Resoconto della seduta n.40 del 05/04/2011
SEDUTA N. 40 DEL 5 APRILE 2011

La seduta inizia alle ore 10,15

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 39 del 29 marzo 2011, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 83/11 in data 24 marzo 2011, ad iniziativa del Consigliere regionale Zaffini, concernente: “Riconoscimento e sostegno delle manifestazioni regionali legate a tradizioni religiose e popolari come espressione culturale della comunità marchigiana”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla Il Commissione per il parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno;
- n. 84/11, in data 24 marzo 2011, ad iniziativa dei Consiglieri Sciapichetti, Comi, Traversini, Giancarli, Badiali, Perazzoli, Ortenzi concernente: “Interventi per l’inserimento e l’integrazione sociale a favore dei non udenti”, assegnata alla V Commissione in sede referente, alla Il Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno e al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 4, della legge regionale n. 4/2007;
- n. 85/11, in data 30 marzo 2011, ad iniziativa dei Consiglieri Giannini, Marangoni, Massi, Comi, Marinelli, Sciapichetti, Giorgi, concernente: “Modifiche alla l.r. 7/2004, 24/2009, 16/2010 e 20/2010”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della legge regionale n. 4/2007.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 25/11, in data 24 marzo 2011, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma degli interventi per l’anno 2011 - Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi dell’articolo 2 della legge regionale 51/1997: Norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla Il Commissione per l’espressione del parere ai sensi dell’articolo 69 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 135/2011 del Consigliere Binci: “Risparmio energetico”;
- n. 136/2011 dei Consiglieri Giancarli, Binci, Camela, Acacia Scarpetti, Acquaroli, Silvetti, Ricci “Modifica al Regolamento CE n. 2445/2006 – applicazione”;
- n. 137/2011 dei Consiglieri Busilacchi, Ricci, Badiali, Giancarli: “Rigassificatore di Falconara Marittima”;
- n. 138/2011 del Consigliere Bugaro: “La direttiva Bolkestein e la fine degli stabilimenti balneari nelle Marche”.
Il Presidente della giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni in data 21 marzo 2011:
- n. 375: “Art. 2, comma 1, lettera a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 329.916,30";
- n. 376: “Art. 2, comma 1, lettera a) della l.r. n. 20/2010 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 45.403.536,87";
- n. 377: “Art. 2 della l.r. n. 20/2010 Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente. € 6.127.453,93";
- n. 378: “Art. 2, comma 2, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale - progetto GOES - € 21.050,00”;
- n. 379: “Art. 2, comma 3, della l.r. n. 20/2010 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese per corsi di formazione. € 14.000,00”;
- n. 380: “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 2, della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 59.000,00";
- n. 381: “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1 della l.r. n. 21/2010 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2011 di ulteriori assegnazione per la realizzazione del “Progetto nazionale di promozione dell’attività motoria e relative spese. € 27.500,00";
- n. 382: “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 30.000,00. Modifica al POA 2011 approvato con delibera di Giunta regionale 1844/2010”;
- n. 383: “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2011 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 1844/2010 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 28.000,00”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Cardogna e l’Assessore Donati.

Diamo inizio alla trattazione dell’ordine del giorno, non prima di aver salutato, credendo di interpretare il sentimento di tutti i colleghi, gli alunni e gli insegnanti della Scuola media Lotto di Loreto, classe II E, e il Consiglio comunale dei ragazzi. Benvenuti nell’Aula assembleare.


Comunicazioni ai sensi dell’art. 35, sesto comma, del Regolamento interno

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Zaffini, ne ha facoltà.

Roberto ZAFFINI. Per comunicare che fuori dal Palazzo regionale c’è il comitato di Montecopiolo in rappresentanza anche di Sassofeltrio.
Forse qualcuno si è scordato che nel 2007 in questi due comuni si è svolto un referendum con il quale i cittadini hanno deciso per il distacco dalla regione Marche e quindi di intraprendere lo stesso iter che hanno svolto i comuni della Valmarecchia.
Sono qui per protestare sul fatto che su questo tema, così importante per questi cittadini, c’è una totale indifferenza. Ci sono infatti dei procedimenti parlamentari che attendono i pareri delle due Regioni che seppure vincolati sono comunque obbligatori.
Quindi sono qui per chiedere il ripristino dell’iter, mi adopero affinchè il Presidente, il Vicepresidente o la Presidente della I Commissione, referente in materia, accolgano questo comitato e intraprendano celermente una decisione sul tema.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Zaffini. Ma non ho capito perchè il comitato parla per interposta persona. Io non sono stato contattato né per riceverlo né per incontrarlo. Prima di protestare credo che per lo meno la necessità di interloquire con un rappresentante dell’Assemblea legislativa o della Giunta o della Commissione sia una cosa normale. Detto questo, nulla osta ad incontrarlo, si tratta un attimo di organizzarsi, perchè non sapendo nulla non abbiamo potuto programmare. Quindi ora valuteremo poi faremo sapere.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Come già comunicato nella Conferenza dei Capigruppo chiediamo che insieme alla iscritta interpellanza n. 21 dei Consiglieri Bugaro e Zinni “Chiusura guardia medica nel comune di Ostra” si discuta anche l’interrogazione n. 329 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Badiali sullo stesso argomento.

PRESIDENTE. Questo è stato già accordato quindi con l’interpellanza n. 21 si tratterà anche l’interrogazione n. 329 di cui, peraltro, è già pronta la risposta.


Interpellanza n. 10
della Consigliera Romagnoli
“Appropriatezza e consapevolezza del taglio cesareo e sicurezza al parto”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 10 della Consigliera Romagnoli. Ha la parola per la risposta l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione all’interpellanza in oggetto si precisa quanto segue.
In data 16 dicembre 2010, in sede di Conferenza Unificata, è stato siglato l’Accordo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18 gennaio 2011, tra Stato, Regioni, ANCI, UPI e UNCEM concernente “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”, predisposto dal Ministero della Salute.
Tale documento, che prevede la chiusura dei punti nascita al di sotto di 500 parti e il mantenimento “in aree geografiche con rilevanti difficoltà di attivazione dello STAM” (servizio di trasporto assistito materno) dei punti nascita con meno di 1000 parti, necessita della predisposizione di un piano di riordino dei punti nascita regionale e complessivamente di tutto il percorso nascita con lo scopo di ridurre il rischio in sala parto.
Sarà pertanto indispensabile adeguare il nostro operato a quanto stabilito a livello ministeriale.
Per quanto concerne l’elenco delle Raccomandazioni emanate per il miglioramento della sicurezza ai pazienti e della qualità delle cure, è stato approvato con DGR 1513 del 28 settembre 2009 un programma di gestione del rischio clinico che prevede anche il monitoraggio dell’implementazione delle Raccomandazioni ministeriali.
Nel corso del 2010 sono già state affrontate anche in corsi di formazione specifici con il seguente calendario:
15 marzo 2010: Raccomandazione 1 “Corretto utilizzo delle soluzioni concentrate di Cloruro di Potassio - KCl - ed altre soluzioni concentrate contenenti Potassio; Raccomandazione 7 “Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica”; Raccomandazione 10 “Raccomandazione per la prevenzione dell’osteonecrosi della mascella/mandibola da bifosfonati”;
30, 31 marzo 2010: Raccomandazione 2 “Raccomandazione per prevenire la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico”; Raccomandazione 3 "Raccomandazione per la corretta identificazione dei pazienti, del sito chirurgico e della procedura”;
26 aprile: Raccomandazione 4 “Raccomandazione per la prevenzione del suicidio di paziente in ospedale»; Raccomandazione 8 “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”; Raccomandazione 9 “Raccomandazione per la prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali”.
Per il 2011 sono previste le Raccomandazioni 5, 6, 11, 12 e la 13 che è in fase di elaborazione.
Per quanto riguarda i dati di attività relativi ai parti e alla loro tipologia è stata fatta una tabella che leggerò nel dettaglio, è un po’ lunga ma credo valga la pena comparare i dati.
Per quanto riguarda i parti complessivamente sono stati 14.563 nel 2008, di cui tagli cesarei 5.282, quelli spontanei 9.281. Nel 2009 in totale sono stati 14.254, di cui 4.974 i tagli cesarei. Nel 2010 ci sono stati complessivamente 10.106 parti , con 3.537 tagli cesarei. Questi dati sono via via distribuiti per tutte le aziende; se vuole, Consigliera, le consegno la tabella dove viene riportata nel dettaglio zona per zona, azienda per azienda, presidio per presidio.
C’è infine da evidenziare che il taglio cesareo è elemento di monitoraggio tramite il documento (DGR) di budget assegnato alle Aziende ed alle Zone. Cioè, sulle Raccomandazioni fatte dal Ministero noi tra le valutazioni dei nostri Direttori abbiamo inserito proprio l’abbassamento del taglio cesareo, glielo abbiamo messo in budget nel loro contratto, in modo siano più attenti, appunto, alle Raccomandazioni emanate dal Ministero.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. L’interpellanza si pone un duplice obiettivo conoscitivo. Sia quello di promuovere una maggiore sensibilizzazione e quindi l’attuazione di quel Protocollo da lei citato, Assessore, che deve portare alle linee, alle Raccomandazioni agli ospedali, alla campagna informativa per far sì che l’uso del parto non naturale, del parto ospedalizzato, del parto cesareo, sia limitato soltanto ai casi in cui questo sia necessario. Sia per conoscere i dati della Regione Marche, visto che a livello centrale quel Protocollo ha preso il via da un dato statistico, ossia quello del 38% di tagli cesarei in Italia. Dato appunto ritenuto eccessivo, patologico, non fisiologico. Il fatto che una donna su tre ricorra al cesareo è decisamente eccessivo.
E’ da tempo che affrontiamo questo argomento, addirittura nei princìpi generali del primo piano sanitario inserimmo facilitazioni a sostegno della natalità e tutto quello che va verso una sana applicazione della 194.
Tutti i Governi nazionali, ma in particolare la sanità italiana favorisce la natalità naturale per una serie di ragioni, non ultimo - senza voler parlare della filosofia del parto naturale, che appunto porta a una serie di vantaggi e sopratutto di conseguenze positive al bambino sotto ogni punto di vista - come lei sa, Assessore, il discorso dell’appropriatezza dei costi. Si ricorre a strutture di eccellenza oppure a partorire sistematicamente in Ancona, quando invece tutte abbiamo avuto altre esperienze – anche su questo ho la mia idea – in ginecologie e ostetricie di certi ospedali minori che funzionano benissimo. Ci va pure bene che si debba catalizzare negli ospedali di rete, che lì si debba avere il reparto di neonatologia o l’assistenza pediatrica e tutta una serie di altre cose, i parti possono avere complicanze, però che buona parte delle Marche debba andare inappropriatamente in Ancona vuol dire che c’è qualcosa che non funziona.
L’inappropriatezza fa sì che si svuotino i reparti e tutta una serie di altre questioni, ma sopratutto, ripeto, comporta una serie di costi. Il Salesi deve semmai rimanere per le emergenze o per i casi più difficili, insomma per le situazioni non fisiologiche bensì per quelle patologiche.
Io la ringrazio, Assessore, perchè l’indagine che ha fatto è esauriente, però mi conferma comunque che anche nelle Marche c’è un dato di inappropriatezza di questi parti cesarei.
Quindi c’è bisogno che questo Protocollo venga applicato, c’è bisogno sicuramente di più informazione, ma direi anche di più sensibilizzazione dei medici, spesso infatti il cesareo è visto come l’unico modo per assicurare sicurezza, e questo è sbagliatissimo, seppure così è.
Certamente il parto naturale ha insiti, per natura stessa, dei rischi, che però non sono eliminabili, per quanto oggi si cerchi di ridurli al massimo, perchè oltre al fatto che la medicina non è una scienza esatta, è la stessa natura umana che non porta a soluzioni esatte e tanto più lo è per il parto.
Oggi, ripeto, per scongiurare qualsiasi pericolo, qualsiasi complicanza, si ricorre al cesareo, ma alla base principale ritengo vi sia diseducazione e una cattiva informazione.
Dunque occorre riprendere il problema all’origine, occorre riprendere un discorso che può essere fatto magari dai consultori o in quei posti dove la donna si prepara per la gestazione; sì, la preparazione infatti c’è ma alla fine spesso interviene la scorciatoia del parto cesareo. Allora, dicevo, i consultori, i medici di base, le strutture preposte, le stesse ostetriche che preparino – ecco che la Regione deve promuovere la formazione - in maniera serena ai rischi naturali del parto e allo stesso tempo favoriscano il parto naturale rispetto a quella che deve essere una anomalia riservata ai soli casi difficili, a complicazioni, alle cosiddette gravidanze particolari.
Oltre a questo, ma non per ultimo, come dicevo, c’è il problema dei costi. Sapete infatti benissimo che l’inappropriatezza, sia nei ricoveri, sia nelle acuzie, sia nelle degenze ospedaliere, sia nei parti cesarei impropri, è la causa principale di sprechi, di costi. Si sa che la donna al secondo e terzo figlio ha dei problemi e probabilmente deve aprire una strada che porta ad altri cesarei, perchè a quel punto i rischi si impennano e diventano particolari. Quindi che ci sia una appropriata formazione e informazione su questo tema per evitare che anche nelle Marche, come confermato oggi dall’Assessore Mezzolani, ci sia un dato un po’ eccessivo e anomalo rispetto al ricorso del parto cesareo per le donne marchigiane.


Interpellanza n. 14
del Consigliere Zaffini
“Rilascio Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) alla Ditta F.lli Rossi fù Alderige sita nel Comune di Fermignano (PU)”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interpellanza n. 14 è rinviata in quanto l’Assessore Donati ha chiesto congedo.


Interpellanza n. 21
dei Consiglieri Bugaro, Zinni
“Chiusura Guardia medica nel comune di Ostra”

Interrogazione n. 329
dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Badiali
“Guardia medica nel territorio del comune di Ostra”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 21 dei Consiglieri Bugaro, Zinni e, come richiesto, l’interrogazione n. 329 dei Consiglieri Busilacchi, Giancarli, Badiali, abbinate.
Per la risposta ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Elencherò le motivazioni per le quali è stata avanzata quella che, per il momento, è una semplice proposta. Perchè l’iniziativa non ha avuto l’avvio? Per la semplice ragione che deve essere rivisitata, ovviamente, all’interno dei piani di area vasta che in questi giorni stiamo discutendo con le parti sindacali. Quindi, anche alla luce della raccolta di firme che c’è stata, valuteremo con grande attenzione. E se c’è necessità soprassedere all’attivazione di tale servizio.
La proposta è nata da una discussione fatta nella Zona, ma che, ripeto, va riportata all’interno di un ragionamento più ampio, solo lì eventualmente si prenderanno i provvedimenti necessari, tenendo debitamente conto anche di ciò che è emerso dal confronto che ho avuto, insieme ad alcuni Consiglieri e su sollecitazione del Consigliere Bugaro, con i rappresentanti del Consiglio comunale di Ostra.
Quali sono gli elementi che hanno portato a questa proposta? Proposta che, ripeto, è solo in discussione e quindi ad oggi rimane tale.
L’art. 12 della l.r. 36/1998 “Sistema di emergenza sanitaria” in una sua parte testualmente recita: “In considerazione della nuova organizzazione del sistema di emergenza sanitaria, le sedi di servizio dell’attività di continuità assistenziale sono rideterminate secondo parametri rispondenti alle reali necessità del territorio e comunque facendo in modo che ogni sede assista almeno 20.000 abitanti.” (il CCNL dei medici di continuità assistenziale prevede un parametro più elevato pari a 25.000 abitanti).
L’attuale organizzazione della continuità assistenziale nella zona territoriale 4 che ha circa 80.000 abitanti è garantita da 5 postazioni. Per rientrare nelle previsioni di legge è opportuno ridurre il numero delle sedi di servizio dell’attività di continuità assistenziale da 5 a 4. L’opportunità di ridurre una postazione per adeguare l’organizzazione ai dettami della Legge regionale sull’emergenza sanitaria porta ad identificare – ma, ripeto, è solo una proposta - la sede di Ostra come quella su cui intervenire per il suo superamento.
La scelta è caduta sulla sede di Ostra perchè è l’unica fra quelle a minor carico di lavoro a non supportare il lavoro e le necessità delle strutture residenziali (RSA) presso cui sono allocate.
Eliminare la sede della Continuità assistenziale dagli altri presidi residenziali di Arcevia, Corinaldo o Ostra Vetere significherebbe rinforzare l’assistenza medica nei festivi, prefestivi e nelle notti con l’acquisizione di personale dipendente che condurrebbe ad un aggravio dei costi.
L’attività svolta dalla sede di Ostra (che oggi è pari a 1,5 visite domiciliari per ogni turno di 12 ore) viene redistribuita alle postazioni di Ostra Vetere, Corinaldo e di Arcevia che appaiono assolutamente in grado di assumere i carichi di lavoro della postazione soppressa. Inoltre la nuova organizzazione rende il sistema più efficiente dato che garantisce con le medesime risorse lo stesso servizio precedente ed aumenta la produttività delle postazioni che in qualche caso, a causa del contenuto bacino di popolazione, era piuttosto basso.
La nuova organizzazione permette un recupero di risorse su base annua pari a circa 143.868 euro che verrebbero utilizzati integralmente per il finanziamento di un progetto attraverso cui, reclutando personale sanitario, si tenderà alla riduzione dei tempi di attesa al Pronto Soccorso dell’ospedale (ambulatorio per la gestione dei codici di minore gravità bianchi e verdi).
Infatti, presso il Pronto soccorso di Senigallia si registrano elevati tempi di attesa per i codici bianchi e verdi per l’alto flusso di persone. I tempi medi di attesa nel periodo da settembre 2009 a maggio 2010 sono stati: 4 minuti per il codice Rosso; 27 minuti per il codice giallo; 97 minuti per il codice verde; 90 minuti per il codice bianco. Tempi di attesa che, ovviamente, aumentano sensibilmente nel periodo estivo (+26,7%).
Per questo si è pensato di attivare – da qui discende la proposta - una postazione di continuità assistenziale da collocare in Pronto Soccorso, per un totale di 5700 ore/anno per trattare i codici bianchi e verdi e ridurre drasticamente i tempi di attesa dei cittadini al pronto soccorso.
Il nuovo servizio sarà presente tutti i giorni dalle 8,00 alle 20,00 e tutte le notti dei prefestivi e del periodo estivo.
L’obiettivo è quello di una riduzione del tempo di attesa medio nell’anno 2011, rispetto all’anno 2010, almeno del 20% per codici verdi e almeno del 10% per i codici bianchi.
Questo ragionamento, nel confronto appunto che c’è stato e che ha portato a questa proposta – ripeto, che è congelata in attesa di una discussione più ampia su scala provinciale -, è stato condiviso con un accordo sottoscritto dai rappresentanti dei medici di medicina generale, dai rappresentanti della guardia medica, dalle organizzazioni sindacali territoriali, e naturalmente rientra in quella proposta che vi dicevo della Zona e dell’ASUR.
Torno a ripetere, però, che è semplicemente una proposta che rileggeremo all’interno di un più complessivo disegno che porterà poi a quella che sarà la proposta definitiva dell’organizzazione su area vasta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Riscontro dalle parole dell’Assessore un richiamo a un tecnicismo che è tipico della difesa di quando si cerca di arginare una situazione di difficoltà. Però mi fa piacere che nella sua ultima parte dell’intervento l’Assessore in qualche modo lasci aperta una porta.
La vicenda è nota. La Valle del Misa e del Nevola ha subìto negli anni un progressivo depauperamento, ovvero una progressiva riorganizzazione dell’offerta sanitaria. Questo in un certo qual modo è comprensibile, finanche auspicabile, sappiamo perfettamente che la specializzazione e il rispetto dei conti sono due parametri a cui nessun Governo regionale, a prescindere dal colore, può sfuggire. Però in ciò va anche sottolineato che Ostra, che è il comune capofila di una vallata, è stato sicuramente il più penalizzato, e questa decisione confermerebbe un’impostazione che diventerebbe, essa sì, insostenibile ed intollerabile.
Voglio ricordare che il costo della guardia medica di Ostra – come ci è stato riferito dal Direttore di Zona Pesaresi – è inferiore a 150 mila euro all’anno. E qualora fosse smantellata non è che la Zona territoriale subirebbe un risparmio di 150 mila euro, perchè comunque quei cittadini andrebbero a richiedere le stesse prestazioni all’ospedale di Senigallia, oppure andrebbero a rivolgersi alla guardia medica di Ostra Vetere, che al quel punto necessariamente dovrà essere implementata; perchè se il cittadino ha una necessità sanitaria non è che la stessa viene meno per il fatto che non c’è più la guardia medica, per cui in presenza di una necessità egli comunque si rivolge laddove c’è l’offerta. Quindi va da sé che non avremmo un risparmio economico, ma avremmo invece, quello sì, il disagio di una popolazione che si vede progressivamente ridotto un servizio essenziale.
Pertanto auspichiamo una revisione di questa decisione, che tra l’altro, voglio sottolineare, non ha avuto un percorso istituzionale corretto, non è infatti stata concordata all’interno della Conferenza dei Sindaci, quindi della Conferenza dei servizi, è stato un atto di imperio – mi sia consentito il termine – da parte del Direttore della Zona territoriale.
Ora per poter modificare questa situazione ritengo ci siano tutti i margini.
La scorsa settimana abbiamo incontrato – uso il plurale perchè ero presente – una delegazione composta dal Sindaco di Ostra e dai rappresentanti di tutte le forze politiche che in maniera congiunta, centro-destra e centro-sinistra, hanno sottolineato il problema all’Assessore, che a sua volta ha preso l’impegno, come ha fatto oggi, di approfondire la questione per cercare di formulare una proposta diversa.
Io non voglio pensar male – qualcuno molto più esperto di me in politica dice che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende –, ossia che in realtà ci sia un tentativo, sotto la luce del risparmio, di punire alcuni Comuni di segno politico opposto rispetto alla maggioranza provinciale e regionale, e di mettere in conflittualità, guarda caso, due Comuni che stanno sullo stesso crinale, Ostra e Ostra Vetere, che non sono politicamente allineati alla maggioranza che governa la Regione e la Provincia. Però questo lo dico più come provocazione, ed essendo persona responsabile non voglio spingere su questo fronte, perchè mi auguro di cuore che non sia così, me lo auguro prima ancora che da esponente politico da cittadino, sarebbe veramente disarmante se ciò venisse in qualche modo riscontrato.
Chiedo, e concludo, che questa decisione sia rivista, Assessore, e che si dia soddisfazione, nel rispetto della quadratura dei conti, a un territorio che ha già dato, ricordo ad esempio le vicende della RSA, insomma, tutte le vicende che hanno caratterizzato negli anni il comune di Ostra, un comune che, ripeto, in termini di cifra demografica è il più importante di quella vallata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Vorrei aggiungere poco rispetto a quello che ha detto il collega Bugaro, però, Assessore, vorrei che mi ascoltasse, se non altro, verba volant, nessuno potrà dire che non gli sono state riferite adeguate motivazioni politiche.
Innanzitutto vorrei intersecare questa interpellanza con quella precedente inerente lo sviluppo dell’ospedale di Senigallia. Quindi, visto che la decisione di chiudere la guardia medica nasce dal Direttore Pesaresi su un ragionamento di utilizzo di quelle risorse proprio sull’ospedale di Senigallia, mi sento di dire questo.
Ossia, le politiche ospedaliere tendono all’accorpamento, e questo lo sappiamo, è un fatto manageriale, gestionale, accade in tutta Italia, però non vorrei che si arrivasse a un punto in cui una regione come le Marche, che ha poca popolazione rispetto ad altre, possa avere un maggiore disagio. Perchè? Perchè non rispettando determinati parametri di servizi in rapporto agli abitanti di fatto in termini sanitari si va a creare una costa ben servita e un entroterra impoverito al punto da favorirne la fuga dei cittadini. Questo non è sostenibile, significherebbe gettare la spugna nella gestione di tutto il territorio regionale. Un domani si potrebbe verificarsi un tale disagio che potrebbe addirittura far arrivare a situazioni come quelle di quei comuni del pesarese che a un certo punto sono voluti integralmente scappare per andare in Emilia Romagna.
Da un lato sentiamo richiami allarmanti del Direttore dell’ASUR che dice che l’ospedale di Senigallia dovrà diventare un satellite di Ancona e che quindi dovrà ridurre l’operatività di alcuni reparti. Dall’altro vediamo un comune come Ostra, che storicamente in termini sanitari ha perso tutto, ospedale, RSA, e che in questa guardia medica aveva più un presìdio simbolico sanitario che un servizio sostanziale, la cui chiusura, però, comporterà l’inserimento in pianta organica di un medico in più al pronto soccorso di Senigallia per curare i codici bianchi e i codici verdi. Ma come lei sa, Assessore, e come viene praticato, in termini manageriali e non politici, da ogni ospedale d’Italia, la tendenza è quella di abbattere i codici bianchi e i codici verdi negli ospedali per trasformarli in visite o dal medico di base o in poliambulatori in termini di diagnostica o, se del caso, dalle guardie mediche.
Sul senigalliese c’è pertanto una schizofrenia in atto, da un lato l’ospedale verrà depotenziato e quei pochi soldi in termini di partita di giro li togliamo da un entroterra impoverito per andare a curare l’aria fritta, l’aria fritta, è grave! Cioè, noi prenderemo 150 mila euro non per curare la gente, ma per far prendere alla gente dell’entroterra la macchina, andare a Senigallia, farsi vedere al pronto soccorso e farsi dire che sta bene! Questo è!
Allora, poichè questa è una scelta che esce dal campo manageriale degli ultimi anni, fatta dalla Lombardia, dal Veneto, dalle Marche, insomma, da chiunque gestisca un ospedale, le chiedo questo, Assessore. Non voglio certo arroccarmi ideologicamente sulla necessità a tutti i costi che Ostra mantenga la guardia medica, però le chiedo di intervenire pesantemente sul direttore Pesaresi affinchè questi soldi della guardia medica non vengano spesi male per i codici bianchi al pronto soccorso di Senigallia, ma venga invece dato un servizio alternativo vero – vero! - al comune di Ostra che negli anni ha perso tutto.
Siccome il direttore Pesaresi in un’assemblea pubblica ha affermato di essere disponibile a investire su un aspetto poliambulatoriale, ma non ha chiarito in che termini, allora le chiedo, in prima istanza di ripensare a questa scelta del direttore, in seconda istanza, se non si vuole mantenere la guardia medica a Ostra perchè si vuole utilizzare quella del comune confinante di Ostra Vetere, che in cambio venga dato al comune di Ostra un servizio sanitario ben preciso, o in termini di diagnostica o in termini ambulatoriale, insomma quello che pare al direttore sanitario, ma che sia un servizio vero.
E qui entra la politica. Noi ai Comuni dell’entroterra quando togliamo loro ospedali dobbiamo dare contropartite serie, dobbiamo dare dei veri presìdi sanitari, anche specifici, anche un giorno a settimana, ma che siano veri. Non possiamo pensare di avere una sanità di eccellenza sulla costa e nell’entroterra man mano che si va in collina trovare il terzo mondo. E’ insostenibile!
Quindi la prego, Assessore, di parlare con Pesaresi, di non spendere questi soldi della guardia medica in questa cavolata - cavolata! - dei codici bianchi, inoltre che si intervenga affinchè si faccia o medicina preventiva o diagnostica o ambulatoriale o quello che le pare, e che venga fatto saltuariamente nei comuni della valle del Misa e del Nevola.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giancarli.

Enzo GIANCARLI. Intanto, anche a nome dei colleghi Badiali e Busilacchi, ma spero che intervengano anche loro, ringrazio l’Assessore Mezzolani.
La settimana scorsa l’Assessore ha incontrato, come ha ricordato il Vicepresidente Bugaro, la delegazione del Comune di Ostra, si era assunto l’impegno, come appunto si sta facendo, di discutere in questa seduta l’interpellanza e l’interrogazione. All’inizio e in chiusura del suo intervento ha detto chiaramente che siamo in presenza di una semplice proposta che sarà rivisitata all’interno di una piano di carattere generale e dentro la dimensione di area vasta.
Voglio però fare due considerazioni di carattere politico.
Io non riesco ad immaginare - il Vicepresidente Bugaro lo premetteva in termini provocatori - nemmeno lontanamente che possano essere assunte decisioni perchè magari c’è una maggioranza anzichè un’altra. La maggioranza che governa la Regione Marche lo ha dimostrato con coerenza, come l’hanno dimostrato le maggioranze di centro-sinistra, noi siamo animati da correttezza, lealtà e collaborazione istituzionale. Questo per quanto riguarda le relazioni tra istituzioni ma anche tra istituzioni e comunità.
L’altra cosa la voglio dire con molta umiltà al Consigliere Zinni. Perchè dobbiamo sostenere che l’ospedale di Senigallia o gli ospedali di rete vengono indeboliti? Quando nel piano che si sta discutendo in Commissione, e che arriverà fra non molto in Aula, c’è proprio il potenziamento degli ospedali di rete.
Quindi rimaniamo al merito della questione.
E’ vero, c’è stata una riorganizzazione dell’offerta sanitaria, per cui anche nelle Valli del Misa e del Nevola, però con un solo obiettivo, quello di migliorare la qualità dell’offerta sanitaria che passava attraverso l’ospedale di rete, le residenze sanitarie, le residenze protette, e quindi arricchimento dell’ospedale di rete, integrazione dei servizi socio-sanitari e sopratutto con i servizi del territorio.
Rispetto alla questione specifica intanto voglio fare una premessa. A noi, che di questo siamo consapevoli, spetta la responsabilità di fare leggi, atti di programmazione e il controllo, poi ai direttori di Zona dobbiamo garantire l’esercizio delle loro responsabilità nel rispetto del piano, delle leggi, degli atti, quindi il rispetto delle loro prerogative attuando quelle che sono decisioni dell’ASUR. Ecco, dentro questo quadro - e questa è la nostra ferma richiesta - anche gli atti di riorganizzazione, che magari si rendono necessari perchè siamo in presenza di una riduzione delle risorse, debbono essere concertati sopratutto con i Sindaci.
Per quanto riguarda Ostra, e concludo, sappiamo quanto questo servizio sia sentito da quella comunità, quanto si siano realizzate intese di carattere trasversale che hanno visto presente l’intera comunità, sicchè facciamo presente all’Assessore, come è stato già chiesto, che questa vicenda si possa chiudere nel migliore dei modi e sopratutto che la comunità di Ostra si senta rispettata e garantita in quello che è il diritto fondamentale ossia nel diritto alla salute.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Busilacchi.

Gianluca BUSILACCHI. Aggiungo pochissime cose perchè sono soddisfatto della risposta dell’Assessore Mezzolani, che ringrazio, credo abbia dato tutti gli elementi tecnici che rispondono ad alcune delle cose che chiedevamo nella nostra interrogazione.
Però voglio intervenire perchè sono stato sollecitato da alcune provocazioni politiche dei colleghi del centro-destra. Capisco che il Consigliere Bugaro in questo periodo il suo tempo lo abbia occupato per le beghe interne di partito piuttosto che all’approfondimento dei temi sanitari, però non si può dire che questo sia un atto di imperio. Sappiamo, come ha ricordato l’Assessore, che c’è la legge regionale n. 36/1998 che – noi facciamo le leggi con le loro proposte ed ovviamente i dirigenti di tutti i settori debbono ad esse ottemperare – rende evidente che in tutta quella zona una guardia medica debba essere necessariamente soppressa. Credo sia giusto discutere su quale possa essere la proposta migliore, però questo elemento di contesto non si può far finta non esista.
Esistono dunque delle leggi regionali, come esiste una situazione di difficoltà - di cui parleremo tra qualche settimana in questa sede quando affronteremo il piano socio-sanitario - . di grande scarsità delle risorse, quindi credo che la politica e l’amministrazione regionale tutta ne debbano gestire, quindi non subire, i processi di complessità.
Ritengo sia in questa ottica che dobbiamo leggere quella che è una proposta, come diceva l’Assessore, che verrà portata nelle sedi - già convocate, a quanto mi risulta sono - che prenderanno le decisioni.
Questa proposta, che peraltro è già stata condivisa da un pezzo di quel territorio, ad esempio, come ha ricordato l’Assessore, dalle organizzazioni sindacali e dai medici di medicina generale, guarda alla complessità di quella zona per arrivare ad una gestione efficiente e anche di recupero delle risorse.
Dopodichè sono d’accordo che dobbiamo guardare alla gestione efficiente di un’intera zona e non lasciare nessun singolo pezzo di territorio nudo di servizi, che una risposta vada data anche a quei pezzi di territorio dove per necessità alcuni poli o alcuni servizi vengono soppressi. Sono quindi dell’idea che al territorio di Ostra sia opportuno lasciare comunque un servizio sanitario, che può essere quello poliambulatoriale. Pertanto anch’io chiedo un’attenzione da parte dell’Assessorato su questo aspetto. Però, al di là di questi singoli aspetti, dobbiamo comunque guardare a una gestione efficiente delle risorse per area vasta, ossia per zona finchè ancora abbiamo una gestione legata appunto alle singole zone.
Quindi da questa proposta credo che tutta la zona possa essere valorizzata. Sono contento che l’Assessore si stia prendendo cura di questo aspetto, dunque anch’io lo ringrazio insieme al collega Giancarli. Sono sicuro che tutta la popolazione di Ostra e della Zona 4, seppure in questa situazione di difficoltà di risorse, verrà soddisfatta dalla nuova riconfigurazione dei servizi sanitari sul territorio.


Interpellanza n. 13
della Consigliera Foschi
“Erogazione borse di studio da parte dell’ERSU di Urbino”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 13 della Consigliera Foschi.
Per la risposta ha la parola l’Assessore Luchetti.

Marco LUCHETTI. Il fondo statale per le borse di studio è passato da 246,459 milioni di euro del 2009 a 96,900 milioni di euro del 2010, con un drastico taglio del 60% dei fondi per il diritto allo studio universitario.
Nel disegno di legge sulla stabilità è previsto un ulteriore drastico taglio che ridurrebbe il fondo a 26 milioni di euro per il 2011; questo era cioè quello che si prevedeva nella legge di stabilità.
A seguito delle forti contestazioni avvenute nel Paese da parte degli studenti universitari il Governo, con il maxi emendamento, ha provveduto con ulteriori 100 milioni di euro di rifinanziamenti.
Nell’anno accademico 2009/2010 le risorse a disposizione assommavano a 16,213 milioni di euro che risultavano essere così ripartiti:
· euro 3.157.000 di risorse proprie della Regione;
· euro 4,9 milioni relativi ad introiti derivanti da tasse regionali sul diritto allo studio universitario e abilitazione professionale;
· euro 8,156 milioni di pertinenza della quota regionale del Fondo di intervento integrativo statale.
Nell’anno accademico 2010/2011 le risorse a disposizione assommano a euro 11,490 milioni e risultano essere ripartiti tra:
· euro 2.900.160,00 di risorse proprie della Regione;
· euro 4,851 milioni relativi ad introiti derivanti da tasse regionali sul diritto allo studio universitario e abilitazione professionale;
· euro 3,739 milioni di pertinenza della quota regionale del Fondo di Intervento Integrativo Statale.
In definitiva, per l’anno accademico 2010/2011, pur rimanendo pressochè invariate le risorse regionali e l’introito della tassa regionale sul Diritto allo studio universitario, la quota regionale del fondo statale è passata da 8,156 milioni a 3,7 milioni di euro.
I tagli, è evidente, sono da ricondurre alla contrazione delle risorse statali con specifica destinazione.
La Regione ha cercato di rimediare a siffatta condizione, che determinava la presenza nella nostra regione di 1.131 idonei non beneficiari, con lo stanziamento a bilancio 2011 di ulteriori 2.5 milioni di euro.
Grazie a tale correttivo tutte le richieste degli studenti idonei sono state soddisfatte.
Praticamente i beneficiari che hanno ottenuto la borsa di studio sono:
· ERSU di Ancona: 1.405 idonei, 1.405 beneficiari;
· ERSU di Camerino: 844 idonei, 841 beneficiari;
· ERSU di Macerata: 1.130 idonei, 1.130 beneficiari;
· ERSU di Urbino: 1.745 idonei, 1.745 beneficiari.
I dati riportati nell’interpellanza della Consigliera Foschi sono riferiti a novembre 2010, epoca di presentazione della medesima.
La Regione assegna agli ERSU la quota del Fondo integrativo statale con gli stessi criteri con cui ogni ERSU concorre a determinare la quota regionale.
Gli ERSU, poi, nell’ambito degli indirizzi forniti dalla Regione con il Piano annuale sul diritto allo studio universitario, deliberano le scelte dell’Ente in base alla propria autonomia.
Il grado di copertura che ogni ERSU riesce a garantire, quindi, è legato non solo alle risorse a destinazione vincolata a borse, ma anche ad altre risorse degli enti derivanti da scelte amministrative e gestionali, ossia gli ERSU possono concorrere alla copertura delle borse.
In riferimento alla specifica situazione dell’ERSU di Urbino occorre tenere in considerazione l’elevato numero di studenti fuori sede la cui borsa è molto più onerosa rispetto alle borse di studio degli studenti pendolari e in sede.
Dai dati provvisori risulta che Urbino conta 1.740 idonei alla borsa dei quali 1.548 sono fuori sede, di questi ultimi 963 sono di fuori regione.
Ancona, pur in presenza di un maggior numero di iscrizioni universitarie, vanta 1.512 idonei. Macerata e Camerino, rispettivamente 1.028 e 791 idonei. Ad Urbino si registra anche un maggiore costo dei servizi erogati.
Anche negli anni passati (ad esclusione dell’anno accademico 2009/2010), nell’ERSU di Urbino si registrava la presenza di idonei non beneficiari alla borsa, cioè, l’anno precedente non tutti gli idonei sono stati beneficiari della borsa, mentre quest’anno ci siamo riusciti grazie all’intervento che abbiamo fatto.
Per quanto riguarda gli alloggi c’è l’impegno della Regione ad effettuare manutenzioni straordinarie al collegio Tridente di Urbino, ora di proprietà regionale, con finanziamenti presenti nel bilancio regionale (sono circa 4 milioni per investimenti) e ad intervenire anche sugli altri collegi con rivalsa sull’affitto da pagare all’università. Nel frattempo abbiamo fatto una convenzione con l’ERSU e l’Università per valutare le conseguenze del rischio sismico e si sta avviando una procedura di messa a norma di tutti i collegi di Urbino.
Sono stati coinvolti i tecnici delle Opere pubbliche di emergenza e prevenzione del rischio sismico.
E’ allo studio anche una progettazione che possa consentire l’accesso al cofinanziamento del MIUR, cioè attraverso la legge che fornisce i finanziamenti per i collegi, sulle residenze universitarie i cui bandi saranno di prossima emanazione.
Su questo settore l’amministrazione regionale si è quindi fortemente impegnata.
I criteri di riparto, invece, sono stati condivisi con gli ERSU, esaminati in sede di Conferenza regionale sul diritto allo studio universitario e approvati dall’Assemblea legislativa
Con l.r. n. 16/2010 (Assestamento del bilancio 2010 della Regione) la spesa del personale è stata portata in trasparenza, per cui è stata depurata dei costi che non sono riconducibili al personale dipendente degli ERSU a tempo indeterminato.
In tale contesto è stata operata una variazione compensativa a favore delle spese per il finanziamento agli ERSU, utile a garantire, a fine anno, quanto previsto dalla normativa esistente e dalla d.g.r. n. 614/2010, in ragione della quale è consentita l’assegnazione di eventuali economie di personale a fini istituzionali, ivi comprese le risorse umane.
La d.g.r. n. 1.694 adottata il 29 novembre 2010 ha stabilito che le risorse pari a 2.170.000 euro sono destinate per le stesse finalità previste dalla l.r. 38/96 art. 45 comma 2 e per borse di studio.
Infine, la legge di riordino degli ERSU è in discussione in Assemblea legislativa –ne parleremo quando arriverà il punto –, ma l’autonomia degli enti, così come oggi dimostrato, non ha garantito la soluzione dei problemi né gestioni uniformi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, la Consigliera Foschi.

Elisabetta FOSCHI. Dichiaro la mia insoddisfazione alla risposta. Innanzitutto per il ritardo con cui viene portata in Aula l’interpellanza che, come ricordava l’Assessore stesso, reca la data del 18 novembre 2010. Sicchè i dati in essa riportati sono quelli che valevano all’epoca, prima cioè del provvedimento che ha consentito quest’anno di coprire il 100% delle borse di studio. Però, scusi Assessore, anche l’anno scorso si era coperto il 100% delle borse di studio, ma non con una manovra della Regione, bensì era stato lo stesso Ministro Gelmini che aveva incrementato il contributo, facendo sì che gli idonei che non avevano ottenuto la borsa riuscissero appunto ad ottenerla. Quindi sia l’anno scorso con un provvedimento del Governo, sia quest’anno con una manovra regionale, si è provveduto a sanare una situazione che era assolutamente ingiusta. Cioè, prima della manovra, era stato verificato che l’ERSU di Urbino riusciva a soddisfare solo il 52% delle richieste, a fronte del 79% di Ancona, del 74% di Camerino e del 100% di Macerata che quindi riusciva a soddisfare la propria richiesta già prima della manovra regionale.
Questa situazione doveva essere risolta per cui chiedevo una revisione dei criteri, perchè appunto in quella fase si registrava questa anomalia o, come la definisco io, questa ingiustizia in base alla quale, ripeto, in alcuni atenei studenti che avevano magari anche un reddito maggiore riuscivano ad ottenere le borse mentre altri studenti che avevano deciso di iscriversi a Urbino, pur avendo famiglie con redditi minori non riuscivano a beneficiare della borsa di studio.
Lei ha qui ricordato quella che è una caratteristica importante dell’Ateneo feltresco - che credo debba essere un vanto non solo per Urbino e per la provincia di Pesaro Urbino ma per l’intera regione Marche - ovvero l’alta capacità di attrarre studenti fuori sede. È una ricchezza, a mio avviso, che in Urbino si rechino tantissimi studenti provenienti da altre regioni. E seppure questo comporti, è vero, un costo decisamente maggiore, chiediamoci comunque come mai studenti di altre regioni decidono così tanto di venire a studiare in Urbino. E’ perchè Urbino, per lo meno fino ad oggi, ha avuto la caratteristica di riuscire ad offrire allo studente che vi si iscrive un alto numero di sevizi sia per quanto riguarda gli alloggi, sia per quanto riguarda le mense, sia per altri servizi in genere.
Ma perchè dico che oggi questo rischia di non accadere più? Perchè fino a qualche tempo fa l’offerta di alloggio data dai collegi era un punto di eccellenza, se però si lascia che non abbia una manutenzione costante poi da un punto di forza potrebbe tramutarsi in punto di debolezza. Uno studente non può certo andare a vivere in un alloggio dove magari ci piove dentro oppure dove d’estate è troppo caldo e non c’è modo di refrigerare l’ambiente.
Quindi occorre una manutenzione costante. Se cioè vogliamo mantenere questo dato di eccellenza, ovvero la capacità di attrarre tantissimi studenti da fuori regione, bisogna investirci.
Io ho capito dal suo intervento, Assessore, che per la Giunta - a dir la verità la Giunta non lo nasconde da diverso tempo - tutti i mali derivano dall’autonomia degli ERSU. Lei ha detto, sia per quanto riguarda le borse di studio gli ERSU, che se volessero – così ho capito da un suo accenno - potrebbero trovare altre risorse per far fronte alle domande, sia per quanto riguarda la gestione dei servizi, che l’autonomia degli ERSU non è riuscita a garantire.
Io contesto molto questo principio della Giunta – peraltro so che non ci sarà modo di parlarne, mi risulta che verrà chiesto un ulteriore rinvio della legge di riordino degli ERSU – per due motivi.
Innanzitutto perchè la Giunta ha sempre avuto modo di controllare quello che gli ERSU decidevano. Ricordiamo, infatti, che i CdA degli ERSU nella figura del Presidente e dei suoi rappresentanti sono di nomina dell’Assemblea legislativa. Quindi dire che l’autonomia degli ERSU è causa di tutti i mali mi sembra davvero improprio.
Inoltre le faccio presente – penso che gli altri Consiglieri regionali della mia provincia ne abbiano avuto informazione – che la città di Urbino vive molto male quell’atteggiamento che vuole concentrare sul capoluogo tutta la competenza decisionale in merito all’organizzazione di servizi nel contesto universitario, per cui non le nascondo – non è cosa oscura per i miei colleghi – che i cittadini si stanno organizzando. Ricordava prima il collega Zaffini che altri due comuni della nostra provincia di Pesaro Urbino, Montecopiolo e Sassofeltrio, esprimono – non dico neanche più il desiderio perchè ormai è molto più di un desiderio – di lasciare questa regione per aggregarsi all’Emilia Romagna. E purtroppo questo forte sentimento si sta innescando anche nella nostra città di Urbino. Io certamente mi sento marchigiana, però non vorrei dover tornare nella mia città a dire: “sì, effettivamente c’è un Esecutivo regionale che è più volto a concentrare sul capoluogo ogni capacità decisionale piuttosto che riconoscere l’autonomia dei territori”. Questo non vorrei farlo, ma questo mi pare sia necessario fare.
I cittadini, ripeto, si stanno organizzando con delle raccolte firme. E’ inutile venire a dire che Urbino è il capoluogo della cultura, che Urbino è la sede del distretto culturale, Urbino, e tutto il territorio interno, è stanca di tutte queste continue spoliazioni.
Quindi mi appello ai colleghi della maggioranza perchè davvero si rovesci quel principio che da troppo tempo guida questo Esecutivo.


Interpellanza n. 11
della Consigliera Ciriaci
“Locomotore a fuoco: espresso 906 Bari-Milano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 11 della Consigliera Ciriaci. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. E’ un piccolo incidente accaduto alcuni mesi or sono, ma comunque le leggo, Consigliera Ciriaci, il resoconto del fatto.
Trenitalia ha comunicato che il giorno 15 ottobre 2010, alle ore 3.30 circa, mentre il treno 906 percorreva la linea adriatica tra le stazioni di Pedaso e Porto San Giorgio, il convoglio si arrestava automaticamente in quanto entravano in funzione i meccanismi di sicurezza presenti a bordo della motrice.
In effetti nella cabina posteriore della locomotiva si era sviluppato un principio di incendio.
I macchinisti situati nella cabina anteriore alla guida del convoglio sino a quel momento non avevano notato anomalie, mentre il fumo propagatosi verso le carrozze era invece avvertito dai viaggiatori e dal personale di accompagnamento. Quindi subito dopo l’arresto del convoglio si provvedeva a far spostare i viaggiatori nelle vetture adiacenti.
Il personale di Trenitalia è subito intervenuto con i mezzi antincendio in dotazione e nel frattempo sono giunti i Vigili del Fuoco e le forze dell’ordine che hanno posto sotto controllo la situazione.
Per il recupero del treno è stata inviata una locomotiva di soccorso dalla stazione di Ancona che arrivava sul posto alle ore 5.07 (treno straordinario 15327, distanza da percorrere 60 km), la quale ha agganciato le vetture permettendo la ripartenza del treno alle ore 6.27.
Nella stazione di Ancona sono stati distribuiti generi di conforto ai passeggeri da parte dell’assistenza viaggiatori.
Fermo restando che la Regione Marche è titolare del servizio di trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale e che pertanto non ha competenza nella diretta gestione dei servizi di trasporto ferroviario di lunga percorrenza, quale appunto il treno in questione, si adopererà al fine di sollecitare Trenitalia affinchè garantisca una maggiore sicurezza di tutti i mezzi rotabili in transito sul territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Ringrazio l’Assessore per la risposta, seppure siamo ormai ad un anno di distanza dall’incidente, magari nel frattempo, chissà, forse sono anche cambiate le tecnologie, ma, certo, non è così.
Questo incidente è stato gestito nel migliore dei modi, ma vorrei comunque sollevare l’attenzione su quello che è il programma Trenitalia, su cui effettivamente dovremmo riflettere.
Questo lo chiedo all’Assessore in modo fermo e sopratutto in modo coerente.
Lei sa benissimo, Assessore, che non abbiamo più l’Eurostar, ci sono dei treni che sopratutto negli orari dei pendolari sono sovraffollati, e soprattutto sono treni dotati di poca sicurezza.
Certamente, Assessore, dobbiamo stimolare il cittadino ad utilizzare il treno, quindi sicuramente dobbiamo evitare che appunto i treni vengano trascurati.
Su questo, Assessore, dobbiamo assolutamente essere attenti, confido in lei perchè so che è persona precisa. Le chiedo dunque la massima attenzione affinchè si possa oltre che diminuire e quindi migliorare il traffico sia in autostrada che nelle strade normali, anche per rendere più agevole il viaggio soprattutto di chi si reca a lavorare.
Grazie quindi per questa sua attenzione e grazie anche della risposta seppure un po’ tardiva.


Interrogazione n. 153
del Consigliere Zinni
“Cancellazione dall’Albo delle Associazioni proloco della proloco di Numana e fondazione nuova proloco”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 153 del Consigliere Zinni. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Moroder.

Serenella GUARNA MORODER. Consigliere Zinni, partiamo dalla delibera n. 131 del 26 febbraio 2007 che definisce, in applicazione dell’art. 9 della l.r. n. 9/2006, i criteri e le modalità per l’iscrizione all’albo delle Associazioni Pro Loco. Tra le condizioni necessarie per l’iscrizione è richiesto il parere favorevole del Comune nel cui ambito opera l’Associazione Pro Loco.
L’albo regionale delle Associazioni Pro Loco viene aggiornato all’inizio di ogni anno.
II Comune di Numana con delibera n. 121 del 13 maggio 2010 ha revocato il parere favorevole precedentemente espresso in merito alla iscrizione della locale Pro Loco. Le motivazioni addotte dal Comune di Numana in merito alla revoca del parere favorevole al mantenimento della iscrizione all’albo della Pro Loco sono, oltre la mancata attività della Pro Loco dal 2005 al 31 maggio 2010, anche il fatto che l’Amministrazione comunale, con delibera di Giunta n. 359 del 13 dicembre 2005, avrebbe ripianato disavanzi accumulati dalla Pro Loco negli anni 2001, 2002, 2003, 2004 per complessivi euro 25.779,07.
Le determinazioni del Comune, che hanno fatto venir meno uno dei requisiti essenziali previsto al comma c) del punto 2.3. della d.g.r. 131/2007 per il mantenimento della iscrizione all’albo regionale, sono state notificate dagli uffici regionali alla associazione interessata.
II Comune di Numana con delibera n. 122 del 13 maggio 2010 ha provveduto a riconoscere la nuova Pro Loco “Humana Picena”; la P.F. Turismo e Promozione con decreto n. 348 del 15 giugno 2010 esprime un parere favorevole in merito alla iscrizione di detta Pro Loco nell’apposito albo regionale.
La d.g.r. n. 131/2007 ai fini della iscrizione all’albo regionale prevede, tra l’altro, che nello stesso Comune non esista un’altra Pro Loco iscritta all’albo, salvo che si tratti di capoluogo di provincia o di località rappresentativa di un’offerta turistica peculiare di eccellenza.
Sulla partecipazione di amministratori comunali nella nuova Pro Loco si deve rilevare che non emergono conflittualità in rapporto alla normativa in materia, mentre sulla opportunità della loro presenza si evidenzia che trattasi di una valutazione in rapporto a particolari circostanze che il Comune deve fare nell’ambito della propria autonomia e del proprio ruolo istituzionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Assessore Moroder, di questa sua risposta sono un po’ deluso, è un po’ alla Ponzio Pilato, si dice, siccome noi dobbiamo solamente ricevere le iscrizioni nell’albo in base a dei parametri prendiamo atto che è andata così.
Il senso invece della mia interrogazione a lei rivolta - che in quanto Assessore alle politiche del turismo si presuppone abbia a cuore una maggiore incisività di tutta la filiera pubblico-privata per ottenere maggiori risultati - era per farle stigmatizzare un comportamento che secondo me è veramente morente rispetto al crescita del turismo.
Non voglio mettere in dubbio né l’autonomia di un Comune né il fatto che se una Pro Loco non ha funzionato si debba ad essa rimanere prigionieri per tutta la vita. Però bisognerebbe interrogarsi seriamente e profondamente del perchè una Pro Loco abbia avuto un disavanzo rimasto scoperto addirittura per dieci anni. Bisognerebbe interrogarsi politicamente perchè la vecchia Amministrazione comunale di centro-destra, che ha governato in anni in cui si cercava di ripianare i debiti, non abbia avuto i soldi per farlo. Forse è perchè nessuno l’ha mai aiutata. Dopodichè oggi prendiamo atto che l’unico problema politico di un Sindaco di un Comune che dovrebbe rilanciare il turismo è quello di chiudere la vecchia Pro Loco, perchè magari non era vicina a lui politicamente, mettersi dentro una nuova Pro Loco, fare finta che il disavanzo della precedente non esista e andare avanti così.
La invito quindi a fare una profonda riflessione nel rivedere la normativa di queste Pro Loco. Innanzitutto perchè trovo assurdo che la Regione faccia un albo ma che di fatto non controlli niente di queste Associazioni, tutto viene infatti delegato all’autonomia dei Comuni. Questo è gravissimo! Io vorrei andare a vedere i risultati turistici di Numana, sfido chiunque a dimostrare che le Pro Loco hanno determinato chissà quale risultato, addirittura quella di Numana, che si è ritrovata indebitata e che non ha avuto l’appoggio del pubblico, per cinque anni non ha fatto attività.
La invito a far sì che questa interrogazione sia per lei uno stimolo a rivedere l’intera politica delle Pro Loco. Noi dobbiamo imparare a risparmiare, a controllare e a impedire che i Comuni facciano stupidaggini. Le Pro Loco se diventano carrozzelle politiche per la visibilità di un Sindaco, di un Assessore o di un Consigliere comunale, per il turismo non servono a nulla. Lei è un imprenditore quindi sa bene che nel mondo del turismo o c’è concretezza nel mettersi in rete, in filiera, fare progetti, essere visibili, oppure non serve a nulla.
Quindi la invito a mettere mano il prima possibile alla regolamentazione delle Pro Loco, poi, se necessario, chiudiamo tutte quelle Pro Loco che non servono a nulla e semmai andiamo a premiare chi ha prodotto qualcosa per il proprio territorio.


Interrogazione n. 303
del Consigliere Silvetti
“Verifica danni ambientali sede Croce Italia Marche Fermignano”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 303 del Consigliere Silvetti è rinviata in quanto l’Assessore Donati ha chiesto congedo.


Interrogazione n. 305
del Consigliere Silvetti
“Irregolarità amministrative contabili società Croce Italia Marche Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 305 del Consigliere Silvetti. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Al riguardo si precisa quanto segue.
Gli esposti presentati nei confronti della Croce Italia Marche sono stati presi in carico dall’ASUR, tramite le competenti Zone territoriali, per valutare la fondatezza delle irregolarità amministrative-contabili segnalate.
In particolare.
Per quanto riguarda l’esposto di ottobre 2009 alla Direzione provinciale del lavoro di Pesaro, ha fatto seguito un incontro c/o lo stesso ente alla presenza dei lavoratori, dei sindacati e dei rappresentanti delle ZT interessate.
Le parti presenti hanno potuto esporre la situazione analizzando le diverse criticità e al termine dell’incontro le organizzazioni sindacali si sono rese disponibili a riportare le problematiche in un tavolo con il datore di lavoro, riservandosi di interessare nuovamente la Direzione provinciale del lavoro e l’ASUR/Zone territoriali, permanendo le criticità denunciate.
Tale incontro non ha avuto altro seguito, per cui è stato ritenuto che le problematiche fossero state superate.
In merito ad una presunta evasione contributiva si dà atto che il documento unico di regolarità contributiva (DURC) recentemente acquisito (febbraio 2011) risulta regolare.
Per quanto invece riguarda l’esposto presentato a settembre 2010 alla Procura della Repubblica di Pesaro, alla Procura della Corte dei conti e alla Guardia di Finanza, sono state effettuate le doverose verifiche da parte delle Zone territoriali interessate e sono in corso ulteriori approfondimenti per rilevare e sanzionare eventuali comportamenti scorretti.
In relazione a tali verifiche, per alcuni fatti denunciati nell’esposto, è emerso che sono risultati infondati o che la stessa ASUR avesse ovviato ad alcune situazioni critiche già alcuni anni prima.
La Croce Italia Marche srl, con verbale del 9 luglio 2010 è risultata aggiudicataria, in via provvisoria, della procedura ristretta per l’appalto del servizio di trasporti sanitari per l’Area vasta n. 1 (Zone territoriali n. 1 Pesaro, n. 2 Urbino e n. 3 Fano.), gara di evidenza pubblica espletata secondo le procedure vigenti stabilite dal d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.
Per tale procedura di gara non è stato al momento adottato il provvedimento di aggiudicazione definitiva né, di conseguenza, è stato stipulato il relativo contratto.
Per quanto concerne le procedure di gara di evidenza pubblica è necessario tenere presente che l’ammissione alle stesse non può essere precluso per il fatto della presentazione di un esposto all’autorità giudiziaria, in quanto a tal fine ha rilevanza la sentenza di condanna passata in giudicato, come espressamente previsto dall’art. 38 del d.lgs. n. 163/2006, per cui alla stato dei fatti una eventuale esclusione dalla gara sarebbe risultata illegittima.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Intanto grazie per la risposta, Assessore. Capisco la parte finale in cui parla della presentazione di diversi esposti per presunta evasione fiscale, per presunta evasione contributiva, per presunta appropriazione indebita di denaro, ed io aggiungerei anche per truffa a danno dello Stato. Sono infatti queste le fattispecie di reato che emergono dagli esposti fatti. Ma che in realtà emergono anche da quella richiesta ufficiale fatta da autorità importanti. Come l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che appunto ha inoltrato richiesta al cospetto dell’Azienda sanitaria unica delle Marche. O come l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che nei comportamenti di questa associazione ravvisa...

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Silvetti. Per cortesia un po’ di silenzio, quest’Aula sembra un’arena!

Daniele SILVETTI. Grazie, molto gentile, Presidente. Dicevo che l’autorità garante della concorrenza e del mercato ravvisava gli estremi per truffa ai danni dello Stato.
Dopo la presentazione di questa mia interrogazione sull’atteggiamento e la conduzione di quel servizio pubblico da parte di Croce Italia Marche io sono stato sommerso, per certi versi piacevolmente, da un certo numero di e-mail e di lettere da parte di dipendenti, peraltro di diverse parti d’Italia, che sono fortemente preoccupati, non solo per le sorti della propria azienda – chiamiamola così, ho scoperto che Croce Italia Marche è simile a una società per azioni che ha ramificazioni in tutta Italia, per cui il principio di volontariato è abbastanza singolare per questa associazione o società, non so nemmeno come definirla da un punto di vista giuridico – ma anche perchè sono stati sottoposti a un trattamento piuttosto singolare, come ad esempio la mancata erogazione da diversi mesi dei contributi e addirittura degli stipendi.
Era quindi doveroso da parte mia evidenziare il comportamento di questo soggetto risultato vincitore della gara d’appalto in questione. E dal momento che in questa mattina ci apprestiamo ad approvare una proposta di legge proprio sul trasporto sanitario, all’interno del quale sono contenuti dei princìpi cardini, cioè quello dell’economicità, dell’efficienza e della non sovracompensazione, ovviamente mi pongo non pochi interrogativi di fronte a un soggetto che purtroppo non dà garanzie, non solo nella qualità dei servizi, ma sopratutto riguardo al trattamento dei propri dipendenti per quelle che potrebbero essere le numerose fattispecie di reato che sono tuttora oggetto di indagine da parte delle autorità.
Quindi, caro Assessore, la prego di vigilare con grande attenzione, di non sottovalutare il fatto che ci sono degli esposti fatti da privati cittadini, alcuni dei quali sono anche dipendenti della stessa struttura, che stanno denunciando a noi, quale Ente competente, le numerose e gravi responsabilità di un soggetto che purtroppo non potrà rispettare, come dicevo poc’anzi, i princìpi di economicità, efficienza e non sovracompensazione. Tralascio l’aspetto della trasparenza che credo debba essere in qualche modo osservato dal nostro Ente.


Interrogazione n. 226
del Consigliere Pieroni
“Realizzazione rotatoria tra la Statale 16 e la strada provinciale 24 denominata Bellaluce al confine tra Loreto e Porto Recanati”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 226 del Consigliere Pieroni. Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Viventi.

Luigi VIVENTI. Ho già accennato a voce al collega Pieroni alcune questioni, però oggi rispondo formalmente a questa interrogazione con una nota sicuramente più precisa.
La Giunta regionale con deliberazione n. 1724 del 29 ottobre 2010 ha preso atto delle economie riprogrammabili derivanti dalla realizzazione degli Accordi di Programma Quadro (APQ) relativi alla programmazione FAS 2000-2006 ai fini dell’avvio dell’attività istruttoria per la loro riprogrammazione.
La dgr stabilisce di destinare tali economie alla copertura finanziaria di interventi originariamente finanziati nell’ambito del Programma attuativo regionale FAS 2007-2013 (PAR FAS) che, in mancanza di trasferimenti da parte del Ministero dello sviluppo economico (MISE-DPS), sono stati realizzati con anticipazione di risorse regionali. In tal modo si è inteso ridurre l’onere sul bilancio regionale. La dgr stabilisce, inoltre, che le risorse del PAR FAS 2007-2013, che si renderanno disponibili a seguito di tale riprogrammazione, siano destinate prioritariamente al finanziamento di interventi nel settore della viabilità stradale, come appunto da me proposto in quella discussione di Giunta.
Peraltro, alla luce delle disposizioni della deliberazione CIPE 79/2010, la riprogrammazione delle economie FAS 2000-2006 sarà possibile solo dopo la conclusione del Piano delle attività di verifica sugli interventi finanziati dal FAS 2000-2006 appena avviato dall’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER).
Nel frattempo la legge di stabilità approvata dal Parlamento ha operato un taglio del 10% delle assegnazioni del FAS 2007-2013 alle Regioni e alle Province Autonome. Tale riduzione impone di intervenire sul PAR FAS in modo da renderlo coerente con la nuova dotazione finanziaria. L’istruttoria per la rimodulazione è già stata avviata dalla Giunta regionale di concerto con gli uffici del MISE-DPS.
In tale sede la Regione ha proposto di operare la riprogrammazione delle economie FAS 2000-2006 contestualmente alla rimodulazione del PAR FAS 2007-2013, in modo da accelerare i tempi della riprogrammazione rispetto a quanto stabilito dalla citata deliberazione CIPE 79/2010. Nell’ambito di tale riprogrammazione complessiva verranno individuate le risorse per il finanziamento di interventi nel settore della viabilità stradale, tra cui quelle destinate alla realizzazione della rotatoria tra la statale 16 e la strada provinciale 24 denominata “Bellaluce” al confine tra Loreto e Porto Recanati.
Aggiungo infine che l’incontro al Ministero è programmato per giovedì della prossima settimana.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pieroni.

Moreno PIERONI. Grazie Assessore per l’illustrazione, che sicuramente nasce anche dalla sensibilità di tutta la Giunta nel cercare appunto di risolvere questo problema.
Un problema che io ho posto all’attenzione di questa Assemblea, ma che ho riscontrato anche nel confronto con tanti altri colleghi Consiglieri regionali che conoscono bene la criticità soprattutto degli ultimi buchi neri della viabilità statale.
E questa criticità legata alla rotatoria riguarda un punto che passa tra due province, quella di Macerata e quella di Ancona, uno snodo fondamentale per tre realtà amministrative, Porto Recanati, Recanati e Loreto, che secondo me va con forza risolto.
Nella relazione dell’Assessore Viventi si evince la forte volontà della Giunta regionale di risolvere il problema, ma contemporaneamente si pone l’attenzione sui problemi finanziari. Dunque mi auguro che giovedì prossimo, come annunciato ora dall’Assessore, questi fondi trovino quel percorso affinchè la Giunta regionale possa poi inserire con chiarezza tra le priorità assolute questo buco nero, uno dei pochi rimasti nella rete viaria statale della nostra regione.
Per quanto mi riguarda sarò attento a questa problematica, come lo saranno sicuramente anche altri Consiglieri. Tutti infatti ci rendiamo conto che non può rimanere una simile forte criticità in uno snodo così importante sia dal punto di vista viario per gli abitanti del territorio sia dal punto di vista turistico di tutta la vallata sud.


Comunicazione del Presidente Spacca, ai sensi dell’art. 30, secondo comma, del Regolamento interno, in merito ai fenomeni alluvionali che hanno colpito il territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Presidente Spacca per una comunicazione in merito all’alluvione.

Gian Mario SPACCA. Signor Presidente, cari colleghi, ci troviamo a quindici giorni da quando in questa Assemblea approvammo all’unanimità la risoluzione che ci impegnava a ricercare delle soluzioni per far fronte ai danni provocati dall’emergenza maltempo, in modo particolare in quella parte di cui alla somma urgenza e ai danni prodotti alle attività produttive.
Avevamo cercato un’interlocuzione con il Governo nazionale, direttamente con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con il Ministero dell’economia e delle finanze, per cercare uno spazio di trattativa su cui definire una proposta o un progetto all’insegna dei princìpi di responsabilità e di buonsenso.
Ma a quindici giorni da quella iniziativa unanime dell’Assemblea legislativa, peraltro contestualmente sostenuta anche dai Parlamentari marchigiani di tutte le aree politiche, ci troviamo ancora dinanzi a un silenzio assordante.
Credo che a questo punto ci debba essere da parte nostra un’iniziativa maggiormente significativa e forte, non tanto per arrivare fino in fondo a quello che tale iniziativa potrebbe comportare, quanto per far capire che rispetto a questo dramma, che tocca molte famiglie e molte imprese della nostra regione, ci debba essere una qualche forma di dialogo e di confronto.
In questo momento l’unica risposta formalmente pervenuta è stata quella del Dipartimento della protezione civile che ci chiede di applicare pedissequamente il decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ovvero di passare attraverso quella sequenza di azioni che ci siamo reciprocamente ricordati in Assemblea legislativa, dunque la manovra sul bilancio della nostra Regione, la completa applicazione fino al tetto massimo delle addizionali fiscali e tributarie e infine l’ulteriore incremento dell’accisa della benzina di altri 5 centesimi.
Pertanto ora di fronte a questa posizione credo che la Giunta regionale debba valutare la possibilità, così come veniva evidenziato nel parere richiesto a suo tempo al Presidente emerito della Corte Costituzionale, di fare ricorso alla Corte Costituzionale.
Quindi chiedo all’Assemblea legislativa regionale, ai suoi membri, di fare una riflessione rispetto ai contenuti della nostra stessa risoluzione con cui ci impegnavamo a cercare le condizioni di un dialogo, che però purtroppo viene a mancare, come si evidenzia con lettera formale pervenuta ieri da parte del Capo del Dipartimento della protezione civile prefetto Gabrielli.
Quindi credo che al termine dei lavori di questa giornata si debba procedere, se possibile, alla votazione di una risoluzione che appunto ci faccia uscire da quella in precedenza approvata dall’Assemblea legislativa con cui si chiedeva di non procedere al ricorso alla Corte Costituzionale.
Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Grazie a lei, Presidente. Magari ora faremo una riunione con i Capigruppo.


Proposta di legge n. 27
della Giunta regionale
“Riordino degli Enti regionali per il diritto allo studio universitario (ERSU) e degli Enti regionali per l’abitazione pubblica (ERAP)”
(Rinvio in Commissione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 27 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha chiesto la parola l’Assessore Luchetti, ne ha facoltà.

Marco LUCHETTI. E’ per chiedere il rinvio di questa proposta di legge, Presidente. Peraltro già rinviata anche nella precedente seduta perchè la si voleva affrontare anche in presenza del Presidente. Però il problema oggi è comunque diverso.
Oggi chiediamo il rinvio di questo progetto di legge perchè su esso, essendo peraltro uscito sostanzialmente diverso anche dalle ipotesi fatte dalla Giunta, si impone una riflessione, soprattutto sulla questione degli ERSU, per una questione di fondo. Ovvero, il taglio dei fondi operato per il 2011 anche dal Governo ci impone una riflessione su tutta l’impalcatura del diritto allo studio. Non è infatti possibile andare avanti per coprire i parametri minimi di sussistenza. Noi quest’anno, come ho detto anche in occasione della risposta all’interpellanza della Consigliera Foschi, abbiamo fatto i salti mortali, ma con questi livelli di finanziamento il prossimo anno sicuramente ci troveremo in difficoltà. Ora ci troviamo a gestire un’operazione di questo tipo, abbiamo cioè più spese per la gestione che nell’erogazione stessa del servizio.
Quindi dobbiamo fare una riflessione su come impostare il ragionamento. Al limite possiamo dire che i Consigli, che dovremmo rifare così come la proposta di legge ci propone, non gestiscano più nulla.
Insomma, il discorso ci impone un momento di riflessione. Peraltro anche alla luce di un’altra questione, ossia che presso il MIUR il Ministro ha convocato una Commissione - di cui fa parte il Presidente dell’ERSU di Macerata in rappresentanza degli ERSU italiani - per rivedere tutta la questione del diritto allo studio. Una Commissione, che è stata istituita con decreto la settimana scorsa, dovrà cioè lavorare in quella direzione.
Per cui si impone un minimo di riflessione, poi da qui a qualche giorno la Giunta presenterà una proposta di legge per la riproposizione di questi Consigli quantomeno fino alla data della nuova finanziaria, dopodichè faremo effettivamente il punto della situazione.
E’ per questo motivo che chiediamo il rinvio di questo punto in attesa, ripeto, di una proposta di legge che farà continuare gli attuali Consigli fino alla data della nuova finanziaria.
Sottolineo il dato che si era proposto con questo progetto di legge, cioè si era trovata una quadra, a parte alcune discrasie della stessa maggioranza si era comunque fatto un lavoro coordinato abbastanza condiviso. Il fatto che riproponiamo questa riflessione è quindi per gli ovvii motivi che vi ho illustrato, ossia che su questa materia ci sarà da riflettere più attentamente per andare a ridefinire il tutto in un quadro più chiaro che attualmente non siamo in grado di definire.

PRESIDENTE. Hanno chiesto la parola il Consigliere Ricci, il Consigliere Massi e il Consigliere Bucciarelli, quindi la discussione terminerà con questi interventi.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Io ovviamente per senso di responsabilità, per rispetto della Giunta e delle discussioni fatte anche in maggioranza, non posso che aderire a una proposta di rinvio. Ma è evidente che la proposta di legge iscritta oggi in Aula, derivante da un lungo percorso e lavoro svolto in Commissione, è quella che sostengo e che sosterrò anche successivamente.
Certo, sono convinto, come diceva l’Assessore Luchetti, che occorre attraversare un percorso di verifica rispetto al sistema più complessivo che ha a che fare con il diritto allo studio, ma comunque quell’orientamento che ho preso e che abbiamo discusso anche in Commissione, insomma, farò fatica a cambiarlo, però siamo comunque persone dotate di quel senso critico che qualche volta può anche mettere nel cassetto la coerenza; la coerenza è una cosa buona se ogni tanto la si misura con il proprio senso critico, con le cose che mutano.
Un’altra questione sempre rispetto al rinvio. Assessore, ritengo che una proroga degli attuali organismi degli ERSU per un tempo così lungo non abbia un gran significato, sarebbe invece forse molto più opportuno rinominare - anche per ragioni di democrazia e di diritto, perchè chi ha fatto la domanda non è che può aspettare proroghe all’infinito -. Quindi a quel punto, Assessore, vedere una proposta di riforma del diritto allo studio, piuttosto che di proroga, più condivisa, una proposta che possa portarci in un tempo ragionevole - che potrebbe essere quello dell’assestamento del bilancio - a una riformulazione complessiva del sistema del diritto allo studio.
Ecco, è in questa logica che come Gruppo possiamo accettare il rinvio del punto all’ordine del giorno così come lei ci ha proposto, Assessore.

PRESIDENTE. Assessore, può specificare se è un rinvio in Commissione? (…) Bene. Ha ora la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Presidente, intanto, visto che bisognava accordarsi anche sulla proposta del Presidente Spacca, chiedo se su quella se ne parlerà a fine seduta, oppure quando?

PRESIDENTE. Prima avevo detto se i Capigruppo potevano vedere una proposta di risoluzione poi una volta concluso discuterne in Aula.

Francesco MASSI. Bene. Per quanto riguarda invece la proposta dell’Assessore Luchetti, non ho capito, riguarda ERSU e ERAP insieme, Assessore? Cioè, rinviamo tutto il pacchetto? (…) Va bene, allora io dico questo. Naturalmente non sono d’accordo. L’altra volta ho detto – lo dico come relatore di minoranza – che comprendo tutte le diversità di opinione dentro la maggioranza, che sono legittime, ma pensavo che con il rinvio che si era richiesto l’altra volta ci fosse stata una sintesi. Prendo invece atto che la sintesi non c’è. E allo stesso tempo, Assessore Luchetti, siamo un po’ a una soluzione – nessuno si offenda, neanche io – da vecchio stile democristiano, quando cioè non si trovava la quadra e si rimandava a una Commissione, però poi il problema veniva rinviato di anni. Non vorrei che quel brutto vezzo, uno dei pochi difetti della prima Repubblica, fosse qui reiterato.
Ha fatto cenno all’avvocato Natali che fa parte dell’ERSU di Macerata, noto esponente del PD che il Ministero ha chiamato nella Commissione consultiva, e questo in parte per merito suo e in parte sta a deporre il fatto che al Ministero non si governa per faziosità. Lo cito perchè sabato scorso Natali ha detto che era favorevole ad andare avanti con la soluzione della Commissione, con la nostra proposta. Quindi non vorrei che anche Natali cambiasse opinione.
Noi comunque non siamo d’accordo. Capisco che in sede di una richiesta di rinvio non è possibile entrare nel merito, però non si capisce se il rinvio va alla prossima finanziaria, non c’è la manovra del risparmio, per cui allora non era così urgente, come è stato detto all’inizio, c’è quindi una contraddizione che dovreste chiarire. E allo stesso tempo se il rinvio va a finire non so a quando, forse a novembre, non ci va bene neanche la proroga degli attuali enti. Per cui si rifanno le nomine. E c’era anche una proposta di emendamento con la quale dovevano essere riaperti i termini per le designazioni, ci sono infatti Province in cui… (…) Come? (…) Però o presentiamo una leggina con cui riapriamo i termini per permettere l’adeguamento oppure la proroga così o con le nomine che sono state parzialmente designate non va bene, è una carenza notevole di rappresentanza, ne abbiamo parlato anche in Commissione, i colleghi conoscono il problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bucciarelli, dopodichè chiudiamo la discussione.

Raffaele BUCCIARELLI. Ho ascoltato la proposta dell’Assessore Luchetti, credo quindi di poter dire con grande chiarezza e convinzione che l’Assemblea legislativa merita più rispetto. I Consiglieri regionali eletti dai cittadini marchigiani meritano, Presidente Spacca, più rispetto.
Perchè dico questo? Perchè se la Giunta fosse venuta qui dicendo: “in maggioranza abbiamo opinioni diverse, ci siamo riuniti ieri pomeriggio, ma non abbiamo trovato un accordo, per cui chiediamo il rinvio”, ecco, seppure possa essere comprensibile o meno, ciò significava comunque non prendere in giro l’Assemblea legislativa.
Il rinvio, infatti, non è dovuto a motivi finanziari o economici, perchè la proposta di legge era stata fatta in tempi già di crisi. La Commissione assembleare ha discusso, ha approfondito, e non è composta da irresponsabili – di qui il rispetto! –, dopodichè lì si è raggiunto un accordo.
Ora questo accordo raggiunto dall’Assemblea legislativa, che, ripeto, ha la prerogativa di legiferare, non piace a una parte della maggioranza. Ditelo! Fatelo sapere ai marchigiani. Una settimana fa avete detto: “in sette giorni troviamo tutto”. Non è vero, dite la verità, non continuate a dire le bugie! Non solo noi dobbiamo essere più rispettati ma che lo siano anche i cittadini marchigiani.
Capisco il Capogruppo del Partito Democratico che per senso di responsabilità accetta questo rinvio, ma voi sapete bene che accettarlo significa affossare la riforma. Per cui dite bugie o quanto meno non dite la verità quando dichiarate di voler risparmiare. Non è così! Non è così!
Ripeto, siccome sia maggioranza che opposizione avevano trovato la quadra del cerchio per quanto riguarda la riorganizzazione dell’ERAP e dell’ERSU, a questo punto mi auguro che finalmente qualche Consigliere di maggioranza si differenzi in rispetto della propria autonomia e in rispetto delle proprie prerogative. Non è possibile che l’Assemblea legislativa e la Regione sia ostaggio dei litigi tra le componenti a volte dello stesso partito, a volte della maggioranza, per una poltrona in più o una poltrona in meno. Non è possibile! Non è corretto! Voi continuate a mentire ai marchigiani anche sulla stampa, si dice, la Giunta veloce, la Giunta che funziona, la Giunta che governa, la Giunta puntuale. Non è vero!
Credo che i cittadini abbiano diritto di saperlo. Quindi il mio appello è rivolto anche alla stampa presente affinchè dia un’informazione corretta. Ossia che questo è l’ennesimo rinvio che subiamo per i litigi che ci sono in maggioranza.

PRESIDENTE. Il Regolamento prevede su una proposta di rinvio un intervento a favore e un intervento contro, ma essendo l’argomento importante ci sono altre persone che hanno chiesto di intervenire. Per cui se gli interventi saranno brevissimi…(…) Perfetto, allora passiamo al voto.
Pongo in votazione la richiesta dell’Assessore Luchetti di rinviare in Commissione la proposta di legge regionale n. 27.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 79 (testo base)
ad iniziativa dei Consiglieri Comi, D’Anna, Badiali, Busilacchi, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni
“Gestione del trasporto sanitario - modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36: “Sistema di emergenza sanitaria”

Proposta di legge n. 76
ad iniziativa del Consigliere Latini
“Trasporti sanitari di emergenza - urgenza e trasporti sanitari ordinari - Modifiche alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36 :”Sistema di emergenza sanitaria”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 79 (testo base) ad iniziativa dei consiglieri Comi, D’Anna, Badiali, Busilacchi, Camela, Eusebi, Natali, Pieroni, abbinata alla proposta di legge n. 76 ad iniziativa del Consigliere Latini.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. La presente proposta di legge è frutto dell’iniziativa collettiva e condivisa dell’intera Assemblea legislativa regionale. Una proposta che non a caso ha tra i firmatari tutti i componenti della V Commissione competente in materia. E’ quindi una proposta unitaria che abbiamo condiviso in questi due ultimi mesi, non è la fine di un percorso di lavoro bensì la tappa di un lungo lavoro, una tappa che, ripeto, abbiamo raggiunto insieme.
In questa mia relazione dovrò essere puntuale, non potrò farla sommariamente, la stessa Commissione europea ha chiesto di avere i testi e attraverso questi interpretare il vero significato della proposta.
Con questa proposta aggiorniamo la legge n. 36 del 1998 in materia di trasporto sanitario. Lo facciamo in quanto, a seguito di rilievi mossi dalla Commissione europea circa le modalità di affidamento del trasporto sanitario, si era aperta, ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, una procedura di pre-infrazione. Una procedura di pre-infrazione che aveva ad oggetto un’obiezione, un reclamo, ovvero l’inosservanza della disciplina nazionale e comunitaria in tema di appalti di servizi pubblici e di libera circolazione di beni e servizi nel mercato comunitario.
La procedura di pre-infrazione - che non è ancora conclusa, lo sarà non appena avremo approvato questa legge - si pone l’obiettivo di aggiornare il nostro quadro normativo a quello nazionale e comunitario.
Vorrei allora fare una considerazione di carattere generale con i colleghi Consiglieri che hanno condiviso questo percorso di lavoro.
Come è noto, dopo circa dieci anni di discussione in Parlamento, attraverso il lavoro di tanti Ministri, da Bersani alla Lanzillotta, fino alle varie finanziarie, all’ultima, la n. 112 del 2009, si è arrivati a definire con chiarezza, con nettezza la disciplina del mercato dei servizi pubblici.
Tale disciplina, che è stata chiarita dentro una legge finanziaria, quindi non con una normativa di settore, stabilisce con chiarezza e con nettezza, rimuovendo lacci e laccioli del passato, che i servizi pubblici a rilevanza economica - quindi non più a rilevanza industriale come diceva il vecchio Codice degli enti locali d.lgs. 267 - debbono essere sottoposti a procedure di evidenza pubblica. Non c’è scampo a questa normativa. La possibilità di evadere per i servizi pubblici tradizionali (trasporto, acque rifiuti, ecc.) la materia della liberalizzazione del mercato sta solo dentro la possibilità remota dell’affidamento in house. Una possibilità che però presuppone alcune condizioni diaboliche, difficilissime, senza le quali questo ricorso è cosa rara; tra queste il disinteresse nel mercato al ricorrere alle procedure di evidenza pubblica, per cui c’è un solo concorrente, oppure il fatto che l’affidamento in house è garantito perchè l’ente pubblico ha sul soggetto al quale affida in gestione un controllo analogo al proprio. Ecco, procedure talmente complesse, che riguardano anche la gestione dei bilanci, che ha fatto sì che ad oggi questa remota possibilità dell’affidamento in house non sia stata realizzata da nessuna parte in Italia. Cioè l’authority non ha autorizzato in nessuna parte l’eccezione.
Per cui, come potete capire, il mercato dei servizi pubblici è cosa complessa. E in Italia dentro questa categoria generale c’è appunto il tema del trasporto sanitario.
Il trasporto sanitario è per sua definizione una materia che non rientra tutta dentro il mercato, non è una materia che va complessivamente dentro la procedura di evidenza pubblica, dentro la logica della competizione per la selezione del soggetto appaltante. Il trasporto sanitario è in parte vincolato a procedure di evidenza pubblica mentre in parte può essere oggetto di affidamento diretto.
Questa constatazione è dentro la giurisprudenza costante, è dentro quanto ci hanno affermato sia i rappresentanti del Governo che della Commissione europea, ci hanno detto che il trasporto sanitario va disarticolato in due branche, quella del trasporto sanitario prevalentemente sanitario, quella del trasporto sanitario non prevalentemente sanitario, intendendo per prevalenza il concetto nel quale la prestazione sanitaria ha carattere maggioritario su quella sociale o socio-assistenziale.
Ecco, dentro questa visione dicotomica, dentro questa duplice articolazione del trasporto sanitario c’è la possibilità da parte del legislatore di costruire una norma che sfugga alla disciplina più generale, affidando cioè al trasporto prevalentemente sanitario la possibilità dell’affidamento diretto e all’altro no.
Noi pertanto abbiamo lavorato su questa ipotesi, ma è un’ipotesi talmente complessa, talmente difficile da praticare, che oggi in Italia nel complesso quadro nazionale non esiste una normativa che preveda l’affidamento diretto a tutte le Croci. Ed io posso dire – questa è l’unica lamentela che mi permetto di fare, anche per rispetto ai colleghi di maggioranza e di minoranza che con me hanno condiviso questo percorso, senza strumentalizzazioni, senza obiezioni, senza faziosità – che il Governo italiano nei confronti della Commissione europea avrebbe dovuto aprire una vertenza. Una Regione da sola non può farsi carico di un contenzioso di questo livello. Una Regione abbandonata a ricercare una soluzione originale forte, senza però una solidarietà, senza un contesto generale, senza una norma quadro di riferimento, è una Regione che fa un lavoro in grande salita.
Ma a questo lavoro noi non ci siamo sottratti, non abbiamo abdicato, non abbiamo rinunciato alla nostra funzione, come invece hanno fatto altre Regioni. Abbiamo inseguito in tutti i modi, fino all’ultimo momento, la prospettiva dell’affidamento, però avendo a cuore una cosa, ossia il ruolo prezioso dell’associazionismo, delle Croci, delle Misericordie, dell’Anfas o della Croce Rossa. Insomma, di tutti coloro che in questi tanti e lunghi anni sono stati per noi indispensabili per garantire un servizio serio, qualificato e radicato sul territorio, un servizio che senza quella mano preziosa non avremmo mai potuto garantire.
Dunque, pur in grande solitudine, ci siamo posti l’obiettivo del mantenimento di un grande valore. Quindi con il collega Vicepresidente D’Anna e con tutti i Consiglieri, della minoranza il Consigliere Natali e della maggioranza i Consiglieri Camela, Busilacchi, Badiali, Eusebi, Pieroni, abbiamo inseguito questa possibilità.
Per cui abbiamo costruito una legge, ma non da soli, come ha invece fatto per esempio la Toscana. La Regione Toscana si è fatta una legge che ha messo tutti unanimemente d’accordo, ha fatto la legge più garantista del mondo, però poi l’hanno pubblicata senza riuscire ad applicarla. Perchè? Perchè i reclami, le vertenze, l’interdizione del privato e della Commissione sono stati tali da non consentire a quella legge una sua concreta applicabilità.
Noi invece non volevamo prendere in giro nessuno, avremmo magari potuto fare una legge che faceva tutti felici per poi farla interdire nuovamente, no, ripeto, non abbiamo voluto prendere in giro nessuno. Abbiamo cioè detto con grande coraggio e con grande serietà in tutti i luoghi e a tutti le stesse cose anche quelle difficili. Poi siamo andati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento delle politiche comunitarie, ed in Commissione europea e abbiamo concertato una proposta letteralmente, non solo nel merito.
Questa proposta interviene sostanzialmente su un solo articolo. Intanto definisce il concetto di trasporto prevalentemente sanitario, che forse è il lavoro più difficile. Rispetto a questo non c’è nessuna giurisprudenza che censisca in modo sommario o tassativo quelli che sono i casi specifici che denotano la fattispecie alla quale noi dovevamo dare una sostanza. Non c’è giurisprudenza, non c’è dottrina, non c’è norma né in Italia né in Europa.
Aver dato quindi una definizione dentro questo vuoto legislativo è un grande rischio, lo è perchè ci espone alle fibrillazioni, alle tensioni, alle istanze più o meno giuste di tutti quelli che dentro questo vuoto vogliono speculare una rendita maggiore di posizione, per cui l’abbiamo dovuta fare con molta cautela.
Questa norma dice che il trasporto prevalentemente sanitario è il trasporto dell’urgenza e dell’emergenza, oltre a questo è un trasporto nel quale deve esserci un medico o un infermiere o del personale adeguatamente qualificato, ovviamente con i mezzi necessari e adeguati che sono disciplinati in modo molto puntuale dall’articolo 9 della legge 36, quindi non con qualsiasi mezzo.
Abbiamo dunque dato questa definizione volendo chiarire che il trasporto prevalentemente sanitario è quello che abbisogna di un’assistenza o di una prestazione sanitaria. Poi è chiaro che nel caso specifico questa verifica va fatta dal personale sanitario, dal medico, da colui che compila l’istanza o la richiesta e che quindi deve valutare la qualità di un tipo di prestazione rispetto ad un’altra, ossia il discrimine tra l’una e l’altra.
Quindi per primo abbiamo dato questa definizione. E in questa definizione c’è la volontà di non cercare scorciatoie o alibi, di non cercare giustificazioni per eludere una norma che ha un valore perentorio. Per cui il concetto di adeguatamente qualificato è un concetto serio che noi vogliamo assicurare nel modo giusto. E ad oggi c’è una normativa molto chiara della Regione Marche che prescrive criteri, metodi, requisiti per riconoscere la qualità della professionalità richiesta.
Pertanto noi siamo dentro questa definizione, e se non venisse ritenuta sufficientemente adeguata dalla Commissione europea la discuteremo e l’aggiorneremo, non vogliamo trovare – l’ho sempre detto - soluzioni politiche bensì soluzioni giuridiche stabili e certe.
Fatta chiarezza su questo aspetto abbiamo poi individuato le modalità di affidamento. Per cui il trasporto prevalentemente sanitario avviene secondo un ordine di priorità. C’è una soluzione prioritaria e c’è una soluzione successiva subordinata.
La soluzione prioritaria è quella che avviene attraverso l’affidamento diretto, attraverso lo strumento della convenzione a soggetti precisi, ovvero le associazioni di volontariato, le Croci e gli altri enti pubblici accreditati, che oggi non sono definiti dalla nostra Regione, ad esempio ci si riferisce alle Ipab, se mai ci fossero, ma noi le stiamo trasformando. E questo affidamento richiede un presupposto, l’economicità della prestazione e la non sovracompensazione dei costi. Non deve cioè esserci speculazione, non deve esserci lucro, la prestazione va corrisposta esattamente con il costo sostenuto. E’ quindi su questo presupposto giuridico che si basa la pretesa e il risultato dell’affidamento diretto, su nessun’altra rivendicazione.
Alcuni soggetti che abbiamo incontrato ci hanno chiesto se è possibile estendere l’affidamento diretto, oltre a queste associazioni di volontariato, anche alle cooperative onlus. Io ho chiesto un parere all’ufficio legislativo della Giunta e dell’Assemblea legislativa, insomma, diciamo alla nostra consulta dei saggi, ci hanno stato dato un parere non netto, è stato detto, cioè, che questa ipotesi potrebbe essere applicabile, ma non c’è un parere netto. Per cui chiederò alla fine di questa discussione di approvare un ordine del giorno che impegna la Giunta a riprende con la Commissione europea la discussione per verificare se questo è possibile o meno. Quindi lo farà la Giunta verificando con la Commissione europea. Io non approvo una norma che non ha alcuna certezza, perchè non c’è discrimine, c’è solo la volontà di approvare norme che siano effettivamente possibili.
Quindi l’affidamento diretto va a questi soggetti. Consigliere Marinelli, lei ha presentato un emendamento in cui dice che l’affidamento diretto non va alle associazioni di volontariato e alla Croce Rossa bensì alla Croce Rossa e alle associazioni di volontariato. C’è un malinteso. Il concetto di priorità non sta infatti nelle parole scritte nel punto a), ma sta tra ciò che è scritto in a) e b). Io ho cercato di spiegarlo a quelli che l’hanno letta, ma tutti hanno fatto questo errore, cioè hanno pensato che la parola priorità al punto a) dava un ordine di merito alle parole che stavano appunto dentro quella categoria. Non è così, la Croce Rossa e le associazioni di volontariato sono tutte e due sullo stesso piano. Il concetto di priorità è invece tra il contratto a titolo oneroso che è subalterno alla convenzione, tra l’affidamento diretto e la procedura di evidenza pubblica di cui la prima è preordinata rispetto alla seconda. Dentro quella categoria sono invece tutti uguali, per cui non volendo fare nessuna valutazione che non fosse oggettiva li abbiamo messe in ordine alfabetico.
La invito quindi a ritirare l’emendamento, Consigliere, perchè questa obiezione l’abbiamo superata insieme alle Croci, insieme agli altri soggetti.
Secondo punto. Semmai l’ipotesi dell’affidamento diretto non fosse possibile, perchè magari non corrisponde al requisito dell’economicità o perchè non c’è l’interesse all’economicità, c’è la procedura di evidenza pubblica e il ricorso al contratto a titolo oneroso.
Quindi abbiamo scelto una strada prioritaria e la Commissione europea ce l’ha accordata.
Per tutto quello che non è prevalentemente sanitario ci è stato chiesto obbligatoriamente di seguire la procedura di evidenza pubblica, però noi alla Commissione abbiamo sollevato un’opzione che ha trovato la condivisione. Dobbiamo cioè fare la procedura di evidenza pubblica per il non prevalentemente sanitario, però possiamo darci un ordine di priorità scegliendo di farlo in un modo piuttosto che in un altro. La procedura di evidenza pubblica si fa sul criterio della non sovra compensazione, cioè dando priorità al costo effettivamente sostenuto. Ossia facciamo la gara, ma acquisiscono titolo per aggiudicarsela coloro che propongono una prestazione che corrisponde al costo effettivamente sostenuto, poi solo nel caso in cui questa ipotesi non fosse realizzabile allora la procedura di evidenza pubblica avviene secondo le modalità ordinarie di mercato.
Questa è dunque l’impostazione della legge, è un’impostazione che non ha obiezioni formali, ha trovato una condivisione, ma che non dà fino in fondo soddisfazione, lo voglio dire, a tutti i problemi. Noi abbiamo sì definito regole generali ed astratte, abbiamo dato certezza a un percorso, ma oggi dobbiamo dargli sostanza attraverso dei regolamenti attuativi che definiscano con chiarezza quali sono i confini netti tra una prestazione piuttosto che un’altra, quali sono le modalità delle procedure di evidenza pubblica, che tipo di gara dobbiamo fare, se cioè ha un bacino territoriale regionale o lo ha articolato in base ai costi del servizio. Ecco, i regolamenti di attuazione saranno la struttura portante di questa legge e a quelli dovremo fare riferimento.
Quindi dentro questa legge ci siamo impegnati a certificare il percorso, dicendo che anche i regolamenti di attuazione, come appunto la legge, li vogliamo condividere con il tavolo della concertazione delle Croci, dell’Anfas e dei soggetti privati. Per cui approvato questo atto dalla settimana prossima convocheremo tutti questi soggetti, insieme all’Assessore e al Vicepresidente D’Anna, e ci metteremo all’opera per adottare i regolamenti migliori, condivisi e normativamente certi, per dare quindi sicurezza, certezza al mercato del servizio del trasporto sanitario.
Spero che tutti abbiano apprezzato il lavoro fatto dall’intera Commissione e soprattutto che si sia apprezzata la capacità di emanciparsi da ogni tentativo di strumentalizzazione e di faziosità, per dedicarsi con serietà e rigore a un obiettivo. Un obiettivo che ancora non credo siamo riusciti a raggiungere, ma abbiamo comunque lavorato con serietà rivolti ad esso.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Il Presidente della Commissione ha sicuramente dato tutte le informazioni relative non solo alla legge, ma anche a tutto il percorso che ci ha portato oggi a presentare questo provvedimento. Una proposta, come è stato già detto, che è stata condivisa da tutta la Commissione e su mandato di tutta l’Assemblea legislativa.
Dunque l’Assemblea legislativa si è riappropriata del suo compito, quello cioè di decidere, di fare delle scelte. Una prerogativa che, per una serie di motivi, era stata un po’ messa da parte con quell’emendamento al bilancio, che aveva sì dei fondamenti in alcune richieste fatte dal Dipartimento delle politiche comunitarie, però non credo - ci tengo a dirlo, Presidente, è l’unica cosa su cui non concordo - ci sia stata disattenzione a livello nazionale, perchè secondo me il Dipartimento, nella figura del prof. Adam, ha dato sicuramente un supporto importante all’elaborazione della legge. Noi lo scorso anno abbiamo avuto una serie di richieste di informazioni supplementari da parte della Commissione europea che hanno portato la Giunta a prendere quella decisione che ha poi creato nell’ambiente una grossa confusione e delle grosse preoccupazioni, anche perchè non ne erano state annunciate le conseguenze.
Detto questo, la quinta Commissione, su mandato dell’Assemblea legislativa, si è adoperata al meglio. Il suo modo di operare in questa situazione è significativo, per trovare una soluzione c’è stata infatti una tale collaborazione che non ho mai visto neppure nella scorso legislatura. Come pure c’è stata una condivisione e una partecipazione dei soggetti interessati senza precedenti. Di riunioni ce ne sono state tante, siamo addirittura arrivati a correggere le virgole, i punti e virgola ecc., proprio perchè da parte delle associazioni di volontariato c’era una grossa aspettativa. Associazioni alle quali vogliamo riconoscere quel ruolo fondamentale che hanno svolto in questi anni e che necessariamente devono continuare a svolgere in tranquillità nei prossimi anni nella chiarezza della legislazione.
Ritengo che sia la missione a Roma al Dipartimento delle politiche comunitarie sia l’incontro che abbiamo avuto con il Presidente e gli uffici, che qui mi sento di ringraziare per la collaborazione e il lavoro che hanno svolto, siano stati momenti utili per evitare magari ulteriori richieste, come accaduto in passato che ci ha visti fare certe scelte come appunto quella dell’emendamento al bilancio che non abbiamo condiviso.
Abbiamo invece condiviso la metodologia che siamo riusciti a portare avanti in Commissione, ripeto, con la collaborazione di tutti i volontari che nel corso di un mese-un mese e mezzo ci hanno illustrato le problematiche, i dubbi che, come ho detto poc’anzi, alla fine siamo riusciti a sintetizzare in questa condivisa proposta di legge.
La Commissione ha dunque dato un segnale di maturità politica, è riuscita con tanto impegno, non senza difficoltà, ad aprire un percorso, come diceva giustamente il Presidente Comi, che potrebbe essere utile a livello nazionale anche alle altre Regioni.
Ora la palla passa ai regolamenti attuativi nei quali dobbiamo continuare a dare segnali di chiarezza, che peraltro sono la sostanza di tutto il lavoro che abbiamo sinora svolto. E’ per questo che ritengo giusto ciò che è stato concordato, ovvero che dalla prossima settimana ci sia di nuovo un incontro con le varie associazioni e i vari soggetti per mettere nero su bianco, anche questa volta con molta attenzione alle virgole, per far sì che il percorso non si interrompa con la sola approvazione della legge, ma vada avanti con la sua stessa applicazione. Non vorremmo si verificassero quei problemi, peraltro non ancora risolti, che si sono visti in passato per esempio nella provincia di Pesaro Urbino con la Croce Rossa, dovuti appunto anche ad una non attenta applicazione della legge sul trasporto sanitario.
Quindi con l’approvazione di questa legge non si conclude un percorso, ma si dà comunque un bel segnale di massima collaborazione anche all’esterno in quanto l’argomento è momento fondamentale in quel percorso che deve affrontare la sanità. Inoltre vi è un riconoscimento di quelle associazioni che con tanto impegno hanno dimostrato di essere utilissime per la società civile.
Ora l’impegno della Commissione assembleare deve essere quello di collaborare all’interno del regolamento affinchè si chiariscano in modo definitivo quei punti che ancora non sono chiari ma che consentiranno alle varie associazioni di programmare per il futuro il loro impegno.
Ovviamente il voto che esprimiamo su questa proposta è positivo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Zinni.

Giovanni ZINNI. Intanto devo dire che siamo ai primi di aprile quindi di fatto la Regione Marche sul trasporto sanitario ha perso cinque mesi di tempo con la sua attività per rivedere una normativa con questo inizio, come ha detto giustamente il Presidente della Commissione, di procedura di infrazione. Quindi tutto questo è la testimonianza, la prova provata, che a volte un’istituzione, un ente si fa male da solo, perde tempo, non produce ciò che deve produrre, ciò che si aspettano le categorie e i cittadini.
Leggendo il testo elaborato dalla Commissione - che come Consigliere mi sento di ringraziare nelle figure del Presidente Comi, del Vicepresidente D’Anna e di tutti i componenti, perchè comunque hanno preso di petto la cosa, hanno messo una toppa a una gaffe clamorosa e molto grave da un punto di vista di rapporti istituzionali tra le Regioni, la Croce Rossa italiana, le associazioni di volontariato, le onlus e le Misericordie - verrebbe da dire: “bèh, per scoprire l’acqua calda una Regione ci ha messo cinque mesi!”. Perchè? Perchè il testo di questa nuova normativa è assolutamente equilibrato, è stato fatto chiedendo giustamente – spero che questo sia un esempio per il futuro – anche ausilio agli uffici governativi ed europei; concordo con il collega D’Anna che bisogna ringraziare la disponibilità anche del Ministero competente per l’aiuto apportato. Però francamente non mi va di lasciare agli annali dei nostri dibattiti in Aula le responsabilità diffuse di questo modo di operare che non condivido.
E’ evidente che voterò a favore di questa proposta, ripeto, ringraziando la Commissione competente, però, detto questo, ritengo sia stato grave quello che è accaduto prima di Natale. E’ bene ricordarlo. Ossia, con un blitz venne portato in Aula un provvedimento scellerato e probabilmente anche un atto di timore ingiustificato nei confronti di una procedura di infrazione che era appena iniziata; tant’è che io chiesi anche le dimissioni dell’Assessore, notizia peraltro neppure uscita sui giornali, questo non fa neanche più notizia! Sicuramente invece le responsabilità politiche di una cosa così grave credo debbano essere rimarcate. Per cui su questo argomento il sottoscritto ha la coscienza a posto proprio perchè sono stato il primo a denunciare e quindi a non condividere in sede di dibattito quello che stava accadendo .
Nel merito. Adesso la Giunta per riparare definitivamente alla gaffe con cui si è iniziato questo procedimento dovrà fare i regolamenti di attuazione, per cui ora l’auspicio è sì quello che sia prudente, sia aperta alla concertazione con tutti i soggetti per cercare di trovare la quadra migliore, ma soprattutto che non faccia delle manovre che disattendano il significato della legge.
Questa legge distingue i servizi a carattere prevalentemente sanitari da quelli che non lo sono, è dunque su questo binario che i regolamenti di attuazione andranno portati in essere. Quindi l’auspicio è che non ci si debba ritrovare qui fra altri sei mesi per rimettere mano ulteriormente alla cosa, ma soprattutto che d’ora in poi questa grave gaffe, questo incidente, crei davvero un meccanismo di concertazione veramente reale con i diretti interessati, cioè una concertazione che non sia fatta solamente a spot quando ci sono delle criticità. Perchè se questo lavoro che ha fatto la Commissione fosse stato fatto adeguatamente dall’Assessorato alla sanità prima di Natale probabilmente avremmo votato intorno a gennaio la stessa normativa ma senza aver creato tutto questo pathos e queste preoccupazioni nei confronti delle associazioni di volontariato, della Croce Rossa, ecc..
Concludo auspicando veramente che questo atto produca un buon regolamento di attuazione. Invito la Commissione a vigilarne gli effetti nei prossimi mesi e a continuare a farsi sempre carico delle audizioni, finora fatte in maniera pressante; infatti, pur rendendomi conto del notevole sforzo di lavoro, è proprio grazie a queste audizioni che si è ricomposta una coesione sociale con i diretti interessati che, a mio avviso, era stata parzialmente minata da superficialità e arroganza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto per esprimere soddisfazione per questa proposta di legge che va a colmare una difficoltà dal punto di vista legislativo, mantenendo l’affidamento dei servizi di trasporto sanitario alle associazioni di volontariato.
Il mio ringraziamento va alla V Commissione per il lavoro svolto e alle associazioni di volontariato per quel confronto che hanno mantenuto sempre aperto con l’Assemblea legislativa regionale.
La funzione svolta dai membri della Commissione assembleare è stata molto positiva, peraltro positiva anche per una chiara definizione di quelle che devono essere le funzioni dei Consiglieri regionali. Si parla tanto dei poteri ridotti dell’Assemblea legislativa e dei Consiglieri regionali, allora questo è un esempio concreto della funzionalità e delle competenze che le Commissioni e i Consiglieri regionali possono mettere in campo per risolvere in maniera piena anche le questioni che finora sono sempre state portate avanti dalla Giunta. In questa situazione nella gestione di un problema l’Assemblea legislativa ha superato la Giunta, ha superato l’Assessorato.
Ritengo che questo – senza voler approfondire il concetto, non è sicuramente il momento opportuno - sia possibile farlo in tantissimi altri settori, sia il punto da cui partire per rivitalizzare le funzioni e le competenze dell’Assemblea legislativa, dei Consiglieri regionali, delle Commissioni, per riprendere anche quella funzione di interlocuzione con la Giunta e l’Assessorato.
Vado al merito. Ritengo che questa legge definisca in maniera puntuale tutte quelle che erano le difficoltà di interpretazione rispetto alla normativa europea in merito alla concorrenza, la Bolkestein, all’affidamento in gara dei servizi pubblici. E’ rimasta in sospeso la questione delle cooperative sociali onlus, ma penso abbia fatto bene il Presidente Comi rimandando ad un successivo confronto simile a quello portato avanti sulla legge.
Concludo dichiarandomi favorevole a questa proposta di legge e riformulando un ringraziamento per il lavoro svolto dai colleghi Consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Emendamento n. 1/1 dei Consiglieri Massi, Marinelli. Ritirato.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Ordine del giorno a firma del Consigliere Comi:
Premesso che in seguito a trattative intercorse con i competenti uffici della Commissione europea è stato concordato il testo di legge relativo alle modalità di affidamento diretto del trasporto sanitario o prevalentemente sanitario alle associazioni di volontariato, CRI e ad altri enti pubblici, sulla base di principi di economicità, concorrenzialità e non sovracompensazione dei costi;
Considerato che successivamente alla conclusione delle trattative suddette è emersa le necessità di estendere le modalità di affidamento diretto del trasporto sanitario o prevalentemente sanitario anche alle cooperative sociali ONLUS;
Rilevato che i competenti uffici della Giunta regionale considerano tale estensione ragionevole;
Rilevata, altresì l’urgenza dell’approvazione del testo di legge concordato con la Commissione che permette l’archiviazione della procedura di pre infrazione in cui la Regione è incorsa;
Impegna la Giunta regionale a intraprendere ogni idonea iniziativa volta a valutare, previo confronto con le competenti strutture della Commissione europea, la legittimità e la compatibilità con l’ordinamento comunitario dell’affidamento diretto del servizio di trasporto sanitario o prevalentemente sanitario alle cooperative sociali ONLUS.
Ha chiesto la parola il Consigliere Comi, ne ha facoltà.

Francesco COMI. Durante la discussione che c’è stata nella fase istruttoria e preparatoria di questa legge, nell’ultimo incontro è emersa una richiesta, quella che tra i soggetti affidatari diretti del trasporto prevalentemente sanitario, oltre alle associazioni di volontariato e alle Croci Rosse, ci potessero essere anche le cooperative onlus.
Noi non abbiamo fatto una valutazione di merito politica rispetto a questo perchè abbiamo detto che tale possibilità sta solo dentro il quadro normativo, se è possibile bene, se non è possibile pazienza.
Abbiamo anche chiesto un parere all’ufficio legislativo della Regione che ha espresso un parere non è netto. Noi comunque su questo vogliamo avere un’interlocuzione con la Commissione europea.
Pertanto con questo ordine del giorno diciamo, non volendo oggi fare un emendamento di nessun tipo, che affidiamo all’Assessore, o chi per lui, questo ulteriore passaggio per verificare fino in fondo tale possibilità.

PRESIDENTE. Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 79 (testo base), abbinata alla pdl 76. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 24
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano regionale per i beni e le attività culturali 2011/ 2013 - Legge regionale 9 febbraio 2010, n. 4, articolo 7”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 24 ad iniziativa della Giunta regionale.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Il ciclo di programmazione triennale, prima attuazione della nuova l.r. 4/10, cade in un momento molto particolare segnato da una crisi profonda, che forse non conosce eguali negli ultimi quarant’anni, aggravato ulteriormente e drammaticamente dai tagli della manovra finanziaria proposta dal Governo, che sottraendo risorse importanti ai livelli di governo locali ha imposto uno sforzo di programmazione molto duro alle Regioni e al sistema della autonomie locali.
La Regione Marche ha fatto scelte forti e precise in materia di cultura, in forte e significativa controtendenza rispetto a tutto il panorama delle politiche pubbliche nazionali e in particolare rispetto alla miope politica statale. Credo sia l’unica Regione in tutto il Paese che ha fatto scelte così coraggiose. La valorizzazione dei beni culturali e la promozione di nuovi circuiti di eventi, insieme all’ampliamento dell’offerta di accoglienza e ricettività, costituiscono i capisaldi di una nuova direttrice di sviluppo, in linea con le più recenti indicazioni della programmazione europea e capace di esaltare quello straordinario patrimonio di sistema che connota la regione.
Per questo, nel bilancio 2011, a fronte dei tagli del Governo nazionale, il Governo regionale ha fatto la scelta di aumentare in maniera significativa le risorse per la cultura. Una scelta forte che, insieme a quelle per la difesa dei lavoro, per il mantenimento delle prestazioni sociali e per l’investimento nell’economia verde, vuole rappresentare non solo la riscrittura delle priorità su base regionale, ma anche un preciso messaggio per orientare un nuovo sviluppo.
Il comparto cultura che negli ultimi anni ha potuto contare su di una spesa storica che si aggira intorno agli 8 milioni di euro, passa per il 2011 a circa 12 milioni di euro, che sono destinati al finanziamento delle leggi ordinarie (in particolare beni e attività culturali, spettacolo, cinema), nonchè per progetti speciali.
In particolare il presente Piano può contare su uno stanziamento complessivo di euro 2.769.000,00, finanziamento che rimane invariato nella previsione triennale.
Tali risorse, annualmente precisate dalla legge di bilancio, saranno ripartite tra l’Amministrazione regionale per le funzioni e i progetti di rilievo regionale e le Amministrazioni provinciali per i progetti provinciali e i piani di riparto per il territorio.
L’atto proposto per l’approvazione non è in ogni caso un piano di riparto, infatti la legge prevede che a questo atto di indirizzo triennale faccia seguito un programma di riparto annuale.
Gli obiettivi strategici di settore sono complessivamente quattro, tutti centrati su una concezione fortemente trasversale della cultura, come leva generale dello sviluppo:
· qualificazione, diversificazione e trasversalità dell’offerta culturale;
· un’idea di cultura intesa come risorsa per lo sviluppo economico e sociale e veicolo per l’occupazione qualificata;
· la costruzione di reti istituzionali e di soggetti culturali;
· la consapevolezza e il rafforzamento dell’identità regionale in dialogo con l’orizzonte globale.
Gli elementi di novità di questo Piano, rispetto agli indirizzi di programmazione precedenti, riguardano: l’introduzione di un sistema unitario di valorizzazione ed organizzazione dei servizi, degli istituti e dei luoghi della cultura; l’accreditamento di questi ultimi tramite autovalutazione in riferimento a standard di qualità; l’istituzione, un punto importante, del Distretto Culturale Marche, quale sistema di relazioni tra soggetti pubblici e privati del territorio, volto a valorizzare le potenzialità economiche del comparto cultura. Sono inoltre previsti progetti speciali per garantire l’apertura dei numerosi contenitori culturali grazie a borse lavoro e opportunità lavorative per i giovani, grazie all’impiego di volontari qualificati over 60.
Le Province ricoprono un ruolo di primissima importanza nella programmazione delle risorse a disposizione del settore cultura. Nel 2011, infatti, si ritroveranno a gestire circa 5 milioni di risorse (oltre 1 milione di risorse ordinarie più circa 4 milioni di risorse aggiuntive per i progetti speciali e trasversali) con una delicatissima funzione di coordinamento e di programmazione intermedia.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Come al solito la prima Commissione ha svolto un buon lavoro. Per questo ringrazio ancora una volta i colleghi di tutti i colori componenti la prima Commissione, che hanno portato avanti un confronto di audizione e di miglioramento assolutamente proficuo.
Voglio inoltre ringraziare anche il personale del servizio, mi pare giusto farlo anche dai banchi dell’opposizione, Assessore, perchè è stato fatto un lavoro di ricognizione e di studio sia della situazione esistente che della proiezione futura che ci soddisfa. Quindi il personale va sicuramente ringraziato.
Ora mi rivolgo all’Assessore, all’Esecutivo. E dico subito, Assessore, che qualche cosa l’Esecutivo da noi dell’opposizione l’incassa. Vado quindi prima alla condivisione di questo programma.
Innanzitutto la prima condivisione è sul fatto di aver svolto quel lavoro di monitoraggio, di ricognizione, di semplificazione che era essenziale. Noi lo chiediamo da tempo, ma quel mutare rapido di tanti assessori alla cultura - e molti di voi lo sanno per essere stati al governo di questa Regione nelle precedenti “ere geologiche” - non aveva purtroppo consentito di fare un lavoro strutturato e razionale. Quindi oggi posso dire all’Assessore Marcolini che quel lavoro di monitoraggio, di studio, di ricognizione del patrimonio e delle potenzialità è qui ben riportato. E questo ci soddisfa.
La seconda cosa che secondo noi l’Esecutivo incassa – poi naturalmente vado alle cose che non incassa, Assessore –, e su cui ovviamente siamo d’accordo, è che per alcuni settori, mi riferisco alle catalogazioni, gli archivi, i restauri del patrimonio mobile e immobile, si punta – e lo si fa anche ideologicamente e questo ci è piaciuto – ad indirizzare gli interventi sul patrimonio che rimane.
Noi tante volte abbiamo contestato al centro-sinistra che non ci piace la politica dell’effimero, seppure, debbo aggiungere, che la fanno anche alcune amministrazioni del centro-destra, perchè purtroppo l’effimero paga nell’immediato e quindi per il sistema che abbiamo l’effimero è spesso rincorso da tante amministratori e legislatori.
Ma a parte questo, qui si fa un focus particolare sul patrimonio che rimane per i prossimi decenni. Il fatto che si migliora, si mette on line, si fa sistema, si fa collegamento, è una cosa che apprezziamo particolarmente e su cui sicuramente siamo d’accordo.
Adesso vado, Assessore, alla parte critica, lei me lo deve consentire, è una riflessione per migliorare.
Parto da una polemica che però si inquadra in una situazione più generale. Ecco, oggi con la rielezione del Presidente Spacca si è rilanciato il progetto cultura: cultura e sviluppo, cultura e economia, concetti su cui ovviamente siamo d’accordo. Però penso anche, caro Assessore Marcolini – questo investe l’Assessore Marcolini come il Presidente Spacca in quanto nei precedenti anni e in diversi ruoli hanno fatto parte dell’Esecutivo di questa maggioranza – a quanto viene oscurato di fronte a questo proclama - che, ripeto, condividiamo, noi lo diciamo da tempo - il periodo D’Ambrosio. E questo lo dico io, so che voi non lo potete dire, ma facciamo un attimo un ricapitolo della situazione.
Con D’Ambrosio è venuto fuori il più grosso deficit della sanità che mai si ricordi nella storia di questa Regione. Con D’Ambrosio c’è stata la tassa sulla disgrazia. Oggi per l’alluvione voi dite giustamente che la tassa sulla disgrazia non va bene, sono d’accordo anch’io, ma con D’Ambrosio i marchigiani hanno proprio pagato una tassa sulla disgrazia. Cioè, all’alba del 2001 D’Ambrosio disse: “Cari signori, qui ci sono 300 miliardi di deficit” dopodichè ci fu l’aumento delle aliquota Irpef e Irap. Questo è avvenuto nell’era D’Ambrosio! Con il quale voi avete vinto due volte perchè il magistrato politico tirava politicamente. Però, ripeto, con l’Amministrazione D’Ambrosio c’è stato: il deficit, l’aumento delle tasse, il più colossale budget per le consulenze esterne. Inoltre, aggiungo, anche l’oscurantismo della cultura e del turismo. Se vi sono serviti sei anni per riscoprire la cultura, il turismo, per dire che occorreva rilanciare, che sono il volano, ecc. ecc., prima cos’era! Era veramente il buio dei secoli di D’Ambrosio! Mi dispiace per D’Ambrosio, ma voi siete riusciti a fare un’operazione di liquidazione di quel periodo straordinaria, siete stati bravissimi! Per dieci anni l’avete utilizzata alla grande propinando ai marchigiani la “medicina” del giudice politico, perchè in quel momento vi serviva. E forse per alcuni potrebbe servire anche adesso, per l’IdV sarebbe la panacea di tutti i mali! Ma poi D’Ambrosio voi siete riusciti a liquidarlo, a metterlo in soffitta alla grande. Complimenti, avete fatto un’operazione straordinaria!
Oggi quindi si sottoscrive che la cultura è il volano dell’economia, ma, Assessore, un limite lo vedo. In questo piano si parla di borse di studio per anziani e per i giovani - dei giovani poi ne parlerò -, però devo dire che non vedo strutturalmente coinvolta la scuola. Può la cultura prescindere da un aggancio e da una costruzione sistemica quotidiana con la scuola? Qui si fa solo un leggero accenno alle università, alle accademie. E sulle accademie potrei dire tante cose, come mai, ad esempio, non mettete nella Conferenza dei rettori le accademie e i conservatori, non ne comprendo il perchè. Parliamo di alta formazione e ricerca, per cui anche le accademie e i conservatori ne dovrebbero far parte. Vi invito a rivedere questa impostazione.
Ripeto, non vedo in questo programma, Assessore – glielo chiedo per chiarire, non per polemica – il coinvolgimento a sistema della scuola.
Vado ad altri due aspetti.
Certamente condivido la parte che riguarda l’archeologia, il rilancio di quei beni che abbiamo diffusi su tutto il nostro territorio, qui vengono elencati i siti, le aree geografiche, finalmente per la prima volta c’è di questo una ricognizione, do quindi atto all’Assessorato e al Servizio per il lavoro svolto. Però vorrei qui proporre, Assessore, una cosa. Ossia, non è ad esempio possibile in questo atto lanciare il progetto cultura Marche – non sono un tecnico ma solo un appassionato – anche per temi, settori ed ere storiche? Faccio degli esempi: Progetto Marche e itinerario Marche dell’archeologia; Progetto Marche per l’era carolingia, Progetto Marche per l’era medievale, anche templare che suscita un’attenzione mediatica particolare; Progetto Marche Rinascimento; Progetto Marche il Settecento; Progetto Marche Risorgimento e Unità D’Italia; Progetto Marche il Novecento. La butto là, ma credo che certi prodotti riescano a colpire un certo target di fruizione di utente dando anche un fascino particolare al messaggio.
E qui allora vengo - non me ne voglia l’Assessore Moroder, faccio una battuta perchè in questi giorni ne abbiamo parlato - al progetto Marche cultura enogastronomica. Attenzione, qui c’è un pericolo all’orizzonte! E’ vero che l’Unesco sta per riconoscere patrimonio dell’umanità la dieta mediterranea? Mi pare di averlo sentito. Giusto? Bèh, nelle Marche non c’è la dieta mediterranea! Noi dobbiamo dire il contrario, perchè nelle Marche c’è lo strutto, c’è il fritto, c’è il rosolato, c’è il ciauscolo, c’è il sugo, c’è il formaggetto che non è proprio leggero, c’è l’oliva all’ascolana. Dobbiamo dire il contrario, Assessore, dobbiamo dire che bisogna venire nelle Marche perchè c’è lo stravizio, lo sfizio! Colpisce di più, perchè nelle Marche la dieta mediterranea non c’è! Forse qualcosa si sta migliorando con l’olio, ma per il resto c’è un’enogastronomia di stravizio. Non è uno scandalo, è così. Non credo che nelle Marche attiriamo gli igienisti se diciamo che tipo di enogastronomia abbiamo. Perchè, diciamocelo, dobbiamo attirare per lo stravizio, che può colpire più della dieta mediterranea, quella dieta, ripeto, che in questi giorni viene portata avanti dall’Unesco
Assessore, se questo piano ci fosse stato prima forse non avremmo perso un’occasione straordinaria, parlo ora della parte delle mostre e degli eventi espositivi, per esempio il Futurismo. Lei è maceratese come alcuni di noi. Sul Futurismo noi abbiamo perso un’occasione straordinaria, c’erano i cento anni sul Futurismo, e nella provincia di Macerata, che è la patria di tantissimi futuristi nazionali, abbiamo fatto pochissimo. Forse allora con questa programmazione, ripeto, che in gran parte condividiamo, non avremmo perso quella straordinaria occasione.
Voglio qui indicare con orgoglio – e non lo dico per appartenenza territoriale – il progetto Caldarola, che l’Assessore Marcolini conosce, un piccolo paese che su un autore di serie b rispetto al panorama internazionale ha fatto 47 mila biglietti in quattro mesi. Una media quasi degna della città di Urbino.
C’è inoltre inserito il sostegno alla comprensione della risorsa beni ecclesiastici. Rispetto a questo voglio dire - non per appartenenza sacrestana o bacchettona - che da tempo noi abbiamo presentato delle proposte che riguardano proprio il sostegno all’archiviazione, all’informatizzazione dei beni ecclesiastici e sopratutto degli archivi ecclesiastici. Ecco, spero che con questo piano ci sia l’inizio di questo intervento.
Mi avvio alla conclusione. Si riapre con un’intenzione positiva, credo, la possibilità della cooperazione e del coinvolgimento del privato nella cultura come settore di interesse economico, ma su questo, Assessore, ritengo debba essere un po’ più precisato il modo con cui si vuole intervenire.
E così anche per la formazione. Ma qui faccio una lamentela. Assessore, alle decine di laureati nelle nostre due accademie non sappiamo cosa dire. E’ inutile che gli raccontiamo, quando magari partecipiamo alle inaugurazioni degli anni accademici, che il nostro tessuto pubblico e privato può assorbirli. Qualcuno alzi la mano se c’è un Sindaco che prende un giovane diplomato all’accademia per fargli rifare, che so, il portale, la pagina web, la carta del Comune, un logo, un depliant, un volume che illustra l’attività o il patrimonio di quel Comune. Non c’è! E quale industriale assume, Presidente Spacca, un laureato all’accademia! Si contano veramente pochissimi esempi.
Dobbiamo allora rilanciare con forza una premialità. I Comuni che assumono, che fanno lavorare giovani che hanno questo tipo di cultura e di formazione, li premiamo. Basta poco, lo sapete, nella lamentela quotidiana dei Comuni sapete quanto sia difficile, però possiamo farlo.
Assessore, la novità più importante di questo piano è il programma sulle borse lavoro dei giovani. Questo noi lo condividiamo e naturalmente chiedo che venga fatto con la massima trasparenza, e non lo diciamo per noi, tra maggioranza e opposizione, ma soprattutto per quei giovani che stanno fuori e che quando ascolteranno questa novità vedranno in essa un’aspettativa enorme. Quindi che tutto sia fatto nella massima trasparenza e che la valutazione sia fatta veramente per lo studio e le capacità che hanno.
Ho però bisogno di una precisazione dall’Assessore per quanto riguarda il coinvolgimento degli anziani. Quello che dice l’Assessore è scritto sul Piano, lo abbiamo studiato bene, egli dice che c’è anche una risorsa di anziani, di pensionati, diciamoci la verità, ossia molti di quelli che hanno usufruito della spremitura di quel debito pubblico della prima Repubblica - a cui tutti siamo tanto affezionati, anch’io con autocritica faccio accenno, lo dico anche ai colleghi democristiani -. Ripeto, ci sono molti nonni che grazie alla spremitura di quel debito pubblico, che ancora paghiamo, hanno avuto pensioni di ogni tipo, che però oggi sostengono comunque i giovani. Quindi viva i nonni perchè se non avessero avuto questa possibilità oggi molti giovani non potrebbero mangiare la pizza il sabato sera. Di questo ne siamo grati. E so anche quanti sono quegli anziani che tengono aperti con abnegazione di volontariato personale musei e archivi.
Però, Assessore, nell’assegnazione delle risorse le dico, la butto là con uno slogan: “più i giovani che gli anziani”. Poi vediamo con i Comuni cosa c’è da fare. Cioè se questo significa che un contributo all’associazione locale – sappiamo che soprattutto le associazioni del territorio raccolgono più anziani che giovani – fa sì che possiamo tenere aperto di più il museo e l’archivio, ci sto, mi va bene, se però significa che vogliamo trovare borse lavoro per gli anziani o è un fatto sociale e allora lo giustifichiamo, altrimenti, se permettete, io dico: “più giovani che anziani”.
Ho concluso. Naturalmente nelle parti che non ho citato siamo d’accordo, per cui aspetto questi chiarimenti dall’Assessore.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. A differenza del Consigliere Massi io sono un po’ preoccupato, perchè se Massi vuole propagandare come stravizio lo strutto, da medico un po’ di preoccupazione ce l’ho, perchè dopo forse dovremmo incrementare la parte sanitaria! Ci auguriamo di no, ma chiaramente è solo una battuta.
Questo è il primo piano che la Regione redige dopo l’approvazione della legge n. 4 del 2010. Debbo dare atto, come hanno detto sia la Presidente Ortenzi che il Consigliere Massi, del grande lavoro svolto, seppure ci si trovasse in una situazione di difficoltà e di confusione enorme anche per le troppe leggi. In una situazione, aggiungo, in cui in tre anni si sono avvicendati tre Assessori, Giampiero Solari 2005-2006, Luigi Minardi 2006-2008, Vittoriano Solazzi 2008-2009 con il quale, probabilmente anche per il lavoro fatto da chi lo aveva preceduto, si è avuta una vivacità legislativa per cercare di mettere ordine e dare credibilità alla cultura, a ciò che riteniamo sia una delle tante eccellenza del nostro territorio, su cui l’Assessore Marcolini vi sta puntando con determinazione.
L’ultimo piano triennale fu approvato nel 2004, poi ci sono state delle prorogatio a più non posso, situazioni di difficoltà, anche perchè vi era, ripeto, un quadro legislativo confuso e contraddittorio.
Finalmente con le leggi approvate nel 2009, a marzo la prima a sostegno del cinema, ad aprile la seconda a sostegno degli eventi dello spettacolo, si è iniziato a dare concretezza alla materia. Ora quindi dalle parole bisogna passare ai fatti, occorre dare una sterzata con una gestione duratura, forte e continuativa.
In questo primo piano dei beni culturali si parla di tantissime cose, si parla dei musei, delle pinacoteche, delle biblioteche, dei teatri storici, degli archivi, dei parchi archeologici, ma noi dobbiamo tenere conto sopratutto degli obiettivi che si vogliono raggiungere e che direi sono stati sintetizzati in maniera intelligente: far conoscere, qualificare, diversificare, cercare di sostenere la ripresa dello sviluppo economico attraverso queste eccellenze e potenzialità, costruire soprattutto una rete evitando di parcellare l’offerta culturale, che è un’offerta di qualità ma forse è molto frammentata.
Voglio ora parlare innanzitutto di quelli che secondo me sono i punti di forza di questa proposta.
Soprattutto c’è una grande disponibilità di spazi per fare cultura, una disponibilità eccellente dettata al recupero dei tanti spazi storici dei nostri comuni. Ogni nostro piccolo comune, infatti, ha un teatro storico che è una bellezza, quindi rappresenta veramente una grande opportunità.
Per favorire la cultura c’è inoltre un’attenzione, pur nella difficoltà economica, nei confronti delle piccole e medie imprese e del privato, non soltanto per quella fattura che verrà comunque scaricata a livello fiscale, ma perchè molte volte sono essi stessi i diretti interessati e credono a quei progetti culturali che le associazioni, il Comune, la Provincia e la Regione riescono a portare avanti.
C’è una capillarità culturale, una capacità enorme dettata dai centri studio, cresciuti a dismisura, e anche dalla realtà museale.
Tutto questo ovviamente ha bisogno di risorse, ci sono 2 milioni e 800 mila euro, più quelle risorse che serviranno per i progetti speciali, che però, Assessore, io nell’ambito di questo proposta non sono riuscito a capire bene.
I progetti speciali per il triennio sono condivisi, sono stati sottolineati con forza dal relatore Consigliere Massi. Intanto questo distretto culturale che deve avere più forza e più capacità penetrativa, deve essere più responsabile di una sintesi fra le varie anime culturali.
Le borse di studio per i giovani forse sono una piccola cosa, ma almeno diamo loro un po’ di fiato, perchè dobbiamo cercare di valorizzare le loro capacità. Le borse di studio sono sì una piccola cosa, ma la politica per forza, non solo a parole, deve fare qualcosa di più per evitare che molti giovani vadano fuori dalle Marche o addirittura all’estero, insomma per evitare che i giovani, che sono le colonne del nostro futuro, vadano a trovare fortuna laddove c’è più attenzione nei loro confronti.
Il volontariato over 60 secondo me può essere benissimo utilizzato per le capacità che in quell’ambito si trovano, ma non tanto con riscontri economici bensì con delle incentivazioni per valorizzarne appunto quelle capacità; una persona a sessant’anni – lo dico perchè io mi avvicino a quell’età – è al massimo delle sue capacità, certo, non in tutte le sue funzioni, Assessore Marcolini, noi siamo persone più umane rispetto ad altre, però abbiamo comunque delle enormi potenzialità.
In questo piano c’è inoltre il recupero dei beni monumentali, soprattutto in quelle zone un po’ più abbandonate e che hanno più difficoltà, come ad esempio la montagna. Un recupero che deve essere integrato con il territorio in cui si lavora.
Le Province hanno un ruolo non indifferente, è un ruolo determinante, forte, di controllo dei progetti locali e dei progetti speciali, che credo serva proprio per mantenere un contatto diretto e stretto tra le cinque Province e la Regione Marche.
In questa fase, come diceva la Presidente Ortenzi, c’è difficoltà economica, quindi dobbiamo sottolineare la forza della Regione nell’investire economicamente. Però io non vedo tutta questa miopia statale quando ci si riferisce alla difficoltà delle risorse, a quanto mi risulta questo non è avvenuto. Ad esempio ci sono stati, ho fatto dei conti, 570 milioni di intervento per quanto riguarda il recupero di beni strutturali andati purtroppo distrutti a seguito di catastrofi come i terremoti. Quindi un’attenzione c’è stata. Voglio peraltro aggiungere che proprio la crisi in atto deve farci fortemente capire che forse fino adesso vi è stata una gestione un po’ troppo allegra, non vi è stata una gestione attenta, non c’è stato controllo.
C’è dunque la necessità di valorizzare al massimo il nostro patrimonio, i nostri musei, che molte volte sono chiusi, non sono integrati con il territorio e le altre realtà museali, le nostre biblioteche, anche queste troppo chiuse, quando invece è proprio nelle nostre biblioteche che dovremmo percepire una contaminazione culturale.
Secondo me occorre intervenire fortemente, Assessore, sulle idee, sui progetti, sulla meritocrazia, sui giovani, sulla qualità. Dobbiamo evitare la distribuzione a pioggia delle poche risorse che ci sono, ovvero senza tenere conto della qualità e dell’eccellenza dei progetti. Certamente nella discrezionalità della Giunta, della maggioranza, ci mancherebbe altro, ma non mortifichiamo con un investimento a pioggia che non fa bene a nessuno.
Ora un invito, ossia che quel consorzio che è stato realizzato a gennaio continui la sua marcia per aggregare più realtà possibili, più progetti culturali possibili, per creare eccellenza, ognuno nella propria specificità ed individualità, cercando di unire le forze che ci sono.
Mi auguro che anche l’osservatorio, che c’è ormai dal 2009, cominci a funzionare seriamente, cercando di entrare in argomenti diretti, con un’azione di controllo, con un’azione di sintesi e anche critica.
La cultura - lo sapete ma lo ribadisco perchè credo sia un concetto caro a tutti voi - è una questione che riguarda il benessere della persona. Io la intendo come il welfare. Se io fossi stato Presidente l’avrei inserita con in servizi sociali. Investire in cultura non può vedere un segno positivo o negativo da un punto di vista numerico, deve vedere sempre un segno positivo, pur nel rispetto dei bilanci e delle difficoltà che i vari amministratori si trovano ad affrontare.
Vorrei ora sottolineare con determinazione quelle che possono considerarsi delle negatività, affinchè la Giunta e l’Assessore competente vi lavorino per eliminarle, affinchè cioè questa opportunità di lavoro, di economia e di cultura stretta al turismo possa progredire.
Occorre evitare quella troppo evidente frammentazione culturale, evitare troppe iniziative culturali locali che molte volte non hanno la qualità, disperdono le energie, che molte volte ottengono addirittura doppi finanziamenti. Occorre una cabina di regia forte, Assessore, della Provincia e della Regione.
Invito tutti a parlare di cultura al Forum dell’8 e il 9 perchè in quella sede avremo l’occasione non tanto di parlare o di dire delle amenità quanto di ascoltare cose importanti della nostra regione.
Sulla cultura è stata ormai intrapresa una strada dopo un periodo burrascoso, come sottolineato anche dal Consigliere Massi. Vorrei infatti ricordare che prima degli Assessori che ho nominato poc’anzi non c’era un Assessore alla cultura, con la Giunta D’Ambrosio c’era solo un incarico dato a un professore di una scuola media, con tutto il rispetto per le sue capacità.
La cultura sta dunque uscendo fuori, do atto che c’è un risorgimento, Assessore Marcolini. Pertanto insieme, quindi anche attraverso le critiche costruttive mie e dell’opposizione, potremo sicuramente crescere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Il Piano regionale per i beni e attività culturali ha sicuramente dei punti positivi, ma anche degli aspetti negativi o comunque migliorabili, che è mio dovere politico evidenziare in quanto componente dell’opposizione.
Gli obiettivi di politica culturale in questo Piano sono troppo vaghi. E’ vero che spetta al Programma operativo annuale, secondo la legge regionale, individuare puntualmente le priorità e le azioni, ma con questa vaghezza, a mio avviso, si lascia alla Giunta troppa discrezionalità con l’alibi e la scusa dell’autonomia gestionale.
Il programma, inoltre, non contiene quanto richiede la l.r. n. 4/2010, cioè la legge di riferimento. All’articolo 7, comma 2, questa legge afferma che “il Piano contiene in particolare: a) il quadro conoscitivo (cioè l’analisi del fabbisogno) dei punti di forza e delle criticità”. E di fatto questa proposta di piano non contiene l’analisi dei fabbisogno. Se uno volesse fare il cattivo, ma in questo momento non è la mia volontà, ci sarebbe anche la possibilità di malignare, ossia, come mai la Giunta vuole le mani libere nello stabilire quali sono i fabbisogni culturali regionali? Questa tesi, tra l’altro, è avvalorata dal fatto che a pagina 26 di questo Piano, laddove si parla di istituzione dell’Osservatorio regionale per la cultura, si dice proprio che “l’Osservatorio ha da poco avviato una ricognizione sistematica delle risorse culturali attivabili in ottica di distretto”.
Lo stesso dicasi per la lettera g) del medesimo comma, dove non vengono assolutamente esplicitati i criteri, i tempi e le modalità per la presentazione dei progetti di cui all’articolo 11, cioè i progetti di interesse regionale e locale. Quindi anche qui siamo nel vago.
Viene inoltre disattesa la lettera i) del comma 2 dell’articolo 1 della stessa l.r. n. 4/2010 laddove dice: “la Regione promuove il coordinamento e l’integrazione delle politiche di governo del territorio e di tutela del paesaggio con le iniziative e gli interventi sui beni culturali”. Bèh, anche qui la norma viene completamente disattesa. Insomma poco o niente di questo aspetto si trova in questo Piano triennale.
Potrei andare avanti con altre affermazioni. Per esempio è interessante, anzi, direi che è veramente ridicolo, quanto riguarda la lettera d) del medesimo comma e articolo della legge regionale che dice: “la Regione promuove la realizzazione di progetti e azioni favorendone il radicamento nelle aree meno servite, al fine di una equilibrata distribuzione nel territorio regionale”. Allora se questo è vero perchè nella sezione dedicata al quadro finanziario e al riparto delle risorse, cioè ai soldini, a pagina 32 del Piano si afferma che “il riparto percentuale tra le amministrazioni provinciali delle risorse assegnate sarà rapportato al numero degli abitanti residenti”? Cioè, diamo i soldi alla cultura in funzione degli abitanti residenti? Non mi sembra ci sia una grande correlazione, mi sembra un po’ arbitrario, non è detto che laddove c’è la concentrazione di abitanti, dovuta probabilmente a evidenze di lavoro (vedi ad esempio la costa), ci sia più bisogno di risorse culturali. La trovo una contraddizione, non mi sembra logico. Capisco che è un criterio molto semplice, oggettivo, però secondo me non è corretto.
Inoltre in questo Piano – cito sempre gli aspetti negativi e da migliorare, perchè ovviamente sono opposizione – mi pare che ci si dimentichi completamente della gestione dei patrimoni, o meglio, ci si dimentica che la gestione dei patrimoni deve essere prima di tutto finalizzata a custodirli, a renderli disponibili agli studiosi, a trasmetterli alle generazioni future. Questo concetto manca, quindi a mio avviso andrebbe inserito nella tabella A di pag. 34 “Valorizzazione del patrimonio culturale”.
Potrei fare tanti altri esempi, ma per brevità e vista l’ora ne salto alcuni, il concetto penso di averlo espresso.
Cito però una delle tante cose che mi sono balzate all’occhio. Al paragrafo 5.5 (pagina 29) c’è una frase che dice: “Questo ha fatto sì che oggi le presenze antiche si conservino in gran parte – sottolineo in gran parte – inserite in un ambiente paesaggistico e naturale meno compromesso che altrove”. Cioè “meno compromesso di altrove” è una frase chiave. E’ una frase che ricorre in molti piani e programmi regionali, quasi a voler giustificare gli scempi che sono stati fatti nelle aree archeologiche antiche o nella moderna, chiamiamola così, archeologia industriale, aree che appunto sono continuamente minacciate. Un esempio di oggi apparso sul Corriere Adriatico – parlo delle aree territoriali che conosco di più, quelle vicine a casa mia – è la fornace Hoffman a Loreto, oppure il Capannone Nervi a Porto Recanati o la schiera di villette che scendono da monte verso l’area archeologica di Urbs Salvia. Ecco, tutte queste zone per certi aspetti penso siano ormai andate. E mi pare che anche il Piano regionale non faccia altro che dire: “ormai è andata”. Quindi è così.
Nella tabella B di pagina 35 (Promozione delle attività culturali) c’è un riquadro a destra di “Storia ed identità regionale e locale”, qui andrebbe meglio specificata la dicitura magari inserendo una frase del tipo “creazione di centri o di associazioni culturali e messa in rete nel sistema degli itinerari regionali di iniziative ed eventi” ecc. ecc., insomma secondo me andrebbe meglio specificato.
Di esempi ne potrei fare molti altri, ma nella sostanza – è questo che alla fine voglio dire - un po’ in tutto il Piano triennale non vengono affrontati, per lo meno io non li ho visti, argomenti importanti come le iniziative di valorizzazione di storia, scienza e tecnica regionali. Non viene affrontato il tema del patrimonio culturale intangibile, per esempio le tradizioni orali. Non c’è nulla sul rafforzamento e la coesione civile e sociale delle tante comunità marchigiane, delle terre marchigiane – parlo al plurale perchè la nostra realtà è veramente al plurale –. Non vedo nulla sui luoghi di particolare valore sia dal punto di vista culturale sia da quello paesaggistico, storico e architettonico.
Inoltre, a mio avviso, quando si parla di distretti culturali, si dovrebbe incidere un po’ di più sull’opportunità dei cittadini di partecipare in modo diretto allo sviluppo o alla conservazione dei luoghi in cui abitano, di poter definire meglio anche l’identità delle loro comunità. Questo peraltro favorirebbe, secondo me, un notevole aumento di quel senso di appartenenza, cioè di quel basso livello di identità di questa regione. La nostra, infatti, è una regione che ha un basso livello di identità - cosa peraltro rimarcata tante volte anche dal Governatore Spacca, su questo sono d’accordo con lui - non solo perchè è al plurale, ma perchè è composta da territori molto differenti tra loro, da persone che hanno origini molto diverse, ecc..
Quindi su questo Piano mi aspettavo un qualcosa di un po’ più completo. Ringrazio per l’attenzione.

Presidenza della Vicepresidente
Paola Giorgi

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Dopo aver ascoltato il dibattito devo subito esprimere un senso di gratitudine. Intanto nei confronti dei miei collaboratori, Raimondo Orsetti, ne cito uno per tutti, che con la nostra struttura ha prodotto in economia questo piano programmatico triennale. Piano su cui mi pare, pur nel rispetto dei ruoli di maggioranza e di opposizione, ci sia un giudizio largamente positivo. Certo, non privo di integrazioni preziose, non privo di possibili correzioni. Ma nella sostanza ritengo sia un Piano che attesta una chiara volontà di organizzazione del settore culturale, senza pretese dirigiste e con la capacità di orientare le scarse risorse finanziarie in materia di politiche culturali.
In premessa farò prima una battuta per poi andare rapidissimamente alle questioni che sono state sollevate.
Anch’io sono rimasto sull’ibridazione di cultura ed enogastronomia, però vorrei ricordare al Consigliere Marinelli, che è un conoscitore delle nostre cose, che quella cucina opulenta era quella delle feste mentre quella di tutti i giorni era appunto quella mediterranea. Occorre ricordare, perchè è la nostra storia, che soltanto cento anni fa si moriva ancora di pellagra, di scorbuto, di carenza vitaminica e soprattutto di carenza di proteine, la nostra dieta era infatti scarsissima di grasso e di carne.
A parte le battute, vado subito alla questione. La Presidente della Commissione, il Vicepresidente e i Consiglieri intervenuti hanno illustrato sul merito, questo pertanto mi risparmia di contrappuntare una illustrazione che è stata appunto preziosa e per certi versi brillante. Vorrei quindi semplicemente sottolineare ciò che cerchiamo di affermare già nelle prime pagine e che è il motivo ispiratore dell’intero Piano triennale.
Quest’anno nel nostro bilancio, in controtendenza nazionale, sulle politiche culturali abbiamo investito, nonostante la crisi, di più che nel passato. Ma non solo nonostante la crisi, ma è proprio perchè c’è crisi investiamo di più.
Allora, se mi è consentito, e lo dico soprattutto ai rappresentanti dell’opposizione, mi piacerebbe pensare che la parte di apprezzamento pronunciata negli interventi sia dovuta al fatto che questo piano si ispira a due concetti.
Primo, che gli interventi delle risorse aggiuntive fanno riferimento integralmente a interventi strutturali volti a recuperare gli interventi straordinari che abbiamo effettuato su biblioteche, musei, pinacoteche, teatri, inoltre, attraverso il doppio strumento delle borse lavoro, su cui tornerò, e del recupero dei contenitori, e attraverso anche l’attivazione del volontariato della longevità attiva.
Secondo, abbiamo cercato di rimodellare la funzione regionale che più le è propria, su cui il lascito della legge che abbiamo trovato disponibile ci indirizzava. La Regione non riesce a interloquire con 239 Comuni e con questo enorme formidabile patrimonio di mondi vitali e anche ripetitivi, ricchi di proposte ma anche con la necessità di rappresentare una micro iniziativa locale. Quindi abbiamo riservato alla Regione la programmazione, l’alta amministrazione e l’organizzazione di pochi e qualificati eventi. Il resto è politica strutturale.
Guardate, i 4 milioni che sono poi diventati qualcosina di più rispetto all’anno passato, sono integralmente destinati a borse lavoro e contenitori. E l’abbiamo fatto, lo voglio riaffermare - mi piacerebbe pensare anche qui che l’apprezzamento positivo sia dovuto anche a questo -, con il coinvolgimento dei Comuni e in modo particolare delle Province, non guardando la differenza politica di appartenenza, ma trovando dei criteri equitativi, certo, a volte anche approssimativi, come diceva poco fa il Consigliere Marangoni, ma quando si tratta di distribuire, soprattutto in materia fisica e non di apprezzamento delle iniziative – parlo dei contenitori – una quota di riparto, si deve far riferimento inevitabilmente al territorio e popolazione.
Avremmo cioè potuto gestire questi 4 milioni discrezionalmente scegliendo gli amici e i nemici, ma non l’abbiamo fatto, li abbiamo messi a consultazione, poi con le Province di destra e di sinistra abbiamo definito un piano programmatico e abbiamo allocato la metà delle risorse.
Sempre con lo stesso meccanismo l’altra metà delle risorse – per questo mi piace pensare che il parziale consenso sia stato da questo generato - l’abbiamo individuata per le borse lavoro e per la longevità attiva.
Concordo con le preoccupazioni che vengono avanti sul versante della longevità attiva, ma noi non parliamo di borse lavoro per gli anziani. Gli anziani, secondo quel modello che per primo è stato adottato dal British Museum,- nel periodo feriale due su tre sono volontari, mentre nel periodo festivo due su tre sono gli impiegati fissi; per cui approfittando esattamente delle cose che diceva il Consigliere Massi, ossia dell’intelligenza, e della piena attività che ricordava il Consigliere Marinelli.
I voucher che pensiamo per le persone anziane non sono borse di studio, oppure i 700 euro equivalenti per quelle persone qualificate che ti accompagnano alla guida o che trovano una scintilla per una piccola impresa economica, vedi i bookshop o il ristorante, pensate ad esempio a quella diffusione a Bologna o Roma dove le librerie tradizionalmente hanno un ristorante all’interno. Niente di tutto questo, per quelle persone che vogliono aiutarci nell’aprire questo patrimonio straordinario a un uso più largo abbiamo pensato a dei voucher, a dei bonus magari per la stagione lirica sinfonica, per quella teatrale, per gli spettacoli, insomma per il nostro circuito. Questo accompagnato da quello dei giovani che avranno così una scintilla senza attese di stabilizzazione della durata di un anno, che appunto ci consentirà di aprire biblioteche, pinacoteche e musei e darà loro la possibilità di verificare se c’è una giustificazione economica a questo impiego. E’ un accompagnamento, ripeto, che dura un anno e che speriamo possa dare frutti.
Uno degli elementi di prospettiva, non mancheranno le occasioni, sono quelle ibridazioni anche qui suggerite. Le integrazioni fondamentali con l’istruzione, con la formazione, sono assolutamente vitali, sono cioè un terreno fertile su cui, con i colleghi che si occupano della formazione e dell’istruzione, dobbiamo avviare un lavoro più produttivo, capace di intrecciare i programmi di attività.
Voglio ricordare che ci stiamo avventurando in nuovi settori di impiego, quali ad esempio il sostegno alle nuove professioni culturali (quelle chiamate delle industrie culturali e creative) che da una prima indagine quantificano – un dato a me ignoto – a oltre 3 mila gli operatori nella regione già adesso attivi, che quindi possono diventare uno strumento straordinario di risposta non solo culturale ma anche economica.
Dunque la cultura come welfare e come economia giustificata dalla preziosa e specializzata attività professionale. Un intreccio che non può quindi limitare il campo all’economia con una curvatura né economicistica né al diletto con una concezione mecenatesca di altri tempi.
Nel quadro triennale nelle prossime settimane, a partire dal già ricordato appuntamento dell’8 e 9 a cui siete tutti quanti invitati, proveremo a tradurre delle politiche e di avere una capacità di ascolto che prosegua nella logica della partecipazione e delle scelte condivise. Abbiamo istituito nove gruppi di lavoro, ci sono circa 200 persone che si sono incontrate più di una volta e che presenteranno delle ricette amministrative, normative, di programmi o di progetti singoli tra venerdì e sabato.
Sulla scorta di questa nuova occasione ci avviamo dunque al periodo più denso di iniziative culturali, quello estivo, per poi proseguire con un appuntamento di fine anno che si riconnette al quel confronto con l’intellettualità e con la cultura della conoscenza che era stata avviato nel dicembre 2009 in un appuntamento regionale sul Monte Conero. Lo vorremmo però istruire, non imbragare, ossia preparare affinchè ci siano non soltanto delle analisi ma anche proposte settoriali.
Sono inoltre d’accordo sulla tipizzazione degli interventi, magari quelli dei settori, sapendo che c’è una grande permeabilità fra i settori, più che fra epoche, che ci porta a una tassonomia degli interventi culturali infinita.
Come sono d’accordo sul fatto che dobbiamo intrecciare giovani e anziani e sul fatto che soltanto da una rendicontazione spartana, trasparente, equanime potrà derivare la conferma di un impegno addizionale per la cultura, che significa sì maggiore benessere, ma anche una strumentazione che rendendo più colta la nostra comunità la renderà più pronta a intercettare le opportunità economiche e culturali e anche a riuscire a rispondere agli oltraggi della crisi meglio di altre regioni e altri paesi.
Concludo ringraziando coloro che sono intervenuti nel dibattito, a partire dai relatori di maggioranza e di minoranza. Inoltre ringrazio per il lavoro che su questo versante sta facendo, mi pare con grande umiltà, la struttura responsabile regionale.
Mi pare anche che alcuni primi risultati voi oggi li abbiate segnalati e di questo ne sono particolarmente contento.

Presidenza del Presidente
Vittoriano Solazzi

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1 del Consigliere Massi:
A pag. 26, punto 4.3: C.4 – Sostegno alle iniziative culturali – al secondo paragrafo, secondo rigo, dopo la parola “progetti” aggiungere le parole: “anche di rassegne musicologiche e convegnisti che legate alla cultura ed alla storia marchigiana”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Qui chiedo un supporto tecnico, Assessore. Noi abbiamo visto che questo potrebbe essere dirottato sul piano dello spettacolo, ma qui parliamo di casi che riguardano anche la convegnistica. Spesso infatti ci sono convegni-spettacolo. Ad esempio un convegno sulla musica, prima si fa un dibattito su un genere musicale poi la sera c’è l’autore. Come lo interpretiamo? Perchè se lei mi dice che la convegnistica nello spettacolo non ci va io lo mantengo. (…) Però, Assessore, non vorrei che poi all’organizzatore gli si considera che non è né convegno né spettacolo e alla fine rimane fuori da tutto. (…) Se valutiamo questo va bene, perchè sapete, ripeto, che ci sono convegni-concerto, convegni-dimostrazione, convegni-spettacolo. (…) Va bene, Assessore, allora lo ritiro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Ritirato.
Emendamento n. 2 della Consigliera Ortenzi:
Punto 5.5 – Emergenza archeologica. Il V capoverso del punto 5.5. è sostituito dal seguente: “Attualmente la l.r. 16/94 è stata abrogata per essere riassorbita nel nuovo testo unico dei beni e delle attività culturali (l.r. 4/10)”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 della Consigliera Ortenzi:
Punto 5.5 – Emergenza archeologica. All’XI capoverso del punto 5.5. sono soppresse le seguenti parole: “a una revisione della l.r. 16/94 e soprattutto”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 24, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Ripresa del punto di cui alla:
Comunicazione del Presidente Spacca, ai sensi dell’art. 30, secondo comma, del Regolamento interno, in merito ai fenomeni alluvionali che hanno colpito il territorio regionale.
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. Riprendiamo il punto di cui alle comunicazioni dl Presidente Spacca. E’ stata distribuita una proposta di risoluzione avene ad oggetto “Posizione del Governo sui fenomeni alluvionali che hanno colpito il territorio regionale” a firma Ricci, Eusebi, Malaspina, Pieroni, Latini:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che:
“ nei giorni dall’1 al 6 marzo 2011 il territorio della Regione Marche è stato colpito da fenomeni temporaleschi diffusi di eccezionale intensità che hanno provocato ingenti danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati, nonchè una grave compromissione delle attività produttive nelle zone interessate;
“ da una prima ricognizione i danni ammontano a circa 462 milioni di euro, cui vanno aggiunti quelli all’agricoltura;
“ con decreto del 10 marzo 2011 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in relazione ai suddetti eventi fino al 31 marzo 2012;
“ la Regione ha chiesto al Governo che venga disposto l’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale di protezione civile, considerato il carattere di rilevanza nazionale degli eventi calamitosi;
“ la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della protezione civile con nota del 31/3/2011, richiamando la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 marzo 2011, recante gli indirizzi per lo svolgimento delle attività da adottare per l’adozione delle ordinanze di protezione civile, ha ribadito la necessità che la Regione certifichi:
a) se sono state individuate disponibilità all’interno del proprio bilancio per fronteggiare l’emergenza in questione;
b) se sono state aumentate fino al massimo le aliquote fiscali di competenza e in particolare l’aliquota dell’accisa regionale sulla benzina;
Considerato che:
“ l’interpretazione del decreto legge n. 225/2010, art. 2 comma 2 quater, fornita nella direttiva suddetta, condiziona rigidamente l’intervento statale al completo utilizzo da parte delle Regioni interessate della potestà tributaria lorda riconosciuta, negando in tal modo la rilevanza nazionale dell’evento e riducendo la giustificazione dell’intervento nazionale ad una pura funzione suppletiva nell’ipotesi di insufficienza dei mezzi regionali, indipendentemente dalla natura e dalla qualità degli eventi straordinari;
“ una tale lettura della norma in questione evidenzia profili di incostituzionalità, come rilevato nel parere del prof. Valerio Onida rilasciato al Presidente della Giunta in data 14 marzo;
Impegna la Giunta regionale ad impugnare l’art. 2, comma 2 quater, del decreto legge n. 225/2010 (decreto milleproroghe), convertito nella legge n. 10/2011, innanzi alla Corte costituzionale e la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 marzo 2011 avanti il competente giudice amministrativo.”.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zinni, ne ha facoltà.

Giovanni ZINNI. Per annunciare che sono contrario a questa risoluzione. Ritengo ci sia un problema di fondo che sta diventando un po’ troppo politico. Mi rendo conto che è un argomento antipatico perchè ci si trova di fronte alla necessità di reperire risorse, sicchè è ovvio che tutti i politici hanno necessità di non essere considerati né bastian contrari né, come posso dire, strumentalizzanti.
Però qui alla fine il richiamo sembra essere quello – e questo è anche quello giornalistico che pesantemente è passato nelle ultime settimane - di pretendere da Roma un intervento ma già con la sensazione che è una partita che andrà a finir male.
Vorrei allora chiarire due cose.
Noi avevamo votato una precedente risoluzione sulla quale dai banchi del Popolo della Libertà era addirittura venuto un contributo orientato ad allargare le maglie tecniche di rivendicazione, senza dunque chiudersi dentro una gabbia ideologica, dicendo ad esempio che i soldi si devono rimediare attraverso l’election day piuttosto che un’altra cosa. Per cui la nostra disponibilità non è venuta meno. Però ora faccio un po’ fatica a comprendere a distanza di pochi giorni che cosa sia mutato rispetto a quel quadro.
Vorrei ricordare che in Italia sono esistiti da sempre – non la prendete come una giustificazione, tutt’altro – fenomeni drammatici le cui risposte finanziarie sono arrivate nel corso tempo, addirittura alcune di queste disgrazie, da quello che so, attendono ancora l’ultima parte dei finanziamenti.
Non voglio essere pessimista, ma porre in essere oggi una votazione di questo tipo, che è comunque politica, ci mette di fronte alla condizione di dover prendere atto di due cose.
O la maggioranza di questa Assemblea legislativa ritiene che la partita sia tendenzialmente persa e quindi occorre mettere nero su bianco di chi è la colpa. E la colpa sembra sia sempre del Governo cattivo, di quello che sta a Roma, di quello che sta lontano, che in questo caso poi si sposserebbe anche con il centro-destra di Berlusconi, per cui questa cosa verrebbe anche più facile per voi in termini epidermici.
Oppure, secondo aspetto, è che il Presidente Spacca, insieme alla Giunta, aveva già una strategia ben precisa ovvero quella del ricorso. E che cosa deve abbattere il ricorso? Il ricorso non serve cioè per ottenere dei fondi, ma serve ad abbattere il decreto mille proroghe al cui interno è contenuta una certa norma. Una norma, certo, che è oggettivamente antipatica per chi la deve gestire. Perchè quando si dice che per accedere al fondo nazionale di protezione civile prima devi aumentare la tua pressione fiscale e poi in seconda istanza vediamo come dare il sussidio finale, è assolutamente normale che appunto chiunque debba gestire questa cosa abbia una pesante caduta di popolarità e di impatto traumatico con il proprio elettorato. Essendo peraltro un provvedimento successivo al decreto 78 che aveva determinato dei tagli anch’essi rognosi. Quindi mi rendo ben conto che lo scenario non sia dei migliori.
Però in merito a queste due ipotesi vorrei chiarire due aspetti.
Se la prima ipotesi, quella con cui pensiamo che la partita sia possa perdere e pertanto sia bene rimarcare di chi è la colpa, come umile Consigliere regionale di periferia non posso che dire che do tutta la mia disponibilità al Governatore Spacca per impiantare anche manifestazioni pacifiche, garbate, rivendicative nei confronti del Governo.
Se invece è il secondo aspetto capite bene che la partita diventa completamente politica. E se dunque la partita è completamente politica le considerazioni che faccio sono due. La prima è che noi nei territori non possiamo far finta di accettare il federalismo per poi di fatto cercare di rifuggirlo il più possibile pretendendo ancora una finanza derivata. Questa è una battaglia antistorica, sarà perdente, si potrà proseguire per due o tre anni a spuntare qualcosa, ma nel tempo sarà sicuramente il fallimento della politica locale. Se invece il problema si riferisce all’applicazione attuativa di quel federalismo che ancora è in itinere, allora anche qui come Popolo della Libertà diamo tutta la nostra disponibilità politica. E la daremo soprattutto nella Conferenza Stato-Regioni, ovvero in quel luogo dove maggioranza di centro-destra e di centro-sinistra si incontrano per dibattere tecnicamente i provvedimenti governativi. Quindi daremo tutta la disponibilità per migliorare l’applicazione del federalismo.
Vorrei che fosse chiaro il mio intervento, chiedo scusa se magari sono stato un po’ raffazzonato, e mi perdonerà il Governatore Spacca se ho buttato sul campo tre-quattro ipotesi, ma personalmente mi rifiuto di passare alla sagra del Consigliere regionale che per paura di perdere cento voti dice comunque sempre sì al suo Governatore pur di elemosinare due spiccioli a Roma. Questo è un modo di apparire che non mi appartiene, non mi interessa. Preferisco prendermi un paio di "vafer" da qualcuno che ha subìto una disgrazia in qualche luogo in termini economici!
Se dunque la partita è politica questa Assemblea legislativa deve fare una seduta politica monotematica, Presidente. Quindi invito il Presidente della Giunta a sospendere questa risoluzione. Dopodichè affrontiamo un dibattito serio, serrato e pesante sul decreto mille proroghe, su tutti i provvedimenti del federalismo e su quella che deve essere la sua attuazione. A quel punto sì che potremo aprire un confronto serrato, e magari potremmo anche ritrovarci d’accordo che a questo federalismo manca qualcosa.
Se invece il problema è il primo punto io oggi alzo una barricata, voto contro, perchè io francamente non ci sto ad iniziare una guerra formale con il Governo quando a distanza di sette giorni con una risoluzione avevamo detto di spingere tutti insieme per riuscire ad ottenere il massimo.
C’è tutto un coacervo di personaggi politici del centro-sinistra – non è il caso del Presidente Spacca che ovviamente essendo il principale responsabile politico ha necessità di ottenere il risultato – che in questi mesi, da quando è accaduta la disgrazia alluvionale, hanno fatto una serie di sparate polemiche, strumentalizzanti, che hanno rischiato anche di avvelenare un clima dialettico con Roma. Francamente lo ritengo un atteggiamento da irresponsabili.
Quindi in ambedue i casi invito il Governatore Spacca a ritirare questa risoluzione, però, ripeto, con due passaggi diversi. Se vogliamo aprire un dibattito sul federalismo e sulla drammaticità che per qualcuno può esistere sul mille proroghe che si faccia subito una seduta serrata e si valuti un ventaglio di proposte un attimino più a largo raggio. Se invece per il primo punto noi del centro-destra possiamo fare qualcosa in quest’Aula ditecelo, chiedetecelo senza timore, individuiamo delle proposte concrete, dei percorsi concreti, ma non facciamo sì che alla fine poi ognuno debba andare a parare la propria immagine e basta.
Questo tipo di percorso non credo sia ancora così tardivo. Poi se oggi uno ha necessità di dire a tutti i costi “faccio la guerra a Berlusconi”, bèh, se ne assuma le sue responsabilità.

PRESIDENTE. Ho iscritti a parlare i Consiglieri Silvetti, Eusebi, Binci, Ricci, Massi, dopodichè passeremo alla votazione. Prego, Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Per dichiarare per senso di responsabilità su questa risoluzione il voto favorevole di Futuro e Libertà.
Un’azione come questa, valutato ovviamente lo stato di emergenza e di urgenza, riteniamo vada incardinata quanto prima, non è per fatto politico.
La risposta la stanno attendendo le nostre imprese, i nostri privati cittadini.
Le opere pubbliche di cui necessita il nostro territorio non possono non far prendere una posizione a questo Ente, che anche a causa degli effetti nefasti del decreto mille proroghe si trova per certi versi paralizzato, e non ultima anche la nostra protezione civile.
Quindi voteremo convintamente a favore di questa risoluzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Eusebi.

Paolo EUSEBI. Il Presidente Spacca sarebbe ridotto veramente male se io gli dovessi fare da avvocato difensore! Ma volevo dire al collega Zinni – svelo un segreto - che l’altro giorno in maggioranza il Presidente ha dato atto dell’impegno dei parlamentari del centro-destra, anzi ha detto che nonostante quell’impegno c’è il nulla. Allora sgombriamo il campo da quell’ipotesi più cattiva fatta dal Consigliere Zinni.
Inoltre voglio dire al Consigliere Zinni che noi quel federalismo lì non lo vogliamo. Non lo vogliamo proprio! Quel federalismo che dice: “spremi i cittadini già colpiti dalle avversità della natura, poi, se non sei troppo di sinistra, se ha il Presidente della Regione simpatico, ecc., forse ti aiuto” noi, ripeto, proprio non lo vogliamo e continueremo a combatterlo.
Tutto il discorso fatto dal Consigliere Zinni è stato più elegante del mio che forse è anche volgarmente tranchant, ma quando uno si impegna, quando si mettono in moto le energie migliori e trasversali in senso buono, quando c’è l’impegno di tutti, però poi non succede niente e questo pessimo Governo continua a prenderci in giro, allora a quel punto ognuno che usi tutte le armi che ha. Noi pertanto abbiamo quest’arma legale.
Quindi invito a non soprassedere a nulla e di andare avanti con il voto di questa risoluzione, mi sembra il minimo da fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per annunciare la piena condivisione di Sinistra Ecologia e Libertà a questa proposta di risoluzione. Un atto, ricordo, che arriva dopo alcuni giorni di pausa e di confronto tra il Governo nazionale e tutti gli attori politici. Un confronto dove in maniera bipartisan è stato chiesto che a fronte della dichiarazione dello stato di emergenza ci fosse anche un impegno. Un federalismo non può infatti esistere se non dentro un quadro di solidarietà nazionale. E la solidarietà nazionale principalmente ha senso non nell’ordinarietà bensì nella straordinarietà, nei momenti di difficoltà oggettiva determinati da situazioni esterne.
Questo riconoscimento c’era stato il giorno prima del decreto mille proroghe per la Regione Veneto che, anzi, lo stesso giorno ha avuto anche un’integrazione dei fondi. Per cui è bene che dal decreto mille proroghe venga estrapolata quella normativa che prevede che seppure ci sia l’eccezionalità non ci debba essere la solidarietà nazionale.
Mi sembra che lo stesso Consigliere Zinni abbia avuto difficoltà a difendere questa norma. Ha dichiarato di non sostenere questa legittima richiesta motivandola sostanzialmente con una posizione politica della serie: “io sto dall’altra parte e quindi non posso sostenere una risoluzione che in qualche modo chiede di modificare un atto del mio Governo”.
Secondo me, invece, è soprattutto nei momenti di difficoltà che dobbiamo richiedere con forza un’Italia solidale. E pertanto che si debba chiedere l’incostituzionalità di quella norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI. Farò una dichiarazione molto sintetica. Nel contenuto l’avrete capito, vi è stato anticipato molto bene dal Consigliere Zinni, quindi non ci ritorno sopra.
A nessuno sfugge la possibilità, Presidente, che in questa materia particolare ci sia anche un gioco politico, questo lo dico spesso, non siamo nati ieri, è normale sia per la maggioranza che c’è qui sia per quella che c’è a Roma.
Ora noi non siamo nelle condizioni di approvare un ricorso alla Corte, Presidente, perchè riteniamo che in termini immediati non produrrà nulla.
Quindi io sono per continuare un’azione sacrosanta, come ho detto prima, io non sono per la tassa sulla disgrazia, nessuno di noi lo è. Per cui ribadiamo che non c’è da mettere né un aumento sulle accise né altre manovre sulle aliquote, su questo siamo assolutamente contrari.
Quello che abbiamo scritto nell’altro documento lo ribadiamo mentre su questo documento, se rimane così o non si ritira, non c’è possibilità di convergenza.
Però, Presidente, visto che sia il sottoscritto, ma questo è poca cosa, penso anche al nostro partito, penso al nostro gruppo, insomma noi al territorio delle Marche ci teniamo particolarmente, per noi la comunità marchigiana viene prima di ogni altra cosa, voglio allora qui esprimerle, per quello che può contare, per quello che può servire, voi direte, anche per la nostra parte politica, una piccola sollecitazione.
Siccome io ritengo che la rivendicazione delle Marche nei confronti di un intervento immediato, seppur piccolo, del Governo per il ripristino di alcune infrastrutture pubbliche - intervento assolutamente necessario, io non so quantificare, non mi voglio sbilanciare, ma riterrei valido e opportuno un intervento del Governo straordinario tramite le protezione civile, extra ordinem, anche minimo, e noi su questo continueremo a batterci come Gruppo, come Partito, come Parlamentari - allora, per quello che conta, ripeto, da questo momento mi sospendo da Capogruppo del PdL in quanto anch’io formulo una protesta nei confronti del Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Come tutti sapete qualche settimana fa abbiamo votato un’altra risoluzione in merito a questa che è stata tra le alluvioni più pesanti che si sono verificate nelle Marche, forse la più pesante, abbiamo quantificato i danni in circa 500 milioni di euro, su sui il Governo ha riconosciuto l’emergenza, ne ha riconosciuto la calamità naturale. E in questo precedente documento non avevamo inserito l’ipotesi di ricorrere alla Corte per ottenere giustizia o quanto meno pari dignità di altre regioni, perchè pensavamo che una volta riconosciuto lo stato di emergenza il Governo avesse dovuto essere conseguente.
Dalla relazione del Presidente Spacca di questa mattina si ha invece l’impressione che le cose non stiano andando in quella direzione. Per cui occorre insistere, spingere anche su un versante come quello di un ricorso - con un parere, fra l’altro, che quest’Aula aveva indicato anche con la precedente risoluzione - è una manovra di difesa, di resistenza.
Ma non è solo il tema dello stato di emergenza riconosciuto e della scarsa coerenza finanziaria di interventi per gente che ha perso il lavoro, fabbriche, famiglie che hanno sofferto direttamente l’alluvione - la cosa è di questo tenore! -, ma è anche perchè noi abbiamo la preoccupazione che non succeda proprio nulla. Ci sono i FAS congelati e ancora non restituiti, i tagli arrivati nelle Regioni, un’alluvione formidabile che non viene considerata tale, anzi, si utilizza il mille proroghe per la prima volta in una regione dicendo in sostanza che si deve arrangiare da sola.
Il Consigliere Zinni è stato bravissimo a difendere l’indifendibile - se ne avessi bisogno andrei nel suo studio! Permettetemi questa battuta -, averlo difeso come ha fatto lui è quasi arte! E dico l’indifendibile, perchè il voler andare da quelle persone e far sapere loro che la Regione Marche sta resistendo in tutte le forme per fare in modo che si abbia una risposta in termini di risorse penso che sia compito di tutti, non è una questione di parte politica.
Quindi non possiamo assolutamente cedere all’applicazione del decreto mille proroghe. Non possiamo farlo! Dobbiamo resistere anche su quel versante. Poi sul federalismo ragioniamo, ma divida gli aspetti l’uno dall’altro, Consigliere, le questioni non stanno certo insieme.
Noi, ripeto, pensavamo davvero di non arrivare a questo punto, di non dover scegliere anche la strada del ricorso alla Corte, pensavamo che il Governo avesse una sua dignità, una coerenza ed una conseguenza. Però dai dati che abbiamo non si sta andando in quella direzione, per cui questo elemento ci obbliga a esercitare una difesa tale affinchè i marchigiani possano ottenere un riscontro anche in termini di risorse per recuperare il lavoro, le loro aziende, le loro abitazioni e poter far fronte con un aiuto alle spese maggiori che hanno sostenuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Io ho apprezzato molto il gesto sincero del collega Massi. L’ho apprezzato perchè rispetto alla difesa d’ufficio ha privilegiato le Marche, rispetto a chi si ostina a tentare di graffiare guarda ai problemi concreti. Quindi, Francesco, hai il mio personale sostegno in questa tua iniziativa.
Perchè, e allargo il discorso, a prescindere da chi governa, a prescindere da chi decide, le Marche non possono essere, Presidente Spacca, sempre un eccetera nel panorama nazionale. In tempi di seconda Repubblica le Marche sono infatti sempre state un gradino dietro rispetto alle altre regioni.
Faccio un riferimento pratico. Nella recente polemica politica che mi ha visto coinvolto in molti hanno detto che il PdL nelle Marche fa sei deputati di cui quattro calati da Roma. Perchè il PD cosa ha fatto! Identica cosa. Guardate il numero degli eletti e guardate le loro residenze. E guardate il loro impegno sui problemi del territorio. Io non ne vedo mai uno, uno! E’ troppo facile sedere in un’Aula parlamentare e apporre una semplice firma in un documento che in maniera sofferta viene deciso nelle Marche.
L’impegno concreto sui problemi delle Marche dei nostri Parlamentari, salvo eccezioni, non si vede. E le Marche riceve in concambio esattamente quello che si merita, visto appunto che non c’è mai un gioco di squadra concertato. Io vedo, frequentando di tanto in tanto i corridoi della Camera e del Senato, che quando ci sono i problemi in regioni come il Veneto, la Sicilia, ai voglia come si arrabbiano i parlamentari di quella zona! Ai voglia come puntano i piedi! A prescindere se a Palazzo Chigi ci sia Prodi, D’Amato, D’Alema o Berlusconi . E ai voglia come ottengono!
Quindi il gesto di Francesco Massi è un gesto nobile, perchè guarda alla sofferenza dei cittadini marchigiani. Te ne do merito, caro Francesco.
E’ ora che cambiamo atteggiamento anche in quest’Aula. Le Marche nella prima Repubblica hanno avuto due Presidenti di Consiglio, un Presidente nazionale di Confindustria. Le Marche, nonostante la modesta cifra demografica, nei tavoli romani contava, contava ben più del circa milione e mezzo che siamo. Oggi tutto questo non è possibile. Oggi dal panorama nazionale siamo cancellati, veniamo addirittura dopo l’Umbria ben più piccola di noi, addirittura dopo l’Abruzzo, nonostante noi siamo la terra della piccola e media impresa, una terra che va dal mare agli Appennini.
Quindi ci vuole uno sforzo diverso, non bastano le difese d’ufficio, personalmente non mi accontento degli eccetera.
Dobbiamo trovare davvero un momento di pressione sugli organi nazionali. Troviamolo davvero. E non è una critica al Governo, vuole essere uno stimolo alla pressione per ottenere dei risultati per la nostra gente.
Presidente, basta le Marche al plurale, facciamo vincere una volta per davvero la marca marchigiana. Non arrocchiamoci nei campanilismi, nei particolarismi, nelle convenienze per raccogliere la preferenza, le elezioni sono lontane. Dimostriamo di essere classe dirigente. E il gesto di Massi ha dimostrato di essere classe dirigente.
Questo è dunque lo spirito che ci deve contraddistinguere, il resto lo lasciamo agli altri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marangoni.

Enzo MARANGONI. Un paio di volte ho letto attentamente questa risoluzione, quindi devo dire, in dissenso ad altri Consiglieri dell’opposizione, che non vedo contenuti politici di attacco al Governo.
Credo che il nostro primo dovere come Consiglieri regionali di tutti i partiti sia quello di difendere il territorio, difendere la nostra gente, difendere la nostra regione, anzi, promuoverla e valorizzarla nell’interesse del territorio e delle persone, al di là dell’ideologia che, secondo me, è ormai un concetto ottocentesco.
Il Governatore Zaia del Veneto dice “prima il Veneto, prima i veneti”, allora anche noi dovremmo dire “prima le Marche, prima i marchigiani”. Punto! Senza preoccuparci di chi governa a Roma o di chi governa nelle Marche. Tutto ciò che è nell’interesse della nostra gente, dei popoli delle varie province marchigiane, va fatto, ripeto, a prescindere da chi governa qui o a Roma.
Dobbiamo ragionare secondo coscienza, in maniera libera, non schiavi delle ideologie. Personalmente io non sono per niente schiavo delle ideologie, non lo sono mai stato, non mi interessa, ragiono solo in funzione della mia priorità, quella cioè di tutelare la mia gente, punto, il resto non mi interessa.
Ho sentito qui parole che non condivido, ho sentito fare sul federalismo analisi sommarie e sbagliate. Gianfranco Miglio mi ha insegnato che non si può nemmeno parlare di federalismo - tanto meno di quello fiscale che è solo un pezzettino del federalismo - se prima non si fa uno Stato federale. Se non c’è uno Stato federale non può esistere a cascata, in uno Stato centralista come questo, nessuna forma di federalismo. Quindi prima bisogna fare lo Stato federale e poi si fa il federalismo, fiscale, giudiziario, scolastico, insomma, di tutti i tipi.
Non a caso Gianfranco Miglio è stato il primo “segato” da Bossi nel 1994, proprio perchè era più bravo, più stimato dalla gente ecc.. Se Gianfranco Miglio fosse divenuto, come doveva essere, Ministro delle riforme nel 1994, nel primo Governo Berlusconi, probabilmente l’Italia non sarebbe ridotta in questo stato.
Quindi faccio un discorso non ideologico, questa modalità non mi appartiene assolutamente, per cui voterò a favore di questa risoluzione in quanto la ritengo in funzione dell’interesse del popolo marchigiano e del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Erminio MARINELLI. Vista l’ora farò soltanto brevissime considerazioni.
Dico subito che io non mi dimetto da nulla, anche se da Civitanova dicono che il mio Gruppo costa molto. Io non mi dimetto, Presidente, stia tranquillo, non seguo la scuola di altri! Adesso qui dobbiamo nominare il nuovo Capogruppo, nel frattempo abbiamo il facente funzioni Consigliere D’Anna!
Però ora, indipendentemente dalla posizione personale e partecipata di ognuno, come può essere a volte magari quella della Consigliera Ciriaci o del Consigliere Acquaroli o di altri, perchè chiaramente tutti abbiamo amici con imprese che sono in difficoltà e che non hanno riaperto, permettetemi di fare alcune considerazioni in maniera tranquilla, senza offendere nessuno.
Già quindici giorni fa c’era la volontà di ricorrere alla Corte Costituzionale, poi quando abbiamo detto che si doveva trovare un quadrato comune il Presidente si è convinto ad eliminare quella possibilità. Quindi ora o il Presidente è veggente e sa già che il risultato sarà negativo – per l’esperienza che ha molto probabilmente è così, ma mi auguro di no – oppure già quindici giorni fa c’era la volontà di andare muro contro muro con un Governo. Un Governo che sarà brutto, sarà antipatico, che sarà quel che sarà, ma è anche vero che in questo ultimo mese (è infatti passato un mese dai nostri eventi alluvionali) si sia verificata un’emergenza profughi provenienti dal nord Africa veramente epocale e abissale, si è quindi creato un problema non indifferente, che poi sarà un problema di tutti. Per cui in una situazione del genere non siamo riusciti, nonostante gli impegni della maggioranza e della minoranza, ad avere delle risposte.
Intanto ancora non so neppure quanto sia l’importo preciso dei danni, i numeri sono sempre così aleatori, non dico gonfiati, ma si hanno con difficoltà.
Credo che dovremmo evitare di parlare di federalismo sì, federalismo no, dobbiamo invece essere più concreti, Presidente, cercando di portare una serie di proposte e di richieste che non siano solo veicolate e vincolate da ics milioni di euro, perchè credo ci siano delle difficoltà.
Toglietevi dalla testa che il Governo non darà niente a questa regione perchè è piccola, brutta, cattiva e rossa, ne ha dato dimostrazione l’anno scorso in campagna elettorale venendo incontro alla Merloni, credo ci siano delle difficoltà oggettive evidenti. Penso che la parata dei parlamentari, dei consiglieri, dei ministri che in questo periodo verranno specialmente a Macerata, sicuramente porterà delle notizie che non saranno positive solo per il periodo preelettorale, ma saranno positive perchè è proprio così.
Siamo ovviamente tutti preoccupati e in difficoltà di un aumento dell’accisa per andare incontro a quella che è stata una disgrazia, allora cerchiamo di essere onesti. Pensiamo ad esempio alla pulizia dei fossi, dell’alveo dei fiumi, alla responsabilità delle varie istituzioni per ciò che non è stato fatto. Per cui per quale motivo dovremmo soltanto agire attraverso la Corte Costituzionale. Ora parliamo anche della difficoltà della Quadrilatero e del ritardo, bene, ricorrendo alla Corte Costituzionale abbiamo perduto tre anni! Cerchiamo allora di non perderli anche in questa occasione dove ci sono stati dei morti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Il dibattito anche acceso che c’è stato qualche istante fa credo ci debba far tenere in considerazione anche una serie di fattori, come quelli di alcuni mancati provvedimenti che non sono stati presi, di quella trascuratezza che abbiamo visto negli anni passati anche nel nostro territorio, e che ha poi consentito al maltempo di farla da padrone in determinate situazioni.
C’è inoltre da ricordare che non più di tre anni fa la Giunta regionale praticò un aumento delle accise in un momento in cui non c’era certo un’emergenza di questo tipo, noi la contestammo vivacemente mentre voi l’avevate giustificata.
Comunque credo che ciò che è emerso dal dibattito sia un interesse comune nel trovare una via che consenta alle Marche di avere più voce in capitolo a Roma.
L’esempio che abbiamo dato stamattina con la proposta di legge presentata dalla V Commissione su mandato dell’Assemblea legislativa ed approvata all’unanimità credo debba essere presa a riferimento anche in questa situazione.
Quindi propongo, Presidente Spacca, al di là degli incontri che lei tiene insieme agli Assessori a Roma, che tutta l’Assemblea legislativa, maggioranza e opposizione, si faccia ricevere a Roma per un incontro che chiarisca questo ed altri aspetti.
Presidente, la prego, mi ascolti, le sto facendo una proposta, ossia che tutta l’Assemblea legislativa vada a Roma, altrimenti qui faremo solo la gara a chi vuole tutelare meglio il territorio. Dobbiamo chiarire meglio una volta per tutte che questa è una regione che non vuole essere seconda a nessuno. Quindi credo che quello che ho suggerito, cioè che tutta l’Assemblea legislativa si trasferisca a Roma per chiedere un appuntamento con chi di dovere, possa essere un segnale forte di unità di questa comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Zinni per dichiarazione di voto.

Giovanni ZINNI. Chiedo scusa, Presidente, colleghi, sarò telegrafico, però ritengo di dover rimarcare il mio ragionamento di prima. Capisco che la solidarietà sia un argomento che fra Consiglieri regionali non esiste, è anche legittimo mettere in bocca a un collega cose che non ha detto, però vorrei chiarire meglio il mio ragionamento, anche perchè non c’è niente di più patetico di far sempre passare quello che ti sta di fianco come quello peggiore invece di puntare alle proprie idee. (…) E’ giusto che capiti, sono pienamente d’accordo, seppure non fosse riferito a lei, Consigliere, ma non mi interessa.
Ritengo che il ricorso, lo voglio chiarire, alla Corte Costituzionale non farà ottenere nessun soldo nel breve periodo a chi ha avuto la disgrazia, credo diventi una battaglia politica contro il mille proroghe, ma non entro più nel merito di chi ha torto o ragione, non è questa la sede per farlo.
Quindi invito l’Assessore Marcolini, che è una persona altamente competente, a mettere sul campo una dozzina di proposte concrete con cui la Regione Marche possa richiedere dei fondi in più a Roma anche in altri comparti.
Questo per me era il senso della risoluzione dell’altra volta, che ho contribuito a modificare. Noi dobbiamo andare a Roma compatti a chiedere cento per ottenere dieci, ma non dobbiamo cadere nell’errore di cercare di ottenere per forza dieci sul mille proroghe.
Questa è la posizione di Zinni, poi se qualcuno la vuole strumentalizzare lo faccia pure, ma io oggi in questa riunione ho voluto dire questo. Poi se vogliamo parlare di federalismo lo si faccia ma in un’altra sede. Se il problema è ottenere i soldi dobbiamo andare a Roma con il più ampio ventaglio di proposte possibili. E ci deve andare, come dice il Consigliere D’Anna, tutta l’Assemblea legislativa. Ci facciamo accompagnare dai parlamentari di centro-destra e di centro-sinistra. Andiamo con dieci proposte a Roma e chiediamo soldi se è questo il problema. Se invece…(…) No, ci andiamo tutti insieme, perchè voglio sentire anch’io quando parlate cosa chiedete! E lo voglio vedere nel concreto.

PRESIDENTE. Però, Consigliere Zinni, questa non è una dichiarazione di voto! No, per favore, Consiglieri! Per favore!

Giovanni ZINNI. No, io non parlo di Spacca, parlo di tutta la confusione politica che facciamo noi Consiglieri regionali nelle segreterie dei partiti.
Quindi concordo con il collega D’Anna e sono contrario al ricorso alla Corte Costituzionale perchè, ripeto, nel breve periodo non porta un soldo nelle tasche dei marchigiani colpiti. Andiamo a Roma ma andiamoci senza pregiudizio ideologico.

PRESIDENTE. L’intervento conclusivo è del Presidente della Giunta Spacca. Prego, Presidente.

Gian Mario SPACCA. Apprezzo moltissimo il dibattito che è seguito alla comunicazione odierna. Credo sia stato interpretato lo spirito di questa comunicazione che richiede capacità di iniziativa politica e amministrativa da parte dell’Assemblea regionale e del suo Governo. Governo che in questo momento, sulla vicenda della calamità naturale che ha colpito le Marche, è divenuto il vero punto di riferimento dei cittadini di questa Regione.
E anche il fatto che questa vicenda la condividiamo tra Assemblea e Governo regionale mi pare sia molto significativo.
Ritengo sia particolarmente apprezzabile il gesto fatto dal Capogruppo del PdL Francesco Massi, ovvero quello di sospendere il suo incarico. In questa società fatta di simboli e di comunicazione il suo gesto è particolarmente forte e significativo. E’ molto forte e molto significativo soprattutto nei confronti di un Governo che ha il profilo e la compagine politica che lui rappresenta e che dunque può testimoniare il senso di gravità che questa vicenda ha per la nostra comunità.
Quindi credo che gli si debba tributare questo significato e questo rispetto.
Mentre credo che il ragionamento del Consigliere Zinni sarebbe stato giustificabile soltanto nel caso in cui su questa vicenda si fosse aperto un confronto con il Governo nazionale.
Noi invece ci troviamo purtroppo in una situazione in cui di fronte a quattro lettere del Presidente della Regione al Presidente del Consiglio, a tre lettere al Ministero dell’economia e delle finanze, a lettere al Ministero dell’interno, al Dipartimento della protezione civile, a richieste dei Parlamentari della nostra regione di tutto l’arco costituzionale, a prese di posizione della Conferenza di tutte le Regioni italiane, di destra e di sinistra, se preferite, di centro-destra e di centro-sinistra, c’è stato un silenzio assordante.
E’ questa dunque la cosa che dobbiamo valutare questa mattina in maniera oggettiva e quindi al di là della nostra appartenenza politica.
Noi non vogliamo contrastare la nostra responsabilità e la possibilità che possiamo essere chiamati anche ad introdurre delle accise e dei tributi. In Assemblea legislativa tutti quanti insieme abbiamo dato questa disponibilità. Però quello che cerchiamo è un tavolo di trattativa dover poter combinare queste proposte. E’ questo che ci viene rifiutato. E’ questo che diventa intollerabile, ovvero la negazione di un principio fondamentale, quello cioè della leale collaborazione tra soggetti istituzionali in una vicenda che è particolarmente drammatica, importante e significativa per la nostra comunità.
E anche rispetto al quadro complessivo - che peraltro è stato definito in maniera molto precisa, dalla ricognizione che è stata fatta dalla protezione civile sono 476 milioni di euro - noi abbiamo detto: “prescindiamo da questo quadro, lasciamolo sull’orizzonte lungo, concentriamoci in questo momento sulle somme urgenze e sulle imprese che hanno dovuto interrompere o che hanno difficoltà per le loro attività”.
Le somme urgenze sono le risorse che abbiamo già erogato, o che i Comuni hanno erogato, per far fronte all’emergenza, che non sono incerte, sono 20 milioni di euro, a cui se ne aggiungono altri 60 che sono i danni delle imprese che hanno dovuto interrompere o hanno avuto dei gravi pregiudizi per le proprie attività.
Noi dunque ci siamo concentrati su questo aspetto, non sui ponti che sono stati colpiti e che oggi non sono utilizzabili, non su altre opere pubbliche. Solo sugli aspetti di somma urgenza delle imprese, che, ripeto, ammontano a 80 milioni, dobbiamo quindi concentrarci. Perchè questo richiede un intervento urgente, che altrove è stato fatto, che sarebbe dovuto avvenire addirittura nelle 36 ore successive! Ma a distanza di un mese tutto questo non è ancora avvenuto!
Ecco perchè la situazione presenta dei dati di drammaticità e che certamente gli avvenimenti che sono avvenuti (Libia, profughi, quadro internazionale, crisi economica e finanziaria) han fatto sì che questa situazione venisse forse sottovalutata.
Allora noi dobbiamo far sentire in maniera più forte la nostra voce. E sicuramente il ricorso alla Corte Costituzionale, ma non solo, anche il ricorso al tribunale del Lazio rispetto al decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri, è un urlo molto forte.
L’ho detto prima, noi non vogliamo arrivare fino in fondo, vogliamo esercitare questa potestà - tra l’altro anche nella Conferenza delle Regioni è stata valutata positivamente e che si fonda su un parere giuridico molto consistente, molto robusto, è infatti il parere del Presidente emerito della Corte Costituzionale che ci dice che è molto probabile che la Corte prenda seriamente quel tipo di interpretazione - per dire al Governo: “dateci un tavolo di trattativa, dateci un punto di incontro”. Ripeto, noi non rifiutiamo la nostra responsabilità, e quindi anche l’erogazione di risorse, però non secondo quei criteri che sono stati descritti nel decreto del Presidente del Consiglio, ma secondo un principio di buonsenso e di comune responsabilità che appunto si ispira al principio di leale collaborazione tra Governo e Regioni, tra Stato e Regioni.
Credo che questo possa essere sicuramente d’aiuto, lo è stato anche in altre circostanze.
L’ora è tarda però vorrei aprire un attimo una parentesi a ciò che ritorna sistematicamente rispetto alla vicenda Quadrilatero.
Nella vicenda Quadrilatero il ricorso alla Corte Costituzionale che venne fatto dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria non riguardava tanto il valore dell’opera quanto il fatto che i Comuni non potessero partecipare alla costruzione delle cosiddette aree per la cattura di valore, i famosi PAV. Quindi il ricorso venne fatto sul principio che i Comuni dovevano condividere la costruzione dei PAV per la cattura di valore. Fu proprio questo ricorso a far sì che autonomamente la società Quadrilatero, con la Presidenza di Pieralisi, accettasse nella sostanza questa modalità, ossia che i Comuni partecipassero alla programmazione del territorio interessato dall’opera, per arrivare a una conciliazione che consentì poi all’opera di procedere speditamente e di avere tutte le autorizzazioni urbanistiche e amministrative che erano necessarie. A seguito di questo il ricorso alla Corte Costituzionale venne ritirato.
Quindi quell’episodio ci dà proprio il senso dell’importanza di un’iniziativa siffatta.
In ogni caso prendo atto, anzi, per la verità, nella riunione che abbiamo avuto ieri con i Gruppi assembleari di maggioranza era già emersa la necessità di fare un’azione anche più politica, meno istituzionale, meno formale, per richiedere questa attenzione al Governo, magari in coincidenza della discussione della mozione che è stata presentata in Parlamento su questa calamità. In quella giornata potremo organizzare una presenza significativa dell’Assemblea legislativa, ma anche della comunità regionale, per far sentire la nostra voce. Ma non per ottenere qualcosa che rivendichiamo in maniera perentoria e arbitraria, bensì per avere un tavolo di confronto con il Governo su cui costruire una risposta organizzata secondo princìpi di responsabilità e di buonsenso.
Pertanto alla luce di tutto questo ritengo che il voto favorevole a questa risoluzione possa essere di aiuto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di deliberazione amministrativa n. 3
ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Giorgi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli
“Modifica alla deliberazione 14 luglio 2009, n. 125: modalità di nomina della rappresentanza della Regione Marche in seno all’Associazione Università per la Pace - articolo 15, comma 5 della legge regionale 18 giugno 2002, n. 9"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione amministrativa n. 3 ad iniziativa dei Consiglieri Solazzi, Giorgi, Bugaro, Pieroni, Romagnoli.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questo atto riguarda le modalità di nomina della rappresentanza della Regione nell’Associazione dell’Università per la Pace. E’ una modifica alla precedente deliberazione n. 125 a cui si aggiunge un punto 2 bis in cui si dice: “L’incarico di cui al punto 1) ha la durata della legislatura regionale. Gli incarichi di cui al punto 2) hanno la durata stabilita dallo Statuto e dal Regolamento esecutivo dell’Università per la Pace. L’Assemblea legislativa regionale procede alla nomina di cui al punto 1) entro 60 giorni dalla prima seduta successiva alle elezioni, e alle nomine di cui al punto 2) secondo quanto previsto dalla l.r. 34/96,”.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli. (…) Bene, la Consigliera Romagnoli, concordando sull’atto, si astiene dal prendere la parola.
Passiamo alla votazione.

Proposta di deliberazione amministrativa n. 3. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Vi ringrazio, buon pomeriggio, alla prossima settimana.

La seduta termina alle ore 14,50