Resoconto della seduta n.46 del 29/11/2021
SEDUTA N. 46 DEL 29 NOVEMBRE 2021

La seduta inizia alle ore 10,25

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la seduta n. 46 del 29 novembre 2021. Do per letto il processo verbale della seduta n. 45 del 23 novembre 2021, il quale, ove non vi siano opposizioni, si intende approvato ai sensi del comma 4 dell’articolo 53 del Regolamento Interno.
Richiamo, inoltre, ai sensi del comma 5 dello stesso articolo, l'attenzione di tutti i Consiglieri sulle comunicazioni distribuite con cui porto a conoscenza dell'Assemblea quanto espressamente previsto dal Regolamento interno.
Prima di iniziare i lavori della seduta odierna vi comunico che il termine fissato dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi per la presentazione degli emendamenti all’assestamento scade alle ore 16,00, mentre la competente Commissione si riunirà domani mattina alle ore 9,00.

Proposta di legge n. 47
ad iniziativa della Giunta regionale
“Rendiconto generale della Regione per l’anno 2020
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 47 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Oggi andiamo ad approvare il rendiconto generale della Regione per l’anno 2020, ai sensi del decreto legislativo 118, che viene predisposto con la relazione illustrativa, la relazione sulla gestione, il conto economico e lo stato patrimoniale.
È il rendiconto relativo all’anno 2020, quindi è il prodotto di una valutazione politica che nasce dalla precedente amministrazione, per dieci mesi, e per due mesi dalla nuova amministrazione regionale.
Dobbiamo dire che la gestione dell’esercizio 2020 è stata condizionata nella sua quasi interezza dall’emergenza pandemica Covid 19 e in considerazione di ciò le priorità regionali sono state riorganizzate tenendo conto della particolare condizione operativa, anche alla luce dei numerosi provvedimenti adottati dal legislatore statale al fine di mitigare le ripercussioni economiche, finanziarie nonché sociali e organizzative sugli enti, sui cittadini e sul sistema Paese nel suo complesso, conseguenti alla prolungata interruzione e successiva limitazione delle attività economiche. Un anno che possiamo considerare straordinario.
In ambito regionale le predette misure statali volte al mantenimento degli equilibri di bilancio e della capacità di erogazione dei servizi fondamentali hanno determinato maggiori spese e la parallela contrazione del gettito fiscale.
Analizzando il bilancio, poi lo vedremo articolo per articolo, a pagina 26 si dettagliano gli elementi macroeconomici che generalmente sono oggetto dell’attenzione e sono: le entrate tributarie, l’impegno nella lotta all’evasione e il Pil complessivo. Queste sono le voci che sono state oggetto della parifica da parte della Corte dei Conti. Il saldo finanziario del conto di bilancio al 31 dicembre 2020 è di 471.688.000, ma andiamo ad analizzare articolo per articolo il rendiconto per l’anno 2020 che consta di 14 articoli.
L’articolo 1 riguarda le entrate dell’esercizio 2020, distinte in base a quelle riscosse e a quelle ancora da riscuotere, quindi il totale delle entrate per l’anno 2020 ammonta a 5.219.000.000 euro, di cui sono state riscosse 571 milioni, mentre quelle ancora da riscuotere sono 648 milioni.
L’articolo 2 dispone le spese di competenza per l’anno 2020 distinguendo anche qui quelle pagate e quelle rimaste da pagare, per cui le spese per l’anno 2020 ammontano a 5.361.000.000, sono stati pagati 613 milioni e rimangono da pagare 748 milioni.
Nell’articolo 3 sono fornite le entrate e le spese, le entrate, Titolo 1 ‘entrate correnti’, ammontano a 3.264.000.000 euro, i trasferimenti correnti sono 494.472.000 euro, le entrate extratributarie 184.000.000 e le entrate in conto capitale 118.000.000. Il Titolo 5 ‘entrate da riduzione di attività finanziaria’ è di 304.508.000 euro. Il Titolo 9 ‘entrate per conto terzi e partite di giro’ è di 852.000.000.
Le spese sono suddivise in spese correnti, conto capitale, incremento di attività finanziarie, rimborso prestiti e spese per partite di giro ed ammontano a 5.361.798.00 euro.
L’articolo 4 stabilisce i residui di competenza del 2019 e degli anni precedenti. I residui attivi degli esercizi 2019 e precedenti, rideterminati alla chiusura dell’esercizio finanziario 2020 e riscossi sono 830.000.000 per un totale da riscuotere al 31 dicembre 2020 di 1.068.000.000 euro.
L’articolo 5 prevede i residui passivi, è la stessa identica cosa degli anni 2019 e precedenti rideterminati alla chiusura dell’esercizio finanziario, risultano stabiliti dal rendiconto in questo modo e rimangono da pagare al 31 dicembre 2020 775.000.000 euro.
L’articolo 6 prevede i residui attivi provenienti dalla gestione di competenza e dai residui alla chiusura dell’esercizio finanziario 2020. Quindi, i residui attivi provenienti dal bilancio di competenza sono così distribuiti: le somme da riscuotere sui residui provenienti dal bilancio di competenza 2020 ammontano a 648.000.000 euro, le somme dei residui provenienti dal bilancio di competenza 2019 e degli anni precedenti risultano 1.068.000.000 euro per un totale al 31 dicembre 2020 di 1.717.000.000 euro.
L’articolo 7 riguarda i residui passivi di competenza del 2020 e quelli degli anni precedenti. I residui passivi provenienti dal bilancio di competenza alla chiusura dell’esercizio finanziario 2020 ammontano a 1.000.523.259 euro così distribuiti: quelli rimasti da pagare di competenza 2020 sono 748.000.000, quelli del 2019 e degli anni precedenti sono 775.248.000.
L’articolo 8 è il riassunto generale delle entrate e delle spese del bilancio di cassa.
Andiamo alle riscossioni. le entrate correnti di natura tributaria 3.306.000.000, i trasferimenti correnti 534.000.000, le entrate extratributarie 183.000.000, le entrate in conto capitale 146.714.000, le entrate da riduzione di attività finanziaria 200.579.000, le entrate per conto terzi e partite di giro 848.000.000. Il totale delle riscossione ammonta a 5.401.067.000 euro.
Andiamo ai pagamenti che sono suddivisi in spese correnti, spese in conto capitale, spese per incremento di attività finanziarie, rimborso di prestiti, spese per partite di giro. La voce spese correnti, che è la più rilevante, è di 3.849.925.000, le spese in conto capitale ammontano a 287.000.000, le spese per incremento di attività finanziarie 171.000.000, i rimborsi di prestiti 152.371.000, le spese per partite di giro 914.000.000. Per un totale di 5.375.645.000 euro.
L’articolo 9 indica la disponibilità di cassa per l’anno 2020, come viene calcolata? Il fondo di cassa all’inizio dell’esercizio ammontava a 422.620.000, le riscossioni a 5.401.000.000, i pagamenti a 5.375.000.000, per un totale disponibile al 31 dicembre pari a 448.042.000 euro.
L’articolo 10 mette in evidenza i saldi dei conti correnti presso la Tesoreria centrale dello Stato. Le somme giacenti ammontano a: conto corrente 2299 risorse comunitarie 241.000.000, conto corrente riguardante l’addizionale regionale Irpef 22.597.000, conto corrente riguardante l’Irap amministrazioni pubbliche 28.779.000, Irap e altri soggetti 118.940.000, per un totale pari a 410.282.275 euro.
L’articolo 11 determina il risultato di amministrazione per l’anno 2020, come viene individuato? Fondo di cassa all’inizio dell’esercizio 422.620.000, le riscossioni in conto residui 830.000.000, in conto competenza 4.457.000.000, per un totale di 5.401.067.000 euro.
Abbiamo poi i pagamenti in conto residui, in conto competenza, in conto residui 761.000.000, in conto competenza 4.513.000.000, per un totale di 5.375.645.000 euro. Il fondo di cassa presso il Tesoriere al termine dell’esercizio ammonta a 448.042.000 euro.
Residui passivi provenienti dall’anno 2019 775.000.000 euro, lasciati dalla gestione di competenza 2020 748.000.000, per un totale di 1.523.000.000 euro.
Il fondo pluriennale vincolato per spese correnti 46.144.000, spese in conto capitale 123.825.000, spese per incremento di attività finanziarie 169.075. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre è pari a 471.688.055 euro.
L’articolo 12 stabilisce il conto economico e lo stato patrimoniale. La situazione patrimoniale attiva al 31 dicembre 2020 è stata stabilita in euro 3.205.814.000 e 2.989.550.000 in base alle seguenti risultanze: abbiamo lo stato patrimoniale attivo che è formato dalle immobilizzazioni al 31 dicembre 2020 pari a 906.191.000, l’attivo circolante al 31 dicembre 2020 con le varie variazioni tra l’iniziale e il finale è di 2.076.350.000, i ratei e i risconti al 31 dicembre 2020 sono 2.980.550.000 euro. Questo per quanto riguarda lo stato patrimoniale attivo.
Lo stato patrimoniale passivo è costituito dal patrimonio netto, fondi per rischi ed oneri, trattamento fine rapporto. Il patrimonio netto è 562.000.000 euro mentre i fondi su crediti ed oneri sono di 124.000.000 per un totale di 2.154.000.000. I ratei e i risconti al 31 dicembre 2020 ammontano a 141.964.000 per un totale del passivo, quindi il totale patrimonio netto fondi per rischi ed oneri e i ratei e riscontri ammontano a 2.982.550.000. Questo articolo individua l’attivo e il passivo dello stato patrimoniale.
L’articolo 13 tratta le disposizioni speciali ed approva:
- l’attribuzione del formale vincolo di specifica destinazione dell’entrata del capitolo 1305990027 alla spesa per l’attuazione degli interventi a favore dei territori colpiti dalla crisi sismica;
- il maggiore impegno di euro 1.000 rispetto allo stanziamento di competenza del capitolo di spesa ‘depositi cauzionali’ afferente alla ‘missione 99 programma 01’ trova copertura nel correlato maggiore accertamento rispetto allo stanziamento di competenza del capitolo ‘depositi cauzionali’;
- - il maggiore impegno di 41.400 euro rispetto allo stanziamento di competenza del capitolo di spesa ‘depositi cauzionali relativi alla tutela delle acque, al demanio idrico ed al rischio idrogeologico’, afferente alla missione 99 programma 01, che trova copertura nel correlato maggiore accertamento rispetto allo stanziamento di competenza del capitolo ‘depositi cauzionali relativi alla tutela delle acque e al demanio idrico e a rischio idrogeologico’ realizzato dopo la data del 30 novembre 2020, data che non consente di effettuare le necessarie variazioni di bilancio.
- - l’istituzione e la denominazione del capitolo di entrata 1402010242 nel conto del bilancio 2020 gestione delle entrate.
L’articolo 13 bis ai sensi del comma 1 ter dell’articolo 109 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 dispone la sostituzione del vincolo originario delle quote di avanzo vincolato di amministrazione indicate nell’allegato U della presente legge con il vincolo di destinazione ad interventi necessari ad attenuare la crisi del sistema economico derivante dallo stato di emergenza da Covid 19.
L’articolo 14 approva il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario di cui all’articolo 63 del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 allegato A, comprensivo di tutti gli allegati previsti dalla normativa nazionale e regionale di riferimento, quindi, la relazione sulla gestione, il conto economico e lo stato patrimoniale.
Il rendiconto 2020 è stato gestito solo per due mesi e mezzo da questa nuova amministrazione regionale, poco ha potuto incidere sul rendiconto generale, io ho letto, e l’ho detto anche in Commissione, la relazione del giudizio di parifica, la Sezione di controllo ha effettuato un approfondimento ed ha messo in rilievo alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda i residui risalenti ai crediti verso il Mef. Non sembra emergere con sufficiente chiarezza se e in quale esercizio le somme accertate portate a residuo attivo dalla Regione siano state anche impegnate e in quale esercizio imputate da parte dello Stato, questa è una cosa tecnica.
Quello che viene messo in evidenza dalla Corte dei Conti è la mobilità passiva, dobbiamo ricordare che la spesa sanitaria si conferma anche per il 2020 il più rilevante aggregato del bilancio della Regione Marche nel suo complesso, incidente sulla spesa regionale totale per il 74% che aumenta all’84% se rapportata alla sola spesa corrente. Quindi, la spesa sanitaria incide per il 74%, qual è la criticità che viene messa in evidenza dalla relazione del giudizio di parifica? E’ la mobilità passiva che rileva lo stato di salute della nostra sanità regionale. Noi siamo partiti nel 2015 con una mobilità passiva pari a 26.000.000 oggi, anno 2020, siamo arrivati a 63.000.000.
Le altre criticità quali sono? Le liste d’attesa e l’eccesso di spesa farmaceutica. Per queste tre motivazioni, tre criticità: la mobilità passiva, le liste d’attesa e l’eccesso della spesa farmaceutica, questa amministrazione ha messo in atto una riorganizzazione del sistema sanitario, come, in che modo? Innanzitutto si sta mettendo mano alla riorganizzazione per cercare di ridurre al minimo queste criticità perché non è possibile che i nostri marchigiani preferiscano curarsi fuori regione piuttosto che nella nostra, inoltre le liste d’attesa sono un elemento importante per la salute della nostra sanità regionale, come l’eccesso della spesa farmaceutica.
Bene la riorganizzazione messa in atto da questa amministrazione regionale per cercare di ridurre al minimo le criticità messe in evidenza dalla parifica della Corte dei Conti, criticità che non sono parole, ma sono scritte e certificate dalla Corte dei Conti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie Presidente. La proposta di legge 47 si compone di 16 articoli che descrivono ed approvano il rendiconto generale della Regione ed i suoi allegati, come illustrato dalla relatrice di maggioranza Consigliera Marcozzi.
I primi 11 articoli riportano sinteticamente le risultanze della gestione finanziaria dell'anno 2020, ovvero le entrate di competenza, le spese di competenza, i residui attivi e passivi, le somme riscosse e quelle pagate, la giacenza di cassa, i saldi dei conti correnti accesi presso la Tesoreria dello Stato ed il risultato di amministrazione nelle sue componenti.
L'articolo 12 dispone le risultanze della gestione economico-patrimoniale a fini conoscitivi.
L'articolo 12-bis approva il bilancio consolidato.
L'articolo 13, disposizioni speciali, approva: l'attribuzione di specifica destinazione ad entrate derivanti da donazioni a favore dei territori della regione colpiti dal sisma del 2016; due impegni correlati a maggiori accertamenti di entrata realizzati oltre la scadenza del 30 novembre 2020, quindi non autorizzati mediante variazione di bilancio, e l'istituzione di un nuovo capitolo di entrata.
L'articolo 13 bis, inserito con emendamento della Giunta, dispone la sostituzione del vincolo originario di quote di avanzo di amministrazione con il vincolo di destinazione ad interventi necessari ad attenuare la crisi economica derivante dagli effetti del Covid-19, come dirò nel prosieguo.
L'articolo 14 approva il rendiconto generale della Regione ed i suoi allegati, previsti e redatti ai sensi del D.Lgs. 118/2011.
I numeri del rendiconto sono stati già esposti in modo esauriente nella Commissione consiliare dal responsabile dei servizi finanziari della Regione e dall'Assessore competente, oltre che dalla collega che mi ha preceduto; richiamerò pertanto solo gli aspetti salienti della gestione dell'anno 2020 e le maggiori criticità.
ll rendiconto generale della Regione dell'anno 2020 è corredato dalla Relazione dell'Organo di Revisione Economico Finanziaria, che ha espresso parere favorevole alla sua approvazione, e dal giudizio di parifica della Corte dei Conti, che è stato emesso con qualche osservazione.
Il rendiconto rispecchia il contesto economico-sociale gravemente pregiudicato dalla emergenza pandemica da Covid-19, che ha fortemente impattato sia la situazione sanitaria che quella economica, richiedendo a tutta la pubblica amministrazione un particolare impegno finanziario e organizzativo. Ciò ha inevitabilmente comportato nella Regione Marche come nel resto del Paese politiche di bilancio espansive della spesa pubblica in un contesto di contrazione delle entrate fiscali e contributive, mettendo in particolare rischio gli equilibri di bilancio.
Per scongiurare questo rischio sono stati numerosi i provvedimenti adottati dal Governo Conte-bis diretti a ristorare i cittadini, le imprese e gli enti territoriali dagli effetti negativi prodotti da rallentamenti ed interruzioni delle attività economiche, sia in termini di erogazioni di contributi sia di riduzione e rinvii di imposte e contributi.
Per quanto riguarda gli enti territoriali, allo stanziamento di trasferimenti straordinari di risorse finanziarie (quali il noto fondo per le funzioni fondamentali, detto "fondone") si sono accompagnate anche misure eccezionali di flessibilità degli strumenti di programmazione finanziaria introdotte dal legislatore statale in deroga alle regole della contabilità armonizzata, finalizzate a sostenere la liquidità e le spese correnti. Mi riferisco in particolare alla possibilità di utilizzare l'avanzo di amministrazione libero per le spese correnti correlate alla gestione della pandemia e la possibilità di eliminare, per il medesimo scopo, i vincoli di destinazione di parte dell'avanzo vincolato. Due strumenti che la Regione ha abbondantemente utilizzato per incrementare in modo molto significativo la sua capacità di spesa.
In questo senso si pongono gli emendamenti proposti dalla Giunta che inseriscono l'articolo 13 bis e modificano l'articolo 14, diretti a liberare dai vincoli originari ulteriori 9 milioni di euro.
Se a novembre dell'anno scorso, in occasione dell'approvazione del rendiconto 2019, l'utilizzo di questa opportunità concessa dall'articolo 109 del decreto legge "Cura Italia" era senz'altro opportuna e ampiamente giustificata dalla necessità di dare ossigeno a cittadini ed imprese in una condizione di assoluta emergenza, andando a recuperare ben 70 milioni di euro di risorse vincolate a finalità diverse per destinarle ai contributi Covid, oggi, in un contesto generale di ripresa economica e crescita del Pil, è doveroso verificare che tali risorse non siano distolte da missioni e programmi altrettanto importanti per il benessere sociale.
Abbiamo avuto rassicurazioni dagli uffici competenti che tali poste, come scritto nella relazione di accompagnamento alla proposta di legge, sono "riferite ad interventi già conclusi o già finanziati negli anni precedenti con risorse proprie". Ne prendiamo pertanto atto.
La Regione Marche nel 2020 è stata in grado di affrontare le conseguenze negative del contesto straordinario di emergenza e di garantire il mantenimento degli equilibri di bilancio. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2020 ammonta a 471,69 milioni, mentre la quota disponibile, determinata a seguito degli accantonamenti di legge e delle quote vincolate, è negativa per 104,28 milioni. Tale importo trova piena copertura nell'ammontare dei mutui autorizzati e non contratti, portati in riduzione del 31,2% rispetto al precedente esercizio. Il perdurare dei disavanzi annuali, tuttavia, non è una buona notizia e rischia di avere un riflesso negativo in termini di capacità futura di spesa.
In merito al mantenimento degli equilibri di bilancio nel tempo rimane, almeno da parte mia, la preoccupazione in merito alla consistenza dei residui attivi per crediti provenienti dal 2019 ed anni precedenti (residui da residui) che ammontano ad oltre un miliardo di euro. Tra questi 195 milioni hanno un'anzianità superiore ai cinque anni. A fronte di tale ammontare molto significativo si riscontra una bassa capacità di riscossione, soprattutto dei residui ante 2016, che lascia presagire probabili deterioramenti dei crediti, quantomeno quelli risalenti agli anni più remoti. Sui residui attivi datati la Corte dei Conti ha raccomandato una particolare attenzione ed un continuo monitoraggio delle ragioni della persistenza del credito e della sua esigibilità.
Per quanto riguarda la gestione del debito, anche per il 2020 risulta rispettato il limite massimo di legge dei livelli complessivi d'indebitamento ed è proseguito il percorso di graduale riduzione.
Nel corso del 2020 non sono stati contratti nuovi mutui.
La programmazione triennale del fabbisogno di personale risulta effettuata sulla base del quadro normativo di riferimento e nel rispetto dei vincoli inerenti alla spesa.
I fondi destinati alla remunerazione della retribuzione accessoria del personale dirigente e di comparto della Giunta e dell'Assemblea legislativa risultano quantificati in coerenza con i vincoli di legge, ma la Corte dei Conti ha giustamente rilevato che la parte più consistente del fondo per l'incentivazione del personale di comparto della Giunta è destinata al finanziamento di istituti che determinano un incremento stabile e continuativo della retribuzione (come l’indennità di comparto, progressioni economiche, indennità di posizione). A tal proposito la Corte dei Conti ci ricorda che il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, prevede che, al fine di incentivare l'impegno e la qualità della performance, una quota prevalente delle risorse finalizzate ai trattamenti economici accessori debba essere collegata alla performance individuale ed organizzativa.
Circa il funzionamento del sistema di valutazione del personale dirigente, nell'Assemblea legislativa risulta la puntuale assegnazione di obiettivi, mentre nella Giunta mancherebbe l'assegnazione di obiettivi individuali per alcune posizioni dirigenziali. Sul punto, la Corte dei Conti rammenta che la predeterminazione di obiettivi individuali per i dirigenti costituisce strumento indispensabile non solo ai fini della valutazione e della conseguente erogazione dell'indennità di risultato, ma anche ai fini della effettiva separazione tra funzioni di governo politico e funzioni amministrative. A questa mancanza va posto immediato rimedio, qualora non si sia già intervenuti.
Con riferimento al lavoro agile (smart working), dobbiamo prendere atto che questa innovativa forma di organizzazione del lavoro ha garantito la piena operatività dell'Assemblea legislativa e della Giunta e la continuità di erogazione dei servizi in sicurezza.
Da poche settimane lo smart working ha cessato di essere la modalità ordinaria di prestazione dell'attività lavorativa, ma continua ad essere una modalità organizzativa con cui la Giunta e l'Assemblea legislativa devono rapportarsi.
Le disposizioni di legge vigenti prevedono che tutte le amministrazioni pubbliche redigano, entro il 31 gennaio di ciascun anno, il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA), quale specifica sezione del piano della performance dedicata ai necessari processi di innovazione amministrativa da mettere in atto nelle amministrazioni pubbliche ai fini della programmazione, attuazione, sviluppo e gestione del lavoro agile. Sollecitiamo pertanto la Giunta e il Consiglio a dotarsi di questo strumento programmatorio.
In merito all'utilizzo delle risorse comunitarie, molti interventi straordinari e urgenti connessi all'emergenza epidemiologica da Covid-19, in particolare quelli previsti dalle leggi regionali n. 13 e n. 20 del 2020, sono stati finanziati con risorse provenienti dai Fondi Strutturali a seguito delle pertinenti autorizzazioni della Commissione Europea. Ulteriori risorse sono state rese disponibili per il finanziamento di analoghe misure dalle riprogrammazioni concernenti i Programmi Operativi Fesr e Fse, nell'ambito delle azioni già approvate compatibili con le finalità predette.
L'andamento degli avanzamenti dei programmi relativi ai 5 Fondi strutturali e di investimento europei risulta sostanzialmente in linea con i parametri richiesti per la certificazione delle relative spese ed i controlli non hanno evidenziato aspetti patologici nell'ambito delle gestioni relative.
Da segnalare che nel periodo di programmazione 2021-2026 dall'Europa saranno messe a disposizione a favore della Regione risorse di entità ben maggiori a quelle attuali, tenuto conto della retrocessione delle Marche e dell'Umbria dal gruppo delle "Regioni europee più sviluppate" a quello delle "Regioni in fase di transizione", e del corposo programma "Next Generation EU". Queste risorse europee si andranno ad aggiungere alle opportunità di investimento che stanno arrivando con i decreti di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È pertanto assolutamente necessario prepararsi a gestire con efficienza, efficacia, trasparenza e garanzia di legalità questa ingente mole di risorse finanziarie.
La spesa sanitaria, che assorbe oltre I'80% delle risorse del bilancio regionale, è stata quella maggiormente influenzata dalle gravi ripercussioni socio-economiche causate dall'insorgere dell'emergenza, sia in senso quantitativo sia nella sua composizione.
La pandemia ha sicuramente messo a dura prova gli enti del Servizio sanitario regionale, che in alcuni momenti hanno rischiato il collasso operativo sotto la pressione di un numero di ricoveri in terapia intensiva o subintensiva andati ben al di là della loro capacità di accoglimento. Lo stato emergenziale che ne è conseguito ha richiesto interventi normativi straordinari e lo stanziamento di risorse aggiuntive, finalizzate a garantire l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza ed il potenziamento della rete ospedaliera e territoriale, con l'obiettivo di aumentarne la capacità operativa in relazione ai pazienti Covid e di alleggerire la pressione esercitata dal diffondersi della pandemia, che in molti casi ha messo a repentaglio anche l'assistenza ai pazienti affetti da altre patologie, come è stato denunciato dagli stessi operatori sanitari e dalle rappresentanze sindacali.
I dati consuntivi evidenziano il mantenimento, anche per il 2020, dell'equilibrio economico complessivo dell'intero settore, raggiunto grazie ad un cospicuo incremento delle risorse provenienti da trasferimenti erariali straordinari disposti dai provvedimenti emergenziali del Governo Conte-bis.
Le entrate per mobilità accertate nel 2020 sono state pari a 138 milioni di euro, mentre le spese per mobilità passiva sono state pari a 174 milioni di euro (inclusa la mobilità internazionale) con un saldo fortemente negativo per l'Asur (meno 63 milioni di euro), parzialmente compensato dalle Aziende ospedaliere e dall'Inrca.
Relativamente al potenziamento della rete di assistenza territoriale, il Piano regionale di assistenza territoriale adottato sulla base del "decreto rilancio" e dei relativi fondi messi a disposizione dal Governo ha riguardato il potenziamento dell'assistenza domiciliare integrata (ADI), l'assunzione di infermieri di famiglia e di comunità, l'implementazione delle 34 unità speciali di continuità assistenziale (USCA), l'assunzione di assistenti sociali e di personale infermieristico.
Va però rilevato che gran parte del personale assunto era già operante in strutture sanitarie private convenzionate. Il travaso di personale risultante ha comportano non pochi problemi a quelle strutture ed agli stessi operatori sanitari, che in molti casi per accedere ad un contratto a tempo indeterminato hanno dovuto trasferirsi e lasciare mansioni inserite in un contesto assistenziale funzionante in cui erano già formati.
Purtroppo abbiamo appreso che non tutte le risorse stanziate dallo Stato a valere sul fondo sanitario per gli interventi previsti nel "decreto rilancio" sono state spese e rendicontate dalla Regione.
Mancano all'appello 12,8 milioni di euro, che verranno stornati dalle entrate di bilancio con la delibera di assestamento. Il mancato utilizzo di queste risorse, a quanto riferito in I Commissione dall'Assessore Castelli e confermato dalla Dirigente dei servizi finanziari, sarebbe dovuto ad una eccessiva rigidità dei vincoli di destinazione delle risorse stesse. Ci auguriamo che un allentamento di tali vincoli consenta di recuperare almeno una buona parte di quell'importo. Dopo averlo interessato, abbiamo ricevuto rassicurazioni in tal senso dal Presidente della Commissione Bilancio del Senato, che ci ha comunicato che con tutta probabilità verrà approvato un emendamento del collegato fiscale che va in questa direzione, oltre ad un ulteriore fondo di 600 milioni a favore delle Regioni e Province autonome per le spese sanitarie emergenziali sostenute nel 2021. Non mancano infatti interventi importanti ancora da finanziare in ambito socio-sanitario connessi al contrasto della pandemia. Basti pensare ai fondi che sono necessari per ristorare i gestori dei servizi convenzionati socio-assistenziali e residenziali per anziani non autosufficienti, disabili e minori, che non hanno ancora ricevuto un sufficiente ristoro alle spese eccezionali sostenute per garantire la sicurezza di operatori e utenti.
Il rendiconto è anche un'occasione per la ricognizione dello stato di attuazione degli interventi adottati per il rilancio dei territori colpiti dal sisma degli anni 2016 e 2017. In questo ambito i risultati sono ancora molto deludenti.
Al riguardo si constata che ai ritardi già emersi negli anni precedenti si sono aggiunte le problematiche connesse con l'emergenza Covid-19 che hanno portato ad un sostanziale blocco, per più mesi, delle fasi attuative dei previsti interventi emergenziali e di ricostruzione, pubblica e privata. Segnali di ripresa si sono registrati a seguito di importanti novità legislative di semplificazione adottate dal Governo nel 2020 ed attuate dal nuovo Commissario straordinario alla ricostruzione nominato nell'ottobre dello stesso anno, i cui effetti positivi nell'edilizia privata si sono iniziati ad evidenziare solo nell'ambito del corrente anno 2021, con il rientro di numerose famiglie nelle proprie abitazioni.
Dobbiamo purtroppo rilevare che il Piano degli interventi sul patrimonio artistico e culturale ed il Piano degli interventi sui dissesti idrogeologici sono pressoché inattuati.
La relazione a Giudizio di Parifica della Corte dei Conti segnala che dei 488 interventi (di cui n. 118 di edilizia scolastica e n. 370 di opere pubbliche) previsti dalle ordinanze commissariali del 2017 e 2018, solo uno risultava ultimato alla data del 31 dicembre 2020 e solo n. 11 erano in fase di esecuzione dei lavori.
Dato il quadro generale che abbiamo rappresentato e ribadendo il nostro giudizio complessivamente critico sulle scelte gestionali effettuate non possiamo esprimere un voto favorevole all'approvazione del rendiconto 2020 oggi in discussione. Grazie.

PRESIDENTE. Comunico che l’Assessore Castelli, come altri, è in collegamento da remoto perché oggi abbiamo un Consiglio regionale in forma mista, quindi, ci sta ascoltando.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato attentamente la puntuale relazione della relatrice di minoranza, Consigliera Ruggeri, che ringrazio anche per l’impegno di approfondimento rispetto a questo importante strumento finanziario.
E’ evidente che discutiamo del rendiconto generale che attiene all’esercizio finanziario del 2020, riferibile per dieci dodicesimi alla passata amministrazione.
L’avvenuta parifica da parte della Corte dei Conti senza alcun rilievo formale, come sempre capita, soltanto con dei suggerimenti nel rilevare alcune criticità che non possono non esserci in un esercizio così complesso, dimostra quanto puntuale sia stato l’operato di quella amministrazione che ha cessato le sue funzioni i primi di ottobre del 2020 a seguito delle svolte elezioni che hanno visto l’affermazione del governo di centro-destra guidato dal Presidente Acquaroli.
Una parifica che conferma la solidità di quel bilancio e di quella gestione che, possiamo dire, avevano proseguito sulla scia degli anni precedenti, dal 2015 fino al 2020, che ha visto un forte impegno di quella amministrazione regionale verso la riduzione del debito, la progressiva riduzione della pressione fiscale, gli aumenti degli investimenti.
Un ultimo esercizio finanziario, tra l’altro l’ha ricordato la Consigliera Ruggeri, che ha visto la precedente Giunta svincolare il cosiddetto avanzo vincolato, che quell’amministrazione ha fatto tempestivamente perché a poco più di un mese dalla dichiarazione dello stato di emergenza, esattamente nel maggio del 2020, approvò una manovra economica corposa a sostegno dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, per cui abbiamo destinato 210 milioni alla nostra comunità regionale gravemente colpita come altre dalla pandemia, parte di quelle risorse derivavano dallo svincolo della quota d’avanzo vincolato di amministrazione.
Che cosa è successo in questa occasione? Il nostro giudizio, ripeto, dovrebbe essere ed è rispetto a quella gestione assolutamente positivo, però quando questa amministrazione si è insediata ha utilizzato, se vogliamo, i nostri strumenti, perché ha utilizzato quel bilancio, ed era anche normale, tanto è vero che l’ha fatto anche nel corso del 2021, sebbene l’Assessore Castelli l’anno scorso a dicembre in occasione dell’approvazione di bilancio 2021/2023 avesse affermato in questa Aula che nei primi mesi del 2021 ci sarebbe stato un bilancio vero, dato che quello che era stato presentato era comprensibilmente un bilancio tecnico perché la Giunta si era insediata da poco, però nei primi mesi del 2021 non abbiamo visto nulla. Non solo, l’Assessore castelli ad una mia obiezione in questo senso disse che a settembre avrebbe presentato il cosiddetto bilancio vero, che non si è ancora visto, tant’è che l’assestamento di bilancio andrà addirittura a domani.
Questa amministrazione ha operato anche quest’anno con il nostro bilancio, che era quello del 2020/2022 ed ha operato male, e spiego perché. L’ha lasciato intravvedere la Consigliera Ruggeri, l’anno scorso le quote di avanzo vincolato le abbiamo svincolate a maggio, quest’anno è stato fatto con un emendamento al rendiconto in Commissione, dopo l’avvenuta parifica, quando l’amministrazione poteva e doveva tempestivamente svincolarle perché il comma 1 ter dell’articolo 109 del d.l. 18/2020 ci dice che in sede di approvazione del rendiconto da parte dell’organo esecutivo non bisogna aspettare l’approvazione dell’Aula o la parifica. No, questa è una bugia perché non si può non conoscere la norma, che dice che gli enti di cui all’articolo 2, quindi la Regione, sono autorizzati allo svincolo delle quote di avanzo vincolato di amministrazione, che ciascun ente individua riferite ad interventi conclusi e già finanziati negli anni precedenti. Poteva e doveva farlo nella primavera 2021, quando la Giunta ha approvato il rendiconto e non aspettare la parifica, lì doveva svincolare le quote di avanzo, destinarle ai cittadini, alle famiglie ed alle imprese, cosa che invece non ha fatto, tra l’altro ha svincolato poco, soltanto 9 milioni e poco più, una miseria.
Cito una cosa per tutti, noi discutiamo in questi giorni, l’abbiamo affrontato prima in Commissione, il tema dei ristori agli enti gestori delle strutture socio-sanitarie e assistenziali, perché non è stato svincolato tempestivamente l’avanzo e destinato al ristoro degli enti gestori? Questo è un esempio di quello che si poteva e si doveva fare. Non va bene e quell’esercizio finanziario solido, che era il nostro, è stato di fatto snaturato dalle insipienti omissioni di questo esecutivo che non ha saputo cogliere neanche le opportunità che noi abbiamo lasciato e quelle che gli vengono conferite dalla legge. Quindi non va bene!
Poi c’è un altro aspetto, insieme a questo rilevantissimo, che per quel che mi riguarda non mi fa dare un giudizio positivo al rendiconto, ripeto, sebbene per dieci dodicesimi sia il nostro. Di fatto è stato snaturato e non ne sono state colte le opportunità. Deciderà il capogruppo, che ha potere e l’autorevolezza, quale sarà il voto, ma credo che sarà contrario. Ci siamo astenuti in Commissione per non pregiudicare la decisione dei colleghi, per approfondire meglio, ripeto, deciderà il capogruppo ed io come sempre mi adeguerò alle sue decisioni, però ritengo che il nostro voto debba essere contrario.
Anche perché c’è un altro aspetto, nel corso dell’esercizio 2020 questa amministrazione ha adottato la delibera di Giunta regionale n. 1371/2020 “Conferimento dell’incarico al Segretario generale”, è stato conferito quell’incarico ed è stata prevista una spesa stimata di 178.000 euro l’anno e nel bilancio 2020 la spesa stimata in 22.000 euro poco più trova copertura nel bilancio regionale 2020/2022 annualità 2020, quindi la spesa di quella nomina, di quell’incarico, confluisce nel rendiconto dell’esercizio finanziario 2020. Noi riteniamo ed abbiamo sempre ritenuto che sia una spesa illegittima, produttiva di danno nei confronti della Regione Marche perché quell’incarico è stato illegittimamente conferito sulla base non solo della legislazione vigente, a quel tempo era l’articolo 27 della legge vigente, ma oggi illegittimamente conferito sulla base della stessa disposizione dell’articolo 40 della nuova legge sull’ordinamento e l’organizzazione, che è stata adottata perché bisognava sanare quella posizione.
Il Governo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della funzione pubblica, discettando e analizzando l’articolato della legge n. 18/2021 sull’articolo 40 dice testualmente: “Si segnala che con sentenza 346/2020 la Corte dei Conti ha sottolineato come la Giunta regionale non possa individuare discrezionalmente il soggetto al quale conferire l’incarico di cui si discorre dovendo preliminarmente accertare, prima di procedere alla nomina di un soggetto esterno, la sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta ex articolo 19, comma 6 del decreto legislativo 165, nonché in ogni caso verificare il possesso dei requisiti utili alla posizione”, queste cose noi le abbiamo dette sempre qui, in interrogazioni depositate e discusse, la sentenza della Corte dei Conti della Sicilia è stata confermata in secondo grado con sentenza 150 A 2021 dalla sezione giurisdizionale di appello. Quindi, ritiene illegittima quella nomina, conseguentemente la spesa sostenuta, che confluisce nel rendiconto 2020, è da ritenersi illegittima, arbitrariamente erogata e produttiva di danno.
Termino, noi come gruppo PD presenteremo un ordine del giorno a questo provvedimento con il quale chiediamo alla Giunta di revocare quella delibera perché produttiva di danno e se verrà approvato il mio voto sarà diverso dalla contrarietà, se invece sarà respinto, sarò assolutamente contrario, fermo restando che la decisione finale spetterà al capogruppo ed io mi adeguerò ad essa.

Presidenza del Vicepresidente
Gianluca Pasqui

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Serfilippi.

Luca SERFILIPPI. Grazie Presidente. Non volevo intervenire perché le relazioni delle Consigliere Marcozzi e Ruggeri sono state esaustive, però il Consigliere Cesetti mi ha stimolato, quindi ho deciso di intervenire.
Il rendiconto 2020 è il bilancio di un anno di governo, quasi tre quarti del PD e sorprende che il Consigliere Cesetti, che ha iniziato l’intervento lodando tutte le cose buone che ha fatto l’anno scorso, poi in sede di votazione dica di votare contro o voterà in base a quello che deciderà il capogruppo.
Non entro nel merito delle divisioni interne del Partito Democratico, però mi fa sorridere che il Consigliere, che comunque ha governato questa Regione in tutti questi anni …, per carità alcune cose che dice sono da me condivise, nel senso che effettivamente anch’io mi aspettavo il bilancio di assestamento ad aprile di quest’anno. Sul merito alcune cose le condivido, però mi fa sorridere che un documento tecnico che fotografa un anno molto difficile, che vi ha visto governare questa regione fino a settembre …, poi i marchigiani hanno deciso di cambiare, probabilmente la famosa piattaforma 210 non ha sortito gli effetti che speravate. E’ vero che siete stati bravi a spendere i 210 milioni, ma non so quanti poi siano stati effettivamente spesi, però almeno l’annuncio dei bandi c’è stato, ma al di là di questo i marchigiani hanno scelto diversamente.
Un anno difficile per il quale voglio ringraziare gli infermieri, i medici, chi ha sostenuto il sistema sanitario, anche quest’anno abbiamo delle grandi difficoltà, ma ora non entro nel merito della situazione pandemica, però per il bilancio della Regione sicuramente è stato un anno complesso.
Ci tenevo ad intervenire per dire che in un bilancio consolidato si fotografano cose che emergono anche dalla relazione della Corte dei Conti, come la società Interporto, che voi conoscete bene, i bilanci in rosso della Svim, che si ripercuotono nel bilancio della Regione, che la nostra amministrazione ha modificato e spero che entro la fine dell’anno si avrà la costituzione di nuova società con le funzioni che la Regione le affiderà, perché su quelle affidatole dalla precedente amministrazione i bilanci parlano chiaro. Penso che non abbia minimamente soddisfatto gli obiettivi che si era data la passata amministrazione.
Vedo che c’è stata la riduzione dei mutui, mutui importanti per la nostra Regione, quindi il debito pregresso è stato ridotto, per cui ci sono degli elementi positivi in questo bilancio consolidato.
Il Movimento 5 Stelle con l’ottima relazione della Consigliera Ruggeri voterà favorevolmente questo bilancio, mentre il PD, che per tre quarti dell’anno ha governato questa Regione, a parte la nomina del Segretario, che è più una considerazione politica, non lo voterà, quando è stato scritto principalmente da voi.
Non aggiungo nient’altro, ringrazio di nuovo le relatrici di maggioranza e di minoranza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Intanto voglio ricordare al Consigliere Serfilippi che non si tratta del bilancio consolidato, ma del rendiconto, non è la stessa cosa perché, al di là di quello che può apparire dalle sue dichiarazioni circa il fatto che il rendiconto può essere considerato un atto tecnico, non è affatto un atto tecnico, è un atto politico attraverso il quale, come proverò molto brevemente ad illustrare, si poteva fare diversamente ed io credo anche molto meglio. Aggiungo che ognuno dovrebbe guardare a casa propria, sì nel Partito Democratico ci sono discussioni, ma si chiama democratico apposta, non abbiamo problemi, non ci vergogniamo di discutere, anche di trovarci su posizioni diverse, ma entrare all’interno di un dibattito come questo strumentalizzando la discussione ed il confronto democratico che c’è all’interno del Partito Democratico la dice lunga sui contenuti.
In fondo il rendiconto poteva essere un atto semplice in questo momento perché non è altro che la sintesi definita del bilancio, del rapporto tra il bilancio previsionale e quello che nel 2020, lo ricordo per chi ci ascolta, è avvenuto. Però siete riusciti anche in un atto così semplice e per certi versi condizionato .., perché noi sappiamo bene cosa è avvenuto nel 2020, è accaduto che all’improvviso, a febbraio, il Paese si è fermato e il rapporto sociale, economico ha avuto un arresto.
Questo rendiconto fotografa insieme le necessità dell’emergenza improvvisa, lo ricordo, oggi ci troviamo in una fase nella quale la malattia ed il problema del Covid sono stati affrontati, c’è un orizzonte definito attraverso i vaccini, ma nel febbraio del 2020 questo non accadeva, c’era una situazione drammatica, sconosciuta rispetto alla quale le scelte della politica, anche regionali, non erano affatto semplici e chi ha governato in questo contesto lo ha fatto con grandissima capacità.
Consigliere Serfilippi, i dati della Banca d’Italia della sede regionale, se lei li avesse letti, parlano di una regione, le Marche, che nel 2021 ha avuto un rimbalzo economico e di crescita superiore alla media italiana, parliamo di circa l’8,4%, lei avrebbe dovuto sostenere e considerare quanto fatto con capacità con quella piattaforma così importante, così impegnativa, di 210 milioni, ma complessivamente nel modo in cui si è governato.
Questo non vuol dire che non ci possono essere stati errori, certamente ci sono stati, ma assicuro a chi ha avuto nello stesso tempo la ventura e la sventura di governare enti locali in quella fase, che il quadro di incertezze era talmente alto che si brancolava nel buio rispetto alle scelte. Oggi le risposte sono positive, quindi dire che il rendiconto del 2020 che ci apprestiamo a votare sia molto positivo è un atto di onestà intellettuale che va dato a chi ha governato in un quadro di grandissima difficoltà.
Lei ha citato e a me fa piacere, in quella fase peraltro in maniera costante, il fatto che la Regione Marche abbia ridotto il proprio debito. E’ un dato positivo rispetto alle dinamiche di carattere nazionale, agli indirizzi che l’Europa impone alle Regioni.
Ecco allora che gli elementi importanti del rendiconto segnalano per il 2020 una considerazione positiva, mi viene da dire un atto di serietà rispetto a chi ha governato in quell’anno.
C’era la possibilità di intervenire perché, come tutti sanno, l’approvazione del rendiconto avviene in questa fase storica con molti mesi di ritardo rispetto all’approvazione ordinaria e credo che la Regione avrebbe potuto e dovuto fare meglio. Anch’io sono sulla linea del Consigliere Cesetti, questo rendiconto va respinto perché si è persa l’occasione di intervenire rispetto alle emergenza e ad alcune scelte di cui poi si discuterà nel corso dell’assestamento, che certamente non meritano il trattamento che avete approvato e l’elemento tempo (11 mesi) vi avrebbe consentito rispetto ad alcune scelte di intervenire, ma ciò non è avvenuto.
Fa parte di un metodo di lavoro della nuova Giunta regionale, che in questo momento ancora non appare chiaro, si ha l’impressione, cari Consiglieri, che non vi sia una capacità di metodo e di analisi delle questioni prioritarie, non si analizzano nel quadro generale i temi più delicati e prioritari per le famiglie, per le persone; utilizzare questo metodo e raccordarlo con le risorse.
Questo, lo anticipava anche il Consigliere Cesetti, ma ne riparleremo abbondantemente dopo, lo ritroviamo in alcuni passaggi sconcertanti rispetto al silenzio e alla rincorsa di temi. Non si comprende se nell’ambito di questo Governo c’ è stata o meno un’analisi delle priorità da affrontare e dentro quell’analisi capire quali utilizzare in questa fase.
E’ certo che l’articolo 13 bis del rendiconto è un atto fondamentale, è un passaggio importante e l’avete sprecato, 9,8 milioni di euro di avanzo vincolato sbloccato, di cui il 63%, 5,7 milioni di euro circa, deriva da cinque voci, le voci complessive credo che siano almeno 30, 40, quattro fogli pieni, ma per dire cosa? Che non siete stati capaci di comprendere come in questa fase lo sblocco di una quota maggiore di avanzo vincolato sarebbe stata indispensabile per alimentare, consolidare, rassicurare i cittadini marchigiani e le attività di alcuni settori.
Ecco perché penso, Consiglieri, Presidente, che si sia sprecata un’occasione, che si sia agito in netta contraddizione con una continuità che aveva dimostrato nel 2020 una logica razionale nell’affrontare la pandemia, ribadisco, in un contesto completamente differente e molto più grave di quello attuale.
Per questo credo che il Partito Democratico, ripeto, ci rimetteremo alla condivisione di questo percorso …
Avrò modo anche di leggere l’ordine del giorno, che credo non sarà approvato, non tanto per i contenuti complessivi, ma per un giudizio politico negativo, drammatico. Vogliamo mandare un segnale alla Giunta che su questi temi ed in questa fase si apra all’ascolto, alla raccolta dei contributi, anche delle opposizioni, e mi fa piacere che il Movimento 5 Stelle abbia, attraverso la relazione di minoranza della Consigliera Ruggeri, individuato diversi punti critici. Ma quello che va segnalato - perché è una costante, è un filo rosso di chi ci ascolta, di chi ci osserva, dei media che talvolta sono disattenti a quello che sta accadendo in questa Regione – purtroppo, è come questa Regione si sta muovendo, quindi: il metodo, i contenuti, l’analisi ed il modo di affrontare i problemi, ecco perché valuteremo il voto contrario rispetto ai contenuti della proposta di legge n. 47. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Certo, intervenire dopo i colleghi è difficile perché loro certamente sono stati molto più attenti e sono molto più preparati di me. Dico al Consigliere Cesetti che essendo io ascolana sono abituata alla politica dell’annuncio, quindi non mi meraviglio che l’Assessore al bilancio abbia detto che avrebbe redatto degli atti, cosa che invece non ha fatto. Per me è una condizione normale, anche in Aula l’Assessore ha più volte raccontato delle realtà che erano per sua stessa dichiarazione lontane dai fatti.
Non è una cosa che mi meraviglia, invece mi stupisce che ancora si parli dell’Aerdorica e dell’Interporto come di problemi che arrivano a questa Giunta da quella precedente. Per dovere di cronaca ricordo che noi abbiamo ereditato l’aeroporto con 40 milioni di debiti, 104 dipendenti e 4 voli settimanali, così come abbiamo ereditato l’Interporto con 8,5 milioni di debito. Non è una cosa che ci si può oggi attribuire.
Ogni volta ci viene ricordato che abbiamo perso perché non sono stati capiti i 210 milioni che abbiamo messo, che non ci sono serviti a vincere le elezioni, ma noi non avevamo messo quelle risorse per vincere le elezioni, noi le avevamo postate per darle a chi ne aveva bisogno, perché ci rendevamo conto che dopo la prima fase del Covid c’era la necessità di salvare alcune realtà economiche, commerciali e non solo, che avevano bisogno di essere tutelate con grande attenzione. Questo non lo abbiamo fatto con un obiettivo elettorale, mi rendo conto che chi invece si muove soltanto con l’obiettivo del consenso non capisce che si possono anche mettere in campo delle azioni soltanto perché le si ritengono efficaci.
Che cosa si dimostra con questi atti? E’ stato detto della solita incapacità di programmazione e di visione, soprattutto sulla quota di avanzo vincolato che poteva essere adoperata, ad esempio, per coprire le rette delle Rsa, che viene invece utilizzata in una sorta di spezzatino, che fa capire che non c’è neanche contezza della situazione che stiamo vivendo. Quindi, queste risorse potevano e dovevano essere utilizzate in maniera più organizzata.
Per le critiche che si muovono spesso al mio partito, quando si dice che noi parliamo, litighiamo e ragioniamo, è perché noi non abbiamo un pensiero unico, non abbiamo un capo o una capa che ci dice quello che dobbiamo fare, ma le nostre decisioni vengono assunte sempre discutendo, a volta in maniera aspra, perché ognuno di noi ha un pensiero che alla fine viene elaborato per diventare poi una decisione, una scelta politica unitaria. Questo è normale, fa parte della nostra formazione, fa parte del nostro essere democratici.
Soltanto questo volevo dire per chiarire che ancora una volta si presentano degli atti che non hanno un’elaborazione.
Colgo l’occasione per sottolineare che questo Consiglio non è a conoscenza di quello che, spero, si sta facendo per affrontare le tante progettazioni del Pnrr, mi auguro che qualcuno ci venga a raccontare quello che si deve fare, quello che si vuole fare, perché le stesse amministrazioni comunali spesso rimangono basite dall’assenza della Regione sul territorio se non per i selfie, per le inaugurazione, le sagre, ma questa è altra cosa rispetto alla programmazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Mi scuso con voi, ma purtroppo devo sostenere il mio ruolo istituzionale da remoto per le ragioni note, quindi, vi ringrazio per l’attenzione e dovrò stimolare una attenzione alla concentrazione maggiore proprio perché non è semplicissimo ragionare e sviluppare un ragionamento da remoto.
Detto questo, devo dire che sono rimasto sufficientemente sorpreso dall’impostazione che i colleghi del Partito Democratico hanno dato alla lettura di questo rendiconto, ma per evitare una considerazione solo di tipo politico rispetto a quelli che sono i dati su cui il Consiglio regionale - Assemblea regionale dovrà formare il proprio convincimento dividerò il mio intervento in due parti, una strettamente tecnica ed una di tipo politico.
Il rendiconto parificato del 2020 riguarda un anno eccezionale, un anno straordinariamente caratterizzato da deroghe che non consentono di assumerlo nel tempo come riferimento utile per le politiche da elaborare per il semplice motivo che è stato un anno in controtendenza, per ragioni note rispetto a tutto quello che era accaduto, caratterizzato da un aumento esponenziale della spesa pubblica, questo in Italia, non nelle Marche, e da una fortissima contrazione delle entrate.
Tutto questo ha determinato, come è noto, interventi normativi utili, necessari, salvifici, che tuttavia hanno sovvertito tutte le regole di contabilità, sospendendo i vincoli esterni. Voi sapete che lo stesso patto di stabilità è stato sospeso creando anche una forte dipendenza della nostra politica di bilancio rispetto agli interventi normativi statali.
Questa è la situazione fotografata dal giudizio di parifica della Corte dei Conti, un giudizio di parifica che ha dimostrato che la reattività del bilancio della nostra Regione è stata buona e in ogni caso, pur essendovi dei temi su cui intervenire anche in maniera significativa, soprattutto dal punto di vista della riorganizzazione della macchina regionale, del maggiore efficientamento della nostra organizzazione, ci consente di dire che oggi quel rendiconto evidenzia dei dati che sono utili a far comprendere come davvero si sia entrati con il Covid in una bolla di carattere economico e finanziario che reclama, impone, esige una particolare negligenza.
Perché dico questo? E’ stata più volte ricordata la manovra dei 210 milioni, io ci torno, quella manovra è stata resa possibile dall’autorizzazione allo sblocco degli avanzi, del tutto eccezionale ma, e lo ripeto ancora una volta, di quei 210 milioni, questi sono i dati che emergono dal rendiconto, ben 76 non sono stati spesi proprio per la difficoltà di tradurre in schemi operativi, in azione di liquidazione delle spese, quella mole di risorse messa in campo per effetto delle autorizzazioni che avevamo ottenuto.
Cito questo aspetto perché è quello che insieme ad un altro, e ci arrivo fra un secondo, ha poi, ma ne parleremo domani in sede di assestamento, guidato la mano del decisore pubblico regionale nel momento in cui si trattava anche di mettere in piedi l’assestamento stesso e tutte le azioni di correzione o di manovra per il 2021 perché il Covid ha segnato un momento di sovvertimento delle regole, ha determinato delle situazioni estremamente preoccupanti, e lo dice la relazione di parifica operata dalla Corte dei Conti del nostro rendiconto, per i costi e gli equilibri dei conti sanitari che, non dobbiamo dimenticare, rappresentano la parte più ponderosa, significativa, non solo dal punto di vista percentuale delle nostre risorse.
A fronte di un costo Covid di 191 milioni, lo Stato ha coperto esclusivamente una cifra di poco superiore ai 92 milioni, questo è un dato che andrebbe citato nella valutazione di quelli che sono stati gli esiti del rendiconto, ovvero un clima di incertezza e precarizzazione che ha guidato giustamente, correttamente, necessariamente l’azione del decisore regionale anche nel 2021, perché sarebbe stato inappropriato, rischioso e temerario nel momento in cui quel tipo di equilibrio è sso a repentaglio da politiche statali che ancora oggi risultano largamente insufficienti ed avrebbe reso possibile e probabile un rischio economico rispetto agli equilibri di bilancio, che non abbiamo voluto correre.
Ecco, questa è la valutazione tecnica del rendiconto ed io rimetto e rimando a tutti i Consiglieri quello che la Corte dei Conti ha detto perché inevitabilmente ci sono delle indicazioni progettuali e prospettiche che stiamo cogliendo, vogliamo cogliere dopo questo grande terremoto rappresentato dal Covid.
Nello spirito del giudizio di parificazione e alla luce di quello che ci ha detto la Corte dei Conti cosa emerge dalla lettura del rendiconto? Che dobbiamo monitorare rigorosamente tutti i residui attivi, che è necessario rafforzare tutti i contenuti informativi riguardanti la situazione economico patrimoniale dell’ente. Dobbiamo fare uno sforzo enorme per assicurare, con particolare riferimento ai fondi comunitari, non solo al Pnrr di cui parlerò da qui a un secondo, un elevato avanzamento della spesa, anche sugli assi di attività che sono stati avviati a valere dalla vecchia programmazione, ma soprattutto per quanto riguarda la nuova.
Questo è un tema centrale, l’organizzazione, la necessità di efficientare una macchina amministrativa che non a caso è oggetto di una azione di riorganizzazione, che è esattamente lo spunto più importante, infrastrutturale che abbiamo voluto estrarre dal rendiconto. Altro che mancanza di visione, altro che ritardo, noi cerchiamo con mano solida, con guida ferma di evitare che i marosi di una crisi pandemica, che sta generando un’incertezza sistemica nei conti della Regione, possano travolgere le Marche e deprimere quei primi margini di miglioramento che invece, come si diceva e come qualcuno ha ricordato, cominciano a riguardare i rimbalzi del Pil regionale del 2021.
Questo dobbiamo fare perché nella pandemia siamo ancora immersi, sappiamo benissimo che la diligenza del buon padre di famiglia non può non essere un elemento centrale, certo, se questo è vero dal punto di vista tecnico, non possiamo assolutamente ritenere che pretestuosi certi contorsionismi che ho visto animare la posizione del PD, che da un lato rivendica i buoni risultati di quei nove dodicesimi di gestione del 2020 e dopo pensa di poter esprimere un giudizio di riprovazione rispetto a ciò che invece è motivo di vanto da un certo punto di vista. Mettetevi d’accordo con voi stessi perché o i risultati del rendiconto sono apprezzabili, di cui potete rivendicare una parte dei meriti, oppure risulta abbastanza incomprensibile, cervellotico, se non alla luce di quelle che sono le normali prevedibili e comprensibili liturgie dei congressi interni al Partito Democratico, la vostra posizione, che mi pare trasparire dalle parole del Consigliere Cesetti, dal tentativo improprio, indebito, strumentale e secondo me, se mi si consente, anche di cattivo gusto di scomodare quella sentenza che ha citato prima che con il caso della nomina del Segretario generale non c’entra un bel niente.
Capisco che spesso e volentieri alzare le onde, aumentare le cortine fumogene può in qualche modo sorreggere l’incedere dialettico che i Consiglieri, o gli Assessori o gli ex Assessori mettono in campo in Assemblea, ma la sentenza 150 del 2021 della Corte d’Appello di Sicilia non c’entra nulla con il caso della nomina del Segretario generale in quanto si riferiva al caso di nomina avvenuta senza interpello, noi l’interpello l’abbiamo fatto.
Capisco che ancora una volta qualcuno può pensare che ripetendo una bugia tante volte questa possa diventare una mezza verità, ma in realtà questo non è, non c’entra niente, se poi si deve trovare il sistema e il modo per giustificare l’ingiustificabile ovvero il contorsionismo che vede il PD rivendicare i buoni risultati del 2020, ma bocciare l’atto che ne certifica la solidità, questo è un altro discorso che secondo me vale la pena valutare.
Politicamente non mi scandalizzo, ne vediamo tante, una più una meno! Non è assolutamente questo il motivo che ci sorprende, la strumentalità però mi sembra abbastanza evidente.
Arrivo nei 4 minuti e 20 secondi che mi sono rimasti ad evidenziare la quesitone dei 9 milioni. Mi pare che il Consigliere Carancini abbia detto che 9 milioni sono pochi, no, il problema dell’avanzo svincolabile non riposa sulla volontà di un singolo o sulle mutevoli considerazioni politiche, gli avanzi sono sbloccabili se hanno le caratteristiche per essere sbloccati, non è che si possano riorientare denari che non hanno le caratteristiche richieste dalla legge per poter essere svincolati. Questo è esattamente quello che è successo, che poi a qualcuno non piaccia la destinazione dei 9 milioni, questa è libera dialettica politica. Noi da questo punto di vista abbiamo svincolato la somma di 9 milioni all’esito di una verifica puntuale perché nella proposta di legge di assestamento potevamo inserire solo ciò che aveva certe caratteristiche, le vedremo domani. Ripeto, abbiamo il dibattito anche su questo, ma quello che mi premeva evidenziare è che se uno va a considerare in questo clima da tregenda estremamente difficile, che ha visto Regioni di grande prestigio e di grande solidità finanziaria, e mi riferisco all’Emilia-Romagna, alla Toscana, lamentare il fatto che i conti della sanità sono messi a repentaglio da quella incertezza, di cui si diceva prima e che io oggi richiamo perché mi pare che anche la Consigliera Ruggeri abbia fatto riferimento a questi aspetti ...
Attualmente in lettura, per quanto riguarda la nuova legge di bilancio per il 2022, ci sono aspetti fondamentali che alludono a due partite che pesantemente hanno condizionato e potrebbero condizionare gli equilibri delle Regioni del 2021. Una è il tema della flessibilità della spesa Covid, che c’è stata assegnata ma che tecnicamente non abbiamo potuto utilizzare per il carattere stringente di vincoli per cui la Conferenza delle Regioni chiede di introdurre elementi di flessibilità e tutta la partita delle mancate entrate rispetto alle quali è tutto da verificare se le coperture dello Stato saranno adeguate e sufficienti.
Concludo dicendo che questo rendiconto è del tutto speciale ed eccezionale ed evidenzia alcune caratteristiche irripetibili e singolari del frangente storico che stiamo vivendo. Aggiungo che a livello europeo tutti sanno che la pandemia ha determinato un inasprimento del grado di dipendenza dei conti regionali dai conti degli Stati nazionali, ovvero la pandemia è un fenomeno che si è scaricato deprimendo e riducendo ampiamente gli spazi della democrazia locale, territoriale e della sussidiarietà perché inevitabilmente si è determinato un accentramento fortissimo delle decisioni di spesa in capo agli Stati nazionali. In questo quadro sappiamo che, fintanto che non si uscirà definitivamente da questa vicenda così impegnativa e straordinaria, abbiamo l’obbligo, e rivendichiamo con forza il principio della diligenza del buon padre di famiglia, di custodire in maniera estremamente diligente, delicata e scrupolosa l’equilibrio dei nostri conti. Ciò non ha impedito, e lo vedremo domani, di fare una manovra fortemente espansiva in cui assicuriamo linfa e risorse nel triennio per 140 milioni di euro, che riguardano soprattutto i più deboli, i più fragili, coloro che dalla pandemia rischiano di ricavare gli effetti più perniciosi e devastanti, non senza, nel principio della continuità che noi manteniamo, osservare l’incremento di spese che dovevamo coprire, che ci derivano dal periodo politico antecedente al nostro e che stiamo curando, ma lo vedremo domani, con estrema diligenza.
Quindi, propongo l’approvazione di questo rendiconto, credo che contenga elementi di assoluto significato per affrontare la nuova stagione, quella della nuova programmazione europea, del Pnrr, partendo però dal principio che per funzionare l’amministrazione regionale deve essere bene organizzata e assicurare a se stessa tassi di efficienza e di efficacia dell’azione amministrativa ben superiori a quelli che abbiamo avuto in eredità dalla precedente amministrazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il Partito Democratico, così come mi ha detto il capogruppo, è favorevole all’articolo 1.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Intervengo per dire che noi siamo favorevoli. Grazie.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Siamo favorevoli all’articolo 2.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 5.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 6.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 7.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 8. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 8.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Astenuti.

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 10.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 11. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 12.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 12 bis. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 12 bis.

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 13.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevoli.

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 13 bis. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli all’articolo 13 bis.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. A questo, Presidente, siamo contrari per quanto da me esposto nell’intervento di apertura ed anche per quanto detto dal Consigliere Carancini. Invero ci sono motivi sostanziali perché per questa sostituzione del vincolo non si doveva attendere l’approvazione o l’esame del rendiconto da parte della Commissione, bensì la sostituzione del vincolo che, come ci insegna il dettato normativo nazionale, può essere operata all’indomani dell’approvazione del rendiconto da parte della Giunta regionale, per evidenti ragioni, perché parla dell’organo esecutivo, in attesa dell’approvazione da parte del Consiglio regionale.
Le ragioni sono chiare, perché lo Stato ha voluto dare l’opportunità agli enti territoriali, in questo caso alla Regione, di poter liberare risorse a favore di ciò che riguarda la pandemia, Citavo l’esempio che potevano essere destinate le risorse agli enti gestori per ristorarli delle maggiori spese del Covid, tra l’altro è assolutamente insufficiente l’entità della disposta sostituzione del vincolo perché, se non vado errato, sono circa 9,6 milioni di euro, capite che è poca cosa.
Credo che ci siano quote di avanzo molto più rilevanti e soltanto qualora si fosse data disposizione ai dirigenti di indicare quali fossero queste quote, rispetto a quote di impegni giuridicamente rilevanti o assunti, potevano essere liberate a favore della nostra comunità regionale, come d’altra parte noi abbiamo fatto con la manovra 210. Se l’Assessore Castelli dice che di quella manovra da 210 milioni 70 milioni non sono stati ancora spesi, qualora fosse vero, 140 sono stati spesi, ma una cosa è certa: le risorse non liberate qui, ulteriori ai 9 milioni, non verranno spese di sicuro, per una scelta precisa e forse per una certa incuria nell’affrontare questa opportunità.
Quindi, il nostro voto su questo articolo è contrario ed il motivo, secondo me, è perché inficia il nostro giudizio complessivo e mi pare che sia un aspetto rilevante, il resto sono questioni tecniche. Una volta parificato il rendiconto sono questioni tecniche, ma questa è una questione sostanziale perché c’era un’opportunità da cogliere, da cogliere nella quantità che doveva essere maggiore, soprattutto nel tempo dell’opportunità che doveva essere anteriore rispetto a quello della fine dell’anno. Il nostro voto è contrario.

Articolo 13 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 14. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Su questo, Presidente, ovviamente ci asteniamo in attesa anche della decisione sull’ordine del giorno che abbiamo presentato perché è evidente che in questa parte confluisce una spesa che noi riteniamo illegittimamente erogata. Allo stato è un’astensione.

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di ordine del giorno a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo e Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. L’avevo già anticipato, quest’ordine del giorno chiede alla Giunta di revocare la dgr 1371/2020 riguardante il conferimento dell’incarico di Segretario generale della Giunta regionale, conferito sotto la vigenza della legge regionale 20/2001, quindi conferimento sicuramente illegittimo sulla base degli articoli 5, 27 e 29, ma un conferimento che sarebbe illegittimo anche sulla base della nuova normativa, la n. 18/2020 perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della funzione pubblica segnala che in via cautelativa con sentenza 346 - a quanto consta di recente confermata in secondo grado - la Corte dei Conti ha sottolineato come la Giunta regionale non possa individuare discrezionalmente il soggetto al quale conferire l’incarico di cui si discorre, dovendo preliminarmente accertare, prima di procedere alla nomina di un soggetto esterno, la sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta ex articolo 19, comma 6 del d.lgs. 175 nonché in ogni caso verificare il possesso dei requisiti utili alla posizione. Questo è.
L’Assessore Castelli dice che questa sentenza non c’entra nulla, ma non è così, questa sentenza è sovrapponibile a quanto dal gruppo del PD asserito nelle due interrogazioni presentate. La sentenza d’appello infatti dice che gli incarichi dirigenziali generali devono essere conferiti ai dirigenti di prima fascia e a quelli di seconda fascia da ricercarsi previamente all’interno dell’amministrazione, solo nel caso in cui tale effettiva ricerca abbia dato esito negativo – e qui non l’aveva dato perché c’erano due domande – è possibile conferire gli incarichi in questione a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione, così come prescrive in modo chiaro il comma 6 dell’articolo 19 del 165/2001.
Queste sono parole della sentenza, che dice anche: “il provvedimento contrasta con la ratio di tutte le normative di riferimento sopra richiamate e con il dato letterario del citato comma 6, inoltre contrasta con l’articolo 97 della Costituzione – cose che noi abbiamo scritto più volte, andate a vedere l’ordine del giorno sulla legge sull’ordinamento – poiché il conferimento di incarichi dirigenziali esterni, senza preventiva valorizzazione dei dirigenti interni, comporta lo svilimento del ruolo di questi ultimi con evidenti ripercussioni sul corretto funzionamento dell’apparato amministrativo – sono le parole che stanno nell’ordine del giorno che abbiamo scritto – in termini di efficienza ed efficacia, nonché un aumento ingiustificato della spesa pubblica con qualsiasi canone di logica comune ancor prima che giuridica, anche per la considerazione - si dice all’interno della sentenza - che essendo la figura apicale, quella del Segretario generale, più apicale di tutte, che nomina, coordina, propone la revoca dei dirigenti, è evidente che non può avere requisiti sostanziali, formali e procedimentali notevolmente inferiori rispetto ai dirigenti che coordina e dirige.
Questo è e non c’entra nulla il fatto che sia stato disposto l’interpello perché la norma dice a prescindere dall’interpello che gli incarichi dirigenziali generali devono essere conferiti ai dirigenti di prima fascia e a quelli di seconda fascia da ricercarsi all’interno dell’amministrazione, solo nel caso in cui tale effettiva ricerca abbia dato esito negativo – ma non è stato così - si può ricorrere all’esterno. Guarda caso qui c’erano due domande, una dell’ex Segretario generale e l’altra di un dirigente di prima fascia.
Questa è proprio una sentenza ad hoc, che conclude sostenendo che in quel caso la Regione Sicilia, un caso identico, ha sopportato un danno, recuperato come danno erariale, di oltre 800.000 euro, sentenza di primo e di secondo grado.
Quindi, noi cosa chiediamo? La revoca di questa delibera. Si rifaccia la procedura, si metta al riparo la Regione Marche dai danni, poi se all’interno di quella procedura si può rinominare anche lo stesso soggetto, per carità chi dice nulla su questo, però questa è una procedura illegittima e ripeto che quelle che ho detto non sono parole mie, ma della Corte dei Conti di primo grado della Sicilia e della Sezione giurisdizionale d’appello.
Concludo chiedendo l’approvazione di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Castelli, in collegamento da remoto, che arriva con qualche momento di ritardo.

Guido CASTELLI. Ho già in parte commentato la posizione del Consigliere Cesetti che mi sembra improntata all’intendimento di trasferire, senza che ci sia la minima possibilità di sovrapporre le situazioni, la sua ricostruzione della sentenza siciliana al caso della nomina del Segretario generale.
La sentenza siciliana, che è stata letta a spizzichi e bocconi, non ha nulla a che fare con la fattispecie che ci occupa, siamo, credo, di fronte al tentativo maldestro di trovare una scusa per non approvare il rendiconto, perché non c’è altra spiegazione plausibile essendo del tutto inconferente la sua ricostruzione del caso della designazione del Segretario generale, assolutamente legittima, non impugnata, mai stata oggetto di obiezioni da parte della Corte dei Conti delle Marche, designazione perfettamente legittima, efficace e perfezionata senza nessun tipo di doglianza o di censura.
Da questo punto di vista voglio anche ricordare, proprio a dimostrazione dell’enfasi impropria che il Consigliere Cesetti mette in questa vicenda, che in occasione dell’approvazione della legge 18 sulla riorganizzazione ci ha tenuto giorni e ore sostenendo che con certezza il Governo l’avrebbe impugnata, ebbene la prova provata del fatto che le sue ricostruzioni fossero politicamente orientate e non oggettivamente motivate sta nel fatto che fra le diverse considerazioni che sono state proposte dal Governo rispetto alla legge 18 nessuna riguarda la legittimità dell’articolo riguardante le modalità di nomina del Segretario, quindi nomina ab origine perfetta ed efficace, legge ulteriormente dichiarata perfettamente corrispondente alla legge e all’ordinamento dello Stato. Credo che l’ordine del giorno sia meritevole di essere disapprovato e respinto proprio perché si cerca surrettiziamente di aumentare dubbi su una designazione totalmente legittima e mai impugnata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solo per fare una brevissima considerazione rispetto alle certezze dell’Assessore Castelli, non so quanta retorica o quanta enfasi si possa mettere nell’intervento, perché è evidente il giudizio dell’Assessore sul modo, sull’espressione di una persona, su come debba intervenire o meno.
Ricordo all’Assessore Castelli che, contrariamente a quello che lui afferma, è proprio la Presidenza del Consiglio Dipartimento della funzione pubblica che “segnala” in via cautelativa la sentenza 346 del 2020 della Regione Sicilia, che peraltro assume queste sembianze proprio perché crediamo che quella fattispecie concreta oggi si trovi in una situazione, in un quadro procedimentale ancora indefinito. Quindi, l’affermazione certa, priva di dubbi dell’Assessore Castelli, circa il fatto che questa non attenga, mi pare gratuita.
C’è un ulteriore elemento che vorrei ricordare, mi chiedo come mai in sede di assestamento, se non vado errato, anzi credo proprio con la legge omnibus, la Regione Marche intervenga a modificare l’articolato che attiene agli adempimenti e alle condizioni per la nomina del Segretario?
E’ evidente che quella certezza così ostentata dell’Assessore Castelli sia in realtà intimamente caratterizzata, almeno credo, dall’incertezza su una scelta, su una modalità assolutamente illegittima e da questo punto di vista penso che l’ordine del giorno debba essere approvato, soprattutto alla luce dell’indicazione di natura cautelativa che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha segnalato. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Intervengo sull’ordine del giorno dicendo che l’argomento ormai è reiterato, ci sono aspetti giuridici e aspetti di sostanza, in genere parlo sempre di quelli di sostanza. E’ evidente sempre più che la tendenza legislativa è quella delle nomine fiduciarie, tanto è vero che la tendenza legislativa dello Stato ha fatto sì che nella pubblica amministrazione potessero essere chiamati dirigenti esterni e che le nomine fiduciarie discrezionali fossero sempre più frequenti. Se andiamo a guardare le nomine dell’attuale Governo Draghi, del Governo dello Stato, la maggior parte dei capi di gabinetto, dei capi dell’Ufficio legislativo, dei capi segreteria - questa era una costante anche delle precedenti tendenze amministrative - sono dirigenti che vengono presi dall’esterno, ovviamente con curriculum adeguati. Alcuni vengono da Confindustria, altri da studi professionali legali, molto qualificati, altri da varie carriere, e vengono utilizzati all’interno delle strutture dello Stato per dirigere, salvaguardata ovviamente l’oggettiva competenza della persona.
Qui ci troviamo di fronte, dal punto di vista della sostanza, ad un cambiamento di indirizzo politico dell’amministrazione e dopo 25 anni di tendenza politica di un tipo arriva una nuova amministrazione che ha un altro indirizzo. Che ci sia la necessità di avere dei propri referenti è talmente lapalissiano ed evidente che non ci sarebbe neanche bisogno di discutere.
Capisco che giuridicamente uno possa arrivare a formulare tutta una serie di valutazioni capziose, eccetera, però lo spoil system è un tema che riguarda da sempre la politica americana. Qui siamo in Italia, abbiamo una serie di elementi giuridici diversi, una storia del diritto diversa, ma se il nuovo Presidente americano Biden avesse confermato anche solo uno dei vertici giuridici, amministrativi, funzionali dell’amministrazione Trump ci sarebbe stata una sollevazione della stampa e di tutta l’opinione pubblica.
La stessa cosa, ovviamente in maniera articolata e profondamente diversa, riguarda noi. Ricordo, tanto per fare nomi e cognomi, tanto io lo faccio sempre, quando fu sostituito il Segretario del Consiglio, tra una persona nominata fiduciariamente dalla vecchia amministrazione e un nuovo funzionario dell’amministrazione, fu fatta chissà quale polemica e quale scandalo, ma è la normalità! La normalità è questa e l’anomalia quell’altra, l’anomalia è dire che tutto rimane immutabile ed il parere degli elettori ed il risultato elettorale valgono zero perché i quadri amministrativi sono immutabili, invece devono mutare perché rispondono a logiche fiduciarie e discrezionali diverse. Io sono stato eletto e con alcuni collaboratori voglio svolgere un’amministrazione.
Allora, è passato un anno dall’elezione della nuova Giunta, che si è insediata, se non sbaglio, il 15 ottobre dello scorso anno, il lutto stretto nel nostro Paese è di un anno, poi ovviamente la morte, il decesso è sempre una cosa incancellabile, però a distanza di un anno facciamola finita, alla fine siamo noiosi a noi stessi!
Il cambiamento presuppone anche delle scelte discrezionali che noi siamo tenuti a fare, quindi basta, uno può criticare, può fare delle osservazioni, ma ora basta, è stata anche fatta una legge che ha perfezionato il cambiamento, basta così. È inutile far perdere tempo prezioso a questo Consiglio regionale su cose ormai largamente discusse.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare il mio capogruppo che ha avuto modo di spiegare alcune questioni legate all’aspetto politico, che credo il proponente di questo ordine del giorno conosca benissimo. Su questo c’è un accanimento non tanto sulla forma, sulla sostanza, ma sulla persona e non capisco per quale motivo ancora una volta a distanza di un anno dall’insediamento di questo Consiglio regionale torniamo su questo tema.
Ringrazio l’Assessore Castelli che nonostante il Covid si è mostrato ancora una volta disponibile a rispondere su questo argomento, non vorrei che questo ordine del giorno fosse una scusa per non votare l’assestamento, oppure c’è un problema personale, come dissi una volta con una battuta, tra il Consigliere Cesetti e il Segretario generale.
A prescindere da questo, vorrei far riflettere chi ha presentato questo ordine del giorno sul fatto che il vostro partito ha governato per molti anni questa Regione e ricordo bene le nomine che sono state fatte negli ultimi 6 mesi all’interno della Presidenza, quando avete fatto nominare, voi della politica, persone come il Vicepresidente della provincia di Fermo, all’interno della Presidenza della Regione c’è stato un ex Assessore regionale nominato come consulente e venite a fare i verginelli nei nostri confronti per un incarico di Segretario generale legittimo?
Qui non siamo in un Tribunale, siamo in un’Aula politica, dove si fanno delle scelte politiche, dove oggi andiamo a legiferare ed ancora una volta trovo il Consigliere Cesetti, come sa ho nei suoi confronti stima personale, che a volte confonde l’Aula del Tribunale, visto che è avvocato, con l’Aula del Consiglio regionale. Si tolga le vesti da avvocato, si metta quelle da politico, quelle che aveva negli ultimi 5 anni quando avete fatto fior di nomine. Anche su questo dobbiamo riflettere, se questa polemica fosse stata fatta dal Movimento 5 Stelle l’avrei capita perché di fatto come noi non ha mai governato questa Regione, ma mi trovo voi, che avete governato, a farci la morale su questi temi quando negli anni avete nominato e portato dirigenti da altre province. Questo lo sappiamo tutti, è sotto gli occhi di tutti.
Sono dispiaciuto perché credo che questo ordine del giorno sia strumentale, ancora una volta, per non votare l’assestamento, mi auguro di essere smentito dal Partito Democratico con un voto favorevole, anche perché noi voteremo convintamente e contrariamente a questo ordine del giorno che ancora una volta trovo inutile e, me lo faccia dire Consigliere Cesetti nonostante la stima che ho nei suoi confronti, anche ridicolo perché stiamo ancora discutendo di questo da tanto tempo. Se lei ancora una volta vuole sostituirsi da Consigliere regionale ad avvocato vada in un’Aula di Tribunale, faccia ricorso tranquillamente come lei sa fare, perché le sue capacità anche professionali sono ben note e ci dimostri che lei ha ragione e noi torto.
Questo è chiaro, limpido, vorrei non tornarci più perché ai cittadini marchigiani poco interessa di questo ordine del giorno e di alcune questioni legate alla legittimità o meno, dobbiamo insieme dare un contributo ai cittadini marchigiani e su questo, credo, mi dispiace dirlo, vi state rendendo ancora una volta ridicoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Solo per dire che siamo contrari a questo ordine del giorno per le motivazioni che sono state più volte esposte dall’Assessore Castelli sulla legittimità di tale operazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Baiocchi.

Nicola BAIOCCHI. Grazie, Presidente. Il mio sarà un intervento in risposta alle affermazioni più tecniche dei Consiglieri Carancini e Cesetti perché è abitudine di noi avvocati, nei nostri atti difensivi, richiamare precedenti giurisprudenziali anche su casi che non sono prettamente legati al caso concreto, e questa è una situazione similare.
Loro hanno sicuramente letto la sentenza, ho avuto la fortuna di leggerla anch’io e il richiamo della Presidenza del Consiglio dei Ministri dice già in maniera molto chiara che è una valutazione cautelativa che riguarda, questo lo sappiamo noi, un caso diverso e voler cercare di orientare la giustificazione di un diniego, del rifiuto della votazione sul rendiconto, che è facilmente riconducibile alla loro precedente amministrazione, mi pare poco corretto e poco generoso nei confronti anche dell’Assessore Castelli, anche per la sua ricostruzione tecnica e giuridica che mi pare ineccepibile.
Quindi, noi siamo contrari a questo ordine del giorno e tengo solamente a ricordare che molte volte è abitudine degli avvocati cercare di spingere la decisione del Giudice, qui non siamo in un Tribunale, verso le proprie ragioni, ma in questo caso è inopportuno. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro quest’ordine del giorno perché credo che le ragioni tecniche e giuridiche esposte più volte in quest’Aula dall’Assessore Castelli siano molto chiare, per cui il nostro è un voto contrario. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Poco fa sono state criticate, e ci torno, questioni come l’Interporto, l’Aerdorica, eccetera, voglio ricordare che nella nomina del Segretario oltre ad esserci dei vizi evidenziati molto meglio di quello che potrei mai fare io dal Consigliere Cesetti, c’è anche una scelta politica perché quella persona è stata il portavoce e il capo di Gabinetto del Presidente Spacca, quindi non è indifferente dal punto di vista politico il ruolo che oggi le date, le confermate un ruolo di continuità a prescindere dalla parte giuridico/amministrativa, le confermate un ruolo ben più importante di quello che aveva prima.
La parte che riguarda la scelta dal punto di vista giuridico sarà sciolta da chi lo deve fare, ma dal punto di vista squisitamente politico non si può dire che sia indifferente.
Rimango basita da affermazioni come quelle che sono state fatte in quest’Aula che dimostrano il modus operandi di questa amministrazione quando si parla di scelte e di incarichi discrezionali e fiduciari, cosa che è lontanissima da quello le norme prevedono e dicono.
La nomina del Segretario generale non è discrezionale e fiduciaria, stiamo attenti, perché se questa è la visione, la ratio che guida i comportamenti … Per quello che riguarda i dirigenti che sono arrivati in Regione ricordo che 5 anni fa entrò in vigore la legge Delrio che trasferì una pletora di competenze lasciandone solo quattro in capo alle Province, trasferì una pletora di competenze con tutto il personale, anche i dirigenti alle Regioni e tra tutte queste competenze e tutto il personale c’erano in taluni casi, ahimè, anche dei dirigenti che furono nella gran parte dei casi selezionati dalle Province, le quali decisero quali fossero le unità di personale e i dirigenti da trasferire. C’è anche da ricordare questa cosa quando si parla di incarichi e di trasferimenti.
Rispetto alle dichiarazioni fatte sugli incarichi di altre posizioni regionali, ricordo che i soggetti erano tutti vincitori di concorso, cosa che non mi risulta nel caso di specie, che abbia vinto un qualunque concorso per un qualunque posto neanche da funzionario di categoria D1.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Per ribadire il no a questa proposta semplicemente per il fatto che qui si chiede che la Giunta revochi una propria delibera.
Non voglio entrare nel merito di aspetti che riguardano la scelta relativa alla professionalità della figura, alla sua bravura o meno, né tanto meno voglio parlare di come in passato siano stati assegnati ruoli, ritengo in forma legittima, ma voglio soltanto mettere in evidenza un aspetto, qui non siamo in un Aula di Tribunale, siamo in un’Aula in cui si parla di politica e di interesse pubblico, credo che non ci sia nulla che possa interessare il cittadino in questa proposta che oggi il PD fa. Semplicemente noi riteniamo che sia un aspetto squisitamente tecnico che non ha niente di politico e pensiamo che la Giunta abbia operato un iter legittimamente regolare, e lo ha spiegato l’Assessore Castelli, con gli interpelli, che sono stati fatti, pertanto stiamo parlando di qualcosa che non interessa la collettività e, ripeto, di un aspetto squisitamente tecnico. Noi siamo qui per fare politica nel rispetto delle regole. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi siamo qui a fare politica, non siano certamente in un Aula di Tribunale, infatti discutiamo del rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2020 in cui è confluita la spesa per l’incarico di Segretario generale. Signori, se non ne parliamo qui dove ne discutiamo?
Questa non è l’Aula di un Tribunale, questo è il Consiglio regionale che esamina, se vogliamo, processa, il rendiconto dell’esercizio finanziario 2020, questo è l’abc della politica e delle istituzioni.
Non è un fatto personale, assolutamene, perché a me riesce difficile in politica occuparmi al di là di me stesso. Perché non è un fatto personale? Si tratta della nomina del Segretario generale della Regione Marche, che è la figura apicale della struttura organizzativa, non è un fatto personale. Io mi occupo di Tizio e Caio? Ma quando mai! Ma converrete con me che se quella nomina, che noi oggi affermiamo essere illegittima, fosse un domani ritenuta tale da qualcun altro, voi capite che c’è un problema politico e la Giunta, l’Assessore, il Presidente ne dovrebbero trarre le conseguenze politiche. Capite qual è il tema?
Così come non è vero che non riguarda i marchigiani, eccome se li riguarda perché se la nomina fosse stata conferita illegittimamente il danno in capo alla Regione Marche nell’arco di 5 anni ammonterebbe a più di 1 milione di euro, quindi non riguarda i marchigiani?
Lasciamo perdere queste argomentazioni che denotano la vostra difficoltà, quella sì, di dire no a questo ordine del giorno.
Il Consigliere Ciccioli da persona tutto sommato esperta ha dato l’interpretazione autentica di quello che è stato il comportamento della Giunta, lui dice “è una scelta discrezionale”, ha dato l’interpretazione autentica di un maldestro tentativo, questo sì, dell’Assessore Castelli, non il mio perché io ho citato la Corte dei Conti, il maldestro tentativo suo di operare quella nomina. Come ci dice il Consigliere Ciccioli, con l’interpretazione autentica, è stata una scelta preordinata, io dico intenzionalmente preordinata o comunque in modo gravemente colposo. Tutto qui. Perché è attuale? Primo perché la sentenza è del 15 settembre 2021, secondo perché il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha fatto questa segnalazione in via cautelativa, per cui è pertinente. Ma siate certi che non finisce qui perché il Partito Democratico su questa vicenda, per quelle ragioni che non sono personali, ma tutte politiche ed istituzionali rilevanti, non mollerà e in altre occasioni discuteremo di questa vicenda, fino a quando qualcuno non la giudicherà politicamente.
Termino sull’interpretazione autentica del Consigliere Ciccioli, ha detto che è discrezionale, non è così, Consigliere Ciccioli, la Corte dei Conti è sovragiurisdizionale e, leggo testualmente, dice: “Non può accogliersi la tesi secondo cui l’incarico di Segretario generale avrebbe natura essenzialmente fiduciaria, ponendosi come figura di raccordo tra il potere politico e l’apparato burocratico amministrativo regionale, con la conseguenza che l’atto di nomina sarebbe di contenuto altamente discrezionale, scevro da formalismi, assimilabile ad un atto di alta amministrazione sindacabile in sede giurisdizionale solo nei limiti della violazione del canone della ragionevolezza”.
Dice che non è condivisibile, che non può accogliersi la tesi difensiva di questo signore che è stato condannato, di questo amministratore che è stato condannato. Il Consigliere Baiocchi dice che non può essere accolta questa tesi difensiva, quindi non è accoglibile neanche la tesi difensiva del Consigliere Ciccioli, non sono accoglibili le vostre tesi difensive, allora revocate quella delibera di Giunta e mettete al riparo la Regione Marche dai danni che riguarderanno i cittadini marchigiani, non solo, anche dalle conseguenze di un atto del genere. Questo non lo dice il Consigliere Cesetti, lo dice la Corte dei Conti e questa non è un Aula di Tribunale, è l’Aula del Consiglio regionale che esamina il rendiconto della Regione Marche, nel quale è confluita quella spesa, se quella spesa è illegittima noi non possiamo approvarla.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Ringrazio il mio gruppo che mi ha dato l’opportunità di fare la dichiarazione di voto.
Rimango allibito, Consigliere Cesetti, perché si parla dell’abc della politica, penso di conoscerla abbastanza bene visto che fin da piccolo sono cresciuto a pane e politica, però sono dispiaciuto perché abbiamo parlato e l’opposizione si è concentrata moltissimo su questo ordine del giorno piuttosto che sull’assestamento, quello che preoccupa e interessa i cittadini, quindi in rapporto abbiamo utilizzato più tempo per questo ordine del giorno che per l’assestamento di bilancio.
Sono stati utilizzati dall’opposizione molto tempo, molte attenzioni per questa battaglia importante, storica per il PD, far revocare la delibera di Giunta relativa alla nomina del Segretario generale. E’ vero, Consigliere Cesetti, fate benissimo a farne una battaglia, andate nelle piazze a parlare di questo, andate nei quartieri a parlare di questo, così noi cresceremo nel consenso ed i cittadini si renderanno conto ancora una volta che la vostra linea è quella di continuare a perdere.
Noi siamo contenti, non abbiamo difficoltà a difendere qualcosa che è stato fatto. E’ stato nominato un Segretario con una delibera di Giunta, se ci sono delle questioni rilevanti dal punto di vista tecnico giuridico si deciderà, come dice giustamente la Consigliera Casini, in altre sedi, saranno loro a dire se la procedura è stata giusta o errata.
Ho avuto modo anche di ascoltare la Consigliera Casini che giustamente ha detto che l’attuale Segretario generale era nello staff del Presidente Spacca, non so se come portavoce, come capo di gabinetto, ma se non sbaglio il Presidente Spacca governava con il Partito Democratico, non so se si chiamava Partito Democratico o se aveva altre sigle perché siete partiti con PDS, DS, Margherita, Ulivo, Asinello. Non so se eravate un po’ tutti Asinello, oggi lo siete, ma a me preoccupa molto la strumentalizzazione politica.
Se si fanno delle nomine politiche, ovviamente non riguarda la questione del Segretario generale, lo voglio chiarire, non è la nomina di un CdA, c’è una procedura che bisogna rispettare e secondo me è stata rispettata. Non faccio parte della Corte costituzionale, non sono un costituzionalista, però credo che sia stata rispettata, poi, magari, avremo modo di verificare in altre sedi se avrete il coraggio perché qui in Aula fate grandi battaglie e andate in giro a parlarne, ma poi vedo poco coraggio nell’andare in Tribunale. Il Consigliere Cesetti è avvocato e lo può fare tranquillamente, ma credo che non lo farà perché in cuor suo sa che perdendo una battaglia legale politicamente rischia di fare una grande figuraccia, ma questo è a discrezione della politica, però la sua tesi dovrà essere confermata dalla Magistratura.
Ho avuto modo di ascoltare la Consigliera Casini che dice che il Segretario generale era nella Segreteria del Presidente Spacca, contestando chissà che cosa, mentre voi potete darci delle grandi lezioni, avendo nominato dirigenti della Regione Marche Segretari del Partito Democratico, quindi se fossi in voi, se fossi nella Consigliera Casini starei zitto perché, questo è pericoloso dirlo, avete dimostrato negli ultimi anni di voler fare l’occupazione politica della Regione Marche, grazie a Dio i cittadini marchigiani l’hanno capito. Mi dispiace per il povero Consigliere Mangialardi che ha dovuto rimetterci la faccia politicamente per colpa di una gestione precedente in cui avevate provato a lottizzare la Regione Marche, mettendo dirigenti non solo di area, ma di partito, Segretari di partito e voi lo sapete benissimo perché attualmente ancora ci sono.
Questa destra, che chiamate fascista, non ha epurato nessuno, per farvi capire che su questo tema voi avete fatto man bassa e non credo che potete darci delle lezioni.
Sono dispiaciuto e spero, ma ho qualche dubbio, che questo ordine del giorno non sia una scusa per non votare l’assestamento, in merito al quale il Consigliere Cesetti con grande competenza ha dato parere favorevole su tutti gli articoli.
Ovviamente Fratelli d’Italia voterà convintamente contro questo ordine del giorno perché crediamo che sia ancora una volta pura strumentalizzazione politica e speriamo, siamo certi, che il Partito Democratico porterà all’attenzione di quest’Aula temi più seri che interessano i cittadini delle Marche. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Torno per l’ultima volta su questa vicenda davvero stucchevole che mi richiama alla mente la celeberrima trilogia di Calvino, perché quando sento il Consigliere Cesetti tornare ancora una volta, come fosse davvero un’ossessione, sulla questione del Segretario generale mi viene in mente una delle tre opere, la prima della trilogia: “Il Barone rampante”.
Il Consigliere Cesetti cerca di essere il Barone rampante e ci dice che è l’interprete dell’ortodossia della legittimità, invoca presunte e non dimostrate carenze di correttezza giuridica e cita sentenze ma, mi corre l’obbligo di dirlo non senza imbarazzo, con molto pressapochismo.
Torno a dire quello che deve essere scolpito come un dogma, la sentenza richiamata dal Consigliere Cesetti l’ho letta ed a pagina 8, ve ne darò copia, parte dal presupposto che la nomina della Regione Sicilia non era stata preceduta da interpello, tutta altra questione e tutta altra storia, non c’entra nulla. Ma c’è di più, il Barone rampante cerca di essere rampante, ma invocando la Sicilia non risulta tale.
A questo punto c’è da ricordare come nel giudizio di parifica, questo è un argomento ulteriore che voglio aggiungere, in realtà si parla della nomina del Segretario generale, ma se ne parla nei termini che seguono, perché io a questo punto cito la pagina 240, se non vado errato, in cui è scritto espressamente: “Nello specifico, a seguito delle elezioni amministrative del 20e 21 settembre 2020, è stato conferito (con delibera 1371) l’incarico di Segretario generale della Giunta regionale con contestuale definizione del trattamento economico. A tale fine sono stati considerati i parametri previsti per le figure apicali della dirigenza pubblica, ovvero i valori medi di mercato per figure dirigenziali equivalenti, giungendo alla definizione di una proposta economica, comprensiva della premialità di risultato, rispettosa dei limiti di legge. Parimenti in linea – caro Barone rampante, che in realtà rischia di essere il Cavaliere inesistente – con i succitati limiti appare il trattamento economico complessivo, comprensivo della quota variabile legata alla realizzazione degli obiettivi assegnati, previsto in favore del capo di gabinetto del Presidente”.
La Corte dei Conti della sezione marchigiana parla della nomina del Segretario e dice che è tutto in linea, quindi, basta mistificazioni, basta tentativi di intimidazione che nascondono cosa? Che il Barone rampante, che rampante non è, ma sembra molto il Cavaliere inesistente, in realtà vuole evitare di risultare la terza figura della trilogia di Calvino, che è il Visconte dimezzato, perché solo il Consigliere Cesetti può arrivare a votare contro se stesso in quanto il suo tentativo maldestro e fuorviante di invocare ancora una volta l’illegittimità della nomina del Segretario generale evidentemente va messo in riferimento alla necessità probabilmente congressuale o politica, ma questi sono fatti suoi, di votare contro un rendiconto che è l’esito della sua attività, di almeno 9 mesi, di Assessore al bilancio. Di fronte a tutto questo solo Calvino può ispirare un’operazione che dovrebbe essere scontata e logica, quella di disapprovare, rifiutare e contrastare il tentativo strumentale del Consigliere Cesetti di aprire una cortina fumogena nei confronti di una nomina, ripeto, perfetta, non impugnata, efficace e perfettamente corrispondente ai requisiti di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cesetti, sulle dichiarazioni di voto è già intervenuto, se è per fatto personale sul Barone rampante, penso che sia un neologismo direi positivo. Non è un fatto personale questo, glielo concedo però mi sentirei lusingato se uno mi attribuisse una situazione collegata ad un grande scrittore come è stato Italo Calvino.

Fabrizio CESETTI. Non è un fatto personale, le dico subito che le questioni dell’Assessore Castelli a me non toccano …

PRESIDENTE. Se non la toccano, non c’è il fatto personale!

Fabrizio CESETTI. Non sulla trilogia, ma sulla parola maldestro sì.
Non voglio replicare nel merito, dico soltanto una cosa, è stato il capogruppo Ciccioli che ha dato l’interpretazione autentica dell’operato, non solo maldestro dell’Assessore Castelli che ha portato quella delibera, ma di un operato, diciamo, dolosamente preordinato a conferire un incarico discrezionale alla figura del Segretario generale e nulla c’entra la Corte dei Conti che riferisce soltanto in merito alla copertura finanziaria.
Allora dico all’Assessore Castelli, come Assessore al bilancio, che nella prossima parifica del rendiconto 2021 sarà mia cura, nostra, del Partito Democratico, segnalare alla Corte dei Conti delle Marche la sentenza della Corte dei Conti della Sicilia, che è stata raccomandata in via cautelativa addirittura dal Governo, poi io sono maldestro? L’articolo 40 renderebbe legittima, secondo l’Assessore Castelli, una nomina che non lo era perché era sotto la vigenza dell’articolo 27, l’ha raccomandato la Funzione pubblica in via cautelativa. Dico all’Assessore Castelli: non la posso dedurre in quest’Aula quando discutiamo del rendiconto dove confluisce una spesa illegittima? Siccome è confluita una spesa illegittima io quel rendiconto, con l’autorizzazione del mio capogruppo che poi interverrà, non lo voto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per replica, l’Assessore Castelli.

Guido CASTELLI. Penso che sia normale dialettica politica, la citazione di Calvino mi sembrava particolarmente appropriata ed anche l’intervento del Consigliere Cesetti mi conforta in questa considerazione di tipo letterario. Il senso aggiuntivo del mio commento era che la Corte dei Conti ha preso in esame già nell’ambito della parificazione 2020 la vicenda della nomina del Segretario, quindi non è sfuggita e non poteva che essere così la valutazione approfondita e scrupolosa della legittimità di questa nomina e di questa designazione, per cui mi sento di poter dire che è proprio la Corte dei Conti ad essersi già espressa esplicitamente su questa vicenda.
Ultima considerazione, voglio ricordare che all’esito di quelle valutazioni e di quei confronti che ci sono stati fra la Funzione pubblica, il Ministero degli affari regionali e gli Uffici della Regione Marche la legge 18 non è stata impugnata, è stata pienamente ritenuta conforme alla nostra Costituzione, diversamente da quello che lasciava presagire la maratona che il Consigliere Cesetti ha alimentato durante la discussione.
La legge 18 è perfettamente conforme e l’articolo 40 non è stato minimamente rivisto, corretto e rivalutato, come al contrario è accaduto per altri articoli che proprio domani vedremo smussati, modellati in maniera più acconcia nell’articolato dell’assestamento, quindi, serenamente e convintamente mi sento di poter dire che l’ordine del giorno evoca situazioni infondate.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

PRESIDENTE. Ha la parola per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Per confermare il voto favorevole. Sarò molto breve, questo rendiconto per dieci dodicesimi impegna la vecchia amministrazione, quindi l’ex Assessore Cesetti e tutta la precedente Giunta, e per due dodicesimi la nuova amministrazione, due dodicesimi finali per trascinamento, che sono figli dei dieci dodicesimi, per cui noi andiamo a dare un giudizio su un atto che è largamente condizionato dalle scelte dell’amministrazione precedente.
Vado al sodo, come sempre mi piace fare. E’ evidente che la nuova opposizione, che era la vecchia amministrazione, ha interesse ad approvarlo, come la nuova amministrazione, per necessità perché è inutile soffermarsi su un atto che ormai è spesa storica, la cui capacità di incidenza … Mettiamo anche che la nuova amministrazione decida di bocciare l’operato della vecchia, il risultato tecnico è solo sfavorevole al buon andamento dell’amministrazione e non risolve alcun problema perché sono atti che ormai sono storicizzati.
Probabilmente l’unica cosa rilevante, dal mio punto di vista, che però in materia sono scarsamente competente, è il recupero delle risorse per alcuni milioni indispensabili per la spesa, salvaguardando la parifica, quell’emendamento ci mette in condizione di migliorare la gestione amministrativa.
Quindi facciamo, non dico un atto dovuto, ma molto vicino a un atto dovuto, cerchiamo di andare all’approvazione nel migliore dei modi, questo è quanto c’è dentro questo atto, cerchiamo di chiudere una pagina della vecchia amministrazione e aprirne una nuova salvaguardando tutti gli aspetti giuridici e legali.
Concludo dicendo che magari non siamo così brillanti perché non siamo così esperti, però non siamo fessi, quando siamo andati alla decisione che riguarda la nomina del nuovo Segretario regionale extra Assemblea ed extra tutto abbiamo udito pareri legali autorevoli di eminenti esperti in giurisprudenza, non ci è bastato, abbiamo chiesto anche il parere per le vie brevi di autorevoli esponenti istituzionali del diritto. Non andiamo allo sbrago, tutto si può dire all’Assessore Castelli meno che sia una persona superficiale, addirittura a volte va a spezzare il capello, per cui si è ampiamente cautelato con tutte le fonti del diritto.
Poi l’aspetto politico è quello che dico io, io sono più grossolano e dico le cose come stanno, una nuova amministrazione, ovviamente salvaguardando il diritto, la giurisprudenza e la legislazione in tutte le sue forme, deve fare delle scelte che sono determinate dalla volontà degli elettori che l’ha eletta. La scelta era il cambiamento, modificare con le persone che potevano dare questa disponibilità, persone ovviamente che servivano a farci entrare nella gestione dell’amministrazione regionale.
Mi sento di dire, voglio spezzare una lancia di contenuto nei confronti del Segretario generale, non si capisce …, tra l’altro ha avuto ruoli importantissimi in precedenti amministrazioni in cui il PD era l’azionista di maggioranza e ci ha permesso di superare una fase di transizione difficile che sarebbe stata difficile per tutti, si parla tanto di transizione energetica, ecologica, eccetera, c’era bisogno di una transizione e della persona giusta che lo facesse con il rispetto del diritto e questa nostra scelta, che confermo, è stata ottima.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Ringrazio le relatrici di maggioranza e di minoranza, le Consigliere Marcozzi e Ruggeri, per come è stata affrontata questa proposta di legge in Commissione, anche con gli altri Commissari che hanno partecipato. Quello che mi meraviglia è che c’è stato un esame tranquillo e approfondito - di questo ringrazio anche l’Assessore Castelli e la Dirigente, che è intervenuta più volte - essendo il bilancio di una gestione non nostra c’è stata la piena condivisione anche da parte della minoranza ed oggi pur di votare contro è uscita con questo ordine del giorno. Non capisco perché questo argomento, che sarà affrontato sia nella prossima legge che sull’assestamento di domani, sia stato tirato in ballo, forse per avere la possibilità di votare contro. Non lo vedo così in linea, sarebbe stato più opportuno presentarlo in Commissione, potevamo parlarne ed approfondire, comunque resto sempre dell’idea che questo ordine del giorno vada respinto per le motivazioni di legittimità evidenziate dall’Assessore Castelli, quindi, con senso di responsabilità ci accingiamo ad approvare un rendiconto che non è il nostro perché per 10 mesi è stato fatto da voi e per gli altri 2 …, più di tanto non si è potuto incidere. Noi abbiamo un grande senso di responsabilità e mi auguro che anche gli altri si comportino allo stesso modo, altrimenti non si capisce la motivazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Mangialardi.

Maurizio MANGIALARDI. Grazie, Presidente. E’ un anno che sentiamo una storia, noi senza rancori e senza nemmeno confrontarci rispetto al passato, lo fate di continuo voi, ci avete raccontato come doveva essere costruito un bilancio perché lo scorso anno di questi tempi ci avete detto che non eravate in grado di improntare il bilancio di previsione 2020/2022 perché eravate stati sorpresi, appena arrivati, dalla pandemia e non c’erano le condizioni per cambiare i provvedimenti già messi in campo. Noi abbiamo assecondato fortemente questo tipo di approccio, lo ricordo, vi abbiamo ascoltato, abbiamo dato il nostro contributo, non abbiamo nemmeno troppo rivendicato le scelte fatte nel passato e con grande positività la relatrice di maggioranza, che ringrazio per il lavoro che ha fatto, ne ha sottolineato la bontà, ha recuperato gran parte degli aspetti determinanti, che oggi vi apprestate a risottolineare con il voto positivo.
Quest’anno poi non è accaduto nulla, l’ha detto prima la relatrice di minoranza, perché la variazione di bilancio non è mai arrivata in quest’Aula ed oggi confondiamo, lo capisco pure, dal punto di vista terminologico il rendiconto con l’assestamento, è successo anche ad altri, rendiconto e assestamento che domani verranno sottoposti al giudizio di quest’Aula dentro questa grande confusione.
Siete voi che tornate in Aula e ci chiedete di valutare e valutare in maniera imbarazzante perché, vedete, e lo abbiamo dimostrato, abbiamo votato tutti gli articoli tranne quello che ritenevamo decisivo perché lo sblocco dell’avanzo delle risorse vincolate era determinante e faccio un esempio, che sarà oggetto di una vostra bocciatura in Commissione e di respingimento da quest’Aula in occasione dell’assestamento di domani. Noi abbiamo proposto un emendamento per le risorse oggi indispensabili per gli enti gestori e, guardate, non c’è nessuna giustificazione, nemmeno una, per lasciare le nostre strutture, le nostre Rsa in quelle condizioni. Non c’è nemmeno quella imbarazzante speculazione politica che un po’ serpeggia dentro gli uffici, dove si dice no, teniamo il punto, così il Governo è costretto a mettere le risorse per gli enti gestori. E’ imbarazzante, lo dico all’Assessore Saltamartini, lo sa come sono, quali difficoltà hanno affrontato nella prima fase della pandemia, alla necessità di intervenire con i dpa che non c’erano e con le rette che non sono state adeguate, con il personale e gli infermieri che non ci sono perché vengono sottratti dal pubblico e noi nemmeno quel segnale diamo, segnale che potevamo dare oggi, lo dovevamo fare oggi, non l’abbiamo fatto. Lo dico, votiamo convintamente non per equilibri di partito, come avete provato a sottolineare, no, per stare al fianco dei cittadini marchigiani, non solo per aver bocciato l’ordine del giorno.
Mi fermo, non voglio entrare nella difesa d’ufficio fatta dall’Assessore Castelli, anche fortemente argomentata, sto a quell’approccio molto schietto che caratterizza, glielo riconosco sempre, il capogruppo di Fratelli d’Italia, lui dice che la scelta del Segretario generale …, che non è il capo di gabinetto, due figure completamente diverse, come lo erano i consulenti che potevano essere scelti con quella modalità. Il Segretario generale non può essere scelto in maniera discrezionale, lo ha detto il Consigliere Ciccioli, il capo in questa Assemblea della maggioranza, noi ci fidiamo di quella modalità che certifica in maniera un po’ arraffazzonata oggi, anche un po’ imbarazzante per tutti, cerchiamo di giustificare e su questo, lo dico al Consigliere Cesetti, il problema non è solo dei marchigiani e delle marchigiane rispetto alla spesa di quella figura, che ovviamente sul piano personale, sul piano delle competenze non discuto, ma degli atti amministrativi che verranno assunti qualora quella scelta non fosse legittima, come noi sosteniamo.
Queste sono le motivazioni che ci impediscono di votare qualsiasi atto amministrativo che riguarda il bilancio, pertanto il voto del Partito Democratico sarà negativo e lo esprimeremo in maniera compatta come siamo abituati a fare.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto di astensione del Movimento 5 Stelle al rendiconto 2020 e non all’assestamento che voteremo domani e non al consolidato che voteremo più tard.
Sinceramente nella relazione che ho fatto ho elencato una serie di criticità che poi sono le stesse che sono state rilevate come osservazioni dalla Corte dei Conti, però nello stesso tempo la parifica è stata raggiunta, quindi, pur capendo i dubbi che ha il Consigliere Cesetti per esempio sulla nomina del Segretario generale - noi abbiamo approvato l’ordine del giorno presentato dal PD - ed anche sull’altra questione che riguarda i tempi relativi allo svincolo dell’avanzo di amministrazione, l’astensione ci sembra un voto coerente con il quadro deliberato da questo atto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Marcozzi.

Jessica MARCOZZI. Grazie, Presidente. Come ho già detto all’inizio voteremo a favore del rendiconto dell’anno 2020. Le ragioni della minoranza di votare contro sono secondo me pretestuose, in Commissione si è astenuta ed oggi ascolto il capogruppo del PD dire che voteranno contro. Dico questo perché hanno citato il Segretario regionale, mentre le ragioni tecniche e giuridiche esposte più volte dall’Assessore Castelli sono chiare, anzi, le ha esposte in maniera lodevole.
La seconda motivazione per cui voteranno contro sono gli annunci, ad esempio nel bilancio di previsione 2021 era stato detto che successivamente ci sarebbe stata una variazione, ma cosa c’entra con il rendiconto 2020? E’ un atto politico, è stato detto dalla maggioranza, ma la variazione di bilancio cosa c’entra con il rendiconto? Ecco perché è pretestuoso votare contro quando in Commissione vi siete astenuti.
Si dice che questa maggioranza abbia fatto annunci che poi sono rimasti parole, non è così perché quelli riguardano il bilancio di previsione, la variazione al bilancio di previsione, questo è il rendiconto del 2020. Noi voteremo a favore nonostante io abbia evidenziato numerose criticità, che sono andata a vedere sul giudizio di parifica. Ecco perché dico che le motivazioni sono pretestuose, ho sentito delle cose assurde, come che la variazione di bilancio annunciata dall’Assessore Castelli ad aprile non è stata ancora fatta, ma, ragazzi, che c’entra con il rendiconto 2020? Nulla! Qui cade tutto.
Noi votiamo convintamente a favore, nonostante abbia detto che ci sono delle criticità, andatele a guardare a pagina 31, sono più evidenti quelle in campo sanitario, ma ce ne sono altre, liste d’attesa, spesa farmaceutica, eppure noi votiamo a favore perché abbiamo visto in quali condizioni la precedente amministrazione ha lavorato nel 2020 in stato di emergenza, in uno stato straordinario, non mi si venga a dire degli annunci sulla variazione di bilancio, ma che scherziamo? Parliamo di rendiconto 2020, quindi il nostro è un voto a favore.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 47. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di legge n. 81
ad iniziativa del Consigliere Marinelli
“Disposizioni di adeguamento della legislazione regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 81 del Consigliere Marinelli.
La discussione è aperta, ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Grazie, Presidente. La presente proposta di legge si è resa necessaria per apportare delle modifiche alle vigenti leggi regionali, modifiche che nascono dall’esigenza di adeguare e garantire la rispondenza delle normative regionali a delle sopravvenute esigenze e in altri casi per adeguare le stesse alla normativa statale ed ai rilievi mossi alla Regione da parte del Governo centrale.
Entrando nel merito cominciamo con l’articolo 1, che apporta delle modifiche alla legge 23/1995, cioè la legge che detta disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali. Introduce due specifiche modifiche: la prima al comma 1 con il quale viene introdotto un nuovo articolo che prevede che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio adotta le misure necessarie per consentire ai Consiglieri regionali con disabilità fisico sensoriali l’esercizio del mandato; introduce altresì il comma 1 bis che specifica che le misure previste al comma 1 comprendono specifiche forme e modalità di assistenza personale. E’ stato altresì introdotto il comma 1 bis e dopo le parole “ridotta del 50%” sono inserite le seguenti “nel computo del reddito lordo da lavoro di cui all’alinea precedente non sono inclusi i compensi per prestazioni professionali formalmente costituite prima della proclamazione a Consigliere regionale”.
Preciso che dall’introduzione di queste modifiche non derivano maggiori oneri a carico del bilancio regionale, ma vanno semplicemente a fornire dei chiarimenti interpretativi.
L’articolo 2 va a modificare la legge 36/2005 così come modificata dalla recente legge regionale 15 luglio 2021 n. 16 sul riordino delle politiche abitative. Anche qui viene recepita una indicazione che proviene dal Governo centrale in maniera particolare dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il quale ha rilevato che la determinazione e l’applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente Isee ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali agevolate, come quelle che concernono l’edilizia agevolata o sovvenzionata, rientrano nei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e sono di competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’articolo 117 secondo comma della nostra Costituzione.
Pertanto la Regione Marche non può prevedere per i cittadini italiani residenti all’estero ed iscritti nella relativa anagrafe che intendono rientrare in Italia per beneficiare degli alloggi di edilizia agevolata o sovvenzionata la dimostrazione del reddito attraverso l’Isee simulato utilizzando la procedura informatica disponibile sul sito dell’Inps.
Questo comporta una soppressione nell’articolo 18 e nell’articolo 20 quater della parte in cui si prevedeva la possibilità di ricorrere all’Isee simulato per i cittadini italiani residenti all’estero.
Anche in questo caso questa disposizione ha semplicemente carattere normativo, non comporta maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato in quanto si limita esclusivamente ad eliminare la possibilità di attestare il reddito attraverso l’Isee simulato.
L’articolo 3 va a modificare la legge regionale 22/2009 così come modificata dalla legge regionale 14/2021, anche in questo caso viene ad essere recepito un rilievo mosso dal Governo centrale il quale ha rilevato che costituisce assunto pacifico quello per cui la definizione delle diverse categorie di interventi edilizi spetta unicamente allo Stato. Il testo invece dell’attuale legge regionale contiene le indicazioni di alcuni interventi che non risultano pienamente riconducibili agli interventi di ristrutturazione edilizia di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d) del D.P.R. n. 380/2001. In questo caso è stato modificato il comma 3 dell’articolo 2 della legge regionale 22/2009, sostanzialmente viene fatta una ulteriore specificazione quando questo testo dice: “Fermo restando il rispetto di quanto stabilito dall’ultimo periodo della lettera d, comma 1, dell’articolo 3 del D.P.R. 380/2001”, quindi, viene specificatamente richiamata una normativa nazionale.
Anche in questo caso questa modifica non determina maggiori oneri a carico del bilancio regionale e aggiunge il riferimento alla normativa statale.
L’articolo 4 va a modificare gli articoli 1 e 11 della legge regionale 22/2011, quella che riguarda la riqualificazione urbana sostenibile e l’assetto idrogeologico della nostra regione.
Anche qui sono stati recepiti dei rilievi mossi dal Governo centrale, si è ritenuto necessario introdurre delle precisazioni che riguardano il rispetto in maniera particolare del d.lgs. n. 42/2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il secondo comma dell’articolo 17 della nostra Costituzione riserva alla competenza legislativa esclusiva statale la tutela dell’ambiente e dei beni culturali
Anche in questo caso queste modifiche non comportano maggiori oneri a carico del bilancio della Regione Marche, ma si tratta esclusivamente di un adeguamento alla normativa nazionale.
L’articolo 4 bis introduce una modifica di stile alla legge 25/2017, che detta disposizioni urgenti per la semplificazione e l’accelerazione degli interventi di ricostruzione che conseguono al sisma del 2016. Semplicemente il riferimento al Consiglio comunale viene modificato con un richiamo al più generale termine di Comune.
Anche in questo caso la norma non comporta oneri per il bilancio della nostra Regione, ma aggiunge esclusivamente un riferimento alla normativa statale.
L’articolo 4 ter introduce delle modifiche alla legge regionale 8/2018, la legge sul recepimento dello schema di regolamento edilizio Ret in attuazione dell’intesa di quell’articolo 4, comma 1 sexies del D.P.R. 380/2001, anche qui c’è semplicemente la correzione di un errore formale nella formulazione di questa disposizione. Ribadisco che anche in questo caso la modifica non comporta oneri a carico del bilancio della Regione Marche.
L’articolo 5 va a modificare la recente legge regionale n. 10/2021 istitutiva delle comunità energetiche rinnovabili. In questo caso è stato recepito un intervento da parte del Governo centrale per cui quest’articolo introduce una modifica all’articolo 3, che prevede la possibilità di assumere l’iniziativa per la costituzione di una comunità energetica rinnovabile non solo agli enti locali, ma anche ad altri soggetti che sono indicati anche dalla normativa comunitaria. Non ci sono maggiori oneri a carico del bilancio regionale, ma ci si limita esclusivamente ad indicare i soggetti che possono costituire la CER.
L’articolo 6 modifica la legge regionale 19/2021 sull’artigianato. Il comma 3 dell’articolo 8 prevede l’obbligatorietà per le imprese artigiane di iscriversi all’albo regionale e che questa iscrizione poi debba essere annotata nel registro delle imprese della Camera di Commercio. In questo caso è stato mosso un rilievo da parte del Ministero il quale sottolinea che la disciplina attiene esclusivamente all’ordinamento civile ed è quindi riconducibile alla competenza esclusiva statale, pertanto questo riferimento è stato abrogato.
L’altra modifica riguarda l’articolo 21, comma 2, dove è stato richiesto di fare un riferimento esplicito alla disciplina nazionale di cui al decreto legislativo 42/2004, che riguarda il Codice dei beni culturali. Anche in questo caso si tratta semplicemente di una modifica normativa che non comporta maggiori oneri a carico dello Stato.
L’articolo 7 va a modificare la legge regionale 22/2021 che riguarda l’attività commerciale, anche in questo caso si è recepito un indirizzo proveniente dal Ministero della cultura per quello che riguarda l’inserimento di disposizioni che prevedono espressamente l’obbligo di sentire gli uffici dello stesso Ministero riguardo quelli che sono i regolamenti attuativi della legge regionale all’esercizio del commercio su aree pubbliche e agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, nonché il rispetto delle previsioni del piano paesaggistico riguardo alla pianificazione territoriale nel settore commerciale e allo sviluppo della rete distributiva. In questo caso ci si è adeguati ai rilievi mossi dal Governo centrale e la modifica di questa legge non comporta maggiori oneri a carico del bilancio della Regione Marche.
L’articolo 8 modifica la legge regionale 3/2017 perché dopo l’entrata in vigore di questa legge regionale sono intervenuti degli atti normativi a livello nazionale che oggi determinano e richiedono una proroga del termine previsto per l’adeguamento di quegli esercizi che oggi sono dediti al gioco d’azzardo, infatti, successivamente all’entrata in vigore di questa legge, il 12 settembre 2017, era stata sottoscritta in Conferenza unificata un’intesa finalizzata a ridurre l’offerta del gioco d’azzardo attraverso una sensibile contrazione dei punti vendita ed un innalzamento degli standard qualitativi in un’ottica di contrasto al gioco d’azzardo patologico.
Questa intesa aveva affidato, tra l’altro, a Regione ed enti locali il compito di adottare dei criteri che, tenendo anche conto dell’ubicazione degli investimenti esistenti relativi ai punti vendita con attività di gioco prevalente, avessero consentito una equilibrata distribuzione nel territorio per evitare il formarsi di ampie aree nelle quali l’offerta era totalmente assente o viceversa eccessivamente concentrata.
Successivamente è intervenuto il cosiddetto “decreto dignità” che ha assegnato al Governo il compito di proporre una riforma complessiva in materia di giochi pubblici in modo da assicurare l’eliminazione dei rischi connessi a questo gioco, per cui si è resa necessaria effettuare una proroga di questo termine anche al fine di evitare che l’attuale normativa regionale si ponga in conflitto con le nuove disposizioni che vengono emanate dal Governo centrale, quindi, secondo quello che è successo durante le nostre sedute di Commissione, questo termine è stato prorogato al 31 luglio 2023.
L’articolo 9 va ad abrogare il sesto comma dell’articolo 6 della legge regionale 23/1995 ed è una abrogazione che si è resa necessaria a seguito dell’introduzione della modifica dell’articolo 1 di questa proposta di legge.
L’articolo 10 di questa proposta contiene l’invarianza finanziaria che ho più volte citato durante l’esposizione degli articoli. E’ stato inoltre introdotto l’articolo 10 bis che riguarda la dichiarazione d’urgenza perché questa legge ovviamente viene dichiarata urgente ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione Marche. Grazie

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. La proposta di legge n. 81 ad oggetto "Disposizioni di adeguamento della legislazione regionale" è composta complessivamente da 13 articoli, di cui 6 riguardano modifiche che sono state suggerite dai competenti uffici statali e che la Regione si è impegnata ad apportare per evitare che la disciplina regionale venisse impugnata dal Governo per aver legiferato su materie di competenza esclusiva dello Stato.
Il testo legislativo è un complesso di articoli che modificano la disciplina di ben 10 leggi regionali.
Iniziando con l'articolo 1, comma 1, esso introduce una disposizione alla legge regionale n. 23/1995, ad oggetto il trattamento indennitario dei Consiglieri regionali, prevedendo per i Consiglieri con disabilità fisiche o sensoriali misure, che comprendono anche specifiche forme e modalità di assistenza personale, volte a consentire il pieno esercizio del mandato regionale. Di conseguenza il generico comma 6 dell'articolo 6 previsto dalla legge 23 del 1995, è abrogato con il successivo articolo 9.
Il comma 1 bis, invece, interviene al comma 2 dell'articolo 2 della legge 23 specificando che tra i compensi da non valutare, ai fini della decurtazione del 50% dell'indennità di carica per i Consiglieri che continuano a svolgere attività lavorativa, sono compresi i redditi percepiti prima dell'elezione a Consigliere.
Con il successivo articolo 2 si modifica la legge regionale n. 36 del 2005 che disciplina "il Riordino del sistema regionale delle politiche abitative" e si interviene sia all'articolo 18, comma 1, lettera b), che all'articolo 20 quater, comma 1 ter.
In particolare per i cittadini italiani residenti all'estero ed iscritti nella relativa anagrafe, che intendono rientrare in Italia e chiedere di beneficiare di alloggi di edilizia agevolata o sovvenzionata, al fine della verifica del reddito del nucleo familiare, con la presente modifica normativa non è più richiesto che il richiedente presenti l'ISEE simulato; documento quest'ultimo che aveva valore di autodichiarazione ai sensi del d.p.r. n. 445/2000.
Tale modifica è stata necessaria a seguito del rilievo formulato dal Ministero del lavoro che considera i dati presenti all'interno dell'ISEE simulato, come attestazioni non valide e rileva che non sarebbe legittimo derogare alle relative modalità ordinarie. Inoltre la determinazione e l'applicazione dell'ISEE, ai fini dell'accesso alle prestazioni sociali agevolate, rientrano nei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e sono quindi ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione riservate alla competenza esclusiva dello Stato.
Con l'articolo 3 la proposta normativa interviene sostituendo il comma 8 ter dell'articolo 2 della legge regionale n. 22 del 2009, concernente la disciplina degli interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie.
Questa modifica è stata proposta dall'Ufficio legislativo del Ministero della cultura secondo il quale per gli interventi di ristrutturazione edilizia dell'articolo 2 della legge regionale 22 occorreva il richiamo esplicito alla normativa statale, in particolare alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001.
Anche il successivo articolo 4 di questa proposta, che interviene a modificare gli articoli 1 e 11 della legge regionale 22 del 2011, è suggerito dal Ministero della cultura affinché, con delle precisazioni, siano sanati i profili di criticità rispetto alla disciplina di tutela dei beni paesaggistici contenuta nel codice dei beni culturali.
L'articolo 4 bis, introdotto dalla I Commissione, interviene all'articolo 2, comma 4 della legge regionale n. 25/2017 (Disposizioni urgenti per la semplificazione e l'accelerazione degli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del 2016) sostituendo il riferimento "al consiglio comunale" con quello più generale "al comune".
Con l'articolo 4 ter si corregge un errore nella formulazione della disposizione di cui all'articolo 3, comma 3 della legge regionale 8/2018 ad oggetto il recepimento dello schema di regolamento edilizio dove la parola "compatibili" è sostituita con "incompatibili".
L'articolo 5 invece interviene a modificare un'altra legge regionale recentemente approvata, la numero 10 del 2021 ad oggetto gli interventi regionali di promozione e sostegno dell'istituzione dei gruppi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche rinnovabili.
A tale riguardo l'Ufficio legislativo del Ministero della transizione ecologica propone di modificare il comma 2 dell'articolo 3 della suddetta legge. Quindi la frase viene così formulata: "La CER può essere costituita anche su iniziativa di uno o più enti locali”. La congiunzione “anche” viene aggiunta alla frase per esigenze di chiarezza.
Anche gli articoli 6 e 7 recepiscono rilievi volti ad adeguare la normativa regionale al quadro normativo statale. Così l'articolo 6 modifica, in primo luogo, il comma 1 dell'articolo 8 della legge regionale n. 19/2021 per escludere l'annotazione nel registro delle imprese della Camera di Commercio dell'iscrizione all'albo delle imprese artigiane ed in secondo luogo modifica il comma 2 dell'articolo 21 sempre della legge regionale 19 introducendo il riferimento esplicito alla disciplina nazionale di cui al decreto legislativo n. 42/2004.
Arriviamo all'articolo 7 che modifica alcune disposizioni della legge regionale 22/2021 che regolamenta l'attività commerciale della Regione Marche inserendo la previsione espressa di sentire gli uffici del Ministero della cultura riguardo ai regolamenti attuativi, all'esercizio del commercio su aree pubbliche e agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, nonché il rispetto delle previsioni del Piano paesaggistico riguardo alla relativa pianificazione territoriale nel settore commerciale.
Concludo con l'articolo 8 che stabilisce una proroga del termine fissato dal comma 4 dell'articolo 16 della legge regionale 3 del 2017 in merito alle norme per la prevenzione ed il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network.
Il termine previsto dalla normativa vigente, per adeguarsi all'obbligo delle distanze da istituti universitari, da scuole, da istituti di credito e sportelli bancomat, da uffici postali da esercizi di acquisto e vendita di oggetti preziosi ed oro o da altri luoghi sensibili, era quello del 30 novembre 2021, quindi, gli esercizi hanno avuto ben 4 anni per potersi adeguare e nonostante ciò tale termine non è stato sufficiente visto che viene proposta una proroga al 31 luglio 2023. Vorrei ricordare che in Commissione abbiamo battagliato tanto per avere questo accorciamento dei termini perché la prima proposta era al 30 novembre 2024, comunque sia anche il 31 luglio 2023 per il Movimento 5 Stelle è un termine che non può accettare e per questo abbiamo proposto un emendamento soppressivo dell'articolo in Commissione ed oggi lo ripresenteremo in Aula. Mi sembra che si tratti di una scelta inaccettabile, incurante delle tragedie e dei dissesti provocati dalla dipendenza da gioco d'azzardo. Seppure comprendo le difficoltà incontrate dagli esercenti negli ultimi due anni di Covid, ritengo che sarebbe stato più opportuno prevedere specifici ristori economici, invece di accordare un altro anno e otto mesi di tempo per l'adeguamento alla normativa. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Questa è una disposizione di adeguamento della legislazione regionale ad iniziativa del Presidente della I Commissione, che ovviamente nasce dall’esigenza vera di adeguare talune disposizioni normative, tanto è vero che ad esempio la Giunta le ha proposte, secondo me sbagliando, non in questo testo, ma in sede di assestamento, attribuendo così all’articolato anche una funzione impropria perché c’era questo provvedimento che lo precedeva.
Un provvedimento opportuno, di cui se ne è fatto carico il Presidente, che poteva ospitare al suo interno anche gli adeguamenti della legislazione regionale che la Giunta riteneva di fare. Così non è stato, pazienza, credo che abbia perso una buona occasione.
In Commissione c’è stato, come sempre, un approfondimento vero, noi abbiamo presentato degli emendamenti che sono stati tutti respinti e che oggi ripresentiamo.
Emendamenti rispetto ai quali era stata manifestata una certa condivisione da parte del Consigliere Ciccioli e del Presidente Marinelli, che poi da quel punto di vista, credo giustamente, ha detto: “Va bene, abbiamo anche la necessità di approfondirli, ci riserviamo in Aula eventuali decisioni”, per cui sono stati riproposti.
Se all’esito di questo dibattito gli emendamenti che abbiamo presentato in Commissione e ripresentato in Aula verranno approvati, almeno molti non dico tutti, il nostro voto sarà favorevole diversamente, d’intesa con il capogruppo che ho consultato preventivamente, sarà contrario.

PRESIDENTE. Dichiaro conclusa la discussione generale, ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Velocemente, Presidente. Vorrei chiarire che anche noi del Movimento 5 Stelle abbiamo presentato un unico emendamento che ci sembra fondamentale e ripeto qui quello che ho detto in Commissione, siccome il resto sono quasi aggiustamenti dovuti, nel caso venga soppresso il famigerato articolo 8 con il quale si fanno favori a lobby economiche invece che pensare alla salute dei cittadini, noi saremo anche disponibili a votare favorevolmente l’atto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento 1/1 a firma dei Consiglieri Carancini, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 1 sostituire le parole ‘Articolo 1 bis (Consiglieri con disabilità fisiche o sensoriali)’ con le seguenti: ‘Articolo 1 bis (Consiglieri con disabilità fisiche, mentali, intellettive e sensoriali)’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Mi corregga se non inquadro bene, questo è il titolo dell’articolo 1. Ho ritenuto insieme al gruppo del Partito Democratico, in un’epoca nella quale le parole hanno un peso maggiore, soprattutto su alcuni temi dedicati, di modificare la rubrica dell’articolo 1 bis che era previsto in ‘Consiglieri con disabilità fisiche o sensoriali’ con ‘Consiglieri con disabilità fisiche, mentali, intellettive e sensoriali’.
Questo per una ragione ben chiara, perché l’articolazione e le vicende personali possono riguardare non solo le disabilità fisiche e sensoriali, ma anche quelle intellettive o mentali. E’ evidente che le distinzioni sono ogni tanto, almeno per alcune di esse, molto labili, ma a me pare particolarmente importante inserire quelle intellettive, quelle mentali, che riprendono talvolta anche quelle psichiche, considerando che ve ne possono essere di diverse.
Abbiamo discusso anche all’interno del gruppo di questa modifica perché si potrebbe eccepire: “Ma, scusate, se una persona ha una disabilità intellettiva non può stare in Consiglio”, è evidente che questo tipo di modifica presuppone che persone con disabilità intellettive, ad esempio, possono essere elette e stare in Consiglio. Faccio un esempio concreto, ci sono persone che hanno la Sindrome di Down che potrebbero essere ampiamente elette nel Consiglio regionale, con disabilità intellettive che sappiamo bene cosa riguardano, ad esempio uno sviluppo intellettuale un po’ più lento, soprattutto perché nell’ambito delle disabilità intellettive è evidente che ce ne possono essere di diverse. Si dice che ogni disabile intellettivo ha una propria storia ed una propria possibile articolazione della patologia, per questo credo che una norma così rilevante debba evidentemente essere quanto più ampia e individuare tutte le fattispecie astratte possibili.
Confesso che le indicazioni non sono mutuate dal caso, quanto piuttosto dalla Convenzione dei diritti dell’uomo in tema di disabilità, quindi chiederei che si possa ampliare ed indicare anche gli altri tipi di disabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. L’emendamento è respinto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente. Riesce difficile comprendere il respingimento che la Consigliera Biondi fa, non tanto perché lo respinge, ma dovrebbe spiegare il perché, dovrebbe spiegare perché nell’ipotesi in cui in questo Consiglio regionale ci sia un disabile con problemi intellettivi non possa avere le tutele che l’articolo prevede.
E’ offensivo ricevere un no senza spiegarne le ragioni. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 1/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 1/2 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri: “Il comma 1 dell’articolo 1 bis della legge regionale 23/1995, come inserito dall’articolo 1, è sostituito dal seguente: ‘1. La Regione Marche, al fine di consentire il pieno esercizio del mandato di ogni Consigliere, si impegna a garantire e mettere in atto ogni misura necessaria e adeguata alle persone con disabilità, senza distinzioni di alcun tipo sulla base della disabilità stessa”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Mutuando alcune osservazioni che nel tempo abbiamo fatto in molti, circa i principi che formano l’istituzione Regione Marche, a me pare onestamente più completo e direi anche più rispondente alle consapevoli responsabilità che si modifichi il comma oggetto di discussione.
La previsione precedente era “l’Ufficio di Presidenza del Consiglio adotta le misure necessarie per consentire ai Consiglieri regionali con disabilità fisiche o sensoriali l’esercizio del mandato”, questo gruppo ha ritenuto che in questa materia piuttosto che l’Ufficio di Presidenza - ho dubbi che da questo punto di vista possa assumere decisioni in tal senso, ma in ogni caso mi sembrerebbe più serio che l’emendamento riguardi la Regione Marche - la Regione Marche al fine di consentire il pieno esercizio del mandato di ogni Consigliere regionale si impegni a garantire e a mettere in atto ogni misura necessaria ed adeguata rispetto all’intensità della disabilità, senza distinzioni di alcun tipo sulla base della disabilità stessa. Mi sembra oggettivamente più completo, mi sembra rispettoso di un valore fondamentale che ovviamente noi ritroviamo anche nello Statuto e che amplia le prerogative in rapporto alle presenze dei Consiglieri regionali con disabilità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. L’emendamento è respinto anche in questo caso.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Si resta abbastanza stupidi di fronte a questo atteggiamento della Consigliera Biondi perché non credo che sia facoltativo il diritto di ricevere una risposta.
Consigliera Biondi, si poteva preparare il compitino come lei fa normalmente.
Sono emendamenti presentati e penso che chi è destinatario di questa norma abbia il diritto di sapere come lei o la maggioranza la pensa sulla tutela dei disabili di ogni natura.
Mi dispiace non vedere la Consigliera Menghi votare questi emendamenti, chissà come mai. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 1/2.Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 1. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. E’ evidente che votiamo contro questo articolo.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 2.
Emendamento 2/1 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri. “All’articolo 2 (Modifiche alla legge regionale 36/2005) aggiungere il seguente comma: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 36/2005 sostituire le parole ‘ovunque ubicata’ con le seguenti ‘ubicata nella provincia di attuale residenza’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Nell’ambito dei piccoli aggiustamenti è sembrato opportuno al Partito Democratico intervenire su questo punto. Qual è la ratio dell’emendamento? Essere titolari di una quota non superiore al 25% già restringe, lo abbiamo detto in sede di discussione della legge, ingiustamente la platea dei possibili destinatari dell’edilizia sovvenzionata. Immaginate l’ipotesi in cui uno è proprietario del 33%, magari insieme ad un fratello e ad una madre non convivete, avendo una situazione economico/patrimoniale pienamente coerente con il possibile beneficio. La restrizione dell’ambito territoriale serve ad escludere coloro che teoricamente potrebbero beneficiare della proprietà nell’ambito provinciale e non certo per sradicarli dal territorio. Si tenga conto che se leghiamo il diritto di proprietà oltre il 25% del reddito ad occuparsi di questo criterio sarà il reddito del richiedente.
E’ evidentemente una piccola modifica, una modifica direi sostanziale che tenta di affrontare ipotesi specifiche per rendere più giusta l’applicazione della norma sull’edilizia sovvenzionata.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. L’emendamento è respinto.

PRESIDENTE. Emendamento 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) dopo le parole: ‘adeguata alle esigenze del nucleo familiare’ sono inserite le seguenti: ‘che possa essere resa disponibile e’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Questo articolo attiene ad alcune modifiche del riordino del sistema regionale delle politiche abitative ed anche noi abbiamo voluto cogliere l’occasione per proporne delle altre che riteniamo siano necessarie per rendere non solo la legge giusta, ma anche efficace per dispiegare i propri effetti.
Che vogliamo dire? Noi sappiamo già che l’articolo 18 prevede che il soggetto richiedente per poter accedere a questo beneficio non deve essere titolare di una quota superiore al 25% del diritto di proprietà. C’è il caso ad esempio dell’eredità, immaginiamo 3 figli che ereditano un appartamento di proprietà dei genitori, ognuno di loro avrà una quota del 33%, quindi superiore al 25%, ma supponiamo che questo immobile sia nella disponibilità di uno dei tre e non degli altri, per cui noi chiediamo che venga inserita questa modifica, che possa essere resa disponibile, questo è il tema. Credo che sia una modifica giusta rispetto alla quale in Commissione il Consigliere Ciccioli tra l’altro aveva manifestato il proprio interesse, per cui insistiamo per l’approvazione di questo emendamento che riteniamo giusto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Solamente per sottolineare come la maggior parte, se non tutti, degli emendamenti proposti dal PD sul tema attinente questa parte delle case popolari siano stati di fatto, lo dico in maniera tranquilla, oggetto di discussione sia nella Commissione che nella seduta in cui c’è stata l’approvazione, che penso sia stata la seduta più lunga fino adesso, che ha caratterizzato gli attuali lavori del Consiglio regionale.
Gli emendamenti sono stati ampiamente discussi anche attraverso confronti importanti e serrati e alla fine siamo arrivati ad una conclusione. Ringrazio per l’ulteriore contributo che viene portato - quando ci sono dei momenti di confronto va sempre bene - però in questo caso è un po’ ridondante nel senso che è qualcosa che abbiamo già affrontato, ne abbiamo parlato lungamente sia in Commissione che in sede di Consiglio regionale, affrontando esattamente gli stessi argomenti. Quindi, il voto per questo e penso anche sugli altri, lo chiedo alla Consigliera Biondi, è naturalmente contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 2/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/3 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 (Modifiche alla legge regionale 36/2005) aggiungere il seguente comma: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 36/2005 dopo le parole ‘quote possedute da ciascun componente’ aggiungere le seguenti: ‘fatta eccezione dei casi in cui a richiedere di beneficiare dell’alloggio di edilizia agevolata sia un solo componente del nucleo familiare stesso che risulti comunque possessore dei requisiti di cui al presente articolo’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Ringrazio il Consigliere Antonini per l’illustrazione e la spiegazione, al di là dell’esito del voto, che è già un segno di civiltà e di rispetto qua in Aula.
In ogni caso crediamo che gli emendamenti vadano presentati, peraltro voglio dire al Consigliere Antonini che non tutti gli emendamenti presentati sono stati discussi, naturalmente abbiamo avuto cura di presentare quelli che non sono stati …, soprattutto quelli che alla luce di una rivisitazione, di una rilettura, di segnalazioni, sono parsi non regolamentati.
Credo che risponda questo incedere, questo fare, con la filosofia della 81, cioè quella di intervenire per piccole modifiche. Quella che mi appresto a presentare riguarda, sempre in tema di partecipazione a quote di proprietà, soggetti che si trovano cumulativamente ad avere più del 25%. Immaginate un genitore e dei figli che si trovano ad avere cumulativamente più del 25%, la proposta che viene fatta, Consigliere Antonini, è quella che …, talvolta possono capitare fattispecie nelle quali, per esempio, segnalo la presenza contestuale di un genitore con i figli, talvolta il genitore potrebbe avere l’opportunità di staccarsi dal nucleo familiare di appartenenza ed andare ad abitare in una casa magari messa a disposizione, rendendo più semplice ed anche autonoma quel tipo di vita. E’ evidente la condizione di quella persona, ipotizziamo quella anziana, ma oggi di situazioni ce ne sono molte, magari della persona disoccupata, che ha altre difficoltà, qualora una di quelle persone abbia i requisiti per poter accedere, qualora sia uno solo di questi, noi pensiamo che questo intervento possa migliorare l’articolo. Quasi cucire rispetto a fattispecie possibili perché poi è facoltà e non sempre le persone che potrebbero accedervi decidono di farlo.
Ecco perché crediamo e proponiamo questo tipo di emendamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il PD voterà a favore e dico al Consigliere Antonini - molto attento nel seguire questo provvedimento, che ringrazio - che capisco il fatto che questo tema sia stato affrontato all’interno della sua Commissione, però può succedere che in una legge complessa sia stato affrontato male e la soluzione è peggiore.
Escludere ad esempio l’emendamento di prima e ora quello del Consigliere Carancini va nella direzione di non rendere efficace la legge, ripeto, immaginiamo uno che abbia una quota superiore del 25% senza la disponibilità di quell’immobile.
Questa poteva essere una occasione per migliorare questo provvedimento. Comunque noi su questo emendamento voteremo a favore.

PRESIDENTE. Emendamento 2/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/4 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri. “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 ‘Riordino del sistema regionale delle politiche lavorative’ le parole: ‘Tale disposizione si applica purché alla data della presentazione della domanda sia trascorso almeno un anno dall’adozione del provvedimento dell’autorità giudiziaria di assegnazione della abitazione coniugale’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. L’emendamento parla da sé, è molto semplice. Noi non riteniamo che chi abbia diritto all’assegnazione di una abitazione perché è separato - non ne vediamo ragione - debba attendere un anno dall’adozione del provvedimento di separazione dell’autorità giudiziaria. Di già il provvedimento stesso, l’esperienza ci insegna, qui ci sono molti avvocati, è molto successivo rispetto all’abbandono della casa coniugale di uno dei coniugi. Fare attendere un anno dal provvedimento dell’autorità giudiziaria che assegna la casa ad uno dei due coniugi non ha ragione di esistere perché in quell’anno di tempo dove va, dentro una roulotte? Dove va quel povero Cristo? Credo che questo sia un emendamento giusto, che pone rimedio ad una svista, che determina una vera e propria discriminazione, né può valere l’obiezione che dice: “Ci possono essere delle separazioni finte” no, noi non possiamo, se anche fosse così, per un furbetto punire tanti altri che invece hanno un vero e proprio diritto, eventualmente i furbetti si perseguono nei modi previsti dalla legge, quindi ritengo che questo emendamento, ripeto ne abbiamo discusso tanto in Commissione, sia un atto di giustizia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Il Partito democratico voterà a favore.

PRESIDENTE. Emendamento 2/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/5 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera e bis) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 ‘Riordino del sistema regionale delle politiche abitative’ dopo la parola ‘condanna’ sono inserite le seguenti ‘a pena detentiva’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Anche questo emendamento parla da sé e vuole porre rimedio ad un dato oggettivo. Già la legge prevede, e dal mio punto di vista giustamente, che tra le cause ostative all’assegnazione dell’alloggio ci sia la condanna per delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena detentiva non inferiore nel massimo edittale a due anni.
Anche qui sappiamo bene che tra i delitti con massimo edittale a due anni ci rientrano, se vogliamo, anche i reati bagarellari, allora perché aggiungo ‘condanna a pena detentiva’? Per non precludere la possibilità a chi magari ha ottenuto la sostituzione della pena ex articolo 53, se non vado errato, perché già la sostituzione della pena detentiva con la pena pecuniaria della specie corrispondente presuppone un giudizio da parte del giudice sulle condizioni anche soggettive ed oggettive del fatto.
Ritengo che questo sia un emendamento giusto e con l’occasione parlo anche del successivo, così il Presidente lo può votare subito. Conseguenza di questo emendamento, qualora approvato, è espungere dal testo la parola detentiva che è successiva, quindi ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Emendamento 2/5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/6 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri. “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera e bis) del comma 1 dell’articolo 18 della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 ‘Riordino del sistema regionale delle politiche abitative’ le parole ‘la pena detentiva non inferiore’ sono sostituite dalle parole ‘la pena non inferiore’”.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. E’ evidente che essendo stato bocciato il precedente emendamento credo che questo determinerebbe dei problemi nel testo, quindi lo ritiro per correttezza espositiva sotto il profilo della tecnica legislativa, però colgo l’occasione, per dire che a me sorprende, lo dico con assoluto rispetto, l’atteggiamento della maggioranza che dopo aver manifestato anche un certo interesse per questi emendamenti giusti in Commissione, oggi abbia questo atteggiamento di chiusura.
Peccato, ripeto, a me non provoca alcun particolare dolore o apprensione, vorrà dire che non avremmo dubbi nel votare contro questo provvedimento.
Ritiro l’emendamento, Presidente.

PRESIDENTE. Emendamento 2/6. Ritirato.

Emendamento 2/7 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora Mastrovincenzo, Vitri: All’articolo 2 (Modifiche alla legge regionale 36/2005) aggiungere il seguente comma: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 20 quater della legge regionale 36/2005 sostituire le parole ‘ovunque ubicata’ con le seguenti ‘ubicata nella provincia di attuale residenza’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento tende a proporre una modifica sensata e migliorativa rispetto al passaggio normativo. Ci troviamo, per chiarezza, nell’ambito dell’assegnazione e gestione degli alloggi ERP di edilizia sovvenzionata. L’articolo 20 quater individua i requisiti per l’accesso e la permanenza, in particolare la lettera c) dell’articolo 1, sull’impostazione di matrice fondamentale che è stata approvata e che va rispettata, prevede che una delle condizioni per accedere e permanere in questo tipo di edilizia è non essere titolari di una quota superiore al 25% del diritto di proprietà o altro diritto di godimento su un’abitazione ovunque ubicata.
Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che qualcuno potrebbe avere questo tipo di proprietà in un luogo diverso, al limite anche lontano e se non lo si vuol costringere a trasferire la propria abitazione, talvolta anche in altra provincia, questo emendamento prevede di sostituire ‘ovunque ubicata’ con ‘ubicata nella provincia di attuale residenza’. Qualcuno dirà che ci potrebbe essere un ingiustificato privilegio perché magari uno ha la possibilità di stare in un immobile e non vuole andare. E’ evidente che in quel caso entra in gioco il requisito economico, ma ci sembra più logico dire che quella condizione è soddisfatta quando la proprietà si trova all’interno della provincia dell’attuale residenza per non sradicare l’eventuale diritto di una persona.
Ci sembra piccola cosa, ma una piccola cosa che va incontro peraltro al buon senso e credo anche a particolari situazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Antonini.

Andrea Maria ANTONINI. Volevo sottolineare una cosa, va bene tutto, però di fatto state ridisegnando con questi emendamenti una legge. E’ così, parliamoci chiaro, tutti questi emendamenti vanno ad incidere come e quanto, se non di più, rispetto alla nostra proposta che è stata approvata e mi sembra, lo dico anche se la legge lo permette, alquanto anomalo che tutto ciò non passi attraverso la Commissione referente che dovrebbe discutere e confrontarsi su questi argomenti, ma inseriti in una omnibus. Emendamenti che sono guardati dalla I Commissione e poi li buttate qui così, senza un reale confronto.
Va bene tutto, la legge lo permette, però a me sembra alquanto anomalo, ci può stare l’omnibus nel momento in cui tu intervieni con un dettaglio, qualcosa che sfugge, ma non con l’intenzione di rivedere, rivisitare da capo una legge, che comunque già ha avuto 5, 6, 7, 8 sedute di Commissione, pareri del Cal, del Crel, audizioni, confronti continui, costanti e quotidiani tra opposizione e maggioranza, portata in Consiglio con 7 ore di discussione, poi voi arrivate qui e ci proponete 10, 12, 15 emendamenti messi lì così come se fosse un dettaglio tanto per dare un contributo.
E’ permesso e vi è permesso, quindi va benissimo, però politicamente, se permettete, non avete il nostro sostegno su un’operazione del genere perché non é corretta, ma non corretta nei confronti della maggioranza, neanche nei confronti di tutti i vostri colleghi di opposizione e del Consiglio in generale perché non è un argomento che è stato affrontato nella giusta sede.
Ripeto, uno, due emendamenti, due cose da cambiare che erano sfuggite ci possono stare, credo che sia anche la ratio della legge, ma non la rivisitazione completa di una legge che tra l’altro, non è che è stata approvata 2, 3, 6, 15 anni fa, ma a metà luglio, con l’estate di mezzo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi voteremo favorevolmente questo emendamento e voglio dire al Presidente della Commissione Consigliere Antonini, che lamenta una sorta di lesa maestà o lesa autorità o lesa competenza, che non siamo stati noi a provocare questa ferita istituzionale, se la vogliamo chiamare così, ma il Presidente Marinelli che con l’articolo 2 di questa omnibus propone modifiche alla legge regionale 36/2005, quindi noi non possiamo fare altro che intervenire. Caro Consigliere Antonini, non possiamo fare in modo diverso, d’altra parte, ripeto, il primo atto l’ha fatto il Presidente Marinelli,
Noi presentiamo queste modifiche che poi non sono così sostanziali e così rilevanti, se vogliamo, sono modifiche, poi ne parlerò anche per l’emendamento successivo, che rendono questa legge più efficace, più giusta e coerente con se stessa, poi dirò perché. Non sono grandi modifiche, sono modifiche giuste in un percorso di coerenza intrapreso innanzitutto dal Presidente Marinelli, noi con molta modestia e molto impegno ci siamo accodati nella via della modifica di questa legge, questo facciamo e non abbiamo leso alcunché.

PRESIDENTE. Emendamento 2/7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/8 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 20 quater della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) dopo le parole ‘adeguata alle esigenze del nucleo familiare’ sono inserite le seguenti ‘che possa essere resa disponibile e’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Questo emendamento è la dimostrazione di quando in effetti le modifiche da noi proposte siano da una parte non eccessive, in questo caso è anche una coerenza degli emendamenti prima respinti, e dall’altra siano giuste, efficaci e coerenti con la legge stessa.
Questo emendamento attiene all’articolo 20 quater che prevede che per conseguire l’assegnazione di un alloggio Erp sovvenzionato sono richiesti i seguenti requisiti: non essere titolati di una quota superiore al 25% del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento su una abitazione ovunque ubicata adeguata alle esigenze del nucleo familiare e che non sia stata dichiarata inagibile dalle autorità competenti.
L’esempio è quello di tre fratelli che ricevono in eredità un appartamento dai genitori ed hanno una quota del 33%, quindi superiore al 25%, in base alla legge questo 33% preclude loro la possibilità di conseguire l’assegnazione, in più gliela preclude anche se non hanno la disponibilità di quell’alloggio perché magari è occupato da uno dei tre. Addirittura in Italia abbiamo visto in questi giorni casi di occupazioni abusive da parte di qualche criminale, che dovrebbe essere trasferito, perché quando vengono occupate abusivamente le case di persone anziane, che magari si sono trasferite in ospedale, l’autorità giudiziaria non ci deve mettere un mese o un anno per ridare la disponibilità di quell’appartamento, l’autorità giudiziaria in questo Paese dovrebbe mettersi in testa che qualche volta non solo deve fare il proprio dovere, ma lo deve fare con tempestività, prendere quei signori e trasferirli di sana pianta nelle patrie galere.
Detto questo, ci può essere o no un caso in cui uno ha una quota superiore al 25% però non ha la disponibilità di quell’immobile, non è forse uguale ad una abitazione che è stata dichiarata inagibile? Perché noi prevediamo che se è dichiarata inagibile, non disponibile, può ottenere l’assegnazione, se invece è occupata da altri e non disponibile non lo può fare? Per questo l’emendamento è giusto, opportuno, efficace, coerente per non operare incomprensibili e disparità di trattamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 2/8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)
‘Subemendamento 2/9/1 a firma del Consigliere Carancini. “Le parole “edilizia agevolata’ sono sostituite dalle seguenti ‘ERP sovvenzionata’”. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Solamente per dire che l’emendamento è parallelo, analogo a quello precedente, quindi, come è avvenuto prima da parte del Consigliere Cesetti, proprio perché a questo punto diventerebbe differente la disciplina dell’una e dell’altra, viene ritirato.
Voglio dire al Consigliere Antonini che le modifiche sono piccole in un articolato di oltre 20 articoli e onestamente avrei apprezzato un ragionamento, perché non si tratta di modificare l’impianto della legge che avete approvato e che, ribadisco, va rispettato, ma immaginare che questi piccoli emendamenti siano in contrasto non si sa con cosa o con la volontà di intervenire per modificare la legge davvero è una condizione che non è correttamente rappresentata da parte sua.
Vedremo poi su altre modifiche dell’omnibus che avete fatto e che andrete a proporre se c’è una modifica sostanziale, come invece negate che qui ci debba essere, peraltro, lo ha detto anche il Consigliere Cesetti, siete voi che avete individuato le leggi da modificare. C’è una contraddizione che dire manifesta è poco. La povera Consigliera Biondi non riesce neanche da questo punto di vista a spiegare le ragioni, adesso si è anche azzittita.
Lo dico alla Consigliera Menghi, che non era presente, hanno rigettato alcune norme di rispetto delle persone disabili, siccome lei è la paladina e sembra l’unica esperta, guarda caso in quei momenti non era in Aula!

PRESIDENTE. Subemendamento 2/9/1. Ritirato

Emendamento 2/9 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri. Ritirato.

Emendamento 2/10 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 20 quater della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) le parole ‘Tale disposizione si applica purché alla data della presentazione della domanda sia trascorso almeno un anno dall’adozione del provvedimento giudiziario di assegnazione della casa coniugale’ sono soppresse”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Questo riproduce sull’articolo 20 quater lo stesso emendamento che era stato presentato all’articolo 18 a dimostrazione che le modifiche da noi proposte sono tanto contenute nel numero quanto sostanziali nel merito.
Anche qui non c’è ragione che per conseguire l’assegnazione di un alloggio Erp si debba attendere un anno dal provvedimento giudiziario di assegnazione della casa coniugale, ma nel frattempo in quell’anno dove va il soggetto che ha diritto di ottenere l’assegnazione? Mettetevi nei panni di quella situazione specifica, che ha delle ripercussioni gravi anche per quanto riguarda i rapporti all’interno della famiglia dove molto spesso ci sono dei figli. Immaginate la particolare condizione di un soggetto, uomo o donna, che viene “allontanato” a seguito di un provvedimento di assegnazione della casa coniugale dalla famiglia, dalla casa, dai figli, non ha la possibilità, altrimenti non chiederebbe l’assegnazione della casa o dell’alloggio Erap, di averne un altro in proprietà o in affitto e deve aspettare un anno per ottenere questa assegnazione? Ma perché? Credo che il legislatore qualche volta lo debba fare, mettetevi una mano sulla coscienza affinché essa possa illuminare la vostra ragione e quindi indurvi ad approvare un emendamento di questo tipo. Ragionateci un attimo! Questo è tanto vero che in Commissione, ricordo, il capogruppo di Fratelli d’Italia disse di non essere pregiudizialmente contrario, anzi, di ritenere giusta questa modifica, che non è un atto di giustizia ma, se vogliamo, anche di umanità e va anche nella direzione di dare sicurezza a situazioni che magari si sono incrinate a seguito di una separazione, con tutto quello che comporta, la conflittualità e via dicendo.
Questo è, non credo che si possa pretendere che chi ha diritto debba aspettare un anno dal provvedimento per vederlo affermato, i diritti non possono essere sottoposti a condizione temporale, possono sì essere sottoposti a condizione, ma non a condizione temporale, perché talvolta il tempo nella concessione di un diritto può fare la differenza e nella concessione dei diritti c’è solo spazio per il tempo immediato e non per quello prolungato e non si capisce in ragione di che cosa.
Insistiamo per l’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per dire, siccome sono stato citato, che oggettivamente ho sempre un atteggiamento di ascolto, le cose che si dicono vanno prese in considerazione, poi magari si respingono. Ascoltare non fa mai male, però, come ha spiegato prima il Presidente della Commissione Antonini, queste cose noi le abbiamo – uso un termine particolare – ruminate a lungo durante la Commissione e poi siamo arrivati ad una sorta di decisione finale. Io non faccio parte della III Commissione nella quale si è discusso di queste cose, ma siamo arrivati ad una specie di lodo finale, su questo abbiamo fatto le debite considerazioni che sono recenti e abbiamo deciso di soprassedere ed eventualmente rivedere in seguito la legge, quando sarà applicata. Come tutti sanno tra poco ci saranno i bandi, avremo le prime verifiche sul campo, talvolta le leggi producono degli effetti imprevedibili nel bene e nel male, quindi si potrà ampliare perché non sono state fatte le previsioni o restringere in maniera negativa.
La tesi del Consigliere Antonini la condivido, mettiamo alla prova il testo legislativo già rivisto, che è stato formalizzato ed approvato recentemente, poi eventualmente nessuno esclude di fare ulteriori modifiche in corso d’opera, quando avremo sperimentato con i bandi di gennaio, alcuni sono aperti da settembre, ma l’efficacia ed il prodotto di questi bandi devono ancora venire. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Per esprimere il voto favorevole del gruppo PD e per dire al Consigliere Ciccioli, con assoluto rispetto per le sue considerazioni, che le stesse non colgono nel segno perché non si comprende la ragione per la quale il cosiddetto lodo Antonini della III Commissione può essere messo in discussione dalla modifica del Consigliere Marinelli, in quanto la proposta dell’articolo 2 attiene alle modifiche alla legge regionale, ma all’interno di questa modifica non ci può essere una sub modifica per migliorare il testo. Non credo che rimettere in discussione un lodo possa essere prerogativa del Consigliere Marinelli o di Antonini o di Cesetti, credo che non solo debba essere una prerogativa, ma un dovere rispetto ad una proposta giusta che, tra l’altro, come dicevo prima, tende a rendere più efficace, più giusta la legge e più coerente con se stessa.
Capisco che il Governo nazionale con i dirigenti abbia un occhio di riguardo nei confronti della legislazione regionale, però non comprendo come il Governo non abbia rilevato questa incongruenza, quando noi sappiamo che spesso dietro alle separazioni ed ai provvedimenti di separazione, magari anche a causa delle difficoltà economiche, come quella di reperire una abitazione, si determina una situazione di conflitto e di attrito tra i coniugi che si ripercuote sui figli, che troppo spesso degenera in questo nostro Paese. Mettiamoci un attimo, questo deve fare la legge se ha coscienza, nei panni dell’uomo, prendiamo una situazione in cui il Giudice assegna giustamente la casa coniugale alla moglie ed ai figli, perché quell’uomo, che deve lasciare l’abitazione perché magari c’è qualche conflitto, che non ha possibilità, che magari è disoccupato, oppure se occupato deve mantenere i figli, deve dare il contributo, deve attendere un anno per conseguire l’assegnazione di un alloggio di cui ha diritto?
Pensate a questo perché in questa nostra regione abbastanza grande ci potrebbe essere un caso del genere, se si determina è una violenza che se la intesta il legislatore regionale, che non ha saputo porre rimedio a quella che è una evidente ed incomprensibile …

PRESIDENTE. Emendamento 2/10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/11 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri. “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera e bis) del comma 1 dell’articolo 20 quater della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) dopo la parola ‘condanna’ sono inserite le seguenti ‘a pena detentiva’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. E’ semplice, anche questo ripercorre l’emendamento all’articolo 18 - questo è l’articolo 20 quater - per dire che tutto sommato quantitativamente è poca cosa. Anche questo è giusto, perché la pena deve essere detentiva? Qualora il Giudice abbia disposto la sospensione c’è un giudizio in quella disposizione che può essere dato in presenza di taluni requisiti soggettivi del reo, del condannato, o anche di requisiti oggettivi fino a due anni. Pensiamo noi ad un patteggiamento per un reato non rilevante, un delitto in questo caso, in cui il Giudice abbia disposto la sospensione della pena, questo deve essere ostativo all’assegnazione dell’alloggio Erp, del quale il soggetto ha diritto perché deve pagare anche quella sospensione?
Faccio un esempio su tutti, il Sindaco di Milano è stato condannato per falso ideologico, purtroppo non poteva non essere condannato, evidentemente era documentale, il Tribunale di Milano gli ha convertito la pena - il falso ideologico è un reato abbastanza in su con gli anni - a dimostrazione di un comportamento, pur all’interno di quel falso ideologico, esemplare e noi in quel caso vogliamo impedire che ne consegua l’assegnazione dell’alloggio popolare?
Per questo ritengo che sia giusto questo emendamento, ho citato un esempio, mi scuso con il Sindaco di Milano, ma quello è un fatto pubblico che ha avuto anche la sua rilevanza e che se vogliamo ha fatto anche giurisprudenza.

PRESIDENTE. Emendamento 2/11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 2/12 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 dopo il comma 1 è inserito il seguente: ‘1 bis. Alla lettera e bis) del comma 1 dell’articolo 20 quater della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) le parole: ‘la pena detentiva non inferiore’ sono sostituite dalle parole ‘la pena non inferiore’”.
Ha la parola il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. E’ ritirato, Presidente, per quanto detto prima. Nel momento in cui è stato bocciato il precedente emendamento questo lo ritiro per non creare problemi all’articolato.

PRESIDENTE. Emendamento 2/12. Ritirato.

Emendamento 2/13 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 2 (Modifiche alla legge regionale 36/2005) aggiungere il seguente comma: ‘2 bis. Al comma 4 dell’articolo 20 septies della legge regionale 36/2005 dopo le parole ‘diritto di subentro’ aggiungere le seguenti: ‘immediato in ipotesi di decesso dell’assegnatario’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. Anche questo è un piccolo contributo che si vuole dare per migliorare quella riforma, che era stata fatta su questo tema.
Il contesto è l’articolo 20 septies la cui rubrica è “Subentro, ampliamento e ospitalità temporanea” ed è collegato al comma 4. La legge ammette la possibilità dell’ampliamento stabile del nucleo familiare. L’ampliamento consente a persone di entrare a far parte del nucleo familiare, che è aggiudicatario dell’immobile, senza spiegare quale sia la fattispecie. Questo ampliamento può prevedere la possibilità di inserire persone legate ai componenti del nucleo familiare da vincoli di parentela in linea retta.
L’emendamento che tenta di fare? Il comma 4 afferma che l’ampliamento stabile costituisce per il nuovo componente autorizzato il diritto al subentro dopo due anni dall’autorizzazione dell’ente gestore, quindi si protrae il diritto al subentro di due anni. Questo emendamento mira a modificare questa ipotesi, ad allargarla, dicendo che il diritto al subentro può avvenire immediatamente qualora vi sia l’ipotesi di decesso dell’assegnatario. E’ una fattispecie che tende a tutelare chi sta all’interno dell’ampliamento, che però non ha maturato i due anni. Se l’aggiudicatario muore corre il rischio, non avendo maturato il diritto al subentro, magari avendone i requisiti, di non poter restare in quella abitazione,
Un tentativo di migliorare, raffinare le ipotesi di tutela delle persone, che ovviamente ne hanno diritto. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 2/13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 2. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Noi, Presidente, siamo contrari e riteniamo che sia stata persa una grande occasione nel respingere gli emendamenti a mia prima firma e di altri, quelli a prima firma del Consigliere Carancini, nonché quelli predisposti dalla Consigliera Casini, tutti tra l’altro firmati dal Partito Democratico, che ha contribuito in modo sostanziale al tentativo di rendere questa legge più giusta ed efficace.
Siamo contrari perché non sono stati accolti i nostri emendamenti.

PRESIDENTE. Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 3. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4.
Emendamento 4/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri: “Al comma 1 bis dell’articolo 11 della legge regionale 22/2011, come inserito dall’articolo 4, comma 2, dopo le parole ‘in mancanza di tale strumento, al piano paesistico ambientale regionale’ sono aggiunte le seguenti parole ‘o ai piani regolatori generali comunali ad esso adeguati’.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie Presidente. Questa norma così come è stata scritta non è applicabile nelle Marche se non in maniera molto complessa e assolutamente anacronistica.
In realtà chi ha inserito la norma fa riferimento al Piano paesistico ambientale regionale, ma avendo le Marche una pianificazione a cascata, che è stabilita dalla legge 34/92, ogni Piano regolatore comunale con le procedure di adeguamenti ai piani sovraordinati, al Ppar al Pit ed al Ptc, diventa un unicum ed è come se annullasse questi piani. In realtà in ogni territorio comunale non vige più nel caso di specie il Ppar, ma il Piano regolatore adeguato al medesimo Ppar, pertanto, dire che in mancanza di tale strumento c’è il Piano paesistico ambientale regionale è introdurre una norma che non è assolutamente applicabile.
Con i Consiglieri del PD abbiamo chiesto di introdurre anche “o ai piani regolatori generali comunali ad esso adeguati”, quindi, di poter tener presente quella vincolistica che è determinata dal Piano paesistico ambientale regionale, che è stato redatto ben prima dell’entrata in vigore del d.lgs. 42/2004, che però è ancora in vigore nelle more di redazione ed approvazione del Piano previsto dall’articolo 135 del 42/2004.
In carenza del nuovo Piano paesistico ambientale regionale, che deve essere approvato dal Ministero, dobbiamo far applicare le norme che hanno i Comuni nei propri piani regolatori, altrimenti si crea un problema complesso perché nelle procedure di adeguamento dei piani regolatori al piano paesistico ambientale regionale vi è la possibilità di modificare alcuni ambiti di vincolo riferiti ai sottosistemi territoriali. Se un ambito di tutela previsto dal Ppar è stato modificato, perché non deve essere più tutelato o perché ne è stato introdotto un altro dal Comune, la norma non viene applicata. Chiedo che venga introdotta proprio per contestualizzare la norma ai piani regolatori generali comunali o ad essa adeguati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Vi chiedo di tener presente questa norma perché, ripeto, i Comuni non avranno la possibilità di applicarla. Senza questo inserimento, senza far riferimento ai Piani regolatori vigenti, noi creeremo in tutti i Comuni … Voglio che questo si sappia e rimanga, il Partito Democratico ci tiene a sottolineare che senza l’introduzione del riferimento ai piani regolatori generali comunali la norma, il comma 1 bis dell’articolo 11, non sarà applicabile. Non so se è stato capito, ma ve lo dico, rimane registrato, il Partito Democratico ve lo rappresenta, poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità con i territori nei quali vive in particolare.

PRESIDENTE. Emendamento 4/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 4. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Noi esprimiamo parere contrario per le motivazioni che abbiamo detto.
L’articolo non è applicabile e creerà soltanto problemi grandi sia alle amministrazioni, che soprattutto ai cittadini. Magari questa cosa ce la ricorderemo quando accadrà, purtroppo.

PRESIDENTE. Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 bis. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il PD si astiene su questo articolo.

PRESIDENTE. Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 4 ter. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Anche qui per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo 4 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 5. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Il PD si astiene su questo articolo.

PRESIDENTE. Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 6. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Per esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7.
Emendamento 7/1 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 7, comma 2 dopo le parole ‘e nel rispetto delle previsioni del piano paesaggistico’ sono aggiunte le seguenti parole: ‘o ai piani regolatori generali comunali ad esso adeguati’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Non voglio ripetere tutto quello che ho detto prima, tra l’altro nessuno ha avuto la bontà di ascoltarmi, tanto meno il relatore di maggioranza, probabilmente ne sa più di me, sono certa di questo, però ribadisco che se noi anche nel caso del commercio non tuteliamo i Comuni nel mantenere tutte le prescrizioni, tutte le indicazioni e tutte le destinazioni che hanno deciso nei loro Piani regolatori …, anche quelle di tutela del paesaggio e di riduzione della tutela paesaggistica, dove magari ci sono delle aree compromesse che non sono più da tutelare perché dagli anni ’80, da quando è stato redatto il Piano paesistico ambientale ai giorni nostri, sono passati molti anni, come sono passati molti anni in tutti i Comuni dall’adeguamento dei Piani regolatori al Piano paesistico ambientale regionale, ai Ptc e al Pit.
Per quale motivo non fare applicare ai Comuni queste norme che abbiamo scritto? Ve lo chiedo, comprendo che c’è difficoltà, come abbiamo verificato all’interno della III Commissione, a recepire una norma che ci viene condizionata da un ente sovraordinato, non si capisce se la materia è concorrente o no, però c’è una normativa, la 42/2004, che è del tutto disattesa per quello che attiene le redazioni dei Piani paesistici ambientali, quindi, non capisco perché i Comuni della regione Marche debbano essere messi in difficoltà nell’applicazione di una norma che è stata scritta da questa Assemblea legislativa. Onestamente non lo capisco e non capisco neanche perché nessuno abbia avuto l’interesse a comprendere quello che ho detto, che è semplicissimo, cioè: non si potranno applicare le norme che abbiamo scritto in alcuni ambiti dei Piani regolatori dei nostri comuni delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Non vorrei essere ripetitiva, rinnovo l’appello magari qualcuno ha approfondito il tema e ne comprende il senso.

PRESIDENTE. Emendamento 7/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 7/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 7, comma 3 dopo le parole ‘e nel rispetto delle previsione del piano paesaggistico’ sono aggiunte le seguenti parole ‘o ai piani regolatori generali comunali ad esso adeguati’”.
Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Non espongo l’emendamento perché è identico ai precedenti.

PRESIDENTE. Emendamento 7/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 7. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Per le motivazioni più volte ripetute il Partito Democratico voterà contro l’intero articolo.

PRESIDENTE. Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 7 bis (articolo aggiuntivo)
Emendamento 7 bis/1 a firma dei Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che prevede diverse modifiche alla legge regionale 18/2021, estrapolato da un maxi emendamento che avevo presentato, bocciato ovviamente, in I Commissione.
Ho estrapolato questo emendamento da quel testo più complesso che riguardava le modifiche alla legge regionale n. 18/2021, la legge sull’ordinamento e l’organizzazione, in relazione alla quale, contrariamente a quello che ci diceva poc’anzi l’Assessore Castelli, il Governo ha rilevato profili di illegittimità costituzionale in quanto alcune norme, a suo dire, erano invasive della sfera dell’ordinamento civile di competenza esclusiva dello Stato ex articolo 117 comma 2, lettera l) della Costituzione ed altri profili di illegittimità costituzionale ex articolo 117, comma 3 della Costituzione.
Quindi, il Governo li ha rilevati e se voi andate a leggere le osservazioni sono sovrapponibili alle mie, alle nostre, a quelle dell’ordine del giorno di non passaggio agli articoli. Rispetto a quei profili di illegittimità costituzionale che cosa fanno i funzionari del Ministero? Chiedono chiarimenti alla Regione, diversamente dovrà essere impugnata dinanzi alla Corte Costituzionale. L’Assessore Castelli opportunamente si impegna ad apportare delle modifiche di adeguamento ai rilievi del Governo, Ministero della funzione pubblica, pubblica amministrazione e via dicendo e siccome non c’era traccia nella proposta di legge del Consigliere Marinelli di queste modifiche io mi sono fatto carico di presentarle.
Presidente, sono modifiche che raccolgono le indicazioni del Governo di modifica della legge regionale per evitare l’impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale. Anche su questo non devo aggiungere altro, l’emendamento si legge da solo ed io ne raccomando l’approvazione.

PRESIDENTE. Articolo 7 bis/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 7 bis/2 a firma del Consigliere Cesetti.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Questo è un emendamento a dimostrazione che sulla storia della Segreteria generale inevitabilmente ci dobbiamo ritornare perché il Governo e la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha fatto in via cautelativa quella raccomandazione ed allora io ho fatto questo emendamento che dice che l’incarico di Segretario generale può essere conferito a soggetti interni o esterni all’amministrazione regionale in possesso dei requisiti e secondo i criteri indicati dal comma 6 dell’articolo 19 del d.lgs. 30 marzo 2001 n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.
L’emendamento che ho presentato non soltanto è coerente con le osservazioni del Governo, Ministero della funzione pubblica, ma ho ricopiato di sana pianta la disposizione di cui all’articolo 22 della proposta di legge 85 sull’assestamento, che parla della nomina del direttore generale dell’Erdis. L’Erdis, lo sapete, è l’ente del diritto allo studio. L’articolo 22 come scritto dalla Giunta dice che il Direttore generale è nominato dal Consiglio di Amministrazione su designazione della Giunta, che può designare anche un soggetto esterno in possesso dei requisiti e secondo i criteri indicati dal comma 6, dell’articolo 19, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Questo che è scritto dalla Giunta nell’articolo 22 io l’ho riportato nell’emendamento per l’articolo 40, chiedo a me stesso - ma con me stesso il problema l’ho risolto da un pezzo – ma soprattutto chiedo a voi: se si prevedono questi requisiti per nominare il Direttore generale dell’Erdis, non ci vogliono almeno gli stessi requisiti per nominare il Segretario generale della Giunta regionale?
Questo l’ha previsto la Giunta regionale e io l’ho riscritto in questo emendamento, quindi non potete non approvarlo, altrimenti avete qualche problema non con voi stessi - mica l’avete scritto voi – ma con la Giunta, alla quale dovreste chiedere come mai per l’Erdis prevede questo e non lo fa per il Segretario generale? Anche a garanzia vostra, non ho fatto altro che trasportarlo qui. Adesso vedete un po’ voi con la vostra coscienza.

PRESIDENTE. Emendamento 7 bis/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 8.
Emendamento 8/1 a firma delle Consigliere Ruggeri, Lupini: “L’articolo 8 della proposta di legge del 22 ottobre 2021 n. 81 “Disposizioni della legislazione regionale” è abrogato”. Se passa questo emendamento decadono gli emendamenti 8/2, 8/3, 8/4.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Come ho detto durante la relazione come relatrice di minoranza noi chiediamo la soppressione di questo articolo perché troviamo veramente vergognoso che sia stata data questa proroga agli esercenti che già hanno avuto 4 anni per mettersi in regola. Sto parlando del fatto che non ci dovrebbero essere secondo la legge regionale approvata nel 2017 esercizi con slot machine vicino a scuole, università, compro oro, bancomat, uffici postali, insomma tutti luoghi sensibili.
Chiediamo una pausa di riflessione alla maggioranza, soprattutto che pensi più alla salute dei nostri concittadini marchigiani.
La ludopatia e l’azzardopatia sono un problema serio e sentito, non è solo grave dal punto di vista economico per famiglie in cui c’è chi ha questo problema, ma anche da un punto di vista sociale e sanitario.
Mi auguro che questo emendamento sia accolto, altrimenti già annuncio che voteremo contro la proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Premetto che se questo emendamento non fosse approvato, l’8/4 andrebbe comunque discusso perché ha ad oggetto altre cose, Presidente, solo per farle verificare.

PRESIDENTE. Consigliere, se passa questo emendamento quelli successivi non verranno votati perché decadono tutti, se invece non passa gli altri emendamenti verranno posti in votazione.

Romano CARANCINI. Credo anche se non passa perché è un emendamento che parla di altro.

PRESIDENTE. Se passa decadono l’8/2, l’8/3 e l’8/4, questa è la disposizione che ho dal punto di vista del coordinamento tecnico.

Romano CARANCINI. Credo che questo emendamento debba scuotere un po’ la coscienza del legislatore su un tema delicatissimo. La Regione Marche ha approvato nel 2017 una legge molto importante che mirava a regolare un tema carissimo alle famiglie, ai giovani, soprattutto teso a meglio consentire la vita dei nostri giovani. La legge, lo ricordo, è. “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network”, ne abbiamo parlato spesso anche in Commissione sanità, più o meno direttamente.
Lo dico al Consigliere Antonini, che prima ha fatto riferimento al fatto che non si possono stravolgere le norme, che questa è una norma di lobby nella quale si vede in maniera chiara, plastica, la distanza tra il dire e il fare.
Tante volte ci riempiamo la bocca pensando di tutelare i giovani rispetto alla questione del gioco d’azzardo, delle slot. Tutti quanti noi sappiamo, perché siamo talvolta genitori, gli effetti sotto il profilo psicologico e non solo, che abbiamo vissuto in questi anni. Basta vedere ed osservare i dati dell’Agenzia delle entrate sul tema del gioco per comprenderne gli effetti devastanti, peraltro non solo sui giovani, ma anche su tanti anziani che si vanno a giocare nelle sale da gioco le loro misere pensioni.
Bene, questo emendamento delle Consigliere Ruggeri e Lupini centra perfettamente una coerenza tra il dire e il fare, tra una buona legge approvata nel passato ed oggi.
Questo emendamento mira ad abrogare il tentativo che viene fatto di consentire al sistema dei gestori delle macchinette di poter usufruire di altro tempo, nonostante siano trascorsi 4 anni per potersi adeguare.
Il Partito Democratico ed anche io personalmente lo voteremo convintamente e mi pare che sia giusto che l’intera Aula possa da questo punto di vista condividere questa scelta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Credo di aver spiegato sufficientemente in Commissione il senso della decisione che è stata presa. Come ricorderete la Giunta aveva deciso di dare una proroga al 30 giugno 2024, a me, con la mia sensibilità, conoscendo il tema anche professionalmente, sembrava che fosse una delega esagerata e che si dovesse andare necessariamente verso una regolamentazione del settore, sono sopraggiunte però situazioni imprevedibili, c’è stata la pandemia da Covid e le sale sono rimaste chiuse con ordinanze, in seguito a decreto del Governo, per più di un anno e alcune di queste attività sono oggettivamente in crisi.
Quindi, un occhio alle tendenze ludopatiche e alla salute delle persone, un occhio anche alle attività imprenditoriali. E’ inutile dire che si sono espresse le associazioni di categoria aderenti sia a Confindustria che a Confcommercio rivendicando la necessità di mantenere la proroga fino al 2024.
Abbiamo ritenuto di trovare un punto di equilibrio. Questi esercizi per un anno e più sono rimasti chiusi, non hanno introitato soldi, hanno riaperto da non molto, ma permangono le condizioni di limitazione legate al Covid.
Due circostanze sono in corso, una che lo Stato deve fare una legge quadro, l’altra che le Regioni dovranno legiferare nuovamente in funzione della legge quadro che è prevista entro il 2022, per cui, dando una proroga di circa un anno e mezzo, siamo nelle condizioni di aspettare la legge quadro e di rifare la norma che è stata approvata nella scorsa legislatura in funzione delle nuove disposizioni e delle nuove valutazioni.
Sicuramente sarà opportuno mettere delle limitazioni per quanto riguarda gli ambiti, ma quella legge in realtà non è così perfetta perché io ho visto delle proiezioni e sostanzialmente si dovrebbero fare delle cattedrali nelle periferie delle città, uso il termine cattedrale in modo ironico, e le attività vigenti andrebbero quasi tutte chiuse perché nei nostri centri storici, nelle nostre città urbanizzate c’è sempre una scuola, una chiesa, un centro di aggregazione giovanile. Diventerebbero dei luoghi molto emarginati, fuori dalle città. Ho visto la mappa e solo un paio delle attività esistenti avrebbero tutti i crismi per rimanere aperte, forse in tutta la regione qualche decina, io ho visto la mia zona.
Credo che un momento di riflessione consista anche nel dare a queste aziende il recupero per il periodo di sospensione dovuto al Covid.
Io sono tra quelli che ha detto che arrivare al 2024 era troppo, contraiamo, però arrivare a luglio … Abbiamo scelto luglio e non giugno per un motivo specifico, perché vogliamo arrivare prima dell’estate 2023 ad una legge definitiva e compiuta che dovremmo scrivere non all’ultimo momento, come sempre con i classici rinvii, ma nella primavera 2023.
Chiudo dicendo che questa cosa è stata concordata e discussa ampiamente in Commissione e con i gruppi della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinelli.

Renzo MARINELLI. Grazie, Presidente. Per confermare quanto detto dal Consigliere Ciccioli. Abbiamo parlato molto di questo argomento, però penso che dovremmo aspettare o perlomeno sollecitare il Governo affinché vengano presi provvedimenti che possano risolvere appieno il problema perché spostare le macchinette quando poi con i gratta e vinci e con altre lotterie lo Stato fa del gioco d’azzardo un introito per mandare avanti i bilanci … Penso che i nostri provvedimenti non ci portano lontano.
Diceva il Consigliere Carancini che hanno avuto quattro anni, ma avevano avuto già due anni da quando era stata fatta la legge, che poi avete prorogato, non lei ma il Consigliere Cesetti ed altri c’erano, quindi oggi a noi che chiediamo la proroga di alcuni termini ci viene detto che è scandaloso, quando già era stata prorogata precedentemente per due anni.
Abbiamo vissuto un momento di difficoltà causato dalla pandemia, l’augurio è che il Governo intervenga in modo radicale sulla materia, non tanto per spostare di due metri - se il gioco d’azzardo è a 199 metri dalla scuola non è messo bene mentre se a 201 la situazione è ottimale – che non penso che risolva i problemi. L’unica cosa che faremmo è mettere in difficoltà coloro che per anni sono stati chiusi, ai quali applicando oggi questa legge creeremo ulteriori problemi.
Fin quando lo Stato farà cassa con il gioco d’azzardo penso che non andremo lontano, forse tutti insieme dovremmo sollecitarlo affinché vengano prese delle misure drastiche per evitare e per eliminare questa piaga sociale di questo ultimo periodo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sono un po’ imbarazzata nel sentire questi discorsi da parte dei Consiglieri di maggioranza che si stanno arrampicando sugli specchi. Innanzitutto siamo stati eletti come Consiglieri regionali, quindi è nostro dovere fare tutto quello che possiamo con responsabilità e non demandare sempre ad altri per non assumerci la responsabilità che invece i cittadini ci hanno dato. Che il Parlamento faccia il corso delle sue leggi, ma speravo che facesse la stessa cosa anche questa Assemblea legislativa e invece non avviene.
E’ vero che i bar sono stati chiusi per difficoltà economiche, questo non lo mette in dubbio nessuno, come sono in difficoltà economiche anche altri esercizi, pensiamo a quelli che organizzano i convegni, il wedding, le estetiste, le parrucchiere, sono state chiuse tante attività per cui abbiamo immaginato dei ristori, si doveva fare la stessa cosa anche per questo tipo di esercizio e non giocare sulla pelle di persone malate di ludopatia, azzardopatia, avere una maggiore sensibilità nei confronti di questo problema che è sociale e sempre più forte. Tra l’altro si sta abbassando notevolmente l’età media dei giocatori d’azzardo e avendo di fianco alle scuole, perché purtroppo è così, questi luoghi, capite bene che non facciamo sicuramente un bel servizio.
La legge regionale del 2017 non era perfetta? Può essere, sicuramente noi del Movimento 5 Stelle non abbiamo votato la proroga né due anni fa e non la voteremo neanche oggi. Questa è una brutta pagina di politica regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Putzu.

Andrea PUTZU. Grazie, Presidente. Ho avuto modo di ascoltare il dibattito in merito a questo argomento, un tema molto sensibile sul quale si era già espresso il Consiglio regionale nella precedente legislatura con un voto unanime. Ho ascoltato con piacere anche le parole della Consigliera Ruggeri in merito a questa proposta di emendamento.
Credo che dobbiamo essere sinceri e dirci le cose come stanno, uno come me che è contrario al gioco d’azzardo direbbe che questo articolo sarebbe da abrogare, poi faccio un giro nel mio territorio e dico che riusciamo a sfavorire … Anche perché il gioco d’azzardo non si elimina con questa modifica, non andiamo ad eliminare tutto il gioco d’azzardo, Consigliera Ruggeri, qui andiamo a dire a coloro che hanno un bar o delle piccole slot … Sappiamo bene che la regione Marche è piena di piccoli Comuni che hanno nel centro abitato un bar, il 98% di questi hanno una o due slot, quindi, secondo questo emendamento, noi dobbiamo dire a queste persone che da domani le loro slot vanno via oppure che devono chiudere, mentre non lo diciamo a coloro che investono e fanno soldi con le slot fuori dai centri abitati, lontani dalle scuole, lontani dai bancomat. Qui troviamo due pesi e due misure.
Aggiungo di più, noi oggi facciamo tutto con il cellulare, soprattutto in questo periodo Covid, ed è aumentato il gioco d’azzardo on line con i cellulari, non siamo più nel 1970/1980 dove non c’era il gioco on line. Con questo emendamento diciamo che siamo contrari al gioco d’azzardo, ma che si può continuare a giocare lontano dalle scuole e dai bancomat, anche se poi si può giocare on line.
Aggiungo di più, sono contrario al gioco d’azzardo, ad esempio ci sono dei circoli ricreativi in cui si gioca a poker, che sono vicini alle scuole ed ai bancomat. Di fatto tutti i tabacchi hanno il gioco d’azzardo perché poche persone vanno per comprare le caramelle, ma molte vanno per giocare al 10 e lotto come tossicodipendenti, ma qui nessuno dice nulla perché è roba dello Stato e stiamo zitti.
Con questo emendamento vogliamo eliminare il gioco d’azzardo o vogliamo favorire o sfavorire qualcuno? Questo dobbiamo dirlo e proprio per questo credo che sia obbligatorio da parte del Governo, di tutti i partiti che oggi stanno al Governo, tranne noi, mettere fine a questo problema.
Pur essendo contrario al gioco d’azzardo non posso votare a favore di questo emendamento perché non solo favorisce le multinazionali del gioco d’azzardo on line, ma anche altri giochi. Quindi, o siamo contrari a tutti i giochi d’azzardo oppure non avrebbe senso. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Marinangeli.

Marco MARINANGELI. Grazie, Presidente. Chi mi ha preceduto ha spiegato dettagliatamente il senso di questa che noi definiamo una scelta di buon senso perché è chiaro, e mi rivolgo al Consigliere Carancini, che noi condividiamo le valutazioni che fa, coscienti del danno provocato dal vizio del gioco d’azzardo. Sappiamo della necessità di ragionare in termini di difesa di quelle famiglie che purtroppo subiscono un danno di questo tipo, conosciamo i costi della sanità pubblica per recuperare anche questo tipo di malattia, perché di questo si tratta, e aggiungo che la legge fatta dal precedente Consiglio regionale, votata all’unanimità, ci trova anche d’accordo.
Sgomberato il campo sulla necessità di regolamentare, di combattere un problema serio ed importante, voglio mettere in evidenza un aspetto, e mi rivolgo soprattutto alla Consigliera Ruggeri, qui dobbiamo anche pensare che ci sono degli imprenditori che negli anni precedenti in maniera assolutamente legittima, trasparente e regolare hanno fatto delle scelte imprenditoriali, hanno fatto degli investimenti, hanno assunto del personale, che oggi vive di questo tipo di lavoro e di servizio, quindi, andare a prorogare in attesa di una legge quadro che deve essere fatta dal Governo nazionale è la scelta secondo noi più razionale e più responsabile perché credo che non sia neanche giusto nei confronti di chi negli anni precedenti ha fatto investimenti nel rispetto pieno delle norme e delle leggi allora vigenti, chiudergli la porta e dirgli che da domani mattina deve chiudere la propria attività. Credo che non sia un atteggiamento democratico, né giusto nei confronti di chi ha in maniera corretta ha fatto degli investimenti.
Questa è la formula con la quale riteniamo sia più giusto procedere in attesa di una legge quadro perché quello che ci deve accomunare è l’obiettivo di combattere il gioco d’azzardo, che sicuramente il non voto di questa legge non eliminerà, probabilmente sono altre le strategie da attuare, come campagne di sensibilizzazione, che non è questa scelta. Questo per sgombrare il campo e votare convintamente questo rinvio.

PRESIDENTE. Emendamento 8/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 8/2 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 8 comma 1, le parole ‘31 luglio 2023’ sono sostituite dalle seguenti ‘30 giugno 2022’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Grazie, Presidente. Dopo aver votato anche in Commissione l’emendamento della Consigliera Ruggeri, ho ritenuto di presentare questo in Commissione e in Aula che tende a prorogare al 30 giugno 2022 questa scadenza, poi ce ne sarà un altro che la prevede al 30 novembre 2022.
Questi due emendamenti raccolgono da una parte l’esigenza comprensibile degli operatori del settore che, a causa anche della pandemia che ancora imperversa, non sono stati posti nella condizione di potersi adeguare, dall’altra raccoglie anche l’esigenza altrettanto e forse ancora di più giusta rappresentata dai Consiglieri Ruggeri, Carancini, eccetera, di mettere un freno nella consapevolezza che su questa materia è necessario un intervento legislativo nazionale.
Anch’io sono fermamente contrario al gioco d’azzardo perché non è possibile che lo Stato si sia trasformato in questi anni nel primo biscazziere, questo non è possibile secondo me. E’ auspicabile che il Governo e il Parlamento facciano la loro parte e si metta un freno, un’organizzazione diversa, non è più possibile che lo Stato si finanzi attraverso questo tipo di attività.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Noi comprendiamo il motivo perché il Partito Democratico ha fatto questi emendamenti a scalare, però nello stesso tempo, secondo noi, trovare un punto di equilibrio sulla salute della gente non è a prescindere un buon segno, quindi voteremo contro sia su questo emendamento che sul prossimo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CASETTI. Dico alla Consigliera Ruggeri che è evidente che l’ho fatto dopo che è stato respinto il suo, sul quale ho votato a favore, per portare a casa almeno la lana della preda, però mi pare che non sia possibile neanche questo, purtroppo, Consigliera Ruggeri, il vostro voto contrario sarà un esercizio inutile come il nostro favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 8/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 8/3 a firma dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Biancani, Bora, Carancini, Casini, Mastrovincenzo, Vitri: “All’articolo 8 comma 1, le parole ‘31 luglio 2023’ sono sostituite dalle seguenti ‘30 novembre 2022’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Emendamento 8/4 a firma dei Consiglieri Carancini, Cesetti, Casini, Mangialardi, Biancani, Bora, Mastrovincenzo, Vitri: “All’Articolo 8 dopo il comma 1 aggiungere il seguente comma: ‘1 bis. Dopo il comma 4 dell'articolo 5 della legge 7 febbraio 2017, n. 3 (Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network) inserire il seguente comma: ‘4 bis. Al fine di perseguire con efficacia le finalità di cui agli articoli 1 e 2 della presente legge, con specifico obiettivo alla tutela dei giovani frequentanti le scuole di ogni ordine e grado, si stabilisce che i Comuni, entro il 31 gennaio 2022 mediante ordinanza sindacale, dispongano lo spegnimento degli apparecchi previsti dalla normativa statale, nelle fasce orarie di entrata ed uscita dalla scuola, per un numero di ore non inferiore a 4 e non superiore a 6’”.
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Grazie, Presidente. E’ un emendamento che spero il Consiglio regionale possa accogliere parlando del tema relativo alla prevenzione ed al trattamento del gioco d’azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social. Si inserisce nell’ambito della legge e in particolare dell’articolo 5 rubricato “Competenze ai Comuni”, che concede e dà la possibilità ai Comuni di regolamentare all’interno del proprio territorio l’installazione di quelle, considerate dallo Stato, macchinette che consentono il gioco.
Questo emendamento mira a far sì che venga raffinata e migliorata la disposizione già prevista dall’articolo 5 individuando un range tra le 4 e le 6 ore in cui far spegnere ai gestori queste macchinette, nelle fasce orarie di entrata e di uscita dalla scuola.
E’ una scelta coraggiosa, è una scelta forte, che pratica le parole che ci diciamo. Ho ascoltato il Consigliere Ciccioli che non perde occasione in IV Commissione di parlare dei problemi derivati dal Covid o dei problemi mentali delle persone, poi all’atto pratico vota contro, nel momento di rendere concrete le parole e i valori rinuncia, non ha il coraggio, come la maggioranza, di intervenire rispetto all’abrogazione di una previsione di ulteriori anni, contemperando sempre e sfruttando la salute dei nostri giovani.
Questo è un emendamento significativo, forte, spero tanto che possa essere approvato e almeno discusso, lo dico all’Assessore alla sanità, anch’egli testimone più volte della grande battaglia delle forze dell’ordine in tutte le province, negli ambiti territoriali sociali, poi ci andiamo a spendere nei teatri, sui palcoscenici dei teatri, per dire che siamo contro il gioco d’azzardo, contro le conseguenze per i nostri figli, ma all’atto pratico, siccome non ci sentono in tanti qui e ovviamente domani non sarà riportato questo tema, si vota contro.
Ecco, la politica farebbe un buon servizio a se stessa se non distanziasse i principi di cui ci riempiamo la bocca rispetto alla pratica. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Sono molto in linea con l’intervento che fatto il Consigliere Carancini su questo tema e l’emendamento lo voteremo favorevolmente perché dopo la bocciatura del nostro ci sembra doveroso prevedere la chiusura e il non funzionamento delle slot durante l’ingresso e l’uscita degli studenti da scuola.
Comunque la cosa che ha detto il Consigliere Carancini …, quanti di noi abbiamo organizzato eventi contro la ludopatia? Io per esempio ne ho organizzati tanti, come so che in questa assise non sono sola, sono tanti i Consiglieri che sono seduti anche nella maggioranza, quindi, vi consiglierei quanto meno, per non provare quel senso di vergogna che non fa bene a nessuno, di non organizzarne più perché dalla propaganda ai fatti c’è uno scostamento imbarazzante. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Resto sorpreso sinceramente, Presidente, da questo silenzio assordante rispetto ad un tema così delicato e così rilevante, considerando che alcune esperienze in vari Comuni hanno portato anche dei risultati positivi.
Assordante, ribadisco che c’è l’assoluto silenzio se penso alla Giunta e all’Assessore Saltamartini che molto spesso si fanno alfieri di grandi paroloni rispetto a questo tema ed oggi di fronte alla concretezza di un passaggio così importante a tutela dei nostri figli, a tutela degli studenti che vanno a scuola nei nostri Comuni, vedo la totale indifferenza. Grazie.

PRESIDENTE. Emendamento 8/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Articolo 10 bis (Dichiarazione d’urgenza). Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Credo che la dichiarazione d’urgenza si debba motivare rispetto al contenuto. Questa è una legge omnibus che modifica una serie di disposizioni, nessuna delle quali ha la necessità di un passaggio urgente.
Non ci sono variazioni finanziarie, non ci sono esigenze normative o discipline sovraordinate, quindi la dichiarazione d’urgenza non la si comprende. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Sull’articolo 10 bis parere favorevole.

Articolo 10 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva a maggioranza assoluta dei suoi componenti)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno ed emendamento entrambi a firma delle Consigliere Lupini e Ruggeri.
Ha la parola, per l’illustrazione, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Se ho capito bene posso esporre sia l’ordine del giorno che l’emendamento.

PRESIDENTE. Si, se vuole può farlo in un’unica esposizione.

Simona LUPINI. Posso farlo in una sola esposizione. Finora ho ascoltato il dibattito e credo che sia necessario sottolineare che qui non stiamo dando un giudizio sul gioco d’azzardo, ma stiamo parlando di una proposta di legge che va ad inerire indirettamente sulla salute delle cittadine e dei cittadini.
Le patologie legate al gioco d’azzardo non sono certo qualcosa su cui lucrare o su cui fare i conti dopo la pandemia, credo più che altro che andrebbero trovate delle misure a tutela dei più fragili perché chi va incontro ad una patologia, nel senso della ludopatia, va considerato un utente fragile e allora non possiamo mescolare i due piani. Se parliamo di salute abbiamo l’obbligo come istituzione regionale, anche se la competenza è più limitata rispetto al nazionale, di occuparci della salute, se parliamo di attività produttive e di commercio andiamo in un altro ambito e si può pensare a delle premialità per chi favorisce la tutela della salute, dei ristori come dicevano altri colleghi.
La salute deve essere un bene primario e qui dobbiamo parlare di salute ed il nostro ordine del giorno sottolinea quanto il gioco d’azzardo patologico, non dico il gioco d’azzardo, ma il gioco d’azzardo patologico …, perché il problema non è la slot machine o, come giustamente sottolineava anche il Consigliere Putzu con cui mi sono confrontata, il gioco d’azzardo on line, ma è la patologia che a volte, non sempre, può scaturire da un utilizzo patologico.
E’ chiaro che non andiamo a somministrare bevande alcoliche ai minori per legge e sappiamo benissimo che non è una soluzione magica al problema dell’alcolismo dei giovani, faccio un esempio drastico, ma credo che sia il caso di fare questo accostamento perché sappiamo bene che i giovani magari si fanno acquistare l’alcol al supermercato dall’amico maggiorenne, quindi, non risolviamo il problema dell’alcoolismo, ovviamente, ma dobbiamo prevedere delle misure di contrasto. Se a livello nazionale i Comitati scientifici hanno notato che allontanare le possibilità di cadere nella trappola della ludopatia può essere una misura di contrasto e i numeri lo sottolineano, non vedo perché non dobbiamo votando oggi questa proposta di legge essere consapevoli che abbiamo il potere di mettere in campo tutti gli strumenti possibili, tra cui allontanare queste attività dai centri molto frequentati dalle persone, che potrebbero rappresentare delle fragilità ulteriori. Penso che sia doveroso da parte delle istituzioni.
Poi come conciliare la crisi economica e la salute dei cittadini credo che sia proprio qualcosa su cui riflettere e non lavorarci così in fretta e furia con una scadenza alle porte. Ci sono state già due proroghe e tutti quanti abbiamo visto quanto sia stato faticoso il lavoro dei dipartimenti per le dipendenze, quindi dell’Asur, delle scuole, dei servizi sociali dei Comuni, per la prevenzione e la sensibilizzazione. Dopo tutta questa discussione chiedo: in questi 18 mesi che vengono proposti oggi cosa vogliamo mettere in campo per la salute dei cittadini e delle cittadine e quali strumenti vogliamo prevedere anche nel bilancio che andremo a discutere? Ritengo che dovremmo pensare in modo serio e concreto a delle specifiche campagne di sensibilizzazione, di informazione e di prevenzione del gioco d’azzardo patologico e l’uso moderato e consapevole è quello che noi vogliamo andare a sostenere perché esistono le nuove tecnologie, esistono i social network, ma dobbiamo proteggere chi è più fragile dall’uso smodato o da un uso patologico.
Nell’ordine del giorno chiediamo di realizzare già dal prossimo anno delle specifiche campagne di sensibilizzazione, informazione e prevenzione e di svolgerle in modo particolare nelle scuole, come già abbiamo visto fare per molto tempo – il Covid ha rallentato questo tipo di iniziative nelle scuole, così come tutte le altre di cui abbiamo già parlato in quest’Aula rispetto all’educazione all’affettività, che sono rimaste indietro in questa regione - nei centri sociali per anziani, nei pubblici esercizi, con specifiche risorse economiche per realizzarle.
Nel bilancio ricordiamoci della salute delle nostre cittadine e dei nostri cittadini più fragili, anche pensando alla ludopatia.
Nell’emendamento che abbiamo proposto chiediamo anche di prevedere la non installazione o l’allontanamento degli apparecchi elettronici per il gioco d’azzardo dai luoghi di culto, dagli ospedali, dalle case di cura, dalle Rsa e dai centri sociali per gli anziani, comprendendo anche il discorso che il Consigliere Putzu ha esplicitato, ma ricordando che si tratta di misure per non favorire questo tipo di disturbi, delle misure a contrasto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Qui ci troviamo di fronte ad una di quelle cose che sono sempre di dubbia interpretazione, nel senso che il testo dell’ordine del giorno è sicuramente condivisibile sia nella premessa che nel dispositivo, detto questo però nella scorsa legislatura, ne è stata relatrice anche l’attuale Presidente della IV Commissione la Consigliera Leonardi, è stata approvata una legge in questo senso, che è stata oggetto di molta attenzione, che richiama esattamente tutto quello che c’è scritto nell’ordine del giorno e che obbliga la Giunta a presentare programmi di questo tipo, tanto è vero che, io sono stato fino all’anno scorso capo dipartimento dell’area, quindi ho seguito queste cose, sono stati realizzati programmi triennali per le ludopatie. Cosa è successo poi nel 2020/2021? Che in seguito al Covid tutti i progetti speciali, che non erano urgenza/emergenza, sono stati sospesi, ma non su decisione della Regione Marche, tra l’altro prima governata dal centro sinistra e poi dal centro destra, ma per decreti del Governo. Tutte le attività socio-sanitarie non essenziali sono state sospese, tanto è vero che sono rimasti dei soldi in giacenza e dopo grandi pressioni da parte del sottoscritto presso il servizio specifico a settembre di quest’anno quelle risorse sono state utilizzate e sono in corso, ovviamente dove sono stati fatti, i progetti; poi bisogna vedere le strutture locali, non sempre le strutture locali dell’Asur, delegata a spendere questi fondi, presentano i progetti e se non ci sono ovviamente non vengono finanziati. E’ vero che i fondi sono limitati e vengono implementati nelle aree territoriali in cui i progetti ci sono, quindi, non viene perso nulla.
C’è un problema di spesa perché i progetti sono annuali e se le risorse non vengono spese entro il 31 dicembre, con rendiconto al 31 gennaio, non possono andare in proroga. Nelle circostanze contingenti del Covid, non essendoci state interruzioni legate alla cattiva conduzione dei progetti, ma accadimenti imprevedibili, si è andati in continuità, che significa che il progetto può essere espletato al di là dell’anno solare. Tutte queste cose sono in corso.
Ricapitolando, non c’è niente di ostativo contro questo ordine del giorno, anzi lo condivido largamente, dal punto di vista dell’intervento e dell’efficacia ci sono dei progetti in corso che stanno spendendo i soldi precedentemente stanziati e non usati, occorrerà dal punto di vista normativo …, perché poi tutti questi progetti urtano contro le normative burocratiche. Faccio un esempio, il progetto viene approvato in primavera, è annuale, ma poi si può fare per 6/7 mesi perché non inizia il primo gennaio, ma ad anno avviato, quindi occorre concentrare la spesa su pochi mesi. Siamo di fronte ad una normativa obbligatoria data dalle leggi nazionali di spesa, che non aiuta l’utilizzo corretto di questi fondi.
Sono state fatte delle interpretazioni, l’interpretazione autentica permetteva di utilizzarli in deroga alle scadenze obbligatorie dell’anno solare. Io su questo testo non ho nessun problema, però è ridondante, nel senso che la legge regionale c’è, è stata già utilizzata, ci sono dei fondi stanziati, il non speso lo stiamo usando in continuità, tutto va bene, può essere approvato, però nulla cambia sull’andamento attuale, forse sull’andamento futuro è uno stimolo a fare di più e meglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Solo per dire, riprendendo le parole del Consigliere Ciccioli che si augurava che questo fosse uno stimolo a fare di più e meglio, che lo auspico anch’io.
Alle porte c’è l’approvazione del bilancio preventivo, credo che queste non debbano rimanere solo intenzioni, ma possano tradursi concretamente in provvedimenti finanziari adeguati, che facilitino quello che è scritto qui e quello che giustamente prevede la legge approvata nella scorsa legislatura, che noi avevamo anche divulgato in giro. Personalmente, come Presidente del Consiglio regionale, ho fatto ed ho partecipato a tante iniziative per la lotta al gioco d’azzardo, contro le dipendenze tecnologiche, con le associazioni che si battono su questo tema, quindi, credo che l’impegno di tutta l’Aula dovrebbe essere, per dare concretezza a quanto è stato detto oggi, quello di prevedere nel bilancio preventivo del 2022 risorse finanziarie adeguate per contrastare questo fenomeno.

PRESIDENTE. Emendamento 1 a firma delle Consigliere Lupini, Ruggeri: “Nel dispositivo è aggiunto infine il seguente punto: ‘a prevedere l’installazione di apparecchi e congegni per il gioco lontana da luoghi di culto, ospedali, case di cura, Rsa, Centri sociali anziani’”. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale non approva)

Proposta di ordine del giorno a firma delle Consigliere Lupini, Ruggeri: “Vista la proposta di legge n. 81/2021 avente ad oggetto "Disposizioni di adeguamento della legislazione regionale"; ascoltata la discussione sulla proposta di legge n. 81/21; premesso che l’articolo 8 della suddetta proposta di legge dispone che il termine previsto dal comma 4 dell'articolo 16 della legge regionale 7 febbraio 2017, n. 3, riguardante le norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico e della dipendenza da nuove tecnologie e social network, venga prorogato al 31 luglio 2023; considerato che il gioco d'azzardo patologico sta causando serie problematiche nella cittadinanza, essendo caratterizzato dall'incapacità di resistere alla tentazione persistente, ricorrente e maladattiva di giocare somme di denaro elevate; la dipendenza da nuove tecnologie e social network sta provocando una tendenza ad un uso eccessivo o inadeguato di queste tecnologie con conseguenti comportamenti patologici che hanno delle ricadute nell'ambito sociale, psicologico e fisico; le conseguenze più dirette di tali fenomeni si rilevano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative nei soggetti di tutte le fasce d'età, e particolarmente nei giovani, negli anziani e nei soggetti fragili; risulta quanto mai utile e opportuno l'incremento di apposite e specifiche campagne di sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro il gioco d'azzardo e ludopatia e l'uso moderato e consapevole delle nuove tecnologie e social network, da realizzarsi in particolare nelle scuole e nei pubblici esercizi; impegna la Giunta: a realizzare già dal prossimo anno 2022 specifiche campagne di sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro il rischio di dipendenza da gioco d'azzardo patologico e ludopatia; a realizzare già dal prossimo anno 2022 specifiche campagne di sensibilizzazione, informazione sull'uso moderato e consapevole delle nuove tecnologie e social network; a svolgere tali campagne in modo particolare nelle scuole, nei centri sociali per anziani e nei pubblici esercizi, con particolare riferimento a quelli dove sono collocati apparecchi e congegni per il gioco; a stanziare specifiche e congrue risorse economiche per la realizzazione di tali campagne, prevedendo tale stanziamento già nella prossima legge di bilancio 2022”.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ripeto quello che ho detto prima, gli impegni per la Giunta per l’anno 2022 sono stati recepiti, erano già previsti nel Piano triennale e via di seguito.
Esprimo voto favorevole a questo ordine del giorno per andare incontro a questa ulteriore sensibilizzazione, però nulla cambia rispetto ai progetti che sono stati fatti e che vengono da lontano. Prima il Consigliere Mastrovincenzo ha ricordato c’è una legge della precedente legislatura che è in corso d’applicazione, purtroppo fatta salva la parentesi del Covid in cui sono stati bloccati i centri diurni, gli ambulatori con l’accesso delle persone, da qualche mese sono ripresi, ovviamente nel 2022 dobbiamo implementare e tra l’altro anche spendere tutti i soldi perché i progetti sono triennali, quindi quelle risorse vanno utilizzate perché sono spese bene.
Credo che dovremmo prevedere una norma che questi progetti, che sono previsione di spesa triennale, ma poi sono progetti annuali, debbano andare avanti in continuità, che significa che quando iniziano poi non vengono sospesi ogni anno in attesa dell’approvazione del piano annuale, ma per quei tre anni si continua la spesa, magari con anticipazioni di cassa degli enti gestori dei progetti o di chi ha vinto la gara, perché sono manifestazioni di evidenza pubblica, e di chi le sta svolgendo. Il voto è favorevole accogliendo lo spirito del testo.

PRESIDENTE. Proposta di ordine del giorno. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Biondi.

Chiara BIONDI. Quando ho fatto l’introduzione sulla proposta di legge n. 81 forse non sono stata chiara nell’esplicitare le ragioni che hanno prodotto ed hanno portato a questa norma. Innanzitutto, come ho detto all’inizio, queste modifiche sono state rese necessarie in parte per delle sopravvenute esigenze, e mi riferisco all’articolo 1. Per quasi tutto il corpo del testo noi abbiamo recepito delle richieste che sono sopravvenute da organi centrali, dai vari Ministeri che hanno fatto delle segnalazioni, per cui abbiamo dovuto adeguare la normativa.
Per l’articolo 8 siamo intervenuti semplicemente perché sappiamo che deve intervenire una legge delega del Governo, una legge che mi auguro riveda in maniera più organica tutte le problematiche legate al gioco d’azzardo, magari avremmo potuto fare delle modifiche che poi sarebbero state considerate illegittime da parte degli organi centrali.
Detto questo, il gruppo Lega esprime parere favorevole a questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Carancini.

Romano CARANCINI. Intanto diciamo che si resta stupiti dalle dichiarazioni della Consigliera Biondi perché non so quali siano le sopravvenute esigenze di cui all’articolo 1, non le ha spiegate, possiamo immaginarle, poi magari le citeremo. Non so quali siano le norme necessitate da una legge omnibus obbligata dallo Stato, addirittura all’articolo 8 afferma che ci sarebbe la necessità di non rendere illegittimi i cambiamenti, forse lei non l’ha letta la legge 3/2017, altrimenti non avrebbe dichiarato questo.
Presidente, Consiglieri, non possiamo votare una legge omnibus per diverse ragioni, la prima direi proprio lo spirito con il quale si è inteso discutere questo argomento in Consiglio regionale, non è stato accolto nessuno degli emendamenti, non solo non è stato accolto, e questo potrebbe starci, ma addirittura in molte occasioni, quelle più significative, si è avuto un atteggiamento irriverente ed irrispettoso nei confronti dell’opposizione rispetto alle motivazioni per cui alcune modifiche, anche non particolarmente rilevanti, non hanno trovato accoglimento.
Sinceramente gli elementi più gravi riguardano la legge 23/95 perché sancisce una affermazione ed un principio gravi: non tutti i disabili hanno gli stessi diritti di quelli che sono disabili fisicamente e sensorialmente, ed è grave che una rappresentante come lei, che si riempie la bocca ogni volta sulla tutela dei disabili, non pensi a coloro che sono disabili intellettivi. Gravissimo!
Non entro nella legge 36/2005, erano piccoli emendamenti che tendevano ad arricchire, non ne avete accettato nessuno, lo possiamo anche comprendere.
Sulla legge 22/2011 abbiamo provato a testimoniare la necessità di applicare quell’emendamento, ma non è stato raccolto.
Non entro nel merito della legge 18/2021, ci penserà il Consigliere Cesetti in futuro, la cosa greve riguarda la legge 3/2017 nella quale si è inteso essere a fianco dei gestori delle macchinette che provocano danni alla salute dei nostri giovani, piuttosto che tutelare la loro salute. E’ un fatto grave perché si schiaffeggia, si umilia il tentativo di migliorare con alcuni interventi, piccoli, non particolarmente impattanti dal punto di vista del contenuto delle leggi.
E’ esattamente l’opposto di quello che si afferma in termini di collaborazione su alcune leggi e lo si fa con una indifferenza, con una supponenza che oggi è alimentata dalle parole che ho ascoltato da alcuni Consiglieri, secondo i quali noi abbiamo perso e non avremmo neanche il diritto di provare a migliorare. Addirittura l’offesa della Consigliera di maggioranza rispetto alla richiesta di motivazioni, la quale con interventi profondamente importanti, decisi, pieni di contenuti, non ha fatto che dire: “Noi non votiamo”.
Vedete, è un modo di essere, è un modo di fare il Consigliere regionale, certo che è legittimo, però credo che la coscienza di un rapporto tra maggioranza e opposizione meriti nell’interlocuzione degli atti un atteggiamento di rispetto e questo non è avvenuto. Andate avanti in questo modo, consegnatevi alle vostre certezze, credo che il tempo qualche risultato ed anche qualche sensazione diversi li darà, così come alcuni dati cominciano a far affiorare. Ovviamente voteremo contro. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Solo per dire che una cosa che scoraggia e allontana la gente dalla politica è l’ipocrisia. Se c’è una legge che ormai ha fatto testo - da maggioranze diversissime, da quelle del centro destra a quelle del centro sinistra, a quelle di oggi con il 5 Stelle – è la cosiddetta milleproroghe. Cosa succede alla Camera ed al Senato? Che almeno una volta l’anno, ultimamente la prassi ha portato a due volte l’anno, il Governo presenta un provvedimento che viene chiamato milleproroghe, l’omnibus è il parente povero del milleproroghe, che ha talmente tanti articoli e commi di leggi che nessuno conosce, che vengono infilati dentro.
L’omnibus è un parente povero - ha pochi articoli, le Regioni sono più modeste - con la quale vengono affrontati eventi e problemi che devono essere in tutti i modi risolti. Questa se non sbaglio è composta da 9 articoli più l’invarianza finanziaria e la dichiarazione d’urgenza, quindi 11, che servono a risolvere una serie di problemi, che sono sul tappeto e non vengono risolti. Molto spesso sono soluzioni tecniche, di buon senso o soluzioni transattive per cercare di affrontare difficoltà che altrimenti non potrebbero essere affrontate.
L’omnibus è una parente povera della legge milleproroghe, che ormai è l’ossigeno della pubblica amministrazione, se stacchi questa muore la pubblica amministrazione. Tutte queste considerazioni ulteriori mi appaiono un po’ farisaiche, mi scandalizzo, ma di che? Ne succedono talmente tante che qui siamo al livello minimo dello scandalo, anzi direi al livello del buon senso acquisito per risolvere alcuni problemi che altrimenti si macererebbero da soli.
Certo, la burocrazia non è la faccia buona del Governo istituzionale, però molte di queste cose appartengono alla storia della burocrazia, degli intralci che si verificano, delle coincidenze, degli effetti imprevedibili delle leggi, delle circostanze, stiamo cercando di aggiustare delle problematiche e questa proposta di legge 81 ne sistema una serie che sono pendenti, sono adeguamenti della legislazione e come tali devono essere presi in considerazione.
Non è certo il tema centrale dell’azione di Governo, ma questa azione di Governo questo contiene, quindi, andiamo in questa direzione. Voto convintamente favorevole di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia e dell’azione amministrativa del Governo regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Vorrei chiarire che noi non voteremo contro questa legge per la forma, perché è una omnibus, già nella relazione ho spiegato che relativamente al primo articolo siamo favorevoli tant’è che abbiamo votato a favore, gli altri articoli fino al 7 sono recepimenti di osservazioni che arrivano dai vari Ministeri ed io questo l’ho potuto appurare personalmente perché mi sono fatta mandare dagli uffici tutti i carteggi che ci sono stati, ma noi voteremo contro perché c’è un articolo che chiede proprio vendetta, che è il famoso articolo 8, che è vergognoso. La proroga per noi è inaccettabile.
Non è una questione di forma, ma in questo caso è una questione di sostanza, vorrei che non ci fossero dubbi su questo, quindi voteremo contro. Grazie.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 81. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Proposta di atto amministrativo n. 19
ad iniziativa della Giunta regionale
“Piano Settoriale di Intervento per la tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano - Triennio 2022/2024, legge regionale 3 giugno 2003, n. 12, articolo 8, comma 1”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 19 della Giunta regionale.
La discussione è aperta, ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Rossi.

Giacomo ROSSI. Grazie, Presidente. Cercherò di essere il più sintetico possibile. Innanzitutto ringrazio la Commissione con la quale abbiamo approfondito il tutto.
Questo atto scaturisce dalla legge regionale 3 giugno 2003 n. 12 “Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano”, la quale prevede che l’Assemblea legislativa approvi triennalmente il piano settoriale di intervento nel quale sono stabilite le linee guida delle attività di tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario.
Il piano 2022/2024 coerentemente con i precedenti due piani prevede anche misure per il patrimonio genetico forestale e l’Assam, ente strumentale alla Regione Marche, come tutti voi sapete, è stato individuato come soggetto attuatore della pianificazione sia per il settore agricolo che per quello forestale.
La tutela e la valorizzazione delle risorse genetiche di interesse agrario e zootecnico nelle Marche è storicamente fondata su due pilatri: il repertorio regionale del patrimonio genetico; la rete di conservazione e sicurezza composta dalla Banca regionale del germoplasma, dagli agricoltori custodi, che attualmente sono 46, e da altri soggetti, che si avvale per la propria promozione di un portale “Biodiversità agraria delle Marche” molto interessante, che inviterei ad implementare ed a promuovere, e di iniziative di diffusione dei temi legati alla biodiversità agraria, per esempio il concorso “La biodiversità in cucina”.
I principali scopi del piano sono: studio e censimento su tutto il territorio regionale della biodiversità animale e vegetale; favorire le iniziative per la conoscenza e la conservazione della biodiversità autoctona di interesse agrario, diffusione delle conoscenze per l’uso e la valorizzazione delle risorse genetiche; tutela, miglioramento, moltiplicazione e valorizzazione delle risorse genetiche e tutte quelle iniziative che vanno poi ad incentivare anche gli agricoltori custodi, come ho detto prima.
Per quanto riguarda il settore agricolo c’è il proseguimento dell’attività di monitoraggio, censimento, raccolta e conservazione; l’implementazione dei servizi a sostegno degli agricoltori custodi e la volontà di favorire la costituzione di una rete tra gli agricoltori stessi con altri soggetti, anche enti pubblici e privati. C’è uno scambio di informazioni in materia di conservazione, raccolta, utilizzo delle varietà locali e delle razze animali, nonché la promozione di una conoscenza dei prodotti derivanti dalla coltivazione delle varietà autoctone iscritte al repertorio regionale delle biodiversità; sono altresì promossi degli approfondimenti scientifici, storici e culturali per le varietà e razze iscritte al repertorio delle biodiversità.
Per il settore animali si intende avviare un percorso organico di conoscenza della biodiversità, coinvolgendo in particolare quei soggetti collettivi, che possono essere le associazioni specifiche di settore con le quali avviare questo percorso condiviso per la conoscenza e la diffusione anche delle 16 razze iscritte.
E’ data rilevanza all’informazione, alla diffusione ed alla formazione della biodiversità agraria nelle Marche e, come ho detto prima, sono in atto dei progetti quali gli orti scolastici che vanno a promuovere la biodiversità agraria, la biodiversità in cucina, l’utilizzo del marchio registrato “Biodiversità agraria Marche”.
C’è l’attivazione di questo portale che geolocalizza tutti gli agricoltori custodi, mentre nel settore forestale si continua quell’attività di raccolta, conservazione, caratterizzazione, catalogazione e utilizzo delle risorse genetiche forestali. Ci sono dei progetti in atto, si stanno facendo degli studi approfonditi, specialmente sulla popolazione del taxus baccata nelle Marche e c’è di mezzo anche il censimento dei patriarchi dei castagneti, tutte iniziative che avrebbero bisogno di tanto tempo per poter essere approfondite. Si parla poi di azioni per la conservazione del seme e la produzione di materiale vivaistico ex sito e in sito.
Per quanto riguarda la dotazione finanziaria, che potete leggere sull’ultimo punto, il 4, le fonti di finanziamento per l’attuazione del presente Piano sono di due tipologie: risorse messe a disposizione dal Programma di sviluppo rurale e, per il settore agricolo, fondi messi a disposizione dal Mipaaf per l’attuazione dell’articolo 10 della legge 194/2015.
In merito ai fondi del Psr per il periodo di programmazione 2014/2020 è opportuno evidenziare che i regolamenti comunitari che si sono susseguiti hanno previsto l’estensione della validità della programmazione fino al 2022. In accordo con le regole comunitarie è possibile effettuare spese entro i 3 anni successivi, pertanto il Psr 2014/2020 ha validità e permette di assumere impegni fino al 2024, con obbligo di rendicontazione delle attività svolte entro l’anno 2025.
Come potete vedere anche nell’ultima pagina il presente piano triennale risulta coperto dalle risorse attualmente ancora presenti nel Piano finanziario del Psr che possono essere quantificate come di seguito riportato:
- misura 10.2 euro 750.000;
- misura 15.2 euro 290.000.
Va evidenziato che per la misura 15.2 i fondi sopra indicati sono già stati resi disponibili con l’emanazione di un bando nel maggio 2020 con scadenza triennale.
Infine, per i fondi messi a disposizione con specifici bandi dal Mipaaf in attuazione dell’articolo 10 della legge 194/2015, utilizzabili solo per l’implementazione dell’attività nel settore agricolo, l’entità dei fondi disponibili verrà di volta in volta stabilita coerentemente con le risorse messe a disposizione dal Ministero per l’attuazione dei bandi.
Voglio sottolineare che l’atto ha avuto i pareri favorevoli dal Cal e dal Crel e lo stesso Cal, il Consiglio delle autonomie locali, ha espresso parere favorevole, ha approvato la seguente osservazione che ci tengo a leggere perché credo che sia importante. Sono indicazioni che stanno per essere via via recepite anche dalle politiche di questa nuova maggioranza.
Il Cal sottolinea l’importanza di strutturare urgentemente una strategia di contrasto alla crisi nel settore apistico, dovuta al riscaldamento globale, per il forte nesso tra biodiversità vegetale e impollinazione, strategia che andrà implementata anche con altri strumenti normativi tra cui: modifiche alla legge regionale 19 novembre 2012 n. 33 “Disposizioni regionali in materia di apicoltura”; misure nel Piano rurale di prossima programmazione. Suggerisce alcune linee di intervento: la necessità di una geo-referenzazione degli apiari per evitare “il sovra-pascolamento”, la possibilità che gli stessi apiari vadano da un punto di vista numerico a confliggersi; vietare/disincentivare l’utilizzo di anticrittogamici nicotinoidi nel raggio di 3 km dell’apiario (che è il raggio di azione delle api), per intenderci i pesticidi; incentivare l’agricoltura biologica nel raggio di 3 km dall’apiario; incentivare le coltivazioni di foraggere nel raggio di 3 km dall’apiario.
Queste sono delle osservazioni che ho creduto opportuno riportare, sono date dal Cal, sono molto importanti e dovranno guidare la linea per quanto riguarda la strategia del settore apistico che, come ho detto prima, è di interesse di questa nuova maggioranza, anche con un finanziamento sostanzioso di 540.000 euro ai consorzi apistici, agli apicoltori per l’ultima crisi stagionale che hanno dovuto, ahinoi, sopportare.
Vi ho fatto la sintesi di questo Piano, non andrei oltre ad approfondire tutte le questioni tecniche perché ci vorrebbe più tempo, quindi a grandi linee vi ho riportato questo documento che vede il nostro favore e che va a seguire ed a continuare le buone azioni e le buone prassi che sono state fatte anche in passato. Per questo vorrei ringraziare l’Assam e gli agricoltori custodi per il buon lavoro svolto sulla tutela della biodiversità animale e vegetale nel nostro territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. Molte cose sono state già dette, il Piano triennale costituisce un adempimento previsto dalla legge regionale 12 del 2003 “Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano”, le cui finalità sono la tutela delle risorse genetiche del territorio marchigiano nell'ottica di non disperderne le specificità e di aumentarne la qualità.
Il Piano si pone in continuità con la programmazione del triennio 2019/2021, nella prospettiva di portare a termine attività già poste in essere. Gli interventi riguardano sia il settore agricolo che quello forestale, al fine di tutelare il patrimonio genetico nel suo complesso.
Le risorse disponibili derivano dalla programmazione del PSR 2014/2020, di recente prorogato di due anni, in particolare per 750.000 euro, quanto previsto alla sottomisura 10.2 relativa al sostegno per la conservazione, l'uso e lo sviluppo sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura, e per 295.000 euro dalla sottomisura 15.2 riguardante il sostegno per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche forestali.
Le risorse totali per il triennio ammontano pertanto a 750.000 più 295.000, la somma è di 1.045.000 euro, di cui 178.318,80 euro sono a carico dello Stato, in quanto la quota regionale è stata posta a carico del fondo di rotazione statale a seguito degli eventi sismici del 2016.
Entrando nel merito degli interventi, per il settore agricolo il piano prevede la prosecuzione delle attività di raccolta, conservazione, catalogazione ed utilizzo delle risorse generiche del territorio, conservate nella banca dati del Centro di Monsampolo del Tronto. Le attività sono svolte dall’Assam in collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche.
Questo intervento continua a prevedere il ruolo fondamentale degli agricoltori custodi, vale a dire di alcune imprese agricole che collaborano con l’Assam per l'attuazione degli interventi di conservazione. Nel Piano 2022/2024 si prevede di valorizzare ulteriormente il loro ruolo, con l'offerta di specifici servizi e proponendo di dare maggiore visibilità alle produzioni ricavate dai materiali genetici conservati.
Il Piano prevede inoltre la possibilità di creare delle "filiere" tra agricoltori custodi e altri soggetti del territorio, in particolare con coloro che offrono servizi di ristorazione, gruppi di acquisto, associazioni culturali, enti pubblici e privati.
Proseguiranno inoltre le attività volte all'approfondimento scientifico delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti iscritti al Repertorio regionale delle risorse genetiche, anche nell'ottica di promuoverne la conoscenza e la diffusione nel settore alimentare.
La terza linea di attività che andrà avanti è quella prettamente divulgativa, rivolta al settore scolastico e orientata ad aumentare la consapevolezza verso il patrimonio genetico autoctono; nell'ambito di questa linea di attività continueranno ad essere realizzati gli orti scolastici nelle scuole primarie e sarà sostenuta la creazione di ricette particolari nell'ambito delle attività dei corsi di cucina degli Istituti alberghieri regionali.
Per il settore forestale si prevede la ricerca e l'analisi delle fonti per l'individuazione delle formazioni vegetali da inserire nel Libro regionale dei boschi da seme.
Sarà data continuità alla ricerca sulle Formazioni vegetali monumentali, al fine di preservarne la conservazione genetica e sarà posta in essere una azione rivolta alle aree boschive vere e proprie, nell'ottica di avviare i censimenti necessari per individuare le specie aventi un alto valore ecologico e vivaistico.
Una particolare attenzione sarà rivolta ai castagneti dell'area di Pozza - Umito e di Altino - Montemonaco, che destano preoccupazioni dal punto di vista fitosanitario, al fine di effettuare un costante monitoraggio per valutare in tempo reale gli interventi necessari a salvaguardarne l'alto valore ecologico.
Proseguiranno le attività di raccolta e produzione del materiale vivaistico da parte dei vivai gestiti dall’Assam e continuerà la realizzazione di banche genetiche. Il materiale prodotto dai vivai regionali sarà messo a disposizione, in particolare, di enti pubblici per realizzare aree verdi con specie vegetali autoctone.
Come ho già detto il Cal ha trasmesso alcune osservazioni, che sono state lette, che manifestano una reale preoccupazione nei confronti della situazione del settore apistico che quest’anno ha subìto un pesantissimo calo di produzione anche per ragioni connesse agli effetti del cambiamento climatico.
Abbiamo avuto rassicurazione che i temi trattati nel parere saranno oggetto di attenzione nelle politiche rivolte al settore apistico, in particolare le azioni poste in essere con il Piano di sviluppo rurale. Auspichiamo ovviamente che la Commissione continui a seguire la situazione di un settore che è fondamentale per il mantenimento di tutte le produzioni ortofrutticole. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente
Andrea Biancani

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Casini.

Anna CASINI. Grazie, Presidente. Ho sentito leggere la proposta e una cosa vorrei dirla: la Regione Marche si è distinta in questi anni, cominciando dal 2003, la data in cui è stata approvata la legge 12, interessandosi e valorizzando la biodiversità. Noi siamo una delle regioni più biodiverse d’Italia, verisimilmente la più biodiversa del mondo e questa è una nostra caratteristica. L’essere plurali non è soltanto nel nome della regione, ma in tutte le declinazioni.
Questa legge crea le condizioni affinché questa biodiversità venga mantenuta perché è molto semplice perderla, basta non lasciare le reti ecologiche, basta utilizzare determinati farmaci, basta non avere attenzione quando si ara un terreno, per creare dei danni enormi basta far crescere un bosco in maniera non coerente. Collegata a questa c’è anche una legge fondamentale, la 5 del 2006, che è la legge forestale regionale.
Le attività che sono state svolte, l’ultima data di pianificazione è del 2019/2021, sono state tante, sono state ramificate e vengono tutte riproposte a cominciare dagli agricoltori custodi che vengono finanziati per mantenere delle specie autoctone a rischio di erosione genetica. E’ molto importante che noi riusciamo a mantenere ad esempio il mais ottofile piuttosto che le cicerchie, piuttosto che le fave di Fratterosa, riuscendo a mantenerle perché ci sono degli agricoltori che continuano a coltivare queste specie anche se sono a scarso reddito.
E’ rilevante anche tutto il lavoro di formazione che si fa nelle scuole, a cominciare dagli asili, in cui si parla di biodiversità ed è fondamentale far capire anche agli insegnanti, a volte, che cosa sia la biodiversità perché non è così semplice da spiegare, fino ad arrivare per esempio alle scuole superiori in cui ogni anno vengono svolte delle gare tra gli istituti alberghieri, nelle quali si sfidano delle classi per cucinare un piatto fatto con delle specie relative alla biodiversità.
Ci sono dei protocolli di intesa con Slowfood, ci sono protocolli di intesa con i Comuni, con gli Istituti di ricerca, ci sono dei portali sui quali si può controllare la biodiversità, gli orti scolastici, insomma c’è un sistema di azioni importantissimo che serve a mantenere, a implementare e soprattutto a non fare erodere dal punto di vista genetico la nostra preziosissima biodiversità, sia essa vegetale che animale.
Credo che bene si faccia anche a promuovere questa attenzione nei confronti non solo delle scuole, ma di tutti i cittadini per far capire che la qualità anche dell’accoglienza, la qualità del turismo, la varietà del paesaggio passano attraverso questa biodiversità, che è la nostra caratteristica fondamentale, che dà alle Marche questa caratteristica paesaggistica sempre variegata e mai definibile perché legata alla diversità delle coltivazioni.
Ovviamente ci sono tantissime cose come la Giornata della biodiversità che è il 20 maggio nella quale vengono svolte azioni importantissime di interesse sia agricolo che alimentare perché il benessere e la sana alimentazione sono legate alla biodiversità, quindi, l’importanza dell’informazione, della diffusione e della formazione viene fatta anche attraverso il marchio della biodiversità agraria e dagli agricoltori custodi. Quando ci sono degli eventi molto importanti penso alla Raci, che è stata ed è uno di quei momenti nei quali si parla di biodiversità, si spiega, ci si informa e ci si forma sulla biodiversità.
Mi fa piacere che tutto quello che è stato fatto negli scorsi anni, non soltanto dalla precedente Giunta, che è stato ereditato ed implementato negli anni, possa avere un seguito che mi sembra coerente con quello che è stato fatto.

Presidenza del Presidente
Dino Latini

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 19. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa regionale approva)

Interrogazione n. 288
ad iniziativa delle Consigliere Ruggeri, Lupini
“Accordo di Collaborazione tra la Regione Marche e le Regioni confinanti per le prestazioni sanitarie”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 288 delle Consigliere Ruggeri, Lupini.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il sistema sanitario nazionale, come noi sappiamo, riconosce a tutti i cittadini la libertà di scelta del luogo di cura e di potersi spostare, pertanto non servono né autorizzazioni specifiche, nè convenzioni con le Regioni limitrofe.
Gli accordi di confine, che sono uno strumento individuato per determinare una cooperazione tra le Regioni, utilizzano lo strumento dei flussi economici.
La Regione Marche in particolare partecipa al gruppo di lavoro specifico nell’ambito del coordinamento della mobilità sanitaria interregionale. L’obiettivo è quello di predisporre uno schema di accordo a cui le Regioni devono attenersi.
I cosiddetti viaggi della salute si generano quando il paziente verifica o giudica l’offerta di diagnosi e cura del proprio territorio e decide di trovare soluzioni altrove.
I dati della mobilità interregionale vengono poi utilizzati in sede di riparto del fondo sanitario nazionale per anticipare alle Regioni con saldo di mobilità attivo quanto storicamente erogato alle altre Regioni, ad esempio nel 2017 sono stati tolti alle Marche 48.913.000 euro per via del suo saldo di mobilità negativa relativo al 2015, inoltre la mobilità passiva è totalmente a carico del bilancio regionale, quella attiva va divisa con il privato.
La mobilità passiva per le prestazioni sanitarie e il flusso dei fondi in uscita per la compensazione di prestazioni erogate ai propri assistiti al di fuori del proprio territorio di competenza è costata alle Marche quasi 125.300.000 euro nel 2020; nel 2019 161.000.000 e nel 2017 163.000.000.
L’Area vasta che ha registrato la mobilità passiva più alta è la n. 1, quella di Pesaro, con oltre 1.200.000 prestazioni svolte fuori dalla nostra regione, con un costo di oltre 43.000.000 euro.
I dati del 2021 saranno disponibili solo a giugno 2022 perché la fase di addebito avviene a maggio dell’anno successivo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Ruggeri.

Marta RUGGERI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore, per la risposta. Noi non siamo per l’uso delle convenzioni con il privato, tutt’altro, la nostra posizione politica è quella di più pubblico e più servizi nel pubblico per i cittadini marchigiani.
La nostra interrogazione nasce da fatti di attualità perché come lei sa - in questo momento spero che stiate lavorando per rafforzare il pubblico e mi sembra che sia così - c’è una fase di interregno in cui nelle aree confinanti con altre Regioni soprattutto, come quella in cui abito io, i cittadini che non riescono a trovare risposte per gli esami diagnostici, anche banali, all’interno del servizio sanitario pubblico si devono rivolgere ai privati.
Prima esisteva la possibilità del convenzionamento delle strutture private in Emilia-Romagna, adesso le convenzioni sono finite perché è esaurito il budget ed i cittadini devono per forza ricorrere al privato, pagando la prestazione, e non tutti possono permetterselo. Quello che assolutamente dobbiamo evitare è che possano accedere alle cure sanitarie solo i cittadini ricchi e questo penso che sia una constatazione banale.
Il secondo punto mi dispiace quasi averlo messo perché mi sono arrivati gli atti del rendiconto e lì li abbiamo trovati, quelli che ora ci ha letto e di cui abbiamo parlato poco fa.
Quella che manca è la risposta alla domanda n. 3: quali azioni intende intraprendere codesta amministrazione regionale per ridurre entità e costi della mobilità passiva.
Lei ha detto che quest’anno sono 43.000.000 euro, sono troppi e penso che su questo siamo tutti d’accordo, però nello stesso tempo i cittadini devono avere risposte perché non è possibile che debbano pagare gli esami al privato con delle cifre spesso esorbitanti.
Quindi c’è ancora tanto lavoro da fare, è chiaro che lei non mi può dare la ricetta in tre minuti di risposta, però vorremmo sapere che cosa avete intenzione di fare ed è una questione che riguarda l’organizzazione sanitaria. Grazie.

Interrogazione n. 279
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Carenza specialisti Unità Operativa di Pediatria dell'Ospedale di Fabriano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 279 delle Consigliere Lupini, Ruggeri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Il servizio pediatrico, come è noto, risulta svolto dai pediatri di libera scelta, dai pediatri ospedalieri e dagli specialisti. Per Fabriano ci sono 2 ore di specialistica ambulatoriale che non sono state assegnate per mancanza di concorrenti, che verranno ripubblicate con un bando il 15 dicembre prossimo.
Nel monte ore a disposizione per il distretto di Fabriano risultano attualmente disponibili 20 ore settimanali di specialistica ambulatoriale territoriale per la branca di pediatria e, su richiesta del Direttore di distretto, saranno divise in 10 ore per la sede di Sassoferrato, già carente di pediatri di libera scelta, e 10 ore da assegnare all’ambulatorio dell’ospedale Profili di Fabriano.
Il Direttore di area vasta ha fatto contattare anche altri specialisti già convenzionati che tuttavia non hanno aderito, io stesso ho chiamato diversi specialisti pregandoli di aiutarci e di assumere queste 20 ore, ma finora non abbiamo avuto nessuna risposta positiva, quindi, dobbiamo rimettere il bando all’evidenza pubblica il 15 dicembre nella speranza di poter trovare un pediatra che assuma su di sè questo importante compito. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. E’ stato molto chiaro, soprattutto nell’intenzione di colmare una mancanza sempre più grave anche rispetto alla situazione della strada, lei stesso ha nominato Sassoferrato. Ci tengo a ribadire la situazione in cui si trova: senza pediatra di libera scelta, senza pediatra nell’ospedale a Fabriano, quindi è quanto mai urgente.
Bene il fatto di aver detto pubblicamente che il 15 dicembre ci sarà un altro avviso, non è facile trovare specialisti per queste zone dell’entroterra, che sappiamo tutti essere poco attrattive, credo che il nostro compito sia quello di rendere queste strutture ospedaliere, queste comunità attrattive per gli specialisti perché le nostre bambine, i nostri bambini e le famiglie, che se ne occupano, decisamente hanno diritto allo stesso trattamento di altri territori, ma è chiara la sua intenzione e a quanto pare anche l’intenzione del Direttore di Area vasta. Saremo qui ad aspettare notizie dopo il 15 dicembre. Grazie.

Interrogazione n. 277
ad iniziativa dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri, Bora
“Realizzazione complesso sanitario ubicato in Rapagnano (FM) – Decreto n. 48/21”

Interrogazione n. 289
ad iniziativa delle Consigliere Lupini, Ruggeri
“Realizzazione complesso sanitario in località ‘Rapagnano’”
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 277 dei Consiglieri Cesetti, Mangialardi, Mastrovincenzo, Vitri, Bora e l’interrogazione n. 289 delle Consigliere Lupini, Ruggeri, abbinate.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questo tema è legato all’applicazione della legge regionale 21/2016, la quale regola i procedimenti di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie attraverso le richieste.
Procedura: si procede al rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione dei manufatti, al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio ed infine i provvedimenti vengono emanati per un eventuale accreditamento e per un successivo eventuale convenzionamento con le strutture.
In merito al complesso sanitario di Rapagnano viviamo in questo momento la prima fase del procedimento relativa all’autorizzazione alla realizzazione, che è rilasciata dal Comune, anzi dalla Stazione unica appaltante, previa acquisizione delle verifiche di compatibilità e congruità effettuata dalla Regione.
Il parere di compatibilità che il Servizio regionale ai servizi sociali emana consiste nella verifica della disponibilità di posti autorizzabili nell’arco di fabbisogno vigente. L’atto di fabbisogno vigente è stato emanato con delibera di Giunta regionale n. 1105 del 2017, per la struttura di Rapagnano le verifiche di compatibilità sono state svolte dall’Ars e hanno dato esito favorevole nel senso che nell’atto di programmazione regionale questi posti sono astrattamente disponibili.
Il parere di congruità consiste semplicemente nella verifica del rispetto dei requisiti previsti dai manuali di autorizzazione sulla base del progetto presentato ed anche in questo caso il parere espresso dal gruppo di congruità regionale è stato positivo.
Quindi, ci troviamo in presenza di una prima fase, per fare un esempio per chi eventualmente ci dovesse ascoltare, è come fare la fotografia di un piano urbanistico in cui si fa la fotografia del piano regolatore e si prevede la possibilità che in quella zona si possa edificare.
Questo non significa che la Regione ha già convenzionato la struttura, né che l’ha accreditata ai fini delle sue finalità di residenzialità.
Si tratta di un atto dovuto, la Regione non avrebbe potuto negare la fotografia dell’esistente, la possibilità che in quell’area vi siano posti astrattamente occupabili dal privato che ha domandato la realizzazione della struttura. Conseguentemente non è possibile in questa fase sostenere o intervenire in via autorizzativa semplicemente perché gli atti di revoca, come prevede la legge sul procedimento amministrativo, rivedono la posizione attraverso una revisione degli atti e delle decisioni assunte precedentemente.
Sappiamo che la revoca ha dei limiti ben determinati perché nel nostro ordinamento, caratterizzato dalle norme dello Stato di diritto, non è possibile soverchiare le aspettative che in questo caso possono attagliarsi anche alla natura di diritti soggettivi; attraverso atti amministrativi non è possibile comprimere le aspettative e i diritti dei privati.
Concludo dicendo che per quanto riguarda le legittime proteste che sono venute dal mondo dell’associazionismo della disabilità in questa fase, in questo momento, non c’è nessuna intenzione della Regione di accreditare e di convenzionare questa struttura. Siamo nella prima fase in cui il privato viene autorizzato dal Comune sulla base della fotografia dell’esistenza dei posti, che sono stati resi disponibili dalla delibera di Giunta regionale n. 1105/2017, e del vigente Piano socio-sanitario, quindi, l’atto della Regione è consistito semplicemente nella fotografia della possibilità astratta di realizzare questa struttura, non è intenzione della Regione procedere all’accreditamento né al convenzionamento sulla base dei bisogni attuali ed esistenti. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Lupini.

Simona LUPINI. Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Non poteva essere più chiaro nelle intenzioni e credo che il mondo delle associazioni, che ha segnalato una grande preoccupazione a tutti noi in quest’Aula, penso anche a lei, sia rassicurato.
L’impostazione di questa nuova struttura appare in forte contrasto con la logica della territorialità dei servizi e ci chiedevamo, ma devo dire che lei ha espresso in modo chiaro la sua posizione, se questa Giunta intendesse procedere ad una rivalutazione, ad un ripensamento delle normative regionali che contengono i requisiti delle autorizzazioni dei servizi sociali in modo da costruire una normativa più chiara che eviti o possa evitare nel futuro questo tipo di allerta. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Cesetti.

Fabrizio CESETTI. Non mi sento rassicurato per nulla in questa vicenda, pur dando atto all’Assessore Saltamartini della chiarezza perché ha detto che allo stato la Regione non ha alcuna intenzione di accreditare o convenzionare queste strutture, è estremamente chiaro, però ha detto “allo stato” e non può essere diversamente.
Nel mutare le condizioni potrebbe cambiare e questo a me non mi rassicura, non l’Assessore Saltamartini, non mi rassicura l’adozione del provvedimento rispetto al quale è chiaro che l’Assessore Saltamartini non porta alcuna responsabilità, neanche politica. Lo dico subito, non è un provvedimento emesso dall’Assessore Saltamartini, è un provvedimento dirigenziale, però il tema qual è, qual è il soggetto o il gruppo di interesse che legittimamente decide di fare un investimento di questa portata e di queste dimensioni se non ha la certezza che poi verrà accreditata e convenzionata? Ovviamente non voglio dire, e non l’ho neanche pensato, che la rassicurazione sia stata data dall’Assessore Saltamartini, di questo ne sono certo, neanche lo sospetto, però questo è.
So bene che l’Assessore non può dire al Dirigente di revocare il provvedimento, non lo può fare, è evidente, però l’Assessore, ascoltato il dibattito, assunte le informazioni, vista la presa di posizione anche di numerose associazioni, può, ed in questo insisto, chiedere al Dirigente di rivalutare il provvedimento ed all’esito, se ci sono le condizioni, di revocarlo e se non ce ne sono non possiamo invitare a violare la legge ed il Dirigente resta lì com’è. A me sembra strano che sia stato emesso questo provvedimento perché il fabbisogno di residenzialità e semiresidenzialità nella provincia di Fermo è più che garantito, c’è un’ampia offerta differenziata. Qui ci sono Consiglieri che conoscono la situazione, noi abbiamo le cure intermedie a Sant’Elpidio a Mare, a Montegiorgio, entrambe di 20 posti incrementabili di ulteriori 20, abbiamo la nuova struttura di Campofilone del gruppo Cooss. Nell’Area vasta 4 interessate alle progettualità prioritarie, per le quali già è stata concessa l’autorizzazione, risultano: Campofilone, Capodarco, Capodarco Sant’Andrea, Fermo, Francavilla, Montegranaro, Porto Sant’Elpidio, alle quali si vanno ad aggiungere quelle di Pedaso, Altidona, Montegiberto, Petritoli, Monterubbiano e Casa di cura di Fermo, che sono tutte in attesa di convenzionamento dei posti letto già autorizzati.
Su tutte queste strutture possiamo creare le condizioni per aprire una nuova struttura, di non so, una infinità di posti letto, oltre 150, a Piene di Rapagnano? Fosse altro perché ad un gruppo di interesse, ripeto, legittimamente, siccome lì sta sorgendo il nuovo ospedale di rete, non gli pare vero di insediare una struttura.
Per questo, ribadisco, che non mi sento rassicurato, non dall’Assessore Saltamartini, ma dalla situazione, non può essere che un gruppo faccia un investimento di questo tipo senza avere la certezza che domani avrà l’accreditamento ed il convenzionamento, non è uno sprovveduto né un soggetto che fa beneficienza.
Ringrazio per la risposta e insisto affinché l’Assessore voglia considerare se, all’esito di questo dibattito, invitare il Dirigente a rivalutare il provvedimento e poi prendere le decisioni di propria competenza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Mastrovincenzo.

Antonio MASTROVINCENZO. Grazie, Presidente. A me rimangono diversi dubbi, alcuni già li ha espressi il Consigliere Cesetti, innanzitutto sulla compatibilità dei posti autorizzabili nell’Area vasta 4 rispetto a quanto contenuto nel decreto 48/2021, dubbi sul fatto, e l’ha accennato bene il Consigliere Cesetti, che per le cure intermedie per la comunità protetta per la salute mentale l’indice di rotazione del distretto 11 di Fermo è superiore a quello medio regionale, quindi c’è da chiedersi perché questo riferimento non è stato tenuto in considerazione in fase di valutazione dei posti richiesti? Dubbi anche sul fatto di come sia possibile assemblare in una stessa struttura tre tipologie di residenze per le quali le capacità ricettive sono superiori al cosiddetto modulo minimo, che è il combinato dei requisiti generali specifici delle delibere di Giunta regionale nn. 937 e 938 delle tre tipologie di strutture rispetto alla possibilità di accorpamento di moduli per le nuove autorizzazioni.
Rimane comunque la nostra assoluta contrarietà alla realizzazione di questa nuova struttura, che non solo saturerebbe l’offerta territoriale per molte tipologie di servizi residenziali, ma riprodurrebbe un modello emarginante e separante degli interventi, che deve essere assolutamente respinto, così come richiedono le associazioni di volontariato che sono intervenute ripetutamente su questa vicenda. Grazie.

Interrogazione n. 283
ad iniziativa dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri
“Attuazione del Protocollo d’Intesa per il recupero e la riqualificazione dell’ex ospedale psichiatrico San Benedetto di Pesaro tra Regione Marche, Asur Marche e Comune di Pesaro”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 283 dei Consiglieri Biancani, Mangialardi, Bora, Carancini, Casini, Cesetti, Mastrovincenzo, Vitri.
Ha la parola, per la risposta, l’Assessore Saltamartini.

Filippo SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. L’ex manicomio provinciale San Benedetto di Pesaro fu costruito nel 1829, fa parte di una letteratura abbastanza importante e significativa perché tra i suoi direttori ci fu anche Cesare Lombroso che sappiamo essere uno dei padri della criminologia, dell’antropologia criminale.
Nel maggio scorso con delibera 304 del 2021 è stato approvato uno schema di protocollo di intesa per il recupero dell’ex manicomio: abitazioni sociali, uffici e servizi ai cittadini, casette a schiera ed una nuova Casa della cultura. La superficie totale di 15.000 metri quadrati verrà spacchettata in quattro aree.
L’Asur Marche, che si è impegnata a cedere i locali della lavanderia al Comune ed a recuperare una posizione di 6.000 metri quadrati da destinare agli uffici della direzione dell’Asur, ritiene che si debba procedere con fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza perché servono circa 10 milioni di euro.
La Regione dal canto suo si è impegnata ad approvare la cessione degli immobili al Comune ed a collaborare economicamente con l’Asur per i suoi interventi di recupero edilizio.
Nell’area Asur verranno realizzati un punto unico di accesso e in questo varco si prenderanno in carico le persone con tutti i bisogni sociali e sanitari, l’integrazione socio-sanitaria ed ivi allocata una centrale operativa territoriale, così come previsto dal Pnrr. L’Ausr ritiene anche di dovervi realizzare un Adi, una struttura per i servizi erogati ai cittadini a domicilio, un ufficio relazioni con il pubblico, un front office, un’anagrafe e un ufficio per la somministrazione della protesica alle persone che ne hanno bisogno.
L’Asur ha trasmesso il 28 settembre 2021 il progetto al Comune di Pesaro, all’interno ci sono varie attività gestite nella struttura di via 11 febbraio e in altre strutture, per risparmiare in affitti e localizzare i servizi per i cittadini, la Casa della salute con i medici di famiglia e la guardia medica, che al momento non sarà localizzata in questa struttura.
Il Comune di Pesaro per conto suo si è impegnato ad approvare entro il 30 giugno 2022 una variante urbanistica al Piano regolatore affinché si possa prevedere anche la realizzazione di due piani di parcheggio.
Il resto della struttura verrà ripartito in residenzialità pubblica, terziario, biblioteca comunale, residenza privata.
Il Comune diventerà proprietario di una parte del complesso in cambio di un controvalore per Asur.
Il progetto del Comune è rientrato nel finanziamento Pinqua per 15 milion.
Ritengo che questo sia un buon viatico per far sì che queste due istituzioni, Comune di Pesaro e Regione Marche, possano realizzare nella città di Pesaro questo importantissimo intervento e a ciò l’Asur e la Regione si stanno indirizzando attraverso i fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Biancani.

Andrea BIANCANI. Grazie, Assessore. Con l’interrogazione avevamo chiesto un impegno da parte della Regione a portare avanti questo protocollo che è stato fatto a maggio dello scorso anno tra Comune, Asur e Regione.
Ricordo che il Comune di Pesaro ha partecipato al bando Pinqua per l’edilizia residenziale pubblica e si è già aggiudicato 15 milioni di euro. I tempi sono: presentazione esecutiva entro il 2022 e progetti pronti entro il 2026.
Io ho sempre ribadito la necessità di portare avanti i due progetti insieme perché sarebbe stato poi difficile riuscire a tenere due strutture senza finire né una parte né l’altra.
Ritengo che l’Asur debba accelerare per definire le progettazioni in maniera tale da riuscire nel corso del 2022 a finire i progetti e a partire poi con i lavori, anche perché le risorse del Pnrr dovranno essere spese entro il 2026. E’ importante che ci sia una accelerazione per creare un vero e proprio ufficio dedicato anche alla salute nel territorio del Comune di Pesaro, che non servirà solamente il Comune di Pesaro anche perché attualmente alcuni servizi sono in locazione e si pagano gli affitti da decenni, ma non è responsabilità sua. Riuscire a sistemare un bene che, ricordo, è di proprietà di Asur …, parliamo di una soluzione e le risorse non verrebbero messe in edifici di altre proprietà, ma sarebbe compito di Asur, quindi della Regione, risistemare questa proprietà che potrà essere utilizzata per evitare gli affitti passivi, soprattutto per dare una maggiore risposta ai servizi che la città attende da anni. Grazie.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 17,35