autonomie territoriali e funzionali e si fonda sull’esigenza di garantire su tutto il territorio nazionale l’uniforme soddisfacimento del diritto costituzionale all’istruzione.
La potestà regionale assume una diversa conformazione potendo risolversi nell’esercizio della competenza concorrente in materia di istruzione salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il primo dato da considerare è che l’autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche è oggi presidiata da una esplicita garanzia costituzionale come esito di quell’evoluzione legislativa che ha portato a riorganizzare il sistema scolastico proprio intorno al baricentro dell’autonomia.
Dalla costituzionalizzazione del principio dell’autonomia scolastica si traggono una serie di importanti corollari, innanzitutto la centralità delle scuole nell’organizzazione e nella gestione del servizio pubblico dell’istruzione – il titolo e le finalità di questa legge rientrano a pieno titolo qui - conseguentemente il riconoscimento di un rilevante spazio di autogoverno delle istituzioni scolastiche di cui lo Stato e le Regioni devono prendere atto e rispetto al quale sono tenuti a calibrare i propri interventi legislativi, cioè l’intervento legislativo regionale deve essere coerente e compatibile con l’autonomia e la riserva dello Stato in così fatta materia e con l’autonomia funzionale di cui all’articolo 117 della Costituzione per le autorità scolastiche, che non può essere in alcun modo invasa.
Ribadiamo il giudizio positivo sulle finalità che la legge si prefigge, ma l’intervento legislativo deve essere messo a riparo da possibili impugnative e/o vuoti applicativi, quindi, appare quanto meno opportuno, se non necessario, acquisire il parere del Comitato tecnico per la legislazione. Torniamo in Commissione, acquisiamo il parere del Comitato tecnico per la legislazione, eventualmente apportiamo qualche correzione rispetto alle quali ho presentato pure degli emendamenti che possono dare una mano e poi torniamo in Aula. Per quel che mi riguarda una volta depurato da questi profili di possibili illegittimità costituzionali non ho nessuna difficoltà a votare a favore di questo atto, però è evidente che ho qualche perplessità a votare una proposta di legge, poi potrò farlo se ci saranno delle correzioni, che va ad invadere l’autonomia funzionale delle autorità scolastiche, che è prevista esplicitamente dalla Carta costituzionale.
Non faccio il costituzionalista, ma in qualità di legislatore so bene che il primo dovere è quello di rispettare il dettato costituzionale. Per questo parlo, non ho mai ambito a fare il docente universitario, però come legislatore ho l’obbligo di rispettare il dettato costituzionale, me lo impone l’articolo 127 della Costituzione.
Qualora con un atto invadiamo la competenza riservata ad altri questo può essere impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale, tutto qui.
Questa è la motivazione, per cui chiedo il rinvio dell’atto in Commissione.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi, oratrice contro.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Respingiamo la richiesta di rinvio in Commissione e voglio fare anche per contezza del lavoro che è stato fatto, anche grazie al supporto dei tecnici della Regione rispetto ai profili di legittimità.
La riprova sta non solo del richiamato protocollo d’intesa fra il Ministero e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi che ha istituito nel 2020, l’anno scorso, un protocollo similare a quello che stiamo approntando oggi all’interno della Regione, ma anche dal fatto, l’ha citato anche qualche Consigliere del suo gruppo, che altre Regioni hanno già legiferato in questo senso e non ci risulta che leggi analoghe abbiano subito una impugnativa da parte del Governo.
Respingiamo, pertanto, la proposta perché ribadiamo le motivazioni di urgenza rispetto a un provvedimento che deve vedere la luce il prima possibile per andare a implementare quella risposta che, attraverso il protocollo del Ministero, attraverso i Cic, si sta parzialmente cercando di dare all’interno del nostro mondo scolastico, senza nessuna prevaricazione di competenza, senza nessuna imposizione da parte della Regione verso l’autonomia del mondo della scuola, ma solo attraverso una collaborazione fra funzioni e competenze diverse, come sono quelle che svolgono i docenti, il personale Ata e i dirigenti scolastici e quello che può svolgere una figura professionale come quella dello psicologo. Grazie.
PRESIDENTE. Rinvio in Commissione della proposta di legge n. 40, a nome dei Consiglieri Cesetti, Carancini e Mastrovincenzo. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Non volevo intervenire anche perché non faccio parte della Commissione, però i Consiglieri Menghi e Cancellieri mi hanno stimolato e condivido completamente i loro interventi. Mi hanno anche convinto a votare a favore di questa legge perché il problema nelle scuole è importante e come Regione possiamo intervenire, attivando un servizio di psicologia scolastica insieme agli altri attori scritti nella legge (Asur, Ufficio scolastico regionale, rappresentanti degli studenti) cercando di coinvolgere più persone possibili per far si che già dal prossimo anno scolastico si riesca ad inserire la figura dello psicologo all’interno delle scuole. Un supporto maggiore per tutti coloro che ruotano nell’ambito della scuola, che è stato duramente colpito in questo ultimo anno e mezzo dall’emergenza Covid, quindi le famiglie, gli insegnanti, tutte le istituzioni scolastiche ed anche il personale Ata, che comunque hanno bisogno di un supporto.
Se come Regione possiamo preparare, intavolare un progetto pilota, come è citato nella legge nelle norme transitorie, un progetto sperimentale è una cosa utile e buona, quindi superare le perplessità a livello costituzionale, come è stato anche citato nella relazione allegata alla delibera.
Ci tengo a ringraziare il primo firmatario Consigliere Ausili e la Presidente della Commissione Consigliera Leonardi e l’Assessore Latini, che hanno condiviso questo progetto e tutta la Commissione che ha lavorato in maniera importante su questo argomento.
Ringrazio anche la relatrice di minoranza Consigliera Lupini che è sul pezzo, lo vive in prima persona da professionista qual è.
Mi auguro che riusciremo a implementare il budget messo a disposizione perché 50.000 euro per tutte le Marche sono pochi, però intanto partiamo e poi vedremo di migliorare il tiro strada facendo, questo mi viene da dire.
Ben venga questa nuova legge che riguarda gli psicologi e ringrazio anche l’ordine degli psicologi delle Marche per il contributo fattivo che ha dato per l’approvazione di questa legge. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sarò velocissima perché i contributi numerosi che già ci sono stati penso che siano in larga parte condivisibili, l’intervento della Consigliera Lupini ed anche quello della Presidente della Commissione. Ho apprezzato particolarmente quanto detto dal Consigliere Ciccioli che ha focalizzato, e lo so bene da insegnante, le problematiche che quotidianamente viviamo all’interno delle classi.
Noi salutiamo con favore questa proposta di legge, sapete qual è la nostra biografia e la nostra professione, non ci sentiamo di fare altro, certo è perfettibile, vedremo di sistemarla insieme se possibile nel prossimo futuro, soprattutto staremo molto attente al fatto che vengano stanziate nella prossima manovra di bilancio le risorse necessarie per renderla efficace e operativa.
Come insegnante potrei raccontarvi tante questioni ed episodi, evito di farlo perché la sensibilità che avete dimostrato dimostra che non ce n’è bisogno, io ho la fortuna di aver lavorato in diverse scuole in cui - pur se pagato dalle scuole stesse, questo non è possibile in tutti gli istituti, solo in quelli dove ci sono più iscritti e dove la scuola ha più fondi - il supporto psicologico anche se insufficiente già c’è e vi assicuro che è indispensabile, soprattutto per la prevenzione ed è importante che sia istituito come supporto per le famiglie ed anche per i docenti. Quindi, il nostro voto sarà favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 1 dell’articolo 1 è sostituito dal seguente: ‘La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Dicevo alla Consigliera Leonardi che ho sostituito il comma 1 perché, oltre che, dal mio punto di vista, essere scritto meglio in italiano, chiarisce quello che si fa: La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola, così facendo, oltre ad essere secondo me scritto meglio, evitiamo di invadere quelle competenze di cui dicevo prima. Se invece è configurato come l’insieme coerente di attività psicologiche integrate e coordinate tra loro relative a tematiche problematiche proprie del mondo della scuola, allora c’entrano anche le tossicodipendenze e tutte quelle altre materie dove c’è la funzione dello Stato e l’autonomia funzionale dell’autorità scolastica. Come l’ho scritto io limita, dice che il servizio di psicologia scolastica … D’altra parte è questo che noi vogliamo, tra l’altro è il titolo della legge, in cui c’è scritto, l’avete scritto voi, istituzione del servizio di psicologia scolastica. Che cosa scrivo nell’articolato? L’articolo 1 non può ampliare surrettiziamente il testo della legge, dico semplicemente che la Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica - è scritto qui - per l’esercizio di attività psicologiche nel mondo della scuola. L’avevate scritto voi, vi ho fatto la cortesia di trasferirlo nel testo, che per come era scritto, l’aspetto dell’italiano e della tecnica legislativa, non si capiva, poi voi mi direte che i tecnici regionali vi hanno detto … Direbbe Sgarbi che l’articolo 1 sotto il profilo della tecnica legislativa è stato scritto da una capra, è scritto male, va scritto come ho detto, è riportato nel titolo della legge e non invade la competenza di altri.
Mi scaldo perché vorrei votare a favore di questo provvedimento, non lo voglio bloccare, allora vi prego di ragionare perché io non ho fatto altro che scrivere il titolo della legge nell’articolo 1. Converrete con me che deve essere trasportato nell’articolo 1, non può andare in contraddizione e l’articolo 1 non può ampliare surrettiziamente il titolo e la finalità della legge, voluntas legis.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. La modifica che propone, per la quale dichiariamo il non accoglimento, non cambia la sostanza. E’ una riscrittura che accorcia i termini, però non c’è una surrettizia volontà di ampliamento, c’è una stesura diversa e più completa, secondo noi, dell’articolo 1, che però rimane nella sostanza quella del titolo e anche quella che lei vorrebbe modificare.
La sua proposta non è in contrasto, ma reputiamo che così come è scritta sia più completa e più esaustiva della sola indicazione che riporta il titolo. Per questo motivo respingiamo l’emendamento, non perché lei dica una cosa diversa.
Cercherò di spiegare tutti gli approfondimenti sugli emendamenti che ci porteranno a bocciare ed eventualmente ad approvare quello che reputeremo consono come apporto.
Comprendo che non avendo avuto l’opportunità di partecipare ai lavori della Commissione, non sa che molti temi sono stati anche approfonditi in quella sede e magari il ragionamento lo avremmo potuto già farlo, ma riteniamo che questo emendamento non cambi, ma restringa. Reputiamo più corretta una formulazione più ampia dello stesso comma. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Cercando di convincere i presentatori della legge sulle buone ragioni che porta questo emendamento.
Ribadisco quello che ripeto da tempo sulle attenzioni che dobbiamo avere come legislatori nella scrittura delle norme che ovviamente ricadono sul significato.
La Regione istituisce il servizio di psicologia scolastica configurato, si scrive nel testo, come l’insieme coerente di attività psicologiche. Se vogliamo entrare nel significato: servizio di psicologia coerente con le attività psicologiche - non si sa di cosa si parli - integrate e coordinate tra loro - credo che il tema della psicologia sia uno - relative a tematiche e problematiche proprie del mondo della scuola, a me pare da questo punto di vista sovrabbondante ed ambiguo.
Sintetizzarlo per quella che è la proposta di legge mi sembra una proposta equilibrata, per questo voterò l’emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Consigliera Leonardi, per fortuna che non sono venuto in Commissione perché questo mi consente, converrà con me, un giudizio freddo, come deve avere il legislatore.
Io qui sono un legislatore e il giudizio freddo mi evidenzia, non ho doti particolari se non quella dell’attenzione, il titolo della legge e conseguentemente lo trasferisco lì. Invece tutte quelle cose le può scrivere uno psicologo, io ho una nipote a cui voglio tanto bene che è una bravissima psicologa, quello lo può scrivere uno psicologo, ma la legge … Uno dei migliori testi legislativi è il codice penale scritto da Rocco, prima che arrivassero i grillini perché poi è arrivato il loro Ministro alla giustizia e gli articoli che erano di dieci parole e massimo tre righe sono diventati dei poemi perché per giustificare la forca occorre metterci un po’ di filosofia e di psicologia dentro. Non le possiamo trasferire qui, insisto, perché il comma 1 dell’articolo 1 va scritto come lo abbiamo scritto noi nell’emendamento, va scritto così, si vede ictu oculi. Insistiamo.
PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 1/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 2 dell’articolo 1 le parole ‘fatte salve le rispettive competenze provvedendo, nel caso si presenti la necessità di effettuare invii ai sevizi pubblici competenti’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ho detto prima alla Presidente Leonardi che la voglio ringraziare sia per l’impegno che ci mette nell’attività che fa, sia per la disponibilità a dialogare, un po’ meno per la capacità di ascolto perché non ascolta, però che ci posso fare? Presidente, avevo dato la mia disponibilità alla Consigliera Leonardi a ritirare questo emendamento se fosse stato accolto l’altro che delineava bene il campo delle competenze, che era appunto il servizio di psicologia scolastico. Oggi deve restare, perchè la soppressione? Che significa “il servizio di psicologia scolastica opera in coordinamento e collegamento con altri protocolli e progetti attivi, con gli interventi degli altri professionisti e dei Cic previsti dpr - perché a riserva di competenza statale – fatte salve le rispettive competenze - ci mancherebbe altro! - provvedendo nel caso si presenti la necessità ad effettuare invii ai servizi pubblici competenti? A parte che anche questo è scritto male perché tu non puoi dire quello che deve fare, quasi che il dettato normativo prenda per mano lo psicologo, no, la legge deve dire quello che si può e non si può fare, deve essere secca nella sua impostazione.
Credo che questo vada tolto perché, ripeto, è l’invasione di competenze altrui. Non so cosa vi ha detto il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, però io sarei saltato sulla sedia, quindi insisto su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Purtroppo non sono veloce come Marcel Jacobs perché nell’ultima mezz’ora ho corso dietro all’ex Assessore Cesetti per parlare degli emendamenti e siamo riusciti solo a farne una metà.
Ho spiegato e spiegherò le motivazioni della bocciatura di questo emendamento perché, come ho detto nella spiegazione, nella scuola ci sono già alcuni servizi, che solo alcune scuole hanno attivato, come i Cic che sono legati alle dipendenze, oppure il protocollo stipulato fra il Ministero e l’Ordine degli psicologi, a cui alcune scuole hanno aderito ed hanno questo supporto psicologico.
L’esigenza di mettere un coordinamento è necessaria, fatte salve le rispettive competenze perché noi potremmo trovarci in un istituto che al suo interno ospita più di un progetto, è ovvio che l’auspicio è che la gran parte degli istituti che non ha né il Cic né il protocollo ministeriale possa attingere ed avere un suo supporto psicologico, ma se si dovesse andare nello stesso istituto ed avere queste realtà che operano un coordinamento sarebbe necessario.
L’ultima parte, devo dire che mi stupisce la richiesta di annullarla perché “provvedendo, nel caso si presenti la necessità, ad effettuare in via i servizi pubblici competenti” è quella clausola che ribadisce il ruolo e l’importanza del servizio sanitario regionale con la presa in carico, qualora ci siano delle cure che evidentemente non vengono fatte all’interno dell’istituto scolastico. Spazza via anche quel dubbio che qualcuno dalla minoranza ha ventilato, che si voglia dare una corsia preferenziale al privato, qui noi mettiamo nero su bianco il ruolo della presa in carico fuori dalla scuola da parte del pubblico, toglierla secondo noi stravolge completamente il significato di questa legge, per questo reputiamo che l’emendamento non possa essere accolto.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Presidente Leonardi, non è così perché i Cic vengono previsti con decreto del Presidente della Repubblica, il testo unico delle leggi in materia di sostanze stupefacenti. E’ una materia di cui si occupano i Cic, riservata alla competenza dello Stato ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, secondo comma lettera m) sub voce livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Quindi, c’è una riserva statale e questa competenza non può essere invasa, né sostituita da altri, questo è il tema che io pongo. Per questo lo voglio togliere, nient’altro, e questa mi sembra una ovvietà.
Ripeto, vorrei votare a favore di questa legge, però se continuate così mi è difficile perché oggettivamente questo è. Che significa poi invia, su che? Ci arriveremo più tardi, faccio un esempio banale, lo dico adesso per rifletterci, gli psicologi che fanno parte di questo servizio sono pubblici ufficiali o no? Questo è il tema, perché il dipendente dell’ufficio prevenzione dell’Asur che va lì ha la qualifica di pubblico ufficiale, qualcun altro può essere incaricato di un pubblico servizio, ma questo che va lì che competenza ha? E’ un pubblico ufficiale o deve rispondere limitatamente al codice deontologico? Se è un pubblico ufficiale ha l’obbligo di riferire alle autorità ai sensi del codice di procedura penale, se è pubblico ufficiale e viene a conoscenza di una notitia criminis deve relazionare alle autorità, se non è un pubblico ufficiale non lo deve fare, perché se io cittadino …, anzi, c’è di più - e mi viene adesso perché io ho il dono dell’istinto – collide. Da una parte se è pubblico ufficiale deve fare rapporto alle autorità, ma se è uno psicologo ha il segreto professionale. Come si coniugano queste due contrapposte situazioni? Da un lato l’obbligo di riferire e dall’altro il segreto professionale. E’ come se noi dicessimo al prete di fronte ad uno che si va a confessare che deve fare la denuncia alle autorità se confessa di aver tradito la moglie. Sono ovvietà, ma noi siamo legislatori, non stiamo scrivendo un regolamento condominiale.
PRESIDENTE. Emendamento 1/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 1/3 a firma della IV Commissione: “Dopo il comma 4 aggiungere il seguente: 4 bis. Lo psicologo scolastico, allo lo scopo di svolgere il progetto di psicologia scolastica affidatagli, può attivare rapporti di collaborazione con pedagogisti, logopedisti, neuropsicomotricisti, nutrizionisti o altre figure professionali”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Questa è la riprova che il percorso di questo testo è stato lungo, ampiamente discusso, condiviso con tutti i Consiglieri di qualsiasi parte politica.
Questo preciso emendamento sorge dalle sollecitazioni che sono venute anche in maniera molto comprensibile e condivisibile dal Consigliere Pasqui, che hanno trovato accoglimento con questa formulazione che ci vede tutti d’accordo.
Come dicevamo prima la centralità nella scuola ce l’ha l’alunno, che beneficia del concorso delle varie competenze professionali che possono concorrere all’interno di una scuola per il raggiungimento del miglior livello di sviluppo. Pensiamo che con questo emendamento la proposta si vada ad arricchire.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Voterò favorevolmente questo emendamento, però, Consigliere Ausili, non ci faccia credere cose che non stanno in piedi.
La sollecitazione del Consigliere Pasqui è avvenuta in Commissione e ve ne siete un po’ infischiati, giustamente in Aula l’eventuale defezione di un Consigliere di maggioranza …, e avete fatto bene.
Il vero problema però, che rafforza le argomentazioni che sono state usate, attiene al finanziamento, voi mantenete il finanziamento di 50.000 euro che riguarderà una percentuale banale rispetto al 45% delle scuole che oggi sono investite di questo servizio ed in realtà riducete ancora di più la possibilità di efficacia dei progetti perché nell’ambito di un progetto sull’attività psicologica, lo psicologo, come voi puntualmente prevedete, può chiamare il logopedista, il neuropsicomotricista o il nutrizionista o altre figure professionali. Voi in realtà spezzettate, riducete, balcanizzate un servizio che ha a disposizione 50.000 euro.
Se non si comprende questo o si finge di approvare una legge che non avrà efficacia, lo dico al Consigliere Ciccioli che prima ha motivato questi 50.000 euro dicendo che siamo ad agosto, a settembre cominciano le scuole, per tre mesi …, ma si dà il caso che la scuola cominci a settembre e finisca a giugno. Questo cosa vorrà dire? Che i 50.000 euro saranno interrotti l’1 gennaio 2022 perché i progetti devono avere un respiro più ampio
Dico e ribadisco i concetti espressi nell’intervento, la finalità è buona, ma non avete il coraggio di fare una scelta su questa proposta di legge, semplicemente questo, non avete il coraggio di stornare, peraltro avete anche i parametri perché voi sapete quanto costa il 45% dell’investimento sul Cic, avete anche la possibilità di misurare esattamente le risorse necessarie da investire in un anno.
La cosa seria sarebbe stata dire intendiamo coprire l’altra metà del mondo rispetto al quale siamo scoperti, la rendiamo identica per tutte le scuole, in maniera diffusa. Fra un anno faremo il punto e cercheremo di capire se questo sarebbe stato un atteggiamento serio. Non c’è bisogno di milioni, ma di qualche centinaio e migliaio di euro che avrebbe dato serietà alla vostra proposta legislativa. Comunque per le ragioni voto questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Rapidamente solo perché rimanga nei testi di quello che è stato detto e fatto.
E’ noto che questi progetti hanno bisogno di qualche giorno per essere messi insieme, è noto che si formano le classi il 15 settembre e con la nomina delle supplenze per quanto riguarda i posti vacanti, le scuole entrano a regime non prima dei primi di ottobre, quindi questi progetti, cerco di essere ottimista, se tutto va bene, partiranno il 20 ottobre per il 20 dicembre, 60 giorni in alcune scuole, poche, ma questo significa una sperimentazione che ci può permettere già a gennaio a fare altri progetti, anche in continuità.
Su queste cose ci lavoravo, i progetti scolastici del Cic erano due bilanci diversi, cominciavano in un anno e finivano in quello seguente, facevamo delle cose che in continuità venivano finanziate con il bilancio successivo, quindi, lo stesso progetto può andare avanti l’anno successivo.
Noi dobbiamo darci il messaggio di partire, di cominciare, se le cose cominciamo e funzionano poi le implementeremo ed andranno meglio, come tutte le leggi di assistenza, visto che siamo insieme in Commissione sanità, per quanto riguarda la disabilità, il sostegno alle famiglie. Sono progetti in working progress, in sviluppo, qui alziamo una bandiera di cui, tra l’altro, ne era convinto anche il PD e il Consigliere regionale riconfermato Mastrovincenzo. Non c’è il problema della bandierina nostra, facciamo questo servizio, questo è quello che penso, dovremmo ovviamente perfezionarlo, vedremo come. Riuscire ad arrivare in molte più scuole non è semplice, ci sono poi dei dirigenti scolastici estremamente collaboranti, propositivi, attivi e facilitanti, altri invece chiusi, che non vogliono nessuno, non vogliono esterni dentro la scuola, danno loro fastidio. Sono cose che solo l’operatività riesce a risolvere.
Ricordo una scuola importante della città di Ancona, finché non è andato in pensione il dirigente scolastico non c’è stato niente da fare, andato in pensione lui tutto ha funzionato meravigliosamente, meglio di altre scuole dove già il progetto era avviato, quindi, dico di fare, di non porci molti problemi, se qualcosa non funziona la rivedremo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questa è la dimostrazione che questo testo doveva andare in Commissione per un ulteriore approfondimento ai fini della sua applicazione in quanto non ha la minima copertura finanziaria quando si dice che lo psicologo scolastico, qui mi rivolgo al Consigliere Ciccioli che su queste cose è molto attento ed anche molto competente, allo scopo di svolgere i progetti di psicologia scolastica affidati, può attivare rapporti, no, lo psicologo scolastico non può, ma deve attivare rapporti quando se ne presenta la necessità perché all’articolo 1 comma 3 noi diciamo che il servizio di psicologia scolastica è finalizzato alla promozione della salute e del benessere psicofisico degli allievi.
A parte che, ripeto ancora una volta, invadiamo una competenza altrui, ma nel momento in cui questo fosse possibile, c’è una sorta di “presa in carico” e quando lo psicologo prende in carico l’allievo che ha qualche disagio non è che può attivare rapporti di collaborazione, è obbligato a farlo perché se quel ragazzo all’esito di quel disagio avrà qualche “conseguenza” ne risponde anche sotto l’aspetto civilistico per danni. Guardate, queste cose le dovete considerare, non si può prevedere una cosa del genere giusta senza la minima copertura finanziaria, questi mica faranno gratis l’attività, non è una facoltà dello psicologo, diventa un dovere di fronte all’esigenza. Dovete ragionare su questo, non possiamo fare una legge che da una parte ha una finalità, ribadisco, giustissima ed encomiabile e dall’altra non solo non può essere applicata, ma rischiamo che crei un danno agli operatori da una parte e false aspettative per gli utenti dall’altra.
Su questo emendamento, pur ritenendolo giusto e necessario, mi astengo perché non c’è la minima copertura finanziaria e non potrà mai essere applicato.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Rispetto a tutta la discussione che è stata fatta mi sento di sottolineare che c’è un codice deontologico preciso, che va a normare la condotta del professionista.
Nell’emendamento parliamo di tante figure, in particolare di quella dei pedagogisti, su cui ci siamo già confrontati in Commissione, che è preziosissima per la scuola italiana. Sicuramente c’è un’apertura ad un’idea, un’ottica di equipe integrata e sarebbe auspicabile che in ogni scuola italiana ci fosse un servizio di equipe multidisciplinare con tutte le professioni preziose, ognuno con la propria competenza. Non è difficile non sovrapporre le competenze perché sono mestieri completamente differenti, alcuni sanitari, alcuni di altra natura e ognuno è normato dal proprio codice deontologico.
Non credo che in questo emendamento sia ben rappresentata l’equipe perché rimane lo psicologo il soggetto, che può essere tradotto come il case manager, frase che si usa moltissimo adesso in sanità, che poi attiva diverse collaborazioni, ma non avendo i pedagogisti, i logopedisti e i neuropsicomotricisti, potremmo metterne tantissimi, tutti preziosi ed utili, non ravvedo la possibilità, come dicevano i colleghi, di coprire con risorse economiche adeguate. Questo lo vedremo nel prossimo bilancio, magari ci fossero le risorse.
Darei più un’idea di equipe integrata, senza attivare poi eventuali collaborazioni perché dovremmo fare delle convenzioni apposite con ogni figura. Mi sembra un’ottima apertura l’idea di equipe, forse da strutturare in modo più dettagliato, per questo dichiaro il voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.
Antonio MASTROVINCENZO. Velocemente per confermare quello che ho detto prima, il testo in linea di massima è condivisibile, servirebbe più una logica di equipe integrata, premesso che la legge non sarà attuata di fatto, nella migliore delle ipotesi, prima del prossimo anno, non prima di ottobre, lo dico con dispiacere perché l’obiettivo, ripeto, è importante.
Credo che la coperta sia corta, 50.000 euro per tutta la legge con tutti gli impegni che ci possiamo prendere … Evidentemente non bastano per coprire tutte le esigenze a cui questa legge deve corrispondere, soprattutto, questo è un aspetto importante, prevedere rapporti di collaborazione con altri professionisti. E’ evidente che è completamente scoperta dal punto di vista finanziario.
PRESIDENTE. Emendamento 1/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 1, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. E’ una dichiarazione di voto contraria su questo articolo, non sono stati accolti gli emendamenti che avrebbero contribuito a migliorare l’impostazione, a renderla più leggibile ed a introdurre un percorso.
Quello che si nota, al di là dei contenuti, e lo dico con chiarezza, è questo attaccamento ossessivo, senza dare la minima disponibilità all’ascolto quando gli emendamenti vanno nella stessa direzione, ovviamente in ipotesi tendenti a migliorare il testo.
Ora voi potete fare quello che vi pare, approvarvi tutto e non ascoltare per nulla, a differenza dell’opposizione che sui vostri emendamenti è anche disponibile, però credo che questo sia un modo sbagliato di andare avanti.
Non so se posso dirlo a nome di tutti, ma io voterò contro l’articolo 1.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. La posizione è diversa anche se le motivazioni che ha portato il Consigliere Carancini sono tutte legittime in quanto non è stato accolto l’emendamento proposto dal Consigliere Cesetti, che avrebbe dato un bel contributo, lo dico alla Presidente Leonardi, ed avrebbe chiarito e forse ci avrebbe messo a riparo da possibili situazioni di contraddizione della norma.
Lei garantisce che l’ha verificata, ma il nostro voto su questo articolo è di astensione.
PRESIDENTE. Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale (ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lett. c) del Regolamento interno).
Favorevoli: Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Leonardi, Lupini, Marcozzi, Marinangeli, Marinelli, Menghi, Pasqui, Putzu, Rossi, Serfilippi.
Contrari: Carancini.
Astenuti: Mangialardi.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 la parola ‘chiave’ è soppressa”.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Ritiro questo emendamento perché il chiarimento che mi ha fornito la Presidente Leonardi è stato per me esaustivo.
Con l’occasione chiederei alla Consigliera Leonardi, anche se ormai il danno è fatto, un atteggiamento più propositivo, se mi posso permettere, perché il non accoglimento dei nostri emendamenti sull’articolo 1, che erano decisivi, ci crea qualche problema perché noi …, personalmente avrei voluto votare a favore di questo provvedimento che, ripeto, nelle finalità ritengo giusto, lo ripeto per l’ennesima volta, penso che lo sforzo poteva essere fatto. Comunque l’emendamento è ritirato.
PRESIDENTE. Chiedo conferma anche agli altri sottoscrittori, se non vi sono opposizioni, l’emendamento 2/1 è ritirato.
Subemendamento 2/2/1 a firma dei Consiglieri Ausili, Leonardi: “Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 2 le parole ‘rapporto con’ sono sostituite con le seguenti ‘iniziative finalizzate ad affrontare’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Nell’esaminare gli emendamenti proposti dal Partito Democratico l’emendamento 2/2 sostituiva “rapporto con” con “prevenzione di”. Voglio leggere il periodo e spiegare la motivazione del subemendamento perché secondo noi il concetto di prevenzione è già espresso nella frase precedente, che dice prevenzione di comportamenti a rischio per la salute psicologica e l’ultima frase, quella che si chiedeva di modificare, rapporto con eventuali situazioni di emergenza.
Questo rapporto non è la prevenzione perché riguarda situazioni particolari, magari affrontare un disagio in conseguenza di una situazione dovuta al terremoto, un evento non prevedibile, o la tragedia della Lanterna Blu che abbiamo ricordato ieri. ‘Rapporto con’ può essere sostituito con ‘prevenzione di’. Vogliamo parzialmente accogliere la puntualizzazione che fatto il Partito Democratico sostituendo il concetto, che forse con la parola rapporto si comprendeva poco, con iniziative finalizzate ad affrontare situazioni di emergenza.
Non è la prevenzione, che è già prevista fra i compiti per cui sono destinati degli interventi a favore dei ragazzi. Stiamo parlando dei tre interventi: ragazzi, famiglie e personale. Per quanto riguarda i ragazzi la parte della prevenzione già c’è, questo rapporto deve andare a codificare e prevedere in qualche modo queste cose, pensiamo, con queste iniziative finalizzate ad affrontare eventuali situazioni di emergenza, di dare una risposta più specifica ai dubbi che con l’emendamento il Consigliere Cesetti ed il Partito Democratico hanno sollevato.
Spiego anche perché non può essere prevenzione, perché riguarda eventi drammatici di emergenza, ma dopo che sono successi, per l’impatto che possono avere sugli studenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Leonardi è stata esaustiva anche questa volta perché questa mattina leggendo questo testo un po’ in fretta per la verità non ci avevo capito nulla, anche perché è scritto male. Ad esempio non avevo compreso che fa riferimento, ma credo come me molti altri, alle situazioni di stato di emergenza, ad un’emergenza come la pandemia. Si fa riferimento a questo o sbaglio? Terremoti, alluvioni, se è così la spiegazione è esaustiva, però secondo me andrebbe scritta meglio, iniziative finalizzate ad affrontare situazioni di emergenza, forse andrebbe scritta meglio.
Per me va bene, voto questo emendamento perché la spiegazione è giusta.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Intervengo per dire che questa modifica è utile per migliorare il testo e per spiegare meglio il significato che peraltro nella finalità era ben interpretabile. Non sono state usate, secondo me, le parole congeniali, perfette, per meglio comprendere, anche se nel senso si comprendeva.
Comunque iniziative finalizzate ad affrontare l’emergenza certamente migliora il testo che era stato licenziato dalla Commissione, quindi, per me voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. A nome del gruppo del Partito Democratico dichiaro che c’è il voto favorevole a questo subemendamento proposto dalla Presidente Leonardi.
PRESIDENTE. Subemendamento 2/2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri. Decaduto.
Emendamento 2/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 2, le parole ‘promozione e valorizzazione del ruolo della professione’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questo mi sembra un emendamento soppressivo quasi ovvio.
Il servizio di psicologia scolastica attivato dalla Regione Marche con questa legge non può fare, negli interventi rivolti agli insegnanti e ai dirigenti, promozione e valorizzazione del ruolo e della professione, ma stiamo scherzando?
La professione dell’insegnante è autonoma per eccellenza, oltre ad invadere un’autonomia vera, non è solo l’autonomia funzionale dell’istituzione scolastica, non è soltanto la riserva statale, invadiamo l’autonomia dell’insegnante in sé. Ve lo immaginate uno psicologo insediato dalla Regione Marche che promuove e valorizza il ruolo e la professione di un insegnante? Faccio difficoltà anche a trovare la parole, quindi, raccomando l’approvazione e il voto favorevole su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ausili.
Marco AUSILI. Grazie, Presidente. Colgo l’occasione per esprimere la mia delusione nell’ascoltare i toni del Consigliere Cesetti che in un colpo solo offende, non dico noi perché ci potrebbe anche stare, tutti coloro che hanno concorso alla scrittura di questo testo, quindi anche i tecnici e gli uffici, offende anche molte altre leggi ed Assemblee legislative di altre Regioni perché in buona parte questi contenuti sono stati ripresi, anche con le medesime formulazioni evidentemente condivise.
Tralasciando questo, noi voteremo contrariamente a questo emendamento perché riteniamo che la professione dell’insegnante, come tante, sia estremamente difficile. Sappiamo quanto possa essere necessario un sostegno per addivenire al maggior benessere possibile dell’insegnante e qualora lo chiederà avrà chi potrà prestargli un sostegno, che conseguentemente produrrà una valorizzazione del suo operato e della sua figura professionale, che risulterà arricchita ed avvantaggiata. Quindi, il voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non so se il Consigliere Ausili sa bene quello che ha detto perché se dice che il Consigliere Cesetti ha offeso qualcuno penso che non abbia capito o faccia finta di non capire.
Il Consigliere Cesetti suggerisce un emendamento avulso dal contesto della legge, perché la lettera b), cioè la finalità della lettera b), dell’attività di psicologia, che ha indirizzo esclusivamente sui giovani, allarga le competenze, secondo il vostro testo, agli insegnanti, promuovendo e valorizzando il ruolo della professione. Con chi? Per chi? Per loro? Io mi chiedo: “supporto nella gestione dei bisogni educativi speciali”, ma vi rende conto che invadete competenze che non sono nostre? Vi chiedo quale sia l’offesa.
Il suggerimento di un testo nulla ha a che fare con le finalità della legge, che ribadiamo positive e che guardano all’attenzione, all’integrazione dell’attività del docente all’interno del sistema scuola. Una sorta di affiancamento, così almeno lo pensavamo, un’integrazione progettuale.
Qui addirittura allargate e prevedete il sostegno nell’affrontare le diverse funzioni nella gestione del gruppo classe, ma vi rendete conto cosa è scritto? Poi, collaborazione nella gestione del dialogo tra le culture. Penso che il sistema degli insegnanti, o meglio dei dirigenti, si rivolterà.
Voi scrivete, avete le orecchie, ma non ascoltate e siccome intendete andare avanti, andate avanti, ma è giusto che il Consigliere Cesetti abbia fatto notare questo aspetto. Chi ha buona volontà interpreta il ruolo dell’opposizione non certo contro, per le tante ragioni positive che abbiamo detto, fa una riflessione e si chiede se questo è una competenza che può assumere un progetto specifico della Regione sul sistema psicologico, sul sistema scolastico con trazione psicologica, credo che voi, che comprendete come noi, lo capiate.
Questo apre, lo dico anche alla Consigliera Lupini, un altro argomento, diciamo, penoso ed antipatico, attraverso questa legge si vuole favorire un ordine, non fate un servizio positivo all’ordine degli psicologici. Comunque mi pare che non vi sia disponibilità ed io voterò favorevolmente l’emendamento del Consigliere Cesetti.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Gianluca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Non volevo intervenire, però dopo gli ultimi due interventi dei Consiglieri di opposizione non posso non parlare.
Voi con questo emendamento state insultando gli insegnanti, non l’avete letto l’emendamento che avete scritto?
La norma punta a supportare, a promuovere e a valorizzare il ruolo della professione degli insegnanti, voi avete fatto un emendamento per togliere il supporto degli psicologi, che daranno grazie a questa nuova norma regionale, che noi ci accingiamo a votare.
Credo che ci sia anche un modo per fare opposizione, potete presentare anche mille emendamenti per bloccare, ostruire un’azione di Governo, della maggioranza, l’abbiamo visto in questa ultima settimana, è un vostro diritto, però farlo in questo modo, mettendo in mezzo gli insegnanti … Magari presentatelo senza aggiungere parole in più, va bene, perdiamo 15/20 minuti, ma non ricamateci sopra dicendo che noi stiamo andando contro gli insegnanti, ma cosa state dicendo? Io sono sempre abbastanza buono, tranquillo e calmo, però dopo un po’, onestamente, quando ne sento troppe, non posso non intervenire. Stiamo qui anche fino alle 2 di notte però noi con questa proposta di legge, ringrazio i firmatari, diamo un supporto anche agli insegnanti. Sì, anche gli insegnanti possono avere bisogno di un supporto psicologico per quello che hanno vissuto, per quello che stanno vivendo, per le sfide e per come rapportarsi con i ragazzi, per promuovere anche la loro professionalità perché ci sono tanti professionisti insegnanti che si sentono un po’ sviliti nella loro professione, quindi assolutamente sì, uno dei ruoli dello psicologo è anche quello di aiutarli nel fare emergere ancora di più la loro professionalità.
Mi dispiace, mi auguro che nel voto dell’emendamento una parte del PD, che ho visto molto più comprensibile, nel cercare di mediare sulle posizioni per giungere ad un compromesso, si estranei dagli ultimi due interventi che onestamente non hanno senso. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Farò un intervento politico che esula minimamente dalla proposta per il servizio di psicologia scolastica, però il mio intervento è di consulenza psicologica.
Quando c’è una situazione di difficoltà e di stato confusionale per il ruolo che uno ha, mi riferisco al PD, ci sono due modi di uscirne: fare ancora più confusione o mettersi un attimo a riflettere e ripartire bene. Invito, per il bene di tutti, per il bene della maggioranza della Regione ed anche del PD, a staccare un attimo quando le cose non funzionano bene, sennò si va a motivazioni capziose, quasi ridicole e si fa autogol.
Questo servizio è di appoggio agli insegnanti, che mantengono il loro ruolo specifico nella scuola, che è quello di trasmettere il sapere ed essere educatori.
Una volta si diceva: si ragiona sull’esistenza di Dio, significa che tutto viene messo in discussione! Che ci sia la volontà di supportare lo studente e sostenerlo attraverso gli insegnanti, la psicopedagogia, gli psicologi e altro, è un ragionamento di fondo, se questo serve strumentalmente a migliorare le cose è lo scopo della legge, per cui la posizione è chiara.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico all’emendamento presentato.
PRESIDENTE. Emendamento 2/3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 2, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Dichiaro il voto di astensione del gruppo rispetto a questo articolo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto in dissenso al gruppo, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Ancora una volta in dissenso, il mio voto è contrario su questo articolo. Voglio dire al Consigliere Ciccioli che dopo il suo suggerimento che mi ha dato un po’ di mesi fa di andare da uno psicologo, ci sono andato, lo sa che mi ha detto? Faccia visitare quello che glielo ha suggerito, se vuole le do il nome. Così per far decantare la situazione.
C’è un voto negativo, è evidente dal mio punto di vista perché le ragioni in particolare sull’ultimo emendamento, quello a cui ha fatto riferimento il Consigliere Cesetti, quello dell’assoluta incompatibilità con la lettera b) … Il fatto che ci sia un contrasto fra la finalità della legge, il supporto psicologico per i giovani, con l’introduzione della finalità del supporto psicologico, come mi pare abbia detto anche il Consigliere Serfilippi nei confronti degli insegnanti, credo che non sia coerente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto in dissenso al gruppo, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Voglio chiarire una cosa, non esprimerò questo voto per una ragione molto semplice, non posso astenermi sulla pessima disposizione dell’articolo 2 per quanto ha detto il Consigliere Carancini.
Guardate, capisco il tono greve del Consigliere Ausili, io non mi sogno di offendere nessuno, io sono un legislatore come lui ed esprimo dei giudizi, è mio dovere esprimerli e quando una legge è scritta male non offendo nessuno, lo dico semplicemente. Non so neanche chi l’ha scritta, tra l’altro ho fatto dei rilievi, e li ho motivati, di legittimità costituzionale e insisto.
Questo disposto in primo luogo, come ha detto il Consigliere Carancini, è in contraddizione innanzitutto con il titolo stesso della legge “Istituzione del servizio di psicologia scolastica”; secondo, se parliamo di attività ed interventi rivolti agli insegnanti, ribadisco, andiamo ad invadere una competenza che da una parte è riservata alla legislazione statale, dall’altra alle legislazioni concorrenti, ma con principi generali che deve stabilire lo Stato. Andiamo ad invadere una autonomia funzionale che è costituzionalizzata nell’articolo 117, comma 3, andate a leggerlo, che prevede la legislazione concorrente, i principi generali dell’istruzione allo Stato, stabilisce altresì che è materia di legislazione concorrente quella relativa all’istruzione, salva l’autonomia dell’istituzione scolastica e l’insegnante è un’istituzione scolastica, è parte dell’istituzione scolastica, ma come ve lo devo spiegare? Io non offendo nessuno, lo dico in modo costruttivo.
Quindi, Presidente, non parteciperò al voto, non esprimerò il mio voto perché questo articolato non è votabile, bisognerebbe votare contro, non lo faccio perché non voglio votare in dissenso dal gruppo.
PRESIDENTE. Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione per appello nominale (ai sensi del combinato disposto dell’articolo 69, comma 1 e dell’articolo 66, comma 2, lettera c) del Regolamento interno).
Favorevoli: Acquaroli, Antonini, Assenti, Ausili, Baiocchi, Bilò, Biondi, Borroni, Cancellieri, Ciccioli, Latini, Leonardi, Lupini, Marinangeli, Marinelli, Menghi Pasqui, Putzu, Rossi, Ruggeri, Santarelli, Serfilippi.
Contrari: Carancini.
Astenuti: Biancani, Bora, Casini, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 3.
Emendamento 3/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Alla lettera b) del comma 3 dell’articolo 3, le parole ‘con specifiche competenze’ sono sostituite dalle seguenti ‘esperti in psicologia scolastica’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Spero che questo emendamento venga accolto perché è un’opportunità.
All’articolo 3 si dice che il regolamento tiene conto dei seguenti criteri: realizzazione del servizio tramite convenzioni tra psicologi con specifiche competenze iscritti al relativo ordine professionale, ma come si scrive? Poi, Consigliere Ausili, io non posso criticare una legge? Nell’emendamento prevedo ‘esperti in psicologia scolastica’, dove l’ho preso? Non l’ho inventato, ho studiato, cosa che non hanno fatto quelli che l’hanno scritto perché l’articolo 4, lettera g), scritta da voi, parla di tre esperti di psicologia scolastica, quindi, non ho fatto altro che trasferire una cosa che avete scritto.
Se sta nell’articolo 4, comma 1, lettera g) perché non deve stare nell’articolo 3, comma 3, lettera b)? Come lo spiegate? Mi pare un’ovvietà, una correzione che appare opportuna anche questa ictu oculi, che vi devo dire!
Se poi pensate che questi siano emendamenti ostruzionistici fate voi, ma non mi pare.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per ribadire che l’esame degli emendamenti che il Consigliere Cesetti ed il Partito Democratico hanno presentato questa mattina è stato fatto senza una contrarietà a prescindere da chi li presentava.
Reputiamo questo emendamento accoglibile, specifica ciò che restava magari sottointeso, quindi, è corretto inserirlo laddove non stravolge l’impianto della normativa, ovviamente in quei casi abbiamo respinto le proposte che arrivavano, quindi voto favorevole all’emendamento 3/1.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ovviamente per confermare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico rispetto a questo emendamento e soddisfazione anche per le valutazioni che ha fatto la Presidente Leonardi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Un saluto ai colleghi, ai funzionari ed alla Giunta tutta. Voto favorevole all’interno della Commissione sanità, che ha visto il gruppo Rinasci Marche presente anche negli approfondimenti, che sono stati fatti in maniera puntuale.
Questo emendamento arricchisce la legge scritta dai firmatari e tra questi ci sono anch’io come gruppo Rinasci marche, quindi, voto favorevole. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 3/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 3/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 3 bis dell’articolo 3 è soppresso”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. L’emendamento soppressivo parla da sé, noi pensiamo che in questo caso la lettera b) così come emendata sia sufficiente. Realizzazione del servizio tramite convenzioni tra psicologi iscritti all’ordine professionale è sufficiente, per quale motivo c’è la necessità di prevedere che gli psicologi previsti alla lettera b) del comma 3 siano scelti tra quelli inseriti in un elenco predisposto dalla Giunta regionale a seguito di procedura di evidenza pubblica? Vogliamo fare un altro “poltronificio?”
Gli psicologi li prendiamo tra quelli iscritti all’ordine esperti in psicologia, si prendono dal Consiglio dell’ordine, nell’elenco che c’è, a rotazione, perché dobbiamo fare un elenco predisposto a parte? Questo è sbagliato. E’ vero pure, ad esempio, che si fa per gli avvocati, forse anch’io da Assessore ho fatto un elenco, però in questo caso credo che sia sbagliato perché c’è l’elenco al Consiglio dell’ordine, ci sono gli esperti di psicologia scolastica, è sufficiente quello, secondo me. Quindi, insisto per l’approvazione di questa soppressione, tra l’altro il comma è stato inserito dalla Commissione rispetto al testo originario, se non vado errato, per cui può tranquillamente essere soppresso e chiedo un voto favorevole su questo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Molto velocemente per spiegare le ragioni per le quali reputiamo di respingere questa richiesta emendativa.
L’introduzione di una procedura di evidenza pubblica è codificata per scelta anche del protocollo ministeriale, quindi non sarà nessun tipo di poltronificio, anzi, l’evidenza pubblica garantirà che gli psicologi, che vorranno fornire alle scuole questo servizio, potranno fare domanda sulla base dei criteri, così come ha previsto il Ministero, e chi li ha entrerà nell’elenco dal quale poi le scuole potranno autonomamente e liberamente scegliere. Reputo che saranno ovviamente psicologi non solo iscritti all’Albo da tot anni, ma magari avranno un’esperienza specifica nel campo.
E’ una garanzia ulteriore, messa nero su bianco dalla pubblicità e dall’evidenza pubblica.
Per noi è una garanzia che ci ha chiesto di inserire, e che abbiamo voluto accogliere, un Consigliere.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Le considerazioni della Consigliera Leonardi, che oltre alla necessità di esperti di discipline scolastiche, c’è la necessità che siano settoriali, anche per la considerazione che c’è il Ministero, mi hanno convinto, ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE. Ritiro dell’emendamento, gli altri firmatari sono d’accordo.
Emendamento 3/2. Ritirato.
Articolo 3, così come emendato. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Dichiaro il voro favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 2 dell’articolo 4, la parola ‘semestralmente’ è sostituita dalle seguenti parole ‘ogni tre mesi’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Credo che questo emendamento possa essere accolto perché sappiamo bene che la scuola dura 9 mesi, prevedere che il Comitato si riunisca semestralmente mi sembra un po’ poco, facciamo ogni tre mesi perché semestralmente di fatto si riunisce una volta sola. Ripeto, credo che possa essere utile, tutto qui.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. La scelta di mettere ogni 6 mesi - che dovrebbe capitare nell’arco di una annualità scolastica almeno un paio di volte e non di più, ma mettendo la possibilità “quando se ne presenti la necessità”, potrebbe riunirsi anche 10 volte - è per evitare di ingessare il Comitato stesso, lasciando un’obbligatorietà di 2 volte l’anno e la libertà al Comitato di riunirsi qualora reputi importante farlo.
Ogni trimestre può creare una difficoltà anche per le cose che erano emerse dal dibattito in Commissione con il personale docente, il personale ATA, la dirigenza, per cui reputiamo che la finalità che il Consigliere Cesetti pone sia soddisfatta dalla dicitura “quando se ne presenti la necessità”.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Chiedo un voto favorevole proprio per le considerazioni che ha detto la Consigliera Leonardi, prevedendo ogni tre mesi di fatto si riunirebbe due volte, credo che possa costituire un elemento utile. “Prevedere quando se ne presenta la necessità”, chi lo stabilisce? Il Comitato.
Prevedere, se vogliamo, che il Comitato si riunisca ogni tre mesi, quindi due volte all’anno, magari per fare il punto della situazione anche sull’andamento delle attività, credo che possa essere utile, specialmente nella fase iniziale, poi nella parte successiva può essere ridotto.
Ritengo che sia un’opportunità anche per vedere l’andamento di tutto questo.
PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 4/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al quinto comma, dell’articolo 4, la parola ‘triennale’ è sostituita dalla seguente parola: ‘biennale’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Per la stessa considerazione, indire una Conferenza regionale con cadenza triennale di fatto vuol dire farne una, per quando si parte, anche per la mancanza di copertura, se ne parla di fatto nel 2022, anche perché non abbiamo neanche 4 anni davanti.
Mantenendo la cadenza triennale se ne fa una, con biennale c’è anche l’opportunità per verificare da parte di questa Assemblea legislativa l’andamento perché la Conferenza regionale aperta al mondo della scuola, eccetera, invia all’Assemblea legislativa regionale la valutazione dei risultati conseguiti dal servizio di psicologia scolastica. Se la cadenza la facciamo biennale abbiamo il tempo di valutare questi risultati ed anche di poter indicare elementi correttivi, anche perché si partirà nella migliore delle ipotesi nel 2022, biennale, siamo nel 2024. Se facciamo triennale rischiamo di andare, anzi di sicuro, contro la scadenza della legislatura.
Credo che sia utile anche questo, se non si vuole fare una legge manifesto.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Ringrazio per il lavoro che ha fatto il Consigliere Cesetti, spiego perché il triennio. Anche la sperimentazione, voi poi intervenite anche sull’emendamento successivo, ha una cadenza triennale, quindi, facciamo partire la sperimentazione di questa progettualità con una cadenza che vedrà il 2021 nella fase finale perché l’atto diventa legge nel 2021 e coinvolgerà gli anni 2021/2022/2023, un triennio. Crediamo che sia il tempo utile minimo, visto che la legge arriva ad approvazione e potrà essere esecutiva alla fine di questo anno, per poter avere dei dati significativi che ci parlino delle risultanze di questo progetto.
Respingiamo l’emendamento non perché non vogliamo fare la conferenza regionale, ne faremmo anche una all’anno, magari anche fuori da questo contesto con incontri e confronti con la scuola e con tutto il mondo che vi ruota intorno, ma reputiamo che per poter avere dei dati significativi questo sia il tempo minimo, poste le condizioni che ho detto prima, che l’approvazione di questa legge, anche con l’accelerata che abbiamo cercato di dare sia in Commissione che oggi in Aula, arriverà a produrre gli effetti alla fine di quest’anno, avremo fine 2021 e 2022/2023 per la raccolta dei dati e la sperimentazione, così come è previsto dalla legge.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Insisto per quello che ha detto la Consigliera Leonardi. Se i dati significativi arriveranno e saranno disponibili fuori tempo massimo, ed è probabile, perderanno di qualsiasi significato e di utilità, quindi, accorciare i tempi va in questa direzione. Avere un tempo minimo di due anni può essere sufficiente perché sono due esercizi scolastici, è sufficiente, e nel contempo c’è “il tempo” per questa Assemblea legislativa, per lo stesso Comitato di cui all’articolo 4, di poterli esaminare in un tempo congruo e dare anche eventuali indicazioni correttive, suggerimenti, quindi, ripeto, insisto per la sua approvazione.
PRESIDENTE. Emendamento 4/2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 4. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Voto di astensione da parte del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 5.
Emendamento 5/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 1 dell’articolo 5 la parola ‘triennio’ è sostituita dalla seguente: ‘biennio’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Questo è un emendamento coerente con quello precedente e, se vogliamo, la bocciatura di quello precedente lo rende ancora più necessario perché il Comitato, di cui all’articolo 4, nel triennio di prima sperimentazione valuta e seleziona alcuni progetti, immagino che poi li trasmetta alla Giunta - ha tre anni di tempo - la quale sempre nel triennio, dopo che li ha ricevuti, indice la Conferenza regionale aperta al mondo della scuola e all’esito invia all’Assemblea legislativa regionale la valutazione dei dati. Secondo voi si fa in tempo a fare tutto questo? Non lo so, neanche se suoniamo le trombe! Abbiate pazienza! Se ci sono tre anni se li può prendere tutti, seleziona i progetti, ci vuole un po’ di tempo, li invia alla Giunta che promuove la Conferenza regionale, immagino che lì ci saranno interventi, partecipazioni, che all’esito invierà all’Assemblea regionale la valutazione dei risultati conseguiti, anche qui ci vorrà un po’ di tempo e quando arriviamo noi? Non lo so, i posteri, le legislature successive!
Questo dimostra che cosa? La mancata volontà di accogliere questi emendamenti, che di fatto sono tecnici perché accorciano i tempi. Dimostra da una parte la volontà di non tenere in alcuna considerazione i suggerimenti, credo giusti, dell’opposizione e dall’altra parte che questa è una legge “manifesto”, che non ha una copertura finanziaria, che sarà inattuata perché invade la competenza di altri, la competenza dello Stato, e l’autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche. Non potrà essere attuata perché c’è questa invasione, addirittura non ci sono i tempi per le relazioni, diventa una legge manifesto.
PRESIDENTE. Emendamento 5/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Articolo 5. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Articolo 6. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Rispetto al capitolo di bilancio, l’abbiamo espresso fin dal primo momento, la cifra che è stata indicata non è sufficiente per avviare un progetto, nemmeno sul piano sperimentale, quindi, su questo articolo ci sarà il voto negativo del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Mi sembra importante come gruppo Movimento 5 Stelle astenerci dal votare questo articolo per ribadire la necessità di trovare risorse aggiuntive e congrue al progetto ambizioso che questa proposta di legge vuole portare avanti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, Il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Pur avendo firmato questa legge, il gruppo Rinasci Marche si asterrà su questo articolo perché all’interno dell’impianto le risorse sono solo 50.000 euro e l’abbiamo anche sottolineato durante gli approfondimenti in Commissione.
Il monito è quello di trovare delle risorse adeguate perché 50.000 euro sono solo un primo passo, una goccia in un grande vaso, il grande vaso da riempire è quello dei nostri giovani, dei nostri ragazzi.
Oggi abbiamo avuto l’opportunità di avere una lectio magistralis di medicina dal dr. Ciccioli, che ha portato in questa Aula l’esperienza del suo lavoro, che in parte oggi noi ritroviamo nei nostri giovani perché la fase adolescenziale è quella su cui dovremmo investire, soprattutto risorse per la prevenzione.
Se questi 50.000 euro sono una goccia, in futuro diventeranno di più, questa sarà la nostra missione, aumentare le risorse, quindi, su questo punto ci asterremo.
L’astensione è un monito per il futuro, per cercare di trovare quelle risorse perché in questa legge si inseriscono solo 50.00 euro.
Sono stato tra quelli che ha indicato con la Consigliera Leonardi la clausola valutativa perché all’interno del Comitato per la valutazione delle politiche, di cui sono componente, questa legge va seguita, va valutata, va affiancata in quanto la norma apre le porte all’inserimento di una figura importante, non familiare, e lo psicologo di fatto diventa un sostegno importante in una fase, come ha detto il Consigliere Ciccioli, prepatologica. Non bisogna arrivare alla patologia perché quando ci si arriva è troppo tardi, bisogna prevenire, la prevenzione è fatta anche di piccoli passi.
Credo che questa legge metta in evidenza un’attenzione perché il Covid ha messo in seria difficoltà i nostri giovani che si sono trovati senza educatori, senza quel sostegno, spesso nella fragilità delle famiglie in cui questo sostegno non ce l’hanno. La famiglia ha una funzione, la scuola ne ha un’altra e il sostegno in questo caso dello psicologo ha un’altra funzione ancora.
Questo è il mio concetto e per questo ci sarà il voto di astensione. Grazie.
PRESIDENTE. Articolo 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. In merito all’argomento trattato è stata presenta ed acquisita agli atti una proposta di ordine del giorno a firma delle Consigliere Lupini e Ruggeri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Chiedo un impegno pubblico alla Giunta, legato alla discussione di questa proposta di legge e all’importanza di prendersi cura degli aspetti psicologici della nostra cittadinanza tutta, a partire dai ragazzi che sono il nostro futuro, ed all’Assessore Saltamartini, a porre in essere opportune e tempestive azioni per provvedere alle forti carenze di psicologi e neuropsichiatri infantili nei Distretti sanitari. In particolare mi sembra questa una occasione in cui è doveroso, se parliamo di attenzione della maggioranza nei confronti della salute psicologica, citare anche il socio-sanitario, quindi, nei Distretti sanitari abbiamo i Consultori, le Umee, che si occupano di età evolutiva, e l’Umea, che si occupa di disabilità dell’adulto, ed i servizi pubblici come Dipartimenti di salute mentale, i servizi per l'utenza affetta da disturbi del comportamento alimentare, i Dipartimenti per le dipendenze patologiche e unità operative di oncologia, che lamentano da tanto tempo delle forti carenze di personale e poco c’entra il piano occupazionale perché quello è chiaro che non è una competenza regionale. Sicuramente dobbiamo rimettere in sesto le piante organiche, sostituire i professionisti mancanti, alcuni, come i neuropsichiatri infantili, in questo momento sono necessari perché abbiamo una crisi incredibile dei giovanissimi. Parlo di ragazzi in età preadolescenziale e nella prima adolescenza, che necessitano addirittura, e questo non lo dico io, ma è su tutti i giornali, di ricoveri in strutture. Dobbiamo creare dei servizi ad hoc per questo tipo di utenza, i concorsi sono andati a vuoto, non abbiamo neuropsichiatri infantili.
Ho fatto diversi atti su questo e diverse interrogazioni e oggi sono qui a sottolineare l’urgenza di occuparci, tanto più che c’è la redazione di un nuovo piano socio-sanitario, di questo tipo di servizi, psicologi e neuropsichiatri infantili. Parlo di queste due figure ed aggiungerei anche gli assistenti sociali e tutti gli operatori che si occupano di questa utenza fragile. Dobbiamo occuparci dei buchi lasciati nel nostro sistema socio-sanitario e credo che questa sia una occasione importante perché va benissimo, io sono la prima ad essere contenta, se istituiamo un servizio di psicologia scolastica, ma gli psicologi dobbiamo metterli laddove mancano, vale a dire nel servizio pubblico. C’è un articolo in questa proposta di legge che parla di invio ai servizi pubblici su cui anche il Consigliere Cesetti ha disquisito.
Come hanno detto anche i colleghi che lavorano ed operano nei Cic, quando individuiamo e intercettiamo i casi di minori con disagio psicologico nelle scuole poi a chi li inviamo? Non possiamo certo chiedere, nell’ordine del giorno è specificato in modo molto chiaro, uno sforzo economico alle famiglie visto il momento storico che stiamo vivendo, vista la crisi economica, sono costi che non tutti possono permettersi, non tutti riescono ad individuare un professionista nel proprio territorio, pensiamo ai paesini di montagna più interni, non ci sono sempre dei professionisti specializzati in questa fascia d’età e non possiamo costringere le famiglie a scegliere tra la salute psicologica dei propri cari e il budget.
Chiedo a questa Assemblea di porre in modo inequivocabile l’attenzione a questo tipo di intervento nel piano socio-sanitario, anche con l’Asur.
Non vado oltre perché credo di aver espresso in modo chiaro qual è l’intenzione, ho toccato nell’ordine del giorno diversi ambiti e diversi tipi di disagio ed il collegamento con la discussione sulla psicologia scolastica credo che sia stato espresso in modo chiaro dalle mie parole. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Intervengo per dire che l’ordine del giorno presentato dalle Consigliere Lupini e Ruggeri è puntuale, lo condivido in pieno. La Consigliera Lupini è anche persona che lavora nelle strutture sanitarie, ci ha lavorato a lungo fin quando non è entrata in Regione e sa benissimo come stanno le cose. Io sono un altro testimone di questo.
C’è stata in questi anni la desertificazione delle strutture sul territorio, soprattutto nell’area sensibile e delicata della neuropsichiatria infantile, di tutto ciò che gira intorno alla fragilità dei minori, l’Umee, l’Umea, che non sono per minori, ma per adulti, i consultori familiari, che sono esfoliati di personale ed hanno per oggetto soprattutto i minori in situazioni familiari difficili. Non c’è personale, si limita ormai a fare solo le relazioni che richiede il Tribunale dei minori, gli accertamenti e le valutazioni genitoriali.
Questa è la sanità, mi sento di dire la sanità che noi abbiamo ereditato, da cui sarà difficile risalire. Non è semplice per niente perché le strutture per anni sono state esfoliate di personale e di risorse, tornare indietro è difficilissimo in un momento tra l’altro in cui, purtroppo, l’errata programmazione nazionale fa si che non ci siano possibilità di reclutare neuropsichiatri infantili. Ci sono alcune figure professionali che non esistono, l’unica cosa che stiamo facendo in tutta la Regione … Dopo anni di rinvii, mi sento di attribuirlo a me perché mi sono imputato sul ricovero dei minori, con l’Azienda ospedaliera di Torrette siamo riusciti a fare un reparto che, con i ritardi degli appalti, eccetera, è stato finito in questi giorni e sarà inaugurato a settembre, ci saranno 5 posti letto per le emergenze per i minori, togliendo dei letti alla clinica psichiatrica, incuneati tra il reparto Sert e il reparto …
Grazie a Dio è finito in questi giorni, ma questo è un reparto che era stato deciso di farlo dentro le strutture dell’Asur, 4 anni fa e in 4 anni non si era riusciti a fare un reparto per le emergenze.
La comunità terapeutica per i minori in difficoltà affidati ai servizi, che sta in provincia di Macerata, a Caccamo, è tollerata sul territorio, ci sono state proteste, c’è una situazione difficilissima. Non posso fare altro che dire che ciò che viene descritto in questo ordine del giorno è assolutamente corretto e giusto, dobbiamo cercare di recuperare il prima possibile, chiunque è in buona fede non può non votare questo documento.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Brevemente, voterò favorevolmente ed esprimo un giudizio molto positivo, anzi lusinghiero, su questo ordine del giorno non perché sia in buona fede, ma perché è un atto competente e pertinente, che guarda avanti, che non invade competenze altrui, che dice che il mondo della scuola necessita di professionisti per accogliere ed integrare tutti gli studenti e le studentesse, non i professori. Esigenze che diventano ancora più evidenti anche in sede di avvio dell’istituendo servizio di psicologia scolastica.
E’ un ordine del giorno che guarda avanti, che raccoglie un’esigenza e una necessità, è coerente con l’impostazione che noi volevamo dare per migliorare quella pessima legge, che così non migliorate.
Quindi, personalmente, dopo aver sentito il mio capogruppo, voterò a favore di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Leggendo attentamente l’ordine del giorno presentato dalle Consigliere Ruggeri e Lupini si evince che al suo interno ci sono delle esperienze che sono frutto di un lavoro fatto sul territorio dalla Consigliera Lupini, non me ne voglia la Consigliera Ruggeri, che in parte rappresenta la mia esperienza professionale, che mi vede operatore da 30 anni nei servizi sanitari, in particolare nell’Azienda ospedali riuniti di Ancona.
Quello che abbiamo sempre detto come gruppo consiliare è che questa Assemblea deve porre in essere le azioni per il bene collettivo, compito della buona politica, perché le istituzioni, noi oggi che stiamo legiferando, appartengono a tutti e abbiamo il dovere di vigilare, di colmare il distacco che si è formato tra noi e i cittadini.
Ebbene, in questo ordine del giorno ci sono tutti quei temi che abbiamo dichiarato ad ottobre al momento dell’insediamento in Consiglio regionale. La Consigliera Lupini ha portato avanti quello di sua competenza, lo ha fatto con una azione politica presente in questo ordine del giorno, che si sposa bene anche con le politiche che porta avanti il gruppo Rinasci Marche, anche con la visione di garantire omogeneità sul territorio, che è mancata. Soprattutto sono mancati gli investimenti, i pensionamenti, i posti vacanti. Tutto quello che accade nel territorio mette in difficoltà la famiglia, le famiglie fragili.
Porto un’esperienza personale, siamo dovuti da un punto di vista sanitario, proprio per queste tematiche, emigrare in Veneto, che ha delle competenze, in particolar modo sulla neuropsichiatria infantile e sulla gestione multidisciplinare di famiglie fragili con minorenni. Molto più competente e soprattutto efficace rispetto alle Marche. Un ritardo che la Regione ha da alcuni anni, che viene visto da molti cittadini come un gettare la spugna. Quando tu hai una fragilità, quando hai una problematica in famiglia, la prima cosa che fai è non gettare la spugna, magari ti impoverisci e ricerchi quella disponibilità, come ha detto la Consigliera Lupini, anche togliendo delle risorse economiche alla famiglia.
Con il Covid si è visto, come ha sottolineato il Consigliere Ciccioli, che molte ragazzine hanno avuto problemi di disturbo alimentare, altri giovani purtroppo si sono messi nel tunnel delle patologie legate agli strumenti informatici, spesso lasciati soli. Quindi è nostro compito, anche attraverso questo ordine del giorno, impegnare la Giunta a far sì che ponga in essere tempestive azioni per provvedere alle forti carenze. La Consigliera ha sottolineato la parte della neuropsichiatria infantile, dei Consultori, delle Umee perché spesso le famiglie si trovano davanti solo burocrati che danno un assegno economico, ma hanno anche bisogno di un sostegno, di una presenza.
Bene questo ordine del giorno, noi lo voteremo con convinzione e ringrazio di nuovo le Consigliere per aver posto in essere questa azione politica seria e puntuale.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Menghi.
Anna MENGHI. Grazie, Presidente. Brevemente, per rafforzare e riprendere l’intervento che ho fatto prima sulla proposta di legge sul servizio di psicologia scolastica.
E’ un dato di fatto, tutti sappiamo qual è la situazione nei distretti sul territorio, una realtà della quale bisogna farsi carico ed evitare, come ho detto prima quando ho fatto un appello a tutte le forze politiche che siedono al governo, di fare e di produrre dichiarazioni di intenti privi di efficacia concreta perché tutti oggi sappiamo che c’è la questione del tetto delle assunzioni, quindi, dobbiamo essere consapevoli e responsabili che al momento occorre fare i conti con quel tetto di spesa.
Questo lo evidenzio perché in quest’Aula, tranne il partito di Fratelli d’Italia, tutti siedono al governo nazionale, lo dico come auspicio e come richiamo di responsabilità perché non siamo un Consiglio comunale, siamo un Consiglio regionale e produciamo atti che sono importanti ed hanno un’efficacia che deve avere una ricaduta concreta. Di auspici sinceramente e personalmente non so che farmene. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Senza entrare troppo nel merito, non credo che sia giusto ed opportuno in questo momento impegnare la Giunta su un tema importante, che riguarda i neuropsichiatri infantili all’interno dei Distretti sanitari, nella revisione del prossimo Piano socio-sanitario.
Mi regolerò sul voto, che deciderà il gruppo in autonomia, insieme al resto della maggioranza.
E’ un tema importante, però onestamente non vedo tutte queste analogie con la proposta di legge che andiamo a votare, che riguarda l’istituzione del servizio di psicologia scolastica. Per carità, ognuno può presentare un ordine del giorno, però se ne presentiamo uno per ogni problematica relativa al nuovo Piano socio-sanitario dovremmo farne a decine perché le carenze di medici e infermieri nelle strutture ospedaliere e nelle strutture territoriali sono un altro importante servizio da portare avanti, da potenziare. Abbiamo bisogno di assumere tanti medici e tanti infermieri, sappiamo anche che c’è un tetto di spesa, quindi, personalmente non mi sento di dire si o no sulla tematica specifica degli psicologi e dei neuropsichiatri infantili nei Distretti sanitari, Consultori, Umee, Umea, nei servizi pubblici, come i Dipartimenti di salute mentale e i servizi all’utenza affetta da disturbi di comportamento alimentare, Dipartimenti per le dipendenze patologiche, Unità operative di oncologia.
Sappiamo bene che il Movimento 5 Stelle, in particolar modo le Consigliere Lupini Ruggeri, è da sempre molto sensibile su questi temi.
Condivido che dobbiamo metterci mano e potenziare anche questo servizio, però non mi sento in questo momento di impegnare la Giunta regionale su questa problematica, visto che abbiamo aperto la discussione sul nuovo Piano socio-sanitario in tutto il territorio marchigiano. Stiamo ascoltando tutte le categorie (medici, infermieri, sindaci, sindacati), è iniziato un percorso importante da condividere con tutti gli stakeholder e mi viene da dire che questo momento non è quello giusto per presentare un ordine del giorno così, rimarrei sulla proposta di legge, senza esprimermi su questo atto. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. La dichiarazione di voto è favorevole rispetto all’ordine del giorno, per il quale ringrazio le proponenti. Ne condividiamo tutto il contenuto, non faccio nessun tipo di polemica rispetto alle azioni che riserveremo perché poi avremo un bel dibattito.
E’ passato quasi un anno, chiedo alla proponente: quante assunzioni sono state fatte? Non ci possiamo sempre appellare al decreto Balduzzi, che c’è sempre stato. Se c’era la necessità di assumere e le piante organiche lo consentivano dopo un anno avremmo potuto assumere un quinto, se fosse stato possibile, del mandato precedente. Abbiamo fatto zero.
Molto interessante l’ordine del giorno a supporto della legge giunta in Aula, voto positivo del gruppo del Partito Democratico. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Non è proprio una dichiarazione di voto, ma vorrei proporre di ritirare questo ordine del giorno per discuterlo in un secondo momento. Ci dispiace, sul merito è sicuramente giusto, ma abbiamo il problema, che il Consigliere Serfilippi e la Consigliera Menghi hanno detto con estrema chiarezza, del tetto di spesa, dobbiamo vedere quanto risorse abbiamo.
Abbiamo esigenze più grandi nel reperire medici e personale infermieristico per una sanità più diffusa sul territorio, vorremmo ragionarci con calma e non vorremmo associare questo ordine del giorno con la proposta di legge sulla psicologia sociale.
Questa è la proposta che voglio fare alle Consigliere Lupini e Ruggeri. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Intervengo volentieri anche per spiegare meglio, forse nel mio intervento ho dato per scontato alcune cose, per abitudine, per mestiere.
E’ emerso chiaramente nelle audizioni della Commissione rispetto a questa proposta di legge sull’istituzione del servizio di psicologia scolastica che laddove ci sono dei soggetti individuati come problematici e bisognosi c’è la necessità della presa in carico da parte del servizio pubblico ed è stato detto chiaramente da chi ci ha già lavorato, che c’è una difficoltà a reperire chi di dovere nel servizio pubblico, quindi psicologi e neuropsichiatri infantili. Quindi, non trovo momento migliore perché è emerso in modo prepotente che manca la presa in carico ed i servizi pubblici hanno bisogno di rimpolpare le piante organiche.
La richiesta è semplicemente quella di lavorare tutti insieme in modo trasversale, come sono abituata a proporre e a fare, per rendere appetibile il nostro territorio da un punto di vista socio-sanitario. Non ho la bacchetta magica, né la soluzione qui, oggi, però l’attenzione deve essere massima perché se mettiamo un buon servizio di psicologia scolastica nelle scuole, avremmo poi bisogno di un’accoglienza del disagio psicologico. Non trovo momento migliore, vedo che c’è un grande fermento oggi in Aula e non credo che sia per questo ordine del giorno, che mi sembra nel merito condividiate tutti, capisco che oggi è una giornata particolare, però è talmente collegato il mondo da cui provengo che non può aspettare ancora l’impegno, per cui non ritiriamo l’ordine del giorno.
PRESIDENTE. La proposta del Consigliere Cancellieri è stata sottoposta all’esame delle proponenti, che hanno detto non intendono ritirare l’ordine del giorno.
Proposta di ordine del giorno, la pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Chiedo 5 minuti di sospensione dei lavori per un incontro del gruppo per una decisione sul voto alla proposta di legge.
PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta per 5 minuti.
La seduta è sospesa alle ore 15,12
La seduta riprende alle ore 15,26
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Ha la parola, per dichiarazioni di voto la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. A nome di Fratelli d’Italia voto favorevole, anche interpretando il volere della maggioranza che si è espressa positivamente, non solo per il lavoro che è stato fatto da tutti all’interno della Commissione, ma anche e soprattutto per quel bisogno che è emerso e al quale stiamo cercando di dare delle risposte. Un’esigenza che è emersa trasversalmente, un bisogno al quale, con la proposta in discussione oggi, si può iniziare a dare non solo un’importanza, ma anche un riconoscimento che questo problema c’è, sul quale si vuole intervenire, anche con delle soluzioni operative concrete all’interno del mondo della scuola e delle fragilità, che purtroppo la pandemia ha acuito.
So che ci sono delle posizioni differenti, ci sono state delle discussioni, ma continuo ad auspicare che questa proposta di legge, che reputo buona, possa trovare - proprio per dare un segnale forte a chi questo bisogno ce l’ha – il voto unanime dell’Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Anticipo subito il voto che sarà di astensione rispetto alla proposta, un’astensione che apprezza la proposta ed il percorso.
Devo ringraziare la Presidente della Commissione Consigliera Leonardi, che ha fatto un grande lavoro, la relatrice di minoranza, che tra l’altro ci ha messo a disposizione anche un ordine del giorno importante, il primo firmatario Consigliere Ausili e tutti gli altri, compreso il Consigliere Santarelli.
Una legge che risponde alle necessità, anche innovativa rispetto al quadro nazionale e in qualche maniera anche resiliente perché tocca dei temi che prima del Covid ovviamente ricadevano quasi esclusivamente nell’ambito sanitario.
Abbiamo evidenziato, lo dico soprattutto guardando la Presidente della IV Commissione, degli elementi. In questa astensione in positivo, non è una astensione che legge il dato negativamente perché in effetti l’abbiamo condivisa, ci sono due elementi determinanti, intanto alcune contraddizioni che potevano essere ulteriormente corrette accogliendo degli emendamenti. Sappiamo che potevamo farli prima, ma sarebbe stato un percorso di maggiore condivisione se la proposta di legge fosse stata rinviata in Commissione.
Legittimamente c’è stata un’accelerazione perché si vuole tentare di arrivare ad un risultato per l’apertura dell’anno scolastico, lo facciamo con un grande limite perchè, uno, non ci arriveremo, poi andremo a verificare, ma non lo faccio con il tag di chi vuole negativizzare le cose fatte, sarà oggettivamente molto complicato e articolato per la scarsità delle risorse. 50.000 euro costringono a mettere in campo bandi con criteri molto stringenti e inevitabilmente le graduatorie, le modalità che dovranno permettere agli istituti di partecipare avranno anche una tempistica non sincrona con l’attività scolastica ed inevitabilmente arriveremo al prossimo anno. Allora conveniva attendere un momento in più e trovare risorse adeguate.
Un voto di astensione, abbiamo dato il nostro bel contributo, che penso sia stato molto utile, una legge che se fosse stata migliorata anche con gli emendamenti che il Consigliere Cesetti ha messo a disposizione avrebbe trovato un voto unanime. Avremo modo di verificarla.
Siamo d’accordo sul principio, condividiamo le finalità, purtroppo ci sono stati questi due passaggi, anche per responsabilità non oggettive vostre, ma del tempo e delle variazioni di bilancio, che non ci permettono di assecondare le nostre richieste. Dichiaro, quindi, l’astensione del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cancellieri.
Giorgio CANCELLIERI. Semplicemente per esprimere il voto favorevole della Lega per tutte le ragioni che ci siamo detti in Commissione e per quelle che abbiamo ribadito oggi in questa seduta. Grazie.
Proposta di legge n. 40 così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 14
ad iniziativa della Giunta regionale
“Programma quinquennale per le aree protette (PQUAP) 2021-2025. Legge regionale 28 aprile 1994, n. 15, articolo 7”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 14 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Sarò veloce anche perché i tempi si sono allungati.
La programmazione degli interventi relativi al settore delle aree naturali protette è demandata al programma quinquennale per le aree protette. L’articolo 7 della legge regionale 28 aprile del 1994 ne stabilisce i contenuti e le modalità di approvazione, in particolare il piano: può procedere all’individuazione di nuove aree, ma non lo fa, prevede l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli obiettivi del programma, parla della gestione degli obiettivi.
A pagina 2 c’è un breve indice dove sono racchiusi tutti i punti.
La Commissione ha audito i rappresentanti delle aree protette e si è evinto chiaramente che ci sono delle gestioni diversificate, c’è chi gestisce meglio i bilanci, chi gestisce meglio/peggio il discorso degli animali nocivi, c’è chi ha un rapporto migliore o peggiore con il territorio, ma complessivamente è maturata la riflessione sulla necessità di iniziare a vedere i parchi non solo come bolle di vetro per gli ambientalisti da salotto, come piace chiamarli a me, ma come aree vive che devono far fruttare le loro risorse – non essere sostenute solo dalla Regione - con l’esigenza di gestire meglio il discorso degli animali invasivi e delle specie alloctone.
Ci sono state delle modifiche al piano relative al passaggio dei due Comuni in Emilia Romagna, quelli dell’alto Montefeltro, modifiche che riguardano il territorio dei parchi.
Sono stati proposti degli emendamenti dal Consigliere Ausili, recepiti dalla Commissione, dal sottoscritto e dai Commissari di maggioranza della III Commissione, che discuteremo dopo.
Vado veloce, al punto 1. “Il sistema delle aree naturali protette”, c’è questo cambio, che potete vedere in neretto, che riguarda il territorio, poi è riportata la nuova planimetria e l’elenco dei vari soggetti gestori delle aree protette, che nella nostra regione rappresentano il 10% del territorio, ma con Rete Natura 2000 addirittura si arriva al 14% di aree tutelate.
Abbiamo una regione in cui non c’è un’ulteriore necessità di aree protette, ma di sostenere quelle già in essere.
Tengo a precisare, tra l’altro, che oltre il 14% di Sic Zps rientrante nell’area Natura 2000, ci sono tante aree agro-silvo-pastorali, che da secoli sono protette dai proprietari e dai portatori e interlocutori di quella che io chiamo la cultura rurale, quindi, gli agricoltori, gli allevatori, i cacciatori.
Nella nostra regione ricadono due parchi nazionali, quattro parchi regionali, tre riserve statali e quattro riserve regionali, non ultima la Riserva regionale del bosco di Tecchie in Comune di Cantiano che, se non erro, è di circa tre ettari.
Al punto 3 si parla dei 25 anni di programmazione regionale, fino al 2015, programmi di durata triennale, poi si è deciso con buon senso di farli diventare quinquennali.
Vado avanti, al punto 4 si parla della pianificazione delle aree naturali protette, che è diversa secondo la tipologia della riserva. A pagina 11 è spiegato l’iter dei piani di gestione delle aree protette, molti dei quali conclusi, alcuni ancora in corso, come quello del Parco nazionale dei Sibillini, ed altri da avviare come nel caso della Riserva naturale del bosco di Tecchie.
Vado ancora veloce per non sottrarre tempo, a pagina 13 c’è uno schema che riguarda le risorse che la Regione dà ai Parchi, nel quadriennio 2016/2020 sono stati trasferiti quasi 2 milioni di euro per gli investimenti e 10 milioni di euro per le spese di funzionamento. Emerge un dato significativo che nel tempo dovrà andare per forza aggiustato, le spese e il costo del funzionamento dei parchi sono pari all’84,2% delle risorse trasferite, la maggior parte delle risorse sono destinate al personale e solo lo 0,4%, e questo ci tengo a dirlo, per gli investimenti riguardanti la gestione delle specie animali problematiche per le attività economiche.
Vado al punto 6, ho presentato degli emendamenti che vi vado a leggere molto velocemente: il piano quinquennale intende agire con ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, con particolare riferimento alla soluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale. Abbiamo voluto mettere l’inciso su questa esigenza.
Al punto 6.2 c’è un altro mio emendamento che recita così: nell’arco della programmazione 2021/2025 la Regione intende valutare la comprimibilità delle spese obbligatorie delle aree protette, tramite l’utilizzo di personale proprio o favorendo forme di comando per i parchi di competenza regionale. Per comprimere le spese del personale si apre la possibilità, che già c’è, di utilizzare personale interno e qualificato della nostra Regione.
Sulle azioni di rete ci sono gli interventi del Consigliere Ausili che al punto 2.1 comma 6 dà la possibilità di svolgere azioni di monitoraggio della fauna selvatica con il coinvolgimento delle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale. Credo che questa sia una cosa molto importante perché le associazioni venatorie sono le prime a volere il rispetto della fauna e dell’ambiente. Al punto k bis) si parla di prove e di attività cinotecnica organizzate dalle strutture periferiche dell’Ente nazionale della cinofilia italiana o autorizzate dalle medesime, nel rispetto, e qui deve essere chiaro, delle norme e principi diretti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale.
Non ci vedo niente di male, c’è un emendamento del PD che vuol cassare questo punto, perché le prove cinofile, dove possono essere fatte, non sono niente di invasivo, anche in accordo con gli stessi parchi.
Vorrei ricordare che in tanti parchi europei addirittura è aperta la caccia, solo nella nostra Italia ancora si vede il parco come una bolla di vetro da tutelare, dove fare entrare questi ambientalisti con le pantofole e dove magari continuare un certo tipo di “magna magna” generalizzato.
Credo che sia un buon piano che riprende in larga parte le cose positive dei precedenti. C’è la richiesta dei parchi di confermare i fondi, si confermeranno, ma vogliamo ampliare una visione più attiva di queste aree protette.
Vorrei ringraziare l’Assessore Aguzzi e il Consigliere Antonini Presidente della III Commissione per il lavoro di approfondimento che è stato fatto anche con le associazioni, con i parchi e con le riserve.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie Presidente. Parto da dove ha finito il Consigliere Rossi, dai ringraziamenti. Devo ringraziare la minoranza per avermi dato l’opportunità di fare la relazione sulla proposta di atto amministrativo n. 14 ad iniziativa della Giunta regionale, in particolar modo la Consigliera ex Assessore Casini, che è molto più competente e capace di me, ma mi ha dato fiducia e mi ha detto di preparare questa relazione. Spero di essere all’altezza di questo compito che sarà un approfondimento sull’atto.
La predisposizione e presentazione da parte della Giunta regionale di questo piano all’Assemblea legislativa per l’approvazione in Aula è un adempimento necessario, essendo scaduta lo scorso dicembre la precedente programmazione relativa alle aree naturali protette.
La durata della programmazione prevista dalla vigente normativa regionale, legge regionale 15/994, così come modificata dall’articolo 32 della legge regionale 3/2015, è infatti di 5 anni ed è necessaria l’approvazione del nuovo piano affinché gli interventi relativi alle aree protette regionali possano proseguire.
Con la precedente programmazione 2016/2020 si sono chiusi i primi 25 anni di programmazione regionale per le aree naturali protette, un traguardo importante per una regione come la nostra particolarmente ricca dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
Nel corso degli ultimi 5 anni di programmazione è stato raggiunto l’obiettivo di tutelare almeno il 10% del territorio regionale, infatti con l’istituzione nel corso del 2020 della Riserva naturale regionale bosco di Tecchie, ricadente nel Comune di Cantiano, i parchi e le riserve naturali coprono il 9,61% del territorio regionale, che andrà ad essere leggermente limato perché, purtroppo, a noi dispiace, alcuni Comuni, come Sassofeltrio e Montecopiolo, sono andati nella Regione Emilia-Romagna.
Con la delibera di Giunta regionale n. 707 del 7 giugno 2021 la Giunta regionale ha proposto al Consiglio regionale il presente programma quinquennale per le aree protette, che prevede tre linee di programmazione. La prima, l’individuazione di nuove aree di riferimento di interesse naturalistico. Queste nuove aree come previsto dalla normativa regionale devono interessare quei territori che pur non essendo parchi o riserve naturali per la loro elevata naturalità ed eccezionalità dal punto di vista paesaggistico sono vocati a divenire aree naturali protette.
La seconda, l’istituzione di nuovi parchi o riserve naturali nel territorio marchigiano che offre numerosi ambiti di eccellenza dal punto di vista ambientale, potenzialmente deputati a diventare nuove aree naturali protette. Affinché questa possibilità possa concretizzarsi è necessaria la previsione di adeguate risorse finanziarie.
La terza, la legge regionale 15/1994 stabilisce che alla previsione di nuove aree protette debba corrispondere un adeguato aumento di risorse finanziarie. Nell’ultimo periodo di programmazione, i trasferimenti regionali al sistema delle aree protette sono stati pari a 1.938.772 euro per spese di investimento e 10.485.000 euro per spese di funzionamento con modeste variazioni da un anno all’altro per quanto riguarda le spese correnti e una forte riduzione per quelle degli investimenti.
Sottolineo che dal 2001 ad oggi il numero delle aree protette è passato da 7 a 11, ma le risorse disponibili non sono proporzionalmente aumentate, soltanto nel 2020 gli stanziamenti in conto capitale hanno assunto dimensioni comparabili con quelle dei precedenti periodi di programmazione e hanno consentito l’assegnazione di contributi significativi per l’implementazione di progetti ed interventi volti alla conservazione della natura, alla valorizzazione, promozione e fruizione dei territori, al recupero del patrimonio storico e architettonico, alla manutenzione del patrimonio infrastrutturale.
In particolare dal programma si rileva che il budget necessario per le spese correnti si aggira sui 2,2 milioni euro per un ammontare complessivo di 11 milioni al netto di entrate, contributi finanziari di altri enti e vendita di prodotti e servizi, che nel corso degli ultimi anni, in particolare in questo periodo pandemico, sono progressivamente diminuite.
Le spese correnti incomprimibili, ovvero quelle spese che garantiscono la funzionalità dei soggetti gestori delle aree naturali protette, comprendono spese obbligatorie e quindi necessarie per coprire il costo dei vari organi (Presidente, direttivo, eccetera), spese funzionali (utenze, manutenzioni, collaborazioni, eccetera), che sono determinate in relazione alla complessità della gestione della singola area e vengono ripartite in base ai criteri legati alla superficie interessata, alla popolazione residente, all’utenza turistica, alla presenza di beni storico/culturali.
In continuità con quanto stabilito dalle precedenti programmazioni, le risorse finanziarie di parte corrente trasferite dalla Regione sono assegnate secondo i seguenti criteri: una quota fissa relativa alle spese per organi e personale, una quota variabile relativa alle spese funzionali, altre spese secondo valori di riferimento standardizzati.
Al fine di contenere le spese di gestione il programma quinquennale promuove iniziative volte a coordinare unitariamente alcune attività, tra le quali la prevenzione e la gestione dei danni causati dalla fauna selvatica, la sorveglianza ambientale, la comunicazione, la razionalizzazione, l’ottimizzazione della gestione di risorse umane, la sorveglianza ambientale attraverso una convenzione con il Ministero delle politiche agricole, che definisce ambiti e modalità di collaborazione con i Carabinieri forestali nelle materie di competenza regionale.
Per quanto attiene alla spesa in conto capitale essa è indispensabile per valorizzare delle azioni in termini di obiettivi da perseguire e risultati da raggiungere, per questi motivi è necessario che siano garantiti stanziamenti significativi nel bilancio regionale, in continuità con i precedenti.
La programmazione di questo piano quinquennale è incentrata su due linee principali: le azioni di rete e le azioni da sviluppare nelle singole aree protette.
Le azioni di rete prevedono una serie di iniziative che coinvolgono l’intero sistema delle aree naturali protette sotto il coordinamento di un soggetto gestore, che opera in sinergia con la struttura regionale competente.
Le azioni da sviluppare nelle singole aree protette riguardano invece le necessità delle singole aree.
Gli obiettivi da raggiungere anche con questo piano quinquennale, sia con le azioni di rete che con le altre, sono assunti come strategici per la Regione nell’ambito della programmazione comunitaria e regionale poiché i fondi previsti dal presente piano quinquennale sono in linea con quelli degli anni precedenti.
Al fine di una migliore e più attenta valorizzazione di queste aree come Rinasci Marche e come minoranza auspichiamo che già dal prossimo bilancio regionale le risorse possano essere adeguatamente implementate in relazione al maggior numero di aree protette presenti nella nostra regione, anche per una maggiore valorizzazione delle stesse, in quanto risultano essere un volano per il rilancio di un settore strategico della nostra Regione come quello del turismo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Buonasera, colleghi. In Commissione è stato discusso il programma quinquennale per le aree protette 2021/2025, devo dire, come spesso accade, non per merito del sottoscritto, con una collaborazione fattiva da parte di tutti i Commissari componenti, sia della maggioranza che dell’opposizione, anche dei servizi e della Segreteria della Commissione, che ogni volta vengono coinvolti o ci coinvolgono rispondendo sempre con altissima professionalità. Anche in questo caso abbiamo cercato di svolgere il lavoro per il meglio, lavoro che ci è stato affidato dalla Giunta regionale, che ci ha chiesto un parere e l’approvazione di questo programma.
Abbiamo coinvolto i vari soggetti portatori di interesse diretto, i gestori dei parchi naturali regionali e delle riserve naturali, e abbiamo anche approfittato sia per una analisi della proposta che per un confronto sullo stato attuale delle aree protette, soprattutto su quelle che sono le prospettive, le problematiche ed eventualmente anche le soluzioni da loro stessi suggerite.
Alla fine di questo incontro e di un confronto tra tutti abbiamo anche inviato a nome della Commissione una lettera ad Aguzzi, in qualità di Assessore competete, per chiedere un paio di elementi che erano emersi da questo incontro e dal dibattito.
Il primo in assoluto da parte dei gestori delle riserve e dei parchi è una collaborazione, un aiuto, un contributo da parte del Governo regionale, da parte un po’ di tutti i Consiglieri, anche della Commissione per quanto di competenza, rispetto ad una facilità di accesso a fondi ulteriori, soprattutto in chiave di risorse europee per cercare di incrementare le casse, le attività all’interno dei parchi, che sappiamo si dividono in spese di gestione del personale, soprattutto, e spese della gestione ordinaria, più quelle relative alle attività che i parchi producono annualmente, che tra l’altro sono indicate nel piano quinquennale che andiamo ad approvare.
Ci siamo fatti carico di questa esigenza dei gestori, ma sarebbe anche auspicabile un’ulteriore collaborazione dell’Assessore Aguzzi. In prospettiva non sarebbe male cercare con la Commissione le soluzioni più adeguate. Non sarebbe affatto male partire e prevedere delle ulteriori e specifiche azioni, anche con un coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per reperire ulteriori fondi, per cercare di dare come Regione un sostegno concreto attraverso fondi e risorse europee nelle varie misure che si andranno ad alternare da qui ai prossimi 6/7 anni.
L’altra cosa emersa, tra l’altro con un confronto ed una richiesta parziale dell’Ufficio ambiente, è la necessità di rivedere i confini, a seguito del distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche, del Parco Simone e Simoncello. Sappiamo che questa frammentazione si è prodotta per una parte del territorio del Parco naturale interregionale, ma abbiamo dovuto lasciare a favore dell’Emilia-Romagna anche il territorio dei Parchi della Regione Marche.
Allora, la richiesta che noi abbiamo ulteriormente fatto è che venga anche rivista in proporzione la percentuale di contribuzione della Regione Marche sul Parco, che prima era proporzionata al territorio di pertinenza, 70% Marche e 30% Emilia-Romagna, adesso è 50 e 50, quindi occorre una revisione anche delle quote di partecipazione.
Altri elementi che sono emersi sono, ad esempio, l’esigenza di formazione del personale, cercare di venire incontro a certe esigenze coinvolgendo anche discipline e materie che non riguardano strettamente il settore dell’ambiente e delle aree protette, magari interessando la formazione attraverso dei percorsi specifici per cercare di aggiornare e in qualche modo di dare anche più qualità e competenza al personale stesso. Queste esigenze sono emerse nel confronto con i vari gestori.
Per il resto non ci sono particolari elementi, anche nuovi, rispetto al passato.
Abbiamo accettato ed approvato il piano con assoluta serenità, sono emersi alcuni elementi rispetto a una proposta che è arrivata in corsa durante gli approfondimenti in Commissione, ovvero l’inserimento di alcuni obiettivi da aggiungere a quelli già previsti, su uno di questi è arrivato un emendamento del Partito Democratico, che chiedeva la soppressione … Vorrei dire, anticipando un po’ quelli che saranno l’argomento e la risposta, che la possibilità di inserire all’interno dei parchi delle attività cinofile, con il coinvolgimento di una associazione di settore, lo dico per chiarezza estrema, è qualcosa che anche nel sottoscritto ha creato delle perplessità, che sono state poi ben spiegate ed illustrate nel momento in cui il Consigliere Ciccioli ha ben detto che non sono attività obbligatorie, anche se non è scritto in maniera chiara, però, per consuetudine ormai accertata in questi vari anni, dopo che i piani sono stati approvati e attuati non c’è alcun un controllo, una ricognizione rispetto al raggiungimento e al soddisfacimento di tutte le attività inserite nel piano. Ciò significa che l’ente gestore può a propria totale discrezione esercitare il diritto di non accogliere eventuali proposte se non ritenute in linea coerente con la politica che attua ed esercita all’interno del parco o riserva, quindi area protetta.
Non c’è nessun vincolo di obbligatorietà, ma una discrezionalità nel poter mettere in essere eventuali proposte o meno. Questo credo che possa tranquillizzare tutti, anche i più scettici mrispetto ad un eventuale uso ipotetico, in proprio, del parco con delle attività diverse e innovative.
L’ultimo aspetto è quello dei cinghiali, che è un problema serio. Alcuni casi sono stati risolti in una certa maniera, in altri invece la questione esiste. In generale invito anche l’Assessore, come abbiamo fatto anche in Commissione, a cercare, laddove sia più possibile, pur nel rispetto delle diversità perché ogni parco e ogni area hanno gestioni diversi, in certi casi è il Comune, in altri un ente privato, in altri ancora un ente parco nato appositamente, in altri l’Unione montana, di favorire per quanto di nostra competenza una certa omogeneità, non dico tanto nella gestione, ma in alcune modalità, in alcuni servizi, in alcune attività in modo tale che si possa operare con più facilità e valorizzare qualcosa di molto importante che come Regione abbiamo. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Ritengo opportuno fare alcune osservazioni sull’approvazione del Programma quinquennale per le aree protette, considerando soprattutto l’aggiunta di piccole, ma importantissime azioni tese all’implementazione migliorativa dello stesso.
Il lavoro svolto in III Commissione insieme ai Consiglieri Ausili, Assenti ed a tutti i componenti del centro-destra che hanno collaborato alla valutazione del piano, rappresenta oggettivamente non solo una precisa e concreta recensione delle competenze gestionali da parte degli enti preposti, bensì una lodevole e lungimirante svolta nelle politiche di sostenibilità e collaborazione tra tutte le realtà interessate.
Nel dettaglio validissime e a mio avviso irrinunciabili attività sono quelle destinate agli studi di ricerca e monitoraggio della fauna selvatica anche attraverso il coinvolgimento di associazioni settoriali e specializzate, ne sono un esempio le associazioni venatorie, dal momento che con questa linea di indirizzo si pongono le basi per una diretta collaborazione tra le parti, un benefico confronto fra le tecniche utilizzate ed una sicura e potenziale efficacia nella realizzazione delle stesse.
Le conoscenze su consistenze e distribuzione di alcuni selvatici sono mirate al fine di migliorare il quadro conoscitivo e la gestione della specie oggetto di studio, l’acquisizione di tali dati di presenza, distribuzione e abbondanza su quei territori. L’indice che poi è possibile ottenere può essere impegnato per valutare l’andamento dei selvatici e può quindi rappresentare un’informazione di base utile per una gestione sostenibile.
Tale protocollo è stato applicato anche in altre realtà regionali e subregionali con il fine di fornire uno strumento di indirizzo per enti e amministrazioni pubbliche interessate. In particolare la scelta di incentivare il monitoraggio all’interno delle aree protette nasce dalla necessità di fotografare con buona attendibilità anche la popolazione svernante al netto delle perdite dovute all’esterno per il prelievo venatorio e alla potenziale alterazione del comportamento degli animali a causa del disturbo. Importante e meritevole di menzione è quindi l’attività cinofila e cinotecnica nelle aree interessate con il coinvolgimento dell’ente nazionale cinofilia italiana (Enci).
Al di là dei pregiudizi e dei limiti di applicazione, questa particolare attività proposta dà indirettamente benefici e lustri ai territori interessati, mi riferisco ad esempio al turismo, nonché alla possibilità di evocare le azioni di illustri personaggi del passato nati e vissuti proprio in quei luoghi, uno tra tutti, ad esempio, lo scrittore Giorgio Gramignani che nelle sue opere scritte descrive le particolarità di quei territori dove oggi ad esempio sussiste il Parco del Conero. Grazie.
PERSIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Anch’io ritengo che sia stato fatto un buon lavoro in Commissione, di questo ringrazio il Presidente e gli altri componenti, ringrazio il Vicepresidente Santarelli che nella sua relazione mi ha fatto dei complimenti che non merito.
Vorrei far capire all’Aula che stiamo trattando una fetta delle aree protette della Regione Marche, nel senso che ci sono i parchi nazionali, che non vengono trattati in questo caso, poi ci sono i parchi e le riserve regionali e rimane fuori tutto il mondo dei Sic Zps che è un’altra forte componente delle aree protette della Regione Marche, che in questo caso trattiamo. Trattiamo una parte importantissima del territorio che in questi anni è arrivata al 9,56% di superficie rispetto al territorio delle Marche, una parte importante che prevalentemente è ubicata nelle aree interne, con talune eccezioni, penso al Conero, al Sentina, al San Bartolo.
Il tema è anche quello che è stato accennato, quello degli ungulati, un problema serio e spesso problematico da risolvere sia perché interessa le aree interne sia perché a volte la sopravvivenza di queste specie è difficile da conciliare con la sopravvivenza dell’uomo e con delle azioni antropiche che sono determinanti e importanti all’interno dei parchi. L’azione antropica all’interno dei parchi non va assolutamente demonizzata, anzi l’uomo è un animale del parco, senza alcuni interventi dell’uomo …. Penso per esempio al pascolo ed alla permanenza delle aree a pascolo, al non avanzamento delle aree a bosco, che è un effetto negativo perché aumenta i tempi di corrivazione a valle e crea dei problemi di dissesto idrogeologico, quindi la presenza dell’uomo all’interno di queste aree è giusta e va incentivata.
Va anche ricordato che queste aree, che vengono gestite tramite dei piani di gestione, come si diceva prima, hanno dei gestori diversi, enti diversi e non tutte hanno le stesse caratteristiche, perché noi pensiamo ad un’area protetta e ci immaginiamo l’area boscata, un’area particolare dal punto di vista botanico vegetazionale o faunistico, in realtà ci sono delle aree che sono differenti, per esempio le zone umide. La regione Marche dal punto di vista paesaggistico è molto variegata, è una nostra caratteristica peculiare, abbiamo aree che sono completamente diverse.
Si è fatto riferimento agli emendamenti presentati, credo di aver fatto anch’io un po’ di confusione e non ho capito se il Consigliere Bilò si riferiva agli emendamenti che sono stati approvati dalla Commissione, perché ce ne sono alcuni che sono già stati inseriti, o a quelli presentati oggi. Per chiarezza dico che una parte, che non erano emendamenti, sono stati inseriti dalla Commissione nella proposta di legge che oggi avete trovato, poi ce ne sono altri tre, per lo meno quelli che ho visto io, che sono stati presentati fuori dalla Commissione.
In relazione all’emendamento, non so se ne vogliamo parlare subito, vorrei fare una chiosa, ha fatto bene il Consigliere Rossi a parlare anche degli emendamenti e di quello che ha proposto lui, nel merito sono d’accordo, c’è poco personale nelle aree protette, ci sono scarse risorse. Ricordo a tutti che nel 2015/2016, la vecchia Giunta si insediò a fine luglio 2015, non era prevista una lira sulle aree protette, non c’erano risorse, non erano state previste e noi ci siamo trovati anche con la difficoltà di ripartire da zero. Ringrazio ancora l’ex Assessore competente per essersi sempre impegnato per queste aree.
In merito all’utilizzo di personale si potrebbero favorire forme di comando per i parchi di competenza regionale, che sono quelli di cui ci stiamo occupando, sia riserve o parchi - degli altri non ci possiamo occupare essendo una competenza nazionale - il problema è che le spese del comando sono a carico del parco, mentre il personale proprio operante nei parchi naturali, Consigliere Rossi, lo vediamo, è 6, 6, 3, 3, veramente poco.
Condivido l’esigenza di aumentare il personale dei parchi perché ritengo che siano una grande risorsa anche dal punto di vista turistico ricettivo e quindi economico, però il suo emendamento non mi sembra risolutivo perché le spese obbligatorie le possiamo anche comprimere, ma il personale proprio evidentemente già lo si paga, se invece si favorisce il comando lo si deve pagare, non può essere la Regione a pagare, ma l’onere ricade sull’ente per il quale la persona comandata lavora.
Per quello che riguarda le specie invasive sono d’accordo, prima si è fatto riferimento ad una differenza chiara tra le specie alloctone e quelle autoctone. Le specie alloctone vanno considerate tali e bisogna avere il coraggio di farlo e quindi di prevedere un loro contenimento. Mi riferisco sempre alle stesse, mi riferisco ai cinghiali, ai caprioli, agli istrici in particolare. Da questo punto di vista sulle specie, che non possiamo definire genericamente invasive, siamo d’accordo.
Non siamo invece d’accordo per quello che riguarda la lettera k ter che è stata inserita e di cui abbiamo discusso, come giustamente diceva il Presidente in Commissione. Non condividiamo perché, sono sicura che lo conoscerete, l’accordo per la collaborazione sottoscritto con l’Ente nazionale della cinofilia italiana nel 2018 stabilisce che l’Ente nazionale per la cinofilia italiana e la Regione Marche, Servizio caccia e pesca, avrebbero individuato delle aree idonee cinotecniche per l’addestramento dei cani e non è un caso se in questo accordo non si citano mai le aree Natura 2000 perché sono quelle che hanno delle particolari caratteristiche, dove non è detto che non si possa andare con i cani, si può andare purché si faccia una valutazione d’incidenza di quanto quell’azione possa interferire con l’oggetto di tutela, che può essere diverso, che va dal rospo smeraldino della Sentina, di cui il Consigliere Assenti ha piena contezza, alle aquile, piuttosto che specie botanico vegetazionale come la famosa genziana. Quando beviamo la genziana attenzione perché nella maggior parte delle volte stiamo bevendo un liquore fatto con una radice che non può essere raccolta ed estirpata. Non credo che si possa decidere con un programma, che tra l’altro non è neanche un Piano di gestione, una cosa così, quando già esiste un accordo per l’individuazione di queste aree.
Noi voteremo contro perché non entriamo nel merito di qualcosa che tra l’altro è ancora in vigore. Non so se il Presidente o il presentatore dell’emendamento sia a conoscenza dell’accordo tra l’Ente nazionale della cinofilia italiana e la Regione Marche, sottoscritto nel 2018 e tuttora vigente, in cui si parla di aree idonee, non si parla di zone protette perché quelle hanno una normativa molto diversa. Non si può stabilire che le aree siano tutte uguali perché in alcune è possibile …, magari può essere indifferente in alcuni periodi dell’anno, per esempio periodi nei quali non c’è la cova, nei quali non c’è la riproduzione, nei quali non c’è il passaggio delle specie che migrano, ci sono dei periodi e dei momenti, poi però ci sono delle zone dove non è assolutamente possibile, penso per esempio alle faggete che sono tutelate e dove credo non sia possibile fare alcuna azione.
Io non metterei su un Piano una possibilità del genere, la lascerei ad ogni singola realtà, posto che esiste un accordo tra l’Assessorato caccia e pesca e l’Ente della cinofilia italiana, quindi, o questo accordo deve essere revocato, oppure loro hanno già in mano la possibilità di individuare delle aree per delle attività cinotecniche.
Per il resto noi diciamo che se verrà stralciato …, ci auguriamo che verrà stralciata questa possibilità perché ci sembra che sia in contrasto con gli atti che ci sono ed anche di difficile realizzazione.
Per quello che riguarda l’emendamento del Consigliere Rossi siamo d’accordo, però c’è da sistemare la questione economico-finanziaria nel senso che se c’è un comando qualcuno bisogna che lo paghi e lo deve pagare l’ente per il quale il soggetto lavora, quindi, è un costo che deve sostenere la Riserva o il Parco. Se risolviamo questo problema .., certo siamo d’accordo tutti che vanno implementate le risorse.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Aguzzi.
Stefano AGUZZI. Grazie, Presidente. Mi fa piacere che si sia arrivati oggi a parlare e spero ad approvare questo atto importante perché noi siamo attualmente fermi con i contributi a favore delle aree protette proprio perché manca questo piano, che oggi è in approvazione. Ci si è dilungati di qualche settimana per una giusta e necessaria discussione che si è protratta in Commissione nel massimo rispetto dei ruoli, però è bene approvarlo altrimenti tra pausa agostana e tutto andremo a finire ad elargire i contributi un po’ in ritardo e mi dispiacerebbe.
Questo non è il primo problema, il primo obiettivo è quello di dare un piano quinquennale innovativo, anche inedito, su alcuni punti di vista ed approvarlo in questa giornata.
Mi fa piacere questa discussione, un piano quinquennale non riguarda solo i finanziamenti sui quali torno, è anche prevedere eventualmente nuove aree e nuove perimetrazioni, definire la ripartizione e la suddivisione dei finanziamenti a seconda delle attività che nei parchi si svolgono, quantificare l’ammontare delle somme suddivise, non tanto per quanto un parco è più o meno importante, ma per le attività che mette al suo interno, il personale che occupa e altro.
Poi c’è una serie di finalità che sono tendenzialmente suddivise per parchi, un parco o una riserva non ha lo stesso fine rispetto ad un altro. Prima, ad esempio, è stata citata la Sentina, è un’area a me molto cara, è la più piccola area protetta delle Marche, è unica nelle sue specificità, è l’unica area umida retrodunale tra il parco del delta del Po e Lesina, è l’unica area a metà Adriatico, è preziosissima, tant’è che, vi dico di più, è mia intenzione, se ne avremo la possibilità e la capacità, di proteggerla anche via mare con delle scogliere, ci stiamo ragionando, altrimenti rischiamo di perderla. Ognuna ha una sua specificità, ha un suo valore che va valorizzato, rispettato e garantito.
Non si prevedono in questo piano nuove aree, noi sfioriamo il 10%, che è comunque una percentuale non secondaria, non tutte le Regioni hanno il 10% di aree protette, quindi le Marche sono indubbiamente all’avanguardia, comunque nella media nazionale.
Noi cosa finanziamo? La Consigliera Casini prima ha detto solo i parchi regionali, non è esattamente così, noi abbiamo quattro tipologie di parchi e riserve in questa regione: parchi nazionali, parchi regionali, riserve regionali e riserve statali. Sui parchi nazionali non incidiamo finanziariamente, sui parchi regionali invece incidiamo quasi al 100% sia sulle spese correnti di attività che si svolgono che per il personale, garantiamo tutte le attività, mentre nelle riserve regionali e riserve statali non garantiamo le spese del personale, ma di funzionamento, compresi gli uffici. La Consigliera Casini prima ha detto una cosa, sulla quale ho voluto precisare perché non è esattamente come l’aveva interpretata, per cui abbiamo su tutte un ruolo molto importante.
Noi oggi con questo piano prevediamo, poi vi dirò alcune altre cose, uno stanziamento complessivo per spese ordinarie, non di investimento, di 1.742.000 euro, quindi siamo a circa 200.000 euro sotto a quanto stanziato lo scorso anno. Se vi ricordate quando abbiamo stanziato questa spesa erano previsti 200.000 euro in più che volutamente, proprio su un emendamento della Giunta, abbiamo stralciato per poter finanziare il bando per lo smaltimento dell’amianto, che oggi è in corso. L’impegno era quello di rimettere i 200.000 euro con l’avanzo di amministrazione, impegno che oggi non è qui racchiuso perché ancora non abbiamo approvato il bilancio consuntivo, ma l’impegno rimane tutto ed è non solo mio, ma di tutto il Consiglio regionale, quindi la spesa sarà rimpinguata di 200.000 euro.
Vi dirò di più e lo dico con piacere, non solo con orgoglio, alla fine del 2020, dopo molti anni, su mia iniziativa abbiamo rifinanziato con 200.000 euro la sistemazione dei percorsi dei parchi per chi ha difficoltà motorie, è stato fatto un bando, sono stati già assegnati i 200.000 euro, che alla fine dello scorso anno non erano previsti a bilancio preventivo, l’abbiamo rimpinguato noi e quest’anno li abbiamo reinseriti, il bando è già stato espletato e in questo momento stanno arrivando i progetti.
Al di là della spesa ordinaria noi abbiamo rimesso anche i 200.000 euro per la miglioria dei percorsi per chi ha difficoltà motorie. Ci tengo a dire che, non pretendo che mi crediate sulla parola, non è all’interno del piano, al di là dei 200.000 euro per i percorsi protetti, al di là dei 200.000 per i quali ci siamo impegnati a rimpinguare il capitolo delle spese, ho già parlato con l’Assessore Castelli per l’eventualità di avere, spero tanto e credo di riuscirci, ulteriori 200.000 euro per la spesa corrente, per particolari piani e progetti che i parchi potranno proporre di anno in anno. Quindi, non spesa corrente per il personale, ma piani specifici, che non è detto che tutti gli anni avvengano. Ad esempio il parco del Conero ha proposto una situazione che secondo me è molto interessante, la valuteremo, il parco Simone Simoncello ne ha proposta un’altra. Con 200.000 euro eccezionalmente potremmo di anno in anno andare a stimolare l’attività di questi parchi anche per ricerche, valorizzazioni ed attività culturali al loro interno, con riferimenti specifici a personalità del passato che vivevano ed operavano in quei territori, per incentivare anche dal punto di vista turistico queste attività.
Su questo andremo ad impegnare, mantenendo quegli impegni che non sono qui racchiusi perché non abbiamo i fondi a disposizione finché non ci sarà l’avanzo di amministrazione approvato, 2.374.000 euro, ben 400.000 euro più dello scorso anno, che non è poco. Ci tengo a dirlo, altrimenti non trovandoli si potrebbe pensare che c’è stato un taglio della spesa, invece non è e non sarà così, anzi vorrei incentivarla nei limiti del possibile.
Per gli investimenti discorso a parte, cerco di farla breve, noi abbiamo avuto negli ultimi 5 anni per gli investimenti sulle aree protette 2016/2017/2018 zero, nel senso che i tre bilanci non prevedevano nulla per le attività di intervento strutturale, cioè gli investimenti. E’ stato parzialmente reinserito un capitolo nel 2019 con 200.000 euro per poi fare il botto nel 2020 dove è stato messo 1.600.000 euro; non dico perché c’erano le elezioni, non lo so, ma la battuta mi è venuta quasi spontanea. Nel 2020 sono stati sbloccati dei fondi che erano vincolati da anni, che dovevano essere impegnati per gli investimenti, sono stati impegnati, erano fermi da 4 anni, quindi si è un po’ recuperato il periodo nel quale non si è operato.
Se la media la spalmiamo sui 5 anni è di circa 350.000 euro l’anno, nel piano noi mettiamo 336.000 euro, non andiamo ad aumentare, però ci rimettiamo nel solco della ricostruzione storica degli ultimi 5 anni in cui la media è stata di circa 350.000 euro sugli investimenti e noi questo anno prevediamo quella cifra.
Ho precisato il perché di questa differenza tra lo scorso anno e questo, altrimenti sembrava che mettessimo molto meno, invece siamo nella media degli ultimi 5 anni, questo non vuol dire che se ci saranno le condizioni non potremmo fare di più perché effettivamente c’è necessità di interventi anche maggiori.
Mi soffermo al volo sul personale, noi oggi abbiamo 6 persone al Parco del Conero (c’è stato un pensionamento che penso verrà recuperato dall’ente), 6 persone alla Gola della Rossa, 3 al San Bartolo e 3 al parco Simone Simoncello, parlo dei parchi di nostra diretta competenza sui quali interveniamo come spesa.
Apprezzo l’idea che ha avuto il Consigliere Rossi nel presentare l’emendamento, però è vero quello che ha detto la Consigliera Casini, di fatto la spesa va comunque sul parco, ma potrebbe anche succedere che all’interno delle economie complessive della Regione Marche possano esserci delle persone disponibili a spostarsi negli enti parchi, è vero che la spesa ricade sull’ente parco ma, se mi permettete, la spesa complessiva dell’ente pubblico non va ad aggravarsi ulteriormente. E’ un’opportunità che possiamo avere, invece di far fare una ricerca al parco può essere una ricollocazione di qualcuno che già opera all’interno dell’ente pubblico, ma questa è una possibilità, non è detto che debba essere così.
Io ho fatto una botta di conti, credo che un paio di figure in più rispetto all’attuale assetto, all’interno delle spese che noi stiamo prevedendo, potrebbero venir fuori e poi vedremo anche dove e come. Secondo me le esigenze maggiori sono al Parco Simone Simoncello, uno dei più grandi, dove il personale è pochissimo, però adesso non mi fate spendere su questo perché non sta a me decidere dove e quando si assumerà.
C’è questa possibilità e quella suggerita dal Consigliere Rossi con il suo emendamento può essere un’opportunità in più per dislocare personale già presente all’interno dell’amministrazione.
Sul parco Simone Simoncello la precisazione è già stata fatta anche da altri Consiglieri nelle premesse, se si va a ridefinire anche la spesa oltre al perimetro avremo un risparmio di circa 20.000 euro l’anno, ci potrebbe uscire un’eventuale assunzione. Avendo perso due Comuni si è anche persa una parte di territorio, quindi, si dovrebbe ridefinire la spesa con la regione Emilia-Romagna, che è cogestore insieme alla Regione Marche di quel Parco interregionale.
Mi soffermo e chiudo sulle proposte che sono state, se non sbaglio, già prese in considerazione in Commissione, che ha fatto secondo me un ottimo lavoro. Una è quella di aver l’ausilio anche delle associazioni venatorie nello studio, nell’approfondimento, nella gestione e nel contenimento di specie invasive, io le chiamo invasive perché effettivamente lo sono sotto alcuni punti di vista. Dico questo perché già si fa, non inventiamo qualcosa di nuovo, sembra sempre che il parco debba essere il luogo dell’associazione ambientalista, ma tutti siamo ambientalisti, con tutte le nostre specificità e vedute diverse. Oggi I cacciatori e le associazioni venatorie svolgono un’azione fenomenale all’interno dei parchi. Quando qualcuno mi dice: ma perché si caccia. Rispondo: ma sapete dove si caccia tutto l’anno, giorno e notte ed anche nei periodi di caccia chiusa? Solo nei parchi. Nelle Marche si caccia solo nei parchi 365 giorni all’anno, giorno e notte, e si commercializza anche la carne, cosa che in genere non si potrebbe fare, perché c’è un’invasività di cinghiali, purtroppo, ahinoi, che produce molti danni al funzionamento ed alla sicurezza dei parchi, di conseguenza lì le nostre associazioni venatorie fanno un’opera di grande prestigio. Pensate nel Sasso Simone e Simoncello sono stati 540 i cinghiali abbattuti lo scorso anno, 360 nel Parco del Conero in mezzo alle case, se non ci fossero i cacciatori chi li abbatterebbe? Peter Pan? Di conseguenza abbiamo fatto bene ad inserire questa specificità nella gestione. L’inanellamento degli uccelli migratori, chi meglio dei cacciatori può farlo, sono loro che conoscono perfettamente le consuetudini, le abitudini, le stagionalità, i periodi di nidificazione, quelli di svernamento, quelli di passaggio, sono un’enciclopedia. Su questo potremmo parlare fino a domani.
Mi fa molto piacere questo stimolo che si è voluto portare avanti.
Concludo ringraziando la Commissione ed i Consiglieri regionali per il lavoro che hanno svolto.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale, ha la parola, per replica, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Non ho altro da dire se non il fatto che l’Assessore ha ben spiegato qual è il principio del mio emendamento e l’opportunità che vuol dare in termini di risparmio. Grazie.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Rossi, Antonini, Borroni, Assenti, Baiocchi, Bilò, Serfilippi: “Al capitolo - 6 paragrafo 6.1 (Fabbisogni e criteri di riparto) dopo il terzo capoverso, dopo le parole ‘occupazione diretta’ è inserito il seguente capoverso: ‘Nell’arco della programmazione 2021/2025 la Regione intende valutare la comprimibilità delle ‘spese obbligatorie’ delle aree protette, tramite l’utilizzo di personale proprio o favorendo forme di comando per i parchi di competenza regionale’”.
Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Questo emendamento è già stato esposto prima, quindi, per me è sufficiente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Abbiamo già espresso prima il nostro pensiero, nel senso che siamo d’accordo sul fatto che deve essere implementato il personale delle aree protette perché, come è stato detto anche prima dall’Assessore, i numeri sono davvero molto bassi, però rimaniamo perplessi, dal punto di vista normativo, sulla possibilità di utilizzare personale della Regione, che lavori nel parco a spese della Regione. Il comando sarebbe una spesa per il parco e non per la Regione.
Ci asterremo perché nel merito siamo perfettamente d’accordo, ma il metodo non ci pare percorribile.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Subemendamento 2/1 a firma del Consigliere Rossi: “L’emendamento 2 è sostituito dal seguente: ‘Il capitolo 6 - paragrafo 6.2 (indirizzi per l’attività del sistema regionale), il primo capoverso è così sostituito: ‘Il piano 2021/2025 intende agire con un’ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, soprattutto alla risoluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Il subemendamento è solo per specificare meglio, quindi sostituiamo le parole “con particolare riferimento”. Credo che anche dal punto di vista grammaticale sia migliore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Alloctono è una di quelle parole che se uno non si occupa di queste materie è difficile che …
Dal punto di vista del merito siamo d’accordo, però non ne comprendiamo il senso. Il programma intende agire con ulteriore attenzione rispetto ai precedenti programmi per le aree naturali protette, soprattutto alla risoluzione delle problematiche relative alle specie invasive ed alloctone deleterie per la biodiversità locale. La biodiversità è locale, detto questo, non si capisce come ciò si faccia. Anche prima l’Assessore ha spiegato bene che le aree naturali protette sono zone in cui maggiormente si caccia, le cosiddette zone A, dove la caccia è aperta in molti periodi dell’anno, anche se di selezione, quindi non capiamo che cosa significhi. Ci asteniamo per evitare di prendere una posizione.
PRESIDENTE. Subemendamento 2/1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Rossi, Antonini, Borroni, Assenti, Serfilippi, Baiocchi, Bilò. Decaduto.
Emendamento 3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Vitri, Biancani, Mangialardi, Mastrovincenzo, Carancini: “Al paragrafo 6 (Il programma quinquennale aree protette 2021/2025) punto 6.2.2 (Azioni da sviluppare nelle singole aree protette) la lettera K ter è soppressa”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. In questo caso, l’ho già spiegato prima e non mi vorrei ripetere, c’è un accordo di collaborazione tra l’Assessorato e l’Ente nazionale della cinofilia italiana che è ancora in vigore, con il quale si stabilisce di individuare le aree idonee per l’addestramento dei cani, non solo, nell’accordo non si mettono in evidenza, anzi non si citano affatto, le aree protette. Capisco che i cani devono imparare a lavorare in modalità diverse, non soltanto per la caccia, in aree che hanno delle particolari sensibilità, devono essere addestrati a questo e non è un caso che nell’accordo tra i compiti dell’Enci venga prevista una collaborazione con la Regione Marche per individuare le aree cinotecniche caratterizzate da buona diversità e densità faunistica. E’ chiaro che esiste già una censura per dire di non arrivare fino alle aree naturali protette, ma andare in aree che hanno però una densità faunistica e una buona diversità, in cui non è presente una biodiversità forte, ma c’è una densità faunistica e una buona diversità dal punto di vista botanico vegetazionale.
Mi pare che questo emendamento sia un po’ una captatio e non si capisce per quale motivo venga fatto, posto che esiste già un accordo con il quale possono già scegliere le aree che vogliono.
Voteremo contro questo emendamento perché non ha senso da nessun punto di vista, soprattutto perché nel merito ogni area, come dicevamo prima, ha una sua caratteristica peculiare, lo ha detto anche l’Assessore, per cui viene tutelata e valutata con la valutazione di incidenza. Ogni azione può essere incidente o non incidente rispetto agli obiettivi di tutela che sono stabiliti nei piani di gestione. Ci sembra un po’ un azzardo visto che già esiste un atto.
PRESIDENTE. Lei Consigliera ha espresso una valutazione contraria a quanto già inserita nel testo, ma favorevole all’emendamento.
Emendamento 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Prima come Partito Democratico abbiamo ringraziato la Commissione per il lavoro fatto, ringraziamo anche gli uffici, che sono stati molto presenti, in maniera molto tecnica e puntuale, hanno non solo redatto il programma, ma hanno dato anche un supporto importante alla Commissione per ogni dubbio.
Anche se ci permangono quelle perplessità, che abbiamo evidenziato, sulle questioni che sono state osservate con gli emendamenti, riteniamo che l’obiettivo sia alto e proprio per questa motivazione il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo programma.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Lega vota a favore.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Santarelli.
Luca SANTARELLI. Grazie, Presidente. Il gruppo Rinasci Marche voterà a favore per il lavoro svolto in Commissione. Ringrazio la Segretaria per il sostegno che ci ha dato, il Presidente e il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.
Durante la giornata odierna abbiamo avuto un ulteriore approfondimento in merito alle azioni che sono state messe in essere dall’Assessore Aguzzi, per tutti questi motivi e anche per il futuro della nostra regione dal punto di vista turistico - credo che oggi la pandemia abbia messo a nudo la necessità di dare un turismo diverso, un turismo sostenibile, un turismo legato alle aree protette - il voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per esprimere il voto favorevole del gruppo di Forza Italia. E’ già intervenuto l’Assessore Aguzzi che si è espresso in maniera molto chiara sull’atto, quindi voteremo favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Borroni.
Pierpaolo BORRONI. Grazie, Presidente. Innanzitutto devo dire che siamo molto contenti del lavoro svolto in Commissione e della collaborazione che c’è stata. E’ stato un bel lavoro e si è arrivati alla realizzazione di un programma quinquennale importante.
Siamo anche contenti che molte proposte del gruppo Fratelli d’Italia siano state accolte all’interno di questo Piano, proposte innovative che guardano ad una gestione oculata e ambientalista in collaborazione con tutte le associazioni del territorio.
Il nostro voto è convintamente positivo nei confronti del punto. Grazie.
Proposta di atto amministrativo n. 14, così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
Proposta di atto amministrativo n. 17
ad iniziativa della Giunta regionale
“Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 4 febbraio 2020, n. 107, concernente: “Piano socio-sanitario regionale 2020-2022. Il cittadino, l’integrazione, l’accessibilità e la sostenibilità”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 17 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questo è un atto essenzialmente tecnico, che ci permette di andare avanti nella programmazione ospedaliera.
La delibera approvata in Giunta recepisce nella continuità gli aspetti già decisi dalle amministrazioni precedenti, non solo l’ultima, ma anche la penultima. Si parla del nuovo ospedale di Fermo, dell’Inrca, che purtroppo ha un ritardo ormai decennale, e del Salesi, all’interno degli Ospedali Riuniti di Ancona, tutti progetti già avviati, cantierizzati, in corso d’opera e purtroppo, abbiamo dovuto rilevare, che presentano dei limiti per cui sono necessari nuovi investimenti sia per l’ospedale di Fermo che per l’Inrca ed anche una rivalutazione di alcuni aspetti progettuali del Salesi. Comunque sono progetti già avviati e l’impegno dell’amministrazione regionale è quello di accelerare per poterli consegnare nel minor tempo possibile, per dare una prospettiva di breve periodo all’organizzazione sanitaria locale. Invece nello sviluppo della programmazione noi chiudiamo il capitolo del progetto di finanza relativo all’ospedale di Pesaro, un ospedale unico, un capitolo che dal punto di vista dell’equilibrio economico, delle risorse che assorbiva, era sfavorevole per la Regione Marche.
Andiamo nella direzione di dire che il nuovo ospedale è necessario nella città di Pesaro, un ospedale ovviamente di primo livello, consono ad un capoluogo di provincia, la stessa cosa facciamo per Macerata, anche lì l’ospedale per quanto più moderno ha dei limiti strutturali e normativi di inadeguatezza. Quindi le due città di Pesaro e di Macerata avranno il nuovo ospedale, con un notevole risparmio economico rispetto alle prospettive passate.
Terza programmazione: l’ospedale di San Benedetto del Tronto. Per gli ospedali di Macerata e di Pesaro è garantito totalmente il finanziamento con le leggi ordinarie e straordinarie relative al piano di ripresa e resilienza, quindi andiamo in una direzione di certezze assolute, mentre per quanto riguarda San Benedetto del Tronto andiamo nella direzione e nella prospettiva di un nuovo ospedale, che andrà a sostituire una struttura che è stata posizionata in un’area urbana che presenta delle difficoltà di accesso e di sosta ed alcuni padiglioni sono al limite della normativa vigente. Questo ospedale è tutto da fare, occorre la localizzazione, la progettualità e tutto il resto. Nell’ambito delle leggi di finanziamento dello Stato, il piano annuale che c’è, e nelle risorse regionali per quanto riguarda i finanziamenti straordinari andiamo nella direzione di una decisione forte che da qui ad alcuni anni darà risposta a questi territori.
E’ chiaro che noi siamo nella prospettiva della riscrizione del Piano socio-sanitario regionale che però necessità di tempi più lunghi, abbiamo già avviato le consultazioni sul territorio con i Sindaci, con le associazioni e con il personale medico, propedeutiche alle decisioni che andremo a prendere perché prima bisogna ascoltare e poi prendere le decisioni. L’ottica è quella del superamento dell’ospedale unico in una rete ospedaliera regionale, ovviamente sinergica.
Tenete presente che siamo in una fase di incertezza nel senso che il vigente piano sanitario nazionale verrà superato ed è già in discussione. Personalmente ho parlato con un docente universitario che fa parte della Commissione, le regole dei decreti Balduzzi saranno riviste, anche le regole dei posti letto, attualmente sono 3,5% per acuti e 1% lungo degenza, circa 4,5% con i vari ritocchi.
L’esperienza Covid ha dimostrato che questo numero di posti letto … In passato l’orientamento è stato quello di ridurre al minimo i posti letto e nell’arco degli anni, a seconda delle nazioni europee, si è andati da 9 per mille posti letti, a 8 per mille, a 7 per mille, fino ad arrivare alla cifra ottimale di 4,5 per mille posti letto.
L’emergenza Covid ha creato finanche nella organizzatissima Germania un deficit di posti letto, nuove previsioni non sono state ancora prese, ma andranno nella direzione dell’aumento dei posti letto di riserva, norme già previste per i decreti Covid. Anche nelle Marche abbiamo prospettato l’aumento dei posti letto in rianimazione, in malattie infettive, già finanziati con il decreto nazionale sul Covid, in parte già realizzati, in parte in corso di realizzazione.
Tutto questo dovrà portare tutte le forze politiche in base ai nuovi parametri, in base ai nuovi fabbisogni - in genere le decisioni si prendono sul fabbisogno - a rivedere l’organizzazione sanitaria tenendo presente la necessità di un recupero della rete sanitaria territoriale, che negli ultimi anni è stata degradata (il territorio non ha risposto alle esigenze), delle realtà che gli ospedali devono essere in grado di affrontare, anche imprevedibili, magari la vicenda Covid si estingue da qui a un anno, da qui a due anni come tutte le grandi pandemie nel mondo nei secoli passati, però potremmo sempre trovarci di fronte ad una nuova emergenza e non possiamo farci trovare questa volta impreparati.
La revisione della rete è anche in questa direzione: sanità territoriale e efficientamento con budget certi e risorse attribuite, aziende ospedaliere organizzate in grado di far fronte anche ad emergenze, ma garantendo l’ordinaria gestione sanitaria. Uno dei limiti grossi che abbiamo visto in questa fase della pandemia è che per far posto all’emergenza i normali trattamenti ordinari non sono stati fatti, se non circa il 30-40%, si sono create lunghissime liste d’attesa, non sono state date risposte immediate a patologie molto gravi, dall’oncologia, all’urologia, dalle chirurgie ai trattamenti terapeutici, questo non può più accadere.
Questa esperienza ci deve far maturare e far capire quali sono i fabbisogni e quali sono i contenitori di emergenza che devono essere sempre presenti.
Ripeto, è un atto tecnico, che serve per le successive procedure progettuali, per gli ospedali di Pesaro e Macerata immediatamente e in prospettiva, in tempi brevi a quello di San Benedetto del Tronto.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Signori Consiglieri, credo che sia una buona opportunità, Assessore Saltamartini, mi fa piacere che ci siano il Presidente Acquaroli ed anche i Consiglieri di maggioranza, primo fra essi il Consigliere Ciccioli, per tentare di fare un salto di qualità nella discussione su questo tema così delicato. Voglio premettere in fase di relazione di minoranza che si sbaglierebbe se si interpretasse questo tema come appartenente a qualcuno, appartiene ai cittadini, quindi su questo, almeno in fase di relazione, spero anche negli altri interventi che si susseguiranno nella discussione generale, l’attenzione e a motivazione sono quelle di fare un ragionamento aperto e senza alcuna pregiudiziale.
Il primo capitolo che voglio toccare brevemente cerca di fotografare la scelta della maggioranza, in particolare dell’Assessore Saltamartini, su questa modifica.
Il Consigliere la definisce un atto tecnico, certo è abbastanza strano perché la carica che l’Assessore Saltamartini gli attribuisce è tutt’altra. Basta leggere le ultime dichiarazioni in cui riconosce questo provvedimento come un atto politico fortissimo, ma su questo poi diremo, però è giusto che le persone sappiano di cosa ci stiamo occupando.
C’è una revisione del Piano socio-sanitario regionale? Assolutamente no, lo ha detto il Consigliere Ciccioli. C’è una revisione del Piano socio-sanitario funzionale? Si è inteso andare verso la modifica di una parte funzionale, logica del Piano socio-sanitario? Assolutamente no. C’è la revisione del Piano socio-sanitario che ha come fondamento il Covid e tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno e mezzo? Neppure.
Oggi che cosa facciamo? Modifichiamo 18 righe di un Piano socio-sanitario composto di oltre 200 pagine, modifichiamo 18 righe, non lo evidenzio retoricamente, lo sottolineo perché è parte di un capitolo dedicato alla rete ospedaliera e all’emergenza/ accettazione.
La domanda che chiude questo primo capitolo è: perché modifichiamo questa parte così piccola, che cosa c’è dentro questa parte così piccola che legittima un intervento di urgenza così impattante dal punto di vista politico, secondo l’interpretazione dell’Assessore Saltamartini? La contraddizione fortissima oggi arriva dal relatore di maggioranza che dice che è un atto tecnico.
Al Consigliere Ciccioli direi: scusi, per definizione il Piano socio-sanitario è un atto di programmazione, non c’è nessuna norma, non c’è nessuna decisione che è propedeutica ad un atto attuativo, se vogliamo raccontarci le cose come stanno e vogliamo parlare orizzontalmente in maniera trasparente. Quindi, la cosa che mi chiedo è: perché si è voluto modificare questo pezzetto del Piano socio-sanitario? Poi lo andremo a vedere e proveremo ad analizzarlo fuori da ogni interpretazione.
C’è un ultimo elemento che mi piace dire, che ribadirò, è un tema a cui per esperienza amministrativa sono molto legato e che secondo me diventa decisivo indipendentemente da chi governa una Regione, il concetto di partecipazione. Seppure si intendeva modificare 18 righe di un Piano socio-sanitario così corposo, Consigliere Ciccioli, si doveva fare un passaggio partecipativo, in quale modo? Semplicemente coinvolgendo le conferenze di area vasta che sono interessate alla modifica.
Questo non è stato fatto, è una scelta ben precisa, non voglio aprire polemiche sulla conferenza di area vasta, che è stata convocata addirittura dal Direttore, siamo davvero allo stracciamento delle regole.
Secondo elemento, proviamo a capire per mettere a disposizione dei cittadini cosa accade con questa modifica. Nel Piano socio-sanitario approvato a febbraio 2020 le famose 18 righe si occupavano di tre argomenti: il primo, quello della previsione dei cosiddetti ospedali nella programmazione, si faceva riferimento ovviamente al materno infantile di Ancona, a Marche Nord, all’Inrca di Osimo, al nuovo ospedale di area vasta 3 di Macerata e al nuovo ospedale di area vasta 5 e si indicava in maniera puntuale come con quella programmazione si intendeva rispettare l’indirizzo del piano Balduzzi che, come sapete meglio di me, stabilisce un criterio tra ospedali di base, ospedali di primo e di secondo livello.
C’era un secondo elemento in quel Piano importante rispetto alle 18 righe, si prevedeva un accordo fra Pesaro e Fano per le evidenti problematiche che poi si replicavano anche negli altri territori, per il fatto che nel passato non si era scelto di rispettare, ovviamente sto raccontando grezzamente, la territorialità di Fano rispetto al proprio ospedale e si individuava un protocollo che sarebbe stato necessario in una qualche maniera ad integrare e a supportare quella scelta. Qui finiscono gli elementi essenziali di quelle famose 18 righe, nulla di più, una sorta di programmazione.
Adesso vi indico quello che c’è scritto nelle 18 righe, sostanzialmente si prevedono anche qui tre/quattro elementi, quelli centrali, e si afferma che si supera il modello dell’accentramento della rete ospedaliera secondo i dettati del Balduzzi, il decreto 70/2015. Guardate, poi lo diremo, è una contraddizione perché il Balduzzi è lo strumento tecnico giuridico che articola razionalmente sul territorio i vari ospedali per intensità di cura.
Secondo elemento, si fa riferimento in questa modifica alle direttrici del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dico all’Assessore Saltamartini senza alcuna polemica che questo argomento avrebbe dovuto essere esclusivamente oggetto di questo intervento modificativo, perché, per quale ragione? Per la semplice ragione che il Covid ha modificato l'oggetto degli interventi, della percezione e dell’attuabilità, quindi su questo …, ma lo dice lasciando sul tetto i valori perché, poi vedremo, lui non fa riferimento a tutte quelle che sono oggi le opportunità e le indicazioni che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dà. Fa riferimento, questo è l’elemento finale, al famoso ospedale di San Benedetto del Tronto. Stamattina leggo sul giornale, e queste sono le dichiarazioni del Sindaco, che c’è già un accordo scritto perché quello sia l’ospedale di primo livello. Il Sindaco di San Benedetto del Tronto non è di sinistra, lo evidenzio senza polemica, per farvi capire dove siete arrivati, e dice che c’è già un accordo scritto con la Regione perché quello sia l’ospedale di primo livello. Non so se questo è vero o non è vero, ma sta scritto nelle dichiarazioni del Sindaco.
Aggiungo che oggi il Consigliere Ciccioli ci svela in realtà che quello è l’ospedale farlocco, che viene dato in pasto alle persone per far credere che lì ci sarà un nosocomio ma non è finanziato.
Lo voglio dire perché in politica c’è il primato della parola, la parola non manipolata, se voi fate campagna elettorale credo che sbagliate, se volete andare in quella direzione andateci, anche ammesso che intendiate fare l’ospedale di San Benedetto del Tronto, l’errore fondamentale è che andava concordato, andava coinvolto il territorio, è evidente che se si fa un ospedale a San Benedetto del Tronto deve essere di primo livello.
Terzo elemento, alla prima domanda che mi sono posto durante l’articolazione dell’intervento mi ha risposto il Consigliere Ciccioli, è un ospedale farlocco, non ci sono finanziamenti, l’abbiamo messo nella programmazione da qui all’eternità, e va bene. Assessore Saltamartini, il ghigno non lo fa a me, è contro i cittadini, le faccio una domanda, spero che sia in grado di rispondermi: dire che si supera il modello dell’accentramento e affermare allo stesso tempo che c’è una norma del Balduzzi, che va rispettata, non è una contraddizione in termini? Deve essere chiaro su questo, glielo chiedo per chiarezza.
Aggiungo, Assessore, che quando parla, lo dico anche alla maggioranza, di superamento o di accentramento … Voglio dirvi che attualmente, ed sono critico sul Piano territoriale della Giunta precedente, ci sono nel territorio marchigiano, per chi non lo sapesse, 14 stabilimenti di ospedali e 11 case della salute, se noi dividiamo il numero degli abitanti delle Marche in rapporto con tutte le strutture, con tutti gli stabilimenti, c’è un ospedale ogni 9.000 abitanti, aggiungo che accanto a questo vi sono altresì 164 strutture ambulatoriali e 121 strutture private convenzionate, se le dividiamo rispetto al territorio e agli abitanti abbiamo una struttura ogni 5.000 persone. Quindi, affermare che nel territorio delle Marche c’è un accentramento è una bugia, sarebbe più serio, e sono d’accordo, affermare che forse sono organizzate male, ma non che nella regione Marche vi è un accentramento o addirittura la questione di modificare l’ospedale unico. Non è assolutamente vero perché ci sono i dati, queste fonti non me le invento, ce le ha consegnate la Direttrice generale dell’Asur in audizione. Quindi da questo punto di vista non esiste - lo dico se vogliamo con la mia relazione proporre e ragionare - il tema dell’accentramento, non è mai esistito ed io vi sfido seriamente ad indicarci qual è stata la struttura ospedaliera chiusa dalla Giunta precedente. Diteci quali sono le strutture ospedaliere chiuse dalla Giunta precedente.
E’ un racconto diverso della realtà, che non corrisponde al vero e allora cosa si sarebbe potuto fare? Lo dirò nel prossimo intervento, anche attraverso gli emendamenti.
Voglio fare un ultimo accenno rispetto alle indicazioni del Consigliere Ciccioli, Consigliere, non è un atto tecnico, l’Assessore Saltamartini è venuto in audizione - ecco perché sono un po’ disorientato dalle sue parole, ho la registrazione - e alla precisa domanda: qual è la ragione dell’ospedale diffuso piuttosto che altro, ci ha detto che niente era vero, come a dire che erano battage pubblicitarie, di marketing, in realtà l’ospedale unico avrebbe continuato ad esistere.
Ora, ripeto, ognuno fa le proprie valutazioni, magari non si è espresso bene, ognuno di noi fa errori, dice cose e può sbagliare, però il primato della parola e la non manipolazione nella politica è fondamentale, Assessore.
Lasciatemi dire un’ultima parola su Macerata, poi ci saranno gli interventi, la violenza esercitata, lo dico alla responsabilità, attraverso la previsione della Regione è inaudita. Lì c’è una decisione della Conferenza di area vasta che dopo 50 anni ha deciso di realizzare, in coerenza con il dm 70/2015, un ospedale di primo livello, le acuzie. Voi sapete bene meglio di me quello che il buon Dio, cioè il Consigliere Cesetti, ha fatto a Fermo, quello che sta in tutti gli altri territori, ebbene lì c’è una violenza. La conferenza dei Sindaci di area vasta, non io, del territorio …, c’era pure il mio caro collega, amico, persona rispettabilissima, Francesco Acquaroli, che aggiungo mi aveva dato pure una mano in quell’occasione a convincere l’attuale Sindaco di Civitanova Marche della buona azione politica, lo dico non polemicamente perché se il Presidente si spoglia dell’appartenenza è un uomo di grande equilibrio, questo ci tengo a sottolinearlo. In quel passaggio l’area vasta decise unanimemente di avere un ospedale unico di primo livello, è un diritto dei cittadini e la politica lo può cancellare perché in quell’ospedale attraverso la riorganizzazione della struttura, attenzione non le reti cliniche, il personale sarà razionalizzato in un unico contesto, ovviamente quella parte, le reti cliniche saranno riorganizzate e i cittadini verranno curati meglio.
Questa cosa che arriva un gerarca e decide che l’ospedale non si fa è davvero un atto di violenza, si approfitta anche di una vana resistenza, addirittura della compiacenza di un Sindaco che purtroppo è silenzioso, è silente, non riesce a testimoniare un diritto, una conquista, non nostra, perché quel percorso – e c’era anche il buon ex Sindaco di Castelraimondo - non è stato scelto da una persona, è stato un percorso partecipato nella scelta di un territorio, attraverso una sorta di indicazione plurima giunta con il criterio fondamentale: va collocato dove si arriva più velocemente, un concetto elementare.
Concludo con spirito positivo, purtroppo è una modifica del piano socio-sanitario che ha contraddizioni, ho citato il presidio unico e il dm 70. Ambigua, non l’ho citata prima, seppur forse non condivisa, la scelta su Fano, su cui oggi non sappiamo nulla.
Una modifica che non assume responsabilità, è una scelta dirigistica, non di partecipazione, è una scelta, lo dirò negli emendamenti, che non tiene conto del fattore più importante, Presidente Acquaroli, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci sono 20 miliardi a disposizione delle Regioni italiani, 15 miliardi del Pnrr, 3 miliardi del React-EU e altri 2 miliardi di un fondo complementare, queste sono risorse che andranno spese entro il 2026, è nel Piano socio-sanitario. Quella avrebbe dovuto essere la modifica, migliorare tutta la struttura del territorio interno sanitario, quello sarebbe stato davvero un intervento.
Spero che questa discussione possa portare ad un miglioramento, lo faremo attraverso la proposizione di un paio di emendamenti, forse qualcuno di più.
So che sarà difficile, anche se non si capisce perché, ma noi siamo disponibili a discutere con voi sul tema della sanità, pensando di non essere i padroni del vapore. Ho letto analiticamente parola per parola il programma del Presidente Acquaroli, non c’è una sola parola che dica che si deve andare contro il decreto Balduzzi oggi vigente, fino a prova contraria, soprattutto si rispetti il principio della continuità amministrativa. Da un ex Senatore, se non vado errato, come Filippo Saltamartini, ci si sarebbe aspettati che il principio di continuità amministrativa fosse rispettato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Antonini.
Andrea Maria ANTONINI. Grazie, Presidente. Subito voglio dire al Consigliere Carancini che la bocciatura del concetto di ospedale unico non viene da nessun gerarca, ma dal popolo marchigiano che ha votato in maniera chiara ed inequivocabile una volontà politica espressa e condivisa sul territorio in fase di proposizione di progetti proposti una volta eletti. Quindi, la bocciatura non viene da nessun gerarca, non sono decisioni prese dall’alto, ma sono state condivise in campagna elettorale attraverso un mandato, attraverso una proposta chiara, inequivocabile che ha visto tutti i Consiglieri, anche i non eletti, raccogliere sul territorio consensi su questa proposta politica, ovvero guardare il territorio in modo diverso: la sanità, una medicina diffusa sul territorio, integrata, in cui il concetto di ospedale unico doveva essere superato.
Questa delibera che oggi andiamo a votare, proposta dall’Assessore Saltamartini, è condivisibile perché il punto chiaro ed inequivocabile è proprio questo e vi ricordo che nella seconda o terza seduta in questa Aula consiliare fu votata una risoluzione che riguardava solamente la provincia di Ascoli Piceno, ma di fatto il concetto si è poi esteso in breve tempo un po’ in tutta la regione, ovvero il superamento del concetto di ospedale unico.
Questo per cercare di mettere immediatamente le cose in chiaro. Ovviamente mi voglio focalizzare di più sul mio territorio perché ci sono delle situazioni diverse. Ogni Consigliere conosce e giustamente pone all’attenzione dal punto di vista politico e progettuale le esperienze e le situazioni della propria provincia e del proprio territorio.
Dato che il Consigliere Carancini ha citato l’ospedale di San Benedetto del Tronto, considerandolo un progetto vuoto o qualcosa del genere, voglio innanzitutto che sia chiaro che, quando riporta le parole del Sindaco di San Benedetto del Tronto che avrebbe detto che accordo è, il Piano socio-sanitario del 2012/2014 già prevedeva un’integrazione dell’area vasta 5 su due stabilimenti equiordinati di primo livello. Parliamo in sostanza degli ospedali di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto, per la probabilmente particolarità di essere una provincia di confine, un’area vasta che confina con una regione come l’Abruzzo che ha una mobilità attiva molto importante, l’unica della nostra regione così forte e per questo motivo è stata …, ed è tuttora vigente anche perché il decreto Balduzzi, al quale il Consigliere Carancini fa riferimento, sono alcuni anni che esiste e sta lì. Viene tanto sbandierato, per carità, però è anche interpretabile, sennò delle scelte sarebbero già state fatte 10 anni fa.
La posizione è esattamente questa in maniera chiara anche perché il primo cittadino di San Benedetto del Tronto giustamente fa il Sindaco di una città e come ogni Sindaco chiede - credo che questo non sia politica, ma normalità - che il proprio ospedale abbia un riconoscimento, lo difende, lo tutela, lo vuole valorizzare, a me parrebbe strano il contrario, è normale che dica determinate cose.
La realtà è molto semplice, ci sono due stabilimenti che sono esattamente equiordinati di primo livello, quindi l’ospedale di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto hanno questa integrazione, questo è il discorso, altri ad oggi non esistono. Noi cosa abbiamo fatto nel frattempo? Abbiamo sventato la sciagurata ipotesi di un ospedale unico in una zona centrale tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto che avrebbe portato alla lenta e inesorabile chiusura o alla trasformazione e chiusura dei due ospedali. La gente si è espressa con valanghe, quintalate di voti contro questa ipotesi perché le persone non sono stupide. Avrebbero chiuso anche il pronto soccorso perché tre pronto soccorso tra Ascoli Piceno, Pagliare e San Benedetto del Tronto nel giro di 30 chilometri oggettivamente è una cosa che non esiste sulla faccia della terra, quindi, voi avreste chiuso gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Diciamole queste cose una volta per tutte! Questo era il vostro obiettivo e noi vi abbiamo colpito nel punto - non è vero dei gerarchi sono sbarcati chissà da dove - incontrando i cittadini, facendo una campagna elettorale, prima di ascolto, cercando di capire quali erano le vere esigenze, che non erano certamente l’ospedale unico di una fantomatica efficienza tutta da dimostrare, ma la vicinanza. La vicinanza è dare delle risposte rilevanti, che noi daremo grazie anche a quello che sta facendo l’Assessore Saltamartini, che ringraziamo, insieme al Presidente Acquaroli, tra l’altro con il coinvolgimento reale non di Sindaci, che per carità sono fondametali, ma se facciamo riferimento, come ha fatto il Consigliere Carancini, al voto ponderato … Mi dispiace dirlo, con tutto il rispetto per i piccolissimi Comuni, il Sindaco del Comune di Palmiano, lo cito perché lo conosco bene, non ha neanche 200 abitanti, ma ha la stessa importanza di voto del Sindaco di Ascoli Piceno, di San Benedetto del Tronto nella decisione, ad esempio, di dove localizzare l’ospedale unico. Lei capisce che c’è qualcosa che non porta, uno che rappresenta 200 abitanti ha lo stesso peso specifico di due Sindaci che ne rappresentano 50.000 a testa, queste sono le cose che non hanno funzionato, proprio per questo motivo.
Quindi la risposta da dare è sugli argomenti importanti che riguarderanno oltre la struttura … E qui apro una parentesi, su San Benedetto del Tronto sinceramente il Consigliere Ciccioli si è spinto un po’ oltre, io parlo da ascolano, ma siamo tutti d’accordo che il territorio ha bisogno di una attenzione particolare, che non ha avuto in questi ultimi decenni. Sinceramente l’attenzione non l’ha avuta tutta la provincia di Ascoli Piceno nonostante abbia avuto dei bravi politici in altri settori, rappresentanti ed amministratori. Onestamente sulla sanità devo dire che non c’è stata quella difesa e valorizzazione del territorio che un piceno avrebbe voluto avere o avrebbe voluto che il proprio amministratore mostrasse a livello istituzionale regionale, ed è un dato di fatto che stiamo indietro su molte cose, come sanità e Area vasta 5, oggettivamente. Questa rivalità tra i due ospedali, totalmente inutile e senza senso, è stata alimentata proprio da chi vuole che tutto il territorio non possa crescere, non possa richiedere le giuste …, non voglio dire …, diciamo le sperequazioni che ci sono state.
L’Area vasta 5 ha una mobilità attiva di 30 milioni di euro e non ha la possibilità anche gestionale di poter parzialmente riavere una parte di quelle fondamentali risorse per poter determinare una politica sanitaria di qualità sul proprio territorio. Questo è quanto interessa, avere dei servizi importanti, dei reparti all’avanguardia, delle attrezzature. L’edificio, il luogo della costruzione in sé per sé dell’ospedale va bene, ma fino ad un certo punto perché la parte più rilevante è il contenuto piuttosto che il contenitore.
Credo che San Benedetto del Tronto giustamente dovrà avere, ripeto, una attenzione particolare perché è stata la parte un po’ dimenticata in questi ultimi anni, però è anche vero che decidere quando si parla di nuovo … Nuovo non significa solamente andare a creare nuove cubature da qualche parte, nuovo potrebbe anche significare demolire, ricostruire, rinnovare, però è una scelta che non deve essere calata dall’alto in maniera così, quasi cogente, deve essere fatta attraverso un confronto con il territorio, anche con uno studio di fattibilità da cui si possa capire cosa effettivamente dove conviene creare, disegnare, anche da un punto di vista economico, finanziario, tecnico. Un percorso per capire dove è meglio per la cittadinanza, per le casse della Regione, per una visione generale che bisogna avere sulla sanità, se è meglio fare un ospedale nuovo o se è meglio intervenire sull’esistente. Credo che questo sia un percorso che deve partire, l’importante è che noi abbiamo fin da ora deciso che ci sarà giustamente un’attenzione particolare su San Benedetto del Tronto e che il primo livello sarà per gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto perché equiordinati su due stabilimenti.
Queste sono le cose chiare, fondamentali ed è il pensiero da noi condiviso.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.
Anna CASINI. Grazie, Presidente. Visto che la campagna elettorale è finita possiamo ricominciare a parlare di atti amministrativi specialmente in questa sede, quindi, quando si afferma che nel Piano socio-sanitario approvato dalla precedente Giunta era previsto un ospedale unico si dice una grande menzogna perché nella delibera che abbiamo tutti sotto gli occhi, e stiamo approvando proprio oggi, alla pagina 2 viene citato lo stralcio di quanto previsto a pagina 56 del vigente Piano socio-sanitario regionale, le famose 21 righe di cui parlava il Consigliere Carancini, che vengono sostituite dalle 18, e che io vi leggo: “Nuovo ospedale materno infantile Salesi di Ancona, nuovo ospedale Marche Nord, ospedale unico Ancona sud Inrca Ancona-Osimo, nuovo ospedale di Fermo, nuovo ospedale area vasta 3, nuovo ospedale area vasta 5”. Non c’era scritto da nessuna parte nel vecchio piano che si trattava di un ospedale unico, ci avete fatto la campagna elettorale, l’avete comunicato bene, mi complimento, perché alla fine la questione è passata.
Ora che cosa era previsto nel vecchio piano socio-sanitario? A parte il fatto che era stato redatto in coerenza con il famoso decreto legge Balduzzi, il 70/2015, che ancora è vigente, sul quale il Piano nazionale di resilienza è stato pensato, mi riferisco all’asse 6, che è in linea con il decreto Balduzzi, quindi lì ci saranno le risorse. Prevedeva un accentramento delle acuzie, quindi, un ospedale di primo livello non un ospedale unico, che nel caso della provincia di Ascoli Piceno sarebbe stato, così come scelto dall’Assemblea dei Sindaci e non dalla Regione Marche, in maniera condivisa e concertata in tre sedute dalla Conferenza dei Sindaci, ubicato in località Spinetoli perché era baricentrica. Tutti avevano scelto nel rispetto delle aree interne e nella considerazione che nel Piceno abbiamo due ospedali vecchi, che sono stati progettati prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, che sono entrati in funzione prima che esistessero le Tac, le risonanze magnetiche, l’emodinamica e tante altre modalità, che prevedono dei percorsi all’interno dell’ospedale sia diagnostici che per le acuzie completamente diversi, per non parlare delle patologie tempo dipendenti.
Si era pensato di applicare il Balduzzi e lo si era fatto, quindi, un ospedale di primo livello, due ospedali, uno ad Ascoli Piceno e uno a San Benedetto del Tronto con funzioni territoriali, e la rete territoriale perché nella nostra logica, nella logica del piano, il paziente non dovrebbe arrivare in ospedale, ma dovrebbero essergli fornite le prestazioni appropriate sul territorio. I pronto soccorso sono oberati perché la maggior parte delle richieste sono inappropriate, ma non è colpa del paziente che vi si reca, è che non c’è e va creato il soddisfacimento del bisogno nel territorio.
Come farlo? Le modalità sono nel piano che noi abbiamo scritto, sono nel decreto Balduzzi, ma soprattutto sono nel Piano nazionale di resilienza e ci sono le risorse per poterlo fare.
Ora io dico che quando si gioca sul primo livello, è chiaro, come è stato detto prima, che il Sindaco di San Benedetto del Tronto … , si vota, il Consigliere Assenti mi guarda e ride, ha ragione, pure io farei credere – no, io forse non lo farei perché sono sempre stata piuttosto seria quando ho parlato di questi temi – che esiste un ospedale di primo livello ma quello che dice il Sindaco è grave, cioè dice ed è virgolettato: “Io parlo con gli atti e c’è una delibera, nero su bianco, in cui viene specificato che il nuovo ospedale dovrà essere di primo livello”.
(interventi fuori microfono)
Anna CASINI. Detto questo, a prescindere da quello che dice il Sindaco di San Benedetto del Tronto, che fa la sua strategia, non c’è mai stato un ospedale unico, si è sempre pensato ad un ospedale di primo livello, con altri due ospedali con funzioni territoriali, così come prevede il Balduzzi, e con tutte le declinazioni territoriali.
Ora neanche voi scrivete di primo livello perché questa storia dei due presidi non funziona e non potrà più funzionare, è una presa in giro per i cittadini e innanzitutto ci penalizza. Quando si dice che chiuderà il punto nascite di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto è perché le nascite non vengono calcolate e sommate come un ospedale unico, vengono divise, quindi, non è vero che viene considerato un presidio unico. Rischiamo di chiudere tutti e due i punti nascita. Abbiamo già avuto l’esperienza della chirurgia, avevamo due primari chirurghi tra i più bravi d’Italia, se ne sono andati entrambi perché con 200.000 abitanti si contendevano le appendiciti e questo sapete che non è possibile, per avere una qualità della prestazione sanitaria ci vogliono i numeri, più alti sono più si ha la prestazione. L’esempio classico, se hai un infarto nella provincia di Ascoli Piceno devi andare ad Ascoli Piceno, se hai un ictus la Stroke è a San Benedetto del Tronto, quindi devi pregare il Signore che se ti viene una patologia tempo dipendente devi essere vicino casa. Come la storia del cantante che a San Benedetto del Tronto ha avuto un problema cardiaco grave ed è stato portato all’ospedale dove gli hanno detto: qui da noi se hai un ictus, sennò devi andare via, e l’hanno portato ad Ascoli Piceno. E’ chiaro che i pazienti vengono stabilizzati e non rischiano nulla, ma l’ideale sarebbe avere tutte le acuzie e la loro soluzione in un unico presidio perché è la cosa più sicura per il cittadino.
Noi avevamo immaginato un ospedale dove nessuno doveva andare, nel senso che, ripeto, i bisogni dei pazienti dovevano essere soddisfatti nei due ospedali rimanenti, che non sarebbero stati chiusi, e nel territorio, per arrivare nei casi particolari in ospedale, che doveva essere ad alta specializzazione.
Mi auguro che questo rimanga e che si decida dove si deve fare. Io sono italiana, sono marchigiana, sono della provincia di Ascoli Piceno, sono ascolana, se devo operarmi, se mia figlia deve partorire, se un mio genitore si deve operare per una questione chirurgica seria, se devo andare da un urologo, a me interessa poco fare 20 chilometri in più o in meno, è una stupidaggine!
Consigliere Assenti, tutte le ascolane, quando è nato mio figlio negli anni ’90, partorivano a San Benedetto del Tronto, il padre di mio figlio lavorava come medico ad Ascoli, quindi, io non mi sono potuta spostare, ma sono andate tutte a San Benedetto del Tronto. Sapete bene che molte donne da Ascoli vanno a partorire a Sant’Omero. Domandiamoci per quale motivo molte donne vengono a partorire ad Ancona, e questo lo sappiamo. E’ vero che c’è una mobilità attiva nel piceno, ma facciamo due conti e verifichiamo se questa mobilità passiva è pubblica o privata, perché la maggior parte della mobilità attiva è mobilità del privato, non è tanto nostra perché noi stiamo perdendo i numeri.
Mi auguro che adesso con il nuovo chirurgo a San Benedetto del Tronto si riesca a ricostruire.
Voi sapete che i concorsi per i pronto soccorso di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto sono andati deserti? Non c’è gente che vuole venire, i medici sono pochi, c’è il numero chiuso, le specialità sono a numero chiuso e ancora più selettive. Noi non è veniamo scelti da chi può scegliere e da chi è di alta qualità perché siamo appetibili, no, non è appetibile lavorare con le ambulanze che fanno su e giù tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Parlate con gli operatori, spesso e volentieri il paziente nell’ascolano, di cui non parla mai nessuno, ma io ne vorrei parlare perché è al centro di tutto quello che stiamo discutendo, è costretto a fare su e giù in continuazione perché alcuni reparti sono ad Ascoli Piceno ed altri a San Benedetto del Tronto, se fossero in un luogo comune … Io non mi straccio le vesti per Spinetoli, mi interessa realisticamente poco, ma un ospedale di primo livello il più possibile baricentrico, senza dimenticare le aree interne, secondo me sarebbe importante, con tutte le specialità per poi ragionare sul territorio. Credo che applicheremmo il Balduzzi, in questo caso non lo si fa e soprattutto quello che mi dispiace è che è stato deciso senza convocare la Conferenza dei Sindaci, questa è una cosa gravissima e antidemocratica, hai voglia a parlare di incontri. Siamo bravi tutti quando si vuole fare la concertazione e la partecipazione finta, è facile, chiami un sacco di gente che non capisce niente del problema, la fai sfogare dopodichè decidi quello che ti pare. No, la Conferenza è dei Sindaci, per rispetto istituzionale andava fatta e non è un caso che quando è venuto l’Assessore Saltamartini ci fossero soltanto 5 Sindaci dell’ex zona 13 presenti, non dirò quali Comuni c’erano perché potremmo fare i calcoli, come prima qualcuno ha fatto sul numero degli abitanti.
Credo che queste cose, come diceva prima nella sua relazione ben più tecnica il Consigliere Carancini, si debbano discutere con la base e la base sono i Sindaci ed è quello che è stato fatto dalla nostra Giunta. I Sindaci hanno deciso l’ubicazione e se fosse continuato il processo avrebbero deciso anche che cosa, come e che tipo di progetto realizzare, non c’è stato il tempo, ma questo era l’obiettivo. Prima si individua urbanisticamente il terreno e poi si costruisce le casa, questo a casa mia, non viceversa.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. A fronte del percorso fatto all’interno della Commissione sia in questa legislatura che della scorsa, di cui voglio portare anche l’esperienza fatta, voglio chiarire due cose, forse dei passaggi che non sono stati ben compresi o non si vogliono comprendere.
Il percorso per la revisione generale e la scrittura del nuovo Piano socio-sanitario necessita di un tempo importante, ricordo che nella scorsa legislatura ci fu messo almeno un anno e mezzo, e indispensabilmente di alcuni passaggi formali che saranno fatti. Se non ricordo male due attuali membri del Consiglio regionale, i Consiglieri Mangialardi e Carancini vennero in audizione in rappresentanza della Conferenza dei Sindaci delle rispettive zone ed immagino che fossero stati auditi, probabilmente, prima dalla Giunta. Questo percorso sarà lungo ed abbiamo voluto anticiparlo attraverso degli incontri che stiamo svolgendo con l’Assessore e con il Presidente sul territorio.
La realizzazione delle strutture ospedaliere ha ovviamente tempi diversi, in parte alcuni percorsi sono stati avviati e non vogliamo rischiare di perdere determinati finanziamenti statali, che già sono stati reperiti, oltre al reperimento di nuove strutture, a fronte di una decisione che la Giunta regionale ha messo ben in evidenza, che è quella del superamento del project financing per realizzare questi ospedali che chiamiamo provinciali. Ricordo all’Assessore Casini che - forse firmò la delibera del Piano socio-sanitario senza leggerlo perché era un bel volume - quando il Piano socio-sanitario deliberato dalla precedente Giunta arrivò in Commissione sanità c’era scritto ospedali unici, poi si fece all’interno della Commissione un cambio stilistico di parola, lasciando il concetto invariato, e se la Commissione sanità non fosse intervenuta noi avremmo oggi all’interno di questa delibera scritto ospedali unici.
Non giochiamo sulla nostra campagna elettorale perché noi abbiamo svelato la realtà della pianificazione della Giunta, di cui anche l’Assessore faceva parte, e il concetto è quello a fronte …
(interventi fuori microfono)
Elena LEONARDI. Mi scusi, Consigliera Casini, non riesco a sentirla se parlo, l’ho ascoltata prima e cerco di rispondere puntualmente a quello che lei ha asserito, lanciando delle accuse che io mi permetto di smentire perché ero presente a quel percorso, ero presente quando in Commissione è arrivata la delibera della precedente Giunta in cui era scritto ‘ospedali unici’. Ero presente nel percorso di audizioni ed incontri molto ampio, che ovviamente sarà fatto anche dalla Commissione che io presiedo.
A fronte di questo percorso che ci porterà a ridisegnare una sanità, certamente nei confini normativi che oggi però stanno cambiando, il Pnrr, che è stato citato, è una novità alla quale dovremmo fare riferimento, ma lì facciamo prioritariamente riferimento non solo alla normativa, per cui dobbiamo mantenere determinati confini, ma anche a quello che a noi e ad altri era già chiaro, soprattutto ai cittadini marchigiani, ma che la pandemia ha rilevato, levando quel velo molto sottile, una sanità territoriale impoverita nel corso degli anni, un’incapacità a fornire risposte adeguate a tutti i territori della nostra regione, da quelli sulla costa a quelli nell’entroterra. E’ purtroppo un problema al quale noi siamo stati chiamati ed io reputo che prioritariamente su questo i cittadini si siano espressi quando hanno bocciato l’ennesima proposta del Partito Democratico. E’ evidente che quando non riesci ad avere dei servizi, quando non riesci a garantire determinate …. Mi rammarico, Consigliera Casini, che le dispiaccia sentire queste cose, ma le dicono anche i cittadini. Lei non mi scimmiotti quando parlo …, Presidente Latini, le chiedo di mantenere un comportamento consono perché ogni volta fanno la reprimenda ai Consiglieri di maggioranza e poi si permettono di scimmiottare quando una persona parla dicendo la realtà.
Consigliera, quando era Assessore avete deliberato ospedali unici, mi dispiace, si vada a riguardare quella delibera, si vede che era distratta quel giorno in Giunta, abbia pazienza!
Noi andiamo a ridisegnare una sanità dentro una marea di difficoltà che ci portiamo da decenni e non potete pensare che in un giorno cambiamo. I cittadini lo hanno capito e girando ed ascoltando gli amministratori e il personale sanitario troviamo un confronto schietto, che è molto chiaro ed apprezzato per questo. Ci muoviamo sui territori, andiamo ad ascoltare le persone perché vogliamo capire dai Sindaci, che rappresentano quei territori, e da chi lavora quotidianamente all’interno della nostra sanità, quali sono le criticità, senza fare promesse irraggiungibili, senza promettere la luna, ma con la serietà di sapere che ci muoviamo in un percorso difficile. Per questo c’è stata data la fiducia e se il percorso è lungo noi lo vogliamo impostare con le basi migliori. Per non perdere la strada per la realizzazione dei nuovi ospedali sulla nostra regione, noi dobbiamo apportare questa puntuale modifica che è una infinitesima parte, ma ci consente di superare quella visione, la strada del project financing che avrebbe indebitato le future generazioni non so per quanti anni, con uno sperpero di soldi che noi abbiamo voluto bloccare. Una visione che ci consente anche di andare avanti con le risorse statali, con le risorse che troveremo e con un modello organizzativo che stiamo ridisegnando.
Si parla tanto del superamento del Balduzzi, io me lo auguro e contino ad invitare anche i Consiglieri a sollecitare i propri rappresentanti perché, se è vero, e questo non lo contesta nessuno, che l’esperienza aiuta nella pratica in tutte le professioni, anche nella realizzazione di interventi molto delicati come sono quelli in sanità, è pur vero che una codificazione schematica fatta su dei numeri non è applicabile al pari di una metropoli come Roma o come Milano ad un territorio come il nostro, che è ampio, diffuso e per alcune aree scarsamente popolato, con una difficoltà orografica e di collegamenti che non renderebbe eguale l’accesso, lo abbiamo visto, alle cure sanitarie.
In questo percorso a ostacoli noi ci muoviamo con le migliori intenzioni, soprattutto con un mandato forte da parte dei cittadini, su questo auspico una collaborazione, ma
vedo che c’è, per carità, un naturale punto di frattura e probabilmente c’è anche la difesa, giustamente, del proprio operato nella precedente legislatura.
Mi sembra e sono convinta che dicano anche a voi che le cose non vanno, ne sono fortemente convinta, allora su questo è nostro dovere intervenire per dare una mano alla nostra sanità, ai nostri sanitari e soprattutto ai pazienti per avere una risposta idonea alle esigenze.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Ascoltando il dibattito odierno sono convinto che ancora non abbiamo capito, ed è confermato dal provvedimento che arriva in Aula. Vedete, potevamo criticare il metodo, lo diceva prima il relatore di minoranza Consigliere Carancini, perchè è un provvedimento arrivato di trafugo in Commissione. La Presidente come al solito ha messo a disposizione l’atto, abbiamo provato ad approfondirlo con le sedute, c’è stata l’audizione. Un atto che ha tutto, tranne che essere tecnico, e che quindi aveva bisogno … Possiamo dire che non c’è stato un percorso di confronto, l’ha detto il Consigliere Carancini prima, i Sindaci della nostra regione non sono stati formalmente …, non contano gli incontri amicali, in cui tra l’altro si invita chi vuole e ci vanno i Consiglieri chiamati e non quelli che hanno un ruolo istituzionale. Ricordo che nella Conferenza di area vasta 2 c’era un Sindaco che faceva problemi perché non applicavamo il regolamento in maniera adeguata e non stavamo lì a premere e a sollecitare la Regione in funzione dell’obbligo del parere espresso vincolante. Ricordo che nel regolamento era scritto che ci voleva il parere vincolante.
Facciamo una modifica di questa portata e mi piacerebbe continuare a parlare, ma continuare a parlare vuol dire che non abbiamo capito, perché continuiamo a parlare di ospedali, tutti si scaldano sull’ospedale, e continuiamo a rimettere al centro della nostra azione l’ospedale, tutto lì! Dov’è quello di Ascoli, dov’è quello di Fano, dov’è quello di Pesaro? Ne facciamo uno, due. Tutto lì!
Invece il provvedimento che doveva arrivare oggi doveva parlare della vera difficoltà che il Covid ci ha stigmatizzato, abbiamo visto che il territorio ha annaspato, è quello contenuto nella mozione della Consigliera Lupini che va evidenziato. Quel territorio che non ha interessato mai nessuno, nemmeno i Sindaci, quanto mai c’è stata la sottolineatura all’interno dell’area vasta perché non funzionava un distretto? No, noi ci occupavamo delle unità operative complesse, che stiracchiavamo tra un ospedale e l’altro, come diceva prima la Consigliera Casini, con le specialistiche da una parte o dall’altra. Il territorio non ha interessato niente e nessuno e noi oggi qui facciamo la stessa identica cosa, continuiamo a parlare degli ospedali.
Ho sentito in un intervento che il Balduzzi può essere interpretato, il Balduzzi non si interpreta, si applica, non ci sono dei programmi che ti danno il tempo per applicarlo, va applicato. Noi invece del territorio non ce ne occupiamo, quel territorio che ha dimostrato fragilità mostruose in alcune regioni, penso alla Lombardia che era stata abbandonata completamente, che ha risposto nel modo che sappiamo rispetto al Covid. Quel territorio, guardate un po’, è al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che mette al centro quello, non gli ospedali, anzi, sugli ospedali ci continua a dire di razionalizzare, non dice un’altra cosa, e di mettere al centro il territorio.
Tra l’altro pensavo, lo dico per il Presidente, che arrivassimo qui adeguando il Piano anche dal punto di vista terminologico perché è quello al quale dobbiamo fare riferimento quando parliamo degli ospedali di comunità, della casa di comunità, dei centri operativi territoriali, dell’assistenza domiciliare, della telemedicina. Dobbiamo parlare della casa come primo luogo di cura per il cittadino, questo dovremmo fare. Invece continuiamo paradossalmente dentro quel dibattito che c’è stato, che era anche facile da comunicare.
Devo dare atto al Presidente - un anno fa stavamo più insieme noi che …– di non aver speculato sull’ospedale unico, però tutto intorno era quello. Avete fatto un piano: chiudiamo, quello lo apriamo, ne facciamo uno unico, qualche volta nemmeno il coraggio di dire dove doveva essere fatto l’ospedale di primo livello, che è quello che qui dentro andiamo a recuperare, quando facciamo gli atti che impegnano il Presidente a far cambiare il Balduzzi, perché se non cambia il Balduzzi lo dobbiamo applicare. Ed è un errore …, guardate, ve lo dico, per fortuna non ho il bagaglio di chi deve difendere nulla, non l’ho fatto nemmeno nella campagna elettorale dello scorso anno, non ho difeso tutto perché almeno nel linguaggio c’erano tante cose sbagliate, nelle modalità ancora peggio, nel coinvolgimento non ve lo dico, era così, ma ci sono dei percorsi che sono inevitabili.
Oggi, Presidente, dovevamo arrivare qui non con un atto che potevamo fare il 20 novembre dello scorso anno, perché questa cosa che qui che portate, fatta di corsa, fatta in agosto, fatta di nessun incipit, poteva essere fatta il 20 novembre e avremmo fatto contento immediatamente il Movimento 5 Stelle, che aveva già preparato la mozione, anzi l’ha fatta, l’ha pure fatta votare e voi tutti a dire: bravi, siamo contentissimi, finalmente ritorniamo a fare non la medicina del territorio, ma due ospedali. Se avessimo tradotto immediatamente quello in una modifica del Piano - eravamo nella coda della campagna elettorale, dell’agone, con l’idea di poter far tutto come da impegno preso e come dal grande consenso ottenuto - avrebbe avuto una logica, ma oggi no, perché oggi abbiamo delle indicazioni precise di quello che dobbiamo fare e non basta cercare di arrabattarsi con un master plan a fianco dove non andiamo ancora una volta a indicare quelle che sono le soluzioni. Dobbiamo fare 32 casei di comunità, è scritto lì, nel Piano sono scritte quante ne dobbiamo fare, è quella la risposta che andava data.
Sugli ospedali, che era l’ultima cosa alla quale dovevamo pensare, io l’ho chiesto all’Assessore, stavamo insieme nell’area vasta 2, di essere onesti con i cittadini perché noi trasformiamo due ospedali di primo livello in un’area vasta di primo livello, che è una cosa completamente diversa. Tradotta in termini, noi facciamo un primo livello su due stabilimenti, quindi su due presidi, ma i flussi, lo diceva prima la Consigliera Casini, partono, almeno che non abbiate fatto modifiche che non sono nella nostra disponibilità, da ogni stabilimento e la somma degli interventi nelle specialità non può essere ridistribuita in funzione dell’obiettivo dato da quel percorso. Se, così almeno parlo dei miei, a Senigallia ci sono 800 nascite, lo stesso a Jesi e 300 a Fabriano non è che si divide per tre, Fabriano chiude! Non è un altro meccanismo.
Ve lo dico perché ci sembra che complessivamente stiamo rincorrendo l’idea di cancellare quello che era stato fatto, senza tener conto che poi ci sono le norme che impongono quel tipo di percorso. Lo facciamo così ed è sbagliato perché vuol dire che nemmeno una parolina abbiamo preso dal Piano nazionale, mentre dovevamo essere resilienti davvero.
Ora mi fermo e riprenderò dopo, abbiamo preparato un emendamento che ha questo contenuto, quindi avrò modo di intervenire, però continuo a dire che stiamo parlando di un argomento che non tiene conto di quello che è accaduto e di quello che l’Europa ci ha riconosciuto per cambiare indirizzo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Assenti.
Andrea ASSENTI. Grazie, Presidente. Intervengo anch’io, così chiudo il ciclo degli eletti della provincia di Ascoli Piceno: i Consiglieri Antonini, Casini, Mangialardi, il quarto eletto, l’Assessore Castelli ed io che sono subentrato.
Mi corre l’obbligo di intervenire a chiusura di una provincia, di un comparto, anche perché tirato più e più volte il nome della città di San Benedetto del Tronto e del nuovo ospedale su questa delibera, che giustamente la vede per questa volta protagonista.
Io inizierei da una attenta lettura di quello che l’Assessore Saltamartini, insieme a tutta la Giunta e alla maggioranza, ha inserito in questa proposta: la riorganizzazione e riqualificazione della rete ospedaliera marchigiana, che viene realizzata in base ad un modello organizzativo strutturale, che supera quello di accentramento dei servizi ospedalieri e che si svilupperà sempre nell’ottica di un adeguamento al dm 70, secondo direttrici che si inseriscono nell’ambito delle recenti disposizioni nazionali emerse a seguito degli eventi pandemici in termini di posti letto, specializzazione dei servizi offerti, e delle indicazioni contenute nel Pnrr.
Tale obiettivo, sintetizzo, verrà realizzato attraverso la revisione del sistema ospedaliero sulla base del livello organizzativo, l’adeguamento della dotazione dei posti letto, il potenziamento della strumentazione tecnologica avanzata, l’integrazione e il potenziamento dei sistemi informativi, strumenti per la gestione del sovraffollamento nelle strutture di pronto soccorso, il coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura e non ultimo la realizzazione di nuovi ospedali a Pesaro, Macerata e San Benedetto del Tronto, tenendo conto dei finanziamenti statali già previsti e del superamento del modello dell’ospedale unico in una logica di rete ospedaliera integrata sul territorio.
Secondo me è un ottimo elaborato, lo sintetizziamo per sommi capi, innanzitutto parla del piano pandemico, che ci ha spiegato esattamente, e troverà poi applicazione nel Pnrr, le criticità, le emergenze e le urgenze rilevate, parla anche di cosa? A marzo in questo consesso regionale abbiamo votato una mozione, votata da tutta la maggioranza, con la quale chiedevamo il superamento dell’ospedale unico di vallata a Spinetoli, questo è un atto. Anzi, più volte ci è stato chiesto di ratificare quell’atto o meglio di sostanziarlo all’interno del Piano socio-sanitario, altrimenti privo di efficacia secondo parte della minoranza. Questo è oggi una parte di quel discorso che andiamo a colmare e a fare.
E’ stato anche detto dell’atto del Sindaco di San Benedetto del Tronto che prevederebbe un ospedale di primo livello, quell’atto, citato dalla Consigliera Casini, è una mozione di indirizzo del Consiglio comunale a seguito di una manifestazione chiamata “Salviamo il Madonna del Soccorso”, alla quale hanno partecipato tutte le forze politiche, che hanno votato all’unanimità la stessa mozione. Quindi parte del PD, ovviamente quelli di San Benedetto del Tronto, ha votato questo deliberato, questo atto, che non è strumentale, è la rappresentazione della volontà popolare di quello che la città sta vivendo e chiede a gran voce da tanto tempo. Per di più in questa mozione più e più volte è stata tirata in ballo la Conferenza dei Sindaci, che aveva individuato per l’ospedale la località di Spinetoli con il project financing, come area di confine tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Dobbiamo però ribadire con più forza - lo diciamo sempre, ma non lo facciamo mai, quindi dovremmo mettere rimedio anche a questa cosa - che nella Conferenza dei Sindaci, penso che sia l’unico caso che si faccia in area vasta, la maggioranza si prende esclusivamente per testa e non per maggioranza ponderata. Questa è una valutazione fondamentale, da inserire nel progetto di riqualificazione dello studio della sanità, questa non è una cattiveria o una valutazione di incidenza negativa nei confronti dei Sindaci che hanno minori abitanti, ma non è possibile equiparare il voto del Sindaco di San Benedetto del Tronto con quello del Sindaco di Palmiano, con tutto il rispetto per il Sindaco di Palmiano, che è anche un amico.
Questa è una valutazione. Allora sì ha ragione la Consigliera Casini quando dice che all’incontro dell’Assessore Saltamartini non sono venuti tutti i Sindaci, ne erano presenti 5, certo, ci credo, per “ordine” gli altri 28 non sono venuti all’incontro, perché gli si assegna un potere troppo importante rispetto a quella che è la valutazione di incidenza sul territorio, e questo è un tema, altrimenti non saremmo mai arrivati a quella determinazione di Spinetoli, project si o project no, altro tema.
Chiudo con una battuta per la Consigliera Casini, quando dice che San Benedetto del Tronto non è più attrattiva perché i concorsi sono andati deserti, nessuno viene perché nel comparto dell’area vasta 5 San Benedetto del Tronto non è appetibile, è colpa nostra? Signori, qui non parliamo di colpe, parliamo di attrattività, ma sicuramente il processo mentale, il procedimento di eliminazione mentale che scatta per chi vuole partecipare ad un concorso non è stato progettato e pensato da noi, perché purtroppo o per fortuna da troppo poco tempo sediamo su questi scranni. La valutazione non deve essere fatta ex post, ma ex ante, quindi, il ragionamento è molto complesso.
Sull’ospedale nuovo di San Benedetto del Tronto, più e più volte, è vero, è stato detto di ripartire dai Sindaci e dal territorio, ma sul nuovo ospedale possiamo fare un ragionamento molto chiaro, molto franco, molto onesto fra noi: Ascoli Piceno non ha un problema di ospedale nuovo, ha un vecchio comparto, che è l’ospedale Mazzoni, che sta bene dove sta, ovviamente necessita di alcuni interventi, così come l’abbiamo sempre detto e scritto, ma il ragionamento si sposta su quello di San Benedetto del Tronto ed è una valutazione attenta per tabulas, con le carte, se è più conveniente fare un ragionamento su una ristrutturazione o spostare completamente l’ospedale in un altro sito e costruirlo ex novo.
Questo ragionamento, come è stato ben scritto nella delibera, visto che Pesaro e Macerata sono completamente finanziati, mentre San Benedetto del Tronto no, necessita di un approfondimento di carte, dovremo fare una sorta di esame di prefattibilità, individuazione eventualmente dell’area, rapporto costi/benefici, viabilità, valutazione antropica della zona, sono tutti atti da fare che ci permettono e ci permetteranno di prendere una decisione serena sulla migliore cosa da fare.
Addirittura scopriamo pure che con l’ospedale di Spinetoli si faceva il nuovo comparto e rimanevano Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto! A questo punto la considerazione mi viene spontanea: se andava bene Spinetoli, lasciare Ascoli Piceno e fare una nuova struttura a San Benedetto del Tronto non andava bene, colleghi di minoranza? E’ una valutazione che viene.
Penso che sul tema sanità necessariamente dobbiamo parlare di ospedali, necessariamente dobbiamo parlare di primariati, necessariamente dobbiamo parlare del perché siamo stati per troppo tempo abbandonati e lasciati a noi stessi, necessariamente dobbiamo parlare di aree vaste o di un loro ipotetico superamento o rafforzamento, i temi sono sul tavolo. Perché facciamo questo stralcio e non andiamo sulla valutazione di un nuovo piano socio-sanitario, che sicuramente faremo? I tempi sono diversi e per avere un’incidenza immediata, presente, fattiva era necessario questo piano stralcio per sgombrare il campo di alcuni pensieri, quali quello dell’ospedale unico. Noi non siamo per gli ospedali unici, penso che lo abbiamo dimostrato, lo stiamo dimostrando con questo ulteriore atto e adesso valuteremo tutte quelle che sono le soluzioni e le strategie migliori per arrivare ad un pieno rafforzamento del comparto dell’area vasta 5.
Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho deciso di intervenire anche perché quello di cui stiamo parlando è un tema molto importante e questo non è un atto amministrativo come gli altri. Parlare di sanità vuol dire parlare della salute delle persone, della vita e della morte delle persone, quindi la politica dovrebbe far di tutto per capire quali possono essere le scelte migliori per andare realmente incontro alle esigenze dei nostri cittadini marchigiani.
Io sono abituato a parlare normalmente con gli atti, quindi, con le norme che regolano in questo caso la sanità e capire quelle che sono le norme nazionali che danno delle indicazioni, ma non per sentito dire, che prevedono come si devono comportare le Regioni rispetto all’organizzazione, in questo caso delle strutture ospedaliere.
La modifica che è stata fatta, secondo me e come diceva il Consigliere Carancini, parte da una contraddizione in termini, dicendo che si supera l’accentramento dei servizi ospedalieri nell’ottica dell’adeguamento del decreto Balduzzi. Il decreto si chiama Balduzzi e non si chiama Biancani, non si chiama Ceriscioli o Baiocchi, e definisce come le Regioni devono organizzare le strutture ospedaliere stabilendo sui presidi ospedalieri: ospedali di base, da 80.000 a 150.000 abitanti, di primo livello, da 150.000 a 300.000, di secondo livello, da 600.000 a 1.200.000 - leggo questo decreto perché secondo me non tutti l’hanno letto – prevede anche, in base al numero di abitanti per ogni territorio a livello regionale, quanti reparti si possono tenere aperti.
Qual è la logica che lo Stato ci indica? E’ quella di fare in modo che i servizi siano razionalizzati ed efficienti. Cosa manca nella sanità? Il personale e per quanto riguarda il personale noi siamo in grado di trovare medici dietro l’angolo? Possiamo fare concorsi e prendere altri mille chirurghi, mille anestesisti, mille dite voi chi? No, perché ci dicono che dobbiamo razionalizzare? Perché il personale non c’è! Abbiamo fatto delle mozioni anche in quest’Aula con le quali ci raccomandavamo - una l’ho presentata io e l’abbiamo votata tutti insieme ed ho già ringraziato, ma ho visto che ci sono anche altri Consiglieri sensibili - di stoppare il numero chiuso alle università, sia per diventare medico che per tutte le specializzazioni che ci sono. Stop al limite delle specializzazioni perché noi siamo un Paese che non solo pensiamo di far fare a poche persone questo corso di laurea, ma ad ancora meno rispetto a quelli che lo fanno consentiamo di prendere la specializzazione. Prendiamo ad esempio il corso di infermieristica, possiamo far laureare tutti? No, ha il numero chiuso anche quello!
Dopodiché, quanto ci vuole per avere un medico preparato, che sia in grado di mettere le mani oltre che nel cartellino anche nel proprio lavoro? Per diventare medico ci vuole tempo, è una professione delicata, ci vogliono 10/15 anni.
Quindi, noi oggi su cosa dobbiamo batterci? Sul fatto che, se non sblocchiamo questa situazione, negli ospedali possiamo mettere le persone. ma poi non c’è chi le cura, chi fa una diagnosi e definisce la cura.
La razionalizzazione del decreto Balduzzi va in questa direzione, rafforzamento del territorio – non il Balduzzi, ma quella che è la linea generale – facendo sì che quelli che sono gli ospedali per acuti siano concentrati.
Questa non è la volontà del Consigliere Biancani o Carancini o dell’Assessore Saltamartini, è la volontà dello Stato che definisce cosa dobbiamo fare.
Dopo cosa succede? Si continua a parlare di ospedale unico nella provincia di Pesaro, ma io dico che uno che parla dell’ospedale unico nella provincia di Pesaro o altro non sa cosa vuol dire unico o ha qualche problema.
Nel Piano previsto dal precedente Presidente non solo si parla dell’ospedale Marche Nord, ma si fa proprio riferimento al fatto che - unico caso in cui dice che questo esempio bisogna riportarlo in altra realtà - l’ospedale di Fano rimane aperto, integrato con l’ospedale di Pesaro, c’è scritto che è chiuso? Io vado con quello che c’è scritto, non con quello che si dice al bar. Qualcuno ha detto che voleva chiudere l’ospedale di Urbino? Non mi risulta. Qualcuno ha detto che voleva chiudere l’ospedale di Pergola? Non mi risulta, anzi sto recuperando i dati, di quanti investimenti sono stati fatti sia sull’ospedale di Urbino che su quello di Pergola. Non sono sufficienti ed è giusto proseguire, ma nessuno ha detto di chiudere quegli ospedali, E’ inutile che uno dica che non è vero, dove è scritto che non è vero? Io vado avanti, ripeto, con gli atti.
Sul tema della provincia di Pesaro-Urbino, noi avevamo un investimento di 240 milioni che è diventato di 140 milioni. Erano 240 milioni perché l’ospedale era fatto in una certa maniera, quindi, meno 100 milioni. Sulla stampa non si capisce se l’Azienda Marche Nord rimarrà in piedi o se si vuole chiuderla, non si capisce dove si vuole fare, non si capisce quanti posti letto, non si capisce praticamente niente. Si, si farà l’ospedale a Pesaro, ma come sarà? Sarà un ospedale da 400 posti? Da 600 posti? Da 100 posti? Si farà a Muraglia? Rimarrà l’Azienda? Si faranno addirittura tre ospedali di primo livello nella provincia di Pesaro? Cioè Pesaro, Fano e Urbino?
Vi dico io come andrà a finire: Urbino perderà di potenzialità, per forza, se mantieni aperti Pesaro e Fano! Ad Urbino ancora non hanno capito che la struttura sarà tra le prime che chiuderà. Questa roba non sta in piedi, non per Biancani, non sta in piedi per il decreto Balduzzi, non sta in piedi perché non si sa chi mettere dentro a lavorare.
Qual è il tema? Abbiamo un’alta complessità, qui si parla dell’ospedale di Pesaro, rimane l’Azienda? I reparti di alta complessità rimangono o no? Pesaro rimane l’alter ego di Ancona? Quei reparti di alta complessità che possono avere due sedi è possibile portarli avanti sulla base del decreto Balduzzi, non della volontà del Consigliere Biancani? Se fai la volontà di Biancani a Pesaro ci fai l’ospedale più grande del mondo, ma non è quello che voglio io, è quello che si può fare, allora rimangono queste robe o no?
Io voglio queste risposte, non chiedo altro, non ho nessuna pregiudiziale, se voi fate bene e riuscite a fare bene, magari! Perché parliamo di tematiche fondamentali per la vita e la salute delle persone. Penso che se sia voluto fare un percorso, se voi state individuando un altro percorso, per carità, l’importante è che sia sostenibile, la mia preoccupazione è che non lo sia.
Nella nostra provincia Pesaro rimaneva aperto, Fano rimaneva aperto, Urbino veniva rafforzato e Pergola rimaneva aperto, di che ospedale unico parliamo? Ospedale unico provinciale cosa vuol dire? Vuol dire che gli altri chiudevano? Ma chi lo ha mai detto? Qual è l’atto che prevedeva la chiusura?
Io vado avanti con gli atti, l’atto unico che viene menzionato come esempio da portare avanti a livello regionale … Poi abbiamo sbagliato, abbiamo perso le elezioni, è sotto gli occhi di tutti ovviamente, che abbiamo perso le elezioni …
(interventi fuori microfono)
Andrea BIANCANI. Il tema è se è passato o non è passato per area vasta, il tema che è passato è che facevamo l’ospedale unico e che per la provincia di Pesaro rimaneva un ospedale. Sto dicendo un’altra cosa, l’ospedale della provincia di Pesaro è unico? No, erano almeno quattro, e quello che chiedo è di capire.
Ho presentato degli emendamenti, che spiegherò dopo, che non sono faziosi e non vogliono creare chissà quale scompiglio, ma chiarire quello che la struttura di Marche Nord rappresenta, capire se nel futuro continuerà a rappresentare un riferimento regionale, anche perché vi ricordo che la mobilità passiva, se noi non rafforziamo soprattutto i territori di confine, ci porta – non so se ricordo male, se sbaglio l’Assessore Saltamartini mi correggerà – intorno ai 40 milioni di euro all’anno, solo da noi, e la gente continua ad andare dall’altra parte perché non trova i servizi che si aspetta nel nostro territorio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Ho talmente tante cose da dire che non so se mi basterà il tempo, spero e cerco di andare diretta e di essere comprensibile anche se non sarò organica.
Parto facendo i complimenti a questa Giunta, all’Assessore Saltamartini, con cui su l’altro mi sono anche recentemente battibeccata un po’, però siete partiti dal tetto, anzi dalle fondamenta e non dal tetto, perché non si può sinceramente pensare di riorganizzare la sanità senza prima fare l’atto numero uno, che non poteva che essere questo che dice il contrario, non so che cos’altro guardi.
La prima cosa è quella che è stata chiesta attraverso una nostra mozione, che è stata approvata all’inizio del mandato, e cioè: accartocciare la possibilità di un project financing, che ci sarebbe costato 1 miliardo di euro in 30 anni, e lo abbiamo fatto, accantonare finalmente l’idea degli ospedali unici, che non era un’idea campata per aria, lo ricordo al Consigliere Biancani, perché ci sono fior fiore di dichiarazioni dei precedenti Assessori alla sanità che dicevano, basta ricercarle, che volevano fare un ospedale unico per provincia, cinque ospedali unici, chiudendo tutto il resto. Ed hanno iniziato a farlo perché l’errore fondamentale non è stato neanche immaginare e architettare gli ospedali unici, è stato distruggere quello che esisteva prima di costruire l’ospedale unico. La Consigliera Casini chiede: atti, soldi, finanziamenti, adesso c’è il master plan, l’hanno appena fatto, dei soldi li abbiamo visti. Comunque vorrei ricordare che sono 20 anni che sento parlare di ospedale unico e non ci ho mai visto, se non qualche mese fa, l’odore dei soldi. Quindi, voi avete fatto un errore gravissimo e mi dispiace che non lo riconosciate perché quando lo riconoscerete forse si potrà partire, potrete ripartire con un passo diverso.
Innanzitutto non è il decreto Balduzzi, il decreto ministeriale 70 è stato firmato dalla Ministra Lorenzin, si dice che le parole sono importanti, quindi, iniziamo ad usarle bene tutti. Le parole costruiscono mondi falsi, questo lo sanno gli scrittori, i poeti ed anche i politici. In quell’atto, come ha detto giustamente la Consigliera Leonardi, nel primissimo atto, si parlava di ospedali unici, l’aggettivo è stato cambiato in ospedali nuovi, ma non dice niente perché alla fine di unico si trattava e questo lo dico non perché mi fido della parolina o non mi fido, ma perché parlano i numeri.
Oggi Marche Nord ha 592 posti letto, il nuovo ospedale previsto nella mia provincia, ne parlo perché è quella che conosco meglio, prevedeva 612 posti letto, a cui si dovevano aggiungere i 50 posti letto sulla carta della clinica privata di Fano e siamo già a 662 posti letto contro i 592 che ci dimezziamo tra Pesaro e Fano, mi potete rispondere, questo l’ho chiesto dal precedente Presidente in giù, quanti posti letto avrebbe avuto di Fano? Io penso zero, nessuno mai mi ha dato un numero.
Questo ci fa dire, e non è propaganda, che volevate fare un ospedale unico, e quello di Fano sarebbe rimasto come specchietto per le allodole. Mi dispiace che il Consigliere Carancini parli di un protocollo sottoscritto da precedente Presidente della Giunta e dal Sindaco di Fano, forse senza averne colto l’essenza, una presa in giro per tutti i cittadini sia di Fano che delle due vallate del fiume Metauro e del fiume Cesano. Una presa in giro per oltre 100.000 abitanti perché Fano sarebbe rimasta una scatola vuota con un po’ di diagnostica. C’era stato anche detto che avrebbe mantenuto un pronto soccorso H24 senza reparti dietro, sfido chiunque di voi in caso di emergenza ad andare volentieri a curarsi in un pronto soccorso di quel tipo.
E’ stato un protocollo che da subito è stato contestato da tutti, comitati, cittadini, movimenti politici, quindi citarlo come un obiettivo raggiunto è un errore, secondo me, strategico molto forte.
L’accentramento per fortuna l’abbiamo separato, quindi siamo tutti contenti. Abbiamo sentito 20 anni di parole sull’ospedale unico, adesso finalmente si vedono alcuni soldini. La partecipazione – l’hanno detto bene i Consiglieri di maggioranza, io sono all’opposizione, che hanno avuto un mandato chiaro dagli elettori - è questa.
L’Assemblea di area vasta, non so da quanti anni chiediamo che venga convocata, i Sindaci del PD potrebbero farlo, ma non lo fanno, alla fine non è l’Assessore regionale che può convocare l’Assemblea di area vasta, a me non risulta, deve essere il Sindaco che ne è a capo. Se le Assemblee non vengono fatte non credo che possa essere addebitato, almeno questo, all’Assessore Saltamartini, magari gli addebiteremo altre responsabilità, ma questa sicuramente no.
Tornando alla partecipazione, questa è un’altra cosa, una chicca che vi voglio raccontare, così capiamo. Tante volte abbiamo invitato l’ex Presidente della Giunta a partecipare ai Consigli comunali di Fano, lui arrivava in pompa magna, faceva il suo discorso poi, quando era ora del confronto in cui noi Consiglieri potevamo prendere la parola, lui usciva, questa era la partecipazione portata avanti dall’ex Presidente della Regione. Questa volta ho partecipato ad un solo incontro, unico, a Sassocorvaro, c’era mezza Giunta, eravamo tanti Consiglieri, compresi quelli di opposizione e tutti hanno avuto diritto di parola, siamo stati lì un paio di ore, abbiamo ascoltato fino all’ultimo cittadino che ha chiesto la parola, non sarà l’Assemblea di area vasta, per carità, ma mi sembra un buon modo per cominciare, in modo concertato, la revisione del nuovo Piano socio-sanitario.
Penso di aver detto abbastanza, magari non tutto.
Il PD ha presentato degli emendamenti, mi riservo di intervenire anche dopo. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Vitri.
Micaela VITRI. Intervengo brevemente perché sinceramente vorrei evitare di dover rispondere di ciò che è avvenuto in passato semplicemente per una appartenenza al partito. Mi spiace che non venga riconosciuto che in campagna elettorale molti di noi hanno anche ammesso qualche errore commesso in precedenza, soprattutto per ciò che riguardava la sanità e questo ambito.
Vorrei partire dalle ultime parole della Consigliera Ruggeri, da Sassocorvaro, anch'io ero presente ed ho subìto un durissimo attacco, che tra parentesi mi è anche scivolato addosso, quindi non è stato un problema, su ciò che era stato fatto in precedenza, ma voglio anche ricordare che proprio in quella occasione si è parlato di come saranno i servizi offerti alla cittadinanza e questa è la cosa principale.
Le Consigliere che attaccano il PD hanno messo in evidenza che vogliono fare in modo che la sanità rimanga pubblica e chi si è reso paladino della sanità pubblica in quell’occasione non ha colto invece una risposta importante, significativa da parte dell’Assessore Saltamartini. Eravamo a Sassocorvaro e lui stesso ha ammesso davanti a tutti i Sindaci presenti che avrebbe dovuto ricorrere al privato con delle convenzioni, lì a Sassocorvaro, per poter offrire servizi alla cittadinanza. Riporto parole che abbiamo ascoltato tutti, non ho sentito una piega, una protesta, nulla da chi si fa paladino della sanità pubblica.
Da questo piccolo particolare voglio partire semplicemente per fare delle osservazioni.
Ho notato che in questo atto amministrativo n. 17 in realtà non c’è nulla su come verranno effettivamente offerti i servizi ai cittadini, vengono modificate solo queste 18 righe del Piano socio-sanitario 2020/2022, solo 18 righe! Non c’è nulla ad esempio sulle case della salute, ed è stato un organismo autonomo come il Crel ad evidenziarlo.
In campagna elettorale tutti si sono tanto impegnati a fare promesse, dicendo che la medicina del territorio sarebbe stata una priorità, ma a noi in realtà non sembra perché nei giorni scorsi è stato presentato questo master plan dell’edilizia sanitaria che purtroppo, mi auguro di no, rischia di creare in alcuni casi anche qualche contenitore vuoto. Non è stato mai detto nulla su eventuali convenzioni e sul potenziamento del personale. Faccio per esempio riferimento alla casa della salute di Vallefoglia, un territorio che conosco benissimo, con un bacino di oltre 50.000 residenti, è dall’inizio di questa legislatura che chiedo di intervenire per dare sostegno ad attivare eventualmente delle convenzioni per la medicina sportiva, medicina del lavoro, terapia del dolore. Non è stato fatto nulla e in questo atto amministrativo non si fa nessun riferimento alle case della salute.
Altro dettaglio che voglio evidenziare riguarda l’ospedale di Fano, anche il Sindaco ha messo in evidenza la propria delusione perché se nel Piano socio-sanitario precedente si faceva riferimento - non parlo di ciò che è stato fatto o detto in precedenza, ma leggo l’atto - al presidio ospedaliero di Fano e c’era scritto esattamente: “In previsione della realizzazione delle nuove strutture, facendo riferimento al nuovo ospedale Marche Nord, fermo restando la titolarità della competenza in tema di sanità in capo alla Regione, occorre prevedere una riorganizzazione della rete ospedaliera di concerto con i territori coinvolti”, c’è scritto, invito tutti a rivederlo al capitolo 6.3, “occorre prevedere la riorganizzazione, in particolare lo schema di protocollo previsto dalla delibera di Giunta per il presidio del Santa Croce di Fano che prevede che lo stesso svolgerà funzioni sanitarie integrate con la nuova struttura e con la restante rete”, questo è sparito completamente.
Quindi, ora mi auguro che si possa provvedere a porre rimedio, altrimenti nell’atto che la maggioranza
presenta non c’è più nulla sull’ospedale di Fano.
Presidenza del Presidente
Dino Latini
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.
Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Mi ero riproposto di non intervenire, ma dopo l’intervento del Consigliere Biancani non posso esimermi.
La ricostruzione operata dalla Consigliera Ruggeri è pressoché perfetta, ora si cerca di ricostruire un percorso, una storia che è diversa da quello che in realtà è successo in questi anni.
Sono passati 30 anni e in questo lasso di tempo non siete riusciti a stabilire dove fare l’ospedale, come farlo, con che strumenti, e adesso, dopo che i cittadini hanno espresso in maniera inequivocabile la loro idea di ospedale unico o non unico, cercate addirittura di cambiare i termini. Non abbiamo mai parlato di ospedale unico, ma di ospedale nuovo, anche i bambini sanno che per 10 anni voi ne avete parlato, poi vi siete accorti che forse era un termine da non usare, allora avete ben pensato di dire cambiamolo, mettiamo nuovo al posto di unico, ma la sostanza non è cambiata perché i numeri sono impietosi. Come ha detto giustamente la Consigliera Ruggeri, se pensi di fare un ospedale di 612 posti più 50 posti a Fano, sai benissimo che l’ospedale di Fano e quello di Urbino non avrebbero più senso di esistere. Quindi, si sta arrampicando sugli specchi di un grattacielo di 50 piani. Io ho difficoltà a pensare che possa non cadere di fronte a questo argomento perché almeno la Consigliera Vitri ha fatto un’osservazione che rispetto ed apprezzo, ha detto che in campagna elettorale molte volte si è dissociata dal comportamento tenuto da coloro che l’hanno preceduta a differenza sua, pure essendo compagni di banco e compagni di ticket elettorale.
E’ apprezzabile quello che dice, però sinceramente farci credere che tutto quello che c’è stato non sia successo, che l’ospedale unico non sarebbe stato un ospedale da 600 posti, che avrebbe sicuramente comportato la chiusura di altri, è un insulto all’intelligenza di queste persone e di tutte quelle che hanno coscientemente e scientemente deciso per uno strumento piuttosto che un altro, tralasciando l’idea del project che, tutti sappiamo, è un progetto fantasmagorico e di spesa che avrebbe impegnato il futuro di questa regione per i prossimi 30 anni.
Quindi, bene questo provvedimento, un primo passo importante, e se il Consigliere Biancani dopo 9 mesi, e sappiamo benissimo che c’è stato il Covid, sappiamo tutti quello che è successo in questi mesi, non ha ancora risposte per il futuro, per ciò che riguarda l’azienda unica, la collocazione, la localizzazione dell’ospedale, gli chiedo gentilmente di avere un po’ di pazienza perché quello che abbiamo fatto noi in 9 mesi voi non lo avete fatto in 30 anni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Anch’io sarò telegrafico perché nel territorio ci vivo e ben conosco la sanità: com’era 30 anni fa, com’è adesso e in questi anni … Consigliere per 40 anni ci siete stati sempre voi al governo di questa Regione.
Io ho assistito, credo, a tutte le assemblee di area vasta svolte ad Urbino, ho seguito dalla A alla Z tutto quello che è avvenuto, anche insieme ai comitati, ho vissuto i discorsi del precedente Presidente della Giunta regionale, degli algoritmi sopra la salute delle persone, i discorsi del tipo: vi veniamo a prendere con l’elicottero se vi prende un infarto, e tanti altri, ho seguito ed ero nei pullman di quelle proteste, di quella sollevazione popolare che si è scatenata senza precedenti nei vostri confronti.
Avete demolito, tra l’altro, un partito che nelle nostre zone aveva circa il 70%. Dovreste spiegarci, Consigliere Biancani, la cartina delle elezioni di settembre dove nella provincia di Pesaro per la prima volta in 70 anni il colore rosso è sparito e non è sparito per chissà cosa, ma per la cattiva gestione sanitaria e mi sembra strano che nonostante tutto quello che è successo non abbiate ancora capito la lezione e veniate qui farci credere che prima c’era un sistema sanitario vicino ai cittadini e che adesso noi andremo a fare chissà cosa.
Io dico questo, i cittadini non sono fessi, lo hanno e ve lo hanno dimostrato, diamo tempo al nostro Assessore perché chiaramente ha ereditato una situazione disastrosa, di cui tutti siamo a conoscenza. Soprattutto il suo mandato è iniziato nel bel mezzo di una pandemia, la cui gestione nella nostra regione è stata tra le migliori in Italia.
Mi sembra un po’ offensivo per la sua intelligenza, Consigliere Biancani, che lei ancora riesca a sostenere determinate cose e a difendere ancora un sistema che è stato bocciato dai cittadini, soprattutto dai cittadini della nostra provincia.
Non scendo in un’ulteriore polemica, però mi sembrava giusto intervenire perché io ho perso giornate e giornate di lavoro per seguire tutto quello che è stato il precedente Piano sanitario. Penso di essere venuto ad Ancona 10/20 volte con i cittadini e non per caso, non siamo venuti così in vacanza, un motivo c’era.
Non offenda la sua intelligenza perché è oramai un’istituzione all’interno di questa realtà, quindi cancelliamo quello che è stato fatto e vi invito a darci una mano per migliorare la situazione. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Solo un minuto per intervenire sul personale. Avevo già fatto una relazione tempo fa, febbraio/marzo.
Parliamo di personale, l’ospedale di Fermo ha perso 50 medici nel giro di 10/15 anni e ricordo che gli ultimi 3/4 anni si sono licenziati due medici del reparto di ortopedia, ma non perché avessero un altro posto in una clinica privata, no, si sono licenziati.
Adesso ci siamo noi, cercheremo di risolvere la situazione del personale, ma non dateci lezioni per cortesia. Andate a vedere i dati di Fermo relativi al personale medico che si è licenziato dalla struttura pubblica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. Non volevo intervenire, ma la Consigliera Marcozzi mi ha chiamato all’intervento. Sul tema condivido totalmente, ho firmato gli emendamenti, l’intervento del Consigliere Carancini, quello che ha già fatto e quello che farà.
D’altra parte Fermo, lo ha detto anche lui, credo che sia l’unica provincia che è coerente con il decreto Balduzzi, è l’unica provincia che è coerente con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, non solo è coerente, ma sono in corso investimenti importanti che vanno in quella direzione.
A Fermo si sta realizzando, è quasi ultimato, l’ospedale di rete di primo livello, si sta realizzando l’ospedale in Amandola, gli investimenti in queste strutture sono stati, come abbiamo visto questa mattina in risposta alla mia interrogazione, confermati da questa Giunta e non poteva essere diversamente. Tra l’altro con questa variante al piano, con queste 18 righe, si conferma l’ospedale di Fermo insieme al Salesi e all’Inrca Osimo/Ancona Sud. Si conferma, non potrebbe essere diversamente, l’ospedale di Amandola, nel fermano c’è l’ospedale di comunità a Montegiorgio per le cure intermedie e a Sant’Elpidio a Mare c’è il distretto di Porto San Giorgio. Nel fermano è la realtà, c’è il rispetto e la fotografia del Balduzzi, che ovviamente la Consigliera Marcozzi non conosce, c’è la filosofia del Balduzzi, c’è la filosofia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che ci dice il Presidente del Consiglio, che l’organizzazione sanitaria si delinea negli ospedali Dea, dipartimenti di emergenza e urgenza, ospedali di secondo e primo livello, 281 a livello nazionale, uno ogni 215.000 abitanti, ci sono poi le case di comunità e gli ospedali di comunità, noi a Fermo lo stiamo facendo e lo abbiamo già fatto.
L’ospedale di primo livello, che si sta realizzando, è stato finanziato come ci ha ricordato l’Assessore Baldelli questa mattina, dalla precedente Giunta di cui io facevo parte, ero Assessore al bilancio. Un finanziamento di 70 milioni quando siamo arrivati nel 2015, un altro di 30 milioni prima di andarcene, quando per quell’ospedale il finanziamento inizialmente previsto era stato “eliminato”, soppresso dalla Giunta precedente, di cui il Presidente è stato sostenuto dalla Consigliera Marcozzi nella campagna elettorale del 2015. Lei lo ha sostenuto, è stata eletta, non so se il candidato Presidente sia arrivato quarto. Ha vinto Ceriscioli, poi il Movimento 5 Stelle, terzo è arrivato Acquaroli e la Consigliera Marcozzi è stata eletta sostenendo Spacca con una buona dose di fortuna perché Forza Italia prese due seggi, scattarono in Ascoli Piceno e a Fermo, quindi la Consigliera Marcozzi è stata fortunata …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Una fortuna che ha replicato in questa occasione perché pur avendo vinto Forza Italia ha eletto solo due rappresentanti, Macerata con Pasqui e Fermo con la Marcozzi che ha una dose di fortuna di proporzioni cosmiche. Questa è la verità.
Poi che è successo? Acquaroli, che all’epoca era sostenuto, non so, da Fratelli d’Italia, penso di si, e dalla Lega, fece una bella performance, che ha ripetuto per la verità anche questa volta, però lì era contro il Presidente uscente, che arrivò quarto.
Che succede, che fa questa maggioranza? La Consigliera Marcozzi insieme ad Acquaroli? Riporta, replica, tutto quello che aveva fatto Spacca, tant’è che si porta nella massima carica della struttura organizzativa il deus ex machina delle politiche di Spacca, l’allora capo di Gabinetto, se l’è portato qua e la Consigliera Marcozzi oggi viene a lamentare che a Fermo si sono dimessi i medici, come se la colpa fosse la nostra. No, la colpa è di quelle politiche che oggi vengono replicate. Qui c’è il buon Assessore Saltamartini che ha risposto ad una mia interrogazione, tant’è vero che - no, Consigliere Borroni, è inutile che faccia così perché questa è la verità, io le dico i fatti - si era deciso che il robot chirurgico doveva stare fisicamente a Fermo, l’avevamo deciso con la Giunta precedente. Mi raccomando, Consigliere Marinangeli, gli stia sopra a questi perché la Consigliera Marcozzi non ne è capace e lo ha dimostrato, lei invece è un giovane abbastanza serio, intelligente, gli stia sopra perché il robot chirurgico si decise che sarebbe stato fisicamente collocato a Fermo con l’equipe itinerante delle aree vaste 5 e 3, che dovevano venire a Fermo ad utilizzarlo.
Oggi questo si mette in discussione ed all’Assessore Saltamartini ho chiesto tramite un’interrogazione di darmi la risposta se intende confermare la collocazione fisica del robot chirurgico a Fermo, così per l’emodinamica. Fermo è l’unica realtà che non ha l’emodinamica. Noi avevamo deciso, e lo ha confermato l’ex Direttore dell’Area vasta 4, che è stato fatto fuori, che l’emodinamica doveva insediarsi anche a Fermo - tanto è vero che nel vostro master plan di oggi c’è scritto che vengono previste due sale per l’emodinamica – e nel bando di concorso per sostituire il dottore che è andato a Roma, segno evidente che noi avevamo nominato bravi primari - Consigliere Marinangeli mi segua, se dico fesserie non le ascolti, altrimenti si dia da fare perché sta in maggioranza e lei, ripeto, è molto attento - tra i requisiti richiesti c’era la capacità di fare interventi in emodinamica. Il nuovo direttore dell’Area vasta 4, un nome che è uscito fuori adesso, ha cambiato i requisiti, questo non c’è più, segno evidente che l’emodinamica non ce la vuole portare. Anche su questo oggi ho depositato un’interrogazione, con la quale chiedo del robot chirurgico e di questo.
Consigliera Marcozzi, questa è la verità, anziché sparare fesserie a raffica sulla sanità di Fermo, oltre a sparare fesserie a raffica e a farsi le foto … Vi ricordate quello che si metteva sempre davanti le telecamere quando la telecamera inquadrava? La Consigliera Marcozzi fa come Paolini! Quindi, non spari fesserie in quest’Aula!
PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Marcozzi, ma è già intervenuta.
Jessica MARCOZZI. Vorrei intervenire per fatto personale perché ha detto che sono un’incapace e poi ha detto …
(interrompe il Consigliere Cesetti)
Jessica MARCOZZI. No, non è un giudizio politico questo. Lei è un avvocato e allora non capisce nulla. Qquando lei parla …, io non l’ho mai offesa, primo, l’educazione la deve avere anche in Aula, purtroppo, Presidente, è avvezzo a fare queste cose.
PRESIDENTE. Le concedo il fatto personale perché è entrato nella tematica delle fesserie ed altro.
Ha la parola, per fatto personale, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Prima di tutto non rispondo perché è un maleducato, quindi, non merita risposta. Poi le dico anche un’altra cosa, ha detto che sono un giullare, che mi metto dietro, ascolti, quando arriva un Sottosegretario, un Commissario da Roma mi chiamano, giusto per informazione, forse lei non sa come funziona. Replico solo a questo.
Per il resto ho ascoltato anche ieri gli attacchi e le offese all’Assessore Castelli, caro Consigliere Cesetti, non mi deve più nominare perché lei è un grandissimo maleducato e come tale dovrebbe uscire dall’Aula e vergognarsi.
Io ho parlato del personale, con fatti, dei medici che si sono dimessi, uno ha chiamato la sottoscritta e lei che sta a Fermo non lo sa. Si deve vergognare, io ho parlato del personale, non l’ho mai attaccata, non ho parlato dell’ospedale di Fermo, ho parlato di personale che si è dimesso, allora lo vada a dire al Presidente … Sono degli incapaci anche loro, perché i dati me li hanno forniti loro e lei è un grandissimo maleducato, ma questo lo sappiamo tutti e quando offende significa che non ha argomenti, che offende per il divertimento. Allora sa che cosa le dico? Che mi fa una gran pena, glielo dico veramente. Dov’è la Consigliera Bora che difende, ma difende che cosa?
Poi un’altra cosa, le dico questo, sull’ospedale di Fermo non ho mai detto nulla. Dico che questo signore qui non solo è un incapace, ma ha perso le elezioni, la percentuale, a Fermo uno ne avete preso,io sono fortunata e lei che cos’è? Se io sono un’incapace lei lo è altrettanto, anzi peggio, avete dimezzato i voti e un motivo ci sarà e, ripeto, io non l’ho attaccata, io ho detto dei dati. Questa persona, persona per dire, non mi deve più nominare, Presidente.
PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, il Consigliere Cesetti.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Marcozzi ha diritto di dire che sono un incapace, è un giudizio politico, come io esprimo il mio, ma se la Consigliera Marcozzi non ha il fisico per stare in Aula …
PRESIDENTE. No, adesso applico la sanzione disciplinare, è la prima volta che lo faccio, non si può alludere in nessun modo, quindi la richiamo ai sensi dell’articolo 72 e poi intervengo in maniera ancora più pesante. Lei ha diritto a tre minuti per chiarire ai sensi dell’articolo 61 le sue dichiarazioni, non sconfini oltre, se vuole replichi alle affermazioni che ha fatto a livello personale.
Fabrizio CESETTI. La Consigliera Marcozzi è la capogruppo di Forza Italia, quindi ho il diritto di esprimere un giudizio politico, quando dico …
(interventi fuori microfono)
Fabrizio CESETTI. Quando la Consigliera Marcozzi - io stavo fuori - dice che sono impazzito è un’offesa che può fare tranquillamente in quest’Aula, dice che si sono dimessi dei medici, certo che i medici si sono dimessi, come si è dimesso l’ex Direttore dell’Area vasta 4, li avete fatti dimettere voi non mettendoli nelle condizioni di lavorare. Questo è il punto.
Per il resto, Presidente, ho espresso semplicemente un giudizio politico, ho detto che per quanto riguarda la tutela di quel territorio le azioni politiche della Consigliera Marcozzi denotano una incapacità politica di proporzioni cosmiche, che è un giudizio, se poi questo giudizio non si può fare perché è una donna! Lei è la capogruppo di Forza Italia, io sto parlando con una “esponente politica” non sto parlando con la dott.ssa Marcozzi, come lei non parla con l’avv. Cesetti. Quindi, ho diritto in quest’Aula di esprimere dei giudizi politici e quando dico che lei si mette dietro la telecamera esprimo un giudizio politico, una critica politica, se vogliamo, anche aspra, ma che c’è. Come quando si dice che a Fermo si sono dimessi i medici, lì si dimettono tutti, quello non è un giudizio? Quello sì, Presidente, è un giudizio su una struttura perché si fa perdere credibilità a quell’ospedale quando si dice in quest’Aula, e lo dice una capogruppo di maggioranza, che a Fermo si dimettono i medici, si attacca la credibilità di quella struttura. Presidente, ho espresso un giudizio politico e lo mantengo.
PRESIDENTE. Il fatto è, non voglio riaprire la polemica, che è stata censurata la condotta che va al di là anche del giudizio politico sull’attività e la funzione svolta dalla Consigliera Marcozzi, così l’ho interpretata per il fatto personale.
Ha la parola il Consigliere Putzu.
Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Solo per fare chiarezza in merito alle accuse, secondo me ingiuste, che la Consigliera Marcozzi ha subìto.
Dispiace, più volte abbiamo avuto modo di sentire dai banchi del Partito Democratico gridare allo scandalo quando magari c’è stato un dibattito tra un uomo della maggioranza e una donna dell’opposizione. Ricordo che noi, è già capitato più volte, Consigliere Cesetti, siamo stati zitti ad esempio quando è capitato alla Consigliera Biondi sulla legge sul personale, a volte alla Consigliera Leonardi, mentre quando c’è un dibattito tra il Consigliere Ciccioli e la Consigliera Bora si urla sempre allo scandalo.
Questa volta avrei auspicato che le Consigliere del Partito Democratico avessero fatto la stessa cosa, magari dando solidarietà alla Consigliera Marcozzi in questo caso, perché credo che sia giusto ristabilire l’ordine.
Non sono un tipo che ama ristabilire l’ordine, però ringrazio il Presidente dell’Assemblea per aver fatto rispettare il Regolamento e per essersi fatto rispettare, però invito il Consigliere Cesetti ed anche gli altri a non utilizzare più parole scomode nei confronti delle donne, che siano di centro destra o di centro sinistra, perché questo dispiace.
Io sono dispiaciuto e sono uno che nel dibattito politico non si tira mai indietro, sono uno che nel dibattito politico se devo fare una battuta la faccio, sono uno che nel dibattito politico se devo fare un’accusa politica la faccio, non è un problema. Non voglio fare il professore, né l’insegnante, però questo mi dispiace perché non mi sembra giusto e accettabile. L’altra volta è successo alla Consigliera Biondi, oggi alla Consigliera Marcozzi, credo che questo non sia opportuno.
Chiedo al Consigliere Cesetti da uomo intelligente di scusarsi per queste accuse e di chiarirsi perché non credo che il dibattito politico in quest’Aula debba andare sul personale, questo dispiace molto.
Chiedo scusa a tutti, ci tenevo a fare questo intervento perché non mi sembra giusto l’attacco che è stato fatto nei confronti della Consigliera Marcozzi. E’ passato quando era stato fatto alla Consigliera Biondi, però le ho messe tutte insieme, non ce l’ho personalmente con il Consigliere Cesetti, che politicamente dà un giro a tutti qui, però in questo caso, vista la sua esperienza e viste le sue capacità, chiedo se possibile di scusarsi perché penso che l’aspetto personale non c’entri nulla. Non siamo nel Consiglio di un asilo, siamo nell’Aula del Consiglio regionale, quindi credo sia opportuno scusarsi con la Consigliera Marcozzi e magari anche con la Consigliera Biondi per quanto successo, auspicando che queste cose non accadano più.
Esprimo la mia solidarietà alla Consigliera Marcozzi e colgo anche l’occasione, visto che la scorsa volta sulla legge del personale non sono intervenuto, per esprimerla alla Consigliera Biondi.
Quando c’è stato uno scontro personale tra uomo e donna, se siete per le pari opportunità, se avete fatto battaglie per la Giunta e vi siete strappati i capelli, dimostrate che questo lo fate, qualora non si chieda scusa, per opportunismo politico e non perché ci credete veramente. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Devo dire che ascoltando la Consigliera Ruggeri mi è comparso davanti Di Maio, quando ha detto di aver abolito la povertà. Lo stesso tipo di dichiarazione, si affacciò al balcone di Palazzo Chigi e ad urbi et orbi disse: “Abbiamo abolito la povertà”. Oggi la Consigliera Ruggeri, maggiordomo 5 Stelle della maggioranza, dice: “Grazie , all’Assessore Saltamartini abbiamo ricostruito l’ospedale di Fano”.
Intanto dico alla Consigliera Ruggeri che non sono 20 o 15 anni, il decreto Balduzzi, che prende il nome dal tecnico che ha elaborato prima del 2015 tutto lo studio riguardante la riforma sanitaria, quindi è lei che dovrebbe essere più precisa da questo punto di vista, si richiama per queste ragioni.
Non è evidentemente vero che sono 20 anni, così come hanno detto altri, che su questo tema si parla di ospedale unico …
(interventi fuori microfono)
Romano CARANCINI. No, neanche della sua provincia, perché non sa, lo dico io perché ero Sindaco, che il primo a parlare di questa possibile riforma è stato il Presidente Spacca, e lo dico per fatto, nel mandato tra il 2010 e il 2015 ed avviò sulla base dello studio Balduzzi un approfondimento con tutti i territori, non sull’ospedale unico, ma sull’articolazione della rete ospedaliera: casa della salute, ospedale di comunità. Questa è la realtà, questi sono i fatti per Gigino Di Maio marchigiano e da questo punto di vista vanno ricostruite bene le cose. Poi si può pensare anche in maniera diversa, ma la propaganda davvero da lei non me l’aspettavo su questo.
Intanto voglio dire alla Consigliera Leonardi che preparare un piano socio-sanitario necessita di tempo ed io sono d’accordo, anzi, penso che l’attività che è stata fatta in questi mesi possa essere propedeutica rispetto a questo. Nessuno ha contestato il tempo necessario per il piano socio-sanitario, io non sono per la velocità sul tema sanitario, sono per la serietà - ripeto, poi ci possiamo confrontare - e aggiungo, lo abbiamo scritto anche in un emendamento, che non siamo avvinghiati allo strumento per costruire gli ospedali (project, appalto integrato, appalto). Tra l’altro l’Assessore ci ha detto in più occasioni ‘appalto integrato’, io credo che sia un ottimo strumento, però vi invito a ragionare, non certo per parteggiare per quello strumento, sul project e su quello che era l’impostazione che si può criticare. Il project, al costo attuale del denaro e con la traslazione del rischio tutta sull’impresa, è una opzione, si può non condividere, benissimo, i rischi per queste grandi opere sono grandi perché bene o male saranno grandi e l’eventuale fallimento di un soggetto può determinare il blocco.
Il decreto Balduzzi è superato? Non lo so, a me sembrano invenzioni, le poche dichiarazioni che vengono dal Governo in questo momento sono totalmente aderenti a quella impostazione perché evidentemente - e lo dico in un’ottica di confronto anche con i Consiglieri Antonini e Assenti ai quali dirò qualcosa - dire oggi Balduzzi è dire ospedali di primo livello, vuol dire un pezzo di sanità, l’altro pezzo è la sanità del territorio.
La sanità del territorio è quella che il Presidente del Consiglio e direi che l’intera Europa, dopo il lockdown, ha immaginato come può essere lo sviluppo determinate e decisivo in tema sanitario. E’ evidente che è necessario uno spostamento, non ricordo chi l’ha detto, forse il capogruppo o la Consigliera Casini o qualcuno di voi, il centro della sanità non è l’ospedale, l’ospedale di acuzie, è il residuo, l’ultimo passaggio, quello in cui deve arrivare il minor numero di soggetti, è la sanità del territorio che, e lo dico all’Assessore Saltamartini e anche agli altri Consiglieri, sta scritta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ci sono le risorse, ci sono i temi specifici, quanti soldi devono andare per l’ospedale di comunità, quanti per le case della comunità, quanti per la digitalizzazione, voi sapete meglio di me che due grandi capitoli suddividono da un lato 7 miliardi e dall’altro 8 miliardi, poi ci sono ulteriori risorse, quelle per gli interventi immediati.
Quindi, mi ricollego alla Presidente Leonardi, quello che ci saremmo aspettati, Presidente, è che la Giunta su questo fosse intervenuta con schede progettuali e ci avesse detto: intendiamo fare il fascicolo elettronico, intendiamo fare gli ospedali di comunità in quel luogo, intendiamo fare le case della comunità in quel luogo, intendiamo sviluppare la sanità domiciliare in questo modo ed avremmo potuto approfondire tutto il tema della ricerca. Questo era l’intervento di modificazione di un Piano socio-sanitario regionale serio, perché ci saremmo misurati sulla sanità del territorio, non in un …
PRESIDENTE. Prego di fare silenzio in Aula, per favore.
Romano CARANCINI. Quindi, da questo punto di vista ci saremmo attesi questo intervento, non un intervento che non è prodromico a nulla.
Faccio qualche considerazione anche sugli interventi dei Consiglieri Assenti e Antonini. Intanto il Consigliere Antonini ha detto, ed io credo a questo punto, almeno ascoltata da lui, che la linea sia quella, utilizzando le parole con il valore tecnico, che oggi voi immaginate di realizzare il presidio unico, diciamo il presidio di primo livello, che è più corretto, suddiviso per unità operative complesse su diversi stabilimenti. Questa è la tesi.
San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno si divideranno le unità operative complesse del presidio unico di area … Scusi, Presidente …
PRESIDENTE. Non si può creare confusione a chi svolge la propria relazione, prego.
Romano CARANCINI. Dicevo dell’impostazione, quindi presumo, da quello che si comprende, che questo avverrà forse anche a Macerata perché l’impressione è questa, ma credo che non si possa fare per i nuovi ospedali, non ho le certezze, perché un nuovo ospedale, la realizzazione fisica di un nuovo ospedale, deve rispettare l’impostazione del dm, quindi, forse formale. Secondo, lo dico al Consigliere Antonini, in un contesto come questo nel quale il personale è l’elemento determinante e la variabile indipendente, se non c’è il personale possiamo aprire 200/300 ospedali, costruire un ospedale in ogni casa, ma non riusciremo a curare i cittadini.
Il presidio di primo livello ha anche questa importante funzione, quella di razionalizzare - è brutto come termine – e di coinvolgere in un’unica struttura evidenti vantaggi economici, di cui non ce ne importa niente, ma soprattutto funzionali.
Allora, la domanda che faccio è: voi pensate – lo dico perché l’ho vissuto – che sia meglio, rispetto al segmento residuo dell’ospedale, quindi della fase di acuzie, farsi condizionare dal campanilismo piuttosto che dare una cura più appropriata? Perché questo è il tema.
Non arrivo neanche, seppure mi pare anche logico, al tema dei dati, che dicono - voi sapete meglio di me che Fabriano su questo è stata purtroppo penalizzata – che se gli stabilimenti non integrano i numeri fatti, questo riguarda San Benedetto del Tronto o Macerata o Civitanova Marche, non hanno i numeri non possono avere una serie di unità operative complesse. La concentrazione dell’ospedale di area vasta, non degli altri ospedali, favorisce il cittadino in termini di appropriatezza delle cure ed il miglioramento delle unità operative complesse.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Grazie, Presidente. Io mi fermo all’essenziale, su alcune cose che sono state dette e che credo che in qualche modo si debbano riprendere.
Uno è il tema della partecipazione, è stato detto più volte, ma la partecipazione delle partecipazioni è il risultato elettorale, lì davvero votano tutti e il risultato elettorale di settembre 2020 non è stato equivoco, è stato totale e credo che abbia influito, l’hanno detto gli elettori, l’hanno detto gli esponenti dei partiti vincitori e perdenti, la sanità.
IlPiano precedente ha determinato la sconfitta elettorale e la voglia di cambiamento, conseguentemente cerchiamo con onestà intellettuale e con le difficoltà dei cambiamenti di scrivere una pagina nuova. La pagina nuova è che quel Piano, per la verità qui do ragione agli esponenti del PD che l’hanno citato, che viene da lontano, non ha prodotto i risultato che volevano, per due motivi. Uno per le prestazioni da erogare, c’è un fabbisogno, ci sono delle prestazioni, c’è stata un’ampia fuga di persone verso prestazioni esterne, se non sbaglio l’hanno scorso 200 milioni di prestazioni sono state fatte fuori regione, questo è un dato forte. Con quei 200 milioni quanto personale, quante cose potevamo fare in più? Quel piano evidentemente non dava le prestazioni, ci sono degli elementi storici che qui non possiamo … Pensiamo alla costruzione del nuovo ospedale Ancona Sud Inrca, è stato progettato nel 2010 e nel 2020, in 10 anni, siamo ancora a livello poco più delle fondamenta, per fortuna negli ultimi 6/8 mesi sta crescendo. 10 anni in cui un’ipotesi di cambiamento non ha trovato soluzione e successo.
Gli ospedali di Fermo grazie a Dio stanno andando avanti, dobbiamo però introdurre altre risorse, come sa benissimo il Consigliere Cesetti, una parte è stata messa, una parte ulteriore la dobbiamo mettere, quindi mi sembra che la situazione non sia così … Stessa cosa per il Salesi, dovremmo rivedere il progetto. Qualche settimana fa sono stato a Torrette, dove ho lavorato tanto tempo, ho parlato con l’ufficio tecnico e ci sono delle cose che non vanno e bisognerà introdurre altri soldi ed altre cose. Quindi, non mi sembra questo grande successo.
A me sembra che questo discorso politicamente non viene neanche dai marchigiani, viene dalla storia, viene addirittura dalla sinistra cattolica degli anni ’70, in cui si diceva che le Marche erano una regione policentrica. Una cosa largamente condivisa dalla classe politica, ci ha studiato sopra l’Università di Urbino, la Facoltà di economia. La regione non risponde a modelli di accentramento, non abbiamo grandi città, ne abbiamo di medio piccole, la nostra città tipo, quella più significativa, ha 40/50 mila abitanti, noi dobbiamo dare risposte alla popolazione accentrata in questi poli.
Pensiamo che ci sia la necessità di un solo ospedale regionale di secondo livello perché non ce ne possiamo permettere di più, ovviamente deve essere scritto nel Piano con tutte le cose; pensiamo che ci debbano essere ospedali di primo livello identificabili uno per area vasta e poi una rete di ospedali che deve dare servizi al territorio. Questo è uno schema che, se non ci fosse lo scontro politico, non politico, perché politico è una parola alta, lo scontro tra i gruppi politici, sarebbe un progetto ampiamente condivisibile dalla maggior parte dei marchigiani. Eventualmente l’interrogativo è: si riuscirà a farlo con le difficoltà degli appalti, della burocrazia, delle risorse economiche? Questo è il tema e su questo dovremmo giocarci anche la grande carta dei fondi straordinari che ci vengono dall’Europa e sul Piano nazionale per quanto riguarda la sanità.
Quali saranno per esempio le funzioni di Fano? Una domanda che è stata posta, lo vedremo organicamente nel Piano, perché noi dobbiamo scegliere …, e mi sento di parlare più da operatore sanitario che da esponente politico, noi dovremmo fare delle funzioni integrate. E’ ovvio che nella nostra mappa delle prestazioni sanitarie dovremmo mettere insieme le funzioni integrate, quali sono? Tutti non potranno avere tutto e su questo non ci piove perché non ci saranno le risorse, ognuno dovrà caratterizzarsi, ogni polo, per le funzioni di base che vogliamo dare uniformemente a tutti i cittadini e per quelle specialistiche limitate, che a seconda delle equipe mediche operative ci saranno. Alcune chirurgie saranno dedicate ad alcune casistiche, altre chirurgie ad altre, in modo da assicurare la base a tutti e l’oltre per territori. Questo è quello che dovrebbe essere il piano.
Mi sento di dire due cose e chiudo. Non voglio insultare nessuno e prendo due grandi autori, a me piace la musica, purtroppo ormai quella vecchia, quella di Vasco Rossi, che non è certo uno di destra, anche se ultimamente ha detto delle cose che francamente fanno pensare. La canzona “Stupendo” dice: erano i giorni di gran sogni, erano vere anche le utopie, non mi dire che è proprio così, non mi dire che sono ancora quelli lì - dopo un po’ dice – stupendo, mi viene il vomito. Battiato invece scriveva altre cose, “Bandiera bianca”, che non è proprio una canzone di destra, Bandiera Bianca è una canzone un po’ così, è quella di mister tamburino, dice: avete voglia di mettervi profumi e deodoranti, siete come sabbie mobili e tirate giù. C’è chi si mette gli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico potere - poi continua - che squallide figure che attraversano il paese, come è misera la vita negli abusi di potere. Sul ponte sventola bandiera bianca - e poi - quante stupide galline che si azzuffano per niente, minime …
Ecco, vorrei con queste due fotografie di Vasco Rossi e Battiato, che non sono io, evitare di fotografare quest’Aula del Consiglio regionale.
Ovviamente credo che l’atto, e concludo, sia essenziale. E’ evidentemente una scelta politica, un taglio politico e su questo mi sento assolutamente allineato con le prospettive dell’Assessore.
Questo è un atto propedeutico a degli atti essenziali, che dobbiamo fare. Questo atto di fatto non risolve niente, è il presupposto per altri che riguarderanno il nuovo ospedale di Pesaro, non più ospedale unico, il nuovo ospedale di Macerata, non ospedale unico, che avranno degli ospedali satelliti perché sia Pesaro che Macerata, mica siamo sciocchi, saranno i capofila di una rete sul territorio. La stessa cosa dobbiamo fare ad Ascoli Piceno. Sulle decisioni successive della provincia di Ascoli Piceno vedremo e valuteremo, ma anche in quell’ospedale, come in quelli di Pesaro e di Macerata, siamo ai limiti della norma. Credo che anche la vecchia amministrazione, sono atti della passata legislatura, si era resa conto che si era ai limiti della norma. Anche con l’ospedale di San Benedetto del Tronto siamo ai limiti della norma, dobbiamo guardare al futuro, su questo moduleremo le risorse che saranno indirizzate, che ci saranno perché ogni anno la legge nazionale 20 … Purtroppo, anche qui, sono stato relatore nella Commissione sanità della Camera della piccola parte del bilancio che riguardava le risorse sanitarie, all’epoca erano 108 miliardi, e degli stanziamenti dell’edilizia ospedaliera. Ogni anno avremo un rifinanziamento dell’edilizia ospedaliera, avremo ogni anno dei fondi, per quanto riguarda l’Europa 2021/2027 e da quello che si capisce la fruibilità dei fondi saranno solo dal …, i primi due anni sono di progettazione, gli altri 5 di realizzazione, quindi li avremo grosso modo dal 2023 al 2027, proprio sul piano dell’utilizzazione delle risorse, Assessore mi corregga, mi sono letto le cose, un conto è la fase progettuale, un conto sono le risorse.
Dobbiamo fare bene, i tre ospedali che sono ormai avviati, Salesi, Inrca e Fermo, li completeremo con ulteriori stanziamenti perché i fondi non basteranno, bisognerà fare altre cose. Se facciamo partire Macerata e Pesaro con i soldi che ci sono, e sono lì, dovremmo far presto perché prima facciamo e meglio è, andiamo a sostituire i vecchi ospedali, ci teniamo l’ultima fase per mettere tutti i presupposti per San Benedetto del Tronto. Noi abbiamo fatto quasi un miracolo, anzi se questo sarà, faremo un miracolo.
In questo quadro c’è il problema del Piano sanitario regionale nuovo che ovviamente dobbiamo costruire, stiamo ascoltando, però non ci possiamo dare 5 anni, io mi do come scadenza la fine del 2022, massimo la primavera del 2023, ma non vorrei passare il 2022, noi dobbiamo approvarlo. Poi i tre anni successivi ci serviranno per attuarlo e fare delle scelte anche coraggiose per quanto riguarda l’allocazione, uso questo termine, delle specialistiche perché mentre la base di un ospedale è strettissima (la medicina, la chirurgia, il pronto soccorso, eccetera), le specialistiche dovremmo caratterizzarle zona per zona per far quadrare il piano economico, anzi si dice industriale, e far tornare i conti.
Se recuperiamo quei 200 milioni della mobilità passiva … Addirittura in provincia di Ascoli Piceno, e non come succede nella provincia di Pesaro, dove è stato fatto l’ospedale Marche Nord e ci sono 48 milioni di mobilità passiva, c’è un’attrazione dall’Abruzzo, se riuscissimo a fare l’attrazione autofinanzieremo il miglioramento dei servizi sul territorio.
Avendo un’esperienza interna le idee chiare ce le ho, sono assolutamente allineato con l’Assessore Saltamartini e con il progetto di revisione dell’Asur, delle aziende ospedaliere e altro, io ho voglia di fare queste cose anche perché non avrò in futuro molte altre occasioni.
Chiudo qui dicendo che sono soddisfatto dell’approvazione di questo atto.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE. No, non può intervenire, è intervenuto prima il relatore di minoranza, ho dichiarato chiusa la discussione.
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, lei ha fatto prima il suo intervento, cercavo di spiegarglielo, poi le ho dato la parola e sono passato al relatore di maggioranza
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, ha l’occasione di farlo nell’emendamento …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha fatto due interventi, come relatore di minoranza con la relazione e come replica …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Dopo che abbiamo chiuso la discussione, mi sono confrontato per sapere se era chiusa oppure no, glielo assicuro …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Consigliere, gliela avrei data …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha avuto diritto, lo ha espletato prima del relatore di maggioranza, glielo assicuro …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Abbiamo chiuso la discussione e cercavo di spiegare che il suo intervento era in replica, lo ricontrolliamo, se mi sbaglio le assicuro che chiederò venia, ma in assoluto è andata in questo modo …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha diritto di parlare sugli emendamenti …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Ha già parlato. Lei mi deve lasciar concludere, abbiamo chiuso la discussione, lei si si è prenotato, stavo dicendo che non aveva diritto come situazione di intervento, ma le ho concesso la parola come relatore di minoranza, dopodiché è venuto il Vicepresidente per spiegarmi ed io ho riconfermato la parola, quindi le assicuro che glielo avrei concesso se all’interno di una procedura regolamentare …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. Guardi è stato esplicitato di tutto e di più, è un ripetersi ed è una deroga alla procedura che francamente, dopo aver chiuso la discussione, non vorrei questa sera utilizzare in nessun modo perché non ci sono le condizioni né i presupposti di urgenza.
Ci sono quattro emendamenti …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, assolutamente, io non ho problemi di andare a casa, io ho problemi che …
(interrompe il Consigliere Carancini)
PRESIDENTE. No, quando lei ha chiesto la parola la discussione era chiusa, ho aspettato anche i classici 5 secondi ed anche di più per altri interventi, poi lei mi ha chiesto la parola ed io ho cercato di spiegarle che lei ne aveva diritto come relatore di minoranza, poi è intervenuto il Vicepresidente Biancani e gliel’ho ridata in questo senso, glielo assicuro. Ha la possibilità di intervenire tranquillamente sugli emendamenti.
Entrando nella valutazione dell’atto ci sono quattro emendamenti, quindi per ciascuno potranno intervenire tutti i sottoscrittori, a cominciare da lei.
Passiamo alla votazione.
Emendamento 1 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Vitri, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo, lo do per letto.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. L’emendamento tende a ristabilire nell’ambito della modifica del piano socio-sanitario i temi che abbiamo trattato. Il primo riguarda la continuità amministrativa, purtroppo le modifiche apportate non tengono conto dei percorsi amministrativi già avviati. Faccio l’esempio dell’ospedale di area vasta di primo livello di Macerata, che aveva avuto anche da parte della Regione Marche l’individuazione della collocazione temporale a seguito della scelta della Conferenza area vasta.
Riaffermare il principio di continuità amministrativa credo che sia un principio rispettoso dell’istituzione, naturalmente utile a portare avanti il disegno generale. Su questo non posso non aggiungere il tema relativo alla pandemia e aggiungo infine, come non si è parlato in alcuna maniera, quello delle aree interne per gli ospedali delle aree disagiate. Secondo me in questa modifica, in questo intervento, si sarebbe potuto affrontare il tema di alcune realtà cliniche, faccio l’esempio di Fabriano, che avrebbero potuto in questo passaggio meritare l’attenzione e una posizione diversa rispetto al passato, che viene molto criticato.
Ribadisco quello che avevo già espresso sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, voglio ricordare a tutti che le risorse che sono messe a disposizione non sono evidentemente della Regione, sono risorse europee che provengono dai finanziamenti della Next Generation EU, peraltro gran parte per molto tempo osteggiata dal partito di Fratelli d’Italia, il quale aveva evidentemente negato l’importanza dei finanziamenti europei rispetto al Covid.
E’ un quadro che ristabilisce anche il tema relativo alla medicina del territorio con i vari interventi, purtroppo questa modifica non riesce a sostenerla, neppure la tiene in considerazione, sta di fatto che a breve avremo la necessità di avere schede di progetto che purtroppo in questa occasione non sono state messe a disposizione, non sono state discusse nel Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi troviamo questo emendamento irricevibile, parlo soprattutto con il primo firmatario che continua quando è in difficoltà - pensa che io sia qui come un fantoccio, senza linea politica, senza aver studiato, senza aver approfondito - a dileggiare me principalmente. Io non voglio neanche scendere a certi livelli, non ho chiesto neanche il fatto personale, vado avanti perché ho un sacco di argomenti per cui trovo questo emendamento irricevibile, come ho trovato irricevibile negli anni passati la linea sulla sanità portata avanti dal PD.
Questo emendamento recupera l’iter dell’ex Presidente della Giunta su Muraglia, per noi non è ricevibile, parla dell’ospedale di Pesaro di primo livello come azienda ospedaliera e lo fa in palese violazione del decreto ministeriale 70, che dice di voler rispettare rigorosamente. Ecco una contraddizione, mentre fino adesso avete additato contraddizioni negli atti degli altri.
E’ irricevibile perché dice di valorizzare le case della salute già esistenti, condannando gli ospedali riconvertiti a non recuperare le funzioni ospedaliere, quindi, per noi non è pensabile questa posizione politica. Inoltre è irricevibile perché parla del protocollo di cui ho anticipato qualcosa prima, del Presidente della precedente Giunta regionale, che in effetti ha smontato l’ospedale di Fano, volendo ridurlo a poco più di un cronicario.
Per questi argomenti, ma ne potrei tirare fuori tanti altri, noi voteremo contro questo emendamento e non tanto perché ci va di appoggiare una maggioranza debole, anche se mi sembra che abbia i numeri per votarsi i propri atti e per respingere quelli dell’opposizione, ma sono convinta che questa nuova linea politica, che è stata votata dai cittadini, è molto più vicina alla nostra rispetto a quella passata. Quindi, mi viene da chiedere: come mai quando voi appoggiate gli atti della maggioranza siete responsabili e quando lo facciamo noi siamo dei fantocci? Rifletteteci un attimo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non so a cosa faccia riferimento quando usa il termine fantocci. Ricordo alla Consigliera Ruggeri che c’è stata solo una valutazione politica richiamando Di Maio rispetto alla precisione un po’ da maestrina che sbagliavamo a chiamarlo Balduzzi.
Che voi non avreste ricevuto questa argomentazione era scontato, lo sappiamo oramai da 11 mesi. Contenta lei che su Fano oggi non ci sia nulla! Non c’è un’idea, non c’è una impostazione, non c’è una previsione, magari l’avrà avuta personalmente dall’Assessore, sta di fatto che nero su bianco non c’è una parola.
Presumo che lei abbia avuto certezze dall’Assessore in camera caritatis, altrimenti davvero mi pare che non abbia senso ma, ripeto, non ci aspettavamo certamente da questo …
Le voglio dire che non rinunciamo a far valere le nostre opinioni da questo punto di vista, non saranno certo le lezioncine che ci date o pensate di darci rispetto a una linea che ovviamente noi riteniamo perfettamente coerente con il decreto Balduzzi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. L’emendamento che abbiamo presentato è coerente rispetto alla relazione che è stata fatta dal Consigliere Carancini e agli interventi che abbiamo fatto, che rimettono al centro la sanità territoriale, esattamente come prevede il Piano nazionale per il quale riceviamo un’importante messe di risorse. L’abbiamo fatto così e ristabilisce in funzione del decreto ministeriale 70/2015 le ricadute territoriali di quelle previsioni perché ad oggi nulla è mutato.
Noi siamo convinti che ripartire dal territorio e ricalibrare le strutture per acuzie, secondo le indicazioni di necessaria riforma che anche il Pnrr ci impone, sia un atto opportuno per dare prospettive, quindi il voto è favorevole.
Io sono fuori dal dibattito e dalle considerazioni personali, non mi appartengono mai, quindi non mi permetto …, forse pensando a chi ci guarda le dovremmo sempre evitare perché si rischia di non far valere le proprie ragioni e la gran parte delle considerazioni, che però sono sul piano politico, mai sul piano personale. Questo tipo di atteggiamento può aiutare noi tutti anche in futuro.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo emendamento perché è contrario a quella che è la nostra battaglia politica principe, che portiamo avanti da più di 10 anni.
Mi sorprende che qualcuno pensi che sia una battaglia fresca di 11 mesi, non è così! Se sono seduta su questi scranni è perché mi sono tanto battuta contro l’ospedale unico, naturalmente della mia provincia, quindi la nostra linea politica era chiara, è chiara da tempo e non è assolutamente accettabile un emendamento di questo tipo che vuol riproiettare il tutto al passato, un passato che sinceramente vorremmo restasse alle spalle. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Rapidissimo. Sono d’accordo che questo, come ha detto il Consigliere Mangialardi, è un emendamento coerente con l’impostazione del suo gruppo, però non è coerente con la nostra logica, è incoerente perché questa è la continuità, è una riproposizione aggiornata del vecchio Piano, con cui noi siamo in discontinuità, non possiamo votarlo, sarebbe una contraddizione.
Questa è una pretesa assurda, una contraddizione irricevibile, come possiamo riportare le cose quanto portarle significa che c’è qualcosa che non va dentro di noi? Noi vogliamo invece trasformare ed ovviamente respingiamo questo emendamento nella sua totalità e nella sua coerenza dal punto di vista vostro.
PRESIDENTE. Emendamento 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 2 a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti Mastrovincenzo: “Dopo le parole ‘e, non ultimo, la realizzazione di nuovi ospedali a Pesaro’ sono inserite le seguenti ‘(Nuovo ospedale Marche Nord come azienda ospedaliera di alta complessità in grado di accogliere le unità complesse di ogni specialità di cui ci fosse necessità oltre a quelle già presenti ad integrazione di quelle garantite dall’azienda ospedali riuniti di Ancona’)”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. Ho presentato questo emendamento per fotografare il ruolo che riveste oggi l’ospedale Marche Nord, il quale fa parte dell’azienda ospedaliera Marche Nord. E’ un ospedale di primo livello, in cui c’è un’alta complessità, oggi sono presenti 6 alte complessità, può ospitare quelle specialità che possono essere doppie a livello regionale ed affiancare quelle che ha l’ospedale di Ancona, che quindi possono essere fatte anche all’ospedale di Pesaro. Qui ovviamente non parlo di project, non parlo di niente perché per quanto riguarda la modalità di attuazione ….
Nell’intervento di prima mi sono dimenticato, se si vuole fare l’appalto integrato o qualsiasi altro tipo di modalità con il quale si vuol fare il nuovo ospedale non è quello che ci troverà a fare le battaglie per avere o no il project, però mi sembra opportuno che venga specificato che l’ospedale di Pesaro comunque rappresenta un ospedale di primo livello con alta complessità, che può affiancare l’ospedale di Ancona, quando è possibile avere due specialità di tipo complesso.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.
Luca SERFILIPPI. Grazie, Presidente. Penso che questo emendamento del PD constati che il re è nudo. Ho sentito tante parole sull’ospedale di Fano, che volevate tenere aperto, sull’ospedale di Pesaro, che era unico, che secondo voi non andava chiuso l’ospedale di Fano, invece noi in nove mesi abbiamo smontato pezzo per pezzo quello che avevate costruito attraverso il Piano socio-sanitario, attraverso un protocollo di intesa che era una beffa verso tutti i cittadini di Fano e della vallata del Metauro, della vallata del Cesano, siccome parlate di partecipazione, firmato dal Sindaco di Fano e dal Presidente della Regione Marche. Quella convenzione l’ho fortemente criticata perché è irrispettosa verso tutti gli altri Sindaci del territorio e non solo. Purtroppo quella convenzione permetteva, e possiamo dircelo chiaramente, uno scambio politico per la quale Pesaro avrebbe preso l’ospedale unico con 650 posti e Fano i 20 milioni famosi per la strada di Gimarra, che doveva condurre all’ospedale unico di Muraglia.
Noi oggi cambiamo radicalmente questa visione e mi fa piacere la delibera che la Giunta ha approvato venerdì scorso, che l’Assessore Baldelli ha presentato sul master plan. Vengono destinati 11,8 milioni di euro all’ospedale Santa Croce di Fano, che pertanto è salvo, rimarrà con i suoi 200 posto, ma vedremo nel nuovo Piano socio-sanitario quanti posti riusciremo ad ottenere come vallata perché Fano non rappresenta solamente la città, che comunque ha più di 60.000 abitanti, ma tutto l’hinterland che va fino a Fossombrone, è un ospedale fondamentale. Abbiamo avuto tante eccellenze che purtroppo sono scappate via per una politica che non ha saputo decidere. Mi ricordo quando provavate a convincerci che l’ospedale unico di Pesaro avrebbe sicuramente, come dicevate, ridotto la mobilità passiva, avrebbe fatto sì che i fanesi si sarebbero spostati a Pesaro per avere una sanità d’eccellenza, mentre io credo che la sanità d’eccellenza la faccia il personale, le strutture, le infrastrutture tecnologiche e sicuramente anche una bella struttura.
Voglio ringraziare tutti coloro che lavorano in questo momento nei tre presidi ospedalieri di Muraglia, San Salvatore e di Fano perché in questi anni, l’ho sempre detto, hanno sopperito alle mancanze della politica, che non ha saputo decidere.
Noi abbiamo una visione chiara, il nuovo ospedale di Pesaro con meno posti servirà a frenare la mobilità passiva dei tanti pesaresi e non solo che vanno in Romagna, ridurrà anche la mobilità passiva dei fanesi perché tante persone si rivolgono all’estero, penso a Cotignola, per altri servizi, quindi la sfida vera si aprirà con il nuovo Piano socio-sanitario e questo sarà l’impegno da portare avanti, che avrà l’Assessore Saltamartini insieme al resto della Giunta.
Concludo dicendo che finalmente abbiamo salvato l’ospedale Santa Croce di Fano. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Qui sono un po’ stupito, il PD, che ci ricorda sempre, ed è giusto, che noi dobbiamo anche fare i conti economici con le risorse del personale, con le risorse di strumentazione e via di seguito, ribadisce il problema di Pesaro.
L’ipotesi di Pesaro, azienda ospedaliera di Pesaro, è stata costruita nell’ottica di evitare la mobilità passiva dalla provincia di Pesaro verso la Romagna, che era molto attrattiva. Dopo quasi 10 anni da 50 milioni euro circa di mobilità passiva siamo passati a 48,5 milioni, evidentemente questo progetto non ha tenuto, mentre abbiamo perso sempre da quella provincia, da altre aree geografiche, cittadini e utenti che si sono rivolti altrove. Quindi, dobbiamo riqualificare il sistema provinciale di Pesaro, questo è l’obiettivo.
Concordo pienamente con il Consigliere Serfilippi, nelle Marche con 1,5 milioni di abitanti, fatta salva l’idea che possiamo essere attrattivi per altre regioni, dalla limitrofa Umbria, dove abbiamo un po’ di mobilità attiva, dall’Abruzzo ed anche dal sud, dalla Puglia, possiamo permetterci una sola azienda ospedaliera di secondo livello su cui dobbiamo puntare tutto, dare risorse, cercare di evitare che i marchigiani, da Ascoli Piceno fino a Pesaro e l’entroterra, per determinate prestazioni di eccellenza vadano fuori, altrove. Questo è il progetto. Una grande e qualificatissima struttura di secondo livello e una rete ospedaliera diffusa che dia a tutto il territorio eque prestazioni sanitarie.
Questa è la riproposizione di una cosa che, ahimè, purtroppo, poteva anche andare, ma che non ha avuto successo, quindi il nostro voto è negativo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare che l’Azienda Marche Nord è stata istituita in vista della realizzazione dell’ospedale unico, avendo superato l’idea dell’ospedale unico, a mio modesto parere, è anche giusto fare una bella riflessione su quello che può essere il futuro dell’Azienda Marche Nord e a questo proposito vorrei ricordare che qualche mese fa avevo proprio fatto una interrogazione.
Detto questo, per noi l’Azienda non è un dogma, quindi voteremo contro questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Non è vero che venne fatta per poter essere funzionale all’ospedale unico, è vero quello che dice il Consigliere Ciccioli, che l’Azienda ospedaliera di Marche Nord venne concepita per rafforzare sotto il profilo della rete clinica la concorrenza all’Emilia-Romagna.
Raccolgo con ottimismo le parole del Consigliere Ciccioli, perché è tra quelli che sostengono che oggi c’è una totale diseguaglianza delle risorse che ricadono sul territorio dal punto di vista sanitario, ci sarà occasione per dimostrarlo con i numeri. Questo strabismo tra aziende e aree vaste fa sì che da un lato vi sia un’inappropiatezza dei costi, per esempio gli ospedali riuniti di Ancona assorbono prestazioni che dovrebbero non essere assunte, come ci hanno detto gli stessi amministratori, perché fare o avere il compito di rispondere alle acuzie di secondo livello, quindi alle unità operative complesse, presuppone la serietà rispetto all’accesso in quella struttura. Per esempio, lo dico sempre in un’ottica non polemica, non si parla dell’ospedale di primo livello dell’area di Ancona, qual è l’ospedale di primo livello dell’area di Ancona? Silenzio assoluto, a me pare uno scandalo perché tutti i soldi che avrebbe diritto di avere l’ospedale di primo livello del territorio di Ancona, che ha diritto come tutti gli altri nell’ottica della ripartizione funzionale delle reti cliniche, naturalmente non ci sono, in questo intervento sono totalmente assenti.
Rispetto alle parole del Consigliere Ciccioli è che ora che venga fatta una rivoluzione e che tutti i territori, se non li consideriamo provinciali in base alle 5 province, possano avere una propria azienda in grado di avere autonomia giuridica, che possa scegliere nell’ambito di una politica sanitaria la possibilità e l’indipendenza di svolgere la propria attività in un’ottica di rispetto del cittadino di Macerata, di Civitanova Marche rispetto a quello di Ancona, piuttosto che di Pesaro o degli altri territori.
Su questo dico che l’emendamento del Consigliere Biancani è ragionevole, anzi, perfettamente condivisibile.
PRESIDENTE. Emendamento 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 3 a firma dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Vitri, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo: “Dopo le parole: ‘ed il nuovo ospedale di Fermo dovranno completare la loro realizzazione in tempi rapidi.’, sono aggiunte le seguenti: ‘La dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati per acuti e post acuzie va garantita in misura pari al 3,7 per mille abitanti, in conformità al dm 2 aprile 2015 n. 70, e comunque in egual proporzione al numero degli abitanti per ogni area vasta territorialmente intesa, ad esclusione di Ancona che ha assolve a funzioni regionali.’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Grazie, Presidente. L’emendamento è semplicissimo, in un italiano penso corretto, basta leggerlo. Fa riferimento al fatto che il dm 70 prevede sino ad un massimo del 3,7 per mille di posti letto per area vasta, in base al numero degli abitanti. Chiedo che venga rispettata questa previsione e se al limite non si riesce ad arrivare a 3,7 comunque che i posti letto siano in proporzione con il numero di abitanti per ogni area vasta. Poi ho inserito: ad esclusione di Ancona, riconoscendole un ruolo, per cui i posti letto necessari sono sicuramente superiori rispetto a 3,7.
Nella relazione che ha fatto prima il Consigliere Ciccioli, nella prima fase, nell’illustrazione dell’atto, ha fatto riferimento alla percentuale del 4,6, ma gli ricordo che 4,6 ce l’ha solamente Ancona, mentre le altre aree vaste hanno numeri molto inferiori, quasi la metà. Parzialmente è anche la risposta che volevo dare alla Consigliera Ruggeri, basta riequilibrare i posti letto a livello regionale e si capisce dove si possono prendere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Questo emendamento l’ho letto con attenzione e non sarei pregiudizialmente contrario perché nella provincia di Fermo in effetti c’è una fuga di persone verso altre aree vaste, pur rimanendo nella regione, quindi, bisogna permetterle di avere un ruolo, ma questo è un compito del nuovo Piano sanitario regionale, in cui rimetteremo l’indice dei fabbisogni, che secondo me nel Piano nazionale sarà leggermente aumentato, il numero dei posti letto non sarà più 4,5 di lungo degenza (4,5 complessivamente, 3,5 o 4,6), ma sarà rivisto al rialzo, quindi avremo la possibilità, avendo una previsione nazionale al rialzo di posti letto per mille abitanti, di implementare le zone che sono state in qualche modo più penalizzate nel passato - questo va detto - ridando loro una capacità di prestazioni.
Aggiungo, per esempio, che ad Ancona c’è questo uso promiscuo dell’ospedale di Torrette, che sarebbe di secondo livello, quindi c’è l’eccellenza, ma ci sono anche prestazioni ordinarie, perché il famoso ospedale Ancona Sud che doveva dare delle risposte di primo livello alla città di Ancona Sud-Osimo dal 2010 non è stato ancora costruito, siamo nel 2021 …, speriamo che entro il 2023 sia consegnato e che assuma le funzioni di primo livello per la zona di Ancona, lasciando liberi dei posti letto per implementare le eccellenze. Ci sono reparti ospedalieri/universitari che vorrebbero fare prestazioni di livello più alto, ma non hanno la disponibilità dei posti letto perché - qui ha ragione - sono occupati da prestazioni ordinarie, che dovrebbero essere svolte nell’ospedale di primo livello della zona di Ancona. Ma queste cose le abbiamo trovate, non è che …
Questa mattina abbiamo parlato della psicologia nelle scuole, finalmente si avranno a Torrette 5 posti letto per adolescenti con disturbi del comportamento, della condotta. Abbiamo rubato dei posti letto alla clinica psichiatrica che spesso sono utilizzati per prestazioni ordinarie, che dovrebbero andare invece nella nuova sede di Ancona Sud, però queste cose le abbiamo trovate, non è che la maggioranza è così …, le abbiamo trovate.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi in linea di massima sulla filosofia di questo emendamento siamo anche d’accordo perché sono tanti anni che chiediamo, anche all’epoca c’era l’amministrazione PD, un riequilibrio dei posti letto.
La risposa che mi dà il Consigliere Biancani mi sembra un po’ tardiva perché nel nuovo Piano socio-sanitario, noi l’abbiamo chiesto tante volte, non c’è scritto da nessuna parte, tanto che ha dovuto presentare oggi un emendamento, quindi non è così matematico dire: la risposta alla Consigliera Ruggeri è in questo emendamento, la risposta purtroppo all’epoca non è arrivata.
Voglio dire che le due aree vaste che ci andrebbero a guadagnare in un riordino dei posti letto sono Pesaro e Fermo, andrebbero a perdere Macerata ed Ascoli Piceno. Sinceramente un calcolo così delicato …, l’area vasta 1 ad oggi ha 2,97, l’area vasta 2 ha 4,42, perché c’è l’ospedale di secondo livello ed è anche una clinica universitaria, l’area vasta 3 ha 3,79, l’area vasta 4 ha 2,95, l’area vasta 5 ha 3,76 per arrivare alla Regione Marche che ha il 3,7 così come richiede il decreto Balduzzi.
La filosofia la comprendiamo, però ci sembra un modo forse un po’ troppo facile per intervenire su una tematica così delicata perché andremo a cambiare gli equilibri in tutte le province. Forse richiederebbe avere le idee molto chiare e soprattutto predisporre una tabella fatta bene, come è quella attuale nel vigente Piano socio-sanitario, quindi nel merito, alla fine, ci asterremmo su questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Biancani.
Andrea BIANCANI. Sarò brevissimo, La logica è quella di cui hanno parlato sia il Consigliere Ciccioli che la Consigliera Ruggeri, nel senso che l’obiettivo è che, qualora ci fossero nuovi posti letto, questo è il nuovo Piano sanitario per i prossimi anni, andranno ripartiti e l’obiettivo sarà di arrivare a 3,7 per mille in tutte le aree vaste, ma fino a quando non si arriverà al 3,7 per mille vanno ripartiti sulla base di quelle che sono le percentuali.
Io non voglio rubare posti letto a nessuno, ma vorrei che nel momento in cui ci fossero nuovi posti letto questi siano indirizzati, allocati nelle aree vaste dove sono inferiori. Ritengo che il punto in cui metterli e il momento siano questi.
Stiamo modificando il Piano sanitario, stiamo modificando la parte che si occupa della rete ospedaliera, se prima non è stato inserito è stato un errore, doveva essere messo anche prima, mi sono accordo di questo errore, io faccio il Consigliere regionale, mi sono accorto che prima non c’era e l’ho chiesto. Secondo me è l’ABC, fare in modo che tutte le aree vaste puntino ad avere lo stesso numero i posti letto sulla base di quelli che sono i residenti. Oggi non è così. Ripeto, l’obiettivo dell’emendamento non è andare a prendere posti letto dalle aree vaste che ne hanno di più, ma fare in modo che se arrivano 100 posti letto in più vadano allocati nelle aree vaste che ne hanno di meno.
PRESIDENTE. Emendamento 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Emendamento 4 a firma dei Consiglieri Carancini, Mangialardi, Casini, Vitri, Biancani, Bora, Cesetti, Mastrovincenzo: “Nel deliberato della proposta di atto amministrativo dopo le parole ‘il nuovo Ospedale Materno Infantile Salesi di Ancona, l’Ospedale Ancona Sud INRCA Ancona-Osimo ed il nuovo ospedale di Fermo dovranno completare la loro realizzazione in tempi rapidi’, sono aggiunte le seguenti ‘Analogamente alla virtuosa sinergia sanitaria tra Regione Marche e Università di Ancona, che trova nella costituita Azienda Ospedaliera degli Ospedali Riuniti di Ancona un riferimento di eccellenza sanitaria, non solo regionale, proprio a seguito della drammatica vicenda della pandemia da Covid-19, delle implicazioni sanitario-farmaceutiche, della necessità di affrontare preventivamente futuri scenari da rischi pandemici, appare maturo il tempo di considerare, per le Marche, il valore strategico e la presenza sul territorio delle Università di Camerino ed Urbino, con specifico riferimento alla vocazione e al prestigio accumulato dalle facoltà scientifico-farmaceutiche dei due atenei. In concreto, la Regione Marche assume la responsabilità di approfondire la fattibilità dell’ipotesi di un’azienda ospedaliera regionale che riunisca i due atenei di Camerino ed Urbino, i presidi ospedalieri di Camerino ed Urbino con possibile partecipazione di imprese private interessate all’investimento – comunque rispettando rigorosamente la prevalenza pubblica – nell’ambito di un progetto che costituisca sede naturale del fondamentale rapporto tra ricerca, sperimentazione, applicazione e produzione’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Debbo dire che ho mutuato e preso spunto per questo emendamento dai tanti confronti in Aula, stimolato proprio dall’Assessore Saltamartini nel pieno della pandemia.
Credo che le Marche, in un’ottica funzionale e dedicata, debbano immaginare di realizzare, ovviamente anche nella prospettiva, tenendo conto della presenza di due Università prestigiose, come quella di Camerino e quella di Urbino, una sorta di, la chiamiamo così, tanto che nel mio emendamento c’è un’ipotesi di approfondimento, non c’è un impegno diretto, per far sì che anche questa Regione abbia una sorta di centro di ricerca, ma non solo. Ovviamente le Università sarebbero il traino, il motore determinante, sarebbe secondo me una buona ipotesi, anche di esempio per altre Regioni rispetto alla possibile sinergia che tutto questo può determinarsi in rapporto anche all’investimento socio imprenditoriale del territorio. Quindi, proprio per effetto della vicenda del Covid, nell’ottica a cui ho fatto riferimento in precedenza, che questi interventi in questa fase avrebbero avuto una ragione, tenendo conto di ciò che è accaduto in questo anno e mezzo e purtroppo dei rischi che vengono paventati, questa secondo me può essere davvero una buona opportunità per avere una prospettiva di ricerca, perché quelle due università hanno certamente il talento e la possibilità di collaborare insieme, naturalmente nell’ottica di coinvolgere chi vuole investire, avendo naturalmente il collante dell’istituzione, che evidentemente non potrebbe che far bene.
Aggiungo che questa ipotesi valorizza anche due territori delle aree interne come Camerino ed Urbino, che hanno una forza di formazione e di ricerca difficilmente rintracciabili in altre regioni e che, ripeto, potrebbero essere messe a servizio di un progetto ambizioso, secondo me anche interessate, e soprattutto istituzionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Cerco sempre di leggere fra le righe. Questo è un emendamento molto confuso, primo, per un motivo di realismo, nel senso che è già difficilissimo far convivere la sanità regionale con l’unica facoltà che esiste di medicina nelle Marche, la facoltà di medicina dell’Università di Ancona. Riuscire a tenere in equilibrio corretto la facoltà di Medicina e i reparti universitari dell’ospedale di Torrette, con le divisioni ospedaliere dell’ospedale di Torrette, è’ una cosa da equilibristi, e lo sanno le precedenti amministrazioni, lo sapevano i precedenti Assessori alla sanità, perché ci sono esigenze, interessi, che sono talvolta in competizione.
Mettere dentro un progetto l’Università di Camerino, con la facoltà di farmacia e chimica farmaceutica, e l’Università di Urbino, con la facoltà di farmacia e chimica farmaceutica, diventa complicatissimo. Si fa la convenzione con un’azienda speciale mista pubblico/privato? Una roba che non è prevista dal Piano sanitario.
Secondo me la cosa non è un’idea da buttar via, si fanno le convenzioni. Faccio un esempio riferendomi al mio trascorso professionale, per ottenere delle prestazioni dall’Università di Macerata, in cui c’è un istituto di medicina legale che ha una storia antica e molto importante, ho fatto fare una convenzione tra l’Asur area vasta 2 per quanto riguarda la tossicologia - dalla psichiatria transitai al dipartimento dipendenza patologiche e le dipendenze patologiche hanno bisogno di esami, di prestazioni, che fa solo l’Università di Macerata all’Istituto di medicina legale - e la medicina legale della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Macerata. Così si fa un lavoro sinergico.
La stessa cosa si potrebbe fare con l’Università di Camerino, facoltà di farmacologia o biologia, lì c’è una facoltà di scienze, ad Urbino c’è la facoltà di scienze che già fa delle cose, allora questo ha un senso, sono convenzioni, ma creando un’azienda ci andiamo a complicare la vita facendo una cosa che non va.
Sarà valutato il sistema delle convenzioni nel nuovo Piano sanitario regionale, sicuramente è un aspetto di cui tener conto, ma non in questo documento che noi andiamo ad approvare ora, quindi, parere negativo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.
Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Francamente credevo che il Consigliere Ciccioli avesse un’ambizione diversa. Dire che è confuso è un’opinione che rispetto, ma in realtà non lo è, lo dimostrano le sue parole, quando dice di sostituire un’ipotesi di azienda con le convenzioni, in realtà afferma che questa può essere un’idea.
Secondo me, per esempio, la convenzione non dà la forza istituzionale ad un investimento della Regione Marche rispetto alla ricerca e ad una collaborazione piena con gli atenei. Da questo punto di vista - l’illusione che ci potesse essere un’apertura, evidentemente non a favore di qualcuno, tenendo conto delle parole che si lamentavano nel corso della pandemia, quando si diceva che eravamo sprovvisti in materia di ricerca, che pensavamo di autoprodurci - non si coglie l’opportunità, lo dico ad una maggioranza che starà qui per altri 4 anni, forse anche di più, di avviare un progetto ambizioso, sperimentale, quasi da modello rispetto alle altre Regioni, alcune delle quali già lo hanno, peraltro, secondo me, è un’opportunità che mi pare non vogliate cogliere.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.
Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Anche noi siamo contro questo emendamento perché siamo contrari alla creazione di una terza Azienda ospedaliera, che tra l’altro avrebbe al proprio interno la possibilità di una partecipazione del privato.
Tornando un attimo a quanto detto prima, vorrei dire al Consigliere Carancini che di solito se le cose non le so sto zitta e se parlo è perché ne ho cognizione di causa, quindi, sono andata a ripescarmi l’atto dell’Azienda ospedali riuniti Marche Nord che a fine pagina 5 recita quando sto per leggere: “L’integrazione strutturale e la conclusione dell’intero processo di riorganizzazione si realizzerà nella sua massima espressione con la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera in piena aderenza agli specifici programmi e direttive regionali”, e fin qui ci siamo e poi procede: “In ogni caso l’unificazione strutturale rappresenta la soluzione di riferimento essenziale e sostenibile per garantire appropriatezza, efficacia, sicurezza, qualità” e tutti i bla bla che abbiamo sentito in questi tanti anni di vostra propaganda. Grazie.
PRESIDENTE. Emendamento 4. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.
Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Molto brevemente per ringraziare l’Assessore Saltamartini per come ha condotto questi 10 mesi di sanità, che si è dimostrata essere un’eccellenza per la nostra regione. Ringrazio tutta la Giunta e il Presidente per questo atto importante che oggi abbiamo portato in Consiglio perché dà una svolta, che fa partire delle nuove progettualità.
Siamo sulla strada giusta, quindi il gruppo Lega è pienamente soddisfatto di quanto è stato realizzato fino ad ora e in merito all’atto che è proposto oggi l’invito è di proseguire su questa strada che darà dei buoni frutti per la sanità regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.
Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che il gruppo Forza Italia voterà a favore di questo atto.
Ringrazio anch’io, come ha fatto il Consigliere Marinelli, l’Assessore Saltamartini e tutta la Giunta perché questo atto è importante e dà una svolta non solo alle Marche, ma anche ai marchigiani in ambito sanitario. Finalmente un atto vero per la nostra Regione, fatti e non chiacchiere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Rossi.
Giacomo ROSSI. Ringraziamento doveroso all’Assessore, al Presidente ed a tutta la Giunta, anche dal gruppo Civici. Avanti con il cambiamento.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Leonardi.
Elena LEONARDI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto convintamente favorevole di Fratelli d’Italia. Con questo atto insieme ad altri posti in essere dalla Giunta si inizia concretamente a mettere in piedi quel cambiamento sulla sanità marchigiana che i marchigiani attendevano da tempo.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.
Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. Il nostro è un voto convintamente contrario, come abbiamo avuto modo di esprimere già in Commissione.
Devo ringraziare la Presidente per averci messo nelle condizioni di riapprofondire un tema che era facile per come è stato presentato. Un atto tecnico quasi, come ha ricordato più volte il Consigliere Ciccioli, invece un dato politico che capiamo, che si spiega anche molto bene all’esterno. Era molto più difficile parlare di case di comunità, ospedali di comunità, centri operativi territoriali, assistenza domiciliare, telemedicina, era complicato capire e spiegare al cittadino che la presa in carico a casa con il sistema sanitario vicino alle sue necessità risponde con appropriatezza e adeguatezza alle sue esigenze.
Si dice lasciamo gli ospedali così come sono, nessuno fa distinguo fra un ospedale, un presidio, nessuno dirà mai che c’è un ospedale distinto su due opifici, quindi, avete scelto la strada comunicativa, forse anche di coerenza elettorale, più facile.
Sono dispiaciuto, lo devo dire, per il Presidente, lo dico perché anche in campagna elettorale non aveva avuto mai questo tipo di atteggiamento, lo capiamo, ci ritroveremo quando il personale non ci sarà, quando a tante promesse non si riuscirà a dare seguito. Capisco che questa modalità forse in un periodo breve, magari anche nella prossima elezione, può dare un riscontro ma, come sempre, chi non mette al centro le future generazioni e guarda solo al contingente forse può fare un danno enorme.
Siamo convinti che questo sia un provvedimento che ha queste caratteristiche, quindi il voto contrario e convinto di tutto il gruppo assembleare del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Lupini.
Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Vorrei fare un piccolo discorso perché in Commissione sanità ho già dibattuto con i miei colleghi commissari le mie perplessità rispetto all’atto, tant’è che mi sono astenuta. Chiaramente ci siamo sempre confrontate sull’argomento perché è una delle battaglie centrali del Movimento 5 Stelle da tanti anni, L’atto mi sembrava un po’ riduttivo perché non teneva conto di tutto il territorio regionale, delle aree interne, delle aree che tanto avevano sofferto a livello sanitario.
E’ chiaro che questo è un atto limitato, poi le mie perplessità sono state in parte risolte dal master plan, che ho accuratamente esaminato appena è stato pubblicato, tant’è che avevo anche pensato di presentare altri atti. Oggi ho la fissazione degli ordini del giorno, però devo dire che sono stati superati da questo che chiaramente è un impegno.
Insieme alla mia collega sarò molto severa nel controllare che tutti gli impegni dichiarati in quest’Aula diventino fatti perché le promesse devono essere chiaramente mantenute.
Oggi sull’atto che andiamo ad esaminare non possiamo che esprimere un voto favorevole, però ci riserviamo di presentare degli atti di dettaglio, più avanti, in tempi chiaramente più opportuni. Grazie.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Saltamartini.
Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Una giornata fondamentale quella di oggi per la maggioranza, per i marchigiani che hanno votato questa maggioranza, soprattutto perché parte un percorso molto importante e dopo questa votazione consegneremo la palla all’Assessore Baldelli per l’edilizia di due nuovi grandi ospedali, l’ospedale di Pesaro e di Macerata, entrambi di primo livello, con Dea di primo livello.
Sono state dette tante cose, sono stati scritti fiumi di articoli sulla stampa, è stato sottaciuto però un elemento rilevante, cioè che la nostra Regione secondo il Piano sanitario vigente ha diversi ospedali, plessi ospedalieri di primo livello, tra questi la città di Macerata ha attualmente un plesso ospedaliero di primo livello, con Dea di primo livello. Questo non solo perché è scritto negli atti della Regione, la delibera 139 del 2016, ma anche perché l’ospedale di Macerata ha le specializzazioni previste per essere un presidio ospedaliero di primo livello. Anche qui c’è stato un mercato di notizie, di informazioni non precise, non dettagliate, sintomo che molto spesso si fa politica senza approfondire, senza studiare, dando poi la patente agli altri di incompetenza, di incapacità e così via.
Vedete, noi compiamo un significativo passo in avanti nel modo di fare politica, nel modo di gestire la cosa pubblica. Le precedenti amministrazioni, lo voglio sottolineare, dopo 25 anni di governo del PD, pensavano di investire solo a Pesaro circa 800/900 milioni di euro per i prossimi 25 anni; l’edificio di Pesaro che doveva costare 220 milioni sarebbe costato oltre 400, la stessa cosa a Macerata, immaginate se nell’economia della nostra regione spendere 2 miliardi per due città avrebbe consentito a tutte le altre di avere una sanità appropriata e consona ai programmi di cui sentiamo qua.
Con questo atto garantiamo il plesso ospedaliero di primo livello con Dea di primo livello ad Urbino, a Pesaro, soprattutto a Fano, che è la più grande città non capoluogo di provincia. Garantiamo alle città di Senigallia, Jesi e Fabriano un plesso ospedaliero Dea di primo livello e garantiamo la stessa misura alla più grande città della provincia di Macerata, che è Civitanova Marche, che con l’ospedale unico avrebbe avuto forse un ospedale di base.
Quindi, proseguendo, non è vero che a Fermo è stata scoperta l’acqua calda, Fermo mantiene l’esistenza di un ospedale, un plesso ospedaliero di primo livello con le sue altissime specializzazioni e la stessa cosa avviene per la città di Ascoli Piceno.
Ci sono da aggiungere, e poi interverrà l’Assessore Baldelli, alcune questioni fondamentali, importanti, per giorni e per mesi si è detto che Macerata rivendicava l’ospedale di primo livello, Macerata non solo ha l’ospedale di primo livello, ma ha qualcosa in più perché aggiunge la medicina nucleare ed altre specializzazioni.
L’ospedale di Pesaro, lo dico al Vicepresidente, ha delle specializzazioni, come la neurochirurgia o la neonatologia, che aggiungono qualcosa perché sono specializzazioni di un ospedale di secondo livello. Confermiamo che ospedale di secondo livello c’è solo Torrette, l’Azienda specialistico/universitaria e confermiamo che tutto il territorio ha ospedali di primo livello, a cominciare, ripeto, dall’importante città di Fano, dall’importante città di Urbino, dall’importante città di Senigallia, di Fabriano, di Jesi, di Civitanova Marche, di Camerino, di Fermo, di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno.
Questo è il piano socio-sanitario approvato dalle precedenti amministrazioni e validato dal Ministero della salute, quindi, non ci sono problemi di congruenza con il decreto ministeriale 70 del 2015.
Abbiamo il compito di governare, non abbiamo il tempo di polemizzare, i cittadini ci giudicheranno nella misura in cui riusciremo a garantire una sanità migliore di quella che abbiamo ereditato, per il momento ci avviamo a costruire due nuovi ospedali nella nostra regione, non era mai accaduto credo che il Consiglio regionale deliberasse la realizzazione di nuovi ospedali in un'unica seduta. Ringrazio per questo i Consiglieri di maggioranza, i colleghi di Giunta e il Presidente Acquaroli.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Baldelli.
Francesco BALDELLI. Molto velocemente. Ho ascoltato la parte finale degli interventi in questa Assemblea legislativa e sono rimasto perplesso su alcune affermazioni, che significano non avere la conoscenza degli atti.
Nel dibattito ho sentito affermare che il partito che governava prima della Giunta Acquaroli non aveva chiuso alcun ospedale. Io vengo dalla provincia di Pesaro e dico che il 13 dicembre 2016 sono stati chiusi tre ospedali, sono stati riconvertiti tre ospedali, iniziando dal Montefeltro, che perde pezzi a favore della Romagna, Sassocorvaro, scendendo su Cagli, poi Fossombrone. Gli altri sono stati ripotenziati e a questi si sono aggiunti altri 10 ospedali riconvertiti nella nostra regione. Non si ha vergogna, io dico, quando si affermano queste cose in una Assemblea legislativa di fronte ai marchigiani, che anche durante la pandemia hanno sofferto una riforma sanitaria che ha negato ad ampie parti del territorio marchigiano il diritto alla salute? Quando il diritto alla salute lo si nega alla montagna ed all’entroterra, lo si nega anche alle città della costa.
Ho trovato una situazione strutturale indecente nell’ospedale di Senigallia, così come l’ho trovata in altre strutture ospedaliere. Sapete perché? Perché si era deciso di costruire quegli ospedali unici che ora qualcuno in questa Assemblea legislativa nega. Perché si era deciso di costruire quegli ospedali unici? L’italiano ha un significato, nel piano sanitario 2012/2014, portato alle estreme conseguenze dalla Giunta che ci ha preceduto, era scritto che nella provincia di Pesaro, ed era il modello pilota, si sarebbe realizzata una struttura capace di garantire il livello minimo di assistenza a livello di area vasta, che non sono le eccellenze, livello minimo di assistenza a livello di area vasta, ossia su tutta la provincia. In italiano, utilizzando queste espressioni, significa semplicemente un’unica struttura ospedaliera che di fatto ha chiuso le altre e stava chiudendo e depotenziando progressivamente anche le ultime due rimaste, cioè Pergola e Urbino. Se tu depotenzi i servizi per far fare numeri ad altre strutture ospedaliere, che non riuscivano ad averli, significa chiudere le strutture ospedaliere del territorio e non garantire il diritto alla salute ai marchigiani.
Sono orgoglioso di appartenere a questa Assemblea legislativa ed a questa maggioranza, sono orgoglioso di essere Assessore della Giunta Acquaroli, con l’Assessore Saltamartini, per questo mandato che ci date. E’ vero, il percorso sarà lungo e difficile perché chi ci ha preceduto ha scelto un modello di politica sanitaria lontana dalle esigenze dei cittadini marchigiani, che orograficamente non si possono permettere ospedali unici, ma hanno bisogni ospedali che possono servirli con le eccellenze. Quelle eccellenze che avete cancellato facendo fuggire i professionisti, non dando loro i budget necessari per poter esercitare le loro capacità, non dando loro le strutture qualitativamente elevate. C’è anche la necessità di ospedali filtro, che filtrino le esigenze minori per non intasare i centri maggiori, che devono garantire anche il diritto alla salute ai nostri concittadini che abitano sulla costa dove demograficamente c’è una maggiore concentrazione.
Voi con le vostre riforme avete negato il diritto alla salute anche a quei cittadini, quando a Pesaro, a Senigallia o in nostri altri ospedali i cittadini sono costretti a rimanere ore nei pronto soccorso prima di essere assistiti.
Questo è il frutto delle vostre politiche, si, ci metteremo tempo, faremo fatica, anche perché se i medici non li troviamo è perché voi non avete investito nelle scuole di specializzazione medica, non avete creato i medici, che mancano nei pronto soccorso, che mancano per la medicina territoriale, i pediatri che mancano nei nostri centri, dall’entroterra alla costa, ecco l’eredità che ci avete lasciato in mano.
Sono orgoglioso del Presidente Acquaroli perché è il primo mandato che ci ha dato, cominciamo a ricostruire passo dopo passo il diritto alla salute dei marchigiani, faremo fatica ma almeno con determinazione risponderemo a quelle esigenze per cui i cittadini marchigiani ci hanno dato il mandato. Sì, ci mettiamo la faccia, quella faccia che non avete avuto il coraggio di mettere voi, anzi, leggendo gli emendamenti che oggi ci avete presentato, vorreste perseverare nella linea di costruzione degli ospedali unici. Ci avete proposto con un emendamento di creare delle aziende ospedaliere con la partecipazione addirittura del privato. Abbiamo capito da che parte sta la maggioranza di centro-destra in questa Assemblea legislativa, abbiamo capito da che parte sta la minoranza rappresentata dal PD in questa Assemblea, che ancora una volta non si schiera dalla parte dei cittadini e delle loro esigenze. Ancora una volta vi schierate dalla parte di chi vuole distruggere la sanità pubblica di questa regione.
Grazie Presidente Latini, grazie Presidente Acquaroli per la sua azione.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Presidente Acquaroli.
Francesco ACQUAROLI. Grazie, Presidente. Grazie a tutti per il dibattito. Sono state due giornate molto intense e oggi chiudiamo con un atto che credo importante, molto importante.
Sono d’accordo con gli Assessori Saltamartini e Baldelli, un atto che non è la riforma del sistema sanitario, non è il nuovo Piano socio-sanitario della nostra regione, ma individua una precisa linea di direzione su cui noi vogliamo dirigerci in maniera chiara.
Non voglio tornare su alcuni temi che sono stati sollevati e che mi hanno indirettamente toccato perché dovrei innescare un meccanismo lungo di risposta e non mi va, però alcune cose voglio dirle. Innanzitutto quando è iniziato il percorso dell’ospedale unico io ero Sindaco, c’erano delle esigenze, degli obiettivi, c’era stato raccontato un modello che di fatto smentiva se stesso perché è impensabile andare a ridurre l’operatività della sanità in alcuni territori a meno dell’essenziale. Sono opinioni, sto dicendo la mia valutazione di quando ero Sindaco, era una valutazione imparziale.
Non discuto sul nuovo ospedale di Macerata, che era poi quello di pertinenza della mia provincia e del ruolo istituzionale che ricoprivo, dico semplicemente che nell’ospedale costiero in un bacino di utenza reale di otre 100.000 abitanti noi non avremmo lasciato neanche un pronto soccorso. Non credo che questo sia il tipo di sanità a cui aspirare e penso che la pandemia, se ce ne fosse oggi la necessità, lo conferma.
Oggi diamo una direzione chiara rispetto agli investimenti, che tra l’altro sono indispensabili, su tante strutture. Parliamo anche di investimenti per l’adeguamento sismico, investimenti rispetto all’efficientamento energetico, investimenti importanti che vanno a migliorare le strutture esistenti e mettono un punto imprescindibile su un modello di sviluppo che andiamo ad individuare per la sanità del territorio. Individuare due nuove strutture ospedaliere significa in sostanza individuare un modello su cui poi basare lo sviluppo anche della medicina del territorio, che non si chiude in questa fase. Questo è un atto propedeutico e specifico ad individuare un percorso, un percorso che va scandito fase dopo fase, che continuerà con il confronto sul territorio, con gli operatori, con gli interlocutori essenziali del territorio e che continuerà nella sede competente delle Commissioni e dell’Assemblea legislativa.
E’ chiaro che questo è un passaggio importante perché va ad individuare un modello di sviluppo complessivo. Ho sentito prima il Consigliere Antonini nel suo intervento raccontare un po’ la vicenda di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto con l’individuazione della struttura. In campagna elettorale, guardo il Consigliere Mangialardi, sappiamo quanto nel pesarese abbiamo sentito l’impatto di una scelta che era incompresa a tanta, a larghissima parte del territorio della provincia.
Noi qui mettiamo un punto fermo. Se la sanità è una grande parte del bilancio della nostra Regione è chiaro che nel voto delle elezioni regionali dello scorso mese di settembre si è andati a chiedere quale era il modello di riferimento, che con chiarezza noi avevamo espresso. Non è stato solo un voto sulla elezione della Giunta, ma anche un referendum sul tipo di sanità che si voleva e credo che i marchigiani in questo senso abbiano dato un segnale. Questo atto è la conseguenza di quel segnale che i marchigiani hanno dato votando per questo Governo.
Chiaramente è una responsabilità a cui noi non ci vogliamo sottrarre, il tempo è stato necessario perché ogni scelta va compiuta a ragione veduta, fatte tutte le valutazioni. Ho parlato di due strutture ospedaliere, prima qualcuno ha detto – non ricordo chi – 2 miliardi, vorrei che magari studiassimo da dove vengono quelle cifre, dove avrebbero dovute essere investite e l’impatto sulla sanità regionale e sui servizi di tutto il territorio regionale, con una prospettiva da qui a 20 anni, a 25 anni, mi corregge l’Assessore Saltamartini.
Credo che siano aspetti che vadano sviscerati, quindi non abbiamo avuto la volontà di correre per dare un segnale il giorno dopo, perché quell’atteggiamento non dovrebbe appartenere a scelte che vanno ponderate, non sulla spinta emotiva di dare una risposta a una tifoseria politica, ma con la ragione che cerchiamo di portare nelle valutazioni che devono sempre innescare processi costruttivi e che alla fine riescono a dare delle risposte a tutti.
Credo che ci saranno altre occasioni, anzi sono certo che ci saranno per tornare su questi temi, per parlare anche del modello sanitario da costruire nelle politiche della medicina del territorio, la telemedicina, altre sfide che insieme potremo e dovremo scrivere, Intanto questa sera mettiamo una parola chiara al modello delle strutture sanitarie essenziali per poi andare a dare i servizi ai nostri cittadini.
Ci sono strutture che sono fatiscenti, non lo diciamo noi, lo dicono gli operatori del settore sanitario, i medici, i primari, i direttori, gli infermieri, gli OSS, che denunciano un livello molto basso.
Credo che per la nostra sanità quella di oggi sia una giornata importante, non per una parte della politica regionale, ma per tutti, perché con questa scelta noi andremo a migliorare tante strutture, soprattutto individuiamo alcune nuove strutture che saranno rilevanti per consentire ai professionisti di scegliere le Marche, le strutture delle Marche e una politica che le Marche vogliono intraprendere. Penso che questo sia un obiettivo.
Come sempre a me piace ricordare che non è di una parte, ma di tutti, dispiace sinceramente che non ci sia l’unanimità, comprendo però le motivazioni politiche, ma a me piacerebbe che nella fase successiva ci si impegnasse in maniera costruttiva a scrivere insieme un Piano sanitario che renda la sanità nella nostra regione un orgoglio per tutti. Questa è la sfida su cui mi piacerebbe vedere impegnato tutto il Consiglio regionale perché ritengo che la sanità in una fase come quella che viviamo oggi può essere la più grande sfida di rilancio della nostra regione, un sistema sanitario in grado di attrarre, in grado di dare risposte ai territori, in grado di supportare le Marche in un rilancio, in una transizione, questa volta positiva, che possa farci recuperare competitività e posizioni, anche come capacità di attrarre persone che magari si dirigono verso il nord per avere delle risposte ai loro problemi.
In questo senso la porta è sempre aperta e spero che si possa costruire un dialogo costruttivo perché la sfida segnerà i prossimi anni e non solo questa legislatura. In queste sfide credo nella responsabilità di tutti, nella capacità di tutti di dare un contributo e di riuscire a trovare le giuste sinergie. La giusta quadra deve responsabilizzarci singolarmente. Se riuscissimo a fare questo nelle prossime sedute, nel prossimo anno, daremmo un grande servizio alla nostra regione.
Grazie agli Assessori che si sono impegnati, grazie a chi in Commissione, nelle sedute e nei lavori svolti ha dato un contributo importante, grazie a coloro che ci consentono oggi di scrivere, quindi a tutti i Consiglieri che voteranno questo atto, la pagina che hanno scelto per una volta i cittadini marchigiani.
PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 17, emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa regionale approva)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 20,55