Resoconto della seduta n.38 del 22/03/2011
SEDUTA N. 38 DEL 22 MARZO 2011


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 37 del 10 marzo 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento interno.
E' stata presentata la seguente proposta di legge regionale:
- n. 80/11, in data 9 marzo 2011, ad iniziativa del Consigliere Latini, concernente: "Modalità di esercizio associato di funzioni e servizi comunali da parte delle Comunità montane e delle Unioni di Comuni. Modifiche alla legge regionale 1° luglio 2008, n. 18 "Norme in materia di Comunità montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere ai sensi dell'articolo 11, comma 2, lettera b) della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n.119/2011 del Consigliere Silvetti: "Erosione litorale Marina di Montemarciano";
- n. 120/2011 del Consigliere Cardogna: "Adesione all'appello al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano promosso dall'Associazione Avviso Pubblico e Libera per sollecitare interventi di contrasto alla corruzione";
- n. 121/2011 del Consigliere Cardogna: "Contro il programma nucleare del Governo";
- n. 122/2011 del Consigliere D'Anna: “Appoggio alla missione del Presidente Spacca a Los Angeles per la restituzione del Lisippo";
- n. 123/2011 dei Consiglieri Ricci, Giancarli "Modifica patto di stabilità a seguito di eventi calamitosi";
- n. 124/2011 dei Consiglieri Ricci, Giancarli "Politiche energetiche ed il Piano nucleare del Governo";
- n. 125/2011 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci "Situazione della Libia ed intervento militare in corso";
- n. 126/2011 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Eusebi, Giorgi, Donati "Nucleare nelle Marche";
- n. 127/2011 dei Consiglieri Giorgi, Eusebi "Revoca del trattato di amicizia sottoscritto nel 2008 da Gheddafi e Berlusconi";
- n. 128/2011 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci "In materia di gestione del servizio idrico e di acqua potabile come diritto universale inalienabile";
- n.129/2011 del Consigliere Latini "Gestione emigrati dai paesi in rivolta".
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 1 in data 17 gennaio 2011: "Proroga degli organi degli ERSU";
- n. 2 in data 21 gennaio 2011: "Modifica alla legge regionale 5 agosto 1992, n. 34: Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio";
- n. 3 in data 10 febbraio 2011: "Modifica alla legge regionale 17 gennaio 2011, n. 1 - Proroga degli organi degli ERSU".
Hanno chiesto congedo per la seduta odierna il Presidente Solazzi, i Consiglieri Cardogna, Ciriaci, l'Assessore Petrini.
Salutiamo gli alunni e gli insegnati della Scuola media di San Severino Marche, classi III A, III B, III C, III D e III F, che oggi seguiranno i nostri lavori in Aula. Benvenuti in quest'Aula assembleare, grazie per la vostra presenza.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Così come deciso nella Conferenza dei Capigruppo, chiedo l'iscrizione e la relativa discussione di due mozioni. La prima riguarda la deroga da chiedere al Governo sul patto di stabilità in ordine agli eventi alluvionali delle Marche. La seconda è quella sul tema del nucleare. Voglio comunque aggiungere, considerato che il Presidente Spacca ha chiesto di relazionare per la seconda volta in merito ai danni subiti dalle Marche a seguito dell'alluvione, che la mia prima mozione potrebbe anche essere assorbita, in quanto attinente, proprio dalla relazione che svolgerà il Presidente.
PRESIDENTE. Informo che le mozioni a cui si riferisce il Consigliere Ricci sono la n. 123 e la n. 124.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bucciarelli, ne ha facoltà.

Raffaele BUCCIARELLI. Presidente, chiedo l'iscrizione, la discussione e la votazione di due mozioni. La prima è la n. 125 che riguarda l'intervento militare in corso, quella che io chiamerei la “guerra in Libia”. Ritengo sia importante e giusto che in questa sede si discuta su quanto sta avvenendo a poche centinaia di chilometri dai nostri confini e in particolare sul Mare Mediterraneo.
Oggi è inoltre la giornata mondiale dell'acqua, ossia l'attenzione della politica come pure di centinaia di milioni di cittadini su questo elemento naturale e indispensabile per la vita umana, anzi, indispensabile per ogni forma di vita. Credo dovremmo soffermarci a ragionare su ciò che sta avvenendo, ovvero sul referendum in corso e sul ruolo che può svolgere l'Assemblea legislativa. Quindi chiedo l'iscrizione anche della mozione n. 128 che, tra l'altro, così come detto nella Conferenza dei Capigruppo, andrebbe abbinata a due mozioni già presentate in precedenza ma che non sono state mai discusse.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D'Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D'ANNA. Per sollevare due questioni, Presidente.
La prima. In questo momento si sta svolgendo un incontro con l'Assessore Viventi sulla questione del dragaggio del porto di Fano. Un problema annoso che io già dal 2006 attraverso alcune interrogazioni presentai in quest'Aula. Da allora sono passati sette anni, ma ancora non si è avuta la capacità di portare a termine quell'impegno preso in merito alla vasca di colmata in cui conferire i fanghi di dragaggio.
Rivolgo quindi un appello al Presidente Spacca affinché nelle prossime settimane si trovi una soluzione definitiva sulla questione appunto del dragaggio del porto di Fano - oggi qui rappresentato da alcuni esponenti della marineria fanese -, perché c'è un serio rischio non solo per le attività commerciali ma anche per gli stessi operatori del porto.
E' una situazione da affrontare in modo definitivo, su cui mi permetto di suggerire una soluzione, come quella, ad esempio, di depositare temporaneamente, nelle parti libere all'interno del demanio, dei fanghi che una volta scavati...

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere D'Anna, non abbiamo capito la sua proposta.

Giancarlo D'ANNA. Chiedo al Presidente Spacca un impegno formale, oltre all'incontro che c'è questa mattina, per una soluzione definitiva sulla questione dragaggio del porto, su cui mi auguro ci sarà poi una risposta da parte del Presidente.
Inoltre chiedo l'iscrizione della mozione n. 122 che riguarda l'appoggio alla prossima missione del Presidente Spacca negli Stati Uniti per la restituzione della statua del Lisippo.
Come in passato vi fu la capacità della Regione di partecipare ad un incontro organizzato presso l'Ambasciata americana con l'addetto alla cultura – a cui erano presenti, oltre al sottoscritto, la Consigliera Mollaroli, l'allora Assessore Solari, il Parlamentare Lusetti –, anche ora il Presidente Spacca credo debba recarsi negli Stati Uniti con una richiesta unanime da parte dell'Assemblea legislativa per la restituzione appunto di quella statua. Ciò anche in virtù dell'istanza di sequestro, poi delegata alla Magistratura pesarese, per la restituzione della statua del Lisippo.
Quindi chiedo l'iscrizione della mozione n. 122 perché, ripeto, penso sarebbe cosa giusta se al Presidente Spacca venisse dato mandato dall'intera Assemblea legislativa di portare avanti con forza e determinazione tale situazione.

PRESIDENTE. Presidente D'Anna, certamente porremo al voto anche questa sua richiesta, però le comunico che nella conferenza dei Capigruppo abbiamo stabilito per l'odierna seduta assembleare una serie di priorità, per cui questa sua mozione, qualora venisse accettato l'inserimento, andrebbe in coda.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, la potremo votare anche senza fare la discussione.

PRESIDENTE. Ripeto, ci sono altre priorità, comunque la poniamo in votazione.
Ha chiesto parola il Consigliere Eusebi, ne ha facoltà.

Paolo EUSEBI. Forse questo mio intervento è inutile, Presidente, ma è per dire che concordo con il collega Ricci e con il collega Bucciarelli sull'importanza di discutere le tematiche da loro sollevate, per cui chiedo che vengano accorpate tutte le altre mozioni di pari oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Giancarli, ne ha facoltà

Enzo GIANCARLI. Sono d'accordo con quanto ha ora detto il Consigliere Eusebi, quindi anche alla mozione del Consigliere Bucciarelli sul tema dell'acqua dovremmo accorpare le mozioni n. 91 e n. 96 presentate nel gennaio scorso.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo alla votazione di tutte le richieste avanzate.
Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 128 dei Consiglieri Bucciarelli, Binci "In materia di gestione del servizio idrico e di acqua potabile come diritto universale inalienabile”.

(L'Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 123 dei Consiglieri Ricci, Giancarli "Modifica patto di stabilità a seguito di eventi calamitosi".

(L'Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 124 dei Consiglieri Ricci, Giancarli "Politiche energetiche ed il Piano nucleare del Governo".

(L'Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 126 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Eusebi, Giorgi, Donati "Nucleare nelle Marche", che viene abbinata alla mozione n. 124.

(L'Assemblea legislativa approva)

A queste mozioni viene abbinata anche la mozione n. 121 del Consigliere Cardogna "Contro il programma nucleare del Governo".

Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 125 dei Consiglieri Bucciarelli e Binci "Situazione della Libia ed intervento militare in corso" e della mozione n. 127 (abbinata) dei Consiglieri Giorgi, Eusebi “Revoca del trattato di amicizia sottoscritto nel 2008 da Gheddafi e Berlusconi".

(L'Assemblea legislativa approva)

Pongo in votazione l'iscrizione della mozione n. 122 del Consigliere D'Anna “Appoggio alla missione del Presidente Spacca a Los Angeles per la restituzione del Lisippo".

(L'Assemblea legislativa approva)


Comunicazioni del Presidente Spacca sull'emergenza maltempo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Signor Presidente, cari colleghi, credo sia mio dovere riferire all'Aula, anche sulla base della discussione che abbiamo fatto in Assemblea, sull'evoluzione della vicenda che ha colpito la nostra regione a seguito dell'evento calamitoso dovuto alle precipitazioni atmosferiche.
Siamo entrati in una fase che non è più di impostazione, di strategia, ma è di operatività. La nostra impostazione, sempre confermando i dati risultati dalla ricognizione della protezione civile attraverso la collaborazione degli enti locali e delle Province, quindi confermando il danno di 462 milioni di euro (tralasciando le attività extragricole), è stata quella di ricercare la risposta alle urgenze più immediate.
Quindi da questa cifra, che riguardava il complesso dei danni, abbiamo stralciato la somma urgenza, ovvero gli interventi fatti immediatamente dopo l'evento calamitoso, che ammontano a circa 20 milioni di euro, e i danni delle piccole e micro imprese delle attività produttive - ricordo che l'evento ha colpito in modo particolare il distretto delle calzature – che ammontano a circa 60 milioni di euro.
Quindi abbiamo cercato di avere immediatamente una risposta attraverso l'emanazione della prima ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri su questi aspetti di somma urgenza, cercando l'intesa con il Governo.
In questo momento la nostra ordinanza, discussa con il Dipartimento della protezione civile, è presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per cui per la sua emanazione stiamo aspettando una risposta affinché si possa intervenire immediatamente.
Che cosa ci impedisce di intervenire immediatamente? E' quella modalità con cui deve avvenire la copertura di quelle risorse finanziarie per far fronte alla prima tranche dell'emergenza più emergenza. E tale difficoltà nasce, come ben sapete, dal decreto milleproroghe, poi convertito in legge dal Parlamento, su cui ci siamo già soffermati nell'ultima riunione e su cui abbiamo manifestato unanimemente il nostro disagio.
Un disagio peraltro confermato anche in sede formale dai pareri che abbiamo richiesto e ottenuto. Tra cui quello più importante e autorevole – che vorrei venisse distribuito – del Presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, che appunto ci conforta nel dire che nel momento in cui il Consiglio dei Ministri dichiara lo stato di emergenza di carattere nazionale – dichiarazione avvenuta il 10 marzo 2011 –, occorre ci sia solidarietà rispetto al danno che ha colpito un territorio. Solidarietà che però viene meno nel momento in cui si richiede alla Regione colpita dalla calamità di intervenire, prima di ogni altro, con tutte le possibilità finanziarie che gli sono concesse, e che soltanto successivamente lo Stato interverrà attraverso il fondo della protezione civile, che peraltro dal 2004, come sapete, è incapiente perché non più finanziato.
Per cui anche il parere di un illustre costituzionalista stabilisce che il decreto milleproroghe, obbligando le Regioni ad intervenire, presenta nella sua costruzione dei profili di illegittimità costituzionale.
Noi comunque non abbiamo esperito le possibilità che ci venivano concesse anche dai pareri raccolti, nel senso, contestando, di andare alla Corte Costituzionale per sollevare il profilo di legittimità di quella legge, ma abbiamo cercato un'intesa; come del resto era nel mandato che l'Assemblea legislativa aveva dato al Presidente e al Governo regionale.
Un'intesa però che è risultata ancora più difficoltosa perché in attuazione del decreto milleproroghe è uscita la circolare attuativa, o, se volete, la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che interpreta in maniera molto stringente quella volontà che emerge chiaramente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, ovvero che il decreto milleproroghe va applicato esattamente per come è scritto. Pertanto le Regioni devono intervenire innanzitutto con risorse proprie attraverso manovre di bilancio, che però sono difficilmente realizzabili a seguito dei tagli avvenuti, e che noi tutti abbiamo sperimentato attraverso sedute molto approfondite. Se poi questa manovra di bilancio non dovesse offrire le risorse sufficienti per far fronte all'emergenza che si è verificata, le Regioni devono intervenire fino al massimo con le addizionali regionali di carattere fiscali, cioè Irap, Irpef e vari tributi. E se anche a seguito di questa azione non fosse possibile la copertura per intervenire sui danni del maltempo, è concessa un'ulteriore possibilità di incrementare, oltre quello previsto dalla legge, di ulteriori 5 centesimi l'accisa della benzina; cosa che per noi sarebbe possibile perché in questo momento abbiamo ancora capienza di circa 2 centesimi per arrivare al massimo che ci è consentito, per cui oltre questo eventuale massimo potremmo aggiungere altri 5 centesimi.
A questo punto potrebbe intervenire il fondo nazionale della protezione civile per far fronte a questa situazione.
Naturalmente abbiamo manifestato in ogni sede - il che significa attraverso lettere formali, ne sono state scritte in successione quattro al Presidente del Consiglio dei Ministri, rendendolo partecipe della situazione che si stava verificando, tre al Ministro dell'economia e delle finanze, una al Ministro degli interni Maroni, una al Ministro Prestigiacomo –, cercando sempre di seguire la strada di una interpretazione sia del milleproroghe sia della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Pertanto una trattativa che richiamasse sia il senso di responsabilità della nostra Regione, partecipando a questa emergenza, offrendo un contributo di risorse finanziarie ispirato al principio di responsabilità e di buonsenso, sia la solidarietà dello Stato.
Questo spazio di confronto ad oggi non è stato offerto. Nel frattempo è intervenuto un incontro con tutti i nostri Parlamentari di centro-destra e di centro-sinistra, quindi sia di maggioranza che di opposizione, che si sono dichiarati favorevoli a questa impostazione di collaborazione. Collaborazione che appunto cercava una trattativa su una linea di responsabilità e di buonsenso, che non correggesse cioè gli atti formali emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma che li interpretasse, affinchè non avvenisse la rigida applicazione delle lettere scritte nella direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma una corresponsabilità per far fronte ai danni del maltempo.
Ripeto, questo spazio di trattativa non è stato offerto. Non c'è stata nessuna risposta alle sollecitazioni che abbiamo inviato in modo formale ai membri del Governo che ho poc'anzi citato, primo fra tutti il Presidente del Consiglio dei Ministri. Abbiamo avuto un incontro anche con il Sottosegretario Letta che si è reso disponibile a ricercare la strada per offrire un terreno di confronto, ma che fino ad oggi non ha prodotto risultati.
Quindi questa mattina ci troviamo alla vigilia di un incontro in cui all'ordine del giorno verrà portata la posizione delle Regioni italiane, quella posizione costruita all'interno del comitato istituzionale della protezione civile.
La posizione delle Regioni italiane è fortemente contestativa nei confronti del milleproroghe; come noi, infatti, in relazione a questa materia anche altre Regioni hanno fatto una verifica sul profilo di legittimità costituzionale del decreto milleproroghe. Ed è stata ulteriormente accesa la discussione rispetto al profilo di legittimità della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, con l'ipotesi di ricorso al Tar del Lazio in sede amministrativa proprio rispetto alla stessa direttiva.
Quindi siamo alla vigilia di un pronunciamento della Conferenza delle Regioni che con molta probabilità chiederà alle Regioni di fare ricorso alla Corte Costituzionale e di contestare al Tribunale amministrativo regionale del Lazio la direttiva della Presidenza del Consiglio.
Credo che per noi la cosa fondamentale e indispensabile sia quella di arrivare ad un'intesa, perché prima di tutto vengono i diritti, i bisogni, le necessità dei cittadini colpiti dall'alluvione. E qui ci troviamo, ripeto, di fronte alla prima tranche, cioè a quegli 80 milioni che però significano non ricostruire i ponti, non ricostruire le infrastrutture, non intervenire sull'equilibrio idrogeologico e sui versanti, non quindi poter corrispondere alle somme che sono state spese per far fronte alla somma urgenza, ovvero l'autonoma sistemazione di quei cittadini costretti ad uscire dalle loro case, oppure per i danni di quelle imprese che in questo momento non sono in condizione di continuare la propria attività. Quindi abbiamo bisogno di trovare questa intesa.
Vorrei pertanto che dall'Assemblea legislativa delle Marche uscisse, come avvenuto nella scorsa seduta, una voce unanime alta e possibilmente forte che chiamasse il Governo nazionale a darci una risposta rispetto a quel profilo di responsabilità e di buonsenso da noi richiesto. Noi non abbiamo fatto una richiesta provocatoria o impossibile da accogliere, bensì una richiesta che, ripeto, risponde a due princìpi che possono essere tranquillamente accolti. Peraltro anche in relazione a comportamenti che si sono avuti verso altre Regioni, mi riferisco al Veneto, che il giorno stesso in cui veniva emanato il decreto milleproroghe riceveva una risorsa aggiuntiva rispetto a quelle già erogate in precedenza, portando così a 360 milioni di euro l'intervento nei confronti appunto di questa Regione.
Questa è la mia comunicazione e la richiesta. Pertanto chiedo che alla fine di questo confronto ci fosse anche una risoluzione che appunto accolga tale richiesta.
Voglio anche aggiungere che da parte nostra è stata depositata l'ordinanza. In questa ordinanza si richiedono una serie di interventi, tra cui anche quello indicato nella sua mozione dal Consigliere Capogruppo del PD, ovvero la sospensione del patto di stabilità in relazione ai bisogni degli enti locali colpiti dalla calamità, sulle urgenze più immediate che possono riguardare le infrastrutture, le scuole o interventi di somma urgenza.
Credo che su questa linea l'Assemblea possa veramente trovare una unità di intenti e di volontà, affinchè si possa avere quella risposta che da troppo tempo stiamo richiedendo rispetto al tema della somma urgenza, tema che, ripeto, avrebbe dovuto avere una risposta molto più tempestiva.

PRESIDENTE. Grazie Presidente. Io direi di raccogliere la sollecitazione del Presidente Spacca, per cui invito i Capigruppo ad elaborare una proposta di risoluzione nella quale sia compresa anche la mozione del Consigliere Ricci.
Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Credo che ci sia già una bozza di risoluzione, Presidente, si tratta di farla distribuire affinché tutti i Consiglieri possano prenderne visione. Dopodiché, anche sulla base di quanto concordato nella Conferenza dei Capigruppo, potremo riunirci per approfondire la discussione. Io ad esempio l'ho già letta, penso possa essere approvata così com'è.

PRESIDENTE. Bene, possiamo distribuire il testo. Ma intanto proseguiamo con i lavori. Quindi passiamo alla trattazione, così come concordato nella Conferenza dei Capigruppo, delle proposte di legge.
Volevo inoltre dire – prima ho dimenticato di farlo - che nella seduta in cui si sono svolte le comunicazioni urgenti sull'emergenza maltempo avevamo preso un impegno in merito alla mozione n. 116 e alla mozione n. 118 che erano state illustrate, quindi ora verranno poste in votazione prima di trattare quelle di cui oggi abbiamo votato l'iscrizione urgente.


Proposta di legge n. 52
della Giunta regionale
“Criteri di premialità connessi alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle procedure di aggiudicazione di lavori od opere pubblici di interesse regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 52 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Con questa proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale affrontiamo le norme in materia di aggiudicazione di lavori e opere pubbliche di interesse regionale, criteri di premialità connessi alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa proposta di legge regionale – ringrazio qui la Giunta e in particolare l'Assessore Canzian – si muove nell'ambito dei principi della legislazione nazionale descritti dal Codice dei contratti pubblici e dal Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa proposta è stata favorevolmente esaminata, già negli anni precedenti, non soltanto dalla Regione ma anche dall'Anci, dall'Upi, dall'Uncem, dall'Inps –, e non mi riferisco soltanto al Cal o al Crel, ma pure alle associazioni, perché hanno partecipato e condiviso questa proposta –, l'Inps, l'Inal, le casse edili, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, gli ordini e i colleghi professionali, anticipando disposizioni contenute nell'articolo 120, comma 1, del regolamento esecutivo ed attuativo del Codice dei contratti pubblici approvato con d.p.r. 207/2010 che entrerà in vigore l'8 giugno 2011.
Questa proposta parte dal presupposto che il valore della sicurezza nell'ambito dei cantieri per la realizzazione di lavori o opere pubbliche di interesse regionale non può prescindere dall'individuazione di operatori economici particolarmente attenti alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.
La proposta di legge regionale in esame utilizza la possibilità prevista dal Codice dei contratti pubblici di ricorrere, in sede di offerta, alle capacità progettuali degli operatori economici partecipanti alle procedure contrattuali e indirizza tali capacità alla ottimizzazione della sicurezza nel particolare luogo di lavoro correlato alla singola specifica procedura contrattuale.
In tal senso la proposta di legge sollecita, nel caso di appalto di lavori caratterizzati da particolari rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, come disciplinato dal Testo unico sulla sicurezza, il ricorso da parte delle stazioni appaltanti ad avvalersi delle capacità progettuali degli offerenti premiando quelle ritenute migliori.
In sostanza per tali lavori le stazioni appaltanti impostano la procedura di aggiudicazione privilegiando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa ed autorizzando i concorrenti a formulare la propria offerta proponendo soluzioni migliorative in materia di sicurezza.
Al fine di garantire che la qualità della sicurezza offerta dai concorrenti non scenda al di sotto di un determinato livello, questa proposta stabilisce che nel rispetto dei principi del Codice dei contratti pubblici gli atti posti a base di gara devono prevedere una soglia minima di ammissibilità delle offerte di sicurezza. Al fine di contemperare il rispetto del principio di economicità con le esigenze di tutela della salute, questa proposta prevede che tale soglia minima non possa essere superiore al 20% del punteggio massimo attribuibile.
Questa proposta si occupa anche dei piccoli cantieri, intendendo per essi quelli relativi a lavori o opere di importo pari o inferiore a 150.000 euro.
Per tali cantieri, oltre a quanto ora descritto, in relazione alle caratteristiche dei lavori da realizzare, si disciplina anche la fase di qualificazione degli offerenti.
Infatti, poiché il sistema di qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici si applica solo a partire da lavori di importo superiore a 150.000 euro, lasciando un margine di discrezionalità alle stazioni appaltanti nel caso di lavori di importo pari o inferiore a tale soglia, la proposta in questione propone di utilizzare tale margine ai fini di una migliore garanzia della salute e della sicurezza nell'esecuzione dei lavori stessi.
In particolare si stabilisce che nel rispetto delle norme regolamentari statali gli atti posti a base di gara per l'affidamento di lavori o opere pubbliche, il cui importo sia inferiore o pari a 150.000 euro, devono prevedere: che il requisito relativo al costo complessivo sostenuto per il personale dipendente venga determinato e documentato tenendo espressamente conto dell'idoneità tecnico-professionale, come definita dal Testo unico sulla sicurezza; che il requisito relativo all'adeguata attrezzatura tecnica venga determinato e documentato tenendo espressamente conto dell'attrezzatura di lavoro, nonché dell'elenco dei dispositivi di protezione individuali in dotazione o forniti ai lavoratori, definiti dal Testo unico sulla sicurezza.
Come potete capire la Regione interviene laddove ha la possibilità di farlo, in quanto la competenza è statale. E questo aspetto compete alla Regione, per cui interveniamo. La sicurezza sul lavoro è un fatto di civiltà. E per noi è un investimento, non un costo. Difendere le Marche, l'Italia, dei diritti costituzionali e delle libertà, significa impedire lo smantellamento progressivo di diritti faticosamente e duramente conquistati.
In questa fase purtroppo c'è poco lavoro ed una parte di esso viene parcellizzato, reso precario, interinale, in affitto, gestito anche da altri, da quelli che firmano per conto dei lavoratori i loro contratti.
A volte si enfatizza la modernizzazione del mercato del lavoro, io invece su questa nuova ideologia della modernità credo che occorra molta prudenza, attenzione, cautela. Se si scardina ogni garanzia per i lavoratori, ma soprattutto per i giovani del mondo del lavoro, non si assume una posizione moderna, si assume una posizione alquanto arcaica. Credo non ci sia nulla di più vecchio che privare dei diritti chi lavora.
La questione della sicurezza sul posto di lavoro non è una questione settoriale, non può essere lasciata a regolamenti sul lavoro, né tanto meno tralasciarla come se si trattasse di una parte secondaria della legislazione riguardo al mondo della produzione e dei servizi. E' un fatto di civiltà e di rispetto per le persone. Un uomo e una donna, qualunque sia la loro qualifica e la loro situazione contrattuale, devono essere sempre messi in condizione di lavorare in assoluta sicurezza.
Non può esistere precarietà quando si parla di tutela dell'incolumità delle persone. Qui non si tratta di diritti secondari connessi e legati a un determinato contratto, per quanto possa essere avanzato e inclusivo.
Il diritto al lavoro sicuro è un diritto fondamentale.
Concludo, non prima però di dare alcuni dati tragici, non posso non farlo. Nel 2010 sono morte 980 persone e tra l'altro siamo in presenza di una forte contrazione delle ore lavorate, 775 mila in Italia sono stati gli incidenti che hanno provocato tantissimi feriti e moltissimi invalidi. Peraltro in una fase di crisi acuta il ricorso al lavoro nero si fa sempre più massiccio e ciò significa che una parte molto consistente del mondo del lavoro non potrà mai figurare nelle statistiche dell'Inail.
Dunque questi dati pesantissimi ci fanno dire che dobbiamo fare fino in fondo la nostra parte per garantire la sicurezza sul lavoro, per garantire il rispetto dei lavoratori, per garantire il rispetto delle persone.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Aggiungerò ben poco perché mi associo alla visione e all'interpretazione non solo politica data dal Presidente Giancarli, che ha ben relazionato anche sugli aspetti più tecnici di questa proposta di legge
Una proposta di legge che è opportuna e doverosa, e quindi esprime il nostro giudizio positivo, non solo perchè il legislatore regionale va a normare una materia all'interno di un quadro normativo nazionale, ma perchè sopratutto puntualizza alcuni aspetti fondamentali, ovvero il principio della economicità, dell'efficacia e della tempestività della correttezza dell'affidamento ed esecuzione di opere di lavori pubblici, servizi e forniture.
Riteniamo che lo standard che si vuole ottenere dall'applicazione di questa norma sia appunto quello di uno standard di qualità che prevalga su quello della quantità. Laddove in precedenza l'affidamento era caratterizzato da una offerta bassa dal punto di vista economico, invece con questa norma si cerca di introdurre dei princìpi cardini, principi che vadano in direzione della qualità e che vadano sopratutto a garantire la tutela della salute, dell'ambiente e della sicurezza dei luoghi di lavoro.
Tutti aspetti fondamentali, per i motivi che poco fa elencava il Presidente Giancarli, che consentono, non solo alla politica ma a coloro che sovrintendono sul territorio a questo settore particolarmente delicato e sotto osservazione per i disagi e le malformazioni dei nostri tempi, di rimuovere quei vizi che determinano tutta una serie di cattivi esempi.
Quindi il controllo preventivo e il contestuale controllo durante il perdurare dei lavori, secondo gli standard di qualità, sono per noi motivo di particolare soddisfazione.
L'approvazione di questa proposta di legge è avvenuta a larga maggioranza in Commissione e ovviamente vedrà una larga maggioranza anche oggi in Aula.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 52. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 44
dei Consiglieri Marangoni, Zaffini, Trenta, Ciriaci, Marinelli, Latini, Camela, Malaspina, Eusebi, D'Anna, Massi, Acquaroli, Ricci
“Interventi regionali per il sostegno e la promozione delle osterie, locande, taverne, botteghe e spacci di campagna storici”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 44 ad iniziativa dei Consiglieri Marangoni, Zaffini, Trenta, Ciriaci, Marinelli, Latini, Camela, Malaspina, Eusebi, D'Anna, Massi, Acquaroli, Ricci
Ha la parola la realtrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa è una legge che mi sento di definire, con una nota di leggerezza, carina. E il fatto che sia stata presentata da Consiglieri di maggioranza e di minoranza credo stia a significare che rappresenta un'opportunità ulteriore per l'offerta turistica della regione Marche.
Sappiamo bene che i luoghi, i borghi, i centri storici di questa nostra regione, che per le loro eccellenze rappresentano la nostra ricchezza – dirlo sembra quasi un luogo comune, ma vale la pena ripeterlo ogni volta –, sono ricchi di esercizi commerciali che da tanto tempo sono anch’essi testimonianza della storia e di tutto ciò che è collegato all'attività enogastronomica.
E’ una legge che si compone di soli sette articoli.
Viene definita una collaborazione con i Comuni che dovranno predisporre un censimento dei locali, delle osterie, delle botteghe o di quei famosi spacci di campagna – dico famosi perché un tempo erano appunto assai caratteristici, molti di noi li ricorderanno -. E sono certa che i Comuni provvederanno al più presto a fare questo censimento.
Quindi ci saranno degli indirizzi da seguire.
Gli esercizi commerciali presi in considerazione saranno quelli in attività da almeno 40 anni; inizialmente in Commissione avevamo previsto 50 anni, ma poi prevedere 40 ci è sembrato più opportuno.
All'articolo 4 vengono previsti contributi regionali per i titolari di questi locali storici; chiaramente verranno stabiliti criteri e modalità per la loro concessione.
Ci sono inoltre dei vincoli di destinazione, ossia i locali storici dalla data del provvedimento sono vincolati per un periodo di cinque anni al mantenimento della destinazione d'uso, al fine di evitare che vengano apportati cambiamenti oppure che venga in qualche modo raggirata la legge stessa.
In Commissione la proposta di legge è stata approvata all'unanimità, quindi con il placet dei Consiglieri sia di maggioranza che di minoranza, quindi ritengo si possa passare senz’altro anche al voto dell’Assemblea.
Voglio qui ringraziare il collega Marangoni – non mi capita spesso ma in questo caso lo voglio fare – perchè ci ha anche offerto un volumetto “L'Osteria dei pettirossi” che raccoglie le immagini e la narrazione in particolare dei locali della provincia di Macerata, che potrà anch’esso essere un qualcosa in più da offrire ai visitatori e ai turisti che arrivano nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Ringrazio la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi per le parole di apprezzamento. Mi pare che il suo intervento sia stato molto esaustivo.
Questa proposta di legge è diretta a preservare, sostenere e tutelare gli esercizi pubblici che costituiscono una storia importante della nostra realtà regionale.
Siamo consapevoli nell’ammettere, purtroppo, che la nostra è una regione che non ha ancora una forte identità marchigiana, come spesso ci ricorda anche il Presidente Spacca. Allora questa è l'occasione per affermare questa identità marchigiana attraverso appunto le osterie storiche, le taverne, le locande, gli spacci di campagna, dei quali, concordemente, abbiamo individuato debbano avere almeno 40 anni di attività; 50 anni ci sembravano troppi, perché, in relazione a un censimento, all’incirca pensiamo che i locali coinvolti non dovrebbero essere più di 100. Ma questo è da verificare, saranno infatti i Comuni a proporre alla Regione i locali che riterranno abbiano le caratteristiche richieste.
L'obiettivo è quello di fornire appositi contributi, che saranno individuati anno per anno dalla Giunta – nella prima stesura avevamo individuato un limite massimo che però abbiamo tolto per non penalizzare questi locali –, per adeguare gli impianti e il rinnovo dei locali stessi e dunque per preservarne l'identità.
Il libro che ho distribuito è stato per me l’ispiratore culturale di questa legge, perché a pag. 58 l'autore, Gabriel Bonifazi, architetto e studioso - noi maceratesi lo conosciamo un po' tutti - dell'identità maceratese e delle tradizioni locali, chiede appunto un'apposita leggina a tutela di queste cose.
Non ho trovato nelle altre province uno strumento analogo, quindi l'obiettivo della legge è anche quello di fare una guida regionale (art. 2) che favorisca il turismo culturale come pure il turismo enogastronomico. Quindi in generale il turismo d'arte, che andrà specialmente a vantaggio delle zone diciamo meno fortunate, cioè quelle dell'interno, le colline e la montagna, dove ancora c'è qualche locale di questo tipo.
Ringrazio pertanto dell'accoglimento veramente bipartisan su questa proposta.
La legge prevede anche la necessità di individuare un logo del locale storico delle Marche in modo appunto da identificare quelle osterie, bar, spacci di campagna, locande con almeno 40 anni di vita. Bene, sarebbe bello – faccio una proposta che ho fatto anche in un recente convegno – identificare un qualcosa di non burocratico, tipo “antico locale delle Marche” o qualcosa del genere o comunque metterci un simbolo caratteristico. Ad esempio potremmo individuare la “foglietta” che è il tipico contenitore in vetro del quarto di vino. Venne istituito proprio da un editto di Sisto V. E l’origine di questo contenitore in vetro era per evitare frodi, quella volta i bicchieri erano in ferro quindi non vedendosi il limite l'oste fregava sul vino. Per cui venne fatto per ragioni sia igieniche sia per evitare frodi. Insomma, potrebbe essere un'idea, magari dargli anche un nome simpatico del tipo, che so, “qui si beve”.
Ringrazio pertanto i Consiglieri che andranno, come mi auguro, ad approvare questa proposta di legge.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zaffini.

Roberto ZAFFINI. Anch'io mi congratulo con la Commissione e mi congratulo per l'impegno che tutti i partiti hanno dimostrato verso un qualcosa che è stato definito simpatico ma che sicuramente va al di là. E’ infatti un qualcosa di veramente caloroso, coinvolge i sentimenti di tutti noi. Ritengo faccia parte addirittura della nostra vita, visto che molte discussioni politiche, molti embrioni di fermento locale sono nati proprio in quei siti che oggi vogliamo difendere.
Reputo, tra l’altro, sia una legge anche urgente, altrimenti rischiamo veramente di disperdere un patrimonio culturale davvero importante.
E' sicuramente necessario incentivare questi locali attraverso un contributo una tantum, ma forse dovremmo fare uno sforzo anche maggiore. A questa iniziativa finanziaria ad esempio si potrebbero affiancare delle agevolazioni fiscali a favore dei gestori. Questi locali storici sono spesso a conduzione familiare, si tramandando da famiglia a famiglia, quindi farvi lavorare un dipendente è molte volte un costo non accessibile.
Peraltro questo si ricollega a tutto quello che abbiamo legiferato in questi anni, come la tutela delle varietà antiche vegetali o del patrimonio zootecnico locale autoctono. Insomma, va a completare tutto un insieme di iniziative che reputiamo siano a tutela della nostra identità, come si diceva prima. Un’identità però che non sia sterile bensì foriera di ciò che potrà incentivare anche il futuro dei nostri giovani.
Dunque per la nostra economia e per come abbiamo impostato anche il piano turistico, che da un certo punto di vista condividiamo assolutamente, questa legge si inserisce adeguatamente in quella programmazione turistica che appunto le Marche vogliono affrontare.
Quindi sono contento di questa unanimità perché, ripeto, la reputiamo una legge giusta e urgente.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 44. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Come Consigliere? (…) Bene, mettiamo a verbale il voto favorevole sulla proposta di legge del Consigliere Zinni e del Consigliere Natali.
Prima di procedere vorrei chiedere ai Capigruppo se stanno lavorando alla risoluzione di cui abbiamo parlato all'inizio. (…) Va bene, così appena pronta provvederemo a darne una copia a tutti i Consiglieri.


Proposta di regolamento n. 1/11
dei Consiglieri Badiali, Pieroni
“Modifica al regolamento regionale 9 febbraio 2009, n. 3 - Attività funebri e cimiteriali ai sensi dell'articolo 11 della legge regionale 1 febbraio 2005, n. 3”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 1/11 ad iniziativa dei Consiglieri Badiali, Pieroni.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Questa è una modifica al regolamento regionale n. 3 del 2009 “Attività funebri e cimiteriali” in cui venivano previste anche le sale del commiato, che seppure non siano argomenti troppo allegri dobbiamo comunque affrontarli.
Il comma 3 dell'articolo 20 del regolamento n. 3 del 2009 stabiliva che si dovevano costruire le case del commiato a 100 metri dalle strutture sanitarie pubbliche e private e dalle residenze sanitarie e assistenziali (legge 20/2002). Con questa modifica andiamo a togliere i 100 metri da quelle che sono soltanto strutture ambulatoriali o similari, quindi che non sono nè sanitarie nè sociali. Ossia si concede a queste strutture diciamo ambulatoriali esistenti sui territori una condizione più attenta ed idonea.
Quindi con questa modifica diciamo no la costruzione nei 100 metri alle strutture sociali e sanitarie mentre sì a tutte le altre strutture.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Solo per riferire al Gruppo che è stata una proposta condivisa in Commissione, per cui anche la minoranza manifesta il suo voto favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione. Si tratta di un solo articolo quindi con esso approveremo l’atto nel suo complesso.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Comunicazioni del Presidente Spacca sull'emergenza maltempo.
(Votazione Risoluzione)

Consiglieri, io ora ho un testo della proposta di risoluzione di cui dicevo poc’anzi, quindi vorrei sapere…(…) Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Presidente, questa proposta è a mia firma, l’ho intanto offerta ai Gruppi di maggioranza, ma vorrei spendere almeno cinque minuti con gli altri Capogruppo per vedere se è possibile condividerla e magari fare anche delle piccole correzioni, affinchè potremo votarla tutti insieme, come peraltro abbiamo fatto nella seduta precedente sull’emergenza maltempo. Credo sia opportuno vederci un attimo tra di noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Presidente, chiedo quindici minuti di sospensione dei lavori per riunire prima il Gruppo, che non conosce ancora questa proposta di risoluzione, e poi i Capigruppo.

PRESIDENTE. Possiamo fare in dieci minuti?

Francesco MASSI. Spero siano sufficienti.

PRESIDENTE. Bene, allora ci rivediamo in Aula tra dieci minuti esatti.

La seduta è sospesa alle ore 11.35

La seduta riprende alle ore 12.00

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' arrivata una nuova proposta di risoluzione, già distribuita a tutti i Consiglieri, a firma Ricci, Eusebi, Bucciarelli, Binci, Malaspina, Pieroni, Latini, avente ad oggetto “Revisione decreto Milleproroghe e deroga Patto di stabilità”.
“Considerati gli eccezionali eventi del maltempo che hanno colpito l'intero territorio marchigiano, provocando vittime e danni ingentissimi stimati in 462 milioni di euro, senza considerare quelli dell'agricoltura.
Visto il contenuto della direttiva concernente gli indirizzi applicativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri relativi al cosiddetto "Milleproroghe", ovvero all'attuazione del decreto legge n. 225 del 29.12.2010, convertito dalla legge n.10 del 26.2.2011.
Considerato:
che questa direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede che le Regioni colpite da calamità avranno l'onere obbligatorio, o non quindi la facoltà, di reperire i fondi necessari per gli interventi di emergenza e ricostruzione, attraverso una rigida sequenza di misure, ricadenti tutte sulla stessa comunità regionale.
In particolare, lo schema di direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri in corso di emanazione pone a carico della Regione l'onere:
a) di reperire le risorse all'interno del proprio bilancio;
b) qualora il bilancio non sia sufficiente, di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali e delle aliquote fino al limite massimo consentito, nonché
c) qualora le risorse di cui al punto b) non siano sufficienti, di elevare ulteriormente l'imposta regionale sulla benzina sino ad un massimo di 5 centesimi per litro in più rispetto al massimo consentito.
Ritenuto che:
- per quanto riguarda il punto a) delle misure previste nella direttiva è evidente l'impossibilità di reperire risorse all'interno del bilancio regionale in conseguenza dei tagli sui trasferimenti da parte dello Stato operati dal d.l. 78/2010 stimati in 179 milioni di euro rispetto ai 220 erogati nell'anno precedente.
- per quanto riguarda l'Irap si evidenzia che l'aliquota è già elevata al 4,73%, a fronte della misura massima prevista del 4,82%; un ulteriore innalzamento dell'aliquota graverebbe in modo insostenibile sulle imprese marchigiane già sofferenti per la crisi economica e duramente danneggiate dagli eventi alluvionali.
- per quanto concerne l'addizionale regionale all'IRPEF, questa Regione ha già utilizzato la leva fiscale per i redditi medio alti, per cui un innalzamento dell'aliquota al limite massimo consentito dell'1,4% peserebbe in grandissima parte sui redditi dei ceti sociali meno abbienti.
Considerato che secondo la direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, solo dopo che saranno attuate dalla Regione tutte queste misure sarà possibile attivare il Fondo nazionale di protezione civile.
Ritenuto che:
- tale criterio non sia condivisibile in quanto impone alla Regione di adottare obbligatoriamente tutte le misure suddette per poter accedere al Fondo nazionale di Protezione civile.
- tale impostazione, se confermata, risulterebbe profondamente ingiusta verso comunità duramente colpite da eventi calamitosi, in quanto farebbe venire meno principi di solidarietà, comune responsabilità ed equità di trattamento.
Visto che:
- l'interpretazione del d.l. 225/2010, come definita dalla direttiva del Consiglio dei Ministri, evidenzia profili di incostituzionalità della normativa suddetta come rilevato nel parere del prof. Valerio Onida.
- è interesse preminente della Regione rispondere con immediatezza alle esigenze delle popolazioni colpite prioritariamente rimborsando alle Amministrazioni locali le spese di somma urgenza sostenute nella fase di prima emergenza intervenendo a favore delle aziende per consentire l'immediata ripresa delle attività produttive.
Il Consiglio regionale delle Marche chiede al Governo nazionale di rivedere l'applicazione del Milleproroghe, così come sollecitato anche tutte le istituzionali locali, le categorie economiche e le forze sociali, affinché vengano subito rese disponibili da parte del Governo nazionale le risorse necessarie sia per gli interventi emergenziali, sia per quelli destinati a consentire la prosecuzione delle attività da parte delle aziende, la messa in sicurezza del territorio, il rilancio delle funzioni vitali della comunità, così come avvenuto per il Veneto e per le altre Regioni purtroppo recentemente colpite da fenomeni analoghi;
Impegna il Governo regionale:
- a proporre ricorso davanti alla Corte Costituzionale sul Milleproroghe, nel caso che il Governo nazionale prosegua sulla sua applicazione chiedendo a tutta la comunità marchigiana di pagare una ingiusta e pesantissima “tassa sulla disgrazia”;
- ad assumere tutte le iniziative opportune e necessarie affinché il Governo:
1. tolga dal patto di stabilità le spese finalizzate:
- alla messa a norma degli edifici pubblici, con particolare riguardo alle scuole;
- agli interventi di messa in sicurezza della viabilità e della tutela del territorio necessari a seguito degli eventi calamitosi.
2. renda possibile effettuare i pagamenti relativi alle opere realizzate e finanziate da altri enti.”.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Per dire che abbiamo raggiunto un'intesa che ci consentirà di formulare una risoluzione spero unitaria. Quindi ora alla Presidenza verranno consegnati gli emendamenti contenenti le modifiche su cui credo ci sarà la convergenza dell'Aula.

PRESIDENZA. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Come ha detto il Consigliere Ricci, abbiamo sulla proposta di risoluzione, per quel senso di responsabilità che il Governatore ci ha richiesto, due emendamenti che credo possano condurre, se accettati, a un voto unanime di questa Assemblea.
Ora li consegno alla Presidenza ma vorrei illustrarne la sostanza.
Con il primo nell'ultima parte, dove si chiede al Governo nazionale di rivedere l'applicazione del Milleproroghe, su cui siamo d'accordo, aggiungiamo – è un tecnicismo che aggiungiamo in maniera costruttiva – “almeno fino all'entrata in vigore dei decreti attuativi del federalismo o comunque dell'individuazione auspicabile di meccanismi finanziari che possano consentire nel quadro complessivo di liberare risorse della Regione”. Faccio un esempio: se il Governo potesse incrementaci il fondo del turismo, dove è stato messo “fondi propri della Regione”... (…) Insomma, è una richiesta più articolata, quindi lo si vuole aggiungere..
Con il secondo emendamento, dove c'è scritto “impegna il Governo regionale”, chiaramente chiediamo di non fare ricorso alla Corte Costituzionale e di inserire ciò che diceva prima il Presidente – che tra l'altro ci ha lasciato uno spiraglio positivo, ognuno su questo potrà impegnarsi ulteriormente –, ossia “a ricercare e a concertare nella Conferenza Stato-Regioni un'azione unitaria e solidale nei confronti delle Marche”. Credo che le Regioni che hanno ottenuto benefici non possano...(...) Sì, delle Marche e delle Regioni colpite. Quindi è una richiesta al Governo per un intervento che riconosca – questo c'è anche nel parere di Onida – la rilevanza nazionale dell'evento alluvionale e del conseguente sostegno economico e finanziario.
Ci va bene l'ultima parte aggiunta sul patto di stabilità richiamato nella mozione del Consigliere Ricci.

PRESIDENTE. Bene, attendiamo ora gli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Approfitto di questa pausa, Presidente, per dichiarare che qualora su questa risoluzione ci sia il voto unanime dell'Aula ritiro la mia mozione che invece era riferita alla sola questione del patto di stabilità. La ritiro in quanto la risoluzione contiene, appunto, anche una parte di questa mia mozione.

PRESIDENTE. Quindi la mozione n. 123 è ritirata in quanto inclusa nella proposta di risoluzione che andremo a votare.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Presidente, gradirei che la risoluzione, una volta approvati gli emendamenti, venisse letta nella sua testo complessivo, ai fini sia di una pubblicità informativa nei confronti della stampa sia per fare un po' di chiarezza. Perché la relazione del Governatore Spacca è intrisa di elementi tecnici non sempre di facile comprensione esterna, ai quali ovviamente si mescolano contenuti politici.
Le chiedo la lettura del testo complessivo in quanto credo sia importante lasciare a verbale i due princìpi che stanno a cuore al Gruppo assembleare del PdL.
Il primo è quello che nell’ottica di confronto Governo-Regione si attui un metodo a maglie larghe. Nel senso che non dobbiamo costiparci di proposte esclusiviste, o questo o niente, o questo o un ricorso, ma cercare di fornire, anche attraverso l'ausilio della Conferenza Stato-Regioni, il maggior ventaglio possibile di ipotesi complessive contabili e finanziarie. A che pro? Al pro che magari si può ottenere qualcosa di più su qualche versante e poi energie nel bilancio regionale.
Il secondo aspetto a cui tengo particolarmente, e che avevo sottolineato anche nel precedente dibattito, è quello di cercare di metterci nelle condizioni di non isolarci come Regione Marche, come pure evitare pretesti di conflittualità sopratutto in una fase come questa che probabilmente non è ancora completamente esaustiva di chiarimenti da parte del Governo nazionale. Voglio dire che c'è sempre tempo per alzare la voce, questa è una fase in cui secondo me dovremmo cercare di offrire al Governo un maggior ventaglio possibile di proposte, non arroccandoci su una in particolare. L'importante è dunque continuare un pressing propositivo, che alla fine ritengo sia quello che otterrà dei frutti.

PRESIDENTE. Direi che la sua proposta possa essere accolta, quindi leggerò la risoluzione che approveremo.
Ha la parola l'Assessore Giannini.

Sara GIANNINI. Sono d'accordo per una risoluzione unitaria a sostegno dell’azione della Regione, in quanto coinvolge tutti in un percorso che serve a sensibilizzare il Governo rispetto ad una situazione del territorio che va assolutamente sanata. Però voglio sottolineare, proprio per un atteggiamento sincero che dobbiamo aver nel momento in cui affrontiamo un tale percorso, che non possiamo pensare che tutto venga risolto ed esaurito nella Conferenza Stato-Regioni. Sappiamo bene, ad esempio, che nell'alluvione del Veneto non c'è stato bisogno della Conferenza Stato-Regioni, lì il Governo autonomamente ha deciso di mettere 300 milioni di euro e poi, mentre con il decreto milleproroghe a noi dice di aumentare le tasse prima di adire alla protezione civile, gli dà altri 60 milioni di euro.
Noi certamente siamo solidali con chi ha avuto ancor prima di noi sventure di questo tipo, ma dobbiamo chiedere al Governo nazionale, al di là delle appartenenze politiche, che ci sia un trattamento equanime nei confronti dei cittadini che hanno avuto lo stesso tipo di problema. Altrimenti salta anche un percorso di solidarietà futura a cui le Marche sono peraltro chiamate. In questi ultimi mesi, per esempio, è in discussione un ragionamento che riguarda tutte le Regioni in merito all'accoglimento dei profughi. Allora non è che a noi si può chiedere di essere solidali in virtù di un'unità nazionale e poi quando c'è un problema che attiene così pesantemente al nostro territorio dobbiamo agire nella Conferenza Stato-Regioni. Perché lì si possono trovare soluzioni di solidarietà, ma i soldi che mette il Governo li può mettere a disposizione solo il Governo stesso.

PRESIDENTE. Do lettura degli emendamenti, già illustrati dal Consigliere Massi, presentati alla proposta di risoluzione.

Emendamento n. 1 a firma Massi, Ricci:
Nella parte dispositiva, al primo trattino dopo la parola “Milleproroghe” aggiungere: “almeno fino alla entrata in vigore dei decreti attuativi del federalismo e della individuazione auspicabile di meccanismi finanziari compensativi del quadro complessivo contabile idonei affinché la Regione Marche possa liberare risorse con proprie strategie di bilancio”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 dei Consiglieri Massi, Ricci:
Nella parte dispositiva sostituire il secondo trattino con il seguente:
“- a ricercare e a concertare nella Conferenza Stato-Regioni un'azione unitaria e solidale nei confronti delle Marche e delle altre Regioni colpite di richieste articolate e motivate al Governo per un intervento di totale sostegno economico e finanziario per la nostra Regione.”.

Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Prima di passare alla votazione della risoluzione do lettura, come richiesto dal Consigliere Zinni, del testo così come emendato:
“Oggetto: Revisione decreto Milleproroghe e deroga Patto di stabilità.
Considerati gli eccezionali eventi del maltempo che hanno colpito l'intero territorio marchigiano, provocando vittime e danni ingentissimi stimati in 462 milioni di euro, senza considerare quelli dell'agricoltura.
Visto il contenuto della direttiva concernente gli indirizzi applicativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri relativi al cosiddetto "Milleproroghe", ovvero all'attuazione del decreto legge n. 225 del 29.12.2010, convertito dalla legge n.10 del 26.2.2011.
Considerato:
che questa direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede che le Regioni colpite da calamità avranno l'onere obbligatorio, o non quindi la facoltà, di reperire i fondi necessari per gli interventi di emergenza e ricostruzione, attraverso una rigida sequenza di misure, ricadenti tutte sulla stessa comunità regionale.
In particolare, lo schema di direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri in corso di emanazione pone a carico della Regione l'onere:
a) di reperire le risorse all'interno del proprio bilancio;
b) qualora il bilancio non sia sufficiente, di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali e delle aliquote fino al limite massimo consentito, nonché
c) qualora le risorse di cui al punto b) non siano sufficienti, di elevare ulteriormente l'imposta regionale sulla benzina sino ad un massimo di 5 centesimi per litro in più rispetto al massimo consentito.
Ritenuto che:
- per quanto riguarda il punto a) delle misure previste nella direttiva è evidente l'impossibilità di reperire risorse all'interno del bilancio regionale in conseguenza dei tagli sui trasferimenti da parte dello Stato operati dal d.l. 78/2010 stimati in 179 milioni di euro rispetto ai 220 erogati nell'anno precedente.
- per quanto riguarda l'Irap si evidenzia che l'aliquota è già elevata al 4,73%, a fronte della misura massima prevista del 4,82%; un ulteriore innalzamento dell'aliquota graverebbe in modo insostenibile sulle imprese marchigiane già sofferenti per la crisi economica e duramente danneggiate dagli eventi alluvionali.
- per quanto concerne l'addizionale regionale all'IRPEF, questa Regione ha già utilizzato la leva fiscale per i redditi medio alti, per cui un innalzamento dell'aliquota al limite massimo consentito dell'1,4% peserebbe in grandissima parte sui redditi dei ceti sociali meno abbienti.
Considerato che secondo la direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri, solo dopo che saranno attuate dalla Regione tutte queste misure sarà possibile attivare il Fondo nazionale di protezione civile.
Ritenuto che:
- tale criterio non sia condivisibile in quanto impone alla Regione di adottare obbligatoriamente tutte le misure suddette per poter accedere al Fondo nazionale di Protezione civile;
- tale impostazione, se confermata, risulterebbe profondamente ingiusta verso comunità duramente colpite da eventi calamitosi, in quanto farebbe venire meno principi di solidarietà, comune responsabilità ed equità di trattamento.
Visto che:
- l'interpretazione del d.l. 225/2010, come definita dalla direttiva del Consiglio dei Ministri, evidenzia profili di incostituzionalità della normativa suddetta come rilevato nel parere del prof. Valerio Onida;
- è interesse preminente della Regione rispondere con immediatezza alle esigenze delle popolazioni colpite prioritariamente rimborsando alle Amministrazioni locali le spese di somma urgenza sostenute nella fase di prima emergenza intervenendo a favore delle aziende per consentire l'immediata ripresa delle attività produttive.
Il Consiglio regionale delle Marche chiede al Governo nazionale
di rivedere l'applicazione del Milleproroghe almeno fino alla entrata in vigore dei decreti attuativi del federalismo e della individuazione auspicabile di meccanismi finanziari compensativi del quadro complessivo contabile idonei affinché la Regione Marche possa liberare risorse con proprie strategie di bilancio, così come sollecitato anche tutte le istituzionali locali, le categorie economiche e le forze sociali, affinché vengano subito rese disponibili da parte del Governo nazionale le risorse necessarie sia per gli interventi emergenziali, sia per quelli destinati a consentire la prosecuzione delle attività da parte delle aziende, la messa in sicurezza del territorio, il rilancio delle funzioni vitali della comunità, così come avvenuto per il Veneto e per le altre Regioni purtroppo recentemente colpite da fenomeni analoghi.
Impegna il Governo regionale
- a ricercare e a concertare nella Conferenza Stato-Regioni un'azione unitaria e solidale nei confronti delle Marche e delle altre Regioni colpite di richieste articolate e motivate al Governo per un intervento di totale sostegno economico e finanziario per la nostra Regione;
- ad assumere tutte le iniziative opportune e necessarie affinché il Governo:
1. tolga dal patto di stabilità le spese finalizzate: alla messa a norma degli edifici pubblici, con particolare riguardo alle scuole; agli interventi di messa in sicurezza della viabilità e della tutela del territorio necessari a seguito degli eventi calamitosi.
2. renda possibile effettuare i pagamenti relativi alle opere realizzate e finanziate da altri enti.”.
Ha chiesto la parola il Consigliere Massi, ne ha facoltà.

Francesco MASSI. Mi dispiace che siano andati via i ragazzi delle scuole; sapete bene che anche dai agazzi – quando vengono qui ci parliamo tutti – viene sempre percepita in Aula una eccessiva conflittualità tra le forze politiche. Credo invece che su questo argomento oggi l'Aula abbia dato una risposta degna di questa Assemblea, della sua rappresentatività e del suo valore.
Oggi da quest’Aula esce un documento che unisce, rafforza e dà naturalmente il mandato al Presidente della Regione ad agire, rappresentandoci tutti, nelle sedi competenti.
Voglio quindi ringraziare, e lo faccio sinceramente anche a nome del Gruppo, sia il Presidente della Regione sia il Capogruppo del PD, perché è stato tolto dal documento ogni possibile motivo di attrito e di differenziazione su valutazioni politiche, che sono sicuramente legittime, ma in questo momento dobbiamo avere unitariamente la forza per poter agire nelle sedi competenti.
Quindi dico al Presidente che il nostro partito, il nostro Gruppo, con le forze che abbiamo disponibili anche fra i Parlamentari, è a disposizione per un'azione di rivendicazione forte, questo sì, per i diritti delle nostre terre, delle nostre imprese e delle nostre famiglie.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Ricci, ne ha facoltà.

Mirco RICCI. Anch’io ritengo che oggi abbiamo fatto un altro passaggio importante, così come la volta precedente sull’emergenza maltempo.
Devo dare atto che la necessità di trovare un voto unanime è stato immediatamente raccolto da tutti i Capigruppo, è una cosa buona, non potevamo fare altrimenti nell’interesse delle Marche e dei marchigiani.
E’ ovvio che c’è una preoccupazione, per cui confido che questa risoluzione unitaria trovi riscontro da parte del Governo, spero ci sia davvero una risposta positiva. Altrimenti rischieremmo di non farcela. Ma non solo perché oggi mancano risorse per la ricostruzione, ma perché siamo passati attraverso momenti molto complicati e si prevede ce ne siano altri: la crisi economica, i trasferimenti minori alle Regioni e agli enti locali, il sociale colpito, il federalismo che stenta ad essere individuato come una forma sussidiaria piuttosto che come una forma di ulteriore riduzione di risorse, una finanziaria che potrebbe essere di nuovo rilanciata perché non si riesce a chiudere i conti. Quindi almeno su un tema del genere siamo riusciti a trovare un punto di incontro e di sintesi che alla fine penso sia molto importante per avere riscontro. Insomma, confido che le cose possano andare bene.
Do inoltre atto al Presidente Spacca di aver puntualmente riferito per la seconda volta in Aula e questo ci ha messo tutti nella condizione di avere un quadro molto chiaro, molto consapevole e ora anche con un profilo unitario rispetto al tema dell’emergenza maltempo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Concordo pienamente con quanto detto sia dal Capogruppo Massi che dal Capogruppo Ricci. Stiamo proseguendo una strada coesa e unitaria che credo potrà dare forza alla nostra posizione presso il Governo e allo stesso tempo responsabilizzando tutti. Quella stessa responsabilità peraltro adottata in maniera notevole anche dagli imprenditori e dalle forze in campo private e non.
La risoluzione è stata epurata con tranquillità da qualsiasi spunto potesse favorire la polemica, quindi è scevra da qualsiasi intento, se non appunto quello di dare coesione, forza e determinazione all’azione delle Marche intere. Un’azione di cui ognuno, per il suo ruolo, per la sue possibilità, dovrà poi seguirne passo passo l’evoluzione anche a livello nazionale. Perché è chiaro che per aver fronteggiato l’emergenza i Comuni, soprattutto quelli piccoli, sono oggi talmente sbilanciati nelle loro facoltà finanziarie.
Quindi la deroga al patto di stabilità è davvero prioritaria, oltre a una corresponsione di finanziamenti immediati per la somma emergenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Noi ovviamente voteremo a favore di questa mozione, perché siamo convinti di quanto si va a chiedere al Governo nazionale. Come pure siamo convinti che se questo è il mattino del federalismo veramente tutto il popolo italiano ha di che preoccuparsi.
Quindi allo stesso tempo voglio invitare il Presidente Spacca, il Governo regionale, almeno ad iniziare una politica del territorio e per la difesa dell’ambiente che meriti veramente il titolo di politica. Anche questa occasione, infatti, ci ricorda che non è possibile continuare a devastare il territorio. Vi è un’occupazione indebita del territorio, si costruisce dove non è possibile. E’ questo che sta avvenendo! L’Assemblea legislativa regionale addirittura ha approvato un piano casa dove si prevede la costruzione in zone esondabili, per poi dire che è calamità naturale se piove tre giorni di seguito!
Quindi invito l’Assessore preposto e la Giunta tutta a portare in Assemblea legislativa una proposta di organizzazione di una sorta di assessorato che faccia della politica a difesa e valorizzazione del territorio la politica portante di questa nostra Regione. Altrimenti questi tipi di mozioni, di risoluzioni, ci troveremo a discuterle e ad approvarle sempre più spesso, cosa che credo sia da evitare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. La risoluzione ci consente un ulteriore spazio per realizzare il confronto con il Governo nazionale, ma siccome dobbiamo essere precisi, da qui partiranno anche delle azioni mirate, diciamo allora che il nostro obiettivo, il nostro punto di riferimento, è il Ministero dell’economia e delle finanze. Dobbiamo cioè agire insieme sul Ministro Tremonti per convincerlo a creare quello spazio di trattativa che interpreti la circolare che è stata emanata dal Presidente del Consiglio. Pertanto dobbiamo cercare di forzare la situazione verso il punto di maggior durezza, ovvero quel punto che non ci consente di realizzare quella sintesi oggi auspicata dall’Assemblea legislativa. Dobbiamo quindi lavorare tutti insieme in quella direzione.
Voglio anche dire che questo è un ulteriore spazio di confronto, possiamo considerarlo una tregua, rispetto a un obiettivo che tutti quanti abbiamo, quello di corrispondere ai bisogni dei nostri cittadini. Noi abbiamo organizzato tutta la nostra strategia operativa sui bisogni più urgenti dei nostri cittadini. Quindi non esiste altra motivazione o altro desiderio da parte nostra che non trovare una soluzione, come appunto emerge oggi dalla riflessione dell’Assemblea legislativa.
Dopodiché, è chiaro, per amore di verità, che se questo spazio di confronto non dovesse portare a nessun risultato ognuno sarà libero di fare quelle azioni che si ritengono necessarie e indispensabili per corrispondere alle esigenze e ai diritti dei nostri concittadini.
Vorrei inoltre informarvi che questa mattina c’è stato un incontro delle Regioni con il Governo – quindi prima della Conferenza delle Regioni che ancora non è iniziata – rispetto al dramma dei profughi, ovvero degli immigrati che provenendo dal nord Africa stanno sbarcando sul nostro territorio. E il Ministro Maroni ha chiesto solidarietà nazionale. Cioè solidarietà a tutte le Regioni affinchè ognuna prenda almeno 1.000 profughi per ogni milione di abitanti; la nostra quota, essendo noi 1 milione e mezzo, sarebbe di 1.500 profughi.
E’ chiaro che questo stesso criterio generale di solidarietà deve essere espresso in ogni circostanza, dunque anche nel caso di una calamità che è stata dichiarata emergenza nazionale per esplicita e formale dichiarazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Quindi auspichiamo che questa unanime indicazione dell’Assemblea legislativa venga accolta e che questo spazio di confronto sia esperito.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione della risoluzione votiamo il coordinamento tecnico.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha chiesto la parola il Consigliere Bugaro, ne ha facoltà.

Giacomo BUGARO. Presidente, io ho votato ma non risulta.

PRESIDENTE. Era la votazione per il coordinamento tecnico, comunque lo mettiamo a verbale.

Proposta di risoluzione, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Presidenza del Vicepresidente
Giacomo Bugaro

Mozione n. 116
dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Eusebi, Giorgi
“Alluvioni, emergenze meteo, direttive di principio per enti locali”
(Votazione)
(Discussione seduta n. 37 del 10 marzo 2011)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 116 dei Consiglieri Acacia Scarpetti, Eusebi, Giorgi. Dobbiamo solo votarla in quanto è già stata illustrata e discussa nella scorsa seduta. (…) Collega, questi sono gli accordi presi nella riunione dei Capigruppo. (…) Prego, Consigliere Acacia Scarpetti.

Luca ACACIA SCARPETTI. Approfitto di questa mia dichiarazione di voto per riprendere un po’ il filo del discorso rispetto all’alluvione che c’è stata e che ancora lascia ferite profonde apertissime.
Noi tutti – e lo abbiamo espresso con un voto unanime qui in Aula – abbiamo apprezzato il lavoro fatto dalla Regione Marche rispetto ad alcuni fronti apertisi con questa emergenza meteo, cioè la solidarietà, la tempestività degli interventi e dei soccorsi. Inoltre rispetto all’azione della Regione Marche per quanto riguarda le richieste di aiuti rivolte allo Stato, rispetto alle ultime cose dette stamattina dal Presidente Spacca, infine anche rispetto a questa risoluzione che riguarda il patto di stabilità ed altro. Insomma, sono state fatte in modo devo dire esemplare una serie di azioni molto importanti e necessarie, e questa mozione va a completare il quadro di tutte queste azioni.
E’ vero che ci sono state precipitazioni fuori dalla norma, è vero che rispetto a queste precipitazioni si sono verificate altre coincidenze come ad esempio le condizioni del mare che hanno impedito un regolare deflusso dei fiumi, ma è pur vero che rispetto a certi eventi meteo anni fa conseguenze così nefaste non si verificavano.
E questo è causato fondamentalmente da un fattore tecnico, ovvero dalla mancata corretta regimentazione delle acque meteoriche che dipende da come si è sviluppata l’evoluzione socio-economica del territorio. Dipende cioè dal fatto che si sono spopolate le montagne e le campagne e si sono addensate le città e le coste, un abbandono che ha quindi portato ad una mancanza di manutenzione.
Se è vero che questa mancanza di manutenzione quando è attribuita alla gestione dei fondi è un po’ più lontana dalla sfera della gestione della politica, è pur vero che alcune figure hanno storicamente tenuto un forte presìdio del territorio che comportava anche una serie di interventi capillari. E dunque questi presìdi hanno sempre svolto un ruolo fondamentale nella prevenzione degli eventi, però oggi non ci sono più.
Quindi, riassumendo, la mozione va proprio in questa direzione. E chi più delle Province ha il compito di presidiare il territorio? Noi abbiamo scritto eccezionali regolamenti di buona pratica agricola, la Regione, le Province e i Comuni hanno scritto alcune norme fondamentali la cui applicazione eviterebbe di tantissimo quello che è successo. E se al momento dovesse verificarsi di nuovo un forte evento meteorologico il territorio si troverebbe ancora una volta sguarnito di quella gestione e i danni sarebbero gli stessi, se non addirittura aggravati, perché a ogni evento il territorio si dissesta e si smuove sempre più e quindi ha sempre meno capacità di assorbire e reagire in maniera corretta.
Lungi dal voler entrare nel minimo dettaglio di quella che può essere una corretta gestione del territorio, questo non spetta sicuramente a una mozione, ma eventualmente agli uffici della Regione – e spero che ciò accada –, però reputo importante che la Regione dia quantomeno un segnale a questo abbandono del territorio, dia un segnale di indirizzo con alcune norme tecniche che appunto spero gli uffici vorranno predisporre.
Quindi il voto che chiedo su questa mozione non è altro che un segnale di massima sul fatto che sia la Regione che le altre Amministrazioni territoriali devono indirizzare verso la questione. E’ un voto che non impegna con nessun laccio e lacciolo così stretto da mettere in difficoltà altri colleghi di altre amministrazioni, ma è un indirizzo rispetto al quale se tutte le amministrazioni rispondessero in quella direzione, in maniera pacifica, seria e responsabile, si arriverebbe sicuramente a una migliore gestione del territorio e quindi a scongiurare, in caso di nuovi ed analoghi accadimenti meteorologici, danni come abbiamo subìto.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare quindi pongo in votazione la mozione n. 116.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 118
del Consigliere Binci
“Dissesto idrogeologico”
(Votazione)
(Discussione seduta n. 37 del 10 marzo 2011)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 118 già illustrata nella scorsa seduta dal Consigliere Binci.
Non essendoci iscritti a parlare do la parola al Consigliere Binci per dichiarazione di voto.

Massimo BINCI. In questa mozione si affronta la seconda parte, quella oltre l’emergenza, affrontata l’altra volta anche il Presidente Spacca.
In tale mozione c’è l’impegno: “ad attuare un risanamento del territorio attraverso una legge sul governo del territorio che ponga un freno all’aumento della cementificazione e del consumo del suolo; ad avviare una seria programmazione che preveda il riassetto urbanistico ed infrastrutturale della regione con l'obbiettivo di alleggerire il carico insediativo sulle aree a rischio esondazione e lungo la fascia costiera; a rivedere il “piano casa” reintroducendo la non applicazione nelle aree inondabili; ad un approccio integrato di gestione dei fiumi e delle coste, applicando la circolare del 2001, superando la concezione idraulico-ingegneristica per cui i corsi d’acqua sono equiparati a “canali”; a garantire l’interdisciplinarità nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo; ad avviare una azione diffusa di rinaturazione del territorio basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura; a richiedere al Governo di ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo drasticamente tagliati anche nell'ultima finanziaria.”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. A questa mozione voterò contrario, perché ritengo sia impostata innanzitutto su un carattere preventivo che però non è il problema di questa Regione. Cioè i nostri dissesti idrogeologici non vengono determinati da quello che faremo sul piano casa, ma si risolvono se interveniamo su quello che esiste oggi. E oggi esiste una situazione, che poi si può giudicare ideologicamente se troppo cementificata o poco cementificata, ma il dato di fatto è che abbiamo un assetto già urbanizzato. Semmai l’unico problema può essere allora quello di andare a intervenire sulla pulizia fluviale, sulle coste, insomma su tutti quegli interventi che potrebbero, a seguito di un’adeguata manutenzione e di un attento monitoraggio, prevenire situazioni di disagio.
Questa mozione contempla sì questo, ma contempla anche un approccio di programmazione che non condivido, perché, ripeto, ritengo che il problema non sia il piano casa. Certo, anche la prevenzione è interessante e quindi è un tema che va approfondito, però non lo collegherei al piano casa e soprattutto non mi sento di condividere il fatto futuro come fatto centrale. Secondo me i disastri che abbiamo avuto ci impongono una riflessione e un intervento su ciò che è.
Pertanto o il Consigliere Binci spacchetta la mozione in due testi, quindi voteremo quello che per noi è condivisibile, altrimenti, se la lascia nella sua interezza, il suo approccio mi porta a non condividere il pensiero.
Quindi se fa due testi, uno che dice “interveniamo sull’aspetto fluviale, ecc., però oggi” sono pienamente d’accordo, mentre la parte sulla programmazione urbanistica, diciamo quella un po’ ideologizzata, non la condivido, perché ritengo che il piano casa sia un ottimo strumento normativo, il problema semmai è dove si fanno gli interventi del piano casa e non la legge in sé.

PRESIDENTE. (…) Consigliere Binci, lei ha già parlato. (…) Come?

Massimo BINCI. Dicevo, Presidente, che alla luce di quello che è successo sarebbe da togliere la deroga per le aree inondabili che è prevista sul piano casa e che prima non c’era.

PRESIDENTE. Bene. Non avendo altri iscritti a parlare, pongo in votazione la mozione n. 118.

(L’Assemblea legislativa non approva)


Mozione n. 122
del Consigliere D’Anna
“Appoggio alla missione del Presidente Spacca a Los Angeles per la restituzione del Lisippo”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione n. 122 del Consigliere D’Anna sul Lisippo, iscritta questa mattina e su cui credo non ci sia neppure bisogno di fare la discussione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 128
dei Consiglieri Bucciarelli, Binci
“In materia di gestione del servizio idrico e di acqua potabile come diritto universale inalienabile”

Mozione n. 91
dei Consiglieri Giancarli, Ricci, Sciapichetti, Perazzoli, Traversini, Comi, Busilacchi, Badiali
“Acqua potabile - diritto universale inalienabile”

Mozione n. 96
del Consigliere Binci
“Moratoria Decreto Ronchi”

(abbinate)
(Discussione e votazione risoluzione)

PRESIDENTE. E’ pervenuta la seguente proposta di risoluzione che accorpa le varie mozioni presentate sul servizio idrico, a firma Bucciarelli, Ricci, Traversini, Sciapichetti, Binci, Perazzoli, Eusebi, Busilacchi, Malaspina, Camela, Ortenzi, Pieroni, Comi, Badiali, Acacia Scarpetti, Giancarli, Latini:
“L'Assemblea legislativa delle Marche
Viste le mozioni n. 91 del 11/01/2011, n. 96 del 16/11`/2011 e n. 128 de121/03/2011;
Fatte proprie le premesse e le considerazioni ivi espresse;
Impegna la Giunta regionale:
1. a promuovere il valore universale ed inalienabile dell'acqua;
2. ad intraprendere tutte le azioni opportune al fine di garantire il carattere pubblico dell'acqua come bene e diritto universale;
3. ad attivarsi in tutte le sedi opportune, ivi compresa la Conferenza Stato-Regioni, per favorire l'adozione di misure tese a restituire la gestione del servizio idrico al pieno controllo delle comunità locali;
4. a richiedere al Parlamento l'urgente approvazione di un provvedimento di moratoria delle scadenze previste dal "Decreto Ronchi", in attesa degli esiti del referendum;
5. ad attivare ogni possibile iniziativa pubblica volta a promuovere la partecipazione dei cittadini marchigiani alla consultazione referendaria, destinando allo scopo le necessarie risorse;
6. a sostenere nei confronti del Governo l'accorpamento della suddetta consultazione con le elezioni amministrative previste nel prossimo mese di Maggio allo scopo di incentivare la partecipazione dei cittadini alla suddetta consultazione democratica ed evitare un inaccettabile sperpero di ingenti risorse economiche;
7. affinché, qualora si dovesse arrivare al commissariamento degli ATO, lo stesso non possa eccedere la scadenza referendaria e comunque la data del 30 giugno 2011;
8. a prevedere nell'ambito della normativa in questione il mantenimento del perimetro degli attuali Ambiti territoriali ottimali allo scopo di salvaguardare gli affidamenti delle gestioni in essere ed affermare il principio di prossimità alle comunità locali delle suddette funzioni di governo quale premessa di democrazia e partecipazione;
9. ad assumere l'impegno di avviare solo dopo l'esito del referendum un percorso di elaborazione di una legge organica per la gestione pubblica e partecipata delle risorse idriche che preveda il massimo coinvolgimento possibile dei cittadini e dei lavoratori del servizio idrico;
10. ad aderire e partecipare ufficialmente alla Manifestazione nazionale promossa a sostegno della gestione pubblica e partecipata delle risorse idriche, il 26 Marzo prossimo a Roma, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, dal Comitato Referendario 2Sì per l'Acqua Bene Comune e dal forum dei Movimenti per l'Acqua, alla quale stanno già aderendo centinaia di Enti Locali e da tutto il territorio nazionale.”.
Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Per dichiarazione di voto personale. Mi trovo costretto a votare contro per un motivo semplicissimo. La mozione lavorava politicamente sul ribadire il fatto che l’acqua è un bene pubblico. Vorrei allora ricordare che non esiste nessuna normativa europea e nazionale che ha fatto diventare l’acqua un bene privato. Quindi già di per sé tutto è viziato da propaganda e demagogia in generale. Però ci può stare. Ma quello che non ci può stare è che dal battersi per mantenere una sorta di valenza pubblica nel gestire la distribuzione dell’acqua si passa poi alla propaganda referendaria. Io però non credo che un’Assemblea legislativa o un ente pubblico possa schierarsi politicamente prevedendo anche iniziative a favore della consultazione referendaria, perché allora questo lo dovremmo fare per tutte le cose, anche per le campagne elettorali.
Come si fa a dire che la Regione Marche deve fare propaganda a favore del referendum, con i soldi pubblici! Noi passiamo ore, ore e ore a decidere di come risparmiare lo zero virgola su un argomento e poi vogliamo che un ente pubblico faccia propaganda politica, certo, su un argomento legittimo, sia chiaro, che in parte ci trova anche concordi su alcuni aspetti, ma non è pensabile che si trasformi la Regione Marche in un maxi partito che lancia un segnale politico. E’ insostenibile! La partecipazione non può essere promossa con i soldi della Regione! Non si è mai vista una cosa del genere! Un referendum è tale perché il cittadino ha il diritto di votare, non possiamo influenzare il quorum, considerato che il quorum è conditio sine qua non della valenza del referendum. Quindi il quorum di fatto ha un valore politico. E noi come ente pubblico finanziamo la propaganda per raggiungere il quorum? E no, mi dispiace! (…) No, no, qui c’è scritto che la Regione Marche deve partecipare politicamente per contribuire a realizzare il quorum. Siccome non si è mai vista una cosa del genere io voto contro. Siamo arrivati veramente alla confusione dei ruoli! (…) E cosa vuol dire, tradotto in italiano, “promuovere la partecipazione”! Promuovere la partecipazione vuol dire che dobbiamo spendere dei soldi per invitare la gente a fare il quorum. E’ inaccettabile, è perseguibile dalla Corte dei Conti, quindi io voto contro. Contro! (…) Certo, perché sperperi denaro pubblico per scopi politici di propaganda!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Colleghi Consiglieri, sì, questa risoluzione si preoccupa anche della spesa pubblica, ha ragione il collega Zinni, infatti al punto 6 dice “a sostenere nei confronti del Governo l'accorpamento della suddetta consultazione con le elezioni amministrative previste nel prossimo mese di maggio allo scopo di incentivare la partecipazione dei cittadini alla suddetta consultazione democratica ed evitare un inaccettabile sperpero di ingenti risorse economiche”. Quindi vorremmo risparmiare, accorpiamo.
Sul resto a mio avviso c’è da fare una scelta, quella di promuovere la democrazia, non quindi promuovere una posizione politica o una posizione di parti. Se per caso non si dovesse andare all’accorpamento del referendum si potrebbe sottolineare il valore democratico del referendum stesso invitando a partecipare.
Non credo che siamo in presenza di una risoluzione che sollecita lo sperpero di risorse pubbliche, è esattamente il contrario. Invitiamo a partecipare a questa manifestazione nella giornata mondiale dell’acqua. Tra l’altro in sintonia piena con quella che è la partecipazione dei marchigiani alla stessa consultazione referendaria intesa come raccolta delle firme. Sono infatti stati tantissimi i marchigiani che si sono mobilitati, tanti banchetti promossi. Impegnati su questo tema abbiamo visto anche tantissimi Sindaci, una trasversalità notevole, tantissimi dirigenti di associazioni e organizzazioni del volontariato.
Non entro ora nel merito dell’organizzazione del servizio idrico integrato, siamo alla vigilia di un referendum e quindi saranno i cittadini a decidere, dopo il referendum discuteremo anche nel merito in questa Assemblea legislativa e in altre sedi e organizzeremo per quanto ci riguarda una partecipazione sentita, vera, reale. Faccio soltanto una questione di forma, e la forma mi sembra estremamente corretta, perché vogliamo sviluppare gli strumenti della democrazia e vogliamo decidere soltanto dopo che i cittadini marchigiani e italiani avranno deciso.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Sinceramente rimango allibita dal leggere questa proposta di risoluzione sottoscritta da tutti i Consiglieri del Partito Democratico. Partito che ha oggi come segretario regionale Palmiro Ucchielli che era qualche anno fa Presidente della Provincia di Pesaro Urbino. Il quale nel 2006 – quindi non c’era Ronchi al Governo bensì Prodi e un certo Ministro Lanzillotta che lavorava alle stesse tematiche poi seguite dal Ministro Ronchi – fece un’operazione nella Provincia di Pesaro Urbino cercando di coinvolgere ad un progetto tutte le comunità e tutti gli enti locali; la città di Fano si astenne e si tolse dal progetto. Il progetto realizzato da Ucchielli era quello di assegnare tutti i servizi, servizio idrico compreso, ad un privato che fa parte di Marche Multiservizi. Nella provincia di Pesaro Urbino avevamo una società pubblica, il Megas, partecipata per gran parte dalla Provincia di Pesaro Urbino, il Comune di Urbino e altri Comuni, che è stata fusa per incorporazione con l’Azienda di Pesaro che aveva al suo interno, perché l’aveva già privatizzata prima.
Quindi ancor prima che ci fosse il decreto Ronchi, che ora voi contestate, il vostro segretario regionale ha privatizzato il servizio idrico quando non aveva nessuna legge che glielo imponeva, anzi, c’era una battaglia aperta anche da parte di Rifondazione Comunista all’interno del Parlamento che non portò il Ministro Lanzillotta a compiere quel decreto.
Noi chiedemmo più volte lo scorporo del servizio idrico dai servizi assegnati a Marche Multiservizi, che ha come amministratore delegato Mauro Tiviroli del Gruppo Hera. Chiedemmo cioè di togliere la gestione del servizio idrico integrato lasciandolo completamente in mano pubblica.
La città di Fano per non dare il servizio idrico integrato a una società quotata in borsa ha deciso, con grande coraggio, di mantenere la propria società totalmente pubblica. Il segretario regionale del Partito democratico di oggi, allora Presidente della Provincia, Palmiro Ucchielli, ha attaccato la città di Fano dicendo che non era assolutamente possibile questa cosa, che bisognava andare nell’altra direzione. E se vi leggo – mi dispiace non averli oggi – i resoconti del consiglio provinciale di allora Palmiro Ucchielli dice l’esatto opposto di quello che oggi davanti a Rai 3 dichiara dicendo: “andiamo a firmare, portiamo i cittadini al referendum”. Questa è ipocrisia.
Allora provvedete prima a scorporare da Marche Multiservizi il servizio idrico integrato. Non fare quindi una risoluzione per dichiarare che l’acqua è un bene non vendibile e che non ha rilevanza economica, non serve a niente. Mi venisse invece la proposta da parte di Matteo Ricci - che fa tanto anche lui il sostenitore della green economy, del pubblico è bello - di scorporare da Hera il servizio idrico, di fare, come si fa a Fano, il servizio idrico dandolo totalmente in mano pubblica. Allora vi crederò anche quando portate queste proposte di risoluzione. Ma sinceramente avendo vissuto sulla mia pelle per tre volte il diniego da parte di Ucchielli di fare questo scorporo, perché era giusto così, perché c’era la normativa europea che chiedeva di andare in quel senso, perché era addirittura sbagliato mantenere tutto al pubblico come faceva Fano, perché comunque sarebbe morto lì, non sarebbe stata la scelta del futuro, era un’amministrazione che guardava al passato. Bene, prima fate questo, poi nel momento in cui la Provincia di Pesaro Urbino retrocede e quindi darà concretezza a questi fogli, allora io li voterò.
Io ho firmato la richiesta di referendum, come ho votato contro la fusione per incorporazione di Megas con Marche Multiservizi… (…) Consigliere Perazzoli, la mia coerenza è lineare, io non vengo oggi a chiedere con voi perché mi fa comodo che la Regione promuova e sostenga ecc. ecc., che la Regione lo faccia, partendo da Pesaro, chiedendo lo scorporo. Non sarà certo Pesaro l’unica situazione ma è quella che io conosco benissimo, come conosco la gestione data in mano a Tiviroli di Hera.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli.

Raffaele BUCCIARELLI. Ritengo che l’Assemblea legislativa regionale sia il luogo della democrazia, del confronto, di dove si prendono scelte finalizzate al bene comune, all’informazione, alla crescita della coscienza dei cittadini.
Ci sono stati anni di innamoramento, di ubriacatura, di neoliberismo, di privatizzazione, anni in cui si è creduto che ogni risorsa naturale era a nostra esclusiva disposizione, che se ne poteva fare ciò che volevamo, e c’era chi pensando questo pensava anche ad arricchirsi e quindi a privatizzare anche il servizio dell’acqua. Allora che oggi ci sia un ripensamento dovuto soprattutto al fatto che milioni di cittadini italiani, donne e uomini, hanno detto che l’acqua è un bene di tutti, che l’acqua non può avere valore economico, che non può essere che poche persone si arricchiscano sulle spalle di milioni di persone vendendo ciò che è una risorsa naturale di tutti, credo dovremmo esserne contenti, Consigliera Foschi.
Nelle Marche 150 mila cittadini hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua e c’è un referendum. Penso dunque che tra i compiti principali dell’Assemblea legislativa ci debba essere quello di informare, di educare i propri cittadini affinché prendano coscienza.
Coscienza di cosa? Primo, che ogniqualvolta i cittadini vengono chiamati alle urne quel voto, qualunque esso sia, è sì un diritto ma è anche un dovere; e lo diciamo in una regione ove per il rinnovo dell’Assemblea legislativa regionale ha votato il 62% dei cittadini, quindi che si debba andare a votare è un problema che riguarda tutti. Secondo, informare su cosa si vota e perché. Cosa dovrebbe fare una Istituzione repubblicana e antifascista se non spiegare a donne e uomini che si vota e perché si vota! E’ l’abc del nostro ruolo, del ruolo della politica. Quindi benvengano i ripensamenti.
Noi sappiamo, lo ripeto, che c’è chi si è innamorato e c’è chi per un piatto di lenticchie ha venduto quello che noi sappiamo, però a noi sta a cuore quello che dobbiamo fare oggi per il futuro dei marchigiani e degli italiani.
Quindi tale invito non solo recepisce quanto i nostri cittadini ci chiedono, ma dà anche delle indicazioni precise su come debba comportarsi una istituzione repubblicana, democratica e antifascista.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Vorrei fare due osservazioni, una di metodo e una di merito.
Credo che tutti oggi si siano accorti che questo argomento non era all’ordine del giorno e che è stato introdotto, può capitare, in un modo abbastanza irrituale.
Io faccio parte della IV Commissione, poche settimane in quella sede abbiamo ascoltato un comitato. Lo abbiamo ascoltato con attenzione, con garbo, con rispetto istituzionale, abbiamo preso atto di quelle istanze, dopodichè ci siamo limitati a prendere atto che c’era una sensibilità territoriale importante che esprimeva un parere in merito al famoso decreto Ronchi.
Poi oggi abbiamo assistito ad un’ulteriore – modesta, dal mio punto di vista – intrusione all’interno della Conferenza dei Capigruppo per ascoltare le stesse ed identiche istanze, perché appunto ci si era preoccupati che all’ordine del giorno non era inserita alcun tipo di mozione a riguardo.
Ritengo sia abbastanza irriguardoso per i lavori di quest’Aula e per il ruolo istituzionale che ha questa Assemblea legislativa che si adotti un metodo piuttosto poco democratico – mi dispiace che il Consigliere Bucciarelli sia uscito –. Questa pressione sulle istituzioni, che secondo me è fuori luogo, è quanto di più antidemocratico e irriguardoso, ripeto, nei confronti di questa Assemblea che, ricordiamo a tutti, è stata eletta dal popolo.
Quindi personalmente, ma chiaramente lo faccio anche a nome di tutto il Gruppo Futuro e Libertà, voterò convintamente contro questa proposta di risoluzione sia per il merito che per il metodo.
Ritengo giuste le osservazioni fatte circa l’inopportunità che questa Assemblea dia mandato alla Regione di rappresentare una volontà popolare, volontà che ancora deve essere espressa attraverso la via referendaria.
Non possiamo assolutamente nascondere che questa risoluzione trasuda di strumentalizzazione politica – questo invito lo rivolgo ai colleghi di maggioranza affinchè si pongano il problema -. Seppure alcuni auspici e alcuni princìpi potrebbero in qualche modo essere compresi e sostenuti anche da chi sta su questi banchi, è evidente che il metodo e soprattutto il contenuto e la forma di questa risoluzione nasconde non pochi pericoli per la rispettabilità di questa Assemblea legislativa.
Quindi da parte nostra c’è l’intendimento forte e convinto di vedere riformata questa risoluzione, cioè dovreste emendarla in alcuni punti, magari concertandolo con tutta l’opposizione. Anche perché questa proposta di risoluzione (prima mozioni) è stata presentata oggi, non è stata posta al vaglio di nessuna commissione, né è stata preventivamente sottoposta all’Assemblea, insomma, la vediamo oggi per la prima volta. E poi ci si viene a dire che chi non la vota è un fascista. Sì, perché questa è la sostanza dell’intervento di chi mi ha preceduto. E’ assolutamente fuori luogo, quindi lo rispediamo al mittente.
Riteniamo che il PD non si possa e non si debba nascondere dietro questa iniziativa che, ripeto, è assolutamente demagogica e, tra l’altro, è anche molto debole in quanto i contenuti e i modi con cui è stata esposta sono assolutamente irricevibili.
Quindi faccio appello al Capogruppo del PD e al Capogruppo dell’Italia dei Valori che rivisitino le modalità e soprattutto alcuni contenuti, altrimenti il nostro voto sarà assolutamente e convintamente contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Sarò brevissimo, gli interventi del Presidente Giancarli e del Presidente Bucciarelli hanno praticamente detto tutto.
Dico soltanto che mi sentirei a disagio se questa maggioranza non facesse tutto quello che è consentito per contrastare chi afferma in questo Paese che tutto è merce, che tutto si compra e tutto si vende.
Non sono d’accordo con il collega Silvetti, mi dispiace, perché qui sembra che ci siamo svegliati stamattina e abbiamo deciso in maniera improvvisata di definire la nostra linea su tale questione. Voglio ricordare che per contrastare questa cosa abbiamo passato giorni al freddo a raccogliere le firme, ora sono giorni che siamo di nuovo sulle piazze per promuovere la partecipazione a questo e ad altri referendum.
Quindi questa mozione la voterò convintamente. Ripeto, mi sarei sentito a disagio – mi rivolto all’amico collega Zinni - se questa maggioranza non avesse espresso un parere netto e deciso sulla questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Ho ascoltato con attenzione le parole del Consigliere Zinni, ma soprattutto la Consigliera Foschi in quanto ciò che ha detto ha suscitato in me una riflessione.
I buoni propositi sulle questioni vanno sostenuti a prescindere. Noi ad esempio in VI Commissione abbiamo votato all’unanimità tutto ciò che riguarda il bene comune dell’acqua. Quindi su questo non c’è problema. Il problema è quando si nominano le sigle degli addetti ai lavori che, guarda caso, hanno in mano i servizi essenziali.
Io questo argomento dell’acqua lo paragonerei benissimo a quello del petrolio, ovvero su ciò che in questo momento è oggetto del contendere nella nostra antistante Libia, da tutti sempre tenuta in considerazione per il problema energetico.
Quindi una riflessione va fatta anche sull’acqua.
Ecco, proprio un grande imprenditore marchigiano, che dovrebbe essere ben noto a tutti i marchigiani ma soprattutto al Presidente, qualche anno fa con la Général des Eaux ebbe l’intuizione di privatizzare l’acqua. Perbacco!
Allora oggi questi facili disattenti, oserei dire anche burloni, che con tanta apprensione parlano del problema dell’acqua, hanno dimenticato chi era questo imprenditore.
E tutto questo, Assessore all’ambiente, dovrebbe essere di sua pertinenza. Anche perché all’epoca lei, se non vado errato, era nell’interregno. Prima eravamo tutti DC, con tanto orgoglio e tanto onore…èh, èh, Presidente Bugaro, lei capisce dove sto andando, vero! Verso quella grande famiglia che gestiva gli affari della sinistra, che oggi in maniera sinistra strumentalizza i cittadini marchigiani su quello che è ovvio, che è scontato. Ovvero sul fatto che l’acqua è un bene di tutti. Punto! Che l’acqua sia un bene di tutti non ha certo colori politici.
Spero che non si deciderà mai di fare una guerra sull’acqua, ma ho timore che questo sarà lo scenario del prossimo futuro, perché oggi attacchiamo le Sette sorelle del petrolio che vanno a dire in Africa a Gheddafi “sei…” Che sei! Poi a Mubarak è stato detto: “devi andare via perché devi andare via”. E domani magari lo diranno al signor Mario Rossi che si troverà ad affrontare il problema dell’acqua. E sappiamo bene di che cosa parliamo! Assessore all’ambiente, stia attento! Perchè adesso arrivo al passaggio dei servizi integrati che sono di sua stretta competenza e osservanza.
Stiamo assistendo in questi giorni in maniera distratta ad attacchi isolati, nel senso che l’argomento viene posto in maniera casuale, dopodiché si dibatte su quell’argomento e ci sono Consiglieri regionali monotematici o monomaniacali che puntano in maniera direi quasi sconsiderata, ossia senza guardare la generalità di quello che è il problema della gestione dei servizi integrati.
La Consigliera Foschi diceva che lei conosce bene le cose del pesarese, quindi anch’io posso dire che conosco benissimo le cose del pesarese in quanto conosco bene la Consigliera Foschi, non ho certo difficoltà ad avere informazioni in diretta. Come ovviamente conosco bene il problema del sud delle Marche – adesso vengo a lei, Assessore all’ambiente – o nord dell’Abruzzo, come dico sempre.
Pertanto voglio qui richiamare delle sigle, parlerò cioè del Piceno Consid, del Cip e del Piceno Ambiente.
Consigliere Assessore, lei vigila bene su questi problemi? Perché noi avremo un Consiglio comunale giovedì perché il nostro Sindaco ha deciso che il giorno prima deve riunire l’assemblea dei Sindaci. Cioè, noi siamo abili giocatori del quiz politico, mi capisca bene, Assessore! Ma nessuno ci può dar ad intendere! Oggi si vuole parlare di un argomento singolo con una proposta di risoluzione messa sul tavolo di discussione in maniera, il Consigliere Silvetti diceva irrituale, io direi furbesca. Quindi stiamo attenti, vigili anche lei, Assessore! Perché nei servizi integrati c’è l’acqua, c’è l’ambiente, c’è la monnezza, come direbbe il nostro mirabile Massimo. Stiamo attenti! E soprattutto quando si parla di società quotate in borsa vada a vedere in loco quali sono le sigle che compartecipano.
Faccio allora qui un’osservazione direi quasi brutale. Quanto ci costa la pulizia dei locali della Regione? Però a quei bandi rispondono le società o le cooperative dell’Emilia Romagna e dell’Umbria, i nostri non rispondono e poi vanno in subappalto: 3 euro e 20 è l’appalto, il subappalto 1 euro e 70. Qualcuno ci dovrà spiegare queste cose!
Che dunque si vigili sull’acqua e sui servizi integrati dell’ambiente. E non facciamo Hera, perché chi era è anche oggi, Assessore!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Perazzoli.

Paolo PERAZZOLI. Il tema dell’acqua da alcuni viene affrontato in modo ideologico, che non è certo il mio modo di fare, però qui dobbiamo essere chiari.
Affermare che l’acqua è un bene pubblico, siccome siamo tutti d’accordo, è un’ovvietà, ma su questo occorre sottolineare una differenza fondamentale, quella cioè che quando se ne impone per legge la gestione a terzi, ovvero a un soggetto altro, con la partecipazione pesante dei privati, si avvia un percorso che va comunque verso la privatizzazione. Altro discorso è invece, come appunto diciamo noi oggi, che sia il territorio a decidere la forma di gestione.
La garanzia che l’acqua sia un bene pubblico sta dunque nel fatto che a decidere siano le comunità locali, che appunto possono optare, secondo i propri convincimenti e la propria organizzazione, se a gestirla debba essere una società interamente pubblica oppure, come è nel caso ascolano, se affidarla a terzi. Questa è la garanzia che l’acqua possa rimanere un bene pubblico, quando invece tutto va verso una certa direzione si rischia che possa non esserlo più.
Quindi se ci fosse davvero la volontà di arrivare ad un voto unanime su un bene primario come appunto l’acqua credo che valga la pena di sospendere i lavori per cinque minuti per arrivare ad una risoluzione unitaria. Se riuscissimo ad essere d’accordo su tre concetti fondamentali, ossia, che l’acqua è un bene pubblico, che si determini una regolamentazione dopo l’esito del referendum, che siano le comunità locali a decidere le forme di gestione, credo che sarebbe un risultato molto importante, che appunto, ripeto, giustificherebbe una breve sospensione. Chiedo ai Capigruppo di valutarla.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna, ne ha facoltà.

Giancarlo D’ANNA. A me è piaciuto l’ultimo l’intervento. Essendo questo un argomento molto importante ed interessante sicuramente in prospettiva continuerà a tenere banco, per cui anch’io vorrei votare una risoluzione a favore dell’acqua pubblica. Quindi ritengo sia importante il suggerimento che è stato appena dato, ossia quello di fermare un attimo i lavori per trovare una condivisione, magari togliendo da questa proposta di risoluzione quei punti che sono squisitamente ideologici e concentrando l’attenzione solo sulla realtà del problema dell’acqua.
Questo penso sia doveroso, se invece non fosse possibile farlo adesso al quel punto chiederei un rinvio. Però, ribadisco, se riuscissimo a trovare una sintesi sarebbe un bel segnale. C’è infatti una condivisione abbastanza diffusa sul fatto che l’acqua debba comunque rimanere un bene pubblico e non quindi finire in mano ai privati.
Faccio dunque mia la proposta appena fatta di una sospensione per trovare una sintesi in un documento comune.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Traversini.

Gino TRAVERSINI. Con il mio intervento, oltre ad essere una dichiarazione di voto, vorrei fare alcune precisazioni. Anche perché la Consigliera Foschi ha parlato della questione pesarese, un tema che mi riguarda.
Io per tantissimi anni ho fatto l’amministratore nella provincia di Pesaro, quindi oggi mi sento in linea con questa risoluzione in quanto nel pesarese contrari a quella operazione non fu solo la città Fano.
Io quando si costituì l’Ato ero Sindaco di Cantiano. Allora noi del Comune di Cantiano insieme ad altri cinque Comuni (Cagli, Montecopiolo, tutti ora non li ricordo) ci siamo fatti commissariare perché vedevamo nella nuova gestione dell’acqua un qualcosa che portava al di fuori da quella che invece considerava molto importante il fatto che l’acqua debba essere un bene pubblico, che l’acqua debba essere gestita dai territori. Insomma, è per dire che quella svolta non fu da tutti condivisa, ed io ero uno di quelli, pertanto mi sento in linea con l’odierna risoluzione.
Peraltro dopo quel passaggio dell’Ato ci fu anche l’innamoramento da parte di qualcuno della questione di Arezzo – chi ha seguito la problematica dell’acqua se lo ricorderà - con la Général des Eaux, che però è stato un fallimento. Io invece non mi sono mai innamorato di quella questione, in tutti questi anni ho portato avanti la mia posizione insieme ad altri dell’entroterra. Certo, non solo dell’entroterra, ma lì la questione dell’acqua è molto sentita, anche perché è sopratutto nell’entroterra che ci sono molti giacimenti, quindi ci teniamo in maniera particolare.
Dunque è per questo che appoggio la risoluzione.
Sono inoltre convinto che dobbiamo fare il possibile nel dire la nostra - chiaramente nel rispetto del ruolo istituzionale, perché un conto è il ruolo politico, un altro è quello istituzionale - rispetto al referendum, che, in base alla normativa in vigore, attualmente è l’unica arma che abbiamo per sancire l’acqua come bene comunque e quindi per una sua gestione pubblica. Ed io per questo mi sono sempre battuto e continuerò a farlo.
Pertanto, ripeto, sono in linea con questa risoluzione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione. (…) Consigliere, c’è una richiesta di rinvio? (…) Chiedo scusa, non l’avevo registrata. Quindi ora, prima di passare al voto della risoluzione, pongo in votazione la richiesta di rinvio proposta dal Consigliere D’Anna. Prego votare.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Pongo in votazione la proposta di risoluzione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Colleghi, è stato un privilegio, alla prossima seduta.


La seduta termina alle ore 13.30